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Shikamaru
Nara era in piedi, appoggiato con una spalla, allo stipite della porta.
Osservava, seccato, una ragazza dai lunghi capelli biondi, accucciata ai piedi
del letto, per cercare qualcosa.
“Ino...guarda
che facciamo tardi. L’Hokage non è paziente.”
Era
la quarta volta che le diceva quella frase. Ed era la quarta volta che lei
rispondeva con un cenno scocciato della mano.
Il
ragazzo sbuffò. L’hokage li aveva convocati per una nuova missione. Di nuovo.
In quel periodo lui e Ino erano stati spediti da un sacco di parti. Sembrava
che gli altri ninja del villaggio fossero in vacanza!
“Trovato!”
Ino
si alzò di scatto. Teneva in mano un coprifronte. Il suo coprifronte.
“Adesso
possiamo andare?” lei annuì, con un sorriso. Il giovane sbuffò di nuovo.
Raggiunsero
velocemente il palazzo dell’Hokage. Non era molto lontano da casa Yamanaka.
“Godaime?”
Ino entrò leggermente titubante. Erano rare le volte in cui lei andava li. Di
solito erano Shikamaru o Asuma che si occupavano di informarsi sulla missione
da compiere.
“Buongiorno
ragazzi.” Esclamò, una voce pimpante. Ino sorrise. Una bella donna, bionda,
sorrideva nella loro direzione.
“Vi
prego accomodatevi.”
I
due non se lo fecero ripetere. Si sedettero davanti a Tsunade. Lei li osservava
sempre con un sorriso.
“La
missione che vi sto per proporre è abbastanza importante e delicata. Dovrete
recarvi a Suna. Al palazzo del Kazekage. A quanto pare, è stato minacciato; e
visto che molte delle guardie di Suna sono in missione, hanno chiesto il nostro
aiuto.”
Shikamaru
la osservò un secondo, con un sopracciglio inarcato.
“Ma
cosa possiamo fare noi due?”
In
effetti, pensò Ino, loro erano si, due Chuunin, però...pur sempre ragazzi.
“Oh,
non sarete solo voi due. Un primo gruppo è già partito. È composto da Sakura,
Rock Lee e Naruto. E con voi...”
La
bionda si domandò perché ci fosse Lee con loro, e non Sai. Di solito era lui il
terzo componente da quando Sasuke...da quando...
“Posso
entrare?”
I
due ragazzi si voltarono verso la porta. Una ragazza dai lunghi capelli neri li
osservava leggermente imbarazzata.
“Hinata!”
Ino scattò in piedi per salutare l’amica.
“Che...non
sarà mica lei che ci accompagnerà!?” esclamò Shikamaru, scioccato, guardando
l’Hokage.
“E
invece si. Hinata Hyuga con il Byakugan vi sarà molto utile.”
“Ma...ma
non poteva venirci Neji?”
Non
voleva due donne. No. Sarebbero state un peso! Avrebbero parlato per tutto il
tempo, di pettegolezzi e di...ragazzi. Shikamaru rabbrividì al solo pensiero.
“Neji
Hyuga è già in missione.”
“Chouji!
Perché non Chouji! Lui è il componente della nostra squadra!”
“Sono
sicura che tu e Ino ve la caverete benissimo senza di lui, senza contare che
non potrebbe comunque venire...” sbuffò scocciata, la donna.
“Perché?”
domandò, candidamente, Ino.
“Ha
fatto indigestione.”
Shikamaru
sbuffò. Suna era lontana. Almeno tre giorni di cammino. Tre giorni con due
ragazze. Sarebbe morto...
Una
ragazza dai capelli rosa, saltava da ramo in ramo, mettendo una sostanziosa
distanza fra lei e i due compagni di squadra. Sembrava immersa nei propri
pensieri. Totalmente estranea alle chiacchiere dei suoi compagni. Indifferente
e disinteressata.
“Sakura-chan!
Rallenta!”
Un
ragazzo dai capelli neri, la raggiunse. Lei lo fissò per qualche secondo e
sospirare.
“Lee,
l’Hokage è stata chiara. Dobbiamo fare in fretta. Ci potrebbe essere un attacco
da un momento all’altro a Suna.” Disse, senza smettere di saltare.
Anche
il terzo ragazzo li raggiunse.
“Ma
Sakura...l’avvertimento è stato dato solo tre giorni fa!”
Lei
guardò il ragazzo biondo, irosa.
“Naruto...tre
giorni sono più che sufficienti per attaccare un villaggio, sprovvisto di
guardie. Per di più se il piano è stato preparato precedentemente.”
Il
ragazzo abbassò lo sguardo, imbarazzato. Come al solito, Sakura, aveva ragione.
A differenza sua, ragionava. Pensava alle cose. Lui, al contrario, prendeva
tutto con leggerezza ed era un tipo impulsivo. Sbuffò.
“Sbrighiamoci
allora. Non ho voglia di discutere con Kankuro, sul fatto che quelli di Konoha
sono degli imbecilli.”
Lee
spalancò la bocca sbigottito.
“È
questo che pensa di noi, quel gattaccio? Appena arriviamo mi sente!”
E
insieme al biondo, velocizzò la sua corsa. Non prima di aver sorriso dolce alla
ragazza dai capelli rosati.
“Che
idioti...” sussurrò lei, con le labbra increspate in un sorrisetto.
Tre
ore dopo, stanchi e affaticati, si concessero una pausa sulla riva di un
torrente. Naruto tolse veloce le scarpe da ninja e immerse i piedi nell’acqua
pura e trasparente.
“Ah!
Sollievo...” esclamò, lasciandosi cadere sull’erba e senza togliere i piedi
dall’acqua. Sakura sorrise.
“Oh!
Avanti! Non fa poi così caldo, baka!” disse, buttandogli un po’ di acqua in
faccia. Lui rise, divertito.
“Tu
credi, Sakura-chan?”
La
ragazza si girò verso Lee. Aveva le mani unite a coppa...
“No!
Lee, non ci provare!” urlò, alzandosi.
SCIAFF.
Il
moro le aveva schiaffato l’acqua in piena faccia. Sakura lo guardò infuriata.
“Idiota!!”
sibilò, guardandolo. Lui rideva senza ritegno, imitato da Naruto.
La
ragazza li osservò un attimo, e poi si lasciò andare ad una risata.
“Cosa
è stato?” Naruto era scattato in piedi. Si era voltato di scatto verso un
cespuglio.
“Eh?”
anche Lee lo aveva imitato.
Osservarono
tutti e tre il cespuglio, finché un batuffolo bianco non ne uscì fuori.
“Un
coniglio?” domandò Lee, quasi schifato all’idea che non fossero nemici.
“Pff!
Sapevo che non ci dovevamo distrarre. Cosa avremmo fatto se fosse stato un
nemico? Eh? Rimettiamoci in marcia, va!”
Si
alzò, arrabbiata, e saltò senza degnare di uno sguardo i due compagni.
“Ma...”
Naruto
poggiò una mano sulla spalla del moro.
“Da
quando Sasuke se ne è andato, è ancora più insopportabile...”
E
la seguì.
* *** *
Shikamaru
sbuffò, seccato.
“La
volete smettere di parlare?”
Il
suo rimprovero non era riferito tanto ad Hinata, ma ad Ino. Sembrava che non
vedesse la Hyuga da secoli! Le aveva raccontato tutto quello che le era
successo negli ultimi giorni, senza tralasciare il minimo particolare; nemmeno
quello più insignificante.
“Oh!
Insomma Shika! Non essere sempre così...così...”
Ino
pensò ad un aggettivo adatto al ragazzo.
“...noioso!”
esclamò, infine, sorridendo. Lui borbottò, scocciato.
“Io
noioso, Yamanaka? Sei tu che non fai che parlare!” disse, guardandola. Lei
sbuffò.
“Bhe...che
c’è di male? Una volta tanto che Hinata è con noi! Insomma! Penserà che sei
noioso!”
Lui
la fissò, interdetto.
“Non
penserà che sei tu ad essere noiosa con tutte quelle chiacchiere?”
La
bionda spalancò gli occhi indignata. Si girò verso Hinata, in cerca di
supporto.
“I-io...non
penso che Ino-chan sia noiosa...” balbettò, guardando la schiena del ragazzo.
“Visto?!”
esclamò, Ino, trionfante. Il ragazzo con la coda sbuffò.
“Sei
insopportabile, Yamanaka.”
Lei
sorrise, ma non per molto. Afferrò un Kunai dal marsupio che teneva legato in
vita, e lo lanciò verso un albero.
Un
uomo cadde a terra, privo di vita.
“Che
noia...” sibilò Shikamaru, prima di dare un pugno ad un Ninja, sbucato dallo
stesso luogo del compagno.
Ino
diede un calcio ad un altro nemico. Constatando che non ci fosse nessuno, ne
davanti, ne dietro di lei, osservò la situazione. Shikamaru teneva abilmente
testa ad uno Shinobi...ma Hinata...
“Byakugan!”
Ino
scattò. Lanciò uno shuriken verso il nemico. Lo vide cadere a terra.
Un
tonfo le fece capire che anche Shikamaru aveva completato il suo...lavoro.
“Tsk...sono
del villaggio del suono.” Proclamò, lui, fissando il simbolo sul loro
copricapo. Ino sussultò.
“Sono...al
servizio di Orochimaru?”
Il
giovane la guardò.
“Si.
Sicuramente...”
Osservò,
curioso, la reazione dell’amica. La vide stringersi le braccia, la vide
tremare, abbassare lo sguardo. E vide una lacrima. Solitaria, abbandonata e...
“Bellissima...”
Hinata
guardò stupefatta il ragazzo. Ino sicuramente non l’aveva sentito, visto che
aveva ripreso a saltare, lasciandoli indietro. Forse per sfogare la sua rabbia.
Forse per piangere senza essere vista. Forse per soffrire silenziosa.
“Hai
ragione...” bisbigliò, superandolo, e correndo nella stessa direzione della
bionda. Shika spalancò gli occhi, ma poi sorrise. Raggiunse la corvina e le
diede una pacchetta sulla spalla. Sorrise. In fondo, era quello che lei avrebbe
voluto sentire da Naruto. La poteva capire, benissimo.
Era
notte. E lei era di turno.
Sakura
era seduta davanti ad un fuoco, e lo osservava incantata. Tentava di non
pensare a nulla. Di lasciare la mente libera, sgombra. Di concentrarsi solo
sulla missione. Solamente su Suna, Gaara, Naruto e Lee. Nessun altro. Nessun
Sasuke Uchiha o...ecco. Ci aveva pensato di nuovo.
Sospirò.
E come faceva a non pensarci? L’aveva amato per tanto tempo, tantissimo. E
sapere che il suo amore, era stato inutile la faceva demoralizzare e
intristire.
“Perché
non vai a dormire? Ci sto io qui...” l
La
ragazza dai capelli rosa si voltò. Rock Lee era in piedi di fronte a lei. Le
sorrideva.
“Non
riuscirei comunque a dormire. Tanto vale che me ne stia qui...” sussurrò. Il
moro le si sedette accanto.
“Allora
ti farò compagnia...”
L’Haruno
sorrise. Si abbracciò le ginocchia e poggiò la testa su di esse.
“Sai,
Lee...non pensavo che Sasuke potesse fare una cosa del genere...”
Il
giovane annuì.
“Ho
sempre saputo del suo desiderio di vendetta verso Itachi, ma non pensavo...che
sarebbe arrivato a tanto. Ci ha traditi, senza nessun dubbio o rimpianto,
forse. È passato dalla parte di Orochimaru, ed è diventato un assassino...”
Non
aveva mai detto a nessuno quello che pensava su Sasuke. A nessuno. Quindi si
chiese perché ne parlava proprio con Lee. Certo, lui era suo amico, e gli
voleva un gran bene. Ma non aveva mai parlato di cose...così serie.
“Sai
Sakura...penso che una parte dei tuoi pensieri sia errata. Sasuke non è
diventato un assassino. Lo era già. Ogni ninja è un assassino. Quindi lo sei
anche tu. Tutti noi abbiamo ucciso nemici in battaglia. Magari non ce ne siamo
preoccupati perché era in pericolo la nostra vita, però...questa è la realtà.”
La
rosa aveva gli occhi spalancati per lo stupore. Aveva ragione lui! Lee aveva
perfettamente ragione.
“Hai
ragione. Però...ormai, anche se l’ho amato per tanto tempo, non posso che
provare odio verso di lui. Un odio debole, forse. Ma comunque odio...”
Lee
sorrise.
“Non
dovresti dirlo. L’odio non può essere debole. L’odio è un sentimento che ti
acceca, quindi è forte. Ma mi pare che tu sia ancora lucida...e innamorata di
lui. Altrimenti non staresti così male...”
“E’
ovvio che sto male! Ci ha traditi!” aveva alzato la voce, arrabbiata e offesa.
“Bhe,
anche Tenten sta male, ma non è come te.”
Sakura
sbuffò.
“Tenten
non aveva il mio stesso rapporto con Sasuke...”
“E
nemmeno Ino, ha paura di ammettere di provare ancora qualcosa per lui.”
La
ragazza spalancò gli occhi.
“No!
Ino non può...aver detto una cosa simile!”
Il
ragazzo annuì.
“Non
avrai creduto che solo i tuoi sentimenti verso Sasuke fossero veri?!”
Naruto
era in piedi, dietro di loro. Aveva detto quella frase seccato e scocciato.
“Non
vedo perché Ino non possa dire di amare ancora Sasuke. In fondo l’ha sempre
detto. Non penso che fosse così superficiale...”
“Ma...ma...lei
sembra felice!”
“Tenta
di andare avanti, perché nonostante lo ami, ha capito che lui non tornerà.”
Disse Lee, fissando gli occhi verdi di Sakura, che arrossì.
Due
giorni di viaggio.
Shikamaru
osservava la bionda che correva accanto a se. Aveva lo sguardo dritto davanti a
lei, sembrava da tutt’altra con la mente.
Il
ragazzo si girò alla sua destra. Hinata, con mezzo sorriso, correva tranquilla.
Aveva dovuto ricredersi. Hinata era una compagna piacevole. Parlava con lei
volentieri, non sembrava una di quelle ragazze che pensano solo ai vestiti, ai
ragazzi o...a cose superficiali. La ragazza aveva tentato di fare partecipare
anche Ino, nei loro discorsi, ma sembrava che da quando avevano accennatoad Orochimaru, due giorni prima, non fosse
più interessata alle chiacchiere. Totalmente concentrata sulla missione.
Shikamaru
sbuffò. Non era molto piacevole avere una Ino in quello stato nel gruppo.
Nemmeno un po’. Maledì Sasuke mentalmente, per aver ridotto così la sua amica.
Maledetto vendicatore dei suoi stivali.
Per
lo meno, quella missione aveva un vantaggio. Avrebbe potuto rivedere Temari.
Era da un po’ che non si incontravano. Aveva voglia di fare una chiacchierata
con lei.
“A
che pensi?” Hinata lo osservava curiosa. Lui le sorrise.
“Al
fatto che potrò parlare con Temari...ci sono un po’ di cose che le voglio dire.
Poi mi piace molto conversare con lei. Mi capisce...”
“Tsk...”
La
ragazza dai capelli biondi l’aveva superata, dopo un verso di seccatura. Lui la
osservò, poi la raggiunse.
“Che
hai?!”
“Lasciami
in pace, Nara.” Ordinò, acida.
“Che...Ino,
sei insopportabile in questo periodo, sai?”
“Oh,
mi dispiace. Sono sicura che la tua bionda ti consolerà.”
All’inizio
Shikamaru pensò che si riferisse a se stessa, ma poi fece due+due. Ovvio che
parlava di Temari...
“Maledizione...che
noia, le donne...” osservò seccato la schiena della ragazza.
“Non
ti preoccupare, Shikamaru. È solo un po’ triste...” mormorò Hinata, sorridendo
rassicurante. Lui sbuffò.
“Manderà
a monte la missione, se continua così...”
Ino
si maledì. Che diavolo era quella maledetta scenata? Era forse impazzita?
Sospirò. Da quando Sasuke se ne era andato soffriva di sbalzi d’umore. Anche
più del solito. Eppure, non aveva smesso un solo attimo di pensare al giovane
Uchiha. Nemmeno per un nano secondo. Era più forte di lei.
Osservò
la lunga distesa di deserto davanti a se. Voleva dire che mancava poco a Suna.
Al solo pensiero si arrabbiò. Voleva dire che mancava poco a Shikamaru, per
rivedere la sua adorata Temari.
Cacciò
fuori la lingua in segno di disgusto.
Naruto
stava parlando decisamente divertito con Lee. Parlavano degli allenamenti che
il moro seguiva con Gai. Naruto rideva
ad ogni imitazione, perfetta, del maestro da parte di Lee.
“Sai,
amico, potresti essere suo figlio!!”
Rock
Lee rise.
“Già,
certo. Avrei poster appesi in camera sulla bellezza della gioventù. Una dieta
equilibrata. E farei allenamenti ogni giorno...fantastico!” esclamò, lui,
sarcastico.
“La
volete smettere di fare gli idioti? Siamo in missione. Potrebbero attaccarci!”
Sakura
era stufa delle loro chiacchiere. Aveva fame e sonno. Erano quasi tre giorni che
non dormiva, e che non mangiava a sufficienza.
“Sakura...sicura
di stare bene? Sei abbastanza pallida...” Lee le si era avvicinato. La
osservava leggermente preoccupato. Lei arrossì. Non sapeva perché, ma le
facevano quell’effetto gli sguardi del ragazzo.
“Si...sono
solo un po’ stanca.” Sussurrò, accelerando.
“Vuoi
riposarti, Sakura? Non c’è problema per noi...”
Lei
gli sorrise rassicurante.
“No.
Dobbiamo fare in fretta...ma grazie per il pensiero.”
Naruto
li osservava malizioso. Aveva sempre saputo dei sentimenti di Lee, per la rosa.
Ma sembrava che nemmeno lei, in quei giorni, rimanesse indifferente alla
dolcezza del giovane. Sospirò felice. Almeno così si sarebbe tolta Sasuke dalla
testa.
“Sakura...chi
sono gli altri ninja di Konoha, che ci devono raggiungere?”
“Non
è ho la minima idea. Però so che Tsunade in questo periodo manda spesso
Shikamaru e Ino in missione.” Disse, riflettendo.
“Quindi
il team 10...”
“No.
Almeno non al completo. Chouji ha fatto indigestione, quindi non può muoversi
dall’ospedale. Devono averlo sostituito.”
Il
biondo pensò. Un sostituto? Non erano molti i ninja liberi in quel periodo.
C’erano Hinata, Kiba e Tenten. I restanti erano in missione.
Sarebbe
stato felice se fosse stata Hinata la sostituta. Era da un po’ che non la vedeva,
e nonpoteva nascondere che le era
mancata.
“Siamo
arrivati, Naruto.” Sakura l’aveva richiamato. Lui alzò lo sguardo. Le porte di
Suna si intravedevano, davanti a loro.
Questa è una fanfiction scritta a quattro
mani, da me e Gio93. Si svolge durante la seconda serie di Naruto. Abbiamo già
scelto l’intera trama della storia. Speriamo che sia di vostro gusto...
"Devo ammetterlo, tornare qui mi fa sempre un
certo effetto" sospirò estasiata la kunoichi medico, osservando rapita le
alte mura che proteggevano il villaggio.
"Quand'è che ci saresti stata che non
ricordo?" le chiese Naruto che ormai si trovava di dieci metri avanti a
loro.
"Bhè, sai com'è Naruto-kun, in tre anni
è facile che capiti di fare qualche giro da queste parti" ribatté Lee,
ridendo poi alla faccia imbronciata del biondo.
Allungarono il passo, e stavano proprio
entrando nel villaggio quando una voce severa li fermò.
Fecero appena in tempo a scansare le lunghe
lance, che davanti a loro si pararono quattro ninja della sabbia.
"Di qui non si passa senza consenso del
Kazekage"
"Ma siamo solo tre Chuunin di Konoha
e..."
"Niente da fare" lo interruppe
quello che sembrava il capo "fin quando non sarà passato il pericolo di un
possibile attacco"
Naruto sbuffò infastidito.
"Allora stiamo freschi"
"Naruto, non fare sciocchezze"
bisbigliò Sakura al suo orecchio.
"Puoi ripete ragazzo?"
"Ho detto che stiamo freschi, noi siamo
venuti qui per ordine dell'Hokage Tsunade, guarda caso, proprio per AIUTARE a
proteggere il Kazekage"
Le
guardie sembravano non aver apprezzato il tono strafottente del ragazzo e lo
squadrarono con sufficienza.
"In
ogni caso" continuò il capo con un ghigno "voi non entrerete nel
villaggio"
Schiocco
le dita, e gli altri tre si disposero a sbarramento, nel caso che i ninja della
foglia tentassero di sorpassarli.
"Vi
auguro buona giornata, pivelli"
A
Sakura cominciò a pulsare una vena e le mani le prudevano...che voglia che
aveva di spaccare il muso a quel tipo, neanche se lo immaginava!
Lee
si sedette per terra.
"Non
possiamo fare altro che aspettare"
Osservò
gli altri due annuire, e un leggero sorriso gli attraversò il volto quando
Naruto borbottò un "Rimbeciuchiti"
Non
fecero però in tempo a mettersi comodi, che una voce li richiamò.
"Sai
sopracciglione, mi sa che non dovrete rimanere lì al
caldo così a lungo come avevi immaginato"
Si
erano fermati a bere ad una pozza d'acqua non lontana da Suna, a quanto diceva
Shikamaru.
Questo
pensiero la disturbò un poco, e strinse più del dovuto il pezzo di stoffa fra
le sue mani. Risultato, dovette imbeverlo di nuovo nella pozza.
Hinata non si era
sentita molto bene da quando erano entrati in pieno deserto.
"Non
ci sono molto abituata" aveva pigolato in segno di scusa.
Ino
rise di gusto e le scompigliò i capelli, facendola arrossire.
"In
questo modo possiamo riposarci anche noi, questo clima così caldo è stancante e
poi..."
Si volto a guardare il ragazzo, distratto, con
lo sguardo fisso su un gruppo di nuvole che passavano di lì.
"...Nara
è contento, finalmente può riguardare le sue amate nuvole" fini
borbottando in tono acido.
Alla
Hyuga scappò un risolino.
Passarono
una ventina di minuti, quando finalmente si rimisero in marcia.
"Dobbiamo
sbrigarci, altrimenti faremo tardi" urlò il domatore di ombre alle due
compagne.
"Come
mai così di fretta Nara? Di solito non sei così in forma"
"Ti
faccio presente Yamanaka che Tsunade ci ha detto di muoverci, il giorno
dell'attacco non è specificato e, nel peggiore dei casi, potrebbe già
esserestato messo in atto"
La
bionda strabuzzò gli occhi, per poi abbassarli.
Di
solito era LEI a chiamare lui Nara, giusto per farlo innervosire un po'; odiava
essere chiamato così, forse perché di solito le persone si appellavano in quel
modo a suo padre.
Ormai,
il legame odio/amore padre-figlio era ben noto ad Ino, che lo usava sempre come
scusa per bisticciare infantilmente con lui.
Ma
sentire il ragazzo chiamarla Yamanaka...un brivido le corse giù per la spina
dorsale. Non era per nulla piacevole, nemmeno un po'.
Hinata
intanto aveva puntato il suo sguardo su Shikamaru che, dopo alcuni minuti, si
voltò. Avere quegli occhi addosso, gli metteva soggezione, soprattutto adesso.
La
mora lo guardava come per dire Fai-subito-qualcosa-altrimenti-te-ne-pentirai.
Sbuffò
infastidito.
"Tsk...donne..."
E
detto questo cominciò a saltare ancora più velocemente.
Ino
si nascose il viso con il lungo ciuffo, e guardò i sui piedi come se fossero la
cosa più interessante al mondo.
La
Hyuga non poté fare altro che scuotere la testa, afflitta.
Quei
due non sarebbero MAI cambiati.
I
tre osservarono sorpresi il ragazzo davanti a loro. Alto e robusto, la faccia
piena di segni viola. Indossava una tuta nera con cappuccio e sulle spalle
aveva tre rotoli da richiamo.
Le
guardie appena lo videro si inchinarono.
"Signore"
tentò di dire uno di loro.
Lui
alzò una mano zittendolo.
"Lasciateli
passare, sono venuti ad aiutarci e ci si può fidare ciecamente di loro"
Detto
questo avanzò.
"E'
da un po' che non ci si vede, ragazzi"
Naruto
sorrise e ricambiò la stretta di mano che l'altro gli stava porgendo.
"In
tre anni non sei cambiato per niente...gatto spelacchiato"
Sakura
gli arrivò alle spalle e lo atterrò con un pugno ben assestato, mentre Lee la
guardava con gli occhi lucidi...com'era forte la sua Sakura-chan.
"Neanche
tu sei cambiato tanto, se ti fai battere così facilmente, e da una donna, addirittura"
La
kunoichi crocchiò le dita e si voltò a guardarlo.
"Se
vuoi ce n'è anche per te, Kankuro-san"
Alla
sua faccia inorridita, tutti non poterono fare altrimenti che ridere, anche le
guardie.
Il
ninja si accigliò, e con tono autoritario sbottò "Il Kazekage vuole
vedervi per parlare del piano di difesa, è piuttosto agitato, meglio se ci
muoviamo, e voi tre..." si voltò minaccioso verso le guardie che
indietreggiarono.
"...dopo
facciamo i conti"
Dei colpi attutiti alla porta.
Gaara alzò lo sguardo distrattamente,
ringraziando chiunque ci fosse dall'altro lato della parete.
Sua sorella Temari gli stava facendo un
discorso su "Come comportarsi quando accadevano blablabla"
Subito dopo aveva smesso di ascoltarla e la
sua mente fantasticava su quando avrebbe rivisto Naruto.
Sapeva
che era nella squadra di supporto, e non vedeva l'ora di vederlo, anche se
tentava di nascondere il suo entusiasmo.
Dopo
tre anni di allenamento con il Sennin Jiraya voleva
confrontarsi con lui, subito dopo aver risolto quella stupida piaga politica su
cui Temari andava tanto farneticando.
"Avanti"
disse con tono apparentemente allegro, cosa che gli procurò un'occhiataccia
dalla sorella.
Dopo
poco, davanti a lui comparvero Kankuro, leggermente livido in volto, e tre
persone.
Sakura
e Lee, che lo salutarono con un rispettoso "Kazekage-sama"
e gli rivolsero un sorriso.
Ma
soprattutto Naruto, che invece lo guardò con uno sguardo tra lo stupito,
l'offeso e l'orgoglioso e che proruppe in un entusiasta "Gaara, è da tanto
che non ci si vede" e lo stritolò in quello che doveva esser un abbraccio.
"Anche
tu mi sei mancato, in un certo senso, ma se mi molli è meglio" disse il
rossiccio, molto vicino ad un principio di soffocamento.
Un
colpo di tosse li riportò alla realtà.
"Anche
se siamo contenti che voi siate qui, dobbiamo occuparci di faccende più
importanti" sentenziò Temari, appoggiata da Kankuro che annuì.
"Ci
saremmo arrivati fra poco" borbottò Gaara.
Si
voltò e si diresse al davanzale dove guardò fuori.
"Voi
cosa sapete?"
Lee
guardò i compagni e, dopo il loro assenso, cominciò.
"Tsunade-hime ci ha spiegato che è arrivata una lettera qui
a Suna dove si spiegava che ci sarebbe stato un rapimento diretto e
Lei..."
Un
ringhio attraversò l'aria.
