Sometimes you're wrong

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: La cacciatrice di aquiloni ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1:Fantasmi dal passato ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2:It is what it is,it is what you have to do ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3:I have nothing but death in my heart ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4:Enjoy the Silence ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5:Sentimenti Contrastanti (Parte Prima) ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6:Sentimenti Contrastanti (Parte Seconda) ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7:Maybe,I Will ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8:You never get over. You only get throught. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9:Chasing Cars ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10:With or Without you ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11:High Hopes ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12:Spectrum ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13:Comes and Goes ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14:The Sound of Silence ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15:The greatest love of all ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16:Happiness only real when shared ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17:Always ***
Capitolo 19: *** Epilogo:Vita ***



Capitolo 1
*** Prologo: La cacciatrice di aquiloni ***


                                                                                                              SOMETIMES YOU'RE WRONG


Prologo: La cacciatrice di aquiloni

Un soffio d'aria calda investì la ragazza mentre camminava nei vicoli lunghi e sinuosi di Tel Aviv.
Le bancarelle,anche se non ne capiva il motivo,le mettevano sempre tanta allegria,forse per via dei colori accesi,dei profumi accattivanti o forse,molto più semplicemente, perché amava tanto la sua città. Ma oggi non riusciva proprio a lasciarsi trasportare dallo spirito della festa...
Eppure-penso'-adoravo questa ricorrenza..la adorerei ancora probabilmente,se solo lei fosse qui con me.
Durante quella passeggiata ebbe il tempo di passare a prendere il suo amico e compagno di scuola Akim il quale,in realtà,era già sulla soglia della sua piccola casa ad aspettarla.
Avevano accelerato per arrivare presto ad una festa che le faceva riemergere tutti i ricordi più dolorosi della sua infanzia. Buffo no?
Ma aveva promesso che ci sarebbe stata,lo aveva promesso alle piccole Amira,Leila e Sara. Non poteva tirarsi indietro,non doveva.
Non sarà così terribile-sperò tra sè.
I due quindi proseguirono per varie vie finché non raggiunsero il loro obiettivo.
La giovane,vestita di tutto punto per l'occasione con un abito colorato e delle ballerine verdi,lasciò ancora una volta che il vento muovesse i suoi lunghi capelli marroni e,con un sorriso poco sicuro,si avvicinò alla piazza... oggi era il giorno in cui si dava la caccia agli aquiloni,un gioco tipico del loro paese che richiamava centinaia di bambini che lei e i suoi amici adoravano osservare mentre giocavano spensierati;ma questo giorno era anche stato,esattamente due anni prima,il giorno più triste della sua vita.
Cio' che sperava da tutta la mattina non accadesse ,appena vide quel luogo, successe:quell'amaro ricordo che il suo cuore,da quel fatidico giorno aveva custodito,cercando di non farlo più riemergere,tornò a galla ,veloce come la luce.
Chiuse gli occhi:8 Maggio 2005,stessa piazza,stessa festività.

"Reira! Guarda quel bellissimo aquilone viola laggiù! Lo vedi? E quell'altro verde? Ecco quelle siamo noi,che voliamo,libere nel cielo,libere di andare dove vogliamo. Io sarò quello viola e tu,Reira,quello verde;non trovi siano colori bellissimi?
Ecco! Gli aquiloni saranno il simbolo della nostra amicizia,da adesso fino a quando non saremo vecchie.
Promettimi che rimarrai sempre con me!" "E promettimi che quando saremo grandi mi porterai a vedere la neve in un posto lontano lontano da qui!"

A vedere la neve..
Calde lacrime le bagnarono le guance.Erano passati due anni da allora,lei ne aveva diciotto di anni,odiava gli aquiloni,non aveva piu' rivisto Olivia né era riuscita a mostrarle la neve e questa era la cosa che odiava di più di tutte.Non aver tenuto fede alla promessa.
No-penso'-c'era qualcosa per cui nutriva un odio ancora più profondo,degno di vendetta,la causa di tutto il dolore che provava :il Mossad.

Uno splendente aquilone azzurro le passò sopra facendole alzare la testa.
Ormai nulla era più forte del suo desiderio di giustizia. Era pronta a vendicare tutti,la sua famiglia e Olivia,anche a costo della sua stessa vita.


 





Angolo dell'autrice  #1

Ehilà eccoci ^^ allora devo fare alcune precisazioni:
-mi scuso per la storia sconclusionata,non so dove andremo a finire,non ne ho proprio idea questa volta..
-lasciatemi qualche recensione,sapete che mi rendete tanto felice *.*
-prometto che il prossimo capitolo sarà piu' lungo
-come alcuni di voi avranno capito per il titolo mi sono ispirata al mio libro preferito ovvero "Il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini. Se avete tempo leggetelo perché vi assicuro che merita

Basta,stop,finitooo Ripeto,l'ho scritta di getto, non so veramente come si svilupperà...spero decentemente o almeno farò del mio meglio .
Bacioni
Vostra
Ale

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Capitolo 2
*** Capitolo 1:Fantasmi dal passato ***


Capitolo 1:Fantasmi dal passato

Sei mesi dopo

Ziva si lasciò cadere sulla sedia davanti alla scrivania:era esausta.
Avevano appena terminato di lavorare ad un complicato caso di omicidio e,per lavorare assiduamente,intendeva non riuscire a dormire da giorni e giorni.
Gibbs faceva fare loro i lavori forzati." Persino quando ero al Mossad non lavoravo così tanto!"-penso' Ziva sorridendo tra se'.
"Perché ridi da sola occhioni belli? Non starai mica diventando pazza?"- L'agente super speciale Anthony DiNozzo era appena uscito dall'ascensore e aveva già iniziato-anzi,ricominciato-a stuzzicarla.
"Sono stanca Tony,lasciami in pace. E poi se proprio vuoi saperlo stavo pensando che Gibbs ultimamente..."
"Che Gibbs cosa David?"

Si alzarono di scatto entrambi.
Un Leroy Jethro Gibbs sempre piu' nervoso avanzava verso di loro.
“Niente capo,Ziva stava solo constatando che…” Tony fu subito zittito dall'occhiataccia della sua collega,capace di incenerire qualsiasi cosa le si fosse parata davanti in quel momento.
Fortunatamente Gibbs quel giorno,forse per la stanchezza che anche lui iniziava a sentire,lascio’ cadere il discorso e li superò con l’intenzione di portare ad Abby un grande bicchierone di Caf-Pow.

"Per poco..eppure Zee dovresti saperlo che il capo ha occhi ed orecchie ovunque. "
"Prova a parlare ancora una volta Tony e giuro che ti uccido solo grazie all'ausilio di una matita!"
Ora era lei a provocarlo. Lo squadroom piombò nel silenzio più assoluto. Ma fu un silenzio che durò solo pochi minuti.
"Ehi ... ti va di andare a mangiare qualcosa fuori questa sera Mossad? Sono quasi le otto,fra poco abbiamo finito"-disse Tony,che nel frattempo,si era alzato e si stava adagiando comodamente sulla scrivania di McGee.
"Non riesci proprio a tacere per un po'! Te l'ho già detto prima DiNozzo sono molto stanca,possibile che tu abbia ancora energie?"
"Mi meraviglio di te,una combattente del tuo calibro non dovrebbe mai essere stanca,né tantomeno aver voglia di tornare a casa così presto! Dai Zee andiamo a vedere un film! Oppure facciamo uno scherzo a McTonto. Insomma qualsiasi cosa che non sia scrivere rapporti o lavorare! Non ne posso più! E poi scusa il caso e' chiuso,avremmo diritto ad un po' di sano divertimento..-riprese Tony giocando con i preziosi marchingegni tecnologici a lui ignoti che Tim aveva usato durante l'ultima missione.
"E va bene Tony,vengo contento? Sennò andresti avanti per tutta la prossima ora a cercare di convincermi,ti conosco troppo bene DiNozzo"
Gli occhi del collega brillarono.
"Magnifico mia dolce ninja. Adesso chiamo il ristorante e prenoto un tavolo per due alle dieci"-disse lui afferrando la cornetta del telefono.
"Ehi Tony...guarda che ti ho detto che sarei venuta ma solo se inviti anche McGee e Abby"-rispose Ziva non riuscendo a trattenere una risata.
In meno di un secondo il viso di DiNozzo cambio' colore,passando dal rosa al rosso peperone e ,mentre parlava con la signorina del locale,mando' alla collega continue frecciatine.
Ziva non era pronta ad uscire da sola con lui,o almeno non ancora.


Respiro' a pieni polmoni l'aria fresca. Era una bellissima serata ed era felice di essere uscita dall'ufficio. Stava camminando insieme a Tony, Abby e McGee per raggiungere la macchina di quest'ultimo,erano le nove e finalmente avevano finito di lavorare con le ultime scartoffie.
Non ne poteva più e continuava insistentemente a domandarsi come facesse Gibbs a passare tutto il suo tempo lí dentro..aveva persino declinato l'invito di Abby ad unirsi a loro quella sera!
Sorrise stringendosi nel cappotto. "Non lo capirò' mai" -penso' tra sé.


Erano in macchina da circa venti minuti. Abbs e Tim erano seduti nei sedili posteriori quasi abbracciati per il freddo e chiacchieravano amabilmente,Tony stava guidando e rifiutava di accendere il riscaldamento continuando a ripetere che lui non sentiva freddo mentre Ziva -anche meno freddolosa del collega-aveva aperto il suo finestrino e,con la testa per metà fuori,lasciava che il vento le scompigliasse i suoi lunghi e bellissimi capelli.
"Quando hai intenzione di dirglielo?!"-Tony continuava a sentire quella voce persistente dentro di sè ed era tutto il viaggio che guardava senza farsi notare Ziva che,immersa nei suoi pensieri,era seduta vicino a lui. Era così bella..
"Troverò il coraggio prima o poi" rispose silenziosamente alla vocina,riuscendo finalmente a zittirla mentre si accingeva a parcheggiare.


Per tutta la durata della cena Ziva continuò a prendere in giro Tony che,con la sua guida da bradipo,li aveva fatti arrivare in ritardo di ben venti minuti. La serata passo' veloce e il clima era un clima disteso,erano tutti e quattro tranquilli come non mai ma,proprio mentre stavano per ordinare il dolce,il telefono di Ziva squillò.
Guardò lo schermo.
Per una frazione di secondo rimase paralizzata,colta dal panico,senza sapere cosa fare;poi si alzò scusandosi con tutti ed uscì.
Respira Ziva,respira. Aprì il telefono e rispose
"Abba?!"
"Shalom mia cara,è da un po' che non ci sentiamo,come stai?"
"Salta i convenevoli papà,mi chiami solo quando succede qualcosa,cosa vuoi?"
"Perché figlia devi sempre dare per scontato che io non ti voglia solo sentire?"
"Perché non sei mai cambiato papà"

Stava diventando nervosa,non riusciva a calmarsi,sapeva che era successo qualcosa,lo sentiva dentro di sè.
"Ascolta Ziva,ho poco tempo,qualcuno potrebbe rintracciare la chiamata. Promettimi che ora,ovunque tu sia,tornerai a casa e starai attenta a qualsiasi rumore sospetto o altro. Stai sveglia e tieni una pistola vicino a te. Avrei già chiesto aiuto se non sapessi quanto sei brava a difenderti e a badare a te stessa. Domani mattina prima di lavorare,appena arrivi all'Ncis,corri in sala conferenze,faremo una video chiamata nella quale ti spiegherò tutto. Ho già avvisato Vance e mi ha autorizzato anche se lui è all'oscuro del vero motivo della chiamata. Fidati di tuo padre,almeno per una volta. Shalom".
"Abba aspetta non puoi..."

Troppo tardi. Eli David aveva riattaccato lasciando suo figlia in preda a dubbi infiniti e al silenzio più totale.
L'aveva lasciata di nuovo da sola,o meglio,con i suoi fantasmi.
Non aveva mai avuto una chiamata del genere con lui,nemmeno dopo le più aspre litigate.
Ziva tremava ma non riusciva a capirne il motivo;gli agenti del Mossad non hanno paura,non sanno neanche cosa sia,la paura. Eppure quei sei anni all'Ncis la stavano cambiando più di quanto immaginasse. Si,forse la sua non era paura,era semplice e puro terrore.
E' capitato qualcosa-penso'-e non da poco,per aver avvisato persino Vance. E poi da quando il direttore del Mossad chiede una video conferenza con la figlia?

Nel buoi della notte,persa dai suoi pensieri,Ziva non si era accorta né che Abby e Tim erano risaliti in macchina né che Tony era vicino a lei.
Un Tony molto preoccupato,intento a fissarla dall'inizio della chiamata. Amorevolmente DiNozzo le posò una mano sulla spalla,riscuotendola e facendola leggermente-ma solo leggermente-sobbalzare.
"Zee.."
"Tony! Da quanto sei qui? Io..scusa..è tardi,vi ho fatto aspettare e.."

"È successo qualcosa?"
Oh si,Tony lo sapeva. Aveva imparato a conoscerla ormai.
Sapeva che quando c'era qualcosa che non andava la sua piccola ninja innalzava una barriera invisibile,capace di non lasciar trasparire nessun sentimento. Era successo molte volte eppure dopo sei anni che lavoravano assieme doveva averlo capito anche lei che ormai era inutile nascordergli le cose.
A loro ormai bastava un'occhiata.

"Dimmelo Zee,ti prego"
"Non è successo niente Tony,era mio padre"
"Questo l'avevo capito"
"Vuole che facciamo una video conferenza domani..be' non so..insomma è strano,non mi ha mai chiamata per...Scusami Tony,ti spiace se vado? Sono esausta e non so davvero cosa pensare"

Si sentiva una stupida,aveva abbassato le difese,era bastato che lui la guardasse negli occhi.
Perché succedeva sempre così? Perché quando si guardavano intensamente le tremavano le gambe?
Si sentì afferrare per un braccio proprio quando si stava incamminando verso casa
"Ti porto a casa io Zee,non vorrai prenderti un bel raffreddore con il freddo che fa no?! E poi devi salutare Abbs e McTonto,non penso che sarebbero felici se.."
Tony non riuscì a concludere la frase.

Successe tutto in pochi secondi: Tony e Ziva furono investiti da un vento fortissimo che li costrinse a buttarsi per terra. Ziva fece appena in tempo a capire che si trattava di una bomba,scoppiata poco lontano,e a vedere Tony che le copriva la testa per proteggerla stringendola forte a sè.
Poi,più niente.



Angolo dell'autrice
Alloraaa?? ^^ Cosa ne pensate?
Vi ho messo un po' d'ansia?
Ahaha che cattiva che sono
Come al solito spero vi sia piaciuto il capitolo.
Grazie a tutti quelli che hanno letto e commentato il Prologo e che faranno la stessa cosa con questo capitolo.
Spero di aggiornare presto ma ripeto,ripeto e ripeto non ho la più pallida idea di come si evolverà la storia..lascio libero spazio alla mia fantasia (e non so quanto giovi questa cosa)  xD
A presto :)
Baci
La vostra Ale
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2:It is what it is,it is what you have to do ***


Capitolo 2:It is what it is,it is what you have to do


Ziva riaprì gli occhi,quel senso di smarrimento era durato solo pochi minuti.
Vide che Tony si stava rialzando e aveva cinto il braccio intorno alla sua vita per aiutarla. Una volta che furono entrambi in piedi,Tony le chiese se stava bene e,dopo che Ziva annuì,corse verso il negozio adiacente al ristorante dove era scoppiata la bomba.
Mentre Abby chiamava Gibbs per avvisarlo e Tim l'ambulanza,Ziva entrò nel luogo in cui poco prima stava mangiando con i suoi colleghi e che adesso era semidistrutto,aiutando alcune persone rimaste ferite. Dopodiché le lasciò nella mani attente di Abbs e raggiunse Tony.
"Trovato qualcosa?"-domandò Zee facendosi strada tra le macerie
"No,però ho capito dove esattamente è stato fatto scattare l'ordigno."- replico' DiNozzo. "Dovrebbe controllare la nostra scienziata forense però penso che sia stato posto qui proprio per uccidere le persone che si trovavano nel ristorante ma,chiunque l'abbia fabbricato,ha sbagliato le dosi. Fortunatamente."


Erano passti circa trenta minuti quando Gibbs arrivo' con i soccorsi. Dopo un breve calcolo,i medici caricarono sulle ambulanze i feriti e confermarono che non c'erano state vittime.
A Ziva girava forte la testa e le doleva ogni parte del corpo;non riusciva a capire più niente:prima la telefonata del padre poi questo...e se gli eventi fossero stati collegati in qualche modo?
I suoi pensieri furono nuovamente interrotti
"Ehi Zee tutto a posto? Sei sicura di stare bene?"
"Si Tony tranquillo. Penso proprio che il mio letto rimarrà vuoto stasera.."-Ziva sospiro'.
"Perché? Vuoi forse venire a dormire da me?"-la punzecchio' Tony sorridendo.
La sua collega rise di gusto "Tony non ti rispondo neanche perché ti sta per arrivare un bel scappellotto!"
DiNozzo non fece tempo neanche a chiudere gli occhi che sbam! Gibbs glielo aveva tirato fortissimo!
"Capo! Questo era troppo f.."
"Troppo cosa?"
-Gibbs lo fulmino'
"Ahm troppo...poco forte capo! E poi io stavo proponendo a Ziva di tornare a lavorare all'Ncis ma lei voleva andare a casa e.."
Questa volta fu lei che gli tirò un pugno sulla spalla.


Erano le quattro del mattino,Abby e McGee stavano lavorando nel laboratorio per cercare di trovare qualche indizio sul colpevole dell'incidente,Gibbs girava per il quartier generale passando dall'ufficio di Vance all'obitorio di Ducky e Ziva si stava prendendo un caffè.
Si appoggiò al muro e guardò Tony che,pochi metri più in là ,era intento a litigare con la macchinetta che gli aveva rubato i soldi. Senza sapere il perché,Ziva scoppiò a ridere.
"Ridi,ridi occhioni belli ma proprio non capisco perché queste cose capitino sempre e solo a me"-fece Tony passandosi la mano sui capelli.
"Quello che so,Tony, e' che non hai più soldi,e' mattina presto,io non ho intenzione di prestarti altre monetine e non farai colazione fino alle sei"-continuo' la collega.
"Senti Mossad guarda che anche tu non mangerai niente fino a quell'ora,visto che hai preferito spendere tutti gli spiccioli per prenderti un misero caffè."-il tono della voce del collega si fece improvvisamente più dolce e Ziva,in men che non si dica, se lo ritrovò a pochi centimetri da lei.
"Sei agitata Zi? Ascolta,se vuoi posso assistere anche io alla videoconferenza con tuo padre,se questo ti rende più tranquilla" disse Tony arruffandole i capelli.
Erano vicini. Troppo vicini. L'istinto le diceva di abbracciarlo con tutta la forza che aveva dentro di lei in quel momento,di ringraziarlo,di tenerlo stretto a se' per il resto della vita;la mente invece le fece rispondere con un semplice "grazie Tony ma me la caverò".
Trovò la forza di staccare i suoi occhi da quelli del collega e di dirigersi alla scrivania.

Aveva appena appoggiato il bicchiere ancora fumante che si sentì chiamare
"Ziva,Ziva,Zivaaaaa"-una Abby ancora agitatissima abbraccio' prima lei e poi Tony che nel frattempo era tornato. "Ciao Abbs"-risposero all'unisono
"Ci sono novità riguardanti l'accaduto di questa sera?"-domandò Ziva,riuscendo come al solito a nascondere la sua preoccupazione.
"Se non ci fossero state non avrei fatto le scale a quest'ora e senza aver avuto neanche il mio Caf-Pow Ziva-le rispose sorridendo-dunque per prima cosa Tony aveva ragione:il nostro amico voleva,con quella sottospecie di bomba fatta in casa,uccidere tutte le persone presenti nei paraggi..ma ha sbagliato la quantità di esplosivo. Ciò non toglie che sapeva esattamente dove colpire e chi colpire. Secondariamente il nostro McGenio ha controllato le telecamere rimaste intatte della zona e con il mio aiuto siamo riusciti a trovarne una che mostra una persona dal volto coperto che si aggirava attorno il negozio verso le 7. Stiamo cercando di identificarla,vi sapremo dire fra un po' ma ora avrei proprio bisogno"..
"Di un buon caffè Abby"-Gibbs uscì dall'ascensore concludendo la frase della scienziata poi le si avvicinò e,facendole i complimenti per l'ottimo lavoro svolto in così poco tempo,le diede un bacio sulla guancia come era solito fare da quando si conoscevano.
Abby salutò tutti e si diresse verso il laboratorio con un bicchierone a dir poco enorme di Caf-pow.


"Ziva"-Gibbs interruppe il silenzio che aleggiava nella squadroom.
"Vance mi ha detto di Eli,e' meglio che tu vada,fra poco inizierà la videoconferenza."
Ziva se lo aspettava.
"Meno male che doveva saperlo solo il direttore,Gibbs.."
"Ziva,ti ricordo che siamo una squadra,niente segreti. Se hai bisogno sai dove trovarci
" Gibbs accennò un sorriso. Erano rare le volte in cui lo faceva e,per questo,sempre stupende.


Ziva salì le scale,erano le quasi le sei,era stanca e non voleva affrontare suo padre.
No,più che altro aveva proprio un brutto presentimento..
Appoggiò la mano sulla fredda maniglia della porta e di scatto si girò facendo incrociare il suo sguardo con quello di Tony che l'aveva seguita fino a metà della scala.
"Forza Zee,sono qua"-era come se i suoi occhi parlassero per lui.Anzi era proprio così.
Si rigirò,sospirò e aprì quella maledettissima porta.



