I Winchester e la Camera degli Esorcismi - Quando la Magia non basta!

di AlexisLestrange
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solitamente... più o meno. ***
Capitolo 2: *** Scambio al volo! ***
Capitolo 3: *** C'è sempre una seconda volta ***
Capitolo 4: *** A. A. A. Bodyguard in affitto ***
Capitolo 5: *** Notte in bianco, lilla e blu ***
Capitolo 6: *** Il buongiorno si vede dal bigliettino ***
Capitolo 7: *** Mi scusi, c'è un interferenza? ***
Capitolo 8: *** Ginger Attack! ***
Capitolo 9: *** Solitamente... ancora meno. ***
Capitolo 10: *** Il lavoro perseguita l'uomo ***
Capitolo 11: *** Mezza verità, anche la verità, qualcosa oltre la verità ***
Capitolo 12: *** Cautela - Lavori In Corso ***
Capitolo 13: *** Pronti, partenza, stop! ***
Capitolo 14: *** Udienza formato famiglia ***
Capitolo 15: *** Quando il gioco si fa flaccido ***
Capitolo 16: *** L'invasione dei cloni, parte prima ***
Capitolo 17: *** L'invasione dei cloni, parte seconda ***
Capitolo 18: *** Il Club delle Fenici Duellanti, ma con Ordine ***
Capitolo 19: *** Tutti ai posti di sbattimento! ***
Capitolo 20: *** Gran Finale, col botto! ***



Capitolo 1
*** Solitamente... più o meno. ***


È sera, oramai, ed una nebbiolina oscura e malvagia aleggia sulle strade di Londra.

È tutto molto cupo e silenzioso, almeno finchè l'intera tetraggine viene spazzata via
dal rombo della solita macchina, che passa veloce tra i londinesi sbigottiti,
scarrellando in giro i due Winchester, appena di ritorno da una delle loro solite,
sanguinose cacce, e già pronti a cercare nuovi mostri da sbudellare, esorcizzare,
bruciare o salare a piacere (o tutte le opzioni precedenti).

E così, mentre il maggiore tiene il ritmo di una canzone sul volante improvvisando il
solito ballettino sul sedile a tempo di musica, Sam tira fuori il suo discorso figo da
inizio puntata.

«Prima mi sono imbattuto in questo tizio dalla lunga veste viola» racconta, con la
solita espressione da ormai-ne-ho-viste-troppe-per-farmi-impressionare-da-tutto-ciò,
e il fratello si volta subito a guardare la foto ottenuta chissà come di questo barbone
in vestaglia.

Sam continua: «Gli è caduto un giornale, così l'ho raccolto, e ho visto che le
immagini... si muovevano!» esclama, mostrando come prova la prima pagina di un
quotidiano che mostra tre maghi ballare la conga.

Dean sputa immediatamente fuori metà della birra che stava bevendo (ovviamente
mentre guidava, mangiava, cantava ed occasionalmente ascoltava il fratellino) dalla
sorpresa.

«Il giornale è posseduto!» grida, e in un attacco di iperattività da cacciatore oscuro
innaffia d'acqua santa tirata fuori dal nulla tanto il quotidiano quanto il povero Sammy,
che, avendo comunque sangue demoniaco, sente giusto un po' caldino.

Il giornale, invece, rimane ignaro di tutto, mentre l'inchiostro comincia a colare,
portandosi dietro anche gli omini della conga, che scivolano via, lentamente.

«Aspetta, non era questo il punto!» lo interrompe Sam, aprendo il giornale a caso,
cercando un articolo ormai dissolto. «C'era qualcos'altro di strano... da queste parti...
credo...»

«Strano tipo... una macchina volante?» chiede distrattamente Dean.

«Sì, perchè?»

«Perchè c'è una Ford Anglia fluttuante proprio lassù» spiega quello, con una poker
face stupefacente.

E infatti, proprio là, volteggiante nel cielo, sotto gli occhi increduli (o meglio, sopra gli
occhi increduli) dei due frateli, stava la nostra auto, o meglio l'auto di Harry e Ron,
che cercavano disperatamente un modo per arrivare ad Hogwarts dopo che il buon
Dobby aveva bloccato l'entrata al Binario 9 e ¾.

Ma tutto questo i Winchesters non potevano saperlo.

«Segui quella macchina!» esclama Sammy, gasatissimo, ed ovviamente il fratello,
ancora più esaltato, preme sull'accelleratore e parte al'inseguimento.

Ma come si poteva tenere il passo ad un auto volante? Notando lo svantaggio, Sam
tira fuori, ovviamente sempre dal nulla, una corda, e con una perfetta aria da cowboy,
acchiappa al lanzo l'auto blu, riuscendo ad afferrarla.

Ma, cosa succede? La Ford dimostra un'inaspettata potenza, mantiene la quota, anzi,
trascina l'altra auto e... proprio così, signori? Cosa c'è, alta nel cielo? È la nostra
Impala! E vola!

Le due macchine volteggiano nell'orizzonte grigio tipicamente inglese, un po'
arrancando, ad essere sinceri, perchè dopotutto la povera macchina di Arthur Weasley
ha più di qualche annetto.

Scricchiolando scricchiolando, le due auto passano davanti a città, colli, colline,
montagne, ed è tutto molto entusiasmante, fino a che non raggiungono il giardino di
Hogwarts dove, proprio sul più bello, la Ford lancia un sospiro esasperato e decide di
lasciar perdere i propri giovani conducenti (che ovviamente a dodici anni sapevano
guidare) mollandoli proprio sul Platano Picchiatore, dove verranno pestati per bene
(sadismo vegetale).

E l'Impala? Fortunatamente, al contrario degli sfortunati giovani maghi, l'auto dei
Winchester atterra delicatamente all'interno di una radura ricolma di germogli, la
caduta attutita dai rami frondosi degli alberi della Foresta Proibita, così che i fratelli
possono scendere tranquillamente dalla vettura e dare un'occhiata in giro.

I due Winchesters hanno quindi raggiunto il suolo magico di Hogwarts, ma riusciranno
a sopravvivere in un mondo apparentemente così fiorito e rigoglioso?

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Capitolo 2
*** Scambio al volo! ***


I due baldi fratelli si guardano attorno, lo sguardo intriso di curiosità e stupore.

«Dove accidenti siamo finiti?» chiede Dean con la solita schiettezza.

«Non ne ho idea» risponde Sam con la solita perspicacia.

Ad ogni modo, è di due giovani Winchester che stiamo parlando, ed entrambi sanno
bene che la prima cosa da fare quando atterri in un bosco apparentemente fatato è
andare a dare un'occhiata in giro, possibilmente con il solito porto d'armi sulle spalle.

Cammina cammina, imbocca un sentiero, imboccane un altro, finisce che si separano,
e Dean continua a vagare solo e sperduto nella foresta, come un novello Cappuccetto
Rosso, con tanto di cestino delle provviste nascosto sotto la giacca.

Mentre cammina fischiettando allegramente "Eye of the Tiger", intravede una figura
confusa muoversi tra gli alberi: potrebbe essere qualcosa di pericoloso, quindi ovviamente
si getta al suo inseguimento.

Corre tra le piante, vede il qualcosa sfuggirgli, scappare, accellera il passo, si trova davanti
un limpido ruscelletto d'acqua cristallina, e proprio lì, sulla riva, lo vede. Un unicorno.

È arduo provare a descrivere la gioia che invade di colpo il nostro Winchester (quindi
lasciamo perdere). Mentre lacrime di commozione gli salgono agli occhioni verdi, il suo
primo pensiero è quello di gettarsi sulla creatura, abbracciarla, adottarla, e farne il suo
nuovo migliore amico.

Comincia così ad avanzare verso di lui, ma sfortunatamente la sua aria esaltato-estasiata,
l'acquolina alla bocca, e il suo tipico passo lento e ciondolante gli donano un aspetto
alquanto da zombie, per cui il povero unicorno, nel vederlo, nitrisce terrorizzato e fugge
via.

Dean si butta subito nel rincorrerlo, ma l'impresa non è semplice: il nostro aitante
giovanotto decide di tentare di raggiungerlo con un bel balzo, si piega sulle ginocchia, si
da la giusta spinta e... va a sbattere contro qualcosa di grosso e peloso.

La sua prima ipotesi è di essere incappato in papà unicorno, e subito di domanda come
funzionerebbe in quel caso, la cosa dell'adozione, dato che un unicorno non è certamente
in grado di firmare un contratto d'affidamento: ma alzando lo sguardo, si accorge che
sopra il corpo di cavallo, c'è una testa, e un busto, anche.

La creatura, che altro non è che l'avvenente centauro Fiorenzo, punta uno zoccolo
minatorio verso l'ancora confuso Den, e gli intima: «Lascia stare quel povero unicorno!»

L'altro non sembra capire. «Ma io volevo solo...»

«Lo so cosa volevi fare!» lo interrompe Fiorenzo, rabbioso. «Volevi bere il sangue di
quell'innocente animale per ottenere l'immortalità!»

A quelle parole il giovane Winchester scoppia a ridere. Come ben sappiamo, a lui
l'immortalità serve quanto un pallone da basket ad un t-rex, ragion per cui, ancora
ridacchiando, si alza e se ne va.

Fiorenzo rimane a guardarlo stranulato, poi, dato che comunque l'unicorno e oramai al
sicuro, decide di ignorare la faccenda, e, scrollando le spalle (?), se ne torna a fumarsi
qualcosa.

E il nostro Sammy? Lui, ovviamente, grazie al suo incredibile senso dell'orientamento da
Giovane Marmotta, aveva subito trovato la strada per uscire dalla Foresta Proibita, ma
purtroppo la sua curiosità lo aveva spinto a dare un'occhiata da vicino al Platano
Picchiatore.

Basta un suo tocco, e il povero Sam è lanciato in aria come una pallina da tennis e
scaraventato verso il castello, dove stava ancora avvenendo il grande banchetto di inizio
anno (da confondersi con il grande banchetto di fine anno, con il grande banchetto di metà
anno, il grande banchetto di Halloween, di Natale, della Befana, di fine esami, eccetera
eccetera).

Silente, infatti stava giusto dando i suoi annuali annunci alla folla di studenti, ed indicando
il tavolo dietro di sé, stava dicendo: «E vorrei presentarvi il nostro nuovo professore di
Difesa Contro le Arti Oscure, il signor...»

Caso volle che proprio in quel momento Gilderoy Allock, chiamato proprio a quel ruolo, si
fosse ritirato nel suo bagno personale a rifarsi i boccoli.

Lo stesso caso volle che Sam, dopo essere caduto e passato attraverso gli innumerevoli
piani del castello, atterrasse proprio accanto al Preside, fatto sta che il saggio Silente
coglie al volo l'occasione per disfarsi di quell'impiastro di Allock, e, indicando Sam,
conclude, in fretta: «..Sì, insomma, eccolo qui».

Beh, Sam Winchester si era finto molte cose nel corso della sua onorata carriera,
poliziotto, agente dell'FBI, dottore, prete, bidello, ma professore di Difesa Contro le Arti
Oscure non gli era mai capitato.

Tuttavia, un cacciatore sa adattarsi, così Sam tossicchia, e guardando i millemila giovani
maghi che lo osservano incantati, farfuglia: «Sì, beh... buonasera... spero di essere
all'altezza» e dopo il consueto applauso, prende posto accanto al professor Silente, che lo
guarda compiaciuto.

Riuscirà Sam a convincere la folla di Hogwarts della sua credibilità come insegnante? Come
prenderà Allock questo sopruso? Riuscirà Dean a trovare l'uscita dalla Foresta Proibita e a
superare la perdita del suo amato unicorno?

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Capitolo 3
*** C'è sempre una seconda volta ***


La situazione non fa che peggiorare per il povero Dean Winchester.

Non solo ha completamente perso di vista il suo amato unicorno, ma non ha neppure
la più pallida idea di dove si trovi, lui, che non era mai stato un boy scout bravo
quanto Sammy e, come tutti sanno, odia il campeggio.

Inoltre, comincia a farsi buio, e mentre vaga sconsolato gli viene pure in mente che è
persino giunto in quel posto tramite un auto volante, e un auto volante è terribilmente
simile ad un aereo, tanto che comincia a soffrire dell'ovvio mal d'aria a scoppio
ritardato.

Insomma, Dean sta camminando senza sapere dove, solo, nauseato e triste, e si sta
giusto chiedendo come potrebbe andare peggio di così quando per la seconda volta in
meno di mezz'ora si ritrova a sbattere contro qualcosa di grosso e peloso.

Alzando lo sguardo, il maggiore dei Winchester cerca di capire se questa volta ha
incontrato davvero papà unicorno, ma la fortuna sembra non essere dalla sua parte,
perchè si tratta di qualcosa di molto meno carino e coccoloso: in effetti, si tratta di
Hagrid.

Il Guardiacaccia stava infatti svolgendo le sue quotidiane faccenduole nella foresta, e
ritrovandosi davanti questo omuncolo depresso, si gratta la nuca, perplesso.

«E tu chi saresti?» chiede, afferrando Dean per la giacchietta di pelle con due ditoni
immensi e rimettendolo in piedi.

Allora, già il povero ragazzo soffre di complessi d'inferiorità dovuti alla prolungata
convinvenza con un fratellino di due metri e mezzo: quando si trova di fronte questo
tipo giganterrimo, il suo umore non può certo migliorare.

Notando il prolungato silenzio dell'altro, Hagrid cerca di dare una mano (letteralmente):
gli da una pacca fraterna sulla spalla, buttandolo quasi a terra -anzi, togliamo pure il quasi.

Dean viene rimesso in piedi una seconda volta, e mentre si scrolla la terra di dosso, i
suoi occhioni verdi cominciano a farsi lucidi. Hagrid cerca così di incoraggiarlo: «Su,
non fare così, raccontami le tue disavventure, amico!»

Quello che Hagrid non sa è che chiedere a Dean Winchester di raccontare le proprire
disavventure è come invitare un'oca a bere. O un orso a mangiare. O un Castiel da un
McDonald.

Rassicurato dalla sicurezza dell'anonimato ("Questo tipo non sa nemmeno chi sono, a
chi potrebbe raccontare le mie faccende private?") e spinto dalla depressione crescente
("Meglio che mi sfoghi oggi, domani potremmo morire tutti"), Dean inizia a narrare le tristi
vicende della famiglia Winchester.

E non risparmia i dettagli: dalla recente perdita del suo fantomatico migliore amico mai
arrivato a diventare tale, alle altre solite cose come lutti, demoni e donne varie.

Un racconto talmente deprimente e appassionante che, mentre ascolta attento, Hagrid
decide che è meglio condurre il nuovo amico nella sua capanna e tirare fuori gli alcolici, ed
è lì che lo lasciamo, mentre andiamo a dare un'occhiata a quello che combina intanto
Sam.

Finito il banchetto, il giovane Winchester era stato invitato ad un party notturno in sala
insegnanti ma, osservando l'età media degli altri professori, aveva gentilmente declinato
l'offerta, a favore di una passeggiata al chiaro di luna con Silente.

Ed è lì che lo troviamo, mentre cerca di capire a) Cos'è la Difesa Contro le Arti Oscure e
cosa dovrà insegnare ai suoi studenti il giorno dopo; b) Se quello davanti a lui è Merlino,
Babbo Natale, o una qualche altra entità superiore; c) Dove accidenti è finito.

È una conversazione molto avvincente, ma il pericolo è sempre in agguato!

Allock, infatti, tornato dalla sua messa in piega, aveva scoperto di essere stato
velocemente rimpiazzato, e com'è ovvio la cosa non gli era andata troppo a genio.

Aveva quindi deciso di mettere fuori gioco il Winchester, e riprendersi il suo ruolo, ideando
il seguente piano malvagio:

1) Silente e lo sconosciuto antipatico passeggiano sulla Torre d'Astronomia;
2) Lo sconosciuto antipatico scivola su una serie di Gobbiglie precedentemente
sistemate e, inciampando, cade dalla torre;
3) Lo sconosciuto antipatico muore;
4) Io, Gilderoy Allock, Ordine di Merlino, terza classe, membro della Lega Contro Le
Arti Oscure e cinque volte vincitore del premio per il sorriso più seducente, ritorno
ad essere l'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure di Hogwarts.

L'ignaro Sammy, dunque, sta giustappunto passeggiando sulla Torre discutendo sulla
difficile questione dell'effettiva unitilità delle vesti lunghe nel mondo magico (servono a
qualcosa o è solo comodità?), quando il suo delicatissimo piedie si appoggia erroneamente
su una Gobbiglia, scivola, e per la seconda volta si ritrova lanciato in aria.

Meglio descrivere la scena al rallentatore: immaginate la parabola che il corpo di Sam
traccia in aria, la fluente chioma di Silente sparsa al vento mentre si affaccia alla torre
gridando, il ghigno malefico di Allock in un angolo.

Il corpo di Sam comincia a precipitare verso il suolo, i bei capelli castani sono scompigliati
dalla brezza, il suo volto viene dipinto dal terrore mentre sta per raggiungere il duro
terreno... ma, un momeno, all'improvviso si ode un suono!

È un rumore di zoccoli... sì, è lui, l'unicorno! E chi è che lo cavalca impettito? È il giovane
Dean Winchester, che in cambio della sua scorta di birra e di un walkman con l'intera
discografia degli AC/DC inclusa, ha ottenuto da Hagrid l'aiuto necessario per ritrovare la
creatura!

Dean avanza al galoppo, rapido come una saetta, affascinante come un Principe Azzurro,
ed afferra la dama... whops, il fratellino al volo, tra le braccia, continuando la sua corsa
sfrenata ululando come un pellerossa alla carica, per poi frenare e depositare il piccolo (?)
Sammy davanti all'ingresso di Hogwarts, sano e salvo.

I fratelli Winchester sono di nuovo insieme, e Sam è vivo per un soffio, ma riuscirà questo
fallimento a far desistere Allock dal suo tentativo? Ad Hagrid piaceranno gli AC/DC? E
Dean, riuscirà a trovare la felicità con il suo unicorno?



 

Piccola nota dell'autrice:

Vi rubo solo un paio di secondi per ringraziare tutti quelli che stanno seguendo e leggendo questa storia:
già per il fatto di sopportare giorno dopo giorno le idiozie che tiro fuori, meritereste un premio!

E un ringraziamento speciale va a Chambertin, perchè se non fosse stato per lei non avrei mai neppure
pensato di pubblicare questo delirio... grazie (:

Spero che la storia continuerà a divertirvi e appassionarvi, grazie per tutti i commenti che mi lasciate, alcuni
sono davvero quasi più esilaranti della storia stessa, andarli a leggere è meraviglioso! x°D

Un bacio,

Relya

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Capitolo 4
*** A. A. A. Bodyguard in affitto ***


È un momento molto difficile e toccante per i due fratelli Winchester, finalmente
riunitisi.

Sam, che in piedi è alto quanto Dean in groppa all'unicorno, sta infatti cercando in
tutti i modi di convincere il fratello ad unirsi a lui in quella fantastica avventura nel
mondo magico.

«Sarà bello, vedrai!» esclama, gli occhi da cagnolino che brillano di commozione. «Noi
due, insieme, in questa scuola meravigliosa, lontano da tutto e da tutti! Troveremo
un'occupazione, anche per te, e...»

«No, Sammy!» ribattè l'altro, lo sguardo accesso dall'appena acquistato orgoglio
cavalleresco (anche se per essere precisi bisognerebbe dire unicornesco). «Sono un
uomo libero, ormai! Nessuno mi dirà più cosa devo fare, vagherò indomito...»

«Ma... Dean!» cerca di perduaderlo il fratellino. «Qui c'è tutto, magia, pozioni,
creature fantastiche, studenti, studentesse, sport...»

