• I Want It All •

di NinaTheGirlWithTheHat
(/viewuser.php?uid=130154)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** • Rebel • ***
Capitolo 2: *** • I Want It All • : Haunting you ***
Capitolo 3: *** • I Want It All • The fleeing overseas ***
Capitolo 4: *** Hurt me so bad ***
Capitolo 5: *** • I Want It All • Get Right ***
Capitolo 6: *** La tregua finisce qui ***
Capitolo 7: *** Inseguimenti ***



Capitolo 1
*** • Rebel • ***


I Want It All 
 Rebel

 

 

 

 
 
 

Quando Amy Lee Salinsbur riesce a scappare dall’armata dei Dragoni Verdi.



Amy Lee Salinsbur,ex-baronessa di Salinsbury,ora si ritrovava in carcere. Durante l’interrogatorio non aveva parlato,anzi aveva pure sputato in faccia al sergente che le stava seduto davanti e aveva quasi infilzato un tenente lanciandoli contro il pugnale che teneva nascosto nel corsetto.
I capelli biondi,raccolti in uno chignon ormai sfatto,le ricadevano scompigliati sugli occhi grigi che brillavano di una incredibile determinazione.
“Stupid, do you think I would  say anything? Credete che dirò qualcosa a voi sporchi militari? Dopo che mi avete mandata in prigione togliendomi le proprietà,le mie proprietà? Preferisco morire!”
“Signorina,non fate così!”
“Voi Dragoni Verdi siete solo delle fecce,non potete nemmeno compararvi ai veri gentiluomini inglesi che hanno combattuto per la Corona,come mio padre!” gridò indignata divincolandosi dal tenente facendolo cadere a terra. Corse fuori dall’accampamento e cercando un cavallo vi montò sopra per poi partire di gran carriera. A piedi nudi,senza sella,cavalcava con le sottane che le scoprivano le gambe bianche rendendo la scena alquanto indecente per una nobile inglese. Suo padre non aveva potuto fare nulla con lei se non allevarla come poteva. Ma lei voleva sopravvivere e andarsene da quella guerra che aveva rovinato la sua famiglia,come molte altre. Possedeva la stessa indole indisciplinata e ribelle di sua sorella Marion,ora in America a combattere con i volontari. Sentì un rumore di zoccoli dietro di sé e vide che un’intera armata di Dragoni la stava seguendo. Estrasse allora una pistola da una delle sottane e girandosi sparò verso i cavalli più veloci che stramazzarono al suolo o disarcionarono spaventati i loro cavalieri. Si rigirò e salì su di una altura conducendo velocemente il suo cavallo verso una gola a strapiombo. Trovatasi però a picco sul mare senza via di scampo scese da cavallo e estrasse un’altra pistola. I Dragoni la circondarono.
“Fareste bene ad arrendervi miss,ne va della vostra vita”
Alzò le mani facendo cadere la pistola.
Il generale O’Hara ghignò : “Prendetela”
Ma Amy Lee ghignò per poi girarsi e buttarsi nel vuoto.
“Tutti alla spiaggia,non dobbiamola farcela scappare”
La ragazza cadde nel vuoto per poi sentire la superficie dell’acqua infrangersi sotto il suo peso. Con forza lottò contro le onde e riuscì a ritornare a galla in poco tempo. Sentendo il rumore dell’armata farsi sempre più vicini,si nascose in una cavità della parete rocciosa scavata dall’acqua e dal sale marino. Si aggrappò alla parete cercando di non farsi vedere.  Si girò ma fu troppo tardi per lei e venne sommersa da un cavallone violento che si infranse contro la parete di marmo scivolosa. Riuscì a prendere una boccata d’aria e immergendosi vide il fondo di una barca sovrastarla. Emergendo dall’acqua riuscì a salire sulla barca e pagando due dobloni d’oro al traghettatore lo convinse a seguire la traiettoria da lei indicata.
Raggiunta una sponda desolata ringraziò l’uomo e si fece dare delle indicazioni per raggiungere il porto più vicino e magari una locanda in cui riposarsi.
 
William Tavington seduto lucidava la canna della sua rivoltella vide entrare il generale O’Hara furibondo.
“Che succede?”
“La figlia di Hermann Salinsbur,è scappata e non sappiamo dove sia finita.”
“La baronessa? E come ha fatto?”
“Ha quasi ucciso un tenente,poi ha sputato in faccia ad un sergente,ha rubato il mio cavallo,ha fatto disarcionare alcuni dei nostri uomini migliori e poi….”
“Poi?”
“Ero sul punto di catturarla quando…si è buttata in mare! Ora la stanno cercando ma non l’hanno trovata”
“Lasciate che me ne occupi io” disse ghignando
“Eccellente,portatemela viva,mi raccomando”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** • I Want It All • : Haunting you ***


 • I Want It All •

 Haunting you  

 

 

 
 
 

Quando Amy Lee si trova faccia a faccia con il suo inseguitore. Chi è la preda e chi il cacciatore?

 

Amy Lee se ne stava seduta in un’osteria sorseggiando un boccale di birra quando vide un uomo avvicinarsele con aria famelica.
“Una bella signorina non dovrebbe starsene qui tutta da sola,non trovate miss?”
“Sparisci” disse lei puntandogli addosso la pistola.
L’uomo indietreggiò incredulo e se la do a gambe.
Amy Lee sentì entrare dei soldati dal rumore degli stivali neri sul pavimento.
“Colonnello Tavington,che piacere vedervi” civettò una prostituta avvicinandosi a lui.
“Dolcezza,che ne dici di andartene? Sai non vorrei riempire di pallottole il tuo bel visino”
“Certo,signore” trasalì lei.
 
