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di in love with horan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A bad idea. ***
Capitolo 2: *** Umpa Lumpa. ***
Capitolo 3: *** Cip e Ciop. ***
Capitolo 4: *** Modella sbarra scodella. ***
Capitolo 5: *** Dov'è Louis? ***
Capitolo 6: *** Acciminchia! ***
Capitolo 7: *** Prendi Quei Kiwi. ***
Capitolo 8: *** La lista. ***
Capitolo 9: *** Biancaneve e i sette kebabbari. ***
Capitolo 10: *** Dottor Sherlock. ***
Capitolo 11: *** Fantagenitori. ***
Capitolo 12: *** Dove c'è Barilla, c'è Casa. ***
Capitolo 13: *** Dammi qualcosa, Louis. ***
Capitolo 14: *** Inciampare in una Vagina. ***
Capitolo 15: *** Louis, Carotina, Aiutami. ***
Capitolo 16: *** Avevo in mente di uccidere la Scodella. ***
Capitolo 17: *** Come vuoi che stia? ***
Capitolo 18: *** Epilogo - Credi nel colpo di fulmine? ***
Capitolo 19: *** EXTRA - AVVISO. ***



Capitolo 1
*** A bad idea. ***



*banner in fase di abbellimento(?)*

A BAD IDEA
 
 
 
-SAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAM- urlo, scattando dal letto come una dannata.
La porta della mia stanza si apre, mentre sono alla ricerca dei miei jeans sotto il letto.
-che c'è?- risponde lei, tranquilla.
La solita bionda menefreghista. La sua fortuna erano quei fottuti occhi azzurri che ti incantavano e ti facevano perdere il filo del discorso. Il fisico..bhè, una barbie avrebbe fatto schifo al suo fianco.
Tiro via i jeans da sotto il letto, spolverandoli un pò e sedendomi sul morbido materasso per indossarli. Lei è così tranquilla con quella tazza di latte in mano ed un biscotto in bocca.
-ti avevo detto che oggi avrei avuto un appuntamento importante, di svegliarmi presto- la rimprovero, cominciando a saltare per la stanza nella speranza di indossare quei maledetti jeans del cavolo. A sigaretta? Questi erano a uncinetto di mia nonna!
Lecca il cucchiaio finendo con uno schiocco -scusa- mormora -eri così tenera mentre dormivi, che non ho avuto il coraggio di svegliarti- mi sorride.
Saltello ancora qualche secondo, prima di inciampare nei miei stessi piedi e finire a terra. La risata di Sam riempie la stanza.
-aiutami, scema- la rimprovero.
Fa dei passi nella mia direzione, porgendomi gentile una mano -eh- la scansa quando la stavo per afferrare -ieri sera sei andata ad una festa senza avvertirmi- mette il broncio.
Ancora? Avevamo passato tutta la notte a litigare per quell'insulsa festa.
-mi ci hanno costretto ad andare, e tu eri con..con..- abbottono i jeans, cercando di ricordare il nome. Ci mancava anche il mal di testa.
-James?- chiede lei, posando la tazza sul mio comò e accomodandosi sul letto.
-non lo ricordo- dico avviandomi al mio armadio mezzo scassato. Dettagli.
-sapevi che l'avrei mollato per una festa del genere- risponde stizzita lei.
Alzo gli occhi al cielo mentre spalanco le ante dell'armadio. Era anche vuoto, merda. Ci avrei messo più tempo.
-è il tuo lavoro, Keyra si arrabbierebbe di brutto- l'avverto, gettandomi letteralmente con la testa dentro l'armadio alla ricerca di una t-shirt da indossare.
-mmh- la sento lamentare -l'avrei portato con me- mi blocco, uscendo la testa dall'armadio e fissando la mia amica.
-si, così magari scopriva tutta la verità- dico.
Infilo una mano nell'armadio: qualsiasi maglietta esce, metto! Ho deciso così.
Ritiro la mano, portandomi dietro una maglia color vomito; o forse era proprio vomito quella stampa in mezzo?
Sento ridacchiare Sam alle mie spalle. Mi volto, sempre più furiosa.
-vuoi una maglia?- mi chiede, piegando leggermente la testa di lato.
Eh, magari..
 
 
*  *  *
 
Una giornata che inizia male non può finire peggio, giusto?
-merda- impreco verso il deficiente che mi aveva versato l'intero caffè sulla maglia bianca di Sam.
-scusa- la ragazza mora si affretta a recuperare un fazzoletto dalla sua borsa, cominciando a tamponare la macchia insistentemente.
-levati, idiota- la spingo via, controllando il danno. Non mi avrebbe più dato nulla di suo, Sam.
Spalanco la porta del bagno dell'ufficio, sfilando la maglietta. Sto ancora bestemmiando in aramaico nella mia testa.
-non ti preoccupi che qualcuno entra e ti veda mezza nuda?- di nuovo la moretta.
-ehm..- schiocco le dita chiedendogli aiuto.
-Alex- risponde, stringendo la cartellina al suo petto.
-Alex, qui dentro succedono cose impossibili. Tranquilla, mica si scandalizzano per un paio di tette-.
La mora abbassa la testa di lato, alzando un sopracciglio -bhè..- mormora incerta.
Che fa, prende per il culo? Prima mi getta del caffè addosso, poi si permette di sparlare della mia adorabile prima?
-comunque, che ci fai in questo ufficio?- chiedo, mentre ritorno a pulire la maglia. Spero solo che Sam non mi uccida.
-ci lavoro- squittisce -cioè, sono in prova, da oggi- sottolinea.
La fisso per qualche secondo dallo specchio: in effetti è una bella ragazza, alta, mora, mani ben curate, faccia da schiaffi.
-in bocca alla balena- dico, richiudendo il lavello e alzando la maglia. Come nuova!
Peccato che indossandola adesso, sarei sembrata una di quelle troiette delle car wash.
-veramente si dice in bocca al lupo- ci pensa -o in culo alla balena- mi corregge.
-fa lo stesso- mi asciugo le mani -hai una maglia da ricambio?- chiedo con un sorriso.
-forse ho qualcosa in auto, sai...sono anche di un'altra città e sto trasferendo- sorride.
Gli spaccherei volentieri quei dentini bianchi che si ritrova se non si spiccia.
-oh, bene- strizzo la maglia. Che idiota, mi ero anche asciugata le mani! -però se puoi- la guardo di sottecchi -solo se puoi- sottolineo -controlli adesso? Sai, avevo una riunione leggermente importante- la avviso.
-corro- non ho nemmeno il tempo di girarmi, che già la porta viene chiusa alle sue spalle.
Bhè, almeno Keyra la poteva sfruttare per quella velocità.
Alzo lo sguardo allo specchio.
-merda- ero uscita veramente così di casa?
Riapro l'acqua del lavello, insaponando le mani e passando il composto sulla fronte.
-come ci è arrivato il timbro lì?- mi chiedo sola.
Sì che il pub ti riempiva di timbri ogni volta che si usciva, ma non ricordavo di averne richiesto uno in testa. In realtà non ricordavo proprio nulla della sera prima. Se non quel rag...
-eccomi- la porta del bagno si spalanca, mostrandomi la mora di prima con una camicetta piena di fiori.
Non so se piangere o ridere. E' una candid camera, vero?
-credo sia la taglia giusta per te- spero proprio di no!
La ringrazio e la provo. Precisa, esatta. Manco mia nonna ha un simile tappeto per casa.
-che dolce- mi sorride lei, aggiustandomi il colletto -portiamo la stessa taglia, tranne per..- alzo lo sguardo, scocciata.
E basta! Ho capito che non sono ben dotata, ma cavolo.
-scusa, mi puoi dire che ore sono?- mi informo, recuperando la maglia gocciolante e posandola su una porta per farla asciugare durante la riunione.
-le dieci e trentacinque- per poco non casco dalla porta.
-devo scappare- recupero la borsa che avevo gettato sul pavimento ed esco dal bagno.
Stavolta me la fa pagare, mi metterà a lavorare insieme la Santoro denti da castoro e i ragazzi non mi si fileranno per niente.
-e ora che mi invento?- parlo sola, correndo tra i corridoi già colmi di gente -potri raccontare la verità- mi consiglio -si, certo. Così le urla si sentono fino la Cina-.
Apro la porta sfoggiando un sorriso -scusate, una cretina mi ha versato del caffè addosso- li avviso.
Keyra è alla fine della stanza, con una bacchetta nelle mani mentre continua a picchiettarla nervosamente su un tabellone pieno di fogli di giornali.
-ma buongiorno signorina Smith- fa un passo, posando le mani sulla scrivania davanti a lei.
Richiudo la porta e con passo svelto mi avvio al mio posto.
Al centro della stanza c'è un enorme tavolo, quello dove Key ha appoggiato le mani, e con quella posizione ancora mi fulmina con lo sguardo.
-ho dovuto mettere sta..cosa- guardo con disgusto la camicetta con le stampe di fiori. Per poco non vomito tutto.
-una scema mi è venuta addoss...- vengo interrotta dalla porta spalancata con poca delicatezza.
-scusate, una cretina mi è venuta addosso facendomi cadere il caffè- cosa?
La mora di prima corre fino a Keyra, che ringrazia la ragazza con un sorriso. A me non aveva mai sorriso in due anni che lavoravo in quel betume di posto!
-tranquilla cara, ho la vaga idea di chi possa essere questa sbadata- mi lancia un'occhiataccia.
La mora si volta dalla mia parte, seduta al mio posto. Alzo una mano, salutandola.
Si strozza con la sua stessa saliva -cioè, cretina..volevo dire carina- ride, nervosamente.
-oh, tranquilla- la spinge fuori dalla stanza Key -è abituata a nomi peggiori- intendeva baldracca, deficiente, mezza sega?
Ah, non mi offendo per un 'cretina' detto da una completa sconosciuta. No, no.
La porta viene sbattuta, facendomi cadere la matita che tenevo tra il naso e la bocca.
-sai Sophy, per te avevo pensato tante cose belle- mi metto dritta con la schiena, sorridendo -ma..- mierda -ultimo arrivato male alloggiato-.
Che voleva dire?
I miei colleghi mi guardano, sorridenti. Che avevano da essere felici?
-conosci i One Direction?- mi chiede, avvicinando il suo muso al mio.
Divento strabica per un momento. Annuisco.
-ho venti anni, conosco le stupidi band che nascono nel mio paese- ammetto. Deglutisco a vuoto.
Sorride, sistemandosi gli occhiali sul naso.
-quindi, conosci anche Louis Tomlinson?- si allontana, sfogliando un foglio nuovo sulla lavagna.
Ci sono una miriade di foto di un bel ragazzo con gli occhi azzurri.
-ne ho sentito parlare- metto le mani a mò di preghiera, poggiando tutto il peso sui gomiti, sul tavolo.
Odiavo tutto quel giro di parole -dimmi cosa devo fare- taglio corto.
-voglio ogni minimo segreto di questo ragazzo, ogni difetto che ha- cosa?
Scoppio a ridere, appoggiando la schiena alla sedia. Torno seria. Non stava scherzando!
-come posso scoprire i suoi difetti?- chiedo confusa.
Keyra richiude tutto, alzando le spalle -fai un pò tu, è il tuo lavoro- prende una carpetta verde dalla sua valigetta -questo è quello che conoscono tutti; o almeno, quello che i loro management ci dicono - la sbatte con un tonfo sul tavolo, proprio davanti a me.
Sento le carni tremare.
Tutti cominciano ad alzarsi, mentre Keyra si avvia alla porta per uscire.
-ah- si volta, attirando la mia attenzione -come sai ogni articolo ha una scadenza- dice.
Mi preoccupa quel tono di voce, ho paura anche a chidergli.. -quando?- tento incrociando le dita mentalmente.
-domenica prossima- scatto in piedi, strisciando la sedia rumorosamente.
-mi prendi per il culo? sono solo..- faccio un conto veloce con le dita -undici giorni- per poco non urlo.
Il mio capo annuisce, facendo l'okay con le dita. Esce dalla stanza.
Come cavolo faccio a scoprire dei segreti che nasconde un ragazzo?
-fallo innamorare di te- mi volto verso la mora che era rientrata nella stanza -fallo cadere ai tuoi piedi in pochi giorni. Solo così potrai avere libero accesso alle sue informazioni più personali- perchè tutte a me?
Mi accascio sulla sedia, passando nervosamente le mani tra i capelli.
Che minchia mi invento per far cadere un ragazzo, per di più già fidanzato, ai miei piedi?
 
 


I'M BACK FORRRRR YOU
jahsdkahkh sono troppo gasata lol
Inizialmente avevo pensato ad un seguito di fix a heart
(chi è nuovo e vuole farsi due risate, la storia è nel mio
profilo), ma poi mi sono detta: ma io come faccio una Sophy 
incinta intenta a picchiare Louis?
Quindi, ho pensato a questa mini-long. Yep, avete letto bene,
MINI LONG. Non so ancora quanto durerà, se 10 o 15 capitoli,
farò una scaletta. Però prometto che le risate sono assicurate :)
 
Come vedete, ci sarà sempre scodella in mezzo alle balls. La amo 
sjdhak Perchè quest'idea? Bo, mi è venuta in mente quando non ho
avuto il coraggio di rispondere a tutte le recensioni
che mi avete lasciato per fix a heart :)
 Ma non mi perdo in chiacchiere per molto sjahdk
 
 
Se volete mi trovate qui:
 
 
 
 
 
ciauuu
 
SONO TORNATA GEEEEENTE!
 
*ps, non so quando aggiornerò, purtroppo
Causa, troppe storie in corso lol*.

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Capitolo 2
*** Umpa Lumpa. ***





UMPA LUMPA
 
 
-ancora non ho capito perchè mi hai costretta a venire con te- Sam, al mio fianco, ringhia a denti stretti -nemmeno se fosse il mio di lavoro- mi guarda, seccata.
Alzo le spalle, pigiando il dito sul campanello della villa bianca davanti a noi -mi serviva conforto- rispondo con fare ovvio.
-voglio la mia parte allora- continua lei, girandosi a guardare l'immenso giardino.
Un flash mi passa per la testa -sai- si gira a guardarmi confusa -hai ragione, dovresti andartene- aggrotta la fronte.
-perchè?- si lamenta, con tono più pacato.
-saresti in grado di saltargli addosso- ammetto, quando la porta si spalanca mostrandomi un bel ragazzo con uno strano taglio.
Merda..
D'istinto, spingo Sam, gettandola dalle scale -fanculo- mormora, mentre sorrido al ragazzo che mi guarda male.
-ciao- squittisco, non perdendo il sorriso.
Il ragazzo mi fissa da capo a piedi -stai bene?- mi chiede poi.
Annuisco convinta. Meglio di così non si può -certo, perchè me lo domandi?- divento seria.
La sua testa si volta, indicandomi Sam ancora contorta sul giardino.
-ah, lei- rido, nervosamente -è un nostro modo di giocare- me ne esco poi.
Il ragazzo punto gli occhi di nuovo su me -serve qualcosa?- taglia corto.
Bè, sai..dovrei scoprire un paio di segreti del tuo amichetto Louis, così da poterli sbattere in prima pagina sul nostro giornale di gossip.
-intanto, io sono..So..- mi blocco. Merda, non potevo dire il mio vero nome.
-Solange- urla Sam, rialzandosi. 
Cosa? Che razza di nome è Solange?
-è il mio soprannome- invento all'istante -in realtà mi chiamo..Alex- sorrido.
Il ragazzo ha ancora un sopracciglio alzato, senza capire.
-ma prego, entrate, fate come se foste a casa vostra- lo sfotte Sam, sistamandosi il jeans che si era strappato, quando vede che il ragazzo non spiccia parola. Oh cielo.
-scusate, ma di solito in casa mia entra chi conosco- afferma convinto.
-che stupida- Sam si stampa un cinquino in fronte -io sono..Keyra- sorride.
Certo che eravamo persone originalissime!
-Zayn- grazie al cazzo!
-lo sappiamo- sembrava che avessi fatto una plastica alla faccia per quanto ridevo. Mi sentivo una cogliona.
-siamo qui perchè dobbiamo scrivere un articolo sui uan dairecscion per il nostro giornale- continua Sam.
-vi ruberemo solo cinque minuti- i muscoli della mia faccia, cominciano a fare male.
-io..bhè...- si gratta la testa, nervoso -sono solo in casa-.
Ma tranquillo, ti facciamo noi compagnia, se vuoi.
-peccato- mormora Sam con finto tono triste.
-Zayn, chi era alla porta?- il moro davanti a noi sobbalza sul posto. Ah, meno male che era solo in casa!
La porta si apre di più, mostrandoci un biondino tinto in solo boxer. Intanto si grattava tranquillamente le parti basse.
-scusate ragazze, non compriamo nulla dai venditori ambulanti..- cosa? -a meno che non si tratta di qualche biscotto, stile boyscout, intendo- fa un mezzo sorriso.
Boyscout? Biscotti? Avevano mezzo più zucchero nel caffè quella mattina?
-no, Niall- lo riprende l'amico -sono delle ragazze che vogliono farci una piccola intervista per il loro giornalino- io e Samo sbattiamo gli occhi velocemente.
Se non si convincono così, giuro che sbatto in prima pagina la loro omosessualità! Insomma, non siamo tanto male..
-oh, e per quale giornale sarebbe?- chiede il biondo, grattandosi di nuovo le noci.
-il sun- -set- rispondiamo all'unisono io e Sam, per poi guardarci in faccia e maledirci telepaticamente.
-cioè..- cerco di sistemare le cose -il Sun set- che nome di merda.
Avrò molte difficoltà a trovare un nome decente ai miei figli. Poveri loro.
-oh- sibila il biondo -interessante- direi, un ragazzo di molte parole.
-possiamo entrare?- tenta ancora Sam.
 
 
*  *  *
 
 
Avevamo aspettato una buona mezz'ora sul ciglio della porta, mentre i ragazzi, tutta la band al completo, si era messa di buona volontà a pulire quel porcile di casa. 
Avevano organizzato una festicciola la sera prima, ci avevano detto. Ma dallo strano odore che c'era nell'aria, mi venne da pensare che la festicciola stava avvendendo alle 11 di mattina. Perfetto.
-prego- un ricciolino ci fa strada fino a quello che solitamente io chiamerei salotto; ma mi sembra impossibile chiamare quella stanza così data l'enorme quantità di vestiti presenti su tutti i mobili: c'erano più vestiti in quella stanza che nel mio armadio!
Ci fanno accomodare su un divano bianco di pelle, e loro si mettono di fronte a noi impazienti di conoscere le fatidiche domande.
Merda, ed ora che domande faccio?
-tieni- Sam mi porge un block note ed una penna, mentre lei accavalla le gambe con molta eleganza. Il divano fa uno strano rumore ed i ragazzi scoppiano a ridere.
-che divani scassati- sussurra Sam, sedendosi più composta -sapete che non sono stata io, vero?- chied poi ai ragazzi, che annuiscono, non tanto convinti.
-allora Harry, Louis, Niall, Liam e Zayn, com'è diventata la vostra vita dopo il successo di x-factor?- chiede con professionalità. Fisso incredula Sam, che sorride sotto i baffi.
Perchè non ha dato a lei questo incarico? Di solito è lei a svolgere il lavoro sporco, vista la sua natura dolce, romantica. Io ero più per le scoperte di traffici illegali di vestiti o cibo, stile agente 007.
Persa nei miei pensieri, non mi ero nemmeno accorta che nido di paglia, alias Harry, aveva cominciato a parlare. Chissà che shampoo usa.
Muovo la penna sul foglio, scrivendo distrattamente qualcosa.
Altre domande vengono poste, altre risate riecheggiano nella stanza. Bhè, tipi strani ma simpatici; lo devo ammettere.
-chi di voi è fidanzato?- alzo gli occhi, curiosa della loro reazione: solo tre su cinque alzano la mano, compreso il mio prossimo scoop. Grazie Keyra, non bastava il fatto che dovessi fare 'innamorare' uno di me, ma anche combattere con la sua fidanzata.
-diteci un pò i vostri rapporti con queste ragazze- continua Sam.
Sbadiglio, forse un pò per la fame, visto che stava per arrivare l'ora di pranzo.
Il mezzo pelato, Liam, comincia a ridacchiare parlando di una certa Danielle, mentre il biondino si alza dal divano, avvertendoci della sua momentanea assenza per qualche bisogno.
Ritorno al block note ed al mio lavoretto.
I ragazzi parlano, parlano e bla bla bla. Ma non eravano noi femmine a non saper tenere la bocca chiusa?
-ehy- mi volto di scatto, spaventata dalla voce allarmata alle mie spalle -credevo che ci stessi intervistando- dice il biondo con un bicchiere in mano, gli occhi puntati sul foglio che ho tra le mani.
Sam si abbassa sulla mia spalla, confusa.
-So- la fulmino con lo sguardo, appena in tempo -lange- si riprende poi, facendomi alzare gli occhi al cielo -ma che hai fatto?- sbotta anche lei nervosa. 
Bhè, mi stavo annoiando e loro continuavano a dire cose che TUTTI già sapevano.
-scusate, mi avete ispirato tanto- guardo il mio disegnino, fatto al posto di scrivermi degli appunti.
I ragazzi scoppiano a ridere quando glielo mostro -carini gli umpa lumpa- dice il riccio.
Gli umpa che?
-ma siete voi- dico seria. Cioè, c'erano i ricci, c'erano i capelli color vomito di gallina, il mezzo pelato, la brutta copia di Goku e c'era anche Louis. Non gli ho ancora trovato un soprannome intelligente.
-noi?- chiede serio la mia vittima.
Annuisco, mentre Sam si passa una mano sulla faccia -tutto a puttane- mormora, massaggiandosi le tempie.
-molto fine- dice il pelato.
-e simpatica- aggiunge il biondo, ridacchiando.
-si, come un pezzo di carne rimasto tra i denti- finisco io, sorridendo.
Tutti mi fissano in silenzio, interrotto solo dallo strano rumore proveniente dal mio stomaco. Ops..
Scoppiano a ridere -avete fame?- chiede dragon ball -vi volete fermare qui, così magari dopo pranzo facciamo una vera intervista- ammicca.
Mi avvicino a Sam, non scollando gli occhi dai ragazzi -secondo me ci stanno incastrando per cercare le sette sfere del drago- sussurro.
-spero che almeno abbiano la nuvola speedy- risponde Sam.
Sorridiamo innocenti.

 

 
 
BONJOUUUUUUUUUUUR
allora, ho già trovato parecchie idee per questa
storia kshadk viva me(?)
No, okay, evitiamo lol
Anyway, so che magari ancora può essere un pò stressante,
ma PROMETTO che metterò il prossimo capitolo presto e 
finalmente la storia comincerà sul serio :)
 
Se volete lasciare una recensioncina, non mi offendo :)

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Capitolo 3
*** Cip e Ciop. ***




CIP E CIOP.
 
 
-ma serio, non usciresti mai con uno di noi?- chiede il riccio, portandosi la forchetta alla bocca.
Aggrotto la fronte -a fare che? a vendere gelati?- chiedo, facendoli ridere.
-ma dove siete state tutto questo tempo?- chiede Liam, spingendo il piatto davanti a sè, segno che aveva finito.
Sam storce le labbra -siete voi quelli che girate il mondo, mica noi- li sfotte, addentando l'ultimo pezzo di carne.
-bhè, adesso siamo insieme..un pensierino potreste farcelo- ammicca il biondo, avvicinandosi alla mia amica con la sedia.
-non provarci biondino, ho studiato karatè per tre anni di fila- lo minaccia, facendolo allontanare immediatamente.
Poso la forchetta nel piatto, alzandomi per posarlo nel lavandino, gentile.
-non c'è bisogno, facciamo noi- si alza il moro, pronto a prendermi il piatto dalle mani.
-lascia, mica mi metto a lavare i piatti- ribatto, tirando il piatto dalla mia parte.
-lascia fare a me- riporta il piatto dalla sua parte.
-ma lo vuoi lasciare- continuo io. E che minchia, più uno vuole essere gentile, più deve fare baldoria per ottenere qualcosa.
-ho detto no- si impunta, tirando il piatto verso lui.
E va bene, la mette così.
Caccio un urlo, facendogli lasciare il piatto che con forza mi arriva addosso. Merda.
La felpa si colora del rosso del sugo, facendomi imprecare mentalmente.
Il moro davanti a me sorride, grattandosi la testa nervosamente -va bene, posalo tu nel lavandino- si allontana, a grandi passi.
Si siede accanto a Louis, nascondendosi dietro il suo corpo, come a proteggersi.
Bene, non avevo ancora nulla su quei ragazzi e di certo non sarei rimasta un'ora in più in quella casa con quella maglia.
Avrei puzzato più di una scoreggia di mia nonna. E quelle di mia nonna, sono una vera fonte di gas atomico.
-Sa..- mi blocco, notando che stavo sbagliando nome -mara- continuo, facendo sputare la mia amica il succo che stava bevendo su Zayn. Ops..
-Samara?- chiede confuso Harry, passando distrattamente un fazzolettino a Zayn per pulirsi.
Bhè, toccava anche a lui puzzare un pò.
-è il suo soprannome- mi difendo, facendo finta di non notare lo sguardo assassino di Sam.
Stavo per chiamarla col suo vero nome, mi dovevo parare il culo in qualche modo.
-come quella bambina di the ring?- si accerta il riccio.
Annuisco, non trovando però un connesso.
-perchè?- chiede Liam, attento ad aiutare il moro che sbuffava in continuazione.
-bo- alzo le spalle, posando finalmente il piatto nel lavandino -mi piaceva- ma che cazz..
Non sono brava con le bugie, questo teatrino mi verrà più difficile di quanto avevo pensato.
-oh- sibila Liam, incerto. Amico, non rendere le cose più difficili! -che strano- dice poi.
Ecco, tutto stava andando nella merda.
-comunque, per l'intervista mi sa che salta tutto- dico, allungando la maglia e mostrando la macchia -io con questa cosa non ci sto un secondo di più- dico.
-ma va la- si alza il riccio correndo verso le scale.
Lo seguo con lo sguardo non capendo cosa avesse per la testa. 
Ritorna dopo una manciata di secondi con una maglia in mano -non dirmi che devo indossarla?- chiedo stordendo le labbra.
Il riccio aggrotta la fronte, squadrandomi da capo a piedi -ma chi ti caga- risponde.
Cooooooooooooooooooooooooosa?
Tutti scoppiano a ridere della mia faccia: e allora che cavolo doveva farci?
-sentivo caldo e volevo cambiarmi la maglia- dice tranquillo, come se mi avesse letto nel pensiero. Sfila la maglia che indossa quella che aveva tra le mani. La stampa interessante di due animali che cercano di procreare, mi fanno fare una smorfia di disgusto.
-te ne prendo una mia, se non è un problema- si alza il moro, dopo che avevo annuito.
Dovevo trovare un modo per rimanere in contatto con quegli idioti.
La suoneria del mio cellulare riempie tutta la casa -scusate, il mio- li avviso, per poi correre nel mini salotto dove avevo lasciato la borsa.
Frugo velocemente, trovandolo e portandomelo all'orecchio.
-pronto?- dico sottovoce, dopo aver letto il nome. Vediamo se il piano doveva saltarmi per colpa sua.
-perchè parli piano?- dice lei dall'altro capo del telefono. Alzo gli occhi al cielo.
-Key, parla veloce, sono in missione- mi guardo in giro, sperando che nessuno stesse ascoltando la conversazione.
-oh, di già?- dice sorpresa -va tutto bene?- mi chiede poi.
Mi trattengo dal mandarla a quel paese -se magari non fossi al telefono con te, ma con loro di là, si- dico, alzando di poco il tono.
-oh, eccoti qua- caccio un urlo, facendo volare il cellulare dalle mie mani, finendo sul pavimento con poca delicatezza. Merda.
Mi abbasso velocemente, recuperandolo. Spengo la chiamata, senza dire nient'altro.
-mi hai fatto prendere un colpo- dico al moro, mentre poso il telefono sul tavolino ai piedi del divano.
-non l'avevo notato- scherza -ecco qua- mi porge la maglia, quando nota che non avevo per niente voglia di scherzare -lì c'è il bagno- mi indica una porta.
Corro, indossandola velocemente per poi guardarmi allo specchio: cercavano di aiutare il wwf contro l'estinzione degli animali? O erano semplicemente ragazzi a cui piaceva giocare a scopone.
Esco dal bagno, notando che intanto si erano accomodati sul divano e ridevano.
-che ridete?- chiedo, sedendomi tra Sam e Liam.
-mi raccontavano le loro marachelle- dice Sam, spostandosi il ciuffo che le era caduto sugli occhi.
-divertente- dico senza emozione -ma pensiamo all'intervista- mi sbrigo -ah, Cip e Ciop..- indico il biondo -mi puoi prendere il block note che ho lasciato in cucina?- chiedo, sbattendo gli occhi delicatamente.
-perchè Cip e Ciop?- mi chiede alzandosi comunque.
Mi sistemo sul divano -hai il vizio di grattarti le noci- con gli occhi, gli indico le parti basse. Risate.
-e quindi mi merito due nomi?- chiede ancora.
-Cip quando ti gratti con la mano destra, Ciop con la mano sinistra- spiego, felice della mia teoria.
-oh- dice, prima di scappare in cucina.
-e di solito..è più Cip o Ciop?- chiede Louis, senza farsi sentire dal biondo in cucina.
-Pippo- rispondo, sfoggiando un sorriso.
Quattro paia di occhi puntati su di me, mi fanno capire che non ci avevano capito niente. Sam ci era abituata.
Alzo gli occhi al cielo -Topolino si fa le topoline, Paperino si fa le paperine..Pippo..- mi blocco, notando le loro risate.
Bhè, di quante volte se le toccava, sembrava che si stesse..
-che ridete?- era rientrato il biondo. Mi porge il blocco d'appunti e si siede di fronte a noi, posando il cellulare accanto a tutti gli altri.
-niente, amico..non capiresti- lo consola il riccio, passandogli un braccio sulle spalle.
-beeeeeeeeene- per poco non urla Sam -iniziamo di nuovo con le domande- dice.
Comincia con le domande di quella mattina, ma stavolta prendo appunti seriamente.
Nel mentre scrivevo, la mia testolina camminava per i fatti suoi. 
Gli occhi erano puntati su Louis quando questo sfoggiò un sorriso. Pensava che ci stavo facendo strani pensieri?
I miei occhi si posano sul block note...un'idea si era appena fatta spazio nel mio cervellino. Sorrido.
 
Sbadiglio dopo la centesima domanda. Ormai conoscevo le loro risposte, in realtà non c'era motivo della nostra sosta in quella casa anche per il pomeriggio. Ma ormai dovevamo portare al termine il piano A.
-per me è tutto- dice Sam, buttandosi sul divano sfinita.
Chiudo la penna, richiudendo il blocchetto.
-hai scritto tutto?- mi minaccia Sam. Annuisco ridendo. 
Oh si, ho scritto anche altro.
-bene, per me possiamo anche andare- dice poi, alzandosi.
La seguo a ruota, recuperando il cellulare sul tavolino ed incamminandomi verso l'uscita.
Il riccio apre la porta, controllando se ci fosse appostato qualcuno. 
Per fortuna non c'era nessuno. Apre tutta la porta, facendo scontrare il mio viso nel vento freddo di Londra.
Mi sono congelate le ovaie, porca trottola!
-allora, non vediamo l'ora di leggere l'articolo domani- squittisce Liam, sorridente.
Annuisco..Anche io lo vorrei.
-buona fortuna- dice Sam, uscendo per prima dalla casa.
Una macchina sfreccia davanti la casa -macchinina gialla- dice il biondo, per poi darmi un pugno giocoso sul braccio.
Mi passo una mano dove aveva appena lasciato il pugnetto -ma che problemi ha?- chiedo a Louis, messo accanto a lui.
-è uno stupido gioco..lo fa sempre quando siamo in giro- l'amico alza gli occhi al cielo.
Rialzo lo sguardo fissando la strada. Passa una macchina.
-macchinina grigia- dico, prima di mollare un pungo sul braccio del biondo che perde l'equilibrio e si ritrova con le chiappe sul pavimento.
-ahio- si lamenta -hai fatto male- dice -e poi dev'essere una macchina gialla-.
Alzo le spalle -da me quelle grigie sono più potenti- metto un piede fuori dalla casa -e ringrazia che non era un camion-.
Salgo nell'auto sospirando. Che pomeriggio stressante.
 
 
*  *  *
 
-SAAAAAAAAM- urlo correndo nella sua stanza. Butto l'occhio sulla porta del bagno chiusa; mi fiondo subito.
La apro, trovandoci dentro Sam che mi guarda confusa.
-allora..- cammino nella stanza con il mio block note in mano -ho un piano per far cadere ai miei piedi quel rammollito. Oggi ho avuto un lampo di genio- mi siedo sulla vasca.
La guardo. Mi guarda. -che c'è?- dico poi, non capendo tutto quel silenzio.
-non puoi dirmi il tuo piano quando finisco di cagare?- dice, non tanto felice della situazione.
Sorrido, alzando le spalle. Che migliore amica.
 
 
    
 
ROTOLA STILE AGENTE 007
lol GIURO che non prometterò più di aggiornare presto.
Dio mio..ho troppe idee per la testa, ma non riesco a 
metterle per iscritte..odiatemi çç
Well, questo capitolo fa più schifo di quello che Sam
stava facendo alla fine, lo so çç
CHIEDO PERDONO..
Vi posso consolare dicendo che nel prossimo capitolo
sarà dedicato tutto a Louphy(?)..no, meglio Souis(?)
Bo, non trovo un abbinamento lol
 
Ciau c:
 
 

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Capitolo 4
*** Modella sbarra scodella. ***




MODELLA SBARRA SCODELLA
 
 
 
-cosa?- Keyra si gira sulla sedia, abbassando gli occhiali sul naso -credo di non seguirti- dice.
Alzo gli occhi al cielo, sedendomi disordinatamente sulla sedia, di fronte al mio capo -hai capito bene- dico -mi servono altre quattro ragazze per questo piano- ripeto, per la terza volta di fila.
Sbatte gli occhi velocemente per poi sorridere, quasi a presa in giro.
-stai scherzando, vero?- si accerta.
Scuoto la testa -no, sei stata tu a darmi un compito così difficile- rispondo a tono.
-perchè ti credo la migliore qui dentro- mi attacca.
-oh non dire cazzate! La migliore qui non sono io, ce ne sono molte meglio di me. L'hai fatto solo come punizione, come segno..- mi interrompe, alzando una mano.
-perchè?- aggrotto la fronte -perchè ti servono altre quattro ragazze?- spiega.
Prendo un respiro -ho pensato ad un piano e..- mi blocca di nuovo.
Adesso le spacco la sedia in testa!
-facciamo così- si sistema sulla sedia, incrociando le mani a mò di preghiera -Sam è libera, per questa settimana. Ed è una- tiene il conto con le dita.
Dentro me comincio a ballare la conga, o per essere in tempi moderni, gangnam style.
La porta si apre, facendomi voltare curiosa. Una chioma mora entra nella stanzetta.
-ciao- mi saluta la ragazza, sfrecciandomi accanto -ecco il tuo caffè- posa un vassoio sulla scrivania di Keyra, che sorride alla vista della ragazza.
Sbarro gli occhi.
-oh, no no no..- mi avvicino alla scrivania, notando la scintilla nei suoi occhi -è una stagista, non permetterti- la avviso.
Il sorriso di Keyra si allarga sempre di più, mentre la ragazza ci fissa ancora confusa.
-ho tutta la troupe occupata, e quale buon modo per insegnare il mestiere?- mi chiede.
Alzo gli occhi al cielo, prima di ributtarmi con le spalle allo schienale della sedia. Che presa per il culo.
 
*  *  * 
 
-ti sta arrivando un calcio- avviso Sam, che continuava a lamentarsi per come mi ero vestita.
-mi hai fregato la maglia; ci permetti che possa prenderti in giro ora?- continua lei, con un sorriso stampato sulle labbra.
-smettila, o ti lascio senza cena- mi guarda male.
-ma se sono io quella a cucinare- alza gli occhi al cielo.
-ragazze..- la new entry cerca di mettersi in mezzo, ricevendo un 'zitta' di entrambe come risposta.
-spero che un piccione ti caghi addosso, sarebbe un ottimo accostamento con quel pantalone- stava urtando seriamente le mie ovaie.
-Sam..- ringhio a denti stretti.
-scusate, ma..- mi volto di nuovo verso la mora.
-che c'è?- per poco non urlo.
La mora mi fissa negli, poi con la testa mi fa un cenno di guardare avanti.
Merda.
-salve- un bel ragazzo moro era appoggiato allo stipite della porta in attesa di una spiegazione.
-ciao- squittisco prendendo a fuoco, nonostante i tre gradi di Londra.
Avevamo suonato il campanello di quella casa qualche minuto prima di iniziare un'accesa discussione; talmente ero concentrata a non farmi mettere i piedi in testa dalla mia amica, che non mi ero resa conto di avere uno spettatore..oltre Mortisia alle nostre spalle.
-serve qualcosa?- chiede confuso, per poi passarsi una mano tra i capelli.
Mi potresti sputtanare tutti i segreti del tuo amichetto?
-ti ricordi l'articolo che dovevamo scrivere su voi?- chiedo, retorica. Il ragazzo annuisce -bhè, è venuta fuori una vera merda e il nostro capo voleva qualcosa di più approfondito, qualcosa di diverso- tento un sorriso.
-sempre che non vi scoccia- aggiunge Sam, al mio fianco.
Ci squadra per qualche secondo, fin quando la porta non si apre di più mostrandoci la figura di un biondo tinto intento a grattarsi le noci. Doveva andare da qualche dottore, era un serio problema.
-ciao Alex- mi saluta. Perchè sì, dovevo abituarmi a quel nome.
-ciao- ma non sono l'unica a rispondere.
Mi volto, disorientata e spaventata. Minchia, ma questa si doveva chiamare come me? Cioè, io come lei? Insomma, si è capito.
-anche tu ti chiami Alex?- chiede confuso Ciop.
-qui solo io mi chiamo Alex- oh, che bella porta di legno, è antisfondamento? La proviamo subito con la testa della stagista.
-non capisco- dice Zayn.
-oh, vi abbiamo preso per il culo. Io sono Sophy e lei è Sam- indico la mia amica.
Tanto prima o poi si sarebbe venuto a sapere.
-ah- sibilano all'unisono.
-e perchè questo teatrino?- chiede il moro.
-stalking- interviene Sam -ha avuto un passato difficile -posa le sue mani sulle mie spalle, massaggiandole -capitela, ha paura di parlare di sè; è per questo che lavora in un giornalino, per cercare di ricominciare a fidarsi delle persone- ma vaffanculo.
La porta si spalanca -e voi?-.
Ciao ciao preda, ci si rivede.
 
