“Metteranno in vendita il colore dei tuoi occhi.”

di Gailycurly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** “Le carezze sui graffi si sentono di più.” ***
Capitolo 2: *** "Oh my god, are really you?" ***
Capitolo 3: *** Secrets. ***



Capitolo 1
*** “Le carezze sui graffi si sentono di più.” ***


 

1. “Le carezze sui graffi si sentono di più.”  


Lame, ghiaccio, freddo, musica. Questa  è la mia vita. Pattinare, per me, è come l’aria: indispensabile. La cosa più bella che potesse insegnarmi mio papà, è questa. E’ come se quando pattino, stessi per volare, come se attorno a me non ci fosse nulla. Sono Julie Dowson, 18 anni, nata a New York, ma abito a Londra. Mio papà è uno dei migliori pattinatori del Regno Unito, e, avendo raggiunto una certa età, allena me.
Gestisce il miglior palazzetto dello sport del mio quartiere, è davvero immenso.
Mi trovo proprio lì, sto cercando di provare un triplo salto che proprio oggi non mi riesce. Sarò caduta mille volte, ma niente da fare. A fine mese avrò una gara, l’ennesima.
Ero da sola, non c’era più nessuno in pista, potevo fare ciò che volevo. Così optai per provare tutto il pezzo. Feci partire “Hurt” di Christina Aguilera, era quella la base. Così iniziai, chiusi gli occhi e presi un enorme respiro ed iniziai. Proseguii così per circa due minuti, ma purtroppo, arrivò il fatidico triplo salto. Lo feci, e in due secondi mi ritrovai a terra, con un dolore atroce alla testa ed al polso destro. Porca miseria. Mi uscii un misero urletto, quando sentii due mani aggrapparmi per i fianchi ed alzarmi con molta facilità.
“come stai?” mi chiese una voce maschile.
Sussultai, inizialmente pensavo fosse mio papà, ma dal timbro di voce non era decisamente lui. Mi voltai e davanti a me trovai due occhi fissi su di me.
“Oh…emh, sì scusa” boccheggiai, facendo una figura di merda colossale.
“Ehy sicura di star bene?!” mi chiese ancora, quel ragazzo.
“Sì, sì” mi ricomposi io, e mi ripresi da quell’apparente stato di trance. “Piuttosto, tu che ci fai qui? Non dovrebbe entrare nessuno.” Continuai.
“Lo so, scusami, è che…è che ho sentito la musica e mi sono incuriosito. Sei così brava, Dio…” disse lui, abbassando leggermente lo sguardo.
“Non sono così forte, voglio dire, hai visto che caduta…”
“sì, ma guarda che due salti e mezzo li avevi già fatti, ti mancava poco…e poi, sei stata fantastica per tutta la coreografia. Ero come…incantato!” confessò.
Io arrossi fino all’ultima punta dei capelli. “oh, no, cioè grazie…” dissi, farfugliando.
Il ragazzo parve divertito dalla mia reazione: figura di merda numero due? Fatta!
Sentii la mano pizzicare, e poi un forte bruciore. Abbassai lo sguardo verso di essa e la trovai piena di sangue. Va.ffa.ncu.lo. Mi uscì un gemito di dolore strozzato, ero terrorizzata dal sangue.
“Ah, che brutto taglio!” disse lui, notando la ferita. “vieni con me, ti porto di là, magari la disinfettiamo. Piuttosto, come te lo sei fatta?!” disse, un po’ sorpreso.
“Oh non so, penso con la lama dei pattini, genio! E comunque, no, no e no. Brucerà, uscirà più sangue ed io…io non voglio!” dissi, entrando in panico.
“Ehy sta calma!” sorrise lui. “ci sono qui io! Non dirmi che hai paura del sangue!” disse sarcastico, guardandomi. Io, di tutta risposta, abbassai lo sguardo e annuii, arrossendo nuovamente.
“Oh, ecco, adesso capisco…vedrai che non sarà nulla, passa subito! Ti fidi di me?” mi chiese.
“No che non mi fido! Ti conosco da sì e no un minuto!” dissi, ridendo.
“Oh, hai ragione.” Rise anche lui. “Comunque sia, vuoi per caso morire dissanguata?”
Scossi velocemente la testa, terrorizzata all’idea.
“Bene, allora seguimi.” Disse, prendendomi per il polso non ferito.
“Aspetta!” lo fermai. “Come ti chiami?” chiesi.
“Harry…Harry Styles.” Disse lui, lanciandomi uno sguardo e sparpagliando il suo ciuffo qua e là prima di rimetterselo al posto.
“Oh, beh, Harry, grazie.
Te l’ha mai detto nessuno metteranno in vendita il colore dei tuoi occhi?” chiesi, infine. 

