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Lista capitoli: Capitolo 1: *** 1 mese-La notizia *** Capitolo 2: *** 2 mese-Reazioni di Natale *** Capitolo 3: *** 3 mese-La prima ecografia *** Capitolo 4: *** 4 mese- La stanza del bambino *** Capitolo 5: *** 5 mese- Baby Shopping *** Capitolo 6: *** 6 mese- Il corso pre-parto *** Capitolo 7: *** 7 mese-Voglie e falsi allarmi *** Capitolo 8: *** 8 mese-Rinunce *** Capitolo 9: *** 9 mese-La nascita *** Capitolo 10: *** 10 mese-Epilogo ***
“Vuoi tu, Yamato Ishida, prendere la qui presente Sora Takenouchi come
tua legittima sposa
“Vuoi tu, Yamato Ishida, prendere la qui
presente Sora Takenouchi come tua legittima sposa?”
Una piccola chiesa. Poche persone, in un giorno così speciale. Due anime che stanno per essere unite, indissolubilmente.
Il celebrante continua, imperterrito e cantilenante, con la sua
formula ancestrale, sempre la stessa da innumerevoli anni, squadrando il
giovane sposo biondo. “Per amarla ed onorarla finché morte non vi separi?”
Una pausa. Il testimone dello sposo ridacchia, come per circoscrivere
il bivio davanti cui Yamato si trova:o con lei o senza
di lei. Ma ha fiducia in lui, dopotutto; se d’altro
canto prova a dire di no a Sora, potrà dire addio anche ad un’esistenza serena.
Yamato sorride, stringe la mano delicata e tremante di Sora, prima
di proferire:“Sì, lo voglio.”
Il vecchio sacerdote lo scruta, soddisfatto, per poi rivolgersi, in
una sfumatura più dolce, alla bellissima sposa. “E
vuoi tu, Sora Takenouchi, prendere il qui presente Yamato Ishida come tuo
legittimo sposo, per amarlo ed onorarlo finché morte non vi separi?”
Sora non ha ripensamenti, guarda gli occhi cerulei di Yamato e
risponde: “Sì, lo voglio.”
Finché un figlio non ci separi- 1° mese(La notizia)
Yamato sfoglia le pagine di un album. Non sembra vecchio,sicuramente è legato a qualche avvenimento recente…Ci
avviciniamo, e scopriamo che il biondo ventottenne sta rivedendo le foto del
suo matrimonio. Un lieve sorriso gli increspa le labbra. Sembra ieri, ed invece
sono passati sei mesi…Ormai è novembre.
Yamato si alza, chiudendo di scatto l’album e riponendolo in un
cassetto con cura. Le foglie ricoprono col loro manto giallo tutti i
marciapiedi della città, al punto che sembra di vivere non nella solita Tokyo, ma
in un’utopia color ambra e nocciola. Creando una macchia di vapore col proprio
respiro, il ragazzo tamburella con le dita sulla finestra. In attesa che torni
sua moglie dall’atelier, Yamato si diverte a creare una storia per ogni persona
che vede. Per esempio, è sicuro che quella ragazzina con i codini abbia appena
litigato con la madre e stia andando dalle sue migliori amiche per farsi
consolare, probabilmente con una bella cioccolata calda. E quella signora a
spasso col cane? Oh, è brutta, sarà sicuramente una donna sola e bisbetica, a
giudicare dall’espressione. Quei due ragazzi che si tengono per mano, invece, sono di certo una coppia inesperta ai primi appuntamenti.
Ecco da chi ha preso Takeru i geni favolistici…
Uno scatto della serratura.
“Ciao, amore!”dice Sora, serena.
Lui non dice nulla, bastano un caldo abbraccio e baci intensi a
dire tutte le parole di questo mondo, così piccole ed insignificanti, ora… e
tutte le storie inventate si disperdono come quell’alone sulla finestra. È
tempo di vivere la loro storia.
****Qualche giorno dopo****
“Dai, pigrona! Svegliati!”
Un raggio del pallido sole autunnale filtra dalla tenda rosa della
finestra. Sora si rigira nel letto, come una bimba capricciosa che si rifiuta
di andare a scuola. E, come per le bimbe, anche Sora ha bisogno di una spinta
per incominciare la giornata. Chiamata colazione a letto.
“Ma che buon profumino…Yamato, quando hai
imparato a cucinare?”scherza la rossa, nascondendosi sotto un cuscino.
“Guarda che io cucino da quand’avevo quattordici anni, donna di
poca fede!” replica fintamente offeso lui, riuscendo con l’inganno ad
imboccarla con un pezzo di brioche.
“No, Yama…ho mal di stomaco, davvero…”rifiuta Sora garbata.
“Come mai?”
“Tu mi vizi troppo, sarà una piccola indigestione!”lo
tranquillizza lei, decidendo finalmente di alzarsi dal letto.
“E allora questa me la mangio
io…”sussurra lui, consolandosi con la brioche al cioccolato.
Sora fa scorrere l’acqua calda sul suo viso, massaggiandosi gli
occhi ancora intorpiditi. Afferra uno spazzolino, frizionandosi i denti
bianchi. Si strofina lo stomaco, facendo
una smorfia. Cerca di ricordare cos’ha potuto mangiare la sera precedente, per
evitare di poterlo di nuovo cucinare…anche se ormai è
Yamato che si occupa di tutto questo! Ahia… uno spasmo,e Sora si accascia. Ma
che diavolo…? Poi da di stomaco.
È strano.
Non è cioccolata.
A dir la verità, non c’è niente di solido…Solo
liquidi. E come diamine è possibile?
La ragazza si terge la fronte, preoccupata, ma al
contempo presa da un’idea folle. Afferra il cellulare, componendo
febbrilmente il numero della sua migliore amica, Mimi, mentre Yamato bussa, imprecando
che il bagno serve anche a lui.
********
Sora si trova nel suo appartamento vecchio di soli pochi mesi, seduta
sul divano. Yamato si trova al lavoro, a concludere
non si sa cosa per la nuova missione spaziale…Ma lei non è da sola. Accomodata
vicino a lei, intenta a sorseggiare una tazza di the caldo, c’è Mimi, la sua
migliore amica, con l’aria di chi la sa lunga.
“Mimi…e se mi sbagliassi? E se non fossi incinta?”
La castana sospira, dandole un colpetto. “Quando
la smetterai, chiamami…Sora, mi hai trascinato qui, non mi hai nemmeno spiegato
niente per telefono! Insomma…tu hai mal di stomaco, ma, dal momento che non hai
vomitato nulla di solido, credi di essere incinta?”chiede Mimi, confusa.
Sora annuisce, con aria colpevole, estraendo un apparecchio
oblungo da una bustina.
“Per questo ho comprato il test di gravidanza, stamattina…”
“Perché fai difficili anche le cose più semplici? Dai, fallo…in fin dei conti, non puoi equivocare il colore.
Questi nuovi test sono molto chiari:o sei incinta o
non lo sei, e Jyou mi ha spiegato che ormai sono affidabilissimi!”
Poco convinta, Sora si avvia in bagno, con il test in mano. E se
fosse incinta? O peggio, se non lo fosse?
-Basta…togliamoci il pensiero.- decide, prendendo
in mano quel maledetto oggetto.
********
“Mimi, ti prego, guarda tu…Non ho il
coraggio!”
Sora porge insicura il test alla sua confidente speciale.
Mimi lo esamina accuratamente. Ma perché i caratteri sono così
piccoli?! Forse è il caso di farsi vedere da un’oculista, come le ricorda “gentilmente”
Koushiro da tempo.
“Allora?”
“Un attimo!Non riesco a mettere a fuoco come si deve!”si lamenta Mimi.
“Oh, fammi vedere!”
Sora strappa nervosa il piccolo oggetto, deglutendo e decidendo di
accettare la realtà, qualunque sia.
“Dunque? Aspetti una peste sì o no?” chiede Mimi, strofinandosi
gli occhi stanchi
Sora si gira incredula, in trance. Il suo
sguardo è imbambolato, trasognato, fuori dal mondo e
vacuo. La voce tremula si sforza di pronunciare poche lettere fondamentali.
“Sono…incinta…”ammette, scoppiando in un pianto e insieme in una
risata liberatoria. Mimi l’abbraccia, pensando di aspettare ancora un po’ ad
avere un figlio con Koushiro, se sono quelli gli effetti iniziali.
Ed ora come dirlo a Yamato?
“Oh cielo…Come posso dirlo a Yamato?!”fa
agitata Sora, sfoderando una gomitata a Mimi per sbaglio e camminando nervosa, disegnando
così grossi cerchi sul pavimento.
“AHIA!”
Mimi si massaggia la mandibola crudelmente ferita.
Ci vogliono calma e pazienza… Doti che le mancano.
“Sora,credo che lui sia uno di quei tipi
che odia i giri di parole. Diglielo e basta!”conclude
spicciola Mimi, invitandola con un braccio a sedersi.
Rialzandosi di scatto, Sora esclama: “Ma ci vorrà un po’ di
preavviso!Un minimo, quantomeno!”
Passandosi una mano sulla fronte, Mimi cerca di calmarla e di
farla sedere un’altra volta.
“Non per spegnere gli entusiasmi, sia chiaro, ma io farei una
bella capatina dal ginecologo, prima di dirgli qualunque cosa…E poi, che razza
di preavviso gli vuoi dare? Lo faresti
agitare ancora di più!”
“Certo, hai ragione!Vieni con me!”
Sora la strattona, riuscendo a tirarla in piedi,
laddove Mimi vorrebbe solo sedersi e finire la propria tazza di the.
********
È quasi sera. Anche il 14 novembre sta
per spegnersi, in un fiammeggiante tramonto che illumina Tokyo. Sora è tornata
a casa. Adesso è sola, fresca di visita medica;Mimi, ringraziata
tantissimo per il supporto morale, è tornata anche lei da suo marito. Sora
sospira. Non ci può credere…è incinta. Questo comporta che tra nove mesi avrà
un bambino! Che lei e Yamato saranno genitori! Che…Oh,
la portata di questa notizia è straordinaria. Si prende il viso tra le mani, sorridendo
da sola. Gioisce come un bambino che ha ricevuto il suo giocattolo preferito quando apre la porta a Yamato, saltandogli addosso
e prendendo a baciarlo ripetutamente.
Dal canto suo, Yamato è piacevolmente sorpreso. Lui e Sora…non
sono mai stati particolarmente aperti ed…espansivi. Ogni minimo gesto
simboleggia qualcosa. Ciò significa che c’è decisamente qualcosa sotto…
“Ehi, come mai così allegra?”chiede, appendendo il cappotto.
“Ho una notizia da darti!”rivela lei ilare, regalandogli un altro
bacio a fior di labbra.
“Oh, hai ricevuto una promozione?”
“Acqua…”
“Abbiamo vinto ad una lotteria!”
“Acqua…”
Il gioco li diverte e si inseguono per le varie stanze della casa.
“Un vecchio zio è morto ed abbiamo ricevuto una cospicua eredità!”
“Acquazzone!”ride lei.
“Riguarda noi due?”chiede lui, prendendola delicatamente. I due si
stendono sul letto, scambiandosi piccole effusioni.
“Fuoco…”
“Dai, dimmi…Non sto più nella pelle!”
Sora si lascia ghermire dalle sue braccia, sussurrando: “Aspetto
un bambino, Yamato…”
Allora…da dove partire, per spiegare la genesi di questa fic, l’ennesimo esaurimento nervoso??
Tutto è partito perché Sora89 compie 18 anni proprio oggi, il 7 settembre!
AUGURI TESORO!!!!!!!**
E allora, quale regalo migliore di una
fic Sorato? Ma mi serviva assolutamente un’idea, ero proprio a corto di ispirazione! Quando poi ho constatato che la cara dolce
Sora in metà delle mie fic su Digimon è incinta…ho realizzato quest’idea! Una
fic sulla difficoltà di avere figli, e sulle diverse reazioni dei due sessi
alla notizia! Non che io poi abbia questa grande
esperienza sull’argomento “avere figli”(^///^°°°°), ma ci tenevo a pubblicare
questa chicca per Sora89!Saranno dieci capitoli, credo, uno per ogni mese di
gravidanza + un piccolo epilogo!^^ Non vi dovrete preoccupare, almeno per un
po’, degli aggiornamenti, visto che alcuni cappy li ho già scritti! Cos’altro posso aggiungere? Ah, che la formula matrimoniale
in realtà non è proprio corretta…Non si dice più “Vuoi
tu prendere…?”ma “Vuoi tu accogliere…?”,solo che la sottoscritta è rimasta
legata alla tradizione!XD E poi che questi personaggi non sono miei, ma
appartengono di diritto al mitico Akiyoshi(*.*) e alla TOEI Animation!
Spero che sarete numerosi nei commenti!^^
Finché un figlio non ci separi-2° mese(Reazioni
di Natale)
“Guarda,Yamato!”
13
dicembre.
Fuori
il freddo ha reso la città irriconoscibile…da un manto nocciola e giallo
intenso,si è del tutto imbiancata, come in una favola
dove i protagonisti attendono solo il riposo dalle loro fatiche.
E,
forse, quella di Sora e Yamato non è una storia del tutto dissimile da una
favola. O forse non era.
Sora
indica come una bimba il mondo oltre quella finestra.
“Cosa?”
Yamato
arriva solerte, preoccupato di qualche complicazione.
“Tokyo!”risponde lei con una parola, come se fosse la cosa più naturale del
mondo.
“Mi
fai spaventare…!”
Yamato
sospira. Non riesce a credere che sia passato un mese dalla notizia. La
notizia.
Ricorda
perfettamente quel giorno- e come dimenticarsene?-, lui incredulo che non è
capace di proferire parola, lei che lo abbraccia al settimo cielo.
Avranno
un figlio.
Non è da Yamato provare una gioia inconsulta alle novità, quindi Sora
non si è scomposta più di tanto alla sua reazione apparentemente fredda.
Anche se forse si sarebbe aspettata qualcosina in più…
Le
uniche cose che Yamato ha espresso prima di svenire, infatti,
sono state: “Wow. Un figlio.”
Poi freddo…Buio.
Yamato
osserva, con una tazza di the, la città che ferve per i preparativi natalizi. E ricorda di come il 15 novembre si sia svegliato, credendo
che fosse tutto uno scherzo. Ma il viso raggiante di
Sora, che lo invitava a sfiorarle la pancia e faceva mille pose davanti allo
specchio di profilo, non scherzava affatto.
Yamato
non ci crede ancora. Un figlio.
Ma
il guaio è che non ne è contento come dovrebbe.
Avrebbe voluto godersi Sora ancora un po’, avrebbe voluto dapprima sistemarsi a
dovere…Questo è un fulmine a ciel sereno. Non si
sente all’altezza…Non è responsabile, non ancora come si conviene per un
figlio!
Non hanno ancora voluto dirlo a nessuno, il primo mese è passato
tra controlli su controlli, per essere certi al 100%. Ma
i risultati parlano chiaro, inevitabile, cristallino.
Sora
è incinta.
E
la neve che inizia a discendere dall’alto, causando le grida eccitate di sua
moglie, non cambierà le cose.
********
“Allora,
annunceremo la magnifica notizia oggi?”
Sora
si è appena svegliata, felice come non mai. Se fosse
per lei, sarebbe incinta per sempre…si sente bene, in forma, nonostante qualche
piccola nausea, ed è così contenta di dare un figlio al suo Yamato. Che ora sbadiglia rumorosamente, manifestando un disinteresse
assurdo.
“Quale
magnifica notizia?Che oggi è il compleanno di mio fratello?”bofonchia, nascondendo
un altro prodigioso sbadiglio sotto la mano.
“Sì,
ma che c’entra ora il venticinquesimo compleanno di
Takeru??Pensavo…oggi che è la sua festa e tutti noi siamo riuniti…ci sono anche
i tuoi,no?...Ecco, perché non dire oggi che sono incinta?Chiamo mia madre e la
porto con noi alla festa, dato che ancora non sa niente!”
Il
padre di Sora è morto molto tempo prima, non potrà
assistere alla nascita del suo nipotino…
La
voce della ragazza è ansiosa, ma anche offesa. D’accordo, Yamato non è quella
che si definisce una persona espansiva, ma queste
tragiche dimenticanze non sono da lui. È più importante il compleanno di suo fratello che l’annunciare la gravidanza?!
“Dire
tutto…oggi?!”
Sora
annuisce piano, mentre il cervello di Yamato comincia a connettere. Questo
implica che…l’indomani tutti sapranno che aspettano un figlio.
Bene.
“Ho
quasi paura della reazione dei miei…”ammette, stiracchiandosi.
“Cosa vuoi che facciano, saranno contenti!” esclama lei
stizzita, gettandogli dei vestiti sul letto.
–Non
certo come te- pensa, infuriata.
“Vestiti,
dai! È tardissimo!”
Yamato ubbidisce docile, ripensando a come porre la notizia.
In
modo ramificato?
“Devo
dirvi una cosa importantissima… Sora è incinta!”, detto prima
a suo fratello e ai fratelli Yagami, lasciando poi a Taichi l’onere di far
dilagare la notizia?
Sora
lo ucciderebbe, meglio di no .
En passant?
“Ehi,
sapete che aspettiamo un bambino?”, per poi sgusciare via con un bicchiere di liquore
per festeggiare suo fratello?
Peggio
ancora.
E
poi c’è la terza ipotesi…La peggiore e, in assoluto, la più imbarazzante.
Catalizzare
l’attenzione su di sé per annunciare la notizia al mondo intero e ricevere
miliardi di pacche sulle spalle e congratulazioni per qualcosa che non riesce
ancora a realizzare completamente…
“Ancora
così?! Guarda che vado al lavoro da sola!!”gli intima Sora, vedendolo seminudo a ponderare il tutto.
Yamato
finisce di infilarsi la camicia in tre secondi netti, pur di accompagnare Sora
all’atelier.
********
La
sera cala sulla capitale del Sol Levante; Yamato accarezza i capelli morbidi di
Sora, accoccolatagli vicino, la sua testa sul petto di lui.
Gli mancavano queste piccole tenerezze quotidiane…
“Mmm…
è tardi, queste riviste le vedi domani, ok?”fa lui
dolcemente, continuando incessante le sue coccole.
Sora, naturalmente, sfoglia dei settimanali su quanto si ingrassi
in gravidanza, su cosa mangiare in gravidanza, su cosa non fare assolutamente
in gravidanza.
“Yama…Il
fumo è assolutamente nocivo per il bambino!”
Yamato
smette immediatamente di carezzarle la testa. “Amore, guarda che il bambino è
dentro di te! E poi non fumo così tanto!”
“Certo, solo una ciminiera ti farebbe concorrenza!”
“Sora!
Sei solo al secondo mese!”
“Appunto!! Il primo trimestre è quello più critico,
stupido!”
“Ti prometto che ridurrò drasticamente la quantità di fumo, d’accordo?”
“Vorrei che smettessi di fumare.”
“Amore, ne abbiamo già parlato quando ci siamo messi
insieme, sposati, eccetera eccetera… Lo sai benissimo
che non è così facile smettere!”
Sora lascia cadere il discorso, immusonita.
“Spero
che oggi, alla festa di Takeru, non ci sia anche il loro gatto...” riflette.
“Perché, scusa? Hai sempre adorato quel gatto!”
“E se becco la toxoplasmosi, poi?”domanda lei, angosciata.
“Toxo…cosa?” chiede Yamato, preoccupato sullo stato mentale
di sua moglie. La gravidanza la sta cambiando, decisamente.
“A
contatto con i gatti, si può prendere questa malattia, che è assolutamente
dannosa per il bambino!!Oh, cielo, e adesso?”
“Basterà spiegare a Takeru e Hikari che…nostro figlio… è a rischio. Vedrai che
capiranno.”
Lo sforzo fatto per dire “nostro figlio” sembra essere
sufficiente a Sora per risolvere alcuni dubbi. Tanto che scatta subito in piedi, sorridente. “Dai, è
tardi! Non vorremo far tardi, non oggi!”
Yamato
si chiede quanti altri grandi giorni dovrà vedere, entro quei nove mesi.
********
“E tua madre?”
“Ah,
non so perché, ma si trova già lì a casa di Takeru.”