 
*  *  *
 
Fisso l'orologio, battendo il piede nervosamente sul pavimento. Femmina, ecco cos'era.
Mi passo una mano nervosa sul viso, sospirando stanca.
-sicura..- fulmino il cameriere che per la terza volta mi chiedeva se non mi avessero dato buca.
-no- strillo -mi ha chiamato- bugia -c'era traffico-.
E appena il ragazzo si allontana, ecco che due occhi celesti entrano nel locale. Non trattengo un sorriso, perdendolo immediatamente quando noto qualcosa di strano.
-ciao- mi saluta, recuperando una sedia del tavolo accanto e passandola sotto il sedere di una ragazza.
-tu devi essere Eleanor- mi accerto. La ragazza annuisce, per poi togliersi gli occhiali da sole. A bella, sono le nove di sera, poi me lo spieghi a cosa servono questi occhiali.
-stupidi paparazzi- parla.
Interessante. 
-allora, so che dovevamo vederci da soli, ma la mia ragazza- le rivolge un sorriso -è uscita prima dal servizio fotografico e sono passato a prenderla- bla bla bla.
-com'è che il servizio è fallito?- mi chiede la ragazza, ticchiettando, con le unghie appena fatte, sul tavolino. E' anche peggio di una barbie.
-al capo non andava bene e ci ha chiesto gentilmente di intervistarli uno ad uno, da soli- cerco di ricalcare bene l'ultima parola.
Gli occhi castani della ragazza mi scrutano. Si dice che chi ha gli occhi azzurri è perchè ha dentro un oceano. E chi ce l'ha marroni? I dubbi della vita.
-c'è tanto sole?- chiedo, incrociando le braccia sul tavolo. Sembra che all'improvviso faccia più caldo in quel locale, e non è dovuto a quello che avevo bevuto nell'attesa del principe dagli occhi azzurri che faceva sbavare le ragazzine.
-io sono Eleanor- soffre di amnesia? -i paparazzi mi seguono dappertutto- modesta anche!
-io sono Sophy- alzo una mano, chiamando il cameriere -e riesco a bere tre succhi di frutta di fila- le risate di Louis riempiono il locale.
Ops..persino una brutta battuta lo faceva ridere. Uno a zero per Smith.
-va bhè, non eravamo qui per un'intervista?- taglia corto.
Sorrido, frugando nella borsa, per poi uscirne un blocchetto degli appunti. Ahhh, cosa farei senza.
Ordiniamo velocemente qualcosa da bere, il tempo di poter fare delle domande che avrebbero colpito il segno.
-allora- lascio perdere la cannuccia -negozio preferito, abbigliamento preferito, primo bacio- la ragazza mi fissa, non capendo il connesso.
Il moro si gratta la testa, elaborando le parole mentalmente.
-nessuno- si appunta le risposte sulle dita -maglie a righe e bratelle- alza gli occhi al cielo, mordendosi la lingua -terza media- finisce, sfoggiando un sorriso.
Interessante, lo appunto nelle cose di cui non me ne frega.
Fingo di scrivere, meno una parte -raccontami- dico.
Ci pensa un attimo, mentre la fidanzata sfila il cellulare dalla borsa, mettendosi a picchiettare sulla tastiera rumorosamente. Oh povero Louis, quelle mani non sono poi così tanto d'oro.
-al dire il vero, è stato durante una recita. Non passa come un vero bacio, giusto?- riposo lo sguardo su Louis.
Che vita di merda. Scuoto la testa, passando ad altro.
-dove passi di solito il pomeriggio? Cosa fai?- chiedo, fingendo di scrivere.
Ci pensa sù giusto un attimo, ma prima che possa aprire bocca, la ragazza si alza dalla sedia urlando. Ha scoperto che Babbo Natale non esiste?
-mi hanno dato una promozione- civetta -sfilerò la prossima settimana- balla sui suoi stessi piedi.
Perchè i tacchi si rompono nei momenti meno opportuni?
Alzo gli occhi al cielo, portandomi il succo alla bocca. Ero al quarto, dovevo stare attenta, non potevo drogarmi di pera e andare fuori di testa.
-però devo andare lì per confermare- si siede, desolata.
-cosa aspetti?- chiede Louis -vai a dare la conferma- la abbraccia. Oh per favore, datemi fuoco.
Volto lo sguardo da un'altra parte, pregando di non vomitare quello che avevo ingurgidato nell'attesa.
-sicuro che vuoi rimanere qui, da solo?- c'erano altre 300 persone oltre noi, non l'avrei violentato qui, davanti a tutti. O si...
-vai, me la so cavare- la rassicura il fidanzato, baciandogli il naso. Vomito.
I due si salutano e finalmente mi ritrovo sola con Louis William Tomlinson.
-allora..- gli ripeto la domanda, guardando l'orologio. Se non fosse stata per quella modella sbarra scodella, a quest'ora avrei già finito questa tortura.
-di solito sto in casa, visto che appena metto piede in strada vengo assalito da fans- ci pensa sù -anche se a volte non è male- ridacchia.
Gli piacciono i contatti fisici.
-adoro giocare a calcio, quindi direi che il mio posto ideale è un campo, o un parco giochi, magari dove i paparazzi non se l'aspettano-.
Da giornalista, direi il contrario, ma annuisco dandogli ragione. Non sapeva con chi stesse parlando.
-parlami della tua giornata tipo- affretto la conversazione.
-uhm..- lo prendo alla sprovvista -la mattina mi alzo presto, mi piace correre- mi strozzo con la mia saliva. Non ci voleva.
Mi passa il bicchiere del mio succo, tra le risa. Ne bevo un sorso maledicendomi per la figura.
-stavi pensando a quanto fossi sexy con la pelle sudata?- aggrotto la fronte,  sistemandomi.
-no, stavo pensando chi fosse quel coglione che si alza presto per correre- faccio una pausa -e adesso l'ho conosciuto-.
Ma comunque, sorvoliamo sulla piccola pausa, per continuare con il racconto.
-quindi, dopo mi fermo a fare colazione. Non ho un bar preferito, mi piace provarne sempre di nuovi- qui mi sembra anche più complicato -poi magari torno a casa, per fare una doccia- mi nascondo dietro il block note, evitando un contatto visivo -mangio con i ragazzi; nel pomeriggio di solito faccio un pisolino, oppure gioco alla play, o magari esco. Dipende dalle giornate- finisce.
Gratto nervosamente la pellicina del mio dito: è anche più difficile del previsto, questo ragazzo è strano forte.
-e la sera? Sei l'idolo da seguire che preferisce rinchiudersi in casa o sei uno di quelli trasgressivi che partecipa a dei party?- lo sfido, notando il suo imbarazzo. Sta pur sempre parlando con una giornalista, la sua vita stava per essere sbattuta su un giornale pubblico. Almeno, questo era quello che credeva lui.
-la verità?- annuisco -mi piace divertirmi, dipende dalle serate: se mi piacciono, bene, partecipo anche io. Allora preferisco la mia cara tv-.
Fatti pure prete dato che ci sei.
-un'ultima domanda e poi giuro che sei libero- dico, puntando gli occhi sull'orologio -fra te ed Eleanor, va tutto bene? Il lavoro non ostacola il vostro rapporto?-.
Lo vedo grattarsi la testa nervosamente. 
DIN DIN DIN, colpito nel segno. L'unica cosa che fin ora mi è andata bene è questa, fra loro c'è qualcosa di misterioso. Sta a me scoprirlo.
-bhè, si...Non siamo come le normali coppie, ma ci proviamo- sorride, cercando di convincermi.
-bene- mi alzo, posando il blocchetto nella borsa -direi che è tutto- sorrido.
Si alza anche il ragazzo, correndo alla cassa per pagare da vero gentil uomo. Sorrido quando mi affianca sulla porta.
Leggo attentamente la scritta prima di uscire dal locale. Chissà perchè aveva preferito fare l'intervista a quell'ora in quel locale.
-è stato un piacere conoscerti- dico.
-oh, il piacere è stato mio- risponde.
-sai, avevo letto su te, ho visto anche qualcuno di quei strani video che facevi nella casa di xfactor, e se devo dire la verità non ho ritrovato quel ragazzo...divertente- in realtà ero un pò delusa da questo.
Sembra sorpreso -dici?-.
No, mi sono rotta le palle, non vedevo l'ora di andarmene da questo locale, solo perchè mi sono divertita un casino.
Annuisco, storcendo le labbra.
-mi dispiace, sono cresciuto- risponde.
-non è questo quello che piace alle fans- insisto.
-hai ragione- si guarda intorno -sai perchè i barboni adorano dormire sotto gli scatoloni della Barilla?- sfoggia un sorriso -perchè dove c'è Barilla, c'è casa- scoppia a ridere della sua battuta.
Resto a guardarlo, fin quando non si calma -non era divertente?- mi chiede.
-sveglia Tomlinson, questa era persino più vecchia della Flack- ed è lì che si lascia andare ad una risata, con tanto di lacrime.
Prima i tre succhi, ora anche nonna Flack..non ci voleva molto per vederlo sorridere. Facile da questo punto.
-è stato un piacere, Sophy- almeno ricordava il mio nome -spero di rivederti presto- mi allunga una mano.
La aggancio, sorridendo. Oh si, ci rivedremo molto presto.
Ognuno va per la sua strada.
   
 
 
SAAAAAAAAALVE
oddio, che parto di capitolo lol
Già sto preparando l'altro, e vi giuro che in casa
mi prendono per pazza visto che rido sola AHAHAHAHAH
Well, alla prossima :)
Ah, se volete passare, ho scritto una nuova os 
 
ps: veramente riesco a bere tre succhi di frutta di fila OuO

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Capitolo 5
*** Dov'è Louis? ***




DOV'E' LOUIS?
 
 
 
-eccolo- sussurro, stringendomi nella giacca.
Richiude la porta di casa alle sue spalle; si abbassa fino a toccare i piedi, si rialza e allunga le braccia al cielo. Che esibizionista.
Sfila dalla tasca un ipod e comincia a correre lungo il marciapiede di casa sua. 
Lo seguo con gli occhi prima di mettere in moto l'auto in cui ero accucciata.
Sam mi aveva consigliato di non parcheggiare vicino casa loro. Doveva sembrare un incindente.
Qualche metro più avanti decido di accostare e scendere dall'auto. Cazzo culo tette che freddo.
Sistemo la tuta e comincio a correre, come da piano. 
Non sono una tipa sportiva: il più grande sforzo fatto in vita mia, era l'essermi alzata per recuperare il telecomando della tv sul divano accanto a quello dove ero seduta. Di solito era Sam a passarmelo.
Louis mantiene un passo veloce in modo naturale, mentre io dopo una decida di secondi e qualche metro di strada, già mi ritrovo la lingua penzolante peggio di un cane. Mi conviene spicciarmi se non voglio rischiare di collassare e per raccogliermi dall'asfalto, devono usare un cucchiaino.
Prendo un profondo respiro ed entro nel parco in cui Louis si era appena inoltrato. Allungo il passo, sentendo il cuore accellerare i battiti, le gambe andare a fuoco.
Non manca molto.
Un animale non decifrato mi sfreccia davanti, facendomi trasalire e cambiare direzione.
-ahio- mi lamento dopo aver beccato in pieno un albero. Massaggio la fronte dolorante, maledicendo qualunque animale fosse stato a regalarmi il mio prossimo bernoccolo.
Mi rimetto sulla strada notando Louis non molto lontano da me. Dai Sophy, ora o mai più.
Accellero il passo, girandomi di scatto quando sento uno strano rumore: un ragazzo seduto su una panchina si gustava tranquillamente il mio fondoschiena e non si faceva dei problemi a fischiare come un patore che richiama le sue pecore.
-augh- mormoro, ritrovandomi capovolta, i piedi in aria -che puzza- mi lamento, capendo di essermi infilata dentro un cesto dell'immondizia. Mi faccio forza per uscire -che schifo- mormoro, togliendomi qualcosa di appiccicoso dai capelli.
Quello stupido articolo mi stava riuscendo più difficile del previsto. Fanculo.
Rialzo lo sguardo, notando Louis dall'altra parte del parco. Potrei tagliare, passando da quella fontana, col rischio di ritrovarmi zuppa. Ma è un rischio che devo correre, peggio di così!
I miei piedi si muovono nella direzione del ragazzo, pregando mentalmente di non trovare qualche altro intoppo.
Non solo mi stavo ammazzando a correre, in più avrei avuto un livido, avrei fatto puzza chissà per quanto tempo ed in più quel ragazzo ancora stava ridendo di me. Non c'era mai stata giornata peggiore di quella.
Lo vedo qualche passo vicino me, quando entro nel cespuglio che ci divide. Spero solo che i rami stretti non mi strappino i vestiti di dosso. Con un'ultima spinta, mi getto addosso al ragazzo, facendolo cadere per terra.
-scusa- dico, massaggiandomi la testa. Minchia, era più morbido l'albero -oh- mi fingo sorpresa alzando lo sguardo.
Che il piano abbia inizio.
-Sophy?- dice stupido, sfilando le cuffie dalle orecchie.
-scusa, non ti avevo visto- ridacchio, nervosamente.
-ma và, uscivi da un cespuglio- ops..
-mi stava inseguendo un cane- giocherello con la stringa delle scarpe. Ancora siamo seduti sull'asfalto freddo.
-un cane, qui, in questo parco?- sembra sorpreso.
-no, forse era una marmotta- ci penso, posando un dito sotto il mento.
La risata di Louis riempie le mie orecchie. Sorrido involontariamente.
-non sapevo che le marmotte si fossero trasferite a Londra- scherza.
-bhè- mi metto in piedi, pulendo i leggins stretti che indossavo -c'è anche per loro il periodo di emigrazione- mi fingo intelligente.
-le marmotte non emigrano- mi spiega, alzandosi e pulendosi anche lui.
-queste erano marmotte speciali- rispondo a tono -comunque, scusa- sorrido.
-figurati- riposa l'ipod in tasca. Il viso di Louis è leggermente rosso, delle goccioline di sudore sono riposte alla base dei capelli sulla fronte e il tutto è estremamente sexy visto da questo punto.
-non mi avevi detto di correre anche tu, a quest'ora- giocherella, ricordando la frase del giorno prima.
-no, infatti- gratto la pelle delle mie mani, pensando una buona scusa -mi hanno detto che sto ingrassando in questo ultimo periodo e ieri, grazie a te, ho avuto questo lampo di genio- perchè non ho fatto teatro?
-oh, se me l'avessi detto, ti avrei invitato per correre insieme- sorride.
-sei sempre in tempo- avrei preferito tenermi per me quella frase.
-okay- dice, per poi mettersi dritto e cominciare a correre -che aspetti?- mi richiama qualche passo più avanti con un sorriso.
Prego mentalmente di non ritrovarmi a terra dopo qualche secondo.
Corriamo di fianco; cioè, Louis correva, io cercavo di tenermi in piedi.
-ti prego..fermiamoci- lo imploro, con la gola secca.
Louis ride e mi indica una panchina: vedo il paradiso.
Mi butto sopra la panca di cemento, ringraziando chi l'avesse messa proprio lì.
-va tutto bene?- mi chiede Louis sedendosi al mio fianco.
-si, mi sento come se un camion mi fosse passato sopra- rispondo, buttando la testa all'indietro.
-dai, non essere tragica. E' il tuo primo giorno- mi rassicura.
-ed anche l'ultimo- rispondo.
-noo, ed io che volevo invitarti a correre anche domani- scherza, almeno spero che lo stia dicendo per scherzo.
Alzo la testa, fissandolo -saresti disposto a raccogliermi dall'asfalto con un cucchiaio?- chiedo, curiosa.
Il ragazzo mi osserva qualche secondo -va bene la forchetta?- mi chiede.
Non capisco -perchè? chiedo confusa.
-da quando sto con i ragazzi, in cucina non si trova più un cucchiaio- spiega.
-li gettate invece di lavarli?- chiedo.
-no- scuote la testa divertito -anche se questa non è una brutta idea- ci pensa -ma comunque, Liam è un cucchiaiofobico- aggrotto la fronte. Che era? -ha paura dei cucchiai- mi spiega.
-minchia- mi sistemo sulla panchina -io ho paura del buio, ma un cucchiaio...che razza di paura è?- chiedo.
Il ragazzo alza le spalle, ridacchiando -chiedilo a lui- dice.
Appoggio di nuovo la testa sul cemento freddo della panchina. Potevano farla più comoda.
-così hai paura del buio..- lo sento sussurrare -come fai a dormire la notte?- mi chiede.
Chiudo gli occhi, vergognandomi per quello che stavo per dire -ho una lucina-.
Sento delle risate. Ecco, lo sapevo io che dovevo tenere la bocca chiusa.
Riapro gli occhi, mettendomi dritta con la schiena -oh, andiamo. Tu hai un amico che ha paura dei cucchiai e scoppi a ridere per una paura che hanno in tanti- gli tiro un pugno giocoso -e poi non dirmi che tu non ne hai qualcuna- si blocca subito.
Bingo, adesso lo punzecchio per bene.
-oh oh- scatto sulla panchina, ridendo -dimmelo, dimmelo, dimmelo- saltello come una bambina.
-mi vergogno- mormora sottovoce.
-non mi interessa, io te l'ho detto- dico, più eccitata di sapere di cosa avesse paura.
Sospira -soffro di alliumfobia- all..che ha detto?
-parla come mangi- lo rimprovero, salendo un piede sulla panca.
Scoppia a ridere -sei fortunata a non parlare con Niall- mi risponde.
Sventolo una mano. Non mi interessava Niall.
-non ti preoccupare, tutto quello che c'è da sapere su Niall, ci ha pensato Alex- rispondo, ricordandogli che ci eravamo divisi i compiti per l'interrogatorio: Sam con Zayn ed Harry, Alex con Liam e Niall, io con Louis.
-ah vero, ma quando escono gli articoli?- mi chiede, cercando di evitare il discorso.
-non lo so, li deve prima leggere. E poi, oggi si dovevano vedere con gli altri due le mie colleghe- spiego -si, ma non cambiare discorso- lo ammonisco -cosa mi nascondi?- sorrido beffarda.
Abbassa lo sguardo -non hai fame?- tenta.
Pensandoci bene -bhè..un pò- scatto dalla panchina -ti va di fare colazione insieme?- chiedo gentile.
Si alza dalla panca, fissando l'orologio che porta al polso -sì, sarebbe pure ora- afferma, convinto che io abbia dimenticato di quello che stavamo parlando.
-ma ancora devi dirmi la tua fobia- lo prendo in giro, mentre ci allontaniamo dal parco -che fobia è quella che mi hai detto?- chiedo curiosa. Non era da tutti giorni sentire un nome così strambo, sembrava più una marca di pannolini. Magari aveva paura dei pannolini. Oh povero, come avrebbe cambiato i pannolini ai suoi figli?
-aglio, mi fa paura l'aglio- mi blocco di colpo, scoppiando a ridere.
-mi stai prendendo per il culo, vero?- mi avverto, notando il suo imbarazzo sul viso -oh merda- sussurro -come hai paura dell'aglio?- le mie risate aumentano a dismisura.
Cioè, puoi avere paura dei ragni, del buio...mettiamo anche dei cucchiai. Ma dell'aglio, che razza di fobia era?
-mi dà fastidio l'odore, non posso vederlo. Forse ho visto troppi film horror- ammette, quando lo affianco.
Come avevano utilizzato in un film horror dell'aglio tanto da farlo spaventare?
-e poi ho una fobia più comune- continua.
-dimmi, ormai ci stiamo sputtanando alla grande- dico.
Usciamo dal parco, aspettando il semaforo che scattasse il verde. Ci blocchiamo sul ciglio della strada, sulle strisce pedonali.
-mi fanno paura i cani- oh, quasi mi fa tenerezza.
-ATTENTO, C'E' UN CANE ALLE TUE SPALLE- urlo, mettendomi una mano sulla bocca con fare teatrale.
-dove?- urla Louis, prima di saltarmi addosso. Lo prendo appena in tempo, prima di farci cadere entrambi sull'asfalto.
Rido come non mai -sei scemo?- scende dalle mie braccia, capendo che tutto era uno scherzo.
Devo dire che però non pesava tanto, nonostante la sua altezza in confronto alla mia. Oppure ero io la forzuta?
-ah ah, che sei divertente- si sistema la tuta, guardandosi intorno. Aveva paura di essere visto da qualche paparazzo? Ce l'aveva accanto.
-non posso dire lo stesso di te, visto che non mi hai fatto ridere. Tranne per l'ultima cazzata- lo avverto.
-non mi conosci- dice, mentre attraversiamo le strade -sarei capace di farti fare pipì addosso dalla risate- dice convinto.
-bhè..dimostralo- era tutto quello che volevo.
Entriamo in un bar.
 
Dopo aver fatto colazione, svaligiando quasi l'intero bar, stavo ridendo a crepapelle. Era un tipo simpatico, ma non era quello che mi aspettavo.
-avevi ragione, sai fare ridere la gente- ammetto, alzandomi dal mio posto -ma io pensavo fossi una persona divertente senza il bisogno di ricorrere a barzellette- spiego.
Paga velocemente alla cassa e ci dirigiamo all'uscita del locale salutando il ragazzo che ci aveva servito. Era anche lui un fan dei one direction.
Apre la porta, facendomi uscire per prima. Per fortuna l'aveva aperta lui, o avrei rischiato di litigare per il verso giusto in cui si apriva.
-grazie- sorrido uscendo.
-ATTENZIONE- urla qualcuno. Non ho nemmeno il tempo di girarmi. Sento una frenata, una botta, poi il buio totale.
 
 
*  *  *
 
 
-sto lontano dallo stress, fumo un pò e poi mi faccio Styles; facciamo sess senza durex e dopo 9 mesi nasce un mini Styles, oh yesss, fosse per me, me lo farei adess- sbatto gli occhi velocemente, maledicendo mentalmente chi fosse a cantare a quell'ora, soprattutto una canzone senza senso.
Mi volto verso Sam, seduta accanto al letto in cui mi ritrovavo. Un momento, quella non era la mia stanza!
Era troppo bianca, a meno che la mia amica non si fosse divertita a dipingerla quella notte, quella era più..
-Sam- la richiamo, facendole alzare lo sguardo dalla lima che continuava a passare sotto le unghie. Sorride. -che ci faccio in ospedale?- chiedo, con voce impastata ancora dal sonno.
Posa la lima sul piccolo comodino accanto al letto -una bici ti è venuta addosso- cerco di sforzare la memoria, ma niente -per fortuna c'era Louis con te che ha chiamato subito l'ambulanza quando hai perso i sensi- che fortuna proprio.
Vago per la stanza con gli occhi, alla ricerca del ragazzo che mi aveva 'salvata'.
-dov'è?- chiedo, voltandomi verso la mia amica che sembra sbiancare. Deglutisce rumorosamente.
-sta mattina sei uscita per fare jogging e seguirlo, giusto?- annuisco. Almeno quella parte la ricordavo -ma tu non sei una tipa atletica, ma soprattutto abituata a simile sforzo- non capisco dove voglia arrivare -appena arrivati qui, il dottore ha scoperto che dovevano operarti con urgenza al cuore. Pensavano non potessi farcela- oddio, era tanto grave.
-e..- la incito a continuare, quando abbassa lo sguardo sulle sue scarpe.
-non potevamo aspettare tanto per trovare un donatore..e quindi..- il mio cuore, credo il nuovo, comincia a battere forte.
-Sam..dov'è Louis?- ho paura perfino a chiederlo.
La mia amica si graffia le mani, nervosamente. Poi alza lo sguardo -nel cesso- scoppia a ridere -non posso credere che che ancora ci caschi- stringo le mani a pugno, cercando di non spaccargli la faccia.
La porta della stanza si apre, attirando la nostra attenzione -buongiorno bella addormentata- dice Louis entrando nella stanza seguito da Niall e il riccio.
Posano un vassoio sul comodino e mi sorridono -tutto bene?- mi chiede il riccio.
Vorrei dirgli quanto vorrei picchiare Sam in quell'istante ma -bene- rispondo sorridendo -da quanto tempo dormo?- chiedo poi.
Sam guarda l'orologio sul polso -nemmeno un'ora- dice.
Mi sento più rilassata, almeno so di non aver perso dei giorni per quell'articolo.
-ti ricordi il tizio con la bici che ti è venuto addosso?- mi chiede Louis. Scuoto la testa -bhè..è il proprietario dello zoo della zona e per scusarsi mi ha regalato due biglietti- sorride.
-sono felice che riporti quella scimmia nel suo habitat- rispondo, facendogli aggrottare la fronte.
-non voglio andarci con Eleanor- almeno aveva capito -voglio andarci con te, come per scusarmi per l'incidente-.
Fisso Sam che mi sorride divertita. Okay, il mio piano andava avanti a gonfie vele.
 
  
 
 
SAAAAAAAAAAALVE
sono di fretta, visto che volevo aggiornare
oggi, ma grazie alla mia migliore amica
rompi balls, sono arrivata adesso a casa OuO
Sto crepando di fame...Well, ve gusta? c:
 
Se volete chiacchierare con me, trovate tutti
i miei contatti nel mio profilo c:
sssssssssciau(?)

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Capitolo 6
*** Acciminchia! ***




ACCIMINCHIA!
 
 
-vuoi un pò d'acqua?- chiede il ragazzo al mio fianco
-no- mormoro, continuando a camminare e guardando in giro.
-vuoi un gelato?- mi indica un carretto bianco poco distante da noi.
-no- rispondo di nuovo -già sento freddo per i fatti miei- mi stringo nella felpa che indosso.
-vuoi una banana?- ma che cazz...
Mi blocco di colpo, diventando del colore dei pantaloni di Louis: rosso.
-non mi piacciono- ammetto, abbassando lo sguardo sulle mie scarpe diventate all'improvviso interessanti.
-come no?- Louis, qualche passo più avanti a me, scoppia a ridere -a chi non piacciono le banane?- continua, urlando.
Mi avvicino in modo minaccioso, afferrandolo per un braccio -ehy, ci sono tanti tipi di banane. Dipende quale intendi-.
Mi squadra da capo a piedi, per poi ridere ancora più forte.
-Louis..- lo richiamo, guardandomi in giro e notando qualcuno fissarci.
-scusa, ma di solito le ragazze non hanno il coraggio di affrontare certi discorsi- sogghigna.
Serro gli occhi, respirando un paio di volte prima di riaprirli.
-non sono la solita ragazza dal 'oddio, che pervy che sei'- squittisco, maledicendomi da sola per il tono che avevo usato -e poi non mi piacciono le banane per un motivo preciso- lascio il suo braccio, tornando a camminare per il parco.
-e sarebbe?- alzo gli occhi al cielo, quando mi affianca infilando le mani nelle tasche in attesa di una mia risposta.
-come mai hai portato me e non la tua ragazza?- mi appoggio alla ringhiera che permetteva di vedere la casa degli ippopotami, sperando di evitare il discorso. Già mi sono ridicolatizzata pure troppo!
-lavoro- risponde, appoggiandosi anche lui alla sbarra -e poi è un ambiente che non fa per lei- mi volto di scatto.
-come? non si sente a casa in mezzo ai suoi simili?- chiedo, fingendomi confusa.
Scoppia a ridere, guardandomi poi negli occhi.
-non ti sta tanto simpatica, vedo- afferma, convinto.
-bhè...un pochino- strizzo gli occhi a due fessure, indicando la quantità richiudendo due dita davanti alla sua faccia -hai presente quando una ti sta sulle ovaie?- chiedo.
Scuote la testa -io non ho le ovaie- giusto!
-già..ma le palle, sì. Almeno spero...- sussurro l'ultima frase.
-puoi metterci la mano sul fuoco- scherza.
-bhè..comunque, mi sta antipatica a pelle- sospiro, allontanandomi dalla tana degli ippopotami e cercare qualche animale più divertente.
-da questa parte ci dovrebbero essere i leoni- dice al mio fianco.
Gli sorrido. Sembrava che quel ragazzi sapesse leggermi nella testa.
-e comunque, l'apparenza inganna, dovreste frequentarvi- lo blocco per un braccio.
-stai scherzando? che devo farci con una scodella?- mi guarda confuso.
-cos'è una scodella?- chiede.
-lascia stare- sventolo una mano, affacciandomi sulla nuova gabbia che stavamo visitando. I leoni.
-siete strane, voi ragazze- sussurra, appoggiandosi alla ringhiera al mio fianco.
Stiamo in silenzio per qualche minuto, fin quando la suoneria del mio cellulare non attira l'attenzione di entrambi.
E ora che vuole questo?
Fisso qualche secondo il nome che lampeggiava sul dispaly.
-non rispondi?- la voce di Louis mi riporta alla realtà.
-oh si- scatto, allontanandomi leggermente, posando l'apparecchio al mio orecchio destro -che vuoi?- dico secca.
-oh, che bello sentirti, quanto tempo! Come va? Tutto bene? E' successo qualcosa?- alzo gli occhi al cielo.
-Brot, che ti serve?- taglio corto.
Non mi chiamava mai, se non quelle volte che si metteva nei guai.
Sospira -stai ancora in quella enorme villa sulla terza strada?- mi chiede.
Annuisco, anche se lui non può vedermi -si- dico.
-e stai ancora sola con Sam?- non capisco dove andare a parare.
-Brot, taglia corto- dico scocciata.
-papà mi ha buttato fuori e non so dove andare in questi giorni- sento il bisogno di sedermi.
Louis mi prende per una mano, guardandomi preoccupato.
-non ci entriamo, e poi tu sei maschio- dico incazzata. Lo sapevo io che dovevamo prendere una casa più piccola.
-dai Sophy, non farmene una colpa se sono nato con la proboscide- alzo gli occhi al cielo, indicando poi a Louis una panca dove poterci sedere -mi vuoi lasciare in mezzo ad una strada?- mi chiede.
Mi siedo, affiancata da Louis -sono carini anche i ponti- rispondo accavallando le gambe.
-Sophy...- mi richiama. 
Sbuffo -quando arrivi?- chiedo. Sapevo che già aveva fatto il biglietto.
-veramente già sono davanti casa tua- mi strozzo con la saliva.
Louis mi aiuta, lasciandomi dei colpetti sulla schiena. Lo ringrazio, per poi ritornare alla telefonata.
-io non sono a casa, sto lav...- mi blocco, notando Louis al mio fianco -lavando la macchina- colpo di genio!
-oh- risponde -non c'è Sam?- ma che sono la sua segretaria?
-prova a suonare, allora aspetta che una di noi due ritorna a casa. Io devo staccare, ciao- dico secca, per poi chiudere la chiamata. Già si era prolungata pure troppo.
-tutto bene?- mi chiede Louis.
Annuisco -ho un fratello rompipalle- ammetto, posando il cellulare in borsa.
-non sapevo avessi un fratello- mi volto a guardarlo.
-tu non sai niente di me- rispondo.
-già- si sistema meglio sulla panchina -dimmi qualcosa di te-.
-cosa vuoi sapere?- chiedo, mettendomi di fronte al ragazzo.
-non lo so..colore preferito?- ci penso un pò.
-verde- rispondo -il tuo?- chiedo poi. Visto che voleva conoscermi, volevo anche io sapere qualcosa di lui.
-rosso- dice con fare ovvio -hobby?-.
Mi ha fregato. Io non ho un vero hobby -mangiare- rispondo.
Scoppia a ridere -bella cosa, ma non penso sia un hobby- dice.
-ah no?- tengo il conto sulle dita -quando sono annoiata, mangio; quando ho fame, mangio; quando sono stressata, mangio; quando mi sveglio, mangio; quando...- mi interrompe, ridendo.
-okay, okay, hai ragione..Io amo giocare alla play- dice poi -comunque, hai animali in casa?- mi chiede ancora.
-sì- annuisco -una scimmia per migliore amica e da stasera un mammut di nome Max, mio fratello- spiego.
-avevo capito che si chiamasse Brot- aggrotta la fronte.
-è uno stupido nomignolo che gli ho messo in età adolescenziale, quando volevo fare la trasgressiva ed invece di usare il solito nomignolo 'brother', ho preferito chiamarlo Brot- spiego.
Annuisce -io ho quattro migliori amici che a volte diventano peggio di questo zoo- si guarda intorno.
Sospiro, cercando con gli occhi la gabbia delle scimmie. Amavo quel tipo di animale che tanto ci somiglia.
-hai un fidanzato? chiede, riportandomi a guardarlo negli occhi.
Scuoto la testa velocemente -single e felice- ammetto -tu?-.
Ma dai, veramente avevo fatto quella domanda?
Annuisce, titubante -Eleanor- risponde con fare ovvio.
Lo vedo fissare davanti a noi, il nulla.
-va tutto bene?- chiedo, appoggiando una mano sul suo ginocchio per fargli capire che di me poteva fidarsi.
-si- sospira. Noto che mi nasconde qualcosa.
-guarda che a me puoi dirlo. Lo so che praticamente non mi conosci, ma a volte fa bene parlare con uno sconociuto- accarezzo la stoffa del suo pantalone.
Mi fissa negli occhi -abbiamo litigato poco fa, solo perchè non sono andato alle sue prove e sono uscito con te- ammette poi.
Un sorriso si curva sulle mie labbra: avevano litigato per me, per noi, per questa uscita?
-dai- provo a tranquillizzarlo -si sistemerà tutto- spero di no.
-grazie- strofina le mani per scaldarsi un pò.
Il mio stomaco brontola, facendoci ridere.
-ecco il tuo hobby- mi prende in giro, alzandosi poi dalla panca.
-ti va di mangiare qualcosa?- mi chiede. Mi alzo anche io, sorridente.
-certo, ti va bene cinese? E' il mio cibo preferito- cominciamo a camminare verso l'uscita.
-naaa, preferisco italiano- oddio.
-acciminchia, non abbiamo nemmeno una cosa in comune- i miei pensieri prendono il sopravvento.
Louis, al mio fianco, ridacchia.
-andremo d'accordo sulla cucina di Liam. Vieni a mangiare a casa nostra- un invito che non posso rifiutare.
 
 
*  *  *
 
 
-sono a casa- urla Louis, richiudendo la porta alle mie spalle.
-in cucina- riconosco l'inconfondibile accento irlandese di Niall.
-vieni- lo seguo verso la cucina, da dove arriva un bel odorino.
-Sam?- dico confusa nel vedere seduta la mia amica sul divano -che ci fai qui?- chiedo non capendo.
-potrei farti la stessa domanda- dice lei alzandosi.
-Louis mi ha invitato a cena qui- rispondo. 
-anche a me ed Alex ci hanno invitato- pure quella?
-e dov'è?- chiedo, non notandola in giro.
-Harry gli sta facendo vedere la casa- ma alle sue parole, qualcuno ci saluta alle spalle.
-buonasera- mi giro di colpo, mentre mi avvio al divano, aspettando che la cena fosse pronta.
Porca trota! Alla vista di un pakistano senza maglia, intento ad infilarne una, non vedo un tavolino e mi ritrovo stesa sul pavimento.
Mi vergogno a rialzarmi dopo tutte le risa che si innalzano nella sala.
-dammi una mano invece di ridere- ringhio verso la mia migliore amica.
Scuote la testa -cadi tu, rido io..ricordi?- ride ancora più forte.
Me la stava facendo pagare quando ho lavato il pavimento e lei ci è scivolata sopra, talmente erano le mie risa che non ero riuscita ad aiutarla, uscendome con la scusa 'cadi tu, rido io'. Stronza.
Mi rimetto in piedi sola, sentendo le guance andare a fuoco. Ero indice di brutte figure, ma non volevo sputtanarmi così facilmente davanti a quei ragazzi.
-posso sapere dov'è il bagno?- era un pomeriggio che non ci andavo.
-ti accompagno io- Louis smette di ridere e mi fa strada verso le scale.
Fulmino con lo sguardo Sam, per poi seguire il ragazzo che mi accompagna fino al piano superiore.
Apre una porta, mistrandomi una piccola stanza ordinata.
-ti faccio andare nel mio di bagno. Ho paura che possa bloccarti la crescita in qualunque altro- mi fido delle sue parole, richiudendomi in bagno.
Sento una musica provenire dalla stanza, più che altro una suoneria.
-pronto?- lo sento allontanare dalla stanza. Sospiro, guardandomi allo specchio: i capelli in aria, la matita leggermente sbavata...io, insomma.
Mi do una sistemata e decido di fare la pipì. Mi avvio alla tazza, sedendomi sopra una volta abbassati i pantaloni.
Ho sempre avuto vergogna di far sentire il rumore della pipì in un luogo pubblico, e visto che non ero a casa mia, non è uscita nemmeno una goccia. Fanculo. Mi rialzo i pantaloni e mi metto in piedi, trovando una difficoltà. Anche se non avevo fatto il mio bisogno, dovevo tirare l'acqua e fare la scena.
-dove minchia è il bottone?- mi chiedo da sola, non trovando il bottone dello sciacquone.
Al muretto accanto al water, c'è uno strano apparecchio. Forse è quello.
Schiaccio il primo bottone. Un getto d'acqua mi colpisce in piena faccia.
Ma che schifo era successo? Il cesso mi sputava in faccia?
Riprovo a schiacciare, stavolta un altro bottone. E due getti di acqua finiscono sul mio volto, bagnandomi completamente.
Schiaccio velocemente un altro bottone, allontanandomi di scatto; non succede nulla.
Mi riavvicino al bagno, schiacciando un paio di bottoni tutti insieme e fu così che le cascate del Niagara mi fecero un bagno.
-AH- urlo in preda al panico.
Quel coso non si fermava più, e cercavo di trovare il giusto pulsante per farlo smettere di buttare acqua. 
Sono zuppa dalla testa ai piedi quando Louis entra nel bagno, spaventato dalle mie urla.
-aspetta- mi sposta, bagnandosi leggermente prima di spegnere l'apparecchio.
Delle goccie scendono lungo i miei capelli, facendomi ringraziare la vescica che non aveva emesso una goccia di pipì.
Chissà che puzza avrei fatto.
-non trovavo il giusto bottone- dico imbarazzata.
-ho notato- ride Louis, gustandosi il mio aspetto -è un bagno cinese- spiega.
-credevo non ti piacesse il cinese- dico, storcendo le labbra.
-solo il cibo- conferma.
-ah..- mi passo una mano sulla faccia, cercando di asciugarmi -mi dispiace per il disastro che ho fatto, e solo che volevo trovare il giusto bottone, ma poi sto coso ha cominciato a sputarmi in faccia ed io..- le labbra di Louis si posano sulle mie, zittendomi. Sbarro gli occhi, colta alla sprovvista del gesto.
Si stacca e mi sorride -era l'unico modo per farti stare zitta- ammette, ridendo.
Coglione.
-mi dispiace Louis, non era mia intenzione allagarti il bagno..- parto a manetta, notando l'oceano Pacifico che avevo creato nel suo bagno -tu sei stato gentile a portarmi qui, nel tuo bagno, ed io per poco non te lo distruggevo, scu..- di nuovo le sue labbra si posano sulle mie. Quasi quasi non mi dispiaceva questo suo giochetto.
-potrei abituarmi- scherzo, una volta che si era staccato.
-vieni in camera, ti do qualcosa di mio per non prendere freddo- mi tira in camera sua.
Guardo le nostre mani intrecciate, prima che si separano. Okay, qui qualcosa non andava per il verso giusto.
-indossa questi- mi passa una sua tuta verde e grigia.
Esce dalla stanza chiudendo la porta. Mi vesto velocemente, osservandomi davanti allo specchio. 
Ingenuamente, chiudo gli occhi e inspiro il profumo che aveva. Sento le forze cedere. Merda.
La porta si riapre dopo qualche secondo -non stavo annusando la felpa- mi proteggo, scattando sul posto spaventata.
Louis ridacchia -non l'ho mai detto- dice -e comunque io li lavo i miei vestiti- mi squadra da capo a piedi -ti stanno bene- ammette.
Bhè si, io avevo un debole per le tute maschili, ma devo ammettere che mi stavano proprio bene addosso.
-hai appena perso una tuta- dico, uscendo dalla stanza.
Richiude la porta mentre scendiamo al piano inferiore, da dove provenivano tante risate.
-comunque, non posso mangiare le banane...perchè sono allergica- ammetto, una volta sulle scale.
Louis si volta di scatto verso di me -prego?- vedo che trattiene le risate.
Alzo gli occhi al cielo -oh, dai hai capito, non fare queste scenate- lo spingo per le scale.
Ridacchia -ci sono diversi tipi di banana- sussurra, ma riesco a sentirlo, e non posso non sorridere. Aveva ragione, alla fine.
-che è successo?- chiede Sam, notando il mio nuovo abbigliamento.
Noto la mora vicino la cucina, dove Liam armeggiava con pentole e padelle -storia lunga- sventolo una mano, facendogli capire che non ne volevo parlare.
-storia lunga? siete stati sopra solo cinque minuti. E perchè sei tutta bagnata?- Dio, che amica stupida che ho.
-ha deciso di fare un veloce bagno- scherza Louis al mio fianco.
Lo ringrazio con gli occhi, per poi voltarmi verso Liam che urla -è pronto, ognuno prenda posto-.
Mi siedo, e al fianco mi ritrovo Louis.
Sarà una lunga cena questa!
 