Angolo dell'autrice:
Allora miei cari lettori come state? Vi è piaciuto il capitolo?
Vi prometto che il prossimo che sarà molto più...come dire..energico
Grazie ancora di cuore a tutti,dai lettori silenziosi alle persone che mi seguono sin dagli inizi inizi. 
Per me sono importantissimi i vostri pareri quindi commentate,commentate e commentate! È troppo chiedere almeno tre recensioni?? :P
Vi voglio bene Alla prossima!
Alessia

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3:I have nothing but death in my heart ***


Capitolo 3:I have nothing but death in my heart


Un odore acre avvolse Ziva appena mise piede nella stanza.
Era sola.
Tony,proprio quando stava per entrare,era stato richiamato da Gibbs-probabilmente senza alcun motivo in particolare-ma Ziva era contenta che non dovesse subire anche lui quella che si preannunciava essere una conferenza colma di tensione.
Aveva visto la delusione nei suoi occhi,il desiderio di seguirla comunque,non ascoltando il capo,ma era stata lei stessa a dirgli di andare. Non voleva che Tony la vedesse così insicura come solo suo padre riusciva a renderla.
Non era passato molto tempo dall'ultima volta in cui era stata lì ma quel posto non le piaceva...La luce era accesa e rendeva la stanza ancora più strana:era come se le pareti arancioni volessero in qualche modo contrastare la tristezza che aleggiava in tutto il perimetro.
I suoi pensieri furono interrotti bruscamente:lo schermo si accese e comparve suo padre.
Buffo-penso' lei-e' da più di sei mesi che non lo vedo né tantomeno lo sento per telefono e adesso nel giro di una notte ci siamo parlati già due volte.
"Shalom di nuovo Ziva."
Silenzio.
"Il direttore Vance mi ha avvisato dell'attentato,spero che stiate tutti bene"
"E da quando ti interessa?"
"Non fare così Ziva cara,lo sai benissimo che mi interessa"

"Non mi chiami mai per chiedermi come sto quindi salta i convenevoli e dimmi cosa diavolo sta succedendo"
-stava iniziando ad alzare la voce...
"Ho intenzione di credere,secondo fonti molto attendibili,che qualcuno sia riuscito a eludere la sorveglianza israeliana trasferendosi nel tuo paese con l'intenzione di ucciderti"
Ziva era calma. Suo padre era sempre così diretto. In ogni caso non era certo la prima volta che tentavano di ucciderla.
"E chi sarebbe?"
"Il suo nome e' Reira,sappiamo solo questo"

"Dai papà! Vuoi farmi credere che il direttore del Mossad non sappia altro? Ho il diritto di sapere o preferisci dirmelo quando mi sarà capitato qualcosa o peggio quando farà del male ai miei colleghi?"  Il pensiero che qualcuno venisse ferito a causa sua di nuovo,le provocò una fitta al cuore..
Ora si che iniziava a salire la rabbia.
"Sono questioni private,stanne fuori"
"Tu sei pazzo! Una persona entra negli Stati Uniti per uccidere la propria figlia e tu non le spieghi neanche il perché?! Sono questioni private? Mi hai sempre tirata in mezza abba,ho dovuto compiere missioni su missioni per i tuoi loschi affari,sono andata in capo al mondo per te e sono ancora così poco importante?"
Eli David urlò come mai aveva fatto
"Ora basta! Lo sai che non e' cosi'! Siediti e smettila di mancarmi di rispetto!"
Ziva esito' un secondo prima di sedersi nella sedia preferita di Tony.
In quel momento avrebbe voluto essere in qualsiasi altra parte del mondo tranne che lì.
Forse non voleva sentire la storia di suo padre,non voleva demolire l'ultimo briciolo di fiducia rimasto nei suoi confronti. Forse.
Eli prese un respiro prima di continuare
"Reira Adir e' la figlia di un importante agente della nostra agenzia. Qualche mese fa ci siamo insospettiti per alcuni suoi comportamenti così ho incaricato altri agenti di seguirlo. Abbiamo scoperto che ci tradiva,che svelava alcuni importanti segreti a dei terroristi in cambio di non so quanto denaro.Non avevo scelta. Poteva minare tutto cio' che abbiamo costruito fino ad ora. "
"Non avrai mica.."

"Ho ordinato di uccidere tutti i membri della famiglia,facendo in modo che sembrasse un incidente. Proprio durante la festa degli aquiloni."
Ziva era scioccata. Non riusciva a muoversi nè a parlare e silenziosamente ringraziava sè stessa per aver obbedito al padre ed essersi seduta.
Eli continuo',impassibile.
"Non potevo permetterlo Ziva. E purtroppo anche l'intera famiglia era coinvolta,tutti sapevano troppo. Ho dovuto farlo."
"Vedi dopo lo scoppio della bomba,andato a buon fine,eravamo convinti che fosse tutto finito ma dopo alcuni mesi il caso e' stato riaperto,senza volerlo avevamo fatto un grave errore:al posto della figlia degli Adir avevamo ucciso un'altra ragazza,una certa Olivia,che al momento dello scoppio si trovava con loro. Lo abbiamo capito troppo tardi,Reira aveva già eluso la sorveglianza ed ora e' negli Stati Uniti sotto falso nome.
Per questo,bambina mia,ho paura che quello che è successo questa notte li' da voi sia collegato con lei. Temo che voglia ucciderti Ziva perché non può arrivare a me,sono un bersaglio troppo difficile e pericoloso."

"Credimi,stiamo facendo il possibile per scovarla,ho intenzione di avvisare anche Vance,voglio che ti tenga sotto stretta sorveglianza anche se so che sai badare benissimo a te stessa".

Il silenzio inondò la sala.
Ziva aveva talmente tanto odio dentro di sè che sarebbe stata capace di uccidere in quel momento.
Se non fosse cambiata. Perché il cambiamento subìto in quegli anni fece tramutare l'odio in calde lacrime di disperazione o forse di delusione.
Lentamente si alzò,guardò suo padre e con voce rotta rispose:
"Non hai mai pensato che il problema sia quello che tu,voi come Mossad avete costruito? Hai ordinato di uccidere una famiglia intera,dei bambini innocenti per cosa? Per meri scopi politici ed economici. Solo per la vostra salvaguardia. Io capisco questa ragazza perché sai una cosa padre? Avrei fatto anche io così se fossi venuta a sapere che la mia vita sarebbe stata spazzata via per colpa di bastardi come voi. Non metterò in pericolo la mia squadra,non sta volta né i tuoi agenti devono permettersi di toccare quella ragazza. Quel che farò lo deciderò io stessa da sola senza spargere altro sangue. Promettimi che quando questa storia finirà non sentirò più parlare di te e del tuo Mossad. Mi fate schifo!"
Ziva si girò verso la porta e uscì senza pensare al fatto che stesse ancora piangendo.
Fu investita da una calda luce. In realtà non sapeva proprio cosa fare. Si,avrebbe voluto andare in bagno a vomitare a causa di tutte quelle emozioni ma doveva affrontare tutti adesso.
Non fece in tempo neanche ad alzare la testa che si ritrovo' davanti Tony.
"Ziva! Ziva stai bene? Cosa ti ha detto quel bas.."-Tony stava sempre più pensando di prendere l'aereo e correre a picchiare Eli David. Con passo incalzante si avvicinò a lei e le posò le mani sulle guance.
No,no non adesso Tony ti prego non ce la faccio..
Senza pensarci su si allontano',scese le scale alla velocità della luce,prese l'ascensore e,una volta in macchina,si mise al volante.
Per la prima volta in vita sua l'impassibile Ziva,l'ex assassina più incallita del Mossad,non aveva la più pallida idea di cosa fare. Erano le sette,forse un po' di tempo per pensare l'avrebbe trovato.
Schiacciò il piede sull'acceleratore e partì.
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"Ricordati tesoro,la mamma non vuole che facciate tardi. Dopo una certa ora anche il parco diventa un posto pericoloso per voi. Vi verremo a prendere fra un po',divertitevi!"
Reira si alzò dal letto matida di sudore,il sole stava lentamente sorgendo in cielo scaldando l'aria di quella che si prospettava essere una mattina molto fredda ma limpida. Aveva fatto un incubo. Di nuovo. Da quando era arrivata in America pochi mesi fa,le sue giornate erano state scandite continuamente dal lavoro nel negozio di cd vicino a casa sua,unico suo sostentamento,e il pedinamento del suo obbiettivo finale:la figlia di Eli David.
Nonostante le molte informazione che aveva sul suo conto non aveva un'idea chiara su come agire..era sola,in un paese straniero ,con solo la vendetta dipinta nei suoi occhi verde chiaro. Solo quella e,certo,i continui fantasmi della sua infanzia rubata che le affluivano alla mente.
"Mi affiderò come sempre all'istino"-penso'.
Persa a guardare fuori dalla finestra non si accorse però che,alla televisione accesa dalla sera prima,stavano trasmettendo la notizia dello scoppio di una bomba a pochi isolati dal suo appartamento..
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Quella mattina la stanchezza accumulata da giorni continui di lavoro era sparita da DiNozzo non appena aveva visto Ziva,la sua Zee,uscire in lacrime dalla sala delle videoconferenze. Mai in vita sua,da quando la conosceva,l'aveva vista piangere. L'aveva seguita,si era gettato dietro di lei non appena aveva iniziato a correre verso l'ascensore ma Gibbs lo aveva fermato e fatto salire nuovamente le scale per ascoltare ciò che Eli David aveva detto a sua figlia.
Ora quell'uomo,se così si può chiamare,aveva appena concluso di raccontare l'accaduto anche al capo ma Tony più volte era stato trattenuto da McGee dal mandarlo a quel paese,alzarsi e andarla a cercare.
"Dunque ricapitolando,una ventenne è riuscita ad eludere la vostra sorveglianza,ad entrare in America sotto falso nome e pensiate voglia uccidere Ziva per vendetta?"
La voce di Gibbs che parlava col direttore del Mossad lo riscosse dai suoi pensieri. Questo era troppo.Gli prudevano le mani solo pensando a cos'altro Eli avesse tenuto nascosto a sua figlia.
Le luci della sala si accesero
"Tenetemi informato,i miei agenti arriveranno da voi a breve."
"Non né abbiamo bisogno Eli David,siamo una famiglia noi,ce la caveremo anche senza di loro"- Gibbs spense la chiamata.
"McGee voglio una ricerca approfondita su questa Reira,cerca di scoprire dove alloggia adesso e come si fa chiamare."
"Tony!-lo guardò intensamente negli occhi-cercala! Dopodiché portala a casa mia,vi farò trovare degli agenti non appena arriverete."
DiNozzo non aveva neanche aspettato che finisse la frase. Era già fuori della porta,stava scendendo le scale con velocità. Aveva solo un pensiero in mente:l'avrebbe trovata,a qualunque costo.

Gibbs richiuse la porta dietro di sé,doveva andare da Vance a fare rapporto dopodiché da Abby per chiederle notizie sulla bomba..non sapeva perché ma dentro di lui sentiva che quella Reira non c'entrava con l'avvenimento di quella notte .
Tony in quel momento era entrato in ascensore.
Gibbs lo guardo' andarsene. "Ah! Dovrò rivedere la regola numero dodici.." Disse con un filo di voce.



Angola dell'autrice
Alloraaaa!!! Dite la verità ve l'aspettavate che non fosse Reira l'artefice di tutto??
Maledetta la mia mente contortaaaaaa ^^
Mi devo scusare con voi sia per eventuali errori di battitura (non sempre riesco a ricontrollare il testo) sia perchè non sono soddisfatissima del capitolo..spero di non avervi deluso :)Ah e mi spiace di aver fatto un Eli così cattivo xD
Grazie a tutti di cuore! RECENSITEEEEE :)
Ale
 SSIASSIA

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Capitolo 5
*** Capitolo 4:Enjoy the Silence ***


Capitolo 4:Enjoy the Silence


Il vaso cadde a terra e si ruppe in mille pezzi provocando un rumore sordo non troppo forte ma che fu ugualmente sentito dalle persone che abitavano al piano sottostante.
L'uomo era arrabbiato.
Aveva fallito,mesi e mesi di preparazione e arrivato il momento si era lasciato prendere dal panico. Accese la televisione:la giornalista stava parlando dell'esplosione,confermando che non c'erano stati né morti né feriti gravi e avvisando che l'Ncis stava indagando sull'attentatore.
Lui sorrise.
Aveva sbagliato le dosi dell'ordigno ed erano tutti vivi ma non gli importava.
Non si sarebbe fermato davanti a niente e a nessuno. Ziva David avrebbe pagato,molto presto.
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 Tony DiNozzo guidava veloce. Troppo veloce. Anzi non aveva mai guidato così in tutta la vita sua,ignorando ben tre semafori rossi.
Ma non gli importava,in quel momento voleva solo raggiungere Ziva,aiutarla e portarla al sicuro,nient'altro.
Erano circa le nove quando arrivò davanti a casa sua,parcheggio' come un fulmine e scese senza neanche chiudere la macchina. Si avvicinò alla porta.
Stava per bussare quando si accorse che era aperta. Il cuore perse un battito. Istintivamente prese la pisola dalla giacca ed entrò correndo.
La trovò in salotto intenta a riempire uno zainetto. Non le chiese niente. Si limitò a guardarla:noto' che aveva il viso stanco,spossato da tutto quello che aveva subìto sia fisicamente a livello lavorativo sia e soprattutto moralmente per causa di suo padre.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per vederla serena,per regalarle finalmente un po' di pace e tranquillità.
"Zee.."
"Ciao Tony,lo sapevo che mi avresti trovata
."-rispose lei voltandosi.
"Be' allora potevi evitare di farmi correre come un matto e aspettarmi invece di scappare in lacrime. Mi sarò preso come minimo due multe venendo qua"-DiNozzo cerco' di buttarla sul ridere
"Mi spiace,veramente. Avevo bisogno di stare sola,di pensare. Non era mia intenzione lasciarti così come ho fatto prima."
"Sto scherzando Mossad,tranquilla. Dove stavi per andare? Insomma perché da qualche parte vuoi andare..lo zaino,la porta aperta.."

"Voglio trovarla Tony. Voglio scusarmi con lei per tutto il male che mio padre e il Mossad le hanno fatto. Voglio farle capire che non sono come loro,che non deve per forza sporcarsi le mani uccidendo le persone per portare a termine la sua vendetta. "
Ziva non avrebbe voluto dire niente a Tony,avrebbe dovuto bleffare ma non ci riusciva più da tanto tempo con lui. Era stanca,afflitta e non così forte come tutti credevano.
In una frazione di secondo gli occhi le si inumidirono e le lacrime iniziarono a sgorgare copiose sulle guance. Di nuovo.
Odiava sentirsi così indifesa,soprattutto davanti a lui.
"Lo sai che ti aiuteremo. Io..noi,noi non ti lasceremo mai da sola Ziva. Ma è presto,non abbiamo una traccia da seguire e lo sai che non puoi andare in giro da sola. Senza contare che sei stanca. Andremo a casa di Gibbs così.."
"No,Tony tu sai che non ho bisogno della protezione di nessuno e"

Si blocco' vedendolo improvvisamente avanzare ma in realtà anche perché non aveva più voglia di discutere.
Tony le afferrò i polsi e la costrinse a guardarlo,poi,delicatamente,le asciugo' le lacrime e la strinse a sè.
Quell'abbraccio tanto desiderato da entrambi durò pochi minuti ma bastò a Ziva per farle dimenticare ogni cosa:si sentiva in pace tra le braccia di Tony e mentre era persa tra il suo profumo e calore non esistevano più suo padre né tantomeno Reira.
Tony si staccò rompendo l'incantesimo,raccolse lo zainetto cadutole a terra e le disse sorridendo:
"Non hai scuse. Sono ordini del capo,di Leroy Jethro Gibbs.Portati alcuni vestiti di ricambio ma nei prossimi giorni,se avrai bisogno, potrò venire io a prenderti alcune cose"
"Posso anche tornare io,sai com'è Tony,e' casa mia"-gli rispose lei asciugandosi le ultime lacrime.
"Ci penserò David,ci penserò
"-le fece l'occhiolino e,dopo averla aiutata con il vestiario,la prese per mano conducendola verso la sua auto.
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 Mentre guidava alla volta di casa Gibbs,l'agente super speciale Anthony DiNozzo era finalmente più tranquillo.
E,strano visto la situazione,era felice. Felice per l'abbraccio che le aveva dato poco fa,felice di sentire che le sue famose barriere lentamente stavano scomparendo del tutto e la distanza tra loro stava diminuendo. Aveva una voglia incredibile di stringerla ancora a sé,di baciarla,di proteggerla e di confessarle quanto l'amava ma sapeva bene che non fosse il momento adatto. Ziva aveva tutt'altro a cui pensare adesso e lui non aveva intenzione di far sì che i suoi sentimenti interferissero col caso impedendogli di fare del suo meglio o,addirittura,di proteggerla.
Come al solito il finestrino dalla parte della collega era aperto ma non faceva freddo come la sera precedente,il sole era alto in cielo ed era quasi ora di pranzo.
Ziva era stata silenziosa per tutto il tragitto e quando arrivarono davanti all'abitazione del capo,mentre Tony parlava con gli agenti incaricati di controllare che nessuno si avvicinasse,lei entrò e andò subito a farsi una bella doccia calda. Ormai conosceva la casa di Gibbs,tante volte era venuta per parlargli di problemi più o meno gravi e essere lì la faceva sentire a casa più di quanto sperasse.

Tony nel frattempo decise che sarebbe stata una bella giornata.
Lui non lavorava,doveva aspettare che McTonto chiamasse per dargli notizie ed era con Ziva. Sorrise.
Improvvisamente la pancia gli brontolò e si ricordò che sia lui sia la collega erano a digiuno dalla mattina presto.Avrebbe preparato un pranzo con i fiocchi e avrebbe praticamente obbligato Ziva a mangiare tutto ciò che aveva idea di fare. Sorrise di nuovo.
Si,la giornata stava proprio prendendo una bella piega nonostante la situazione.
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 Il laboratorio di Abby quella mattina era immerso in un silenzio tombale. La cosa non era mai successa e Ducky si preoccupò a tal punto da andare a vedere se fosse successo qualcosa..
La trovò seduta per terra,a gambe incrociate e con gli occhi chiusi.
"Abigail per amor del cielo cosa stai facendo? Mi hai fatto prendere un colpo!"
"Ehi Ducky,perché dici così? Mi ripetete sempre che vi da fastidio la mia musica quindi ho deciso di non metterla per un po'. In compenso faccio yoga quando sono nervosa,vuoi provare? McGee si è rifiutato,crede che non serva a niente.."
"Mi piacerebbe cara,ma sai sono un po' vecchio..forse se chiedessi al signor Palmer
.."
"No meglio di no,non lo vedo un tipo da yoga"
"Ahah tutto ciò mi fa tornare alla mente un episodio successomi nel lontano 1976. Ero in.."
"Taglia Ducky."
"Gibbs!-urlo' la scienziata-me lo sentivo che saresti arrivato e' come se fossi riuscita a captare.."
"Ma cosa avete tutti oggi? La parlantina?"-domandò Gibbs
"Io la smetto se tu punto primo mi dai il Caf-Pow,punto secondo mi dai un bacio sulla guancia,punto terzo inizi a fare yoga con me,punto quarto mi dici come sta Ziva"
Gibbs quella mattina era nervoso. O meglio,lo era molto più del solito ma sapeva che Abbs era fatta così quindi si limitò a guardarla di sottecchi,tirando fuori il caffè.
"Risponderò dopo alle tue domande. Ora dimmi"
Abby sorrise. Adorava Gibbs.
"So per certo che l'attentatore e' un uomo,sulla quarantina che sto cercando di identificare,ma questo è già qualcosa .Siamo anche riusciti a risalire ad un negozio che gli ha venduto poco tempo fa l'ordigno,McGee e' andato a interrogare il negoziante."
"Grazie Abbs"-come promesso le diede un bacino e prima di scomparire le disse "Ziva sta bene,Tony e' con lei. E riguardo allo yoga..SCORTATELO ABBY,NON LO FARO' MAI!"
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 Tony era sconsolato.
Aveva preparato una pizza buonissima ma non era riuscito a convincere Ziva a mangiarla. Si era limitata ad assaggiarla e a fargli i complimenti ma poco dopo si era alzata dicendo che non aveva fame ed era andata in salotto.
Tony era rimasto da solo,o meglio con la pizza fredda che aveva deciso di coprire e lasciare per Gibbs,dopodiché aveva sparecchiato e si era diretto anche lui verso la stanza accanto.
Aveva trovato Zee seduta sul divano intenta a trafficare col computer che si era portata da casa mentre cercava di trovare qualcosa su Reira. Così,inspazientito,Tony glielo aveva tolto di mano,lo aveva spento e si era seduto vicino a lei.
"Basta pensare a lei occhioni belli,ora io e te ci guardiamo un film"
Ziva sbuffò
"Tony sono le tre,non voglio guardare un film e siamo a casa di Gibbs,che dvd pensi di trovare?!"
In effetti la casa del loro capo non era proprio quella che si potesse definire una casa tecnologica e ben fornita di ogni comfort,tuttavia la ricerca di Tony,dopo ben un'intera ora,diede i suoi frutti:nascosto dietro ad alcune cassette preistoriche aveva trovato "Il padrino parte prima" film che,guarda caso,adorava alla follia.

