Welcome in a dream - Burtonland

di LovleySev394
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due grandi valige a rotelle ***
Capitolo 2: *** Il profumo di Londra ***
Capitolo 3: *** Il primo Giorno ***
Capitolo 4: *** Una notizia ***
Capitolo 5: *** Lacrime di gioia ***
Capitolo 6: *** L'Incontro ***



Capitolo 1
*** Due grandi valige a rotelle ***



Ciao a tutti!!!
Dunque una piccola premessa prima di cominciare:
innanzi tutto ci tendo a sottolineare che dedico questa fanfiction a NellieLestrangeLovett una delle mie più care amiche che ho conosciuto proprio su questo sito (ciao sorellina se stai leggendo!!!!).
Poi ho inserito questa fnfiction nella sezione Johnny Depp perché lui è in effetti uno dei personaggi che entreranno in questa storia, ma insime a molti altri come Helena Bonham Carter, Tim Burton, Alan Rickman e molti altri.....
Quindi non mi resta che augurarvi buona lettura!
LovleySev394




Capitolo primo:





Due grandi valige a rotelle.
Una verde.
Una blu.
Due ragazze sui vent’anni.
Una mora.
Una bionda.
Entrambe vestite con un’immancabile felpa di Jack Skeletron.
Una nera.
Una bianca.
Attraversano la grande sala dell’Aereoporto di Milano.
Una delle due ficca una mano nella borsa che ha sulla spalla facendo cadere fuori ogni genere di cose e arrabattandosi faticosamente per estrarre i biglietti.
“Dove dobbiamo andare ora?”, chiede la mora cercando di capire qualcosa nella cartina del Aereoporto.
“Accidenti Viola sembra che tu non abbia mai preso un aereo in vita tua… ora dobbiamo andare al chek-in e sarebbe meglio che io trovassi i biglietti….”.
“Certo, ma con il mio senso dell’orientamento pari al livello del mare non è facile…Ovviamente però dopo aver passato circa un paio d’anni a studiare la piantina di Londra aspettando questo giorno, direi che arrivate mi saprò orientare!”.
Finalmente la ragazza bionda estrae vittoriosa un paio di biglietti:
“Trovati, Londra aspettaci!!!!!!!”, e così dicendo afferra la valigia scaraventandosi verso il chek-in.
“Ehi Benny aspettami!”, grida Viola cercando di stare dietro all’amica che era già tipo 5000 kilometri più avanti.
Schivando gli altri viaggiatori che guardano scandalizzati queste due ragazze scoppiate che corrono verso il chek-in gridando:“Londra arriviamooooooooo!!!”, finalmente Viola e Benedetta si misero in fila per il controllo delle valigia.
“Che dici si scandalizzerrano vedendo che ho riempito la valigia di tutti i miei poster di Helena? Se andiamo a vivere per un anno in un appartamento Londinese, non ho saputo resistere alla tentazione di portarmi dietro mezza casa, compresi tutti i miei amatissimi poster ovviamente”, esclamò Benedetta adocchiando alla sua valigia stracolma.
“Aahhahahahah be come sempre saremo in due no?” rispose Viola, “Ah non ci credo che stiamo per andare a Londra! E per di più a studiare alla ‘London film Accademy’, ma quanto adoro le borse di studio io, eh?”.
“Ah si! è proprio un sogno che si avvera”, disse Benny abbracciando l’amica sotto lo sguardo scandalizzato della tipa del chek-in che continuava a ripetere:
“Ragazze dovete mettere la valigia sopra il rullo… ragazze, ragazze!”, senza ovviamente ricevere un minimo di considerazione delle due, troppo prese del entusiasmo di partire.
Dopo un oretta circa l’aereo stava partendo:
“Addio Bologna! Ci si vede Italia, finalmente saremo lontane da tutto questo!”, esclamavano le due ragazze. E così l’Aereo decollò verso il loro sogno, quel sogno che dicevano sempre si sarebbe avverato, quel sogno che si stava avverando.