 
  
 
SI RITIRA A VITA(?)
okay, fa schifosamente schifo, la testa oggi ha
fatto tutto tranne che collaborare çç
Vi prometto che il prossimo, già per metà
scritto, è molto ma molto più bello di questo,
e le risate sono assicurate c:
Non vi rompo più, perchè proprio fa vomitare anche
me, quindi mi dileguo c:
 
Se volete passate da questa mia storia a 4 mani 

*basta cliccarci sopra*
o qui, una os diversa dal mio solito c:
e qui se preferite il genere romantico, quello
che vi fa vomitare arcobaleni(?)

 
 
Per contattarmi, nel profilo ci sono tutti i 
modi per farlo.

Ps. ringrazio mio fratello che ha combattuto contro internet
che non decideva a collegarsi çç ecco perchè sto aggiornando
a quest'ora.
 

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Capitolo 7
*** Prendi Quei Kiwi. ***




PRENDI QUEI KIWI
 
 
Stavo osservando attentamente il riccio, apparentemente su un altro mondo.
-posso sapere cos'ha?- chiedo a Louis, al mio fianco.
Il ragazzo, non sapendolo, alza le spalle e lo chiede a Zayn, seduto dalla parte opposta alla nostra.
-l'ha chiamato prima sua madre. E' morto John- trattengo il respiro.
Sapevo cosa voleva dire perdere una persona importante, e vederlo in quello stato mi aveva fatto ricordare quando mia nonna era morta.
-oh, mi dispiace- mormoro -era un parente?- chiedo. Poteva anche essere un amico.
Il moro aggronta la fronte, confuso -diciamo che per lui era come il fratello che non ha mai avuto- mi spiega.
Recupero il bicchiere, sorseggiando la mia acqua -era davvero un bel gatto- continua Zayn.
Sputo il liquido creando una nuvoletta e facendo strisciare la sedia rumorosamente da Zayn -ma sei scema?- sbraita, controllandosi il ciuffo se non si fosse rovinato.
Un gatto, seriamente?
-sta così perchè gli è morto il gatto?- chiedo confusa. Sam, al mio fianco, ride tranquillamente.
Il moro annuisce -uno non può stare male per un gatto? Che incivile- esclama, alzandosi dalla sedia.
Per fortuna avevamo finito di cenare, perchè tutto quello che avevo rimesso in uno sputo, era finito sui piatti.
Mi ricompongo, sistemandomi meglio sulla sedia. Dove minchia ero finita?
Liam arriva al tavolo con un vassoio pieno di muffin. Mi lecco le labbra al solo pensiero.
-stai comoda così?- mi chiede Niall, osservando attentamente le mie gambe incrociate sulla sedia.
-non ci squaqquaraqquare le palle, biondo- lo riprendo, mordendo il muffin.
-non ci...che?- chiede confuso il folletto.
-è un modo per dire non rompere le palle, biondo- dico, deglutendo quello che avevo in bocca.
-ma da quale pianeta vieni?- mi chiede tra le risa.
Che c'è? Non hanno mai sentito parlare di 'squaqquaraqquare'? Sono loro quelli strani.
-ma adesso che facciamo?- chiede la mora al capotavola. Avevo completamente dimenticato la sua presenza nella stanza.
-un film?- tenta Liam.
-ma anche no- risponde Sam -non c'è qualcosa di più coinvolgente in questa casa?- chiede.
Roteo gli occhi quando un pezzo del mio dolce finisce sul pavimento -pakistano?- il moro alza lo sguardo nella mia direzione -poi pulisci bene- gli ordino. Finisco in un morso quello che rimaneva del mio muffin.
-e perchè io?- chiede, sorseggiando la coca.
-sdjkshd sajdkhasd lskdhsa- dico con la bocca piena. Qualcuno ridacchia.
-parla la mia lingua, per favore- mi rimprovera ridendo.
Ingoio tutto, sentendo un bruciore nel petto. Porca scodella.
-dovrei prendere lezioni di pakistano, allora- rispondo versandomi dell'acqua. Altre risa.
-guarda che io parlo anche altre lingue- continua Goku. Si era fatto una cresta alta due metri e mezzo quella sera.
-ah si, e le ragazze sono contente di questo?- la gomitata da parte di Sam, mi fa gemere di dolore -che c'è? Era solo per sapere- dico confusa.
I ragazzi ridono.
-bhè, un'idea ce l'avrei- finalmente il riccio si muove. Miracolo! Non è morto, al contrario del suo gatto. Dettagli.
-spara- urla Zayn al suo fianco.
-noooooooo- attiro l'attenzione su me -hai insegnato anche a lui come si usano le bombe?- il moro rotea gli occhi, puntandoli poi sul riccio. Volevo sdrammatizzare un pò la situazione. Che bambocci.
-abbiamo una piscina al coperto, sfruttiamola ogni tanto- quasi urla.
Bell'idea.
-non ho il costume- mi volto verso Alex.
-sei una razzista- rispondo -costume o intimo è lo stesso- rispondo.
-io ci sto- urla Sam, scattando dal posto -dove si va per la piscina?- chiede.
Merda! Mi sbatto un cinquino in fronte, ricordando una cosa importante.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOO- urlo, attirando l'attenzione su di me -porca scodella, non ci posso credere, proprio oggi- impreco da sola.
-hai il ciclo?- mi chiede Louis al fianco.
-grazie per la schiettezza- rispondo. Alza le spalle, ridendo.
-oh, ma lo sai chi ho visto oggi?- mi volto verso Sam, che stringeva il mio braccio insistente.
-chi?- rispondo, mordendomi la lingua ed immaginando la sua risposta.
-sto cazzo- appunto. Ride, tornando subito seria -ma io ho visto Oliver davvero- esclama.
Ehy, ehy, ehy...meno cocacola d'ora in poi.
-dove?- esclamo confusa.
-chi è Oliver?- si fa curioso Louis vicino a me.
-il suo ex rompipalle- -il mio ex rompicoglioni- rispondiamo all'unisono con la mia amica.
-ma che è venuto a Londra? pensavo che si fosse fermato a Miami per quest'anno- parlo a raffica.
-ma sei cieca?- mi chiede alzando il tono.
-no, sono inglese- rispondo prontamente, scatenando le risate degli altri.
-idiota, volevo dire: non ti rendi conto che lui è venuto solo per metterti i bastoni tra le ruote?- il suo ragionamento non fa una piega.
-il mio gatto si chiamava Oliver- urla Harry, facendo spaventare.
-ma non si chiamava John?- dico confusa.
-erano due fratelli gemelli- Liam scuote la testa, abbracciando il riccio.
Ma dove mi ero cacciata?
 
*  *  *
 
-ciao- apro gli occhi, guardandomi in giro.
Quella voce strozzata da gallina, poteva essere di una persona solamente.
-El- dice il moro al mio fianco, sdraiato per solidarietà accanto a me.
Grugnisco a denti stretti. Avevo completamente dimenticato quel particolare fastidioso.
-amore- cinquetta, abbassandosi sulla sporgenza della piscina. Scambia un veloce bacio a stampo con Louis, e faccio finta di rimettere.
Le risate di Harry attirano la mia attenzione -non ti sta simpatica?- chiede, retorico.
-si nota tanto?- chiedo di rimando -ma poi, ditemi com'è vestita?- esclamo indicandola.
La ragazza, nemmeno era arrivata e già si stava spogliando. Un saluto lo poteva anche fare, eh.
Gettata la roba a bordo piscina, si tuffa stile elefante. Spero che l'acqua non mi tocchi, visto che siamo in una piscina al chiuso e non c'è modo di asciugarsi velocemente. Scodella.
-no, è solo da conoscere- tenta Liam.
-mmh..- mormora il riccio -diciamo- risponde
-ma no- insiste Liam, seduto dall'altro lato -è solo simpatica, a modo suo-.
-insomma- ribadisce Niall, mangiandosi un'unghia.
-stupidi- sembra innervosirsi -è solo che non ha amici che la amano- continua Liam.
-chiediti il perchè- finisce Zayn, alzando gli occhiali.
Ci voltiamo tutti verso Liam -oh, okay, rompe i coglioni pure a me. Ma sta con Louis, e lui è un mio amico. Felice lui, felice io- dice, stufo.
Sorrido -ma non ti chiamavi Liam?- chiedo, divertita.
Il ragazzo mi guarda male.
-hai detto 'Felice lui, Felice io'. Hai cambiato nome?- rido, ma lui rimane impassibile -oh, ma sei ottuso, e fatti una sega ogni tanto- quasi urlo.
Il ragazzo si rigira sulla sdraio dove se ne sta comodo -che c'entrano...le..- balbetta.
Madonna mia!
-farsi le seghe apre la mente- spiego, fissando la scena alquanto vomitevole di Louis che fa nuotare Eleanor al suo fianco. Ci mancano due paperelle e sarebbero pronti per la piscina per bambini.
-e anche altre cose- sghignazza il riccio.
Roteo gli occhi, fissando poi Sam e Alex rimaste in silenzio per tutto il tempo -non avete niente da dire?- chiedo confusa dai loro sguardi.
Sembra che abbiano avuto la stessa idea.
-vi rendete conto che tutti volete bene a Candela?- chiede Sam.
Non mi trattengo e scoppio a ridere.
-Calder- la corregge Liam, ricevendo una scarpa in testa come protesta da parte della mora.
-quello che vuole dire Sam, credo, sia di aiutare il vostro amico a scollarsi di quella modella da strapazzo- continua la mora.
Uau, è anche più sveglia di quanto pensassi.
-si- scatto sul posto, notando che i due dall'acqua ci fissavano intensamente -del tipo...trovare qualcuno che lo faccia cadere ai suoi piedi e così da fargli dimenticare la scodella- batto le mani come una bambina.
-era esattamente quello che stavo pensando- si pavoneggia Sam.
-voi che ne dite?- mi rivolgo ai ragazzi.
Si fissano per qualche secondo, come a consultarsi, poi si voltano nella mia direzione, sorridenti.
-chi sarà la sfortunata a sfidare Candela?- scherza Zayn.
Alzo la mano -mi offro volontaria- anche se già ero in mezzo -la farò cadere in basso- strofino una mano contro l'altra, in modo malefico -ma mi serve anche il vostro aiuto- li fisso uno ad uno.
Annuiscono senza pensarci due volte.
-come lo chiamiamo il piano?- chiede curioso il biondo.
Una strana musichetta richiama la nostra attenzione.
-scusate, il mio telefono- scappa la mora, frugando poi nella borsa.
-grande Ed- sussurra Liam -dovremmo chiedergli anche a lui di partecipare- si diverte.
-give me love- ci voltiamo verso Sam -il nome del piano sarà 'give me love, Louis'- dice.
Mi piace, e poi quel ragazzo è un poeta. Dovrei ascoltarlo più spesso per addolcirmi.
-ci stiamo- urlano in coro i ragazzi.
-a fare?- per poco non casco dalla sedia quando la figura di Louis è ai piedi delle sdraio, mentre ci squadra curioso.
-ballare, Sophy conosce un bel locale nella zona- che cosa? Ma io ti affogo in piscina, stupido pakistano che non usa la nuvola speedy!
-già- sussurro imbarazzata.
-che bello!- si esalta -domani sera va bene?- chiede ancora il castano.
Dove minchia li porto a questi qui?
-va bene- risponde Sam -ma adesso si è fatto tardi, meglio andare Sophy- mi richiama.
Scatto dalla sdraio, salutandoli uno per uno.
-ci sentiamo- sussurro salutando per ultimo il biondo.
-aspetta, posso avere il tuo telefono?- chiede Niall.
Annuisco, frugando nella borsa che avevo recuperato proprio in quel secondo -che devi farci?- lo prende dalle mie mani, sorridendo.
-voglio salvarti il mio numero- scrive velocemente qualcosa. Una suoneria attira la mia attenzione. Recupera il cellulare posato sul pavimento.
Bastardo si era appena mandato un messaggio con il mio telefono per salvarsi il numero ed io non avevo nemmeno una fottuta promozione. Mi devi restituire i miei 15 centesimi, stronzo di un folletto irlandese.
 
 
*  *  *
 
 
-lasciatemi poltrire, con la coperta in mano...lasciatemi poltrire, sdraiata sul divano- mi volto verso Sam, seduta sul sedile accanto al mio.
-poi mi spieghi dove minchia ascolti certe canzoni, o per lo meno, come ti fai ad inventare certi motivetti delle mie pantofole- non mi spiego più che altro perchè solo io ho una migliore amica così cogliona.
-lo sai che da domani hai solo 7 giorni per conquistare Louis?- mi ricorda.
-sta zitta- la rimprovero -è stato più difficile ricordare dove avevo parcheggiato stamattina l'auto, vicino quel parco sperduto- gli rinfresco la memoria.
-ma guarda a quello stronzo- mormora la mia amica, indicando davanti a noi -chi è quel cretino ad aver parcheggiato davanti al nostro cancello?- sbarro gli occhi.
-porca merda- impreco -mio fratello- urlo.
-ehy, che sono queste urla?- guardo nello specchietto retrovisore una figura strana sui sedili posteriori.
Io e Sam gridiamo più forte, fermando la camminata con una brusca frenata.
-mi sono addormentata- mormora Alex, sui sedili posteriori, stropicciandosi un occhio.
Perfetto: avevo dimenticato mio fratello, avevo dimenticato di portare a casa la mora. Cosa poteva andare storto ancora?
Il cellulare vibra nel cassettino. Sblocco lo schermo per poi leggere:
 
'Ehy Sophy, dici velocemente 'prendi quei kiwi'? xx Nialler'
 
Riposo il telefono, ripensando a quelle parole -prendi quei quiwi- che cosa?
Che stregoneria è mai questa?
 
  
 
SAAAAAAAAAAAAALVE
lo so, mi odiate..non aggiorno da molto e non sono
riuscita nemmeno ad accontentarvi la meta con questo capitolo.
Mi faccio schifo da sola cc
Ho avuto la febbre alta, sono stata in ospedale..ma sono 
viva lol
Anyway, non ho molto da dire, visto che ho cercato di
fare un capitolo luuuuunghissimo OuO
 
Anzi, provate a dire velocemente 'prendi quei kiwi'
Vi spaccherete(?) dalle risate ahahahah 
sciauu c:

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Capitolo 8
*** La lista. ***




LA LISTA
 
 
Continuavo a picchiettare la penna sulla scrivania della mia stanza.
Stupido criceto in prognosi riservata, potresti svegliarti ogni tanto. Mi lascio un pugno alla testa, maledicendomi da sola. 
Prima parlavo con un misterioso criceto che regnava nella mia testa e poi mi alzavo le mani sola. Sono messa davvero bene.
Questo articolo mi sta rovinando la vita, e anche la dignità.
Ero caduta così in basso a farmi aiutare da quelle quattro scimmie scalmanate. Potevo fidarmi? E se loro erano i primi a far saltare i miei piani?
Porca Hontas, perchè a me?
Abbasso lo sguardo sul foglio, sospirando.
 
 SETTE MOSSE PER CONQUISTARE LOUIS TOMLINSON
 
1.__________
 
Come faccio a conquistare una celebrità, già fidanzata, in sette giorni?
Proviamo a passare al secondo punto, magari mi viene un'idea più intelligente.
 
2.__________
 
Mordo il tappo della penna, tossendo quando un pezzo si stacca e mi arriva dritto in gola. 
Perfetto, pure una penna mi voleva uccidere.
Sospiro, decidendo di passare al terzo punto.
Magari sono più fortunata; il 3 è il numero perfetto!
Appoggio la punta sul foglio, scrivendo il punto numero 3.
 
3.__________
 
Aveva ragione mia nonna: non c'è due senza tre, il quarto vien da sè.
Meglio passare direttamente al punto 5.
 
5.__________
 
Oh Cristoforo Colombo!
Non sono mai andata d'accordo con la matematica. Fanculo, io ci rinuncio.
Spingo il foglio, guardandomi in giro.
-SAAAAAAAAAAAAAAAAAAAM- urlo per farmi sentire dalla mia migliore amica.
Passano pochi secondi, poi la porta della mia stanza si apre e compare la mia migliore amica agitata.
-è successo qualcosa?- entra nella stanza.
-non sono riuscita a scrivere nemmeno un modo, una cazzuta idea per far cadere quel coso ai miei piedi- mi lamento, incrociando poi le braccia al petto.
-ma vaffanculo, cogliona- miss finezza si siede sul mio letto -hai già pensato dove portare i ragazzi? Che al proposito, sono nel nostro salotto- dondola la gamba accavallata.
-cosa?- chiedo sbarrando gli occhi -sono tutti qui?-.
La mia amica scuote la testa -non tutti, Louis non c'è. E comunque, sono venuti per darti una mano, ricordi? Vogliono far lasciare il loro amico, proprio come te- mi rinfresca la memoria.
Fisso per un momento fuori: diluvia.
-ah, vero- gratto il collo -potrei sfruttarli per avere qualche notizia in più sul loro amichetto- ridacchio, strofinando una mano nell'altra.
La mia amica si rialza dal letto -vieni con me?- mi chiede.
Annuisco, voltandomi verso la scrivania -un minuto quanto scrivo una cosa- spiego.
 
1. Scopare con Louis Tomlinson in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi.
 
Un sorriso maligno esce dalla mia bocca.
-cosa hai scritto?- la voce di Sam alle mie spalle mi fa sobbalzare.
Prendo il foglio tra le mani, stringendolo al petto, gelosamente.
-il primo punto della lista- spiego, sorridendo.
La mia amica alza gli occhi al cielo -ti prego, dimmi che non hai scritto scopare con Louis- mormora.
Cazzolina, mi conosce meglio delle mie mutande.
Scuoto la testa energicamente -ma cosa vai a pensare, deficiente- ridacchio nervosa -non sono così stupida- sventolo una mano, cercando di farla allontanare.
-lo spero per te, visto che per prima cosa devi riuscire a convincere Louis a far venire a quel locale che tu tanto conosci, stasera- merda!
Dovevo vedere se di venerdì sera un locale era aperto a tutti o solo su prenotazione.
-comincia a scendere, provo a cercare qualche pub libero- spingo fuori dalla stanza la mia migliore amica. Richiudo la porta.
Tiro un sospiro di sollievo per poi sedermi alla scrivania.
 
1. Scopare con Louis Tomlinson in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi.
1. Portare Louis Tomlinson in un pub figo e farlo ballare con la sottoscritta.
 
Poso il foglio dentro il quaderno soddisfatta. Sapevo ballare, sapevo muovermi in modo sensuale, potevo farcela.
Il mio problema rimanera la scodella piatta peggio di una piadina.
A proposito di piadina! Io ancora non ho fatto colazione, sarebbe meglio scendere, così riesco a salutare i Una Direzione che regnano nel mio salotto.
Esco dalla stanza, avvertendo delle risate che arrivano dal piano inferiore. Mi chiedo sempre come fanno a prima mattina le persone a ridere, parlare, scherzare, respirare.
Per me è già un miracolo se mi reggo sulle mie gambe.
Scendo le scale silenziosamente, guardandomi in giro. Potevamo farci montare uno di quegli apparecchi moderni che aiutano i vecchietti a salire e scendere le scale. Cioè, se venisse a trovarmi mio nonno, nemmeno la mia camera da letto potrebbe vedere.
Entro nella sala principale, alzando un sopracciglio. Dio mio.
Avevo dimenticato anche la presenza di mio fratello.
-gabbia aperta, uccello morto- mormoro, indicando con gli occhi a mio fratello la zip del pantalone aperto.
Una risata risuona per la stanza.
-tranquillo amico- il biondo posa una mano sulla spalla del mio fratellone -Harry te ne può prestare uno dei suoi- altre risa.
Ditemi voi il significato di farsi tatuare due uccelli sul petto quando ne hai già uno tra le gambe.
La risposta potrebbe essere varia, ma sorvoliamo.
-allora ragazza- il pakistano con la cresta di Goku mi affianca, appoggiando i gomiti sulla penisola della cucina -come va il piano per far cadere Louis ai tuoi piedi?- chiede.
Una merda! -bene- sorrido -non sapete con chi state parlando- mi vanto.
-con quella deficiente che si è infilata la cannuccia nel naso, distratta dalla sua prima cotta- sbarro gli occhi, fulminando mio fratello.
Se vuole la guerra, potrei cominciare a raccontare di quando cercò di ricostruire il manichino di 'esplorando il corpo umano' e mise il cervello al posto del pisellino, confermando la teoria di molte donne: gli uomini ragionano con il loro amichetto e basta.
-ragazzi, seriamente- mi volto verso la mora. Ah, già. Avevamo ospitato la stagista a casa nostra per evitare di girare per Londra a quell'ora di notte.
-hai trovato un bel pub?- chiede Sam.
Annuisco -parlerò con Dan, lui ci farà entrare senza problemi- faccio un occhiolino.
-ho proprio voglia di andare  a ballare- sghignazza Liam -sai già come far cadere ai tuoi piedi Louis?- di nuovo?
Annuisco -ma prima..- frugo nel cassetto alla ricerca di una penna -ho bisogno di un paio di consigli- spiego.
Recupero un block note consumato, trovando un foglio bianco.
Mi siedo alla tavola principale, facendo avvicinare tutti.
-si, ma io a stomaco vuoto non ragiono- si lamenta il biondo.
Sam si alza dalla sedia, andando verso la dispensa.
-mi stai dicendo che non ragioni mai?- si intromette il riccio.
Il biondo alza le spalle -detto da uno che ha due uccelli e una farfalla- ma si era tatuato tutto lo zoo?
Bah, il corpo era il suo. 
Sam al centro del tavolo vari pacchi di biscotti. E quelli dove li nascondeva?
-allora?- chiede curiosa.
Bene, è il mio momento.
-prima di tutto, stasera come mi devo vestire? Voglio essere in grado di farlo sbavare solo alla vista, non so se mi spiego- spizzico le dita.
-gli piace il rosso- parla Liam con la bocca piena -decisamente rosso-.
Uhm, bene.
 
- VESTITO NERO
 
-non ama i tacchi- continua il riccio -sicuramente col vestito rosso, ci stanno un bel paio di ballerine nere; sai com'è, per abbinare al vestito- scrocchia un biscotto anche lui.
 
- TACCHI ALTI ROSSI
 
-ehy mora- richiamo Alex dal fondo del tavolo. Volevo renderla partecipe del mio piano.
Si schiarisce la voce, sistemandosi sulla sedia. Che tenera, non se l'aspettava.
-quanto porti di piede?- chiedo.
Si guarda in giro confusa -37,5. Perchè?- mi chiede poi.
Perfetto.
Sorrido -abbiamo lo stesso numero di scarpre- mi sorride anche lei -che ne dici se ti fai un giro per i negozi e mi trovi un paio di scarpe col tacco, rosse, per questa sera? Mi raccomando, altissime?- chiedo gentile.
Il suo sorriso si spegne alle mie parole.
-ho detto ballerine nere- ribatte il riccio sputacchiando qualche briciola -sei ottusa?-.
Fisso il riccio -oh, andiamo! Si sà che quando dite bianco è nero, e viceversa- lo rimprovero.
Essendo cresciuta con un fratello più grande, avevo capito la maggior parte del sesso maschile. 
-ha ragione- mi indica mio fratello.
-qui il pugnetto, Brot- ci scambiamo un leggero pugnetto, mentre gli altri ci guardano strani.
Mio fratello e tutta la sua coglionaggine. Sarà una cosa di famiglia, lo so.
-va bene a qualsiasi prezzo?- mi chiede la mora che intanto si era messa anche la sciarpa e il cappotto. Che velocità.
Annuisco -paga tutto Zayn, poi- indico il pakistano che esce la faccia dal pacco di gocciole che teneva tra le mani.
-prego?- dice confuso. Noto il suo viso contorcersi su sè stesso.
Che stava facendo.
Sbuffa appoggiando un dito poco sopra l'occhio, alzando un sopracciglio.
Oh Santa Gonnella, questo non sa alzare un sopracciglio come le normali persone? Però era bravo a tenere sù il ciuffo che aveva..forse era bravo a tener sù anche altre cose.
-Sophy..- la voce di Sam mi fa sobbalzare sul posto, facendo scivolare la penna dalle mani. Dovevo smetterla di farmi lunghi monologhi sbarra filmini mentali nella mia testa.
-oh, si. Rosse laccate, mi raccomando- faccio un cenno del capo alla mora, che gira prontamente le suole per sparire dalla stanza.
-sei seria? Ne hai un paio identiche che non hai mai usato- mi rimprovera la mia migliore amica.
Ma da quale parte stava?
-ti ricordo che è stata proprio lei a darti quest'idea- continua poi.
Alzo gli occhi al cielo -ALEX- urlo prima che potesse uscire di casa.
La mora rientra nella stanza, con un filo di speranza.
-me le compra Liam quando vanno via da qui- gli indico la sedia.
Si spoglia immediatamente, sedendosi a capo tavola.
Contenta? Mi volto versò Sam che rotea gli occhi capendo la mia domanda mentalmente.
-capelli- mi ricordo all'improvviso.
I ragazzi mi guardano per un pò, poi si fissano tra loro.
-legali- risponde Goku -una bella coda alta, così sembri selvaggia, miaaao- ondeggia le dita, fino a chiudere la mano a pugno.
Lo guardo malissimo. Oh San Gennaro, ma di chi mi sono fidata?
 
- CAPELLI SCIOLTI
 
Richiudo il foglio, soddisfatta di tutto quello che mi serviva.
-aspetta- la mano di Liam blocca il mio polso -io ti direi di prepararti dei buoni argomenti- non male come idea.
-no- risponde la mora -se voi gli dite di portarsi un argomento, sapete che lei non lo farà- mi indica la mora.
Al contrario! A quando a quando svegliano il loro cervellino, io dovrei tirarmi indietro?
-ditemi, invece- tutti mi guardano sorpresa.
-lo so!- esclama il riccio alzandosi -Louis ha un secondo nome- alza le sopracciglia un paio di colpi -lo sai?- chiede.
Porca buzzeffola! Lo sapevo io che dovevo mangiare più merluzzo.
Nonna lo diceva sempre che mangiare quel pesce aiutava la memoria. L'avessi ascoltata!
Scuoto la testa -dimmelo- dico confusa.
-e no- si alza anche Liam -ecco il tuo argomento della giornata, anzi, serata. Chiedigli del secondo nome, sono più che sicuro che tu comincerai a sfruttare questa cosa- ma di che stavano parlando?
-ma che figo- ci voltiamo tutti verso Niall intento a fissare un biscotto -è diverso dagli altri, magari è il più buono-.
Sbarro gli occhi urlando -NO- insieme a tutti gli altri.
Il biondo con il biscotto già per metà mangiato, ci guarda strano -cfhe ho fafto?- chiede.
Mi passo le mani tra i capelli -si è mangiato il biscotto zebrato, sto scemo- impreco, sospirando.
Cioè, potevamo vincere una macchina, una casa, un hotel..e questo se l'era mangiato!
 
- SCOPRIRE IL SUO SECONDO FOTTUTO NOME
 
*  *  *
 
I miei occhi vagano per l'enorme stanza piena di ragazzi ben vestiti, ma soprattutto ben messi.
Sam sbraccia da una parte della pista, puntando poi entrambi gli indici da una parte.
Mi volto curiosa, senza perdere il ritmo della musica.
I miei occhi fissano Louis appoggiato alla parete della stanza. Mi sembra di rivedere quel ragazzo di quel libro, appunto 'il ragazzo della parete'.
Ma che stavo pensando? Lui era Louis, e soprattutto, dov'era la scodella?
Mi volto dall'altra parte, notando una chioma a cresta di gallo ballare con altre tre ragazze: avevamo dimenticato che miss universo si era portata la sua scorta personale alla serata che IO avevo organizzato.
Dovevo immaginarlo che si sarebbe portata dietro il cagnolino.
Continuo a ballare, girandomi verso il castano, nascosto di tanto in tanto da Niall. Ma questo folletto non poteva andare al principio dell'arcobaleno e non rompere le balle a me?
Mi sorride l'irlandese, ricambio per poi spostare lo sguardo di poco.
Gli occhi azzurri fissano i miei. Ho la sua attenzione, adesso.
Allungo una mano a mezz'aria, piegando e distendendo un paio di volte l'indice.
Il castano sorride, mentre con non chalance mi volto di spalle. I maschi: tutti uguali.
Passano pochi secondi e due mani si appoggiano sui miei fianchi. Sorrido beffarda.
-ti sta d'incanto questo vestitino- una voce sussurra al mio orecchio -grazie per avermi chiamato-.
Ma che cazz..
Mi volto, ritrovandomi un biondino deficiente che non capisce una beata minchia.
-ma sei coglione?- sbotto, sfilando le sue mani dai miei fianchi -stavo chiamando Louis- lo rimprovero -meno male che stiamo 'lavorando' per lo stesso piano-.
Il ragazzo si gratta la fronte -scusa- mormora.
E' così tenero che mi verrebbe da tagliarlo con un grissino. E poi lo prenderei a sprangrate sui denti, facendoli raddrizzare per bene io.
-Sophy, Louis è nel bagno- mi volto verso Zayn -è il tuo momento!- quasi urla.
Prendo coraggio spingendo la gente con i gomiti, fino a ritrovarmi davanti alla porta del bagno.
Maschio o femmina? Questo è il problema.
Sospiro, prima di spingere la porta dei ragazzi. Mi guardo in giro notando poi una sola porta chiusa.
Qualcuno tira lo sciacquone. Forza Sophy, o la va o la spacca. Male che vada, posso sempre spaccare la testa di Louis in qualche porta. Semplice ma efficace.
-Sophy?!- il tono che esce dalla bocca di Louis è tra il confuso e lo stupito -lo sai che questo è il bagno dei maschi, vero?- ma per chi mi aveva preso?
-sono un transformer- rispondo. Un sorriso curva le sue labbra, per poi bloccarsi di colpo.
I suoi occhi salgono e scendono veloci sul mio corpo, il labbro viene portato tra i denti.
Gesù, o si muove lui o lo faccio io.
I miei piedi si muovono veloce; sono pur sempre in un bagno dei maschi.
Le mie mani si posano sulla camicia leggermente sbottonata del ragazzo, stringendo nei pugni la stoffa fina.
Louis è confuso, ma mi lascia fare. Le spalle del ragazzo toccano il muro freddo.
Lecco le labbra prima di posarle insistenti su quelle del castano, che al tocco non si tira indietro per niente.
Con la lingua cerco di intrufolarmi nella sua bocca, cosa che avviene immediatamente. 
Le nostre lingue si inseguono, si cercano, si attorcigliano tra loro. 
Non c'è modo per calmare tutta quella situazione. Per una volta aveva ragione mio fratello: 'prendi il comando' aveva detto 'stai sicura che ogni tanto a noi maschi piace essere sottomessi'.
Non avevo ampliato il discorso per evitare alcuni dettagli, però aveva ragione.
Le mani del ragazzo si appoggiano ai miei fianchi, strusciando sulla stoffa nera del vestito nero che attillavo.
Grazie ai tacchi vertiginosi eravamo alla stessa altezza.
Abbasso il viso nell'incavo del suo collo, appoggiando le labbra delicatamente e lasciando qualche bacio umido.
Sento il respiro del castano mozzarsi in gola. Respira a fatica, il cuore galoppa velocissimo.
Bingo!
Mi stacco, godendomi per qualche secondo la faccia estasiata del ragazzo.
Riapre gli occhi mostrandomi l'azzurro intenso.
Sorrido soddisfatta.
-a presto, Tomlinson- vado per uscire soddisfatta, quando la mano del ragazzo mi blocca per un polso.
-dove pensi di andare?- mi fa girare sui miei stessi piedi, appoggiando la sua fronte sulla mia una volta vicina il suo corpo.
Che le danza abbiano inizio.
 
 
  
 
SAAAAAAAALVE
mi ucciderete per quello che sto per dire cc
HO DOVUTO DIVIDERE IL CAPITOLO lol
Era troppo lungo e visto che ho interrotto
sul più bello(?), vi prometto che anche il prossimo
sarà luuuuunghissimo, ma soprattuto dedicato finalmente
SOLO ed UNICAMENTE a Sophouis(?) ahahah
 
Bye, e fatemi sapere, prima recensite, prima 
aggiorno sjhdka parola di boyscout(?)
 
 
 

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Capitolo 9
*** Biancaneve e i sette kebabbari. ***




BIANCANEVE E I SETTE KEBABBARI
 
 
-per fare una porta, ci vuole un albero; per fare un albero..- ma che..
Mi volto nella direzione da cui proveniva la voce, osservando attentamente la ragazza striminzita in un tubino rosso, mentre si allenava con le sue doti canore.
-scusa..- la interrompo.
La ragazza chiude la bocca, ritornando momentaneamente sulla terra -che stai facendo?- chiedo confusa.
La ragazza si ricompone in pochi secondi -stai esaminando la porta da qualche secondo. Pensavo volessi conoscere le sue origini- cosa?
I miei occhi si dilatano: allora esisteva qualcuno messo peggio della mia migliore amica. Uau.
-dovevo andare in bagno, ma tu stai bloccando entrambe le porte- mi spiega poi.
-oh- mi sposto, lasciando il passaggio libero alla ragazza. Entra nel bagno delle ragazze.
Bene.. e adesso? Entro o non entro?
Il mini filmino che mi ero fatta nella testa, non aiutava tanto. Dovevo trovare un modo per far cedere Louis in poco tempo.
-Sophy- mi giro di scatto, mettendo la mano sul cuore -che fai ferma sulla porta?- fanculo idiota, ho perso trent'anni di vita per questo scemo riccio.
-volevo capire se ne valeva la pena entrare- spiego, con un tono basso.
-ma sei scema?- posa le mani sulle mie spalle, voltandomi verso la porta -ora tu entri e parli con Louis; lo sai che appena usciti da lì, Eleanor se lo riprenderà sotto le sue grinfie. Muoviti- spalanca la porta, spingendomi dentro la stanza.
Mi guardo intorno, notando qualche ragazzo che mi guarda male.
Evito le occhiatacce andando verso l'unica porta chiusa.
Prendo un profondo respiro -Louis?- lo richiamo.
Da dentro il bagno chiuso viene emesso un -mmh- uscito male. Sbarro gli occhi. Forse stavo interrompendo qualcosa.
-posso..- schiarisco la voce -posso chiederti una cosa?- OMG, e ora che gli chiedo?
L'ansia mi sta giocando brutti scherzi.
-mmh- mormora di nuovo lui. Mi appoggio alla porta, guardando il mio riflesso allo specchio attraverso due figure maschili che si stavano lavando le mani. MIRACOLO, qualcuno allora se le lava!
-comunque- scuoto la testa -volevo dirti, come va con Eleanor?-.
Serio? Avevo fatto quella domanda? Avrei preferito usare uno dei suoi capelli per impiccarmi, in questo momento.
Nessuno risponde; in cambio la porta scatta, facendomi perdere l'equilibrio e ritrovarmi subito dopo a culo per terra nel minuscolo bagno.
Butto la testa all'indietro, sbarrando gli occhi alla vista di un ciccione seduto sulla tazza.
-AAAAAAHHHHHHH- urlo.
-AAAAAAHHHHHHH- urla anche lui.
Mi alzo di colpo, cercando di non cadere a causa dei tacchi che porto.
Spalanco la porta, sbattendo addosso a qualcuno.
-ahio, che testa dura hai- mormoro, massaggiando la testa dolente.
-è per fare alle persone meglio, bambina mia- dice un gran vocione, in tono scherzoso.
Aggrotto la fronte -Louis?- dico.
-Sophy?- finalmente l'avevo trovato, e ora si teneva stretto il naso -ho sentito delle urla provenire dal bagno; è successo qualcosa?- mi chiede poi.
E ora? 
Mi volto verso la porta del bagno dei maschi, ormai chiusa.
-naaa- alzo le spalle, tornando a fissare il ragazzo -è venuto quello di Zalando a fare una consegna- spiego indiferrente -ma tu non eri in bagno?- chiedo per cambiare discorso.
Ammazza che testa dura che ha! Non oso immaginare se..
-ti svelo un segreto- abbassa la voce, guardandosi in giro -quando sono in un locale, vado in quello dei disabili, perchè è sempre più pulito- oh minchia!
Annuisco sorridendo -sei un fottuto genio- esclamo convinta.
-perchè devo essere fottuto per essere genio?- oh santa scodella.
-stiamo usando troppo questo vocabolo, andiamo a ballare?- chiedo sorridendo.
-ma la testa tutto apposto?- fissa la parte che continuo a massaggiare con la mano.
-oh si- sventolo una mano -ormai non è rimasto più niente, qui dentro- batto sulla testa, provocando uno strano suono di vuoto. Perfetto, così sarei caduta più in basso della modella.
La risata di Louis arriva alle mie orecchie -andiamo- mi guida in mezzo alla folla.
Sorrido passando accanto a Sam, mentre con gli indici indico Louis davanti a me.
Ci fermiamo vicino ai ragazzi, che di ballo di certo non se ne intendono per niente.
-carino, il vestito- urla Louis al mio orecchio.
-grazie, piace anche a me- sempre più geniale, io -fai schifo- gli faccio notare il suo modo di ballare -hai preso lezioni da Malik?- chiedo, indicando poco più in là il moro alle imprese con un passo che si era appena inventato: rinchiudetelo in un manicomio.
-sempre meglio di Harry- anche lui indica uno dei suoi amici; ma stava cercando di uccidere un fantasma.
-fate tutti schifo a ballare- constato, facendolo ridere.
-aw- sorride -come si vede che non abbiamo niente in comune- un colpo al cuore.
Mi blocco -non è vero- cerco di riportare la situazione nelle mie mani -tu respiri?- alza un sopracciglio -già abbiamo una 
 cosa in comune- la sua risata supera il volume della musica, facendo comparire un sorriso sulle mie labbra.
-sei simpatica, ti avevo sottovalutata- risponde, con sguardo poco malizioso.
Continuiamo a ballare per un'altra manciata di minuti, e mentre mi guardo in giro per visualizzare la scodella dove fosse, in mente mi passa una bella cosa.
-vuoi fare un gioco?- chiedo.
Avevo capito che per farlo avvicinare a me, dovevo farlo ridere.
-spara- evito commentini sulle origini pakistane di Zayn, perchè onestamente, senza la sua presenza nella vicinanze non c'era divertimento.
-pensa ad un numero- urlo per farmi sentire. Dopo un minuto di esitazione, annuisce convinto -raddoppialo- lo vedo contare con le dita della mano e un sorriso curva le mie labbra. 
Non sono l'unica a far schifo in matematica. Annuisce ancora.
-aggiungi otto- continuo io, girando su me stessa a ritmo di musica. Alla fine stavamo anche ballando.
Annuisce ancora, aspettando la prossima mossa. 
-dividilo per due- insisto, sorridendo dal suo sbuffo. Okay, odiava la matematica, questo era sicuro.
-e ora?- urlo lui per farmi sentire.
-chiudi gli occhi- esegue immediatamente l'ordine -buio, eh?- spalanca gli occhi, mentre io continuo a ridere per quanto era scemo.
-mi hai fregato- sorride lui.
Per farlo innamorare, devi farlo ridere. Ma la verità è che ogni volta che lui sorrideva, ero io ad innamorarmi.
Quanto amo quei bigliettini dei baci perugina.
-amoreeee- scatto sul posto, spaventata.
Scodella e company si erano appena appena affiancati, mentre le sue labbra ricoperte di un rossetto rosso fuoco si posano su quelle di Louis, facendomi voltare di scatto.
Da lontano Sam mi nota, indicandomi di andare da lei.
-che c'è..- mi volto verso i piccioncini -ti da fastidio se bacio il mio ragazzo?- mi chiede la finta modella.
Stringo le mani a pugno, sperando di non strappargli involontariamente quella parrucca che ha per capelli.
Fingo un sorriso.
-perchè non vai a fare un pompino ad un coltello?- mi rendo conto di aver detto qualcosa di sbagliato quando osservo la faccia spaventata di Louis.
-c..cosa?- tentenna miss perfettina.
Alzo gli occhi al cielo; dovevo evitare di fare la volgare, era un appunto che dovevo segnarmi.
-oh, per favore- sventolo una mano -ogni volta che parli, sento le cellule del mio cervello che si suicidano una ad una- mi volto quando una mano si appoggia alla mia spalla.
-buonasera gente- esclama Sam, fulminandomi con lo sguardo. L'aveva sentito anche lei -scusatela, è un pò ubriaca- sussurra.
-ma se non ho nemmeno bevuto- quasi urlo.
-sarà stata la botta contro il mio naso- si intromette Louis.
Ah, quello poteva pure essere. Ma io stavo benissimo!
-andiamo- mi tira per un braccio, mentre la scodella mi fa una linguaccia. Spero solo che la palla da discoteca le cada in testa, facendogli così mordere la lingua. Scodella.
-mi dici che ti è saltato in mente?- mi sbraita Sam, quando ci ferma vicino ad un divanetto.
-ha iniziato lei- incrocio le braccia al petto.
-è il suo ragazzo, è normale che può baciarlo quando le pare- alza gli occhi al cielo.
-non era un bacio quello- ecco, quella era solo un pretesto per farmi sbottare.
-ah, no? E allora cos'era?- posa le sue mani ai fianchi, aspettando una mia perla di saggezza.
Ci penso un attimo -era un bacio senza interesse- faccio una pausa, mentre Sam alza un sopracciglio -era un kissenefrega- dico tutto d'un fiato.
La mia amica scoppia a ridere.
-andiamo a bere, almeno avrai un buon motivo per sparate certe cazzate- la seguo muovendo i miei fianchi.
-secondo te stasera me lo scopo a Louis?- chiedo.
-ma se non riesci a scopare nemmeno camera tua- la sento ridacchiare, mentre con lo sguardo fisso Louis scocciato dal sedere della sua ragazza.
Cadrai ai miei piedi Baby, parola di Smith.
 
