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di Writer97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Carina e pallida. ***
Capitolo 2: *** commissioni ***
Capitolo 3: *** Tutto nero ***
Capitolo 4: *** una donna, un vampiro e un licantropo. di nuovo... ***
Capitolo 5: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 6: *** Mordimi ***
Capitolo 7: *** Posseduta ***
Capitolo 8: *** salto nel vuoto ***
Capitolo 9: *** amore mio ***
Capitolo 10: *** mostro per sempre ***
Capitolo 11: *** Saminda e Gianoa ***



Capitolo 1
*** Carina e pallida. ***


 Buona lettura!
Se vi va,  fatemi sapere cosa ne pensate tramite una recensione.
Un bacio
Writer97 



3 years ago

 

Solo una pazza come me poteva correre senza una meta con un tempo come questo. Sopra il frastuono della pioggia incessante, sentivo Sue gridare il mio nome.
Ma non mi voltai nemmeno una volta verso il portico della casetta rossa. Quella stessa casa che era la mia, non più. Mi avevano mentito per troppo tempo e ora non ne avevo più una.
Le lacrime si mischiavano sul mio viso alla pioggia e, cadendo nel terreno fangoso, si univano ai rivoli d'acqua che erano caduti quella stessa mattina.
Forse richiamati dalle urla, Leah e Seth spuntarono dagli alberi. Possibile che neanche loro sapessero?
Il più piccolo aveva l’ aria confusa, non capiva cosa fosse successo. Ma Leah... la conoscevo troppo bene. Ed il suo sguardo era troppo, troppo maledettamente colpevole.
Senza pensarci le urlai contro.
«Tu lo sapevi! Tu sapevi tutto e non me lo hai detto! »
Rimase pietrificata dalle mie parole, segno che, purtroppo, non mi sbagliavo. Non sapeva che dire... le avevo tolto la voce. Il dolore era forte anche per lei. Tuttavia riusciva a trattenere le lacrime, a differenza di me… ma sapevo che Leah era forte. Sicuramente più forte di me.
Ma non fu così coraggiosa da proferire parola.
Forse era semplicemente sbalordita nel vedere la calma e buona Evleen così arrabbiata.
Non capivano. Nessuno poteva capire come mi sentissi.

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Avevo solo 16 anni quando lasciai La Push. Non sapevo cosa fare, dove andare, come avrei vissuto.
Le linee della mia vita mi portarono a Seattle a lavorare come segretaria nello studio di un procuratore legale.
Mentre cerco di bere il mio caffè bollente, sento il telefono squillare di nuovo e mi precipito a rispondere.
«Studio di Jason Scott, sono Evleen, cosa posso fare per lei?»
«Ehi Evleen, sono Max! » rispondono dall'altro capo del telefono. Adoro Max, è uno dei più cari amici che ho. L'ho conosciuto quando sono arrivata a Seattle, è lui che mi ha raccomandato per il lavoro da segretaria.
«Ehi, ciao! Di che hai bisogno? »
«Devo parlare con Jay! » mi dice velocemente. Oh, deve essere un'emergenza! Max non chiama quasi mai nell'ufficio in sede.
«Te lo passo!’’e passo la chiamata all’ ufficio dal centralino. Ma sono  troppo curiosa, quindi infilo l'auricolare, e resto in ascolto:

- Ehi J., sono Max. So che devo chiamarti a questo numero solo in caso di emergenza…
- C'è un'emergenza?

- Beh, non proprio. C'è una ragazza che vuole vederti...
- Non capisco che emergenza c'è. Perché non hai seguito la procedura normale?

- Non l'ho seguita perché lei non mi sembra affatto normale...
- Non sarà mica uno sbirro?!
- No...

- Non si sa mai. Sembra uno degli uomini di Kubarev...?
- No... fammi parlare, va bene? Dice che conosci sua sorella, o qualcosa
del genere.
- Improbabile. Com'è?
- È...Beh, sembra una top model, che cavolo, ecco com'è. Corpo da urlo, pallida come un lenzuolo, capelli castano scuro lunghi fino alla vita, ha l'aria di  aver bisogno di una bella dormita... ti ricorda qualcuno?
- Niente affatto. Non mi fa piacere che, a causa del tuo debole per le belle donne, tu abbia interrotto...
- Sì, va bene, mi piacciono le ragazze carine, e allora? Che male c'è? Mi spiace di averti disturbato, bello. Lasciamo perdere
. Ah, giusto. Aspetta… dice che si chiama Bella Cullen. Ti ricorda qualcosa?
Per un attimo calò un silenzio tombale, poi all'altro capo della cornetta di botto si mise a gridare: «Perchè diavolo non me lo hai detto prima!?! »
«Non te l'ho detto perché non me l'hai chiesto!»,
gli rispose Max urlando, in preda al panico.
Ci fu un'altra pausa, durante la quale il mio capo si ricompose.
«Carina e pallida?» chiede Jason, ora un po' più calmo.
«Te l'avevo detto, no?».
Max aspettò un minuto mentre subiva un'altra scarica di insulti e istruzioni gridati a gran voce«Ma il giovedì incontri solo i clienti del centro... Va bene, va bene! Mi ci metto subito». E riattacca.

Non capendo, rimango sbalordita e con una solo domanda in testa: chi diavolo è questa donna?

Poco più tardi entra nello studio una donna sui vent'anni. È bellissima. Supera di gran lunga la modelle dei calendari.
«Salve», mi salutò.
«Cosa posso fare per lei?» le rispondo, un poco intimidita.
«Devo vedere il signor Scott».
«Ha un appuntamento?».
«Non proprio».
Sfoderai un sorriso. «Allora potrebbe volerci un bel po'. Per-
ché non si siede, intanto che...».
«April!» strillò Jason Scott, dal telefono sul tavolo. «Fra poco deve arrivare una certa signora Cullen. » la donna mi sorride e si punta il petto con l'indice.
«La faccia entrare subito da me. Ha capito? Non importa se m'interrompe.»
Il tono della sua voce mi spaventa, c’ è un nervosismo che ho sentito talmente poche volte che le posso contare sulle dita della mano.
«È proprio qui» riferisco, appena lui mi lascia parlare.
«Come? La faccia entrare! Cosa sta aspettando? »  sbraita lui.
«Subito, signor Scott!» mi affretto a dire, mostrando la strada alla donna.
«Si chiuda la porta alle spalle, April.», ordinò la stridula voce del signor Scott. Obbedisco e mi affrettò a sparire dietro la mia scrivania, sorvolando sul fatto che per l’ ennesima volta, sbagliato il mio nome. E’ tanto difficile chiamarmi Evleen? Un nome un po’ fuori dal comune forse, ma sicuramente l’ unica cosa che mi piace di me.

Un quarto d'ora dopo vidi la donna uscire dall'ufficio, mentre Jason Scott si asciugava il sudore dalla fronte con il fazzoletto. La saluto cordialmente e mi dirigo nell'ufficio.
«Tutto bene, signor Scott? Desidera qualcosa di fresco? » chiedo.
Lui alza la testa e mi fissa.
«Ah, April, che ne sai tu!» dice scuotendo il capo.
E se ne va, sotto il mio sguardo perplesso e più che mai, curioso.

 


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N.d.A. Alcuni pezzi dei discorsi diretti sono presi dal libro ''Breaking Dawn'' di Stephenie Meyer. No copyright infrigement.
 

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Capitolo 2
*** commissioni ***


 Sento bussare alla porta, vado ad aprire e mi trovo a pochi centimetri dal viso di Chris, il mio ragazzo. Mi bacia, con passione, lo amo. È romantico, dolce e bellissimo. Come potrei non amarlo? "Stasera non aspettarmi, faccio tardi al lavoro." Mi dice prima di andarsene. Annuisco, e lo bacio, in segno di saluto. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~} All'improvviso ricordo che Jen, la mia vicina, mi aveva chiesto di andare a casa sua ad aiutarla con i manifesti per la festa che stava organizzando. Mi annoio, cosi decido di andare ora. Busso, ma non mi risponde nessuno, poi mi accorgo che la porta non è chiusa, solo accostata, non è da lei... entro, e non sento niente.

"Permesso? Jen?" Dico. Nessuna risposta. Procedo, vado in cucina, in bagno. "Jen? Sono Eve. Sei in casa?" Chiedo di nuovo. Sento lei che finalmente risponde:"eccomi, arrivo Eve! Rimani li!" Mi raccomanda. Esce dalla camera, avvolta in una vestaglietta rossa e nera, i capelli spettinati. "Ehi, Jen, stavi dormendo? Non volevo disturbarti, ma ho visto la porta aperta... e... volevo vedere se andava tutto bene.." poi giro la testa, e vedo un paio di jeans e scarpe per terra, e capisco... no, non stava dormendo.
"Oddio! Scusa, che imbarazzo... io, non immaginavo! Ora me ne vado! Scusa ancora!" Dico. Lei sorride, imbarazzata, ma è strana, agitata. Mi avvio verso la porta, ma una visione mi colpisce in pieno. Vedo per terra la bandana di Chris. Quella rossa, ricamata con il suo nome scritto in nero. Quella che gli ho regalato io. Con il cuoricino sulla I... mi blocco.
La raccolgo. È la sua, ne sono certa. Non dico nulla. Balzo indietro, dirigendomi alla camera. Jen prova a fermarmi, ma io la butto a terra con uno spintone. Spalanco la porta e sento:"se n'è andata?" Entro. È lui. Nudo nel letto di Jen. Lui sgrana gli occhi quando mi vede. Io sento le lacrime assieparsi agli occhi. Era tutta una farsa... il suo amore per me... scuoto la testa e mi ritiro. Lui salta giù dal letto, avvolgendosi nel lenzuolo.
"Amore! Amore, ti prego! Non è come pensi!" Dice lui. Jen mi afferra il braccio:"Evleen! Eve lasciami spiegare!" Io mi volto e la fulmino con lo sguardo, poi le do uno schiaffo:"mollami, puttana!" Le dico. Lei rimane gelata. Mi lascia ed io esco. Non li voglio rivedere mai più. Non voglio più averci a che fare. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}
Sono passati sei mesi da quando è finita con Chris. Mi sono chiusa a riccio e non vedo più nessuno da allora. Sono perfino tornata al mio vero colore. Il biondo l'avevo fatto per Chris. Ma ora devo tornare quella di prima. E, inoltre, i capelli neri mi donano di più. Le uniche con cui parlo sono le 2 ragazze che vivono negli appartamenti a fianco al mio. "Piccola, devi uscire... non puoi continuare cosi per sempre. Casa-lavoro-casa-lavoro... devi riprenderti. Il mondo è pieno di uomini. Chris non sarà né il primo né l'ultimo tuo fiasco in amore!" Mi dice Sharon. Loro sono più grandi di me. Loro conoscono di più la vita. Hanno ragione. Ma non riesco a non vedere Chris in ogni cosa. Quello ha i suoi occhi, quello ha lo stesso taglio di capelli, quell'anello è come il mio... già il mio anello. è finito nel cesso. Nel vero senso del termine. Ce l'ho buttato il giorno dopo. Quando mi sono alzata da letto. Mary dice che avrei dovuto venderlo, almeno ci avrei guadagnato qualche soldo in più. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}
"Signor Scott, qui fuori c'è il Signor Hartley per lei. Lo faccio entrare?" Dico al telefono sul tavolo. "Si, fallo passare..." dice Jason Scott.
"Prego, il Signor Scott l'aspetta." Dico aprendo la porta. Pochi minuti dopo la porta dello studio si apre ed entra la signora Cullen. Nonostante sia passato quasi un anno dall'ultima sua visita, come potrei dimenticare il suo viso?
"Buongiorno, Signora Cullen, deve vedere il Signor Scott?" Lei sorride timida, ma sempre bellissima e annuisce.
"Mi spiace ma non l'aspettavamo, il Signor Scott, al momento, è con un cliente. Dovrebbe finire a momenti. Mi spiace farla attendere ulteriormente." Le dico cortese. Lei continua a sorridere e dice:" non si preoccupi, non ho fretta." Ha una voce soave, sembra quasi che stia cantando. "Posso farle una domanda un pò personale?” lei annuisce sorridendo.
“ecco... ci sono dei motivi validi, di solito, per avere bisogno di J. Jenks....”
“Lei sa, delle attività di J?” chiede lei, senza smettere di sorridere.
“Naturalmente, vorrei dire il contrario... ma spesso sono io a fare le consegne per lui... comunque...i documenti... di solito la gente che viene a richiederli... è diversa, da lei... spesso sono criminali.. ma lei, non mi sembra il tipo... da questo genere di cose..”
“April....”
“A dire il vero è il signor Scott, che sbaglia.. il mio nome è Evleen.. ma può chiamarmi Eve.”
“Evleen, la mia è una situazione un po' particolare, la prego di non giudicarmi, se non la posso dire di più... ma sappia che non sono affatto una criminale... non nel senso che intende lei...” La signora Cullen sorride, fra sé e sé... non capisco cosa intenda... ma sono sicura che non sia una brutta persona.
“E lei? Mi sembra una brava persona... non riesco a capacitarmi, di come possa essere finita in un posto come questo... con queste pratiche, illegali... nemmeno lei mi sembra il tipo, da questo genere di cose...”
“Sono scappata di casa che ero solo una ragazza scema... questo è l'unico lavoro sicuro che sono riuscita a trovare... sa, molte segretarie si rifiutano, di immischiarsi in questo genere di affari...” spiego io.
“Capisco perfettamente...”
il signor Hartley esce quasi di corsa dallo studio, senza nemmeno salutare. Ed io mi affretto ad avvisare il Signor Scott dell'arrivo della signora Cullen.
E in men che non si dica, il signor Scott è sulla soglia della porta:”Prego, Bella... entri pure!” dice, mentre il sudore già gli imperla la fronte. Chissà cos'è che lo mette così in soggezione, a me sembra una donna così gentile.
Torno alle mie pratiche, distraendomi da quei pensieri sciocchi.
Pochi minuti dopo, la porta dell'ufficio si apre, e Bella Cullen e il signor Scott ne escono, continuando a parlare:”Sono sicuro che i documenti saranno perfetti, J. Mi fido molto.” dice Bella.
“Oh, fa bene... saranno assolutamente unici, supereranno i miglioro controlli... proprio come i precedenti! Il problema è che fra pochi giorni io partirò per New York, e  non potrò fare la consegna...”
“Signor Scott... potrei consegnarli io!” mi offro, quasi senza pensarci.
Il signor Scott guarda Bella Cullen, che sorride e annuisce, dimostrandosi d'accordo con la mia idea.
“Bene allora è tutto sistemato. Lasci il suo numero a April, e la contatterà a breve, Bella." "Bene signor Scott. È stato un piacere." Dice lei, e si stringono la mano, poi lui si ritira in ufficio. Lei si avvicina alla mia scrivania, mentre io gli porgo carta e penna. Estrae un piccolo cellulare argentato e inizia a scrivere il numero a calligrafia impeccabile sul piccolo post-it giallo. Infine mi restituisce tutto e le dico:"Grazie. La informerò appena i documenti saranno pronti per accordarci sulla consegna." Sorride e mi porge la mano:"Arriverderci,è stato un piacere conoscerla Evleen."
"Anche per me, Bella. A presto." Poi se ne va. Guardo il foglietto, non si è limitata a scrivere il nome e il numero: >Buona fortuna Eve, non si lasci mettere i piedi in testa dal suo capo, e sia forte.> che gentile, si non mi ero sbagliata sulla sua impressione. Se lei è immischiata in qualche giro illegale, io mi chiamo Biancaneve! ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ } "Pronto?"
"Barney sono Eve!"
"Ehi bellissima! Hai bisogno?"
"Si volevo sapere se i documenti della signora Cullen sono pronti..."
"Si saranno finiti fra due ore al massimo, puoi passare a prenderli anche stasera!" Dice lui. Barney è sempre cosi gentile con me, sono sempre felice quando devo lavorare con lui! "Perfetto! Allora passo stasera verso le 18.00! A dopo!" Dico e riattacco. Poi compongo il numero che mi ha lasciato Bella Cullen:"Pronto?" Risponde una voce maschile che mi sembra di conoscere, anche se improbabile... "Buongiorno. Cercavo Bella Cullen, sono Eve, dell'ufficio di Jason Scott." La voce dice che me la passa e pochi secondi dopo la voce di Bella mi arriva alle orecchie:"Salve Evleen! I documenti sono pronti?" Mi chiede. "Si si l'ho chiamata per fissare l'ora e il posto dell'incontro. Vorrei invitarla a bere qualcosa al bar dove lavoravo qualche anno fa. Ha giusto una saletta privata che farebbe al caso nostro... si chiama Bailard Layne, le mando un messaggio con l'indirizzo."
"Le va bene stasera alle 18.30?" dice lei. Io confermo. Sarei comunque libera. A casa non ho granché da fare...
"Benissimo. Allora ci vediamo questa sera." La saluto e riattacco. Guardo l'ora. Sono solo le 14.05 come farò da occupare il tempo? Decido quindi di andare da Barney, a dare una mano con i documenti. Con la scusa di assicurarmi che siano pronti. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}
Appena arrivata davanti all'enorme agglomerato di casette scendo svelta dall'auto. Do sette colpi al portone, per farmi riconoscere e mi vengono ad aprire. Barney indossa un camice bianco, macchiato ovunque. Appena mi vede sorride.
Poi aggiunge:"Non sono ancora finiti. Ma entra comunque! Fammi compagnia." Io sorrido ed entro. Lui chiude la porta e aggiunge il chiavistello. Com'è di procedura ordinaria.
"So che non sono finiti, ma mi annoiavo e ho deciso di venire ad aiutarti..."
"Sai che non puoi toccare niente, vero? Se uno solo di questi ha anche il più piccolo sbavo sono fottuto!" Dice lui. Lo fa con affetto, ma so che è la verità. Quindi mi siedo su un tavolo sgombro, incrocio le gambe e mi appoggio le mani sulle ginocchia. Lui sorride, divertito dalla mia prova di obbedienza. E, mentre lo osservo lavorare, iniziamo a parlare di tutto. E il tempo vola. Alle 18,00 i documenti sono finti e perfetti.
"Bene Barney. Ora vado a consegnarli. Sono perfetti! Un'opera d'arte! Ci vediamo presto!" Ed esco, correndo in macchina,mentre lui ridacchia della mia euforia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}
Parcheggio davanti al Bailard Layne, ed entro. Indosso un completo molto formale. Una camicetta bianca, una giacca nera abbinata alla gonna attillata lunga fino al ginocchio. Le calze color carne e delle decolté nere altissime. I capelli neri sono avvolti in un morbido shignon sulla testa, mettendo ben in risalto gli occhi verdi. Il completo nero crea uno splendido contrasto con la mia pelle color avorio Sono molto pallida, alla riserva mi chiamavano tutti "il fantasma". Avrei dovuto capire che ero così perchè non ero una di loro... ma non ci ho mai pensato davvero. Fino ad ora...
Le mie riflessioni vengono interrotte dall'arrivo di Bella Cullen, vestita in modo impeccabile. Un paio di jeans neri attillati accompagnati ad una camicetta rossa e stivali beige al ginocchio. Molto casual, ma addosso a lei sembrano vestiti da galà!
"Buona sera, Evleen." Dice mostrando un sorriso smagliante e denti perfettamente bianchi. "Buona sera a lei, Bella. Cosa desidera da bere?" Lei sembra divertita, come se avessi fatto una battuta, dove io non colgo il punto divertente.
"Solo un pò d'acqua, grazie. Le dispiace se ho invitato qualcuno ad unirsi a noi? Ha insistito per vedere i pezzi prima di ritirarli..." dice scuotendo la testa con disapprovazione. Io rispondo:"Assolutamente no. Prego accomodiamoci di là, il cameriere indicherà la strada al suo amico." E mi incammino.
"Posso chiedere a chi sono destinati questi documenti?"
"Quella in foto è mia figlia.. ma per problemi.. ehm... burocratici, non le hanno fatto i documenti... e a noi servono... quindi..."
"Capisco... non era per farmi gli affari suoi... semplice curiosità. È una bambina bellissima. Come si chiama?"
"Si, è bellissima... tutta suo padre... si chiama Renesmee." Dice, orgogliosa.
"È un nome molto strano... e comunque secondo me assomiglia molto a lei!" dico, continuando a fissare la bambina bellissima. "Si... sa... mia madre si chiama Renè, la madre di mio marito si chiama Esme... quindi abbiamo unito i due nomi... ormai tutti la chiamano Nessie." mi spiega.
"E lei? Non ha figli?" Chiede curiosa, sorseggiando l'acqua, con aria schifata, cosa avrà quell'acqua che non va?
"No... io ho appena chiuso una storia... però adoro i bambini. Ho fatto la babysitter per qualche mese, ma non guadagnavo abbastanza e ho dovuto cambiare lavoro... ricordo mio fratello, quando era piccolo. Seth, era carinissimo, dolce, il bambino più bello del mondo!" Dico sorridendo al ricordo della dolce faccia paffuta del mio fratellino, di Harry che lo teneva in braccio, o di quando gli insegnava a pescare.
Harry... quando ho visto l'annuncio della morte sul giornale di Forks... mi è scoppiato il cuore in petto. Ho avuto la tentazione di tornare. Ma il dolore era ancora troppo forte...
Lei sorride. "L'ultima volta che ci siamo viste, ha detto di essersene andata di casa... per quale motivo? Se posso chiedere..."
"I miei genitori mi hanno nascosto per 16 anni di essere stata adottata... ed io l'ho scoperto frugando fra le vecchie cose... ho trovato una lettera della mia vera madre... e stavo troppo male per rimanere lì... cosi sono scappata... sono passati quasi tre anni...e loro non sanno niente di me.. cosi come io di loro..." dico triste.
Mi mancano da morire... mi manca la dolcezza di Sue, la testardaggine di Leah, la simpatia e l'affetto di Seth... e tutti gli amici di La Push...
"Dove vivevi prima?"
"È una piccola riserva indiana a qualche ora di strada da qui.." vengo interrotta dall'ingresso in sala di un enorme ragazzone dalla pelle ambrata, e i capelli corti e scuri... non lo vedo subito in faccia, ma quando esce dall'ombra e lo guardo bene in volto, vedo quel viso che mi è tanto mancato, cosi come lui riconosce me. "Eve..." mormora. Bella è sorpresa, guarda entrambi e non capisce. Io mi alzo e gli vado in contro.
"Jacob!" Dico, saltandogli al collo e abbracciandolo, altrettanto stranita. Come può essere lì?
È lui che stavamo aspettando. Ci abbracciamo a lungo, e delle lacrime solcano involontarie la mie guance. "Voi vi conoscete?" Chiede Bella curiosa. Io mi stacco e lo guardo, è cresciuto così tanto. In teoria è più piccolo di me... ma sembra un venticinquenne! "Jake sei enorme!" Dico ignorando la domanda di Bella, più per la felicità, che per maleducazione. Lui sorride. Anche i suoi occhi sono lucidi. Gli sono mancata anch'io. "Io e Evleen siamo praticamente cresciuti insieme. Abitava a La Push... prima che scappasse!" Dice rimproverandomi.
"Lei è la sorella di Seth e Leah..." Aggiunge, chiarendo sia a me che a Bella. Mi stacco da lui:"No... sono la sorella adottiva..."
"Sei comunque la loro sorella... e gli manchi Eve... manchi a tutti...torna a casa..." mi dice.
"Io sono tornata... per il funerale di Harry... glielo dovevo... chiedi a Seth... lui mi ha visto, gli ho parlato... ma gli ho detto di non dire nulla, perché non volevo che Leah o Sue mi vedessero..."
"Non pensi che sia ora di tornare per sempre? Non pensi che abbiano sofferto abbastanza? Non sei abbastanza grande per perdonarli?"
"Credo di si..." dico. Poi consegno la valigetta a Jacob.
"Sono perfetti. Passerebbero i più sofisticati controlli. Ma perché li vuoi vedere tu? Oddio! Non sarai il padre!" Dico, sgranando gli occhi. Bella si mette a ridere, Jacob la segue dopo poco. "No! Io...ehm... sono un amico della famiglia... e voglio molto bene a Nessie... tutto qui..."
"Hai avuto l'imprinting! Oh Jake! Con una bambina!" Dico poi sussurro:"Lei lo sa?"
Lei dice:"Si lo so. La vera domanda è come mai tu lo sai? Nemmeno le mogli possono sapere.." Jake annuisce, poi mi guarda... "Me lo ha detto la mia vera madre nella lettera... lei lo sapeva, e me l'ha spiegato... ma non ho detto niente perché non dovevo saperlo, e non volevo accettarlo... ma ho contattato altre tribu.. mi sono informata... ma se io non potevo saperlo... perché lei lo sa, Bella?"
"Jake... se sa di voi posso dirglielo, giusto?" Dice lei. Lui annuisce.
"Sono un vampiro..." Lo sapevo. Ci avrei scommesso che non era umana!
"Immaginavo qualcosa di simile..." dico con non chalance... ma quindi...
"tua figlia è una bambina immortale!" Dico, incolpandola. So che è illegale crearli... me lo hanno spiegato...
"No! Lei è nata da me quando ero ancora umana... lei è una mezza vampira...e continua a crescere..." Ah, che colpo... in due anni tutte le creature della mitologia hanno preso vita... un enorme incubo...poi Jake mi prende un braccio e mi dice:"Domattina verrò a prenderti. Non ammetto repliche. Prepara i bagagli. Se non vuoi tornare, ti conviene scappare, perché se ti trovo in giro ti porto a casa, che tu lo voglia o meno!" Ma parla sul serio??? Penso. Poi lo guardo. È severo!
"Ok... in tal caso dovrò andare subito a casa, a preparare le mie cose..." sussurro.
"Okay ti porto a casa. Bella ci seguirà con la macchina col quale siamo venuti." "Ma se siete venuti insieme... come mai sei arrivato più tardi?"
"Il vecchio Atheara non sta molto bene ultimamente... stamattina l'hanno portato all'ospedale... volevo sentire come stava..."
"Ah... e come sta?" Chiedo ansiosa, il vecchio Quil mi è sempre stato simpatico. "Si sta riprendendo... quell'uomo è immortale!" Sghignazza. Io mi unisco alla sua risata. Poi mi dirigo all'uscita. "Bella?"
"Dimmi,Eve."
"Ma tu sei la figlia dell'ispettore Swan?"
"Si, perché?"
"Io mi ricordo di te... venivi d'estate... ma io ero troppo timida per parlarti..."
 