Amy Lee imprecò sottovoce. Proprio lì doveva arrivare? La ragazza era in preda all’ansia quando le venne un’idea. Di nascosto riuscì ad uscire dalla locanda e si recò nelle stalle. Decise di far scappare tutti i cavalli in modo tale che i Dragoni non l’avrebbero potuta seguire e preparò un unico cavallo per sé. Rientrando si mise un paio di abiti maschili che aveva trovato nella borsa di Tavington e si rimise al tavolo finendo la sua birra. Intanto Tavington si mise seduto ad un tavolo e iniziò a perquisire la stanza con lo sguardo in modo da poterla trovare. Aveva messo soqquadro ben tre osterie senza trovarla e secondo i suoi calcoli quella era l’unica rimanente. Vide un ragazzo seduto da solo ad un tavolo in disparte e lo trovò alquanto sospetto. Si avvicinò e si accomodò accanto a lui.
“Siete da solo?” chiese sporgendosi in avanti ma il ragazzo non fiatava.
Tavington sorrise e gli prese il mento tra due dita. Un paio di occhi grigi lo fissava derisorio mentre la bella bocca rimase semischiusa. Tavington allora prese la pistola e la puntò contro la gola bianca.
“Ti ho trovata” ghignò sottovoce
“Ne siete sicuro?” chiese suadente
“Sicurissimo”
“Sapete io ho ben tre pistole con me”
“Non ci credo,e dove le nascondi? Nel corsetto?”
“Si,se non ci credete perquisitemi.”
“Venite di sopra con me che così potrò perquisirvi per bene
“Certamente,colonnello Tavington”
 
Il ragazzo si alzò e Tavington lo seguì.
Andarono nella camera di sopra e Tavington chiuse la porta con forza facendo saltare la chiave dalla serratura. Amy Lee prese una pistola e lasciò scivolare vicino alla porta in una posizione agevole. Tavington la prese per la vita e la fece sbattere contro il muro.
“Ora ditemi come mai siete scappata!”
“Mi fate schifo,lo sapete. Non ve lo dirò mai. Sia chiaro” disse puntandogli contro la pistola.”Ora lasciatemi andare o sarà la mia cara amica a parlare per me,signor colonnello.”
“Scommetto che non sapete impugnarla come si deve”
“Volete provare?”
Con uno scatto la donna si liberò da Tavington e gli puntò contro pure l’altra pistola.
“Non seguitemi,non provate ancora a cercarmi e non osate più toccarmi con le vostre manacce,signor colonnello,o per voi sarà qualcosa di terribile,lo giuro sul mio nome.”
Tavington alzò le mani in segno di resa ma prima che lei si voltasse le fece uno sgambetto facendola cadere a terra. La camicia le si aprì rovinosamente lasciando in mostra i bei seni candidi.
Tavington sorrise famelico e guardò quello spettacolo della natura.
“Bene bene,vedo che ora i ruoli si siano capovolti” disse puntandole contro le sue stesse pistole
“Colonnello,sono scariche quelle pistole,invece questa no.” Disse prendendo la pistola da terra “Ed ora ditemi,chi ha il coltello dalla parte del manico?”
“Voi,signorina”

“Eccellente. Addio.” Disse aprendo la porta con un calcio e saltando dalla finestra direttamente nella stalla; prese tutti i vestiti di Tavington e se li portò dietro una spalla.
“Ah colonnello…grazie dei vestiti!” disse ridendo e spronando il cavallo partì di corsa verso il porto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** • I Want It All • The fleeing overseas ***


• I Want It All •

The fleeing overseas
 

 

 

 

Quando Amy Lee scopre di soffrire il mal di mare


       Amy Lee si attaccò alla parete in legno della barca e tenendosi una mano allo stomaco e una alla bocca cercava di soffocare il rigetto che rischiava di rovesciarsi, rovinosamente, sul ponte di legno marcio, provocando un nauseante fetore. Soffocò un gemito di dolore quando si sostenne al parapetto svuotando tutto quello che cercava di trattenere. Accasciandosi per terra tirò fuori una borraccia piena d’acqua da qui bevve un lungo sorso. Sentendo che la nausea passava strappò un pezzo di pane e ne assaggiò la morbida sostanza, gioendo di quel buon sapore. Si avvolse nella sua coperta di lana e cercò di dormire almeno un po’,dato che non ne aveva ancora avuta l’occasione.
Sentì qualcuno chiamarla e scuoterla nel sonno. Aprì faticosamente gli occhi e vide un marinaio che le stava dicendo qualcosa sorridendole gentile;era un omaccione imponente ma non sembrava cattivo.
“Hey ragazzo guarda che siamo arrivati a destinazione. Vieni con noi a mangiare un boccone?”
Amy Lee annuì e seguì l’uomo che le indicò un’osteria vicina al porto.
Si sedettero ad un tavolo abbastanza numeroso dove alcuni uomini che sembravano marinai stavano mangiando in allegria allietati dalla presenza di qualche donnina molto “aperta” e “socievole”.
La ragazza o meglio il ragazzo si sedette abbastanza in disparte e iniziò a mangiare lentamente il suo pasto.
 