*  *  *
 
Delle risate disturbano il mio sonno. Mi muovo nel letto, maledicendo chiunque facesse urla a quell'ora.
Altre risate. E che palle!
Alzo la schiena, schiudendo un occhio e osservando attentamente la stanza in cui mi trovavo. Di sicuro quel verde acido non l'avevo scelto io.
Poi un flash e riesco a ricordare che la sera prima i ragazzi ci avevano detto di avere abbastanza letti a casa per ospitarci tutti. Abbasso lo sguardo, ricordando di aver lottato tutta la notte per avere un pezzo di coperta con Sam; aveva il brutto vizio di rinchiudersi in un bozzolo formato dalle lenzuola.
Scivolo dal letto, aprendo le ante dell'armadio presente nella stanza. Ci sono solo quattro magliette ormai abbandonate.
-perfetto- mormoro con la voce ancora impastata dal sonno.
Stacco una maglia dalla gruccia, indossandola e richiudendomi subito dopo in bagno della stanza.
Dopo essermi data una svegliata e soprattutto dopo aver sistemato i capelli, esco finalmente dalla stanza.
Di nuovo quelle risate: ma che era successo?
Scendo le scale in punta di piedi, cercando di non attirare l'attenzione.
Ma chi mi conosce, sa che la mia abilità a mettere un piede dietro l'altro, soprattutto di prima mattina, è una vera impresa; al penultimo scalino cado come un carciofo, facendo un fracasso assurdo.
-ahio- sarei diventata un dalmata per tutti i lividi che mi stavo creando.
Sento dei passi venirmi incontro, poi delle risa, sempre più vicine.
-Sophy, che fai sul pavimento?- è una voca maschile.
Lascia che il mio cervello opti chi sia, e poi lo posso prendere a calci in culo con molto amore.
-troppa vodka ieri sera, eh?- stavolta è il riccio a parlare. Quello lo riconoscevo, sembrava che aveva un trattore al posto della voce.
-no- quella è Sam -è solo un pò pigra- almeno mi aiuta a rimettermi in piedi.
-non sono pigra- mi lamento -sono solo in modalità risparmio energetico di prima mattina- mi giustifico.
Altre risa. Io mi continuo a chiedere sempre come le persone la mattina siano così attive, io a malapena riesco a scendere una scala tranquillamente.
-ma perchè continuate a ridere da due ore?- chiedo confusa.
Il pakistano prende parola -vuoi partecipare anche tu a questo gioco?- eravamo tornati all'asilo.
-ne vale la pena?- chiedo, voltandomi verso la mora, l'unica che secondo me era la vera sana di mente.
Annuisce -è divertente- spiega.
Ci accomodiamo in cucina, attorno all'immenso tavolo. Con lo sguardo noto che non era presente la scodella.
-Eleanor?- chiedo tranquillamente.
-aveva un servizio tra poche ore- risponde Louis. Gli sorrido.
-allora, spieghiamo le regole anche per Sophy- urla Niall facendomi sobbalzare.
-pulcino pio- lo richiamo -abbassa la voce però- ancora avevo le orecchie piene della musica della sera prima.
Tutti ridono; e ora che avevo detto?
-c'è solo una regola- si intromette Liam -devi dire un titolo di un film o di una canzone con la parola...- sembra pensare -CIPOLLA- urla poi.
Ma che..
Sam nota il mio sguardo confuso.
-prima abbiamo fatto lo stesso gioco con la parola 'kebabbaro'- gesticola -quella di Zayn è stata la migliore- continua.
-ovvero?- mi faccio curiosa.
-tu vò far o kebabbaro- ridono di nuovo.
Uhm, si..simpatico sto giochino.
-poi c'era anche 'Biancaneve e i sette kebabbari'- continua Harry, ridendo. Questa era divertente.
-okay, okay, ho capito- smetto di ridere -chi inizia?- chiedo.
-io, io- urla il biondo saltando sul posto -last first cipolla- urla, per poi ridere e buttarsi sulla sedia come una scimmia.
Alcuni esseri non si erano davvero evoluti!
-adesso io- ci giriamo verso Alex. Ti prego una cosa seria, non demenziale, ti prego -give your heart a cipolla-.
Ti prego, tutti ma non la mia Demi.
Passo una mano sulla faccia, divertita però dal gioco.
-aspettate, sentite questa- tutti fanno silenzio per ascoltare il riccio -what makes you cipolla- altre risa.
-ma voi usate le vostre canzoni- si lamenta Sam -sentite questa..- ci pensa, facendoci incuriosire -viva la cipolla- esulta la mia amica.
Ma seriamente stavamo facendo questo gioco demente?
A turno tutti dicono la loro, poi finalmente decidono il migliore.
-senza offesa per nessuno, ma quella di Sophy è la migliore- il biondo ride ancora della mia frase.
-Hhy, I just met you, and this is crazy, but here's my number, so call me cipolla- canticchia Louis al mio fianco.
Okay, anche io di prima mattina posso sparare tante stronzate.
-che ore sono?- chiedo, notando il mio stomaco proclamare cibo.
Zayn fissa il suo cellulare -quasi le 12, vi fermate qui?- chiede poi.
Fisso Sam che mi fa una strana occhiata. Non capisco. Fa veramente schifo con il linguaggio del corpo.
Seriamente..ho appena capito che devo farmi una ceretta.
-che c'è?- sbotto dopo una manciata di minuti. Che ne sapeva lei se mi ero depilata o meno?
-sei bellissima- cosa? Sbarro gli occhi: era lei quella che aveva bevuto tanto -sei perfetta- continua.
Ora la strangolo -Sam- la richiamo, mentre gli altri si limitano a guardarci strani.
-sei anche confusa- sbuffa -sei deficiente, sei allegra, ma sei anche stupida, sei cogliona..- quanto amore.
-sei sei sei, il numero..- tutti urliamo contro Niall per non farlo continuare -scusate- gesticola con le dita.
Mi giro di nuovo verso Sam; quest'ultima sbuffa -tra sei giorni hai un importante colloquio, ricordi?- oh.
Ci voleva così tanto?
-ragazzi- tiro violentemente indietro la schiena -vado a farmi una doccia e torno. Amo la carbonara, grazie- salgo velocemente le scale.
Sei giorni? Questa è davvero difficile!
 
  
 
CHE TITOLO DI CACCA .o.
Comunque, spero che con questo capitolo mi sia rifatta(?)
almeno un pò..e non intendo di roba lol
Well, per chi segue 'summer love' sa che mancherò sicuro una
settimana cc Sì, dispiace anche a me, ma ho cercato di
aggiornare tutte le storie prima dell'arrivo di Luca *sclera*
Lo vedo tra poche ore dopo un mese sjhdk capitemi.
 
Anyway, se volete passarvi il tempo, o se non sapete che fare, 
trovate le altre mie storie concluse e non, passateci e lasciate una
recensione se vi piacciono :)
 
Non vi rompo più, vorrei solo sapere se
questa storia vi piace e per le frasi alla fine, ringraziate la mia
migliore amica e i suoi insensati lol
 
A presto. Ps: iscriveti a questo gruppo che abbiamo aperto
Cause we can't love you more than this
 
Ci divertiremo insieme anche lì :)

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Capitolo 10
*** Dottor Sherlock. ***





DOTTOR SHERLOCK
 
 
 
2. Rompersi qualcosa.
 
 
-che cosa?- sbotto verso Sam, non capendo.
La mia amica mi sbatte il libretto sulla testa, facendomi zittire.
-è l'unico modo per stare con Louis- mi rimprovera.
-l'unico modo?- rido -sei seria? Se io mi rompo qualcosa, mi spieghi come faccio a stare con lui? E' una cosa senza senso- quasi grido.
-ha ragione- ci voltiamo verso i sedili posteriore, dove la mora stava attenta a farci vedere tutti i suoi denti masticando rumorosamente una cicca -se si rompe, che ne so..una gamba, Louis nemmeno la calcolerà più- nemmeno stacca gli occhi dal cellulare.
-vedi?- mi volto verso Sam, trionfante -almeno qui c'è una che ragiona- sorrido.
-e non sei tu- mi volto verso la mora, pronta a scannarla. Riposa il cellulare in tasca e si mette comoda sul sedile, osservandomi -potresti far comunque finta di romperti qualcosa. Tipo..- posa un dito sotto il mento, guardando fuori dall'auto in cui eravamo -fingi di cadere, pensi di aver rotto qualcosa e ti fai accompagnare da Louis all'ospedale. Conosco un dottore al Blue Hospital, potrei chiamarlo e avvisarlo di questa messa in scena, così da poterci aiutare- fisso sbalordita la ragazza.
-dove sei stata fin ora?- mormoro, inconsciente di quello che avevo appena detto.
-ora ho capito perchè Keyra ti ha messo all'opera. Quella ragazza è un genio, trova sempre il meglio- sorride Sam, al mio fianco.
-io direi di andare- annuncio, aprendo lo sportello dell'auto -sono passate più o meno due ore. Non mi stupirei se mi ritrovassi Niall accasciato a terra ad implorare cibo- richiudo l'auto.
-si, ma ti conviene nascondere questa- Sam mi passa l'agenda degli appunti -immagini il casino che si creerà se qualcuno di loro lo legge?- continua.
Spingo il pulsante del citofono -tu immagina come la prenderanno alla vista di un intero articolo dedicato ai segreti più nascosti sulla vita di Louis William Tomlinson- spiego io.
-firmato da te- conclude Alex, facendomi sospirare pesantemente.
Mi era sempre piaciuto il mio lavoro, ma ultimamente il dover proferire nelle vite private di alcuni vip, stava rendendo la mia carriera un ostacolo. Per di  più, stavolta avevo stranamente più tempo per la consegna del progetto.
-chi è?- la voce metallica mi fa ritornare alla realtà.
-il pinguino Pino, apri deficiente- urlo contro il microfono.
Il cancello scatta, facendoci entrare nella grande villa.
Mi guardo intorno, finchè una cosa strana non attira la mia attenzione.
-quella non è l'auto di Scodella?- chiedo alla mia amica.
-sì, ma lei è a quel servizio, ricordi?- si intromette Alex.
Sorrido sotto i baffi -forse ho trovato il terzo punto- rido maleficamente dentro di me.
-poi ce lo dici, adesso andiamo che Liam ci aspetta sulla porta con un mestolo in mano- mi tira per un braccio, Sam.
-e indossa uno stupido grembiule- constato, ridendo dalla scena.
 
*  *  *
 
-puoi chiamare Zayn? E' in camera sua- mi volto verso Harry, che aveva chiesto il favore ad Alex.
La mora si tortura le mani, per poi mordersi il labbro senza motivo.
-vado io- mi alzo dal divano, approfittando della situazione -devo sgranchirmi le gambe- spiego.
Tutti mi fissano, tranne Niall che era steso completamente sul pavimento, quasi morente.
Liam e le sue doti da cuoco. Chi aveva detto che quel ragazzo era un genio in cucina?
Era passata un'ora dal nostro arrivo e solo adesso qualcosa era pronto. Mentre tutti corrono a sedersi al tavolo, io corro verso le scale.
-vengo anche io- annuncia Sam, affiancandomi -così mi lavo le mani- spiega poi,
-c'è anche un bagno qui, eh- le fa osservare Liam.
-sì, ma vacci tu in quel bagno dopo che Louis c'è stato quasi un'ora- il castano tirato in ballo si lamenta immediatamente.
-ehy, io mangio saponette. Sappilo- mormora, grattandosi una palla. Ops, ma quello non era il biondino?
Certe volte ero arrivata alla conclusione che tenesse dei gratta e vinci nelle mutande. Ma non avevo indagato più di tanto.
-che vuoi fare?- sussurro per non farmi sentire.
-ti aiuto a farti male- sbarro gli occhi, bloccandomi all'ultimo scalino.
-posso farcela da sola- rispondo.
-oh, per favore. Sappiamo tutti che non sai mettere un piede dietro l'altro, ma quando cerchi di farti male da sola, non ci riesci. Ricordi quando non volevi partecipare alla squadra di palla volo alle medie?- annuisco, ricordando la brutta figura nel bagno di scuola, quando mi ritrovarono con un piede legato al tubo della doccia, a testa in giù, nel vano tentativo di un finto scivolamento andato male.
-va bene, mi hai convinta. Ma non devi rompermi niente per davvero- la minaccio.
-tranquilla, so quello che faccio- si pavoneggia, battendo poi alla porta di Zayn.
-pakistan boy, muoviti che si mangia- urla -e prima fammi entrare che mi devo lavare le mani- la porta si apre.
-salve principessa- la saluta -prego si accomodi, ma sappia che la camera non è in ordine- ma come parlava questo?
La mia amica entra nella stanza, e il moro si perde a fissarmi.
-che minchia guardi?- sbotto.
Il ragazzo alza le spalle e si avvia alle scale. Pochi secondi dopo la mia amica è di nuovo davanti a me.
-pronta?- sì, sono pronta a rompermi qualcosa veramente.
Ci avviamo alle scale, quando un dubbio passa per la mia testa.
-ma quando hai intenzione di farmi del..- non ho il tempo di finire la frase, che la gamba di Sam arriva dritta sul mio polpaccio -PORCA TROIA- urlo in preda al dolore -sei scema?- sento gli occhi pizzicare.
-non ci siamo, non sembri convincente- sembra pensare a voce alta -ho trovato- sbarro gli occhi quando la vedo spingermi giù per le scale.
Rotolo giù come un polpettone, arrivando al piano inferiore di faccia. Se non mi sono rotta veramente qualcosa, qualcuno nel cielo mi vuole veramente bene.
-ahiooooooooooo- mi lamento, trattenendo le lacrime. Mi aveva ucciso!
Adesso mi trovavo nel paradiso, sicuro.
-che succede qui?- cerco di alzarmi, ma sento troppo dolore per muovermi. Resto sdraiata sul pavimento, mentre gli altri si affrettano ad accerchiarmi.
-SOPHY- urla Sam dalla cima delle scale. Fottuta scopina, dovresti fare l'attrice.
-ahia ahia ahia- mi lamento, rotolandomi di poco.
-dove c'è aia c'è gioia- esulta il biondo.
Lo fulmino con lo sguardo -vuoi provare questa gioia anche tu?- lo minaccio.
Si nasconde subito dietro il riccio, che mi osserva sbalordito.
-sarà meglio portarti in ospedale- finge Sam -sai com'è, con la tua sbadataggine non sai mai come va a finire-.
Se si potesse uccidere con lo sguardo, Sam sarebbe già nell'oltretomba da un bel pò.
-prendo le chiavi- urla Liam, sfilandosi il grembiule di dosso.
-NO- urliamo all'unisono io, Sam e Alex. I ragazzi ci guardano tutti in modo strano.
-cioè..- cerco di prendere la situazione in mano -sarebbe meglio farmi portare da Louis..- i ragazzi sembrano capire il piano -sapete com'è..porta meglio l'auto- sorrido, cercando di convincere il castano.
-hai ragione- mi appoggia il riccio.
-stiamo parlando di quello che ha rotto una jeep nell'ultimo video?- commenta Niall.
Harry, cogliendo al volo il mio segnale, schiaccia un piede a Niall -vuoi finire in ospedale anche tu?- grugnisce a denti stretti.
Louis è ancora confuso.
-vai a prendere le chiavi- gli urla Zayn. In poco tempo, il castano corre nell'altra stanza.
-qualche volta ti piazzerò una bomba nelle mutande, sappilo- mi metto dritta con la schiena, minacciando il biondo.
-voglio proprio vedere dove trovi questa roba- si pavoneggia lui.
-sei mai entrato nella stanza di Zayn?- lo intimorisco, sogghignando.
 
 
*  *  *
 
-per fortuna non mi è uscito del sangue. Ho una specie di fobia- parlo a raffica, guardando fuori dal finestrino.
Oh, guarda. Una formica ci sta sorpassando.
-ma non puoi andare più veloce?- chiedo stufa, voltandomi verso Louis.
-senti, ti ho detto che da normale cittadino devo rispettare le regole stradali. Non posso andare più veloce di 50- si lamenta, non lasciando gli occhi dalla strada.
Sbuffo -e io da normale cittadino, devo rispettare la regola di addormentarmi a tale andatura- non si può così.
Se uno sta per morire, grazie a Louis ci arrivi presto nell'aldilà.
-ma poi, nel video non hai rotto l'auto per la troppa velocità?- chiedo, ricordando le parole del biondo.
-in realtà è stato Zayn, ma visto che non ha la patente, hanno dato la colpa a me. E mi va bene così- mi sorride, voltandosi nella mia direzione.
-ATTENTO- urlo guardando in avanti. Un gatto ci aveva appena tagliato la strada qualche metro più avanti.
-mi hai fatto prendere un colpo- si lamenta lui.
Mi butto sul sedile del guidatore -gira, porta sfiga il gatto nero- cerco di prendere comando dello sterzo.
-ma sei scema? Levati o rischi di farci uccidere- non mollo la presa.
-tu giri?- fisso il punto dove era appena passato il gatto, pochi metri da noi.
-no- risponde. Lo fulmino con lo sguardo -va bene- mette la freccia rassegnato.
-grazie- mi rimetto al mio posto, guardando la manovra del ragazzo.
-mi spieghi perchè tutta questa fifa? E' solo un gatto- mormora.
In ogni caso, quel gatto ci stava facendo prendere la strada più lunga per arrivare all'ospedale.
Un momento: noi dovevamo andare al Blue Hospital!
-rigira- quasi urlo -scherzavo.
Louis mi fissa stranito -avrai preso una bella botta- ride.
-GIRA- urlo convinta.
Impaurito, accosta per poi fare inversione di marcia. Chissà se ai suoi occhi adesso passavo per pazza fuori di testa.
-in quale ospedale vuoi essere portata? Solo per capire- aveva capito che avevo il mio ospedale stabilito.
-al Blue Hospital- spiego.
-IDIOTA- mi urla lui, accostando -stavamo andando nella direzione giusta- ah..
Gira ancora una volta, scuotendo la testa divertito -mi farai morire, oggi- ride.
-tu già l'hai fatto- la mia bocca si muove sola. Mi accorgo di aver detto qualcosa di strano quando il ragazzo mi fissa, facendo cadere l'occhio di tanto in tanto sulla strada.
-cioè?- sghignazza.
E ora che mi invento?
-stavi rischiando la mia vita passando da quella strada, dopo che un gatto nero l'aveva attraversata. Ma a casa tua non esiste la iella?- chiedo, salendo i piedi sul sedile, piegandomeli al petto.
-scusa- me li fa scendere un secondo dopo -e no. Che stupidaggine è mai questa? Iella? Sei seria?- sembra divertito dalla situazione.
-sì, quando andavo al college col motorino, un giorno un gatto nero mi ha tagliato la strada. Ho preso un albero poco dopo, di faccia- spiego.
Il ragazzo scoppia a ridere -sicura che sia stata colpa del gatto?- mi chiede.
Alzo gli occhi al cielo, ricordando che in effetti era solo il secondo giorno di patentino -si- rispondo convinta -e siamo arrivati- annuncio indicando l'enorme edificio bianco.
Spero solo che Alex non abbia dimenticato di avvisare il suo amico dottore.
-aspetta, ti aiuto- scende velocemente dall'auto che aveva appena spento, aprendo il mio sportello.
Passa il mio braccio sopra la sua spalla, aiutandomi verso l'entrata dell'ospedale.
Mi guardo in giro, notando l'immensa fila in attesa del loro turno.
-aspetta qui, vado a prendere il nostro numero- ma prima che possa lasciarmi cadere su una sedia, qualcuno attira la nostra attenzione. Il piede è ancora a penzolone, fintamente dolente.
-Sophy, che ci fai qui?- un uomo bassino, con gli occhiali sul naso, i capelli brizzolati e uno di quei camici verdi, si avvicina a noi con un sorriso stampato sulle labbra.
E questo nano da giardino che vuole da me?
-lo conosci?- mi chiede Louis, preoccupato dalla mia espressione. Poi finalmente collego!
-dottor..- OH MINCHIA. Quell'idiota di mora non mi ha detto il nome di sto tappo alto un metro e una virgorsol. Mi guardo in giro, nella speranza di trovare un nome decente da trovargli -Sherlock-.
Oh Gesù, ma per forza il libro dovevo capitare?
Louis mi fissa -come l'investigatore?- c'è cascato come una pera cotta.
Annuisco -elementare, Tomlinson- rispondo.
Il dottor nanetto si schiarisce la voce -che ti è successo?- guarda il mio piede, ammiccando.
No, tranquillo. Così non ci scopre nessuno.
-sono caduta..- mi interrompe con una risata.
-è da quando sei nata che non sai mettere un piede dietro l'altro- mi sfotte.
Ora gli do un pugno e l'ho accorcio di più. Fingo un sorriso.
-grazie- mormoro -comunque, mi fa male la gamba- cerco di metterla diritta, fingendo un dolore.
-vieni, facciamo le lastre- Louis mi lascia andare, sicuro di mettermi nelle mani del mio dottore di fiducia.
Aiuto Louis, questo mi violenterà una gamba...perchè l'altezza non l'aiuto più di tanto..
 
 
*  *  *
 
 
-sei sicura? Non sforzarlo- mi urla dietro Louis -il dottore ha detto che non hai niente, ma anche di stare a riposo- tenta, invano.
-hai visto? Sto già meglio, e ho voglia di un gelato, mi porti al bar?- mi piego sulle gambe poco avanti a lui, allungando di poco le labbra.
Il ragazzo sorride -andiamo- faccio una strana danza in mezzo alla strada, sbattendo addosso ad una vecchina che ricambia con una borsettata.
-come ti permetti?- mi urla contro, mentre mi arriva anche un colpo di ombrello.
-andiamo, combina casini- mi prende per mano Louis, tirandomi lontana dalla vecchia. Ride.
Guardo attentamente il gesto del ragazzo. Ma se tappare la bocca mi aveva baciata, per portare a letto una ragazza, cosa si doveva fare?
-Louis?- lo richiamo. Si volta verso di me -ricordi il bacio dell'altra volta?- chiedo.
Il ragazzo annuisce -solo per farti stare zitta- dettagli..
-sì, quello- mi lamento, spingendo la porta di un bar -hai conquistato così la vipera?- chiedo.
Il ragazzo ride scuotendo la testa -tu non la conosci, non è poi tanto male-.
Oh, ma per favore. Avrei preferito buttarmi sotto un camion che passare una giornata con lei.
-dai, dimmi come vi siete conosciuti- butto la borsa su una sedia libera, fregandomene un'altra al tavolo vicino.
Mi giro spaventata quando sento una strana botta: la ragazza seduta sul pavimento mi fulmina con lo sguardo -scusa- sputa in tono acido -quella era la mia sedia- mi rimprovera.
Che cosa? Guardo attentamente la sedia per poi tornar a fissare la ragazza -non ci vedo il tuo nome scritto sopra, ed ora se non ti dispiace- mi volto verso Louis,  intento a ridere sotto i baffi.
-dicevamo..- rimprendo il mio discorso -come vi siete..oh cazzus- abbasso di scatto la testa, facendo incuriosire il ragazzo di fronte a me. Mi copia.
-perchè..- gli tappo la bocca.
-parla più piano- sussurro.
Mi guarda strano -perchè ci siamo abbassati e parliamo così a voce bassa?- mi chiede.
Lo fisso negli occhi, vicinissimi al mio viso -lo vedi quello?- indico un ragazzo alle sue spalle -è Oliver, il mio ex- spiego.
Torna a fissarmi -e bhè?- chiede non capendo.
-e mi ha regalato un paio di corna più grandi di questo bar. Preferisco non vederlo- mormoro scocciata.
Dovevo essere io ad indagare sulla sua vita, non il contrario.
-bene..- sorride -perchè non lo facciamo diventare pubblico del nostro spettacolo?- chiede, ridendo.
Alzo un sopracciglio -prego?- ero finita al circo?
Le labbra del castano si posano sulle mie. 
OH SANTISSIMA GESUALDA INCULATA DA UN PROCIONE. 
Mi stacco dal bacio, strisciando la sedia in modo rumoroso.
-LOUIS WILLIAM TOMLINSON MI HA BACIATA- urlo, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
Non lascio il tempo di ribattere al ragazzo di fronte a me, lo prendo per mano e cammino verso il bancone, dove Oliver mi guarda sbalordito.
-salve, è vero che avete un magazino pieno di polvere sul retro?- chiedo al barman.
Il ragazzo ci fissa un minuto -bhè, in realtà..- non lo lascio finire.
-tranquillo compare, ci penseremo io e Tomlinson a scoparlo fino all'ultimo granello di polvere- e con quelle parole, tiro di nuovo il ragazzo, che tra le risa non riesce a liberarsi della mia presa.
-ah, ciao Oliver. Sappi che ti sto per fare cervo grazie ad uno dei uan dairecscion- sputo, aprendo la porta con un calcio.
-ma non stiamo più insieme- mi urla dietro.
-tanto le corna le avevi anche prima, fidati- si intromette Louis, passando un braccio sulle mie spalle.
Oh Tomlinson, tu non sai nemmeno in cosa ti stai andando a cacciare.
 
  
 
SCHIFO SCHIFO SCHIFO
nella mia testa era un capitolo sadkhsa
qui, al pc è uscita sta cacca cc
Peroooooooooooooooooooo', il prossimo sarà ksdhas (spero lol)
perchè finalmente arriverà il punto 3, a parer mio il più
sdhkashdka okay? okay c:
 
C'è un piccolo indizio in questo capitolo, ma non
credo si capisca lol
Anyway, sono tornata un pò prima, anche se fa pena, me
la lasciate una recensioncina? *occhidolci*
 
ISCRIVETEVI A QUESTO MIO GRUPPO OuO
E CI SPACCHIAMO(?) INSIEME DALLE RISATE :)
 

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Capitolo 11
*** Fantagenitori. ***




FANTAGENITORI
 
 
Chiudo il rubinetto dell'acqua, allungo un braccio e recupero la tovaglia. La lego sopra il seno, sposto la tenda ed esco dalla doccia.
Mi avvicino allo specchio, spostando i capelli gocciolanti su una spalla. 
I miei occhi fissano una cosa nera che si muove alle mie spalle.
-AAAAAAAHHHHHHHHHH- urlo.
Apro la porta del bagno, correndo come un'assatana fuori dalla mia camera da letto. Scendo le scale, nella speranza di trovarci qualcuno al piano inferiore.
Sfreccio dietro il divano, stando attenta a non inciampare nei miei stessi piedi.
Tiro una sedia violentemente, usandola come scaletta per salire sul tavolo.
-c'è un topo in casa- urlo, saltando sul tavolo, terrorizzata.
Avevo avuto un mini trauma da piccola: stavo giocando a nascondino con i miei amici; avevo deciso, intelligentemente, di rinchiudermi nello sgabuzzino della casa, spegnendo la luce per non dar nell'occhio. Uno strano squittio attirò la mia attenzione, accesi la luce e mi ritrovai un enorme topo che mi fissava.
Può sembrare una barzelletta, una stupitaggine. Ma da allora, ho paura dei topi. Quello era gigante, l'avevo sognato anche nelle notti a venire.
-che ti urli?- spunta in cucina mio fratello, tenendosi strette le orecchie disturbato dalle grida.
-prendi un fucile, una pistola, un bazooka..c'è un topo in camera mia- commento tra le lacrime. Avevo paura, mica scherzavo.
-un topo?- toglie le mani dalle orecchie, guardandomi -e mi spieghi dove potrei trovare un bazooka?- mi chiede sconvolto.
-chiamo Zayn, lui ne avrà il garage pieno. Devo far fuori quel maledetto ratto- lampo di genio.
Mio fratello ride dalla mia faccia -stai mica parlando di Sara?-.
Mi blocco un attimo, tenendomi stretta la tovaglia sopra il seno -che minchia ne so io. Mica conosco le razze dei topi, già è un miracolo se identifico un chiwawa da un vero topo- mi asciugo le lacrime, sapendo che con la presenza di mio fratello, potevo stare tranquilla. Balle.
-no..- mio fratello ride -Sara è il nome che ho dato al mio criceto..- lo interrompo.
-hai un criceto?- chiedo stupita. Okay, perchè mi stavo stupendo di una cosa del genere?
-ma che sono queste urla di prima mattina?- entra in sala anche Sam, strofinandosi un occhio, ancora con il cuscino stampato in faccia.
-sono quasi le 11- si volta mio fratello. Oh minchia, così tardi? -e sì, ho comprato un criceto da quando Sara mi ha lasciato- stavolta guarda me.
-ma non hai detto che Sara è il nome del topo?- chiedo. Scendo dal tavolo, guardandomi in giro prima di appoggiare i piedi sul pavimento.
-sì- ride di nuovo -è una storia buffa; quando Sara mi ha lasciato, ho comprato un criceto. Non sapendo che nome dargli, ho deciso di vendicarmi- si intromette la mia amica.
-e l'hai chiamato Sara- si pavoneggia, sedendosi sul divano, ancora mezza nuda.
-no- quasi urla mio fratello -ho comprato un gatto per mangiarselo- che cosa? -l'ho chiamato Max e poi, in un secondo momento, ho deciso di chiamarlo Sara, il criceto- spiega.
Oh, ditemi che questo coglione è stato adottato. Al massimo, ditemi che sono stata adottata io, che non siamo dello stesso sangue, che non abbiamo lo stesso dna.
-anzi, non avete visto Max?- chiede, guardandosi in giro.
Troppe parole di prima mattina, per me.
-ma sei proprio qui- lo rimprovera Sam. Altra cogliona.
-no, intendevo il gatto; è marrone con una macchia bianca sulla schiena- Sam casca dal divano, attirando l'attenzione mia e di mio fratello.
-cazzo che male- si lamenta -scusate, devo fare una cosa- corre, prima che qualcuno possa chiederle se almeno stesse bene.
-hai normali amici- mi guarda mio fratello.
-detto da uno che si compra un criceto dopo una rottura- lo sorpasso -vieniti a prendere quel topo dalla mia stanza, allora compro un trattore e giuro che lo faccio schiacciare da Zio Michele- urlo.
Passo davanti alla finestra che sporge sul retro del giardino. Sam ha una pala in mano, ancora mezza nuda a causa del suo striminzito pigiama. Ha fretta nello scavare una fossa.
-chi è Zio Michele?- arriva mio fratello, girandosi anche lui verso la mia amica, fuori in giardino -ma che..- sbarra gli occhi -STA SOTTERRANDO MAX?- urla con gli occhi spalancati.
Perchè, dico io. Perchè solo io debbo conoscere certa gente?
 
*  *  *
 
 
3.  Farsi amica la scodella.
 
-non sono ancora convinta- sbuffo verso Sam.
-l'hai scritto tu quel punto, non rompermi le ovaie. Io in ogni caso verrò con te, giusto per tenere sott'occhio la situazione- mi spiega.
-proprio come hai messo sotto il gatto di mio fratello?- scherzo, sapendo di punzecchiarla ancor di più.
-zitta!- sventola una mano -che ne sapevo io di avere un gatto dormente proprio sotto la ruota- commenta.
La porta di casa One Direction si apre -buongiorno- mormora il ricciolino.
-vedo che la mattina non ti svegli solo- abbasso lo sguardo, facendo ridere Sam al mio fianco.
Il ragazzo si copre le parti basse e si mette da parte, permettendoci così di entrare in casa.
-permesso- batto alla porta della cucina già aperta, giusto per fare scena e farmi notare.
I ragazzi sono spaparanzati sul divano, mentre Louis e Niall hanno in mano due joystick della playstation, intenti a massacrarsi ad una gara di automobiline.
-no- dice secca Sam, capendo le mie intenzioni. Pesto un piede sul pavimento, infastidita. La mia infanzia da mascolina non aiutava tanto.
Una chioma color vomito del mio cane, che non esiste, sbuca dal salotto -ragazzi, scendete i piedi dal tavolino. Non farò ancora una volta la vostra schiavetta e pulirvi l'intera casa- si lamenta, posando comunque una ciotola piena di pop corn sul tavolino davanti la tv.
Eppure ce la vedrei vestita di una busta di plastica nera, quella dell'immondizia, con i guanti gialli a pulire la cucina dei ragazzi. Peggio, i bagni delle loro camere.
-ciao- fingo un sorriso, giusto per farmi notare anche da miss.stressa.tutto.il.giorno.
La ragazza mi guarda male -che vuoi?- ora gli strappo i capelli.
-una giornata tra sole ragazze- fa un passo avanti Sam -per conoscerci meglio- sorride anche lei.
Mi sta per venire una paralisi facciale; speriamo non accetti e così posso cancellare quello stupido punto.
-dai El, l'hai detto pure tu che avresti bisogno di una bella giornata di shopping- si intromette Louis, mettendo la pausa al gioco.
Si rischia la galera ad uccidere una persona col filo di uno stupido joystick?
-oh- sembra pensarci.
-dai, andiamo a fare shopping. Ci potremmo fare anche la manicure- continua Sam, allargando la scenata. Ora la picchio.
Odiavo lo shopping, ma la manicure era anche troppo per me.
-va bene- risponde -posso chiamare un'amica?- ci chiede.
Una scodella basta e avanza.
-si- -no- diciamo all'unisono io e Sam -Sophy- mi richiama la mia amica, mentre la ragazza ci guarda male.
-vuole dire, ti volevamo solo per noi- cerca di riportare la situazione nelle nostre mani, Sam.
La ragazza aggrotta la fronte -va bene, fatemi cambiare- mormora.
-troia- sussurro, incrociando le braccia al petto.
-prego?- però! Almeno non aveva bisogno dell'ampliform.
-torta, ho voglia di torta. Ragazzi- mi giro verso il divano, puntando un dito al cielo -avete una torta?- cerco di sviarmi dalla scodella.
Non potevo semplicemente chiamarla scodella? Non avrebbe mai capito. O si...
 