«...cavalcherò fiero nelle sterminate praterie e... cosa?» s'interrompe di botto quello.

«Cosa?»

«Sammy, hai appena detto la parola magica che mi ha convinto a restare!» fa Dean,
con un gran sorriso, dando una pacca fraterna al fratello (ma dai), che sembra non
capire.

«...Magia?»

«Non proprio».

«Sport?»

«Neanche».

«Pozioni?»

«Nemmeno per idea».

«Studenti?»

«Fuochino».

«Creature fa...?»

«Lasciamo perdere» lo interrompe spazientito Dean il giovane Winchester. «Ad ogni
modo, ho deciso di rimanere al castello con te!»

«Ma non puoi stare qui senza far nulla!» interviene dal nulla Allock, che già è
terrorizzato dalla concorrenza di Sam: se su aggiunge anche quel figaccione del
fratello, i suoi giorni di gloria sono finiti.

«Gli troveremo qualcosa da fare!» esclama compiaciuto Silente, discendendo dal cielo
con un ombrello, in stile Mary Poppins.

Il preside, infatti, al contrario del buon Gilderoy, non è per niente contrario
all'assunzione di aitanti giovanotti a Hogwarts, il cui personale non si rinnova da un
bel po'.

«Potrebbe essere il nuovo Custode» propone allora senza troppo entusiasmo Allock.

«O insegnare qualcosa, non può licenziare un'altro professore?» chiede Sam rivolto a
Silente, che incrocia le braccia.

«E ritrovarmi a dover alloggiare un'altro senzatetto?» replica, lanciando un'occhiata
scocciata ad Allock. «Se invece aiutasse Hagrid nella foresta?»

Proprio in quel momento passa dietro di loro Hagrid, con le cuffie alle orecchie,
cantando a squarciagola "Highway to Hell" con il suo bel vocione.

«Se pulisse le cucine?» azzarda ancora Allock.

«Se fosse il nuovo insegnante di Quidditch?»

«... o il nuovo presidente del Club di Gobbiglie?»

«Desse da mangiare alle lumache carnivore?»

«Wooha, wooha, aspettate!» li interrompe Dean, che comincia ad essere inquietanto dalle
varie proposte (specie da quelle di Allock). Quasi si pente di non essere fuggito con il suo
unicorno per darsi alla macchia nella Foresta Proibita per vivere con lui una vita lunga e
felice. «Non c'è qualcosa di più avvincente?»

«Effettivamente ci sarebbe un lavoretto...» dice Silente, prendendo sottobraccio Dean e
conducendolo in un luogo più appartato e lontano da orecchie indiscrete, con quest'aria da
boss mafioso che pare addicerglisi.

«Ho ricevuto una soffiata da un elfo domestico per un possibile pericolo ad Hogwarts
quest'anno» gli bisbiglia con tono da cospiratore. «E ci sarebbe questo Harry Potter, un
ragazzino, che oltre ad essere giovane, ricco e famoso, e anche un po' sfigatello, capitano
tutte a lui, se capisci cosa intendo...»

Ovviamente Dean capisce fin troppo bene, anzi. «E io cosa dovrei fare?» domanda,
cominciando ad insospettirsi.

Silente gli strizza l'occhio, complice. «Solo tenerlo d'occhio, sai com'è, mi farebbe stare più
tranquillo...»

«Il mio compenso?» fa Dean, andando subito al sodo.

«Vitto e alloggio per un anno» risponde subito Silente.

«Alloggio... dove?»

«Forse riusciamo a trovarti un angolino nel nuovo ufficio di tuo fratello...» comincia il
preside, e vedendo l'altro sbuffare spazientito, si giustifica: «Ehi, te l'ho detto, questa è
una scuola, non un albergo, c'è già abbastanza gente che devo mantenere!»

«D'accordo, d'accordo» lo interrompe Dean. «Posso portare Tippy con me sul posto di
lavoro?»

Silente aggrotta le sopracciglia perplesso. «E Tippy sarebbe...?»

«Il mio unicorno» spiega Dean senza fare una piega, indicando l'animale alle sue spalle,
che in quel momento stava socializzando con una mano di Sam, a sua volta impegnato a
tenere il suo lungo corno lontano da zone delicate.

Il preside annuisce. «Ma dovrà essere silenziosissimo» lo avverte.

«Non c'è problema, sarà muto come un pesce» assicura l'altro, anche se ovviamente
stiamo parlando di un unicorno, quindi non è un paragone proprio azzeccato.

Silente e Dean si stringono la mano, anche se il momento solenne è interrotto da
Hagrid che ripassa sullo sfondo, questa volta tutto preso da un'impegnata
interpretazione di "Back in Black".

«È stato un piacere fare affari con te» commenta il preside, mentre ritornano dagli altri, e
gli allunga un pacchettino. «Questo è un video illustrativo che ti spiegherà meglio la storia
di Harry Potter. E adesso, a dormire!» aggiunge, prima di voltare loro le spalle e sparire
nell'orizzonte (?).

Sembrerebbe tutto sistemato, ma... quale terribile pericolo incombe su Hogwarts? Riuscirà
Dean a tenerne lontano questo fantomatico Harry Potter? E quanto calerà la popolarità di
Allock dopo l'assunzione dei due Winchester?

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Capitolo 5
*** Notte in bianco, lilla e blu ***


«Sbrigati, Sammy, sta per cominciare!» esclama Dean, mettendo su la videocasetta
(nel mondo magico sono rimasti indietro, sono ancora al VHS) datagli da Silente e
buttandosi sul salottino dell'ufficio del fratello, momentaneamente adibito a sala di
proiezione.

«Arrivo, arrivo!» gli risponde quello dall'angolo cottura (sì, il suo ufficio ha anche un
angolo cottura), sfornando il vassoio dei pop corn, per poi posare i guantoni e il
grembiule da cucina e raggiungere il salotto/cinema.

«Sarà emozionante!» commenta Dean eccitato, infilandosi gli occhialini per il 3D e
afferrando una manciata di pop corn, mentre il filmino ha finalmente inzio.

Sullo schermo gigante al plasma compare la scritta "Harry Potter: Storia del Bambino
Sopravvissuto", con tanto di musichetta da siglia iniziale.

Davanti agli occhi (o meglio, agli occhialini) stupefatti dei Winchester, inizia il video
illustrativo, ed un'omino stilizzato, senza capelli e senza naso -come se solitamente gli
omini stilizzati li avessero- entra in una casetta che sembra essere uscita direttamente da
Paint.

La storia si fa interessante: compaiono altri due minuscoli omini, con due piccole targhette
che recitano "James" e "Lily", e brandiscono un bastoncino (presumibilmente una
bacchetta); segue un primo piano sul tipo precedente, accanto al quale compare un
fumetto che recita: "Bwahahaha, vi ucciderò tutti, voi e quel moccioso di vostro figlio!".

«Ehi, Dean, credo che lui sia il cattivo!» bisbiglia Sam, che sta attentissimo a non perdersi
neanche una parola dell'avvincente dialogo.

«Accidenti, come l'hai capito?» sussurra l'altro, masticando pop corn a una velocità
direttamente proporzionale alla suspance crescente del filmato.

«Io...» comincia il fratellino, ma si interrompe, perchè con un'inquietante sottofondo
musicale ("Da-da-da-daaaaan...") l'omino che si suppone essere cattivo grida qualcosa
come: «Abra Kadabra!» e i due piccoli altri ometti cadono a terra stecchiti.

Una lacrimuccia scende lungo il viso dei giovani Winchester, colpiti da un finale così
tragico.

Il primo omino, la cui malvagità è oramai indiscutibile, si avvicina alla culla dove un
piccolo bambino riposa tranquillo, mentre la madre grida disperata in un ultimo anelo di
vita, lo guarda con occhi malefici, con un vago riflesso di giallo... aspettate.... dejà-vu?

Ad ogni modo, l'omuncolo diabolico alza la bacchetta, c'è un primo piano degli occhioni
terrorizzati del neonato, e proprio quando sul volto del cattivo compare un ghigno e la sua
bocca si schiude per pronunciare le parole magiche... bussano alla porta.

«Chi diavolo è a quest'ora della notte?» ruggisce Dean, furente per l'interruzione, ma
ormai è fatta: la parte più interessante del video è andata e lui, in un attimo di
distrazione, se l'è persa.

Gli risponde una vocina sottile e timorosa. «...Gilderoy Allock»

I due Winchester si scambiano un'occhiata perplessa -la memoria non è il loro forte, o
hanno semplicemente rimosso dalle loro menti una persona tanto inutile.

«Allock... chi?» chiede Dean, poi si rende conto della sua stessa battuta, tira una gomitata
al fratello e ripete: «Alloc... chi! L'hai capita, Sammy? Allocchi!»

L'altro ci arriva, con un po' di ritardo, ma ci arriva, e i due cominciano a rotolarsi dalle
risate sul divano, finchè Gilderoy non gli interrompe nuovamente.

«Posso entrare?»

Dean alza gli occhi al cielo, mentre Sam, senza smettere di ridere, va ad aprire: ma
quando si ritrova il professore davanti alla soglia, con due grosse valige in mano, il sorriso
gli scivola via dalla faccia.

«Cosa... cosa ci fa qui?» chiede, perplesso.

Allock non si fa troppi complimenti e si intrufola dentro. «Silente si è dimenticato di
assegnarmi un nuovo alloggio, e visto che fino a poche ore fa questo era il mio ufficio...»
schiocca le dita, e una serie di elfi si precipita dentro trascinando dentro un'altra dozzina di
valige.

Davanti alle espressioni sbigottite dei Winchester, Gilderoy sfodera il suo sorriso migliore
(sì, proprio quello che gli ha fatto avere il premio per il Sorriso più Seducente del
Settimanale delle Streghe, probabilmente vinto solo perchè Jared Padalecki non si è
presentato alla gara), e allarga le braccia.

«Ragazzi... cosa sono quelle facce? Vi ritrovate davanti il più affascinante coinquilino che
avreste mai potuto desiderare! E poi, tranquilli, occupo poco spazio!» aggiunge.

Peccato che il poco spazio di Allock consista nell'intera zona notte, tanto che i fratelli si
trovano a dover dormire in salotto («C'è un motivo per cui questa si chiama zona giorno»
borbotta Dean, non troppo felice della cosa).

Per non parlare delle lunghe code che si formano quasi immediatamente per il bagno,
occupato a tempo pieno dal solito Gilderoy: sorvoliamo questi spinosi argomenti per
arrivare al momento in cui tutti dormono.

Dean è lì che si gira e si rigira nel letto (i pop corn devono essergli rimasti sullo stomaco):
alla fine, mezzo sveglio, decide di andarsi a prendere un bicchiere d'acqua, apre gli occhi,
e chi si ritrova davanti, se non il buon Castiel, accovacciato come un gattino a bordo letto?

«No, anche qui?» boccheggia Dean sorpreso, senza riuscire però a nascondere un certo
piacere, piacere che gli si stampa in faccia in un gran sorriso idiota.

Il nostro angelo, però, rimane serissimo ed impassibile.

«Guardati da un individuo dai capelli rossi» proclama, osservando Dean con quegli
occhioni così blu.

«Ma... Cass, cosa vuoi dire, io...»

«Guardati da un individuo dai capelli rossi» ripete castiel, per poi sollevarsi in volo e
sparire lentamente nella notte oscura, lasciando Dean con un unico grande quesito in
mente: di chi sta parlando?

Anzi, due quesiti: proprio in quel momento, infatti, Dean si ricorda che non ha mai visto il
finale del filmino su Harry Potter.

Domani sarà il tanto atteso primo giorno ad Hogwarts per i Winchester, ma come andrà?
Riusciranno i due a sopravvivere alla convivenza forzata con Allock? E poi, come accidenti
finiva il video sul Bambino Sopravvissuto?



Note dell'autrice:

Ehilà, sono sempre io.
Niente, volevo approfittare di questo piccolo spazietto, solo per dirvi che... beh, se state ancora seguendo questa
storia, siete fantastici. Adoro le vostre recensioni, mi faccio sempre due risate a rileggerle!

E poi... sì, l'idea della convivenza tra Allock e i due Winchester me l'ha messa in testa Shanax, ma era troppo 
carina per non usarla, quidi grazie del suggerimento!

E una piccola nota alla storia: Silente non si è affatto dimenticato di dare un nuovo alloggio ad Allock, lo ha
mollato lì di proposito, sperando che, se si fosse ritrovato senzatetto, se ne sarebbe tornato a casa.

Alla prossima!

Relya

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Capitolo 6
*** Il buongiorno si vede dal bigliettino ***


È mattino. Mentre il sole sorge lentamente al di là delle colline, una fieve luce rischiara
tenue anche gli angoli più oscuri del castello.

Nessun gallo pare cantare l'avvento dell'alba, e ciò è strano, o meglio, sembrerebbe
strano se ci fosse qualcuno a notarlo, ma come è ovvio, stanno tutti dormendo.

Ma proprio tutti? In realtà, c'è un individuo già sveglio ad Hogwarts, che muove furtivo
i primi passi nell'oscurità della sua stanza, con chissà che idee malvage in mente. È
proprio il caro (?), vecchio (?), buon (?) Gilderoy Allock.

In effetti, il nostro (ex) professore, necessitando ore di toeletta prima di essere degno
di comparire al pubblico, ha pensato bene di svegliarsi presto, molto presto, per
potere avere tutto il tempo per prepararsi.

Ed è così che, guardandosi attorno con i suoi occhietti blu (ma mai blu come quelli di
un certo angelo), si alza dal letto vilmente rubato al suo legittimo proprietario, s'infila
la vestaglia lilla, e comincia a camminare furtivamente con passo da ladro.

Si avvicina alla porta del bagno, allunga le dita verso la maniglia come un Cercatore
che si accinge a conquistare il suo Boccino d'Oro, ma proprio quando sta per entrare
inciampa in un fagotto confuso steso davanti alla soglia, e nello stesso istante, un
grido lacera la stanza.

Basta fermare per un istante la scena per poter capire cos'è successo: Sam, infatti,
che anche se non lo ammetterebbe mai passa parecchio tempo davanti allo specchio a
sistemarsi la messa in piega, aveva avuto la stessa idea del professore e, per buona
misura, si era accampato davanti alla porta, per evitare incurisoni come quella.

Il giovane Winchester balza in piedi con uno scatto felino, e per un attimo i due si
squadrano, socchiudendo malvagiamente gli occhi. Poi, dal nulla, Sam esclama:
«Troppo tardi!» e s'infila dentro il bagno, chiudendogli la porta in faccia.

Allock non si arrende, e comincia a tempestarla di pugni, gridando (se fosse un mago
appena migliore, si renderebbe conto che gli basterebbe tirare fuori la bacchetta e
dire: «Alohomora!», ma ovviamente non è un mago migliore).

Tutto quel fracasso sveglia anche Dean, che, pensando si tratti di chissà che demone,
tira fuori la pistola da sotto il cuscino e comincia a sparare all'impazzata: ma
rendendosi conto che sono solo i suoi due coinquilini che litigano, e che ha mancato
per un soffio Allock, si ferma e, posando le armi, si stiracchia.

Ovviamente Dean Winchester non ha bisogno di spazzole, piastre, né di altri
preparativi per essere bello, figo e fresco come una rosa anche di prima mattina, così
decide di andare a vestirsi per poter scendere a fare colazione.

Sta andando verso la sua valigia, quando nota due involti di stoffa sul tavolo: ne
prende uno, lo srotola, e vede che si tratta di una veste da mago nuova di zecca, con
attaccato sul taschino un biglietto con scritto: "Per mimetizzarvi meglio. Silente."

Dean è per un attimo assalito dai dubbi su quanto virile possa essere un indumento del
genere, poi decide che una veste lunga di pelle nera fa molto macho comunque, scrolla le
spalle e la indossa, per poi uscire dall'ufficio dove Sam e Allock stanno ancora litigando a
suon di spazzole e phon.

Il maggiore dei Winchester s'incammina lungo la scalinata, dove folle e folle di studenti si
riversano nei corridoi: pur sbalordito da cotanta gente, continua ad avanzare, e
mettendosi le mani in tasca, si accorge che dentro la sinistra c'è un altro biglietto di
Silente.

Questa volta, è un ritratto (sempre made in Paint), di un ragazzino dalla faccia tonda,
grossi occhiali, capelli neri e una cicatrice in fronte. Sotto, una scritta recita: "Questo è
Harry Potter. La Sala Grande, dove lo troverai a fare colazione, e proprio davanti a te.
Adesso alza lo sguardo e attento alle tue spalle
. Silente.".

Dean non ha nemmeno il tempo di chiedersi che razza di stalker sia il preside di quella
scuola, che una ragazzina dai capelli molto cespugliosi gli passa a fianco correndo (e
quasi travolgendolo), gridando: «Harry, Harry!»

La segue con lo sguardo, curioso, e vede che corre da un giovanotto identico al ritratto
di Silente (beh, quasi identico, essendo in 3D), che la saluta sorridendo, con un:
«Ciao, Hermione!».

"Era di questo che parlava Silente?" si chiede Dean, senza poter evitare di sentirsi
vagamente osservato, ma neanche un paio di secondi dopo, un'altra dozzina di studenti si
precipita giù dalle scale, prendendolo sotto con la delicatezza di un branco di mucche
inferocite (?), per andare a salutare quello stesso ragazzino, con un'ondata di «Harry!»
«Ciao, Harry!» «Come stai, Potter?»

Insomma, Dean capisce che quel tipo sarebbe probabilmente stato meno visibile con una
freccia lampeggiante in testa che dicesse: "Sono Harry Potter", ma in un modo o nell'altro
(e senza nemmeno troppa fatica), ha scoperto chi è il suo protetto, e sarebbe stato molto
felice e appagato, se non avesse immediatamente notato un individuo dai capelli rossi
proprio accanto ad Harry.

Subito gli torna in mente l'avvertimento di Castiel (e anche molte altre cose di Cass su
cui non ci soffermiamo); con una mossa ninja niente male, raggiunge il gran ragazzino
rosso e lo atterra con un calcio in pieno stomaco.

«Ehi, che accidenti fai a Ron? E' il mio migliore amico!» esclama subito Harry.

Dean si limita a rialzarsi, spazzolarsi la veste, e commentare: «Ti sto solo
proteggendo, fidati di me», anche se avrebbe tanto voluto avere un paio di occhiali
neri per aumentare la sua aria da superspia.

Ron si rialza a fatica, Harry sembra ancora perplesso (o è la espressione naturale),
quindi Dean gli posa le mani sulle spalle in un gesto molto paterno e aggiunge:
«Finchè ci sarò io, non dovrai preoccuparti di niente!»

Harry lo guarda come si guarderebbe uno psicopatico con una motosega in mano, ma
per fortuna suona la campanella ed interviene Hermione, dicendo: «Dai Harry,
andiamo a lezione, o faremo tardi a Difesa Contro le Arti Oscure!»

Dean guarda i due allontanarsi con un gran sorriso e li saluta con la mano,
esclamando: «Va tranquillo, ragazzo, e dimentica la mia faccia!» (si è molto calato
nella parte). Quando lo sguardo gli cade su Ron, però, s'incupisce, gli fa il tipico gesto
da "Ti tengo d'occhio" e poi si volta fischiettando, per andare a recuperare Tippy nella
foresta prima di cominciare la sua giornata di lavoro.

Ora Dean ha trovato Harry Potter, ma riuscirà a tenerlo lontano dal tipo rosso? Chi avrà
vinto la lunga lotta per il bagno? Sam riuscirà a non arrivare in ritardo alla sua prima
lezione?



Note dell'autrice:

Sì, ho scoperto che mi piace scrivere le note a fine capitolo, anche se non ho un granchè da dire, LOL.