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Capitolo 2
*** Il profumo di Londra ***


Quello era il profumo.
Quello era il profumo di Londra.
Quello era il cielo terso dell’Inghilterra.
Allora era quella la meta di tutti i sogni?
Era quello il loro paese delle meraviglie?
Era quello il sentimento che si prova scendendo l’ultimo scalino che portava giù dal aereo?
Quell’euforia, quasi paura di svegliarsi da un sogno.
Benedetta e Viola era ammutolite mentre scendevano dall’aereo respirando a pieni polmoni la terribile puzza dell’aereo che in quel momento era la cosa più bella del mondo. Che in quel momento era il gusto di Londra. Il gusto di un sogno che si avverava.
“Ci siamo Benny ci siamo!”, esclamò Viola appena furono fuori dall’aereo abbracciando l’amica, “Ed ora non sarà affatto facile trascinarci via da questo posto!”.
Attraversarono l’aeroporto stupite e salirono su un taxi:
“Buon giorno”, disse il taxista (ovviamente in Ingles,e ma per non dover scrivere interi dialoghi in Inglese che magari non tutti capiscono ho deciso di scriverli in Italiano).
“Salve!”, esclamarono le due ragazze, “ci potrebbe portare in Fleet Street n 34?”.
“Perfetto arriveremo tra una mezzoretta circa”.
“Ehi ma abbiamo proprio avuto fortuna a trovare un appartamento in Fleet Street, eh?”, sussurrò Viola.
“Chiamala coincidenza… quando ho visto l’avviso del appartamento che affittavano in Flet Street ho pensato che anche fosse stato un cesso di posto lo avremo preso lo stesso”, disse Benny ridacchiando.
“Garantito!”, esclamò Viola, “chi sa magari nei dintorni incontriamo un bel barbiere fascinoso….”.
“Si poi però ci vai tu dalle nostre madri a dire che una di noi due si è fidanzata con un serial killer ‘Si mamma è un rasoio insanguinato quello che ha in mano, ma per il resto va tutto bene’”.
Viola e Benedette scoppiarono a ridere mentre il taxista dallo specchietto retrovisore le guardava chiedendosi di cosa stessero blaterando quelle due italiane.
La macchina si fermò e le due ragazze scesero per trovarsi di fronte a una perfetta casettina stile Ingelse con un piccolo giardinetto prima del entrata.
All’interno era piccolo, ma ben organizzato e luminoso con due stanze da letto un bagno e un salotto che dava sulla cucina.
Era tutto splendido.
Poi per loro ancora di più.
Dopo essersi sistemate disfatto le valigie state al telefono 4 ore con i genitori che le tartassavano di domande inutili del genere ‘Ma nella casa c’è il bidet?’ ‘In che file eri in aereo?’, ‘hai messo i tuoi vestiti in ordine nell’armadio?’ finalmente Bendetta e Viola dopo aver spiluzzicato qualcosa da mangiare andarono a letto per essere pronte il giorno dopo ad andare alla scuola di cinema.
Non avrebbero mai potuto immaginare ciò che le aspettava. non avrebbero mai potuto immaginare che entro 3-4 giorni ore sarebbero state le ragazze più felici

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Capitolo 3
*** Il primo Giorno ***


In mia opinione la sveglia, quel odioso essere che se ne sta beffardo sopra il tuo comodino, è una di quelle cose che sarebbero da condannare a morte per violazione del beato sonno.
Ma per Viola, per la prima volta nella sua vita, quella mattina svegliarsi con quel insopportabile bip bip fu la cosa più bella del mondo.
Si alzò incredibilmente riposata, a differenza del solito in quel momento si sentiva completamente sveglia e di buon umore.
Benedetta era già a fare a colazione seduta sul bancone della cucina con una tazza in mano:
“Ben sveglia!”, esclamò appena vide entrare l’amica porgendogli una tazza di caffé bollente,
“Allora come svegliarsi nella città più bella del mondo?”.
Viola sorrise: “è assolutamente unico! Credo che se rimanessi a vivere a Londra per sempre diventerei anche più mattiniera di te…”.
“Guarda che io non sono mattiniera per scelta… vuoi che mi faccia piacere svegliarmi alle 6 per lavarmi i capelli?”.
“Però le idee fulminanti sotto la doccia ti vengono li, no?”.
“In effetti non hai tutti i torti… a proposito lo sai che ho avuto una altra idea genialissima?”.
“Sentiamo…”.
“Eh no non ora!”.
“Come sarebbe a dire non ora?”.
“te lo dirò quando sarà il momento e poi è tardi, sarà meglio che almeno il primo giorno cerchiamo di arrivare puntuali a Scuola…”.
 