-perchè devi guidare tu?- chiedo scocciata alla mia amica.
In lontananza noto Eleanor richiudere la porta di casa dei ragazzi.
-siamo nella stessa auto di Eleanor, non vorrei rischiare un incidente- dice lei, mettendo in moto.
La scodella sale in auto, indossando un paio di occhiali.
-hanno gli spannavetri?- chiedo, allacciando la cintura.
La ragazza alza un sopracciglio, uscendo perfino dagli enormi occhiali. Santo Dio, sta per cadere giù il cielo e questa si mette un paio di occhiali da sole?
-andiamo da Roxy- urla Sam, ingranando la marcia. 
Io ci avrei ucciso con la volontà, Sam l'avrebbe fatto per il suo non saper guidare. Faceva leggermente pena.
Durante il tragitto fino allo studio dell'estetista/parrucchiera, Sam aveva cercato di fare la simpatica con quella dietro di me..inutilmente.
Anche il mio cane si sarebbe rotolato dalle risate. E ripeto: io non ho un cane.
Le battute di Sam erano pessime, e il mio stato di silenzio non l'aiutava più di tanto e durante il percorso mi era venuta una strana domanda in mente, riferita a Sam, ovviamente: ma se ho un'amica mongola e ne va fiera, è una mongolfiera?
Sono seria.. I miei ragionamenti non fanno una piega, ammettiamolo.
-arrivati- urla Sam, parcheggiando.
-hai trovato la patente in un pacco di patatine?- chiedo, notando il 'dove arrivo, parcheggio', comunemente detto ogni volta da mia nonna i miei primi giorni di patente, quando ancora non sapevo parcheggiare.
-me l'ha regalata Babbo Natale- ride la mia amica. Potrei anche crederci.
Chiude l'auto, mentre attraversiamo la strada per arrivare al locale.
-salve Rox- urla Sam, salutando la sua amata estetista. Pff, quanto è bello farsi la ceretta da sole -tre manicure- dice, indicando me e la scodella.
Siamo praticamente vicine e io non l'ho ancora spinta in una di quelle bacinelle per piedi pieni di calli?
Wow, una cattiva azione. Sarò punita per questo.
-oggi c'è il trattamento speciale- attizzo le orecchie, cercando di ascoltare attentamente -oggi c'è anche la parrucchiera compresa nel pacchetto. Parrucchiera, manicure e pedicure a soli 35$- spiega.
Un sorriso curva le mie labbra -andata- urlo, alzando una mano.
Anche le altre due sembrano convincersi.
Ci spogliamo dei cappotti e ci accomodiamo davanti a tre enormi specchi.
-allora, come li facciamo questi capelli?- chiede una alle nostre spalle.
-vorrei farmi qualche colpo di sole, dorato- spiega Eleanor.
Così mi faciliti le cose, baby.
-io solo il lavaggio- commento.
-io un pò le punte tagliate- risponde Sam guardandosi i capelli.
La ragazza si allontana. Mi volto verso le due, intente a sistemare i capelli nei lavandini.
-ehm..un attimo vado in bagno- mormoro alzandomi.
Cammino in punta di piedi, sbattendo contro un carrello di spazzole, facendole cadere a terra.
-scusa- mi abbasso per raccogliere -e che sono arrabbiata con quella ragazza- indico la scodella -si sente la regina del mondo e pensa di poter dare ordini- sbuffo. Rox che era intenta a raccogliere l'ultima spazzola, mi guarda confusa -perchè?- chiede poi.
-ecco, stavo per venirti a dire, appunto, che ha deciso di cambiare colore dei capelli. Non più colpi di sole dorati, ma verdi. Hai presente i fantagenitori?- chiedo.
La donna annuisce -tranquilla, ci penserò io- dice.
La ringrazio e torno al mio posto, soddisfatta. Non vedo l'ora che passi questa giornata.
Dopo un bel lavaggio, la commessa mi fa accomodare su una poltroncina, prendendo la mia mano e appoggiandola su un tavolino.
-se chiudi gli occhi, Clara ti farà una maschera rilassante- alzo un sopracciglio.
-Rox non ci ha parlato di maschera- dico velocemente.
Anche Sam si alza dal suo posto, venendo nella mia direzione.
-è una semplice maschera per chiudere i pori, curativa. E poi è alla ciliegia- mi sorride.
Aw. Ma qui tutti cercano di aiutarmi nel piano di sabotare la scodella?
-va bene- commento -però la mia amica- indico la scodella che stava per essere messa sotto il casco per l'asciugatura del colore -è allergica a molte cose. Non l'avete all'ananas?- chiedo, ricordando il piccolo segreto scappato dalla bocca di Louis. Eleanor era mezza intollerante a quel frutto.
Ero proprio curiosa dell'effetto che avrebbe fatto sulla sua faccia.
-certo- dice felice la ragazza -sta tranquilla, ci prenderemo cura noi, di lei- mi tranquillizza la commessa.
Chiudo gli occhi, rilassandomi -ah- prima che lo dimentico -voglio farle una sorpresa- sorrido alla ragazza di fronte a me -so che ama il verde acido, non è che come smalto potreste mettergli il suo colore preferito?- la ragazza non smette di annuire.
-con piacere- chiudo gli occhi, lasciandomi coccolare da tutta quel ben di Dio.
Forse fare certe cose da femmine, a volte non era male.
 
-AAAAAHHHHHHH- scatto sul posto, asciugando la bava che si era formata sulle mie labbra.
Non ci credo, mi ero addormentata!
Tolgo la fetta di cetriolo che copriva il mio occhio destro osservando una scodella incazzata imprecare davanti lo specchio per il suo nuovo aspetto.
-SONO INTOLLERANTE ALL'ANANAS- urla, guardando il suo viso deformato. Si era leggermente gonfiato, e sembrava come se qualcuno l'avesse picchiata.
-ci scusi- Rox cerca di farsi perdonare.
-e i capelli? UN DISASTRO- continua la ragazza, tirandosi le ciocche verdi lungo le dita.
-ma..- la proprietaria viene nuovamente interrotta.
-verde acido? SERIAMENTE? Chi usa più questo colore?- sbotta infastidita Eleanor.
-perchè ho l'impressione che ci sia il tuo zampino in tutto questo casino?- fisso Sam, al mio fianco.
-vuoi un cetriolo?- gli offro gentilmente la fetta di cetriolo.
-non pagherà per questa volta- prende parola Rox -e se verrà un'altra volta..- la castana con ciocche verdi scoppia a ridere.
-non metterò mai più piede qui dentro- recupera il suo cappotto, uscendo dal locale.
Minchia!
Io e Sam ci alziamo, ci scusiamo con Rox e il comportamento infantile di scodella e ci diamo una pulita prima di uscire in strada e trovare Eleanor appoggiata al palo del semaforo, intenta ad aspettare lo scattare del verde.
-El?- la richiama Sam.
-che c'è?- sbotta lei, esausta.
Ha la faccia in certi punti gonfia. Non posso non ridere.
-vado a prendere l'auto, lo shopping sarà per un'altra volta- Sam sfila le chiavi dell'auto dalla borsa -aspettatemi qui, ci metto due minuti- ci ordina, allontanandosi.
Dondolo sui miei piedi, mordendomi le labbra per non scoppiare a ridere per lo stato della ragazza. Se si fosse messa accanto a lei Perrie, la ragazza di Zayn, avrebbero potuto veramente fare in fantagenitori. Lei e quella con i suoi stupidi capelli rosa.
-non so come tu abbia fatto, ma so che in tutto questo pasticcio ci sei in mezzo tu- anche la vecchina al mio fianco si volta verso la vedrastra mal messa.
-ora che c'entro io?- mormoro confusa.
-ti pare che non lo vedo come guardi Louis? Ma mi dispiace, marmocchia- ride -Louis è mio, posso scoparmelo, farmelo, gustarmelo- era un salame o cosa? -quando mi pare, cosa che ovviamente non potrai fare tu- continua, felice delle sue parole.
-bhè..intanto mi ha baciato ieri, davanti ad un intero locale. La cosa non sembrava infastidirgli- ammetto, notando finalmente Sam raggiungere l'auto.
-ah?- chiede scodella -rimane comunque il fatto che io posso farmelo ogni ora del giorno e della notte- stringo le mani a pugno.
Stavolta aveva ragione. Ma non potevo dargliela vinta.
Oh, guarda..un autobus rosso! Alzo il mio braccio, allargando una mano.
 
*  *  *
 
Uno squillo..due squilli..tre squilli.. -pronto?- la voce squillante di Sam mi fa scattare sul posto.
-Sam..- vengo interrotta subito da urla di felicità.
-ma dove minchia sei finita? Non sai che casino assurdo per arrivare al semaforo. Ho intuito che ci fosse stato un incidente, ma voi non eravate nei paraggi. Mi spieghi dove minchia sei finita?- spara a raffica le parole.
Prendo un profondo respiro -in carcere- mi guardo in giro, notando l'immensa fila creata proprio dietro di me per fare una telefonata di aiuto.
-cosa? Che hai fatto? Hai ucciso Eleanor?- sento il suo respiro farsi pesante, segno che stesse correndo.
-era quella la mia intenzione, ma come sai, non distinguo mai la destra dalla sinistra e così ho buttato sotto un autobus una vecchina che mi stava accanto- spiego -sì, ma vienimi a prendere, questo posto è inquietante- sussurro poi.
Sento uno sbuffo -sto arrivando, non ti muovere- attacca la telefonata.
Seriamente, dove pensava potessi andare?
Stupida scodella, lascia che esca da questo carcere e sarò felice di ritornarci vittoriosa.
-scusa, mi serve il telefono- quella che ai miei occhi sembrava una bella ragazza, era in realtà un travestito tatuato.
-ecco- gli passo la cornetta, sedendomi su una panca lasciata sola.
Eppure non è tanto male il carcere.-
-ciao- si siede un ciccione vicino a me. Scherzavo, portatemi viiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiia.

 
  
 
 
LO SO LO SO LO SO
che so? lol
Va bè, so che mi odiate di aver praticamente omesso Louis
nella sua stessa storia(?) ma mi serviva questa e poi, diciamocelo,
una Eleanor verde ci voleva ahhaha lasciamo il dettaglio di Sophy
in carcere trolol
Ma non ci azzecca la gif su Sophy? ouo
 
Comuuuunque, ho già il continuo, ma lo metterò tra qualche giorno
ewe Non posso aggiornare sempre e poi non capire se la storia
piace o meno..che poi sta anche finendo lol
 
Well, adios e muchas gracias para todos los complimentos(?)
anni di studio buttati nel cesso per una frase
 
PS: passate dal mio profilo efp, ci sono novità :)

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Capitolo 12
*** Dove c'è Barilla, c'è Casa. ***




DOVE C'E' BARILLA, C'E' CASA
 
 
Si scrive 'tirare' si legge 'spingere' si pronuncia -come cazzo si apre questa porta?- urlo.
Una risata alle mie spalle attira la mia attenzione; tenendo ben salde le buste con la colazione tra le mani, mi volto a mandar a quel paese chiunque mi stesse prendendo per il culo.
Sbarro gli occhi ritrovandomi Oliver davanti.
-Smith- mi saluta con la sua solita arroganza.
-Steven- rispondo a tono.
I suoi occhi passano dal mio volto, alle mie mani piene di buste starbucks, alla porta ancora chiusa dietro me -problemi?- mi chiede poi.
Mica mi chiamo matematica, io.
-no, grazie- mi giro ricevendo una porta in faccia -porca minchia- mi tengo stretto il naso, lasciando cadere le buste per terra.
-mi scusi signolina- dice quello che era appena entrato nel locale -una losa?- mi punta un fiore sotto il naso.
-sai che ci farei con quella rosa?- lo minaccio con voce nasale.
-wowo- le mani di Oliver si posano sulle mie spalle, come a bloccarmi -scusala, ha il ciclo- strabuzzo gli occhi.
Uno come si permetteva, e due come faceva a saperlo? Ricordava i miei tempi?
Il cinesino entra nel locale, sorpassandoci spaventato.
-fanculo- mormoro controllando il mio naso.
-ehy, tutto apposto?- si accerta il mio ex.
Lo guardo dal basso; sono una nana da giardino. Non l'avevo detto? Ops, un piccolo dettaglio che evito di solito.
Sto una pasqua, potrei cominciare a saltare come una cogliona cantando nello stesso tempo 'Heidi' parlando con le sue caprette e ridendo come una cogliona verso delle montagne -sì- mormoro solamente.
Il ragazzo si abbassa a raccogliere le mie buste e poi gentilmente me le porge -sempre la solita mangiona?- sbarro gli occhi.
Ma se per caso un ragazzo si ritrova stranamente un attaccapanni trafitto nella testa, qualcuno si chiederà come ci sia finito lì dentro? Potrei uscirmene con la scusa che aveva bisogno di un pò d'aria. Ma poi nessuno mi crederà perchè..cosa dovrebbe prendere aria nella sua testa?
-Sophy, ci sei?- il ragazzo schiocca due dita davanti al mio viso, risvegliandomi dal mio stato di trance.
-oh, sì- lecco le labbra -simpatico come un procione per casa- mormoro con un sorriso.
-non sei cambiata- ride lui. Gli occhi gli si chiudono di poco, segno che la cosa lo stava divertendo, e anche molto. Devo trovare un modo per distrarlo e così svignarmela.
-ODDIO- urlo indicando alle sua spalle -un elefante che balla-.
Il ragazzo si gira confuso verso il bar, giro i tacchi sbattendo la faccia nel vetro pulitissimo della porta. Ma io mi chiedo, a che servono le porte?
-merda- mi lamento.
Di nuovo altre risa -volevi liberarti di me?- lo sento alle spalle.
No, guarda. Ho visto talmente tante puntate di Dora l'eploratrice che mi sono rincoglionita fino a questo punto.
-ciao- dico solamente. Appoggio la mano sulla maniglia, aprendo finalmente la porta assassina.
-quindi stai con quel Luigi- mormora il ragazzo. Prendo un respiro prima di voltare solo la testa.
-eh?- chi? Poi capisco che sta parlando di Louis -hai qualche problema al riguardo?- alzo un sopracciglio.
Il ragazzo alza le mani in aria, come per arrendersi -semplice curiosirà- spiega.
Annuisco. E ora? Me ne potevo andare?
-ehm, ti va se ci vediamo qualche sera e..che ne so, bere un crodino?- Dino, dammi un crodino!
Aggrotto la fronte -l'analcolico biondo che fa impazzire il mondo?- chiedo, facendolo sorridere leggermente mentre annuisce -naa- sventolo la mano libera -preferisco l'irlandese biondo con un pozzo senza fondo- spiego, ma sembra non capire.
Mi guarda male. Alzo gli occhi al cielo facendogli capire che si trattava di una luuuuuuuuuunga storia, alias, non sono cazzi suoi.
-comunque, anche io sono fidanzato con una- uau, chi aveva tutto quel fegato da stare con un simile viscido, deprimente, antipatico, spastico, inutile, insulso..che stavo dicendo? Ah, sì. Chi era quella ad aver due prosciutti interi sugli occhi?
-condoglianze- apro tutta la porta uscendo finalmente -per lei- finisco la frase, lasciando richiudere la porta alle mie spalle.
Mah..sai che me ne può fregare a me se quello sta con una. Quando stava con me, stava con altre tre insieme. Una in più non avrebbe cambiato nulla.
 
Per fortuna arrivo velocemente a casa, richiamando i due coglioni per far colazione insieme. E mentre mangiamo, decido di raccontare la mia piccola vicenda senza senso.
-e tu?- mi rimprovera Sam alla fine della favoletta.
-e io me ne sono andata, che dovevo fare?- mordo felicemente un pezzo del mio panino con gocce di cioccolata.
-ma non ti ho proprio insegnato niente?- dice infastidita la mia migliore amica. Mio fratello continua a guardare a destra e a sinistra a seconda di chi prendeva parola.
-prego?- chiedo confusa.
La mia amica alza gli occhi al cielo, sbuffando -ha le palle?- sbotta.
Ci penso un secondo -sì, da quanto ricordi, a meno che non abbia fatto un trapianto nel frattempo- ragiono a voce alta.
-hai un piede?- mi chiede insistente.
La guardo con fare ovvio -in realtà ne ho due, credo- alzo la tovaglia del tavolo per controllare.
-ecco- mi rimprovera -la prossima volta usali per bene- finisce.
Mio fratello fa un verso di dolore, mentre con le mani si copre il pacco.
-sentite, già mi è bastato pagare per farti uscire dal carcere, non fare altri casini- mi minaccia mio fratello.
-ma se è stata lei a parlare- dico sconvolta -più uno non fa niente, più viene tirato in ballo. Bo- mi lamento.
-sentite..- fissiamo Sam intenta a leggere qualcosa sul cellulare -i ragazzi ci hanno invitato a passare il pomeriggio insieme- dice, scollando finalmente gli occhi dall'aggeggio.
-che bello- batte le mani felice mio fratello -dove si va?- io e la mia migliore amica lo guardiamo interrogativo.
-ma chi stava parlando con te?- lo rimprovera.
-ma..- cerca di ribattere.
-tu pensa ad organizzare il funerale di Sara- lo ammonisce.
-waaaaaa- esclamo sorpresa, a scoppio ritardato -come hai avuto il loro numero?- chiedo curiosa.
La mia amica si sposta i capelli sulle spalle con un gesto secco -ci vuole classe e tanta, tanta, tantissima esperienza- si pavoneggia.
-cosa gli hai puntato contro?- taglia corto mio fratello.
-una piastra- esclama felice prima di alzarsi dalla sedia e camminare verso la cucina.
-e comunque, sei debitrice di un gatto- gli urla mio fratello d'improvviso.
Ma dove sono finita? E sopratutto, anche io voglio il numero di Louis..
 
*  *  *
 
-state scherzando- fisso la locandina attaccata fuori dall'edificio.
-dai ci divertiremo- mi sorpassa il biondino, lasciandomi una pacca sulla spalla.
-ci credo- li seguo -con tutte le cadute che mi farò- mormoro poi.
Zayn comincia a contare parlando col signore al bancone -sta innescando una bomba?- chiedo al riccio che mi guarda male.
-gli sta solo dicendo quanti siamo- ah, poteva essere.
-che numero portate di scarpa?- urla per farsi sentire. Ognuno gli dice il proprio, poi ci accompagnano ad una stanza, simile ad uno spogliatoio.
-tieni- Liam mi passa il mio paio di pattini.
-io non sono ancora sicura- sfilo la prima scarpa nella speranza di convincerli a cambiare idea.
-andiamo?- ma quando mai, quelli non vedevano l'ora di farmi schiantare contro la lastra di ghiaccio.
Gli altri entrano tranquilli nella pista di pattinaggio, mentre io a malapena riesco ad appoggiare un piede senza cadere.
Lo ritiro, immobilizzandomi sulla bella terra ferma.
-Sophy- mi richiama Niall dalla pista.
-che vuoi?- lo fulmino con lo sguardo. Con gli indici mi indica Louis solo distante da tutti.
Grazie al cazzo, ad arrivarci prima.
Gesticolo per fargli capire, ma quello è più ottuso di un angolo..Questa era bruttissima.
-LOUIS- urla l'irlandese. Che aveva nel cervello? Gli scoiattoli? Viste le noci nei suoi paesi bassi..
-che c'è?- risponde l'altro.
-qui sappiamo tutti che tu sei il più bravo a pattinare, perchè non aiuti Sophy?- mi indica fuori la pista.
Oh cazzo. Alzo una mano salutando Louis dall'altra parte della pista. Mi sorride. 
Se fossi stata sul ghiaccio, mi sarei piegata a battere la testa sul ghiaccio per spaccarmela.
-vieni- minchia, non mi ero nemmeno accorta che Louis adesso era di fronte a me.
-no- ritiro la mano, spaventata.
-dai- ridacchia -ci sono io con te- risponde.
-l'ultima volta che ho sentito una frase simile, è andata giù una nave intera- dico preoccupata.
-stai parlando del Titanic?- mi guarda negli occhi. Tzè, il ghiaccio è molto più bello di quell'azzurro che adesso mi stava fissando aspettando una risposta.
Scuoto la testa, liberandola da strani pensieri che si erano appena fatti spazio. E di spazio ce n'è davvero tanto.
-non faremo quella fine, te lo giuro- cerca di convincermi.
Faccio un profondo respiro prima di lasciare incrociare le nostre mani.
Oh my God, sto per andare in iperventilazione e non è perchè Louis mi sta tenendo per una mano, è solo perchè mi trovo al centro pista e nemmeno so come ci sia arrivata.
-stai tranquilla, devi muovere i piedi così- cerca di spiegarmi.
Per poco non casco quando mi tira -aspetta- lo richiamo -sei sicuro? Potrei cadere, fare un buco e trovare anche il petrolio- mi guardo in giro.
In effetti non c'era tanto casino, però avrei fatto comunque una figura di merda colossale davanti a Louis.
-tranquilla- sorride -ti ho detto fidati- mi rimprovera.
E va bene, proviamo questa nuova esperienza.
Il ragazzo si posiziona davanti a me, cominciando a pattinare all'indietro e tirandomi con lui.
Improvvisamente fa più caldo nella stanza; ma perchè aumentano la temperatura? Non c'è il rischio di far scongelare il ghiaccio?
Il ragazzo davanti a me mi sorride, facendomi notare il nostro movimento.
-oddio, oddio, oddio sto pattinando- dico eccitata.
Ridacchia davanti a me -in verità sto pattinando io e ti sto tirando, ma già è un inizio- mi spiega.
-okay capo, dimmi che devo fare- ormai che ci sono, preferisco imparare.
-facile, te l'ho detto. Sposta i piedi così- mi tira quando allunga una gamba di più.
-oh Gesù- la mia gamba si allunga il doppio -ahio, ahio, ahio- mi lamento dolente. Praticamente stavo facendo una spaccata.
-meeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee meeeeeeeeeeeeeeeee- Zayn e Liam ci sfrecciano accanto facendo i cretini.
-aiuto Louis- mi aiuta a rimettermi dritta con la schiena.
-lasciati andare- mi sorride amichevolmente.
Non ho capito: devo buttarmi a terra?
-dai- lascia una mano, mettendosi al mio fianco.
Avevo imparato a stare ferma sul ghiaccio, avevo capito che farsi tirare non vuol dire pattinare, ma adesso mi stavo muovendo e stranamente le mie gambe non mi portavano a fare spaccate dolorose.
-stai pattinando- dice felice al mio fianco.
Sorrido a 32 denti: sto pattinando, sto pattinando sola, sto.. -oh cazzo- vedo la fine della pista a pochi metri da me -dov'è il freno in questi cosi?- chiedo preoccupata.
-non c'è..- il ragazzo non riesce a dire una parola di più che si ritrova scaraventato sul ghiaccio, ma il tutto accudito dal mio corpo steso sotto il suo.
-scusa- mormoro ridacchiando. Almeno non avevo fatto un figura di merda da sola.
I nostri visi sono vicinissimi, riesco perfino a sentire il suo respiro caldo sfiorare le mie guance mentre il suo cuore batte veloce contro il mio petto; o era il mio?
Ancora sono incastrata tra il ragazzo e la lastra di ghiaccio quando squilla un cellulare.
Senza troppi sforzi Louis allunga una mano sfiorando il mio fianco, sfilando il cellulare dalla tasca. Lo porta ad un orecchio e tranquillamente risponde -pronto?- no, ma tranquillo Tomlinson, sei più leggero di una piuma.
-ah, ciao Josh- ride ed io mi perdo a fissarlo. Bhè, da quella strana posizione non potevo far altro.
Potevo benissimo spingerlo e mandarlo a quel paese, cosa sicura se non fosse stato lui a starmi sopra. Suona decisamente male.
-stasera?- dice con aria interrogativa. Osservo attentamente il suo viso: è rilassato, certo qui  è lui quello che sta comodo, gli occhi sono di un azzurro perfetto, sono come..come..come..Okay, l'ammetto, ancora non esiste qualcosa di perfetto da esser paragonato agli occhi di Louis. Le labbra rosee si curvano in un sorriso, e mi ritrovo a sorridere anche io senza motivo. Non mi ero ancora accorta di una cosa: questo ragazzo è bello da toglier il fiato..e non sto parlando così perchè continua a schiacciarmi col corpo facendomi mancare l'aria.
-certo amico, a più tardi- attacca la chiamata, fissandomi -tutto bene?- finalmente si accerta.
Faccio una smorfia, pregando mentalmente di non aver un pò di bava agli angoli della bocca -sì, se non fosse che ho il culo praticamente congelato- mormoro facendolo ridere.
Si mette in piedi con tranquillità, aiutandomi poi a fare lo stesso. Alleluia!
Va bhè, stavo bene anche in quella posizione. E poi il ghiaccio manda via la cellulite, anche se credo..
-siete libere stasera?- alzo lo sguardo, lasciando perdere uno dei miei monolighi senza senso.
Lo guardo curiosa -credo di sì, perchè?- chiedo.
Fa un sorriso -il nostro batterista organizza una festicciola nel suo appartamento; volete unirvi?- indica con la testa poco lontane Alex e Sam.
Tanto avrebbero detto sì anche loro -certo- dico eccitata al pensiero di una festa.
Lo vedo improvvisamente aumentare in altezza. Oh no, stavo talmente prendendo a fuoco che avevo perfino sciolto il ghiaccio sotto i miei piedi?
-AHHH- urlo quando mi rendo conto di aver praticamente fatto una spaccata.
Fanculo pista da pattinaggio.
 
*  *  *
 
-vuoi una birra?- mi chiede Louis.
Annuisco appoggiando le mani ad una delle tante finestre aperte per far uscire tutto quel fumo.
Volto lo sguardo giusto il tempo per gustarmi il didietro di Tomlinson perfetto. Dovrei andare da un chirurgo bravo con una foto del suo sedere e chiedergli l'esatta copia. Insomma, il mio è completamente piatto..
I miei occhi vagano per la stanza scorgendo gli altri intenti a ballare o chiacchierare animatamente sui divanetti. Sam è completamente schiacciata sul riccio, Alex sembra trafficare con i bottoni della camicia di Horan.
Ma che mi sono persa?
-ecco- gli occhi azzurrissimi di Louis fanno capolinea mentre la mano è tesa a porgermi una bottiglia.
La prendo, voltandomi a guardare la strada.
Faceva un caldo assurdo in quell'appartamento; eravamo un casinodi gente lì dentro, nemmeno mi capacito dell'immensità di quel posto.
-Eleanor?- chiedo interrompendo il silenzio che si era creato.
Il castano alza le spalle -ha detto che con quell'aspetto non andrà da nessuna parte- ridacchio, mordendomi le labbra.
Punto il tappo della bottiglia alla bocca, sorseggiandone un pò.
-perchè ho la vaga idea che c'entri tu in tutto questo?- mi chiede, facendomi strozzare.
Mi aiuta con delle leggere pacche alla schiena -perchè pensate tutti la stessa cosa?- chiedo sconvolta.
Il ragazzo alza le spalle con nonchalance. Sbuffo alzando gli occhi al cielo.
-va bene, va bene. Forse ho dato un piccolo aiuto all'estetista e alla parrucchiera, ma quelle sono ottuse. Dai, chi vorrebbe i capelli tinti di verde?- chiedo girandomi a guardare Louis.
Scoppia a ridere -sono riuscito a farti confessare- dice felice.
Bhè, tanto l'avevano capito tutti.
Sorrido posando la birra sulla finestra.
-sono felice che lei non sia in giro- dico d'un tratto.
Stupida boccaccia.
-anche io- what? Ho sentito bene?
-puoi ripetere?- chiedo facendolo subito ridere. Che avevo detto? Forse avevo la stampa del tappo della bottiglia sul labbro. 
Nascondo la bocca con una mano.
-è una cosa che mi succede quando non ci sono i bicchieri- mi difendo.
-cosa?- il ragazzo aggrotta la fronte -no, no- ridacchia spostando la mia mano dal viso -sei perfetta-.
Potrei anche buttarti dalla finestra, dalla felicità non sentirei proprio nulla. Ma poi morirei..
-dicevo che quando non c'è lei, ci sono più risate- okay Sophy, inspira ed espira. Non andare in iperventilazione, ha solo fatto un esempio, non ha mica detto di essere felice di essere con te.
Il mio gomito sbatte contro la bottiglia, facendola cadere sul marciapiede di sotto.
-ehy- mi urla uno dei barboni che si trovava vicino lo schianto.
-scusa amico- lo saluto con una mano e un tono sincero -in un certo senso mi fanno tenerezza- commento osservando il vecchio cercare calore in una vecchia coperta.
Il ragazzo accanto a me si mette dritto con la schiena -arrivo subito- mi avverte per poi sparire dalla mia vista.
Voleva tirare altre birre al pover uomo sotto la finestra? Io non scherzavo quando dicevo che mi facevano davvero tenerezza. Non abbiamo tutti la stessa fortuna.
La porta del palazzo si apre e quando riconosco la figura di Louis camminare sul marciapiede, sbarro gli occhi.
Si avvicina piano piano al barbone con qualcosa in mano. Si scambiano due parole e poi gliela porge. Ma cosa?
Lo sguardo di Louis si alza verso la finestra -ricorda: dove c'è Barilla c'è casa- urla per farsi sentire.
Scoppio a ridere capendo che quello che aveva in mano era uno stupido scatolone.
Oh Louis, perchè sei così..così..così non lo so. Ai miei occhi sei più che perfetto, adesso.
 
  
 
ALORRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRS
bien, credevo che la storia piacesse almeno un pochino,
ma bo, vedo un calo di recensioni :/
Ormai che sono arrivata qui cercherò di finirla, magari
diminuendo il numero di capitoli che avevo pensato :)
Sorry, ma se non piace è inutile continuare :)
 
Per qualsiasi contatto, trovate i link nel mio profilo :)
 
 

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Capitolo 13
*** Dammi qualcosa, Louis. ***




DAMMI QUALCOSA, LOUIS
 
 
Era da tempo che non mi succedeva. Era da troppo tempo che non torturavo le mie unghie in quel modo. Ma perchè?
Che fosse a causa di Louis, fin qui c'ero arrivata. Ma cosa mi stava succedendo in realtà?
Qual era il segnale che il mio corpo mi stava dando?
Mi stavo innamorando?
Scoppio a ridere -Questa è proprio bella- dondolo su due piedi della sedia -cioè, come posso solo pensare una simile cosa?- mi guardo in giro -innamorata? Io?- altre risa -ma poi, di Louis?- potevo scrivere un bel libro di barzellette.
Abbasso la sedia osservando il foglio che avevo davanti. Un sorriso curva le mie labbra.
 
 SETTE MOSSE PER CONQUISTARE LOUIS TOMLINSON
 
1. Scopare con Louis Tomlinson in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi.
1. Portare Louis Tomlinson in un pub figo e farlo ballare con la sottoscritta.
2. Rompersi qualcosa.
3. Farsi amica la scodella.
4. ___________________
 
Manca da scrivere il quarto punto. Manca perchè il quarto giorno era appena passato. Sorrido ripensando a Louis intento ad aiutarmi sulla pista di ghiaccio.
Come mai non aveva fatto storie per aiutarmi ad imparare? Me l'ero portato anche a terra, facendo una figura di merda colossale.
Fisso di nuovo il punto con occhi stanchi. Questo articolo sta diventando inutile. Inutile perchè non credevo di avvicinarmi così tanto a questi ragazzi.
Scrivendo sulla vita di Louis, dovrei mettere in mezzo anche tutti gli altri. Mi dispiace.
Il mio lavoro fa schifo.
 
4. Fidarsi di Louis.
 
Sembra perfetto come punto. Mi sono fidata, ho fatto bene.
Ma perchè mi sento così terribilmente non so cosa?
Sospiro gettando la penna sulla scrivania e scorgendo il suono familiare dell'auto che accostava nel vialetto.
Potrei anche pensare che sia il carroattrezzi ad aver riportato l'auto distrutta che guidava mio fratello. Mi fido tanto di lui, vero?
Gonfio le guance, stufa.
Due colpi alla porta attirano la mia attenzione. Volto lo sguardo in tempo per vedere la mia migliore amica entrare nella mia stanza. Si siede sul mio letto con un sorriso stampato sulle labbra.
-Che hai?- chiedo guardando il mio aspetto: sì, è vero, i capelli legati in una coda mal fatta, la felpa antica quanto mia nonna e il leggings sgualciti non passavano inosservati. Ma stavo a casa mia, potevo vestirmi comoda e come mi pareva?
-C'è una bella sorpresa di sotto- dice senza perdere il sorriso.
Mi alzo, allungando le braccia al tetto come a sgranchirle.
-Mi spieghi che hai?- fisso strana Sam.
-Che ho?- chiedo di rimando.
-Non lo so, sei troppo silenziosa stamattina- batte una mano sul materasso, invitandomi a sedermi al suo fianco.
Alzo gli occhi al cielo eseguendo l'ordine -Sono stanca- me ne esco.
La mia amica alza un sopracciglio -Oh, sì..come se non ti conoscessi- mormora lei infastidita dalla mia bugia.
Sospiro pesantemente fissando i miei piedi fasciati dai calzini che porto.
-Sophy, sai che io sono sempre qui per te, dimmi se qualcosa non va- mi consola.
-Louis- mormoro solamente. Sento lo sguardo di Sam puntato addosso.
-Ha fatto qualcosa?- mi chiede titubante.
Alzo le spalle -Forse- rispondo voltando poi lo sguardo per decifrase la faccia della mia amica.
-Cosa vuoi dire?- cade dalle nuvole.
-Credo che quel ragazzo cominci a piacermi, e non come semplice artcolo su cui scrivere. Mi piace come qualcosa- ammetto. E fa anche più male ammetterlo a voce alta.
Sam scoppia a ridere gettando la testa all'indietro e battendo le mani davanti a noi. Che ha?
-Questa è bella- si asciuga una lacrima, ma poi nota il mio stato di fermezza -oddio, non stai scherzando- constata.
-Non lo so- mi passo le mani sul viso, non so più che pensare -aiutami- la imploro.
La sento prendere un profondo respiro -Vieni a vedere la sorpresa in salotto?- tenta con un sorriso.
Mi alzo con poca voglia e la seguo fino alla sala dove mio fratello era intento a svuotarsi mezzo frigo.
-Tranquillo, tanto la spesa la fai tu- lo rimprovero attirando l'attenzione.
Il ragazzo si gira verso di me, sfoggiando un sorriso da far tremare la pelle. Ma che hanno oggi tutti?
-Oh, sorellina- mormora richiudendo lo sportello del frigo -Fatti abbracciare- ma di cosa si erano fatti?
Le braccia di Max avvolgono il mio corpo, mentre io presa alla sprovvista guardo confusa Sam che ride a crepapella dal fondo della stanza.
-Che sono queste smancerie?- chiedo staccandomi violentemente dall'abbraccio. Mio fratello sembra rimanerci male del gesto, ma comunque corre verso la cucina rientrando poco dopo con un giornale in mano.
-Sbam- urla lasciando cadere una rivista di gossip davanti ai miei occhi.
-Louis Tomlinson, noto celebre cantante della più famosa boyband anglo-irlandese, è stato pescato a far da insegnante ad una sconosciuta- sbarro gli occhi, prendendo la rivista tra le mani e continuare a leggere a voce alta -chi è la misteriosa ragazza che riesce a far sbocciare un simile sorriso a Tomlinson?- alzo lo sguardo, guardando confusa Sam che ridacchia. Velocemente ritorno alla rivista, osservando attentamente la foto in cui ritraeva Louis e il suo sorriso mozzafiato mentre mi stringeva le mani, nell'intento di aiutarmi a pattinare -e sembra che le cose non si fermano qui...- cosa?
Dov'era il continuo di quell'articolo sbattuto, praticamente, in prima pagina?
-Pagina 38- mi aiuta mio fratello. Sfoglio velocemente la rivista arrivando poco dopo alla giusta pagina.
Ci sono varie foto di Louis, di Louis con Eleanor, di Louis con me..e non solo di quel giorno prima. Oh cazzo, oh cazzo, oh cazzo.
Lancio la rivista alle mie spalle, cominciando a saltare sul posto come una pazza.
-Sono famosa, sono famosa- ballo un indecifrato tipo di ballo, sconosciuto perfino da me stessa. La mia amica si unisce al balletto, lasciandomi teneri colpi di bacino ad ogni mossa.
Dio mio, sono finita su un giornale con una persona famosa.
-Ma ti immagini la faccia di Eleanor in questo momento?- urla la mia migliore amica.
-Sì- squittisco come una scema -sarà più verde dei suoi capelli- mi lascio andare ad una risata.
C'erano foto mie e di Louis insieme, ancora non ci credo.
-Adesso posso vantarmi di aver una sorella famosa- ci interrompe mio fratello con fare sognante.
Lascio andare le mani della mia migliore amica, colpendo Brot con un pugno al petto -idiota- sorrido. E sono anche felice.
Fisso l'orario che segna l'orologio appeso al muro -Direi che sia arrivato il momento di cambiarsi- mormoro senza perdere il sorriso.
Qualcuno suona il campanello di casa. Mi volto verso Sam intenta a spostare la tendina dalla cucina e mormorare un -Sono i ragazzi- oh minchia.
Corro verso le scale, ricordando che ero stata proprio io ad invitarli la sera prima a vedere casa nostra e fare qualcosa insieme nel pomeriggio -Falli entrare, fagli vedere la casa, ma non camera mia- urlo salendo le scale.
Spalanco la porta di camera mia, constatando il caos che ci regna. Merda, devo muovermi.
Sfilo la felpa sciogliendo di conseguenza i capelli, tolgo anche i leggings fiondandomi all'armadio metà aperto. Prendo una felpa e un pantalone pulito, passandomi poi la spazzola velocemente sui capelli e rendermi almeno un pò più presentabile.
Fisso il letto ancora disfatto, affrettandomi ad aggiustarlo in pochissimo tempo. Getto tutto quello che ho sulla scrivania in un cassetto e cerco di nascondere qualsiasi filo di caricabatterie presente nella stanza.
Sospiro notando l'unica cosa che non avrei potuto nascondere -Da quanto tempo non faccio il bucato?- mi chiedo da sola pensando un possibile posto per nascondere la montagna di vestiti sporchi che regnava nella mia stanza.
Mi gratto la testa incapace di trovare seriamente un posto dove metterli. Sotto il letto? Naaa, già c'era la polvere. 
In bagno? Troppo caos. In camera di Brot? Sarebbe geniale come idea, se poi però non cominciassero a fare domande sull'orientamento sessuale di mio fratello vista l'enorme quantità di vestiti femminili. Questo non posso farlo.
Va bene, ho deciso!
Prendo di forza la montagna di vestiti sporchi, muovendo i piedi verso la finestra. Allargo le braccia lasciandoli cadere al piano di sotto dal balcone. Li avrei ripresi la sera.
-Ma piovono vestiti in questa casa?- sbarro gli occhi notando Zayn togliersi un paio di mutande dalla testa.
Sam, come tutti gli altri, alza lo sguardo nella mia direzione, interrogativa. Alzo una mano, salutandoli.
-Scusate, stavo pulendo la stanza- mi giustifico rossa in viso.
-E mi hai preso per un bidone dell'immondizia?- commenta il riccio.
Faccio un sorriso -Veramente sono vestiti sporchi- li vedo scattare tutti lontani dai miei vestiti, mentre Liam lotta per togliersi un reggiseno di dosso.
Non posso non notare il sorriso di Louis divertito, fortunatamente, qualche passo distante dal resto del gruppo.
Mi sciolgo. 
No, basta, sembro una cogliona.
-Un attimo e scendo- urlo rientrando nella stanza.
-Vuoi buttarci tutto l'armadio?- ridacchio alla domanda di Niall.
Prendo velocemente il foglio con la lista, stappando la penna e puntandola sul foglio.
 
5. Give me love, hug, kiss..Dammi qualcosa, Louis. 
 
Butto la penna correndo al piano di sotto.
 
