D. come Draco, M. come Misogino.

di Alessandra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tradimento. ***
Capitolo 2: *** Al banco insieme. ***
Capitolo 3: *** Odio le donne !!! ***
Capitolo 4: *** Fuga da Hogwarts. ***
Capitolo 5: *** Hosgmeade. ***
Capitolo 6: *** Zabini. ***
Capitolo 7: *** Il ricatto. ***
Capitolo 8: *** Bugie. ***
Capitolo 9: *** Oh, no! ***
Capitolo 10: *** Memories... ***
Capitolo 11: *** Perché scappi? ***
Capitolo 12: *** Gelosia? ***
Capitolo 13: *** Cambio coppie! ***
Capitolo 14: *** Questo... cosa diavolo vuol dire? ***
Capitolo 15: *** Amicizia. ***
Capitolo 16: *** Il confronto. ***
Capitolo 17: *** Aiuto inaspettato. ***
Capitolo 18: *** Insicurezza. ***
Capitolo 19: *** Incontri & sospetti ***
Capitolo 20: *** Imperio! ***
Capitolo 21: *** Test di recupero... ***
Capitolo 22: *** Ammissioni. ***
Capitolo 23: *** Hosgmeade, the return. ***
Capitolo 24: *** La risposta. ***
Capitolo 25: *** Scacco Matto! ***
Capitolo 26: *** Tu sai cosa... ***
Capitolo 27: *** La pulce nell'orecchio. ***
Capitolo 28: *** La dichiarazione. ***
Capitolo 29: *** Piano B. ***
Capitolo 30: *** Una lunga, lunghissima giornata! ***
Capitolo 31: *** Secrets Revealed. ***
Capitolo 32: *** Iniziano i giochi! ***
Capitolo 33: *** Serpente dentro. ***
Capitolo 34: *** Rewind ? ***
Capitolo 35: *** Hate and Love. ***
Capitolo 36: *** Dolce Vendetta... ***



Capitolo 1
*** Tradimento. ***


                  D. come Draco, M. come Misogino      cap 1




“Per oggi può bastare, signor Malfoy, rimetti in ordine le tue cose e poi sei libero di tornare alla tua Sala Comune.” disse Minerva McGranitt, riordinando alcuni fogli sulla scrivania.
Malfoy fece come ordinato, prese i suoi libri e tutti gli esercizi di punizione appena svolti, mettendoli in ordine nella sua borsa. Non disse una parola, non aveva aperto bocca per tutta la serata. Era così furioso che se avesse parlato lo avrebbero espulso sicuramente.
“Buonanotte Professoressa.” disse, non appena pronto per andarsene.
“Buonanotte signor Malfoy, spero che la prossima volta non tenterai di copiare dai tuoi compagni ma ti applicherai maggiormente nello studio.” rispose severa l’insegnante.
Draco strinse la cinghia della sua borsa imprecando mentalmente.
Era stata tutta colpa del suo amico Blaise Zabini, aveva fatto cadere un libro nel momento sbagliato attirando l’attenzione di quella megera della McGranitt che lo aveva sorpreso a copiare da Pansy Parkinson, la sua ragazza.
“Ci ha tolto 20 punti quella fattucchiera!” pensò adirato, mentre chiudeva la porta e iniziava a scendere le scale che portavano ai sotterranei.
Entrò a grandi passi nella Sala Comune dei Serperde, completamente deserta tranne per una sua compagna di corso, Daphne Greengrass, che leggeva distrattamente una copia della Gazzetta del Profeta, noto giornale dei maghi.
Questa, non appena lo vide, saltò dalla sedia come se avesse preso la scossa.
“OH, DRACO!” urlò, agitata “COME MAI DI RITORNO COSì PRESTO?”
Malfoy la guardò infastidito “Che ti urli, Greengrass? Vuoi svegliare tutto il castello?”
Daphne divenne di tutti i colori.
“Scusami, è che non ti aspettavo così presto...” ripeté, abbassando la voce.
“Presto?” sibilò il Serpeverde “Le undici e mezzo ti sembrano presto?”
“Be'… di solito le punizioni finiscono per mezzanotte.” cercò di difendersi la compagna, in preda ad un'agitazione crescente.
Malfoy si avvicinò minaccioso e Daphne si azzittì all’istante.
“Si vede che non ci arrivi proprio... io non sono come gli altri, ricordatelo!” le rispose, con voce bassa e strascicata.
“Dai Blaise, sbrigati prima che arrivi...”
la voce di Pansy Parkinson squarciò il silenzio assoluto che si era creato in quel momento.
La testa di Draco scattò nella direzione della voce.
“Pansy? Ma cosa...” con pochi passi raggiunse i dormitori.
La Greengrass gli corse dietro “Draco, aspetta! Rimani un po' con me davanti al fuoco?”
“Neanche morto!” le rispose lui di rimando, entrando nella sua stanza.
Draco Malfoy divideva un’ampia camerata con due dei suoi compagni di corso: Theodore Nott e Blaise Zabini. E furono gli occhi scuri di un nervoso Zabini che lo accolsero al suo arrivo.
“Ciao Draco, non ti aspettavo prima di mezzanotte. Hai fatto presto...” gli disse il compagno, vedendolo entrare in stanza.
Draco lo guardò sospettoso.
“Che maledizione sta succedendo? C’è la Greengrass qua fuori che mi ha appena rotto un timpano per dirmi la stessa cosa!”
Blaise tacque.
“Ho sentito la voce di Pansy... è qui?” Malfoy si guardò intorno attentamente.
“Ma... Draco... che dici? Pansy qui, adesso? Avrai sentito male! ” sbottò l’amico, ridendo forzatamente.
Draco lo fulminò con gli occhi.
“So ancora riconoscere la voce della mia ragazza, non prendermi per un idiota!”
Blaise smise di ridere all’istante.
“E perché mai Pansy sarebbe venuta qui mentre tu non c’eri?”
“Già … perché mai?" ridisse Malfoy, con un tono gelido e tagliente "Per questo lo sto chiedendo a te.”
Blaise iniziò ad agitarsi “Draco, non vorrai insinuare qualcosa di sconveniente?!”
“Questo lo stai dicendo tu...”
Draco si mise a scrutare la stanza.
Il disordine era quello di sempre, vestiti un po’ ovunque, i libri di Blaise ammucchiati sulla scrivania, la divisa da Quidditch di Draco abbandonata sopra una sedia. Ma quello che attirò l’attenzione del ragazzo fu il letto di Blaise, era completamente disfatto e spiccava enormemente vicino al suo ed a quello di Nott che aveva passato la notte in infermeria per colpa di un raffreddore.
“Dormivi?”
Blaise si mise seduto sul ciglio del suo letto “Ci provavo...”
“Vedo.” fece qualche passo verso l’amico.
Si avvicinò a lui tanto da specchiarsi nei suoi occhi.
“Allora non avrai problemi a spiegarmi... questo...”
Draco fece un movimento fulmineo e tirò fuori da sotto il cuscino un indumento.
Era il reggiseno di pizzo di Pansy.
“Pansy! ”
Daphne Greengrass entrò come una furia nella stanza. Pansy era sdraiata sul suo letto intenta a limarsi le unghie.
“Ah, Daphne." cinguettò, giuliva "Grazie ancora per avermi coperta prima, se non avessi urlat…”
Ma la Greengrass la bloccò, agitata “Pansy, corri, penso che Draco e Blaise stiano facendo a botte! ”
Pansy si alzò di scatto “Che cosa?”
“Dalla Sala Comune ho sentito delle urla e un gran tonfo proveniente dal dormitorio maschile...”
La Parkinson fece una risatina stupida “Mi hai fatto prendere un colpo per così poco. Saranno stati Tiger e Goyle mentre giocavano a qualche stupido gioco.”
Daphne però non accennava a calmarsi.
“Tiger di solito non dice il tuo nome accompagnato dalla parola… puttana!”
Il sorrisetto di Pansy si spense in un attimo.
***
“Se non arriva entro cinque minuti, giuro che me ne vado!”
Harry Potter alzò mentalmente gli occhi al cielo, lui e la sua amica Hermione Granger stavano aspettando l’altro loro amico, Ronald Weasley, da almeno dieci minuti. Ed Hermione stava dando evidenti segni di impazienza.
“Mi aveva detto che era quasi pronto quando sono sceso io.” si giustificò Harry, sedendosi sulla sedia più vicina.
“Be'... non era così, evidentemente!” il sopracciglio di Hermione si alzò pericolosamente.
Proprio in quel momento, una chioma rossa apparve per le scale.
“Scusami Harry.” disse Ron, scendendo le scale due a due.
“Non riuscivo a trovare la cravatta...”
Hermione lo fissò, severa.
“Se non ci muoviamo, faremo tardi a Difesa contro le arti Oscure e dobbiamo ancora andare in Sala Grande a fare colazione!”
“Buongiorno anche te, Hermione.” disse lui, sarcastico “Non sapevo che mi stessi aspettando anche tu.”
Harry si alzò subito dalla sedia “Sì, l’ho convinta a farmi compagnia mentre ti aspettavo, ma tu ci hai messo un secolo!”
Dallo sguardo dei suoi amici, Ron convenne che forse fosse meglio non replicare.
Velocemente, con Hermione che ricordava loro ogni cinque secondi quanto fossero in ritardo, arrivarono al tavolo dei Grifondoro, in fondo alla Sala Grande.
Un brusio più forte del normale aleggiava nella sala.
“Ma che succede?” chiese Harry al suo compagno Dean Thomas.
“Non lo sai, Harry?” disse lui, con un mezzo sorriso, mentre Hermione e Ron si sedevano di fronte a lui.
“Sembra che ieri sera le Serpi si siano ammazzate fra loro!”
Anche Harry si mise seduto.
“Veramente?”
“Sì, Malfoy e Zabini, per la precisione.” continuò Dean, mentre addentava un toast.
Ron lasciò perdere le sue uova “Ci è rimasto secco qualcuno?” chiese speranzoso.
Hermione lo guardò scandalizzata “RON!” berciò, infastidita dall'uscita dell'amico. Anche se i Serpeverde erano odiosi, non avrebbe mai desiderato una cosa del genere.
“No, non hanno utilizzato le bacchette, è volato qualche cazzotto però...” rispose Dean, mimando con Seamus un incontro di boxe, facendo sorridere Harry.
“Be', peccato!” continuò Ron, ignorando l’amica che lo guardava arcigna.
“Da chi l’hai saputo, Dean?” chiese Harry, tra un boccone e l’altro.
“Tassorosso. Sanno sempre tutto quelle!”
Hermione lanciò uno sguardo fugace al tavolo Verde-Argento.
Draco Malfoy mangiava nervosamente seduto fra Tiger e Goyle, aveva un livido sulla guancia.
Dalla parte opposta invece stava seduto Zabini, non aveva toccato cibo e aveva un occhio gonfio.
“Pansy, per favore smettila!” disse Blaise, piuttosto infastidito, alla sua compagna che non accennava a smettere di piangere.
“Tu...tu non capisci... Draco mi ha lasciata!” singhiozzò lei, disperata.
“Meglio lasciata che ammazzata… credimi… e poi è stata tua l’idea di frequentarci di nascosto sotto i suoi occhi.” disse Zabini, senza neanche guardarla.
Pansy singhiozzò più forte sulla spalla della sua amica Daphne.
Malfoy, che nel frattempo aveva finito di mangiare, si alzò rumorosamente dal suo posto e così fecero i suoi scagnozzi.
L’attenzione della sala si concentrò su di lui.
“D...Draco aspetta, lasciami spiegare!” Pansy, vedendolo in piedi, gli si gettò praticamente addosso.
Malfoy la fulminò con gli occhi “Non toccarmi, lurida sgualdrina." sentenziò, con tono gelido e tagliente "Solo l’amicizia tra i nostri padri mi ha impedito di farti a pezzi ieri sera, ma potrei sempre ripensarci.”
Pansy lo lasciò andare, terrorizzata... quello sguardo le aveva sempre messo paura, ma in quel momento era semplicemente terrificante.
Rimase in mezzo alla Sala Grande, in lacrime, a vederlo andare via.
“Ehi, Calì, hai visto?”
Anche Grifondoro aveva la sua buona dose di pettegole. Lavanda non aveva perso tempo e, vista la scena tra la Parkinson e Malfoy, si era precipitata a spettegolare con la sua amica Calì Patil.
“Secondo te, lei lo ha tradito con Zabini?”
“Può darsi, visto che i danni maggiori li ha subiti lui...”
“Dopo pranzo chiederò ad Hannah le ultime notizie...”
Hermione guardò seccata le compagne, innervosita da tanta superficialità.



***

Ciao a tutti!!
Sono tornata con questa nuova storia che intendo dedicare ad un’autrice talentuosa di questo sito…la grandissima Ifigenia!!
So bene di non essere al suo livello, ma io mi sono impegnata pienamente.
Ho scelto questo pairing poiché, a mio parere, è uno dei più impegnativi… *oltre ad essere uno dei miei preferiti* ed a me le sfide piacciono !!!
Spero che vi piacerà.
Purtroppo il prossimo capitolo non potrò postarlo prima della prossima settimana, visto che domani parto per Amsterdam^^

Vi mando un bacione e un grazie speciale a chi leggerà.
Alessandra

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Capitolo 2
*** Al banco insieme. ***



                       D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 2°






"Malfoy, Zabini! " tuonò Piton, dividendo i due ragazzi che, sotto gli occhi increduli di tutta la classe, avevano iniziato a litigare ed insultarsi senza ritegno.
La faccia di Piton era livida da far paura ed il silenzio nell'aula assoluto.
"Via la bacchetta Signor Zabini, cinque punti in meno a Serpeverde." disse, a denti stretti.
Ron scattò verso Harry così velocemente da rischiare di dargli una testata.
"Incredibile!" soffiò all'orecchio dell'amico " Piton che toglie dei punti a Serpeverde?! Se me lo avessero raccontato non ci avrei mai creduto!"
Anche Harry ed Hermione erano stupiti, per non parlare della faccia sconvolta di Neville.
"Spero che le voci che mi sono arrivate su ieri sera siano infondate." continuò Piton duramente " I migliori studenti della mia Casa che litigano come dei comuni Babbani!"
Hermione sussultò a quelle parole, sentendosi parzialmente chiamata in causa. Ma non osò dire nulla, Piton sembrava fuori di sé dalla rabbia.
Anche i due Serpeverde sussultarono, ma per un motivo molto diverso da quello della Grifondoro. Infatti sia Malfoy che Zabini erano i rampolli delle famiglie più ricche ed antiche della comunità magica.
Piton puntò i suoi occhi neri su Malfoy " Da te non mi sarei mai aspettato questo comportamento. Non voglio più vedere una cosa del genere alle mie lezioni. Prendi subito le tue cose e spostati immediatamente al primo banco vicino alla signorina Granger."
Hermione giurò di aver sentito il suono della sua mascella sbattere sul banco.
Malfoy invece sbiancò "Ma... Professore!" esclamò schifato "Lei non può..." ma non finì mai la frase.
"Certo che posso!" sbottò Piton, zittendolo all'istante "Sono sempre un tuo Professore e se non mi ubbidirai subito sarò costretto a punirti!"
Sul viso di Blaise si delineò un ghigno che a Piton non sfuggì.
"Non riderei se fossi in te, Signor Zabini, visto che da oggi dividerai il banco con Paciock." sibilò, con voce melliflua ed un sorriso sinistro.
Il Serpeverde cambiò radicalmente espressione, mentre il povero Neville arrossiva per quell'insulto non troppo celato.
Hermione guardò sconvolta il biondo Serpeverde raccogliere con malagrazia le sue cose e dirigersi verso di lei con passo deciso. Malfoy era furioso almeno quanto Piton, per la sua incolumità (quanto per la sua media) constatò che sarebbe stato meglio ignorarlo. 
Al banco con il suo acerrimo nemico: Draco Malfoy... quella non era sicuramente la sua giornata fortunata. 
Dietro di lei, Harry e Ron avevano perso totalmente la parola, così come tutto il resto della classe.
Piton si voltò, dirigendosi alla cattedra "Questi saranno i posti definitivi per tutto il resto dell'anno..." disse minaccioso "... e se qualcun'altro proverà ad interrompere nuovamente la mia lezione, pulirà il mio archivio di pozioni per tutta la settimana.” 
Hermione guardò con la coda dell'occhio il suo nuovo compagno di banco. Era dal secondo anno che stava al banco da sola a Pozioni, ad eccezione che per svolgere esercizi o ricerche di studio. Lo aveva scelto lei, un po' per non avere distrazioni durante le lezioni di Piton, e poi per non far copiare le sue pozioni ad Harry e Ron o non avrebbero mai imparato a farne una decente.
Adesso invece avrebbe condiviso il suo amato banco con qualcuno... e non con uno studente qualunque, ma con il ragazzo che più la disprezzava in tutta Hogwarts.
Malfoy guardò Piton con aria di sfida. Non si era girato neanche una volta verso Hermione e non aveva fatto alcun rumore sedendosi. Sembrava quasi un fantasma, pallido e furioso.
Ad Hermione sembrò quasi che fosse ancora seduta al banco da sola.
"Prendete il libro a pagina 275.” disse Piton, riscuotendo la ragazza da quei pensieri. Si abbassò per prendere il libro nella borsa, quando la sua mano sfiorò inavvertitamente il braccio del Serpeverde.
Draco di voltò di scatto verso di lei. Hermione si ritrovò a fissare due occhi grigi e freddi che le mozzarono il respiro.
"Non toccarmi mai più…” le sibilò, facendola rabbrividire per un attimo.
"Ehi, Malfoy...” sussurrò Ron dietro le spalle dell’amica, prima che lei potesse rispondergli “Se darai fastidio o offenderai Hermione in qualche modo io...”
Malfoy si girò lievemente per guardarlo in faccia "Tu cosa? Sto tremando dalla paura, Lenticchia...” gli rispose, con un ghigno crudele.
Ad Hermione, in quel momento, Malfoy sembrò come un gigantesco serpente a sonagli, pronto a mordere in qualsiasi momento.

"…gli ingredienti speciali li troverete nella dispensa, per le dosi guardate la lavagna. Avete un’ora da ADESSO…

Piton, mentre era distratta, aveva assegnato la pozione del giorno... e lei non aveva neanche preso il libro. Malfoy, accanto a lei, stava già accendendo il fuoco sotto al suo calderone.
"Non sono stata attenta, maledizione! Adesso Piton mi punirà davanti a tutta la classe!” pensò disperata, mentre sfogliava il libro per prendere la pagina indicatagli dal professore.
Aveva appena trovato la pozione giusta che una frase la ghiacciò sulla sedia.
"Menomale che tutti ti credono intelligente... Mezzosangue…”
Era stata pronunciata con una voce così bassa che né Ron, né Harry, l’avevano udita. 
Hermione si morse un labbro per non affatturarlo seduta stante per come l'aveva chiamata. Doveva resistere. Doveva ignorarlo e preparare la pozione invece di essere sicuramente punita da Piton. Così, trovata la pagina interessata, prima che il professore iniziasse a girare fra i banchi, iniziò a prepararla senza degnare Malfoy di uno sguardo.
L'ora sembrò non finire più...
Dopo cinquanta minuti, la pozione di Hermione riposava pigramente nel calderone fumante.
La ragazza la fissò un po' perplessa. Il libro diceva che a cottura ultimata la pozione dovesse divenire di colore lilla, ma la sua era di un rosa pallido.
"Dove ho sbagliato?” disse borbottando tra sé e sé, sfogliando il libro di testo.
"L’essenza di lacrime di Fenice...”
La soluzione le era stata appena detta, anzi, sussurrata al suo orecchio destro.
Si voltò, stupita, trovandosi (per la seconda volta ) due freddi occhi grigi fissi nei suoi.
"Grazie Malfoy, so ancora fare una pozione!” disse lei con aria sostenuta, cercando di nascondere un lieve disagio. Malfoy non le aveva mai rivolto la parola se non per insultarla o umiliarla.
Il Serpeverde ghignò “Lo vedo! Discreta pozione, Granger, peccato per il pallore...” le rispose, incrociando le braccia.
Hermione strinse i denti, cercando di soffocare l'istinto di strozzarlo con quel cravattino verde-argento.
"Guarda la mia e rifatti gli occhi…” continuò il ragazzo compiaciuto, con aria di superiorità.
Hermione, scocciata, lanciò uno sguardo al calderone del compagno e... quello che vide, le fece sgranare gli occhi per la sorpresa.
La pozione di Malfoy era perfetta, giusto il colore, giusta la densità, anche l’odore un po' acre sembrava quello descritto nel libro.
"Visto?” disse il ragazzo, aspettandosi da un momento all'altro una scenata isterica della Mezzosangue.
Hermione guardò il compagno “Come hai fatto? È perfetta…” gli disse, senza riuscire a trattenersi.
Il ghigno di Draco si spense in un attimo. La Granger non era invidiosa della sua pozione, non era infuriata per aver fallito davanti a lui… no, era sinceramente stupita. Questo da una come lei non se lo sarebbe mai aspettato.
La sua espressione ammirata lo infastidì parecchio.
"Ti ho detto che cosa mancava alla tua...ora levati da piedi!” disse bruscamente, iniziando a prendere la borsa.
" Hai detto Essenza di lacrime di Fenice, no? L'ho messa anch'io, quindi non capisco perché la mia pozione non sia come la tua." protestò vivacemente Hermione.
Draco sbuffò "Scommetto che hai messo due gocce invece che tre!” le disse senza guardarla, mentre Piton iniziava a camminare tra i banchi per dare i voti.
"Come tre? Il libro diceva due!” sussurrò Hermione, con forza, cercando di non attirare l'attenzione del professore.
Malfoy la guardò con disgusto “Sei troppo legata ai libri, Mezzosangue…” le disse con cattiveria.
Hermione sussultò d'ira “Non chiamarmi così! ” gli rispose, stringendo i pugni.
"Thomas, Desolante…” disse Piton, passando alla loro fila di banchi.
"Finnigan, Scarso...”
"Paciock, Desolante..."
"Zabini, Oltre Oltre Previsione..."
Un altro sussurro attirò l'attenzione di Hermione.
"Dovresti usare l’'istinto, ma la feccia come te non sa nemmeno che cosa sia...” continuò Malfoy, affondando un altro colpo.
Hermione fece un bel sospiro, aveva le guance rosse per la collera.
Malfoy stava sicuramente cercando di farla punire, quindi non doveva ascoltarlo né tantomeno rispondere alle sue provocazioni. 
"Goyle, Accettabile...” 
Ron diede una gomitata ad Harry "E quella sostanza melmosa sarebbe Accettabile? Sembra vomito di Drago! ” sussurrò, contrariato.
"Weasley... " disse Piton, trucidandolo con lo sguardo "... Scarso! "
Le orecchie di Ron si tinsero di rosso, la sua pozione non era perfetta, ma era sicuramente meglio di quella di Goyle che stava lentamente prendendo fuoco. 
"Potter…” lo sguardo di Piton lo trapassò da parte a parte “Accettabile.” 
Harry rimase impietrito sulla sedia mentre Piton lo superava. Era la prima volta, da che era iniziato l’anno, che Piton gli dava la sufficienza. 
Ron gli regalò uno sguardo colmo di invidia.
”Granger, Oltre Ogni Previsione.”
"Malfoy, Eccezionale! L’unico di oggi direi…” finì il professore, con voce strascicata.
Draco ghignò in direzione di Hermione ma la ragazza non lo degnò di uno sguardo, infatti si era voltata sorridente verso i suoi amici, tutta presa dal misero voto di Potter. "Bravissimo Harry, una “A”... ero sicura che prima o poi ce l’avresti fatta!” le sentì dire allo Sfregiato.
Distolse subito lo sguardo, disgustato da quello che aveva sentito.
"Per la prossima volta voglio una ricerca completa sulla Pozione Invecchiante, che sarà l'argomento che affronteremo.” disse improvvisamente Piton, dopo aver distribuito la sua dose giornaliera di “D” ed “S”.
Draco prese le sue cose e fece per alzarsi dal banco, quando la voce di Piton lo bloccò. 
"…il lavoro dovrà essere svolto in coppie.” Piton guardò prima Zabini e poi Malfoy “...con il vostro compagno di banco”.
I libri di Hermione e la borsa di Malfoy caddero a terra nello stesso istante. 
Poco dopo, nel tragitto verso l’aula di Trasfigurazione, Ron espresse tutto il suo disappunto. 
"Piton era strano oggi, non trovate? Dare una “A” ad Harry, impossibile! Ha tolto anche i punti alla sua casa, solo con me è stato pessimo come al solito… e la mia pozione non era neanche lontanamente orrida come quella di quel gorilla di Goyle.” 
Harry lo guardò male “Grazie Ron, è bello condividere con te queste piccole gioie!” 
"Oh, Harry. Ti prego non ti ci mettere anche te!” continuò Ron, sedendosi goffamente al suo banco di Trasfigurazione “Non recupererò mai quella “S”
Hermione era rimasta per tutto il tempo in silenzio.
"Ci vediamo alle tre in Biblioteca, sii puntuale Mezzosangue... o te ne pentirai!” 
Le aveva sussurrato il biondo Serpeverde prima di andarsene, lasciando la Parkinson a rodersi per la gelosia.
Hermione era seriamente preoccupata. Come avrebbe fatto a preparare un’intera ricerca con quel cretino di Malfoy? Certo, era un discreto pozionista, ma una ricerca era tutta un’altra cosa. Inoltre lo odiava, odiava il suo ghigno canzonatorio e crudele, odiava il suo modo di essere… così perfetto e bigotto da far accapponare la pelle.
Avrebbe preso una “T”, ne era sicura, altro che la “S” di cui si lamentava Ron.
Finalmente arrivò l’ora di pranzo ma Hermione era così nervosa per quello che l’aspettava quel pomeriggio che non riuscì a mettere niente sotto i denti, le si era chiuso lo stomaco.
"Non ti senti bene?” le chiese Harry, notando il suo piatto vuoto. Ron si voltò verso di lei con la bocca piena di cibo.
Hermione sospirò, magari fosse stata male "No, Harry, sono solo preoccupata per quella ricerca di Piton, ho paura che Malfoy mi faccia prendere un’insufficienza.” rispose all'amico, aggiungendo un altro sospiro.
Harry le sorrise, rassicurante “Per quanto odioso sia, rimane il fatto che Malfoy sia abbastanza bravo a pozioni, quindi la tua media è al sicuro. Pensa che io ho Ron come compagno, come minimo ci prenderemo una bella “D”. 
Ron, con la bocca ancora piena, fece ad Harry un gestaccio.
"Comunque, se Malfoy osa offenderti o darti fastidio in qualsiasi modo, ci penseremo noi a rimetterlo a posto!” puntualizzò Ron, non appena la sua bocca fu capace di articolare una frase senza sputacchiare cibo ovunque.
Hermione sorrise.
"Grazie ragazzi!" disse, un po' rincuorata.




***


Ciao a tuttiiii.

Sono tornata ieri sera da una super città che consiglio a tutti di vedere.

Amsterdam è la città più bella che abbia mai visto!!!

Andateci!!!!!!

Comunque, tornando a noi.

Volevo ringraziare:

gemellina

pikappa93

Elizabeth9

kucciolaflea

8marta8

Che sono state così carine da lasciarmi un commento la volta scorsa.

Grazie mille, spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto.

 

Un bacione.

Alessandra



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Capitolo 3
*** Odio le donne !!! ***


D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 3°



Note cap:  Volevo fare gli auguri ad una persona speciale che il 14 giugno ha compiuto gli anni, è una ragazza sensibile e con molto talento...

Ci tenevo a farla conoscere a chi già non la conosce...

Auguri a Elizabeth9, anche se in ritardo e me ne scuso!!

Con affetto, ti dedico questo capitolo… Buona lettura...

Draco Malfoy saltò direttamente il pranzo. Quanto successo nelle ultime ventiquattro ore lo aveva sconvolto, Pansy aveva osato tradirlo proprio con uno dei suoi migliori amici e sotto i suoi occhi, per giunta. Non era innamorato di lei, ma era sempre di sua proprietà… proprietà di un Malfoy e vedersela soffiare da sotto il naso da uno che pensava fosse suo amico lo aveva fatto riflettere. Inoltre ci si era messo anche Piton, lo aveva messo al banco insieme alla Mezzosangue-Granger, una cosa inaudita. E quel pomeriggio avrebbe anche dovuto rivederla per preparare quella stupida ricerca di Pozioni… peggio di così…
Guardò distrattamente fuori dalla finestra, un timido sole di Novembre e la mancanza di vento lo convinsero a fare una passeggiata nel parco. Almeno sarebbe riuscito a stare un po' da solo in santa pace senza pensare che chiunque gli fosse intorno lo stesse ingannando. Ma quella non era decisamente la sua giornata fortunata, infatti, non fece in tempo ad arrivare al Lago Nero che una voce conosciuta lo fece nascondere velocemente dietro l’albero più vicino.
“Tu che ne pensi, Daphne? Adesso dovrà anche studiarci insieme… e... se si piacessero?”
La voce di Pansy arrivò distintamente alle sue orecchie, come anche la risposta.
“Ma che dici? Draco insieme alla Granger? Non si metterebbero insieme neanche se fossero le ultime due persone sulla faccia della terra!”
Ma Pansy non sembrava troppo convinta. “ Dici che posso stare tranquilla? E se Draco invece ci provasse con lei per vendicarsi?”
Daphne rimase in silenzio per qualche secondo, come se stesse valutando la cosa. Malfoy assottigliò gli occhi.
"In effetti... sarebbe proprio da lui!" rispose infine, facendo disperare Pansy ancora di più.
“Ma dai Pansy, non fare così! " esclamò Daphne " Se stessimo parlando di una qualunque ne avresti tutte le ragioni. Ma stiamo parlando della Mezzosangue! Draco non ci proverebbe con lei neanche per vendicarsi di te!"
Draco strinse la sua bacchetta, l'impulso di uscire allo scoperto e schiantarle si era fatto sempre più forte. Ma doveva resistere. Stava involontariamente venendo a conoscenza di un modo per farla pagare a quell'oca. Anche se il solo pensiero lo fece rabbrividire.
"Secondo me puoi stare tranquilla..." disse infine Daphne, iniziando ad incamminarsi per il sentiero " Draco non si avvicinerà mai a quel topo da biblioteca! Quei denti da castoro le donavano così tanto... ricordi?”
Delle risa sguaiate si diffusero nell'aria.
Un tempo Draco avrebbe riso a quella battuta ma, in quel frangente, le avrebbe invece affogate volentieri nel Lago Nero. La cosa che desiderava di più in quel momento era umiliare quella sgualdrina della Parkinson e quel traditore di Zabini. E forse, almeno per Pansy, aveva capito come fare.
Un inconfondibile ghigno comparve sul suo volto.
“Sei in ritardo, Mezzosangue… avevo detto alle tre!” Draco Malfoy accolse Hermione in Biblioteca seduto elegantemente tra i vecchi tavoli di quercia. Ovviamente, con lo sguardo colmo di disprezzo.
“Quante storie, Malfoy!” replicò Hermione, stizzita per come l’aveva chiamata “Sono le tre e due minuti, non mi sembra di essere in ritardo.”
Malfoy la fulminò con lo sguardo “Sono le tre e cinque minuti… ed io odio aspettare!”
Hermione si mise accanto a lui “Ed io invece odio perdere tempo, forza, iniziamo!” disse con voce ferma e sostenuta.
Malfoy afferrò bruscamente la sua borsa senza replicare, quando con la coda dell’occhio vide due ragazze che conosceva molto bene, osservarli da dietro la libreria.
“Bene, bene… adesso mi diverto un pochino.” pensò, ghignando soddisfatto.
Hermione, intanto, aveva già preparato tutti i libri e tirato fuori pergamene, piuma e calamaio. “Allora, Malfoy, come intendi strutturare la ricerca?” chiese, con tono professionale.
Draco la guardò storto “Ma che domanda è? Allora Malfoy, come intendi strutturare la ricerca?” la scimmiottò irato “Iniziamo a scrivere gli ingredienti, no?”
Hermione chiuse con uno scatto pericoloso il libro che stava sfogliando proprio nello stesso secondo in cui Draco era impegnato a darsi dell'idiota. Se voleva vendicarsi di Pansy far arrabbiare la Granger era l'ultima cosa da fare. Al contrario, avrebbe dovuto essere gentile con lei, anche se solo l'idea gli dava la nausea.
“Senti, Malfoy...” sibilò Hermione, furiosa “Se non vuoi che ti schianti sul momento, ma soprattutto un’insufficienza in Pozioni, ti conviene collaborare con me, intesi?”
Draco guardò la Grifondoro. Poteva farcela.
Si piegò in avanti, avvicinandosi pericolosamente al viso della ragazza quasi volesse baciarla “Intesi, Granger...” rispose, con voce intensa e senza ombra di scherno.
Hermione avvampò di colpo, non aspettandosi un cambio così repentino ma, soprattutto, così tanta remissività. In più in quel momento Malfoy era decisamente troppo vicino, poteva sentire chiaramente il suo profumo freddo e pungente.
Intanto, dietro la libreria, qualcuno aveva guardato allarmato tutta la scena.
“Hai visto, Daphne?!” sussurrò Pansy, preoccupata.
“Calmati, Pansy, magari le ha solo sibilato qualche insulto, lo sai come fa Draco!”
“Spero che tu abbia ragione...” pigolò Pansy, stringendo convulsamente la mensola della libreria dietro la quale si nascondeva.
“Allora...” Hermione riprese il controllo della situazione, anche se Draco continuava a fissarla con un ghigno stampato in faccia. Per un attimo, infatti, il Serpeverde aveva letto del disagio nei suoi occhi e questo gli rendeva la cosa ancora più divertente.
“Volevi iniziare a scrivere da cosa è composta, no? Quindi dobbiamo cercare gli ingredienti nei libri.” continuò la ragazza, ignorando la sua espressione canzonatoria ed iniziando a scrivere sulla pergamena.
Malfoy decise di non infierire, almeno per il momento. Le fece un cenno affermativo con la testa, prima di mettersi anche lui al lavoro.
Lentamente passarono le ore ed i due neanche se ne accorsero...
Malfoy era diventato, man a mano che il tempo passava, un po’ meno scontroso del solito. Convenne Hermione, fissandolo distrattamente mentre lui scriveva degli appunti su di una pergamena.
Draco guardò l’orologio, notando i tavoli vuoti accanto a loro “Se ne sono andati tutti a cena!" esclamò, posando la sua piuma "Penso che per oggi possa bastare.”
Anche Hermione guardò l’ora “Accidenti, è già così tardi?” disse, quasi stupita di aver passato tutto quel tempo con Draco Malfoy senza uccidersi a vicenda.
“Ci vediamo domani alla stessa ora?” chiese poi al Serpeverde.
Malfoy si guardò intorno, Daphne e Pansy dovevano essersene andate “No, domani ho gli allenamenti con la squadra.” le rispose distrattamente, tornando al suo tono freddo e distaccato.
Hermione alzò un sopracciglio “Dopodomani allora...” disse, notando nuovamente il suo cambio repentino di umore. Malfoy era forse lunatico? Si chiese....
“No, ho da fare!”
Oh sì, era decisamente lunatico... pensò, cercando di non litigare con lui proprio quando erano riusciti ad instaurare una sorta di armistizio. Anche se questo non avrebbe giustificato i suoi capricci.
“Che cosa ha da fare sua maestà? Vuole prendere l’agenda?” gli chiese piccata, incrociando le braccia.
Malfoy la fissò intensamente, la Granger era un osso duro, sarebbe stato meglio assecondarla almeno fino alla fine della ricerca “Ok, facciamo dopodomani. Prima la finiamo, meglio è!” le rispose, senza distogliere lo sguardo da lei.
Hermione invece abbassò il suo.
“Che diamine ha da guardare?” pensò, alquanto turbata.
“Sai, Granger...” disse ad un tratto Malfoy al suo orecchio, facendola rabbrividire “Penso che un Eccezionale in Pozioni a fine anno non ce lo toglierà nessuno, ovviamente... se continueremo a stare in coppia insieme...”
Prima che Hermione potesse dire o fare qualcosa Malfoy si voltò e, con la borsa in spalla, si diresse elegantemente alla porta.
Draco si diresse in Sala Comune per andare a posare la borsa prima di andare in Sala Grande a mangiare. Non appena vi mise piede, sentì distintamente le voci di alcune ragazze parlottare fra loro ed interrompersi alla sua vista. Tra queste, spiccavano la testa corvina di Pansy e quella bionda di Daphne.
Draco ghignò soddisfatto, sapendo perfettamente di chi stessero parlando.
Tirò dritto verso il dormitorio maschile.
“Ehi, Draco! Sono appena tornato e purtroppo ho saputo che cosa è successo...” Theodore Nott lo accolse in stanza, era appena tornato dall’infermeria.
Draco lo fissò, gelido. Ecco un altro problema all'orizzonte. “Mai fidarsi degli amici… hai visto?” gli rispose, posando la borsa.
“Sì, mi hanno detto di Blaise...” disse Theodore, incupendosi.
Malfoy gli si avvicinò minaccioso “Ah sì? E dimmi… tu ne sapevi niente di questa storia? ”
Nott non si scompose “No Draco, io sono tuo amico e non l’avrei tollerato.” gli disse risoluto.
Malfoy rise sprezzante.
“Amico? Io non ho amici... a quanto pare...” detto questo, se ne andò sbattendo la porta, lasciando Nott a guardarlo sconvolto.
“Ehi, Hermione!” trillò Ginny Weasley non appena la vide arrivare, era seduta in Sala Grande vicino ad Harry e Ron.
“Ciao Ginny.” la salutò lei allegramente.
“Finalmente!” si intromise Ron, con un'espressione seccata. Hermione lo guardò sorpresa mentre si sedeva.
“Perché hai quella faccia?” chiese, intuendo già la risposta.
Harry intervenne imbarazzato. “Non preoccuparti Hermione, Ron è un po’ nervoso, tutto qui! Avevamo paura che ti fosse accaduto qualcosa... visto che di Malfoy è meglio non fidarsi.”
Nell'udire quelle parole la ragazza sorrise imbarazzata a Ron, facendogli diventare le orecchie scarlatte.
"Sono ancora viva... a quanto pare." rispose poi, versandosi del succo di zucca.
“Allora? Com’è andata?” chiese Harry, bonariamente ma con una punta di curiosità.
Hermione ci pensò su “Non è stato così terribile come pensavo.”
“Non vi siete insultati neanche un pochino?” si intromise Ginny, anche lei curiosa.
Ron guardò Hermione perplesso.
“Giusto un po', ma poi ci siamo messi a studiare.” rispose lei, rimanendo evasiva.
Cercò di non ripensare al suo viso mentre le si avvicinava... e alla sua voce calda che sussurrava nel suo orecchio. No, non era decisamente una buona idea arrossire in mezzo a tutti i suoi amici mentre parlava di una ricerca di Pozioni.
“Su, mangiamo, ho una fame!” disse forzatamente, riempiendosi il piatto di stufato e patate.
“Sì, mangiamo, dai!” disse Ron, prendendo delle patate da un piatto vicino.
“Ron, ridammi le mie patate!” ruggì Ginny, arrabbiata.
“Ma dai, Ginny, ne ho prese giusto un paio.”
Hermione rise insieme ad Harry, mentre Ginny strappava il piatto dalle mani avide del fratello.
Due occhi grigi avevano osservato tutta la scena, era arrivato a tavola solo pochi istanti prima della Grifondoro. Malfoy rimase qualche secondo a fissarla, a metà fra l'incuriosito e lo schifato mentre lei rideva insieme ai suoi amici Grifondoro... Era una ragazza veramente strana quella Granger. Doveva ammetterlo.
“Senti, Draco...” disse Tiger alla sua destra “Sai se Theodore è tornato? L’hai visto?”
Draco distolse lo sguardo dalla Granger.
“Sì, è tornato.” rispose gelido, prima di iniziare a mangiare.
In quel momento entrò in Sala Grande Zabini. Senza degnare nessuno di uno sguardo, si mise dall’altra parte del tavolo. Anche da quella distanza Draco riuscì a vedere distintamente il piccolo messaggino d’amore che gli aveva lasciato il giorno prima.
Ghignò, addentando un pezzo di sformato.
Il giorno seguente, dopo le lezioni, Hermione si concesse una lunga passeggiata nel parco con Ginny.
“Insomma, quando devi rivedere Malfoy? Domani?” chiese Ginny interessata, mentre camminavano tra l’erba.
“Ancora, Ginny?” rispose Hermione, scocciata. “Perché mi chiedi sempre di Malfoy? Ti sei presa una cotta per lui, per caso?”
Ginny la guardò scandalizzata.
“Non scherzare, lo sai che amo Harry... solo che Malfoy, anche se è un bastardo arrogante, è uno dei ragazzi più affascinanti della scuola. Volevo solo sapere le tue impressioni.” finì, un po' imbarazzata.
Hermione la guardò pensierosa “Sarà anche carino…” Ripensò al suo viso “Ma ricordati che la bellezza non è tutto!” disse convinta.
Ginny guardò in alto “Però anche l’occhio vuole la sua parte.”
Camminando, senza rendersene conto, erano arrivate davanti allo stadio di Quidditch.
“No Ginny, non mi va di entrare, andiamo da Hagrid!” disse Hermione, non appena scorse da lontano una maglia Verde-Argento ed un viso conosciuto.
"Ma dai, Hermione." rispose Ginny, con un'alzata di spalle "...non saremo le sole a guardare, anche loro vengono a vederci giocare a volte...”
Hermione la guardò male “Ad innervosire Ron, semmai…”
“Sì, fanno anche quello.” ammise Ginny, trascinandola nello stadio “Ma io sono troppo curiosa di vedere il loro nuovo battitore.”
Hermione sgranò gli occhi “Hanno un nuovo battitore?”
"Sì, ho sentito Ron che ne parlava ad Harry, pare che sia uno del vostro anno.” le rispose l'amica, lasciandole il braccio.
Hermione, perplessa, seguì Ginny fra le alte gradinate. Si misero il più in alto possibile, per vedere meglio.
“Non posso crederci!” esclamò Ginny, non appena si accomodarono. “Il nuovo battitore è Zabini!”
Blaise sfrecciò in quel momento davanti a loro. Hermione alzò lo sguardo.
Sopra di loro torreggiava Malfoy.
Si era accorto quasi subito dell’arrivo delle due Grifondoro, due puntini Rosso-Oro tra quasi tutte divise Verde-Argento.
Il suo sguardo si puntò su Hermione “Chissà che cosa è venuta a fare qui…” pensò sorpreso.
“Insomma, dopo tutto quello che si è detto su di lui, lo fanno anche entrare nella squadra? Dovrebbe essere un fuoriclasse.” Ginny aveva iniziato ad esprimere le sue perplessità sull’entrata in squadra di Zabini.
Hermione lanciò uno sguardo gelido a Malfoy “Che ti aspetti da dei serpenti?”
Proprio in quel momento, arrivò un gruppo di ragazze Serpeverde. Tra loro spiccava Pansy Parkinson.
“Che ci fai qui, Mezzosangue? " esclamò la Serpeverde, non appena le vide " La tua amichetta stracciona ti vuole insegnare a volare?” rise sprezzante della sua stessa battuta...
“Ignorala, Ginny.” sussurrò Hermione, cercando di tranquillizzare l'amica. Ginny tornò a guardare nervosamente i giocatori, anche se aveva tirato fuori la bacchetta dalla giacca.
“Non mi rispondi, Mezzosangue?” insistette Pansy.
Hermione continuò ad ignorarla.
La Serpeverde si avvicinò minacciosa, seguita dalle sue amiche.
Puntò il dito verso Hermione “Ascoltami bene, secchiona, se scopro che durante le lezioni di Pozioni tu ci provi con il mio ragazzo io…” ma non finì la frase.
Draco Malfoy era appena atterrato fra loro.
“Se stai parlando di me … “iniziò il Capitano dei Serpeverde, con voce glaciale “Ti stai sbagliando Pansy, io non sono assolutamente il tuo ragazzo, posso fare come voglio.”
Pansy si fece piccola piccola “Draco, io lo facevo per te, in modo che non ti stesse troppo addosso.”
Malfoy la guardò, gelido “L’unica che non voglio addosso sei tu, Pansy.” rispose tagliente.
Hermione e Ginny erano rimaste a guardare sconvolte lo scambio di battute fra i due Serpeverde, prima che Malfoy attirasse la loro attenzione rimontando in scopa e sfrecciando accanto a loro.
Si fermò a mezz'aria vicino ad Hermione.
“Vuoi fare un giro, Mezzosangue? ” chiese, cambiando tono, ma mantenendo il suo sguardo di ghiaccio.
Hermione lo guardò male “No, Malfoy, fino a che mi chiami in quel modo non voglio avere niente a che fare con te!”
“Come osi, zannuta…” sbottò Pansy, verde di gelosia.
Malfoy le regalò uno sguardo di sfida "Va bene...” disse, con un lieve sospiro “Vuoi salire per fare un giro…ehm... Hermione?”
Il silenzio calò per lo stadio.
Pansy era rimasta a bocca aperta, mentre Hermione lo guardò smarrita. Era la prima volta che Malfoy la chiamava per nome da che lo conosceva.
“Ad Hermione non piace volare.” intervenne Ginny, in aiuto dell’amica.
Pansy ritrovò la voce “Sapevo che eri solo un topo da biblioteca, ed i topi infatti non volano!”
Hermione la guardò con sufficienza “Ma i topi non strisciano come i serpenti… almeno non come te.” poi si rivolse al biondo Serpeverde “ Accetto l’invito! Ginny, noi ci vediamo al castello.” detto questo, diede la mano a Malfoy che l'aiutò a salire sulla scopa.
“C...Cosa? Hermione! Dove vaiii?” urlò Ginny, sconvolta. Ma Hermione era già lontana, mentre il resto della squadra si avviava agli spogliatoi.
Pansy schiumò dalla rabbia, con Daphne che cercava inutilmente di calmarla.
“Per favore, RALLENTA!” urlò Hermione disperata, aggrappata alla schiena di Malfoy. Lui rallentò e atterrò sotto un grosso faggio, lontano dallo Stadio.
Hermione scese, pallida in viso.
Ma cosa le era preso? Solo per fare un dispetto alla Parkinson non solo aveva lasciato Ginny allo stadio, ma era anche salita sulla scopa con Malfoy... e lei odiava volare.
“Ma come, prima dai prova di tanta audacia e poi ti senti male dopo cento metri?” la canzonò Malfoy.
“Taci, per favore, nessuno ha chiesto la tua opinione.” rispose Hermione, allentando la sua cravatta.
Malfoy accennò un lieve sorriso. La Granger gli sembrò realmente scossa. Non avrebbe mai creduto che la Mezzosangue fosse così fifona, soprattutto per una cosa così bella come il volo.
“Hai davvero paura di volare?” le chiese, questa volta senza ironia. Hermione percepì il suo tono e si voltò a guardarlo con un'espressione sorpresa.
“Non proprio, solo della velocità e del vuoto che si prova quando si scende in picchiata, diciamo che non ho mai amato le scope...” spiegò nervosamente.
Dopo che si fu ripresa, Hermione lanciò uno sguardo penetrante al Serpeverde.
“Come mai mi hai invitata a fare un giro? Credevo che ti vergognassi a farti vedere con una sangue misto come me” disse cinica.
Malfoy la guardò con sufficienza “Mi andava e basta… è una colpa?”
“Certo che no...” Hermione lo guardò un po’ in imbarazzo, forse lo aveva giudicato troppo duramente, alla fine non c’era nulla di male nel fare un giro su di una scopa. Non le aveva mica chiesto di uscire, anche se la faccia compiaciuta di Malfoy e quella verde di invidia della Parkinson, non l’avevano convinta del tutto. C’era qualcosa sotto, alla fine era sempre Malfoy il ragazzo che, dopo anni di insulti, aveva invitato proprio lei sulla sua scopa. Incuriosita, Hermione decise di scoprire il motivo di quel gesto così insolito.
“Sai Malfoy...” iniziò risoluta “…ho notato che ultimamente hai problemi con i tuoi compagni, soprattutto con Pansy, pensavo fosse la tua ragazza, che cosa è succ…”
Ma le parole le morirono in gola, Hermione aveva fatto il passo più lungo della gamba…
Il braccio di Malfoy scattò verso di lei, ma invece di colpire la ragazza, diede un pugno al faggio.
Hermione sussultò, spaventata.
“Non sono affari tuoi, Mezzosangue!” sbottò inviperito, "Sei pettegola, come tutte le donne ! Ed io... odio le donne!” detto questo risalì sulla scopa, mollandola sconvolta in mezzo al parco.
“Ed Hermione ha accettato?” tuonò Ron, comodamente seduto nella sua Sala Comune. Ginny saltellò sul posto, in preda all’ansia “Sì, te l’ho già detto, sono andati via insieme!”
Harry si alzò preoccupato, seguito subito dall'amico “Va bene, andiamo a cercarla.” annunciò, pronto a spaccare la faccia a Malfoy se fosse successo qualcosa ad Hermione.
Erano appena usciti per il corridoio, che incontrarono proprio Hermione.
“Ma che ti dice il cervello?” sbottò Ron, andandole incontro.
La ragazza lo guardò confusa, ma poi vide Ginny dietro all’amico e capì. Harry la stava guardando preoccupato e allo stesso tempo sorpreso di vederla ancora tutta intera.
“Hermione, stai bene?” trillò Ginny, sbucando da dietro il fratello.
Hermione sorrise di tutta quella agitazione “Tutto bene ragazzi, lasciatemi spiegare...”
La ragazza ci mise quasi mezz’ora per spiegare agli amici cosa era accaduto per filo e per segno. Ginny aveva omesso alcuni particolari.
“Nervosetto Malfoy, vero?” disse Ron, con mezzo sorriso quando lei ebbe finito.
“Ci credo...” rispose Ginny, a sorpresa. Tutti la fissarono. “Non guardatemi così, alla fine Malfoy in questi due giorni ha perso tutto, la ragazza, gli amici, non parla quasi mai con nessuno, sta sempre seduto per i fatti suoi, ci credo che è nervoso!” finì, un po' a disagio.
Hermione la guardò, sospettosa “E tu che cosa ne sai?”
“E’ amica di Hannah di Tassorosso.” si intromise Harry, con voce rassegnata.
Ginny arrossì, guardando il pavimento.
“Meglio che di Lavanda.” sottolineò Hermione tagliente, guadagnandosi un’occhiataccia da Ron.
Ron e Lavanda erano stati insieme per qualche mese tempo prima. Ed Hermione, che aveva un debole per lui, non l’aveva presa molto bene. Poi i due si erano lasciati, ma ormai era troppo tardi… e la passione di Hermione per Ron era svanita come la neve dopo una lunga giornata di sole.
Harry si girò verso l’amica “Sei sicura che Malfoy non ti abbia importunata in nessun modo? ”
“Sì Harry, penso che mi abbia invitata sulla scopa solo per fare un torto alla sua ex, non c’è niente di cui preoccuparsi.” rispose Hermione.
“Almeno spero!” si ritrovò a pensare suo malgrado.
Draco si fece una lunga doccia.
“Maledetta Mezzosangue! ” sibilò irato “Maledetta Pansy! ” diede una manata alla bottiglia dello shampo che si rovesciò sul pavimento.
“Maledette donne…”
Si vestì direttamente nel bagno dei Prefetti, non aveva nessuna voglia di tornare al suo dormitorio. Se in quel momento avesse visto Blaise, sarebbe finito sicuramente ad Azkaban.
“L’ho fatta salire sulla mia preziosissima scopa, nessuno a parte me ci è salito… come ho potuto?! ” borbottò più volte, fra sé e sé, mentre si allacciava le scarpe.
“Draco, sei qui? ” la voce di Nott interruppe il monologo velenoso di Malfoy.
“Finalmente ti ho trovato, volevo parlarti.”
Draco alzò un sopracciglio “E di cosa? Non ho molta voglia di parlare oggi...”
Theodore si avvicinò, per nulla intimorito "Non capisco perché tu lo abbia fatto entrare nella squadra... dopo tutto quello che ti ha fatto! ” gli disse, imbronciato.
Per tutta risposta Malfoy sbuffò.
" Parli di Blaise?" sbottò dopo qualche secondo "Be', non sono affari tuoi! "
"Lo sono invece!" tuonò Nott, arrabbiato "Quella è anche la mia squadra, cazzo! Non scordartelo!"
Draco lo fissò per un tempo indeterminato con quei suoi occhi grigi, ma Nott non si scompose, alla fine Malfoy si sedette sul water chiuso e iniziò a parlare lentamente.
“Mentre stavi in infermeria Blaise è stato accettato nella squadra…” si mise una mano fra i suoi capelli ancora umidi “Non era male come battitore ed ancora non sapevo cosa stesse facendo alle mie spalle. Adesso non posso cacciarlo solo perché è un bastardo, ne va del mio onore.”
Nott lo guardò, un po' intristito “Mi dispiace, dico davvero… lo sai che io e Blaise non siamo mai andati molto d’accordo, ma piaceva a te che sei mio amico, per questo lo tolleravo. Ma adesso ho solo voglia di strangolarlo.”
“Mi faresti solo un favore!” gli rispose Malfoy, accennando un sorriso.
Anche Theodore sorrise “Ed invece con la Granger che stai combinando? Ti ho visto prima al campo...”
“Lo sai che questi non sono veramente affari tuoi? ” rispose Draco, ma questa volta il suo tono era diverso, meno duro.
"Sì, lo so.” rispose lui tranquillo “La mia era solo una domanda, sulla tua scopa non ci avevi mai fatto salire nessuno, neanche me o Pansy! ”
Draco ghignò “C’è sempre una prima volta, no? ”
Nott lo guardò, un po' perplesso “Domani mi ci fai fare un giro?”
Malfoy lo fulminò con lo sguardo " Scordatelo! "
“Ma dopo una prima volta ci potrebbe essere una seconda...”continuò Theodore, con un mezzo sorriso.
“Ridillo e ti schianto seduta stante.” disse Malfoy minaccioso.
“Sai Draco…” rispose l’amico ghignando “Non sei molto convincente seduto sopra un water! Spero solo che tu stia attento a quello che fai con quella Grifondoro, mi pesa dirlo ma la Granger non è stupida e soprattutto… non è come Pansy.”
Nott non aspettò una risposta, aprì silenziosamente la porta e se ne andò, così com’era arrivato.




****

Ciao a tutti !!

Eccoci alla fine del terzo capitolo, causa malattia non ho potuto aggiornare prima, sorry per avervi fatto attendere.

Passo ai ringraziamenti:

 

8marta8,: ciao, grazie per la recensione e volevo rispondere alla tua domanda: Draco suggerisce ad Hermione per farle vedere la sua bravura, per vantarsi del fatto che lui è riuscito nella pozione, al contrario di lei. 
Spero che questo nuovo capitolo ti piaccia, un bacione e grazie.

ninnyGrazie per tutte le recensioni che mi hai lasciato, davvero. Mi ha fatto molto piacere, soprattutto sapere che questa non è la tua coppia preferita ma che hai aggiunto lo stesso la storia ai preferiti… bwh, grazie... *_* un bacione grande.

VaniaLoVe: Si hai ragione, Pansy è pazza!! e non solo lei… grazie per aver aggiunto la storia ai preferiti, mi lusinga molto. A presto, bacioni.

beal95grazie mille per i complimenti che mi fai, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Un abbraccio.

gemellina: Siii, devi andarci ad Amsterdam, è una città bellissima, nessuno giudica nessuno!! Scusa se ti ho fatta aspettare tanto per l’aggiornamento, spero tu non sia rimasta delusa, ma non sono stata bene.. sob, anzi a dirla tutta sto ancora male, ma almeno esco di casa. Grazie mille, non abbandonare questa storia!! Kisses..

kucciolaflea : Ciauuu!!! Ben venuta nel club “W Amsterdam”!! sono contenta che tu mi segua e che la storia ti piaccia, che ne dici di questo cap? baciotti!!!

HermyKitty: Eleeee, che bello, ci speravo nella tua recensione!! Lo so, è strano vedere Draco tradito, ma penso che visto che ti piace tanto Blaise tu la possa capire, no ? ^^

Mi farebbe immensamente piacere sapere che continui a seguire la storia!! Spero che gli sviluppi ti piaceranno, fammi sapere!!!! Un abbraccio stritolante tesoro.

_BellaBlack_  Grazie mille per la recensione, non sai che piacere sentire che la storia è apprezzata!! Sono commossa... Cercherò di aggiornare a razzo prima che tu parta, ma poi tornerai, no?^^ un bacio grande grande e ancora grazie.

Christina MalfoyCiau!! Grazie per i tuoi complimenti, spero che ti piacerà anche questo capitolo, grazie, grazie, grazie ancora, fammi sapere che ne pensi, ok?.


Grazie a tutti, davvero… siete carinissimi…

ci vediamo la prossima settimana !!!

 

Alessandra.


