Scherzi Del Destino

di Scarcy90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando Batte il Cuore ***
Capitolo 2: *** Sotto Una Splendida Luna ***
Capitolo 3: *** Un Risveglio Movimentato ***
Capitolo 4: *** Il Bellissimo Gesto di Kanata ***
Capitolo 5: *** Un Mondo Sconosciuto ***
Capitolo 6: *** Momenti di Gioia... ***
Capitolo 7: *** ...e di Dolore ***
Capitolo 8: *** Il Cinema Aiuta! ***
Capitolo 9: *** Andata e Ritorno ***
Capitolo 10: *** Festa Con Sorpresa ***
Capitolo 11: *** Il Piano Di Christine ***
Capitolo 12: *** Cos'è Il Vero Amore? ***
Capitolo 13: *** Il Ritorno Di Un Vecchio Amico ***
Capitolo 14: *** Corso Pre- Matrimoniale Per Alieni Principianti ***
Capitolo 15: *** Lo Strano Comportamento di Seiya ***
Capitolo 16: *** La Piccola Hiumi Hayama ***
Capitolo 17: *** Il Grande Giorno- Parte 1 ***
Capitolo 18: *** Il Grande Giorno- Parte 2 ***
Capitolo 19: *** Un'Amicizia Grande Come L'Universo ***
Capitolo 20: *** E Finalmente... L'Amore ***



Capitolo 1
*** Quando Batte il Cuore ***


Scherzi del destino- Capitolo 1
 ***Avendo riletto questa storia (iniziata a scrivere più di un anno fa) mi sono accorta che praticamente l'avevo scritta con i piedi (almeno grammaticalmente e sintatticamente parlando). Perciò ho deciso di correggerla come si deve e di sistemare alcuni periodo che mi sono sembrati poco convincenti. Chi l'ha già letta quindi potrebbe trovare alcune modifiche, invece chi sta cominciando adesso sono felice che troverete almeno questo primo capitolo scritto decentemente^^ Gli altri li sistemerò a breve... Ciao Kiss!!! ***


Scherzi del Destino

Capitolo 1

Quando Batte Il Cuore
  


 -Miyu! Sbrigati o faremo tardi!- urlò Kanata dall’ingresso mentre indossava le scarpe. 
 -Arrivo!- rispose Miyu. Si mise a correre mentre cercava di chiudere la sua cartella, per la distrazione quando arrivò anche lei nell'ingresso per poco non andò a sbattere contro Kanata.  
 -Incredibile! Ma che cosa hai fatto fino ad ora?! Non vorrai arrivare tardi il tuo ultimo giorno di scuola qui, spero?-
 -Scusa, hai ragione- sorrise lei. Ma il suo sorriso che non durò a lungo, quasi subito la tristezza si impossessò del suo volto e si vide costretta ad abbassare lo sguardo.  
 -Cosa c’è? Te la sei presa perché ti ho rimproverata?-
 Kanata notò immediatamente che le lacrime stavano cominciando a rigarle il viso.
 -Miyu- mormorò preoccupato.
 -Sto bene- disse asciugandosi in fretta gli occhi. –E’ solo che ormai sono tre giorni che Lou e Baumiao se ne sono andati, ma non mi sono ancora abituata a non averli più in giro per casa.-
 -Anche per me è la stessa cosa- disse Kanata abbassando lo sguardo. –E domani anche tu andrai via con i tuoi genitori... Tornerete nella vostra casa di Tokyo.-
 -Già- annuì Miyu. –Non che non sia contenta di tornare a casa, però mi piaceva tanto stare qui. E poi l’uniforme della scuola mi sta così bene.-
 Kanata la fissò divertito prima di sentire la realtà che richiamava la sua attenzione.  -Comunque credo che questa sia la cosa migliore. Almeno tu hai questa fortuna.-
 -Cosa?!- Miyu non poteva credere alle sue orecchie. Di quale fortuna stava parlando quello stupido?
 -In questo modo ti sarà più facile andare avanti senza pensare al nostro piccolo Lou- cercò di spiegare. -Per me la situazione è diversa. Io avrò tutti i giorni davanti agli occhi i luoghi dove sono stato felice con voi. Sarà dura riuscire a dimenticare.-
 Lo sguardo di Miyu divenne d'un tratto più deciso.  -Ma noi non dobbiamo dimenticare proprio niente- esclamò con fermezza. -Quello che abbiamo vissuto con Lou e Baumiao è stato il periodo più bello della nostra vita e io non intendo certo dimenticarlo.-
 Kanata la fissò per un attimo basito senza sapere esattamente in che modo risponderle, poi si aprì un sorriso sincero.
 -Sì, hai ragione Miyu.-
 Rimasero qualche secondo in silenzio a guardarsi negli occhi. Kanata si perse nel verde di quei due smeraldi e ad un tratto sembrò che il tempo si fosse fermato. Intorno a loro non si muoveva più nulla. Volevano solo continuare a guardarsi. Non importava niente, né il tempo che passava, né il fatto che probabilmente sarebbero arrivati tardi a scuola…scuola?! Tornarono bruscamente alla realtà.
 -Dobbiamo andare o ci lasceranno fuori, presto- disse Kanata prendendo Miyu per mano e trascinandola fuori.
 Fecero tutta la strada correndo senza sosta cercando di mantenere l'andatura più veloce possibile. Quando arrivarono a scuola mancavano due minuti al suono della campanella, con il fiatone e le gambe doloranti fecero il loro ingresso nell'edificio. 
 Una volta in corridoio smisero di correre e iniziarono a camminare l’una accanto all’altro in silenzio. 
 A un certo punto Kanata si fermò.
 -Miyu-
 -Cosa c’è?- disse lei voltandosi a guardarlo.
 -Io…- era arrossito, -io… volevo solo dirti che, ecco… che mi mancherai.-
 Lei rimase per un attimo sorpresa da quelle parole. Non pensava che Kanata fosse il tipo che facesse quel genere di esternazioni. Lentamente la sorpresa, però, fu sostituita dall'angoscia.
 “Oh Kanata, quanto vorrei poter restare” pensò. 
 -Kanata- mormorò e non riuscendo a trattenersi iniziò a piangere, -anche tu mi mancherai.-
 -Non volevo rattristarti- disse Kanata abbracciandola. –Dai smettila di piangere, infondo non è detto che non ci vedremo più. E poi esistono i telefoni e le lettere.-
 - E’ vero- disse Miyu rincuorata. –Potrei tornare a trovarvi durante le vacanze estive e forse anche durante quelle natalizie.-
 -Sarai sempre la benvenuta al tempio- rispose lui stringendola ancora di più, per farla sentire protetta e al sicuro. 
 -Grazie, Kanata- mormorò chiudendo gli occhi, e lasciandosi cullare dal dolce profumo di Kanata.
 Dopo qualche secondo si resero conto di essere rimasti abbracciati per tutto il tempo.
 Arrossirono entrambi violentemente e si divisero rivolgendo lo sguardo a terra.

 “Il cuore mi batte forte, non riesco a calmarmi. Possibile! Possibile, che Kanata mi faccia questo effetto? Credo proprio che i miei sentimenti nei suoi confronti siano andati aldilà della semplice amicizia” lo guardò. “Chissà se anche lui…”
 DRIIN!!! DRIIIIIN!!!!
 I suoi pensieri furono interrotti dal suono insistente della campanella.
 -Dobbiamo correre in classe, svelta!-
 -Sì- rispose lei presa in contropiede. 
 Arrivarono davanti alla porta dell’aula senza fiato e la aprirono trovandosi davanti, loro malgrado, a uno spettacolo davvero insolito. I banchi erano stati messi tutti contro le pareti, la cattedra era piena di regali e di deliziosi manicaretti. Sulla lavagna troneggiava la scritta: “Buon viaggio Miyu. Torna presto da noi!”. Si guardarono intorno circospetti e notarono che tutti i loro compagni di classe li stavano fissando un sorriso a trentadue denti stampato in volto.
 -Salve ragazzi!-
 -Signorina Mizzuno- dissero insieme Miyu e Kanata.
 L’insegnante e il preside si avvicinarono ai due ragazzi.
 -Ma cosa sta succedendo?- chiese Kanata.
 -Il preside ci ha dato il permesso di fare una piccola festicciola in onore di Miyu. Quindi oggi non faremo lezione- disse la signorina sorridendo. –Adesso fareste meglio a raggiungere gli altri sono venuti tutti a scuola molto presto per preparare questa festa.-
 Miyu e Kanata si lanciarono un piccolo sguardo sopreso, poi annuendo felici raggiunsero i loro amici che li accolsero con gioia. Miyu non poteva credere a quello che i suoi compagni stavano facendo per lei. Nella sua scuola di Tokyo, quella che frequentava prima di trasferirsi al Tempio Sayoni, non si sarebbero mai scomodati a fare una cosa del genere. Se pensava che stava per lasciare persone che le volevano così bene le veniva di nuovo da piangere. Ma riuscì a trattenersi. Non voleva rovinare quella bellissima festa con le sue lacrime.
 -Oh Miyu- disse Aya prendendole le mani. –Non immagini neanche quanto mi mancherai. Adesso chi chiamerò nel cuore della notte per trovare l’ispirazione? Come farò a finire la mia nuova sceneggiatura senza sapere come continuerà la storia tra te e Kanata?-
 -Ma di cosa stai parlando?- chiese Miyu spaventata. Stava cercando Christine con lo sguardo sperando che non avesse sentito, ma era troppo tardi.
 -Ma certo!- disse Christine tra sé. –Ora che Miyu sta partendo Kanata si renderà conto di quanto la ama. Così correrà alla stazione il giorno della partenza e le dirà “Oh Miyu, finalmente ho capito quello che provo per te: io ti amo” “Kanata, anch’io ti amo”. E allora si prometteranno amore eterno, si sposeranno e vivranno per sempre felici e contentiiiii!!!!-
 Presa dalla rabbia scaraventò un banco fuori dalla finestra. Tutti la guardarono sbalorditi. Quando Christine si arrabbiava era capace di demolire un intero edificio.
 Stava già andando a prendere un altro banco con dei passi che lasciavano enormi solchi nel pavimento quando Miyu disse: -Calmati, Christine! Aya stava solo scherzando.- Ma questo non riuscì a fermarla, anzi sembrava che non avesse neanche sentito la voce della sua amica. 

 -Christine, fermati!- disse Nanami. –Quei banchi sono proprietà della scuola e tu li stai distruggendo!-
 -Oh!- a quelle parole Christine si fermò immediatamente come se fosse stata colpita da un fulmine. Vide che tutti la stavano fissando, e si accorse anche che aveva un banco tra le mani come se lo volesse lanciare fuori dalla finestra. Dopo aver poggiato il banco a terra, guardò si affacciò e vide che nell’aiuola sotto la sua classe c’era un banco distrutto.
 Con grande imbarazzo disse: -Sono stata io a fare questo? Quanto mi dispiace, metto subito tutto a posto.- E così dicendo corse fuori a riparare ai danni che aveva creato.

 -Per fortuna quando Christine distrugge qualcosa riesce sempre ad aggiustarla- disse Aya ridendo.
 -Nanami sei stata fantastica!- esclamò Miyu al settimo cielo.
 -Grazie. Ho solo fatto leva sull’educazione di Christine.-
 Miyu e Nanami rimasero vicino alla finestra per osservare Christine mentre riparava il banco. Miyu si lasciò avvolgere dai ricordi di tutte le volte in cui lei e Kanata avevano davvero rischiato grosso a causa della gelosia di Christine. Ma, nonostante questo, Miyu non riusciva a non volerle bene.
 -Sai- disse poi rivolta a Nanami, -credo proprio che mi mancheranno le sfuriate di Christine.-
 Nanami rimase un attimo in silenzio guardando il profile pensieroso della sua amica per poi dire:

 -Ho la sensazione che quello che ti mancherà davvero sarà l'oggetto delle sue sfuriate.-
 - Co-come?- chiese Miyu imbarazzata.
 -Andiamo Miyu, quanto pensavi di riuscire a nascondermelo?- Nanami sembrava vagamente seccata.
 -Di cosa stai parlando, Nanami?-
 -Ti sei innamorata di lui,vero?- le chiese facendo un cenno verso Kanata.
 -Guarda che ti stai sbagliando- disse Miyu sulla difensiva.
 Come a causa di uno strano riflesso incondizionato si voltò a guardarlo. Si trovava dall’altra parte dell’aula, seduto su un banco, a parlare con Santa.

 “E’ incredibile che non mi sia mai accorta di quanto lo amo. Ho sempre dato la sua presenza per scontata e adesso che sto per partire, mi sto rendendo conto che separarmi da lui è l’ultima cosa che vorrei fare”
 Continuò ad osservarlo ancora per qualche istante. Il suo cuore non voleva saperne di rallentare i battiti e le sue guance si stavano colorando di un rosso leggero. Nanami lo notò.
 -AH-AH. Avevo ragione! Sei arrossita!- disse, cercando di farsi sentire solo dall’amica.
 Miyu, presa di sorpresa, distolse lo sguardo da Kanata, e con tutta la calma che riuscì a trovare cercò di controbattere: -Ti ripeto che stai prendendo un granchio.- Ma il suo tono non risultò deciso quanto avrebbe voluto. 
 -Va bene. Continua a negare se preferisci. Comunque se vuoi il mio parere, credo che anche lui provi qualcosa per te. Però se non ti interessa tanto meglio per Christine, no?-
 -Ehm… Sì, certo- rispose Miyu pensierosa. Le dispiaceva non poter dire a Nanami che era innamorata di Kanata, ma per il momento preferiva non confidarlo a nessuno. Almeno fino a quando non fosse stata sicura che anche lui potesse essere innamor….
 -Miyuccia!!!- l’arrivo di Nozomu interruppe bruscamente i suoi pensieri facendola sussultare.
 -Ah, Nozomu sei tu. Mi hai fatto spaventare.-
 -Sì anche a me- intervenne Nanami irritata per quell'interruzione. 
 -Scusatemi mie dolci fanciulle, ma ho qui il mio regalo di arrivederci per Miyu. Ecco, mia adorata Miyuccia, questo splendido mazzo di rose rosse è per te.-
 -Gr-grazie Nozomu. Non ti dovevi disturbare. Devo dire che sono davvero molto belle- disse Miyu ancora un po’ stordita dallo spavento.
 -Ma questi fiori insignificanti non potranno mai eguagliare la tua bellezza, dolce Miyu. Anzi credo che qualsiasi cosa a tuo confronto sia solo un pallido e opaco riflesso della tua immensa bellezza.-
 Le ragazze lo guardarono un po’ imbarazzate, un po’ seccate. A volte Nozomu sapeva essere davvero pesante e altrettanto incomprensibile.
 Intanto Kanata stava osservando la scena insieme a Santa. Non sapeva perché ma Nozomu proprio non riusciva a piacergli.
 -Ma possibile che quello cerchi sempre di mettersi in mostra- disse a denti stretti per l'irritazione.
 -Sicuro che sia questo a darti fastidio?- gli chiese Santa.
 -Cosa vuoi dire?-, non fu difficile notare la sorpresa nella sua domanda.
 -Niente, solo che forse se non fosse stata Miyu, ma un’altra ragazza a ricevere le rose, non ci avresti neanche fatto caso- rispose Santa con voce seria. 
 -Vuoi farmi credere che sono…-
 -…geloso di Miyu?- completò Santa. -Credo proprio di sì.-
 Kanata la guardò con attenzione. Non poteva fare a meno di notare che era davvero bella. I suoi lucenti capelli biondi le illuminavano il viso e i suoi occhi verdi gli facevano girare la testa. E poi insieme avevano passato di tutto e non riusciva proprio ad immaginare la sua vita senza di lei.
 “Perciò se sono geloso significa che… che… mi piace. Oppure ancora peggio che…” i loro sguardi si incontrarono e lei gli sorrise. Lui distolse lo sguardo. Il cuore gli batteva forte e aveva un gran caldo. Non si era mai accorto di provare un sentimento così forte. Tornò a guardarla. Arrossì violentemente. “…sono innamorato di Miyu.”    
 -Allora ho indovinato!- disse Santa allegro notando il comportamento dell’amico.
 Così l’ultimo giorno in quella scuola per Miyu passò serenamente. Si divertì moltissimo a scartare i regali che aveva ricevuto e a parlare con i suoi amici. Ma alla fine arrivò il momento di tornare a casa.  -Nanami? Tu, Aya e Christine verrete a salutarmi domani in stazione?-
 -Certo- rispose Nanami sorridendo.
 -Ci sarò anch’io- disse Santa.
 -Oh Miyuccia- intervenne Nozomu, -come puoi pensare anche solo per un momento che io non venga a salutarti. Come potrei privarti della mia presenza?!-
 -Ehm, già. Come potresti!?- disse Miyu incerta.
 Poi Kanata le si avvicinò e le disse: -Sei pronta? E’ ora di andare.-
 -Sì, solo un attimo. Devo prendere i miei regali.-
 Miyu si diresse verso la cattedra dove c’era un sacco enorme strapieno di regali. Se lo mise in spalla e si avviò verso la porta. Vista così assomigliava proprio a Babbo Natale.
 “Fortuna che Santa aveva questo sacco altrimenti non ce l’avrei mai fatta a portarli tutti a casa. Ora che ci penso, come mai Santa se ne va in giro con un sacco? Ma è inutile che glielo chieda altrimenti mi tirerà fuori una storia assurda su alieni e cose del genere” pensò ridendo.
 -Ci vediamo domani ragazzi!-
 -A domani- risposero gli altri.
 Ma mentre Miyu cercò di far passare il sacco attraverso la porta questo rimase incastrato. Così passarono i successivi dieci minuti a cercare di liberarlo. Kanata e Miyu, che si trovavano fuori dalla classe, lo tiravano, mentre gli altri che si trovavano dentro, lo spingevano. Alla fine ci riuscirono e tutto si risolse con un sonora risata.
 Miyu andò per prendere il sacco, ma Kanata la fermò.

 -Lascia stare. Te lo porto io.-
 -Come mai sei così gentile?- chiese Miyu sospettosa.
 -Non lo so. Ma ti conviene approfittarne- rispose voltandosi, per non farle vedere che era arrossito.
 -Okay- disse Miyu sorridendo. Salutò ancora una volta i suoi amici e poi lei e Kanata si incamminarono verso l’uscita della scuola.
 In classe Aya e Nanami continuavano a parlare della festa, ma anche e soprattutto di Miyu e Kanata.  -Hai visto come era ansioso di tornare a casa insieme a lei?- disse Aya.
 -E poi quando ha preso il sacco al posto di Miyu, è stato così dolce- rincarò Nanami con aria sognante. –Credo che Kanata voglio passare più tempo possibile con Miyu prima che lei parta.-
 -Ma è naturale- disse una strana voce metallica alle loro spalle.
 Si voltarono e davanti ai loro occhi apparve Christine. Aveva una strana luce negli occhi che le conferiva un'aria tetra e savrannaturale. Faceva davvero venire i brividi.
 Aya e Nanami si misero a tremare dalla paura. Non si erano accorte che la loro amica era tornata in classe dopo aver riparato il banco.

 -Ai due innamorati rimane poco tempo da passare insieme. Poi stasera mentre Kanata aiuterà Miyu a fare i bagagli, le loro mani si toccheranno e i loro sguardi si incontreranno. Alla fine si confesseranno il loro reciproco amore e… NON LO SOPPORTOOOO!!!!!!-
 -Christine, calmati…- iniziò a dire Nanami.
 Ma questa volta non riuscì a fermarla e, come un uragano, Christine iniziò a mettere sottosopra tutta la stanza sotto gli occhi inermi dei presenti che presto furono coinvolti volenti o nelenti in quel pandemonio. 

      

 

 

Ringrazio tutti quelli che hanno letto questo mio primo capitolo e soprattutto quelli che lo recensiranno. 
Vi aspetto al prossimo capitolo. Ciao Kiss!!!
 

Scarcy90/ Francesca       

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Capitolo 2
*** Sotto Una Splendida Luna ***


Scherzi del destino- Capitolo 2 ***Capitolo sottoposto a correzione e revisione...*** 

 
Capitolo 2

Sotto Una Splendida Luna
 
 

 -Finalmente... sono quasi arrivato- disse il signor Sayoni quando era ormai in vista della scalinata del tempio.
 Si sentiva davvero esausto per il viaggio che aveva appena affrontato. Non vedeva l’ora di tornare a casa e distendersi sul suo letto.
 Il pellegrinaggio in India lo aveva veramente distrutto. Però ne era valsa la pena, adesso si sentiva una persona nuova, un sacerdote nuovo in grado di affrontare qualsiasi problema e di approntare un rapporto più diretto con la natura circostante, con la speranza che suo figlio Kanata non ce l'avesse ancora con lui per essere partito. 

 Era quasi arrivato davanti al primo gradino, quando, alzando lo sguardo, vide due figure  con in mano un numero incalcolabile di pacchetti sopraggiungere nella sua direzione. 
 “E quelli chi sono?” si chiese perplesso.
 Socchiuse gli occhi, per riuscire a focalizzarle meglio. Non ci mise molto a riconoscerli. Erano Miki e Yu Kozuki, i genitori di Miyu, di ritorno dall’America


                                                               ********

 -I tuoi genitori dovrebbero già essere arrivati in aeroporto, vero?- chiese Kanata.
 -Credo di sì- rispose Miyu pensierosa. 
 Si trovavano nella stanza di lei. Miyu era al corrente da più di una settimana che il giorno dopo sarebbe tornata a casa, eppure, come era suo solito, non aveva ancora fatto i bagagli.
 Questa volta comunque poteva ritenersi scusata. Con tutto quello che era successo in quegli ultimi giorni, non aveva avuto proprio tempo di pensare alla sua partenza.

 Kanata la osservava preoccupato senza trovare il coraggio di introdurre un qualsiasi discorso. Da quando erano tornati da scuola, Miyu aveva il morale sottoterra. Ma probabilmente rivedere i suoi genitori l’avrebbe aiutata a sentirsi meglio.
 -Sicura che non dobbiamo andare a prenderli?-
 -Certo. La mamma mi ha detto che ne voleva approfittare per fare una passeggiata, dopo essere stata ferma per tanti mesi. Anche se proprio ferma non direi visto che è andata nello spazio- disse Miyu sorridendo. –E comunque non hanno neanche problemi di bagagli visto che hanno spedito tutto a casa direttamente dall’America.-
 -Ho capito- rispose lui, contento che finalmente Miyu avesse fatto un sorriso.
 -Ehi, Kanata... Sbaglio o anche tuo padre aveva detto che sarebbe tornato oggi?-
 Kanata sembrò cadere dalle nuvole.

 -Ora che mi ci fai pensare, è vero. Strano che non sia già arrivato- disse perplesso.
 Ma un attimo dopo come sempre il destino ci mise del suo.
 -Kanata, ci sei? Sono papà. Sono tornato!- esclamò una voce gioviale dall'ingresso.
 -Hai sentito?- chiese Miyu sorridendo.
 Kanata sembrava stranamente seccato. -Sì, ho sentito-
 I due ragazzi corsero verso l’ingresso, dove, proprio come avevano immaginato, c’era il padre di Kanata intento a togliersi le scarpe. Quando li vide un enorme sorriso gli si stampò in viso.
 -Salve ragazzi- disse. –Come va? Ah, Miyu, sono arrivati un paio di regalini per te- e così dicendo indicò la scalinata da dove stavano arrivando, o per meglio dire arrancando, i genitori di Miyu.
 -Mi ero dimenticata di come fosse faticoso salire queste scale- disse la madre di Miyu esausta.
 -Già, ormai non siamo più giovani come un tempo- confermò il marito poggiando a terra i pacchi con i regali che avevano portato dall'America.
 -Ehi, parla per te. Io sono ancora una ragazzina- disse Miki spostandosi i capelli dal viso con un gesto vanitoso.
 -Mamma! Papà!- disse Miyu correndo incontro ai suoi genitori e abbracciandoli.
 -Miyu!- dissero i due insieme.
 -Mi siete mancati tanto!-
 -Anche tu piccolina!- disse la madre.
 Intanto Kanata e il signor Sayoni guardavano la scena dalla porta d’ingresso.
 -Come mai tu non mi abbracci Kanata?- chiese suo padre con un'aria melodrammatica.
 -Abbracciarti!? Guarda che ancora non ti ho perdonato per essere andato via e aver lasciato me e Miyu da soli qui- disse lui incrociando le braccia.
 Miyu e i suoi genitori li avevano raggiunti nell'ingresso.
 -Dai Kanata, non essere così duro con lui. E’ vero che non è stato molto educato da parte sua partire la sera in cui sono arrivata qui. Ma se dobbiamo essere sinceri non siamo mai stati veramente soli.-
 Kanata era diventato pallido come un lenzuolo. Che intendeva dire Miyu? Voleva rivelare ai loro genitori che per due anni i loro figli avevano vissuto in compagnia di un neonato alieno e del suo alien-sitter? La guardò negli occhi, e in qualche modo il suo sguardo lo tranquillizzò. Miyu non avrebbe mai tradito il loro segreto.
 -Quasi ogni giorno la signorina Mikan è venuta a controllare se tutto andasse bene. Anche il signor Sayoni è tornato dall’India un paio di volte. E i nostri amici in un modo o nell’altro stavano sempre qui nei paraggi. Quindi, a conti fatti, io e Kanata non siamo mai stati troppo tempo soli- disse Miyu con tono convincente.
 -Perciò tra voi due non è successo niente- disse la madre di Miyu con uno sguardo sospettoso.
 I due ragazzi arrossirono violentemente, imbarazzati come non mai. 
 -Mamma, ma come ti viene in mente una cosa del genere? In tutto questo tempo non abbiamo fatto altro che litigare. Non potrà mai esserci niente tra noi- disse Miyu cercando di difendersi.
 -Sì, Miyu ha ragione- confermò Kanata.
 -Oh, ma che peccato!!!- esclamò Miki.
 -Cosa?!- per la sorpresa le voci di Miyu e Kanata risultarono più stridule del solito.
 -Mi sarebbe piaciuto tanto tornare dall’America e scoprire che voi due vi eravate innamorati l’uno dell’altra. Infondo il sogno mio e della madre di Kanata era che un giorno voi due vi sposaste.-
 -Oh mamma- disse Miyu arrossendo ancora di più.
 -Ma non fa niente. Dopo tutto siete così giovani, ci saranno altre occasioni perché vi possiate innamorare. Aspetterò-
 -Mamma! La vuoi smettere? Questa storia comincia a diventare davvero molto imbarazzante!- Miyu avrebbe quasi potuto incenerire la madre con lo sguardo per quanto si sentiva infuriata.
 -Va bene, come vuoi- disse Miki sorridendo. –Allora potresti gentilmente ricordare a me e a tuo padre dov’è il bagno. Non vedo l’ora di immergermi in una vasca piena di acqua calda.-
 -Sì, seguitemi- rispose Miyu ancora non del tutto tranquilla.
 Così i tre si allontanarono lasciando Kanata da solo son suo padre.
 -Kanata?-
 -Che c’è?- rispose il figlio.
 -Ma davvero tra te e Miyu non è successo niente?-
 -Niente di niente.-
 -Capisco- disse Onshio con aria delusa. –Miki ha proprio ragione. E’ un vero peccato. Tu e Miyu sareste proprio una bella coppia.-
 -Ti ci metti anche tu adesso- esclamò Kanata irritato.
 -Scusa, non volevo- mormorò il padre con tono di scusa.
 Mentre i loro genitori riposavano, Miyu e Kanata prepararono la cena. I due cercarono di non litigare, dato che era la loro ultima sera insieme. Ma non ebbero molto successo. Si misero a discutere per ogni sciocchezza, però il bello dei loro litigi era che quasi sempre finivano con tante risate.
 La loro amicizia era davvero speciale. Sapevano che potevano dirsi sempre tutto e che si sarebbero sempre capiti. E forse era proprio per quello che avevano paura di confessare i loro veri sentimenti. Non volevano rovinare un rapporto già così perfetto. Eppure prima o poi avrebbero dovuto fare i conti con quello che provavano veramente.

 La serata trascorse tranquillamente tra risate e chiacchiere. Miki e Yu raccontarono tutto sulla NASA e Onshio descrisse dettagliatamente il suo pellegrinaggio.
 Così andarono tutti a dormire a notte inoltrata.
 Nonostante questo e la stanchezza per la giornata appena finita, Kanata non riusciva ad addormentarsi. Per più di un’ora si rigirò senza sosta nel letto. Non faceva altro che pensare a Miyu e alla sua imminente partenza. Alla fine decise di alzarsi e di fare una passeggiata in giardino.
 Quando uscì si accorse che sulla scalinata c’era seduto qualcuno. Avvicinandosi capì si chi si trattava: era Miyu.

 -Che cosa ci fai qui fuori?- le chiese sedendosi accanto a lei.
 -Oh Kanata, sei tu. Non riuscivo a dormire e allora sono venuta in giardino per guardare meglio la luna. Anche tu non riuscivi a dormire?-
 Kanata annuì.
 Rimasero per un po’ in silenzio e poi lui disse:

 -Questa luna mi ricorda quella di quando siamo rimasti intrappolati sulla montagna durante la nostra gita alle terme.-
 -E' vero, hai ragione. Sembra proprio la stessa- rispose Miyu sorridendo. –Quella è stata una delle tante avventure che abbiamo vissuto nel periodo in cui Lou e Baumiao erano con noi. Quanto ci siamo divertiti!-
 -Sarà difficile tornare alle nostre vite. Neanche mi ricordo come trascorrevo il tempo prima di incontrarvi.-
 -Io la mia vita la ricordo perfettamente. Stavo sempre sola, i miei genitori non erano mai in casa. Avevo degli amici a scuola ma non erano speciali come quelli che ho qui- e guardando Kanata arrossì.
 Kanata non sapeva cosa dirle per rassicurarla. Forse era meglio non dire niente. Stare lì sotto quella splendida luna piena era già sufficiente per entrambi. Non avrebbero potuto sperare di meglio, per gli ultimi momenti che avrebbero passato insieme prima della separazione che ormai era dietro l'angolo.
 -Kanata, secondo te un giorno Lou e Baumiao ritorneranno da noi?-
 -Devono tornare. Tra dieci anni dovremmo aprire il vaso del tempo che abbiamo sepolto. Non possiamo di certo farlo senza di loro.-
 - E’ vero! Mi ero completamente scordata di quel vaso.-
 -Però è meglio se adesso andiamo a dormire. Domani dobbiamo svegliarci presto.-
 Kanata fece per alzarsi ma Miyu gli prese la mano per trattenerlo. I loro cuori battevano all’impazzata.
 -Ti prego rimaniamo ancora un po’ qui. Dalla mia casa non si può vedere un cielo così bello- disse Miyu supplicandolo con quei suoi grandi occhi verdi.
 - D’accordo- rispose Kanata. –Comunque ricordati che anche questa è casa tua ormai.-
 -Oh Kanata- disse Miyu con sorriso. Le stava venendo di nuovo da piangere, ma riuscì a trattenersi. Le lacrime avrebbero solo rovinato quell'atmosfera così speciale, e lei voleva che quel momento durasse il più a lungo possibile. 
Alla fine andarono a dormire poco prima dell’alba. Erano rimasti tutta la notte ad osservare il cielo e a pensare a Lou, che ormai doveva essere lontano e sereno tra le braccia dei suoi genitori.





 
 Sono stata veloce ad aggiornare, vero? Oggi mi sentivo ispirata e ho dovuto finire per forza questo capitolo. Spero che vi sia piaciuto.
 Vorrei ringraziare chi lo ha letto e chi lo ha messo tra i preferiti.
 Mi raccomando recensite in tanti altrimenti non continuo! (Sto scherzando, continuerò comunque, anche se nessuno recensirà. Mi sto divertendo troppo a scrivere questa Fanfiction ^^)
 Un grazie speciale a:
 Lady_Suel1789 e Follettina, per i loro commenti sul mio primo capitolo.


 Ciao Kiss!!!
 Scarcy90/ Francesca  
 
 

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Capitolo 3
*** Un Risveglio Movimentato ***


SDD- Capitolo 3
 
   ***Capitolo sottoposto a correzione e revisione...***





Capitolo 3
Un Risveglio Movimentato
 
 
 Miyu era in stazione e il treno ormai stava per partire, ma di Kanata neanche l’ombra. Non poteva credere che non fosse venuto a salutarla. Si sentiva così triste, pensava di potersi fidare di lui e invece l’aveva delusa. Si voltò verso la porta del vagone preparandosi a salire, quando sentì l’improvviso impulso di voltarsi ancora una volta verso le scale così i suoi occhi lo videro: Kanata stava correndo verso di lei.
 Il suo viso si illuminò nel vederlo e un sorriso pieno di gioia le si dipinse sulle labbra.

 -Miyu! Aspetta, devo dirti una cosa.-
 Kanata la raggiunse. Era senza fiato, si piegò in avanti e mise le mani sulle ginocchia per riuscire a recuperare un po’ di forze.
 -Kanata! Sei arrivato finalmente! Ormai non ci speravo più- Miyu aveva le lacrime agli occhi per quanto si sentiva felice. 
 -Scusami per il ritardo- le disse sorridendo. –Comunque sono venuto a dirti che…-
 -Sì- lo incitò a proseguire.
 -…che… che io… ti…-
 DRINN! DRINN! DRINN!

 Kanata scomparve in una strana nebbia e Miyu aprì gli occhi guardandosi intorno. Quello di poco prima doveva essere stata un sogno perché si trovava ancora nel suo letto. Guardò la sveglia: erano le sei. Mancavano ancora tre ore alla partenza, perciò con uno sbadiglio stava per rimettersi a dormire, quando sentì di nuovo il campanello della porta suonare. Allora quello non lo aveva sognato! Ma chi poteva essere alle sei del mattino?! Si alzò di malavoglia e si diresse verso l’ingresso. Nel corridoio incontrò Kanata che stava sbadigliando.
 -Kanata? Anche tu hai sentito suonare?-
 -Sì- rispose lui facendo un altro sbadiglio.  
 -Ma chi può essere a quest’ora?-
 -Perché che ore sono? Per la fretta di andare a rispondere non ho guardato l’orologio.-
 -Sono appena le sei-
 -Che cosa?!- Kanata alzò gli occhi al cielo con disappunto.
 -Forza, andiamo a vedere chi è- disse Miyu sorridendo.
 Arrivati nell’ingresso, Miyu aprì la porta e si ritrovò davanti la…
 -Signorina Mikan!- dissero Miyu e Kanata sorpresi.
 -Salve ragazzi!!!- disse con un enorme sorriso. –Visto che oggi non ho alcuna scadenza urgente, mi sono detta che sarebbe stato piacevole fare una passeggiata. Camminando mi sono ritrovata davanti alla scala del tempio….-
 Intanto i due ragazzi continuavano a guardarla senza parole e sulla loro testa scese una gocciolina.
 -…e ho deciso di venire a salutarti Miyu, dato che mi avevi detto che il tuo treno partiva oggi alle nove. In effetti non pensavo che vi avrei trovati ancora qui, in pigiama e così tranquilli.-
 -Cosa intende dire, Mikan?- le chiese Kanata confuso. 
 -Solo che mi sembra strano che siate ancora qui, quando il treno partirà tra un’ora e ci vogliono trenta minuti solo per arrivare in stazione.-
 -Guardi che si sta sbagliando- rispose Miyu. –Non possono essere le otto, perché la mia sveglia non ha ancora suonato e io l’avevo puntata alle sette.-
 -Ti consiglio di controllare le batterie della tua sveglia, perché ti assicuro che sono le otto. Se non ci credi guarda qua- e mostrò il suo orologio da polso ai due ragazzi.
 -Kanata! Vedi anche tu quello che vedo io?- chiese Miyu con voce tremante.
 -Sì- disse lui altrettanto timoroso.
 L’orologio della signorina Mikan faceva le otto e quattro minuti.
 -Aspettate tutti e due qui- disse Miyu e corse in camera sua.
 Dopo pochi istanti si sentì un urlo. Kanata si precipitò in camera di Miyu.
 -Che succede?!-
 -Le- le batterie della mia sveglia, sono completamente scariche. E’ per questo che non ha suonato!-
 -Allora sono davvero le otto! Presto dobbiamo assolutamente svegliare i tuoi genitori.
 Corsero nella stanza per gli ospiti, aprirono la porta e si trovarono davanti Miki e Yu che dormivano profondamente.
 Nel frattempo la signorina Mikan si era addormentata sul pavimento dell’ingresso. All’improvviso suonò il campanello.
 -Eh, ma chi sarà?- disse la signorina sbadigliando. Si alzò lentamente e aprì la porta.
 -Buon giorno- disse Christine. –Sono venuta a salutare Miyu. Lo so che ci saremmo dovute incontrate in stazione ma ho pensato di passare prima da qui nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa. Ehm, dov’è Kanata?- e iniziò a guardarsi intorno.
 Nel frattempo nella stanza dei signori Kozuki la situazione stava diventando a dir poco tragica.

 -Mamma! Papà! Svegliatevi subito!- urlò Miyu.
 -Signori Kozuki, dovete svegliarvi il vostro treno partirà tra meno di un’ora- disse Kanata.
 Niente. I due continuavano a dormire indisturbati e Miyu fu attraversata da una strana sensazione. Si mise a guardare a terra e alla fine la trovo: una tazza. La prese e ne annusò il contenuto.
 -Oh no!- esclamò lasciandosi sfuggire la tazza di mano. 
 -Che c’è?!- disse Kanata.
 -Non riusciremo mai a svegliarli. A quanto pare ieri sera hanno bevuto il tè speciale di mia madre.-
 -Il che cosa?- chiese lui perplesso.
 -Ogni tanto i miei hanno qualche problema ad addormentarsi e così mia madre ha inventato questo tè alle erbe. E’ un sonnifero che riesce a farli dormire anche dieci ore di seguito. Non abbiamo alcuna speranza di riuscire a svegliarli in tempo.-
 -Non preoccupatevi ci penso io!-
 -Signorina Mikan, che cosa vuole dire?- le chiese Miyu.
 -Ho avuto un’idea fantastica per svegliare i tuoi genitori!- disse Mikan zelante.
 -Davvero!?- mormorò Kanata dubbioso. 
 -Sì, però perché il mio piano funzioni dovete fare tutto quello che vi dirò senza discutere- la voce della signorina Mikan non era per niente incoraggiante. 
 -Ok- dissero i due ragazzi.
 -Bene- concluse Mikan con sguardo compiaciuto.
 -Non mi piace la sua espressione- bisbigliò Miyu a Kanata.
 -Neanche a me- rispose lui.
 Mikan li guardò ancora per qualche istante e poi disse:
 -Ora voi due dovete stare vicini e tenervi per mano.-
 -Che cosa!?- gridò Miyu imbarazzata.
 -Ma per quale motivo?- disse Kanata con le guance rosso fuoco.
 -Avevate detto che non avreste fatto discussioni.-
 -Sì… però…- cominciò Miyu.
 -Basta! Ho detto di tenervi per mano!- urlò Mikan.
 I due spaventati si presero per mano.
 -Perfetto-. Poi si voltò verso il bagno e disse: -Christine hai finito di riempire la vasca?-
 -Ha detto Christine?- chiese Miyu a Kanata in sussurro.
 -S- sì- rispose lui con un filo di voce.
 -Oh no. Se ci vede in questo stato andrà fuori di testa.-
 Intanto dal bagno Christine disse: -Sì, signorina Mikan, ho finito.-
 -Allora puoi venire qui un momento? Kanata mi ha appena detto che i signori Kozuki hanno dato la loro benedizione ad un eventuale matrimonio tra lui e Miyu. Non è una notizia bellissima?-
 Miyu e Kanata erano bianchi come due fantasmi, mentre la signorina Mikan continuava a sorridere compiaciuta. Dal bagno non si sentiva nessun rumore e l'intera casa era più silenziosa di una tomba. Ma poco dopo si iniziarono a sentire dei rumori simili a tuoni e la terra iniziò a tremare. Miyu si strinse ancora di più a Kanata e improvvisamente da dietro l’angolo apparve Christine infuriata come non mai: ogni suo passo sembrava poter far crollare la casa. Camminava molto lentamente e nei suoi occhi c’erano lampi di rabbia, mentre i suoi capelli erano rigidi come se fossero stati attraversati da una scarica elettrica.
 -Come hanno osato- disse Christine con voce metallica, mentre Miyu e Kanata tremavano come due foglie. -Come hanno osato, quei due buffoni dare il loro consenso a questo matrimonio. Io non lo permetterò!!!-
 Così aprì la porta della stanza dove stavano riposando i genitori di Miyu, li prese di peso e li gettò dritti, dritti nella vasca da bagno.
 -AhAhAhAhAhAhAh!!!-
 L’urlo dei signori Kozuki si sentì fino in fondo alla scalinata del tempio. E questo fece tornare Christine in sé.  
 -Oh, mamma mia! Sono stata io a fare questo? Sono davvero mortificata.-
 -Non preoccuparti Chris è tutto okay. Grazie a te mamma e papà si sono svegliati. Ci hai solo fatto un favore.-
 -Allora, questo vuol dire che tu e Kanata non state per sposarvi- disse Christine incerta.
 -Certo che no! Solo un pazzo sposerebbe Miyu- disse lui.
 -Che cosa!?- urlò Miyu.
 In tutta risposta Kanata le fece una linguaccia. Miyu era livida di rabbia.
 -Quando ti comporti così io ti…-
 -Miyu, che cosa sta succedendo?- chiese Miki. –Perché io e tuo padre siamo nella vasca da bagno?-
 -Oh, mamma è successa una cosa terribile!!!-
 Così le dovette raccontare tutto per ben due volte, perché Miki, ancora un po’ intontita, non ascoltava la figlia con attenzione. Poi improvvisamente capì…
 -Aspetta un attimo! Vuoi dire che se non ci sbrighiamo tra meno di un’ora il treno partirà senza di noi!-
 -Sì- rispose Miyu esausta.
 -Ma perché non me lo hai detto subito!-
 -Oh, mamma- disse Miyu sentendosi svenire.
 -Forza, diamoci una mossa! Yu smettila di dormire sul pavimento!- disse Miki determinata.
 -Umm, ancora cinque minuti…- disse il marito girandosi dall’altra parte.
 -In pieeediiii!!!- urlò la moglie.
 -Sì, tesoro- disse Yu scattando in piedi. –Sarò pronto ed efficiente tra meno di un minuto!-
 -Sarà meglio per te.-
 -Allora io vi aspetto fuori- disse Christine. Stava per andarsene ma poi si voltò verso Miyu. –Che sbadata, quasi dimenticavo. Se vuoi posso accompagnarvi io in stazione, ho la macchina proprio giù in strada.-
 -Grazie, Christine. Accetto volentieri.-
 -Oh, figurati. Sono sempre contenta di aiutare un’amica-. E così fluttuando, felice come una Pasqua, uscì dalla stanza.
 Nel frattempo il signor Sayoni, ignaro di quello che stava succedendo dall’altra parte della casa, aveva finito di preparare la colazione. Si sedette e iniziò a mangiare. Aveva cucinato tutto anche per gli altri, immaginando che non avrebbero avuto il tempo di prepararselo da soli. Tutto un tratto sentì un rumore molto strano provenire dal corridoio, come di una mandria di elefanti indiani impazzita. La porta si aprì di botto e Miyu, Miki e Yu entrarono. Si sedettero e trangugiarono tutto alla velocità della luce, poi si alzarono e dissero: -Grazie, Onshio. Era tutto squisito. Arrivederci!- Si diressero velocemente verso la porta e Kanata, che stava entrando riuscì ad evitarli per un soffio.
 -Ma hanno già mangiato tutto? Quanto ci avranno messo?-
 -Trenta secondi, più o meno. Kanata, potresti spiegarmi cosa sta succedendo?-
 -Si sono svegliati tardi, quindi rischiano di perdere il treno. Io sto cercando di star loro dietro, ma è un’impresa praticamente impossibile!-
 -Stai andando in stazione con loro, vero?-
 -Sì-.
 -Allora salutameli tu come si deve. Purtroppo non posso venire con voi, il tempio non può rimanere incustodito.-
 -Ok, papà, ci penserò io. Sempre se riuscirò a raggiungerli.-
 Due minuti dopo Kanata, Miyu e i suoi genitori stavano scendendo la scalinata portandosi dietro i bagagli di Miyu.
 - E’ una fortuna che Christine sia venuta in macchina- disse Miyu, -così non dovremo aspettare che arrivi il taxi.-
 -Sì, hai ragione tesoro- disse Miki.
 -Ma entreremo tutti in una macchina?- chiese Yu.
 -Tu non conosci Christine- disse Miyu sorridendo.
 In effetti pochi secondi dopo il padre di Miyu ebbe la sua risposta. Davanti a loro c’era una limousine nera lunga almeno dieci metri, e vicino alla macchina c’era una sorridente Christine affiancata dal fedele maggiordomo, il signor De Cervis.
 -Bene, finalmente siete scesi. Guardate chi è riuscito a raggiungerci- disse Christine e indicò il punto dietro le gambe del signor De Cervis. Ne uscì una bambina sui quattro anni, con capelli rossi raccolti in due codini.
 -Momoka!- dissero Miyu e Kanata.
 -Salve a tutti! Sapevo che oggi Miyu sarebbe partita, così avevo intenzione di raggiungervi alla stazione con il mio fedele triciclo, ma Christine mi ha detto che sarebbe stato molto meglio se fossi venuta in macchina con voi. E così eccomi qui!-
 -Oh, piccola, dolce Momoka!- disse Miyu e senza accorgersene si ritrovò in lacrime ad abbracciare la bambina.
 -Miyu, non fare così!- disse Momoka comprensiva.
 -Come mai non mi hai chiamato “signora”?- le chiese senza smettere di abbracciarla.
 -Perché ho capito che ti da fastidio e non voglio farti arrabbiare anche il giorno della tua partenza.-
 -Puoi chiamarmi “signora” quanto vuoi, perché questa sarà una delle cose che mi mancherà di più quando sarò via- le lacrime di Miyu non accennavano a diminuire. 
 -Allora, ti voglio tanto bene “signora”- disse Momoka con le lacrime agli occhi.
 -Anch’io te ne voglio, piccola peste!- le rispose Miyu sorridendo.
 Osservando quella scena, Kanata si rese conto che per tutta la mattinata non si era mai soffermato a pensare che dopo le nove di quella mattina non avrebbe più visto Miyu per chissà quanto tempo. Magari non l’avrebbe rivista mai più. Ma allontanò quasi subito questo pensiero dalla sua mente. Lui e Miyu erano legati da qualcosa che neanche la lontananza avrebbe potuto spezzare, l’amore per il piccolo Lou. Avevano troppi ricordi in comune per poterli cancellare come se niente fosse successo. Era sicuro che prima o poi Miyu sarebbe tornata da lui, anche se ci sarebbero voluti anni, e in quel preciso momento Kanata fece una promessa a sé stesso: l’avrebbe aspettata. Qualunque cosa fosse successa, chiunque avrebbe incontrato, lui avrebbe aspettato il ritorno di Miyu…
 Ma i suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Miki.
 -Miyu, tesoro. Adesso dobbiamo proprio andare. Tra mezz’ora il treno partirà-
 -Sì, mamma- rispose Miyu e lasciò andare Momoka.
 -Miyu- disse la bambina. – Posso sedermi accanto a te in auto?-
 -Certo, piccola mia.-
 -Comunque non deve preoccuparsi- disse Christine rivolta a Miki, -il signor De Cervis è un autista straordinario. Sono sicura che impiegherà la metà del tempo per portarci in stazione.-
 -Lo spero- rispose Miki preoccupata.
 Dopo che tutti furono saliti Christine stava per chiudere lo sportello quando si sentì un grido proveniente dalla scalinata.
 -Aspettate! Ci sono anch’io!-
 Era la signorina Mikan che, veloce come un fulmine, si infilò nell’auto, che partì a tutto gas lasciandosi alle spalle il tempo Sayoni, il luogo in cui Miyu e Kanata avevano vissuto la più indimenticabile della avventure.
 