*  *  *
 
-Tienigli la testa- urla Harry voltandosi dall'altra parte.
-Senti, se continui ad urlare, ti faccio mettere a te qui- lo minaccia la mora tenendo salda la fronte di Zayn.
-Sta rimettendo anche l'anima- commenta Louis.
-Vado a prendergli una bottiglietta d'acqua- avviso tutti allontanandomi. La scusa in realtà è che avevo bisogno di riprendermi un attimo da tutta quell'adrenalina.
Parco giochi, davvero? Chi aveva avuto quest'idea doveva andarsi a fare fottere.
-Ehy- alzo lo sguardo notando Louis al mio fianco -gliel'avevo detto che le montagne russe non erano una passeggiata- ridacchia,
Magari, lo fottevo io quell'idiota che aveva avuto la brillante idea di andare al parco giochi: Louis ti.faccio.fuori.con.un.sorriso Tomlinson.
Sforzo un sorriso -Poveraccio- commento.
Ci mettiamo in fila davanti al bancone -Comunque, è stata una bella giornata- guarda il cielo sereno, stranamente, di quella sera.
-Già, non ci ero mai stata qui- fisso spazientita la fila che non si muoveva.
-Ah no?- mi chiede. Lo guardo per un secondo in silenzio: era anche sordo?
-No- faccio eco.
-Ah, allora devi vedere per forza questo- la sua mano si intreccia alla mia mentre mi costringe a seguirlo.
-Louis- mi lamento -dobbiamo portare l'acqua a Zayn- gli ricordo. Ma sembra non ascoltarmi.
Si ferma di colpo davanti ad uno strano carro -Che è?- chiedo fissando i colori neri e viola che lo decoravano.
-Sei pronta ad un'esperienza da farti morire sul colpo?- mi stava chiedendo gentilmente di morire?
-Che minchia stai dicendo?- sbotto senza capire.
-Vieni- mi tira al bancone dei biglietti -due per il tunnel dell'horror- urla al ciccione che mi guarda con sguardo malizioso.
Che cosa? No, aspettate, ripeto. CHE COSA?
-Tunnel dell'horror?- chiedo più che terrorizzata.
Il mio massimo di horror era Sam di prima mattina con la maschera d'argilla.
-No, Louis- cerco di tirarlo da un'altra parte.
-Ci sono io con te- mi rassicura facendoci entrare nella struttura.
E' tutto buio, si sente una strana musichetta di sottofondo che ti fa gelare anche il sangue.
-AHHH- urla qualcosa sbucando dal buio.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH- urlo lanciandomi tra le braccia di Louis che se la ride tranquillamente. E siamo solo all'entrata -Louis, portami fuori- lo supplico.
-Dobbiamo finire il giro- mi ammonisce, ridacchiando.
-Bhè, lo finirò fissando questo interessantissimo tessuto che hai per maglia. Cos'è, lino?- chiedo fingendomi interessata.
-Ma dai- mi sposta di poco -ti va bene se ti tengo per mano?- lo guardo, per quella poca luce che me lo permette, negli occhi.
-Ti pare che io abbia 10 anni?- uno strano rumore mi fa cacciare un urlo stridulo, provocando altre risa di Louis. 
Mi ritrovo aggrappata al suo petto. Alzo lo sguardo ritrovandomi il suo volto a pochi centimetri dal mio.
Perchè il mio cuore non capisce che l'unica cosa che dovrebbe fare è pompare sangue?
Lecco le labbra, deglutendo poi rumorosamente.
Gli occhi di Louis non si staccano dai miei, rimanendo fissi e mettendomi di più a disagio.
I miei piedi si alzando sulle punte, senza aver avuto un comando preciso, mentre faccio sfiorare le nostre labbra senza pensarci nemmeno un secondo di più. Mi riabbasso immediatamente incapace di pensare a quello che avevo fatto.
Lecco involontariamente le labbra, come a sentire quel poco di sapore di Louis che si era posato sopra. Cazzolandia.
Sento il cuore battere forte nel petto, mentre le mani si stringono a pugni sulla felpa di Louis mentre con forza mi rigetto sulle labbra perfette del castano.
Schiudo la bocca cercando di approfondire il bacio. Louis sembra risvegliarsi dopo qualche secondo scosso, passando così le sue mani dietro la mia schiena e spingendomi di più verso lui.
Le nostre lingue si intrecciano mentre l'aria comincia a mancare. Ma non mi importa. Se devo morire asfissiata, lo faccio con piacere.
Il mio labbro inferiore finisce tra i suoi denti, prima di esser rilasciato con uno schiocco sonoro. Ripeto: cazzolandia.
Fisso Louis in silenzio, fin quando un deficiente mascherato non ci urla all'orecchio -PORCA TROIA- gli mollo un calcio, terrorizzata.
Louis ride e non c'è cosa più bella di saper che è grazie a te se lo fa -Continuiamo?- chiede poi.
Annuisco energicamente alzandomi sulle punte -Aspetta- mi interrompe -intendevo il giro-.
Fanculo.
-Andiamo- mi giro sbattendo in qualcosa -minchia- mi tengo il naso stretto.
Ma che era?
-Tutto apposto?- Louis si accerta spostando le mie mani.
-Jshdkhak- mugugno in risposta.
-Non capisco, leva la mano- faccio resistenza per non spostare la mano -Sophy?- mi richiama insistente.
Sfilo leggermente la mia mano dal viso -Non hai niente- constata. Ah? Mi sembrava aver sentito del sangue.
-Meglio..andiamo?- sorrido camminando.
-AH- urla qualcosa.
-AAAAAAAAAAAAAAAHHH- piagnucolo -Louis, portami fuori da qui- mi lamento sbattendo i piedi come una bambina.
-Cammina- ridacchia tirandomi per una mano.
 
Mi sentivo rincoglionita, totalmente senza voce e terrorizzata.
-Aaaaah, il paradiso- commento uscendo da quell'infernale giostra.
-Guarda- Louis mi richiama. Mi avvicino curiosa al cartellone a cui stava continuando a fissare -Qui dice 'vietato l'accesso ai minori di 15 anni'. Ora capisco il perchè delle tue urla- ride della mia faccia sconvolta.
Sto per insultarlo in tutte le lingue del mondo ma i miei occhi puntano una cosa dolce poco dietro le sue spalle.
-Aw- dico con fare sognante -vieni con me, ora- ordino al ragazzo prendendolo per una mano.
Mi avvicino alla giovane donna seduta su una panchina con un sorriso ebete. Costringo a Louis a sedersi al mio fianco e mentre la donna ci guarda in modo strano, io prendo a massaggiare il suo ventre gonfio.
-Sarà bellissimo, o bellissima?- comincio -Di quanti mesi è?- chiedo raggiante -Anzi..- interrompo la ragazza -voglio fare una sfida con il mio amico- mi volto Louis che guardava la scena con un sopracciglio alzato -secondo te, di quanto è?- chiedo alludendo allo stomaco della ragazza.
-Scu..- Louis zittisce la donna con un sonoro 'ssshhhh'.
-Quattro mesi- dice.
Fisso il pancione della donna, sorridendo -Naaaa..qui sono almeno sei- dico eccitata. 
Alzo lo sguardo sugli occhi sbalorditi della donna -Di quanto mesi è?- chiedo gentile.
La donna sbarra ancora di più gli occhi -Non sono incinta- quasi urla -ma guardate i ragazzi di oggi- si alza, posando sottobraccio la sua borsetta.
Scoppio a ridere seguita da Louis -Non era incinta?- mi chiedo -Ma...aveva quel pancione- cerco di formare l'enorme rotondità che aveva la signora al posto della pancia.
Che figura..
Louis quasi piange al mio fianco e mi blocco di colpo perdendomi a fissare il suo viso così felice. E se lo stupro in pubblico?
-Louis?- lo richiamo e sembra calmarsi, ma continua a ridacchiare senza restistere.
-sì?- mi chiede di rimando.
Mordo il labbro inferiore -Posso baciarti tutte le volte che mi viene paura?- chiedo.
Mi guarda negli occhi leccandosi poi le labbra -Se vuoi- commenta.
Ho il via libera?
Mi allungo verso Louis stampando un veloce bacio a stampo.
-E questo?- mi chiede spaesato.
-Ho paura di ferirti, ho paura di perderti- ammetto.
Devo parlare con Keyra. Devo fare qualcosa.
-Vieni qui- le braccia di Louis mi stringono al suo petto -hai un coltello con te?- mi chiede.
Ma che cazz.. -No, Louis. Che domande sono?- sto così comoda tra le sue braccia.
-E per non perdermi, tranquilla...Ho un gps nel telefono- mi rincuora.
Coglione, perchè non capisci?
 
  
 
 
 
CAPITOLO COMPLETAMENTE NO SEEEEEEEEEEEENSE
o si? Cioè, Sophy finalmente comincia a capire 
qualcosa..almeno, ci prova a capire(?)
Well..poco fa mi son fatta due conti e tipo mancano
*conta di nuovo* 2 capitoli?
Ma no! Sofia è una stronza (dipende ouo) e ha deciso di 
allungarli in qualche modo..quale modo?
Bo, vedrete ;)

'Perchè il mio cuore non capisce che l'unica cosa
che dovrebbe fare è pompare sangue?
'
MA QUANTO E' BELLA QUESTA FRASE? hsjdskad *muore*
 
Anyway, scusate per lo sfogo dell'ultimo capitolo, ma 
con quelle recensioni mi avete fatto capire che ci tenete
almeno un pò alla storia e vi dico che solo per questo 
sto cercando di far durare di più la storia :)
Ma non saranno più di 6 capitoli..credo(?)
Meglio se mi sto zitta o qui mi arriva una ciabatta (che al
proposito, avete visto le ciabatte sponsorizzate 1D? ma lol, 
dove siamo andati a finire?)
 
Bene, se volete i miei contatti li trovate nel mio profilo c:
A prestissimo sjhdkjas

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Capitolo 14
*** Inciampare in una Vagina. ***




INCIAMPARE IN UNA VAGINA
*titolo alquanto ambiguo, ma capirete poi perchè lol*
 
 
-Io una volta ho vinto come ragazzo più bello della scuola- si vanta il riccio fissando la tv e quell'insulso programma di bellezza.
-Eri l'unico a partecipare?- tutti scoppiano a ridere meno il riccio che mi fulmina con lo sguardo e lascia perdere la televisione.
-Ah ah, simpatica. Tu hai mai vinto qualcosa?- mi provoca.
Alzo gli occhi al tetto ripensando a tutte quelle famose gare a cui avevo partecipato -In realtà no- rispondo dopo una manciata di secondi.
Il riccio scoppia a ridere puntandomi -Sfigata- mi urla contro.
-Si chiama pigrizia la mia; non ho mai vinto niente perchè non ho mai partecipato a queste cretinate- mi alzo dalla sedia avvicinandomi a Liam e vedere quello che aveva in mente di preparare.
-Sì, sicuro che avresti vinto- mi urla quello.
-Stai sicuro che se tu partecipassi ad una gara di sfiga arriveresti secondo perchè sei così sfortunato che nemmeno il primo posto ti danno- lo rimprovero allungando un dito verso la pentola piena di sugo.
-Ah- un mestolo di legno punta dritto alla mia mano, provocandomi un dolore atroce.
-Dico, sei idiota?- mi accarezzo la mano dolente.
-Guardare ma non toccare- mi rimprovera il cuoco Payne.
-Non vorrei uccidere i miei amici- lo spingo di lato.
-Qualcuno può chiamare Louis e avvisarlo che la cena è pronta?- urla spazientito della mia presenza nella sua area.
Keep calm cucchiaiofobo, mica ti rubo l'aria.
-Lo chiamo io- avviso tutti cominciando a camminare nella cucina.
Qualcosa attira la mia attenzione e subito mi blocco -Oh, ma che bella ragazza- dico con un sorriso stampato sulle labbra.
Sento una sedia strisciare con poca delicatezza e poi qualcuno venire nella mia direzione -Ma sei tu riflessa nello specchio- mi fa notare Niall.
-Oh, l'avevo detto che era una bella ragazza- mi vanto ridacchiando.
Il biondo mi spinge verso la rampa di scale mormorando un 'muoviti' tra i denti, scocciato. Che delicatezza.
Comincio a salire al piano superiore, ma proprio all'ultimo scalino inciampo come una scema cadendo rumorosamente sul pianerottolo.
Acciminchia che male!
Mi metto seduta massaggiando il ginocchio dolorante quando qualcosa, o meglio qualcuno, attira la mia attenzione.
Appoggio l'orecchio alla porta chiusa e sto in silenzio una manciata di secondi per ascoltare attentamente Louis cantare in camera sua. Oh, che voce.
Mi risveglio dal mio stato di trance quando qualcosa cade rumorosamente a terra e Louis smette di cantare all'improvviso.
Mi alzo di corsa battendo due colpi alla porta. Il cuore comincia a battere velocemente non ricevendo nessuna risposta.
E se fosse caduto? E se avesse perso i sensi battendo su qualcosa? E se una scimmia fosse entrata in camera sua e l'avesse picchiato?
Dovevo entrare per forza, a rischio di ritrovarmi Louis in mutande o anche senza. E' un rischio che andava affrontato. Per lui..
Spalanco la porta della stanza, ma all'interno non c'è nessuno.
-Louis?- provo a richiamarlo.
Oddio! La scimmia l'ha colpito, gli ha fatto perdere i sensi e se l'è anche portato via.
-Sì?- scatto sul posto spaventata.
-Dove sei?- continuo a guardarmi in giro. Forse l'aveva rinchiuso in un armadio, o peggio sotto il letto.
-Sto finendo la doccia- ah..
Fisso la porta chiusa del bagno e una strana voglia di entrare facendo finta di non aver sentito mi assale.
-Va tutto bene? Ho sentito una botta- richiudo la porta della stanza, avviandomi a quella del bagno.
-Oh, sì sì- ridacchia -stavo facendo lo scemo e mi è caduto lo shampoo di mano- mi spiega.
Il mio cuore sembra calmare i battiti.
-Cosa volevi?- continua ad urlare per farsi sentire.
Scrollo le spalle ricordando del vero motivo per cui mi trovavo in quella stanza -Liam ha detto che tra dieci minuti si mangia- lo avverto appoggiando una mano sulla porta.
Se accidentalmente si aprisse, non sarà colpa mia, giusto?
Comincio a spingere insistentemente sulla porta ma sembra essere bloccata dall'interno. Che sfiga.
-Finisco di lavarmi e scendo. Grazie- sento le gambe tremare.
Ma di niente Louis, per te questo ed altro.
-Okay- rispondo solamente voltandomi verso l'uscita.
I miei piedi si muovono veloci verso la porta, quando qualcosa attira la mia attenzione. Mi blocco di colpo fissando la porta del bagno chiusa. Solo una sbirciatina, niente di più.
Senza pensarci due volte mi fiondo sul letto dove un telefonino continuava a lampeggiare.
Tre messaggi non letti da parte di Trottolina amorosa du du da da da.
Sbarro gli occhi: seriamente aveva chiamato Eleanor in quel modo?
La vibrazione di un nuovo messaggio mi riporta alla realtà.
Mi siedo sul letto fissando la porta. Solo una sbirciatina.
Sblocco lo schermo imprecando a denti stretti verso il blocco dell'iphone. Che password potrebbe mettere Louis?
Sarà una vera impresa; basti pensare il nome della sua ragazza.
-Eleanor- provo una prima volta e il messaggio di codice errato illumina sullo schermo.
Uhm..sarà più difficile del previsto.
-Carota- sussurro ricordando il fatto che amasse le carote. O erano le ragazze carote? No, forse erano le ragazze dai capelli color carota. No, di sicuro era che amava Bugs Bunny e le sue carote. Qualcosa con le carote, va.
Provo a digitare il nome ma subito mi da l'errato.
Okay. Non erano le carote. Forse era un altro ortaggio, ma quale?
La voce di Louis mi incanta ancora una volta. Ci sapeva fare col canto.
Ma vero? Certo, perchè lui faceva lo spazzacamini e come passatempo la sera cantava in una famosa boyband. Intelligenza sotto zero, Sophy.
Alzo lo sguardo su una foto; sorrido nel vedere quei cinque idioti tutti sorridenti e consapevoli di essere scemi.
-One direction- esclamo e subito dopo lo schermo si sblocca. Complimenti Louis, antisgamo proprio.
Apro i messaggi in attesa, scorrendo velocemente quelli precedenti. Sento una fitta allo stomaco, ma decido comunque di continuare.
 
'Ci sono più foto tue e di quella che di noi su tutti i giornali. Devi dirmi qualcosa, Louis?'
'Non eravamo soli'
'Ah no? E dove sono tutti gli altri? In ogni fottuto giornale trovo sempre la solita frase 'la misteriosa ragazza ha fatto finalmente sorridere Louis dopo mesi di serietà.' Cosa vuol dire? Che io non ti faccio ridere più?'
'Smettila, sai che non è così. Non voglio litigare'
'Beh, lo stiamo facendo invece. Dimmi perchè passi più tempo con lei che con me negli ultimi tempi'
'Non passo più tempo con lei, sei tu che non stai con me. E' diverso. Tu e le tue stupide sfilate'
'Sai che voglio portare qualche soldo anche io'
'Come se ce ne fosse bisogno'
 
Non so se ridere o piangere per quello che stavo leggendo. E se in realtà Eleanor stava usando Louis solo per farsi conoscere? Magari era così assente nella vita di Tomlinson perchè in realtà lei già aveva un altro.
Il cellulare vibra ancora una volta.
Dai, sono gli ultimi messaggi, dopo posso anche andarmene e fare finta di niente. Come se fosse facile...
 
'Louis, si vede come ti sei divertito su quella pista da ghiaccio, soprattutto quando eri steso sopra lei. Mi stai tradendo?'
'E' stato un incidente'
'Mi stai tradendo, Louis?'
'Mi devo lavare, ne riparliamo dopo. O meglio, evitiamo perchè continui a sparare solo balle e cominci a scocciarmi questo comportamento. Ciao'
'No, Louis. Dobbiamo chiarire'
'Louis..?'
'Il tradimento non è un incidente, cadere dalla bici è un incidente. Non puoi cadere ed inciampare in una vagina'
 
-Che stai facendo?- sobbalzo spaventata lanciando il telefono alle mie spalle. Prego mentalmente di non averlo rotto dopo la botta che ha fatto eco nella stanza.
-Io..ehm..- mi guardo in giro nervosa -stavo guardando una cosa-.
Louis avvolto in una stupida tovaglietta legata in vita cammina nella mia direzione.
-Del tipo?- mi chiede a pochi passi da me.
Mi alzo nella speranza di trovare una scusa normale -Volevo sapere quante volte al giorno si lavano i dugongo- ma che cazz..?
Mi gratto la testa -Non ho internet con me- spiego anticipandolo.
Louis schiude la bocca, richiudendola subito dopo senza  saper cosa dire.
-Va bene, ti aspetto di sotto- lo avverto avvicinandomi alla porta. 
Prima di poter girare la maniglia, faccio un respiro profondo.
-Louis, va tutto bene?- chiedo preoccupata.
Il silenzio regna per un paio di secondi.
-Cosa ti fa pensare il contrario?- sbarro gli occhi sentendo la voce a pochi centimetri dal mio orecchio.
Mi lecco le labbra prima di girarmi e ritrovarmi Louis con qualche gocciolina di acqua ancora presente sul suo petto nudo proprio davanti gli occhi.
Obbligo gli occhi a fissare i suoi azzurrissimi e non qualche animaletto che gli copriva l'addome. Okay, una piccola sbirciatina l'avevo data di sfuggita.
-Io..io..- pappapero! Sono fregata.
Louis fa un passo verso me, appoggiando una mano sulla porta e puntando gli occhi nei miei -Hai letto qualche messaggio?- mi chiede ad un soffio dalle mie labbra.
I Like To Move It Move It, I Like To Move It Move It, I Like To Move It Move It, Ya Like To MOVE IT!
Possibile che le mie ovaie non sapevano stare al loro posto?
-Forse mi è caduto l'occhio- confesso.
Louis scoppia a ridere prendendomi alla sprovvista.
Okay, l'occhio non mi era caduto, ce l'avevo ancora attaccato..spero.
Ritorna serio -Sto bene secondo te?- mi faccio sempre più piccola spiaccicata alla porta della stanza.
-N..no?- chiedo titubante.
Un sorriso curva le sue labbra -Siamo stati a letto insieme?- mi chiede poi.
Okay, se è un sogno svegliatemi. Suona sveglia. Chiamami, Sam. Fai esplodere la casa, Zayn.
-Nei miei sogni, sì- minchia cazzo culo tette. Mi tappo la bocca con entrambe le mani.
Perchè non sto mai zitta, perchè?
La mano di Louis sposta le mie dalla bocca, appoggiandoci poi le sue labbra con forza sopra le mie.
OMMALEO S'EMPALLAO, PESCE STOCCO E BACCALA'.
Prendo un profondo respiro prima di schiudere la bocca e lasciargli entrare la lingua. Le mie mani passano dietro la sua testa, spingendolo sempre di più verso me.
Sembra che il contatto non gli dispiace più di tanto. Anzi!
La mano che fino ad allora era rimasta ferma sulla porta, scende velocemente dietro la mia schiena spingendomi a seguirlo nella stanza fino al letto.
Mi siedo, sdraiandomi il secondo dopo seguita da Louis che si mette sopra me.
Le mani di Louis salgono e scendono lungo i miei fianchi, mentre il mio corpo si contorce dal piacere.
Louis si stacca dal bacio leccandosi le labbra e osservandomi attentamente.
Inarco la schiena capendo le sue intenzioni, lasciandogli sfilare la mia maglia di dosso. Finisce subito sul pavimento.
Le nostre labbra si incontrano ancora una volta. Mi serve un pò d'aria, potrei morire da un momento all'altro.
-LA CENA E' PRONTA- urla Liam dal piano inferiore.
Louis si stacca dal bacio e lascia cadere la testa nell'incavo del mio collo mugugnando qualcosa di incomprensibile.
Mi limito ad alzare gli occhi al cielo.
Liam fottuto Payne, preparati a ritrovarti un letto pieno di cucchiai.
 
* * *
 
Le mie dita continuavano a picchiettare sulla fredda scrivani vuota dell'ufficio. Il piede sbatteva insistente sul pavimento vuoto ad un ritmo indecifrato. Stavo cercando una nuova base da far cantare ai ragazzi?
I ragazzi... Sorrido ripensando alla sera prima: Louis che per sbaglio, forse, mi aveva dato un calcio; il mio finto urlo di dolore; la corsa verso il bagno e i baci che sono venuti a seguire. Per non parlare di quando li stavamo salutando per tornare a casa nostra e con la scusa di aver dimenticato il telefono dentro casa ero completamente saltata addosso a Louis, approfittandone.
La porta alle mie spalle si apre e senza voltarmi per vedere chi fosse, sorrido mettendomi seduta composta sulla poltrona.
Un'affaticata Keyra gira intorno alla sua scrivania, gettando alla fine tantissime riviste in modo rumoroso -Ciao- squittisce felice prima di buttarsi a peso morto sulla poltrona girevole.
Dopo aver preso un profondo respiro, riapre gli occhi sorridendomi
Alza una mano e con due dita forma una 'V' -Due giorni- soffia -Mancano due giorni al grande articolo- dice felicemente.
-Keyra..- mi appoggio alla scrivania davanti a me, icrociando le mani a mò di preghiera -ascolta, questi ragazzi sono tutti bravi. Non posso fargli un torto del genere- cerco di spiegare.
Per tutta risposta il mio capo comincia a rovistare tra i vari fogli presenti sulla scrivania -Ma dove l'ho messo?- si lamenta a voce alta -Ah, trovato!- sfila un cartoncino con un sorriso stampato sulle labbra.
Lo appoggia sulla scrivania mostrandomelo -Cos'è?- chiedo interrogativa, osservando attentamente una foto di Louis grande per tutto il foglio.
La testa di Key sbuca da dietro la sagoma -La copertina per il tuo articolo- mi spiega.
Cosa non aveva capito di quello che le avevo appena detto?
-Keyra, ascoltami, sono seria- dico appoggiando ancora una volta la schiena alla sedia -questi ragazzi non sono come quelli che vengono descritti sui giornali. Sono meglio- dico sicura.
-Appunto- mi interrompe -Noi dobbiamo scrivere qualcosa che nessuno già sa. Sophy, so che stai facendo un buon lavoro- ridacchia sfilando un altro giornale.
Abbasso lo sguardo notando altre foto mie e di Louis. Mi passo le mani tra i capelli.
-Oh, no- mi lamento.
-Cosa?- si incuriosisce Keyra.
Sbuffo -Mi sono scocciata di fare questo stupido articolo. Io non posso parlare male di loro, non posso sputtanare i segreti di Louis- spiego.
-Ti sei affezionata a lui?- mi chiede con fare da mamma.
La fisso per un attimo negli occhi in silenzio.
-Sì, credo- poi rispondo non tanto convinta.
Keyra scuote la testa amareggiata -Mi dispiace Sophy, ho promesso a Paul che entro domani sera avrà l'articolo. Scritto da te o no, a questo punto non avrà importanza- mormora delusa.
Mi gratto un orecchio -Scusa, non ho capito- aggrotto la fronte.
Keyra si mette sistemata sulla sedia, incrociando poi le mani al ventre -Se non lo scrivi tu l'articolo, sarò costretta ad incaricare qualcun altro al posto tuo- risponde.
-Ma loro non sanno tante, troppe cose di Louis. Finiranno col buttar fango sulla sua vita- la vedo annuire.
-E non solo..- sposta lo sguardo sulla finestra -Rischi anche il posto-.
Il mio cuore sembra fermarsi per un momento.
Respiro un paio di volte prima di alzarmi dalla sedia.
-E adesso dove vai?- mi chiede Keyra preoccupata.
Infilo la giacca velocemente per poi recuperare la borsa dal pavimento -A fare il mio lavoro- rispondo a tono.
Giro i tacchi avviandomi alla porta.
-Sono fiera di te- dice Keyra felice.
-Fanculo- sbotto prima di sbattere forte la porta alle mie spalle.
 
  
 
 
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH CIAU(?)
sarò brevissima allora non aggiorno più cc
Allora, questo capito è super mega importante perchè..beh, 
oltre per il fatto che tra poco questi arrivano a qualcosa,
Sophy è messa davanti ad una scelta che cambierà la vita di 
qualcuno :)
 
Ma siccome non voglio rompervi più le balls, vi saluto
nella speranza di ricevere qualche recensioncina :)
 
Ps. mancano 5 o 4 capitoli compreso l'epilogo, posso dirvi che 
già gli ultimi 3 sono pronti, mi mancano invece proprio
quelli che vengono dopo di questo e devo dire che ho una
strana idea(?) well, non posso dirvi nulla c:

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Capitolo 15
*** Louis, Carotina, Aiutami. ***


 
ATTENZIONE:
pleeeeeease, leggete l'angolo autore c:
Ps. scusate se ci sono errori ma non ho riletto,
aggiusterò tutto dopo :)
 
 
LOUIS, CAROTINA, AIUTAMI
 
 
 
-Sei cornetti alla crema e due alla nutella, grazie- mi volto recuperando il cellulare dalla borsa.
-Mangi leggero, eh?- alzo lo sguardo incrociando il sorriso di Oliver a pochi centimetri da me.
Che vuole? La sua nuova fiamma ha preso fuoco? Perchè allora lui non è incenerito insieme a lei?
-Prego signorina- mi giro verso il bancone ringraziando il ragazzo e prendendo la busta con la colazione che avevo appena comprato.
-Una volta si salutava, sai?- mi blocco appena fuori dalla porta.
Ma che vuole?
Alzo gli occhiali da sole sulla testa girandomi verso Oliver.
-Non sono in vena di parlare, okay?- sbotto infastidita.
Ho già troppi problemi, mi mancano pure le sue lamentele. Che andasse da una chiromante a farsi predire il futuro e scoprire se esiste davvero qualcuno che si faccia scartavetrare le palle da lui.
Il mio umore questa mattina è alle stelle. Spero solo di non far fuori qualcuno con l'auto.
-Ehy- nemmeno mi ero accorta di Oliver così vicino -C'è qualcosa che non va?- mi chiede preoccupato.
E lo è davvero. Riconoscevo ogni singola musione di Oliver, sapevo quando diceva una bugia, quando mi sfotteva, quando era ironico, ma sapevo anche quando era terribilmente sincero.
-E' stato il tuo ragazzo, Louis?- chiede.
Non so perchè, ma in un primo momento mi scappa un sorriso, poi scuoto la testa -Louis non è il mio ragazzo- ammetto -E' solo un articolo- spiego.
Sapeva il mio stupido lavoro e adesso sapeva anche cosa stavo passando. Forse era l'unico che riusciva a capirmi.
-Senti..- infila la mano in tasca cacciando fuori il cellulare -Hai ancora il mio numero?- mi chiede pensieroso.
Scuoto la testa -Ho cambiato cellulare e tutti i numeri sono andati a fanculo- sbotto -Perchè?- mi faccio curiosa.
Dal fondo della borsa sento la vibrazione che mi avvisa di una nuova chiamata.
-Ti ho appena fatto lo squillo, chiamami se una sera di queste ti andrebbe una birra- mi sorride -o semplicemente fare due chiacchiere-.
Per un momento mi sento a disagio: mi aveva presa per una malata di testa? Probabile.
-Okay- lo saluto con un cenno della mano, e abbassando gli occhiali di nuovo sul naso mi avvio all'auto.
Appena messa in moto, mi inoltro nel traffico. Quanto odio quando Londra è intasata. 
Invidio tanto quei paesini così tranquilli; sarei anche in grado di camminare a piedi se è un problema.
Fermo la macchina al semaforo rosso, accendendo lo stereo e cercando una via di fuga dai miei pensieri inopportuni.
Che palle..ci mancava anche la Swift e le sue canzoni deprimenti. Per carità, è una brava cantante, ma non è il momento..Magari tra due giorni, quando l'articolo uscirà, mi converrà rinchiudermi in camera con le cuffie e la Swift. Magari anche Ed.
Ma che stavo pensando?
Alzo gli occhi al cielo prima di voltarmi verso una vetrina. La scena che si presenta mi fa addolcire: una bimba stava tirando per un braccio quella che credo fosse la madre; piangeva, sbatteva i piedi per terra e -VOGLIO ANDARE AL CONCERTO DEI ONE DIRECTION- urla d'improvviso.
Okay, qualcuno lì sù me la sta facendo pagare. Ora che ci faccio più caso la bimba indossa anche una maglia a righe e un pantalone rosso.
Ma perchè? Perchè tutto mi portava a pensare Louis?
Sospiro appoggiando la testa sullo sterzo, stanca. Suono per sbaglio il clacson e sobbalzo come una scema.
Devo trovare una soluzione per non stare male, per non fare del male a Louis.
Fisso l'orologio dell'auto e segna le dieci del mattino.
Ho più o meno dodici ore per trovare una soluzione.. Sono fottuta.
-E PARTI- sento  urlare quello che mi sta dietro. Lo guardo dallo specchietto retrovisore, alzandogli il dito medio.
Ingrano la marcia e parto.
 
Accosto nel vialetto di fronte la casa dei ragazzi. Attraverso la strada e suono il campanello.
Quando Niall mi accoglie con un sorriso stampato sul viso, lo scanso con poca delicatezza facendomi strada in casa. Sto una pasqua!
-Si mangia- urla il biondo correndo dietro me come un pazzo.
Poso la busta della colazione sul tavolo osservando attentamente i ragazzi staccarsi dalla tv e venire in cucina.
Mentre rovistano come scimmie nella busta, mi lascio cadere stanca sul divano. Che palle.
Sam, anche lei presente in casa one direction come Alex, si avvicina con il suo cornetto tra le mani, preoccupata.
-C'è qualcosa che non va?- mi chiede.
Mi passo le mani sul viso, stanca, gettando poi la testa all'indietro e appoggiandola sul divano. Voglio solo urlare e liberarmi da questo enorme peso che mi porto dietro. Ma non posso, lo so.
-Ho incontrato Oliver al bar e mi ha dato il suo numero- sento tossire la mia amica, ma non mi degno nemmeno di aiutarla.
-Co..cosa voleva?- dice con voce spezzata, battendosi ancora qualche pugno sul petto.
Fisso insistentemente il tetto bianco della casa -Bo, se ci vedevamo una di queste sere- sento il divano muoversi.
Abbasso la testa lateralmente notando la figura della mora vicino la mia migliore amica -Stai male?- mi chiede.
Chiudo gli occhi mettendomi di nuovo dritta con la testa verso il soffitto -Uhhh- mormoro.
-Ha incontrato il suo ex- spiega Sam. Ma sappiamo tutti che non era questo il mio problema.
-Idea- squittisce la mora.
Curiosa, apro gli occhi fissando prima i quattro scalmanati darsi sotto con la colazione, poi fisso Alex.
Un momento...perchè erano solo in quattro? I miei occhi tornano a fissare i quattro ragazzi che litigavano per uno dei giochini che lasciavano in omaggio con una spesa di minimo dieci dollari. Manca Louis.
-Dov'è Louis?- mi rivolgo alle due che aspettavano un cenno di vita da parte mia.
Le sue si guardano silenziose. Che mi stanno nascondendo?
-C'è Eleanor di sopra- mi spiega la mia amica. Pure la scodella? 
Questa giornata va di bene in meglio. Chiudo gli occhi che è meglio.
-Comunque, non vuoi sentire la mia idea?- riparte in quarta la mora.
-Spara- sbiascico senza emozione.
-Per dimenticare Louis..- cosa? Apro di colpo gli occhi, bloccandola.
-Che vuoi dire?- rido nervosamente.
Le due mi fissano come a cadere dalle nuvole -Si vede lontano un miglio che ti sei presa una bella batosta per Tomlinson- risponde Sam.
Io? Per poco non le scoppio a ridere in faccia.
-Lo conosco a malapena da dieci giorni- gli ricordo sistemandomi sul divano.
-E io invece ti conosco da una vita- mi riprende la mia migliore amica. Oh, fanculo!
-Continua, Alex- guardo la mora oltrepassando lo sguardo ovvio di Sam.
-Stavo dicendo..per non pensare sempre a Louis, potresti invitare ad uscire il tuo ex..così, per pensare ad altro. Stasera devi mandare l'articolo a Keyra, ormai le notizie le abbiamo. E' tutto finito-.
Mi giro di scatto curiosa della risata isterica di Harry: Niall era completamente stravaccato sul tavolo mentre litigava con Liam per l'ultimo cornetto. Zayn seduto comodo sulla sedia giocava col giochino per i fatti suoi.
Mi mancherà tutto questo..
-Hai ragione- mi alzo dal divano recuperando la borsa sul pavimento -Lo chiamo- mi convinco estraendo il cellulare.
I miei occhi si alzano riconoscendo la risata da balena inculata da un procione che proveniva dalle scale.
Un sorriso attira la mia attenzione: le piccole rughette ai lati della bocca rendono il viso di Louis fottutamente perfetto, non c'è una cosa sbagliata in lui...Anzi sì, la sua ragazza...
-Ciao- mi saluta quando mi arriva davanti.
Deglutisco prima di dire -Devo fare la pipì-.
Oh Gesù, davvero l'ho detto?
-Beh, tesoro. La casa è pieno di bagni, che aspetti?- fisso Eleanor al fianco di Louis e comincio a contare mentalmente per trattenermi.
Dieci, nove, otto..
-Sophy- mi giro verso Sam -La chiamata- allarga il pollice e il mignolo formando un telefono. Oh sì.
-Scusate- li sorpasso evitando lo sguardo interrogativo di Louis.
 
Apro la porta della veranda che porta sul giardino del retro. Tamburello velocemente le dita sullo schermo, mettendo in chiamata il numero di Oliver.
Passano pochi secondi prima che una voce risponde dall'altro lato del telefono -Sophy- non sembra per niente sorpreso.
-Ciao- mi sento terribilmente agitata. Cos'ho?
-Ci speravo in questa chiamata- ridacchia sottovoce. Sorrido al pensiero.
Scuoto la testa cacciando brutti pensieri.
-Ehm...allora, per pranzo sei libero?- chiedo titubante.
Non sento nessun rumore dall'altro capo del telefono e comincio a preoccuparmi -Oliver?- lo richiamo.
-Sì, sì..sono qui- risponde prontamente -Dove?- mi chiede.
Cazzo minchia, dove?
-A casa mia va bene? Caccio mio fratello e Sam se vuoi- mi stampo un cinquino in fronte. Perchè dovevo mandarli via? Io non dovevo stare sola con il mio ex, sapevo come sarebbe andata a finire vista la mia crisi del momento.
-Perfetto! Alle 12 va bene?- mi chiede.
Oh fanculo! Sono grande e vaccinata!
Domani Louis e i ragazzi mi odieranno a morte, Sophy non esisterà più per loro.
-Alle 12 a casa mia- rispondo e dopo un saluto veloce, stacco.
-Hai un appuntamento?- mi volto di scatto, spaventata.
-Cazzo Liam, non ti hanno insegnato a bussare?- sbotto irritata. Mai nessuno che si faccia i cavoli propri.
-Beh, di solito busso quando sono in casa- mi fa notare dove stavo -E comunque, e con Louis?- mi chiede preoccupato.
-E con Louis cosa?- chiedo confusa.
Il ragazzo aggrotta la fronte -Avevo capito che volevi farlo lasciare con Eleanor- mi ricorda.
Non posso dirgli che da domani mi odierà ancora più di quanto già odia la scodella.
-Ci ho perso le speranze- sbuffo.
-Non è questa la Sophy che ho conosciuto- e per un momento sento gli angoli degli occhi pizzicare.
-Credimi, nessuno conosce la vera Sophy. Nemmeno io- mi sputerei da sola, se potessi.
-Non siamo stupidi qui. Abbiamo visto quello che è successo tra voi in questi due giorni- i miei occhi puntano Zayn che era appena uscito sulla veranda.
-Che succede qui?- chiede il pakistano senza esitare.
-Non vuole ammettere di essersi innamorata- che cosa?
Liam era completamente tranquillo nel dire quelle parole, io lo guardavo come se avesse appena detto di essere un alieno.
-Che cazzo dici?- sbotto attirando l'attenzione dei due.
-Beh, non siamo poi così tanto scemi da non sentire le vostre pomiciate, ieri- le mie guance prendono a fuoco.
Mierda.
-Avete sentito male- ridacchio nervosa -Saranno stati due procioni che scopavano e avete confuso i suoni- sventolo una mano come sviare il discorso.
-Una volta ho visto un documentario sui procioni e ti posso giurare che le urla si sentivano un chilometro di distanza- ma dove minchia sono capitata?
-Perchè hai guardato un documentario sui procioni?- chiede curioso Liam.
Il moro alza le spalle -Quello degli elefanti l'avevo già visto- ma che caz..?
-Liam, aiutami- dico disperata.
I due riportano lo sguardo su me.
-Invita Louis a pranzo- suggerisce intelligentemente, non tanto da ricordare che già avevo un altro appuntamento.
-Coglione, già esco con uno a pranzo- alzo gli occhi al cielo.
-Uscite in quattro allora; meglio, così diventa geloso- sghignazza Zayn.
-Mhhh, dici?- chiedo.
I due annuiscono in sincrono e quasi quasi mi mettono paura.
Sarà un appuntamento interessante quello che sto organizzando.
 