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Capitolo 2
*** "Oh my god, are really you?" ***



2. "Oh my god, are really you?"

Mi sorrise, sorpreso dal mio complimento.
“Oh, beh, in realtà sei la prima…” mi confessò.
“Scusa, cioè, non intendevo…scusa…” farfugliai, sprofondando dalla vergogna. Lui, di risposta, si avvicinò a me e mi alzò il viso, con due dita calde e affusolate.
“Non scusarti, e per la cronaca, i tuoi occhi mi danno senso di libertà.” Disse, lasciandomi e camminando avanti, diretto allo spogliatoio.
“Senso di libertà?!” chiesi io, divertita e seguendolo.
“Sì, sai, sono azzurri come il cielo, ma non come quelli comuni…i tuoi sono diversi, sono più... cielo.”
“Ma cosa significa ‘sono più cielo’?” risi io, seguita da lui.
“Ehy, non prendermi in giro! Non so spiegartelo, ma comunque, sono qualcosa di meraviglioso.” Concluse, aprendo le porte degli spogliatoi e piazzandosi davanti la cassetta di pronto soccorso.
“Oh, beh grazie.” Risposi, sorridendo ed abbassando lo sguardo.
“Come ti chiami?!” mi chiese.
“Hope. Hope Jensot.”
“Ecco Hope, vieni qui, è della semplice acqua ossigenata.” Affermò.
“Oh mio Dio, no Harry, lasciamo stare, no, no, ho paura.” Dissi, serrando gli occhi.
“E dai, fifona! Fai mille salti mortali sul ghiaccio e ti spaventi di un po’ d’acqua?!” mi prese in giro.
“Io non ho paura!” dissi, incrociando le braccia.
“Ah no? Dimostramelo.”
Tesi la mano tremolante verso di lui, chiudendo gli occhi con forza e mordendomi il labbro inferiore. Mi stavo leggermente cagando addosso. Passò un’eternità, o forse solo qualche minuto... poi aprii mezzo occhio, poi un occhio e poi tutti e due, e mi trovai davanti un Harry alquanto divertito.
“Ehy! Cos’hai da ridere?!” dissi, dandogli un colpo sulla spalla.
“E così tu non hai paura eh?!” disse ridendo. Io sbuffai di gran lunga seccata. “Dai musona,  siediti su quel tavolo e stringimi la mano” continuò.  Mi sedetti sul tavolo e lui si mise tra le mie gambe, con una bottiglietta bianca in mano. Presi un respiro profondo e strinsi la sua mano. Chiusi gli occhi e sentii una freschezza incredibile sulla ferita, per niente fastidiosa.
Aprii gli occhi, e trovai il riccio intento ad appiccicare il cerotto, dopo di ciò mi aiutò a scendere.
“Grazie Harry… emh ti devo un favore.” Gli dissi, sorridendo.
“In realtà… mi servirebbe un passaggio a casa. Non è che puoi aiutarmi!?” disse, quasi supplicandomi.
“Certo, dammi due minuti che mi cambio e andiamo.”
Mi cambiai, misi degli shorts e una maglia bianca con delle scritte, faceva caldo per essere i primi di settembre. Sciolsi i capelli e lasciai tutto nell’armadietto di papà, pattini compresi, e mi recai verso lo spogliatoio maschile  dove, presunsi, avrei trovato il riccio.
Come previsto, lo trovai lì fuori.
