Un' avventura reale

di GigettaxDrakexD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Una gionata pazza. ***
Capitolo 3: *** SOS mamma. ***
Capitolo 4: *** La "nuova"casa. ***
Capitolo 5: *** Guai a scuola parte 1. ***
Capitolo 6: *** Guai a scuola parte 2. ***
Capitolo 7: *** La mitica festa ***
Capitolo 8: *** Il litigio. ***
Capitolo 9: *** La lotta parte 1. ***
Capitolo 10: *** La lotta parte 2. ***
Capitolo 11: *** Notizie sconvolgenti, ***
Capitolo 12: *** L'ira funesta, l'aiuto da un'amica. ***
Capitolo 13: *** Ecco Killer! ***
Capitolo 14: *** Arriva il nemico! ***
Capitolo 15: *** Le mini-avventure di Franci & Co. ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Ciao, mi chiamo Francesca e ho 18 anni. Ho i capelli castani corti, a caschetto, gli occhi verdi e un sorriso che mette tutti di buon umore.
Non amo la moda, preferisco vestirmi alla sportiva(ma anche elegante), soprattutto felpa e jeans. Odio la gonnella(cosa che piace alla mia migliore amica Elisa), la farei a pezzi!(la gonnella, intendo).
Il mio carattere? Sarò sincera: sono emotiva, non ho paura di nulla, non mi vanto(per questo sto alla larga dalle oche di classe mia)non mi faccio intimorire da nessuno e me la cavo da sola in qualsiasi situazione.
I miei sono separati, ma non ho bisogno di qualcuno che provi pena per me e vivo con mia madre.
Ma c'è una cosa importantissima che dovete sapere di me: vado matta per One piece, il mio anime/manga preferito!
Proprio da qui inizia la mia pazzesca avventura.

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Capitolo 2
*** Una gionata pazza. ***


UNA GIORNATA PAZZA ERO TORNATA DA SCUOLA CHE SEMBRAVO UNO ZOMBIE. DECISI DI FARE LA COSA PIÙ GIUSTA DA FARE: LEGGERE I MIEI MANGA! TANTO, FINO A QUEL MOMENTO NON AVREI PRANZATO(MAMMA AVEVA APPENA MESSO L’ACQUA PER LA PASTA). COSÌ MI DIRESSI VERSO CAMERA MIA, PASSANDO PER IL LUNGO CORRIDOIO DELLA CASA. MI SDRAIAI SUL LETTO E COMINCIAI LA LETTURA: SI TRATTAVA DEL NUMERO 51 (LETTO 1000 VOLTE), QUELLO DOVE VENGONO PRESENTATE LE SUPERNOVE, I MIEI PERSONAGGI PREFERITI. IN QUEL MOMENTO ACCADDE UN FATTO STRANO: MENTRE LEGGEVO AD ALTA VOCE I NOMI DI QUESTI, IL FUMETTO INIZIÒ A TREMARMI TRA LE MANI. NON ERO IO CHE FACEVO QUESTO. TREMAVA PIÙ VELOCEMENTE. NON SAPEVO CHE FARE. CHE STAVA SUCCEDENDO?!?!?! LO BUTTAI PER TERRA, ANCORA APERTO. NE USCIRONO DELLE MANI, ALCUNE CON DEI GUANTI, ALTRE CON DEI BRACCIALI D’ORO, CHE PRENDEVANO COLORE QUANDO USCIVANO DALLE PAGINE. UNA MASSA DI GENTE SI LIBERÒ DALL’INCHIOSTRO, SPOLVERANDOSI I VESTITI. NON CI CREDERETE, MA È LA VERITÀ: ERANO LE SUPERNOVE IN CARNE ED OSSA!!! MENTRE SI GUARDAVANO IN GIRO, STORDITI, EUSTASS KIDD, IL PIRATA CON LA TAGLIA PIÙ ALTA, SBRAITÒ: “MA DOVE SIAMO, EH?!?!?! OH, FANTASTICO, C’È PURE QUEL MUSICISTA DA STRAPAZZO DEL LOCALE” “APAPAPAPA! EHILÀ, KIDD! CHI SI RIVEDE!” IO MI ERO RANNICCHIATA SUL LETTO, SCONCERTATA DA TUTTO CIÒ. INTANTO GLI ALTRI DOMANDAVANO: “CHE POSTO È QUESTO?”(TRAFALGAR LAW) “COME ABBIAMO FATTO A TELETRASPORTARCI QUI?”(X DRAKE) “C’È UN FRIGORIFERO? HO FAME!(IN CORO RUFY E BONNEY) “QUESTA SÌ CHE È BELLA!”(UROUGE) “CAPITANO, CHE È SUCCESSO?”(KILLER) “DOV’È LA MIA CIURMA?”(CAPONE BEGE) “LE MIE CARTE AVEVANO PREVEDUTO BENE”(E CHI SE NON BASIL HAWKINS?) L’ULTIMO A PARLARE FU ZORO, CHE, INDICANDOMI, MI INFASTIDÌ. “CHI È QUESTA MOCCIOSA?” RIBOLLII DALLA RABBIA E SBOTTAI: “MOCCIOSA A CHI, BRUTTO MARIMÒ???” LUI, SPAVENTATO, CADDE ALL’INDIETRO. SI MISERO A RIDERE. BONNEY MI DISSE, DANDOMI UNA PACCA SULLA SPALLA: “AHAHAH BRAVA RAGAZZA, HAI FATTO BENE A TRATTARLO COSÌ, È SOLO UN’IGNORANTE. BEN GLI STA! DRAKE MI SI AVVICINÒ E CHIESE: “SCUSI, SIGNORINA(E QUI ARROSSII COME I CAPPELLI DI KIDD), MI SA DIRE DOVE CI TROVIAMO?” BALBETTAI: “C-CERTO. SIETE NELLA MIA STANZA. BENVENUTI. NEANCHIO SO COSA VI SIA SUCCESSO, MA INSIEME CECHEREMO UN RIMEDIO. NON SARÀ FACILE PER VOI, MA FIDATEVI DI ME”E SFODERAI UN SORRISO A TRENTADUE DENTI. SI CALMARONO. BÈ, ERO RIUSCITA A FARE UN GRANDE PASSO, PER DELLE PERSONE DEL GENERE. KIDD, CHE MI OSSERVAVA DALL’ ALTO IN BASSO, ESCLAMÒ, CON SORRISO MALIZIOSO: “DECISA E SEXY, LA RAGAZZA E NON STO SCHERZANDO” GLI SI LEGGEVA IN FACCIA, CERTO. NON GLI RISPOSI. IN COMPENSO, DRAKE SI MISE TRA NOI DUE, COME PER DIFENDERMI E GLI DISSE: “LASCIA STARE IN PACE QUESTA FANCIULLA, TESTA A TULIPANO ROSSO!” MI CI VENNE DA RIDERE, MA MI TRATTENNI. GLI RISPOSI: “NON HO BISOGNO CHE TU MI DIFENDA.” MA LUI NON MI ASCOLTÒ E CONTINUÒ: “E’ NOSTRA FORTUNA CHE, ESSENDO PIRATI E DOPO ESSERLE PIOMBATI IN CASA, NON CI ABBIA CACCIATI” QUESTA ERA UNA VERA SCIOCCHEZZA E REPLICAI, EMOZIONATA: “IO CACCIARVI?!?! QUANDO MAI! IO STO DALLA PARTE DEI PIRATI E SONO UNA VOSTRA GRANDE FAN!” MI GUARDARONO PER VEDERE SE LO DICEVO SOLO PER NON SUBIRE LA SUA IRA. RICONOSCETTERO CHE AVEVO DETTO LA VERITÀ E MI GUARDARONO, COMPIACIUTI. LA TRANQUILLITÀ CHE REGNAVA FINO A QUEL MOMENTO SI RUPPE QUANDO SENTII UNA VOCE A ME FAMILIARE. “TESORO, TUTTO BENE?” ERA MIA MADRE.

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Capitolo 3
*** SOS mamma. ***


