Kingdom of love

di SonrakyUchiha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap. 1 ***
Capitolo 2: *** cap.2 ***
Capitolo 3: *** cap.3 ***
Capitolo 4: *** cap.4 ***
Capitolo 5: *** cap.5 ***
Capitolo 6: *** cap.6 ***
Capitolo 7: *** cap.7 ***
Capitolo 8: *** cap. 8 ***
Capitolo 9: *** cap.9 ***
Capitolo 10: *** cap.10 ***
Capitolo 11: *** cap.11 ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 ***
Capitolo 13: *** Cap. 13 ***
Capitolo 14: *** Cap. 14 ***
Capitolo 15: *** Cap. 15 ***
Capitolo 16: *** Cap. 16 ***
Capitolo 17: *** Cap. 17 ***
Capitolo 18: *** Cap. 18 ***
Capitolo 19: *** Cap. 19 ***
Capitolo 20: *** Cap. 20 ***
Capitolo 21: *** Cap. 21 ***
Capitolo 22: *** Cap. 22 ***
Capitolo 23: *** Cap. 23 ***



Capitolo 1
*** cap. 1 ***


Le due città erano da lungo tempo in guerra.
Ma in un giorno d’estate i due regni decisero di fare una tregua. Perché in quell’incantevole giorno sia re Vegeta che re Brief festeggiavano le nascite dei rispettivi eredi.
Al primo fu reso in dono un maschietto, moro , dagl’occhioni neri e anche se solo un neonato con un’incredibile forza combattiva. Al secondo invece una graziosa bambina, dai capelli turchini e dagl’occhi color del cielo.
Visti i bambini un pensiero attraversò all’uninsuno i due regnanti:”TU METTERAI FINE ALLA GUERRA”
Da quel giorno trascorsero diciotto anni ed entrambi i principi sino a quel momento si erano allenati ed addestrati sotto l’ala dei rispettivi padri; erano pronti alla guerra.
************
“INSOMMA PADRE, COSA ASPETTIAMO AD ATTACCARE QUEGL’ESSERI INSIGNIFICANTI?!?” disse il principe urlando contro il genitore.
“Calmati Vegeta!! È l’unico regno che non abbiamo ancora conquistato; sono grandi guarrieri e abili strateghi anche se sono esseri inferiori…” rispose calmo il padre.
“ E QUESTO COSA CENTRA?!?  Io sono pronto padre!! Voglio scendere in battaglia!! Lo sai meglio di chiunque altro che io da solo valgo come mille dei tuoi uomini!”
“Conosco bene la tua forza e se vuoi combattere ti accontenterò, ma ogni cosa a suo tempo, prima devo mandareil messaggio dell’imminente battaglia ai nostri nemici.” Disse il re sedendosi alla scrivania e cominciando a scrivere.
“TU COSA?!?!?..” sbraitò il principe battendo i forti pugni sul tavolo.
Il re lo guardò scioccato.
“…Ecco perché non riuscamo a batterli!! Ecco perché siamo secondi a quei bastardi!! Tutto per la tua incapacità!!! Padre dobbiamo coglierli di sorpresa, possiamo… possiamo rapire quella gallina della loro principessina e….”
“ORA BASTA!!!” urlò con rabbia il re
Il principe mise il broncio, irritato.
“Voglio vincere quanto te questa guerra; ma non certo con disonore!! E adesso ritirati nelle tue stanze e lasciami finire il mio lavoro”
Vegeta si dileguò, facendo svolazzare leggermente il mantello che avvolgeva le possenti spalle:
“ Io darò una svolta a questa guerra; STANOTTE!!” sussurò il principe, per poi chiamare energicamente le sue guardie:” Radish, Napa SEGUITEMI” disse per poi ritirarsi nelle sue stanze seguito dai soldati.
***********
Poco dopo, un messaggiero arrivò a cospetto di re Brief:
“Mmm… certo che quel cocciuto di re non si arrende mai…” il sovrano scosse il capo:
“… quando finirà questa guerra?” disse,poi affranto levò lo sguardo e ordinò:
“Chiamatemi la principessa Bulma; è giunto il momento…”
Nello stesso momento una bellissima ragazza si trovava nel cortile del palazzo a godersi la brezza autunnale:
“ Principessaaa! Scenda da lassù, suo padre le vuole parlare!!” le urlò l’ancella
“Ma Laura, non hai visto che bel sole c’è oggi?; erano mesi che non splendeva così, ahhh! Starei quassù per il resto della mia vita!!” e sfoggiò uno dei suoi soliti, splendenti sorrisi.
Laura si stupiva ogni volta chela sua padroncina sorrideva; sfoggiava un’incredibile serenità fanciullesca, racchiusa tuttavia, in un corpo di donna forte e fiera:
“Lo so signorina  ma è un’ordine del re!”
“Oh, e va bene…” disse infine la principessina saltando agilmente dal ramo a cui era rimasta appesa fino a poco prima.
Arrivata al cospetto del padre la fanciulla disse con serietà:
“Ditemi padre..”
“Bambina mia… è giunto il momento; i nemici ci hanno sfidato domani nella raduna vicino al castello; sarà la volta che riusciremo a porre fine a tutta questa distruzzione visto che tu sarai sul campo con noi…”
La ragazza si inginocchiò in segno di rispetto e disse:“Certo padre, ti prometto che darò il meglio di me stessa.”
“Non ho dubbi piccola mia”  disse il re avvicinandosi alla ragazza e baciandola sulla fronte:“ Ora vai e riposati, domani sarà una lunga giornata”
“Si padre” disse infine la ragazza congedandosi.
***********
 

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Capitolo 2
*** cap.2 ***


“Allora avete capito il mio piano??” disse il ragazzo ghignando.
Le guardie si guardarono perplesse:“Allora fammi capire bene; tu vorresti addormentare e imprigionare tuo padre, entrare in territorio nemico…”
“SENZA IL CONSENSO DI TUO PADRE?!?...” disse l’altro
“… Rapire la principessa…” continuò il primo
“SENZA IL CONSENSO DI TUO PARE?!?...” aggiunse dinnuovo l’altro
“… E CHIEDERLA IN RISCATTO IN CAMBIO DELLA RESA DEL REGNO DELLA CITTà DELL’OVEST?!? SENZA IL  CONSENSO DI TUO PADRE?!?!?” terminarono insieme i due soldati.
“ Si… e poi, COS’è STA STORIA DEL CONSENSO?!?!?”disse il principe visibilmente infastidito.
“ Bè vedi.. tuo padre è il re quindi…”
“QUINDI NIENTE!! Mio padre è un’incompetente e perciò è mio dovere come suo successore dare una svolta e voi stanotte verrete con me!! È un’ordine!!!” Tuonò Vegeta alzandosi, fece per uscire dalla stanza, ma poi aggiunse:
“Ah, quasi dimenticavo; la bevanda speciale per il mio paparino è là sopra, fate in modo di fargliela avere e poi preparatevi; questa notte la passeremo in BIANCO!!” disse il principe, sottolineando quell’ultima parola e uscendo, infine, dalla stanza.
 
A Radish e Napa sfuggi un ghigno; adoravano quando il loro principe faceva trapelare il suo lato malvagio.
**********
 
Ormai era giunta sera e la principessa Bulma riposava sul suo letto…
Quella che per lei era stata una giornata tranquilla si era rivelata, al suo termine, molto tesa; dopo la notizia dell’ imminente battaglia si era molto rabbuiata, non aveva paura di combattere, anzi, era più che sicura che sarebbe riuscita ad abbattere ogni avversario; ma tuttavia oltre all’arte del combattimento suo padre le aveva insegnato anche il rispetto per ogni essere vivente:
“Dopotutto, anche se sono stupidi, sono comunque persone…” disse la bella fanciulla rattristandosi.
Decise così di affogare i pensieri  malinconici in un bel bagno caldo, dopodichè si vestì con una leggera vaste di seta trasparente che le arrivava solo fino ad accarezzarle i fianchi e infine si rigettò sul letto.
Era l’ultima volta che poteva sentirsi donna, visto che da l’indomani avrebbe quasi sempre indossato l’armatura dorata, che ora, accarezzava con le sottili dita.
Però com’era bella… così lucente; sarabbe stata fiera di indossarla l’indomani in battaglia…
CRASSSH!!
Un rumore assordante interuppe i pensieri della ragazza, che ora si trovava circonda dalle tenebre.
“ MA ch…??” la giovane non e la fece a controbattere che due paia di mani la bloccarono, mentre un terzo le teneva serrate le labbra con un pezzo di stoffa dallo strano odore.
“CLOROF…”
BUIO.

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Capitolo 3
*** cap.3 ***


“ E’ stato facile no??” disse Radish
“ E che dicevano che è una guarriera forissima, AHAHAHAH!! Ma perfavore!” aggiunse Napa gnignando.
“ORA BASTA!! O si sveglierà prima del previsto!” ordinò il principe, osservando la splendida creatura che era legata a suo letto.
Non aveva mai visto una tale bellezza; e di donne ne aveva viste il nostro giovane principe.
La turchina era perfetta in ogni sua curva e la veste che indossava faceva risaltare ancora di più le sue meravigliose forme, i seni, che si intravadevano dalla scollatura erano sodi e perfetti; poi lo sguardo del ragazzo si levò sino alla linea del collo, delicato ed invitante.
Un brivido d’orgoglio scosse il principe imbambolato:
“Ma ti sembra il momento per certi pensieri??” pensò il sayan, che poi si voltò nuovamente verso i suoi soldati, rimasti in attesa di ordini:
“Tra poco si accorgeranno della sua scomparsa, ora io vado nello studio di mio padre per scrivere e spedire il riscatto..”
“ E se questa si sveglia durante la tua assenza?” chiese Napa.
Il ragazzo volse un’ultimo sguardo alla ragazza assopita, poi disse, ghignando:
“ Se la nostra principessina si dimostra troppo ostile, avete il permesso di GIOCARCI sino a nuovo ordine”
“Ai suoi ordini Sire” risposero i soldati ridacchiando maliziosamente.
***********
Bulma dischiuse leggermente gl’occhi.
Dov’era? 
Da quanto tempo dormiva?
Era sicura di essere stata rapita; MA DA CHI??
Con una rapida mossa cercò di alzarsi dalla morbida superfice su cui era coricata; tentativo che si rivelò inutile; levò gli occhi verso l’alto e vide i suoi polsi bloccati da pesanti catene.
Per istinto urlò: “AIUTOOO!”
“Hey mocciosetta, ti conviene non agitarti tanto se ci tieni alla pelle!” disse una voce mashile.
La principessa guardò verso il fondo di quello, che presumilmente era un letto e intravide due figure nell’ombra:
“Fatevi vedere VIGLIACCHI!!” urlò ancora la ragazza.
“Come osi SGUALDRINA!!” ringhiò un uomo alto e pelato che le si stava avvicinando; sopraffatta dal terrore Bulma sferrò un forte calcio che colpì l’uomo in pieno stomaco:
“P-piccola… shifosa!” disse il colosso dolorante
Allora; l’altro uomo, dai lunghi capelli, le bloccò le gambe con una mano mentre con l’altra avvicinava una lama al collo della fanciulla:
“Ahahah! Non fai più la furba adesso eh??” 
A quel punto l’istinto di sopravvivenza si impossessò completamente della ragazza, che si alzò quel che bastava per sferrare una forte  testata in mezzo alla fronte del suo aggressore, che colto dal dolore sombalzò all’indietro:
“TU…. BRUTTA….”
“AHAHAHAHAHAH!!” una risata rieccheggiò nella stanza.
Bulma si voltò verso il suono e vide che all’entrata della stanza c’era una terza figura; un ragazzo fiero e bello che lentamente si avvicinava a lei e agl’altri due uomini sempre ridendo chiassosamente:
“ Vedo che vi siete già fatti mettere i piedi in testa..” disse poi il ragazzo rivolgendosi ai due uomini che abbassarono lo sguardo in segno di inferiorità:
 “… Ora uscite finirò io il lavoro.” Ordinò infine il ragazzo che pareva essere il capo; gli altri due annuirono e con un profondo inchino uscirono dalla stanza, lascandoli da soli.
Il ragazzo fece per toglersi il mantello, senza neanche degnare di uno sguardo la ragazza coricata sul suo letto; quando una voce lo bloccò:
“Chi sei tu?” disse Bulma
Il ragazzo sorrise esuberante: “Non vedo come possa interessarti Donna!”
“Penso di esere in pieno possesso di sapere la tua identità, visto che mi hai rapita e impriginata” rispose decisa la ragazza.
“Mmh… che bel caratterino…” pensò il principe che poi si girò per incontrare gli occhi di lei fissi su di lui e dire fiero:
“Io sono Vegeta, principe dei Sayan..”
A Bulma mancò un battito.
“Cosa vuoi da me??” disse lei diffidente e carica di rabbia.
“Tsk.. da te proprio niente…” disse il principe esuberante: “… dal tuo paparino; qualcosina…” concluse il ragazzo ghignando.
“MALEDETTO!! SE GLI FARAI DEL MALE… IO…” Bulma non finì la frase che il sayan le blocco le labbra con un dito; poi disse:
“Non scaldarti troppo mocciosetta; non ti conviene…. e ora TACI”
La ragazza, che di solito avrebbe reagito, a quel tocco rimase pietrificata; i brividi le percorsero tutto il corpo.
Come poteva il tocco di quel verme placare il suo  animo combattivo, ma soprattutto come poteva trasmetterle tante assurde, magiche, senzazioni?
Persa nei suoi pensieri non si accorse che  il ragazzo di fianco a lei si era tolto la maglia mostrando il fisico scolpito; quando lo vide arrossì leggermente e con voce tremante gli chiese:”C-cosa fai?”
“Il bagno… Cosa credevi??” disse il principe capendo i pensieri impuri della ragazza, si avvicinò a una piccola porta: “ Vuoi unirti a me?” disse poi maliziosamente incrociando le braccia sul forte petto.
“MA TI PARE?!? Neanche MORTA!!” urlò in risposta Bulma ormai fucsia.
“Tsk… come vuoi..non sai che ti perdi” sogghignò il principe entrando nella porticina.
Bulma non aveva mai visto un essere tanto pieno di sé, arrogante e narcisita; ma che tuttavia, doveva ammetere, aveva un fisico da mozzare il fiato; i muscoli erano scolpiti su quel pezzo di marmo ambrato, che poi era la sua pelle, liscia e tonica:
“Brutto scimmione…” disse la ragazza arrossendo.
Doveva scappare, o non avrebbe avuto scampo davanti a lui.

 

NOTE AUTRICE: allora?? cosa ve ne pare fin ora?? spero di non essere uscita dai pensonaggi >.< Ma io in fondo li vedo proprio così, entambi combattivi e testoni( sopratutto VegetaXD) abbiamo visto che stanno cominciando a trapelare dei sentimenti, ma per ora niente di che... il bello arriva dopoXD ihihih; curiosi??
ci vediamo nel prossimo capitolo!!!!!!!!

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Capitolo 4
*** cap.4 ***


NOTE AUTRICE: ATTENZIONE questo capitolo, emh ecco... non è propio delicato; quindi non lo consiglio a chi... gli fa impressione la violenza fisica ecco... Agl'altri BUONA LETTURA!!! by Raky-chan <3