“Sarà diventata amica di mia madre…”
“Probabile, visto che entrambe vivono senza un uomo.”
Yamato
preferisce non affrontare il discorso sulla separazione dei suoi, e si affretta
a oltrepassare quel semaforo prima che diventi rosso.
“Yama,
non così veloce!”
“Sora…Il bambino non risentirà di una differenza di velocità…”
“Ma la madre sì!”
Così,
si svolgono molte delle loro giornate, con il fantasma di questo bambino che
inizia a star stretto all’indipendenza che Yamato ha conquistato gelosamente.
“Arrivati…” fa, cercando in tutti i modi di non inchiodare di
botto.
L’espressione
di disappunto dipinta sul viso di Sora esprime chiaramente il fallimento di quell’intenzione.
Una volta entrati, vengono accolti da una folla festante che li
etichetta subito come i ritardatari.
“C’è
persino Daisuke!” osserva sorridente Hikari, la fidanzata storica del festeggiato, ora avvinghiata a lui, che la stringe forte.
“Ciao
fratellone… Capirai anche tu che…”
“Sì, capisco perfettamente che tu preferisca un
abbraccio di Hikari ad uno mio. Auguri, comunque.”ridacchia
lui, lasciando in bella vista sul tavolo il loro regalo per lui.
Sora
rivolge loro un sorriso materno, dando un buffetto al biondino più giovane. Viene subito braccata da un’altra ragazza.
“Mimi,
cavolo, mi hai spaventata!” strepita, indovinando
all’istante chi fosse l’attentatrice al suo cuore.
“Sora,
cara, come stai?”chiede lei, non accennando minimamente a qualche scusa.
Dopotutto, non è da Mimi.
“Io…Bene.
Davvero, non capisco come la maggior parte delle donne stia
malissimo.”
“Tutta fortuna, cara. E…”
“Yamato è strano. Forse non vuole un figlio…”
Sora ha colto al volo l’allusione.
Mimi
inarca fortemente un sopracciglio, scoccando un’occhiataccia al maritino della
sua migliore amica.
“Se è così, farò in modo che non abbia più figli.”
“MIMI!”
Sicuramente
non vuole misure così drastiche.
“Eh, scusami, ma certo non è normale!”
“Penso solo che abbia paura… Sai, è un grande passo
e…”
“Se la faccia passare, qui non abbiamo bisogno di paurosi, ma di uomini.”
Mimi continua a sorseggiare un po’ di vino, sorridendo in direzione di Takeru e
Hikari.
“Guardali:
non sposati, senza figli, con un solo gatto… Si godono la vita, non c’è che
dire!”
Ora
qualcuno balla, qualcuno parla, qualcuno mangia. Sora si chiede
quando sarà il momento opportuno per annunciare ciò che il suo cuore non
vuole più nascondere.
Yamato,
intanto, ha raggiunto Taichi, il suo testimone. Chissà se glielo dirà adesso.
Passa
mezzora, un’ora, un’ora e mezza…A mezzanotte, sono
tutti esausti, pieni di cibo fino a scoppiare- almeno Sora ha la scusante di
poter mangiare per due-, e nessuno sa ancora niente.
“Bè,
ora aprirò i regali!”annuncia trionfante Takeru.
Meno male che il gattino di casa Takaishi è rimasto a dormire per
tutta la serata, scongiurando il rischio di contrarre la toxoplasmosi.
Tre maglioni, quattro orologi, svariati capi d’abbigliamento tra
sciarpe, guanti e cappelli… la fortuna di essere nato a dicembre.
Ma,
per uno come Takeru, l’importante è passare una bella
giornata in compagnia dei propri cari. E i suoi genitori sono miracolosamente riuniti qui, suo fratello è presente assieme a sua moglie…e
la sua ragazza è splendida, ogni giorno di più.
Takeru
ringrazia tutti quanti- Hikari con un bacio, ovviamente dopo un coretto di applausi e incitamenti.
“Sora, bambina mia, c’è qualcosa che non va?”
La signora Takenouchi accarezza il viso pallido della figlia, che suda freddo.
“Lo
scoprirai presto, mamma. Lo scoprirai.”
Sora, con passo malfermo, afferra per la collottola Yamato, sussurrandogli:
“Direi che è il momento.”
“Sì, ma glielo dici tu?”
Poi
qual è il sesso debole?
Sora
cerca invano di attirare l’attenzione su di sé, con dei timidi: “Scusate…”, “Io
vorrei dire…”, “Ma mi ascoltate?”
Mimi, intanto, osserva la scena divertita profondamente.
“Non riuscirai mai a parlare, così!”
Poi
esplode in un: “SILENZIO!!”tale da far tacere tutti in
un colpo.
Persino
Izzi, abituato agli strilli della sua compagna, aggrotta la fronte,
incuriosito. Lui non sa niente, evidentemente.
“Cosa
diavolo c’è?!”chiede Taichi, sturandosi le orecchie.
“Per poco non ci rompevi i timpani!”
“Sora- e Yamato- vi devono dire una cosa molto importante.”
Comunica lei, serafica, prendendo posto accanto a Koushiro, che non riesce ad
ottenere anticipazioni soddisfacenti.
“Avanti,
fratello, spara!”
“Sora…figlia mia, cosa ci devi dire?”
Yamato aveva visto giusto. Terza ipotesi, la più imbarazzante. Sora sembra
voler sprofondare in un abisso tortuoso senza fine e si sente il palato
bloccato. Yamato capisce che deve prendere lui le redini della situazione.
“Aspettiamo
un bambino.”
Silenzio.
Forse la più laconica delle situazioni, ma sortisce il suo effetto.
Ancora
silenzio.
I pesci
sarebbero più loquaci, pensa Yamato, che in cuor suo sa che andava fatto tutto
in un altro modo.
Poi,
un boato.
E,
come previsto, congratulazioni a non finire, auguri, Mimi fintamente sorpresa
che abbraccia Koushiro,ignaro di tutto fino a due
secondi fa, Taichi che per poco non sputa il sakè e da in una tosse feroce, Ken
e Miyako assolutamente attoniti e felicissimi, Takeru che ammette, pallido, che
il suo compleanno in confronto è nulla…Ma i futuri nonni sono la ciliegina
sulla torta.
Gli
ex coniugi Ishida si abbracciano, fuori di sì dalla gioia- e questo vale per
Takeru e Yamato più di mille maglioni-, la madre di Sora scoppia in lacrime,
riuscendo solo a gridare: “LA MIA BAMBINA!!!”
Sora
viene travolta da una marea di abbracci, che ricambia
felice.
Sarà
madre, e potrà contare sull’appoggio di tutte quelle persone. E Yamato…il suo Yamato ha solo bisogno di tempo.
********
È
passato pochissimo dall’annuncio, e gli ultimi strascichi della festa si
sentono addosso agli invitati, sorpresi dalla notizia e satolli al punto
giusto.
Molti
sono andati via, specialmente i più “vecchi”- tra cui i futuri nonni, che non
se ne sono andati senza ovviamente altre congratulazioni ed altre lacrime
facili- e le coppie- Mimi ha stritolato un’altra volta
Sora, ricordandole quanto le vuole bene e rinnovando le minacce a Yamato.
In
parole povere, sono rimasti i due proprietari di casa, i rispettivi fratelli,
Daisuke e Sora.
Taichi
è lì, di fronte al suo migliore amico, pronto a scoprire il perché della sua
espressione stranita.
“Tu
non me la conti giusta.”
“Neanche
a noi.”esclamano all’unisono Takeru e Hikari, scrutandolo.
“Perché?”chiede nervosamente lui, con gocce di sudore che gli
imperlano la fronte.
“Come,
perché? Sarai padre e hai quella faccia!” lo accusa il
bruno.
“Ho
sempre la stessa faccia.”
“Non fare lo stupido, sai cosa intendo.”
“La verità è che…”
“…Che ti sembra un passo troppo azzardato per una coppia che ha appena trovato
un equilibrio stabile, che non ti senti responsabile a
dovere, e forse ancora un po’ egoista per crescere un bambino, che un figlio è
qualcosa di troppo grande.” Azzarda Hikari, in veste di psicologa.
“Esatto.”risponde
lui, folgorato da tanta chiarezza.
“Sono
le stesse cose che mi ha detto Hikari di non volere mai sentire
quando avremo un figlio.”s’intromette Takeru.
“Confortante…”
“Avanti, cerca di capire Sora. Lei ti ama, e ora aspetta un figlio tuo… Non è
normale che sia entusiasta?”
Questo
sesto senso femminile.
“Ma
sì, però pensavo fosse…diverso.”
“Yamato, dovrai pur crescere!” gli dice Taichi, l’eterno PeterPan.
“Parli
tu, eh?”
“Smettetela,
per favore. Yamato, il problema è che hai paura. E lei più di
te, perché dovrà partorire, vomitare, avere le doglie e controindicazioni varie.
Per favore, è già difficile così…”
fa Hikari, palesemente dalla parte di Sora.
“Ma
certo, solo che non voglio rinunciare a ciò che sono
per un bambino.”
“Guarda
che amare è anche un po’ rinunciare… Ad ogni modo, sono sicura che quando
vedrai quel piccolo fagottino che ti somiglierà ti commuoverai così tanto che avrai
dimenticato tutte queste stupide titubanze!”
“Cos’è, una manovra per farmi capire che vuoi un figlio?” domanda Takeru,
sogghignando.
“Non
siamo nemmeno sposati, io e te!” sorride Hikari amaramente.
“Ah, a questo si può rimediare subito…Hikari…Io…”
Takeru fruga ripetutamente nella sua tasca, alla ricerca di un piccolo
cofanetto blu intenso.
Yamato
e Taichi si guardano negli occhi, allontanandosi pian piano e reprimendo ogni
risata, ma con scarso successo.
“Tu
lo sapevi?”chiede il brunetto, dedicandosi ad un
altro bicchiere di qualcosa non meglio identificato.
“Cosa? Che ho assistito alla più strana proposta di matrimonio di tutti i tempi?” ridacchia Yamato, osservando
dal bordo del bicchiere Hikari che piange di gioia, o forse è dovuto al troppo
alcool nel suo corpo? Macché, è davvero contenta.
“Yama,
saremo parenti!!”
“Uh…Questo
lo sapevamo fin da quando si sono conosciuti.”
I due amici di vecchia data guardano teneramente i fratellini cresciuti troppo,
o forse troppo in fretta.
“Ed ora anche Takeru si sposa…”
“Che dici, devo fare la solita scenetta del fratello geloso?”
“Taichi, sei ubriaco.”
“Anche tu.”
“No.”
“Sì, invece. E voglio vedere come guiderai, ora che
Sora è…”
“Ora che io sono cosa?”
La
voce minacciosa di Sora, ma addolcita dall’altra notizia,
interrompe il discorso molto lucido dei due.
“…Incinta,
naturalmente.”
Taichi
beve tutto d’un fiato il restante contenuto del
bicchiere.
“Bene…io
direi che posso tornare a casa…”
“E tu quando deciderai di sistemarti?”chiede Sora, strappando di mano un ulteriore bicchiere al biondino.
“Al
momento io e Jun non abbiamo di queste velleità!” esprime in tono plateale
l’interrogato, salutando tutti e stampando un bacio sulla guancia della
sorella, al settimo cielo.
“Chissà
poi perché Jun non è venuta.”si chiede Yamato, pensoso.
“Devo
essere gelosa ?”
“Non
ce n’è motivo… mia sorella non si sentiva bene, semplicemente.” S’intromette Daisuke, stranamente silenzioso.
“Com’è
che tu sei rimasto zitto tutto questo tempo?” gli chiede sospettoso il fratello
del festeggiato.
“Oh,
bè, sono stanco per il viaggio. Lo sai benissimo che vivo in America, ormai…
Non è una passeggiata andare e venire.”
“Curioso che tu sia venuto proprio per il compleanno di Takeru.” Fa scettico Yamato.
“Glielo dovevo, visto quanto l’ho ostacolato in passato. Ma
ora…sono contento per loro.”
“Per fortuna…”sospira Sora. “Fin quando resterai?”
“Oh, il mio volo parte tra poche ore, a dir la verità. Ora vado anch’io… è
stato un piacere rivedervi, e mi raccomando! Fatemi sapere quando nasce il bimbo,
vedrò di fare una scappata!”
“Senz’altro.”risponde atono Yamato.
Daisuke
si congratula vivamente- e sinceramente- con i futuri sposi, prima di tornare
nel Nuovo Continente, dalla sua dolce metà che lo aspetta. È cresciuto anche
lui, a conti fatti.
“Tocca
anche a noi andarcene…”
“Spero solo che non ti fermi nessuno, ti ritirerebbero la patente.”osserva
Sora.
“Ma no, non lo faranno…”
“A proposito, la macchina è sportiva, non va certo bene per una famiglia!”
“Ne riparliamo un altro giorno, ok?”replica Yamato, esasperato.
********
Forse
è stato un po’ egoista da parte loro pretendere le attenzioni
su di sé, vista l’occasione.
Ma
no, con la sua proposta di matrimonio Takeru ha superato le aspettative
di chiunque… Ad ogni modo, è avvenuto tutto con una tale semplicità…Beati loro!
“Ora tutti sanno che aspetto un bambino.”
Sora spezza il silenzio irreale creatosi nella vettura.
“Già.”
“Potresti sforzarti di non rispondermi a monosillabi?”
“Scusa.”
“Come non detto…”
Sora alza un sopracciglio, stanca. Può solo contare sull’effetto del tempo.
Yamato
non risponde affatto, ora, e parcheggia, ripassando per tutta la sera il
discorso di Hikari, anche quando ormai Sora è placidamente addormentata al suo
fianco.
… il
problema è che hai paura…
…amare
è anche un po’ rinunciare…
…quando vedrai quel piccolo fagottino che ti somiglierà ti
commuoverai così tanto che avrai dimenticato tutte queste stupide titubanze…
Yamato
compie uno sforzo immane, accarezzando il ventre appena gonfio di sua moglie.
Sudato, appigliatosi a tutta la sua forza di volontà, chiude gli occhi,
cercando ristoro e risposte nel sonno.
…il
problema è che hai paura…
Tecnicamente dovevo postare ad
ottobre, ma…Ce l’avevo già pronto questo cap e mi
dispiaceva lasciarlo marcire nei meandri del mio computer!XD
Come si vede che l’ispirazione non
ha confini! XD Scusate, ma io adoro questa fic!!!! Mi piace davvero tanto, descrivere il povero
Yamatuccio!XD Dunque, dunque… Eccoci in periodo
natalizio- almeno nella fic-, con una proposta
(giustamente, la mia indole takari emerge in
qualunque fic io scriva) di matrimonio ed un annuncio
importante!! Spero che vi sia piaciuto, cari, ma comunque questo non è che un assaggio…Le vere risate
cominciano a breve! E per la data di nascita di Takeru, nonché delle date di
nascita in generale dei digiprescelti, ringrazio tantissimo DarkSelene89 Noemi,
che oggi è venuta a Foggia solo per conoscermi(sembravo una guida turistica per
Foggia…ma vabbè, dettagli!XD), per tutte le ore che
abbiamo passato a collaborare per scegliere segni, ascendenti e date! Ringrazio
anche chi mi ha recensito!!!
DarkSelene89 Noemi: Era stranissimo
vederti dal vivo teso!XD Ti capisco se eri in imbarazzo, dopotutto solo io
posso cantare e ballare per strada a quella maniera!Comunque…grazie
di tutto davvero!Tvtrb!
Kari 89: Un
grazie enorme anche a te!So che detesti questa coppia…^^°°° Comunque, si
saprà presto il sesso del pargoletto!XD tvtb!
DenaDena: Eh shi, te l’ho detto che in effetti quando ho cominciato a scrivere mi è venuto in
mente Hugh alle prese con i pannolini!Tenero!XD Eh
si, sarà proprio carino, già me lo immagino…XDXD Grazie di tutto bella!!=) tvtb!
Sae: Teso!!XD Ma quante pazzie ci escono,
eh? Ti dovrei chiamare, ora che ci penso!Vabbè, se
trovo qualche promozione o cosa del genere!XD in questo cap non succede ancora
niente di che, ma non ti preoccupare, che le risate sono assicurate!XD Almeno,
lo spero…Un baci fortissimo teso!Tvtrb
Memi: Yamato non sarà costretto solo a correre da una parte
all’altra!XD Bè, teso, spero proprio di non averti deluso con questo cap, ma comunque l’altra fic di cui ti
parlavo la posterò tra moooooooolto tempo…!XD Nel
frattempo finisco tutte le cose che ho in corso!XD Ci sentiamo presto!tvtb
E ultimo il mio tesoruccioper cui è partito tutto!
Sora89…Me intimidita…Teso era il minimo che potessi fare per quanto ti adoro!XD
E sono davvero contenta di essere riuscita nel mio intento!Sniffsniff sono commossa io ora!XD Ovviamente poi domani
ti chiamerò per chiederti come ti è andata a scuola…!XD Perché anche tu cominci
ora…Teso spero proprio che questo cap ti piaccia!!Tv1kdb!
Valefantasy94:oh
una nuova lettrice di manganet!Sono proprio felice
che ti appassioni questa fic!Continua a seguirmi!
Finché un figlio non ci separi- 3° mese(La prima ecografia)
Finché un figlio non ci separi- 3° mese(La prima ecografia)
Anno nuovo, vita nuova, Yamato.
O almeno è questo che si sta ripetendo da circa 8
giorni, cioè dall’inizio di quel nuovo anno civile.
Ma quale vita nuova, la sua esistenza è stata già
abbastanza sconvolta da quella metà novembre.
Yamato sospira, inalando a fondo l’odore acre di
quell’ultimo tiro, per poi gettare il mozzicone.
Non era così che aveva immaginato il suo
ventinovesimo compleanno, il giorno prima. Eh no.
Non viste le tutine, le calzette, le scarpine, i
ciucciotti che gli hanno regalato. Soltanto Tai ha avuto il buon gusto di
regalargli un bel libro di fotografie “spaziali”, anche se in effetti può
benissimo reperirle da solo, visto il lavoro che compie...Ma è il gesto ad
essere apprezzabile!
29 anni...E già un figlio.
Yamato accarezza piano la pelle del suo divano,
immobile, con un’espressione sghemba stampata sulla pelle diafana.
Adora Sora, e farebbe di tutto per lei.
Ed ormai è tardi per porre fine alla gravidanza.
Cavoli, già terzo mese...E poi, non sarebbe giusto, sarebbe un assassino e...
Un momento, perché il terzo mese gli ricorda
qualcosa in particolare?
********
“Così, mi stava dicendo, questa gravidanza non è
stata proprio voluta, eh?”
Sora sorride educata, nascondendo a stento la
voglia di scappare via e di urlare.
Dov’è finito suo marito?
“Bè...Sì, in effetti io e Yamato siamo stati
colti...impreparati.”
“Non si è mai preparati per certe cose, mi creda. Specialmente se si è uomini.”
L’infermiera sbuffa, continuando a gesticolare esaltata.
Quella ragazza è così tenera, ma suo marito, quel mascalzone, è sparito!
Certo, quel discorso non aiuta Sora.
“Ah” sente dire la sua voce, senza che lei
nemmeno lo voglia. “Lei ha figli?”
“Chi, io? Nemmeno morta!”
Sora inarca un sopracciglio.
Questa donna decisamente non aiuta le cose.
“I signori Ishida? Per la prima
ecografia?”domanda una segretaria, impettita nella sua aria professionale,
uscendo dalla sala preposta alle ecografie.
Sora deglutisce, sentendo la gola secca e la voce
tremula.
Yamato oggi non cenerà.
“Sono io”
*********
“E’ sicura che voglia farla anche da sola?”
Un medico con folte sopracciglia e candidi baffi
è sinceramente preoccupato della sua espressione ansiosa.
“Certo”assicura Sora con voce malferma. “Ma...Mi
dovrò sottoporre anche ad altri esami?Tipo amniocentesi e...”
“Cara ragazza, se non vuole no! In realtà,
sarebbe opportuno prima un bel consulto genetico tra lei e suo marito, così
controlliamo le vostre anamnesi e il rischio che corre il bambino di contrarre
certe malattie o di nascere con determinate anomalie.”