Angolo dell’autrice:
Hello a tutti i lettori di questo capitolo, spero ke  sia di vostro gradimento ”faccia da cucciolotto”.
Mi prese il panico: mia madre non poteva entrare in camera mia e trovarci i Supernova, lo sapeva pure lei che erano finti(in questi istanti, non si sarebbero definiti finti).
Kidd inarcò un sopracciglio.
“Chi è?”
“E’ mia madre! Non può vedervi qui!”
Finalmente, dalla mente pazzoide di Trafalgar uscì un’idea.
“Vi teletrasporto io via con la Room”
Il rosso sbottò:
“Grazie, ma dove? Non sappiamo dove siamo!”
Risposi:
“Potete nascondervi nel cortile, dietro alle macchine”
“Cosa sono le macchine?” domandò Killer.
Che stupida, nel loro mondo non esistono.
“Quegli aggeggi in metallo di tutti i colori” e indico fuori della finestra.
Dopo un “AHHHH” generale, Law creò la sua sfera azzurrina e tutti scomparirono, come per magia.
Tirai un sospiro di sollievo, giusto in tempo prima che mamma entrasse, trafelata.
“Tesoro, ma che combini, parli da sola?”
“No, stavo guardando un video su You Tube”
“Ma il computer è spento” e lo osservò, con sguardo indagatorio.
Sono sempre stata brava ad inventare scuse.
“Adesso l’ho chiuso perché devo pranzare, giusto?”
Mia madre smise con “l’interrogatorio” e tornò in cucina.
Sentii rieccheggiare la sua voce nel corridoio:
“Mi sa che dovrai aspettare ancora un po’ prima che si mangi”
Ne approfittai all’istante.
“Allora posso andare in cortile?”
“Perché???”chiese, torva.
“Ho voglia di prendermi una boccata d’aria”
Sbuffò. ”Fa come ti pare”
Mi infilai il giacchetto di jeans e mi fiondai dentro il parcheggio.
Li cercai, disperata. Osservai dall’alto in basso ogni singola automobile.
Sussurrai:
“Ragazzi, dove vi siete cacciati?”
Iniziai a correre in lungo e in largo, guardando a destra e sinistra, finchè, siccome ero troppo presa nella loro ricerca, andai a sbattere contro qualcosa di duro e diedi una sederata per terra.
“Ahi, ma cosa…?”
Davanti a me c’era un uomo muscoloso: era Drake!
“Scusa, ti ho fatto male?” e mi porse la sua mano per alzarmi.
“No, non fa niente. Ce la faccio da sola, grazie”
Ripresami, spiegò:
“Sono venuto a vedere se c’era via libera e per chiamarti, abbiamo da dirti una cosa. Anzi, parecchie.”
Che cosa dovevano dirmi di così importante?
E perché ci era andato proprio lui a fare da ”messaggero”?
“Ma dove eravate, mi avete fatto prendere un colpo!” avevo urlato troppo, che pensai che qualcuno si sarebbe affacciato da una terrazza per guardare cosa stesse succedendo.
Sorrise. Un sorriso vero. Non so perché, ma fu la seconda volta che arrossii, lievemente, in sua presenza.
Cosa aveva da sorridere?
Mi fece segno di seguirlo e mi prese la mano, per poi correre insieme.
Usò una strana delicatezza nel tenermela.
Una delicatezza che sembrava far capire che avesse paura nel farmi male.
Ciò mi fece aumentare il battito cardiaco, sentii dentro un calore mai provato, così rilassante.
Strano ma vero, quando ero con lui ero tranquilla.
Ecco arrivarmi qualcosa di insolito: le farfalle nello stomaco.
Un momento, un momento!
Non mi piace essere frettolosa: è impossibile.
Cosa?
Forse, e dico forse, mi sono innamorata di Drake!
Mia madre, in amore, è stata sfortunata: dopo la separazione, ha incontrato molti uomini che l’hanno ingannata e, da allora, ho imparato a non fidarmi più di loro e cadere nelle loro “trappole”.
Lui non mi avrebbe mai ricambiata.
Chissà se era come tutti loro.
Speravo che non fosse così e avevo ragione.
Lui era diverso. Era buono, gentile, un vero cavaliere.
E se mi sbagliassi?
Mi sarei dovuta fidare di lui?
Non lo so.
Però orecchie sempre aperte, non si sa mai.
 
 
Pensate dove erano andati: si trovavano in un piccolo spazio verde del cortile.
Ci sedemmo per terra.
Kidd prese la parola.
“Prima di tutto, dicci come ti chiami.”
“Mi chiamo Francesca”
“Francesca, eh…? Questa è casa tua, vero?”
“Naturalmente, Sherlok Holmes”
Mi squadrò, ma poi ghignò.
“Comincio a pensare che sei una ragazza davvero sexy e determinata”
“Bel nome” lo interruppe Drake, rivolgendomisi.
Sforzai di sorridere, anche se l’imbarazzo aveva raggiunto il culmine.
Tutti lo guardarono, allibiti.
Non so sei sia diventata una moda ghignare, tranne Hawkins, che non gli importava, Bonney, perché siamo amiche e non vuole deludermi, e Rufy, che si scaccolava, confuso.
Drake li fulminò con lo sguardo.
Si irrigidirono.
Urouge chiese:
“Ultima domanda: dove alloggeremo, adesso?”
“A quello ci penso io!!!”gli ringhiò contro Kidd.
“Che idiota che sei, ma se non sai dove andare” gli disse Law.
“No!” li sovrastai, alzandomi in piedi, decisa. ”E’ colpa mia se siete qui e rimedierò io. Al pianterreno c’è un appartamento vuoto, voi starete lì. Vi porterò cibo e coperte, il resto c’è”
“E se io non ci volessi venire?” ribattè il rosso, indignato.
Con quello ci vuole mooolta pazienza e tanta furbizia e io possiedo questi requisiti.
“Allora vorrà dire che dormirai fuori” risposi, noncurante.
Sbuffò, più furioso che mai:
“Va bene, vivrò anch’io lì, a non perché me lo hai ordinato tu, sia chiaro!!!!”puntandomi un dito contro.
Sorrisi maliziosa.
Intanto gli altri mi guardavano ammirevoli e raggianti.
Sì, noi dodici saremmo andati d’accordo e d’amicizia.
 

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Capitolo 4
*** La "nuova"casa. ***


La casa era piccola, sembrava quasi uno sgabuzzino, le pareti bianche un po’ scrostate, scatoloni dappertutto, una vecchia cucina con attaccati degli adesivi floreali(per poco Kidd non vomitava nel vederli), mini-bagno, una stanza con tanti oggetti d’antiquariato, una camera matrimoniale e un piccolo spazio che era lo studio dove, attraverso una finestra, il vecchio portiere socializzava con i condomini. Il problema era uno: non c’era la chiave. All’inizio, sotto gli sguardi mezzi divertiti delle Supernove, avevo provato a spingerla e tirarla, fino a che, arrabbiata com’ero, le diedi un calcio bello tosto e la porta si aprì. Ansante, mi rivolsi a loro, che erano sbigottiti: “A mali estremi, estremi rimedi” Feci ispezionare la casa da cima a fondo e rimarono soddisfatti, forse era meglio lì che dentro la bocca di qualche mostruoso Re del Mare. Secondo problema: la porta si era rotta e di certo non potevano avere la porta dell’ abitazione aperta, chiunque li avrebbe visti! Ma avevo la soluzione anche per quello. Con i miei amici, ho imparati a scassinare e chiudere porte grazie alla sola magia di un ferretto ondulato, che capitava a fagiolo. Lo mostrai e capirono subito(tranne per quel ritardato di Zoro, come al solito) Rientrai in casa mia per prendere alcune coperte, undici per precisare, e tornai da loro come un fulmine. Ora era tutto sistemato!!! Però, come dice il proverbio, “non c’è due senza tre”, e così bussò alla porta il terzo problema: il cibo. Mia madre urlò, anche se stavamo al primo pianò: “Fra fra(è il mio soprannome), vieni, è pronto!!!!” “E’ pronto?!?!”ripeterono all’unisono Bonney e Rufy ”Andiamo!!!” Furono trattenuti da Killer e Apoo, mentre scalciavano e avevano l’acquolina in bocca. Sospirai, esausta. “D’accordo, vi porto qualcosa da sgranocchiare per tutti” Dovevo fare in silenzio se non mi volevo far scoprire. Mentre mamma era in terrazza a raccogliere i panni(brava, così si brucia tutto!!!), sgattaiolai nello stanzino e presi patatine, pop corn, coca cola, frollini, biscotti e acqua gassosa e riscesi le scale. Si misero a mangiare avidamente(sembravano dei mostri, esclusa la naturalezza nei confronti dei più mangioni della combriccola). Lo sapevo che non mi avrebbero ringraziata(questione d’orgoglio, li capisco, e poi a me non piacciono i ringraziamenti, sanno di persona falsa). Allora li salutai e finalmente, “pancia mia fatti capanna”!!!

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Capitolo 5
*** Guai a scuola parte 1. ***


Il giorno dopo mi svegliai che sembravo uno zombie. Non avevo chiuso occhio. Mica tutti i giorni ti ritrovi i tuoi idoli al piano di sotto!!! Mi diressi giù per le scale, ancora in vestaglia, per portare loro la colazione. Era Sabato, ancora cinque ore di lezione a scuola e poi me la sarei spassata. Ma come? Avevo le Supernove nel mio condominio, qualcosa avremmo fatto insieme. Mentre rimuginavo i pensieri, non mi ero accorta che Drake aveva aperto la porta. Avvampai(qualsiasi peperone mi avrebbe invidiata): indossava solo dei boxer blu scuri!!! Cercai di non guardargli i pettorali scolpiti e, schiarendomi la voce, dissi: “Per caso qualcuno ha fame?” Come mai mi sentivo così debole davanti a lui? Mi osservava nei minimi dettagli. Quando vide le occhiaie, me le accarezzò dolcemente, domandò: “Nottataccia, eh?” Per poco non chiudevo gli occhi e lasciavo che continuasse. Gli scostai la mano. “Già. Voi?” “Tutto bene, se vuoi, puoi entrare!” “Non posso, altrimenti faccio tardi” “Per cosa???”fece incuriosito Non lo ascoltai, rientrai in casa, mi lavai, vestii, mi misi lo zaino in spalla e uscii di fretta. Dove andavo? A scuola, naturalmente!! Davanti al portone incontrai la mia migliore amica Elisa. Ci conosciamo dalle elementari, siamo inseparabili. Anche lei adora One Piece! Ha capelli lunghi, mori e gli occhi marroni. Ha un sorriso che sembra quello di Rufy(è il suo preferito)! Mi salutò da lontano con la mano. “Ciao fra fra!” “Ciao eli!” “La sai l’ultima?” “Cosa?” “Ho comprato il nuovo numero!” “Davvero?!?!”mi venne da ridere, pensando alle Supernove. “Ti senti bene, franci?” avevo assunto la faccia da ebete. Mi risvegliai con una scossata di testa. “Eh? Ah… sì sì, sai non ho dormito molto e perciò…” Il cancello si aprì e fece entrare una mandria di ragazzi, tra questi noi. Mentre Elisa mi parlava di vari fatti accaduti a lei, io annuivo senza un motivo e(come è nostra quotidianità)cambiavamo ripetutamente discorso. “Oh, accidenti, fra fra, non riusciamo mai a finire una frase” disse, scherzando. “Perché siamo matte tutte e due, no?” “True story, friend. Sai cosa mi piacerebbe che succedesse?” “Non lo so” “Eddai franci lo sai” dandomi una pacchetta sul braccio. “Ti giuro” risi. Si fermò. Incrociò le braccia e mettendo un dito sotto il mento come per pensare: “Vorrei che le Supernove esistessero, ma questo è impossibile” Riecco la solita cretina che sono io a ridere, pensando: “Non sai quanto lo sono adesso!!!” “Ma ti hanno attaccata la ridarella, oggi?” punzecchiandomi la spalla. “Sì, me lo hanno portato degli alieni” scherzai. Evviva, si è unita alla gabbia di matti, oppure gliel’ho veramente trasmessa io la “malattia”? Intanto mi domandavo: quegli altri pazzi da legare cosa staranno facendo, adesso? Le Supernove stavano discutendo sul da farsi. “Ciò che ha fatto oggi Francesca è stato brusco” disse Drake inpensierito. “E se fosse alleata con la Marina???”domandò Capone sconcertato. “Ma allora non ci avrebbe aiutato!!”(Drake) “Forse per tenerci prigionieri per poi consegnarci ai soldati” fece Zoro Si guardarono a vicenda, fino a che Kidd esclamò: “Seguiamolaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!” …TO BE CONTINUED…

