I ragazzi da parete.

di TempsTempis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Harry Styles ***
Capitolo 2: *** Deborah Smith ***
Capitolo 3: *** Niall Horan ***
Capitolo 4: *** Erika Smith ***



Capitolo 1
*** Harry Styles ***


Ragazzi da parete.
I: Harry Styles.




                                                                                                                                                                                                                                                                       Venerdì 20 Maggio.
 
Caro diario,
Come mi sembra stupida questa situazione, davvero, sono seduto su una scrivania di legno che cigola ad ogni parola che scrivo su questo vecchio quaderno che oso definire "diario".
Non so nemmeno io perché mi ritrovo qui, a farlo, eppure quando  la signorina Pickett me lo aveva proposto, non sembrava un'idea così schifosa.
Per tutto il giorno ho pensato a frasi ad effetto che avrei potuto scrivere per far colpo su di lei facendole credere di essere un adolescente acculturato con buona proprietà di linguaggio senza farle ricordare che durante le sue sedute sono un ragazzo problematico di sedici anni che non pensa ad altro che a divertirsi, spaventato dal provare emozioni di qualsiasi tipo, che ha perso la mamma da poco, che non sa amare e, sopratutto, autolesionista.
Ricordo ancora la sua faccia quando pronunciai la frase "Non posso spiegarle tutto il buio che ho qui dentro, ma queste cicatrici potrebbero essere delle perfette finestrelle per poter dare una sbirciata, non trova?"
Era sconcertata e, probabilmente, spaventata, corse ad abbracciarmi.
Penso che, sostanzialmente, abbia preso il mio caso troppo sul personale e non credo che questa cosa sia professionale, intendo il lasciarsi coinvolgere, non l'abbraccio.
Anche perché non mi aveva fatto nient'altro che bene, un abbraccio materno che, in quel momento, mi mancava.
Comunque, penso di essermi allontanato fin troppo dal vero motivo per cui io abbia cominciato a scrivere.
Ero alla mia seduta settimanale dalla signorina Pickett, quando, chissà come, riesco ad aprirmi e le racconto di provare qualcosa di estremamente forte per Erika, un'altra sua paziente in cura, conosciuta ad uno dei tanti incontri che aveva organizzato per i suoi pazienti.
Mi ha detto che prima di poter amare qualcuno, bisogna conoscere noi stessi e infatti se ne è uscita con "Harry, ma tu sai chi sei?" con quella sua matita per aria, pronta a prendere appunti su qualsiasi cosa io dicessi, il caschetto nero perfettamente in ordine, rimasi scombussolato da quella domanda, infatti mi agitai leggermente sulla poltroncina in pelle sintentica e rimasi in silenzio.
Lì, in quel preciso istante, le venne in mente di propormi di tenere un diario, scriverci giorno per giorno e, sopratutto, di trovare il mio vero io.
Su questa cosa ci ho rimuginato parecchio, saranno passati si e no quattro giorni dall'ultimo incontro e ancora non ho saputo rispondere.
In fondo cosa sono realmente?
Io sono un po’ tutto e un po’ dappertutto. Sono nella schiuma marina, quella delle onde; sono nel primo fiore di primavera; sono la mozzarella sulla pizza; sono la nota sensibile nel pentagramma; sono il verde troppo chiaro; sono nelle canzoni che mettono nostalgia; sono nel buono; sono nel violoncello disaccordato; sono negli abbracci, quelli con la mamma; sono nelle mie parole, quelle che mi sono scelto e ho plasmato; sono nelle frasi patetiche e romantiche; sono nella patina sulla cioccolata calda; sono nel mondo che vedi solo ad occhi chiusi; sono nelle melodie di Jovanotti, nelle armonie dei Fun.; sono nei Green Day; sono in Einaudi; sono in “A Silvia” di Leopardi; sono nelle lacrime di gioia; sono uno che si fida e che ha sbagliato ma continua a fidarsi; sono un ragazzo che deve crescere in fretta perché se no, rimane indietro; sono nel sole troppo forte; sono nel porto e nelle sue barche; sono nelle passeggiate; sono nei marshmallows; sono uno che si pone troppe domande ed obiettivi e poi finisce per rinunciare; sono uno che ama l’amicizia, anzi, che ama tutto; sono il ragazzo diverso; sono nelle sciarpe, quelle belle; sono nelle imperfezioni della luna; sono nella fantasia; sono, anche, per giunta, pure, inoltre, infine, nei “ti amo” sussurrati.
Aspetta, cancella l'ultima frase.
Non so cosa siano i "ti amo" sussurrati all'orecchio dolcemente, non lo so proprio.
Non so neanche perché io abbia scritto ciò.
Non capisco perché io debba conoscere me stesso, perché io debba sapere cosa sono, non penso di averne bisogno.
Tanto, anche se riuscissi a capire cosa voglio, cosa provo per lei, non riuscirei mai ad avvicinarmi;
Lei, lei è pura.
Erika. Erika è fresca, come l’erba bagnata al primo mattino, come le foglie dei cespugli nati sul ciglio della strada sporchi di rugiada.
Erika è fresca come la salsedine, come il sale del mare che si aggroviglia sulla pelle; lei è come le onde scagliatesi sugli scogli, che non si fanno male, semplicemente si disperdono su di essi, semplicemente si sfiorano contro la superficie senza ferirsi.
lei è sole freddo d’inverno, quello che non riscalda, ma che c’è, c’è comunque.
Wow, avrei potuto dire queste cose alla signorina Pickett scommetto che sarebbe rimasta scioccata da queste parole.
Avrei fatto una figura pazzesca, quindi, signorina Pickett (Nel caso un giorno, mi decidessi di farle leggere questo diario, voglio vedere la sua faccia!)
Comunque, sarà meglio chiudere, Gemma rompe, quando mi siedo alla scrivania ho bisogno di mettere la musica a tutto volume e, a lei, i Beatles non piacciono molto e poi è tardi, quindi vado.
A domani
                                                     Harry :)
 