Così guardarono il film preferito di Tony fino a sera. Lui era talmente preso che,continuando a fare battute e ad anticiparne il seguito,non si accorse che Ziva,lentamente,si stava addormentando cullata dalla sua voce e da una serenità che non provava da tempo.
DiNozzo non la vide finché lei,quasi inconsciamente,ruppe la breve distanza tra loro e appoggiò la testa sulla sua spalla. Solo allora lui si girò notando che la sua collega aveva preso sonno. Subito spense la televisione ma rimase seduto cullandola ed accarezzandole i lunghi capelli.
La magia di quel momento fu interrotta dallo squillo del suo maledettissimo telefono che Tony maledì per minuti;fortunatamente era vicino a lui quindi non dovette alzarsi evitando così di svegliare la sua ninja.
"Capo?"-chiese con la voce più bassa possibile
"DiNozzo!-sbraito' lui. Ziva si mosse ma non si svegliò-"hai intenzione di parlare un po' più forte o temi di farmi diventare sordo? Per caso oggi vi siete messi tutti in combutta per prendermi in giro?"
"No capo,sto parlando così perché.."
"Non mi interessa DiNozzo.-lo interruppe come suo solito-"come sta la David?"
"Appunto,stavo dicendo che parlo a bassa voce perché si è addormentata. Come procede? Devo raggiungervi?"
Tony spero' con tutto il suo cuore che la risposta fosse un no secco.
"No,non serve. Riposati anche tu,fra un po' tornerò e manderò a casa Abby e McGee. Per gli sviluppi ne parliamo stasera".
Tony lo ringraziò silenziosamente. "Certo capo,a dopo."
Tornò quindi a contemplare la sua Ziva e vedendola tremare per il freddo la staccò dalle sue braccia e l'adagiò sul divano,comprendola con una soffice trapunta. Dopodiché si lasciò scivolare fino a toccare il pavimento e,senza neanche rendersene conto,prese sonno anche lui con la mano intrecciata a quella di Zee e la testa appoggiata ai suoi capelli.
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 Gibbs arrivò a casa sua verso le dieci e la prima cosa che pensò mentre parcheggiava fu che più che casa sua il posto dove abitava sembrava un Hotel a quattro stelle:andavano e venivano di continuo tantissime persone.
Entrando nel vialetto trovò Sam e Michael,i due agenti di scorta incaricati da lui stesso di controllare eventuali movimenti sospetti.
Gibbs li mandò a casa,intimando loro di tornare la mattina presto e quando entrò,oltre a trovare in cucina una pizza fredda evidentemente cucinata da DiNozzo e che non sembrava avere un buon aspetto,vide i due agenti che dormivano beatamente una sul divano e l'altro a terra vicino a lei.
Bene-penso'-alla faccia del raccontare ai miei agenti gli sviluppi. E di nuovo alla faccia della regola 12.
Sospiro',si prese dalla dispensa una bottiglia di Rum,la pistola dal comodino,chiuse per la prima volta la porta a chiave e si diresse in cantina:l'unico luogo in cui poteva stare tranquillo e dedicarsi alla sua barca. O ai suoi pensieri. O a Reira. O a come allontanare Ziva dalla cattiva influenza del padre. Sospiro' nuovamente.
Quella notte non sarebbe stato per niente,proprio per niente tranquillo.



Angolo dell'autrice
Buona Sera a tutti cari lettori,come state? Io maleee,ho la febbre T.T Però sono riuscita ad aggiornare lo stesso :)
Spero come sempre che questo capitolo sia stato di vostro gradimento..dal prossimo le cose inizieranno a movimentarsi un po'. Sto solo preparando il terreno eh eh eh ;)
Nonostante tutto sono contenta non speravo di arrivare al quarto capitolo (quinto contando il prologo)..
Però seriamente,io adoro Tony e Ziva alla follia e lo sapete,cerco sempre e comunque di inserire tutti i personaggi a cominciare dal mitico Gibbs,ma avvisatemi se il tutto sta diventando troppo sdolcinato o noioso eh!
Commentate,adoro le vostre recensioni <3
Vi voglio bene
Alessia

P.S. Le cose si complicano..chi sarà questo uomo? :P

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Capitolo 6
*** Capitolo 5:Sentimenti Contrastanti (Parte Prima) ***


Capitolo 5:Sentimenti Contrastanti
Parte Prima


Tony aprì gli occhi.
Aveva dolori ovunque per essersi addormentato per terra.
Si girò di scatto per controllare Ziva e un dolce sorriso gli si dipinse sulle labbra:stava ancora dormendo con la testa vicino alla sua e pareva che,per la prima volta da chissà quanto tempo,non avesse fatto brutti sogni.
Tony istintivamente iniziò ad accarezzarle i lunghi capelli senza svegliarla quando un brivido gli percorse la schiena.
Si ricordò che erano a casa di Gibbs. Che Gibbs era tornato quella sera,che forse li aveva trovati addormentati mano nella mano e che non aveva ancora acceso il cellulare.
Alzandosi con enorme fatica afferrò il cellulare e si diresse verso quella che era definibile la vera casa del capo,la cantina,sperando con tutto il cuore che fosse ancora lì intento a intagliare il legno.
Il secondo brivido arrivò,ancora più potente del primo,quando,accese le luci,si rese conto che la piccola stanza era colma solo di martelletti e scalpelli.
Afflitto guardò l'orologio:erano le cinque del mattino. Le sue considerazioni su quanto poco in realtà avesse dormito furono bruscamente interrotte dallo squillo del cellulare.
DiNozzo rispose subito per evitare che il rumore fastidioso della suoneria svegliasse la collega ma si accorse di non aver pensato a una motivazione per la scena cui Gibbs si era probabilmente trovato davanti la notte prima.
"Ehm..giorno capo"
"DINOZZO!!!!"

Probabilmente l'urlo si sentì in tutto il vicinato.
"Arrivo subito capo"-rispose Tony mentre risaliva le scale.
D'un tratto però si bloccò
"Ma capo non posso lasciare Ziva da sola.."
"Lo so benissimo ma forse,impegnato com'eri a ronfare,non ti sei accorto che i nostri agenti di scorta sono davanti a casa da ben due ore!!"
"Ah no be' ecco in realtà io non stavo dormendo,ero solo
"
"Venti minuti DiNozzo! O giuro che ti sostituisco con Dorneget!"
"Tutti ma non quel pivello di Dorneget capo,ti prego!!"

Tony si accorse che stava parlando da solo. Jethro gli aveva riattaccato il telefono,come al suo solito,già da cinque minuti.
Salì di corsa gli ultimi scalini,uscì dalla cantina e tornò in salotto.
Ziva stava ancora dormendo tranquilla,avrebbe voluto con tutto il cuore prepararle la colazione e guardare un film stringendola tra le sue braccia ma il lavoro chiamava purtroppo,Gibbs era più irritabile del solito e Tony voleva darsi da fare e arrestare questa Reira così da poter tornare alla normalità. Coprì Zee con la coperta e le scrisse un biglietto promettendole che sarebbe tornato entro sera. Dopodiché corse fuori,fece alcune raccomandazioni agli agenti e raggiunse la macchina. Gli rimanevano dieci minuti. In un modo o nell'altro ce l'avrebbe fatta.
Forse.

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2 ore dopo

Reira stava seriamente pensando di lasciar perdere tutto;solo l'odio profondo che provava verso il Mossad riusciva a darle la forza per andare avanti.
"Dannazione!"-Urlo' mentre guidava senza meta.
Circa mezz'ora prima,mentre stava cercando di mettere a punto un piano,aveva sentito il rumore di alcune macchine accostatesi proprio sotto il condominio in cui viveva:erano dell'Ncis. Non sapeva come ma erano riusciti ad arrivare a lei. Presa dal panico aveva afferrato le poche cose necessarie ed era scappata da un'uscita secondaria ancor prima che gli agenti scendessero dalle auto. Probabilmente adesso erano già sulle sue tracce.
Fermò la macchina davanti a un supermercato.
Era da molto che guidava ed era in preda alla paura più pura.Doveva calmarsi.
Uscì dall'abitacolo,tolse la scheda dal telefono e la ruppe in mille pezzi dopodiché entro in un negozio e comprò un cellulare di quelli usa e getta.
Se c'era una cosa che aveva imparato vivendo per anni a stretto contatto con suo padre e quindi con tutto ciò che avesse a che fare con organizzazioni segrete,era di continuare ad andare avanti sempre,anche quando non si spera più in una vittoria.
Arrivata a questo punto non le interessava dei rischi che correva,voleva solo vendicare la sua famiglia,la sua amica,la distruzione della vita di molte persone,compresa la sua. Non aveva niente da perdere.
Tornò alla macchina:doveva agire in fretta. Ormai tutto il lavoro che stava progettando da mesi era andato perduto. Doveva abbandonare ogni piano.
Voleva raggiungere Ziva e ucciderla,poi sarebbe scappata da qualche altra parte.Non importava.
Velocemente tirò fuori dalla tasca un piccolo foglio di carta contenente gli indirizzi di tutti gli amici e i colleghi di Ziva ottenuti dopo accurate ricerche durate notti intere.
Avrebbe guardato in ogni casa,in ogni angolo. Ovunque.
Spinse il piede sull'acceleratore e partì.

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Ziva si svegliò di soprassalto. Il cellulare stava squillando da diversi minuti. Si alzò ma non fece in tempo a rispondere.
Lo prese in mano ma la sua attenzione fu subito catturata dal bigliettino che Tony le aveva lasciato sul tavolo. Sorrise.
Le aveva scritto "Torno presto" in ebraico. Il solo pensare che avesse imparato alcune frasi nella sua lingua natale la fece arrossire.
Andò in cucina e,mentre il caffè era sul fuoco,controllo' il display:sei chiamate perse. Tony.
"Eppure è uscito solo tre ore fa,strano che mi abbia cercata così tante volte"- pensò tra sè.
Poi noto' che c'era anche una chiamata di Gibbs e decise di comporre il numero.
"Gibbs! Scusa se non ho risposto."
"Ziva! Vestiti,McGee sta venendo a prenderti! Non fare domande e non chiedere mai scusa,e' segno"
"Di debolezza. Si si lo so,a dopo
"-concluse lei.
Lasciò definitivamente perdere il caffè e corse a cambiarsi.
Dieci minuti dopo arrivò McGee tutto sudato.
"McGee!! Mi vuoi spiegare cosa diavolo sta succedendo?!"
"In macchina Ziva,ora andiamo!"
-le rispose prendendola sottobraccio.
Uscendo dalla casa del suo capo Ziva saluto' i due poveri agenti e,continuando a pensare che fossero lì per niente e che se la sapeva cavare benissimo da sola,chiese loro di andarsene,almeno finché non sarebbe tornata.
Sam e Michael però ribatterono che l'avrebbero aspettata lí. Ziva,come al suo solito,si innervosì con loro e probabilmente se non fosse stata ripresa dal collega,avrebbe continuato a battibeccare costringendoli a fare una pausa e riposarsi.
Entrarono in macchina e McGee parti'.
"Non capisco perché sprecano il loro tempo così,fuori al freddo quando me la cavo benissimo da sola. Ehi ma non posso guidare io?"
"E' il loro lavoro Ziva. E comunque no,non puoi guidare te. Mi è bastato tutto ciò che ho combinato prima:per venire a prenderti avrò come minimo superato i 100 km/h e preso almeno dieci multe"

Ziva non lo aveva mai visto così agitato. Gli posò una mano sulla spalla.
"Va tutto bene Tim? Cosa sta succedendo?"
McGee sospiro'.
"No,non va bene per niente. Questa mattina poco dopo l'arrivo di Tony sono riuscito,dopo una lunga notte di lavoro,a rintracciare il nome con cui si fa chiamare Reira Admir."
Ziva si sentì improvvisamente in colpa con sè stessa per essere stata la causa del lavoro notturno del suo migliore amico e per essersi dimenticata,almeno quella notte,del suo principale obbiettivo:Reira.
"Si fa chiamare Emma Duggan.
Ma c'è dell'altro..sono anche riuscito a localizzare la sua posizione e nel giro di pochi minuti abbiamo raggiunto l'appartamento."
"Non l'avete trovata vero?"
"No."

Troppo facile.
"Ma-continuò McGee-abbiamo trovato tante foto,Ziva. Foto tue,di tuo padre,della sua famiglia e del quartier generale. Ti pedinava almeno da un mese."
"Ma allora perché non ha colpito prima?"
-non era affatto sorpresa da quello che Tim le aveva appena detto.
"Non lo sappiamo. In ogni caso la stanno cercando ovunque,non andrà lontano ma per precauzione preferiamo che tu rimanga all'Ncis"
Ziva non rispose. Non voleva che le facessero del male e non aveva paura che Reira lo facesse a lei.
Anzi questo era l'ultimo dei suoi problemi,desiderava solo che non succedesse niente alla sua famiglia.

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Tony era davanti all'ascensore da un tempo infinito.
Lo fissava con un tale odio da far invidia anche alle occhiatacce del capo.
Dopo che avevano trovato quelle foto a casa della donna aveva avuto l'impulso irrefrenabile di correre dalla sua Zee ma Gibbs aveva mandato McGee.
"Il pivello! Conoscendolo avrà sbagliato strada o peggio dimenticato la pistola qui in ufficio!" Era furibondo.
Corse verso la scrivania del McImbranato per controllare se i suoi sospetti fossero fondati. No,l'aveva con se. Tony cercò di calmarsi.
Neanche a farlo apposta le porte di quel maledettissimo ascensore si aprirono.
"Ehi? McGee! Finalmente! sei partito un ora fa. E,ma scusa,dov'è Ziva?"
Stava per strangolarlo quando McGee rispose:
"Sono salito in macchina esattamente 45 minuti e 22 secondi fa,non un ora Tony. E Ziva si è fermata un attimo da Abby."
Tony non lo lasciò finire. Scese in laboratorio.
Non appena le porte dell'ascensore si aprirono si ritrovò davanti Gibbs.
Istintivamente cercò di scendere ma il capo lo rispinse dentro.
"Dove stavi andando DiNozzo?"
"Eh ecco capo io volevo raggiungere Abby per chiederle se aveva novità."

Magnifico.
L'ultima persona con cui avrebbe voluto parlare quella mattina era proprio lui.
Ormai era in trappola,aspettava solo che Gibbs bloccasse la macchina infernale,trasformandola nel suo ben noto ufficio.
Con sua grande sorpresa il capo non lo fermò affatto bensì prima di scendere gli tirò uno scappellotto.Il più forte che avesse mai dato.
"Questo e' un anticipo DiNozzo! Per non farti dimenticare che dobbiamo parlare!"


To be continued..

Angolo dell'autrice
Eccomi tornata! Viva e vegeta anche grazie a voi e ai vostri dolci auguri di buona guarigione!!
Questo capitolo in principio era mooolto più lungo ma poi ho avuto un colpo di genio. Ho pensato di dividerlo in due parti in quanto io il 13 parto causa gita scolastica e torno il 20 quindi non riuscirò ad aggiornare per più di una settimana..ho deciso perciò di pubblicare la prima parte oggi e (sempre che ci riesca) entro giovedì la seconda così almeno potete andare avanti con la lettura!
Detto questo spero vi sia piaciuto,un grazie a tutti come al solito,a chi commenta,a chi legge,a chi ha messo la storia nei preferiti/seguiti/ricordati! Spero di essere sempre all'altezza delle aspettative
Commentate!!!
@Bell e Chiara:continuate a scrivermi ragazze!!Mi diverto un mondo!!

P.s.Martedì sera in America andrà in onda la 10x20 Chasing Ghosts che da ufficialmente il via a questo finale di stagione che si preannuncia magnifico!!!
Non perdetela e fatemi sapere cosa ne pensate!!!!
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6:Sentimenti Contrastanti (Parte Seconda) ***


Capitolo 6:Sentimenti Contrastanti
Parte Seconda


Tony non poté parlare con Ziva per tutto il resto della giornata.
Nonostante la stanchezza,non si fermarono neanche un secondo,tanto era il lavoro da fare.
Di Reira gli agenti avevano perso le tracce subito dopo essere entrati nell'appartamento.
Tuttavia l'avviso era stato diramato ormai ovunque e tutti collaboravano con l'Ncis per trovarla.
A metà pomeriggio Ziva decise di tornare giù da Abby per chiederle come stava procedendo la sua analisi.
La trovò intenta a parlare con il suo ippopotamo di peluche.
"Hei Abby"
"Ziva,Ziva,Zivaaaa!! Che bello oggi sei passata a trovarmi ben due volte"
"Sono solo venuta a chiederti come procede"
"No,non è vero. Tu vuoi semplicemente vedere le foto,vero?"

Ziva stava seriamente cercando di capire come mai non era più in grado di mentire come una volta..ma sì in effetti era vero,voleva toccare con mano le foto trovate nell'abitazione della ragazza e Abby lo sapeva sin dall'inizio.

Ah le amiche.
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Entro' nel bagno delle donne. Fortunatamente era vuoto.
Abby le aveva dato il permesso di guardarle per pochi minuti usando i guanti per non danneggiarle ulteriormente e anche perché dovevano ancora essere analizzate.
In quell'istante il suo cuore aveva accelerato i battiti impercettibilmente ma abbastanza da renderla nervosa. Erano foto della sua vita e rigirare il coltello nella piaga,facendole tornare alla mente una marea di ricordi,certo non la aiutava.
Aprì la busta.
La prima foto raffigurava due ragazze davanti alla Basilica di Santa Sofia a Istanbul.Probabilmente,visti gli zainetti,in gita scolastica.
Ziva sorrise.
Stimo che l'età fosse circa sui tredici anni ma la cosa che la colpì di più fu che una era vestita tutta di verde e l'altra di viola.
Anche se era sfocata,riconobbe Reira dai capelli marroni.
Proprio poco tempo prima McGee le aveva mostrato una sua immagine.Gli occhi di Reira trasmettevano a Ziva un senso di tristezza indescrivibile.
La seconda foto invece fu decisamente quella che si aspettava di vedere:lei stessa abbracciata a Eli durante la cena tra alcuni capi di Stato e gli uomini più di spicco del Mossad.
Le fece ribrezzo pensare a quante cose ancora suo padre le nascondeva.
La terza e ultima foto di quelle tenute da Abby le lacerò il cuore.
Lei,Ari e Tali durante la festa di compleanno del loro migliore amico..
Eravamo così sorridenti all'epoca..prima che l'inferno incominciasse..prima che venissimo addestrati a combatterlo,l'inferno.
"Ziva? Tutto bene?"
Era Tony.
"Lo so che sei lì,ti ho cercata dappertutto....Ci sono novità"
Il tono con cui aveva pronunciato le ultime tre parole le fece venire voglia di rimanere chiusa nel bagno per sempre.
"Si,Tony,arrivo"
Rimise le foto nella busta e aprì la porta.
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Tony la stava aspettando vicino alla porta
"Hei" le si avvicinò
"Sicura che sia tutto a posto?"-le domandò arruffandole i capelli come al suo solito
"Certo"-Ziva sfornò il sorriso più decente che potesse trovare e,mentre salivano le scale per raggiungere Gibbs,lo richiamo'
"Eh Tony..io volevo ringraziarti per tutto.."
Lui si mise a ridere
"Non devi neanche dirlo Mossad e poi dobbiamo ancora subìre la furia devastatrice del capo! Ieri sera quando è tornato a casa stavamo dormendo. Credimi dopo averci visti così ci sgriderà talmente tanto che non vorrai più vedermi per mesi"
Ziva arrossì di colpo. Si ricordava solo di essersi addormentata mentre Tony le raccontava la trama del Padrino,nient'altro..
"Hei aspetta Tony! Aspetta! Ma cosa è successo dopo che mi sono addormentata?"
Ma Tony adorava farla arrabbiare. Fin troppo.
Accelerò per non risponderle fino a raggiungere lo squad room.
"Tony fermati o ti uccido con il mio coltello nuovo!"-Più Ziva urlava più arrossiva. Anche se dentro di lei immaginava che non fosse successo nulla,non riusciva proprio a capire come facesse a prenderla sempre alla sprovvista.
Lo raggiunse e lo afferrò per la manica.
Ma proprio quando stava riuscendo ad ottenere la sua attenzione arrivò Gibbs.
E non aveva una bella faccia.
"Problemi capo?"-chiese Tony,muovendo nel frattempo la manica del cappotto e cercando di far staccare Ziva.
"L'attentatore è un uomo. Non è Reira. Quindi o abbiamo a che fare con due grossi problemi senza alcun collegamento tra loro o potrebbe essere un complice della ragazza."
Tony sbianco'.
Ziva,come sempre,riuscì a mantenere la calma. Parlò per prima
"Reira agisce da sola. Ne sono sicura."
Gibbs la fissò con uno dei suoi soliti sguardi penetranti ma non disse nulla,si fidava e sapeva in fondo che Ziva aveva ragione.
"E ora che facciamo?"
"DiNozzo! Voglio che tu aiuti McGee a rintracciare quest'uomo,anche Abby sta lavorando con lui. Per questa notte penso sia più prudente che Ziva dorma qua e che chi debba uscire lo faccia chiedendo il permesso al direttore e non con meno di due agenti di scorta! Riferiscilo anche a Ducky e Palmer! Che non osino fare un passo senza l'assenso di Vance. Non voglio problemi."
Ziva più che mai si sentiva frustrata. Erano tutti in pericolo per colpa sua e stava diventando tutto più complicato. Era da giorni che non dormiva e ora sarebbe dovuta rimanere in ufficio pure la notte.
Sospiro'. "Gibbs te dove vai?"
"A casa mia. Voglio essere sicuro che sia tutto apposto."