“Sireeeeeeeeee, Sireeeee!!!!, la principessa è sparita!!” disse l’acella entrando nella sala del trono col fiatone.
“C-COSA??”
“VOST-RA AL-TEZZA!! SIRE!!! Tute le g-uardie e i cecchini alle mura sono stati abbattuti!!” disse il soldato ferito, inrumpendo anch’ esso nella stanza per poi cadere a terra svenuto.
“C-COME’ POSSIBILE?!?”
“Si-sire… questa era sul cuscino della principessa…” disse infine l’ancella dagl’occhi lucidi, rabbrividendo e porgendo una lettera al sovrano.
Il re l’aprì e sgranò gli occhi.
<< Caro Re Brief, non le conviene attaccarci questa notte se tiene all’incolumità della sua bambina; l’aspetto domani nella raduna, per chiaccherare sul da farsi…
In fede il principe Vegeta
P.s. I suoi soldati sono un’ottimo inchiostro>>
Un conato di vomito attraversò il sovrano:
“E’- è scr-scritta con il sangue…”
Un velo di sudore ricoprì la fronte del re; “come poteva quel ragazzo essere tanto crudele??” Pensò
“Questa volta fanno sul serio, non si fermeranno davanti a niente…. Oh piccola mia…” sussurò infine il regnante.
***********
Vegeta uscì dalla vasca e si avvolse la vita con un’ asciugamano, fece per uscire dalla stanzetta, ma arrivato davanti allo specchio si bloccò; ne osservò l’ immagine riflessa, quel corpo, quelle braccia, quelle mani avevano stroncato molte vite quella sera e avrebbero fatto altrettanto il giorno dopo se i suoi nemici non si fossero sottomessi al suo volere.
Un fracassoso rumore di catene interruppe bruscamente i suoi pensieri, allora si decise ad uscire.
Nell’altra stanza Bulma era intenta a cercare di distruggere il metallo che le avvolgeva i polsi, sbattendo e dimenandosi il più che poteva:
“Finalmente ti sei decisa a oppormi un po’ di resistenza …” la voce del principe arrivò a lei prepotente.
“MALEDETTOOO!! LASCIAMI ANDAREE!!” urlò la principessa, che non potè fare a meno di posare lo sguardo sul corpo ancora bagnato e seminudo del ragazzo.
Il Sayan notò subito l’occhiata della fanciulla e se ne compiacque:
“Ti piace quello che vedi Donna??” dise Vegeta con fare suadente.
“COME PUOI ANCHE SOLO PENSARLO??? BRUTTO SCIMMIONE SCHIFOSO!!!” ribollì la ragazza
“SCI-SCIMMIONE?!?!?” disse Vegeta, digrignando i denti e stringendo un pugno adirato.
“ SI, SCIMMIONE!!! TU TI VANTI TANTO, MA CHI TI CREDI D’ESSERE UN DIO?!? NON SARESTI NEANCHE IN GRADO DI SODDISFARE UNA DONNA!!!” ma prima di rendersi conto delle sue stesse parole, la fanciulla si ritrovò pressata sotto il corpo del ragazzo:
“Abbiamo la lingua lunga eh??” disse il principe malizioso
“C-Cosa vuoi farmi??” chiese la ragazza terrorizzata
“Solo farti rimangiare tutto quello che hai detto …” le sussurrò il ragazzo con voce calda vicino all’orecchio, che poi cominciò a baciare e mordicchiare con foga per poi scendere, delicato, sul collo con la lingua umida, mentre le mani, avide, stringevano le natiche perfette della ragazza.
Bulma era stravolta dalle emozioni, spalancò la bocca per ribellarsi al Sayan ; ma non proferì parola, il piacere di quel contatto era talmente intenso da mozzarle il fiato.
Vegeta notò subito l’espressione della ragazza e senza perdere altro tempo continuò il suo cammino sul corpo di lei; intento a farla impazzire dal piacere.
Lentamente fece risalire la mani esperte sui fianchi, sino ad arrivare a stringerle con forza i seni generosi, mentre con la lingua vi ci si insediò in mezzo, da sotto la veste:
“L- lasciami …” gemette la ragazza
Il principe ghignò nell’udire la voce supplicante di quella mocciosa,  colma di  desiderio:
“Pensi ancora che non ci sappia fare??” chiese il principe, malefico.
“ La -lasciami!!” sussultò nuovamente  la principessa
“ Lo prendo come un si..” ghignò Vegeta per poi andare a strappare velocemente la camicetta, lasciando la giovane solo con le leggere mutandine:
“Ora siamo più comodi …” sorrise malizioso per poi impossessarsi nuovamente dei candidi seni cominciando a baciarli e a succhiarli avidamente.
Ormai la ragazza aveva completamente perso il possesso di sé stessa; era una bambola indifesa nelle mani grandi e forti del Sayan; Come poteva quel ragazzo avere un tale potere su di lei, rendendola sempre più succube a ogni suo tocco; facendole, nonostante la situazione, desiderare sempre di più le sue carezze.
Sentì il principe spostarsi più in basso, sul suo corpo, alla ricerca di altre soddisfazioni.
A quel punto un brivido di terrore la scosse:
“NOOOOOOO!!! NON VOGLIO!!! LASCAMI SCHIFOSO!!!!” gridò la ragazza
“Taci …” sussurrò lui aggressivo, premendo il suo membro ormai voglioso ed eccitato sull’intimità di lei.
Una fame animalesca lo assalì; troppo preso dagli allenamenti era un po’ che ormai non soddisfava i suoi istinti.
Voleva essere dentro di lei. ADESSO.
Le abbassò le mutandine con voracità e con un’ abile, veloce gesto, le divaricò le gambe.
Bulma tremò a quell’ atto brusco, stava per ricevere  un’umiliazione che l’avrebbe accompagnata per il resto dei suoi giorni.
In quel momento il suo spirito combattivo si riaccese e riprese a dimenarsi sotto la stretta ferrea del principe:
“NOOO!! HO DETTO DI LASCIARMI!! SEI UN MOSTRO!!!!” delle calde lacrime di rabbia cominciarono a rigarle il viso.
“Il Sayan si avvicinò all’orecchio di lei e con un soffio caldo disse ansimando:” Adoro quando fate così….”
I brividi percossero nuovamente il corpo della ragazza.
Ma questa volta non si sarebbe fatta ammaliare da quella voce incredibilmente suadente e virile; l’aveva punta nell’orgoglio, paragonandola a una sgualdrina e sfruttandola come tale per soddisfare le sue voglie carnali.
Era solo un verme.
Sentì afferrarsi con forza l’interno coscia ; abbassò lo sguardo, il poco che bastava, per inebriarsi dell’immagine del corpo del ragazzo colmo di sudore, ormai al limite, pronto a violarla.
Nonostante fosse abbagliata da quel corpo magnifico, non gliel’avrebbe permesso.
Sferrò un calcione che colpì il ragazzo nel basso ventre:
“T- tu piccola …. COME HAI OSATO COLPIRMI????” tuonò il principe stringendosi la pancia dolorante.
“TI HO DETTO DI NON TOCCARMI!!!!! AVEVO RAGIONE NON SEI NEMMENO CAPACE DI PRENDERTI UNA DONNA SENZA LA FORZA BRUTA!! NON HO PROVATO NIENTE; SOLO PENA!! MI FAI SCHIFO!!!!!!!” lo provocò la ragazza colma di rabbia.
Gli occhi cupi del principe si colmarono d’ira; diventando se possibile, ancora più tenebrosi e terrificanti.
Prontamente sferrò uno schiaffo in pieno volto alla ragazza, che con un gemito svenne a contatto col forte urto.
“VEDREMO SE NON RIUSCIRO’ AD AVERTI, CARA LA MIA PRINCIPESSA!!!!!” urlò Vegeta coprendosi l’intimità ed uscire poi dalla sua stanza, sbattendo la porta e lasciandosi alle spalle la ragazza priva di sensi.
***********

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Capitolo 5
*** cap.5 ***


NOTE AUTRICE:WOOOOW non mi aspettavo che così tante persone seguissero la mia storia>.<, vi ringrazio di tutto cuore, e ringrazio tantissimo anche L_B_ per aver recnsito; mi fanno sempre piacere i commenti:) Vi chiedo scusa se Vegeta nei capitoli scorsi è stato un tantino.. brusco, ma insomma!!, è quello che lo rende affascinante ihihihXD vi prometto che si addolcirà... forseXD 
alla prossima e buona lettura ;) baciotto by Raky-chan





Un pizzicore alla guancia la fece risvegliare, d’istinto si portò una mano sul volto per massaggiarsi lo zigomo dolorante:
“Quel bastardo ….” Sussurrò
Ma un momento …. le sue mani!
Erano libere!!
Titubante si mise a sedere sul letto e le immagini di quelle ultime ore procedettero davanti ai suoi occhi, come un film:
Il suo rapimento, il risveglio in un posto sconosciuto, la paura, i due soldati; tanto deboli quanto spaventosi e lui.
Lui, che in pochi istanti le aveva fatto provare un terrore mai posseduto in vita sua.
L’ultima cosa che riusciva a ricordare, prima che venisse colpita, erano solo i suoi occhi; intensi e glaciali come due stille di petrolio freddo; quello sguardo carico di collera l’aveva paralizzata, nell’animo e nonostante tutto, forse anche nel cuore.
In poche ore aveva provato talmente tante sensazioni:
Timore, terrore, forza, orgoglio e …. Attrazione??
Scosse il volto ormai bordeaux.
Come poteva, anche solo pensare a lui con tanta leggerezza, dopo quello che aveva tentato di farle….
Non l’avrebbe perdonato nemmeno tra un milione di anni.
Eppure le emozioni provate la sera prima erano vive in lei come marchiate a fuoco.
Scrutò la stanza, alla ricerca di colui che fino a prima era stato soggetto dei suoi pensieri, ma non vide nessuno.
Si coprì il corpo, rimasto completamente nudo,con il lenzuolo in cui si era trovata avvolta al suo risveglio e scostando le lunghe tende di velluto scuro si affacciò alla finestra che dava su una grande balconata marmorea e finalmente il suo sguardo incontrò quel principe tenebroso.
Vegeta era affacciato al grande terrazzo, le braccia serrate al petto, il facoltoso mantello che scendeva leggero sino ai polpacci muscolosi e lo sguardo, duro e impenetrabile intento ad ammirare le prime luci dell’alba.
“Perché mi hai tolto le catene?” una voce soave arrivò al suo orecchio insicura.
“Perché ho deciso così ….” Rispose lui, senza voltarsi.
Bulma tremò al contatto dei piedi nudi col freddo marmo:”Come fai a sapere che non scapperò?” gli chiese nuovamente
“Lo so e basta …” esclamò freddo il principe girando il capo quel che bastava per incontrare gli occhi di lei.
NERO NELL’AZZURRO
La principessa tremò di nuovo ma non per il freddo dell’ambiente, bensì per la freddezza del suo sguardo.
“C-Chi te lo assicura?” sussultò lei.
Il principe non rispose e a grandi passi si avvicinò alla ragazza, che indietreggiò impaurita dallo scatto dell’altro:
“Tieni…”
La principessa trovatasi di fronte al ragazzo abbassò lo sguardo titubante e sorpresa nel vedere il ragazzo porgerle una piccola chiave chiese interrogativa:”Chee??”
“ E’ la chiave dell’armadio, scegli un vestito e mettitelo… ti riporto da tuo padre…”
Gli occhi di Bulma si riempirono di luce e stupore:”Tu-tu COSAAA???”
“Hai capito … Muoviti non mi piace aspettare” disse il principe per poi uscire dalla stanza, con un sorrisetto perfido stampato in viso.
Bulma abbassò lo sguardo sulla chiave che teneva in mano, ancora scoccata dal gesto del Sayan.
Possibile che quel maniaco omicida non fosse poi così cattivo?
Forse le  parole che gli aveva urlato la sera prima,lo avevano fatto ricredere; facendogli comprendere che, se non poteva batterla a parole o a impossessarsi del suo corpo senza essere sopraffatto; i suoi tentativi di conquista sarebbero stati completamente inutili.
Al solo pensiero di aver battuto su tutte le linee quello spocchioso di principe un sorriso ebete si dipinse sul volto della principessa che saltellando si avviò all’armadio. 
L’aprì e vi trovò una vasta scelta di abiti.
Ne prese uno verde acqua, lungo fin sotto le ginocchia, costernato di tanti piccoli brillanti ed abbastanza accollato; non aveva la minima intenzione di scatenare strane fantasie in quella testa quadra di principe, anche se si era rivelato alquanto gentile offrendosi di riportarla a casa:
“Chissà perché ha tutti questi vestiti??” osservò la ragazza mentre guardava le raffinate vesti. Ridacchiò, immaginandosi il duro ragazzo che di nascosto si provava gli abiti da dametta, tutto preso, davanti allo specchio.
Aprì la porta della grande stanza, felice del solo pensiero di tornare al suo castello e non rivedere più quella faccia da schiaffi, se non in battaglia per riempirlo di botte. Glielo avrebbe fatta vedere lei a quel verme:
“Un momento …” esclamò la giovane “… non sono mica arrivata nuda qui!!” sbraitò rossa di rabbia.
Si diresse nuovamente verso quel maledetto letto per recuperare la sua adorata camicetta e dopo varie ricerche e qualche imprecazione finalmente la trovò sotto il letto:
“ Ecco il perché di tutti quei vestiti da donna …” soffiò accigliata la principessina, notando i vari reggi petto e straccetti di quelli che una volta erano vestiti:” Brutto porco …” sussurrò, mentre il disprezzo nei confronti del Sayan raggiungeva i massimi livelli:
“DONNA!!! HAI FINITO???” una voce impaziente attraversò il corridoio.
“si … eccomi ….” Disse Bulma, affiancandosi al principe con una smorfia di dispregio stampata in volto:
“Cos’è quello brutta faccia??” chiese acido Vegeta.
“B-brutta faccia?!?” esclamò la ragazza riuscendo a stento a trattenere l’istinto di spaccargli il regal viso.
“Sì … è orribile!” rispose secco il ragazzo.
“MA TI SEI VISTO ALLO SPECCHIOOO?!?!?!?!?” urlò Bulma ormai fumante.
“Tzk … dai muoviti.” Disse solo il principe restando impassibile alla risposta della ragazza; non si sarebbe di sicuro abbassato a litigare con lei come un  moccioso, le fece cenno di seguirlo e Bulma, ancora una volta fulminata del gelo che gli occhi di quel’ impenetrabile guerriero emanavano, obbedì seguendolo a testa bassa.
 

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Capitolo 6
*** cap.6 ***


Appena uscita, l’aria fresca le accarezzò il viso e senza neanche fare caso ai tre uomini che la seguivano, chiuse gl’occhi inebriandosi della purezza di quella giornata iniziando poi a saltellare come era solita fare quando era felice.
Un sorriso sfuggì a Vegeta nel vederla così spensierata:
“Povera sciocca …” sussurrò scuotendo il capo in segno di disappunto.
“Emh … Vegeta, non credo sia il caso di lasciarla così libera …. Si, insomma …. Il padre non potrebbe prenderci sul serio vedendola così tranquilla …” mormorò il soldato evitando di farsi sentire dalla ragazza.
“Non preoccuparti Napa; sta andando tutto secondo i miei piani ….” Rispose il principe con un ghigno dipinto in volto.
“Se lo dici tu …” disse l’uomo, non molto sicuro delle sue stesse parole.
Il palazzo di re Brief distava a circa tre ore di cammino; così a metà strada, il gruppo decise di fare una sosta.
Arrivati sul posto un’espressione sognante si pitturò sul viso della principessa:
“ Ma … ma è bellissimo!!”esclamò, iniziando a correre nel prato ricoperto da un tappeto di foglie secche; le fronde degl’alberi erano leggermente inclinate, quasi volessero proteggere la pace e la magnificenza di quel luogo, con un abbraccio e al centro di tutto ciò, si poteva scorgere anche uno scintillante laghetto.
Bulma si accasciò su una delle sponde e tranquillamente cominciò a giocherellare con l’acqua limpida.
Vegeta ordinò a soldati di riposarsi; avrebbe fatto lui da guardia a quella marmocchia,così, si appoggiò al tronco di un’albero sulla destra del piccolo lago:
“…. Certo, che qui si sta proprio bene …” pensò il principe chiudendo gl’occhi per godersi a pieno quel senso di serenità che raramente lo accompagnava:
“Vegeta!!!!” una voce squillante gli rimbombò in testa.
“ GRRRRRRR … CHE VUOI?!?!?” ringhiò parecchio irritato il ragazzo.
“ Apri gl’occhi …” sussurrò Bulma
Il principe, sempre più nervoso, aprì appena un’occhio; divenne subito viola dal ribrezzo ritrovandosi un rospo, praticamente attaccato alla faccia:
“COS’è STO SCHIFO?!?!?” tuonò allontanando l’orribile esserino dal suo volto.
“Sei tu!, credevo foste fratelli!!” ridacchiò Bulma
“ SEMMAI ASSOMIGLIA A TE!!!!! PICCOLA RACCHIAAAA!!!!!!!”
“COME HAI OSATO CHIAMARMI?!?!?” sbottò la ragazza, avvicinandosi al ragazzo per riempirlo di pugni; ma senza farlo apposta, inciampò su una radice finendo col viso sul forte petto del Sayan:
“… Wow …” pensò la fanciulla; era incredibile la sensazione che dava quel corpo, che al contrario dello sguardo del principe, emanava un calore quasi …. Appagante.
Sì … quel calore che ti avvolge, che ti fa sentire protetta … quel calore, che in un attimo, ti fa dimenticare il mondo che ti circonda.
Sarebbe rimasta così per ore.
“Intendi starmi appioppata ancora per molto??”
“S-scusami…” rispose la ragazza, sentì le guance divampare.
Era ovvio che a lui desse fastidio quella specie di…. Abbraccio??
Ma allora perché questa consapevolezza le faceva ribollire il sangue??
“Tzk, figurati… lo so che sono irresistibile” disse Vegeta beffardo.
“Antipatico!” esclamò la ragazza, facendogli la linguaccia, il volto ormai fucsia.
Mise il broncio e si andò a sedere sul lato opposto del tronco, dando le spalle al Sayan.
Vegeta sbuffò rassegnato, lasciandosi scivolare finchè non fu seduto anche lui; si lasciò sfuggire un soffio:
“Perdonami …”
A Bulma mancò un battito.
Quella singola parola, era durata un attimo, ma, era riuscita a farla tremare come non mai: “ Per cosa?” chiese, dopo qualche secondo.
“Lo sai…” concluse il moro, dirigendosi verso i suoi soldati.
Un’ enorme sorriso solcò il volto della ragazza che velocemente, si alzò, per seguirlo a ruota.
AVEVA RAGIONE, I SUOI PENSIERI NON ERANO INFONDATI;  VEGETA NON ERA CATTIVO COME VOLEVA FAR CREDERE.
 