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Capitolo 6
*** Guai a scuola parte 2. ***


Era l’ora di Letteratura, con la prof Tulipani.
Ero distesa sul banco, il cervello fritto ed Eli accanto nella mia stessa posizione.
Guardai dalla finestra: era una giornata nuvolosa.
Uffiiiiiiiiiii, che noiaaaaaa!!!!
Aspetta un attimo… cos’è quel coso giallo che sbuca fuori?
Sbarrai gli occhi per vedere meglio: forse era solo un’illusione ottica.
Sarebbe stato normale.
Mi girai e feci finta di ascoltare.
 
 
 
 
“Abbassa quella chiorba, Mughiwara, o ci farai scoprire” sussurrò Kidd al ragazzo di gomma.
Avete indovinato: quel coso giallo di prima era il cappello di Rufy che spuntava fuori della finestra.
Eustass fece riunire le Supernove.
“Ok, questo è il piano: noi entriamo dalla porta del retro dell’edificio e vediamo che fa la nostra cara Francesca.
Così capiremo se ci ha traditi o no” disse sfregandosi le mani, già pensando al macello che avrebbero combinato.
Bonney era rossa dalla rabbia e sbraitò al rosso:
“Quante volte ve l’ho detto che ci stiamo sbagliando nei confronti di fra fra(sono lusingata, è la prima che mi chiama per soprannome)?!?!?
Avete visto cosa potrebbe fare se si incavola!!!”
“Non me ne frega, può pure indignarsi, ma non mi fa paura. Magari la potrei anche uccidere se provasse a combattere contro di me.”
Cercarono di tenere la rosa ferma, altrimenti si sarebbe scatenata.
Drake provò anche lui a difendermi(che, vuole flirtare con me???).
“Ha ragione Bonney. Come facciamo ad incolpare Francesca? Che ne sappiamo se ha cattive intenzioni? E poi non mi sembra questo un edificio della Marina.”
“Comunque dobbiamo spiarla” ribatté Zoro sfoderando le sue katane.
Entrarono di soppiatto, accurandosi di non essere osservati da occhi indiscreti.
Killer, incaricato di guardare da un piccolo vetro sopra la porta dell’aula, fece un balzo e si aggrappò saldamente ad una sporgenza.
Rimase pietrificato.
“Allora? Cosa c’è?” lo incalzò Urouge.
Cercò di non urlare per lo stupore.
“Stanno sottoponendo Francesca ad un interrogatorio, insieme ad altri suoi coetanei!”(vabbè, li giustifico, dato che non sono mai andati a scuola).
“Non stanno facendo male alla mia amica, vero?” chiese preoccupata Bonney.
“No, però l’hanno fatta sedere ad un banco e c’è una vecchia(ti stimo Killer)con degli occhiali stupidi che passa tra i tavoli e ha uno sguardo agghiacciante” rabbrividì.
Scese.
Tutti si voltarono verso Kidd.
Naturalmente volevano una risposta dal genio.
“Allora facciamo così” si guardò intorno e poi incitò:
“Sfondiamo la porta e salviamo Francesca!!!”
Con un “Siiii” detto in coro, si fiondarono contro la porta e la fecero a pezzi.
La prof, colpita da quest’entrata in scena poco “galante”, sbottò:
“Che diamine sta succedendo qui?!?!?!”
Rialzatisi, Killer gridò:
“Riecco la megeraaaaaa!!!!!”(ti stimo il doppio)
“Ci penso io!” fece Kidd.
Finora ero ancora allibita.
Elisa cercava da me una risposta.
Il rosso prese un pezzo di legno e lo scaraventò contro l’insegnante.
La prese in pieno.
Lei svenne subito, la sedia ribaltata.
“Che state conbinando?! Siete impazziti?!?!” mi scappò detto.
Mi tappai immediatamente la bocca, imbarazzata.
I compagni mi guardavano con gli occhi assetati di sangue, sembrava che parlassero. ”Ora sei fregata”.
“Cosa avete da guardare, eh?!?!”
Iniziai a rovesciare i banchi e tutti rimasero schiacciati(così imparate a fissarmi in quel modo), mentre urlavano di dolore.
Trascinai Elisa fuori dalla stanza con al seguito gli altri.
Correvamo come matti.
L’aria mi sferzava il viso, il cuore a mille.
Mi stavano scoppiando in petto i polmoni.
Sudavo fredda.
Non mi importava cosa sarebbe successo Lunedì se mi fossi ripresentata all’Inferno.
Anzi, mi avrebbe fatto piacere non andarci mai più.
Ci riposammo su una colonna del condominio.
Eli non fiatava più.
Non per la fuga improvvisa, ma per avere i suoi miti davanti a lei!!
“Fra fra, che significa questo?” indicando i ragazzi.
“Ahehm… è una lunga storia”
Mi grattavo il collo a sangue, senza parole.
“E tu chi sei?” le domandò Rufy.
Si girò pian piano e con la poca voce che aveva rispose:
“Mi chiamo Elisa. Piacere.”
“E’ mia amica” li tranquillizzai.
Lei, per la contentezza, urlò a squarciagola:
“Che bellooooo, il mio sogno si è realizzato!!!!”
“Allora realizza anche il mio: non rompermi i timpani!!!!” infuriato Kidd.
Si zittì.
Mi venne in mente una cosa.
“Aspettate! Perché mi avete seguita a scuola?!” livida sul viso.
“Credevamo che tu fossi alleata con la Marina”. Apoo poteva anche chiudere la bocca.
Scoppiai in una fragorosa risata.
“Ahahahah, io una Marine?!?!?”
“Siamo felici che ci siamo sbagliati, ci stai così simpatica, sorella” fece Killer.
“Ho un’idea!!! Perché non organizziamo domani una bella festa a casa mia? Tanto mia madre esce per una riunione di lavoro, non ci sarà e ne saremo i padroni!!!!!” esclamai, elettrizzata.
Tutti accettarono volentieri, anche Elisa.
Intanto lei e il ragazzo di gomma si erano messi a chiacchierare e scherzare, allegri, parlando di cose preferite come le caramelle.
Ora questo segreto lo condividevo con la mia best friend e adesso non aspettavo altro che la fantastica festa!!!!
 

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Capitolo 7
*** La mitica festa ***


