Non dimentichi mai le persone che ami in quel modo.

di _narrys
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***



Sono Rebecca, una ragazza di diciassette anni. Con un carattere tutto suo, particolare.
Non mi piace affatto tralasciare le mie emozioni,  non mi piace dare dimostrazioni di affetto, perché  quando l’ho fatto, mi sono ritrovata col culo per terra, e risollevarsi da sola, ve lo garantisco, non è facile.

Non sono una ragazza che si confida con la propria mamma, e le dice i propri segreti, no.

Ho due amici, ma veri. Quelli di cui ti puoi fidare ciecamente, quelli che li puoi chiamare alle quattro di notte, e dove puoi stare certo che ti aiuteranno. Amici che sono disposti a dare l’anima per te .non so cosa si prova ad essere innamorati di qualcuno, nessuno è ha mai provato a scoprirmi da quel punto di vista.
Mia madre per lavoro è costretta a cambiare città molto frequentemente.. e per me è tutta una pena, perché sono costretta a cambiare scuola quasi ogni anno, e quindi di conseguenza non ci pro vo neanche a costruirmi rapporti che poi dovrò abbandonare.

Infatti, ecco che si ripresenta di nuovo questa situazione.
Dobbiamo di nuovo trasferirci. Ormai non ci rimango neanche più male, è la ruotine.
-Qual è la nuova meta?- chiedo a mia madre con aria molto scocciata.
-Holmes Chapel, nel Cheshire.-
-Ne so quanto a prima, ma va bene.-
Mi sorride.

-Dai, ti farai dei nuovi amici, non c’è cosa più bella.-
-Mamma sono diciassette anni che mi devo fare sempre dei nuovi amici, li vorrei stabili, non pensi?-
-Lo so, ma lo sai com’è, il lavoro, la casa, sono sola, papà non c’è..-
-Lui non c’è mai stato, non metterlo in mezzo.-
-Dai provaci, fallo almeno per me.-
-Si mamma.-

Taglio il dialogo come al solito, non ne ho voglio di parlare, soprattutto con mia madre.
All’ apparenza sono la solita ragazza, che si ostina a voler fare la dura, sono molta diversa, magari lo scoprirete.

Mamma mi scossa, cerca di svegliarmi.
-Becca siamo arrivate.-
-Hmm si ma.-
Vedo che una signora stringe la mano a mia madre, e le da il benvenuto. Finti, premurosi, nuovi vicini di casa penso.

Scendo dalla macchina, ed incomincio a prendere la mia valigia, e a tirarla fuori, mentre la prendo mia madre mi chiama e mi dice di andare un attimo lì-
-Rebecca, lei è la nostra vicina.-
-piacere, sono Anne.- dice sorridendomi.
-Rebecca.- abbozzo un sorriso
Tronco anche lì conversazione girandomi.

Entro nella nuova casa, stranamente è già arredata. Beh meglio, fatica in meno.
Mi accaparro una stanza qualsiasi.
Verde? Pareti verdi? Ma dio.
Incomincio ad attacare poster in stanza, giusto per farla sentire un po’ mia.

Quenn, beatles. Penso che siano l’unica cosa stabile nella mia vita.
Svuoto la valigia, metto tutti i vestiti negli armadi.
Mi alzo la maglia e guardo il mio tatuaggio -Mi manchi. Lo so che non ti interessa più, ma volevo solo ricordarti che tu continuerai a esser tutto quello a cui penso sempre. Non importa quanto male mi hai fatto, mi manchi fottutamente.-
E’ una frase dedicata a mio padre, penso sia stato l’unico uomo che abbia davvero amato nella mia vita, ma non penso bene che ha sette anni sapessi cosa fosse l’amore, sapevo che lui mi faceva sorridere.

*dindon*
Mi tiro giù la maglia, e vado ad aprire.
Se tutti i ragazzi qui sono come questo che si è presentato alla porta, beh, penso che questa Holmes Chapel, possa piacermi. Capelli ricci, occhi verdi, alto fisico impeccabile messo in risalto da una maglia che provocava tutte le fantasie nascoste, che una diciasettenne possa avere.-Hmm.. ciao.. io sono Harry.. mia madre ha preparato questa torta come ‘benvenuto’ presente tutte quelle cose lì, ecco è per voi, ciao..-
Sorrido.
-Grazie.-

E' la mia prima storia, molto probabilmente nessuno la leggerà, ma sono stata spronata da un' autrice di EFP.
Chi lo leggesse, mi farebbe piacere che recensisse, o che mi lasciasse un commento, così da sapere almeno che qualcuno la sta leggendo.
Grazie.. e spero vi piaccia. Un bacio.

 











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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***




"Alle persone troppo sensibili accade spesso una cosa strana. Crescendo, diventano le più crudeli."

