Love in New York

di I knew you were trouble
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Love in New York

Capitolo I


 

Sembrava essere una prerogativa di Kurt l'essere sempre in ritardo, e questa mancanza di puntualità era fortemente in contrasto con il suo aspetto preciso e studiato nel minimo dettaglio. Poteva dare la colpa al traffico infernale che dominava la città di New York, ma la realtà era che, sebbene vivesse nella Grande Mela ormai da tre mesi, non riusciva ancora ad orientarsi. Era venerdì, e come ogni venerdì all'ora di pranzo, aveva appuntamento con Rachel, sua coinquilina nonchè migliore amica, all'Empanada Mama, il loro ristorante preferito. Con venti minuti di ritardo, Kurt riuscì a raggiungere la sua destinazione. Rachel, un po' spazientita e un po' divertita dall'affanno dell'amico, corse ad abbracciarlo. Non c'era niente che Kurt preferisse a passare del tempo con Rachel. Certo, all'inizio anche loro ebbero le loro divergenze, ma in fondo avevano sempre saputo di essere fondamentali l'uno per l'altro.
"Ce l'hai fatta, finalmente!"
"Inizio a considerare l'idea di comprare una mappa."
"Ti perderesti lo stesso."
Entrarono nel ristorante e si diressero al loro solito tavolo, salutando Carl, il cameriere che ogni venerdì li serviva. "Pensavo di andare a pattinare" dichiarò Rachel, mentre Carl portava la prima portata. "Ho sentito che nel pomeriggio si terrà una mostra al MoMA" suggerì Carl. "Oggi fa molto freddo" setenziò, dopo una lunga pausa, Kurt, a cui non andava di fare nè l'una nè l'altra cosa. "Io ho da leggere un libro per il mio corso all'università, starò tutto il pomeriggio di biblioteca." "Mi dispiace lasciarti da solo oggi, il venerdì è la nostra giornata." "Non fa mai male prendersi una piccola pausa" sorrise di rimando Kurt. "Carl, Kurt ci lascia soli oggi. Va bene se ti aspetto qui fino a che non finisci di lavorare?" Carl, che tornava con la seconda portata, disse che non c'era nessun problema e, dopo aver finito di mangiare, Kurt si congedò baciando Rachel sulla guancia.
Kurt non faceva parte del club del libro della sua università, ma leggeva così tanto che Rachel lo dava per scontato. Quando faceva freddo, Kurt amava rimanere in casa e leggere un libro, ma solo se in casa c'era anche Rachel. Odiava la solitudine. Prima di arrivare al liceo, e quindi di conoscere Rachel, non era un esempio di ciò che viene definito "popolare". Al contrario, l'unica persona con cui parlava era suo padre. Fu al liceo che conobbe persone che lo accettarono così com'era. Odiava rimanere solo, gli ricordava la sua infanzia così triste e solitaria. Quindi decise di andare in libreria e leggere lì.
"Hawthorne, Hawthorne, Hawthorne" ripeteva sottovoce cercando lo scaffale contrassegnato con la lettera "H". Fu allora che alzò lo sguardo per cercare qualcuno che potesse aiutarlo. Kurt amava vedere gente innamorata, gli piaceva l'idea dell'amore. Non l'aveva mai provato. Non perchè si vergognasse di come fosse, sapeva di essere speciale a suo modo. Semplicemente non aveva mai conosciuto un ragazzo che lo avesse fatto innamorare. Guardandosi intorno, il suo sguardo si soffermò, quasi senza rendersene conto, su un gruppo di ragazzi e ragazze poco lontani da lui. Soprattutto su uno di loro. Il ragazzo si accorse delle attenzioni di kurt e gli ricambiò lo sguardo. Per qualche secondo, o forse per anni, gli occhi azzurri di Kurt e quelli verdi di questo sconosciuto si incrociarono. Lo sconosciuto gli sorrise. Un sorriso troppo duraturo per essere un semplice sorriso di cortesia.
"Posso aiutarla?"
Uno dei commessi riportò Kurt sulla Terra.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Blaine non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte. Continuò a rigirarsi tra le coperte in preda a mille domande. Di sicuro, dopo ciò che era successo quel giorno, si ripromise di tornare più spesso in libreria.
Quando la sveglia suonò erano già le otto di mattina, e lui era solo in casa.
Mark e Sebastian erano già usciti per raggiungere la loro università.
Finita la colazione, decise di uscire a prendere un po' d'aria in qualche zona tranquilla di Central Park.

Anni fa, quando di trasferì a New York dopo che sua madre lasciò suo padre, trovò un'area del parco dove raramente passava gente. All'inizio ci andava ogni giorno. Qui immaginava una vita diversa: una riconcilliazione con il padre, un lavoro che potesse assicurare a lui e alla madre migliori condizioni di vita. Crescendo abbandonò il suo sogno di diventare attore e si iscrisse alla facoltà di medicina, si trasferì in un appartamento condiviso con i suoi migliori amici, iscritti entrambi alla facoltà di letteratura, motivo per cui passavano gran parte della giornata in libreria, e si creò una nuova vita. Da allora non successe niente fuori dal comune, fino al giorno prima.

Arrivato a Central Park, si sedette sulla prima panchina liberà che trovò.

Era un bel ragazzo, ma nonostante ciò non aveva mai avuto un ragazzo. Al liceo era ammirato da tutte le ragazze, ma a lui non importava. Per un certo periodo gli piacque Mark, ma non glielo aveva mai detto.

Continuava a pensare al ragazzo della libreria. Chi era? Perchè lo aveva fissato? E perchè lui gli aveva sorriso? Non aveva risposte a tutte queste domande.
Il cellulare squllò: Sebastian lo aveva chiamato ben tre volte ma Blaine, immerso nei suoi pensieri, non aveva sentito.

"Dimmi Seb"
"Quando finiscono le lezioni andiamo in libreria, vieni?"
"Certo"

Voleva trovare quel ragazzo.

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