Che festa, raga!!
Avevo messo a punto gli ultimi preparativi.
Naturalmente all’insaputa di mamma.
A volte credevo che sospettasse qualcosa e faceva finta di ignorarmi, però…
Bho, non so.
Ecco, non riuscii a capire nulla, neanche di Storia che stavo studiando, troppo emozionata.
Accidenti a te e chi ti ha inventato, scuola!!
Stranamente, l’istinto mi consigliò di andare a fare i compiti con le Supernove, una in particolare.
X Drake.
Lo incontrai per le scale.
Ero agitata.
E se qualcuno lo avesse visto?
Mi girai intorno per controllare.
Nessuno all’orizzonte.
Mi salutò stancamente.
Mi misi a sedere su uno scalino, lui al mio fianco.
Il cuore, tra poco, avrebbe smesso di battere.
Cavolo, calmati!!!!!
Ma che mi prende????
“Perché stai qui solo?” domandai, per rompere il ghiaccio.
“Adoro la solitudine” guardava davanti a sé, un punto impreciso.
Anche lui immerso, come me, nei pensieri che mi affollano la mente.
Stesso problema.
Quasi da condividere.
Notò il libro che tenevo in grembo.
“Alle prese con lo studio?”
“No, con la tortura” risposi sarcastica
Mi osservò intensamente(wow, sono così interessante???)
“Che hai da guardare?” linguaccia mia, rimani lì al tuo posto, sennò ti stacco a morsi!
“Niente, scusa se ti ho fatto qualcosa” aridalli con il sorriso da angelo.
Levatelo dalla testaaaa!!!!
“Vuoi una mano nel farli?” chiese gentilmente
“No, ce la faccio benissimo da sola” orgoglio mio, sei un vero impiccio!
“Allora perché sei uscita con quello?”(che ciaccione che è, non lo credevo così!)
“Sono affari tuoi?” ora mi suicido, ora mi suicido, giuro!!
“Era una domanda” disse, offeso. Hai ragione, ma la mia chiorba non riesce a connettersi!!
La porta di casa mia si aprì lentamente.
Stava per uscirne mia madre!
“Oh no…andiamo via, presto!”
Purtroppo, per la fretta incondizionata, ruzzolammo tipo Stanlio e Olio giù.
Successe in un attimo.
Mi ritrovai tra le sue braccia, mentre mi teneva stretta a sé per protteggermi.
WHAAAAHHH, aiutoooooo!!!
Che faccioooooo?????
Arrossii come i capelli di Kidd.
“Tutto bene?” mi sussurrò all’orecchio.
Le parole erano morte in bocca.
Iniziò ad accarezzarmi i capelli delicatamente.
Ehi, ehi, non ti permetto di…oppure sì?
Ok, non credevo che lo avrei pensato mai, ma…lo ammetto, è un figo da paura e non riesco a impedirgli niente!!!
Non crediate che sia debole, però…sto provando una nuova sensazione…confortevole…rilassante.
Me la voglio godere per qualche minuto.
Non ci vedeva nessuno, perciò…
Mi rannicchiai, come un cucciolo, e lui mi strinse di più a sè.
Chiusi gli occhi. Che bello, è il paradiso!!!!
Mi alzò il mento per guardarmi.
Io rimasi lì, come un baccalà.
Per la prima volta, escluse madre e amiche, mi sono sentita desiderata
(va bene, apro le palpebre e lo guardo).
Aveva degl’occhi mozzafiato, azzurri come il cielo.
Mise l’altra mano sulla mia guancia.
Finalmente, mi degnai di sorridergli, un sorriso vero, come quello che mi fece nel parcheggio.
“Ti posso chiamare fra fra?”
Dai, diciamocelo, è simpatico!
Annuii.
Respirò a fondo.
“Senti, fra fra, io…” non finì di parlare perché si affacciò alla porta Apoo.
Proprio lui, che è il più rompiscatole e pettegolo!
Ghignò e se ne tornò dentro.
Grazie tante, denti a pianoforte, mi hai rovinato uno dei momenti più belli della mia vita!
Ci alzammo, consapevoli di cosa avrebbero detto gli altri quando sarebbero stati al corrente di ciò.
Ci sarei stata anch’io quando Drake sarebbe rincasato e lo avrebbero osservato con sguardo interrogativo o malizioso.
Quando fummo dentro, si girarono verso di noi con faccia sbalordita.
Non avrei, anzi, avevamo avuto nulla su cui giustificarci, sempre fieri di tutto.
“Ecco i piccioncini!!” esclamò Apoo smanettando di quà e di là.
“Qualcuno mi tenga o lo ammazzo” ringhiai tra i denti.
Bonney cercò di tranquillizzarmi, ma invano.
Se qualcuno deve prendermi per il culo, si premuri di avere un’assicurazione sui gravissimi danni che gli avrei afflitto.
“Chiudi il becco!!!” sbottai, sembrava un ruggito.
Ci rimase di sasso.
“Calmina, eh…era solo per scherzare”
Avevo esagerato, come al solito.
“Scusa”(parola magicaaaa)”non volevo offenderti, però non è bello andare sempre a spifferare tutto a tutti. Ti piacerebbe se accadesse a te?”
Scosse la testa.
“Ok, non lo faccio più”
“Bene, perché adesso non dobbiamo rattristarci, al contrario! Abbiamo una festa, no?”
 
 
 
Fantastico! E’ un sogno che si avvera!
Casa mia è piena di palloncini, bibite, snack e le Supernova che ridono, chiacchierano in salotto.
Dallo stereo la musica a volume sparato di Wil.i.am e Britney Spears con “Scream e Shout”.
Fantasticooooo!!!!
Eli e Rufy ballavano come dei forsennati(erano proprio diventati amici).
All’improvviso, Drake mi prese dolcemente per mano e andammo in camera mia.
Oddio, che sarebbe successo?????
Ci mettemmo a sedere sul letto(salvatemi, anche se sarà qualcosa bello, salvatemiiii)
Mi accarezzò la guancia, guardandomi con il solito sorriso innocente(che caz…diamine!)
Finalmente spiccicò parola.
“Fra fra, ci conosciamo da poco tempo, ma c’è una cosa che ti devo dire”
Ecco che arriva il momento clou!!!!
“Prima di tutto ti volevo ringraziare a nome di tutti per l’ospitalità e la mitica festa e…”
Forza, non indugiare, odio quelli che mi mettono suspence!
“Questa cosa riguarda…noi due…”arrossì di colpo, guardando da un’altra parte.
Lo presi con la mano per la guancia, lo feci girare, ci fissammo a lungo: non avrei mai smesso di osservare quegl’occhi da mozzafiato.
Con le possenti braccia mi attirò a lui, tenendomi per la schiena.
Eravamo così vicini(troppo vicini -///-)sentivamo il respiro l’un dell’altro, io aggrappata alle sue spalle.
Ci baciammo con passione, ognuno cercava l’altra anima gemella.
Credevo che non per tutti esistesse, come per me, ma adesso l’avevo trovata.
E non potevo fare a meno di lui.
Il giorno più bello della mia vita.
Poggiammo le fronti, i nostri larghi sorrisi di soddisfazione, nel sapere che non eravamo soli al mondo.
Ci abbracciammo più forte che potevamo, avendo paura nel veder uno di noi scomparire.
“Franci…”chiese, emozionato ”vuoi diventare la mia ragazza?”
Che bellooooo, datemi un pizzicotto!!!!
Non l’ho mai accennato, ma lui è sempre stato la mia Supernove preferita!
Potevo morire felice.
“Si che lo voglio!!!” le nostre bocche si rincontrarono, fameliche.
Ero la fidanzata di X Drake!!!!
Tornammo, infine, alla festa, dove continuammo a divertirci come se niente fosse accaduto.
 

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Capitolo 8
*** Il litigio. ***


 La festa è finita e con degli ottimi risultati: ebbi una favolosa notizia da Elisa.
Anche Rufy si era dichiarato a lei!
Ora sì che si potevamo fare le coppiette felici!
In più una cosa scioccante. Mia madre aveva avuto un contrattempo con la riunione e tornò a casa indignata.
Naturalmente avete già capito.
Allibita, urlò peggio di una fan dei Tokyo Hotel.
Cercai di zittirla, tappandole la bocca.
Loro si erano già messi in posizione d’attacco.
“Aspettate, è mia madre, si è solo spaventata di vedervi qui!”
“Io spaventata?? TSK! Figuriamoci! Sai bene cosa potrei fare” sbottò
“In più hai organizzato una festa a mia insaputa, vergognati!”
“Di cosa dovrei sentirmi uno schifo? Lo dici proprio tu che facevi cose del genere come io adesso, mentre nonna andava a insegnare!” incrocia le braccia.
“Ma ma…sono le Supernova, da dove vengono?”
Non volevo dare tante spiegazioni.
“Non sono affari tuoi”
“Come osi rivolgerti a tua madre in questo modo, signorina!”
“Mamma, mi sa che sei rimasta nel secolo scorso, perché IO sono maggiorenne e IO decido cosa farne della vita. Poi parli come Boa Hancock”
“Sei una sgualdrina, ecco, una bastarda!”
“Ah, si? E chi è che fuma e beve in continuazione senza mai degnare di uno sguardo la figlia?”
“Non ti deve interessare, cretina, non metterti a farmi la predica, qui IO sono la mamma e qui comando IO!”
Mi stava sulle scatole quando si vantava di essere la comandante, mi doveva conoscere, odio quelli che mi ordinano di fare e dire.
Kidd domandò(con ancora la presenza della “sergente”:
“Che cacchio di madre ti hanno rifilato, eh?”
“Hai ragione” la fissai con sguardo assassino ”forse era meglio se non ce l’avessi mai avuta”
Per ciò che sto per dire mi dovreste prendere per scema.
Con sguardo serafico:
“Ah, mamma, lo sai che mi sono fidanzata?”
Tutti, increduli, si chiedevano chi fosse.
“E chi sarebbe quell’emerito deficiente che ti ha voluto?” ridacchiò, acida.
Attentava al suo bel faccino.
“Io. Qualche problema?”
Dalla folla uscì Drake, che osservò mia madre con disprezzo.
Non me lo sarei immaginata che si sarebbe fatto avanti, pensavo che sarebbe arrossito dalla vergogna.
Invece si era fatto riconoscere con voce decisa e senza repliche(bravo il mio Draki!!!)
“E tu chi sei?” fece il “sergente”, incredula.
“Sono X Drake, uno delle Supernove”
“…e mio fidanzato” aggiunsi, maliziosa, provandoci una certa vendetta verso il “comandante”.
La gente la credeva una signora sfortunata, ma era solo(scusate la parolaccia)una perfetta stronza.
“Dove abitano loro?” domandò.
“Vuoi iniziare la carriera da stolker?” ghignai.
Dio che goduria nel guardarla arrabbiata nera.
“Se. ne. devono. andare, CHIARO?!?!” sbraitò, smanettando.
“Chetatiiiiiiiiiiiiii!!!!!” le gridai
“Ho 18 anni, lo vuoi capire, trecentesca?!?!?? Di certo non si fanno intimidire da un’isterica come te e non vedo l’ora di trovare una casa in affitto per levarmi e lasciarti sola come una povera disgraziata!” ripresi fiato.
Aveva la faccia sbigottita, parlava in monosillabi e scuotendo la testa, preparò una semplice valigia e sbattò con forza la porta di casa, dicendomi:
“Vado a dormire da Vanessa, la mia amica, almeno non ti vedo fino a domani mattina!”
Ero libera, senza il sergente tra i piedi.
Libera.
Mi voltai e diedi un ”buonanotte”, per poi ognuno tornare nelle rispettive case.
Baciai Drake e gli sussurrai:
“Grazie per avermi salvata da morte certa”
Mi abbracciò, replicando con una nota di divertimento:
“Missione compiuta, il mostro è stato abbattuto”
Risi.
Andai a letto con un gran mal di testa, ma tanta soddisfazione.
Però mi mancava una cosa, ne avevo bisogno.
Il mio cucciolotto di dinosauro.
Lo volevo lì, accanto a me, insieme, mentre dormivamo beati.
Sentii un colpo secco al petto.
Mi mancava così tanto, anche se era al piano di sotto?
Incredibile.
Bussarono alla porta. Era lui.
“Perché sei qui?” cercavo di non essere dura con lui.
“Non riesco a starti lontano” rispose, facendomi posare la testa sui suoi pettorali(e che pettorali!)
“Se è per questo, neanch’io”
Decidemmo di dormire nella stanza matrimoniale, avvinghiati l’uno all’altro.
Eravamo diventati una cosa sola.
Ci mancavamo all’istante.
Eravamo affamati di baci e carezze.
Quella notte era da condividere su Facebook.
 