"Posso venire?"
Appena Ziva lo chiese,Tony di scatto ripose con un "No!" secco
Gibbs prima lo fulminò con un'occhiata poi tornò a ignorarlo
"Perché vorresti venire con me David?"
"Perché Gibbs è da un giorno intero che non mi cambio,voglio prendere alcuni vestiti e darmi una veloce rinfrescata."
"Posso andare io Ziva,non c'è bisogno che ti muovi"-Tony non accennava a mollare.
"Basta che mi fai una lista e.."
Tony sbuffò. Non lo stavano nemmeno ascoltando!
Ziva era tutta intenta a chiudersi il cappotto mentre Gibbs si stava già dirigendo verso l'ascensore.
"Muoviti David,fra un ora dobbiamo essere di ritorno".
Ziva corse per raggiungere il capo lanciando solo un'ultima occhiata a Tony per cercare di tranquilizzarlo.
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Il cielo era limpido e l'aria ancora più fredda di quando lei,McGee e gli altri erano usciti per passare una serata tra amici. Già. Una normale serata tra amici.
Il viaggio fu veloce e piacevole.
Ziva amava il carattere di Gibbs,nonostante le tante domande lasciate in sospeso,non aprì bocca;continuò a guidare senza neanche mai voltarsi verso di lei.
Sapeva che in realtà era preoccupato..solo che il grande Leroy Jethro Gibbs non lascia mai trasparire le sue emozioni.
C'era un fitto legame instauratosi tra loro,come un filo rosso,che li teneva uniti dal rispetto reciproco e da una fiducia estrema e Ziva lo sapeva,lo sentiva..lentamente Gibbs stava prendendo il posto di Eli,stava diventando il padre che desiderava da tempo e che non aveva mai avuto.
Erano arrivati.
La macchina emise un ultimo rumorio prima di spegnersi totalmente lasciando i due agenti nel silenzio più completo.
Appena Ziva chiuse la portella però si rese conto che le cose non andavano. Era tutto troppo tranquillo.
D'accordo,Gibbs non era quello che si potesse definire il vicino migliore di sempre ma il pericolo era tangibile. Non era l'unica ad averlo notato.
Gibbs estrasse la pistola. Lei fece lo stesso.
Corsero sempre più velocemente verso la porta di casa e,con enorme sorpresa,trovarono Michael e Sam stesi a terra.
Gibbs tastò il battito e le disse che erano solo svenuti.
Ziva si sentì sollevata.
Ma la rabbia si stava sempre più impossessando del suo corpo,una rabbia che,unità al senso di colpa provato per non aver obbligato i due a tornare a casa quando lei era andata via con McGee,diventava sempre più pericolosa.
Si divisero:Gibbs salì ai piani superiori mentre lei perlustrò la cucina.
Era vuota. Niente era fuori posto.
Ziva uscì in giardino,stava per urlare al capo che era tutto a posto,quando sentì dei passi dietro di lei.
Fu questione di secondi:si girò di scatto,appena in tempo per evitare la pallottola e,con un calcio,colpì il braccio dell'aggressore facendogli perdere di mano la pistola.
Si avventò su di lui ma non riuscì a bloccarlo. Era veloce. Ziva non fece in tempo a difendersi:un pugno le arrivò dritto sulla faccia,talmente forte da farla indietreggiare.
Rimase stupita dalla bravura dell'uomo ma cinque anni nel Mossad erano decisamente serviti a qualcosa.
Si alzò come un fulmine,tirò fuori la sua pistola e proprio quando stava per ucciderlo con un colpo unico,secco,dritto al cuore,l'uomo si fece vedere in faccia.
Ziva si paralizzo'.
L'unico suono che,in quella gelida notte,fu emesso dalla sua bocca fu il nome di Gibbs.
Un richiamo,una richiesta di aiuto.
O forse semplicemente il nome di una delle poche persone capaci di non farla sprofondare nel buio più profondo.


Angolo dell'autrice
La bella notizia è che finalmente sono riuscita ad aggiornare.
La cattiva è che sto di nuovo male (maledetta ricadutaaaa) e quindi non parto.
Non ho molto da fare ergo aggiornerò presto.
Nel frattempo spero vi sia piaciuto questo capitolo,lasciatemi come sempre un pò di recensioni :)
@Meggie: Dolce,dolce,dolce vendetta muahahah <3
@tutte quelle che recensiscono sempre:Grazie ragazze,vi adoro!!!!
Bacioni
Ale

P.s. Chasing Ghosts è stato perfetto come episodio di apertura dell'arco finale..ora ci aspetta Berlin e...tanto altro :)

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7:Maybe,I Will ***


Capitolo 7:Maybe,I Will


Gibbs stava scendendo le scale quando sentì uno sparo.
Per un secondo che sembrò durare ore il panico si impossessò di lui.
Tutto il dolore misto al ricordo delle persone care che aveva visto venire uccise proprio davanti ai suoi occhi...tutto,tutto quello che era segregato nel suo cuore gli riaffioro' alla mente.
La paura di perdere anche Ziva lo fece correre come un pazzo.
Gibbs si precipitò in giardino gridando con tutto il fiato che aveva nei polmoni il suo nome finché nel buio non vide la sua ombra.
Quando la raggiunse,notò che Ziva stava puntando la pistola contro qualcuno disteso a terra. Ma non aveva premuto il grilletto.
L'espressione era vuota,il dito fermo sul freddo metallo dell'arma e lei immobile. La riscosse posandole dolcemente una mano sulla spalla.
"Ziva stai bene?"
Apparte una ferita e una botta non sembrava esser stata colpita.
Gibbs si lasciò sfuggire un grazie silenzioso e torno' a concentrarsi su di lei.
Ziva al tocco della mano,si girò verso di lui e cerco' nei suoi bellissimi occhi azzurri la calma necessaria per riacquistare il controllo di sè. Dopodiché annuì.
Improvvisamente lui capì perché la faccia della sua agente era così sconvolta.
"Malachi"-sospiro' Gibbs porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi da terra.
"Da quanto non ci si vede?"-chiese ironicamente l'uomo afferrandogli la mano e rimettendosi in piedi non con poca fatica
"Cosa ci fai qui?"-chiese Ziva acida.
Era arrabbiata. Sapeva esattamente perché lui si trovava qui e sapeva purtroppo anche altrettanto bene chi l'aveva mandato.
Non gli diede il tempo di rispondere.
"Come osi entrare in casa di un agente dell'Ncis e stordirne altri due?"
buio Ziva come ben puoi vedere e pensavo fossero persone poco affidabili"
"Mi stavi quasi per uccidere! Se non avessi schivato la pallottola..."
"Anche tu mi stavi per sparare!"-rispose Malachi avvicinandosi a lei e poggiandole la mano sulla guancia ancora colma di sangue.
"E comunque mi dispiace.."
Ma Ziva per tutta risposta si ritrasse dal suo tocco e,avvicinandosi a Gibbs,lo pregò di tornare al quartier generale.
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Erano in ascensore tutti e tre,Vance era già stato avvisato e,nonostante sapessero per chi Malachi fosse qui,dovevano comunque fargli alcune domande.
Ziva non si sarebbe persa per niente al mondo l'interrogatorio;poteva sempre sapere qualcosa su Reira di cui lei era all'oscuro..
Ma Gibbs la bloccò proprio quando stavano scendendo.
"David! Voglio che tu vada a farti controllare da Ducky"
"No. Gibbs guardami sto bene!"
"Non fare storie! Stai sanguinando,hai una botta sulla guancia e sei stata sfiorata da un proiettile! Ho già rischiato di perderti questa notte! Figurati se ti succedesse qualcosa a causa di una ferita mal curata!"
Le porte si chiusero,lasciando Ziva nel più completo sconforto.
Entrò in sala autopsie,salutò Palmer e si sedette sopra uno dei tavoli aspettando che Ducky la medicasse.
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Lo squillo del cellulare ridiede speranza a Ziva.
Era con Ducky ormai da venti minuti e doveva trovare il modo per uscire dalla stanza. Voleva raggiungere gli altri e non ce la faceva più ad ascoltare le storie dell'anatomopatologo. Fortunatamente il telefono la salvo'.
Si alzò e,dopo aver ringraziato,uscì il più velocemente possibile.
C'era un messaggio. Stava per aprirlo e leggerlo quando si scontrò con Tony.
"Bè grazie per avermi risposto! Ti ho chiamata tre volte!"
"Scusami tanto se Ducky non la smetteva di parlare!"-sbotto' innervosita
Tony la afferrò per il polso e la avvicinò a sè.
"Come stai? Ho incrociato Malachi mentre stavo venendo qui...prima che Gibbs mi dicesse l'accaduto. Se avessi ascoltato i miei consigli non saresti stata quasi uccisa da quell'idiota!" Nelle sue parole c'era un misto di rabbia e preoccupazione che addolcì Ziva.
I loro occhi si cercavano mentre la mano di Tony,ancora sul polso di Ziva,continuava a stringere,forte e risoluta.
"Ma sono qui. E non è successo niente,è colpa mia. Ora saliamo."
Ziva riuscì a liberarsi dalla stretta e a impegnare la sua mente.
La voglia di rompere le ultime barriere era tanta. Ma non nè era il luogo nè il momento adatto.
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La stanza degli interrogatori era ancora occupata da Gibbs e Malachi quando Tony e Ziva entrarono in quella adiacente.
"Ti ha mandato Eli David?"
Ziva trattenne il fiato.
"Si. Quando mi ha chiamato stavo lavorando a Parigi. Ho preso il primo aereo"
"Perché non sei venuto subito qua Malachi? Cosa nascondi?"
Lui si alzò in piedi. "Non nascondo niente Gibbs! E tu lo sai benissimo! Ho semplicemente dedotto che Ziva,visti gli ultimi eventi compreso il litigio con il padre,fosse a casa sua. Ma quando sono arrivato non l'ho trovata. Stavo per raggiunger l'Ncis quando ho pensato che magari potesse essere da te. Meno di tre ore fa stavo per bussare alla porta,quando ho notato due uomini proprio lì davanti . Cosa potevo fare?"
"Qualsiasi cosa tranne che tramortirli Malachi! Dannazione! Hai quasi ucciso la mia agente!"
Gibbs era furioso. Lo fece sedere e gli sbatté davanti una foto. La foto di Reira.
"Tu ovviamente saprai già tutto. Ma sei a conoscenza del fatto che forse questa ragazza non agisce da sola?"
Malachi rimase immobile.
"No. Assolutamente no. Neanche il direttore penso lo sappia. Chi è?"
"Speravo me lo potessi dire tu! Maschio,alto,sulla quarantina..la mia scienziata sta ancora cercando una pista."
"Vi aiuterò"
"È meglio che tu lo faccia sennò richiamo il tuo caro superiore e ti rispedisco in Israele!"

Le due porte si aprirono contemporaneamente.
Ziva superò tutti e tre lanciando un'occhiata di sfida a Malachi.
Odiava essere sotto la custodia di qualcuno. Odiava che quel qualcuno fosse Malachi e non riusciva a capire perché Gibbs avesse accettato di farlo lavorare con loro.
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Arrivò per prima nello squad room dove il suo umore fu particolarmente risollevato dalla scena cui si trovò di fronte:McGee che,spaventato dai passi della collega,si era rovesciato il caffè bollente addosso.
Ziva scaricò tutta l'ansia accumulata scoppiando in una risata cristallina che non faceva da tempo.
"Ziva!!!"-McGee era rimasto impalato a guardarla come se Ziva fosse stata la persona più strana al mondo,con la sua solita faccia da bambino impaurito.
"Mi spiace,questa volta non era mia intenzione farti prendere paura"-rispose lei ancora con le lacrime agli occhi.
"Ti stai vendicando? Perché non ti ho lasciata guidare ieri? Aiutami! Scotta e devo cambiarmi prima che..."
Concluse la frase sospirando "..arrivi Gibbs. È dietro di me vero?"
Lei annuì.
Il povero Tim sbiancò diventando dello stesso colore del bicchiere di caffè e si girò.
"Ehm capo..mi scusi è stata colpa di Ziva,mi ha fatto spaventare..io..ehm..dovrei andare a cambiarmi."
Stava aspettando che arrivassero una miriade di insulti ma invece,con sua grande sorpresa,Gibbs gli diede il permesso di andare da Abby a cambiarsi,ordinandogli anche di riposarsi. "Voi,tutti! Voglio che dormiate un po'. È notte fonda e siamo svegli da giorni. Dormite dove volete ma nessuno deve uscire dall'edificio."
Dopodichè scappò verso l'ufficio di Vance.
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In quel giorno così strano l'Ncis divenne una casa accogliente per tutti.
McGee e Abby dormivano beatamente in laboratorio mentre Gibbs era sparito ormai da tempo.
Ziva riuscì a scappare da Tony e Malachi che stavano litigando per impossessarsi delle ultime coperte rimaste ed entro' nell'aula delle video-conferenze.
Varcata la porta,il ricordo di quello che era successo pochi giorni fa torno' a farsi sentire ma Ziva lo cacciò,non voleva che Eli le rovinasse la poca serenità appena acquisita.
Si sedette sulla poltroncina e di colpo le tornò in mente il messaggio non letto che le era arrivato poco fa.
Aprì il cellulare. Era di un numero sconosciuto. Lesse.
"Lo sai chi sono. E sai che non mi fermerò mai. Se non vuoi che succeda niente a nessuno,alle 8 davanti a casa tua."
Era Reira. E in fondo Ziva lo sperava. Sorrise.
In quello stesso istante la porta si riaprì.
"Allora direi che un po' di cioccolata per stasera va bene ma..cosa stai facendo? Effettivamente non sarebbe una cattiva idea stare qua"-disse Tony avvicinandosi e appoggiandole la coperta sulle spalle.
Improvvisamente però si ricordò cos'era successo in quella stanza.
"Scusa. Forse non è proprio il caso. Mi spiace io.."
Ziva sorrise. "Scherzi Tony? Va benissimo qua. Chiama anche Malachi"
Tony voleva evitare proprio questo ma fu costretto a chiamarlo.
Ziva aspettò pazientemente,vide il suo DiNozzo addormentarsi come un bambino vicino a lei e Malachi dormire profondamente.
Poi,veloce e silenziosa come un gatto,uscì. Diretta verso di lei.
Diretta verso la fine dei conti.
Una volta per tutte.



Angolo dell'autrice
Buonasera gente scusate per il ritardo!! Ho avuto tanto da fare ma almeno adesso sto meglio!!
Volevo precisare una cosa:non so se vi ha fatto piacere questa sorpresa ma vi giuro,VI GIURO che l'idea di far arrivare Malachi era dentro di me anni luce prima che uscisse lo spoiler del suo probabile ritorno nel telefilm quindi è Ncis che ha copiato me non viceversa ahahah
Grazie mille per l'entusiasmo con cui commentate,sono felicissima!
Abbiate pazienza,questo capitolo non è lunghissimo..ma mi rifarò!!!
Non ho la più pallida idea di quanti ce ne saranno ancora,so solo che finalmente Ziva incontrerà Reira e che,poverini,vi lascio sempre con l'ansia!!
Recensite in tanti grazie di tutto!!
Alessia
@Meggie:Ahahah questa è la seconda volta eh ti voglio tanto bene
P.s. Cercherò di pubblicare prima di martedì,se non ci riuscissi...buona 10x21 a tutti!!! Berlin sarà un episodio epico in tutti i sensi!


TT 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8:You never get over. You only get throught. ***


Capitolo 8:You never get over. You only get throught.



Ziva arrivò davanti a casa sua neanche mezz'ora dopo aver lasciato l'Ncis.
La sua guida non era certo delle più tranquille,neanche con il buio e con la strada deserta.
Adorava quell'orario. Quando il sole stava per sorgere,tutte le mattine prima di andare a lavorare,era solita fare jogging lungo la piccola spiaggia non lontana da casa e si fermava sempre ad ammirare l'alba e a lasciare che i caldi raggi colorassero tutte le cose circostanti di un arancio acceso,sempre con sfumature diverse.
Entrata a casa,si sedette sul divano e permettendo per qualche minuto ai ricordi di riempirle la mente.

Improvvisamente,proprio quando stava lasciando che il sonno prendesse il sopravvento,sentì dei passi all'entrata.
"Me l'aspettavo più grande casa tua. Sai..per la figlia di uno degli uomini più potendo del Medio Oriente.."
La voce rimbombò attraverso la stanza.
Ziva rimase sorpresa:era una voce dolce,decisamente diversa da come se l'aspettava.
Con un gesto furtivo tocco' la pistola per assicurarsi che fosse nella tasca interna del giubbotto e si girò,rispondendo: "Non hai mai pensato,neanche per un secondo,che forse io non voglia essere riconosciuta come la figlia di quell'uomo Reira?"
Le due figure stavano ai due angoli del soggiorno.
In quel preciso istante,nella penombra,nel silenzio più assoluto,gli occhi delle donne si incontrarono.
Entrambe erano consapevoli che l'idea fattasi una dell'altra era completamente diversa;entrambe sapevano anche che questa era una pazzia ma Ziva comprendeva anche troppo bene cosa significasse cercare vendetta e da una parte non poteva che darle ragione.
Ma era giovane.
Molto giovane e non voleva che venisse sbattuta in prigione. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedirlo.
Reira si avvicinò.
Ziva studiò la situazione:non era armata o stava solo nascondendo la pistola da qualche parte?
"Su sfogati sono qua" Ziva aprì le braccia cercando di acquistare tempo.
"Io non ho bisogno della compassione di nessuno!" Urlo' Reira
"Tuo padre,si proprio quel bastardo! È colpa sua se mi trovo in questa situazione ora!"
"Puoi ancora tornare indietro,non hai fatto niente,fidati di me io posso aiutarti"
"Nessuno può aiutarmi! Nessuno può riportarmi la mia famiglia,la mia migliore amica..nessuno"
Ziva fece un passo in avanti..stava cedendo?
"Tu sei del Mossad! Tu fai parte di questi schifosi che uccidono le persone,le schiacciano come fossero insetti sotto la loro potenza solo per salvaguardarsi! Tu sapevi e non hai mosso un dito. Voglio che tuo padre versi ogni singola lacrima,urli fino alla morte. Solo così forse potrà rendersi conto di quanto sia terribile il suo lavoro"
"Io non sapevo niente Reira! Quando successe l'attentato io ero appena entrata a servizio dell'Ncis! Ne sono venuta a conoscenza pochi giorni fa. Lo so,io ti capisco dannazione! Ho perso mia sorella nel medesimo modo tanti anni fa."

Reira prese un respiro e soppesò le ultime parole dette dalla donna. Forse davvero poteva capire?
No.
Lei era sola ormai,e nessuno poteva aiutarla.
La rabbia si impossessò del suo corpo e con un gesto fulmineo diede un pugno a Ziva che non riuscì a schivare.
La butto' per terra e tirò fuori la pistola.
Ziva dal canto suo,rispose con quanta forza avesse in corpo.
Finirono per terra.
Reira perse l'arma ma si rialzò subito dopo Ziva.
Rimasero a guardarsi,ansimando. Pronte a riprendere la lotta,come due leonesse in cerca di cibo.
"Fermati. Stai facendo una cavolate enorme" disse Ziva col fiatone.
"Mai! Sai qual'è stata l'ultima cosa che mi ha detto mio padre prima che diventasse cenere in mezzo a quella esplosione? Sai quali sono state le parole che mi porto nel cuore da anni?
Prenditi cura della mamma! Perché lui sapeva che sarebbe potuto succedergli qualcosa in ogni momento,il suo lavoro era così e trattare col Mossad rendeva tutto ancora più difficile!!
E io non ho mantenuto la promessa,non sono riuscita a proteggere nessuno,nemmeno Olivia."

Le lacrime iniziarono a scenderle dalle guance,sempre più copiose.

Ziva si morse il labbro.
Quelle parole stavano facendo male anche a lei,rivangare il passato era sempre stata una cosa spaventosa;troppo dolore,troppa morte aleggiava nel suo paese natale.
Reira si avvicinò nuovamente tirandole un calcio sulla spalla che provocò a Ziva un dolore lancinante.
Fa male solo se ci pensi Ziva,rispondi.
Stringendo i denti la spinse indietro facendola sbattere contro una parete e facendo crollare il vaso di fiori più vicino.
Il salotto era sottosopra,ogni cosa per terra,entrambe erano sporche e sanguinavano.
"Vuoi continuare ancora per molto?" Urlò Ziva raggiungendola e puntandole la pistola addosso
"Non lo farai,sei troppo buona." Rise,sputando un po' di sangue "però devo ammettere che combatti bene"
Velocemente afferro' un coltello che aveva nascosto tra cintura e pantaloni e rialzandosi cerco' di colpire Ziva che fu costretta ad indietreggiare.
"Dacci un taglio Reira. Sei una ragazza,hai una vita davanti"
"Non è vero,io sono morta quell'otto maggio,in quella piazza,tra gli aquiloni,con i miei genitori" la voce si spezzo'
"Sono convinta che Olivia non sarebbe orgogliosa di te se ti vedesse così"
"Taci! Non sai neanche chi fosse!"
"Per me lei adesso cercherebbe di fermarti a tutti i costi,proprio come sto facendo io"
"Ti ho detto di non nominarla!" La mano che reggeva il coltello iniziò a tremare violentemente
"Pensa solo a cosa potresti fare per lei! Lo sai che è qui con te"
Il coltello cadde.
Ziva ci stava riuscendo. Alzò il tono della voce
"Fai in modo di essere il mezzo attraverso il quale lei possa ancora vivere,costruisciti una vita,ridi,sposati,fatti una famiglia,viaggia"

Promettimi che rimarrai sempre con me!" "E promettimi che quando saremo grandi mi porterai a vedere la neve in un posto lontano lontano da qui!"

"Basta ti prego"
"Siete ancora legate,due migliori amiche,come due aquiloni che,sospinti dal vento,volano leggiadri,due aquiloni,uno verde e uno viola sempre vicini..sempre e solo loro nei cieli di Tel Aviv."
Quello fu il colpo di grazia.
Ziva era riuscita nel suo intento,aveva avuto paura di affrontarla,di non riuscire a farla ragionare..in fondo non si era nemmeno preparata per un discorso del genere...
Ma ce l'aveva fatta.
Reira cadde in ginocchio,emettendo mugolii e portandosi entrambe le mani sulla faccia come per cercare di reprimere le lacrime.
Non sapeva come,non capiva,ma quella donna,con delle semplici parole,era riuscita a spezzare l'alone di rabbia e di voglia di vendetta che si portava dietro da anni.
Non aveva la più pallida idea di cosa avrebbe fatto ora,di come si sarebbe comportata.
Quello che in realtà desiderava era che i suoi fantasmi la lasciassero in pace.
Forse Ziva David aveva sofferto più di quanto pensasse,altrimenti non sarebbe stata in grado di farle gettare la spugna così.
Forse Ziva David era semplicemente diversa da come l'aveva immaginata.
Forse,aveva sbagliato ogni cosa.