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Capitolo 4
*** Fuga da Hogwarts. ***


             D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 4°



"Allora Malfoy, vediamo di sbrigarci perché ho anche altri compiti da fare!"
Hermione, dopo le vicende del giorno prima, si era presentata in biblioteca decisa a riprendere il controllo della situazione.
Draco, però, si limitò a guardarla con sufficienza. “Vedi di calmarti, Granger, sbaglio o non sono io in questo momento a perdere tempo? ” le rispose tranquillo, facendo indispettire maggiormente la Grifondoro “...sbaglio o non sono io in questo momento a perdere tempo? ” lo scimmiottò lei, con uno sguardo di sfida.
" Come osi, Mezzosangue!" sibilò di risposta Malfoy, assottigliando gli occhi.
Ma Hermione non se ne curò, si avvicinò al Serpeverde minacciosa.
" Come hai osato invece tu... furetto! " disse, schioccando la lingua. "Ieri mi hai quasi dato un pugno e poi te ne sei andato lasciandomi nel mezzo del parco come una cretina...”
Malfoy ghignò, maligno. “Già mi fai le scenate da fidanzatina arrabbiata?” le disse, facendola sussultare scandalizzata.
"F...Fidanzatina? " balbettò Hermione, fingendo disgusto “Neanche fra un milione di anni! Mi da i brividi solo l'idea!”
Draco le lanciò uno sguardo scettico quanto malizioso che le procurò veramente un brivido lungo la schiena... peccato che non fosse esattamente un brivido di disgusto.
“Hai finito? ” le chiese, fingendo uno sbadiglio "Ho anche io altre cose da fare, come per esempio avere una vita sociale... "
Hermione represse un sorrisetto " Sì, come no..." borbottò, pensando a Zabini.
" Mmm? "
"Niente, niente." si affrettò a dire.
Il Serpeverde le lanciò uno sguardo gelido e si alzò elegantemente per cercare fra gli scaffali i libri che servivano per la ricerca.
Hermione, fingendo di leggere degli appunti, lo guardò con la coda dell’occhio.
"…Malfoy in questi due giorni ha perso tutto, la ragazza, gli amici, non parla quasi mai con nessuno, sta sempre seduto per i fatti suoi, ci credo che è nervoso!”
Suo malgrado, le erano venute in mente le parole dette il giorno prima da Ginny. Poi, da quello che aveva sentito al campo da Quidditch, era vero che Malfoy e la Parkinson si fossero lasciati e sembrava neanche troppo bene.
"Granger, vorresti tornare gentilmente sulla terra?”
Hermione si riscosse dalle sue riflessioni, Malfoy la stava guardando scocciato con in mano un libro.
"Stavo riflettendo…” disse lei, un po' imbarazzata. “Che hai trovato?”
“Poco direi… anzi, quasi nulla… questa biblioteca fa schifo! ” rispose Draco, rimettendosi a sedere.
Hermione lo guardò male “Malfoy!” trillò arrabbiata “Finiscila con le cretinate, i libri ci sono, solo che saranno stati presi da altri studenti che devono fare la ricerca, non ci sei solo tu in questa scuola, sai?”
"Peccato." rispose lui con un piccolo ghigno " Comunque il succo è sempre lo stesso, i libri che ci servono non ci sono… che siano stati presi o che non siano mai esistiti. ”
La Grifondoro sbuffò infastidita, ed ora ? Come avrebbero fatto a finire in tempo la ricerca?
"Cos’è quella faccia, Mezzosangue? Ho io una soluzione! ” continuò lui, vedendo la ragazza accigliata.
La sua espressione compiaciuta non piacque per niente ad Hermione.
"Per favore, Blaise... per me è realmente importante…”
Blaise alzò la testa dalla Gazzetta del Profeta e guardò intensamente la compagna con i suoi penetranti occhi scuri.
"Non so Pansy, sai che ora Draco è arrabbiatissimo con me. Se mi trova vicino a lei potrebbe uccidermi. Ad ogni modo penso che tu possa stare tranquilla. La Granger è un tipo di ragazza che non gli è mai piaciuta.” le rispose lui, cercando di scrollarsela di dosso.
Pansy lo guardò perplessa “Ma hai visto ieri al campo? Nessuno era mai salito sulla scopa di Draco! ”
Zabini sembrò rifletterci.
Era vero, Draco non aveva mai fatto salire nessuno sulla sua amata scopa e mai Blaise avrebbe pensato di vederci sopra niente di meno che Hermione Granger, la Mezzosangue amica di Potter. Quanto poteva essere sceso in basso Malfoy?
Si chiese se valesse la pena scoprirlo.
"Va bene, Pansy... terrò gli occhi aperti, non preoccuparti, però voglio qualcosa in cambio… e tu sai cosa…” le rispose infine, con uno sguardo malizioso.
Per la Serpeverde fu sufficiente "Okay! Ci vediamo fra mezz'ora nello stanzino delle scope del settimo piano." cinguettò, girando i tacchi ed uscendo dalla Sala Comune dei Serpeverde, sculettando come al solito.
"Tu sei pazzo!” sbottò Hermione, sconvolta. “Vuoi arrivare di nascosto alla biblioteca di Hosgmeade?”
Malfoy la guardò abbastanza seccato “Non serve che lo ripeti, visto che l’ho appena detto io. Già che ci sei, metti pure i manifesti, forse in infermeria non ti hanno ancora sentita! Ma comunque ... Sì, voglio andare proprio al villaggio.”
Hermione continuò a guardarlo a bocca aperta. “Ma... ma… dove? E come?” riuscì solamente a dire.
Lui la gelò con lo sguardo “Hai finito di sparare domande a vanvera?”
Hermione chiuse la bocca in un istante, arrossendo. “Non vorrai usare il passaggio segreto dietro alla statua della Strega Orba?” chiese ugualmente.
Draco la guardò sorpreso “Non sapevo che lo conoscessi, comunque sì, è proprio quello. Forza, andiamo o non faremo in tempo a tornare per cena!” senza pensarci le afferrò il polso.
Improvvisamente, una scarica elettrica percorse la schiena della Grifondoro.
Che diavolo era? Si chiese Hermione, confusa. Si divincolò dalla sua presa.
"So camminare anche da sola, grazie! ” Superò Malfoy, che la guardò stordito per un secondo.
Aveva sentito distintamente anche lui la scoccata al momento del contatto con la sua pelle.
“Harry, non riesco a trovare Hermione da nessuna parte!”
Ron entrò preoccupato nella Sala Comune dei Grifondoro “Ehi… ma che... MISERIACCIA!” sbottò, vedendo il suo migliore amico e la sorella staccarsi imbarazzati dopo un bacio mozzafiato.
"Almeno quando siete in mezzo alla gente trattenetevi!” continuò, con le orecchie in fiamme.
Ginny alzò gli occhi al cielo, esasperata “Con Lavanda pomiciavi anche appeso ai quadri, non capisco perché noi non possiamo darci un bacetto in Sala Comune.”
Harry trattenne un sorriso “Scusa Ron, se ti da fastidio starò più attento.” si affrettò a dire, per rabbonirlo.
Ron annuì in silenzio, guardando torvo la sorella.
"Comunque stavo dicendo di Hermione, non riesco a trovarla da nessuna parte.”
"Hai visto in biblioteca?" chiese Ginny.
"Sì...”
"Nel parco?”
Ron sbuffò "Sì..."
"Da Hagrid!” disse Harry, illuminandosi.
Si udì un'altra sonora sbuffata.
"Sì, non è neanche lì.”
Harry e Ginny si scambiarono uno sguardo sorpreso.
"Non sarà uscita dalla scuola?” continuò Ron, spaventato.
"Chi? Hermione?” Harry lo guardò sorpreso. “Non credo che farebbe mai qualcosa che infranga le regole...” Ginny e Ron lo fissarono perplessi “…almeno, non senza noi... ” finì un po’ in imbarazzo.
"Sono con Malfoy in un passaggio sotterraneo… e sto infrangendo le regole della scuola! Come diavolo mi è venuto in mente?” pensò Hermione preoccupata, mentre percorrevano il buio passaggio da almeno una decina di minuti.
Guardò intensamente la schiena del biondo Serpeverde "Se volesse farmi del male, potrebbe approfittare della situazione! Nessuno sa che siamo qui… e non mi sentirebbe nessuno neanche se urlassi...”
Inconsciamente mise una mano nella tasca interna della divisa, dove teneva la bacchetta. Poteva sempre difendersi in fondo, il solo pensiero la tranquillizzò.
Nel frattempo anche Malfoy era immerso nei suoi pensieri, anche se erano molto diversi da quelli della ragazza.
"Manca poco, Granger... Cerca di non fare rumore adesso, entreremo per il retro di Mielandia, hai capito?” sussurrò concentrato. Ma non avendo nessuna risposta dalla Grifondoro, si voltò "Insomma, Mezzosangue! Almeno potresti degnarmi di una risposta?”
Ma Hermione continuò a non ascoltarlo, tanto era presa dai suoi pensieri.
Non vide neanche il Serpeverde fermarsi... finendogli direttamente addosso e perdendo l’equilibrio. Sarebbe caduta rovinosamente se due forti braccia non l’avessero trattenuta con forza.
Hermione, stupita, si ritrovò occhi negli occhi con Malfoy "Che diavolo stavi facendo?” le sibilò lui ad un millimetro dal suo viso.
"S...Scusa, non mi ero accorta che ti fossi fermato!” fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Un momento. Ma perché era così imbarazzata?
Era solo Malfoy che le stava parlando a distanza così ravvicinata.
Era solo il suo profumo quello che le riempiva così intensamente le narici.
"E stai più attenta allora! Ti stavo appunto dicendo di non fare rumore, prima che tu mi investissi come un bisonte in corsa.” le rispose lui, con un piccolo ghigno.
Era solo Malfoy quello a cui stava per spaccare la faccia.
"Ok, ho capito... mi scusi maestà...” disse piccata, allontanandosi.
Draco la guardò interdetto per un secondo. Si aspettava minimo degli insulti degni di nota…ma, in quel momento, non poteva perdere tempo. Così si girò e continuò a camminare nell'oscurità, illuminato solo dalla luce della bacchetta.
Qualche minuto dopo i due ragazzi si trovarono del retro di Mielandia, proprio dietro le scorte di cioccolata.
"Ron sarebbe impazzito alla vista di tutte queste cioccorane! ” Pensò Hermione, sorridendo tra sé e sé.
Draco intanto sgattaiolò verso l’uscita.
Per loro fortuna, il negozio era talmente pieno di clienti che i due ragazzi passarono inosservati per la porta di servizio e uscirono subito nella strada, in un vicolo laterale al negozio.
"Fiuuu… ce l’abbiamo fatta!” sospirò Hermione, non appena furono fuori.
Draco alzò un sopracciglio "Certo che ce l’abbiamo fatta.” disse poi, con un ghigno “… avevi dei dubbi?”
Hermione lo guardò piuttosto accigliata "Certo che ne avevo, visto che abbiamo infranto tutte le regole della scuola e, soprattutto, abbiamo rischiato di venire scoperti nel retro di un negozio senza nessuna giustificazione!”
Malfoy sospirò. Non aveva proprio voglia di rovinare quel pomeriggio, tanto meno, farselo rovinare da quella Mezzosangue bacchettona.
Era libero da regole e lontano da Hogwarts. Meglio di così!
"Rilassati, Granger.” disse, stiracchiando le braccia “Fai finta di essere in gita… adesso andiamo alla Biblioteca e, non appena trovato quello che ci interessa, torniamo a scuola.”
Hermione lo guardò, piuttosto scettica "Mi vuoi dire che non ti fermeresti neanche a prendere una bella Burrobirra?”
Malfoy alzò un sopracciglio, riflettendoci su.
Non era una cattiva idea.
"Be', se la metti così… per me va bene, accetto!” rispose con un ghigno.






Ciao a tutti !!!
mi scuso prima di tutto, per la lunghezza (se così si può dire) di questo capitolo.
Spero che _BellaBlack_ sarà contenta^^ anzi colgo l’occasione per ringraziarla.
Grazie di cuore anche a:
ninnypikappa93VaniaLoVe(Malfoy invita Hermione per ripicca^^) beal958marta8Elizabeth9Christina Malfoymadaminagemellina.
 
Non sapete quanto mi hanno resa felice le vostre recensioni, anche perché non ne aspettavo così tante.
Scusatemi se non vi rispondo uno per uno, ma sono veramente di fretta.
Spero mi perdonerete.
A presto,
un abbraccio stritolante… ^_^
§ Alessandra §

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Capitolo 5
*** Hosgmeade. ***


             D. come Draco, M. come Misogino Cap. 5°



Hermione lo guardò confusa “A... Accetti, cosa?” Che stava blaterando quel Serpeverde?
“Di andare a prendere una Burrobirra!” rispose tranquillamente Draco.
“Prendere una Burrobirra? Ma io non l’ho mai proposto!” rispose la Grifondoro con gli occhi sgranati. Andare a bere qualcosa con Draco Malfoy era fin sopra la sua sopportazione.
“Ma l'hai detto! Oh, sì, voi donne...” Malfoy disse questa parola con disprezzo “...fate sempre questi giochini...”
Hermione lo guardò sconcertata.
“Ma io veramente non ho proposto proprio niente e non sto facendo nessun giochino, o come diavolo lo chiami tu... la mia era veramente una domanda!” esclamò con forza. Eh no, lei non era Pansy Parkinson. Questo Malfoy doveva ricordarselo!
Forse fu a causa dell'espressione di Hermione in quel momento, come anche la consapevolezza che la Granger fosse sincera, o anche solo l’esplosione di tanta tensione accumulata in quei giorni… ma Draco non resse più.
Scoppiò in una fragorosa risata sotto gli occhi increduli della compagna.
“…Granger…” biascicò, dopo essersi sbellicato almeno per cinque minuti “… non guardarmi così… ah ah ... o non finiremo per cena… ih ih...”
Hermione lo guardò da prima sconvolta e poi, mano a mano, sorpresa.
Malfoy stava ridendo, e di gusto anche.
Pensò che in tutti quegli anni non l’aveva mai visto ridere… ghignare sì, ma ridere veramente, con la serenità negli occhi, no, non l’aveva mai visto.
Come contagiata da tanta ilarità, iniziò a ridere anche lei.
Iniziarono a ridere insieme, senza ritegno. Vedere Malfoy ridere a quel modo l'aveva spiazzata e, incredibilmente, si era lasciata andare.
Proprio in quel momento si sentì distintamente una voce provenire dal retrobottega di Mielandia.
“Ehi, ma cos’è questo baccano?”
Si udirono dei passi, una porta che si apriva.
Ma… niente.
Il burbero omaccione si ritrovò in una strada completamente deserta.
“Bah...” disse, prima di rientrare sbattendo rumorosamente la sua povera porta.
Intanto, dietro l’angolo…
“C’è mancato poco...” sussurrò Malfoy, ritornando momentaneamente serio.
Hermione invece, ancora travolta da un attacco isterico, cercò di soffocare le risate nel mantello.
Malfoy si girò per strillarle di stare zitta, o li avrebbero sentiti ancora, ma rimase a fissarla imbambolato.
Forse un sorriso simile lo aveva visto soltanto a sua madre, molti anni prima, durante la sua infanzia.
Non si aspettava che quella Mezzosangue avesse un sorriso così bello, quello che vide lo lasciò tramortito per qualche secondo.
Era un sorriso luminoso, sincero, spontaneo.
“La finisci, Granger?” le intimò, riprendendosi del tutto.
“Sì... scusa... non so cosa mi sia preso… comunque è colpa tua, come al solito hai iniziato te!” si asciugò una lacrima con un dito e cercò di ricomporsi.
“Allora, per prima cosa, la Biblioteca!” disse decisa, incamminandosi per le strade del paese che oramai conosceva come le sue tasche.
Malfoy la seguì docilmente, per una volta senza aver nulla da obiettare.
“Mi credete adesso?" disse Ron, indicando la Mappa del Malandrino nelle mani di Harry.
“Hermione è scomparsa! Forse è stata rapita!”
Harry e Ginny si guardarono perplessi.
“Magari è nascosta dietro ad altri puntini e non riusciamo a leggere il suo nome.” provò Ginny, ma anche lei non era molto convinta.
Harry chiuse la mappa.
“Fatto il misfatto!” recitò, piuttosto rassegnato.
“Perché la metti via?” chiese Ron preoccupato.
Harry guardò prima la sua fidanzata, poi il suo migliore amico.
“Perché è inutile, visto che hai ragione!” sospirò.
“Hermione non è a Hogwarts!”
“Ehi, Malfoy, ho trovato un sacco di libri interessanti e con la magia ne ho copiate alcune pagine su queste pergamene, così possiamo portarcele via.” disse Hermione, compiaciuta, dopo che lei e Draco si erano divisi in Biblioteca, ognuno con i suoi argomenti da cercare.
“Complimenti, Granger, un’idea ingegnosa copiare alcune pagine con la magia.” rispose Malfoy, stranamente, senza nessuna ironia. “Anche io ho trovato qualcosa, ma ho preso tutto il libro.”
Hermione lo guardò sorpresa “Come tutto il libro? Ma così dovrai riportarlo!”
“Già... vorrà dire che fra una settimana tornerò a prendermi un’altra Burrobirra.”
Hermione alzò gli occhi al cielo, Malfoy non sarebbe mai cambiato.
“Allora, ti muovi?” disse Draco, impaziente.
Hermione lo guardò male “Ehi, calmati, sono appena le quattro e mezzo, abbiamo tutto il tempo.”
“Ma ho accettato la tua proposta, no? Se non ci sbrighiamo non faremo in tempo a prenderci una Burrobirra.”
La Grifonforo sbuffò “Ancora con questa storia? Non ho mai proposto niente del genere..." Hermione vide il compagno guardarla con il solito odio. "Comunque va bene, visto che insisti tanto, andiamo al pub!”
Draco la guardò di sottecchi camminare impettita verso “I tre manici di scopa.” e sorrise. Non ghignò, sorrise veramente. E si chiese da quanto tempo non si divertisse in quel modo...e solo per fare una stupida ricerca di Pozioni.
“Cosa prendete, ragazzi?” chiese Madama Rosmerta, non appena misero piede nel locale.
“Due Burrobirre, grazie!” rispose subito il Serpeverde.
Madama Rosmerta se ne andò sculettante, senza avere obiezioni.
Draco ed Hermione si lanciarono uno sguardo di intesa, avevano trasfigurato le loro divise in modo che Madama Rosmerta non facesse loro qualche domanda sul perché non fossero a scuola in quel momento.
Hermione però non riusciva a rilassarsi.
“Non ci credo che non mi abbia riconosciuta, sono almeno tre anni che vengo qui con Harry e Ron, da un momento all’altro ci dirà qualcosa, vedrai...”
Malfoy invece era perfettamente a suo agio.
“Rilassati, Granger, in quel caso tu lascia parlare me e non preoccuparti di niente.”
Hermione gli lanciò uno sguardo scettico ma non disse nulla.
Due minuti più tardi due belle Burrobirre erano davanti a loro.
“Avanti… brindiamo…” disse Draco, afferrando la sua pinta.
Hermione prese l'altra “Ok, a cosa?”
“A noi, Mezzosangue…” rispose il Serpeverde.
Il tono che aveva usato l'aveva fatta rabbrividire.
Ma in maniera differente dal solito.
“Alla nostra prima giornata insieme senza ammazzarci...” detto questo, le sorrise impercettibilmente.
Hermione lottò con tutta se stessa per non arrossire. Ma che le prendeva?
Poco prima, quando avevano riso insieme, un pensiero assurdo l’aveva travolta.
Malfoy non era poi così male!
“Devo essere uscita fuori di testa… Hermione devi tornare in te!” pensò turbata.
“Ok.” disse a voce alta, mentre eliminava quei pensieri folli dalla sua testa “Brindiamo a noi!” ricambiò il sorriso del compagno.
Verso le sei i due ragazzi ripresero il passaggio segreto che portava alla Strega Orba.
Ci avevano messo quasi mezz’ora ad infilarsi nel retrobottega di Mielandia, all’andata era stata una passeggiata ma al ritorno avevano dovuto aspettare che il negozio si sfollasse un pochino.
Fecero il viaggio di ritorno nel più completo silenzio.
Hermione non riusciva a non pensare al sorriso di Malfoy.
Draco invece, non riusciva a capacitarsi di quanto si fosse divertito quel pomeriggio, si sentiva quasi triste a dover tornare nei sotterranei bui di Serpeverde.
Guardò con la coda dell’occhio la ragazza di fronte a sé.
La Granger non era niente male… in fondo.
Si sconvolse di quel pensiero, ma lo accettò!
Quella ragazza, con cui si era insultato per sei anni, era stata l’unica persona che per un pomeriggio gli aveva fatto dimenticare tutti i suoi pensieri.
I due arrivarono al castello giusto per l’ora di cena.
“Bene, Granger, ci vediamo domani per copiare il tutto e così abbiamo finito!”
“Ok Malfoy, ti manderò presto un gufo per farti sapere il luogo e l’ora!” rispose Hermione, sollevata di essere tornata a scuola.
Draco la scrutò, perplesso “Un gufo? Non puoi dirmelo adesso, Miss-so-tutto-io?”
Hermione lo guardò, ghignando maligna “Caro furetto, se non ti dico adesso l'ora è perché ho un impegno, ergo, te la farò sapere appena potrò.”
Lui ricambiò il ghigno “Brava, Mezzosangue, sembravi veramente una Serpeverde... E sentiamo, sua maestà che impegno avrebbe?”
Hermione non si scompose, ormai si era abituata a sentirsi chiamare da lui in quel modo, anzi, si sorprese a pensare che detto senza cattiveria il termine “Mezzosangue” non sembrasse neanche un insulto.
“Devo dare ripetizioni di Trasfigurazione a Ron, quindi non so a che ora finirò.”
Draco sentì dentro di sé una sensazione spiacevole, ma la ricacciò subito indietro.
“Allora non ci vedremo sicuramente, Lenticchia è così tardo che potrebbe andare all’indietro, finirete a notte fonda!”
“Malfoy!” sbottò Hermione, a metà fra l’arrabbiato e il divertito. “Ron non è affatto stupido, dovresti preoccuparti di Tiger e Goyle, quei due veramente hanno avuto dei seri problemi evolutivi.”
Malfoy scoppiò a ridere nuovamente.
“Vedo che vi state divertendo! Ed io stupido che ero preoccupato da morire.”
La voce arrabbiata di Ron li raggiunse distintamente, facendo sussultare Malfoy e gelando il sangue nelle vene ad Hermione.
Si voltarono entrambi, vedendo chiaramente il compagno avanzare verso di loro con espressione truce.
“Ron... che ci fai qui?” esclamò Hermione, sentendosi stranamente in colpa, non sapendone neanche il perché.
“Ti stavo cercando e visto che non ti trovavo da nessuna parte mi sono preoccupato.” Ron aveva uno strano sguardo.
“Non dovevi, stavo facendo con Malfoy quella ricerca per Piton!”
“Sì certo... e studiate sempre in corridoio?” rispose Ron, con una faccia che infastidì molto Hermione.
“Che stai insinuando, Ron?” rispose lei seccata.
Malfoy era rimasto per tutto il tempo in silenzio a guardare lo scambio di battute fra i due Grifondoro, non che fosse imbarazzato o intimorito, si stava solo divertendo da morire.
La Granger era un osso duro perfino per lui, quel cretino di Lenticchia avrebbe trovato pane per i suoi denti.
Non si sarebbe perso quella scena per niente al mondo.
“Non insinuo niente, solo che sono ore che tu non sei ad Hogwarts, dove sei stata?”
Hermione impallidì " C...Che stai dicendo?"
Ron le si avvicinò in modo che Malfoy non potesse sentire. “Che sulla Mappa del Malandrino non c’eri.”
Hermione indietreggiò di un passo, aveva le guance rosse dalla collera. “Mi stavi spiando?” chiese arrabbiata.
Le orecchie di Ron divennero paonazze. “No!” le rispose con impeto “Ti stavo solamente cercando… comunque non hai risposto alla mia domanda… dov’eri?”
“Sono andata alla biblioteca di Hosgmeade a prendere i libri che ci servivano.”
L'amico sbiancò “S...Stai ammettendo che sei stata fuori davvero? E quel che è peggio, insieme a lui? Dimmi che ho capito male!” Ron indicò con astio Malfoy.
“E’ maleducazione indicare con il dito. Non te l’hanno insegnato, straccione?” si difese il Serpeverde, sentendosi chiamato in causa.
“Zitto tu! Stavo parlando con Hermione!” sbottò Ron inviperito.
Malfoy ridusse gli occhi a due fessure, indeciso se schiantarlo o prenderlo a pugni.
Ma la Granger fu più veloce di lui. Affrontò l’amico con le braccia sui fianchi e un’espressione minacciosa.
“Ascoltami bene, Ron, quello che faccio non ti riguarda, mi dispiace molto che tu ti sia preoccupato ma credimi... non ero assolutamente in pericolo!”
Ron guardò Malfoy con rabbia.
“Se le fai del male, io…”
Malfoy fece per rispondere a tono ma, per la seconda volta, fu interrotto da Hermione, che sembrava sul punto di esplodere per quanto era rossa.
“Malfoy si è comportato benissimo, ok? Lasciatelo in pace per una volta!”
Detto questo, se ne andò a grandi passi lasciando i due ragazzi a guardarla andare via.
“Aspetta... Hermione!” disse Ron, risvegliandosi e correndo dietro all’amica.
Draco ghignò compiaciuto.
“Eh, sì… quella Mezzosangue, in fondo, non è niente male...”
Pensò, prima di girarsi e prendere la direzione opposta.



Ciao a tutti!

come state? spero di non avervi fatto aspettare troppo questo capitolo.

Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia fra i preferiti, non mi aspettavo cosi tanta gente ... grazieeeee!!! Un grazie speciale anche a chi ha recensito il cap precedente.

Emily Doyle, crhystal, ninny, Elizabeth9, Ania_93, madamina, _BellaBlack_, (scusami ma non ce la farò ad oggiornare prima che tu parta... qundi... BUONE VACANZE Bella, torna presto!!!!^^

Grazie ancora a tutti,

Alessandra

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Capitolo 6
*** Zabini. ***


                        D. come Draco, M. come Misogino  Cap. 6°



Hermione si chiuse direttamente nella sua stanza. L'incontro con Ron l'aveva innervosita così tanto che le era anche passata la fame.
Si affacciò distrattamente alla finestra. Si sentiva così strana...
Quel pomeriggio, passato interamente con il suo peggior nemico, non era stato affatto male, anzi, si era persino divertita. Anche se questo non l'avrebbe mai confessato ad anima viva.
Ma la cosa più assurda era che fosse riuscita a vedere Malfoy ridere, incredibile! E che sorriso che aveva… forse un sorriso così bello non l’aveva mai visto.
Desiderò quasi che arrivasse in un baleno il giorno dopo per poterlo rivedere.
“Ah, di nuovo?” sussurrò sconvolta fra sé e sé, sentendo le guance in fiamme.
"Hermione, non mangi?”
Una vocina squillante la riscosse. Si voltò verso la porta appena socchiusa, dove Ginny la stava osservando curiosa.
"Ciao Ginny, non ti ho sentita entrare...” pregò che non avesse ancora le guance come papaveri “... comunque grazie, ma non ho appetito stasera. Tu perché non sei in Sala Grande?”
Ginny si tolse un pacchetto da sotto la giacca della divisa.
"Vengo proprio da lì... Ron ha raccontato tutto a me ed Harry...” rispose preoccupata.
Hermione strinse i pugni.
"Non c’era nulla da raccontare.”
Ginny si avvicinò all’amica. "Dalle tue guance rosse, non direi...”
Hermione arrossì ancora di più “Smettila, Ginny, sei tu che mi metti in imbarazzo! E poi che cosa hai in quel pacchetto?” chiese indispettita.
"Panini, così se dopo hai fame puoi fare uno spuntino.”
Hermione sorrise, addolcendosi un pochino “Grazie, ma non dovevi...” le rispose, sentendosi in colpa per come le aveva risposto.
Ginny ridacchiò, per nulla offesa "Non ringraziarmi, raccontami piuttosto... Ron diceva che sei andata ad Hosgmeade, è vero?”
Hermione distolse lo sguardo “Sì, è vero.” rispose sussurrando.
Si mise a raccontare particolare per particolare all’amica, sorvolando però sull’argomento "sorriso di Malfoy”.
"Lo sapevo!” esclamò Ginny, non appena la ragazza ebbe finito.
"Sapevi, cosa?”
"State iniziando ad andare d’accordo, no?”
Hermione la guardò storto “E’ una fortuna che non voglia uccidermi, visto che ci dovrò studiare insieme per tutto il resto dell’anno.”
Ginny rise.
"Hai ragione, scusa, è che secondo me potrebbe nascere qualcosa tra di voi.”
"Ehi, ma che dici? Stiamo parlando di Draco Malfoy, ricordi?” disse Hermione ironica.
"Sì, ma…”
"Niente ma, Ginny, comunque tuo fratello quella scenata se la poteva risparmiare, per una volta che Draco non c’entrava nulla…”
"Uh.” fece Ginny, maligna “Ora lo chiami per nome?”
Hermione imbarazzata le diede le spalle.
“Mi sono sbagliata, non siamo neanche amici… stiamo solo cercando di convivere pacificamente.”


"Pansy, se non ti sposti immediatamente...ti schianto. ”
Draco guardò furioso la ragazza di fronte a sé.
"Dimmi dove sei stato!” berciò lei, con voce isterica “Con quella Mezzosangue zannuta, vero?”
Lui la gelò con lo sguardo.
"Non sono affari tuoi.”
Pansy iniziò a piagnucolare. "Ascolta, Draco, quella ti porterà solo guai, non lo capis…”
Malfoy la bloccò.
"Smettila, gli unici guai per ora me li hai creati solo tu… e poi non venire a frignare da me, lo sai che detesto le donne che piangono.”
Detto questo, con uno spintone, riuscì a togliere Pansy da davanti l’entrata della Sala comune dei Serveperde.
"Draco, aspetta!”
Ma la voce di Pansy si spense dopo che il dipinto si fu chiuso alle sue spalle, come anche la porta del dormitorio di Malfoy.
Si sdraiò sul suo letto, né Nott, né Zabini per fortuna, erano rientrati in stanza.
Ripensò a tutti gli avvenimenti della giornata, a quanto aveva riso. Non riusciva ancora a crederci.
Erano anni che non rideva in quel modo, ma soprattutto aveva riso insieme alla Mezzosangue - Zannuta Hermione Granger, se glielo avessero detto solo una settimana prima avrebbe fatto rinchiudere il malcapitato nel reparto psichiatrico del San Mungo.
"Harry, che miseriaccia sta succedendo?” chiese Ron, sdraiandosi sul suo letto mentre l’amico si toglieva gli occhiali prima di coricarsi.
Harry lo guardò, interrogativo “In che senso, scusa?”
"Sto parlando di Hermione...”
"Ah.” Harry si infilò sotto le coperte.
Ron abbassò la voce in modo che solo Harry, accanto a lui, lo sentisse.
"Non era mai uscita dalla scuola senza noi, in più, da quando è diventata l’avvocato di Malfoy?”
Harry si grattò la testa, perplesso.
"Non penso che litigare con lei sia la soluzione migliore, Ron.”
L’amico lo guardò con i capelli dritti. “Che stai dicendo? Vuoi che le succeda qualcosa? Malfoy non sarà mai suo amico, la userà e poi la butterà via come un fazzoletto usato, fa così con tutti.”
Harry era d’accordo con Ron, dubitava che Malfoy ed Hermione sarebbero mai diventati amici. Era preoccupato anche lui, Malfoy non era uno di cui fidarsi.
Ma starle addosso e farla arrabbiare, mettendola in condizione di difendere quella serpe, era solo il modo migliore per spingerla tra le spire del nemico.
"Stai tranquillo, Hermione non è una sprovveduta, sa il fatto suo.” disse a Ron, sbadigliando.
"Lo so, ma...”
"Ascolta, Ron, diamole fiducia... Se le cose precipitano saremo pronti ad intervenire, nessuno la butterà via come un fazzoletto usato!” puntualizzò con forza.
Ron sembrò convinto, mugolò qualcosa di simile ad un... “Puoi giurarci.” prima di addormentarsi profondamente.


"Buongiorno ragazzi.” disse Hermione, sedendosi a colazione vicino a Ginny ed Harry, senza degnare Ron di uno sguardo.
"Buongiorno Hermione.” risposero i due amici, facendole posto.
Le si avvicinò anche Ron.
“Ciao, Hermione.” disse timidamente.
La notte, e soprattutto Harry, gli aveva portato consiglio.
“Ciao.” rispose lei, guardando altrove.
Ron prese un bel respiro “Volevo chiederti scusa, Hermione, anche se non mi credi ero preoccupato veramente per te. Ma quando ti ho vista scherzare con Malfoy, come se fosse la cosa più normale del mondo, non ci ho visto più e ti ho aggredita, scusami.” disse, tutto d’un fiato.
Lei gli scoccò uno sguardo nervoso “Non mi piace quando qualcuno mi controlla, so badare a me stessa.”
"E' vero, scusami... mi dispiace davvero, non accadrà più.”
Hermione lo guardò attentamente, Ron sembrava realmente dispiaciuto.
"Mi perdoni?” chiese il ragazzo, in apprensione.
La Grifondoro sospirò “Va bene, ti perdono...”
Ron sorrise, sollevato.
"Ma la prossima volta, invece di attaccarmi, chiedimi spiegazioni... prima...” finì la compagna, marcando l’ultima parola.
"Lo farò...” rispose Ron ,felice come se gli avessero detto di aver preso una “E” in Pozioni.
Hermione in quel momento si ricordò del suo impegno con l'amico.
“Ah... quasi dimenticavo, a che ora ci incontriamo per quelle ripetizioni?” disse, disponibile.
Ron sembrò in difficoltà. “Ehm.. ripetizioni? Erano oggi?”
Hermione alzò un sopracciglio, mentre Harry e Ginny se la ridevano sotto i baffi.
"Non dirmi che ti sei dimenticato?”
"No, no.. figurati!” disse Ron sudando freddo, visto che aveva appena fatto pace con lei “Solo che c’è un allenamento speciale di Quidditch e non so a che ora finirò!”
Hermione si voltò verso Harry, guardandolo male “Che cos’è questa storia? Il Quidditch non c’è domani?”
Harry si allentò la cravatta “Sì, c’è anche domani...”
Si era completamene dimenticato di avvisare Hermione dell’allenamento straordinario.
"Ma... i compiti?” chiese Hermione sconcertata “Non vi farò copiare al compito di Trasfigurazione, hai capito, Ron?”
"Ma dai, Hermione, fra poco più di una settimana c’è la partita, dobbiamo allenarci.” le rispose lui, addentando un toast.
"Tra una partita e l’altra dovreste studiare, non solo allenarvi!” puntualizzò la ragazza, incrociando le braccia.
"Stai tranquilla, ci sono ancora due settimane prima del compito, recupererò, promesso…” disse Ron affabile, cambiando poi argomento.
Hermione gli lanciò uno sguardo molto scettico e si versò del succo di zucca.
Dopo le lezioni del pomeriggio, Hermione si ritrovò seduta in Sala Comune a studiare da sola mentre gli altri Grifondoro erano perlopiù allo stadio a vedere l’allenamento della squadra ed incoraggiarla, in previsione della imminente partita.
"Se lo avessi saputo prima, avrei potuto avvisare Malfoy e finire la ricerca per Piton, ma forse potrei anche rimandare a domani...”
Pensò, mentre ricopiava un tema in bella copia. Perché, tutto ad un tratto, l'idea di incontrarlo la innervosiva più del solito?
Le venne di nuovo in mente il suo sorriso.
“Basta!” si redarguì da sola “Basta pensare a queste sciocchezze.”
Finì di copiare nervosamente il tema e ripose i libri e le pergamene nella sua borsa.
Si alzò, stiracchiando le braccia.
"Farò due passi per schiarirmi le idee.” disse tra sé e sé.
Uscì dalla Sala Comune e prese le scale per salire sulla torre di Astronomia.
Da quando vi era salita per la prima volta, ogni volta che tornava lassù, Hermione si sentiva bene. Ci saliva soprattutto per pensare, per avere silenzio e pace.
La torre di Astronomia infatti, a meno che non vi fosse lezione, era una zona vietata agli studenti.
Solo i Prefetti, per via delle loro ronde, potevano accedervi liberamente.
Hermione chiaramente ne abusava, ma la sua coscienza civica era tranquilla, non faceva nulla di male dopotutto.
A metà scala sentì dei rumori dietro di lei.
Si voltò nervosa. Aveva sentito bene, un suono di passi riecheggiò nell'aria.
Qualcuno stava salendo le scale e veniva verso di lei.
"Oh no, speriamo che non sia un professore!” pensò Hermione, terrorizzata all'idea che superata la curva delle scale della Torre, presto sarebbe apparso l’adunco naso di Piton o i sottili occhialetti della McGranitt.
I passi si fermarono.
“Buonasera, Granger.”
Ma ad Hermione non apparve né Piton, né la McGranitt.
Davanti a lei c’erano gli occhi magnetici di Blaise Zabini.


"Vai Ginny!!! Tira!” urlò Harry alla sua ragazza.
Ron si preparò alla parata.
Malfoy alzò un sopracciglio e si rivolse a Nott seduto accanto a lui.
"Tanto per quanto quel cretino di Weasley si impegni…”
Ginny tirò con precisione e Ron la lisciò di poco.
“… la sorella stracciona gli segna sempre...” finì, con un ghigno.
Nott rise di gusto.
“Che ne pensi di arruolarla nei Serpeverde, eh ...Theodore?” esclamò Draco.
Nott lo guardò male “Ehi, prima studi con la Mezzosangue, poi ti vuoi allenare con la Weasley. Che hai in mente, eh? Magari domani mi dici che giochi a scacchi con Potter!”
Draco ghignò, senza scomporsi.
"Mi piacerebbe, così potrei umiliarlo davanti a tutti... si sa che San Potter è un idiota incompetente, già che tiene Lenticchia in squadra...”
Nott si avvicinò all'amico con un'espressione maligna, aveva un dubbio e voleva toglierselo. Anche se forse era solo una sua impressione.
“A proposito, ma come mai la Granger non fa il tifo per i suoi amichetti? ” disse, studiando la sua reazione.
Draco notò effettivamente che fra i molti Grifondoro accorsi per vedere l’allenamento, Hermione Granger non fosse presente da nessuna parte. E non era certamente a fare ripetizioni a quello smidollato di Weasley, visto che era davanti a lui.. Inoltre ancora non gli aveva mandato nessun gufo con l'orario per finire la ricerca. Faceva la preziosa, come tutte le donne...
“Non ne ho idea e comunque non sono affari miei, starà infastidendo qualche primino con le sue sciocche regole.” rispose burbero, distogliendo lo sguardo dalle tribune e facendo sorridere l'amico, che intanto aveva iniziato a fissare i suoi compagni di casa, un po' rassicurato da quella risposta.
“Comunque Draco, guarda invece laggiù e dimmi cosa noti.” Questa volta Nott gli indicò la Parkinson e la Greengrass, sedute poco lontano.
“Hai finito con le tue follie? Non mi interessa cosa che fa quella traditrice."rispose lui gelido, riferendosi a Pansy "Più mi sta lontano, meglio è! "
Nott scrutò le due ragazze, pensieroso. Per preoccuparsi della Granger non aveva notato subito un particolare. E lui era un fenomeno nel notare le cose.
“Non sto parlando di Pansy...ma volevo solo farti notare che Zabini non è neanche con loro.”
Draco lo guardò, interrogativo.
Theodore continuò “Mi sembra strano, di solito non si perde mai il Quidditch, neanche gli allenamenti delle altre squadre… ma oggi non lo vedo da nessuna parte.”

“… Sai che hai ragione, Theo?” disse Malfoy, con gli occhi ridotti a due fessure…“Quel maiale di Blaise, non è qui...”



*****


Ciao ragazzi,
perdonate il mio ritardo, ma con questo caldo non riesco proprio a scrivere. Sembra che la mia ispirazione sia già andata in vacanza, mentre io non so nemmeno se ci andrò... sob.
Voglio ringraziare :

_BellaBlack_, Arwen_90, EleG93, Elizabeth9, ninny, pei_chan, madamina, Giuliathebest, crhystal,

davvero, grazie.
un bacione e... a presto, spero.
Alessandra

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Capitolo 7
*** Il ricatto. ***


                   D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 7°



Hermione sussultò.
“Z...Zabini! Che ci fai qui?”
Blaise si avvicinò con un sorriso suadente.
“Potrei farti la stessa domanda.” rispose tranquillo.
“Sto andando a controllare la Torre di Astronomia, non so se ricordi... ma sono un Prefetto! ” disse lei con autorità. “Tu, piuttosto, perché stai salendo? È vietato agli studenti. ”
Blaise non si scompose.
“Non sto facendo nulla di male, volevo solo vedere l’allenamento dei Grifondoro dall’alto. ”
Hermione lo scrutò sospettosa.
“E... sei solo?” gli chiese, guardandosi intorno.
Zabini sorrise.
Hermione pensò che, per quanto tutte le ragazze a scuola dicessero che Zabini fosse tremendamente sexy quando sorrideva, quel sorriso non era niente in confronto a quello di Malfoy.
“Ma... che diamine! Non è veramente il momento giusto questo!” pensò turbata.
“Giuro che sotto al mantello non nascondo nessuno.” continuò Blaise, ridacchiando e alzando le mani in segno di resa.
Hermione lo guardò con sufficienza “Va bene, ma adesso scendi, ok?”
Blaise fece una faccia dispiaciuta.
“Quindi non mi fai vedere il Quidditch? Andiamo, Granger, solo cinque minuti ! Giuro che dopo me ne vado.”
Hermione lo studiò, dubbiosa.
“Non dirò a nessuno che me l’hai lasciato fare, vengo su con te, do un’occhiata e poi riscendo subito.” continuò Blaise.
“Va bene, Zabini.” disse alla fine Hermione, nervosa per quella insolita gentilezza “Ma è la prima e l’ultima volta che ti accordo un permesso simile, la prossima volta vai allo stadio per favore.” continuò la ragazza, con fare tremendamente serio.
Blaise la guardò raggiante “Grazie Granger, per la prossima volta seguirò il tuo consiglio.” disse accomodante, anche troppo, si ritrovò a pensare Hermione.
Infatti, si era appena voltata, che fu colpita da uno schiantesimo pronunciato con un incantesimo non verbale.
Non era molto potente ma, prendendola in pieno, la fece sbattere violentemente contro il muro.
Scivolò a terra, tramortita.
“Quanto sei ingenua...” sibilò la Serpe, avvicinandosi “ Forza, alzati! ”
Hermione si voltò lentamente con gli occhi ridotti a due fessure, un rivolo di sangue le scendeva dalla tempia destra.
“ Schifoso codardo... mi attacchi alle spalle, eh? ” disse in preda dall’ira, cercando di rimettersi in piedi.
Mise una mano dove teneva la bacchetta, ma la sua mano cercò a vuoto.
Si guardò intorno sconcertata.
“ Cercavi questa? ”
Zabini, davanti a lei, rideva maligno, mostrandole la sua bacchetta.
La Grifondoro ingoiò a vuoto, era in trappola.
“Ridammela immediatamente!”
Pregò che la sua voce avesse ancora un tono autoritario e distaccato, ma dentro di sé Hermione era spaventata, aveva perso il controllo della situazione.
Zabini aveva la sua bacchetta, le doveva essere scivolata quando era stata schiantata.
Non aveva dunque modo di difendersi, doveva pensare ad una scappatoia.
“Non sei nella posizione di darmi ordini, caro Prefetto...”
“ C...Cosa vuoi da me? ” chiese la ragazza, stringendo i pugni.
“Da te personalmente... niente.” rispose Zabini, guardandola con disgusto.
“ Non mi mischio con certa feccia, IO! ” marcò molto l’ultima parola e frugò nella tasca della divisa.
Hermione trattenne il respiro.
“Si da il caso, che ieri pomeriggio io mi trovassi al settimo piano.”
“Che cosa?”
“ Hai capito bene, Granger, ero proprio dietro l’angolo alla destra della Strega Orba. ”
Hermione inghiottì a vuoto.
“E casualmente ho visto un Serpeverde di mia conoscenza ed una nota Grifondoro entrare nel passaggio segreto nascosto dietro alla statua...”
Blaise ghignò. “ Non dici niente? ”
Hermione lo guardò con sfida mentre si massaggiava le braccia indolenzite e sbucciate per la brutta caduta.
“Puoi provarlo? E’ sempre la tua parola contro la mia...”
Zabini scoppiò a ridere sguaiatamente mentre con la mano libera tirava fuori un foglietto dalla tasca.
“ Certo che posso! ” rispose mellifluo.
Hermione sussultò. “Cos’è quella?”
“Una foto, Granger, solo uno stupido pezzetto di carta… peccato che in questa foto...”
Hermione sgranò gli occhi, sentendo fin nella testa il battito frenetico del suo cuore.
“ … ci siate te e Malfoy mentre uscite da Hogwarts…”
Blaise gongolò nel vederla impallidire.
“Ti propongo un patto, ragazzina. Ascoltami bene e non fare scherzi...”
“CHE COOSA?” urlò Hermione, non appena Blaise ebbe finito.
La voce della Grifondoro risuonò per tutte le scale.
“Abbassa la voce, Mezzosangue. ” sibilò Zabini minaccioso.
Hermione non ci badò “Non cederò al tuo schifoso ricatto! Perché è questo che è, non un patto! ”
“Ah no? Forse non hai capito… puoi chiamarlo come più ti piace ma se non farai come ti ho chiesto, non solo questa foto finirà nelle mani del Preside e di tutta la scuola…” poi indicò il sangue di Hermione, ormai rappreso in un rivolo sulla guancia “... ma finirai molto peggio di così e lo stesso vale per Malfoy. Credimi, ti conviene fare come ti ho detto ...”
Hermione tremò di rabbia, umiliata e impotente.
“ Non riesco a capire perché… Tu che ci guadagni? ”
“Non ti riguarda. ” rispose lui sprezzante “Ad ogni modo, Draco non deve sapere nulla di questo nostro incontro, ti controllerò... Spero che non sarai cosi stupida da farti espellere insieme a Malfoy per una gitarella fuori porta, no?”
Hermione abbassò lo sguardo. Non poteva ribellarsi in nessun modo.
“Lo prendo per un no.” disse Blaise compiaciuto “Allora, ti ripeto le condizioni: la vostra collaborazione scolastica si limiterà solo ai compiti di Pozioni, niente confidenze, né chiaramente dovrà mai esserci una relazione fra voi.”
“Ehi, ma per chi mi hai presa? Non mi chiamo Parkinson, IO! ” disse Hermione gelida, in perfetto stile Zabini.
Blaise per tutta risposta, ghignò. “Molto divertente, ma voglio sapere se hai afferrato il concetto…”
Hermione tacque.
“Rispondimi, Granger! ”
Hermione chiuse gli occhi, rassegnata.
“Sei un verme...” sibilò, cercando di calmarsi.
Zabini si avvicinò e con rabbia fece per darle uno schiaffo.
Ma la mano non colpì mai la guancia di Hermione.
La ragazza aprì gli occhi sorpresa, schiuse e richiuse le palpebre ancora un paio di volte, ma l’immagine era sempre la stessa.
Zabini stava con il braccio sollevato a mezz’aria ed un’espressione indecifrabile.
Un altro braccio aveva bloccato il suo.
Malfoy era esattamente dietro di lui ed aveva un’espressione truce.
Blaise si liberò in malo modo dalla presa del compagno e si allontanò di qualche passo.
“Che cosa succede qui? ” chiese Draco squadrando prima la Granger e poi Zabini.
Ad Hermione per poco non venne un infarto, Zabini le lanciò uno sguardo di fuoco.
“… Malfoy non deve sapere nulla di questo nostro incontro, ti controllerò...”
“Se lui scopre del ricatto di questa serpe… Zabini consegnerà la nostra foto ai professori! Ed anche se in due gliela togliessimo, sicuramente avrà delle copie nascoste da qualche parte.” pensò Hermione preoccupata “Saremmo espulsi entrambi.”
Cercò con tutte le forze di distogliere lo sguardo da Malfoy.
“ Allora? ” Draco si rivolse a Blaise minaccioso.
“Mi stavo solo divertendo un po’ con la Granger.” disse per tutta risposta lui.
“COOSAA? Divertendo? Non intenderà... in quel modo…” pensò Hermione scandalizzata, sapendo di non potersi discolpare in nessun modo senza tradirsi.
Sentì lo sguardo di Malfoy perforarla da parte a parte.
“A me non sembrava che la Granger ci stesse, visto che stavi per colpirla...”
Zabini fece una risatina esasperata.
“Cazzo, Draco, che hai capito? Chi si potrebbe divertire in quel modo con lei? L’hai guardata? E’ solo una sporca Mezzosangue… il mio divertimento era un altro.” disse compiaciuto.
Draco guardò Hermione, intenta a fissare a testa bassa il pavimento.
“Perché non risponde a tono? Perché non reagisce? Che diavolo sta succedendo? ” pensò confuso.
Hermione ingoiò l’umiliazione e ricacciò indietro le lacrime, ma continuò a non dire nulla.
Solo allora Draco si accorse del rivolo di sangue sul viso della ragazza e delle varie sbucciature che aveva su gambe e braccia.
Una furia cieca lo investì.
In un attimo fu addosso a Zabini, facendogli sbattere violentemente la schiena alla parete rocciosa della Torre.
“ Dimmi che cazzo le hai fatto! ” gli sibilò all’orecchio, in modo che solo Zabini potesse udirlo.
Blaise ghignò, per niente preoccupato della piega che aveva assunto la faccenda.
“Secondo te?” rispose con voce lenta e strascicata.
Se il suo intento era quello di fargli perdere la calma, allora Blaise quel giorno aveva fatto centro.
Malfoy non si spiegava da dove venisse quella rabbia incontrollata, molto più evidente anche di quella che aveva provato quella maledetta sera.
Comunque in quel momento, non se ne preoccupò.
Colpì Zabini con un pugno allo stomaco, facendolo piegare sulle ginocchia.
Hermione urlò spaventata.
“Fermo! Ti prego, smettila!” si mise tra i due ragazzi cercando di fermare Malfoy intento a colpire di nuovo.
“Fatti da parte, Granger.” gli urlò di rimando lui.
Blaise approfittò della distrazione di Draco per sferrare un colpo basso...
Decisamente troppo basso…
Malfoy urlò di dolore, tenendosi l’inguine con entrambe le mani.
“Vedi che succede per colpa delle donne? Ci si distrae...” sibilò Zabini, cercando di riprendersi.
Malfoy, accecato dal dolore, cercò a tentoni sul pavimento la sua bacchetta, sicuramente caduta nel precedente scontro con il compagno.
“Sai Draco, vi vedo bene insieme te e quella sporca Mezzosangue.” Blaise afferrò Draco per la divisa, preparandosi a colpirlo al viso “… siete entrambi la feccia della Comunità. ”
“ Stupeficium! ”
Zabini fu investito in pieno dal potente incantesimo di Hermione.
Quando Malfoy l’aveva strattonato, Blaise aveva lasciato cadere la sua bacchetta e senza pensarci due volte, lei lo aveva attaccato.
Il Serpeverde rotolò per alcuni gradini e si fermò, immobile, sul pianerottolo sottostante.
“ Vedi che succede a causa del troppo zelo? ” disse lei, imitando Zabini “… si fanno degli errori…” si girò nervosamente e corse da Malfoy che, dolorante, cercava di rialzarsi.
“Maledetto bastardo...” sibilò Draco, zoppicando verso le scale.
“Malfoy! Come stai? ” chiese Hermione avvicinandosi preoccupata.
Lui le fece cenno di fermarsi.
“Non ti avvicinare, Granger! E’ colpa tua se Zabini mi ha colpito, se non ti fossi messa in mezzo brutta stupid...”
Hermione aveva afferrato il braccio del ragazzo e se lo era passato intorno alla spalla per sorreggerlo.
“ Che fai? ” sbottò inviperito “ Non toccarmi! ”
“ Ti porto in infermeria, è ovvio! ” sentenziò lei risoluta, tirando il Serpeverde per farlo camminare.
“Sei pazza, Mezzosangue? Non mi faccio toccare da nessuno...lasciami subito.” urlò lui fuori di sé.
Hermione si bloccò.
“E va bene, testone!” esclamò con disprezzo, togliendosi il braccio di Malfoy in malo modo.
“Spero che ti cadano…” aggiunse, lanciando uno sguardo torvo alle parti basse del ragazzo.
Malfoy aprì la bocca, stupefatto.
La Granger era impazzita?
Hermione corse da Zabini, ancora svenuto pochi gradini più in basso.
“ Speriamo che non sia morto. ” disse tra sé e sé, avvicinandosi al ragazzo.
“ Sei andata a finirlo, Granger? ” arrivò da lontano l’eco ironico di Malfoy.
“Taci, furetto.” sbottò lei di rimando, prima di tastare il polso al Serpeverde.
“Menomale...” sospirò sollevata sentendo il battito.
Agitò elegantemente la bacchetta, fece apparire una barella e con un altro tocco di bacchetta ci caricò sopra Zabini.
Hermione, con il Serpeverde galleggiante al seguito (tramite incantesimo di levitazione), trotterellò verso Malfoy.
“ Zoppichi, Mezzosangue, forse dovresti andare anche tu in infermeria. ” constatò il biondino mentre la guardava gelido.
“Può darsi, come vanno... ehm... gli attributi? ” Hermione arrossì guardando per terra.
Anche Malfoy distolse lo sguardo ma non arrossì.
“Meglio.”
“Bene, non vorresti venire anche tu in inf...”
“ No! ”
“Ma Malfoy...”
“Stammi bene, Granger.” Draco si girò e si incamminò, lentamente ed ancora dolorante, verso le scale.


****


Ciao a tutti!  

ecco qui il nuovo capitolo, scusate l'attesa (come al solito '^_^  vi ho fatto aspettare)

Spero che comunque sia stata ripagata.

Grazie per tutti i complimenti e anche solo per seguire questa storia.

In particolare a :

Arwen_90madaminagiorgia_spuffyGiuliathebestpei_chan,  ninnyNika_chan01crhystalbeal95SasigrangerElizabeth9 & Hollina,

Grazie davvero.
Nuovamente, ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la storia nei preferiti.

Alla prossima settimana,
sempre se con questo caldo non mi squaglio prima.