Il dottore le da un buffetto sulla guancia; Sora potrebbe avere l’età di sua
nipote.
“Ma io avevo letto che tra l’8° e la 12°
settimana di gravidanza, bè, si potevano fare diversi test sulla salute del
nascituro, che ne so, il test dell’alfafetoproteina, il bi-test, la stessa
amniocentesi...Il test della traslucenza...”
Sora sputa tutti i nomi che ha inglobato nella
sua mente dopo tante riviste accumulate sul suo comodino.
“Signora Takenouchi, adesso controlleremo con la
prima ecografia, poi se vuole, nei prossimi giorni, tornerà con suo marito e
faremo ogni tipo di esame a cui vorrà sottoporsi, d’accordo?”
Il gentile dottore la rincuora col suo caldo
sorriso. Sicuramente ha molta esperienza.
“D’a...D’accordo”
Sora non può che sorridere a sua volta,
palesemente sollevata.
“Ed ora, passiamo all’ecografia! È una cosa
importante, vuole registrare il suo bambino?”
Sora lo osserva stralunata.
“Registrare?”
“Bè, siamo nel Terzo Millennio, può fare un filmato al suo bambino!”
“Credevo...Che fossero cose da film!”
“Non le pare che a volte la realtà è più fantasiosa di un film?”
Sora annuisce; è facile acconsentire ad ogni
frase di quel bravo medico.
“Potrò saperne il sesso?”
“Naturalmente! Lo vuole sapere?”
“Sì! Nel caso mi regalassero tutine rosa e fosse un maschio, bè, avrei qualche
problema, non trova? E...Chissà, quel filmino potremmo rivedercelo un giorno,
tutti insieme e...”
Sora sente una lacrima scivolare per la guancia.
“Quando anche lui, o lei, sarà grande per avere
un bambino...”
Il dottor Saotome sospira, comprensivo. “So che è normale essere ipersensibili
in gravidanza, ma non faccia così! Ad ogni modo, ho avuto anch’io all’epoca la
stessa trovata...Mia figlia, quando l’ha visto dopo molti anni, era contenta che
molto tempo prima fosse stata così magra...Mio figlio non riusciva a credere di
poter essere così piccolo...Dovrebbe vederlo adesso, è un armadio ambulante!”
Sora tossisce divertita.
Il medico arrossisce. “Mi scusi, mi ero perso nei
ricordi! Eravamo rimasti a...Ah, certo l’ecografia! Si spogli, prego!”
Sora si porta una mano al petto, istintivamente.
“Non faccia così, come faccio a farle vedere suo
figlio se è coperta da tre maglioni??”
“E va bene...”
Sora si scopre la pancia e si siede sul lettino.
Non è ancora così visibile, la sua gravidanza, ma
Sora sente che la sua piccola-o il suo piccolo- è lì, da qualche parte. Ed
anche se non volesse...E’ già parte intrinseca di lei.
“Pronta?”
**********
Yamato ancora non riesce a liberarsi di quella strana sensazione.
Cos’è che gli dovrebbe ricordare il terzo mese?
Inquieto, si domanda anche dove sia Sora.
Decide di accendere il computer, nuovo di zecca,
che fortunatamente non da ancora segni di lentezza.
Sul primo motore di ricerca che trova tra le
mani, digita le parole “3° mese gravidanza”, ed esce una schermata piena zeppa
di notizie.
“Calendario della gravidanza:3° mese... 9 MESI INSIEME:
CALENDARIO GRAVIDANZA. 3° MESE... I sintomi
iniziali della gravidanza,
inclusi urinare frequentemente, sensibilità del seno...No, direi di no...”
Yamato scorre i titoli imbarazzato,
finché non giunge alla fine della pagina.
“Analisi in gravidanza: i primi tre mesi... Quali analisi
effettuare durante i primi tre mesi di gravidanza. Genitori - > Gravidanza - > Analisi ed Ecografie in gravidanza. 7.1 Il primo trimestre di ...”
Impallidisce prima ancora di aprire la finestra proposta.
Ecografia.
Al 3° mese la madre si deve sottoporre alla prima ecografia.
Cazzo.
********
Forse salterà il pranzo.
E forse anche la cena.
E sicuramente i pasti del giorno dopo.
O quelli di una vita.
Yamato sfreccia a più non posso con la sua automobile, diretto
all’ospedale, pregando tutti gli dei esistenti che Sora non abbia ancora
iniziato.
***********
“Complimenti, il bambino è sano come un pesce, la gravidanza sta procedendo a
gonfie vele.”
“Bambino?”
Sora si strofina la pancia cosparsa di uno strana crema, quasi in trance.
Non
riesce a credere che quel piccolino, quella macchia indistinta che vedeva sul
monitor...Tra sei mesi...Verrà alla luce.
“NON ME
NE FREGA UN BEL NIENTE, SI TRATTA DI MIA MOGLIE!”
Sora si
sta aggiustando il maglione, quando un tornado non meglio identificato divelta
la porta, rosso per lo sforzo.
“Sora”è
tutto ciò che riesce ad ansimare Yamato, deglutendo.
Quant’è
bella...Ehi ma...
“Cosa ci
fai seminuda?”
Sora
riduce gli occhi a due fessure, pronta a vomitare ogni sorta di veleno.
“Sbaglio
o dovevo fare un’ecografia, Yamato? Pretendevi che la facessi con tre
maglioni?”
Il dottor
Saotome inarca un sopracciglio, ravvisando aria di burrasca.
“Signori
Ishida, questo è la vostra videocassetta...Buona fortuna.”sussurra a Sora, che
risponde di rimando: “Lui ne avrà bisogno.”
*********
“Sai, mi hanno fatto entrare grazie ad un’infermiera un po’ sovrappeso, credo
si sia invaghita di me.”
Yamato tenta di instaurare una conversazione.
È ancora
peggio del solito.
Sua
moglie non ha urlato, né fatto scenate. Non ha detto nulla. Assolutamente
nulla.
Guarda
fuori dal finestrino, con le braccia conserte e quella videocassetta stretta a
sé. Quando ha avuto il tempo di comprarne una?
Un
semaforo ferma la mite andatura di Yamato.
“Mi
dispiace di non essere venuto prima.”
Sora s’irrigidisce.
“E’ solo
che ho fatto tardi al lavoro,amore, che te lo dico a fare...La nuova missione
dovrebbe essere prevista per agosto, o giù di lì.”
“Agosto?”
La voce
di Sora è innaturalmente innalzata di almeno due ottave. Forse è ancora più
spaventosa di quand’era zitta.
“Sì,
perché?”
“Nostro...Figlio dovrebbe nascere ad agosto.”
Ha tutto
il tono di una minaccia definitiva.
“Oh. Bè,
ci vuole ancora tempo...”
“Yamato.
Sono solo sei mesi. E se tu non ci sei quando nasce il bambino...Io divorzio.”
Il
bagliore sinistro nell’espressione di Sora fa prendere corpo a tutti i timori
di Yamato:sa che è vero.
“Ci
sarò, amore.”riesce a biascicare, accelerando.
“Ad ogni
modo”Sora inspira, invitando se stessa alla calma. “Dovrò tornare in ospedale a
breve. Con te.”sottolinea sprezzante.
“Non...Non
sta procedendo bene?”
“Oh no. Benissimo. Ma dovremo fare un consulto genetico e dovrò sottopormi
all’amniocentesi.”
Yamato
deglutisce, terrorizzato dal suono minaccioso di quelle parole.
“Sai
almeno il sesso del bambino?”
Sora lo guarda con tanto d’occhi. “Certo che sì.”
“E?”
“Non te lo dirò.”
Un sottile sorriso si disegna sul volto serafico della donna, mentre
finalmente il loro appartamento si staglia all’orizzonte.
“Dai, non farmi stare sulla graticola.”
“Amore”accentua scura lei “Scordatelo. Facciamo così...”
Il suo tono di voce si ammorbidisce.
“Sì?”Yamato si appende ad un tenue filo di speranza.
“Quando cambierai la macchina te lo farò sapere.”
E la sua voce è tanto ferma ed aspra che Yamato non ha possibilità di
risposta.
Il chiavistello che Sora porta sempre con sé gira lentamente nella
serratura...Yamato sta cercando- in mente- tutti i modi possibili per far pace.
Preparare una cena afrodisiaca?
O semplicemente prostrarsi ai piedi di Sora e chiedere perdono in
ginocchio?
Qualcosa però gli dice che potrebbe scalare anche il monte Fuji e non
ottenere clemenza.
“Salve ragazzi”
Taichi alza un bicchiere di birra in segno di saluto.
Sora si strofina gli occhi stanchi.
Ok ipersensibilità, ma da qui a vedere le allucinazioni...
No, Taichi non se ne va.
“TU COSA CI FAI IN CASA MIA?!”strepita Yamato, già abbastanza provato.
“Ehi, volevo venirvi a trovare...Hai una ruga in più, sai?”
“Sarà che ieri ho compiuto 29 anni.”reclama indispettito il padrone di casa,
sfilandosi il caldo giubbotto.
“Eh sì. Sora, sei sempre più in splendida forma.”
Con i nervi fior di pelle, Sora sbatte la porta della cucina.
“L’hai fatta arrabbiare?”
Yamato evita di replicare, depresso.
“Ti prego, taci.”Si prende i dorati capelli tra le mani, esasperato.
“Non ho detto nulla!”
Taichi trangugia un altro sorso, chiudendo gli occhi beato.
“Taichi, te lo dirò con tutta la calma di cui sono capace in questo
momento”
Sora è appena spuntata dalla cucina, lanciando verso i due amici un corpo
contundente che somiglia molto ad una videocassetta.
“Io sono molto provata. E devo preparare la cena...”
“In effetti, ho fame”ammette Tai, sfiorandosi lo stomaco borbottante.
“Appunto”riprende Sora infastidita. “Perciò, per piacere, evitate
qualsiasi rumore o qualsivoglia comportamento che solo il cromosoma Y prevede;
in parole povere, Yamato, se vuoi davvero...bè...farti perdonare...Quello è il
primo filmino di tuo figlio.”
Sora stempera il suo duro tono, nascondendosi tra i fornelli.
Yamato afferra la cassetta delicatamente.
“Ma oggi c’è la partita!”
Gli occhi azzurri di Yamato impediscono alcun’altra reazione da parte di
un intimorito Taichi.
Inserisce la cassetta tremando.
Come diavolo fa quel corpuscolo ad essere suo figlio??
Sembra...
“UN’ ARACHIDE! Io sto qui a casa del mio migliore amico per vedere
cosa??Un’arachide!”
Taichi scalcia, e Yamato scopre altre due bottiglie vuote che rotolano,
sporcando il tappeto.
Però, non è che abbia tutti i torti, quella creatura è davvero così
piccola...Ma quando gli entrerà in testa che sta per essere padre?
“Sei ubriaco fradicio.”
Le pupille dilatate di Taichi, assieme alle sue profonde occhiaie cerchiate di
rosso, bastano come risposta.
“E tu sei il padre di un salatino.”
Yamato sorride, e i due prorompono in una sonora risata.
“Un salatino, eh?”
“Sora, non equivocare, stavamo solo scherzan...”
“Sai che c’è, Yamato Ishida? Oggi dormi assieme al tuo caro amico sul
divano! Taichi...Yamato...Buonanotte.”
“Amore, non...”
Ma la porta della camera da letto è già sprangata, e Yamato sente
singhiozzi provenire dall’altra parte.
Si accascia impotente contro la porta.
“Amore, ti scongiuro...Non fare così...Per me è importante, io stavo
solo...Bè, non lo so, hai ragione, sono un immaturo, ma ti prego, non fare
così!”
Batte i pugni contro il duro legno, e Sora risponde con voce soffice.
“La cosa che più mi dispiace è che sono sempre da sola, Yamato. Ho fatto
tante scelte...Sola. ho rinunciato a tante cose. Sto accogliendo una nuova
vita. Ma tu...Tu sei pronto ad essere meno egoista?”
Yamato si alza, ma la sua espressione indecifrabile è sempre ferma sullo
stipite.
“Lasciami almeno le coperte, Sora...”mormora affranto.
Sora fa scattare la serratura, donando a Yamato due morbide coperte di
pile.
Per un breve istante, le loro dita si sfiorano, e Yamato bacia a fior di
labbra sua moglie.
“Prometto che cercherò di cambiare.”
“Non basta volerlo.”
E la porta si chiude definitivamente, stanotte.
*********
“Ancora non mi hai spiegato come sei arrivato qui?”
“Te l’ho detto, volevo venirti a trovare.”
Che squallore...Due amici troppo cresciuti, sul divano, a vedere la tv e a
nutrirsi di pop-corn. Nemmeno nel peggiore B-movie americano sui teenager.
“Sì, grazie, e chi ti ha aperto?”
“Forse non ci crederai, ma era già aperto. Fortuna che non è arrivato nessun
ladro, ma un amico responsabile.”
Yamato si lascia sfuggire un ghigno di disapprovazione.
“Fra te e un ladro non so chi preferire, sinceramente...Possibile che nella
fretta abbia dimenticato di chiudere??”
Il biondo si passa una mano tra i capelli. Ci vuole un attimo di pausa.
“Dimmi l’ultima giornata di normalità che hai passato, amico.”
“Se lo sapessi, ti risponderei volentieri, Tai...”
Stesi sul divano, i due guardano il soffitto. Due facce della stessa medaglia.
“Jun mi ha lasciato.”
“Ecco il vero motivo per cui sei qui.”
Yamato continua imperterrito a fissare il soffitto. “E perché?”
“Perché vuole avere un bambino, ed io non me la sento. Non ancora, almeno.”
“E giustamente tu sei venuto proprio qui per farti consolare?!”
L’assurdità dei ragionamenti di Taichi lo sorprende sempre.
“Siete i miei migliori amici, e chi meglio di te può capirmi?”
“Già”
“Sora si è davvero arrabbiata, eh?”
“Non sai quanto”replica a mezza voce.
“Ma è rimasta con te.”
“Taichi, non è che ogni situazione sia uguale per tutti! Questo bambino non
l’abbiamo voluto, ci è semplicemente...Capitato. Tu devi solo riflettere un
po’, e capire se per te Jun è la persona adatta per costruire una famiglia.”
“Io la amo, Yamato. E non riesco ad immaginarmi senza lei. Non sobrio, almeno. Stiamo
così bene, insieme...proprio per questo, mi chiedo perché mai dovremmo rovinare
questa splendida intesa per un bambino! Siamo ancora giovani, potremo averne
quanti ne vorrà!”
“Non sai come ti capisco...”
“Ma ha detto che forse per un po’ è meglio stare lontani.”
“Se la ami va da lei...Una soluzione la troverete.”
“Come te e Sora.”
“Divertente.”sorride Yamato amaramente.
“Scusa, com’è che ci trovo niente da ridere?”
“E si vede che ti sei rammollito...”
Taichi non risponde nemmeno al pugnetto di sfida del biondo.
“Ho paura che abbia un altro.”
“Sciocchezze, lo sai anche tu.”
“Chi è certo in amore, Yamato?”
“Bella domanda.”
“Dormiamoci su, è meglio.”
“’Notte, Taichi...Prova a scalciare o a togliermi le coperte che vedi che ti
combino!”
“Mi vuoi cacciare anche tu, ora?”
Yamato si rifugia sotto le coperte.
“Zitto e dormi. Domani è un altro giorno.”
“Non sapevo ti piacesse ‘Via col Vento’!”
“Vedi che ora stai meglio? Inizi già a sparare battute che non fanno ridere
neppure un po’!”
“Non è vero, ho visto l’angolo della tua bocca che si piegava.”
“Dormi.”
“Buonanotte, Yamato. Non prendermi per Sora, nel sonno.”
“Non sarà difficile. Buonanotte, Taichi.”
Ma salveeeee bella gente!!!Ihih ma
io da quant’è che non aggiornavo?Oddio 23
settembre???????????Vabbè...Sorvoliamo!XD XD Scusatemi davvero per l’abnorme
ritardo...Spero che questo misero cap vi piaccia!XD Povero Yamatuccio, e povera
Sora!!La scena con Tai ubriaco non era prevista, ma sapete com’è, la mia mente
sforna sempre nuove idee...^^ Sorry se non vi ringrazio uno ad uno, miei
fedelissimi lettori, ma sappiate che vi ringrazio dal profondo del mio
cuoricino immerso nella cioccolata di Pasqua(se se se io sto a
dieta!)...Davvero, io che farei senza di voi??? E un ringraziamento immenso ai
coraggiosi che hanno questa storia tra i preferiti!Su ragazzi spero di non
farvi aspettare molto per il 4° cap...^^ Intanto AUGURISSIMI a tutti voi!!!
Finché un figlio non ci separi- 4° mese(La stanza del bambino)
Finché un figlio non ci separi-4° mese(La stanza
del bambino)
“Alzatevi immediatamente!”
Sora, già incollerita di prima
mattina, sbatte un cucchiaio contro un qualcosa che somiglia ad un gong. In
realtà, è il coperchio di una pentola.
Questa scena si ripete da qualche
giorno.
Sora è entrata nel quarto mese. E la vita di Yamato-e Taichi- sta
precipitando.
Già,perché
Taichi non è ancora rientrato da Jun, nonostante le tremila bozze di lettere
scritte, le telefonate fatte alle quattro del mattino e i ripetuti tentativi.
Lei è irremovibile, Sora sempre più irritabile.
In quel preciso momento, la padrona
di casa si chiede se non dovrebbe fare come Jun, abbandonare Yamato per un po’
e vedere. Ma non avrebbe tutta questa forza.
“Sì, amore, ci alziamo. Taichi, vale
anche per te!”
E’ un mese che non dormono più
insieme, marito e moglie. Yamato è sull’orlo di un esaurimento nervoso. Vorrebbe
solo sua moglie. Solo ed esclusivamente sua moglie.
“Taichi, tra poco è San Valentino.
Non dovremmo fare qualcosa?”
“Io con Jun non so più che
fare”grugnisce alzandosi lentamente.
L’amico si gratta la testa, confuso.
Yamato sospira, mentre Sora si allontana sempre di più.
*********
Sora è davanti allo specchio, pallida
e naturalmente ingrassata.
Si sente sola come non mai.
Ed è già febbraio. Tra due giorni è San Valentino.
La casa adesso è miracolosamente
silenziosa, sia Yamato sia Taichi sono a lavoro.
Per oggi, invece, il suo atelier non
aveva bisogno di lei.
Certo che però la casa avrebbe
bisogno di qualche miglioria...Non c’è una stanza per
il bambino-maschio, ma Yamato non lo sa perché non ha ancora cambiato macchina-.
Ma in effetti quel ripostiglio semivuoto potrebbe
servire allo scopo...
Sora compone il numero di Mimi. Lei
sicuramente è più aggiornata sugli architetti in!
#Tesoro!Come va?Yamato si è arreso su
tutti i fronti?#
Mimi suona allegra e spensierata.
#Non direi. Ma
ha cinque mesi per capitolare del tutto. Ha visto il filmino del bambino, sta
riducendo il fumo e lo sto costringendo a dare un’occhiata
ad automobili più grandi. È già qualcosa.#
#Ti sento nervosa.#
#Lo sono, Mimi. La presenza di Taichi
non mi aiuta nell’impresa.#
#Ok, oggi lo chiamo e gli faccio un
bel discorsetto.#
#Grazie, ma...Non è per quello che ti
chiamo.#
#Ah, no?#
#No#
Sora ridacchia. La sua migliore amica
è adorabile.
#Conosci qualche
architetto brillante specializzato in arredamento e design
d’interni?Specialmente per ciò che riguarda...#
#Ooooh, la
stanza del bambino! Ma certo, ci sarebbe un mio caro amico proprio adatto
all’impresa...Solo che...E’ un po’ particolare...#
#Non m’interessa minimamente, l’arredamento me lo farò valere come regalo di
San Valentino...E come compenso di tante altre cose.#
#Tesoro, dagli
tempo.#
#Siamo a metà gravidanza, Mimi.
Quanto altro devo aspettare?#
Un sospiro comprensivo fa da
risposta.
#Dai, ora chiamo il mio amico
Tsuyoshi. Non credo abbia impegni, quindi potrebbe venire questo pomeriggio?#
Sora sorride. Per la prima volta
nella giornata.