Un altro folle capitolo è così giunto alla sua conclusione: e ancora una volta, ho rimandato la prima lezione di Sam.
So che vi sto facendo tribolare per averla, ma non è che non voglia scriverla, è solo che ogni volta che mi metto a
scrivere mi vengono in mente altre millemila stupide cose che potrebbero succedere prima che Sam entri nella
sua classe, e così... 

Come questo capitolo, che in realtà proprio non ci doveva essere, ma è così carino parlare di Dean versione super
spia! XD

Vabbè, che altro dire? Questa storia ha esattamente 40 recensioni in questo momento, AAAAAWWWWWW! *Q*
Sono troppo contenta, non immaginavo così tanta gente potesse leggerla e apprezzarla (?). Beh, magari 
apprezzare sarà una parola grossa, ma vabbè XD

Ok, chiudo qui il mio angolino della scrittrice! Ah, un'altra cosa, se notate che sono ripetitiva quando rispondo alle
recensioni, non è colpa mia, non posso fare a meno di scrivere robe come "Sono felice che ti piaccia..." "Grazie 
della recensione..." perchè le penso davvero, e non riesco a smettere di dirvelo *-*

Adesso basta, però. Sempre se c'è qualcuno che ha letto fino a qui XD

A domani con il prossimo capitolo (e la lezione di Sammy, promesso!),

Relya


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Capitolo 7
*** Mi scusi, c'è un interferenza? ***


«Prendi questo, Allock!» esclama Sam con aria trionfante, alzando il braccio. È armato
di piastra, e non ha paura di usarla: si scaglia contro il professore, legato a una sedia
(e se vi chiedete come ci è finito, ricordatevi che stava combattendo contro Sam
Winchester. E ho detto tutto) e in poche mosse gli appiattisce tutta la chioma.

«Bwahahahahah, adesso non farai più tanto lo sbruffone, eh?» commenta poi con una
risata malefica (il piccolo Sammy diventa malvagio quando si mettono in gioco i suoi
capelli). La sua vendetta è compiuta: sta per uscire, ma a metà strada ci ripensa, si
volta, e lancia uno specchio all'altro.

Il povero Gilderoy, non appena vede cosa è successo ai suoi bei boccoli biondi, lancia
un grido d'angoscia. «Me la pagherai!» urla, ma Sam si è già infilato la sua nuova
veste verde smeraldo ed è uscito, lasciando Allock lì a disperarsi.

È abbastanza tardi per la sua lezione, quindi è costretto a correre per raggiungere
l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, ma arriva comunque un filino in ritardo (colpa
della veste, scomodissima per camminare, ma c'è da dire che almeno risalta i suoi
occhi).

Non appena entra, si trova ventiquattro sguardi addosso, alcuni perplessi, altri
compiaciuti, altri (specie dalla parte femminile), già decisamente in estasi.

Imbarazzato, si siede alla cattedra (o meglio, sulla cattedra, perchè così fa più figo), e
si presenta: «Buongiorno, ragazzi! Io sono Sam Winchester, il vostro nuovo
insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Potete chiamarmi professor Winchester,
signor Winchester, Sam, ma NON» e sottolina accuratamente il "non" «Sammy».

Ci sono subito un paio di mani alzate.

«Ma non doveva insegnare un tipo chiamato Allock?» chiede un tipo occhialuto che Sam
non sa essere proprio Harry Potter.

«Già, io ho dovuto compare l'intera collezione dei suoi libri, dov'è lui?» incalza un
ragazzino rosso che Sam non sa essere Ron (Sam ignora parecchie cose, in questo
momento).

«Sostituzione dell'ultimo minuto» spiega il Winchester con un sorriso che il Settimanale
delle Streghe definirebbe più che seducente, e tutta l'ala femminile si perde in un
«Oooooooooh» incantato.

L'ala maschile, invece, sembra molto meno amichevole.

«Lei è qualificato come Allock, signor Winchester? È un mago dotato come lui?» chiede un
bambinetto con una leccata di mucca bionda al posto dei capelli.

«Beh, non sono proprio un mago, ma...» farfuglia Sam.

«E allora cosa ci sta a fare in una scuola di magia?» lo interrompe ancora lo stesso
ragazzino, beffardo. A quelle parole ci sono un paio di risatine e un coretto «Babbano,
Babbano!» parte dagli ultimi banchi.

La situazione sta precipitando, e Sam ha tutta l'intenzione di riafferrarla al volo il prima
possibile. Si passa una mano tra la chioma castana e risponde, con noncuranza: «Non
sarò proprio un vero mago, ma ho anch'io dei poteri, e soprattutto, ho molta esperienza.
Sono un cacciatore».

Il labbro di una bambina in prima fila comincia a tremare. «Ma io sono vegetariana!»
esclama, e sembra essere sul punto di mettersi a piangere.

«Ma no, ma no, che cosa hai capito!» si affretta a spiegare Sam, allarmato. «Sono un
cacciatore... di mostri!»

Un nuovo «Ooooooooh» di ammirazione dalla parte femminiile.

«Che genere di mostri, signor Winchester?» chiede un altro ragazzino, che pare ancora
diffidente.

Sam ci pensa su un attimo. «Beh... per esempio... fantasmi. Io uccido i fantasmi»

Non l'avesse mai detto! Si sente uno strillo dal fondo dell'aula, e salta fuori Mirtilla
Malcontenta (che ovviamente Sam non sa essere lei), che si era nascosta in un armadio
per spiare il professorecarino, e che ora comincia a strillare: «Mi vuole uccidere! Aiuto,
aiuto, mi vuole uccidere!»

Sam cerca di riprendere in mano la situazione, che sembra aver fatto un triplo salto
carpiato ed essere precipitata nel vuoto. «Ma no, no, accidenti!» grida. «Io... io... solo
quelli cattivi, uccido solo i fantasmi cattivi, quelli che fanno del male alle persone!»

Mirtilla è già uscita, gli studenti si zittiscono, ma sembrano non capire, così il giovane
Winchester si arrende. «D'accordo, d'accordo. Proviamo con qualcos'altro, che ne dite?
Io caccio anche altre cose, come... come i demoni!» esclama con voce cavernosa,
sperando di fare effetto, ma i suoi studenti non sembrano particolarmente colpiti, anzi,
qualcuno sbadiglia anche.

Il tipo rosso alza la mano. «Io ne ho uno chiuso in soffitta, fa un po' di chiasso, ma è
simpatico. Non avrà mica intenzione di uccidere quelli come lui, vero?»

Sam rimane un istante con la mascella spalancata. Ma che razza di mondo è questo, dove
i fantasmi sono amici dei bambini e i demoni si tengono in mansarda come animali di
compagnia?
«Non sa cacciare nient'altro, signor Winchester?» chiede, un po' delusa, una giovinetta dai
capelli neri.

«Certo che sì!» ribatte Sam, piccato. «Aspettate solo un secondo... ecco... ci sono! I
Mutaforma! Avete mai sentito parlare dei Mutaforma?»

Una studentessa dai capelli cespugliosi scatta in piedi e recita: «I Mutaforma, come ad
esempio i Mollicci, sono in grado di trasformarsi in qualsiasi cosa una persona tema, per
coglierla impreparata e indifesa».

«Oh... sì... esatto» commenta Sam, spiazzato. «E... come si uccide un Mutaforma?»

«Con le risate» ribatte subito quella.

A parte il fatto che quella di Sam era una domanda retorica, la risposta è comunque
piuttosto assurda, ma decide di passarci sopra con nonchalance e continuare la sua
spiegazione.

«Beh, sì, le risate, come vuoi, ma se non sei dell'umore giusto, c'è un altro modo»
comincia Sam, tirando fuori la sua pistola. «Se voi...»

«Fermi tutti, polizia!»

Con un grido, Dean Winchester irrompe nell'aula, a galoppo del suo unicorno, brandendo
un fucile contro i più che terrorizzati studenti.

«Dean, che diavolo stai facendo?» sibila Sam, furibondo.

Il fratello gli rivolge un gran sorriso. «Oh, solo un giro di controllo» spiega. «Volevo
essere sicuro che il mio protetto stesse bene... ciao, Harry!» e lo saluta con la mano,
facendogli l'occhiolino. Harry, da parte sua, lo guarda ancora più spaventato di prima.

«Continua pure la tua lezione, Sammy» aggiunge, e sta per riporre il fucile, quando nella
stanza entra di colpo Silente, trascinato da Allock, che con quei capelli piastrati sembra un
incrocio tra un cantante metal finlandese e un emo.

«Ecco, preside, come le dicevo!» strilla Gilderoy. «I due che ha assunto sono dei pazzi
armati e pericolosi! Quelle sono le famose bacchette di ferro dei Babbani, servono ad
uccidere!»

«Stavo solo mostrando alla classe il corretto utilizzo di un proiettile d'argento» spiega
con tranquillità Sam, e Dean sorride ed annusice a testimonianza.

«A me sembra tutto a posto, Gilderoy» commenta a sua volta Silente, dandogli una pacca
amichevole sulla spalla. «Adesso, perchè non va a farsi una camomilla e poi passa per una
visita dal suo parrucchiere? I suoi capelli mi sembrano alquanto giù di tono...»

«Ma io...» comincia quello, ma Silente lo trascina via.

«Beh, scusa per l'interruzione, fratellino!» commenta Dean, rinfoderando le armi. «Tolgo il
disturbo!» esclama, e prima di uscire rivolge un bel sorriso ad Harry ed una smorfia a Ron.

Rimasto solo con la sua classe, Sam prova a riprendere la sua lezione. «Il metodo migliore
per uccidere un Mutaforma è...» ma proprio in quel momento, suona la campanella.

«...ve lo dirò un'altra volta» conclude con un sospiro rassegnato, mentre i suoi allievi si
precipitano fuori.

È stata una gran mattinata per i Winchester, ma cosa succedere adesso? Cos'altro
pianificherà Allock per vendicarsi di Sam e farlo licenziare? E l'individuo rosso, sarà
proprio Ron?

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Capitolo 8
*** Ginger Attack! ***


Mentre Sam esce dall'aula dopo la sua prima, devastante lezione, Dean sta trottando
allegramente lungo i corridoi di Hogwarts, guardandosi attorno con aria soddisfatta.

Non gli ci è voluto molto per capire che le giovani ed affascinanti professoresse che si
aspettava scarseggiano (anzi, sarebbe più corretto dire che mancano proprio), ma
qualcuno come Dean Winchester non si lascia scoraggiare facilmente, e passa
direttamente al piano B: le studentesse.

Ce n'è davvero una più che vasta scelta, pensa mentre procede lungo le scale
(operazione non facile a dorso di un unicorno), guadagnandosi le occhiate di mezza
Hogwarts, che non sa se lasciarsi svenire per il suo bell'aspetto, o ridacchiare per via
dell'unicorno che cavalca tanto fieramente.

Dopo aver attraversato una valanga di ragazze che, nel dubbio, svengono
ridacchiando, Dean ha l'acquolina in bocca, e decide che è il momento di entrare in
azione.

Si avvicina ad una giovinetta dai lineamenti orientali che sta guardando a un'altra
parte e, sistemandosi la veste nera, la abborda con noncuranza. «Ehi, dolcezza, sono
nuovo da queste parti, ti va di farmi fare un giro?»

Quella si gira e gli lancia un'occhiata compiaciuta dall'alto in basso (anzi, dal basso in
basso, perchè non è proprio una giraffa): i suoi occhietti a mandorla brillano un
attimo, poi però pare ripensarci, e dispiaciuta, si avvicina a Dean per sussurrargli: «Mi
dispiace, sono già occupata. Esco con Cedric Diggory!»

E dette quelle parole la cinesina gli indica un ragazzo biondo che a Dean sembra di
avere già visto da qualche parte, magari al cinema.

La giovane si allontana, ma come Dean sa bene, ci sono tanti pesci nel mare, tanti
ippogrifi nel cielo è una discreta quantità di Snasi sottoterra: si volta, e vede un'altra
piacente ragazza, con un'elaborata acconciatura fatta di milioni di treccine, di spalle,
intenta a parlare con qualcuno.

Le si posiziona accanto, e, senza tanti complimenti, le chiede: «Salve, hai per caso da
fare, stasera?»

L'altra non fa nemmeno in tempo a girarsi che si mette in mezzo il ragazzo, fino a quel
momento nascosto, con cui stava parlando: si rivolge a Dean con un gran sorriso e
replica: «Sì, Angelina ha da fare, deve uscire con me!»

Dean sta per ribattere, ma proprio in quel momento alza lo sguardo e si accorge che il
suo rivale amoroso ha i capelli rossi.

«Ah, sta lontano da me, pel di carota!» urla, agitando il corno del povero Tippy
nemmeno si trattasse di un crocifisso durante un esorcismo, poi si volta e fa per
correre via.

Ma non riesce neanche a spronare l'unicorno che si ritrova davanti un tipo rosso
assolutamente identico a quello precendente.

«Ma io ti avevo appena lasciato...» comincia a farfugliare Dean, sconvolto da tanta
onnipresenza, e il rosso si limita a sogghignare divertito, alzando le spalle.

Dean volta ancora volta Tippy, cerca di scappare, e neanche un paio di secondi dopo si
trova la strada bloccata dall'ennesumo rosso ricciolino e occhialuto, che, le braccia
allargate come un vigile, lo apostrofa: «Ehi, non lo sai che è vietato cavalcare nei
corridoi di Hogwarts? E quell'unicorno, come te lo sei procurato? Lo sai che...»

«AAAAH! ROSSI! SONO DAPPERTUTTO!» grida Dean, e questa volta riesce a mettere in
moto Tippy, galoppando via a più non posso, agitando le braccia come un forsennato.

La sua fuga scompigliata lo porta attraverso mille aule, finestre e corridoi: si ritrova a
salire le scale di una torre (e ancora una volta, non è proprio facilissimo).

Arrivato in cima, parcheggia Tippy in un angolo, si intrufola in un'aula, cercando di
scappare da quegli individui rossi che sembrano moltiplicarsi come conigli, e chi si
ritrova davanti se non Sibilla Cooman?

Ovviamente Dean non sa chi sia, e la prende semplicemente per una pazza scatenata
con dei capelli assurdi, ma adocchiando le carte, la sfera di cristallo e le tazze da tè
nel tavolo dietro di lei, ha un'idea improvvisa. «Lei è per caso una medium,
signorina?»

«Insegnante di Divinazione, indovina, cartomante, e all'occasione medium, mio caro»
risponde quella, sorpresa, tendendogli il suo bigliettino da visita.

«E riuscirebbe farmi parlare con un mio amico?» chiede subito il Winchester,
entusiasta.

«Il suo amico è defunto? Altrimenti posso prestarle il mio gufo» si informa Sibilla,
sistemandosi gli enormi occhiali.

«Il mio amico è un angelo» risponde Dean, e a quelle parole gli parte in testa la solita
musichetta da scena commovente (giusto un paio di note di violino).

«Oh, beh, possiamo sempre provare, figliuolo!»

Nemmeno mezz'ora dopo sono seduti accanto ad uno dei tavolini da tè, coperto da
una lunga tovaglia blu, per l'occasione, circondati da candele, incensi, e fondi di caffè
scaduti.

Sibilla Cooman, seduta a gambe incrociate sulla sedia in una posizione molto zen, gli
occhi chiusi con espressione concentrata, comincia la sua litania: «Oh, tu, creatura
soprannaturale, tu, superiore al nostro intelletto, tu, scheggia della scintilla divina,
tu... ehm... come hai detto che si chiama, caro?»

«...Castiel».

«...sì, ecco, grazie... tu, Castiel, rivolgiti a noi, appari ai nostri occhi...»

«"Appari ai nostri occhi", ma è impazzita?» si affretta ad interromperla Dean. «Non
possiamo guardarlo così, è un angelo! Ci devo solo parlare!»

«Oh, d'accordo, allora, basta mantenere la calma, giovanotto» replica Sibilla, leggermente
scossa. «Vediamo, volevo dire, sentiamo... tu, Castiel, ora, ascolta le nostre voci, apriti
alle nostre orecchie, e capta questo messaggio che ora ti trasmettiamo... ecco, tocca a te,
caro».

Dean ci pensa su un attimo.

«Ciao, Cass, come stai?»

«Ciaocasscomestai...» ripete Sibilla con voce monocorde, con espressione vagamente
estasiata (per non dire fatta).

«Avrei una cosa da chiederti:»

«...avreiunacosadachiederti...»

«Hogwarts è invasa da tipi rossi!»

«...hogwartsèinvasadatipirossi...»


«Come faccio a capire qual è quello di cui parlavi?»


«...comefaccioacapirequalèquellodicuiparlavi...»

«Saluti, il tuo Dean»

«...salutiiltuodean...»

«P.s: Grazie della visita di ieri notte :)»

«...piessegraziedellavisitadiierinottefaccinasorridente. Stop.»

Una volta finito, i due si guardano per qualche istante negli occhi, senza sapere cosa fare
nell'attesa della risposta, e soprattutto, in che modo arriverà questa risposta, sempre se
arriverà.

Sibilla sta per proporre una tazza di tè, ma all'improvviso cade in una profonda trance e
quando apre la bocca parla con la voce profonda e sexy di Misha Collins.

«"Capelli rossi, lentiggini, vestiti di seconda mano". È così che lo riconoscerai» proclama, è
fa un certo effetto una tale voce nel corpo di una tale (e limitiamoci al "tale") donna.

Con un colpetto di tosse, la professoressa ritorna normale. «Non capisco cosa mi sia
successo, io...» comincia, ma non fa in tempo a finire la frase che viene presa da un
nuovo attacco di tosse e le ritorna la voce di Castiel.

«P.s: E' sempre bello venirti a trovare, Dean. Specie mentre stai dormendo <3»

Castiel ha inviato il suo responso, ma riuscirà Dean a comprenderlo? Da quale individuo
rosso si deve guardare? E che fine ha fatto Sam?


Note dell'autrice:

Olèèè, un capitolo sì, un capitolo no, mi intrufolo qui sotto al capitolo per parlare con voi!

Ebbene sì, l'avevate nominata, l'avevate voluta, e finalmente ha fatto la sua entrata scena: Sibilla Cooman!
Accidenti, ci voleva proprio lei in questa storia, sìsì. Per non parlare del ritorno del nostro (pardon, del mio)
Castiel!

Spero che la storia continui ad appassionarvi! A questo punto della trama non so assolutamente dove 
andremo a finire, quindi mi è impossibile anticiparvi qualcosa, perchè ne so quanto voi -che dire, seguirò
la mia ispirazione e la mia matita, ovunque mi portino!

Ah, avrete notato che per un giorno non ho pubblicato nulla, ieri ho avuto dei problemi, spero che siate
sopravvissuti tutti al dolore.

D'accordo, la smetto di parlare a vanvera! A presto,

Relya

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Capitolo 9
*** Solitamente... ancora meno. ***


Come tutte le mattina, al suono trillante della sveglia (in assenza di galli), Sam Winchester
apre gli occhi, si striracchia e si mette a sedere.

Il suo primo pensiero è gettare un'occhiata alla camera di Allock (che poi sarebbe la sua
camera, si ricorda con uno sbadiglio), ancora immersa nel silenzio, poi controlla che il suo
fastidioso coinquilino (e per una volta non si tratta del fratello), non gli abbia né messo
polvere orticante nelle scarpe, né legato insieme i lacci delle scarpe e cose simili.

Si veste in fretta, cammina a passo felpato sul pavimento, tastandolo per essere sicuro
che Gilderoy non l'abbia ancora una volta cosparso di sapone, entra in bagno, sempre
controllando che alla maniglia non sia collegato alcun filo che gli rovesci secchi di vernice
in testa, si assicura che il dentrificio sia proprio dentrificio e, finalmente, impugna la spazzola
per prepararsi, sempre dopo essersi accertato che non fosse stata immersa nella colla,
come qualche settimana prima.