Da fuori pareva un normale edificio londinese, ma sulla porta riluceva una targhetta:
“Accademia di cinema per attori e registi”.
Emozionate la due ragazze spinsero la porta e entrarono nell’edificio: l’atrio era una stanza molto grande e luminosa con moltissimo fogli e annunci colorati appesi alle pareti, ovunque giravano ragazzi e ragazze con copioni sotto braccio che chiacchieravano o ripassavano la parte ad alta voce, alcuni ragazzi passavano con telecamere e altri aggeggi mentre chiedevano alla segretaria dove si trovassero le lezioni di regia quel giorno. Molti insegnanti andavano e venivano guidando i ragazzi o cercando i tecnici delle luci, del suono, gli scenografi….
Viola e Benedetta erano senza parole era come entrare in un altro mondo:
“Ragazze siete nuove?”, chiese la segretaria notandole.
“Si siamo qua per i nuovi corsi da attori”, disse Benedetta estraendo dei fogli dalla borsa, “Questi sono i nostri moduli, abbiamo partecipato al concorso e vinto la borsa di studio….”.
“Bene, complimenti! Prego da quella parte, unitevi a quel gruppo di ragazzi la in fondo!”.
Viola e Benedetta si avvicinarono e iniziarono a lanciarsi occhiate in torno… a un certo punto l’attenzione di Benedetta venne attratta da un ragazzo che doveva avere qualche anno in meno di loro, che se ne stava seduto aspettando insieme agli altri:
“V-Viola…. non è che quello è… ma dai no non può essere lui… eppure…”.
Viola guardò meglio il ragazzo: i capelli neri, quegli occhi piccoli e stretti, l’espressione un po’ malinconica, quell’aria un po’ fuori luogo….
“Ma si, si Benny e lui, è lui! è Gully McGranth, quello che faceva David in Drak Shadows!!”.
“GULLYYYYYYYYYYYY!!!!!!!!!!!”, le due ragazze senza lasciarselo ripetere si erano scaraventate verso il ragazzo arrivandogli addosso e travolgendolo:
“Gully, Gully, Gully, Gully è lui!”, continuavano a gridare.
“Ci conosciamo?”,tentò di chiedere lui.
“Ma tu hai recitato in Drak Shadows ,dove facevi David Collins?!!”, disse Viola quasi urlando.
“Si….”, disse lui un po’ scioccato, “ma mi avete riconosciuto? è passato così tanto tempo…”
“Si!!!!! Ma noi ci siamo viste quel film così tante volte che potremo riconoscerti anche se avessi 100 anni… ma cosa ci fai qui?”.
“Ho vinto un concorso per frequentare l’accademia e ho deciso di venire, ho sempre voluto frequentare questa scuola e finalmente ho l’età giusta per farlo… ma che bello che vi ricordate di me in Drak Shadows! Mi ricordo che è stato bellissimo girarlo…”.
“Ma quindi tu… tu….”, balbettò Viola,”hai conosciuto Tim Burton?”
“E Helena?”, disse Benny.
“E Johnny”, disse Viola.
“E Chloe?”, replicò Benny.
“E Michelle?”, continuò Viola.
“E poi anche Eva?”, esclamò Benny.
“Si…”, mormorò Gully.”
“OH MIO DIO!!!!!!”, esclamarono in coro le due ragazze abbracciandolo.
“Fra un po’ mi metto a piangere…”, mormorò Viola.
“Come vi chiamate? sapete così bene il mio nome e io non so il vostro…”.
“Io Bennedetta e lei Viola… e poi sai che….”.
Così i tre andarono avanti a parlare per un po’ finché non vennero tutti chiamati per cominciare la lezione.