In mezzo a quel disastro,tra silenzio e singhiozzi,tra oggetti rotti e ricordi dolorosi,il telefono di Ziva inizio' a squillare una,due,tre,dieci volte prima che lei trovasse la forza di muoversi per rispondere.
Quando lo afferro' e si allontano' un po' da Reira per darle il tempo di riprendersi,sospiro' notando il numero decisamente familiare.
Prese un bel respiro,si pulì il viso dal sangue con la manica della giacca e rispose.
"Si lo so Tony.."
"MA SEI IMPAZZITA?"
"Tony ti ho detto che mi dispiace!"
"NON ME NE FREGA NIENTE! SPARISCI NEL BEL MEZZO DELLA NOTTE SENZA DARE SPIEGAZIONI,CON QUELLA PAZZA CHE POTREBBE ESSERE OVUNQUE! E"

"E' qui,a casa mia Tony! È tutto risolto"
"INSOMMA TI STIAMO CERCANDO TUTTI E..COSA HAI DETTO?? REIRA È LÌ CON TE?"
La voce di DiNozzo stava diventando sempre più acuta e isterica.
Ma Ziva non lo ascoltava più. C'era qualcosa..qualcosa di strano..
Era affacciata alla finestra mentre parlava con lui e aveva visto un fascio di luce rossa attraversarla e posarsi su Reira.
Aveva mal di testa.
Era tutto così confuso,era stanca,le tempie le dolevano e Tony perseverava con i suoi urli.
"Tony! Tony aspetta un secondo. C'è qualcosa che.."
In un istante capi'.

Lascio' cadere il cellulare correndo verso Reira,gridandole di spostarsi ma non fece in tempo.
La finestra si ruppe in mille pezzi,ricoprendo tutto di vetri taglienti.
Tony si congelo' appena sentì il rumore e le urla.
Ziva,cercando di coprirsi la testa e ignorando il dolore,corse fuori sparando colpi probabilmente a vuoto.
Quando tutto si calmò rientro' il più velocemente possibile,appena in tempo per vedere Reira cadere a terra,colpita alla spalla.
Cercando di fermare il sangue che usciva copioso,con le mani tremanti,chiamo' i soccorsi.
Non era finita.
C'era qualcuno che le voleva morte entrambe.

Tutto iniziava a diventare troppo pericoloso.
Dannatamente troppo pericoloso.




Angolo dell'autrice
Weiiiiii genteee
Vi sono mancata??
Scusatemi,scusatemi,scusatemi per il ritardo madornale,non è da me ma sono state settimane terrificanti tra compiti,verifiche,test,interrogazioni e ansia per gli episodi di Ncis ahaha
In più questo era un capitolo impegnativo,uno di quelli che aspettavo da mesi..ho voluto metterci un po' di più anche per essere sicura che andasse bene.
Non so se sono stata all'altezza onestamente però sappiate che ci ho messo anima e corpo quindi spero che vi sia piaciuto!
Recensite
Grazie a tutti,siete fantastici
A presto
Alessia
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9:Chasing Cars ***


Capitolo 9:Chasing Cars


4 ore prima

Tony DiNozzo aprì gli occhi molto lentamente quella mattina.
Sembrava che il sonno non gli fosse servito assolutamente a nulla.
Si sentiva stanchissimo e con così poca voglia di fare che probabilmente anche uno come McGee sarebbe stato più attivo di lui.
Si stiracchio' e appoggio' la mano sulla poltroncina vicino alla sua con l'intento di rubare la coperta alla collega e di iniziare già di prima mattina a farla arrabbiare.
Con sua grande sorpresa però il braccio non trovo' Ziva.
Si alzò alla velocità della luce sperando che non fosse quel che pensava ma non riusciva a scacciare il brutto presentimento che aleggiava dentro di lui.
"Malachi!"-urlò all'agente ancora appisolato.
"Che cosa c'è? DiNozzo allora ce l'hai proprio con me! Non si può neanche dormire in pace! Già non è che sia il posto più comodo del mondo questo!"
"Smettila! Ziva è sparita"
"Ziva è cosa?!" Si alzò anche lui
"Ma sarà andata a correre,lo sai che è un'abitudine per lei"
"Con l'ordine di Gibbs di rimanere qua? No,non lo avrebbe mai fatto..porca miseria! È tutta colpa mia! "
"Calmati Tony,la troveremo!"
Lui non rispose e si affretto' ad uscire dalla stanza.
Scese le scale il più velocemente possibile per raggiungere il laboratorio di Abby.
"È già sveglia" penso' sentendo la solita assordante musica.
"Abby.."
Entro' ma non vi trovo' nessuno.
"Abby.."
Silenzio.
"ABBY!!!!"
"Hei ciao Tony" disse lei comparendo da dietro e facendolo sobbalzare.
"Sono le sei del mattino,potresti abbassare la musica così non devo urlare?"
"Cosa?" Rispose lei di tutto rimando
Tony sbuffò "ho detto se per favore puoi"
Per sua fortuna ci pensò mcGee.
"Grazie McMusic,stavo appunto chiedendo a Abby se aveva visto Ziva"
"Tony,Malachi sta parlando con Gibbs dovresti venire su"
"Ehi qualcuno qui vuole spiegarmi cosa sta succedendo?"chiese Abby interrompendoli.
Ma non appena proferì parola si accorse che erano già sulla soglia del laboratorio.
"NESSUNO MI DICE NIENTE E NESSUNO MI PORTA IL MIO CAF-POW! SIETE TERRIBILI" urlo' ad un certo punto facendo ripartire la musica a tutto volume.
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"Capo!"
Tony si precipitò verso di lui non appena lo vide.
Pareva molto agitato e girava da una parte all'altra. Non era decisamente da Gibbs.
"Lo so DiNozzo! Prendi le tue cose! McGee hai provato a localizzare il suo cellulare?"
"Niente da fare capo,è spento" si affretto' a rispondere
"Voglio che tu e Di Nozzo andiate a casa mia,probabilmente è lì che è tornata per incontrare Reira"
Tony sbiancò all'improvviso
"Come fai a esserne sicuro?"
Gibbs ignorò la domanda e continuo'
"Io e Malachi proveremo in tutti gli altri posti! Teniamoci in contatto"
"Ah..DiNozzo.."
"Si? ...Ahia capo!"

Il rumore di un sonoro scappellotto riecheggiò nello lo squad Room
"E questo perché?"
"Perché io so sempre tutto,non mi sbaglio mai ricordatelo!
E perché..voglio che tu me la riporti! Il prima possibile"

Si scambiarono uno sguardo d'intesa e salirono in ascensore.
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La casa di Gibbs era vuota.
Tony lo sospettava ma sperava con tutto il cuore di essersi sbagliato.
"Niente!" Disse McGee
"Lo stesso anche qui McNavigatore"
"L'ho chiamata circa venti volte ma il cellulare è ancora spento..non ci resta che.."
Uno squillo.
Tony fu un fulmine a rispondere.

"Si lo so Tony.."
"MA SEI IMPAZZITA?"
"Tony ti ho detto che mi dispiace!"
"NON ME NE FREGA NIENTE! SPARISCI NEL BEL MEZZO DELLA NOTTE SENZA DARE SPIEGAZIONI,CON QUELLA PAZZA CHE POTREBBE ESSERE OVUNQUE! E"
"E' qui,a casa mia Tony! È tutto risolto"
"INSOMMA TI STIAMO CERCANDO TUTTI E..COSA HAI DETTO?? REIRA È LÌ CON TE?"

McGee stava avvisando il capo che Ziva si era fatta viva quando sentì il collega urlare il suo nome e correre verso di lui.
"Salì in macchina McGee MUOVITI!"
"Ma..ma..che cosa è successo?"
"Non lo so è questo il problema! Di a Gibbs di raggiungerci a casa di Ziva! Subito!"

Fu la risposta di Tony.
Un Tony sempre più agitato e incapace di mantenere la calma e controllare le sue emozioni.
"Non l'ho mai visto così" disse mcGee tra sè caricando la pistola e entrando nell'abitacolo.
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 Tempo presente

Ziva stava ancora cercando di fermare il sangue con la sua giacca.
Era già tutta sporca e,anche se non lo voleva ammettere nemmeno a se stessa,l'odore le dava la nausea.
Le ricordava quello che era successo anni fa,rivedeva Michael disteso a terra che respirava a fatica.
Le ricordava la lite con Tony,la Somalia.
Eli..
Cercò di scacciare quei brutti pensieri e di tenersi concentrata su Reira.
Non poteva perderla adesso,non dopo essere riuscita a farla ragionare.
La conosceva da neanche due ore e già sentiva di volerle bene.
La porta si aprì di colpo mostrando a Ziva un Tony trafelato e pallido.
"Tony!"
Appena la vide,lui corse da lei e le prese il viso fra le mani.
Ziva rimase scioccata da quel gesto.
Era sempre così,tutto succedeva sempre nei momenti meno appropriati.
"Tony..dobbiamo portare Reira fuori di qui.."
In quel momento entro' anche McGee
"L'ambulanza è arrivata"
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 Erano nella sala di attesa.
Il viaggio era stato silenzioso e veloce.
McGee aveva probabilmente fatto il più alto numero di sorpassi di tutta la sua vita.
Ziva era seduta su una poltroncina,con lo sguardo perso.
Tony era ancora incredulo.
Non riusciva a comprendere come Reira avesse fatto a trovarla e quante cose fossero successe in così pochi giorni.
Ma aveva paura per Ziva. Questa storia le stava facendo molto più male del previsto.
Ora era lì,sporca di sangue rappreso,piena di tagli dovuti al vetro schizzato via,con occhiaie profondissime e in assenza di sonno probabilmente da più di qualche giorno.
Stava giurando a se stesso che se non avessero concluso il caso,portato in prigione la ragazza e scoperto chi ci fosse dietro agli spari il prima possibile,avrebbe trascinato Ziva a milioni di chilometri di distanza almeno per qualche mese,fregandosene di Vance e dei suoi ordini.
Gibbs arrivo' dopo poco,seguito da Adam e si avvicinò a Ziva
"Come stai?"
"Sto bene Gibbs."

"Cosa ti avevo detto?"
"Lo sai che faccio sempre di testa mia"
Gibbs sorrise lievemente.
Lo sapeva. Non c'era neanche bisogno di dirglielo.
Aveva voglia di sgridarla per la paura che aveva fatto prendere a tutti ma non ci riusciva mai con lei.
meglio se ti vai a medicare. E stavolta non fiatare David."
"L'accompagno io capo." Si intromise Tony.
Ziva tiro' un sospiro e si alzò proprio quando il medico uscì.
"Ci sono novità Dottore?" Chiese lei avvicinandosi
"Si...dovrei parlare con i parenti"
L'ennesima pugnalata al cuore.
Ziva scambio' uno sguardo con Tony e rispose "A dire la verità..non...non sono presenti"
"Allora con la persona a lei più vicina."
Gibbs diede il consenso e lasciò che Ziva lo seguisse.
"Andiamo nel mio studio."



Angolo dell'autrice
Maledetta scuola!!!!!
Scusate ancora
Questo è un capitoletto filler,niente di che,solo getta le basi per il prossimo
Ci avviciniamo alla fine,non so quanti capitoli ci saranno ancora,di sicuro almeno tre!!
Grazie di cuore a tutti quelli che mi seguono sempre (non senza pazienza!) e soprattutto a una persona che si sarà arrabbiata perché ho citato "tra le righe" un episodio che a lei piace moltissimo e ho messo un titolo molto allegro AHAHHA
Il finale mi ha distrutta ma sono fiduciosa per la undicesima stagione.
Nel frattempo vi invito a rivedere tutte le scene dei nostri cari OTP avvenute in questa fantastica stagione qui
: http://youtu.be/zUMR3Sc5TPA
E vi lascio anche la frase di Mike Franks,che rimarrà sempre nel mio cuore,pronunciata in questo finale:
We collect secrets over the years, hide behind them, depend on them like aces up our sleeve. We think we have to protect the people we love from the truth; but the truth isn’t the poison, it’s the cure.
Best thing you can do is teach your kids not to be afraid. We try to live a good life, a clean life, but the secrets get in the way. Sure we can play dirty, use people’s mistake against them. But put all those secrets behind us, and the honest man comes out on top”

Stupende emozioni quest'anno!!!!
A breve penso che inizierò una long basata proprio su Damned If You Do,tanto per rompervi durante l'estate in attesa del 24 Settembre (ma solo se lo volete) :P
Bacio <3
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10:With or Without you ***


Capitolo 10:With or Without you


"Le condizioni della paziente non sono gravi"
Ziva tirò un sospiro di sollievo.
"Fortunatamente il proiettile che abbiamo estratto non ha intaccato nessun organo,si rimetterà nel giro di pochi giorni ma è opportuno che la lasciate riposare per un po' "
"Grazie,dottore. Posso avvisare i miei colleghi?"
"Certo ma solo se prima si fa medicare." Il medico sorrise.
Ziva no.
Più che altro le sembrava che la stesse minacciando in maniera cordiale e stesse cercando di obbligarla a farsi dare un'occhiata quando più volte aveva ripetuto che stava bene.

"E adesso capo che si fa?"
Ziva era appena tornata,se l'era cavata con un paio di fasciature qua e la e,non appena l'infermiera aveva detto che così poteva bastare,era saltata giù dal lettino e corsa ad avvisare Gibbs.
"McGee torna da Abby,falle analizzare il proiettile,forse questa volta riusciremo a risalire veramente al colpevole"
"Ziva tu"
"Si,vado da Reira e vedo se riesco a farmi raccontare qualcosa"
"No. Ti stavo dicendo di andare a casa. A riposare."
"Assolutamente no Gibbs! Sto bene lo vedi anche tu e lei ha bisogno del mio aiuto in questo momento"
"Ci sarò io. Per ora non ci sono accuse a suo carico,sarò gentile prometto" disse,lasciando che un lieve sorriso apparisse sul volto.
"Ma Gibbs io devo parlarle"
"David smettila di essere così testarda e vai a casa! Ora!"
Lei girò i tacchi infuriata e si incamminò verso l'uscita.
"Capo.."
"Va DiNozzo,non voglio che rimanga sola." Disse facendo un gesto col capo.
"Corro,capo!"
"..e io e te,Malachi raggiungiamo la ragazza."
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 Il viaggio era stato silenzioso.
Nessuno dei due aveva parlato.
Non appena rientrarono in quella che doveva essere la sua casa,Ziva iniziò a raccogliere i vetri finché silenziosamente non si avviò verso il giardino,verso il punto esatto in cui l'uomo aveva sparato.
Non c'era niente a terra che la potesse aiutare,soprattutto a causa della pioggia caduta quella notte che aveva cancellato le impronte lasciate durante la sparatoia.
Tony si avvicinò senza fare rumore ma questa volta non la fece sobbalzare.
Era troppo tesa,troppo all'erta per poter essere spaventata.
Voleva rassicurarla,dirle qualcosa,sentiva che tutto ciò li stava allontanando e l'unica cosa che desiderava era porvi rimedio ma le uniche parole che uscirono in quell'istante,dettate dalla stanchezza e dalla paura di perderla,furono quelle uniche che mai avrebbe voluto pronunciare.
"Sono deluso,Ziva"
Lei si girò guardandolo dritto negli occhi ma non rispose.
"Speravo che dopo tutto quello che abbiamo passato assieme,dopo anni e anni tu ti fidassi di me"
"Tony ma cosa stai dicendo? Io mi fido di te"
"Non abbastanza a quanto pare"
"Perché ti ho tenuto fuori da questa storia?"
Il vento gelido le mosse i capelli.
Iniziava a sentir salire la tensione.
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 Reira aveva da poco aperto gli occhi e aveva appoggiato la schiena sul soffice cuscino,quando entrarono due uomini.
"Cosa volete? Non provate ad avvicinarvi"
"Si rilassi,siamo dell'Ncis"
Reira scatto in avanti,si era dimenticata di cosa era successo poche ore prima
"Dov'è Ziva David?"
Le lacrime iniziarono a sgorgare
"Vi prego ditemi che sta bene"
Gibbs si avvicinò.
"Stai tranquilla,Ziva e' solo andata a riposare un po' "
"Reira dovremmo chiederti alcune cose.."
"Sono nei guai vero? Io..io..mi assumerò tutte le responsabilità
"
"Soprattutto quando vedrai Eli David" aggiunse Malachi che venne subìto ripreso da Gibbs
"Ignoralo. Alle conseguenze penseremo dopo. Vuoi farti aiutare Reira?
"Io..si"
"È solo grazie a Ziva se non hai fatto qualcosa che ti sarebbe costato anni di prigione giusto? È grazie a lei se adesso sei viva giusto?"
"Si" abbassò lo sguardo.
"Reira guardami! Tu le devi la vita! Vuoi aiutarla?"
"Si!!" Urlo' lei con tutto il fiato che aveva.
"Bene,allora cerca di fare mente locale..c'è qualcuno oltre a te che aveva o ha interesse a colpire il Mossad? Qualcuno che,dopo l'attentato,ha assunto un atteggiamento di odio verso Eli?"
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 "Cosa dovrei pensare secondo te?"
"Non lo so forse sforzarti un po' di più per capirmi"
"Ci ho provato e ci provo tutt'ora ogni santo giorno Ziva! Ma tu continui a dimostrarmi quanto poco io valga in realtà per te"
Ziva era sconvolta. Non riusciva a credere che proprio lui pensasse questo di lei.
Proprio Tony..l'uomo che amava..
"Non capisci proprio niente DiNozzo!! Vai al diavolo!" Disse tirandogli un ceffone e chiudendosi in casa.
Il primo impulso di Tony fu quello di correrle dietro,farsi aprire e chiederle scusa ma la guancia pulsava per il dolore così come il suo cuore per la rabbia così si girò e salì in macchina deciso a tornare in ufficio per fare qualcosa di più produttivo.
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 "Hei McGenio come vanno le cose qui?"
"Tony??? Ma cosa...non dovevi essere da Ziva?"
"E che cos'è quel segno rosso?"
"Va bene,ho capito,vado da Abby a chiedere informazioni"
McGee stavolta era più deciso che mai a non farsi prendere in giro.
Sapeva che era successo qualcosa e non voleva esserne tenuto fuori.
Teneva tanto a Tony quanto a Ziva e non avrebbe permesso che le loro litigate rovinassero il rapporto e l'umore di tutti.
Poi-tra l'altro-voleva che lo accompagnasse a pranzo,oggi toccava a lui pagargli il panino.
Con velocità,non proprio la sua qualità migliore,entro' nell'ascensore e lo blocco'.
Tony lo guardo' malissimo.
"Hei cosa fai McGibbs,prendi il posto del capo? Ma se manca da due ore neanche?! E poi ti ricordo che sono io l'agente più anziano qua!"
"Tony,piantala. Cos'è successo con Ziva? Lo sai che non dovevi lasciarla sola vero?!"
Tony alle ultime parole sentì una fitta allo stomaco.
"Si...lo so."
"E allora...???"
"E allora niente! Abbiamo litigato contento?"

"Questo l'avevo capito Tony. Si comprende subito quando discuti con Ziva..sei..diverso..più chiuso insomma.."
"È colpa mia. Le ho detto che ero deluso da lei,perché non mi ha aspettato prima di raggiungere Reira ma penso che quel che ho detto in realtà lo stavo dicendo a me. Sono solo troppo testardo per ammetterlo"
"Sai Tony io penso che lei lo abbia fatto solo per proteggerti."

"Lo so,pivello. Mi stai facendo sentire solo più in colpa. Adesso torno a prenderla"
"E penso anche che stiate litigando così perché nessuno dei due riesce ad ammettere quello che prova per l'altro. Trovate sempre una scusa per non parlare dei vostri sentimenti"
Tony arrossì violentemente
"Ma ma che cosa stai dicendo? Ahah hai frainteso,veramente tra noi non.."

Fu salvato dall'ascensore che si aprì e da Abby che li chiamò appena lì sentì arrivare.
"Novità gente! Muovetevi!"
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"Allora Reira riesci a ricordare?"
"Non mi sembra..in tutti i mesi in cui sono stata qua non è successo niente di strano."
"E quando eri in Israele? Cerca di sforzarti è importante,non c'è molto tempo.."
"In Israele dice agente Gibbs? Be' mmhh ecco non saprei..."
Improvvisamente il suo corpo si irrigidì e un tremore le salì lungo tutta la schiena.
"Ehi hai trovato qualcosa?" Domandò Malachi
Reira deglutì. Non ci aveva mai pensato ma razionalmente poteva essere proprio lui..
"Si..forse so chi potrebbe voler me,Eli e Ziva morti."
"E se ho ragione,dobbiamo muoverci in fretta."