Sono quasi due mesi che Allock tenta di metterlo fuori gioco con questi trucchetti, alcuni
dei quali talmente fantasiosi da fargli venire il sospetto (anzi, la certezza), che Dean ne sia
in qualche modo complice.

Fortunatamente, nessuno dei piani malvagi dell'ex professore gli ha mai procurato danni
che non potessero essere spazzati via da una bella doccia o sistemati da una borsa di
ghiaccio, e un cacciatore è abituato a stare continuamente all'erta, ma deve ammettere
che è piuttosto stressante.

Ricordandosi di accennare al problema con Silente il prima possibile, si sistema le basette
(belle folte come piacciono a lui), prende la borsa con i libri ed è già pronto per uscire.

Scende nella sala a fare colazione, e sorseggiando il suo caffè mattutino finalmente in
santa pace, si dice che dopotutto, la vita ad Hogwarts non è eccitante come pensava.

È fine Ottobre, e una volta che ci si abitua ai fantasmi che ti salutano alzando il cappello (o
l'intera testa, in qualche caso), alle scale che girano, al cibo che compare dal nulla (Dean
era letteralmente impazzito la prima volta), il resto risultava abbastanza monotono.

Era come vivere in un grand hotel di lusso prepagato: nessuna fatica, nessuna
preoccupazione (anzi, aveva addirittura messo su due o tre chiletti per la mancanza di
azione)... ah, già, era anche un professore.

Ricordandosene all'improvviso, si alza in piedi e corre verso la sua aula, arrivando proprio
un secondo prima che suoni la campanella. Quando vede che tutti i suoi allievi si sono
seduti, Sam infila una mano nella borsa e saluta: «Buongiorno, ragazzi! Prendete i vostri
libri, così cominciamo, ok?»

Tira fuori il suo senza guardare, ma quando si accorge dell'errore è troppo tardi: qualcuno
(e ha già una precisa idea di chi), ha sostituito il suo libro di Difesa Contro le Arti Osure
con una rivista di Playboy.

Gli studenti guardano la copertina scandalizzati, Sam è bloccato tra la furia e
l'imbarazzo, e dal corridoio si sente la voce di Allock: «Vede, Preside? Vede cosa fa
quell'incompetente che ha assunto invece che fare lezione?»

Silente passa di fianco all'aula senza neanche guardare, ormai Gilderoy lo viene a
chiamare tutte le mattine per motivi sempre più assurdi.

«Sì, sì, come no, ora posso tornare al mio lavoro a maglia?» chiede, scocciato, liberandosi
dalla presa dell'altro con un ben assestato colpo di barba.

Si sono appena allontanati, che dalla porta si sente qualcun'altro ridacchiare divertito.

E' Dean: il fratello sogghigna, poi avanza con tranquillità dentro la classe, con Tippy che
gli trotterella accanto, sfila la rivista dalle mani di Sam e si siede in un angolo, i piedi su
una sedia, con la massima naturalezza.

Il povero Sammy sospira, massaggiandosi le tempie. Ha permeso a Dean di assistere ad
alcune delle sue lezioni in modo che potesse tenere d'occhio Harry Potter, ma se n'è anche
pentito subito: tra commenti sarcastici, e le occhiataccie che ogni tanto riserva a Ron, era
probabilmente l'elemento di disturbo più fastidioso che fosse mai esistito.

Senza contare il fatto che metà della classe ha preso l'abitudine di passare l'intera lezione
voltata nella sua direzione (e Sam si chiede ancora se la causa di tanto interesse fosse il
fratello o l'unicorno).

Sarebbe stata un'altra lunga giornata, si dice con un sospiro.

                                                                  *
                  (Gli asterischi indicano ellissi di tempi argutamente
                             poste in momenti morti che altrimenti
                                  risulterebbero noiosi nella storia.)

È ormai pomeriggio. Dean, dopo aver inseguito Harry fino alla Sala Comune come suo
solito, ricordatosi di non avere la parola d'ordine, si era appostato davanti all'uscita,
aspettando che il ragazzo si facesse vivo.

Ma tra l'abiocco post-banchetto di Hogwarts e la noia, c'era mancato poco che si
appisolasse, ragion per cui aveva deciso di andare a prendere una boccata d'aria, e così si
è avviato verso il giardino.

Fuori c'è un bel sole: Dean si corica a bordo del lago, ad occhi chiusi, cominciando a
pensare alla sua vita, ma non fa nemmeno in tempo ad arrivare alla tarda infanzia che
sente qualcuno chiamarlo.

«Ehi, Dean!»

È Hagrid. Lui e Dean sono rimasti in contatto dopo il primo giorno ad Hogwarts, ma dato
che quello della guardia del corpo è un mestiere a tempo pieno, non avevano mai avuto
l'occasione di chiacchierare. Almeno fino ad ora.

«Finalmente c'ho un po' di tempo per parlarti!» commenta l'omone. «Ti devo ancora dire
grazie per quella musica che mi hai dato. È roba forte, eh».

«E non hai ancora ancora mai sentito Def Leppard» commenta Dean con un sorrisetto.

«Beh, a te come ti va la vita?» chiede Hagrid, incuriosito.

«Nah, che vuoi che ti dica, una noia!» confessa Dean, giardando il cielo blu come gli occhi
di Cass, le mani dietro alla nuca. «Stare sempre dietro a quei ragazzini è un lavoraccio,
sono sempre lì che corrono da una parte all'altra...»

«Eh, lo so» fa Hagrid tutto comprensivo, prima che gli venga in mente un'idea improvvisa.
«Potrei darti una mano io»

«Che cosa vuoi dire?» chiede subito Dean, cogliendo al volo l'occasione.

«Posso tenerli un po' d'occhio io, se ti va» si offre il Guardiacaccia entusiasta. «Così tu
puoi rilassarti e fare qualcos'altro».

«Sarebbe fantastico, grazie!» esclama l'altro, scattando in piedi, al settimo cielo.

«Eh, ma ti pare, per un amico» si schermisce Hagrid, arrossendo tutto. «C'ho solo bisogno
che tu mi guardi un po' la casa e il cane, va bene?»

«Va bene!» accetta subito Dean con un gran sorriso.

Hagrid gli lancia le chiavi. «Divertiti, ok?» gli fa, alzandosiin piedi. «E ricorda: Livin' easy,
livin' free, season ticket one way ride
...»

E canticchiando, si allontana in direzione del castello.

Ma cosa combinerà Hagrid come nuova guardia del corpo? Come trascorrera Dean la sua
improvvisa vacanza? E soprattuto, riusciremo a cacciare Allock dal castello tutto intero, o
Sam lo ammazzerà prima?

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Capitolo 10
*** Il lavoro perseguita l'uomo ***


Un rumore di vasi infranti sveglia Dean Winchester dal suo trentanovesimo tentativo di
pennichella serale.

Sobbalza, cade dalla sedia sulla quale si era momentaneamente assopito e una cassa di
uova di Schiopodo (che Hagrid aveva già cominciato a mettere da parte) gli piove dritta
in testa, con tutto il suo contenuto.

Imprecando, Dean si massaggia la nuca dolorante. «Che diavolo succede, adesso?»
esclama, infuriato.

Succede che la vita del Guardiacaccia non è nemmeno lontanamente rilassante come
se l'è immaginata. Poco dopo il loro accordo, Hagrid gli ha fatto avere via gufo
(anche se sembrava più ad un topo con le ali) una lista di cose da fare con estrema
urgenza di cui evidentemente ignorava l'esistenza fino a cinque minuti prima.

Dean ha dovuto passare l'intero pomeriggio a completare i vari punti, che includevano:
  • Dare da mangiare a Thor;
  • Lasciare le uova di fata agli Asticelli;
  • Limare le unghie agli Ippogrifi;
  • Portare i miei saluti ai ragni giganti nella Foresta;
  • Portare a passeggio le Lumache Carnivore;
  • Dare la lattuga quotidiana ai Vermicelli.
Peccato che Hagrid abbia dimenticato di inserire avvertimenti del tipo "Evitare di
insultare gli Ippogrifi", "Gli Asticelli cercheranno di strapparti via l'amuleto del collo" o "I
ragni potrebbero ricambiare i saluti divorandoti".

Dean è stato morso, calpestato, leccato, quasi affettato, condito come una gustosa cena,
mitragliato da stormi di frecce, aggredito da più creature di quante ne sospettasse
l'esistenza, e se non fosse stato per Tippy, probabilmente non sarebbe arrivato all'ora di
cena.

Peccato che quando, dopo un frugale pasto a base di cetriolini, uova e fiori di zucca,
ovvero il meglio che era riuscito a trovare, ha cercato di riposarsi, ha capito
(troppo tardi) che era del tutto improbabile.

Con un sospiro esasperato, Dean abbassa lo sgardo e vede che a far cadere i vasi è stata
l'azione combinata di Thor e Tippy: i due hanno passato il giorno ad inseguirsi e ad
annusarsi il sedere a vicenda, tanto che Dean comincia a farsi delle domande sul sesso
della sua giovane creatura.

Sta proprio ripulendo la capanna dai cocci, quando bussano alla porta: Dean va ad aprire e
si ritrova davanti una bella bambina con una mantellina sulle spalle ed un cestino in mano.

«Dolcetto o scherzet...?» comincia la ragazzina, ma quando si accorge che quello davanti
a lei non si è Hagrid, ma un'avvenente sconosciuto, si mette a strillare: quanto a Dean, si
rende conto solo in quel momento che la bimba ha lunghi capelli rossi, per cui si mette a
gridare a sua volta.

I due si urlano in faccia per un momento, poi la bambina scappa terrorizzata, lanciando in
aria il cestino, che si rivela essere pieno di caramelle: Dean lo afferra al volo, e sta per
riaccomodarsi in poltrona, quando bussano di nuovo.

Dean sbuffa, pensando che si tratti della ragazzina, tornata indietro a riprendersi i
dolciumi, ma quando apre la porta, si ritrova faccia a faccia con Sam.

«Dean, ma dove eri finito?» lo apostrofa furibondo il fratello. «Dev'essere successo
qualcosa di grave, al castello!»

«Harry sta bene? » si affretta a chiedere l'altro, terrorizzato dalla prospettiva di
perdere il lavoro per colpa di qualche disastro combinato da Hagrid.

«E lo chiedi a me? Dovresti saperlo tu!» replica Sam stizzito. «Andiamo, vieni a vedere!»

Dean fa un fischio per richiamare Tippy, ma non arriva nessuno: si volta, e vede che lui (o
lei, a questo punto) e Thor sono andati ad imbucarsi in un cespuglio da cui sono visibili
solo le orecchie di uno e il corno dell'altro/a.

Dean non fa nemmeno in tempo a chiedersi se sia il caso di cambiare il nome dell'unicorno
in qualcosa di più femminile e appena più francese, tipo Tippie, che Sam lo afferra per la
collottola e lo trascina al castello.

Stanno ancora correndo, quando Hagrid viene loro incontro, trefelato. «Dean, mi dispiace,
io gli ci sono stato appiccicato, solo che...»

«Cos'è successo?» chiede subito Dean, mentre una valanga d'ipotesi di zombie gli si
affacciano in mente, dall'Apocalisse di zombie dai capelli rossi all'invasione di mostri
mutanti con otto zampe, un antenna e squame verdi a pois gialli.

«Meglio se vieni a vedere tu» fa Hagrid, ansioso, e li guida lungo scale, corridoi, aule e
torri.

Quando arrivano, c'è una folla riunita tutta attorno ad un muro, mormorante e
spaventata: in prima fila, ovviamente, ci sono Harry, i suoi amici, il biondo con la leccata
di mucca e Silente.

«Ecco, visto? Quella guardia del corpo incompetente se l'è lasciato scappare, e scommetto
che anche il fratello è ugualmente imbranato» esclama la voce di Allock dalla folla.

A questo punto l'ipotesi dei mostri mutanti comincia ad essere sempre più probabile, così
Dean si fa largo tra la folla, Sam lo segue a ruota, e quando arrivano davanti al muro
finalmente lo vedono.

È un vecchio muro, con una scritta che sembra fatta di sangue e, proprio là sotto, c'è il
cadavere immobile di un gatto.

Il silenzio è completo. Tutti guardano i fratelli che a loro volta si scambiano un'occhiata
eloquente, per poi guardare il gatto (che guarda le Alici, come direbbe un famoso
cantante), mentre la folla è ancora in trepidante attesa.

«Tutto qui?» commenta deluso Dean, alzando le spalle.

«Pff, è solo un altro caso» gli da' corda il fratello. «Anche qui... lasciateci lavorare, adesso,
gente!» aggiunge, e le persone cominciano ad allontanarsi, sgombrando il campo.

Sembra che Dean e Sam debbano ritirare fuori le vesti da Cacciatori, ma sarà davvero solo
un altro caso? Chi era la ragazzina dai capelli rossi? E il gatto, sarà morto sul serio?


Note dell'autrice:

Buonasera, bella gente! 
Com'è, accendere il computer e scoprire che questa fantastica storia è stata aggiornata? *modestia mode: off*

Ok, scherzi a parte, mi dispiace davvero aver lasciato correre così tanto tempo da un capitolo all'altro, tutta colpa di
questo maledetto lavoro part-time (per ulteriori informazioni, rileggere il titolo del capitolo), che adesso sembra 
essere terminato: spero davvero di riuscire ad aggiornare più in fretta!

Anyway, volevo anche ringraziarvi ancora per le recensioni, le aggiunte ai preferiti, o alle seguite, o semplicemente
le letture, che crescono a vista d'occhio! 

Questa storia finirà con l'avere più successo di tutte le altre serie che ho scritto, è una buffa sensazione. o.O

Vabbè, dai, vi lascio adesso. Grazie di cuore, ancora, davvero.

Siete tutti fantastici, i migliori lettori che una scrittrice possa desiderare. 
*si commuove*

A presto,

Relya

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Capitolo 11
*** Mezza verità, anche la verità, qualcosa oltre la verità ***


"La Camera dei Segreti è stata aperta. Temete, nemici dell'Erede."

Sono queste le parole impresse sul muro davanti agli occhi attenti dei Winchester e a
quelli della sbalordita popolazione di Hogwarts.

I due fratelli si rimboccano le maniche delle vesti, squadrando la scritta con aria
minacciosa, apparentemente in piena perlustrazione: dopo una decina buona di minuti,
qualcuno dal pubblico tossicchia imbarazzato.

«Al lavoro, Sammy!» decide quindi il maggiore, e si china ad esaminare la gatta: la tocca
appena, e quella comincia a dondolare con un cigolio sinistro.

«Siamo sicuri che sia proprio...?» comincia Dean perplesso, ma non fa in tempo a finire la
frase, che dalla folla salta fuori Gazza in modalità ninja: con un grido stridulo, afferra il
gatto stecchito (ma non morto), lo infila sotto la giacca e con un balza svanisce
nell'ombra.

«Vada a dargli un po' di conforto, Pomona, su» fa Silente, rivolgendosi a una signora
grassa dal vestito verde che proprio in quel momento stava trafficando con qualcosa di
nascosto.

«Cos... oh, sì, Preside, subito!» sobbalza quella, riponendo le piantine nella borsetta e
correndo via.

«Allora, fratellino, tu che mi dici della scritta?» chiede Dean, che come al solit è
totalmente assorbito dalla caccia, senza distrazioni (no, in realtà stava seguendo con
interesse gli affari della Sprite, ma dovemmo pure fargli fare bella figura in questa storia,
no?).

Sam, nel frattempo, aveva già provveduto ad assaggiare la scritta ed ora si stava leccando
le dita con aria da intenditore.

«Nah, non è sangue» commenta, vagamente deluso (ma è risaputo che non è tutto
sangue quel che rosseggia).

«Bene» replica invece Dean, rialzandosi in piedi. «Chi sono i primi testimoni?»

Ovviamente chi può essere se non il nostro trio, che leva la mano titubante? A dire la
verità, anche il tipo biondiccio sta per alzare la sua, ma a metà strada ci ripensa e la tira
giù, con un ghignetto.

Un individuo dal volto giallastro, il naso adunco e capelli neri ed unticci (no, non è una
grande entrata in scena), si fa avanti.

«Forse, più che testimoni, si potrebbe usare la parola "colpevoli"» sottolinea con arguto
sarcasmo.

«E chi è lei per venire qi ed accusare il mio protetto senza alcuna prova?» salta subito su
Dean, infervorandosi.

I due si squadrano minacciosamente. Gli occhi verdi incontrarono i neri, ma dopo un
attimo qualcosa.... no.

subito Silente, e a quelle parole la voce gli trema appena dall'emozione. «Allora, cosa ne
pensi della situazione, Sev?»

«Credo che dovremmo sentire cos'hanno da dire i nostri accusati» risponde lui incrociando
le dita con un sorriso maligno.

E così i nostri poveri Harry, Ron ed Hermione si ritrovano in una stanza bianca coperta di
vetrate, insonorizzata dall'esterno, con una torcia puntata in faccia e con un orda di
professori a tempestarli di domande.

«Non sapevo che ad Hogwarts aveste una stazione di polizia» commenta intanto Sam da
un angolino, e una voce nella sua testa sussura: "L'hai trovata... hai trovato la Stanza
delle Necessità
".

«Dov'eravate stanotte? Cosa stavate facendo? Avete un testimone che possa confermare
la vostra posizione?» chiede senza sosta Piton, molto compreso nelle sue vesti di poliziotto
cattivo.

«Non preoccuparti, Harry, andrà tutto bene» bisbiglia intanto Dean, le mani sulle sue
spalle, con un aria convinta e commossa al tempo stesso, e ovviamente il diretto
interessato si limita a fissarlo stralunato.

«Adesso diamoci una calmata» continua Dean, rivolgendosi quindi ai presenti. «Prima di
tutto, quali sono le accuse? Perchè proprio loro? Potrebbero essere capitati lì per caso!»

«Infatti stavamo solo...» cerca di cominciare Ron in ansia, ma Dean lo interrompe
bruscamente puntandogli la torcia in faccia.

«Tu non dire una parola, ancora non mi fido di te» gli intima, duro.

«Ma che ti ho fatto?» esclama l'altro, sbalordito e disperato.

Dean inarca un sopracciglio con un sorriso compiaciuto. «Una fonte più che attendibile mi
ha detto che potresti esserci tu dietro a questa storia».

«Io? Perchè proprio io?» fa Ron, sempre più perplesso dallo svolgimento dei fatti,
guardandosi attorno in cerca di aiuto.

Dean gli si avvicina, e i loro visi sono talmente vicini da potersi quasi sfiorare (?).

«Non è forse vero che hai i capelli rossi?» gli replica. «Non è forse vero che hai molte
lentiggini? E non è forse vero che i tuoi vestiti sono di seconda mano?»

Hermione Granger salta in piedi. «Questa è discriminazione!» esclama, furente.

«E poi, tutta la mia famiglia è così!» interviene ancora Ron, sulla difensiva.

«Famiglia? Vuoi dire che ce ne sono altri?» chiede Dean socchiudendo gli occhi con aria
pensosa e riflessiva.

«E sono un bel pò» conferma Ron, annuendo con foga. «Ci sono Fred e George, poi c'è
Percy, poi c'è...»

«Adesso basta!» sibila Piton. «Vogliamo tornare alle accuse!»

«Ma quali accuse!» sbotta Harry, spazientito. «Noi non c'entriamo niente, non sappiamo
nemmeno che cosa sia questa Camera dei Segreti!»

«Già, che cos'è?» chiede innocentemente Dean, approfittando della situazione.

Sorprendentemente prende la parola Sam.