#Quando vuole. Grazie di tutto,
Mimi!#
#Figurati! A dopo!#
*********
Sora lo sta facendo preoccupare.
Gira per la casa
con aria fin troppo critica. Inoltre, il ripostiglio è stato
completamente svuotato.
Taichi è inerme sul divano.
“Ti riprendi, per cortesia?”
“No.”
“Hai pensato a cosa regalarle?”
“No.”
Yamato è sempre più sconcertato e sceglie di cambiare domande.
“Ti manca?”
“N...Sì.”
Taichi sorride.
“Vedendo Sora, quant’è
felice per il bambino, non posso fare a meno di pensare che forse è giusto che
anche Jun si senta così. E non voglio che Jun si senta
così male per colpa mia come Sora per te.”
“Grazie, sei di una consolazione tremenda.”
“Non sto scherzando, Yamato. Non aiuti affatto.”
“Lo sai che la amo. E che senza di lei non saprei stare...Ma tutti questi
sconvolgimenti...”
“Tra cui io”
“Anche...Io non so più che pensare...Non sono in grado di prendermi cura di
un’altra vita...Pensa a come vivevo da single!”
“Nello schifo più assoluto!”
“Appunto...Ti paio pronto per un bambino?”
Taichi alza le spalle.
“Io ci ho pensato tanto. Sono
arrivato alla conclusione che non posso più stare qui.
Uno, per voi, perché già avete tanti problemi da soli;
due, perché mi manca Jun; tre...”
Taichi prende tempo e fiato.
“Tre, perché mi sento pronto per
avere un bambino.”
Yamato si volta lentamente a guardarlo.
Non l’ha mai visto così...serio.
“TU? Dici davvero?”
“Sì, credo. Perciò il mio regalo di San
Valentino...Bè...Sarò io!Che si può volere più dalla vita?”
Si batte una mano sul petto,
compiaciuto.
Yamato ride, sempre più sconfortato.
“E dovrai
aspettare due giorni?”
“Oh no, l’anticipo. Ho preparato la valigia, ho
parlato con Sora...Adieu!”fa con tono melodrammatico.
“E lo dici
così?Con questa faccia?”
“Con che faccia dovrei dirlo, scusa?”
Taichi afferra la valigia, con fare
veramente teatrale, e Yamato non può fare a meno di ripensare quand’erano rivali in tutto.
“A presto Taichi...E buona fortuna!”
Taichi gli fa l’occhiolino, salutando
anche Sora con una mano.
Si chiude la porta alle spalle,
uscendo di corsa così come era entrato.
“Devo ammettere che ti ha battuto.”
“In che senso, amore?”
“Bè, lui ci ha messo un mese per capire che aveva sbagliato. Tu, dopo quattro,
sei ancora restio.”
“Sora, per favore, puoi sederti un
secondo?”
Sora ubbidisce, nervosa perché Tsuyoshi ancora non si vede.
Yamato le mette un braccio attorno al
collo, accarezzandole la pancia.
Sì che vuole il bambino.
Però...Che vita gli darà?
“Dicevi davvero prima?”
“Quando?”
La voce di Sora trema appena, appoggiandosi su di lui.
Che bello, dopo tanto tempo, potersi accoccolare sul suo petto.
“Quando
dicevi che mi amavi e che non sapresti stare senza di me”sussurra, rossa.
Yamato la guarda incredulo negli
occhi.
“Te lo ripeto ogni giorno da quando ho quattordici anni.”
Le accarezza il viso, piano, quasi stesse toccando del cristallo allo stato
puro.
“Ultimamente non mi sembrava più
vero.”
Yamato la bacia delicatamente,
sussurrandole ad un orecchio: “Questo perché c’era un terzo incomodo...Anzi, un
quarto.”
“Non parlo solo dell’ultimo mese.”
“Sora”
“Sì?”
“Io ti amo. E l’ultima cosa che voglio è ferirti. Però devi capire anche me...”
Sora si addolcisce, ma non può fare a
meno di mormorare:“Ormai è tardi per tornare indietro,
Yamato.”
“Lo so, e comunque non voglio tornare indietro.”
Le prende la mano, debole, piccola e
la posa sul suo ventre rigonfio.
Sora è luminosa.
Gli riempie la faccia di baci fugaci
interrotti da qualche “ti amo” qui e lì.
Yamato la prende in braccio,
dirigendosi verso...
Drinn.
Ops.
Il campanello.
Yamato si dirige alla porta,
lasciandola adagio.
“Sora, aspettavi qualcuno?”
***********
“Lietissimo di fare la vostra
conoscenza!!Tsuyoshi Kurai!E
questo è il mio assistente Sota!”
L’architetto porge sorridente la mano
dapprima a Yamato e poi a Sora, seguito dal piccolo assistente.
Yamato crede di essere
appena atterrato su un altro pianeta, Sora sorride isterica.
“Yamato Ishida...E questa è mia
moglie Sora.”proferisce Yamato con un lieve accenno di possessività.
Quest’uomo sembra un folletto.
Ride, si agita, contempla la casa e
si frega le mani in un’impaziente attesa.
“Allora, qual è la stanza atta a contenere
il mondo del bebè??”
domanda entusiasta.
Sora, con un’espressione tra il
confuso, l’adorante e il colpevole, sorride.
“Per di qua”
Yamato la trattiene un attimo.
“C’è qualcosa che forse dovrei sapere?”
“Non ti preoccupare, è tutto a posto.
Tutto a posto.”ripete, più a se stessa.
Rivolge un largo sorriso
all’architetto.
“Oh, forse il paparino
non è molto d’accordo?”
Yamato in tutta risposta ringhia
quasi.
“Ma no,
anzi, lui adesso deve andare a lavorare, vero?”
Sora gli pizzica un braccio.
Yamato le scocca un’occhiata
interrogativa, prima di riprendere tutto il proprio contegno.
“Esatto...Vi lascio alle vostre
faccende.”
-Di qualunque natura siano-borbotta
tra sé e sé.
“C’è da dire che incassa i colpi con
classe...Che charme!” mormora l’architetto, non appena Yamato chiude la porta.
Poi Sota, un tipetto
zitto con i capelli neri cortissimi, gli passa una mano davanti il viso.
“Ma noi
siamo qui per il bambino!”pare rinsavire.
L’assistente sospira di sollievo,
roteando gli occhi.
“Ebbene,
come la vogliamo questa stanza?Innanzitutto, è un maschietto? Una femminuccia?”
Sora ritorna a proprio agio.
“Un maschietto.”
“Oooooh, un adorabile combina- guai che diventerà un atleta!”
I suoi occhi luccicano, e Sota si
passa una mano sui suoi, di occhi.
“Dipende, se prenderà da Yamato è più
probabile che diventi un poeta o un musicista.”
Tsuyoshi congiunge le mani adorante.
“Un’anima sensibile e romantica in
questo mondo così...gretto!”
“E se
prendesse da me...bè, potrebbe entrare nel campo della moda...”azzarda Sora,
divertita e confusa.
Tsuyoshi la guarda stralunato.
“Ah bè, in quel caso forse non sarà
poi più un maschietto...”
“Cosa?!”
“Niente, pensavo all’alta incidenza
di donne e affini nel campo della moda.”sorride l’architetto, sornione.
“Parla lui che è gay”sussurra a mezza
voce Sota, sorridendo.
“Cos’hai da
dire, tu?!”
“Signori, per favore!Dal momento che
non è ancora nemmeno nato, potremmo
occuparci non tanto del suo probabile comportamento, quanto della sua stanza?!”
Ecco perché guardava Yamato con
interesse.
Ci mancava soltanto un architetto
invaghito di suo marito.
*******
Certo che però ci sa proprio fare.
In un pomeriggio è già quasi tutto
stabilito.
Carta da parati, giochi, culla...Tendine,
pavimentazione...
Forse Yamato capirà da solo di che
sesso è il bambino, vedendo tutto quell’azzurro che
sormonta i dépliant di cui è carica Sora adesso.
Lo sente arrivare. Gli deve qualche
spiegazione.
Lui sorride alla sua espressione
serena e amorevole, ma ricordandosi ciò che è successo quel pomeriggio tenta di
assumere un composto broncio.
“La smetti, per favore?”
“Io? Per una volta da mesi che riesco ad intavolare un
discorso civile con mia moglie, spunta un perfetto sconosciuto!”
“Sembri una donnetta isterica,
Yamato”
Sora corruga la fronte.
“PURE!”
Lei ride, e cerca di abbracciarlo da
dietro.
Lui cerca di opporsi, o meglio cerca di fingere, ma tanto non ci riesce e finisce col
cullarla tra le sue braccia.
“Mi vuoi spiegare
cos’è tutta questa storia?”
“Ho deciso di affidare ad un
architetto la progettazione della stanza del bambino.”
“La stanza...?”
“Del bambino”ripete Sora con voce
malferma.
“Oh, certo...Sarà azzurra?”
“Sì”
Sora fa una smorfia.
“Sarà...Maschio?”
Yamato la osserva, emozionato, quasi
si rendesse conto soltanto ora della grande avventura
in cui si sta per imbattere.
“Sì. Un Ishida due. La vendetta.”
“Non ti invidio”
“Nemmeno io”
Si guardano e scoppiano a ridere
nello stesso istante.
“Ho paura, Yamato...”
“Di cosa?”
Lei si appoggia a lui, premendo forte
la testa sul suo petto.
“Di tutto questo.”
Yamato sospira. Vedesse
lui, allora.
“Ce la faremo, non so
come ma ce la faremo. Dopotutto, ce l’ha fatta la
signora Yagami conTaichi, permetti?”
La battuta sembra risollevare un po’ Sora, decisa a tirar fuori anche l’ultimo
rospo.
“Io e Tsuyoshi...”
“L’architetto?”
Sora fa un cenno rapido con la testa.
“...Bè, abbiamo concertato la data
d’inizio dei lavori.”
“Ossia?”
“14 febbraio...”
Lei congiunge gli indici, sentendosi
colpevole.
“Al diavolo la serata romantica?”
“Mi sa proprio di sì...Però
non credo che i lavori si protrarranno fino a sera...Anche perché all’inizio
sarà un problema di misure e basta...”
La voce di Sora è davvero fievole, e
Yamato si sente prosciugato di ogni energia.
“Posso uscire fuori
dal balcone un nanosecondo?”
“Quand’è che smetterai?”
Il tono di lei
si irrigidisce.
“Una...solo per oggi, una sigaretta.”
Il capo di sua moglie acconsente, il suo sguardo un po’ meno.
********
Yamato si trova sul balcone, nella
fredda e pungente aria di febbraio.
Fa un lungo tiro.
E pensare che quest’anno
voleva fare una cosa seria, dal momento che sarebbe stato l’ultimo San
Valentino... per così dire, in pace. Non che
gli interessi la data in particolare.
È questo subordinare il proprio
matrimonio al bambino.
Nonostante, anche se non
lo ammetterebbe mai adesso, si stia affezionando anche lui all’idea di avere
un’altra creatura in casa.
Un...Ishida due.
Solo che Sora vede esclusivamente i
lati positivi della cosa, lui l’esatto contrario.
Quanto costerà questa gravidanza in
termini di serenità domestica?
Un lungo sospiro accompagna il
mozzicone lasciato finire sotto i suoi piedi, seguito a ruota da un altro
profondo, dovuto ad una salutare raccomandazione di sua moglie.
“Yama, lo sai che non fa bene...E non
dovresti smettere solo di fumare...Quand’è che si cambia la macchina?”
Yamato rotea gli occhi.
Costerà tutto davvero tanto.
Soprattutto un tavolino ergonomico che sicuramente suo figlio non apprezzerà mai e che invece Tsuyoshi e Sora
letteralmente adorano.
Salveeeeeeeee!
Sì, sono
stranamente ancora viva, non si sa come. XD
E STRANAMENTE aggiorno. Finalmente, anche questa storia. XD XDXD
Bè, gente, teoricamente il prossimo aggiornamento in questa sezione dovrebbe
essere Panchine, ma sapete com’è, anche la mia ispirazione è in vacanza e
attende il 19(PESCHICIIIII)per ricaricarsi completamente le batterie. Ad ogni
modo, so che non basteranno tremila scuse per il ritardo(quasi 4
mesi...XD)...Spero che gran parte dell’opera di benevolenza la faccia il
cap...L’architetto è liberamente ispirato a Fronck,
quello de “Il padre della sposa”...Adoroquell’uomo!!** XD Mi fa troppo ridere!!!(e in quest’epoca
in cui ritrovo traumi infantili del calibro di Red
& Toby e Pocahontas, fa
bene!)
Aaaaahboys and girls!Ieri(cioè, alle 4 di stanotte)…Ho fatto diverse scoperte!Non so
quanto possano essere valide, ma per il mio cuoricino takari
è tantissimo!
A QUANTO PARE, infatti,
Takeru e Hikari nell’ormai celeberrimo episodio 13 della seconda serie si
baciano(cosa che però, sempre A QUANTO PARE, compare solo nel suddetto episodio
in giapponese)...E già questa è una grande
consolazione...
Ma la più grande è che,sempre nell’edizione giapponese, Takeru e Hikari si
sposano, perché infatti Gatomon parla di
Takeru a Hikari come suo marito, e il figlio di Taichi chiama ZIO
Takeru, e anzi lo stesso Takeru, scrivendo, ammette che sonopassati 25 anni e che lui...SQUILLO DI
TROMBE, RULLO DI TAMBURI...
SI E’ SPOSATO CON HIKARI!
Ripeto, la cosa è sempre da
prendere con le pinze, ma l’ho visto scritto sul blog di un ragazzo che giura
di aver visto tali episodi in giapponese!^^
Al che, ragazzuoli, sperando che questo blogger non abbia detto cavolate(ma
dubito fortemente), vi lascio...Con la mia più grande gioia per quanto riguarda
i digimon!!^^ ^^ ^^*_*
E’ tutto il giorno che vado avanti
così perché è da quando ho 8 anni che sogno
l’ufficialità di questa coppia!
Quindi scusate per questo
sproloquio, ma immaginate che notizia sia per me???XD
In effetti non c’entra molto con questa ficSorato, ma loro due sono una coppia bell’e
prestabilita anche in Italia!=) =) =)
Ringrazio i lettori che hanno letto
anche questo piccolo spazio da esauritaXDXD
E soprattutto chi ha letto e
commentato il precedente capitolo!Thankyouverymuch!!
Finché un figlio non ci separi- 5° mese(Baby Shopping)
Finché un figlio non ci separi-5° mese(Baby
Shopping)
Marzo.
Con tutto quel rumore per i lavori in casa,
nemmeno la tiepida e timida aria d’inizio primavera si può godere fino in
fondo.
Yamato si stiracchia su un fianco.
È domenica.
Ma quegli indiavolati di operai
sono comunque lì.
Ad occhi chiusi, cerca Sora nel grande letto matrimoniale.
Troppo grande per chi è solo come lui, ora.
*******
“Yamato, ti sei alzato finalmente!”
Con un’espressione d’intelligenza pari ad un orso
appena uscito dal letargo, il biondo Ishida scruta la situazione.
Sora, come ben immaginava, era a congetturare con
il suo architetto preferito.
“Oh, lascialo fare...E’ terribilmente sexy in
pigiama!”tuba Tsuyoshi, adorante.
“Siamo qui per la stanza.”sibila Sora,
anteponendosi a Yamato.
“Sbaglio o siamo un po’ gelosette?”sussurra
quest’ultimo all’indirizzo di un fascio di nervi umano.
“Aggiungerei anche nervosette, i lavori procedono
a rilento.”
“Oh no” bela Sota, intromettendosi. “Si può dire tutto tranne questo! Dobbiamo
solo sistemare poche cose...Diciamo che si protrarranno per un altro mesetto?”
Yamato strabuzza gli occhi.
“Dev’essere un incubo.
Torno a dormire.”
Sora lo pizzica gentilmente.
“E dai amore!Fa almeno
finta d’interessarti!”
“Sora...E’ mattina, domenica
mattina!Come...Come faccio a mostrare qualcosa che non sia sonno?”
Lei sbuffa sonoramente, poi cerca di capire la
differenza reale tra quella sfumatura di giallo ocra e
quella di giallo aranciato tendente al senape, per dei cuscini decorativi.
“Cuscini decorativi?”
“Tsu dice che sono in!”si
giustifica sua moglie con un sorriso.
“Ma certo, chére!”
“TSU??”
“Yamato, non sarai geloso tu adesso?”
Lui resta a bocca aperta, non capacitandosi
dell’assurdità della situazione.
“Forse è davvero meglio se vai a dormire, Yama.”
Sora gli da un bacio leggero a fior di labbra.
“Sicuro...Amore, un’ultima cosa...Ti ricordi che
questo pomeriggio c’è l’armata dei quasi nonni che pretende di fare con te
shopping per il bambino?”
********
Figurarsi se Yamato poteva prendersi un giorno di
ferie e soprattutto la briga di stare con lei.
Sora ricontrolla per l’ennesima volta l’orologio,
quando un macinino sgangherato versione famiglia accosta.
Sua madre e Natsuko.
Sora si avvicina per baciarle entrambe sulla
guancia, quando osserva sua suocera controllare istericamente il polso.
“Dove-diavolo-è-Hiroaki?”sillaba
furiosamente.
“Calmati, tesoro, starà arrivando.” Ecco. Sua madre era diventata “Cara” e sua suocera
“Tesoro”. Hiroaki, suo suocero, era sempre stato alla
stregua di un innominato.
“Pensavo fosse solo una cosa per donne.”fa
confusa Sora.
“Oh no.
Non quando c’è di mezzo un nonno che si vuole far perdonare di non aver fatto
il genitore. Stiamo combattendo per la culla, al momento.”
“Ti fai troppi problemi, tesoro. Lasciala pagare a lui, no?”
“E fargli credere che
così ha scontato quasi trent’anni di mancanze? No,
grazie, cara!”
“Pensavo si fossero riavvicinati...”sussurra Sora alla
madre.
“Oh, era così, finché non è uscita fuori questa
cosa assurda della culla. A quanto pare, ne hanno vista una
-la stessa, tra l’altro, modello unico, incantevole- e la volevano comprare entrambi. Solo che Hiroaki, bè, voleva pagare da solo, tesoro pure...”
“E adesso tocca sorbire a me la faida familiare Ishida-Takaishi.”mormora Sora
funerea.
“Scusate il ritardo!!”
Hiroaki
boccheggia.
È un po’ invecchiato, e a prima vista non sembrerebbe il padre del suo Yamato.
Ma
è anche a lui che deve quel carattere difficile in cui ha saputo costruirsi un
varco.
Forse è anche a lui che deve quest’insofferenza
alla responsabilità.
“Se dovessero fare un
esame su quanto sei stato bravo a fare il genitore ti darebbero 0 spaccato.
Vedi di non fare lo stesso per quanto riguarda tuo nipote.”afferma acidamente Natsuko.
“Sempre la solita dolce e gentile donna che ho
sposato, eh?”
“Possiamo per favore soprassedere a queste
sciocchezze e comprare qualcosa per mio figlio?”
*********
Ora sì che sembrano ragionare.
Sora e l’allegra- al vetriolo- combriccola di
quasi nonni si trovano nel più grande centro
commerciale a Tokyo per la primissima infanzia.
Praticamente
il paradiso per chi è incinta.
Sora si trova estasiata di fronte a cuscini
adattabili alla crescita del piccolo, a meravigliose tutine azzurre e di altri mille colore, a giochino minuscoli e cappellini
adorabili.
“Oh Kami...Quante cose...”
Improvvisamente scoppia a piangere.
È troppo, troppo vero.
Sta facendo shopping per suo figlio.
Non ha niente a che vedere con le frenetiche
sedute di shopping del passato, quando con Mimi cercava mise per piacere a
Yamato.
Questo è...altruista.
È per qualcun altro.
Per il suo piccolo qualcun altro.
“Ma cos’ha?Non si sente
bene?”
“Hiroaki, è normale che
le donne incinta siano ipersensibili. Anch’io ero così...”
E sulla guancia di Natsuko scorre un piccolo
diamante.
“Oh, tesoro, anch’io!!”
Hiroaki
Ishida osserva stralunato il trio.