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Capitolo 4
*** Una notizia ***


“Ragazzi, ragazzi un attimo di attenzione per favore devo fare un annuncio importante”, la direttrice della scuola, la signora Elisabeth Moore un donna sulla sessantina dallo sguardo severo, batteva il dito sul microfono per attirare l’attenzione degli studenti che chiaccheravano rumorosamente:
“Ehi Viola, Gully, la Moore sta cercando di parlare!”, Benedetta stava cercando di attirare l’attenzione dei suoi amici troppo impegnati a provare un scena che avrebbero dovuto giare nel pomeriggio.
Era ormai un mese circa che Benedetta e Viola erano alla scuola, le lezioni ormai di teoria erano finite e da poco gli insegnati di regia, gli facevano girare brevi filmati in cui loro stessi erano gli interpereti. La vita per le due ragazze era cambiata, si erano ormai abituate al clima di Londra, alla loro casetta e avevano fatto amicizia con un bel po’ di ragazzi del loro corso con cui uscivano la sera o andavano al cinema.
Ci volle un bel po’ prima di riuscire a fare stare zitti tutti e finalmente la Moore potè parlare:
“Bene ragazzi ho gradi notizie per tutti voi, tre grandi registi stanno cercando attori dai 19 a 25 anni per film che usciranno il prossimo anno,  in certi casi si tratta di piccole parti, in altri di personaggi più importanti. Si sono rivolti alla nostra scuola e mi aspetto che le persone che hanno le caratteristiche richieste dal regista facciano il provino. Il primo regista che cerca attori e attrici è Stevens Spielberg,  che cerca due ragazzi e una ragazza per il suo nuovo film western intitolato ‘La luce dietro il gran Kenion’, cerca due ragazzi bruni con occhi scuri e una ragazza bionda o rossa con un bel fisico, se pensate di poter partecipare al provino trovate le informazioni nella bacheca, il secondo regista è David Yates, che sta girando un film Fantasy ispirato alla triologia ‘Green, Red e Blue’ di Kerstin Gier e cerca molti personaggi tra cui le protagoniste, quindi presentatevi in numerosi al provino perché non ci sono particolari requisiti. L’ultimo regista che si è rivolto a noi è Tim Burton, anche lui alla ricerca di attori”.
No.
Non era possibile.
Benedetta e Viola si guardarono indecise se mettersi a urlare, a ridere o a piangere.
“Benny….”.
“Viola….”.
“AAAAAAAAAAAAAA!!!!!”, improvvisamente il silenzio fu interrotto da un urlo in sincronia e da due ragazze completamente impazzite che si abbracciavano urlando, piangendo e ridendo.
“Non ci credo, non ci credo, non ci credo!!!”, urlavano le ragazze.
“Em em em signorine?”, la signora Moore le guardava scandalizzate, anzi in realtà tutta la scuola le stava guardano.
Benedetta e Viola tentarono di ricomporsi e assumere un comportamento normale, anche se era veramente difficile.
“Bene…”, proseguì la preside, “… Dunque dicevo, il signor Burton però ha avvertito che visto che non ama i provini, ha già visionato tutte le vostre foto e i vostri video di presentazione e ha scelto già quattro ragazze della scuola che saranno le uniche a sostenere il provino…. allora le ragazze sono… un minuto….”.
Benedetta e Viola si abbracciarono mormorando:
“Possiamo farcela, possiamo farcela….”.
“Ti dico Viola che se scelgono me e non te o l’incontrario io ti metto in una valigia e tu vieni con me…”.
“Si esatto, se no facciamo finta di essere le sorelle siamesi di Big Fish così ne prendono due al prezzo di una…”.
La preside si schiarì la voce, allora le ragazze sono:
“Alice Glasgow….
Mary Bel….
 Kristina Wend
…. e Julie Harrison,
ragazze se dopo venite da me vi dico dove dovete andare per il provino”.
Era così dunque.
Era così che le speranze si rompevano davanti ai loro occhi.
Dunque è vero, è vero che tutti quei sogni non avrebbero mai portato da nessuna parte, che era tutto destinato a finire con quello stupido elenco di nomi.
Che alla fine Benedetta e Viola non avevano nulla di speciale, che erano due tra tantissime e i loro erano e sarebbero stati per sempre solo sogni troppo lontani per essere realizzati.
Ma avevano vissuto quel momento, quel momento in cui si erano sentite così vicine a tutto ciò che AMAVANO… e si erano sentiti così felici, così speciali, avevano sentito che ce l’avrebbero potuto fare….ma tutto ora era finito, ora quelle quattro ragazze avrebbero vissuto il loro sogno… e forse non lo avrebbero trovato neanche tanto interessante.
Quel sogno non era durato che un istante.
Un istante in cui avevano toccato il cielo con la punta di un dito.
Per poi essere velocemente riportate alla terra, al modo reale, quello a cui appartenevano e a cui non sarebbero mai sfuggite.
Ma… si dice che ci sia qualcosa, qualcosa di più forte di questo destino che le stava di nuovo portando al loro posto, qualcosa che avrebbe potuto farle volare, qualcosa che avrebbe potuto far realizzare il loro sogno…. la speranza.
E Bendetta e Viola non avrebbero mai smesso di sperare.
Mai.
Anche quando sarebbe potuto sembrare tutto perduto come in quel momento.