Dopo una mezz’ora buona aveva già fatto amicizia con tutti e allegramente brindavano al viaggio appena compiuto.
“Ho sentito che i Dragoni Verdi hanno distrutto un’altra piantagione!” disse Matt,l’uomo che aveva invitato Amy Lee a mangiare con loro. Gli occhi azzurri si illuminarono indignati al solo nominare quel nome funesto. La ragazza concordò vivamente con lui e raccontò la sua vicenda suscitando la solidarietà dei suoi nuovi amici.
“Brutta storia ragazzo,mi spiace” disse Matt dando una pacca sulla schiena alla giovane che sussultò provocando il riso di quegli omaccioni.
Amy Lee salutò tutti con la promessa di scrivere e ricevere al più presto delle lettere e di scambiarsi informazioni sugli spostamenti dei Dragoni.

       

 


 

William Tavington si ritrovava in camera sua mentre godeva dell’amplesso carnale con una prostituta del forte. Purtroppo non riusciva troppo a concentrarsi su quel bel corpo dalle forme abbondanti e rotonde che amava stringere tra le sue ruvide e grandi mani.
Pensava continuamente a lei,ai capelli biondi e agli occhi grigi come tempesta e argento. Come mercurio.  Agognava il momento della sua sconfitta e della sua resa. Troppo tenace,troppo imprevedibile,troppo forte,troppo furba. Un nemico degno.
La donna si accasciò su di lui premendo i capezzoli rossi di baci sul petto marmoreo.
Il respiro caldo e affaticato gli giungeva fin troppo chiaro e allora infastidito se la tolse di torno.
La donna sbuffò e velocemente si rivestì dei volgari e sgargianti panni ; uscì facendo sbattere la porta.
Tavington gemette di frustrazione quando sentì la sua eccitazione risvegliarsi dolorosamente. Inutile era stato l’intenso sfogo di prima.

 



Vestita finalmente con panni femminili,Amy Lee camminava tranquillamente sulla spiaggia mirando l’incredibile distesa azzurrina che ricopriva tutto lì intorno, le rocce bianche e pure che si stagliavano all’orizzonte. I capelli biondi catturavano i raggi del sole che moriva ad ovest,illuminandoli d’oro.
Si avvicinò all’acqua e togliendosi gli stivali immerse i piedi sentendo un piacevole brivido salirle sulla schiena. Camminò per un po’ finché non vide le caviglie immerse nell’acqua. Con una mano teneva gli stivali mentre con l’altra teneva la gonna. Quando fece buio la ragazza si sistemò vicino ad una barca e accese un fuocherello per riscaldarsi. Tirò fuori dalla sua bisaccia del cibo e iniziò a mangiarlo mentre ammirava il cielo stellato.

 
 
 

 
Tavington cavalcava già di buona mattina in testa ad una ventina di Dragoni.
Si ritrovava in una cittadella sul mare e chiese informazioni sulla sua “preda”. Alcune persone gli dissero che avevano visto una bella ragazza dai capelli biondi camminare sul lungomare la sera prima. Indossava inoltre degli abiti pregiati e quindi doveva essere nobile.
Arrivato alla spiaggia smontò da cavallo e si avvicinò ad una figura dormiente accoccolata dolcemente sulla spiaggia.
Ti ho trovata,Amy Lee Salinsburg!
Si accovacciò e scuotendola per un braccio la fece smuovere dal sonno.
La ragazza aprì gli occhi e spaventata gridò : “È IMPOSSIBILE! COME AVETE FATTO?”
“Informatori baronessa,informatori capaci e attenti che vi tengono d’occhio ovunque voi andiate. Siete stata molto furba e ci avete  fregato per  ben 3 volte. Complimenti. Ma ora signorina Salinsburg dovrete venire con me.” Disse sadico avvicinandosi alla ragazza “È un ordine.”
“Mai!” disse la giovane scalciando furiosa “Allontanatevi impostore,traditore della Corona!”
La ragazza riuscì a liberarsi dalla presa dell’uomo e scavalcando la barca con un salto iniziò a correre a piedi nudi sulla spiaggia furiosamente e il più velocemente possibile. Tavington confuso si riprese velocemente e, salito a cavallo, iniziò a rincorrere la nobildonna che teneva con tutte e due le mani la gonna  gonfiata dal vento.
La ragazza vedendo che la stava raggiungendo corse su di uno scoglio e arrampicandosi alla ben e meglio cercò di porre la massima distanza possibile tra lei e il suo inseguitore.
Tavington si gettò in mare e raggiunse lo scoglio. La ragazza urlò qualche imprecazione all’uomo che non la mollava un secondo e senza pensarci si buttò in mare. Tavington la raggiunse e la tirò in superficie dato che Amy Lee era quasi affogata a causa della sua agitazione e delle onde che cercava di contrastare. Tavington la prese tra le sue braccia e la ragazza vi si appese per non rischiare di affogare di nuovo o di mandare a quel paese la sua dignità ormai ferita con una fuga goffa.
“Vi odio lo sapete colonnello?” disse piena d’ira la donna che si strinse ancora di più all’uomo. Il colonnello sussultò a quel contatto e ricordò la vista della pelle candida e liscia del collo.
“Lasciatemi,maniaco!” disse liberandosi e immergendosi in acqua e spruzzando con le gambe il colonnello che la prese per il braccio e la tirò su trascinandola sulla spiaggia. La ragazza scalciava e urlava come un’ossessa : “Lasciatemi uomo rozzo! Lasciatemi subito! Pazzo!”
Il colonnello se la issò su di una spalla e la buttò sulla sella del suo destriero,un cavallo nero purosangue.
I Dragoni presenti guardavano sbigottiti quella scena,altri se la ghignavano alla grande.
“Zitti maleducati! Ed è forse questo il modo di trattare una signorina? Volgari!”
Tavington montò a cavallo e strinse tra le braccia Amy Lee messa davanti a lui. Un braccio si avvolse intorno alla vita di lei.
Amy Lee si lasciò andare stancamente sulla spalla di lui inclinando il capo e respirando affannosamente,gli occhi chiusi e i capelli bagnati. La schiena si mosse flessuosa e combaciò morbidamente con il petto muscoloso del Colonnello. E Morfeo la stordì con la canna della sua pistola.
 