“Una incinta e due in
menopausa, c’è da chiedersi su chi sia più suscettibile...”borbotta, prima di
dirigersi allo stand di quella stramaledettissima culla.
**********
“Ti ho detto che la pagherò
io!”
Nessuna traccia della madre comprensiva di poco fa.
Quella che sta di fronte a Hiroaki
e ad una splendida culla bianca supertecnologica, è una iena aggressiva.
“IO!Voglio rendermi utile per questo bambino!!”
Ora la strapperanno quasi, e un commesso già li fissa allarmati.
“Sentite, adesso basta.
Dividetevi il pagamento a metà.”
I due si fissano, dubbiosi, con le braccia
ancorate ai due estremi del lettino da neonato.
“Non ci avevo pensato.”
“Nemmeno io.”deglutisce a fatica Natsuko, mantenendo
la presa.
“Lascia, starò ai patti.”
“Sarebbe la prima volta.”
“Adesso basta, Natsu.” Hiroaki le porge una mano grande e callosa, che lei
stringe a fatica. Quasi avesse paura di cambiare troppo idea nei confronti del
suo ex grande amore.
“Visto, tesoro?Tutto è bene quel che finisce
bene!”
“Sì, cara, ma i guantini li compro io.”
***********
“Che ne dici di questo biberon con gli
orsacchiotti gialli?”
“E guarda questo passeggino estivo...E’ un amore!!”
“Ehi, e se regalassimo al pupo uno di questi giocattoli da vero macho?”
“Vero macho?Nemmeno nato?Hiroaki,
ma che hai in quella testa?!”
Sora si è momentaneamente isolata.
Sente le voci dei suoi tre accompagnatori
lontane.
Non ha praticamente
comprato nulla da sé. Tutti regali, regali, regali.
Ovviamente scelti da loro.
Per carità, carini
e tutto il resto.
Ma
il bambino avrà davvero bisogno di tutte quelle tutine da sci?
Si strofina gli occhi, stanca.
Sarebbe tanto meglio se il discreto Yamato fosse
lì con lei.
“Ora sciò, siamo all’abbigliamento pre-maman!”
*********
“Secondo me, qualche completino intimo non
guasterebbe, sappiamo tutte come gli uomini si sentano esclusi durante questi
nove mesi...”
“Mamma!!”
Per questo compito, meglio Mimi.
Sua madre...Che da consigli su come sedurre
Yamato, è surreale.
“Non solo loro, cara”sussurra la dolce signora
francese, abbassando gli occhi.
Sora si sente solidale con lei, ma c’è quel
completino viola che la stuzzica tanto e...
“Cosa ne pensi di questo di pizzo rosso?”
“Mica è capodanno!No, stavolta scelgo io!!”ride Sora,
afferrando dei campioni, mentre Hiroaki fischietta
fuori dal reparto.
**********
Grazie al cielo la cavalleria non s’è estinta del tutto.
Hiroaki
l’ha aiutata con le tremila buste e gli innumerevoli pacchetti comprati.
Dove entrerà tutta questa roba?!
“Ecco...l’ultimo...”
“Grazie mille, signor Ishida.”
“Questo ed altro per la mia nuora preferita.
Ma non lo dire ad Hikari.”le fa l’occhiolino lui.
“Credo che Yamato stia
dormendo...Era stanco, oggi.”mormora, imbarazzata.
“Sora...Voglio dirti solo una cosa...Conosco quel
testardo di mio figlio, so che non è affatto bravo ad esprimere i suoi
sentimenti-tutto suo padre, in questo,ma so anche
che...che ti ama davvero.”
Prende un respiro profondo prima di continuare.
“Lui non...non ama gli
sconvolgimenti in famiglia, sai com’è. Ti chiedo di avere solo un po’ di
pazienza. Lui...non è così testardo e cocciuto come sembra.”
“Lo so bene.”sussurra Sora con dolcezza.
“Grazie di stare a sentire un
vecchio solo, piccola.”
Hiroaki
le scompiglia i capelli amorosamente.
“Non fate mai lo stesso errore di me e Natsuko. Non sarà mai abbastanza ripetere quanto vi amate
l’un l’altra. Non sprecate questa
fortuna...L’amore...Che bella cosa, poter dire di amare
qualcuno...Rende coraggiosi...Folli...E fa semplicemente vivere. Vivi per
Yamato, Sora. E’ tutto quel che ti chiedo.”
“Io sono di Yamato dal primo momento in cui l’ho visto, signore. Ma mi sembra di capire che...Signor Hiroaki...Ha
mai detto a sua moglie che l’ama ancora?”
La domanda sembra cogliere di sprovvista l’unico
membro castano della famiglia Ishida.
“Amare ancora?”
Sora sorride.
“Corra da lei. Mia madre, con la sua amicizia,
non potrà lenire molte cose.”
“Bambina, ormai per noi è tardi.”
“Forse no.”
Hiroaki
le rivolge un sorriso grato.
“Quella gran testa dura di mio figlio è proprio
fortunato.”
“E’ quello che gli ripeto ogni giorno.”scherza Sora. “Buonanotte.”
“Buonanotte, Sora.”
Sora entra piano in casa.
Sente la pancia ancora più gonfia. Sarà che sua
madre le ha organizzato un buffet a sorpresa per il quale
è tornata più tardi stasera.
Poi sente una piccola scossa interna.
Un calcio.
Il
suo bambino si muove in lei.
Dall’emozione, scoppia in lacrime, irrompe in
camera da letto.
Ma
Yamato dorme come un angelo.
Incurante di avere ancora addosso
i vestiti, Sora si sdraia accanto a lui.
Gli prende una mano con delicatezza per non
svegliarlo.
“Questo è il tuo papà, bambino. Il tuo splendido
papà.”
La conversazione con Hiroaki le ha riempito
il cuore di gioia.
Poi si avvede di un piccolo biglietto sul
comodino.
“Forse
quando tornerai sarà tardi e sarò crollato.
Volevo
dirti che ho riferito a Jyou che non ti sentivi abbastanza bene per uscire per festeggiarne il compleanno.
Mi
ha incaricato di mandarti i suoi migliori auguri e la sua
amicizia.
Ti
amo,
Yamato”
Il compleanno di Jyou, cazzo.
Il suo piccolo ha completamente
oscurato il ricordo che quel 18 marzo un suo grande amico compiva gli
anni.
Sora accarezza la guancia di suo marito,
trovatosi lì per lì ad inventare una scusa.
L’indomani chiamerà Jyou per scusarsi.
Ma
quei pugnetti del bambino non placano l’orrenda sensazione
di aver iniziato a dimenticare tutto ciò che non fa parte dell’universo della
prima infanzia.
“Ti amo anch’io”sussurra al suo angelo
addormentato, quasi potesse sentirla. “Prometto che
sarò più presente nella vita di tutti i giorni...E forse avremo un lieto evento
da festeggiare...Chissà se dopo più di vent’anni i
tuoi...Tuo padre è simpatico. Tua madre, forse, un po’
provata, ma...Sto parlando ad un addormentato,che
stupida.”
Si asciuga delle piccole lacrime nascenti, cullandosi nella sensazione che ha
il suo bambino in grembo e il suo grande amore al suo fianco.
“Ti amo. Sono io la fortunata
ad avere te.”sussurra ancora, prima di addormentarsi esausta.
Oooook XD Vi rendete conto che ho aggiornato dopo nemmeno solo un
mese?*_* XD
WOW!!C’è
da dire che questo è un cap corto e fa anche abbastanza schifo, ma insomma...^^
Era in realtà per il mitico 7 settembre, ma l’ho finito quasi un mese prima,
quindi per quella fantastica data spero di postare il 6^^ Che dire, spero che
un po’ vi piaccia!
Finché un figlio non ci separi- 6° mese(Il corso pre-parto)
Finché un figlio non ci separi-6°
mese(Il corso pre-parto)
“Amore! Guarda come sta uscendo bene la camera
del bambino!!”
La
voce estatica di Sora risveglia la mente di Yamato da strani conti astratti.
Deve riuscire a ritardare la missione almeno a settembre-ottobre. Ci sarà pur
qualche calcolo che gli è sfuggito, qualche eclissi di una luna gioviana!
Nemmeno
un asteroide non calcolato.
Yamato
si alza, stordito dai troppi numeri e dal cinguettio esagerato di Tsuyoshi Kurai, l’architetto preferito di sua moglie che, da circa
due mesi, ci prova incessantemente
con lui.
“Oh,
caro! Cosa ne dici di questa sfumatura cerulea anziché questa madreperla démodé?”
Uno
sguardo furibondo di Sora gli fa capire all’istante che, per la sua incolumità
e per l’estetica, il madreperla è necessario.
“Credo
che il madreperla andrà benissimo. Da quando s’è
saputo che il piccolo è maschio, siamo ricoperti di azzurro in tutte le salse.”
“Ma d’altronde, hai ragione! Hai degli occhi di un celeste
talmente splendente che si deve notare da solo! Non possiamo mettere tutto
quest’azzurro, Sota!!”
“S-signorsì!”
Sora
si avvicina a suo marito, regalandogli un bacio a fior di labbra.
“Incredibile
l’ascendente che hai su di lui.” “Non quanto il tuo su di me.”
Yamato
sfiora dolcemente il viso di Sora. Quanto sono diventati rari
questi piccoli momenti.
“Sooooooraaaaaa!”
strilla l’architetto dall’altro capo della stanza.
Lei
si rifugia tra le braccia di Yamato, distrutta.
“Ti
prego, rispondigli tu!”
Yamato la culla delicatamente.
“Amore,
ti sembra che io sappia anche solo di cosa stia parlando quell’uomo? E poi chi
è che s’intende di moda in questa casa?”
******
“Tesoro,
piantala di ingurgitare tutto quel cacao!”
“Mimi, posso permettermi di mangiare per due. E studi provenienti
dall’Università di Helsinki dimostrano che la cioccolata influisce
positivamente in gravidanza.”
“Sì, e anche che le mamme determinano, quasi, i gusti dei nascituri. Vuoi che
tuo figlio diventi obeso?”
“Oh, no, certo che…”
“E allora dai fondo a questo!”
È
sempre piacevole andare a pranzo con la propria migliore amica. Tranne quando
questa ti propina strane ricette macrobiotiche.
“Ma…”
“Non voglio sentire ma! Le carote fanno bene, avanti!”
Come una bambina, Sora è costretta a mangiare quelle verdure crude e scondite.
“Yamato
ha ritirato, poi, la cassetta della seconda ecografia?”
“Sì, certo. Ha rischiato di perdere anche quella, per non so
quale sciame meteorico.”
“Se
un giorno si ritrova davvero per le stelle, sappi che sarà a causa mia.”
“Lavora
tanto per pagare la cameretta. A proposito, Tsuyoshi è davvero bravo. Solo
che…Credo ci sia stato un forte rallentamento nei lavori. Sono due mesi che io
e Yama non dormiamo!”
“Kurai
è un istrione. Probabilmente si starà immedesimando a tal punto da starsene per
giorni e giorni a contemplare la stanza, senza effettivamente far nulla, solo
per pensare alla migliore
sistemazione da dare.”
Sora
la guarda allibita.
“Credevo
che ogni volta si sedesse per rivedere il progetto!”
“Capisci
ora le crisi che ha comportato a Kou la casa nuova da ristrutturare?”
“Cavoli,
Mimi, è tardissimo! Non è che potresti accompagnarmi un attimo in ospedale?”
“Quanti altri controlli vuoi fare??”
“Non si tratta di test, dopo l’amniocentesi ho deciso di fare soltanto l’ultima
ecografia!”
“E allora che cosa dobbiamo fare?!”
********
“Ti
prego, posso partecipare anch’io? Ti prego, ti prego, ti prego!!”
“Oh,
Mimi, se fosse per me volentieri! È così bello poter contare su di te!”
Mimi saltella e trattiene a stento le risate.
“Sora,
ti scongiuro, filma Yamato!”
*********
La
casa, nel primo pomeriggio, è stranamente silenziosa.
Sora
posa la mano sulla parete intonacata di fresco.
La
stanza del suo bambino ancora senza nome.
Un
improvviso capogiro la costringe ad appoggiarvisi contro.
È
così che Yamato la trova, non appena apre la porta.
“Amore!
Che hai?”
Sora
si tuffa letteralmente su di lui, piangendo.
Yamato
le bacia la fronte.
“I
tuoi ormoni sono ufficialmente impazziti.”
“Mi…mi mancava il profumo della tua pelle.”
Lui la fissa a lungo negli occhi.
“Sora,
io sarò sempre con te. Se vuoi starmi vicino, io ci sarò sempre, per sempre. A
costo di cacciare Tsuyoshi.”
“Oh, amore, scusa. È che sono un po’ nervosa.”
Yamato le asciuga le lacrime con le labbra, sorridendo. Quella è la donna che
ha sposato.
“Cos’è
che ti turba tanto?”
Sora lo guarda, colpevole.
“Ehm…C’è una piccola, ma proprio infima, cosa riguardante il
sesto mese, di cui non ti ho parlato.”
**********
“Amore,
ed io qui cosa c’entro?!”
Yamato
espira profondamente.
‘Magari
chiudi gli occhi e poi tutte queste signore spariscono.’pensa,
autoconvincendosi.
Non
appena li riapre, però, una signora dal paffuto volto roseo lo elogia.
“Sono
certa che sia almeno la seconda gravidanza! Guardate qui il signore; lui sì che
sa come si fa! Giovani papà, prendete esempio da lui!”
La
signora Kuno gli rifila una poderosa pacca sulla
spalla, andandosi poi a sedere al centro di quell’assurdo raduno.
Seduto
lì sulle ginocchia, Yamato cerca sguardi complici. Non è difficile trovarne.
Molti futuri padri sembrano lì per una crudele ironia del destino.
Sora
sorride nervosamente.
“Visto,
ti hanno addirittura fatto i complimenti!”
“Amore,
ne riparliamo a casa.”
“Allora!”
grida la vigorosa signora, sicuramente abituata a strillare, visti i decibel
appena utilizzati.
“Ora, vi spiegherò come si articola esattamente questo
corso pre-parto! La prima fase è detta teorica; essa
è tenuta dal ginecologo, dall’ostetrica, dal pediatra e dalla puericultrice. Tutte
queste figure professionali mirano a fornire informazioni circa la gestazione
in sé, le nausee e gli eventuali disturbi, il travaglio, il parto e il
puerperio. Ed ecco a voi il nostro staff. Scegliendo la nostra struttura, avete
fatto sì che il vostro piccolo nasca in ottime mani!”
“Sembra
abbia imparato uno slogan pubblicitario a memoria”mormora Yamato,
semi-divertito.
“Dai! È il suo mestiere!”
“Il
dottor Saotomein qualità di
ginecologo, la signora Ayumi come ostetrica, il
pediatra Kyou e la puericultrice Fyugo.
Io mi occuperò della seconda parte!”
I
quattro menzionati prendono posto accanto a lei;
ognuno incomincia a parlare del proprio campo, e Sora è rassicurata nel vedere
almeno il dottor Saotome.
************
“Bene…Ringraziamo i nostri specialisti! Torneranno al
prossimo incontro, se avete domande non avete che da
porle!”
Con
un sforzo non indifferente per la propria schiena, il
dottor Saotome si alza, seguito da tre professionisti
abbastanza imbarazzati dalla prorompente signora.
Dopo un’ora e mezza in cui Yamato ha capito solo la parola “nascituro”,
la signora Kuno riprende le redini della situazione.
“La parte pratica, naturalmente, cambia da struttura a
struttura.
Generalmente, però, tutte le tecniche possibili v’insegnano a reagire nel modo
migliore. Essere madre è una delle esperienze più belle della vita, mie care
signore, ma, durante le contrazioni e il travaglio, potreste ricredervi di parecchio.
Ecco perché v’insegniamo a rilassare i muscoli e a respirare correttamente. Dal
prossimo incontro, poi, preparate tutto l’occorrente per scendere in acqua: le
nuove teorie dimostrano che il parto, se avviene in acqua, è di gran lunga
facilitato.”
La
signora fa una lunga pausa studiata.
“Naturalmente…Questo non dispensa i padri dal venire qui! È,
a dir poco, fondamentale che i compagni
sappiano cosa succederà alle madri. Per esempio, lei potrebbe aver bisogno di
un massaggio o di carezze durante il travaglio. Oppure potrebbe volere solo l’ostetrica.
Comunque, disponetevi ordinatamente e seguite ciò che faccio io.”
Con
incredibile, e inaspettata, agilità, la signora Kuno
si alza, ritmando una respirazione lenta.
Fin
qui è tutto semplice, ma Yamato non ha mai avuto
particolare propensione per lo sport, o qualsivoglia affinità con esso.
“La respirazione è vitale. Sostenete le vostre
compagne…non così, signor Kobe!”
Passa
tra le coppie, con sguardo vigile; quando esso si posa sulla coppia Takenouchi-Ishida è soddisfatto.
“Un
po’ di stretching!”
Qui
le cose, per Yamato, cominciano a complicarsi.
Mentre
Sora, nonostante il suo pancione inizi a intravedersi, se la cava bene tra “1, 2, 3 sinistra e 1, 2, 3 destra”, Yamato sembra la brutta
copia di un burattino i cui fili sono spezzati.
“Signor Ishida! Faccia coppia con
me, prima, così capisce esattamente cosa deve fare!”
La
prospettiva allarma Yamato.
Infatti,
se Sora è così esile e fare coppia con lei è semplicissimo, la signora Kuno è di tutt’altra pasta. Dopo una mezzoretta buona di
stretching, Yamato vede davvero le sue stelle.
“Non pensate che sia finita qui! Ora viene la parte rilassante…Yoga e un po’ di meditazione!Signore, può
tornare da sua moglie, se lo desidera.”
Prima ancora che il “se lo desidera” fosse formulato dal cervello, Yamato era
già accanto alla sua Sora.
“Provate
la posizione del fenicottero.”
Con
invidiabile aplomb, tutte le signore incinte mantengono la posizione per
qualche minuto. Yamato, il signor Kobe e qualche altro padre, crollano
miseramente al primo tentativo.
“Santo cielo, che uomini di pastafrolla! Signore, voi siete
state bravissime. Voi uomini provate con me la posizione del guerriero.”
Chi
ha mai detto che fare yoga è semplice??
Yamato
cerca di distanziare i piedi di tre volte il suo bacino, per effettuare
la posizione, ma il suo baricentro è pericolosamente minato. No, i piedi
neppure ne vogliono sapere di essere allineati. Per non parlare di quanto sia ridicola quella posizione.
“Facciamo un po’ di meditazione, forse le cose vanno
meglio.
In posizione “fior di loto”, su!”
“Ahia!”
“Yamato! Devi solo tenere
incrociate le gambe!”lo sgrida silenziosamente Sora, perfettamente composta.
“La fai facile, tu! Mi si stanno
addormentando i piedi!”
“Chiudete
gli occhi e cercate di spaziare nelle più cavernose pieghe dell’infinito delle
vostre menti!”
Yamato
non può fare a meno di trattenere un risolino, ma chiude gli occhi, pronto.
Improvvisamente,
è tutto bianco e azzurro, Sora lo guarda a metà tra
ansia e gioia. Questo è il piccolo Ishida…
Yamato
vuole raggiungerla, ma è sempre più lontana. Corre,
lui, si affanna, ma niente.
Questo
è il nostro bambino, Yamato…
Ma
dove sei?, grida lui. Dove?
Yamato…
Lo
chiama dolcemente, più volte. Eppure, l’ultima sembra una nota stonata rispetto
alla delicatezza delle altre.
“Mi…sono addormentato? Non è possibile,
sentivo la tua voce che mi chiamava!” “Appunto! È da un quarto d’ora che sto
cercando di svegliarti! Il corso è finito, dai, andiamo! Che figura…”
Sora recupera velocemente il soprabito, salutando
distrattamente qualche sua “collega”.
“Non
preoccuparti, amico. È successo
anche a me per il primo!” lo consola un futuro padre. “È che gli ormoni
sono sballati, tutto qui.”
“Scusami? Chi avrebbe gli ormoni ‘sballati’?”
“Oh,
no, niente, amore, era giusto così per dire.”
‘Fantastico’,
pensa Yamato. ‘Davvero un bell’aiuto.”