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Capitolo 9
*** La lotta parte 1. ***


La mattina, mi svegliai trovandomi davanti agli occhi Drake, che mi osservava, tenendo un braccio sulla mia spalla.
“Buongiorno dormigliona”
“Good morning” sbadigliai sonoro e andai a preparare la colazione.
All’improvviso sentii bussare alla porta.
Bonney mi abbracciò stretta, urlando disperata:
“Aiuto, fra fra, è da stamattina che non vediamo Drake!!!!”
“Oddio, la fine del mondo!!! Ah no, sei tu, Bon (NDA: nomignolo di Bonney).
Comunque Drake è qui, calmati”
Controllò.
Lui la salutò mentre usciva da camera di mia madre.
Si portò le mani alla bocca, sibilando:
“Non ditemi che lo avete fatto”
Arrosii. Non avevamo fatto nulla, ci eravamo appena conosciuti e fidanzati.
“Ma cosa blateri, non è successo niente!”
“Dimmi una cosa: ma sei vergine?”
“Ehm…sì” risposi, imbarazzata. Avevo trovato tanti di quei deficienti con cui non valeva proprio la pena!
“Io solo una volta” confermò ”Questo, però, non piacerà a Kidd”
“CHE COOOOSA?!?!?” dissi, basita in  volto. Che centrava testa a tulipano?
“Bhe, sai, ti ho domandato questo perché me lo ha chiesto Eustass” fece roteare tra di loro gli indici.
Ero confusa. Volevo maggiori spiegazioni.
Mi diressi a passo svelto giù.
“Fra, aspetta! Non combinare casini!
Lui è già nero perché ti sei fidanzata con il lucertolone, non esagerare il suo stress, sai come diventa” mi prese per il cappuccio della felpa, tirai e si staccò.
“Voglio solo chiarire” dissi, seria.
Entrai nella casa con gli occhi iniettati di sangue.
“KIIIIIIIIIIIDD!!!!!!” sbraitai, intanto che tutti si cercavano un riparo.
“Ora se ne vedono delle belle” ghignò Law seduto su uno scatolone.
Il Capitano era sdraiato sulla brandina si rizzò e sorridendo malizioso, mi venne in contro.
“Ehi, Francesca, che enfasi, ti hanno svegliata con i bombardamenti?” Adesso gliene dico quattro.
“No, ma con la notizia che volevi sapere se sono vergine! Che ti frega, eh!?!?!? Faccio quello che mi pare, ho un patner e non ti deve importare, va bene? E indignati pure, tanto non mi spaventi con quella faccia da sbruffone!”
Si arrabbiò come non mai.
“Vuoi che ti uccida qui dentro ora???”
“Si! Non so soffrire, perciò sarà come addormentarmi!”
La faccia, da malefica, si trasformò in attraente.
“Su, baby, non fare così, perché ti voglio avvertire…” mi mise un braccio intorno al fianco “Mi piaci”
Che dire? Ero pietrificata.
Si stava avvicinando per baciarmi sulla bocca.
Eh no, non glielo permetto!!!!
Gli detti un potente pugno allo stomaco, che lo fece accasciare su se stesso.
“Vai a flirtare con qualcun altro”
Era cocciuto.
Si rialzò, mi riprese e mi baciò.
Momento inopportunissimo, perché entrò in quell’istante Drake, che squadrò con sguardo da omicida Kidd.
TO BE CONTINUED…
 

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Capitolo 10
*** La lotta parte 2. ***


Angolo della pazzoide:
buongiornooooo!!!!
Ho letto le ultime recensioni, ringraziando tutti quelli che recensiscono e seguono la storia.
L’ultima volta vi ho lasciato in suspense(come sono perfida, bwhahah!)
Ecco a voi un new cap!
 
 
 
“Come hai osato…” sibilò Drake, livido al 100x100 “…baciare la mia ragazza?!?!”
“Perché? Io quello che voglio lo ottengo” rise malvagio
Ruggì e si avventò su di lui, facendolo cadere rovinosamente.
Si presero a pugni, calci.
Alla fine decisero di combattere giù nel cortile.
Io ripetevo:
“Smettetela di fare i mocciosi, è assurdo lottare per me!”
“Lasciali fare, Franci-chan, sai come sono…” disse Law ghignante.
Lo guardai con disapprovazione.
Non capisco proprio cosa ci sia di così speciale in quel dottorino.
“E poi non ti lusinga che due uomini combattano per te?” domandò Bon, sognante.
Eccome!(battuta sarcastica)
Kidd, con il suo potere, attirò a sé le saracinesche dei garage e le tirò contro Drake.
Lui le schivò facilmente.
Prima di altri attacchi, si trasformò.
Gli apparirono la coda, i denti aguzzi, la pelle squamata e verde.
Diede un colpo a Kidd con la coda che andò verso il muro.
Si alzò molta polvere e nessuno non poteva vedere più nulla.
Una delle prime volte che ero preoccupata per una persona.
La battaglia era andata persa.
Serravo gli occhi per intravedere qualcosa.
Finalmente ci riuscii.
Erano ancora immersi nella guerra, feriti fino al midollo, sanguinanti.
Non dovevano continuare.
Presi una decisione che, forse, sarebbe stata dolorosa, anche se coraggiosa.
Corsi verso loro, accecata dal fumo, cercavo di orientarmi.
Ripartirono.
Mi misi tra la mano di ferro di Kidd e le fauci spalancate di Drake.
“Adesso basta, mi avete stufata! Alla fine vi ucciderete a vicenda!”
Drake tornò normale.
Mi abbracciò da dietro, un braccio intorno al collo e uno sul fianco, rivolgendosi al rosso:
“Non la toccare mai più, d’accordo?
O farai una brutta fine!
Mettiti in testa che lei è solo mia, chiaro???”
“Io la amo più di te, se è per questo, damerino del cacchio”
Mi strattonò a sé e mi ritrovai tra i suoi pettorali, mi stringeva, baciandomi il capo.
“Piaccio anche a lei”
Mi guardò, confuso.
“Cheeeeeee?!?!?! Ma sei matto, per caso?!” mi liberai.
Me ne volli andare.
Non ne volevo sapere niente.
Killer mi seguì, spiegandomi:
“Sai, Franci-chan, a Kidd piaci sin dall’inizio e si è promesso che non si sarebbe dato pace fino a che tu non fossi diventata la sua donna. Ha fatto tantissime notti insonni, provando a parlare, di nascosto, allo specchio per dichiararsi, ma non ce l’ha fatta. Devi capirlo e metterti nei suoi panni”
Sospirai.
“Killer, ti rendi conto che io sono già fidanzata e amo Drake più di ogni altra cosa? Nessuno mi costringerà a lasciarlo, e neanche lui lo permetterà!”
“Ma, se tu fossi single, ti metteresti con Kidd?”
Perché deve sempre arrivare al sodo?
“Non lo so, non ci ho pensato”
“Comunque, secondo me, cercherà di farti sua a tutti i costi, sarebbe capace pure di ammazzare la lucertola umana”
“Se ci prova, lo scanno” risposi, con gli occhi minacciosi.
Killer tornò indietro, avrebbe riferito tutto, ma non mi importava.
Drake si era chiuso nella stanza matrimoniale, però riuscii a entrare.
Era seduto sul letto, il viso tra le mani e i capelli ramati.
Mi intenerì, stranamente.
Misi la testa sulla sua spalla, baciandogli la guancia sanguinosa.
“Drake, non ti intristire, non è vero che mi piace, e dico che testa a tulipano l’ha sparata grossa.
Io voglio bene solo e solamente a te”
Mi fece salire sulle sue gambe e mi zittì con la sua bocca famelica.
Mi sorrise.
“L’ho capito, sennò non avresti accettato la mia proposta.”
“Killer ha detto che Kidd potrebbe anche ucciderti pur di avermi”
“Non ce la farà. Con me sei al sicuro”
Rimanemmo così per qualche interminabile secondo.
 