 
P.s Mi manca Mamma, non penso sia un comportamento infantile, ma mi manca vederla camminare per casa con quei capelli neri raccolti disordinatamente, mi mancano persino le volte in cui mi sgridava per la stanza o perché rientravo a casa tardi o per i brutti voti.
Mi mancano le sue dita tra i miei ricci, mi manca il modo in cui mi abbracciava, il modo in cui mi dava un bacio sulla fronte prima di andare a dormire.
Mi manca il suo profumo;
Ogni tanto, vado in camera sua, apro tutti i cassetti, con ancora tutti i suoi vestiti perfettamente piegati, e l'armadio e spruzzo il suo profumo preferito e mi sdraio sul suo letto.
E' come se, in quel momento, fosse, di nuovo, con me.






 
*ANGOLO DEL  BABBUINO*
Eccomi qua, un'altra infallibile storia che non so neanche io se porterò avanti, ma che possiamo farci? Sono fatta così, vengo colpita da belle idee e poi non riesco neanche a portarle a termine.
Comunque, parliamo della storia, a me piace molto e spero, almeno, di arrivare al decimo capitolo, sarebbe bellissimo, no?
In questo capitolo, leggiamo la pagina di diario di un Harry diverso, non abbiamo il solito stronzo puttaniere, abbiamo un sedicenne in crisi, senza mamma, problematico e autolesionista e, sopratutto, innamorato.
Quindi, voglio dileguarmi, così scrivo anche il prossimo capitolo.

Personaggio prossimo capitolo:Deborah :)

A presto gente!!!!!
P.s me la lasciate una piccola recensione? PLEAAAAAASEEE *Occhioni dolci*
Ciaoo belli!

 

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Capitolo 2
*** Deborah Smith ***


I Ragazzi da parete.
II:Deborah Smith

 

 

Venerdì 20 Maggio.
 