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Capitolo 5
*** Lacrime di gioia ***


Tim Burton si sistemò gli occhiali e osservò attentamente la prima ragazza che stava sostenendo il provino.
Stevens Spliberg strinse la mano al ragazzo entrato e lo mandò subito dalla costumista perché gli facesse indossare uno dei costumi di scena.
David Yates scorreva velocemente l’elenco con i nomi dei ragazzi che si erano presentati per il provino e fece distribuire a ciascuno, una piccola parte del libro da imparasi e recitare davanti alla telecamera.
Tim Burton cercava di catturare lo sguardo delle ragazze che stavano parlando con la direttrice di casting, gli occhi di una persona erano importantissimi per lui, dal primo sguardo che gli veniva rivolto, dall’intensità, dalla freddezza, dalla determinazione di quello sguardo, capiva se una persona era adatta o no al ruolo che l’attendeva… poi gli bastava scambiarci quattro parole e subito si rendeva conto se erano in sintonia, se si sarebbero potuti capire… bastavano queste poche cose… e proprio per questo non era affatto facile essere presi. Perché non dovevi semplicemente essere un bravo attore, dovevi in qualche modo fare parte di lui, avere qualcosa che ti legasse a quel mondo così particolare in cui lui viveva… essere un po’ pazzi forse, ma nello stesso tempo straordinariamente ordinari.
Per questo nessuna di quelle quattro ragazze sembravano essere adatta ai ruoli che aveva in mente:
“Un minuto”, disse proprio quando la direttrice del casting stava per mandarle via e rinunciare, “io…. ne avevo viste delle altre… non avrò buona memoria per i nomi, ma per i visi sicuramente si… e quando mi avete dato tutte le presentazioni dei ragazzi io ve ne avevo indicate altre due… una che mi aveva colpito particolarmente, con i capelli riccissimi proprio come quelli di Helena… e l’altra… ah giusto l’altra aveva degli occhi particolari che mi avevano subito attratto, grandi e chiari con i capelli biondi un po’ mossi… e sembravano proprio la copia delle due ragazze che avevo in mente da un po’”.
“I nomi non se li ricorda signor Burton?”, chiese la direttrice della scuola, la signora Moore, che era entrata in quel momento per vedere come stavano andando i provini.
“Mmmm… accidenti… aspetti mi pare che non erano Inglesi… erano… Italiane può darsi?”.
La Moore fece un rapido calcolo, di Italiani ce ne erano 10…. due ragazze… capelli ricci, capelli biondi, occhi chiari… ma vuoi dire che…
Gli mostrò le foto di due ragazze prese da un grande quadreno e chiese:
“Non saranno mica queste due?”.
Tim esaminò un attimo le foto, passandosi la lingua sulle labbra e riflettendo…. dopo poco risposo sicuro: “Si proprio loro mi piacerebbe vedere…”.
La Moore alzò gli occhi al cielo:
“ La avverto signor Burton rischia seriamente di essere travolto dal loro entusiasmo, sono proprio le sue due fan più sfegatate tutti dicono che è difficile farle parlare di qualcos’altro che non riguardi i vostri film o la signora Bonham Carter…”.
Tim si mise a ridere:
“Beh una ragione in più per incontrarle….”
“D’accordo”, disse la Moore ancora indecisa e poi voltandosi disse alla sua segreteria, “Mi vada a chiamare Viola e Benedetta del primo anno…”.
 