 
 

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Capitolo 4
*** Il Bellissimo Gesto di Kanata ***


Scherzi del Destino- Capitolo 4

Scherzi del Destino

 

Capitolo 4

Il Bellissimo Gesto di Kanata

 

 

 Esattamente quindici minuti dopo la limousine si fermò davanti alla stazione. Scesero tutti dall’auto un po’ frastornati.

 - Be’- disse Miki. –Siamo arrivati davvero nella metà del tempo, però credo di aver lasciato il mio stomaco al tempio.-

 - Sì, anch’io- rispose Miyu. –Il signor De Cervis guida come un pazzo furioso.-

 Così si diressero tutti insieme al binario tre. Miyu si guardava attorno in cerca dei suoi amici. Poi li vide. Nanami, Aya, Santa e Nozomu li stavano aspettando seduti su una panchina.

 - Ragazzi! Siamo qui- urlò Miyu agitando il braccio.-

 -Finalmente- disse Nanami. –Ma che fine avevate fatto. Vi stiamo aspettando da più di venti minuti.-

 -Eravamo preoccupati- disse Aya. –Pensavamo che vi fosse successo qualcosa.-

 -Scusateci, però stamattina abbiamo avuto qualche problemino- disse Miyu e sorrise a Kanata.

 -Che genere di problema? Non dirmi che Kanata non voleva lasciarti partire!-

 -Santa! Ma che diavolo stai dicendo?!- urlò Kanata imbarazzato.

 -Stavo solo scherzando, non prendertela tanto.-

 Tutti si guardarono un po’ titubanti e poi si misero a ridere come pazzi. All’improvviso si sentì una voce provenire dagli altoparlanti che invase tutta la stazione.

 “Il treno in partenza per Tokyo è in arrivo al binario tre.”

 Dopo pochi secondi un lungo treno bianco si fermò davanti a loro. Tutti lo guardarono con la tristezza nel cuore.

 -Miyu- disse Miki avvicinandosi alla figlia. –Tuo padre ed io iniziamo a salire sul treno, tu hai ancora qualche minuto per salutare i tuoi amici, se vuoi.-

 -Sì, mamma.-

 -Ah, Kanata. Mi raccomando salutami tuo padre. Prima per la fretta non abbiamo avuto neanche il tempo di respirare- disse Miki sorridendo.

 -Certo, signora Kozuki, lo farò. Anche mio padre vi manda i suoi saluti.-

 -Bene- e così dicendo strinse Kanata a sé come un figlio sotto gli occhi meravigliati degli altri. Lui arrossì vistosamente. Poi lo lasciò andare e guardandolo negli occhi disse: -Tua madre sarebbe stata molto orgogliosa di te Kanata. Ricordati che se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa ti puoi rivolgere tranquillamente a me.-

 -La ringrazio, signora Kozuki- rispose lui.

 Miki prese per mano il marito dicendo: -Finalmente si torna a casa.-

 -Sì, amore.-

 Ed entrambi salirono sul treno.

 Miyu si voltò verso i suoi amici e cominciò a guardarli uno per uno. Aveva deciso di dire qualcosa a ciascuno di loro, ma adesso non sapeva con chi cominciare. Poi decise.

 -Nozomu, io…-

 -Non dire niente Miyuccia adorata. Lo so che hai deciso di parlare a me per primo perché in questo modo avresti affrontato subito il dolore di dover lasciare il ragazzo più carino dell’universo…-

 “Veramente volevo togliermi davanti l’impiccio di doverti salutare, Nozomu” penso Miyu tra sé.

 Poi lui le prese le mani, facendo leggermente irritare Kanata, e disse:

 -Mi dispiace, Miyu, ma non posso prometterti che durante la tua assenza non regalerò rose alle altre ragazze, però ti giuro che conserverò le più belle del mio roseto per quando tornerai.-

 -Va- va bene, Nozomu. Grazie- disse Miyu imbarazzata. Poi si rivolse a Santa dicendo: -Santa, voglio dirti che sei il ragazzo più eccentrico che io abbia mai conosciuto, ma che sai anche essere un amico onesto e leale. So che per me ci sarai sempre e questo mi rende felice.-

 -Ci puoi scommettere Miyu. Rivolgiti a me per qualunque problema, soprattutto se si tratta di extraterrestri- rispose Santa con un enorme sorriso.

 -Christine- disse Miyu.

 -Sì, amica mia- rispose Christine con un sorriso che le illuminò il viso.

 - Tu sei una ragazza bellissima e dolcissima, però credo che tu sia anche un po’ pazza.-

 -Come scusa?- le chiese Christine perplessa.

 -Però questo è un pregio perché ti rende forte e sicura anche nei momenti più difficili. E per questo io ti riammiro tanto- concluse Miyu.

 -Grazie Miyu- rispose Christine con le lacrime agli occhi. –Oh, non ce la faccio ad assistere a questa scena, è troppo triste. E poi non voglio che Kanata mi veda con gli occhi gonfi a causa delle lacrime. Ho bisogno del mio cervo!- e così dicendo andò verso l’uscita della stazione a cercare il signor De Cervi, l’unico che sarebbe riuscito a consolarla. Miyu cercò di fermarla, ma Christine corse via come un fulmine. Così continuò a salutare i suoi amici.

 -Signorina Mikan. Lei è una donna e una vignettista fantastica. Le prometto che leggero tutti i suoi fumetti.-

 -Grazie Miyu- rispose Mikan.

 -Miyu, tornerai presto, vero?- le chiese Momoka.

 -Ma certo, Momoka. Forse riuscirò a venire durante le vacanze estive, fra tre mesi.-

 Momoka la guardò contenta, e poi cominciò a frugare nella tasca del suo cappottino.

 -Voglio che prendi questo- disse, e le porse una spilla di peluche che rappresentava la testa di un coniglietto bianco.

 -Ma questo è il tuo “passaporto dell’amore”!- (per chi non lo ricordasse questa spilla è stata data Momoka da Kanata e Miyu. Rappresenta la promessa di Momoka di non rivelare mai a nessuno i poteri di Lou; nda)

 -Proprio così-

 -Ma perché me lo stai regalando?- chiese miyu.

 -Guarda che hai capito male. Te lo sto dando perché voglio che me lo riporti. E bada bene, voglio che sia tu in persona a restituirmelo. E’ una specie di garanzia del tuo ritorno.-

 -Ti prometto che te lo ridarò io stessa e che mi prenderò cura di lui fino a quel momento. So quanto sia importante per te.- disse Miyu accarezzandole la testa. Momoka sorrise soddisfatta.

 Quindi Miyu si voltò verso le sue due amiche rimaste.

 -Nanami, Aya, voi siete in assoluto le migliori amiche del mondo. Quando sono arrivata qui non pensavo che avrei conosciuto due ragazze così straordinarie. Vi voglio bene!-

 -Anche noi te ne vogliamo.-

 E così le tre amiche si abbracciarono sorridendo.

 -Mi mancherete tanto, ragazze- disse Miyu.

 -Ma perché sei così drammatica?- disse Nanami. –Tanto tra pochi mesi ci rivedremo.-

 -Nanami ha ragione- disse Aya.

 -Oh, amiche mie- sussurrò Miyu.

 -Ora smettila di perdere tempo, Miyu. C’è ancora qualcuno che devi salutare- disse Nanami facendole l’occhiolino.

 -Ehm… sì- disse Miyu arrossendo.

 Nanami, capendo che sarebbe stato molto meglio lasciare Miyu e Kanata da soli, decise di intervenire.

 - Be’- disse rivolta agli altri. –Che ne dite di andare a chiamare Christine. Se non torna rischia di perdersi il momento della partenza-.   

 Aya, Mikan e Momoka intuendo la situazione cercarono di assecondare Nanami.

 -Sì, Nanami ha ragione. Dovremmo andare “tutti” a chiamarla- disse Mikan.

 -Sì, è una splendida idea!- rincarò Momoka.

 -Santa- disse Aya facendo un cenno verso Miyu e Kanata. –Andiamo a cercare Christine?-

 Il ragazzo afferrò subito il messaggio.

 -Sì, certo- rispose. –Nozomu andiamo.-

 -No, andateci voi. Io resterò qui finché la mia Miyuccia non sarà partita.-

 -Andiamo, Nozomu, vieni con noi- disse Mikan.

 -Ho detto di no- disse lui imperterrito.

 -Vieni immediatamente con noi!- disse Mikan molto, molto irritata.

 -No!-

 -Se fai così mi costringi ad usare le maniere forti!- e così tirò fuori dal nulla una fune e prese al lazzo Nozomu, come se fosse stato un cavallo.

 -Ehi, ma le è partito il cervello!- urlò Nozomu cercando di liberarsi.

 -Sta buono- rispose la signorina Mikan, trascinandolo via con sé. Tutti gli altri la seguirono increduli. Mentre Miyu e Kanata guardavano la scena sbalorditi.

 - E’ incredibile!- disse Kanata. –La signorina Mikan diventa ogni giorno più pazza! Da dove avrà tirato fuori quella fune?-

 -Non lo so. Però è comunque una donna straordinaria.-

 -Sì- rispose lui sorridendo.

 Miyu lo guardò. Lui non si era ancora accorto che lei lo stava fissando. Era il momento. Il momento per dirgli quello che provava per lui. Se gli avesse aperto adesso il suo cuore, nel caso in cui lui l’avesse rifiutata, sarebbe salita su quel treno e non l’avrebbe più rivisto. In questo modo avrebbe sofferto molto meno. Non avrebbe dovuto vederlo tutti i giorni, e forse sarebbe anche riuscita a dimenticarlo. Doveva solo trovare il coraggio di dire quelle parole. Sì, adesso era il momento giusto! Doveva farcela ad ogni costo!

 -Kanata, io…- iniziò.

 -Aspetta un attimo. Prima che tu faccia il tuo discorso anche a me, voglio darti una cosa- disse lui, e si mise a frugare nel suo zaino. –Ecco, tieni…-

 Miyu era senza parole.

 -Ma questo è… questo è il kimono di tua madre! Kanata non posso assolutamente accettarlo!-

 -Devi- disse Kanata sorridendo. –Quando lo indossavi eri così bella. E poi io non me ne faccio niente, di certo non posso indossarlo, non credi?-

 -Ma è un ricordo di tua madre.-

 -Mia madre vive dentro di me. Sei stata tu a farmelo capire. E inoltre sono sicuro che la mamma avrebbe voluto che lo avessi tu. Da come parla di te nel suo diario sembra che tu sia la figlia che non a mai potuto avere.-

 -Oh, Kanata, non so cosa dire.-

 -Non devi dire niente. Prendilo e basta.-

 Miyu lo prese, lo guardò per qualche istante e lo ripose con cura nello zaino insieme al passaporto dell’amore. Quando alzò lo sguardo, i suoi occhi incontrarono quelli di Kanata. Si fissarono per parecchi secondi senza parlare. Miyu non sapeva che fare, il gesto di Kanata l’aveva mandata in confusione e le aveva fatto dimenticare quello che gli voleva dire. Così decise di salutarlo nel modo più veloce possibile.

 -Allora ciao, Kanata- disse porgendogli la mano.

 Lui guardò prima lei e poi la sua mano, ma non la strinse. Rimasero fermi per alcuni istanti, mentre Miyu si chiedeva come mai non le desse la mano. Poi accadde tutto in attimo. Kanata lasciò cadere a terra il suo zaino e avvolse Miyu in un caldo abbraccio. Lei era come paralizzata dalla sorpresa.

 -Mi mancherai tanto, Miyu!-

 -Anche tu- disse Miyu iniziando a piangere.

 -Sei la mia migliore amica, ricordatelo sempre!-

 -Sì- rispose lei.

 “Il treno per Tokyo è in partenza dal binario tre.”

 Anche se avrebbero voluto restare abbracciati per sempre, era arrivato il momento di salutarsi. Così a malincuore Kanata e Miyu si divisero.

 -Adesso devo proprio andare-

 -Lo so- disse Kanata serio. –Ma che fine hanno fatto gli altri?-

 -Eccoli che arrivano- disse Miyu indicando la scala.

 -Miyu, Kanata- disse Nanami. –Abbiamo sentito l’annuncio e ci siamo affrettati a tornare.-

 -Ti conviene sbrigarti o alla fine perderai davvero il treno- disse Aya.

 -Sì, hai ragione- disse Miyu.

 Prese il suo zaino e salì sul treno. Si diresse verso il vagone centrale e vide i suoi genitori seduti sulla sinistra. Poggiò lo zaino sul sedile e aprì il finestrino. Erano tutti lì fuori con le braccia tese per salutarla. Poi lentamente il treno iniziò a muoversi. Miyu continuava a salutarli con la mano.

 -Ci vediamo quest’estate, Miyu- urlò Nanami.

 -Contaci- urlò Miyu a sua volta.

 Ma il treno cominciò a prendere velocità e i suoi amici diventavano sempre più piccoli, fino a quando, dopo la curva, scomparvero definitivamente alla sua vista. Miyu si sedette e si mise a guardare fuori dal finestrino. Non si sentiva più tanto triste perché sapeva che presto gli avrebbe rivisti.

 -Miyu- disse Miki alzando lo sguardo dalla rivista che stava leggendo, -che cosa voleva dire Nanami con “ci vediamo quest’estate”?-

 -Ho promesso ai miei amici che sarei venuta a trovarli durante la vacanze estive.-

 -Oh tesoro, mi dispiace. Mi sono completamente dimenticata di dirtelo.-

 -Dirmi cosa?- chiese Miyu ansiosa.

 -Non puoi tornare qui in estate, perché ho accettato di prendere parte ad alcune interviste sulla mia missione nello spazio, e tu e papà dovrete venire con me. A quanto pare vogliono intervistare anche voi.-

 -Che cosa?!- urlò Miyu incredula.

 

 

 

 

E adesso? Cosa succederà? Miyu riuscirà a tornare da Kanata, oppure ancora una volta dovrà accontentare le richieste di sua madre? Scopritelo nel prossimo capitolo. Vi aspetto in tanti. Mi raccomando recensite, recensite, recensite.

Spero tanto che la mia ff vi stia piacendo.

 

 

Follettina e Miss Miyu91 grazie per il vostro continuo sostegno.

 

Ciao Kiss

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Capitolo 5
*** Un Mondo Sconosciuto ***


Scherzi del Destino- Capitolo 5

Scherzi del Destino

 

Capitolo 5

Un Mondo Sconosciuto

 

 

 Il lunedì successivo Miyu iniziò a frequentare la sua nuova scuola, o per meglio dire la sua vecchia scuola. Ma ormai i volti che aveva davanti mentre il professore la presentava alla classe, non le sembravano famigliari come quelli degli amici che aveva lasciato.

 -Bene, Miyu, puoi andare a sederti in quel banco vuoto laggiù- le disse il professore.

 La ragazza si diresse lentamente al suo posto e con un sospiro si sedette. Si guardò intorno e notò che quello era lo stesso posto in cui era seduta nella sua vecchia scuola. Però capì subito che non era la stessa cosa. Le persone che aveva intorno erano così diverse da quelle con cui era stata fino ad ora. Più guardava i suoi nuovi compagni e più aveva nostalgia di quelli vecchi. I suoi amici erano lontani, Kanata era lontano, Lou era lontano. Era circondata da trenta persone eppure si sentiva così sola e abbandonata. Abbassò lo sguardo sul suo banco. Le vennero le lacrime agli occhi ma riuscì a ricacciarle indietro. La cosa che la rendeva più triste era che ancora non era riuscita a dire a Kanata che non sarebbe potuta tornare da loro quell’estate. Ce l’avrebbe fatta ad andare avanti con la prospettiva di non rivedere più i suoi amici?

 Durante la pausa pranzo decise di andare a parlare con un gruppo di ragazze sedute vicino a lei.

 -Salve, ragazze- disse con sorriso.

 -Oh, ciao Miyu. Perché non ti siedi qui con noi?- le chiese una ragazza dai lunghi capelli scuri.

 -Volentieri- rispose Miyu sedendosi.

 -Io sono Yumi, lei è Rika- e indicò la ragazza al suo fianco con i capelli corti, - e lei è Rioko-, che era la ragazza, con lucenti capelli castani raccolti in una coda di cavallo, seduta davanti a lei.  

 -Sono lieta di conoscervi.-

 -Miyu posso farti una domanda?- le chiese Yumi.

 -Ma certo.-

 -Per caso tu sei la figlia di Miki Kozuki, l’astronauta?-

 -Ehm… sì- rispose lei incerta.

 -Lo sapevo! Avete visto, ve lo dicevo che era lei! Non potevo sbagliarmi, l’ho riconosciuta subito grazie a quel programma televisivo di cui è stata ospite qualche tempo fa!-

 -Eh…già- disse Miyu imbarazzata. Si ricordava di quel programma aveva fatto certe figuracce…

 -Ma dimmi, Miyu, è vero che tua madre ha visto un extraterrestre quando è andata nello spazio?- le chiese Rioko curiosa.

 -Sì, lei è sicura di averlo visto- rispose Miyu.

 -E ti ha detto com’era fatto?- chiese Rika.

 Miyu ci pensò un attimo. Non poteva rifiutarsi di descriverlo, perché sarebbe sembrata maleducata, ma non poteva neanche essere troppo precisa altrimenti sarebbe sembrato strano. Così decise di mantenersi sul vago.

 - Be’, a quanto pare ha visto un neonato all’interno di un piccolo UFO spinto da un animale che sembrava un incrocio tra un cane e un gatto.-

 -Oooohhhh!!!!- esclamarono le tre ragazze.  

 -E i due poi sono saliti su un’astronave più grande, che è sparita alla velocità della luce…- concluse Miyu.

 -Ma è una cosa fantastica!- disse Yumi sbalordita.

 -Miyu, è vero che i tuoi genitori hanno due lauree?- chiese Rika.

 -Sì entrambi sono laureti in Geografia Astronomica e in Fisica Aerospaziale (non so se esistono davvero come corsi di laurea, però mi sembravano belli come nomi. nda)-

 -Ma è incredibile!- esclamò Rioko. –Come hanno fatto a prendere due lauree e a crescere una figlia?-

 - Be’, nonostante avessero avuto me, hanno continuato a studiare. Infatti hanno preso la seconda laurea quando io avevo più o meno tre anni.-

 -Tua madre tornerà ancora nello spazio?- le chiese Yumi.

 -Mi dispiace, ma questo non te lo so dire-

 “Non ce la faccio più! Quanto durerà ancora questo interrogatorio!” pensò Miyu disperata.

                                                ********************

 Intanto nello stesso momento in un’altra scuola….

 -Ho provato a chiamare Miyu per tutta la settimana, il suo telefono risulta sempre staccato- disse Nanami. –Tu l’hai sentita Kanata?-

 -Sì, mi ha telefonato ieri sera da un telefono pubblico. I suoi genitori prima di partire per gli Stati Uniti hanno fatto staccare il telefono e adesso ci vorrà ancora qualche giorno prima che la compagnia telefonica lo riattivi. Comunque vi saluta tutti.-

 -E come mai ha chiamato solo te?- disse Christine, con una pericolosa luce negli occhi.

 -Perché mentre parlava con me si è accorta che il traffico della sua scheda era quasi esaurito. Infatti siamo stati al telefono solo per pochi minuti.-

 -Ah, ora capisco!- disse Christine tornando serena.

 -Ehi, ragazzi. Che ne dite di organizzare una festa per il ritorno di Miyu?-

 -Nanami, non ti sembra un po’ presto- disse Aya.

 - E’ chiaro che non voglio cominciare adesso ad organizzarla. Lo faremo quando arriverà il momento.-

 -E dove vorresti farla?- le chiese Kanata.

 -Che ne dite della villa di Christine. E’ enorme, potremo invitare un sacco di gente- disse Nanami.

 -Per me non ci sono problemi- disse Christine.

 -No- disse Santa.

 -Cosa?! E perché no?- gli chiese Nanami.

 -Credo che sia più adatto il tempio. Miyu lo ha considerato casa sua per più di due anni e sono convinto che si sentirebbe più a suo agio lì. E poi non credo che ci dovrebbe essere troppa gente a questa festa, perché Miyu vorrà passare il suo tempo solo con i suoi amici più cari e non con persone sconosciute.-

 -Sì, santa ha ragione- disse Aya.

 -Bene, allora. Per te ci sono problemi Kanata?- disse Nanami.

 -No, certo che no.-

 Ma Kanata non riusciva a sentirsi tranquillo , aveva come la sensazione che sarebbe successo qualcosa di negativo. Era felice che tutti i suoi amici si dessero tanto da fare per Miyu, però non riusciva a togliersi dalla testa quel pensiero. E infatti proprio quel pomeriggio ricevette una telefonata che confermò i suoi timori.

 -Pronto, casa Sayoni-

 -Ciao Kanata-

 -Miyu, ciao. Ti hanno riattivato il telefono?-

 -Sì, ti ho concesso l’onore di ricevere la prima telefonata.-

 -Oh, grazie. Allora com’è andato il tuo primo giorno di scuola?-

 Miyu si rattristò. Ma con tutto quello che poteva chiederle, proprio quella domanda doveva farle?

 -Lasciamo perdere. Meglio non parlarne.-

 -Perché? E’ successo qualcosa?- chiese lui preoccupato.

 - No. E’ solo che mi manca la mia vecchia scuola. Mi mancate voi.-

 Kanata la sentì singhiozzare.

 -Con voi ero Miyu, qui invece sono la figlia di Miki Kozuki, la donna giapponese che è andata nello spazio. Durante la pausa pranzo ho cercato di fare amicizia con alcune ragazze, ma loro per tutto il tempo non hanno fatto altro che chiedermi informazioni sui miei genitori. E’ stato un inferno!-

 -Dai Miyu. Non essere così pessimista. Sono sicuro che con il tempo andrà meglio. Prima o poi dimenticheranno che tua madre è stata nello spazio. E comunque nei momenti difficili, in cui ti senti triste, ricordati che tra pochi mesi ci rivedrai.-

 Kanata aveva toccato un nervo scoperto. I sensi di colpa di Miyu per avergli mentito, non la stavano più facendo dormire la notte. Doveva dirglielo. Doveva dirgli la verità, per quanto dolorosa potesse essere.

 - E’ proprio questo il problema – disse con tutta la calma che riuscì a trovare. –Non posso più tornare da voi.-

 La bomba era stata sganciata.

 -Che cosa!?- disse Kanata incredulo.

 -Mia madre ha organizzato alcune interviste per quest’estate, e io devo andare con i miei… e … e …-. Ma non riuscì a finire la frase a causa delle lacrime, che ormai scendevano a dirotto sul suo viso.

 -Miyu, calmati. Non è la fine del mondo. Vuol dire che verrai per le vacanze di Natale.-

 -O magari non ci sarà bisogno che io venga perché vi sarete dimenticati di me- disse tra le lacrime.

 -Non dire sciocchezze. Abbiamo passato di tutto insieme, non potrei dimenticarti neanche volendo. E sono sicuro che per gli altri e lo stesso. Quindi smetti di piangere.-

 Non sapeva come ma quelle parole erano riuscite a calmarla e a darle una nuova forza. Kanata non l’avrebbe mai dimenticata, come lei non avrebbe dimenticato lui.

 -Sì, hai ragione- disse asciugandosi le lacrime. –Sono la solita esagerata.-

 -Ti senti meglio adesso?-

 -Sì, molto- rispose lei sorridendo.

 Anche se non la vedeva, Kanata sapeva che stava sorridendo e che adesso era più serena.

 -Bene, allora ci sentiamo presto.-

 -Sì, a presto Kanata.-

 Riattaccarono.

 -Accidenti- disse Kanata tra sé. –Dovrò aspettare fino a Natale per vederla.-  

 Intanto Miyu.

 -Kanata ha ragione! Non posso buttarmi giù in questo modo. Devo reagire!!!-

 

 

Mi raccomando non perdetevi i prossimi due capitoli, perché saranno pieni di colpi di scena.

Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo la mia ff, e soprattutto quelli che recensiscono.

 

 

Un bacio a :

Miss Miyu91

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Capitolo 6
*** Momenti di Gioia... ***


Scherzi del Destino- Capitolo 6

Scherzi del Destino

 

Capitolo 6

Momenti di gioia…

 
 

 Ma le cose non migliorarono per Miyu. Anche se nei tre mesi successivi era riuscita a farsi delle amiche, si rendeva conto che non riuscivano a sostituire quelle vecchie. Era inutile! L’esperienza con Lou l’aveva legata troppo a quelle persone e a quel luogo perché riuscisse a riprendere con tranquillità la vita che faceva prima.

 Quando finì la scuola e Miyu e i suoi genitori iniziarono il tour di interviste e talk show, la situazione si aggravò ulteriormente. Miyu se ne stava sempre in disparte e non sorrideva mai. Durante le interviste non spiccicava quasi parola e aveva uno sguardo assente. Naturalmente i suoi genitori si accorsero di tutto questo e notarono anche che le uniche volte in cui Miyu ritrovava il buon umore, era quando riceveva notizie dai suoi amici. Così, per il bene della figlia, cercarono di trovare una soluzione.

 Alla fine, verso metà luglio, poco prima dell’ennesima intervista televisiva, Miki prese sua figlia da parte con l’intenzione di parlarle.

 -Miyu, ho una cosa importante da dirti- disse euforica.

 La figlia la guardò perplessa. Conosceva lo sguardo che aveva sua madre in quel momento. L’ultima volta che lo aveva visto, poche ore dopo, i suoi genitori si trovavano su un aereo diretto negli Stati Uniti.

 -Tuo padre ed io abbiamo deciso che, se vuoi, la settimana prossima potrai andare a trascorrere il resto delle vacanze dai Sayoni.-

 Miyu ci mise qualche secondo a capire le parole della madre. La guardò con un misto di incredulità e trepidazione.

 -Di- dici sul serio, mamma?-

 -Ma certo, tesoro- disse Miki sorridendo.

 -Ma è… è…- Miyu era esitante. Non riusciva ancora a credere a quello che stava succedendo, -…è…FANTASTICO!!!!- urlò infine lasciando andare fuori tutta la sua gioia.

 Tutti gli operatori delle telecamere si voltarono a guardarla stupiti.

 -Grazie, mamma- disse abbracciandola. –E’ il più bel regalo che potessi farmi.-

 -Sono contenta di vederti di nuovo sorridere.-

 -Devo telefonare a Kanata!- disse Miyu, lasciando andare Miki.

 -Ma, Miyu. Tra poco comincerà l’intervista. Puoi chiamarlo dopo. Non credo che faccia molta differenza.-

 -Sì, invece. Non resisto! Devo dirglielo. Non preoccuparti, ci metterò due minuti al massimo.-

 - D’accordo, Miyu. Fa come preferisci.-

 -Grazie, grazie, grazie- disse Miyu saltando dalla felicità.

 Così partì come un fulmine alzando un gran polverone. Ma pochi istanti dopo tornò sui suoi passi.

 -Perché sei tornata?- le chiese Miki.

 -Sai, per caso, dove posso trovare un telefono?-

 A Miki scese una gocciolina sulla testa.

 -Ehm, credo che ce ne sia uno subito dopo aver salito quelle scale, sulla destra-

 -Grazie, mamma-

 La madre la guardò ripartire. Miyu correva il più veloce possibile, salì le scale e si fermò. Si un guardò un attimo attorno. Poi lo vide, sulla destra, accanto ad un divano e a un tavolino con uno strano vaso pieno di biglie di vetro, c’era un telefono a muro rosso.

 Drin! Drin!

 -Pronto, casa Sayoni- disse una profonda voce maschile.

 -Signor Sayoni- disse Miyu con voce trafelata.

 -Miyu, ciao! Come stai? Ti sento un po’ affannata, va tutto bene?-

 -Sì, sì. Sto bene, grazie. Ho bisogno di parlare con Kanata, è in casa?-

 -Sì. Sta facendo un bagno. Aspetta che lo avviso che sei al telefono.-

 -La prego, Signor Sayoni. Si sbrighi, è una cosa urgente!- disse Miyu con voce supplichevole.

 -Certo. Le questioni di cuore sono sempre cose urgenti- disse Onshio dirigendosi verso il bagno.

 “Questioni di cuore?” pensò Miyu. “Ma che cosa voleva dire? Non avrà mica pensato che volevo parlare urgentemente con Kanata perché sento la sua mancanza?!” Miyu sbiancò.

 -Signor Sayoni, c’è stato un malinteso…-

 Ma Onshio aveva già allontanato il ricevitore dall’orecchio, quindi non poteva sentirla. Poi si avvicinò alla porta del bagno e disse:-Kanata?-

 -Che c’è?- disse Kanata che si stava per immergere nella vasca.

 -Ti vogliono al telefono. E’ “la tua Miyu”, dice che ti deve parlare urgentemente.-

 Kanata, per la sorpresa, scivolò e cadde nell’acqua come un sacco di patate.

 -Ahia!-

 -Tutto bene là dentro?- chiese il padre preoccupato.

 -Sì. Ma lei non è la mia Miyu, quante volte devo dirtelo che non stiamo insieme- disse irritato.

 -Va bene, come vuoi.-

 -Comunque dille che la richiamerò tra cinque minuti. Appena esco dalla vasca da bagno- disse Kanata toccandosi la schiena ancora dolorante.

 -Ma ha detto che ti deve parlare subito- disse Onshio.

 -Dille che la richiamo io e basta!- disse cominciandosi ad innervosire. –Potrà aspettare cinque minuti, no?-

 -Ok- rispose il padre. Poi avvicinò nuovamente il ricevitore all’orecchio. –Miyu? Kanata ha detto che ti richiamerà appena finirà di fare il bagno.-

 -Che cosa!? Gli ha detto che è importante?-

 -Sì, l’ho fatto.-

 -E lui non è venuto a rispondere ugualmente?- chiese Miyu irritata.

 -Esatto. Mi ha solo detto di dirti che ti richiamerà lui.-

 Miyu era furibonda. Quel pigrone di Kanata preferiva fare il bagno piuttosto che parlare con lei. Questa gliel’avrebbe pagata cara, molto cara.

 Così con tutta la calma che riuscì a racimolare disse: -Mi scusi, signor Sayoni. Potrebbe gentilmente avvicinare la cornetta alla porta del bagno?-

 -Cosa?! Per quale motivo?- chiese sorpreso.

 -La prego. Lo faccia- disse Miyu impaziente.

 -Va- va bene- rispose lui titubante.

 Così avvicinò il ricevitore alla porta, come gli aveva chiesto Miyu. Ma dopo pochi secondi se ne pentì. Sembrava di trovarsi nel bel mezzo di un terremoto, ma in realtà era stato l’urlo di Miyu a creare tutto quel trambusto.

 -KANATAAA!!!!!!!!!!!-

 -Ma che cos’è, la fine del mondo?- chiese un cameraman al suo collega accucciato a terra come lui.

 -Ehm, non preoccupatevi. E’ mia figlia, Miyu- disse Miki imbarazzata. –Credo che il suo ragazzo l’abbia fatta arrabbiare.

 -Poverino. Non vorrei essere nei suoi panni- disse l’altro cameraman.

 Kanata uscì velocemente dalla vasca da bagno, si avvolse un asciugamano intorno alla vita e aprì la porta. Strappo il ricevitore dalla mano di suo padre e disse: -Miyu, sei completamente impazzita!? Vuoi far crollare mezzo tempio!?-

-Se magari fossi venuto a rispondere subito al telefono, non mi sarei trovata costretta fare tutto questo- disse Miyu irritata.  

 -Allora, cosa mi devi dire di così importante che non può aspettare neanche cinque minuti?-

 -Posso venire!!!- disse Miyu ridendo.

 -Come?- chiese Kanata incerto.

 -La settimana prossima potrò venire a passare il resto delle mie vacanze al tempio!-

 -Che cosa! Non mi stai prendendo in giro, vero?-

 -Certo che no.-

 -Ma non dovevi passare l’estate a fare interviste?-

 -Sì, ma mia madre ha capito che mi mancavate troppo. Così alla fine ha deciso di lasciarmi venire. Quella di oggi sarà la mia ultima intervista.-

 - E’ una cosa fantastica! Devo subito avvisare gli altri!- disse Kanata al settimo cielo.

 -Non vedo l’ora di essere lì! Finalmente saremo di nuovo tutti insieme!-

 - Anch’io non vedo l’ora di riaverti qui- disse Kanata con un tono gentile, che non era da lui.

 Entrambi rimasero in silenzio. Non sapevano che dire. La loro felicità era talmente tanta che aveva prosciugato ogni frase di senso compiuto dalla loro mente. Poi, come in lontananza, Miyu sentì una voce che la chiamava insistente.

 -Signorina Miyu, si sbrighi! Tra cinque minuti andiamo in onda, e dobbiamo ancora finire di truccarla- disse un della addette al trucco.

 -Sì, arrivo subito!- urlò verso le scale. –Kanata, scusa ma ora devo andare. Ti chiamo domani. Ok?-

 -Va bene. Ci sentiamo domani. Ciao.-

 -Ciao.-

 “Devo assolutamente avvisare gli altri” pensò Kanata dopo aver riagganciato. Poi iniziò a comporre il numero di Nanami. “Finalmente rivedrò Miyu” e sorrise.

 Miyu stava immobile, in piedi davanti al telefono, guardando nel vuoto. Stava pensando a Kanata. Poi improvvisamente ricordò che la stavano aspettando per l’intervista. Si voltò di scatto e fece cadere il vaso con le biglie di vetro. Mentre correva verso le scale, mise il piede su una di quelle biglie, perse l’equilibrio e ruzzolò giù dalle scale con un tonfo.

 -Ahia, che botta!- disse.

 Il suoi genitori stavano correndo verso di lei.

 -Miyu, stai bene?- le chiese Yu aiutandola ad alzarsi.

 -Sì, credo di sì- rispose lei appoggiata al padre, ma quando provò a mettere a terra il piede destro, sentì una fitta di dolore tremenda.

 -Cosa c’è?- le chiese Yu.

 -La caviglia, mi fa malissimo.-

 Il padre la guardò e vide che si stava gonfiando.

 -Dobbiamo andare in ospedale. Non ne sono sicuro, ma credo che sia rotta.-

 -Oh, no! Povera, piccola!- disse Miki.

 -Signor Kozuki- disse il signor Yamamoto, il giornalista che presentava la trasmissione. –Se volete posso accompagnarvi io all’ospedale più vicino.-

 -Ma signor Yamamoto- disse Miyu, -come farà con la sua trasmissione?-

 -Non si preoccupi per questo, signorina Miyu- disse Yamamoto sorridendo. –Manderemo in onda un servizio su due piccoli panda nati nello zoo di Tokyo, che abbiamo registrato stamattina. Sono sempre preparato per ogni evenienza. E poi in questo momento la sua salute è più importante di qualsiasi intervista.-   

 -Le siamo molto grati- disse Miki inchinandosi.

 -Oh, non c’è di che. Ma adesso è meglio andare. Seguitemi, la mia auto è proprio qui fuori.-

 Così Yu si mise Miyu sulle spalle e seguì Yamamoto verso l’uscita.

 

 

 

 Prima un debole raggio di sole, e poi si torna nel buio totale. E adesso cosa succederà? Scopritelo nel prossimo capitolo.

 Grazie a tutti quelli che continuano a leggere la mia ff.

 Recensite mi raccomando.

 

Un grazie super speciale a:

Miss Miyu 91

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Capitolo 7
*** ...e di Dolore ***


Scherzi del Destino- Capitolo 7

Scherzi del Destino

 

 

Capitolo 7

…e di Dolore

 

 

 

 -Ecco fatto, Miyu- disse un dottore alto e robusto, con i capelli e i baffi bianchi.

 La ragazza era seduta sul lettino di un ambulatorio del pronto soccorso. Si guardò il piede destro. Era ingessato. A quanto pare era ridotta male, la caviglia si era rotta in tre punti.

 -Allora, adesso signorina, mi devi promettere che non poggerai il piede ingessato a terra per le prossime quattro settimane. Dopo di che tornerai qui da me e ti toglierò il gesso- disse il dottore sorridendo.

 Miyu guardò i suoi genitori. Sapeva che anche loro stavano pensando la stessa cosa.

 -Dottor Aruno?- disse Miyu. –In queste condizioni potrei affrontare un viaggio in treno?- chiese Miyu speranzosa.

 -Accompagnata da qualcuno, non dovresti avere molte difficoltà. Ma da sola te lo proibisco categoricamente. Sarebbe uno sforzo troppo grande.-

 -Mi dispiace Miyu- disse Miki. –Ma temo che dovrai rinunciare a tornare al tempio. Io e tuo padre non abbiamo proprio il tempo per accompagnarti. Lo sai che la settimana prossima ricominceremo a lavorare al centro per le ricerche spaziali di Tokyo. Se chiediamo un permesso così presto i nostri colleghi penseranno che ci siamo montati la testa dopo aver lavorato alla NASA.-

 -Mamma, lo capisco. Non devi preoccuparti. Vuol dire che andrò dal miei amici a Natale- disse Miyu sforzandosi in ogni modo di sorridere.

 -Oh, Miyu- disse Miki con le lacrime agli occhi.

 -Però adesso vorrei davvero fare una cosa.-

 -Qualsiasi cosa, piccola mia- disse Yu accarezzandole la testa con dolcezza.

 Miyu si rivolse al dottore e disse:

 -Mi scusi, sa per caso se c’è un telefono qui vicino?-

 -Sì. Appena esci di qui vai a sinistra. Ne troverai uno in fondo al corridoio. Prendi queste per arrivarci.-

 E le porse un paio di stampelle. Miyu le prese e provò a mantenersi in equilibrio senza poggiare il piede destro. Stava per cadere, ma riuscì subito a riprendersi. I suoi genitori la guardavano preoccupati.

 -Miyu, lascia che ti accompagni- disse Yu.

 -No, papà. Non ce bisogno, grazie.-

 -Ma, non puoi…-

 -Sì, che posso- disse Miyu fulminandolo con lo sguardo. –Hai detto che potevo fare qualsiasi cosa. Be’, io voglio fare questa telefonata da sola e, soprattutto, voglio raggiungere il telefono senza che mi aiutiate. Penso che almeno questo me lo dobbiate, dopo che ho passato un’intera vita ad accontentare ogni vostro desiderio.-

 I suoi genitori abbassarono lo sguardo. Così Miyu, riuscì con calma ad arrivare alla porta, la aprì e se la richiuse dietro le spalle dopo essere uscita. Miki e Yu continuavano a guardare la porta chiusa.

 -Yu, che fine ha fatto la nostra bambina?- gli chiese Miki malinconica.

 - E’ cresciuta- disse lui cingendole le spalle. –E anche se non vuole ammetterlo, si è innamorata.-

 -Lo credo anch’io. Forse siamo stati via troppo tempo e ci siamo persi troppe cose belle. Io ho vissuto il mio sogno, ma non sto dando a Miyu la possibilità di vivere il suo…-

 -Adesso ho capito chi siete!!!!!!- urlò il dottor Aruno.

 -AHAHAHAHA!!!- ai due quasi venne un infarto per lo spavento. Si erano completamente dimenticati che il dottore era ancora nella stanza con loro.

 -Ma certo. Miki e Yu Kozuki, i due giapponesi che hanno lavorato alla NASA. E se non sbaglio lei, signora Kozuki, è stata anche nello spazio.-

 -Sì, infatti- rispose lei ancora sotto shock.

 -Oh, la prego. Potrebbe farmi un autografo per il mio nipotino Rei. L’adora! Sono mesi che mi parla di lei.-

 -C- certo. Ne sarò felice.-

 

 

 

 Quando il telefono iniziò a squillare, Kanata e suo padre stavano cenando.

 -Ti dispiace andare a rispondere, figliolo. Io ho un dolore tremendo alla schiena. Eh, purtroppo non sono più giovane come una volta.-

 -Sì, sì. Tutte scuse- disse Kanata scettico. –Dici così e poi vai a fare i pellegrinaggi all’altro capo del mondo.-       

 Il padre arrossì e distolse i suoi occhi da quelli del figlio. Kanata si alzò, si diresse verso il telefono e rispose.

 -Pronto?-

 -Kanata.-

 -Miyu? Ma non dovevamo sentirci domani?-

 -Lo so ma ti devo parlare di una cosa- la voce di Miyu era quasi un sussurro a causa della tristezza che la teneva prigioniera.

 -Dimmi, pure.- Non sapeva perché ma aveva la sensazione che quello che stava per dirgli non gli sarebbe piaciuto affatto.

 -Ecco, ho avuto un piccolo incidente.-

 -Un incidente?!- urlò Kanata preoccupato. –Come? Quando? Stai bene?-

 -Calmati, Kanata. Non è successo niente di grave. Questo pomeriggio sono caduta dalla scale dello studio televisivo.-

 -E adesso come stai?-

 -Potrei stare meglio. La mia caviglia destra si è fratturata in tre punti e il medico dell’ospedale ha dovuto ingessarla. Quindi…- sentiva che le stavano salendo le lacrime agli occhi.

 “Non posso piangere. Avanti Miyu, sii forte, se piangi anche Kanata si sentirà triste. Fallo per lui” pensò.

 Ma era troppo tardi. Stava cominciando a sentire un liquido caldo bagnarle le guance.

 -…quindi, non posso più partire. I miei genitori non possono accompagnarmi e il dottore mi ha vietato di viaggiare da sola.-

 Kanata aveva ascoltato ogni parola letteralmente pietrificato. Sentiva Miyu piangere dall’altra parte del telefono, ma non sapeva come consolarla. Ogni lacrima della ragazza che amava si conficcava nel suo cuore come una lama ardente, togliendogli il respiro.

 

 

 

 

 Miyu si stava dirigendo lentamente verso lo studio del dottor Aruno, ripensando alla telefonata di poco prima. Kanata l’aveva lasciata piangere per parecchi minuti, poi con tono distaccato le aveva augurato di guarire presto e aveva messo giù. Non le aveva neanche lasciato il tempo di salutarlo. Ma non poteva essere arrabbiata con lui. Kanata si era sentito deluso e ferito, e molto probabilmente sentirla piangere lo faceva soffrire ancora di più. E quindi aveva fatto la cosa più logica: era scappato. Lei non poteva biasimarlo per averlo fatto. L’unica persona per cui adesso sentiva una rabbia indescrivibile era sé stessa. Se solo non avesse rovesciato quel vaso e non avesse messo il piede su quella maledetta biglia, adesso, con tutta probabilità, sarebbe a casa a fare i bagagli per andare da Kanata. Dal suo adorato Kanata.

 Aprì la porta dello studio e si trovò davanti una scena molto bizzarra. Suo padre era ricoperto di fogli con l’autografo di Miki e il dottore continuava a dare altri fogli a sua madre dicendo: -Questo è per un altro mio collega! Questo per la figlia di un mio collega! Questo è per la nonna della moglie di un mio collega!-

 -Mi scusi, dottor Aruno, ma mi saprebbe dire quanti altri autografi dovrei fare!?-

 -Oh, finché non torna sua figlia c’è tempo!-

 “Ma è una tortura senza fine” pensò Miki esausta.

 -Figliola, torna presto!- disse Yu disperato.

 -Veramente, sono qui, papà.-

 -Miyu!- urlarono di gioia Miki e Yu.

 La prima lanciò in aria carta e penna, mentre il secondo si liberò con un balzo da quella montagna di fogli, ed entrambi corsero ad abbracciarla.

 -Oh, tesoro mio! Non sono mai stata così contenta di vederti!-

 - Anch’io- aggiunse Yu con le lacrime agli occhi.

 -Adesso possiamo andare via- disse Miki.

 -Scusate, signori Kozuki, prima che andiate via, potrei chiedervi un altro favore?- chiese il dottore.

 -Che genere di favore?!- chiesero i due terrorizzati.   

 -Vorrei parlare due minuti con Miyu, in privato.-

 -Ma certo- disse velocemente Miki.

 - E’ tutta sua- disse Yu sollevato. –Miyu noi ti aspettiamo nell’atrio.-

 -Arrivederci dottore!-

 E sparirono così velocemente che scatenarono una folata di vento. Dopo che furono usciti il dottore si avvicinò a Miyu e le porse una busta chiusa.

 -Che cos’è?- chiese sorpresa.

 - E’ una fotocopia della tua cartella clinica.-  

 -E che cosa dovrei farmene?-

 -Se per caso il giorno in cui dovrai togliere il gesso, sarai in un’altra città, questo documento permetterà al medico che ti visiterà di saper il motivo dell’ingessatura, e potrà valutare se è il caso di togliere il gesso o no.-

 -Non credo che mi servirà a molto. Non ha sentito i miei genitori? Penso proprio che finché avrò questo gesso non metterò piede fuori da Tokyo.-

 -Sai Miyu. Facendo questo mestiere da molto tempo ho capito una cosa molto importante: la vita è imprevedibile, non sai mai quello che può succedere. Quindi ti consiglio di prendere questa busta.-

 -Se lo dice lei- rispose Miyu scettica prendendo la busta.

 Stava per uscire, quando si voltò e disse:

 -Dottor Aruno? Ma davvero tutta quella gente vuole un autografo di mia madre?-

 -Non puoi neanche immaginare quanto sia famosa in Giappone. Grazie a lei, adesso il mondo ha cambiato opinione riguardo al nostro paese. Oserei dire che Miki Kozuki è una specie di eroina nazionale, un simbolo per adulti e bambini. Scommetto che tutto questo ha cambiato molto anche la tua vita.-

 -Sì, infatti. Se c’è una cosa che ho capito da quando i miei genitori sono tornati dall’America è che anche se cerchi di impedirlo in ogni modo, tutto è destinato a cambiare- disse Miyu con uno sguardo triste.

 -Fortunatamente non tutto cambia in peggio, però- disse il dottore ridendo.

 -Già- e dopo aver fatto un gran sorriso, Miyu lasciò la stanza, camminando son le sue stampelle verso le quattro settimane più brutte della sua vita, in cui non avrebbe visto né Kanata, né i suoi migliori amici.

 Ma non immaginava neanche quanto si sbagliava.  

 

 

 

 

 A quanto pare Miyu non potrà andare da Kanata. E adesso che succederà?

 Scopritelo nel Prossimo Capitolo!

 Grazie a tutti i lettori.

 Mi raccomando. Recensite, recensite, recensite.

 

 Ciao Kiss

 

 Un bacio a:

 Miss Miyu91

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Capitolo 8
*** Il Cinema Aiuta! ***


Scherzi del Destino- Capitolo 8

Scherzi del Destino

 

Capitolo 8

Il cinema aiuta!

 

 

 Il mattino dopo, Kanata si alzò molto presto. Aveva un appuntamento con i suoi amici alla fontana del parco per organizzare la festa per il ritorno di Miyu. Non aveva avuto il coraggio di dire agli altri la verità per telefono. Fece colazione, anche se aveva lo stomaco chiuso e uscì.

 Camminava distrattamente, ogni cellula del suo cervello era concentrata su Miyu. Quando l’avrebbe rivista? Anzi, l’avrebbe rivista un giorno? Oppure lei si sarebbe innamorata di un ragazzo della sua scuola, dimenticandosi dei suoi vecchi amici e di lui, Kanata? Kanata, che la stava aspettando con ansia. Kanata, che stava ore vicino al telefono aspettando che lei chiamasse. Kanata, che l’amava. Kanata, che avrebbe fatto di tutto per riaverla al suo fianco. Kanata…

 -Kanata? Kanata, ci sei?- chiese una voce alla sua destra.