Alessandra

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Capitolo 8
*** Bugie. ***


                      D. come Draco, M. come Misogino     Cap. 8°



“Signorina Granger?” esclamò basita la medimago, non appena aprì la porta dell’infermeria. “Cosa è successo a quel ragazzo?”
“Ehm... siamo caduti dalle scale.” Hermione arrossì imbarazzata.
“Forza, entra.” Madama Chips si girò e frettolosamente aprì la seconda anta della porta, in modo da permettere alla barella di entrare.
Hermione prima di entrare si girò nel corridoio.
Due occhi glaciali la osservavano da dietro l’angolo.
“Stupido furetto!” pensò la ragazza, prima di varcare impettita la porta dell’infermeria.
“Hermione, che miseriaccia ti è successo?” esclamò Ron, vedendola tornare in Sala Comune coperta di lividi e con un vistoso cerotto su una tempia.
Anche Harry gli si avvicinò preoccupato, a giudicare dai capelli ancora umidi dovevano essere tornati da poco alla torre.
“Niente di grave ragazzi, sono scivolata dalle scale.” abbassò lo sguardo, odiava mentire ai suoi migliori amici.
“Come dalle scale?” esclamò Harry sorpreso.
Ron represse un sorriso.
Hermione gli lanciò un’occhiataccia “Non vi è mai capitato di cadere? E non c’è bisogno che fai quella faccia, Harry.” esclamò imbronciata.
“Ma io...”
“Niente ma! Andate subito ad asciugarvi i capelli prima che vi prendiate un raffreddore.”
Harry la guardò dubbioso “Va bene, comunque stavo giusto salendo ai dormitori quando sei arrivata! Ora dimmi, ti sei fatta male cadendo?”
“Solo qualche graffio, niente di grave.” rispose lei, addolcendosi per la premura dell’amico.
Ron le si avvicinò “Menomale...” le sorrise, un po’ in colpa per aver riso di lei. “Ci aspetti per cenare?”
“Sì, va bene, rimango qui in Sala Comune” disse Hermione, prima di sedersi pensierosa vicino al fuoco.
Si sentiva strana, guardò distrattamente le fiamme del camino, senza tuttavia vederle veramente.
Zabini voleva tenerla lontana da Malfoy, ma a che prò?
Hermione se lo chiese fino alla nausea. Come poteva fare per mettere le mani su quella foto?
“Allontanarmi da Malfoy poi… ma chi vuole averlo vicino a quello! ” pensò con rabbia.
L’immagine di Malfoy che rideva si fece largo prepotentemente nella sua testa, seguita da quella di Malfoy che attaccava ferocemente al muro Zabini.
Arrossì fino alla punta dei capelli.
“Che diamine mi succede? ” sussurrò, appoggiando la testa sul bracciolo della poltrona.
“Che fai? Dormi?”
Una vocetta squillante la fece sobbalzare dallo spavento.
Hermione si girò nervosamente.
“G...Ginny! Mi hai fatto prendere un colpo... Non farlo mai più...”
“Scusa... pensavo che mi avessi vista” disse Ginny, sedendosi accanto a lei. “Ma che hai fatto al viso?” chiese, guardandola attentamente.
“Niente, sono caduta.”
Hermione si aspettò qualche altra domanda, ma non ne arrivarono.
“Capita anche a me di camminare con la testa fra le nuvole.” disse Ginny, sorridendole.
Hermione le sorrise, anche se dentro si sentì un verme per aver mentito anche a lei, ma cosa doveva fare? Ginny lo avrebbe detto sicuramente ad Harry e Ron e loro sarebbero andati dritti dritti da Zabini.
Se quella foto fosse venuta fuori al momento sbagliato, lei sarebbe stata espulsa.
“Draco, cos’hai? Non stai bene?” chiese Pansy, vedendo il ragazzo entrare nella Sala Comune dei Serpeverde zoppicando e pallido in viso, cioè, più pallido del normale.
“Chiedilo al tuo amichetto...” le sibilò lui di rimando, guardandola con disprezzo.
Pansy lo fissò stupita “Ma...”
“Taci, stupida oca!” ringhiò Draco, incamminandosi lentamente verso i dormitori.
Pansy rimase confusa a guardarlo mentre Malfoy spariva nella sua stanza.
“Maledizione!” imprecò nervosamente, prima di uscire da Sala Comune Verde – Argento.
Draco entrò dolorante e scrutò la sua stanza.
Nott stava sonnecchiando sul letto, aveva sulla pancia una rivista di Quidditch.
Nonostante il fastidio e il dolore pulsante che sentiva tra le gambe, sorrise debolmente.
Le riviste che leggeva Nott erano di due tipi:
O riviste con foto di belle donne che sfilavano con succinti bichini.
Oppure le riviste di Quidditch.
Theodore era un vero esperto di Quidditch, nonché primo battitore della squadra dei Serpeverde.
Draco si trascinò sul letto e ci si stese sopra.
Chiuse gli occhi, esausto.
“Quella Mezzosangue...” pensò.
“E’ sempre in mezzo, è un incubo!”
Si addormentò vestito sul letto ma dispetto di tutto aveva un’espressione serena.
“Come stai, Blaise?” chiese Pansy, appena arrivata in infermeria “Ho visto Draco che zoppicava e immaginavo che fossi stato tu! Ti ho cercato ovunque, questo era l’unico posto che mancava.”
Blaise la guardò adirato, ancora sdraiato sul lettino.
“Sì, quel bastardo ha rovinato tutto! Ce l’avevo quasi fatta con la Mezzosangue!”
Pansy lo fissò.
“Che c'entra la Granger?”
Lui si alzò dolorante, mettendosi seduto con le gambe fuori dal lettino.
“Mi hai chiesto un favore l’altro giorno, no?”
“Sì...” rispose lei, non capendo ancora dove volesse andare a parare il compagno.
“Be', ho un piano in proposito.” si guardò intorno per assicurarsi che nessuno li sentisse “Ascolta…”
Quando ebbe finito, Pansy lo guardò con occhi grandi e stupiti.
“Tu sei un genio!”
Blaise sorrise “Lo so grazie, modestamente, sono lo studente più dotato del nostro anno.”
Lei gli lanciò un’occhiata perplessa ma non disse nulla.
“Ma poi quel coglione di Draco è arrivato e l’ha difesa.”
Pansy scattò “COSA?”
“Shhhhh...” Blaise si guardò intorno “Non urlare!”
“S...Scusa, ma... come l’ha difesa? Draco che difende la Mezzosangue? Non è possibile!”
“Invece è andata proprio così, ha sorpreso anche me.”
Pansy lo guardò turbata “Ma adesso anche Draco saprà che li hai visti uscire da scuola, non sei preoccupato?”
Blaise rise sprezzante, una risata senza sentimento.
Pansy lo guardò sconvolta “Non ci trovo niente da ridere!”
“Tranquilla Pansy, la Granger non dirà nulla al nostro caro Draco” rispose lui, tornando serio.
“Come fai ad esserne così sicuro?”
“Perché non è stupida e sa che se gli andasse a dire tutto, questa...” prese la foto dal taschino della divisa e la sventolò davanti al naso della ragazza “…finirebbe in meno di un secondo sulla scrivania della dolce McGranitt, inutile dire che sarebbero espulsi entrambi.”
“Ma quando l’hai fatta? Non ne sapevo niente.”
“Ehhh, cara Pansy... sono tante le cose che non sai su di me.” rispose lui pomposo.
“Mi fai paura a volte, sai? Sei perfido…” disse Pansy guardandolo compiaciuta.
“Lo so.”
Malfoy non si presentò a cena.
Hermione lo notò subito, senza tuttavia esprimersi apertamente davanti ai suoi amici.
“Hermione, mi passi il succo per favore?” chiese Harry all’amica che era la più vicina alla brocca.
Hermione non lo udì, pensierosa.
“Ehi, Hermione!” sbottò Harry, facendo voltare anche Ron con una coscia di pollo che faceva capolino dalla bocca.
“ Eh? Dicevi? ” scattò lei, ridestandosi imbarazzata.
“ Ti ho chiesto il succo di zucca, me lo puoi passare per favore? ” ridisse il ragazzo, squadrandola sospettoso.
“Sì, certo.” passò ad Harry la brocca, non accorgendosi di come la guardava l’amico. Ron invece era tornato felicemente al suo pollo.
Ed Hermione ai suoi pensieri.
Chissà come stava quello stupido furetto…
Come gli era venuto in mente di non passare in infermeria solo per orgoglio?
Anche se alla fine era stata fortunata che non l’avesse fatto.
Se si fossero presentati in tre, ammaccati, e soprattutto dopo la famosa litigata tra Malfoy e Zabini, Hermione era sicura che avrebbero passato la serata nell’ufficio di Piton e della McGranitt per spiegare quanto accaduto.
Sospirò, per la prima volta in vita sua non sapeva cosa fare.
Harry, intanto, non aveva smesso un secondo di guardarla.
La mattina seguente....
“ COME?! ”
La voce di Nott svegliò Draco di soprassalto.
Quanto aveva dormito? Pochi minuti o molte ore?
Non aprì tuttavia gli occhi, sentendo un bisbigliare dietro la porta.
“Sì, è come ti ho detto, Theodore, me lo ha detto Pansy che glielo ha detto Blaise in persona.”
La voce flautata di Tiger raggiunse distintamente le sue orecchie.
“ Non è possibile... e dov’è Zabini adesso? ” chiese Nott.
“In infermeria.”
Nott si voltò verso Draco, che sveglissimo, continuava comunque a tenere gli occhi chiusi.
“Draco ancora dorme... è vestito come ieri sera. Già dormiva quando mi sono messo a letto io.”
“Ma quando è entrato non gli hai detto niente? Da quel che so, si è fatto male anche lui. ” disse Goyle con voce roca.
“No, mi ero appisolato.” rispose Nott, quasi vergognandosi.
Dopo altri bisbigli più bassi, la porta si chiuse.
Nott andò da Draco.
“Draco, svegliati! Sono le sette e mezzo, farai tardi. ”
Malfoy aprì gli occhi lentamente, un attore nato.
“Ciao Theo, ora mi alzo...” fece con finta voce assonnata “Vai avanti a fare colazione !”
Nott lo scrutò, anzi, lo studiò.
“Smettila di fare la commedia, potrai ingannare Tiger e Goyle, ma non me...”
Draco aprì gli occhi del tutto, sorpreso.
“ Prego? ”
Nott prese la sua borsa “So che hai sentito tutto e che eri già sveglio.”
Malfoy si alzò e lo guardò sospettoso.
“Da che lo hai capito? ”
“Be'... penso che con la mia esclamazione di prima si sarebbe potuto svegliare anche un sordo... e poi...”
Si bloccò, ghignando.
“E poi? ” chiese Malfoy stranito “Si può sapere che cosa ti diverte tanto? ”
Nott lo guardò unendo le mani sotto il mento, sbattendo le ciglia come faceva spesso Pansy.
“Ciao Theo, ora mi alzo...” disse melenso con voce roca.
Draco sentì caldo sotto il colletto della camicia.
“Neanche mia madre fa così quando si sveglia… e poi di solito non dici neanche ‘ciao’, non sei certo un esempio di gentilezza al mattino! ”
Per tutta risposta Draco gli puntò la bacchetta contro.
“Ripetilo...” sibilò.
“Oh, adesso ti riconosco. ” disse Theodore, sorridendo apertamente.
Draco abbassò la bacchetta “Sì, ho sentito... e vorrei delle spiegazioni... di che parlavano quei due imbecilli? ”
“Hanno saputo, anzi, erano venuti a verificare, che quello che aveva detto Pansy fosse vero.”
Malfoy alzò un sopracciglio, facendogli segno di continuare.
“… In giro ormai tutti dicono che ieri hai mandato in infermeria Zabini per difendere la Granger. ”
“Che assurdità...” commentò Draco, irato.
“Davvero? Non è andata così? Su, racconta!” lo incitò il compagno, lasciando perdere la cartella ed i libri con cui la stava riempiendo.
“Zabini è davvero in infermeria, ce l’ho spedito io... visto che avevamo un conticino in sospeso.” Rispose Draco, candidamente.
“E la Granger in questa storia che c'entra? ”
“Zabini la stava picchiando, così l’ho fermato e l’ho picchiato io, tutto qui...”
A Nott per poco non prese un colpo “E ... dici... tutto qui? Non mi stai dicendo di aver raccolto margherite!!! Mi stai dicendo di aver picchiato un nostro compagno di casa per difendere una Grifondoro.”
Draco fece spallucce.
“Allora? Io cercavo Blaise, è stato solo un caso che fosse insieme a lei.”
“Prima mi avevi fatto credere che non fosse vero che l’avessi difesa. ”
Draco si alzò lentamente e prese dal cassetto un’altra divisa pulita e stirata.
Il dolore all inguine era quasi sparito del tutto.
“Io non ti ho fatto credere nulla. Tu mi hai chiesto se era quello il motivo per cui ho picchiato Zabini, ed io ti ho risposto di no. La verità quindi.”
Finse di cercare di cercare nel baule la sua cravatta pur di non guardare Theodore negli occhi.
“Ho capito Draco, prima che Piton venga da te ululando è meglio che vada a spiegare ai nostri compagni la tua versione dei fatti.”
“In realtà, Theo... è stata la Mezzosangue a salvarmi...” la voce di Malfoy gelò il compagno ormai sulla porta.
” C...Cosa? ”
“Sì, è stata lei che lo ha schiantato, sai, quel codardo mi aveva sferrato un colpo basso... se la Granger non fosse intervenuta ci sarei io al suo posto, anche se non so in quanti pezzi...”
Theodore lo guardò con gli occhi sgranati. “ Da quando tu e la Granger vi difendete a vicenda? Non ci sarà qualcosa fra voi spero! ”
“Assolutamente no. ”
Nott lo scrutò per qualche secondo, sicuramente non aveva nulla di cui preoccuparsi, non sapeva neanche da dove gli fosse uscita quella domanda .“Bene, allora vado... mi devi un favore amico, salverò la tua reputazione! ” disse, ammiccando furbamente.
Draco si sentì intimamente felice alla prospettiva di rimanere finalmente da solo.
Ma prima di uscire Theodore si voltò nuovamente “Spero solo… che se tu ti trovassi nei guai mi informeresti...”
“Io non mi metto mai nei guai. ” disse Malfoy di spalle “ Comunque grazie Theo, me lo ricorderò. ”
Nott accennò un sorriso un po' ansioso prima di uscire, cartella in spalla, dalla stanza.






*****

Ciao a tutti…

Mi sono commossa tanto per le recensioni che mi avete lasciato ma ho dovuto cancellare l'avviso per poter aggiornare.

Ringrazio HermyKitty per il consiglio.

Ho scritto questo capitolo per voi tutti e per lei... la mia mamma... che rimarrà sempre nel mio cuore.

Grazie.

Non so quando potrò aggiornare il prossimo capitolo, sono un po’ in difficoltà in questo periodo.

Grazie, grazie, grazie.
Alessandra

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Capitolo 9
*** Oh, no! ***


                                                                                     D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 9°



“Hermione, perché ci hai mentito? ” Ron era davanti a lei, con le mani sui fianchi e le sopracciglia aggrottate. Era riuscito ad intercettarla dopo la lezione di Babbanologia con i Tassorosso, a cui lei non partecipava.
“ Eh? ” lei lo guardò, un po’ spaesata.
“Parlo di ieri, non è vero che sei scivolata dalle scale, i Tassorosso non parlano d’altro... Malfoy e la Granger VS Zabini.”
Al fianco di Ron comparve Harry.
“Ragazzi io...” iniziò lei, ma Ron la bloccò.
“Non rifilarmi altre bugie per favore.”
Hermione lo guardò nervosamente.
“Senti Hermione, se anche tu ci racconti bugie di chi dovremmo fidarci.. di Malfoy? ” esordì Harry, intromettendosi prima che i due iniziassero a litigare come al solito.
Lei scrutò i suoi amici e abbassò lo sguardo.
Stava per farlo, ancora.
“Avete ragione, ho sbagliato a mentirvi, ma pensavo che meno gente lo sapesse, meglio fosse...”
“ Noi non siamo gente, Hermione, siamo i tuoi migliori amici, ricordi? ” fece Ron, tagliente.
“Calma, Ron, lasciala parlare.” disse Harry.
Hermione li guardò tesa per qualche secondo, prima di continuare.
“Stavo controllando la Torre di Astronomia, quando ho incontrato Zabini. Sono volati un po’ di insulti e poi lui mi ha attaccata di sorpresa.”
Ron sgranò gli occhi e fece per partire di corsa.
Harry lo riprese al volo, tirandolo per il mantello.
“Harry, lasciami per la miseria! ”
“Che credi di fare, brutto zuccone? ” gli rispose, stringendo la presa, visto che Ron aveva iniziato a divincolarsi come un tonno.
“ Vado ad uccidere Zabini, ovviamente!”
“Ron, calmati, Zabini è già in infermeria.” disse Hermione a sorpresa.
A quelle parole, Ron che ancora stava cercando di divincolarsi dalla presa di Harry, si bloccò stupito.
“Malfoy, per fortuna, stava passando da quelle parti.” cercò con tutte le sue forze di non arrossire.
“Ti ha salvata lui?” chiese Harry, con un'espressione sconvolta. Solo l'idea che non fosse stato Malfoy a picchiarla era scioccante, ma che addirittura l'avesse salvata...
“Sì. ” rispose candidamente Hermione, dissipando ogni dubbio.
Harry e Ron si guardarono basiti.
“Pensavamo che fossi solo stata coinvolta in una delle loro liti.” continuò Harry, sperando di aver capito male.
“No, Harry, ero io la vittima di Zabini in quel momento.” gli rispose Hermione, abbassando lo sguardo. "Credo che dovrei ringraziarlo per avermi aiutata. "
“No, puoi scordartelo! ” sbottò improvvisamente Ron, facendo sussultare l'amica. “Non puoi ringraziare quello...”
“Suvvia, Ron, non fare il bambino!”
Lui la guardò, offeso “Non faccio il bambino, solo che non voglio dargliela vinta.”
Harry però non era del tutto convinto.
Hermione era stata troppo strana ed evasiva per i suoi gusti.
“Sentite, fra dieci minuti inizia Trasfigurazione, dobbiamo sbrigarci se non vogliamo arrivare in ritardo, ne riparliamo dopo, ok? ” disse la ragazza, incamminandosi a passo svelto verso l’aula.
Harry e Ron le corsero dietro.
“Aspetta, Hermione, io volevo sapere… ecco… se Zabini ti ha toccata.. cioè, in quel modo…” sbottò Ron, con il fiato corto.
Hermione si bloccò nel mezzo del corridoio, con il viso in fiamme.
“RON!” tuonò imbarazzata.
Il ragazzo per poco non prese fuoco, mentre Harry tratteneva un sorriso.
“S...Scusa... io... pensavo...” cercò di giustificare quella infelice uscita, ma Hermione lo bloccò.
“Lascia perdere, comunque la risposta è NO!” si girò impettita e continuò a trotterellare verso l’aula.
Harry sorrise malignamente “Certo che sei un genio... ma ti pare il modo di chiedere una cosa del genere? ” disse, non appena l'amica girò l'angolo del corridoio.
“Harry, non iniziare proprio adesso... Aspettaci Hermione!” ululò Ron, prima di iniziare a correrle dietro.
Ad Harry non rimase altro da fare che imitarlo. Anche se qualcosa nella spiegazione di Hermione non l'aveva convinto.
“Sento che Hermione ci sta nascondendo qualcosa… ma cosa? ” pensò preoccupato entrando in aula.


La lezione di Trasfigurazione passò lentamente come al solito, per la gioia e la noia di tutti.
In più non era una lezione in cui potevi chiacchierare o non seguire come quelle di Storia della Magia.
La McGranitt non ammetteva né lacune, né giustificazioni nella sua materia.
Figuriamoci schiamazzi o ragazzate.
Ma nonostante tutto Harry non era riuscito a staccare gli occhi da Hermione per tutta l’ora.
Apparentemente l’amica si stava comportando come sempre.
Pendeva letteralmente dalle labbra della McGranitt e rispondeva prontamente a tutte le domande.
Ma c’era qualcosa in lei di diverso dal solito.
Era tesa, nervosa, guardinga.
Come se temesse qualcosa o qualcuno.
“Allora ragazzi...” disse la professoressa, con fare serio “…Chi sa dirmi a cosa serve l’incantesimo Lapifors? ”
“Signorina Granger?” chiese la McGranitt alla sua pupilla.
“Allora..." iniziò Hermione con aria saccente. " L’incatesimo Lapifors... trasfigura gli oggetti o le persone, in conigli.”
“Esatto, cinque punti a Grifondoro.. e chi sa dirmi come si chiama l’incantesimo che fa comparire testi resi invisibili per mezzo della magia? ” continuò la McGranitt compiaciuta.
Hermione alzò prontamente la mano.
“Sii?” la indicò per darle il permesso di rispondere ed Hermione non se lo fece ripetere due volte.
“Si chiama Aparecium e per utilizzarlo bisogna battere per tre volte la bacchetta sull'oggetto da esaminare.”
“Ottimo, signorina Granger, altri cinque punti! ”
I Corvonero la guardarono con invidia. Quanto avrebbero voluto avere una ragazza così nella loro casa.
“Harry...” un bisbiglio alla sua destra fece voltare il ragazzo.
“Dimmi Ron...” rispose lui in un sussurro.
“Ma tu ci credi che Malfoy l’abbia veramente salvata? ”
“Non so, tu? ”
“Secondo me voleva picchiare Zabini e l’ha aiutata per sbaglio.” sussurrò Ron, aggrottando le sopracciglia.
“Può darsi. ” rispose Harry pensieroso ma felice di non essere l'unico ad avere dei dubbi.
“Comunque non lo ringrazierò mai... è sempre un Malfoy.” continuò a borbottare Ron, questa volta non curandosi neanche di abbassare la voce.
“Weasley! Perché non rispondi tu alla domanda? ” chiese in quel momento la McGranitt, facendo voltare tutta la classe.
“Stavi dicendo a Potter la risposta, giusto? ” continuò l’insegnante, sistemandosi gli occhialetti sul naso con fare severo.
Ron si bloccò con le orecchie in fiamme.
“Ehm… veramente…” iniziò titubante, prima di essere interrotto dall'insegnante.
“Weasley, se volevi solo far prendere aria alle tue corde vocali, hai sbagliato aula… dieci punti in meno a Grifondoro, così la prossima volta starai attento.”
A quelle parole tutti i Grifondoro si voltarono verso di loro con espressioni cupe.
Anche Hermione si era girata furente, fulminando Ron con lo sguardo.
“Allora ragazzi...” continuò la professoressa “... per la prossima volta voglio un tema sulle differenze fra l’incantesimo Diminuendo e l’incantesimo Reducio …”
Il grattare delle sedie fu il segnale che la lezione fosse finita.
“Come hai potuto...” sibilò Hermione a Ron, non appena l’aula fu vuota.
Solo Harry era rimasto indietro ad aspettare l’amico, anche se si teneva a distanza per paura che l’amica strillasse anche lui.
“Ci hai fatto perdere dieci punti in un colpo solo!” continuò arrabbiata.
Ron guardò a terra dispiaciuto.
“Presto ci sarà il compito, ti ho già avvisato una volta che non ti farò copiare.” aggiunse la ragazza, incrociando le braccia.
“Ma Hermione, stavo solo...”
Lei lo bloccò “Non mi importa cosa stavi facendo, non è la prima volta che la McGranitt ti riprende... adesso scusatemi ma devo parlare con una persona.” disse freddamente prima di uscire dall’aula.
“E non vieni a pranzo? ” chiese subito Harry.
Ma Hermione era già sparita.
Harry e Ron si guardarono sorpresi.
“Non starà parlando di Malfoy, spero!” borbottò Ron, accigliato.


“Che ci fai qui, Granger? ”
Hermione si sentì piccola piccola davanti allo sguardo indagatore di Theodore Nott.
Ormai erano cinque minuti che girava avanti ed indietro nel corridoio dove si celava l’entrata della Sala Comune dei Serpeverde.
“Ho bisogno di parlare con Malfoy... è importante.” rispose, sostenendo lo sguardo del compagno.
Nott era l’unico Serpeverde che non l’aveva mai derisa od insultata.
Non si erano mai parlati ma Hermione fu contenta di avere davanti lui piuttosto che la Greengrass o, peggio, Pansy Parkinson.
Nott sgranò gli occhi.
“Perché lo cerchi qui? Fra poco sarà ora di pranzo e potrai parlarci in Sala Grande.” rispose lui, in tono freddo e distaccato, ma per niente bellicoso.
Hermione lo fissò pensierosa “Speravo di poterci parlare senza attirare lo sguardo di tutta la sala...”
Nott la scrutò per qualche secondo, la Granger sembrava tremendamente seria e poi, dopo quello che gli aveva detto Draco, meno gente (Serpeverde) li vedeva insieme, meglio era.
“Rimani qui, te lo chiamo.” disse gelido, prima di voltarsi e sparire dietro l’angolo.
Hermione ringraziò mentalmente che ci fosse ancora qualcuno, in quella casa, con un pizzico di cervello.
Durante le lezioni aveva trovato la soluzione al suo problema.
Avrebbe parlato del ricatto a Malfoy, sfruttando il fatto che Zabini fosse ancora in infermeria.
Aveva detto che l’avrebbe controllata ma non aveva previsto di dover stare un giorno intero in infermeria, madama Chips era stata categorica quando l’aveva lasciata uscire.
“Lei può andare, signorina Granger, invece il signor Zabini rimarrà 24 ore in osservazione.”
“Ma perché non ci ho pensato prima? ” borbottò fra sé e sé “Ho perso solo tempo, stasera Zabini sarà di nuovo in giro...”
“Ciao Mezzosangue, a cosa dobbiamo il disonore di averti qui?” una voce acuta ed insopportabile la fece voltare.
“ Oh, no! ” pensò disperata.
Questa non ci voleva.
Pansy Parkinson era davanti a lei, con gli occhi colmi di disprezzo.
“Ciao Parkinson..." rispose Hermione, fingendo noncuranza. "Stavo facendo un giretto e sono passata per caso da queste parti!”
Pansy sorrise e la cosa la insospettì parecchio.
“Per caso, dici? ”
“Sì, esatto.” rispose Hermione con una sensazione spiacevole nel cuore, il sorriso velenoso di quella serpe non le piaceva per niente.
La Serpeverde iniziò a ridere sguaiatamente.
Hermione iniziò a perdere la pazienza “Cosa c’è di tanto divertente? ” Se voleva prenderla in giro quel giorno avrebbe trovato pane per i suoi denti!
“Tu, cara Granger...” rispose candidamente la Serpeverde “Mi fai ridere... scommetto che vuoi dire a Draco della foto fatta da Blaise.”
“C...Cosa? ” Hermione sentì la terra tremarle sotto i piedi.
Lei sapeva...
Il suo piano era sfumato ancora prima che fosse messo in pratica.
“Sì, Mezzosangue...” disse Pansy con voce soave ed un'espressione compiaciuta “ So tutto... quindi adesso ti conviene girare i tacchi ed andartene. ”
Hermione strinse i pugni, con rabbia.
“Ti ricordo che se Draco venisse a sapere di questa storia, la foto decreterà la tua espulsione.” Continuò Pansy, guardandosi le sue unghie soddisfatta.
“Ma anche quella di Malfoy! ” puntualizzò Hermione. “Tu non vuoi rovinare la vita al tuo Dracuccio... vero? ”
Pansy alzò di scatto la testa e ringhiò astiosa “Non azzardarti a chiamarlo così, feccia! ” disse a denti stretti. Però la Grifondoro non si lasciò intimidire.
“Ma non mi rispondi...” continuò Hermione, felice di aver trovato una scappatoia. Anche se la sua gioia durò poco. Pansy, infatti, fece un bel respiro e sorrise nuovamente in maniera sinistra. "Sei una sciocca, Mezzosangue! " sibilò impettita.
" Devo ricordarti io, che Draco fa parte di una delle famiglie magiche più antiche e potenti? Anche se lo espellessero, suo padre riuscirebbe comunque a farlo riammettere a Hogwarts. Non credo che si possa dire lo stesso di te...”
La Grifondoro sentì la rabbia ribollire nelle sue vene, quasi avesse lava bollente al posto del sangue.
“Io...” sussurrò, stringendo i pugni... ma quello che vide in quel momento non le fece finire la frase.
Malfoy era appena uscito dalla sala comune e la stava fissando con un’espressione a metà fra il sorpreso e l’infastidito.





**

Ciao a tutti!!

So che questo capitolo non è un granché..  è un po' di passaggio diciamo...

Spero che sia stato comunque di vostro gradimento...

Non ho avuto il tempo di rileggerlo, chiedo quindi scusa per eventuali errori di battitura.

E' che sto un po' giù e mi pesa fare tutto.

Volevo comunque ringraziare:

Arwen_90kiki91Hollinavale_luna4eGiuliathebestHermyKittyElizabeth9_BellaBlack_(ben tornataaaaa), beal95madaminacrhystalpei_chan,

Siete dolcissimi, davvero...

Ancora sto malissimo, ma faccio quello che posso.

pei_chan: sì, è giustissimo! ^^

Ps. Per HermyKitty, 

Il personaggio di Theo è dedicato a lei, anche perché è stata la mia ispirazione!!!



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Capitolo 10
*** Memories... ***


                                                                      D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 10°




“Granger, cosa ci fai qui? ” chiese Malfoy, avvicinandosi alle due compagne con gli occhi ridotti a due fessure.
Pansy gli sorrise, incoraggiante.
“Non preoccuparti, Draco, la nostra Grifondoro stava giusto andando via, no? ”
Hermione sospirò... con quella megera davanti non avrebbe potuto dire nulla.
“Non stavo parlando con te, Parkinson! ” sibilò Draco, gelando il sorriso di Pansy.
Lei lo guardò offesa “N...Non trattarmi così...”
Ma Draco non la degnò di uno sguardo, mentre i suoi occhi glaciali si posarono su Hermione “Allora? ”
“Hermione, pensa” disse a se stessa nel panico “ Inventati una scusa… ma cosa gli dico?… ah sì...”
“Ero venuta solo a ricordati che domani abbiamo lezione con Piton...”
Malfoy la guardò abbastanza perplesso. Lo credeva forse un imbecille?
“Sei venuta solo per questo? ”
“Solo per questo? ” ridisse Hermione con gli occhi sgranati, fingendo incredulità. “Carissimo Malfoy, la ricerca ancora non è finita, prenderemo un insufficienza in Pozioni se non ci sbrighiamo a completarla.” esclamò, compiaciuta per l’ottima, quanto improvvisata, scusa.
Draco si voltò verso Pansy, che guardava astiosa Hermione con le braccia incrociate e gli occhi iniettati di sangue.
“Vorremmo rimanere soli, và via...” disse gelido alla Serpeverde.
Pansy tremò di rabbia, Hermione pensò che stesse per scoppiare proprio lì, nel bel mezzo dei sotterranei.
“SOLI? ” tuonò, facendo risuonare la sua voce acuta per tutto il corridoio.
“Sì, soli... dovrebbe essere facile come concetto, anche per una mono-neuronica come te... e poi non urlare! La tua voce mi infastidisce...” sibilò lui, velenoso.
Il labbro della Parkinson tremò vistosamente.
Certo che Malfoy sapeva essere veramente crudele quando voleva...
Hermione provò quasi pena per lei.
Grazie a Ron, aveva provato sulla sua pelle cosa volesse dire essere gelosi e per di più, gelosi di una persona che si odia.
“Questa me la paghi, Draco...” sibilò la ragazza, inviperita “Dico davvero, inutile che fai tanto il superiore... te ne pentirai... anche te, Mezzosangue, stai in guardia... con oggi hai firmato la tua condanna! ” disse, prima di scoppiare a piangere e scappare in Sala Comune.
Non appena i singhiozzi della Parkinson non furono più udibili, Hermione si voltò nervosamente verso Malfoy.
“Malfoy, sei un mostro... lo sapevi? ”
Lui per tutta risposta ghignò “Un mostro, dici? Quella è una vipera, io la conosco, non farti commuovere.”
“Sarà...” ammise lei, “Ma non dovresti comunque trattarla così.”
“Ah sì? E perché mai? Io faccio quello che voglio...” il tono di Malfoy era piuttosto bellicoso.
“Forse sarebbe meglio non stuzzicarlo.” pensò Hermione, vedendo il sopracciglio del ragazzo alzarsi più del dovuto.
“Lascia perdere, non importa.”
Malfoy le regalò uno sguardo perplesso.
“Allora Granger, vorrei andare a mangiare... a che ora ci vediamo per finire questa maledetta ricerca? ”
Hermione guardò verso l’entrata della Sala Comune dei Serpeverde, Daphne Greengrass stava uscendo proprio in quel momento.
“Devo andarmene da qui” pensò preoccupata.
“Ci vediamo alle tre in biblioteca... e non tardare! ” si voltò in fretta e fece per andarsene.
Malfoy, con una velocità impressionante, le si parò davanti.
“Non lo sai che è maleducazione voltare le spalle ad una persona durante una conversazione? ” esclamò infastidito, ma nonostante il suo sguardo truce, Hermione non ebbe nessun timore.
“Ma se tu lo fai sempre. ”
“IO faccio come voglio...” sibilò lui di risposta, cercando di intimorirla con uno sguardo. Ma sulla Grifondoro ottenne solamente l'effetto contrario.
“Be' anche io... quindi scusami, Malfoy, ma adesso ho fame e me ne vado, ci vediamo alle tre.”
Hermione lo superò senza esitazione, sentendo il suo sguardo di fuoco seguirla fino alle scale.

*******************************************************

In un pomeriggio assolato d’estate, un bel bambino dalla pelle ed occhi scuri, correva per un lungo sentiero, tra i curati giardini di un podere.
“Blaise, non correre, potresti cadere e sporcarti! ”
Disse una donna altezzosa di indubbia bellezza, che procedeva lentamente ed a testa alta, poco dietro il bambino.
“Sì madre, ma quando arriviamo a questo castello? ” chiese il piccolo Blaise, fermandosi per aspettarla impaziente.
“Manca poco, dietro quella collina dovremmo intravedere il Maniero. ” disse lei seriamente, prendendo il figlio per mano. “Adesso, stai dritto e cammina composto, dobbiamo fare una buona impressione! ”
Il bambino sbuffò, annoiato...
Quanto odiava le buone maniere.
Ma, arrivati in cima alla collina, Blaise rimase a bocca aperta a guardare lo spettacolo che gli si presentava.
Tra le vigne ed i sontuosi giardini, spiccava un’alta costruzione in roccia.
Imponente, irraggiungibile, resistente, sicura.
l colori caldi del sole, che dietro le alte torri stava tramontando, facevano brillare la costruzione, come se emanasse luce propria.
“E’ bellissimo! ” commentò il bimbo.
“Chiudi la bocca per favore, è maleducazione.” disse la madre.
Blaise chiuse la bocca, un po’ triste.
“Ma... veramente i Malfoy vivono lì? ” continuò, con un pizzico di curiosità.
“Sì, Blaise, ed il figlio di Lucius e Narcissa dovrebbe avere proprio la tua età, è da tempo che non li vedo.”
“Veramente? " esclamò incuriosito il bambino "Come si chiama? ”
“Draco.”
Blaise scoppiò a ridere.
“BLAISE! ” sbraitò la donna, seccata “Non c’è niente da ridere… soprattutto per il fatto che dovrai diventare suo amico.”
Il bambino la fissò, stupito “Io con uno che si chiama così non voglio avere niente a che fare, madre...”
“Non dire assurdità! ” commentò gelida la donna “Sai benissimo chi sono i Malfoy... e se ti dico che devi diventare amico di Draco, non discutere e fallo! ” Finì duramente, riprendendo a camminare e lasciandolo indietro.
Blaise rimase in silenzio.
Dei lucciconi brillarono nei suoi occhi scuri, ma non pianse.
“Gli uomini non piangono mai.” gli ripeteva sempre sua madre.
“Che sospresa, Isolde! ” commentò freddamente Lucius Malfoy, dopo che un elfo domestico ebbe annunciato il loro arrivo.
“A cosa dobbiamo questo onore? ”
“Buonasera, Lucius, Narcissa.” li salutò elegantemente lei “Sono venuta a porgevi i miei saluti, visto che spesso il mio lavoro mi trattiene all'estero..." si voltò verso Blaise " Ed ho pensato di cogliere l'occasione per presentarvi mio figlio Blaise.”
Il bambino li guardò a testa alta, rossissimo in viso, “Buonsasera signori Malfoy, è un onore conoscervi! ”
Narcissa si avvicinò sorridente “Buonasera Blaise..." dopo avergli accarezzato amorevolmente la testa, si rivolse alla madre "Complimenti cara, è davvero un bel bambino, educato egregiamente aggiungerei...”
“Concordo.” disse Lucius, con dubbio interesse “Non credo che Blaise conosca il nostro Draco, vero? ”
“No, signore.” rispose il bambino, impettito.
“Molto bene allora, DOBBY! ” tuonò ad un elfo che si trovava poco distante.
“Sì, padrone? ” chiese questo, con fare impaurito.
“Chiama immediatamente Draco e digli di scendere. ”
“Subito signore…” rispose il piccolo elfo, prima di sparire con un sonoro CRACK.
Poco dopo un bambino di un biondo quasi niveo, scese elegantemente le ampie scale che conducevano alla sala da pranzo.
“Mi hai fatto chiamare, padre? ” chiese, senza degnare gli ospiti di uno sguardo.
“Sì Draco, c’è qualcuno che vorrei presentarti, vieni qui.”
In bambino biondo attraversò la sala fino a trovarsi davanti a Blaise e sua madre.
“La signora Zabini...” disse Narcissa.
“Buonasera Signora.” Draco le strinse la mano.
“Salve Draco.” rispose lei, affabile.
Una punta di gelosia colse Blaise, sua madre non aveva mai usato quel tono dolce con lui.
“... e questo è suo figlio Blaise... dovreste avere la stessa età. ”
Blaise e Draco si studiarono per qualche secondo, in silenzio.
Poi Draco fece un passo in avanti e tese la mano.
“Piacere, sono Draco Malfoy. ”
“Blaise Zabini, piacere.” rispose l’altro, ancora un po’ sospettoso ma, nonostante tutto, gli strinse la mano.
“Vuoi vedere la mia collezione di scope da corsa? ” disse subito Draco, in maniera altezzosa.
Blaise guardò la madre.
“Vai pure...”
Draco gli fece strada, mentre un timoroso Blaise, lo seguiva titubante.
Era ormai notte fonda, quando Blaise si svegliò di soprassalto.
Aveva sentito delle voci nella stanza accanto.
Probabilmente, sua madre aveva invitato per la notte un altro dei suoi amichetti della nobiltà.
Si avvicinò, cauto, alla porta socchiusa.
“… Sì, oggi ho presentato Blaise al piccolo Malfoy…” disse la madre a qualcuno.
“Ah, è com’è il giovane rampollo di Lucius? ” chiese una voce profonda che Blaise non aveva mai sentito.
“Un sogno, Alberth, il figlio che tutti vorrebbero avere...”
Blaise, nascosto nel buio del corridoio, sgranò gli occhi.
“Be', anche Blaise è uno dei bambini più invidiati di Inghilterra... devi essere orgogliosa di lui. ” continuò quell’ uomo chiamato Alberth.
“Sì, ma mai come Draco Malfoy… quel bambino ha una classe innata, purtroppo niente a che vedere con mio figlio...”
Blaise strinse convulsamente le pieghe del suo pigiama.
“… dopo quello che mi ha raccontato Lucius sul bambino, non ho potuto fare a meno di invidiarlo... ”
“Secondo me esageri, Isolde, vorresti dire che faresti volentieri a cambio con il figlio dei Malfoy? ” chiese Alberth con voce scettica.
Un solo secondo di esitazione... poi, l’attesa risposta “Sì, Alberth, lo farei. ”
Blaise non volle sentire altro, in silenzio, attraversò nuovamente il corridoio buio e si infilò nella sua stanza.
“Maledetto Draco Malfoy...” sibilò irato.
Come osava prendere il suo posto nel cuore di sua madre…
Una lacrima bagnò il cuscino.
“Non piangere! ” si ammonì da solo.
“Gli uomini non piangono mai.” gli ripeteva sempre sua madre.
“Ecco qui il tuo pranzo, Signor Zabini! ”
Blaise aprì gli occhi.
Si trovava nel letto dell’infermeria di Hogwarts, con Madama Chips intenta a posare un vassoio pieno di vivande sul suo comodino.
“Grazie... ma quando potrò uscire? ” chiese, stropicciandosi gli occhi.
“Sicuramente la cena potrai farla in Sala Grande insieme ai tuoi compagni, ora scusami, ma devo andare alle serre a prendere delle piante curative, verrò a visitarti per quell'ora. ” rispose gentilmente la Medimago, prima di lasciarlo nuovamente solo nella stanza.
Era stato solo un sogno.
Anzi, il solito sogno, anche se ormai lo chiamava incubo…
Lo faceva spesso ultimamente. Soprattutto dopo la litigata che aveva avuto con Draco.
Non ne aveva mai parlato a nessuno... perché, comunque, nessuno avrebbe potuto capire…
Infatti, in tutti quegli anni, Blaise aveva solo finto.
Finto, per raggiungere il suo scopo…
Ed al contrario di quello che avevano creduto tutti fino a qualche giorno prima, Blaise Zabini odiava Draco Malfoy.
Draco era il migliore in tutto… soprattutto per sua madre.
Una madre che non ci avrebbe pensato due volte ad abbandonarlo e prendere lui come figlio.
Lui amava sua madre, maledizione… ma nello stesso tempo la odiava.
Ogni volta che tornava a casa per le vacanze, sua madre invitava spesso Draco a casa, oppure quando prendeva un brutto voto, lo paragonava sempre al giovane Malfoy per spronarlo a fare meglio.
Draco qui, Draco là…
L’esempio di Draco Malfoy era sempre stato preso in considerazione nella sua vita.
Non ne poteva più.
Voleva distruggere con le sue mani, il “figlio ideale” di sua madre, per poi portarle i pezzi davanti dicendole: “Hai visto madre? Non è tanto perfetto adesso...”
Quella storia doveva finire e, finalmente, aveva trovato il modo e la maniera per togliere a Draco Malfoy tutto quello era stato tolto a lui per colpa sua.
Per prima cosa, la sua ragazza: Pansy Parkinson. Non era particolarmente attratto da lei ma quando Pansy gli si era “offerta” non ci aveva pensato due volte ad accettare di frequentarla.
Voleva che si innamorasse di lui per farle lasciare Draco.
Sapeva che, per Draco, essere lasciato da una donna fosse la peggior umiliazione che potesse avere in pubblico.
Poi, per alcuni eventi sfortunati, Malfoy li aveva scoperti ed aveva lasciato Pansy.
Così il suo piano era fallito miseramente, senza contare che Draco gli aveva lasciato dei “messaggini d’amore” non indifferenti, sul suo bel viso.
Ora che la sua maschera “di amico” era crollata, doveva pensare ad altro per umiliare il perfetto Malfoy.
Ed ecco la sua seconda occasione.
La Mezzosangue, Hermione Granger.
All’inizio, fatta la foto compromettente, aveva deciso di portarla direttamente ai professori.
Sia Draco che quella feccia della Granger sarebbero stati espulsi da Hogwarts… per la sua gioia.
Forse Draco sarebbe anche stato riammesso a scuola, vista l’influenza dei genitori... ma il suo illustre nome sarebbe rimasto comunque macchiato.
Questo prima gli sarebbe bastato.
Ma in tutta quella storia aveva scoperto una cosa molto più interessante che infangare il nome dei Malfoy, infatti, per il tempo in cui aveva finto di essere amico di Draco, poteva dire comunque di averlo conosciuto molto bene… e l’evoluzione del rapporto tra lui ed Hermione Granger non era passata inosservata ai suoi occhi.
Anche se Malfoy faceva il duro e lo scorbutico, Blaise si era accorto che non la guardava più con il disprezzo e l’astio di prima.
Se l’avesse allontanata da lui avrebbe avuto la più dolce delle vendette… lo avrebbe fatto anche soffrire, gli avrebbe fatto provare cosa significasse sentirsi “soli”… anche se, per questo, avrebbe dovuto aspettare a consegnare la foto.
Ma faceva parte del piano, in fondo ci voleva del tempo prima di sciogliere il glaciale cuore di quel ragazzo.
Senza contare la gratitudine di Pansy, convinta che lui stesse facendo tutto questo solo per lei... e la gratitudine di una procace Serpeverde era sempre molto gradita per un ragazzo single di diciassette anni.
“Ehh... caro Draco... ho capito il tuo punto debole ormai...” disse tra sé e sé, con ghigno crudele.




***


Ciao a tutti... a volte ritorno... non perdete la speranza! xD
Sperando che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento,
volevo salutare e ringraziare:
_BellaBlack_, Arwen_90, madamina, rose07, Giuliathebest, crhystal, pei_chan, beal95, Oblivion96, HermyKitty, MaryMatrix & sara _S_92
Grazie mille, siete troppo dolci...

Inoltre mi scuso con la dolcissima Elizabeth9piccola, scusa se ti ho trascurata!!!! *_*

Vi mando un bacio grande grande...  
Alessandra 






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Capitolo 11
*** Perché scappi? ***


 D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 11






 

Draco Malfoy guardò nervosamente il suo orologio.

“Le tre e dieci..." sibilò accigliato "Quella Mezzosangue è in ritardo come al solito... se non arriva entro cinque minuti, giuro sul nome dei Malfoy che…”

Ma Hermione Granger entrò proprio in quel momento in Biblioteca, interrompendo i suoi velenosi monologhi.

Scusa per il ritardo, Malfoy. ” disse freddamente la ragazza, sedendosi accanto a lui.

Almeno stavolta lo ammetti! ” rispose lui stizzito, aspettandosi una rispostaccia.

Ma questa non arrivò, Hermione aveva iniziato a rovistare nella sua borsa.

Ti ho già detto una volta che odio aspettare...” continuò il Serpeverde.

Sì, sì, lo so, grazie, risparmiami le tue filippiche. ” tagliò corto lei, mentre radunava sul tavolo una serie pressoché infinita di pergamene.

Non vedeva l’ora di andarsi a sdraiare sul suo letto, la giornata già era iniziata male e, sicuramente, non sarebbe migliorata.

Dopo la "dolce" chiacchierata che aveva auto prima di pranzo, nella quale Pansy Parkinson era scappata via in lacrime, Hermione si era diretta in Sala Grande dove solo il suo grande autocontrollo le aveva impedito di strangolare Ron con la tovaglia.

 

Hermione che ti è successo? Oggi sei strana... non sei mai stata così fredda e scostante con noi! Era Malfoy la persona con cui dovevi parlare prima? Ti ha fatto qualcosa? ”

 

L’aveva perseguitata per tutto il pranzo con quella storia.

 

No, Ron, ho mal di testa oggi e voglio solo essere lasciata in pace. ” Era stata la scusa ufficiale.

 

Inutile parlare con lui, se ci si metteva, Ron poteva essere più petulante della Parkinson.

Il che era tutto dire.

Harry almeno aveva avuto il buon senso di tacere, anche se le occhiate che le lanciava ogni tanto non promettevano niente di buono.

Ma la scoperta agghiacciante della giornata, era stata un’altra.

Aveva avuto il sospetto di essere seguita mentre andava a pranzo e lo stesso quando si era diretta in Sala Comune.

E ancora ora, per andare in biblioteca, quella fastidiosa sensazione non si era attenuata.

 

Senti, Mezzosangue, la mia pazienza si sta esaurendo...” disse Malfoy con sguardo truce. “Se ti rodeva, potevamo finire questo schifo di ricerca un’altra volta. ”

Hermione lo guardò spazientita “Non mi rode, Malfoy, solo che ho fretta… tieni! ”

Draco si trovò davanti un pacco di pergamene, tutte compilate accuratamente.

Che diavolo sono? ” chiese, con voce atona. Con la Granger ormai era pronto a tutto.

Pergamene, è ovvio. ”

Ma va? "esclamò Malfoy, alzando un sopracciglio. "Pensavo fosse carta igienica… Intendevo il contenuto, mi hai scambiato per Paciock per caso? ”

E’ la nostra ricerca. ” confessò candidamente la ragazza, non prima di aver lanciato un'occhiataccia al Serpeverde per quello che aveva detto su Neville.

La NOSTRA ricerca? " le fece eco ironicamente il compagno "Ma se dobbiamo ancora finirla! ”

Mi dispiace doverti contraddire...” rispose Hermione, con aria compiaciuta “La ricerca l’ho finita io dopo pranzo... volevo avvantaggiarmi con il lavoro e avevo io tutti i nostri appunti. ”

Malfoy rimase per qualche secondo in silenzio, poi aprì le pergamene ed iniziò a leggerle stupito.

Controlla che sia tutto giusto.” continuò Hermione, guardandosi intorno nervosamente.

Ed ecco la prova reale che il suo istinto non si fosse sbagliato.

Due tavoli dopo di loro, Daphne Greengrass faceva finta di leggere un libro, i loro occhi si incontrarono per un secondo…

Hermione impallidì quando vide distintamente la Serpeverde sorriderle in maniera tutt'altro che rassicurante. Era seduta al tavolo con sua sorella minore Astoria Greengrass, che Hermione aveva visto pochissime volte.

Sentì il sangue ribollirle nelle vene. Se c’era una cosa che Hermione non tollerava minimamente era che qualcuno la controllasse, o peggio, la spiasse.

Per fortuna la Parkinson non era con loro, non avrebbe sopportato ulteriori insulti da quel carlino.

Ad ogni modo, si sentiva in trappola, braccata come un animale da caccia.

 

Allora che ne pensi? Potrà andare per Piton? ” chiese sbrigativa, sperando di alzare i tacchi il prima possibile.

 

Non so come tu abbia fatto a finirla in così poco tempo… ma penso che prenderemo una bella E.” rispose il Serpeverde, piuttosto colpito dal fatto che qualcuno lo avesse preso di sorpresa su qualcosa. Ci fu un breve attimo in cui Malfoy guardò Hermione intensamente negli occhi, nessuno sguardo ironico e nemmeno scocciato… La Grifondoro non seppe dare un nome a quello sguardo... ma bastò ad accartocciare il suo stomaco.

La paura di arrossire da un momento all’altro davanti a lui, le fece cercare (affannosamente) un qualcosa di indefinito nella sua borsa.

Sperò solo che Malfoy non se ne fosse accorto.

In più, l’essere spiata costantemente da quelle Serpi non faceva che renderla nervosa.

Bene, sono contenta. " ammise con il fiato corto, prendendo le sue cose "Ora scusami ma devo proprio andare...” si alzò velocemente, dirigendosi con passo spedito verso l'uscita.

Aspetta, Granger...” Malfoy si alzò a sua volta, inutilmente.

Hermione ormai era sparita dalla sua visuale.

Daphne sorrise compiaciuta.

Il piano di Pansy e Blaise stava funzionando.


 

 

 Ehi, Draco! Hai fatto presto!” disse Nott, vedendo rientrare l’amico nella loro stanza.

Già...” fu l'unica risposta.

Capisco che la Granger sia brava, ma sono appena le tre e mezzo… Io devo andare ancora all’appuntamento con quella Patil, non capisco perché Piton mi abbia messo con lei in coppia, potevo tranquillamente farla insieme a Daphne. ” si lagnò Theodore, sbuffando sonoramente.

Già…”

Nott alzò un sopracciglio “Cos’è... la Granger ti ha mangiato la lingua ? ”

Già...” Malfoy diede un calcione al letto “Quella maledetta! ”

Nott chiuse la rivista che stava leggendo.

Spero che tu non mi abbia risposto veramente, che è successo? ”

Quella piccola intrigante, non solo ha fatto lei tutta la ricerca, ma poi si è volatilizzata senza neanche guardarmi in faccia...” sibilò Draco, rivolgendosi più a se stesso che all'amico.

E’ un problema? Di che ti lamenti? Ti ha fatto anche i compiti. ” fece Nott ghignando.

Malfoy lo guardò accigliato, non aveva sentito una parola di quello che gli aveva detto l'amico. “Anche prima di pranzo... ti ha detto che voleva parlarmi di una cosa importante, giusto? ” continuò Malfoy, pensieroso.

Sì, infatti, cos’era? ” chiese subito Theodore.

Non ne ho idea! E’ questo il punto, voleva dirmi solo della ricerca... e poi è praticamente scappata, proprio come poco fa... qualcosa non torna...” Strinse i pugni, ma per chi lo aveva preso quella Mezzosangue? Per un idiota?

Theodore riaprì la sua rivista “Non capisco dove sia il problema, meno la vedi meglio è. ”

Malfoy non rispose.

Vero? ”

Sì, sì, tranquillo..." si affrettò a precisare, sotto lo sguardo accigliato dell'amico "E' che mi sta evitando, Theo... senza curarsi di nascondermelo e senza una ragione apparente, visto che ultimamente mi sono comportato bene con lei! ”

E allora? Tempo fa avresti pagato per questa indifferenza, che ti è successo? Non è che ti sei preso una cotta per lei? ” chiese Nott, con un'espressione sempre più preoccupata.

Draco saltò come colpito da una scarica elettrica.

Non dire cretinate! E' che odio essere evitato... IO dovrei evitarla, non lei.” fece un po' imbarazzato, spostando casualmente lo sguardo altrove, pur di non guardare Nott in faccia.

Cogli la palla al balzo, magari le fai paura…” disse Theodore, riprendendo finalmente a leggere la sua rivista.

Paura? ” Draco lo fissò incredulo e poi scoppiò a ridere, una risata ben diversa da quella spontanea di Hosgmeade “La Granger non avrebbe mai paura di me… forse di Zabini...”

E perché no? Sei sempre un brutto e cattivo Serpeverde. ” rispose Theodore, ammiccando.

Quanto sei cretino, non so ancora come possa rivolgerti la parola. ” sibilò Malfoy, anche se un sorrisetto impertinente era nato sulle sue labbra.

Ehhh... i misteri della vita. ” Un cuscino lanciato con violenza mise fine a quella penosa conversazione.





****


Ragazzi/e,

chiedo umilmente scusa per il ritardo e per gli errori di questo capitolo...

Ultimamente sto passando un periodo di crisi... crisi nera... ho la testa nel pallone.

non vi saluto uno per uno, ma siete nel mio cuore.

GRAZIE MILLE

Non vi prometto un aggiornamento celere... ma prima o poi ci sarà!

Alessandra

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Capitolo 12
*** Gelosia? ***


                 D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 12°

Più Theodore Nott ci pensava, più non gli veniva in mente altra spiegazione per il comportamento assurdo di Draco Malfoy.

 

“E’ interessato a lei...”

 

Ma come poteva essere? Malfoy interessato alla Granger, ma andiamo!

Eppure per tutto il pomeriggio e la sera, Draco non aveva fatto altro che starsene sdraiato sul letto a guardare il soffitto.

Non aveva fatto una piega neanche quando Blaise, rientrato dall’infermeria, era entrato in camera per prendere le sue cose. Infatti Piton aveva pensato bene di spostare il ragazzo di stanza mettendolo in quella di Tiger e Goyle, per evitare altri problemi tra lui e Malfoy.

Nott si mise il pigiama, spense la luce e si mise a letto, il suo sguardo vagò dalla parte di quello che ora era il suo unico compagno di stanza.

 

“Draco, dormi? ” chiese nel buio.

“No.”

“Qualcosa non va? Puoi dirmelo. ”

“Assolutamente no. ”

“Mmm…”

Nott fece una faccia scettica nel buio della stanza. “Pensi alla Granger? ”

Gli arrivò una rispostaccia seguita da un ... “Che vai farneticando? ”

“Be', sei in uno stato pietoso da quando sei tornato in stanza oggi pomeriggio, ed a cena hai mangiato poco e nulla.” rispose l'amico, accigliato.

“Non ho appetito, tutto qui” rispose Draco, rigirandosi su di un fianco.

Theodore sospirò “E questo ti costringe a guardare il soffitto da ore? Sembri sotto Imperio! ”

 Si sentì un frusciare di coperte spostate in malo modo.

“La smetti con questa storia? Sto iniziando a seccarmi. ” sbottò Malfoy, con voce tesa.

Anche Nott spostò le coperte, voltandosi verso il letto del compagno “Sei tu che devi smetterla con questa storia, nel caso fosse già iniziata...”

 Draco grugnì nel buio “Non è iniziato proprio niente e non mi interessa la Granger, cosa non ti è chiaro di questi due concetti? ”

Theodore sbuffò, l'unico a cui non erano chiare le cose in quel momento era proprio Malfoy! Anche se forse sarebbe stato meglio non parlarne visto che, grazie a Zabini, Draco era più nervoso ed irascibile del solito in quei giorni. Decise di lasciarlo stare per il momento. “Niente Draco, meglio dormire…” disse in un soffio.

Draco fu felice alla prospettiva di essere finalmente lasciato in pace “Bravo, dormi che domani c’è Pozioni. ”

Theodore alzò gli occhi al cielo “Appunto! ” rispose rassegnato.

“Eh? ”

“Niente, niente. ” si affrettò a correggersi, prima di scatenare un putiferio a quell'ora.

 

 

Il giorno dopo, a Pozioni, fu la volta delle correzioni delle ricerche.

 Furono molti i voti sotto la sufficienza.

Come da prassi infatti, Ron aveva iniziato la sua cantilena di proteste per il voto ricevuto.

 

“Insomma, Harry! Dove abbiamo sbagliato questa volta per meritarci una S? ”

“Non ne ho idea, Ron, ma abbassa la voce!” rispose l'amico, guardando la cattedra preoccupato che Piton li avesse sentiti.

“Eppure pensavo di aver scritto tutto…”

 

Hermione si girò a fulminare gli amici, se avessero fatto perdere altri punti a Grifondoro, Harry era sicuro che li avrebbe affatturati seduta stante.

 

“E' inutile, Granger, sono casi persi i tuoi amici…”

La voce melliflua di Malfoy, le ricordò che non era più al banco da sola.

“Sono sicuramente meglio dei tuoi! ” rispose lei a tono.

Draco ghignò “Ah… finalmente parli! Pensavo che fossi rimasta sconvolta dalla “E” che abbiamo preso, è stato il voto più alto della classe. Pensavo che una secchiona come te fosse abituata. O sbaglio? ”

Hermione tacque.

Aveva deciso di parlare con Malfoy il meno possibile e solo se fosse stato necessario. Era l’unica soluzione che aveva trovato, oltre ad essere quello che volevano Zabini e la Parkinson.

Draco iniziò ad innervosirsi, era dal giorno prima che la Granger si comportava in maniera strana e quella mattina ne aveva avuto la conferma. L’ora di Pozioni era quasi finita e quella stupida frase e “Buongiorno...” erano state le uniche parole che gli aveva rivolto.

Lo evitava, anzi, faceva finta che non esistesse.

 Gli vennero in mente le parole di Nott dette la sera prima:

“… sei in uno stato pietoso da quando sei tornato in stanza oggi pomeriggio …”

 Che Theo avesse ragione?

Draco scacciò in malo modo quel pensiero assurdo. Sicuramente era tutto legato al fatto che la Granger stesse nascondendo qualcosa. E lui voleva sapere cosa fosse.

 “Potresti anche rispondermi o ti sei montata la testa Mezzosangue zannuta? ” gli uscì con cattiveria, anzi, con rabbia.

Non riusciva bene a spiegarsi (o non voleva? ) perché fosse arrabbiato, ma lo era. Non poteva essere ignorato come un comune Babbano, non lui, non Draco Malfoy.

Hermione abbassò gli occhi, “Non mi va di parlare, tutto qui. E smettila di chiamarmi in quel modo! ”

“E… tu smettila di ignorarmi, non lo sopporto! ” gli sfuggì.

La Grifondoro sentì il suo cuore accelerare.

“Eh? ” si girò verso di lui con un groppo in gola.

Malfoy si voltò bruscamente verso la cattedra con uno sguardo scuro.

Anche il suo cuore aveva accelerato il battito.