Stavano percorrendo il corridoio dietro alla segretaria che si era limitata a un:
“Seguitemi vi vogliono per un provino”.
Senza specificare un chi, dove, quando o come.
“Psss, Benny secondo te dove ci stanno portando….”.
“Non lo so, ma non ho un buon presentimento….”.
“Speriamo bene”, disse Viola mordicchiandosi il labbro alquanto agitata.
Arrivarono davanti a una porta e la segretaria con molta disinvoltura la aprì e disse tranquillamente:
“Signor Burton, queste sono Viola e Benedetta per il provino”.
Fu come se fosse stata scattata una foto e il tempo si fosse fermato improvvisamente.
Lui.
Dietro la scrivania.
Il suo sguardo su di loro.
Malinconico.
Strano.
Profondo.
Curioso.
In cui galleggiava ogni suo pensiero.
Nitido.
Occhiali.
Capelli.
O forse meglio dire, ciuffi neri e bianchi che andavano da tutte le parti.
Nero dei pantaloni.
Nero della camicia.
Come se lo erano sempre immaginato.
Era lui.
Tim Burton.
“Ciao Benedetta, ciao Viola…”.
“Tim…”, mormorarono le ragazze con un filo di voce, senza avere altre parole, altre parole per descrivere tutto quello che stava accadendo dentro di loro.
“Prego sedetevi”.
Si sedettero ammutolite.
“Dunque non voglio dirvi niente sul film… voglio solo che parliate un attimo davanti alla telecamera, per circa un minuto… inizia pure tu Viola”.
Viola sobbalzò e subito dopo disse di slanciò:
“Per me è difficile, difficile dire quello che sto provando in questo momento, sento che la mia mente sta componendo migliaia e migliaia di pensieri, intraducibili in parole… in genere non sono queste le cose che si dovrebbero dire a un provino, ma questo è quello che sento… e non ostante la mia vita sia stato un continuo mascherare me stessa, un continuo nascondermi dietro a qualcosa, un continuo non dire quello che provavo perché mi è sempre risultato difficile … ora sento di poterlo finalmente fare”.
Tim la fissava in silenzio, scosso profondamente da quelle parole, le ultime che si sarebbe aspettato.
Poi si voltò verso Benedetta:
“Bene, ora se vuoi dirmi qualche cosa pure tu…”.
“Io….”, disse la ragazza ma poi tacque un istante, “… tentare disperatamente di concludere un pensiero sensato mi è quasi impossibile, vorrei semplicemente dire qualcosa di logico, qualcosa di giusto, che mi faccia andare avanti in questo sogno… ma nei sogni non ci sono regole, non c’è sorte non ci sono spazi, non ci sono limiti…. lo so non sto dicendo cose sensate e di certo non sono Shakspeare…. ma essere qua, mi fa questo effetto, mi porta via in un'altra dimensione, nel mio sogno, nel nostro sogno…”.
Tim le guardò e scrisse due appunti sopra un foglio, poi si tolse gli occhiali e mormorò:
“è la prima volta che delle ragazze della vostra età improvvisano a un provino… mi piacete, avete avuto del coraggio!”.
Viola e Benedetta si guardarono un secondo prima di voltarsi di nuovo verso Tim che dopo avere scambiato due parole con la direttrice del casting disse:
“Va bene, potete andare…vi farò sapere…”.
Le guardò mentre si dirigevano verso la porta e proprio mentre stavano per uscire si alzò ed esclamò:
“Aspettate un attimo, ho deciso… siete brave, avete del coraggio, siete particolari e affiatate… mi piacete proprio e…. siete prese nel film nel ruolo delle protagoniste!”.
 
 
Solo quando furono mandate un attimo fuori mentre la direttrice del casting prendeva gli ultimi accordi, Viola e Bendetta si guardarono per un istante, per poi gettarsi una nelle braccia dell’altra a piangere.
Piangere come non avevano mai pianto prima.
Piangere Insieme.
Piangere di gioia.
 