Si
precipita fuori ad aprirle la portiera in macchina; lei per tutta risposta si
mette dietro.
Il
ritorno a casa prosegue così, in un brutto déjà-vu.
“Per
la cena puoi pensarci tu da solo…Non ho fame.” sono
le uniche parole che lei gli rivolge, una volta di sopra.
“Amore, ma tu devi mangiare! Soprattutto nelle
tue condizioni! Lo sai che ho letto su un sito che ‘placenta’, in latino,
voleva dire ‘focaccia’? ”
“Come
fai a scherzare su una cosa del genere?”
“Amore,
cercavo di sdrammatizzare. Devi mangiare. Sei già debole…”
“Yamato,
smettila! È proprio questo che non vuoi comprendere!! Io
sto bene! È una delle cose più belle
della mia vita, e non capisco, davvero non capisco, perché stai facendo così tanta
ostruzione!”
“Bè, nessuno mi aveva parlato di corso pre-parto!” “E c’era bisogno di parlarne? Non puoi fare una cosa
semplicemente perché potrebbe farmi piacere?”
“Amore,
io…”
“Non chiamarmi così!”
Lacrime
iniziano a rigare il volto di Sora.
Quando
lui cerca di abbracciarla, lei si oppone.
“Sora…Ascoltami, per favore! Io sono una delle
persone più scoordinate del pianeta! E non riesco ad amare la meditazione, l’ho
dimostrato, no?”
“Perfettamente.”è la fredda replica.
“E allora perché fai così? Se avessi voluto un
atleta, avresti dovuto sposare Taichi!”
Sora
sgrana gli occhi.
“COSA? Yamato, sei impazzito?!
Non ti ho chiesto, né ti chiederò mai di diventare un
atleta, perché so che non ti piacerebbe. Io non voglio un atleta. Voglio solo
che mio marito dimostri di tenerci a questa creaturina
che sta crescendo dentro me! Voglio che mi dia aiuto,
non che mi complichi le cose. Non è facile, sai? Si è distrutte, si vede il
proprio corpo mutare e non si può far niente! Ma la gioia di creare una nuova
vita mi permette di accettare questi cambiamenti…Evidentemente
non è così per te.”
Sora
cerca di tamponare le lacrime, con scarso successo.
Yamato
tace. Entra in camera da letto, afferrando cuscino e
coperta.
Lei
lo guarda perplessa.
“Immagino
che dovrò dormire sul divano anche stavolta, no?”
“Oh, sì. Sì, certo.”
Sora
gli sbatte la porta in faccia, continuando a singhiozzare.
L’orgoglio
di Yamato lo paralizza e lo mantiene ben sveglio per quasi tutta la notte.
Bonjour tout le monde!!Aaaah non pensavate sarei arrivata
presto anche con questo capitolo, vero?? Ebbene, dopo un mese esatto dalla data
prevista di pubblicazione(cioè, dopo un anno e un mese
xD), eccolo! Tomoyo, questo
è per te! Anche se, appunto, è passato un mese dal 7 settembre!
Mi dispiace avervi fatto attendere
così a lungo, sul serio! E non posso garantirvi altri tempestivi aggiornamenti!
Il prossimo dovrebbe essere “Angeli del Cuore”, ma non so quando tornerò ad
utilizzare il portatile! E non credo di riuscire a scrivere un altro capitolo
in un paio di giorni xD Comunque, ci proverò! Né tantomeno
so quando riprenderò in mano questa fan fiction! Attualmente, mancano 3
capitoli più l’epilogo, e so cosa scrivere ;) Ma lo so in quasi tutte le mie
storie, quindi non è una garanzia molto valida xD
Grazie per i commenti J Al prossimo capitolo, “Voglie e falsi allarmi”!
“Amore,
io mi sono ufficialmente stufata di litigare continuamente con te. È
maggio, la primavera è nell'aere e io ho solo voglia di stare col
mio maritino preferito a godermi questo clima!” “Maritino
preferito? Quanti ne hai?”
“Idiota,
hai capito.”
Sora
sorride, poggiando un palmo di Yamato sulla sua pancia ormai
evidente.
“Scalcia,
amore, lo senti?”
Yamato
osserva con tenerezza l'emozione della moglie. Essere seduto su
quella panchina, sotto l'ombra ampia di alberi secolari, con sua
moglie, solo
con
sua moglie, rende Yamato un po' più sicuro circa questa gravidanza.
Yamato
sente suo figlio scalciare, bacia piano Sora, sfiorandola come se
fosse di cristallo.
*******
Quella
piacevole digressione al parco restituisce a Yamato la forza di
affrontare Tsuyoshi, dopo che l'architetto ha interrotto la loro
pace, chiamandoli al telefono.
“Tsu,
spero che tu ci abbia chiamato per un motivo importante!”lo
minaccia Sora, neanche troppo velatamente. È difficile concedersi
preziosi momenti con Yamato, oramai, pure senza che un architetto
folle ci si metta in mezzo.
“Ovvio!Ragazzi...guardate
l'opera conclusa!”
Yamato
spalanca la bocca.
“Hai
finito i lavori?”
“Certo,
caro Yamato!!”squittiscono sia Sota sia Tsu all'unisono.
Sora,
esterrefatta, comincia a piangere istericamente.
“Amore!
Perché piangi?!”
Sora
si asciuga le guance col dorso delle mani.
“È...è
che...vederne la stanza completata...me lo rende ancora più
vicino...”
Sora
irrompe in una fontana di lacrime copiose.
Yamato
l'abbraccia.
“Sora,
ti emozioni ancor prima di guardare la stanza?”
“No,
hai ragione, Tsuyoshi...Dai, osserviamo questo capolavoro!”
******
“Immagino
ti dovrò una barca di soldi!”
Yamato
rimane stupefatto.
Quell'uomo
ha rovinato la loro vita coniugale, negli ultimi mesi, ma è un
genio. La stanza è semplicemente perfetta. Né troppo classica- è
pur sempre un maschietto e non può crescere in mezzo a bambole rétro
che ricordano vagamente l'età vittoriana, né troppo moderna- il
Giappone ha le proprie tradizioni radicate nel cuore-: una sintesi
spettacolare, una fusione di ogni gamma di azzurri ed ecco il
risultato.
Yamato
si ritrova egoisticamente a pensare che anche lui avrebbe voluto
vivere un'infanzia così. Anche solo per quella cameretta. E
un'improvvisa ondata di malinconia lo assale. Dev'essere per il suo
passato che non riesce a vedersi padre. Se è vissuto nell'incubo di
genitori separati, come può liberarsene ora?
“Sora”sussurra
“ giurami che non ci separeremo mai.”
Sora
lo fissa, confusa. “Certo che no. Che cosa te lo fa pensare?” “Oh,
niente. Ricordavo...”
L'atmosfera
sognante della giovane coppia è spezzata bruscamente dalla parcella
chilometrica che Sota presenta loro.
******
“Non
ci posso credere!! Certo, con lo stipendio di non so quanti mesi
ma...Se n'è andato, se n'è andato, se n'è andato!”
Apparentemente
fuori di sé, Yamato inscena un improvviso balletto, trascinando la
moglie.
“Piano,
piano! Non vedi che sono un pallone ormai? Che agilità posso
avere?” Sora si sfiora ancora la pancia.
“Sto
diventando orribile...”
Messasi
a sedere, mentre Yamato s'è un attimo allontanato per cercare lo
champagne, Sora inizia a piangere a dirotto.
“Su,
dai, ho stappat...amore, che hai?”
Yamato
lascia perdere l'alcol, per adesso.
Sora
è un fiume in piena.
“C'è
che...Sono grassa, orribile, tu non vuoi questo figlio e io sarò
abbandonata e tu fuggirai con una modella biondissima, magrissima e
bellissima e io poi che farò senza di te e...” Yamato sospira.
“Amore,
la smetti di fare la paranoica? Spero siano gli ormoni, perché stai
sragionando! Innanzitutto, sei ingrassata per motivi fisiologici...E
sei più bella che mai.” Yamato la fissa, deciso e innamorato.
“Sora”
mormora, baciandola sulla fronte e stringendola a sé “...nemmeno
per un momento ho pensato di lasciarti sul serio. Ci sono e ci
saranno incomprensioni, ma resti per me quello che tutti cercano, in
questa vita: il vero e unico amore.”
Sora
si asciuga le lacrime, incantata.
“Questa
l'hai presa da Takeru.” “Sì, bè, un fratello scrittore può
sempre servire in determinate occasioni.”scherza lui, con l'ombra
delle paure di Sora addosso, pesante come un macigno. Uno strano
rumore gli ricorda cos'ha in tasca.
“Non
ci provare neppure.”
“Nemmeno
per festeggiare?”
“Neppure.
Questo schifo ti ucciderà di cancro. Inoltre, i figli di fumatori
sono molto più soggetti a diventare fumatori anch'essi!” Yamato
getta il pacchetto nella spazzatura, brontolando.
“Amore,
che ne dici di dare un'occhiata a questi?” Lui la osserva
scettico e divertito.
“Ah,
no. I dépliant su macchine per famiglia non li vedo, non oggi.”
********
Sora
girovaga per la casa come un'anima in pena. Nonostante le dolcissime
parole di Yamato-per quanto rubate da un latin lover come Takeru-,
non può fare a meno di sentirsi brutta e indesiderabile.
Si
appoggia ad una parete fredda, in trance.
“Mi
manca l'atelier” mormora, stanca.
Sora
prende il cellulare, cercando la sua migliore amica.
Fortuna
che Mimi c'è sempre, quando c'è bisogno di lei.
*********
“Tesoro!Oh,
come sei...ti sei irrobustita un sacco!”
Mimi
è sempre la solita gal
svampita.
“Ah,
adesso si dice così?”
Mimi
le sorride, accomodandosi.
“Non
volevo dirti che sei ingrassata, ma, Sora, è normale. Bè, che
lavoro ha fatto Tsu?”
Sora
le mostra la stanza, estasiata.
“Wow,
fantastico!!Dai, se io fossi un bambino e avessi dei genitori che mi
hanno fatto una stanza così, bè, non so che farei!Oh, ma che carina
la culla!”
Mimi
cinguetta adorante.
“Qualcosa
mi dice che anche tu vuoi diventare madre.”
Mimi
la guarda triste.
“Io
e Koushiro ci stiamo provando, ma per ora non arriva. Ma...arriverà,
ne sono certa. Arriverà” sembra sussurrare per far forza a se
stessa. “Ancora problemi con Yamato? Perché, se sì, lo strozzo
e...” “Ma no, anzi. Oggi è stato molto dolce...Però...Non lo
so, Mimi. Forse è normale che sia spaventato, non credi?” “Intanto
sediamoci, ti faccio un the. Comunque, Sora...Yamato ha due
fondamentali problemi che gli impediscono di vivere la quasi
paternità serenamente.” “Cioè?”
Suonano
alla porta; Mimi impedisce all'amica di andare ad aprire.
Con
una teiera in mano, si trova di fronte due esaltate Hikari e Miyako.
“Sora!
Come stai?”
“Oh,
bene, cognatina acquisita.” “Quasi”precisa Hikari, al
culmine della felicità. In un lampo, Sora rivede se stessa prima di
sposare Yamato. Un fiore. E adesso, sembra più un'ortica.
“Io
e Takeru eravamo usciti per cercare bomboniere per il matrimonio, ma
abbiamo trovato questa.” “Io l'ho leggermente modificata,
speriamo non ti dispiaccia.”aggiunge Miyako.
Sora
strappa la carta con avidità.
Mentre
Mimi serve un the a tutte, Sora estrae un'armonica giocattolo. Già
questo basta a riempirle il viso di lacrime.
È
dura avere gli ormoni impazziti.
“Non
sapevo che Yamato suonasse l'armonica”l'interrompe dolcemente
Miyako.
“Sì,
quando ci siamo conosciuti, sì. Credo sia lo strumento perfetto per
lui, d'altronde è stato il primo che abbia mai avuto. Ma non capisco
dove sia stato modificato...”
“Oh,
a questo ci penso io. Accendi un attimo il computer, Sora...”
Miyako
collega velocemente l'armonica, tramite un cavo, all'hardware del
computer, facendo visualizzare così sul monitor delle note musicali.
“Oh,
il piccolo potrà, quindi, imparare le note da qui?”
“Questa
era la funzione originale, Sora.”
“E
i versi degli animali!”
“Anche
questo faceva parte della versione originale...”
Miyako
clicca su una finestra apertasi.
Sora,
anziché i versi degli animali segnalati dall'icona, comincia a
sentire delle voci conosciute.
“Ma
questa...è Biyomon!” Miyako e Hikari sorridono.
“Palmon!!”
strilla Mimi, impazzita, incollandosi allo schermo. “Dovrò dire a
Koushiro di attrezzarsi.”
“Tu
l'hai modificata in modo che il bambino possa sentire non i versi
degli animali ma le voci dei Digimon? Oh, Miya, è fantastico!”
“Sarà
pur sempre il bambino di due digiprescelti.” puntualizza Hikari,
stritolata in un abbraccio da Sora, assieme a Miya.
“A
proposito...”interviene Mimi, sovrappensiero. “Ma come lo
chiamerete?”
******
“Yamato,
devo farti vedere una cosa stupenda. Oggi sono venute a trovarmi
Mimi, Hikari e Miyako...Guarda qui!”
Yamato,
distrutto dopo calcoli astrusi che sicuramente gli costeranno un po'
di miopia, si sforza per restare sveglio. Ciò che vede
indistintamente è uno strumento.
Stupefatto,
si rende conto che è un'armonica. “Ma cosa...” “L'hanno
comprata Takeru e Hikari. Ma vuoi sapere come l'ha resa Miyako?”
Le
labbra di Yamato si aprono in un largo sorriso, insolito per uno come
lui.
“Bè,
piccolo” Yamato picchietta leggermente il ventre di Sora. “Ti
aspetta proprio un bella vita.”
“Come
potremmo chiamarlo?” La domanda di Sora, a bruciapelo, è più
che legittima.
“Taichi?”
propone Yamato.
“Ahi!”
si lamenta Sora. “Mi ha dato un calcio. Ciò vuol dire che non gli
piace Taichi. E se usassimo il nome di tuo padre?” “Hiroaki,
dici? Ma...” “No, mi ha dato due calci stavolta.”
Yamato
sorride.
“Abbiamo
ancora un paio di mesi per pensare al nome. Andiamo a dormire,
amore...”
La
bacia delicatamente.
“Sì,
ma potrebbe essere tardi e metti che nasce prem...”
“Zitta...” Yamato
continua a baciarla, con sempre più voglia e passione, quando Sora
lo ferma. “Dai, amore, tutti i sessuologi del mondo dicono
che...” “Non m'interessa! A nanna!”
“E
fu così che la libido crollò paurosamente...”borbotta lui,
corrucciato.
“Che
hai detto, amore?”
“Oh,
nulla. Sono stanco, andiamo?”
Tuttavia,
malgrado l'enorme stanchezza, Yamato non riesce a chiudere occhio.
Meno due mesi. Meno soli due mesi.
Sora
dorme placidamente affianco a lui.
“Quanto
t'invidio, amore mio...Tu che sai sempre quel che vuoi...Quanto
t'invidio...Quanto...”
******
“Yamato!”
Ahi.
Unica
espressione verbale che Sora riesce a proferire in questi istanti.
Ahia. Una fitta dopo l'altra, e una ancora.
“YAMATO!”strilla
con tutto il fiato che ha in gola.
Lui
apre gli occhi, segnati da profondi cerchi viola.
“Amore,
mi sono addormentato mezzora fa...Sono ancora le 3.35, che c'è?”
Sora
respira a fatica, trattenendo gemiti e smorfie di dolore.
Improvvisamente
desto, Yamato sgrana gli occhi.
“Non
può essere...!” “Te l'avevo detto che poteva essere
prematuro!”
Affidandosi
ad ogni santo di ogni religione, Yamato espira ed inspira, cercando
di non cadere nel panico e di condurre immediatamente sua moglie in
ospedale.
********
“Toglimi
una curiosità...Oltre al the, cos'hai bevuto e/o mangiato con le
altre, oggi?” E' quasi l'alba a Tokyo.
Sora
e Yamato stanno rientrando a casa in auto.
Sora
si sente disperatamente in colpa e profondamente stupida.
“Lo
so, avrei dovuto distinguere tra doglie e indigestione.”
“No,
amore, scusa. È che sono distrutto, ma non te ne faccio una colpa.
Ora però dormiamo sul serio, eh?”
********
“Mmm,
sabato sera di metà maggio. È quasi estate, senti che caldo. Che
facciamo stasera?”
“A
parte tentare di conquistare il mondo?”ironizza Sora, con
un'antiestetica fascia ai capelli e un giornale che le fa da
ventaglio.
“Oh,
sì, quello è implicito. Dai, andiamo al cinema?”
“Yama,
ho seriamente paura che possa avere le doglie da un momento
all'altro.”
“Sora,
non sei una bomba. E poi, al corso, non hanno detto che le doglie
possono durare ore?” “Sì, ma c'è una percentuale di donne a
cui, invece, durano pochissimo. E se io appartenessi a quella
percentuale? Vuoi che partorisca tuo figlio in un cinema?! E se
stiamo vedendo un horror, come cresce? Ci credo che poi si metterebbe
a piangere...” Yamato ride.
“Sei
diventata esattamente il tuo peggior incubo.”
“Cosa?” “Odiavi
tua madre perché era estremamente apprensiva. Guardati, ora.”
Yamato
le accarezza i capelli, baciandola dolcemente sul collo.
“Sono
davvero psicotica?”
“Abbastanza.” “E
va bene, vada per il film, stasera!” “Noleggio e
pizza?” “Accordato!”
“Amore,
però, una commedia romantica no!” “Io non vedrò mai
quell'ultimo thriller che vuoi vedere tu!Scherzi? M'impressionerei a
vita!”
Yamato
sospira.
“Almeno
per una commedia demenziale?”
*********
“Hai
visto? Divertente! Meglio che vedere zombie squartati...” “Macché,
ti saresti vista un grande film degli ultimi tempi!”
“Oh,
diciamo a papà che noi siamo contenti così, vero, piccolo?”
“Inutile,
siete coalizzati! Oserei dire che siete un tutt'uno!” “Oggi
siamo allegri e pronti alle battute squallide, eh, Yamato?” “Sei
tu che hai insistito per una commedia stupida. Wow, non m'ero accorta
che fosse così tardi. Andiamo a nanna?” “Mmm...”
Sora
sembra rifletterci un po' su.
“Veramente,
ad essere proprio sinceri, sai che avrei voglia di una cosa? Oh, non
quello che pensi tu, non fraintendere. Ho voglia di...Gelato
all'anice.”
Deluso
per aver completamente equivocato, Yamato replica: “Gelato
all'anice?” “Sì, hai presente quello blu che mi ricorda tanto
i tuoi occhi? Lo fanno proprio alla gelateria qui sotto...” “Domani
te ne compro una vaschetta, d'accordo.” “Ma io non so se ne
avrò voglia domani. Io lo desidero adesso.” “Sora,
ma è tardi.” “Però è sabato sera. Dai...dai...!”
“Passami
le chiavi di casa e il portafoglio.”
Yamato
soppesa attentamente le parole, stanco e preoccupato.
La
gelateria è, fortunatamente, ancora aperta.
É
invasa da ragazzi che avranno a stento diciott'anni. Yamato prova una
strana sensazione a mischiarsi tra di loro. Poco prima apparteneva a
quella cerchia...
Tutti
lo additano come vecchio, sicuramente. Ed è semplicemente ridicolo
presentarsi a notte fonda a chiedere un gelato all'anice.
Ma
la gente, si sa, è solita perdere la dignità per amore.
“Gelato
all'anice? Mi spiace, signore. La gelateria sta per chiudere e
l'ultimo gelato all'anice l'abbiamo venduto a quel ragazzo lì, lo
vede?” Ignorando ogni regola del bon
ton e
polverizzando il record di velocità mondiale, Yamato si fionda da
quel ragazzo.
“Ragazzino?
Scusa, dovrei dirti una cosa...”
Il
ragazzo si allontana, spaventato, mentre i suoi amici guardano Yamato
come se fosse un pazzoide. Sono tutti curiosamente vestiti di nero e
viola e hanno espressioni funeree.