 -Grazie.-
-Rebecca, anne ci ha invitato ad andare a cenare da lei questa sera, la trovo un’ ottima idea, quindi corri a prepararti, che tra meno di un’ ora siamo ospiti a casa sua.-
-Ma mamma.-
-Nienta ma, corri a prepararti.-

Feci come mi disse, entrai nella mia stanza, frugai dentro la borsa, e tirari fuori le mie adorata winston rossaed incomincia a fumare alla finestra, quando ero nervosa, mi calmavano sempre, ed era una buona cosa,il fatto che placassero la mia ira.
‘corri a prepararti’ , hmm si, tiriamo fuori il cardigan, semplice maglia, jeans, vans, ecco il mio massimo di eleganza, può bastare.
Andiamo su.
-mi raccomando, educata, gentile.-
-si mamma..-
--
-Oh, buonasera accomodatevi.-
-grazie.- dissimo io e mia mamma.
-lui è harry, mio figlio.-
-si ci conosciamo già.- approdo io sorridendo.
Accomodiamoci a tavola, Anne sembrava davvero gentile, avevo un sorriso che trasmetteva calore. La sua casa poi, era qualcosa di meraviglioso.
-Allora Rebecca, quanti anni hai?- domandò con una confidenza che nessuno le avevo concesso.
-Diacciassette.-
-Oh, ma hai la stessa età di harry.-
-Ah beh, non lo sapevo.- sorrido falsamente.

Questa mi costringe a dirle tutto,  non penso che le interessi veramente la mia vita, e quante ne abbia passate per essere qui.
-Beh harry, potresti presentare Rebecca al tuo gruppo di amici.-
-mamma dai.- disse harry
-no grazie.- dissi io.
-sicura Rebecca?-
-si.- dissi con tono fermo.
Harry mi portò in camera sua.
Tipica camera di un ragazzo, pareti scure, console, cibo sparso da tutte le parti, vestiti amassati. Ma in quel caos, c’era qualcosa che mi coinvolse.
-E’ tuo padre?- chiesi timidamente indicando una foto di un Harry abbracciato ad un uomo.
-Si..- rispose incerto. Come se si vergognasse a dirlo, come se quelle parole, fossero un imprecazione, un qualcosa che gli avessi fatto sputare selvaggiamente da quelle labbra carnose.
-Tu al meno ce l’hai un padre.- Dissi io.
-Tu no?-
-No Harry.- dissi con la malinconia che mi stava invadendo-
-Scusami se ho toccato un tasto che non dovevo toccare.- disse sinceramente dispiaciuto.
-No, non ti preoccupare.- dissi estrando una sigaretta. -Infondo sono io che sono andata su questo argomento.-  Posso ? –dissi indicando la finestra. Si. Certo.
Arrivo l’ora di tornarcene a casa, erano quasi le due.
-Ma quanto avete parlato cavolo?-
-Siamo diventate amiche, abbiamo tanti progetti.-

-Ma se vi conoscete da un giorno.- dissi facendo le scale. –va beh, notte.-
Mi svegliai, sempre con le rotelle fuori posto, non so ma sono sempre e perennemente incazzata alla mattina, boh.
Guardo il cellulare, un messaggio. E’ Madison, la mia amica di Manchester, la mia unica vera amica devo dire
‘non ce la faccio più a stare qui con questo branco di pazzi, meno male che fra un mese faccio i diciotto e me ne scappo, da te. Manchi un casino.’
Sorrido, ‘ahah, si, andiamo a vivere dove cavolo ci pare, manchi anche tu’

A me,banali, ma semplici parole, dette dalla persona giusta, sanno come farmi sentire unica. Non essendo una di quelle persone interessanti, che ricevono mille attenzioni, che vengono abbracciate tutti i giorni e che sono cercate da tutti, quando ricevo un minimo di affetto mi ci butto a capo fitto, come quando ti tuffi nel mare, e non mi rendo conto che quella dove mi sto buttando è una piscina, ed è senz'acqua.
Eccomi con il nuovo capitolo, vi assicuro che dal prossimo tutto diventa più coinvolgente, e la storia prende un ritmo incalzante. spero che questo caitolo vi piaccia, anche se io lo trovo banale, ma serviva come ''tramite'' per il prossimo. receniste ! 

p.s voleve ringraziare quelle meravigliose ragazze che hanno recensito la storia.








 




 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***




"Resti la prima cosa a cui penso quando mi dicono ‘esprimi un desiderio’. "

Sono le undici, decido di andare a fare una passeggiata, giusto per vedere com’ è questa Holmes..? Chapel.
Vedo un parco, e noto una mischia di ragazzi, tra cui scorgo Harry, perfetto penso tra me e me.

