Lo spirito delle leggende

di Brooklyn_Rogers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Blue-chan ***
Capitolo 3: *** Yume, l'essere spaventoso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Il capopalestra entrò nella piccola abitazione di campagna e fu sorpreso nel trovare per terra, su un tappeto rosso, due bambine dai capelli verde smeraldo e gli occhi azzurri che giocavano con dei pupazzetti a forma di pokémon. Accanto a loro, un Riolu e un Mienfoo seguivano il discorso delle due, ogni tanto interrompendole con uno dei loro ancor teneri versi.
La prima aveva grandi occhi blu cobalto, la seconda, invece, aveva uno sguardo ceruleo. Appena lo videro si alzarono in piedi traballando e corsero seguite dai due Pokémon a chiamare i genitori. Da un’altra porta apparve Touko, la pancia pronunciata metteva in risalto lo stato in cui si trovava.
-Mamma, è entrato questo signore, chi è?- chiese la bambina con gli occhi più chiari alla donna, che sorrise dolcemente e posò una mano sulla testa della figlia.
-Lui è lo zio Komor.- rispose lanciando un’occhiata all’amico.
-Zio?- ripeterono i tre in coro, le prime felici di avere un nuovo “parente”, il secondo meravigliato dall’affermazione di Touko.
-Ciao, Komor.- N entrò nella stanza salutandolo.
-Avanti, cos’è questa storia? Non ci vediamo da quattro anni e voi cosa combinate? Ecco qui due bambine!- si nascosero entrambe dietro le gambe del padre.
-Zio Komor sembra cattivo, ma in realtà non lo è. È solo un po’ gonfiato.- spiegò ridendo Touko alle due. Allora loro sorrisero.
-Io sono Yume.- disse quella con gli occhi più scuri, fissando lo sguardo in quello di Komor.
-Io sono Miky.- l’altra bambina sembrava dal carattere totalmente opposto, infatti la sua voce tremava mentre parlava.
Una famiglia felice… gli eroi erano finalmente in pace.
 
-Ciao, mamma!- le due ragazze entrarono in casa e Miky prese subito in braccio il fratellino di otto anni. Miky e Yume avevano sviluppato personalità completamente diverse, la prima dolce e timido, la seconda era letteralmente un maschiaccio, sfrontata e impertinente. Ma se si provava a conoscere entrambe, esse erano veramente simpatiche. Accanto a loro vi erano un Lucario e un Mienshao, i loro pokémon che erano a loro volta cresciuti o in quel caso, evoluti.
-Yume, Miky! Siete tornate! Non ci vediamo da due mesi!- le ragazze viaggiavano ormai da un anno e tornavano a casa raramente, solitamente per vedere il fratellino, per il quale le due erano degli idoli.
Tenshi, questo era il suo nome, era convinto che le due sorelle fossero le migliori in ogni cosa. Ammirava la pazienza e la dolcezza di Miky, e cercava sempre di imitare il carattere spavaldo e provocatorio di Yume.
-Miky!- esclamò. Yume andò vicino ai due e strappò il bambino alla gemella.
-Da quando in qua non si saluta, piccolo monello?- chiese ridendo, poi lo mise a terra e frugò nello zaino azzurro fino a quando non vi tirò fuori un pacchetto regalo.
-Ecco qui.- lo porse a Tenshi che ne sembrò stupefatto.
-Ma non è il mio compleanno.- disse.
-E chi se ne importa!- rispose Yume spazientita. Tenshi cominciò ad aprire il pacchettò che conteneva una pokéball.
-Aprila, su.- lo esortò Miky e lui obbedì. Dalla pokéball uscì un Minun che si attaccò al bambino.
-Non è un giocattolo, è un essere vivo, il tuo primo pokémon, quindi trattalo bene. Lui deve essere il tuo migliore amico.- il bambino annuì e si mise a giocare con il Pokémon.
N e Touko uscirono dalla casa con le due figlie che tirarono immediatamente fuori le teche da allenatore.
-Guarda, mamma, la sesta medaglia!- la medaglia Jet splendeva all’interno delle scatole dove tutte le medaglie  erano lucidate a dovere.
-Bravissime.- disse N abbracciandole.
“Ecco, tutto è perfetto” pensò Touko, puntando lo sguardo verso il sole dorato.