 -Eh? Come?- si voltò a guardare la persona che aveva parlato. –Signorina Mikan? Che cosa ci fa lei qui?-

 -Veramente dovrei chiederlo io a te. Sei un po’ lontano dal parco. Non avevi un appuntamento con gli altri per organizzare la festa per Miyu?-

 Kanata era un po’ stranito. Si guardò intorno e vide che senza accorgersene era arrivato davanti al centro commerciale.

 -Sì, ha ragione. Evidentemente ero distratto e non mi sono accorto di dove andavo- disse Kanata. Poi abbassò lo sguardo. –Tanto non ho alcuna fretta di raggiungere gli altri, visto che dovrò dire loro che non ci sarà nessuna festa.-

 -Cosa?! E per quale motivo!?-

 -Non lo immagina?- rispose Kanata con un sorriso amaro. –Miyu non verrà. Ieri è caduta e si è rotta una caviglia. Le hanno dovuto mettere il gesso e il dottore le ha sconsigliato di affrontare un viaggio così pesante.-

 -Tutto qui il problema?- disse semplicemente Mikan.

 -Ma, scusi Mikan, per caso non mi ha sentito?- le chiese lui leggermente irritato.

 -Kanata, tu sei un ragazzo intelligente. Sono sicura che troverai il modo per cambiare le cose, devi solo pensarci un po’. E poi molto spesso la soluzione ai nostri problemi ci appare davanti agli come per magia.-

 “Ma che cosa sta dicendo? Non siamo mica in uno dei fumetti. Nella vita reale la magia non esiste!”

 La signorina Mikan guardò l’orologio.

 -Oh, mamma mia, devo scappare! Se arrivo di nuovo in ritardo, il mio editore mi ucciderà.- Stava per andarsene quando si voltò e disse: -Ah, Kanata?-

 -Sì…- rispose lui sbuffando.

 -Il posto migliore per riflettere è il cinema. Ed è meglio se trasmettono un film romantico, di quelli che ti rapiscono. Così ti distrai e poi riesci a guardare i problemi da un’altra prospettiva. Fai così e vedrai che tutto ti sarà più chiaro. Ciao, ci si vede- e partì con la furia di un tornado.  

 “Quella donna e completamente pazza” pensò Kanata.

 Qualche minuto dopo arrivò al parco. Vide i suoi amici seduti vicino alla fontana. Quando li raggiunse, Nanami iniziò subito a rimproverarlo per il suo ritardo, ma vide che nello sguardo di Kanata c’era qualcosa di strano e così chiese spiegazioni. Kanata ebbe un attimo di esitazione. Sapeva che, quando anche gli altri avrebbero saputo la verità, il fatto che Miyu non fosse tornata sarebbe diventato ancora più reale. Alla fine raccontò loro la conversazione avuta la sera precedente con Miyu.

 Rimasero tutti pietrificati. Non avevano parole per descrivere la delusione di quel momento. Stavano tutti lì, in silenzio, con lo sguardo rivolto verso il basso.

 Poi a Kanata vennero in mente le parole della signorina Mikan: “Il posto migliore per riflettere è il cinema. Così ti distrai e poi riesci a guardare i problemi da un’altra prospettiva.” Gli sembrava impossibile, ma stava proprio per seguire quel consiglio.

 -Ragazzi, che ne dite di andare al cinema?- chiese esitante.

 -Ma sei completamente impazzito!?- disse Nanami.

 -Non mi sembra proprio il momento- disse Aya.

 -Già, io sono troppo triste- disse Nozomu.

 - Anch’io- aggiunse Santa.

 -Kanata, mi dispiace ma neanche io me la sento di venire al cinema- disse Christine.

 “Non credo alle mie orecchie. Ho appena rifiutato un invito di Kanata. Devo avere qualche virus, oppure mi è venuta l’influenza. No, è solo che Miyu mi manca troppo” pensò Christine triste.

 -Ma non capite?!- disse Kanata deciso.

 Tutti lo guardarono sorpresi.

 -Abbiamo bisogno di distrarci. E il cinema è la migliore soluzione. Il film attirerà la nostra attenzione e penseremo meno a Miyu.- “…o almeno spero.”

 Kanata li guardò con aria di supplica. Infine Santa disse rivolto agli altri: -Kanata ha ragione! Dobbiamo distrarci per un po’. Sono con te amico!-

 Gli altri lo guardarono e poi sorrisero.

 -Sì, anche noi!-

 -Non ci credo, andrò al cinema con Kanata!- disse Christine elettrizzata.

 -Allora, Kanata- disse Santa. –Che cosa andiamo a vedere di bello! Un film sugli UFO, o sulle arti marziali. No, aspetta. Ho sentito che è uscito un nuovo film di Fantascienza, se non sbaglio è americano…-

 -Veramente io pensavo più a qualcosa tipo…-

 -…Perdersi nel Mare dell’Amore?!- disse Santa quando presero posto sulle loro poltrone davanti allo schermo. –Allora tanto vale prendere un sonnifero e farsi una bella dormita. Ma come ti è venuto in mente di venire a vedere questa roba?! E dire che ti ho pure assecondato.-

 -Una persona mi ha detto che i film romantici sono i migliori per distrarsi- disse Kanata calmo.

 -Sì, certo. Se non stai attento ti distrai così tanto che entri in coma! La cotta per Miyu ti ha davvero rammollito!- disse Santa ridendo.

 -Volete smetterla voi due!- disse Aya spazientita. –Il film sta per iniziare.-

 Purtroppo il film non ebbe l’effetto sperato su Kanata. Continuava a pensare a Miyu. Ma sugli altri stava funzionando. Le ragazze erano completamente rapite, e Santa e Nozomu si stavano sciogliendo in lacrime.

 -A quanto ne so questa deve essere la scena più bella del film- disse Nanami. –Quando lei si rifiuta di partire per l’Australia con lui.-

 Kanata cercò di concentrarsi sul film almeno per qualche minuto.

 -Yukito…- stava dicendo la protagonista. –Io ti amo più della mia vita, ma non posso più partire.-

 …non posso più partire…  

 Kanata spalancò gli occhi.

 -…da quando sto con te mi sento troppo sola!-

 …il dottore mi ha vietato di viaggiare dal sola…sola…sola…

 Quella parola riecheggiò nella testa di Kanata, come il suono di un martello pneumatico. Quanto era stato stupido! La soluzione era così semplice! Ma perché non ci aveva pensato prima!? La sua mente lavorava velocissima, e in pochi secondi ideò il suo piano.

 -Santa, io devo andare.-

 -Ma, Kanata. Adesso c’è la parte più bella- disse Santa.

 -Mi dispiace, ma mio padre mi aveva chiesto di fare una commissione per lui e me ne sono ricordato solo ora.-

 - D’accordo va pure. Spiegherò tutto io agli altri.-

 -Ti ringrazio.-

 Così Kanata uscì dal cinema e si diresse a gran velocità verso casa. Il cuore gli batteva forte per l’emozione. La soluzione gli era davvero apparsa davanti agli occhi come per magia. Promise a sé stesso che appena l’avesse vista, avrebbe ringraziato la signorina Mikan di cuore. A quanto pare, è vero che il cinema aiuta!

 

 

Quale sarà il piano di Kanata? Scopritelo nel prossimo capitolo.

Vi aspetto in tanti. Mi raccomando recensite.

 

Un grazie speciale a:

Miss Miyu91

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Alexia

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Capitolo 9
*** Andata e Ritorno ***


Scherzi del Destino- Capitolo 9

Mi dispiace di averci messo così tanto ad aggiornare, ma non è stata colpa mia. La colpevole è la mia prof di latino e greco che questa settimana ci ha dato un vagone di compiti. Vi chiedo ancora perdono! Buona lettura!

 

Scherzi del Destino

 

Capitolo 9

Andata e Ritorno

 

 Due ore dopo Kanata si trovava su un treno diretto a Tokyo. Stava ripensando alla conversazione avuta poco prima con suo padre.

 -Che cosa è successo Kanata?- disse Onshio quando vide il figlio correre a perdifiato nella sua stanza.

 Lo raggiunse e vide che aveva preso dall’armadio la sua borsa da viaggio e ci stava mettendo dentro alcuni indumenti.

 -Kanata, ma cosa stai facendo?-

 -Non si vede? Sono in partenza- disse Kanata senza guardarlo.

 -In partenza!? E per dove?!-

 - E’ un segreto- disse Kanata serio.

 -Un segreto? Andiamo Kanata, sono tuo padre, non ci dovrebbero essere segreti tra noi.-

 -Mi dispiace, papà. Ma non posso proprio dirtelo. Ti prego, fidati di me. Non sto facendo niente di pericoloso o di illegale.-

 Onshio guardò il figlio negli occhi. Lo sguardo del ragazzo era determinato. Allora capì che anche se avesse insistito, non avrebbe mai potuto fermarlo.

 -Va bene, Kanata. Se proprio devi, vai pure.-

 -Grazie, papà- disse con un grande sorriso. Si incamminò verso la porta.

 -Posso almeno sapere quando intendi tornare?- gli chiese il signor Sayoni.

 -Se tutto va bene, tornerò domani stesso- disse e uscì.

 “Tra cinque minuti arriveremo alla stazione di Tokyo. Vi invitiamo a rimanere seduti.”

 L’annuncio dell’arrivo interruppe i pensieri di Kanata. Il treno iniziò a rallentare, fino a quando si fermò completamente. Kanata si alzò, prese il suo bagaglio e si diresse verso la porta del treno. Scese, si guardò intorno in cerca dell’uscita. Improvvisamente sentì qualcuno gridare il suo nome. Si voltò e vide la signora Kozuki correre verso di lui.

 -Oh Kanata- disse cercando di riprendere fiato. –Per fortuna ce l’ho fatta. Non avrei mai potuto permettere che te ne andassi in giro per Tokyo da solo.-

 Kanata era molto sorpreso non aveva detto a nessuno dove sarebbe andato. Allora, come faceva la signora Kozuki a saperlo?

 Miki notò il suo sguardo interrogativo e capì che doveva dargli qualche spiegazione.

 -Se ti stai chiedendo come mai sapevo che saresti venuto a Tokyo, la risposta è semplice: tuo padre.-

 -Mio padre!?- disse Kanata ancora più confuso.

 -Sì- rispose lei con un sorriso. –Quando ha visto che avevi tanta fretta di partire, ha capito che saresti venuto qui. Così mi ha telefonato pregandomi di tenerti d’occhio. A quanto pare tuo padre ti capisce più di quanto pensi.-

 -Già- disse Kanata abbassando lo sguardo. Forse aveva sbagliato a non dire a suo padre dove stava andando. Però lo aveva fatto perché se Christine avesse saputo che era andato da Miyu, come minimo avrebbe raso al suolo mezza città.

 -Comunque- continuò Miki. –Non sai come sono contenta che tu sia venuto a trovare Miyu. Mia figlia è così giù di morale. Rivederti la renderà così felice che farà i salti di gioia. Naturalmente nel limite del possibile visto che ha un piede ingessato.-

 Entrambi sorrisero. Si incamminarono verso l’uscita.

 -Kanata, non ti sembra un po’ poco rimanere solo fino a domani? Miyu ci resterà male quando lo saprà.-

 -Non deve preoccuparsi per questo- disse Kanata tranquillo, -perché domani Miyu partirà insieme a me.-

 -Cosa!?- chiese Miki stupita.

 

 

 Nel frattempo la povera Miyu era seduta sul divano con il piede destro appoggiato su un cuscino. Quel giorno faceva un caldo tremendo e la ragazza cercava di rinfrescarsi facendosi vento con un ventaglio. Guardò per l’ennesima volta le stampelle poggiate alla poltrona che stava vicino a lei. Le usava da meno di un giorno eppure già le detestava. Maledisse ancora una volta la biglia che l’aveva fatta cadere e accese la televisione. Premette distrattamente i tasti del telecomando passando da un canale all’altro, senza però trovarne uno che riuscisse a distrarla. Così spense la TV, poggiò la testa su un cuscino e chiuse gli occhi.

 “Chissà cosa starà facendo Kanata in questo momento? Vorrei tanto chiamarlo, ma dopo la conversazione che abbiamo avuto ieri, ho paura che non voglia sentirmi mai più. Forse è meglio che sia lui a fare il primo passo…”

 -Miyu?- disse Miki dall’ingresso.

 La ragazza sussultò. Era talmente presa dai suoi pensieri che non aveva sentito la madre aprire la porta. Ma cosa ci faceva a casa così presto? Di solito i suoi genitori finivano di lavorare quando era ormai sera.

 -Miyu? Ci sei?- chiese Miki preoccupata.   

 -Certo, che ci sono. Dove vuoi che vada- rispose Miyu.

 Miki si voltò a guardare Kanata. Si vedeva lontano un chilometro che era molto emozionato.

 -Tesoro, puoi venire un attimo nell’ingresso? C’è una sorpresa per te- disse Miki facendo l’occhiolino a Kanata.

 -Va bene arrivo- disse Miyu un po’ seccata.

 “Sta arrivando” pensò Kanata, con il cuore che gli batteva nel petto. “Finalmente sto per rivederla”.

 -Allora qual è questa sor- pre- sa…?- Miyu era rimasta di sasso, e si manteneva in equilibrio a fatica con le sue stampelle a causa dell’emozione.

 Tuttavia anche Kanata, dal canto suo, era rimasto senza parole. Era bellissima, forse anche più bella dell’ultima volta che l’aveva vista. Aveva legato i capelli in una coda di cavallo e questo faceva risaltare ancora di più la perfezione del suo viso. Più la guardava e più gli sembrava di essersi innamorato di lei una seconda volta. Però questo era un amore diverso, più maturo. Vedendola su quelle stampelle aveva provato un improvviso impulso di protezione verso quella ragazza che per due anni era stata la sua compagna di avventure. In quel momento capì che non l’avrebbe più voluta lasciare. Mai più.

 Continuarono a fissarsi per qualche secondo, poi Kanata, prendendo coraggio, disse:

 -Ciao, Miyu- e alzò la mano in segno di saluto.

 - Ka- Kanata- disse lei con le lacrime che le scendevano sul viso.

 -Ma come? Anche adesso ti metti a piangere?- disse lui sorridendo.

 -Kanata!!!- e senza preavviso, Miyu si lanciò verso il ragazzo lasciando cadere a terra le stampelle. Kanata la accolse in un caldo abbraccio e cominciò ad accarezzarle la testa per cercare di calmarla. Miki decise di lasciarli soli e così se ne andò in cucina.

 -Oh, Kanata!- disse Miyu continuando a piangere sulla spalla di lui. –Pensavo che dopo quello che ci siamo detti ieri , non ti avrei rivisto mai più. Pensavo che mi odiassi.-

 -Miyu, ma come hai potuto pensare una cosa del genere? Non potrei mai odiarti, perché io…-

 I due ragazzi si guardarono negli occhi. Miyu non poteva credere alle sue orecchie. Kanata stava davvero per dirle quelle parole che l’avrebbero resa la ragazza più felice del mondo? Stava davvero per dirle che era innamorato di lei?

 -Miyu…- disse Kanata arrossendo.

 “Ecco, ci siamo. Miyu sta calma, andrà tutto bene. Devi solo rispondere: anch’io ti amo Kanata” si disse la ragazza emozionata.

 -Miyu…io… io volevo dirti che… sì, insomma…che io ti…-

 -Ragazzi!- disse Miki dalla cucina.

 I due caddero a causa dell’interruzione.

 -Cosa c’è, mamma?!- chiese Miyu irritata.

 -Il pranzo è pronto. Quando volete potete venire a mangiare- disse Miki.

 -Va bene. Tra poco arriviamo- disse Miyu spazientita, poi si rivolse con dolcezza a Kanata e disse: -Allora cosa volevi dirmi?-

 -Eh? Ah niente di importante, me lo sono pure dimenticato- disse imbarazzato.

 -Capisco- disse Miyu abbassando lo sguardo.

 Poi Kanata raccolse le stampelle da terra e gliele porse. Miyu mormorò un “grazie” e si diresse verso la cucina.

 -Ah, Miyu?- disse Kanata.

 Lei si voltò speranzosa.

 -Sì, dimmi.-

 -Ehm, ecco…Potrei usare un attimo il telefono?-

 -Ah, sì certo. E’ lì, sul tavolino- disse Miyu delusa. Poi andò verso la sala da pranzo.

 “Maledizione. Se solo la mamma non ci avesse interrotti. E pensare che lei sarebbe la persona più felice dell’universo se io e Kanata… Ah, ma è meglio lasciar perdere! Adesso ho solo voglia di mangiare una tripla porzione di riso al curry.”

 Intanto Kanata.

 -Pronto?- disse la voce al telefono.

 -Nanami? Sono Kanata.-

 -Kanata? Ma si può sapere che fine hai fatto? Quando il film è finito eri sparito nel nulla. Che cosa è successo? E non dirmi che dovevi fare una commissione per tuo padre, perché non ci crederei neanche se lo vedessi.-

 -Ecco, avevo un impegno importante… Dovevo prendere un treno.-

 -Un treno? E per dove?- chiese Nanami sempre più confusa. Poi improvvisamente capì. –Non dirmi che sei a Tokyo?!-

 -Sì. Sono proprio a Tokyo. Anzi se devo essere preciso sono a casa di Miyu.-

 -Ma che diavolo ci sei andato a fare a casa di Miyu? Senza dirci niente poi.-

 -Sono venuto a prenderla- rispose lui semplicemente.

 -Che cosa?!-

 -Ma sì! Non capisci?! Il dottore le ha detto che non può viaggiare da sola, ma se l’accompagno io non ci saranno problemi.-

 -Lo sai. Forse hai ragione, non avevo proprio pensato a questa soluzione- disse Nanami sorridendo. –Ehi, aspetta un attimo!- esclamò preoccupata.

 -Che c’è?-

 -Quando tornerete?-

 - E’ proprio per questo che ti ho chiamata. Tu e gli altri riuscite ad organizzare la festa per domani pomeriggio?-

 -Kanata, ma sei completamente impazzito?! Avresti potuto darci un po’ più di tempo!- disse lei furiosa.

 -Scusa. Ma stamattina, quando ho comprato il biglietto del treno, mi sono completamente dimenticato della festa. Volevo solo venire a Tokyo, prendere Miyu e tornare a casa il più presto possibile.-

 -Va bene, va bene. Vedrò quello che posso fare- disse Nanami comprensiva. –Infondo l’amore fa fare cose strane.-

 -Ma che cosa stai dicendo?!- disse Kanata arrossendo.

 -Niente, lascia perdere- disse Nanami rassegnata. Non aveva proprio voglia di sentirsi dare della pazza visionare anche da lui…        

 -Comunque se ti trovi in difficoltà, puoi sempre chiedere a Christine di darti una mano. Quella ragazza è sempre piena di risorse.-

 -Non posso. Christine partirà stasera per la Francia con i suoi genitori e non tornerà fino alla fine delle vacanze.-

 -Ma perché quando hai bisogno di qualcuno non c’è mai? Va be’, non importa. Vedi quello che riesci a fare, tanto sono sicuro che Miyu sarà felicissima anche solo per una semplice cena con i suoi amici.-

 -Sì, lo credo anch’io- disse Nanami.

 -Bene, ci vediamo domani allora.- disse Kanata.

 -Sì, ciao.- E riattaccarono.

 Kanata si diresse soddisfatto verso la sala da pranzo. Aveva una fame tremenda. Ma non fece in tempo ad entrare che Miyu gli si lanciò di nuovo addosso per abbracciarlo, lanciando in aria le stampelle.

 -Ma cosa…?-

 -Grazie! Grazie! Grazie!- disse Miyu sorridendo.

 -Per cosa?- chiese lui stupito.

 -La mamma mi ha detto che in realtà non sei venuto a Tokyo solo per vedermi, ma anche per riportarmi al tempio. Grazie!- e gli diede un bacio sulla guancia.

 -Oh, ma che carini!- disse Miki con aria sognante. –Sembrate una coppia di fidanzatini!-

 I due arrossirono violentemente e si divisero.

 Kanata raccolse nuovamente le stampelle e le porse a Miyu. Non avevano il coraggio di guardarsi negli occhi.

 Miki guardava le scena divertita.

“Quei due sono proprio cotti” pensò.

 

 

 La mattina seguente i signori Kozuki accompagnarono Miyu e Kanata alla stazione.

 -Mi raccomando Kanata, prenditi cura di Miyu- disse Yu sorridendo.

 -Certo, signor Kozuki. Non la perderò un attimo di vista- e guardò Miyu, che arrossì.

 -Ah, Miyu, quasi dimenticavo. Devo dirti una cosa importante- disse Miki.

 -Cosa?- le chiese Miyu.

 -A fine agosto ci dovremo trasferire.-

 -Che cosa!? E dove?!- chiese Miyu stupita.

 -Ancora non ce l’hanno detto. Sembra che abbiano aperto un nuovo centro di ricerche spaziali e vogliono che sia tuo padre a dirigerlo.-

 -Ti prego, dimmi almeno che è in Giappone e non dall’altra parte del mondo- disse Miyu con aria disperata.

 -Non preoccuparti mi hanno assicurato che non è all’estero.-

 Così Miyu e Kanata salirono sul treno verso un nuovo periodo della loro vita. E questa volta erano di nuovo insieme. Molti guai e molte sorprese li stavano aspettando, ma entrambi erano pronti ad affrontare qualsiasi cosa.     

 

 

Vi aspetto al prossimo capitolo. Che cosa succederà?

Mi raccomando non perdetevelo!

Ringrazio tutti i lettori.

 

Un grazie speciale a:

Miss Miyu91

Follettina

Lady_Sue1789

Alexia

Fragrance

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Capitolo 10
*** Festa Con Sorpresa ***


sc

Chiedo umilmente perdono per averci messo così tanto ad aggiornare, però la mia ispirazione era andata a farsi friggere e i miei impegni scolastici hanno occupato la maggior parte dei miei pomeriggi. In effetti oggi non avevo in programma di scrivere però quando ho acceso il computer mi sono detta “fammi rileggere un po’ Scherzi del Destino” e senza accorgermene le mie mani hanno cominciato a schiacciare i tasti. L’ispirazione mi è tornata tutta d’un colpo. Be’ che dire, io sono fatta così: ci sono giorni in cui scrivere mi risulta facilissimo e giorni in cui proprio non ci riesco. Cmq ora vi lascio a questo nuovo capitolo sperando che sia di vostro gradimento… :P Buona Lettura a tutti!

 La vostra Scarcy90

 

 

 Scherzi del destino

 

Capitolo 10

Festa con Sorpresa

 

 Il taxi si fermò davanti alla scalinata del tempio. Kanata aiutò Miyu a scendere dall’auto e poi iniziò a scaricare i bagagli. La ragazza rimase a guardare immobile quella scalinata. Per tanto tempo aveva sognato di rivederla. E pensare che la prima volta che se l’era ritrovata davanti aveva sperato che sua madre avesse sbagliato a darle le indicazioni; infondo lei si aspettava di vivere in una grande casa e invece le era toccato un vecchio tempio. Se allora le avessero detto che quel rudere sarebbe diventato così importante per lei, probabilmente si sarebbe fatta una gran bella risata. E, invece, adesso era lì e non vedeva l’ora di salire quelle scale per l’ennesima volta…

 “Ehi, aspetta un attimo! Scale?!”

 Si voltò terrorizzata verso Kanata.

 -Cosa c’è?- le chiese preoccupato notando che era diventata molto pallida. –Stai bene?-

 -Le scale… Come faccio a salirle con questo affare- e indicò il gesso.

 -Ah, è per questo che ti stavi agitando? Stai tranquilla ho già pensato a una soluzione- disse Kanata sorridendo.

 -E quale sarebbe questa soluzione?- chiese lei scettica.

 -Eccola che arriva- disse Kanata indicando la scalinata da dove stava arrivando un ragazzo della loro età con i capelli scuri.

 -Eh?! Ma quello è Santa!- disse lei confusa.

 -Ciao Miyu- disse il ragazzo sorridendo. –Come sono felice che tu sia tornata!-

 -Grazie, Santa. Anch’io sono felice di rivederti.-

 -Allora, te lo sei fatto il ragazzo nella tua nuova scuola?- disse lui facendole l’occhiolino.

 Kanata drizzò le orecchie. Miyu diventò rossa e rispose: -No, ma figurati. Non c’era nessuno di interessante.-

-Be’, meglio così!- disse Santa guardando Kanata e facendogli un cenno di complicità.

 Kanata arrossì.

 -Che vuoi dire?- chiese Miyu confusa.

 -Niente, lascia stare- disse Santa. Poi si voltò verso Kanata. –Allora, perché mi hai detto di scendere appena vedevo un taxi fermarsi davanti alla scalinata?-

 -Devi portare i bagagli di Miyu su al tempio.-

 -Che cosa?! Dovrei portare tutta quella roba da solo?! Ma perché non li sali tu?-

 -Quanto sei stupido! Io devo portare Miyu e il suo gesso. Comunque, se vuoi, possiamo fare a cambio, tu prendi Miyu e io i bagagli- disse Kanata con un espressione furba.

 -Eh!? Oh, no, no! Preferisco cento volte portare su i bagagli- e veloce come un fulmine prese le borse e sparì sulla scalinata.

 -Ehi!- esclamò Miyu arrabbiata.

 -Be’, infondo non lo biasimo. Anche una persona con una forza sovraumana, tremerebbe al pensiero di dover fare tutte quelle scale con te sulle spalle. Vuol dire che farò questo sacrific…-

 -SCREANZATO!- urlò Miyu dandogli una stampellata in testa.

 -Ahia! Ma sei impazzita!?-

 -Non si parla così di una bella ragazza, soprattutto in sua presenza- disse Miyu mettendo le mani sui fianchi irritata. –Esigo subito le tue scuse.-

 -Che cosa?! Dovrei essere io a scusarmi, adesso?- chiese lui incredulo.

 -Sì, esatto- disse lei incrociando le braccia ancora più arrabbiata.

 -Va bene, va bene. Sono terribilmente dispiaciuto. Ma adesso andiamo altrimenti rischiamo di fare tardi- disse Kanata senza pensare.

 -Tardi per cosa?- chiese lei.

 -Ehm, volevo dire tardi nel senso che si fa buoi- cercò di riparare come poteva. Se Nanami avesse scoperto che stava per lasciarsi sfuggire della festa, lo avrebbe ucciso. Dopotutto doveva essere una sorpresa.

 Miyu lo guardò perplessa. Era sicura che avesse in mente qualcosa.  

 Improvvisamente Kanata le si parò davanti spaventandola. Le rivolse le spalle e si piegò un po’ in avanti.

 -Coraggio, salta su.- Miyu non si mosse. –Che cosa stai aspettando? Che ti spuntino le ali, forse?-

 -Ma certo che no!- rispose lei arrossendo.

 Avvicinò il suo corpo alla schiena di Kanata e mise le mani sulle sue spalle. Lui la sollevò da terra afferrandole le gambe e se la mise sulla schiena. Non era affatto pesante, anzi sollevarla era stato molto facile. Il ragazzo iniziò a salire i gradini. Si trovavano quasi a metà scalinata e ancora nessuno dei due aveva trovato il coraggio di parlare. Erano entrambi in imbarazzo. Stare così vicini li rendeva molto nervosi, eppure allo stesso tempo felici come non mai.

 -Kanata- disse Miyu quasi in sussurro.

 -Dimmi.-

 -Ecco, io… ti volevo dire che mi dispiace per prima. Non avrei dovuto colpirti. Tu sei stato così dolce con me. Prima sei venuto a Tokyo, poi mi hai riportata al tempio e adesso mi stai anche portando sulle spalle. E io ti ho ripagato picchiandoti e gridando. Scusa…-

 -Non devi scusarti. Tu sei fatta così, ed è un lato dite che mi piace moltissimo. Se non avessi reagito dopo che ti ho presa in giro, avrei pensato che non stavi bene oppure che non ti facesse piacere essere tornata. Invece ora so che sei felice.-

 Miyu sorrise e lacrime di gioia cominciarono a rigarle il viso. Non sapeva cosa rispondergli. L’aveva lasciata letteralmente senza parole. Poggiò la guancia sulla schiena di lui e chiuse gli occhi, serena. Kanata avvertì una strana sensazione all’altezza dello stomaco. Era così piacevole stare così vicino a Miyu. Le doveva aprire il suo cuore. Doveva dirle che era innamorato di lei. E lo doveva fare subito, altrimenti sicuramente avrebbe lasciato passare il tempo senza dirle niente e alla fine lei sarebbe dovuto tornare a Tokyo. Non capiva perché aveva tutta questa paura di confessarle la verità, infondo la cosa peggiore che poteva accadere era che lo rifiutasse… Ma forse lui aveva paura che accadesse il contrario. Aveva paura che anche lei lo amasse e che sarebbero stati felici insieme. Talmente felici da vivere con il terrore che qualcosa rovinasse tutto. Ah! La doveva smettere di pensare in negativo. Le doveva assolutamente dire che la amava…

 -Miyu?- chiese titubante.

 -Sì, dimmi- disse lei senza staccare il viso dalla schiena di Kanata.

 -Io… ecco, io… volevo solo dirti che… ti…-

 -Miyu!!!!!!!-

 Kanata alzò lo sguardo e vide due figure femminili che si sbracciavano salutando nella loro direzione. Addio momento di sincerità…

 -Nanami! Aya!- rispose Miyu cominciando anche lei a salutare con le braccia agitandosi pericolosamente.

 -Vuoi star ferma- disse Kanata seccata. –Se continui così rischi di cadere…-

 -Scusa, hai ragione. Ma sono così felice di rivederle.-

 Arrivati in cima Kanata fece scendere Miyu che subito fu sommersa dagli abbracci delle sue amiche. Era da tanto che non si vedevano ma la lontananza non aveva minimante modificato il loro rapporto. Cominciarono a chiacchierare felici. Kanata guardava la sua Miyu sorridendo perché adesso poteva considerarsi il ragazzo più felice del mondo. Anche se avrebbe preferito che quella di Miyu non fosse solo una visita temporanea ma definitiva.

 -Ragazze avete intenzione di stare fuori tutto il giorno?- chiese Santa dall’ingresso. –Volete entrare sì o no?-

 -Santa ha ragione- disse Aya. Miyu notò che improvvisamente il suo tono di voce era cambiato, come se improvvisamente fosse ansiosa di entrare.

 -Bene allora andiamo- disse Nanami. –Nozomu e gli altri ci stanno aspettando.- Miyu guardò Nanami sorpresa. Da quando si riferiva a Nozomu con tanta dolcezza nella voce? C’era qualcosa che non le quadrava.

 -Miyu che c’è?- le chiese Aya preoccupata.

 -Voi due avete qualcosa di strano. Non me la contate giusta.-

 Le due ragazze arrossirono vistosamente.

 -Allora, vi decidete ad entrare?- chiese di nuovo Santa impaziente.

 -Arriviamo- dissero Aya e Nanami. In un secondo scomparvero alla vista di Miyu entrando in casa e lasciando la ragazza ancora più sospettosa di prima.

 -Ehi, Kanata? Dimmi una cosa. E’ successo qualcosa a quelle due mentre ero via. Si comportano in modo strano.-

 Kanata si allargo in un grande sorriso. Miyu rimase a fissarlo ipnotizzata da quel viso meraviglioso.

 -Non preoccuparti- disse lui per tranquillizzarla. –Non è successo niente di grave. Lo scoprirai presto, comunque.-

 -Scoprire cosa?- chiese lei cercando di farsi dire di più.

 -Non spetta a me dirtelo ma solo ad Aya e Nanami- rispose lui divertito. –Sai perfettamente che non mi piace immischiarmi negli affari degli altri.-

 -Come sei antipatico!- disse lei facendogli una linguaccia. Poi si ricordò improvvisamente di una cosa. –Sbaglio o prima, mentre eravamo sulla scalinata, volevi dirmi qualcosa?-

 Kanata arrossì di colpo. Non era proprio il momento adatto per confessarle i suoi sentimenti.

 -Sì, ma… vedi… l’ho dimenticato.-

 - L’hai dimentico?!- chiese lei sospettosa.

 -E già. Forse non era molto importante- disse lui rimanendo sul vago.

 -Se lo dici tu- rispose lei rassegnata.

 -Adesso faremo meglio ad entrare prima che Santa perda definitivamente la pazienza- disse Kanata porgendole il braccio dato che le stampelle erano state portate dentro insieme al resto dei suoi bagagli. Miyu posò la sua mano sul forte braccio di Kanata. A quel tocco entrambi sentirono un brivido lungo la schiena. Per un istante i loro sguardi si incontrarono e le loro guance si colorarono di rosso. I loro respiri divennero irregolari e nessuno dei due aveva il coraggio di guardare gli occhi dell’altro. Poi senza preavviso i loro sguardi si incontrarono di nuovo e i loro cuori cominciarono a battere impazziti. Le loro labbra erano sempre più vicine come se i loro corpi fossero comandati da una forza esterna.

 -Miyu, io…-

 -Shss. Non dire niente Kanata.-

 Erano molto vicini, pericolosamente vicini. Non c’era stato bisogno di parole, tutto stava per accadere in modo molto naturale. Chiusero gli occhi sospirando. Sia Miyu che Kanata aveva sognato quel momento da molto tempo e finalmente…

 -Salve ragazzi! Che state facendo di bello?-

 -AAAAAAAAAAAH!!!- Miyu e Kanata spaventati si strinsero l’uno all’altra urlando.

 -Signorina Mikan! Vuole ucciderci per caso?- chiese Kanata irritato. Se avesse potuto l’avrebbe strozzata con le sue mani per averli interrotti.

 -Scusatemi. Spero di non avervi disturbato, sembravate così “intimi”- disse lei maliziosa.

 -Co-cosa?! Guardi che si sta sbagliando…- disse Miyu allarmata.

 -Già. Io stavo… stavo solo… ehm… ecco Miyu mi ha detto che le era entrato qualcosa nell’occhio e io stavo solo cercando di toglierla.- Che scusa banale, neanche lui ci avrebbe creduto se gliel’avessero propinata.

 -Davvero?- chiese Mikan poco convinta. –Eh dimmi, come pensavi di trovarle quello che le era andato nell’occhio se entrambi avevate gli occhi chiusi?-

 I due ragazzi si guardarono spaventati. Iniziarono a sudare a causa della tensione. La signorina Mikan continuava a fissarli minacciosa.

 -Sapete che vi dico… Sono affari vostri, io non voglio entrarci. Sono venuta qui per divertirmi. A proposito spero che la festa non sia già iniziata- disse lei sorridendo.

 Kanata si coprì gli occhi con una mano. –Mikan- disse con tono di ammonizione.

 -Festa?- chiese Miyu sorpresa. –Quale festa?-

 -Oh, accidenti! Doveva essere una sorpresa. Be’ ormai la frittata e fatta…- disse semplicemente la signorina Mikan.

 -Kanata? Si può sapere di che cosa sta parlando?- chiese Miyu ancora confusa.

 -I ragazzi hanno preparato una festa a sorpresa per il tuo ritorno- disse lui rassegnato.

 -Oh, come sono stati gentili. Non dovevano disturbarsi.-

 -Ti prego, Miyu. Quando entreremo puoi far finta di non saperne niente. Se Nanami scopre che ti ho detto già tutto mi ucciderà- disse lui supplicandola.

 -Non preoccuparti, sarò molto sorpresa- e gli fece l’occhiolino. Kanata arrossì di colpo.

 Così i tre si diressero verso l’ingresso del tempio e aprirono la porta.

 -Bentornata Miyu!- 

 Per Miyu non fu difficile fingersi sorpresa. Tutti i suoi amici erano davanti a lei e le sorridevano contenti. C’era anche il signor Sayoni, la signorina Mizzuno e Mizuki (il fratello della signorina Mikan). Il salone era davvero bellissimo, addobbato con festoni colorati e rose rosse (sicuramente opera di Nozomu). Lacrime cominciarono a rigarle il viso. Non poteva pensare che questo sogno sarebbe durato solo poche settimane. Dove avrebbe trovato il coraggio per tornare a Tokyo? Lei voleva restare lì insieme a tutti loro. D’un tratto si sentì tirare la gonna. Abbassò lo sguardo e vide la piccola Momoka che le sorrideva.

 -Mo- Momoka…- disse con voce strozzata per l’emozione.

 -Ciao signora Miyu. Come stai?-

 -Oh, Momoka!- si chinò di scatto, rischiando di farsi davvero male a causa del gesso, e abbracciò la bambina come se fosse stata la sua ancora di salvezza. –Piccola, mi sei mancata tantissimo!-

 -Anche tu, signora- disse Momoka cominciando a piangere per la felicità.

 Miyu si staccò dalla piccola e cominciò a frugare nel suo zainetto.

 -Ecco- disse porgendole una spilla a forma di coniglietto. –Ti avevo promesso che te lo avrei riportato.-

 -Il passaporto dell’amore- Momoka lo prese e lo strinse forte e sé. –Oh, Lou…-

 La festa continuò molto tranquillamente. Dopo quasi un’ora Miyu e le sue amiche continuavano a parlare ininterrottamente di tutto quello che era successo in quei mesi, sedute sui gradini dell’ingresso al salone.

 -… e quindi in ospedale il medico mi ha detto che non avrei potuto affrontare un viaggio da sola. Non vi dico come mi sentivo disperata. Ma per fortuna Kanata ha trovato la soluzione. Ma ora parlatemi un po’ di voi due. Si può sapere che avete? Prima vi siete comportate in modo strano.-

 -Ecco, vedi…- cominciò Nanami. -…il fatto è che sono cambiate alcune cose da quando sei partita.-

 -E cioè?- la invitò a continuare Miyu.

 -Nanami! Amore mio, finalmente ti ho trovata!-

 Miyu si voltò di scatto. Forse non aveva sentito bene. Nozomu aveva appena chiamato Nanami “Amore Mio”. Non era possibile! Probabilmente era talmente stanca per il viaggio da avere le allucinazioni.

 -Oh, Miyu- disse il ragazzo rivolgendosi a lei. Miyu? E da quando la chiamava solo Miyu? In genere usava nomi più sdolcinati tipo Miyuccia o Miyu Adorata. Stava succedendo qualcosa di strano.

 -Ciao Nozomu, come va?- chiese lei ancora confusa.

 -Miyu, sono così felice che finalmente tu sia tornata. La mia Nanami era così triste per la tua assenza. Ecco questa è per te- e le porse una splendida rosa rossa. –Mentre queste sono per il mio Amore.- E tirò fuori dal nulla un enorme fascio di rose bianche.

 -Nozomu, sono bellissime!- disse Nanami con dolcezza.- Ma la devi smettere di regalarmi continuamente rose, ormai a casa mia non c’è più spazio.-

 -Finché il nostro amore sarà così forte, Tesoro Mio, io continuerò sempre a regalarti le rose più belle del mio roseto anche se tutte impallidiscono in confronto alla tua bellezza divina.-

 Nanami diventò rossa come la rosa che Miyu aveva in mano.

 -Be’ adesso vi lascio. Scommetto che avete ancora tanto da dirvi- e dando un leggero bacio sulle labbra a Nanami si diresse verso il gruppo dei ragazzi.

 Miyu guardava l’amica sbalordita. –Tu e Nozomu? Se non l’avessi visto con i miei occhi non ci avrei mai creduto.-

 -E’ per questo che non te ne ho parlato per telefono- disse Nanami imbarazzata.

 -Ma come è successo? Cioè quando me ne sono andata sopportavi Nozomu a malapena e adesso invece è il tuo ragazzo.-

 -Non so dirti nemmeno io quando è cominciata esattamente. So solo che forse mi è sempre piaciuto ma mi sono resa conto di provare qualcosa per lui solo in quest’ultimo periodo. Vedi Miyu, il fatto è che dopo la tua partenza io mi sentivo estremamente sola. Anche se c’erano Aya e gli altri sentivo la tua mancanza e l’unica cosa che riusciva a tirarmi su di morale era vedere Nozomu che ci provava con tutte le ragazze della scuola. Ogni volta che lo vedevo andare in giro a distribuire rose mi veniva sempre da ridere. Così un giorno gli ho chiesto come mai continuasse a comportarsi in questo modo. Perché non si mettesse a cercare una ragazza da amare e che lo ricambiasse. Ma lui mi ha risposto che c’era già una ragazza che aveva stregato il suo cuore ma che lui per questa ragazza neanche esisteva, anzi era convinto che lei lo odiasse. Così io gli ho consigliato di dichiararsi perché molte volte le cose non stanno come noi pensiamo. E lui sai che ha fatto?-

 -Che ha fatto?- chiese Miyu rapita da quel racconto.

 -Quello stesso pomeriggio è venuto a bussare alla porta di casa mia. Quando ho aperto mi ha porto una sola bellissima rosa bianca dicendo: “So che le rose bianche sono le tue preferite”. Ti lascio immaginare la mia sorpresa, non sapevo assolutamente cosa dire. Poi lui ha continuato: “Nanami, io volevo solo dirti che la ragazza di cui sono innamorato… ecco, …sei tu!”. Io non lo so che cosa mi è preso. Il cuore ha cominciato a battermi fortissimo, e mi sono resa conto che quello che stava succedendo infondo lo avevo sempre desiderato e senza accorgermene le mie labbra si sono ritrovate sulle sue e ci stavamo baciando con dolcezza- Nanami era diventata tutta rossa nel ricordare l’episodio con cui aveva avuto inizio la sua storia d’amore.

 -Oh Nanami, sono così felice per te- disse Miyu sinceramente contenta per l’amica. Nanami le fece un enorme sorriso.

 -Be’ se proprio vuoi sapere tutto- disse Aya. –Anch’io ho una novità.-

 -Davvero?- chiese Miyu curiosa.

 -Ecco io e Santa usciamo insieme- disse l’amica arrossendo.

 -Cosa?!- chiese Miyu stupita. –Tu e Santa state insieme?!-

 -Dire che stiamo insieme è un po’ prematuro, dopotutto siamo usciti solo un paio di volte. Però confesso che mi piacerebbe molto se un giorno tra noi ci fosse qualcosa di più- disse Aya tutto d’un fiato.

 -Certo che se ogni volta che verrò a trovarvi ci saranno novità di questa portata rischio davvero di perdere il filo- disse Miyu sorridendo.

 -E di te che ci dici?- chiese Nanami con un sorrisetto furbo.

 -Che- che vuoi dire?-

 -Conosciuto qualcuno di interessante nella nuova scuola?- chiese ancora più maliziosa.

 -No, nessuno- rispose lei rabbuiandosi. –Purtroppo lì mi hanno vista sempre come la figlia di Miki e Yu Kozuki, quindi era più il tempo in cui rispondevo a domande su loro due che a fare conoscenza. E poi, se volete la verità, mi mancavano gli amici che avevo qui.- La ragazza alzò lo sguardo e notò che Kanata la stava fissando. Entrambi arrossirono e cominciarono a fissare il pavimento. E intanto Nanami che si era accorta di tutto si godeva la scena.

 -Scommetto che quello che ti mancava più di tutti era Kanata.-

 Miyu alzò di scatto la testa.

 -Andiamo Miyu, smettila di fingere- disse Nanami. –Si vede lontano un chilometro che sei innamorata persa di lui.-

 La ragazza si rese conto di non poter più fare finta di niente. Ormai aveva preso piena coscienza dei suoi sentimenti ed era giusto che le sue amiche sapessero la verità. Infondo loro avevano trovato il coraggio di essere sincere con lei, perché lei non doveva farlo?

 -E va bene. Hai vinto. Sono innamorata di Kanata.- Dirlo ad alta voce le aveva dato un gran senso di leggerezza, come se si fosse tolto un grosso peso dallo stomaco.

 -Era ora che lo ammettessi!- disse Aya entusiasta. –Anche questa conversazione finirà dritta dritta nella mia nuova sceneggiatura.-

 Miyu impallidì.

 -Aya! Ma che ti salta in mente! Nessuno dovrà sapere quello che provo per lui. Non voglio neanche immaginare cosa succederebbe se Christine… A proposito che fine ha fatto Christine? Qui non l’ho vista- chiese Miyu guardandosi intorno.

 -Kanata non te l’ha detto?- le chiese Nanami. –Christine è in Francia con i suoi genitori. Tornerà tra qualche settimana, forse pochi giorni prima della tua partenza.-

 -Oh, no- disse Miyu dispiaciuta. –Mi mancano così tanto le sfuriate di Christine. Sono così divertenti.-

 -Ragazze- disse una voce alle loro spalle. Era la signorina Mizzuno. –Che ne dite di entrare stiamo per tagliare il dolce e dopo ci sarà anche il gelato.-

 -Sì- risposero le tre ragazze all’unisono.

 Circa mezz’ora dopo, mentre tutti avevano ricevuto la loro seconda porzione di gelato, il campanello suonò. Tutti si chiesero chi poteva essere a quell’ora. Il signor Sayoni si diresse all’ingresso e tornò poco dopo seguito da una bellissima ragazza alta e dai lunghi capelli neri.

 -Akira!- disse Kanata sorpreso.

 

 

N.d.A. Per chi non lo ricordasse Akira è l’amica d’infanzia di Kanata che è apparsa in un paio di episodi dell’anime. Anche se non lo dice esplicitamente è innamorata di Kanata. Naturalmente darà parecchio filo da torcere a Miyu nel prossimo capitolo. Ma non preoccupatevi perché … Be’ è meglio non anticipare niente, quello che vi posso dire è che ci sarà fino alla fine di questa ficcy. :P    

 

 

 Vi avviso già da adesso che non ho idea di quando potrò aggiornare. Comunque spero di riuscire a finire la ff durante le vacanze di Natale. In base alle mie idee non dovrebbero mancare molti capitoli (anche se io sono imprevedibile ^__^ ).

 

Ringraziamenti:

 Prima di tutto ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia ff (che ha superato le 500 letture, me tanto tanto commossa T__T ) e poi Alexis_92, Lady_Sue1789, Millennia Angel che l’hanno messa tra i preferiti (thank you!!!!!).

 Ma ora veniamo ai ringraziamenti per quei lettori che sono stati così dolci da aver lasciato una recensione:     

 Follettina: ti ringrazio dal più profondo del cuore per aver recensito quasi tutti i miei capitoli e sono contentissima che la ficcy ti piaccia. Quando l’ho cominciata non pensavo che sarebbe piaciuta a qualcuno e vedere che ci sono persone come te che l’apprezzano così tanto mi fa sentire orgogliosa del mio lavoro. Grazie ancora… TVTTTTTB!!!!

 Fragrance: volevo ringraziarti per tutte le recensione che hai scritto. Grazie! Grazie! Grazie! Per quanto riguarda Christine, non preoccuparti molto presto le sue manie di possessione si sposteranno su un altro soggetto e lascerà in pace Kanata… Ma appena tornata dalla Francia le verrà un colpo nel sapere che sia Miyu che Akira hanno girato attorno al suo Kanata durante la sua assenza… Spero che continuerai a recensire. Ciao Kiss!!!! TVTTTTB!

 MissMiyu91: ringrazio anche te per tutte le tue bellissime recensioni e per non avermi mai abbandonata. Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto e che continuerai a dirmi che cosa ne pensi. Ciao Kiss!!! TVTTTTB!

 Eleonora94: grazie per la comprensione. I miei prof sono proprio senza pietà, sto studiando più in questo periodo che in tutti i miei anni scolastici messi insieme. Goditi le medie finché puoi. Cmq grazie per la recensione. Sono strafelice che la mia ficcy ti piaccia. Spero che continuerai a farmi sapere la tua opinione. Ciao Kiss!!!  TVTTTTTB!!