"Dammi
del tu, almeno voi"
Sakura
e Naruto si guardarono e sorrisero complici, mentre Lee li fissava
interrogativo intanto che riprendeva.
"Diretto
a te...e visto che le guardie del villaggio sono impegnate al fronte, hanno
deciso di mandare noi ad aiutarvi"
Temari
si diresse verso la scrivania e cominciò a frugare nei cassetti.
"Cavoli,
ma è mai possibile che qua dentro sparisca tutto? Aspetta, ma questo cos...OH
CAVOLI!"
Si
alzò in piedi, fissando inorridita il contenuto del cassetto.
"Ma
come ha fatto a finire qui? E'...è impossibile!" e continuava a guardare
dalla scrivania a Gaara.
Poi
un lampo di considerazione le passò negli occhi, e si voltò verso Kankuro.
Il
marionettista stava guardando un ragnetto che tesseva
la sua tela in un angolo del soffitto, ma si voltò verso di lei con un'espressione
tesa e disse "Dovremmo dare una pulita..."
"Ma
che pulita è pulita! Sei un PORCO!" e gli lanciò contro una rivista di
nome "Fiore di Loto"
Sakura
a quella vista arrossì, mentre i tre ragazzi ridacchiavano sotto i baffi.
"Kankuro-san, non si fanno certe cose, no no" disse maliziosamente Lee, guadagnandosi due pacche
di complimento da un Naruto sull'orlo di una crisi.
"Non
dovremmo parlare del rapimento di Gaara?" chiese infastidito, voltando il
viso, diventato ormai color peperone.
"Sì,
ma dopo ci torniamo a parlare di quel coso..." gli ricordò Temari
infuriata.
Il
fratello la guardò storto.
"Prima
le guardie, poi questo, e alla fine la tua sfuriata...che giornata del
cavolo"
"Guardie?"
domandò Gaara stupito "E' per questo che avevi quella faccia prima?"
"POSSIAMO
TORNARE AL TUO RAPIMENTO?" richiese lui con una voce stridula.
"Sì,
sta tranquillo" Temari tornò a cercare e alla fine porse ai tre di Konoha
un biglietto "la lettera arrivata quattro giorni fa"
Sakura
la afferrò e cominciò a leggerla, con i due compagni appollaiati sulle spalle a
mo' di pappagalli.
Le
espressioni dei tre divenirono in sequenza: sospetto,
stupore e infine, rabbia.
"Teme!
Non hanno nient'altro da fare che tentare di rovinarci la vita?" urlò
furioso Naruto tirando un pugno alla parete della stanza.
Lee
aggrottò le sopracciglia mentre rifletteva.
"Avete
notato anche voi quello che ho notato io?"
Il
biondo guardò gli altri, confuso.
"Di
che parlate?"
"Se
fossero davvero loro non si sarebbero preoccupati di mandare un messaggio di
avviso, avrebbero rapito Gaara, punto e basta" spiegò Sakura.
"Quindi
saremmo venuti qui per niente?"
"Non
è detto" disse Temari
"Potrebbero
farlo lo stesso, e aver cambiato modo di agire, oppure potrebbe essere qualcun
altro che usa il loro nome....come, per esempio, Orochimaru" continuò
Kankuro.
A
quel nome, il silenzio calò nella stanza, raggelante e pesante come una cappa
di cemento.
Sakura
riposò velocemente il foglio sul ripiano di legno, senza degnare nessuno di uno
sguardo.
"In
ogni caso, dobbiamo preparare il piano difensivo" disse Gaara,
interrompendo quel silenzio imbarazzante.
"Con
soli tre ninja di supporto? Non ce la faremo mai"
Naruto
rise tirando una gomitata al ragazzo vestito di nero.
"Su
questo ti sbagli di grosso caro mio"
"Ah
davvero?"
"Esatto,
noi non siamo in tre" rincarò la dose Lee.
"E
gli altri dove sarebbero?" chiese Kankuro velenoso.
Delle
urla catturarono la loro attenzione, e si girarono verso le finestre che davano
sulle mura del villaggio.
Temari
sorrise raggiante, prima di afferrare il suo inseparabile ventaglio, nascosto
dietro la porta, e correre fuori come una furia.
"Juston" il Kazekage guardò il soffitto.
"Kankuro"
spostò lo sguardo sul fratello.
"Ragazzi"
lo fermò sui tre di Konoha.
"Abbiamo
appena perso definitivamente Temari".
"Ma
avete capito sì o no? Cos'è, avete bisogno del disegno per afferrare il
concetto?"
"Ino-chan...per
favore, basta"
"Quando
è troppo è troppo, abbiamo detto che dovete allontanarvi e lo farete, volenti o
nolenti"
"Sempre
che prima riusciate a prenderci"
"Ino-chaaaaan"
Shikamaru
osservava annoiato quel piccolo siparietto, che, in altre circostanze, poteva
essere quasi comico.
Se
non fosse che c'era il pericolo che i nemici arrivassero da un momento all'altro....
Guardò
un attimo il cielo, sereno e senza una nuvola, e poi di nuovo la bionda e la
mora lottare con le guardie, poi ancora il cielo.
Sbatté
gli occhi.
Non
poteva essere, aveva visto sicuramente male.
Riguardò
i cinque ninja, soprattutto Ino.
Ma
più di qualunque altra cosa, la posizione delle mani, di Ino.
La
tecnica del capovolgimento spirituale.
Oh
cazzo...
"Ino
fermati, dannazione" le bloccò le mani e le tappò la bocca.
Lei
si divincolò con forza, ma mantenne la presa salda.
"Se
lo fai ci cacceremo in guai ancora più grossi, quindi datti una calmata e
respira a fondo"
La
ragazza gli scoccò uno sguardo di fuoco per poi liberarsi come un'anguilla e
nascondersi dietro ad Hinata, sbuffando inviperita.
"Come
al solito, il tuo ragionamento non ha fatto una piega"
Si
voltarono e finalmente, dall'inizio del viaggio di tre giorni prima, Shikamaru
sorrise.
"Temari"
"Sei
sicuro di esserti preparato ad ogni evenienza?"
"Certamente..."
"Quindi
hai pianificato ogni dettaglio alla perfezione?"
"Certamente..."
"Strano,
per un tipo come te"
"...no!"
Un
cumulo di sabbia si spostò a causa di un movimento d'aria, causato da un
oggetto lungo e affilato in un moto d'ira.
"Dovremo
combattere contro un Jinchuuriki, non un avversario
qualunque"
"Lo
so, è per questo che ho preparato il mio tesorino alla guerra"
"Oddio
adesso ricomincia"
Un
suono lamentoso coprì il fruscio del vento leggero che si stava alzando proprio
in quel momento.
La
notte nel deserto era molto fredda, anche se le due figure non sembravano farci
caso, soprattutto una, che guardava le stelle e ghignava serafico.
"Non
hai nemmeno riempito il contenitore"
"Non
servirà, gliel'ho detto maestro, sono pronto. E il mio tesorino mi
aiuterà"
"Tsk"
"Sarà
la battaglia più entusiasmante della storia, un incontro di arte e morte, sarà
un espl..."
"Sì
sì, ho capito, basta solo che tu faccia alla svelta,
lo sai che..."
"Che
odio aspettare e che odio far aspettare gli altri" lo canzonò l'altro.
"Tsk"
Tutto
era andato come previsto: nessun intoppo e nemmeno il timore che loro avessero
scoperto chi era in realtà.
Camminò
a lungo per il corridoio di pietra fredda, il rumore dei suoi passi echeggiava
sulle pareti, alternato al sottile cadere delle gocce sul pavimento.
Il
mantello frusciava ad ogni suo movimento.
Doveva
ammetterlo, erano comodi quei cosi, forse un po' troppo lunghi nelle
maniche...ma si sa, loro non erano di certo stilisti di alta moda!
Chiuse
gli occhi e ascoltò i suoni attorno a lui.
Sembravano
quasi una melodia, a ritmo perfetto gli uni con gli altri. Una litania che gli
facevano ripensare a casa sua, durante gli allenamenti, o alla sera prima di
dormire.
Una
leggera ninna-nanna creata sul momento solo per lui...
E
fu con quei pensieri che andò a sbattere contro il muro che si era materializzato
davanti a lui.
"Kuso"
Quel
posto era dannatamente grande, dannazione!
Faceva
un bel baffo al luogo da dove veniva.
Si
voltò e ripercorse il corridoio, imboccandone un altro. Sorrise.
In
ogni caso, il piano proseguiva fluido.
Aveva
ricavato più informazioni in un mese all'interno di quel - non sapeva nemmeno
come definirlo - che in tre anni in missione.
Era
vicino a scoprire tutto quello che gli era stato richiesto, presto sarebbe
tornato da loro, ma soprattutto, da lui.
Questa volta almeno aveva trovato la strada giusta, e si
fermò davanti alla porta della sua camera.
Abbassò
la maniglia e aprì la porta.
Di
nuovo, pensò a loro e al modo in cui li aveva giocati, manovrati a suo
piacimento.
Ripensò
alle due "esche" , come era solito chiamarle, e ghigno, soddisfatto.
Solamente
tre giorni lo attendevano.
Tre
giorni di ansiose aspettative.
Ma
presto sarebbe iniziato lo spettacolo che lui stesso aveva programmato.
Uno spettacolo architettato
in modo sublime, con prontezza ed entusiasmo.
Uno
spettacolo di morte....
"Signori
e signore" si ritrovò a sussurrare mentre entrava "che si aprano le
danze!"
Un po’ intricato? *_* Bene...perchè è
proprio l’effetto che ci vuole! XD Vogliamo ringraziare le sacrosante persone
che ci hanno lasciato un commentino!
Ginny: (Arte
della persuasione? O.O NDMimi18) (Già...non devi provarla o ti farà dire tutto
ciò che tieni segreto NDGio93) Comunque...ti ringraziamo tantissimo per la
recensione!! E siamo contente che la storia ti interessi! XD A presto, baci!!
Gloglo: Siamo
contente che ti piaccia la trama! *_* Non sai quanto ci abbiamo messo per
sceglierla! Bhe...le coppie sono una sorpresa!! XD Però...non diciamo nulla! Segreto!!
Grazie tesora! A presto, baci!!
_Rael_89: Ovviamente ormai siamo conosciute come due pazze!!! XD Ma è
proprio quello che siamo, continuiamo a dircelo anche si MSN!! Comunque, la
storia era partita con solo una coppia sicura, ma poi abbiamo deciso tutte le
altre. Naruto è stato un grande a dire quella frase!! Cioè quella che pensiamo
noi! XD Grazie tesora! A presto, baci! (Je t’aime NDMimi18)
_Ellis_: Evvai!
Grazie Tata! Fra le tue preferite? Ne siamo lusingate! Vogliamo proprio vedere
se hai le idee più chiare, ora come ora!!! Proprio curiose...comunque grazie
millissime!! A presto, baci!!
Tifalockhart: Siamo contentissime che la storia ti intrighi!! Grazie mille! A presto,
baci!!
Neji’s fan 94: Grazie millissime! Siamo super felicissime che ti piaccia!! *_*
Grazie! A presto, baci!!!
Ino
aveva imitato il compagno sottovoce, ma fu però sentita dalla giovane Hyuga,
che si lasciò scappare un risolino.
“Ehilà,
Shika! Da quanto non ci vediamo! Come stai?”
La
bionda di Suna aveva dato un’energica pacca al ragazzo moro, che ridendo, le si
era avvicinato.
“Bene...cioè,
in viaggio con due donne è seccante, ma mi fa piacere rivederti.”
“Anche
a me, Shika! Per di più sarà entusiasmante combattere al tuo fianco, ancora una
volta!” esclamò, allegra, Temari.
Ino
sbuffò.
“Ino-chan?”
La
bionda si girò. Una ragazza dai capelli rosa, era in piedi davanti a lei, con
un sorriso.
“Sakura!”
le era corse incontro, seguita da Hinata.
“Hina-chan!
Che bello! Allora sei tu la terza componente!”
La
corvina arrossì, lievemente.
“Già.
È un onore per me, essere in squadra con Ino-chan, e Shikamaru...” sussurrò, un
poco imbarazzata.
“Hinata?”
Naruto era sbucata alle porte di Suna, seguito dal Kazekage e Kankuro.
“N-Naruto...ciao...”
Ora
non era più lievemente rossa, era bordeaux. Iniziò a giocare con le dita, un
segno di evidente nervosismo.
Il
ragazzo biondo le si avvicinò con un sorriso.
“Che
bello, Hinata-chan! Non vedo l’ora di combattere con te!”
Le
aveva dato un piccolo buffetto sulla guancia destra, sotto gli sguardi
maliziosi di Ino e Sakura. La giovane Kunoichi si toccò quel punto, che sentiva
bruciare,emozionata.
“Non
è meglio entrare?” domandò Gaara, avvicinandosi alle due ragazze, che avevano
preso a parlare.
“Buongiorno
Gaara!” esclamò, la bionda, salutando il rosso.
Il
ragazzo le sorrise, in segno di saluto, leggermente imbarazzato.
“Entreremmo
volentieri, se le vostre guardie non ci bloccassero il passaggio!” sbottò,
subito dopo, la Yamanaka.
“Bhe.
Sono pagate apposta per evitare che degli estranei varchino le porte...” spiegò
Temari, con fare sapiente. Ino ringhiò.
“Nessuno
a chiesto il tuo parere!”
Uno
sguardo eloquente di Shikamaru, fece tacere la giovane kunoichi della foglia.
“Tsk...”
Entrarono
nel palazzo, e si diressero verso lo studio del Kazekage. Nessuno proferiva
parola, se non Temari.
“Sai,
Shika, non vedo l’ora di andare a fare un giro per Suna! L’ultima volta ti era
piaciuta, giusto? Poi ci sono dei nuovi posti, che non hai visto, molto carini.
E...”
“Entrate...”
orinò, Gaara, osservando la sorella seccato. Ma quanto parlava?
“Allora...si
può sapere che diavolo succede?”
Ino
si era seduta, seccata, sul divano di fronte alla scrivania, imitata subito da
Naruto.
“Bhe...Gaara
è stato avvertito che potrebbero tentare di rapirlo.” Spiegò, Kankuro,
ammiccando verso la bionda. Lei annuì, poi guardò il ragazzo protagonista di
quella missione.
“E
l’avvertimento è da parte dell’Akatsuki, giusto?”
“Giusto.”
Annuì, il rosso. Lei scosse il capo.
“E
questo è strano...” disse Sakura, riprendendo il discorso, fatto poco prima.
“Già...”
concordò, Ino, ragionando.
Shikamaru
sbuffò.
“Non
c’è tempo di pensare quanto sia strano o perché abbiano fatto cose del genere.
Bisogna preparare un piano d’azione. Ora.”
I
presenti, annuirono, concordi.
Temari,
su richiesta del ragazzo con la coda, portò una mappa della città.
La
aprì sulla scrivania e si mise, con Shikamaru, a progettare un piano.
“Allora:
ci sono quattro porte. Nord, sud, est e ovest. Penso che ognuno di noi si dovrà
appostare ad ognuna, per controllare la situazione e...fermare gli attacchi.”
Proclamò, il moro, fissando i compagni.
Naruto
sorrise.
“Benissimo!
Allora...quando si entra in azione? E chi è il mio compagno?” domandò,
allegramente.
“Bhe...direi
che tutti noi, eccetto il Kazekage, possono dare un contributo, no?” domandò,
Ino, fissando Shikamaru, che teneva lo sguardo piantato sulla carta. Il ragazzo
annuì.
“Anche
se è rischioso, bisognerà sfruttare tutti i ninja più in gamba. Metteremo le guardie
rimaste fuori dalle porte e dai balconi. Gaara, te la senti...?”
Gaara,
sorrise, sarcastico.
“Non
ho paura, Shikamaru, se è questo che intendi. Combatterò se mi attaccheranno e
perirò, pur di non farmi catturare.” Proclamò, con fierezza.
“Non
permetteremo che ciò accada!” urlò Naruto.
“Giusto!
Ti proteggeremo, Gaara! Conta pure su di noi!!” esclamò, Lee, con un sorriso.
“Certo.”
“Mi
sto stancando.”
“Suvvia,
maestro, dobbiamo attendere un segnale, per attaccare.”
“Bhe,
non vedo che cosa ci sia da aspettare. È quasi una settimana che abbiamo
preparato questo piano e il Kazekage ne è al corrente. Potrebbero aver
preparato un diversivo.”
“Sei
preoccupato?” chiese, canzonatorio, il biondo accanto a lui.
“Non
dire sciocchezze.”
“Ok,
ok...comunque, la vuoi smettere di guardare quei dannati mostri?”
“Mostri?
Senti, tu, questi non sono mostri, sono delle opere d’arte! Non permetterti di
offenderle, sai...”
“Quella
non è la VERA arte. La vera arte è quella che io faccio. Un esplosione, che con
la sua potenza...”
“Sissi,
lo so...lo dici ogni volta...
“Ma...non
è giusto.”
“Tsk...”
“Si
può sapere che hai?” domandò, Sakura, fissando l’amica. Si stavano armando.
Avevano ancora mezz’ora prima di raggiungere i posti stabiliti.
Ino
afferrò un coltello e lo mise nel sandalo da ninja, e sollevò lo sguardo.
“Non
ho nulla.”
“Allora
perché non parli?”
“Perché
non ho nulla da dire...”
La
rosa la guardò scettica.
“Certo.
Per questo ogni tanto borbotti.” Esclamò, sarcastica, guardandola.
La
bionda ringhiò.
“Tappati
la bocca fronte spaziosa!”
“Oh,
Ino-pig, ti sei offesa?”
L’altra
sbuffò. Afferro la sacca che portava sempre alla vita e la riempì di Kunai e
Shuriken.
“Non
pensi di esagerare?” domandò, la kunoichi medico, con un sorrise storto. Ino negò
con il capo.
“Penso
che non saranno sufficienti, invece.”
“Che
cosa ti preoccupa?”
“E
cosa ti fa stare tranquilla? Sakura...non sono capace di nascondere quello che
provo come te! Io, a differenza tua, sono una debole!!”
E
detto questo se ne andò, sbattendo la porta.
Sakura
si accasciò a terra, spaventata. A cosa si riferiva Ino? Alla missione?
All’attacco dell’Akatsuki? A...Sasuke?
Si
portò una mano alla bocca, per bloccare un gemito. Ovvio che si riferisse
all’Uchiha. Perché come le aveva detto Naruto, Ino l’amava ancora e davvero. E
non aveva paura di ammetterlo.
“Merda...”
“Sakura-chan,
che hai?”
Rock
Lee era in piedi, davanti alla ninja dai capelli rosa. Il loro compito era
quello di sorvegliare la zona ovest di Suna.
Sakura
alzò gli occhi su di lui.
“Ho...avuto
una discussione con Ino.”
“Davvero?
E perché?”
La
ragazza ammutolì. Già, perché? Voleva davvero dare la colpa a Sasuke, per
quella discussione? Voleva davvero dire che era stata Ino a cominciare e non
lei, che nascondeva i suoi sentimenti.
“Perché...lei,
a differenza mia, è vera.” Sospirò, infine. Il moro la osservò, interdetto.
“Bhe,
anche tu sei vera, Sakura.”
Lei
fece di non con il capo.
“Ho
paura di rivelare quanto sto male per il tradimento di Sasuke. Ho paura di ammettere
quali sono i miei sentimenti. E ho paura...che poi, voi, sapendo quello che
provo, non mi vorrete più bene.”
Si
era afferrata il capo fra le mani, in un segno di disperazione. Lee le si
avvicinò, preoccupato. Le afferrò le mani e gliele allontanò dal viso. Alzò lo
sguardo dalla ragazza, fino a farle incontrare i suoi occhi scuri. Sakura
arrossì...
“Lee...cosa...”
“Hai
appena ammesso quello che provi, Sakura. Hai dimostrato di essere vera e
sincera. Di non essere tutta di un pezzo, ma di essere fragile. Non hai avuto
paura di parlare dei tuoi sentimenti verso Uchiha e mi hai rivelato ogni cosa.
Sei stata sincera...”
Lei
spalancò la bocca. Non riuscì però a dire nulla.
“Grazie,
Lee.”
Lui
scosse il capo.
“Non
è me che devi ringraziare. In fondo è stata Ino ad aprirti gli occhi...”
“Già...è
sempre merito suo...” sussurrò, con affetto, la ragazza.
“Poi,
penso che Ino ti abbia detto quelle cose, bhe...perchè fosse un po’...gelosa e
infastidita.”
Sakura
lo guardò senza capire.
“Bhe...hai
visto anche tu, che da quando Shikamaru ha visto Temari, non le ha più rivolto
la parola e nemmeno uno sguardo.” Spiegò, grattandosi la guancia imbarazzato.
La giovane fece un sorriso, pieno di malizia.
“Naruto,
dimmi...come mai non c’è Sai con voi?”
Il
giovane shinobi si voltò a guardare il ragazzo dietro di lui.
“Bhe...penso
sia in missione con Neji e Kiba...” disse, incerto, grattandosi la nuca.
Kankuro annuì, soddisfatto e riprese ad osservare davanti a loro. Le porte nord
di Suna erano state affidate al loro controllo.
“Come
mai hai voluto fare coppia con me, Kankuro?” domandò, poi Naruto, stancatosi
del troppo silenzio.
“Bhe...mi
sembrava che Temari volesse stare in santa pace con Shikamaru, Sakura sembrava
inquieta e Lee ha l’aria di uno che sa consolare la gente e...bhe, Hinata
pensavo che volesse stare con te...”
Naruto
arrossì di botto, imbarazzato da quella confessione.
“Con
me? E per quale motivo? Sono sicurissimo che è felice di essere con Ino!”
Balbettò,
mettendo un mano dietro la teste dando dei calci ai sassi a terra, nervoso. Il
giovane di Suna rise divertito.
“Ah,
ah, ah...penso che sia felice di Ino, ma penso anche che avrebbe preferito
stare con te!!” esclamò, ridente.
Il
biondo lo guardò senza capire.
“Cosa...?”
“Ino
mi sembrava piuttosto arrabbiata.” Spiegò, il giovane, con noncuranza.
“Bhe...magari
è solo scossa dal fatto che...”
“Mia
sorella ci provi con Shikamaru...” concluse Kankuro. Naruto spalancò gli occhi,
stupito.
“Ma...ma...come
puoi dire una cosa del genere?! Ino...lei è innamorata di Sasuke!!”
“Ma
è gelosa di Temari...” disse, il ragazzo.
“No!
Cioè...non credo!”
“Ecco,
vedi...”
“Non
ci capisco nulla di donne...” sbuffò, irritato, il biondo.
“Forse
è per questo che non hai capito i sentimenti della Hyuga.”
Lo
Shinobi della foglia alzò lo sguardo.
“Cosa
intendi dire?” chiese, interdetto.
“Nulla.”
“Bha...”
Naruto
si voltò, a guardare verso sud, e si ritrovò a pensare alla giovane kunoichi
dai lunghi capelli neri, e a quanto dolce fosse...
“Quell’idiota!
Quel demente!”
Ino
stava urlando ogni tipo di parolaccia che conosceva, contro Shikamaru.
Hinata
la osservava preoccupata e spaventata. Non aveva mai visto la Yamanaka così
arrabbiata e scorbutica. Di solito era abbastanza tranquilla, se non quando
litigava con Sakura, ma non era vera rabbia quella. Invece, in quel momento, i
suoi occhi, facevano intravedere scintille d’ira che la fecero sobbalzare.
“Ino-chan,
calmati ti prego!!”
“Come
posso calmarmi Hinata! Quell’idiota è da solo con Temari! Chissà cosa diavolo
stanno facendo!!” urlò, del tutto fuori di sé.
“Ma
perché te la prendi tanto?” domandò, ingenuamente. Ino sussultò. Già, perché se
la prendeva tanto?
“Hinata,
tu sei innamorata di Naruto, vero?” chiese Ino, senza peli sulla lingua. La
ragazza arrossì imbarazzata.
“Io?
No, no, no! L-lui non starebbe mai con una come me!” esclamò, agitata.
La
bionda rise divertita.
“Guarda
che a me puoi dirlo! E poi perché non dovrebbe stare con te? Sei molto graziosa
e dolce. Poi...diciamolo, saresti una moglie perfetta!”
Hinata
arrossì ancora di più, anche se era felice delle parole che l’amica le aveva
rivolto. Magari erano solo dei complimenti falsi e superficiali, ma Ino non era
un imbrogliona. Lei era sempre sincera e leale, quindi le diedero un’esagerata
fiducia.
“Grazie,
Ino-chan...” bisbigliò, facendo sorridere la bionda.
“Ah!
Che bello l’amore! Mi hai fatto venire voglia di trovare un ragazzo!!” esclamò,
la ragazza, stiracchiandosi. Hinata la guardò, curiosa.
“Bhe,
piaci a molti ragazzi, no è difficile per te, trovarlo...” disse, tranquilla.
Ino
si girò a guardarla. Le labbra rosse erano incurvate in un sorrisetto triste.
Hinata si portò la mano alla bocca.
“Scusa,
io...non mi ricordavo che...”
“Non
ti preoccupare. È solo colpa mia! Se solo riuscissi a togliermi dalla testa
quel maledetto...pezzo di ghiaccio! Sarebbe tutto più semplice!!” urlò,
arrabbiata. Hinata si alzò e la raggiunse.
“Povera,
piccola, cara...” una voce maschile, sibilante le fece voltare di scatto.
“Merda...”
Ino
afferrò subito un kunai, dalla cinta. Hinata osservò, spaventata i due uomini
davanti a loro.
“Oh
mio Dio...”
Afferrò,
a sua volta, uno Shuriken.
“Oh,
non sprecate le armi. Non avete alcuna possibilità con noi. Sarete morte ancora
prima di poter lanciare...” disse, il biondo, saltando davanti a loro.
“Cosa...?”
“Diciamo
solo che...l’arte...è esplosione!!”
Ino
ed Hinata spalancarono gli occhi, ma furono spazzate via, per una forte esplosione,
provocata dall’uomo.
“Shikamaru,
non possiamo abbandonare i posti!” urlò, Temari, inpreda ad una crisi di nervi. Il giovane si
divincolava. Aveva sentito l’esplosione e secondo i suoi calcoli, era nella
zona di Ino e Hinata.
“Lasciami
Temari, la mia compagna di squadra potrebbe essere in pericolo!” ordinò, il
giovane con la coda, dando un forte strattone al braccio.
La
ragazza lo strinse ancora più forte.
“Shika!
Calmati! Se andassimo la e fossero già...”
“NON
DIRLO NEMMENO PER SCHERZO!”
La
bionda era crollata a terra, spaventata dalla reazione del domatore di ombre.
Aveva uno sguardo furioso.
“S-scusa...”
“Maledizione!!”
E
senza dire altro, iniziò a correre. Temari lo raggiunse senza sforzo. Andavano
allo stesso passo.
“Cacchio...aumentiamo!”
proclamò, il giovane, correndo più velocemente. Temari annuì.
“Shika,
stai attento, potresti rimanere senza forze...”
Lui
non le disse nulla. Sapeva che la ragazza aveva ragione. Ma Ino era nei guai.
Non poteva permettersi che le succedesse qualcosa. Non poteva. Come avrebbe
fatto, altrimenti, senza quei due maledetti occhi azzurri, che lo mandavano
sempre in tilt?
“SHIKA!
TEMARI!”
Naruto
li raggiunse con un balzo.
“Dove...”
“Ino
ed Hinata!” disse Temari, affannosa. Il biondo spalancò gli occhi inorridito.
“Chi...”