*  *  *
 
Okay, Sam ha convinto Brot ad uscire con i ragazzi per lasciarmi casa libera. Questo vuol dire che adesso sono completamente sola.
Controllo un'ultima volta il sugo nella pentola, quando il campanello di casa suona.
-Arrivo- urlo sciogliendo la coda di cavallo che avevo messo per preparare tutto.
Quando apro la porta, un mazzo di rose fa capolinea sulla porta -Sorpresa- il mazzo viene spostato di lato facendomi notare il sorriso di Oliver.
-Entra- lo faccio accomodare facendomi da parte sulla porta. La richiudo aiutandolo a togliersi la giacca.
-Che buon profumino- mi sorride.
Prendo i fiori che mi porge, la scatola di una torta e lo faccio accomodare in cucina.
-Fai come se fossi a casa tua- lo avverto posando la torta in frigo e recuperando un vaso.
Riempito d'acqua, ci infilo i fiori, posandolo poi su una mensola.
-Grazie- gli sorrido sincera.
Il ragazzo si sfrega le mani e ficca il naso tra le pentole -Allora, che mi hai preparato di buono?- indaga.
-Ah ah- lo spingo leggermente divertita -è una sorpresa- rispondo rimanendo fissa a guardarlo.
Le sue labbra vengono inumidite prima di essere avvicinate minacciosamente alle mie.
Cazzus, che faccio?
Il campanello di casa suona un paio di colpi.
Sia ringraziato santo Luigi.
-Abbiamo ospiti?- prego? Era a casa sua?
-Sì, Louis e la sua amaza cozza- urlo correndo verso la porta.
Gli salterei addosso se fosse da solo -Ciao- squittisco felice.
-Abbiamo portato il vino- mi passa una bottiglia Louis.
-Permesso- mi spinge la scodella.
Ringhio silenziosamente, fissando poi Louis -Ha il ciclo?- chiedo.
Il ragazzo scoppia a ridere -Sarà un bel pranzo- prevede entrando in casa.
 
-Mmmh, buona. Non ricordavo la tua cucina così..perfetta- si complimenta Oliver.
-Grazie- poso la forchetta accanto al piatto.
-Stavate insieme prima?- chiede la scodella curiosa.
Fisso Oliver al mio fianco per un secondo -Sì- rispondo io per tutte e due.
-E poi?- continua insistente.
-Mi ha fatto le corna- rispondo tranquillamente.
-Ma adesso ci stiamo riprovando- ragazzo che mi ha fatta cervo, che hai detto?
Mi volto verso Oliver aggrottando le sopracciglia -Che cosa?- chiedo sconvolta.
Il ragazzo si gira dalla mia parte -Sì, avevo intenzione di chiederti di tornare insieme-.
Veramente la sua ragazza era andata a fuoco? No, no, no, no, no. NO.
-Allora Sophy..- mi volto verso Louis seduto proprio davanti a me -Cosa rispondi?- chiede mettendo le mani a mò di preghiera.
Mi trattengo dal tirargli un calcio; faceva così proprio lui che una fidanzata ce l'aveva.
-Io..io..ci devo pensare- mi gratto la testa in modo nervoso.
-Va beh...- si alza Oliver raccogliendo i piatti vuoti -Vado a prendere la torta che ho portato- ci avverte.
-Ti aiuto- si alza anche la scodella.
Ecco, rinchiudetevi nel frigo insieme e non usciteci più.
-Quindi siete tornati insieme?- mi giro verso Louis alzando le spalle.
-Non credo- rispondo vaga -Ma a te che importa, una ragazza già ce l'hai- gli indico con la testa Eleanor che rideva vicino al frigo con Oliver. L'unica deficiente che ride alle sue battute.
Sento la risata di Louis. Che ride? Io sono seria.
-Non mi piace quel ragazzo- mormora poi. Nemmeno a me, credimi.
-Peccato- rispondo prendendo il bicchiere d'acqua.
-Senti..- la mano di Louis avvita il mio polso, bloccandomi qualsiasi cosa stavo per fare. Lo guardo interrogativa.
-Pensavo che..quei baci non erano una cosa di passaggio- sussurra. Lo credevo anche io.
Poso il bicchiere -Che importa, tanto l'hai dimenticato così velocemente che hai chiesto ad Eleanor di parlare- dico irritata.
-Sì, per chiederle una pausa- risponde prontamente.
Nel mio stomaco esplodono un miliardo di emozioni tutte insieme, e non sono le farfalle, quelle le ha solo Harry.
Lui voleva una pausa, lui volevo avere una possibilità con...me?
-Perchè?- chiedo disperata. Il giorno dopo mi avrebbe odiata, ma questo lui ancora non lo sapeva.
Si avvicina di più con la sedia, quasi affiancandomi. Il suo sguardo cade su Eleanor ed Oliver intenti a prendere l'essenziale per tagliare una torta, poi torna a fissare me.
Le sue labbra si posano veloci sulle mie lasciandomi disiorentata per il gesto. Cazzo..
Si stacca ritornando poi al suo posto e come se niente fosse, sorride.
-Perchè ho bisogno di capire- gioca nervosamente con un coltello.
Lui ha bisogno di capire? Che cavolo ha nel cervello?
-AAAAAHHHHHHHH- scatto sulla sedia, spaventata.
Che cavolo ci grida quell'oca?
-Un topo- per poco non salta tra le braccia di Oliver, che al momento sembra più terrorizzato di lei.
Oh cielo.
Mi alzo capendo di quale topo si parlava.
-E' Sara, il criceto di mio fratello. Non morde mica- mi piego prendendo l'animale tra le mani -Guarda- glielo punto sotto il naso, ma l'oca strilla più forte.
-Louis, carotina, aiutami- what?
Carotina? Ancora peggio di Trottolina amorosa du du da da da.
Per tutta risposta Louis si mette ad accarezzare il criceto.
-Dai El, mica ti mangia- sfiora le mie mani per prendersi Sara e giocarci.
-Louis, ma dai i numeri?- urla ancora.
Alzo gli occhi al cielo -Tu quando arrivi a 69 ti fermi?- sbotto.
Tre paia di occhi sono fissi su di me -Hai una voce così acuta, fastidiosa che se solo fossi uno strumento musicale suoneresti sempre tre note: si, la, do- Oliver mi prende per un braccio.
-Non credi di esagerare ora?- mi chiede vicino l'orecchio, quasi per non farsi sentire da nessuno.
I miei occhi sono fissi sulla castana, ancora mezza verde, con la bocca spalancata dallo stupore.
-No- scrollo il braccio -Adesso mi sono stufata di questa storia- quasi urlo.
-Io nemmeno ti volevo invitare, mi ci hanno quasi costretta. Volevo passare un giorno da sola in pace con Oliver, per dimenticare Louis e quello che mi sta facendo passare- lo fisso un minuto per poi tornare alla sua fidanzata -Il problema lo sai qual è?- chiedo puntandole un dito al petto.
Lei scuote la testa velocemente e deglutendo in modo spaventato.
-E' che hai dissettordicimila difetti, ma amo solo una cosa di te...Il tuo ragazzo- sputo a denti stretti.
Solo quando vedo Eleanor sbarrare gli occhi mi rendo conto di quello che avevo appena detto.
Io amo il suo ragazzo? Io amo Louis? Louis William Tomlinson?
-Basta, per me questo è troppo- la ragazza cammina nella stanza recuperando tutta la sua roba, per poi uscire di casa.
Vedo Louis andargli dietro senza degnarmi di uno sguardo.
Rimane Oliver, almeno un paio di secondi.
-Sei cambiata Sophy, prima eri..più amabile, adesso creei solo casini- alza le spalle prendendo anche lui la sua roba e uscendo di casa.
Gli occhi pizzicano mentre con la schiena scivolo giù sul pavimento.
Rannicchio le ginocchia al petto, chiudendomi a guscio e lasciandomi andare ad un pianto liberatorio.
Perchè? Perchè non tengo mai questa boccaccia chiusa?
Eleanor mi odia, Oliver mi odia..Louis mi odia.
 
  
 
 
OMGOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOD
tipo che pensavo alla frase 'amo il tuo ragazzo' da
qualche giorno e non vedevo l'ora di poterla
sfruttare kshdak
Bene, adesso mi dite voi..e ora?
E ora ci saranno due capitoli mooooooooolto 
movimentati perchè sì, siamo alla fine :c
Mancano esattamente due capitoli (spero luuunghissimi)
e poi un epilogo che ancora non so come strutturare D:
 
La cosa peggiore è un'altra..Fino al 2 maggio sarò
off, arriva Luca e ho delle questioni da sistemare :/
 
Non vi prometto nulla, ma spero di riuscire ad aggiornare
lo stesso durante questa settimana, non voglio tenervi
troppo sulle spine :)
Solo una cosa vi chiedo: lasciate un vostro 
pensiero in una recensione? c: Grazie se lo fate.

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Capitolo 16
*** Avevo in mente di uccidere la Scodella. ***




AVEVO IN MENTE DI UCCIDERE LA SCODELLA
 
 
-Sophy?- mi sento chiamare.
Mi giro nel letto, coprendo la testa con un cuscino.
I passi pesanti di Sam si fanno sentire lungo la scala, segno che era più arrabbiata del solito.
-Si può sapere perchè c'è ancora tutto apparecchiato di sotto?- chiede sul ciglio della porta.
Mugugno qualcosa di incomprensibile, soffocata dal secondo cuscino.
-Eh?- chiede confusa.
Alzo di poco la testa, giusto per farmi capire -Chupa- rispondo.
Riaffondo la testa nel cuscino, nascondendola con quello che ho sopra.
-Sophy, è successo qualcosa?- il suo tono cambia, diventa quasi come quello di una mamma.
Mugugno nuovamente con la faccia appiccicata al cuscino. Volevo spiegargli la situazione, ma davvero, mi sentivo peggio di una pezza appena usata.
-Oddio- squittisce spaventa.
Ah, questa è la mia migliore amica. Capisce anche senza spiegazioni.
Sento il letto molleggiare, segno che ci si era appena seduta sopra, poi cerca di consolarmi con una mano.
Comincia a fare dei massaggi sul mio sedere -Hai appena sentito la canzone di Psy e ti sei depressa. Lo so, non capisco perchè ritengono quello un cantante e non me- ma che cazz...?
Sfilo la testa dai cuscini, girandomi a guardarla in malo modo -Ma che minchia dici?- sbotto.
Il viso sognante di Sam torna ad essere serio, fissandomi.
-No, dai, non sono davvero male. Insomma, tante volte, quando sono sotto la doccia, ho paura che possa comparire Pitbull che cerca di fare un duetto con me- la interrompo.
-Sam- aggrotto la fronte.
-No, serio. Quel vecchio pelato sta facendo talmente tanti di quei duetti, che la prossima potrei essere io. Davvero- squittisce. Il problema è che è terribilmente seria.
Alzo gli occhi al cielo, sistemandomi sul letto -Dio mio, ma perchè tutti gli scemi del pianeta li mandi a me? Ti ho fatto qualcosa?- imploro verso il tetto.
La mia amica ridacchia, lasciandomi un pugno giocoso.
-Idiota, sono seria- dice.
La fisso negli occhi per una manciata di secondi, poi mi butto di peso sul letto, stavolta con la faccia rivolta al tetto della stanza.
-Louis- sbiascico chiudendo poi gli occhi.
-Ah sì- sembra finalmente ricordare -Come è andata?- sento muovere il letto, segno che si era sistemata a sentire una favoletta.
-Una merda- mi passo una mano sul viso -Anzi, peggio- rispondo.
-Perchè?- si incuriosisce lei.
Prendo un profondo respiro e comincio a raccontargli la mia giornata, senza tralasciare nessun dettaglio.
 
-Noooooo- copre la bocca con una mano in segno di stupore, Sam -Eppure ti sei limitata per i tuoi standard. Di solito usi insulti peggiori- mi rimprovera.
-Ma hai capito la gravità della situazione o ti sei soffermata agli insulti?- chiedo stringendo il cuscino che ora tenevo in grembo.
-Ma sei scema?- sbotta -Potevi benissimo dirle 'sei simpatica come il lunedì mattina'- soffia in modo infastidito.
Ma c'è o ci fa? Comincio a preoccuparmi seriamente.
-Sam? Ma c'è qualcosa che non va?- chiedo avvicinandomi alla mia migliore amica che subito dopo abbassa lo sguardo.
-Harry voleva provare a stare insieme- sul mio viso si dipinge un sorriso enorme.
-E?- chiedo per farla continuare.
Alza lo sguardo -E gli ho dovuto dire no. Per l'articolo..- mi spiega triste.
Cazzo, cazzo, cazzo...Ci stavano rimettendo anche loro.
-Sam..mi dispiace- dico seria.
Le spunta un sorriso -Mica è colpa tua se non riesco a controllare alcuni organi- sento un pugno in pieno stomaco -Ma comunque, dicevi di Louis?- mi chiede e per un momento mi viene da lanciarle un cuscino in faccia.
-Ho rovinato tutto- butto la testa tra le mani.
-Non è vero- mi consola accarezzandomi una gamba -Perchè non controlli se è a casa e ci provi a parlare- mi suggerisce.
Rialzo lo sguardo -Sarà a consolare la sua Trottolina- dico in tono schifato.
-Mando un messaggio ai ragazzi e vediamo cosa dicono- la vedo armeggiare col cellulare e dopo pochi secondi sento il suono di un nuovo messaggio -Oh, guarda. Mi hanno appena chiesto di uscire con loro- aggrotto la fronte -Adesso gli chiedo di Louis, seriamente- ridacchia dalla mia faccia sconvolta.
-oh, eddai, non potevo iniziare una conversazione con 'Dove è Louis?'- mi rimprovera.
Annuisco alzando gli occhi al cielo; certo che poteva!
-Non vuole uscire dalla sua stanza. Avrà litigato con la scodella- legge a voce alta.
Scatto sul letto improvvisando un balletto.
-Yeah, yeah, yeah. Adesso anche loro la chiamano scodella- mi complimento sola.
-Idiota- mi tira per una gamba -Sai cosa vuol dire?- mi chiede a pochi centimetri dal mio viso.
-Va bene, va bene- sventolo le mani, arresa -Ci vado a parlare- mormoro scendendo i piedi sul pavimento.
-Dato che stai per uscire, non è che passi dal supermercato?- sento urla Sam una volta richiusa in bagno.
-Esci pure tu; sarà l'ultima volta anche per te- le ricordo.
A noi due, Louis.
 
*  *  *
 
Che strano. I ragazzi mi avevano detto che Louis era in casa, solo.
Mi guardo un'altra volta in giro, constatando che la casa è completamente al buio.
Magari aveva sonno ed è andato a letto.
Sfilo il cellulare dalla tasca, osservando l'orario. Ma sono quasi le otto di sera, possibile che già sia andato a letto?
Magari è andata dalla sua carotina deficiente per chiederle scusa ancora una volta...
Scuoto la testa per cacciare brutti pensieri: prima di andarmene in modo definitivo, devo vedere una cosa.
Muovo i piedi verso il retro della casa e con mia grande sorpresa, la stanza di Louis è illuminata.
Sorrido d'improvviso. Forse una piccola speranza si è accesa anche in me.
Ma io come faccio a farmi notare? Ho provato a bussare per tre ore di fila, alias due battiti leggeri, e non mi ha sentito. Il suo numero non ce l'ho. Potrei provare a tirare un sassolino alla finestra. Sì, come nei film!
Mi abbasso a prendere un sasso non tanto grande; la mia lingua finisce in mezzo ai denti, concentrata per prendere la mira.
Lancio la pietra e sbarrando gli occhi mi sposto quando noto che mi sta per ricadere addosso.
Che mira di merda..
Come faccio a farmi notare? Ci penso su.
Mmhh -Louis?- sussurro; ma è troppo piano anche per me -Louis?- tento più forte. Ma nessun ragazzo si affaccia alla finestra stile Romeo e Giulietta. A questo punto sarei io Romeo, vero? O mi dovrei chiamare Romea?
-LOUIS?- urlo, ma l'unica cosa che mi risponde è un gatto che comincia a miagolare e non la finisce più. Che palle.
Dio mio, perchè non mi sono portata dietro una red bull? A quest'ora mi metteva le aaaaaaaaaali.
Alzo lo sguardo sul piccolo ramo dell'albero che arrivava proprio dritto sotto la finestra di Louis. Perchè non ho mai fatto un'ora di ginnastica a scuola?
Maledetta me. Ma non sembra tanto alto, posso farcela.
Cercando di non cadere come una scema, comincio ad arrampicarmi sull'albero stile scimmia.
Metto un piede sul ramo, ma uno strano scricchiolio mi fa tremare la pelle.
-Oddio- esclamo preoccupata guardandomi in giro; poi abbasso lo sguardo.
San Mariano, se esisti dammi una mano!
Corro come una scalmata sul ramo, toccando con le mani le pareti della casa.
Oh Santa Galbusera, non ci credo, sono tutta intera!
Alzo lo sguardo osservando la stanza vuota, ma illuminata, di Louis. Ormai sapevo quella casa praticamente a memoria.
I miei occhi guizzano su tutti gli angoli della stanza. Doveva pur esserci qualcuno! Li sbarro quando la figura di Louis, che indossa solo una misera tovaglietta legata in vita, cammina dritto verso il letto.
-OH CAZZO- urlo scivolando dal ramo e tenendomi salda a culo con la grondaia della finestra -LOUIS?- lo chiamo disperata.
Non guardare giù, non guardare giù. Guardo giù e caccio un urlo.
-La volete smettere?- urla Louis affacciandosi dalla finestra. Ma con chi parla?
-Aiutami- lo supplico e solo in quel momento si accorge di me con i piedi a penzoloni dalla sua finestra.
-Sophy?- spalanca gli occhi, poi finalmente si decide ad aiutarmi.
Scavalco la finestra entrando nella stanza profumata di Louis. Il bagnoschiuma alla pesca inebria i miei sensi.
-Volevi copiare Edward Cullen?- mi risveglia dal mio stato di trance.
-Eh?- cado dalle nuvole -No, volevo parlarti- dico frettolosa.
Sforzo i miei poveri occhietti a rimanere fissi sulle palle di Louis..Le palle degli occhi, che avete capito?
-Potevi benissimo suonare il campanello- mi rimprovera avvicinandosi ad una cassettiera.
Oh guarda, c'è una gocciolina che scivola lungo la schiena perfetta di Louis. Scuoto la testa dandomi una svegliata.
-Ho suonato- bugia -Forse sotto la doccia non sentivi- dico in difesa.
Il ragazzo si volta nella mia direzione e -Chi ti ha detto che questo non sia sudore?- sogghigna.
Mi ritrovo a deglutire in modo nervoso -Ehm..-.
-Scherzo Sophy- ridacchia dandomi le spalle.
Lascia cadere la tovaglia sul pavimento, indossando tranquillamente un paio di boxer neri.
Sono costretta a gettarmi sul letto, cercando di respirare in modo regolare.
Perchè Zayn si è fregato tutti gli specchi della casa? Me ne serviva solo uno. UNO.
-Comunque, come mai sei venuta a trovarmi?- si fa curioso venendo nella mia direzione.
Ci rendiamo conto? Il culo di Louis sarà stato fatto da Giotto in persona! Il suo motto sarà: ti voglio bene con tutto il culo, che è sicuro più grande del mio cuore. Dio mio, è la perfezione! Ce l'ha meglio di me o di qualsiasi modella su questo pianeta. Sotto quei fottuti pantaloni non avevo mai notato la perfezione che si nascondeva.
-Sophy?- mi richiama sedendosi al mio fianco sul letto.
Inspira ed espira. Non è difficile.
-Io..volevo chiederti scusa, sai..per la scodella- mi gratto la testa nervosamente.
Ditemi come si può rimanere calmi quando davanti agli occhi hai un ragazzo con un allevamento di tartarughe al posto dell'addome. Come?!
La sua risata attira la mia attenzione. Mi avrà presa per un cane, so di avere un pò di bava agli angoli della bocca.
-Scusa- col torso della mano cerco di mandare via quella che doveva essere la mia saliva.
-No- la sua mano blocca la mia -Non hai niente- si giustifica.
E allora che rideva?
-Posso sapere qual era il tuo piano col pranzo di oggi? Dove volevi andare a parare?- mi chiede con tanta naturalità.
Ci penso giusto un paio di secondi -Avevo in mente di uccidere la scodella- ammetto sincera.
Ridacchia divertito, scuotendo la testa e facendo ondeggiare i capelli perfettamente bagnati -E il tuo piano B quale sarebbe?- mi chiede ancora, curioso.
Aggrotto la fronte -Non c'era nessun piano B. Dopo morta, non sarebbe stata più un problema- dico a raffica.
Altre risa. Okay, da questo posso capire che poi non è così arrabbiato con me; magari avrà pensato che tutte quelle parole le avevo dette in momento di rabbia.
-Sai la cosa che mi diverte qual è?- mi chiede allontanando le nostre mani mentre lo fisso in attesa del continuo -Il fatto che per tutto il pranzo ho pensato che tu fossi il mio pasto- eh?
Aggrotto la fronte. Assomigliavo al maiale in agrodolce che avevo cucinato? Non è un simpatico complimento, se questo era il suo intento.
-Voglio dire..mangiavo e pensavo a te; pensavo come sarebbe stato mordere la tua pelle, assaggiare il tuo sapore...anche se lo so, in parte-.
 
Alla parte destra del ring troviamo il cuore acclamato dal pubblico che non smette più di urlare. Dall'altro lato troviamo il cervello accolto, purtroppo, da 'bu' disumani. Chi vincerà questa sfida?
 
E mentre il cervello urla di non fare cazzate, mi avvicino per stampare un veloce bacio a Louis. Voleva assaggiare il mio sapore, no?
Louis esita qualche secondo prima di gettarsi con foga sulle mie labbra, trattenendomi la testa anche con le mani.Gesù..
E vince il cuore ancora una volta! 
La mia schiena aderisce perfettamente al letto di Louis, mentre il ragazzo si fa spazio tra le mie gambe. Con i gomiti si aiuta a tener tutto il peso, mentre le nostre lingue continuano ad intrecciarsi freneticamente. Spinta da uno strano brivido, con la schiena mi aiuto a salire per il letto, mentre Louis, sorridendo, mi segue.
Getto le scarpe sul pavimento con i talloni, graffiando poi la schiena di Louis. Un gemito vibra nella sua gola e capisco che quel gesto gli piace terribilmente. Lo faccio un altro paio di volte tanto per gustarmi un Louis completamente sotto il mio potere.
Le mani del castano mi bloccano per i polsi. Si siede sulle ginocchia, tenendo salde le mie mani con un solo pugno.
-Sei davvero simpatica- fisso il suo dito che comincia ad alzare la stoffa della mia felpa, scoprendo leggermente la pancia -E carina- insiste invertendo la direzione del dito -E modesta- sorrido dandogli ragione.
-Sai una cosa?- mi chiede e divento seria mentre lascia andare le mie povere mani -Ti voglio baciare, ora-.
ASSEREYE, AH, EH EH. Basta!
Non può fare ogni volta quello che vuole; anzi, non deve nemmeno pensarle queste cose. Mi sento come una briciola in questo momento..Una scopata e via, ti togli il pensiero.
-Louis..- il suo dito si appoggia sulle mie labbra, mentre con una mano mi spinge nuovamente sul letto -Anche tu lo vuoi, giusto?-.
 
Ed ecco che il cervello si rialza e scaglia un pugno deciso facendo decollare direttamente a terra il cuore.
 
-No- mormoro. Ma qualcosa va storto -Voglio di più-.

Signori e signore, il cuore vince sempre!
 
Gli angoli della bocca di Louis formano un sorriso. Non ho nemmeno il tempo di ragionare, che le labbra del castano sono nuovamente incollate alle mie. Mi lascio andare.
Con un gesto secco mi sfila la felpa, lasciandola cadere sul pavimento. Sotto i suoi boxer neri una prominente eccitazione si comincia a far spazio.
Le mani di Louis sfilano lungo le gambe anche il pezzo della tuta che indosso, facendomi restare in intimo come lui.
Non era nei miei piani andare a letto con Louis, anche se nel primo punto ci avevo pensato. Ma conoscendolo avevo capito che non era questo quello che cercava in realtà. Era solo un momento di debolezza, questo, ed io ero felice di accontentarlo.
Le mani esperte sganciano il reggiseno, facendolo scivolare poi lungo le mie braccia e gettarlo a terra senza alcun rimorso. Cerco di trattenere un sonoro gemito quando inizia a leccale con ferocia l'incavo del mio collo. Almeno ci sapeva fare.
Presa dalla situazione, mi aiuto a sfilare con le mani gli slip che porto, lanciando anche quelli ai piedi del letto.
Sono pronta, voglio essere sua. Questa notte è solo nostra. L'ultima...
Con un gesto fulmineo riesce a liberarsi dall'ultimo indumento che ci separava mostrandomi che non aveva solo un lato B perfetto.
Ma tralasciando simili dettagli, le sue mani divaricano le mie gambe, mettendosi poi in mezzo.
Le nostre intimità di strofinano un paio di volte facendo aumentare di più il piacere e dopo qualche secondo siamo una cosa sola. Credo di aver appena visto San Pietro...
 
*  *  *
 
Fisso il soffitto in silenzio. Cazzo, cazzo, cazzo, che ho fatto?
Giro il mio viso nella direzione di Louis che dorme beato alla mia sinistra: la bocca leggermente schiusa, il sudore ormai asciutto sulla sua fronte, i capelli sono scompigliati, il viso è rilassato.
Madre natura ha fatto un buon lavoro con questo ragazzo; non solo è di una simpatia allucinante, ma ha anche un fisico mozzafiato. A letto merita anche un dieci e lode.
Sorrido ripensando alla sua 'sfida'.
'Urlerai il mio nome' aveva soffiato sulle mie labbra prima di arrivare all'apice del piacere, ma io l'avevo avvertito del contrario. Non sarebbe mai successo.
Non sarebbe mai successo, se non avesse trovato il mio punto debole facendomi urlare come una pazza. Ringrazio ancora che non ci fosse nessuno in casa.
I miei occhi cadono sul pc posato sulla scrivania ai piedi del letto. Oh Dio.
Sposto il braccio di Louis dal mio stomaco che mi teneva incastrata al letto e sfilo le gambe da sotto le lenzuola. In punta di piedi mi avvicino alla scrivania, accendendo il pc.
Mentre questo si accende i miei occhi osservano la figura di Louis dormire rilassato sul letto.
 
Non è importante vincere una battaglia, ma la guerra. Il cervello ha vinto di nuovo. 
 
"Sono Sophy Smith, ed oggi ho deciso di svelarvi i segreti più nascosti di Louis William Tomlinson."
 
  
 
 
HOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
non ci credo, siamo alla fine, il prossimo è l'ultimo
capitolo e poi tocca all'epilogo *piange*
La verità è che non mi sarei aspettata di affezionarmi a questa
storia, è nata solo per 'tamponare' 'fix a heart', ed invece
rieccomi qui che mi sento nuovamente vuota.
Mi mancherà scrivere cazzate..ma va beh, ancora mancano due 
capitoli per fare le sdolcinate.
Che ne pensate di questo? Certo, magari è un pò noioso visto
che lo scritto in 4 volte diverse perchè non sto praticamente
mai in casa, ma spero che vi sia piaciuto lo stesso :)
 
Grazie a tutti.

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Capitolo 17
*** Come vuoi che stia? ***


 

COME VUOI CHE STIA?
 
 
 
 
Pov Louis
 
-Non ci posso credere. Ci mancava anche questo stupido rubinetto rotto- mi lamento tirando più forte che posso la manovella dell'acqua. Quest'ultima mi rimane in mano e prima che possa capire quello che mi sta per succedere, un getto d'acqua spruzza dritto nella mia faccia, facendomi bagnare da capo a piedi.
-Merda- mi allontano sbattendo con la schiena alla porta del bagno chiusa. Copro il viso con le braccia, cercando di chiudere il getto dal rubinetto principale.
Per fortuna ci riesco senza troppe cerimonie. Mi guardo in giro constatando il casino che regna nel mio bagno. Più che bagno, adesso sembra un lago.
Pazienza, non sarà questo stupido incidente a rovinare la mia giornata. Sono troppo felice per smettere di sorridere anche senza un motivo ben preciso.
Certo, svegliarsi e non ritrovare Sophy al mio fianco non era stata una bella cosa. Ma potevo capirla. Nessuno dei due si aspettava una simile serata.
Bo, credo che quella ragazza in poco tempo abbia risvegliato il vecchio me che ormai sembrava seppellito.
Apro la porta del bagno, sfilando la maglia zuppa che indosso. La lascio cadere a terra mentre apro l'anta dell'armadio per prenderne una nuova e pulita. La indosso e cammino verso il letto, dove il cellulare ha preso a suonare.
Sblocco lo schermo leggendo il messaggio di Eleanor. Dovevo cambiare quello stupido nome che si era data da sola, se qualcuno l'avesse letto, mi avrebbe preso per scemo.
 
'Buongiorno Louis, come stai?'
 
Strano come messaggio. Di solito i suoi buongiorno erano seguiti da 'oggi ho un servizio importante, spero di riuscire a venirti a trovare' e poi puntualmente trovare una scusa per non farci incontrare.
Ma diciamo che ultimamente questa cosa non mi dava più fastidio, anzi...
-Louis? Puoi scendere un attimo?- mi affaccio alla finestra trovando Zayn che guarda nella mia direzione.
-Arrivo. Fammi mettere le scarpe- lo avviso rientrando in camera.
La giornata è così bella fuori. Mi sento tranquillo e felice allo stesso tempo. Possibile che una ragazza può far provare tante emozioni strane insieme? E che ragazza!
Forse dovrei mandarle il buongiorno...Certo, potrei farlo se avessi il suo numero, magari. Che idiota! Dovevo chiederlo.
Invece no. Mi ero addormentato come un allocco. Talmente era pesante il sonno, che non l'avevo nemmeno sentita uscire.
Chissà se aveva dormito con me tutta la notte o se, stufa, si era alzata il secondo dopo in cui avevo chiuso gli occhi.
Scuoto la testa per cacciare via i miei stupidi pensieri, lancio il cellulare senza rispondere al messaggio ed esco dalla stanza. Scendo velocemente le scale, canticchiando.
Quando entro in sala i ragazzi mi guardano preoccupati -Come va?- mi chiede Harry.
Tiro una sedia e mi accomodo al capo tavola, prendo una brocca di acqua e me ne verso un pò in un bicchiere -Bene, perchè?- chiedo confuso.
I ragazzi si scambiano una strana occhiata, poi il verde smeraldo del mio migliore amico fissa i miei occhi azzurrissimi -Dobbiamo dirti una cosa-.
Noto Liam camminare nella stanza, prendere un giornale e gettarlo proprio davanti a me -Mi scoccia leggere a prima mattina- ammetto bevendo un pò d'acqua.
-Leggi- mi ordina Liam -Ce l'hanno dato i manager, sono venuti qui un'oretta fa- mi spiega.
Guardo i miei compagni in malo modo; lo sanno che odio parlare, leggere, camminare, respirare di mattina. Non potevo leggerlo nel pomeriggio, o che ne so, quando mi scappava di andare al bagno? Ruzzle cominciava a stancarmi.
-Dopo- sposto il giornale allungando una mano per poter prendere una fetta biscottata. Niall mi blocca per un polso -Che c'è biondo? Abbiamo una dispensa piena di roba da mangiare, una fetta biscottata in meno non ti uccide mica- ringhio infastidito.
Il biondo sposta lo stesso la mia mano dal cibo, posandola poi sul giornale -Leggi- insiste anche lui.
Ma che hanno tutti oggi?
-Ho detto dopo- arrabbiato, mi alzo dalla sedia, ma le possenti mani di Zayn si posano sulle mie spalle e con forza mi costringe a sedermi di nuovo.
-Leggi, Louis- il suo tono è più basso del solito.
Guardo i miei amici con uno sguardo misto tra il confuso e lo scocciato, poi prendo finalmente il giornale e -Che dovrei leggere?- mormoro impaziente.
I ragazzi si siedono ognuno su una sedia attorno al tavolo -Pagina 23- risponde Liam incrociando le mani a mò di preghiera.
Li fisso un attimo prima di sfogliare velocemente il giornale ed infine trovare la pagina in questione. Sorrido nel vedere alcune mie foto, altre con Eleanor e qualcuna con Sophy. Dovevo ritargliarmela, in quella ero venuto davvero bene...
-Beh, cosa c'è di strano?- chiedo confuso guardando i ragazzi -Non è il primo articolo che esce su noi. Solo perchè hanno riscritto su me e Sophy, non credo sia un problema- ribatto.
Harry passa una mano tra i ricci spettinati -Leggi il nome di chi ha scritto l'articolo- mormora.
Sposto gli occhi alla fine dell'articolo e con mia grande sorpresa leggo 'Sophy G. Smith'.
Ridacchio -Ma dai? Finalmente è uscito l'articolo che dovevano fare su noi?- chiedo divertito.
-No, Louis- interrompe le mie risate Zayn -Era tutto un piano per svelare la tua vita, le tue paure, i tuoi segreti- conclude.
Cosa? Sorrido amaramente -Cosa intendi dire?- chiedo adesso anche più confuso.
-Leggi l'articolo- finisce Liam.
Punto i miei occhi sul giornale con l'intento di capirci qualcosa.
 
 
LOUIS WILLIAM TOMLINSON. NON LA 'CAROTA', NON 'SUPERMAN'. SOLO LOUIS.
 
In questi ultimi giorni ho avuto la fortuna di stare abbastanza a contatto con la famosa boy-band anglo-irlandese che sta spopolando in tutto il mondo. In realtà, quello che più mi ha colpito è stato il noto Louis Tomlinson, non più il Peter Pan della situazione.
Felicemente fidanzato con la modella Eleanor Calder, Louis è la persona più buona al mondo. Certo, si leggono spesso queste cose su quel ragazzo, ma posso assicurarvi che il 90% delle cose sono tutte stupitaggini. Partiamo dal fatto che Louis è cresciuto, è cambiato ed è soprattutto maturato; non si può essere la stessa persona per tanto, troppo, tempo. 
Per fortuna il successo non gli ha dato alla testa, almeno non troppo per dimenticarsi delle sue fans. Posso assicurarvelo io. Non sa, almeno fino a questo momento, cosa in realtà fosse il mio lavoro, quindi tranquillamente si è sempre aperto con me, in tutto. Per questo ho deciso di scrivere qualcosa su lui.
 
Inizialmente mi ero quasi rifiutata di scrivere di un articolo su quello che definivo un montato cantante che pensa solo ai soldi, ma già dopo il primo incontro casuale avevo cambiato idea. Louis sta sempre sulle sue, è quel tipo di ragazzo tranquillo che non farebbe mai male ad una mosca. Cura molto il suo look e non da peso ai pettegolezzi che girano su lui; anzi, a volte ci scherza anche lui sopra, cercando di sdrammatizzare.
Come ogni ragazzo della sua età, ama le feste, divertirsi ma soprattutto far divertire; sì, lo ammetto, all'inizio può sembrare uno scocciatore di venti anni che pensa solo al suo lavoro. Ma non è così: quando meno ve lo aspettate, Louis è lì, pronto a scherzare con voi, a tirarvi sù di morale, a farvi sorridere così, senza un motivo preciso. E la sua risata è contaggiosa.
Ho letto vari articoli su di lui, in passato, ma nessuno aveva mai parlato della personalità di Louis. Così ho pensato di farlo io.
Louis ha un carattere peperino, amichevole, c'è sempre per aiutarti, per cambiarti l'umore; ma è anche quella persona che ti risponde male, che si arrabbia se sbagli e che ti rimprovera se fai qualcosa che in realtà non dovresti fare. Un papà, insomma.
Tomlinson è la persona che vorresti al tuo fianco, il migliore amico che sogni di avere, il figlio che preghi di crescere. Louis è semplicemente la persona che tutti vorrebbero amare.
Non ha mai fatto distinzioni di conoscenza; mi conosceva da poco più di una settimana, eppure si è confidato con me tante volte che adesso quasi mi odio per quello che sto scrivendo. Ma la verità è che preferisco scrivere la sua vita io e non un chiunque idiota che non sappia nulla su lui.
 
Eleanor Calder, ovvero la sua ragazza che dovrà perdonarmi per tutte le marachelle che le ho combinato in meno di una settimana, è la persona più fortunata a questo mondo. Ma questo lei ancora non lo ha capito e quindi le consiglio di spalancare gli occhi e tenersi stretto il ragazzo oro che ha al suo fianco.
Stanno bene insieme, mi costa ammetterlo, però l'unica cosa che le suggerisco è di stargli accanto il più possibile, di pensare il meno possibile al lavoro perchè una persona come Louis è difficile, quanto rara, da trovare.
Harry Styles, ovvero il suo migliore amico, forse più un fratello, sa l'importanza di Louis, sa quanto vale la loro amicizia e questo me lo ha dimostrato nei pochi giorni che abbiamo passato insieme. Anche il riccio non scherza come persona, ma questo è un'altra parentesi che magari più avanti riprenderemo.
Liam Payne. Beh, non fatevi prendere in giro dai rumors; Liam, per quanto possa essere un 'cucciolo' -come lo definiscono alcune fans- è un ragazzo che si gode la vita insieme al suo compagno/collega e sa sempre dargli i consigli giusti. E come a lui, sa dare buone indicazione anche agli altri, amici o sconosciuti che siano.
Zayn Malik, il ruba specchi che tutti conoscono non è il fanatico che mi aspettavo. Sì, il suo ciuffo alla Goku non mi aveva dato una bella impressione, ma conoscendolo ho capito quanto ha fatto per Louis nel momento in cui gli mancava la sua famiglia. Era l'unico che poteva capirlo, in quanto fratello maggiore.
Niall Horan non è il svuota dispense..Meglio chiamarlo svuota supermercati. Credo che Louis, passando molto tempo con questo ragazzo abbia ricevuto il dono di ridere sempre per qualsiasi cosa, di prendere le cose alla leggere perchè c'è sempre di peggio in giro.
I one direction in generale sono l'unica cosa che vorrei essere anche io. Cinque ragazzi che da sconosciuti sono diventati tutto per tante persone, e questo loro forse non lo sanno, o almeno non l'hanno capito bene.
 