“Non
voglio né violentarti né venderti droga o che so io”parte Yamato,
conscio che presentarsi come ha fatto lui possa causare un po' di
travisamenti.
“
E
allora che vuole, signore?” “Il tuo gelato. Non hai ancora
iniziato a mangiarlo, ti prego, ne ho bisogno.”
“Ma
io adoro il gusto all'anice. E perché dovrei darglielo?” Yamato
conta fino a dieci.
“Tieni,
comprati qualcosa per la tua ragazza. E, per favore, togliti quel
trucco e quella smorfia dal viso.”
*********
“Amore?
Tieni, ho trovato il gelato che volevi...”
Yamato
entra di malagrazia in casa, contorcendosi per non far colare il
cono.
Sente
lo sciacquone del bagno scattare. “No, amore, guarda, ho la
nausea. Meglio lasciar stare. Buonanotte, ti amo.”
Sora
gli lancia un bacio al volo.
Yamato
si sforza per non imprecare, appellandosi a tutto l'amore
incondizionato che prova per lei.
“E
pensare che a me l'anice nemmeno piace...”
Povero
Yamato xD Nonostante io faccia parte della fazione femminile,
scrivere questa storia mi rende il settore maschile molto più vicino
;) Mi sono divertita un sacco a scrivere soprattutto l'ultima parte
(xD), come sa bene la mia beta Padme ;) Bene, cari, recensite e
accontentavi di questo capitolo fino a non so quando xD Lunedì,
infatti, ripartono i corsi e poi ci sarà il brutto periodo esami,
quindi fate un po' voi ;) A presto!!
Uno
starnuto disgrega rapidamente la quiete di casa Ishida-Takenouchi.
Yamato
tira su col naso, alzandosi, non del tutto conscio delle proprie
azioni, per controllare se sia acceso il condizionatore.
La
risposta affermativa è la più scontata, visto il regnante gelo.
16
gradi?!
Yamato
spegne la sorgente di tanto freddo, ritirandosi nelle lenzuola.
Non
fa in tempo ad appisolarsi che Sora si dimena.
“Amore,
fa caldissimo.” “Amore, si congela.
Mi
sto raffreddando, e siamo a giugno!”
“Sì,
ma tu ti copri. Io più di così non riesco a
scoprirmi!” Sventolandosi una mano sul viso, Sora riaccende la
macchina infernale.
A
Yamato non resta che rispolverare il plaid.
“Amico,
hai una faccia a dir poco inquietante. Pensavo che il tizio se ne
fosse andato.” “L'architetto se n'è andato, infatti. È
che...avevo bisogno di caldo.” Taichi fissa Yamato confuso.
“Caldo?
Ulteriorecaldo?!
Ti rendi conto che teoricamente non è ancora estate e già si
boccheggia?!” Yamato si sfrega le braccia con forza.
“Tra
l'altro, s'è anche rotto l'impianto refrigerante. Non so davvero che
abbia combinato Jun!” “Dì a Jun, appena rientra, che non le
sono mai stato così grato in vita mia.”
“Ma
quanto freddo hai preso? Sei un ghiacciolo...”
“È
che Sora...Ha le vampate. E in casa non si può più stare.” “Non
si può stare fisicamente o psicologicamente?”
Jun
entra piena di buste della spesa, di quelle da film, quelle buste di
carta da cui periodicamente oscilla il sedano.
Taichi
l'aiuta, sorridente.
“Jun,
scusa, ho interrotto la vostra intimità.”s'imbarazza Yamato.
“Macché...Immagino
soltanto cos'abbia combinato lui tra te e Sora!”
Yamato
sorride tristemente all'immagine di un'arachide.
“Ha
soltanto evidenziato i problemi, Jun.” “Sì, ma ti chiedo di
nuovo...Quale clima è irrespirabile? Qual è il vero gelo?”
Yamato
starnutisce.
Taichi
sopraggiunge: “Credo che, in questo momento, prevalga quello
atmosferico! Vieni, dai, di là, nascosta in qualche scatola, c'è
una stufa. Anche se sarai scandaloso, con una stufa d'estate.”
“Amore!
IO potrei PARTORIRE da un momento all'altro, e tu cosa fai? Vai a
trovare Taichi?”
Yamato
si alza la zip della felpa, tremando all'ingresso nella sua dolce
dimora.
“Sora...Scusami,
sono distrutto. L'ultimo...” “Sì, hai ragione. Ed era solo
salsiccia piccante, non certo un parto. Ho paura di non riuscire a
riconoscere il vero momento e che...”
Sora
scoppia a piangere. Per la terza volta, a dirotto, in circa due ore.
“Amore...”
Yamato
le carezza la testa dolcemente.
Quanto
vorrebbe poter scoppiare a piangere anche lui, e scaricare così la
tensione.
“Oggi
finisce il corso pre-parto, sai? Alcune hanno anche già partorito.”
“Oh...”fa
Yamato-fintamente-deluso. “Amore, mi dispiace, devo
assolutamente...” “Sì, lo so, la missione. Fa niente. Poi,
per quanto tu sia utile, lì...” “Ehi”
Yamato
inizia ad alterarsi, anche se non vorrebbe del tutto.
“Io
ho fatto del mio meglio.” “Ma non è abbastanza”
Sora
si scosta dalla sua presa, con vigore, nonostante l'evidente
prominenza causata dal suo bambino.
“Sora...!”
Ma
lei è già via.
Yamato
si prende il viso tra le mani, spegnendo poi il condizionatore.
“Quand'è
cambiato tutto, qui?”
“Sora,
ma tu ne sei davvero convinta? Yamato sa di questa decisione?”
“Lui
al lavoro va a piedi o prende i mezzi. La macchina adesso serve a me,
per spostarmi...Visto questo ingombro.”
“Vostro
figlio non è un ingombro.”
“Per
me, non lo è. Ma lui...preferisce le stelle alla realtà. A me.”
Taichi
le prende la mano.
“Ehi...Adesso
piantala. Lo sai che non è così! Altrimenti, non ti avrei mai
lasciata a lui.” Sora gli sorride dolcemente, rivangando vecchi
ricordi.
“Signora...vogliamo
concludere l'affare?” “Sì, certo. Rottamo questa, allora.
E...andrà bene questa multipla.” Sora deglutisce piano,
firmando il contratto. Yamato adora la sua macchina, conquistata per
lei e per sé dopo anni di sacrifici...Adorerà di più suo figlio?
Yamato
scosta per l'ennesima volta la tendina.
Dove
sarà Sora?
Sono
passate diverse ore da quando se n'è andata infuriata, dopo strani
discorsi.
Lui
s'è recato al centro, per definire gli ultimi dettagli della
missione. Ma come può pensarci, ora? Sua moglie è sparita...E lui
ha rinunciato alla missione.
E
manca ancora un mese.
Fumo.
Yamato
trema violentemente.
È
l'ora di sporca, dannosa, ineluttabile nicotina.
Contenuta
in tante, troppe sigarette...
Alcune
sono sfuggite al raid di Sora, e finiscono sotto forma di catrame sui
polmoni dell'astronauta.
Yamato
le mulina una dopo l'altra, macinandole senza nemmeno sentirne il
sapore.
Una
bella multipla blu, nuova di zecca, si ferma sotto il palazzo.
Yamato
sospira pesantemente, allontanandosi e spegnendo il mozzicone.
Un
passo leggero sulla scalinata lo insospettisce. Sora?
Ma
è seguito da un altro passo...D'accordo che sono in due, Sora e il
bambino, ma...
La
porta si apre di scatto.
La
chioma di Taichi fa capolino, mentre lui rimane a metà con la
sigaretta.
Sora
lo fissa, avvelenata, ma con i sensi di colpa stampati in viso.
Appena
palpa la nebbia fumosa, ogni malefatta sembra dileguarsi, per far
posto alla rabbia.
Taichi
le lascia le chiavi dell'auto...Yamato resta interdetto.
Corre
alla finestra, realizzando lentamente dov'è stata Sora.
“E
tu l'hai lasciata fare?”sibila, rivolto al suo -ex?-migliore amico.
“Io...direi
di non intromettermi tra voi due. A presto!”
Taichi
lascia loro il tempo della resa dei conti.
Yamato
la fissa, livido.
Incapace
anche solo di pensare un'accusa.
Sora
attraversa velocemente lo spazio che li separa, strappandogli il
mozzicone e rovesciando tutte le sigarette nella spazzatura.
Yamato
la blocca, quando lei sta per aprire la finestra.
“Ah,
è così? Vuoi che mi affumichi?”
“Hai
voluto che mi congelassi, in questi giorni. Io non valgo più
niente?”
Sora
è al limite dell'esasperazione.
“Ma
se non ci sei mai!”
“Cosa?!”
“Yamato,
guarda in faccia la realtà!Dimentichi l'ecografia, il corso? Tutte
le volte che ci sono andata da sola, vergognandomi come una ladra?
Perché non ero abbandonata, ma lo sembravo? E forse...A questo punto
lo ero davvero!Non te n'è mai importato nulla!”
“MA
CHE CAVOLO DICI! E allora perché ho rinunciato alla missione?”
Sora
si apre in un mezzo sorriso.
“Hai
rinunciato a...”
“Sì!
Ed adesso mi rendo conto che solo io ci ho perso! Ci ho perso in
salute, ci ho perso in tempo...” “No, in salute no!Stai
fumando questo schifo da mezzora!”
Sora
indica la pattumiera, in lacrime.
“E
tempo?! Come puoi dire di aver perso tempo? Io sono una perdita
di tempo?”
Yamato
è stanco.
“Sora,
lo sai che...” “NO! Io non so più niente! Non mi parli più,
te ne stai sempre per i fatti tuoi...” “Sora! Ma se i tuoi
tentativi di conversazione si riducono a...”
Yamato
s'interrompe, tristemente.
“Avevamo
dei progetti...”
“Yamato...è
lui il nostro progetto più importante!” “Più importante del
consultarmi quando hai deciso di cambiare macchina?”
“Non
ti saresti mai deciso a cambiarla...” “Invece sì. Volevo solo
più tempo.” “Più tempo? Quanto altro tempo devo darti,
Yamato? Potrei partorire da un momento all'altro!NON C'È TEMPO!”
Yamato
si mette una mano sul viso.
“Hai
venduto la mia
macchina.”
“Ma...ma
vedi com'è bella la multipla?” “Sora, non avevi il diritto!
Punto e basta!”
Lei
ricaccia indietro l'ultima lacrima.
“Non
hai il diritto tu di dirmi queste cose...Tu questo figlio non l'hai
mai voluto!” “No, Sora! Ma per me non è facile!” “Yamato,
non sei l'unica persona al mondo che ha avuto problemi familiari! E
mio padre, che non c'era mai?E Takeru, allora? Perché lui non è
così?”
Yamato
si zittisce, sospirando.
“Se
non ti va bene come sono, allora forse abbiamo sbagliato quindici
anni fa.”mormora, duro.
L'ultima
lacrima viene versata...E non è sola.
“Se
tutto questo è uno sbaglio...È il più bello che abbia mai
commesso.” Sora entra come una furia in camera, preparando alla
bell'e meglio una borsa e componendo in fretta il numero di un taxi.
Dura
un attimo, Sora apre la porta di casa loro...Incrocia
lo sguardo di Yamato.
Solo
un'altra volta lui ha avuto quello sguardo, ma lei non può saperlo.
Richiude
la porta in fretta, scoppiando in lacrime non appena sente la voce
calda di Mimi che la rassicura...e, sì, può rimanere da lei e
Koushiro fino a data da destinarsi.
Yamato
si asciuga una lacrima silenziosa, sentendo tutto il peso della
solitudine.
Ricordando
uno spaventoso déjà-vu e gli occhi di sua moglie, così simili agli
occhi di sua madre, venticinque anni prima.
Manca
l'ouverture della quinta di Beethoven e sprofondiamo nell'ansia
totale xD La mia beta sa bene quanto è stato sofferto questo
capitolo ç_ç Ho odiato scriverlo xD Ma sarebbe tutto un po' noioso
se andasse sempre tutto liscio, no? E non sarebbe veritiero...Indi,
in onore alla mimesi greca, devo imitare la natura umana -.- E sono
abbastanza convinta che Sora e Yamato avrebbero reagito così xD
Fatemi sapere che ne pensate :) E grazie, mille volte grazie, per il
vostro sostegno!
“Mai
come quest'anno il Giappone è stato investito da un'ondata di alta
pressione; quest'estate si candida forse ad essere la più torrida
degli ultimi secoli?”
Yamato
lascia al conduttore del programma la sua domanda atmosfericamente
esistenziale, scegliendo di non vedere il programma su quanto
tremenda sia quell'estate.
Perché,
in fondo, lo sta verificando sulla propria pelle.
Comincia
a vestirsi, con calma, usando quell'armadio multifunzionale che è
diventata la sedia.
Sbagliando
le asole periodicamente, cercando disperatamente i calzini per ogni
cassetto.
Sora
manca anche in queste inezie.
Yamato
fissa la propria immagine, prima di recarsi al centro. Ormai è
troppo tardi per partecipare alla missione; comunque, non vorrebbe,
non visto il parto imminente.
“Tutta
la mia roba su una sedia come si è allargato questo letto la
tua foto che mi odia vivo in un disordine perfetto. Barba di
uno zingaro felice sopra la montagna del bucato non ho più
camice sono un po’ ingrassato un disastro nello specchio”
Il
parto...Yamato sofferma per un secondo il proprio sguardo stanco e
segnato da occhiaie su una foto non troppo vecchia. Appartenente ad
un album che sfogliava prima di avere LA notizia.
Tutto
quel bianco e quell'amore, però, adesso sembrano così fuori luogo.
*********************
Assurdo
non riuscire a fumare ora che non c'è nessuno che glielo vieti
espressamente.
Oltremodo
curioso, guidare una multipla da solo.
Desolante,
la solitudine fuori e dentro Yamato in quella Tokyo colma di afa.
Appena
fuori dal centro, colpito da continue occhiaie di compassione, Yamato
capisce di essere scampato ad un veloce e violento temporale estivo.
Mentre
torna in macchina, spunta un'irrefrenabile nostalgia di ciò che non
ha potuto fare con i suoi genitori quand'era bambino. Per esempio,
pescare. Anche se è sempre stato un disastro in qualunque cosa per
cui servisse manualità, salvo la musica.
“E'
finito adesso un temporale la finestra è piena di giardini
viene voglia di pescare di guardare un film da bambini vedi
caro amore dittatore si continua a vivere lo stesso e mi
batte il cuore senza il tuo permesso oggi e poi domani si
vedrà”
Oppure
stare chiusi in casa, con i cuscini sulle orecchie, per non sentire
il suono. Avere la consapevolezza di poter abbracciare i propri
genitori in caso di paura.
****************
“È
così che vuoi che cresca tuo figlio?”
“Ci
manca solo che tu
venga a farmi la paternale.” “Certo!Sono tuo fratello, si
parla di mio nipote e, soprattutto, sto dimostrando molta più
maturità di te, nonostante i tuoi quasi trent'anni!”
Takeru
incrocia le braccia, palesemente irritato.
Ma,
in quanto a testardaggine, è una dura contesa.
“Quando
Hikari sarà incinta, ne riparleremo.” “Yamato...Io ne sarò
contento. E, sinceramente, non capisco.” “Certo che non puoi
capire! Eri...” Takeru sbuffa visibilmente.
“Non
è possibile che tu stia rovinando la cosa più bella che hai a causa
del divorzio dei nostri genitori, lo sai questo, vero?”
Yamato
si perde, con lo sguardo, nei meandri di quella casa.
È...così
vuota.
Inutile.
“Non
è solo per quello...” “Ma soprattutto
per quello.”
Yamato
arriccia le labbra, stanco.
“E
poi, io
sono cresciuto senza un padre.”continua Takeru.
“Non
voglio che io e Sora facciamo la stessa fine di mamma e papà.” Takeru
inarca un sopracciglio, soddisfatto.
“Guarda
che loro hanno cominciato così. E il resto l'ha fatto
l'orgoglio...Perciò, se ne sei veramente innamorato, lascia perdere,
per favore, queste stupidaggini...Ma va da lei e descrivile lo schifo
in cui stai vivendo.” “Era una metafora esistenziale o la
reale condizione della casa?” Takeru sorride. “Entrambe. Vuoi
una mano a pulire?”
****************
“Un
dolcissimo buongiorno alla futura mamma più bella del mondo!”
Sora
distende le braccia, ricordandosi dopo qualche secondo che quella
cosa morbida che stringe non è suo marito, bensì un peluche formato
gigante che Koushiro, tanto tempo prima, aveva vinto per Mimi.
La
sua migliore amica apre le finestre, inondando di calda luce dorata
tutta la stanza.
Stanza
che le è totalmente
estranea.
Sora
tenta di rialzarsi, intontita com'è.
“Buona,
buona, ti ho portato un cuscino.”fa Mimi, premurosa.
“Ma...quanto
ho dormito?” “Oh, bè, stanotte hai pianto come una forsennata
almeno fino alle 3, se non alle 4 di notte...Te lo dico perché io e
Kou ti sentivamo e io mi sono riaddormentata poco dopo, e già c'era
qualche segno dell'auror...” “Mi
dispiace...” “Macché.”l'abbraccia l'amica. “Comunque,
sono le 14. Hai fame?”
Ci
pensa lo stomaco di Sora a rispondere.
“Da
morire. Però...” “No, ehi, non sei una ragazzina di quindici
anni che può permettersi il lusso di chiudersi lo stomaco per amore.
Non per altro, ma c'è una creatura indifesa che non deve pagare le
vostre insulse beghe!”
“Non
sono così insulse!”
“Ah,
no? Come lo chiami prendersela per il fatto che tuo marito rida ad
una battuta sul confronto tra il bambino e un'arachide? Oppure
litigare per un'automobile? Insulso, ecco cos'è!”
Sora
sospira.
“Mimi,
credimi, non è una benedizione così come potresti pens...”
“Non
puoi dirmi questo, quando io e Koushiro cerchiamo a tutti i costi di
avere figli.”
Sora
si zittisce di colpo, mordendosi un labbro. Era così che doveva
andare. Doveva essere tutto programmato.
Lui doveva volerlo davvero, il bambino.
Koushiro
fa capolino nella stanza, con gli occhi cerchiati e, tuttavia, un
largo sorriso.
“Buongiorno,
Sora. Posso rubarti la tua preziosissima amica un picosecondo?”
Sora
lo guarda interrogativa. “Non sono io che conosco i prefissi
matematici per le potenze, ma...” Lacrime iniziano a sgorgarle
dalle guance, copiose, inarrestabili.
“Al
diavolo tu e il maledetto vizio di parlare scientificamente!”lo
maledice Mimi. “Hai vanificato l'azione di un'intera
nottata!” Koushiro congiunge le mani, chiedendosi come si possa
rimediare alla separazione tra Sora e Yamato al più presto.
*******************
“La
situazione è tragica?”
“Peggio,
Taichi, peggio.”
Mimi
si strofina gli occhi.
“Io
non dormo più, Kou non ne parliamo, Sora piange in continuazione; in
più, tutti la consideriamo una bomba ad orologeria. Sono passati
giorni, e resta tutto uguale. Potrebbe partorire da un momento
all'altro, da due giorni ha superato il traguardo dei nove mesi.
Yamato come sta?”
Taichi
sospira, ricordando l'incontro del giorno prima con il suo migliore
amico.
“Non
l'ho mai visto così, Mimi. Io e Jun siamo passati dopo che Hikari e
Takeru avevano cercato di farlo ragionare...Sembra, anzi, è...Il
fantasma di se stesso. Hai presente quando qualcuno non vive, ma si
lascia vivere? È proprio così.” “Male, quindi,
eh?” “Malissimo. Già Yamato non è particolarmente attivo di
carattere, ma adesso ha perso tutte le energie vitali. Mangia in modo
disordinato, non dorme, non fa nulla...Jun s'è offerta di aiutarlo
nelle faccende domestiche e non ha di certo rifiutato. Sora?”
“Te
l'ho detto, una fontana vivente. Adesso dorme.” “Ma continua a
voler meno di venti gradi?” “Bè, sì, nella sua stanza sì.