«Beh, la Camera dei Segreti è una camera segreta che si dice essere stata costruita da
Salazar Serpeverde, per rinchiudervi una creatura capace di liberare la scuola dagli
studenti indegni, ovvero non provenientti da stirpe di maghi» risponde tutto d'un fiato.
«L'ho letto su "Storia di Hogwarts"».

«Tu... tu hai letto "Storia di Hogwarts"?» bocchieggia Hermione con un aria meravigliata, e
quando Sam annuisce, milioni di cuoricini paiono volare nella sua direzione.

Dean è sbalordito. «E tu sapevi tutte queste cose e non mi hai detto niente?»

«Beh, tu sembravi occupato con l'interrogatorio, così...»

«Silenzio in aula!» grida Silente, battendo il martelletto da giudice sul tavolo (e se avete
dubbi su dove l'abbia preso, ricordatevi che sono nella Stanza della Necessità). «Torniamo
al...»

Le sue parole sono interrotte dal frenetico arrivo di Pomona Sprite, che entra battendi la
porta, seguita da un Gazza ansiamente e boccheggiante (e vi assicuro che non è un bello
spettacolo).

«La gatta non è morta!» esclama, giuliva. «È solo pietrificata!»

«Pietrificata?» ripete all'unisono tutta l'audience.

La gatta è salva, ma chi o cosa l'ha ridotta così? Ron sarà davvero innocente? E perchè
continuo a scrivere queste domande di cui tutti conoscete la risposta?

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Capitolo 12
*** Cautela - Lavori In Corso ***


Dean era appena uscito dalla Stanza delle Necessità, dove era ancora in corso
una pesante discussione burocratica sull’eventuale libertà vigilata da rifilare ai
tre accusati, ed ora stava camminando tranquillamente tra i corridoi di Hogwarts,
quando sente qualcuno chiamarlo a mezza voce.

«Dean!»

La voce proviene da una delle armature. Guardandosi attorno con aria
sospettosa, si avvicina, poi, con un movimento rapido e furtivo, apre di scatto la
celata dell’elmo, e si ritrova davanti i tanto noti fanali blu di Castiel.

«Cass, ma che...?» borbotta, appena ripresosi dall’abbagliante stupore, ma
l’angelo lo zittisce, mentre si toglie l’elmo e scuote la zazzera al vento.

«Non ho molto tempo per parlare, Dean» comincia, serissimo, o almeno, quanto
seria può essere una persona infilata in un’armatura. «È tutto il giorno che corro
su e giù per il castello a cercarti...»

«Non potevi teletrasportarti come al solito?» chiede Dean, senza capire.

Castiel alza gli occhi blu al cielo, esasperato. «Non ci si può Materializzare o
Smaterializzare all’interno del castello! Non hai letto “Storia di Hogwarts”?
Comunque» ricomincia, tornando concentrato. «Sono venuto a darti un aiuto»

«Spero sia meglio del primo, perchè quello non era un granchè» commenta
Dean, inarcando un sopracciglio.

«Faccio del mio meglio» borbotta Castiel incrociando le braccia guantate,
imbronciato. «Insomma, non è sempre facile fare la parte dell’angelo
onnisciente, sai? E stavo dicendo, che c’è un ragazzo che potrebbe aiutarti».

«E chi?» chiede subito Dean, sollevato dall’idea di qualcun’altro che posso
fare la fatica al posto suo.

«Si chiama Draco Malfoy... sì, è un nome buffo» s’interrompe subito quello
vedendo il ghigno dell’altro. «Non è molto alto, ha i capelli biondi, vaghe
manie di grandezza e istinti razzisti. Non puoi non riconoscerlo».

«Basso, ossigenato e idiota, perfetto» riassume Dean prendendo
mentalmente nota della cosa. «E dovrebbe aiutarmi?»

Castiel annuisce. «Lui sa qualcosa sul rosso che stai cercando. Ed ora, Dean,
devo lasciati».

«Di già?» commenta quello, senza riuscire a nascondere la propria delusione.

«Purtroppo sì». Castiel alza le spalle, e si sta per voltare, quando Dean lo
richiama.

«Ehi, Cass!»

L’angelo dagli occhietti blu si volta verso di lui.

«Sì, Dean?»

«Niente... sai, quell’armatura ti dona» fa quello, vagamente imbarazzato,
indicando il completo cavalleresco che l’altro ha ancora addosso.

Castiel fa un gran sorriso. «Davvero? Grazie, credevo m’ingrassasse. E adesso,
Dean, dato che non posso fare nessuna delle mie scenografiche uscite di
scena, ti pregherei di chiudere gli occhi mentre vado via correndo».

A Dean la cosa non sembra avere molto senso, ma dato che si tratta di far contento
l’angelo, gli da la soddisfazione di voltarsi con le mani sugli occhi: sente dei passi
che si allontanano in gran fretta, e subito degli altri che gli si avvicinano con la
stessa foga.

«Cass, sei tornato?» fa Dean speranzoso, riaprendo gli occhi, ma si ritrova davanti
solo Silente, che ha un’espressione molto da “no-ma-per-te-potrei-diventarlo”.

In ogni caso, il nostro Preside si riprende in fretta, e torna alle cose serie.

«Dean, abbiamo un problema con la tua copertura» comincia, prendendolo da
parte. «A causa del tuo atteggiamento iperprotettivo nei confronti di Harry...»

«Quale atteggiamento iperprotettivo?» chiede subito Dean senza fare una piega.

«...qualcuno sospetta del tuo ruolo» continua Silente ignorandolo. «Allock, che
non so come sa tutto, stava per spifferare l’intera faccenda in sala insegnanti...
così ho dovuto inventarti un altro impiego».

«Non sono più una guardia del corpo?» esclama allegramente Dean.

«Ma no, certo che lo sei ancora!» ribatte Silente, scuotendo la testa (e la barba).
«Solo, ora hai anche un’altra occupazione, per sviare eventuali osservatori. In
pratica, dovrai lavorare il doppio».

Dean affloscia le spalle, depresso. «E sarebbe, quest’altra occupazione?»

«Sei il nuovo coach della squadra di Quidditch di Tassorosso» risponde
subito il Preside con una scrollata di spalle.

«Cos... Quidditch?» Dean spalanca gli occhi, sbalordito. «Quella roba sulle scope?
Ma io ho paura di volare!»

«Tranquillo, anche i Tassorosso ne hanno» ribatte Silente serafico. «Non dovrai
fare molto. E adesso devo lasciarti, c’è un pazzo in armatura che sta seminando
il panico nella scuola. Buona serata!»

E mentre Silente si allontana, lasciando Dean in preda al noto panico da
Quidditch, andiamo a vedere che cosa sta facendo Sam.

Il giovane Winchester, pur non essendo il colpevole, era tornato sul luogo del
delitto. Aveva osservato la scritta, il muro, e si era accorto della presenza di un
bagno femminile guasto.

E ovviamente, che cosa poteva fare se non entrare?

Purtroppo per lui, non appena varca la soglia, si trova davanti una brutta
sorpresa: un faccia a faccia con nientepopodimeno che Mirtilla Malcontenta.

Sam si mette a gridare, terrorizzato, poi si ricorda che è un cacciatore, tira fuori
da non si sa dove un’ascia di ferro e comincia a menarla per aria, al che Mirtilla
s’inquieta ancora di più e comincia a strillare a sua volta.

«Cosa fai, cosa fai?» urla a squarciagola. «Non puoi entrare e cercare di farmi
fuori, magari non ti sto simpatica, ma chi ti credi di essere, eh, sbruffone?
Accanirsi contro una persona solo perchè è brutta, che razzista!»

«Cosa?» Sam si blocca per un momento, forse colpito dall’insulto che gli
suona familiare, e posa l’ascia, perplesso.

«Hai capito benissimo, non puoi mica ammazzare la gente solo perchè ha un
brutto aspetto e non ti piace a prima vista, io che ti ho fatto?» continua Mirtilla,
incrociando le braccia e mettendo il broncio.

A queste parole, Sam rimane alquanto colpito e mentre riflette, tutta la sua vita
gli passa davanti (e non è una grande proiezione).

Dopotutto, non è forse vero che passa le giornate ad ammazzare brutte persone?

Comunque, non è tempo di perdersi rivangando il passato, e Mirtilla non impiega
molto a ricordarglielo.

«E poi questo è il bagno delle ragazze, te ne vuoi andare?» gli ricorda,
arrabbiatissima.

«Ma è guasto!» replica Sam cercando di essere ragionevole. «E poi, tu che mai
potresti fare, qua dentro? Voglio dire, sei morta!»

A quelle parole, com’è ovvio, Mirtilla si rimette a frignare.

«E allora? Anche da morta, ho la mia dignità!» esclama, e copiose lacrime
cominciano a scorrerle lungo le pallide gote.

«Ehi, va tutto bene!» cerca subito di consolarla Sam, avvicinandosi. «Vuoi
raccontarmi tutto? Qual è il tuo problema con la morte?»

«SMETTILA DI RICORDARMI CHE SONO MORTA!» strilla Mirtilla, poi, con un
singhiozzo, si calma, e si siede accanto al giovane ragazzo cominciando a
blaterare delle sue lunghe disavventure.

Non appena fa una pausa per riprendere fiato (o meglio, lo farebbe se potesse, ma
è meglio lasciare scritto così, o potrebbe prendersela), Sam ne approfitta per
intervenire.

«Quindi tu sei tornata sulla Terra solo per tormentare quel tuo compagno che ti
tormentava per gli occhiali? Ed ora sei bloccata qui come fantasma?» chiede,
come per accertarsi di aver sentito bene.

Mirtilla annuisce.

«Beh, e non lo sai che c’è un semplice rimedio per andare avanti e finire in un
posto migliore?» continua Sam con un gran sorriso.

Gli occhi di Mirtilla scintillano da dietro gli occhiali. «Davvero? E sarebbe?»

«Beh, magari può sembrarti un pò brutale, detto così» risponde quello,
prendendosi un pò di tempo. «Ma dovrei prendere il tuo cadavere, salarlo e
metterlo al ro...»

Non fa nemmeno in tempo a terminare la frase, che Mirtilla ricomincia a
strillare.

«Cosa? E tu dovresti profanare il mio bel corpicino? Neanche per idea!» grida,
scandalizzata.

«Senti, dovresti pensarci, invece!» replica Sam, con convinzione. «Sarebbe
un bel modo per levarti di torn... cioè, volevo dire...»

Troppo tardi: furibonda, Mirtilla strilla un’ultima volta e sparisce, tuffandosi in
un water.

Riuscirà Sam a ridare la pace eterna a Mirtilla? Come se la caverà Dean, nel
suo nuovo ruolo di allenatore? E Castiel, tornerà al trenchcoat o terrà l’armatura
come nuovo look di combattimento?


Note dell'autrice:

Buonsalve, sono sempre io! :D

Prima di tutto, volevo scusari del ritardo.
Purtroppo, sono in "vacanza" fuori città, sweethearts, e questo in pratica vuol dire non avere una connessione
internet fissa e avere pochissimo tempo per fare tutte le cose che solitamente uno dice avrà più tempo per fare in
vacanza.

Non so se mi sono spiegata.

Anyway, il punto è che siamo di nuovo qui. Ho cercato di farmi perdonare con un capitolo appena più lungo, avete notato?
E anche due grandi ritorni, Cass e Mirtilla! *^*

Credo che l'immagine del nostro Castiel in armatura sia una cosa molto figa, davvero. Dovrei provare a fare un 
fotomontaggio... anche Dean e Sam con le vesti devono essere spettacolari! *fangirleggia*

Ooook, vi lascio, che è tardi e potrei scrivere solo altre cavolate!

Comunque, volevo solo avvisarvi che probabilmente avrò problemi ad aggiornare la storia regolarmente, ma continuerò ad
esserci, quindi grazie davvero di seguirla, siete fantastici.

Alla prossima!

Relya

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Capitolo 13
*** Pronti, partenza, stop! ***


Dean suona severamente nel suo fischietto e, non appena lo sentono, sei Tassorosso
schizzano fuori dallo spogliatoio e si riversano sul campo da Quidditch, sull’attenti,
davanti allo sguardo perquisitorio del loro nuovo coach.

Dean inizia a marciare avanti ed indietro, squadrandoli e selezionandoli uno ad uno: il
primo è alto e talmente sottile che pare un soffio di vento debba portarselo via, il
secondo è un nano, il terzo è decisamente sovrappeso, tanto che immaginando lo
sforzo della povera scopa al doverlo sollevare, Dean ne ha compassione; la quarta è
una ragazzina che sembra completamente terrorizzata, e quanto agli altri due, non
fanno che nascondersi uno dietro l’altro, chiacchierando fitto fitto.

Il giovane Winchester si massaggia le tempie, con aria distrutta (anche se ancora non
ha fatto niente). Improvvisamente, smette di chiedersi perché Tassorosso non
vince la Coppa di Quidditch da molto, molto tempo.

Sta giusto domandandosi come avrebbe potuto fare di quella roba una squadra vera
senza necessariamente essere costretto a prendere lui stesso il volo, quando,
accompagnato da un coro di applausi (?) e urletti d’ammirazione, fa la sua entrata in
scena il settimo giocatore.

Entra nel campo camminando al rallentatore, come su una passerella, mentre con un
gesto disinvolto si scosta dal volto un ricciolo castano, ed un ampio sorriso va ad
illuminargli il viso. Dean lo riconosce immediatamente come il tipo del cinema, o
meglio, come colui che gli aveva soffiato la bella cinesina.

Gli occhi dei compagni brillano d’ammirazione.

(N.d.a: Ogni utilizzo della parola “brillare” o di suoi sinonimi all’interno di questo
capitolo è puramente casuale)


«Scusate il ritardo» fa quello, senza smettere di sorridere, e tendendo un mano a
Dean, si presenta: «Sono Cedric Diggory, il capitano della squadra di Quidditch di
Tassorosso».

L’altro gliela stringe, squadrandolo da sotto in su.

«Lo immaginavo» risponde poi, senza troppo entusiasmo. «Forza, al tuo posto!» gli
intima, e Cedric va a sistemarsi al fianco dei compagni con il suo passo lento e
cadenzato.

«Bene, direi che è tempo di un pò di pratica!» esclama quindi Dean. «Forza,
distribuitevi nel campo. Come primo esercizio, io lancerò una palla e voi... ve la
passerete».

«Signore, non sarebbe meglio salire sulle scope, visto che stiamo allenando per il
Quidditch?» propone Cedric con tranquillità, senza nemmeno alzare la mano (che
maleducato).

«Che idea assurda, sulle scope!» borbotta Dean per tutta risposta. «Non lo sai che
bisogna sempre procedere per gradi?»

E detto questo, si allontana a prendere una grossa cassa dove gli hanno detto esserci
le palle da gioco: la apre di botto, e fa per prendere una di quelle più piccole.

«Signore, quello è un Bolide» lo interrompe nuovamente Cedric, che lo sta sbirciando
sempre più perplesso.

Dean batte le ciglia, cercando di assumere un’aria consapevole (ma è chiaro che non
sa bene da che parte cominciare). «Lo sapevo, cosa credi?» ribatte, a caso.

«E crede che sia una buona idea palleggiare con un Bolide? Non sarebbe meglio una
Pluffa?» chiede ancora il Tassorosso.

«Certo che lo credo!» risponde Dean, che ovviamente non ha idea di che cosa stiano
parlando. Apre la cintura che tratteneva la palla che gli si stampa immediatamente in
piena faccia, per poi volare via nel cielo blu, gridando: «Libertà!» (?).

«Epismendo» sussurra Cedric puntando una bacchetta contro la faccia di Dean, che si
ritrova perfettamente guarito, e per una volta senza interventi angelici o divini.
«Signore, adesso che il Bolide è scappato, possiamo usare la Pluffa?».

«Fate come volete» borbotta Dean, ferito nell’orgoglio, e finalmente l’allenamento può
cominciare.

Dopotutto, finchè stanno con i piedi per terra, i Tassorosso non sono così male.
Purtroppo, ad un certo punto, qualcuno (Cedric) ha la malaugurata idea di salire sulle
scope: la maggior parte della squadra barcolla, qualcuno viene spazzato via dal vento,
e un paio non riesce neppure a sollevarsi.

Dean li guarda, terrorizzato dalla prospettiva che qualcuno (magari lo stesso qualcuno
di prima) possa chiedergli di fare qualcosa: indietreggia lentamente, e va a sbattere
contro qualcosa di piccolo e viscido. Si volta, e si trova a faccia a faccia con Draco
Malfoy, e non tanto faccia a faccia, ma comunque di fronte, con l’intera squadra di
Quidditch di Serpeverde.

«E voi cosa ci fate, qui?» chiede  subito Cedric, atterrando al fianco di Dean con una
capriola e una doppia piroetta.

«Allenamento speciale per il nuovo Cercatore» risponde un tipo dalla stazza di un
armadio, e Malfoy ghigna soddisfatto.

«Ma questo è il nostro allenamento!» protesta Cedric, assolutamente indignato.

I Serpeverde danno un’occhiata al campo, dove i Tassorosso, più che giocatori di
Quidditch, sembrano tanti piccoli fuochi d’artificio che scoppiettano vorticosamente
nell’aria.

«Diggory, va a preparare le tue coreografie futuristiche da un’altra pare» replica
Malfoy sollevando un sottile sopracciglio biondo come solo i Malfoy sanno fare.

«Ma...»comincia quello, ma viene interrotto da Dean, che vede nei Serpeverde un
miracoloso pretesto per finirla lì con l’allenamento e scappare via prima che il Bolide
ritorni a prenderlo.

«Insomma, Cedric, cerca di capirli, no?» gli dice, tutto comprensivo, dandogli una
pacca sulla spalla. «Hanno un nuovo Cercatore, insomma, non vorrai che si trovino in
svantaggio alla partita di domani, giusto?»

«Ma è un mese che irrompono negli allenamenti altrui dicendo che devono allenare il
nuovo Cercatore!» insiste il ragazzo, incrociando le braccia.

Dean fa un sospiro paziente. «Sai quant’è difficile integrarsi in una nuova squadra,
no? Dobbiamo aiutare questo povero giocatore, bisogna pur essere leali, in queste
situazioni! Su, va a dire alla tua squadra di ritirar... cioè, di andare a cambiarsi».

Quando ti appelli alla lealtà di un Tassorosso, non c’è più niente che lui posso fare.
Cedric, quindi, se ne va a spalle basse, afflitto: tutti i Serpeverde, invece, ghignano
vittoriosi.

Dean, quindi, si rivolge a Draco Malfoy. «Prima che cominci, devi rispondere a qualche
mia domanda» gli intima, con una voce che cerca di suonare minacciosa, ma il
piccoletto fa le spallucce.

«E perchè dovrei?» replica. «Non sei neanche un professore! Voglio dire, non devo
nemmeno preoccuparmi ti portarti rispetto, non puoi togliere punti, tu!»

E detto questo, segue i compagni sul campo.

Dean ci rimane male, con un tale rifiuto, poi si ricorda che Cass lo aveva già avvertito
che il nanetto era un idiota: così, mani in tasca, sguardo alto, si incammina di nuovo
verso il castello, ringraziando la fortuna sfacciata che gli ha permesso di fare bella
figura senza alzare neppure un dito da terra.

Il primo allenamento di Tassorosso è terminato, ma la squadra sarà rimasta
soddisfatta? Il nuovo Cercatore ce la farà finalmente ad integrarsi? E dov’è finito
Sammy?

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Capitolo 14
*** Udienza formato famiglia ***


E’ oramai sera tarda.

Sam Winchester sta camminando per i corridoi di Hogwarts a testa alta, tanto alta da
far rientrare nel suo campo visivo giusto la punta di qualche cappello da mago, e non
tutto il caos che succede nel basso corridoio (i soliti incantesimi volanti, bullismo
magico, pomiciate e molto altro).