Caro Diario,
Ho appena chiuso la chiamata con Erika, l'ho aiutata, per l'ennesima volta a risolvere una delle sue tante pippe mentali, come le chiama lei.
Prende il telefono e appena risponde mi dice "Debby, mi sto facendo le seghe mentali, ti prego aiutami" e l'unica cosa che io possa fare, in quel momento, è stare seduta ad ascoltarla e a cercare di aiutarla.
Questa volta era colpa dei suoi genitori, il padre le aveva detto che era fredda, che era cattiva un po' come Crudelia Demond, solo perché non aveva fatto gli auguri a sua mamma per il compleanno;
Mentre la madre, le aveva urlato di smettere di mangiare, che, altrimenti, sarebbe diventata come lei qualche anno prima, una grassona.
Era li, a quel telefono, e piangeva, piangeva come mai prima.
Non sapevo cosa fare; 
Lei non era così, andava a momenti, a volte poteva essere la persona più dolce e altre la persona più stronza ma mai, e dico, mai cattiva.
Può essere vendicativa o altro ma non cattiva.
Ma comunque, ora dice di aver risolto tutto, voleva scappare di casa, le ho fatto cambiare idea e dopo un po', ha detto "Bene, ora so cosa dire domani a Elisa"
Già, Elisa, o meglio, la  signorina Pickett, ormai sembrano quasi amiche, assurdo no?
Grazie a lei ci siamo incontrate, due pazienti di una psicologa scolastica, non ci eravamo mai incontrate prima di quella sottospecie di cena che aveva organizzato, nonostante frequentassimo la stessa scuola.
L'avevo incontrata, era tutta sorridente seduta al tavolo, vestita del suo falso e bellissimo sorriso, sedeva accanto a Niall.
Già, Niall è un ragazzo d'oro,  dolcissimo e simpatico.
Non so molto di lui, ma mentre lavavamo i piatti Erika mi ha raccontato qualcosa.
Abbiamo stretto amicizia tutti insieme, così facilmente, ha detto che i genitori di Niall sono morti e che bada a sua sorella minore da quando aveva 14 anni.
Non riesco a capire come, anche lui, nonostante tutto il casino che è la sua vita, i problemi e tutto possa affrontare le giornate con un sorriso bellissimo stampato in viso;
Che sia falso anche il suo?
Dopo aver finito di asciugare i piatti si voltò e piantò i suoi grandi occhi marroni nei miei e disse "Ti piace Niall, vero?" così, lo tirò fuori dal nulla come se avesse appena detto "Mi chiamo Erika, piacere una volta ho provato a suicidarmi"
Mi limitai ad arrossire e lei, nonostante tutti i suoi problemi (Ne ha davvero tanti, magari ne parlerò più in la) mi abbracciò.
Da quel giorno in poi, diventammo inseparabili.
Guardare le mie gambe piene di tagli, mi ricorda che dovrei parlare dei miei problemi, la signorina Pickett ha detto che aiuta scriverli e poi rileggerli tanto per farci un'idea;
Quindi sono qua, pronta a parlare della mia vita.
Sono sola, o meglio lo ero, prima di andare a quella cena, ora ho un'amica, anche se una sola, e Niall, un'amore nascosto in fondo al mio cuore.
Sono un'autolesionista da quando avevo 13 anni, i miei amici mi prendevano in giro, mi sfottevano tutto il giorno a scuola e, spesso, quando passavo ridacchiavano ed io sapevo che ogni volta, ogni benedetta volta, quelle risate erano rivolte tutte a me.
Così, un giorno tornai a casa, vidi un taglierino e lo passai sulla pelle svariate volte, mi sedetti sul bordo della vasca e osservai i graffiì che, inzialmente erano bianchi, diventare subito rossi.
Mi sentivo così bene, così libera e potente, per una volta riuscivo a dominare le sensazioni che provavo.
Stavo cos bene che la cosa, poi, degenerò, arrivai a tagliarmi tutti i giorni, persino nella pancia e nelle gambe.
L'ho tenuto nascosto per molto tempo, poi Erika una volta mi sollevò le maniche e le vide.
Mi misi a piangere pensando che lei mi avrebbe presa per una pazza sclerata se ne sarebbe andata via lasciandomi, di nuovo, sola.
"Debby, hai presente con chi parli? Con la quasi-suicida, atelofobica, monofobica e tantissimi altri -ica, pensi che dei tagli sui polsi o in qualsiasi altro posto possano farmi credere che tu sia una pazza?"disse ridendo.
Assurdo, avevamo due caratteri completamente diversi, lei era così solare e prendeva quei problemi con leggerezza quasi non fossero suoi e parlava dell'argomento con molta, anzi troppa, lucidità.
"Sai, anche Harry si taglia"disse camminando per la mia stanza e osservando i quadri attaccati alla parete.
Lei ha la capacità di far sentire a proprio agio le persone e di ispirare fiducia tanto da portarti a raccontarle persino che hai appena fatto una rapina.
Assurda, ma le voglio bene anche per questo;
Comunque, penso di aver detto tutto, no?
Sola e Depressa, autolesionista e presa in giro quotidianamente.
Innamorata persa di Niall che sembra non notarmi neanche, in fondo chi noterebbe mai una come me?, Niall non sa niente di tutto quello che c'è da sapere e, per ora, preferisco ne rimanga all'oscuro anche se credo che sospetti qualcosa dato che sono anche io una paziente;
E poi nessuno vuole una ragazza con delle cicatrici; Nessuno ne ha bisogno.
Non trovi?
Perfetto, ora mi metto a porre delle domande ad un quadernino a righe consumato, sto diventando pazza.
Vado, domani ho scuola.
                                                                      Debby :)
P.s: Niall mi ha appena mandato un messaggio "Notte Deb <3" .
Non so perché, ma riesce a farmi sorridere ogni fottuta volta, un sorriso, un messaggio, una chiamata, un abbraccio.
Penso di amarlo, anche se sono terrorizzata da quello che provo, spesso mi lascio coinvolgere troppo lo dice anche Erika, infatti ha paura che io ci possa rimanere male, ma , sinceramente, penso che potrei persino provarci per Niall.