Ok, mi voltai subito dall’ altra parte, non voglio stare con quei ragazzi, forse faccio male a dire così dato che non li conosco, ma non mi sento pronta, davvero. Ma, non faccio in tempo a voltarmi che mi sentii chiamare ‘Rebecca, vieni qua!’
Ma che vuole questo oh.
Finché non sento prendermi un braccio. Mi fa voltare e mi ritrovo sommersa da quegli occhi verdi dall’ espressione bonaria.
 ‘Heyy, da vieni.’ disse predendendomi per l'avambraccio.
 ‘No grazie, sei molto gentile, ma preferisco di no.’ insestetti
‘Dai, ti presento i miei amici’
‘Harry..’ dissi scocciata.
‘dai cinque minuti’  
‘Ma solo cinque minuti’ Mi sorrise compiaciuto. Mi ero arresa al suo invito.
Beh, mica male la compagnia.
‘Ragazzi, lei è Rebecca, la mia nuova vicina di casa.’ disse presandandomi come se fossi un gioiello, come se fossi una scoperta.
‘Io sono Liam’ si presenta un ragazzo da una voce, soave e dolce.
‘io Zayn’ non ho capito bene il suo nome, e non intendo richiederglielo, onde evitare brutte figure. Anche lui un bel ragazzo, con la pelle olivastra, e tratti somatici molto marcati, non deve essere sicuramente inglese.
‘Io Niall’ che occhi mamma mia, da ecstasy, ti ci puoi perdere dentro.
‘E io per ultimo, ahah, comunque Louis, piacere’ dice sorridendomi.
 Wow, ma sono tutti così da sballo qui?.
‘quanti anni avete ?’ chiedo incuriosita
‘Io sono il più piccolo e ne ho diciassette’ dice Harry, ‘Io, Niall, e Liam diciotto’ dice za.. Zayn.
‘Io sono il più grande, ma sono stato bocciato due volte quindi vado in classe con i più piccoli’ dice Louis.
Mi scappa una risata, è davvero dolce.
‘lei verrà a scuola con noi’ dice harry.
‘beh, starai sempre con noi, no?- interviene nuovamente Louis posizianandosi davanti a me.
‘Ahah, sicuramente’ dico mentendo.
Certo, io mi metto a sedere con questi, ma per favore.. Anche se, effettivamente, ci potrei pensare su.
‘Vado ragazzi, ci si vede’  dico per concludere. ‘ Aspetta suu, dacci il tuo numero. ’ dice il biondo, Niall.
Per evitare di essere scortese, ce li scambiamo.
‘Senti, domani sera c’è una festa, se vuoi venire.’  Lo interrompo, prima ancora che possa finire. ‘ No grazie, davvero.’
‘Va beh pensaci’ replica Zayn.
HARRY POV.
 ‘Beh mica male.’ dice Louis.
‘Infatti, è buona’ dice Zayn
‘Me la faccio questa.’ Rienterviene  Louis.
‘Ragazzi, oh ma sempre lì.’
‘Ahah cio, una nella lista, sai, devo arrivare a settante entro la fine dell’ anno.-
-Smettila, dovresti un po’ maturare.- sostenne Harry. In fondo mi dispiace dire così di lei, insomma, dopo la storia di suo padre, mi è sembrata come se fosse una ragazza da proteggere, una ragazza a cui si dovrebbe levare quella corazza che si è costruita, ed amarla, così per come è. Ma di certo questa mia riflessione non la dico a i mie compagni, mi prenderebbero per pazzo.

REBECCA POV.
Dopo di che me ne vado.

Torno a casa.
‘Dove sei stata?’ domanda mia madre incuriosita.
 ‘Ad un parco, ero  con Harry mi ha presentato i suoi amici’
‘Beh, hai già fatto amicizia’
‘Già’ rispondo persa.
‘Ma è possibile che tu sia sempre così fredda?’
‘Mamma dai, tronca’  perché doveva sempre andare a rigirare il coltello nella piaga, lo sa che sono così, che più le persone mi stanno lontano, meglio è. Ma no, si diverte a dirmi che sono fredda, come se non lo sapessi già, come se lei non sapesse, che questo mio essere, è dovuto anche in parte a lei.
Sento il cellulare vibrare
‘Rebecca, pensaci, ci si diverte, xxx zayn’'Ci penso dai..’ mi limito a scrivere-Ho deciso di accettare l’invito dei ragazzi, sempre meglio che stare a casa a non fare niente, o ascoltare i commenti che mia madre mi pone. ‘’se continui ad essere così non ti prende nessuno.’’ , beh, meglio sola che mal accompagnata, no?
Chiamo Zayn per chiedere meglio su luogo, e ora.
‘Zayn?’ domando.
‘Si?’
‘Sono Rebecca’
‘Ah, ciao Rebecca, dimmi tutto’ dice ridendo.
‘Senti stasera ho deciso di venire, come ci organizziamo?’
‘Oh menomale, tu vai da Harry verso le otto, noi dovremmo essere lì dopo poco.’
‘okay, grazie’
‘Ma di che, ciao bellissima’
‘ciao bellissima’ oh, ma che è tutta questa confidenza. E’ una cosa abituale qui prendere confidenze che non sono mai state concesse?