 

Grazie a tutte le persone che hanno messo questa storia nelle preferite,nelle seguite,chi ha recensito (poche direi),chi l'ha messa nelle seguite. Aspetto veramente con ardore le vostre recensioni,anche se non me ne aspetto a fiotti xD Grazie di tutto,spero che il capitolo vi sia piaciuto...se volete leggere altre storie potete andare nel mio account e le troverete! ^^ CIao e BaCi!!!

Nina

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Hurt me so bad ***


 

• I Want It All •
Hurt me so bad


Quando Amy Lee arriva al forte inglese


Seduta su un carro,con le mani legate dietro la schiena ed un fucile puntato alle tempie Amy Lee raggiunse il Forte Inglese posto sopra un’altura,circondato da alberi e rocce scoscese. Scappare risultava quasi impossibile. Doveva rimanere e trovare un modo prudente per scappare,se scappare sarebbe mai stato prudente. Un soldato le sollevò il mento con una mano e lei lo girò di scatto disdegnosa. Chi sono loro per metterla in ginocchio? Cercava di alzarsi ma le catene la impedivano facendola sbattere per terra. La guardia la fissava  imperiosa per poi dirle sprezzante che tra poco avrebbe visto la sua nuova “dimora”. Vedeva allora la fine della fuga.
 
Quando il cancello si era alzato ed erano arrivati all’interno del forte ad aspettarla c’era colui che l’aveva catturata,Tavington con il suo ghigno diabolico. Quanto avrebbe voluto cancellare dalla sua faccia quella maledetta espressione. La prese per i polsi incatenati e la condusse malamente all’interno del fortino.
 
“Per tua immensa fortuna il re ha pagato un grosso riscatto in modo che la tua libertà venga preservata e in modo che tu venga trattata con i guanti bianchi. Ringrazia il tuo Dio delle tue nobili origini se no saresti finita direttamente in galera con le pezzenti e le puttane.”
“Ma come siete magnanimo Colonnello,la vostra opera di bontà,la vostra benevolenza. Siete proprio un sant’uomo!” disse con forte sarcasmo tra i denti.
“Statevene buona baronessa”
“E voi state attento”
“Che paura,guardate come tremo” le disse bisbigliando suadente all’orecchio di lei “Tremo proprio.”
“Mi disgustate” disse soffiando come un serpente a cui hanno pestato la coda.
Tavington le diede una spinta ed insieme salirono le scale della torre mentre una schiera di cameriere fissava adorante il colonnello e accigliate la giovane donna in catene ;la maggior parte di loro provava compassione per quella povera sventurata che era caduta nelle mani di un carnefice così spietato,ma Amy Lee non se ne faceva niente del loro compatimento,anzi,ne rimase alquanto irritata.
“Credo che adesso la scenata sia finita,quindi lasciatemi andare”
“Se no cosa mi fate?”
“Vi farò passare il momento più infernale di tutta la vostra lurida e misera vita. Non potete immaginare”
“Invece,sì immagino, immagino bene che tipo di cose mi faresti. O che possiamo fare insieme,che ne dici?”
“Le vostre proposte indecenti mi lasciano basita”
Tavington ghignò e le tolse la catena che le legava i polsi dolorosamente. Tavigton però le trattenne i polsi in una mano facendola sbattere contro il suo petto marmoreo apposta.
Amy Lee si girò e gli mollò un pugno così forte da spaccargli il labbro.
Tavington si pulì il labbro dal sangue e preso con forza il viso della giovane lo strinse così forte che sembrava volesse frantumarlo in mille pezzi. Poi le morse le labbra e la baciò facendola sbattere contro le inferriate. Il Colonello la fece ancora più premere contro le sbarre facendo strusciare il suo corpo contro il suo. Amy Lee gli assestò una ginocchiata al basso ventre che lo fece gemere dal dolore e seguì una sberla dritta alla guancia destra di Tavington che girò il capo dolorante.
“Non ci provate mai più.” Disse pulendosi le labbra gonfie e rosse di sangue.
La ragazza venne raggiunta da una cameriera che fingendo di non vedere ciò che era successo portò la giovane donna nelle sue stanze.
 