 Angolyu: sono contenta che la storia ti sia piaciuta. Grazie infinite per la tua recensione. Ciao Kiss!!!

 Ariuka: Grazie! Grazie! Grazie! Per la recensione e per i complimenti riguardo al mio modo di scrivere. Mi raccomando continua a recensire. Ciao Kiss!!!

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Capitolo 11
*** Il Piano Di Christine ***


Scherzi Del Destino- Capitolo 11

Finalmente sono riuscita a finire un altro capitolo. Purtroppo sono stata prima due settimane con la febbre alta, poi il computer ha deciso di rompersi e come al solito i prof ci hanno sommersi di compiti, quindi non sono riuscita ad aggiornare prima di oggi. Questo chappy è una specie di introduzione al prossimo che sarà davvero pieno di colpi di scena.

 Adesso vi lascio alla lettura.

 
 

 

Scherzi Del Destino

Capitolo 11

Il Piano Di Christine

 

 Erano passate quasi tre settimane dal ritorno di Miyu, ed era andato tutto liscio come l’olio. Come la ragazza aveva previsto tornare dai suoi amici era stata la cosa migliore che le potesse capitare. L’unica piccola, insignificante, banale nota stonata in tutta quella situazione era la presenza di Akira. Quella ragazza era peggio di una cozza attaccata allo scoglio. Era sempre al tempio, in continuazione e a qualsiasi orario. Quindi Miyu si poteva scordare le romantiche sere seduta sulla scalinata a parlare con Kanata, perché in un modo o nell’altro Akira riusciva sempre a mettersi in mezzo. Ma la cosa che Miyu temeva di più si avverò in uno di quei pomeriggi assolati. Lei stava seduta fuori in cortile con il suo solito gesso a farle compagnia, e guardava Kanata mentre stendeva il bucato. Improvvisamente Akira spuntò fuori dal nulla e abbracciando Kanata, come se Miyu non li stesse guardando, disse: -Non ci crederai mai. Mi ha appena telefonato mio padre dall’America e ha detto che l’azienda in cui lavora gli vuole affidare la direzione di una filiale che si trova proprio in questa città. Ci trasferiremo di nuovo qui.-

 -Ma è fantastico- disse Kanata. Poi sentì un tonfo e vide che Miyu non stava più seduta sul gradino ma era entrata in casa sbattendo la porta.

 “Accidenti!” pensò Miyu infuriata, dopo che si era chiusa nella sua camera. “Tra poco più di una settimana io dovrò tornare a Tokyo, mentre “Miss Amica D’Infanzia” si trasferirà di nuovo in questa città. Ma si può essere più sfortunati?!”

 Comunque nei giorni seguenti successe anche qualcosa di positivo. Finalmente era arrivato il momento per Miyu di togliere quel gesso insopportabile. Così il martedì mattina, accompagnata da Kanata, raggiunse il reparto di ortopedia dell’ospedale. I due ragazzi sedettero nella sala d’aspetto senza parlare. Fu Miyu a rompere quel silenzio assordante.

 -Così… Akira tornerà a vivere qui.-

 -Già- rispose lui con tono distratto.

 -E tu ne sei contento?-

 -Be’ è una mia amica e le voglio bene come una sorella. Quindi mi sembra perfettamente normale che il suo ritorno mi faccia piacere.-

 -Sì, certo. Però quello a cui mi riferivo era altro- disse Miyu seccata.

 -Non capisco- rispose lui confuso.

 -Andiamo, Kanata. Si vede lontano un chilometro che Akira prova un sentimento nei tuoi confronti che va ben al di là dell’amicizia- disse lei sentendo che le lacrime stavano cominciando pungerle gli occhi.  

 -Ma di che stai parlando? Io e Akira siamo solo amici, e non credo proprio che lei provi qualcosa per me.-

 “Ma perché i ragazzi sono sempre così ottusi quando si tratta d’amore. Eppure Kanata è un ragazzo intuitivo” pensò Miyu disperata.

 -Signorina Kozuki?- chiese una voce femminile alle loro spalle.

 Miyu si voltò e vide che apparteneva ad una bella infermiera dall’aria dolce e materna.

 -Sì, sono io.-

 -Il dottor Sato non è ancora arrivato, però se vuole lei può aspettare nel suo studio.-

 -Va bene.-

 -Se vuole può entrare anche lei- disse rivolta a Kanata. Il ragazzo stava per rispondere, ma Miyu fu più veloce.

 -Kanata, non c’è bisogno che entri anche tu, me la posso cavare benissimo da sola- disse Miyu in modo brusco.

 -Ok. Come vuoi tu- rispose lui irritato.

 Miyu prese le stampelle e, aiutata dall’infermiera, entrò nello studio del dottore. Si sedette sul lettino e aspettò. Kanata era proprio uno stupido. Come faceva a non accorgersi che Akira era innamorata di lui. Se prima dell’arrivo di quella ragazza Miyu non voleva tornare a Tokyo, figurarsi adesso che avrebbe lasciato Kanata solo con lei. Era talmente arrabbiata che in uno scatto d’ira tirò un forte calcio a una delle sue stampelle che andò a colpire in pieno volto il medico che stava entrando. Miyu impallidì.

 -Mi scusi tanto- disse imbarazzata.

 -N-non t-ti pre-preoccupare- rispose il dottor Sato con ancora la stampella sul viso.

 Miyu ebbe la strana sensazione di aver già visto quel ragazzo. E quando il medico si tolse la stampella dal viso ne ebbe la conferma.

 -AAAAAAHHHHH!!!!-

 Kanata, che si trovava ancora nella sala d’aspetto, sentì l’urlo di Miyu e spaventato si precipitò di corsa nello studio del dottore. Aprì la porta talmente in fretta che colpì il dottor Sato sulla schiena e lo fece arrivare dritto dritto contro il muro.

 -Miyu, che succede?!- le chiese con tono preoccupato.

 -Il-il dottore, gu-guarda il dottore.-

 Kanata si voltò a guardare il medico che si stava rialzando dolorante. Quando lo vide in faccia non riuscì a trattenere un urlo per la sorpresa.

 -Baumiao- esclamò.

 -Scusate- chiese il dottor Sato confuso. –Che significa Baumiao?-

 -Kanata?- sussurrò Miyu all’orecchio del ragazzo. –Non trovi che somigli in modo impressionante a Baumiao quando si trasformava il quel ragazzo con i capelli biondi che fingeva di abitare al tempio con il figlioletto.-

 Kanata annuì. Sembrava proprio lui.

 -Ci scusi dottore- disse il ragazzo mortificato. –E’ solo che lei somiglia molto a un nostro amico che abita molto lontano da qui, e vederla ci ha un po’ shockati.-

 -Capisco- rispose il medico sorridendo. –Ora che vi siete calmati potrei vedere la gamba della signorina.-

 -Ah, sì- disse Kanata allontanandosi da Miyu per permettere al medico di visitare la ragazza.

 Dopo qualche secondo il dottor Sato disse: -Bene, Miyu. Sei perfettamente guarita, perciò adesso ti toglierò il gesso.-

 -Sì!- esclamò Miyu esultante.

 -Però cerca di non fare sforzi e non devi saltare o correre almeno per un paio di settimane. Ok?-

 -Certo, dottore.-

 -Kanata ti prego di controllare che faccia quello che le ho detto- disse il medico rivolto al ragazzo.

 -Sì.-

 “Non ho bisogno della baby-sitter” pensò Miyu irritata.    

 Tornati a casa, Miyu e Kanata trovarono tutti i loro amici ad attenderli, compresa Akira.

 -Oh, Miyu- disse Aya commossa. –Finalmente non dovrai più usare quelle orribili stampelle per camminare. Come sono contenta.-

 -Già, lo sono anch’io- rispose Miyu sorridendo.

 -Che ne dite di festeggiare quest’evento- cominciò Nanami, -andando tutti a Momoland domani?-

 -Sì, è una splendida idea- disse Santa.

 -E’ da molto tempo che non vado Momoland, mi piacerebbe poterci tornare prima di partire.-

 -Bene, allora è deciso- disse Nanami contenta, -domani andremo tutti a Momoland.-

 

 Un enorme jet stava per atterrare nell’immenso cortile di Villa Anakomachi. Un uomo vestito da cervo stava aspettando vicino alla porta della villa il ritorno della sua padroncina. L’aereo atterrò e lentamente il portellone si aprì. Un paio di addetti avvicinarono un grande scala alla fiancata. Christine uscì dal portellone e si mise una mano davanti agli occhi per difendergli dalla raffiche di vento. Scese a terra e poco dopo fu raggiunta dal signor De Cervis.

 -Ben tornata Christine. Come è andato il viaggio?-

 -Tutto bene, grazie. Ho passato tantissimo tempo con i miei genitori e mi sono divertita molto. Però se devo essere sincera mi sono mancati molto i miei amici. A proposito- disse con una scintilla negli occhi, -qui le cose come sono andate?-

 -Ho fatto quello che mi ha chiesto signorina. Ho pedinato Kanata e Miyu in continuazione e le posso assicurare che non è successo niente, si sono comportati come fratello e sorella.-

 -Bene, mi sento sollevata.-

 -Però…- cominciò il signor De Cervis esitante.

 -Però?- chiese lei curiosa.

 -Ecco è sorto un piccolo problemino- disse tirando fuori un fazzoletto per asciugarsi il viso.

 -Che genere di problemino?-

 -Il giorno in cui la signorina Miyu è tornata, al tempio Sayoni c’è stato anche un altro arrivo. La signorina Akira.-

 -Cosa!?- i capelli di Christine cominciarono a gonfiarsi e gli occhi scintillavano impazziti per la rabbia.

 

 -Così oggi andrete tutti a Momoland- disse il signor Sayoni a miyu e Kanata mentre facevano colazione.

 -Sì- rispose Miyu contenta. –E’ un modo per festeggiare la mia ritrovata libertà da quell’orribile gesso e anche…- la ragazza abbassò lo sguardo rattristata. -… ecco, ne approfitteremo anche per stare tutti insieme prima della mia partenza.-

 Kanata alzò improvvisamente lo sguardo dal suo piatto. Dopo la discussione che avevano avuto in ospedale il giorno prima, lui e Miyu non avevano più parlato. Solo adesso il ragazzo si era reso conto che presto Miyu sarebbe tornata a Tokyo e che lui stava perdendo tempo. Tra la sorpresa per il ritorno di Akira e tutti gli altri amici che stavano sempre tra i piedi, dopo la sera della festa in onore di Miyu non aveva più trovato l’occasione giusta per rivelarle i suoi sentimenti. Doveva cercare di darsi una mossa, altrimenti lei sarebbe andata via senza sapere che lui l’amava. E chissà quando sarebbero riusciti a rivedersi.

 All’improvviso squillò il telefono e Kanata andò a rispondere.

 -Pronto? Casa Sayoni-

 -Kanata, sono Nanami.-

 -Ciao, Nanami.-

 -Ti ho telefonato per dirti che io e Nozomu non possiamo più venire a Momoland. Okame (il pappagallino di Nozomu) non sta bene e così Nozomu lo ha portato dal veterinario. Purtroppo il dottore ha detto che Okame ha un brutto virus e che lo vuole tenere in osservazione almeno fino a stasera. Sai quanto Nozomu sia affezionato ad Okame e ha detto che finché non guarirà, lui non si muoverà da qui. Così ho deciso di restare anch’io, non me la sento di lasciare Nozomu da solo.-

 -Non preoccuparti Nanami- disse Kanata. –Capisco che la situazione non deve essere facile. Salutami Nozomu, e chiamami se ti serve qualcosa.-

 -Grazie, Kanata. Ma non dovete stare in pensiero per noi. Andate a Momoland e divertitevi. Mi raccomando dai un bacio a Miyu da parte mia- disse Nanami con voce maliziosa. Kanata arrossì di colpo. –Le- le dirò che hai chiamato, ciao Nanami- e detto questo riagganciò.

 

 Nel frattempo Christine camminava decisa per la strada. Aveva in mente un piano per pedinare Kanata durante la sua romantica uscita con Akira e Miyu. Già si immaginava la scena. Kanata e le due ragazze che se ne andavano in giro per il parco dei divertimenti ridendo e scherzando. Poi seduti su una panchina a mangiare un gelato Akira e Miyu guardavano verso Kanata con pura ammirazione negli occhi. Per sbaglio Akira faceva cadere il suo gelato e Kanata con gentilezza le porgeva il suo dicendo “Preferisco privarmene io che vedere te senza.” Poi Miyu diceva con dolcezza “Oh Kanata, non posso permettere che tu rimanga senza gelato, ci divideremo il mio” e così entrambi cominciavano a mangiare dallo stesso gelato avvicinandosi sempre di più. Non poteva permetterlo! Per la rabbia diede un calcio fortissimo ad un lampione che si spezzò nel punto in cui aveva ricevuto il colpo.

 -Oh, no. Cosa ho fatto?- esclamò Christine mortificata.

 Quando finì di riparare il lampione riprese il suo viaggio. Arrivò in un condominio, salì le scale e si fermò davanti a una porta bianca. Suonò con insistenza il campanello. Finalmente la porta si aprì, ma la persona che aveva davanti non era esattamente quella che si aspettava.

 -Salve Mizuki- disse un po’ imbarazzata. –Vorrei parlare con la signorina Mikan. E’ in casa?-

 -Sì- rispose lui sorridendo, -però non credo che in questo momento sia in condizioni di poter parlare con qualcuno.-

 -Come mai? Non sta bene?-

 -Sta benissimo. Ma domani deve consegnare i suoi disegni e… be’ quando ci sono delle scadenze alle porte diventa davvero intrattabile.-

 -Mizuuukiiii- sibilò una voce tetra proveniente dal salotto. –Chi è alla porta? Chi si è permesso di disturbarmi mentre lavoro?-

 -E’ meglio se te vai- sussurrò Mizuki a Christine con tono preoccupato.

 -Allora, Mizuki? Perché non mi rispondi?- disse Mikan con voce sempre più irritata. –Chi mi ha disturbata?-

 -Signorina, Mikan. Sono Christine- disse la ragazza titubante.

 -Ah, Christine- il tono di Mikan divenne improvvisamente più tranquillo. –Entra pure. Sei la benvenuta.-

 La ragazza guardò Mizuki con aria interrogativa. Lui rispose con un’alzata di spalle e la fece entrare.

 Quando mise piede in salotto, rimase abbastanza sconvolta dallo spettacolo che aveva davanti. La signorina Mikan era letteralmente circondata da pile di fogli e dietro quella muraglia di carta si vedeva solo la sua testa mentre cercava di finire alla velocità della luce un’altra pagina del suo fumetto.

 -Signorina Mikan?-

 -Ciao, Christine- disse la donna senza degnarla di uno sguardo e continuando imperterrita a disegnare. –Accomodati pure. Quando sei tornata dalla Francia?-

 -I-ieri sera- Christine si guardava intorno in cerca di posto dove sedersi, ma senza avere molto successo. In quella stanza il caos regnava sovrano.

 -Sono venuta a chiederle un grosso favore, signorina Mikan- la donna continuava a disegnare, -però credo che in questo momento lei non mi possa aiutare, quindi è meglio se me ne vado e la lascio al suo lavoro.-

 -No, aspetta Christine. Io sono sempre disponibile ad aiutare un’amica. Avanti dimmi quel è il tuo problema.- “Dopotutto avevo proprio voglia di fare una pausa e questa è un’ottima scusa.”

 -Va bene. Come vuole.- Christine fece un lungo respiro e disse: -Questa mattina Kanata e gli altri andranno tutti a Momoland. Nessuno sa che sono tornata e così ho deciso di vedere che cosa fa il mio adorato quando io non ci sono. Ma mi interessa soprattutto scoprire cosa fanno lui e Miyu sapendo che non devono preoccuparsi che io rada al suolo la città se li vedo insieme. Inoltre ho saputo anche che è tornata Akira, e questo fatto mi fa infuriare ancora di più.-

 -E io cosa c’entro in tutta questa storia?-

 -Le volevo chiedere se aveva voglia di venire con me a Momoland. Non me la sento di andare da sola e inoltre non esiste persona al mondo più brava di lei nel pedinare la gente- disse Christine sorridendo.

 -Ma certo che verrò con te! Non potrei mai restare indifferente ad una richiesta d’aiuto.-

 -E no, Mikan! Tu non ti muoverai da quel tavolo finché non avrai finito il fumetto- disse il fratello con aria severa.

 -Andiamo, Mizuki. Quando fai così sei peggio del mio capo- disse Mikan incrociando le braccia. –Allora visto che non vuoi che vada io con Christine, ci andrai tu!-

 -Cosa!?- esclamarono Christine e Mizuki all’unisono.

 -Fratellino non fare il maleducato. Una dolce fanciulla ha bisogno d’aiuto e tu hai il preciso dovere di correre in suo soccorso- disse Mikan con uno strano sorriso.

 -Ma signorina Mikan, se Kanata e gli altri mi vedessero a Momoland con Mizuki po-potrebbero fraintendere la situazione- mormorò Christine arrossendo per l’imbarazzo.

 -Non ti lascerò andare da sola, e visto che non posso muovermi da qui …- disse Mikan con un’espressione un po’ minacciosa.

 -Ehm… Christine. Non preoccuparti, io sono bravo almeno quanto mia sorella nel pedinare la gente. Adesso però andiamo…- e detto questo le fece segno di seguirlo fuori.

 -Ma… io…- ribatté Christine titubante.

 Mizuki le afferrò con delicatezza il polso e la condusse nell’ingresso.

 -Ciao sorellina, ci vediamo più tardi.- Uscirono e il ragazzo si chiuse la porta alle spalle.

 -Mizuki… io… non credo che…-

 -Ascolta- disse il ragazzo sorridendo. –Mia sorella è la donna più testarda del mondo. Quindi se si è messa in testa che devo venire con te a Momoland è meglio accontentarla. Sa essere davvero insistente se vuole. Inoltre se non ti accompagno e poi ti succede qualcosa, me lo rinfaccerà per tutta la vita. Non hai ragione di preoccuparti, i tuoi amici non ci vedranno insieme.-

 Christine lo guardava stupita.

 -Va- va bene Mizuki. Accetto il tuo aiuto- e si aprì in un sorriso pieno di gratitudine.

 

 Mezz’ora dopo Miyu e Kanata si trovavano all’ingresso di Momoland, in attesa che gli altri li raggiungessero. Il gelo tra loro era palpabile. Era inutile negare che entrambi erano molto seccati per la discussione avuta il giorno prima, e nessuno dei due aveva intenzione di cedere scusandosi. Erano molto impazienti che i loro amici arrivassero per distrarli l’uno dall’altra.

 Intorno a loro c’era moltissima gente. Bambini, ragazzi, mamme, papà, nonni. Tutti pronti ad entrare nel parco divertimenti per passare una giornata diversa dal solito. Ma oltre a questi altri due individui si aggiravano nei dintorni cercando in tutti i modi di non attirare troppo l’attenzione. Avevano una missione: tenere d’occhio Kanata.

 -Kanata! Miyu!-

 I due ragazzi si voltarono al suono dei loro nomi. Akira stava correndo verso di loro con il sorriso sulle labbra. Kanata rispose al sorriso con gioia, mentre Miyu cercò, con un enorme sforzo, di sfoggiare un sorriso più vero e sincero che poteva.

 -Ciao, Akira- dissero i due ragazzi.

 -Spero di non essere in ritardo. Purtroppo ho avuto un piccolo imprevisto. Aya mi ha tenuto mezz’ora al telefono.-

 Miyu drizzò le orecchie irritata. Come mai, Aya, una delle sue migliori amiche, aveva telefono a quella gattamorta di Akira?

 -Mi ha detto che aveva provato a chiamare al tempio, ma non le aveva risposto nessuno. Evidentemente voi eravate già usciti. Comunque mi ha detto che lei e Santa non possono più venire. Stamattina Santa ha letto sul giornale che ci sarebbe stata al cinema una maratona di vecchi film sugli extraterrestri. Non se la voleva perdere e ha chiesto ad Aya di accompagnarlo.-

 Miyu strabuzzò gli occhi per la sorpresa. Ora che neanche Aya e Santa sarebbero stati con loro, si prospettava una lunga giornata in compagnia solo di quell’ottuso di Kanata e di “Miss Amica d’Infanzia”.

 “Accidenti alla mia sfortuna!”pensò Miyu disperata.  

           

   

 

 Che cosa succederà nel prossimo capitolo? Come passeranno la giornata Kanata, Miyu e Akira (della serie lui, lei e miss amica d’infanzia ndMiyu)? Miyu riuscirà a trattenersi dal farla fuori (non ci conterei troppo, adesso sta davvero cominciando a stancarmi! ndMiyu)? Oppure entrambe le ragazze dovranno fare i conti con Christine (AAAAHHHH!!!! Se si avvicinano al mio Kanata le fulmino!!! ndChris)? E Mizuki? Quale sarà il suo ruolo in tutta questa vicenda?

 Spero di avervi incuriositi abbastanza. Mi raccomando recensite!!!!!

 

 

 Ringraziamenti:

 Eleonora94: Secondo me il bello di questo anime sono proprio le interruzioni nei momenti salienti, perché contribuiscono a lasciare un po’ di suspance. Comunque ti ringrazio tantissimo per questa tua ennesima e apprezzatissima recensione. Però sto aspettando ancora il tuo parere sull’epilogo di All Again. Ti prego, dimmi che cosa ne pensi! Ciao Kiss! TVTTTTTTTB!!!!

 Follettina: grazie infinite per la tua recensione. Purtroppo dovrai sopportare Akira ancora per un po’ (in realtà ci sarà fino alla fine della fanfiction, ma a un certo punto lascerà stare Kanata per dedicarsi a qualcun altro…Chi? Non te lo dico, altrimenti ti rovino la sorpresa ^_^). Grazie ancora per tutti i complimenti che mi hai fatto. Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!!

 Miss Miyu 91: ti devo ringraziare dal più profondo del cuore perché il soprannome che Miyu da ad Akira (“Miss Amica D’Infanzia”) mi è venuto in mente proprio leggendo il tuo nickname. Grazie per la recensione. Ciao Kiss!!! TVTTTTTTB!!!

 Renzy: Sono sempre felice di ricevere recensioni da persone nuove, e sono ancora più contenta che la mia ficcy ti stia piacendo. Purtroppo con me dovrai essere molto paziente anche in fatto di storie perché in questo periodo non ho mai il tempo di continuarle. Comunque cercherò di darmi da fare per non farti aspettare troppo. Grazie per tutti i complimenti che mi hai fatto. Ciao Kiss!!!

 Angolyu: grazie per la recensione. Sono molto contenta che la mia ficcy ti stia piacendo. Ciao Kiss!!!

 

 Poi vorrei ringraziare tutti i lettori che non recensiscono e quelli che hanno messo la mia ficcy tra le preferite. Grazie!!! Vi voglio bene!!!

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Capitolo 12
*** Cos'è Il Vero Amore? ***


Scherzi del Destino- Capitolo 12

 Sono tornata con un nuovo capitolo. Oggi mi sentivo ispirata, infatti questo chappy si è praticamente scritto da solo. Preparatevi perché ne succederanno davvero delle belle, e in più ci sarà la nascita di nuova coppia. Ma adesso vi lascio alla lettura.

 

Scherzi Del Destino

 
Capitolo 12

Cos’è Il Vero Amore?

 

 -Ma dici sul serio?- chiese Kanata incredulo.

 -Sì. Aya era disperata. Però ha accettato comunque di andare con Santa. Sai com’è l’amore fa fare le cose più insensate. Ma dopotutto è bello proprio per questo…- disse Akira lanciando uno sguardo molto dolce a Kanata.

 Lui non ci fece caso, ma a Miyu non sfuggì. Sentiva la rabbia crescerle dentro come uno tsunami. E nella sua mente sentiva il suono di due voci discordanti. Era come se si fosse divisa in due. La sua parte razionale le diceva che non c’era nulla da preoccuparsi. Anche se Akira era innamorata di Kanata, lui la vedeva solo come una cara amica. Ma la sua parte istintiva le urlava a squarciagola di stare molto attenta e soprattutto le ricordava in continuazione che tra pochi giorni sarebbe dovuta tornare a Tokyo lasciando quei due completamente soli.

 Però c’era un’altra voce che di soppiatto si stava facendo strada nella sua mente. Era la sua parte pessimista. Lei si stava creando tutti quei problemi e stava cercando di barcamenarsi tra la gelosia verso Akira e la sua fiducia in Kanata, ma non aveva fatto i conti con i sentimenti del ragazzo. Aveva dato per scontato che se Kanata non era innamorato di Akira, doveva per forza provare qualcosa per lei. Ma forse non era così. Anzi quasi sicuramente non era così. Kanata la vedeva come un’amica o una sorella non l’aveva mai guardata come Nozomu guardava Nanami o come suo padre guardava sua madre. Era quella la realtà. Kanata non era innamorato di Akira, ma neanche di lei.

 -Miyu- disse la voce di Kanata che la riscosse dai suoi pensieri contorti. La ragazza sussultò. –Io vado a fare i biglietti, ci vediamo vicino ai cancelli. Ok?-

 -S- sì, va bene.-

 Miyu guardò Kanata allontanarsi. Poi si ricordò che c’era anche Akira e si voltò verso di lei. La ragazza stava sorridendo con dolcezza.

 -Sarà una bella sfida.-

 -Come scusa?- chiese Miyu confusa.

 -Tra me e te. Per conquistare Kanata- disse Akira semplicemente.

 -Cosa!? Io conquistare Kanata!? Non ci penso nemmeno- esclamò Miyu fingendosi indignata. Dentro però stava soffrendo terribilmente.

 -Fa come vuoi- continuò Akira con il suo solito tono dolce. –Però ti avviso. Combatterò con tutte le mie forze per farlo innamorare di me, quindi se fossi in te mi terrei pronta.-

 Miyu la guardò sorpresa. Akira amava davvero tanto Kanata, ed era abbastanza determinata da poter riuscire nel suo intento. Certo che però lei era parecchio avvantaggiata, non avrebbe dovuto lasciare la città la settimana successiva.

 

 -Ma si può sapere perché ci sono solo loro tre?- disse Christine cominciando ad alterarsi. Lei e Mizuki stavano seguendo con discrezione Kanata e le ragazze già da un po’, ma non c’era traccia degli altri amici. –Questa storia non mi piace per niente- gli occhi della ragazza cominciarono a emanare pericolose scintille.

 -Ho fatto qualche piccola indagine- disse Mizuki con tono calmo cercando di tranquillizzarla. –Sembra che Nanami e Nozomu non siano potuti venire perché Okame stava male. Mentre Santa e Aya all’ultimo momento hanno deciso di andare ad una maratona di vecchi film sugli extraterrestri. Quindi Kanata, Miyu e Akira si sono ritrovati da soli per puro caso, non l’avevano affatto programmato.-

 -Oh, allora è tutto apposto- disse Christine riprendendo il suo tono pacato ed educato. –Ma come hai fatto ad avere tutte queste informazioni?-

 -Ho le mie fonti segrete- disse lui con tono misterioso.

 Christine lo guardò dubbiosa.

 -E va bene- riprese Mizuki rassegnato. –Prima ho chiamato Mikan e le ho chiesto di fare una telefonata a Nanami e Aya, e di trovare qualche scusa per farsi dire cosa stessero facendo.-

 La ragazza sorrise contenta. –Be’ ottimo lavoro.-

 -Grazie.-

 Continuarono a camminare senza perdere di vista Kanata. Ogni tanto Christine lanciava qualche occhiata in direzione di Mizuki. Doveva ammettere che era stato davvero molto gentile ad accompagnarla e ad accettare di aiutarla nel pedinare quei tre. Una leggera folata di vento scompigliò delicatamente i capelli del ragazzo. E improvvisamente fu come se il suo volto si fosse illuminato di pura bellezza. Christine rimase impietrita. Non si era mai soffermata a pensare che Mizuki era davvero un bel ragazzo. I suoi lineamenti erano regolari e delicati. Il suo sorriso dolce e caldo. Per non parlare del suo carattere così gentile e altruista. All’improvviso Mizuki, sentendosi osservato, si voltò verso Christine e sorrise.

 -Qualcosa non va?-

 -No, no. V-va tutto bene- rispose lei imbarazzata.

 -Guarda. Stanno per entrare nella Casa Degli Orrori. Ci conviene aspettare fuori. Se li seguiamo anche lì dentro rischiamo di farci scoprire.-  

 -Ok- disse Christine delusa. Avrebbe preferito seguire Kanata anche là dentro, ma Mizuki aveva ragione.

 -Possiamo sederci su quella panchina laggiù, così vedremo subito quando usciranno.-

 

 -Adoro la Casa Degli Orrori- esclamò Akira prendendo Kanata sottobraccio mentre stavano entrando. – Ti ricordi quando da piccoli siamo entranti qui dentro? Abbiamo fatto finta che io ero una principessa rapita dai mostri e tu il mio principe che doveva venire a salvarmi.-

 -Ah, sì- disse Kanata sorridendo. –Un mostro ti aveva fatto talmente tanta paura che hai cominciato a correre qua è là come una pazza. Quando finalmente sono riuscito a fermarti, mi hai abbracciato e hai cominciato a piangere sulla mia spalla.-

 -Ho pianto così tanto che la tua maglietta si era bagnata tutta.-

 Kanata fece una grande risata. –Già, eri proprio una fifona.-

 -E lo sono ancora- disse Akira stringendo ancora di più il braccio di Kanata.

 Kanata si voltò con aria preoccupata verso Miyu. -Di’ un po’, sei sicura di voler entrare? Tu odi i mostri e i fantasmi.-

 -Certo che entro. Non ho poi così tanta paura- disse Miyu irritata. Tutta quella confidenza tra Kanata e Akira la faceva andare fuori di testa. Loro due potevano parlare tranquillamente in pubblico del loro passato insieme, invece lei è Kanata non potevano di certo mettersi a parlare di Lou e Baumiao quando c’era Akira. Ecco un altro vantaggio che di cui godeva “Miss Amica D’Infanzia”. Miyu doveva proprio ammettere che quella partita non si stava giocando esattamente ad armi pari.

 I ragazzi entrarono nella Casa Degli Orrori. Akira stava ancora attaccata al braccio di Kanata, mentre Miyu stava un po’ indietro di loro e aveva le gambe che le tramavano per la paura. Era buio pesto. Lei odiava quelle giostre, ma non poteva lasciare che Kanata e Akira ci entrassero da soli. Cominciarono ad avanzare, e dopo pochi passi un mostro verde sbucò sulla loro destra.

 -AAAAHHHH!!!- urlò Akira e si strinse di più a Kanata.

 Miyu era diventata viola per la paura, ma era riuscita a non urlare. Kanata la stava guadando preoccupato. Sapeva perfettamente che Miyu odiava quelle situazioni, non capiva proprio perché avesse accettato di entrare nella Casa Degli Orrori. Però doveva ammettere che da quando Akira era tornata, Miyu si comportava davvero in modo molto strano. Che fosse gelosa?

 Intanto altri mostri e fantasmi avevano fatto capolino da diverse direzioni. Akira per lo spavento abbracciò Kanata e nascose il viso nella sua spalla. Il ragazzo era stato colto alla sprovvista e non aveva potuto evitarlo. Si accorse che Miyu stava diventando sempre più viola, si vedeva lontano un chilometro che stava cercando con tutte le sue forze di non urlare.

 “Non so se essere più spaventata per tutti questi mostri, o infuriata per il comportamento di Akira” pensò Miyu sconvolta.

 All’improvviso sentì qualcosa che le toccava la spalla. Si irrigidì per la paura. Si voltò molto lentamente e si trovo a pochi centimetri da uno scheletro.

 …cinque…

 -U-u-u-u-no…-

 …quattro…

 -Sc-sc-sc-sche…-

 …tre…

 -Sc-sc-sc-schel-l…-

 …due…

 -Sc-sc-sc-schel-schele…-

 …uno…

 -Sc-sc-sc-scheletro…-

 …zero…

 -AAAAAAAAAHHHHHH!!!!!-

 Era stato davvero troppo per Miyu che spaventata a morte scappò via correndo.

 -No, Miyu! Aspetta! Non devi correre così!- Kanata riuscì a staccarsi di dosso Akira e corse dietro a Miyu per fermarla.

 -AIAH!!!-

 “Era la voce di Miyu” pensò Kanata preoccupato. “Spero che non sia successo quello che penso.”

 -Miyu dove sei?-

 -Ka- Kanata. D-da questa parte.-

 Il ragazzo seguì la voce di Miyu. Quando la trovò era a terra e con una mano si teneva la caviglia dolorante.

 -Miyu!- Kanata corse verso di lei.

 -Kanata. La caviglia mi fa malissimo- disse lei con una smorfia di dolore.

 -Lo sapevo che sarebbe successo. Te l’avevo detto di non correre- disse lui con tono preoccupato. –Vieni di porto in ospedale. Mettimi una mano intorno al collo.- La ragazza obbedì e Kanata la prese in braccio.

 -Kanata, ho paura. Non voglio che mi mettano di nuovo il gesso- disse lei con le lacrime che ormai scendevano sul suo viso.

 -Non ti preoccupare, sono sicuro che non è niente di grave non mi sembra rotta. E poi ci sono io con te- e sorrise con dolcezza.

 

 Intanto Mizuki e Christine erano ancora seduti sulla panchina in attesa che gli altri uscissero dalla Casa Degli Orrori. Christine si sentiva un po’ a disagio nello stare sola con Mizuki. Quel ragazzo la faceva sentire strana. Nessuno l’aveva mai fatta sentire così protetta e libera allo stesso tempo, era come se stare con lui su quella panchina equivalesse a stare seduta su una nuvola che non l’avrebbe mai lasciata cadere. Si voltò a guardarlo. Stava sorridendo mentre osservava qualcosa alla sua destra. Curiosa, si sporse a vedere cosa lo stesse facendo sorride. C’erano due bambini, dovevano essere fratello e sorella, lei era un po’ più grande di lui. Il piccolo aveva fatto cadere il suo zucchero filato e stava piangendo. La sorella aveva dato un morso al suo e con una smorfia di disgusto aveva detto “Questo zucchero filato proprio non mi piace! Lo vuoi tu, fratellino?”. Il bambino alzò lo sguardo e asciugandosi le lacrime annuì e prese il dolce della sorella. Lei sorrise e accarezzo la testa del piccolo.

 -Quella bambina mi ricorda molto Mikan- disse all’improvviso Mizuki. –Anche lei si sarebbe comportata così in una situazione del genere. E’ troppo orgogliosa per privarsi di qualcosa senza far vedere che lo sta facendo perché è lei a non volerla. E’ un po’ matta però è la mia sorellona.-

 -Voi due siete molto legati, vero?-

 -Sì, anche se non sembra, Mikan è una donna molto gentile e altruista. Quando ero piccolo lei mi proteggeva dal mondo e forse è per questo che ha dovuto assumere quella maschera da dura. Le voglio un bene infinito e farei qualunque cosa per lei, come lei lo farebbe per me.-

 -Piacerebbe tanto anche a me avere un rapporto così con qualcuno.-

 -Be’ non hai fratelli o sorelle però hai comunque i tuoi amici e Kanata.-

 -Già- disse Christine abbassando lo sguardo. –Ho i miei amici, però non sono mica stupida. Ho capito perfettamente che Kanata non sarà mai mio. Lui è innamorato di Miyu e anche lei lo ama. Mi sorprende che ancora non siano riusciti ad essere sinceri l’uno con l’altra.-

 -Ma se sai che non è innamorato di te, come mai continui a seguirlo?-

 -Non lo so. Forse per abitudine, o forse perché una parte di me spera ancora che i suoi sentimenti possano cambiare…-

 -Ti posso dire una cosa in tutta sincerità?-

 -Sì, certo- rispose lei alzando lo sguardo.

 -Secondo me tu non sei realmente innamorata di Kanata.-

 -Cosa?!-

 -Sì. Ti ho osservata mentre stai con lui e penso che tu abbia confuso l’ammirazione con l’amore. Tu hai posto Kanata su un piedistallo e lo idolatri come se fosse un dio. Ma l’amore non è questo. Pensaci se tu e Kanata steste insieme come sarebbe la vostra storia. Lui che prova a parlarti e tu che per l’emozione svieni o cominci a dare di matto? E poi che cosa avete in comune? Di cosa potreste parlare? Inoltre penso anche che tu stia guardando Kanata attraverso un filtro. Lo vedi perfetto, ma in realtà sono sicuro che lui non è come lo vedi tu.-

 Christine guardava Mizuki sconvolta. In un attimo era riuscito a smontare tutti i sentimenti che lei  provava per Kanata.

 -Quello che sto cercando di dirti è che hai una visione sbagliata dell’amore. Amare una persona significa sentire i crampi allo stomaco quando la vedi, passare ore intere a parlare con lei senza neanche accorgersi del tempo che passa, avere i brividi dietro la schiena quando ti tocca, avere il cuore che batte all’impazzata quando pronuncia il tuo nome. Ma amare significa anche porre quella persona davanti a qualsiasi altra cosa, pensare prima a lei e poi a se stessi. In poche parole volere la sua felicità, anche se questo significa rinunciare ad averla accanto. Tu continui a volere Kanata solo per un fatto di egoismo. Lo vedi come una tua proprietà e quindi anche se non ne sei innamorata vuoi ancora cercare di averlo. Ma cosa faresti se lui accettasse di stare con te?-

 La ragazza pensò a quello che sarebbe successo se Kanata le avesse detto di amarla. Quasi le si fermò il cuore per la sorpresa. Lo avrebbe rifiutato. Lei non voleva stare con lui. Le era sempre piaciuta l’idea di lei e Kanata insieme, ma ora che stava pensando seriamente a quella situazione si rese improvvisamente conto che non avevano nulla in comune. Avevano caratteri completamente diversi, stili di vita completamente diversi, interessi completamente diversi. Non c’erano punti di incontro tra loro. E poi capì che l’unica cosa che era stata capace di avvicinarli in quei due anni era stata Miyu. Solo dopo l’arrivo di Miyu che era diventata sua amica, Kanata aveva cominciato a parlarle e a frequentarla. Forse si era sbagliata una cosa in comune l’avevano: l’affetto per Miyu.

 Christine guardò Mizuki. Era davvero bello. Il cuore cominciò a batterle all’impazzata e le stava venendo uno strano mal di stomaco. Lui aveva ragione, aveva ragione su tutto. Quello che provava per Kanata non era amore. Avrebbe dovuto sentirsi triste per questo e invece si sentiva sollevata, come se le parole di Mizuki le avessero tolto un grosso peso dallo stomaco.

 -Stanno uscendo- disse Mizuki indicando la Casa Degli Orrori.

 Di già. Christine non si era neanche accorta che fosse trascorso tutto quel tempo. Parlare con Mizuki la faceva sentire davvero bene.

 -Ma cosa è successo?- chiese il ragazzo stupito.

 Christine si voltò e vide che Kanata teneva in braccio una Miyu con il volto distorto dal dolore.

 -Oh, no. Miyu- sussurrò Christine preoccupata.

 

 Kanata e Akira erano seduti nella sala d’aspetto del reparto di ortopedia dell’ospedale. Miyu era entrata nello studio del dottor Sato già da po’ ma ancora non si era saputo niente. Kanata era davvero preoccupato. Non riusciva a stare tranquillo. Alla fine decise di alzarsi e si mise a fare su e giù per la stanza.

 -Cerca di stare tranquillo. Sono sicura che non è niente di grave- disse Akira avvicinandosi a lui e prendendogli una mano.

 -Non posso stare tranquillo. E’ tutta colpa mia se Miyu è in questa situazione.-

 -Che vuoi dire?- chiese Akira sorpresa.

 -Ieri abbiamo avuto una discussione. Quando litighiamo lei vuole sempre cercare di dimostrarmi di essere una ragazza forte che non ha paura di niente. E’ così orgogliosa e testarda. Se gli avessi semplicemente fatto le mie scuse, non sarebbe mai entrata nella Casa Degli Orrori e adesso saremmo ancora a Momoland.-

 -Andiamo Kanata, la vita non è fatta di se e di forse. Ormai quello che è successo è successo. Non puoi farci niente e di certo colpevolizzarti non aiuterà Miyu.-

 -Se devo essere sincero è anche un po’ colpa tua, Akira.-

 -Colpa mia!?- chiese lei sorpresa.

 -Sì, è causa tua che abbiamo discusso ieri. Miyu si è messa in testa che tu sei innamora di me e quando io le ho detto che è impossibile, si è alterata perché è sicura di avere ragione.-

 Akira abbassò lo sguardo.

 -Cosa c’è?-

 -Ecco… è vero…-

 -Cosa è vero?- chiese lui spaesato.

 -E’ vero che sono innamorata di te.-

 Kanata la guardò sconvolto. Non poteva crederci.

 -Per favore Kanata, non fare quella faccia. Ho provato in tutti i modi a farti capire i miei sentimenti ma sembra che tu abbia il paraocchi… Forse non ti sei accorto di quello che provo perché sei occupato a trovare il coraggio di dire a Miyu che sei innamorato di lei- disse Akira con un sorriso forzato.

 -Akira…io…-

 -Non c’è bisogno che tu dica niente. Ormai ho capito, anzi forse ho sempre saputo, che il legame che c’è tra te e Miyu e fortissimo. Molto più forte del nostro.-

 -Akira per me tu sei come una sorella, non ho mai pensato che potesse esserci qualcosa di più tra noi. Ti voglio bene, ma…-

 -Non preoccuparti. Forse anche io ho frainteso i miei sentimenti. Oggi mi sono resa conto che quello che c’è tra voi è vero amore. Quello che provo io per te non è lo stesso sentimento che lega te e Miyu. Probabilmente il mio è solo egoismo verso qualcosa che pensavo mi appartenesse, ma ho capito che in realtà è sempre stata di un’altra.-

 Kanata guardò Akira negli occhi. Sembrava serena è sicura delle sue parole, non stava mentendo per tranquillizzarlo.

 -Ragazzi.-

 I due si voltarono. Davanti a loro c’era il dottor Sato.

 -Dottore, come sta Miyu?- chiese Kanata ansioso.

 -Tranquillo. La caviglia non è rotta però ha una brutta distorsione. Le ho messo una fasciatura che dovrà tenere per una settimana, e mi raccomando Kanata questa volta controlla che non poggi il piede a terra e che non faccia sforzi.-

 -Glielo giuro, dottore- disse il ragazzo con fermezza.

 La porta alla loro destra di aprì e ne uscì Miyu. Aveva il piede fasciato ed era di nuovo costretta a camminare con le stampelle.

 -La mia solita sfortuna- sbottò contrariata. –Dovrò usarle per un’altra settimana. Ma la fasciatura almeno non pesa come il gesso.-

 Kanata la guardò sollevato. Sembrava che dopotutto stesse bene.

 Miyu alzò lo sguardo e incontrò quello di Kanata. Non c’era bisogno che parlasse, la ragazza aveva capito benissimo che le stava chiedendo scusa. Così lei rispose con un grande sorriso.

 -Kanata- disse il dottore. –Puoi venire un attimo con me, devo darti alcuni antidolorifici per Miyu.-

 -Sì, certo.-

 Così i due entrarono in una stanza che stava sulla sinistra.

 Miyu e Akira erano rimaste sole. Il silenzio era davvero pesante da sopportare, perciò Miyu disse la prima cosa che le venne in mente.

 -Mi dispiace di averti rovinato la giornata, Akira.-

 -Ma cosa stai dicendo?! L’importante è che tu stia bene. Momoland non si muoverà di lì, possiamo tornarci quando vogliamo.-

 Miyu le sorrise riconoscente per quelle parole.

 -Ho perso- disse Akira abbassando lo sguardo.

 -Come?-

 -Prima ho confessato a Kanata i miei sentimenti, ma lui mi ha respinta dicendo che mi vede solo come una sorella- disse con le lacrime agli occhi.  

 -Mi dispiace- mormorò Miyu sinceramente dispiaciuta.

 -Non importa me ne farò una ragione. E poi ora che ci penso non credo di essere veramente innamorata di Kanata, forse ho solo enfatizzato l’affetto che si prova per un fratello.-

 Le due ragazze si guardarono per qualche secondo sorridendo.

 -Buona fortuna, Miyu- e detto questo si voltò e cominciò a dirigersi verso l’uscita.

 -Ehi, aspetta. Dove vai?-

 -Vado a casa. Ci vediamo domani- disse Akira senza voltarsi.

 “A domani” pensò Miyu sorridendo. Chissà forse adesso che non sarebbe stata sempre appiccicata a Kanata, Akira sarebbe potuta diventare sua amica. Dopotutto nella sua vita gli scherzi del destino non mancavano di certo.

 

  Miyu e Kanata si fermarono davanti alla porta del tempio.

 -Che giornata- sospirò Miyu esausta.

 -Già. Non vedo l’ora di stendermi un po’- disse Kanata stiracchiandosi.  

 -Mi dispiace che tu sia ancora costretto a portami fin qua sù sulle spalle.-

 -Non preoccuparti, non mi pesa. E poi mi fa bene ai muscoli- disse lui alzando il braccio e mostrando il bicipite.

 -Ma quali muscoli, a me quello sembra più un budino.-

 -Ehi!- esclamò lui offeso.

 Si guardarono negli occhi ed entrambi scoppiarono a ridere. Quando si furono ripresi, Kanata aprì la porta e fece entrare prima Miyu. Si trovarono davanti a uno spettacolo davvero singolare. Nell’ingresso c’era una montagna di bagagli.

 -Ma di chi è tutta questa roba?- chiese Kanata sconvolto.

 -Ma-ma queste sono le valigie dei miei genitori- disse Miyu incredula.

 -Cosa?!-

 -Miyu!!! Tesoro!- esclamò una voce dietro a tutti quei bagagli. Miki li aggirò e si diresse subito verso la figlia abbracciandola. –Ma cosa ti è successo? Mi avevi detto di aver tolto il gesso.-

 -Infatti, però… lascia stare è una storia lunga te la racconto dopo. Ma tu che ci fai qui?-

 -Ti ricordi che ti avevo detto che io e tuo eravamo stati trasferiti?- chiese Miki eccitata.

 -Sì- disse Miyu scocciata.

 -Bene, la sede in cui dovremo lavorare, si trova in questa città.-

 Miyu e Kanata si guardarono increduli.

 -Vu-vuoi dire che…-

 -Sì. Verremo a vivere qui. Onshio ha detto che ci ospiterà qui al tempio finché non avremo trovato una casa nostra. Sei contenta?-

 -Oh, mamma. Non puoi neanche immaginare quanto- e abbracciò la madre ancora più forte. Finalmente i suoi genitori ne avevano fatto una giusta.

 

 Christine e Mizuki camminavano lentamente per la strada. Nessuno dei due aveva detto una parola per tutto il tragitto. Avevano seguito Kanata e Miyu in ospedale senza farsi vedere e dopo essersi assicurati che la ragazza stesse bene erano andati via.

 Christine camminava a testa bassa. Sembrava molto triste.

 -Christine cos’hai? E’da quando eravamo a Momoland che non dici una parola.- Nessuna risposta. –Se è per quello che ho detto su Kanata mi dispiace, non volevo farti soffrire.- Ma la ragazza non dava segni di averlo sentito. Così Mizuki, irritato, le afferrò un polso e la costrinse a voltarsi. –Vuoi rispondere? Vederti così, mi sta facendo sentire in colpa.-

 La ragazza alzò lo sguardo impaurita. Mizuki rimase impietrito da quegli occhi. Ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Christine lo abbracciò cominciando a piangere tra le sue braccia.

 -Chri- Christine cosa ti sta succedendo?- chiese lui stringendola a se.