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Capitolo 2
*** Blue-chan ***


Capitolo 1

Yume e Miky camminavano per la strada, lentamente, senza apparente voglia di far nulla. In realtà, entrambe, pensavano a una strategia per battere Aristide, che avrebbero sfidato da lì a poco.
Una ragazza le avvicinò. Aveva capelli blu lunghi fino alle spalle, e profondi occhi neri, che presentavano uno stretto anello argentato.
-Ciao, io sono Blue!- le salutò.
-Ciao.- disse cortese Miky, e subito Yume la scansò per parlare faccia a faccia con la strana ragazza.
-Cosa vuoi?- andò subito al sodo.
-Perché sei così scortese?- chiese Blue, con il solo risultato di far arrabbiare ancora di più la figlia di N.
-Non è normale avvicinare qualcuno che non conosci e presentarsi. Ripeterò la domanda: cosa vuoi?- l’espressione infantile di Blue fu sostituita da un viso serio.
-Parlarvi. Parlare con le figlie di N e Touko. Se mi darai la possibilità di spiegare, ti dirò perché sono qui.- Yume annuì ed entrarono tutte in un bar, sedendosi attorno a un tavolino in ferro battuto.
-Bene. Io sono Blue. Molti anni fa, studiavo delle leggende nella regione di Sinnoh, e mi imbattei in una storia che parlava di un pokémon chiamato Dialga. Secondo la leggenda, Dialga è in grado di controllare il tempo. Rimasi talmente affascinata da ciò che non riuscii più a distogliere la mente da quella storia. E infine, fui chiamata.
-Che vuol dire chiamata?- chiese Miky con sguardo interrogativo.
-I vostri genitori sono gli eroi di Reshiram e Zekrom. Io sono qualcosa di simile. I pokémon leggendari scendono sulla Terra raramente, quindi hanno bisogno di uomini che diventano lo “ambasciatori” e tengono d’occhio la situazione. Inoltre a tutti noi vengono assegnate delle missioni.- Blue concluse la spiegazione.
-E noi che c’entriamo?- domandò Yume, concentrandosi su una tavoletta di cioccolata alle nocciole.
-Ho bisogno di voi per la mia missione. È complicata e non penso di farcela da sola.
-Blue-chan, vedi… noi siamo molto occupate e stiamo viaggiando per battere tutte le palestre…- tentò di spiegare l’allenatrice.
-Ma questo non interferirà con il vostro viaggio! Si tratta di raccogliere informazioni sul malfunzionamento del tempo in rapporto alla vostra regione!
-D’accordo. Ma io voglio porre una condizione: quando avremo finito, ci lascerai in pace.- le disse Yume, addentando la tavoletta con fare menefreghista.
Uscirono dal bar e un allenatore si piazzò davanti a Yume e Miky.
-Sei tu Yume?
-Sì, perché?- chiese lei.
-Io sono Nick. Che ne dici di una lotta? Un solo pokémon!- Yume sorrise.
-Preparati. Un solo pokémon, hai detto? Ok, sceglierò io per prima. Mightyena, forza!- da una pokéball uscì il pokémon di tipo buio.
-Allora io scelgo Sandslash!- i due pokémon si osservavano circospetti.
-Non c’è tempo, sto riscontrando un’anomalia temporale non lontano da qui.- disse Blue cominciando a correre. Miky si trascinò dietro la sorella.
-La prossima volta che ci vediamo, ricordami di stracciarti!- urlò ormai lontana Yume, lasciando il ragazzo sorpreso.
“Ci vediamo, Yume. Strano che non mi abbia riconosciuto. Allora è vero che il mio viso è cambiato” pensò in preda ai ricordi. Anzi, al ricordo.
L’unico bacio che Yume avesse mai dato. Era suo.
 

***

Eccomi qui! Scusate l’enorme ritardo! Ma sono stata molto occupata con gli scout e la scuola.
Mi presento, dato che non l’ho fatto nel precedente capitolo! Io sono Brooklyn!
Penso sia venuto abbastanza bene questo capitolo, non come speravo, ma accettabile.
La mia parte preferita è quando Yume mangia la tavoletta… mi sono immaginata, chi ha visto o letto Death Note capisce benissimo, una scena alla Mello.
Mello: CIOCCOLATA! Dove? Brook, dammela!
Io: guarda che se qui qualcuno deve mangiare cioccolata quella sono io!
Così vi saluto!
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Yume, l'essere spaventoso ***