Beh, torniamo all'argomento principale: Louis Tomlinson.
Questi giorni 'grazie' a me, ha passato i peggiori inferni: mi sono presentata in casa dei ragazzi stile boyscout, come mi ha definito in un primo momento Niall; ho finto di essere una ragazza interessata alle loro solite vite, alla vita da famoso cantante, subendo una straziante giornata con loro. Ma la verità è che mi sono dovuta ricredere già il giorno seguente.
Quello che non sapete è che Louis ha dato il suo primo bacio in terza media, in una recita esattamente. Dice in continuazione che il suo abbigliamento è soprattutto una maglia a righe, un paio di pantaloni rossi e delle bratelle; ma la verità è che questa cosa è rimasto solo nei suoi ricordi, perchè in ben dieci giorni che abbiamo passato insieme, lui non si è mai vestito così. Forse ama ricordare il passato, ma ha preferito andare avanti, pensare al futuro.
Adora stare in casa, perchè, diciamoci la verità, appena esce è sempre accerchiato da fans che non lo fanno respirare. Quindi, meglio rinchiudersi in casa e giocare magari alla play. Con i quattro fratelli che si è ritrovato da un giorno all'altro, non è poi così difficile trovare un compagno di sfida.
Ama il calcio, da quanto ho capito prima di diventare una persona famosa, si riuniva nei pomeriggi con i suoi amici di infanzia e rientrava a casa solo quando il sole era tramontato, con la mamma che magari lo insultava anche. Ma questo non era importante, doveva viversi la vita fin quando poteva. E ha fatto anche bene.
E' un tipo atletico, anche se molti non lo direbbero. Insomma, chi è quel citrullo che si alza alle sei di mattina per fare una corsetta all'aria fresca? Solo lui, Louis Tomlinson.
La cosa bella sapete qual è? Il tempo che si passa con Louis non è mai tempo perso, anzi! Potete essere simpatici, apatici, asociali, normali, lui è sempre capace di farti sorridere senza motivo. Figuratevi che rideva alle mie battute, ed io non sono simpatica nemmeno ai miei vestiti. Non so se rendo l'idea...
Il ragazzo ha qualche fobia comune: per esempio non sopporta la vista dei cani, è un fifone e rischia di saltarvi addosso se solo ne vede uno attorno a lui. Ma la cosa più strana è quella dell'aglio. Cioè, come si può avere paura dell'aglio? Nemmeno ricordo più il nome della fobia, ma ricordo bene quanto l'ho preso in giro quel giorno al bar rinfacciandogli tutte le pietanze che si preparano con l'aglio...e non scherza!
 
Ripeto il concetto che Eleanor non ha ancora capito chi ha al suo fianco; a volte credo che le fans del gruppo abbiamo aperto gli occhi più di lei, su lei. Insomma, non ha capito che Louis odiava passare i pomeriggi in casa, solo, a guardare una stupida tv. No. Per lei era importante il suo lavoro.
Sono sicura che nemmeno sappia che il suo ragazzo mi ha portato allo zoo per farsi perdonare per un piccolo incidente che mi è costato un quasi infarto quando mi sono risvegliata in ospedale. Ma non siamo qui per parlare di me.
Dicevo, ho provato a scavare più in fondo quando mi ha invitato a seguirlo allo zoo. Ho capito che odia in generale gli animali; praticamente li ama quando sono chiusi dentro delle gabbie. 
Mi sento ancora in colpa per quando, quel giorno, mi aveva invitato a cenare a casa loro. Liam ha delle mani da Dio, davvero. Cucina bene! Ma io, diciamo, ho ricambiato allagando un bagno. Non l'ho fatto di proposito, ma ho capito che a Louis piace l'arte giapponese; ha un bagno dedicato tutto a loro! Ma il bello è che non ama la loro cucina, invece.
Ho ancora la sua tuta nel mio armadio; la tuta che mi ha prestato in seguito al mio bagnetto. 
 
Vorrei potervi svelare un segreto che più segreto non può essere...Potrà sembrare strano, ma ho deciso di dirlo perchè so che dopo questo articolo non mi guarderà più in faccia, se non per sputarmi, proprio come aveva fatto il suo bagno trenta secondi prima. Louis non è il solito ragazzo che interrompe qualcuno quando sta parlando. No, lui ti lascia parlare, almeno che non lo voglia fare baciandoti. Sì, avete capito bene. Louis se deve interrompere non sovrasta le vostre parole, ma vi zittisce con un bacio, e funziona...Da lì è partito il mio piano per farlo lasciare con la sua ragazza.
Quale buon modo per far cadere un ragazzo ai tuoi piedi in poco tempo? FACILE, direte voi. Ma non è così!
Ho stilato una lista -che non sto qui a ricopiare- di sette punti, precisamente, iniziando dal punto principale: invitarlo ad uscire con te. Non una cena romantica, non una passeggiata in qualche parco, ma un bel locale lontano da fans e telecamere, lontano dal Louis costretto a recitare.
Ma diciamoci la verità, quando di mezzo c'è la scodella (ovvero Eleanor), non si può mai concludere niente. Lei e le sue unghie rifatte sono l'incide del mio nervosismo, ormai.
Quindi ho dovuto fingere di rompermi qualcosa e obbligare Louis a portarmi in ospedale per accettarmi che tutto fosse apposto. Giustamente avevo avvertito un medico amico del mio arrivo, di recitare anche lui e assecondarmi. Ammetto anche che durante il tragitto ho fatto impazzire Louis, sballottolandolo a destra e a manca non sapendo nemmeno dove si trovasse l'ospedale che mi avevano consigliato. E così intanto ho scoperto nuove cose, ma soprattutto gli ho, come si può dire..insegnato? Sì, diciamo così; gli ho insegnato la mala sorte; ovvero, gira a largo quando un gatto nero ti taglia la strada. Porta male! Ve lo dico io che l'ho fatto girare e dopo quasi un'ora mi ha baciata di nuovo.
 
Intanto mi hanno costretto ad uscire con Eleanor, spiegandomi che a volte l'apparenza inganna. Ed hanno ragione! Per questo quando l'ho portata da un'estetista/parrucchiera l'ho fatta conciare per quello che è realmente. Ammettilo Eleanor -so che stai leggendo l'articolo- il verde ti dona!
In effetti mi sono dovuta ricredere su alcune cose: lei non è una fanatica, pazza, esaltata, approfittatrice. E' anche peggio!
E con la Calder fuori gioco, Louis si è approfittato della libertà chiedendomi di uscire. Sapete che è un bravo pattinatore? Sì, lui e il ghiaccio vanno d'amore e d'accordo, al contrario della sottoscritta che lo abbracciavo solo a causa delle brute cadute. Forse lì si è reso conto quanto Eleanor gli oscurasse la vita, quanto lo impegnasse e così da non poter fare niente con nessun altro. Louis è davvero innamorato di Eleanor, almeno prima lo era sicuro, ora non saprei più.
Ma da quella sera si è dimostrato più simpatico, più Louis, insomma!
Se trovate infatti delle foto nuove di Louis con una ragazza, sì, sappiate che quella stronza sono io che si è approfittata di Tomlinson solo per uno stupido articolo che le sta rovinando una, tante, belle amicizie.
 
Vi potrà sembrare strano quello che sto per dirvi, ma proprio gli ultimi giorni mi stavo tirando indietro, stavo pensando di evitare di mettere quest'articolo su Louis per non svelare i suoi segreti. Sapete perchè? Perchè non c'è bisogno di conoscerlo una vita per capire che Louis è davvero importante, davvero in grado di entrarti dentro e non riuscirlo a farlo uscire.
Sono diventata gelosa, possessiva, pazza gli ultimi giorni trascorsi con lui, con i ragazzi. Ho dato di matto, ho insultato la sua ragazza, ho quasi rovinato tutto con lui. E con questo articolo ci sono riuscita alla grande.
Non era mia intenzione ferire Louis, nè Eleanor, nè gli altri.
Proprio per questo alla fine ho deciso di scrivere io questo articolo e non uno che non sapeva niente di niente della sua vita.
 
Concludo dicendo questo: mi dispiace Louis, Harry, Zayn, Niall, Liam. Mi dispiace avervi mentito tutto questo tempo, mi dispiace avervi preso in giro, in parte. Mi dispiace avervi fatto perdere tempo dietro me, le ragazze, l'articolo che nemmeno vi immaginavate di leggere. Mi sono anche trattenuta molto, perchè una persona come Louis deve rimanere segreta, tanto, perchè è bello lasciargli un pò di privacy, un pò di mistero.
Mi dispiace davvero e so che dopo questo non mi rivolgeranno più la parola. Ma l'ho dovuto fare.
 
Sono Sophy Smith, ed oggi ho deciso di svelarvi i segreti più nascosti di Louis William Tomlinson...almeno, qualcuno.
 
 
 
Sbatto gli occhi velocemente. Non ci credo, non l'ha fatto, non lei..non dopo quello che abbiamo passato ieri sera, gli ultimi giorni.
Tutte quelle parole, tutti gli abbracci, quei pochi baci erano solo parte di un copione. E io scemo che ci ero pure cascato.
-Ehy amico, come stai?- alzo lo sguardo fissando il verde degli occhi di Harry. Come vuoi che stia?
Appallottolo il giornale lanciandolo dall'altro lato della stanza, striscio la sedia e mi allontano verso la porta di casa.
Ho bisogno di aria.
 
 
Pov Sophy
 
-Minchia- spalanco gli occhi, ancora puntanti sul giornale -Credevo che Keyra l'avrebbe riletto prima di mandarlo in stampa, avrebbe capito quello che avevo scritto e che non l'avesse mai pubblicato. Non ha fatto un cazzo, nemmeno si è resa conto che ho parlato contro il nostro giornale, che ho parlato spesso di me in un articolo che non c'entrava un cavolo la mia vita e la miriade di errori!- mi complimento del mio capo.
-Non avrà avuto tempo, ma il messaggio è stato chiarissimo- si intromette Sam fissando.
Richiudo il giornale, posandolo al bordo tavolo -Sì, che ho perso Louis per sempre, proprio ora che stava succedendo qualcosa tra noi- spiego.
Mio fratello gioca con la tazza che ha davanti, bloccandosi alle mie parole -Ci sei andata a letto?- mi chiede confuso.
Alzo le spalle -Può essere- rispondo vaga.
I due strabuzzano gli occhi -E poi ci hai scritto anche un articolo sopra?- mi rimprovera Brot.
Sì, ok, continuate a rinfacciarmelo.
Striscio la sedia alzandomi -E ora dove vai?- mi chiede Sam quando noto che ho aperto la porta di ingresso.
-A prendere una boccata d'aria- l'avviso richiudendo la porta alle mie spalle.

 
  
 
  
WEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEPPA(?)
ODIO IL MIO PC, ODIO IL MIO TELEFONO, ODIO IL MIO FOTTUTO MODEM!
SONO TRE GIORNI CHE SCLERO PERCHE' NON HO AVUTO LINEA, QUINDI
ALLA FINE NON E' STATA SEMPRE COLPA MIA cc
Ci credete che per la prima volta ho avuto uno blocco dello
scrittore per questa storia? Beh, l'idea ce l'avevo, eccome, da un
bel pò, ma nel momento in cui mi sono messa davanti a word
non ho saputo come mettere giù le idee..
Well, non ve ne frega un cactus, e avete ragione..non è il capitolo
che vi aspettavate, e in realtà nemmeno io!
 
Anyway, la storia è finita, stento a crederci ancora. Ma manca l'epilogo
e forse sarà il capitolo più importante della storia..
Alla prossima, purtroppo ultima, volta :)
 
Ps. aspetto qualche recensioncina c:  
 
 
 

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Capitolo 18
*** Epilogo - Credi nel colpo di fulmine? ***


Alors, sarò brevissima perchè allora non riuscirò
ad aggiornare entro stasera :)
Prima di tutto, GRAZIE, GRAZIE A TUTTI/E
Grazie per le recensioni, per chi l'ha messa nelle seguite, ricordate
e/o preferite! Grazie anche a chi non ha mai commentato, o chi l'ha
fatto una volta e poi mi ha mandato a quel paese :)
Good!
Anyway, vi lascio tutti i miei contatti, nella
speranza che qualcuno mi calcoli e mi cerchi (che forever alone!)
Ho pure ask, ma mi scoccia trovare il link lol
PS. LEGGETE ALLA FINE, DOPO IL CAPITOLO, PERCHE'
HO UNA NOTIZIA IMPORTANTE!


 
 
EPILOGO - CREDI NEL COLPO DI FULMINE?
 
Din Don.
Scatto sul letto mettendomi con la schiena dritta; apro un occhio e mi guardo in giro. La stanza è illuminata dal sole che filtra dalla finestra aperta e tutto sembra calmo.
Din Don, Din Don, Din Don.
Ah, non mi ero sognata il campanello.
-SAAAAAAAAAAAAAAAAAAAM- urlo uscendo le gambe da sotto le lenzuola calde. L'aria fresca della stanza, mi fa rabbrividire subito.
Un'amica più sorda no, eh?
-BROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOT- provo con mio fratello, nella speranza che non sia stato infettato anche lui. Che cosa triste.
Ma nessuno risponde.
Ringhiando, scendo le scale velocemente entrando in cucina. Vuota.
-Ma non c'è nessuno?- mi chiede da sola, alzando poi lo sguardo sull'orologio appeso alla parete: sono le 9 del mattino, dove cavolo si sono cacciati questi due idioti? E se fossero rinchiusi in qualche stanza a fare qualcosa a cui hanno preferito lasciarmi fuori? Forse Sam si doveva riprendere dalla sbandata di Harry e stava usando mio fratello giusto per ritornare al suo stato.
Sobbalzo sul posto spaventata dal pensiero che avevo appena fatto: cazzo no, Sam non farebbe mai una cosa del genere, non con mio fratello!
Mi ricordo d'un tratto il campanello. Porco spino!
Corro verso l'ingresso ancora a piedi scalzi; apro la porta e non trovandoci nessuno davanti, mi do della pazza. Adesso mi sogno anche che suonano al campanello. Ridacchio.
Casualmente, mi ritrovo ad alzare lo sguardo notando oltre il cancello un uomo salire su un furgone con un pacco. Sbarro gli occhi.
No, no, no. Quello era il pacco che aspettava Sam da un mese; mi avrebbe ucciso se per sbaglio sarebbe ritornato indietro. Non aveva fatto altro che avvertirmi di stare attenta in quegli ultimi giorni. Un pacco, cazzo!
-Aspetta- urlo correndo come una pazza nel giardino, nella speranza che il signore mi senti e che si fermi in tempo. Ma quello ha delle cuffie alle orecchie e di sentire le mie urla, non se ne parla neanche a morire. Anche mia nonna dalla tomba sentiva le mie urla.
Sbatto le mani contro il cancello, incavolata, quando il furgone riparte senza consegnarmi il pacco che mi serviva. Stavolta sono fottuta.
Prendo un profondo respiro: che importa, non c'è modo di stare più male di quanto lo sono in questo momento.
E' passata una settimana, una fottuta, cazzuta, inutile, insensata settimana che non sento nè Louis, nè i ragazzi. Mi mancano, loro, le loro cazzate, i pomeriggi senza senso, le battute non divertenti. 
Mi manca Harry che per finire una frase ci mette mezz'ora; mi manca Liam che cerca di convincermi a mettere le scarpe, o almeno le calze per camminare in casa; mi manca Zayn che continua a lamentarsi per la mia pelle secca del viso; mi manca Niall che si arrabbia ogni qualvolta lo chiami Cip e Ciop facendogli notare le vaste volte che si gratta le parti basse; mi manca Louis, mi manca tutto di lui, di noi insieme.
Passo una mano sul viso, stanca, quando qualcuno attira la mia attenzione.
-Ehy vicina sexy!- volto lo sguardo verso il mio adorabile vicino di casa che si divertiva a farsi pippe mentali guardandomi di tanto in tanto dalla finestra. Ormai ci convivevo con questo fatto, non ci facevo più caso e capitavano quelle volte anche in cui mi vestivo in camera mia  e poi lo notavo ad osservarmi. Almeno sapevo che apprezzava quello che vedeva.
-Ehy vicino coglione!- lo saluto camminando verso l'entrata. Lo sento ridacchiare, ma secondo me non ha capito che quello non  è un complimento.
Quando provo ad aprire la porta, che intanto si era chiusa, noto che è bloccata dall'interno e che quindi adesso sono fuori casa. In pigiama!
Minchia, cazzo, culo, tette. Proprio stanotte dovevo decidere di indossare il pigiama di Spongebob? Mi sento terribilmente osservata da tutti, anche se forse non è così. Mi vergogno, devo trovare un'entrata il prima possibile.
Faccio qualche passo in dietro, constatando che tutte le finestre sono chiuse. Posso sempre provare quelle sul retro, o almeno la porta della veranda.
Corro velocemente sulla parte opposta della casa, sospirando affranta quando vedo tutte le finestre del piano terra chiuse. Ma fanculo va, non ho mai fortuna!
Comincio anche a sentire un pò di freschetto. 
Alzo lo sguardo, notando una piccola fessura della stanza di mio fratello aperta. Ma non c'è nessun modo di arrivarci.
C'è un albero, ma è troppo lontano dalla finestra e soprattutto non voglio rischiare di nuovo di morire. Almeno l'ultima volta c'era stato Louis a salvarmi.
Mi deprimo di più ripensando all'ultima sera che Louis mi aveva rivolto la parola, un sorriso e fatto passare la migliore serata della mia vita.
Con la coda dell'occhio osservo la corda dell'amaca, ormai rotta per il troppo vento, gettata a terra. Alzo le spalle e vado a recuperarla.
Non ha senso continuare così.
La prendo tra le mani, camminando poi convinta verso l'albero spoglio del giardino. Alzo il braccio, riuscendo a far cadere giusta la corda. Recupero l'altra estremità e ci faccio un nodo, fino a chiuderla a forma di cerchio.
Non ho una sedia, uno scalino. Farò tutto con le mie mani.
Passo la corda attorno al mio collo, uscendone i capelli.
Chiudo gli occhi e conto: uno...Stringo la corda libera tra le mani. Due...Comincio a tirare leggermente verso il basso. Tre...
-Che cazzo fai, Sophy?- sento un urlo da parte di mio fratello, sicuro poco lontano da me. Ma lascio perdere e tiro con forza.
Sento le gambe leggere, un leggero dolore al collo che non mi permette di respirare, poi d'improvviso il contrario. Sono già morta? Eppure pensavo di metterci di più, di soffrire per qualche secondo. Niente.
-Ma sei scema?- sbarro gli occhi, riconoscendo la voce di mio fratello. Mi giro giusto un pò per vedere mio fratello tenermi per le gambe, pronto a non farmi morire.
-Cazzone, mi vuoi lasciare andare?- sbraito, infastidita -Devo morire- spiego scalciando tra le sue braccia.
-Ma ti senti quando parli? Porca miseria, fai questo lavoro da una vita e solo ora ti rendi conto del male che fai alle persone?- mi blocco immediatamente alle parole di mio fratello. Mi sento male a dirlo, ma per una volta ha ragione.
-Togliti la corda e vieni a fare una doccia. Puzzi- mi aiuta a slegare la fune dal collo -Da quanto non ti lavi?- chiede poi una volta che mi ha appoggiato per terra.
-Un pò...- dico vaga, seguendolo poi verso la casa.
 
*  *  *
 
Qualcuno bussa alla porta di camera mia -Posso?- riconosco la voce di Sam.
Mi giro nel letto, vedendo la mia migliore amica camminare nella stanza e poi sedersi sul mio letto, accanto a me.
-Come va?- mi chiede.
Per risposta alzo solo un sopracciglio. Come deve andare?
Sospira -Senti, io non posso vederti più in questo stato. Alza quel culo e fai qualcosa- dice, stufa.
Mi giro su un fianco, ascoltandola, stranamente, con attenzione -Tipo, cosa dovrei fare?- chiedo.
Alza gli occhi al cielo -Che ne so! Vai al centro commerciale, fai un giro al parco, ti trasferisci alle Bahamas, cambi nome in Amilcare e vai nelle isole vergini, che di vergini non hanno nulla a parer mio, vai a spaccare il muso a Keyra, vai ad allenare dei dugonghi, oppure mi compri un regalo, ne ho bisogno- finisce soddisfatta.
Ci penso un attimo -Hai ragione- scendo dal letto, indossando le scarpe.
-Cosa? farmi il regalo?- sorride -O parli dei dugonghi? Non sono sicura che ce ne siano a Londra; opta per il regalo che è più sicuro!- dice con aria sognante.
Alzo lo sguardo, recuperando le chiavi dell'auto dal mobile e il cellulare -No, Sam. Vado a prendere a pugni Keyra- dico prima di scendere velocemente le scale.
Saluto Brot che è troppo intento a mangiarsi una torta alle mele, ed esco di casa.
 
Quando il semaforo scatta il rosso, mi vedo costretta a fermarmi.
Sbuffo, pensando di non poter accendere lo stereo visto che ogni stazione mandava una canzone dei ragazzi. E' la mia punizione, me la merito!
Un barbone si avvicina alla mia macchina, e un sorriso curva le mie labbra.
'Dove c'è barilla, c'è casa'.
Scuoto la testa, ritornando alla realtà. E' tutto inutile! Quel ragazzo non se ne vuole proprio andare dalla mia testa.
-Ehy, ma che fa?- richiamo preoccupata quel signore che ora aveva gettato qualcosa sul mio vetro.
-Lo lavo- risponde quello tranquillo. Ma poi strabuzza gli occhi.
Che vuole?
-Ma tu non sei Sophy Smith?- mi chiede e stranamente comincio a sorridere.
Eh eh eh, sono famosa, lo so.
-Ti rendi conto che per colpa tua Louis ha lasciato Eleanor? Io li shippavo quei due- che cosa?
Alzo un sopracciglio, perdendo il sorriso -Tu..che facevi?- chiedo non capendo -Non shippi borsette e cazzate varie?- chiedo allibita. Insomma, pure un barbone conosceva la storia di...Un momento?
-Hai detto che si sono lasciati?- chiedo sconvolta e felice allo stesso tempo.
Il barbone annuisce -Sì- urla -Per colpa tua- mi indica con un dito.
Quello dietro me suona il clacson, spazientito. Alzo lo sguardo e vedo il semaforo verde. Ho solo una possibilità.
-Grazie amico- metto la marcia e invece di andare dritta, faccio un'inversione rischiando di farmi mettere sotto da qualche camion sulla corsia opposta.
Minchia, Louis si è lasciato...Io...Io devo parlare con lui. Ora.
 
Sento il cuore battere velocemente, nemmeno avessi fatto tutta quella strada a piedi. Parcheggio dalla parte opposta della casa, scendo dall'auto e mi avvio velocemente alla villa, suonando infine come una dannata al campanello.
-Ma che cazz..- apre Niall, sconvolto. Poi abbassa lo sguardo e vede me sul primo scalino con un sorriso enorme -Ah, sei tu- commenta strappando a morsi un pezzo del panino.
-Sì, sono io. Sono venuta qui per chiedervi scusa- dico velocemente.
Il biondo mi guarda -Non è a me che hai fatto il torto, in parte- dice, masticando a bocca aperta. Evito di commentare e mi faccio avanti, incrociando le dita dietro la schiena.
-Posso parlare con Louis? E vi giuro che dopo vi spiegherò tutto- sorrido.
Ti prego, ti prego, ti prego.
-Sono solo in casa- commenta tranquillo e un sembra che un pugno mi abbia colpito in pieno stomaco -Ma se vuoi, puoi entrare- sbarro gli occhi.
L'ha detto davvero? Non mi odia?
-Allora posso spiegarti nel frattempo delle cose- lo convinco.
Si fa da parte sulla porta, permettendomi così di entrare in casa one direction.
Lo seguo fino la cucina silenziosa, poi tira una sedia e con poca eleganza, ci si butta sopra.
-Spara- dice, mordendo ancora una volta il suo panino.
Mi siedo sul divano di fronte a Niall, incrociando le mani e cominciando a parlare a raffica.
-Io ti giuro, volevo dirvi dell'articolo. Anzi, alla fine ci stavo anche rinunciando. Ma sai qual è il problema?- mi interrompe.
-Io lo so, lo sanno tutti Sophy. Non siamo mica scemi come pensi tu- mi spiazza con una frase.
-Ah? Cioè, voi avete capito tutto e per una settimana mi avete lasciato marcire su un letto in piena crisi isterica pensando di avervi ferito, perso- dico, adesso con un tono leggermente più alto.
-Cosa? Mica è colpa nostra se uno ti ha puntato la pistola alla testa e ti ha fatto scrivere tutte quelle bananate su di noi- sbotta, posando il panin sul tavolo.
Bananate? Pistola? Ma di che parla sto biondo ossigenato?
-Quale pistola, scusa?- chiedo confusa.
-Sì..- riprende il suo panino tranquillamente -Quella che ti hanno puntato alla tempia per scrivere per forza l'articolo- dice e io aggrotto la fronte.
-Niall, nessuno mi ha puntato una pistola alla testa. L'ho scritto io di proposito, evitando tantissime cose, solo per il semplice motivo che, se non l'avessi fatto io, l'avrebbe scritto qualcuno che su voi non sa assolutamente nulla. Insomma, avrebbe sparato le solite quattro cazzate, aggiungendo qualche bugia per migliorare l'articolo- spiego e il biondo mi guarda confuso.
-Oh- dice -Adesso ha più senso- scuote la testa, divertito -L'avevo detto a Zayn che era una cosa troppo grossa. Insomma..- ride -Una pistola? A te?- e ride sempre più forte.
Pistole, bombe, attentati. Dovevo immaginare che in quella teoria ci fosse lo zampino di Zayn.
-Comunque, volevo chiedervi scusa- riporto l'attenzione su me.
-Ma non devi farlo con me- si alza, aprendo il frigo e uscendo una bottiglia di coca -Vuoi aspettare Louis in camera sua?- e mi trattengo dal saltare come una scema per tutta la stanza.
Annuisco, alzandomi piano per non dare nell'occhio, e salire le scale che portano al primo piano.
Apro la porta della stanza in questione e getto un'occhiata veloce: è ordinata come sempre, il pc aperto sulla scrivania, una maglia gettata sulla sedia.
D'istinto mi viene da chiudere la porta e recuperare l'indumento tra le mani: odoro a pieni polmoni il profumo che rilascia la maglia, chiudendo gli occhi e sognando che fosse Louis al posto della stoffa.
Dio, quanto mi manca.
Riapro gli occhi, intenzionata a non fare la scena della stupida, e poso la maglia sulla sedia, gettandomi poi sopra, stanca.
E ora che faccio? Non so nemmeno a che ora arriva Louis.
Mi guardo in giro, battendo il piede sul pavimento a ritmo di una canzone che nemmeno conosco.
I miei occhi finiscono sul pc aperto per metà sulla scrivania vicina, e prima che possa fare la cosa sbagliata, come sempre d'altronde, mi guardo in giro sicura che non ci fosse nessuno.
Alzo lo schermo, notando con mia sorpresa il contatto twitter di Louis aperto. Solo una piccola sbirciatina.
Sbarro gli occhi quando noto l'immenso numero di interazioni, soprattutto di fans e decido di rispondere a qualcuno.
 
'Ciao Louis, come stai? Tu meriti molto più di Eleanor x'
 
Questa mi pare una ragazza apposto, rispondiamo va.
 
'Ciao...ragazza? Beh, sì. Hai ragione, merito molto più di quella scodella x' 
 
Scendo velocemente col mouse su altri tweet.
 
'LOUISSSSSSSSSSS, TI PREGO, SEGUIMIIIIIIIII'
 
Mi scappa un sorriso e clicco il tasto 'segui' subito. Sono felice di far urlare qualche fans al momento.
Ma poi succede il caos. Da 3462 tweet, il numero sale in pochi secondi a 8780. Aiuto.
Scorro di nuovo la timeline.
 
'Louis, ma è vero che quella Sophy che ha sparlato su te, ti piace? x'
 
'Sophy è la persona più buona a questo mondo. Io so che non l'ha fatto per male. Poteva dire cose peggiori..x'
 
Mi sento figa muahahahahhaha. Sono da ricovero.
Passo ad un altro tweet.
 
'Ho visto le foto con Sophy e se devo essere sincera, con lei sorridevi più che con Eleanor :/'
 
'OMGGGGGGGGGGGGGGGG, ABBRACCIAMOCI SORELLA!'
 
E rido come una scema. Poi finalmente un tweet salta ai miei occhi.
Non è di oggi, non di questo momento. Ma devo rispondere!
 
'Ti ricordi quando mi hai detto "Nei tuoi occhi ci vedo una cosa meravigliosa"? Ti prego, torna con me xxxxxxxxxxxxxxxxxx El'
 
Cazzo, peggio di Danielle è diventata! Ora le rispondo a dovere, proprio come avrebbe fatto Louis. Credo...
Mi sfrego le mani prima di rispondere.
 
'Sì, ma io intendevo il riflesso. xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Louis'
 
Sorrido soddisfatta, appoggiando poi la schiena alla sedia. Non sarei una brava fidanzata?
Il computer fa uno strano rumore; mi avvicino curiosa allo schermo e noto lampeggiare la casella della posta.
Ormai, o tutto o niente.
La apro, leggendo il nome di Eleanor. Cazzo, questa è in linea.
 
'Grazie per la risposta, eh!'
 
E ora che gli dico?
 
'Figurati, per così poco!'
 
Aspetto qualche secondo e subito ho una strana conversazione con l'ex di quello che mi piace...Andiamo bene.
 
'Louis, mi manchi. Non ce la faccio, ho bisogno di un tuo abbraccio'
 
'Zozzona, comprateli al super market e smettila di rubarti i miei biscotti'
 
'Ma che dici?!?!?!?!?!?!? Ti ricordi quando parlavamo del nostro matrimonio? Ecco, ricordati che tu sei mio :)'
 
'Louis essere elfo libero, Louis non avere padrone!'
 
'Vuoi fare il serio per una volta???? Lo sai che resterò per sempre al tuo fianco :)'
 
'E' una minaccia questa? D:'
 
'La vuoi smettere?????? Invece, dimmi la verità..Tu ci tieni ancora a me, a noi...vero?'
 
E qua decido di sganciare la bomba stile Smith.
 
'Giuro che per vederti, attreverserei l'oceano a nuoto........Proprio come farebbe Zayn'
 
Rido come una dannata, battendomi da sola le mani per le risposte. Aiuto, non respiro.
-Che fai?- caccio un urlo, scattando dalla sedia, spaventata.
-Fanculo Niall, mi è preso un colpo- dico con una mano sul cuore.
-Disse colei che continuava a ridere senza motivo. Ma che combini?- fissa il pc.
-Niente- lo chiudo di scatto -Ma quando arrivano i ragazzi?- chiedo, cambiando discorso.
Alza le spalle -Sono usciti due minuti prima del tuo arrivo per andare a vedere una partita di calcio- dice tranquillo.
Non credevo che ci fosse qualcuno messo peggio della mia migliore amica.
-MA SEI COGLIONE?- sbotto, facendolo sobbalzare -Potevi dirmelo prima invece di farmi fossilizzare su questa sedia!- dico.
Lui ride, ma io non vedo proprio nulla di divertente. Tranne le risposte di poco prima...
-Se vuoi, puoi lasciargli un bigliettino chiedendogli un appuntamento. No?- chiede e annuisco, sconvolta. La tinta non gli ha rovinato quei due neuroni che nel cervello.
-Prendimi i post-it- dico convinta e sorridendo amabilmente.
Niall scatta immediatamente, scomparendo dalla stanza.
 
*  *  *
 
-Oh cazzo- per poco non urlo, tenendomi salda alle mani di Sam che ride per la mia quasi spaccata.
-Credevo che Louis ti avesse insegnata a dovere- la fulmino con lo sguardo -Comunque, fai schifo a pattinare- commenta poi.
-Meeeeee meeeee- sfretta mio fratello sul ghiaccio, come se niente fosse. Ma dove aveva imparato?
-Oh oh- dice Sam bloccandosi e guardando oltre la mia spalla.
Oh oh cosa? Mi volto curiosa.
Le mie gambe si aprono sempre di più mentre Louis, seguito dagli altri, entrano nella pista di pattinaggio.
-Sono venuti- dico felice e stranamente con qualche dolore insieme. Poi mi accorgo che sono quasi sul ghiaccio.
Sam mi aiuta a rimettermi in piedi e con la mano mi guida verso i ragazzi, che vedendoci, ci sorridono. Tranne Louis.
-Posso parlarti?- mi chiede con tono piatto -Magari, da soli- conclude fissando Sam.
-Io però vi consiglio un posto meno scivoloso. Sophy fa schifo!- suggerisce la mia migliore amica.
E mi ritrovo spinta verso l'uscita. Tolgo i pattini infilando le scarpe, e seguo Louis in silenzio verso il bar che sta sopra la pista da pattinaggio.
Delgutisco nervosamente, mentre un magone si forma nel mio stomaco. Cosa gli dico? Come l'avrà presa la storia del 'bigliettino'?
-Due cioccolate, per favore- ordina Louis prima di sedersi ad un tavolino.
Mi sento terribilmente strana, e non mi piace questa situazione.
-Oggi sono venuta a casa tua- dico, imbarazzata.
-Lo so- risponde lui, tranquillamente.
-E ho spiegato a Niall il motivo di quell'articolo- continuo.
-So anche questo- rimane impassibile.
Mi gratto il collo, non sapendo come continuare. E parla! Dimmi tu qualcosa!
-Grazie per i biglietti- si muove sulla sedia, estraendo dalla tasca qualche post-it.
-Questi sono i miei preferiti- dice, e me li mostra uno ad uno.
'Ho provato a dare la colpa alle mestruazioni per il mio comportamento acido con la scodella, ma la verità è che mi sta immensamente sul cazzo, a prescindere dalle mie ovaie'
 
'And Looooooouis, you and I, I fuck you in casa mia toniiiiiiiiiiiight'
 
'Tu hai una bellezza diversa; tu hai la bellezza di chi ride e va avanti'
 
'L’amore è restare anche quando la vita ti urla da correre'
 
'E la verità è che non c’è verità, che nessuno se ne va mai per davvero e nessuno resta per sempre'
 
-Sono le mie preferite..Ma hai riempito la stanza di post-it e ancora non li ho letti tutti, purtroppo- mi scappa un sorriso, mordendomi le labbra per non fare la solita scena da film.
Strappo un pezzo di tovagliolo del bar, chiedendo al camierere che aveva appena portato l'ordine, di prestarmi una penna. Concentrata, scrivo.
 
'Hai una sicurezza di me. Che domani sarò qui, con te, per te'
 
Lo passo a Louis che sorride leggendo.
-Lo spero- commenta, sorseggiando un pò della sua cioccolata.
-Sai, in questi giorni sono cambiate tante cose- dice e quasi mi sembra di parlare con un amico d'infanzia.
-Ah si?- dico tranquilla, curiosa e confusa allo stesso tempo. Sembra davvero di stare in un film, dove alla fine c'è il 'fissero per sempre felici e contenti'.
-Cosa?- chiedo.
Louis sorride, giocando col manico della tazza.
-Per esempio, mi sono reso conto di essere innamorato di una ragazza..- dice con fare vago.
Mi trattengo dal saltare dalla sedia e urlare come una matta.
-Uhm...Lei lo sa?- chiedo, curiosa.
Louis ride. E ma fanculo! Così non aiuta!
Annuisce -Gliel'ho detto già-.
Oh cazzo! Non sono io, non sono io! Chiamatemi un ambulanza! Anzi, chiamate le pompe funebri, è appena deceduto un cuore.
-E lei che ha detto?- chiedo, sorseggiando un pò di cioccolata cercando di non guardarlo negli occhi.
Com'è brutto quando ti sbattono in faccia che non sei il suo tipo; anzi, che vogliono un'altra!
-Lei lo sa?- chiede e abbasso la tazza, confusa. 
Alzo un sopracciglio -Prego?-.
-Lei mi ha detto 'Lei lo sa?'- ride per la mia faccia.
Allora: secondo un matematico due più due fa quattro; secondo la mia calcolatrice no, ma è un dettaglio il fatto che l'ho comprata da un vucumprà un giorno al lago. Perchè sì, adesso ci sono anche i vucumprà ai laghi e non solo al mare.
-Sophy?- mi richiama, e mi scotto con la cioccolata che cade anche sul tavolo.
-Merda- impreco tirando la sedia.
Do una pulita ai pantaloni che ora sono sporchi e la risata di Louis attira la mia attenzione.
-Che ti ridi?- chiedo infastidita.
-Mi sarei aspettato urli da stadio; invece hai detto 'merda'- sventola le mani, ridendo.
-Mi sono bruciata, e grazie!- cerco di pulirmi.
-Vieni qui- mi tira per la sedia, avvicinandola alla sua -Ho avuto paura perfino di chiamarti. Ti rendi conto?- squittisce.
Sento il cuore in gola osservando le sue labbra perfette molto, MOLTO, vicine alle mie.
Annuisco -Pure io- commento.
-Rimediamo subito, allora- dice e alzo lo sguardo.
Lecca le labbra inferiori prima di farle combaciare ocn le mie.
WE ARE THE CHAMPIONSSSSSSSSSSS.
Schiudo la bocca per permettere di intrecciare le nostre lingue e approfondire il bacio. Cazzo se mi sento bene!
Poi si stacca, sorridendo. Uffa.
-L'ho sempre detto che siamo fatti per stare insieme- dice felice, stampando un altro bacio veloce.
Ma subito smonto i suoi sogni. Sfilo il cellulare dalla tasca e -Il test di compatibilità dice il contrario. Guarda- gli mostro il messaggio del 48884.
Louis ride di cuore, e mi abbraccia così, senza motivo.
-Vieni qui, e dammi un bacino- dice facendo sfiorare i nostri nasci e poi le labbra.
Ma anche la colonna vertebrala, se vuoi!
 
-Louis?- lo richiamo dopo l'ennesimo bacio.
-Mhh?- mugugna in risposta, mentre continua a giocare con le nostre dita delle mani e guardando di sotto gli altri pattinare, felici.
-Non aprire twitter e la posta per un pò. Forse ho fatto incazzare Eleanor- rispondo.
Alza la testa dal mio petto, guardandomi negli occhi.
-Cioè?- mi chiede confuso.
-Credi nel colpo di fulmine?- gli chiedo, e lui annuisce -Ho fatto la stessa domanda ad Eleanor col tuo contatto e le ho augutato di essere presa in pieno- scoppia a ridere e io mi sento morire.
E' troppo bello. Troppo per me.
-Ti amo- sussurra, e stavolta c'è bisogno davvero di un becchino!
 
 
FINE
 
  
 
 
EHIOOOOOOOOOOOOOOOO
Era una vita che non scrivevo 'fine' lol
Anyway...sono sempre io lollino
Btw, alors..come potete vedere *voce da deficiente*
non ho finito con un matrimonio (al mio solito) perchè forse,
e dico FORSE, ho un seguito per questa storia :)
Quindi, se vi è piaciuta questa, vi prego di dirmelo e mi
rimbocco le maniche :)
 
 

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Capitolo 19
*** EXTRA - AVVISO. ***


Ehm...Non è proprio un extra, questo.
E' solo che, come vi avevo avvertiti per messaggio privato, finalmente ho messo il continuo di Give me love :)

Non si trova su questo profilo, ne ho uno nuovo (come vi avevo avvertito) e l'ho messo lì :)

Inoltre, ho fatto anche un mini trailer su quello che succederà nella storia.
CLICCATE QUI PER IL TRAILER



CLICCATE SULL'IMMAGINE PER LA NUOVA STORIA.


Grazie a chi continuerà a seguirmi :)

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