Angolo dell'autrice (il più corto di sempre O.o)
Posso per una volta dire che sono fiera di questo capitolo? (Annotatelo,è raro che sia fiera del mio lavoro,bisogna festeggiare ^^ ahaha)
Mi piace come l'ho descritto e spero di avervi messo un po' d'ansia.
Finalmente si tirano le somme..dobbiamo solo scoprire chi è questo bruttone e...aver fiducia in Tony e Ziva.
(Comunque per chi non l'avesse notato mi piace l'angst tra i Tiva e si,mi sono ispirata ovviamente a Aliyah e Double Blind)
Grazie as always e recensite
Questo capitolo lo dedico alle ragazze che mi seguono da sempre (<3) e alla Marghe che ha avuto una giornata un po'..schifosa!
Bacioni
Alessia

P.POP 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11:High Hopes ***


Capitolo 11:High Hopes


La porta sbatté così violentemente che le finestre tremarono.
Ziva si lascio' cadere per terra,vicino al divano,come fosse un peso morto,proprio dove Tony qualche giorno prima si era addormentato tenendola per mano.
Ora,che la sua casa era un disastro e che tutte le certezze che aveva le stavano lentamente crollando addosso,si sentiva fuori luogo come lo era stata i primi giorni di lavoro,quando tutti la vedevano come una spia e nessuno si fidava di lei.
Era stata una stupida.
Tony era l'unica persona in grado farle tirare fuori il suo lato migliore;con lui aveva condiviso più di quanto avesse mai fatto persino con la sua famiglia,tuttavia esisteva ancora una barriera tra loro,la più resistente e invalicabile che non le permetteva di fare il passo decisivo verso di lui.
Perché nessuno capiva?
Essere cresciuti in un paese come l'Israele,avere un padre che a capo dei servizi segreti,aver ricevuto un'educazione finalizzata solo a diventare degli assassini senza scrupoli,ha avuto e avrà sempre un certo peso nella sua vita e di certo il passato non si può cancellare.
Ma ci si può alzare e ricominciare.
Ziva si rimise in piedi e uscì.
Avrebbe detto a Tony quello che provava,lo avrebbe fatto prima di perderlo definitivamente.
A costo di litigare con suo padre,si sarebbe riconquistata l'uomo che amava e non gli avrebbe tenuto più niente nascosto.
Doveva solo concludere questo caso,ancora poco e stavolta sarebbe stata lei a buttare giù l'ultimo muro.
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  Tony non era mai stato così contento di vedere Abby.
Gli aveva appena evitato la figuraccia più colossale di sempre o peggio.
Quasi corse verso di lei rischiando di andare a sbattere contro la porta scorrevole.
"Ciao Abs"-disse,baciandola sulla fronte
"Ehi ciao Tony che accoglienza! Forza entrate,ho delle buone notizie per voi"
"Ciao Abby"
"Ciao McGee! Perché ci hai messo così tanto? Possibile che tu sia sempre l'ultimo ad arrivare Tim?"-chiese lei punzecchiandolo
"Scusa ma stavo parlando con Tony di una cosa ma lui sfugge sempre e"
Tony gli diede una gomitata.
"Perché sono più serio di te McGibbs! Dobbiamo lavorare"-concluse lui fulminando l'amico con un'occhiata.
"Tony ha ragione!
Più Abby si avvicinava al suo spettrometro di massa più McGee a Tony finché,senza che la scienziata lo sentisse,gli sussurrò un flebile e poco convincente "non pensare che sia finita qua Tony! Noi dobbiamo parlare" per poi venir allontanato da questo con un'altra gomitata-decisamente più forte della prima.
"La smettete voi due?! Avrete tempo per parlare del vostro matrimonio più tardi! Ora ho bisogno che andiate a General Street,il proiettile con cui il nostro amico ha sparato proviene dal negozio di quella strada. Trovate il negozio e troverete la ricevuta con la quale ha pagato."
"Troviamo la ricevuta e troveremo il bastardo" concluse Tony.
"Grazie Abby!"
"Di niente,e portatemi un Caf Pow quando tornate capito?"
"Ah che bambini che sono! Sei più intelligente te" disse Abby tra se' guardando il suo ippopotamo di peluche
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  Gibbs mise piede in ascensore.
Sapeva il nome dell'uomo.
Finalmente l'avrebbero arrestato.
Tutto sarebbe stato archiviato e lui avrebbe potuto dedicarsi a ricucire il rapporto tra Eli e Ziva.
Nonostante sapesse quanto Zee ci fosse rimasta male per il suo comportamento e quanto avesse ragione,il grande e potente Eli rimaneva sempre suo padre e non poteva permettere che il loro rapporto già compromesso,venisse spezzato per sempre.
Il rumore metallico che lo avvisava di essere arrivato lo desto' dai suoi pensieri.
Uscì avviandosi verso la sua scrivania quando vide comparire McGee.
La rabbia iniziò a crescere quando vide dietro di lui anche Tony.
"DI NOZZO COSA FAI QUI?"
Tony impallidì
"Ehm ecco capo io sono passato perché Abby ha trovato delle prove.."
"Ha litigato con Ziva,capo."
La faccia di Tony passo' dal bianco al viola.
"Senti pivello stai diventando troppo impiccione per i miei gusti,questa me la paghi"
"Piantatela. Dove stavate andando?"
"Abby ha rintracciato il negozio nel quale il nostro uomo ha comprato il fucile,stavamo andando a controllare"
"Non serve. Reira mi ha dato una pista. So come si chiama l'uomo e so esattamente chi è. Voglio che tu faccia qualsiasi cosa per rintracciarlo McGee. Deve essere sbattuto in galera entro domani."
"Tony torna subito da Ziva! Non voglio che rimanga da sola,Reira e' con Malachi."
"Si capo!" Risposero all'unisono
"MUOVETEVI"
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  Odiava quell'ospedale con tutta sé stessa.
Oppure erano gli infermieri a odiare lei?
Così sembrava.
Stava cercando di spiegare alla signorina della reception chi doveva vedere ma non riceveva altro che risposte come "deve chiedere a Marta del secondo piano,a Chiara del terzo e così via".
Morale della favola:era da un'ora che girava a vuoto.
Stava gettando la spugna quando finalmente riuscì a trovare l'ala esatta del nosocomio e a farsi dare le indicazioni giuste.
Trovata la stanza fece un bel respiro ed entro'.
Vide Reira in piedi,vicino al letto,già vestita e Malachi venirle incontro.
Saluto' l'agente con un gesto della mano e si rivolse alla ragazza.
"Ehi Reira!"
Lei sobbalzò.
"C..ciao Ziva"
"Come stai? E come mai sei vestita? Non dovevi stare qui ancora per un po'?"
"Meglio grazie. Io,si avrei dovuto ma non ce n'è motivo.."
Improvvisamente abbasso' lo sguardo e si mise a piangere.
Ziva le andò incontro,abbracciandola.
"Hei cos'hai? Malachi cosa le hai fatto?"
Ma lui non rispose.
"Si può sapere cosa sta succedendo?"
Fu in quel momento che Reira alzò la testa ancora tremante e sussurrò un lieve "mi dispiace"
La porta alle spalle di Ziva venne chiusa.
Non fece nemmeno in tempo a girare la testa che si sentì afferrare per le braccia e qualcuno le tappò la bocca con uno straccio intriso di sonnifero.
Cerco' di lottare con tutte le sue forze,di resistere,di non farsi avvolgere dal buio.
Invano.
Nel giro di pochi secondi la vista le si annebbio' e svenne,arrendendosi.
Pensando.

Pensando a Tony..



Angolo dell'autrice
Io non so veramente da dove mi vengono fuori questi finali così ricchi di suspense ahahaah
Ad ogni modo scusatemi ancora una volta per il ritardo ma adesso che la scuola e' finita (evvivaaaa) prometto che sarò più regolare negli aggiornamenti!
Cosa ne pensate? Sometimes si sta avviando verso il finale,mancheranno ancora tre capitoli penso ma mi piacerebbe sapere come sono state le vostre impressioni fin'ora
Ringrazio di cuore tutti e vi invito a scrivermi una recensione.
Questo capitolo lo dedico a tutti colore che mi seguono
e soprattutto a Fink che,con la scorsa recensione,mi ha resa veramente felice (e forse,per la prima volta,orgogliosa del mio operato).
Grazie ragazzi

P.s. BUONE VACANZE A TUTTI E IN BOCCA AL LUPO PER I MATURANDI,IN PARTICOLARE ALLA MIA AMY E ALLA CHIARA <3
P.p.s Vi lascio il link del video che la Cbs ha rilasciato una settimana fa,ci sono spoiler sulla decima stagione ma se potete guardatelo perché merita davvero. È uno dei più bei video che siano mai stati fatti 

http://youtu.be/6NGkmQdCF3g 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12:Spectrum ***


Capitolo 12:Spectrum


Tony DiNozzo era un uomo distrutto.
Ziva era sparita nel nulla da due giorni e con lei anche Reira.
E lui,da due giorni,non dormiva e non voleva staccarsi dalla sedia dell'ufficio.
La casa era un disastro,lo sapeva e suo padre probabilmente l'aveva già chiamato centinaia di volte senza ottenere nessuna risposta.
Il silenzio più totale.
Quello che regnava all'Ncis e,soprattutto,nel suo cuore.
Si sentiva perso senza la sua Ziva,tutto non aveva più senso ed era solo colpa sua.
Quella sera era tornato a prenderla con l'intento di scusarsi ma lei era scomparsa.
L'aveva cercata in ogni luogo immaginabile ma di lei nessuna traccia.
Se non avessimo litigato,se non l'avessi lasciata sola..-non riusciva a ripetere altra frase ormai.
Una volta informato Gibbs,avevano provato anche a contattare Malachi senza alcun risultato.
Così il capo aveva rivelato loro l'identità dell'attentatore e,dopo aver localizzato la sua abitazione,Tony era corso ad arrestarlo,sperando di trovare Ziva.
Ma non aveva trovato nessuno.
Quel bastardo era già scappato.
Il senso di frustrazione in quel momento aveva raggiunto l'apice e Tony non sapeva neanche come avesse fatto a sopportare il resto della giornata.
Erano stati così stupidi,adesso che sapevano chi fosse l'uomo e perché volesse Ziva e Reira,i tasselli del puzzle erano rientrati al loro posto e appariva tutto così intuibile..si sarebbe potuta evitare ogni cosa se fossero stati più rapidi,se lui fosse rimasta con Ziva.

Si avviò al distributore automatico e vi si appoggiò contro.
Un ricordo doloroso si fece strada nella sua mente.

"Sei agitata Zi? Ascolta,se vuoi posso assistere anche io alla videoconferenza con tuo padre,se questo ti rende più tranquilla"

"Cazzo maledetta conferenza,maledetto Eli,maledetto me!!"
Tiro' un calcio al muro,rovinandosi le scarpe.
"Vai a casa DiNozzo"
Gibbs era apparso dietro di lui e gli aveva posato una mano sulla spalla.
Tony sospirò,cercando di respingere le lacrime e si girò per guardare in faccia il suo capo.
"No,Gibbs io sto qui finché non ci sono novità"
"Vai a casa,non farmelo ripetere trenta volte! Non dormi nè mangi da ore!"
Tony scoppiò
"Smettila Gibbs di dirmi quello che devo o non devo fare! Ci sarà sicuramente qualcosa che possiamo fare! Perché dobbiamo restare qua a non far nulla mentre Ziva e Reira stanno per essere uccise? Non ce la faccio Gibbs,non sono forte quanto te!"
Per la prima volta in dieci anni di lavoro assieme al suo capo,non solo si era rifiutato di eseguire un ordine ma aveva anche espresso un suo parere.
Forse aveva bisogno del padre che c'era in Gibbs.
Anzi,decisamente senza il forse.
Gibbs gli afferrò le spalle come a riscuoterlo
"Le troveremo DiNozzo"
"Non pensare,neanche per un secondo,che possa essere successo qualcosa a Ziva e non mettere in dubbio il fatto che stiamo facendo del nostro meglio o che io non sia preoccupato quanto te"
"Ora andiamo da Abby
" concluse tirandogli uno scappellotto.
Uno dei pochi rigenerativi,che danno la forza di andare avanti.
Papà Gibbs esisteva qualche volta.
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 Ziva aprì gli occhi emettendo un mugolio.
Tutte le botte,i tagli e le escoriazioni dei giorni precedenti erano nulla in confronto al male che aveva al collo e alla faccia.
Non appena si abituò all'oscurità del luogo,che sembrava essere un magazzino,cercò di individuare Reira.
Si sentì chiamare.
Fortunatamente aveva solo le mani legate quindi poté,anche se con difficoltà,raggiungere l'altra parte della stanza dove si trovava la ragazza.
Reira si avvicinò e la abbracciò con forza
"Ziva tu non hai idea,mi dispiace così tanto!"
"Shhh,tranquilla so che non è stata colpa tua! Ma quanto ho dormito? E dove siamo?"
"Sei stata sotto l'effetto di quel sonnifero per molte ore,durante le quali ho cercato di capire dove ci troviamo ma non ci sono riuscita"
"Malachi! Dov'è? Me la pagherà quel lurido infame!"
"Mi ha tenuta in scacco,da quando Gibbs se n'è andato dall'ospedale a quando sei arrivata tu! Mi ha obbligata ad aspettarti e poi,una volta svenuta,ti ha trascinata fuori. Non ricordo nient'altro."
"Reira! Ti prego dimmi chi è che ci ha fatto questo"

La ragazza sospirò. Aveva ancora diversi tagli
"Si chiama Fadi. Fadi Alim"
"Reira io continuo a non capire"
"Ziva..Fadi è il papà di Olivia. Della mia amica Olivia. E cerca quello che cercavo io fino a poco tempo fa. Ci vuole morte Ziva e ci riuscirà"

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 "Gibbs,Gibbs,Gibbs!!"
Abby si lanciò prima su Gibbs e poi su Tony piangendo.
"Vi prego ditemi che la troveremo,vi prego!"
"Certo Abs,te lo prometto!" -rispose lui dandole un bacio sulla fronte
"Secondo voi Malachi e' coinvolto o è stato portato via anche lui con la forza?"
Sentendo il nome di quel verme Tony strinse le mani a pugno.
"Non lo sappiamo"
"Lo sappiamo eccome Tony!!!!"-disse McGee appena entrato nel laboratorio di corsa
"Capo Malachi ha acceso il cellulare probabilmente per farsi localizzare!"
Il cuore di Tony perse un battito.
Forse c'erano riusciti! Forse fra poco avrebbe riabbracciato la sua Zee!
"Ce l'hai fatta McGee?"-urlo' Gibbs preceduto da Tony che saliva in ascensore
"Si,si trova in un vecchio magazzino abbandonato,vicino al lago Pain"
"DiNozzo! McGee con me! Muovetevi!"
"Agli ordini capo!"


Ogni passo che faceva,ogni minuto che passava,a Tony sembrava di essere sempre più vicino alla sua Ziva e questa volta non l'avrebbe più lasciata andare.
Mai più.


Angolo dell'autrice
Capitoletto corto e molto introspettivo,che getta le basi per il prossimo,uno dei più importanti,complicati,che non vedo l'ora di scrivere e con una bellissima scena Tiva
Contenti??? E non è neanche finito con un Cliffhanger stavolta ahahah Mi son fatta perdonare?
E finalmente abbiamo scoperto chi è l'uomo!!!!!! Ve lo aspettavate o no? Sono stata brava a non farvelo capire?
Spero in ogni caso che vi sia piaciuto,risponderò alle recensioni da lunedì perché domani vado a Verona
Un ringraziamento a tutte le nove (NOVE!!!) persone che hanno commentato High Hopes,mi avete sorpresa e siete stati dolcissimi!
Questo lo dedico a Lonni perché è sempre carinissima con me e a frencia92 che mi segue con tanto entusiasmo <3
Un bacione
Ale :D

FrenciaFrencia9 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13:Comes and Goes ***


Capitolo 13:Comes and Goes


La luce improvvisa che inondò la stanza costrinse le due donne a chiudere gli occhi per alcuni istanti.
Ziva riuscì a riaprirli abbastanza velocemente e si alzò per affrontare chiunque vi fosse entrato.
La porta venne richiusa non con poca fatica finché la figura non uscì allo scoperto.
Era Malachi.
Ziva senti' la rabbia crescere nuovamente in lei e sebbene avesse le mani legate dietro la schiena si avvicinò all'uomo e gli sputo' in faccia.
"Come hai potuto? Si può sapere perché l'hai fatto? Eravamo riusciti a ricucire il nostro rapporto,eri come un fratello per me! Perché?"
Chiese lei,urlando,a pochi centimetri dal suo volto.
Non si sarebbe fermata. Voleva una risposta. Il prima possibile.
Vide Malachi avvicinarsi ancora di più e Reira urlarle di stare attenta.
Non poteva,non riusciva a picchiare Malachi. L'unico e ultimo legame che aveva con la sua infanzia,con il mondo nel quale era cresciuta.
Abbassò lo sguardo,aspettandosi l'ennesimo colpo basso che però non arrivò.
Sussultò lievemente quando sentì le fredde mani di Malachi posarsi prima sulle sue spalle come a riscuoterla,per poi scendere sui polsi e slegare la corda che li univa.
"Perché?"-domandò stupita
"Perché io sono dalla vostra parte,Ziva. Ho commesso uno sbaglio,è vero ma voglio aiutarvi"-rispose lui  liberando anche Reira.
"Dovete scappare. Ora. Non c'è più tempo."
"Io non mi muovo da qui finché non mi dici ogni cosa."
"Ziva ascolta,sono riuscito ad avvisare la squadra,fra poco saranno qua. Dovete andarvene"
Ziva lo ignoro'.
"Perché lavori per Fadi?"
"Io non..."
Malachi sospiro'
"Sei sempre stata troppo testarda David. Certe cose sono più grandi di noi stessi e ci sfuggono dalle mani. Non riusciamo a controllarle.
Ero a Parigi quando Fadi mi ha contattato. Noi eravamo amici anni fa,in Israele,poi abbiamo intrapreso strade diverse. Finché non ho ricevuto quella telefonata. Chiedeva il mio aiuto per risolvere una questione e diceva che mi avrebbe dato tanti soldi come ricompensa. Così ho accettato,Ziva quel denaro sarebbe stato la via di fuga,avrei potuto lasciare il Mossad e vivere una vita più tranquilla ma quando sono arrivato qua e lui mi ha svelato il suo piano...io..da quando ho saputo che il suo obbiettivo eravate voi due non ho fatto altro che proteggervi. O almeno ci ho provato. Ecco perchè quella sera ero davanti alla casa di Gibbs. Volevo raccontargli tutto. Ma le cose sono precipitate,tu eri troppo desiderosa di sapere e io sono stato troppo lento ad agire."
"Mi dispiace,non sai quanto sia.."

Ziva non lo fece finire,lo abbraccio',come quando erano bambini,con dolcezza,sussurrando un grazie.
"Non dovevo dubitare,scusami. Sono io che,tagliando ogni rapporto con mio papà,ho iniziato a dubitare anche di una delle persone più importanti del mio passato"
Si sorrisero finché Reira non si avvicinò.
"Ora andiamo. Vi farò uscire di qui."
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  Reira si accorse ben presto che aveva ragione. Il posto era un magazzino  molto grande. Ziva e Malachi erano davanti a lei. In pochi minuti erano riusciti a trovare un portone laterale e ad aprirlo. Davanti a loro si estese la campagna più verde.
Stavano per uscire quando da dietro partì un colpo di pistola che li costrinse ad abbassarsi.
Ziva si girò e afferrò Reira traendola verso di sé.
Finalmente Fadi Alim si era fatto vedere.
Non troppo alto,con i capelli scuri e gli occhiali..le ricordava un po' suo padre ma aveva qualcosa di più spaventoso.
Il sorriso. Perfido,glaciale,terribile.
"Cosa facciamo?"-domandò Reira lasciando trapelare un po' di paura dalla voce.
Non vedeva il padre della sua migliore amica da anni ormai e in cuor suo sapeva di non essere pronta ad affrontarlo.
"Scappa Reira. Ti compriamo io e Malachi."
"Mai." Rispose lei con fermezza.
"Ci siete tutti. Finalmente. La figlia di Eli,la migliore amica di..Olivia e il traditore."
Sorrise,di nuovo.
"Che il gioco abbia inizio"
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  "Vi conviene non muovervi o penso proprio che sarò costretto a spararti,Reira" disse Fadi puntandole la pistola contro.
Fu in quel momento,mentre era girato verso di lei che Malachi gli si lanciò contro facendolo cadere a terra.
"Reira scappa muoviti!"
"Che cosa? No,Ziva non puoi dirmi di fare questo no!"
"Non succederà niente,te lo prometto ma ora vai"
Reira si girò con le lacrime agli occhi poco prima di mettersi a correre con tutte le forze che aveva in corpo.
Doveva trovare Gibbs.
Sapeva che lui l'avrebbe aiutata e sapeva che probabilmente stava già arrivando con tutto il resto della squadra.
Per una volta poteva fare qualcosa per aiutare Ziva e ripagare così il debito.
Per una volta il suo aiuto poteva essere fondamentale.
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  "Maledetti!"
Ziva fece in tempo a coprire Reira per poi avventarsi sull'uomo.
Malachi stava combattendo corpo a corpo ed era riuscito a strappargli di mano la pistola,caduta a terra poco distante.
Corse verso di essa ma proprio quando si gettò per afferrarla,Fadi ferì Malachi e la colse alla sprovvista.
Ziva si ritrovo' con il braccio dell'uomo sul collo e la pistola puntata alla tempia.
"E adesso come la mettiamo?"
"Lasciala Fadi. Prendi me,ormai non hai speranze di fuga fra poco saranno qua gli agenti dell'Ncis e Reira è scappata"
"Non mi importa. Direi che uccidere la figlia del capo del Mossad mi porterà molta più felicità."-disse lui riavvicinandosi sempre più al magazzino.
"Ti ho detto di lasciarla,non sai in che guaio ti stai cacciando!"
Malachi urlava. Non sapeva più come fare a tenere a bada quell'uomo.Desiderava con tutto se stesso i rinforzi. Era solo. Senza armi e con Ziva nelle mani del suo ex amico.
Cosa poteva fare?
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  Tony scese dalla macchina ancora in moto senza aspettare che il capo spegnesse il motore né che McGee gli passasse lo zaino.
Abby li aveva guidati in quel luogo,un po' sperduto,affermando che il segnale del cellulare di Malachi proveniva da pochi metri di distanza.
Sentì Gibbs spegnere il telefono e altre due auto raggiungerli ma la sua vista fu catturata da un puntini in lontananza che sembrava sempre più essere una persona che correva.
D'istinto tiro' fuori il distintivo e il fucile.
Finché non sentì che quella persona stava chiamando il capo per nome.
Gibbs si mise a correre.
"È Reira! Fate presto!"
La raggiunse e le prese la testa fra le mani
"Stai bene?"
Stava piangendo.
"Si,io si"
"Dov'è Ziva?" Chiese Tony sempre più agitato
"Da questa parte,dobbiamo fare in fretta."
"Gibbs mi hanno costretta a scappare,io volevo rimanere. Non potrei mai perdonarmi se succedesse qualcosa.."
"Hei,stai calma! Andrà tutto bene ok?"