“Non
ti viene in mente nessuno? Gli unici che avrebbero potuto...”
“L’Akatsuki
è già...?”
“Sono
anche in ritardo, se è per questo!” disse, Kankuro, fissando il biondo, guardò
poi la sorella “Vai da Gaara, qui ci pensiamo noi!” le ordinò. La giovane
annuì, e deviò.
Naruto
si ritrovò a pensare una cosa: se mai avessero toccato Hinata con un dito, li
avrebbe ammazzati.
“A
quanto pare...si sono dati da fare...”
Una
voce strascicata e inquietante osservava Suna, da una postazione sicura.
Accanto a lui, una figura maschile, scattò avanti.
“L’Akatsuki
è più idiota di quanto mi aspettassi. Lui
non è stato scoperto, Orochimaru-sama.” disse, osservando a sua volta,
l’incendio che si propagava per la città.
“Oh,
Sas’ke-kun, pensavi che non fosse così?”
Sasuke
Uchiha sorrise, sotto lo sguardo scintillante di Orochimaru.
“No,
signore. Non l’ho mai pensato...” sibilò, sadico. Orochimaru sorrise
compiaciuto.
I
due ritornarono a guardare quella strage, che da pochi minuti, era iniziata.
Ringraziamo di cuore:
Ginny: Non uccidere Giooooo! Eccolo il
capitolo! Tutto per te! Cioè...anche per gli altri!! Grazie mille! A presto,
baci!! (Fiut, sono salva!! NDGio)
_Rael_89: Rael viaggia spedita con la fantasia,
per capire le coppie!!! Già, Kiba sempre insensibile! Ma quando non lo è?? Gio
pari, Mimi dispari. Abbiamo deciso secondo le date di nascita!! Grazie, tesora!
A presto, baci!!
Hina22688: Pensa, Mimi da sola è pazza, insieme
a Gio è paggio!!! Quindi...eh, eh...ci sarà da divertirsi!! Kiba non è
comparso, perché anche Gio ha istinti omicidi, verso di lui. Mimi tenta di calmarla,
ma non ci riesce. Ino è isterica, ma in fondo a noi piace proprio perché è
così!! XD Nemmeno a noi va a molto a genio il confetto, però vabbhe! Grazie,
tesoro! A presto, baci!! (Hai riconosciuto da cosa?? NDMimi)
Tifalockhart: Nei tuoi preferiti?? *_* *Gio e Cami
si illuminano* Grazie!!! Anche per i complimenti che ci hai fatto! Troppo gentile!!
Grazie, davvero tantissimo! A presto, baci!!
Neji’s fan 94: Ok, aspetteremo con impazienza la tua
recensione!!! Siamo contente che ti piaccia!!! XD Grazie, tesoro! A presto,
baci!!
_Ellis_: Bhe, diciamo la verità, è proprio l’effetto
sperato!!! Grazie, tessora! Ti adoriamo, a presto! Baci!!
Gloglo: Sissi. È un mistero e rimarrà un
mistero! Ah, ah, ah...non hai capito? L’effetto desiderato è proprio quello!!! Davvero
grazie mille!! A presto, baci!!
_Fimmy_: Grazie mille!! Per le coppi ci sarà
da aspettare ancora un po’, ma siamo contente che la storia ti piaccia!! A presto,
baci!!
Sakura
e Lee si voltarono verso il luogo da cui proveniva l'esplosione.
"A
quanto pare, sono arrivati"
"Già...dannazione,
speriamo che non ci siano feriti o...o..."
La
kunoichi singhiozzò, portandosi una mano alla bocca e nascondendosi gli occhi
con i capelli.
Rock
Lee scosse la testa come se cercasse di sbarazzarsi dei brutti pensieri.
"Nah.
Stai tranquilla Sakura-chan, gli altri hanno la pellaccia dura"
La
ragazza sorrise malinconicamente.
"Hai
ragione"
Videro
le guardie mobilitarsi e portare lontano i civili per evitare che rimanessero
coinvolti nello scontro che fra poco si sarebbe svolto.
I
jonin speciali gridavano ordini e un cicaleggio continuo scorreva sotto di loro,
appostati sulle alte mura.
Il
moro sentì un sospiro e poi qualcosa di caldo sfiorargli la mano.
Era
soffice e vellutato, e gli fece saltare un battito al cuore.
Guardò
alla compagnia che gli sorrideva, gli occhi che brillavano alla luce
pomeridiana.
Era
imbarazzata e sembrava si trattenesse dal torcersi le mani, come Hinata.
"Grazie"
Era
stato solo un sussurro, ma lui lo aveva sentito come se avesse gridato.
Qualcosa, nello stomaco, aveva cominciato ad agitarsi e a fare le capriole, e
un calore insopportabile gli invase il viso.
Tossì
e con un filo di voce rispose un flebile "Prego"
Fu
in quel momento, mentre erano distratti, che sentirono la terra mancar loro
sotto i piedi e un lampo accecarli.
Si
fermò davanti alla porta del palazzo.
Le
mani sulle ginocchia, tentando di riafferrare il respiro che aveva consumato
durante la corsa folle.
Deglutì,
un groppo amaro le si era formato in gola e le impediva di parlare normalmente.
Non
capiva cosa le faceva quell'effetto...
Forse
il fatto che quei sudici bastardi fossero già li? No, era un'altra cosa.
Rivide
il lampo di rabbia, la voce infuriata e l'impazienza davanti agli occhi e,
senza rendersene conto, si portò una mano al petto.
Faceva
male...
Scacciò
dalla mente quei pensieri e, appena strinse le dita attorno al pomello, un
boato riempì l'aria.
Un'onda
di calore arrivò fino a lei, obbligandola a chiudere gli occhi e a tenersi
stretta più che poteva per non essere sbalzata via.
Delle
grida cominciarono a levarsi e la spinsero a muoversi verso il punto da cui
provenivano, esattamente al centro dell'esplosione.
Da
uno dei tetti vide l'accaduto.
Per
un attimo fu come se il tempo si fosse fermato...
Le
mura erano per buona parte crollate e non lasciavano scampo alle persone che
tentavano la fuga verso il deserto.
Le
guardie stavano cercando tra le macerie, in cerca di persone sommerse da quel
mare di detriti.
Un
paio di balzi, e fu fianco a fianco con Baki.
"Sono
stati furbi, quei maledetti" iniziò lui, mordendosi un labbro fino a farlo
sanguinare.
"Hanno
bloccato l'uscita principale del villaggio, e anche quella del rifugio
sotterraneo"
Temari
distolse lo sguardo dal panorama, sorpresa
"Ma
cos...è chiaro, ci hanno spiato chissà per quanto tempo, sanno alla perfezione
dove sono i ninja e che passaggi usiamo per la fuga"
L'uomo
fissò rabbioso la sua ex-allieva e, in un ultimo sprazzo di sarcasmo sbottò
"Se
così fosse, abbiamo appena fatto la fine del topo sotto la sabbia"*
"Non
aveva sbagliato, si sono davvero dati da fare"
L'Uchiha
assottigliò lo sguardo più che poteva e vide l'affaccendarsi di persone
all'interno del villaggio.
"Far
saltare tutte le entrate e le uscite, di emergenza e non, veramente furbo"
"Bhè,
da loro non potevi che aspettarti questo" disse serafico il Sennin.
"Hanno
spie sparse ovunque nelle terre ninja, e il controllo di chakra per la Henge
no Justu è molto elevato, non fanno fatica ad infiltrarsi in qualunque
posto, anche il più sorvegliato."
Sasuke
sputò a terra, quasi irritato.
"Fantastico,
veramente fenomenale, la cosa che mi ci voleva per risollevarmi il morale"
Orochimaru
rise malignamente.
"Non
essere ingenuo, saranno anche preparati, ma hanno pur sempre dei punti
deboli..."
"...ed
è per questo che lui si trova da loro, lo so lo so. Solo che..."
"Solo
che, cosa?"
Il
ragazzo osservò il suo maestro.
Gli
occhi lampeggiavano, cercando di scrutare la sua mente per interpretare i
pensieri che la attraversavano
Dannato salamandra ingorda e rompiscatole
Si ritrovò a borbottare, mentre
rimandava l'occhiataccia di fuoco di poco prima.
"Solo
che, sapere che loro sono come il prezzemolo, vale a dire in ogni luogo, come
Lei ha detto prima, mi rende leggermente nervoso"
Orochimaru
fece correre il suo sguardo sull'intero corpo dell'altro, leccandosi le labbra
con la lunga lingua.
Stronzo raccapricciante
Ripensò Sasuke, attivando lo Sharingan.
"Tranquillo, ragazzo mio. Saranno anche
persone con le mille facce e le mille personalità, ma tu devi sempre tenere a
mente una cosa. Se corri,non possonoprenderti"**
L'Uchiha si voltò, tenendo d'occhio il
Sennin. Non sapeva mai cosa aspettarsi da lui.
Le guardie cominciavano a spostare i massi
creati dalla bomba di C1 e, per un attimo, gli sembrò quasi di vedere una
macchia rosa e una verde.
Chiuse gli occhi e li riaprì, le due macchie
erano scomparse.
Che fossero state solo frutti della sua
fervida immaginazione?
Questo non avrebbe mai saputo dirlo con
esattezza.
Almeno, non ora.
Ma dopo, avrebbe dovuto fare i conti con
quella misteriosa "apparizione".
Prima di quanto avrebbe mai potuto
immaginare...
Con tre ultimi balzi furono nella postazione
sud, quello che ne rimaneva.
Il grande muro aveva un foro e le abitazioni
lì attorno, nel raggio di duecento metri, erano completamente carbonizzate.
La polvere bianca dei calcinacci gli
offuscava gli occhi e ricopriva tutto come fosse stata neve.
Kankuro fissò attentamente gli altri due.
Shikamaru guardava affannosamente a destra e
a manca, ripetendo il nome della kunoichi bionda come un mantra..."Ino,
Ino, Ino, Ino"
Naruto teneva i pugni serrati e digrignava i
denti così forte che temeva potesse romperseli.
"Ragazze, tutto a posto?" urlò poi
saltando in aria per una prospettiva migliore.
"Naruto dove diavolo?"
Troppo tardi l'altro era già sparito, e Shikamaru
non poté fare altro che seguirlo borbottando
"Ora sì che ci farebbe comodo il
ventaglio di Temari, che seccatura"
"Tranquillo, ci penso io"
Un attimo dopo, tre marionette atterrarono
vicino a loro, appena dietro a Naruto.
Il biondo si era fermato dopo aver sentito
il Plop della Tecnica del Richiamo.
"E adesso..." mormorò Kankuro
"fuori dai piedi"
"Non ti conviene fare quella faccia,
felino castrato" ringhiò Naruto, indietreggiando comunque.
Tre secondi dopo, la visuale era tornata
limpida come sempre e i tre videro perfettamente la persona davanti a loro.
Era bassa e ricurva. Un cappello di paglia
calcato sul volto e un campanellino che tintinnava.
Ma una cosa catturò maggiormente la loro
attenzione: il mantello nero a nuvolette bianche e rosse.
"Dio, e io mi dovrei occupare di voi
mocciosi? Questa sì che è proprio bella" tuonò l'altro.
La voce era bassa e rauca, quasi meccanica.
Non aveva nulla d'umano, nemmeno nell'aspetto.
La faccia era talmente scura da sembrare
legno, e della barba nera copriva la bocca. Gli occhi scintillavano ed erano
vacui e freddi, come ghiaccio.
"Teme, cos'avete fatto ad Hinata ed
Ino?"
L'uomo spostò il suo sguardo da Kankuro e le
sue marionette a Naruto.
"Io non ne ho idea, per saperlo, se
vuoi, dovrai proseguire ma..."
Una lunga coda d'acciaio uscì da sotto il
retro del mantello e cominciò a vorticare nell'aria, la punta affilata rivolta
verso di loro.
"...non credo proprio che sopravvivrai
tanto a lungo!"
"Ahi!"
Il ragazzo ritrasse il braccio dalla stretta
dell'amica, che sospirò sconsolata.
"Su Lee, non fare il bambino, devo pur
curarti le ferite, no?"
"Ma Sakura-chan, fanno male"
rispose l'altro, con le lacrime ai lati degli occhi.
"Sei peggio di Naruto quando fai
così!"
La ragazza poggiò le mani sui fianchi,
assumendo una posa minacciosa.
Inutile dire che l'altro, intimorito dalla
faccia ma soprattutto dagli occhi iniettati di sangue, rimase zitto e buono
fino a quando delle belle fasciature bianche e profumate comparirono sul suo
corpo.
Ne portò una al naso...odoravano di pulito
e, di Sakura.
Lo stesso profumo che emanavano i suoi
capelli.
"Allora, ti cavi quell'aria imbambolata
e rispondi alla mia domanda?"
Alzò lo sguardo e vide Temari guardarlo con
aria scettica e voltarsi verso Sakura.
"Sicura che non abbia ricevuto altri
traumi, tipo alla scatola cranica? Non mi sembra molto in forma..."
Una risata cristallina giunse alle sue
orecchie, facendole diventare color prugna.
"Sì, sicura. Solo lo shock della
caduta, niente di serio"
"Certo che avete proprio avuto
fortuna" disse Baki, tornando da loro dopo che era sparito ad aiutare i
soccorsi.
"Allora?" chiese Lee
"Trovato qualcosa?"
Il jonin sospirò.
"Niente feriti, tutti sono al sicuro
per ora. Stiamo controllando che non ci siano altre bombe disseminate in giro e
cercheremo di evacuare il più velocemente possibile"
"Ancora mi chiedo come abbiano
fatto" borbottò Sakura, litigando animatamente con una borsa da pronto
soccorso che non ne voleva sapere di chiudersi.
"Eppure prima erano messi così...uff"
"Come dicevo prima" rifletté
Temari ad alta voce mentre la aiutava "ci avranno spiato per chissà
quanto, prima di mandare quella lettera...ecco fatto"
"Alleluia, grazie Tem" ringraziò
la kunoichi medico.
"Comunque, non lo credo possibile"
continuò il moro.
"E che cosa diresti allora?"
Baki ci pensò su un poco, per poi
balbettare, sbalordito
"No-non starai mica di-dicendo
che..."
"E' una possibilità"
"Ma chi? Come avrebbero fatto
a...?"
Sakura soffiò via della polvere dai vestiti.
"Per loro è facile ricattare la gente e
convincerla ad aiutarli, scommetto che hanno molti più seguaci di quanto noi
non pensiamo...e per il chi, potrebbe essere chiunque"
Temari si accasciò al suolo, stremata.
"Non ce la faremo mai"
Lee sorrise e aiutato da Baki si alzò.
"Se tentiamo di fare troppe cose
insieme è probabile"
"Quindi che tentate di fare, ora?"
La rosa sorrise raggiante e si rivolse al
jonin, che la guardò sbalordito per la sua capacità di cambiare espressione
così velocemente.
Metteva un po' di soggezione...
"Cominciamo a rintracciare quelle
dannate bombe intanto, e poi andiamo a spaccare il muso a quelli
dell'Akatsuki"
Si
svegliò.
Qualcuno
stava bussando incessantemente alla porta della sua camera.
Ancora
a torso nudo andò ad aprire, per ritrovarsi davanti ad uno di loro.
"Riunione.
Muoviti"
Detto
questo sparì in una nuvoletta grigia, lasciandolo solo.
Maledetti
cani rognosi, nemmeno durante la notte si davano pace.
Tornò
indietro e si rimise maglia, rete e mantello, assicurandosi di tenere ben
nascosto il porta-kunai.
Un'occhiata
alla finestra nel soffitto, collegata all'esterno, gli fece capire che era
pomeriggio inoltrato....aveva poltrito fino a tardi, cosa insolita, per un tipo
come lui.
Si
avviò con passo veloce verso la sala principale dove si radunavano durante i
colloqui.
Sapeva
bene che il Capo aveva un carattere irascibile e bastava una minima cosa per
mandarlo in bestia.
Nel
migliore dei casi, finivi senza braccia e gambe, appeso al soffitto come un
salame stagionato.
Rabbrividì.
Che
giornata di merda...
Arrivò
a destinazione, prendendo posto silenziosamente.
"Bene"
Una
voce rimbombò nella sala, zittendo all'istante i leggeri mormorii del gruppo.
"Devo
dare un annuncio importante"
"Ulala,
la cosa si fa interessante..." mormorò il suo vicino.
Un
pugno di straordinaria forza produsse una profonda crepa nella parete dietro
alla sagoma confusa del Capo.
"Esigo
silenzio, quando parlo. Sono stato chiaro?"
"Sissignore"
Una
leggera risatina.
"Stavamo
dicendo...ah sì, l'attacco a Suna"
Tutti
improvvisamente si mostrarono interessanti, lui più di tutti.
"Non
hanno incontrato problemi, procede tutto come avevamo prestabilito. In poco
tempo, saranno qui con il Jinchuuriki..."
"...e
noi potremo mettere le mani sul Bijuu della sabbia"
"E
mettere su un po' di soldi per le prossime missioni"
Uno
shuriken volò in mezzo alle due persone che avevano parlato.
"Ci
scusi"
"Perdono"
Uno
sbuffo contrariato.
"Ma
qui sorge un problema"
Si
voltò verso il luogo da cui proveniva la voce del Capo.
"A
che si riferisce?"
"Oh,
non preoccupatevi, ci metteremo poco a sbarazzarci di questo piccolo intoppo"
"Perché
ho la sensazione che centri qualcuno di nostra conoscenza con questo, intoppo,
come l'ha definito Lei?"
"Hai
centrato in pieno dove volevo arrivare..."
Un
leggero brusio riempì l'aria, mentre quelli seduti vicini si scambiavano
opinioni.
"Ci
dica tutto, la prego"
Un
respiro e poi, con un tono rammaricato
"Orochimaru"
Vedendo
tutti immobili dalla sorpresa, si sentì in dovere di parlare.
"E'
ormai risaputo che punta alla vita eterna e che a questo scopo sposta la sua
anima di corpo in corpo, in cerca di quello perfetto"
Una
veloce occhiata al ragazzo davanti a lui.
"E'
un miracolo che si sia interessato solamente adesso ai Bijuu per utilizzare il
loro immenso potere"
Un
fruscio alle sue spalle lo convinse a mettersi in guardia.
"Ma
non è solo quello, mio caro socio..."
"Che
cosa vorrebbe dire?"
"Orochimaru,
oltre alla vita eterna, punta a qualcos'altro. Qualcosa che riguarda direttamente
noi"
Il
Capo si chinò e bisbigliò al suo orecchio
"E
soprattutto te"
Aprì
gli occhi, sorpreso.
Lo
avevano scoperto, la sua copertura era saltata
Ghignò.
"Non
avrete scampo, riusciremo a vincere"
Un
velo buoi oscurò la sua vista.
"Su
questo dovremo discutere per molto"
La
voce cominciò a farsi flebile e lontana.
"Abbiamo
molti assi nella manica, noi"
Diavolo che botta
Fu il suo primo pensiero.
E diavolo, che culo sfacciato!
Appena si accorse di dove
fosse finita.
Giusto
sull'orlo di un tetto distrutto.
Puntò
lo sguardo attorno a lei, mentre tutto girava vorticosamente.
Ricordi
confusi cominciarono a danzarle davanti agli occhi.
Lei
e Hinata che parlavano, lo strano tizio che le aggrediva e poi...
Poi
si era ritrovata lì, ma cosa era successo nel frattempo?
La
sua mano sfiorò qualcosa di molliccio e lei la ritrasse.
Che schifo!!!
Saltò
in piedi, rischiando un capogiro, ma rimase in piedi.
Guardò
giù e si mise a ridere.
Non
sapeva perché, ma lo fece.
Forse
per darsi mentalmente della stupida, nello spaventarsi per un pezzettino d'ala
fatta con l'argilla.
Forse
per non piangere come una fontana.
Forse per il fatto di essere
sopravvissuta alla bomba...
Aspetta
un attimo!
I
suoi pensieri fecero dietro front.
Ecco,
ora ricordava tutto.
L'uomo
biondo aveva fatto scoppiare una bomba, che aveva spedito all'indietro sia lei
che Hinata...
Oddio,
l'altra dov'era finita?
Girò
su se stessa e la vide.
Poco
lontano, con la schiena appoggiata ad un pezzo di muro.
Ansimava
e si teneva il polso con una smorfia di dolore, ma sembrava stesse bene.
Sollevò
un braccio e poi fece per chiamarla, ma le parole le uscirono solo come un
sussurro trasportato via dal vento.
Vicino
all'amica, volava un uccellino.
Bianco
e con dei buchi al posto degli occhi.
La
fattura era la stessa dell'ala che aveva toccato prima.
Si
concentrò....conteneva del chakra!
Che
iella!
Prese
lo slancio per saltare e andare da lei.
Ma
non riuscì neppure a saltare.
Non
un muscolo rispose ai suoi comandi.
Oh
Ino muoviti! Devi sbrigarti! Devi avvertirla della bomba, o sarà troppo tardi!
"Mi
sa che tu non ti muoverai di un millimetro, bocconcino"
Oddio,
DOPPIA IELLA!
Il
ragazzo di poco prima era dietro di lei, seduto su un uccello molto più grosso
di quello che adesso si era posato su una spalla di Hinata.
Un
sorriso/ghigno sulle labbra e il ciuffo sull'occhio sinistro che sbatacchiava
di qua e di là.
"Prima,
mente dormivi, ti ho messo dell'argilla sotto le scarpe. Adesso il mio chakra
al suo interno ha fatto presa e fino a quando io non lo rilascerò tu rimarrai
lì a fare la bella statuina"
Un
ringhio le scaturì dal profondo del cuore.
"Ti
odio, miserabile str..."
"No,
no, no, certe parole non si addicono ad una bella signorina del tuo
calibro"
Le
prese il viso tra le mani, guardandola attentamente.
Il
suo occhio libero scorreva dalla fronte alle guance ed infine sulle labbra,
tirate inuna morsa nervosa.
Il
suo fiato rimbalzava sul suo viso e tornava a lui.
Come
se non ci fosse già abbastanza caldo.
"Proprio
un bel bocconcino....mi viene quasi voglia di assaggiarti" mormorò sadico
avvicinandosi di più a lei.
Ino
non ci vide più....questo è troppo!
Sputò
e lo colpì su una guancia.
"Mi
dai il voltastomaco" sibilò arrabbiata.
Lui
si pulì il viso con una manica e la fissò.
Ogni
accenno d'allegria era sparito, lasciando posto ad un infinito rancore.
"Allora
non ho altra scelta"
La
prese per la vita e se la caricò sulle spalle, portandola affianco alla Hyuga,
che era svenuta di nuovo.
Qualcosa
catturò il suo sguardo...non era possibile, o si?
Il
biondo la mise schiena contro schiena con l'altra e mentre si allontanava
ricominciò a parlare.
"Mi
ci hai costretto tu, bocconcino. Hai scavato la tua fossa da sola"
Chiuse
gli occhi, aspettando che il polverone sollevato si diradasse.
Un
po' gli dispiaceva averle dovute uccidere, gli sarebbe piaciuto fare due
chiacchiere con loro.
A
volte la vita è ingiusta...
Con
un colpo di mano la nebbiolina sparì.
Già
si aspettava i due corpi delle due ragazze ridotti a...quale sarebbe stata
l'espressione giusta?
Ah
sì, ridotti a brandelli, ma ciò che vide lo colse totalmente di sorpresa.
Davanti
a lui c'erano solamente due cumuli di sabbia, la cui maggior parte era stata
distribuita tutt'attorno dall'onda d'urto.
"Cazzo...la
tecnica della sostituzione"
Erano
furbe le due marmocchie, doveva riconoscerlo.
All'improvviso
si sentì toccare sulla spalla da qualcuno.
Nemmeno
il tempo di girarsi completamente, che un pugno lo spedì lontano, ruzzolando
malamente sul cemento.
"Finalmente
lo abbiamo trovato"
Nel
punto dove stava prima, ora c'erano la biondina e la mora, che abbracciavano
un'altra ragazza dai capelli rosa.
Quest'ultima
lo fissava con superiorità.
Poi
si voltò a guardare un ragazzo, ancora in posizione d'attacco.
"Lee..."
"...bel
pugno"
La
fronte appoggiata ad una delle grandi vetrate fissava tutto ciò che era
possibile vedere dal suo punto di vista.
Era
tutto un susseguirsi d'esplosioni e di grida.
I
vari ninja correvano all'impazzata, cercando di trovare le vie di fuga più
sicure per la popolazione di Suna e per trovare coloro che gli avevano
attaccati.
Anche
se per ora non sembravano aver trovato nulla, tranne le bombe che erano state
nascoste alle varie entrate.
Sakura,
Temari, Lee e Baki le avevano portate lì poco prima.
"Ed
una è fatta" aveva sospirato sua sorella, bevendo un bicchiere d'acqua.
"E
adesso?"
"Mi
dispiace Gaara-san" gli aveva detto Rock Lee
"Dobbiamo
tornare ad aiutare gli altri"
"Ha
ragione" Sakura si avviò verso la porta, seguita dagli altri
"Orami
abbiamo capito dove si trovano, ci metteremo poco.”
"Tu
rimani qui al sicuro, fratellino"
"Torneremo
più tardi, Kazekage"
E
dopo aver detto ciò, Baki richiuse la porta dietro di se.
La
stessa porta che adesso si riapriva con un cigolio, lasciando intravedere uno
dei jonin più rispettati del villaggio.
"Yuura"
Gaara
si voltò a fissarlo, perplesso.
"Abbiamo
trovato una via d'uscita. Tra poco i civili saranno in salvo, ma prima è meglio
che vada lei, qui sta diventando troppo pericoloso, Kazekage-san"
"Un'uscita?"
"Esattamente,
è ben nascosta e sicura al 100%...non correremo rischi"
Il
rosso lo vide lasciarli via libera.
Sospirò
e si avviò per il corridoio, seguito a distanza dall'altro.
Se
solo avesse avuto il Byakugan, avrebbe potuto vedere che la guardia a cui era
stato assegnato il compito di fare la ronda fuori dal suo ufficio era svenuta e
chiusa a chiave in uno dei tanti sgabuzzini.
Ma
soprattutto, avrebbe visto il sorriso poco rassicurante di Yuura mentre
percorrevano il corridoio, diretti all'uscita sul retro.
Un grazie speciale a:
Cucciola94: Grazie mille! Siamo contente che ti piaccia!! A presto, baci!!
Ginny: Bhe...è
proprio quello che volevamo!! Siamo contente che però il resto ti sia
piaciuto!! XD Grazie millissime!! A presto, baci!!
_Rael_89: Tesora!! Il nostro Lee è uno psicologo...XD Ma sempre
dolcissimo!! E ovviamente grazie millissime!! XD Deidara e Sasori sempre
perfetti!! XD Speriamo che questo chap ti sia piaciuto (Gio è un mito!) A
presto, baci!!
_Ellis_: Naruto
è tonto, cara! Non possiamo non renderlo così! XDD Hinata sempre
timida...chissà se si daranno mai da fare! XD Deidy sarà contento che il suo attacco
abbia avuto l’effetto sperato! XD Grazie mille! A presto, baci!!
Tifalockhart: Davvero? Noi rosse, ma felicissime che ti sia piaciuto!!! GaaraHina!
Bhe, è vero sono pucci pure loro!! Sasuke è sempre il solito traditore!! =.=
Ormai nelle nostre menti è così!! Grazie millissime! A presto, baci!!
Un grazie a chi legge!!
A presto, baciozzi!