Ma non ci tange poi molto. Posso capire perché Yamato si lamentasse,
effettivamente...”
“Dai,
la ospitiamo io e Jun allora, per qualche giorno. Dopodomani è
agosto, ci diamo il cambio.” “Oh, ma a noi non da fastidio! È
solo che...bè, io e Koushiro siamo pur sempre una coppia...Per
esempio, il 18, che era il compleanno di Kou, bè, non ci siamo
risparmiati molto in quanto a coccole, lo ammetto...E le ricordiamo
Yamato, sempre. Cosa che fareste anche tu e Jun...Non vedo, dunque,
molta differenza. E poi, Yamato viene spesso a trovarti...Se si
incontrassero ora, non so davvero come finirebbe.”
Sora
si rigira senza pace nel letto, gettando all'aria il peluche che
tutto fa fuorché lenire l'assenza di Yamato.
Avverte
dei dolori addominali acutissimi, eccoli nel basso ventre.
Una
fitta le toglie il fiato.
Alzandosi,
Sora perde quasi subito l'equilibrio.
È
notte, e a tentoni riesce a raggiungere la camera da letto di Mimi e
Koushiro.
Un
solo pensiero le lacera la mente.
Il
bambino.
A
fatica, Sora cerca di aprire la porta, ma...
Dai
rumori che i due tentano di soffocare, capisce che non è il caso di
interromperli proprio in un momento così.
Subito,
un altro pensiero fa capolino tra i tanti, confusi, di questa notte.
Yamato.
Sora
afferra la valigia per le emergenze, quelle nel caso in cui avesse
partorito a notte fonda.
Vestendosi
alla bell'e meglio, compone il numero di suo marito.
**************************
Yamato
e il caffè sono diventati una cosa sola.
E
che importa se sono le 3 di notte?
Una
notte insonne in più non farà troppi danni.
Tra
ventiquattr'ore, anzi ventuno, dirà addio al luglio più brutto
della sua vita.
“Ogni
giorno che passa diventa più dura e quello che non si sa ci
fa sempre paura ma questa è la libertà Ed è già domenica
anche senza te che sei troppo libera per pensare a
me Questo amore è l'ultimo lo sapevo già e ora quanto mi
manchi accidenti alla libertà”
Sora
lo sgriderebbe, se vedesse quest'abuso di caffeina a quest'ora
improponibile.
Ma,
se dorme, sogna solo lei. Oppure incubi.
Tanto
vale non dormire.
Il
telefono squilla, improvvisamente.
Yamato
impreca tra sé e sé sugli scherzi telefonici di pessimo gusto e lo
lascia squillare.
Gli
scorre tutto addosso...
Al
terzo tentativo, però, anche Yamato perde la pazienza.
#Senti,
chiunque tu sia, ti sembra il caso di...#
#YAMATO!#
Un
colpo al cuore, tanto che smette di battere per qualche frazione di
secondo.
#Sora...#
#Yamato,
scusa, stavi dormendo?#
Si
scusa anche?!
#Sora,
sta succedendo qualcosa al bambino?#
#Non
credo sia più un falso allarme...#
Yamato
inspira a fondo, neanche fosse lui a dover partorire.
#Ti
vengo a prendere tra pochi minuti. Resisti, am...Sora.#
Sora
chiude la telefonata.
La
sua voce era poco più di un sussurro strozzato.
***********************
Fortunatamente,
vista l'ora e il periodo, non c'è quasi nessuno per le vie di Tokyo.
“Ho
preso la multipla per venirti a prendere.” “Bè”fa Sora,
salendo in macchina, tra le lacrime per il dolore “Non che avessi
tutta questa scelta.”
Yamato
sospira.
“Come
stai, Yamato?” “Uno schifo, ma sicuramente meglio di te
adesso...Siamo quasi arrivati, Sora.”
Una
volta parcheggiata l'auto, i due si affidano a Jyou, cui oggi tocca
il turno di notte.
“Ragazzi,
c'è un mio collega bravissimo; Sora, puoi affidarti a lui senza
problemi!”
Jyou
li direziona verso il dottor Asaki, un medico di una certa età con
un sorriso bonario stampato in volto.
Il
dottor Asaki la fa stendere delicatamente su un lettino.
“Quando
sono cominciate le doglie?” “Mi sono svegliata in preda al
dolore poco più di mezzora fa...” “Perciò, potrebbe volerci
tempo. Stiamo monitorando l'attività, signora Ishida...Eh, no, pare
che il vostro bambino voglia prepotentemente nascere!”
Sora
e Yamato tentano di interpretare astrusi segni sul macchinario
adiacente al lettino.
“Deve
entrare in sala parto, assolutamente. Signore, lei che ha intenzione
di fare?” “Oh, no, partorisco da sol...”
“Entro.”decide
Yamato, deglutendo.
Sora
sgrana gli occhi; Yamato le stringe la mano e gliela bacia.
“Sii
forte, amore...Ci sono io con te.”
*****************************
“Come
abbiamo potuto non accorgercene?!”
“Amore,
io ero un tantino impegnato in altre faccende!”
“Chiamo
Takeru e gli altri?” “Certo! Se le previsioni di Jyou sono
corrette, sta per nascere il bambino, Mimi!”
*****************************
“Wow,
è emozionante sapere di diventare zio!” “Risparmiati
l'emozione per quando partorirà mia sorella, Takeru.”
Hikari
sbadiglia, appoggiandosi al suo Takeru, dopo il gentile intervento di
suo fratello.
Tutti
i digiprescelti presenti a Tokyo sono riuniti lì, in quella sala
d'attesa.
Jyou
ne esce trionfante.
“Bel
maschietto, sano, pesa 4 chili e 100 grammi!”
Tutti
si abbracciano, in preda all'euforia, cercando la stanza dove ora
riposa Sora.
La
scena che si presenta loro, dall'esterno di quei vetri trasparenti, è
di una dolcezza senza pari.
Sora
stringe il bambino, che ha vispi occhi chiari e un ciuffetto di
capelli color carota. Pochi secondi dopo, si addormenta sfinita.
Dov'è
Yamato?
Eccolo,
le lascia un bigliettino, le bacia la fronte, le sfila delicatamente
il piccolo, affidandolo alle cure di un'infermiera.
Nessuno
dei ragazzi vuole intervenire, nemmeno Takeru, che scambia
un'occhiata significativa con la propria dolce metà.
****************************
“Sora,
è bellissimo!”
Mimi
abbraccia vigorosamente la propria migliore amica, seguita a ruota da
Miyako, Hikari e tutti gli altri.
“Dov'è
Yamato?”
Takeru
si gratta piano la testa.
“Se
n'è andato, vero?” Taichi annuisce, seccato.
Sora
trattiene una lacrima che, tuttavia, dispettosa, le sfugge.
“Come
si chiama?”domanda Ken, cercando di spezzare parzialmente la
tensione.
Recuperando
il foglietto che le ha lasciato Yamato, Sora risponde, decisa:“Ecco,
io avevo pensato a...”
No,
non è incompleto il capitolo xD L'ho proprio voluto concludere
così...Bè, i discorsi strappalacrime li riservo al prossimo
capitolo, previsto per il 7 aprile, quando scoprirete il nome del
bambino! Tanto da oggi sto in ferie per Pasqua :D A presto
ragazzi!! HikariKanna^^
Ps:La
canzone, parzialmente citata, è “Viva la libertà” di Marco
Masini!
#Oh,
Mimi! È a dir poco fantastico! Quindi, nascerà all'incirca ad
aprile...#
Sora
allontana il cellulare dall'orecchio destro, per evitare di essere
travolta dalla gioia prorompente della sua migliore amica. Che è in
ospedale e ha appena scoperto di essere...incinta.
È
orribile dover fingere così tanto appassionamento alla vicenda, ma
poi pensa all'attesa patita da Mimi e Koushiro per avere questo
bambino e si congratula sinceramente con entrambi.
Tanto
sono tutt'e due così felici che nemmeno si accorgono della
stanchezza nella sua voce.
Da
un certo punto di vista, è un po' invidiosa.
È
stata la prima, nel vecchio gruppo, ad avere un figlio. Tutte, Mimi,
Miyako, Hikari pendevano dalle sue labbra e credevano, come fossero
oro colato, a tutte le sue parole, magari anche quelle utilizzate per
descrivere semplici nausee mattutine.
Haruhiko
dorme, inconsapevole e perciò felice.
Sora
sorride guardandolo. Purtroppo...o per fortuna, gli occhi azzurri
ereditati dal padre sono chiusi, ora.
“Ma
dove sarà quella maledetta maglietta?!” Scompaginando
completamente l'assetto della valigia, già precario di per sé, Sora
si arrende all'evidenza.
“Devo
averla lasciata...” Dire le parole “ a casa” è troppo.
Per
fortuna che Taichi la porta fuori ad un bar, quella mattinata estiva.
Così allegra per gli altri.
Deve
esser depressione post partum.
*****************************
#Dormivi?#
#Non
ci riesco, Taichi, ho caldo. Tu perché mi chiami a quest'ora?#
#Hai
caldo, eh?#
È
evidente che il suo migliore amico non gli crede.
Yamato
nasconde il viso segnato dall'insonnia sotto il cuscino, per
proteggersi anche dal sole che prepotentemente entra dalla finestra.
#Comunque,
Yamato, non è questo il punto. È pur sempre agosto, vorrei vedere
se non facesse caldo!A fine mese sono...bé...18 anni che ci
conosciamo.#
#Che
cosa romantica...#sbuffa ironico il biondino, ricordando i
festeggiamenti fatti con Sora ogni anno, quella data del 31 agosto.
#Idiota.
Ti ho sempre amato ma tu hai preferito una donna!#strepita
Taichi, ridendo.
#Se
l'intento era di risollevarmi un po', te lo concedo, ci stai
riuscendo.#
#Modestamente.
Ti chiamavo proprio per questo, ti va un caffè?#
Yamato
si alza, stordito.
La
voce dirompente di Taichi non è esattamente un ottimo risveglio. Non
quando si è abituati a svegliarsi con i piedi freddi di Sora
contro...
Sora.
È
un pensiero fisso, un pugnale nel cuore, un crudele promemoria. Come
tutta la casa, troppo silenziosa e simile a lui. Anche in una piena
giornata d'estate.
********************
“Sssh,
piccolino...Lo zio Taichi arriva presto. O almeno lo spero per lui”
Sora
culla il piccolo nel passeggino. È seduta ad un vecchio bar, uno di
quelli che frequentava con Taichi e Yamato quand'era prima una
liceale e poi un'universitaria piena di ideali.
Ovviamente,
Taichi è in ritardo.
Haruhiko
sembra non trovar pace, stamattina.
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Yamato
accelera il passo, scrutando l'orologio. Non è da lui essere così
in ritardo. Non è da lui essere così trasandato...Non è da lui
questa vita.
Al
bar in cui si sono dati appuntamento, Yamato vede di tutto, fuorché
Taichi.
Due
adolescenti con un maxigelato davanti-uno dei due è l'ex emo!-, un
gruppo di vecchietti arzilli che discutono del tempo e...
Yamato
chiude gli occhi, per poi riaprirli di colpo.
“Questa
è la volta buona che ammazzo Taichi!”digrigna, dirigendosi
immusonito verso sua moglie.
La
riconoscerebbe tra mille, naturalmente, ma le arriva di spalle.
È
seduta lì, più bella che mai.
Tutto
il finto rancore dipinto sul volto di Yamato sparisce non appena vede
la culla accanto a lei.
Il
bambino piange, ma Sora si tiene le tempie con la punta delle dita.
Dev'essere stanca.
Yamato
non ci pensa due volte; con tutta la dolcezza e la delicatezza che sa
usare, prende in braccio il bimbo, cullandolo e baciandolo sulla
fronte.
Si
specchia nei suoi occhi, che in fondo sono marchio Ishida-Takaishi,
per poi incrociare uno sguardo stupito.
“Yamato...”
“E
adesso siamo qua è finita l'estate dei nostri peccati seduti
in questo bar a invidiare le coccole dei fidanzati cosa
succederà? Finiremo in un gioco di amore incrociati o ci si
perderà e sarebbe da idioti accidenti alla libertà sì
sarebbe da idioti se tutto finisse qua”
Anche Sora capisce al volo lo
scherzo di Taichi e non può fare a meno di sorridere.
“Credo
che abbia fame”
Yamato fa scivolare il piccolo nelle
braccia della madre, sedendosi a sua volta.
Sorride come ipnotizzato
dall'allattamento.
“Ssh...Amore,
dormi adesso...”
Sora rimbocca il lenzuolino del
bambino, nella culla-passeggino ipertecnologica acquistata dopo tanta
bagarre.
“Ci
voleva lui per farci incontrare, vero?” “Suppongo di sì,
Yamato. Né io né te brilliamo per capacità di riconoscimento dei
propri errori.” “E abbiamo orgoglio da vendere.” “Già.”
Una lieve brezza estiva s'interpone
tra le laconiche frasi, che suonano di circostanza.
“Perché
non sei rimasto?”
Yamato capisce subito a cosa alluda
Sora.
“Se
io fossi rimasto, non mi avresti odiato?” Sora lo fissa per
pochi secondi. Ma fa male quello sguardo color ghiaccio, e abbassa
gli occhi, confusa.
“Non
ti capisco...Perché ti avrei odiato, sentiamo?” “Perché...Sarebbe
sembrato dovuto, non credi? Quello che voglio dire è...Sora...Io non
sono Takeru, non sono bravo con le parole e non ho la verve di
Taichi. Ma, a modo mio, ti amo più di quanto riesca davvero ad
esprimere e dimostrare. Lo so, sono un disastro e te lo dico
raramente. Però...Sai che è così.”
Sora sorride, gustando quelle parole
tutte per sé.
Yamato continua, in uno sforzo
indicibile per uno come lui.
“Non
posso sapere se anche per te è stato così, ma per me questi giorni
sono stati un autentico inferno. Per tua gioia, se la cosa può
ancora interessarti...Non riesco più a fumare. E ho smesso di
dormire, in pratica. Avresti potuto partorire da un momento
all'altro, e non concepivo l'idea di dormire mentre succedeva una
delle cose più belle della mia vita.” Sora si sporge
leggermente in avanti, accarezzandogli una guancia ispida.
“Si
vede, hai una cera orribile.” “Grazie, amore. È sempre bello
ricevere dei complimenti.”
Sora si lascia sfuggire una lacrima,
che Yamato asciuga in fretta con un bacio.
“Non
ce la faccio più a starti lontana. E se per te sono stati un
inferno...oh, non riesco a trovare una metafora adatta per
descriverti i miei giorni lontani da casa.”
“Sora”
Yamato le stringe entrambe le mani “Io non sono rimasto quella
notte, il 31 luglio, perché non voglio che...che tu pensi che io
sia tornato esclusivamente per salvare le apparenze! Io sono qui
perché ti amo disperatamente, senza più via di uscita. E non la
voglio trovare nemmeno questa via d'uscita...Voglio avere te in
questa vita, finché vivrò...E lui. So che ti sembrerà assurdo...Ma
solo ora che ho potuto cullarlo, ho realizzato quanto sono
maledettamente felice di essere...padre.”
Sora scoppia in lacrime.
“Credevo
che gli ormoni fossero tornati a posto...”ironizza Yamato.
“Stupido!
Come fai a...a farmi sciogliere così! Yamato Ishida, io ti odio! E
ti amo...”
Sora si asciuga il viso, tirando su
col naso.
“Quando
fai così, sembri l'adolescente delle nostre primi liti, lo sai?”
Sora sorride tra le lacrime.
“Si
chiama Haruhiko. Avrei voluto dargli come secondo nome Hiroaki, ma
non trovi sarebbe stato abbastanza cacofonico? Ho seguito il
consiglio alla lettera, è il caso di dirlo.” “Mmm...Haruhiko
Hiroaki. No, magari Hiroaki ce lo riserviamo per il prossimo figlio.
È meglio che lui si chiami come tuo padre, Sora.”
“Il
prossimo figlio?” ripete Sora, incredula.
“Sì,
bé, mi sono abituato e l'idea mi piace...”
“Nella
prossima vita nasci donna e partorisci...Poi ne riparliamo!”
Yamato le si inginocchia davanti.
“Torna
a casa, ti prego...Mi manchi da morire. E la lavatrice, quella credo
mi odi.”
“Yamato...Non
hai sbagliato solo tu. Anzi, forse ho esagerato solo io. Ti ho
chiesto di rinunciare a cose per cui prima mi lamentavo poco o
niente. Mi dispiace...Mi dispiace averti ammorbato per nove mesi con
le mie paturnie, con l'architetto, con la macchina, con il fumo...”
“Ehi...”Yamato
le solletica la punta del naso con un dito. “Indovina, ho scoperto
che non m'importano assolutamente queste cose, non di fronte alla
voragine lasciata dalla tua assenza. Sei...Siete
parte di me. E, da grande egoista quale sono, non posso vivere
incompleto.” “Non sei egoista, tendi a mettere sempre gli
altri davanti.” “Come nella missione. A quest'ora saranno anni
luce lontano da qui. A proposito...Ieri ho scoperto una nuova
stella.”
Yamato estrae dalla tasca un
certificato ruvido.
“L'ho
portato in giro con me nell'irrazionale speranza di incontrarti.
Naturalmente...l'ho chiamata Sora.” Lei non tenta nemmeno più
di frenare le lacrime.
“Bè...Pensavi
fosse impossibile incontrarmi per caso? O credi impossibile il fatto
che possa tornare a casa?” “Da buon astronauta, so che non
esiste l'impossibile, ma l'estremamente improbabile.”
“Suppongo,
allora, di dover dar voce a quello 0,01 % di volte in cui accade
l'estremamente improbabile. Ti amo tanto, Yamato...”
Yamato le accarezza il viso,
finalmente baciandola, sotto uno scroscio d'applausi da parte degli
altri consumatori.
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“Amore,
ti prego...Vai tu?”
Yamato
si alza per la quarta volta, quella notte.
Certo
che suo figlio promette di diventare un ottimo cantante, altroché!
Sfilandolo
con dolcezza dalla culla, Yamato lo stringe a sé, canticchiando una
ninnananna.
Sora,
pur stanca, si alza per osservare la tenerissima scena.
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“Proprio
un peccato che sia ancora così piccolo. Avrebbe potuto fare il
paggetto!”
“Fratello,
lascia perdere mio figlio e pensa a sposarti, per oggi!”
Takeru
gongola di gioia, lì, all'altare, osservando con gioia ed orgoglio
tutti gli invitati. Daisuke dagli Stati Uniti...Mimi col
pancione...Suo fratello e sua moglie finalmente in pace, con la loro
piccola peste.
E
un Taichi trafelato che percorre tutta la navata.
“Cos'è
successo, Taichi? E Hikari?!” “Oh, la tua dolcissima quasi
sposa sta arrivando. Yamato, Sora, non crederete mai a...” Taichi
prende fiato, cercando di ricomporsi.
“Cosa?”esclamano
i due all'unisono.
“Jun...
È INCINTA!”
“Perché
due innamorati
ce
l'hanno la libertà”
Sì,
è finita <3 Ora, lasciate che mi lanci almeno un pochino nelle
lacrime e nell'esaurimento da “Oh! Ho appena finito una
fanfiction!”; questa storia oggi compie 31 mesi ed era giusto
finirla =P Più che altro, era tempo perché s'è protratta anche
troppo! Ma è stata anche lei una parte fondamentale del mio percorso
da ficwriter ;) Mi mancherà per un po' scrivere di solo e sano
Sorato...Ma non temete, ho nuove idee per voi! E credo non tarderanno
ad arrivare!! Un ringraziamento doveroso va naturalmente a chi ha
letto questa fanfic, a chi vi s'è affezionato, a chi l'ha aggiunta
tra i preferiti, a chi mi ha commentato, a chi mi segue sempre con
affetto, alla mia beta che sta subendo ogni tipo di vessazioni, ma
soprattutto a Sora89,
senza la quale non avrei scritto questa e molte altre delle mie
fanfiction...I love you, Tomo-chan! <3
HikariKanna
Ps:Qui ho
citato la seconda parte della canzone di Marco Masini, “Viva la
libertà”