Si sta giusto chiedendo dove andare, quando gli viene in mente che dopotutto non c’è
due senza tre, ragion per cui decide di ripassare nel luogo del crimine, nonché bagno
privato di Mirtilla.

Si era appena avvicinato, quando sente tre voci familiari parlottare fitto fitto.

«Passami quel sacchetto, Ron!»

«Un momento, queste radici non si sminuzzano mica da sole, sai?»

«Quanto fumo, non puoi fare qualcosa, Hermione? Non riesco a respirare!»

Preso dall’improvviso dubbio che il trio abbia deciso di avviare un commercio illecito
per i corridoi di Hogwarts, e forte della sua posizione di professore, Sam entra
spalancando di botto la porta del bagno.

Purtroppo per lui, quello che vede non è quello che si sarebbe aspettato: vede infatti i
tre giovani  protagonisti (non più tanto protagonisti a questo punto), che mescolano
scrupolosamente qualcosa in un calderone.

«Mi scusi, ma come si permette, lei, di entrare in un bagno, senza neanche bussare!»
esclama subito Ron, arrossendo di colpo più di quanto non sia già rosso (meno male
che non c’è Dean nei paraggi).

«Ma questo è il bagno delle ragazze!» ribatte ancora una volta Sam, che a quanto
pare non ha ancora capito che di quell’informazione non importa proprio a nessuno.

«Professor Winchester!» interviene Hermione, che sta leggermente entrando in
iperventilazione. «Le posso spiegare tutto!».

«Lo spero bene!» replica quello, mettendo le mani sui fianchi. «Voglio dire, con i
sotterranei che abbiamo, proprio qui venite a preparare la vostra pozione?»

«E secondo lei potremmo preparare una Pozione Polisucco sotto al naso di Piton?»
risponde Harry, incrociando le braccia ed alzando un sopracciglio che, essendo
amplificato dalle lenti degli occhiali, è ancora più inquietante.

«Pozione Polisucco, hai detto? Cos’è questa roba?» chiede perplesso Sam,  e, quasi
per un riflesso involontario dovuto alla presenza di un professore, Hermione alza la
mano e aspetta un cenno di assenso per rispondere.

«La Pozione Polisucco è un composto che permette di assumere le sembianze di
un’altra persona per un tempo limitato» snocciola, con un’aria da adesso-dia-i-punti-
alla-mia-Casa
.

Sam inarca le sopracciglia, sospettoso. «E cosa dovete farci con questa roba?»

Hermione sta per rispondere nuovamente, ma Harry interviene, tappandole la bocca e
guardando male Sam.

«Adesso basta così!» esclama. «Non lo sa che la privacy degli studenti va rispettata?
Chi è lei per venire qui e tempestarci di domande? Abbiamo i nostri diritti, sa? E poi
c’è un’altra cosa» aggiunge, e la sua voce diventa appena un sussurro minaccioso.

«Silente mi ha detto che sono in pericolo» continua. «E che devo stare in guardia. E
se fosse lei, il pazzo e pericoloso criminale assassino che mi sta inseguendo? Posso
fidarmi solo della mia guardia del corpo,  ha detto Silente. Ecco, se lei fosse suo
fratello, allora le direi tutto, ma dato che è solo un  professore, se ne vada!»

E, detto questo, gli sbatte la porta in faccia.

Sam china le spalle e abbassa la testa, depresso (tanto che ora è persino capace di
vedere gli studenti camminare al di sotto di lui) e si allontana tristemente, perchè
dopotutto, non è mai troppo piacevole venire rifiutati in tal modo.

E mentre sta vagabondando, non troppo felice, chi incontra se non il suo fratellone,
che sta a sua volta passeggiando non nel migliore degli umori?

«Ciao, fratello!» saluta Dean, alzando (e di molto) lo sguardo.

«Bella zio!» risponde automaticamente Sam. «Come mai quell’aria abbattuta?»

«Un ragazzino del secondo anno non mi porta il benchè minimo rispetto, perchè non
ho un vero ruolo in questa scuola» confessa il maggiore. «E tu?»

«Harry e gli altri non mi dicono che a che cosa gli serve la pozione per cambiare
aspetto, perchè dicono che sono solo un professore» spiega Sam, avvilito.

«Ah, come vorrei essere un professore!» sospira Dean.

«Ah, come vorrei essere una guardia del corpo!» sospira Sam.

C’è un attimo di silenzio, carico di tensione e aspettativa. Poi, una lampadina si
accende nel cervello dei Winchester.

«Ho trovato!» esclama Dean, euforico. «Useremo la pozione che cambia aspetto per
prendere ognuno il corpo dell’altro e portare così a termine i nostri compiti!»

«Grandioso!» fa Sam, entusiasta. «Io stavo per proporti di andare a parlare tu con
Harry, mentre io mi occupo del ragazzino, ma la tua idea è senz’altro migliore!»

«Allora è fatta!» conclude l’altro con aria giuliva. «Appena la pozione sarà pronta, la
prenderemo noi! Ma adesso dobbiamo proprio andare, o si farà tardi!»

Infatti, a furia di parlare, era arrivato il mattino del giorno dopo.

(N.d.a: Non si possono usare sempre gli asterischi, suvvia.)

«Tardi per cosa?» chiede il fratellino, perplesso.

«Andiamo, Sammy!» esclama Dean. «Oggi c’è la partita di Quidditch!»

I due cervelli dei fratelli messi insieme hanno finalmente trovato una soluzione, ma il
loro piano funzionerà? Come andrà a finire il tanto atteso match
Grifondoro/Serpeverde? Il Bolide fuggitivo sarà tornato a casa?

 


Note dell'autrice:

Sì, sono ancora qui!
E con un altro capitolo, tutto per voi. Capitolo che, se state leggendo qui, avete già finito.
Sì, effettivamente avrei dovuto mettere questa frase nelle note d'apertura, e non in quelle di fine capitolo!
 
Vabbè, no matter. Volevo solo ringraziarvi per come seguite questa storia.
Grazie per chi la legge. Per chi la recensisce. Perchì la aggiunge alle preferite, alle seguite, alle ricordate.
Una qualsiasi di queste cose ha una grandissima importanza per me, davvero!

D'altro canto, cercherò sempre di non deludervi mai, e di aggiornare il prima possibile, per quanto mi sarà
possibile, vista la mia connessione instabile e traballante!

Un bacio, 

Relya

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Capitolo 15
*** Quando il gioco si fa flaccido ***


Le prime luci dell’alba entrano nello stanzino semi buio, illuminandolo appena.

L’ufficio di Madama Bumb è avvolto da una grande quiete: non si muove una mosca,
tutto pare avvolto da cumuli d’ovatta e cotton fioc, il silenzio è totale, perfetto, d’oro,
finché con un ‘Crack!’ assordante, simile al rumore di un tagliaerba quando uno
gnomo s’incastra negli ingranaggi, Dobby l’elfo domestico fa il suo ingresso in scena.

La creatura saltella silenziosamente fino al famoso baule che contiene le palle per il
Quidditch, e lo apre con uno schiocco delle dita (sì, a volte essere un elfo domestico è
molto figo).

Sa per certo che Harry Potter si trova in grave pericolo –ascolta sempre molto
attentamente i discorsi di papà Malfoy mentre gli fa lo shampoo- ed è per questo che
ha deciso, per prevenzione, di attaccare lui per primo, rompendo qualche osso al
giovane per rispedirlo a casa.

E dato che il piano della barriera non ha funzionato, quale modo migliore per ferire
gravemente qualcuno se non truccare i Bolidi contro i quali si appresta a giocare?

Ma quando guarda dentro al baule, si accorge sbalordito che una delle due palle non
c’è: già, perché il Bolide che Dean si era lasciato scappare, non sembra aver più fatto
ritorno.

Perplesso, per un attimo Dobby si chiede come avrebbe potuto sfruttare la cosa a suo
vantaggio, quando gli viene in mente un’idea incredibilmente geniale: perché
contraffare il Bolide quando puoi essere il Bolide?

E così, utilizzando i suoi smisurati e potentissimi poteri da elfo domestico, il nostro
Dobby di trasfigura in una palla di cuoio perfettamente identica all’originale.

Fa appena in tempo a zampettare (?) dentro il baule, che con un «Alohomora» appena
mormorato la porta si apre (chiudere le porte a chiave, ad Hogwarts, è pura
formalità), e ne entra proprio il nostro (o vostro, se ci tenete) Draco Malfoy.

Il biondo si avvicina al baule, sfregandosi le mani come una mosca sul bordo del
tavolo.

«Perfetto, e adesso potrò stregare uno dei due Bolidi, così che prenda di mira solo
Potter, facendomi prendere il Boccino!» sogghigna ad alta voce, perché tutti i grandi
cattivi parlano ad alta voce da soli prima di commettere qualcosa di malvagio (vedi
Voldemort).

Ma il piccolo elfo domestico/palla di cuoio, che ovviamente ha sentito tutto, è
semplicemente scandalizzato e non può starsene lì a non far niente: anche se il
signorino Malfoy dovrebbe essere il suo padrone, dopotutto Draco comanda Dobby
l’elfo domestico, e non Dobby il Bolide, e con questa scappatoia legale a proteggerlo,
salta fuori dal baule e le suona di santa ragione a Malfoy, che crolla agonizzante sul
pavimento.

Dobby il Bolide si è appena nascosto di nuovo nella scatola, che la porta dell’ufficio
viene riaperta da Madama Bumb in persona: la donna vede il ragazzino svenuto, se lo
carica in spalla senza fare una piega, prende il baule e porta tutto giù al campo di
Quidditch, dove la partita sta per cominciare.

Le squadre sono infatti già schierate una di fronte all’altra, e non appena anche Malfoy
viene schiaffato a faccia in giù nell’erba, Madama Bumb apre il baule, libera il Boccino
e i Bolidi, lanciala Pluffa e fischia l’inizio della partita.

Proprio quel fischio acuto riesce a far riprendere i sensi a Malfoy, che apre gli occhi:
ma la prima cosa che vede è proprio lo stesso Bolide dell’ufficio danzargli davanti, al
che si mette a strillare, salta sulla sua Nimbus Duemilaeuno e vola via, intenzionato
ad emigrare in qualche stato in cui il Quidditch non è ancora legale.

Harry osserva la scena perplesso dall’alto della sua scopa, ed è solo per quello che
non si accorge dello strano comportamento di uno dei Bolidi, che pare osservarlo, gli
gira attorno, gli si struscia sulla divisa, ma potete immaginare la sua sorpresa quando
di punto in bianco il Bolide gli salta in braccio.

Harry sobbalza, e si sta già chiedendo se coccolandolo un po’ avrebbe potuto trarre
qualche vantaggio nella partita, che alto nel cielo appare una nuova ombra.

Ebbene sì, signori e signore, proprio lui, l’unico e il solo, il vero Bolide, l’Original One,
dopo una breve vacanza è tornato, intenzionato a rivendicare il suo poso.

Il Bolide e il Bolide/Dobby si scontrano a mezz’aria, combattendo senza esclusione di
colpi: Lee Jordan, lo speaker, impazzisce nel tentare di descrivere l’epica battaglia, il
pubblico trattiene il fiato, la partita è immobile, nessuno gioca più, e mentre tutti
osservano l’accanita battaglia, il Boccino d’oro si scontra con Harry, infilandoglisi su
per una manica. (¹)

Ma il movimento anomalo della divisa di Harry viene subito notato dalla squadra
avversaria, e dato che il loro Cercatore è fuori uso, i restati sei Serpeverde si buttano
addosso al braccio di Harry, aggrappandosi uno al’altro come chicchi d’uva.

Trascinato da tutto quel peso, Harry cade a terra, e mentre Lee Jordan dichiara che la
partita è finita con la vittoria del Grifondoro, nessuno lo ascolta, e la battaglia continua
ad infuriare attorno all’avambraccio del giovane Cercatore.

Fortunatamente per lui, dagli spalti saltano i due Winchester, che dopo un breve volo
ad aquila, atterrano nel bel mezzo di una rissa e cacciano, a suon di calci e pugni, tutti
i Serpeverde.

Dean si china subito al capezzale del suo piccolo protetto.

«Io… direi che hai un braccio rotto» osserva, con il suo solito acume.

Lo spirito infermieristico di Sam si mette subito all’erta, e sta già per tirare fuori la sua
divisa da crocerossina quando da lontano si avvicina Allock, gridando: «No! Io curerò
questo ragazzo! Farò sparire qualsiasi cosa lo affligga!»

Purtroppo per lui, la sua bacchetta magica lo prende un po’ troppo in parola: e mentre
sappiamo tutti cosa succede al braccio di Harry là sotto, nel cielo Dobby il Bolide e
l’Original One interrompono per un istante la battaglia per osservare lo scempio che
stanno facendo a quel bel ragazzo.

A quella vista, mettendosi tacitamente (ma dai) d’accordo,  si allenano e unendo le
loro forze, piombano in picchiata sulla zucca di Allock, che risuona con un bel “dong”,
a prova di quant’è vuota, prima che il professore perda i sensi.

La partita si è conclusa e il Grifondoro ha vinto, ma come la prenderà la squadra di
Serpeverde? A che punto sarà la preparazione della pozione Polisucco? E Malfoy, sarà
riuscito ad emigrare?

 
(¹) Celebre la citazione di Harry Potter: «Se continuiamo così, il Boccino potrò prenderlo solo se mi si infila in una manica». L’impossibile accade, signori.

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Capitolo 16
*** L'invasione dei cloni, parte prima ***


L’atmosfera è tesa. Dopo la partita di Quidditch, l’Infermeria è tutta piena di persone,
attorno al letto del malato, ad osservarlo con l’espressione ricolma di ansia e
preoccupazione.
 
Hermione ha le lacrime agli occhi. «Ce la farà, Madama Chips?» chiede, con aria
affranta.
 
Quella scuote la testa. «Sarà dura» ammette, e una nota di rammarico riesce a
penetrare nel suo cuore solitamente imperturbabile. «Certo che è un peccato, un così
bel giovanotto…»
 
Dean e Sam si scambiano un’occhiata: certo, anche se non lo conoscono da molto, ci
si erano affezionati, e perderlo così, dopo una botta (era proprio il caso di dirlo) di
sfortuna… In un angolo della stanza, Dobby contempla ciò che era accaduto a causa
sua.
 
Proprio in quel momento, alle loro spalle, Harry Potter sgattaiola via, approfittando del
fatto che stanno tutti chini al capezzale dello sventurato Gilderoy Allock, ancora non
ripresosi dal colpo di Bolide subito.
 
Per fortuna, il sensore Harry che Dean ha sviluppato in quei mesi, lo avverte della sua
presenza, appena in tempo per vederlo infilarsi in un corridoio: fa un cenno a Sam,
che capisce al volo (strano), e si gettano al suo inseguimento furtivo.
 
Scala dopo scala, passaggio dopo passaggio, vedono Harry infilarsi nel famoso bagno
guasto di Mirtilla (parecchio trafficato, in quel periodo). Si appostano all’ingresso, e
sentono un tripudio di voci che gridano con gioia: «È pronta, è pronta!»
 
«Credo che abbiamo completato la preparazione della Pozione Polisucco» bisbiglia
Sam, in un lampo di geniale comprensione.
 
Dean spalanca gli occhi, meravigliato. «Allora dobbiamo impossessarcene, anche con
la forza, se necessario!» esclama con decisione (nessuno gli ha mai insegnato che
qualche volta, se chiedi le cose “per favore”, puoi anche ottenerle senza troppe
complicazioni).
 
«Abbiamo bisogno di un diversivo» lo incita Sam, e il fratello maggiore si mette a
pensare talmente concentrato che il fumo comincia ad uscirgli dalle orecchie, a tal
punto che sarebbe bastato gridare “Al fuoco!” per far scappare Harry e compagnia.
 
Invece, distratto da una ragazzina dal cappuccetto rosso che attraversava il corridoio
con un cestino in mano (?), Dean non trova di meglio che mettersi a gridare: «Al lupo,
al lupo!», mentre Sam gli da una mano, ululando un po’.
 
In men che non si dica, Harry è scappato via a gambe levate, seguito a ruota da Ron
ed Hermione (ma non era nell’Infermeria, chiederete voi? Signori, la bilocazione è già
roba vecchia per la signorina Granger).
 
Dean e Sam entrano, e vi trovano al centro un pentolone che ribolle d’una poltiglia
verdognola: con immenso disgusto (eppure ne hanno fatte di peggiori), ne riempiono
due bicchieri.
 
Subito dopo, Sam strappa un biondo capello di Dean, mentre Dean prende il suo dalle
folte basette di Sam: una volta aggiunto l’ultimo ingrediente, la pozione prende un
aspetto decisamente più appetitoso.
 
(L’Essenza di Winchester risultò essere, in seguito, talmente buona, che fu dandola da
bere a piccoli Mollicci che Eva creò i primi, veri Mutaforma).
 
I fratelli si guardano, deglutiscono, brindano al loro destino, e poi giù, tutto d’un fiato!
 
L’effetto è immediato. Dean si sente assottigliare ed allungare come se fosse stato
messo nella famosa Macchina Tirapasta di Willy Wonka, avvertendo i capelli crescergli
talmente in fretta da far impallidire Lucius Malfoy; l’impressione di Sam, invece, è
quella di aver ricevuto una padellata in testa che lo ha lasciato un po’ tappo, ma che
gli abbia fatto conservare tutta la sua massa muscolare.
 
I Winchester si osservano a lungo, e per un atttimo è come se si stessero guardando
ad uno specchio. Sam conviene che, appena tornerà nel suo ufficio, dovrà rifarsi la
piastra (le punte gli si stanno irrimediabilmente arricciando) mentre Dean sorride
compiaciuto nel notare quanto virie lo facciano sembrare le camicie da boscaiolo.
 
Alla fine, dopo aver smesso di contemplarsi, il primo a parlare è Sam che, col vocione
del fratello maggiore, esclama: «Allora, andiamo o no?»
 
Dean, quindi, fa per muovere un passo, ma viene colto dalle vertigini (non è facile
abituarsi in fretta a cotanta altezza), e si ferma, reggendosi al muro. «Io rimango un
attimo qui, ok?» dice, con un espressione sofferente che dona moltissimo al faccino di
Sammy. «Va avanti tu».
 
Sam annuisce, e fa per correre via, quando il maggiore lo richiama, severamente.
«Sam!» esclama, aggrottando le sopracciglia. «Cammina come si deve, dannazione,
non posso vedermi fare quella corsettina d’attricetta che fai tu!»
 
Sam si scusa, perplesso: esitando, muove qualche passo, fino ad acquisire sicurezza
nel passo da cowboy del fratello. A quel punto, si allontana, dondolando.
 
Dean sospira, sconsolato, cercando di raccapezzarsi con la prospettiva, quando sente
una voce squillante alle sue spalle.
 
«Saaaaaaaam!»
 
È Mirtilla Malcontenta, che praticamente gli si getta tra le braccia: ma ottiene
semplicemente di attraversarlo, finire contro al muro opposto, attraversare anche
quello, per poi tornare indietro, stizzita.
 
Il primo istinto di Dean è chiederle: “Chi diavolo sei?” ma ovviamente, in quanto Sam,
è tenuto a conoscerla. Così, imita i modi impacciati del fratello e la saluta con un
esitante: «Ciao!»
 
«Buonasera, Sammy!» risponde lei, e a quelle parole Dean aggrotta le sopracciglia,
infuriato.
 
«Non chiamrlo… chiamarmi… solo io posso chiamarlo Sa… volevo dire, essere chiamato
Sammy!» dice, inciampando vistosamente nelle parole (e non solo in quelle).
 