Dopo essere stata pettinata e abbigliata nel modo in cui si addice ad una nobildonna inglese,Amy Lee fu portata al cospetto di un uomo,vecchio e con la barba bianca che la accolse con gentilezza.
“Che piacere avervi qui,Miss Salinsburg. Ho sentito cosa è successo a vostro padre. Che disonorevole affronto gli hanno fatto! Essere costretto agli arresti domiciliari. E tutto a causa di quei ribelli”
“Concordo con voi,signore. Inoltre queste ingiurie si sono abbattute sulla mia stessa persona,costringendomi a fuggire come una criminale. I Dragoni si sono impossessati delle nostre terre e volevano pure togliere a me il titolo nobiliare”
“Infatti i loro metodi sono riprovevoli miss,mi addoloro per la vostra sorte. Noi soldati della guardia reale,noi esercito inglese così onorevole e di alto prestigio,ci dobbiamo mischiare con questi giovanotti boriosi. Un tempo la Corona Inglese era orgogliosa di  noi. Ma dobbiamo anche convivere con il fatto che alcuni Dragoni siano molto capaci,anche se costa fatica per noi vecchi idealisti. Comunque sappiate che avete la mia protezione e se sarete in necessità di aiuti io sarò lesto nell’aiutarvi,in memoria e in onore della profonda amicizia che mi lega tuttora a vostro padre per cui chiederò venia.”
“Vi ringrazio,siete un uomo così magnanimo. Mio padre può contare allora su di voi.”
“Certamente,per me è un onore. Ora sarete stanca quindi vi do il diritto di congedarvi. Buon riposo,Miss”
“Arrivederci e grazie”
Ora poteva vantare ben due protettori,il Generale,Lord Milgton, e il Re in persona che aveva chiesto addirittura espressamente che non le fosse torto nemmeno un capello.
 
Tavington si ritrovava nel letto di una prostituta del forte su cui aveva sfogato i suoi istinti più bassi,ripagando l’enorme frustrazione che l’aveva colpito così violentemente. Quella donna! Che seccatura. Doveva farla fuori ancora prima di sentirsene attratto,tanto tempo fa.
Ed ora si ritrovava in quella faccenda.
Ah se gli fosse passata sotto le mani le avrebbe fatto vedere cosa significava il dolore.
 
Amy Lee si stava pettinando i capelli dorati per poi infilarsi tra le coperte del suo letto. Una lunga camicia bianca che le arrivava alle caviglie la teneva ben coperta dagli spifferi che entravano di notte tra quelle mura. Si addormentò velocemente.
 
Ad un certo punto della notte un rumore la destò dal suo sonno facendola sussultare. Si liberò dalle lenzuola e prendendo una vestaglia da notte uscì,tenendo in mano una lampada ad olio.
I corridoi erano bui e per questo stava attenta a dove metteva i piedi. Tendendo l’udito cercò di risentire il rumore che si riconfermò vicino. Con prudenza girò l’angolo che la portava nei corridoi esterni che servivano per raggiungere le cucine. All’improvviso vide una luce e iniziò a rincorrerla. Si fermò vedendo una figura che si stagliava nell’oscurità. Si portò una mano alla bocca dallo spavento quando vide il Colonnello Tavington che sinceramente sorpreso la guardava.
“Colonnello,l’avete sentito anche voi?” chiese bisbigliando ed avvicinandosi all’uomo che annuì con un movimento del capo. Il Colonnello la prese per un braccio quando sentirono di nuovo il rumore e si nascosero dietro una parete. La ragazza preoccupata si strinse al braccio possente dell’uomo che le cinse la vita con l’altro. Sentendo il rumore allontanarsi iniziarono ad inseguirlo correndo per i corridoi con in mano le lampade,tenendosi per mano in modo da non perdersi durante la corsa nell’oscurità.
Si ritrovarono davanti all’ufficio di Lord Milgton che allarmato era uscito anche lui a vedere cosa succedeva. Li fece entrare nella stanza ed insieme discussero di ciò che era successo.
Seduti vicini la nobile e l’uomo si guardavano ogni tanto scambiando occhiate d’intesa. Lord Milgton non riusciva a spiegarsi ciò che era successo e rivolto verso la finestra meditava. Alla fine si misero d’accordo che se la notte seguente sarebbero stati all’erta pronti all’azione.
Ormai erano giunte le prime luci dell’alba e il nobile ordinò che fosse preparata la colazione.
Tavington nella sua vestaglia da notte blu come i suoi occhi,i capelli sciolti sulle spalli e un po’ scompigliati e la camicia bianca che risaltava fissava la giovane donna mentre beveva una tazza di the fumante. I capelli erano mossi sulle spalle e le guance rosse per il freddo risaltavano a contrasto con la vestaglia bianca e la camicia da notte lunga che le copriva le gambe mentre le braccia erano scoperte perché le maniche erano state arrotolate.
Lord Milgton chiese che Tavington ospitasse la giovane per la giornata seguente temendo per l’incolumità della fanciulla a lui tanto cara.
Salutato il gentile signore entrambi si avviarono verso la camera di lui,entrambi in silenzio.
Quando giunsero alla porta della camera Tavington ne aprì l’uscio facendo entrare la ragazza per prima che soffocò un lamento per l’odore di sesso e alcol che impregnava tutta la stanza. Nelle coperte disfatte giaceva il corpo ignudo di una donna matura,con il ventre e i seni scoperti alla vista del mondo. Tavington impallidì guardando la ragazza indignata che guardava la prostituta dormire,che vedendo la luce entrare,si era destata dal sonno. La donna si alzò e accorgendosi di Amy Lee la guardò invidiosa. Tavington notò subito la differenza tra quelle due femmine,come lui le chiamava. Se Amy Lee pareva un angelo con la pelle bianca del collo e delle mani,i capelli biondi,dorati come l’oro e gli occhi grigi,la vestaglia bianca e semplice,ma decorosa e sobria, la donna era matura,sicura della sua sessualità e con un corpo in carne e scuro coperto per poco da quel vestito così sgargiante e volgare. “Colonnello,avete trovato un’altra giovane?” chiese stizzita la donna
“Mi spiace deludervi,signora,ma voi errate pienamente. Io non sono come voi,ne lo sarò mai. Io,degli uomini,non ho ne paura ne timore. Il Colonnello Tavington sa bene quale sia la mia filosofia di vita,non è vero Signor Colonnello? Quindi non temete,non vi ruberò il vostro posto nel suo letto. Sto meglio nel mio,più spazioso.” Disse la fanciulla alzando lo sguardo mostrandosi nella sua nobiltà e nella sua forza
La prostituta se ne andò indignata sbattendo la porta.
“Mi sa che avrete una sgualdrina in meno nella vostra lista” disse ridendo
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** • I Want It All • Get Right ***