 

“Voglio un tema sulla Pozione Corroborante e… chiaramente, verrete interrogati la prossima volta. Spero che vada meglio per chi ha fatto una ricerca veramente penosa come Potter e Weasley. ”

 

 

Piton, nel frattempo, aveva assegnato la solita montagna di compiti per la lezione successiva e non si era lasciato sfuggire l’occasione per umiliare Harry e Ron.

Le orecchie di Ron erano così rosse da far paura, ma nessuno osò dire nulla, neanche Harry.

Intanto Hermione cercava di calmare il suo cuore che improvvisamente aveva iniziato a battere in maniera forsennata.

Non doveva rispondergli, non doveva chiedere neanche che cosa volesse dire quella frase.

Zabini e la Parkinson erano a pochi banchi da loro e, quella mattina, Blaise le aveva anche sorriso prima dell’inizio della lezione, un sorriso tutt’altro che rassicurante.

Quando suonò la campanella e il grattare delle sedie fu l’unico suono della stanza, Hermione prese in fretta le sue cose e fuggì via.

Non che Draco si aspettasse una reazione diversa ormai, ma la cosa non fece che indispettirlo ulteriormente.

Nott gli si affiancò “Allora? A che ora ci alleniamo oggi? ” chiese.

“Alleniamo? ” fece Draco distrattamente, guardando ancora la porta da cui la Granger era appena uscita.

“Sì Draco, sai quella cosa che ogni tanto facciamo? ” disse Theodore scocciato “Hai presente il Quidditch? ”

Malfoy si bloccò “Ah, sì… facciamo alle quattro al campo, puoi passare tu parola agli altri? ” borbottò, mentre raccoglieva pensieroso le sue cose.

“Va bene. ” Nott guardò l’amico preoccupato, ma non si azzardò a dire nulla.

 

 

“HERMIONEEE! ASPETTA, NON CORRERE! ” urlò Ron per il corridoio.

La ragazza si bloccò con il battito del cuore ancora irregolare.

Ron la raggiunse di corsa, seguito a ruota da Harry.

“Ma come, ci rimproveri sempre perché corriamo in corridoio e poi scappi in quel modo? ” fece Ron ironico, cercando di riprendere fiato.

Hermione si sentì a disagio “Be', sì… in effetti… hai proprio ragione Ron, non dovevo correre. ” disse, stringendo la cinghia della sua borsa. Quel Malfoy aveva la capacità di farla uscire di testa.

“Perché sei scappata? ” chiese a bruciapelo Harry, con uno sguardo indagatore.

Hermione lesse negli occhi dell'amico qualcosa che la fece agitare “Scappata? No, che dici? Ero solo sovrappensiero!" buttò li, senza guardarlo. Ma dentro di lei si fece largo la paura che stesse iniziando a cedere, a tradirsi. Doveva rimanere calma, o Harry avrebbe sicuramente capito che qualcosa non andava.

Ma, inconsapevolmente, Ron venne in suo aiuto.

“Scommetto che hai fame e volevi correre in Sala Grande per prendere i posti migliori... Però potevi anche aspettarci! ”

Hermione gli sorrise, grata della sua ingenuità “E’ vero, Ron, ho molta fame, andiamo? ” confermò, riprendendo a camminare.

Ron non se lo fece ripetere due volte “Certo.”

Harry alzò un sopracciglio, ma non disse nulla.

Hermione nell'ultimo periodo tra la scuola, doveri di Prefetto, compiti, ricerche e tutto, mangiava poco e niente.

Il trio si diresse molto più lentamente verso la Sala Grande, dove li accolse una festante Ginny.

“Ciao ragazzi! ” squittì lei, prima di saltare al collo di Harry.

“GINNY! ” la ammonì Ron.

“Ed ora qual è il problema? ” sbuffò la ragazza, mentre Hermione tratteneva un sorriso.

“Sei in pubblico! Non devi farle certe cose.”

Harry si mise una mano sulla faccia in segno di disperazione, da quando si era messo insieme a lei, Ron e Ginny non facevano altro che litigare.

“Certe cose? LUI dice a ME di non fare certe cose in pubblico? ” Ginny si gonfiò come un tacchino… ma prima che esplodesse Harry la trascinò lontano dal fratello “Ehi, ci sono due posti laggiù, forza Ginny, muoviamoci prima che ce li prendano! ”

“Ci vediamo dopo ragazzi.” disse poi, sorridendo nervosamente agli amici.

Hermione ridacchiò mentre la coppia più invidiata di Hogwarts si sedeva alla fine del tavolo, con Ginny che continuava a lanciare sguardi torvi al fratello ed a gesticolare arrabbiata.

Inaspettatamente Ron la prese per mano.

“Oggi c’è più confusione del solito, vieni, ho visto due posti vicino a Dean e Seamus.” disse, tirandola delicatamente da una parte.

“Ok.”

Hermione seguì bonariamente l’amico, quando con lo sguardo incrociò due occhi chiari e pungenti.

 

“Hai visto, Draco? ” sibilò Theodore all’amico “Non c’è proprio possibilità che due come voi stiano insieme, la Granger è innamorata di Weasley, guarda… si tengono anche per mano, che carini.” finì, studiando la sua reazione.

“Chi ti ha chiesto niente...” gli rispose Draco tagliente, dirigendosi verso il tavolo dei Serpeverde.

 

Hermione distolse lo sguardo, turbata.

“Perché continua a guardarmi in quel modo? Perché prima mi ha detto quella cosa? ”

 

Malfoy intanto si era seduto vicino a Nott e Goyle, il suo sguardo però era fisso sul tavolo Rosso-Oro.

“Non sapevo che la Mezzosangue se la facesse con Pel di carota. ” sghignazzò Goyle, dando una gomitata a Draco.

Gli occhi di Malfoy divennero ancora più sottili.

Vide Ron ridere di gusto ed Hermione dargli un pizzicotto in maniera affettuosa prima di ridere anche lei. Vederla così serena e sorridente gli fece venire in mente il pomeriggio passato ad Hosmeade, a quanto avevano riso insieme e senza motivo. 

Una gran rabbia lo assalì, facendolo alzare rumorosamente.

“Draco, che hai? ” chiese Goyle, fissandolo sorpreso.

Nott lo guardò preoccupato, sapeva benissimo che cosa avesse l’amico.

“Non ho fame, me ne vado. Ci vediamo all’allenamento. ” rispose lui tra i denti.

Detto questo, si voltò e si diresse all’uscita.

Da un angolo del tavolo Verde - Argento, Blaise Zabini alzò la sua coppa di succo di zucca.

“Salute Draco, fra poco esploderai… ed io sarò lì a gustarmi lo spettacolo! ” sibilò compiaciuto.






*****

Ciao a tutti!!

lo so, sono sparita... ma non sono riuscita ad andare avanti con la storia per un po' di tempo.. e subito dopo mi si è riempito il pc di Virus.

Alcuni di voi hanno chiesto nelle scorse recensioni cosa mi fosse accaduto.. be', a luglio è morta improvvisamente mia madre e mi ha lasciata sola.

Oltre al vuoto che sento, mi sono trovata improvvisamente con: bollette da pagare, affitto e chiaramente ho un lavoro precario che fra un mese potrebbe non esserci più.

Sono stata molto male all'inizio, ora - piano piano - mi sto riprendendo... anche grazie a tanti amici ed al mio ragazzo. Ma, come avrete capito, non ho molto tempo per scrivere.

Non lo dico per giustificarmi, amo scrivere e almeno un mio piccolo sfogo voglio concedermelo, la storia la finirò, PROMESSO, ma gli aggiornamenti non saranno regolari, o almeno, non come prima..

Vi chiedo scusa -

Spero che comunque la storia continui a piacervi e ringrazio tutti coloro che mi hanno lasciato un commento e chi ha messo la storia tra i preferiti... (148 utenti, davvero non me lo aspettavo) GRAZIE-

Grazie anche per i messaggi di incoraggiamento... siete carinissimi/e.

Vi saluto con affetto,

Alessandra

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Capitolo 13
*** Cambio coppie! ***


                    D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 13°


Draco Malfoy diede un pugno al muro del corridoio.
“Che cosa mi è preso prima? Che cosa mi sta succedendo?”
Non era mai stato così agitato in vita sua, così nervoso, così irascibile.
Da qualche giorno sembrava che le sue emozioni avessero preso il sopravvento su di lui.
Decise di farsi una doccia, doveva assolutamente capire da cosa dipendesse il suo stato d’animo e superarlo. Non doveva essere così vulnerabile, non poteva permetterselo.
Entrò distrattamente nella Sala Comune dei Serpeverde, ma un avviso attaccato nella bacheca attirò ugualmente la sua attenzione.
“Oh, merda…” imprecò leggendolo “Cos’è questa assurdità? Il mondo sta iniziando a girare al contrario!”
borbottò, prima di infilarsi nella sua stanza sbattendo la porta.

“Signorina Granger! ”
Hermione si voltò, sentendosi chiamare. Era appena uscita insieme a Ron dalla Sala Grande quando Minerva McGranitt le fece un cenno da in fondo al corridoio.
“Sì, professoressa? ”
La donna si avvicinò a grandi passi “Ho messo stamani degli avvisi in ogni bacheca di ogni Sala Comune, lo avete già letto per caso? ” chiese, schioccando la lingua.
Hermione la guardò sorpresa “Non ancora, di cosa si tratta? ”
L’insegnante si sistemò meglio gli occhialetti sul naso adunco “Forse è meglio che veniate nel mio ufficio. ”
“Anche io? ” chiese Ron, aggrottando le sopracciglia.
La professoressa si voltò “Sì, Weasley, riguarda tutti i Prefetti, seguitemi. ”
Ron ed Hermione si lanciarono uno sguardo perplesso, prima di seguirla nel suo ufficio.


“HARRY, dove diavolo sei in un momento come questo… HARRY!!! ”
Ron entrò in Sala Comune come una furia.
Harry era seduto vicino al fuoco, in procinto di iniziare la montagna di compiti assegnati.
“Sono qui, Ron… e fino a prova contraria, sei tu che sei sparito dopo pranzo! ” rispose, un po’ imbronciato.
Ron si avvicinò con le sopracciglia aggrottate “Sì, hai ragione, ma sono stato chiamato con Hermione nell’ufficio della McGranitt. ”
L’espressione del compagno cambiò radicalmente.
“Eh? Che hai combinato? ” chiese, con un filo di preoccupazione.
“Niente, ovviamente. " rispose Ron, guardandolo male "Voleva solo comunicarci alcune decisioni che il corpo insegnanti aveva preso riguardo noi Prefetti. ”
Harry non riusciva a seguirlo.
“Scusa, ma perché hai quella faccia? Ti hanno tolto la spilla di Prefetto per la tua pessima media? ” buttò li, per farlo parlare.
Ron si rabbuiò “Pessima media? ”
“Dai, scherzavo, vuoi dirmi o no di che si tratta? ” rispose Harry, con un mezzo sorrisetto.
“E’ una tragedia…” Ron si sedette nella poltrona accanto all'amico e si mise a raccontare tutto quello che la McGranitt aveva detto a lui ed Hermione.


Hermione si sdraiò sull’erba umida del parco, aveva deciso di fare un bella passeggiata fino al Lago Nero per prendere una boccata d’aria.
Il suo cuore aveva preso a battere in maniera frenetica, ormai non riusciva più a controllarlo.
Chiuse gli occhi, riesaminando mentalmente l’incontro avuto con la McGranitt pochi minuti prima.

“Siete la prima coppia di Prefetti a cui lo comunico verbalmente, convocherò le altre fra oggi e domani… allora ragazzi, dopo una riunione molto lunga, abbiamo deciso di cambiare le coppie di Prefetti per le ronde notturne e per la sorveglianza delle aree proibite.”
“Cambiare? ” aveva detto subito Ron, preoccupato che gli avrebbero tolto la sua preziosa spilla, per darla a qualche novellino con dei voti migliori dei suoi.
“Sì, ma nel senso di mischiare i Prefetti delle diverse Case. ” continuò la donna.
Hermione aveva trattenuto il fiato, sperando proprio di aver capito male.
“Infatti abbiamo estratto a sorte e messo in ogni Sala Comune l’avviso con le nuove coppie. ”
“Mi scusi, Grifondoro insieme a chi è stato sorteggiato? ” aveva chiesto preoccupata la ragazza.
Ed ecco l’attesa risposta:
“Serpeverde.”


“Hai capito la gravità della cosa? ” disse Ron, alzandosi nervosamente ed avvicinandosi alla bacheca, “Non ho potuto dire niente, ma sono disperato! ”
Guardò l’avviso, quasi sperando che questo sparisse:

Coppie Prefetti sorteggiate per le ronde notturne e sorveglianza:

Pansy Parkinson (Serpeverde) – Ronald Weasley (Grifondoro)

Hermione Granger (Grifondoro) – Draco Malfoy (Serpeverde)



Pansy arricciò il naso mentre guardava la bacheca.
“Non solo il MIO Draco dovrà stare in coppia con quella feccia…” disse affranta.
“Ma io dovrò stare insieme a quello straccione di Weasley...” finì con disgusto.
Blaise la guardò divertito.
“Su Pansy, ti potresti divertire un po' con quel sempliciotto, non essere così tragica.”
Pansy lo guardò come se fosse impazzito “Divertire ? Io non voglio neanche vederlo!” rispose, incrociando le braccia.
“Be' dovrai farlo comunque, tanto vale che ne approfittiamo.” disse Blaise, facendole l’occhiolino.
Pansy aggrottò le sopracciglia vedendo Zabini sogghignare “Approfittarne dici, e come? ” chiese, scettica.
“Sempre per il fine del nostro piano, ricordi Weasley di chi è amico? ”
Pansy si illuminò “Oh! ”
“Sarà divertente, vedrai, fai come ti dico ed andrà tutto bene.” continuò il ragazzo, avvicinandosi e bisbigliandole qualcosa nell'orecchio.
"... ti spiegherò il resto quando servirà! " aggiunse, una volta allontanatosi da lei.
Pansy lo guardò un po' sorpresa ma gli sorrise “Se la metti così… forse hai ragione, mi divertirò un po' con lui e farò come mi hai chiesto."

“Ehi, ma ti sei addormentata? ” una voce famigliare fece sobbalzare Hermione dalla paura.
“Ron! Sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo! ” disse, mettendo una mano sul petto.
L'amico la guardò accigliato “Scusa, ma non mi aspettavo di vederti sdraiata sull’erba e con gli occhi chiusi, siamo a Novembre non a Giugno.”
Hermione sospirò “Sei venuto a parlarmi di quello che ha detto la McGranitt? ” chiese, sapendo già la sua risposta.
Ron si mise accanto a lei, con un'espressione cupa “Già...”
Hermione si tirò su e si mise a sedere più composta “Non possiamo opporci, lo sai. ”
“Sì, lo so." rispose Ron con un strana espressione "Ma mi è venuta un'idea, e volevo chiederti un favore.”
Lei lo guardò interrogativa “Un favore? Dimmi pure.”



“Ehm… Pansy? ” disse timidamente Daphne, affacciandosi nella sua stanza.
“Dimmi cara.” cinguettò lei, mentre era intenta a passare lo smalto sulle sue chilometriche unghie.
“Ci sono due Grifondoro davanti alla nostra Sala Comune, vogliono parlare con te e Draco.”

“Come? ” disse Draco, alzando un sopracciglio “Chi c’è in corridoio? ”
Nott si rabbuiò " Daphne dice che ci sono Weasley e la Granger e che vogliono parlare con te e Pansy.”


Hermione continuava a torcersi le mani, aveva accettato con sollievo la soluzione che Ron le aveva proposto, ora la cosa più difficile sarebbe stato motivare e far accettare la loro proposta sia alla Parkinson che a Malfoy.
Sentì il cuore scoppiarle nel petto.
Neanche avesse dovuto tenere un discorso davanti a tutta Hogwarts.
Ron non sembrava più tranquillo di lei, continuava a girare intorno alla compagna come uno squalo che ha avvistato la sua preda, aveva le orecchie di una delicata sfumatura cremisi.
“Ma quanto ci mettono ad uscire? la Greengrass è entrata da più di cinque minuti ormai.” disse nervoso all’amica.
Hermione sospirò, ci si doveva mettere anche Ron ad agitarla “Porta pazienza, magari erano occupati… e mi raccomando, non essere scortese come tuo solito, ricordati che se accetteranno ci faranno solo che un favore.”
Ron la guardò offeso “Io non sono mai scortese! ”
Hermione sorrise fra sé e sé “Certo, come no.”
Il rumore dei tacchi di Pansy li fece voltare entrambi.
“Ci siamo!!” pensò.
Pansy si avvicinò con una strana espressione in viso.
Hermione si era ripromessa di essere gentile, qualsiasi provocazione avesse ricevuto.
“Ciao Parkinson.” fece in tempo a dire prima che dal ritratto uscisse Malfoy con una faccia persino peggiore della compagna.
“Si può sapere che vuoi, Granger? ” disse, senza lasciarle il tempo di dire niente “Ti sei portata la guardia del corpo stavolta! Hai fatto bene, ma non ti sei dimenticata anche San Potter? Attenta che potrebbe essere geloso di te e Weasleyuccio! ” Il suo sguardo non prometteva niente di buono.
Pansy rise sguaiatamente, merlino come odiava la sua voce… quasi pensò di girare i tacchi ed andarsene, ma non lo fece.
Ron lo fulminò con lo sguardo “Senti furetto…” ma fu bloccato subito da Hermione.
“No Malfoy, io e Ron volevamo semplicemente parlarvi.” disse con voce sicura, ma le sue mani tremavano.
“Bene allora, cosa volete? ” chiese Pansy, incrociando le braccia.

Hermione spiegò accuratamente la loro proposta, sembrava quasi che si trovasse a lezione.
La Parkinson e Malfoy la ascoltarono guardinghi, all’inizio con un’espressione scettica che piano piano lasciò il posto ad un’espressione di puro sbigottimento.
“Come scusa? ” disse Pansy non appena la ragazza ebbe finito, “Vuoi scambiare le coppie? ”
“Sì, visto che le nostre Case dovranno pattugliare insieme, io e Ron volevamo proporvi uno scambio di partners. Io sarei in coppia con te, mentre Ron con Malfoy, chiaramente la McGranitt ancora non lo sa. Se per voi va bene possiamo andare nel suo ufficio a chiederle il consenso.”
Draco squadrò Ron con un’espressione assassina.
“E perché? Se è lecito saperlo.” sibilò poi, verso la ragazza.
Hermione lo guardò negli occhi, sapeva che glielo avrebbero chiesto “Perché penso che queste coppie siano più equilibrate, tutto qui! ”
Malfoy la guardò con uno sguardo indecifrabile “Balle, Granger, e tu lo sai, hai semplicemente paura di stare in coppia con me… ammettilo! ” esclamò, indicando la Grifondoro.
Hermione strinse i pugni “Non dire assurdità, non mi fai nessuna paura.” mentì, sperando di essere convincente.
Ron accorse in suo aiuto “Veramente l’ho proposto io ad Hermione. ” annunciò, mettendosi davanti all'amica.
Draco lo fissò, gelido.
“Gelosia? ” chiese con un ghigno.
Ron fece un passo avanti, fino a trovarsi faccia a faccia con il Serpeverde.
Precauzione, sarebbe il termine più giusto, visto che di te non ci si può fidare...” rispose, imitando il tono del compagno.
Prima che Malfoy gli lanciasse una maledizione senza perdono, Hermione si mise tra i due ragazzi e spinse Ron da una parte.
“Non mi sei sembrato molto cortese, o sbaglio? ” disse piccata.
Pansy, che stranamente era rimasta zitta per tutto il tempo, sorrise divertita “Non maltrattarlo, Granger, tanto la mia risposta è no! ” comunicò, con voce altezzosa.
Sia Malfoy che i due Grifondoro si voltarono verso di lei.
“… per due motivi...” continuò la Serpeverde “ numero uno: Non voglio assolutamente stare in coppia con te, offenditi pure, ma almeno Weasley per quanto straccione è pur sempre un purosangue…”
A quelle parole Ron fece per risponderle, ma Hermione lo zittì con una gomitata.
“…numero due : Non ho voglia di perdere tempo nell’ufficio della Megera McGranitt per supplicarla di fare una cosa di cui non me ne importa niente! Ora scusatemi ragazzi, ma devo dare un’altra passata di smalto."
Hermione era senza parole, la lasciò quindi rientrare, felice e giuliva, nella sua Sala Comune. Da quando non le importava niente di Malfoy? E soprattutto, visto il ricatto di Zabini, perché le stava dando la possibilità di stare con lui? Per torturarla, era ovvio! Ma se non fosse stato solo questo?
Anche Draco si voltò per andarsene “Mi dispiace, Granger, ma dovrai stare in coppia con me che tu lo voglia o no! ” disse ghignando, prima sparire con uno strano luccichio negli occhi che alla ragazza non piacque per niente.
Il loro piano era fallito e per di più Malfoy, anche se magari stava scherzando, aveva colpito proprio nel segno… Hermione non aveva paura di stare in coppia con lui… ne era terrorizzata.





*****



Eccomi qui, ciao a tutti !!
Ho cercato di fare presto stavolta, anche se il prossimo non so quando potrò scriverlo.
Vi ringrazio di cuore per tutti gli incoraggiamenti che mi avete scritto, siete molto dolci. E vi confesso… che qualche lacrimuccia l’ho versata quando ho letto i vostri commenti. Il “grazie” non basterebbe in realtà.
Vorrei salutarvi uno per uno, ma non ne ho la possibilità.
Un bacio a tutti e… volevo dire qualcosa a chi, da quello che ho letto, sta vivendo il mio stesso dolore.
“Ogni cosa cara che perdiamo e si allontana da noi, sempre ritorna più intensa e viva nel nostro cuore, a guidare la nostra vita.” (f.Cappelli)
E’ una frase che ho letto e mi ha fatto riflettere, ve la dedico…
Alessandra.

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Capitolo 14
*** Questo... cosa diavolo vuol dire? ***


                        D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 14°




"Andiamo, Ron! " sussurrò Harry, prendendo schifato un bruco morto dal vasetto sul banco, dove erano intenti a preparare una Pozione Restringente per Piton.
“Non starai ancora pensando alla ronda di stasera? ”
Ron abbassò lo sguardo “Sì, miseriaccia! ”ammise, a bassa voce.
“Non riesco a pensare ad altro, maledetta Parkinson! So già che sarà orribile passare quelle ore insieme a lei! ”
“Ma dai… sarà solo una ronda, vedrai che passerà presto e non succederà niente.”
“Lo spero Harry, ma non ne sono così sicuro.” rispose Ron, guardando la pozione che bolliva.
Un banco avanti al loro…
“Passami il succo di sanguisuga, per favore.” comandò Hermione, con tono professionale.
Malfoy prese il vasetto “Mi ricordi quando abbiamo la nostra ronda? ” chiese invece, guardandola furbamente.
Hermione alzò un sopracciglio, sentendo sorpresa il suo cuore perdere un battito.
“Domani, credo…” disse nervosamente cercando di nascondere il suo coinvolgimento, non riusciva a pensare ad altro, altro che “credo”.
Malfoy ghignò, guardando Hermione strappargli di mano il vasetto e aggiungere l’ingrediente alla pozione.
“ Be', mi aspettavo molto di più dalla tua memoria…” disse sussurrando, anzi, sibilando…
Hermione sussultò “L’avviso e gli orari sono arrivati anche a te, no? Non vedo perché dovrei ricordartelo io.” rispose nervosa.
Perché mai si stava agitando così tanto? Si chiese, mentre sentiva la collera montare in lei e le mani tremarle.
Era una semplice provocazione, una delle tante che Malfoy utilizzava per farle perdere il controllo da che lo conosceva. Perché questa volta non riusciva a calmarsi?
“Perché ti scaldi tanto? ” chiese Malfoy, seguitando a ghignare. Si vedeva lontano un miglio che si stava divertendo da morire.
“Può capitare a tutti di sbagliare…”
Hermione lo guardò storto “Di cosa stai parlando? ”
“Della pozione, ovviamente…”
Hermione guardò confusa il calderone.
“Accidenti! ” sussurrò pallida “Ho messo il succo di sanguisuga prima delle radici di margherita! ”
“Eh sì, Granger…” confermò Malfoy sospirando.
Gli occhi di Hermione saettarono verso di lui “Perché diamine non mi hai fermata? ”
Maltoy alzò le spalle, con espressione angelica.
Hermione guardò terrorizzata la pozione cambiare colore.
“Oh, cavolo! E adesso come posso invertire il processo chimico? ” disse, prendendo febbrilmente il libro.
Malfoy la osservò tranquillo.
“E’ semplice…” iniziò pomposo.
“Basta aggiungere subito la milza di ratto. ”
La ragazza sgranò gli occhi, “Come lo sai? ” chiese scettica.
“Non ti fidi? Guarda bene, ragazzina…” Malfoy inserì l’ingrediente e la pozione ritornò in pochi secondi al colore originario.
Hermione era senza parole.
“Non mi ringrazi? ” disse sfiorandole il braccio, facendola tremare dalla testa ai piedi.
La scena però… non era rimasta inosservata.
“Giù le zampacce da Hermione, furetto! ” sussurrò con forza Ron, con le orecchie in fiamme e lo sguardo assassino.
Harry lo strattonò, preoccupato “Abbassa la voce …” non fece in tempo a dire, prima che gli occhi di Piton si posassero su di lui.
“SILENZIO! ” tuonò infatti il professore, minaccioso.
“POTTER, WEASLEY! Un altro rumore e vi caccio fuori! ” sibilò, lanciando uno sguardo pericoloso ad Harry e Ron.
Hermione rivolse uno sguardo carico di odio a Malfoy, che gongolò, finendo la pozione.
Un’ora dopo...
Hermione, Harry e Ron, entrarono in Sala Comune.
“Menomale che è finita… oggi è stata più dura del previsto! La sola fortuna è stata quella di non avere troppi compiti assegnati grazie alla partita contro i Corvonero.” disse Harry, distrutto nel corpo e nella mente.
Si accasciò sulla prima poltrona libera.
Ron si mise in quella accanto all’amico, Hermione di fronte.
“Per te è finita amico…” disse Ron lagnoso “Per me il peggio deve ancora cominciare!”
Hermione lo guardò, sapeva benissimo cosa lo preoccupasse, l’ansia di quello che l’attendeva il giorno dopo le strinse il petto.
“Ron, lo so che non è piacevole...” iniziò, cercando di sembrare naturale e distaccata “Purtroppo dobbiamo fare buon viso a cattivo gioco! ”
“Buon... che? ” sbottò Ron, confuso.
Harry ed Hermione si guardarono e sorrisero.
“E’un detto babbano.” spiegò Hermione, con il suo solito tono saccente “Vuol dire che anche se la cosa non ci piace, non dobbiamo lamentarci e portare avanti il nome dei Grifondoro con onore.”
Harry sorrise, quella che aveva davanti era la loro Hermione di sempre, che avesse sbagliato ad avere dei sospetti su di lei? Magari il suo“cambiamento” era stato solo una cosa passeggera.
“Onore? ” disse Ron, affranto “Subire passivamente due ore di insulti, ti sembra onorevole? ”
Harry si intromise “Conoscendoti, non credo che rimarrai passivamente a subire, penso che tornerai senza voce! ” scoppiò a ridere senza ritegno.
Anche Ron iniziò a sghignazzare.
“RON! ” tuonò Hermione “… se vi azzardate a svegliare qualcuno o farvi riprendere dai professori, giuro che non ti rivolgerò più la parola! ” finì stizzita.
A Ron si gelò la risata in gola.
“Ma... Hermione, dovrò pur difendermi! ” esclamò, imbronciato.
Ma l’occhiata che gli regalò l’amica, gli fece intuire la risposta.
“Sei pronta, Pansy?” Blaise Zabini fece capolino alle spalle della ragazza, seduta accigliata davanti al fuoco verde della loro sala comune.
Pansy lo guardò con sufficienza “Ho avuto la possibilità di cambiare partner, spero che almeno ne varrà la pena! ” disse, perplessa.
Blaise sorrise beffardo “Ma certo, cara.” disse, mettendole un braccio intorno alla vita “Basterà che tu faccia un po' la carina con lui e…” le sussurrò piano delle parole all'orecchio.
“Sei sicuro? Capirà che c’è qualcosa sotto …” chiese lei, con gli occhi sgranati.
“ Chi, Weasley? Non è certo l’emblema della perspicacia… andrà bene, vedrai…”
Zabini le sorrise dolcemente, posando delicatamente le labbra sulle sue.
“No! ” lei lo respinse, “Siamo in sala comune!”
“Da soli…” le fece notare lui.
“Potrebbe tornare qualcuno, il coprifuoco sta per scattare.”
Blaise si allontanò, infastidito da quel rifiuto “Va bene, Pansy.” disse, nascondendo la sua irritazione “Comunque non preoccuparti, vedrai che andrà tutto come IO ho previsto.”
Pansy lo guardò nervosamente, Blaise a volte riusciva a metterla in soggezione almeno quanto Draco, anzi, forse peggio.
“Ok, farò come hai detto.” distolse lo sguardo dai suoi occhi per portarlo sulle fiamme ardenti “ Quello che voglio è Draco... e sono disposta a tutto pur di farlo tornare da me! ”
Hermione sciolse i capelli e si infilò la sua vestaglia azzurra.
Non era riuscita a studiare nulla per tutta la sera, Ron inoltre era uscito per la sua ronda con un’aria afflitta, degna di un’esecuzione capitale; inutile dire che il pensiero che il giorno dopo sarebbe “toccato a lei”, le aveva occupato la mente per tutto il pomeriggio e la sera.
Le compagne dormivano alla grossa, ma lei non aveva sonno, si avvicinò alla finestra dove una pallida luna illuminava il paesaggio spettacolare delle montagne.
“Non posso credere che stia iniziando a provare qualcosa per lui…” pensò disperata osservando il cielo.
“E’ il nostro peggior nemico… è il mio peggior nemico.”
Era così presa, che non si era accorta di un gufo nero che aveva iniziato a svolazzare davanti alla sua finestra.
Quando lo vide il cuore le si fermò per la paura. Aprì silenziosamente la finestra, non appena vide un biglietto legato ad una delle zampette dell’animale.
“Vieni qui! ” sussurrò tendendo il braccio, il gufo non ebbe esitazione, si appollaiò sul suo braccio sinistro e le permise di sfilare il messaggio.
Subito dopo riprese immediatamente il volo, segno che il mittente non aspettava risposta.
Hermione si voltò preoccupata verso Lavanda, il suo leggero russare si era interrotto per un momento, ma poi la ragazza si era voltata su di un fianco, continuando a dormire profondamente.
Di chi poteva essere quel messaggio?
“Che sia suo? ” solo quel pensiero le fece battere il cuore in maniera forsennata.
Ma il gelo l’assalì aprendolo.
“Cara Granger, domani sera ci sarò anche io al vostro romantico appuntamento…
vedi di fare la brava.”
B.Z.
“Cosa si è messo in testa? ” sussurrò con rabbia, prese il biglietto e se lo ficcò in tasca.
Ci si doveva mettere anche quel viscido di Zabini a complicare le cose, non solo stava iniziando a provare dei sentimenti per il suo peggior nemico, ma doveva subire un ricatto da uno dei Serpeverde più vili e spregevoli.
Prese il libro babbano che aveva iniziato da qualche giorno. “1984” di George Orwell, “Devo distrarmi un pochino o impazzirò se vado avanti di questo passo, magari una bella lettura mi conciglierà il sonno.” pensò, dirigendosi silenziosamente verso le scale, facendo ben attenzione a non svegliare le compagne.
Si rese conto solo alla fine della rampa di scale che portavano alla sala comune, che questa non era deserta come pensava.
Harry e Ginny fecero capolino da dietro uno dei divani rossi.
“Oh, scusate ragazzi.” disse imbarazzata “Non pensavo che ci fosse ancora qualcuno sveglio.”
Harry era rosso come un pomodoro maturo, Ginny invece era tranquilla.
“Ciao Hermione... non preoccuparti, menomale che sei tu e non Ron! ” disse sorridente. “Anzi, fra poco tornerà, sarà meglio che non mi faccia trovare qui” si alzò, dando un bacio sulla guancia ad Harry ed avviandosi verso le scale.
“Notte Hermione.”
“Buonanotte, Ginny.” rispose lei, sorridendole e avanzando verso il fuoco.
Harry era ancora seduto sul divano, un po' imbarazzato.
“Hermione, sarebbe meglio che non dicessi a Ron quello che hai visto poco fa.” disse, non appena l'amica si mise nella poltrona affianco a lui.
Hermione aprì il suo libro con un leggero ghigno stampato sulle labbra. “Visto? Io non ho visto proprio nulla! ”
Anche Harry sorrise “Grazie.”
Stava per alzarsi per andare a dormire, quando notò ai piedi del divano un biglietto accartocciato.
“Forse è caduto a Ginny.” pensò, aprendolo distrattamente.
“Cara Granger, domani sera ci sarò anche io al vostro romantico appuntamento…
vedi di fare la brava.”
B.Z.
Gli occhi gli si dilatarono per lo stupore.
Sì voltò verso l’amica, pallido in viso e con un' espressione cupa.
“Questo... cosa diavolo vuol dire? ”      





****

Dopo 6 mesi, sono tornata.
E’ un capitolo cortissimo, lo so... e vi chiedo scusa… ma devo riprendere la mano.
Sono mesi che non scrivo. Sob…
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato il capitolo precedente. Grazie!
Spero che, nonostante tutto, la storia stia continuando a piacervi.
Non preoccupatevi, non dovrete aspettare altri 6 mesi per il prossimo aggiornamento e vi prometto un capitolo più lungo.
Un bacio grande.
Alessandra.

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Capitolo 15
*** Amicizia. ***


               D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 15°



“Questo... cosa diavolo vuol dire? ”
Hermione, inizialmente, non capì nemmeno che Harry si stesse riferendo a lei.
“Uhm? ” borbottò, continuando a leggere assorta.
“Hermione, spiegami cosa vuol dire: Cara Granger, domani sera ci sarò anche io al vostro romantico appuntamento…”
La ragazza si sentì gelare “C...Cosa? ”alzò lo sguardo, incontrando gli occhi verdi e furenti di Harry. Infilò meccanicamente la mano destra in tasca per cercare quello che, chiaramente, ormai si trovava nella mano del suo amico.
“B. Z.” Continuò lui arrabbiato “Starebbe per Blaise Zabini, immagino… che diavolo c’entra con te? ”
“Aspetta, Harry, lasciami spiegare.”
“Cosa vuol dire appuntamento romantico? Hai una storia con Malfoy? ”
Hermione stava entrando nel panico, ed ora cosa avrebbe potuto fare? Non poteva mentire ancora all’amico dopo tutte le bugie che gli aveva detto, non sapeva neanche se l’avrebbe perdonata solo per quello che stava per raccontargli.
“Io mi fidavo di te! ” disse lui distogliendo lo sguardo, deluso “Speravo di sbagliarmi, ma questa volta lo sapevo che qualcosa non quadrava. Eri troppo strana in questi giorni, non sembravi neanche più tu! ”
Hermione si sentì un verme. Harry già sospettava qualcosa? Le vennero in mente tutte le bugie che aveva detto ai suoi amici in quei giorni.
“Ora voglio assolutamente che tu mi dica la verità Hermione, pensavo che ci tenessi alla nostra amicizia! ”
“Ma certo che ci tengo! ” rispose lei con forza, tenendo comunque la voce bassa, vista l’ora. “E’ proprio per questo che non vi ho detto nulla.”
Hermione cercò di controllarsi e raccontò all'amico tutto per filo e per segno, dal ricatto alla foto, dai pedinamenti alle minacce via gufo. Però sorvolò completamente l’argomento “Malfoy-forse-mi-piace”. Il cuore di Harry sicuramente non avrebbe retto a tanto, e neanche il suo se l’avesse ammesso ad alta voce a qualcuno.
Il ragazzo l’ascoltò in silenzio, attonito e preoccupato.
Quando lei ebbe finito, Harry si rigirò pensieroso il biglietto tra le mani.
“Perché non hai detto tutto a Malfoy, visto che è coinvolto quanto te? ”
“Perché sai meglio di me com’è fatto… picchierebbe Zabini e, peggio ancora, gli consegnerebbe la nostra espulsione su di un piatto d’argento. Malfoy forse verrebbe riammesso qui a scuola, dato le conoscenze del padre, ma io non credo che avrei lo stesso trattamento.” i suoi occhi si riempirono di lacrime. “Per me Hogwarts è tutto… la mia vita è questa ora... non posso rovinare tutto così...”
Harry la guardò addolorato, anche per lui la scuola era tutto, capiva bene i sentimenti dell’amica.
L’espressione imbronciata e delusa del ragazzo svanì del tutto, lasciando il posto a quella dolce e comprensiva di un amico preoccupato.
L’abbracciò teneramente e la ragazza iniziò a singhiozzare sulla sua spalla. “Potevi venire da me o Ron, non ti avremmo mai fatto affrontare tutto questo da sola, lo sai che puoi contare sempre su di noi.” le disse Harry dolcemente, dandole il colpo di grazia...
Hermione si aggrappò a lui, piangendo tutte le lacrime che avrebbe voluto versare in quei giorni, sfogandosi di tutta la rabbia e la frustrazione che aveva accumulato.
“Pazienza, tanto dovevo lavarla uguale questa camicia.” pensò Harry tra sé e sé.
“Come avrei potuto dirvi tutto? ” esordì Hermione qualche minuto dopo, allontanandosi per ricomporsi un pochino.
“Ron a volte è peggio di Malfoy, lo sai.”
Harry le porse il suo fazzoletto “In effetti…”
“Non gli dirò nulla se non vorrai, almeno finché non troviamo una soluzione per toglierti dai guai.”
“D... Davvero? ” Hermione non riuscì a credere alle proprie orecchie.
Lui la guardò con occhi seri ed indagatori “Sì, ma promettimi che non mi mentirai mai più.”
Hermione lo abbracciò stretto, troncandogli il fiato “Oh, Harry! Certo che te lo prometto, non ti mentirò più! ”
Harry sorrise imbarazzato.
“Se però ora entra Ron, ci pensi tu a spiegargli che non sto tradendo sua sorella con te.”
Hermione scoppiò a ridere, lasciando la presa “Hai ragione, anzi, meglio che me ne vada... se Ron mi vedesse in questo stato non riuscirei a mentirgli ancora.”
Si alzò sentendosi più leggera, quasi le avessero estirpato un macigno dal cuore.
“Domani però…” continuò Harry ritornando serio “Cerchiamo un modo per riprenderci quella foto! ”
Hermione sorrise, commossa. “Grazie.” disse, prima di riprendere il suo libro babbano e sparire per le scale del dormitorio femminile.
Forse adesso avrebbe preso sonno più facilmente, già il sapere che non sarebbe stata più sola la rendeva più serena.
Il giorno dopo Hermione si svegliò con il sorriso.
“Buongiorno! ” disse sorridente a Lavanda e Calì, che si scambiarono uno sguardo perplesso.
Andò, canticchiando, a lavarsi.
“Non sono più sola, Harry mi aiuterà.” questo pensiero l'aveva resa talmente felice che si era persino dimenticata della ronda che l’aspettava la sera.
Ma non appena arrivò al tavolo rosso-oro in Sala Grande, fu la faccia sconvolta di Ron a riportarla con i piedi per terra.
“Buongiorno ragazzi.” disse un po' titubante, sedendosi di fronte ai suoi amici e accanto a Ginny.
Ron alzò lo sguardo dal suo piatto di uova e bacon, miracolosamente intatto.
“Buongiorno...” disse affranto. Aveva delle occhiaie da far paura.
“Ciao Hermione! ” risposero anche Harry e Ginny, lanciandole però uno sguardo della serie “Per favore non chiedergli nulla sennò ricomincia…”
La Grifondoro si servì le uova, prese un toast e riempì la sua coppa di succo di zucca.
“Avete la partita con i Corvonero la prossima settimana? ” chiese a Ginny, ignorando lo sguardo insistente di Ron.
“Già, infatti ci alleneremo fino a tardi stasera.” rispose l’amica.
La frase gelò Hermione sulla sedia, cercò Harry con lo sguardo. Sperava che ci sarebbe stato lui quella sera a proteggerla da Zabini.
Harry le restituì lo sguardo, dispiaciuto e silenzioso.
“Hermione...” sussurrò Ron, facendo voltare preoccupati Harry e Ginny.
“Preparati per stasera, se la tua ronda sarà come la mia, domani non avrai quel bel sorriso con cui sei entrata.”
La ragazza tremò impercettibilmente, mentre Harry si passava nervoso una mano fra i capelli corvini.
“ Che ti ha fatto stavolta la Parkinson? Ti ha offeso? ” chiese lei accigliata “Ti ha puntato contro la bacchetta? ”
“Peggio! ” rispose il ragazzo, con gli occhi di fuori “La Parkinson ci ha provato con me! ”
La coppa scivolò dalle mani di Hermione, rovesciandosi sul tavolo “Accidenti! ”disse subito, imbarazzata. Con un colpo di bacchetta si affrettò a ripulire velocemente tutto.
“Hermione per te sarà peggio, non voglio assolutamente che tu faccia la ronda! ” continuò Ron, “Chiedi immediatamente alla McGranitt di sostituirti, dì che ti senti male.”
“La Parkinson ci ha provato con lui? Che cosa stanno macchinando quei due? ” pensò arrabbiata la ragazza, girandosi verso il tavolo verde-argento.
Blaise e Pansy erano seduti vicini e parlavano sommessamente, ghignando di tanto in tanto.
Spostò lo sguardo dall’altra parte del tavolo, Malfoy ancora non era arrivato.
“Non posso, non ho nessuna intenzione di tirarmi indietro, non sono una codarda.” rispose all'amico, voltandosi a testa alta.
Ginny la guardò ammirata.
Harry, preoccupato.
Ron, come se fosse impazzita.
“Ma se Malfoy ti fa qualcosa di male? ” chiese Ron, deglutendo a fatica.
“Lo affatturo e chiamo un professore.” rispose lei con noncuranza, addentando il suo toast.
Harry trattenne un sorriso vedendo la faccia perplessa dell'amico, che Hermione avesse del fegato non vi erano dubbi; lui non era preoccupato per Malfoy, ormai sapeva che non poteva essere un pericolo reale per l’amica, era Zabini il vero problema, tradire un amico e ricattare una compagna era il minimo che si potesse aspettare da lui.
Non appena terminarono di mangiare, Harry approfittò della confusione della Sala Grande per sussurrare qualche parola ad Hermione.
“Ci vediamo fra cinque minuti in biblioteca.”
“Ma arriveremo tardi a Storia della Magia! ”
“Hermione…”
“E va bene...”
Intanto Ron faceva la paternale a sua sorella “Cerca di non distrarti stasera agli allenamenti, dobbiamo assolutamente vincere contro i Corvonero.”
Il sopracciglio alzato di Ginny non prometteva nulla di buono “Veramente, sei tu che ti distrai per guardare Hermione, ed io ne approfitto sempre per segnarti.” rispose maligna e sorridente.
“COSA? ” sbottò lui, sgranando gli occhi.
Ginny, lestamente, baciò Harry sulla guancia e fuggì via con la scusa di avere Piton alla prima ora, che poi tanto scusa non era, Piton non era tenero con chi arrivava in ritardo.
Ron, invece, era rimasto a guardarla senza parole.
“Vado un secondo in bagno, ci vediamo in aula.” gli disse poco dopo Harry, non appena arrivarono davanti alle scale.
“Va bene, andiamo Hermione? ” si voltò verso l’amica, con le orecchie ancora scarlatte per la battuta di Ginny.
“No, vai avanti, ho dimenticato un libro in stanza, torno subito.” senza aspettare una qualsiasi risposta, Hermione si voltò e sparì dietro l’angolo.
Ron sospirò, guardandola andare via.
La sua giornata iniziava proprio male.
“Ancora un paio di ronde così, e quello straccione sarà sotto il mio controllo.” disse Pansy giuliva, alzandosi da tavola.
Blaise la seguì “Sì, ma non fare magie, ricordati che sono rintracciabili dai professori.”
Pansy Parkinson rise da oca “Ma caro…” gli fece uno sguardo sensuale “Noi streghe possiamo ammaliare anche senza magia! ”
Zabini la guardò perplesso “Se lo dici tu.”
“Comunque non preoccuparti, non appena entrerò più in confidenza con lui agirò prontamente… intanto stasera tocca a Draco ed alla Mezzosangue…”
“Sì, ma ci sarò anche io con loro, non temere.” le rispose il compagno, con uno sguardo serio.
In quel momento passò davanti a loro Nott.
Senza volere, il ragazzo aveva sentito il discorso fra i due.
Theodore e Blaise si squadrarono glaciali per qualche secondo, prima che Pansy aprisse di nuovo bocca.
“Bene, mi fido di te, voglio la mia vendetta su quella sporca Grifondoro.”
Hermione aveva iniziato a camminare avanti ed indietro davanti alla biblioteca, in preda all’agitazione più completa.
“Harry! ” esclamò, non appena vide la chioma corvina dell’amico girare l’angolo.
“Fra cinque minuti inizia la lezione, perché ci hai messo tanto? ”
Il ragazzo si avvicinò a grandi passi “Ho dovuto fare tutto il giro perché sono dovuto andare dalla parte dei bagni.”
Hermione si morse un labbro, arrivando subito al nocciolo della questione. “Speravo che stasera mi avresti accompagnata, mi sarei sentita più tranquilla.”
“Hai ragione, ma il capitano non può certo mancare agli allenamenti e ieri mi sono completamente dimenticato del Quidditch quando abbiamo parlato.”
Harry si passò una mano fra i capelli, come faceva sempre quando era nervoso o pensieroso.
“Comunque non preoccuparti, non appena finirò di allenarmi verrò subito a cercarti, e poi da quanto ho capito, se ignori Malfoy quella serpe di Zabini non ti farà nulla.”
Hermione sentì distintamente il suo cuore accelerare.
“Fosse facile, Malfoy ha fiutato qualcosa e sono sicura che cercherà di estorcermi la verità con ogni mezzo.”
Harry impallidì “Questo non me lo avevi detto! ”
Intanto il cervello di Hermione lavorava frenetico “Allora mi presteresti il tuo mantello dell’invisibilità? ” chiese improvvisamente, spiazzandolo.
“Visto che tu non ci sarai, ne avrò bisogno se le cose si mettessero male.”
“V...Va bene, ma stai attenta, Malfoy e Zabini non devono assolutamente sapere che lo posseggo.”
Hermione accennò un sorriso“Stai tranquillo, non ho intenzione di usarlo se non come ultima risorsa.”
Ad Harry bastò “Ok, mi fido di te.”
Poi guardò l’ora “Oh cielo, sbrighiamoci o faremo tardi a lezione!”
La mattina ed il pomeriggio passarono velocemente. Anche troppo.
“Allora noi andiamo, ci vediamo dopo Hermione! ” disse Ron con uno sguardo ansioso, guardando l’amica sedersi con un libro davanti al fuoco della Sala Comune.
Era già in divisa da Quidditch insieme ad Harry e Ginny, mentre gli altri componenti della squadra li avevano anticipati al campo.
“Sei sicura di voler fare la ronda? ” chiese speranzoso.
Hermione lo fulminò con lo sguardo “E’ la centesima volta che me lo chiedi.”
“Okay, ricevuto, non ti scoccio più.”
Harry e Ginny, accanto a lui, nascosero un sorriso.
“Ciao Hermione! ” disse Ginny, infilandosi nel buco del ritratto seguita a malincuore dal fratello.
Anche Harry fece per andarsene “Allora siamo d’accordo, io arriverò il prima possibile ma te stai attenta, ok? ”
“Certo.”
“Il mantello dove lo hai nascosto? ”
“E’ in camera mia, lo prenderò prima di uscire, tanto l’appuntamento con Malfoy è fra venti minuti circa...”
Harry le fece l’occhiolino, prima di sparire dietro alla Signora Grassa.
“Draco, tra quanto hai la ronda? ” chiese Theodore Nott, sdraiato sul letto della loro camera.
Malfoy sbucò da dietro una rivista di Quidditch “Più o meno tra venti minuti, perché? ”
“Niente, volevo sfidarti a scacchi magici, ma non credo che faremo in tempo.”
Il biondo Serpeverde ghignò malignamente “Ma se ce ne metto dieci a stracciarti di solito.”
“Sì, nei tuoi sogni.” Fu la simpatica risposta del compagno.
Draco accennò un sorriso.
Theodore per un momento tornò serio. Era indeciso da ore se parlare all’amico di quello che aveva sentito da Pansy e Blaise, ma poi vedendolo di così buon umore rispetto ai giorni precedenti, non se l’era sentita.
“Ehi, che ti prende? ” chiese Draco, squadrandolo. “Hai un’espressione pensierosa, non è da te.”
Nott non fece una piega.
“Stavo pensando a quanto ti rovinerà una storia con la Granger.” buttò lì, per sviare l'amico.
Alla fine, era tutta colpa della Granger se Pansy era così ossessionata dalla vendetta.
Doveva almeno capire.
Malfoy sgranò gli occhi “Ancora con questa storia? ” esclamò, minaccioso.
Theodore lo fissò, rimanendo calmo “Sì, perché secondo me ti metterà in un mare di guai.”
Malfoy si alzò e silenzioso si diresse alla porta.
“Dove vai? " berciò l'amico, già sapendo intimamente la risposta "C’è ancora tempo prima della ronda.”
“Mi avvantaggio, vado a mettermi nei guai! ” rispose Draco senza guardarlo, sbattendogli la porta in faccia.



***


Ringrazio di cuore: Kitty_Cullen, Lexie___o, Hollina, cipychan87, lunachan62, Tanny, Elizabeth9, sunrise92, seven, beal95.

Un abbraccio a tutti.  =)

Alessandra.

 

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Capitolo 16
*** Il confronto. ***


D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 16°



Malfoy si alzò e silenzioso si diresse alla porta.

“Dove vai? " berciò l'amico, già sapendo intimamente la risposta "C’è ancora tempo prima della ronda.”

“Mi avvantaggio, vado a mettermi nei guai! ” rispose Draco senza guardarlo, sbattendogli la porta in faccia.

 

Il biondo Serpeverde avanzò impettito per i sotterranei.

“Che si è messo in testa quello stolto di Nott? ” pensò arrabbiato “Si immagina che IO mi possa interessare ad una Mezzosangue? ” 

Draco accellerò il passo e salì le scale due a due.

“Ho avuto nel mio letto molte tra le più belle ragazze Serpeverde ed anche se erano essenzialmente storie di sesso è sempre stato perfetto così, lo stesso per la storia che ho avuto con Pansy. Invece scommetto che la Granger è ancora vergine, quindi parte svantaggiata con me!”

Arrivò presto in cima alle scale, “Non va bene per il sesso e non è neanche una Purosangue! ” continuò a pensare nervosamente. “Theodore non ha capito niente di me.”

“Allora perché non vedevi l’ora che venisse questa sera? ” disse improvvisamente una vocina dentro di lui, facendolo arrestare bruscamente per il corridoio che portava alle scale della torre di Astronomia, dove aveva appuntamento con Hermione.

Il cuore di Draco si mise a battere furiosamente.

“No... non può essere...” disse pallido fra sé e sé.

Guardò l’ora, sentendosi stranamente smarrito, che cos'erano tutte quelle nuove emozioni ?

 

“Manca ancora un quarto d’ora.” pensò Hermione, distogliendo gli occhi dal grande orologio a pendolo della Sala comune, erano passati ormai cinque minuti da quando Ron, Harry e Ginny erano andati via, ma non aveva letto neanche una pagina del suo libro. Era riuscita solo a fissare le lancette dell’orologio ed il lento scorrere dei minuti.

Si sentiva emozionata e spaventata a morte allo stesso tempo “Forse farei meglio ad avviarmi…” pensò, con il cuore in gola.

Chiuse il suo libro e salì per le scale del dormitorio per prendere il mantello di Harry, la sua unica certezza in quel momento buio.

 

Malfoy iniziò a camminare avanti ed indietro per il corridoio, come un pazzo.

" NON PUO' ESSERE! " sbottò, mettendosi le mani fra i capelli.

“... questo però spiegherebbe la mia rabbia al suo comportamento sfuggente...” pensò, cercando di calmarsi. 

Però non poteva calmarsi, come avrebbe potuto? E non voleva ammetterlo neanche a se stesso... aveva paura.

Un rumore, però, spezzò improvvisamente i suoi nervosi ragionamenti.

“Chi va là ? Sono Draco Malfoy, il Prefetto di Serpeverde, fatti riconoscere !” puntò meccanicamente la bacchetta nella direzione dove aveva sentito il rumore, le pallide torce del corridoio non ne lasciavano intravedere la fine.

Non ottenendo risposta, Draco iniziò a camminare, la bacchetta sempre puntata avanti a sé.

“Granger, sei tu? ” Provò, avanzando lentamente; il silenzio era assoluto, l’unico rumore era quello dei suoi passi.

Arrivò in fondo al corridoio e accese la bacchetta, ma niente, era vuoto.

Forse quel rumore se l’era solo immaginato.

“Nox !”ripose la bacchetta nelle pieghe del mantello “Sto iniziando a perdere colpi…” pensò stancamente, non vedendo, dietro un grosso mobile, una figura tirare un sospiro di sollievo.

 

Se l’avesse scoperto sarebbe stata la sua rovina; lo sapeva bene Theodore Nott , quando aveva deciso di trasgredire al coprifuoco e seguire Draco.

Le parole di Blaise Zabini gli balenavano in testa continuamente.

 

“Sì, ma ci sarò anche io con loro, non temere.”

 

Cosa voleva dire? Che l’avrebbe seguito anche lui? A quale scopo?

Theodore doveva capire... All’inizio era preoccupato solamente dei sentimenti che Draco aveva iniziato a manifestare con la Granger, ma adesso Zabini aveva la priorità.

Sicuramente era più pericoloso lui della Granger.

 

Era appena ritornato al punto di partenza, che un altro rumore fece voltare nuovamente Malfoy, che tirò fuori nuovamente la bacchetta e si mise lungo il muro.

Un’ombra comparve a qualche metro da lui.

 

“Stupeficium! ” sussurrò Malfoy.


L’incantesimo schivò Hermione di un soffio, che atterrita, lo vide infrangersi sul muro ad un centimetro dal suo viso.

“Malfoy! Sei impazzito? ”disse, senza fiato.

“Granger? ” Malfoy sgranò gli occhi e si avvicinò alla figura che poco prima aveva attaccato.

“Certo che sono io! Chi ti aspettavi? Un lupo Mannaro? ” rispose Hermione furiosa, accendendo la bacchetta “Potevi farmi male! Perché mi hai attaccata? ”

Per un secondo, Malfoy rimase imbambolato a guardarla.

Quando era arrabbiata, la Granger gli piaceva molto di più.

“Ma a cosa diavolo sto pensando?” si ammonì da solo, cercando di riprendere il controllo.

Draco provò a spiegarsi “Non pensavo che fossi tu, non avevi la bacchetta accesa e poi, poco prima che arrivassi, avevo già sentito un rumore.”

“Un rumore? ” Hermione si guardò intorno, vigile.

Ecco, poi quando faceva così forse era ancora più carina.

“MALEDIZIONE! ” imprecò mentalmente. 

Draco non riusciva più a controllare i suoi pensieri. E questo era semplicemente una tragedia, visto che non era una ragazza qualunque quella che aveva davanti. Era la Mezzosangue!

“Sì, nel corridoio, anche se poi non ho trovato nessuno.” rispose invece ad Hermione, abbassando il tono della voce e cercando di riprendere il controllo. Provando, ovviamente, a non far capire nulla alla Grifondoro.

“Ergo, non pensavo proprio che fossi tu, visto che sei anche arrivata con…”guardò l’ora “dieci minuti di anticipo.”

Hermione sentì il suo cuore accelerare. Sapeva di essere in anticipo, ma non si aspettava di trovarlo già lì.

“Be'… sì, non avevo nulla da fare, così ho anticipato.” disse, distogliendo lo sguardo da quello di lui. “Anche tu comunque sei in anticipo, come mai? ”

Draco fece finta di niente, ma in realtà voleva strozzarsi da solo con il suo mantello.

“Preferirei iniziare dalla Torre di Astronomia visto che siamo qui.” le disse frettolosamente senza guardarla, ignorando bellamente la sua domanda.

Hermione rimase attonita per una frazione di secondo, decise comunque di far finta di nulla. D'altronde il confronto con lui era l’ultima cosa che voleva, o forse era la cosa che più temeva.

Draco si voltò, facendole strada “Comunque scusami, non volevo spaventarti.” disse a voce bassa e ferma, continuando a non guardarla.

Hermione sussultò a quelle parole “Ok, nessun problema…” rispose imbarazzata.

 

Da quando Malfoy si scusava con lei?

 

“E’ una mia impressione..." pensò, guardandolo riaccendere la bacchetta ed incamminarsi per le larghe scale della torre "...O Mr Principe-dei-ghiaccioli, è nervoso ?” 

 

“Non posso credere che sia successo...” pensò in quello stesso momento il giovane Malfoy, accellerando involontariamente il passo per allontanarsi dalla Grifondoro.  