Gio93&Mimi18
*Questa
frase l'ho ripresa dal romanzo "Rosso Malpelo" di Giovanni Verga, sperando
che così facendo non si rivolti nella tomba ^^''''''
**Questa
invece viene dai libri con protagonisti Lincoln Rhyme ed Amelia Shachs di
Jeffery Deaver
Non
avevano avuto tempo per riposarsi. La guerra
era iniziata, e non si potevano bloccare per una leggera ferita al polso, o per
riprendere fiato.
La
kunoichi bionda, non riportava danni fisici gravi, se non alcuni graffi, che le
procuravano solo un fastidioso bruciore.
Hinata,
invece, aveva il polso slogato. Ino gliel’aveva medicato leggermente. Non
poteva permettersi di sprecare troppo chakra. E Hinata, era stata d’accordo con
lei.
Avevano
avuto l’ordine di trovare Shikamaru, Naruto e Kankuro. A quanto pareva, si
erano perse le tracce, dallo scoppio della prima bomba.
Ino
maledì mentalmente, quell’idiota di un
maschilista per essere scomparso, facendola preoccupare terribilmente.
“Ino-chan...”
La
voce di Hinata la fece fermare.
“Che
c’è?” chiese, quasi aggressiva. Quando era preoccupata per qualcosa, finiva
sempre per reagire così.
La
Hyuga, sostenne gli occhi azzurri e tempestosi della bionda, senza paura. In
fondo, anche lei era preoccupata. In mezzo al gruppo disperso, c’erano due
amici e il ragazzo che amava. Ino avrebbe dovuto capirlo, che provava i suoi
stessi sentimenti.
“Non
senti delle grida?”
“Hinata,
usa il Byakugan.” Ordinò, Ino, senza stare a preoccuparsi di sentire o no
quelle voci.
La
corvina obbedì. E li vide.
“Si
può sapere, perché arrivano tutti sti maledetti feriti?”
Sakura
era in piena crisi isterica. Aveva curato più uomini in quelle ultimi due ore,
che in tutta la sua vita.
Temari
la guardava mortificata.
“A
quanto pare...sono stati raggiunti dai rinforzi.” Spiegò, assumendo un’aria
preoccupata.
La
rosa, spalancò gli occhi, inorridita.
“Vuoi
dire che sono stati raggiunti dagli altri membri dell’akatsuki?” chiese, con un
tono più alto del solito. La bionda scosse il capo.
“Non
lo so! O dall’Akatsuki, o da altri paesi...che ne so! Il suono...potrebbe darsi
che centri perfino Orochimaru!”
“Ne
abbiamo già parlato!”
Annuì,
la kunoichi medico.
“Sakura...”
Lee
era entrato di corsa, e sorreggeva una donna. Non una kunoichi. Una semplice,
semplicissima, donna.
La
giovane si avvicinò, preoccupate e iniziò a controllare lo stato della
paziente.
“È
stata trafitta da una spada, o katana. Comunque qualcosa di affilato. Ha perso
sangue. Devo rimarginare la ferita...Lee, posala sulla scrivania.”
Il
moro annuì e fece come la ragazza aveva ordinato.
Distese
la donna, lungo la scrivania del Kazekage, lasciando posto a Sakura, che iniziò
a curarla.
“Maledizione...”
sussurrò, Temari “Ora se la prendono perfino con chi non centra nulla! Quei
maledetti bastardi...”
Una
guardia del palazzo irruppe con violenza nella stanza, facendo voltare la rosa
seccata.
“Signora Temari...il Kazekage non è più nelle
sue stanze!!”
La
preoccupazione, si fece strada sul volto dei tre.
“Non
pensi di doverci dare qualche spiegazione?” domandò, una voce, sadica e
strascicata.
L’uomo
davanti a lui, fece un ghigno.
“Mi
pare che ve la caviate benissimo da soli.”
Un’altra
frustata. Un dolore lancinante, che gli fece chiudere gli occhi.
“Non
so se è il caso, di fare lo strafottente.”
“A
me non sembra il caso di affannarsi, per una cosa che avete capito da soli.”
Sussurrò,
la vittima, con un tono di voce divertito. Sembrava che quello che stava
succedendo, non lo toccasse minimamente. Anche se aveva davanti uno degli
uomini più tenuti al mondo.
Vide
la punta di un kunai, davanti ai suoi occhi. Non fece una piega.
“Parla.”
Un ordine.
“Lui, potrebbe aver già conquistato
l’intero villaggio, ora.” Sibilò, senza paura, fissando la punta dell’arma.
“Non
mi lasci altra scelta.”
L’uomo
che impugnava l’arma si alzò. Fissò, un secondo quel traditore che si era
infilato fra i suoi subordinati, con una facilità impressionante.
I
traditori, andavano eliminati.
“Per
il patto...”
E
trafisse il cuore, di quell’uomo, che non emise nemmeno un singulto e non
spalancò gli occhi per lo stupore.
La
porta si aprì proprio in quell’istante. Sulla soglia comparve un giovane uomo,
dai capelli mori, e gli occhi rossi. Indossava un mantello scuro, con delle
nuvolette rosse e bianche.
“Signore...”
“Raggiungeteli.”
* *** *
“Ma-le-di-zio-ne!” sibilò, Kankuro,
fissando l’uomo davanti a loro. Maneggiava quelle marionette alla perfezione. Anche
meglio di lui. E teneva testa a tutti e tre loro, che ormai avevano quasi
esaurito il chakra.
“Kankuro...”
Shikamaru si era nascosto, con lui, dietro ciò che era rimasto di una casa.
Sembrava che il giovane chuunin, per la prima volta in tutta la sua vita, non
sapesse cosa fare.
“Nara,
tira fuori un maledetto piano...” un urlo in lontananza “Prima che Suna venga
distrutta, o ti ammazzerò, io!”
E
saltò fuori dal nascondiglio, correndo ad affrontare quel nemico, così
maledettamente potente.
Shikamaru
ringhiò. Non solo, non poteva parlare con Naruto, ma quell’idiota di Kankuro
era partito allo sbaraglio. Inoltre avevano quasi esaurito il chakra, ed erano
in una situazione alquanto disperata, visto che erano circondati dalle fiamme.
Sorrise. Rimuginare, ancora, non sarebbe servito a nulla. Era la fine, per
loro. Peccato...avrebbe voluto vedere ancora una volta, quei dannati occhi
azzurri, e sentire il suono squillante della sua voce. Però, si sa, non tutti i
desideri si possono esaudire.
“Che
seccatura...” sussurrò, prima di seguire Kankuro, armato di Kunai.
Naruto
osservò stupito la scena. Shikamaru era accorso in aiuto del marionettista, e
stava combattendo. Solo lui, non stava facendo nulla. A dire la verità, non
avrebbe potuto fare molto. Gli era rimasto, si e no, qualche goccia di chakra,
sufficiente a non farlo crollare a terra. Poi sorrise. Che diavolo ci stava
facendo li? Non si riconosceva nemmeno...non era lui, quello che non si
arrendeva fino all’ultimo e che continuava a lottare, fino all’ultimo respiro?
L’aveva dimostrato più volte. Lui poteva vincere, gli avversari più forti. E
poi, non poteva morire. Non aveva ancora saputo dare un nome, a quei maledetti
sentimenti che aveva nel cuore, quando vedeva quegli occhi grigi e sentiva la sua voce imbarazzata...
L’uomo
dai capelli rossi, diede un calcio al ragazzo con la coda, che cadde a terra.
Kankuro si distrasse, per un secondo. Un secondo sufficiente, a ricevere un
pugno, che gli fece perdere i sensi.
“Finalmente,
posso rimanere solo con te, Naruto. Lo sai, vero, cosa vogliamo da te?” una
domanda inutile, pensò il biondo. Tutti volevano quello, da lui. Kyuubi.
“Tsk.
Non penso che l’avrai.” Sibilò, sprezzante.
Ce
l’avrebbe fatta.
“Guardati,
sei rimasto da solo.” Sussurrò, sadico.
Naruto
si ritrovò a pensare, che quel tizio aveva maledettamente ragione.
“Bhe,
se non verrai tu...vorrà dire, che lo farò io!” e partì, verso di lui. Un
ghigno, di chi pregustava già la vittoria, era dipinto sul volto. Ma non aveva
fatto i conti giusti.
“Solo
io, posso picchiare quel maledetto maschilista!!”
Ed
era caduto indietro, fermato da un calcio sferrato con potenza, proprio contro
la sua faccia.
“Ino?”
Naruto
era a bocca spalancata. La giovane kunoichi bionda, era in piedi, in una posa
scocciata, e con un ciuffo di capelli ribelle, che le copriva parte del volto.
“N-Naruto-kun...tutto
bene?” una voce, dolce, lo fece voltare.
“Hinata-chan...”
le sue gote, anche in quella situazione, non avevano potuto evitare di
colorarsi di un vivace color porpora.
“Naruto-kun?”
Il
biondo la tirò a se, e la strinse forte.
“Meno
male...sei viva.”
La
corvina aveva assunto tutte le tonalità di rosso, conosciute.
“Maledizione,
vi pare il momento di pomiciare?” domandò, Kankuro, sfiorandosi la botta.
Strizzò gli occhi dolorante, poi fissò il punto in cui il membro dell’Akatsuki
era sparito.
“L’hai
ucciso?” domandò, fissano Ino. La ragazza sorrise.
“Direi
che ha raggiunto il suo amico. E che per qualche ora siamo salvi...”
Shikamaru
aveva tossito, un po’ di fumo, dicendo quelle parole. Però, era contento.
“Maledetto
idiota!!” ma davvero aveva espresso il desiderio di voler sentire di nuovo
quella voce?
“Che
noia, Ino! Non urlare!!” disse, tappandosi le orecchie. Ino era rossa per la
collera.
“E
io che mi ero preoccupata per te!!” si voltò, stizzita e offesa. Il ragazzo
sorrise.
“Perché,
pensavi che io non lo fossi?”
La
bionda, si girò stupita a guardarlo.
“Sentite,
è meglio tornare al palazzo, per vedere gli altri!!” Kankuro si era stufato, di
tutte quelle moine da innamorati.
“Già,
hai ragione.” Convenne Ino, più che convinta che il batticuore dovuto alle
parole del compagno, fosse causa del fatto che era felice, che lui fosse vivo.
“Yuura.
Si può sapere dove mi stai portando? A quanto ne so, questo tunnel, non
dovrebbe portare da nessuna parte.”
Gaara
era stanco. Forse non era da lui lamentarsi, ma camminavano in quel cunicolo
buio, da quasi due ore, e c’era un odore terribile.
“Oh,
signore, non si preoccupi. È una strada che è stata percorsa mille altre
volte!!” di nuovo quel sorriso, così poco rassicurante. Gaara sbuffò.
Se
almeno Temari fosse andata con loro, si sarebbe sentito più a suo agio. Yuura
era un compagno piacevole, ma quel giorno, gli sembrava parecchio strano.
Continuarono
a camminare in silenzio, per altri dieci minuti.
Poi
Gaara capì.
“Tu
non sei Yuura, vero?” domandò, quasi per nulla preoccupato. Anzi, forse non lo
era davvero. Da quanto non combatteva più? Non voleva di certo ucciderlo, no.
Ma...combattere.
“Oh,
finalmente c’è arrivato, nobile Kazekage. Mi domandavo quando se ne sarebbe
accorto!!” esclamò, ridendo divertito il falso Yuura.
Gaara
ghignò.
“Penso
che sia lecito chiedere, chi sei, vero?”
L’uomo
davanti al rosso, sorrise, annuendo. Si levò, con una lentezza incredibile,
quella maschera perfetta, rivelando i capelli argentei legati in una coda, e
gli occhi coperti da un paio d’occhiali.
Gaara
sorrise, dandosi una bottarella alla testa.
“Come
ho fatto a non pensarci prima?” chiese più a se stesso, che al giovane ninja
davanti a lui “Ovvio, che ci fossi tu, Kabuto, dietro quella maschera...”
sussurrò, quasi divertito.
“Sai,
il mio sennin è stato così gentile da affidarmi questo compito, così delicato.
Avevo l’ordine di anticipare l’Akatsuki, e condurti da lui.”
Sorrise
compiaciuto, che il suo piano fosse stato concluso.
“Mh.
Già, e vedo che ci sei riuscito.”
“Esattamente.”
Gaara
sorrise, amabilmente. Sicuramente quel tizio, dava le cose troppo per scontate.
“E
tu...credi che non opponga resistenza?”
Il
sorriso sul volto di Kabuto, si incrinò leggermente. Il silenzio calò,
istantaneamente sul luogo. Si sentiva solo un lieve rumore in lontananza.
Il
giovane Kazekage sorrise, ancora più ampiamente.
“Tra
l’altro, avevo proprio voglia, di fare un bel combattimento, e tu...sei
piuttosto in gamba, no?” chiese, stringendosi il polso destro. Kabuto, aveva
perso la sua sicurezza.
“Non
puoi vincere, contro di me.”
“E
questo chi lo dice?”
“Io.
E poi...sei solo. Anche se mi uccidessi, non riusciresti a trovare la strada
per tornare indietro.”
In
effetti, avevano attraversato un sacco di cunicoli e Gaara, non si ricordava di
certo tutte le svolte che avevano fatto.
“Mh.
Mi arrangerò, ora l’unica cosa che mi preme, è fartela pagare, per aver
attaccato il mio villaggio.”
“Oh.
Ma non è solo colpa nostra, anzi l’idea iniziale è stata proprio dell’Akatsuki,
anche se, leggermente consigliata.”
Il
rosso, si mise in posizione di attacco.
“Ah
si? E come avete fatto?” chiese. Ormai voleva sapere tutta la storia.
“Semplice.
Una spia perfetta, li ha ingannati tutti.”
“Scommetto
che è già morta.”
Kabuto
fece spallucce.
“È
la nostra missione.”
“Già,
e questa è la mia!”
Rock
Lee, era sbucato da dietro Gaara, dando un poderoso calcio, alla spia, davanti
a loro, che non riuscì ad evitarlo.
“Lee!
Accidenti! Devi sempre essere così brutale?”
Un
risata fece voltare la ragazza dai capelli rosa.
“Bene,
bene, bene...Sakura Haruno. Che piacere rivederti...” sussurrò, Kabuto,
fissandola, quasi con sguardo maniacale. Sakura arrossì.
“Abbassa
quegli occhi...” intimò, il moro, portandosi con il braccio teso, davanti alla
giovane.
Kabuto
sorrise, rialzandosi.
“Penso
che sarai felice di sapere, che Sasuke Uchiha, è qui.”
Non
diede loro il tempo di rispondere, che sparì in una nuvola di fumo.
Sakura
si accasciò a terra.
“Sasuke?”
“Perché
non mi hai lasciato andare con lei?” domandò, per la terza volta, la bella
kunoichi bionda, al giovane davanti a lei.
“Perché
loro erano i suoi vecchi compagni di squadra.”
“Non
mi pare un buon motivo!” era parecchio arrabbiata, con Shikamaru. Se ne stava,
in un momento come quello, ad osservare il cielo. Come se il resto del mondo
non esistesse.
“Ino,
sei seccante.” Disse, scocciato.
“E
tu...tu sei uno stronzo!” urlò, inginocchiandosi accanto a lui. Il ragazzo
voltò il capo, e la guardò stupito.
“Stronzo?”
“Lo
so perché non mi hai mandata! Pensavi che i miei sentimenti per Sasuke
potessero rovinare tutto! Ammettilo...” singhiozzò, agitata. Non voleva
piangere, ma quel comportamento l’aveva molto delusa.
“No.
Non è per questo.” Sbottò lui, sollevandosi e guardando Ino, dritto negli occhi
“Semplicemente, non volevo che tu lo rivedessi.”
La
ragazza lo fissò sbalordita. Era davvero Shikamaru quello che aveva
detto...quelle parole?
“E
smettila di guardarmi così! Maledizione che seccatura...” esclamò, voltando il
capo, in modo che Ino non potesse più vedere le sue gote arrossate.
“Perché
non vuoi che lo riveda? Perché così non soffrirò più?” domandò, innocentemente
lei.
Il
ragazzo, alzò gli occhi verso l’alto. Bella domanda. Cosa le rispondeva?
Nessuno, poteva fregare Ino Yamanaka.
“Io...non...oh,
bhe. Solo perché magari dopo ci avresti tradito tutti, scappando con lui!!” la
buttò sul ridere. Possibile che non fosse mai capace di fare discorsi seri?
Ino
stava per controbattere, quando la porta della terrazza si aprì.
“Shika!!”
Un
giovane bionda, aveva chiamato agitata lo shinobi.
“Mh?”
Oh,
ciao Ino. Dovete venire giù! A quanto pare...”
Non
finì quella frase, perché un esplosione, molto forte la bloccò.
Tre
ragazzi, correvano in quel tunnel, stretto e puzzolente. Non facevano caso
all’odore. Sembrava che quello fosse l’ultimo dei loro pensieri. Guardavano
dritti davanti a se, senza pronunciare una parola. Quasi come se non volessero
interrompere quel silenzio, così carico di tensione.
“Sakura.
Non essere così agitata. Sai che è un traditore, no?”
Era
stato Lee, a parlare.
“Potrebbe
sempre cambiare idea!” esclamò, Naruto, al posto della kunoichi, che se ne
stava ostinatamente zitta.
“Perché...sono
dovuta venire io, se avete tanti dubbi?” domandò, poi, con voce leggermente
roca. Forse dovuta al fatto, che era stata in silenzio per troppo tempo.
“Perché...forse
tu, hai più possibilità, di qualsiasi altro!” esclamò, il moro, con un po’ di
dispiacere nella voce.
Sakura
sorrise.
“Io
per lui...non sono altro che una ragazzina insopportabile...”
sussurrò.
“Questo
lo pensa lui, perché è un idiota!” sbottò, Lee, arrossendo per le sue audaci
parole.
Sakura
la fissò, piuttosto stupita, ma poi arrossì, felice.
“Grazie
Lee...” si coprì il volto con le mani, commossa da quelle dolci parole.
“Lee
ha ragione. Sasuke è solo un idiota. Per di più, ha pensato che passando dalla
parte di quel maniaco, potesse diventare più forte...” Naruto, la fece
sorridere.
“Grazie
ragazzi.”
Ora,
grazie a loro, era molto più tranquilla.
“Cosa
diavolo...”
Ino
ed Hinata erano state mandate lontane dall’esplosione, dove era stato visto, un
altro membro dell’Akatsuki. La bionda era rimasta scioccata, nel vedere i
cadaveri delle guardie del palazzo, uccisi brutalmente.
“Ino-chan...chi
ha fatto questo?”
La
kunoichi assottigliò gli occhi.
“Hinata.
Non ti viene in mente...nessuno?” domandò, mettendosi in posizione d’attacco.
L’avrebbe incontrato per la prima volta, se le sue supposizioni erano esatte.
“Chi
dovrebbe...?”
“Una
persona così spietata, da non provare alcuna emozione, nell’uccidere. Chi
potrebbe essere?” chiese, quasi sperando che si stesse sbagliando.
La
corvina spalancò la bocca, ma si posizionò, pronta a combattere. Se davvero
Ino, aveva intuito la verità, erano nei guai. In serissimi guai.
“Guarda,
Itachi. Due ragazzine...” una voce adulta, e spaventosa, si levò dall’ombra di
una casa distrutta.
“La
foglia non ha più ninja validi.”
Aveva
indovinato. Era davvero, lui.
“Itachi
Uchiha.” mormorò, abbastanza forte, da essere udita.
“Uh,
sei famoso!” disse, il compagno, divertito. Le due ragazze, sentirono
chiaramente lo sbuffo scocciato dell’Uchiha.
I
due comparvero dalle ombra. Il primo era un uomo, dalla pelle color azzurro, i
denti affilati, e...le branchie. Portava un enorme spada sulla schiena, e
sorrideva divertito dalla presenza delle due.
“Kisame,
smettila. Sistemiamole in fretta.” Ordinò, Itachi, fissandole interessato.
Il
moro, pensarono le due, era terribilmente assomigliante al fratello.
Moltissimo. Sembravano due gocce d’acqua. Però, pensò Ino, era più...bello.
“Una
Hyuga, e una Yamanaka. Bhe, siete piuttosto famose, allora.” Sussurrò, candido
Itachi, osservandole. Hinata sussultò.
“Conosce...le
nostre tecniche?” domandò, Hinata in bisbiglio, alla giovane kunoichi.
Ino
spalancò la bocca inorridita. Se era davvero così...non avevano alcuna
possibilità, ancora prima di iniziare.
“Bene,
bene, bene...le due pulzelle, che prima mi sono scappate! Vedo che ve le siete
accalappiate voi, maledetti!” esclamò, una voce divertita. Le due kunoichi,
alzarono lo sguardo. Il biondo, patito per le esplosioni, era in piedi, sopra
un muro.
“Dove
è Shika?” urlò, Ino, ricordandosi che era il ragazzo ad avere il compito di
occuparsi di lui.
“Chi?
Oh, vuoi dire quello che controlla le ombra? È morto...ha fatto boom!”
Hinata
fissò il corpo dell’amica, accasciarsi a terra, si girò verso i tre e li osservò,
in certa di segno di menzogna.
“Non
è vero...” sussurrò, disperata, non vedendo alcun cedimento.
Non ci uccidete per questo finale,
tragico!!! ;___; Giuriamo che sistemeremo tutto!!!
Grazie di cuore a:
Ginny: Ma ciao! Eh si! Tutta suspanse creata
apposta! Bhe, le storie d’azione sono sempre così!!! XD Deidy sarà scappato da
Sasori!! Nulla da fare!! Grazie mille! A presto, baci!!
Tifalockhart: XD Come vedi, Gaara si sa
difendere...o meglio, è ben difeso!!! Eh si, Ino e Hinata sono sane e
salve...fiuu! Siamo felicissime che il capitolo ti sia piaciuto! *_* A presto,
baci!!
Neji’s fan 94: Eh, eh, eh...per Sasuke? Ti lasciamo
la suspanse, suspanse! Perché noi siamo sadiche! *_* Comunque grazie
millissime! A presto, baci!!
_Rael_89: Immaginavamo che tu sperassi in una
SasuIno! Chissà come mai! XD Però siamo contentissime che Sasuke ti piaccia!
*_* Noi eravamo propense a far attaccare Sakura, ma siccome siamo buone e gentilissime...XD
Grazie mille!!! A presto, baci!!
_Fimmy_: Deidara che ci prova con Ino? XD
Sissi, fantastico! Ah, ah, ah! Lui è troppo forte! Davvero grazie millissime! Speriamo
che questo chap ti piaccia! A presto, baci!!
Hina22688: Da come hai detto Italia, pensavamo
che avesse vinto di nuovo i mondiali! XD Ci dispiace, Kibuccio! ;_; Ma tu non
sei richiesto in questa storia! XD Inoltre, magari avresti disturbato ancora le
coppie! Che non sveliamo!! Vedo che le tue scene, ti staranno sempre a cuore!! Ma
pensiamo sia leggermente improbabile con la guerra in corso!! XD Grazissime! A presto,
baci!!
"E'
inutile che fai la lagna come i bambini piccoli, ti ho detto di sì"
"Cosa
della parola NO non ti è chiara"
"E
cosa della frase 'Abbiamo già deciso così' non hai
recepito?"
Kankuro
e Gaara si trovavano di nuovo nell'ufficio di quest'ultimo.
Il
marionettista era coperto di polvere dalla testa ai piedi e sulla guancia gli
era spuntato un doloroso livido violaceo.
Pulsava
in modo terribile e i bordi cominciavano a tingersi di giallo.
Una
leggera infezione, bisogna tenerlo coperto, altrimenti il pus lo ricoprirà del
tutto.
Queste
erano state le parole di Sakura quando lo aveva curato, poco prima di partire
alla volta della foresta ad un giorno di cammino da Suna, attraverso un
passaggio segreto.
Il
Kazekage invece era illeso, tranne alcuni frammenti di roccia tra le pieghe del
vestito e quell'odore acre e maleodorante che gli si era attaccato addosso.
Tutti
lo evitavano come la peste e ciò non gli andava molto giù, quindi era normale
vedere i due fratelli litigare.
Ordine
dall'alto del consiglio, cui avevano partecipato anche Chiyobaa-sama
e suo fratello.
Il
Kazekage doveva essere portato in salvo assieme al resto della popolazione.
Kankuro,
Baki e altri Jonin
avrebbero guidato il gruppo.
Peccato
che al diretto interessato non andava per niente di lasciare il villaggio.
"Ti
rendi conto..."
"Del
pericolo? Sì, perfettamente. Ma io ESIGO di rimanere qui"
"L'erba
voglio cresce solo nel giardino del re"
"E
io sono il Kazekage e ho gli stessi poteri di un re"
"Gaara
ragiona"
"Ho
già ragionato abbastanza su questa cosa. Se il villaggio sprofonda, voglio
sprofondare con lui"
Silenzio
calò tra i due.
Kankuro
sospirò afflitto.
Gaara
lo fissò.
Aveva
la netta sensazione che non sarebbe finita lì.
Quando
il fratello rialzò lo sguardo, ne ebbe la conferma.
Il
marionettista, famoso con il soprannome 'Gatto', negli anni si era avvicinato
sempre di più al mondo dei felini e la cosa che gli riusciva meglio erano gli
occhi dolci.
Se
poi ci aggiungeva anche il labbro tremulo, la frittata era fatta.
Il rosso si passò la mano sugli
occhi, evitando di mormorare un 'Che puccioso'
assolutamente non adatto alla situazione.
Ma
in ogni caso, l'altro l'ebbe vinta.
"Ok.
Ho deciso che verrò. Basta che la smetti di seppellire il tuo orgoglio in
questo modo patetico"
Un
movimento nel fogliame dietro di loro.
Sasuke
non si mosse nemmeno.
Meno
lo vedeva, meglio stava.
Quel
lecchino dei suoi stivali.
"Allora
Kabuto, spero proprio che tu ci abbia portato buone notizie"
Orochimaru
si voltò, facendo ondeggiare i lunghi capelli.
Il
chimono viola aveva delle macchie arancine sulle spalle, segno che il giorno
cominciava a finire.
Il
ragazzo si chinò.
"Certo
mio signore. Ho ottime notizie"
Gli
occhi gialli ebbero un luccichio sinistro e neanche Sasuke poté evitare di
interessarsi.
"L'Akatsuki
c'è cascata in pieno. Se ne stanno occupando proprio in questo momento"
"Scommetto
che c'è qualcos'altro, stai fremendo Kabuto e quando lo fai, vuol dire che sta
per accadere qualcosa"
Una
leggera risatina.
"Bhè,
diciamo che questo può interessare di più il nostro Sasuke"
Il moro lo squadrò.
Doveva
fidarsi?
"Oltre
ai ninja della sabbia, ci sono altre persone. E indovina un po', provengono
niente meno che da Konoha"
"Konoha
eh?"
Malgrado
tutto si trattenne.
Non
poteva crollare, non adesso.
"Esatto.
E non ho ancora finito"
Il
medico si tolse gli occhiali, li pulì accuratamente e se li risistemò sul naso.
Calmo
e accurato, come un vero medico deve essere.
"Sono
arrivati altri rinforzi per Deidara e Sasori della Sabbia Rossa"
Orochimaru
si leccò le labbra.
"E
fra di loro si trova anche Itachi Uchiha"
Si
nascose dietro una roccia per poter osservare tutto da lontano.
Si
passò una mano fra i capelli.
Non
immaginava ci fosse così caldo, eppure era già il tramonto!
Non ci voleva, non ci voleva
proprio.
Così
avrebbe sprecato più energie del normale.
"Mai
nulla di facile"
//Flashback//
Lanciò un kunai ad un millimetro
dal volto dell'altro.