“Ehy andiamo?” dissi, indossando i miei occhiali da sole.
“Oh oh, che schianto!” disse, guardandomi.
Risi, abbassando lo sguardo e prendendo le chiavi.
Uscimmo fuori e ci trovammo di fronte alla mia piccola.
“Che gioiellino, chissà di chi sarà…” si lasciò scappare Harry.
“Oh, è mia.” Dissi fiera.
Rimase stupido, notai, dalla sua espressione.
“Cioè, tu hai, tu, questa moto, una R6000, cioè tu, una ragazza...”
“Harry smettila di boccheggiare, è mia, vado matta per le moto… che c’è, ti aspettavi una tutta precisina?!” chiesi, accendendo la piccola. “avanti riccio, sai.” Dissi, uscendo dal parcheggio.
“Sei…sei sicura?” mi chiese.
“Che c’è, adesso sei tu ad avere paura?”
“Chi io? Ma no, ma che vai blaterando.”
Mi diede il suo indirizzo e sfrecciai lungo le vie della capitale inglese. Che bellezza, il vento tra i capelli e il sole che ti riscalda. Arrivammo in 15 minuti al massimo.
Appena Harry scese, lo vidi stravolto.
“Hey stai bene?!” chiesi, preoccupata.
“Io non salirò mai più con te, su questa giostra della morte.” Disse, scandendo le parole.
Risi di buon gusto, vedendolo barcollare ancora scosso.
“Ma non è stato niente di che, dovresti vedermi in autostrada…” ammiccai.
“Tu sei pazza, cioè, hai toccato i 180 in una strada piena di curve! Sei totalmente pazza, ne sono sicuro.” Disse, sorridendo, sta volta.
“Andiamo, piagnucolone, ci vuole più energia nella vita! Sii un po’ spericolato.” Consigliai, ridendo.
“Okay, spericolato va bene, ma estremamente pazzo con delle rotelle fuori posto no!” disse, puntandomi l’indice contro.
Risi ancora.
“Io andrei…” dissi, dopo alcuni minuti di silenzio.
“No aspetta, staranno arrivando i miei amici… non ti va di restare?!”
“Ehm, va bene, fammi avvertire mio papà, però.” Mi sorrise cordiale.
Scrissi un veloce messaggio al mio papà, e parcheggiai la mia piccolina, si chiamava Predator.
Entrammo dentro e ad accogliermi fu un’ondata di freschezza, data dall’aria condizionata, ed un raggio di sole che illuminava la stanza, data l’ora. Erano le 12.30.
“Oggi è sabato, e quindi con i miei amici abbiamo deciso di organizzare un Babecue… e poi un tuffo in piscina!”  disse, indicando la porta in vetro dietro di lui, che ovviamente, traspariva la piscina enorme.
Sentimmo bussare e, senza aspettare risposta, la porta si spalancò ed entrarono dei ragazzi tutti gasati.
“Ehy amico, quel gioiellino lì fuori di chi è!?” disse uno alto e moro, riferendosi alla mia Predator.
“Mia.” Dissi, sorridendo imbarazzata.
“ Oh mio Dio, ragazza, ti sposo.” Mi venne in contro un bel ragazzo con i capelli castani e gli occhi simili ai miei.
“Beh loro sono Zayn, Louis, Niall, Liam ed infine Gabrielle e Danielle, rispettive fidanzate di Niall e Liam.”
“Piacere io sono…” non ebbi il tempo di finire che qualcuno mi interruppe.
“Hope, oh mio Dio, sei tu!?” 