-Stanza di Kidd e Killer-
Il rosso era appoggiato alla finestra, guardava fuori.
“Stai tranquillo, Killer” disse al Massacratore ”tra poco l’avremo io e te e la ameremo per sempre. So che muori dalla voglia” ghignò.
 

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Capitolo 11
*** Notizie sconvolgenti, ***


Era sera, quando ci riunimmo tutti quanti per cenare insieme.
So cucinare la maggior parte delle cose, ma mi limitai a fare la pasta(precisare che erano spaghetti)alle vongole.
Mi fecero i complimenti, non parliamo di quanto mi abbia fatta sentire orgogliosa di me stessa Killer, che li ha “aspirati via” al primo colpo.
Voleva il premio per aver vinto?
Dopo ci siamo diretti in sala per chiacchierare e farci i nostri comodi.
Bonney mi prese in disparte e mi confessò:
“Sai, Franci-chan, ho appena scoperto di essermi innamorata anch’io!”
“Wow, e di chi????”la scossi per le spalle per rivelarmelo.
“Tanto lo so che me lo dirai, avanti!”
“Bhe…si tratta…”
“Di chi?? Sputa il rospo!”
“…di Law” disse, arrossendo.
Del chirurgo?!?!?!?
“Di Law?!?!” ripetei come se non avessi capito.
Annuì lievemente.
Non me ne ero mai accorta.
“E…come pensi di conquistarlo?” le domandai.
“Non lo so, è questo il punto!!!” scoppiò in lacrime.
“Dai, non piangere! Ti aiuto io! Non preoccuparti!” in  preda al panico.
Si asciugò le lacrime e mi si attaccò come una sanguisuga.
“Oh, grazie, grazie, grazie, grazieeeee Franci-chan, sei la migliore!”
“Non è mica detto che non ti ami anche lui, basta non arrendersi e provare!” la incoraggiai.
Ecco un’altra responsabilità: aiutare la mangiona(per scherzare)a mettersi con il dottor Frankestein.
Ce la farà la nostra eroina?
Ho un senso dell’umorismo quanto Basil.
Le travolgenti novità non sono finite di certo qui!
Killer mi fissava(così per dire, dato il casco)con insistenza.
Ma cosa voleva, eh????
Lo trascinai nello studio e gli chiesi, con la mia solita gentilezza:
“Ma cosa guardi, si può sapere?! Non sono un’animale raro!”
“E’ vero, sei la cosa più bella che abbia mai visto” mi accarezzò con delicatezza la guancia destra.
Oh no, adesso anche il Massacratore!!!
Devo avere da qualche parte un magnete.
Prima ero snobbata da tutti quelli di classe mia, e ora…
Help me!!
“Lasciami stare, ti ci metti anche tu???”
“Scusami, però ti amo troppo, sia io che Kidd. Sei una ragazza spontanea, coraggiosa, vitale, autostimata, che si fa rispettare, per niente schizzinosa. Non ho mai visto una come te”
“Accidenti, ditelo che lo fate apposta!”
“Dico sul serio e te lo dimostrerò facendoti vedere il mio viso”
Uau, interessante, che prova d’amore!
Si levò la maschera e rimasi senza parole: una faccia abbronzata come il corpo, pelle soffice, naso perfetto all’insù e occhi azzurri uguali al cielo, per non parlare del sorriso smagliante e bianco, adornato da una bocca non tanto carnosa.
E lui era lo spietato Killer?!?! Con quel viso da angelo????
Cercai di non farmi incantare troppo e gli sussurrai:
“Mi dispiace, ma io amo solo Drake”
“Allora scappiamo insieme!”
E dove?!?! Oddio, sta facendo la sceneggiata da Romeo e Giulietta, che smielatura, non la sopportoooo!!! 
“Neanche per sogno!”
Si rimise il casco, mi prese in braccio, immobilizzandomi e uscimmo, con un balzo, dalla terrazza e fuggì, con me che mi divincolavo inutilmente.
 

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Capitolo 12
*** L'ira funesta, l'aiuto da un'amica. ***


 “Killeeeeeeer!” urlai, strattonandolo di più.
Si fermò.
“Mettimi subito a terra, chiaro?!?!”
Si guardò attorno, in cerca di aiuto, fece finta di non sentirmi.
Posò gli occhi su una Honda rosso fiammante.
La guardò con ammirazione, trovando il modo di farla andare, collegando qualche filo tra di loro.
Mi ci fece montare sopra e partimmo veloci come la luce, mentre pensavo:
“Drake cosa dirà adesso??”
 
 
-A casa-
“Che le hai fatto, Kidd?!?!”
Drake stava strozzando il rosso per avere una risposta “DOV’è LA MIA FRANCI-CHAN?!?!?!”
“Non lo so, chiaro, lucertola??” lo spinse via.
Bonney correva di qua e di là disperata.
“Ragazzi!” urlò dallo studio “non si trova neanche Killer!”
Drake era uno dalla mente sempre attiva e intuì cos’era successo.
Con un ruggito, sbattè forte la porta di casa, seguendo l’odore del Massacratore.
Gli altri gli andarono dietro.
 
 
-Sulla moto-
Killler aveva scavalcato il cancello e zigzavamo in ogni strada che vedeva.
Trovammo “rifugio” in un giardino che riconobbi all’istante: era di Elena.
Elena è un’altra mia amica, capelli castani, lunghi e occhi marroni.
Abitava al pianterreno dell’edificio.
L’uomo mi prese in braccio e mi posò sul muro del condominio.
Mi si avvicinò, mi bloccò alla parete e mi baciò, usando la lingua.
Volevo dargli tanti di quei calci, ma ero immobilizzata.
Finalmente si staccò e, sorridendo, scomparì per fare non so cosa.
Ah, non ho accennato che ero legata con una corda.
Tentavo la ricerca di qualche oggetto tagliente, cosìcchè sarei stata libera.
Ebbi un’idea: chiamare Elisa con il cellulare.
Riuscii a prendere dalla tasca destra dei jeans il telefono, composi il numero e mi rispose con voce impastata, sicuramente dormiva.
“Pronto?”
“Eli, sono Franci! Ho scoperto che piaccio sia a Kidd che Killer, il Massacratore mi ha rapita e sono nel giardino di Ele!”
Rimasi in attesa.
Non rispondeva.
M’immaginavo la sua faccia.
Poi sentii un tonfo.
“AHHH, help!!!”
“Che è stato?”
“Sono caduta dal letto, cavoli!”(la solita scema scema)” Non muoverti, vengo a salvarti!”
“E chi si muove, mi ha legato come un salame!”
Riattaccai.
Non mi rimaneva che aspettare.
 
-In cortile-
Drake era ancora ad annusare il profumo del biondo, capendo che era lontano.
“Come si fa a raggiungerla?” sospirò Bonney.
Il ragazzo ci rimuginò e gli si accese una lampadina.
“Kidd, attira a te le portiere di quella macchina!” ordinò, indicando una Renauld nera.
“Non eseguo gli ordini” sbuffò
“SUBITOOO!!!” gridarono in coro
Lo fece, ci salirono e sfrecciarono via, anche loro scavalcando il cancello.
 
 
 
-Casa di Elena-
Mi annoiavo più del previsto.
Così decisi di bussare alla finestra di Ele.
“Ohi, ci sei??” bisbigliavo.
La finestra si aprì di scatto.
La mia amica si affacciò indignata e in vestaglia rosa(che schifo di colore!)
“Chi c**** è che rompe?!?!?!”
Mi vide e mi salutò con la mano.
Nell’altra aveva un Kinder Delice.
“Ciao Fra fra, e tu?!?!?!”
“Non è il momento, poi ti spiego.”
Guardai il cibo.
“Che buono, è un Kinder…ehi, aspetta…Kinder…Killer Delice, la bontà che ti uccide! AHAH!”
Scoppiò dalle risate.
“Ma che centra? Io…” non finì che dal recinto che separava l’edificio da un altro, si spaccò in mille pezzi e ne uscirono le Supernove dentro un’auto.
Intanto guardai Elisa che era arrivata in bici, trafelata.
“Franci-chan, finalmente ti abbiamo ritrovata!” esclamò Rufy, mentre scendeva dalla macchina.
La mia amica, quando lo vide, gli si attaccò dietro, felicissima.
Drake mi slego e mi abbracciò, baciandomi il collo.
Dopo un po’ tornò Killer, che, alla sola vista del mio cucciolo, fuggì, ma non in direzione di casa mia, ma dall’altra parte.
Elena, spaventata, chiuse con un colpo la finestra e noi andammo a casa, sperando che il Massacratore fosse rincasato.
Non vedendolo, ci preoccupammo.
Che fine ha fatto Killer???