Uno shuriken si era fermato tra
il braccio sinistro e il torace.
"Bene benebene, cos'abbiamo qui? Un ragazzino coraggioso?"
lo canzonò in tono strascicato.
La mano ritornò alla cinta.
"Ma voi di Konoha pensate
solo a combattere?"
"Sai com'è, quando abbiamo
dei conti in sospeso vogliamo liberarcene alla svelta"
"Bhè, siete delle
seccature"
Deidara si spostò dietro
l'orecchio un ciuffo, lasciando intravedere a Shikamaru un pezzo di metallo.
Sopra all'occhio sinistro.
Non capiva cos'era.
L'altro se ne accorse e, sempre
ghignando, spostò l'intero ciuffo.
"Questa è una protesi. Non
ne avevi mai viste, uhn?" gli domandò
picchiettando un'unghia smaltata su un piccolo oblò, proprio al centro del
pezzo di ferro.
"Ho perso l'occhio quando
ero un ragazzino, non ti immagini il male"
Il chuunin sbuffò.
"Quanto me ne può importare,
stiamo a sentire?"
Il ghigno si allungò e lui si
ritrovò senza volere a deglutire.
Un prurito insistente al collo.
Guai in vista.
"Oh, ma a me non interessa
se questa storia ti entusiasma o meno. Solo, avevo bisogno di tempo"
Il biondo formò dei sigilli con
le mani e saltò sopra all'uccello d'argilla appena comparso.
Shikamaru si spostò di lato
appena in tempo per evitare una fiammata emessa da quella creatura.
Ci mancava solo quella...
"Dai vieni fuori, altrimenti
non mi diverto"
Si sdoppiò e mentre la sua copia
si posizionava davanti a quello dell'Akatsuki, lui andò dietro.
Deidara ringhiò, contrariato.
"Intrappolato tra due
fuochi, amico"
Si nascose più che poteva sotto
l'ombra proiettata dalle mura.
"Può bastare...Tecnica del
Controllo dell'Ombra!"
In un attimo l'artista si ritrovò
bloccato, come se una morsa lo stesse stritolando.
Shikamaru si asciugò il sudore
dalla fronte.
"E anche questa è
fatta"
"Illuso"
L'altro lo fissava e nonostante
tutto, continuava a ghignare con aria superiore.
"Sai prima, mentre ti
parlavo del mio occhio? Bhè mentre tu eri concentrato su quello, io ho
sistemato una dozzina di bombe, Esploderanno a momenti"
"Oh cazz..."
"Ti presento la tecnica
della distorsione, amico"
//Fine Flashback//
Si rigirò tra le mani il
contenitore che serviva a proteggere dall'umidità delle pillole color
arcobaleno che gli aveva dato Choji prima di partire,
quando era andato a trovarlo in ospedale.
"Nel caso che ti
servano" aveva detto l'Akimichi...e gli erano servite eccome!
Quelle pillole a prima viste
innocue se rotte avevano la stessa funzione della Tecnica del Richiamo.
Solo che, al posto d'animali
vari, queste evocavano...patatine!
Ottime, se uno stava precipitando
da un palazzo.
"Sia benedetto Choji e il suo continuo abbuffarsi"
Guardò il campo di battaglia.
Ino e Hinata erano ancora
immobili.
Kisame, o almeno così credeva si
chiamasse, si avvicinava sempre di più.
Il fratello di Sasuke lo guardava
indifferente e Deidara si mordicchiava il labbro inferiore.
Doveva fare qualcosa, o quelle
due ci rimettevano la pelle!
Non avrebbe potuto sopportarlo.
Non avrebbe sopportato di
convivere con l'angoscia di sapere che avrebbe potuto salvare quella cocciuta
della sua compagnia di squadra, ma che non lo aveva fatto.
Incrociò le gambe e unì le dita
delle mani, assottigliando lo sguardo.
E all'improvviso, seppe cosa
fare.
"Lame
di vento!"
Ruotò
il suo ventaglio e una raffica di colpi centrò il nemico.
Peccato
che ne fosse uscito illeso.
Due
marionette le si pararono davanti.
Una
aveva una lunga katana affilata, l'altra una strana ascia.
Velocemente
saltò di lato e creò quattro copie di se stessa che andarono a posizionarsi
negli angoli del tetto, mentre lei saltava in aria, perfettamente al centro del
quadrato immaginario.
"Elemento
vento! Danza dei Dragoni di Sabbia!"
Dal
nulla comparvero cinque dragoni che si scagliarono sul nemico, mentre un vento
fortissimo, simile ad un tornado, imperversava attorno a loro con il suo
ululato.
"Questa
volta non mi scappi"
Prese
un rotolo e richiamò chakra sufficiente per utilizzare tutte le armi a sua
disposizione.
"Sei
finito!"
"Temari
attenta! Auch!"
Sasori
sibilò, contrariato.
Quel
dannato scocciatore della foglia aveva avvertito la biondina che lui, invece
che al centro della tempesta, si trovava alle sue spalle.
E
ora lei era sparita.
Shikamaru
invece era appoggiato contro il muro, un rivolo di sangue gli colava dalla
tempia.
Questo
era quello che si meritavano gli scocciatori.
Si guardò attorno e sentì un
fruscio da sinistra.
Stolta...
Diresse
le sue marionette di là, per poi girarsi a destra e parare il colpo di Temari.
Sembrava
sorpresa che lui avesse capito il trucco, ma si riprese alla svelta.
Il
tintinnio di metallo contro metallo riempiva l'aria e i loro movimenti si
susseguivano rapidi.
Impossibili
da seguire.
Un
pugno, un kunai, una serie di calci, una testata, la lama di una marionetta.
Riflessi
rapidi e nessuna distrazione.
Pena,
essere feriti.
E
Temari sapeva perfettamente che le armi di quel bastardo erano avvelenate.
Aveva
visto il liquido viola colare da esse, mentre si squadravano per poi partire
con lo scontro.
Però
così era stramaledettamente difficile!
"Cazzo"
Un
colpo era diretto dove fino a tre secondi prima si trovava la sua gamba destra.
Se
l'avesse presa le avrebbe spaccato il ginocchio, talmente era la sua forza.
Ma
così facendo, seguì il gioco di Sasori.
L'altro
sorrise serafico e con una gomitata la fece capitombolare a poca distanza da
Shikamaru, che si alzò in piedi per proteggere l'amica.
"Ahahahahaha"
Il
rosso rise sguaiatamente, buttando la testa all'indietro.
"Ora
non ho tempo da sprecare con voi"
Poi
volse lo sguardo alla sua sinistra, dove da lontano si sentivano grida e colpi.
"Ino"
Cavoli,
avevano cominciato il combattimento.
"Ci
si rivede presto"
Detto
questo, il marionettista scomparì in una nuvoletta di fumo grigio.
Temari
soffiò la frangia che le era finita davanti agli occhi e intascò tre degli
elastici che usava di solito.
Aveva
legato i capelli in una coda bassa, molto più pratica.
Guardo
il chuunin che era rimasto imbambolato.
"Forza,
muoviamoci. Voglio finire l'incontro con quello là"
Cominciò
a saltare di casa in casa, per poi girarsi e vedere Shikamaru ancora fermo
"E
poi, la tua bella ha bisogno d'aiuto dal suo bel principe!"
L'unica
cosa che sentì, mentre rideva allegramente, fu l'urlo indispettito del ragazzo.
"Temari!!!!
Mendokusee!!!!!
"Yo!
Eccoti qui Sasori no danna, cominciavamo a preoccuparci"
Deidara
si voltò a guardare il rosso che si stava sistemando il mantello.
"Cretino"
"Eh?
Che ho fatto stavolta?"
I
suoi occhi, come due lame violacce, lo trafissero.
"Quello
che controlla le ombre....è...ancora....VIVO"
L'ultima
parola fu pronunciata quasi con disgusto.
I
combattenti si fermarono.
Hinata
ansante e piena di lividi si reggeva a mala pena in piedi; Ino non stava di
certo meglio.
Erano
state richiuse in un Genjutsu dall'Uchiha e n'erano
uscite per miracolo, grazie agli allenamenti con Tsunade-hime.
"E'
vivo...oh grazie al cielo" sussurrò la bionda con un filo di voce.
"Non
distraetevi, ragazzine"
Gli
attacchi dello spadaccino ripresero, insieme a quelli di Itachi.
"Palla
di fuoco suprema!"
"Fendente
acquatico"
Li
scansarono e si acquattarono dietro un muro mezzo crollato.
"Dobbiamo
fare qualcosa, Ino-chan, e alla svelta"
"Lo
so, lo so, ci sto pensando..."
Si
tuffarono e si nascosero dietro un'altra roccia, mentre la prima saltava in
aria.
"Se
ci si mette anche quel bombaiolo del cavolo
poi!"
Hinata
si chinò di più per schivare uno Shuriken ombra.
"Forse
ho trovato un'idea"
Kisame,
che stava per andare all'attacco s'immobilizzò.
Il
suo compagno di squadra fissava con sguardo vacuo l'orizzonte.
Sembrava
alla ricerca di qualcosa, anche se non capiva cosa.
"Ehi,
Itachi-kun, che succede?"
Proprio
allora le due kunoichi spuntarono fuori dal nascondiglio e in contemporanea
evocarono la moltiplicazione.
Fato
volle che anche Temari e Shikamaru, che si era ripreso, andassero a dar man
forte alle loro amiche in difficoltà.
"Tho,
Sasori aveva detto il vero" sbottò l'uomo squalo.
"Almeno
così ci divertiremo di più"
Una
mano lo bloccò.
Itachi
fissava le copie davanti a loro, nelle sue iridi rossastre, risplendeva il Magenkyou Sharingan.
"Sono
solo dei diversivi, i quattro veri sono nascosti qua attorno e, appena
avanzeremo faranno scattare la trappola. Inutile perdita di tempo, per
noi"
Si
voltò verso il deserto e ricominciò a cercare in direzione della foresta.
"Soprattutto
adesso"
Kisame
rise.
"Conosco
quello sguardo e quel tono....il serpentaccio è nei
paraggi, nhé?"
"Ulala,
allora c'è anche il tuo caro fratellino" urlò Deidara dall'alto.
"ORA!!!"
I
jonin della sabbia e i ninja di Konoha si riversarono
sul tetto, diretti verso quelli dell'Akatsuki.
Lo
spadaccino sollevò un polverone, mentre il biondino faceva scoppiare degli
innocui petardi che riuscirono nell'intento.
Itachi
e Kisame erano scomparsi nel nulla.
"Sasori
no danna"
Un
grugnito in risposta lo fece sorridere.
"Mi
sa che qui ce ne dovremmo occupare noi"
"Sai
che novità..."
Shikamaru ringhiava mentre Ino e Temari sembravano pronte
ad ucciderli.
Solo Hinata rimaneva più distaccata.
"Bene, ragazzi...Dov'eravamo rimasti?"
Siccome il villaggio della
Sabbia sapeva che anche loro centravano nell'attacco al Kazekage, avevano
mandato la maggior parte dei ninja del Suono ad aiutare l'Akatsuki.
O almeno, a fare in modo che i jonin
fossero talmente occupati con l'uno e l'altro nemico da non riuscire a
seguirli.
In
quel momento erano nel cuore della foresta, circondati da piante, animali e chi
più ne ha più ne metta.
Il
restante gruppo, formato da genin e da chuunin, era
sparpagliato lì attorno alla ricerca d'eventuali trappole e nemici in agguato
che non avevano calcolato.
I
passanti casuali erano più scoccianti e pericolosi di qualsiasi altra cosa.
Correvano
alla velocità della luce.
Sapevano
che, presto o tardi, quelli di Konoha si sarebbero sbarazzati di Deidara e
Sasori e gli avrebbero seguiti.
Per
non parlare d'Itachi e Hoshigaki, che di sicuro gli
erano già alle costole come cani che fiutano la preda.
Sasuke
conosceva il fratello.
Non
si sarebbe lasciato sfuggire l'opportunità di uccidere sia lui che Orochimaru
che, più di chiunque altro, si divertiva per quella situazione che si faceva
sempre più disastrosa e pericolosa per la loro incolumità.
Kabuto
aveva evocato dei serpenti e li lasciava sul cammino.
"Una
bella sorpresina, speriamo che sia di loro gradimento"
Lo
guardò, rabbioso.
Lo
Sharingan ancora più scuro e minaccioso.
"Basta
che ci sbrighiamo e che servano allo scopo"
"Non
ti fidi?"
"Devo
essere sincero?"
Un
sibilo infuriato.
"Smettetela,
non abbiamo tempo per le vostre scaramucce"
Orochimaru
li fissò e la felicità scomparve, lasciando posto al fastidio.
"Sì
signore"
E
ripresero il cammino, diretti alle montagne a nord.
Rock Lee si bloccò sul ramo dove
era atterrato.
Naruto,
dietro di lui, non se n'accorse e ci andò a sbattere.
Sakura
si fermò a sua volta, per vedere come stavano i due distesi a terra in un
intrico di gambe e braccia.
"Teme....Lee,
la prossima volta avvisa delle tue frenate improvvise!"
Uno
scappellotto gli arrivò in testa.
"Zitto"
Rimasero
immobili, attorno a loro i rumori della foresta addormentata.
Suna
ormai non era che un puntino illuminato.
I
fuochi delle battaglie risplendevano in quella notte tersa e afosa, dove
neanche una nuvola o un filo di vento avevano l'intenzione di disturbare i
ninja durante le lotte.
Quasi
ti sembrava di sentire le voci e i rumori, come se tu non fossi stato a chilometri
di distanza, ma solo a pochi passi.
Sentivi
addosso quell'angoscia strisciante che ti serrava il cuore e ti bloccava la
gola in un groppone amaro.
Vedevi
con gli occhi della mente i compagni cadere sotto i tiri di Shuriken e Kunai
del nemico.
Nell'aria
ristagnava l'odore ferroso del sangue delle vittime, l'unica cosa che era
arrivata a loro in quel lungo viaggio attraverso il deserto.
L'unica
cosa che gli faceva sperare che quel sangue non fosse loro.
Che
non appartenesse agli amici che avevano lasciato.
Avevano
provato tanto dolore nella loro breve vita e ormai si sentivano stanchi.
Stanchi
di tutti questi tiri mancini, di questi cambiamenti che sconvolgevano le loro
vite.
Volevano
solo un po' di stabilità, come ogni ragazzo quindicenne.
Ma
a loro non era concessa pace e misericordia.
Erano
ninja, non ragazzi. Non erano mai stati bambini.
Da
quando avevano diretto la loro vita a servire il villaggio di Konoha avevano
abbandonato l'innocenza e la spensieratezza per buttarsi a capofitto in un
mondo oscuro e dove tutti erano nemici.
E
nascondevano tutto questo.
Come
ogni ninja che si rispetti, avevano l'obbligo di non farsi sconvolgere da ciò
che accadeva.
Spossatezza
gravava sulle loro spalle, sia fisicamente che spiritualmente.
Ma
ora, altri suoni si sovrapponevano a quelli creati dalle menti dei tre ragazzi.
Le
cicale tornavano a frinire, il vicino ruscello a gorgogliare.
Gli
alberi scuotevano le chiome al passaggio degli animali selvatici che ancora si
avventuravano fuori dalle loro tane.
Sakura
chiuse gli occhi.
Era
bello lasciarsi andare, per una buona volta.
Viaggiare
con la mente e credere che tutto ciò che stavi facendo appena cinque minuti fa,
in realtà non esistesse.
Il
moro cominciò a dondolarsi avanti e indietro, fischiettando una musichetta nota
solo a lui, che risuonava al di sopra dei rumori del bosco.
Naruto
aveva le braccia incrociate a mo' di cuscino e si beava di quella pace.
La
prima pausa dalla loro partenza cinque giorni prima.
Comunque
non avevano scordato l'avvertimento di Lee.
Qualcuno
si trovava nelle vicinanze e si avvicinava alla svelta.
Fingendosi
rilassati tenevano i sensi all'erta, pronti ad acciuffare quell'individuo.
"Speriamo
solo faccia presto, prima partiamo più possibilità abbiamo di trovarli"
La
kunoichi alzò il viso al cielo, quando sentì una mano sulla spalla.
Lee
le si era avvicinato e si trovava a tre centimetri da lei.
Arrossì
di botto.
Improvvisamente
la temperatura corporea si alzò di una decina di gradi.
Il
ragazzo non le aveva mai fatto quell'effetto...perché ora si sentiva così in
soggezione?
Saranno
stati i discorsi fatti con lui che li avevano avvicinati?
"Tranquilla"
Lo
guardò attentamente.
I
capelli un po' più lunghi ma pur sempre a caschetto.
Le
sopracciglia che cominciavano ad avere una grandezza decente e il volto dai
tratti adulti.
Gli
occhi color carbone vivaci e sempre curiosi che la fissavano con una luce che
li rendeva ancora più profondi.
"Riusciremo
a prenderlo. Non può volare o teletrasportarsi. Gli
saremo addosso in men che non si dica"
"Già...lo
acciufferemo per il colletto e gli tireremo così tanti calci al fondoschiena
per aver tentato di rapire Gaara che, quando saremo a Konoha, non riuscirà
nemmeno a sedersi!"
Naruto
rincarò la dose, un sorriso giocondo sul volto e le mani che gesticolavano.
"Esatto,
e se proverà a torcerti anche solo un capello, giuro che gliela farò pagare
ancora più cara"
"Dattebayo!"
I
due risero e lei non poté fare altro che ridere altrettanto.
Come
al solito, erano riusciti a tirarla su di morale.
Poi
un rumore gorgogliante li fece voltare a fissare il biondino, che si fissava a
sua volta lo stomaco.
I
due lo osservarono, sconsolati.
"Naruto-kun,
lasciatelo dire, solo tu puoi fare una cosa del genere"
L'altro
alzò lo sguardo imbronciandosi e sbuffando.
"Ma
io ho fame! Sakura-chan, nutrimi!"
Scosse
la testa.
Che
testa quadra!
Ma
era anche per questo che gli voleva un mondo di bene.
"Sì,
adesso accendo un fuoco. Però piccolo, non dobbiamo rivelare la nostra
presenza!"
"Yatta, pancia mia fatti capanna!"
Non
si accorsero, presi com'erano dal discutere tra loro e sistemarsi per la cena
improvvisata, che un'ombra li fissava, nascosta dietro un albero.
La
presenza che avevano avvertito prima, era arrivata.
E
loro, ingenui e distratti, erano nelle sue mani.*
Ringraziamo di cuore:
Tifalockhart: Sei rimasta veramente sconcertata dalla presunta morte di Shika! XD
Però siamo super contente che il capitolo ti sia piaciuto!! Eh si...ITACHIIII!
*ç* Grazie mille! A presto, baci!!
Neji’s fan 94: Ma guarda un po’! Hai tutto il tempo per commentare!! Sui pairing...mi
dispiace, ma teniamo la bocca cucita! XD Altrimenti ti rovini la sorpresa!! Nel
caso tu non riesca a commentare, ti auguriamo buone vacanze!! A presto, baci!!
Ginny: (Ti
chiedo scusa per le virgole! Sono negata in ste cose! NDMimi) Eh si, la storia
si fa sempre più complessa!!! Però siamo stra contente che continui a
seguirci!! Grazie millissime, tesoro! A presto, baci!!
Secchan: Shi!
Hinata e Narutino sono sempre pucci! *_* Diciamo che noi adoriamo Ino, ma siamo
sadiche con lei...(Ma voi siete sadiche con chiunque! Con me soprattutto!
NDZetsu) Gaara se vuoi, alla fine di tutto, te lo possiamo pure regalare!! XD
Grazie mille! A presto, baci!!
Hina22688: Chi
non pensa che Itachi sia più bello di Sasuke? *ç* Comunque...hai detto davvero
così alla tua povera mamma? In effetti...forse dovremmo assicurarci pure noi di
non essere circondate da spie! =.= Orociok? XDDD Noi se siamo spie di qualcuno,
stiamo dalla parte dell’Akatsuki! *çççç* Belli tutti loro! No signora! Non chiami
la neuro! Abbiamo bisogno di sua figlia! Ci fa ridere un sacco! È un mito!! XD Pensiamo
di aver capito di quale altra fict parli...^^”” Grazie!! A presto, baci!!
_Fimmy_: Poverina
se Itachi ci prova con lei? Bhe, non c’è problema! ^^ Noi siamo pronte a fare
cambio!! XD Ti ringraziamo tantissimo per la tua fiducia!! =°°) Grazie! A presto,
baci!!
_Rael_89: Mh...hai
fatto una lista completa! Un perfetto riassunto dello scorso capitolo! Dovrebbero
metterti a fare i riassunti ad inizio delle puntate dei telefilm! XD Grazie
mille, tesora nostra!! Ti adoriamo! A presto, baci!!
La
lama affilata e cosparsa di veleno di Sasori sfiorò la testa di Ino. Era la
seconda volta che accadeva e ci andava sempre più vicino.
“Merda...”
sussurrò, schivando un altro colpo.
Il
rosso davanti a lei sorrise.
“Non
ti andrà così bene ancora per molto, biondina...” sibilò, guardandola negli
occhi.
Uno
shuriken passò in mezzo ai due.
“Se
è per questo non andrà bene nemmeno a te, se la toccherai con un dito...” lo
minacciò, il ragazzo con la coda, senza fissarli. Era sicuro che Ino lo stesse
guardando e non voleva fare vedere di essere arrossito.
Hinata
e Temari erano semi-nascoste dietro un muro abbattuto. La Hyuga si teneva
stretto un braccio; era stata colpita da Deidara.
“Hinata?
Non puoi combattere con il braccio in quello stato...” disse, la kunoichi della
sabbia, ringhiando.
La
mora socchiuse gli occhi per via del dolore. Il sangue scivolava dal braccio
abbondante e il dolore la faceva gemere; tuttavia si girò verso Temari con un
sorriso.
“Non...posso
lasciarti combattere...da sola!”
La
bionda spalancò gli occhi.
“Hinata...ma
hai visto in che stato ti trovi?” domandò, sconcertata.
La
corvina annuì. Cacciò indietro le lacrime, che le erano salite agli occhi per
un’altra fitta.
“Temari...ti
prego. Voglio aiutarti, non mi fare sentire inutile, più di quanto lo sono
normalmente!” la scongiurò.
La
kunoichi la guardò stranita.
“Tu
non sei inutile! Chi cavolo ha detto che sei inutile?”
Hinata
abbassò il volto. Un’altra esplosione si fece sentire.
“In
missione Kiba e Shino se la possono cavare benissimo anche senza di me. Ino e
Shikamaru sono due grandi ninja, e come vedi riescono a tenere testa a uno come
Sasori. Io non riesco nemmeno a rimanere incolume con un tizio del genere!!”
“Ma...Hinata,
sai vero che quello che dici non ha senso? Cioè...io se non fosse stato per te,
sarei morta! Insomma...da sola contro quel cretino non ce la farei mai! Mi sei
di grande aiu...”
“EHI
DONZELLE! LA VOLETE FINIRE DI NASCONDERVI?”
Deidara
aveva una voce irritata e seccata. Era stanco di aspettare.
“Hinata?”
La
giovane alzò lo sguardo.
“Facciamolo
a pezzi.”
E,
dopo un cenno d’assenso, divennero visibili agli occhi di Deidara.
Sakura
accese il fuoco, e si sedette accanto ad esso per riscaldarsi. Naruto era andato
a cercare qualcosa da mettere sotto i denti, mentre Lee era seduto di fronte a
lei.
Si
sentiva a disagio; o meglio, in imbarazzo. Non capiva il perché, ma la presenza
del ragazzo le faceva provare una piacevolissima stretta allo stomaco, che lei
non riusciva a capire da cosa dipendesse.
“Sakura?
C’è forse qualcosa che ti preoccupa?” domandò, infine Lee, stancatosi di quel
silenzio.
Lei
sussultò.
“NO!
Cioè...non c’è nulla che non va! Cosa non dovrebbe andare? Siamo al sicuro!”
esclamò affannosa e imbarazzata.
Il
moro storse il naso non molto convinto. Aveva notato che la giovane evitava in
tutti modi di guardarlo, e se per caso i loro sguardi si incrociavano,
mormorava scuse e iniziava a fissare il soffitto. Proprio non capiva il motivo
di quel comportamento.
“Sakura?
Non è che stai pensando a Sasuke?” chiese, sicuro che fosse quello il motivo di
tanto silenzio.
La
rosa scosse il capo.
“No,
no, no! Sasuke-kun non centra nulla!!”
Maledizione,
pensò. L’aveva chiamato ancora Sasuke-kun!
Doveva smetterla. Doveva mettersi il cuore in pace; ma soprattutto doveva
mettere ordine nella sua testa...e nel suo cuore.
“Ehi,
ragazzi!” urlò, Naruto, entrando nella casetta trafelato “Guardate un po’ chi
ho trovato!!”
Con
uno strattone fece entrare il giovane Kazekage, che arrossì.
“Naruto...mollami!”
ordinò, staccandosi dal biondo.
“Gaara!
Che cavolo ci fai qui?! Dovresti essere al sicuro!!” gridò, la rosa,
scandalizzata.
Il
rosso sbuffò.
“Non
ti ci mettere pure tu! Mi basta Kankuro con le sue maledette prediche...”
“Ma
Gaara! C’è un assassino li fuori! Hai rischiato grosso!!” disse, Lee, unendosi
alle prediche della ragazza.
“Lee...i
rumori che avete sentito...erano opera mia.” Concluse, facendo piombare nel
silenzio l’intera casetta.
“Ciò
non toglie in il tuo comportamento irresponsabile!” strillò Sakura, facendolo
sedere bruscamente e iniziando a controllare che non fosse ferito.
“Ha
ragione! Se ti avessero attaccato? Eh?!”
Naruto,
rimasto in silenzio fino a quel momento, sorrise malizioso.
“Sapete
che sembrate un coppia di sposini che sgridano il figlio?” domandò, fissandoli.
I
due, dapprima stupiti, spalancarono la bocca, iniziando ad inveire imbarazzati
contro il biondo.
Gaara
dal canto suo, sorrise. Per lo meno, non era più al centro dell’attenzione.
“Signore?
Ha visto quella luce?” domandò, Kabuto, bloccandosi.
Orochimaru
sorrise, prima di leccarsi le labbra.
“Uh,
Sasuke...penso che tuo fratello possa aspettare ancora qualche ora. Abbiamo
qualcosa di molto più interessante.” Sibilò, con un sorriso maniacale.
Il
moro lo guardò sconcertato, per poi fissare quella catapecchia che aveva tanto
interessato il suo padrone.
“Penso
che il maestro abbia ragione, Sas’ke-kun.” Concordò, Kabuto, sistemandosi gli occhiali
nel solito gesto, che il moro aveva iniziato a detestare.
“Naruto
può aspettare! Non capiterà mai più l’occasione di prendere Itachi!” esclamò,
quasi urlando, Sasuke.
“Obbedirai,
Sasuke. Perché questa è la mia decisione.” Orochimaru lo fissò in attesa di una
protesta.
Maledetto bastardo.
“Si,
signore.”
Ti ammazzerò.
“E
poi...penso che non dovrai nemmeno aspettare molto, Sas’ke-kun!” disse,
sposando gli occhi verso destra, il sensei.
Sasuke
chiuse gli occhi, in attesa. In lontananza poteva benissimo sentire rumore di
passi. Il suono di una voce...
“Penso
che dovremmo aspettare ad attaccare...” propose Kabuto, fissando il proprio
sensei.
Orochimaru
annuì.
“Aspetteremo
che escano dalla capanna...” sibilò, sorridendo.