 
NOTE AUTRICE: eh rieccoci anche questa settimana bella gente, con un nuovo ed emozionante capitolo!!!!! (vi chiedo scusa per la sua incredibile cortezza)
Comunque sia,ringrazio sempre, con tutto il cuore, coloro che seguono la mia storia ed altrettanto quelli che la recensiscono. Vi amo troppo>.<

Cosa avrà in mente il nostro principe?? Farà bene Bulma a credere nell’improvvisa dolcezza del Sayan???
Con questi quesiti vi lascio e vi mando un bacione, e vi raccomando, non siate timidi RECENSIIIIIIIIIIITEEEEEEEEEEE!!!! XD
Alla prossima by Raky-chan

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Capitolo 7
*** cap.7 ***


Ormai mancava poco per arrivare a casa sua e dal fitto bosco della radura si potevano già scorgere le prime abitazioni del suo regno.
Vegeta camminava lesto davanti a lei, mentre, da dietro, i due soldati le stavano col fiato sul collo e anche se l’irritavano parecchio, non la preoccupavano più di tanto, una strana sensazione le diceva che finchè fosse stata vicina a quel principe lunatico non le sarebbe successo nulla:
“B-Bulma..” una voce preoccupata le arrivò all’orecchio.
“Papà??” esclamò la ragazza confusa, cosa ci faceva suo padre nella radura?
Prontamente i due soldati le afferrarono entrambe le braccia, bloccandola.
Essa si voltò verso il principe:”Vegeta, che sta succedendo??” Chiese la ragazza, non capendoci più niente.
“Taci DONNA!!” urlò Vegeta freddandola con lo sguardo.
Il ragazzo si avvicinò spavaldo al regnante e al suo esercito: “Re Brief!...” disse”… ho cambiato idea, ho deciso che oggi non vi distruggerò…”
“Cosa??” chiese il Re pietrificato.
Il principe continuò:”… voglio solo una cosa in  cambio…”, indicò Bulma, “… voglio lei!!”
“Mah…” disse il sovrano
“Altrimenti…” lo minacciò Vegeta.
Una sfera di luce fu scagliata dalla sua mano destra.
Si schiantò poi al suolo, provocando una serie di esplosioni nella parte del regno più vicina a loro.
Dopo quel rumore assordante, urla, solo urla giunsero a lei.
Urla strazianti di uomini, donne…. E bambini.
Bulma , nell’udirle,sentì un nodo chiuderle la gola, mentre le lacrime cominciarono a violarle i celesti occhi.  
Re Brief  cadde sulle ginocchia, soprafatto dall’impotenza; mentre abiti ecenere cominciarono a piovere su loro.
Aveva sbagliato, aveva sbagliato a giudicarlo così in fretta, si sentiva così ingenua.
Era solo un mostro, un mostro sanguinario.
Voleva distruggerli, voleva radere al suolo la sua casa. Le aveva mentito.
La disperazione si impossessò della ragazza.
“ P-piccola  mia…” sussurò il sovrano mentre le lacrime solcavano il viso stanco.
Bulma percepì i pensieri del padre, si trovava davanti a un bivio. O il regno o sua la sua salvezza.
La principessa decise di fare la cosa giusta:
“Padre!, padre non preoccuparti per me; pensa al regno, al popolo!! Pensa a quelle vite innocenti!! ACCETTA TI PREGO!!”
“Mah… Bulma…”
Un sorriso malinconico le si dipinse in volto:” Me la caverò…” disse più per convincere se stessa che il padre.
Il Re si rimise in piedi, la decisione era stata presa.
“E sia…” disse col capo chino.
“Bene…” disse ghignando soddisfatto Vegeta.
“PRINCIPE VEGETA!!....” urlò con distacco la ragazza.
Il moro si voltò verso di lei.
“… Devi giurare, sul tuo orgoglio… che finchè io rimarrò tra le tue mura, tu, non ti avvicinerai più al mio regno!!”
Il principe sbuffo:” Eeeeh va bene, lo giuro..” disse battendosi un pugno sul cuore.
Radish e Napa erano rimasti a bocca aperta; erano convinti che il principe avrebbe instaurato una carneficina su scala mondiale, conquistando quell’insulso popolo senza sprecare parole e invece, lo trovavano  a trattare per la pace in cambio di una piccola principessa sgualdrina?!?
Non potevano credere alle loro orecchie.
Incrociando lo sguardo dei suoi soldati Vegeta intuì subito i loro pensieri, ma cosa ne potevano capire quei due?
Nemmeno lui ci teneva ad avere tra i piedi una mocciosa dal carattere orribile, ma si trattava di una questione di orgoglio.
Quella ragazzina lo aveva sbeffeggiato, punto nell’orgoglio e doveva pagarla cara; in un modo o nell’altro.
Le avrebbe fatto vedere lui chi dettava le regole. Lui era un Sayan, il principe dei Sayan e si prendeva cosa voleva, quando voleva e questo doveva essere chiaro.
“Andiamo!!” comandò, facendo segno ai tre di seguirlo.
“Addio padre…” sussurrò la fanciulla trascinata dai due soldati.
“Addio…. Bambina mia…”
 
 
NOTE AUTRICE: E così… Bulma ha preso la sua decisione, il coraggio l’ha guidata ma adesso?
Come vivrà la sua prigionia?
E il principe come si dimostrerà nei suoi confronti??
Scoprirete tutto se continuerete a seguirmiiii!!!
Grazie a tutti e sopratutto grazie alla mia amica Vanessa che ha reso possibile la pubblicazione di questo capitolo!!!!
 alla prossima. Kiss kiss by Raky-chan 

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Capitolo 8
*** cap. 8 ***


 NOTE AUTRICE: non 1, non 2, ma ben 3 settimane di ritardo….
PERDONATEMI!!!!! T_T  * distribuisce i pomodori raccolti dal secchio dell’umido per farseli tirare addossoXD*
Ma vi assicuro che non è colpa mia, cioè la storia c’è, sono semplicemente sopraggiunti dei problemi tecnici *TI MALEDICO COMPUTER è_é*
Ma basta chiacchere, spero di riuscire a farmi perdonare attraverso i prossimi capitoli.
BUONA LETTURA e spero di sentirvi in tanti, un bacione Raky-chan n_n
 
 
 
 
Da quanto tempo dormiva?
Quanti giorni erano passati?
La principessa si strofinò gl’occhi stanchi e arrossati dal pianto che ormai l’accompagnava da quel giorno.
Quando era arrivata a quel maledetto castello, che era la sua prigione, non aveva più aperto bocca e si era lasciata cadere su quel materasso, soprafatta dalla malinconia.
Non beveva, non mangiava e non sentiva neanche più i bisogni corporei; si nutriva solo della sua tristezza e dell’odore virile di quell’assassino che le coperte emanavano. Di quell’assassino che l’aveva legata a lui con la forza e l’inganno.
TOC TOC.
Un fastidioso bussare interruppe i suoi pensieri.
Non rispose.
Sentì la porta aprirsi ugualmente e un peso, andare poi, a inclinare il lato di materasso alle sue spalle:
“ E’ meglio se mangi se ci tieni alla pelle..” disse rude Vegeta
Di nuovo non rispose.
“… guarda che se muori di fame, dovrò distruggerli…” continuò lui per sdrammatizzare.
“Cosè fai del sarcasmo adesso??” rispose lei roca.
Il ragazzo si stupì di come quella vocetta squillante, fosse diventata fiacca e colma di sconforto.
“Volevo solo ottenere la tua attenzione..” disse lui lieve.
“ E adesso che ce l ‘hai, cosa vuoi??”
“ Non devi odiarmi per tutto questo, sei stata tu a costringermi…”
“IO COSAAAA????” urlò lei girandosi di scatto verso Vegeta.
“ SE TU MI AVESSI TRATTATO CON RSPETTO SIN DALL’INIZIO, ADESSO NON SARESTI COSTRETTA A RIMANERE QUI!!” sbraitò lui, con i nervi a fior di pelle.
“AH! QUINDI SE MI FOSSI FATTA MOLESTARE FELICEMENTE, TU NON AVRESTI FATTO FUORI TUTTA QUELLA POVERA GENTE?!? E’ QUESTO CHE MI STAI DICENDO?!?!?, Bè TI DO UN’INFORMAZIONE, CARO IL MIO ORGOGLIOSO PRINCIPE, IL RISPETTO NON LO SI GUADAGNA STRUPRANDO IN GIRO, DANDO QUALCHE ORDINE O MINACCIANDO LA FINE DI UN POPOLO…”
Un brivido attraversò il Sayan.
Una strana sensazione mai provata prima, si impossessò del suo stomaco, contorcendolo.
Il senso di colpa.
Ma prontamente l’orgoglio spazzò via quello sgradevole sentimento:
“ Io sono il principe dei Sayan, ottengo sempre quello che voglio, con qualsiasi mezzo!!” sbraitò il ragazzo
“Pensala come vuoi…” sbuffò Bulma rassegnata, tornando alla sua posizione iniziale.
Vegeta digrignò i denti e si portò le mani al viso, quella ragazza riusciva a tirar fuori le parti più nascoste del suo caratteraccio:
“Mio padre mi reputa un’uomo senza onore per quello che ho fatto, anzi, è già tanto che non mi abbia fatto giustiziare per averlo chiuso in cantina…” sogghignò il principe (Ecco che fine aveva fatto XD NdRaky) ”… i miei soldati mi disprezzano perché invece di fare una strage ho preferito risaldare il mio orgoglio prendendomi una stupida ragazzina…”
Bulma si voltò lievemente.
“….Il mio unico obbiettivo nella vita era conquistare il tuo popolo e ora che non posso più farlo, mi chiedo che senso abbia ormai la mia esistenza, forse… forse hanno ragione loro, sono un fallimento.” Disse amaramente il ragazzo.
“ Vegeta io…”
“Lascia stare, ho parlato anche troppo…” la interrruppe il principe, per poi uscire dalla stanza.
Bulma era rimasta sbalordita per le dolci parole di quel testone, non credeva neanche potessero uscire da lui…
Strane fantasie cominciarono a vorticarle per la testa.
Forse, non l’aveva costretta a stare con lui solo per un capriccio, forse, in qualche assurdo modo, le si era affezionato, altrimenti perché si sarebbe confidato con lei in modo così profondo?
Presa dalla più totale confusione sui sentimenti del guariero, la principessina decise di alzarsi, soprattutto perché il suo stomaco ormai reclamava a non finire.
Così, aprì l’armadio e ne tirò fuori un lungo vestito, fatto a sirena, color crema; si diede una sistemata davanti ad un grande specchio ad arco e prima di uscire si avvolse le spalle in uno scialle beige.
Il palazzo era avvolto nel silenzio più totale e dalla luna alta nel cielo Bulma capì che era ormai notte fonda.
Si avventurò alla ricerca della cucina, i crampi la stavano piegando in due, e dopo svariati tentativi di ricerca, finalmente entrò in una graziosa cucina rustica; iniziò così a frugare nella dispensa e ne ricavò un vassoio stracolmo di biscotti e bignè, sedendosi a tavola cominciò a mangiucchiarli.
***********
Non poteva credere alle parole che pocoprima aveva pronunciato, cosa gli stava succedendo?
Lui era un guerriero, un principe, non poteva far trapelare le sue debolezze.
Eppure, quelle parole amare e malinconiche gli erano uscite dalla bocca senza preavviso, non solo se le era fatte scappare, ma per di più le aveva dette davanti a lei.
Lei, quell’incredibile creatura che da subito l’aveva attratto, forse non solo fisicamente.
Ripensò alla sua vocetta, ridotta a un sussulto triste e distaccato. Un nodo gli legò lo stomaco.
Dinnuovo quella senzazione.
Era lui la causa di tanta tristezza e questo, per qualche imspiegabile motivo, lo distruggeva.
Camminava lento per i corridoi del castello, di dormire non se ne parlava, così aveva deciso di recarsi nella stanza degli allenamenti, di sicuro l’avrebbe aiutato ad allentare un po la tensione; ma mentre camminava verso la sua destinazione, una fiacca luce che proveniva dalla cucina attirò la sua attenzione.
Incuriosito, sbirciò dalla lieve fessura dopodichè un gnigno si dipinse sul suo volto.
 
Bulma era intenta ad azzannare l’ennesimo bignè alla panna mentre, con non curanza, sfogliava un vecchio libro di ricette.
“Caspita!” pensò “… devo proprio congratularmi con lo chef!” e nel frattempo allungò la mano per afferrare l’ennesima delizia, ma un cigolio proveniente dalla porta, la fece voltare:
“Vedo che il tuo stomaco brontolante ha battuto la tua testardaggine!” gnignò il principe entrando.
Bulma lo guardò accigliata.
Non voleva di certo fargli capire che le sue parole l’avevano intenerita, nonostante fossero molto dolci e parevano sincere, non si fidava ancora della loro credibilità, ma non poteva negare l’evidenza:
”Aqquanto pare, gradisci?” chiese arredendosi.
“Non amo molto i dolci” rispose il ragazzo
“Non si era capito…” disse lei sarcastica
“Che intendi?” chiese Vegeta, inarcando un sopracciglio.
“Che se magari mangiassi più dolci, provabilmente il tuo carattere sarebbe altrettanto più dolce!” ridacchiò la ragazza.
A quel punto si sarebbe aspettata uno sguardo fulminante, o perlomeno una qualche reazione isterica da parte del moro, ma niente, sul volto del Sayan rieccheggiava solo un lieve rossore.
Non l’aveva mai visto così, era bellissimo, anche più del solito.
Ad un tratto Vegeta le porse un tovagliolo, distogliendo bruscamente lo sguardo dal suo volto, il rossore che aumentava.
“P-pulisciti donna!” sussultò il ragazzo
“Cosa??” chiese la ragazza confusa
“La panna… sei sporca…” disse infine lui, diventando ancora più rosso.
“Oh!... dove qui??” chiese la ragazza, pulendosi in malo modo.
“No, stupida… qui…” indicò Vegeta, sfiorandole il labbro inferiore.
Un tocco, uno sfioramento, che bruciò in entrambi come fuoco vivo, toccandoli nel profondo.
Lentamente la mano del Sayan si allargò in una lieve carezza.
Rimasero così, per un lungo momento, l’uno sperso negl’occhi dell’altra.
Ma poi, una scossa attraversò gl’occhi di lui, che prontamente ritirò la mano.
“Emh-e… è andata via…” disse il ragazzo.
“G-grazie…”
Le batteva forte il cuore, nonostante tutto il rancore che aveva nei confronti del principe, lui, era riuscito a spazzare via tutto, in un gesto, in uno sguardo, era riuscito a farla sentire in paradiso.
Tutto questo la faceva sentire così bene e senza alcun dubbio un nuovo, grande sentimento stava crescendo nel suo cuore di giovane donna; sentimento, unicamente rivolto a l’uomo che l’aveva privata del suo regno e della sua libertà.
Ma a lei tutto questo ora non importava, come una drogata desiderava solo un’altra dose di quell’incredibile dolcezza che gl’occhi di quel principe di marmo avevano trapelato, per pochi secondi, ma colpendo irrimediabilmente il suo cuore.
“Sarà meglio andare a dormire…”disse Vegeta, distruggendo l’imbarazzante silenzio.
“S-si… buonanotte” concluse la ragazza ancora imbambolata.
“… Notte…”
I due si diressero nelle rispettive stanze, addormentandosi con l’immagine dei loro sguardi, a inebriare i rispettivi sogni.
 
 

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Capitolo 9
*** cap.9 ***


 L’indomani mattina la principessa si svegliò con un’incredibile luce negl’occhi, si poteva dire che sprizzava gioia da ogni poro; non ne comprendeva la motivazione, ma finalmente, dopo settimane, si sentiva felice.
Quella notte aveva dormito splendidamente, i sogni che l’avevano accompagnata erano a dir poco sublimi e la sua voce era miracolosamente tornata quella di sempre, carica di allegria e vitalità.
Si agghindò come meglio poteva, fremeva dalla voglia di litigare di nuovo con quello scimmione, anche se poi, alla fine era tutta una scusa per stargli vicino.
Ormai doveva ammetterlo, qualcosa in lei, dopo la serata precedente, stava cambiando, qualcosa in lei stava crescendo; non vedeva più solo un mostro sanguinario, un’imbroglione, ma un’uomo pronto a trascinarti nel vortice della sua immensa dolcezza interiore, capace di catturarti il cuore con uno sguardo, anche se raramente lo mostrava.
Quando si reputò pronta e perfetta, uscì dalla stanza e subito venne circondata dalla confusione del corridoio,  una marea di gente che correva avanti e indietro ansiosamente la travolse:
“C-che succede??”esclamò, mentre veniva spalleggiata dalla folla.
“IL re… è MORTO!”le urlò una voce in lontananza.
Un solo pensiero trafisse la ragazza:
“Vegeta!”
***********
 
Era… era successo tutto così in fretta…
Non era nemmeno riuscito a destarsi del tutto, che una sguattera era inrotta nella sua stanza affannata, lasciandolo senza parole:
“Principe… anf… anf… il re… il re sta gravemente male…”
Vegeta sgranò gl’occhi.
“PERCHé NESSUNO MI HA RIFERITO PRIMA LE SUE CONDIZIONI???” sbraitò il principe infilandosi velocemente una battle suit nera.
“Sua altezza non voleva che le venisse detto…”
D’altronde  era comprensibile…
Suo padre non gli aveva più rivolto parola da quando avevano discusso, non l’avrebbe perdonato tanto facilmente per aver agito di testa sua, sottrandosi ai suoi ordini, reputava i suoi metodi disonorevoli e non degni del futuro sovrano del popolo Sayan…
Ma in questo caso poteva anche fare un’eccezione, si trattava della sua salute e lui era pur sempre suo figlio.
Il pensiero di arrivare troppo tardi martellava la mente del giovane Sayan mentre correva col cuore in gola per raggiungere  la stanza del padre.
Arrivò giusto in tempo per inginocchiarsi al suo capezzale, stringergli il pugno e sentirgli emanare le sue ultime parole:
“ Sono fiero di te…”
E poi, vederlo spegnersi sereno e fiero, come solo un vero Sayan sapeva fare.
Quando il padre esalò il suo ultimo respiro una marea di senzazioni attraversò il principe, ma una le prevalse tutte, l’ira.
La rabbia per non aver potuto fare niente, la rabbia per non essere stato abbastanza forte, pura e semplice rabbia.
“V- Vegeta..” una voce femminile fiorì alle sue spalle.
Subito la rabbia fu spazzata via… dall’odio.
 