Le ultime parole.
Quelle più speranzose.
Quelle pronunciate con più forza. Con voce ferma,calma,tranquilla.
Come solo Gibbs sapeva fare.
Le ultime parole.
Prima che l'aria venisse attraversata dal suono di due spari e da urla.
Urla di Ziva sovrapposte a quelle di Tony.
Fuse,come fosse uno solo che squarcia l'aria più che mai.


Angolo dell'autrice
SCUSATE.
*Si picchia da sola*
Scusate sia perché avevo promesso che in questo capitolo bene o male si sarebbe chiarito tutto sia e soprattutto per avervi fatto attendere quasi un mese.
Ero a Firenze e stasera riparto per la montagna quindi mi è difficile lasciare storie o aggiornamenti queste settimane ma cercherò di farlo perché non posso lasciarvi così.
Questa fine non era voluta ma se mettevo tutto quello che avevo scritto venivano una cosa come 2000 parole quindi ho preferito spezzarlo.
Gente gli ultimi capitoli vi faranno felici sotto alcuni punti di vista
Grazie per tutto quello che mi dite e per le vostre recensioni,il primo capitolo di Sometimes è arrivato a 1000 visualizzazioni!!!!!!!
GRAZIE,GRAZIE,GRAZIE!!!!

Vi voglio bene,a prestissimo.
Lo giuro
Aly

 
 
     

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Capitolo 15
*** Capitolo 14:The Sound of Silence ***


Capitolo 14:The Sound of Silence


Qualche minuto prima

Ziva non riusciva a divincolarsi.
Fadi era troppo forte anche per un osso duro come lei.
Era nato e cresciuto nel suo stesso paese,in mezzo a mille difficoltà,dove per non essere uccisi bisogna imparare a combattere contro tutto e tutti.
Probabilmente era anche entrato a far parte di qualche organizzazione segreta o aveva appreso la cosiddetta "arte della lotta",come la chiamano nei paesi orientali,dai suoi stessi genitori.
Ma più di ogni cosa Fadi era un uomo.
Un uomo che pochi anni prima aveva perso la figlia a causa di Eli. Di suo padre.
Una figlia non si può riportare indietro. Né tantomeno si può ricucire la ferita di tale perdita.
Ziva sapeva cosa significasse e sapeva anche che era impossibile farlo ragionare.
Doveva guadagnare tempo e cercare di non farsi uccidere.
Con un rapido gesto,afferro' il polso dell'uomo e lo ruoto' provocandogli un mugolio di dolore.
Malachi si era avvicinato cercando di aiutarla.
Ma fu in quel momento che accadde l'inpensabile.
Quello che Ziva David non avrebbe mai calcolato.
Quello che in realtà non voleva calcolare,né prendere lontanamente in considerazione.
"Malachi-Fadi sorrise-dimenticavo! Tu non mi servi più!" Disse prima di sparare.
Un colpo secco che lo prese in pieno petto e lo fece cadere a terra.
Il panico assalì Ziva.
Le lacrime iniziarono a sgorgarle copiose dagli occhi.
"Malachi!" Urlò con tutta la forza che aveva in corpo.
"Malachi!" Gli corse in contro,gettandoglisi vicino e cercando di bloccare il sangue nonostante vedesse a malapena per colpa delle lacrime.
Questo per Ziva era troppo. Non poteva perdere anche Malachi.
E non ce la faceva più di questa storia.
Si girò tirando un pugno a quel bastardo che si stava avvicinando.
Per tutta risposta lui fece nuovamente fuoco,colpendola alla spalla.
Ziva trattenne a malapena un grido,cercando di rimanere in piedi.
Stava iniziando a vedere tutto sfocato.
Lei era stata addestrata per non mollare.
Era stata un'assassina e il dolore fisico non era mai stato un problema.
Almeno fino ad adesso.
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 Tony correva. Chiamava Ziva e correva.
Senza sosta,senza respirare,senza curarsi di niente.
Probabilmente sarebbe rimasto paralizzato davanti a Reira se la paura di perdere la donna che amava non gli avesse dato la forza di voltarsi e muovere le gambe.
Piangeva e correva.
Finché non raggiunse il magazzino.
"Entriamo,sono dall'altra parte"-urlo' Reira che l'aveva raggiunto.
Tony si ridesto' sentendo la sua voce.
La voce della ragazza che lui ancora faticava a farsi piacere ma che in quei giorni si era legata molto a Ziva.
E solo per questo,doveva avere fiducia e farsi aiutare.
Era preoccupata quanto lui.
"DiNozzo!"
Gibbs li raggiunse e caricò la pistola.
Si guardarono per brevi istanti,non c'era bisogno di parole tra padre e figlio.
"Mantieni la calma" si limito' a dire. "Ora andiamo."
E così entrarono dirigendosi verso l'uscita laterale.
Quel che Tony vide fece tremare tutto il suo corpo e non lo fece respirare per secondi durati un'eternità.
Malachi a terra..sanguinante..senza sensi..forse morto.
Fadi a pochi centimetri da Ziva.
Ziva ferita.
La sua Ziva ferita da quell'uomo spregevole.
Tante donne avevano fatto parte della vita di Tony DiNozzo.
Ma lui non ne aveva mai amata nessuna.
Non era mai stato pronto a mettere in dubbio la sua carriera o a rovinarla per una persona fosse una.
Ora aveva qualcosa da perdere e la rabbia che scorreva dentro di lui era insostenibile.
Non urlo' la solita frase che si dice per spaventare gli assassini.
Non si giro' verso Gibbs.
Non calcolo' neanche la distanza che intercorreva tra loro.
Tony sparò a Fadi,avendo in testa solo una frase.
"You jeopardized your entire career for what? For you."
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 Silenzio.
Sordo,ovattato.
Fu quel silenzio strano,quello che si sente nei telefilm quando accade qualcosa di tragico e si vede la scena al rallentatore.
Ecco,Tony ebbe l'impressione che fosse successo proprio come in uno show.
Sentiva solo le pulsazioni del suo cuore aumentare sempre più.
E i suoi polmoni chiedere disperatamente dell'aria.
Poi un respiro.
Veloce. Impercettibile.
Che bastò a rifargli acquistare coscienza.
Fadi cadde a terra.
Tony per l'ennesima volta si mise a correre.
Vide Gibbs e McGee pronti ad arrestarlo,vide Dorneget chiamare l'ambulanza,altri agenti vicino a Malachi e finalmente raggiunse Ziva.
La abbraccio',stringendola forte a sé.
Era la sensazione più bella che avesse mai provato,si rammentò che doveva farlo più spesso.
La sentì ricambiare,chiamare più volte sottovoce il suo nome e poi alzare la testa.
"Tony dobbiamo aiutare Malachi,ti prego dobbiamo fare qualcosa"
"Shhh Mossad. Ce la farà vedrai,hanno già chiamato i soccorsi. Ora dobbiamo pensare alla tua ferita
" disse cercando di premere sul braccio.
"Tony..perdonami"
"Per cosa piccola ninja?"
"Per tutto,per come mi sono comportata in questi.."

Lui le poso' un dito sulle labbra e la guardo' intensamente negli occhi.
"Avremmo tutto il tempo."
L'abbraccio' nuovamente finché non la senti' cedere alla stanchezza.
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 "Ecco a lei! Sono cinque dollari."
Il cameriere sbattè violentemente il bicchiere di Bourbon sul tavolo.
Reira sorrise tristemente e si lasciò scappare un lungo sospiro.
Era inevitabile.
Lentamente stava prendendo le abitudini dei cittadini americani.
Ma doveva ammettere che non le dispiaceva.
Una nuova vita. Svegliarsi la mattina presto,correre in compagnia,leggere fino a pranzo un buon libro..
Insomma tutte cose che non aveva mai avuto il piacere di provare prima d'ora.
"Non penso che tu riuscirai a reggere tutto quell'alcol."
Reira non si giro'.
Mio dio quanto le piaceva quell'uomo.
Lei lo sapeva.
Nonostante lo conoscesse da pochi giorni,sapeva che in realtà era l'uomo più dolce del mondo. Avrebbe voluto un padre così. Con tutto il cuore.
"Come mi hai trovata Gibbs?"
Lui accenno' a una risata e si sedette vicino a lei.
"Dimentichi che ho degli agenti troppo bravi Reira"
"Hai ragione. Dunque? Cosa vuoi?"

"Dirti che non è colpa tua. Quello che è successo non dipende da te e lo sai bene. "
Lei lo guardo' con gli occhi spalancati.
"Come...come facevi.."
"Io so sempre tutto. Non discutere con me,hai già perso in partenza."

Lei,dopo tanto tempo,si lasciò andare ad una fresca risata finché il cellulare di Gibbs non squillò.
Mise giù dopo pochi secondi e si alzò.
Offrì il braccio a Reira e disse "andiamo,ci sono novità dall'ospedale. Non vorrai mica salutare Ziva in questi stati?"
Lei lasciò i soldi sul tavolo e afferro' la giacca di Gibbs.

Forse,chissà,c'era ancora la speranza che la sua vita venisse stravolta,questa volta positivamente..e per sempre.


                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                                   WE STILL HOPE

Angolo dell'autrice
Oh my God. Ragazzi che capitolo!
Difficile da scrivere e forse anche da interpretare...ma sono contenta!
Ci avviamo alla fine e sono già triste
Però questo è il quattordicesimo!! Questa storia va avanti con successo (lo posso dire con successo? Eh eh!) da Febbraio soprattutto grazie a voi!
A chi recensisce,a chi mette la storia nei preferiti/seguiti/ricordati e anche a chi legge solamente!
Un bacio a tutte,in particolare ad Ann e alla mia Meggie che ha passato l'esame e che presto pubblicherà una storia Slash
Fatemi sapere come sempre

Per Cote:
La petizione è qui
:http://www.change.org/en-AU/petitions/cbs-television-studios-bring-cote-de-pablo-back-to-ncis
Abbiamo superato i 12.000 YEAHHHHHH
E il bellissimo video fatto dai fans
:https://www.youtube.com/embed/xx_dUtmkLdM 

C'è ancora speranza! Forza ragazzi!!!
Vi voglio bene
Alessia

     

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Capitolo 16
*** Capitolo 15:The greatest love of all ***


Capitolo 15:The greatest love of all


Quella giornata era stata la più snervante della sua vita.
Stava litigando con tutti,medici,infermiere..persino con i distributori automatici.
Non che avesse mai avuto un buon rapporto con loro,quelle macchine infernali gli mangiavano sempre i soldi quando era al lavoro.
Tony si appoggiò al muro nervoso come non mai,le mani gli fremevano.
Voleva vedere Ziva e il personale non lo lasciava entrare.
Dopo essere svenuta tra le sue braccia,Tony l'aveva delicatamente presa in braccio e caricata in auto. Con la guida di Gibbs erano arrivati al Sant Hospital anche prima dell'ambulanza nella quale era stato caricato Malachi.
Ora l'odio che Tony provava per quell'uomo si era attenuato.
Ricordava la mostruosità successa durante e dopo il viaggio della Damocles,vedeva in Ben Gidon un codardo,una persona che,pur di salvarsi la pelle,aveva abbandonato una donna sulle coste della Somalia.
Ricordava l'anno successivo,quando era tornato con la donna dai biondi capelli,Liat. L'arrogante Liat che aveva preso il posto di Ziva nella squadra israeliana.
Ogni singola cosa,vivida,scolpita come pietra nella sua mente.
Non voleva smettere di provare rancore o fare finta che lui in qualche modo non avesse fatto male a Ziva;doveva solo accantonare l'astio per un po'.
Malachi rimaneva un'agente al servizio di Eli,ai suoi ordini e non agiva per suo volere.
Probabilmente aveva anche cercato di salvarla,la sua Zee,oggi,prendendosi una pallottola in pieno petto.
Forse piano piano l'avrebbe compatito o sarebbe arrivato a comprendere le motivazioni di tutti i suoi folli gesti come aveva fatto con Reira.
Se avesse mai riaperto gli occhi.
In quella spoglia sala d'attesa,tra i distributori malefici e piante appassite,Tony si ritrovò a sperare con ogni fibra del corpo che Malachi guarisse,si rimettesse per Ziva.
Non poteva lasciarla,non poteva farle affrontare l'ennesimo lutto.
Non meritava tutto questo.
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"Tony!"
Tony sobbalzò sentendosi chiamare.
"Cosa? Novità? Ziva!"
"Hei stai calmo sono io.."
"MecScherzone! Mi hai fatto prendere uno spavento!"
"Me ne sono accorto Tony." Sospiro' McGee. "E ho notato che non si sa ancora nulla."
"Il vuoto più assoluto McGee..."
"Ziva..??"
"È sveglia ma non mi fanno entrare. Dicono che devono fare alcuni accertamenti e bla bla bla. Ha perso molto sangue ma i medici hanno detto che se la caverà con un po' di buono riposo. Decisamente troppo stress. Giornate da dimenticare,queste."
Sbuffò lui,passandosi la mano tra i capelli.
"Ho avvisato Abby. Dovrebbe essere qui a minuti. Così come Gibbs. In ogni caso stai tranquillo. Si risolverà tutto. Abbiamo portato Fadi nel carcere più vicino. Gibbs lo interrogherà e poi il caso verrà archiviato. Come la vostra lite,spero. Sai Tony..dovreste darvi una mossa voi due!" Tony arrossì.
McGee ultimamente lo provocava ed era più perspicace del solito.
"M..ma cosa dici pivello??" Iniziò balbettando. "Tra me e Ziva.."
"Zivaaa!!! Dov'è dov'è?" Abby quasi salto' in braccio a un Tony ancora rosso in volto. Per la seconda volta lo aveva salvato.
"Quanto ti adoro! Grazie Abby!" Penso' tra sè,lanciando a McGee un'occhiata di sfida.
La felicità di Tony venne interrotta dall'arrivo di Reira e del capo prima,e del dottore dopo. Calo' il silenzio.
McGee smise di guardare male Tony,Abby tenne stretto il suo ciondolo a forma di teschio mentre Reira smise di bere il the',probabilmente offertole da Gibbs.
Tony notò il legame formatosi tra loro due,noto' la gentilezza di lui e gli occhi lucidi di lei. Doveva sentirsi in colpa molto più di quanto in realtà nnn fosse.
"Ziva sta bene."
Tutti tirarono un sospiro di sollievo.
"Potete andarla a trovare ma uno alla volta. In ogni caso se non ci saranno problemi potrà uscire tranquillamente questa sera"
Gibbs prese la parola.
"Dottore e.."
"Per Malachi il discorso e' diverso. Abbiamo estratto il proiettile e l'operazione e' andata a buon fine ma non da segni di ripresa. Ha perso troppo sangue e il tempo trascorso tra lo sparo e il nostro arrivo ha complicato le cose. Non possiamo fare altro che aspettare"
"Allora ragazzi..-disse Abby cercando di sollevare gli umori-chi entra per primo?"
Istintivamente tutti guardarono Tony che però si rifiutò.
Aveva aspettato ore e ore in piedi per questo momento,per poterla rivedere ma pensava che ci fosse una persona più bisognosa di entrare a salutarla.
"Vai,Reira. Io posso aspettare ancora un po'".
Dopodiché si diresse silenziosamente verso la stanza di Malachi.
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"Ziva!"
Aprì la porta di scatto. La trovò a letto,stanca,con ampie borse sotto gli occhi ma sorridente.
E quasi rideva,Reira,lei,il cui unico scopo nella vita era vendicare la sua migliore amica,lei che ora in Ziva ne aveva trovata un'altra di amica,speciale.
Il loro legame era intenso e nato nella maniera più incredibile e pericolosa al tempo stesso.
Per questo,Reira lo sapeva. Sarebbe rimasto solido e incorruttibile.
Ziva era viva. E lei sentiva che era riuscita a saldare il suo debito.
La abbraccio' e passo' quasi due ore a raccontarle la chiacchierata con Gibbs e a farla sentire meno sola. Adesso più che mai anche lei si sentiva a casa.
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Un vetro.
Un vetro separava Tony da Malachi ma lui poteva benissimo sentire il rumore delle macchine,limpido e chiaro,come se fossero a due passi dai suoi piedi.
Avrebbe voluto entrare e trovare la forza per stringergli la mano,perché in fondo lo voleva,Tony voleva davvero che guarisse.
Tacco,punta. Tacco,punta.
Qualcuno si stava avvicinando.
Tony sorrise tristemente.
"Scusa capo."
"Mai chiedere scusa DiNozzo. È un segno di debolezza"
"Questa volta invece ti chiedo proprio perdono,al diavolo la tua regola!"
Si girò guardandolo negli occhi. "Non ho obbedito agli ordini,ho agito d'impulso e le conseguenze sarebbero potute essere più gravi. Avrei potuto colpire Ziva."
"Ma non l'hai fatto. Se avessimo aspettato Fari l'avrebbe uccisa,invece adesso sta bene,come starà bene Malachi."
"Tony. Fadi non è morto. E pagherà per quello che ha fatto,non devi temere di ciò"
Silenzio. Un'infermiera passò e li salutò.
Gibbs si voltò e se ne andò,fermandosi a metà corridoio.
"Ho avvisato la famiglia di Malachi,se Ziva viene dimessa questa sera può dormire a casa mia..o tua. Regola numero dodici DiNozzo!"
Sorrise. Gibbs sorrise senza farsi vedere dal suo agente più anziano.
Perché pregava che lui si desse una mossa e trovasse il coraggio per infrangerla,quella regola, ma al contempo gliela ricordava.
Perché lo faceva? Non lo sapeva neppure lui. Butto' nel cestino il rimanente del caffè e lo lasciò ai suoi pensieri.
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Ziva era già pronta,in piedi con lo zaino sulle spalle quando la porta si aprì nuovamente.
Sbuffò,nel giro di poche ore erano venute a trovarla tantissime persone che avevano posto fine alla sua idea di uscire da quel maledetto ospedale un po' prima e di andare a trovare Malachi... Tutti la salutavano,nessuno le diceva nulla.
"Abby se sei venuta per i fiori,torno a prenderli doma...Tony."
Ecco.
Era appena entrato e già aveva il cuore che batteva a mille.
"Ehi occhioni belli come stai? Mi sembra molto bene ma non dovresti portare pesi!"
Si avvicinò e le tolse lo zaino dalle spalle. Un'occhiata. La loro occhiata.
"Oh al diavolo anche le chiacchiere!"
Tony la attirò a sé e la trinse,accarezzandole i capelli.
"Non farlo mai più David. Questa volta ho avuto paura. Veramente tanta paura."
E rimasero così,in silenzio per molto tempo finché gli occhi di Ziva non si dipinsero di nuovo di angoscia e Tony capì.
La prese per mano dando un'occhiata alla benda sul braccio e la condusse fuori.
Da Malachi.
Poi sarebbero andati via da quel luogo.
A casa.
...
A casa di Gibbs?