Viscido.
“INO
MALEDIZIOZE! Vuoi stare un po’ più concentrata?” tuonò Shikamaru, osservando la
compagna di squadra.
La
ragazza sobbalzò, e si nascose dietro ad un muro. Fu seguita subito dal
ragazzo.
“Che
diavolo urli, Shika?” domandò, scocciata.
Lui
inarcò un sopracciglio, mentre osservava Temari prendere il loro posto contro
Sasori.
“È
la terza volta che rischi brutto! Mi vuoi dire a cosa cavolo stai pensando?”
domandò, seccato, tentando in qualche modo di bloccare il sangue che
fuoriusciva dalla gamba.
Ino
lo osservò per un secondo, per poi chinarsi su di lui e strapparsi un lembo
della propria gonna.
“Ino?
Cosa...”
“Tappati
quella boccaccia! Sappi che questo era il mio completo preferito! E che me lo
dovrai ricomprare!” sbottò, imbarazzata.
Shikamaru
sorrise divertito.
“In
questo momento non sappiamo nemmeno se riusciremo a sopravvivere e tu...pensi
al tuo completo?” borbottò, sarcastico.
“Per
me è una cosa importante.”
“E
per me è importante che tu rimanga in vita...quindi, ti prego, smettila di
essere distratta!”
La
bionda spalancò gli occhi, per poi sbuffare e correre verso il rosso.
“Ma
che...”
Vide
Ino mollare un pugno all’uomo, che preso alla sprovvista cadde all’indietro.
“Ino-chan!”
Hinata
osservò l’amica, stupita. Il braccio ferito le doleva. Aveva gli occhi socchiusi
per il dolore e sembrava che Deidara avesse la meglio.
Poi...
“Hinata!
Levati! Levati di li!” un urlo disperato della kunoichi bionda. La corvina
osservò, spaventata, un burattino d’argilla accanto a lei...
BOOM.
La
potenza di quell’esplosione fu talmente forte da scagliarli via tutti.
Deidara
sorriso, a bordo del suo solito uccello d’argilla.
“Sasori
no danna! Allora? Sono morti? Possiamo raggiungere gli altri?” domandò,
allegramente.
Il
rosso osservò le macerie. Vedeva i corpi dei loro nemici accasciati a terra,
privi di vita. Sembrava che finalmente, fosse tutto finito.
“Si,
andiamocene...” sussurrò.
Passò
accanto al corpo di Hinata e, senza pensarci, la infilzò con la propria katana
avvelenata.
“Nel
caso non fosse morta...” spiegò, osservando Deidara, che lo guardava stupito.
E
detto ciò, scomparirono nel nulla.
Un
silenzio calò sul luogo desolato. Il vento trascinava via le macerie più
leggere e alcuni fuochi erano ancora accesi.
Un
leggero soffio di vento fece rabbrividire i cespugli.
“Maledizione...meno
male, che ti era venuta in mente quest’idea nel caso avesse fatto esplodere di
nuovo qualcosa...” borbottò, Ino, fissando l’amica dai capelli neri.
La tecnica della sostituzione.
“Bhe,
ma anche il tuo piano è stato geniale...”
Un illusione.
“Ora,
però, dobbiamo raggiungere gli altri!” esclamò, alzandosi, la bionda.
Fece
per iniziare il suo cammino, quando fu fermata dalla voce seccata di Shikamaru.
“Non
pensi che sia meglio recuperare un po’ di forze prima? Inoltre, sia io che
Hinata e Temari siamo feriti...dovresti medicarci...” borbottò.
La
ragazza, dapprima scocciata, sorrise e si avvicinò alla kunoichi della sabbia.
Iniziando a curargli la ferita nata sulla spalla destra...
* *** *
Itachi
Uchiha correva velocemente fra gli alberi senza mai girarsi all’indietro.
Kisame, accanto a lui, aveva ancora un sorrisetto stampato sul volto.
“Si
può sapere...” iniziò seccato l’Uchiha “...che hai da sorridere?”
L’uomo
scoppiò in una fragorosa risata.
“Stavo
pensando a Sasori e Deidara...hanno incontrato problemi con dei chuunin della
foglia, scarsi come quegli idioti!”
Itachi
si lasciò scappare un sorriso.
“Mh.
Chissà se li avranno sistemati...” chiese più a se stesso che al compagno.
Kisame
fece per pensarci su, quando fu interrotto nuovamente dalla voce dell’Uchiha.
“Ma
guarda...una capanna con la luce accesa, e Orochimaru a due passi da essa...”
borbottò, annoiato.
Kisame
fissò prima la capanna poi l’uomo.
“Ma...quello,
non è tuo fratello?” domandò, facendo ghignare il moro.
“Chissà
come reagirà...” borbottò, estremamente divertito.
“Sai,
Gaara...mi chiedo ancora come hai fatto a scappare da tuo fratello.”
Il
rosso borbottò, imbarazzato, alcune scuse.
“Mio
fratello è un idiota...ho inventato una scusa come una donna in pericolo e lui
è subito accorso.” Sussurrò.
Naruto
scoppiò a ridere, seguito a ruota da Lee.
“Non
penso che tuo fratello sia un’idiota...” disse, invece, Sakura “...anzi, senza
pensarci due volte si è precipitato a salvare una persona che non conosceva...è
da ammirare.”
I
tre ragazzi ammutolirono. Come al solito, la rosa, aveva sempre ragione.
“Non
capisco anche perché hai voluto raggiungerci...” chiese, poi, Lee.
Gaara
aggrottò la fronte.
“Oltre
al fatto che voglio salvare il mio villaggio, ho scoperto anche una cosa...”
“Mh?”
Sakura
si alzò, dirigendosi verso la finestra, sotto lo sguardo del moro.
“Ho
scoperto che a Suna, Sasori e Deidara sono stati raggiunti da dei rinforzi...”
spiegò, bevendo una sorsata d’acqua.
“E...da
chi?” domandò, Naruto, temendo il peggio.
“Itachi
Uchiha e Kisame Hoshigaki.” Borbottò.
Il
silenzio calò nella casetta.
“Itachi...Uchiha?”
Naruto
aveva gli occhi spalancati. Ricordava benissimo la potenza di quell’uomo e del
suo compagno. Ricordava bene come li avevano annientati, durante il loro
combattimento.
“E...contro
di loro...ci sono solo quei quattro?” chiese, Lee, sconcertato.
Al
segno di affermazione di Gaara, Sakura spalancò gli occhi inorridita.
“No!
Non è possibile! A quest’ora...loro potrebbero...”
“Non
ci pensare nemmeno!” sbottò, Naruto.
La
ragazza serrò le labbra.
“Scusa.
Hai ragione...solo che Ino è la mia migliore...”
“Anche
Shika è uno dei miei più cari amici e Hinata è...” si fermò, capendo solo in
quel momento quello che stava dicendo.
Lo
sguardo incuriosito di Gaara, quello malizioso di Sakura e quello saccente di
Lee lo fecero arrossire.
“Non
è come pensate!!” sbottò, voltando il capo dall’altra parte. I tre risero
divertiti, per poi ripiombare nel silenzio.
“Sarà
meglio ripartire. Non c’è un attimo da perdere...” proclamò, poi Sakura,
afferrando le proprie armi.
I
tre ragazzi annuirono, seguendola fuori dal capanno.
“Ino,
maledizione...potresti essere un po’ più delicata?” domandò, Shikamaru,
guardandola.
La
ragazza sorrise colpevole. Aveva stretto le bende molto forte.
“Scusa...”
sghignazzò.
Il
giovane moro sbuffò, scocciato, girando il capo alla sua destra. Hinata e
Temari stavano decidendo sul da farsi.
“Shika...perchè
non volevi che vedessi Sasuke?” domandò poi, la giovane bionda.
Lui
si voltò a fissarla, con tanto di occhi. In una situazione come quella, lei
pensava ancora a quel discorso?
“Un
attimo...non è che durante il combattimento tu...”
Lo
sguardo colpevole di lei e gli occhi leggermente luccicanti lo fecero
arrestare,
“Non
ci posso credere! Ino!”
“Che
ci posso fare? Insomma...pure tu potevi dirmi il motivo, così mi sarei messa il
cuore in pace!!”
“Ti
turba così tanto il mio pensiero?”
No,
mi turba il batticuore che sento quando sono con te! avrebbe voluto
rispondergli, invece di starsene zitta a bendare quella gamba.
“Mh...Shika,
non pensi che sia ora di andare?” la voce di Temari li distrasse.
Il
ragazzo alzò lo sguardo sulla kunoichi e le sorrise.
“Si,
hai ragione...”
Quando
voltò il viso verso Ino, vide l’espressione infuriata della ragazza.
“Che
c’è?” domandò, sconcertato.
“Si, hai ragione!” gli fece il verso.
“Ino...ma
sei scema?”
“Perché
con me non sei mai così gentile?” domandò, avvicinandosi pericolosamente al
volto di lui.
“P-perché...?
Ma...io sono sempre gentile con te!!” esclamò, imbarazzato. Erano a un
millimetro di distanza, e Shikamaru poteva benissimo specchiarsi negli occhi
azzurri di Ino. Come poteva contare benissimo ogni ciglia di lei, ogni
sopracciglia e...
“Voglio
sapere il perché!!”
“Di
cosa?” domandò, interdetto.
“Di
entrambe le domande.”
Shikamaru
sbuffò, alzandosi in piedi. Ino lo imitò.
Lui
era più alto della ragazza e per poterle parlare doveva abbassare il capo.
“Ok,
ma prometti di non arrabbiarti...” sbuffò, imbarazzato.
Lei
annuì energicamente. Il cuore andava a mille...
“Allora...con
te non sono così gentile, perché tu sei diversa da Temari...” spiegò.
Ino
inarcò un sopracciglio.
“Cioè?”
si capiva perfettamente che non era soddisfatta della risposta ricevuta.
“Bhe...ci
sto arrivando!” borbottò “...vedi, io con te non riesco a essere serio...per
paura di fare qualcosa che a te non piaccia...”
“Stai
scher...”
“Tipo
dirti quello che prove per te...” la interruppe, grattandosi la testa.
“Eh?”
“Sono
innamorato di te da una vita, ormai. Ma oraè meglio andare...” disse, raggiungendo Temari con due salti.
Hinata
si avvicinò all’amica, con un sorriso.
“Ino-chan,
è successo qualcosa?”
La
bionda si girò sconcertata verso l’amica. Le gote arrossate e gli occhi
brillanti. Il cuore che batteva all’impazzata.
“Sono
felice...ma non capisco perché...” sussurrò, per poi iniziare a correre, per
raggiungere gli altri.
Il
biondo indietreggiò, facendo da scudo a Gaara, mentre Lee si portava davanti a
Sakura.
La ragazza fissava sconcertata Sasuke. Così
diverso, dall’ultima volta che l’aveva visto. Sembrava che ormai nulla gli
interessasse più.
“Direi
che oggi è stata una caccia proficua...” continuò l’uomo, con un ghigno, voltando
la testa verso sinistra.
Da
un cespuglio, con un espressione di completa indifferenza, compare Itachi
Uchiha. Alle sue spalle, con un sorriso canzonatorio, il compagno Kisame.
“Direi
che siamo proprio un gruppo affiatato...” disse, sorridendo divertito, Kabuto.
Sasuke
osservò il fratello, iroso.
“La tua debolezza deriva dall’inadeguatezza
del tuo odio...”
Quelle
parole riaffiorarono nella sua mente. Il suo odio era aumentato. Se prima c’era
anche solo un briciolo di dubbio, ormai Sasuke Uchiha l’aveva perso. Avrebbe
ucciso Itachi uchiha.
“Sakura...non
fare cazzate...” sibilò, Naruto, osservando la giovane che stava per fare un
passo avanti.
Lei
si bloccò.
“Mi
credi così stupida, Naruto?”
Il
biondo aprì le labbra in un sorriso.
“No.
Ma ormai Sasuke...non è più uno di noi.”
La
ragazza fissò il moro stupita, ma poi annuì. Naruto aveva ragione.
“Direi
di smetterla con i convenevoli...” borbottò, Itachi, fissandoli.
Sasuke
sorrise.
“Giusto...”
E
afferrò la katana, gettandosi contro il fratello...
Ringraziamo:
Tifalockhart: Si, orochi è sempre disgustoso...T_T Anche
noi ce li vediamo benissimo! *_* Pensa che è nata così questa fict! XD Solo
grazie a loro!!! Ma come ti capiamo...Sakura non è propriamente il nostro
personaggio preferito...U_U Grazie mille! A presto, baci!!
Ginny: XDD Contenta??? Bhe...se non fosse
intricato non sarebbe più divertente!!! U_U Grazie mille! A presto, baci!!
Hina22688: Kiba e Temari? Il tuo cuccioletto adorato,
con lei??? O.O Povero deidara...sigh,è
così bello! ;___; E’ la nostra passione, come tutti i membri dell’akatsuki!!! Zetsu
e Kisame inclusi...Un barboncino?? XDDD Ah, hai ragione!!! Grazie mille! A presto,
baci!!!
Neji’s fan 94: Speriamo che tu ti stia divertendo!!!
XDD Siamo contente che il capitolo ti sia piaciuto!! XDD Grazie mille, francy! A
presto, baci!!
_Rael_89: Abbiamo notato che LeeSaku ha
parecchie fan come coppia! O.O Per il bastardo e distaccato? Bhe, tesoro, noi
siamo fan dell’Akatsuki, quindi!XDD Grazie mille, amour! A presto, baci!!
_Fimmy_: Davvero ti piace così tanto? *_*
Siamo felicissima! XD Uhm...davvero grazie mille per i tuoi complimenti!! Sei troppo
gentile!!! XDD A presto, baci!!
Lala chan: Capolavori? Wow...siamo lusingate di
sto pensiero! O.O SakuSasu? Sai con chi stai parlando? >.> Per fortuna le
coppie non si capiscono, anche perché sono la prima cosa che abbiamo scelto!
XDD Diciamo che hai le idee un po’ confuse, eh? O.o SASUKE E OROCHIMARU???? SEI
MATTA???? E’...è...una parolaccia! O.O CON TEMARI? PEGGIO ANCORA!!! O.O Sembravi
la presentatrice dei programmi televisivi! XD Grazie mille! A presto, baci!!
Finalmente
erano arrivati a casa e per un po' di tempo avrebbero avuto la possibilità di
non partecipare a nessuna missione.
Finalmente
avrebbero potuto scordare il Suono e la Foglia e il mezzo fiasco di Suna.
Ma
soprattutto, Deidara aveva continuato a ripeterlo per tutto il viaggio,
avrebbero potuto poltrire fino a tardi.
Non
solo per tutto il viaggio si era dovuto sorbire il biondo che continuava a
ciarlare su voli d'angelo sul materasso, finestre aperte e cumuli di coperte,
stile sauna.
No,
ora anche quello.
Va
bene che era il capo, ma cavoli, quando è troppo è troppo.
"O-ehi, Sasori no-danna vacci piano con quella coda. Non
voglio farmi cavare anche l'altro occhio!"
Lo
fissò con astio e sussurrò
"Deidara,
non te lo ripeterò una volta di più. Stai zitto"
Il
biondo sbuffò e scosse la testa.
Quando
s'innervosiva non c'era nulla da fare se non lasciarlo sbollire.
Si
rimise a fissare la porta di legno intagliato, come aveva fatto per tutto il
tempo.
Il
Capo li attendeva per notizie sulla missione e per darne loro un'altra.
Lui
però continuava a sperare che decidesse il contrario.
"Non
lo farò mai"
Il
marionettista bisbigliò verso di lui, indovinando i suoi pensieri.
Anche
se avevano idee differenti e si sopportavano a malapena, riuscivano sempre a
capirsi al volo.
"Non
è detto, Jashin-sama ci può sempre aiutare"
"Attento,
Hidan potrebbe accusarti di essere un eretico e di oltraggiare il suo Dio"
Rise
apertamente, strappando un sorrisino all'altro.
"In
ogni caso, la speranza è l'ultima a morire, con o senza Jashin"
Fu
allora che la porta si aprì, rivelando il salone dove si erano riuniti prima di
partire.
Era
già passato così tanto tempo?
Quei
due giorni erano volati via come il vento, effimeri.
Come
la sua arte.
Una
donna comparve davanti a loro.
Alcune
ciocche dei lunghi capelli blu, fermati da un fiore, coprivano gli occhi color
ghiaccio che brillavano nell'oscurità.
"Entrate
pure"
Non
sentì le sue parole, ma sentì perfettamente il colpo che gli arrivò in testa e
che gli fece perdere il filo del suo ragionamento, che dal tempo effimero e le
sue esplosioni, si era spostato su una ragazzina dai lunghi capelli rossi e gli
occhi a mandorla ambrati, altrettanto esplosiva e piena di energia.*
"Ouch"
"Forza
bello addormentato, tocca a noi..."
Si massaggiò il bernoccolo con una smorfia, a
metà tra l'infastidito e lo scocciato, mentre borbottava
"...finalmente"
"Bzzz"
La
radiolina che teneva stretta nella mano emise qualche altro lieve ronzio, poi
si spense.
Per
tutta la notte si erano tenuti in contatto con quelle, divisi in gruppi.
Ora
era l'alba ed erano esattamente al punto di partenza.
Le
uniche frasi che aveva sentito erano state:
"Niente
qui"
"Non
ce n'è traccia"
"La
zona a sud del fiume è deserta"
"Abbiamo
setacciato a nord ed est. Nulla"
Continuava
a saltare senza sosta, e ad ogni passo che faceva stringeva sempre più la
plastica.
La
rabbia cresceva, insieme alla preoccupazione e alla paura.
E
la radiolina finiva accartocciata, come una lattina vuota.
Ma
perché aveva un fratello così stupido?
"Kankuro,
hai sentito?"
"Sentito
che?"
"Quelle
urla"
"Te
le sarai immaginate"
"No,
sono urla di donna. Deve essere in pericolo!"
E
lui c'era caduto come un allocco.
Tutta
colpa dell'Akatsuki e di quel pazzo di Orochimaru.
Gaara
si era preso gioco di lui e ne aveva approfittato per illudere la sorveglianza
e scappare.
Che
voleva combattere si capiva dalle occhiate che lanciava nella direzione in cui
erano andati quelli di Konoha, non si sarebbe dovuto far trovare impreparato.
Aumentò
la spinta dei salti.
Doveva
andare più veloce, ancora più veloce.
Non
c'era tempo da perdere.
Appena
ripreso suo fratello e avergli fatto una lavata di capo, sarebbero andati ad
aiutare gli altri.
Avevano
bisogno di loro.
Sorrise.
Se
non fosse stato per Naruto e per la sua parlantina infinita, Gaara non sarebbe
cambiato e adesso si odierebbero ancora.
Non
poteva abbandonarli proprio ora.
All'improvviso
la radio ricominciò a gracchiare e la voce di Baki
arrivò alle sue orecchie.
"Kankuro"
Fissavano
davanti a loro, troppo sbalorditi per poter spiaccicare parola.
Di
tutto si sarebbero immaginati, tranne che di incontrare un panorama simile in
piena foresta.
Per
centinaia, forse migliaia di metri, gli alberi erano sradicati, la terra
attraversata da crepacci.
Dei
fuochi continuavano a bruciare indisturbati, grandi laghi erano comparsi negli
avvallamenti.
Tutto
era silenzioso, ovattato.
Gli
animali spariti.
Ma
la cosa che più li lasciò interdetti fu la sabbia.
Ce
n'era ovunque, formava isolotti e montagnole.
Il
vento l'aveva trasportata anche in cima agli alberi nelle vicinanze.
Quando
l'unica ragazza del gruppo l'aveva avvistata si erano subito messi in allarme, ma
non pensavano che sarebbero mai arrivati a tanto.
"Baki, per l'amor del cielo, che succede? Perché non parli? Baki...BAKI!"
Il
jonin estrasse la radiolina dalla cinta, fermando il
fiume di parole del suo ex-allievo.
"Kankuro"
Altro
silenzio si sommò a quello già esistente, ma questo trasportava con se una
preghiera.
C'era
aspettativa, speranza.
Lo
spingeva a continuare.
"Abbiamo
trovato il Kazekage"
Sbucò
dal terreno e, utilizzando una sua copia, si diede la spinta necessaria per balzare
in aria e stendere Kabuto con un pugno ben assestato.
Una
sfera di Chakra nero gli passò accanto, disintegrandogli la manica.
Un
urlo di Lee lo avvisò e riuscì a spostarsi prima che un fendente e una nuvola
infuocata lo massacrassero.
Sakura
venne sbalzata lontana da un colpo allo stomaco, ma esplose quando toccò la
corteccia dell'albero.
La
copia rilasciò un fumo allucinogeno che stordì gli avversari e che oscurò la
visuale.
Era
incredibile, assolutamente impossibile.
Eppure,
da oggi aveva deciso che non avrebbe considerato più nulla 'impossibile'.
Non
quando, dopo che Sasuke si era diretto verso Itachi, si era scatenato il
finimondo.
Il
combattimento si era trasformato in un 'Tutti contro tutti'
che non dava un attimo di tregua.
Rock
Lee si occupava, insieme ai compagni, d'Orochimaru e Kabuto.
A
loro volta, quei due fermavano gli attacchi d'Itachi diretti a loro e Sasuke,
mentre lui combatteva contro Kisame.
Gaara
con la sua sabbia attaccava contemporaneamente tutti quanti e Sakura doveva
accertarsi che nessun fosse ferito.
I
segni del Rasengan s'intervallavano a fiamme nere e
acqua che, al solo comando dello spadaccino, ti afferrava e ti stritolava.
Gli
alberi cadevano a terra sotto la furia dei colpi e la corteccia volteggiava
nell'aria come le foglie in autunno.
Capitava
non poche volte che gli attacchi colpissero anche gli amici, oltre ai nemici, e
le urla e il rumore di Kunai e Shuriken echeggiavano nell'aria.
Caricò
il colpo e si buttò nella mischia.
Afferrò
una lunga liana e, dopo averla imbevuta di Chakra, la lanciò.
Per
un attimo, l'unica cosa che si vide furono scariche elettriche blu scuro.
Alcune
mancarono il bersaglio, ma una, non si sa se apposta o per casualità, deviò il
colpo che stava arrivando a Sasuke, facendo esplodere un'altra parte di
foresta.
"Naruto,
fa attenzione, accidenti!"
Un
Kunai volteggiò fra loro fuori controllo.
Poi
si moltiplicò e divenne uno stormo di corvi.
"Cazzo!"
Vide
Gaara richiamare a lui la sabbia e Kisame utilizzare la tecnica della Prigione
Acquatica.
Lee
si richiuse a guscio, mentre la kunoichi medico si mise a correre verso di lui.
"Non
guardare i corvi, non guardarli negli occhi!"
Fece
girare lo sguardo nella radura.
Sasuke
con la sua Katana uccideva più corvi possibili, ma alla fine lo vide fermarsi
col braccio a mezz'aria, imbambolato.
Lo
sguardo si fece vitreo e traslucido, fisso su di lui.
Sentì
qualcosa tirarlo per la manica e farlo cadere a terra, proprio mentre un
uccello gli passava vicino.
"Baka
Naruto! Io te l'avevo detto! Se fossi caduto nel Genjutsu
d'Uchiha avremmo sprecato del Chakra per liberarti e..."
La
ragazza seguì lo sguardo del biondo e si ritrovarono a fissare Sasuke.
Sul
momento, sembrò che si fosse azionato un registratore puntato su
"rallenta".
Le
immagini presero un colorito giallastro, come le foto che vengono guardate,
guardate e poi guardate, all'infinito.
Videro
il loro amico, compagno, fratello, amore, nemico cadere a terra.
Il
braccio che reggeva la spada aflosciarsi come una
bambola a cui togli il sostegno, il corpo ripiegarsi su se stesso, e cadere.
Cadere,
sempre più giù, sempre più lento.
E
ad ogni centimetro che guadagna, senti il cuore stringersi in una morsa gelida.
Alla
fine arriva.
L'erba
cede sotto il suo peso, sporca il viso e i vestiti già stracciati dalla battaglia.
Il
sigillo maledetto in bella vista, diventato viola ed aumentato di volume, come
il potere del suo portatore.
Sakura
chiude gli occhi, non vuole vedere.
Eppure
immagini di loro che si allenano, durante le missioni, nel viaggio da casa al
campo d'allenamento la perseguitano.
Risate,
pianti, scherzi, battute, litigate e sbuffi scocciati.
Ogni
cosa l'assale e non riesce a frenare quella singola lacrima che, imprudente,
attraversa la sua guancia.
Ma
subito le viene alla mente un altro ricordo.
Un
ragazzo moro che negli ultimi tre anni le ha sempre fatto compagnia
Che
l'aveva aiutata a superare quel momento difficile della sua vita con le sue
parole e il suo carattere solare.
Che
le aveva fatto da fratello, da amico, da confidente.
A
cui si era affezionata e che, in quei giorni lontani da casa, le aveva
sconquassato ogni sua convinzione, capovolgendole il mondo.
Il ragazzo che in quel momento aveva ripreso a
combattere, immemore di tutto ciò che era accaduto.
"Sai,
Sakura-chan, una persona tempo fa mi ha detto una cosa molto saggia. Tutta la
nostra vita è un'illusione. Del passato abbiamo solo ricordi e del futuro
possiamo solo immaginare. Solo il presente è concreto. E dalle scelte che noi
facciamo ogni nostro ricordo e ogni nostra previsione può cambiare
radicalmente"
Si
asciugò gli occhi e si rialzò.
Guardò
Naruto, anche lui in piedi, che si risistemava il coprifronte.
Pronti
a tutto.
"Era
ora di chiudere col passato, adesso o mai più"
"Già, e cosa c'è di meglio di una battaglia contro
il serpentaccio-lingua-lunga e l'Akatsuki?"
Cavoli,
se solo non ci fossero stati quegli alberi a coprirle la visuale...
Temari
stava volteggiando sopra il suo ventaglio, cercando di scorgere da dove
provenissero le esplosioni e i colpi che sentivano.
Sbuffò
infastidita, scendendo di quota.
"La
foresta è troppo vasta e le cime più alte non fanno vedere nulla"
Gli
altri continuarono a correre, anche se erano esausti.
I
colpi che avevano ricevuto avevano esaurito loro le batterie ma non potevano
fermarsi.
Erano
troppo vicini a dove erano i loro amici, se lo sentivano.
Se
avessero tardato forse non avrebbero fatto in tempo.
In
tempo per cosa poi?
Gli
altri erano forti, eppure il timore superava di gran lunga la sicurezza, e loro
continuavano a correre.
Volavano,
talmente era sostenuta la velocità.
"Hinata"
Shikamaru
si voltò a guardare la ragazza.
"Prova
ad usare il Byakugan, forse riesci a vederli"
"Almeno
sapremo se sono ancora vivi"
La
voce di Ino era incrinata, anche se nessuno capiva il perché.
Neanche
lei lo sapeva, ma non riusciva a mantenere il controllo.
La
mora congiunse le mani e attivò l'abilità speciale.
Strabuzzò
gli occhi e, stupita, sussurrò
"Non
ci riesco"
"Come?"
"N-non
lo so, Ino-chan, ma n-non r-riesco a v-vedere n-niente"
La
voce le scemò mentre balbettava.
Era
sconvolta.
Per
la prima volta in vita sua, non riusciva ad utilizzare la sua tecnica.
"Dannati,
sono furbi!"
Shikamaru
sputò a terra.
"Se
Hinata non riesce a vedere nulla vuol dire che hanno attivato un Genjutsu o qualcosa del genere sull'area in cui combattono.