 
 
 
NOTE AUTRICE: hey hey hey, salve genteeeeeee!!XD
Ma ci siete ancora?? io non vi sento più in tanti…
Forza!!! Voglio che mi sommergiate di recensioni!!!
“Non pretendere troppo è già tanto che leggono la storia” * l’insulsa vocina infondo alla mia testa si fa sentire*
“ Già già, ha ragione T_T sigh”
Cmq sia, perdonatemi per il capitolo infinitamente corto, ma è fondamentale metterlo così per lo svolgersi della storia…
E così Re Vegeta è deceduto…
Il nostro principe avrà dei risentimenti??
Scoprirete tutto se mi seguirete!!!!!
Ringrazio con tutto il mio cuore chi ha messo la mia storia tra le preferite o le seguite e naturalmente anche chi si prende la briga di recensire.
Mando un grosso abbraccio a tutti, ci sentiamo alla prossima!!!!!!!!
Raky-chan

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Capitolo 10
*** cap.10 ***


  
Era arrivata nella stanza quando ormai il re si era già spento, ma nei suoi occhi, c’era solo l’immagine di quel corpo muscoloso e tremante, inginocchiato a terra, gl’occhi sbarrati e i forti pugni che stringavano ancora quello privo di vita del padre.
Per un momento quell’uomo duro come l’acciaio le era sembrato,fragile, come il più raro dei cristalli.
Poi il suo nome le era uscito come un sussulto:
“V-Vegeta…”
Non ci fu risposta, se non l’irrigidirsi delle spalle e del collo.
Gli si avvicinò lentamente...
 Voleva consolarlo, dirgli che sarebbe andato tutto bene, accoglierlo tra le sue braccia come una madre e accarezzare quella folta chioma mora per far scorrere via, ogni sua ansia, ogni suo timore.
Si avvicinò con la mano alla sua possente spalla, ma prima che potesse sfiorarla il principe scattò in piedi.
***********
 
Non aveva intenzione di perdere tempo con lei, l’aveva anche fin toppo rammollito.
Ora era Re, non un principe, non più un’ilsulso ragazzino,ora  era un’ uomo e come tale doveva comportarsi, non avrebbe permesso a quella fantastica creatura di distruggere il suoi principi, il suo orgoglio.
Dopo essersi alzato voltò lo sguardo all’armatura reale rimasta appesa su una stampella, fiera, forte, orgogliosa, si reggeva in tutta la sua bellezza; velocemente l’indossò e immediatamente sentì l’intero peso del suo regno cadergli sulle spalle, non c’era più tempo per le smancerie, non c’era più posto per quegl’insulsi sentimenti.
“Vegeta!”esclamò, questa volta più forte, la ragazza.
“COSA VUOI DONNA??” l’urlo di Vegeta fu secco e distaccato.
“M-mi dispiace per tuo padre…” non sapeva cosa dire  e la freddeza del Sayan l’aveva spiazzata.
Credeva che dopo quella sera il loro legame si fosse rafforzato, ma provabilmente, si sbagliava, di nuovo.
Il ragazzo non le diede risposta, continuando a darle le spalle, irrigidì i muscoli della maschella.
“Se-se posso fare qualcosa…”
La faceva sentire triste vederlo in quel modo, rigido, freddo, perso nei suoi pensieri alla ricerca di chissà quale risposta, la quale non tardò ad arrivare.
Il principe, voltandosi la fulminò con lo sguardo:
“Non ho bisogno della tua pietà, io sono un’uomo!!” ringhiò infine.
“Pietà?? Ma cosa stai dicendo?? Vegeta, io sono sincera, io voglio starti vicina… io ti…” le parole le morirono in gola.
Non credeva a quello che stava per dire…
Io ti…
 
“Tsk…ascolta donna, non ti convene affezionarti troppo,  per due parole che ho detto solo per portarti a letto…”
“…”
Bulma sentiì un dolore lancinante al petto.
Sentì qualcosa dentro di se rompersi, come un vaso di vetro che si schianta al suolo, schegge appuntite andarono a infiltrarsi nel suo cuore.
Le lacrime cominciarono a solcarle i rosei zigomi.
“C-cosa??” singhiozzò.
“Davvero credevi che un uomo che ha cercato di violentarti sarebbe cambiato così velocemente?? Ahahah…” la sua fu una risata amara, poi il principe continuò:”… sei solo una sciocca ragazzina, ti ho voluta al mio fianco per pura ripicca e per spassarmela ogni tanto, del resto non mi piace niente di te, anzi, sei al dir poco… INSOPPORTABILE... e ora spostati, ho un regno da mandare avanti e un funerale da organizzare…”
Lo sguardo della ragazza era rimasto fisso a terra, la leggera frangetta azzurra le copriva gl’occhi invasi dalle lacrime; si scansò, lascando il passaggio libero al Sayan, che uscì, senza degnarla di un’occhiata.
Quando la porta dietro di lei si chiuse, sentì le gambe cedere sotto il peso della sua tristezza, cadde a terra pervasa dai singhiozzi e dalle lacrime.
Era una stupida, il principe aveva ragione, era solo una sciocca ragazzina, che credeva alle favole, che pensava che in ogni persona, in fondo, vi fosse racchiusa della bontà, dell’amore.
Era un’ingenua, un’ingenua che si era fatta abbindolare da parole ben recitate e da due occhi, grandi e profondi, che per dei fantastici, interminabili attimi, le erano sembrati i più belli e sinceri di tutto l’universo.
Ma… era stato tutto un’errore, LUI era il suo errore, un errore inaccettabile, incontrollabile.
 Già, lui era incontrollabile, era un Sayan fiero e libero e i sentimenti della principessa erano spazzatura, lei stessa era spazzatura.
Non avrebbe più pianto, non avrebbe più parlato, si sarebbe tenuta tutti quegli stupidi,incontrollabili, non ricambiati sentimenti per sé e si sarebbe limitata a scontare, in sielenzio e solitudine, il sacrificio per il suo regno sino alla fine dei suoi giorni.  
A fatica, si rialzò e a testa alta si avviò a quella che era diventata la sua stanza.
 
 
 
 
 
 
NOTE AUTRICE: * lettori infuriati scogliano pietre e ortaggi contro la porta della cameretta dell’autrice*(k parolonaXD)
Eh sì…in questo capitolo Vegeta si è imbastrardito… come fa sempre del resto…
VEGETA: COSA?!? * pronto a scagliare un big beng attack*
No no nulla tranquillo, scherzavo… * una gocciolina scende dalla fronte*
Cmq, tornando a noi, il principe ha voluto espellere la dolce Bulma dalla sua vita, ferendo a morte i suoi sentimenti…
Si aggiusteranno le cose??
Questa e altre risposte nel prossimo capitolo,quindi SEGUITEMIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!! n_n
Ma soprattutto RECENSITEEEEEEEEEEE, portate uno spiraglio di luce nelle mia storia, ditemi tutto quello che pensate, non fatevi scrupoli ok??
 *Raffiche di insulti sovrastano la casella delle recensioni*
T_T sigh… mi odiano…
Però io vi amo lo stesso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!XD
Ringrazio tutti, alla prossima
Raky-chan

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Capitolo 11
*** cap.11 ***


 Erano passati due giorni, una gran folla si era riunita nel cimitero reale, lì, erano sepolti tutti i più grandi re che avevano regnato sul popolo Sayan, insieme alle loro consorti.
Il principe osservava impassibile, da lontano, la bara in legno di ciliegio, che lentamente, veniva calata nel terreno, accompagnata dall’inno nazionale.
Si guardò intorno: c’erano nobili, cittadini,  addirittura, ben nascosti, schiavi, provenienti da ogni parte del regno e tutti intenti ad osservare il rito.
Abbozzò un’ultimo sorriso in direzione della tomba, prima che essa venisse ricoperta dalla prima palata di terra, era incredibile come suo padre, anche da morto, venisse temuto e rispettato.
Finita la cerimonia parecchi rappresentanti dei regni conquistati gli si avvicinarono congratulandosi per la sua ascesa al trono, alcuni per semplici condoglianze e altri ancora per procurarsi la sua grazia, presentandogli le loro figlie o nipoti e uscendone con frasi del tipo: “… potrebbe essere la futura regina…” ; talmente ingordi di potere come maiali, il principe neanche li considerava, la sua mente era esclusivamente occupata dagl’episodi dei giorni precedenti.
Il carico di improvvise responsabilità lo aveva travolto, impegnandolo costantemente, ma un’ unico pensiero lo assillava più di tutti.
Era stato costretto a lasciarla, anzi, abbandonarla, l’aveva sentita singhiozzare ma non voleva voltarsi, dirle quelle parole era stato già abbastanza straziante.
Ma doveva per forza farlo, ormai non poteva permettersi distazioni e comunque, era pur sempre un guerriero, doveva mantenere un minimo di orgoglio.
L’unico suo obbiettivo ora era essere un sovrano, degno di quel nome e di suo padre.
Doveva esserlo.
Ma quel turbine azzurro era entrato nella sua testa e non azzardava a lasciarla andare.
Lei, che nonostante i gesti e le parole orribili che le aveva inferto, era lo stesso riuscita a scavare all’interno del muro di odio e orgoglio dove era crescuto e che lui stesso si era costruito intorno, riuscendo a toccarlo nel profondo, riuscendo, a risvegliare quel muscolo rosso che batteva sotto i suoi pettorali, che solo quando la vedeva, sembrava esplodere.
Doveva ammetterlo a se stesso.
Si era veramente affezionato a quella stupida principessina che in poco, tempo gli aveva fatto scoprire senzazioni e sentimenti prima sconosciuti.
Ma a chi dare retta, all’orgoglio… o al cuore?
Poco dopo si ritrovò da solo nel cimitero, si guardò intorno, assicurandosi che non vi fosse davvero nessuno; fatto ciò, si slacciò il pesante mantello, che cadde rovinosamente a terra ed infine, si accomodò sul terreno umido, osservando le due lapidi di fronte a lui.
Per un momento, chiuse gl’occhi e inspirò profondamente l’odore piacevole dell’umida pioggia, che di lì a poca sarebbe caduta, poi una domanda:
“Madre… Padre… cosa devo fare?”
Silenzio, pura quiete.
Ma prontamente quella quiete fu spezzata da un rumore di passi alla sue spalle.
Accidenti, eppure era sicuro di essere rimasto da solo…
 
“Io… stavo solo… porgendo un’ultimo saluto…” cercò di giustificarsi.
Ma la figura dietro di lui non proferì parola.
Stupitosi di ciò, il principe si voltò.
La figura fine era avvolta in una veste lunga e nera, il volto era ricoperto da un velo di pizzo, ma Vegeta riuscì lo stesso a scorgerne lo sguardo turchino.
La ragazza si chinò lentamente, posando un crisantemo sulla terra fresca che ricopriva la tomba di suo padre per poi voltarsi e sempre in religioso silenzio, andaresene.
Il principe scattò in piedi afferrandola per l’avanbraccio:
“Donna!” gli scappò.
“Io ho un nome sire…” disse la ragazza con calma e freddezza per poi dileguarsi dalla presa del Sayan e proseguire il suo cammino.
Il sangue che scorreva nelle vene di Vegeta, si gelò, questa volta non l’avrebbe perdonato, non avrebbe più potuto vedere i suoi occhi, così chiari, illuminarsi, non avrebbe più potuto sentire quell’odiosa, amabile vocetta insultarlo e questo non poteva sopportarlo.
“B-Bulma!” sussultò il principe.
 
La ragazza, che se ne stava andando, si bloccò di colpo.
Quel principe… non aveva mai pronunciato il suo nome.
E sentirlo uscire da quelle labbra, così perfette, le aveva procurato formicolii in tutto il corpo.
Ne voleva ancora.
“Ripetilo…” disse la principessa.
“Bulma!” esclamò il ragazzo più deciso.
Ancora! Gridava la mente della fanciulla.
E come se il Sayan avesse intuito i suoi pensieri, le si accostò alle spalle e sistemandole una candida ciocca di capelli dietro l’orecchio, sussurò nuovamente,con volce calda e profonda:
“Bulma…”
I brividi le attraversarono il corpo e ora che, delicatamente, con estrema sensualità, il Sayan le sfiorava il collo, quei brividi si fecero più forti.
Era piacevole, si sentiva felice, ma aveva paura.
Non voleva essere imbrogliata di nuovo, il suo cuore non avrebbe più retto.
Le lacrime cominciarono a scorrere incontrollabili, fino ad arrivare a bagnare il bianco dei guanti del principe, che nel sentirle, abbracciò forte a se la schiena della ragazza.
“Non devi piangere…” le sussurò.
Non poteva vederla così.
Non poteva vedere affogare quell’azzurro che ormai era diventato la sua unica ancora.
Ora sapeva cosa doveva fare:
“Scusami, scusami per tutto, ti lascerò andare se vuoi, ma ti prego, non piangere, non piangere più…”
La fece voltare e sostenendole il viso con una mano la osservo: gl’occhi erano chiusi, come per non lasciar trapelare tutto il dolore che portavano dentro, mentre, le lacrime, scorrevano incessabili per poi andare a morire sulla sua bocca, contorta in una smorfia di dolore.
Era una visione paradisicalmente atroce, come osavano quelle lacrime incupire quel viso stupendo?
Come aveva osato LUI causarle tanta tristezza?
Si disprezzava.
Il suo sguardo amaro la osservava con consapevolezza, scostò la mano dal mento, sino alla delicata guancia, andando a raccogliere l’ennesima lacrima che sciendeva.
Lentamene, le si avvicinò e schiuse le labbra che finirono su quelle della ragazza in un bacio delicato e puro.
A quel lieve contatto, gl’occhi della ragazza si spalancarono andandosi a perdere in quelli decisi del Sayan che la teneva stretta a se, come se temesse che scoresse via, come le sue lacrime.
“Come posso fidarmi di te ormai?” singhiozzò la principessa.
Un altro bacio la travolse, più deciso, più intenso, come se il principe volesse trasmetterle quello che il suo cuore urlava.
“Io… penso che tu mi piaccia…” sussurò Vegeta in preda all’imbarazzo.
Non era bravo a parole e questo Bulma lo aveva capito.
Nuove lacrime cominciarono a rigarle il viso mandando il principe in un’insolito panico:
“Accidenti!, non piangere, mi rimangio tutto, però non piangere…”
Bulma abbassò lo sguardo e un solare sorriso le si dipinse in volto:
“Brutto scimmione…” disse alzando lentamente il capo: “… ti amo anch’io!”
Vegeta nel rivedere finalmente la gioia sul suo viso, si rilassò, quanto era bello quel sorriso?
Un raggio di luce nell’oscurità della sua anima.
Asciugò le ultime lacrime da quel soave volto, quando poi un ghigno si impossessò del suo:
“E quanto mi ami?” la stuzzicò con la solita aria spavalda.
Due braccia si legarono intorno al suo collo, trasportandolo in un nuovo, inaspettato bacio:
“Un regno d’amore…” gli sussurò Bulma ,all’orecchio.
Sì… era decisamente pazzo di lei…
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE AUTRICE:
THE END?
E VISSERO PER SEMPRE FELICI E CONTENTI?
Ma neanche per sogno!!!!XD
Pensavate di esservi liberati di me eh? ;D
La storia continua gente, lunga è ancora la via per la pace e per l’assoluto amore.
Guerra, amore, ostacoli e gelosie ci aspettano!!!!!
Quindi SEGUITEMI!!!!!!!!!!!
Ringrazio calorosamente tutte le amabilissime persone che mi seguono e che mi danno tanto sostegno, come sempre vi invito a lasciare un commentino su questo capitolo che spero vi abbia sciolto il cuore!!
Un bacione a tutti!!!
Raky-chan

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Capitolo 12
*** Cap. 12 ***


  
 