 
*Angolo Del Babbuino*
Eccomi qua, secondo capitolo, secondo giorno.
Strano, da parte mia, pubblicare così velocemente, ma, ve lo dico, ho già pronti altri due capitoli.
Ma ho deciso di pubblicare ogni giorno un capitolo fino ai primi 5 e poi uno a settimana.
Sono ganza, vero?
Saraà che sto morendo dalla voglia di farvi leggere anche gli altri.
Ho visto che la storia è stata recensita da due persone, preferita da una e seguita da altre due.
Vi ringrazio, tantissimo.
Che dire?
Me ne vado, dicendovi che il prossimo capitolo, che potrebbe uscire anche prima di domani (quindi state attente) sarà quello di Niall.
Ciao Ciao :)

 

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Capitolo 3
*** Niall Horan ***


Venerdì 20 Maggio.
Caro diario,
Ho appena messo Madison a Letto.
Ogni sera pretende che io mi metta nel lettino insieme a lei e le canti qualcosa, adora sentirmi cantare ed è l'unico modo per farla dormire.
Mi ha appena chiamato la nonna, voleva sapere come stavamo e se Madison fosse già andata a letto.
Assurdo, no?
Prima fanno tanto i nonni protettivi, chiamano per informarsi, mandano qualche soldo tutte le settimane ma non pensano neanche lontanamente a farci stare a casa con loro per aiutarci.
Non so perché non vogliano, ma, a quanto ho capito, c'entra una sorta di conflitto con mamma, nonna ha sempre sostenuto che noi fossimo figli di un altro uomo non di suo figlio e che mamma glielo abbia fatto credere solamente per soldi.
Ora, sinceramente, non so bene quale sia la versione originale ma fatto sta che mamma ha sempre negato tutto e quando papà è morto ci siamo ritrovati con una casa, una neonata, un mutuo e infinite bollette da pagare.
Col lavoro di mamma e qualche lavoretto che facevo io stavamo decentemente, arrivavamo a fine mese senza molti problemi.
Poi mamma morì, rimanemmo io e Madison soli, assolutamente soli.
Non è facile a 14 anni trovarsi soli, in una casa, con le bollette da pagare e una sorellina a cui accudire e andare anche a scuola.
Ma ce l'ho fatta, almeno per ora;
I nonni (Non so neanche io perché mi obblighi a definirli tali) dicono che ci aiutano mandandoci soldi perché non sono degli stronzi e ci tengono ai loro nipoti, anche se credono che non lo siamo realmente.
Sarà che, grazie ai loro soldi io e Madison campiamo meglio altrimenti li avrei già mandati a fanculo.
Una volta, provai a suicidarmi.
Mamma era morta da poco e Madison era ancora a scuola, me ne andai al ponte e mi sedetti sul muretto.
Guardai le mie gambe penzolare nel vuoto, sarebbe bastato un secondo e tutto, tutto sarebbe finito.
Ma poi pensai a Madison, quel giorno nessuno sarebbe più andato a prenderla a scuola, avrebbero chiamato a casa senza trovare nessuno, infine avrebbero chiamato a casa di Nonna, lei infuriata sarebbe andata a prenderla e poi avrebbe bussato forte alla porta di casa nostra senza ricevere nessuna risposta.
Capii che il mio sarebbe stato solo un misero tentativo di fuggire, avrei abbandonato Madison, la piccola Madison, che già in pochi anni di vita aveva preso parte a ben due funerali.
Me ne tornai a casa.