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Capitolo 3
*** Tutto nero ***


 

Quella mattina, mentre controllo di aver preso tutto, continuo a pensare a quello che era successo la sera prima.

<"Tu mi conoscevi? Perchè io non mi ricordo di te?" Aveva detto Bella.

Era chiaro che non si ricordasse di me. Eravamo entrambe piccole, quando lei veniva a La Push. Ed io non mi osavo ad avvicinarmi a quella ragazza nuova. Ero troppo timida. Anche se mi aveva sempre incuriosita... cosi pallida e coi capelli scuri. Come me. Quindi mi convinceva che non era colpa mia, se ero cosi diversa dagli altri della tribu. Però non l'avevo mai avvicinata, nè avevo provato a parlarle. > il flusso di pensieri che mi riempie la mente viene interrotto dal forte bussare alla porta. Corro ad aprire:"arrivo jake!" Sono certa che sia lui, gli unici amici che avevo là, li avevo già salutati, quindi deve per forza essere lui, ma quando apro, mi trovo davanti ad un pallido ragazzo. Biondo, alto e bellissimo. Vampiro. Di sicuro.

"Ciao. Sei Evleen?" Mi dice lui, con voce soave, che trilla come mille campanelli. Si, decisamente vampiro. Il vampiro più affascinante che io abbia mai visto. Mi sento attratta da una forza invisibile che mi lega a lui. Che sensazione strana, è come se il destino VOLESSE che ci mettessimo insieme. Lui china la testa di lato, sorridendo al mio sguardo ebete, probabilmente aspettando una risposta.

"Ehmm... si.. sono io... e tu saresti?" Un angelo, ecco chi sarebbe... scuoto la testa, scacciando quei pensieri, e fissando i miei occhi nei suoi, color ambra aranciata. Gli occhi più belli che io abbia mai visto... penso fra me e me.

"Piacere..." dice tendendomi la mano, che io non stringo, nello stato di imbambolamento in cui mi trovo. "...sono Zac, sono il figlio del dottor Cullen." A quel punto decido di stringergli la mano, pronunciando un piacere, appena moromorato. Ma so che lui può sentirmi senza sforzo. Il contatto fra la nostra pelle crea una sensazione bellissima. La sua è incredibilmente fredda e liscia. Me ne innamoro all'istante. La mia è altrettanto liscia. Ma non così fredda. Direi che è a temperatura ambiente.

"Jacob non poteva venire a prenderti, e hanno mandato me. Gli altri erano tutti... impegnati..."

Perché quella parola, cosi normale, mi sembra cosi grave, detta da lui?

"Cos'è successo?" Chiedo, preoccupata.

Lui fa la faccia di chi sa che in tv c'è la partita del secolo, e non può vederla.

"C'è stato un contrattempo... qualche vampiro ha sconfinato nel territorio dei licantropi... e ora li stanno cacciando... e invece, a me mi hanno spedito qui... come autista... perché non vogliono che per colpa della mia sete mandi all'aria tutto..."

"La tua sete?" Lui annuisce.

"Si...sai, io sono nuovo, e ancora fatico ad abituarmi allo stile di vita dei Cullen... ma capirai tutto quando arriveremo. Carlisle è più bravo, a spiegare, di me..." poi afferra le mie due valigie e inizia a scendere le scale. Non ho poi tante cose da portare via. I mobili e il resto non erano miei... erano compresi nell'affitto del posto. Io dovevo prendere solo i vestiti e le scarpe.

La macchina che mi si ferma davanti è una bellissima lamborghini nera luccicante. È splendida. Salgo nella lussuosa macchina da corsa, che subito parte come una freccia. Io allaccio la cintura e mi aggrappo alla portiera. Lui si volta. Sorride. Guida come un matto. Un forsennato.

"Tutto bene?" Chiede vedendo la mia faccia terrorizzata. Io non rispondo e probabilmente capisce qual'è il motivo di tanto terrore, e rallenta, arrivando a sfiorare i 90 all'ora. Ok... ora va decisamente meglio. A questo passo arriveremo a Forks fra non più di un'ora.

"Allora, che mi dici di te? So che sei scappata da Forks qualche anno fa..." dice, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

"Si... abitavo a La Push. Con i Clearwater.

Poi ho scoperto... che mi avevano adottato.. a quanto pare Sue conosceva la mia vera madre... e quando è morta, ha deciso di tenermi, facendomi credere che fossi veramente figlia sua..."

"E tu sei arrabbiata perchè..."

Lo fulmino con lo sguardo. Mi sta giudicando. Lo sento dal tono della voce. Crede che sia stato solo un capriccio? Ma che ne sa lui?

Non rispondo.

"Oh. Andiamo! Non ti stavo criticando... cerco solo di capire...

Mi sembri una persona complicata... tutto qui... perdonami se ti ho offfeso in qualche modo!" Dice, guardandomi. Ma come diavolo fa? Solo due secondi fa ero incazzata nera. E ora non ricordo nemmeno il perché...

"Quindi? Vuoi rispondere? Perché sei scappata?"

"Io... non lo so... ero arrabbiata, offesa dalla loro scelta di non dirmelo...non riuscivo a guardarli negli occhi senza soffrire... non so nemmeno perchè sto tornando..." dico sincera. Come ha fatto a sfondare in un attimo tutte le barriere che negli anni avevo tanto faticato ad erigere? Poi lo guardo. Ah si.... con quello sguardo. Cosi curioso e pieno di pensieri nascosti.

"Cosa sai della tua vera madre?"

"Quasi nulla... ho trovato una foto... lei mi teneva in braccio... è in bianco e nero.. me ne sono subito innmorata. Lei era bellissima. Aspetta... penso di averla con me." Dico, frugando in borsa, in cerca del portafoglio.

Estraggo la foto. Ha il bordo bianco, ondeggiato ai lati, come una piccola cornicetta.

Gliela passo.

Lui la guarda, mantenendo la macchina perfettamente in strada.

"Ti somiglia molto..." dice restituendomi la foto con un sorriso.

"Trovi?" dico, guardando la foto, alternandola al mio riflesso nello specchietto. È vero. Un poco ci assomigliamo.

"Si. Siete molto simili. Ed entrambe bellissime." Sgrano gli occhi, lo ha detto davvero?

Lui scoppia a ridere.

"Cos'è? Un uomo non puo fare un complimento ad una bella donna?" Mi chiede, sogghignando.

"Si...è che... io non me lo aspettavo... mi hai preso un pò alla sprovvista" dico, sorridendo anch'io.

"Hai un bellissimo sorriso, Evleen. Non so se qualcuno te lo ha già fatto notare..." dice, spostandomi i capelli dietro l'orecchio, e sfiorando la guancia con la mano fredda.

Com'è possibile che una cosa così fredda possa infiammare la pelle in quel modo?

"Va tutto bene? Mi sembri accaldata. E il tuo cuore sta battendo molto veloce" dice ridacchiando, con uno sguardo malizioso. penso. Naturalmente sa cosa mi sta succedendo. Ma lui, cosa sta facendo? Ci sta provando? Con ME??? Rimango talmente sbalordita da non avere più parole. Ho la gola secca, e il sangue continua a scorrere impetuoso attraverso le mie vene... cerco di distrarmi... e di distrarlo:"e tu? Come mai sei nuovo? Carlisle ti ha adottato?" Dico sforzandomi di sorridere. È vero che l'ho chiesto solo per distrarci, ma in realtà sono anche curiosa. Voglio sapere tutto il possibile di quell'affascinante vampiro, che tanto mi attrae.

"Già... sì, si può dire cosi..." dice ridachiando.

"Lui mi ha trasformato... una novantina di anni fa... pensava che la trasformazione non avesse funzionato... e invece eccomi qua..." dice, puntandosi il petto, orgoglioso.

"Ti prego, spiegami, mi hai incuriosito..." lo prego io. Ed è vero.

"Non c'è molto da dire. Ero uno dei tanti uomini dei quartieri bassi della vecchia York.. poi sono morto..." sussurra,a voce bassa, tanto che devo sforzarmi, per sentirlo.

Poi inizia a raccontare, e mi sento proiettata in un'altra epoca.

"Era una fredda sera. Stavo tornando a casa dal lavoro... ero un semplice impiegato ferroviario. Uno dei tanti macchinisti. Poi sulla strada comparvero dei giovani, si stavano passando qualcosa. E mi videro... Uno mi puntò una pistola contro al petto. Non sarei riuscito a fuggire... lo sapevo, ma ci provai comunque. Poi il colpo arrivò... doloroso come lo aspettavo. E tutto divenne nero e rosso. Poi vidi quell'uomo... quando i battiti erano alla fine. -Tranquillo sono un dottore. Mi chiamo Carlisle. Sta calmo. Io ti salverò- mi disse. E io mi fidai. Poi venne il dolore... quando mi svegliai ero solo... trovai dei miei simili, Jack e Tailah. Mi allevarono, mi insegnarono come essere quello che ero senza farmi scoprire. Sopravvivevo sulla vita degli altri. Poi li lasciai, qualche anno dopo. Vagai solo, trovai altri compagni, ma abbandonai anche loro. Ero ossessiosanto dall'idea di trovare il mio creatore.

Ricordavo bene quel suo nome strano, e che era bellissimo... cosi iniziai la ricerca, più o meno 40 anni fa... l'anno scorso l'ho trovato e da allora vivo con loro... sono diventati la mia famiglia...e ora, eccomi qua..."

E io torno alla realtà, scaraventata indietro dal passato. Ero affascinata dalla storia di quel giovane.

"Cosa c'è di diverso nella.. ehm... dieta?"

"Davvero? Nessuno ti ha avvertito? E tu stavi per andare in casa dei vampiri, cosi, senza sapere di cosa ci nutriamo?" Dice sornione e stupito.

"No, certo che no... so che i vampiri si nutrono di sangue... ma se Jake è vostro amico... vuol dire che voi siete i buoni..." spiego io, nascondendo il viso dietro ai lunghi capelli neri.

Sento una fredda sfiorata spostarmi i capelli dietro l'orecchio, infiammandomi di nuovo.

"Ti prego. Non nasconderti il viso. È troppo bello, ed io troppo egoista, voglio godere della tua splendida bellezza finche posso..." dice, sorridendo.

penso stupita.

"Comunque ti ammiro. Hai molto coraggio. Stai affrontando tutto, con molto coraggio, forse fin troppo...e hai un buonissimo odore..." dice ancora, sbuffando.

"Grazie..." rispondo io, arrossendo di nuovo.

"Insomma.... per rispondere alla tua domanda, i Cullen non si nutrono di sangue umano... solo animale... ed io non sono ancora abituato... sai... prima ero piuttosto, ehm... vampiresco, per capirci..."

Ah... che colpo. Avevo ragione. Loro sono i buoni... e io sono in macchina con un ex cattivo appena redento... che potrebbe uccidermi senza scompigliarsi un capello... e per aggiungere una nuova scarica al terrore che già mi perseguita, vedo i suoi occhi diventare più scuri, e la mascella tendersi. Mi mordo un labbro, stringendo sempre di più la presa sulla morbida carne, fino a farlo sanguinare.

Zac inchioda, stringendo le mani sul volante, fino a deformarlo.

Il mio cuore batte sempre più forte.

All'improvviso, me lo trovo addosso, bloccandomi fra il suo corpo e il sedile, bloccando ogni mia via di fuga.

Sono in trappola, e sto per morire. Chiudo gli occhi, mentre sento i suoi denti affondare nella carne. Il dolore si diffonde in ogni fibra del mio essere, mentre lui inizia a succhiare il mio sangue e la mia energia...

Poi, mentre mi arrendevo alla morte, succede l'inaspettato.

Si stacca da me, tossendo e sputando fuori dal finestrino aperto. Scende dalla macchina a velocità sovraumana.

"Bleah! Il tuo sangue fa schifo!" Dice pulendosi la bocca.

Ed io inizio a vedere nero, mentre il sangue continua a fuoriuscire copioso dalla ferita. Lo guardo implorante. Non voglio morire cosi. Sola e nel buio, era meglio prima... lui corre da me, strappandosi la maglia e tamponando l'emorralgia, ora padrone della situazione.

"Tranquilla, ora ti porto da Carlisle, lui saprà curarti... ti prego, resisti, ti prego..." dice, prendendomi in braccio, continuando a tenere premuto il collo. Poi sento un venticello scompigliarmi i capelli, e numerose voci attorniarmi. Ma tutto è buio, e le voci sono distanti... "che le è successo?" Chiede qualcuno.

"Non è importante! Carlisle, ti prego, devi salvarla!" Risponde Zac.

Poi sento freddo sotto la schiena, aghi nelle braccia, dolore ovunque. E tutto svanisce...