«Vuol dire che posso chiamarti così? Non ti arrabbi come al solito?» ripete Mirtilla,
raggiante.
 
«Io..» comincia Dean, senza sapere cosa fare, ma il fantasma lo interrompe,
avvicinandosi per dargli un buffetto sulla guancia (ovviamente, senza riuscirvi).
 
«Sei adorabile, Sammy» commenta, tutta felice.
 
Dean è completamente scandalizzato. «Cosa? No! Sono io… voglio dire, è Dean quello
adorabile! Mio fra… cioè, io, al massimo, sono appena passabile!» esclama,
inalberandosi.
 
«Dici davvero?» chiede Mirtilla, subito interessata.
 
«Certo!» ribatte quello, spiazzato. «Dean Winchester è la persona più adorabile che
abbia mai camminato su questa Terra!» e con quelle parole, se ne va, lasciando
Mirtilla da sola, a farci un pensierino.
 
Ma Sam, in quel momento, non si trova in condizioni migliori. Sta camminando,
concentratissimo sul suo passo da pistolero, quando qualcuno lo ferma.
 
«Dean?»
 
Sam si gira, e davanti a lui si ritrova niente di meno che Castiel, il trench tutto
spiegazzato, e un elmo sottobraccio.
 
«Cass? Cosa ci fai con quello?» domanda Sam, perplesso.
 
«Ho dovuto togliere l’armatura» spiega l’Angelo, tutto serio. «So che a te piaceva, ma
ero troppo riconoscibile, e Silente mi sta dando la caccia. L’elmo l’ho tenuto, per
usarlo come arma impropria in caso di necessità. Comunque» Castiel si interrompe,
frugandosi nel trench. «Sono venuto a ridarti quello che mi avevi prestato».
 
E detto questo, consegna con aria pomposa un pacchettino nelle mani di Sam.
 
«Mi è stato molto utile, sai?» aggiunge Castiel, guardandolo con i suoi occhi blu.
«Grazie davvero. Ora devo andare, Silente mi sta alle calcagna!»
 
E corse via, in un lampo.
 
Senza poter resistere alla curiosità, Sam aprì l’involucro, e vide con sorpresa e
perplessità il suo contenuto.
 
Era un dvd, parecchio usato, a giudicare dal suo aspetto, e il titolo recitava: “I consigli
del porta pizze: come superare l’imbarazzo della prima volta”
.
 
                                                                                                                           [To be continued]
 
Dean e Sam sono riusciti ad arraffare la Pozione Polisucco, ma riusciranno a compiere
ciò per cui l’hanno bevuta, ammesso che se lo ricordino? Allock si risveglierà dal suo
sonno? E Castiel, riuscirà a sfuggire al temibile Preside di Hogwarts?



Note dell'autrice:

Buonasera, miei prodi e valorosi lettori!

E' con immensa gioia che vengo ad annunciarvi che la lunga pausa estiva che ha per qualche settimana
soporizzato questa storia, è ora terminata! 
Infatti, a pochi giorni rietrerò nella mia dimora, e da lì, aggiornando tanto veloce quanto il mio povero
cervellino riuscirà, prometto sollennemente che vi accompagnerò in queste ultime settimane prima del
fatidico ritorno alla quotidianità.

Che altro aggiungere, allora?
Grazie per la vostra calorosa lettura (?), e ci sentiremo molto, molto presto!
Un bacio,

Relya.

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Capitolo 17
*** L'invasione dei cloni, parte seconda ***


Silenzio di tomba.
Castiel guarda a sinistra.
Silenzio anche da quella parte.
Castiel guarda a destra.
Non si muove una foglia (e sarebbe difficile, in un corridoio).
Castiel si guarda alle spalle.
 
«Fermati!»
 
Castiel spalanca gli occhioni blu da cerbiatto terrorizzato: la figura, dapprima
minuscola, di Albus Silente, si avvicina rapidamente all’orizzonte, le braccia
tese in avanti tipo zombie, la barba bianca fluttuante.
 
Agghiacciato, l’Angelo se la da nuovamente a gambe, correndo tra le armature,
il trench che gli svolazza alle spalle, e dalla foga travolge un ragazzino che si
stava incamminando nella direzione opposta, ritrovandosi a rotolare insieme a
lui nel corridoio di pietra.
 
«Ma che accidenti…?» fa lo sventurato giovincello, che altro non era che Draco
Malfoy, di recente ritorno dal Messico, dov’era scappato dopo il disastroso
risultato dell’ultima partita di Quidditch (vedi capitolo 15).
 
«Non c’è tempo di spiegare, piccolo umanoide! È una questione di vitale
importanza» lo precede Castiel, serissimo, e senz’altra spiegazione
s’impossessa brutalmente del sobrero, delle maracas e persino dei baffi finti
che Draco si era portato come souvenir, e sotto le mentite spoglie di mariaco,
si allontana fischiettando: “La cucaracha, la cucaracha…!” (*)
 
Malfoy si rialza, vagamente traumatizzato, e si era appena rimesso a
camminare, quando si vede avvicinare un metro e novantamila di fisico da
nuotatore, caschetto fluente e fiero cipiglio: e chi poteva essere, se non Dean
Winchester?
 
Sì, era per vedere se eravate attenti. Perché un lettore attento sa che si tratta
proprio di Dean, che dopo aver fannulleggiato con Mirtilla Malcontenta, si è
reso conto che l’ora di effetto della Pozione Polisucco sta per scadere, e dovrà
pur combinare qualcosa, no?
 
Dean adocchia immediatamente Malfoy, e sta per studiare un arguto piano per
convincerlo a collaborare dandogli le informazioni che gli necessitano, quando
è proprio Draco ad avvicinarglisi, con un furbo sorriso da furetto (?) stampato
sul volto.
 
«Oh, signor professore!» esclama, tutto gentile e servizievole. «Ma lo sa che
ha proprio un bellissimo aspetto, oggi? Ma lo sa che le camice a quadri le
stanno benissimo? Ma lo sa che stavo giustappunto andando a studiare la sua
materia, che è così emozionante? Ma lo sa che… coffcoff.. non vedo l’ora di
sapere che voto ho preso nell’ultimo compito?»
 
«Beh, io…» comincia Dean, spiazzato, ma viene nuovamente interrotto.
 
«Sa, dalle risposte può addirittura sembrare che non abbia studiato, ma le
assicuro che è solo un’impressione!» continua il biondino annuendo convinto.
«E poi, immagina che dispiacere se mio padre venisse a sapere che suo figlio
non ha una media alta? Con tutti quegli amici al Ministero che si ritrova…»
 
«Sai, Draco» interviene Dean/Sam, in un’ispirazione improvvisa. «Forse
potremmo lavorare un po’ sul tuo voto, se mi dessi una mano con un
affaruccio…»
 
«Ma certo, signore, qualsiasi cosa, signore!» fa Draco, con un altro sorriso a
millanta denti. «Sapevo che avrebbe capito, lei è il miglior professore che io
abbia mai incontrato, mi è così mancato, lei e le sue lezioni, in questi giorni
all’estero –vuole dei tacos?»
 
Dean evita accuratamente i tacos che l’altro si ha tirato fuori dalla tasca
(sbagliando s’impara), e comincia a parlare a bassa voce. «Beh, se mi dessi
una mano con la faccenda della Camera dei Segreti…»
 
A  Draco si illuminano gli occhietti, mentre comincia a snocciolare senza
ritegno tutto quello che sa su morti misteriose, sparizioni, fondatori, pazzi
razzisti che sibilano in lingue sconosciute e tutte quelle cose che voi sapete già
e che non staremo perciò qui a ripetere.
 
Quando arriva alla parte dei mostri sotterranei, Dean comincia però ad
avvertire un leggero pizzicore che lo avverte che l’effetto della Pozione
Polisucco stanno finendo: con una gran furia, ricordandosi che c’è qualcos’altro
che deve assolutamente fare fintanto che è nei panni di Sam, ringrazia Malfoy
e corre via.
 
Corre per i corridoi, corre per le sale, rotola dentro i dipinti, scivola nei
passaggi segreti, raggiunge il suo ufficio, ma quando si allunga sulle punte per
raggiungere la crostata che il fratellino ha malvagiamente nascosto sulla
mensola più alta, si ritrova ad essere già irrimediabilmente troppo basso.
 
Si butta sconsolatamente sul divano, e in quel momento entra nell’ufficio Sam,
la camminata un po’ rigida a causa dei pantaloni che gli si sono ristretti
addosso (not fair, nda).
 
«Spero che tu abbia ottenuto qualcosa più di me» comincia il minore,
passandosi una mano tra la zazzera appena ritrovata. «Io non ho scoperto
altro che Harry è un paranoico che crede che mezzo mondo magico abbia
intenzione di ucciderlo».
 
«Oh, sì, certo» Dean sorride con aria da granduomo, visto che per una volta (?),
si sente più figo del fratello. «Ma prima, segnati in agenda che Draco
Malfoy avanza una E in Difesa Contro le Arti Oscure».
 
E così, Dean è riuscito a concludere qualcosa con il nostro Serpeverde. Ma
quanto le informazioni lo aiuteranno nella lotta contro il male? Castiel riuscirà a
fuggire da Silente? La media di Draco riuscà a salire prima che suo padre lo
venga a sapere?



(*) THIS. http://postimage.org/image/uvs7ojaed/


Note dell'autrice:

 Ok, avevate perso le speranze. Ed invece, tadan! Ecco qua un nuovo capitolo.
Che dire? Scrivere questa stroria in contemporanea con la scuola era impossibile. 
Poi, dall'alto sono discese le vacanze natalizie, l'ebbrezza della festività, intere nottate libere... niente,
sappiate  che in un modo o nell'altro, questa crossover arriverà a termine!

Grazie a tutti voi che la state ancora leggendo, cioè, non immaginate quanto apprezzi il gesto.
Ed un ringraziamento speciale, va a twinsbell, visto che è soprattutto merito suo se ho ripreso in
mano questa storia, quindi... ringraziatela, su, ringraziatela!

Me voy, al prossimo aggiornamento! 

Relya

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Capitolo 18
*** Il Club delle Fenici Duellanti, ma con Ordine ***


I due Winchester si erano appena assopiti nella splendida zona giorno del loro ufficio:
infatti, con la scusa della convalescenza, Allock aveva letteralmente invaso le altre
stanze, bagno compreso, tanto che la messa in piega di Sam sembrava
irrimediabilmente rovinata, finché non era stato costretto a giocare alla parrucchiera
con Cho Chang e le sue amiche, pur di avere... ehm.

Dicevo, si erano appena assopiti, quando con un'immensa fiammata al centro della
stanza, che bruciacchiò il tavolino di legno ed anche i fiori del centrotavola (dono di
qualche ammiratrice), apparve Fanny la fenice, che tossicchiò ed iniziò a parlare con
voce da telecronista (perchè Fanny può).

«Il professor Winchester, il suo fratello tuttofare ed il nullafacente nell'altra stanza
sono stati convocati per una riunione d'emergenza nell'ufficio del Preside).

I due fratelli, che ovviamente a qualsiasi ora del giorno o della notte sono sempre
pronti a saltare in sella alla loro Impala (o al loro unicorno), balzanzano bellamente
giù dalle brande come una balbettante banda di babbuini (?), buttano giù dal letto
Gilderoy, trascinandoselo dietro per tutto il percorso, composto principalmente da
scale.

Quando entrano nell'ufficio, la scena che si ritrovano davanti è sconvolgente:
evidentemente, infatti, Silente è riuscito ad acciuffare Castiel, che ora è accovacciato a
gambe incrociate, braccia incrociate, ali incrociate (vedere per credere) sulla scrivania
del Preside.

Tuttavia, non appena vede i Winchester, il broncio che ha sul viso svanisce: con un
salto, si nasconde dietro a Dean, borbottando: «Ecco, ora diteglielo voi che non
c'entro niente con il complotto ad Hogwarts».

«È vero, è vero, è innocente» conferma Dean annuendo con convinzione, senza sapere
di cosa si stia parlando.

«Dean, Dean» fa Silente con aria grave. «Vorrei crederti, ma questo affascinante
giovanotto» ammicca «è stato visto girare armato in armatura, e poi a contrabbandare
merce messicana nella mia scuola. E tu lo dici innocente?»

«Le cose messicane non erano mie» bofonchia Castiel con ari afflitta, facendo gli
occhioni blu da dietro la spalla di Dean per essere più convincente.

«Erano di Draco Malfoy, vostro onore» interviene allora lui.

«Ma perchè scappavi, allora?» chiede il Preside con un penetrante sguardo azzurro dei
suoi.

«Perchè lei mi inseguiva» risponde Castiel, facendo le spallucce.

«E perchè lei lo inseguiva?» domanda Sam al Preside, assottigliando gli occhi con il
suo sguardo da poliziotto cattivo.

«Perchè... perchè... Ah, un troll nei sotterranei!» grida Silente, senza sapere cosa
dire, e Gilderoy Allock (di cui nessuno aveva notato l'inutile presenza) strilla e salta in
braccio a Sam dalla paura. Il Winchester provvede immediatamente a ributtarlo giù.

Il preside tossisce. «Passando a questioni più serie, sapete tutti che la scuola è in
grave pericolo».

Tutti annuiscono con aria contrita, anche se nel caso di Allock si tratta più di un dolore
fisico che preoccupazione.

«E tutti dobbiamo essere pronti in caso di atacco, quindi che ho pensato che voi tre» il
Preside indica Dean, Sam e Castiel «siete gli unici a non sapere usare la magia, e per
questo ho chiamato... lui!»

Con un rullo di tamburi, dal sipario retrostante, salta fuori (o meglio, zoppica fuori,
date le circosatanze), Olivander, carico di mercanzia come un vucumprà sulla spiaggia
a Ferragosto.

«Sono qui per aiutarvi a trovare la bacchetta che accetterà di ser...» comincia con
voce gracchiante, ma già dalla terza parola i due fratelli si sono già gettati ad
esaminarle -si sa, è il Winchester che sceglie la bacchetta.

Dean comincia ad agitarne la sua gridando "Exorcizamus te...", e dal quadro di
Armando Dippet esce del fumo nero; Sam ne sta sperimentando la capacità di
arricciacapelli (arricciaspiccia, direbbe qualcuno), mentre Castiel, a cui praticamente tutte
le bacchette sono saltate addosso, ne sceglie una a caso.

Silente tossisce, e cala il silenzio più totale.

«Ciò di cui avete bisogno, ora, è un insgenante!» aggiunge. «Per questo, vi ho tutti iscritti
al Club dei Duellanti! La riunione inizia tra mezz'ora, andate!»

(Ma non era piena notte, chiederete voi? Beh, il tempo vola quando ci si diverte).

I quattro scendono le scale, raggiungendo rapidamente la stanza dove avverrà il corso, e lì
trovano una brutta (ma brutta proprio) sorpresa ad aspettarli, Severus Piton, che dichiara
essere, insieme ad un ignaro Allock, il tenutario della lezione.

Dopo una breve introduzione all'arte del duello, nella quale Dean si addormenta più volte,
vengono divisi causualmente (e sottolineo il casualmente) a coppie: Sam viene posto
proprio davanti all'odiato Allock, Dean deve vedersela proprio con Piton, mentre Castiel
viene sistemato con il professori Vitious, che passava lì per caso.

Viene loro detto che lo scopo è Disarmare l'avversario. Tutti annuiscono. Viene spiegato
come fare -oh, guarda, ci sono delle api vicino alla finestra.

Tre. Salgono tutti su un tavolo, come se dovessero fare la lapdance, perchè è così che si
duella. Due. Breve inchino. Uno...

Appena viene dato il via, Dean salta addosso a Piton tipo koala, cercando di strappargli la
bacchetta di mano, e finiscono per rotolare giù dal tavolo; a Sam è bastato guardare
Allock dall'alto in basso per convincerlo a consegnargliela pacificamente, mentre Castiel ha
completamente abbandonato la sua, e si è limitato a sprizzare un po' di luce angelica
tramortendo Vitious con la sua brillantezza..

Ad eccezione dell'Angelo, che viene direttamente promosso prima che faccia male a
qualcuno, si conviene che il risultato ottenuto dai Winchester è un disastro, e lo sono
anche tutti i tentativi successivi: tanto che quando Silente entra, per controllare la
situazione, sono tutti stravaccati per terra, esausti ed ammaccati.

Il Preside li guarda sconsolato, sospira, e informa loro che, a causa del congelamento di
alcuni studenti, sono diventati tutti membri ad honorem della sua società super segreta
chiamata l'Ordine della Fenice.

Studenti surgelati? Società segreta? Che cosa sta succedendo ad Hogwarts? Vitious
riuscirà a riprendersi? Il pericolo verrà sventato dai nostri eroi?



Note dell'autrice:

Buonsalve! Ci stiamo avviando verso la conclusione della storia (sembra incredibile ma è così, non disperatevi troppo), e 
incredibilmente, ho delle vere cose da dirvi nelle note. 

Prima di tutto, volevo scusarmi degli incredibili salti temporali che fanno diventare la notte-giorno e il giorno-notte, ma che
dire? Se queste cose non si fanno in una demenziale, quando? Lasciatemi sentire un pò il powah da scrittrice.

L'idea del Club dei Duellanti, per onestà poetica (?), l'ho trovata nelle vostre recensioni, che spesso hanno più idee della
storia stessa, cosa per cui vi devo estremamente ringraziare.

Lo sapevate che "Un troll dei sotterranei!" e l'equivalente di "Pudding!" o di "Supercalifragilisticespiralidoso"? Riempie bene 
lo spazio quando non si sa cosa dire.

Grazie ancora per le vostre letture e recensioni, a prestissimo con il nuovo capitolo!

Relya.

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Capitolo 19
*** Tutti ai posti di sbattimento! ***


Proprio mentre Silente sta passando in rassegna i nuovi arruolati dell'Ordine della
Fenice, qualche corridoio più in là e qualche torre più in su, Harry Potter è impegnato
a scrutare uno per uno tutti i pezzi della sua agguerritissima squadra di scacchi
magici.

«Compagni! È giunto il momento di far vedere a quei neri avversari il nostro valore!»
esclama, carico di convinzione. Dall'altra parte del tavolo, Ron Weasley inarca un
sopracciglio in segno di perplessità.

«Batteremo quegli indegni pezzi di scacchi! All'attacco, miei prodi!» conclude Harry,
per poi limitarsi a mandare in avanscoperta un timido pedone che viene
immediatamente preso a sediate in testa dal re, fino a rotolare agonizzante lungo il
bordo della scacchiera.

I due giovani Grifondoro si voltano contemporaneamente ad ascoltare il commento
saccente e intollerante di Hermione, ma ohibò! La sua sedia è vuota! D'improvviso si
svela loro la ragione di tanto silenzio che gli stava addirittura permettendo di
concludere una partita in santa pace.

«Ma Hermione, dov'è finita?» chiede quindi Ron, ma solo dopo essersi assicurato che i
suoi pezzi abbiano circondato a mò di bulli il re di Harry e che si stiano preparando a
pestarlo per bene, scrocchiandosi i pugni.

Harry, per tutta risposta, alza le spalle, e sta per dire qualcosa, quando all'improvviso,
in tutta la scuola, risuona la sirena d'allarme (essendo ad Hogwarts, si tratta di una
sirena vera, quella del bagno dei Prefetti, che per l'occasione di fa prestare un
megafono da uno dei quadri più futuristici).

«A tutti gli studenti è severamente ordinato di andare nei propri dormitori e starci!»
esclama, preoccupata, la voce della McGrannitt.

Ad Harry viene immediatamente voglia di andarsi a fare un giretto nella scuola, per
cui scatta in piedi ed esclama, con fervore: «Dobbiamo trovare Hermione! È
sicuramente coinvolta in qualche strana e pericolosa faccenda che noi, dall'alto dei
nostri dodici anni, saremo in grado di risolvere!»