Mi scuso per il ritardo accomulato di questi mesi. A tutti un grazie,spero non mi abbandonerete! :D



• I Want It All •

Get Right

</p


Quando Amy Lee segna una tregua temporanea con il suo peggior nemico,il colonnello Tavington.


“Una tregua? Ѐ questo che mi chiedi?” chiese l’uomo steso sul letto,appena svegliato.
“Si,una tregua. Una tregua speciale:solamente momentanea.
 
Tavington si era svegliato in un modo strano : si era ritrovato davanti la sua personale tortura bionda, in tutto il suo splendore … mattutino,ovviamente.
“Una tregua” disse soppesando le parole.
“Esatto. Una tregua. Momentanea. Allettante,non trovi?” disse con un sorriso.
Tavigton si sporse dal materasso appoggiandosi mollemente sul cuscino.
“Le tregue non portano mai niente di buono”
Amy Lee si abbassò raggiungendo l’altezza del volto virile dell’uomo.
“Questa porterà sicuramente qualcosa di buono” disse suadente.
“Splendore,non mi inganni”
“Signor Colonnello,vi prego” disse sbattendo leggermente le lunghe ciglia bionde “Allora,accettate?” disse con un sorriso malandrino dipinto sul bel viso.
“Ci penserò” disse ghignando per poi ritornare sotto le coperte.
La fanciulla strinse talmente forte i pugni che le nocche le si sbiancarono : una furia immensa aveva rotto il suo autocontrollo.
Tavington sentì qualcuno piombarli addosso e quando rialzò il mento dal suo rifugio fatto di coltri e morbide trapunte gli si parò davanti un’Erinni bionda alquanto infuriata.
“Accetta. Subito” soffiò inviperita stringendogli il polso. Gli occhi grigi sembravano in tempesta.
Tavington sorrise e le accarezzò una guancia e le baciò piano le labbra.
Amy Lee gli schiaffeggiò la mano con stizza ritraendosi al suo tocco.
“Tu dirai di si. Punto e stop. Ne va della mia salute mentale,Tavington”disse ancora a cavallo delle sue gambe,sovrastandolo. Tavington la guardò serio un momento e poi la baciò di nuovo,ma stavolta con più passione,fermandole i polsi dietro la schiena,dolcemente. Amy Lee cedette a quella dolce tortura,rilassando le spalle e i muscoli tesi;quando Tavington le lasciò i polsi facendo scivolare le mani a reggerle la schiena,Amy Lee posò i suoi palmi accanto al viso dell’uomo,ai lati.
Quando sentì il materasso sotto di se,aprì appena gli occhi,fissando lo sguardo in quello dell’uomo.
Ancora una volta il colonnello le accarezzò la pelle liscia del viso posandole un bacio sulla tempia.
“Okay,accetto la tregua,contenta?”
“Davvero?” disse con un sorrisone lei,rimettendosi seduta “  Ma è fantastico!” gridò
“Ma in cambio voglio qualcosa …” disse maliziosamente
Amy Lee si alzò dal letto impaurita e indietreggiò appena mettendosi sulla difensiva.
Tavington si alzò dal letto con la camicia aperta e si avvicinò con sguardo da predatore fino a farla indietreggiare contro il muro. Amy Lee sentì la solida presenza del muro,gelidamente spietato contro la sua pelle rovente e stranamente accaldata. Tavington lasciò che la camicia scivolasse dalle sue braccia,- il tessuto che gli accarezzava suadente la schiena larga e forte,i muscoli  d’acciaio che guizzavano al passaggio della stoffa fresca - ,per poi  lasciarla cadere ai suoi piedi nudi,impotente. Amy Lee alzò lo sguardo di mercurio su quello ghiaccio del colonnello e lo scrutò con timore che venne poi sostituito da una feroce determinazione e il mercurio degli occhi si trasformò in tempesta.
“Tavington” lo minacciò “non giocare con me se no io ti …” prima che finisse di parlare la bocca del colonnello aveva coperto la sua,intrappolando le ultime parole all’interno delle sue labbra.
Amy Lee annaspò in cerca d’aria e con uno spintone cercò di allontanare quel corpo possente che aderiva così perfettamente con il suo : schiacciata tra la parete e la massa di Tavington le sembrava di morire perché sentiva che l’ossigeno stava finendo,bruciato nell’aria da quello sguardo di fuoco.
D’un tratto si mosse con violenza cercando di liberarsi,graffiò tutto ciò che poteva,spingeva con forza pur di vincere,spintonava e mordeva. Tavington si leccò il braccio ma non appena si chinò sulla parte lesa sentì una lieve lingua di sangue scendere dalla sua mascella dove si era creato un piccolo graffio.
Amy Lee respirava con affanno ed una ciocca bionda le era caduta sul viso donandole un’inconsueta aria selvaggia. La ragazza scivolò contro la parete per poi finire seduta sul pavimento. Tavington furente calò su di lei come un falco e prendendola per le natiche la sollevò facendole combaciare schiena con il muro. Amy Lee incrociò le gambe a circondargli la schiena e le mani passarono sul torace muscoloso dove sentì chiaramente il solco degli addominali. Tavington premette il bacino contro quello della ragazza e questa gemette nel suo orecchio,facendo affondare le unghie nella schiena nuda e possente,lasciandole strisciare,scavando nella carne.
Tavington soffocò un ringhio d’eccitazione nei capelli di lei che profumavano di lavanda e sapone.
Con una necessità che non aveva mai conosciuto si calò i pantaloni e affondò in lei all’improvviso lasciando che gemesse per la sorpresa e le sue mani si muovessero con necessità sul corpo di lui,che stringessero convulsamente le spalle larghe,che le unghie lo graffiassero e che i suoi dolci gemiti gli riempissero le orecchie spronandolo a continuare disperatamente,a prolungare quel contatto il più a lungo possibile.
 