Non ci poteva credere, si erano dichiarati!
Erano andati contro ogni etica, contro ogni rigidità di quel mondo, fatto di matrimoni combinati e sacri giuramenti.
I suoi pensieri non poterono che andare a rammendare quei dolci momenti che il suo principe le aveva regalato, mentre veniva stritolata dentro quel dannatissimo corpetto, che non la rappresentava affatto ma che, doveva ammettere, le donava tantissimo e poi, era necessario indossarlo, per l’evento che di lì a poche ore si sarebbe svolto.
“Abbiamo quasi finito vostra grazia…” le disse la ragazza, che aveva scoperto chiamarsi Chichi, mentre le finiva di annodare i lacci dietro la schiena.
“Ti ringrazio tantissimo Chichi, non so proprio come avrei fatto se non ci fossi stata tu!”
“Ma si figuri, sono qui a sua disposizione…” la mora le rivolse un lieve sorriso, piccolo, ma sincero.
Le piaceva quella ragazza, era simpatica!
Continuarono con il loro lavoro, quando ad un tratto:
“QUINTA CLASSE!!!!” una voce irata giunse dal corridoio.
“Oh, no…” Chichi, visibilmente impaurita si rimpicciolì dietro le spalle della turchina.
A quel punto la porta della stanza, si aprì:
“Dov’è quella sguattera?!?”
Un ragazzo moro, dal fisico aitante, che portava due cicatrici sul volto si collocò davanti alle due fanciulle e avvistata la servetta, la prese per un braccio, tirandola con forza.
“Forza schifosa! Devi soddisfarmi!!”
Un momento… Come, come?? Pensò Bulma.
Puro terrore attraversava le iridi della moretta che, invano, cercava di liberarsi dalla presa del ragazzo.
“No! Non voglio! La supplico conte, mi lasci andare…”
“Brutta sgualdrina, come osi rifiutarmi??”
Una mano si levò nell’aria, pronta a colpire il viso della povera Chichi, ma il colpo fu intercettato da una Bulma più combattiva che mai .
Infatti la principessa, dopo uno shock iniziale era subito entrata in soccorso della serva, parando alla perfezione il colpo con l’avanbraccio, il quale le doleva molto, ma non per questo l’azzurro dei suoi occhi aveva perso la sua determinazione:
“Lasciala subito!!” ringhiò tra i denti la turchina.
“E tu saresti?” chiese il ragazzo, squadrandola con aria da maniaco.
La spaventava, ma non demorse.
“Te lo ripeto un’ultima volta, lasciala!”
Il giovane conte mollò la presa sulla moretta e si concentrò a spogliare con gl’occhi quella creatura che, con prepotenza si parava davanti ai suoi occhi.
Aveva sentito parlare della presenza di quella ragazza nel castello, ma non credeva fosse di una tale bellezza e naturalmente, da eterno DonGiovanni non si sarebbe tirato indietro da farle delle spudorate avance.
“Ma che bel carattere abbiamo, degno di una Sayan di prima classe!” disse il ragazzo persuasivo.
Bulma non capì l’allusione e indurì la sguardo.
Il conte si arrese, l’avrebbe conquistata in un altro momento.
“Ok, come vuoi tu splendore, lascerò perdere questa feccia… tanto, penso di aver trovato un altro modo per svagarmi…” il moro ammiccò per poi uscire, finalmente dalla stanza.
“Che essere spregevole…” soffiò Bulma incenerendo l’uscio che aveva appena varcato il misterioso conte pompato.
“G-grazie…” una voce riconoscente fiorì alle sue spalle.
La principessa si voltò e porgendo un solare sorriso all’altra ragazza disse:
“Ma ti pare? Come avrei potuto lasciarti in balia di quello lì!”
“Altre dame al suo posto l’avrebbero fatto…”
“Bè… allora queste –dame- non hanno un briciolo di onore…”
“Non dovrei dirlo ma… ha ragione!”
Le due risero complici per tornare, poi alla precedente mansione.
Finito di allacciare l’abito, si passò all’acconciatura, uno favoloso chignon decorato di tanti fiori profumati.
Mentre Chichi era impegnata ad aggiungere le ultime decorazioni alla sua chioma,Bulma, riprese a parlare:
“Senti Chichi, perché quel tizio si è rivolto a te chiamandoti quinta classe?” quella domanda frullava nella mente della principessa da quando quell’omuncolo se ne era andato.
La mora esitò un’attimo, ma poi rispose:
”Bè,vede…  noi Sayan ci suddividiamo in classi sociali e in base alla nostra forza…”
Bulma l’ascoltava attentamente.
“…La prima classe, è costituita dalla famiglia reale, la seconda dai vari nobili, la terza dai soldati, la quarta dai mercenari e infine la quinta… dai poveri a dagli schiavi.”
La principessa rimase un’attimo allibita, era incredibile come, una volta usciti dalle sue terre, le leggi cambiassero radicalmente.
Il suo popolo non aveva pregiudizi, nonostante le differenze di capitale, le persone venivano trattate tutte con lo stesso rispetto, dal nobile al contadino.
Ma soprattutto, cosa più importante, non vi erano stati di schiavitù forzata tra la gente.
Mentre rifletteva, una domanda le sorse spontanea:
“E i popoli conquistati, coloro che non sono Sayan?”
“Oh, loro sono pura fanghiglia…”la mora lo disse con una tale naturalezza da farle male, troppo male.
Solo dopo qualche momento la mora si rese conto dell’errore commesso:
“Oh kami… m-mi scusi, ovviamente non mi riferivo alla sua persona…” tentò di giustificarsi la servetta.
“Non ti preoccupare, sei cresciuta con questi ideali, non è colpa tua, non sono offesa, davvero…”
In realtà quell’allusione l’aveva veramente ferita, per un motivo ben specifico.
Agl’occhi di tutti, lei, in confronto a Vegeta, non era altro che terra sporca.
E se, nonostante quello che era successo, fosse stato così anche per lui?
Dopotutto, lui era così serio, non avrebbe perso la sua reputazione per ufficializzare un fidanzamento con lei…
Già, cos’era Vegeta?
Il suo fidanzato?
Cosa?
In quel momento, la porta si spalancò.
Due occhi neri e profondi si puntarono in sua direzione.
“Tu! Esci…” ordinò quella voce virile.
Sentitasi chiamata in causa , Chichi, ubbedì subito all’ordine, uscendo dalla stanza salutando Bulma con un profondo inchino e uno sguardo amareggiato, che fu ricambiato da un lieve sorriso.
Nel frattempo, un certo moretto, le si stava avvicinando con passo felpato, degno della più feroce delle pantere.
Arrivatole di fronte, si inginocchiò e con la mano sollevò il volto niveo della ragazza:
“E’ successo qualcosa?” chiese, incastrando i suoi occhi in quelli estasiati della fanciulla.
La quale, poteva giurare di essersi persa in quello sguardo, così nero, così profondo, spaventoso, eppure, carico di dolcezza, dolcezza riservata unicamente all’oceano nei suoi occhi.
“No, niente, solo un po di ansia…”
“Ansia? Sbaglio, o sono io quello che tra poco dovrà partecipare ad un’insulsa cerimonia per dire a tutti che sono il re!?” le chiese il Sayan, inarcando un sopracciglio.
“Sono in ansia, perché di sicuro col caratteraccio che ti ritrovi, combinerai qualcosa pure ad un’evento così importante!” ridacchiò Bulma.
Ci fu un’attimo di pausa e la ragazza si preparò mentalmente alla sfuriata che di li a poco il principe le avrebbe fatto per averlo offeso, ma  poi…
“Lo sai che sei bellissima?”
Solo ora la principessa si accorse dello sguardo del Sayan, che lento, scivolava sul suo corpo.
Le gote le si infiammarono.
Poi le labbra del principe la travolsero prepotenti, la lingua umida, ch suadente, chiedeva accesso alla sua bocca, acceso, che gli fu subito acconsentito.
I due muscoli danzarono, fino a quando, non furono costretti a staccarsi per riprender fiato.
Un’incontrollabile rossore segnava il volto della principessa:
“Non dovresti fare così…” disse la ragazza tenendo lo sguardo basso.
“Fare cosa?” chiese il principe con un’incredibile sensualità.
“Hai capito!! Baciarmi così… insomma… non sta bene!”
“E perché di grazia?”
“Ecco… Qualcuno potrebbe vederci e…”
“E sai cosa me ne importa?”l’interruppe Vegeta.
Ma quanto era attraente quel principe?
“… Ti ricordo , donna, che sono il principe e tra poco ufficialmente re, detto io le regole…”
“Si, ma…”
“Niente ma! Tappati quella bocca e preparati!”
“Ehi! Chi ti credi di essere per darmi degl’ordini?!?” sbraitò furente la ragazza.
Un nuovo bacio la travolse.
“Il tuo re…” soffiò Vegeta sulle sue labbra, gnignando soddisfatto.
Di tutta risposta, la principessa era rimasta imbambolata, le dita a sfiorare le labbra ancora umide.
Lui era… il suo re…








NOTE AUTRICE: LETTORIIIIIIIIII!!! vado veramente di fretta, volevo semplicemente scusarmi per il ritardo e ringraziarvi calorosamente per il vostro sostegno e perchè continuate a leggere la mia fic.
Vi adoro troppo!!>.<
Se avete qualche dubbio sul capitolo non esitate a farmelo sapere sulle recensioni.
Bacione
Raky-chan

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Capitolo 13
*** Cap. 13 ***


  
 
 
“Buonasera conte!”
“Buonasera anche a lei contessa, la trovo stupenda questa sera!” disse il ragazzo baciando la mano alla nobile Sayan.
“Oh… siete propio un farfallone, ah ah ah! Siete pronto per la serata?”
“Ovviamente sì, e lei?”
“Certo! Non vedo l’ora di ammirare il principe Vegeta in tutta la sua virilità, peccato che lui ultimamente abbia occhi solo per una certa azzurrina, una prigioniera credo…”
Al giovane conte venne quasi un colpo, possibile che quella creatura che poco prima stava corteggiando fosse la favorita del sovrano?
“Oh, ma davvero?” chiese, con un tono alquanto inquietante, che non prometteva niente di buono.
“Già, non credevo possibile che il principe si abbassasse a certi livelli…” rispose la nobile dispiaciuta.
Certi livelli eh? Perfetto, avrebbe decisamente giocato quella carta a suo favore.
“Le chiedo scusa contessa, ma adesso devo decisamente dileguarmi, ho… un paio di cose da fare…” disse il conte ghignando.
“Cosa ha in mente conte, non mi piace quello sguardo…”
“Oh niente duchessa, niente…”
“Mmh, arrivederci allora…”
“Arrivederci sua grazia…”
 
***********
 
 
La sera era arrivata in fretta per la nostra principessa.
Poco prima del calar del sole un’ancella era venuta a chiamarla e l’aveva condotta nella sala del trono, la quale era stracolma di persone.
Alla sua entrata tutti si ammutulirono.
Sguardi stupiti e lascivi scorrevano sul suo esile corpo, rivestito di quella veste leggera, color acqua marina.
 Il candido corpetto accarezzava alla perfezione le sue forme, stringeva la vita e risaltava  seni e fianchi, per poi scivolare candido sulle sue gambe, sino alle caviglie, ove si apriva in un magnifico taglio a sirena con ricami floreali che, a ogni suo passo, risplendevano di tanti brillanti.
Camminava sotto la luce dei maestosi lampadari di cristallo, dove oltre al suo abito, anche la sua pelle, accompagnata dagl’occhi chiari, pareva brillare di luce propia, come una stella scesa dal cielo, per portare la bellezza tra i comuni mortali.
Si fece strada tra la gente, gli sguardi che, dopo l’iniziale stupore, cambiavano, diventando sfrecciatine d’odio, l’ansia in lei che cresceva e il vociferare delle Sayan che come un serpente scivolava nei suoi lobi.
Avrebbe voluto scappare, correre via da tutta quella cattiveria, che senza motivo, la gente aveva nei suoi confronti, ma non doveva pensarci, si sarebbe fatta forza, per lei, per Vegeta…
Un breve squillare di trombe la ridestò dai suoi pensieri.
Eccolo, stava arrivando.
La chioma mora, bellissima, sparata verso il cielo, l’espressione sul volto che non tralasciava alcuna emozione, quella pelle ambrata che sotto le fievoli luci si rifletteva sotto la perfezione di quelle forme, così possenti, ricoperte dall’armatura che disegnava, sul pettorale sinistro all’altezza del cuore, il simbolo, lo stemma, di quel regno, fiero e orgoglioso, come il loro nuovo sovrano.
Camminava lento, facendo ondeggiare il mantello rosso che lo avvolgeva.
Davanti a lui si accostò un uomo, il sacerdote provabilmente, che, con un inchino, mise al collo del principe una pietra azzurra, uno splendido topazio.
A quel gesto, il giovane sovrano ghignò soddisfatto, per poi voltarsi verso i presenti e fiero, alzare un pugno verso l’infinito, suscitando grida e incitamenti.
La sua gloria, era iniziata…
Bulma non aveva parole per descrivere la bellezza del suo principe in quel momento.
Era magnifico, gli dei stessi ne sarebbero stati invidiosi.
Si guardò intorno, le Sayan che letteralmente sbavavano ai piedi della virilità del regnante.
Avrebbe veramente potuto considerare sua tale bellezza?
Persa nei suoi pensieri non si era accorta della mandria di damette che, senza alcun ritegno, la spintonavano, intente a raggiungere Vegeta che, inorridito dalla mandria di oche aveva iniziato ad urlare cose come “STATE LONTANE SANGUISUGHE!”, o almeno pensava dicesse quello, dato che la corrente di persone l’avevava portata lontano, impedondogli di sentire.
Arrendendosi dal non poter raggiungere il suo re, si rifugiò in una vicina balconata.
All’esterno l’ aria era fredda, ma picevole, levava dalla pelle quella sgradevole senzazione di pesantezza, di inuadeguatezza.
Voltò lo sguardo al cielo, nero, senza stelle, così nero da ricordargli quello sguardo…
Vi ci si perse dentro, fino a quando…
 “Oh, che piacere trovarvi qui fuori…”
Alla principessa mancò un battito non appena ebbe riconoscuto quella voce.
Ci mancava ancora quel mollusco, come se non avesse già abbastanza grilli per la testa.
Si voltò.
“…Prima non abbiamo avuto modo di presentarci, io sono il conte Yancha… e… voi?” continuò il moro.
“Bulma, principessa Bulma!” rispose a tono la ragazza, quell’energumero doveva capire con chi aveva a che fare.
“Principessa eh?”
“Esatto!”
“ Non so cosa ti sia stato detto signorina, ma qui il tuo titolo non vale assolutamente niente, mi sembra che il re non sia stato del tutto sincero con te…”
In effettti  Vegeta non aveva mai accennato a una scala sociale, anche se dai comportamenti che aveva adottato con lei le prime volte c’era da aspettarselo, ma ciò non toglieva niente, Vegeta non le aveva mentito.
“ Ti sbagli, lui non mi considera come tutti voi pensate e soprattutto, non mi ha mentito…”
“Sicura principessina?  E sentiamo, il tuo adorato re ti ha anche detto che ha già una promessa sposa?”
Il cuore della principessa si bloccò, non riuscì a calcolare il lasso di tempo in cui si fermò, ma era certa, che non sarebbe più ripartito.
“C-come scusa?” riuscì solo a dire.
“Si dovrà sposare con una Sayan, degna di lui, degna di dargli un erede… Mi dispiace ma tu, non sei alla sua altezza…”
Il mondo intorno a lei cominciò a girare, i suoi occhi erano persi nel vuoto alla ricerca di risposte silenziose, il suo corpo non resse più.
Affranta, troppo stanca di quel dolore, si lasciò cadere tra le braccia del conte senza nemmeno redersene conto.
Il moro, non potè che esserne pienamente soddisfatto, il suo intelletto sopraffino aveva vinto un’ altra volta e ora, se la sarebbe sicuramente spassata con quella rara bellezza.
Le sue labbra si avvicinarono al collo della principessa, per assaporarlo, per gustarsi appieno quella pelle afrodisiaca, ma prima che potesse sfiorarlo…
“CHE SUCCEDE QUI?!?”
 
 
 
 
 
 
NOTE AUTRICE: Ahi ahi ahi, prevedo guai per il giovane conte (Vai Vegeta, spaccagli la faccia!!!!xD)
Emh perdonatemi, passiamo alle cose serie!!
Cosa succederà adesso?
Vegeta ha davvero una promessa sposa o si tratta solo di uno sporco tranello di Yancha?
Ma soprattutto…
 
 
Vi è piaciuto il capitolo???? ( Vi aspettavate lo Spoilerone eh? U.U XD)
Vi aspetto in tanti e come sempre porgo i più profondi ringraziamenti a tutti coloro che mi seguono, preferiscono e recensiscono!!!!!!!!!
Mi commuovete sempre con i vostri adorabili commenti, ç_ç
Grazie ragazze, vi adoro!!!
Un bacioooooooooooooooooooo!!>.<
Raky-chan

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Capitolo 14
*** Cap. 14 ***


  
“CHE SUCCEDE QUI?!?”
Ora il conte ne era certo, sarebbe morto!
La mano del suo sovrano  stringeva, con forza, la sua gola, affondando in pollice nella giugolare, come se non aspettasse altro, che far tacere le sue pulsazioni.
Ira e sete di sangue si specchiavano negl’occhi d’onicce, da troppo tempo bramava uno scontro, da troppo tempo, bramava il sangue scorrere tra le sue dita e ora, ritrovarsi tra le mani quell’ essere impudico, che voleva avvelenare la sua bella era un’occasione da non lasciarsi scappare.
“… Vostra altezza, sire… io… la prego…”
Si, ribellati o preda, tenta di sfuggire dagli artigli del tuo predatore, rendi il gioco ancor più sadico ed invitante.
La stretta si rafforzò, il collo sotto le sue mani che tra poco si sarebbe stroncato in un sonoro –crack-, estasi per il suo udito.
Ma poi, quella voce…
“Vegeta, non farlo…”
Il suo accento acuto, leggermente preoccupato, quell’incantevole melodia che placava l’ira della più feroce delle belve.
Le diede retta.
Con uno strattone lasciò andare il conte.
“Oh… mio re, mio sovrano… la ringrazio… la mia vita…”
“Taci idiota! E smamma!” ringhiò il re.
“Si sua altezza, come vuole lei sua altezza….” Disse l’altro dileguadondosi con la coda tra le gambe, l’aveva proprio scampata.
Il suo sguardo pece,  dopo aver abbandonato quella sottospecie di mollusco che si faceva chiamare Sayan, si era posato sulla figura della principessa, rimasta immobile.
Possibile che non si fosse ribellata al corteggiamento di quell’essere, sapeva che ne era capace e se non fosse intervenuto?
Quella ragazzina pensava davvero di potersi prendere gioco di lui?
Come poteva osare pensare di poter saltare di uomo in uomo come un’insetto mentre lui se ne stava tranquillo a guardare, probabilmente non aveva capito con chi aveva a che fare.
Non alzò la voce, non la colpì, come di solito avrebbe fatto con chiunque altro, disse solo:
“Mi fai schifo…”
Parole che furono subito fraintese dalla ragazza che cominciò a piangere.
Cosa aveva fatto per non poter essere alla sua altezza?
Lei lo amava, questo forse non bastava?
Sentì i passi dell’uomo dietro di lei allontanarsi, ma una sua domanda lo bloccò:
“Com’è lei?”
“Cosa?”
Un singhiozzo poi: “ Lei, la tua sposa, quella che sarebbe degna di te,di darti una famiglia, degna di amarti, una Sayan, non un’insulsa pozza di fango come me…”
“Cosa diavolo stai dicendo??”
“Ah, ora fai anche il finto tonto, ma io non ci casco un’altra volta, io non sono la tua sgualdrina, non sono un’inutile amante hai capito?!?” la rabbia ormai le aveva infiammato il volto, si era impossessata del suo corpo, delle sue braccia, che colpivano ripetutamente il Sayan, che rimaneva inerme a ogni  colpo.
Lo picchiò, pianse ogni sua sfrustrazione, ogni suo dubbio, fino a quando, esausta, si accasciò sul petto del moro, che per tutto il tempo era rimasto impassibile a osservare il suo sfogo.
Solo dopo, afferrò i suoi polsi, portandosi in avanti, verso il suo lobo, per sussurrare:
“Non c’è nessun’ altra, nessuna promessa sposa, solo tu…”
Gl’occhi azzurri si spostarono verso l’alto incontrando quel volto duro, sicuro…
“Ma quel conte…” interruppe la frase a metà, quel maledetto…
L’aveva ingannata…
“Vegeta io…”
“Finalmente ci sei arrivata…” disse il ragazzo distaccandosi malamente da lei e allontanandosi.
“Mi dis…”
“Non giustifica il tuo comportamento, non ci hai pensato due volte a buttarti tra le sue braccia…”
Avrebbe voluto scusarsi, ma un’altra domanda vorticava nella sua mente:
“Cos’è sei geloso?” chiese con un cipiglio malizioso.
Mai l’avesse fatto.
Un’ incontrollato rossore si formò sul volto del moro, poteva sentire le vene pulsargli nelle tempie, come aveva osato quell’insolente??
Lui, geloso?
Tsk… ma non sapeva chi era?
Il martello vorticò furiosamente mentre, con grandi falcate si allontanava dalla fonte dalla sua ira.
Un semplice “Tsk” arrivò a lei, mentre un sorriso si propagava sulle sue labbra.
Sì, era geloso…
Ma ciò non toglieva che doveva farsi perdonare per quella sfuriata da marmocchia.
Il solo pensiero di quanto avesse potuto sembrar ridicola la fece arrossire di botto.
Era stato veramente paziente per i suoi standard, si, glielo doveva.
Di corsa, giunse affiaco al suo re, per avvinghiarsi al suo braccio; lui la guardò con una dura espressione da –cosacavolostaifacendostaccatisubitodalmiobraccio-, ma lei non demorse, voleva farsi perdonare e provabilmente sapeva anche come…
L’aveva visto, negl’occhi del suo amato, quella voglia, quel fuoco, quel calore che attraversava ogni suo lembo di pelle, rendendolo virile, eccitante…
Sì, era pronta per quel passo…
Con una prepotenza che non credeva nenche di possedere, fece voltare il re verso di lei, lo fissò negl’occhi, seria, sensuale, eccola quella voglia…
Doveva farlo…
“Vegeta…” soffiò sulle sue labbra.
“…”
“Ci alleniamo?”
Un ghigho si propagò sul volto del Sayan, si serebbe aspettato tutt’altro, dato lo sguardo sensuale che la ragazza gli aveva lanciato,talmente sciocca da non rendersene nemmeno conto provabilmente, ma andava benissimo anche quello…
Era pazzo di lei…