Manca ancora un bel po’, decido di dedicarmi alla lettura, la trova una cosa davvero profonda, un po’ come la musica, la usi, e lei ti restituisce un po’di vita. Non è un libro che ho deciso di leggere a caso, la protagonista viene abbandonata dal padre, e lei lo vuole ritrovare, un po’ come me, solo che a me, manca l’iniziativa. Una frase mi colpisce particolarmente:
‘Perché non vai a trovarlo?’
‘lui se ne va senza dire  nulla, e io vado  pure a cercarlo?’
‘quanto orgoglio.. se vuoi che torna devi provarle tutte.’
Già, papà dove sei? Mi manchi, ti rivoglio qua. Sono undici anni che ti aspetto, undici anni che non sento la tua voce, che non odoro più il tuo profumo. Dove sei? Torna, torna.
Mi chiedo cosa ho fatto per meritarmi questo, per crescere senza un padre, non so nemmeno se è vivo o morto, se fosse la seconda me ne farei una ragione, ma non so nemmeno questo.
Mi alzo, e vado a farmi, la doccia, le mie lacrime si confondo con lo sgorgare del getto d’acqua. Dicono che la doccia è il luogo in cui rifletti più intensamente di qualsiasi altro posto, non sono d’accordo, io  rifletto intensamente, quando mi sveglio, quando mi alzo dal letto, quando mangio, quando studio, quando dormo, e perfino quando sogno.
Mi piastro i capelli, scelgo un’ abito, devo dire che è corto, ma non importa, non è per fare la troia, è semplicemente perché ho un bel fisico, -un fisico che ho scolpito in anni di ginnastica.- e ogni tanto le cose belle vanno valorizzate, no?
Mi trucco, quello non manca mai. Borsa, sigarette, accendino e soldi.
-Mamma vado da Harry.-
-Mi raccomando stai attenta, e non dare confidenza a nessuno.-
-Ma lo so, suvvia.-
Dieci passo differenziano casa ‘mia’ da casa di harry.
Suono, un po’ imbarazzata.
-Wow, ma sei stupenda.’
-Grazie.- rispondo senza farmi intimidire da quel complimento/ frase fatta.
-non ti faccio accomodare, perché tanto i ragazzi dovrebbero essere qua a momenti.-
-eccoli.- dico girandomi verso una range rover nera.
Mi avvio verso la macchina, e i ragazzi mi riempiono di complimenti, tranne Luois, che mi sorride, penso che in quel gesto ci siano tutte le parole più belle che qualcuno ti possa dire, un sorriso.
Arriviamo in questa casa, gigantesca, con compreso anche una piscina.
‘io mi butto in pista’ dicono harry, niall, zayn e liam.
‘io al bancone’ dico.
E’ da tanto che non bevo, e approfitto.
‘Cosa desidera una bella ragazza come te?’ non ammollo alle avance del barista.
‘Un coca e rum’ dico
‘si va sul pesante, un coca e rum’ dice louis sghignazzando.
‘il meglio’ dico sorridendo.
‘ci stai a fare una sfida?’
‘e me lo chiedi pure, certo’ non so, ma riesco ad aprirmi solo con lui, i suoi modi sono così.. così casti.
Sul bancone ci sono dieci bicchierini per me, e dieci bicchierini per louis.
‘chi li beve per primo vince’ dice i barista, ‘3,2,1’
Mando giù il primo, secondo terzo quarto quinto, mi fermo un po’, sento già la testa girare. Sesto, settimo, ottavo, nono, decimo.
Terminato questo, batto le mani sopra il banco ho vinto io.
‘Ahah Louis, perdente, Louis perdente’
‘ma come ti permetti’ dice prendendomi a mo’ di sacco di patate.
‘mettimi giù’ dico ridendo
‘mai dare a Louis del perdente’
Mi porta in una camera isolata, dalla tutti  e mi fa stendere lì.
‘perché mi hai portata qui?
dissi nel buio, nella confusione più totale.
spazio mee! :)
dove l'avrà portata Louis? da qui in poi le cose incominciano a diventare più intense, e la storia incomincia ad entrare nel vivo.
ringrazi quelle che hanno recensito, e quelle che perderanno il tempo per farlo nuovamente, siete la mia forza, un bacio , sara.
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 la ragazza nella foto, è rebecca c:








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