Hope: 

Predator (moto   ): 

Gaily's corner.

Ccciao :) Rieccomi, dopo varie settimane di assenza. E' il secondo capitolo, spero vi piaccia... e niente, volevo ringraziare la mia prima recensione, ricevuta nello scorso capitolo e le 2 persone che mi seguono. Non sono numeri eclatanti, ma mi accontento, come prima volta. Beh niente, recensite, magari mi fate sapere cosa ne penste... ah e se avete qualche
FF, LASCIATEMELE QUI SOTTO, RECENSISCO E PUBBLICIZZO, CHI RICAMBIA :) 
Gaily. xx

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Capitolo 3
*** Secrets. ***


3. Secrets.

“Oh mio dio, sei tu?!” mi ripeté ancora, la mora.
“Gabrielle!” urlai, presi la rincorsa e gli saltai letteralmente addosso, abbracciandola tutta. “Cosa diamine ci fai qui? E poi che fine hai fatto?!” continuai, ridendo felice.
“Cosa ci fai tu qui! Sei cresciuta, quanto tempo! Hai ragione, non mi sono fatta sentire, ho perso il telefono e quindi anche il tuo numero, e ho disattivato Facebook! Quanto mi sei mancata!” mi rispose, altrettanto entusiasta.
“Mio Dio, mio Dio non ci credo!” dissi, abbracciandola.
“Emh, qualcuno può farci capire qualcosa?” chiese un biondino, Niall, credo.
“Ecco, io e lei siamo cresciute assieme, ma poi io mi sono trasferita, e allora abbiamo perso i contatti…” spiegai, tornando ad abbracciarla.
“Non ci credo Hope, tu, qui, io, Londra, è un sogno!?” disse Gabrielle.
Le si affiancò prontamente il biondino e l’afferrò per la vita. “No, non è un sogno, ma se non ti dispiace io avrei fame… potremmo andare a mangiare?!” disse, facendo ridere tutti.
“Sei sempre il solito ingordo!” disse il moro molto, molto attraente, di nome Zayn.


Ci recammo tutti nel giardino dove c’era la piscina, un tavolo da ‘pic-nic’, ed alcune sedie a sdraio. Quella casa era un sogno!
“Emh, ecco, io non avrei il costume!” annunciai, attirando tutta l’attenzione a me.
“Oh, sì hai ragione, te ne presto uno di Gemma, mia sorella…” disse Harry. “seguimi” continuò poi, prendendomi per mano.
Salimmo le scale ed entrai nella camera di sua sorella accompagnata da lui, che mi mostrò un cassetto pieno di costumi da bagno, a dir poco favolosi.
“Scegli tu!” disse, sorridendomi.
Annuii  e ne scelsi uno con il pezzo di sotto nero, e il pezzo di sopra turchese con dei fiori neri a fantasia.
“Ti mostro il bagno.” Disse ancora il riccio.
Entrai nel bagno, immenso come tutta la casa del resto, e misi il costume. Quando usci trovai Harry ad aspettarmi fuori la porta, quando mi vide mi guardò attentamente, fin quando non caddi in un imbarazzo profondo. Lui, accorgendosene, distolse lo sguardo e mi sussurrò un leggero “ti sta da favola!”
Ringraziai e tornammo dagli altri.