 -Ho avuto tanta paura, Mizuki- disse lei senza smettere di piangere. –Quando ho visto il viso di Miyu così spaventato e pieno di dolore, mi sono sentita male. Per me lei è come una sorella, vederla soffrire mi ha fatto sentire malissimo.-

 -Su, adesso calmati- disse Mizuki cominciando ad accarezzarle la testa. –Miyu sta bene, e domani andremo tutti e due a trovarla così potrai stare un po’ con lei. Va bene?-

 Christine annuì. Rimasero qualche altro secondo abbracciati in silenzio poi la ragazza disse: -Mizuki, grazie per tutto quello che stai facendo per me.-

 -Figurati, lo faccio con piacere.-

 

 

 

 Allora che ne pensate si questo chappy? Miyu non dovrà più partire, e finalmente Christine e Akira sono fuori combattimento (Ehi! Io non sono fuori combattimento! Ho solo cambiato obbiettivo! N.d.Christine) (E io presto incontrerò il ragazzo giusto! Mi innamorerò di…ndAkira) (Ehi, Miss Akica d’Infanzia non provare a dare un’anticipazione come questa o giuro che ti cancello dalla fanfiction! Anzi no ti faccio innamorare di uno dei mostri della Casa Degli Orrori ndMe) (Non puoi farlo! ndAkira) (Sì, invece. La ficcy è mia e faccio quello che voglio ndMe) (E va bene sto zitta. Dico solo che questo ragazzo è un personaggio che si è visto molto spesso nell’anime. Questo lo posso dire? ndAkira) (Sì, questo sì ndMe).

 Dopo questa piccola discussione posso continuare con il mio discorso… dove ero rimasta? Ah, sì. Cosa ne pensate di Christine e Mizuki? E chi sarà il ragazzo misterioso che farà innamorare Akira? Ma soprattutto Miyu e Kanata ce la faranno a dichiararsi?

 Questo molto altro nel prossimo capitolo. Vi Aspetto.

 Recensite!!!!

 

 

 Ringraziamenti:

 Follettina: Allora? Cosa ne pensi di questo capitolo? Finalmente Akira e Christine non metteranno più i bastoni tra le ruote a Miyu e Kanata. Spero che ti faccia piacere. Comunque grazie per la tua recensione e per i complimenti che mi hai fatto. Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!!

 Angolyu: Anche se mi sarebbe piaciuta farla fuori, penso che sia meglio che Akira esca fuori di scena in questo modo, anche perché nei prossimi capitoli sarà uno dei personaggi più importanti. Spero di aver aggiornato abbastanza in fretta (però non ti ci abituare, perché Scarcy è davvero una lumaca ndKanata) (Ma come ti permetti! Ritira quello che hai detto o ti giuro che faccio innamorare Mikan di te ndMe) (Per l’amor del cielo! Scusa, volevo dire che sei una ragazza bellissima e dolcissima… ndKanata) (Così va meglio ndMe). Comunque grazie per tutti i complimenti che mi hai fatto e mi raccomando dimmi che cosa ne pensi di questo chappy. Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!!

 Lady_Sue1789: Ciao, sono contenta che tu sia tornata a recensire la mia ficcy. Spero proprio che stia piacendo. Comunque spero che la situazione che stai vivendo non segua i tempi di Miyu e Kanata perché loro due sono davvero lenti nelle faccende di cuore. Grazie per la recensione e per i complimenti. Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!!

 Miss Miyu 91: grazie per la recensione e per i complimenti. Comunque ora che Akira non proverà più a conquistare Kanata vedrai che comincerà a starti più simpatica anche perché il ragazzo di cui si innamorerà è fantastico e divertente. Grazie ancora! Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!!

Ringrazio anche coloro che leggono senza recensire e chi ha messo la mia ficcy tra le preferite. 

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Capitolo 13
*** Il Ritorno Di Un Vecchio Amico ***


Scherzi del Destino- Capitolo 13

Ciao a tutti! Eccomi qui con un altro chappy! Vorrei avvertirvi che da questo capitolo in poi Akira diventerà uno dei personaggi principali (insieme al suo innamorato). Comunque vi assicuro che adesso che non va più dietro a Kanata è molto più simpatica. Vi lascio alla lettura!
 

 

Scherzi Del Destino 

 

Capitolo 13

 

Il Ritorno Di Un Vecchio Amico

 

 -Stupida sveglia!- esclamò una ragazza dai lunghi capelli neri mentre correva per la strada. Era Akira. Quella mattina la sveglia non aveva suonato e adesso doveva cercare in tutti i modi di arrivare a scuola in orario. Guardò l’orologio che aveva al polso. Mancavano ancora dieci minuti, se tutto andava liscio sarebbe arrivata in tempo. Cercò di correre ancora più veloce, ma improvvisamente da una strada laterale spuntò qualcuno. Akira non fece in tempo a fermarsi e gli arrivò addosso. Finirono entrambi a terra.

 -Ahi, che botta- esclamò la ragazza dolorante.

 -Stai bene?- chiese una voce sopra di lei.

 Akira alzò lo sguardo. In piedi, davanti a lei c’era un ragazzo. Doveva avere più o meno la sua età. Aveva capelli biondi e occhi di uno strano grigio chiaro. Il ragazzo le stava porgendo la mano per aiutarla ad alzarsi. Lei la prese. Appena la toccò sentì una piacevole sensazione di calore in tutto il corpo, come se fosse stata quella mano a trasmetterglielo.

 -Va tutto bene?- ripeté lui sorridendo.

 La ragazza non poté fare a meno di pensare a quanto fosse bello quel sorriso.

 -S-sì, io credo di sì- poi si accorse che le loro mani erano ancora strette l’una nell’altra. Arrossì di colpo e lasciò la presa.

 -Sei proprio sicura di non esserti fatta male? Hai un’aria strana- disse lui preoccupato.

 -Sto benissimo- rispose lei ancora più in imbarazzo.

 -Ma dove stavi andando così di fretta? Mi sei arrivata addosso come un treno in corsa.-

 -Stavo andando a… Oh, mamma mia. La scuola! Arriverò in ritardo! Scusa ma devo andare, mi dispiace per quello che è successo, ti prego di perdonarmi- fece un inchino per scusarsi e riprese a correre in direzione della scuola. Poi si fermò di colpo. Si voltò. Quel ragazzo stava ancora fermò nel punto in cui l’aveva lasciato a una ventina di metri da lei e la stava fissando sorridendo. Non aveva idea del perché stava per fare quella sciocchezza, ma lui le trasmetteva una strana sicurezza. –Il mio nome è Akira- gridò sorridendo.

 Il ragazzo rimase un po’ stupito, poi sorrise e gridò di rimando: -Io sono Seiya.-

 Akira si voltò e ricominciò a correre a perdifiato verso la scuola. Probabilmente sarebbe arrivata in ritardo, ma aveva la piacevole sensazione che ne era valsa la pena.

 

 -Come mai questa mattina sei arrivata in ritardo?- chiese Miyu ad Akira durante la pausa pranzo. Le due ragazze erano diventate molto amiche, dopo che Akira aveva rinunciato a Kanata. Passavano molto tempo insieme, anche perché Nanami e Aya non avevano più tantissimo tempo da dedicare a Miyu visto che entrambe avevano un ragazzo. Così Akira era diventata sua amica e dopo aver superato le loro divergenze si erano scoperte molto simili. Quando Miyu si era resa conto che Akira era una persona affidabile le aveva raccontato anche tutta la storia di Lou e Baumiao. L’amica ancora adesso non ci credeva molto, però era felice che Miyu si fosse confidata con lei. E in cambio di queste confidenze Akira le raccontava molti episodi che Kanata aveva vissuto da piccolo. Alcuni erano davvero molto divertenti.

 Ormai Miyu e i suoi genitori vivevano al tempio Sayoni da quasi un mese. Onshio aveva insistito per giorni affinché i Kozuki non si trasferissero in un’altra casa, ma restassero in pianta stabile al tempio. Inizialmente i genitori di Miyu avevano rifiutato l’offerta, ma il signor Sayoni era riuscito a convincerli ad accettare. Lui era felicissimo di avere tanta gente in casa. Così alla fine il tempio era diventato a tutti gli effetti casa di Miyu. Però tra Miyu e Kanata le cose non si erano mosse di un centimetro. Entrambi non avevano ancora avuto il coraggio di dichiararsi. Tutti i loro amici assistevano a quella situazione esasperati. Se quei due avessero continuato a mantenere quel passo, si sarebbero messi insieme al tempo della pensione.

 -La sveglia non ha suonato- rispose Akira alzando gli occhi al cielo. –E poi mentre correvo qui…- si fermò ripensando a quel ragazzo. Non sapeva perché, ma aveva l’impressione che avesse qualcosa di strano. Come se non fosse umano.

 -Cosa è successo?- chiese Miyu curiosa.

 -Ecco… mi sono scontrata con un ragazzo. Era molto carino e sembrava anche simpatico. Però aveva qualcosa di strano- la sua espressione divenne perplessa.

 -In che senso?-

 -Quando ho toccato la sua mano, mentre mi aiutava ad alzarmi, ho provato una piacevole sensazione di calore…-

 -Aspetta un attimo- disse Miyu sorpresa. –Hai detto che l’hai sentita dopo che ti toccato la mano?-

 -Sì, perché?-

 -Per caso questo ragazzo ti ha detto il suo nome?-

 -Sì… ehm… mi sembra che abbia detto di chiamarsi Seiya…- disse Akira confusa.

 -Se- Seiya… Allora sta bene…- mormorò Miyu con un sospiro di sollievo.

 -Ma si può sapere di cosa stai parlando?- chiese l’amica sempre più confusa.

 Miyu la guardò sorridendo. –Ti ricordi quando ti ho raccontato di quegli alieni provenienti dal pianeta Shalak?-

 -Sì, ma questo cosa c’entra?-

 -Seiya è uno di loro. Dopo che ha aiutato Lou e Baumiao ad attraversare le distorsioni temporali, non abbiamo più saputo nulla di lui.-

 -V-vuoi dire che oggi sono entrata in contatto con un extraterrestre?- chiese Akira impaurita.

 -Sì, ma non devi preoccuparti. Gli abitanti di Shalak sono molto simili a noi terrestri. Hanno solo una tecnologia più sviluppata e qualche potere soprannaturale. Come per esempio capire lo stato d’animo delle persone toccandole.-

 -Capire lo stato d’animo delle persone? Significa che quando mi ha preso la mano ha sentito quello che stavo provando in quel momento?- chiese Akira spaventata.

 Miyu annuì. Poi notò che l’amica aveva una strana espressione sul volto.

 -Perché fai quella faccia?-

 -Sto cercando di ricordare che cosa stavo provando quando mi ha toccata. Ero un po’ irritata per la caduta, però dopo che ho preso la sua mano mi sono sentita subito tranquilla e al sicuro. Mi è sembrato quasi di conoscerlo da sempre- disse Akira pensierosa.

 -Lo sai mi sembra quasi la descrizione di un colpo di fulmine- disse Miyu maliziosa.

 Akira arrossì di colpo. –Miyu, ma cosa dici. Non lo conosco neanche.-

 -Di’ la verità, quando lo hai visto la prima cosa che hai pensato è che era davvero un ragazzo molto bello, vero?-

 La ragazza fissò Miyu senza rispondere. Era esattamente quello aveva pensato.

 -E’ quello che ho pensato anch’io la prima volta che l’ho incontrato. Poi l’ho conosciuto meglio e in un secondo ha perso tutto il suo fascino. Probabilmente a te succederà la stessa cosa.-

 -Che cosa ti fa pensare che lo rivedrò?- chiese Akira curiosa.

 -Semplice- disse Miyu sorridendo. –Sulla Terra Seiya conosce solo noi e se è tornato significa che ha bisogno di un favore oppure che ha combinato qualche guaio e sta scappando da sua sorella. In entrambi i casi si nasconderà al tempio Sayoni e siccome tu oggi verrai a cena a casa mia lo incontrerai sicuramente.-

 -Mi ero completamente dimenticata che mi avevi invitata a cena- disse Akira mettendosi la mano sulla fronte.

 -La solita distratta- disse Miyu ridendo. –A volte sei peggio di me.-

 -Ma adesso che tu e Kanata non siete più soli al tempio come farete con Seiya? Cosa racconterete ai vostri genitori?-

 -Per oggi non ci sono problemi. I miei staranno a Tokyo per una conferenza fino alla settimana prossima. Mentre il padre di Kanata è andato a far visita ad un suo amico monaco in tempio non molto lontano da qui. Ma comunque resterà qualche giorno da lui per fare un po’ meditazione.-

 -Allora, quando tornerò a casa stasera tu e Kanata rimarrete da soli- disse Akira sorridendo.

 -Non credo. Quando c’è Seiya in giro non si può stare un attimo tranquilli- ribatté Miyu rassegnata.

 -Lo dipingi come se fosse una delle piaghe d’Egitto- disse Akira contrariata.

 -No, lui è peggio delle piaghe d’Egitto. Se poi si porta dietro anche la sorella e il fidanzato di lei, potremmo andare molto vicini alla totale distruzione del pianeta.-

 -Non ti sembra di esagerare un po’.-

 -E a te non sembra che lo stai difendendo un po’ troppo per essere un ragazzo che hai conosciuto solo stamattina?- chiese Miyu pungente.

 -E’ solo che non credo che una persona possa combinare così tanti guai- disse Akira arrossendo vistosamente.

 -Una persona no, ma un alieno proveniente da Shalak può eccome.-

 

 Kanata, Miyu e Akira stavano salendo la scalinata del tempio. Miyu stava raccontando a Kanata dell’incontro che Akira aveva avuto con Seiya.

 -Così, secondo te, il ragazzo che ha visto Akira è Seiya?- chiese Kanata poco convinto.

 -Ma, certo che è lui. La descrizione fisica corrisponde, e anche il nome. Che altre prove ti servono?- disse Miyu irritata.

 -Se Seiya è davvero tornato significa che deve aver combinato qualcosa. Non voglio neanche pensare a cosa vorrà da noi- disse Kanata con tono disperato.

 -Già- rincarò Miyu altrettanto sconsolata.

 -Ma si può sapere che vi prende? A me non è affatto sembrato male come ragazzo.-

 -Tu non lo conosci, Akira.-

 -Seiya è in grado di combinare guai senza neanche accorgersene- sospirò Kanata.

 -Secondo me, invece, è un ragazzo simpatico e gentile. Quando gli sono arrivata addosso non ha fatto una piega e mi ha anche aiutato a rialzarmi- disse Akira decisa.

 -Hai mai sentito dire che la prima impressione è sempre quella che conta?- le chiese Miyu. –Be’ cono Seiya è esattamente il contrario. La prima impressione non conta per niente. Mi sembra di averti già detto che anche a me inizialmente sembrava un bel ragazzo, ma conoscendolo…-

 -Così trovi che Seiya sia un bel ragazzo…- chiese Kanata irritato.

 Akira guardò la faccia di Kanata sorridendo.

 -Non nego che sia carino- disse Miyu pensierosa. Kanata nel frattempo sentiva montargli la rabbia. –Ma il fatto che sia carino, non compensa la sua carenza di buon senso. Se dobbiamo parlare di ragazzi davvero carini e gentili…-

 Kanata drizzò le orecchie curioso. Akira guardò l’amica sorpresa. Che Miyu si stesse per dichiarare?

 -…be’ direi che Mizuki rispecchierebbe alla perfezione queste caratteristiche.-

 Una vena sulla tempia di Kanata cominciò a pulsare per la rabbia.

 -Mi-Mizuki?-

 Akira guardava l’amico preoccupata, sembrava che stesse per esplodere. Ma la cosa peggiore era che Miyu non si era accorta di niente.

 -Sì, Mizuki mi è sempre piaciuto. Però so che ultimamente si vede spesso con Christine. A sentire lei, sembra che siano diventati molto amici. Ma secondo me, c’è qualcosa sotto.-

 -Christine e Mizuki?- chiese Kanata con più calma.

 -Certo che quando si tratta di ragazze sei proprio tonto, Kanata- disse Miyu scocciata. –Non hai notato che da quando è tornata dalla Francia Christine non ha più fatto una scenata di gelosia quando ti vedeva insieme a me o ad Akira?-

 -Non ci avevo fatto caso, ma ora che me lo fai notare…- disse lui pensandoci un po’ su, -…devo dire che un po’ mi dispiace non avere più Christine intorno. Dopotutto è una ragazza simpatica e carina. Molto carina.-

 Akira si voltò di colpo verso Miyu. Come aveva immaginato l’amica sembrava molto irritata dall’ultima osservazione di Kanata. “Ma perché non si dichiarano e basta, al posto di continuare a stuzzicarsi in questo modo” pensò Akira esasperata.

 Pochi secondi dopo arrivarono davanti alla porta di casa.

 -Strano- disse Kanata sorpreso.

 -Cosa c’è di strano?- chiese Akira.

 -Non c’è traccia della navicella spaziale di Seiya- disse Miyu confusa. –In genere la lasciava sempre qui in cortile.-

 -Na- navicella spaziale?- chiese Akira un po’ impaurita.

 -Certo, come pensavi che arrivasse qui sulla Terra? Con l’autobus?-

 Kanata e Miyu si guardarono sorridendo. Per loro era normale avere a che fare con tutti quei discorsi strambi, ma capivano come doveva sentirsi Akira nel trovarsi catapultata in quel mondo. Improvvisamente di accorsero che l’amica aveva una strana espressione sul viso. Miyu le si avvicinò preoccupata.

 -Akira, cosa c’è?-

 -Io…non lo so… ho una strana sensazione. La stessa che ho provato quando ho incontrato Seiya… Voi non sentite niente?-

 I due ragazzi fecero di no con il capo.

 -Forse, ho solo fame- disse Akira sorridendo. Ma lei sapeva che non era così. Aveva provato di nuovo quella piacevole sensazione di calore e di protezione. Era sicura di essersi già sentita così prima d’ora, ed era certa di avere già incontrato Seiya prima di quella mattina. Non sapeva spiegarselo, ma sapeva che era così.

 Miyu si avvicinò alla porta del tempio e la aprì.

 -Miyu!!!-

 Un ragazzo biondo si fiondò su di lei per abbracciarla, ma Kanata più veloce, si mise tra i due e lo colpì in testa.

 -Ahia!!!- esclamò Seiya mettendosi le mani sulla parte lesa. –Certo che o voi terrestri siete strani nelle dimostrazioni di affetto oppure oggi siamo un po’ gelosi, eh Kanata.-

Kanata arrossì di colpo.

 -Non dire stupidaggini, è solo che ci hai spaventati.-

 -Sì, sì. Come no.-

 -Seiya, ci vuoi dire che cosa ci fai qui?- chiese Miyu.

 -Vi porto notizie dalle stelle, cosa sennò?- disse con aria innocente.

 -In genere quando vieni da noi, stai fuggendo da Ruy- disse Kanata irritato.

 -E’ vero, ma questa volta non è così. Voglio solo parlarvi.-

 -Allora, andiamo in cucina così staremo più comodi- disse Miyu sorridendo. –Akira vieni?-

 -Io... cosa… ah sì- rispose la ragazza cadendo dalle nuvole.

 -Ehi, ma tu sei la ragazza che mi travolto stamattina- disse Seiya avvicinandosi a lei.

 -Già- disse lei imbarazzata. –Scusa se sono scappata via in quel modo, ma ero in ritardo.-

Seiya la osservava senza parlare. Aveva la strana sensazione di conoscerla da sempre.

Miyu e Kanata guardavano la scena incuriositi.

 -Scusa, Akira, ti dispiacerebbe darmi le mani?- chiese lui sorridendo.

 -Cosa? Le mani? Vuoi leggere i miei sentimenti?-

 -Sai chi sono in realtà, allora?-

 -Sì, Miyu e Kanata mi hanno raccontato tutto- rispose Akira sempre più tranquilla. Non sapeva perché ma quel ragazzo aveva il potere di calmarla con un solo sguardo. Akira fece un lungo respiro e mise le sue mani in quelle di Seiya. Passò qualche secondo. Seiya sembrava concentrato, ma continuava a sorridere. Poi improvvisamente le lasciò andare dicendo: -Che cosa strana…-

 -Che succede?- chiese Kanata preoccupato.

 -No, niente di particolare. Allora, andiamo?-

 Seiya lanciò uno strano sguardo ad Akira e poi si diresse verso la cucina. Miyu guardò l’amica guardarsi le mani.

 -Tutto bene?-

 -Sì- rispose lei sorridendo. –Anche troppo.-

 Qualche minuto dopo erano tutti seduti intorno al tavolo. Miyu aveva fatto il tè e lo stava versando nelle tazze. Seiya non toglieva gli occhi di dosso da Akira. E lei, in tutta risposta, evitava in ogni modo di guardarlo.

 -Allora, Seiya- cominciò Kanata. –Cosa ci devi dire di così importante?-

 -Ah, sì- disse il ragazzo voltandosi verso gli altri due. –Prima di tutto vi devo parlare di Lou e Baumiao.-

 -E’ successo qualcosa? Stanno bene?- chiese Miyu preoccupata.

 -Sta tranquilla, stanno benissimo. Qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio di Baumiao. Come sapete per tornare sul pianeta Otto avrebbero dovuto metterci più di un anno, ma dopo un paio di mesi di viaggio si sono imbattuti in un’altra distorsione temporale che però fortunatamente gli ha avvicinati molto al loro pianeta. Sono atterrati sul pianeta Otto una settimana dopo questo episodio.-

 Miyu e Kanata si guardarono sorridendo sollevati.

 -E Lou? Sai per caso come sta?- chiese Miyu con le lacrime agli occhi.

 -Nel messaggio Baumiao diceva che il piccolo sta crescendo a vista d’occhio e che sta benissimo. I primi giorni di viaggio piangeva in continuazione e chiamava i vostri nomi. Si rifiutava di mangiare ed era sempre nervoso. Poi con l’aiuto di sua madre è riuscito a ritrovare un po’ serenità. La madre gli ha fatto capire che presto sarebbe tornato sulla Terra e vi avrebbe rivisti.-

 -Oh Lou, piccolo mio.-

 -Adesso, sembra molto felice insieme ai suoi genitori. Però non si separa mai dalle vostre foto, le guarda ogni giorno. Baumiao pensa che lo faccia per paura di dimenticarsi di voi.-

 Miyu e Kanata si lanciarono uno sguardo di comprensione. Sapevano perfettamente che Lou non li avrebbe mai dimenticati, proprio come loro non avrebbero mai potuto dimenticare lui.

 -Ora che vi ho parlato di Lou, passiamo al vero motivo della mia visita.-

 -A proposito- disse Kanata curioso. –Dov’è la tua navicella? In genere la lasci sempre in mezzo al cortile.-

 -Oh, è nella mia tasca. Ho usato la mini-mini machine di Lou. L’aveva dimenticata sulla navicella il giorno della partenza. Non potete capire quanto sia utile quell’aggeggio, ormai rimpicciolisco qualsiasi cosa. Infatti proprio l’altro giorno, per fare un scherzo, ho rimpicciolito l’anello di fidanzamento di Ruy. Avrebbe voluto uccidermi… Ehi, ma che avete?-

 -Hai- hai detto…- cominciò Kanata.

 -…anello di fidanzamento?- concluse Miyu.       

 -Sì. Ruy e Teru si sono fidanzati, e tra poco si sposeranno.-

 Miyu sorrise contenta. Chi l’avrebbe mai detto che quei due pazzi alla fine si sarebbero sposati davvero.

 -Il matrimonio di mia sorella è il vero motivo della mia visita- disse Seiya.

 -Cosa vuoi dire?- chiese Kanata confuso. –Cosa c’entra il matrimonio di Ruy?-

 -Ecco… voi sapete benissimo che per noi abitanti di Shalak, la Terra è un luogo turistico molto ambito.-

 Miyu e Kanata annuirono sempre più confusi.

 -Be’ è anche il posto preferito dalle coppie che vogliono sposarsi. Più del 70 per cento dei matrimoni di Shalak si svolge qui sulla terra e la maggior parte vengono celebrati a Las Vegas.-

 -Ma perché proprio Las Vegas?- chiese Kanata.

 -I matrimoni di Shalak sono molto eccentrici e rumorosi, e quindi l’unico luogo dove poterli celebrare senza correre il rischio di essere scoperti è Las Vegas. Lì è pieno di cose eccentriche e rumorose.-

 -Quindi, se ho capito bene, Ruy e Teru vorrebbero celebrare il loro matrimonio a Las Vegas- disse Miyu titubante.

 -Oh, no. Ruy odia i matrimoni in stile Shalak. Lei vuole un matrimonio in perfetto stile terrestre, e be’… siccome si è affezionata molto a questo tempio vorrebbe farlo qui nel vostro cortile…-

 -Cosa?!- esclamarono Miyu e Kanata insieme.

 

 

 

 Così c’è un bel matrimonio alieno in arrivo. Questa potrebbe anche essere l’occasione giusta per Miyu e Kanata di dichiararsi. Ma questo evento potrebbe anche portare alla luce nuovi aspetti della vita di Akira. Nel suo passato c’è un segreto, e lo scopriremo nei prossimi capitoli.

 Che ne pensate di Seiya e Akira? Non ve lo aspettavate, vero?

 Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi aspetto numerosi al prossimo.

 Recensite, vi prego!!!!!!!!!!

 

 

Grazie a tutti quelli che leggono la mia ficcy e chi la messa tra i preferiti.

 

 Ringraziamenti:

 Follettina: grazie per la tua recensione. Allora, sei rimasta sorpresa da questa nuova coppia? Avevi immaginato che fosse Seiya la nuova fiamma di Akira? E ancora la loro storia non sta a niente, ci saranno molti risvolti interessanti, ma soprattutto veloci (non come quei due lumaconi di Miyu e Kanata ndMe) (Ehi, ognuno ha i suoi tempi ndKanata). Sono felicissima che ti sia piaciuta la mia idea di Christine e Mizuki insieme. Spero che questo chappy ti sia piaciuto. Ciao Kiss!!!! TVTTTTTTB!!!!!

 Lady_Sue1789: grazie per la recensione. Sono contenta che ti piaccia la coppia ChristineMizuki. E spero con tutto il cuore che anche Seiya e Akira ti piacciano. Comunque spero che la tua storia non sia finita come quella di Akira e Kanata. Ciao Kiss!!! TVTTTTTTB!!!!!

 Angolyu: spero che questo chappy ti sia piaciuto. Sono contentissima che tu veda bene insieme Christine e Mizuki, Cosa ne pensi di Seiya e Akira? Ti ringrazio tanto per tua recensione. Ciao Kiss!!! TVTTTTTTB!!!!

 AmY_kAuLiTz: sono sempre felice di vedere gente nuova che recensisce. Ma sono ancora più felice che la mia storia ti stia piacendo così tanto. Spero che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto, non credo di averti fatto aspettare molto, vero? Comunque per quel che riguarda un eventuale bacio tra Miyu e Kanata, mi sa che ti toccherà aspettare ancora un paio di capitoli o forse tre. Purtroppo sono lentissimi. Spero che riuscirai ad aspettare. Mi raccomando dimmi cosa ne pensi di questo nuovo capitolo, e grazie per la tua recensione. Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!! 

 Sakura Bethovina: Grazie per la tua recensione, sono felicissima che la mia ficcy ti stia piacendo. Sei stata anche fortunata, visto che non dovrai aspettare per leggere il nuovo capitolo. Grazie ancora per i complimenti che mi hai lasciato. Ciao Kiss!!!! TVTTTTB!!!

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Capitolo 14
*** Corso Pre- Matrimoniale Per Alieni Principianti ***


Scherzi del Destino- Capitolo 14

Eccomi di nuovo con un altro capitolo! Vi sono mancata? Sono molto contenta perché la mia storia (almeno a giudicare dalle recensioni e dal numero di letture) vi sta piacendo molto. Comunque mi dispiace molto dirvi che mancano davvero pochi capitoli alla fine (non avete idea di come io mi senta triste). Ma voi intanto leggete e recensite!!!!!!!!!

 

 

Scherzi Del Destino

 

Capitolo 14
 

Corso Pre-Matrimoniale Per Alieni Principianti

 

 

 

 -Cosa?!- esclamarono Miyu e Kanata insieme.

 -Lo sapevo che avreste reagito così…- disse Seiya scocciato.

 -E, secondo te come dovremmo reagire? Ci stai dicendo che degli alieni intendono organizzare un matrimonio nel nostro cortile- disse Kanata irritato.

 -Seiya- cominciò Miyu comprensiva. –Cerca di capire, adesso non ci siamo più solo io e Kanata in questa casa. I nostri genitori vivono insieme a noi, e come se non bastasse mia madre farebbe carte false per catturare un extraterrestre. E’ troppo rischioso celebrare qui il matrimonio.-

 -Scusa, Seiya…-. Tutti si voltarono verso Akira. Era la prima volta che parlava dopo parecchio tempo. La ragazza arrossì di colpo.

 -Sì, dimmi Akira- disse il ragazzo sorridendo.

 -Quando si dovrebbe tenere il matrimonio?-

 -Questo sabato.-

 -Allora non vedo dove sia il problema- disse molto semplicemente Akira.

 Kanata e Miyu scoccarono un’occhiata penetrante verso l’amica. Sembrava che stessero cercando di zittirla con lo sguardo. Ma la ragazza non ci fece caso.

 -Cosa vuoi dire?- chiese Seiya curioso.

 -Be’ i genitori di Miyu staranno fuori città fino alla prossima settimana, e il signor Sayoni si trova da un amico monaco e se lo conosco bene non tornerà tanto presto. Non credo che corriate tutti questi rischi a celebrare il matrimonio qui al tempio.-

 -Ma, davvero?- disse Seiya con un sorrisetto furbo voltandosi verso Miyu e Kanata. –Come mai mi avete nascosto questi piccoli dettagli?-

 -Ecco…noi…- cominciò Miyu nervosa.

 -Il problema è che non conosciamo assolutamente i vostri costumi per quanto riguarda i matrimoni- disse Kanata deciso. –Per quel che ne sappiamo potreste anche avere l’usanza di dare fuoco al luogo in cui si svolge la cerimonia come segno di buon augurio…-

 -Veramente lo distruggiamo con un raggio laser…- disse Seiya pensieroso.

 -Cosa?!- esclamarono Miyu e Kanata terrorizzati.

 -Stavo scherzando- sorrise Seiya. –Ci siete cascati come due pere.-

 I due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo.

 -Comunque, come vi ho detto prima, Ruy è decisa a seguire le tradizioni terrestri… e… be’… anche per questo mi ha detto di chiedere un favore a te, Miyu-

 -A me?-

 -Sì- il ragazzo arrossì. –Vuole che tu le faccia un corso veloce su come si comportano le spose terrestri nel giorno del matrimonio.-

 -Co-cosa?- chiese Miyu imbarazzata. –Ma… ma io non ho alcuna esperienza in questo genere di cose. Non… non saprei neanche da dove cominciare.-

 -Oh, andiamo. Sono sicuro che tu, Akira e le altre sarete bravissime.-

 -Non pensi di correre un po’ troppo?- chiese Kanata. –Non mi sembra che ti abbiamo dato il permesso di fare il matrimonio qui.-

 -Ma…- cominciò Seiya.

 Improvvisamente sentirono un rumore provenire dal cortile. I ragazzi si precipitarono fuori, trovandosi davanti a uno spettacolo davvero singolare. Ruy e Teru avevano unito le loro navicelle per formarne una più grande. Il portellone si aprì lentamente. Poi due figure cominciarono ad avanzare verso di loro.

 -Miyu! Kanata!- esclamò Ruy correndo ad abbracciare i due ragazzi.

 -Ciao, Ruy. Come va?- chiese Miyu mentre la ragazza la stritolava nel suo abbraccio.

 -Oh, benissimo. Seiya vi ha dato la bella notizia?-

 -Sì, ce ne stava parlando proprio adesso- disse Miyu sorridendo.

 -Spero di non arrecarvi troppo disturbo? Ma sono così felice di poter celebrare il matrimonio qui. Questo è un posto molto speciale per me e Teru, e poi ci siete anche voi. Ormai mi sembra quasi che facciamo parte della stessa famiglia dopo l’avventura con Lou e Baumiao- disse Ruy con le lacrime agli occhi commossa.

 Miyu e Kanata si guardarono pensierosi. Con quale coraggio avrebbero potuto dirle di no?

 -Noi- cominciò Miyu sorridendo. –Siamo molto felici che tu abbia deciso di festeggiare qui con noi.-

 -Tu mi aiuterai con i preparativi, vero Miyu?-

 -Ma, certo. Contaci-  disse Miyu ingenuamente.

 

 -E questo strano oggetto a cosa dovrebbe servire?-

 -Quello è il velo, Ruy- disse Miyu ormai sulla soglia della disperazione. –Serve a coprire il viso della sposa mentre si dirige verso l’altare.-

 Miyu, Nanami, Aya, Christine e Akira erano chiuse nella stanza di Miyu con Ruy da più di sei ore e le stavano spiegando, con tutta la pazienza che poteva essere concessa ad un essere umano, tutti i passaggi e le usanze di un matrimonio terrestre. Erano circondate da riviste con foto di spose sulla copertina, metri di raso, tulle e velo bianco, e anche da qualche abito da sposa che Aya aveva usato per i suoi spettacoli teatrali.

 -Così anche sulla Terra avete l’usanza di coprire i volti degli sposi…- poi prese in mano il velo e continuò con aria confusa: -Ma dove lo inserite il cip per la realtà virtuale?-

 -Il che cosa???- chiesero le altre in coro.

 -Il cip per la realtà virtuale.-

 Le ragazze continuavano a guardarla con aria interrogativa.

 -Su Shalak gli sposi indossano un elegante casco per la realtà virtuale- disse Ruy con aria sognante. –In questo modo i due si trovano in un’altra realtà in cui ci sono solo loro due.-

 -Sembra molto romantico- disse Aya sorridendo.

 -Oh, sì. Lo è… Soprattutto quando cominciano a combattere.-

 -Come scusa?- chiese Miyu stranita. –Combattere?-

 -Sì. Per noi il matrimonio ha un significato molto forte, lo paragoniamo a una lotta che due individui devono affrontare insieme. Ma prima di poter essere alleati, i due devono essere nemici. E’ questo il significato del combattimento matrimoniale. Alla fine non importa chi vince ma solo il fatto di aver combattuto. Una volta finito lo scontro, gli sposi tolgono il casco e in quel preciso istante vengono dichiarati marito e moglie. Qui non è così?-

 -Be’… non proprio.-

 -Qui non c’è alcun combattimento- cominciò Nanami, – solo una cerimonia in cui due persone che si amano, si promettono amore eterno.-

 -Già- confermò Miyu. –Ma promettono anche di rispettarsi e prendersi cura l’uno dell’altra per tutta la vita. Diciamo che per noi il matrimonio è più come una specie di percorso pieno di ostacoli che due persone innamorate scelgono di percorrere insieme. E il giorno della cerimonia, si festeggia l’inizio di questo loro percorso, insieme ai parenti e alle persone più care.-

 -Quindi io e Teru non dovremo combattere?-

 -No. Se vuoi seguire i nostri costumi, no.-

 -Per fortuna- disse Ruy con un sospiro di sollievo. –Non che non mi sarebbe piaciuto cimentarmi con lui nel combattimento matrimoniale, ma io sono molto più forte di lui e probabilmente lo avrei umiliato troppo sconfiggendolo.-

 -Ma non avevi detto che per voi non aveva importanza chi vinceva durante il combattimento matrimoniale?- chiese Miyu confusa.

 -Sì, ma questa storia l’hanno inventata gli sposi che vengono sconfitti. A volte le spose sono costrette a far finta di perdere per non minare l’autostima del loro futuro marito. Non avete idea di quanti uomini si sono rammolliti dopo aver perso il combattimento matrimoniale- disse Ruy con aria scocciata.

 Le ragazze risero all’idea di uomini grandi e grossi che si piangevano addosso per aver perso uno stupido combattimento.

 -Cos’è questa usanza delle damigelle?- chiese poi Ruy leggendo la pagina di una rivista.

 -Ah, sì- disse Nanami con ancora le lacrime agli occhi per le risate. –La sposa può scegliere delle damigelle che l’accompagnino all’altare. In genere sono sue parenti oppure sue amiche e spesso sono abbastanza giovani.-

 -Devono essere di un numero preciso?-

 -Be’ di solito sono tre- rispose Aya. –Ma non credo ci sia proprio una regola ferrea su questo particolare.-

 -Allora io ne voglio cinque. Voi cinque per l’esattezza- esclamò contenta.

 -Cosa!?-

 -Davvero?!-

 -Che bello?!-

 - Sono felice che vi faccia piacere.Adesso però continuiamo con la lezione, abbiamo solo due giorni per organizzare tutto. A quanto leggo qui…- continuò a leggere Ruy curiosa. –Bisogna anche scegliere una damigella d’onore. Bene la mia sarà Miyu.-

 -Non so che dire…- disse Miyu imbarazzata.

 -La damigella d’onore deve fare coppia con il testimone dello sposo- disse Akira. –Tu sai chi sarà il testimone di Teru, Ruy?-

 -No, su Shalak non abbiamo l’usanza dei testimoni. Però credo di sapere chi sceglierà…-

 

 -Certo che voi terrestri avete proprio dei gusti strani in fatto di vestiti- disse Teru cercando di allargare il papillon che gli stringeva il collo.

 -Guarda che è uno smoking e viene usato solo per le cerimonie importanti. Mica andiamo sempre giro conciati in questo modo- rispose Kanata esasperato.

 Lui, Nozomu, Santa e Seiya erano chiusi nella stanza di Kanata con Teru da più di sei ore cercando di fare entrare nella sua testa bacata quanto più potevano riguardo i matrimoni terrestri. Insieme a loro c’era anche Mizuki, che, in qualità di “grande amico” di Christine, era stato informato di tutta la storia di Lou e Baumiao. Tanto lo avevano capito tutti che quei due si erano innamorati e che era solo questione di tempo prima che si mettessero insieme. Quindi avevano deciso di concedere piena fiducia a Mizuki.

 -Kanata, puoi ripetermi un attimo la storia del bacio?-

 -Allora…- cominciò Kanata sulla soglia della disperazione. –Dopo che vi avrà dichiarato marito e moglie, il ministro ti dirà “ora puoi baciare la sposa”, tu ti avvicinerai a Ruy e… e… be’ il resto lo sai.- Il ragazzo arrossì imbarazzato.

 -Ma questo avviene prima o dopo lo scambio degli anelli?-

 -Dopo… te lo abbiamo ripetuto già cinque volte- esclamò Santa irritato.

 -Lo sapete questo fatto degli anelli è davvero buffo. Su Shalak, dopo il combattimento matrimoniale… avete capito cos’è il combattimento matrimoniale, vero?-

 -Sììììì….- risposero gli altri in un coro annoiato.

 -Bene… be’ dopo il combattimento matrimoniale, viene inserito sul dorso della mano sinistra degli sposi, un cip.-

 -Cosa?!-

 -Già. Il cip si scioglie e fa apparire sulla mano dello sposo l’iniziale del nome della sposa e viceversa. Poi questa specie di tartaggio… è così che li chiamate qui, vero?-

 -Forse vuoi dire tatuaggio?- chiese Mizuki dubbioso.

 -Ah, sì. Be’ questo tatuaggio cambia colore con il passare del tempo. Durante il primo anno di matrimonio è rosa. Poi diventa rosso per i successivi dieci anni. Allo scoccare dell’undicesimo anno diventa giallo. Poi dopo i venticinque anni diventa argentato. E poi non ricordo….- disse lui dubbioso.

 -Ma la sostanza contenuta nel cip, non è tossica?- chiese Santa curioso.

 -Per un terrestre, penso di sì. Ma per noi di Shalak, no. Altrimenti saremmo già morti tutti.-

 -Senti, Teru- disse Nozomu. –Hai deciso chi sarà il tuo testimone?-

 -Il mio cosa?-

 -Il testimone- rispose Nozomu semplicemente.

 -Lo sposo- cominciò Kanata. –Può scegliere un parente o un amico che gli faccia da testimone. In pratica è una figura che è di supporto allo sposo il giorno del matrimonio e se non sbaglio deve anche fare un discorso d’auguri durante la festa che avviene dopo la cerimonia.-

 -Quindi questo testimone deve essere un vero amico, uno di cui mi fido ciecamente al punto di affidargli la mia stessa vita- disse Teru con il suo solito tono da super eroe.

 -S-sì, più o meno- rispose Kanata intimorito.

 -Bene, allora so perfettamente chi scegliere. Il mio testimone sarai proprio tu Kanata.-

 -Cosa?! Ma- ma non hai un amico di Shalak a cui chiederlo?- chiese il ragazzo spaventato.

 -Veramente non ho molti amici al dipartimento, gli unici miei amici sono i componenti della famiglia di Ruy- disse Teru triste.

 -Come mai?- chiese Santa.

 -Sono tutti intimoriti dal fatto che sono il fidanzato di Ruy.-

 -Cosa?! E perché?- esclamò Kanata sorpreso.

 -Seiya non vi ha detto niente?-

 -Riguardo cosa?- chiese il ragazzo sempre più confuso.

 -Niente, riguardo niente- disse Seiya lanciando uno sguardo di rimprovero.

 -E’ inutile che continui a nasconderglielo Seiya- disse Teru. –I tuoi saranno qui domani e di certo non mentiranno sulla loro posizione sociale.-

 -Scusate, ma di che diavolo state parlando?- chiese Kanata arrabbiato.

 -E va bene…- sospirò Seiya scocciato. –Kanata c’è una cosa che devi sapere sulle mie origini e su quelle di Ruy…-

 Fece una pausa per prendere coraggio.

 -Vedi io e Ruy su Shalak siamo persone molto importanti.-

 -In che senso?-

 -Nel senso che siamo nobili, e quando dico nobili intendo che facciamo parte della famiglia reale.-

 -Vuoi farmi credere che…?-

 -I miei genitori sono il re e la regina di Shalak e di conseguenza Ruy è la principessa e…e… io sono il principe ereditario.-

 -Ma perché non ci hai mai detto niente?- chiese Kanata stupito.

 -Perchè, su Shalak, appena qualcuno viene a sapere chi sono in realtà comincia a comportarsi in modo diverso e a prendere le distanze da me, per evitare di mancarmi di rispetto. Qui sulla Terra ho finalmente trovato degli amici sinceri che mi vogliono bene per quello che sono e avevo paura che sapendo la verità voi avreste cominciato a comportarvi come gli altri.-

 -Andiamo Seiya non essere stupido, lo sai che il nostro atteggiamento non cambierà mai- disse Kanata sorridendo.

 -Cosa!? Una Pricipessaaaaaaa!!!!!-

 -Questa era Miyu- disse Seiya triste. –Ruy deve averle detto la verità.-

 -Vuoi la prova che non ci comporteremo in modo diverso?- chiese Kanata. –Allora prova ad abbracciare Miyu e vedrai che la sua reazione non cambierà.-

 -Tu dici?-

 -Provare non costa nulla.-

 Così Seiya e gli altri si diressero verso la stanza di Miyu. Kanata bussò alla porta e disse: -Ragazze? Tutto bene? Abbiamo sentito un urlo.-

 La porta si aprì e ne uscì Miyu.

 -Vi hanno detto tutto, vero?- chiese Miyu.

 -Sì- rispose Kanata.

 Rimasero tutti in silenzio in attesa della reazione di Miyu.

 -Chi l’avrebbe mai detto che quel combina guai di Seiya fosse un principe- disse Miyu sorridendo.

 -Qui- quindi non sei arrabbiata?- chiese Seiya timoroso.

 -E perché dovrei esserlo tu e Ruy non siete mica due persone diverse ora che sappiamo quello che siete in realtà. Vi vogliamo bene comunque.-

 -Oh, Miyu. Grazie- disse Seiya commosso. Detto questo si lanciò verso di lei e l’abbraccio. Miyu non si mosse per la sorpresa. Ma appena si rese conto di quello che stava succedendo…

 -AAAAHHHAAAHHHAAAHHH!!!!!!-

 Il povero Seiya si ritrovò scaraventato contro il muro.

 -Il fatto di essere un principe non ti da il diritto di comportarti così! Screanzato!!!-

 Tutti i ragazzi cominciarono a ridere.

 -Hai visto- disse Kanata aiutando Seiya ad alzarsi. –Te l’avevo detto che non sarebbe cambiato nulla.-

 Seiya ricambiò il sorriso dolorante.

 -Allora, Kanata- disse Teru. –Accetti la mia proposta di farmi da testimone?-

 -Sì, certo.-

 -Cosa?! Ka- Kanata tu sarai il testimone di Teru?- chiese Miyu incredula.

 -Sì, perché?-

 -Perché Miyu sarà la damigella d’onore di Ruy- disse Akira. –Quindi voi sarete costretti a fare coppia e ad aprire le danze insieme agli sposi e ai loro genitori.-

 “E adesso?” pensarono Miyu e Kanata sconsolati e imbarazzati allo stesso tempo.

 

 

Allora, allora, allora… Cosa ne pensate delle tradizioni di Shalak riguardo ai matrimoni? Interessanti, vero? Vi do qualche anticipazione riguardo al prossimo capitolo. Conosceremo i genitori di Seiya e Ruy (quindi il re e la regina di Shalak). Si scoprirà che cosa ha sentito Seiya dopo aver toccato le mani di Akira (è successo nel chappy precedente). E, inoltre…. No basta così. Non voglio anticiparvi troppe cose, altrimenti non c’è gusto. :P

 Comunque spero che questo chappy vi sia piaciuto e mi raccomando Recensiteeeeeeeeeeeee!!!!!!

 

Grazie e tutti coloro che stanno leggendo la mia ficcy e a chi l’ha messa tra le preferite.

   

 

 Ringraziamenti:

 Lady_Sue1789: Sono felicissima che la coppia Seiya/Akira ti piaccia. In effetti non so neanche io da dove mi sia uscita questa idea… Bo’ ormai sono anni che ho smesso di chiedermi come lavora il mio cervello. Spero che la tua storia abbia avuto una risoluzione positiva. Grazie per il tuo continuo sostegno… Spero che questo nuovo chappy ti sia piaciuto. Ciao Kiss!!! TVTTTTB!!!!

 Follettina: sono contentissima che l’idea del matrimonio alieno ti sia piaciuta. Spero di sapere che cosa ne pensi di questo nuovo chappy. E sono anche felicissima del tuo appoggio riguardo la coppia Seiya/Akira. Grazie per la tua recensione. Ciao Kiss!!! TVTTTTB!!!!

 BAbyDany94: Grazie per la tua recensione e per tutti i complimenti che mi hai fatto. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Ciao Kiss!!!!

 MissMiyu 91: Grazie per avermi fatto gli auguri. Ho apprezzato davvero tantissimo il tuo interesse. Non pensavo che si potesse legare così tanto con una persona che non ho neanche mai visto, comunque grazie tantissimo ancora per il pensiero che hai avuto. Ti voglio bene! Ma passando alla ficcy, sono davvero contenta che questi ultimi capitoli ti siano piaciuti. E devo dire che anche io considero Seiya uno dei miei personaggi preferiti… (grazie! Troppo gentile. Lo so che le donne non resistono al mio fascino… ndSeiya)… dopo Miyu e Kanata (e ti pareva… ndSeiya). Ti ringrazio ancora per le tue recensioni. Ciao Kiss!!! TVTTTTTTTTTTB!!!  

 Angolyu: Grazie ancora per tutti i complimenti che mi fai nelle tue recensioni. Sono felice che la mia idea della coppia Seiya/Akira ti sia piaciuta. Spero che tu l’abbia trovata abbastanza sorprendente. Comunque le sorprese non finiranno qui e lo potrai vedere nei prossimi capitoli. Cosa ne pensi di questo nuovo chappy?. Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!!!