“Devo fare qualcosa, io odio le donne, odio i Mezzosangue e soprattutto odio lei ! Non posso provare dei sentimenti per la Granger, è impossibile!”

 

Hermione aggrottò le sopracciglia “Sembra addirittura più nervoso di me.” pensò, guardando le sue spalle ed il lungo mantello nero che si allontanava velocemente da lei. Ormai mancava poco per arrivare in cima...

“Che cosa gli prende? Sembra diverso... E poi, perché prima si è scusato con me? " non riuscì a non chiedersi, mentre tentava di raggiungerlo. 

" Però... se fosse nervoso per il mio stesso motivo, vorrebbe dire che…” il solo pensiero, così audace quanto improbabile, la gelò sulle scale.

Nel frattempo Malfoy si era voltato verso di lei.

“Ce la fai prima di domani mattina? Che ti sei addormentata? ” la sua voce austera, riportò la Grifondoro sulla terra. 

Hermione avvampò per la vergogna, per fortuna le scale erano sufficientemente buie da nascondere il suo rossore. Si affrettò ad accorciare la distanza fra loro “Ho sentito un rumore anche io” mentì, maledicendosi subito di quello che aveva fatto. Era una pessima attrice quando si trattava dei suoi sentimenti! 

 Ma in quel momento c'era in gioco altro, non solo i suoi sentimenti... si trattava del suo futuro a Hogwarts e Malfoy poteva essere la sua rovina se non fosse stata attenta.

“Cosa?” rispose il compagno.  

Gli occhi di Draco si assottigliarono. Doveva crederle? La Granger sembrava nervosa almeno quanto lui, forse c'era davvero qualcuno con loro sulla torre o forse... per un attimo il pensiero cadde sulla più remota delle possibilità. La Granger era nervosa perché era con lui, al buio e nel cuore della notte. 

Hermione sospirò, guardandolo dall’alto, Malfoy sembrava ancora più irraggiungibile e minaccioso.

“Ma forse era il vento, Hogwarts non è mai del tutto silenzioso, lo sai…” si affrettò a precisare, stringendo le pieghe della sua gonna.

Malfoy distolse lo sguardo e guardò pensieroso fuori dalla piccola finestrella che costeggiava le scale, una luna pallida gli restituì lo sguardo.

“Già...” sussurrò tra sé e sé, senza farsi sentire dalla Grifondoro.

Senza aggiungere altro, si voltò e percorse in silenzio gli ultimi gradini prima di arrivare al pianerottolo della torre, non aspettò neanche che Hermione arrivasse per iniziare ad ispezionare la stanza.

Si sentiva sempre peggio.

 

Nott li aveva visti salire le scale, ma quando ad un certo punto la Granger si era bloccata, aveva davvero temuto di essere stato scoperto, eppure aveva cercato di non fare il minimo rumore.

“Chissà dov’è quel maledetto di Zabini…” pensò, mentre osservava dietro l’angolo Draco voltarsi verso la ragazza, si parlavano da lontano e sembrava nervoso.

Poco dopo Draco aveva ripreso a salire.

“Cosa vuole Zabini da te e la Granger? ”continuò a chiedersi, vedendo i compagni, uno ad uno, sparire dietro la curva delle scale.

 

“Bella proposta, Granger...” rispose Malfoy scontroso, dopo aver constatato che la stanza fosse effettivamente vuota.

“Complimenti per la genialata, secondo te perché le ronde vanno fatte in due? ” continuò, guardandola fisso negli occhi. 

Hermione per un attimo rimase interdetta, non credeva che Malfoy avrebbe fatto obiezioni. Tranne la loro "gitarella" ad Hosgmeade, Malfoy era stato abbastanza esplicito sul fatto che non la volesse intorno. Anche se era vero che ultimamente era stato proprio lui a rivolgerle la parola, costringendola a scappare per via del ricatto di Zabini.

“Perché in due si è più forti, più sicuri, più precisi” recitò a memoria, con un gesto di impazienza.“Le so bene le regole Malfoy!”.

“E allora perché vuoi continuare la ronda divisi? ” Uno sguardo gelido le bloccò per qualche secondo ogni pensiero.

Cos’era quella? Rabbia?

“Te l’ho appena detto, per fare prima! Ho avuto una brutta giornata e non vedo l’ora di andarmene a letto!” disse, cercando si essere più convincente possibile.

 

“Bugiarda Hermione, sei solo una codarda.”

 

Hermione scacciò quella voce dalla sua testa.

Non era vero che era un codarda, lei lo faceva per non essere espulsa da Hogwarts e non per altro...

Nonostante questa ottima motivazione, una strana inquietudine si fece largo in lei.

"Non è che hai paura dei sentimenti per Malfoy molto più del ricatto di Zabini ?

Quella vocina l'avrebbe strozzata prima o poi.

“Ma se temi di non riuscire a fare una ronda da solo, allora… sarei costretta a rimanere” le sfuggì ad alta voce, senza neanche pensare a quello che stesse dicendo.

Ecco, adesso si che era nei guai. Provocare Malfoy era l'ultima cosa che voleva fare.

Draco saltò come avesse calpestato uno Schipodo Sparacoda “Cosa stai insinuando ?" disse, schioccando la lingua " Che io abbia paura di rimanere da solo di notte?”.

Hermione si morse un labbro, doveva cercare di non peggiorare la situazione. 

“Questo lo stai dicendo tu!” disse, sperando che Malfoy non volesse iniziare a litigare proprio in quel momento.

Stava facendo un casino, lo sapeva. Si maledisse per essersi lasciata sfuggire quella provocazione. Ma ultimamente quando aveva davanti Malfoy il suo cervello si inceppava. 

Se era il confronto la cosa che più temeva, (sotto gli occhi di Zabini per giunta) doveva assolutamente cambiare tattica.

Malfoy la guardò astioso.

“E ’questo che pensi ?”

Hermione si specchiò nei suoi occhi gelidi. Da quando Malfoy era interessato a quello che pensava lei ?

“No” disse, seriamente.

Lui la fissò.

“Posso pensare molte cose brutte di te…” continuò la ragazza, mantenendo il contatto visivo con lui “…ma non che tu sia così codardo…stavo scherzando prima…”.

L’espressione di ghiaccio di Malfoy si incrinò.

 

Theodore, nel frattempo, li aveva raggiunti. Era facile sfruttare tutto quel buio per avvicinarsi, doveva solo fare attenzione a non inciampare o fare rumore; ma non era certo facile per un tipo alto come lui.

Aveva sentito chiaramente quello che aveva detto la Granger, non se lo aspettava da una Grifondoro, o forse avrebbe dovuto?

Anche Draco sicuramente non se l’aspettava, Theodore era riuscito ad intravedere a malapena il suo viso illuminato dalla bacchetta, rivelando la sua espressione imbarazzata, “Non l’avevo mai visto così…”pensò.

Ma subito dopo Draco si era avvicinato pericolosamente a lei.

“Che vuole fare ?” pensò Theodore, allarmato “Non vorrà baciarla spero !?”

Ma quando fu talmente vicino da poterla abbracciare, Draco la schivò e le passò solo accanto.

La Granger era rimasta immobile.

Theo fece un sospiro di sollievo, per un attimo aveva creduto al peggio, era totalmente contrario ad una possibile relazione fra loro. Erano troppo diversi, venivano da due mondi così differenti e contrari che questa divergenza li avrebbe distrutti entrambi.

Anche se faceva il duro, Theodore era molto legato a Draco, era il suo unico vero amico a Hogwarts.

Distrattamente, Nott si appoggiò per riprendere fiato su quello che gli sembrava un bastone di appoggio, ma che invece era la leva per aprire la botola della cantina. Era profonda un paio di metri ed era il luogo dove tenevano tutti gli strumenti della Torre di Astronomia.

Raggelò sentendo la leva azionarsi e, subito dopo, il grido di Hermione Granger.

 

 

“Lo sapevo che il mio sesto senso non sbaglia mai” pensò Draco, mentre teneva stretta Hermione Granger sospesa per un braccio.

C’era qualcuno in giro quella notte e forse aveva azionato lui la botola.

Per fortuna che i suoi riflessi erano ottimi, o non avrebbe mai afferrato il braccio della Granger.

“A...Aiutami per favore, non riesco a prendere la bacchetta!” balbettò Hermione, pallida in viso.

“Stai tranquilla Granger... ora prenderò la mia!” le rispose Malfoy, puntellandosi sulle ginocchia e prendendo con difficoltà la bacchetta con la mano sinistra.

“Levicorpus!” recitò.

Hermione si sollevò lentamente, permettendo a Draco di afferrarla.

Quando la strinse a sé, ed il profumo di Hermione gli riempì le narici, Malfoy sentì improvvisamente uno strano calore sotto il colletto della divisa.

La portò di peso lontano dalla botola.

Hermione era aggrappata disperatamente a lui.

“Ora puoi lasciarmi, Granger” disse divertito, vedendola con gli occhi chiusi per lo spavento.

Hermione non si mosse.

“Ah, dimenticavo la tua paura…sei davvero una fifona, altro che una Grifondoro !” Aggiunse, con un ghigno canzonatorio.

Lei cercò di lanciargli un’occhiataccia, ma solo alzando lo sguardo si rese conto di quanto fossero vicini in quel momento. I loro nasi si sfiorarono…

“No” pensò Hermione, allarmata “Non ora ! Non qui !!!” ma, nonostante tutto, non riuscì a muoversi. I loro occhi erano incatenati e sentiva il suo respiro sul viso.

Odorava di menta.

“Cosa faccio ora ?” pensò Malfoy, perso negli occhi castani di lei “Non posso farlo…o forse sì ?” gli sembrò che il cuore lottasse contro la cassa toracica, come se volesse scappare da quella prigione.

Theodore intanto aveva assistito smarrito alla scena.

Si era avvicinato pericolosamente ai due compagni, se si fossero girati lo avrebbero tranquillamente visto, ma quando qualche secondo prima aveva sentito il grido della ragazza, aveva temuto di aver combinato un guaio e si era precipitato a soccorrerla senza pensare a nulla, neanche di venire scoperto da Draco a pedinarli. Ma quello che vide lo gelò sul posto.

“Ma è anche peggio di prima…”pensò disperatamente, vedendo i due ragazzi così vicini e vedendo lo sguardo di Draco su di lei.

Nott trattenne il fiato vedendo accadere l'irreparabile.

Draco posò le labbra su quelle di Hermione, prendendola alla sprovvista.

Lei tremò per un istante, ma non si oppose. In realtà, vedendo la sua faccia, Nott pensò che la Granger stesse per avere un infarto da un momento all'altro.

Non poteva certamente sapere della tempesta emotiva che era scoppiata nella ragazza.

Infatti i pensieri di Hermione non avevano smesso, neanche per un attimo, di arrovellarsi in maniera scomposta e frenetica.

"MI STA BACIANDO !!!" urlava la voce nella sua testa. "MALFOY MI STA DANDO UN BACIO !!! Non è possibile ! Perché lo sta facendo ? Ed io... perché non riesco a muovermi ?

Anche se più che un bacio, il loro, era un "contatto", peccato che fossero le loro labbra il loro collegamento. 

“Zabini ci vedrà!!!” fu il pensiero che seguì dopo “…e lui ha la foto ! Ci espelleranno ed io … non lo vedrò mai più”.

Fu quell'ultimo pensiero a farle improvvisamente tornare le forze tutte insieme. Spinse violentemente Malfoy lontano da lei.

“No !” esclamò sconvolta.

Malfoy non riuscì a trattenere uno sguardo ferito, ma il suo orgoglio era troppo grande.

“Come vuoi Mezzosangue…” disse, con una voce così gelida che Hermione sentì gli occhi pizzicare.“Vedrai che ti pentirai di questo”.

 

Pansy Parkinson entrò nella Sala Comune dei Serpeverde, si era dimenticata il suo smalto preferito sul tavolo vicino al fuoco.

Fu accanto a quel camino dalle fiamme verdastre che incontrò l’ultima persona che si immaginava di vedere lì.

“Che ci fai qui ? Non dovevi seguirli ?” chiese, a metà fra il sorpreso ed il seccato.

“Ero uscito per seguirli in realtà, ma poi ho cambiato idea” rispose Blaise amabile. “Stasera li lascerò in pace”.

“E perché mai ? Mi avevi detto di stare tranquilla !” Pansy adesso era veramente arrabbiata.

Zabini si fece più serio “C’è stato un cambio di programma Pansy, sembra che qualcuno oggi ci abbia sentiti mentre parlavamo del pedinamento”.

L’espressione della Parkinson cambiò radicalmente.

“Stasera c’era un’altra persona che li stava seguendo, per fortuna me ne sono andato quasi subito, prima che mi vedesse…” continuò Blaise, girandosi lentamente verso di lei, il suo sguardo non prometteva niente di buono.

Pansy alzò un sopracciglio “Chi è questa persona ?” chiese, con una punta di preoccupazione.

 “… Theodore Nott”.

 

Per fortuna che Draco e la Granger erano così presi, da non accorgersi di lui che sgattaiolava nel buio della stanza, ma aveva sentito chiaramente il rifiuto della ragazza.

Draco non aveva mai ricevuto un rifiuto. Non osò neanche immaginare la sua reazione in proposito.

Ma sicuramente non sarebbe rimasto li a scoprirlo. Decise di tornare subito nel suo letto, dove era al sicuro.

Fece appena in tempo a scendere velocemente le scale, che si scontrò con l’ultima persona che mai avrebbe immaginato di incontrare in quel momento.




**

Ciao a tutti, vi chiedo scusa per averci messo tanto ad aggiornare, ma sto passando un periodo molto stressante al lavoro e riesco a dedicarmi poco alla storia, al momento ho già iniziato il nuovo capitolo e spero di riuscire a finirlo in tempi decenti ^^’ lavoro permettendo.

Ringrazio di cuore chi ha recensito lo scorso capitolo, sono stata tanto incoraggiata dalle vostre parole e vorrei rispondervi uno per uno, ma purtroppo non ho le vostre recensioni sotto mano al momento; sapete non ho più internet a casa e dovrò postare domani dall’ufficio, sob… dove non avrò il tempo per aggiungere i nomi… =_=’

Non vi scoccio oltre.

 

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Capitolo 17
*** Aiuto inaspettato. ***



                       D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 17°





“P...Potter?” balbettò Nott, con la faccia di uno che aveva appena visto un fantasma.
“Nott? Che diavolo ci fai qui? Tu non sei un Prefetto…” disse Harry, affannato ed ancora in tenuta di Quidditch, aveva finto un lieve malore per tornare prima al castello.
“Se è per questo neanche tu, carissimo Grifondoro.” Theodore riprese subito il controllo della situazione.
Harry tirò fuori la bacchetta e la puntò al viso del compagno “Stai fermo o ti schianto, sei in combutta con Zabini contro Hermione e Malfoy, dì la verità!”
La faccia di Nott cambiò radicalmente “Zabini contro Draco hai detto? Che ne sai di questa storia?”
Harry notò la sua espressione stupita, e non sembrava affatto lo stupore di chi viene colto sul fatto quanto quello di invece scopre qualcosa.
“So quanto basta per sapere che è meglio vegliare sulla mia migliore amica, visto che delle Serpi non ci si può mai fidare!”
Nott lo guardò serio “Servirebbe a qualcosa se ti dicessi che quasi sicuramente abbiamo lo stesso scopo?”
Harry sgranò gli occhi, ma non ebbe il tempo di dire nulla, dei passi sulle scale sopra di loro segnalarono l’arrivo di qualcuno.
“Stanno arrivando, andiamo via… sbrigati!
Harry non potè far altro che seguire il suo consiglio…
Qualche minuto dopo, quando furono in un corridoio sicuro, Harry si voltò verso il compagno.
“Prima hai detto che hai il mio stesso scopo...”
“Sì...” rispose Theodore, ansimante. Era decisamente fuori allenamento in quel periodo.
“Non mi sono mai fidato di Blaise, così ho deciso di seguire Draco stanotte visto che penso che stia macchinando qualcosa su lui e la Granger.”
Harry guardò il Serpeverde.
Avrebbe fatto bene a fidarsi di lui? Doveva dirgli le reali intenzioni di Zabini?
Non riuscì a decidere.
Nott continuò “Oggi l'ho sentito parlare con Pansy Parkinson della ronda di stasera e che lui li avrebbe seguiti… per questo sono qui, per capirne di più. ”
Doveva essere veramente preoccupato per raccontare una cosa così proprio ad un Grifondoro e neanche ad uno qualunque, bensì a lui, il nemico del suo migliore amico; pensò Harry, corrucciato.
Alla fine decise di fidarsi, non aveva poi molta scelta, erano entrambi fuori dal letto dopo l’orario del coprifuoco ma c’era anche qualcosa in lui che gli fece credere che Nott fosse in buona fede.
“Spero di non sbagliarmi…” pensò, prima di iniziare a raccontargli tutto quello che gli aveva detto Hermione.
 
 
La ragazza non riuscì a dire una sola parola mentre Malfoy si girava, dandole le spalle.
“Accetto la proposta di finire la ronda ognuno per conto suo. ”
Hermione riuscì a stendo a trattenere le lacrime.
Ma perché stava soffrendo tanto in quel momento?
Non era forse riuscita ad ottenere il suo scopo? Doveva essere contenta.
“Io…ho perso completamente la testa per lui... ”pensò limpidamente, senza neanche rendersene conto. Finalmente ammise a se stessa cosa fosse quel sentimento così bello e pericoloso che stava provando. Si stava innamorando.
“Allora Mezzosangue…” la gelida voce di Malfoy spazzò via i suoi pensieri. Hermione notò subito il modo in cui l'aveva chiamata e, soprattutto, il tono con cui aveva pronunciato la parola "Mezzosangue." Nei giorni precedenti non aveva più provato quella sensazione spiacevole solo nel sentirsi chiamare in quel modo.
“Ho deciso di controllare i sotterranei e poi di andare direttamente in Sala Comune, tu controllerai il resto!” un ghigno maligno si disegnò sul volto del ragazzo.
Hermione si risvegliò dal suo torpore.
“Non sono assolutamente d’accordo!” disse con forza “ Dobbiamo dividerci equamente le zone, non posso controllare tutto io! ”
Malfoy le si avvicinò velocemente e le afferrò con forza entrambe le braccia, bloccandola.
“E questo chi lo avrebbe deciso? ”sussurrò al suo orecchio sinistro, gelandole il respiro.
“Ahi... lasciami immediatamente! ” riuscì a balbettare.
Cosa poteva fare? Harry sicuramente era ancora al campo ad allenarsi.
“Non verrà nessuno, maledizione! ” pensò, cercando di controllare la paura.
“Malfoy non mi farà del male” cercò di pensare, ma era completamente sicura di questa cosa? Alla fine era stato rifiutato da lei, avrebbe voluto sicuramente vendicarsi... e poi, si chiese, era così sicura che non avesse provato a baciarla solo per fare un dispetto alla sua ex e non perché fosse realmente interessato a lei?
Questi pensieri la fecero stare malissimo.
“Non darmi mai più ordini, Granger, mai più…o ti ucciderò.” sussurrò nuovamente Malfoy, fuori di sé dalla rabbia; strinse la presa sui polsi di Hermione fino a farla gemere di dolore.
 Ma quel sibilo gli si spezzò in bocca, quando vide una lacrima cadere sullo stemma di Hogwarts .
La Granger stava piangendo.
Sentì il cuore accelerare vedendo Hermione abbassare lo sguardo, sconfitta.
Lacrime silenziose rigavano le sue guance arrossate.
Odiava vedere una donna piangere, gli dava disgusto, ma questa volta Malfoy capì che era diverso.
Stavolta vedere quelle lacrime gli aveva in qualche modo fatto male.
Draco le lasciò immediatamente le mani e, senza aggiungere altro, uscì dalla stanza con un'espressione indecifrabile.
 
“E’ così quindi che stanno le cose… non mi stai prendendo in giro, Potter? ” disse Nott, a metà tra lo stupito ed il disgustato. 
Ma la faccia del Grifondoro era così seria che non ebbe bisogno di una risposta.
“Quel traditore… lo ucciderò nel sonno! ” berciò, facendo  un inequivocabile gesto con la mano.
Harry tremò, Zabini aveva ancora la foto con sopra Hermione, non poteva assecondare gli isterismi di Nott a scapito della sua amica, anche se malmenare Zabini non gli sarebbe affatto dispiaciuto.
“Calma, Nott...” disse, sperando di calmare il Serpeverde, che invece era talmente rosso in viso da far quasi preannunciare la comparsa di fumo dalle orecchie.
“Ricordati che Zabini ha la foto! ”
“Non è un problema, Potter. ” Fu la sbrigativa risposta.“Parlerò io con Lucius Malfoy…”
“Lu-Lucius Malfoy ??” sbottò Harry “ Ho capito bene? ”
Ma la sua domanda fu bellamente ignorata.
“… e chiederò che intervenga, alla fine è uno dei maghi più potenti del mondo magico, non avrà nessuna pietà con chi ha ricattato suo figlio! ” finì Nott, con un ghigno crudele.
Harry ingoiò a vuoto. “Per favore, ascoltami un secondo...”
Il tono allarmato con cui Potter aveva pronunciato quelle parole, sorprese Theodore così tanto che si zittì all’istante.
“So che tra le nostre due case non corre buon sangue e sai anche tu quanto il padre di Malfoy non abbia simpatia per i Grifondoro e tantomeno per i Mezzosangue...”
Theodore capì subito dove Potter volesse andare a parare. Aveva paura che la Granger rimanesse suo malgrado coinvolta e che una bella espulsione dalla scuola non avrebbe potuto e voluto risparmiargliela nessuno.
“Capisco la tua paura” disse, interrompendo il Grifondoro. “Hai paura che sia la Granger a pagarne le conseguenze”.
“Sì.” disse Harry serio, “Questa scuola è tutto per lei, è rimasta coinvolta per caso, non è giusto che paghi un prezzo così alto.” Nott rimase in silenzio qualche secondo.
“Ti chiedo solo di aspettare, cerchiamo una soluzione per aiutare Hermione e Malfoy senza che nessuno ci rimetta. Solo io e te sappiamo di questa storia, tantomeno Zabini, siamo in vantaggio su di lui! ”
A Nott, Potter non era mai piaciuto particolarmente, ma non lo aveva mai odiato né insultato apertamente o direttamente. Lo reputava addirittura una persona discretamente intelligente e, a suo modo, lo stimava. Decise istintivamente di assecondarlo, di dargli una possibilità. Inoltre aveva riconosciuto più volte, a se stesso ovviamente, che la Granger non fosse affatto male come ragazza, non era purosangue e questo era grave ma almeno aveva cervello, autocontrollo, carattere ed era una persona affidabile, cosa che non aveva mai potuto dire delle sue compagne di casa.
“A parte Zabini.” disse comunque accigliato, spiazzando Harry per un momento “Lui deve pagare! ” sibilò maligno.
“E’ un Serpeverde dopotutto...” pensò subito Harry, vedendo la sua espressione. “Ok, va bene! ” accettò quindi, mansueto.
Alla fine Zabini se l’era proprio andata a cercare, si sarebbe meritato l’espulsione se le cose si fossero messe male.
“Allora Potter... facciamo a modo tuo per ora, cosa proponi di fare? Ti aiuterò io.”
Potter e Nott si sorrisero.
 
 
Hermione si asciugò le lacrime con il mantello.
Malfoy se n’era andato da pochi minuti e, da quando era sparito nel buio, un silenzio assordante l’aveva assalita. Inoltre le faceva male la testa ed il cuore non accennava a riprendere un ritmo normale. Cercò di riprendere la ronda tenendo la sua bacchetta con mani tremanti.
“L’ho perso” pensò, sentendo il respiro gelarsi nel petto “Quello sguardo.... quello sguardo è lo stesso che aveva prima...” si bloccò nel ben mezzo delle scale.
Ma... prima di cosa? Che si accorgesse di lei? prima che Piton li mettesse al banco insieme a fare quella stupida ricerca?
I pensieri continuavano a correre frenetici.
Fece il suo giro come in trance, se ci fosse stato qualcuno in giro a quell’ora non l’avrebbe neanche visto, non riusciva a non pensare al bacio che Malfoy le aveva dato, o almeno, il tentato bacio che si erano scambiati. Sembrava un bacio dolce, non dato per ripicca o per rabbia, ma per desiderio.
Non era stupida, aveva notato anche lei il cambiamento repentino di Malfoy nei suoi confronti. Allora era ricambiata ?  Non sapeva cosa pensare.
Ma poi le aveva rivolto quello sguardo glaciale e colmo di rabbia e l'aveva chiamata in quel modo terribile con lo stesso tono disgustato di prima, forse le cose ora erano tornate come una volta, con la differenza che avrebbe dovuto rimanere accanto a lui a pozioni per tutto l’anno... e poi... Zabini? Se n’era completamente dimenticata! E se Zabini avesse visto quello che era successo poco prima?
Entro la sera dopo la foto poteva essere benissimo sulla scrivania della McGranitt, o peggio, su quella di Piton. 
Le scoppiava la testa.

 
“Che devo fare....? ”
 
Malfoy se l’era chiesto almeno cinquanta volte mentre tornava alla sua Sala Comune. Alla fine non aveva controllato neanche i sotterranei, ma non gli importava nulla dei suoi doveri di Prefetto in quel momento.
“Come ha osato respingermi…stupida femmina!” Pensò inferocito “Nessuna mi ha mai respinto!” strinse i pugni fino a farsi male.
“Me la pagherà... la farò soffrire... Ora è al banco con me per tutto l’anno, le farò cambiare idea! La farò tornare da me strisciando...”
Si sentiva strano, arrabbiato sì, era comunque stato ferito nell’orgoglio... ma non era solo questo…
Sentiva dentro una cosa mai provata prima, un amaro che andava ben oltre l’orgoglio.
Stancamente entrò nella Sala Comune ed andò direttamente ai dormitori senza neanche degnare di uno sguardo un gruppetto di ragazzini del secondo anno che chiacchieravano davanti al fuoco.
Aprì la porta e vide che le luci erano spente. Forse Theodore già dormiva…
Si diresse direttamente al suo letto, lanciando con rabbia mantello e cravatta sulla sedia vicino alla finestra.
La luna era alta nel cielo. Solo quella vista gli diede una strana sensazione di malinconia.
Per la prima volta si chiese seriamente se fosse quella la sensazione che molti definivano " soffrire per amore…"
“Ora non essere patetico, Draco...” pensò con disgusto, togliendosi la camicia.
Chissà cosa avrebbe detto Theodore di quella storia, quando avrebbe scoperto che le sue peggiori paure si erano avverate. Draco Malfoy era interessato ad Hermione Granger, la Mezzosangue Zannuta amica di San Potter e Lenticchia.
Sicuramente gli avrebbe tolto il saluto, perché è questo che avrebbe fatto lui al suo posto.
Si girò con espressione cupa verso il compagno che credeva addormentato a pochi metri da lui.
“Mmm...” assottigliò gli occhi, forse aveva visto male, d'altronde era notte fonda e l'unica luce della stanza era quella della luna. 
Con un colpo di bacchetta accese le luci.
Il letto di Theodore era immacolato. Altro che dormire, Nott non era mai rientrato.



********
Ciao a tutti !
Dopo anni ho deciso di riprendere la mia storia, mi si era rotto il pc e poi, tra lavoro ed altri impegni, avevo lasciato tutto in sospeso. Mi era anche balenata l’idea di cancellarla visto che non amo le cose lasciate a metà… ma poi… non so come, mi è venuta la voglia di continuarla. Ho comprato un nuovo pc e forse è questo il periodo giusto per finirla. Spero che chi seguiva la storia un tempo possa tornare a leggerla e che piaccia anche a chi la leggerà oggi per la prima volta.
Un saluto.
Alessandra




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Capitolo 18
*** Insicurezza. ***



                                                                                                     D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 18°




“Allora, Hermione?” si sentì un disgustoso rumore di cibo masticato.
“ Mi racconti cosa è successo ieri sera? ”
La ragazza si girò lentamente verso la voce che la stava assillando incessantemente da almeno dieci minuti, disturbando quella che doveva essere la sua colazione.
“Dimmi Ron, cosa c’è?” rispose, con voce atona.
“Come cosa c’è?” esclamò l’amico, ingoiando un gran boccone di bacon fritto.“Te l’ho chiesto almeno dieci volte e non ci credo che non ti ricordi la domanda! Se non mi rispondi giuro che inizierò a ballare sul banco durante la lezione di Trasfigurazione!” disse rancoroso, strappando un sorriso ad Harry.
Ron sperava in una reazione da quella che un tempo era la sua migliore amica e che quel giorno era solamente l’ombra dell’Hermione Granger conosciuta da tutti.
“ Fai come vuoi, non sarò certo io a fermarti …”.
Ron giurò di aver sentito la sua mascella staccarsi dalla faccia.
Ma Hermione non era in vena quel giorno. Un tempo lo avrebbe affatturato solo per aver pensato ad una sciocchezza del genere.
“Dai, non insistere…” intervenne Harry, con un’espressione tirata ma apparentemente tranquillo. Non era riuscito a scambiare neanche una parola da solo con lei ed era preoccupato che la notte prima fosse accaduto qualcosa con Zabini mentre lui cercava di far passare Nott dalla loro parte, ma non poteva chiederglielo apertamente davanti a Ginny e, soprattutto, davanti a Ron, che da quando l’aveva incontrata in Sala Comune non accennava a lasciarla un secondo in pace.
Quanto lo odiava quando faceva così.
“Se Hermione non ha voglia di parlare in questo momento non puoi costringerla, vedrai che poi ci racconterà, vero Hermione?”
Ma la ragazza non rispose neanche a lui, continuando ad osservare le sue uova nel piatto quasi volesse farle scomparire con lo sguardo.
Anche Ginny, seduta accanto ad Harry, aveva notato la faccia triste dell’amica ma non si era ancora azzardata a dire nulla per non peggiorare la situazione.
Ma Ron non aveva certo il tatto della sorella.
“Malfoy ti ha fatto qualcosa di male? Ti ha toccata?” continuò, imperterrito.
A quelle parole la Grifondoro rabbrividì.
Le vennero in mente le sue parole di qualche giorno prima.

“Non toccarmi!”
“Sei pazza, Mezzosangue? Non mi faccio toccare da nessuno...”

Se possibile, si sentì ancora peggio.
Con lo stomaco aggrovigliato, lanciò uno sguardo al tavolo verde-argento.
Malfoy era tra Tiger e Goyle, mangiava nervosamente e senza degnare di uno sguardo qualsiasi forma di vita fosse nella stanza. Zabini invece non era a tavola. Almeno il sollievo di non vedere la sua brutta faccia fin dal primo mattino.
“Quindi Malfoy ci ha provato con te? Se non mi rispondi lo prendo per un sì!” la voce di Ron era salita di un’ottava, facendo girare Lavanda e Calì, sedute a spettegolare poco distanti da loro.
“Dimmi che lui non ha fatto come la sua amichetta a sangue freddo…” continuò, lanciando uno sguardo torvo a Pansy Parkinson dall’altra parte della stanza.
Hermione osservò spazientita Lavanda e Calì guardarla con gli occhi scintillanti di chi aveva appena appreso dove si trovasse il più grande tesoro di tutti i tempi. Se fosse stato vero, sarebbe stato lo scoop del secolo per loro.
“No, Ron, non mi ha neanche sfiorata.” mentì.
Ancora una fitta al cuore.

“Non darmi mai più ordini, Granger, ma più… o ti ucciderò!”

Per Merlino, le veniva di nuovo da piangere, non poteva farlo mentre negava una cosa del genere davanti a quelle due oche che aveva per compagne di casa.
“ E allora perché hai quella faccia da funerale ?!”
Strinse convulsamente la tovaglia, cercando di reprimere la voglia di legarla intorno al collo del suo migliore amico.
“Non ho dormito bene, Ronald, ho solo sonno. Vuoi lasciarmi in pace una buona volta?” il tono della ragazza non ammise repliche, anzi, era pericolosamente vicino all’isteria.
Harry fiutò aria di guai.
“Andiamo Ron, mi avevi promesso quella rivincita a scacchi prima di Storia della Magia, muoviti o non faremo in tempo.”
Ron le lanciò un’ultima occhiata perplessa.
“Va bene…” disse dopo qualche secondo, vedendo che Hermione non aveva neanche iniziato quella che di solito era una lunga lista di raccomandazioni:
“Solo una partita ragazzi, mi raccomando non fate tardi, non marinate la lezione, non fate confusione durante le spiegazioni…”
Invece se n’era rimasta zitta con lo sguardo perso nel suo piatto.
Ginny aspettò che i due fossero lontani prima di avvicinarsi.
“Hermione, hai un minuto?” chiese timidamente.
Hermione Granger si voltò verso l’amica, non voleva ignorare anche lei, non sarebbe stato giusto. Ginny non era mai stata invadente come il fratello.
“Certo, dimmi pure.” rispose stancamente.
Ginny si guardò intorno, anche Lavanda e Calì erano in silenzio in attesa che parlasse.
“Ehm… non qui.” disse scocciata “Tanto hai finito, no?” indicò il piatto dove giacevano le uova martoriate da Hermione, non aveva toccato cibo quella mattina.
Lo sguardo preoccupato ed interrogativo di Ginny la fecero sentire una sciocca.
Non poteva stare così male per lui. Non era giusto né, tantomeno, aveva senso.
“Ok, andiamo ai dormitori, tanto dovevo riprendere il libro di Trasfigurazione, l’ho dimenticato in camera.”
Le due amiche sparirono sotto lo sguardo deluso delle compagne.



Ron mosse la torre.
“Ma secondo te che cos’ha Hermione? E’ così strana in questi giorni…”
“Non lo so, Ron.”
Harry si sentì in colpa per tutte le bugie che stava rifilando al suo migliore amico ma non aveva scelta; in quel momento Ron non doveva sapere nulla, anche se si ripromise di rivelarglielo quanto prima visto che oramai anche Nott sapeva tutto.
Theodore Nott…
Si stupì di quanto facilmente fosse riuscito a fidarsi di lui, se solo glielo avessero detto qualche giorno prima ne avrebbe riso a crepapelle, invece adesso le cose erano cambiate, insieme avevano un piano, ora toccava solo metterlo in pratica.
“Scacco matto!” esclamò Harry, sorridendo raggiante.
Ron si rabbuiò, in quei giorni non gliene andava bene una.


“Lo sai che con me puoi parlare, sono tua amica e ci sarò sempre per te... per questo aspetterò che sia tu a volermi raccontare cosa ti sta accadendo…” disse Ginny, accovacciata ai piedi del letto dell’amica.
Le parole della sua migliore amica, della sua UNICA amica, così delicate e preoccupate allo stesso tempo, le fecero stringere il cuore dalla tenerezza. Ma in quel momento non poteva proprio dirle tutto, era troppo rischioso sia per Ginny che per lei.
Decise per il silenzio, mentre era intenta a nascondere la sua faccia in mezzo a dei libri enormi; aveva trovato da un pezzo il libro di Trasfigurazione ma non voleva far percepire a Ginny il suo imbarazzo e la sua ansia.
“Capisco che il suo fascino ti turbi così tanto.” continuò lei, pensierosa.
“COSA?" pensò Hermione, sconvolta “Come ha fatto a capirlo?”
Scacciò subito quel pensiero per ribattere, serafica “Ma dai Ginny, Malfoy non mi turba affatto... e non mi piace!” Sperò con tutte le sue forze di essere stata un minimo convincente.
Ginny la scrutò, dubbiosa.
“Invece secondo me ti piace e non vuoi ammetterlo…” si alzò, avvicinandosi all’amica. Adesso poteva tranquillamente guardarla in viso.
“ Però non ti do torto … se Ron lo sapesse gli prenderebbe un colpo!” fece una mezza risatina… forse, si chiese Hermione, si stava immaginando la faccia sconvolta del fratello in quel momento.
“Sei fuori strada, Ginny.” Già era stato difficile ammetterlo a se stessa, figuriamoci ad un’altra persona... e non una sconosciuta ma alla sorella di uno dei suoi migliori amici e fidanzata dell’altro.
“Comunque io vi vedrei bene insieme, nonostante tutti gli insulti di questi anni e il suo non celato odio per la mia famiglia…” fece una faccia strana. Era vero, Malfoy, come suo padre, non aveva mai nascosto il disgusto per la famiglia Weasley. Hermione si sentì un po’ a disagio. Ma d’altronde lo stesso trattamento era stato riservato anche lei fino a quel momento… e chissà per quanti altri.
“E forse sono l’unica in tutta la scuola a pensarlo. Anzi, forse sono l'unica in tutto il mondo magico. ” terminò Ginny, con espressione pensierosa.
“Forse?” esclamò Hermione, alzando un sopracciglio e sorridendole con un'espressione scettica.
Era il primo sorriso della giornata e, sicuramente, sarebbe stato anche l’ultimo. A metà mattinata avrebbe avuto ben due ore di Pozioni e, per non bastare, Malfoy partecipava anche a Storia della Magia alla prima ora.
Inoltre ancora non sapeva se Zabini avesse visto o meno il loro “bacio” e, di conseguenza, messo in atto la sua minaccia di dare la foto ai professori.
Guardò nervosamente l’orologio. Non voleva incontrarlo ma allo stesso tempo desiderava stargli vicino.
“Fra dieci minuti inizia Storia della Magia, ne parliamo dopo se ti va.”
L’amica le sorrise bonariamente “Va bene, ci vediamo a pranzo allora.”

Dopo che si furono salutate, Hermione si affrettò verso l’aula dove gli studenti ancora stavano entrando in maniera disordinata.
Tra le tante teste riconobbe quella rossa di Ron e quella corvina di Harry.
“Eccoli!” pensò, avanzando a grandi falcate verso gli amici, ma il respiro le si mozzò in gola quando qualcuno le tagliò la strada con prepotenza, costringendola a fermarsi.
Si ritrovò a fissare due occhi glaciali.
“Ciao Mezzosangue...” Malfoy aveva le mani affondate nelle tasche ed un’espressione maligna.
“Hai chiuso i rubinetti o rischierò di annegare a Pozioni?”
Hermione lo fissò, incredula e ferita, ma non volle darlo a vedere.
“Sai, visto che ancora divido il banco con una Mezzosangue lagnosa come te devo premunirmi.”
La Grifondoro tacque ma non distolse lo sguardo dai suoi occhi, non volendo dargliela vinta ancora.
“Forse ho esagerato…” pensò Draco, guardandola. Non era riuscito, nonostante la sua espressione fredda, a calmare il battito del suo cuore.
Era troppo faticoso prenderla in giro se poi si pentiva di ogni sua parola.
Inoltre si aspettava una risposta per le rime da una come lei che però non accennava ad arrivare, innervosendolo ulteriormente.
“Non preoccuparti, Malfoy…”
Ed ecco l’attesa risposta data con voce sottile e tagliente, guardando " finalmente ” si ritrovò a pensare Malfoy, altrove. Non avrebbe tollerato un secondo di più quegli occhi scuri fissi nei suoi.
“Non ho intenzione di sprecare neanche una lacrima per un verme come te, non più…puoi rilassarti.” Draco sentì una dolorosa fitta al cuore, ma non disse nulla.
Gli sembrò che lei soppesasse ogni singola parola, così cercò di capire quanto l’avesse ferita con le sue. Gli sarebbe bastato solo un cenno di cedimento da parte sua, come per esempio che la sua voce la tradisse nel rispondergli ma, con sua sorpresa, la voce della Grifondoro risultò comunque sicura. Più sicura della sua, si trovò suo malgrado a pensare. Questo lo fece impazzire di rabbia.
Intanto, approfittando del suo silenzio, Hermione lo superò a grandi passi andando dritta verso i suoi amici, dove si sentiva al sicuro.
“Mi sto rammollendo!” pensò il Serpeverde, stringendo con astio la cinghia della sua borsa.
Da quando si sentiva in colpa prendendo in giro qualcuno? Da quando era nervoso nel guardare quella Mezzosangue negli occhi? Da quando lui era diventato così insicuro? Ma allora era vero che i sentimenti rendevano le persone rincoglionite.
Intanto la lezione stava incominciando, il professor Rüf iniziò la cantilena sulla rivoluzione dei Goblin del secolo passato fluttuando intorno ai banchi.
Hermione si sistemò al banco con Neville, mentre al banco dietro di lei si misero Harry e Ron.
“Maledizione, non riesco a seguire!” Notò con disappunto. Si sentì osservata e non ci volle molta fantasia per capire chi fosse.
Draco Malfoy era esattamente dall’altra parte della classe, al banco con Tiger, e non le toglieva gli occhi di dosso.
“Chissà se Zabini ha già consegnato quella maledetta foto.” continuò a chiedersi la ragazza, ma visto che non le era ancora arrivato alcun gufo da parte dei professori la risposta era piuttosto ovvia e doveva solo capire se li avesse visti oppure no.
Cavoli com’era noiosa la lezione del professor Rüf, quella cantilena atona le stava facendo chiudere gli occhi dal sonno. D’altronde, non aveva dormito per niente quella notte.
Ron, intanto, era intento a leggere la Gazzetta del Profeta, precisamente la pagina dello sport, mentre Harry aveva attaccato la Cronaca.
“Maledizione, mi si chiudono gli occhi…”
Hermione si diede un pizzicotto alla mano. Non poteva dormire in quel momento, soprattutto, non davanti ai due occhi grigi che non accennavano a staccarsi da lei. Perché diamine la stava fissando così tanto?
Prese la sua piuma ed il suo blocco per gli appunti. Doveva fare come ogni santo giorno, così forse avrebbe evitato di russare davanti a tutta la classe.

“Ciao, Theodore…mi dispiace che tu non abbia fatto in tempo a fare colazione...” soffiò Malfoy, all’orecchio del compagno davanti. ”Dormivi così bene quando sono uscito che non ho avuto il cuore di svegliarti.”
Nott sentì per un attimo un fremito lungo la schiena "Perché, hai un cuore? Non lo sapevo." dissimulò abilmente.
“Sì, ma lo uso solo quando devo farti un dispetto." puntualizzò Draco, con un ghigno "Comunque non hai sentito neanche tutto il chiasso fatto da Tiger e Goyle. Dovevi essere proprio stanco visto che sei rientrato dopo di me, o sbaglio?”
Ecco, stava per farlo. Ma comunque Nott se lo aspettava.
Per fortuna aveva un alibi.
“Eh, sì.” gli sussurrò di rimando “Ieri notte ho avuto un diverbio con lo Sfregiato.”
Malfoy lo guardò curioso, raramente Nott aveva soprannominato Potter con gli stessi epiteti che usava lui.
“Eri al loro allenamento?”
“Sì, li stavo spiando, ma Potter mi ha visto e ci siamo insultati un bel po’.”
Malfoy ghignò divertito “Non vorrei essere stato in lui allora… però…” osservò maligno il suo acerrimo nemico “ … sembra ancora tutto intero.”
Anche Nott lo fissò. Harry era ancora preso dalla Gazzetta del Profeta.
Come da copione, si erano ignorati quella mattina, come ogni altra dopotutto.
Nott sperò che Draco non intuisse la sottile bugia sul loro incontro.
Le ore passarono lentamente, Hermione era riuscita a non addormentarsi a Storia della Magia ed a stare attenta alla lezione di Trasfigurazione, ma aveva guardato l’orologio ogni dieci minuti. L’ora di Pozioni si avvicinava. Solo l’idea che le si sarebbe seduto accanto le fece accelerare il cuore in maniera preoccupante. Si sentì spossata da tutta quell'ansia.
“Sei pallida, Hermione!” Le sussurrò Harry, entrando nell’aula di Pozioni.
“Ti senti bene?”
“Sì, tutto ok.” tagliò corto lei senza neanche guardarlo.
Ron si intromise.
“Ragazzi, ma Piton che compiti aveva assegnato? Non c’è il test oggi, vero?”
Hermione sentì il suo cuore perdere un colpo.
Se n’era dimenticata.
Certo che c’era il test quel giorno! Ecco perché non avevano avuto la solita montagna di compiti da consegnare. Un senso di panico e disperazione la colse. Sperò con tutto il cuore che Piton almeno le chiedesse una pozione che conosceva. Per la prima volta Hermione Granger era impreparata ad un test importante.
La faccia che fece fu la conferma per Ron di essersi guadagnato di nuovo una S.
Harry invece sembrava tranquillo, o rassegnato, a seconda dei punti di vista.
Ad un tratto, un intenso profumo muschiato le riempì le narici.
Ecco, era arrivato il momento che più temeva. Malfoy si era appena seduto e aveva sistemato il libro sul banco. Hermione sperò solamente che non volesse riprendere il discorso di quella mattina, anzi, quello spiacevole monologo.
Però Piton entrò proprio in quel momento, spazzando via per un secondo le sue paranoie. Appena il professore si avvicinò alla cattedra il brusio sommesso si fermò all’istante.
“Bene, per chi non se lo ricordasse…” Iniziò con voce melliflua, lanciando uno sguardo pungente verso Harry e Ron “Oggi faremo il test di Pozioni. Infatti dovrete preparare con il vostro compagno di banco la Pozione della Morte Vivente.”
Il silenzio della classe fu totale, non l’avevano mai fatta prima ed il nome non era poi così rassicurante.
“Avete due ore, gli ingredienti principali sono Wormwood e Asfodelo, le dosi e gli ingredienti secondari li troverete alla lavagna.”
Con un colpo di bacchetta li fece apparire.
“Non distraetevi e non inalate i vapori della pozione…è altamente soporifera. Al primo rumore che sento vi sbatto fuori con una bella T.”
Harry e Ron si guardarono disperati. “Ed ora?”
Anche Hermione non aveva mai fatto quella pozione, imprecò mentalmente e prese il libro. Lesse con calma le caratteristiche sperando di potersela cavare.
Era così stanca.
Malfoy la osservò di sottecchi, visto che aveva già preso il calderone ed alcuni ingredienti secondari.
Quella pozione era difficile anche per lui, in più si trattava di un test. Non poteva rischiare di compromettere la sua media… per cosa poi…?
“Una donna…” pensò disgustato. Non ne valeva la pena.
“Allora Mezzosangue…” disse al suo orecchio, facendola sobbalzare.
Hermione ridusse gli occhi a due fessure ma non disse nulla.
“Non dobbiamo sbagliarla questa pozione. Io mi occuperò di fare le dosi di Wormwood e Asfodelo, tu invece occupati di mescolare seguendo le indicazioni del libro e prepara gli ingredienti secondari.”
Per quanto freddo, il suo tono non era per niente cattivo come suo solito, anzi.
Malfoy non aspettò neanche una risposta, si mise subito al lavoro, silenzioso e concentrato.
La Grifondoro non riuscì a reprimere un minimo di ammirazione.
“Come fa a rimanere sempre così distaccato dal resto del mondo?” si chiese, mettendosi al lavoro anche lei.
Dopo due ore avevano quasi finito. Ormai mancavano pochi minuti alla fine della lezione.
Non voleva ammetterlo e non lo avrebbe mai lontanamente immaginato in passato, ma Malfoy ringraziò mentalmente Piton per averlo messo al banco con la Granger.
Si erano scambiati più o meno dieci parole in quelle due ore, eppure erano stati straordinariamente coordinati mentre lavoravano insieme. Nonostante non l’avessero mai fatta, la loro pozione sembrò a Draco perfetta.
Forse da solo non ci sarebbe riuscito.
Intanto al secondo banco …
“Ron…”
“Che c’è adesso?”
“Hai messo gli occhi di pipistrello?”
“Mi sembra di sì, perché?”
“Perché sta prendendo fuoco il banco…”
“Oh, Miseriaccia, Aguamenti!”
Una puzza di bruciato invase l’aula.
Si girarono tutti verso di loro. Le orecchie di Ron erano rosse da far spavento.
“Bene, bene…” Piton si avvicinò ai due ragazzi. “Vedo che almeno è riuscito ad evitare che il castello andasse distrutto, signor Weasley.” disse acidamente, provocando l’ilarità in tutti i Serpeverde presenti.
Hermione strinse i pugni ma non poteva dargli torto. A volte Ron era peggio di Neville per quanto era distratto.
Stranamente Malfoy, dopo il ghigno iniziale, non aveva detto nulla ed era tornato a mescolare febbrilmente la sua pozione. A differenza della Parkinson e della Greengrass che sghignazzavano così forte da dare l’impressione che stessero per deporre un uovo da un momento all’altro.
“Adesso silenzio!” Ordinò Piton, infastidito da tanto baccano “Vediamo invece come siete andati…”
Malfoy, per un attimo, si sporse verso Hermione.
“Sicuramente prenderemo come al solito il voto più alto, Granger, i miei complimenti, devo purtroppo ammettere che sei stata brava....”
L’aveva chiamata Granger e non Mezzosangue e, per di più, si stava complimentando con lei. Lo stupore la fece voltare di scatto, trovandosi pericolosamente vicina alle sue labbra.
“Oh...” fece in tempo a dire.
Ma, prima che potesse fare qualsiasi cosa, Malfoy si appoggiò, anzi, crollò sulla sua spalla, spezzando il suo respiro e qualsiasi altro rumore nell’aula.



******

Ciao a tutti ! Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto ! 

Scusate se sono di poche parole ma oggi vado un po' di corsa, spero vivamente di aggiornare al più presto ! bacioni !!!


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Capitolo 19
*** Incontri & sospetti ***


                                          D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 19°




Ma, prima che potesse fare qualsiasi cosa, Malfoy si appoggiò, anzi, crollò sulla sua spalla, spezzando il suo respiro e qualsiasi altro rumore nell’aula.

****


- Malfoy! Maledizione! - tuonò Piton, vedendo la scena del primo banco - Avevo specificato di stare attenti a non inalare la pozione! 
Hermione era così rossa che Harry pensò che stesse per prenderle un colpo.
- S...Si è addormentato? – chiese con gli occhi sgranati, sentendo il lieve peso del compagno sulla sua spalla. Il suo profumo, così dolce e pungente allo stesso tempo, la stava facendo impazzire.
Piton si avvicinò con un'espressione seccata - Certo che si è addormentato, stavate facendo una potente pozione soporifera a meno che lei non l’abbia avvelenato, signorina Granger!
Il viso di Hermione diventò, se possibile, ancora più rosso mentre la metà delle serpi ghignava bellamente.
Piton con un colpo di bacchetta fece apparire una barella e ci fece levitare sopra il Serpeverde. Hermione si sentì triste e sollevata allo stesso tempo quando sentì il profumo di Malfoy allontanarsi da lei.
Lo guardò con il cuore che ancora le galoppava nel petto. Malfoy era davvero bello mentre dormiva, sembrava così dolce ed indifeso… quasi innocente.
- Hermione, ma a che cretinate pensi? - si ammonì da sola, maledicendosi.
Piton ordinò a Tiger di accompagnare Malfoy in infermeria e poi si girò minaccioso verso Hermione - A quanto pare l’efficacia della pozione è fuori discussione, signorina Granger, come minimo il signor Malfoy si sveglierà a notte inoltrata, ma per la sua disattenzione … - le lanciò uno sguardo della serie sicuramente è colpa tua - … dovrò darvi una O invece della solita E.
Pansy e Blaise gongolarono.
Hermione aprì la bocca, basita - Ma…ma perché? - chiese - La pozione è perfetta!
Piton le lanciò uno sguardo incendiario - Perché anche se è perfetta, quello che è successo dimostra che la vostra concentrazione fosse scesa... ed una disattenzione del genere un pozionista non può permettersela.
La Grifondoro abbassò lo sguardo, in effetti non poteva dar torto al professore. Che sarebbe successo se al posto di una pozione soporifera avessero preparato un potente veleno?
Pansy ormai ghignava così apertamente che Hermione dovette frenare l’impulso di trasfigurarla in uno spazzolino per il water.
- Resisti Hermione... - si costrinse a ripetere nella sua testa, cercando di ignorare le occhiate di Zabini che comunque non sfuggirono ad Harry e Nott.

La lezione terminò con una lunga serie di insufficienze. Harry e Ron si erano superati, avevano preso sorprendentemente una T.
- Da oggi sono un uomo praticamente morto…- sentenziò Ron, lanciandosi sulla prima poltrona della Sala Comune - Se non recupero subito quel voto mamma mi manderà un’altra strillettera e mi toglierà la mia scopa da corsa.
- Ma dai Ron, come farà a sapere della tua T? - chiese Harry scettico.
L'amico si girò con una faccia da funerale - LEI sà sempre tutto... ed al massimo lo scoprirà nelle vacanze di Natale quando manderanno i voti a casa… - si mise entrambe le mani sul viso, disperato - E lo sai che non ce la faremo mai a recuperarla, manca solo un mese!!!
Hermione gli sorrise, rassicurante - Ron non fare così, se vuoi posso aiutarti io... ed anche a te Harry - poi prese un cipiglio molto più severo, mettendo le braccia sui fianchi come faceva spesso Molly Waesley - Ma dovrete promettermi di studiare seriamente, senza distrazioni o Quidditch… o …
- Giusto, il Quidditch!!! La partita!!! - tuonò Ron all’improvviso, facendola saltare dalla paura - Harry, dobbiamo allenarci, non voglio fare una figuraccia!!!
Hermione strinse i pugni, gonfiandosi di rabbia, quell'ingrato non aveva sentito una parola del suo discorso.
- Scusa, Hermione... - continuò Ron, trascinando un Harry sconvolto e mortificato per il buco del ritratto - Visto che ora abbiamo un’ora di buco ne dobbiamo approfittare, ci vediamo a pranzo!
Senza che lei potesse dire o fare qualcosa, vide i due amici scomparire dietro la signora Grassa. Per loro fortuna non era riuscita a prendere la bacchetta in tempo o li avrebbe affatturati seduta stante.
Si accomodò nella poltrona appena lasciata da Ron pensando a quanto invece avrebbe voluto parlare da sola con Harry.
Non aveva ancora avuto modo di raccontargli nulla del suo incontro della sera prima. A colazione aveva notato l’amico guardarla con insistenza ma, con Ginny e Ron davanti, non aveva osato fare domande. Ed era stato meglio così.
Meno gente sapeva, meno danni ci sarebbero stati.
Anche se... avrebbe dovuto dirgli che Malfoy aveva provato a baciarla? E che probabilmente Zabini li aveva visti?! Ad Harry sarebbe partita una coronaria!
Inoltre c'era un altro mistero da risolvere... la botola in cui lei stava per cadere non si era azionata certamente da sola e questo voleva dire che non c’erano solo lei e Malfoy sulla torre.
Hermione cercò mentalmente di immaginarsi una reazione di Harry… ma lui era così imprevedibile che lasciò subito perdere. Se voleva il suo aiuto doveva essere sincera con lui.
La giornata passò lentamente, con Hermione che non faceva altro che pensare a Malfoy, Ron che si lamentava in continuazione della sua T in Pozioni ed Harry che cercava inutilmente un’occasione per parlare da solo con Hermione.
Riuscì a bloccarla davanti alla biblioteca solo poco prima del coprifuoco serale.
- Hermione, finalmente! Ormai non ci speravo più…
- Harry! - disse lei voltandosi nervosamente - Anche io stavo perdendo le speranze!
Entrambi si guardarono intorno per assicurarsi che il corridoio fosse deserto.
Il Grifondoro le si avvicinò - Non ho avuto l’occasione per chiederti di ieri sera, raccontami tutto, avevi una faccia a colazione !
Hermione si torse nervosamente le mani, era arrivato il momento di parlare. Sperò solo che l’amico facesse il minimo sforzo per capire il suo stato d'animo.
Prese un bel respiro e raccontò ad Harry, per filo e per segno, ogni particolare di quello che era accaduto. Ma purtroppo nell'impeto del discorso, si lasciò sfuggire persino la sua tristezza nel rivedere lo sguardo di Malfoy nuovamente feroce e ferito allo stesso tempo.
Quando Hermione ebbe finito il suo racconto, Harry scoprì di aver perso la lingua. Riuscì solamente a guardarla, pallido e sconvolto.
- Harry?- la faccia dell’amico la stava facendo preoccupare - Dì qualcosa, per favore…
I pensieri vorticavano frenetici nella testa di Harry Potter.... ma il ragazzo continuava a fissarla bianco come un cencio.
Nel frattempo un gruppo di ragazze di Tassorosso passò in quel corridoio, inviando degli sguardi maliziosi ad Harry e pieni di invidia ad Hermione.
- Non qui, Hermione - Harry finalmente parlò e le prese la mano, trascinandola di peso nella prima aula vuota.
Solo dopo aver insonorizzato la porta si girò verso di lei con uno sguardo strano. Sembrava che in corridoio avesse appena visto un basilisco.
- Spero solo di aver capito male... - iniziò, preoccupato - Ti rendi conto di quello che mi hai appena detto?
La Grifondoro alzò un sopracciglio - Certo che mi rendo conto, Harry! - il tono usato dal amico l’aveva infastidita, sembrava che la stesse accusando di aver ucciso qualcuno.
- Malfoy prova a baciarti e tu… - si mise entrambe le mani nei capelli - ...Sei triste per averlo ferito? Hermione io non posso crederci, ti sei presa una cotta per lui! - lei fece per dire qualcosa ma lui la bloccò - E volendo passare sopra agli insulti che ci ha rivolto per anni, alla sua famiglia di mangiamorte, alla sua cattiveria e disprezzo per i babbani ed i Mezzosangue… - Hermione sussultò all’ultima parola - Ti rendi conto che con la foto che quel pazzo di Zabini ha in mano gli stai regalando la tua esplusione su di un piatto d’argento?
Hermione, come risposta, gli regalò uno sguardo colmo di tristezza, che poteva farci lei se aveva iniziato a provare qualcosa per Malfoy? Ai sentimenti non si possono dare ordini.
- Inoltre...- continuò Harry senza potersi fermare - ... perché mai Malfoy avrebbe provato a baciarti? Deve esserci qualcosa sotto.
Questa frase la ferì molto più di una coltellata, perché mai un ragazzo avrebbe dovuto avvicinarsi ad una racchia e secchiona come lei se non per un secondo fine?
Harry vide il suo sguardo addolorato e si sentì un po’ in colpa per il tono che aveva usato con lei.
- Se un ragazzo si avvicina a me e prova a darmi un bacio... deve per forza esserci un secondo fine, giusto? – pigolò la Grifondoro, cercando di trattenere le lacrime.
- No, Hermione, non fraintendermi... - cercò di giustificarsi Harry, ma lei lo bloccò.
- Invece ho capito benissimo!
La vide tirare su con il naso - No che non hai capito, sei una sciocca a volte!
Un singhiozzo, seguito subito da un secondo ed un terzo. Ormai Hermione non riusciva più a trattenere le lacrime.
- Ti prego, non fare così. - Harry si maledisse per quello che aveva appena detto - Non intendevo che qualsiasi ragazzo che voglia baciarti abbia un secondo fine...mi sono spiegato male! - guardò a terra, un po' imbarazzato - Ti ho già detto una volta che secondo me sei una bella ragazza ma è di Malfoy che stiamo parlando e di lui non mi fido, di chi ti ha disprezzato fino al mese scorso e che adesso.... – represse, suo malgrado, un brivido di disgusto – ... di punto in bianco prova a baciarti!
Harry non lo sapeva ma senza volere aveva centrato il punto. Anche lei aveva valutato quella cosa ma, con il fatto che stesse iniziando a provare qualcosa per il biondo Serpeverde, in quel momento non voleva dare ragione alla sua razionalità.
- Dovete solo ringraziare che ieri notte Zabini sia rimasto ai dormitori - disse infine il ragazzo, facendo scattare la testa di Hermione.
- E’ rimasto in stanza? Come lo sai? Ti ho appena detto che la botola è stata azionata da qualcuno. - rispose subito lei, ancora imbronciata.
- Sì... ma quel qualcuno non era Zabini. – rispose Harry, stancamente. Non ne era sicuro al cento per cento ma c’era una grande possibilità che fosse stata azionata per sbaglio da Nott, visto che né lui né Theodore avevano incontrato Zabini. - Comunque anche io devo raccontarti qualcosa riguardo a ieri sera.
Hermione sgranò gli occhi ancora pieni di lacrime mentre l’amico le raccontava quanto accaduto.