Angolo dell'autrice
Ok. Questo signori. Questo NON era previsto XD
Vedetelo come un capitolo filler,un intermezzo che ho voluto aggiungere perché non riuscivo più a smettere di scrivere.
Ultimamente vado a rilento,scusate,ho una pessima connessione.
Anyway nei prossimi (ultimi) due capitoli (?) (sto zitta non dico più nulla xD) ci saranno altre sorpreseeee quindi state con me
Grazie come sempre a tutti coloro che mi sostengono e che leggono Sometimesss,lasciate una recensione
Un bacione grande grande grande
La vostra Ale super iper extra felice perché Ramini,ovvero l'attore che interpreta Malachi,su Twitter le ha risposto
ergo capitolo anche dedicato a lui e alla fantastica Bell che è la più dolce persona del mondo!!! GRAZIE

Adios fanciullis

 
     

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Capitolo 17
*** Capitolo 16:Happiness only real when shared ***


Capitolo 16:Happiness only real when shared


La macchina correva veloce sull'asfalto.
Un fresco venticello entrava dal finestrino che Ziva come al solito lasciava aperto.
Tony guidava silenzioso ma c'era una domanda che non riusciva più a tenere dentro di sé...
Freno' bruscamente vicino alla casa di Gibbs.
"Tony ma che fai?"
"Ok. Rispondi ti prego."
Si girò per guardarla negli occhi.
In quel momento penso' che sarebbe stato meglio averne parlato più avanti,che doveva riposare,che la stava solo agitando.
Ma doveva sapere.
"Perché hai paura di quello che ci sta succedendo Ziva?"
L'eco si perse nel buio della notte riecheggiando un po' fino a sparire.
Eccola,la Ziva spiazzata,quella che cerca di non far trasparire nessun sentimento e che si trasforma in una gelida agente del Mossad.
Tony la conosceva fin troppo bene ormai.
"C..cosa?"
"Oh non fare finta di niente! Qualcosa tra noi è cambiato da quando è arrivata Reira,e lo sai meglio di me!"
Lo sentiva. Tony sentiva il muro che lo allontanava da lei sgretolarsi,lento ma inesorabile.
Ziva aveva sperato che questo discorso non uscisse mai dalla loro bocca,almeno non adesso perché,per quanto lei sembrasse in grado,in realtà non sapeva proprio come affrontarlo.
"Tu sei impazzito! Fermi la macchina in mezzo alla strada,di notte e pretendi di iniziare a fare domande strane?!"
"Non evitare il discorso Ziva!"
"Non sto evitando nulla DiNozzo!!!!!!! Fadi è appena stato arrestato,non si sa cosa succederà a Reira,Malachi è in ospedale. Penso che noi possiamo aspettare."
"Allora ammetti che..."
"Basta. Io vado da Gibbs."
Ziva uscì veloce e per una frazione di secondo Tony non riuscì a fare nulla.
Poi aprì lo sportello anche lui e venne investito da un freddo pungente.
"Ziva aspetta così ti prenderai un bel raffreddore!"
"Potevi pensarci prima di fare questa chiacchierata"
Tony sbatte' la mano sul cofano.
"Al diavolo David! Te e tutto il resto!!"
Salì in macchina,accese il motore e spari'.
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Gibbs non pensava che il suo agente più anziano fosse anche quello più testardo.
Così,quando vide entrare a casa sua una Ziva distrutta,forse anche impaurita,non impiego' molto a capire che avevano litigato.
Le si avvicinò e la abbracciò,baciandole dolcemente la tempia.
La porto' in cucina,le verso' una tazza di latte caldo e le posò una sua felpa sulle spalle.
"Zee..."
"E' buffo pensare che ogni volta che sono qui è perché succede qualcosa tra me e Tony"
"Non sto facendo grandi passi in avanti vero?"
"Si,hai appena ammesso che sei qui per Tony. A me sembra un grande passo"
Sorrisero entrambi. Gibbs si avvicinò ancora di più.
"Non devi avere paura dei tuoi sentimenti Ziva. Non tutti sono fortunati a trovare una persona come Tony. Dovete chiarirvi e dovete farlo al più presto."
"Gibbs io..io sono terrorizzata."
L'aveva ammesso. Finalmente.
"Non sono una donna con cui è così semplice convivere"
"Non sei una donna che merita di passare la sua vita da sola. E tu non sei decisamente sola. Non perdere questa occasione,se tiri troppo la corda prima o poi si spezza."
Gibbs si alzò,le lancio' il cuscino e,indicandole la sua stanza al piano di sopra,tornò in cantina.
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Tony smise di girare attorno al pianoforte d'ebano quando si accorse che era mattina.
Non aveva dormito niente e aspettava con ansia l'alba per andare da Gibbs.
Si sentiva terribilmente in colpa e doveva parlare con Ziva.
Non appena la sveglia impostata sulle sette suono',si vestì velocemente e uscì di casa.
Neanche mezz'ora dopo era davanti a casa del suo capo.
Entrò senza esitare.
Era vuota.
"Ziva?" Nulla.
"Gibbs?"
"Qui sopra DiNozzo!"
La voce di Gibbs proveniva dalle scale così Tony sali' e lo trovo seduto sul letto.
Sorrideva.
"Ziva capo?" Chiese lui con un po' di tremore nella voce
"Valla a prendere,spetta a te adesso."
Gli mostro' il bigliettino che aveva lasciato poco prima di andarsene
"Hai ragione Gibbs. Le regole sono fatte per essere infrante,entro in gioco. Nessuno può cambiare la mia vita né tantomeno allontanare da me le persone che amo"
Il cuore di Tony perse un battito.
"A quest'ora sarà sotto il mio appartamento!"
"E allora per l'amor del cielo cosa stai aspettando Tony? Muoviti!!"
La porta sbatte' lasciando Gibbs ai suoi pensieri.
Lo aspettava una lunga giornata. Doveva finire i rapporti. E sperare in quei due.
Per l'ultima volta.
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Cos'è l'anima gemella?
Ziva non pensava a questo quando il cielo stava iniziando ad annuvolarsi e leggere gocce di pioggia a cadere sempre più persistenti.
Ziva non pensava proprio a nulla.
Aveva suonato da lui,non c'era o non voleva rispondere.
Era al freddo,fradicia e iniziava a sentire un peso allo stomaco insostenibile.
Lui stava male per colpa sua,per la sua stupidità,perché la grande Ziva David ha sempre avuto problemi a relazionarsi con gli altri e soprattutto a dire quelle due fottutissime parole,forse perchè troppe volte pronunciate per persone che non le meritavano.
Si vergognava per essere stata così insensibile proprio con la sua vera famiglia.
Ziva non pensava se non a un'unico nome finché non si sentì chiamare.
Tony.
Lasciò cadere lo zaino dalla mano e gli corse incontro.
Fino a raggiungerlo. 

E si baciarono,lei con le mani sulla faccia di lui,mentre Tony la stringeva a sé sempre più forte.
Non c'era la pioggia,le litigate erano finite e a entrambi sembrava di essere giunti a un traguardo tanto difficile da conquistare quanto atteso e meraviglioso. Si lasciarono qualche minuto dopo solo per respirare.
Tony la attiro' a sé e la fece salire a casa.
"Tony mi dispiace,sono sempre la solita stupida"
"No,non lo sei,sono io quello che deve farsi perdonare"
Chiuse la porta e iniziò a baciarla dolcemente.
Sempre di più.
Finché il cellulare non suono'.
"Mhh Tony forse dovresti rispondere sai"
Ma lui la zittì con un lento bacio sulle labbra.
"Tony magari è importante"
"Dai Mossad chi vuoi che sia?" Chiese lui per niente intenzionato a voler sapere la risposta
"Tony!!"
"Eh va bene va bene! Ma per questi minuti persi si che ti dovrai far perdonare"
Ziva scoppio' a ridere
"Pronto?"
"Tony sono McGee,ho interrotto qualcosa?"
Tony sbianco'. Come faceva McGoo a essere sempre così sensitivo?
"Certo che s..no McGenio dimmi."
"Chiama Ziva,dovete raggiungermi all'ospedale,Malachi si è svegliato ma..."
"Ma cosa McGee?"
Ziva si era avvicinata al telefono per cercare di capire cosa si stessero dicendo i suoi colleghi.
"Non è solo. Be' ecco...c'è..
Eli.
Eli David."




Angolo dell'autrice
TA DANNNNNN *era ora*
Siete contenti? Capitolo Tivoso :D
Finalmente sono riusciti a dichiararsi ma ci sono ancora tante cose in sospeso e le scene tra i nostri cari Tiva non sono finite!!!
ELI? Tremate gente ahahah
Ora voi capitemi io purtroppo non ho il dono della sintesi e mi sento molto stupida ogni volta a dirvi che questi saranno gli ultimi capitoli perché poi la storia si allunga sempre di più O.o
Ergo dico solo questo "la finirò prima dell'inizio della scuola" spero xD AHAHAHAH scusate seriamente sono da uccidere!!
E scusate anche per la scena romantica,se non l'ho descritta al meglio è perchè non sono molto brava con questo genere di cose -.-''
Vedrò di rifarmi xD
Grazie come sempre a tutti quelli che recensiscono,seguono,che hanno messo Sometimes tra i preferiti o ricordati :)
Il primo capitolo ha raggiunto le 1300 visualizzazioni e ho più di 100 recensioni!!!!!
Siete fantastici sul serio
Sappiatemi dire come sempre :)
Capitolo dedicato ad Alex che è gentilissima e a tutti quelli che recensiscono sempre GRAZIE

P.S. Titolo tratto dal mio film preferito 'Into the Wild"

Ale

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Capitolo 18
*** Capitolo 17:Always ***


Capitolo 17:Always


Ziva non sapeva se alzare i tacchi e tornare indietro o accettare l'opportunità che le era stata data di guardare in faccia per un'ultima volta quell'uomo.
Soprattutto non riusciva a capacitarsi di come potesse essere sempre tutto così difficile per lei e Tony e iniziava a credere che qualcuno dall'alto cercasse di impedire che fossero felici.
Arrivarono all'ospedale dopo un viaggio silenzioso.
C'era una volta,nel suo cuore,un posto dedicato al padre,a quando era un uomo attento alla propria figlia ma adesso non voleva né sperava di poterlo recuperare quel posto.
Erano cambiate troppe cose,lei stessa era maturata e aveva trovato una famiglia,molto,molto migliore di quella offertagli da Eli,costruita tra accordi e litigate,missioni e falsi sorrisi.
Probabilmente sarebbe rimasta in macchina per tutta la giornata se Tony,ad un certo punto,non l'avesse fatta alzare prendendola per mano.
Ziva amava Tony da sempre,la sua dolcezza e delicatezza nei momenti più difficili erano sempre state le cose che più la colpivano.
Riusciva a leggerla nel pensiero,a darle lo spazio di cui necessitava,di parlare nei momenti più opportuni.
Diventava un vero uomo proprio quando serviva e tornava il solito giocherellone di sempre appena ne aveva la possibilità.
Lo amava per tutte le sue sfaccettature,sapeva di aver fatto la cosa giusta e questa volta non se la sarebbe lasciata togliere dalle mani per il suo stupido orgoglio o a causa di suo padre.
Ora più che mai sapeva che doveva affrontarlo.
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Le porte scorrevoli si aprirono,lasciando intravedere il corridoio principale.
Erano tutti lì ad aspettarli. Gibbs lentamente si avvicinò a loro.
"Tuo padre è con Malachi. Oggi non voglio che tu torni al lavoro senza prima aver parlato ed esserti chiarita con lui. Tornate a essere una famiglia prima che sia troppo tardi." Trattenne Tony e la lascio' entrare nella stanza.
L'impressione che ebbe Ziva fu bizzarra.
Si rivide qualche tempo prima,all'Ncis,mentre era intenta ad entrare nell'aula conferenze,con Tony e Gibbs che la guardavano dalle scale e la speranza che suo padre avesse chiamato solo per sapere come stava.
La luce proveniente dalle finestre la acceco' per un'istante finché non lo vide.
Eli,in piedi,vicino al letto.
La prima impressione che Ziva ebbe fu quella di un uomo trasandato e molto più vecchio di quando l'aveva visto l'ultima volta.
Rimosse tutti i pensieri che aleggiavano nella sua mente e salutò con una voce dura,per poi rivolgersi a Malachi.
Si avvicino' al letto e,istintivamente,quando lui le sorrise,lo abbraccio'.
Era contenta che fosse vivo e che si stesse riprendendo. Al momento non desiderava altro.
"Malachi grazie. Se non fosse stato per te,io non sarei qua adesso"
"Non devi ringraziarmi Ziva. Per te questo e altro."

Rimasero così per alcuni minuti finché l'infermiera non li mando' fuori.
Così uscirono.
Padre e figlia.
Da soli.
Per la prima volta dopo anni.
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Tony era riuscito a chiedere scusa a Malachi. Ed era felice per questo.
Ma adesso Ziva era sparita con suo padre da circa due ore,lui non sapeva dove fosse e cosa stesse facendo e questo lo rendeva tremendamente nervoso.
A migliorare le cose,McGee era appena riuscito ad entrare in ascensore con lui prima che si chiudessero le porte.
Silenzio.
Tony deglutì e evito' lo sguardo dell'amico.
Poi,all'improvviso,McFiccanaso fece una cosa che Tony era sicuro non avrebbe mai fatto,visto il suo costante terrore nell'infrangere le regole o imitare il capo.
Bloccò l'ascensore.
"Dannazione!" Penso' Tony.
"Bene Tony. Parliamone"
"Non ho nulla da dire McFastidioso"
"Ah bè certo! È tutto il giorno che hai la testa tra le nuvole e che parli di Ziva"
"Sono solo preoccupato. Eli non porta mai nulla di buono"
"Oh dai Tony! Pure Abby si è accorta che è successo qualcosa. Stamattina vi stavate tenendo per mano"
"Non è vero!"
"Si"
"No"

"Si"
"Ti ho detto di noo!!!"
"E d'accordo. Ci siamo baciati ok?"
"Ah! Lo sapevo!!! Finalmente Tony! Era ora"
"Come era ora? Hai solo questo da dirmi?"
"Dovrò fare i complimenti a Ziva!"
Rispose McGee riattivando l'ascensore
"Perché a lei si e a me no? Non mi piace l'atteggiamento che stai assumendo nei miei confronti! Io sono un tuo superiore,porta rispetto!"
"L'unico a cui dovete portare rispetto sono io DiNozzo!"
Disse Gibbs passando proprio davanti a loro.
"Complimenti squadra! Il caso è finito! Fari è in prigione e ci rimarrà per un bel po',Malachi si sta riprendendo e Ziva sta bene.
Voglio i vostri rapporti sulla mia scrivania entro stasera,dopodiché andate tutti a riposare"
"Capo e...Reira?"

Gibbs sorrise ripensando al bigliettino che aveva trovato sul suo tavolo la mattina e ripetendo a bassa voce,quasi come un sussurro,le sue parole.

"Ci sono alcune persone che si fanno spazio nel nostro cuore,velocemente o lentamente che sia,ma che ci rimarranno per sempre.
Vivranno dentro di noi,saranno il nostro appoggio,ci accompagneranno e ci sosterranno nei momenti più difficili.
Penso di essere cambiata in questi giorni,qui con voi.
Ho trovato un posto che posso davvero definire casa e ho voglia di vivere la mia vita come ho sempre desiderato.
Libera e felice.
Dì a Ziva che le voglio bene e saluta gli altri.
A presto,Leroy Jethro Gibbs."


"Capo? Stai bene?" Gibbs si ridestò.
"Si,Reira si è presa un po' di tempo per lei. Tornerà quando sarà pronta. C'è ancora una cosa che deve fare prima di chiudere definitivamente col suo passato."
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Ziva si tolse il cappotto.
Aveva caldo.
Stava forse iniziando ad abituarsi al clima di Washington?
Si sentiva piena di forze.
Non aveva litigato con suo padre,non aveva urlato,non gli aveva rinfacciato nulla.
Tutti i suoi propositi,tutto quello che doveva dirgli...
Tutto scomparso quando lui in mezzo alla strada,senza nessun motivo,l'aveva attirata a sé,abbracciandola e iniziando a piangere come un bambino.
Ziva non ricordava di averlo mai visto così.
C'era un suo lato che fino a poco fa era ancora del tutto sconosciuto e che aveva nascosto forse persino a lui stesso.
Così,poco prima che il sole tramontasse,seduta sulla gradinata del parco vicino al suo appartamento,scrisse il messaggio più strano di sempre.
Ma anche quello più desiderato.
 

"Mio papà rimarrà qua per un po'.
Vuole passare del tempo con me.
Ha deciso di licenziare Malachi,così potrà costruirsi una famiglia lontano dal Mossad.
E ha anche deciso,senza esitazione,di non mettersi tra di noi.
La fortuna non ci odia poi così tanto Tony.
Ti amo"



Angolo dell'autrice
CAPITOLO SENZA CLIFFI YEAHHHH
Fede sarà contentissima :P
Ho deciso di pubblicare adesso perché da mercoledì a sabato sarò in lutto!
Scusate per il ritardo ma ho sempre un sacco di compiti!
Spero che vi sia piaciuto,dipingere così Eli non è stato male,perché in fondo mi sarebbe piaciuto averlo visto così...paterno.
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo ragazzi :(
Farò una nota dell'autrice da centinaia di parole!
Nel frattempo GRAZIE A TUTTI dal profondo del cuore!
Buon episodio e ricordatevi che vi sono vicina :*)
A presto
Ale

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Capitolo 19
*** Epilogo:Vita ***


Epilogo:Vita


Voglio vivere.
Voglio lasciarmi trascinare da questo gioco vorticoso.
Voglio vivere perché ho ancora tanto da dare alle persone che mi circondano.
Voglio vivere perché la vita è un dono meraviglioso.
Voglio vivere perché esiste tanta gioia nel mondo e perché siamo tutti uguali,ognuno ha la sua storia,che vale la pena di essere ascoltata.
Voglio vivere e non ci sono più perché,solo tanta convinzione e seconde possibilità. 
Sto piangendo.
Sembro una bambina,me ne rendo conto ma non mi importa.
Sembro una stupida ma non mi importa.
Nessuno riuscirebbe a comprendere cosa sto facendo e quante emozioni stia provando adesso.
È un salto nel vuoto quello che sto per fare.
Ma questa volta parto con la consapevolezza di essere cambiata,di non essere più la Reira che partì mesi fa da Israele.
Se Ziva non mi avesse aiutata,se Gibbs non mi avesse insegnato a non abbattermi mai,probabilmente ora sarei in carcere.
Intraprendo questo viaggio con la consapevolezza di essere amata.
Intraprendo questo viaggio con la felicità di aver mantenuto una promessa data per impossibile a partire da quel Maggio del 2005.

Allungo la mano finchè non percepisco il freddo sulla punta delle dita.
Neve.
E con la neve si alza il vento.

Apro il piccolo zainetto e tiro fuori l'aquilone viola e verde.
Lentamente,lascio che l'aria lo alzi.
E corro,inizio a correre,inciampando,talvolta cadendo sulla neve fresca.
Ma continuo a ridere.
Sono felice.
Dopo tanto tanto tempo sono felice.

"Come promesso,Olivia!"
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Quando Tony si svegliò quella mattina,non riconobbe la sua camera.
Il senso di smarrimento durò pochi secondi,il tempo necessario per far tornare alla mente tutti i ricordi della notte appena passata,la migliore della sua vita.
Zee era appoggiata sul suo petto e dormiva tranquillamente.
Risultava ancora difficile credere che questa brutta storia si fosse risolta,che lei fosse al sicuro e che Eli non fosse già corso a ucciderlo.
Si alzo' e andò in cucina a preparare la colazione.
"Le nove eh?! A quest'ora dovrebbe chiamarmi Mc"
Neanche a dirlo,il telefono squillo'
"Tony!"
"Hey McInOrario come va?"

"Ehm Tony"
"Cos'hai si può sapere? Sembri strano"
"Tony...oggi c'è la riunione voluta dal capo per chiudere il caso di Fadi. Io e Abby ti stiamo aspettando da venti minuti."

Panico.
"M..m..mi sono dimenticato!!!"

"Grazie Tony,questo l'avevo capito!"
"Cosa sta succedendo qui?"-
chiese Ziva appoggiata all'angolo della porta
"Amore vestiti veloce!! La conferenza! Siamo in ritardo!"
"Tony,Tony calmati!! Anche se arriviamo un po' dopo non penso sia un problema"
"Ah bè certo,lo chiami te Gibbs per dirgli che arriveremo un pò dopo perché abbiamo dormito fino a tardi"
"Affare fatto!"

Con un gesto velocissimo Ziva rubo' il telefono di DiNozzo e compose il numero del capo.
"Ziva! Ziva ti prego non starai dicendo sul serio!" Urlò Tony alquanto paonazzo mentre cercava di inseguirla lungo tutto il salotto.

"DiNozzo!!!! Sei in ritardo!"
"Ehm capo..."
"David?"

In quel momento Tony riuscì a toglierle di mano il cellulare.
"Capo sono qua. Scusa. Ehm ecco,stiamo arrivando,non è quello che pensi..."
"Non importa DiNozzo. Giorno libero"
"Ch.che cosa?"
"Hai capito benissimo."
"Grazie capo...sul serio!"
"Ah un'altra cosa Gibbs...io e Ziva..."

"Lo so. Finalmente vi siete dati una mossa! Trattala bene DiNozzo,sennò ti rimpiazzo sul serio"

"Allora che ha detto?"-chiese Ziva non ricevendo nessun segno di vita.
Improvvisamente lui si girò e,prendendola per il polso,la spinse nuovamente sul letto.
"Ha detto che abbiamo la giornata libera" disse ridendo
"Cosa? Ma sei sicuro di aver capito bene? Tonyyy!!"
"David per una buona volta fidati di me"

La zittì con un lungo bacio.
"Penso che sarà proprio una bella settimana sai?"
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"Sono due dollari"
"Ecco a lei"

Gibbs uscì dalla caffetteria con il suo solito bicchierone di cappuccino bollente e si strinse nel cappotto.
Quando arrivò in ufficio,dopo la riunione,salì le scale diretto verso la sala conferenze ma venne chiamato da Vance.
In quel breve tragitto ripensò.
Ripensò a tutto quello che era successo durante in quei giorni,alla paura che aveva avuto per Ziva,alla rabbia scagliata contro Fadi,contro Eli,a Malachi che si stava riprendendo...a Reira.
La dimostrazione di quanto un caso iniziato come un'altro può essere imprevedibile,complicato ma può anche cambiare la vita a tutti,nel bene o nel male.

La sedia in pelle era vuota.
Vance era in piedi e lo stava fissando.
"Come sta il grande Leroy Jethro Gibbs?"
"Come sempre,Leon"
"Non dovresti. In fondo hai appena risolto un caso abbastanza complicato Gibbs." 
"Sicuro di non volere un po' di ferie?"
"Mai.Questa è la mia vita,non ho bisogno di pause."

Risero entrambi.

"Gibbs. Come facevi a sapere sin dall'inizio che Reira fosse innocente?"
"Non lo sapevo,Leon."

Lentamente uscì dalla stanza e si appoggio' alle scale.

L'ufficio piano piano si stava riempiendo,McGee era già al suo posto,Abby correva da una parte all'altra e Tony e Ziva...beh li avrebbe uccisi a son di scappellotti più tardi.

"L'ho accusata anche io,all'inizio. Poi ho semplicemente usato l'istinto. Dovresti saperlo...regola numero 51:Alcune volte si sbaglia"
I due si guardarono negli occhi per alcuni istanti fino a scoppiare in una fragorosa risata.
"Altro caffè Gibbs?"
"Decisamente meglio delle ferie! Andiamo."




"Definitively,sometimes you're wrong"



Fine





Angolo dell'autrice
Una parola.
Tristezza.
Questo è quanto.
Sometimes mi ha fatto compagnia da Febbraio,ha fatto parte di un percorso,mi ha aiutata a migliorare tanto quanto mi avete aiutata voi.
Voi che avete recensito ogni singolo capitolo,voi che avete messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate o che semplicemente l'avete letta.
Voglio ringraziarvi di cuore,davvero!

Se questa fanfiction è andata avanti (e anche egregiamente direi eh eh) è solo grazie a voi!!!

Quindi,per l'ultima volta,spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia emozionato tanto quanto ha emozionato me mentre lo scrivevo :)

Questa è Sometimes,questa è la mia prima long conclusa e che FORSE solo se lo volete...avrà un seguito :P

Un grazie speciale a Margherita,per i suoi consigli e per avermi supportata e a Costanza,lei sa perchè.


Vi voglio bene,

Alessia

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