 HollyShort91: Ciao. Sono felice che la mia prima ficcy come scrittrice sia stata anche la tua prima ficcy come lettrice. Quando ho cominciato a scrivere questa storia il mio intento era proprio quello di ricreare l’atmosfera del cartone, e a sentire te ci sono riuscita. Grazie, questo è il più bel complimento che mi potessero fare. Spero che continuerai a recensire… Non vedo l’ora di sapere che cosa ne pensi di questo mio nuovo chappy! Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!!!

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Capitolo 15
*** Lo Strano Comportamento di Seiya ***


Scherzi del Destino- Capitolo 15

Ciao a tutti! Eccomi tornata con un nuovo capitolo! Probabilmente dopo averlo letto rimarrete con parecchi dubbi irrisolti, ma non preoccupatevi. Dopo aver letto i prossimi capitoli vi sarà tutto più chiaro. Vi lascio alla lettura.

 
Scherzi del Destino

 Capitolo 15

 Lo Strano Comportamento di Seiya

 

 

 -Kanata?-

 -Sì, dimmi Miyu.-

 Miyu e Kanata si trovavano nella cucina a lavare i piatti. Tutti gli altri erano andati a casa dopo la cena. Seiya, Ruy e Teru avrebbero dormito nelle loro astronavi. Mentre Akira aveva deciso di restare a dormire al tempio per aiutare Miyu con i suoi ospiti. O almeno questa era la versione ufficiale fornita dall’amica, ma Miyu sapeva benissimo che in quella decisione c’entrava parecchio Seiya e l’ascendente che esercitava su Akira.

 -Secondo te abbiamo fatto bene ad accettare tutta questa storia? Io rimango dell’idea che festeggiare un matrimonio alieno qui, sia troppo rischioso- disse la ragazza passando un piatto bagnato a Kanata che aveva il compito di asciugarlo.

 -Anch’io credo che non sia una buona idea. Ma, dopotutto, Akira ha ragione quando dice che, almeno per quello che riguarda i nostri genitori, possiamo stare tranquilli. Il problema è che di solito qui intorno si aggira parecchia gente. Ti immagini cosa succederebbe se all’improvviso sbucasse la signorina Mikan?-

 -Non penso che lei sia un vero pericolo… E’ talmente distratta che non si accorge mai di nulla… Ehi aspetta un momento…- disse Miyu pensierosa.

 -Cosa c’è?-

 -Penso che sia più saggio invitare Mikan al matrimonio.-

 -Cosa?!-

 -Rifletti. La signorina Mikan viene qui al tempio un giorno sì e l’altro pure. Si accorgerà che stiamo allestendo i preparativi per qualcosa. Si insospettirà e comincerà a fare strane indagini. Se poi capirà di non poter risolvere il mistero da sola chiamerà la signorina Mizuno, che è cento volte peggio di lei. E magari alla fine la signorina Mizuno chiamerà i nostri genitori per comunicare loro che qui succedono cose strane. Appena mia madre sentirà puzza di bruciato correrà qui armata di quel suo radar per alieni e catturerà Seiya, Ruy e i loro genitori. Poi siccome i genitori di Seiya sono il re e la regina di Shalak, magari i loro sudditi dichiareranno guerra alla Terra e la distruggeranno perché abbiamo osato rapire i loro sovrani- disse Miyu tutto d’un fiato.

 -Non ti sembra di esagerare un tantino?- chiese Kanata stupito.

 -Tu sei davvero convinto che sia così improbabile? Dopotutto non conosciamo i genitori di Seiya, magari sono dei tipi vendicativi.-

 -Forse hai ragione. E’ meglio non correre rischi. D'altronde se invitiamo Mikan, lei si troverà davanti a un matrimonio terrestre quindi non penso che sospetterà nulla.-

 -Sì, lo penso anch’io- disse Miyu sorridendo.

 Il sorriso della ragazza prese Kanata di sorpresa. Quando Miyu sorrideva tutto intorno a lei si illuminava. Lei diventava bellissima e aveva la capacità di lasciarlo senza parole.

 -Kanata stai bene? Hai il viso tutto arrossato?- chiese lei preoccupata.

 -Cosa? Io… sì, sto bene…-

 Forse non era proprio un momento romantico, però finalmente erano soli. Non poteva lasciarsi sfuggire questa occasione di rivelarle quello che provava veramente per lei. Posò il piatto che aveva in mano sul lavello e si voltò verso la ragazza.

 -Miyu…io…ecco, vorrei dirti una cosa…- disse sempre più imbarazzato e con il cuore che rischiava di uscirgli dal petto.

 -Dimmi…-

 -Miyu…io…- con tutto il coraggio che poteva racimolare, le prese una mano e la strinse tra le sue. A quel gesto la ragazza sussultò sorpresa e divenne immediatamente rossa.

 -Io…-

 -Kanataaa!!!-

 L’urlo di Teru che entrava in cucina li costrinse a dividersi e a fare improvvisamente finta che quel momento di privacy non fosse mai esistito.

 -Cosa c’è Teru?- chiese Kanata voltandosi scocciato verso l’amico.

 -Ho un dubbio che non mi permette di prendere sonno- disse Teru pensieroso. –Ma l’anello bisogna metterlo alla mano destra o alla mano sinistra della sposa?-

 -Alla sinistra…- sospirò Kanata esasperato. Era incredibile che fosse stato interrotto per una scemenza del genere.

 -Lo sapevo- esclamò Teru estasiato. –Ora posso tornare a dormire. Ci vediamo domani.- E detto questo l’alieno sparì esattamente come era apparso.

 Kanata si voltò lentamente verso Miyu che era di nuovo intenta a lavare i piatti. L’atmosfera ormai era sparita, però poteva sempre provare a ricrearla.

 -Miyu…- sussurrò.

 -Se sei stanco, posso finire io qui. Vai pure a dormire- disse lei sorridendogli velocemente e tornando a lavare un bicchiere che ormai stava brillando per quanto Miyu lo stava strofinando energicamente.

 No, l’atmosfera era totalmente andata. Pazienza ci avrebbe riprovato in un altro momento, evidentemente quello non era giusto.

 -Va bene. Allora, Buonanotte- disse Kanata indugiando con lo sguardo sul viso di Miyu che era ancora un po’ rosso per l’imbarazzo.

 -Buonanotte.-

 

 Ormai era notte fonda e tutti erano andati a dormire da un pezzo. Ma al tempio Sayoni c’era qualcuno che ancora non era riuscito a lasciarsi cullare dalle braccia di Morfeo. Akira se ne stava stesa sulla schiena a guardare il soffitto. Aveva troppi pensieri che le ronzavano in testa per riuscire a dormire. Decise di alzarsi e di fare quattro passi in giardino. Cercò di non fare rumore per evitare di svegliare Miyu che dormiva tranquilla nel letto accanto.

 Akira stava percorrendo il corridoio quando, guardando fuori, si accorse che c’era qualcuno seduto sui gradini del tempio. Man mano che si avvicinava il cuore le batteva sempre più forte. C’era una sola persona… o meglio alieno in tutto l’universo che le faceva quell’effetto.

 -Seiya, che ci fai seduto qui?- chiese sedendosi accanto al ragazzo. –Va tutto bene?-

 Il ragazzo continuava a guardare le stelle pensieroso.

 -Tra poche ore i miei genitori saranno qui.-

 -E questo ti preoccupa?-

 -Non sono male come genitori, però non li vedo molto spesso. Quindi quando li devo incontrare mi sento sempre felicissimo, ma allo stesso tempo sono preoccupato di poterli offendere o deludere in qualche modo- disse abbassando lo sguardo.

 -Secondo me ti stai preoccupando per nulla- disse Akira alzando gli occhi verso le stelle.

 -Come, scusa?- chiese lui fissando il profilo di lei.

 -Sei tu che ti fai tanti problemi perché vedi i tuoi genitori più come sovrani che come le persone che ti hanno messo al mondo. Ma io sono del parere che in primo luogo li dovresti considerare semplicemente tuo padre e tua madre. Non dico che un figlio con genitori normali non ha comunque paura di deluderli, però è consapevole del fatto che qualunque cosa faccia i suoi genitori lo appoggeranno sempre. Ed è proprio quello che dovresti fare tu. Sta tranquillo, sono sicura che andrà tutto benissimo- si voltò verso Seiya e sorrise. Un leggero venticello tiepido si alzò e le mosse i capelli. Improvvisamente Seiya si rese conto di quanto Akira fosse bella. Arrossì a quel pensiero.

 Rimasero qualche secondo in silenzio fissando entrambi il cielo cosparso di stelle, poi Akira disse: -Seiya, posso chiederti una cosa?-

 -Sì, certo.-

 -Cosa hai sentito stamattina quando mi hai preso le mani?- chiese lei fissandolo negli occhi.

 Seiya sussultò per la sorpresa. Doveva aspettarsi che prima o poi glielo avrebbe chiesto.

 -Perché me lo chiedi?-

 -Non lo so. Mi sei sembrato strano, come se avessi sentito qualcosa che non potevi spiegarti.-

 -In effetti è andata più o meno così- disse lui sorridendo.

 Akira lo guardava con aria interrogativa.

 -Quando ti ho toccata ho sentito una sensazione di familiarità, come se ci fossimo già visti prima di oggi, come se tanto tempo fa avessimo passato del tempo insieme. E poi ho sentito di potermi fidare ciecamente di te, in qualunque momento. Ho sentito che siamo legati da qualcosa che non sono riuscito a spiegarmi- disse infine arrossendo.

 -Anche a me è successa la stessa cosa quando mi hai preso la mano?-

 -Che strano… vuoi dire che hai sentito quello che provavo?-

 -Non lo so, io sono una terrestre non ho poteri sovrannaturali…- disse sorridendo. –Però mi è capitato di poter sentire la tua presenza ancora prima di vederti, e ho anche sentito la tua angoscia quando hai dovuto dire la verità a Miyu e Kanata.-

 Seiya la fissava affascinato. Non poteva fare a meno di sentirsi legato a lei, era la prima volta che provava una cosa del genere.

 -Be’…- cominciò Akira sbadigliando e stiracchiandosi. –Adesso è meglio tornare a letto altrimenti domani non ci sveglieremo neanche con le cannonate.-

 -S- sì, hai ragione.-

 Akira si alzò, fece qualche passo e poi si voltò verso Seiya che era ancora seduto sui gradini.

 -Allora- disse sorridendo, -Buonanotte, Seiya…-

 -Buonanotte a te- rispose lui un po’ imbarazzato.

 La ragazza si voltò e si diresse con calma verso la porta da cui era uscita. Ma prima di entrare in casa si fermò. Si girò, e rivolse un sorriso pieno di gioia a Seiya. Il ragazzo arrossì di colpo, ma trovò il coraggio di ricambiare il sorriso. Poi Akira sparì dietro la porta.

 Seiya, rimasto solo, non poteva fare a meno di pensare ad Akira. Era sicuro di averla già conosciuta. Di aver passato molto tempo con lei. Di conoscerla da una vita. Possibile che quello che stava provando fosse amore… Amore. Solo una volta qualcuno era riuscito a fargli provare quel sentimento. Ma era successo moltissimi anni prima. Poi improvvisamente, come un fulmine, un pensiero si scagliò nella mente di Seiya.

 -No… non è possibile che sia lei.-   

 

 La mattina seguente erano tutti impegnati nei preparativi per il matrimonio. Il cortile cominciava già a diventare un luogo elegante e più adatto di prima per ospitare una cerimonia così importante. Sotto l’occhio vigile di Aya, tutti si davano da fare e ognuno faceva la sua parte. Davanti alla porta del tempio era stato allestito il luogo in cui Teru e Ruy avrebbero detto il loro sì. Sui tre gradini era stato steso un bel tappeto bianco, intorno alla ringhiera e all’arco di legno erano state avvolte catene di rose bianche e a terra erano stati gettati tanti petali di fiori di ciliegio. Poi erano state disposte in due parti una ventina di sedie in velluto bianco con dei fiori di ciliegio sulla spalliera. Tra le due schiere di sedie continuava il tappeto bianco che partiva dall’altare.

 Il luogo dove si sarebbe tenuta la cerimonia era praticamente pronto. Adesso si stavano concentrando tutti sull’altro lato del cortile in cui dovevano essere disposti i tavoli per la festa.

 Miyu, Nanami e Akira erano sedute sotto il portico a preparare le composizioni floreali da mettere su ogni tavolo. Christine, Mizuki e Nozomu si stavano occupando delle decorazioni. Ruy e Teru erano ognuno nella proprio navicella a ripassare le loro promesse. Mentre Kanata, Seiya e Santa stavano cominciando a montare i tavoli che sarebbero serviti per la festa. Erano quattro. Uno per gli sposi, il testimone dello sposo e la damigella d’onore. Il secondo per i genitori di Seiya e Ruy e per altri loro invitati. E gli ultimi due sarebbero stati occupati da Akira e gli altri, con in più la signorina Mikan. Si prospettava un matrimonio in piccolo, ma molto molto romantico.

 -Kanata, posso farti una domanda?- chiese Seiya passando alcuni chiodi all’amico.

 -Sì, dimmi- rispose senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro.

 -Potresti parlarmi di Akira?-

 -Cosa vuoi sapere?- chiese Kanata guardandolo sorpreso.

 -Ecco… parlami della sua famiglia, di come l’hai conosciuta…-

 -Ti piace, vero?- chiese l’amico con sguardo furbo.

 -Cosa?!- esclamò Seiya arrossendo. –No, ma che… cioè sì, mi piace… ma non è per questo ti ho chiesto di parlarmi di lei…-

 -E allora perché?-

 -Ti prego rispondi alla mia domanda e basta- disse Seiya sempre più imbarazzato.

 -Be’…- cominciò Kanata pensieroso. –L’ho conosciuta quando facevamo la prima elementare, era un po’ un maschiaccio. Le piaceva giocare solo con me e Santa, e ha sempre odiato le bambole e altri giocattoli troppo femminili.-

 -E cosa mi sai dire dei suoi genitori?-

 -Suo padre è un uomo d’affari molto stimato, se non sbaglio lavora nel campo dell’informatica. Invece sua madre è scomparsa quando Akira era in fasce. Suo padre non le ha mai parlato molto della madre. L’unica cosa che le ha detto è che era una donna dolcissima e che le aveva voluto un mondo di bene.-

 -Sai come è scomparsa sua madre?-

 -No. E neanche Akira lo sa. Suo padre è totalmente silente su questo argomento. Ma si può sapere perché vuoi sapere tutte queste cose?-

 -Ecco… io… Credo che Akira sia…-

 -Kanata!!! Seiya!!!- urlò Aya da sotto il portico. –Venite! Ho appena finito i vostri abiti per il matrimonio, dovete provarli!-

 -Arriviamo!- rispose Seiya contento per quell’interruzione. Fece qualche passo, quando improvvisamente si sentì afferrare il braccio destro. Era Kanata che lo aveva bloccato.

 -Cosa stavi dicendo su Akira?- chiese serio.

 -Lascia stare, non è niente di importante- disse Seiya sorridendo e liberandosi dalla prese dell’amico. –Era solo curiosità.-

 -Farò finta di crederti- disse Kanata poco convinto.

 All’improvviso sentirono un boato provenire dal cielo. Una navicella enorme stava scendendo verso di loro.

 -Sono arrivati- sospirò Seiya con il cuore che gli batteva forte.

 La navicella atterrò proprio davanti a Seiya e Kanata. Ruy uscì fuori dalla sua nave spaziale e corse al fianco del fratello per accogliere i genitori. Anche gli altri ragazzi accorsero tutti, curiosi di conoscere un re e una regina alieni. Miyu si avvicinò piano a Kanata e strinse un lembo della maglietta di lui, un po’ spaventata.

 -Stai tranquilla- le bisbigliò con dolcezza. Lei annuì poco decisa.

 Il portellone cominciò ad aprirsi lentamente. Si cominciarono a intravedere due alte figure che stavano cominciando a dirigersi verso di loro. La figura maschile era alta e imponente, aveva i capelli dello stesso colore di Ruy e un paio di baffi che gli davano un aria molto severa. Era vestito in modo elegante e aveva un lungo mantello che gli dava un aria davvero reale. Al suo fianco, la figura femminile, era vestita con un lungo abito verde smeraldo. Si muoveva con eleganza e sinuosità. I lunghi capelli biondi raccolti uno chignon tenuto fermo da un semplice diadema. Il suo viso sembrava dolce e comprensivo. Dietro le prime due, si potevano intravedere altre due figure altrettanto eleganti. Uno era un ragazzo sui vent’anni, aveva capelli castani e dei profondi occhi grigi. Accanto a lui avanzava una donna. Indossava un lungo vestito azzurro, che le ricadeva con eleganza. Aveva lunghi capelli castano scuro che le scendevano in sinuosi boccoli lungo le spalle. La donna continuava a tenere lo sguardo basso, e aveva un’aria molto triste.

 -Ruy! Seiya!- esclamò la donna bionda appena ebbe individuato quelli che probabilmente erano i suoi figli. Corse incontro ai due e gli abbracciò. –Oh, piccolo mio come sei cresciuto! Mi sembra ieri che gattonavi in giro per il palazzo con il sederino di fuori perché ti rifiutavi di vestirti- disse guardando il ragazzo.

 Kanata e Miyu si lanciarono uno sguardo divertito.

 -Mamma. Così mi metti in imbarazzo- disse Seiya rosso in volto.

 Poi la donna si rivolse a Ruy con le lacrime agli occhi: -Oh, bambina mia! Non riesco ancora a credere che ti sposi. E pensare che fino a poco tempo fa eri solo una ragazzina piena di brufoli.-

 -Mamma!- esclamò lei imbarazzatissima.

 -Cara- disse l’uomo alto avvicinandosi alla moglie. –Non ti sembra che sia il caso di contenersi un po’…-

 -Stai zitto tu! Non vedo i miei figli da mesi, ho tutto il diritto di stare un po’ con loro.-

 -Sì, lo so- disse lui cauto. –Ma non credi di aver dimenticato qualcosa.-

 -Cosa?-

 Il marito fece un cenno impercettibile vero Kanata, Miyu e gli altri che sentendosi chiamati in causa sorrisero.

 -Oh, per tutti i satelliti di Giove! Hai ragione!- poi rivolgendosi ai ragazzi disse: -Mi dispiace per essermi comportata in questo modo. Chissà cosa avrete pensato di me? La regina di Shalak che si comporta in questo modo così poco consono.-

 -Non si preoccupi- disse Miyu sorridendo. –Lei è una madre prima di essere regina. Se fossi stata al suo posto avrei fatto la stessa cosa.-

 -Scommetto che tu sei la famosa Miyu- disse il re rivolgendosi alla ragazza.

 Miyu annuì intimorita.   

 -E tu devi essere Kanata.- Il ragazzo annuì.

 -Seiya ci ha parlato tantissimo di voi due e del piccolo proveniente dal pianeta Otto- continuò il re sorridendo. –Io sono Soichiro Yaboshi II, sovrano di Shalak. Lei è mia moglie Yukino. Mentre loro due…- disse rivolgendo lo sguardo verso gli altri due alieni, -… sono la contessa Ryoko Hayama e suo figlio Koichi. Sono carissimi amici di famiglia. Il marito di Ryoko, il conte Sousuke Hayama, era mio migliore amico.-

 La contessa e il figlio fecero un inchino, in segno di rispetto.

 -Koichi! Sono contento che ci sia anche tu!- esclamò Seiya correndo ad abbracciare l’amico.

 -Anch’io sono felicissimo di essere venuto- disse il ragazzo sorridendo per la prima volta da quando era arrivato.

 -Vieni, ti presento i miei amici terrestri- prese l’amico per un braccio e lo trascino da Miyu e Kanata.

 -Allora… loro, come avrai capito, sono Miyu e Kanata.-

 -Piacere- dissero i due in coro.

 Koichi fece un inchino.

 -Loro invece sono Nanami, Aya e Christine.-

 -Non pensavo che le ragazze terrestri, fossero così carine. Ora capisco perché vieni qui in continuazione.-

 Le tre amiche arrossirono a quel complimento.

 -Da quella parte ci sono Nozomu, Santa e Mizuki.-

 Koichi si inchinò nuovamente. Ma i tre ragazzi non fecero alcun segno di saluto.

 -Perché si comportano così?- chiese Koichi in un bisbiglio.

 -Perché sono i fidanzati delle tre ragazze di prima. Non credo che abbiano gradito il tuo commento- bisbigliò Seiya divertito.

 -Vieni c’è ancora una persona che devi conoscere. Koichi lei è Akira.-

 Koichi si avvicinò alla ragazza e si inchinò. Quando si rialzò i loro occhi si incontrarono. Entrambi sobbalzarono sorpresi. Avevano provato la stessa sensazione di calore. Sentivano di essersi già incontrati… Ma dove? Quando?

 -Bene- esclamò il re contento. –Ora che le presentazioni sono state fatte. Ho bisogno che qualcuno di voi spieghi a me e a mia moglie le vostre usanze sui matrimoni.-

 Tutti i ragazzi si guardarono esasperati. Non ne potevano davvero più di istruire alieni.

 

 

 Allora? Vi siete incasinati le idee oppure state cominciando a capire dove sta andando a parare tutta questa storia? Lo so che forse in questo momento non tutto vi è chiaro, ma già dal prossimo capitolo si comincerà ad avere qualche chiarimento in più. Qualche anticipazione: si scoprirà molto sul passato della contessa Ryoko e di suo figlio Koichi… Si saprà chi è la persona che Seiya ha sempre amato… Ma secondo voi, Akira cosa c’entra in tutta questa faccenda? Inoltre scommetto che tutti i fan di Miyu e Kanata in questo momento vorrebbero uccidere Teru, vero?

 Lasciandovi con questi dubbi vi chiedo di…. RECENSIRE!!!!!!!!!!!!!

 

Ringrazio tutti coloro che leggono la mia ficcy e chi l’ha messa tra le preferite.

 

 Ringraziamenti:

 HollyShort91: Sono contenta che le tradizioni di Shalak ti siano piaciute, non so neanche io da dove mi sono venute… :P. Ti ringrazio per la recensione, e anche se non dovrei ti anticipo che sì… Miyu sarà davvero bellissima per il matrimonio. Ciao Kiss!!! TVTTTB!!!

 Lady_Sue1789: le tue recensioni mi fanno sempre sorridere ed emozionare. Grazie per il tuo sostegno. E non so come ringraziarti per avermi detto che la mia ficcy ti fa stare meglio anche nei momenti difficili. Mi dispiace per la tua storia, so come ci sente in questi casi e non lo augurerei a nessuno. Nelle mie storie mi riesce molto facile parlare d’amore e riesco anche a creare dei sentimenti bellissimi, i miei personaggi riescono sempre a chiarirsi in un modo o nell’altro. Ma nella realtà in amore sono una vera frana… forse è per questo che scrivere di storie d’amore mi riesce così facile. Per quanto riguarda Christine e Mizuki, non ti preoccupare ho in mente un bel programmino anche per loro. Spero che questo chappy ti sia piaciuto. Ciao Kiss!!!! TVTTTTB!!!!

 Miss Miyu 91: Grazie per la recensione… sono contentissima che il capitolo precedente ti sia piaciuto. Cosa ne pensi di questo? Fammelo sapere. Ciao Kiss!!! TVTTTTB!!!

 BAbyDany94: Sono felicissima che il capitolo precedente ti sia piaciuto. Cosa ne dici di questo? Grazie per la tua recensione… Ciao Kiss!!! TVTTTB!!!

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Capitolo 16
*** La Piccola Hiumi Hayama ***


Scherzi del Destino- Capitolo 16

Mamma Mia! Questa storia di Seiya e Akira mi sta prendendo talmente che praticamente i capitoli di scrivono da soli. Va be’, la smetto di perdere tempo e vi lascio alla lettura!!!

 

 Scherzi del Destino

Capitolo 16

La Piccola Hiumi Hayama

 

 

 Shalak- Palazzo del Conte Hayama

 -Su contessina mandi giù un altro cucchiaio di pappa.-

 -Nooo, io voio mamma mia!!!-

 Una paziente tata stava cercando di far mangiare la piccola contessina Hiumi Hayama. La bambina era la secondogenita dell’antica casata Hayama. Aveva capelli neri, occhi di uno splendido grigio e un visino dolcissimo. Ma aveva anche un carattere tremendo.

 -Dai, Hiumi. Finisci di fare colazione- disse un bambino seduto allo stesso tavolo, che aveva appena finito di svuotare il suo piatto. Era Koichi, fratello maggiore di Hiumi e primogenito della casata Hayama.

 -Koichi, voio mamma!!!- disse la bambina cominciando a piangere.

 -Cosa sta succedendo qui?- chiese una dolce voce femminile entrando nella sala da pranzo.

 -Mamma!!! Mamma!!!- urlò la bambina contenta.

 Ryoko Hayama si avvicinò alla figlia e la prese in braccio. Appena la piccola sentì il contatto con la madre smise di piangere. 

 -Tesoro mio, cosa c’è che non va? La pappa non ti piace?-

 -Sì, però voio che stiamo insieme. Voio anche papà con noi.-

 -Hiumi lo sai che papà adesso sta lavorando- disse Koichi con dolcezza. –Non possiamo disturbarlo.-

 -Nooo!!! Andiamo da papà!-

 -E va bene- disse Ryoko accarezzandole la testa. –Vediamo se possiamo stare un po’ con lui mentre lavora, ma solo cinque minuti. Ok?-

 -Sì, sì…- esclamò la piccola soddisfatta.

 Così Ryoko con in braccio la piccola e con al fianco Koichi si diresse lungo il corridoio fino ad arrivare davanti alla porta del laboratorio del marito. Sousuke Hayama era il più grande inventore esistente su Shalak. Grazie a lui la tecnologia del pianeta era progredita tantissimo negli ultimi anni.

 Ryoko bussò alla porta.

 -Chi è?- chiese una voce serena dall’altra parte.

 -Sousuke, sono io. Hiumi vuole vederti, possiamo entrare?-

 -Sì, venite pure. Stavo giusto venendo a mangiare qualcosa.-

 La donna aprì la porta. Notò che come al solito il laboratorio del marito poteva tranquillamente essere scambiato per una discarica. Qua e là c’erano sparse quelle che una volta dovevano essere state delle invenzioni. Evidentemente dovevano avere qualche difetto. Il conte stava seduto alla sua scrivania e stava armeggiando con uno strano strumento.

 -Papà! Papà!- esclamò la piccola Hiumi cercando di divincolarsi dalle braccia della madre.

 Sousuke sorrise alla figlia. Si alzò e le andò incontro prendendola in braccio.

 -Cosa c’è piccolina? Stavi sentendo la mia mancanza?-

 La bambina annuì nascondendo il viso tra le vesti del padre.

 -Mi dispiace di non essere stato molto presente in questo periodo. Dovrei chiedere scusa anche a te Koichi- disse sorridendo al figlio.

 -Non preoccuparti papà, lo so che il tuo lavoro è fondamentale per tutto il pianeta. Adesso a cosa stai lavorando?- chiese il bambino indicando lo strano oggetto a cui poco prima si stava dedicando il padre.

 -Oh… è un nuovo tipo raggio laser. Se tutto va bene dovrebbe riuscire a guarire qualsiasi ferita in pochi secondi.-

 Qualcuno bussò alla porta. Entrò la tata di Hiumi.

 -Mi perdoni signor conte, c’è il principino Seiya con la principessa Ruy.-

 -Li faccia entrare- disse Sousuke contento.

 -Seiya, sìììì!!!!- esclamò Hiumi felice.

 La tata si fece da parte per permettere ai due bambini di entrare. Ruy poteva avere sei anni al massimo, era abbastanza alta per la sua età. I suoi lunghi capelli rossi erano raccolti in un’elegante coda e indossava un semplice ma regale abitino giallo. Teneva il suo fratellino per mano. Seiya aveva poco più di un anno (la stessa età di Hiumi), indossava un bel completo azzurro e i suoi scompigliati capelli biondi gli conferivano proprio un’aria da piccola peste.

 -Scusate il disturbo- disse Ruy imbarazzata. –Ma mio fratello voleva venire a giocare con Hiumi.-

 -Seiya!!!- disse Hiumi divincolandosi dalle braccia del padre e correndo, per quanto le sue gambine glielo permettessero, verso il suo amichetto.

 -Hiumi!- esclamò lui.

 I piccoli si presero per mano e cominciarono a saltellare per la gioia. I presenti li guardarono sorridendo.

 -Ruy- disse la contessa rivolta alla bambina, -come stanno i tuoi genitori? E’ da un po’ che non li sento?-

 -Stanno bene. Però sono molto impegnati a causa di quell’alleanza con il pianeta dell’Oro. Sono partiti più di un mese fa…- disse la piccola rattristandosi.

 -Scommetto che tu e Seiya dovete sentirvi piuttosto soli?- chiese Ryoko comprensiva.

 -Io capisco i miei genitori sono i sovrani di Shalak e quindi hanno molte responsabilità, ma Seiya…- disse guardando il fratellino che stava giocando, seduto per terra con Hiumi, con uno strano oggetto. Sicuramente qualche invenzione guasta. –Lui è ancora troppo piccolo per capire queste cose. La notte piange chiedendo di mamma e papà.-

 -Quando tornerà dal pianeta dell’Oro devo fare un bel discorsetto a Soichiro- disse Sousuke deciso. –Non può trascurare i suoi figli in questo modo.-

 Ruy, Ryoko e Koichi si guardarono sorridendo.

 -Veramente caro, tu non sei migliore di lui in queste faccende.-

 Il conte arrossì imbarazzato.

 -Sì, forse hai ragione.-

 -AAHAAHAAH!!!- un urlò interruppe i loro discorsi. Si voltarono in direzione dei due bambini e quello che videro li fece gelare il sangue nelle vene. Hiumi e Seiya stavano per essere risucchiati completamente da una distorsione temporale.

 -Seiya!!!- esclamò Ruy spaventata, e senza pensarci due volte si precipitò dal fratellino per aiutarlo.

 -Aiutaci! Sorellina!-

 La bambina afferrò la mano del fratello e riuscì a tirarlo fuori dalla distorsione appena in tempo.

 -Hiumi!!!!!- urlò Sousuke.

 La contessina era stata ormai risucchiata. Il padre per la disperazione si lanciò nella distorsione temporale che subito dopo svanì.

 -Hi- Hiumi…-bisbigliò Ryoko sconvolta. –Sousuke…-

 La donna cadde in ginocchio e disperata cominciò a piangere.

 -So- sorellina… papà… dove siete?- chiese Koichi incredulo.

 -Lasciami! Ruy, lasciami! La devo salvare!- urlava il piccolo Seiya cercando di liberarsi dalla stretta della sorella.

 -Non puoi fare più niente- disse la bambina in sussurro. –Hiumi potrebbe essere ovunque in questo momento.-

 In quell’istante il piccolo si rese conto che non avrebbe più rivisto la sua amica… mai più. E scoppio in un pianto pieno di dolore.

 -Hiumiiiiiiiii!!!!!!!-

 

                                             *********************

 

 La sera era scesa sul tempio Sayoni. Le stelle erano luminose come piccole lucciole rimaste intrappolate nel manto celeste. Erano curiose e spiavano inosservate tutto quello che stava succedendo sulla Terra. Ma c’era qualcuno che si era accorto di loro e le osservava di rimando perso in chissà quali tristi pensieri. La contessa Ryoko era seduta sui gradini davanti alla porta del tempio osservando quelle lucciole immobili. Stava pensando a suo marito e alla piccola Hiumi, come aveva fatto ininterrottamente negli ultimi tredici anni. Aveva passato giorni interi a scrutare il cielo sperando che una distorsione temporale le riportasse indietro le due persone care che aveva perso. Chissà su quale pianeta erano finiti? Chissà se stavano bene? Chissà se si erano rifatti un’altra vita? C’erano giorni in cui poteva persino sentire la loro presenza accanto a lei. Come in quel momento. Aveva la strana sensazione che fossero lì vicino, da qualche parte. Ma questa era solo una sensazione… sicuramente Sousuke e Hiumi erano lontanissimi da lei, in chissà quale sperduta galassia.

 -Contessa?- disse una dolce voce alle sue spalle.

 La donna si voltò di colpo, spaventata.

 -Oh, scusatemi. Non volevo disturbarvi.-

 -Tu sei l’amica di Seiya… aspetta…- disse lei pensosa, -…Akira, giusto?-

 -Sì, è esatto. La regina Yukino mi ha mandata a cercarla. Lei e il re sono occupati con le lezioni sul matrimonio. Però ha notato che durante la cena sembravate più triste del solito e mi chiesto di venire a farvi compagnia- disse Akira sorridendo.

 -Sei gentile, ma non devi preoccuparti… Sono sicura che hai di meglio da fare che stare insieme a una vecchia contessa noiosa…e depressa…-

 -Vi posso assicurare, contessa, che mi farebbe molto piacere stare un po’ qui con voi- disse Akira con un dolce sorriso. –In questi giorni da queste parti c’è stata sempre confusione e un po’ di tranquillità mi farebbe bene. In più, io ho saputo solo da poco dell’esistenza di voi alieni e sono ansiosa di conoscervi meglio.-

 -Be’ allora, siedi qui accanto a me.-

 -Vi ringrazio- la ragazza sedette e improvvisamente si sentì avvolgere da uno strano senso di familiarità. Il profumo della contessa le ricordava qualcosa… forse aveva sentito qualcosa di simile durante la sua infanzia. –Comunque volevo dirvi che siete in errore.-

 -Riguardo a cosa?- chiese la donna incuriosita.

 -Secondo me siete una donna ancora giovane e bella che può donare ancora molto alla vita. E per quanto mi riguarda non siete affatto noiosa, tutto quello che alieno mi affascina molto.-

 -Ti ringrazio…- disse la contessa contenta. –Ma ho notato che non mi hai corretta riguardo all’essere depressa.-

 -Be’ scusate, ma è piuttosto evidente che qualcosa vi rende triste e vi preoccupa. Forse vi farebbe bene parlarne con qualcuno.-

 Ryoko guardò la ragazza negli occhi. Era molto bella e i suoi occhi avevano qualcosa di rasserenante che la donna non riusciva a spiegarsi. Forse parlare con lei l’avrebbe aiutata a sentirsi un po’ meglio. Rivolse lo sguardo verso il cielo stellato e fece un profondo respiro per trovare le parole giuste.  

 -Hai mai sentito parlare delle distorsioni temporali?-

 -Sì, Miyu mi ha raccontato che è così che Lou e Baumiao sono arrivati sulla Terra- ricordò Akira pensierosa.

 -Mio marito Sousuke e mia figlia Hiumi sono stati risucchiati da una distorsione temporale più di tredici anni fa- disse Ryoko con le lacrime agli occhi.

 Akira sussultò sorpresa. Quel nome… Hiumi le era così familiare. Ma non ricordava dove lo aveva già sentito?

 -Da quando sono scomparsi non è passato giorno senza che io mi chiedessi dove fossero finiti? Non posso fare a meno di essere preoccupata per la mia piccola Hiumi, aveva solo un anno. Sicuramente deve sentirsi molto sola senza di me, avevamo un rapporto molto speciale…- ma la contessa non riuscì ad andare avanti i singhiozzi le bloccavano le parole.

 -Forse io posso capire come si sente Hiumi. Anch’io sono cresciuta senza una madre e devo dire che ho sentito molto la sua mancanza, nonostante non abbia alcun ricordo di lei. In realtà non so neanche come fosse il suo viso. Mio padre è stato sempre restio nel raccontarmi qualcosa di lei- disse Akira abbassando lo sguardo.

 -Lo sai, Akira- cominciò la contessa un po’ più serena. –Adesso mia figlia dovrebbe avere più o meno la tua età. Ti somiglierebbe anche secondo me. Guardando te mi sembra un po’ come avere lei davanti.-

 -Penso che se avessi conosciuto mia madre, avrei voluto che fosse come voi- disse Akira sorridendo.

 -Grazie- rispose la contessa e posò una mano su quella di Akira in un gesto di comprensione.

 Appena Akira sentì il tocco di quella mano, sussultò. In tutto il corpo cominciò a sentire caldo e sicurezza. Sentiva la dolcezza e la comprensione irradiarsi da quella mano verso il suo cuore. Stava provando di nuovo quella strana sensazione di familiarità e completezza.

 -Ti senti bene? Sei pallida?- chiese la contessa preoccupata.

 -Cosa?... Come?... Ah, sì. Sto bene. Credo di essere solo un po’ stanca- rispose la ragazza con un sorriso.

 -Forse è meglio che tu vada a dormire, allora. Sono sicura che domani ci saranno molte cose da fare per il matrimonio.-

 -Sì, avete ragione.-

 Così Akira, ancora un po’ stordita si alzò in piedi. Fece un piccolo inchino in un gesto di saluto e cominciò a dirigersi verso la porta.

 -Ah, Akira…- la fermò Ryoko.

 -Sì, ditemi.-

 -Grazie per la chiacchierata. Adesso mi sento meglio- disse la donna sorridendo.

 Akira rimase spiazzata da quel sorriso. Improvvisamente si creò una strana immagine nella sua mente. Una donna, molto simile alla contessa, le stava sorridendo nello stesso modo. Accanto a lei c’era un bambino che poteva avere sette anni con capelli castani e occhi grigi. E poi c’era un altro bambino molto più piccolo con scompigliati capelli biondi che diceva: -Vieni a giocare Hiumi?-

 -Akira! Akira!-

 La ragazza si riprese dallo stato in cui era caduta. Si rese conto di essere rimasta ferma impalata per parecchi secondi e la contessa stava in piedi e la stava fissando molto preoccupata.

 -Non vi preoccupate, contessa. Sono solo stanca. E’ stato un piacere parlare con voi… ma ora è meglio che vada a stendermi. Le auguro la buonanotte- e detto questo fece un sorriso e si diresse verso la sua stanza.

 La contessa rimase qualche secondo in piedi a fissare il punto in cui era sparita Akira. Non poteva fare a meno di pensare che quella ragazza avesse qualcosa di familiare…

 

 

 -Hiumi…- mormorò Seiya triste.

 Stava stesso sul pavimento della sua astronave e guardava il soffitto pensando al giorno in cui la piccola Hiumi era scomparsa.

 

 -Secondo te cos’è questo coso?- chiese la piccola Hiumi prendendo in mano uno strano oggetto. –Forse è pericoloso…-

 -Non proeccupatti- rispose il piccolo Seiya, -qualsiasi cosa è, ti proteggo io! Ricordati che da grandi ci sposeremo…- continuò il piccolo arrossendo.

 -Sì, nessuno ci dividerà…- disse la piccola gettandogli le braccia al collo. Ma nel farlo le sfuggì di mano l’oggetto che cadde a terra. Pochi secondi dopo apparve una strana luce che si allargava sempre di più. Improvvisamente i due bambini si sentirono trascinare verso quella luce e prima che potessero reagire erano già prigionieri della distorsione temporale.

 -Seiya! Salvami!!!-

 -Dammi la mano, Hiumi!- poi voltandosi vide Ruy che correva verso di loro. –Aiutaci! Sorellina!- Hiumi guardava Seiya piangendo. –Ho paura, Seiya!-

 -Prendi la mia mano!- urlò di nuovo il bambino disperato. Le loro manine stavano quasi per toccarsi, quando all’improvviso Seiya si sentì strattonare fuori dalla distorsione e prima che se ne accorgesse si ritrovò sul pavimento tra le braccia di Ruy. Quando alzò lo sguardo si accorse che la distorsione era sparita e con essa anche la sua amata Hiumi.      

 -Hiumiiiii!!!!!-

 

 Una lacrima scese sul volto del Seiya adolescente.

 “Le avevo promesso di proteggerla. Avrei dovuto salvarla. Ci doveva riuscire. Hiumi… Mi dispiace tanto.” Il volto della piccola Hiumi si fece largo nella sua mente, e improvvisamente insieme a quello apparve anche il volto di Akira. Seiya era sempre più convinto che Hiumi e Akira fossero la stessa persona. Se lo sentiva. Hiumi era stata l’unica nell’universo a fargli provare certi sentimenti che ora anche Akira riusciva a fargli provare. Non poteva essere una coincidenza.

 -Volevi vedermi, Seiya?- chiese una voce alle sue spalle.

 Seiya si alzò in piedi e si sedette su un divanetto vicino a lui.

 -Sì, Koichi. Vieni pure- disse facendogli segno di sedersi sul divano.

 L’amico obbedì.

 -Tu hai i miei stessi dubbi, vero?-

 Koichi non rispose e abbassò lo sguardo triste.

 -E’ inutile che fai finta di niente. Lo so che anche tu hai sentito qualcosa quando l’hai guardata.-

 -Non ti sembra di correre un po’ troppo. Non possiamo essere sicuri che quella ragazza sia mia sorella. Non abbiamo alcuna prova. Mia madre non potrebbe sopportare altre delusioni- disse Koichi sempre più triste.

 -Per il momento non diremo nulla a tua madre- disse Seiya con tono comprensivo. – Però Kanata mi ha detto delle cose che hanno aumentato le mie convinzioni.-

 -Cosa ti ha detto?-

 -Akira non ha mai conosciuto sua madre. Ha vissuto sempre da sola con il padre che si è sempre rifiutato di raccontarle qualcosa della madre, né come è morta né che aspetto avesse. In più il padre di Akira lavora nell’ambito della tecnologia ed è uno scienziato molto famoso. Ti immagini come sarebbe facile per un genio come tuo padre fare carriera qui sulla Terra dove la tecnologia è molto meno evoluta della nostra.-

 -In effetti detta così, tutta questa storia può essere plausibile. Ma come facciamo ad esserne sicuri?-

 -Se Akira è davvero Hiumi non credo che ricordi qualcosa del periodo in cui viveva su Shalak, era troppo piccola. Quindi ci rimane solo una cosa da fare…-

 -Cosa?-

 -Incontrare suo padre.-   

  

 

 

 A tutti i fan di Miyu e Kanata: mi dispiace che in questo capitolo non compaiono loro due, ma era necessario spiegare tutta la storia degli Hayama prima di proseguire. Comunque non preoccupatevi perché il prossimo sarà il capitolo del matrimonio e ne vedremo delle belle.

 Cosa ne pensate del piccolo Seiya e delle piccola Hiumi (o Akira, si vedrà…), vi è piaciuta questa mia nuova , folle idea?

 Qualche anticipazione: diciamo che il prossimo capitolo sarà dedicato molto alle coppie, e Seiya e Koichi riusciranno ad incontrare il padre di Akira…

 Spero che questo chappy vi sia piaciuto…

 

 Ringrazio tutti quelli che leggono la mia ficcy e chi l’ha messa tra le preferite.

 

 Ah, quasi dimenticavo… RECENSITE!!!!!!!!!

 

 Ringraziamenti:

 BAbyDany94: grazie per tutti i complimenti che mi fai, sono contenta che la storia e il mio modo di scrivere ti stiano piacendo. A quanto pare ci hai azzeccato! C’è la possibilità concreta che Akira sia la contessina Hiumi. Staremo a vedere. Ciao Kiss!!!! TVTTTTB!

 Angol93: Ma ciao… sono felicissima di rivederti (be’ per modo dire… :P). Sono felice che la storia ti stia piacendo. Spero che ti sia piaciuto anche questo nuovo chappy. Ciao Kiss!!!! TVTTTTB!!!

 Miss Miyu 91: Eh sì, Teru è stato proprio invadente, ma non preoccuparti nel prossimo capitolo ci saranno degli sviluppi davvero interessanti… (non posso dire altro… :P). Grazie per la recensione e per tutti i complimenti. Ciao Kiss!!! TVTTTTB!!!!

 Lady_Sue1789: Le tue recensioni mi piacciono sempre un sacco. Mi fanno sempre ridere e sentire bene. Sono proprio curiosa di sapere quel’era la tua teoria. Ti prego dimmela!!!! Comunque appena ho letto la tua recensione sono subito andata a correggere l’errore, grazie per avermelo fatto notare. Spero che questo chappy ti sia piaciuto! Grazie per la recensione… Ciao Kiss!!! TVTTTTTTB!!!!

 Follettina: Sono strafelice che questi due nuovi capitoli ti siano piaciuti e spero che anche quest’ultimo ti abbia fatto lo stesso effetto degli altri. Dimmi che cosa ne pensi. Grazie per la recensione e per i complimenti. Ciao Kiss!!! TVTTTTB!!!

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Capitolo 17
*** Il Grande Giorno- Parte 1 ***


Scherzi del Destino- Capitolo 17

Eccomi tornata con un nuovo Capitolo! Si prospetta un bellissimo matrimonio, spero che vi piaccia questa prima parte… Vi lascio alla lettura.

 

 Scherzi del Destino
 

Capitolo 17
 

Il Grande Giorno- Parte1

  


 -Presto! Portami il vestito!-

 -Eccolo!-

 -Non il mio Nanami, quello di Ruy!-

 -Ah, sì. Scusa Miyu.-

 Probabilmente un terremoto avrebbe provocato meno danni quella mattina. Tutti erano in fermento per il matrimonio di Ruy e Teru che si sarebbe tenuto poche ore dopo. Ma la più nervosa di tutti era Miyu, forse ancora più agitata della stessa Ruy. La ragazza aveva lavorato come una matta per organizzare la cerimonia. Per non parlare del corso pre- matrimoniale che l’aveva quasi messa fuori combattimento. Le sue amiche si erano date da fare e l’avevano aiutata tantissimo, ma come damigella d’onore, Miyu sentiva il peso delle responsabilità tutto sulle sue spalle. In più non vedeva Kanata dalla sera prima. Lui e Teru si erano chiusi nella navicella spaziale dello sposo per ripassare tutto il programma.

 -Che ne pensate?- chiese Ruy mentre si guardava allo specchio con indosso il suo abito da sposa.

 -Sei meravigliosa!- rispose Miyu contenta.

 -Splendida!- confermò Aya.

 L’abito era stato confezionato con un tessuto molto prezioso che avevano portato i genitori di Ruy. Aya era stata in piedi fino a tardi per riuscire a terminarlo in tempo. Il corpetto era tutto ricamato con perline bianche e argentate. La gonna era lunga e svasata con un piccolo strascico. Ruy aveva deciso di non indossare il velo. Aveva raccolto i capelli in un elegante chignon e il tutto era completato da un semplice ma raffinato diadema. Un regalo della regina Yukino per le nozze della figlia.

 -Bene- disse Miyu sorridendo, -adesso non ci resta che controllare gli ultimi dettagli. Come ti ho detto ieri, Ruy, la sposa deve avere con sé il giorno del matrimonio qualcosa di vecchio, di nuovo, di blu e di prestato.-

 -Il diadema che mi ha regalato mia madre apparteneva a mia nonna, può essere considerato qualcosa di vecchio?-

 -Sì, il diadema va benissimo. Mentre per quanto riguarda qualcosa di nuovo, penso che questi possano andare- disse Miyu tirando fuori dalla tasca una scatolina. Sorrise e la porse alla sposa. Ruy la aprì con sguardo incuriosito che poco dopo divenne di sorpresa.

 -Questo è un piccolo regalino da parte di noi damigelle- disse Miyu con un enorme sorriso.

 Nella scatolina c’era un paio di orecchini. Erano di oro bianco, formati da un’unica catenella lunga una decina di centimetri. Alla fine della catenella c’erano due piccoli zaffiri a forma di goccia.

 -Sono meravigliosi… vi ringrazio tanto, non dovevate disturbarvi- disse Ruy con le lacrime agli occhi.