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Capitolo 13
*** Ecco Killer! ***


Erano passati tre giorni da quando era sparito Killer.
Ci pensai per ore, ma Livorno è immensa e non seppi dove cercarlo.
Poi capii.
Ero seduta sul divano, Drake ritraeva dei fiori su un foglio, accanto a me.
Gli altri, c’era chi si sdraiava per terra o si dondolava sulla sedia, a riflettere.
Kidd, anche se non lo faceva notare, era mesto per la scomparsa del suo migliore amico e teneva il broncio, guardando fuori dalla finestra, appoggiato con la mano sul gomito.
“Non può essere andato tanto lontano, non conosce le strade, perciò sarebbe stato costretto” ruppi il silenzio di tomba, seria, misi una mano sulla spalla del rosso per tranquillizzarlo.
Emise un grugnito di disapprovazione.
Sospirai e, attirando l’attenzione di tutti, continuai:
“Ho visto che si dirigeva a sud, da via Calzabigi a Coccoluto Ferrigni, fino in fondo, in via Filippo Venuti. Dovremmo dirigerci laggiù”
“E cosa te lo fa pensare che si trovi lì?” domandò, burbero, Kidd.
Alzai le spalle.
“Bè, finchè non ci diamo un’occhiata, non possiamo esserne certi, no?”
Si alzò, sbuffando e, quando stava per aprire la porta principale, lo bloccai al polso.
“Ehi, lasciami, mocciosa!”
“Hai già visto che fine ho fatto fare a Zoro, da quel giorno mi chiamò Franci e basta” lo minacciai.
I suoi occhi si erano ridotti in due fessure.
Lo lasciai.
Si rigirò.
“Dove credi di andare?” gli chiesi, le mani sui fianchi.
“Non sono affari tuoi” ringhiò.
“Ho bisogno della collaborazione di tutti per cercarlo, e te ne stai con le mani in mano? Ricordati che è il tuo vice!” lo ribeccai, mantenendomi calma e stringendo i pugni.
“Allora dì a quelli di alzare il culo e muoverci!!” e scese per le scale.
Quel tipo mi sorprendeva sempre di più, con i suoi modi bruschi e inaspettati, la voce scontrosa e rozza, quasi mi attraeva come una calamita(senza volerlo si dice!)
“Ma che vado a pensare, sono già fidanzata e poi sono proprio io quella che odia di più i traditori!” pensai.
Scrollandomi come se mi fossi congelata, chiamai le Supernove.
Quando stavamo per partire, feci loro immediatamente alt.
“E adesso che combini?” mi chiese Capone.
“Non potete di certo uscire indossando questi panni!” ok, a me piace come sono vestiti, ma per la gente sembrerebbe che si siano travestiti per Halloween!
“E’ una cosa che non sopporto, però…farò un salto in  qualche negozio per procurarvene degli altri, voi aspettatemi qui, per favore”
Dopo mezz’ora tornai con due buste piene di felpe, giacchetti di pelle, jeans, t-shirt, stivali, converse e ,ahimè, gonnelle.
Vi descriverò solo alcuni di loro: Kidd indossava una maglietta rossa con sopra un giacchetto marrone scuro, jeans strappati e converse nere.
Bonney aveva una maglietta senza maniche rosa e una felpa aperta bianca, jeans corti, converse anch’esse bianche.
Drake vestiva come Kidd, però la maglietta blu e il giacchetto nero.
Rufy indossava maglietta grigia, giacchetto di jeans senza maniche, jeans e converse rosse.
Law, una felpa nera, jeans e converse nere.
Alcuni dovettero togliersi il cappello, tranne Luffy(della serie “il mio tesssssoro”)
Appena pronti, potemmo veramente partire.
 
 
Arrivati in via Filippo Venuti, mi venne un tuffo al cuore; fino a quell’istante non ci avevo riflettuto: lì ci abitava la mia “sorellastra” minore Elisabetta!
Spiegazione: mio padre, dopo la separazione, si innamorò di una sua collega di lavoro.
Anche questa era divorziata e aveva una figlia mora e gli occhi neri come la pece, di nome Elisabetta, sedicenne.
Dovevo avvertirla se avesse visto qualcuno di “insolito” nei paraggi.
Mi precipitai in casa sua, (a quell’ora i nostri genitori erano a lavoro, essendo solo le 4:00 del pomeriggio) lasciando gli undici indietro a guardarmi, confusi.
Stranamente la porta era aperta.
Feci irruzione nel soggiorno, urlando:
“Eli, ti devo dire una…” mi fermai, basita, fissando la scena che mi si parava davanti agli occhi: mia sorella stava pomiciando sul divano color beige con Killer!!!
“…cosa” finii la frase.
Lei alzò il capo e mi sorrise:
“Ciao, Fra, come mai qui?” vide lui avvampare ”Come vedi adesso sono un po’…ehm…indaffarata. Ti spiacerebbe uscire?”
“Che storia è questa, eh?!?! Ma ti rendi conto di chi stai limonando?!” e lo indicai.
“Ah, ecco…finora non avevo avuto il tempo di confessartelo, ma…mi sono fidanzata con Killer! Tutto è iniziato quando l’altro giorno rincasai e lo trovai sdraiato sul prato del giardino sul retro della casa, a osservare le nuvole” si alzarono e sistemarono meglio ”era solo soletto, poverino” si strinse nelle spalle ”così l’ho invitato a entrare. Abbiamo chiacchierato del più e del meno, mi ha raccontato come faceva a trovarsi qui e non nel manga, anche perché, nel vederlo, ero sbigottita, pian piano siamo diventati amici e…prendilo per un colpo di fulmine!”
“Già” aggiunse il Massacratore ”ho scoperto che, per amare una persona, quella ti deve far sentire…umana, ecco!”
La baciò sulla guancia, lei emise una risatina.
“Allora, Killer” iniziai, schiarendomi la gola ”di certo, quando ci saranno gli altri, non potrai presentarti.”
“Lo so e io torno volentieri a casa, anche se un po’ mi duole lasciarla”
La salutammo e facemmo ritorno a casa.
 

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Capitolo 14
*** Arriva il nemico! ***


 

Tornati a casa, mi accorsi che avevo una gran voglia di dormire.

Così preparai la cena per le Supernove e mi buttai (stile trampolino) sul letto, ancora vestita respirai l’odore di lavanda delle lenzuola.

Che buone u_u!

Poi sprofondai nel sonno, mentre l’ultima domanda mi percorse la mente, già fuori come i terrazzi, a cui non avevo mai pensato.

“Come hanno fatto loro ad uscire dal manga?”

 

 

-Notte fonda-

Il fumetto, riposto nella libreria, vibrò per poi cadere a terra con un tonfo sordo e successe uguale all’altra volta.

Una figura si staccò dall’inchiostro.

Era alto e muscoloso, il viso pieno di rughe, gli occhi neri e di dimensione piccola . Avrà avuto una cinquantina d’anni.

Indossava un berretto con visiera e sopra la scritta “Marina”, uno smoking rosso da cui si intravedeva dalla spalla sinistra un tatuaggio floreale, un mantello con scritto dietro “Giustizia”.

Si guardò intorno, stranito.

“Dove mi trovo? Questo non è il Quartier Generale della Marina!”

Poi notò la ragazza. “E chi è lei?” pensò.

 

Francesca

Uffi, chi era che mi scuoteva per le spalle violentemente a quest’ora della notte? Erano solo le 3:15 di mattina.

Mi stropicciai gli occhi(volevo proprio vedere chi aveva osato affrontarmi).

Quando misi a fuoco, chi mi trovai davanti?(rullo di tamburi!!!!)

“Akainu?!?!?” sobbalzai, scostandomelo di dosso “Da dove vieni?!”

“Cercavo di chiederlo proprio a lei, signorina!” sbraitò (com’è infinita la sua pazienza)

Mi sporsi dalla sua statura per vedere il manga sul pavimento.

“No, ditemi che non è accaduto di nuovo!” riflettei, mordendomi il labbro inferiore.

“Bando alle ciance, voglio farvi una domanda: giorni prima stavo dando la caccia a undici persone, dieci uomini e una ragazza, chiamati Supernove, quando, all’improvviso sono scomparsi nel nulla. Ora che è successo anche a me, credo che loro siano stati teletrasportati qui e, dato che il posto da cui sono uscito è di sua proprietà, li dovrebbe aver visti”

Non ci potevo scommettere che avesse fatto un ragionamento così.

Risposi, impacciata: “No, mi dispiace, ma non li conosco e poi me ne sarei accorta. E adesso se ne vada, per favore”

Osservandomi dall’alto in basso, io tesa come una corda di violino, urlò: “Pensi che non l’abbia capito che menti, lurida marmocchia?! Tu stai dalla parte dei pirati e li difendi, non è vero? Bhe, peccato, perché ti porto con me ad una centrale della Marina di questo posto e ti faccio arrestare” finì con una risata malefica.

 Non potevo starmene lì come un pulcino spaventato. Dovevo agire. Trovai il modo.

 “Io con te non ci vengo neppure morta!” detto ciò, afferrai lo zaino, che era a poca distanza dal letto, e glielo lanciai contro, prendendolo in pieno nell’occhio destro.

Fece qualche passo indietro, massaggiandoselo(anche se non capivo come mai, se i rogia sono immuni ai colpi).

Mi prese per la felpa e, sollevandomi di peso, mi scaraventò nella camera matrimoniale, che era aperta.

Fu un dolore lancinante. Sbattei contro le ante dell’armadio.

Un rivolo di sangue mi scese dalla bocca e dalla testa, sudicia da far ribrezza, mi rialzai a fatica.

L’ammiraglio plasmò la sua mano in lava e, quando stava per attaccarmi, un ruggito spezzò l’aria.

Mi paralizzai; quel suono non riusciva neanche a emetterlo il più feroce dei leoni(e in casa non ce ne erano!), c’era una sola spiegazione.

Qualcosa saltò sul letto, fino a sfondarlo: era stato un…t-rex?!

Almeno gli assomigliava.