NOTE AUTRICE: Ma cosa pensavate e porcelline??xD
Ahahah!! troppo divertente!
Quando l'ho fatto leggere a Mau-chan(amica che controlla ogni mio capitolo, tipo una menager xD) stava quasi per cadere dalla poltroncina puffosa, mi ha urlato contro "MA TU NON TI PUOI PRENDERE GIOCO DELLA GENTE IN QUESTO MODO!!!" poi ha aggiunto " Ci avevo sperato tanto T^T"
Ma io non vi prenderei mai in giro n_n
E chi lo dice che non sia un piccolo spoiler del prossimo capitolo U.U
Siete curiose eh?
Perfetto, propio quello che volevoxD
Spero  vi sia piaciuto, vi saluto e mi preparo ai vostri lanci di pomodoroXD
Baci
Raky-chan

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Capitolo 15
*** Cap. 15 ***


Quella stretta sul suo polso, infondeva in lei un'assoluta autosima, uno sfarzoso coraggio, che la isolavano nella sua perfetta bolla di orgoglio, facendo in modo che, nessuna malalingua arrivasse al suo orecchio, il suo scudo morale a trascinarla via dalla sala del trono.
Arrivarono in cortile in un batter d'occhio, nemmeno se ne rese conto, talmente intenta ad osservare la schiena del suo amato, i muscoli del collo, che con eleganza, si fondevano alla possenza delle spalle.
Intenta ad osservare, ogni più piccolo movimento dei tendini che si stiravano e di conseguenza, ritraevano, a ogni suo passo, durante la, per lei breve, camminata.
Si sarebbe persa solo nell'osservarlo, la sua mente avrebbe preso il volo in un mondo fatto solo di Vegeta, un mondo tutto suo.
Solo un: "Aspettami qui..." del ragazzo, la ridestò da quello stato catatonico, per così permetterle di guardarsi intorno.
Si trovavano in un piccolo giardino secondario, non era sfarzoso, ma disseminava magia da ogni angolo.
Circondato da mura e da qualche albero, il terreno brunito diffondeva le fragranze della terra e il cielo sopra le loro teste che regnava incontrastato; solo un piccolo capanno interrompeva quella  piccola macchia di infinito.
Vegtea, vi entrò, per poi uscirne poco dopo con in mano due lame, la prima, argentata, con l'impugnatura fine, stile katana, l'impugnatura era decorata con splendidi fioro di loto messi in rilievo, che splendevano sotto la luce di una magnifica mezza luna; la seconda era solo una semplice spada da fronte.

"Spada?"propose il moro.
Gl'occhi della principessa brillarono di trepitazione, lei era un'asso con la spada!
Avrebbe dato prova di tutta la sua forza.
"Passa qui Sayan!" ghignò, afferrando al volo la lama argentata.
L'impugnò saldamente, per poi squarciare l'aria intorno a lei in un veloce movimento delle sue braccia.
Dire che era stupenda era poco.
Magnifica in ogni sua rifinitura, diventava leggera e maneggevole, aggraziata ma potente, un cataclisma in mani esperte.
Presa nella contemplazione dell'oggetto, non si accorse dell'attacco di Vegeta, che parò per il rotto della cuffia.
"MA  SEI PAZZO?!?" sbraitò la turchina furente.
"Dal momento in cui impugni un'arma non devi mai abbassare la guardia, non te l'hanno insegnato, donna?" rispose l'altro suberbo, calcando sull'ultima parola.
Questa non doveva dirla!
Ma non ebbe nemmeno il tempo di rispondere a tono, che il re indicò la sua lama con la propia, per chiedere poi: "Ti piace?"
"Eh me lo chiedi?? E' un'arma incantevole!!" esclamò la ragazza entusiasta, la precedente arrabbiatura del tutto scomparsa.
Il principe ghignò appena: " Allora è tua..."
Bulma sgranò gl'occhi incredula, da quando era così generoso?
"... era... la spada di mia madre e voglio che sia tu ad impugnarla, il suo nome è - Hope Shadow- , rendile onore."
"Oh Vegeta!!  Certo che le renderò onore! Vedrai, io..."
Un'altro, veloce attacco del moro.
Le lame ora a meno di un centimetro dai loro volti.
" Sbaglio, o avevo detto di non distrarti?" soffiò il ragazzo suadente sulle sue labbra.
La turchina avvampò, non seppe dire se per la rabbia o se per le magiche senzazioni che provava in sua vicinanza.
Quando eccoli...
Mille brividi a percollerle la schiena, ma non doveva perdere la concentrazione, doveva onorare la lama che aveva tra le mani.
"In guadia Sayan!" esclamò determinata, scagliandosi sul corpo del moro.
Ne susseguirono una serie di micidiali  di affondi e di altrettanto spettaccolari parate.
Vegeta era abilissimo, un'immenso concentrato di potenza e precisione, una macchina da combattimento senza scrupoli, di sicuro l'aveva sottovalutato, per non parlare delle lievi goggioline di sudore che imperlavano la tempia del moro, per poi scendere silenziose sulla mascella e poi ancora più giù nell'incavo del collo... caspita, una vera pugnalata per il suo concretizzare.
Era decisamente esausta e disconcentrata da tale virilità, ma voleva dimostrare tutta la sua audacia, dopo tutto, Vegeta l'aveva scelta.
Caricò di potenti fendenti il suo avversario, ma tralasciò un dettaglio importante, la guardia.
Il moro sferrò il colpo decisivo, sfruttando la mancanza d'attenzione della fanciulla, che cercò di pararlo, ma l'ingombrante abito che portava non fece altro che ingoffare ogni suo tentato movimento, facendola  ruzzolare a terra, con dietro Vegeta.
Lentamente riaprì gl'occhi e si specchiò in due lembi di cielo notturno, che la fissavano derisori.
Sentì le guance avampare.
"Bè, non sei male, per essere una donna, considera il fatto che mi hai fatto appena sudare." ghignò il moro.
"BRUTTO SCIMMIONE!!! E' solo colpa di questo vestito ingombrante se ho perso!!"
Subito, due labbra la conquistarono e il corpo sopra di lei si fece più pesante, stampandosi sul suo, mani guantate le afferrarono i fianchi, mentre una lingua biricchina danzava con la sua dentro le loro bocche.
Vegeta interruppe quel susseguirsi di movimenti per impadrodirsi del sottile collo, leccò avidamente ogni centimetro di pelle, sino a giungere al morbido lobo:
"E allora... toglilo..." ansimò suadente.
Le farfalle nello stomaco della principessa presero il volo e un gemito sommesso la colse quando il re si impossessò della sua scollatura:
"Ti voglio..." ringhiò con voce roca, carica di desiderio.
"E allora... prendimi..."ansimò la ragazza, lasciandosi andare alle dolci attenzioni del suo amato.
La passione li avvolse, l'ampio mantello di Vegeta a far loro da giaciglio, le carezze di lui che si susseguivano alle sue nell'esplorazione dei loro corpi ormai nudi,
Una danza dolce di lenta passione.
"Ti amo..." sussurrarono all'uninsuno, dopodichè, Vegeta la prese.
Goderono l'uno dell'altra, con la piena consapevoleza di appartenersi, ora e per sempre.
Fecero l'amore, pelle fine contro muscoli perfetti in un meraviglioso amplesso di lussuria e amore.
Fino a quando, all'alba, i loro nomi furono gridati al cielo, loro spettatore, colmi di libidine.
Quella notte, si amarono, inconsci di chi, alle loro spalle, tramava...

*************

"Che ne dice Re Brief, mi pare un'offerta ragionevole..."
"Sei giunto sin qui, alle spalle del tuo re, mi proponi questo, ma tu... cosa ci guadagni?"
"Vendetta, sua altezza e... se lei me la concederà... la mano di sua figlia..."













NOTE AUTRICE: TATATADAN!!!!!!! * musichetta spettrale*
Vi è piaciuto il capitolo?
Anche nonostante il mio scandaloso ritardo?
Dai, penso di essermi fatta perdonare no? *_*
*I lettori scagliano i pomodori furiosi*
T^T ma non demorderò, io amo i pomodori e amo voi!!!!!!!!!
Si propio tutti voi 1157 persone che avete visitato la mia storia!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie, grazie a tutti, dal profondo del cuore :3
Ora vi saluto e vi lascio con il lauto interrogativo di questo capitolo.
Fatemi saper cosa e pensate;D
Bacione
Raky-chan

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Capitolo 16
*** Cap. 16 ***


Era stato facile, più di quanto si fosse aspettato.
Quel re, avrebbe venduto l'anima al diavolo pur di riavere la figlia a casa, solo che, troppo vecchio e stanco per ingaggiare una battaglia che sicuramente avrebbe perso, si era limitato a sperare e a pregare per il ritorno e per il bene della legittima erede al trono.
Lui era, semplicemente, un contrattatore, il mezzo per permettere al sovrano di riavere la figlia, che, trovata una scappatoia per la sua vendetta, aveva accolto il tutto a braccia aperte.
Tutto, pur di evitare lo scontro diretto con il suo sovrano, che sarebbe sicuramente finito con un lui nella tomba, ma, in questo caso, le cose erano diverse, c'erano le leggi a proteggerlo e un re, non può andare contro alcuna legge, altrimenti...

***********


"Solo a te poteva venire un'idea così ridicola!"
"Eh dai! Piantala di borbottare, sei giovane, goditi la vita!"
"Io non borbotto donna!! E poi... ma che fai? Scendi da quell'albero, sembri una scimmia!"
Con un'agile salto la principessa fu tra le braccia del ragazzo:
"E tu il mio adorabile scimmione!" ridacchiò la fanciulla.
Il moro sgranò gl'occhi, per poi scostare lo sguardo, rosso in viso, solo un: "Tsk..." uscì dalle sue labbra, prima che esse fossero possedute da quelle della ragazza.

Avevano deciso, o meglio, Bulma, aveva deciso di passare una giornata all'aperto, costringendo il novello re a correrle dietro, scocciato, nel roseto in cui ora si trovavano.
Si sciolsero dal bacio.
"Audace eh?" ghignò il moro.
"Come sempre..." sogghignò la fanciulla con le gote leggermente arrossate.
Una lieve brezza accarezzò i loro corpi, facendoli rabbrividire.
Lei, vestita solo di una corta veste rosso fuoco, un'ampio foular giallo adagiato sulle spalle per proteggerla da quella frescha giornata autunnale, i lunghi capelli raccolti in una coda alta, gl'occhi di un blu brillante, le labbra rosse, tumulte di baci e le gote che sfumavano in un prezioso rosa pastello.
Tutto nella sua persona urlava -Luce-.
Lui, una raffinata camicia nera ad avvolgergli il fisico perfetto, sotto, il solitito, aderente, pantalone del medesimo colore, il medaglione topazio acceso che posava sul petto, lasciato in parte scoperto, il ghigno serafico perennemente sul volto e gl'occhi, neri, come il più spaventoso degl'incubi, dalla quale però, non vorresti mai svegliarti.
Tutto di lui urlava -Ombra-.
Loro.
Unicamente loro.
Come luce e ombra.
Come venere e marte.
Come acqua e fuoco.
Così diversi, ma legati comunque dal più profondo dei sentimenti, legati, dall'armonia degl'elementi contrastanti.
Due faccie della stessa medaglia.
Due opposti, uguali.
Cosa c'era di più perfetto?
Cosa c'era di più perfetto del completarsi, del perdersi nel tempo, l'una nelle braccia dell'altro, con il profumo dei secchi petali di rosa, ormai caduti, a risvegliare, lentamente, con cura, i sensi di entrambi.
Si scostarono appena.
"Rientriamo?" disse Vegeta.
La ragazza annuì sul suo petto.
Niente di più perfetto.

"Ahii!!" un grido strizzito riempì il silenzio, un pizzicore si diffuse su tutta la sua gamba, gli occhi turchini che, furiosi, si andarono a posare sul volto del moro.
"Così impari a darmi del del vecchio borbottone..." ghignò l'altro in giustificazione al suo pizzicotto.
"Pervertito..." soffiò Bulma, iniziando ad incamminarsi verso la reggia.
Vegeta seguì ogni suo sinuoso movimento, per poi affiancarla, alquanto divertito.
"Dato che mi accusi, deduco che possiedi delle prove..."
"Su cosa?" chiese ingenuamente la ragazza, varcando l'ennesimo arco di pietra.
"Sul livello della mia perversione..." si leccò le labbra, suadente, il re.
Il passo della principessa, improvvisamente si bloccò.
Ricordi sfocati di una notte sfrenata, colma di piacere ed amore, sfumarono nella sua mente.
Subito, le gote scoppiarono nel più acceso dei rossi.
Non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi e balbettare una risposta, che ancora non aveva trovato, che si ritrovò pressata contro il muro da un corpo bolllente.
"Ti vedo perplessa... forse, hai bisogno di una ripassatina..." soffiò suadente Vegeta, mentre, con le mani, cominciava ad assaporare le forme della ragazza da sotto il vestito.
Rieccola, tutta quella lussuria, l'odore forte di maschio ad inebriarle le sue narici, tutta quella pura passione, di cui non avrebbe fatto mai a meno.
"V-Vegeta..."
Ansimarono insieme...

Ma poi...

"Sua altezza, penso esistano luoghi più consoni di un corridoio per certe pratiche..."
Si voltarono entrambi, la magia spezzata, da quella voce, fonte di un'improvviso brutto presentimento.
Una volta identificata, il volto di Vegeta si velò di oscurità.
Di nuovo quella feccia..

"Mi sembrava di averti detto di sparire..." ringhiò il sovrano al moro.
"E lo farò vostra altezza, una volta recuperata la mia promessa..."
"La tua cosa?


Una pergamena si srotolò dinanzi agl'occhi d'ossiana, increduli.
Un basso ridacchiare del conte giunse alle sue orecchie.

No, non era possibile...










NOTE AUTRICE: Saaaalve gente!!!!
Visto? per una volta sono puntualexD(occhio che nevica arancione!)
Che ve ne pare il capitolo?
So che vi ho lasciato sulle spine, ma volevo fare stare tranquilli sti poveri pulcini, almeno fino alla fine del capitolo, dato che da ora in avanti ne vedranno di tutti i colori...
Se comunque vi è piaciuto e volete farmelo sapere ne sarei veramente felice n_n, anche perchè qui, ho voluto tirare fuori le profondità del mio essere !!!(oddio, detta così fa pauraxD)
Cmq, quella cosa lìxD
Vi mando tanti baciotti e un grazie a tutti voi numerosissimiiiiii meravigliosiiiiiii!!!!!!
Siete il mio orgoglio ç.ç
Salutissimi, alla prossima
Raky-chan

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Capitolo 17
*** Cap. 17 ***


" CHE COSA SIGNIFICA QUESTO?!?"
Il re afferrò l'omuncolo per la collottola, sollevandolo da terra e facendogli sbattere violentemente la nuca contro la parete.
Di tutta risposta l'altro ridacchiò meschino:
"Quello che i vostri occhi hanno visto sire, quello, è il contratto che vincola me e la principessa Bulma in matrimonio..."
"Che cosa??" Occhi cielo si sgranaro a quella confessione.
Lentamente, le piccole mani della ragazza andarono a recuperare quel pezzo di carta, sfuggito di mano al conte dopo essere entrato in collisione con Vegeta.
Quel maledetto pezzo di carta, che le avrebbe rovinato l'esistenza.
Le mani tremavano, le lacrime pizzicavano sempre più le sue iridi ogni volta che scorrevano su una nuova frase.
"No... mio padre non può averlo concesso..."
Eppure, quella che padroneggiava a fine pagina, era senza ombra di dubbio, la firma del suo amato padre.

No, non è vero... Ditemi che non è vero...

Si sentì tradita, sconfitta, come trafitta da mille pugnali, che inesorabili laceravano il suo cuore.
Come aveva potuto l'uomo che l'aveva crescuta, educata, amata, concederla in moglie a un Sayan qualsiasi, marchiando la sua anima di tradimento,..
Il suo sguardo corse su Vegeta.
Nero e azzurro  si fusero ancora in quel profondo e complesso conversare di sguardi.

Perchè...
Perchè doveva essere così difficile...
Perchè non potevano, semplicemente amarsi...
Perchè la loro posizione sociale doveva influire su un sentimento così puro...
Perchè...
Perchè dovevano nascere nemici...

Ancora gli sguardi si cercarono, agrappandosi l'uno all'altro, in cerca di un appoggio silenzioso, di un conforto amorevole, di una forza sconoscuta e sconfinata.

"E' inutile provare a cercare una soluzione..." fu il conte a parlare "... voi due non potrete mai stare veramente insieme... è la legge a dettarlo, tu sei mia..." concluse, rivolgendosi a Bulma, lo sguardo perveso, meschino, rivoltante.
La stretta del re lasciò andare la sua veste, facendolo cadere a terra in un tonfo sordo.
Silenzio, poi, una risata...
Bulma sgranò gl'occhi in direzione di Vegeta, aveva forse perso il senno?
Cosa diamine ci trovava da ridere??
La risata rieccheggiò ancora per qualche secondo in tutto il corridoio, non una traccia di spensieratezza, in essa, solo derisione e pura cattiveria.