- Allora, Blaise? – disse Pansy Parkinson, impettita davanti a lui. Era truccatissima ed aveva accorciato così tanto la gonna della divisa, da lasciare ben poco alla fantasia di un ragazzo.
- Hai già cambiato idea?
Zabini la guardò annoiato, Pansy era una ragazza passabile esteticamente e se la cavava anche a letto ma la sua petulanza sarebbe stata la sua rovina, per non parlare della sua intelligenza.
- Ti ho già detto che Nott sospetta qualcosa, mi ha sentito ieri e non so cosa abbia capito, ma è un gran rompiscatole se ci si mette. – Le rispose, con voce calma e pacata.
– Non è il caso di dargli altri sospetti, non credi? Ti ricordi di chi è amico, no?
Pansy sbuffò, certo che se lo ricordava, ma rivoleva Draco tutto per sé al più presto.
- Comunque ci sono le nuove date per le altre ronde. - continuò Blaise – Si faranno subito dopo la partita Grifondoro- Corvonero... e devi essere pronta!
- Tesoro... io sono nata pronta! - rise Pansy.
- Sì, come no... - pensò Blaise, prima di risponderle amabilmente - Bene, tu continua a lavorarti Weasley mentre io mi occuperò della signorina Mezzosangue. Devo ammettere che Draco qualche anno fa ha avuto un’idea geniale, le potrei far ricrescere quei bei denti da castoro... che dici? Le donavano parecchio.
A quelle parole Pansy iniziò a ridere in maniera così sguaiata che riuscì a far rabbrividire persino lui. Per farla tacere Blaise fu costretto ad afferrarla per un braccio ed a chiuderle a bocca con un bacio.
Ovviamente Pansy non disdegnò affatto quel gesto, prendendolo per un moto di passione.


Theodore Nott si affrettò a rientrare alla Sala Comune, il coprifuoco stava per scattare ed ancora era a metà strada, essere sorpresi e puniti da un professore in quel momento sarebbe stato patetico. Girò l’angolo quasi correndo quando si scontrò con qualcuno, un qualcuno che non stava affatto guardando dove mettesse i piedi, notò con disappunto. Era pronto per cantargliene quattro quando vide di chi si trattava…
- Granger? - esclamò sorpreso, riprendendo l'equilibrio.
Hermione nello scontro era caduta mentre la sua borsa era praticamente volata via, spargendo tutti i libri nei dintorni. La Grifondoro lo guardò sconvolta, aveva gli occhi umidi di lacrime.
- Tutto ok?- le chiese Nott, chiedendosi preoccupato quanto c'entrasse Zabini con le sue lacrime.
- Sì, grazie... non ti avevo proprio visto. - gli rispose lei, sfuggendo al suo sguardo.
- Stai piangendo, Granger, sicura che vada tutto bene? - insistette Nott, allungandole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Se Harry non le avesse raccontato tutto quello che era accaduto la sera prima, Hermione si sarebbe spaventata per quell'insistenza. Grifondoro e Serpeverde solitamente non erano famosi per la loro collaborazione ed aiuto reciproco. Ma se Harry si era fidato allora doveva farlo anche lei.
- Davvero, sto bene... - nonostante tutto, esitò nell'accettare il suo aiuto.
- Guarda che non ti mordo... - disse il Serpeverde, indispettito.
Forse Potter ancora non le aveva detto nulla, pensò, tirando indietro la mano.
- Ho visto che piangevi e pensavo che ti fosse successo qualcosa, grande errore essere gentile con voi Grifondoro. - si premurò di puntualizzare.
Hermione arrossì, colpevole - Scusami, Nott...- disse subito, alzandosi - Non volevo mettere in dubbio la tua buona fede, anzi, grazie per il tuo interessamento. Comunque sto bene, sono solo un po’ scossa da alcuni avvenimenti.
Il Serpeverde accennò un sorriso - Scuse accettate. - disse semplicemente, facendo sorridere anche Hermione.
Nott la guardò raccogliere i suoi amati libri per alcuni secondi prima di ricordarsi di quanto fosse in ritardo.
- Adesso devo andare, Granger, ci vediamo in giro! - esclamò frettolosamente, voltandosi per andarsene.
- Aspetta!- la voce trafelata di Hermione lo bloccò dopo pochi passi. – Ho parlato con Harry…mi ha detto del … ehm… vostro piano...
Nott si voltò nuovamente per guardarla negli occhi... allora lei sapeva...
- Non è saggio parlarne nei corridoi, potrebbe esserci chiunque. - le rispose solamente, lanciandole uno sguardo di rimprovero.
Hermione annuì - Hai ragione... è che volevo ringraziarti! - gli rispose, lasciando Theodore stupito ed imbarazzato.
Perché mai quella Mezzosangue lo stava ringraziando ? Si chiese lui. Non lo stava certo facendo per lei, ma per Draco. Nonostante tutto Nott si fermò a riflettere che il fatto di poter aiutare anche lei... non lo disturbasse affatto.
- Non c’è di che. - disse infine, guardando nuovamente l'orologio - Dai un messaggio a Potter da parte mia, almeno mi risparmierò di inviargli un gufo… Digli che dobbiamo decidere la serata in cui agire e dobbiamo vederci stanotte, visto che non ci sono le ronde dei Prefetti.
Hermione era rimasta zitta ed attenta sperando che Nott le facesse capire quale fosse il piano, visto che Harry per il momento si era rifiutato di parlargliene, sicuramente per non aggiungerle altre preoccupazioni.
- A mezzanotte nel bagno delle ragazze del secondo piano.
Hermione sgranò gli occhi - Ma… sai chi c’è lì dentro, vero?- se Mirtilla avesse visto Harry, come minimo avrebbe svegliato tutto il castello con i suoi ululati... e poi non poteva sapere del piano, visto che era una gran pettegola.
- E come potrei non saperlo? - Theodore alzò gli occhi al cielo - Non c'è problema, la pietrificherò! – finì con aria angelica.
Se fosse stato Ron o Harry a dire qualcosa del genere, Hermione avrebbe sicuramente fatto una piazzata. Per quanto un fantasma, Mirtilla aveva ancora dei sentimenti ed il fatto di pietrificarla la faceva sentire in colpa. Ad ogni modo, non avrebbe osato dir nulla a Nott in quel frangente quindi si limitò ad alzare un sopracciglio.
Theodore rise della sua espressione - Dai, Granger, non fare quella faccia! Non ho detto che le scaglierò contro una maledizione senza perdono, ma ho bisogno che non si impicci.
Hermione abbassò lo sguardo, rassegnata - Va bene, ma sei sicuro che Malfoy non si insospettirà se ti vede uscire a quell’ora?
- Prima di tutto, dopo quello che è successo oggi, non si sa neanche se Draco dormirà nei sotterranei. Ma, per non rischiare, gli ho detto che stanotte ho appuntamento con una ragazza di Corvonero fuori nel parco. Lui lo fa sempre, quindi non ci vedrebbe nulla di strano. - le rispose il Serpeverde, mettendo le mani in tasca.
Hermione sentì una fitta al cuore.
- ...Lui lo fa sempre...
Si impose mentalmente di fare un’espressione indifferente, ma non le riuscì.
Nott, intanto, continuava ad osservarla con gli occhi ridotti a due fessure.
- Granger, ascolta…- iniziò con un viso tremendamente serio, ma poi si bloccò. Non erano affari suoi quelli, decisamente no. Ed anche se lo fossero stati, lui non era sicuramente la persona adatta a fare discorsi del genere.
- Lascia perdere. - tagliò corto, vedendo l’espressione interrogativa della Grifondoro. - Dai il mio messaggio a Potter, Buonanotte. - senza darle il tempo di dire altro, Nott si girò e si diresse velocemente verso i sotterranei.

Così Hermione si ritrovò costretta a dare, non senza reticenza, il messaggio ad Harry da parte di Nott, anche se decise lei stessa di non voler saper niente del piano. D’altronde, anche Harry non voleva coinvolgerla più del dovuto sapendo quanto fosse emotivamente provata in quel periodo.
Malfoy invece, svegliandosi solo il giorno seguente, aveva sbraitato come un pazzo scappato dal manicomio non appena saputo da Nott del loro voto al test. A Theodore gli ci era voluta più di un’ora per calmarlo e salvare dalla sua furia omicida la loro stanza. La cosa che più lo indispettiva, valutò Nott mentre Draco attaccava senza pietà alcuni cuscini, era il fatto che non fosse colpa della Granger ma esclusivamente sua. E questo lo metteva in difetto nei confronti della Grifondoro, senza contare che si era addormentato sulla sua spalla come un bambino, il piacere di Nott nel guardare la sua faccia mentre glielo raccontava fu impagabile…
La situazione era poi precipitata quando, per scherzo, Theodore gli aveva detto che avrebbe dovuto scusarsi con la Granger per averle abbassato la media. - Neanche morto! E adesso sparisci!!!- era stato l’ululato di risposta.
Finalmente arrivò il sabato in cui si sarebbe giocata la partita Grifondoro – Corvonero.
In quella fredda mattina di Novembre, Hermione si presentò puntuale allo stadio insieme a Neville e Seamus per veder giocare i suoi amici e fare il tifo per loro. Lo stadio era affollatissimo ma la Grifondoro riuscì ad individuare ugualmente il gruppo Verde-Argento, capitanato da Malfoy, venuto più che altro per insultare Potter e compagni.
Infatti Pansy Parkinson era già pronta per dirigere i cori contro i Grifondoro ed a favore di Corvonero.
- Vieni, Neville, cerchiamo un posto in alto, così possiamo vedere meglio la partita. - disse Hermione, prendendo il compagno per la manica della divisa. La verità è che voleva vedere meglio una persona sugli spalti, altro che partita. Il solo pensiero la fece arrossire furiosamente e nascondere gran parte del viso nella calda sciarpa rosso-oro.
Malfoy l’aveva vista arrivare con la coda dell’occhio ed anche se riusciva ad essere freddo e distaccato, il suo sguardo saettava troppe volte verso il lato Grifondoro dello stadio. Nott, accanto a lui, non si perdeva una mossa di quel teatrino amoroso. Quasi si stava divertendo anche se, alla fine, un po’ ne era preoccupato. Non aveva mai visto Draco interessato ad una ragazza per più di una settimana. La stessa Pansy era stata rilevante al massimo per dieci giorni, diventando poi solamente una routine e una “dolce compagnia notturna”.
E adesso Theodore sapeva anche con certezza che il biondo Serpeverde era ricambiato.



***
Ciao a tutti!!! scusatemi per il ritardo nell'aggiornamento ma ho avuto giorni un po' movimentati ! Spero di non aver deluso le vostre aspettative^^ siete sempre così gentili nelle vostre recensioni! grazie, grazie e ancora grazie.... vi abbraccio con affetto.
ps Mi dispiace di aver fatto comparire poco il nostro Serpeverde preferito in questo capitolo, ma recupereremo in futuro non temete ;)
a presto!

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Capitolo 20
*** Imperio! ***


                                  D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 20°




- Vaiii Ginny! - urlò Ron Weasley tra gli anelli della porta.
Si sentì un boato nello stadio e la voce squillante di Dean Thomas, telecronista della partita, annunciare il vantaggio dei Grifondoro sui Corvonero.

- Ginny Weasley ha segnato per i Grifondorooo!!! – un altro boato si udì per lo stadio - Vediamo ora come reagiranno i Corvonero a questo improvviso vantaggio degli avversari!

Harry guardò la sua ragazza con orgoglio, aveva voglia di baciarla davanti a tutta la scuola.
- Buuuuu! - urlava la maggior parte dei Serpeverde tra i quali Pansy Parkinson, verde dalla rabbia.
- Quella stracciona ha sempre fortuna! - disse acidamente, sovrastando i fischi di protesta.
Nott, accanto a lei, si intromise anche se non interpellato - Veramente, Pansy… - la sovrastò completamente, facendo sentire la compagna quasi in soggezione sotto al suo sguardo gelido.
- … quella Grifondoro è un vero e proprio talento naturale, inoltre…- guardò Draco con la coda dell’occhio, assicurandosi che sentisse - ...è anche molto carina, se non fosse insieme a Potter credo che le chiederei di uscire.
Pansy lo guardò a metà tra il disgustato e lo sconvolto.
- Cosa stai dicendo! È una Grifondoro, oltre che essere una traditrice del suo sangue.
Nott fece spallucce, indifferente a tanta agitazione - Ed allora?
- Ma come ALLORA! Sei impazzito? Hai sempre detto che non saresti uscito neanche morto con una Grifondoro!
Draco nel frattempo taceva, ma si vedeva da lontano un miglio che non volesse perdersi neanche una sillaba di quella conversazione.
- Ho cambiato idea. - disse Theodore, con l’aria più tranquilla del mondo. Nel dirlo, distolse lo sguardo da lei e la Serpeverde, inconsciamente, gliene fu grata. - Secondo me in quella casa non sono tutte da buttare - Marcò bene la parola tutte guardando, casualmente, in direzione di Hermione Granger.
Cercare di non riderle in faccia fu veramente difficile, la sua espressione era da dipingere e poi, così arrabbiata ed impettita, Nott notò che Pansy Parkinson assomigliasse molto ad un grosso tacchino.
Pansy avrebbe voluto rispondergli a tono ma non poteva insistere, visto che lei stessa aveva provato a sedurre Ronald Weasley durante la ronda anche se, a differenza di Nott, lei aveva avuto uno scopo preciso nel farlo che ovviamente non poteva dire davanti a Draco.
Anche Blaise Zabini era allo stadio ma sulle ultime gradinate, lontano da Draco e da Nott.
Era circondato da ragazzine infatuate di lui che lo guardavano con occhi sognanti ed approfittavano del vento freddo per avvicinarsi il più possibile con una scusa; Blaise però non se ne preoccupava, guardava in continuazione ogni movimento di Hermione Granger, non accorgendosi che lui stesso fosse continuamente osservato.
Se non avesse saputo del suo piano, Theodore avrebbe tranquillamente pensato che fosse interessato anche lui alla ragazza.
Malfoy non aveva detto una parola ma, alle parole dell’amico, il suo sguardo si era posato per un secondo sulla Mezzosangue. Nott represse un ulteriore sorrisetto, prima di tornare a guardare la partita.
Ormai lo conosceva come le sue tasche.
Harry Potter sfrecciò davanti al gruppo di serpi proprio in quel momento. Nott alzò volutamente la testa e, per una frazione di secondo, i loro sguardi si incrociarono.
Era il momento giusto.
- Draco, vado un momento in bagno, ci vediamo fra poco. - disse, facendo attenzione che tutti i suoi compagni lo udissero. Malfoy, noncurante, fece un leggero cenno con la testa.
Nott arrancò faticosamente tra la folla di studenti ammassati e scese con calma le alte gradinate, andando verso gli spogliatoi in cerca di qualcosa. Solo quando fu sotto gli spalti, finalmente, i suoi occhi si illuminarono.
Davanti ai bagni dei ragazzi, un Serpeverde del primo anno attendeva con ansia che uno dei bagni si liberasse. Gli si avvicinò furtivo, assicurandosi che non ci fosse nessuno a guardarlo. Sotto al mantello, la sua bacchetta era puntata verso l’ignaro ragazzino.
- Imperio! - sussurrò maligno. Gli occhi castani del ragazzino di accesero per un attimo di un muto stupore, prima di posarsi su di lui con uno sguardo vuoto.
Blaise guardò l’orologio, dalla sua posizione si era accorto subito dell’assenza di Nott e la cosa non gli piaceva, erano passati almeno quattro minuti ed ancora non lo aveva visto tornare al suo posto. Dove poteva essere? Per quanto remota, gli venne in mente un’unica risposta.
Conosceva bene Theodore Nott, e sapeva altrettanto bene che era praticamente impossibile ingannarlo o nascondergli qualcosa. Iniziò a sentirsi nervoso, ed era indeciso se avvicinarsi o meno a Pansy per avere qualche informazione su dove fosse andato quell’impiccione.
Intanto, una ragazzina più sfacciata delle altre aveva posato la testa sulla sua spalla e aveva iniziato a “disturbare” i suoi pensieri con chiacchiere inutili.
- Sai, Blaise, fra meno di un mese ci sarà il ballo di Natale qui a scuola, mi chiedevo se avessi già una ragazza con cui andarci. Io sono Michelle Boyd e sono al quarto anno di Tassorosso e, nel caso volessi, potremmo andarci insieme.
Ma Blaise non aveva udito neanche una parola, se non un brusio fastidioso nelle sue orecchie.
- Ok…- aveva risposto per farla stare buona, con il risultato che quel macaco attaccato al suo braccio aveva stretto ancora di più la presa.


- Potter si lancia all’inseguimento del boccino, ma la Chang lo tallona senza sosta!!!


Era vero, Harry non riusciva a scrollarsela di dosso neanche per un secondo, ed a Cho la cosa sembrava piacere. Lo guardava con un’espressione famelica e aveva sorriso in maniera maliziosa a Ginny prima dell’inizio della partita, facendole diventare le guance scarlatte per il nervoso.
Ma lui sapeva di essere molto più bravo di lei in volo. Il boccino era sempre più vicino, ancora poco e l’avrebbe afferrato!
Hermione si mise le mani sulla bocca. Harry stava per prendere il boccino ! Si sentì elettrizzata, per qualche secondo si scordò persino di Malfoy. Neville e Seamus, accanto a lei, avevano iniziato ad urlare senza ritegno.
-FORZA HARRY!
Ma, all’improvviso, Cho accellerò e gli tagliò la strada, ad Harry servì tutto il suo autocontrollo e sangue freddo per sterzare e non prenderla in pieno.
Il boccino, ormai salvo, si allontanò velocemente.


- Peccato !!! - la squillante voce di Dean sovrastò i fischi della folla - Potter stava per prendere il boccino, ma una pericolosa azione della Chang lo ha sviato…

Cho sorrise ad Harry, che la guardò scocciato.
Come le era venuto in mente di fare una cosa così pericolosa? Ma soprattutto, come aveva fatto lui ad invaghirsi di quella sciocca al quinto anno?
Ma lei, in risposta al suo sguardo, fece cenno di inviargli un bacio, facendo saltare i già precari nervi di Ginny che volò in picchiata verso il cercatore dei Grifondoro.
- Io quella la strozzo con la sua stessa coda di cavallo!!! - commentò Ginny inviperita, affiancandosi ad Harry. Lui era così imbarazzato che non riuscì a spiccicare parola; lo stadio, al contrario, era letteralmente in fermento.
Cho Chang se la rideva bellamente, allontanandosi comunque per precauzione.
L’azione appena accaduta aveva, per qualche attimo, fatto dimenticare a Blaise tutte le sue preoccupazioni. E quando riposò gli occhi sui suoi compagni Serpeverde vide nuovamente Nott trotterellare tranquillo per andare a sedersi accanto a Draco.
-Mmm…- anche se si sentiva sollevato, Blaise continuò comunque a chiedersi dove fosse sparito Nott in quei pochi minuti.
- Ti sei perso un quasi scontro tra San Potter e la Chang, per poco lui non cade dalla scopa, sarebbe stato magnifico - disse Draco, non appena Theodore si fu seduto, regalandogli uno dei suoi migliori ghigni made in Malfoy.
- Uh… davvero? Peccato.
Nott si voltò leggermente e guardò Blaise con la coda dell’occhio. - Avrai una bella sorpresina, amico.... - pensò, imitando pericolosamente il ghigno di Malfoy.
Hermione fece un bel respiro, si era spaventata parecchio. Harry aveva rischiato di cadere dalla scopa e lei, istintivamente, aveva subito estratto la bacchetta per evitargli una caduta, ma visto che non era servita pensò quasi di usarla per trasformare Cho in un grazioso barbagianni.
Anche Seamus doveva essere dello stesso avviso, visti gli epiteti che stava utilizzando nei confronti della Chang.


-Ecco di nuovo i Grifondoro partire all’attacco con Demelza Robins che schiva uno, NO, due cacciatori Corvonero! VAI DEMELZA! Ora passa la Pluffa a Ginny Weasley…
ATTENTA GINNY! -


Ginny schivò un bolide per un soffio, mentre Minerva McGranitt avanzava minacciosa verso il telecronista.
- Dean Thomas, non puoi e NON DEVI intervenire nel gioco! Il tuo compito è quello di commentare, non avvisare i giocatori!
Dean allontanò il microfono - Sì, professoressa, mi scusi. - appena si fu allontanata le fece una linguaccia, chiedendosi come avesse fatto Lee a sopportarla per tutti quegli anni.


- Dicevamo… Ginny Weasley si avvicina alla porta e tira… - tutto lo stadio, Thomas incluso, trattenne il fiato. Si udì un boato assordante - WEASLEY SEGNA! Sei un portento bellezza!
- THOMAS!!!
- Scusi professoressa… BRAVA GINNY, Grifondoro conduce per 20 a 0.

Tutta la squadra si fece intorno a Ginny e Demelza per complimentarsi della splendida azione.
Hermione, intanto, saltellava eccitata sul posto come una bambina che ha appena ricevuto un bel regalo. Si sentì così orgogliosa della sua amica, aveva segnato non una, ma ben due volte fino a quel momento. Cercò Harry con lo sguardo, ora toccava a lui chiudere il gioco.
Ma si stava congelando, di questo passo sarebbe morta di freddo prima della fine della partita, aveva le mani ed il naso ghiacciati, le sarebbe piaciuto bere qualcosa di caldo.
- Quella sciocca, guarda come si diverte … - pensò Malfoy, nell’osservare la Granger.
Quella scena lo aveva innervosito ulteriormente, oltre ovviamente al vantaggio dei Grifondoro.

Neville le sorrise estasiato - Davvero saresti così gentile da portarmi dei dolcetti di zucca?
- Certo, Neville, con questo freddo volevo prendermi qualcosa di caldo, visto che vado al chiosco posso prendere qualcosa anche per te.
- Grazie mille, sei un’amica, sbrigati o ti perderai il resto della partita!
- Ok, cercherò di sbrigarmi.
Hermione si fece largo tra i compagni e si infilò nella porticina che portava sotto gli spalti, era più o meno all’altezza dei bagni che un ragazzino del primo anno le venne addosso.
- Ops… scusami, tutto bene? – disse lei d’istinto, senza guardare neanche chi fosse. Ma non ottenne risposta, così guardò oltre il bavero della giacca.
Non l’aveva mai visto, ma dai colori della sua divisa non vi erano dubbi sulla casa di appartenenza, Serpeverde.
Aveva l’aria strana, anzi no, uno sguardo strano. Hermione ci mise poco a capire che quel ragazzo non fosse nelle sue facoltà mentali.
- Sembra che sia sotto Imperio… - pensò spaventata. Ma chi mai aveva potuto fare una maledizione senza perdono ad un bambino del primo anno? Era una cosa orribile.
- Ehi, scusami... - gli toccò leggermente il braccio - Ti senti bene? Chi sei?
Il ragazzo rispose lentamente e con voce atona - Mi chiamo Jeremy Mirror.
- E cosa fai qui sotto?
- Aspetto Theodore Nott.
Ad Hermione quasi venne un infarto - Cosa?
Ma non fece in tempo a dire altro che una voce interruppe i suoi pensieri frenetici ed ingarbugliati.
- Cos’è, Granger, ci provi con i ragazzini ora? - la voce pungente di Malfoy la costrinse a voltarsi.
Ed adesso? Se Nott aveva maledetto quel ragazzino era sicuramente per il piano che aveva fatto con Harry. Solo nel pensare che il suo amico fosse complice di una maledizione senza perdono su di uno del primo anno le fece ribollire il sangue dalla rabbia, ma ci avrebbe pensato in seguito, adesso doveva solo non far capire a Malfoy che cosa stesse succedendo.
Cercò quindi di mantenere il controllo - No, Malfoy, non so se ti ricordi... ma sono un Prefetto e mi stavo assicurando che questo ragazzino stesse bene, visto che è un po' pallido.
- Si da il caso… - disse lui un po' contrariato, avvicinandosi ai due ragazzi - Che IO sia il Prefetto di Serpeverde e questo ragazzo sia nella MIA casa, quindi posso occuparmene anche io.
Di male in peggio, ma perché Hermione non ne riusciva a combinarne una giusta in quei giorni?
- Ok è tutto tuo, rompiscatole! - disse infine, voltandosi e riprendendo a camminare in direzione del chiosco.
Non voleva offenderlo ma solo provocarlo, sperando che non si accorgesse del perché quel ragazzino rimanesse immobile e muto a guardarli.
Malfoy rimase spiazzato e, come sperato dalla Grifondoro, lasciò perdere il ragazzino per correrle dietro.
- Come ti permetti di usare quel tono saccente con me!
- Mi permetto eccome invece!- si voltò per guardarlo in faccia, perché la perseguitava in quel modo?
- Non capisco se ci provi gusto o cosa nello stuzzicarmi.
Anche Malfoy si fermò - Ci provo gusto, è ovvio. - un inconfondibile ghigno malefico si dipinse sul suo viso.
Com’era lontano dal sorriso che aveva a Hosgmeade, si ritrovò a pensare la Grifondoro.
- Be', io non ci trovo niente di divertente quindi Malfoy, visto che non siamo di ronda e neanche a Pozioni, adesso ti saluto.
Fece per andarsene ma lui le afferrò il polso. Lo aveva fatto d’istinto, per non farla andare via, senza alcuna scusa a riguardo. Non aveva programmato di doverla toccare.
La faccia che fece Hermione, un misto tra imbarazzo e sorpresa, gli fece sentire caldo anche con quella temperatura glaciale di Novembre.
- Draco, sei qui? - all'improvviso però, l’inconfondibile voce di Pansy Parkinson li raggiunse da dietro le colonne, per fortuna non poteva ancora vederli, ma un orribile rumore di tacchi presagì il suo imminente arrivo.
- Oh no… – sussurrarono entrambi, guardandosi subito dopo ancora più sorpresi ed imbarazzati.
Malfoy non aspettò altro, mise una mano sulla bocca di Hermione e la trascinò in uno dei bagni dei ragazzi, magicamente liberi in quel momento.



******
Ciao a tutti, scusate il ritardo^^ 
Lo so, adesso mi odiate per aver interrotto il capitolo così... eheh... ma ora mi odierete ancora di più, poiché non potrò aggiornare il nuovo capitolo prima di fine agosto causa vacanze^^ ma vi assicuro che non appena tornerò aggiornerò a raffica con qualche nuova ideuzza che ho in mente.
Vi auguro di passare una bella estate :)
fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo, un bacio a tutti e grazie per le vostre bellissime recensioni *_*
§ Alessandra §
Ps. potrebbero esserci errori di battitura a causa della fretta che ho in questi giorni, se però avrete la pazienza di segnalarmeli provvederò a correggerli subito. Mi scuso in anticipo :(

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Capitolo 21
*** Test di recupero... ***


                         D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 21°



Hermione aveva provato con tutte le sue forze ad opporre resistenza, ma Malfoy era decisamente più forte di lei e non aveva faticato a trascinarla di peso in uno di quei terribili bagni. Ma proprio nel bagno dei ragazzi doveva portarla? Anche se lì, forse, potevano essere relativamente al sicuro dalla Parkinson, visto che era improbabile che entrasse nel bagno dei maschi. Adesso però era in trappola e chiusa, proprio con lui, in due metri cubi d’aria. Cosa aveva fatto di tanto orribile da meritarsi una cosa del genere? Non sarebbe uscita viva da lì.
- Shhh… – aveva sussurrato Draco al suo orecchio destro, non appena la porta fu chiusa alle loro spalle. Le teneva ancora la mano sulla bocca per impedirle di far rumore, mentre l’altra le cingeva i fianchi per impedirle di scappare. Ma la credeva veramente così idiota dal desiderare che tutta la scuola sapesse che era chiusa nel bagno dei maschi con Draco Malfoy? Ron, come minimo, sarebbe morto di crepacuore.
Intanto il suono dei tacchi della Parkinson si era fatto prima più vicino e poi si era spento improvvisamente, segnalando che si fosse fermata proprio davanti ai bagni - Draco, sei qui?- provò nuovamente, ma non vi fu alcuna risposta. - Eppure l’ho visto venire da questa parte - borbottò a se stessa.
- Dai, vattene in fretta Parkinson. - pensò disperatamente Hermione. Il profumo di Malfoy la avvolgeva completamente, senza contare i brividi che le davano i suoi respiri, era così vicino. Sentiva già il suo cuore battere all’impazzata nella sua testa e per un attimo ebbe paura che anche lui potesse udirlo.
Però, si ritrovò a pensare, Malfoy non le stava facendo affatto male. Le sue mani erano calde e piacevoli in confronto al freddo pungente di Novembre. Inoltre, anche se la sua presa era decisa, in quel momento il suo tocco era delicato. Questa cosa la sorprese, visto che si ricordava benissimo la sua irruenza quando le aveva afferrato i polsi la notte della ronda.
- Granger, ora ti toglierò la mano dalla bocca, non fiatare!
Il sopracciglio di Hermione si alzò, era ovvio che non avrebbe fatto alcun rumore. Non appena sentì la presa di lui allentarsi si girò per lanciargli uno sguardo incendiario. Si ritrovò, però, ad un centimetro dal suo viso.
Non aveva previsto di trovarsi così vicina a lui, si pentì subito del suo gesto.
- Per chi mi hai presa? - sussurrò comunque, cercando di non arrossire per la vicinanza di lui - Non avrei fiatato in ogni caso, anche se devo dire non sono contenta della tua idea geniale. - fece una chiara allusione al luogo in cui si trovavano.
Per tutta risposta Malfoy ghignò - Facciamo le schizzinose adesso?
Era decisamente troppo vicina, pensò Draco, cercando di mantenere la sua espressione canzonatoria ed indifferente a quanto stava accadendo. Se non si fosse allontanato da lei non sarebbe riuscito a mantenere il controllo per troppo tempo. Il semplice ma intenso profumo di Hermione gli riempì le narici e, constatò, quella Mezzosangue aveva decisamente un buon profumo. No, non andava bene, doveva uscire da lì.
Ma in quel momento, altri passi annunciarono l’arrivo di un’altra persona. Hermione trattenne il respiro. Chi poteva essere?
- Ehi Blaise… - disse Pansy, spezzando i pensieri di entrambi.
Malfoy strinse i pugni ma rimase immobile. Hermione invece iniziò a tremare, se avessero parlato del piano o del ricatto Malfoy avrebbe scoperto tutto e lei non avrebbe avuto neanche il modo ed il tempo di spiegargli della foto.
- Pansy... - la profonda voce di Zabini li raggiunse - Menomale che ti ho incontrata! Volevo chiederti una cosa…
- Dimmi pure.
Il solo sentire la voce di Blaise, senza però potergli spaccare la faccia o lanciargli qualche maledizione, innervosì ferocemente Draco.
- Prima Nott si è alzato, hai scoperto dove fosse diretto?
- Alzato?
- Sì, durante la partita è sparito per alcuni minuti. - l’ottusità di quella ragazza era pressoché infinita. - Non mi dire che non ti sei accorta di niente?! - la sua voce risultò canzonatoria e piena di disprezzo.
Pansy Parkinson sembrò dubbiosa ma rispose ugualmente - Ah sì…certo che me ne sono accorta, è andato in bagno. - D’altronde Theodore lo aveva quasi urlato a tutta la fila.
- Ne sei sicura? - Hermione lo avrebbe preso a schiaffi se fosse stata in lei, Zabini era veramente odioso con quella voce sostenuta e la sua aria di superiorità.
- Lui ha detto così, non l’ho seguito se è questo che intendi... e sinceramente non mi interessa! - finalmente la Parkinson aveva deciso di rispondergli a tono.
Ci fu qualche secondo di silenzio, la prima a parlare nuovamente fu Pansy - Comunque stavo seguendo Draco, l’ho visto girare dietro l’angolo ma l’ho perso.
Si udì un boato proveniente dagli spalti, commentato abilmente da Dean, anche se lì sotto le parole arrivarono confuse ed ovattate. Chissà se qualcuno aveva segnato… si trovò a pensare Hermione, anche se in quel momento che Grifondoro segnasse era l’ultimo dei suoi desideri.
- Io invece stavo seguendo la Mezzosangue. - disse Zabini, marcando con disprezzo l’ultima parola.
Hermione sentì un tremito lungo la schiena. Guardò con orrore gli occhi di Malfoy allargarsi per lo stupore e, successivamente, farsi sottili come due lame.
- Che siano insieme? - La voce di Pansy suonò preoccupata.
- Non credo, comunque continua a cercarlo… intanto cerca di limitarti quando parli davanti a Nott, quel ragazzo è un impiccione e non ci metterebbe troppo tempo a capire tutto.
Ecco, pensò Hermione, stava per arrivare il momento che temeva. Adesso avrebbero parlato del ricatto e sarebbe stata la fine per lei. Inaspettatamente però, non accadde nulla di tutto questo. Draco e Hermione sentirono distintamente il suono di un bacio tra i due Serpeverde, e lei non resistette alla tentazione di studiare la reazione di Malfoy. Si era chiesta più volte cosa lui realmente avesse provato, e provasse in quel momento, per la Parkinson.
Draco, al suono del bacio, non riuscì a trattenere un’espressione di puro disgusto. Certo, aveva baciato migliaia di volte Pansy in passato, ma in quel momento non l’avrebbe fatto neanche sotto Imperio. E si chiese se non lo fosse stato realmente mentre andava a letto con lei.
Come aveva potuto?
La faccia di Malfoy era così buffa che Hermione dovette coprirsi la bocca con entrambe le mani, cercando di soffocare una risata isterica che sembrava volesse uscire disperatamente.
Che diavolo c’era da ridere in un momento del genere?
Era chiusa in un bagno sporco e stretto, il bagno dei ragazzi per giunta, insieme al suo acerrimo nemico di sempre Draco Malfoy. Senza contare i sentimenti che adesso provava per lui, così intensi e nuovi da mandarla in confusione totale. Non poteva neanche uscire di lì e mettere distanza tra loro, visto che la Parkinson e Zabini avevano deciso di fare un’ispezione orale l’uno dell’altra proprio davanti al loro nascondiglio. Be', sempre meglio quel rumore di sturalavandini rispetto ad un bel discorso sul ricatto che stava subendo, che sicuramente avrebbe portato ad un bagno di sangue e, successivamente, alla sua espulsione da scuola.
Malfoy, vendendola sbellicarsi sommessamente, la guardò male e fece il gesto di zittirla. Hermione si calmò all’istante, anche se non riusciva a cancellare il sorrisetto che gli increspava le labbra.
Come iniziato, il bacio finalmente finì, ed i due ragazzi si salutarono dandosi appuntamento per il pomeriggio.
Quando i passi furono lontani, Hermione ricominciò a respirare normalmente. Se l’era vista davvero brutta. - Possiamo uscire secondo te? - chiese sommessamente a Malfoy. Ma Draco non la degnò di una risposta, continuando a guardare a terra con un’espressione truce. Hermione sentì nuovamente l’ansia prendere il controllo del suo corpo. - Stai bene? - disse, toccando delicatamente il suo braccio destro, ritraendosi poi subito dopo come se si fosse scottata.
Lo sguardo incandescente di Draco si posò su di lei - Cosa vuole Zabini da te? Perché ti seguiva? - chiese, con fare tremendamente serio - E perché è tanto interessato a quello che fa Theodore? Cosa voleva dire con quella frase sul fatto che potrebbe capire tutto? Tutto cosa?
Hermione sentì nuovamente il freddo avvolgerla, come se fosse tra le spire di un grosso serpente di ghiaccio. - Ecco.. io...
Malfoy non era certo uno stupido e lei una pessima attrice. Cosa poteva dirgli adesso?

Neville Paciock guardò l’orologio. Erano passati almeno quindici minuti da quando Hermione era sparita tra la folla per andare al chiosco, ma ancora non accennava a rientrare. Strattonò, allarmato, la giacca di Seamus. - Ehi, Seamus, Hermione ancora non è tornata, dici che dovrei andare a cercarla? Magari le è successo qualcosa!
Seamus si girò un po' contrariato, odiava essere disturbato mentre vedeva il Quidditch - Qui allo stadio Ma da,i Neville, avrà sicuramente trovato una fila infinita al chiosco, mi dispiace per lei ma si sta perdendo le azioni più belle della partita, hai visto la parata di Ron? E' stata eccezionale, penso che lui ci rimarrà male quando saprà che la Granger se l’è persa.
Neville rimase dubbioso per qualche secondo - Dici? Quindi secondo te è meglio non cercarla?
Seamus neanche si voltò – Ma no, vedrai che tornerà presto….. MALEDIZIONE, HARRY, BUTTA GIU’ DALLA SCOPA QUELLA SCIOCCA DELLA CHANG!!! - iniziò ad urlare, non appena vide Cho tagliare nuovamente la strada ad Harry. Neville sospirò e guardò nuovamente l’orologio, poi si rimise buono buono a guardare la partita. Sicuramente Hermione era ancora in fila al chiosco, quindi era inutile agitarsi.




- Ti ho già detto che non lo so, è inutile che insisti! - sussurrò Hermione contrariata, fece per aprire la porta del bagno ma Malfoy, più veloce di lei, richiuse il breve spiraglio di luce bloccando la porta con il braccio.
- Non così in fretta...
Hermione sgranò gli occhi, perché non la faceva uscire visto che non c’era più la necessità di nascondersi?
Si sentì un ulteriore boato provenire dalle gradinate sopra di loro e, questa volta, la voce di Dean riuscì a raggiungerli distintamente.

- HARRY POTTER PRENDE IL BOCCINO D’ORO GUADAGNANDO 150 PUNTI!!!! - un altro boato li raggiunse - GRIFONDORO VINCE PER 190 A 10!!! - urla, applausi e fischi, accolsero l’annuncio.

Non commentare fu impossibile per Malfoy - Alla fine lo Sfregiato ce l'ha fatta, ha una sfortuna sfacciata!
- Malfoy, ti ho detto tante volte di non chiamare Harry in quel modo! - Il sopracciglio di Hermione si alzò pericolosamente - Ora però voglio solo uscire da questo bagno schifoso! - Cercò nuovamente di aprire la porta e nuovamente fu bloccata da lui - Non abbiamo più bisogno di nasconderci ed i miei amici mi staranno cercando. - disse lei, nervosamente - Fammi aprire la porta per favore, non costringermi a prendere la bacchetta!
Se prima voleva allontanarsi il più possibile da lei, adesso non voleva aprire quella porta, con la consapevolezza che la Granger sarebbe scappata il più lontano possibile da lui per festeggiare con quelle nullità dei suoi amici.
- Preferirei non rischiare di incontrare quella sanguisuga di Pansy, potrebbe essere ancora nei dintorni. - mentì prontamente - E stai tranquilla che fra poco andrai a festeggiare con quelle mezze calzette dei tuoi amici. - Hermione lo guardò arcigna, se i suoi amici erano mezze calzette, i suoi cosa erano?! Decise comunque di non dirgli nulla per una volta. E anche se l’avesse fatto sarebbe stato inutile visto che Malfoy era ancora preso da quello che aveva appena scoperto.
- Voglio scoprire cosa stanno tramando quei due imbecilli di Pansy e Blaise. - annunciò, facendola tremare dalla testa ai piedi -…e soprattutto, cosa vogliono da te… - Quelle parole che potevano sembrare rassicuranti sentite da uno sconosciuto, per Hermione suonarono come la peggiore delle minacce, tanto che lo fissò con aria preoccupata.
Malfoy lo notò e le si avvicinò così tanto da specchiarsi nei suoi occhi, aveva un’aria minacciosa.
- Non guardarmi così, Granger, cerca piuttosto di girare a largo da Zabini perché è pericoloso... e non sto scherzando. Poi dovresti saperlo visto che ti ha picchiata… - ripensò al sangue sul viso di lei -... e se ti tocca un’altra volta giuro che lo ammazzo…
Era sveglia? Ma no, doveva essere un sogno, non poteva aver sentito veramente quelle parole.

…...e se ti tocca un’altra volta giuro che lo ammazzo…

Ma la consapevolezza del fatto di averle sentite realmente le arrivò non appena vide la faccia di Malfoy. Era sconvolto più di lei.
Aveva detto quelle parole perché era in preda all’ira, non sapeva neanche lui cosa stesse dicendo e quando vide gli occhi castani di Hermione riempirsi di imbarazzo, sentì tutto il sangue che aveva in corpo affluire sul suo viso.
Hermione non potè credere ai suoi occhi. Draco Malfoy era arrossito, anche con quella poca luce era riuscita a notarlo... e la cosa poi spiccava enormemente visto il pallore della sua pelle. Hermione invece aveva perso incredibilmente la parola, proprio lei che sapeva sempre cosa fare o dire in ogni situazione. O almeno, in quasi tutte…
Si creò un silenzio carico di imbarazzo, in contrasto con il baccano e l’atmosfera festante che proveniva fuori dal bagno. Hermione lo guardava impietrita e anche lei era arrossita vistosamente, anche se la cosa non consolò Malfoy neanche un po'.
Draco non si era mai sentito in quel modo con una ragazza, le aveva sempre derise quando le vedeva arrossire per un bacio o una carezza di troppo e adesso che cosa faceva? Arrossiva come una verginella! Si diede da solo del patetico. Ma che poteva dire adesso? Doveva sdrammatizzare in qualche modo.
- Ma non ti montare la testa, ragazzina! - disse in modo brusco, distogliendo lo sguardo da lei - Ho già un conto in sospeso con quel bastardo...
Finalmente la Grifondoro ritrovò la voce - Non avevo dubbi, Malfoy.
Che bugiarda che era… per un attimo ci aveva quasi sperato che fosse a causa sua tutta quella rabbia che leggeva nei suoi occhi.
- Bene! - rispose lui altezzoso - Ora veniamo al vero motivo per cui ti ho seguita.
Perché, l’aveva seguita? Si ritrovò a pensare la ragazza. Quindi non era stato casuale il loro incontro...
- Eh? Che motivo?
- Presto detto, ho saputo da Theo, cioè da Nott , del nostro voto a Pozioni quando…- si bloccò, titubante sul verbo da utilizzare. Ma Hermione venne gentilmente in suo aiuto - Quando ti sei addormentato come un bambino sulla mia spalla? Sì, mi sembra di ricordare il tuo dolce peso.
Malfoy scattò come se avesse preso la scossa – Piccola vipera! – disse, assottigliando gli occhi, ma a dispetto delle parole, il suo tono non era intriso della sua proverbiale cattiveria.
Hermione ghignò in risposta al suo sguardo.
- Ho avuto il migliore degli insegnanti, che ti aspettavi? – disse, facendo una chiara allusione.

Hermione VS Malfoy = 1 a 0

Draco incassò il colpo con eleganza e continuò - Comunque ieri sera sono andato da Piton per protestare ma lui non ne ha voluto sapere di rialzarci il voto. A meno che non facessimo un test aggiuntivo di recupero e, vista la nostra media in Pozioni, l’ha concessa solo a noi questa possibilità.
Hermione sgranò gli occhi. Ma quanto era raccomandato quel ragazzo? Non riuscì a non chiederselo. Cercò di figurarsi cosa avrebbe detto Piton se fossero andati Harry e Ron a chiedergli di farli recuperare. Anche se avessero avuto una O come media, come minimo avrebbero pulito il suo archivio di pozioni per tutto il fine settimana solo per la sfacciataggine.
- Ah... - fu l’unica cosa che riuscì a dire.
-Che entusiasmo Granger, pensavo che interessasse anche a te avere una E in Pozioni.
La risposta era piuttosto ovvia. Ma era comunque rimasta spiazzata da quella proposta - Che domande! Certo che mi interessa! - rispose piccata - E quando dovremmo fare il test?
- Domani.
- Domani? - scattò lei - Ma è domenica!
Draco la guardò, un po' perplesso - Non ti si può nascondere niente, eh?
Hermione mise il broncio. Aveva troppo poco tempo per prepararsi, non ce l'avrebbe mai fatta per il giorno dopo. Inoltre la biblioteca della scuola era momentaneamente chiusa. Come avrebbe fatto?
Draco la studiò attentamente e poi ghignò - Scommettiamo che ho capito a cosa stai pensando, Mezzosangue? - finalmente ripronunciò quella parola senza cattiveria.
Un senso di felicità riempì il cuore di Hermione.
- ...Che non farai in tempo a prepararti, visto che non puoi andare in biblioteca a prendere i libri fino a che Madama Pince non guarirà dall’influenza, è vero?
La Grifondoro sospirò. Ormai anche Draco Malfoy aveva imparato a conoscerla.
- Già…
- Ma non ti ricordi di una cosa…- continuò Draco, con uno strano luccichio negli occhi - Io ho ancora un libro da riportare alla biblioteca di Hosgmeade.
- Vuoi uscire ancora? – rispose lei con orrore. Ripensando a tutte le regole della scuola che avevano infranto la volta prima.
- E come pensi che possa riportarglielo se non ci vado? - disse lui, incrociando le braccia. Anche questa era una giusta osservazione. Hermione lo fissò, pensierosa. Ormai il danno era stato fatto, riportare il libro e copiare con la magia gli altri non poteva peggiorare le cose, inoltre il test era solo il giorno dopo e sarebbe stata la sua unica possibilità di recuperare il voto di Pozioni.
Dopo averci riflettuto bene, alzò lo sguardo su di lui, con fare deciso - E va bene, verrò... ma promettimi che non prenderai altri libri, ok? Non voglio infrangere le regole ogni settimana! - disse seriamente - Inoltre ci andremo dopo i festeggiamenti della partita, tanto la biblioteca chiude tardi.
- Il tono della Granger è molto simile a quello di Megera McGranitt - notò Malfoy divertito, mentre l'ascoltava.
Era veramente buffa con quel sopracciglio alzato e l'espressione severa.
Sorrise impercettibilmente, ma lei lo notò lo stesso - Va bene, Miss-so-tutto-io! - esclamò, guardandola in modo strano - Aspetterò pazientemente il tuo gufo per sapere a che ora vederci...ORA puoi andare... - detto questo, tolse il braccio dalla porta e si spostò da un lato per farla passare -... se vuoi, ovviamente…- le sussurrò infine all'orecchio. Dicendo le ultime parole in maniera così maliziosa che Hermione si affrettò ad aprire la porta.
Appena questa si aprì, una ventata d'aria fredda investì la Grifondoro, così da costringerla a stringersi ancor più nella sua calda sciarpa. Ma non ebbe il tempo di fare neanche un passo che si ritrovò due occhi smeraldo davanti ai suoi.
-H-Harry!- balbettò, imbarazzata.
Harry Potter era sconvolto davanti a lei. L'aveva osservata mentre usciva dal bagno, e non era sconvolto perché era uscita paonazza dal bagno dei ragazzi, ma perché dalla stessa porta, un secondo dopo, era uscito niente di meno che Draco Malfoy.




****

Ciao a tutti!! ^^ come promesso, eccomi qui! Spero che non abbiate dimenticato la storia in queste settimane =P
Questo capitolo è dedicato quasi interamente ai nostri protagonisti eheh.. spero vi sia piaciuto!
Ci vediamo settimana prossima per il seguito... kisses **
-A-


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Capitolo 22
*** Ammissioni. ***


            D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 22°


- Hermione, che stavi facendo? - gli uscì forse con un po' troppo impeto. Ma Malfoy lo aveva guardato in modo così malizioso da fargli ribollire il sangue nelle vene.
- Che ci facevi in bagno con lui? - lo indicò con disgusto.
Al gesto di Harry, Draco incrociò le braccia - Ah, ma allora è un vizio ... nessuno vi ha mai insegnato le buone maniere a te e Lenticchia?
- Ecco Draco Malfoy in tutto il suo splendore... - pensò Hermione mettendosi, rassegnata, una mano sul viso. Se solo avesse potuto smaterializzarsi...
- Hermione, rispondimi... - la chiamò ancora Harry, aveva un'espressione indecifrabile in viso.
Lei lo guardò ansiosa e gli si avvicinò prendendogli il braccio - Ti spiego tutto alla torre, ora andiamo, ti prego!
Draco infastidito da quel gesto, fece uno scatto, mettendosi di fronte ad Harry - Ah, complimenti Sfregiato, ho sentito che hai preso il boccino. Avrei quasi voluto vedere come hai fregato quella sciocca della Chang... ma, come sai, non ho potuto. Ero abbastanza occupato... - nel dire le ultime parole, Malfoy fece un gesto eloquente con la testa, in direzione di Hermione.
- Serpe schifosa... - Harry tirò fuori la bacchetta.
Hermione urlò spaventata - HARRY, NO!
- Stupeficium!
- Protego.
L'incantesimo di Harry rimbalzò su quello di protezione di Malfoy.
Si spostò appena in tempo da schivarlo, Malfoy intanto aveva puntato la bacchetta su di lui ed Harry si affrettò a fare altrettanto.
Si guardarono per qualche secondo rimanendo in silenzio, gli occhi di Malfoy mandavano lampi di puro odio .
Per loro fortuna tutti i professori e gli alunni stavano ormai tornando al castello e lo stadio era quasi tornato deserto, altrimenti sarebbero stati sicuramente puniti.
Hermione si parò davanti al suo migliore amico, dando le spalle a Malfoy - Aspetta, è tutto un malinteso, andiamo alla torre così ti spiego.
- Levati di mezzo, Granger! – sibilò il Serpeverde, dietro di lei.
Harry la fissò, Hermione lo guardava con sguardo supplice. Forse era davvero tutto un malinteso... e poi, anche se la voglia di fare a pezzettini Malfoy era grande, non poteva non dar retta a quello sguardo spaurito e confuso che in quel momento gli stava lanciando la sua migliore amica. Hermione aveva bisogno di lui adesso, doveva fidarsi.
Suo malgrado gli sfuggì un sospiro - Va bene, andiamo alla torre, mi spiegherai strada facendo... – abbassò malvolentieri la bacchetta.
Hermione gli sorrise, grata. Poi si voltò verso Malfoy – Abbassa anche la tua.
Lui la guardò male – Non darmi ordini, ragazzina...
- Per favore, Draco, abbassa la bacchetta...
Se gli avessero dato una botta in testa, Malfoy non avrebbe potuto guardarla che in quel modo. Ma fu veloce a cancellare la sua espressione sorpresa, abbassò lentamente la bacchetta rimanendo comunque in silenzio, con gli occhi fissi in quelli di lei.
Anche Harry era rimasto sorpreso, Hermione lo aveva chiamato per nome! Era la prima volta che lo faceva davanti a lui ma decise di non dire nulla, mise con delicatezza la mano sulla spalla dell'amica - Allora, andiamo?
- Sì... - Lei a fatica distolse lo sguardo dagli occhi freddi ma allo stesso tempo impetuosi di quell'odioso Serveperde che però la intrigava tanto. E solo allora si ricordò del ragazzino sotto Imperio. Lo cercò con lo guardo nel punto in cui lo aveva lasciato, ma di lui non vi era traccia...e lo stesso di Nott.
- Ricordati che aspetto il tuo gufo, Mezzosangue... - disse Malfoy, rimettendo elegantemente la bacchetta nel mantello poi senza aspettare una risposta si voltò, prendendo la strada opposta a quella dei due Grifondoro.
- Che vuol dire che Hermione è sparita? - disse Ron, con i capelli ancora fradici dopo una lunga doccia.
Era da quando la partita era finita che cercava Hermione. Ci era rimasto male quando non l'aveva vista tra i compagni che erano scesi dalle tribune per festeggiare la vittoria della squadra. Si era ricordato che l'aveva lasciata con Neville prima della partita, così non appena lo vide entrare nei dormitori gli chiese subito dove fosse l'amica, ma la risposta che gli diede il compagno non fece che indispettirlo maggiormente.
Neville lo guardò, preoccupato – E' andata al chiosco a prendere dei dolcetti di zucca e non è più tornata, allora ho pensato che ci avesse anticipati al castello, ma non è neanche in Sala Comune. - Si sentì un po' in colpa, alla fine i dolcetti erano per lui e non si era offerto neanche di accompagnarla.
In quel momento entrò Seamus insieme a Dean.- E' tutto pronto per la festa! Ci divertiremo parecchio ragazzi! - annunciarono felicemente ai compagni.
- Comunque bella parata, Ron! - disse Dean, dando al compagno una poderosa pacca sulle spalle. - Peccato che poi abbiano segnato...
Ron lo guardò male - E' stata tutta colpa di quel bolide. - protestò vivacemente - Se non mi avesse distratto l'avrei presa!
- Però è giusto dire che la prima parata è stata eccezionale! - continuò Seamus, compiaciuto. - Peccato che la Granger se la sia persa!
Neville guardò Ron, aveva uno sguardo cupo.
- Per caso l'avete vista, era con voi poco fa?
- No, noi stavamo preparando la Sala Comune per la festa, c'è già un sacco di gente, ma credo che lei non sia ancora arrivata. - rispose tranquillamente Dean – Ma Harry dov'è? - disse poi scrutando la stanza – Non gli ho ancora fatto i complimenti per la partita!
Lo sguardo di Ron si fece ancora più cupo – Non ne ho la minima idea...