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Capitolo 4
*** una donna, un vampiro e un licantropo. di nuovo... ***


 "Il cuore batte regolarmente, e la ferita è chiusa. Ha perso molto sangue, ma non esistono motivi per cui non dovrebbe farcela, con le trasfusioni e le cure opportune." Sento dire. È una voce maschile che non conosco. Probabilmente Carlisle, il dottor Cullen. Cerco di aprire gli occhi, ma attorno a me vedo solo buio. Sono troppo stanca. Devo riposare ancora.
"Lo spero, Carlisle... se dovesse morire... non me lo perdonerei mai..." dice la voce che mi ha ucciso. Poi l'incoscienza mi avvolge di nuovo, fra le sue braccia serene e silenziose. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}
"Ti prego, ti prego Eve... non arrenderti... avevo appena iniziato a conoscerti, e già mi piaceva il tuo modo di fare... il tuo portamento, il tuo sorriso... ti prego... torna da me, e se non vuoi farlo per me, fallo per Jake, per Bella, per Seth, Leah e Sue... ma ti prego... torna..." sento solo queste parole, la voce del mio assassino.
E non la odio, anzi la amo, come non ho mai amato nessuno.
Vorrei gridare:"si, si tornerò, per te, per tutti!"
Ma il mio corpo è rigido, le palpebre non si sollevano, e la bocca non si apre. Sono morta? No, la morte non può essere così rumorosa... ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}
"Carlisle... sono quasi due settimane che è cosi... perchè diavolo non si sveglia!" Rumore di oggetti scaraventati. Un ringhio. Sovraumano. E un paio di voci, che gli intimano di calmarsi.
"Calmo! Zackhariah Grent, sta calmo! È viva! Pensa a questo!" Dice una voce, sottile e molto femminile. Ma è vero... perché diavolo riesco a sentire tutto, e a pensare, ma non riesco a muovermi?
"Zac... Alice ha ragione. È viva, l'importante è questo. E si risveglierà. Ora è in coma farmacologico, ho dovuto farlo... ma si sveglierà.. e se non lo farà... ci sarebbe una soluzione..." dice Carlisle, ormai riconosco la melodia della sua voce. "Stai parlando si traformarla?" Quella è Bella, sono sicura. Trasformarmi? Io, un vampiro? Perché no?
"Non so... prenderò in considerazione la proposta, se non si svegliasse... per ora non ci voglio pensare..." dice Zac. Poi riecco il buio. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}
Apro gli occhi, finalmente, dopo tanto tempo, ci vedo. La luce è fortissima. Giro la testa, credendo di vedere Zac. Ma la persona che vedo, mi riempie comunque di felicità. Gli accarezzo i capelli scuri, con mano inferma. Alla fine ce l'ho fatta, ho lottato, e ora sono viva.
Seth si scuote, svegliandosi dal momento di sonno.
"Eve! Oh Eve sei viva! Mi sei mancata tantissimo!" Dice abbracciandomi.
"Anche tu, piccolo, anche tu!" Ricambio la stretta, baciandogli la testa. Poi vedo una persona che mi è mancata più del mondo. Mi corre incontro e mi abbraccia, piangendo. "Oh, Leah, vedi che anche tu sai essere dolce?" Dico. Lei si stacca, continuando a piangere, e allora la stringo, e piangiamo insieme. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}
Quel giorno è pieno di visite, e cosi il seguente. Rivedo tutti, anche visi nuovi.
"Ciao, sono Alice, vedo il futuro, e noi diventeremo GRAAANDI amiche!" Dice Alice sorridendomi. È la presentazione che più mi ha fatto ridere.
"Dottor Cullen... io non so come ringraziarla. Davvero, mi ha salvato. Grazie." Dico, riconoscendo la voce dell'uomo che mi ha riportato indietro a un passo dalla morte.
"Oh, cara. Non ringraziarmi, è il mio dovere, salvare vite, anche a costo della mia, per quanto immortale sia." Sorrido di rimando, a quella calorosa dimostrazione di altruismo. Conosco tutta la famiglia, compreso il marito di Bella.
Rivedo tutti i Quileuts. Sue, Billy e il vecchio Quil.
Conosco Renesmee, è una ragazza bellissima e dolce. I riccioli biondo-rossicci le ricadono fluenti sul viso, dai lineamenti morbidi.
"Benvenuta in famiglia!" Dice mettendomi una mano sul viso, mostrandomi l'immagine di quando sono arrivata, grondante di sangue, e della mia convalescenza, per il mese e mezzo del coma. Ma manca una persona. Qualcuno che desidero ardentemente vedere.
"Zac è uscito a caccia... doveva tornare oggi pomeriggio... ma quando gli ho detto che ti eri svegliata ha detto che sarebbe tornato solo quando te ne fosti andata tu..." dice Edward, leggendo i miei pensieri tormentati. "Perché?" Chiedo con voce tremante. Ricordo bene le parole che mi ha detto nel sonno... mentre tutto era nero... è anche per lui che ho combattuto contro quel buio...
Vedo il sorriso triste di Edward, è forse perché si riflette in quei miei tormenti? "Si... è proprio per questo... non so se ti hanno spiegato la mia storia con Bella..." ed inizia a narrare. È una storia splendida, unica nel suo genere.
"Lui non vuole che fra voi succeda lo stesso, e non vuole farti del male, come io non lo volevo fare a Bella... ma sbaglia, e sarò il primo a dimostrarglielo. Te lo giuro." Dice, mettendomi una mano sulla spalla. Poi sparisce, in un leggero venticello, che mi scompiglia dolcemente la chioma. Sorrido, ho un alleato!
Gli dimostrerò che non mi farà del male. Poi però inizio a pensare... quel vampiro mi ha quasi ucciso... è giusto che gli stia vicino? Non è forse meglio che io mi trovi un uomo normale? Un uomo di cui non avere paura? Ma anche un uomo normale, mi ha distrutto... Chris... era normale, umano... ma Bastardo! Scendo in salone, sto meglio, e Carlisle ha detto che posso tornare a casa, da Sue, Leah e Seth. Saluto tutti ed esco in giardino, fuori mi aspettano Nessie e Jake. Sono così carini insieme... poi dalla foresta spunta due enormi lupi uno color sabbia e uno grigio chiaro. Sono abbastanza spaventata, non so nulla dei mutaforma, se non quelle poche cose che ho scoperto.
"Quello marrone è Seth... l'altra è Leah..." mi dice Jake sorridendo. Il lupo più piccolo, quello color sabbia, si avvicina a me, mi arriva appena sopra alla spalla, ma la sua testa è grossa il doppio (se non il triplo) della mia. Poi mette la testa sotto la mia mano ed io inizio a fare le coccole, al mio piccolo troppo cresciuto. Lui sembra apprezzare, emettendo versetti di piacere. Poi si stende a terra a pancia per aria, proprio come fanno i cani, e io scoppio a ridere, facendogli i grattini. "Seth! Sei proprio uno scemo!" Dice Jake, mentre Nessie ride, e si avvicina a coccolare anche lei quel mostricciattolo sornione. "Comunque, grattini a parte, sono venuti a prenderti. Ti portano loro a La Push." Dice ancora sorridendo. Quindi Seth si rialza, abbassando appena il collo, facendomi segno di salire. Io sgrano gli occhi, dovrei andare in groppa a mio fratello lupo?
Leah ridacchia, un ghigno lupesco. Mi giro e le faccio la lingua, allora anche lei butta fuori la lingua enorme e rosa, nel suo modo di fare la linguaccia. Poi si avvicina e mi spinge il sedere con il muso, sollevandomi da terra, e buttandomi contro la schiena di Seth, che si china per accogliermi. Io urlo, aggrappandomi saldamente al suo pelo.. alla fine sono a cavallo, o meglio, sono a lupo! Ci sono. "Le mie valigie!" Dico a Jake. Lui si alza da terra e si avvicina, sistemandomi meglio sulla schiena del lupo. "China la schiena, quasi a coricarti, e stringi le gambe, tanto non gli fai male. E attaccati stretta al collo. Tranquilla, non permetterà che tu ti faccia male. In nessun modo. Basta che non ti molli. I bagagli li porta Leah..." dice indicandomi Leah, che porta un imbracatura (non me ne ero accorta) sulla cui Bella sta caricando le mie valigie. Quando ha finito, mi saluta con la mano e andando accanto a Renesmee. Poi Seth inizia a correre, e io sento la paura montare dentro di me. Il mio stomaco si rivolta, provocandomi la nausea... che passa subito, quando vedo una schiera di lupi enormi, di tutte le foggie e i colori, sulla strada davanti a noi. Quando ci vedono iniziano ad ululare, saltellandoci intorno. I Lupi mi stanno dando il bentornato. Sono a casa. Finalmente sono tornata. Sorrido, a loro e a me stessa. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}
Quella sera è festa. Tutti banchettano attorno al gran falò, acceso in mio onore. Tutti mi abbracciano e salutano il mio ritorno. Sue è sicuramente la più contenta, che io sia tornata, e soprattutto che l'abbia perdonata. Ma le ho già detto che d'ora in anzi per me sarà solo Sue... non mia madre, e lei, stranamente l'ha accettato senza nemmeno offendersi. Cosi come Leah e Seth, gli vorrò sempre bene, ma non saranno mai i miei veri fratelli, e loro lo sanno. "Allora, come va il rientro alla solita vita noiosa?" Embry mi afferra le spalle, distogliendomi dai miei pensieri, poi si siede accanto a me, sul tronco sbianchito dal sale.
"Embry... noiosa non direi! Non posso sparire un attimo che mi diventi un licantropo!" Rispondo io sorridendo. Ma lui non sorride. Sembra... arrabbiato...
"Eve... sono passati 3 anni!!! Puoi aspettarti che tutto sia uguale a come lo hai lasciato? Te ne sei andata così, senza dire niente... senza dire a tua madre e ai tuoi fratelli dov'eri... senza salutarci..."
"Ero arrabbiata... e sapevo che avreste cercato di fermarmi... ma io dovevo andarmene... Embry... io ero distrutta!"
"E a tua madre non ci hai pensato? Quella povera donna ha patito le pene dell'inferno. I suoi figli sono diventati dei licantropi, suo marito (che è tuo padre) è morto... e tu niente..."
"Mia madre è morta, Embry. E mio padre non so nemmeno chi sia... loro mi hanno cresciuta, è vero... ma non sono la mia vera famiglia!" Sbotto io, alzandomi in piedi. Lui mi segue, sempre calmo.
"Eve... la famiglia è chi ti alleva, non chi ti da alla luce... NOI siamo la tua famiglia. Tu sei parte della nostra. Non hai idea di quanto tu mi sia mancata..." dice, avvicinandosi sempre più al mio viso, abbracciandomi la vita.
"Te ne sei andata cosi... senza nemmeno lasciarmi... ed io non sapevo se dovevo aspettarti... o se era il tuo modo di dirmi che fra noi era finita... ti ricordi quanto stavamo bene insieme?" Poi mi tira a se, stringendo la presa, e facendo scendere le mani verso il mio sedere, che sfiora lento. Si, ricordo quanto era bello, c'eravamo solo io per lui e lui per me. Nessuno poteva dividerci. Ma potevamo ancora stare insieme? Dopo tutto quello che era successo posso ancora amarlo? Perché non provarci? I nostri sguardi si incrociano, e capisco cosa vuole fare. E non mi scanso, anzi, gli vado in contro.
Quando le nostre bocche si incontrano, sento esplodere il petto. La sua lingua è sulla mia, danzano assieme, una danza lenta e celestiale. Mentre le nostre labbra si sfiorano e si muovono insieme, avide.
Si, lo amo ancora. Tutto è come qualche anno prima. Solo noi.
"Eve,sei qu.....ah... ehm... scusate, me ne vado..." dice Jared, arretrando con le mani alzate. In effetti la scena deve essere piuttosto ambigua, con lui senza maglia, le mani sul mio sedere, e io con le mani sul petto di lui. Provo a staccarmi ma lui non me lo permette. Cosa vuol dire?
Poi Jared sparisce, e la bocca di Embry torna sulla mia, ancor più avida di prima. Ed io non resisto, e me ne frego di tutto. Non mi interessa chi può vederci, o trovarci cosi, uno avvinghiato all'altro. Mi sfilo la maglietta e ricordo che io e lui non abbiamo mai fatto l'amore, io, la verginità l'ho persa quando me ne ero già andata. E non so, se lui sia vergine o no. Mi imbarazzo, e smetto di baciarlo, guardando a terra. Lui mi solleva il viso, guardandomi negli occhi.
"Piccola... che succede?"
"Io e te... non abbiamo mai... ehm...”
"ahhh.. è quello il problema! Sei vergine!" Dice sorridendo, e iniziando a mordicchiarmi il lobo, mentre io mi sciolgo sulle sue labbra.
"No! Non lo sono! È che... non so se tu lo sei..." sussurro, continuando a godermi quella sensazione unica. Lui ridacchia piano, e si volta a guardarmi, abbassando la testa, per vedere bene i miei occhi, vista la sua altezza.
"No. Quindi via libera!" Dice, levandosi la cintura delle braghe, e scuotendola in aria. Io rido.
È da una vita che non rido cosi. Spensierata e felice, finalmente a casa. Poi lui abbassa una spallina del mio reggiseno, ed inizia a baciarmi la spalla, provocandomi un mare di brividi, lungo tutto il corpo.
Ci leviamo le scarpe, rimanendo a piedi nudi sulla sabbia calda, e continuiamo a baciarci. E mentre il sole tramonta, mi sento di nuovo viva, insieme alla persona che probabilmente amo. 

ZAC:
Che fare? Dovrei tornare, per vedere quella ragazza odiarmi? L'ho quasi uccisa. È ovvio che mi odi. Ma sento che qualcosa ci lega. È una sensazione frustrante, e in più, sento tutto ciò che prova, tutte le emozioni che esplodono nel suo cuore gentile. Sentivo il suo terrore, la sua paura di morire, e la sua rassegnazione... Ma mentre era in coma... io non sentivo nulla... come se fosse morta... e questo mi ha fatto impazzire, era come se il mondo volesse escludermi da lei. E, per la prima volta da quando sono un vampiro, ho avuto paura.
Paura di averle fatto del male, paura di aver distrutto la vita di quella ragazza.
Prima non ero cosi. Ero cattivo. Vivevo sulla vita altrui. Non mi preoccupavo nulla. Non mi importava nulla di avere ucciso una marea di persone.
Tutt'ora, mi fa appena effetto. È stata una parte della mia vita. Uccidere fa parte del mio essere. Animali o uomini... non c'è molta differenza in fondo...
Ma LEI... LEI non poteva morire... non era il suo destino... era questo che sentivo.
Poi ero uscito a caccia. Edward mi ha chiamato.
"È sveglia." Mi dice. Solo quelle 2 parole, che mi hanno fatto crollare. Sono fuggito. Non potevo vederla. Rischiare di farle di nuovo del male. Perché io ero legato a lei. In qualche modo. Ma non potevo starle accanto, l'avrei ferita. Non era giusto.
Non so da quanto tempo sto scappando... ho perso la cognizione del tempo. E poi ecco... non so come ci sono arrivato... ma sono lì, al confine del territorio dei Quiliute... sento qualcosa... che mi attira... Varco il confine, dirigendomi veloce verso quell'attrazione, sempre più forte. E poi li vedo... Evleen e Embry... avvinghiati l'uno all'altra, semi nudi... e esplodo... perché lei, è soltanto MIA! 

EVLEEN:
Succede tutto all'improvviso, quasi non mi accorgo di nulla, se non del ringhio oscuro che minaccia me ed Embry. Mi volto, e mentre lo faccio sento Embry tremare, e sparire, lontano da me, ma non abbastanza. Una fitta tremenda attacca il mio braccio sinistro, colpito dagli artigli di Embry, che si è trasformato in lupo. Poi vedo quello che ci ha minacciato. Zac, furioso, con uno sguardo assassino, indirizzato a Embry. Lo vuole uccidere, anche se non capisco il perchè, se lui non mi vuole... perché io non posso essere felice con qualcun'altro?
Lui mi guarda, triste. Poi guarda di nuovo Embry, mettendosi in posizione di attacco.
"Zac! Ti prego! Smettila!" Lo prego io, piangendo.
Lui mi guarda, e mentre è distratto, Embry lo attacca, alle spalle...
"No! No, Embry, No! Vi prego... vi prego!" Urlo, inginocchiata a terra, le mani nei capelli, piangendo sempre più.
Lancio un urlo di dolore, e di paura, per entrambi... e i due si voltano e mi guardano. Embry sparisce fra gli alberi, e torna pochi secondi dopo, mentre Zac rimane pietrificato. Quando Embry torna, si inginocchia al mio fianco, prendendomi le spalle.
"Piccola, ti prego! Ti prego, non fare cosi..." alzo gli occhi, lo vedo, gli occhi lucidi, lui mi ama davvero. Poi vedo Zac, ancora pietrificato. Mi fissa, triste come mai. Non si muove, ma anche lui mi ama, a modo suo... lo sento... anche se ci conosciamo da poco... è come se il destino ci avesse unito.
Che fare? Ma lui decide per me. Quando mi alzo, per provare ad avvicinarmi, lui si allontana, ed inizia a guardare il mio braccio grondante di sangue. Ha sete di me. Vuole bere il mio sangue...
"Zac... tu non mi farai del male... MAI" lui distoglie lo sguardo dal mio braccio, e lo punta nei miei occhi. Ha paura, paura di me, paura del mio sangue.
"Scusa... io non ce la faccio... mi dispiace, mi dispiace!" Dice, e poi sparisce.
"Piccola... ti prego, parlami..." Embry si è avvicinato, mi sta alle spalle, tenendomi la mano.
"Embry... io..."
"Dimmi che mi ami... Eve... ti prego, ho bisogno di sentirtelo dire... ti prego!"
"Non posso, io... è sbagliato... quello che stavamo facendo è sbagliato... quello che provi per me è sbagliato...io non sono quella giusta per te, Embry..."
"STRONZATE!" Sbraita lui "tu non mi vuoi perché hai una cotta per quello là! Quello che ti ha quasi ucciso, e stasera ha quasi ucciso anche me!"
"Non è lui, quello che stasera mi ha squarciato un braccio, che poteva benissimo essere la mia faccia! Come Emily!" Dico, incazzata anch'io.
Lui mi guarda, inorridendo. L'ho ferito, non era mia intenzione, ma lui aveva detto delle cose che non potevo sopportare in silenzio.
"Embry... quello che voglio dire, è che, per me, siete pericolosi entrambi, e se sceglierò, non lo farò in base alla vostra specie... spero che tu lo capisca..." lui non risponde, si volta e corre via, fra gli alberi. Io mi siedo a terra e piango, a lungo, finché Leah, venuta a cercarmi, mi trova così, ed io sono costretta a raccontarle tutto quello che è successo.
"Noi... abbiamo sentito un po di confusione, ma pensavamo foste voi due, e non volevamo interrompere, dopo che Jared... vi ha visti... ecco... be, insomma, hai capito..." spiega lei, rossa di vergogna.
Poi il suo sguardo si posa sulla mia ferita. Continua a sanguinare, e fa male... ma fanno molto più male le ferite del cuore.
"Andiamo. Devi farlo medicare." Mi dice alzandosi e dandomi la mano per aiutarmi ad alzarmi dalla sabbia. Scrollo i pantaloncini, rinfilo la canotta, e sono pronta ad andare. Quando arrivo, tutti mi accolgono ridendo, ma smettono quando vedono la ferita, e mi circondano di attenzioni e preoccupazione. 

ZAC:
La sensazione di ferirla, di non riuscire a trattenermi dal farle del male mi blocca... devo fermarmi.
Lei vuole bene a quel... ragazzo... e non vuole che lo uccida.
Ma quando mi fermo, e la vedo, bella come mai, a piangere, vorrei andarle in contro e consolarla, oppure scappare, perchè lei, sta piangendo per lui, e la sensazione di panico che prova è indescrivibile.
Poi però lui mi attacca alle spalle...e lei urla, scoppia a piangere, mentre io non mi difendo, perché non voglio ferirla... sto per morire, quindi.
Ma lei urla di nuovo, invocando la mia pietà, sta chiedendo a Embry di fermarsi, di non uccidermi, lo sta pregando. E soffre davvero, PER ME!
Lui si ferma, e sparisce. Ritorna da umano, e la consola, come vorrei fare io, ma non posso.
Resto immobile, a guardare che l'abbraccia, ma lei non ricambia... Poi viene da me... ignorandolo...
lei mi si avvicina, sento il profumo delle lacrime...e di qualcos'altro... SANGUE! Dal suo braccio fuoriesce una cascata di sangue...e io sto per crollare... me ne devo andare...
"Zac... tu non mi farai del male... MAI" mi dice... quanto vorrei che fosse vero...
Non so nemmeno cosa le ho risposto... le parole escono da me, come il sangue dal suo braccio... me ne vado, lasciandola lì, così, ad aspettare che io la consoli. Torno a casa, dalla mia famiglia.