 

Eccomi di ritorno!!! Con un nuovo capitolo, come promesso alla mia sorellina Cora.... devo ammettere che scrivendo questo capitolo mi sono proprio commossa... spero che a voi piaccia <3 <3 Colgo l'occasione per dire a NellieLestrangeLovett che le voglio tanto tanto tanto tanto tanto bene <3 <3
 
 
     

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Capitolo 6
*** L'Incontro ***


Passò circa una settimana e tutto sembrava tornato come prima.
Sembrava quasi che dopo quel provino alla fine non fossero state perse veramente nel film.
Solo una sera mentre Benedetta guardava ‘Mastrechef’ alla televisione e Viola leggeva su una poltrona a fianco tentando di non essere distratta dai continui commenti dell’amica, su questo o quell’altro il telefono squillò.
“Vai tu Viola!”, strillò Benny non ostante l’altra si trovasse a un metro di distanza.
Viola si alzò appoggiando il libro e sbuffando:
“Pronto?”, disse alzando la cornetta.
“Parlo con Benedetta o con Viola?”, chiese una voce che era quasi familiare dell’altro lato.
“Sono Viola…”.
“Ciao Viola, sono Tim, la scorsa settimana tu e Benedetta avete fatto il provino per il mio film giusto? be vorrei che veniste a casa mia o ci vedessimo in un bar, vorrei un po’ discutere della sceneggiatura, darvi il copione e sapere se accetterete…”.
Viola era molto emozionata e fece un segno veloce all’amica perché abbassasse il volume della televisione dato che farsi trovare da Tim Burton a guardare ‘Mastrchef’ non era proprio il caso…
“Pronto?”, chiese Tim dato che non sentiva più nulla.
“Ah si si si ci sono”, rispose in fretta Viola, “un minuto che chiedo… Benny è… Tim… e ci chiede se ci vogliamo vedere per discutere della sceneggiatura…”.
“STAI SCHERZANDO???”, gridò quest’ultima mettendosi ad urlare, “AAA NON CI CREDO NON CI CREDO!!!!”.
“…mi sembra di capire che va bene…”, disse Tim ridacchiando.
“Ma certamente signor Burton”, balbettò Viola.
“Chiamatemi pure Tim! Allora facciamo verso le cinque nel bar quello sotto casa vostra, che non è troppo lontano neanche da qui?”.
“Ok….”, disse Viola tutto d’un fiato.
“Perfetto allora a dopo!”.
“A dopo”.
Viola riattaccò la cornetta e si girò verso l’amica che la guardava a bocca aperta, in piedi sul divano, il telecomando stretto in una mano mentre il tipo di ‘Masterchef’ continuava a parlare.
 
Quando arrivarono al bar, Tim era già seduto al tavolo, una camicia e dei pantaloni neri, gli occhiali scuri e davanti una tazza di caffè.
“Ciao”, disse facendo un segno a Viola e Benedetta.
Le due si sedettero.
“Che carine che siete vestite così…”, disse Tim osservando i loro leggins a righe bianche e nere e le due maglie intonate con i pantaloni e gli anfibi nello stile ‘Mrs Lovett’ come dicevano loro.
Entrambe arrossirono mormorando un grazie, mentre Tim pescava nella sua borsa per estrarne un mazzo di fogli.
“Dunque”, disse togliendo gli occhiali da sole e inforcando quelli da vista, “Ancora non vi ho detto nulla riguardo al film, quindi vi spiego ora: visto che mi hanno chiesto spesso di rifare un film sullo stile fantascientifico un po’ come “Mars Attack!”, ho deciso di fare questa specie di sequel ambientato nel futuro “Compuetrs Attack!”. La storia tratta di queste due ragazze del futuro, e Korla e Alysia che vivono insieme al padre Declan a YassCity in una società dove gli uomini sono come macchine e i Computer regolano ogni tipo di quotidianità. Così un uomo di potere, Wilbur Wolber decide di prendere il potere su tutti i computer e di rivoltarli contro il genere umano con l’aiuta della sua spietata moglie e spia Xelena. La storia poi è strana e molte volte anche molto ambigua con un finale che ho deciso di lasciare aperto… comunque ecco vi lascio a entrambe il copione così potete leggervelo e se accettate di partecipare a questo film, poi dovremo vederci per discuterne insieme”, disse porgendo a entrambe due mazzi di fogli, “Viola a te ti vedrei molto bene nella parte di Alysia e te Benedetta a fare Korla…”.
Le due ragazze presero a sfogliare il copione che era pieno anche di disegni di Tim e varie foto, ma entrambi a un tratto si bloccarono sulla pagina del cast e lessero incredule se stessero sognando:
Cast principale:
 
Declan Red: Johnny Depp
Wilbur Wolber: Alan Rickman
Xelena Wolber: Helena Bonham Carter
 
 
 
 Quello DOVEVA essere un sogno.....

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