 -Siamo le tue damigelle, è un dovere e un piacere farti questo regalo- affermò Aya contenta.

 -E poi…- cominciò Nanami. –In questo modo abbiamo risolto anche il problema del qualcosa di blu.-

 -Già- disse Akira. –Penso proprio che quei due zaffiri vadano più che bene.-

 Ruy cominciò a piangere in silenzio.

 -Ra- ragazze… io non so davvero… co-come ringraziarvi. Mi avete aiutata tantissimo per organizzare questo matrimonio e io non ho idea di come sdebitarmi con tutte voi…-

 -Quando si è veramente amiche- disse Miyu, -non ci sono debiti di mezzo. Tu avevi bisogno di aiuto per realizzare il tuo sogno e noi siamo state felicissime di dartelo. Non devi sdebitarti in nessun modo… anzi no, una cosa la puoi fare…-

 -Cosa?-

 -Sii felice. Vivi questa giornata con tutta la gioia e la serenità di questo mondo. Tu meriti di essere felice insieme a Teru per tutta la vita e io sono sicura che lo sarai…-

 Miyu abbracciò l’amica e le diede qualche colpetto sulla schiena per farla calmare.

 -Adesso smettila di piangere, altrimenti Nanami non riuscirà mai a truccarti- disse Miyu sorridendo.

 -Hai ragione…- mormorò Ruy divertita.

 -Ragazze, abbiamo un problemino. Ci manca qualcosa di prestato…- disse Aya.

 In quel momento qualcuno bussò alla porta. La porta si aprì lentamente. Era la contessa Ryoko.

 -Scusate… spero di non disturbare…- disse la donna esitante.

 -Oh, Ryoko. Vieni, entra pure- esclamò Ruy contenta.

 La contessa entrò e si richiuse la porta alle spalle. Akira si soffermò per un attimo a guardarla. Aveva il solito sguardo triste. Guardandola attentamente la ragazza notò che aveva gli occhi leggermente gonfi. Doveva aver pianto per tutta la notte. A quel pensiero, Akira provò uno strano senso di protezione verso quella donna che aveva conosciuto solo la sera prima. Eppure, guardandola, aveva ancora quella piacevole sensazione di familiarità. Improvvisamente sentì di nuovo il suo profumo, che aveva invaso la stanza. Era dolce, delicato, fruttato. Assomigliava molto al profumo dei fiori di pesco. Akira cominciò a sentirsi molto più rilassata e serena. Che fosse opera di quel profumo e della presenza della contessa?

 -Ruy, sei a dir poco meravigliosa- disse la contessa sorridendo e prendendo le mani di Ruy tra le sue. –E anche se non lo dai a vedere sei anche molto emozionata…-

 -Ehi, non vale leggere i sentimenti…- ribatté Ruy divertita.

 -Volevo solo assicurami che non ci fosse ombra di ripensamento nel tuo cuore.-

 -Sta tranquilla. Io amo Teru, anche se può sembrare strano e oggi lo sposerò.-

 -Ne sono felice… e a questo proposito, prima, non volendo, ho sentito che avete bisogno di qualcosa di prestato per la cerimonia. Be’ io avrei qualcosa che potrebbe andare bene…-

 Ryoko cominciò a frugare tra le pieghe del suo vestito, finché non trovò quello che stava cercando. Ne tirò fuori un astuccio di velluto blu.

 -Ho notato che hai già degli orecchini e un diadema, ma credo che manchi ancora qualcosa… qualcosa come questa…- e detto ciò aprì l’astuccio.

 Tutte le ragazze si sporsero per osservare meglio l’oggetto. Anche Akira riuscì a vederlo. Uno strano senso di nostalgia la avvolse e delle immagini confuse si fecero largo nella sua mente.

 

 -Mammina! Quella sei tu?- chiese la piccola Hiumi indicando una fotografia sulla scrivania del padre.

 La foto rappresentava due persone. Un uomo e una donna. Lei giovanissima e con sorriso radioso aveva in mano una strana spada. Al suo fianco un giovane uomo dai capelli nerissimi e con bellissimi occhi azzurri che sorrideva contento come non mai. Ma quello che colpì la piccola fu la splendida collana indossata dalla donna. Era di oro bianco con tre catenelle più corte che scendevano verso il basso fino a terminare con un piccolo diamante su ogni catenella. Era bellissima e sulla pelle chiara della giovane donna risaltava in modo quasi divino.

 -Quelli siamo io e papà, il giorno del nostro matrimonio, subito dopo il combattimento matrimoniale. Naturalmente vinsi io- disse Ryoko con un pizzico di orgoglio nel tono di voce.

 -Bella…- mormorò la piccola indicando la collana.

 -Ti piace?-

 -Sì… tanto…- continuò Hiumi con sguardo sognante.

 -Quella collana un giorno sarà tua. Quanto ti sposerai, la potrai indossare e conservare per poi darla un giorno a tua figlia…-

 La bambina sorrise a quel pensiero. Non vedeva l’ora di poter indossare quel gioiello, che per la sua adorata mamma era stato così importante.

 

 -E’ bellissima!- esclamò Nanami sorpresa.

 -Meravigliosa!- disse Miyu.

 Akira tornò bruscamente alla realtà. Fortunatamente nessuna delle sue amiche si era accorta di quel suo momento di estraneità. Si sentiva tremendamente confusa. Perché continuava ad avere quegli strani flash- back? Cosa aveva a che fare lei con Hiumi Hayama? Improvvisamente ricordo l’immagine del conte Hayama il giorno del suo matrimonio con Ryoko. Le ricordava tremendamente qualcuno, ma non riusciva a capire chi.

 -Sai, Ruy…- cominciò Ryoko. –Questa collana era destinata a Hiumi per il suo matrimonio. Ma sono sicura che lei non avrebbe nulla in contrario se per oggi fossi tu ad indossarla…-

 -Oh, Ryoko. Ti ringrazio tanto. La porterò con orgoglio, anche per Hiumi- rispose Ruy sorridendo.

 Poi si voltò verso le sue amiche e notò che tutte avevano uno sguardo confuso.

 -Che c’è ragazze?-

 -Ecco…- cominciò Miyu, -noi non vorremmo essere invadenti ma…-

 -Volete sapere chi è Hiumi, vero Miyu?- chiese la contessa sorridendo.

 Le ragazze si guardarono e annuirono un po’ imbarazzate.

 -Hiumi è mia figlia. Lei e mio marito sono stati risucchiati da una distorsione temporale più di tredici anni fa. Da allora non li ho più visti…- disse Ryoko abbassando lo sguardo.

 Nella stanza si diffuse un silenzio insopportabile. Le tre amiche non sapevano come reagire a quella notizia, e Akira, che era già a conoscenza di tutto, continuava a provare un senso di protezione e di affetto verso la contessa.

 -Ruuuuuyyyyyyy! Tesoro, dove sei?-

 Una voce proveniente dal corridoio le fece sobbalzare.

 -Ma questo è Teru!- esclamò Ruy.

 -Cosa diavolo ci fa qui?!- disse Miyu spazientita. Aprì la porta e uscì dalla stanza. Vide Teru che stava cominciando ad aprire tutte le porte che c’erano sul suo cammino, sicuramente per trovare Ruy.

 -Teru!-

 -Miyu, sai dirmi dov’è Ruy? Volevo fare colazione con lei- disse lui ingenuamente. Non sapeva in che guaio si stava cacciando.

 La ragazza lo guardò con uno sguardo quasi omicida. –Non stai dimenticando un piccolo particolare?-

 -No, non credo- rispose lui pensieroso.

 Miyu sentì la rabbia e la tensione crescere sempre di più.

 -Stai bene?- chiese Teru. Altro grosso errore.

 -LO SPOSO NON PUO’ VEDERE LA SPOSA PRIMA DELLA CERIMONIA! TE L’HO RIPETUTO CENTO VOLTE!-

 Il povero Teru cominciò a tremare per la paura.

 -Scu-scusa Miyu hai assolutamente ragione. E’ solo che stamattina dovevo ripetere tutto il programma con Kanata, ma lui mi ha detto di avere un impegno con Seiya e Koichi e così poi mi sono dimenticato di studiare…-

 -Kanata non è stato con te fin’ora?- chiese lei sorpresa.

 -No.-

 Miyu era sempre più confusa. Che avevano in mente quei tre? Che cosa dovevano fare? Lo doveva scoprire a tutti i costi.   

 

 Kanata, Seiya e Koichi erano seduti su una panchina del parco. Tutti e tre avevano lo sguardo fissò a terra. Nessuno sapeva cosa dire. La situazione era abbastanza tesa.

 -Allora?- disse all’improvviso Kanata. –Si può sapere perché volete che vi porti dal padre di Akira?-

 -Non possiamo ancora dirtelo…- rispose Seiya mortificato.

 -O melo dite o ve lo scordate che io vi porti da lui.-

 Seiya e Koichi si guardarono per un attimo incerti sul da farsi. Poi Seiya fece un grosso respiro e cominciò: -Premettendo che quello che sto per dirti è solo un’ipotesi, ti pregi di non arrabbiarti.-

 Kanata lo guardò irritato, come per dirgli di continuare.

 -Ci sono buone probabilità che Akira e suo padre siano Hiumi e Sousuke Hayama, la sorella e il padre di Koichi scomparsi più di tredici anni fa a causa di una distorsione temporale- disse Seiya tutto d’un fiato.

 -Cosa?! Stai scherzando!!!-

 -No, per niente. Inizialmente anch’io non ci volevo credere, però tutti gli elementi combaciano. La situazione familiare di Akira, il fatto che il padre non le abbia mai parlato della madre, quello che…- Seiya arrossì.

 -Cosa?- chiese Kanata curioso.

 -… quello che… che provo quando sono con lei. Kanata- esclamò con voce disperata, -in tutta la mia vita ho provato quei sentimenti solo quando ero in compagnia di Hiumi. Non può essere una coincidenza, lo sento…-

 -Inoltre- cominciò Koichi –Akira ha la stessa età di Hiumi e lo stesso aspetto fisico.-

 -E adesso che cosa avete intenzione di fare?-

 -Vogliamo incontrare il padre di Akira, è l’unico che può confermarci questa storia.-

 Kanata li guardò per qualche secondo, incerto se accettare o no. Poi vide gli occhi di Seiya, erano pieni di speranza e di angoscia. Era sincero.

 -E va bene, vi porterò da lui- disse Kanata.

 -Grazie!- esclamarono i due contenti.

 I tre ragazzi si alzarono dalla panchina e cominciarono a dirigersi verso casa di Akira.

 -Ma quelli sono Kanata, Seiya e Koichi…- disse Christine vedendo i ragazzi da lontano. “Chissà dove stanno andando? Il matrimonio sarà tra meno di due ore…”

 -Ciao Chris!- esclamò una voce alle sue spalle. La ragazza sussultò sorpresa. Si voltò lentamente e vide gli occhi che occupavano la sua mente in ogni momento della giornata e perfino di notte nei suoi sogni.

 -Mi-Mizuki…- mormorò lei arrossendo…

 Il ragazzo si aprì in un sorriso radioso: -Stai andando al tempio Sayoni, vero?-

 Christine divenne ancora più rossa e annuì.

 -Bene, anch’io. Mia sorella mi ha praticamente cacciato di casa perché doveva prepararsi… quindi ho pensato di cambiarmi al tempio e di dare una mano per gli ultimi preparativi. Allora, facciamo la strada insieme?-

 Chris lo guardò improvvisamente negli occhi sorpresa. Sembrava un sogno che si stava avverando.

 I due ragazzi cominciarono ad avviarsi verso la loro meta. Camminavano l’uno affianco all’altra in silenzio. Poi Mizuki disse con tono sereno:

 -Ho notato che la storia di Miyu e Kanata che faranno coppia alla festa per il matrimonio, non ti infastidisce. Come mai?-

 Christine spalancò gli occhi. Non si aspettava quella domanda. E adesso? Che cosa avrebbe dovuto rispondere?

 Si fermò di colpo con lo sguardo basso.

 -Va tutto bene?- chiese lui preoccupato.

 Christine lo guardò e sorrise.

 -Ho capito di non amarlo- rispose semplicemente.

 Mizuki rimase esterrefatto da quella domanda.

 -Capisco- disse con un piccolo sorriso, quasi impercettibile. Ripresero il loro cammino verso il tempio senza dire più una parola.

 

 

 Bene, bene... Sono stata cattiva a dividere il capitolo in due parti, vero? No, vi assicuro che non si tratta di cattiveria e solo che era troppo lungo da postare tutto in una volta. Il prossimo capitolo sarà pieno di emozioni che devono essere lette con calma e bisogna concentrarsi solo su quelle, lasciare tutto unito sarebbe risultato pesante (almeno a mio parere :P). Comunque cosa ne pensate di questo chappy? Nel prossimo capitolo si darà parecchio spazio al romanticismo, quindi preparatevi.

 

 Ringrazio tutti quelli che leggono la mia ficcy e chi l’ha messa tra le preferite.

 

 Ringraziamenti:

 Miss Miyu91: Grazie per la recensione e per i complimenti. Spero che le cose si stiano chiarendo con calma. Cosa ne pensi di questo nuovo capitolo? Spero che ti piaccia… Ciao Kiss!!! TVTTTTB!!!!

 Angol93: Sono contenta che la mia idea per il capitolo precedente ti sia piaciuta, spero di aver aggiornato abbastanza in fretta, ma devo dire che arrivata a questo punto la storia si sta praticamente scrivendo da sola. Le idee mi vengono fuori dalla testa tutte di seguito. Grazie per la recensione e per i complimenti… Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!!!

 Follettina: Sono strafelice che il capitolo su Hiumi ti sia piaciuto, e spero di non averti fatto aspettare troppo per l’aggiornamento. Grazie per la recensione e per i complimenti. Ciao Kiss!!! TVTTTTB!!!

 Lady_Sue1789: Se ti devo dire la verità, non mi sarei aspettata di scrivere una cosa del genere. Prima di cominciare questa ficcy avevo le idee ben chiare su tutte le coppie a partire da Miyu e Kanata fino ad arrivare a Chris e Mizuki, ma quando sono arrivata al punto in cui Kanata rifiutava Akira mi sembrava davvero disumano lasciarla lì con il cuore spezzato ed è stato a allora che ho pensato a Seiya. Poi mentre scrivevo mi sono resa conto che la storia d’amore tra un’umana e un alieno sarebbe stata un po’ troppo complicata e così ho creato la vicenda degli Hayama. E sono contentissima che questa idea venuta spontanea ti stia piacendo così tanto. Come ti avevo promesso le cose tra Chris e Mizuki stanno cominciando ad evolvere, spero che tu sia contenta… ma non perdere il prossimo capitolo perché…(FERMI TUTTI! ndMiyu) (che c’è? ndMe) (Non puoi dare anticipazioni di questo genere!!! ndMiyu) (e va bene, scusa… ma guarda se devo essere censurata dai miei stessi personaggi… *_* ndMe)… Comunque grazie per la recensione e per tutte le cose belle che mi dici sempre… Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!!! P.S. anche a me il nome Koichi sta molto a cuore, ma non credo che sia per i tuoi stessi motivi… boh…

 HollyShort91: In effetti sei quella che è andata più vicina alla situazione reale… Se vuoi la verità anch’io all’inizio avevo pensato di far rapire Hiumi dal padre, ma poi ho preferito optare per il varco temporale, così almeno nessuno avrebbe avuto colpe e il lieto fine sarebbe stato più immediato… Beata te che vai in Francia comunque io ad aprile andrò in Grecia… Non vedo l’ora!!! Grazie per la recensione e per i complimenti… Ciao Kiss!!! TVTTTTTB!!!

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Capitolo 18
*** Il Grande Giorno- Parte 2 ***


Scherzi del Destino- Capitolo 18

Ciao a tutti! Ecco finalmente la seconda parte del capitolo sul matrimonio. Questo chappy è un po’ più lungo rispetto agli altri (e non ho neanche messo tutto quello che volevo scrivere). Comunque adesso vi lascio alla lettura…

 

Scherzi del Destino

 

Capitolo 18
 

Il Grande Giorno- Parte 2

 

 Miyu percorreva su e giù a grandi passi il perimetro della sua stanza. Era tutto pronto per il matrimonio. Gli sposi erano pronti, le damigelle erano perfette, il cortile ormai sembrava a tutti gli effetti il luogo più romantico del mondo, il ministro era arrivato e lei si era vestita ed era pronta ad affrontare qualsiasi difficoltà… Ma in questo quadro di perfezione c’erano solo un paio di piccole note stonate. Il testimone e il fratello della sposa erano praticamente spariti nel nulla! Ormai mancava solo mezz’ora all’inizio della cerimonia e di Kanata, Seiya e Koichi neanche l’ombra.

 “Appena li prendo” pensò Miyu adirata, “li spedisco tutti e tre su Shalak a forza di calci.”

 -Miyu, dove sei?- bisbigliò una voce fuori dalla sua porta.

 -Kanata- mormorò lei. Spalancò la porta e con tutta la rabbia che aveva esclamò: -Kanata! Ma si può sapere che fine avevi fatto?!-

 -Io…- ma Kanata non riuscì a continuare. (Attenzione! E’ il cervello di Kanata che vi parla, stiamo elaborando i dati acquisiti si prega di attendere nd mente di Kanata).

 -Kanata, stai bene?- chiese Miyu, notando che il ragazzo non accennava a dare segni di vita.

 Kanata continuava a fissarla. Non aveva mai visto niente di più bello. Miyu era davvero bellissima, sembrava quasi una dea. Aveva arricciato i capelli, quindi adesso al posto della sua chioma bionda c’erano splendidi boccoli dorati. Il trucco era leggero, ma elegante e le conferiva un’aria più da adulta. Il vestito che indossava le donava moltissimo. Era rosa, lungo fino a terra, con spalline un po’ larghe e una scollatura a V molto elegante, Intorno allo scollo partiva una ramificazione di perline che si incrociava alla fine della scollatura e terminava dietro la schiena (vorrei chiarire una cosa, questo vestito è molto simile a quello che ho indossato io per la festa dei miei diciott’anni, l’idea l’ho presa da lì. Spero che vi piaccia. Comunque ho fatto anche un disegno di questa Miyu tanto affascinante, appena lo finirò cercherò di farvelo vedere in qualche modo… ndMe).

 -Kanata, ci sei?-

 (Ripristino di tutte le funzioni tra 5…4…3…2…1… nd mente di Kanata).

 -Ecco…io… sei bellissima, Miyu…-

 La ragazza arrossì di colpo. Non si sarebbe mai aspettata un commento simile da Kanata. Improvvisamente tutta la rabbia che aveva provato poco prima svanì. I due ragazzi si fissarono intensamente negli occhi, sembrava che tutta l’ansia per il matrimonio fosse scomparsa che ci fossero solo loro due sulla faccia della Terra, anzi nell’intero Universo. Lentamente si avvicinarono sempre di più, Kanata stava per posare una mano sulla guancia di Miyu per accarezzarla, per sentire finalmente il contatto con la sua pelle morbida…

 -Pss… Kanata glielo hai detto?- bisbigliò una voce alle loro spalle.

 Kanata e Miyu si allontanarono di scatto e si voltarono verso Seiya con una strano sorriso forzato.

 “Quanto vorrei strozzarlo!” pensò Kanata scocciato.

 “Ma perché ci devono sempre interrompere!” pensò Miyu sconsolata.

 -Vi ho interrotti, per caso?- (Noooooooooooooooooo, ma che dici Seiya stavano solo chiacchierando… ndTutti) (Chiedevo solo… nd Seiya) (Be’ la prossima volta risolviteli da solo i tuoi dubbi e non disturbare Miyu e Kanata!!! dnTutti)

 -Ecco… noi…no…- rispose Kanata incerto sulla sua risposta.

 -Sicuri?-

 -Cosa dovevate dirmi?- chiese Miyu curiosa, cercando di cambiare argomento il più in fretta possibile.

 -Ti dobbiamo parlare- disse Kanata serio. –Abbiamo scoperto una cosa che credo ti sconvolgerà parecchio.-

 -Cosa?- ma nessuno dei due ragazzi rispose. –Vi decidete a dirmi che succede? Se fate così comincerò a preoccuparmi sul serio…-

 Seiya e Kanata si guardarono, poi il primo rivolto alla ragazza disse: -Seguici.-

 Miyu lo guardò con la confusione che rischiava di farle scoppiare la testa.

 Così i tre amici si diressero in cortile. Non c’era ancora nessuno, solo Nozomu stava finendo di sistemare gli ultimi addobbi.

 -Miyu sei uno schianto! Però non dire a Nanami che te l’ho detto…- disse il ragazzo sorridendo. Kanata gli lanciò uno sguardo assassino.

  Poi i tre amici cominciarono a scendere la grande scalinata del tempio. A ogni gradino che scendeva, Miyu si sentiva sempre più in ansia. “Che cosa mai sarà successo?”

 Arrivata agli ultimi gradini si accorse che c’erano due persone in strada, uno era Koichi Hayama, mentre l’altro era…

 -Ma lei è il padre di Akira! Che ci fa qui?- chiese la ragazza spaventata.

 

    Un’ora prima- Davanti a casa di Akira

 -Siete sicuri di volerlo fare?- chiese Kanata a Seiya e Koichi.

 I due ragazzi annuirono con decisione.

 -E se poi vi foste sbagliati?-

 -Questi anni senza mio padre e mia sorella sono stati un vero inferno, ormai una pugnalata al cuore in più o meno che differenza vuoi che faccia?-

 -Già…- cominciò Seiya abbassando lo sguardo. –E da molto tempo ormai che mi ero praticamente rassegnato all’idea di non vedere più Hiumi, se ci siamo sbagliati farò finta che questo piccolo barlume di speranza non sia mai esistito…-

 -Bene, allora suono…- detto ciò Kanata premette il tasto del campanello esitante.

 Inizialmente pensarono che non ci fosse nessuno perché tardavano ad aprire, ma poi si sentì una voce dall’interno.

 -Arrivo… Solo un attimo.-

 Poco dopo la porta si aprì. I ragazzi si trovarono davanti a un uomo sui quarant’anni. Aveva folti capelli neri, dello stesso colore di quelli di Akira, un paio di baffi sottili e due profondi occhi azzurri, ornati da un paio di occhiali senza montatura.  

 -Ah, Kanata sei tu… Scusa se ho tardato ad aprire ma ero immerso nel lavoro…- disse l’uomo sorridendo cordiale.  

 -Non si preoccupi- rispose Kanata restituendo il sorriso.

 -Qual buon vento ti porta qui?-

 -Ecco io… cioè noi le vorremmo parlare- disse Kanata facendo un cenno verso i suoi due amici.

 -Che tono serio, sembra una cosa importante.-

 -Lo è.-

 -Bene, entrate allora. Prego- disse il padre di Akira spostandosi per far entrare i suoi ospiti.

 Si accomodarono tutti in salotto. Koichi continuava a lanciare strani sguardi verso Seiya che annuiva in modo impercettibile.

 -Allora, Kanata parla pure…-

 Kanata fece un grosso respiro e cominciò: -Il nome Sousuke Hayama le dice qualcosa?-

 L’uomo sussultò e divenne pallido come un lenzuolo.

 -Do- dove lo hai sentito?-

 -E’ lei il conte Sousuke Hayama?- chiese Koichi alzandosi in piedi di scatto. –La prego risponda!-

 L’uomo osservò per qualche secondo gli occhi di Koichi. Non rispose si limitò ad alzarsi in piedi e ad avvicinarsi al ragazzo. Lo fissò per qualche altro secondo e poi lo abbracciò. Koichi rimase di sasso.

 -Koichi…- disse Sousuke con le lacrime che gli rigavano il viso. –Mi sei mancato così tanto.-

 -Pa- papà…- mormorò il ragazzo ricambiando l’abbraccio.

 

 -Fermi tutti!- esclamò Miyu sconvolta. –Fatemi capire bene. Lei sarebbe il conte Sousuke Hayama?-

 -Sì- rispose Sousuke.

 -E quindi Akira in realtà è…-

 -Hiumi Hayama- rispose Seiya sorridendo.

 -Non ci credo- esclamò Miyu. –Ma se Akira è un’abitante di Shalak come mai non ha i poteri che avete voi?-

 -Quando un abitante di Shalak sta lontano dal suo pianeta per troppo tempo- cominciò Sousuke, -tende ad far assopire i suoi poteri. Akira ha sempre avuto un seste senso nell’intuire i sentimenti degli altri, però non ha mai sviluppato pienamente i suoi poteri. Persino io li ho persi quasi completamente.-

 -Abbiamo deciso di spiegare ad Akira quello che è successo, solo dopo la cerimonia- disse Seiya, -non mi sembra giusto attirare l’attenzione sulla vicenda degli Hayama. Dopotutto oggi è il giorno di mia sorella.-

 -Ma lei è d’accordo?- chiese Miyu a Sousuke. –Voglio dire… Non vede sua moglie da tredici anni, non è impaziente di riabbracciarla.-

 -Seiya ha ragione non è giusto rovinare il matrimonio con la mia apparizione. Questa sera spiegheremo tutto con calma ad Akira e Ryoko. Ho aspettato questo momento per tredici anni, che cosa vuoi che sia qualche ora in più.-

 -Se ne è convinto….- disse Miyu.

 

 Akira stava nella sua stanza a finire di prepararsi. Le damigelle avevano tutte le stesso vestito, tranne Miyu che sul suo aveva il ricamo di perline, be’ dopotutto era la damigella d’onore. La ragazza stava seduta davanti allo specchio a sistemarsi i capelli. Non riusciva a togliersi dalla testa la contessa Hayama. Ma perché si sentiva così legata a tutti quelli alieni? Prima Seiya, poi Koichi e adesso anche la contessa. E perché il nome Hiumi le era così familiare? Ma soprattutto cos’erano quei continui flash-back che l’assalivano? C’erano troppe domande e poche risposte per i suoi gusti.

 Improvvisamente qualcuno bussò alla porta.

 -Avanti.-

 -Salve, Akira…-

 -Ah, contessa. Entrate pure- disse Akira contenta.

 La contessa entrò e si richiuse la porta alle spalle.

 -Scusami se ti disturbo, ma… ecco… io volevo chiederti un favore…-

 -Ditemi- rispose la ragazza cordiale.

 -Tu mi ricordi tanto mia figlia e così volevo chiederti se… se per caso potevo sistemarti io i capelli per il matrimonio. Quando Hiumi era ancora con me adorava farsi spazzolare i capelli da me.-

 -Ne sarei onorata, contessa. Io sono una vera frana in fatto di acconciature.-

 La contessa si avvicinò ad Akira e cominciò a pettinarle i capelli con delicatezza.

 -Sai, mia figlia odiava pettinarsi i capelli…-

 -Davvero?- chiese Akira curiosa. –Mio padre mi ha sempre raccontato che da bambina era costretto a inseguirmi per tutta la casa per riuscire a sistemare un po’ la mia chioma ribelle. Mi ha detto che una volta pur di non farmi pettinare, ho preso la spazzola e l’ho gettata fuori dalla finestra colpendo in pieno il finestrino della nostra auto che è andato in frantumi.-

 -Sembra il genere di cosa che Hiumi avrebbe fatto senza crearsi troppi problemi.-

 Le due si guardarono attraverso i loro riflessi nello specchio e cominciarono a ridere a crepapelle. Quando riuscirono a calmarsi, la contessa continuò a sistemarle i capelli, mentre Akira la fissava. Stava ancora sorridendo, probabilmente immaginandosi una bambina che somigliava alla sua Hiumi correre per tutta la casa e gettare la spazzola fuori dalla finestra.

 -Contessa…-

 -Sì, dimmi-

 -Volevo solo dirvi che secondo me dovreste sorridere più spesso- disse la ragazza abbassando lo sguardo.

 La donna, colta alla sprovvista, si lasciò sfuggire di mano la spazzola.

 -Quello che voglio dire- continuò Akira, - è che non penso che Hiumi sarebbe felice di sapere che sua madre non sorride mai a causa sua. Sono sicura che vostra figlia sta bene e prima o poi la rivedrete. Non c’è motivo di continuare a vivere questa vita a metà. Dopotutto voi avete anche un altro figlio…-

 La contessa sorrise malinconica.

 -Forse hai ragione. Ma mio marito e mia figlia erano tutto per me, da quando gli ho persi non riesco più ad essere quella di prima. Però questo non vuol dire che non sia contenta di avere Koichi- disse aprendosi in un radioso sorriso. –Dopo la scomparsa di Sousuke e Hiumi, Koichi è stata l’unica cosa che mi ha dato la forza di andare avanti.-

 -Capisco…- rispose Akira sorridendo.

 -Allora, come li facciamo questi capelli?-

 -Stavo pensando di alzarli, tipo chignon. Voi che ne dite?-

 -Dico che sarai meravigliosa e che Seiya non riuscirà a toglierti gli occhi di dosso- disse la contessa cominciando la sua opera.

 -Co- cosa volete dire?- mormorò Akira imbarazzata.

 -Si vede lontano un miglio che ti piace. E, se vuoi la mia opinione, anche tu piaci molto a lui… Non lo vedevo così contento da quando giocava con Hiumi. Loro due hanno avuto subito un rapporto speciale. Pensa che a poco più di un anno parlavano già di matrimonio- disse Ryoko ridendo a quel ricordo.

 -Ma- matrimonio?- chiese Akira un po’ sconvolta.

 -Già, erano innamoratissimi. Anche se non credo che comprendessero appieno i loro sentimenti. Però erano davvero indivisibili. Dopo che Hiumi scomparve, Seiya per parecchio tempo si è chiuso in se stesso. Solo dopo aver conosciuto Miyu e Kanata è tornato quello di un tempo. Ma credo che non sia mai riuscito a superare la perdita di mia figlia, forse anche perché l’ha vista mentre veniva risucchiata dalla distorsione e si sente tremendamente in colpa per non essere riuscito a salvarla.-

 Akira abbassò lo sguardo triste. Come avrebbe fatto a competere con un amore così forte? Seiya non avrebbe mai dimenticato Hiumi. Non c’era posto per lei nel suo cuore. Però l’idea di abbandonare per sempre la prospettiva di stare con Seiya la spaventava, sentiva che anche loro due avevano un legame forte, ma non riusciva a spiegarsi il motivo di questo legame.

 

 Teru, Kanata e Seiya erano in piedi vicino al ministro. I genitori della sposa e i loro invitati erano seduti sulla destra, mentre Santa, Nozomu, Mizuki e la signorina Mikan, molto elegante nel suo vestito color prugna, stavano seduti sulle sedie a sinistra. A un certo punto Kanata notò che le mani di Teru stavano tremando.

 -Teru, stai bene?- sussurrò.

 -Io… non sono sicuro di fare la cosa giusta- rispose lo sposo con voce tremante.

 -Cosa?!-

 -Insomma, guardami. Io sono solo un semplice poliziotto. Come può uno come me rendere felice una principessa bella e intelligente come Ruy. Non me la merito…-

 Kanata rideva nella sua mente. Se c’era una cosa certa al mondo era che Teru e Ruy erano fatti per stare insieme.

 -Smettila di dire stupidaggini… Ruy ti ama e vuole stare con te, altrimenti ti avrebbe lasciato, non ti starebbe per sposare.-

 -Forse, hai ragione. E’ solo che sono nervoso…-

 -Andrà tutto bene- lo tranquillizzò Kanata.

 La cerimonia stava per cominciare. La piccola Momoka comparve da dietro l’angolo. Era dolcissima nel suo vestitino rosa. Su un piccolo cuscino portava le fedi. Dietro di lei cominciarono ad apparire le altre damigelle. Aya era la prima, raggiunse con passi lenti Momoka, e passando vicino a Santa gli lanciò un’occhiata. Santa non aveva parole era davvero bellissima. Nanami era subito dietro Aya. Quando Nozomu la vide, si sentì quasi svenire e i suoi occhi presero la forma di due grandi cuori… Nanami arrossì contenta. Subito dopo c’era Christine. Guardò verso Mizuki, ma il ragazzo stava dicendo qualcosa alla sorella e non la stava guardando. La ragazza delusa abbassò lo sguardo sul piccolo bouquet di roselline bianche che aveva tra le mani.

 Seiya guardava in direzione delle damigelle ansioso. E poi eccola arrivare. Bellissima ed elegante, con i capelli raccolti in uno chignon. Un ciuffo di capelli le ricadeva sulla fronte. Il vestito la rendeva più simile ad una principessa di quanto mai avrebbe immaginato. Sembrava che il tempo avesse rallentato il suo corso. La guardava stupito, e poi finalmente anche lei lo guardò e i loro occhi si incontrarono. Seiya rivide in lei la bambina con cui giocava tanto tempo prima. Quella era la sua Hiumi.

 Le ragazze si sistemarono sulla parte destra. Pochi secondi dopo anche Miyu fece il suo ingresso. Kanata rimase di nuovo sorpreso da quanto la sua Miyu potesse essere bella. Nonostante l’avesse già vista prima, non poteva fare a meno di restare a bocca aperta. Lei avanzava lentamente nella sua direzione e il ragazzo cominciò ad immaginarla mentre, con indosso un abito bianco, Miyu si preparava a diventare sua moglie… Arrossì violentemente a quel pensiero.

 Dopo che anche Miyu ebbe raggiunto le altre damigelle, da dietro l’angolo cominciava ad avanzare Ruy nel suo splendido abito da sposa, accompagnata dal padre. Tutti rimasero di sasso vedendo tanta bellezza, ma quello che rimase più sorpreso fu Teru. Mai avrebbe immaginato che la sua adorata Ruy potesse essere anche una fanciulla così dolce ed delicata. Raggiunto l’altare, Soichiro diede un bacio sulla fronte alla figlia e la affidò alle cure di Teru unendo le loro mani.

 -Trattala bene, capito- disse il re sorridendo.

 -State tranquillo,maestà- rispose Teru con un piccolo inchino.

 Dopodiché Soichiro si sedette affianco alla moglie che già aveva il viso immerso in un fazzoletto ricamato.

 -Siamo tutti qui riuniti oggi in questo… ehm… tempio…-

 Miyu e Kanata si lanciarono uno sguardo divertito. Non era stato per niente facile trovare un ministro che accettasse di celebrare un matrimonio in un tempio buddista senza fare domande.

 -… per unire Ruy e Teru nel sacro vincolo del matrimonio.-

 La cerimonia continuò tranquillamente fino a che Ruy e Teru non vennero dichiarati marito e moglie.  

 Così si spostarono tutti verso la zona dei festeggiamenti. Avevano in programma di continuare a ballare a divertirsi fino a notte fonda. Pranzarono, chiacchierarono e ascoltarono tutti con curiosità il discorso del testimone dello sposo.

 Kanata colpì con delicatezza con la forchetta il suo bicchiere per attirare l’attenzione degli invitati. Improvvisamente tutti si voltarono a guardarlo e lui si bloccò. Miyu che era seduta accanto a lui, lo urtò con un braccio per incoraggiarlo. Il ragazzo si alzò in piedi titubante.

 -Io… io volevo fare un brindisi agli sposi, Ruy e Teru. Devo dire che quando Teru mi ha scelto come testimone sono rimasto sorpreso e sinceramente mi sono sentito terrorizzato. Da quando ho conosciuto Ruy e Seiya nella mia vita sono cominciate a succedere cose davvero strane e impensabili. Per non parlare poi di quando è arrivato anche Teru. Però nonostante tutto per me siete degli amici davvero insostituibili, e per questo vi voglio augurare tutta la felicità e la serenità del mondo, anzi forse è più adatto dire dell’Universo.-

 Tutti risero e applaudirono, tranne la signorina Mikan che non aveva capito granché.

 Kanata si risedette e fece un gran sospiro.

 -Sei stato magnifico e le tue parole sono state perfette.-

 Il ragazzo si voltò e vide che Miyu stava sorridendo. Era bellissima. Kanata continuò a guardarla serio senza parlare. Anche Miyu cominciò a guardarlo negli occhi e sentì che il cuore stava accelerando il suo battito. Kanata prese una mano di Miyu tra le sue e la strinse.

 -Grazie, Miyu.-

 -Pe-per cosa…?- chiese la ragazza rossa in viso.

 -Per essere sempre accanto a me, il qualunque occasione.-

 I due ragazzi continuarono a guardarsi, consapevoli che qualsiasi cosa avessero fatto in quel momento sarebbero stati sotto gli occhi di tutti. Eppure a nessuno dei due importava, erano sempre più vicini, le mani strette le une nelle altre…

 -Bene- esclamò Santa, -adesso un po’ di musica!-

 Miyu e Kanata si divisero bruscamente imbarazzati. Nessuno dei presenti si era accorto di quello che stava per succedere tra loro.     

 Le note di un lento invasero l’intero cortile. Ruy e Teru si alzarono, seguiti da Miyu e Kanata. Loro quattro dovevano aprire le danze. Arrivati al centro della pista da ballo Ruy e Teru si strinsero e cominciarono ad ondeggiare sul posto. Kanata e Miyu si sentivano un po’ in imbarazzo a dover ballare in quel modo davanti a tutti. La ragazza prese coraggio e mise le braccia intorno al collo di Kanata, e nascose il viso nella sua spalla. Kanata, incoraggiato da qual gesto. La strinse a se e anche loro cominciarono a muoversi molto lentamente. Si sentivano bene, al posto giusto e al momento giusto. Finalmente insieme e finalmente vicini come avevano sempre sperato.

 Dopo qualche secondo anche Santa e Aya seguiti da Nanami e Nozomu cominciarono a ballare.

 Koichi si avvicinò titubante alla signorina Mikan.

 -Salve, lei è la sorella di Mizuki, vero?-

 -Uhm…- Mikan alzò lo sguardo dal suo piatto di sushi per guardare Koichi. Rimase un attimo interdetta dalla bellezza di quel ragazzo. Era davvero affascinante. Improvvisamente il viso della signorina perse la sua solita espressione di noia e stanchezza e riprese il suo splendore originale.

 -Si sente bene?- chiese Koichi preoccupato, notando quell’improvviso cambiamento.  

 -Eh… Cosa? Ah, sì benissimo. Comunque sì, io sono Mikan la sorella maggiore di Mizuki.-

 -Ecco, mi chiedevo se le andava di ballare. Sa, qui, a parte lei e Ruy , non ci sono ragazze della mia età.-  

 -Molto volentieri- rispose Mikan contenta. –Però diamoci del tu.- Così anche loro due raggiunsero gli altri sulla pista da ballo.

 Seiya se ne stava seduto al suo posto, guardando ogni tanto nella direzione di Akira che stava parlando con Christine. Non sapeva che fare. Voleva chiederle di ballare, ma non sapeva se sarebbe riuscito a resistere senza dirle che lei in realtà era Hiumi. Guardò Koichi. Sembrava tranquillo e sereno mentre ballava con una ragazza davvero bellissima. Ma chi era? Aveva lo stesso abito della signorina Mikan ma… non poteva essere. Quella era la signorina Mikan!

 -Seiya…- la voce di Ryoko lo fece sobbalzare. Il ragazzo si voltò verso la contessa che stava sorridendo.

 -Sì, Ryoko.-

 -Perché non chiedi ad Akira di ballare?-

 -Co-cosa?-

 -Guarda che l’ho capito che ti stai innamorando di lei. Avanti chiedile di ballare, sono sicura che ne sarà felicissima- disse Ryoko aprendosi in un sorriso meraviglioso.

 -Ryoko… erano anni che non ti vedevo sorridere così…- osservò lui sorpreso.

 -Diciamo che conoscere una ragazza come Akira mi ha fatto davvero bene, e ha fatto bene anche a te.-

 -Già- disse Seiya sorridendo a sua volta. Così il ragazzo si alzò e rivolgendo uno sguardo a Ryoko si diresse verso Akira. “Presto anche Ryoko saprà la verità.”

 Arrivato vicino alla ragazza la prese per mano. Lei si voltò sorpresa e i loro occhi si incontrarono. Non ci fu bisogno di parole. Lei sorrise si alzò e si diressero verso la pista da ballo.

 Christine era rimasta da sola. Anzi, non era proprio da sola. Di fronte a lei era seduto Mizuki. Non l’aveva neanche degnata di uno sguardo per tutto il giorno. La ragazza si stava sentendo malissimo. Continuava a fissarlo sperando che lui la guardasse. Ma niente, continuava imperterrito a concentrarsi sulle coppie che stavano ballando. Cosa era successo? Perché era cambiato così tanto? Solo quella mattina era il solito dolcissimo Mizuki, e adesso era diventato un pezzo di ghiaccio. Christine cominciò a sentire qualcosa di caldo e umido solcarle la guancia. Stava piangendo, in silenzio. Perché stava piangendo? Lei non voleva piangere. Non voleva che lui la vedesse piangere. Come se avesse sentito i suoi pensieri, Mizuki si voltò a guardarla. Sussultò alla vista delle sue lacrime. Christine imbarazzata cercò di asciugarsi il viso il più in fretta possibile con il suo fazzoletto. Ma prima che se ne accorgesse il ragazzo era al suo fianco.

 -Vieni…- sussurrò dolcemente, -ti devo parlare.- Detto questo la prese per mano e la portò nel salone del tempio. Christine entrò e Mizuki si chiuse la porta alle spalle.

 Rimasero in silenzio per parecchi minuti. Christine dava le spalle al ragazzo e non aveva alcuna intenzione di voltarsi. Sapeva che se lo avesse fatto avrebbe ricominciato a piangere.

 -Mi dispiace…- cominciò Mizuki con un filo di voce. – mi sono comportato veramente in modo imperdonabile oggi.-

 Christine non diede segno di aver sentito. Il ragazzo lo interpretò come un invito a continuare.

 -E’ tutta colpa mia. Stamattina quando mi hai detto di non essere innamorata di Kanata, ho capito che hai cominciato a provare qualcosa per me…-

 La ragazza sussultò a quelle parole.

 -Ma tra noi non ci potrà mai essere niente.-

 Christine si sentì come se qualcuno le avesse appena gettato un secchio di acqua gelata addosso. Non stava succedendo, non poteva succedere una cosa del genere!

 -Pe- per quale motivo…?- mormorò con le lacrime che cominciavano a scendere.

 -Christine cerca di ragionare. Io sono solo un semplice studente, che non ha idea di quello che farà nella vita. Tu invece sei Christine Anakomachi. Se bellissima, ricca… puoi avere molto di meglio di uno come me…- disse Mizuki con la voce rotta dal dolore.

 Christine non rispose. Rimasero in silenzio per dei secondi interminabili.

 -Tu cosa provi per me?- chiese lei.

 -Co-come?- mormorò Mizuki sorpreso.  

 La ragazza si voltò di scatto e gli si avvicinò decisa.

 -Tu mi ami?- chiese con fermezza.

 -Io… io, veramente…- cominciò lui titubante.

 -Ti prego, Mizuki, rispondi…- disse lei con gli occhi pieni di lacrime.

 Il ragazzo guardò quegli occhi. Gli occhi che lo tormentavano ogni notte, gli occhi che si intrufolavano continuamente nei suoi pensieri, gli occhi che gli facevano battere il cuore. Non poteva mentire a quegli occhi. Non poteva mentire a lei.

 -Certo che ti amo, Christine. Ti amo tantissimo!-

 La ragazza sorrise. –Anch’io ti amo. Allora, non vedo dove sia il problema…-

 -Ma…-

 Mizuki non poté continuare, perché Christine aveva poggiato delicatamente le labbra sulle sue interrompendolo. Il ragazzo era rimasto stupido da quel gesto, ma sentiva anche che lo aveva desiderato con tutto se stesso.

 Christine si divise da lui e disse sorridendo: -L’importante è che ci amiamo il resto non conta…-

 Mizuki sorrise. Lei aveva ragione, non c’era alcun motivo per non stare insieme. Così posò una mano sulla guancia della ragazza e la accarezzò. Poi lentamente si avvicinarono e si baciarono di nuovo, con più passione. Ormai niente li avrebbe più divisi.

 

 Era scesa la sera. Tutti gli invitati avevano quasi finito di mangiare la torta e si stavano preparando a un altro giro di danze. Akira si guardava intorno in cerca di Seiya. Non lo stava trovando da nessuna parte. Poi improvvisamente sentì quella sensazione di calore così familiare e qualcosa dentro le suggeriva di andare nel cortile dietro al tempio. Si incamminò e lentamente sentiva quella sensazione aumentare. Finché non lo vide. Seiya era in piedi vicino ad un albero e aveva lo sguardo perso verso il cielo.

 -Che ci fai qui?- gli chiese lei avvicinandosi.

 -Niente. Stavo solo pensando- rispose il ragazzo senza guardarla.

 Akira abbassò lo sguardo triste. –Stavi pensando a Hiumi, vero?-

 Seiya sussultò. Non avrebbe mai pensato di sentire quel nome pronunciato da Akira, o almeno non in quel momento.

 -La contessa mi ha parlato di sua figlia e del legame che tu avevi con lei…-

 -Akira, io…-

 -Non dire nulla- disse lei decisa e guardandolo dritto negli occhi. –Lo so che tu non riuscirai mai a dimenticarla, ma io non posso fare a meno di pensare che anche tra noi c’è qualcosa. Ho la sensazione che anche noi siamo legati da qualcosa…e forse mi sbaglio, ma io credo di poter dare un nome a questa sensazione, a questo legame…-

 Seiya la guardò serio. Doveva dirle la verità. Lei aveva tutto il diritto di sapere che cosa le stava succedendo, aveva il diritto di sapere chi era in realtà, aveva il diritto di sapere che lui l’amava più di qualsiasi altra cosa nell’Universo.

 -…credo che questo legame sia… - abbassò lo sguardo imbarazzata. Poi fece un lungo respiro e tornò a guardarlo negli occhi. -…sia amore… Seiya io ti amo.-

 Seiya spalancò gli occhi sorpreso. Akira interpretò male quel gesto.

 -Lo sapevo, non avrei dovuto dirtelo. Mi dispiace, dimentica le mie parole…- si voltò in lacrime, stava per scappare quando sentì che Seiya le aveva afferrato il polso. Lei si voltò incerta. Il ragazzo stava sorridendo, e senza che potesse fare o dire qualcosa lui la stava già baciando, e la stringeva a se come se non volesse perderla mai più. Akira rispose al bacio, versando lacrime di felicità. Sembrò che il tempo si fosse fermato e che quel bacio stesse durando un’eternità. Improvvisamente dei fuochi d’artificio illuminarono il cielo scuro. Erano in onore di Ruy e Teru ma in quel momento sembrava che volessero festeggiare un’altra coppia di innamorati.

 Quando si divisero nessuno dei due riuscì a parlare, volevano solo continuare a guardarsi negli occhi. Poi, finalmente, Seiya trovò la forza per parlare:

 -Anch’io ti amo Akira, anzi… Hiumi…-  

 

 

 Allora? Cosa ne pensate? Come al solito Miyu e Kanata non riescono a concludere niente. Nel frattempo Mizuki e Christine, seguiti a ruota da Seiya e Akira si sono dati parecchio da fare. ^_^ C’è stata una prima apparizione di Sousuke Hayama, e Koichi ha fatto una nuova conoscenza. Nel prossimo capitolo, non so cosa succederà perché ho talmente tante idee che la testa mi sta scoppiando, comunque non perdetevelo.

 

 Ringrazio tutti i lettori e chi ha messo la mia ficcy tra le preferite.

 

 

 Ringraziamenti:

 BAbyDany94: grazie per la recensione e per i complimenti. Comunque hai indovinato, in questo chappy Akira e Ryoko hanno passato parecchio tempo insieme. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Ciao Kiss!!! TVTTTB!!!