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Capitolo 5
*** Di nuovo insieme ***


 ZAC:
Quando arrivo a casa Cullen, sono tutti seduti sul divano del salotto... e ci sono tre donne che non conosco...
"Zac! Sei tornato!!! Queste sono le Amazzoni, Zafrina, Senna e Kachiri. Amazzoni, questo è Zackhariah Grent, da poco diventato un Cullen." Mi presenta orgoglioso Carlisle, spuntato da uno degli alberi che decorano il soggiorno.
"Da dove viene questa foresta?" Chiedo curioso. Edward mi spiega del potere di Zafrina, e ricordo la storia della battaglia.
"Scusateci, me è cosi raro che ci allontaniamo dalla nostra amata foresta... ci manca." Risponde Zafrina, sorridendo.
"Fortunatamente, fra poche ore saremo di nuovo a casa! Siamo solo passate a trovare la piccola Renesmee, volevamo vedere quant'era cresciuta, e a quanto pare è così!"
È vero. Renesmee cresce a vista d'occhio. Ormai ha l'aspetto di una ragazzina di 14 anni... cresce cosi in fretta che fatichiamo a starle dietro, ma ormai nessuno è più preoccupato, dall'arrivo di Nahuel. Jacob è molto felice di questa crescita, perché significa che dovrà aspettare meno per godersi a pieno l'amore che si prova con l'imprinting.
"Cos'è quest'aria pensierosa, ragazzo?" Mi chiede Zafrina catapultandomi in un mondo di mille colori, punti di domanda e luci stroboscopiche.
Dentro questo mondo ci siamo solo io e lei, con i suoi occhi rossi che mi scrutano imperturbabili.
"Zafrina, penso che la tua visione di concentrazione, stia turbando Zac, forse riuscirebbe a ragionare meglio, a mente lucida." Suggerisce Edward, che è l'unico che può percepire il mio stress da visione.
Torno nel salone. Anche la foresta è sparita.
"Carlisle... sono successe un po di cose, e dovremo parlarne, e più gente c'è meglio è, perché saranno conoscenze in più." Dico, e cosi inizio a parlare, delle sensazioni che ho provato e che ha provato anche Eve... e del suo sangue.
"È incredibile... solo una volta ho sentito una cosa simile... sangue maledetto... cosi lo chiamano nelle nostre zone... è una famosa leggenda, fra la nostra gente. Dicono che bisogna scappare da quel sangue, che tanto ti invita, cosi ti respinge, perché è un pericolo, per quelli della nostra specie. Più pericoloso di tutte le altre creature del mondo magico." Dice Senna. è la prima volta che la sento parlare, e lo stupore è generale in tutta la sala. Anche Zafrina e Kachiri, faticano a credere che stia parlando cosi davanti a tutti.
"Che cos'è, Senna? In cosa scorre il sangue maledetto?" Chiede Carlisle.
Ma lei non risponde, fissa il vuoto, come se fosse sotto shock.
"Senna! Senna, che cos'è?" Chiede di nuovo lui.
"Siamo tutti in pericolo! Moriremo tutti... dobbiamo andarcene... moriremo moriremo..." dice lei, in preda al panico, stringendo le mani delle compagne.
"Edward... cosa sta pensando?" Chiede Rosalie.
"Io non lo so... lei... è sotto shock... non sta pensando a cosa sia il sangue maledetto.. non ha mai pensato a cosa fosse... pensa solo... Siamo tutti morti..." dice lui, sbiancando.
Esme trasale. Tutti ci voltiamo verso lei.  È immobile. Non finge nemmeno di essere umana.
"Esme... Esme che c'è?" Chiede Carlisle, affiancandola.
"Io lo so... io lo so cos'è..."
"Cos'è? Cos'è, Esme?"
E Esme e Edward, dicono la parola che mi fa tremare. Mille brividi mi attraversano le ossa.
"Strega"

EVLEEN:
"Eve, tesoro... dovresti rimanere a letto... sei sconvolta, e ferita... il dottore ha detto che quel taglio è abbastanza profondo, se ti muovi i punti si strapperanno!" Mi dice Sue, spingendomi verso la mia camera... cioè, la camera di Leah, alla quale abbiamo aggiunto un letto, perché la mia vecchia camera ora è diventata una dispensa.
"Sue... sto bene, davvero! E farò attenzione, ma non posso più stare qui con le mani in mano! Voglio uscire!" Piagnucolo io.
"Ohh.. sei testarda proprio come ricordavo... d'accordo... va, ma sta attenta,ok?"
"Si, Sue. Cerco Seth e andiamo alla scogliera. È da una vita che non vado più là!" Dico, imboccando la porta.
"Seth! Seeeth! Dove seiii?" Grido, fuori casa.
"Eccomi, sorellona! Dimmi!" dice lui sorridendo, uscendo dal bosco. Fra di noi ci chiamiamo ancora cosi.
"Fratellino, vorrei andare a vedere la scogliera, o le pozze... e... mi vergogno a dirlo, ma non mi ricordo più la strada!" Dico, scoppiando a ridere. Lui si unisce a me, afferrandomi il braccio sano, e tirandomi verso il bosco.
"Seth, non ricordo la strada, ma ricordo che c'era una scorciatoia, che non passava per il bosco!"
"Si, ma la scogliera è lontana, e faremo prima così!" Risponde, levandosi le scarpe e lanciandomele.
"Me le tieni?" Dice sorridendo. E allora capisco cosa vuole fare.
"Seth... non potremmo andare a piedi, come i comuni esseri umani? O in macchina... io ho la patente!"
"Così è più divertente!" Ammette lui, slacciandosi i pantaloni, e, in un attimo, è un lupo.
Mi fa segno col testone di salire, e si abbassa. Io salgo, tenendo strette le scarpe al petto, e attaccandomi al pelo.
E parte. Veloce come l'ultima volta, forse anche di più.
In pochi secondi, ci troviamo nel bosco che affianca la scogliera, proprio sulla cima. Seth si ferma e mi fa scendere. Poi rimane a guardarmi.
"Ah già... tu devi vestirti, scusa! Io... vado dalla scogliera!" Dico, rossa di vergogna. Mi dirigo fuori dal bosco, finché non raggiungo l'erba che ricopre l'enorme roccia. Tolgo le scarpe e le calze, rimanendo a piedi nudi sulla soffice erba verde.
Mi avvicino alla punta della scogliera e mi siedo sul bordo, con i piedi a penzoloni nel vuoto.
"Bello, eh? Da piccoli passavamo intere giornate. E mamma non sapeva mai dove cercarci." Seth mi arriva alle spalle sedendosi di fianco a me.
È vero. Ricordo perfettamente ogni giornata passata là in cima!
"Si Seth.. ricordo tutto, e non hai idea di quanto mi siano mancate, quelle giornate..." sussurro io, lui si volta, è triste:" sei tu che hai scelto di andartene, Eve... se fossi rimasta... magari sarebbe andata diversamente..."
"No. Tutto sarebbe come ora... non sarebbe cambiato nulla..."
"Allora... con Embry... cos'hai intenzione di fare? Insomma... mi sembra di capire che non sia finita tanto bene..."
"Io lo amo, Seth... ma non potrò stare con lui finché non avrò capito cos'è che mi lega così profondamente a Zac... non vorrei farlo soffrire, non l'ho mai voluto... ma è così... è successo, ed io non posso cambiare la storia..."
"Penso che dovresti andarci a parlare, con Zac intendo... dovreste chiarire la situazione, una volta per tutte..."
"Si... penso che tu abbia ragione... dovrei proprio andare..." mormoro, più a me stessa che a lui.
"E allora che aspetti? Va!" Mi dice Seth, sorridendo.
Poi si alza, mostrandomi la mano aperta, che io afferro per aiutarmi ad alzarmi.
"Allora, aspettami qui. Vado a trasformarmi, e ti vengo a prendere." Dice Seth, sorridendo, e fa per andarsene, ma io lo afferro per un braccio, trattenendolo, nonostante sappia che è molto più forte di me e non serva. Ma lui si ferma, e mi guarda.
"Aspetta..." dico io, a mo di spiegazione:"prima c'è una cosa, che ho sempre desiderato fare con te. L'avevo fatto, con Sam, ma vorrei condividere l'esperienza con te." Dico, trascinandolo di nuovo verso la punta dello strapiombo.
"Vuoi buttarti?" Mi chiede lui, sgranando gli occhi e piantando i piedi.  Io sorrido, proseguendo da sola.
Ma lui mi afferra un polso.
"Seth... mi fai male... lasciami! L'ho già fatto. Non c'è nulla di cui aver paura..."
"Ma non stai bene... il braccio... e... sei solo un'umana! E io non voglio perderti di nuovo..." io lo abbraccio.
"Va tutto bene, fratellino. So come si fa. E se qualcosa andasse storto, ci sei tu, che potresti salvarmi. Fidati di me." E non dico altro, gli prendo la mano, infilo le scarpe, e iniziamo a correre, finché la terra sparisce da sotto i nostri piedi. E è come volare, è una sensazione unica,è come se stessimo fluttuando nel vuoto. Cadendo, le nostre mani sempre unite. I miei piedi sfiorano e bucano l'acqua. È calda, è il 12 Marzo, ma il sole splende, caldo come mai.
Ma le correnti sono impetuose, ed è la cosa più emozionante. La sensazione di vincere la gravita, di sconfiggere gli elementi. Nuotare per non affogare, non demordersi, nonostante la luce sia cosi lontana da sembrare sulla luna. Eppure riuscire a salire, a vincere la marea.
Riemergo, prendendo una grossa boccata d'aria. Seth è a qualche metro da me, e mi guarda, preoccupato. Io lo schizzo, ridendo a crepapelle.
Lui sorride, perfido, e mi rimanda lo schizzo, unendosi alla mia risata. E inizia una gara di schizzi e annegamenti.  È come se fossimo tornati bambini.
Quando ci decidiamo a tornare verso casa è ormai buio.
"È troppo tardi per andare dai Cullen. Ma domattina Jake andrà da Nessie, puoi andare con lui." Mi consiglia Seth, quando siamo davanti a casa. Io annuisco. Ha ragione, e poi sono stanca, ho bisogno di una bella dormita, dopo la nuotata di oggi.
Quando rientriamo in casa, troviamo Sue sulla poltrona, quella che un tempo era di Harry. Non appena ci vede, ci viene incontro, arrabbiata.
"Dove diavolo siete stati tutto il giorno? Non avete pensato che mi sarei preoccupata? E poi guardatevi! Siete fradici, e c'è freddo fuori!"
"Mamma, calmati! Siamo stati alla scogliera... e c'era caldo e abbiamo fatto una nuotata.. e..." prova a spiegare Seth, non direbbe mai a Sue che abbiamo saltato dallo scoglio, nonostante lui sia un licantropo e sia immortale, lei si preoccupa ancora molto, e di certo ne morirebbe!
"Sue... è tutta colpa mia.. ho trascinato Seth alla scogliera e abbiamo perso la cognizione del tempo..." spiego io, fiera di me. Poi noto che non siamo soli, in un angolo, c'è l'ispettore Swan. Lo ricordo bene.. sono passati parecchi anni dall'ultima volta che l'ho visto, ma lo ricordo ancora perfettamente.
"È successo qualcosa? Qualcuno si è fatto male?" Chiedo preoccupata, indicando l'ispettore. Sue guarda il pavimento, imbarazzata, Seth ride, e mi trascina verso le camere. Io sono sempre più confusa.
"Vieni, mi sa che ti devo spiegare un po di cosette!" Dice sempre sorridendo.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
"Ahhh... e così ora stanno insieme?" Chiedo
"Ufficialmente, anche agli occhi della tribù. Da quel che ho sentito dalle loro conversazioni, stavano anche pensando di andare a vivere insieme... ma che mamma se ne andasse da La Push era fuori discussione, e Charlie... verrebbe anche qui, ma... Leah non manda tanto giù la storia..." mi spiega Seth, intristendosi durante l'ultima parte.
"Ma lui sa? Di voi, dei vampiri.. eccetera.."
"Si, lo sa... sua figlia stessa è un vampiro..."
"E tu? Non ti da fastidio che Sue abbia trovato un rimpiazzo a Harry... così presto?"
"No. Io voglio bene a Charlie. E lui rende felice mamma...  tutti sono felici per loro. Sai... da quando papà è morto... mamma... era come se non fosse più lei... era sempre triste... e poi ha iniziato a frequentare Charlie...e le è tornato il sorriso. Un sorriso sincero. Sono felice, se lei è felice! E prima o poi, anche Leah lo capirà."
"Ne sono sicura!" Dico io, sorridendo, sentendo una lacrima raccogliersi all'angolo dell'occhio. E mentre sono persa nei miei pensieri, mi accorgo che Seth si è addormentato. Lo copro, e mi alzo, lasciandolo dormire.
Mi dirigo in salone, e trovo Sue, che chiacchera con Charlie, ridono. Mi fermo a guardarli, nascosta dietro lo stipite della porta. Sono così carini insieme. Sono seduti sulla poltrona, lei gli sta imbraccio. Ridono, si stringono la mano, si accarezzano il viso, si scambiano baci e parole dolci. Sembrano perfetti l'uno per l'altro.
Decido di lasciarli soli. Ma quando faccio per tornare in camera...
CRACK! Oh no! Il vaso di porcellana che Sue tanto amava...
Charlie e Sue corrono a vedere cosa è successo.
"Ops..." dico mortificata.
"Eve... che ci facevi li?" Dice Sue, quasi rimproverandomi.
"A dire il vero, volevo parlarti, ma poi vi ho visto insieme e... eravate cosi carini... e ho deciso di lasciar stare..ma a quanto pare ho urtato il vaso... mi spiace..."
"Tranquilla. Per quel vaso era arrivato il momento. Ma ora... ti prego, dimmi."
"Forse è meglio che me ne vada.." dice Charlie, imbarazzato.
"Oh no! Non ce n'è bisogno. Puoi restare... devo parlare con entrambi, a dire il vero!"
E ci andiamo a sedere in salotto.
"Sue... so di essermi comportata molto male con te, insomma, sono scappata, non ti ho più fatto sapere nulla di me... e mi dispiace, non sai quanto..."
"È tutto a posto. Non c'è più bisogno che ti scusi"
"Lo so. Ma lo voglio fare. Ho parlato con Seth. E ora so quanto hai sofferto quando Harry... ci ha lasciati.. e nemmeno in quell'occasione, nemmeno davanti alla tua sofferenza, mi sono fermata a pensare che potevi aver bisogno di me... con un marito morto, e due licantropi come figli... sarai stata sconvolta... e io non ci ho neanche pensato... ero accecata dall'egoismo...e mi spiace... ma quel che voglio dire è che... sono felice per voi. Sono felice che tu sia felice, che VOI siate felici. Insieme."
A quelle parole, gli occhi di Sue si fanno lucidi, si alza e mi abbraccia:"Oh piccola! Non hai idea di quanto tutto questo mi faccia felice. So bene quanto tutto questo possa averti ferito e... ti ringrazio, di avermi perdonato, per averti mentito per tutto questo tempo! Mi sei mancata da morire!"
"Anche tu, Sue... anche tu mi sei mancata!"
Charlie sorride, un sorriso sincero.  E quando Sue mi scioglie dall'abbraccio, mi avvicino e gli tendo la mano:"Benvenuto in famiglia, Charlie. Benvenuto davvero." 

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Capitolo 6
*** Mordimi ***


 EVLEEN:
- Tutto è buio. È come se quell'oscurità non avesse nè inizio nè fine. Ed io non posso fuggire. Non c'è scampo a quel nero infinito, ed io ho paura, una paura che mi raggela.
Poi la visione si allarga. tutto quel buio è contenuto in un occhio, un occhio senza sguardo. Non ha iride ne pupilla, e la cornea non è bianca. Tutto è coperto da quello spesso strato di nero. Il terrore mi invade.
E la visione si allarga ancora. Quegli occhi sono di un volto che conosco.
Quel volto è il mio... riflesso in un enorme specchio.
Non ho sguardo. Sono immobile davanti alla superficie splendente, fra le mani una grossa sfera nera.
All'improvviso, le mie mani si aprono,e la sfera viene rilasciata, dritta contro lo specchio. E tutto si dissolve. -
Mi sveglio, madida di sudore, scattando a sedere sul letto.
Fuori è giorno, e la camera è inondata di luce. Mi guardo intorno. Sono in camera di Seth. Ricordo all'improvviso il mio fratellino, crollato sul mio letto, e io che mi sono trascinata fino alla sua camera, addormentandomi sul suo.
Mi alzo, e vado in camera mia, piano, per non svegliarlo. Ma quando arrivo mi accorgo che lui non c'è. Mi vesto con gesti lenti. Sono ancora scossa dai tremiti, per colpa di quell'incubo. Chissà cosa vorrà dire. È vero, è solo un sogno... ma era così strano... così reale...
Lo squillo del telefono mi fa sobbalzare, e mi accorgo di essere sola, quando nessuno corre a rispondere.
"Pronto?" Dico afferrando la cornetta.
"Ehi Eve! Sono Jake. Seth mi ha detto che devo accompagnarti dai Cullen.  Quando vuoi che passo?"
Già... me ne ero quasi dimenticata.
Zac, e i mille misteri che si porta dietro. Forse non dovrei andarci. I nostri incontri non hanno mai portato a nulla di buono. All'istante ricordo il nostro primo incontro. E la sua bocca sporca del mio sangue. E il periodo di coma. Le parole dolci che mi ha sussurrato nel sonno. E il nostro ultimo incontro. Il suo sguardo terrorizzato. La paura che aveva di ME!
Devo andare. Lo devo fare.
"Eve? Sei ancora li?" Chiede Jacob dall'altra parte del telefono.
"Si, Jacob, scusa... ehm... se vuoi io sono già pronta.."
"Ok. Allora sono li in due minuti. Vieni nel boschetto. Non vorrei che qualcuno mi vedesse..." lo sento ridacchiare. Riattacco ed esco.
Il bosco è troppo buio, e simile al mio incubo. Per la prima volta nella mia vita, ne ho paura.
Fortunatamente non rimango sola a lungo. Un grosso lupo dal pelo rossastro compare dagli alberi, venendomi incontro.
"Jake?" Chiedo incerta. Ci sono troppi lupi da quelle parti, chissà chi potrebbe essere.
Lui in risposta mi viene ancora più vicino e mette la grossa testa sotto la mia mano,e la scuote su e giù. Sembra proprio un si.
Si accuccia, per farmi salire. Ed io prendo posto fra le sue enormi spalle.
"Cavolo, Jake! Sei enorme!" Lui ride. O almeno cosi mi sembra..
Poi inizia a correre. È ancor più veloce di Seth. Posso quasi sentire il BISOGNO che prova di vedere Renesmee.
Seth mi ha spiegato dell'imprinting.
Sapevo già cosa fosse. Ma lui mi ha spiegato ogni cosa. Le leggende. Le sensazioni che si provano. Il bisogno di starle vicino. "Naturalmente, io non ne so molto. Non l'ho mai provato, ma lo sento dagli altri. Insomma... la lettura del pensiero e delle emozioni e quelle cose li..." cosi mi ha detto.
Il bosco si dirada, lasciando posto a un'enorme casa. È bellissima. Una grande vetrata ricopre tutta la parete posteriore, mostrando l'interno in tutta la sua bellezza. È molto luminosa. Jake mi fa scendere e va a ritrasformarsi, mentre io rimango là, imbambolata a fissare l'edificio.
"Strabiliante, eh?" Dice Jacob arrivandomi alle spalle.
"Si. In effetti è leggermente diversa dalla mia idea di CASA DEI VAMPIRI" dico, mimando le virgolette immaginarie.
"Già. Ha colpito anche me. Ma loro non sono vampiri qualsiasi."
"Lo so. Mi hanno salvato." Dico sorridendo. E mi faccio avanti. Ma prima ancora di bussare, Carlisle viene ad aprirci, sorridente come sempre.
"Benvenuta! Ti stavamo aspettando!" Sorride, è vero. Ma c'è tensione nella sua voce.
"C-cc-osa... cosa significa che mi aspettavate?"
"Alice ti ha visto arrivare.." e mi spiega del suo potere.
Mi fa accomodare in soggiorno. Sono tutti là, seduti sull'enorme divano.
Zac era in un angolo, isolato dal mondo, e mi guardava, con gli occhi pieni di terrore.