Domani ho l'ennesimo incontro con la signorina Pickett, meno male che c'è lei a scuola,lei e Harry e anche Erika e Deborah.
Già, Harry.
Lui mi capisce, anche lui ha perso la mamma da poco anche se non deve badare ad una casa e a una sorella, ma il principio è lo stesso: è solo.
Erika, mi ha confidato di aver provato anche lei a suicidarsi, solo che lei era andata alla stazione;
"Volevo una morte cruda, veloce e indolore" ricordo ancora le sue parole impresse nella mente.
E Deborah, non so bene quali siano effettivamente i suoi problemi, eppure la sento così vicina a me.
Le voglio bene, forse fin troppo.
So che quello che provo per lei supera di gran lunga l'amicizia, ma non riesco bene a capire quello che dovrei fare.
Lho raccontato a Harry, ha detto che anche lui è nella stessa situazione.
Faticai ad immaginare Harry innamorato, infatti lui ha anche detto di non esserlo ma, da come ne parla, lo sembra.
Ha detto di provare a pensare a cosa realmente sia per me Deborah, solo in quel momento avrei capito quello che provo.
Magari ci provo ora, ok?
Deborah, Deborah è bella.
Se penso a lei, in mente mi viene l'immagine dei suoi capelli morbidi che le cadono sulle spalle, gli occhi verdi belli come due smeraldi, la voce dolce e melodiosa, il cuore che batte all'impazzata quando ci abbracciamo, la sua pelle profumata e morbida, mi ricorda la primavera.
Anzi, ogni volta che sorride per me è Primavera, anche se intorno a noi è Inverno.
A Erika non posso chiedere consigli, è la sua migliore amica e sicuramente potrebbe raccontarlo a Deborah.
Harry è innamorato di Lei.
Sarebbero perfetti insieme,  credo che non farebbero altro che amarsi dalla mattina alla sera.
Non sembra, ma entrambi hanno bisogno di tanto, tantissimo, amore e ne hanno altrettanto da donare.
Dovrei dirlo ad Harry, ma forse potrebbe prendermi per pazzo.
Eppure è così, lo vedi quando una persona necessita di affetto, di amore, ma non l'amore materno (anche se a Harry manca anche quello) ma quell'amore che solo un sedicenne può regalare, quello che solo l'amore adolescenziale può avere, lo stesso amore che provo per Deborah.
Ecco, l'ho detto, sono innamorato.
Ho intenzione, domani, di discuterne con la signorina Pickett, è il suo alvoro e di sicuro non lo direbbe a nessuno.
Oppure potrei semplicemente farle leggere il diario che, lei stessa, mi ha consigliato di scrivere.
Non sarebbe una brutta idea.
Scappo, Madison si è svegliata, di nuovo.
                                                                                  Niall.
p.s: Non vedo l'ora che sia domani, ho bisogno di vederla, abbracciarla, di sentire il suo profumo invadermi violentemente le narici e sentirla tra le mie braccia.







 
*Angolo Babbuino*
Secondo capitolo in un giorno.
Ho visto che avete già recensito in 4 o 5, grazie mille!
Questa è la pagina di diario di Niall!
Spero che vi piaccia anche questo.
Prossimo (e ultimo) personaggio:Erika :)
(Che nome bellissimo, sembra il mio LoL)
A pppresto!!
Recensite in molte ^_^

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Capitolo 4
*** Erika Smith ***