 Miss Miyu 91: grazie, grazie, grazie per la recensione e per il tuo continuo sostegno, e per tutti i complimenti che mi fai. Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto. Ciao Kiss!!! TVTTTB!!!!

 Follettina: Spero che in questo chappy la parte di Christine e Mizuki ti sia piaciuta. Ti ringrazio per la tua recensione e per il sostegno che mi dai. Ciao Kiss!!! TVTTTB!!!

 Sem0305: sono sempre felice di ricevere nuove recensioni, soprattutto se sono piene di complimenti come la tua. Grazie per avermi detto cosa pensi della mia ficcy. Spero che questo nuovo chappy di sia piaciuto. Ciao Kiss!!!

 Lady_Sue1789: Non so perché, ma le tue recensioni sono sempre quelle che aspetto con più ansia. Mi piacciono sempre. Comunque grazie per la tua ennesima recensione. Purtroppo il mio Koichi non c’entra con Digimon Frontier, ma non importa è comunque un nome bellissimo. Se vuoi la verità il prossimo capitolo è ancora una continuazione di questo, quindi avrei dovuto dividere tutto in tre parti. Ma poi ho deciso di dividere questa parte in due e al prossimo darò un altro titolo. Non mi va di fare il capitolo Il Grande Giorno- Parte 3, mi sembra monotono. Spero di non averti fatto aspettare troppo. Ti ringrazio ancora. Ciao Kiss!!! TVTTTTTTTTTTTTB!!!

 HollyShort91: Spero che questo nuovo chappy ti sia piaciuto. E che i nuovi sviluppi siano stati di tuo gradimento. Anche a me piace tantissimo Miyu quando si arrabbia, mi fa morire dalle risate. P.S. Io in Grecia ci sono già stata (sono stata a Creta ed è bellissima), ma purtroppo hanno cambiato la meta della gita scolastica, non è più la Grecia ma la Spagna, spero divertirmi lo stesso. P.P.S. Grazie per avermi fatto notare l’errore. Ciao Kiss!!! TVTTTTTTTB!

 Myla_chan: Ciao, sono sempre contenta di vedere gente nuova. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto almeno quanto i precedenti. Grazie per la recensione e per i complimenti. Ciao Kiss!!!   

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Capitolo 19
*** Un'Amicizia Grande Come L'Universo ***


Scherzi del Destino- Capitolo 19

Ho fatto più in fretta del previsto a scrivere questo capitolo. Spero che vi piaccia.

 Buona lettura! 

Dedico questo capitolo a

Miss Miyu 91!

Visto che domani è il suo compleanno.

AUGURI!!!

  

Scherzi del Destino

Capitolo 18

Un’Amicizia Grande Come l’Universo

 
 

 I fuochi d’artificio continuavano a colorare il cielo scuro trapuntato di stelle. Sposi e invitati si erano avvicinati alla scalinata del tempio per poter osservare meglio quello splendido spettacolo. Solo un persona era rimasta in piedi nei pressi dei  tavoli, Ryoko Hayama. Non era rimasta lì da sola perché si sentiva triste, come lo era stata per tredici anni, ma perché aveva notato con piacere che Seiya e Akira non erano insieme agli altri. Questo pensiero la rendeva immensamente felice e preferiva restare da sola per poter sentire meglio quella sensazione di benessere che pensava di non poter più provare. Improvvisamente, guardando i giochi pirotecnici, le venne in mente il suo viaggio di nozze. Lei e Sousuke avevano deciso di fare il giro di Shalak. Erano sulla loro navicella quando la loro attenzione venne catturata da una pioggia di meteoriti che stava avvenendo proprio davanti a loro. Si ricordò che il marito aveva fermato l’astronave, e l’aveva abbracciata da dietro, poggiando il viso sulla sua spalla. Lei aveva posato le mani su quelle di Sousuke e si era lasciata andare a quell’abbraccio.

 -Sembra che anche il cielo voglia festeggiare la nostra unione, vero Ryoko?-

 Lei non aveva risposto a quelle parole così dolci, si era limitata a sorridere e a chiudere gli occhi per sentire il profumo dell’uomo che amava invaderla.

 Una lacrima scese sulla guancia della contessa, ripensando a quell’episodio che, insieme a molti altri, l’aveva resa così felice. Chissà se anche Akira e Seiya stavano guardando i fuochi? Ma forse in quel momento avevano di meglio da fare. Non sapeva come, ma lei riusciva a sentire i sentimenti della ragazza anche senza toccarla e sapeva che in quel momento Akira era felice ed emozionata.

 All’improvviso Ryoko sentì due braccia che l’avvolgevano da dietro e la stringevano. Qualcuno la stava abbracciando e aveva posato il viso sulla sua spalla. Lei non si era voltata a vedere chi era. Sapeva che chiunque fosse, lei si poteva fidare. Poi un profumo nostalgico cominciò ad invaderla. Le lacrime cominciarono a scenderle disubbidienti.

 -Sembra che anche il cielo voglia festeggiare il fatto che ti ho ritrovata, vero Ryoko?-

 La donna spalancò gli occhi pieni di lacrime sorpresa. Mise la mani su quelle dell’uomo e con voce tremante disse: -Sousuke… s-sei proprio tu?-

 Il conte intrecciò le sue mani in quelle della moglie e le strinse tra le sue.

 -Ti ho cercato tanto…- continuò Ryoko scoppiando in lacrime.

 -Lo so, e mi dispiace per quello che ti ho fatto passare. Ma non sapevo come fare a tornare su Shalak. Purtroppo qui la tecnologia non è avanzata come la nostra.-

 Ryoko cominciò a ridere. Liberandosi dall’abbraccio del marito si voltò a guardarlo negli occhi senza smettere di sorridere.

 -Cosa c’è?- chiese lui curioso.

 -Non sei cambiato affatto. Ci siamo appena ritrovati e la prima cosa a cui pensi è la tecnologia poco evoluta di questo pianeta.-

 Sousuke fece un mezzo sorriso, rosso in volto per l’imbarazzo.

 -Hai ragione, scusami amore…-

 -Non devi scusarti, questo è uno dei tanti motivi per cui ti amo più della mia vita…- Ryoko accarezzò dolcemente la guancia del marito, gli si avvicinò e lo baciò. Sousuke rispose al bacio e la strinse a se. Entrambi avevano sognato quel momento per tredici anni.

 Gli altri erano tutti impegnati a godersi lo spettacolo pirotecnico. Ma Miyu, spinta da chissà quale forza, si voltò in direzione dei tavoli. E li vide, il conte e la contessa Hayama, finalmente riuniti. Diede una gomitata a Kanata e disse:

 -Guarda un po’ là.-

 Il ragazzo si voltò irritato a causa della gomitata, ma subito il suo volto si aprì in un enorme sorriso. Poi cominciò a guardarsi intorno curioso.

 -Che hai?- chiese Miyu.

 -Non vedo Seiya e Akira. Che fine hanno fatto?.-

 -Non preoccuparti. Sono sicura che stanno benissimo- disse Miyu con un sorriso furbo. “Sicuramente stanno meglio di me. Se non mi decido a dichiararmi a Kanata va a finire che diventerò vecchia”

 Ryoko e Sousuke si divisero sorridendo. Si guardarono intensamente negli occhi, poi improvvisamente l’istinto materno prese il sopravvento su Ryoko.

 -Sousuke, dov’è Hiumi? Sta bene,vero?- chiese con tono ansioso.

 -Sta tranquilla, Hiumi sta benissimo. Però non sa la verità… sarà complicato spiegarle tutto… Ormai ha una vita qui come Akira, sarà difficile per lei tornare su Shalak come Hiumi…-

 -Ha-Hai detto Akira?- chiese lei titubante.

 -Sì. Akira in realtà è la nostra Hiumi.-

 -Akira…- mormorò Ryoko sorpresa. Ora si spiegava ogni cosa, ogni sensazione, ogni sentimento che aveva provato verso quella terrestre che da subito era riuscita a farla sentire meglio.

 

 -Scusa come hai detto?- chiese Akira leggermente irritata. Poteva capire che Seiya provava ancora qualcosa per Hiumi, ma chiamare lei così proprio mentre si stava dichiarando era troppo.

 -Ti ho chiamata Hiumi…- disse lui semplicemente.

 -Ah, e lo ripeti anche- esclamò lei sempre più arrabbiata. –Io ti dico che ti amo e tu mi rispondi chiamandomi con il nome del tuo eterno amore. Devo dire che è davvero gentile da parte tua!-

 Seiya la fissò per qualche secondo e poi scoppiò a ridere.

 -Che ci trovi da ridere?!- Akira era diventata rossa dalla rabbia.

 -Niente… è solo…- cominciò Seiya con le lacrime agli occhi per il troppo ridere.

 -Cosa?!-

 -E’ strano che tu sia gelosa di te stessa.-

 -Come, scusa?- chiese lei confusa.

 -Akira ascoltami- disse lui prendendole le mani e tornando serio. –Ti ho chiamata Hiumi, semplicemente perché tu sei Hiumi.-

 -Seiya quanto hai bevuto stasera?- chiese la ragazza accigliata.

 -Non sono ubriaco. Ti sto dicendo che tu sei la contessina Hiumi Hayama, figlia del conte Sousuke e della contessa Ryoko.-

 -Ma che stai dicendo… Smettila di fare lo stupido, non è possibile che io sia… Hi-Hiumi…- Akira non poteva credere a quello a cui stava pensando. Quella era la soluzione a tutti suoi dubbi. Essersi innamorata di Seiya così in fretta, avere strane sensazioni in presenza di Koichi, sentirsi così legata alla contessa Ryoko, i flash-back che l’avevano assalita in quegli ultimi tempi… Tutto stava cominciando ad andare al suo posto, come le tessere di un mosaico.

 -Forse non riesci a ricordare il periodo passato su Shalak, ma sono sicuro che ti ricorderai di questo- e prese dalla tasca della giacca un bracciale con degli strani simboli incisi sopra.

 Akira spalancò gli occhi incredula.

 

Le apparve davanti agli occhi una bambina, che stava incidendo qualcosa su un bracciale con un piccolo raggio laser. Poi la stessa bambina emozionata camminava lungo un corridoio enorme e arrivata in un salone si precipitava verso un bambino con i capelli biondi che stava giocando seduto sul tappeto.

 -Seiya, guarda…- disse lei tutta fiera di mostrargli quel bracciale.

 -Cos’è?- chiese lui confuso.   

 -Un bracciale…-

 -E a cosa serve?-

 -Se lo metti sul braccio ti ricorderai sempre di me, è un… come l’ha chiamato Koichi?... ah sì, è un pegno d’amore…- e detto questo la piccola infilo il braccialetto al polso di Seiya.

 -Un pegno d’amore?- mormorò lui confuso. Non ci aveva capito niente, però alzando gli occhi vide lo sguardo felice di Hiumi e capì che lei ci teneva davvero tanto a quel pegno.

  

 Akira fissava il piccolo oggetto che Seiya aveva tra le mani, con un misto di confusione e incredulità

 -Allora ti ricorda qualcosa? Riesci a capire cosa c’è scritto?- chiese Seiya speranzoso. –Lo so che è il linguaggio di Shalak e probabilmente non lo ricorderai però significa…-

 -Per Sempre…- lo interruppe lei.

 Seiya rimase scosso da quelle parole.

 -Ci avevo messo una settimana ad imparare ad usare il raggio laser- ricordò Akira sorridendo. –Ho dovuto fare tutto di nascosto dai miei e dalla mia tata, altrimenti non me l’avrebbero lasciato fare e io volevo realizzarlo con le mie mani per farti capire quanto ci tenessi a te…-

 Seiya sorrise contento per quella risposta. Hiumi non si era mai dimenticata di lui, lo aveva sempre portato nel suo cuore.

 -Quindi…- continuò Akira con le lacrime agli occhi, -…la contessa è…-

 -Io sono tua madre, Akira- disse una voce alle loro spalle.

 I due ragazzi si voltarono sorpresi. Davanti a loro c’erano il conte e la contessa Hayama, entrambi con un enorme sorriso stampato sul volto. E al loro fianco comparve anche Koichi.

 Akira guardò quella donna che in quei giorni aveva sentito così vicina. Senza pensarci su, senza averci riflettuto neanche per un secondo corse verso di lei e l’abbracciò.

 -Mamma… Non posso credere di poter dire davvero questa parola. Non posso credere di averti finalmente ritrovata…- disse cominciando a piangere tra le braccia della madre.

 -Anch’io sono felice di essere di nuovo insieme a te, Akira- disse la contessa con le lacrime agli occhi.

 La ragazza rimase un attimo attonita. Guardò la madre che le sorrise comprensiva.

 -Sono tua madre, piccola. Capisco benissimo quello che stai provando e ho capito altrettanto bene che ormai tu non sei più Hiumi, ma Akira. Quindi se preferisci essere chiamata così da oggi in poi tu sarai la contessa Akira Hiumi Hayama- disse la donna accarezzandole il capo.

 -Grazie, per averlo capito- rispose Akira sorridendo.

 -Tesoro, mi dispiace di non averti mai parlato di Shalak- disse Sousuke mortificato.

 -Non preoccuparti, papà. So che l’hai fatto per il mio bene. Per non darmi false speranze su un nostro ritorno dalla mamma e da Koichi… a proposito…-

 La ragazza si sciolse dall’abbraccio della madre. E saltò letteralmente addosso al fratello. Entrambi caddero a terra.

 -Ahia! Che botta! Di’ un po’, sei completamente impazzita sorellina?- chiese lui irritato.

 -Andiamo Koichi, devo recuperare tredici anni di dispetti- disse Akira sorridendo. –Mi sei mancato tanto…- e detto questo lo abbracciò con le lacrime agli occhi.

 -Anche tu, Akira.-

 La famiglia Hayama, finalmente riunita, insieme a Seiya raggiunse gli altri che si stavano accingendo a stappare lo champagne in onore degli sposi.

 -Salve a tutti- esclamò il conte Sousuke.

 A quella voce il re si voltò di scatto.

 -So-Suosuke…-

 -Ciao Soichiro- disse semplicemente il conte, alzando una mano in segno di saluto. -Certo che sei proprio invecchiato, eh amico?-

 -Sousuke!- esclamò il re al settimo cielo, correndo ad abbracciare il suo migliore amico. –Ma che fine avevi fatto?-

 -Ehi, aspettate un attimo- disse Santa incredulo. –Se non sbaglio quell’uomo è il padre di Akira.-

 -Cosa?!- esclamarono tutti gli altri (naturalmente tutti, tranne quelli che sapevano già come stavano le cose nda) sorpresi.

 Così Seiya, Kanata e Miyu si lanciarono in racconto dettagliato di quello che era successo nelle ultime ore e di come si era scoperto che Akira in realtà era la contessina Hiumi.

 I festeggiamenti per il matrimonio continuarono, intensificati dalla gioia che tutti provavano per la famiglia Hayama.

 Miyu era l’unica ad sentirsi un po’ triste, se ne stava seduta sui tra gradini di legno che portavano al salone del tempio con lo sguardo rivolto a terra. Aveva trovato una grande amica in Akira e adesso doveva rassegnarsi al fatto di perderla per sempre.

 -Miyu…-

 La ragazza sussultò e quando alzò lo sguardo vide Akira che si stava sedendo accanto a lei.

 -Cosa’hai?- chiese preoccupata.

 -Niente- mentì Miyu. Non voleva rattristare l’amica in un momento felice come quello.

 -Ormai credo di aver imparato a conoscerti bene, e so che c’è qualcosa che non và. E poi non dimenticare che vengo da Shalak, quindi posso sentire chiaramente i tuoi sentimenti anche se i miei poteri non sono del tutto sviluppati.-

 Miyu fece un sorriso forzato. –Chi l’avrebbe mai detto che anche tu, te ne saresti andata via da me come ha fatto Lou…-

 -Oh, Miyu… E’ questo che ti preoccupa? Che io non torni mai più?-

 -Se fosse successo qualche mese fa, ne sarei stata contenta… anzi credo che avrei fatto una festa…-

 -Ah, grazie…- rispose Akira fingendosi offesa.

 -Ma adesso sento che io e te siamo davvero amiche. Non so se ho la forza di rinunciare anche a te come ho dovuto fare con Lou- disse Miyu con le lacrime agli occhi.

 -Non fare la stupida. Shalak è molto vicino alla Terra. Credimi, verrò a trovarti così spesso che neanche ti accorgerai che sono partita.-

 -Davvero?- chiese Miyu sorridendo.

 -Te lo prometto, e tu sai che io mantengo sempre le mie promesse.-

 -Sì, lo so- rispose l’amica rincuorata.

 -Però…-

 -Però cosa?-

 -Voglio che anche tu mi faccia una promessa- disse Akira con un sorrisetto furbo.

 -Quale?-

 -Tu e Kanata. Voglio vedervi insieme prima di partire.-

 -Cosa?! Ma tu partirai domani pomeriggio…- disse Miyu spaventata.

 -E allora?-

 -Come “e allora”? C’è poco tempo, io non so se riuscirò a trovare le parole…-

 -Andiamo, Miyu. E’ da prima che io tornassi dall’America che stai cercando le parole per dichiararti. Secondo me la devi smettere di cercare scuse e agire.-

 -Forse hai ragione, ma…- disse Miyu confusa.

 -Non ci sono ma che tengano, è ora di affrontare i tuoi sentimenti.-

 -E va bene. Farò come dici.-

 Le due ragazze si strinsero la mano per sancire la loro promessa e si abbracciarono. Consapevoli che la loro amicizia sarebbe continuata nonostante vivessero su due pianeti diversi. Perché la loro amicizia superava ogni distanza. La loro amicizia era più grande dello stesso Universo.  

 

      

  

 Allora? Spero che vi sia piaciuto. Akira ha finalmente ritrovato la sua famiglia e il suo grande amore. Tra poco faranno tutti ritorno su Shalak.

 Comunque la comunicazione davvero importante che volevo darvi è che, a meno che i miei calcoli non siano sbagliati (cosa che dubito fortemente), con il prossimo capitolo si concluderà questa mia amatissima storia. Non potete capire quanto sia dispiaciuta… ma la fine è ormai arrivata.

 Adesso non pesiamoci però, dopotutto ancora non è finita… ci sono ancora quei due lumaconi di Miyu e Kanata da sistemare… ^_^

 

 Ringrazio tutti quelli che leggono la mia ficcy e chi l’ha messa tra le preferite.

 

 Ringraziamenti:

 Lady_Sue1789: Ciao, come hai potuto notare, la mia testa non è scoppiata. Grazie al cielo! Così ho potuto terminare anche questo capitolo. Sono contenta che il conte Hayama ti sia piaciuto, non avevo le idee chiare su come descriverlo, mi sono solo lasciata trasportare dalle mie mani che scrivevano sulla tastiera. Non immaginavo che fossi caratterialmente simile a Mikan (allora sei completamente pazza! nd Kanata) (Kanata smettila altrimenti ti faccio innamorare di una rana! nd Me) (va bene, va bene… volevo dire che allora sei simpatica e divertente come la signorina Mikan nd Kanata) (Ecco così va meglio… ^-^ nd Me). Anch’io sono molto soddisfatta di come è andata a finire tra Christine e Mizuki, e scusa se ti ho spaventata con il discorso di Mizuki, però le cose troppo facili non mi sono mai piaciute. Anche loro dovevano provare cosa significa amare davvero, e questo comprende anche momenti di dolore e delusione (anzi nel mio caso ci sono soprattutto quelli T.T nd Me). Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto, attendo con ansia la tua recensione. Mi fa sempre un piacere tremendo leggerle. Ciao Kiss!!! TVTTTTTTTTTTTTTB!!!

 Follettina: Sono felice che il vestito ti sia piaciuto, devo dire che riuscire a descriverlo mi ha dato qualche difficoltà. Sono contenta che la parte delle coppie ti sia piaciuta, non puoi immaginare quanto mi sia divertita a scrivere i baci e le dichiarazioni! Grazie per tutti i complimenti che mi fai… Ciao Kiss!!! TVTTTTTTTTTTTB!!!

 Miss Miyu 91: TANTI AUGURI! Da parte mia e da tutti i personaggi della mia ficcy!!! Secondo me i 17 anni sono i più belli, perché vivi in trepidante attesa dei 18. Almeno per è stato così. Spero che tu possa considerare questo nuovo chappy come un piccolo regalo da parte mia, e spero che ti piaccia. Grazie per tutti i complimenti che mi fai e per il tuo sostegno! Ciao Kiss!!! TVTTTTTTTTTB!!!

 Angol93: Mi prostro in ginocchi per chiederti perdono! Perdonami se nell’altro capitolo ho dimenticato di rispondere alla recensione, l’ho saltata per sbaglio. Ti prego di perdonarmi! Comunque ti ringrazio per tutti i complimenti e per le recensioni, e anche il per tuo interesse verso la mia testa. Scusami ancora. Ciao Kiss!!! TVTTTTTTTTB!

 Sem0305: Grazie per la recensione. In effetti Miyu e Kanata sono stati volutamente lasciati per ultimi, perché gli ho sempre visti come due imbranati in fatto di faccende di cuore. Ma nel prossimo capitolo si riscatteranno. Grazie ancora. Ciao Kiss!!!

 BAbyDany94: I tontoloni non hanno ancora concluso niente, ma spero che comunque il capitolo ti sia piaciuto. Grazie per la recensione e per i complimenti. Ciao Kiss!!!

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Capitolo 20
*** E Finalmente... L'Amore ***


Scherzi del Destino- Capitolo 20

 Sto per mettermi a piangere! Questo è l’ultimo capitolo. Non so che altro dire. Vi lascio alla lettura perché sono troppo triste per aggiungere altro… T.T

  

Scherzi del Destino

Capitolo 20 

E Finalmente…L’Amore

  

 Miyu se ne stava nella sua stanza, ancora stesa a letto. Era troppo presto per alzarsi, il sole aveva solo cominciato a fare capolino nel cielo. La ragazza si girò a guardare la sveglia. Erano appena le cinque. Si rigirò dall’altra parte cercando di addormentarsi, ma senza riuscirci. Non aveva chiuso occhio per tutta la notte. Aveva troppi pensieri per riuscire a rilassarsi. La partenza di Akira, la promessa che le aveva fatto riguardo a Kanata e come se non bastasse ci si era messo anche il bouquet di Ruy…

 

 -Miyu! Akira!- esclamò Aya. –Venite Ruy sta per lanciare il bouquet!-

 -Andiamo, dai!- disse Akira contenta.

 -Ma, veramente…-

 -Non fare la guasta feste!- rispose Akira prendendola per un braccio.

 -E ve bene- si rassegnò Miyu.

 Non capiva perché doveva prestarsi a quella stupida tradizione. A cosa serviva? Di certo non sarebbe stato un mazzolino di fiori a decidere il suo futuro. Soprattutto il suo futuro sentimentale.

 Le ragazze si erano tutte preparate a prendere il bouquet. Ruy osservava la situazione divertita. Le tradizioni terrestri la affascinavano tantissimo.

 -Allora, ragazze…- cominciò la signorina Mikan. –Per una questione di anzianità direi che io ho la precedenza su quel bouquet…-

 -E chi l’ha detto?- esclamò Nanami infuriata.

 -Abbiamo tutte gli stessi diritti- rincarò Christine.

 I ragazzi stavano guardando la scena increduli.

 -Ehi, Kanata?- disse Seiya rivolto all’amico.

 -Dimmi.-

 -Ma perché si stanno comportando in modo così strano? Non credo che quei fiori siano molto preziosi, anzi penso che appassiranno molto presto- disse lui confuso.

 Kanata sorrise divertito. –Per le ragazze non conta il valore dei fiori, ma quello che rappresentano.-

 -In che senso?-

 -Vedi, si dice che la ragazza che prenderà il bouquet lanciato dalla sposa si sposerà entro l’anno.-

 -Cosa?! – esclamò Seiya sorpreso.

 -Sta calmo. Non è mica una certezza matematica, è solo una tradizione come altre. Solo che per le ragazze prendere quel mazzo di fiori diventa una questione di principio, anzi non di vita o di morte.-

 -Certo, che voi terrestri siete davvero strani- mormorò Seiya divertito.

 -Siete pronte!?- esclamò Ruy.

 -Sì!!!!-

 La sposa si voltò e lanciò il bouquet. Questo fece una parabola altissima. Tutte le ragazze si stavano spingendo e strattonando per riuscire a prenderlo.

 -Levati di mezzo!-

 -No, lo devo prendere!-

 -E’ mio!-

 Poi una leggera folata di vento modificò la traiettoria del bouquet che finì dritto dritto tra le mani di Miyu, che aveva cercato di rimanere il più in disparte possibile.

 Miyu, che ancora non si era pienamente resa conto dell’accaduto, guardò i fiori che aveva in mano. Alzò lo sguardo e, accidentalmente, incontrò quello di Kanata. I due arrossirono e cominciarono a guardare a terra.

 -Bravissima Miyu!- esclamò Ruy dirigendosi dall’amica. –Ti sposerai entro l’anno, allora.-

 Miyu divenne ancora più rossa. Fece velocemente un paio di calcoli mentali… e sbiancò.

 -Io…io… non ho alcuna intenzione di sposarmi a quindici anni.-

 -Be’ allora…- disse la contessa Ryoko, -consideralo come un anno di Shalak.-

 -E’ un’ottima idea- confermò Ruy.

 -Che- che significa?- chiese la ragazza confusa.

 -Su Shalak uno dei vostri anni, ne vale quasi nove dei nostri… Ti bastano nove anni, vero?-

 

  “Nove anni…” pensò Miyu guardando il bouquet sulla sua scrivania. “Se non mi do una mossa con Kanata, non mi basterà una vita…”

 Ma chi voleva prendere in giro? Non c’era alcuna speranza che riuscisse a dichiarare il suo amore a Kanata entro la fine della giornata. Non aveva assolutamente il coraggio. Poteva già immaginare un suo probabile rifiuto. Nessuno le dava la certezza che Kanata provasse qualcosa nei suoi confronti, e questa mancanza di sicurezze le impediva di essere totalmente sincera con lui. Avrebbe deluso Akira, ma non ci poteva fare niente. Era troppo fifona per affrontare quella situazione.

 Alla fine stremata da tutti quei problemi riuscì finalmente a chiudere gli occhi e a perdersi nei suoi sogni.

 

 

 Kanata se ne stava seduto al tavolo della cucina a fare colazione. Erano appena le sei, ma non era riuscito a stare a letto un secondo di più. Non aveva chiuso occhio per tutta la notte… Continuava ad apparirgli davanti agli occhi l’immagine di Miyu con in mano il bouquet di Ruy. Appena l’aveva vista, la prima cosa a cui aveva pensato era di vederla camminare verso di lui con in mano quel bouquet il giorno del loro matrimonio.

 Scosse bruscamente la testa, cercando di eliminare quegli strani pensieri. Come diavolo gli veniva in mente il possibile giorno del loro matrimonio se ancora non aveva avuto il fegato di confessarle il suo amore. Se avesse aspettato ancora, probabilmente sarebbe arrivato qualcun altro e portargliela via. Portargliela via? Parlava come se Miyu fosse sua, ma in realtà non aveva alcuna certezza sui sentimenti della ragazza… Con molta probabilità lei lo vedeva solo come un fratello…

 “Eppure non posso aver frainteso i suoi sguardi e i suoi comportamenti…” a quel pensiero gli tornò davanti l’immagine di Miyu con in mano il bouquet. Ma perché gli venivano in mente solo immagini matrimoniali. L’atmosfera del matrimonio di Ruy e Teru lo aveva contagiato troppo.

 -Buongiorno, Kanata. Sei mattiniero…- disse Seiya entrando in cucina.

 Kanata sussultò essendo stato riscosso dai suoi pensieri complicati e difficili. Poi voltandosi sorridendo verso l’amico disse: 

 -Anche, tu. Pensavo che tutte le novità di ieri ti avessero stremato.-

 -Infatti…- disse, poi arrossendo continuò, -… il fatto è che io e Akira siamo rimasti a parlare tutta la notte nella mia astronave alla fine lei si è addormentata sul divano e io non c’è l’ho fatta ad andare a dormire. Sono rimasto fino ad ora a guardarla per paura che potesse svanire…-

 -Ti è mancata tanto, vero?- chiese Kanata comprensivo.

 -Non puoi neanche immaginare quanto. Non sapere nulla di lei per tutti questi anni, mi aveva davvero buttato a terra…- poi continuò un po’ titubante, -…sai cosa mi ha dato la forza di sperare ancora in un suo ritorno?-

 -Cosa?-

 -Tu e Miyu.-

 -Ch-Che vuoi dire, scusa?- chiese Kanata imbarazzato.

 -Ecco, nonostante tutto tu e Miyu  siete riusciti sempre a ritrovarvi. Voi due siete destinati a stare insieme. Qualunque cosa vi sia successa, strani alieni che vi giravano in torno, genitori che con il loro lavoro vi tenevano lontani, ragazze gelose per una vostra eventuale relazione… tutto alla fine a preso una propria forma e dimensione, affinché tu e Miyu poteste stare insieme.-

 Kanata lo guardava incredulo. Non avrebbe mai pensato che Seiya fosse in grado di fare discorsi così seri e… sensati. Sì, perché quello che aveva appena detto Seiya aveva una logica inattaccabile. Ultimamente sembrava che tutto stesse andando a favore di lui e Miyu: non avevano la preoccupazione che i loro amici alieni fossero scoperti, Lou e Baumiao stavano bene, Miyu era rimasta a vivere lì con lui e non ci sarebbe più stato il pericolo che se ne andasse. E in più, cosa che non guastava affatto, Christine aveva finalmente deciso di lasciarlo in pace. Almeno la città non avrebbe corso nessun tipo di pericolo.

 -Be’…- disse Seiya sorridendo in modo furbo. -…io torno da Akira. Tu, però, pensa a quello che ti ho detto. Perché, non è detto che un momento simile ti ricapiti tanto presto.-

 -…- Kanata aprì la bocca per rispondere, ma non aveva idea di cosa dire.

 “Seiya ha assolutamente ragione. Se c’è una cosa che ho imparato nella vita è che è piena di imprevisti. Questi momenti di calma sono troppo rari per non essere presi al volo!”

 Intanto Seiya era tornato sulla sua astronave. Akira era sveglia e stava mangiando qualcosa che aveva trovato in una specie di frigorifero.

 -Non dirmi che ti ricordi il cibo di Shalak?- chiese Seiya sedendosi affianco a lei.

 -Certo, che me lo ricordo. Adoravo queste barrette dolci, erano le mie preferite…- disse lei dando un altro morso.

 -Dopo che sei scomparsa, sono diventate anche le mie preferite. Non sono mai uscito di casa senza portarmene una dietro…-

 Akira lo guardò intensamente negli occhi e lui la ricambiò. Poi lei aprendosi in un meraviglioso sorriso disse: -Come vedi sono servite.-

 Seiya sorrise…- Già…-

 -Dove sei andato prima? Quando mi sono svegliata eri sparito.-

 -Di cosa abbiamo parlato per quasi due ore ieri notte?- chiese lui esasperato.

 Akira si lasciò sfuggire la barretta dolce per la sorpresa.

 -V-vuoi dire che sei andato a parlare con Kanata?-

 -Sì- rispose lui sorridendo. –E credo di averlo convinto. E’ possibile che oggi assisteremo a una bellissimo dichiarazione…-  

 -Oh, Seiya…- esclamò lei saltandogli addosso per abbracciarlo.

 -Ehi, attenta!- colto di sorpresa non riuscì a trattenerla e si ritrovarono stesi sul divano.

 Lei sorrise dolcemente. Seiya ammutolì a quel sorriso così dolce e pieno d’amore.

 -Sapevo di poter contare su di te, Seiya. E’ per questo che ti amo tanto.- Detto questo lo guardò intensamente negli e lo baciò.

 

 Miyu si alzò e si vesti molto lentamente. Era ancora stanca a causa degli ultimi giorni passati ad organizzare il matrimonio e doveva ammettere che la sera precedente era stato proprio il colpo di grazia. Nonostante questo non aveva alcuna voglia di restare a letto a poltrire. Aveva bisogno di qualcosa, qualunque cosa, per togliersi il pensiero di Kanata dalla testa. Non sapeva perché ma le era venuta la voglia improvvisa di preparate una crostata alle fragole (l’unico piatto che le venisse almeno commestibile). Così tutta contenta per la sua decisione, che sicuramente le avrebbe occupato la mente per un po’, si diresse quasi saltellando in cucina. Ma appena aprì la porta fu costretta a ricredersi…

 -Kanata!- esclamò sorpresa.

 -Buongiorno anche te- disse lui irritato. –Anch’io sono felice di vederti, dormito bene?-

 -Scusa, se sono stata brusca e solo che non mi aspettavo di trovare qualcuno sveglio…- disse lei arrossendo.

 -Se proprio lo vuoi sapere, penso che ieri notte nessuno sia riuscito a dormire. Anche Seiya si è alzato molto presto e mi è anche sembrato di sentire la voce di Koichi prima.-

 -Be’ in effetti sono successe parecchie cosa ieri. Non mi stupisce che tutti siano ancora emozionati. Io per prima ancora non riesco a credere che Akira sia la contessina Hiumi.-

 -Non dirlo a me- disse Kanata rattristato. –La conosco da una vita eppure e non mi sono mai accorto di nulla.-

 -E come potevi, eri solo un bambino.-

 -Però almeno adesso ha ritrovato la sua famiglia e Seiya…- disse lui voltandosi a guardarla e sorridendo.

 Miyu rimase leggermente spiazzata da quel bellissimo sorriso. Lo aveva visto tantissime volte eppure rimaneva sempre sorpresa da quanto potesse essere bello.

 -Già, sono sicura che adesso potrà essere davvero felice.-

 I due ragazzi rimasero a fissarsi per qualche secondo, senza sapere cosa dire. Poi, Miyu distolse lo sguardo imbarazzata e disse: -Ho deciso di preparare una crostata alle fragole. Ti va di darmi una mano?-

 -Mi sa che ti devo per forza aiutare, altrimenti c’è il rischio che tu distrugga mezza cucina- disse Kanata pungente.

 -Guarda che se non ti va di aiutarmi, basta dirlo. Non c’è alcun bisogno di offendere!- esclamò Miyu arrabbiata.

 Kanata scoppiò in una fragorosa risata.

 -E adesso cos’hai da ridere?- chiese ancora più arrabbiata.

 -Era da un po’ che non vedevo la Miyu irascibile, mi è mancata parecchio.-

 Miyu lo guardò senza parole e poi anche lei scoppiò a ridere.

 -Hai ragione in questi giorni sono sempre stata tesa come una corda di violino, avevo proprio bisogno di scaricarmi  un po’.-

 Miyu guardò Kanata sorridendo. Con lui era sempre stato tutto così naturale e senza costrizione, non poteva dichiarargli il suo amore solo perché lo voleva Akira, o perché si sentiva costretta. Sapeva che prima o poi sarebbe successo, bisognava solo aspettare il momento giusto.

 

 Il resto della mattinata trascorse in modo molto tranquillo, forse anche troppo. Akira e Seiya osservavano Miyu e Kanata, e si sentivano sempre più depressi nel vedere che quei due tontoloni non avevano nessuna intenzione di fare passi avanti.

 Seiya e Akira se ne stavano seduti sulla scalinata del tempio cercando di trovare una soluzione a quella situazione di stallo. Improvvisamente sentirono dei passi, si voltarono e si ritrovarono davanti Koichi.

 -Salve, ragazzi che cosa fate di bello?-

 I due si guardarono per un secondo e poi si voltarono di nuovo verso l’amico. Se c’era qualcuno che poteva aiutarli in quella faccenda era proprio Koichi. Su Shalak aveva la fama di essere il più grande esperto d’amore del pianeta. Così gli raccontarono tutta la faccenda di Miyu e Kanata.

 -E’ tutto qui il problema che vi affligge?- chiese quasi scoppiando a ridere.

 -Non dirmi che tu hai già un’idea di cosa fare?- chiese Akira incredula.

 -Certo, avevi qualche dubbio?-

 -Allora, sentiamo…-

 -Ho osservato parecchio Kanata… e se c’è una cosa che ho capito perfettamente di lui è che geloso in un modo pazzesco. Durante i preparativi per il matrimonio appena un ragazzo si avvicinava a Miyu, lui li fissava e non li perdeva un attimo di vista.-

 -E questo in che modo può risolvere il problema?- chiese Seiya curioso.

 Koichi fece un sorriso furbo. –Faremo ingelosire Kanata così tanto che alla fine si dichiarerà talmente in fretta che non se ne renderà neanche conto.-

 -Come lo faremo ingelosire?-

 -Semplice…- fece una pausa per dare alle sue parole un effetto teatrale. –Farò a Miyu una corte spietata.-

 -Cosa?!-

 

 

 Era ora di pranzo. La famiglia Yaboshi, la famiglia Hayama più Miyu e Kanata erano seduti al tavolo e stavano mangiando e chiacchierando.

 -Così Teru e Ruy sono partiti?- chiese Ryoko alla regina.

 -Sì. Sono partiti stamattina presto…-

 -E dove hanno deciso di andare?-

 -Se non ho capito male faranno il giro del Sistema Solare. Vogliono visitare tutti i pianeti di questo sistema e tutte le costellazioni più importanti. Ruy mi ha detto che si fermeranno parecchio tempo su Venere…-

 -Oh… davvero?- chiese la contessa con aria sognante. –Adoro Venere è così romantico e con le dovute protezioni, si riesce a prendere un’abbronzatura strepitosa. Proprio la scorsa settimana ho saputo che alcuni abitanti di Shalak hanno inaugurato un villaggio turistico su Venere. Deve essere un sogno…-

 A Miyu quasi andò di traverso l’acqua che stava bevendo. Cominciò a tossire.

 -Tutto a posto cara?- le chiese la regina.

 -Sì… è…solo che non… non pensavo che ci fossero villaggi turistici su Venere…-

 -Oh, ne è pieno- affermò la contessa. –E’ una delle mete più ambite dell’Universo.-

 -Ma come mai i nostri scienziati non si sono mai accorti di nulla? So che hanno visto con dei telescopi ultramoderni la superficie di Venere molte volte… ma non credo che abbiano mai accennato a forme di vita su quel pianeta, tanto meno a villaggi turistici.-

 -Lascia che ti spieghi io come stanno le cosa, dolcissima Miyu…- cominciò Koichi con voce gentile. A quelle parole Kanata si voltò a guardare il ragazzo cercando di incenerirlo con lo sguardo. Invece Miyu arrossì lusingata.

 -Devi sapere…- cominciò Koichi con voce suadente. -… che i terrestri non sono ancora pronti per sapere quello che succede realmente nell’Universo. La tecnologia e la mentalità terrestre sono ancora troppo poco sviluppati per poterlo fare. Naturalmente le mie parole non valgono per te. Tu sei molto più intelligente di molti abitanti di Shalak…-

 Miyu divenne ancora più rossa. Kanata si agitava sulla sedia cercando di mantenersi calmo. Seiya e Akira guardavano la scena divertiti.

 -Comunque il motivo per cui nessuno dei vostri scienziati è ancora riuscito a trovare i villaggi su Venere è perché c’è una barriera che impedisce ai vostri telescopi di visualizzare la reale superficie del pianeta. Spero di essere stato sufficientemente chiaro…- e detto questo prese la mano della ragazza e la baciò. Il viso di Miyu andò in fiamme, ma prima che potesse rispondere sentì la porta chiudersi. Kanata era uscito fuori.

 Il resto della giornata trascorse più o meno nello stesso modo. Koichi che faceva continui complimenti a Miyu per come era vestita, per la sua crostata alle fragole, per il modo in cui aveva pettinato i capelli, per il suono della sua voce, mentre Kanata cercava di trattenersi in tutti i modi dal fare una scenata di gelosia.

 Akira e Seiya osservavano lo svolgimento del loro piano con una soddisfazione inimmaginabile. Prima o poi Kanata sarebbe scoppiato, ne erano certi.

 Alla fine arrivò il tramonto e anche il momento della partenza degli abitanti di Shalak. Si erano ritrovati tutti nel cortile d’ingresso per i saluti.

 Akira abbracciò Miyu e Kanata, e guardandoli con sguardo divertito disse: -Spero che al mio ritorno voi due abbiate tantissime novità da raccontarmi.- E fece l’occhiolino a Miyu che arrossì.

 Quando Seiya si avvicinò a Kanata per salutarlo gli bisbigliò in un orecchio: -Cerca di dare retta al mio consiglio, amico. Non lasciartela sfuggire, te ne potresti pentire per tutta la vita.- Kanata arrossì e si voltò a guardare Miyu. Con sua grande irritazione vide che stava salutando Koichi.

  -Come vedi ci sono ragazzi che la sanno apprezzare nel giusto modo- mormorò Seiya pungente.

 Kanata si voltò di scatto a guardarlo. Il cuore gli stava battendo forte per la paura. La paura di perderla. Seiya aveva assolutamente ragione.

 Vide che Koichi le aveva preso la mano e l’aveva baciata. Poi con tuffo al cuore notò che lui si stava chinando su Miyu e le stava bisbigliando qualcosa all’orecchio. Se era riuscito a leggere bene il labiale aveva detto qualcosa tipo: “Mi piacerebbe se tu potessi venire con me, una ragazza come te sarebbe una contessa perfetta!” Miyu arrossì di colpo.

 Kanata strinse i pugni fino a farsi male. Ma quando notò che Koichi stava per dare un bacio a Miyu non riuscì più a trattenersi. Li raggiunse in un attimo, prese il polso di Miyu e la costrinse a voltarsi verso di lui.

 -Kan…-

 Ma non poté continuare perché Kanata la stava baciando. Lei rimase con gli occhi spalancati per la sorpresa, ma all’improvviso sentì un forte calore invaderla. Kanata la stava baciando, finalmente stava succedendo quello che aveva sognato per tantissimo tempo. D’un tratto si sentì molto più rilassata e a suo agio. Si lasciò pervadere da tutte le emozioni che la stavano assalendo e rispose al baciò con tutto l’amore che aveva nel cuore.

 Koichi si allontanò dai due e avvicinandosi a Seiya e Akira disse: -Visto che non era così difficile. Adesso è meglio andare. Lasciamoli soli.-

 I due ragazzi annuirono e seguirono Koichi sulla navicella spaziale. Appena il portellone si chiuse e la navicella fu messa in moto, Akira si avvicinò a una delle finestre. I suoi due amici si stavano ancora baciando, non si erano neanche accorti che l’astronave stava cominciando a sollevarsi dal suolo.

 -Finalmente ce l’hanno fatta, vero?- chiese Seiya abbracciando Akira da dietro e stringendola a se.

 -Già, finalmente. Spero che saranno felici insieme…- disse Akira con le lacrime agli occhi.

 -Ma andiamo…- disse Seiya ridendo. –Sono Miyu e Kanata. Staranno sempre a litigare e a tenersi il muso. Ma si amano e sono destinati a stare insieme.-

 -Come noi…- sospirò Akira sognante.

 -Sì, come noi amore mio.-

 Pochi secondi dopo la navicella scomparve nel cielo che ormai stava diventando sempre più scuro.

 Kanata e Miyu si divisero e cominciarono a guardarsi intensamente negli occhi.

 -Ti amo, Miyu. Ti ho sempre amata fin dal primo momento che ti ho vista- disse lui diventando tutto rosso per l’emozione.

 -Anch’io ti amo, Kanata. E ti amerò per sempre.-

 Si abbracciarono, si strinsero come mai avrebbero pensato di poter fare. Finalmente erano riusciti a dichiararsi, finalmente avevano messo in luce i loro sentimenti, finalmente sarebbero stati completamente felici. Mentre abbracciava Kanata, Miyu guardò verso il cielo sopra di loro. Stava pensando a Lou. Se lui non fosse piombato nelle loro vite probabilmente tutto questo non sarebbe mai successo.

 “Grazie, piccolo mio” pensò la ragazza con una lacrima di gioia che cominciava a rigarle il viso. “Spero che un giorno tornerai da noi.”

  

                                                                                                  The End                     

                                             

 

 

 

 Prima di tutto voglio dire che questo capitolo è dedicato a tutti quelli che hanno letto la mia ficcy, ma soprattutto alle mie sostenitrici più accanite (Lady_Sue1789, Miss Miyu 91, Follettina che mi hanno sostenuta fin dall’inizio con le loro recensioni, e Angol93, HollyShort91, BAbyDany94 che sono arrivate successivamente ma che ho adorato nello stesso modo. Grazieeeeeeeeeee!!!).

 Comunque volevo dirvi che probabilmente sentirete ancora parlare di me… Ho intenzione di scrivere qualcosa quest’estate, ho un paio di progetti e mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate. Naturalmente riguardano Ufo Baby:

 1) Scherzi del Destino- Il Ritorno di Lou (penso che già dal titolo possiate immaginare di che cosa si tratta. E’ il seguito di Scherzi del Destino ma comincia con il ritorno di Lou e Baumiao dieci anni dopo. Naturalmente ci saranno le coppie che abbiamo visto in Scherzi del Destino e la loro eventuale prole…)

 2) Il secondo è un progetto che mi è venuto in mente notando quanto vi sia piaciuta la storia degli Hayama e di Seiya e Akira. Vorrei scrivere una fanfiction sul ritorno di Akira su Shalak e sulla storia d’amore che vivono lei e Seiya… Però ancora lo devo organizzare come si deve!

 Allora cosa ne pensate delle mie idee? Se non vi convincono posso anche non scriverle… Dipende tutto dal vostro giudizio… ^_^…

 

 I personaggi ringraziano:

 Miyu: “Grazie a tutti per aver seguito la mia vicenda amorosa con quel lumacone di Kanata che alla fine si è deciso a fare il primo passo.”

 Kanata: “Guarda, Miyu, che se avessi aspettato te… sarebbe arrivato il 2100! Comunque grazie per il vostro sostegno!”

 Seiya e Akira: “Grazieeeee!!! Entrambi speriamo di ritrovarvi nell’eventuale ficcy dedicata al nostro amore. Ciaooo!!!”

 Christine: “Fortunatamente io e Mizuki abbiamo riscosso un grande successo, altrimenti avrei distrutto l’intera città per la rabbia! Grazie a tutti!!!”

 Koichi: “Ah, se non ci fossi dovrebbero inventarmi. Grazie a me quei due tontoloni di Miyu e Kanata si sono dichiarati. Per fortuna che c’ero io. Ne approfitto per dire alle signorine terrestri che le trovo tutte molto affascinanti e che sono libero, quindi se volete un appuntamento rivolgetevi all’autrice che si impegnerà a farmi arrivare nei vostri sogni. Ciao e tutte, mie care ammiratrici e grazie!”

 Signorina Mikan: “Se devo essere sincera non ho capito granché di quello che è successo. L’autrice mi ha chiesto di ringraziarvi, ma non sono sicura di aver capito il perché. Comunque vi ringrazio… Ahaaaaa devo scappare!!! Il mio editore mi sta inseguendo!!!”

 

 

 Come al solito ringrazio tutti quelli che hanno letto la mia ficcy, chi l’ha messa tra le preferite e chi ha recensito…

 

 Grazie, Grazie, Grazie per avermi seguito!!! Non ho parole per dire quanto sono contenta del risultato ottenuto da questa mia prima Ficcy. Vi ringrazio ancora e spero di rivedervi nella prossima. Ciao Kiss!!!




COMUNICAZIONE IMPORTANTE: Mi mancano pochissime recensioni per arrivare a 100, che ne dite di lasciare un commentino quando passate di qua? Anche solo per dire che la storia vi è piaciuta oppure che vi ha fatto schifo e che merita di essere cestinata. Grazie per l'attenzione... Ciao Kiss!!!

 

 Scarcy90- Francesca

 

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