Capitolo 3

Il bambino era fermo di fronte alla palestra. Gli tremavano un po’ le gambe, ma mosse comunque il primo passo verso quella che si prospettava una sconfitta per il capopalestra.
Tenshi aveva ereditato il coraggio e il talento di entrambi i genitori, la loro forza che gli permetteva di accogliere e vincere sfide altrimenti insostenibili per un bambino.
-Microbo, spostati!- un ragazzo più grande, sui diciassette anni, lo spintonò e lui cadde, prontamente si rimise in piedi. Accanto a lui, Minun guardava l’avversario con fare minaccioso.
-C’ero prima io!- protestò Tenshi.
-Le palestre non sono giochi per bambini, dovresti tornare dalla mamma a farti consolare.
-Beh, se è per questo, le palestre non sono nemmeno per stupidi palloni che mamma ha gonfiato troppo!- la voce giungeva dal tetto della palestra.
Avete già capito di chi si tratta, no?
Yume saltò giù con fare teatrale, seguita a ruota da Lucario.
-Quando imparerai che puoi farti male, Yume?- le disse la gemella preoccupata.
-Una ragazzina! Cosa pensi di fare?- il ragazzo si mise a ridere con il solo risultato di far arrabbiare la ragazza. E l’ultima cosa che devi fare per rimanere in vita o per conservare il tuo onore di uomo è far arrabbiare Yume.
Si avvicinò e lo prese per il bavero della maglietta, tirandolo giù per fissarlo negli occhi.
-Insisti, eh?- fece per dargli un pugno ma lei lo schivò abbassandosi.
Una delle pokéball attaccate alla cintura di Yume cominciò a muoversi autonomamente e cadde a terra, aprendosi e facendo uscire un Garchomp parecchio grande, che ruggì atterrendo il ragazzone che aveva osato attaccare la sua allenatrice.
Yume gli andò vicino e posandogli una mano sulla gigantesca spalla, lo rassicurò.
-Shhhh, è tutto a posto, non mi avrebbe fatto niente.- con queste parole si allontanò e salì in groppa al Pokémon, che spiccò il volo, inseguito via terra da Miky, che la supplicava di atterrare.
-Che diavolo è questo casino?- Komor, infastidito dal rumore, uscì dalla palestra, rimanendo stupito nel vedere tutti con il naso per aria a osservare un Garchomp svolazzare nel cielo.
-Allora, chi è il prossimo sfidante?- sia Tenshi che “Tendenza suicida” si fecero avanti.
-Sul serio, non possono essercene due…- guardò meglio il bambino e gli andò vicino. Gli prese il mento fra le dita e lo osservò per bene.
-Belle!- la scienziata uscì dalla palestra.
-Che vuoi, Komor?- gli chiese.
-Guardalo! È il suo ritratto sputato!
-Peccato che sia un maschio. E poi ha gli occhi verdi…- si guardarono negli occhi.
-Chi sono i tuoi genitori?- chiesero in coro fissandolo e il bambino si mise a tremare.
-Hai visto, l’hai spaventato!- lo accusò Belle.
-Io?- si difese lui.
-Zio Komor, Zia Belle!- li chiamò Miky sorridendo.
-Zio?- esclamò sorpreso Tendenza Suicida.
Il bambino si tuffò tra le braccia della sorella.
-Tenshi, cos’è successo?- osservò il capopalestra e la scienziata.
-Che gli avete fatto?- anche Miky accarezzando la testa del bimbo.
-Non dirmi che è tuo fratello, Miky!- le disse Komor.
-E allora?
-UN ALTRO?!- esclamarono in coro.
-PERCHÈ NON CI AVETE DETTO NIENTE???
-Voi potreste anche farvi vedere, non solo aspettare che veniamo noi. E poi, quando siete venuti la prima volta, noi avevamo sei anni e la mamma era già incinta, ricordate?- Yume finalmente scese da Garchomp, per il sollievo di Miky.
-Finalmente.- mormorò quest’ultima.
-Min Min Min!- anche il piccolo pokémon pretendeva attenzioni dalle gemelle e venne accontentato dal Yume.
-Ti sei rammollita?- ridacchiò Komor, zittito da uno degli sguardi glaciali della ragazza.
-Al massimo tu ti sei rimbecillito!
 
***
Eccomi tornata!
Mello: Sei in ritardo, Brook!
Io: Silenzio e vai a farti esplodere da qualche parte!
Mello: *mi fa la linguaccia*
Io: Vi annuncio che Mello è stato nuovamente superato da Near, che diventerà il mio assis-
Mello: Ok, ok, mi comporto bene!
Ora che ho sistemato questa situazione mi scuso per l’incredibile ritardo (è uno dei miei innumerevoli difetti). Ci vediamo al prossimo capitolo!
Mello: sempre che viviate abbastanza per leggerlo… c’è il rischio che Brook ci metta così tanto a scriverlo che voi sarete già tutti morti. Bwahahaha!

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