ZAC:
Esme ci racconta ogni cosa. Le bugie che ci ha raccontato. Le falsità. Carlisle è distrutto dalla verità, perché significa che non conosceva per nulla sua moglie. Edward è stupito. Non è mai riuscito a percepire quelle bugie.
"A dire il vero non ci ho mai pensato molto. Ma anche se ci avessi pensato, non avresti potuto percepirlo. C'è un incantesimo sui miei pensieri. Anche ora non riesci a percepire i veri pensieri. Sono mascherati da un'onda magica. E anche se ci provassi... è come se non stessi pensando a niente. Succede tutte le volte che penso alla stregoneria." Ci spiega, imbarazzata.
Poi Alice cade in uno strato di trance. "Alice, che cosa vedi?" Chiede Jasper, tenendole la mano.
"Sta arrivando. Fra poco sarà qui..."
Qualche minuto dopo, sento la sua voce. No. Non posso stare nella sua stessa stanza... non posso.
"Andrà tutto bene, Zac. Ci siamo noi. Non le farai del male." Sussurra Edward.
E poi eccola li, spunta dalla porta e ci viene incontro. Mi guarda, scombussolata. La mia gola brucia. La voglio. Sento il suo sangue che mi chiama. Eppure ricordo perfettamente il sapore che aveva. Come può essere cosi?
"Zac... ti devo parlare... da soli" dice, con voce tremante.
"E io no. Non ho nulla da dirti. Non ti voglio vedere. Non l'hai capito?" Le dico, acido. Devo essere credibile.
"Non mi sembrava, quando l'altra sera hai quasi dissanguato Embry? L'hai fatto per divertimento? Non te ne frega niente di me, vero? È cosi? Io non credo!" Dice. Sta piangendo.
"Ti ricordi cosa mi hai detto in macchina? Quelle cose dolci... non sembrava che mi fossi indifferente. E mentre ero in coma? Ti sentivo,sai? Eri sempre con me. Non mi hai mai abbandonato, mi pregavi di svegliarmi. Stavi in ansia. E anche ora mi stai lontano per paura di farmi del male. Ma non succederà. Sei forte, lo so. Non lasciare che tutto ci distrugga. Sii forte. Per me..." le lacrime ormai scendono a fiume. È bellissima. Irresistibile. L'afferro per la vita e fuggo.
-Non seguirmi. Ho tutto sotto controllo- penso, rivolto a Edward. Lo vedo annuire. La porto lontano. Dove gli altri non ci possono sentire.
Quando la appoggio, sul ramo di un albero.
"Sta attenta. Non vorrei che cadessi." Le dico, sarcastico.
"Perché mi hai portato qui?"
"Perché è vero. Ci tengo a te. E non ti voglio condividere con gli altri."
"Visto? Era così difficile ammetterelo?"
"Si. Perché se ti uccidessi... ne morirei. Non posso sopportare di legarmi a te in questo modo. È troppo rischioso..."
"No. Non lo è. È da codardi, fuggire dall'amore, solo per non soffrire."
Mi ha stupito quella risposta. Non mi sono mai considerato un codardo. Eppure lei è riuscita a insinuare il dubbio in me.
Si. Sono un codardo. Perché ho paura dell'amore.
I suoi occhi brillano mentre capisce di aver fatto breccia nel mio cuore. Le sue emozioni sono fortissime, è come ricevere uno schiaffo a mano aperta. Lei prova qualcosa per me. E io non posso ignorarlo, perché questo legame, questa cosa misteriosa che ci lega, è innegabile.
"La senti anche tu? L'elettricità che si scatena ogni volta che siamo insieme?" Le chiedo. Lei annuisce e mi prende la mano. La sua pelle calda è unica. E non sento più nemmeno il richiamo del sangue.
Siamo solo io e lei e il resto del mondo è sparito.
"Ti devo parlare" le dico.
"Dimmi" risponde sorridendo. Ha un sorriso così bello.
Le racconto ogni cosa, della sensazione di legame, della mia empatia, del suo sangue. Ma non le dico nulla di quel che mi ha raccontato Esme. Non ancora.
"Mordimi." Dice lei. Io inorridisco.
"Non ricordi com'è finita l'ultima volta?"
"Si. Eri preso dalla foga, e stavi morendo di sete, per tua stessa ammissione. Ora non è cosi. Se il mio sangue faceva cosi schifo, se mi mordi ora, potrai convincerti che non mi farai del male..."
In effetti la sua logica funziona. E se tutto andrà come deve, non avremo mai più problemi per quanto riguarda il sangue. Devo provarci, almeno provarci.
"Ma se non fosse cosi... se fosse davvero... buono... come farò a fermarmi?" Sono terrorizzato dall'idea di farle del male.
Ma lei è cosi bella e calma. Come si può dubitare delle uniche parole che mi sussurra abbracciandomi:"Mi fido di te" ed è cosi decisa e sincera che non posso credere che riuscirei a ferirla.
"Ok. Proviamoci." Sussurro. Lei si stacca da me, sposta e capelli e mi mostra il collo.
È cosi invitante... e per un momento, penso che perderò il controllo. Non potrò resisterle. Ma ormai è troppo tardi

EVLEEN:
Vedo lo sguardo assetato del mio assassino. E ne ho paura. Morirò. Ma non mi ritraggo, né scappo. Perché morirò per mano di chi amo. Sono stata io a proporre che mi mordesse, e non ho intenzione di permettere alla paura di rovinare tutto.
Se funzionerà, non dovrà mai più avere paura di me. E se non funzionerà, allora potrò anche morire, perché ormai ci sono dentro. Non potrei più vivere, se non con lui.
Lo conosco da poco, eppure mi sento più legata a lui, che a tutta la mia famiglia.
Si avvicina, e inspira profondamente, mi sta annusando. Ed io strizzo gli occhi. Non voglio vedere. Sento la sua lingua che passa sul collo, mi sta assaggiando. Poi sento una fitta, dove poco prima era passata dolce la sua lingua. Mi ha morso. Un liquido caldo scende rapido dalla ferita, ma viene intercettato dalla sua bocca, che ne è avida. Lo sento succhiare sulla ferita, per estrarne altro sangue. I miei occhi sono ancora chiusi. Penso che non ce la farà a fermarsi, che mi prosciugherà. Ma morirò felice, perché sono fra le sue braccia. Non fa nemmeno tanto male.
Ma d'improvviso, lui si ferma, e sputa. Proprio come la volta scorsa.
"Ok. Ribadisco. Il tuo sangue fa schifo!" E sorride. Ce l'ha fatta. Ma io sanguino ancora.
"Aspetta. Ti aiuto." Dice. Poi si strappa una striscia dalla maglia e la lega alla ferita.
"Ora andiamo a casa, e Carlisle ti ricuce." E mi afferra per la vita. Pochi secondi dopo siamo a casa Cullen. Tutti ci corrono incontro, preoccupati.
"Va tutto bene." Diciamo io e Edward contemporaneamente.
Zac sorride. Tutti si calmano, mentre vedo alcuni vampiri che si allontanano veloci, alla vista del mio sangue.
"Carlisle. Puoi ricucirla?" Chiede Zac, portandomi in casa, su per le scale e in uno studio, probabilmente quello di Carlisle. Quest'ultimo ci ha seguiti, e inizia a prendere gli strumenti da lavoro.
"Carlisle... posso andare in ospedale, insomma, non voglio causarti problemi..." dico io imbarazzata. Entrambi ridono.
"Cara, non preoccuparti. Il sangue non mi fa alcun effetto, ormai. Come potrei svolgere il mio lavoro, altrimenti?"
"Carlisle è un dottore, Eve... quando dicono il dottor Cullen, non intendono solo che ha un titolo di laurea. Ma proprio che è un dottore. " mi spiega Zac.
"Ma come è possibile... insomma... il sangue... voi vi nutrite di sangue, anche se non umano... come può non attrarti..."
"Oh cara. Invece mi attrae eccome. Ma non cedo alla tentazione. Ho oltre trecento anni. Ho avuto tempo per affinare la mia tecnica." Sorride come sempre, ma mi guarda in modo strano.
"Zac... perché l'hai morsa di nuovo? E come fa ad essere ancora viva?" tremo di brividi mentre lo chiede.
Gli raccontiamo tutto, mentre lui mi ricuce attentamente la ferita, la dove poco prima c'era stata la bocca di Zac.
"È una storia interessante. Mi piacerebbe studiarla..." mormora, più a se stessi che a noi.
"Fallo. Voglio capire perché il mio sangue sia cosi... schifoso..."
"A dire il vero, Eve, noi sappiamo già perché è cosi!" Dice Zac, che mi sta ancora tenendo la mano. Mi fa alzare e mi guida fino al salotto. Sono scappati tutti, tranne una donna, quando ci vede si alza dal divano, e rimane li. Ma no dice nulla. Ci fissa, anzi, MI fissa. In un misto di terrore, gioia, e curiosità.
"Sei proprio uguale a tua madre..." sussurra. A quelle parole io scatto e le vado incontro.
"Conoscevi mia madre?"
Lei annuisce, ma tace. Zac si fa avanti.
"Evleen, questa è Esme, la moglie di Carlisle, e madre di tutti noi. E penso proprio che voi abbiate molto da dirvi,quindi vi lascio sole." E scompare nel vento.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}
Siamo sedute sul divano, a fissarci le mani. Io sono imbarazzata, lei invece sembra solo sotto shock. Ma io sono più che mai curiosa, ho davanti qualcuno che ha conosciuto mia madre!
Sue non la conosceva. Mi ha trovato davanti alla porta, e mi ha accolta.
Più avanti aveva trovato delle cose che la riguardavano, comparivano magicamente davanti alla porta. Sempre più indizi, ma nessuno sapeva chi era a consegnarli.
"Come la conosceva?" Chiedo a Esme.
"Noi eravamo molto amiche. Avevamo qualcosa che ci accomunava. E da quando ci siamo conosciute, non ci siamo mai separate, fin quando lei..."
"La prego... mi racconti tutto... io non l'ho mai conosciuta, vorrei sapere qualcosa di lei..."
"Dammi del tu, ti prego, ora fai parte della famiglia. Dunque... da dove iniziare..." quando inizia a narrare, mi sento tirata in quel mondo, mentre tutto intorno a me si dissolve, e divengo parte stessa della storia.
"Ero diventata da poco una vampira, quando la trovai. Era una ragazza, avrà avuto sui 18 anni. Giovane e sola. Era scappata di casa, cosi mi aveva detto. In realtà lei era come me. Non aveva una casa, continuava a scappare. Aveva un segreto, come il mio, lei era come me.."
"Era un vampiro?"
"No. Era un strega." 

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Capitolo 7
*** Posseduta ***


  EVLEEN:
"Una strega? Ma cosa..." dico. Sono stupefatta. Pietrificata. Mia madre era una strega...
"Si. Una strega. Come lo sono io. O forse dovrei dire che lo ero.. visto che ho rinunciato ai miei poteri... ma quella è un'altra storia... dicevo..ah, si. Insomma, decisi di aiutarla. Le regalai una piccola casetta, allora vivevamo in una piovosa cittadina dell'inghilterra, in cui il sole era un evento sporadico. La andavo a trovare ogni giorno, e ci raccontavamo le nostre vite... la mia famiglia non sapeva nulla di questi incontri, e nemmeno che ero una strega. Saminda mi fece un incantesimo, Edward non avrebbe potuto leggere nessuno dei miei pensieri che riguardasse la magia. Lo fece per proteggermi.."
"Saminda? Si chiamava cosi?"
"Si. Era bellissima. Ti assomigliava moltissimo. Tranne per gli occhi, i suoi erano di un color nocciola chiaro, mentre i tuoi sono verdi, proprio come quelli di Michael, tuo padre."
"Conoscevi anche mio padre?"
"Si. Loro erano innamorati, e lo vedevo spesso, ma non lo frequentai molto. Nessuno doveva sapere che la stavo aiutando a nascondersi, e tanto meno per lui."
"Ma da chi scappavano? E perché?"
"Dagli anziani. La loro unione era contro le sacre leggi. Lei era una strega. Lui era un mago. E questo era contro ogni legge. Ma il sentimento che li univa, era indissolubile."
"Quindi io sarei..."
"Una mezzo maga, mezzo strega, una delle creature più potenti che esistano..." concluse lei. Ero una creatura della magia, quindi? Non ero umana?
"Non devi essere spaventata da ciò che sei! Non è nulla di diverso da ciò che è un licantropo o un vampiro. Ed io posso aiutarti a comprendere la tua natura, se lo vorrai." Mi dice Esme, protettiva come solo una madre può essere.
"Ho bisogno di riflettere..." dico solo. Ed è vero. Non me la sento di fare una scelta così, su due piedi, e devo ancora riflettere sulle nuove rivelazioni.
"Ma certo. Torna quando sarai pronta, ed io sarò qui per aiutarti!" Risponde lei sorridendo.
Zac ricompare all'improvviso, mi prende la mano e mi porta fuori. Mi fa entrare nel garage, dove noto una decina di bellissime auto, tra cui una ferrari coperta in parte da un telo.
Ma noi prendiamo la più semplice, una volvo metallizzata.
"Avete un sacco di belle macchine!" Mormoro, salendo.
"Si. Ai vampiri piacciono le cose veloci!" Dice sorridendo. Mentre sta guidando, poggia una mano sulla mia, che tengo in grembo.
"Sai che ora che ho superato la paura, ti starò sempre vicino, vero?" Dice soltanto. La sua pelle è magica. Fredda, liscia e morbida.
Io sorrido, mettendo l'altra mano sulle nostre. Porto la sua alla bocca e la bacio, sento il freddo che mi attanaglia le labbra, ma non mi importa.
"Lo spero. E tu, non dimenticare mai questa promessa!" Rispondo. Parcheggia davanti a casa di Sue. Il trattato ormai non è più valido, e ora, a quanto mi hanno detto, i Cullen possono entare nel territorio dei Quiliutes, cosa che è stata permesse soprattutto dall'imprinting di Jacob verso Renesmee.
"Bene... ti va... ecco... di vederci domani?"  Chiede, imbarazzato. Io sorrido, immaginando il lieve rossore che avrebbe colorato le sue guance, se fosse stato un umano. Era cosi bello...
"Si. Assolutamente! Ho già un'idea! Domani vieni qui, ti voglio portare in un posto!" Dico, illuminandomi.
Lui sorride, radioso come me, all'idea di rivederci, il giorno dopo.
E mentre sono persa nei miei pensieri, lui, a velocità sovrumana, mi sposta i capelli dietro l'orecchio, come aveva fatto al nostro primo incontro. Io tremo.
"Sei così... felice..." dice, rimanendo con la mano sulla mia guancia.
"Sei tu, che mi rendi felice." Ammetto, arrossendo, e rabbrividendo. Tutte quelle sensazioni e quelle emozioni sono troppo intense. Ma lui fa qualcosa di totalmente inaspettato, che mi sconvolge maggiormente.
Si avvicina a me, aggiungendo l'altra mano a quella che già era sul mio viso. Le mie guance rimangono alla temperature ambiente, animate dal calore che mi infiamma e dalle sue mani fredde.
Sento il suo fiato freddo e profumato che si mescola al mio.
Tutto è cosi surreale. Non posso credere che stia succedendo davvero.
Poi le sue labbra di pietra sfiorano le mie. Me le sono immaginate molto più dure e fredde, invece sono morbide e, si fredde, ma non più del resto del suo corpo perfetto. Le mie mani iniziano a salire, fino ad afferrare i suoi capelli, mentre le nostre labbra iniziano a muoversi, e le lingue si incrociano.
È il bacio più dolce che io abbia mai ricevuto.
Ed in una semplice mossa mi trovo sopra di lui, mentre continuiamo a baciarci. Veniamo interrotti da un forte rumore, alla mia destra. Mi volto quel tanto che basta da vedere il finestrino della volvo rotto e il braccio sanguinante di Embry, che trema di rabbia.
"Embry... che diavolo fai?" Chiedo, confusa e spaventata. Sento un leggero vento, e mi trovo, sola, a qualche metro dalla macchina, che inizia a rotolare, scaraventata via da Embry.
Non riesco a vedere Zac.
"Quindi hai scelto? Hai scelto lui?" Mi domanda Embry, tremando.
"Embry... ti prego... non fare cosi.. calmati..." rispondo, iniziando ad avvicinarmi.
"Non avvicinarti! Potrebbe perdere il controllo!" grida Zac, da un angolo del cortile, troppo vicino a Embry.
Le grida svegliano tutti, e presto tutti i licantropi e tutti e vampiri arrivano, per calmare le acque.
"State lontani! Tutti! Questa è una questione fra me e lui!" Grida Embry, rivolto a tutti noi. Poi lo vedo tremare sempre di più:"Mi hai rubato la ragazza. La donna che amavo e che per tutti questi anni ho atteso. Io l'ho aspettata. Ho atteso e sperato che tornasse. L'ho sognata ogni giorno e notte. E poi lei torna, e sembra che mi ami ancora. Poi arrivi tu. Che non hai dovuto soffrire per la sua perdita. Quasi la uccidi... e pretendi che lei ti ami..."
"No, Embry. Ti sbagli. Io non ho preteso nulla. Anzi, ho provato a fuggire, ma lei mi ha inseguito. Lei mi ama, ed io non la respingerò, non per lasciarla a te!"
Poi scoppia il finimondo. Embry si trasforma, lanciandosi su Zac... ed io grido, mentre vedo le sue zanne che si chiudono ad un nulla dalla testa del mio vampiro. Ma nessuno interviene, ben sapendo che nessuno dei due lo vorrebbe. Ma cosa credono di risolvere in quel modo?
"Basta! Basta! Vi prego..." grido disperata, piangendo. E poi, tutto si fa nero.

ZAC:
Le sensazioni che mi provoca quel bacio sono immense, riflesso di quelle che prova lei. E poi arriva lui, e rovina tutto. La paura prende il posto di tutte le altre emozioni. Paura per lei. Paura che lei si faccia male. La porto via, poco prima che la macchina si accartocci, preda delle convulsioni di Embry.
La porto lontano. Lontano anche da me, nonostante voglia tenerla stretta, so, che lui vorrà fare del male a me e lei sarebbe in pericolo.
Lei prova a parlargli. Cerca di calmarlo. Ma lui è impossibile, e non l'ascolta. Si rivolge a me:" mi hai rubato la ragazza. La donna che amavo e che per tutti questi anni ho atteso. Io l'ho aspettata. Ho atteso e sperato che tornasse. L'ho sognata ogni giorno e notte. E poi lei torna, e sembra che mi ami ancora.
Poi arrivi tu. Che non hai dovuto soffrire per la sua perdita. Quasi la uccidi... e pretendi che lei ti ami..."
Io rispondo. Non sono stato io a chiederle di amarmi, ma lei, che con la sua tenacia, ha insistito per vedermi e per far si che superassi quel timore verso il sangue. Poi tutto cambia, e Embry mi salta addosso. Faccio appena in tempo a spostarmi. La sento gridare, ma non importa, è per lei che combatto, per NOI, quella parola che mi fa stare tanto bene.
Lei piange e grida, e poi è silenzio. SILENZIO. Troppo. Mi volto e la vedo. Ma non è più lei. Un urlo acuto mi colpisce. Mi scoppia la testa, sia io che Embry ci ritroviamo a terra, doloranti.
Lei è in piedi di fronte a noi. I suoi capelli neri fluttuano nell'aria, come in assenza di gravità. Ma la cosa più spaventosa sono i suoi occhi. Né l'iride né la pupilla né la cornea esistono più. Tutto è mescolato in quel rosso spettrale e spaventoso. Ma è bellissima. Come sempre. Anche se il terrore mi assale e il dolore alla testa mi divora, riesco ancora a percepire quell'amore.
"Evleen! Eve! Gli stai facendo male! Smettila!" Urla Esme avvicinandosi. Edward dice:"Non è più lei... colgo due pensieri, uscire dalla sua mente. C'è lei. Ha paura, grida e non riesce ad uscire. E poi c'è una presenza, una specie di demone che la possiede. Eve non ha più il controllo del corpo..." ma che diavolo significa?
"Lo so... vi spiegherò dopo, ma ora dovete aiutarmi.. dobbiamo riuscire a tramortirla, a farla svenire, quando si sveglierà tornerà in se!" Risponde Esme. Emmett, preso dalla sua solita foga, inizia a correre, per placcare Eve. Ma quando la tocca, viene respinto, e vola a parecchi metri da lei. Il dolore alla testa smette. Lei si è distratta, non siamo più noi il pericolo.
Jasper si prepara a scattare, ma viene fermato da Carlisle, che sembra aver capito la situazione.
"Sembra che abbia alzato un campo energetico... non possiamo avvicinarci a lei... non è questa la soluzione..."
"Forse io potrei... col mio scudo!" Esclama Bella.
"Non so... non credo, ma si può provare, credo..."
Bella avanza, spedita, verso Eve, che si volta, quando la sente arrivare.
"Che cosa credi di fare? Non puoi nulla contro di me!" Dice Eve, con voce spettrale. Non è la sua. Poi una palla nera parte dalla sua mano. Vedo Bella cercare di difendersi, con lo scudo, ma viene sbalzata via, da quella forza innaturale.
"Eve ti prego torna in te..." la prego. Lei nemmeno si volta, continuando a guardare la sua vittima, sorridendo.
"Sento una strega... mia cara, sai bene che l'unico modo per mettermi a tacere è usare la magia!" Dice ghignando, rivolta ad Esme. Lei sussulta.
"Io... non posso... io non uso più la magia da anni... ho promesso che non l'avrei mai più usata..." balbetta.
Intanto altri fra vampiri e licantropi provano ad attaccare la Eve posseduta, ma tutti vengono sbalzati lontano. Dopo poco inizia a sentirsi il crack delle ossa dei lupi e si intravedono alcune crepe sul viso dei vampiri.
"Esme... abbiamo bisogno di te. Io so che ce la puoi fare... fallo per la nostra famiglia!" la prega Carlisle, parandosi di fronte a lei. Quando si sposta, la vedo mutare. I suoi capelli iniziano a fluttuare, come quelli di Eve, ma i suoi occhi sono diversi. Tutto è animato dal nero, invece che dal rosso fuoco.
"Finalmente un'avversaria alla mia altezza!" Dice Eve, sorridendo malignamente.
Esme si avvicina:"State tutti lontano" Dice. Tutti si spostano, compreso io, che mi rifugio in un angolo del cortile.
Eve stende la mano, lanciando una palla nera, come quella che poco prima aveva colpito Bella. Ma quella s'infrange sopra una barriera rosa, eretta da Esme.
Pochi secondi dopo, dalla mano di Esme parte una flebile palla bianca, sembra fatta d'aria. Eve l'afferra, e la rispedisce a Esme, che fa appena in tempo a spostarsi. Ci riprova, ma anche quella viene afferrata, e rispedita, ma stavolta, Esme non riesce a spostarsi, e la palla bianca la colpisce. Penso che venga sbalzata via, ma non è cosi. Quando la colpisce, la piccola sfera si dilata, fino a diventare abbastanza grossa da contenere il corpo di Esme, poi inizia ad avvolgerla. In pochi decimi di secondo, Esme si trova imprigionata da questa barriera, senza possibilità di fuga.
"È un incantesimo potente, lo ammetto, mi hai stupito! Naturalmente so, che quella piccola bolla non ti farà nulla, essa toglie l'ossigeno, ma tu, non ne hai bisogno... ma tu, sai che io, ho bisogno di respirare, eppure, non ti sei fatta scrupoli, ad usarla contro di me!" Dice Eve, allungando una mano, mentre la barriera si assottiglia, modellandosi al corpo di Esme.
La bolla si stringe, mimando il movimento del pugno, che si stringe sempre di più.
Esme inizia ad urlare, sempre più forte. Tutta la famiglia si stringe attorno a lei, cercando di liberarla.
"Eve... ti prego... cosa stai facendo?" Chiede Carlisle. È disperato. Si vede: sta soffrendo. Mi alzo e vado incontro a Eve.
"Evleen... perché fai questo?!? Questa non sei tu...." sussurro, accarezzandole un braccio. Me ne pento subito. Cado a terra, fulminato da una scossa. Però basto a distrarla, e Esme smette di gridare, per un attimo, mentre la sfera ritorna alla sua forma originale. Esme è in ginocchio, all'interno della sfera.
"Ti sbagli. Questa sono io. Questa è la mia vera essenza. Sono tornata a riprendermi il mondo, dal quale sono stata strappata tanto crudelmente!"