"Bene, prenditela pure..." soffiò malefico il re, una volta terminata la risata.
"Mah, Vegeta!! Cosa stai dicendo?!?" urlò la principessa sconcertata, le lacrime esplose nei suoi occhi, possibile che il suo amato l'avesse lasciata andar via così, con quel coso poi...
"TACI DONNA!!" urlò l'altro, freddo e autoritario.
Ma Bulma ormai aveva imparato a leggere i suoi gelidi sguardi, aveva imparato a renderli la sua unica fonte di vitalità, aveva imparato, a guardare sempre oltre quella maschera perfetta che il suo uomo, fieramente, portava.
Vegeta, aveva un piano.
E quindi, anche se con un po di dispiacere, la turchina abbassò lo sguardo e rimase in silenzio.
Il conte, dopo un primo momento di sbigottimento, si ridestò, dicendo:
"Bene, vedo he il mio signore ha voluto non sottrarsi ai suoi doveri, mia cara, vogliamo andare?" si rivolse a Bulma, porgendole una mano che la ragazza rifiutò, schieffeggiandola ed indietreggiando bruscamente.
Ma poteva scappare quanto voleva, tra poco sarebbe diventata sua moglie, se la sarebbe spassata con quel fantastico corpo, per poi, una volta stancatosi, abbandonarla, propio come aveva fatto ora il suo re e naturalmente,  lui ci avrebbe comunque guadagnato, godendo delle grandi richezze che la sua sciocca sposina gli avrebbe lasciato, anche una volta lasciata al suo destino.
Piano perfetto.
Fece per andarsene, quando la voce del sovrano lo bloccò:
"Ancora una cosa conte..."
Vegeta gli si avvicinò e mettendo una mano sulla spalla della seconda classe, continuò a dire, vicino al suo orecchio:
"... noto che ha una vasta conoscenza sugl'obblighi che impone la legge ad un sovrano..."
"Certo, è risaputo che se il re o qualsiasi altra persona ruba la promessa sposa di un fratello Sayan, la pena per i primi è la diserzione dal trono..." ghignò, sodisfatto delle sue conoscienze, il conte.
"Bene e saprai anche che cosa prevede la legge per chi sposa l'erede di un popolo nemico, tradendo così il propio regno..."
Il cuore perse i battiti, il volto di Yancha sbiancò.
Un ghigno si dipinse sul volto del sovrano:
"... la trucidazione..." soffiò poi malefico nell'orecchio del conte.
Dopodichè, lo spinse in direzione della turchina, rimasta in disparte.
"Guardati le spalle conte, succederà quando meno te lo aspetti..." esclamò il moro, osservando quel mollusco allontanarsi cadaverico, lo sguardo terrorrizzato.
Bulma, finalmente guadò il suo re e lui, semplicemente, annuì.
Colto il messaggio, la ragazza si dileguò nella sue stanze.
Non servivano parole tra loro, solo lo scoccare dei loro occhi bastava  per tramandarsi una vita di pensieri.
Lo sguardo d'onice si perse nella schiena della principessa, mentre si allontanava.
L'avrebbe ripresa.
Costasse quel che costasse, sarebbe andato contro tutto e tutti, non importava, l'avrebbe ripresa con se.
Nessuno poteva osare portargliela via, nemmeno quell'insulso regno a cui lei apparteneva.
Era una promessa.

Dalle ombre dell'atrio, sbucarono due sagome, che silenziosamente, andarono ad affiancarsi al sovrano.

"Radish, Napa..."
"Si sua altezza?"
"Preparate un plutone... la guerrra... è aperta!"






NOTE AUTRICE: Cacchio Caspian!! Che colpi di scena!!!
Mi stupisco di me stessaxD
Ma a parte gli scherzi, dovete giudicare voi...
Cosa vi è parso del capitolo?
Voglio troppo ascoltare il vostro parere, ma sopratutto le aspettative che avete per il futuro della fc ; D
A questo proposito, ho una notizia buona e una cattiva...
Quale prima?
Quella buona va, così vi addolcisco la pillolaxD

Allora, la buona notizia è che mancano 6, mssimo 7 capitoli alla conclusione della storia!
Non mi sembra neanche vero di esssere arrivata sin qui e questo lo devo tutto a voi, voi meravigliosi pasticcini alla crema pasticcera con le fragole( ho fame ç_ç)
Ma veramente, senza il vostro sostegno, i vostri incoraggiamenti, le vostre mitiche recensioni, dove in parte, spero, abbiamo imparato ad apprezzarci, ma non solo, anche tutte quelle fantastiche persone che seguono silenziosamente la mia storia, a tutti voi...
Grazie, grazie dal profondo del cuore, perchè mi aiutate a crescere, migliorare e coltivare la mia passione...
A tutti voi, piccoli, miei personali miracoli, grazie!
E grazie anche a quelli che leggeranno in futuro!!! :D

VEGETA= Tsk, sempre se lo leggeranno sto schifo...
Non dire così, non infrangere le mie aspettative T^T
VEGETA= Taci! e arrenditi all'evidenza!
ok, ok... T^T SIGH... bastardo...
VEGETA= COSA?!?
O.O' nulla, nulla...

Ma concludiamo qui il mio patetico monologo interiore e passiamo alla notizia cattiva...
La notizia è che la fic verrà interrotta per circa un mesetto, purtroppo devo andare a due eventi, non propio vicino a casa, per lavoro, poi di mezzo ci stanno le vacanze preprogrammate con gli amici, nonchè una permanenza forzata nella dimora di mio padre che non sono neanche sicura che abbia internet -.-
Lo so, ora mi odiate, ne sono consapevole...
Ma vi prometto che continuerò a scrivere, ci metterò il doppio del cuore e quando ne avrò la possibilità, magari pubblicherò anche prima, speriamo T^T
Mi farò perdonare, vedrete!>.<
Detto ciò, vi saluto e auguro a tutti delle buone vacanze, aspetto i vostri insultixD
Baciotto
Raky-chan

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Capitolo 18
*** Cap. 18 ***



NOTE AUTRICE: * terrorrizzata si nasconde dietro il pupazzo della volpe tremante*
Ho paura.
si, ho paura della furia cieca dei lettori...
per cosa?
essere praticamente scomparsa dal sito, non aver aggiornato alcuna fic compresa questa ecc ecc
lo so, meriterei la decapitazione, ma da ora in poi mi dedicherò completamente a voi, con tanto di pc nuovo e orario di lavoro ridotto quindi molto più tempo per scrivere e aggiornare.
Gente c'è crisi T.T
Cmq, spero che il capitolo che qui segue ve gusterà e che dire, buona lettura, sperando che ci sia ancora qualcuno che mi segue.
Lo spero ;)
Un saluto a tutti
Raky-chan








Vegeta le aveva dato il tacito comando di dileguarsi e ora, si ritrovava lì, nella sua stanza, a fissare la sua immagine riflessa nel grande specchio ad arco che imponente, rifletteva l’immagine di una fanciulla dalla bellezza eterea e dall’animo tormentato…
Non sopportava il fatto di essere tenuta all’oscuro dei fatti, tanto più se quei fatti riguardavano il suo futuro, lei e Vegeta…
Afferrò un lembo del suo abito, cominciando a torturarlo, inspirò profondamente e chiuse gl’occhi.
Rivide le scene che pochi istanti prima avevano riempito di interrogativi la sua mente, il volto del conte ,farsi bianco, cadaverico, dopo quelle parole che Vegeta aveva sussurrato al suo orecchio e che lei, purtroppo, non era riuscita a sentire.
Che il re avesse, in qualche modo persuaso quell’omuncolo dallo sposarla?
No, impossibile e anche se fosse stato, c’era sempre quel contratto inviolabile a legarla al conte.
Contratti, leggi, regole, fin da piccola era stata educata ad impararli e rispettarli e lo aveva fatto, da degna principessa, nonché futura regina, aveva sempre onorato i suoi doveri, ma ora, con lui, niente di tutto quello aveva più importanza.
Sentì la porta alle sue spalle scricchiolare, ma non aprì gl’occhi, non voleva farlo, non ancora, al costo di sembrare egoista.
Un attimo ancora.
Ma le mani che l’avvolsero, non poterono far altro che strapparla dalla sottile patina protettiva nella sua mente, per catapultarla direttamente su, nel cielo, tra le nuvole.
Mozzandole il fiato, togliendole anche la più piccola particella d’aria dai polmoni, infuocandogli la pelle, spaccandogli il torace, perché questo e altro ancora provava, in un suo semplice abbraccio.
 
“Veget…”
“Sshhh…”
 
Già, che senso aveva parlare…
La testa di lui si posò sulla sua spalla, il suo respiro soffiava lento sul suo collo, infondendogli mille brividi.
L’abbraccio si rafforzò, poi, un soffio:
“Vattene…” disse Vegeta.
La principessa si voltò di scatto, facendo ondeggiare i fluenti capelli color del mare.
“Cosa??”
Lui le voltò le spalle, i pugni serrati contro i fianchi.
“Non ho modo di tenerti con me…”
 
Ed era vero, come poteva permettere che Vegeta perdesse il suo titolo, lui era un sovrano, aveva delle responsabilità, dei doveri verso il suo popolo, che di sicuro non poteva mandare al diavolo solo per quel pazzo, stupido amore.
Con lentezza superò il re, cercando di ricacciare indietro tutto il dolore che rischiava di inondargli gl’occhi, non voleva farsi vedere piangere, lei era una principessa, una guerriera…
“Se questa è la tua decisione…” disse, mettendo ancor più distanza tra lei e il Sayan.
E così come tutto era iniziato, sarebbe finito, lasciandole solo l’amaro di quelle ultime parole.
Ma poi la sua mano venne afferrata da quella stretta possente, che bloccò il suo cammino.
“Ma ti prometto… che ti riprenderò con me, anche al costo di utilizzare ogni mezzo, ricordati che io ottengo sempre quello che voglio”
La turchina non si voltò, sapeva che dopo quelle parole, una volta incrociato quello sguardo, non sarebbe più riuscita a lasciarlo, quindi rimase ferma e semplicemente…
Sorrise…
Con il cuore e con lo spirito…
Strinse ancor più forte la mano del suo amato, per poi, lentamente, lasciarla, pregustando già le sensazioni che avrebbe avuto una volta che l’avrebbe ritrovata.
“Ti amo…”
 
 
***********
 
 
Notte fonda.
Ad attenderla una carrozza, trainata da un paio di cavalli neri.
L’aria fredda, il silenzio interrotto solo dallo scrosciare dei passi sulle foglie secche e dal breve sbuffare delle bestiole.
Due figure, avvolte da dei grigi cappotti si accingevano a salire sull’antico mezzo.
Una volta a bordo, le due figure si levarono i cappucci, rivelando i volti delle due fanciulle.
 
“Come mai tutta questa segretezza?” chiese la principessa, affascinate, limpida, con l’acconciatura morbida e con quegl’occhi color zaffiro ad illuminare come fari il buio intorno a loro.
“ E’ stato un ordine del re, sua grazia…” rispose l’altra, la dolce ancella dai lunghi capelli mori.
“Mmh, capisco… Ed il conte?”
“Non ne ho idea principessa…”
“Mmh… sarebbe carino se fosse veramente sparito dalla faccia della terra…” disse la turchina, con un sorriso malinconico in volto.
“Mai dire mai, sua grazia!” esclamò la moretta, riuscendo finalmente a strappare uno sorriso sincero alla reale.
 
I cavalli nitrirono, la carrozza partì.
Passò del tempo, il mezzo che procedeva a passo d’uomo permetteva agl’occhi ormai abituati al buio della principessa di riuscire a scorgere le ombre procedere nel bosco, le fronde degl’alberi muoversi scosse dal freddo vento nordico e… silenzio.
Il senso di vuoto, di nulla, era impressionante, addirittura inquietante e Bulma, non l sopportava.
Strinse ancor più forte la Hope Shadow come per riempire il suo cuore di quei dolci ed ardenti momenti che quella spada le ricordava e in qualche modo, quell’inquietudine si spense.
Ma poi accadde.
Un urlo straziato, disumano, giunse dal bosco ormai alle loro spalle.
I brividi attraversarono la sua colonna vertebrale, la paura attraversò i suoi occhi.
Una vita si era spenta.  

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Capitolo 19
*** Cap. 19 ***


NOTE AUTRICE: Questo capitolo è dedicato a doccolina, perchè bisogna sostenersi sempre ;D e perchè se non posto questo capitolo mi uccide xD
Non voglio anticiparvi nienti, spero solo che vi piaccia!
Buona lettura!





Correva.
Correva a perdifiato in quel sentiero di bosco che l’avrebbe condotto lontano dal suo regno.
Non sapeva perché lo faceva, semplicemente l’istinto glielo suggeriva.
La paura a pervaderlo, mentre a sua insaputa ombre oscure e minacciose lo seguivano.
Si muovevano, silenziose, esperte, assassini della notte pronti a scattare...
Un tonfo, la loro preda circondata.
 
“Ora basta giocare conte…”
Yancha boccheggiava, tremava, la sua ora era giunta, lo sapeva…
Occhi pece fremevano, brillavano nel vedere la sua vittima in difficoltà, impaurito dalla sua sola presenza.
I muscoli bruciavano, infuocati dall’istinto del cacciatore.
Voleva vedere quel lurido sangue scorrere.
Un soffio di vento, il mantello a seguire ogni fluido movimento del cacciatore.
 
“Ora muori feccia…”
 
Lo colpì al cranio, allo stomaco, al torace, l’uomo che grugniva, si contorceva, invano, cercava di difendersi.
Stolto, avrebbe allungato solo le sue sofferenze.
Un calcio ai testicoli.
Uno al volto.
Infine le mani a stringere forte la gola.
Una lama in pieno torace.
Un ultimo grido straziato riecheggiò nell’aria, provocando sgomento in ogni animo.
Tranne che nel suo, per Vegeta quella era una melodia, così come sensuali danze erano lo scorrere di quel sangue infame.
La caccia era aperta, con quella prima morte, la guerra era iniziata.
Lasciarono quel cadavere lì, in mezzo al bosco, quel traditore che aveva osato sfidarlo, portargli via la persona più amata, la sola, non meritava sepoltura, la pancia di qualche belva sarebbe stata la sua tomba.
Aveva avuto ciò che si meritava.
Ora dovevano solo avanzare, arrivare nel regno nemico e sterminare ogni anima che l’abitava, così che nessuno avrebbe più preteso la presenza della loro principessa.
Sarebbe stato un regno fantasma, senza scheletro, senza abitanti.
Perché Vegeta non perdonava.
Il conte aveva pagato caro il suo affronto, ora toccava a colui che aveva acconsentito quel matrimonio…
E si sa, un re cade insieme al suo regno…
Dopodichè, sarebbe stato, tutto perfetto…
 
Un urlo possente: “ Soldati! SEGUITEMI!!”
Ed eccoli marciare, i Sayan, calmi, con i propi pensieri, ma mai timorosi, la vittoria sanno già che sarà loro.
Forti e fieri marciano, verso la distruzione, la morte, la guerra.
 
***********
 
 
Bulma non smetteva di tremare.
Aveva paura, anche adesso che l’odore familiare del suo castello le invadeva la narici, non riusciva a stare tranquilla, un brutto presentimento le diceva che qualcosa stava per accadere.
Era scesa dalla carrozza e una gran folla nonché un’equipe di medici le era subito corse incontro.
Le urla, la gioia a circondarla eppure lei non riusciva ad essere felice.
Neppure quando incontrò gl’occhi del padre, così caldi e accoglienti, come le sue braccia, ma anche più stanchi, in qualche modo più vecchi.
Ancora più timore ad invaderla.
 
“Figliola…”
“Padre…” rispose rafforzando l’abbraccio.
“ Mi sei mancata…”
E a Bulma non potè che rispondere: “Anche tu…”
“So che sarai esausta, ma ti devo parlare.”
“Lo immaginavo, anche io ho qualcosa da dirti…”
“Allora seguimi…”
 
Padre e figlia si allontanarono staccandosi dalla folla ed incomminnandosi verso quello che Bulma sapeva essere lo studio del padre.
Re Brief entrò seguito subito dalla principessa che richiuse la porta cigolante alle sue spalle.
 
L’uomo si avvicino a una bottiglia e tranquillamente si versò del liquido nel bicchiere.
“Gradisci del vino?” chiese  alla fanciulla.
La turchina scosse il capo: “ Non cercarte di sviare il discorso, padre, perché l’avete fatto?” chiese poi.
“Per te, per salvarti la vita…”
“Affidandola nelle mani di uno sconoscuto?”
“Non sono cose di cui ti devi preoccupare…”
“Cosa?? E’ la mia vita!!! E io non amo quell’uomo, tu non puoi decidere…”
“E’ morto…” le parole del re la interrompero.
Gl’occhi della ragazza si sgranarono.
“E tu come fai a…”
“Per anni… ho combattuuto contro i Sayan, sono riuscito ad imparare la loro strategie, il loro modo di combattere e anche le loro leggi non sono di sicuro un mistero…”
Bulma non ci poteva credere, era tutto calcolato.
“Quindi fidati quando ti dico che il suo re, l’ha già fatto fuori…”
Il suo re, Vegeta!
A questo punto perché indugiare, doveva dirglielo.
“Padre, a proposito del re dei Sayan…”
“Quel delinquente ti ha fatto del male vero!?” chiese allarmato re Brief.
“No, cioè… non è quello il punto… Padre, io lo amo…”
Silenzio.
Schock.
“TU COSA?!?”
Bulma non face in tempo a rispondere, che…
Un’esplosione.
La terra a tremare sotto i loro piedi.
Un’attacco al castello.
 
Quel brutto presentimento si era rivelato reale.
 
“Vegeta dove sei?”
 