Non c'è altra spiegazione"
Vide
le ragazze oscurarsi in volto e sbottò
"Temari,
datti una mossa, torno in aria e cerca di alzarti il più possibile. Dobbiamo
affidarci su di te per vedere più in là, e voi due accelerate il passo"
Schizzò
in avanti e saltò per circa trenta metri.
"Wow,
viva la gentilezza. Lui sì che sa dove sta di casa"
"Bhè,
fa sempre così, anche con me. E a volte è anche peggio"
"Cavoli"
"Già,
benvenuta nel club"
Ino
e Temari si strinsero teatralmente la mano e Hinata sorrise complice alla due,
che evitarono l'occhiata truce del domatore di ombre e il suo borbottare
"Che
seccatura"
Scostò
un ramo e controllò in giro.
Via
libera.
In
un attimo arrivarono al grande albero cavo che utilizzavano come rifugio.
Gli
ordini erano chiari.
"Preparateci
la strada per la fuga. Usate qualunque mezzo"
Si
sistemò il berretto sulla testa, quel dannato non ne voleva sapere di stare
fermo.
"Porca
di quella dannatissima put..."
Un
sasso le colpì la tempia sinistra.
Lo
afferrò, irata, e lo rilanciò ad un bambino di sette anni.
I
capelli verdi raccolti in due codine e il coprifronte calato sugli occhi.
Era
ceco dalla nascita, ma combatteva come un Jonin
speciale.
Da
anni ormai se lo scarrozzava dietro.
"Tayuya-nee chan, non si dicono le parolacce"
"Già,
sei sempre la solita maleducata!"
Ringhiò.
"Suigetsu, perché quella dannatissima spada non te la ficchi
su per..."
Due
braccia forti le tapparono la bocca e la sollevarono da terra.
Inutili
furono i suoi calci e i pugni.
Non
per niente, Juugo era considerato uno dei più
pericolosi del villaggio del Suono.
"Quindi
che si fa?"
Una
ragazza dai capelli neri, ispidi e indomabili, si grattò un braccio.
"Dannate
schifezzuole!"**
Suigetsu sorrise malefico.
"Su
Karin, dobbiamo solo preparare le trappole, e poi saremo a posto"
"E
tu ti rinchiuderai nel tuo bozzolo fino alla prossima era glaciale"
"E
non vedrò più la tua brutta faccia...a proposito, hai un insetto che ti sta
entrando nell'orecchio"
Un
urlo li assordò e per un secondo pensò di essere diventata sorda.
Quella
dannata piaga sembrava capace solo di urlare.
Se
fosse stato per lei sarebbe già finita sulla forca, ma le era stato proibito
ogni divertimento.
"Eddai, io scherzavo"
"DEFICIENTE,
STRONZO, LURIDO BASTARDO CHE NON SEI ALTRO"
Un
turbinio e sparirono dalla loro vista.
"Ehm
ehm"
Juugo la lasciò andare, con la mente rivolta altrove.
Non
capiva se per la preoccupazione che quei due pazzi si uccidessero a vicenda o
perché aveva avvistato uno stormo d'uccelli.
Sarebbe
stato un mistero che si sarebbe protratto fino alla sua morte.
Amen.
Afferrò
corde, lance, ampolle e quant'altro per poi avviarsi, con il bambino che la
tallonava.
"Sistemale
bene"
Si
voltarono e videro Juugo con un sacco in spalla,
pronto ad andare.
"Vabbhé che è un disonore per ninja del nostro livello, ma
contro certi avversari sono la nostra unica speranza. Non intendo morire perché
hai fatto un errore"
Il
suo sguardo si fece crudele e delle macchie nere partirono dal suo collo e
ricoprirono l'intero corpo.
Quando
attivava il sigillo, non c'era da scherzare.
"E
poi, Orochimaru, Kabuto e Sasuke saranno stanchi quando arriveranno. Ci servirà
più tempo possibile per fuggire"
"SE
arriveranno" mormorò lo scriccioletto, infido
come ogni sacrosanta volta.
Gli
tirò uno scappellotto.
"Namito, piantala con le tue battutacce. Se continuerai ad
essere così velenoso finirai per avvelenarti da solo, e l'ultima cosa che
voglio è doverti seppellire"
Mortificato,
mormorò un
"Sì,
Tayuya-nee chan"
Guardò
il cielo e si mise in marcia.
Si
stava facendo tardi.
Sentì
qualcosa di lungo e viscido risalirle una gamba.
Disgustata
fece una capriola all'indietro, riafferrando l'arma che Lee aveva perso e
dirigendola ad Itachi.
Naruto
schivò Kabuto e stese il Sennin, che scoppiò.
"Copie
del diavolo"
Sentì
una presenza dietro di se e si mise in guardia.
L'uomo
serpente si ritrovò il suo piede a pochi millimetri dalla faccia.
"Muori!"
Lo
prese in pieno e lo diresse verso il suo aiutante.
Ruzzolarono
per alcuni metri, prima che una Housenka no
Jutsudell'Uchiha li fermasse.
"Grande
Sakura-san!"
"Stile birilli! Touch
Down!"
Rise,
mentre soppesò l'idea che per una volta tanto l'Akatsuki si era rivelata utile.
Almeno,
fino a quando Itachi non si diresse verso di lei, con tutta l'aria di averne abbastanza.
"Kisame,
facciamola finita"
Vide
l'uomo squalo ghignare.
"Non
hai sentito il tuo amico, dovete muovervi, altrimenti non troverete tutta la
pappa al vostro ritorno"
La
sabbia parò il colpo e contrattaccò, scontrandosi e venendo risucchiata dalla
spada dell'altro.
"Non
sei nelle condizioni di fare simili battute"
Ed
era vero.
Tra
i due era quello messo peggio, anche se di poco.
Ma
quel poco faceva la differenza tra il vivere al villaggio e finire nelle mani
dell'associazione.
Un
muro d'acqua si alzò alle sue spalle.
Si
spostò e diresse una sfera gommosa contro l'avversario, che la spaccò in due.
"Devo
liberarmi di quella, ma come?"
Osservò
gli alberi e ci si nascose.
Doveva
recuperare il fiato.
Tutti
erano esausti.
Uchiha
aveva ragione, dovevano farla finita.
Uscì
allo scoperto e lanciò una serie di Kunai e Shuriken.
Evitò
il proiettile acquatico e, con una serie di sigilli, evocò un terzo occhio.
A
mali estremi, estremi rimedi.
Ruotò
su se stesso come una trottola e disperse l'attacco.
Era
veloce quel bastardo.
Usò
la moltiplicazione e attaccò contemporaneamente davanti, dietro, destra,
sinistra, sopra e sotto.
Aveva
la vittoria in pugno, sperava.
"Rasengan"
Vide
Itachi guardarsi attorno, in cerca di una via di fuga.
Poi...sparì.
Interdetto
si fermò, per ritrovarsi davanti due occhi rossi che lo fissavano, magnetici.
Vide
le persone attorno a lui distorcersi, e i suoni sovrapporsi in modo caotico.
Un
attimo dopo, intrappolato nel Genjutsu, seguì gli
ordini dell'altro.
Protese
il braccio e lasciò andare le sfere azzurrine, che si diressero ad elevata
velocità verso Sakura e Lee.
I
due si accorsero di tutto solo quando furono sbalzati con forza contro gli
alberi, troppo tardi per contrattaccare in qualunque modo.
"Ragazzi!"
All'urlo
degli amici si voltò di scatto.
Erano
riversi a terra e non davano segno di volersi rialzare.
Aveva
perso alcuni passaggi e rimase in uno stato di confusione, finché non vide
Naruto che attaccava Orochimaru e Kabuto, controllato dall'Uchiha.
Alla
fine quello stupido era caduto nella sua illusione.
Diresse
la sabbia nella loro direzione, intenzionato a liberare il biondo, ma non
calcolò minimamente Kisame.
L'uomo
non era rimasto con le mani in mano e, sollevata la spada, si lanciò su di lui.
"MAI
voltare le spalle all'avversario"
Ma
il colpo non centrò mai il bersaglio.
Gaara,
la cui pazienza era giunta al limite da quando aveva ricevuto la minaccia del
rapimento, scoppiò.
Rabbia,
angoscia, impotenza e, soprattutto, l'adrenalina, risvegliarono in lui un
istinto che credeva ormai assopito.
La
voglia di SANGUE.
Lo
voleva, incessantemente.
Ne
aveva bisogno come l'aria che respirava.
Senza
controllo, il suo braccio destro aumentò di volume, diventando arancione e
viola.
Gli
occhi si oscurarono e due pupille gialle brillarono, fermandosi sullo
spadaccino.
La
lingua si leccò le labbra, in aspettativa, mentre la coda che gli era spuntata
ondeggiava avanti e indietro.
"MAI
svegliare il can che morde"
L'unico
suono che si sentì dopo fu uno scricchiolio sinistro.
Kisame
era a terra, reggendosi il braccio sanguinante, furioso come non mai.
Non
solo quel ragazzino osava prendersi gioco di lui, aveva anche richiamato il
potere di Shukaku!
Doveva
pagare con la vita per l'oltraggio subito.
Al
diavolo la raccolta dei Bijuu.
Scambiò
uno sguardo d'intesa con Itachi che, abbandonato lo scontro con il Sennin,
diresse una raffica di sfere incandescenti contro Gaara.
I
colpi lo obbligarono a mollare la presa su Shamehada,
che cadde, spezzata in due.
La
spada leggendaria non aveva retto alla forza sovraumana della sabbia e si era
rotta come un fuscello.
"Addio,
Jinchuuriki dei miei stivali"
Con
il braccio sano evocò la tecnica dei Dragoni Acquatici e mirò al rosso,
completamente senza forze.
Uchiha,
invece, lanciò delle bombole di fumo giallastro.
Gas
altamente infiammabile, utile, per propagare il suo attacco di fuoco.
Era
morta.
Defunta.
Trapassata.
E...non
si ricordava altre parole per descrivere il suo stato.
Comunque
il concetto era quello.
Aveva
appena fatto in tempo a rialzarsi dall'attacco di Naruto, che l'ondata
sprigionata dal calore l'aveva circondata e rispedita indietro.
Teneva
gli occhi chiusi, spaventata per cosa la aspettava se li avesse riaperti.
"Ma
cosa diavolo?"
"Sorpresi
di vederci, per caso?"
"E
tu che ci fai qui?"
"La
stessa cosa per cui tu sei qui, cara mia"
"T-tutto a p-posto?"
"Ci
puoi giurare"
Ok,
era decisamente partita.
Solo
così si spiegava perché sentiva le voci dei suoi amici.
Era
l'unica possibilità.
"Ma
perché fa così?"
"Bho...forse
è morta in piedi e non ce ne siamo accorti"
"Ino!"
"Che
c'è adesso?"
Quando
si decise a guardare che succedeva, vide Naruto accovacciato dietro ad Hinata.
Attorno
alla ragazza si estendeva una buca, segno che aveva utilizzato la Rotazione
Suprema.
Shikamaru
e Ino, con le loro tecniche di controllo, avevano portato lei e Lee fuori dal
raggio dell'esplosione.
Temari
e Kankuro con le marionette ed il ventaglio proteggevano Gaara dall'attacco
acquatico.
L'unica
cosa che pronunciò fu uno sconvolto
"Mama..."
In
un turbinio biondo, blu e violetto si ritrovò fra le braccia delle due amiche
che le chiedevano come stesse.
Si
afferrò la testa fra le mani.
"Che
male, gira tutto"
"Tranquilla,
fronte spaziosa, adesso ci pensa la tua Ino a curarti"
Una
catasta d'alberi volò in aria, ed una furia azzurra ne uscì, più incazzata che
mai.
Un
serpente uscì dal terreno e, quando aprì la bocca, Orochimaru e Kabuto ne
uscirono indenni.
Itachi
atterrò su un ramo dell'albero.
"Ci
dispiace interrompere la vostra riunione ragazze..."
Shikamaru
crocchiò le dita, mentre Lee si liberava dai pesi alle gambe.
"Ma
abbiamo ben altro da fare"
*Allora,
specifichiamo. Questa misteriosa ragazzina non influenzerà gli ultimi capitoli
della storia e questa sarà la sua prima e ultima "apparizione". L'ho
messa per divertimento, sperando che una delle ragazze che commenta la
riconosca. Sperando che non mi uccida ^^'''''
** Le schifezzuole sono le
zanzare e i moscerini in generale.E' un
soprannome datogli da Enrico Gualdi di Radio Bruno.
Mi è piaciuta e l'ho usata.
“Maledetto
tonno! Proprio con me te la dovevi prendere?” sbottò, Ino, lanciando un Kunai
verso l’uomo dalla pelle azzurra.
Kisame
ghignò, la sua spada bloccò il kunai, per poi andare a sfiorare la testa di Ino,
che schivò il colpo saltando all’indietro.
“Su,
biondina...è inutile opporre resistenza! La sua fine è segnata...”
La
giovane Kunoichi ringhiò. Quel tizio le dava proprio su i nervi...
Itachi
teneva a bada una scatenata Sakura e un determinato Lee, che lanciavano contro
di lui attacchi a ripetizione. Tuttavia, sembrava che l’Uchiha non se ne
rendesse nemmeno conto. Aveva un sorrisetto sarcastico stampato sul viso e
schivava facilmente tutti gli attacchi.
“Ma-le-di-zio-ne!”
sillabò, la rosa, lanciando tre shuriken.
Lee
la spalleggiò
“Sakura?
Dobbiamo trovare qualcosa da fare, altrimenti sto stronzo ci fa fuori...”
Lei
annuì. Avevano tentato di tutto. Avevano provato a coglierlo di sorpresa, ad
attaccarlo alle spalle, contemporaneamente, ma quel mostro era sempre pronto e
attento. Sembrava che conoscesse già tutte le loro mosse, tutto. O forse, pensò
poi lei, ricevendo un calcio in pieno stomaco, erano loro ad essere troppo
deboli...
Shikamaru
Nara sbuffò, nascosto dietro ad un albero. Quella situazione era decisamente
seccante. Non stavano facendo alcun progresso, inoltre erano stati raggiunti da
almeno cinque ninja del suono che tenevano testa persino a Temari e Kankuro.
Si
era nascosto da Kabuto. Sembrava che quel pazzo se la fosse presa con lui e Gaara.
Riusciva a malapena a schivare i colpi, senza contare che il chakra si stava
esaurendo nuovamente.
“Shika?”
sussultò. Hinata era accanto a lui, sporca di sangue e con il respiro
affannoso. Decisamente mal ridotta.
“Hinata!
Che cavolo ti è successo?”
Lei
gli sorrise rassicurante.
“Orochimaru...è
molto potente...” sussurrò, prima di inginocchiarsi a terra.
Il
giovane shinobi le corse accanto, sorreggendola. La ragazza aveva gli occhi
socchiusi e respirava a fatica.
“Maledizione...”
sibilò.
Lanciò
uno sguardo sul campo di battaglia. Doveva chiedere aiuto. Lui non era un ninja
medico, maledizione. Aveva bisogno di Sakura o Ino.
“Tieni
duro, Hinata...” sussurrò, poggiandola a terra e sbucando dal cespuglio per poi
correre accanto ad Ino, e prendendo il suo posto nella lotta con Kisame.
“Che
cavolo fai?” chiese, la bionda, acida. Odiava essere disturbata.
“Dietro
i cespugli...Hinata è...” Nara abbassò il capo schivando un pugno “...in fin di
vita...”
La
ragazza spalancò gli occhi, e senza dire nulla, corse nella direzione
indicatale dal chuunin. Nel farlo mise K.O. un ninja del suono, che aveva
tentato di fermarla. Temari le fece un cenno di gratitudine.
Saltò
dietro il cespuglio, trovando la giovane Hyuga. Doveva fare presto. Sicuramente
qualcuno l’aveva visto e avrebbe provato ad attaccarla.
Con
delicatezza tolse la felpa alla giovane, e iniziò a curarle la ferita.
Profonda. Molto.
Ino
consumò più chakra di quello che aveva immaginato di dover usare, tuttavia
osservò soddisfatta Hinata riaprire gli occhi.
“Ino-chan...grazie...”
Si
alzò in piedi, barcollando. La bionda la bloccò.
“Hinata,
oggi hai rischiato. Non puoi andare a combattere...”
La
kunoichi la guardò un secondo prima di sorridere.
“Mi
dispiace Ino-chan...ma Naruto ha bisogno di me. Non posso fare quello che mi
chiedi...”
La
Yamanaka spalancò le bocca, pronta a ribattere, tuttavia un fruscio alle sue
spalle la bloccò. Hinata ne approfittò per scappare.
Ino
fissò a bocca aperta la figura del ragazzo davanti a lei, malridotta e debole.
Non l’aveva mai visto in quello stato...
“Ehilà...Ino...”
sussurrò, prima di cadere a terra e perdere i sensi.
Lei,
senza pensarci due volte, corse verso di lui.
“Maledizione,
Uchiha dei miei stivali...si può sapere che ti è successo?”
“Kankuro...dobbiamo
andare ad aiutare Naruto! Hinata è troppo debole...” strillò, Temari,
scagliando le sue lamine di vento, abbattendo due shinobi.
Il
fratello sbuffò.
“Come
se fosse facile liberarsi di sti bastardi...saltano fuori come funghi...”
sibilò, manovrando abilmente la sua marionetta. Decisamente una richiesta
assurda.
La
bionda di Suna, borbottò. Il fratello aveva ragione. Dove cavolo li prendeva
Orochimaru tutti quei ninja? Non era un’impresa facile. Praticamente per loro,
che erano dalla parte della ragione, faticavano tantissimo per trovare alleati.
Con
la coda dell’occhio vide l’uomo ghignare divertito, mentre combatteva con
Naruto.
Ringhiò.
Si prendeva gioco di loro, quello stronzo. E senza pudore, anche.
“Kankuro,
fai fuori sti dannati! Voglio aiutare Naruto ad ammazzarlo!!” urlò, dando una
sventagliata ad una kunoichi.
Il
giovane di Suna rabbrividì. Mai far arrabbiare Sabaku no Temari...
Karin
osservò, seccata, il ragazzo accanto a lei.
“Suigetsu,
hai finito?” domandò, osservando poi, gli insetti che salivano sull’albero
davanti a loro.
Sentì
il compagno sbuffare.
“Sei
insopportabile. Quando ho finito te lo dico, quindi ora, per favore, smettila
di rompere...”
La
ragazza si morse il labbro inferiore, offesa. Decisamente maleducato.
“Brutto
stronzo!! Ti odio!” esclamò, imbronciando le labbra in una smorfia.
Suigetsu
ghignò sarcastico. Quando sarebbe durato quel silenzio? Cinque, o forse due
secondi?
“Comunque...”
iniziò la mora.
Ecco,
appunto, sorrise il giovane.
“Suigetsu...secondo
te Sasuke-kun sta bene?” domandò, con un tono della voce preoccupato.
Il
compagno si voltò stupito. Non aveva mai sentito un tono così uscire dalle
labbra di Karin. Trovò giusto rispondere seriamente per una volta, e non
prenderla in giro.
“Sasuke
è forte. Non si farà battere. Non morirà...”
La
mora annuì, convinta che il ragazzo avesse ragione.
Sasuke
sarebbe tornato da lei. Non l’avrebbe abbandonata.
Suigetsu
si godette quel momento di pace, continuando il suo lavoro. Karin quando aveva
la bocca chiusa era pure una ragazza carina.
“Uffa!!
Suigetsu quando cavolo ti manca?”
Appunto,
solo quando teneva la bocca chiusa.
“Non
rompere, idiota...”
Aveva
rischiato. Tanto. Itachi, dopo averla scagliata a terra, le aveva lanciato
contro uno dei suoi attacchi, e lei era stata aiutata da Lee. Era viva solo
grazie al ragazzo...
“Sakura...”
la giovane si voltò verso il moro.
“Dimmi...”
Rock
Lee sollevò l’indice destro della mano, per dirigerlo alla loro destra.
A
terra, grondante di sangue, c’era Kabuto. Gaara era in piedi, davanti a lui.
Uno
sguardo famigliare, che scomparì subito, appena incontrò gli sguardi dei due
amici.
“Scusate...mi
sono fatto prendere la mano...” sussurrò, colpevole.
Sakura
distolse lo sguardo da quella macabra scena, per poi alzarsi. Lee la imitò.
“Lee...”
Lui
la fissò, in attesa.
“Quando
questa battaglia sarà finita...” iniziò, con le gote arrossate “...ti andrebbe
di uscire?” domandò, sorridendo, infine.
Il
giovane moro spalancò le labbra, stupito. Lei, la ragazza di cui andava pazzo
fin dalle elementari, gli aveva chiesto un appuntamento? Aveva...scordato
Sasuke, forse?
“Certo!
Assolutamente si!!” urlò.
La
rosa sorrise più ampiamente e senza dire altro, si scagliò contro Itachi,
armata di kunai.
Lee
sorrise.
“Ti
batterò, maledetto Uchiha...”
E
seguì la ragazza.
Gaara,
che aveva seguito tutto il discorso, sorrise. Anche in un momento come quello,
l’amore c’era. Ormai comprendeva perfettamente l’importanza di quel
sentimento...
“Allora,
signore? Vogliamo aiutarli?” domandò, Baki, comparendo dal nulla.
Il rosso sussultò.
“Che
cavolo ci fai...”
“Sono
tutti al sicuro.”
Gaara
sorrise.
“Ammazziamolo...”
sibilò.
L’uomo
di fronte a lui lo guardò ammonitore, e lo fece sbuffare.
“Ovvio
che scherzavo...”
“Hinata...stai
rischiando grosso...” disse, Naruto, fissando la giovane accanto a lui.
Era
debole. A quanto pareva, anche se una ferita era stata rimarginata, se ne erano
formate altre. Gravi. E questo perché continuava a fare da scudo al ragazzo,
che a differenza della giovane, attaccava.
“Non...preoccuparti...Naruto-kun...”
balbettò la kunoichi, tenendosi il petto.
La
sua casacca era bagnata del suo sangue. Ne aveva perso troppo. Tanto.
Parecchio.
“Hinata...trova
Ino e fatti curare...” ordinò, il biondo.
Osservò
stupito la corvina scuotere il capo in segno di diniego.
“Voglio
aiutarti, Naruto...non...voglio...essere inutile...” esclamò, balbettando, e
guardando il nemico davanti a loro.
“Tu
non sei inutile...” disse, serio, il ragazzo.
Hinata
sorrise triste. Senza pensarci, attaccò il nemico.
Naruto
la imitò e, finalmente, riuscì a colpire Orochimaru.
Osservò
il suo pugno stupito, e prima che il sennin potesse rialzarsi, Hinata gli
assestò un calcio in pieno volto.
Il
silenzio calò sulla scena.
Kisame
e Shikamaru si erano bloccati, così come tutti gli altri.
Il
giovane Uzumaki si girò con un sorriso soddisfatto verso Hinata.
“Vedi...tu
non sei inutile!!”esclamò, allegro.
La
corvina, con le lacrime agli occhi, abbassò il capo.
“Grazie,
Naruto-kun...”
Il
giovane le sorrise, e rosso in viso, alzò il pollice verso la giovane.
Shikamaru
Nara abbandonò il nemico, per raggiungere i due amici.
“Naruto!”
Orochimaru
si rialzò. Il viso contratto in una smorfia, con il sangue che colava dalle labbra.
Era arrabbiato.
“Ti
ucciderò Uzumaki.”
Molto
arrabbiato.
“Godaime...non
pensa che sarebbe ora di mandare i rinforzi?”
Una
bella donna era in piedi davanti alla scrivania dell’Hokage. Teneva fra le
braccia un bel maialino, e aveva il volto preoccupato.
“Shizune...che
cosa possiamo fare? Metà dei nostri ninja sono in missione...” sussurrò,
Tsunade, accasciandosi sulla sedia.
Non
riceveva più notizie dai suoi ninja da un giorno. Troppo tempo.
Era
rimasta alla scomparsa del kazekage e al fatto che quattro membri dell’Akatsuki
si trovavano a Suna. Non sapeva altro.
I
pensieri delle due donne furono interrotti dallo sbattersi della porta. Sulla
soglia comparve la figura orgogliosa di Neji Hyuga, quella elegante di Tenten e
infine Kiba e Chouji. Tutti e quattro avevano un espressione sconvolta sul
volto.
“Signora!
Abbiamo appena saputo! Come stanno...”
Neji
fu interrotto dall’assistente dell’Hokage.
“Non
si sa nulla da più di un giorno...” proclamò.
Gli
occhi sempre freddi ed indifferenti di Neji si spalancarono per l’orrore.
“Vuole
dire...che Hinata...Lee...”
La
Godaime annuì.
Tenten
si accasciò sul divano.
“No...non
è vero...” sussurrò, sconvolta.
Shizune
la osservò, dolcemente.
“Oh,
Tenten...vedrai che torneranno...sono forti...” la rassicurò, sedendosi accanto
a lei.
Tsunade
osservò la scena, tristemente.
“Godaime...”
la chiamò, Kiba
“Dimmi,
Inuzuka...”
“Possiamo
raggiungerli?”
La
donna sospirò, e osservò il paesaggio al di fuori della finestra. Poi, presa la
sua decisione, si rivoltò verso i quattro ragazzi.
“Si.”
Ino
osservò stupita la scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.
Shikamaru, Naruto e Hinata combattevano contro Orochimaru, e riuscivano a
tenergli testa.
Temari,
Kankuro e Baki stavano lottando contro Kisame.
Infine,
Sakura, Lee e Gaara lottavano contro Itachi Uchiha.
Non
sapeva cosa fare. Era li in piedi, ferma e immobile. Bloccata e senza forze.
Aveva esaurito il chakra. Non ne possedeva che qualche goccia, totalmente
inutile. Non sarebbe riuscita ad usare più nessuna tecnica. Non sarebbe più
riuscita a curare nessuno. Era completamente inutile.
Lei
era inutile.
Spalancò
gli occhi. Inutile. Come si era sempre sentita quando era con Chouji e
Shikamaru nelle missioni. Come si era sentita accanto a Shikamaru quando lui le
parlava. Inutile come si era sentita accanto ad una come Temari. Semplicemente
inutile.
“INO!!”
La
ragazza sentì l’urlo disperato di Shikamaru. Si voltò ad osservarlo.
Lui,
ferito e stanco, la osservava arrabbiato. Aveva lascia da parte per qualche secondo
il combattimento.
“VUOI
DARCI UNA MANO????”
Sakura
si era unita alle urla di Nara.
Ino
sussultò. Non era il momento di fare quei pensieri...ci avrebbe pensato dopo.
Ma ci sarebbe mai stato un dopo?
In
quel momento le venne in mente le venne mente Sasuke. Il suo viso la sua
voce...li aveva traditi ed era stato sconfitto. Le venne in mente Hinata
grondante di sangue, in fin di vita. Come poteva pensare che ci sarebbe stato
un dopo?
Poi...le
parole di Shikamaru...sono innamorato di
te...
Sorrise,
e afferrò un kunai. Inutile o non inutile non poteva morire. Doveva esserci un
dopo. Perché lei voleva che ci fosse un dopo...voleva stare con quel pazzo
menefreghista del suo compagno di squadra.
Sorrise,
prima di correre in aiuto di Sakura, Lee e Gaara.
Orochimaru
osservò preoccupato i tre davanti a sé. Da quando era stato colpito sembrava
che avesse perso parte della sua forza. Per di più era rimasto solo. Sasuke
scomparso, Kabuto mezzo morto, o forse interamente.