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Capitolo 8
*** salto nel vuoto ***


 EVLEEN:
Tutto è buio e dolore. Mi manca l'aria. Mi manca la luce. Sono morta. O almeno, è come se lo fossi. Sento le urla, le riconosco tutte. Sento Edward, che interpreta il mio panico a parole. E sento LEI. Quella presenza che si è impossessata del mio corpo. Sta cantando, canta in una lingua, strana, sembra celtico... Ma mi accorgo che riesco a capirla, ogni parola.
{La luce svanisce.
Nel buio della notte.
La luna è già alta e il sole tramonta.
Un altro giorno è finito.
Gli umani dormiranno.
Ed è qui che tutto inizia.
È la grande notte.
È la notte delle streghe..
Il mio cuore non si fermerà, la paura non mi bloccherà,
perché niente ha più senso,
e niente potrà fermarmi,
nella notte delle streghe!}
Questa cantilena mi da alla testa. Sento ogni cosa. Tutto quello che succede là fuori. Sento le parole che mi sussurra Zac, sento il suo grido quando viene scaraventato a terra. Sento la voce di quel mostro. Urlo. O almeno ci provo. Dalla mia bocca non esce suono. Perché quella bocca non è più la mia... ma che vuole quel maledetto fantasma? Che vuole da me?
"Sei tu che mi hai chiamato, o io non sarei giunta, tu dovevi accettarmi, o io non sarei riuscita a tornare dal mondo cui quegli assassini mi hanno condannato!" Risponde la voce a quei miei pensieri.
Tutto attorno a me si spegne, e vengo catapultata nel buio più nero. Ne ho paura.
Ma dal buio compare una figura, la figura di una donna, dai lunghi capelli, rossi come il sangue e dai scintillanti occhi verdi. I suoi abiti sono stracciati, una lunga tunica bianca e sporca, lacerata in più punti. Ma ciò che più mi inquieta di quell'abito, sono le numerose macchie di sangue che la ricoprono. Mille segni rossi e neri ricoprono il suo corpo. Lividi e tagli. L'hanno picchiata.
"No. Mi hanno linciata. Uccisa a forza di calci e sassate..." mi spavento, al udire di quella voce sofferente. I suoi occhi si puntano nei miei.
"Chi sei?" Chiedo.
"Mi chiamavo Calliston. Sono nata molti secoli fa. Ero una strega potente, e avevo molti uomini ai miei piedi. Alcuni di loro conoscevano il mio segreto, e mi amavano lo stesso. Quando al villaggio, si venne a sapere cos'ero... mi rapirono dalla mia casa... ruppero e bruciarono ogni cosa, e visto che il rogo non era pronto, decisero che non si poteva aspettare. Iniziarono a picchiarmi, decisi ad uccidermi. Chi mi amava combatté per salvarmi, e morì con me. Continuai a vagare per il mondo, in cerca della mia vendetta, perché loro uccisero, non solo me, ma anche il mio amato, e il mio bambino... e ora ho trovato te.
C'era tanto dolore nel tuo cuore. Volevi fermare tutti, ma non ne trovavi la forza. E tu mi hai accettato dentro te, hai accettato di ospitarmi. E ora, insieme ci vendicheremo di ogni persona che ci ha fatto del male!"
"Ma quelle persone non mi hanno fatto del male, né lo hanno fatto a te... loro mi amano, soprattutto quei due ragazzi, quelli che stavano combattendo. Mi amano come lui amava te. E morirebbero, per salvarmi.."
"Ma loro ti hanno fatto soffrire...ed io cerco ancora vendetta... non sai ancora quante battaglie abbiamo dovuto affrontare, io e le mille streghe che mi hanno preceduto e seguito. E succederà anche a te, se non rivoluzioniamo il mondo!"
"No. Calliston, so bene quanto tu abbia sofferto. So quanto male faccia. Ma questo non è quel mondo. Questo, non è più il TUO mondo. Qui non mi faranno del male. Questa non è la gente che ti ha ucciso, questi non sono i mostri che ti hanno condannato a questo destino di orrore e sofferenza. Queste persone vivono, felici, lontano dalla stregoneria e dal mondo magico... non puoi vendicarti, perché quelle persone, sono già morte. Puoi solo dimenticare, e trovare pace. Magari, dall'altra parte, ritroverai il tuo amato, che ancora ti aspetta, e tuo figlio, e tutti quelli che hanno combattuto per te."
"Quindi è la fine?" Chiede lei, con voce tremante, e occhi lucidi.
"No. Non è la fine. Nulla finisce. Quel che ti hanno fatto rimarrà per sempre nella storia, ed impresso a fuoco nella nostra memoria, ma questa non è la fine. Questo è l'inizio. Se vorrai, questo sarà l'inizio della pace, della TUA pace." Le sorrido. Un sorriso triste, per lei. Un sorriso che, sono sicura, le rimarrà per sempre impresso nella mente.
"Hai ragione... sei giovane ma saggia, ragazza. Tu mi hai salvato. Ed io giuro che non dimenticherò, e ti veglierò, dall'alto. Ma voglio che tu mi prometta una cosa.."
"Se possibile, qualunque cosa..."
"Studia la magia, non voltarle le spalle. Non sempre porta al male. Se avessi conosciuto la magia, questo non sarebbe accaduto. E... chiedi scusa ai tuoi amici da parte mia. E di a quella donna, la strega, di non uccidere la magia che è in lei, perché è la cosa più preziosa che possieda..." poi sorride, e tutto svanisce, nel bianco abbagliante. 

ZAC:
Tutto finisce all'improvviso. Sono qui, a terra, tremante. Mentre capisco che la donna che amo potrebbe anche non tornare mai più. Ho paura, paura davvero. Anche di più di farle del male. Anche di più di innamorarmi. Ho paura di perderla, di perderla ora che l'ho trovata.
Poi una luce abbagliante ricopre tutto.
Quella luce, scaturisce dal cuore di Eve.
Vedo una figura. Una donna, sorride, e mi è di fronte, si inchina, e mi bacia la fronte. Rimango stupito di quel gesto. Poi apre le labbra e sussurra:"Prenditi cura di lei, amala, perché è una ragazza speciale." Poi si incammina verso il nulla... e sparisce. Vedo Eve, in piedi, che la guarda. I suoi occhi sono verdi e lucidi. E non è mai stata più bella! 

EVLEEN:
Vedo il suo spirito dissolversi nel nulla, finalmente felice. L'ho vista salutare Zac. La vedo sorridere, e sorrido anch'io. Mi volto, quando sparisce.
Vedo Zac che mi fissa. È immobile. Forse sta aspettando che sia io, a fare la prima mossa. Forse ha paura che sia ancora posseduta.
Mi inginocchio di fronte a lui.
"Ti amo." Gli sussurro, baciandolo. È la prima volta che gli esprimo il mio amore a parole. Ho paura che lui non sia pronto, ad una confessione del genere, ma il suo bacio mi toglie ogni dubbio. C'è passione ed amore in quel bacio. C'è un senso di bisogno opprimente. Quando si stacca da me, penso che voglia rispondere alla mia dichiarazione, con un semplice ti amo... ma non è così. "Mi sei mancata. Ho avuto così paura di perderti... non me lo posso permettere, non ora che ti ho finalmente trovato. Sono tuo. Sono legato a te da chissà quale divino legame. E, si, ti amo, e non dimenticherò mai la promessa che ti ho fatto. MAI!" Poi mi bacia, di nuovo. Mentre tutto attorno a noi sparisce, siamo solo noi due. Vorrei che qualche bacio durasse in eterno, ma so bene che non potrà succedere. Mi scosto, per riprendere fiato. In fondo sono sempre umana seppur solo in parte. Mi volto e vedo Esme e Carlisle che si abbracciano. Zac mi racconta tutto quello che è successo dopo che sono stata posseduta. Corro da Esme, preoccupatissima. "Esme.... tutto bene?"
"Si, tesoro, tranquilla. Non mi ha fatto niente di insopportabile."
"Comunque, lei vi porge le sue scuse..."
"Lo sappiamo, Edward ci ha fatto la telecronaca minuto per minuto." Dice sorridendo. Sorrido anch'io. Sono contenta che stia bene.
"Forza. Torniamo a casa. È già tardi, e dobbiamo tutti riposarci!" Annuncia Carlisle, e tutti iniziano ad andare. "Esme! Aspetta... domani... vorrei iniziare quelle... ehm... lezioni di magia..." dico. Lei sorride, annuisce e se ne va. Rimaniamo solo io,Zac e Embry, che ci guarda male.
"Embry... mi dispiace. È finita. È finita da quando me ne sono andata. Non ci sarà più nulla, niente più che amicizia, fra noi. Mi dispiace. Se solo puoi... perdonami..." Anche lui se ne va. Corre via, abbassando le orecchie e mugolando piano. Rimaniamo solo io e Zac.
"Vuoi entrare?" Chiedo, lui ridacchia.
"Non credo che Sue sarebbe troppo contenta, né Leah. E comunque... credo di dover riposare un po. Da solo." Poi si avvicina e mi bacia. E sparisce, nel leggero venticello che mi scompiglia i capelli. Rimango sola nel cortile, a guardare il buio. Con la coda dell'occhio vedo che hanno rimosso qualche rimaneva della macchina. Sue ritorna dal lavoro. Da poco ha iniziato a lavorare presso la piccola scuola della riserva, ed è una maestra severa!
"Che fai li fuori da sola?" dice, afferrandomi la mano, e trascinandomi in casa. Ci sediamo sul divano, e le racconto tutto. Lei sgrana gli occhi.
"Vuoi dire che non sapevi nulla di tutto questo?"
"No... io... ti ho trovato... e non c'era nessuno che mi potesse spiegare tutto ciò... c'erano solo due lettere... una è quella che hai trovato tu. Io non l'ho mai letta... c'era scritto sopra che solo tu potevi aprirla... ed era cosi, immagino per via di un incantesimo. L'altra invece era una comune lettera... l'ho letta. Era divisa a metà.. una parte era per te, e l'altra era per me." Poi si alza. Sparisce per un attimo e ritorna con due lettere. Me le porge. Leggo prima la sua:-gentile persona. Non ti conosco, ma spero che leggendo questa lettera ti accorgerai di quanto disperata io sia. Ho una bimba troppo piccola, e sono sola. Io sto per andarmene, sto per morire, e non abbastanza tempo per salvarla. L'ho affidata ad una cara amica, a lei ho dato il compito di trovare qualcuno a cui affidarla, qualcuno che l'ami come fosse sua. Lei ha trovato te. Non posso spiegarti perché, ma è importante che tu tenga la bambina, che la cresca come se fosse tua. È importante che tu la tenga con te finché non sarà abbastanza grande da badare a sé stessa. Te ne prego. Rispetta l'ultimo desiderio di una madre che ama sua figlia, così disperatamente da morire per lei. Spero tu sia la persona giusta, perchè ti sto affidando tutto il mio mondo.-
"Non potevo non rispettare tutto quel dolore..." In quel momento capisco cos'ha passato quella donna. Mi ha salvato, non so da cosa, ma mi ha salvato. Dovrò chiedere spiegazioni ad Esme. Poi passo alla mia lettera:- Al mio amore più grande, Evleen, ti prego non pensare, che io ti abbia abbandonato, perché non lo farò mai. Ma sono dovuta andare via, per un po'. Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che la tua nuova famiglia ti ha raccontato tutto. C'è una persona che devi incontrare. Cerca Esme Cullen, lei ti potrà spiegare ogni cosa. Sappi solo che è importante che non ti allontani troppo dal posto in cui sei nata, capito? Noi ci rivedremo! Quando saprai tutto sarà facile capire! Trova Esme! Dille una parola:GRIMORIO. Lei capirà. Insieme a questa lettera ce n'è un'altra, solo tu potrai aprirla. Fallo, è importante. E non scordarti le mie parole. Ti vorrò sempre bene! Tua madre, Saminda.-
Scoppio a piangere. Non ho mai sentito la mancanza di una persona che nemmeno ricordo, ma con lei... è diverso... è come se l'avessi conosciuta. All'improvviso mi colpisce un flash.
Vedo TUTTO! Tutto ciò che riguarda la mia vera madre, vedo lei e Esme, che mi coccolano, vedo lei che mi allatta. Vedo lei che piange, e mi bacia, prima di affidarmi alle forti braccia di Esme.
Il pianto diventa isteria. Sue, al mio fianco mi abbraccia. Non può sapere cosa ho visto, ma mi stringe, come fossi veramente figlia sua. L'abbraccio, la tengo stretta a me, mentre le lacrime mi riempiono gli occhi e inondano le mie guance, bagnando la sua maglia. Mi addormento cosi. Con la testa sulle sue gambe.
Non dormo veramente, ma sono distrutta.
Vedo Charlie entrare in casa, sento Sue fargli segno di fare piano, mentre ancora mi accarezza la testa. Ho gli occhi aperti, nascosti dietro la marea di capelli. Provo a dormire davvero. Ma quando chiudo gli occhi, continuo a vedere lei.. ogni momento che abbiamo passato insieme.
Perfino la mia nascita, sarà per via di qualche incantesimo... finalmente riesco ad addormentarmi, sentendo la melodia che crea la pioggia picchiettando sui vetri. Quando mi sveglio, sento il sole caldo sul viso. Apro gli occhi e vedo che sono ancora stesa sul divano, con la testa sulle gambe di Sue. Charlie è seduto sulla poltrona. Entrambi sembravano angeli mentre dormono. Lui le tiene la mano, e lei dorme serena. Mi alzo, facendo attenzione a non svegliarli. Prendo le lettere e le porto, una in camera di Sue e l'altra in camera mia, e la metto nel comodino, al sicuro, nel mio vano segreto.
Decido di uscire, sento che ho bisogno di aria. Ma quando apro la porta, mi trovo di fronte Zac. Mi getto addosso a lui, con foga, e lo abbraccio con forza.
"Anche tu mi sei mancata!" Dice lui, ridacchiando.
"Che avevi ieri sera? Ho sentito che eri cosi triste...sai... per via del mio potere."
"Sue mi ha dato una vecchia lettera di mamma.... e ho ricordato ogni cosa... come se i ricordi fossero impressi a fuoco nella mia mente... e ho pianto..."dico arrossendo. Poi gli prendo la mano ed inizio a trascinarlo verso il bosco, chiudendo l'argomento.
"Vieni! Ti ho promesso di portarti in un posto!"
"È lontano?"
"Un po. Che c'è, hai paura di camminare?" Dico ghignando sarcasticamente. Lui si unisce alla sua risata e mi afferra i fianchi, tirandomi a lui. "
No. Ho paura di perdere il controllo, con te, non si sa mai!"
"Ancora il mio sangue?"
"No. Quella è passata... ora è il tuo corpo che mi attrae troppo!" Fa per baciarmi, ma io mi sposto, ridendo e sfuggo alla sua presa, per miracolo. "Ma ce n'è sempre una! E se non è il mio sangue, è la paura di amare. E se non è questo, è il mio corpo. Se non è il mio corpo, cosa sarà!?!" Dico sarcastica. Lui mi riafferra per i fianchi, e penso che voglia tirarmi di nuovo a lui, invece mi afferra e mi carica in spalla. Io inizio a tempestargli la schiena di pugni:"mettimi giù!" Grido, ridendo, mentre lui inizia a correre, a velocità supersonica.
Quando si ferma, siamo sulla scogliera, proprio dove volevo andare!
Mi appoggia a terra, ma io scivolo, e cado sul sedere, provocandogli quella favolosa risata, che già amo. Mi rialzo, scrollandomi di dosso l'erba e la terra.
"Come facevi a sapere dove volevo portarti?"
"Me lo ha anticipato Edward. Ieri sera. In alcuni casi la lettura del pensiero è utile!" Dice, ridendo ancora. Intreccia le dita alle mie. Andiamo insieme a sederci, la dove il giorno prima eravamo andati io e Seth. Perché sembrava passato cosi tanto tempo da allora? È forse colpa di questa elettricità che ci attraversa ogni volta che siamo vicini?
"A cosa pensi?" Mi domanda lui, stringendo appena la presa sulla mia mano. La temperatura fredda della sua pelle contro la mia è fantastica, brividi di piacere mi attraversano la schiena. La temperatura esterna è piuttosto calda, per essere solo Marzo, e tutti sanno quanto Forks sia famosa per il suo clima rigido. "Sto pensando a quanto relativa sia la visione del tempo... e a quanto bello sia trascorrere il mio con te.." dico baciandolo.
"Hai scoperto qualcosa su questa cosa che ci lega?" Chiedo.
"Si. Carlisle ha indagato un po da quando gliene ho parlato. A quanto pare le streghe avevano un forte ascendente sui vampiri. E ci sono stati rari casi in cui... è come se mi avessi stregato... è una specie di imprinting, ma accade solo fra streghe e vampiri... pensiamo che sia successo anche a Esme e Carlisle, anche se in forma molto minore rispetto al nostro! Comunque... la leggenda dice che ognuno potrà sempre sentire quando l'altro sarà in pericolo, o ha bisogno di lui.. ed è cosi! Io sentivo che avevi bisogno di me, stanotte... ma ho deciso che dovevi rimanere sola... dovevo lasciarti i tuoi spazi!"
"Hai fatto bene... insomma... avere solo Sue vicino mi ha fatto bene!" Dico sorridendo maggiormente. "Allora, come mai mi hai portato qui? Edward non me lo ha detto..."
"Anche se, tecnicamente, mi hai portato tu..." dico ridacchiando:"questo è un posto speciale per me. Io e Seth venivamo sempre qui a nasconderci, quando non volevamo che nessuno ci trovasse. Volevo condividerlo con te... e volevo fare una cosa... un po speciale.." dico, alzandomi in piedi. Lui sembra non capire. Quindi gli spiego:"qui c'è la tradizione di buttarsi dalla punta della scogliera. Volevo farlo... insieme a te..."
"Ma l'hai gia fatto?" Chiede, preoccupato.
"Naturalmente! Più di una volta! Tranquillo, andrà tutto bene, so come si fa... e poi... sono con te, cosa può andare storto?" Dico sorridendo. Inizio a torglermi le scarpe, e la felpa. "D'accordo. Ma togliamoci i vestiti più importanti. Io li porto giù e li rimettiamo quando usciamo dall'acqua, cosi sono asciutti." Suggerisce lui. Io porto una mano tesa alla testa:"si, signore!" Dico, e poi scoppio a ridere.
Lui scuote la testa, e la sua risatina si mescola alla mia:"spogliati e basta!"
"Nessuno me l'ha mai detto. Ma per te qualunque cosa amore!" Dico ridendo maliziosamente. Mentre inizio a spogliarmi in modo sexy e provocante. Lui ride, e in mezzo secondo è senza maglia, mentre io ammiro il suo fisico scolpito, a bocca aperta. "
Che c'è?" Chiede malizioso.
"Niente. Ammiravo il paesaggio." Rispondo, ricominciando a spogliarmi. Rimango in reggiseno e culotte, rosa, col pizzo nero. Sono lieta di aver indossato le cose più carine che ho. Lui mi fissa. Mi sembra quasi di scorgere nel suo sguardo il desiderio. Desiderio di me. Ma quando lui si toglie i jeans, ricomincio a sbavare. Sento una brezza leggera, e non trovo più i vestiti. Quando lui ritorna, mezzo nudo come me, mi afferra la mano, ed insieme corriamo verso il vuoto. Ed iniziamo a volare. 