«Ma, Harry, potrebbe essere pericoloso!» fa Ron, titubante. «E chi ti dice che non è
semplicemente andata in bagno?» (Anche se, viste le situazioni precedenti, neanche
questo sarebbe proprio-proprio garanzia di sicurezza).

La voce nel megafono tossicchia e continua: «Ah, e se qualcuno ha visto in giro Ginny
Weasley, ci faccia sapere, perché è un po' che non la vediamo, ed ha con sé il cestino
della merenda dei professori e un cappuccetto rosso rubato ai nani da giardino».

«Ginny!» esclama Harry, in ansia.

«Il cestino della merenda!» scatta Ron, ancora più in ansia. «Se i nani la trovano,
finiranno tutto!»

Insomma, la cosa è fatta: da bravi Grifondoro, i due escono di soppiatto dal dormitorio
e si mettono a girare per Hogwarts, chiamando ad alta voce Hermione e Ginny da
sotto il Mantello dell'Invisibilità.

Purtroppo per loro, chi sente le loro grida sono niente di meno che i fratelli di
Winchester, che stavano passeggiando in quel momento nel corridoio; si bloccano
immediatamente, in allerta.

«Sammy, sento delle voci! Sarà sicuramente un fantasma!» esclama Dean.

«E con questo?» fa Sam, che in tutti quei mesi ad Hogwarts ha un po' perso la mano
da cacciatore.

«Allora io dico: sale!» urla Dean, e comincia a lanciare dalla veste barattoli di sale ed
occasionalmente anche di pepe (tanto per stare sicuri), tanto che Harry e Ron, da
sotto il Mantello, starnutiscono e fanno volare via la loro copertura -letteralmente.

«Harry!» A Dean brillano per un momento gli occhi mentre va incontro al suo protetto.
«Cosa ci fai qui? Il tipo rosso ti ha rapito?»

«Ti ho già detto che io...» comincia Ron, ma Dean lo zittisce con una mano in bocca.

«È pericoloso per voi, dovreste tornarvene al vostro dormitorio!» aggiunse Sam,
raggiungendoli. «Noi grandi abbiamo da fare!»

«Ma il mostro ha preso Hermione e la sorella di Ron!» esclama Harry,
preoccupatissimo.

«Mostro? Quale mostro? E da quando lui ha una sorella?» chiede subito Dean,
accigliandosi. Ricorderete certo che il nostro Winchester si era distratto proprio
quando Malfoy stava per rivelargli della misteriosa creatura, e anche quando Ron
stava cercando di parlargli di Ginny.

«Non vi preoccupate, ce ne occuperemo io e Dean» interviene di nuovo Sam, il quale
invece, era stato più attento -e aveva letto "Storia di Hogwarts", il che è sempre un
gran vantaggio.

Harry scuote la testa con forza. «Ma il mostro è venuto per me! Vuole uccidermi! Tutti
mi vogliono uccidere! Voldemort mi vuole morto! Ha occhi e spie e ovunque! Aaaaah!»

Preso dall'angoscia, Harry comincia a rotolare in qua e in là per il corridoio, sbattendo
la testa contro le armature. Dean corre subito in suo soccorso, agguantandolo per le
spalle e cullandolo un po'.

«Su, su, vedrai che andrà tutto bene. Sconfiggeremo quel brutto mostro cattivo, e
anche quel Vartemolt. Valdamort. Aldavar.» dice convinto, dandogli delle pacche sulle
spalle (sì, si era distratto anche durante il video illustrativo della vita del Ragazzo
Sopravvissuto).

Harry alza la testa, tirando su con il naso. «Ma io ci sono, voglio combattere! (¹)
Posso?»

I due Winchester ci pensano un attimo, scambiandosi un'occhiata complice, poi Sam
prende la parola: «Beh, noi stiamo andando ad una riunione da Silente, decidererà lui
cosa fare con voi!»

S'incamminano fino a ritornare all'ufficio del Preside, dove è riunito l'Ordine della
Fenice, o meglio, quella dozzina di persone che Silente è riuscito a racimolare in giro,
e che comprendono Piton, la McGrannit, Allock, Sibilla Cooman, che se ne sta da parte
a lanciare occhiate a Castiel, raggomitolato su un tavolino a lucidarsi l'elmo, Hagrid,
che a causa dei suoi nuovi gusti musicali si presenta una ventina di piercing sparsi
ovunque e un bel giubbotto di pelle nera, Cedric Diggory, che è stato reclutato per
caso giusto per il suo aspetto brillante e Dobby l'elfo domestico, che porta sottobraccio
il Bolide, con il quale ha finalmente stretto amicizia.

In più, in un angolino nascosto, si sentono le effusioni amorose di Thor e Tippie,
osservati con invidia da Mirtilla Malcontenta, la quale sta rimuginando sul fatto che
non potrà più dirsi "sola come un cane" visto che anche loro hanno una vita sociale più
attiva della sua.

«Bene, finalmente ci siete tutti!» esclama Silente facendo spazio ai nuovi arrivati.
«L'ordine del giorno è il seguente: un mostro si aggira da qualche parte nel castello,
una ragazzina è stata rapita e un'altra ventina sono pietrificati in Infermeria. Chi si
offre volontario per sistemare la faccenda?»

(«Mi offro volontaria! Mi offro volontaria come Tributo!» risuona l'eco di un lontano
fandom).

Harry e Ron alzano immediatamente la mano.

«Beh, visto come se la sono cavata l'anno scorso con Voldemort in persona, potremmo
anche pensare di...» comincia Silente, giulivo.

«Ma sono bambini!» esclama la McGrannitt scandalizzata.

«Sì, ma quella da salvare è sorella sua» bofonchia Allock indicando Ron. «Io non
dovevo nemmeno essere qui, io che c'entro?»

«Lo dicevo, io, che era tutta colpa del rosso» borbotta Dean incrociando le braccia sul
petto.

«Io propongo, tutti per uno, uno per tutti!» fa Cedric, saltando in piedi con fiero
orgoglio, ma viene bellamente ignorato e zittito.

«Beh, effettivamente, è un po' pericoloso per loro due...» comincia Hagrid, ansioso di
dire la sua.

«Ma sarebbe un'esperienza formativa» commenta Piton con un ghigno sarcastico, e la
Cooman annuisce, ma solo perchè sta aspettando che un suo qualche oscuro presagio
si avveri.

«Fermi tutti, ho io la soluzione!» fa Dean, alzandosi in piedi a sua volta. «Non
possiamo permettere che quei due ragazzini rischino la vita, ma è pur vero che è un
affare loro, quindi...»

«Quindi?» fa eco la platea, immersa nella suspance.

«Quindi andremo io e Sam, spacciandoci per loro due!» esclama il maggiore dei
Winchester (la Pozione Polisucco gli ha evidentemente dato alla testa). Tira fuori un
paio di occhiali tondi e l'infila a Sam, disegnandogli una cicatrice in fronte. «Tu sarai
Harry, ed io Ron!»

«Ed io?» esclama tristemente Castiel, voltando gli occhioni blu verso il cacciatore.

«Tu... tu...» comincia Dean, imbarazzato, ma recupera subito. «Tu che sei così
intelligente, giocherai un ruolo fondamentale nel trio: sarai Hermione!»
Castiel pare appena perplesso. «Ma Hermione è appena stata pietrificata» commenta.

«Appunto!» fa allegramente Dean, con un gran sorriso. «Andiamo, uccidiamo il mostro
e torniamo, tu non ti muovere da qui!»

E così, baldanzosi, s'incamminano lungo la via verso la Camera dei Segreti, pronti ed
eccitati per lo scontro finale.

Riusciranno i Winchester a sconfiggere l'orrenda bestia? Ginny sarà ancora tutta
intera, dopo tutto quel tempo nella Camera? E soprattutto, ma qualcuno sa dove sia?




(¹) Tale frase ebbe talmente tanto successo che Harry decise di usarla anche successivamente, per lavorarsi Sirius.

Note dell'autrice:

Vi rubo solo un paio di secondi per salutarvi, scusarmi per il solito ritardo -maledetta scuola, e ringraziarvi per essere rimasti con me
until the very end. O quasi, visto che manca ancora un capitolo alla conclusione. Spero che questa storia continui a farvi divertire, e...
niente, a prestissimo!

Ps. Si noti bene, che i ruoli scelti da Dean non sono per nulla causali. Castiel è davvero l'intelligentone, Sam come Harry è il Prescelto,
e Dean... beh, Dean ha le lentiggini. Should I say more?

With love,

Relya

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Capitolo 20
*** Gran Finale, col botto! ***


Una volta fuori dall'ufficio di Silente, Dean e Sam non perdono un attimo di tempo e si
gettano all'azione: senza la minima esitazione, i due fratelli corrono saltano, rotolano,
sfrecciano lungo i corridoi di Hogwarts, finchè, tutt'un tratto, si fermano.

«Aspetta, ma dove stiamo andando?» chiede Sam, perplesso.

«Credevo lo sapessi tu! Sei tu quello con la cicatrice in fronte!» replica Dean,
sconcertato.

«Sì, ma sei tu quello che ha parlato con Malfoy!» ribatté Sam, che sta iniziando ad
innervosirsi.

«Beh... tecnicamente, eri tu!» risponde il fratello sulla difensiva, mostrando la lingua
con una mossa molto alla Moody.

«Ma che... era compito tuo!»

«No, tuo!»

«Smettila!»

«Ho ragione io!»

In men che non si dica, per quanto consci della gravità della situazione, i due
Winchester cominciano fraternamente a dirsene di tutti i colori, finché Dean non tira
accidentalmente un pugno al fratello, slogandosi, per altro, una nocca.

«Ma... ma... guarda cosa hai fatto! Sanguino (¹)!» esclama Sam, tramortito, con gli
occhioni da cagnolino in bella mostra, e Dean si sente immediatamente ed
irrimediabilmente in colpa.

«Oh, Sammy! Ti ho fatto tanto male? È tutto a posto?» chiede, preso dall'ansia.

«Sto bene, Dean, sto bene» fa l'altro, con un eroico sorriso. «Ho solo bisogno di darmi
una sistemata. Dov'è il bagno?»

Caso vuole che si trovino esattamente davanti al bagno guasto di Mirtilla Malcontenta.

«Ma è il bagno delle donne!» esclama Dean, prima ancora che Sam abbia proferito
parola.

«E allora? I loro sono più puliti e hanno anche gli specchi» ribatte Sam,
tranquillamente, tirando fuori un pettine ed entrando con passo cadenzato.

Dean, allora, pensa bene di approfittare dell'occasione per soddisfare un piccolo
bisogno fisiologico del momento, e si sta avvicinando a uno delle porte sfasciate,
quando sente un grido.

«Tu! Non osare profanare il mio sacro tempio di morte!»

E' Mirtilla Malcontenta, che ovviamente vigila sempre da quelle parti, soprattutto da
quando vi si trovano, sempre più spesso, i due Winchester.

«Cosa?» ripete stupito Dean, e subito Mirtilla inizia a raccontare tutta la tragicastoria
della sua vita (e morte -soprattutto morte), che a voi risparmierò.

Quando arriva al momento di massima tensione, con gli occhioni gialli che fluttuano in
un angolo prima di darle il colpo di grazia e tutto il resto, Sam, che mentre si
sistemava la riga stava ascoltando tutto, ha un improvviso colpo di genio e capisce
tutto (la storia doveva pur andare avanti, in un modo o nell'altro).

«Dean! La Camera dei Segreti è in questo bagno!» esclama, al settimo cielo.

«In bagno?» ripete quello, schifato, tirandosi su i pantaloni (pudding!).

«Sì! È geniale! Dobbiamo solo trovare un modo per aprirla!» continua il minore,
sempre più gasato.

Più facile a dirsi che a farsi, purtroppo.

Sam prova con i suoi poteri psichici -corruga la fronte, allungando e ruotando la mano
in avanti tipo prestigiatore, ma niente.

Dean si posiziona davanti ai rubinetti con le mani sui fianchi, e con fare imperioso,
ordina: «Apriti, sesamo!». Niente.

Sam da' fuoco ad un cerchio d'olio sacro tutt'intorno, biascicando parole in enochiano
(che non conosce), ma niente.

Dean prova a bussare, chiedendo se c'è nessuno. Niente.

Dopo vari tentativi falliti, i due fratelli inziano a scoraggiarsi. Mentre stanno valutando
se è già arrivato quel punto in cui, in una puntata normale, chiamerebbero Bobby, si
sente una vocina alle loro spalle.

«Bisogna parlare Serpentese!»

E' sempre Mirtilla, che seduta a gambe incrociate su un water, si sta divertendo un
mondo a godersi lo spettacolo, specie quando i due Winchester, stremati dal tentativo
di spostare i rubinetti di pietra con la forza bruta, si erano tolti entrambe le maglie.

«Serpentese? Ma noi non lo sappiamo!» fa Sam, perplesso, sistemandosi sul naso gli
occhiali tondi, che gli vanno un po' stretti.

«Ma io sì!»

No, questa volta non è Mirtilla: dalla porta del bagno, infatti, entra baldanzosamente
Harry, che va immediatamente a sbattere contro una colonna, visto che gli occhioali
che Sam indossa sono i suoi e senza non ci vede un granchè bene.

Dean si affretta a rimetterlo in piedi. «Tu sai aprire questa porta? Parli quella lingua
strana?»

«Occasionalmente» risponde Harry, facendo le spallucce.

Un attimo dopo è già posizionato davanti alla porta: basta un suo sussurro
incomprensibile, e il bagno si apre, innalzando spettacolarmente la monumentale
entrata pensata da Salazar (ma allora, perchè metterla in un bagno?).

Dean, Sam ed Harry, che non si capisce bene come sia finito lì («Ron stava
monologando con Hermione e io mi annoiavo» aveva spiegato qualche istante prima),
scendono giù per il tubo, e si ritrovano immediatamente (saltiamo la parte delle
tubature) in una grande stanza di pietra, dove la ragazzina dai capelli rossi giace come
addormentata sul freddo pavimento.

«Ginny!» esclama Harry preoccupato, correndo a chinarsi accanto a lei, per poi
voltarsi verso i due Winchester. «Che cosa posso fare?»

È Sam a rispondere. «In questi casi, giovane Harry» inizia, serafico «solo il bacio del
vero amore può spezzare l'incantesimo».

Harry alza di nuovo le spalle. «Se proprio devo...» dice, e sta già allungando le labbra
verso la ragazzina, quando si ode un sinistro rumore, e subito drizza la testa,
sentendo qualcosa strisciare alle loro spalle.

«Il basilisco!» grida il giovane mago, terrorizzato. «Non guardatelo negli occhi, vi
ucciderà!»

Dean e Sam voltano immediatamente lo sguardo, e si ritrovano a fissarsi l'un l'altro: a
quel punto, con uno dei loro scambi telepatici d'idee, geniali, trovano tacitamente la
soluzione.

«Sammy, è pericoloso! Te la senti?» esclama Dean, preoccupato.

«Non importa, è l'unico modo!» ribatté coraggiosamente il fratello. «E poi... non c'è
nulla di più potente!»

Il silenzio è palpabile.

Sam batte le palpebre, si riavvia i capelli all'indietro, sbatte le ciglia un'altra volta,
sporge il labbro inferiore, poi si volta verso il basilisco e gli rivolge la più toccante
occhiata da cagnolino bastonato di sempre.

Uno... due... tre...

Lo sguardo del basilisco non può reggere il confronto con i puppy eyes di Sam, e la
creatura di accascia al suolo.

«No! Che cosa avete fatto!»

Un giovane ed avvenente moro su avvicina a gran passi a loro, infuriato.

«E tu chi diavolo sei?» chiede Dean, delicato come al solito.

«Io sono Tom Riddle! Colui che..» comincia quello con fiero orgoglio, ma viene
brutalmente interrotto da una voce fuori campo.

«Ah, sta zitto, nessuno sa chi tu sia. Non c'era spazio per la tua storyline, in questa
storia!»


«Chi ha parlato?» domanda confuso Tom, guardandosi attorno, mentre i due
Winchester, per sicurezza, tirano fuori la pistola.

«Non importa! Il basilisco è morto, Ginny è salva, vogliamo arrivare a questo finale?»

«Ma quale finale! Siamo bloccati qua sotto!» replica stizzito Dean, alzando gli occhi al
cielo.

«Oh, beh... vediamo...»

Immediatamente, qualcosa sbatte le ali, planando lentamente sopra di loro. No, non è
Castiel, bensì una creatura rossastra, che atterra davanti agli occhi stupiti dei
protagonisti.

«Beh, cosa aspettate? Tutti in sella!» esclama allegramente Fanny la Fenice,
ammicando.

«Tu sai parlare?» fa, stupito, Harry.

Dean sta per dire qualcosa, ma uno scalpiccio di zoccoli attira la sua attenzione: un
branco di buffe creature, simili a cuccioli neri e rugosi dotati di corno, galoppano verso
di loro, capeggiati da Tippie e Thor.

...«Tippy? Questi sono i tuoi... i tuoi...?» farfuglia Dean...

...Dall'altra parte della sala, la Fenice, sta caricando in grippa Harry e Ginny...

...Tom sta insegando a Sam come anagrammare correttamente il suo nome...

...Qualcosa scuote Dean, che sta cercando di raccapezzarsi... in sottofondo si sente un
rumore come di... di... campane?


*


DRIIN!
La sveglia suona, fastidiosamente rumorosa.

La giovane fangirl si stropiccia gli occhi assonnati, controlla l'orario sul cellulare, con
un piccolo sussulto di piacere alla vista della foto sexy che ha come sfondo, segna una
'x' sul calendario ricoperto di conti alla rovescia per nuove puntate, compleanni,
nascite e convention varie, s'infila una felpa a caso e si trascina a far colazione, con
un'occhiata a Twitter per controllare che Misha o qualcun'altro non abbiano scritto
qualche nuova idiozia.

Solo mentre, qualche ora dopo, durante una lezione particolarmente noiosa, si ritrova
a scribacchiare 'Always' sul banco, si ricorda del sogno. Era decisamente bizzarro.

Doveva proprio scriverci una bella fanfic, sopra.
Prima o poi.




(¹) [Citazione dall'A Very Potter Musical. Non l'avete visto? Sciagura a voi!]

 

Note dell'autrice:

Salve a voi, crossoverini (?)!
Beh, insomma, essendo arrivati all'ultimo capitolo, mi sembrava ora di darvi un soprannome (?).

Che dire? Mai, mai, mai, mai e poi mai avrei pensato di arrivare fino a qui, al finale di questa storia, e se sono qui, devo ringraziare solo voi,
che l'avete letta! Non sapete quanto sono stata contenta di ricevere i vostri commenti, le vostre recensioni, i vostri preferiti (si dice così? Oh,
beh, insomma, mi avete capito).

In particolare, già che voglio fare la sentimentale, vorrei ringraziare in particolar modo:
Chambertin, la prima a leggere il primo capitolo, senza la quale mai avrei pubblicato;
twinsbell, che mi ha stalkerato su Twitter, su Facebook, un pò ovunque, per spingermi a continuare;
MeLis, che ha betato (betato? LOL), questo ultimo capitolo. 

E poi. un grandissimo grazie a tutti voi che siete ancora qui a leggere le mie note.
Vi prometto che non dovrete aspettare molto per avere un'altra storia di questo genere, anzi: actually, in cantiere ne ho già qualcuna...

Che altro aggiungere? Ancora un thanks quanto grande una casa, e, un'ultima, grande, sorpresa finale.
(Dovevo in qualche modo premiare chi è arrivato fino alla fine, no?)

Un bacio,

Relya


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