Ragazzi da parete.
IV:Erika Smith
 

Caro diario,
ho appena chiuso la chiamata con Deborah, avevo bisogno di sentirla. 
Oggi era il compleanno di mamma, ma me ne sono completamente scordata e quando di sera hanno tirato fuori la torta e mi hanno detto "Falli ora gli auguri a tua madre, dato che col cuore di ghiaccio che ti ritrovi non glieli hai fatti di mattina"
Mi sono rifiutata, sarebbe stata solamente una bella presa per il culo.
Cuore di ghiaccio, pff.
Se sapessero il casino che c'è nell'abisso in cui vivo, forse avrebbero delle idee diverse.
Se sapessero che sono fissa dalla psicologa, che ho persino il suo numero in caso di emergenza, che una volta provai a suicidarmi, che la sera salto i pasti, che mi chiudo in bagno e getto via quel poco che mangio, ammesso che io mangi, che mi peso e misuro continuamente.
Ma loro, loro vedono solo che io vado male a scuola, vedono che non aiuto in casa, che sto giornate intere sdraiata su un letto ad ascolatare musica, osservando attentamente il soffitto.
In ogni caso, penso sia sostanzialmente inutile stare qui a perdere il mio tempo  a scrivere quello che gli altri vedono o pensano di me, no?
Ovvio.
Quindi, dato che Elisa mi ha consigliato-obbligato a tenere questo diario lo userò.
Anche perché ha detto che pretende di leggerlo, o almeno vedere se effettivamente ci ho scritto qualcosa.
Quindi;
Ciao Elisa, non pensi che io già ti dica tante cose durante quell'ora settimanale?
Non ricordi di quello che ti ho detto?
Non sono perfetta, non lo sarò mai, ho il terrore di cominciare qualcosa tanto poi non sono mai capace di concluderla, ho il terrore dei contatti fisici, tremo quando sono vicino a qualcuno, non riesco a guardare le persone negli occhi quando parlo, ho tentato il suicidio, ho paura di rimanere sola che tutti se ne vadano.
Mi hai risposto con tanti di quei termini tecnici, Monofobica, bulimica, atelofobica e quanti altri -ica avrò?
Tanti, suppongo.
Mi rendo conto di essere una ragazza problematica, particolare, non molto facile da comprendere.
Sono quel tipo di persona che ti urla di andartene solo per vedere se resti, quella che dice che sta meglio da sola mentre ti abbraccia, quella che ti manda a quel paese ma che verrebbe a riprenderti poco dopo e quella che ti dice 'ti odio' per dirti 'ti amo'.
Tutte queste cose, te le ho dette e quante altre, poi?
Ah, la bulimia, certo anche quella.
Ma di una cosa, di una sola, non ti ho parlato.
Di una cosa, ho deciso di tenerla per me, sai quei segreti che ti piace cullare in fondo all'anima, quelli che ti mordi la lingua per non dirli a qualcuno anche se muori dalla voglia di urlarlo al mondo intero, Harry, Harry è il mio segreto.
Il segreto a cui penso tutti i giorni, la notte prima di andare a dormire, e la mattina appena sveglia.
Quando lo incontrai, quella sera, pensai immediatamente "Incontri migliaia di persone e nessuna ti tocca davvero. Poi un giorno ne incontri una e ti cambia la vita per sempre."
Non so perché, forse era stata solamente la mia mania con le citazioni ad averla tirata fuori, ma penso che sia parecchio azzaccata.
Anche se, parzialmente, sbagliata.
Harry non mi ha solo stravolto la vita, Harry è diventato la mia vita, tutto qui.
Come direbbe Dickens, Harry è una di quelle persone che si incontrano quando la vita decide di farci un regalo.
Eccolo, il regalo più bello della mia vita;
Meglio della casa delle Bambole ricevuta a 10 anni, ancora più bello di tutti i libri di Coelho che ho ricevuto e ancora più bello di tutte le citazioni che ho letto tra le lacrime.
Bene, ora non è più un segreto, cioè sono riuscita a dirlo a qualcuno, o meglio, a qualcosa.
Ma, in ogni caso, anche se riuscissi a dirlo a Harry non potrebbe mai succedere niente di particolare.
Assolutamente niente, siamo amici, tutto qui.
E questa cosa mi fa stare malissimo, sapere che non potrò mai essere qualcosa di più per lui.
Penso sarebbe bellissimo se Harry provasse, anche solo la metà, di quello che provo io per lui.
Ma in fondo, io sono solo un insieme di cellule varie, timidezza e delusioni.
Chi amerebbe mai qualcuno del genere?
Nessuno, ecco.
Vado a sdraiarmi, la testa mi scoppia e ho bisogno di pensare.
A domani.
                                                                                       Erika.
 

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