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Capitolo 9
*** amore mio ***


ZAC:

è così bella, così, mi viene voglia di baciare ogni centimetro di quel corpo perfetto.

Ma è un altro, il pensiero che mi sfiora: cosa farò quando e se mi chiederà di trasformare il suo tonico, perfetto e caldo corpo, in una a spoglia fredda e di pietra? Cosa farò se mi chiedesse di fermarle il cuore?

Sarebbe giusto, da parte mia, rubare quanto in lei ci sia di più prezioso? Rubarle la vita stessa? Legarla ad un'eternità di voglia di morte e sangue? Ma finché questo non accadrà, potrò godermi ogni singolo istante con lei. A cominciare da quel semplice tuffo. È ironico come quel salto assomigli alla relazione nella quale ci stiamo buttando. Quello scoglio è il trampolino di lancio verso l'amore infinito. Mi prende la mano, ed iniziamo a correre, mentre il vuoto ci accoglie. Inizia così, la storia del nostro amore.

 

EVLEEN:

l'acqua è fresca. Accoglie i nostri corpo, aprendosi a noi. Quando ci ricopre, i polmoni smettono di funzionare. Apro gli occhi, e vedo molto nero attorno a me, e continuiamo a scendere, ma è il momento di iniziare a salire. Sento ancora salda la presa di Zac, nella mia mano. Non mi lascerebbe. Inizio a lottare contro la gravità e la pressione dell'acqua, lui, mi facilita il lavoro, con la sua poderosa forza. Appena inizio a sentire il debito di ossigeno farsi pressante, riscopro la superficie. La luce quasi mi acceca, ma sono lieta di poterla vedere. Non c'è il sole, ma la luce è comunque forte.

Quando lo vedo, i capelli schiacciati sul viso, con le gocce d'acqua che gli scorrono sulle guance, e sul collo, mentre vedo il suo petto nudo che guizza sotto il pelo dell'acqua... ed il mio cuore perde un battito. È così dannatamente sexy...

non so a cosa tu stia pensando... ma la sensazione è... eccitante...” ammicca lui, iniziando a tirarmi verso di sé. Mi abbraccia, ed io avvolgo le gambe attorno alla sua vita. Lui mi bacia. Fa scendere la bocca sul mio collo, ed io afferro i suoi capelli con una mano, mentre con l'altra sfioro piano il suo petto muscoloso. Rabbrividisco appena, sentendo la sua pelle fredda lungo il corpo. Siamo stretti l'uno all'altro, seminudi in acqua, a baciarci. È la sensazione più bella del mondo. Lui sa cosa voglio. In mezzo secondo siamo fuori dall'acqua, stesi sulla spiaggia. Una nuvola si sposta, rivelando il sole. Ed ecco la meraviglia. Il suo corpo si copre di mille puntini luminosi, sembrano i riflessi di un brillante. Mi fermo un attimo, ad ammirare quel prodigio. Lui alza il viso, sorride. Gli accarezzo una guancia. La pelle rimane liscia, ma le sfaccettature si spengono, quando la mia mano oscura il sole.

Sei bellissimo...” sussurro continuando ad ammirare i mille diamantini.

Io non userei quella parola, se il confronto è con te... ma grazie comunque.” dice. Riprendiamo a baciarci. E finiamo a fare l'amore. Là, sulla piccola spiaggia di La Push. Ed è come se fossi ancora vergine. Nessuno mi ha mai fatto sentire così.

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Sono stesa sul suo petto, lui mi accarezza i capelli, ed io accarezzo il suo splendido corpo. Quasi non me ne sono accorta, quando il sole è scomparso, e le sfaccettature di sono spente. Le uniche cose che ci coprono sono le nostre biancherie bagnate, e il corpo dell'altro.

A cosa pensi?” gli chiedo.

È la prima volta che faccio l'amore dopo essere stato trasformato...”

Alzo la testa di scatto.

Davvero?” chiedo stupita, insomma, aveva parecchi anni...

Si... cioè... no... insomma l'ho fatto più volte, ma solo con altre vampire... e non era fare l'amore... era solo sesso... e mai con umane... e con te... è stato speciale..” gli bacio dolcemente il mento, tutto il profilo della mascella, fino ad arrivare all'orecchio:”ti amerò sempre. Sarò con te, sempre e per sempre... se tu mi vorrai...” dico, rabbuiandomi.

Lui mi alza il viso, afferrando il mio mento fra il pollice e l'indice, e punta i suoi occhi azzurri nei miei.

Io ti vorrò sempre!” dice:”Tu, ora, sei la mia vita. Il mio mondo inizia e finisce con te. Non oso nemmeno immaginare di vivere un secondo senza te...” sorrido, radiosa. Lo amo davvero. Di quell'amore profondo che solo chi lo vive, lo può capire.

Andiamo? Ho detto ad Esme che ti avrei portato a casa Cullen, per pranzo.”

Non dovrei essere spaventata, all'idea di essere invitata a pranzo da un gruppo di vampiri?” chiedo sarcastica. Lui scuote la testa, in quel suo modo adorabile, mi afferra i fianchi, e si alza, tenendomi in braccio.

"Che vuoi fare?" Chiedo. Lui ride, ed inizia a correre verso l'acqua. "Non ci pensare neanche!" Urlo, afferrandomi saldamente alle sue spalle. Sento gli schizzi dell'acqua quando lui entra correndo. Poi si ferma e mi lancia. Come due bambini che giocano. All'inizio urlo, pensando che l'acqua mi riempirà i polmoni, ed invece atterro tra le sue braccia. "Non mi permetterei mai di far cadere la mia principessa!" Dice lui sarcastico. Io gli faccio la linguaccia, e scendo dalla sua stretta, dirigendomi verso la spiaggia facendo la bimba imbronciata. "Dai, piccola, scherzavo!" Io mi volto verso di lui e gli rifaccio la lingua. Ma quando arrivo ai vestiti, il venticello li fa sparire. Mi volto e lui li tiene tra il pollice e l'indice, pronto a farli cadere in acqua. "Nooo! Non osare!" Grido infuriata. "Dimmi che mi perdoni o giuro che li bagno!"

"Ohhh! Sei veramente un bambino!" E i vestiti si abbassano sempre più, sfiorando il pelo dell'acqua. "No no no! Ti prego ti pregooo!"

"Dillo!"

"Sisi ti perdono! Ti prego non bagnarli!" Ed i vestiti mi ricompaiono magicamente fra le mani. "Sei proprio un bambino!" Dico, ridendo e scuotendo la testa. Poi rinizio a vestirmi. "Sai... non penso che sia in tenuta adatta... per andare a pranzo dai tuoi..." dico arrossendo. Indosso un paio di short di jeans, cortissimi, e tutti sfilacciati lungo i bordi, e una canottiera bianca, scollata. A La Push andare in giro vestiti in questo modo è più che normale. Ma i Cullen sono sempre molto eleganti... "Sei perfetta!" Mi assicura lui, già vestito di tutto punto. In effetti, lui veste in modo molto diverso dagli altri Cullen, molto meno curato. Glielo faccio notare, e lui dice solo:"I Cullen... insomma, loro, sono molto più legati alla tradizione, e alla loro storia. E hanno sempre, o quasi, vissuto nel lusso, e ci tengono al proprio aspetto. Io, invece, ho vissuto viaggiando... e da nomade, non avevo molti soldi, né vestiti. Quando mi cambiavo, solitamente rubavo i vestiti, e gettavo gli altri. Per questo sono così... diverso... spero che non ti dispiaccia."

"Io mi sono innamorata di te. Un motivo ci sarà, no?" Rispondo io, ammiccando. Poi lo tiro per la canotta nera e lo bacio. Grido, mentre sento la terra svanire da sotto i piedi, e la schiena dirigersi verso il suolo. Poi mi ritrovo stretta nelle sue braccia. "Andiamo, simpaticona! Ti porto a casa dei vampiri..." dice, prima di iniziare a correre. "Aspetta! Devo avvisare casa!" Ed in quel momento vedo un grosso lupo fulvo, spuntare dagli alberi, e vi riconosco Jacob. "Jake, Seth o Leah sono trasformati?" Lui muove il suo enorme testone su e giù. "Lo prendo per un si! Digli che non torno a casa per pranzo. Torno stasera, non so a che ora, e digli di ringraziare Sue... lei capirà!" Poi inizia la corsa. Mi stringo al petto di lui. Riparandomi dal vento freddo, che mi fa rischiare un malanno. In pochi secondi ci ritroviamo davanti all'enorme casa Cullen. E mi stupisco di nuovo di quanto è bella e luminosa. Zac mi posa delicatamente a terra e mi prende la mano, guidandomi verso l'entrata della villa. Non bussa nemmeno, e Bella viene ad aprirci con un gran sorriso. Mi abbraccia:"Sono contenta che sia tornato tutto al normale!" Dice, mentre io ricambio la stretta. Già... normale... se questa è la normalità... penso ridacchiando mentalmente .È cosi poco tempo che ci conosciamo, ma c'è già cosi tanto a legarci. Cosi come con tutti quelli della famiglia. Sento il rumore tipico dei coltelli contro il tagliere. "Esme è in cucina. Sta cercando di creare qualcosa di buono da farti mangiare. Spero tu abbia fame." Dice Edward, rispondendo ai miei pensieri. "Posso andare a darle una mano?" Chiedo, volendo essere cortese, e poi adoro cucinare. Il rumore si interrompe, e dalla cucina esce Esme, in tenuta da cuoca, che mi dice:"NO! Tu sei un ospite, non farai proprio niente!"

"Ma dai! Davvero, mi fa piacere! E poi, adoro cucinare!"

"Uffff.... d'accordo... sei proprio come tua madre... non riesci a stare ferma!" Risponde lei ridendo. Mi porta in cucina, dove trovo l'inferno! Fumo ovunque, odore di bruciato, ciotole e contenitore in ogni dove. "C'è stata una qualche guerra, qui dentro?" Dico sarcasticamente, iniziando a girare per la cucina. "Dove ho sbagliato???" Chiede Esme, disperata. "Finalmente ho trovato qualcosa che non sai fare!" Dico trionfante, sorridendole calorosamente. "In anzi tutto, dobbiamo arieggiare l'ambiente e..." e in un baleno le finestre sono spalancate, e un venticello sta rimpiazzando il fumo con aria pulita e respirabile. Quando Esme smette di correre, il fumo si è dissolto tutto, e sorride, smaniosa di imparare. "Okay... penso che possa andare... cosa avevi intenzione di cucinare?" Chiedo, iniziando a lavare i contenitori. Lei viene a darmi una mano:" cosa ti piacerebbe mangiare?" Le racconto del flash della sera prima e le dico che avevo visto mamma ai fornelli. "Ricordo vagamente che cucinava bene... e che c'era qualcosa che le piaceva molto!" "Si. Probabilmente ti fece un incantesimo. Quando avresti letto la lettera, sarebbero scattati mille ricordi. Lei adorava cucinare. Ogni cosa. Ricordo che un giorno le chiesi di farmi assaggiare il prodotto della sua cucina. E mi aveva disgustato, per la mia natura di vampiro. Costolette d'agnello... le aveva chiamate..."

"Costolette d'agnello? È incredibile! È il mio piatto preferito..."

"Si. Anche il suo! È chiaro che il vostro legame è più profondo di quanto sembri!" E cosi continuiamo a parlare di quanto adorasse cucinare, quando ancora era umana. Era una brava cuoca, ricordava, ma ora non ricorda più nulla di quel che si doveva fare. Le insegno a cucinare le costolette, che poi inizio a mangiucchiare, insieme a Renesmee, che le divora. "Sai, Eve, sei una cuoca eccezionale!" si complimenta poi con me. Io sorrido. È bella l'atmosfera che si è creata. Atmosfera di famiglia. Quando abbiamo finito di mangiare, ci alziamo, io ed Esme iniziamo a pulire la cucina. "Allora. Oggi vuoi iniziare le lezioni?" "Si. Ah... a proposito... nella lettera... mia madre, diceva di dirti una parola, e che tu avresti capito..."

"Ti ascolto."

"GRIMORIO" a quella parola sul suo volto si apre un sorriso, che mostra quei meravigliosi denti bianchi, lucidi e appuntiti. "Ok. Lascia perdere la cucina! È arrivato il momento! Vieni con me!"

"Il momento per cosa? Dove dobbiamo andare?" Riesco a vedere l'eccitazione nei suoi grandi occhi scuri. Lei non risponde, e mi tira verso la porta. La seguo, sicura e curiosa. "Posso portarti? Faremo più in fretta!" Chiede. Annuisco, e lei mi afferra e inizia a correre. Pochi secondi e siamo davanti ad un casolare abbandonato. Non è grande, né lussuoso, ma mi comunica un senso di familiarità incredibile. È quasi completamente costituito da legno, ma una piccola parte è stata ristrutturata e la parete è ricoperta da sassi ed edera. "Vieni, dobbiamo entrare!" Dice Esme,afferrandomi la mano e tirandomi debolmente verso il casolare. La porta cigola, sotto la leggera spinta della pallida mano di "mamma vampira". L'interno mi scatena una miriade di ricordi. Saminda, mia madre, seduta sulla sedia a dondolo nell'angolo, intenta a cullarmi. O in piedi, vicino alla cucina, a cucinare. O a canticchiare mentre mi veste. Ma quando torno al presente, tutto è sparito e polveroso. In fondo al salone, c'è una porta nera. Chiusa. Mi avvicino, incantata, come se qualcosa mi chiamasse. Appoggio la mano al legno scuro, ed essa viene circondata da una calda luce dorata. Poi la porta si spalanca. Davanti ai miei occhi si presenta una stanza stupenda. Al centro c'è un grosso piedistallo di marmo Circondato da edera, come le pareti esterne del casolare. La voce di Esme mi sorprende alle spalle:"l'edera è un elemento sacro nella storia della stregoneria. Si dice che faccia da catalizzatore, che amplifichi la magia delle streghe e che tenga al sicuro i nostri segreti."

"Per questo motivo la casa ed il piedistallo ne sono avvolti?"

"Esatto. La casa doveva passare inosservata, e l'edera fungeva da scudo energetico, cosi come per il piedistallo. La fece crescere tua madre, per nascondere quello.." dice, indicando un grosso libro scuro, appoggiato al piedistallo. Mi avvicino, affascinata ed attratta dalla bellezza di quel tomo. Sento un'enorme forza magica provenire da li. Sfioro l'edera che lo circonda. Sembra di ferro. "La chiamano Edera di Medusa. Perché è edera viva, ma è sottoposta ad un incantesimo, che l'ha pietrificata. È il materiale più solido che esista al mondo. Questo libro è passato nelle mani delle più grandi streghe della storia, le streghe della tua famiglia. La famiglia delle Whilson è stata una delle più importanti della nostra storia."

"Quindi... il cognome di mia madre era Whilson? E il cognome di mio padre?" "Tuo padre era un Archibald, ma tra streghe e maghi... i cognomi cambiano... è una storia un po complicata... dunque, se uno dei genitori era una strega e uno era umano, il figlio prendeva il cognome del genitore strega, e cosi nei maghi, serviva a portare avanti il nome della famiglia.. ma nel tuo caso, entrambi i genitori erano creature magiche, quindi... tu erediti entrambi i cognomi, e sta a te decidere quale delle due dinastie vuoi portare avanti..." Io rimango perplessa. Ma non proseguo nella discussione. Ora non importa. "Forza. Apri il libro." Mi incita Esme. "E come?"

"Basterà che appoggi la mano al centro del libro, su quella placca bianca. L'edera riprenderà vita, ti avvolgerà e quando riconoscerà il tuo sangue, il meccanismo si sbloccherà, e potrai aprirlo." Faccio come dice. Avvicino la mano al libro, e non appena sente la mia aura, l'edera si anima, iniziando a srotolarsi. Mi avvinghia il polso, trascinandomi più vicino al piedistallo. La mia mano è ormai completamente avvolta dai viticci. Sento una fitta all'incavo della mano, da cui sgorga un rivoletto di sangue, che bagna la pianticella. Si sprigiona una fortissima luce bianca, dalla quale sono costretta a riparare gli occhi con l'altra mano. Poi tutto finisce, l'edera si riavvolge al libro, liberando il possente lucchetto, che si sblocca, consentendo così l'apertura del grosso tomo. E quando giro la pagina, mi trovo di fronte ad un lungo elenco di nomi. Sono scritti in corsivo, una grafia perfetta, una grafia antica come il libro stesso. Esme mi dice:"vieni. Andiamo a casa, saremo più comode, e potrò spiegarti meglio ogni cosa." E cosi usciamo dal casolare, mi volto un'ultima volta. Tornerò. Questa non è la fine. Questo è l'inizio. L'inizio della mia storia. E là, sotto il lungo elenco dei nomi, se ne aggiunge uno. "EVLEEN WHILSON-ARCHIBALD"

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Capitolo 10
*** mostro per sempre ***


ZAC: Non so più quanto tempo è che se ne stanno là, sedute sul bianco divano di pelle, a studiare quel grosso libro.