- Quindi nel bagno non è successo nulla?
Hermione alzò gli occhi al cielo, mentre risaliva la strada che portava alle Serre – Pensavo che stessi parlando con Harry e non con Ron, quante volte devo ripetertelo? NO, Malfoy non mi ha sfiorata... - A quelle parole Harry, dietro di lei di qualche passo, arrossì sentendosi un po' in colpa per essere stato così invadente, ma che poteva fare? Cercò di cambiare argomento - Comunque, mi stavi dicendo che Piton vi da la possibilità di recuperare con un compito in più. - Sì. – rispose lei, aggrottando le sopracciglia - Ed il problema è che la biblioteca è chiusa e lui vuole fare il test domani.
- Ma... domani è domenica! - disse Harry, scandalizzato che si potesse fare un test anche di domenica.
- Già. – Hermione lo guardò abbattuta, mentre l'amico continuava a non capacitarsi della cattiveria di quell'uomo - Piton è veramente uno schifoso! – Sentenziò contrariato - Scommetto che l'ha fatto apposta.
- E' proprio per questo che mi cercava Malfoy, dovremo andare a Hosgmeade per prendere i libri.
A quelle parole Harry si bloccò, guardandola stralunato – Ma sei impazzita? Vuoi che Zabini vi faccia anche la foto ricordo per caso?
Lei si voltò per guardarlo in faccia - No, questa volta starò attenta, pensavo di chiedere a Nott il favore di controllare Zabini e la Parkinson, in modo che non ci seguano.
- Hermione, ti prego, ragiona... - Harry le prese la mano – Lo so che in questo momento ti sembra l'unica soluzione, ma non è così.
Per la prima volta negli ultimi giorni, Hermione sorrise. Harry rimase imbambolato a guardarla per qualche secondo. Lei mise anche l'altra mano su quella dell'amico – Ascolta, so cosa faccio... non correrò alcun rischio, ti ringrazio che ti stai preoccupando così tanto, ma non rendermi le cose più difficili. Ho promesso che non ti avrei più mentito ed è per questo che ti sto dicendo tutto... ma anche te hai promesso di aiutarmi.
Harry rimase qualche secondo a guardarla, pensieroso. Hermione lo stava guardando sorridente, aveva una luce negli occhi che non le aveva mai visto, a dispetto di tutto, si chiese se lei volesse andare a Hosgmeade per studiare o per poter stare da sola con lui.
- Va bene. – disse alla fine, rassegnato – Chiederò a Nott di controllare che non siate seguiti.
Hermione lo abbracciò, troncandogli il respiro – Piano o mi ucciderai …- sussurrò un po' imbarazzato - inoltre devo ancora sapere se Nott è riuscito nel piano.
A quelle parole Hermione lo lasciò andare, contrariata – Ah, infatti volevo parlarti proprio del piano! - gli raccontò con evidente disgusto quello che aveva visto, e soprattutto il fatto che fosse sicura che l'Imperio fosse stato fatto da Nott.
Harry la guardò, senza parole – Ti giuro che non sapevo che dovesse maledire qualcuno! Nott mi aveva detto che aveva un amico che poteva aiutarci senza fare troppe domande. – nonostante tutto non riuscì a non ammirare la sua scaltrezza. - Non pensavo che potesse essere così geniale! - gli sfuggì, mandando Hermione su tutte le furie.
- Geniale un corno! Se quelle maledizioni si chiamano senza perdono, c'è un motivo! Non credi? Forse è meglio che smettiate di collaborare prima che vi sbattano entrambi ad Azkaban! - Era veramente fuori di sé.
- E' vero ma ora calmati e, soprattutto, non farti sentire da tutta la scuola! - Harry si guardò in giro preoccupato – Senti, gli dirò di non infrangere più alcuna regola ma tu cerca di capire, dovevamo avere quelle foto! E' l'unico modo per aiutarvi.
Hermione lo fissò, incredula - Quindi ha maledetto quel ragazzino per fargli rubare le foto? - Era sempre sconvolta, ma doveva riconoscere che poteva funzionare come piano. Durante la partita i dormitori era vuoti e nessuno avrebbe sospettato di uno del primo anno.
Harry si passò una mano fra i capelli - Sì, anche se ti ripeto che io non sapevo che dovesse maledirlo, è stato molto evasivo su questo punto.
Hermione fece un bel respiro, cercando di riprendere il controllo – Va bene, mi calmo, ne riparleremo in seguito. – gli scoccò un'occhiataccia - Abbiamo ben di peggio da affrontare adesso.
Harry la guardò, non capendo a cosa lei si riferisse.
- Sto parlando di Ron... sono sicura che mi farà duemila domande su dove ero e con chi stavo mentre voi vincevate la partita.
- E' vero. – disse Harry pensieroso – E ne farà anche a me, visto che sono sparito subito dopo senza una parola.
Ripresero a camminare, rimanendo in silenzio per tutto il tragitto. Solo quando furono quasi all'entrata di Hogwarts, Harry si decise a parlare. - Ormai non possiamo far altro che dirgli tutto, Hermione. Mi sento troppo in colpa nel riempirlo di bugie.
Alla Grifondoro per poco non prese un colpo, se lo aspettava, ma non così presto – M...Ma sei sicuro? - riuscì solamente a dire.
- Ti prego, ho mantenuto il segreto perché sei la mia migliore amica, ma anche lui lo è, cerca di capire...
Hermione sospirò, ma alla fine era d'accordo con lui, voleva bene a Ron e anche lei stava male per come lo aveva trattato nell'ultimo periodo. Ma non poteva dirgli anche dei sentimenti che aveva iniziato a provare per Malfoy, no, decisamente non era pronta, e poi era una cosa personale!
Ma Harry sembrò capire la sua preoccupazione – Ascolta, ho intenzione di dire a Ron solo del ricatto di quella serpe schifosa... e quando dico serpe schifosa sto parlando di Zabini per una volta.
- Davvero?
- Sì, davvero. – gli occhi di Harry si rabbuiarono – Anche perché è l'unica cosa da raccontare giusto? Io non so e NON voglio sapere niente di quello che provi per Malfoy. – mise su un broncio che Hermione trovò adorabile.
Gli sorrise radiosa - Harry, grazie, ti voglio bene!
- Il problema è che te ne voglio anche io!
- Ehi, ragazzi, dove eravate?! Stavamo per iniziare senza di voi! - esordì Dean, non appena vide Harry ed Hermione entrare nella Sala Comune. Era già strapiena di gente ed avevano fatto fatica ad arrivare vicino al fuoco – Soprattutto tu, Harry, sei stato grandioso complimenti! - sembrava già ubriaco, tanto era su di giri - Hai fregato il boccino sotto al naso della Chang all'ultimo secondo, hai visto che faccia ha fatto? - sia lui che Seamus ridacchiarono.
Harry sorrise un po' imbarazzato dai complimenti del compagno – Grazie... è stata dura ma ce l'abbiamo fatta! Ora scusatemi, vado a farmi una doccia e scendo subito!
Hermione intanto cercava Ron con lo sguardo, ma non riuscì a vedere l'amico da nessuna parte. - Uff … ci sono troppe persone, dove sarà? - pensò preoccupata, come avrebbe reagito Ron a tutta quella storia? Se lo era chiesto migliaia di volte in quei giorni, ed ora era il momento di scoprirlo. Si diede appuntamento davanti al fuoco con Harry e partì alla ricerca di Ron , anche se si arrese quasi subito. Qualcuno aveva messo della musica e adesso la loro sala comune era piena di gente che si agitava frenetica, senza contare che lei odiava ballare... lo trovava una perdita di tempo. Si era appena appoggiata mogia ad una colonna, quando vide una testa rossa farsi largo tra la gente e venire dalla sua parte. Non era Ron, ma sua sorella.
- Hermione! - trillò lei non appena la vide – Ti è piaciuta la partita? - si vedeva da lontano un miglio che era al settimo cielo per aver segnato.
Hermione l'abbracciò, era veramente felice per lei – Certo che mi è piaciuta! Sei stata bravissima!
Aveva deciso, anzi avevano deciso, lei ed Harry, che avrebbero raccontato tutto sia a Ron che a Ginny, ormai non aveva senso mentire e compromettere la loro amicizia. Forse Nott era riuscito veramente a mettere le mani su quella foto, e quella brutta storia stava per finire.
- Hai visto Ron per caso? - le chiese subito.
- Sì prima, ti stava cercando e sembrava arrabbiato... che è successo?
Hermione sgranò gli occhi, come arrabbiato? Adesso trovarlo era la sua priorità – Ti racconterò tutto dopo. – tagliò corto lei con un'espressione preoccupata - Volevo parlare ad entrambi in realtà, infatti dopo avrei cercato anche te, ora però devo trovare subito tuo fratello, sai dove possa essere?
Ginny le lanciò uno sguardo ansioso – Sembra una cosa seria...
Lei ricambiò lo sguardo – Lo è.
- Allora lo cercherò insieme a te!
Hermione le sorrise, Ginny era davvero una ragazza speciale.
- Ehi, Draco, dove ti eri cacciato? - chiese Theodore, vedendo rientrare il compagno in stanza - Sei sparito a metà partita, non è da te!
Malfoy lo guardò, pensieroso. Chissà perchè Zabini aveva chiesto a Pansy gli spostamenti di Theodore, cosa gliene importava? E cos'era la cosa che avrebbe potuto scoprire? Inoltre Zabini stava seguendo Hermione... a quale scopo? Forse voleva solo vendicarsi per l'ultima volta che si erano incontrati, alla fine era per colpa di Hermione se era finito in infermeria... Ma... aspetta, HERMIONE? Da quando pensava a lei chiamandola con il suo nome di battesimo?
- Per favore, Draco, abbassa la bacchetta!
D'altronde anche lei l'aveva fatto. Solo nel ripensare a quel momento sentì distintamente il suo cuore accellerare il battito. Ma come poteva essere caduto così in basso? Pansy e molte altre ragazze lo avevano chiamato per nome tantissime volte, eppure quando poco prima lo aveva fatto lei era stato diverso, a dire la verità, il suo nome era diverso se pronunciato da lei.
- Draco, stai bene? - Theodore gli si avvicinò.
Malfoy si riprese del tutto – Certo che sì! Che domande! - era indeciso se dirgli o meno quello che aveva sentito.
Theodore lo guardò un po' scettico – Be'... non hai risposto alla mia domanda ed hai fatto una faccia strana poco fa. - si rimise comunque a sfogliare la sua rivista di Quidditch – Meglio così se non hai niente. Anche se è un peccato che tu ti sia perso la fine della partita.
Doveva dirglielo? Draco si sdraiò sul suo letto e guardò il soffitto, forse avrebbe dovuto aspettare un pochino, voleva prima saperne di più su quella storia.
- Sono andato in bagno e poi ho deciso di farmi un giro. - disse all'amico - Pansy mi si era appiccicata come una farfalla sul miele anche se in comune con la farfalla, pensandoci bene, ha solo lo spessore del cervello... Comunque non potevo ritornare sugli spalti, dovevo andarmene.
Nott ghignò ma non disse nulla. Sembrava soddisfatto della sua risposta.
Draco chiuse gli occhi e subito gli venne in mente il viso di Hermione... pensò a come lo aveva guardato quando le aveva detto che avrebbe ucciso Zabini se l'avesse toccata ancora. Sentì nuovamente il sangue affluire velocemente sul viso.
- Theo?
- Mmm...
- Dicevi sul serio prima?
Theodore alzò lo sguardo – Prima quando?
- Quando hai detto che chiederesti alla Weasley di uscire.
Sul viso di Nott si delineò l'inconfondibile ghigno degno di un Serpeverde – Sì, è carina... e devo dire che non mi dispiacerebbe, ma non ho possibilità con lei... è insieme allo Sfregiato.
- Che pessima scelta... poi che ci vedranno le ragazze in lui? E' un'idiota! - rispose Malfoy sbuffando, ripensando a poco prima.
Nott distolse lo sguardo, un po' a disagio - E' vero...
- Invece quando hai detto che in quella casa non sono tutte da buttare, a chi ti riferivi?
Nott trattenne a stento un sorriso, lo sapeva che glielo avrebbe chiesto, e sapeva anche che la sua domanda fosse retorica.
- Secondo te? Non certo Lavanda Brown!
Malfoy si voltò, sgranando gli occhi – La Granger? Davvero pensavi a lei mentre lo dicevi?
Theodore chiuse definitivamente la sua rivista, visto che la piega che stava assumendo il discorso stava diventando interessante – Proprio lei. – disse allegramente - E' vero che ti ho assillato con la storia che tra voi non dovesse esserci nulla, ma l'ho sempre considerata al di sopra dei suoi compagni. Dovrò rassegnarmi all'idea che stia con te.
Draco si tirò su così velocemente da far cadere il suo cuscino a terra – Che vai farneticando? Non c'è nulla fra noi!
- Non ancora...
Malfoy aggrottò le sopracciglia – Non ci sarà MAI.
Nott sbuffò – Certo che sei strano … ti piace una ragazza e non vuoi starci insieme?
Ora Draco aveva sentito fin troppo, si alzò con i capelli spettinati e lo sguardo assassino. - Chi ti ha detto questa stronzata che mi piace?
Theodore iniziò a sghignazzare – Nessuno ovviamente, l'ho dedotto dal tuo comportamento... e non mi sbaglio mai su queste cose, lo sai bene...
Draco fece per dire qualcosa, ma un lieve bussare alla porta distolse l'attenzione di entrambi dal discorso. Un ragazzino del primo anno entrò nella stanza - Scusami, Malfoy, il Prefetto di Grifondoro mi ha chiesto di consegnarti questa lettera! Dice che sono le date delle nuove ronde. - consegnò il biglietto a Malfoy, che gli fece subito segno di andarsene.
Lo aprì distrattamente, già sapendo che all'interno non avrebbe trovato alcuna data per la loro ronda, ma l'orario del loro appuntamento. :


Carissimo “Furetto”, ho appena saputo che la festa finirà per le 18:00, quindi possiamo vederci alle 18:30 davanti alla statua della strega Orba.
Ricordati che hai promesso che non prenderai altri libri!
Mezzosangue...

La Granger era impazzita?
Malfoy non riuscì a trattenersi dal ridere, si era firmata Mezzosangue, questo da lei non se lo sarebbe mai aspettato, era una sorpresa continua.
Theodore era rimasto in silenzio mentre lo stupore si faceva largo in lui.
Draco stava ridendo... ridendo veramente... era da quando erano bambini che non lo vedeva ridere così, senza malizia. Non gli ci volle molto per capire che quel biglietto fosse tutto, fuorché una comunicazione tra Prefetti.
Sorrise anche lui.
- Quando dicevo che l'ho dedotto dal tuo comportamento... – indicò il viso dell'amico – Intendevo proprio questo.
Il sorriso di Malfoy si spense lentamente - Dici che sono fregato, amico? - chiese, guardandolo negli occhi.
Dopo tanto tempo il suo sguardo era sereno.
- Decisamente...
****


Ciao a tutti, immagino che la metà di voi sia ancora in vacanza *_* a proposito, come vi sono andate ? Spero alla grande !

Vi è piaciuto il nuovo cap ? anche se in realtà è di passaggio diciamo, ma nel prossimo finalmente vedremo questa benedetta seconda uscita a Hosgmeade.... Lo so, ve l'aspettavate in questo e ci siete rimaste male, vero ? :(  mi dispiace ! Mi farò perdonare nel prossimo capitolo ;)

Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti, tra le storie seguite e da ricordare, senza contare chi mi lascia sempre un commento come la dolce Seven.

Alla prossima settimana!!! bacissimi

-A-



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Capitolo 23
*** Hosgmeade, the return. ***


                                                                                          
                                         D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 23°


Hermione e Ginny salirono le scale dei Sotterranei, avevano cercato Ron ovunque ma senza risultato, così Hermione aveva deciso di mandare intanto il messaggio a Malfoy con l'orario e l'appuntamento per andare a Hosgmeade, poi avrebbe continuato a cercarlo. Non sapendo come fare per farglielo recapitare senza destare sospetti, decise di camuffarlo per una comunicazione tra Prefetti e di fermare uno dei Serpeverde dei primi anni per fargliela portare.
Si sentiva nervosa nel sapere che sarebbe di nuovo stata con lui fuori scuola, soprattutto dopo la presa di coscienza che aveva avuto sui suoi sentimenti verso il Serpeverde. Qualche sera prima l'aveva baciata, o almeno, aveva tentato di farlo... E lei voleva sapere perché. Era stato per vendetta verso la Parkinson? O perché si annoiava e voleva divertirsi con lei?
Questo dilemma l'aveva tormentata continuamente in quei giorni, quasi quanto il pensiero del ricatto di Zabini.
Si era chiesta anche, quasi incredula, se invece anche Malfoy avesse cambiato idea su di lei, se un pochino... lei gli piacesse.
- Hermione, mi sto preoccupando veramente adesso! – la voce trafelata di Ginny la riportò alla realtà, quando pensava a Malfoy si estraniava completamente.
- Per favore, raccontami cosa è successo... per chi era quel messaggio che hai dato a quel Serpeverde? Per Malfoy?
Ginny la guardava in preda all'ansia. Aveva capito che qualcosa stava tormentando l'amica in quei giorni, ma aveva semplicemente attribuito la colpa di tutto ai nuovi sentimenti che Hermione provava per Malfoy, perché era sicura che, nonostante lei non volesse ammetterlo, si stesse sicuramente innamorando del Serpeverde.
Ma lo sguardo serio che aveva Hermione quando le aveva detto che doveva parlare a lei e Ron, le aveva fatto intuire che Malfoy non c'entrasse niente in quella storia, o almeno, non del tutto.
- E' una storia lunga e preferirei raccontarla meno volte possibile. – le lanciò uno sguardo triste, a mo' di scusa.
- Comunque sì, il messaggio era proprio per Malfoy.
A quelle parole Ginny sgranò gli occhi, curiosa – Mi sono persa qualcosa? Dovete vedervi?
Hermione sospirò – Sì, per ragioni di studio. – le risposte evasiva, confondendo Ginny ancora di più.
- Dimmi solo una cosa... – chiese la piccola Weasley – C'entra anche Malfoy in questa storia che ti preoccupa così tanto?
- In parte sì... - Il viso di Hermione si incupì – Dai, sbrighiamoci a trovare Ron! – disse subito dopo, riprendendo a camminare velocemente – Così potrò spiegarvi tutto.
Harry sprofondò nel morbido divano rosso–oro che si trovava davanti al camino. Cavoli, era distrutto dalla stanchezza, la partita l'aveva messo KO. In quel momento arrivò Neville con due calici di succo di zucca. Ne porse uno al compagno e si mise accanto a lui.
- Grazie, Neville, ci voleva proprio, sono a pezzi!
- Figurati. – rispose Neville tutto sorridente – Mi stavi dicendo quindi che Hermione era con te e che l'hai trovata davanti al chiosco?
Anche Harry sorrise – Sì, puoi stare tranquillo, non è scomparsa.
Neville gli lanciò uno sguardo ricolmo di gratitudine, il suo senso di colpa finalmente si era attenuato.
- Ehi, ragazzi! – un Seamus quasi ubriaco si avvicinò a loro – Non ditemi che quello è succo di Zucca per tutti calderoni?!! hik …
Neville ed Harry si lanciarono uno sguardo perplesso.
– Io, Canon e Dean … hik ... siamo riusciti a portare dalle cucine del buon whiskey incendiario … hik... e voi bevete quella roba? - Subito dopo li guardò sconvolto, pallido in viso – Scusate, non mi sento tanto bene... - Aggiunse prima ci correre via in cerca di un bagno, lasciando Harry e Neville a guardarlo senza parole.
Se doveva finire a vomitare per il resto della serata Harry era ben contento del suo buonissimo succo di zucca.
- RON! - chiamò Hermione.
Lui si voltò con un'espressione sorpresa nel vedere Hermione e Ginny venirgli incontro. Stava rientrando in quel momento in sala comune con delle burrobirre in mano.
- Ti stavo cercando … - disse Hermione cercando di riprendere fiato, dopo aver attraversato il dipinto quasi correndo.
- Devi venire con noi in camera tua.
Lo sguardo di Ron si fece tagliente – Mi cercavi, eh? Anche io ti stavo cercando visto che Neville mi hai detto che sei scomparsa a metà partita.
Hermione ignorò la sua frecciata - C'è una cosa importante di cui dobbiamo parlare. – disse paziente - Ho dato appuntamento ad Harry vicino al fuoco, lo vado a chiamare, tu intanto sali con Ginny.
A quelle parole Ron si allarmò – C'entra tu-sai-chi?
- No, stai tranquillo, ma è comunque una cosa seria che riguarda me.
Ron la guardò male - Mi dici di stare tranquillo … e poi mi dici che c'è una cosa seria che ti riguarda, perché tutti questi segreti? - disse, alzando un po' la voce – Perché sei andata via a metà partita? Anche Harry è sparito subito dopo che abbiamo vinto, eravate insieme? Lui sa già tutto, vero? - aggiunse, con una punta di gelosia.
Hermione stava per rispondergli a tono quando, inaspettatamente, Ginny lo prese per il braccio - Non fare il solito testone! - disse contrariata - Saliamo così ci dirà che sta succendo. Hermione, te vai a chiamare Harry, ci vediamo su!
Hermione la guardò con gratitudine e si diresse verso il camino.
Menomale che c'era Ginny accanto a lei, pensò la ragazza individuando Harry stravaccato sul divano davanti al fuoco, se non si fossero assomigliati così tanto fisicamente Hermione non avrebbe mai detto che Ron e Ginny fossero fratello e sorella, erano incredibilmente diversi di carattere.
- Ma quanto ci mette Hermione ad arrivare? - si chiese Harry pensieroso, estraniandosi dalle chiacchiere sulla partita che stava facendo con Neville – Speriamo che abbia trovato sia Ron che Ginny.
Proprio in quel momento vide la sua riccia amica fargli dei cenni da lontano, probabilmente non voleva essere vista da Neville.
Hermione stava indicando il piano di sopra, sicuramente voleva usare la loro stanza visto che nella sua non si poteva entrare a causa dell'allarme che si attivava ogni volta che un ragazzo provava ad accedervi.
- Scusami, Neville. – disse, rivolto al compagno – Vado in bagno, ho bevuto troppo succo di zucca!
- Ok, a dopo allora. – rispose lui ignaro della scusa improvvisata – Io credo che andrò a prendermi una fetta di torta invece!
- Tu sai qualcosa, Ginny? - disse Ron, vedendo la sorella sedersi sul letto di Harry.
- No, non so niente e sinceramente sono preoccupata. - rispose lei accigliata - Hermione aveva uno sguardo così serio prima.
In quel momento entrarono Harry ed Hermione.
- Harry! – disse subito Ron, andandogli incontro con fare accusatorio – Dove sei scappato a fine partita?
Lui ed Hermione si lanciarono uno sguardo – Adesso ti racconterà tutto Hermione. – disse tranquillo, sedendosi accanto a Ginny e prendendole la mano.
Ecco, pensò Hermione, ora doveva solo tirare fuori il proverbiale coraggio degno di un vero Grifondoro.
Si mise sul letto di Ron, tutti gli sguardi erano su di lei. – Tutto è iniziato il giorno che sono andata a Hosgmeade con Malfoy... - iniziò risoluta.
Venti minuti più tardi, quando Hermione ebbe terminato di raccontare tutto quello che era successo in quei giorni, il silenzio era divenuto assoluto nella stanza. Da lontano echeggiava la musica proveniente dalla Sala Comune in festa, ma nel dormitorio maschile non volava una mosca.
Hermione sospirò – Vi prego di capire perché non ho potuto dirvelo prima, non volevo che ci andasse di mezzo qualcun'altro, soprattutto chi voglio bene.
Ginny la guardò, aveva gli occhi lucidi – Ed io non mi sono accorta di nulla... - disse mortificata - Bell'amica che sono.
Ad Hermione si strinse il cuore – Cosa dici? Non avresti potuto far niente comunque, non dire più sciocchezze del genere, sei la migliore amica che potessi avere. - disse, strappando a Ginny un sorriso commosso.
- Ehi, Ron. – chiamò Harry vedendo che l'amico, stranamente, non aveva proferito sillaba – Perché non dici niente?
Tutti lo fissarono, Ron aveva la testa bassa e l'espressione amareggiata.
- Neanche io mi sono accorto di nulla. – disse, dopo un'interminabile silenzio – Purtroppo non sono come Harry.
- Che stai dicendo? - dissero all'unisono Harry ed Hermione.
Ron sospirò, aveva la punta delle orecchie vagamente colorate.
- Che per te non sono un buon amico come lo è lui, uno con cui confidarsi, a cui chiedere aiuto... – disse mesto.
Lei lo guardò, sentendosi in colpa più che mai. Il vero motivo per cui non gli aveva detto nulla, oltre che per non coinvolgerlo, era per paura che commettesse qualche leggerezza facendo precipitare la situazione. Forse quello che aveva detto Ron aveva un fondo di verità, anche se l'affetto che provava per lui era sincero.
- Ti ha già raccontato Hermione come l'ho scoperto! – Harry era intervenuto in suo soccorso prima che lei potesse dire qualsiasi cosa.
- Lei non è mai venuta a confidarsi neanche con me, sono io che mi sono impicciato...
A quelle parole Ron alzò la testa, forse lo avevano rincuorato un pochino perché non aveva più lo sguardo ferito di poco prima.
- Sei davvero uno zuccone! - disse anche Ginny – Ti devi far venire una crisi di gelosia proprio in un momento simile?
Le orecchie di Ron presero fuoco – Non dire cretinate, Ginny! Non sono geloso!
Ron ed Hermione si guardarono imbarazzati.
- Ok ragazzi, ma il problema potrebbe essere già stato risolto grazie a Nott. – si intromise Harry, ignorando deliberatamente l'ultimo argomento affrontato – Ho appuntamento con lui più tardi e dovrò dirgli anche di tenere sotto controllo Zabini e la Parkinson mentre Hermione e Malfoy vanno a Hosgmeade.
- Anche la Greengrass. – aggiunse Hermione maligna – Lei e la Parkinson vivono in simbiosi visto che in due non fanno un cervello!
A quelle parole Ginny ed Harry scoppiarono a ridere, mentre Ron la guardava interrogativo – Vivere come...? E' una malattia?
A quel punto anche Hermione scoppiò a ridere. Ron non sarebbe mai cambiato, ed alla fine era meglio perché gli voleva bene così com'era.
Quando l'ilarità generale fu passata, Ron si rivolse nuovamente ad Hermione – Ma devi proprio uscire con lui? Posso accompagnarti io ad Hosgmeade.
Hermione sospirò, lo sapeva che Ron avrebbe creato non pochi problemi sul fatto che lei dovesse passare del tempo con Malfoy.
- Mi dispiace, ma è Malfoy che deve riconsegnare il libro e studiare per il test, se tu venissi con noi ci sarebbe solo tensione tra voi ed io non riuscirei a studiare come si deve.
Ron abbassò lo sguardo, in realtà voleva accompagnarla al posto di Malfoy, non andare con loro. Ma a quanto pareva non c'erano possibilità che la Serpe rimanesse nel suo covo.
- Va bene. – disse mansueto.
- Hermione, perché non approfitti di questa gita fuori porta per raccontare tutto a Malfoy? - disse ad un tratto Ginny.
- Sarete soli e nessuno saprà che glielo hai detto.
Harry ed Hermione si guardarono, mentre Ron al solo sentire la parola “soli” fece una faccia preoccupata.
Ginny non aveva poi tutti i torti. Però lo spirito “secchionesco” di Hermione prevalse.
- Domani ho un test e devo studiare seriamente se voglio passarlo.
Harry, Ron e Ginny la guardarono come se le stessero per spuntare le ali.
- Ma... Hermione! - protestò Harry - Potrebbe essere un'occasione più unica che rara.
- Anche questo test di recupero lo è.
Ginny intervenne nuovamente - Non devi mica dirglielo appena lo vedi. - disse, attirando l'attenzione di tutti - Basterà che tu glielo dica dopo aver studiato, nel tragitto di ritorno.
Hermione le sorrise - In effetti è vero, potrei tentare mentre torniamo, grazie Ginny!
Un paio d'ore più tardi...
- Sei in ritardo, Mezzosangue. - disse Malfoy, appoggiato elegantemente alla statua della strega Orba – Avevi detto alle sei e mezzo...
Hermione alzò un sopracciglio - E perché, che ore sono?
- Le sei e trentatré.
- Hermione mantieni la calma... - si ammonì da sola la Grifondoro, mordendosi la lingua per non rispondergli male.
- Hai ragione, scusami. - disse a malincuore, facendo sgranare gli occhi dalla sorpresa a Draco.
- Come mai così remissiva? - chiese lui con un ghigno malefico.
- Vorrei non dover litigare con te anche oggi, visto che dobbiamo studiare seriamente se non vogliamo sbagliare il test.
Malfoy non ebbe nulla da ridire, alla fine era per colpa sua se dovevano rifare quel benedetto test. Decise quindi che un armistizio momentaneo avrebbe giovato ad entrambi.
- Va bene, ho afferrato il concetto... - disse in maniera altezzosa, seguendo la Grifondoro nel passaggio segreto.
Hermione non si ricordava che il passaggio per Hosgmeade fosse così lungo e buio rispetto a quando ci erano passati la prima volta.
Malfoy procedeva in silenzio dietro di lei, con la bacchetta accesa.
Si chiese se Harry fosse riuscito a parlare con Nott, anche se si era accertata scrupolosamente di non essere seguita, per questo aveva tardato.
Anche Ron e Ginny erano in giro a controllare che lei non fosse seguita, lo sguardo che Ron le aveva lanciato quando si erano salutati era degno di un'esecuzione capitale. Represse un sorriso nel ricordare la sua faccia.
Si sentiva serena nel sapere che i suoi amici la stessero aiutando, aveva avuto così tanta paura delle loro reazioni... eppure avevano capito. Forse Ron ancora doveva digerire la cosa che anche Malfoy, suo malgrado, fosse come lei una vittima, ma ora era sicura che le cose sarebbero andate meglio.
Finalmente arrivarono nel retro di Mielandia, sbucando dietro le scorte di cioccorane.
Draco le si affiancò, mentre spiavano dalla botola.
- Oggi c'è meno gente dell'altra volta. - convenne il ragazzo - Sarà più difficile passare inosservati.
Era vero, quel giorno al villaggio c'era meno gente, complice il maltempo ed il freddo pungente. Infatti si era alzato un gran vento ed il cielo prometteva un'imminente nevicata.
Decisero che sarebbe stato meglio trasfigurare subito le loro divise, visto che avrebbero dato ancora di più nell'occhio una volta usciti allo scoperto.
- Ora tocca solo trovare il momento adatto! - disse la Grifondoro, guardando di sottecchi i commessi del negozio servire alcuni clienti.
- Ti sembra facile... - fu l'acida risposta del compagno.
Ma Draco aveva sottovalutato la sua compagna di studi, alla fine Hermione era stata sempre "la mente" del trio Grifondoro, quindi toccava a lei trovare una soluzione se non volevano rimanere bloccati per tutto il tempo a Mielandia.
- Aspetta, ho un'idea! - annunciò pensierosa, ricevendo uno sguardo scettico da Malfoy.
- Cos'è, Granger, vuoi dare fuoco a tutto il negozio così ci confonderemo con la gente che scappa?
- Spiritoso...
- Allora? - scattò lui - Ti muovi o vuoi chiedere a Piton di farti fare il test qui sotto?
Hermione sospirò, esasperata. Se Malfoy si innervosiva per così poco non osava pensare a come avrebbe reagito quando gli avrebbe detto del ricatto, come minimo avrebbe dato fuoco a tutta Hosgmeade, altro che Mielandia.
- Cerca di calmarti, furetto! - gli disse inforcando la sua bacchetta.
Fece un incantesimo non verbale verso gli scaffali dall'altra parte del negozio.
Un rumore attirò l'attenzione dei due commessi, Hermione aveva fatto cadere tutte le scatole di api frizzole, divise ordinatamente per gusti, che erano sugli scaffali.
- Ma... che succede? - disse uno dei commessi, vedendo le scatole a terra - L'ho detto mille volte di chiudere la porta sul retro, oggi poi c'è un vento terribile... questi spifferi ci faranno ammalare prima o poi, altro che giorni di ferie! - disse, guardando cupo verso il retrobottega.
- Oh no, guarda che disastro Micheal! - sentenziò l'altra ragazza - Dobbiamo mettere tutto in ordine prima che torni il capo!
Malfoy ghignò e guardò la Granger.
- E brava la mia Mezzosangue ... - pensò compiaciuto, prima di sgattaiolare con lei fuori dal negozio, mentre i commessi erano intenti ad ordinare quel disastro.
- Non mi ringrazi? - disse sfacciatamente Hermione, non appena si trovarono in mezzo alle vie gelide e mezze deserte del villaggio.
- E per cosa? - rispose Malfoy, guardandola con sguardo birichino - Forse potrebbero ringraziarti quei due quando torneremo. - ghignò, voltandosi verso l'entrata del negozio di dolci.
Hermione sbuffò, Malfoy non le voleva dare neanche un minimo di soddisfazione, era veramente odioso quando ci si metteva.
E terribilmente sexy...
Fu il pensiero che le venne subito dopo.
Eh no, non era andata li per flirtare con lui, ma per studiare!
- Guarda che stavo scherzando. - disse Malfoy, vedendola pensierosa - Andiamo o non faremo in tempo ad andare ai Tre manici di scopa...
- Eh?
Malfoy la guardò furbamente - Dai, Granger, non fare la bacchettona proprio ora, con questo freddo ci vuole qualcosa che ci tiri su!
Hermione ci pensò. In effetti ci erano già stati la volta precedente e non avevano avuto problemi, forse una burrobirra lo avrebbe preparato ad affrontare meglio la storia del ricatto.
- Va bene, consideriamola la nostra ricompensa.
Draco sorrise tra sé e sé mentre si incamminavano verso la Biblioteca.
Quando entrarono, Hermione inspirò profondamente, il profumo delle pergamene la inebriava.
Si aggirarono, guardinghi e silenziosi, tra gli alti scaffali stracolmi di vecchi libri, per loro fortuna vi erano pochissime persone a quell'ora e non faticarono a trovare un tavolo isolato.
- Allora, Mezzosangue. - disse il Serpeverde, non appena posarono le borse - Il test potrebbe essere su qualsiasi pozione studiata quest'anno, o anche solo quelle che Piton ci ha nominato. E sicuramente sarà una tra le più complicate in circolazione, dobbiamo quindi prendere i libri di pozioni avanzate.
Si misero subito all'opera in cerca di tutte le pozioni del programma, copiando con la magia più pagine possibili tra tutte quelle che riuscirono a trovare, scelsero solo quelle più difficili e lunghe o quelle più orride, che a Piton piacevano tanto.
Quando finirono di raggrupparle, erano così tante che Hermione si mise, disperata, le mani fra i capelli.
- Non faremo mai in tempo a ripassarle tutte! - pensò preoccupata.
Lanciò uno sguardo dall'altra parte del tavolo dove un tranquillo Draco Malfoy studiava concentrato, senza fare neanche un sibilo.
- Come fa ad essere così distaccato? - si domandò la ragazza - Io sono nel panico e non riesco a concentrarmi ... non mi era mai successo! Invece lui sembra tranquillo...
- Che c'è, Mezzosangue? - chiese Malfoy sentendosi osservato, senza comunque guardarla.
- Non riesco a concentrarmi. - ammise lei, imbarazzata - Queste pozioni sono così tante... non riusciremo mai a studiarle tutte. Ed io, in questo momento, non riesco a ricordarmene neanche mezza!
Malfoy alzò lo sguardo dalle pergamene per incontrare gli occhi castani di lei.
Aveva uno sguardo deciso in quel momento, da adulto.
- Non credevo che entrassi nel panico per così poco. - disse, facendo maledire ad Hermione il fatto di essersi confidata con lui.
- Non sono assolutamente nel panico! - berciò lei di riposta, un po' offesa.
- Ah no?
- NO!
Malfoy sospirò e scalò di un posto nel tavolo, mettendosi accanto a lei.
- Allora facciamo così, tu le leggi ad alta voce ed io memorizzo, tanto la pozione la faremo insieme quindi poi ti guiderò io al test, quelle più difficili ce le appuntiamo e ce le ripassiamo stasera ognuno per conto suo, ci stai?
Hermione sentì il suo cuore fare una capriola.
Cosa stava facendo Malfoy? Stava cercando di calmarla? Questa cosa non se la sarebbe mai aspettata da uno come lui.
- O...OK. - rispose, un po' confusa.
- Bene, iniziamo.
Grazie a quel metodo, riuscirono a studiare ininterrottamente per più di due ore.
Hermione si sentì rincuorata quando finirono di ripassare l'ultima pozione, proprio un minuto prima che la Biblioteca chiudesse.
- Merlino, mi bruciano gli occhi! - disse, stropicciandoseli.
Malfoy fece un sorriso tirato, era molto stanco anche lui.
- Anche io sono distrutto... - rispose con un mezzo sbadiglio - Adesso però voglio la ricompensa!
Aveva detto l'ultima frase in maniera così maliziosa da far accapponare la pelle sulle braccia della Grifondoro.
- Ma non è un po' tardino? - disse lei, sulla difensiva, sapendo comunque che lui si stesse riferendo al pub.
Draco le scoccò un'occhiataccia - Sono appena le nove e mezzo, Granger! Non dirmi che voi Grifondoro andate a letto come le galline?
Hermione si morse la lingua - Intendevo dire che sta per scattare il coprifuoco, già siamo usciti senza permesso, se poi ci pescano in giro di notte quando non siamo di turno... - ma non finì mai la frase, Malfoy le aveva afferrato un braccio ed aveva iniziato a marciare verso il pub.
- Non dire stupidaggini, ho studiato sodo, non ho cenato e VOGLIO la mia ricompensa, ADESSO!
Non la lasciò andare fino a che non furono seduti ad uno dei vecchi tavoli dei Tre manici di scopa.
Hermione gli lanciò uno sguardo scocciato - Sei il solito testone.
- E tu la solita guastafeste So-tutto-io! - rispose lui, beccandosi una linguaccia come risposta.
In quel momento si avvicinò una cameriera bionda che non avevano mai visto, forse stava dando il cambio a Madama Rosmerta.
- Cosa ordinate, ragazzi? - chiese amabilmente.
Hermione si affrettò a ritirare la lingua.
- Due burrobirre, per favore. - disse imbarazzata.
Malfoy la guardò male - E anche due porzioni di stufato con patate!
Quando la cameriera si allontanò Hermione potè esprimere tutto il suo disappunto.
- Chi ti ha chiesto di decidere anche per me?
Malfoy le si avvicinò, minaccioso - Ed a te chi ha detto che volevo una burrobirra?
- Eh? Perché, che volevi?
- Un whiskey incendiario!
- Ma sei matto! - berciò lei - Non voglio dover tornare a scuola con te completamente ubriaco sulle spalle.
Malfoy rise di gusto - Perché pensi che riusciresti a portarmi sulle spalle? Ma se porti con fatica la tua borsa!
Anche Hermione rise ma dentro di sé si chiese se sarebbero riusciti in futuro a ridere insieme nuovamente, soprattutto dopo avergli detto del ricatto di Zabini.
Qualche minuto più tardi stufato e burrobirre erano davanti a loro. Solo allora Hermione si accorse di quanto effettivamente fosse affamata.
Malfoy sorrise sotto i baffi nel vedere quanto lei cercasse di nasconderlo, con scarsi risultati.
Quando finirono di mangiare Hermione si lasciò andare sullo schienale della sedia - Santo cielo, quanto abbiamo mangiato! - disse soddisfatta - Era da tempo che non mi gustavo una cena così buona!
- Che esagerata, Mezzosangue. - le rispose Draco, sorseggiando la sua burrobirra - Non era neanche lontanamente buona come quella che ci siamo persi stasera o quelle che faccio a Malfoy Manor.
Hermione lo guardò male, perchè aveva sempre da ridire su tutto?
- Oh, dimenticavo... - disse piccata - Voi Malfoy volete sempre il meglio sulla vostra tavola. Come nella vostra vita!
Draco ghignò - Esattamente, Mezzosangue.
- Quindi, ogni cosa che fate è dettata da questo?
- Esatto.
Draco sorseggiò, compiaciuto, la sua bevanda.
- Allora, perché mi hai baciata?
Ma come diavolo le era venuto in mente? Uscirsene in quel modo, facendo anche strozzare Malfoy con la burrobirra.
Sentì il suo cuore martellare forte nel petto, quasi volesse uscire.
Ma ormai era in ballo, Zabini non c'era e questa sarebbe stata la sua unica occasione per saperlo... non le rimaneva che ballare.
Quindi ridisse, con voce bassa e decisa.
- Se voi Malfoy volete sempre il meglio, allora perché mi hai baciata?






****


 
Ciao a tutti !!!!
scusate se ho dovuto dividere il capitolo ma stava venendo lunghissimo !!
Non vi siete addormentati, vero ? *.*
Spero di riuscire a finire il prossimo entro pochi giorni, così magari non mi arriveranno le vostre maledizioni su questo :D
Volevo fare un saluto speciale a  seven che con le sue recensioni mi incoraggia a dare il meglio, poi a Tonna anche lei sempre troppo carina^^ e vi segnalo la bellissima storia che sta scrivendo : I Don't Want To Be sempre una Draco / Hermione, è ancora ai primi capitoli ma è scritta benissimo e vale la pena di leggerla !
Inoltre ringrazio la mia amica Valentina, che mi perseguita anche telefonicamente e via msn per farmi aggiornare ! XD
 
Grazie comunque a tutti quelli che hanno commentato in questi ultimi capitoli come XnihalX , IvanaeSilvia,  momob & Tanny.
Ed anche a chi legge soltanto.
A presto !!!
-A-




 










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Capitolo 24
*** La risposta. ***


                                      D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 24°




Malfoy cercò di riprendere fiato, ma le sue vie respiratorie erano bloccate.
Quella maledetta Mezzosangue stava tentando di ucciderlo? Si chiese, tossendo nella maniera più discreta possibile.
Quella domanda per poco non gli aveva fatto uscire la burrobirra direttamente dal naso.
- Che vai farneticando, Granger? - biascicò, cercando aiuto in un altro sorso di burrobirra, che però non sortì l’effetto desiderato.
Hermione lo guardava con un’espressione indecifrabile, aveva le guance rosse e lo sguardo deciso.
Avrebbe riso di lui se l’emozione che provava in quel momento non avesse preso il sopravvento.
- Sei sordo o cosa?
Quando si fu totalmente ripreso, lui la guardò con uno sguardo penetrante. Hermione si chiese se il rossore sulle sue guance fosse dovuto all’imbarazzo o per il fatto di aver rischiato di morire per colpa di una burrobirra.
- Ho sentito benissimo la tua domanda, è il perché tu l’abbia posta che mi incuriosisce… - le rispose, con un sussurro roco.
Hermione sentì la sua “sicurezza” svanire come la neve al sole. Ma doveva mantenere il punto se voleva una vera risposta.
Malfoy era tremendamente abile nello sviare situazioni e conversazioni per lui scomode.
- Ti incuriosisce che mi chieda come mai, dopo anni di insulti, tu abbia deciso di darmi un bacio?
Malfoy ghignò, la Granger era un osso duro ma avrebbe trovato pane per i suoi denti.
- Se te lo chiedi, vuol dire che ti interessa… - rispose serafico, finendo l’ultimo goccio della sua burrobirra.
Hermione strinse i pugni sotto al tavolo. Ecco, lo stava facendo di nuovo, voleva farla desistere mettendola in imbarazzo. Ma questa volta non ci sarebbe riuscito, a costo di sbilanciarsi ed essere derisa da lui per il resto dei suoi giorni.
- Sì, mi interessa… - disse sbuffando - E vorrei una risposta prima di domani mattina.
Il tono della Granger non ammetteva repliche, inoltre la sua risposta lo aveva spiazzato così tanto da metterlo quasi in difficoltà.
Malfoy si aspettava un’altra domanda o anche una negazione, ma mai un’ammissione.
Le interessava il perché l’avesse baciata… ma questo, certamente, non voleva dire che fosse interessata a lui.
Inoltre il rifiuto di Hermione a quel bacio ancora gli bruciava, come se quella notte lei lo avesse marchiato a fuoco.
Eh sì, se voleva una risposta se la sarebbe dovuta sudare!
- Sai, potrei anche risponderti… ma solo se prometti che anche tu poi risponderai ad una mia domanda…- la guardò furbamente, in un modo che ad Hermione non piacque per niente. Sembrava un predatore intento ad osservare la sua vittima.
- Che domanda sarebbe?
- Quanta fretta … devi ancora giurare, sul tuo onore Grifondoro naturalmente, che poi mi risponderai - disse lui, malignamente - Anche perché credo che ti interesserebbe sentire la mia risposta prima, visto che sono strettamente correlate.
Il battito di Hermione aumentò a dismisura. " E va bene, ti risponderò, lo prometto." rispose nervosamente. Che domanda voleva farle? Perché aveva aspettato che fosse lei per prima a chiedergli qualcosa invece di farlo direttamente lui?
Era così assorta nei suoi pensieri che quasi non si accorse che Malfoy si fosse alzato.
- D…Dove stai andando adesso? - chiese spaesata, vedendolo avviarsi al bancone.
- A pagare, Mezzosangue, non credo che il nostro “banchetto” sia stato gratis.
Hermione avvampò per la vergogna, si alzò di scatto prendendo convulsamente la sua borsa.
- Aspetta, dovrei avere qualche galeone in borsa.
- Lascia perdere…
- Cosa?
- Ho detto lascia perdere, ci penso io!
Lei gli si avvicinò, con in mano un portamonete a forma di coniglietto rosso.
- Non posso permettere che sia tu a pagare per tutti e due. - disse risoluta. Non aveva mai tollerato queste smancerie cavalleresche.
- Per tutti i calderoni! - sibilò lui, vedendo il suo portamonete - Questa è davvero un’offesa al buon gusto!
Hermione alzò il sopracciglio, cosa aveva di così terribile il suo portagaleoni?
- Ed ora qual è il problema? - chiese, incrociando le braccia.
Lui fece un gesto eloquente con la mano prima di allungare alla cameriera che li aveva serviti una manciata di galeoni.
- Tenga pure il resto…
- Grazie signore, torni presto a trovarci! - rispose lei con un sorriso.
Malfoy prese tranquillamente il suo mantello mentre Hermione lo seguiva come un’oca inferocita.
- Sei sempre il solito, ti ho detto che volevo pagare la mia parte! - disse, indossando anche lei sciarpa e mantello.
- Per favore stai buona e pensa ad un modo di trasfigurare quel coso in qualcosa che sia guardabile.
- Che ha che non va il mio coniglio? - chiese offesa - Ci ho messo quasi una settimana a cucirlo senza magia!
Malfoy iniziò a riderle in faccia sguaiatamente - E quello sarebbe un coniglio?
Hermione stava iniziando a perdere veramente la pazienza.
- Pensavo fosse la faccia di Lenticchia con una brutta malattia deformante!!! Anzi, guardandolo bene, forse lui è anche peggio! ahahah…
Questo era troppo, pensò Hermione, sentendo il sopracciglio tremare vistosamente.
Lo afferrò per il mantello, trascinandolo fuori dal locale in malo modo.
- Che modi, Mezzosangue! - sibilò lui contrariato, quando si trovarono per le gelide vie poco illuminate di Hosmeade.
- Sei andata allo stesso corso educativo di San Potter e lo straccione per caso?
- Divertente… - disse lei, guardandolo astiosa - Per questa volta lascerò correre, anche perché mi sembra che tu debba ancora rispondere ad una certa domanda.
Il ghigno di Malfoy si spense lentamente.
Quella piccola intrigante non accennava a mollare.
- E va bene… sei davvero cocciuta … - sospirò fissando il cielo, dandole le spalle per un momento.
La luna illuminava una piccola porzione di cielo circondato da nuvole cariche di pioggia, con quel freddo sicuramente sarebbe nevicato da un momento all’altro.
- Vuoi sapere veramente perché ho provato a baciarti? - le disse voltandosi, il suo sguardo la fece rabbrividire più del gelido vento di quel giorno.
Istintivamente si strinse nel suo mantello, mentre annuiva in silenzio.
- Dovevo farlo.
Hermione sgranò gli occhi.
- In che senso, dovevi farlo? Dovevi baciarmi?
Malfoy le si avvicinò - Ovviamente per avvelenarti, avevo del veleno sotto la lingua. - sibilò lui, ad un millimetro dal suo viso.
Hermione avvampò, non seppe neanche lei se per l’indignazione o perché solo sentendo la parola lingua, pensieri poco casti avevano invaso la sua mente.
- A…Avvelenarmi?
Malfoy rimase serio per qualche secondo prima di scoppiarle a ridere in faccia, nuovamente.
- Stavo scherzando… - disse tra una risata e l’altra - Che faccia che hai fatto, Granger, sei uno spasso!
Hermione lo fulminò con lo sguardo - Forse sarebbe stato meglio che avessi preso quel whiskey incendiario, almeno da incosciente avresti detto meno stupidaggini!
Vedendo che lui non accennava a smettere di ridere, iniziò a fissarlo divertita. Malfoy aveva di nuovo quel sorriso bellissimo che aveva visto nella loro prima uscita illegale. Hermione in quel momento si sentì veramente felice e si chiese se anche Malfoy, almeno un pochino, si sentisse come lei quando erano insieme.
- Ehi, Ron... - sussurrò Ginny dietro ad un angolo dei sotterranei - Dove sei finito?
- Qui! - Ginny sentì una mano toccarle la spalla - Con questo buio faccio fatica a vedere ad un centimetro, ma perché non li illuminano un pochino questi sotterranei? Capisco che lo facciano per non doversi guardare a vicenda le loro brutte facce… ma a tutto c’è un limite.
Ginny trattenne una risatina.
- Hai visto uscire qualcuno?
Ron aggrottò le sopracciglia - No, dopo il coprifuoco non è uscito nessuno, almeno spero…
- Come speri! Ti sei allontanato?
Ron arrossì colpevole, fu contento di essere al buio in quel momento.
- Ehm… sì, dovevo andare in bagno. Ma è stato solo per pochi minuti!
- Sarà… - disse la sorella, un po' pensierosa. Da quelle Serpi c’era da aspettarsi di tutto, anche che strisciassero fuori dal bagno di Mirtilla Malcontenta.
- Ma quanto ci mettono Hermione e Malfoy! - esclamò Ron con il suo solito tono polemico - Ormai sapranno a memoria tutti i libri di quella stupida biblitoteca!
Ginny cercò di rabbonirlo - Vedrai, torneranno a momenti… - ma in realtà non era molto convinta neanche lei, la biblioteca a quell’ora era chiusa da un pezzo, però forse immaginava cosa stesse facendo l’amica…
Anche lei ringraziò che fosse buio, così Ron non avrebbe visto il sorrisetto malizioso che le increspava le labbra.
Hermione sospirò, aveva riso così tanto che le doleva la pancia. Vedere quel Serpeverde ridere di gusto aveva finito per contagiare anche lei.
Alla fine Malfoy aveva vinto, pensò esausta. Non le avrebbe mai detto il motivo di quel bacio e, forse, anche una parte di lei non voleva saperlo per paura di scoprire qualche cosa di spiacevole.
Adesso però doveva parlare del ricatto, il peggio stava per venire.
Le strade erano deserte a quell'ora, un vento gelido le sterzava le guance ed i capelli.
Forse non era il caso di parlargli lì fuori con quel freddo, ma soprattutto con il rischio che le sue urla svegliassero qualcuno.
Perchè era sicura al cento per cento che lui si sarebbe messo ad urlare.
- Ho capito che non vuoi rispondermi... ma non fa niente. - gli disse, non appena lo vide riprendersi. Lui la guardò con sufficienza, ma non disse nulla.
- Comunque ho bisogno di parlarti, andiamo alla Stamberga Strillante!
- Dove? - sbottò Malfoy, sgranando gli occhi - Io non ci metto piede in quella topaia!
- Non iniziare con le norme igieniche adesso! Ho bisogno di parlati e qui si muore di freddo... - rispose Hermione, omettendo la faccenda “urli selvaggi”.
- Rientriamo nel pub allora! E poi cos'è che devi dirmi? - chiese il Serpeverde, scrutandola sospettoso.
Hermione si strinse maggiormente nella sua sciarpa.
- Ai Tre Manici di Scopa ci sono troppe persone e non voglio che senta nessuno, è un faccenda delicata! - disse, tremante - Il vento si è alzato, sbrighiamoci prima che piova... sto congelando!
Anche Malfoy si strinse nel suo mantello nero - E va bene, piccola strega... - disse, con sguardo malizioso - Non credevo che ambissi così tanto a stare da sola con me in una casa abbandonata.
Forse per il freddo, forse per il fatto che la sua uscita potesse essere effettivamente fraintesa, ma comunque i capelli di Hermione si drizzarono.
- Che hai capito? - berciò, quasi isterica - Ti devo dire una cosa seria che ti riguarda, NON flirtare con te.
Malfoy sussultò - Cosa?
- Andiamo e ti dirò tutto...
Si incamminarono a testa bassa verso la Stamberga, il vento stava aumentando e la temperatura stava scendendo rapidamente.
Salirono la collinetta dove sorgeva la casa, la cui immagine sinistra troneggiava su Hosgmeade, con le sue finestre rotte e chiuse da tavolati. Passarono successivamente per il cupo giardino, inselvatichito negli anni. Malfoy non trattenne un'espressione disgustata guardando quel degrado e comparandolo al giardino di rose che curava sua madre a Malfoy Manor.
Per tutto il percorso non si erano scambiati neanche una parola.
Draco aprì la porta sporca e scheggiata, con il mantello che svolazzava alle sue spalle, ed Hermione si precipitò dentro senza tante cerimonie.
- Questa temperatura è decisamente migliore! - disse la ragazza con un sospiro, tirando fuori la bacchetta dal mantello - Lumus !
Anche Malfoy la imitò.
Ai due ragazzi apparve una scena degna di un film dell'orrore.
Sul pavimento macchiato c'erano come minimo due dita di polvere, ad eccezione di zone più chiare. Sicuramente quelle erano le loro orme di qualche anno prima, quando lei era entrata in quella casa insieme ad Harry per salvare Ron, trascinato lì sotto da Sirius. Infatti nella Stamberga c'era un passaggio segreto che portava sotto al Platano Picchiatore, nel giardino di Hogwarts.
- E' anche peggio di ogni immaginazione ... - sentenziò Malfoy, con aria greve, fissando i mobili rotti e sparsi per tutta la casa. Hermione illuminò le scale disintegrate e poi una stanzetta più piccola - Questa mi sembra quella messa meglio, vieni.
Malfoy la seguì, con un sopracciglio leggermente alzato - Messa meglio? Questa casa sta per crollare! E' la seconda volta oggi che attenti alla mia vita.
Hermione gli scoccò un'occhiata nervosa, sperando intimamente che non fosse proprio lui a farla crollare del tutto.
- Che fortuna, delle candele! - trillò, afferrandone un paio da terra e pulendole dalla povere - Incendio !
Con un colpo di bacchetta le accese tutte.
- Allora Mezzosangue, vuoi anche un tavolo e due bicchieri di vino?
Malfoy la stava fissando al centro della stanza, aveva uno sguardo spazientito e le braccia conserte.
- Cosa mi devi dire di tanto importante da portarmi in questa topaia?
Hermione ingoiò a vuoto, cercando le parole adatte da usare.
- Ahia, Ron! - sussurrò Ginny con forza - Quello era il mio piede!
- Oh, scusami.
Ginny sospirò, erano almeno tre volte che le pestava i piedi.
Ron stava girando in tondo da un'ora con il mantello di Harry sulle spalle, non facendo altro che insultare la casa di Serpeverde e tutti i suoi occupanti.
Si vedeva da lontano un miglio che era preoccupato del ritardo di Hermione, secondo lui Malfoy l'aveva uccisa e lanciata in un pozzo di Hosgmeade con una pietra al collo.
Ma per quanto queste congetture fossero assurde e la facessero ridere, adesso anche lei iniziava a sentirsi un po' in ansia. Hermione, dopotutto, gli avrebbe dovuto dire del ricatto ed era preoccupata lei stessa di una possibile reazione di Malfoy.
Quel ragazzo era sempre calmo e glaciale su tutto, ma quando qualcosa lo toccava nell'orgoglio la sua calma spariva lasciando il posto alla sua emotività. Un'emotività molto violenta ed a volte crudele. Ed era anche una cosa normale per chi era stato cresciuto, come lui, per divenire erede di una dinastia di maghi potenti ed oscuri.
Hermione era riuscita a prenderla in disparte prima di uscire e le aveva raccontato molte cose su di lui e sul suo comportamento in varie occasioni. Ginny, così, in quelle ore di attesa era arrivata ad una conclusione .
Malfoy l'amava e non le avrebbe mai fatto del male.
Ma se invece non fosse stato così? E se nel sapere del ricatto se la fosse presa con Hermione?
Forse stare con Ron in un momento come quello non era l'ideale, la stava facendo agitare.
- La finisci di girare come un leone in gabbia? - gli sussurò irata - Mi stai innervosendo, senza contare che mi verrà sicuramente un livido sul piede!
- Come faccio a stare calmo! - le rispose il fratello - Hermione è fuori con quello da ore, non ci credo che hanno studiato per tutto il tempo! E poi questa storia del ricatto mi da i brividi... se metto le mani su Zabini giuro che gli farò pentire di essere strisciato in questa scuola.
- Concordo in pieno, Weasley...
Una voce nel buio gelò il sangue a Ron e Ginny, che trattennero il fiato. Cercarono di capire chi fosse la sagoma davanti a loro, anzi, due sagome ! Ma il buio era troppo fitto e la poca luce che arrivava dalle finestre faceva distinguere loro solo dei contorni sfocati.
Ecco, pensò Ginny atterrita, per discutere con quell'ameba di suo fratello non si erano accorti che fosse uscito qualcuno.
- E' passato qualcuno da questa parte? - chiese l'altra sagoma, però la sua voce sembrò famigliare.
- Harry?
- Sì, sono io e c'è anche Nott con me, chi ti aspettavi?
Ron e Ginny tirarono un sospiro di sollievo.
- Miseriaccia, che spavento! - sussurò Ron, pallido come un cencio - Non avevo mai sentito la voce di Nott, pensavamo fosse qualcuno di loro.
Theodore ghignò - In effetti è vero, non ci siamo mai parlati direttamente, o sbaglio?
- No, infatti. - confermò Ron - Comunque non è passato nessuno nelle ultime ore, e non ce la faccio più ad aspettare... - Riprese a camminare avanti ed indietro - E se fosse successo qualcosa di spiacevole ad Hermione?
Ginny alzò mentalmente gli occhi al cielo - Eccolo che ricomincia...
- Tranquillo, Weasley. - la pacata ma gelida voce di Nott lo bloccò sul posto - Finché lei è insieme a Draco non le accadrà nulla.
Per Ron fu peggio di una conferma - E' proprio questo che mi preoccupa! - disse con forza - Lui la odia!
Nott sorrise nel buio... Weasley aveva realmente le fette di salame sugli occhi, non aveva sbagliato a giudicarlo.
- No, non la odia affatto. - ghignò nel dirlo e Ron se ne accorse subito.
- Ah sì? Allora gli insulti di questi anni erano solo una copertura ed in realtà lui è il suo migliore amico?
Harry e Ginny sospirarono. Ci mancava solo che quei due iniziassero a litigare.
Ma Nott non si scompose, avere a che fare ogni giorno con Draco Malfoy lo aveva temprato.
- Mai detto questo, dico solo che non farebbe mai del male a chi potrebbe aiutarlo a mantenere la sua "E" in Pozioni.
Ron tacque.
Ginny pensò che forse la risposta di Nott, per quanto falsa, lo avesse quasi convinto.
Anche Theodore pensò compiaciuto la stessa cosa.
D'altronde non era saggio per lui dire ad uno spasimante della Granger quanto in realtà Draco tenesse a lei.
Harry si intromise - Comunque siamo venuti a chiamarvi perché dobbiamo andare tutti al settimo piano e dobbiamo avvertire Hermione di portare Malfoy lì quando torneranno.
- Al settimo piano? - chiese Ginny - Intendi nella Stanza delle Necessità?
- Sì
- E come mai? - continuò, sorpresa.
Fu Nott a risponderle stavolta.
- Perché ho qualcosa da mostrarvi...