Aveva la faccia, il busto, le braccia e le ginocchia da umano, mentre al posto delle mani e dei piedi aveva dei possenti artigli e una lunga coda squamosa, i denti aguzzi e gli occhi gialli.

Ero piena di stupore: quello era Drake!

Mi si posizionò davanti, affermando con la sua voce cavernosa: “Non la toccare, capito?!”

Gli andò addosso, artigliandogli il viso, graffiandolo e mordendolo a sangue.

Sakazuki, infuriato, gli dava pugni roventi, lambendogli la pelle.

Drake urlò dal dolore e lo tirò verso la terrazza, i cui vetri si infransero e lui, rotolando sull’inferriata, cadde di sotto, con uno schianto sordo.

Lui si accasciò, tenendosi l’arto scottato.

“Oh, no! Drake!”

Lo raggiunsi e girandolo, guardai i suoi occhi colmi di ferocia, spiritati.

Sibilò:” Vattene, non voglio farti del male! Morirai!”

“No, qui l’unico che farà una brutta fine sarai tu se non ti fai curare!”

Lo presi per le spalle, ripetendogli: “Stai calmo, non c’è bisogno di agitarsi”.

Mentre lo fermavo con le gambe, gli disinfettai e fasciai la ferita, attenta a non infettarla.

Alla fine Drake ritornò pacato e lo misi a dormire, mi si appiccicò, stringendomi come se da un momento all’altro sarei voluta scappare, anche se non era mia intenzione. Di Akainu non se n’è più vista l’ombra…

 

 

 

Angolo della pazzoide:

Pleaseee, chiedo venia per aver pubblicato il cap. tardi, ho avuto un  mese pieno di verifiche. Comunque, spero che vi sia piaciuto e adesso voglio farvi 2 domande a cui spero rispondiate in molti recensendo: chi credevate che fosse la persona uscita dal fumetto e secondo voi cosa succederà nel prox cap.

Grazie a coloro che recensiscono e recensiranno…

Kidd: “FRANCI-CHAAAAAN!!!! Dove sono finite le mie mutante?!?!?

Io: “Ops, se intende quelle con le fragole…le ho perse! Scappo!”

Un bacione e ringraziamenti a tutti!!!

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Capitolo 15
*** Le mini-avventure di Franci & Co. ***


Fiiiiinalmente sono tornata dalle vacanze, che ricordi!(e che barba ora di nuovo sotto con i libri!). Ecco a voi un capitolo extra!
 
Era una giornata soleggiata quando le Supernove scoprirono il magico strumento dell’epoca della tecnologia: il cellulare(in confronto alle telefonate chilometriche di mia madre io non chiamo quasi mai nessuno se non per emergenza tipo quella del mio rapimento attuato da Killer)!
Stavo armeggiando con il mio telefono (un Samsung Galaxy Mini 2 nero) che per l’ennesima volta mi era “misteriosamente” caduto dalla tasca dei jeans e cercavo di aggiustarlo (il mio metodo: in caso di infuriata, sbatterlo contro lo spigolo della scrivania, si accenderà subito!).
Incuriositi si accamparono alle mie spalle per vedere l’oggetto di tanta attenzione (e violenza!!!)
“Cos’è quell’aggeggio?” domandò Apoo.
“Forse è qualcosa che si mangia!” esclamò Rufy, la bava alla bocca.
“E’ fatto di plastica e circuti, ti faresti male ai denti o non saprebbe di nulla” dopo una pausa continuai” e non è cibo!” vedendolo avvicinarsi minacciosamente, balzò e lo schivai, mandandolo addosso alla porta chiusa della “lavanderia” (microscopico bagno incorporato di lavatrice).
Mi schiaffeggiai la fronte: “Tu da bambino hai battuto la testa per caso?”
“Hai indovinato!” disse voltando la faccia stile cartone animato (senza dirlo apposta!), i denti storti e vari bernoccoli. “Mica leggerai la mente, oppure hai i poteri come Hawkins, oppure…” non finì che ribattei: “Oppure sono una semplice umana che l’ha notato come tutti gli altri.”
“E come?” corrugò la fronte.
Sospirai esausta ”Meglio che non lo sai.”
Per la distrazione, Kidd me lo sfilò dalle mani, ridendo malefico:” Mwahahah adesso il tuo “coso” è in mio possesso!”
C’era da aspettarselo, quando si tratta di meccanica è curioso come una scimmia.
Comunque ora che lo conoscevo, sapevo quali erano i suoi punti deboli.
Sogghignai beffarda:” Primo, quel “coso” come lo chiami tu è un cellulare e secondo devi stare attento alle mosse che azzardi perché tutti e due abbiamo qualcosa l’un dell’altro” e tirai fuori da un cesto di panni puliti un paio di mutande con le fragole di taglia d’uomo, sventolandole davanti ai presenti che ridacchiavano sotto i baffi (anche se non ce l’avevano).
Strabuzzò gli occhi ”Tu…ecco che fine avevano fatto, le hai tenute per te per poi ricattarmi nel momento del bisogno, vero?”
“Ma che bravo bambino, hai capito.” Giocherellando con l’indumento ”Le rivuoi, non è così? Allora facciamo un patto” porgendogli la mano libera ”Tu mi ridai il “coso” e io ridò a te le tanto agognate mutande di cui mi sono pure affezionata ma che devo lasciare sfortunatamente” feci finta di essere disperata.
“La ragazza se ne intende” affermò Law tra la folla. Drake gli ringhiò di rimando.
“Neanche per sogno, ce l’ho io e adesso questo è MIO!” nascondendo il telefono.
“Su, piccolo” sottolineai l’ultima parola” restituisci il cellulare alla zia Francesca e si sistemerà l’accaduto. Non essere infantile perché se vuoi sei anche una persona diplomatica (certo, quando vuole)”
“Non mi incanti, io sono il sanguinario Eustass Kidd!” sbraitò. Adesso la mia pazienza andò a farsi benedire.
Sicuramente il signore se n’è accorto e mi ha concesso la grazia di far suonare il campanello alle persone più impensabili, cioè Elena e un ragazzo biondo dagli occhi azzurri: Luca!!!!
Quando salirono mi abbracciarono stretta.
La prima a scostarsi fu la fan di Kidd che appena lo vide la ressi prima che svenisse per terra.
Luca, il solito rompiscatole, mi si era appiccicato come la colla Attack.
“Luca spicciati altrimenti se ti vede…”
“Chi il tuo fidanzato? Ma dai, dopo di me non c’è stato più nessuno, giusto???” mi scrollò ridendo isterico.
“E’ il tuo ex?!?!?” gridarono in coro le Supernove.
“No affatto è lui che lo credeva, giuro, io questo qui non lo sopporto neanche chissà quante volte l’ho spiaccicato al muro per farlo chetare è peggio di Sanji!”
“Non comportarti così, mia amata lo sappiamo tutte e due che è il contra-“ non lo feci finire che gli diedi un pugno, il quale sfondo la porta della “lavanderia” (adesso il lavoro che aveva iniziato Rufy l’aveva concluso Luca)
“Non provare a proferire parola su queste idiozie!!!!” scoppiai.
“…e non ci provare con lei o saranno cavoli amari” aggiunse Drake (apprezzo la sua gelosia, però esagera)
Intanto Elena mi aveva fatto venire un’idea .
“Eleee ascolta caaara amica, tu che sei innamorata del rosso, ti regalo le sue mutande preferite, ha detto che non ci sono problemi quindi puoi prenderle, che so, puoi appenderle al muro o meglio indossarle”
“Non ti permettere…”ringhiò Kidd.
Alla mia amica le si illuminarono gli occhi “Non è possibile, è un sogno che si avvera”
Ora volevo vedere cosa avrebbe fatto per riaverle e ,caso eccezionale, era triste!!!!
Pensai ad un bluff, ma sembrava più che vera.
Sospirai sconsolata” Mettiamo le cose in chiaro Kidd, io non sono il tipo di persona che si prende gioco degli altri, anzi, le detesto. Se vuoi guardare il mio cellulare basta chiederlo gentilmente e io te lo do.”
Alzò il capo e si ritrovò in faccia le sue mutande. “Ahahah, siete di nuovo mie finalmente ahahah!”
“Posso usarlo?” lo fulminai con lo sguardo per un altro motivo ”per…ugh…favore?” biascicò. Annuii soddisfatta.
“Uff…tutto è bene ciò che finisce-“
Elena sfilò dalle mani del rosso la biancheria, urlando: ”Io, in confronto a Franci-chan non sarò così clemente!” e facendo la linguaccia.
“Catturatela, catturate quella ladra di mutande!!!” sbraitò Kidd. Di conseguenza l’abbiamo rincorsa stile maratona che non durò molto perché alla fine si arrese e le gettò in aria, tornando in possesso del proprietario.
 
 
 
Ora di cena, Ele e Luca sono rincasati e Drake mi cerca in camera mia.
“Franci-chan, forza vieni, sennò chi li tiene Rufy e Bonney”
Io ero raggomitolata su me stessa per terra con in mano qualcosa. Il pirata inarcò un sopracciglio.
“Franci-chan ti senti male?”
“No avviati vi raggiungo subito”
Alzando le spalle, se ne andò. Cosa stavo facendo?
Facile, stavo annusando i boxer lavati di Drake. Avevano un’ odore che avrei ricordato tra tanti.
“Come siete morbidi, uguali a lui!”
Sono forse diventata una maniaca? Bhe, se si tratta di Drake, allora è vero.
 

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