Erano già tutti in piscina e quando ci videro arrivare puntarono tutti lo sguardo verso di noi. C’era chi sghignazzava, chi si dava gomitate.
“Emh, tutt’ok?” chiesi.
“Lasciali stare, è che sono tutti dei coglioni.” Mi disse Harry, facendomi ridere.
Stavo tranquillamente andando a sdraiarmi per prendere un po’ di sole, quando mi sentii afferrare da dietro, dalle mani e dai piedi.
“Che cazzo succede!? Toglietevi dai coglioni!” sbottai, ridendo.
“Ehy ma mi hanno detto che sei miss finezza 2013, eh!” mi disse Liam, ridendo.
Risi anche io, di buon gusto.
“Dai, non buttatemi, vi prego.” Dissi, facendo il labbruccio, cercando invano di convincere quelle tre bestie quali Zayn, Harry, Liam.
“Tre…due…uno…” Sbam, in acqua.
“Stronzi! Vi odio!” dissi, ridendo e prendendo Harry per un piede, facendolo catapultare in acqua con tutti gli occhiali da sole.
Tutti scoppiarono a ridere quando Harry, tornato a galla, fece una faccia da cane bastonato ft. Demonio omicida.
Mi prese per i polsi ed istintivamente, dato il dolore, gettai un piccolo urletto accompagnato da un’imprecazione.
“Ehy scusa, non…non credevo di farti male.” Mi disse, mollandomi all’istante.
“No, ma che dici! Non… non mi hai fatto male, è che… niente, scusami tu!” dissi, mettendo sott’acqua i polsi.
Il suo sguardo incuriosito misto alla preoccupazione, squadrò la mia espressione e mi sollevò le braccia.
Gli altri erano rientrati, credendo, da perfetti pervertiti quali erano, avremmo fatto qualcosa di poco casto.
“Cos’hai fatto?!” mi chiese, guardando gli svariati tagli sul mio polso.
“Oh, niente.” Dissi, cercando di essere evasiva.
“Hope.” Mi richiamò.
“Che c’è?!”
“Parla.”
“No, Harry. Non preoccuparti per me, davvero, sto bene…” dissi.
“Però mi preoccupo. Promettimi di non rifarlo.”
“Non posso promettertelo, vorrei non rifarlo, ma purtroppo… non posso dirti che non lo rifarò.”
Hope, sappi che se hai bisogno di qualcosa, ecco, io sono qui. Okay, ci conosciamo da sì e no 2 ore, ma, voglio dire… sento di essere… essere in dovere di farti stare bene. Ed io voglio accertarmi di questo. Se ti serve una spalla su cui piangere, un consiglio, una persona a cui sorridere, anche se ti servisse un sacco da boxe, o qualcuno da picchiare, ecco, io sono qui.
“Grazie Harry.”
“Non devi ringraziarmi.” Disse, per poi abbracciarmi teneramente. Ricambiai il suo abbraccio.
“Andiamo di là, quei pervertiti si staranno facendo i peggio pensieri.” Dissi, ridendo e facendo ridere anche lui.
“Hai ragione, andiamo, carne e salsiccia ci aspettano!” disse, per poi salire sulla scaletta e porgendomi la mano per aiutarmi, che io afferrai molto volentieri.
Tornati in cucina, stavano tutti a fissarci.
“Ragazzi, non abbiamo fatto niente di male, ok? Non guardatemi come se fossi extra-terrestre.” Dissi, ridendo.
“Io e te ci sentiamo dopo.” Mi sussurrò Gabrielle. Sempre la solita doppio sensista, se esiste questo vocabolo.
Il pomeriggio passò così, tra tuffi in piscina, sole e musica.
“Hey ragazzi, rimanete anche stasera? Ordiniamo della pizza.” Annunciò Harry.
“Io passo, sto fuori da tutto il giorno, come minimo papà avrà chiamato ‘Chi l’ha visto?!’” Dissi scherzando.
“Passiamo anche noi.” Dissero in coro Danielle e Gabrielle.
“Sarà per la prossima volta.” Si accostò a noi Zayn.
“Va bene, allora ci sentiamo domani, Hope?!” mi chiese Harry.
Arrossi leggermente, dato che tutta l’attenzione era rivolta a me.
“Ehm, ok, ok!” dissi, abbassando lo sguardo. “Allora io vado con la mia piccolina.” Dissi, riferendomi alla moto.
“Sei uno spettacolo ragazza!” disse Louis. “Piacciono tanto anche a me, le moto.” Continuò.
“Allora un giorno di questi te la faccio provare.” Dissi, sorridendogli. “Ciao ragazzi, ci sentiamo! Gabr, lasciami il tuo numero, così ti invio il mio indirizzo.” Dissi, porgendo l’iphone alla mia amica.
Mi scrisse il suo numero e lo salvai in rubrica, dopo di ciò aprii la porta, salutai un’ultima volta ed uscii fuori casa.
“Ehy aspetta.” Sentii una voce chiamarmi. Harry.
“Dimmi riccio.”
“Domani ti va di andare a pranzo fuori?!”  mi chiese, grattandosi la nuca, imbarazzato.
Sorrisi teneramente, vedendolo in quello stato.”
“Certo, ti lascio il mio numero, fammi sapere a che ora.” Dissi, scrivendo il mio numero sul suo telefono e lasciandogli un bacio tenero sulla guancia. “Grazie di tutto.” Continuai, sorridendo ancora.
Salii sulla mia piccola e sfrecciai via da quella casa, lasciando un ragazzo dagli occhi magnetici e dei capelli selvaggi fuori casa a guardarmi andare via. 

Gaily's corner. 
Ciao ciao :33
Ho continuato, anche se nello scorso capitolo non ho avuto recensioni. Ma okay, fa nulla :)
Niente, in questo capitolo vediamo che Hope ha altri problemi, che purtroppo, tende a tenere nascosti molto bene. Che riguardino il suo passato? Eh, chi lo sa, magari se mi lasciate qualche recensione ve lo dico? :D 

SE AVETE DELLA FF, LASCIATEMI IL LINK QUI SOTTO.
PUBBLICIZZO E RECENSISCO, SE RICAMBIATE.
Gaily x 

 

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