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Capitolo 20
*** Cap. 20 ***


“ Cosa diavolo sta succedendo?!”
La terra ancora colpita dalle scosse, le pareti che tremavano.
“ Il castello sire, è stato attaccato!” urlò un soldato.
“La popolazione è stata colpita!” gridò un altro.
Pianti, sangue, feriti, questo solo vedevano i suoi occhi.
“Raduna tutti gli uomini rimasti e digli di seguirmi in battaglia, difenderemo il nostro regno!” Urlò re Brief afferrando il suo fedele arco dorato.
Quelle parole ridestarono la principessa dall’orrore che aveva appena attraversato le sue iridi.
“Vengo anche io padre!” esclamò, alzandosi da terra e impugnando la spada riposta sul suo fianco.
“No! Tu rimarrai qui Bulma!”
“Ma come? Perché??”
“Niente discussioni, è un’ordine!” disse il re richiudendo la porta alle sue spalle, bloccandola.
A nulla servirono le urla e le suppliche, i colpi sferrati con ferocia della principessa.
“Lo faccio per te figlia mia…”
Quelle ultime parole, prima di buttarsi nel fumo e nella polvere di quello che ormai era il suo regno.
 
*******
 
“Qual è la situazione? Chi sono i nostri nemici?” chiese il re, una volta giunto sul fronte; l’entrata del suo castello, già quasi distrutta, poteva solo immaginare cos’era accaduto al resto del regno.
 
“Sayan signore! Sono circa una cinquantina e hanno già fatto tabula rasa di metà regno, le vittime non si contano, a nulla sono serviti i nostri contrattacchi, sono imbestialiti sire!”
“E io penso di sapere anche il perché…” sussurrò il regnante.
Quel giovane re, rivoleva sua figlia, conosceva i Sayan, ma quel giovane era di quanto più feroce avesse mai visto in vita sua, non sapeva come l’avrebbe contrastato, ma non si sarebbe fatto soffiare sua figlia dal sotto il naso un’altra volta, non poteva permetterlo.
 
Il re si scostò da quel muretto diroccato che era funto a lui e al suo soldato come nascondiglio.
Prese la mira.
Scagliò la prima freccia.
Colpito in pieno petto.
Se era la guerra che volevano, l’avrebbero avuta.
***********
 
“Fatemi uscireeee!!! Padreeee! Padreeee!”
Un’ennesimo pugno si scagliò contro la porta di legno vecchio, lacrime di rabbia a correrle giù per il viso.
“Come hai potuto farlo…”
Cos’era una punizione?
Chiuderla in uno studio, lascarla in disparte come se fosse un’incapace, tutto per cosa?
“E’ perché lo amo??? Rispondetemi!!!” urlò la sua disperazione al nulla.
Un singhiozzo.
“… Che qualcuno mi risponda…”piagnucolò, accasciandosi a terra.
 
Silenzio, poi…
Un cigolio.
La porta si stava aprendo o era solo un sogno?
 
Ma i suoi occhi non poterono che illuminarsi quando da dietro l’uscio della sua prigione sbucò una fluente capigliatura mora.
Chichi!
“Sua graz…?” non fece in tempo a dire l’ancella che subito la principessa le saltò al collo.
“Chichiiiiiiiiiiii!!!!!”
“P- principessa non respiroo!” supplicò l’altra.
“Oh… perdonami…” si ricompose la turchina.
 
Un’altra esplosione, il nemico stava avanzando.
 
“Cosa sta succedendo la fuori Chichi?”
“ Non c’è tempo da perdere principessa, dovete correre… è un’attacco dei Sayan!”
 
Sayan, Vegeta!
Perchè?  
“Ascolti, anchio sono stata innamorata e ho sempre combattuto per quell’amore, ma mi sono lasciata sconfiggere…” una nota amara di dolore in quella frase.
“… Non voglio che anche lei debba rinunciare al suo amore, nessuno dovrebbe più farlo,è stupido combattere, uccidersi per un sentimento così puro, quindi adesso vada là fuori e ponga fine a tutto questo!”
 
Un sorriso appena accennato, un abbraccio alla sua amica: “Lo farò Chichi, per l’amore…”
“Per l’amore!” rispose l’altra.
Fiera, si alzò in piedi, strappandosi il lungo abito sul fondo, i capelli sciolti, candidi.
La Hope Shadow fu sguainata…
La sua guerra personale, era appena iniziata.
 
 
 




NOTE AUTRICE: Ecco..
che dire, volevo trasparissero altri sentimenti, oltre a quelli che ci sono tra i nostri due protagonisti, ho voluto mettere ben in evidenza l'amore  e l a guerra che troppo spesso, secondo me, si vanno a fondere, creando unicamente, solamente CAOS...
 Un po quello che è questo capitolo insomma!
Spero comunque che il messaggio vi arrivi, e se vi è piaciuto, miraccomando, fatemelo sapere, se non viè piaciuto, meglio ancora, se me lo direte saprò regolarmi :3
Baciotti a tutti voi
Raky-chan

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Capitolo 21
*** Cap. 21 ***


Il fumo le inondava gl’occhi, bruciava, come la sua gola, ma non per questo la sua corsa contro il tempo rallentava.
Correva, sapeva di dover raggiungerlo prima che qualcosa di orribile accadesse, prima, che tutto finisse.
***********
 
Avevano ormai raso al suolo ogni cosa, cenere e corpi senza vita giacevano ai suoi piedi, ma ancora non aveva trovato il suo obbiettivo principale.
Dove si nascondeva?
Vegeta osservava il campo di battaglia, i suoi soldati erano sparpagliati per il villaggio a disseminare morte, a divertirsi…
Ma lui era stanco di giocare, ormai reclamava un boccone molto più succolento di un comune cittadino, cercava lui…
Re Brief…
Lo scrocchiare della ghiaia gli giunse all’orecchio,là dietro, qualcuno si muoveva.
Il moro ghignò.
Sciocco di un re…
Un soffio di vento, la freccia schioccata…
Vegeta l’afferrò con maestria, quand’essa si trovava a pochi centimetri dal suo cuore.
Il moro rise forte.
“AHAHAHAHA! Re Brief…” disse, spezzando in due la freccia tra le sue mani.
Il suo bersaglio, ormai individuato.
“… non la credevo così stupido…”
Una sfera di luce si creò nella sua mano, caricandosi di energia.
Era fatta, tra poco quel re sarebbe stato ai suoi piedi, morto, nessuno lo avrebbe più intralciato, avrebbe potuto avere finalmente solo per se, lei…
Bulma…
 
La sfera era ormai pronta per essere scagliata, quando…
 
“VEGETAAAAA!!”
 
Bulma…
 
L’energia nella sua mano scomparve, ora solo occhi pece alla ricerca del suo cielo.
Eccoli, lacrimavano, come fresche sorgenti di montagna, ma tramandavano la forza della più potente delle cascate.
La sua acqua, la sua luce, la sua Bulma…
 
 
Lei correva verso di lui, l’aveva raggiunto, ritrovato, voleva piangere, talmente tanta la gioia che provava, ma cercò di trattenersi, aveva ancora un compito da svolgere…
Porre fine a tutto, nel nome dell’amore, del suo amore…
Avrebbe dissuaso Vegeta e suo padre dal farsi la guerra, non potevano più farlo, non per l’amore…
Avrebbe dato tutto, anche la vita se necessario…
Stava quasi per raggiungere il suo amato quando…
 
“Bulma…” disse re Brief , apparendo da dietro la sua appostazione.
La corsa di Bulma si arrestò: ”Padre…”
 
Ed eccoli, tutti e tre faccia a faccia, la resa dei conti…
Le mani di Vegeta fremevano… 
L’oggetto dei suoi desideri a pochi metri da lui e altrettanto lontano, l’unica persona che avrebbe voluto far fuori…
Non c’era più tempo per pensare, doveva agire…
 
La rabbia, l’odio, ricaricarono in un millesimo di secondo la forza distruttiva nella sua mano…
Il colpo fu scagliato…

Un tonfo… poi… solo grida…




 
NOTE AUTRICE: Buon giorno lettori, allora?
Piaciuto il capitolo?
Secondo voi quale sarà stata la sorte del padre di Bulma?
Ma sopratutto...
Perchè questa odiosa autrice pubblica sempre in ritardo? T_T
Davvero, scuse sentite a tutti, in particolare a scilla_95, che attendeva tanto questo capitolo...
Insomma, se in fondo al vostro cuore avete ancora un briciolo di perdono fatemi sapere cosa ne pensate
baci
Raky-chan
 

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Capitolo 22
*** Cap. 22 ***


Una volta incontrati gl’occhi del padre, Bulma, non era più riuscita a distogliere lo sguardo.
Quegl’occhi, così diversi eppure così irrimediabilmente simili ai suoi…
Glielo diceva sempre, suo padre: “Hai gl’occhi di tua madre…”, ma Bulma non si era mai specchiata in quegl’occhi, quindi non aveva potuto far altro che credere alle parole del padre, anche se, in fondo, lei credeva che i suoi occhi assomigliassero di più a quelli di suo padre, quegl’occhi, che le avevano trasmesso saggezza e amore, quegli stessi occhi, che adesso, di fronte a lei, si stavano spegnendo.
Lentamente l’iride sfocava, diventava lucida, stanca…
Tutto era successo in un attimo, il colpo era stato sferrato, da lui, suo padre era finito a terra…
Solo un grido di puro terrore…
Ora quello sguardo a pochi centimetri dal suo…
“No, non puoi lasciarmi…” un singhiozzo tetro, soffocato.
La palpebra si appesantiva, lo vedeva, lo sentiva, presto tutto sarebbe finito.
 Lacrime incontenibili sgorgarono dagl’occhi della principessa…
Re Brief accasciato a terra, stringeva i denti, con la mano ruvida, sporca di terra, si stringeva lo stomaco ferito, gli organi distrutti, i suoni ovattati, la vista distorta…
Era giunta l’ora…
Voltò il capo di lato, fissò il suo nemico, il re dei Sayan, avrebbe voluto maledirlo con tutte le parole che conosceva, ma nessuna frase usciva dalla sua bocca, solo saliva e gorgogli di sangue; seguì lo sguardo dell’altro re, che lo condusse a sua figlia, china su di lui…
“P-p…”
Perché piangi bambina?  Avrebbe voluto chiedere..
Già, la sua bambina, che poi tanto più bambina non era…
Oramai era una donna, forte, bellissima…
Sarebbe stata una regina perfetta, ne era sicuro…
Lei avrebbe riuscito dove lui aveva fallito, lei…
Avrebbe portato la pace, l’amore…
“ Considerala la mia benedizione figliola…”
Quell’ ultimo pensiero prima di spegnersi, sereno.
 
 
Vegeta non poteva vederla in volto, ancora china, singhiozzante sul corpo del padre, ma perché piangeva?
Non capiva che ora avrebbero finalmente potuto stare insieme?
Lentamente si avvicinò e le posò una mano sulla spalla, a quel contatto il capo della principessa scattò su di scatto.
I loro sguardi si incontrarono di nuovo, come al loro primo incontronto…
Quelli della principessa impauriti, ma soprattutto carichi di astio, odio…
“PERCHE’?  L’HAI FATTO??” urlò in preda alla disperazione.
Una scossa attraversò Vegeta nel rivedere quegl’occhi, ma non per questo si scompose, incrociò le braccia al petto e disse: ” L’ho fatto per il tuo bene…”
La principessa non ci vede più, esplose, di scatto si alzò in piedi la Hope Shadow puntata a pochi millimetri dalla gola del re:
“Credo che tu non sappia più cosa sia bene per me…” ringhiò seria.
Vegeta soffiò sulla punta della spada: ”Falla finita donna… ritrai quella spada!”
Bulma affondò l’arma, creando un graffio sulla guancia del re: “Non sto scherzando, Sayan!”
La rabbia montò Vegeta: “Allora non mi lasci altra scelta!”
La sciabola del regnante fu liberata, lo scontro che avrebbe deciso lo svolgersi del loro avvenire, stava avendo inizio…






 
NOTE AUTRICE: Ehi... che dire... spero di avervi lasciato a bocca aperta xD
Lettori... a voi il giudizio!!!!
 
 
 
 
 

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Capitolo 23
*** Cap. 23 ***


 
 
Caricava la sua spada con tutta la rabbia che aveva in corpo e…
Attaccava, attaccava, attaccava…
L’odio è incontrollabile, si impossessa delle nostre anime in un battito di ciglia, d'altronde, siamo esseri umani, siamo di continuo in balia dei nostri sentimenti, delle nostre sensazioni, altrimenti non potremmo essere così perfettamente sbagliati.
 
 
E Vegeta a questo pensava, mentre schivava l’ennessimo mortale colpo sferrato dalla principessa…
Lui odiava Bulma?
Certo che no, ma al momento non poteva farne a meno, l’odio è il carburante di un combattimento…
Bulma lo odiava?
Provabilmente…
Lo vedeva in quegl’occhi, diventati ormai di ghiaccio…
 
Non mi vedi più?
Sono io…
**************
 
Un soffio gelido attraversò il suo esile corpo, era stanca, faceva freddo, l’inverno era ormai alle porte…
Non sentiva più alcun suono, non vedeva più nessuno, era come se la battaglia, il tempo, si fosse fermato con il suo primo attacco…
Colpiva, colpiva, non vedeva neanche più chi si trovava davanti, e non gliene importava neanche più…
Non vedeva, il dolore l’aveva accecata, qualunque cosa avrebbe fatto, qualsiasi cosa sarebbe accaduta, non avrebbe avuto alcul rimorso…
 
“Bulma…”
 
Il suo nome, qualcuno la chiamava…
 
“Donna!”
 
Quel nomignolo, che suonava quasi sempre come un ordine, un’irritante provocazione, che si, la infuriava, ma non più di tanto perché…
Perché era quella voce a pronunciarlo…
 
Vide la nebbia adirarsi, il buio fisso nei suoi occhi, per la prima volta da quando avevano iniziato a combattere, lo vide…
 
La Hope Shadow sulla sua spalla, a pochi centimetri dalla  pelle ambrata del suo collo, quella pelle così bollente, così succolente, poteva sentirla sulle sue labbra percorrere il suo corpo, piena  d’amore, di dannata tenerezza…
Vegeta era li, lo vedeva ai suoi piedi in ginocchio, disarmato, a fissarla…
 
Il suo sguardo non era più nascosto dall’orgoglio, era semplicemente lo sguardo di un uomo, spogliato di ogni principio, di un uomo, che si arrendeva…
 
“Fammi fuori!” disse senza mai distogliere lo sguardo da lei.
Bulma non si mosse.
“FALLO!” urlò il Sayan.
Si era arreso, i sentimenti alla fine avevano prevaso su ogni cosa…
Sull’orgoglio, sul combattimento…
Iniziò a nevicare, l’aria si fece più gelida, solo desolazione, solo loro due…
 
“Meglio morire mille volte che passare una vita senza poter amarti…” sussurrò Vegeta, gl’occhi pece appena lucidi.
 
Le mani di Bulma tremavano, la presa sulla spada cominciava a vacillare, le lacrime scendevano senza sosta…
Era giunto il momento, avrebbe realizzato il suo desiderio e quello di suo padre, avrebbe messo un punto a quella maledetta guerra e tutto sarebbe andato bene…
Ma era giusto sacrificare quell’amore tanto combattuto, quell’amore un po dannato, che quando si è piccoli non si immaginerebbe mai facesse così maledettamente male, ma che poi, crescendo, si scopre che è soltanto la dura realtà.
Sapeva qual’era la cosa giusta da fare e l’avrebbe fatta…
 
Le lacrime le annebbiavano la vista, la spada fu sollevata, pronta a colpire, un soffio…
E tutto finì.
 
 
 
7 ANNI DOPO
 
 
Era una splendida giornata di primavera, i prati erano di un magnifico verde smeraldo e l’aria profumava di violetta.
Una donna, seduta su quel verde manto, pettinava la sua lunga chioma color del del mare, canticchiando una dolce melodia.
“ Mammaaa!” si sentì chiamare.
La donna alzò appena lo sguardo trovandosi davanti un bimbetto dai capelli di un buffo lilla, il suo tesoro più prezioso, suo figlio…
“Dimmi Trunks…”
“Guarda cosa ho trovato in fondo alla valle!” disse il  bambino esaltato per la sua scoperta.
Bulma afferò l’oggetto tra le candide mani…
Era sempre bellissima, nonostante gli anni passati la sua lama rimaneva di una lucentezza unica, ma quanti orribili ricordi le provocasse quello splendore solo lei poteva saperlo…
Per mano di quella spada aveva perso tante cose…
Ma soprattutto…
 
Dellebraccia forti e ambrate andarono a stringerla.
“ Non dovresti toccare le cose che trovi in giro marmocchio…” disse l’uomo dietro di lei.
“Si, papà, scusami…” rispose il piccolo, con un tenero faccino.
 
A Bulma scappò un sorriso…
 
Ma soprattutto quella spada, la Hope Shadow, che quel giorno aveva abbandonato, gettato su quel campo di battaglia, aveva posto fine alla guerra e dato inizio un lungo periodo di pace e amore, i due regni combattenti non esistevano più, ora solo più un unico, grande regno.
Lo sguardo Turchino si voltò incontrando quello pece di Vegeta, di suo marito:
“Ti amo…” disse ancora e come mille volte da allora.
“Ti amo”ripetè lui.
 
 
 
 
THE END
 
 
 
 
NOTE AUTRICE: Non piangete, non piangete, altrimenti penso che piangerò anche io T_T ecco sto piangendo!
A dirvi la verità non so neanche se sto parlando con qualcuno dato che sono mesi che non do un segno di vita.
Scusatemi…
Bè, se c’è ancora qualche gentilissima persona che mi segue la invito a farmi sapere cosa ne pensa dato che la storia è definitivamente finitaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Ringrazio tutti, per il sostegno, l’ammirazione che talvolta neanche mi meritavo, siete stati fondamentali, tutti e a tutti voi un grosso bacio e un GRAZIE dal profondo del cuore.
Vi voglio bene
A presto
Raky-chan

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