Poi si svegliò. La fronte madida di sudore,il corpo che tremava ed una gran frustrazione addosso.
Un corpo esile ed aggraziato steso accanto a lui che respirava lentamente e in modo regolare,i biondi capelli sparsi sul cuscino,le gambe avvolte tra le lenzuola bianche e la lunga camicia da notte con le maniche tirate su . Era stato tutto un sogno.
 
Amy Lee si svegliò sorprendendo il colonnello a fissarla; strabuzzò gli occhi cercando di mettere a fuoco la situazione ma ciò che la colpì era lo sguardo ghiaccio di Tavington.
“Colonnello,che succede?” chiese passandosi una mano nella chioma bionda,spostando i capelli su una spalla.
“Una tregua,ecco.”
“Tregua? E chi mai ne vorrebbe una? Io non di certo!”
“Meno male.” Disse, sospirando di felicità.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La tregua finisce qui ***


• I Want It All •

 

 
 


 

La tregua finisce qui


 “Tavington!”  chiamò a gran voce il Generale O’Hara “Tavington!”
Tavington si infilò i calzoni di fretta e fece lo stesso con la camicia senza abbottonarla,poi si precipitò fuori dalla stanza.
Il superiore se ne stava davanti la porta del suo alloggio con le braccia incrociate e il tacco dello stivale che produceva un nervoso ticchettio sulle assi di legno del pavimento.
“Generale.”
“Tavington,la ragazza?”
“La baronessa?”
“Ex-baronessa,Tavington,precisiamo”
“E?”
“Portamela subito qui!”
 
Amy Lee aveva sentito tutto,dalla prima all’ultima parola. Che fare? Doveva scappare? Senza dire niente a Tavington?
Tavington entrò e trovò la camera vuota.
Soffocò un ringhio di rabbia.
 
Amy Lee era uscita dalla finestra e se ne stava contro il cornicione in attesa che i due uomini se ne andassero. Guardò giù e vide del fieno,così si lasciò cadere sopra il cumulo in modo da attutire la caduta.
Uscì dal fieno e corse nelle cucine.
Senza farsi vedere prese del cibo e un cambio di vestiti che aveva trovato nella lavanderia.
Poi si tolse la camicia da notte di mussola,indossò calzoni e camicia e si avvolse in un mantello blu.
Sellò un cavallo e vi salì sopra,poi partì al galoppo,passando per i campi e lasciò quel maledetto fortino che l’aveva vista prigioniera. 
Incrementò man mano la velocità quando si ritrovò su una strada larga e poco accidentata.
Sentì degli spari dietro di se: una mandria di Dragoni Verdi la stava inseguendo.
Spronò ancora di più il cavallo affinché accelerasse ancora di più in modo da seminare il branco di uomini che le era alle calcagna.
Si trovò ad un bivio e tirando le redini cambiò direzione,notando che l’altra era fangosa e pericolosa per la sua cavalcatura,poi spronò il cavallo e partì a tutta velocità riprendendo la sua fuga.
Tavington intanto imprecava a gran voce contro la bionda che prima lo aveva ammagliato e poi si era data alla fuga.
“Ti prenderò e dopo non vedrai più la luce del giorno!”
“Va a quel paese Tavington” gridò la ragazza al vento
 