"Andatevene. Lasciateci sole. Abbiamo bisogno di silenzio e concentrazione." Hanno detto. Ed ora sono qui. Appollaiato sull'albero più alto del bosco che circonda casa Cullen. Aspettando che Eve finisca di studiare, aspettando che torni da me. Perché mi sento cosi vuoto? Perché quando non sono con lei è come se ogni cosa perda senso? "A che pensi fratello?" Chiede Jasper, avvicinandosi a me, sul grosso ramo. È cosi raro che non sia con Alice... "Ti sento turbato... c'è qualcosa che non va?" Già, Jasper ha quasi i miei stessi poteri. Anche lui è un empatico, ma lui riesce anche a condizionare l'umore delle persone che lo circondano. "Penso solo a quanto sia strano ciò che provo per lei..." rispondo. "È un legame molto forte, il vostro. Lo sento. Sai.. mi sono permesso di indagare ancora un po... visto che non avevo molto da fare..." "Cos'hai scoperto?" "Come ti ha detto Carlisle, e come già avevi intuito tu, è un vero e proprio imprinting. Di diceva che fossero le streghe stesse a volere questo legame, per far si, che la strega divenisse vampiro, e potesse cosi, rimanere in vita per sempre, cosi da tramandare la stregoneria ai posteri. Ma è raro, ormai. Pensiamo che anche Carlisle ed Esme ne siano stati vittime, ma in modo molto minore. Perché la potenza dell'imprinting deriva dal potere che ha in se la strega o lo stregone." Annuisco piano. Si, l'avevamo sospettato. "Ma... è a doppio senso? Cioè... entrambi provano le stesse cose l'uno per l'altra?" Domando, guardando, attraverso i vetri, la mia donna, che si esercita, all'arte della magia. "Zac, dovresti saperlo tanto come me, visto che sei un empatico... non senti le emozioni che prova, quando siete vicini? Non sono forse le stesse che provi tu?" Chiede Jasper. Mi volto, e lo guardo negli occhi. Si, la risposta è certamente si. L'imprinting è a doppio senso. Sia per i vampiri e le streghe, che fra umani e licantropi. E, a giudicare da quanta voglia avrei di catapultarmi nella sala, per baciarla, il nostro deve essere veramente forte! Torno a fissare la vetrata, sussurrando:"l'amo più della mia stessa esistenza...." ed in quel medesimo istante, lei solleva gli occhi dal libro, e mi sorride, facendomi segno di entrare. Non ci penso su nemmeno un istante, perché è stata lei a chiedermelo, e ogni suo desiderio, è per me un ordine, e ogni suo ordine, è per me fonte di immenso piacere. Salto giu dal albero, salutando e ringraziando Jasper, e mi dirigo verso la porta a vetri. "Sei sicura che vuoi che rimanga qui? Non ti sconcentrerà?" Chiede Esme. "Non sono mai stata tanto concentrata come ora." Risponde Eve, puntando i suoi occhi verdi nei miei. Vado a sedermi là con loro. "Ok. Ora ti spiegherò come funziona il grimorio. Ovviamente, un libro cosi piccolo non può contenere tutta la storia di ogni strega vissuta. Per questo, Ginevra, la prima strega della famiglia, appose sul grimorio un incantesimo. Le prime pagine sono occupate dai nomi di tutte, e per vederne la storia basta pensare intensamente a quel nome, e girare la pagina. Nelle pagine seguenti.." dice Esme, voltando la pagina:"contengono le spiegazioni generali della magia. Gli incantesimi basilari e cose simili. Cose che dovrai imparare..." "A memoria?" Chiede Eve, quasi urlando. "Si. certo, non tutti, ma quelli più importanti si." La sento sbuffare, al mio fianco. "Forza. Ora ti mostro come vedere la storia di una strega. Concentrati sulla principale. La prima strega della famiglia. Quella di cui dovrai sapere ogni cosa. Ginevra Whilson." La vedo concentrarsi, e l'unica emozione che prova è stupore.

 

EVLEEN: Mentre continuo a pensare a quel nome... sento tutto il corpo vibrare, percorso dal potere. Giro la pagina e vengo colpita dalla trasformazione che ha subito la pagina. Al posto delle scritte, ora c'è una grossa... foto? O un dipinto fatto molto bene... "Dunque. L'incantesimo che Ginevra ha applicato, fa in modo che nella prima pagina, dopo l'elenco dei nomi, ci sia una rappresentazione della strega, il nome, e la data di nascita." Quindi è così che era Ginevra, la prima Whilson. Capelli lunghi fino alla vita, neri come la pece. Gli occhi nocciola, e le labbra piene e rosse. Era bellissima. "Ora voglio mostrarti qualcuno che dovresti conoscere bene." Dice lei. E sulla pagina appaiono il mio nome e il mio viso. "È incredibile! È proprio lei!" Dice Zac, affacciandosi a vedere il libro. Ed è vero, sono proprio io! Volto pagina ed inizio a leggere ad alta voce:"Io, Evleen Whilson, prendo piena coscienza dei miei poteri, ed in questo giorno, giuro fedeltà alla mia stirpe, giuro di rispettare le sacre leggi dettate dal consiglio, di non uccidere mai una mia simile, se non per difesa, e di non tradire mai la mia gente. Con questo, giuro di proteggere il segreto e il Grimorio di cui sono momentanea custode. Giuro di prendere piena responsabilità dei miei poteri e delle necessità e doveri che ne riguardano. Infine, giuro a me stessa di non mollare mai, nemmeno in punto di sconfitta." Tre cose succedono simultaneamente. Il libro si solleva dalle mie mani, levitando, una luce bianca e accecante invade la stanza, e sento il potere scorrere forte in me. Poi tutto si spegne, e torna alla normalita. "Cos'è successo?" Chiedo spaesata, guardando Esme. "Hai espresso il sacro giuramento. Ora sei ufficialmente una strega, anche agli occhi del consiglio. Ora devi fare la tua prima evocazione."

"Evocazione?"

"Si. Devi evocare il potere."

"E come?"

"Concentrati.. concentra la tua mente sulla scarica di potere che hai avvertito durante il giuramento (lo so perché l'ho sentita anch'io, a mio tempo), falla tua." E così faccio. La sento, sento il potere che fluisce caldo in me. Sento ogni cellula del mio essere, vibrare per quel potere. E allora avviene. So già come avverrà, è una cosa che so, non so come lo sappia... ma è così. I capelli inziano a levitare, e gli occhi si fanno neri. "Bene. Questa è l'evocazione dei poteri. Ora pensa levita e vedrai che succederà!" Mi dice Esme. E io lo faccio. Levita, mi dico. E quando apro gli occhi... sto volando, a metri da terra, quasi al soffitto. "Ma che diavolo...?" E lo perdo... l'evocazione, il potere... ed io precipito. Fortunatamente Zac è già là, ad afferrarmi fra le forti braccia. "Scusa... mi è scappata!" Dico, rivolta ad Esme, che sorride bonaria. "Tranquilla... è successa la stessa cosa a me... peccato che io non avessi un vampiro ad afferrarmi!" "Ahi!" Dico io, con una smorfia. E tutti scoppiamo a ridere. Zac mi fa sedere di nuovo sul divano. "Bene. Come prima lezione è andata bene, mi sembra. Levitare non è difficile, e col tempo imparerai a farlo anche senza fare l'evocazione... molto presto, vista la portata dei tuoi poteri!"

"Riponi molte speranze, nella mia magia... spero solo di esserne all'altezza..."

"Lo sarai. Lo sento. Forse lo sei già, ed ancora non lo sai!"

"Lo spero tanto..." sussurro ancora sconvolta dalle ultime rivelazioni. "Per oggi... direi che può bastare. Riposati, e torna qui domani!" Esme sorride. Evidentemente non sono andata cosi male. Sorrido anch'io di rimando. È bello sapere che qualcuno confida in me. "Vieni. Ti porto a casa." Zac mi offre la mano. Io l'afferro, alzandomi dal divano. Insieme, usciamo di casa, inoltrandoci nel fitto del bosco, mano nella mano. "Mi ami davvero?" Chiede lui, lasciandomi spiazzata. Mi blocco. "Zac... come puoi pensare che non sia cosi?"

"È che... mi sembra impossibile... che una persona buona... bella.. dolce come te ami un mostro.. un mostro come me, col mio passato.. e i mille omicidi che ho compiuto.."

"Zac.. nemmeno io sono perfetta. Ho lasciato la mia famiglia, pur sapendo che li avrei fatti soffrire. Non sono tornata nemmeno mentre loro soffrivano per la morte di Harry. Sono scappata, lasciandomi alle spalle un ragazzo che mi amava e che amavo.. un ragazzo che ha sofferto per me.. sono tornata, gli ho dato una speranza... e l'ho ucciso di nuovo. Ho lavorato, e spesso aiutato, per anni, un uomo che contrabbandava documenti illegali. Ho persino preso a botte una donna... la mia ex migliore amica...quella che mi ha tradito, quella che ho trovato a letto col mio uomo. Quel che voglio dire... è che ognuno di noi ha fatto del male, nel limite della sua natura. Tu sei un vampiro... devi uccidere per vivere... e comunque... ti sei redento. Non mi importa nulla del tuo passato. Si. Ti amo. TI. A-M-O." Dico, tutto d'un fiato. Quasi senza respirare. Lui mi afferra per i fianchi, sollevandomi da terra, baciandomi con passione. Si. Lo amo. Lo amo da morire. E finiamo a far l'amore. Appoggiati ad un albero. Di nuovo. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~}

È un nuovo giorno. Il sole splende.. È una giornata bellissima. È quasi strano... sono addirittura due mesi, che a Forks splende il sole. Sono stati due mesi unici... mi separavo da Zac solo per le lezioni con Esme. La relazione fra me e il vampiro andava a gonfie vele, e i miei poteri aumentavano, di giorno in giorno. Fino a quando, una notte, sognai mia madre. La mia vera madre. "Non sai quanta voglia ho di rivederti..." diceva, ed io piangevo. Perché faceva così male? Perché mi mancava cosi tanto, nonostante non la conoscessi? Il giorno dopo, racconto il sogno a Esme. "È normale... ti manca... la vuoi vedere? Vorresti potergli parlare?"

"Da morire! È possibile?" Chiedo, illuminandomi.

"Assolutamente si. È una specie di ponte fra il mondo delle streghe morte e di quelle vive. Posso insegnartelo... ma ti costerà molta fatica..."

"Oh! Non m'importa della fatica! La voglio vedere!"

"Ok! Ok,calmati!" Dice Esme. Ridendo. Prende il libro, e me lo porge. So già il perchè, ricordo quando glielo chiesi<"Esme... perchè non l'apri tu, il libro?"

Io non posso aprirlo. Solo chi ha sangue della dinastia a cui appartiene il libro puo.” Ricordo che mi ha mostrato cosa succedeva se provava ad aprirlo. L'edera si avvolgeva alla mano, bucava, e quando sentiva che era sangue di una strega estranea, stringeva fortissimo la presa, e volava lontano da quella. Nelle mani di un non magico, invece, rimaneva un libro normale... ma chiuso.> "Coraline Whilson." dice Esme, risvegliandomi dai miei pensieri. Penso quel nome, giro la pagina, e mi trovo di fronte ad una giovane, dai capelli biondi, la pelle pallida e gli occhi azzurri. Sotto c'è il nome:"Coraline Mason in Whilson."

"Esme... questa donna chi è? Perché ha due nomi?" "Era una strega, una Mason.. sposò un Whilson, e quando esso morì, rimase comunque parte della famiglia. Divenne una Whilson a tutti gli effetti. Fu lei, lacerata dal dolore della perdita del marito, che scoprì l'incantesimo che collegava il mondo delle streghe defunte al mondo delle streghe vive." Inizio a girare le pagine, fino a trovare quel che cercavo: INCANTESIMO DEL RITORNO.

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Capitolo 11
*** Saminda e Gianoa ***


EVLEEN: “Luna sorgi, scura e vera. Stelle assistetemi nel viaggio sempiterno. Nuvole nere, vegliate sul mio cammino. E tu, notte, fa che io possa morire, per poco e nulla. Fa che Saminda Whilson possa tornare da me, per poco e nulla. Fa che possiamo ricongiungerci nel nulla." Una latitania che ripetevo ormai da ore. Dovevo impararla a memoria, perché durante l'incantesimo non avrei potuto usare il libro, avrei avuto le mani impegnate, e gli occhi chiusi. "Ok. Credo di esserci." Dico, chiudendo il libro e disponendomi all'interno del grosso cerchio di sale. Afferro la rosa bianca, con una mano, il coltello, con l'altra. Esme me lo ha spiegato: molti incantesimi richiedono in sacrificio una piccola parte di sangue. Inizio a mormorare la latitania, tagliandomi un palmo, col coltello. Le prime gocce fuoriescono furiose. Verso il mio sangue nel calice, a terra, mentre ancora ripeto le strofe. Poi intingo il fiore nel mio sangue. La rosa bianca diventa rossa. Esme mi ha detto che se il fiore prenderà fuoco, inizierò a viaggiare attraverso i mondi. Tolgo il fiore dal calice e.. parte una fiammata. Il mio corpo non mi appartiene più. Svengo, ed inizia il viaggio. Quando riapro gli occhi sono in una specie di villaggio medievale, o cosi sembra... le case sono tutte in pietra e legno, per strada ci sono carrozze e cavalli. Tutti sono vestiti con i tipici costumi dell'età medievale. "Finalmente ce l'hai fatta!" Dice una voce femminile, sopra la mia testa. Alzo la testa e la vedo. La riconosco subito, come potrebbe non essere lei? "Mamma..." mormoro. "Sono lieta che nonostante tutto tu mi riconosca ancora come tale." Dice lei, porgendomi una mano per alzarmi. "Come potrei? Dopo tutto quel che hai passato per mettermi al mondo e salvarmi. Dopo tutto l'amore che mi hai concesso. Dopo tutti i sacrifici che hai fatto... come potrei non capire che sei mia madre?" Ci abbracciamo. Mi sento così bene, al caldo, nel suo abbraccio. "Vieni, ti porto a casa."

"A casa?"

"Si. Dove vivo io ora. Ti spiegherò." Mi prende la mano e mi porta fino a una modesta casetta. Mi ricorda qualcosa... ma non ricordo cosa... "La casa di me e Micheal, tuo padre. Quando ancora stavamo in Inghilterra... non puoi ricordarla bene... eri piccola..."

"Ma io la ricordo..."

"Memoria di strega!" Dice sorridendo. È incredibile quanto sia a mio agio, con lei. Una donna che quasi non conosco... no. Io la conosco. Lei è mia madre... Entriamo, e ci accoglie una giovane donna, i capelli biondi, quasi bianchi, lunghi fino ai fianchi. "Mamma... questa è Evleen... mia figlia!" La donna sgrana gli occhi, verdi come i miei. "Oh! Finalmente sei giunta! Non vedevamo l'ora di conoscerti!"

"Eve, questa è Gianoa, la madre di Micheal." Mi spiega Saminda. "Ma... l'hai chiamata mamma!"

"Ormai lo è. Mia madre è morta che ero giovane... aveva rinunciato ai suoi poteri... perciò ora non è in questo posto. Gianoa, ha preso i suoi poteri, quindi ora è una strega... capirai più avanti!"

"Gli occhi... sono come i miei..." Gianoa sorride,bonaria. "Si. Tuo padre aveva quegli occhi. I poteri potrà anche averli presi da tuo nonno... ma gli occhi sono indubbiamente i miei!" Passo lì un'intera giornata. Tra racconti di quando erano giovani e racconti della mia vita. Mi raccontano tutta la storia degli anziani, un gruppo formato dalle streghe fondatrici di ogni famiglia, dell'amore proibito fra streghe e maghi. Dei prodotti di queste unioni illegali. Io sono uno di questi. Io sono ILLEGALE!

"Per questo mi cercavano? Mi stanno ancora cercando?"

"Si. Ti cercavano per eliminarti. Piu eri piccola piu facile sarebbe stato. Ma ora conosci i tuoi poteri. Non credo che avranno il coraggio di opporsi alla tua esistenza." Spiega Gianoa, tranquilla. Mia madre annuisce. "Non sai quanto mi sei mancata... avrei voluto starti più vicino..."

"Mamma... hai fatto la cosa giusta."

"Ti ho lasciato ad Esme. La tua aura magica era debole. E i licantropi e i vampiri annullano in parte quell'aura. Ti avrebbero nascosto. Ma crescere con dei vampiri comporta... certi rischi. Rischi che Esme non poteva assumersi. Per questo ti lasciò con Sue. I licantropi ti avrebbero comunque protetta, ma saresti stata più al sicuro, con loro. Non sai quanto mi dispiace.." una lacrima solca la guancia di Saminda. La abbraccio, forte, stretta a me. "Non devi dispiacerti. Hai fatto cio che era giusto, per me. Mi hai salvato." Lei sorride. "Mi sei mancata tanto. Sei cresciuta davvero in fretta... e bene. Sono contenta della persona, della donna, che sei diventata." "Mamma... non esiste un modo... per... farti tornare?"

"Oh. Non dire sciocchezze, tesoro. È contro la legge naturale, interferire con la morte!"

"Quando la morte è naturale! Ma tu sei stata uccisa. La tua ora non era ancora giunta..."

"È vero... forse un modo c'è... ma non voglio sottoporti a tutto questo..."

"Io invece lo voglio!" In quell'istante sento una forte fitta al petto, e un liquido caldo cola dal naso. Sangue. "Devi andare! In fretta! Il tuo tempo qui è scaduto!"

"Cosa succede?"

"Stai morendo! Questo è il mondo dei morti! Se resti troppo... la vita ti lascia..." mia madre è spaventata. La abbraccio ancora, forte. "Tornerò. Presto. E ti porterò via da qui! Lo giuro!" Lei sorride, baciandomi la fronte. "Lo so... spero solo che andrà tutto bene... aspetta di essere abbastanza forte, però! Ora va! A presto, amore mio!"

"Ciao mamma. Ciao nonna!" Dico, ricolta a Saminda e Gianoa. Chiudo gli occhi, e tutto si spegne. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~} Quando rialzo le palpebre, tutto è chiaro e luminoso. "Allora? Com'è andata?" Chiede Esme, aiutandomi ad alzarmi dal pavimento. Non avevano potuto spostarmi, perché dovevo restare all'interno del cerchio. "È stata un'esperienza unica!" Non aggiungo altro. Sono scossa. Ho bisogno di stare sola. "Vado... vorrei andare a casa... a riposare..."

"Eve, non mi sembri molto in forma. Forse dovresti fermarti qui, questa notte. Puoi dormire ovunque tu voglia!" Dice Esme, con fare materno. "Grazie Esme... ma preferirei tornare a La Push..." dico, forzando un sorriso. "Vieni. Ti porto a casa!" Dice Zac, cingendomi le spalle. Deve sentire, come mi sento io. Le emozioni che sto provando. "Cos'è successo? Perché sei cosi turbata?"

"Io... non lo so... non mi sono mai sentita tanto legata a qualcuno... e ora tu e mia madre... è come se vi conoscessi da sempre...e ho paura... paura di perderti... perché mia madre l'ho già persa..." Lui si avvicina e mi bacia, dolce, leggero. "Troveremo il modo di riportarla da te!" Mi sussurra all'orecchio. Sento il solito venticello scompigliarmi i capelli. E mi trovo davanti alla porta di casa Clearwater. Sola. "Ehi! Sei tornata!" Dice Leah, spuntando dal bosco. "Si. A quanto pare!" Rispondo sarcastica. Penso che Leah sia un po arrabbiata con me, perché sto con un vampiro. E perché quel vampiro sta occupando gran parte del mio tempo. Tempo che Leah vorrebbe passare con me. Apriamo la porta ed entriamo in casa. Dentro non c'è nessuno. "Dove sono tutti?" Chiedo. "Sue e Charlie sono a cena fuori, stanno festeggiando il loro anniversario. Seth è di ronda qui intorno." Spiega Leah. Ma capisco che c'è qualcosa che non va. "Che succede, Leah?"

"Niente, è normale, facciamo la ronda ogni sera... non pre..."

"Non mi riferisco a questo." La interrompo io:"voglio sapere che succede a te!" "Niente,ok? Non succede assolutamente nulla!" Fa per andarsene, ma l'afferro per un braccio, ben sapendo che potrebbe liberarsi facilmente, ma non lo farà. "Ora ci sediamo li, sul divano, e parliamo un po, ok?" Le dico, e vado a sedermi sul divano, sentendo che mi segue. "Allora, mi vuoi dire che hai?"

"Ma niente, ti dico..."

"E io non ci credo! Avanti parla!"

"Ecco io... sono preoccupata... per te..."

"Ahhh ecco chiarito il mistero! Hai paura che mi accada qualcosa!"

"E come potrei non averne? Ti stai condannato a morte da sola! Lui... lui ti ucciderà!" "No! Lui non mi farà del male! Lui... noi ci amiamo!"

"Anche se non ti uccidesse... prima o poi ti perderei comunque..."

"La trasformazione?" Chiedo, più che altro a me stessa. Ma lei annuisce, triste. "Leah... tu mi avrai per sempre con te! Sempre! Non dovrai mai dubitarne!" L'abbraccio, pur sapendo che lei ci starà sempre e comunque male.. la questa è la MIA vita... E poi il dolore mi invade. La nausea mi attanaglia lo stomaco. Mi alzo di corsa, correndo verso il bagno, Leah mi segue, preoccupata. E vomito anche l'anima.

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