Parò
malamente il calcio della Hyuga.
Serviva
un aiuto, ed era sicuro che l’avrebbe ricevuto. Sorrise.
“Ora...”
pensò.
Un
esplosione. Per un momento i giovani di Konoha e gli stessi Itachi e Kisame
pensarono che fosse opera di Deidara.
Ma
il ghigno di Orochimaru li fece capire. Aveva sistemato delle trappole.
Una
seconda esplosione poco lontano da li.
Un
altro ghigno. Itachi e Kisame scomparvero in una nuvola di fumo.
I
dieci ebbero appena il tempo di guardarsi che una terza esplosione si udì...
...e
li colpì.
Una
potenza tale di sradicare gli alberi e capace di farli rotolare lontano,
facendogli procurare ferite di ogni tipo. Graffi, lividi, tagli.
Shikamaru
e Temari riuscirono ad uscire da quelle macerie grazie al ventaglio della
giovane. Anche Naruto era riuscito a saltare via con Hinata. Gaara era stato
messo in salvo da Baki, e Sakura era stata aiutata da Lee. Orochimaru era
scomparso...
Solo
Ino mancava.
Era
stata scagliata via con potenza, e non era riuscita a trovare nessun appiglio.
Chiuse gli occhi. Decisamente, non ci sarebbe stato un dopo. Poi...
...sentì
due braccia forti afferrarla. Alzò il viso.
“Sas...” lui la zittì.
“Adesso
siamo pari...” sibilò.
Lei,
dopo averlo guardato per un attimo, sorrise.
“Già,
una vita per una vita...” sussurrò.
Vide
il barlume di un sorriso farsi strada sul bel viso del moro.
La
mise a terra e fece per andarsene. Poi, come fulminato da un’idea si bloccò.
“Perché
l’hai fatto?” chiese, riferendosi al fatto che lei, quando poco prima l’aveva
trovato stremato nel bosco aveva esaurito il chakra per salvarlo.
Ino
lo guardò con ovvietà.
“Mi
sembra ovvio...in fondo, sei stato il mio primo amore...e poi...sono sempre
convinta che tu tornerai da noi...”
Il
giovane Uchiha sorrise, prima di scomparire.
La
bionda sospirò e poi, finalmente, lasciò uscire le lacrime. Si accasciò al
suolo, singhiozzando.
“Grazie,
Ino...”
Quelle
due parole sussurrate al suo orecchio sinistro la fecero sussultare. Si girò,
per vedere il volto triste di Sasuke. E poi...il buio.
Alla fine, la fede per il SasuIno, ha
preso il sopravvento!! Ok, scherziamo...^^”””
Ringraziamo: Ginny, Tifalockhart, Neji’s
fan 94, Lala chan, Hina22688, _Rael_89 per aver recensito!!!
Hinata
annuì silenziosamente, guardando di sottecchi il biondo, con stampata in faccia
un'espressione teatralmente stupita.
"Ma,
quando...dove...COME?"
Lui
si era avvicinato, in preda ad un mezzo attacco isterico, e lei non poté fare
altro che arrossire, mentre cominciava a spiegare.
Il
gruppo formato da Kiba, Chouji, TenTen e Neji era
arrivato facilmente al luogo dello scontro, grazie alle informazioni raccolte
in un vicino villaggio e anche perché la lotta si era protratta fino a poche
ore di marcia da Konoha.
Una
volta arrivati trovarono solamente Orochimaru e Sasuke sul campo di battaglia,
intenti a trasportare un malridotto Kabuto.
Senza
neanche pensarci due volte li avevano attaccati, finendo sotto il tiro di una
ventina di trappole sistemate nei dintorni e attivate da alcuni ninja del
Suono.
Riconobbero
Tayuya che aveva partecipato alla guerra fra Konoha e i villaggi di Suna e Oto,
e Suigetsu.
Neji
aveva una vaga immagine di quel ragazzo che, ancora bambino, era nelle file di Zabusa il Diavolo.
Non
ci misero molto a liberarsi di loro, ma questo contrattempo aveva fatto sì che
Uchiha e il Sennin scappassero.
Avevano
cominciato le ricerche dei loro amici e, a sera inoltrata, li avevano riportati
nel villaggio della sabbia.
Ed
era che lì che si trovavano ancora, tutti sotto le cure mediche dello staff
dell'ospedale. Le ferite che si erano procurati erano gravi e alcuni erano
ancora sotto osservazione in una delle tante camere messe a disposizione del
Kazekage Gaara per ringraziarli di tutto.
Gli
unici che avevano ricevuto il permesso di uscire erano Sakura, Lee e Shikamaru.
Questa
scelta aveva sollevato molte proteste, soprattutto di Naruto e Ino, ma alla
fine anche loro furono costretti a cedere.
In
quel momento il ragazzo e la Hyuuga erano nel grande
giardino che si estendeva attorno all'edificio e stavano parlando del più e del
meno tranquillamente.
Tranquillità
che fu interrotta dalle grida del biondo che attirarono su di loro non pochi
sguardi severi.
"N-Naruto-kun"
"Si,
cosa c'è Hinata?"
"Ci...ci
stanno fissando tutti..."
Resosi
conto di essere al centro del palcoscenico si grattò imbarazzato la testa e,
afferrata saldamente la mano alla ragazza, cominciò a correre fino a quando non
giunsero sul tetto.
"Un
po' di pace, almeno così potrò parlare senza essere squadrato stile
alieno"
Rise,
sedendosi con la schiena contro il parapetto, facendo segno ad Hinata di
raggiungerlo.
Inutile
dire che la ragazza aveva assunto tutte le tonalità dell'arcobaleno a
quell'invito.
"Su,
non ti mangio mica. Volevo solo....ringraziarti"
Sollevò
gli occhi dalle sue mani, dalle nocche ormai bianche, e incrociò il suo
sguardo.
Per
la prima volta in vita sua, vedeva Naruto Uzumaki, colui che voleva diventare
Hokage, arrossire.
"D-di che?"
"Bhè,
se non fosse stato per te io adesso sarei finito trafitto dagli attacchi di
quello schifoso viscido d'Orochimaru, non trovi?"
Flash
del combattimento le tornarono vivi davanti agli occhi, in una filmina muta.
Deglutì
con difficoltà, per poi riabbassare la testa, in modo che le lunghe ciocche
bluastre le coprissero il volto.
"Non
è vero..."
"Cos..."
"NON
E' VERO!"
Con
uno scattò si ritrovò in piedi, il viso rigato dalle lacrime.
Naruto
la stava fissando, impalato come uno stoccafisso.
"Io...io
non servo a niente. Voi avete indebolito Orochimaru, voi avete protetto Gaara. Voi, voi, voi.
Sempre e solo voi. Io
sono sempre rimasta nell'ombra e...e..."
Le
gambe le cedettero e ricadde in avanti.
Si
accovacciò come un gatto, le mani tra i capelli e con uno sguardo di triste
consapevolezza.
"Io...non
servo a nessuno. Mio padre me lo ripete sempre. Sono inutile"
"Non
dire cazzate!"
Sentì
un fruscio e poi due mani le afferrarono gentilmente i polsi per permetterle di
guardarla in faccia.
Vide
Naruto sorridere dolcemente, mentre le lasciava le mani e le sistemava i
capelli dietro le orecchie.
"Tu
sei una delle kunoichi più brave che conosco e ci sarebbe molto da imparare da
te. Sei degna di fiducia e sai tenere compagnia semplicemente con la tua
presenza. E poi, sei un membro del nostro team, ci aiuti quando siamo nei guai.
Noi non ti consideriamo inutile..."
La
stessa mano di prima le sfiorò un orecchio e, leggera, le asciugò le lacrime,
una ad una. Piano, con lentezza, come se pensasse che con più forza si sarebbe
rotta.
"Io
non ti considero inutile"
Si
ritrasse, le guance colorate di porpora, e si sedette di nuovo.
Una
farfalla volteggiò attorno alle loro teste, per poi posarsi a pochi centimetri
da loro.
Lui
teneva lo sguardo fisso sulla bestiola, non avendo il coraggio di guardarla
negli occhi dopo questa sua pseudo confessione.
Hinata
sorrise dolcemente.
Faceva
bene a fidarsi di quel ragazzo scalmanato e senza regole.
Lui,
più di chiunque altro, avrebbe potuto aiutarla a superare tutto ciò che le era
accaduto, e ora lo capiva meglio che mai.
Lentamente
lei si avvicinò di più, facendo sfiorare i loro fianchi e le loro spalle.
Lui,
sempre con gli occhi bassi, le cinse la vita, facendole appoggiare la testa al
suo petto. Non passò molto quando Hinata si accoccolò meglio, seduta fra le
gambe aperte di Naruto.
Rimasero
abbracciati, semplicemente, scambiandosi calore e affetto.
Per
ora, quello era più che sufficiente.
Indietreggiò
fino a quando il muro non lo bloccò.
Tremava come una foglia e balbettava frasi
sconnesse.
La sua ultima preghiera, prima del viaggio
di sola andata per il Paradiso.
Stavolta non gliel'avrebbe tolto nessuno.
"Calmati ragazzo, non puoi tu e non
posso io"
Un rivolo di sudore gli scese lungo la
tempia destra, causandogli un leggero solletico.
E pensare che quella mattina era iniziata
tanto bene...ora terminava nel peggiore dei modi.
Ma perché tutte a lui capitavano?
Un ringhio sommesso e continuato, mentre
l'altro soffiava aria dal naso come un drago pronto ad attaccare.
"Eddai,
troviamo una soluzione..." una risatina stentata riuscì solo ad infuriarlo
di più.
"Io - non - voglio - compromessi"
"Ma non si può! Ho ricevuto ordini
precisi di non fare entrare nessuno!"
Al rallentatore, vide un pugno arrivare
verso di lui, dritto al suo naso.
Con uno scatto si spostò e fuggì, gambe in
spalla.
Ma la sua corsa non durò a lungo.
Un'ombra si parò davanti a lui e, con un
manrovescio, lo fece andare a sbattere contro la parete di destra.
Un dolore acuto alla spalla, di sicuro era
lussata.
Lo fissò e, in un ultimo moto di coraggio,
sbottò
"Senti, carino, io non so chi ti credi
d'essere, ma non sei il capo. Qui comandano altre persone, e queste persone mi
hanno detto di non dare la stanza a nessuno. Quindi adesso sturati le orecchie
e gira al largo altrim..."
La terra gli mancò da sotto i piedi e venne
schiacciato ancora di più al muro.
Il fiato caldo dell'altro gli rimbalzò sul viso
e fu investito da una furia senza limiti.
"No, ora mi stai a sentire tu! Siamo
stati mandati qui apposta per salvare quella testa calda del vostro Kazekage
perché era stato minacciato. Ci hanno spedito stile pacco postale, dicendo che
era di un'importanza fuori dal comune, omettendo tranquillamente che centrava
l'Akatsuki e che rischiavamo di morire. Ma fino a qui si può anche
omettere"
Prese un attimo di pausa, per poi
ricominciare.
"Abbiamo protetto il villaggio da tutti
gli attacchi di quei manigoldi, cosa che voi da soli non avreste potuto fare.
Abbiamo aiutato i civili a lasciare il villaggio e curato coloro che ne avevano
bisogno. Quando Kabuto ha tentato di portare via Gaara lo abbiamo fermato e,
ultimo ma non ultimo, abbiamo inseguito i nemici fino alla foresta a due giorni
da qui, coprendo quella distanza in poche ore. Li abbiamo affrontati,
riportando ferite serie e quasi mortali, esaurendo totalmente il chakra. A
furia di insistere siamo riusciti a cacciarli via e a farli desistere dal
riattaccarvi di nuovo, riportando quello sconsiderato qui. Siamo stati
ricoverati e rimessi in sesto, costretti all'immobilità per una settimana...e
tu vieni a raccontarmi che non puoi dirmi dove si trova perché te lo hanno
ordinato? Bhè, amico, sturati TU le orecchie e ascoltami attentamente, che ti
riformulo la domanda...DOV'E' LA MIA COMPAGNA DI SQUADRA?"
Le mani strette attorno al suo collo lo
lasciarono libero di accasciarsi al suolo, gli occhi vitrei e il corpo senza un
briciolo di forza.
"248..." balbettò, prima di
fuggire, stavolta per sempre, da quel ragazzo.
Sospirò, prima di sentire una presenza
dietro di lui.
Si voltò, per poi trovarsi davanti Ino,
vestita con degli abiti nuovi e i capelli sciolti, che rideva allegramente.
"Certo che l'hai proprio strapazzato
per bene"
Camminò risoluto e si fermò solo a pochi
passi.
"Sai com'è, avevo voglia di
vederti"
Lei lo guardò duramente.
"Non fraintendere, sai? Solo che dopo
una settimana non uscivi ancora e cominciavamo a chiederci se ti fossi persa o
qualcosa del genere..."
Una ciocca dei suoi capelli venne tirata,
mentre bisbigliava al suo orecchio
"Sempre voglia di scherzare, Nara"
Ringhiò.
Gli riusciva piuttosto bene in quel periodo,
per un motivo o per l'altro.
"Allora..."
Ino saltellò all'indietro e batté le mani.
"Dopo questa sfuriata, hai ancora
voglia di spiegarmi cosa mi sono persa, chiusa in quel bunker?"
Si grattò il mento, in una perfetta
imitazione di Asuma-sensei prima di decretare, burbero
"Direi che è al corrente di tutto madamoiselle. Non ci sono stati nuovi ordini e gli
incaricati di mantenere i contatti con Konoha sono TenTen
e Neji che, come segretezza, sono peggio di una cassaforte"
Lei scosse la testa.
"Allora prima ti sei arrabbiato per
nulla?"
"Ti ho già detto che gli altri mi hanno
costretto a venire in avanguardia per scoprire come stavi e..."
"E un ninja mantiene sempre le sue
promesse. Lo so, lo so, stavo solo scherzando"
Il silenzio calò su di loro.
Fastidioso e inesorabile.
Da ragazzini erano stati abilissimi a
dissiparlo con una battuta o una smorfia, ricominciando a litigare a modo loro.
Ma non adesso.
Ormai adulti avevano abbandonato quelle
abitudini e, l'unica cosa che furono capaci di fare, fu di rimanere fermi.
Aspettando una mossa, una parola che li distraesse
dai loro pensieri.
"Uff,
dannazione!"
Ino alzò lo sguardo e vide Shikamaru
grattarsi la testa, lo sguardo basso e le orecchie arrossate.
Come al suo solito si era scordato cosa
doveva dire.
E poi diceva a lei che era una frana!
"Vediamo un po'...era...era..."
Sospirò.
"Una festa di rimpatriata, una notizia
importante, un compleanno, un matrimonio, un anniversario, un funerale,
un'altra missione che mi hai tenuta nascosta, sviluppi sugli altri, Temari che
ha fatto giustizia di Kankuro e le sue riviste..."
"Trovato!"
"Oh, bene. Sentiamo un po', cos'era
così importante da fare in modo che tu te ne scord..."
Non finì mai di prendere in giro Shikamaru
per la sua inerzia.
Tutto ciò perché quest'ultimo, contro la sua
stessa natura e logica di sfaticato patentato, le aveva tappato la bocca.
Ebbene sì, c'era riuscito.
Finalmente, dopo tanto tempo il moro aveva
preso il toro per le corna e l'aveva fatto.
L'aveva baciata, e la stava baciando
tutt'ora, tenendola stretta a se, come se pensasse che avrebbe cercato di
andarsene.
Si separò da lei di pochi centimetri, ma
quella distanza venne ricolmata dalla ragazza che lo ribaciò,
felice, dopo che lui le mormorò, rosso come un peperone
"Dovresti saperlo, Ino. Io non
scherzo mai"
Atterrarono dolcemente sulla strada
trafficata.
Camminarono fianco a fianco, le loro mani
che si sfioravano occasionalmente.
Sorpassarono alcuni folti gruppi di persone
e si avviarono a passo veloce in un vicolo che portava lontano dal mercato.
Ad ogni passo che facevano sui loro volti si
apriva sempre di più un ghigno che non lasciava nulla all'immaginazione.
"Però, chi lo avrebbe mai detto"
Trovarono una panchina e si sedettero,
godendosi i raggi pomeridiani. Delle leggere nuvole passarono sulle loro teste,
placide.
"Ci si poteva arrivare"
"Dopo quello che abbiamo visto di
sicuro!"
Risero di gusto, ricordandosi la scena che
si era loro presentata davanti agli occhi.
"Baciarsi così in un corridoio di un
ospedale, un po' di ritegno, dico io!"
"Parla il santarellino"
Si scambiarono degli spintoni giocosi,
quando lei appoggiò la testa sulle sue gambe.
Una mano le accarezzo le ciocche
disordinate, lisciandole.
"Comunque, Hinata ha detto che è da
quando sono partiti che quei due si comportavano in modo strano"
"Cosa? E noi non ce ne siamo
accorti?"
"Sembra quasi che ti dispiaccia"
"Certo, avevamo tutto sotto il naso e
ce lo siamo lasciati sfuggire. La forza della giovinez...Sakura?"
"Si?" solamente un pigolio
leggero.
"Stai facendo le fusa?"
Le guance le diventarono violette e si
gonfiarono in una smorfia infastidita.
Ma non durò a lungo, infatti si rimisero a
ridere come pazzi.
La kunoichi si rimise seduta e fece
combaciare le loro fronti, guardando Lee ridere.
Il suo sorriso era contagioso e, si dava
mentalmente della stupida per non averlo capito prima, non ne poteva fare
assolutamente a meno.
"A che pensi?"
Lui la stava fissando attentamente, cercando
un motivo di sconforto.
"A quanto sono cambiate le cose durante
questi giorni. Abbiamo combattuto in team diversi e siamo riusciti a
sconfiggere Orochimaru e l'Akatsuki. Siamo cambiati molto ed è cambiato il
nostro modo di pensare e di metterci in relazione con gli altri e..."
Si schiarì la voce, incerta
"E sono cambiati i rapporti fra di noi.
Mai avrei creduto possibile che Ino ed io avremmo scordato Sasuke-kun così
facilmente, lei con Shikamaru ed io con te"
"Bhè, forse voi lo avevate già
dimenticato da tempo, solo che non ve ne eravate rese conto. Pensavate lo
stesso a lui, credendo di amarlo ancora, mentre in realtà era solo un'immagine
sfuocata e niente più"
Lei lo fissò, sorpresa, per poi
scompigliargli i capelli.
"Sentilo, il nostro filosofo che si
atteggia da divo del cinema. Sbruffone che non sei altro, ora capisco perché
vai così d'accordo con Naruto! Dovreste formare un club, voi due!"
Altre risate contagiose. Insieme, sembrava
così facile.
Lee le diede un leggero bacio sulla guancia.
Ancora dopo una settimana sembrava timoroso.
Non sapeva se lei, per un suo gesto troppo avventato, si sarebbe allontanata ancora
di più.
"Sabato prossimo all'Ichiraku Ramen. Ti offro la cena e poi facciamo un giro per
il bosco, ti va?"
Sakura tirò fuori la lingua, facendolo
sorridere.
"Non ne posso più di boschi"
"Allora lungo il lago"
"Vada per il lago..."
Rimasero a guardare una nuvola passeggera
che oscurava a tratti il sole, mentre un venticello fresco cominciava a
soffiare da ovest.
Quasi in contemporanea i due ragazzi
riabbassarono lo sguardo e lo puntarono sulle loro mani intrecciate.
"Se qualcun'altro ci vedesse, potrebbe
dire le stesse cose che abbiamo pensato su Ino e Shikamaru"
"Non è che me ne importi granché del
giudizio altrui" disse il ragazzo con un'energica scrollata di spalle.
Lei sorrise e balzò in piedi, girando su se
stessa, come una trottola.
"E' una bella giornata..."
"...e anche l'ultima a Suna..."
"...propongo una ricognizione per
rintracciare Naruto e Hinata e andare all'ufficio del Kazekage a fare un po' di
baldoria"
"Non ti facevo così pettegola,
sai?"
Si avviò verso il centro del villaggio,
dondolando una mano accanto al suo viso.
"A fare i turni in ospedale diventi
così e a volte anche peggio"
Rock Lee la raggiunse in un balzo e, mano
nella mano, andarono a cercare i loro compagni.
Poche ore e sarebbero ripartiti. La parola
'casino' era obbligatoria, in quel caso.
Ma per attuare il loro piano avevano bisogno
degli altri.
E, guarda caso, la prima parola sulla loro
vista era 'Spettegolare sugli affari altrui"
Si prospettava molto divertente...
"Eins,
zwei...eins, zwei..."
"Te lo dico e te lo ripeto, ho Akamaru
dalla mia parte!"
"Piantatela, subito"
"Ma è lui!"
"Non ci importa chi è, smettetela, date
i nervi"
Camminavano distanziati, giusto qualche
passo più indietro, gustandosi le chiacchiere esagitate di Naruto e Kiba.
Ma, soprattutto, le facce esasperate di Neji
e TenTen che cercavano di calmarli.
"E così, questa volta partite
davvero"
Kankuro si grattò la schiena soprapensiero.
"Peccato, cominciavamo a ritenervi
simpatici"
"Non ascoltatelo, gli ha fatto male
combattere troppo, i due neuroni ne hanno risentito"
Un lamento li fece girare. Il marionettista
stava riusando la tecnica degli occhi dolci.
"Gaara-san,
non lo tratti troppo male, potrebbe fargli ancora più male!"
"Ha ragione Sakura-chan, è ancora potenzialmente
instabile..."
L'altro li guardò prima con occhi ancora più
lucidi, per poi offendersi e allontanarsi ancora di più.
"E adesso?"
Gaara appoggiò la mano sulla spalla di Lee,
quasi esasperato.
"Fa sempre, e dico, sempre, in
questo modo"
"E' diventata una routine, allora"
"Esattamente, Hinata, esattamente"
Chouji rallentò il passo e si accostò a
Kankuro, che guardava a braccia conserte il rosso prenderlo per i fondelli
insieme a Sakura, Lee e Hinata, che ridevano divertiti.
Unica consolazione, anche suo fratello era
vittima delle battute di quelli di Konoha.
Sgranocchiò e, dopo aver deglutito, afferrò
un'altra manata di patatine e le porse al marionettista.
"Ne vuoi un po'?"
Lo fisso, ponderando la risposta.
"Ma sì, un po' di cibo per tirarsi su di
morale non fa mai male"
"EHI, SIAMO ARRIVATI!"
Ino, davanti a tutti, sventolava la mano e
con l'altra indicava il cancello.
Shikamaru era andato dagli altri ragazzi,
fissandola in modo imperturbabile.
Quella pazza scatenata dei suoi stivali,
sempre a strillare...ma non ne poteva fare a meno, anche se non lo avrebbe mai
ammesso!
"E' arrivato il momento degli
addii" disse Neji, le mani ficcate nelle tasche.
TenTen e Hinata sbatterono un po' gli occhi, per
poi esclamare, indignate
"Insensibile..."
"Neji-nii san,
sei inguaribile!"
Chiacchiere si levarono dal gruppo, alte e ingrovigliate. Sembrava che nessuno, adesso, volesse
interrompere quel momento di calma che si era creato.
"Su, forza, Tsunade-sama
ci aspetta!"
Sakura afferrò Kiba per le spalle e cominciò
a spingerlo, ignorando le sue lamentele.
"Oh, Sakura, aspetta"
"Niente aspetta, Lee. Siamo già in
ritardo!"
Ed anche gli allievi di Gai si avviarono,
seguiti da Shikamaru che borbottava fra se e se
"Voglia di metterci in viaggio, saltaci
addosso!"
Ino, Sakura e Chouji intanto avevano
trascinato gli altri in un'altra discussione, di cui si udivano solo alcuni
sprazzi su missioni impossibili, patatine con paprica e zenzero e qualsiasi
altra cosa passasse loro per la mente.
"Fate buon viaggio"
"E attenti al lupo cattivo!"
Naruto si guardò attorno, la mano sugli
occhi per ripararsi dal sole.
"Lupi? Io non ne vedo...anzi no, eccone uno! Ops, scusate, è solo un gattino fifone!"
Alte risate si levarono, ancora una volta.
Hinata, con le lacrime agli occhi, era
braccetto con il biondino e sembrava sul punto di crollare dal sonno e se ne
accorsero tutti.
Anche a fare niente di perdevano energie, e
loro ne avevano bisogno per il cammino.
"Forza, ora andiamo e niente
storie!"
"Sì, sì, tranquilla"
"Risparmiate il fiato"
"Gaara, perché non ti tappi quella
boccaccia?"
"Ino, vale anche per te"
"Ci si rivede, ragazzi!"
"Si, se avete bisogno, sapete dove
trovarci..."
"...e come al solito verremo a tirarvi
fuori dai guai, Dattebayo!"
"Continua a sperarci, pecorella! AHI!!!"
"Kankuro-san,
se le va proprio a cercare!"
E così, dopo altri quindici minuti di 'tempo
sprecato a ciarlare a vuoto', come si sono ritrovati
a dichiarare Neji e Kiba, il gruppo partì.
Adesso erano solo una massa scura sulla
sabbia dorata, lontana, all'orizzonte.
Li osservarono per molto tempo, fino a
quando la sera non cominciò a calare e rintracciarli sarebbe stato impossibile.
Sospirò.
"Mi mancheranno, sul serio"
"Non ne dubito"
Le luci delle case, alle loro spalle, si
accesero una ad una. Alla fine, l'intero villaggio su illuminato. La notte del
deserto, l'ennesima, era giunta.
"Sai per caso dov'è Temari?"
"Indovina?"
"Alle mura...lei è quella a cui
mancheranno di più"
"A cui mancherà di più, vorrai
dire"
"Già, forse hai ragione Gaara"
Kankuro saltò giù e, con la sua camminata
lenta e ciondolante, raggiunse il palazzo centrale.
Almeno quella notte, avrebbe potuto dormire
in pace.
Il Kazekage lo guardò sparire tra la gente
che ancora si affaccendava per le strade.
Alzando lo sguardo riuscì a scorgere da
lontano la sorella che fissava il deserto, incantata. Per lei sarebbe stata
dura, ma avrebbe superato la cosa.
Messo di lato i sentimenti.
Come aveva sempre fatto.
Diede un'ultima occhiata in tralice alla
distesa nera davanti a lui, per poi seguire le orme di Kankuro verso il
palazzo.
Il villaggio di Suna andava ristrutturato e
lui, in qualità di Kazekage, avrebbe dovuto guidare i lavori.
"Bisogna sempre affrontare le avversità
a testa alta, e ne uscirai sempre vittorioso!"
Sorrise, ripensando a quella frase e, sicuro
che nessuno lo ascoltasse, sussurrò alla grande luna che governava nel cielo.
"Arigatou,
Naruto...Dattebayo!"
E anche questa è finita...corta, vero! Ma
non c’era alcun bisogno di portarla avanti!!!
Inoltre è stata una nuova esperienza per
entrambe...scrivere un genere di storia così...
Quando l’abbiamo pensato, dovete
capirci, era dopo almeno due ore di pazzie!! U_U
Per me, Mimi18, è stato un onore
scrivere con Gio, anche perché ormai la considero un’amica importante!!!
E questo sono le parole di Gio: anche per me è stato un onore mi hai insegnato un nuovo genere di
scrittura e poi, mi hai fatto piacere coppie a cui non ho mai nemmeno pensato...
Ora, ringraziamo le persone che hanno
recensito lo scorso capitolo:
Ginny
Neji’s fan94
Lala chan
Hina22688
Tifalockhart
Grazie di cuore...
E grazie anche a chi tiene la storia fra
i preferiti! XD