Si ritrovò sulla strada che dava per un paesino dove era passata una volta soltanto con suo padre,durante uno dei loro viaggi.
Un moto di nostalgia la prese,pensando al povero e amato padre e a tutte le ingiustizie perpetuate nei loro confronti.
Poi scacciò quel pensiero malinconico,doveva trovare un rifugio,un posto dove salvare la pelle,almeno per il momento.
Tirò le redini e il cavallo cambiò direzione,inoltrandosi in un piccolo cunicolo che dava al centro del paesino.
Siccome le vie erano molto strette Amy Lee dovette lasciare il cavallo presso una stalla e continuare a piedi.
Un  maleodorante rivoletto divideva la strada in due parti ed un odore nauseabondo colpiva i sensi.
Amy Lee,si appiattì contro il muro,stringendo due dita intorno al naso per  non inalare quel fetore.
Si nascose dietro delle rovine quando vide una serie di giubbe rosse e verdi passarle davanti gli occhi.
Maledì mentalmente quell’osso duro che era Tavington:era un predatore,un mastino messo sulle sue orme.
Oh,ma lei non era una sciocca preda.
Lei era furba e conosceva abbastanza il nemico da poter sperare di salvarsi dalle grinfie del Colonnello.
Quanto le sembrò fosse ritornata la quiete si sporse dal suo nascondiglio e imboccò una stradina adiacente dove si trovava una locanda poco conosciuta.
Entrata in quel luogo quasi dimenticato,chiese le chiavi di una stanza.
Il proprietario le passò una busta che la giovane donna nascose sotto le pieghe del mantello.
Salite le scale si chiuse in quella squallida stanza ed aprì la busta.
 
Cara Amy Lee,sono tuo padre e sto bene. Sono riuscito ad evadere da prigione grazie all’aiuto di alcuni amici molto influenti alla corte del re che ha acconsentito alla mia scarcerazione,dopotutto sono innocente.
Al momento mi sto occupando di questioni giuridiche e burocratiche che riguardano le nostre proprietà e presto riuscirò a riottenerle,dopotutto questa vecchia volpe è un osso duro.
Mia amata figlia,non preoccuparti quindi per me perché sono in salute e sono stato posto sotto la protezione di un mio vecchio compagno d’armi che mi sta aiutando e a cui sono veramente grato.
Mi preoccupa invece la situazione in cui ti ritrovi tu,mia cara: ho saputo che quell’infame di O’Hara ti ha messo alle calcagna il suo mastino,lo spietato e temibile Colonnello William Tavington.
Scappa in America,lì nella cittadina dove ti trovi in questo momento c’è un porto collegato alle terre dei ribelli. Scappa e mettiti in salvo,almeno per ora. Cerca tua sorella Marion e preservati dalla morte.
Con affetto,
Tuo padre.
 
Barone Edward Salingsburg III

 
Amy Lee strinse la lettera al petto e decise di partire l’indomani mattina,all’alba.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Inseguimenti ***


Scusate l'attesa,spero ci siate ancora!


• I Want It All •
Quando Tavington non riesce a fermare per un pelo Amy Lee.
Quando Amy Lee si ritrova in un inseguimento serrato.

 
Amy Lee scese nelle strade fangose e maleodoranti alle prime luci dell’alba,quando nessuno era ancora sveglio. O quasi. Un gruppetto di Dragoni stava ispezionando le strade adiacenti alla locanda in cui aveva dormito,un’altra parte era stata posta nelle stradine più interne,altri nelle vie principali. In pratica era circondata. Penso velocemente e decise : era una scelta avventata ma era l’unica via di salvezza. Si arrampicò su alcune sporgenze della parete rocciosa della locanda e raggiunse il tetto,poi si mosse con cautela e furtiva avanzò per raggiungere la strada che dava sul porto.
 
Tavington a cavallo,imprecava a bassa voce contro il generale O’Hara,contro  la sua posizione di subalterno e contro la bionda fuggitiva. Si era ritrovato,a causa e per colpa di quest’ultima,a setacciare uno stupido ed insignificante paesino di poche anime,solo per scovare quell’astuta e purtroppo per lui,splendida e giovane donna. Stanco perché non aveva dormito,troppo impegnato a dar sfogo alle sue frustrazioni con le prostitute dell’osteria in cui aveva alloggiato,non aveva riposato.
Alzò gli occhi e colse un riflesso biondo,dorato baluginare all’orizzonte. Poi capì. La bionda lo stava fregando ancora,per l’ennesima volta e proprio davanti ai suoi occhi stava scappando. Smontò da cavallo e si arrampicò fino a raggiungere la base del tetto ed ecco che la vide.
La ragazza procedeva abbastanza velocemente e questo colpì profondamente Tavington,che non si perse d’animo ed estrasse la pistola. Il colonnello sparò un colpo in aria e Amy Lee si voltò sorpresa.
“Non ci posso credere!” gridò più a se stessa che all’uomo.
Si mise a correre tra un camino e l’altro,saltando i pericoli che minacciavano di farla cadere,intanto Tavington la incalzava sempre più,sparandole colpi ai piedi che lei prontamente schivava.
La fanciulla scivolò di lato ma riuscì ad aggrapparsi alla grondaia,evitando di cadere in strada.
Tavington la raggiunse e la guardò dall’alto della sua posizione con crudele ghigno in volto: premette lo stivale sulle delicate dita della ragazza che imprecò contro l’uomo che riservò lo stesso trattamento all’altro arto.
“Addio,dolcezza. Rimpiangeremo la tua bellezza!”
“Non contarci troppo Tavington” sibilò lei,fischiando.
La ragazza si lasciò cadere nel vuoto e con tempismo perfetto un cavallo bianco arrivò sotto di lei.
“Adieu colonnello,meno vado in America!”
La ragazza poi si diresse a tutta birra verso il porto.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=950860