Hermione impugnò, atterrita, la sua bacchetta - Wingardium Leviosa!
Riuscì a bloccare la sedia prima che questa raggiungesse la finestra, finendo di distruggerla.
- Quel maledetto traditore! - urlò Malfoy inferocito - Deprimo ! - recitò verso un mobile, mandandolo in mille pezzi.
- Malfoy, calmati! - urlò Hermione a sua volta - Non serve a niente distruggere le cose!
- Sì che serve! - le sibilò lui, lanciandole un'occhiata che le fece tremare le gambe - O vuoi che me la prenda con te... per quello che mi hai nascosto!
Hermione impallidì.
- Ero anche io su quella maledetta foto, ma tu hai voluto fare di testa tua, tagliandomi fuori completamente! - avanzò di un passo verso di lei, i suoi occhi erano rabbiosi ma, allo stesso tempo, pieni di delusione.
Hermione indietreggiò, puntando la bacchetta verso di lui - Non costringermi ad usarla...
- Che paura, Granger... - disse lui, ironico - Io lo dicevo che le donne erano tutte uguali... - fece un altro passo verso di lei.
- Ti ho già spiegato perché non potevo dirtelo. - si difese lei, cercando di controllare la paura, perché in quel momento Malfoy le trasmetteva questo, insieme ad una grande solitudine interiore.
- Ho anche tentato di avvisarti quando Zabini era in infermeria, ma quando sono venuta da te nei sotterranei ho incontrato la Parkinson.
Malfoy la guardò in silenzio, ricordava bene quel giorno, perché era da allora che lei aveva iniziato ad evitarlo.
- Ora capisco... - disse pensieroso fra sé e sé, fermandosi.
- Era per questo che quella notte mi hai rifiutato, Zabini ti stava seguendo! Ma certo... me lo sentivo che c'era qualcosa di strano dietro al tuo comportamento sfuggente.
Hermione avvampò, non si aspettava che lui dicesse una cosa del genere, non in quel momento poi.
- Be' ecco...
Si formò un silenzio carico di imbarazzo, anche se Malfoy più che imbarazzato sembrava famelico, le si avvicinò, costringendola ad arretrare fino al muro.
- Perché sai, ora lui non è qui... e vorrei scoprire cosa faresti realmente nel caso ci riprovassi... - mise il braccio destro appoggiato al muro, all'altezza della spalla di Hermione.
- C... Cosa vuoi fare? Fermo! - balbettò lei, cercando di spingerlo con l'altro braccio, ma era decisamente più forte di lei.
Lui le afferrò il polso e la tirò a sé, costringendola a guardarlo negli occhi - Volevi che rispondessi ad una certa domanda, giusto?
Il cuore di Hermione perse un battito.
- Sì...
Lui rimase qualche secondo in silenzio, guardandola con occhi pieni di desiderio.
Poi parlò, con voce leggermente roca... - Ti ho voluta baciare per un motivo, mi interessi... - sussurrò al suo orecchio.
Ecco finalmente lo aveva detto, le aveva confessato i suoi sentimenti, anche se era stato piuttosto vago sul quanto le interessasse.
Hermione lo guardò sconvolta, non sapeva cosa dire o fare.
- In questo periodo che abbiamo passato insieme ti ho conosciuta meglio, anzi, ti ho conosciuta veramente, visto che non sapevo nulla di te...
Le lasciò il polso e mise un po' di distanza tra loro - Ho avuto un brutto periodo ultimamente, ed i soli momenti in cui non mi sono sentito solo erano quelli passati a studiare con te o stuzzicarti.
Hermione sentì gli occhi pizzicare ed abbassò lo sguardo, imbarazzata.
Si sentiva così felice ma allo stesso tempo era anche triste per lui.
- Ora tocca a me farti una domanda, ricordi? - disse lui, avvicinandosi nuovamente a lei.
- Ho bisogno di sapere una cosa... - le alzò il mento con due dita, costringendola a guardarlo negli occhi.
- Era Zabini il motivo per cui mi hai rifiutato?
Hermione non riuscì più a trattenere le lacrime, che iniziarono a scendere silenziose.
Un sussurro uscì dalle sue labbra ...
- Sì...
Per Draco fu sufficiente, oltre al fatto che fosse la cosa che più desiderasse da giorni, annullò la distanza tra loro, baciandola dolcemente.
Mentre la baciava, con una mano le accarezzò una guancia, pulendo via le lacrime. Fu allora che scoccò qualcosa che trasformò il bacio da dolce e casto, ad impetuoso e rovente.
I loro sensi si persero in quel turbine di passione mentre lui la stringeva convulsamente a sé, quasi temendo che le scappasse via.
Per Hermione niente aveva più senso in quel momento, Il ricatto, Zabini, Il test, la gelosia di Ron, il motivo per cui erano lì...
Contava solo una cosa, lo stava baciando.... con il cuore a mille, le mani sudate e le gambe tremanti, ma era lì con lei adesso e sentiva il suo profumo invaderle le narici.
I due ragazzi erano così presi da non accorgersi di un qualcosa che aveva iniziato a svolazzare davanti alla finestra da alcuni minuti, fino a quando un beccare sul vetro li fece sobbalzare ed allontanare di scatto l'uno dall'altra.
- Chi c'è? - disse, Malfoy andando verso la finestra.
Hermione era ancora frastornata, il cuore le batteva così forte da rimbombarle nelle orecchie - Hai visto qualcuno? - chiese, preoccupata che li avessero visti.
Una civetta bianca iniziò a svolazzare davanti ad una delle finestre.
- Non è la civetta dello Sfregiato quella? - sibilò Malfoy, scocciato che qualcosa li avesse interrotti.
- Sì, è Edvige! - rispose Hermione allarmata, andando ad aprire la finestra per farla entrare - Se Harry me l' ha mandata ci sarà un motivo importante!
Malfoy sbuffò.
Lui stava facendo decisamente qualcosa di più importante.
Hermione aprì il messaggio e sgranò gli occhi.
- Che dice? - Malfoy le si affiancò.


Hermione,
spero che tu stia bene e che stia per tornare.
Dovresti venire appena puoi nella Stanza delle Necessità, ti stiamo aspettando lì, io, Ron, Ginny e Nott.
Ci sono delle novità importanti.
ps. porta il furetto con te.
Harry.
Draco ed Hermione si guardarono senza parole.
Di quali novità stava parlando?




*** Hola! scusate il ritardo, sinceramente volevo aggiornare prima ma sono partita due giorni per Siena e non mi sono portata il pc. Sapete, questo capitolo mi impensierisce un po'. Ho paura di averlo scritto male, o almeno, non è come lo volevo, ma con questo caldo non sono riuscita a fare di meglio... scusate ç_ç anzi, se vedete errori o altro segnalatemeli senza problemi !! Volevo ringraziare : _StayStrong , Tonna (vi invito nuovamente a vedere la sua storia^^) elisadi80, Tanny (che bello che sei tornata !) ValePG (mi hai sorpresa,tvb !!!) e la dolcissima seven. Spero di non avervi deluse con questo cap. fatemi sapere!!! -A-

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Capitolo 25
*** Scacco Matto! ***


                                        D. come Draco, M. come Misogino    Cap. 25°


Draco strappò, letteralmente, il messaggio di Harry dalle mani di Hermione.
- Incendio! - recitò, ed il pezzettino di pergamena prese fuoco, distruggendosi davanti ai loro occhi.
- Di quali novità sta parlando Potter? - chiese poi, con uno sguardo indagatore.
Hermione fece spallucce, anche se una mezza idea l'aveva - Forse Nott è riuscito davvero a prendere la foto e le sue copie. - provò, ma non era molto convinta. Anche perché non ci sarebbe stata tutta quell'urgenza di vederli nel cuore della notte.
- Comunque sbrighiamoci a tornare a scuola visto che ci stanno aspettando... - con un colpo di bacchetta ritrasfigurò i loro abiti facendo riapparire le divise.
Draco la guardò per un momento e poi iniziò a camminare per la stanza, ignorandola del tutto - Ancora non posso crederci che anche Theodore si sia lasciato coinvolgere da te e Potter in questa storia! - disse contrariato, con un tono che infastidì non poco la Grifondoro.
- Veramente si da il caso che Nott non sia stato coinvolto volutamente.... - puntualizzò, facendo voltare Malfoy verso di lei - Ti ho già detto che ha sentito lui stesso Zabini parlare con la Parkinson, Harry quindi non ha potuto far altro che metterlo al corrente della situazione.
- Perché giustamente San Potter, salvatore del mondo magico, non poteva non sapere di questa storia! - sibilò lui di risposta, dando un calcio ad una sedia.
Hermione mise le mani sui fianchi, Malfoy assomigliava tremendamente a Ron in quel momento, con le sue manie di controllo e gelosie senza senso.
- Mi spieghi che ti prende? - chiese, severa - Devo ripetere le cose cento volte per fartele capire?
Lui le si avvicinò - Mi prende, Granger, che tutti stanno risolvendo il nostro problema, tuo e mio, capisci? Persino il mio peggior nemico con il resto della combriccola Grifondoro! Mentre io ho capito solo adesso che diavolo sta succedendo!
Hermione lo guardò, in parte lo capiva ma non poteva tollerare l'idea che buttasse fango sui suoi amici.
- Hai detto tu stesso che questo è anche un MIO problema, quindi sono liberissima di parlarne con i miei amici, che mi vogliono bene e ci sono sempre stati per me. - disse, senza riuscire a trattenersi - E ti ricordo che questa storia l'hanno iniziata i TUOI amici... non i miei.
Ma si pentì subito delle sue ultime parole quando vide un lampo passare negli occhi di Draco.
- I MIEI AMICI? - rispose lui, inferocito. Hermione sobbalzò davanti a tanta rabbia.
- Io NON HO amici, Granger. - disse, voltandole le spalle. Hermione lo vide stringere i pugni.
- E non li ho mai avuti, a quanto pare... - anche se era visibilmente arrabbiato, Malfoy aveva pronunciato quelle ultime parole con tono diverso, deluso ed amareggiato, che le fece stringere il cuore dalla tristezza.
- E Nott allora? - non riuscì a non rispondergli - Non è un tuo amico?
Malfoy tacque, ma non si voltò verso di lei.
Per qualche secondo l'unico rumore fu quello del vento che continuava a soffiare senza sosta, facendo scricchiolare i vetri e le finestre di quella vecchia casa.
Hermione si fece coraggio, aveva sempre odiato i Serpeverde ma Harry le aveva raccontato nei minimi dettagli di quanto fosse rimasto colpito dall'atteggiamento di Nott in quella situazione. Si vedeva che teneva realmente a Draco.
Doveva farglielo capire.
Lui non era solo...
Non lo era mai stato... soprattutto ora.
- Guarda che Nott ci tiene realmente a te, non prendertela con lui. - continuò, fissando la schiena di Malfoy.
Il Serpeverde rimase alcuni secondi in silenzio, poi parlò con voce più calma.
- Se mi fosse stato amico sarebbe venuto da me e me l'avrebbe detto. Invece di mettersi in combutta con Potter.
Hermione sospirò - Voleva dirtelo ...
Malfoy finalmente si voltò - E cosa glielo avrebbe impedito?
- Io... Volevo essere io a farlo.
La risposta di Hermione gli fece sgranare gli occhi dallo stupore.
Era vero solo in parte, ma che importava? Malfoy sembrava essersi calmato e lei notò con sollievo che la rabbia che aveva letto pochi attimi prima nei suoi occhi fosse sparita.
- Se non fossi riuscita a dirtelo ci avrebbe pensato lui, erano questi i patti.
Malfoy la guardò per un attimo che ad Hermione parve un'eternità, sembrava così confuso in quel momento.
Sentì un irrefrenabile voglia di abbracciarlo.
- Non sei solo. - gli disse, prima di correre verso di lui ed abbracciarlo, nascondendo poi il viso sul suo petto.
Draco rimase spiazzato da quel gesto così dolce e superfluo allo stesso tempo, nessuno lo aveva mai abbracciato in quel modo, nessuno gli aveva mai detto quelle parole.
Hermione sentì distintamente come gli stesse battendo forte il cuore in quel momento sotto la sua divisa da Serpeverde.
Batteva forte quasi quanto il suo. Si ritrovò a sorridere mentre ci pensava.
Finalmente lui ricambiò l'abbraccio ed abbassò la testa per poterle sussurrare all'orecchio.
- Grazie, Mezzosangue...
Rimasero così ... in silenzio, l'unico suono era quello del vento.
Invece, nel sotterraneo di Serpeverde, qualcuno stava dando di matto.
- Dove cazzo è finito... - sibilò Zabini, pallido in viso.
- Ero sicuro di averlo messo qui. - rivoltò il cassetto sotto gli occhi confusi di Tiger e Goyle.
- Che stai cercando? - chiese Tiger avvicinandosi mentre Goyle continuava la loro attività serale preferita, ingozzarsi dei dolci rubati nelle cucine.
Blaise lo scrutò pensieroso, doveva stare attento a cosa diceva davanti agli scagnozzi di Malfoy - Il mio libro di Trasfigurazione. - disse, beccandosi un'occhiata scioccata dal compagno.
- E' sabato sera e tu vuoi studiare?
Zabini sospirò, doveva liberarsi di quello scimmione il prima possibile.
- No, è che ci ho lasciato dentro il mio tema per la Megera McGranitt e non volevo che si perdesse dopo tutta la fatica che ho fatto per copiarlo!
Tiger sorrise - Ah, ok... - non si aspettava niente di meno da Zabini, così tornò dal suo compagno di merende ignaro della bugia.
Blaise guardò nella sua borsa e nel baule.
Niente.
L'aveva perso, o peggio... I suoi occhi neri si allargarono per l'orrore.
Era stato rubato...
... e dentro vi erano anche le foto di Malfoy.
Aveva anche una mezza idea su chi potesse essere il colpevole.
Ma adesso doveva pensare solo a recuperarlo ad ogni costo.
A malincuore Hermione si staccò da Draco.
- Dobbiamo andare ora... è veramente tardi. - disse, senza riuscire a guardarlo negli occhi, tanto era imbarazzata.
Malfoy guardò dubbioso fuori dalla finestra, il vento si stava calmando un pochino ma in compenso erano iniziati a scendere i primi fiocchi di neve.
- Mielandia è chiusa da un pezzo. - sentenziò, pensieroso - Speravo che non nevicasse fino a domani, ora dovremmo farci la strada più lunga sotto la neve. - finì, sbuffando.
Ma non aveva fatto i conti con l'intelligenza di Hermione.
Infatti, più di una ragione aveva spinto la Grifondoro a portalo lì.
Certo, il fatto che avesse previsto una possibile sfuriata di Malfoy era quella predominante, visto che qualche urlo proveniente dalla Stamberga Strillante non avrebbe destato più di tanto la curiosità degli abitanti del villaggio. Poi, ovviamente c'era il freddo, non potevano parlare per tutto quel tempo all'aperto, come minimo avrebbero passato tutta la settimana in infermeria con la febbre alta.
Ma la terza ragione era comunque fondamentale per la Grifondoro.
Malfoy sicuramente era ignaro del passaggio segreto sotto la Stamberga Strillante, con quello sarebbero arrivati a scuola in poco tempo e all'asciutto.
Anche se poi sarebbero dovuti passare per il giardino di Hogwarts.
Ma non avevano alternative.
- Non necessariamente. - gli disse, ricevendo uno sguardo stupito come risposta.
- In questa casa c'è un passaggio segreto che porta fino a scuola.
Draco alzò entrambe le sopracciglia - Sei una sorpresa continua! - disse, senza sarcasmo, strappandole un sorriso.
- Ho detto di no, Ron! - trillò Ginny, facendo il giro del tavolo mentre stringeva un oggetto abbastanza voluminoso al petto, un oggetto che il fratello cercava disperatamente di prenderle.
Era da più di mezz'ora che si trovavano tutti nella Stanza delle Necessità e Ron continuava a dare evidenti segni di impazienza sul ritardo di Hermione, così il Grifondoro aveva focalizzato tutta la sua attenzione sull'impellente novità che si era presentata loro.
- Ma dai, voglio solo sbirciare! - si difese lui, con le orecchie paonazze.
Ma Ginny sembrava irremovibile - Sei solo un'impiccione ! Guarderai, come tutti noi, quando arriveranno Hermione e Malfoy.
Ron mise su il broncio di un bambino a cui è stato negato un giocattolo - Ma Nott l'ha visto, non è giusto!
Harry sorrise, sembrava davvero un bimbo capriccioso quando ci si metteva.
- Ma io l'ho trovato! - rispose il Serpeverde compiaciuto, indispettendo ancora di più Ron.
- E poi ho dovuto "sbirciare" per capire cosa fosse, non sono mai andato bene a Divinazione.
Harry e Ginny risero a quella battuta mentre Ron, che non l'aveva neanche capita, sbottò incredulo - Che c'entra la Cooman adesso?
- Lascia perdere, Weasley... - rispose Nott, con il tono più gentile che riuscì a trovare - Consolati, ho visto poco e niente e sono curioso quanto te, ma non ci resta che aspettare buoni buoni che arrivino Draco e la Granger.
Ron sbuffò e si sedette di malagrazia su una delle poltrone della stanza - Quanto tempo è passato da quando hai mandato Edvige, Harry? - chiese all'amico, seduto in una poltrona poco distante.
- Più o meno saranno passati venti minuti.
Harry lo vide sbuffare per l'ennesima volta - Per l'amor del cielo, Ron, calmati o ti lancio un Petrificus Totalus! - sbottò spazientito.
Nott alzò un sopracciglio - Niente male come idea. - pensò divertito, se Potter fosse stato smistato a Serpeverde era sicuro che sarebbero stati grandi amici.
La minaccia sortì l'effetto desiderato, Ron lanciò ad Harry uno sguardo assassino ma non disse più nulla, mettendosi a fissare, assorto, le fiamme ballerine del camino.
Draco ed Hermione percorsero, quasi correndo, il tetro ed umido passaggio segreto.
Malfoy arrivò per primo all'uscita, ignaro su dove sarebbero spuntati.
Hermione lo trattenne per la manica appena in tempo, se fosse uscito da li senza precauzioni il Platano Picchiatore lo avrebbe sicuramente attaccato.
- Aspetta! - disse ansimante.
- Siamo sotto al Platano Picchiatore!
Malfoy si bloccò all'istante - C...Cosa? E me lo dici solo ora? Quella cosa poteva disintegrarmi! - sapeva bene cosa accadesse a chi si avvicinava a quell'albero.
- Non so tu, ma domani vorrei non dovermi presentare a Piton dentro una tabacchiera.
Hermione trattenne un sorriso.
- Stai tranquillo, ho già usato questo passaggio e come vedi sono tutta intera.
Draco le regalò uno sguardo scettico - L'ultima volta quel coso deve averti colpita in testa.
Hermione lo guardò male - Se non mi credi, guarda là... - gli indicò, dalla stretta apertura, un nodo sul tronco.
- Se spingi quel nodo l'albero si blocca, permettendo a chiunque di entrare o uscire dal passaggio.
Draco la fissò un po' perplesso, ma poi allungò il braccio e spinse il nodo.
L'albero si bloccò all'istante, esattamente come aveva previsto Hermione.
- Visto? - cinguettò lei, raggiante - Ora possiamo uscire. - ma quando si voltò per farlo fu la volta di Malfoy di trattenerla per la manica.
- Aspetta un secondo, Granger.
- Che c'è ades... - ma non finì mai la frase, infatti Malfoy l'aveva attirata a sé all'improvviso chiudendole le labbra con le sue.
Le guance di Hermione presero fuoco e l'emozione riprese il sopravvento su di lei.
Malfoy le baciò dolcemente le labbra, spostando poi i suoi baci dalla bocca al collo della Grifondoro.
Hermione chiuse gli occhi, sentì il suo caldo fiato sul collo e fu scossa da piccoli brividi di piacere.
Gli unici rumori che sentiva in quel momento erano il suono del vento ed il battito frenetico del suo cuore.
- Ora non credo che potrò più fare questo ... - le sussurrò all'orecchio, prima di tornare famelico sulla sua bocca.
La baciò con passione.
Hermione si trovò a pensare a quanto fosse diverso quel bacio da quello che si erano scambiati nella Stamberga Strillante.
Questo era travolgente come il precedente, ma c'era qualcosa di più...
Draco la stava baciando e la stava stringendo, come se quella fosse l'ultima volta che la vedesse.
E' un bacio di addio? non riuscì a non chiedersi.
D'altronde, una volta tornati a scuola i loro rapporti sarebbero tornati quelli di sempre, soprattutto davanti ai loro compagni Serpeverde.
E lui non le aveva mica promesso amore eterno, lei gli interessava, sì, ma magari non quanto il fatto di essere espulso da scuola.
Come iniziato il bacio finì, e Draco a malincuore si issò fuori dal passaggio, affondando nella neve fresca che inesorabile continuava a cadere.
Quando si voltò per aiutarla notò subito lo sguardo triste di Hermione.
- Cos'hai, Mezzosangue? - chiese, allungandole la mano.
Hermione lo fissò, doveva chiederglielo, doveva sapere.
- E' un addio, vero? - chiese, dandosi della stupida da sola per quanto potessero suonare folli quelle parole.
Ma Malfoy capì ugualmente cosa intendesse dire e le sorrise - Diciamo un arrivederci ...
Hermione sentì la speranza riaccendersi in lei.
Ricambiò il sorriso, prima di afferrare la mano di Draco.
Quando aprirono la porta della Stanza delle Necessità, una scena apocalittica si presentò agli occhi di Draco ed Hermione.
Avevano attraversato sia il giardino che il castello senza incontrare alcun pericolo, ma quando Malfoy guardò oltre la porta fu tentato enormemente di richiuderla ed andare a chiamare Madama Chips.
Ginny Weasley aveva appena lanciato un Petrificus Totalus a quell'ameba del fratello. Che ora era immobile su una poltrona, con il braccio proteso verso di lei e la bocca aperta. Mentre lei, ancora furiosa, si sistemava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
In un angolo vi erano invece Theodore e Potter che giocavano concentrati a scacchi magici con delle coperte sulle spalle, noncuranti del resto del mondo.
- Ma che cazzo sta succedendo qui? - disse sconvolto, facendo voltare i compagni verso di lui.
Hermione, dietro di lui, aveva magicamente perso l'uso della parola.
- Sembra una corsia del San Mungo! - disse, lanciando uno sguardo sprezzante a Potter e Nott.
Theodore gli sorrise - Ciao Draco, finalmente siete arrivati!
Malfoy gli si avvicinò, guardandolo come se fosse un alieno.
- Con quella coperta sembri un vecchio! E poi che diavolo stai facendo? - gli disse, velenoso.
Theodore lo fissò, per nulla intimorito - Ingannavamo il tempo.
Malfoy spostò lo sguardo su Potter, non si sarebbe mai aspettato di vedere Theodore giocare a scacchi proprio con lo Sfregiato, era una cosa quasi insopportabile da pensare, figuriamoci assistervi.
Harry rimase in silenzio ma ricambiò lo sguardo del Serpeverde senza alcuna remora.
Ma, stranamente, Malfoy non disse niente. Così decise anche lui per il silenzio, se avessero iniziato a litigare non sarebbe stato d'aiuto a nessuno.
Harry non poteva sapere che il Serpeverde aveva giurato ad Hermione, sull'onore dei Malfoy ovviamente, che non avrebbe offeso o stuzzicato i suoi amici.
Almeno, non volutamente. La legittima difesa era sempre lecita.
- Santo cielo, Ginny! - esclamò Hermione, avvicinandosi sconvolta a Ron, che si trovava ancora sotto l'incantesimo delle Pastoie, in quella buffa posizione.
- Perché l'hai fatto?
- Perché è un idiota! - rispose lei, facendo sorridere sia Harry che Nott.
Draco invece guardò Hermione con una faccia da "Lo ha detto lei, ma sono pienamente d'accordo."
- Era diventato insopportabile... - continuò Ginny, esasperata - Mi ha pestato il piede tre volte stasera, ci ha assillato ogni singolo minuto sul fatto che tu stessi tardando e poi ha tentato più volte di prendere... - ma si bloccò, guardando Harry.
- Di prendere...? - la incitò Hermione.
- Il motivo per cui siamo qui. - disse Harry, facendoli voltare tutti.
- Appunto, qual è questo motivo? - chiese Malfoy, spazientito.
Nott si alzò e prese qualcosa dal divano che si trovava accanto a Ron.
Draco ed Hermione si avvicinarono.
- Il mio piano è riuscito, sapete? - disse, sventolando delle foto davanti a loro.
Hermione ne prese una, dove si vedevano distintamente lei e Malfoy mentre entravano nel passaggio della Strega Orba.
- Ma ho di meglio! - fece un ghigno malefico nel dirlo.
- Le foto erano dentro a questo... - tirò fuori un libro, anzi no, non era un libro, era un diario.
- Adesso siamo noi che lo abbiamo in pugno... signori e signore, vi presento il diario di Blaise Zabini. - disse, orgoglioso.
- Davvero? - disse Hermione, avvicinandosi stupita - Zabini tiene un diario? Non l'avrei mai detto!
Malfoy lo fissò un po' perplesso e prese il diario dalle mani di Nott, sfogliando distrattamente le prime pagine.
Ma gli bastò poco per capire quanto effettivamente Theodore avesse ragione, Zabini confidava i suoi segreti ad un diario, che ora si trovava tra le sue mani.
Un'espressione malvagia deturpò i suoi bei lineamenti.
- Scacco matto per Blaise. - disse, con una strana luce negli occhi.



***
 
Ciao a tutti,
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento, e come al solito, se vedete orrori/errori ed altro, segnalatemeli senza problemi.
Mi avete lasciato delle recensioni bellissime *_* infatti volevo ringraziare : melibz , Tonna , Tanny, Fly_With_Me, seven & Valentina che mi da sempre un parere prima che io posti u_u
Grazie anche a chi segue la storia e l'ha inserita nei preferiti etc..
Al prossimo aggiornamento allora, che spero non sia più tardi della prox settimana.
Besos.
-A-

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Capitolo 26
*** Tu sai cosa... ***


                                       D. come Draco, M. come Misogino    Cap. 26°




Hermione si trascinò con fatica fuori dal letto.
Guardò l'ora, stropicciandosi gli occhi.
- Santo cielo! - sbottò, svegliandosi del tutto - Il test è fra mezz'ora!
Con i capelli più arruffati che mai si lanciò in bagno.
- Se arrivo tardi Piton non me lo farà fare e sarà solo Malfoy a recuperare.
Draco Malfoy.
Il pensiero di lui la travolse per un secondo.
Lei e Malfoy si erano baciati.
Si appoggiò al lavandino, sentendo le gambe tremarle.
Non era stato un sogno.
- Io e Malfoy... ci siamo baciati e non una, ma due volte! - pensò per l'ennesima volta guardandosi allo specchio, aveva le guance scarlatte.
- Come si comporterà con me adesso? - si chiese, quasi spaventata. Malfoy era sempre Malfoy in fondo, ovvero l'essere più imprevedibile sulla faccia della terra.
- Ed io, come devo comportarmi?
Neanche a quella domanda Hermione seppe rispondere.
Quando uscì dal bagno, cercò di vestirsi il più silenziosamente possibile, era sempre domenica e le sue compagne stavano ancora dormendo.
Quando finalmente fu pronta, si avvicinò al suo comodino ed aprì il cassetto.
Il diario di Zabini era lì, no, non aveva sognato, era successo veramente.


- Sei sicuro, Nott? - chiese Hermione, stupita.
Nott le aveva appena dato il diario di Zabini dicendole di custodirlo lei.
- Ma certo - le rispose il Serpeverde, sotto lo sguardo scettico di Malfoy - Zabini sospetta di me e se lo tenessimo noi lo troverebbe subito, inoltre i nostri dormitori sono vicini, prevedo che ci farà presto una "visitina".
- E poi, chi meglio di te può leggerlo il prima possibile e dirci cosa dice? - intervenne Harry ironico, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'amica.
Hermione sospirò, aspettandosi una frecciatina velenosa anche da parte di Malfoy, ma fu risparmiata, visto che lui sembrava troppo impegnato a maledire l'intera stirpe di Zabini presente in Inghilterra.
- Se prova ad entrare in camera mia e toccare le mie cose, giuro che gli lancerò un Avada Kedavra! - sentenziò duramente, scandalizzando Hermione e facendo sussultare Harry e Ginny.
Nott lo guardò un po' in ansia.
- Non ha senso fare una cosa del genere. - disse, bloccando Hermione ed Harry con un cenno della mano, prima che iniziasse un probabile litigio tra loro.
- Con quella maledizione, porresti fine a tutto è vero, ma anche alla tua vita visto che finiresti a Azkaban. Perdereste entrambi e non ne vale la pena, credimi.
Draco rimase qualche secondo in silenzio, poi si mosse verso la porta.
Ma prima di uscire, si fermò.
- Ok, Theodore, grazie della lezione di vita ma vado a dormire, sono stanco e domani ho un test. - disse rigido, poi si girò verso Hermione.
- Anzi ... abbiamo un test, Granger, ti converrebbe seguire il mio esempio.
Harry era sconvolto, da quando Malfoy si preoccupava della salute di Hermione?
Hermione distolse lo sguardo da lui - Sì, è vero, ma prima voglio vedere se Ron sta bene.- Sperò con tutto il cuore che quello non fosse un ulteriore tentativo di rimanere da solo con lei, perché la faccia di Harry ed il sorrisetto di Ginny non le erano piaciuti per niente.
Adesso erano a scuola, dovevano stare attenti a come si comportavano.
Malfoy le lanciò uno sguardo glaciale - Fai come vuoi. - nonostante tutto, non riuscì a nascondere un moto di irritazione. Per un attimo aveva sentito la necessità di spaccare la faccia a Weasley.
Affondò invece le mani nelle tasche dei pantaloni - Io me ne vado, oggi mi hai stremato Mezzosangue ma devo dire che è stato molto piacevole studiare con te. - le disse con un ghigno malizioso, marcando il verbo "studiare" e vedendo, compiaciuto, le guance di Hermione colorarsi.
- Non chiamarla in quel modo, furetto! - sbottò Harry, con la faccia di chi ha appena avuto un infarto.
Ma Draco non ci badò, era già stato troppo appagante vedere la faccia di Potter che sbiancava alla sua velata allusione.
Non aggiungendo altro uscì dalla stanza, lasciando Nott con i Grifondoro.
Harry si girò verso Hermione, era senza parole, sembrava che le sue corde vocali si fossero attorcigliate tra loro.
Perché era arrossita in quel modo e non aveva detto nulla? Non volle neanche pensare ad una risposta.
Anche Ginny la stava guardando, ed a fatica aveva mascherato un sorrisetto malizioso.
Nott invece era piuttosto divertito, ma alquanto deciso a non dire niente.
Hermione imbarazzata, cercò di cambiare argomento - Comunque Nott, dopo il test leggerò il diario e vi dirò il suo contenuto domani sera, possiamo darci appuntamento direttamente qui un'ora prima del coprifuoco.
- Perfetto.
Intanto Harry e Ginny si erano avvicinati titubanti a Ron.
- Lo sai che non ce lo perdonerà mai, vero? - disse Harry, passandosi una mano fra i capelli.
Ginny sospirò - Io non mi perdonerò mai di averlo liberato invece ... - gli rispose mestamente, prima di liberare il fratello dall'incantesimo.
Ron si rilassò sul divano, guardando gli amici confuso.
- Che... che... miseriaccia è successo?
Hermione fece per avvicinarsi, quando Nott le sussurrò qualcosa all'orecchio.
- Granger, cerca di avere pazienza con lui, è fatto così .
Senza aggiungere altro o aspettare una risposta, lasciò anche lui la stanza.
Hermione, pensierosa, fissò Ron mentre sbraitava contro Ginny per quello che gli aveva fatto.
Realizzò qualche secondo dopo che Nott non stesse parlando di Ron, ma di Malfoy, e dell'uscita infelice che aveva avuto poco prima.
Sospirò nervosamente, non sarebbe stato facile.



Hermione entrò nella Sala Grande per fare colazione, a quell'ora della domenica era quasi deserta.
Al tavolo dei Grifondoro non c'era quasi nessuno, tranne alcuni ragazzi del terzo anno che volevano allenarsi a Quidditch.
Non appena si fu seduta, meccanicamente, posò lo sguardo sul tavolo Serpeverde.
Lui non c'era, come la maggior parte dei suoi compagni di casa.
Hermione aggrottò le sopracciglia.
- Allora sono veramente in ritardo! - pensò preoccupata, iniziando a mangiare.
Aveva appena finito il suo toast che Ginny si mise accanto a lei.
- Buongiorno! - sbadigliò, con le lacrime agli occhi.
- Ciao Ginny, che ci fai sveglia a quest'ora? - le chiese Hermione stupita, bevendo il suo succo di zucca.
- Non riuscivo più a dormire...
Hermione la vide fare un altro sbadiglio - Bugiarda!
- E va bene, allora sarò abbastanza schietta questa volta - sbuffò Ginny.
- Volevo sapere da te che cosa avete studiato te e Malfoy ieri notte.
Alla faccia dell'abbastanza schietta !
Il succo di zucca le andò di traverso e per poco Hermione non lo sputò nel piatto di portata.
- Che dici? - biascicò, con le lacrime agli occhi.
Ginny rise, maligna - Dai scherzavo! Non prendertela così! E' che sono troppo curiosa per dormire ed ho pensato che questo fosse l'unico momento in cui Ron non sarebbe stato tra i piedi.
Hermione, ormai paonazza, ricominciò a sorseggiare il suo succo ignorando la domanda dell'amica.
- Vi siete baciati, vero ?
Per poco il succo non le andò di traverso una seconda volta.
Ginny sorrise - Lo prendo per un sì.
- Sono in ritardo - sentenziò Hermione imbarazzata, posando il suo calice e prendendo la borsa - Ti racconterò tutto dopo.
Ginny la prese per la manica, ormai sembrava essere diventata un'abitudine.
- Almeno dimmi com'è stato! - chiese, curiosa.
Hermione si prese un paio di secondi per rispondere.
- Travolgente. - rispose la sua bocca, prima che il suo cervello le ordinasse di tacere.
Ma cosa poteva farci? Era vero, lui l'aveva travolta, le aveva fatto cambiare idea su di lui e sul fatto che ci sarebbe potuto essere veramente qualcosa tra loro.
Era incredibile, ma ci era riuscito... e poi quel bacio, non aveva avuto tante esperienze ma un bacio del genere non l'aveva mai dato a nessuno.
Gli occhi di Ginny brillarono, mentre Hermione abbassava lo sguardo - Ti prego, non dirlo a nessuno...
- Dire cosa ? - rispose l'amica, facendole l'occhiolino.
Hermione sorrise - Grazie...
- Comunque buona fortuna Hermione, vedrai che il test andrà bene! - continuò Ginny, addentando sorridente un toast.
Hermione arrivò correndo all'aula di pozioni e con sollievo vide che Piton ancora non era arrivato.
In realtà l'aula sembrava vuota e le luci erano ancora spente, lasciando la maggior parte della stanza in penombra.
Neanche Malfoy sembrava essere arrivato, forse era passato al suo dormitorio per prendere i libri e sarebbe stato lì a momenti.
Il cuore ricominciò a galoppare, senza sosta. Doveva rimanere calma e distaccata durante il test. Se l'era ripromesso almeno un centinaio di volte da quando aveva aperto gli occhi.
Varcò la soglia, un po' indecisa se attendere Piton e Malfoy in corridoio, oppure al suo banco.
Ma un rumore la fece sobbalzare, allora non era arrivata per prima !
- Ti sembra questa l'ora di arrivare, Mezzosangue? - disse una inconfondibile voce alla sua sinistra.
Hermione si voltò verso la voce con il cuore in gola.
Era lì invece, appoggiato con la schiena all'ultimo banco, con quegli occhi freddi e pungenti che la fissavano.
- Piton ancora non è arrivato, quindi non sono in ritardo io, ma lui. - disse lei meccanicamente, cercando di domare il battito del suo cuore.
Se non si fosse calmata il suo cuore sarebbe collassato, fermandosi.
Malfoy ghignò.
- Allora diciamo che sarà in ritardo per la prossima mezz'ora.
Ecco, ora si che il cuore di Hermione si era fermato.
- Che significa?
Le si avvicinò e, con un colpo di bacchetta, chiuse la porta ed accese le luci.
- Che in realtà il test lo dobbiamo fare alle 10 e non alle nove e mezzo. - guardò altezzoso l'orologio - E tu sei arrivata anche con tre minuti di ritardo.
Hermione sgranò gli occhi - C...Cosa? E perché mi hai detto un orario sbagliato?
Draco sospirò - Davvero sei così ingenua da non capire? - si bloccò, fissandola in un modo che la fece arrossire fino alla punta dei capelli.
Ora si che le era chiaro... Hermione provò un moto di felicità travolgente, ma era comunque così rischioso che la sua mente provò comunque a ribellarsi al suo cuore.
- E se Piton arrivasse in anticipo? Se qualcuno dovesse vederci? - disse, in preda al panico.
Malfoy sorrise delle sue paure, a lui non importava se Piton li avrebbe visti o meno, voleva solo stare con lei.
- Piton arriva puntuale, ma mai in anticipo - disse con voce roca, prima di prenderle il viso tra le mani in un modo così sensuale che i pensieri di Hermione si incepparono, aggrovigliandosi in fondo al suo stomaco.
Chiuse gli occhi, sententendo le braccia di lui stringerla e le sue calde labbra posarsi sulle sue.
- Travolgente....
Eh sì, era il verbo che più poteva rappresentare i baci di Malfoy, la travolgevano, la stordivano, facendole dimenticare il passato ed il presente...
Malfoy si staccò leggermente da lei per sussurrarle a fior di labbra.
- Se Piton dovesse trovarci qui, potremmo sempre dirgli che siamo venuti prima per ripassare, che ne pensi Granger ?
Ma non le diede il tempo di rispondere, perché la baciò di nuovo, con più passione di prima, tanto da spingerla alla parete dell'aula.
Hermione gli mise una mano tra i capelli, si stupì di quanto fossero morbidi, forse perché quel giorno Malfoy aveva risparmiato loro la tortura del gel.
- Certo, ripassare... come no ... - pensò, mentre assaporava le sue labbra. Come se Piton fosse Tiger o Goyle, per credere ad una balla simile.
Ripassare era come studiare, non certo baciarsi in un'aula vuota.
- Io me ne vado, oggi mi hai stremato Mezzosangue ma devo dire che è stato molto piacevole studiare con te.
Aprì di scatto gli occhi e smise di baciarlo.
- Come hai potuto... - gli sibilò sulle labbra, ricevendo uno sguardo interrogativo come risposta.
- Ieri sera... - precisò subito, mettendo le mani sui fianchi alla Molly Weasley - Come hai potuto dire una cosa del genere davanti ad Harry e Ginny?!
Un lampo compiaciuto passò negli occhi di Malfoy.
La Granger si era ricordata della frecciatina che aveva lanciato prima di uscire dalla Stanza delle Necessità.
- Ah, quello? - ghignò, allontanandosi da lei.
- Sì, quello, mi avevi promesso....
- Che non avrei insultato i tuoi amici.- finì per lei Malfoy.
- E che non li avresti provocati! - puntualizzò Hermione, accigliata.
Draco rise - Infatti non stavo provocando loro...
Hermione sgranò gli occhi.
- Stavo provocando te...
Doveva rimanere calma, anche in quel momento poteva vedere dalla sua faccia quanto lui si stesse divertendo.
- Beh non farlo più - disse, stringendo i pugni - Se ti avesse sentito Ron, sarebbe stato un disastro.
Il ghigno di Malfoy si spense lentamente - Perché, a Lenticchia non è ancora passata la cotta per te?
Hermione sussultò - Quale cotta? Ron non ha una cotta per me!
Malfoy incrociò le braccia - Allora è vero che hai due fogli di pergamena sugli occhi... Lenticchia è cotto di te da anni... e credevo che fra voi ci fosse stata anche una storia!
Hermione distolse lo sguardo, imbarazzata più che mai, perchè non se n'era stata zitta?
- Non c'è mai stato niente fra noi, siamo solo amici.
Malfoy le mise due dita sotto il mento, costringendola a guardarlo.
- Vuoi dire che non sei stata innamorata di lui in passato? Non mentirmi, Granger, da noi non si parlava d'altro, la Mezzosangue gelosa di Lavanda Brown!
Hermione sostenne lo sguardo - E' vero, ero gelosa di lei... - ammise tutto d'un fiato.
Draco ebbe una fitta allo stomaco, ma la sua espressione rimase imperturbabile.
- ... ma poi ho capito che Ron ed io potevamo essere solo amici. - continuò la Grifondoro, abbassando lo sguardo.
- Be', non credo che pel di carota la pensi come te! - disse Draco, scostando la mano.
Hermione lo guardò, arcigna - E tu che ne sai? E soprattutto, perché ti interessa?
Adesso era stata lei a prenderlo in contropiede. Lui la guardò smarrito, ma durò solo un attimo...
- Si capisce da come si comporta, Theo mi ha raccontato di come era nervoso nel saperti sola come me.
Evitò con cura di rispondere alla seconda domanda e vedendo che Hermione stava riflettendo sulle sue parole, decise di non ricordarglielo.
- Era solo preoccupato, sai, visti i nostri antichi dissapori.- tagliò corto lei, con le sopracciglia aggrottate - Lo erano tutti in realtà.
Malfoy ghignò - Potter però non era così agitato da meritarsi un Pietrificus Totalus, al limite una Crucio ma... ahia!
Hermione gli aveva appena dato il libro di pozioni in testa, ma a dispetto di tutto stava sorridendo.
- Serpe! La Crucio la meriteresti te!
-Come sei suscettibile Mezzosangue!- ricambiò il sorriso, stupendosi per l'ennesima volta di quanto lei lo stesse cambiando in quel periodo.
Un tempo una librata in fronte lo avrebbe mandato su tutte le furie.
- Allora - continuò Hermione, impettita - Da oggi mi devi promettere che non farai più una cosa del genere!
Draco la guardò di sbieco - Non starai tirando troppo la corda, Grifondoro?
Lei non gli rispose, ma l'occhiata che gli lanciò fu sufficiente. Draco non aveva voglia di litigare con lei, non ora che poteva finalmente assaporare le sue labbra.
- E va bene... cercherò di fare il bravo. - si arrese ghignando, poi con un gesto felino prese Hermione per un braccio e la avvicinò nuovamente a sé.
- Comunque, dove eravamo rimasti? - le sussurrò sulle labbra.
Hermione fece per rispondere, quando dei passi annunciarono l'arrivo di Piton. I due ragazzi si affrettarono a separarsi e si misero velocemente al loro banco, fingendo di leggere i loro appunti sulle pozioni.
Quando Piton entrò, con dieci minuti di anticipo, Hermione rivolse un'occhiata molto eloquente a Malfoy...
- Piton arriva puntuale, ma mai in anticipo.
- Mai dire mai, Malfoy. - gli sussurrò, sostenuta.
Draco la ignorò completamente, mentre Piton li fissò con uno sguardo sprezzante.
- Bene siete già qui, signorina Granger ... - iniziò, facendo irrigidire Hermione sulla sedia.
- Come penso le avrà certamente spiegato il signor Malfoy, solitamente non faccio fare test di recupero... anche perché nessuno è stato mai così coraggioso da chiedermene uno.
Malfoy ghignò in direzione di Hermione, ma questa volta fu lei ad ignorarlo.
- Ma vista la vostra attuale media, sono disposto a darvi un'altra possibilità, e spero che non mi farete pentire di averlo fatto, altrimenti vi ritroverete una bella D a fine anno. - finì, lanciando uno sguardo che terrorizzò Hermione.
Senza aggiungere altro, Piton prese il libro di pozioni avanzate, sfogliandolo.
- Che bugiardo... - pensò Hermione, disgustata - Altro che media, se abbassa il voto a Draco non credo che Lucius Malfoy sarà molto contento... e se non fossi stata in coppia con lui non avrei avuto mai questa possibilità, anche se fossi stata così coraggiosa da chiederglielo.
Cercò di reprimere il desiderio di dare voce ai suoi pensieri, annuendo al professore.
- La pozione che dovrete preparare oggi è La Bevanda della Pace!
I due ragazzi sgranarono gli occhi.
- Ma... non è la pozione che è uscita ai Mago dell'anno scorso? - pigolò Hermione, con un velo di preoccupazione.
- Esatto, signorina Granger. - rispose Piton con voce strascicata - Se non ha altro da aggiungere, le consiglierei di prendere dalla dispensa i fiori di gelsomino e ringrazi che non abbia mandato lei a raccoglierli all'alba del plenilunio.
La Grifondoro ubbidì senza fiatare, tornando un minuto dopo con un barattolo pieno dei fiori nominati dal professore.
Draco sospirò, era meglio mettersi all'opera. Prese il calderone e l'essenza di elleboro.
- Sei pronta, Mezzosangue? - sussurrò alla compagna - Te la ricordi questa? Si deve mischiare l'elleboro con il tiglio e poi girare tre volte in senso orario e una in senso antiorario ed infine aggiungere i fiori raccolti da Piton dopo la cottura.
Hermione si voltò verso di lui, quella pozione era difficile da preparare ma era tra quelle che avevano studiato la sera precedente, quindi annuì al Serpeverde.
Se era in coppia con Malfoy, Hermione si sentiva capace di poter fare qualsiasi pozione.
- Gli ingredienti sono alla lavagna... - Piton li fece apparire con un colpo di bacchetta.
- Avete un'ora.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo di intesa prima di mettersi al lavoro.
Un'ora e mezzo dopo, Hermione rientrò distrutta nella sua Sala Comune, ma per la prima volta dopo tanto tempo, si sentiva allegra.
Ron ed Harry le vennero incontro dalle scale.
- Ciao Hermione - la chiamò Harry, facendola voltare dalla loro parte.
- Allora com'è andato il test ? - chiese amabilmente Ron, intimamente felice che la storia del test fosse finita, non voleva che Hermione studiasse insieme al loro peggior nemico.
Hermione gli sorrise - Bene... abbiamo preso una E.
- Congratulazioni - disse Harry, sinceramente felice.
- Brava ! - aggiunse Ron, sorridente.
- Grazie... Ma vi siete svegliati adesso ? - chiese Hermione, curiosa.
Harry arrossì leggermente - Sì, e visto che stiamo morendo di fame, volevamo anticipare il pranzo! Vero Ron ?
Ma Ron non lo aveva minimamente ascoltato, tanto era impegnato a fissare a bocca aperta la bacheca della Sala Comune.
- Oh no... - esclamò, facendo voltare gli amici.
- Che c'è Ron ? E' un avviso della McGranitt quello ? - chiese Harry affiancandosi a lui - Che hai ... oh ! - esclamò, poco dopo.
- Fammi indovinare... - disse Hermione, facendo capolino da dietro l'altra spalla di Ron - Sono i giorni delle nuove Ronde, vero ?
Ron ed Harry si voltarono verso di lei, e stupidamente Hermione si sentì subito in dovere di giustificarsi.
- Me l'ha accennato questa mattina Malfoy... a te tocca domani sera, a me dopodomani.
Ron la guardò mestamente - Già... altre ore di inferno con la Parkinson.
In quel momento arrivò Ginny che si affiancò al fratello nel leggere la bacheca.
- Ahia, altro che avviso sulla gita di Hosgmeade... - disse ironica.
Ron non la degnò di uno sguardo, era ancora arrabbiato con lei per averlo pietrificato.
- Andiamo a pranzo ragazzi ? - disse subito Harry, prendendo Ron per un braccio e trascinandolo fino alla signora Grassa, prima che ricominciasse a litigare con Ginny.
- Ehi, so camminare da solo ! - disse lui borbottando, facendo sorridere Hermione.
Non appena i quattro amici misero piede nella sala Grande, ad Hermione venne automatico lanciare uno sguardo al tavolo nemico.
Zabini e la Parkinson erano assenti, c'era solo la Greengrass con sua sorella ed il gruppo formato da Nott, Tiger e Goyle e ovviamente Malfoy che aveva appena alzato la testa nella sua direzione.
I loro sguardi si incrociarono per un secondo. Hermione sentì le guance in fiamme e si fermò di colpo.
Possibile che anche dopo che si erano baciati, lui le facesse questo effetto ?
Malfoy ghignò del suo imbarazzo, mentre Ginny la trascinava al tavolo rosso oro per un braccio.
- Ehi... - le sussurrò - Non puoi fermarti al centro della Sala Grande a guardare Malfoy ! Per fortuna che Ron ed Harry non ti hanno vista.
- Non lo stavo affatto guardando ! - provò a difendersi, ma la faccia di Ginny era abbastanza eloquente - E va bene, era solo un'occhiata! - ammise, prima di sedersi.
Harry si mise vicino alla sua fidanzata e Ron accanto ad Hermione.
Il ghigno di Malfoy si spense in un attimo.
Anche il tavolo Grifondoro era mezzo vuoto, segno che la maggior parte degli studenti fosse ancora nella Sala Comune ad oziare.
- Dopo pranzo ti dedicherai a ... tu sai cosa ? - le sussurrò Ron all'orecchio.
Hermione sorrise divertita - Tu sai cosa ? Ora chiami così il diario ?
Ron arrossì in zona orecchie - Shhh... ti potrebbero sentire, e poi con le Serpi la prudenza non è mai troppa!
- Ma sei al tavolo dei Grifondoro! - rispose Hermione ridendo.
- E' vero, ma a volte ci sono delle Serpi anche qui, non lo sapevi ? - disse Ron, lanciando uno sguardo molto eloquente alla sorella.
Ginny lo guardò arcigna ma, per amore di un pranzo in tranquillità, non disse nulla.
La sera arrivò velocemente, e con lei anche l'ora dell'appuntamento nella Stanza delle Necessità.
Hermione dopo pranzo si era chiusa per tutto il pomeriggio in camera sua a leggere il diario di Zabini e non si era presentata nemmeno a cena.
Quando mise piede nella Stanza nascosta del settimo piano, Hermione trovò i suoi amici ed i suoi alleati già lì ad attenderla.
- Ehi Hermione ! - trillò Ron nel vederla - Finalmente, hai detto che non dovevamo aspettarti ma ci hai messo un secolo ! Stavo quasi per tornare in Sala Comune a cercarti.
Stranamente Malfoy sembrava tranquillo, era in un angolo della stanza insieme a Nott, anche se lo sguardo che aveva lanciato a Ron sembrava tutt'altro che amichevole.
- Be'... ci è voluto più tempo del previsto - tagliò corto lei, ripensando a quante volte avesse dovuto rileggere quelle pagine, visto che ogni tanto aveva dovuto fermarsi prima che le lacrime le bagnassero.
Ma questo non lo avrebbe mai raccontato...
Eh si, non si aspettava di leggere così tanta sofferenza in un libro. C'era anche rabbia, frustrazione, ma "sofferenza" era la parola giusta a quel turbine di emozioni che sembrava trasparire da quell'enorme diario.
Hermione pensava che ci avrebbe trovato chissà quali piani maligni ed oscuri all'interno. Non si aspettava, invece, di leggere della triste infanzia di un purosangue Serpeverde ossessionato da sua madre e da...
I suoi pensieri si bloccarono, vedendo che tutti la stavano fissando.
- Allora Hermione ? - la incalzò Harry, con gentilezza - Cosa hai scoperto ?
Lei li fissò, uno ad uno, la stavano guardando con un misto di curiosità e ansia, solo Malfoy aveva il solito sguardo imperturbabile.
- Ecco... - iniziò titubante - E' stata dura leggere tutte quelle pagine in un pomeriggio, ma vi posso dire che si tratta di un racconto dettagliato della sua vita passata. Della sua infanzia, in particolare.
Nott spezzò il silenzio irreale che si era venuto a creare - Solo della sua infanzia ? Di cosa fa qui a scuola, non dice niente ?
- Sì, in effetti... - guardò Malfoy, pensierosa - Parla anche di scuola ma, soprattutto, di una persona in particolare e di tutti i momenti che passa insieme a lei... E' come un'ossessione per Zabini.
Draco sbottò innervosito - E chi sarebbe questa persona ? Pansy ?
Hermione si perse nelle iridi chiare che la stavano fissando, ma questo non le impedì di rispondere...
- No, sei te.

****


Ciao a tutti !
Chiedo perdono per il ritardo *.* ma in questo periodo me ne stanno capitando di tutti i colori e non sono riuscita a scrivere per molti giorni.
Spero comunque che non siate rimasti delusi da questo capitolo che non brilla certo per colpi di scena, diciamo è un po' di passaggio.
Spero di riuscire a postare il successivo entro tempi decenti ^^
Volevo comunque ringraziare : Tonna _Ultraviolet,melibz, giuly_bu, XnihalX , titty79
Inoltre ringrazio : seven, Fly_With_Me & Acquamarine_
e mi scuso con voi perché non ho risposto alle vostre recensioni, ma sto poco collegata questo periodo... però ci tenevo comunque a dire che le ho apprezzate tantissimo e vi ringrazio di cuore =)
Alla prossima.
-A-

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Capitolo 27
*** La pulce nell'orecchio. ***


                                               D. come Draco, M. come Misogino    Cap. 27°




Malfoy sgranò gli occhi.
Cosa aveva appena detto la Granger? Ah sì, che Zabini era ossessionato da lui.
.......
Ma no, sicuramente aveva capito male.
Però, questo pensiero, non gli impedì di sentire un brivido freddo scivolargli lungo la schiena.
- Compari in moltissime pagine... - disse Hermione, accigliata, confermando il brutto presentimento di Malfoy.
- Dal vostro primo incontro a casa tua, fino agli ultimi giorni che avete passato insieme qui a scuola, prima del vostro litigio.
- C...Cosa? - lui la fissò, incredulo e sconvolto - Sarei io che lo ossessiono? Non è possibile! Quel coso mente!!! - aggiunse con disprezzo, indicando il diario che Hermione stringeva al petto.
La Grifondoro, istintivamente, fece un passo indietro.
Era fin troppo vivido in lei il ricordo del putiferio che Malfoy aveva fatto alla Stamberga Strillante, quando gli aveva rivelato del ricatto.
- No, Malfoy, purtroppo credo che non siano bugie. - rispose, con un sospiro appena udibile.
Draco diventò rosso di ira - E' UNA CALUNNIA INVECE! - urlò, facendola sobbalzare.
Theodore intervenne, cercando di calmare l'amico.
- Draco, aspetta, non agitarti così, falla finire prima! - gli disse, posandogli una mano sulla spalla.
Ma dire che fosse agitato era, ovviamente, un eufemismo.
Per tutta risposta, Malfoy cacciò in malo modo la mano dell'amico.
- Lasciami stare, Theodore... non voglio ascoltare altre menzogne... - gli sibilò, stringendo i pugni.
- AH AH AH AH...
La risata di Ronald Weasley lo raggiunse, facendolo voltare.
- Miseriaccia che storia... AH AH AH!!! - biascicò Ron, tenendosi la pancia con le lacrime agli occhi.
Harry e Ginny lo guardarono perplessi, Hermione con terrore.
Si aspettò di vedere, da un momento all'altro, del fumo uscire dalle orecchie del biondo Serpeverde.
- Ho promesso... - pensò Malfoy, chiudendo per un secondo gli occhi - Ho promesso, sull'onore dei Malfoy, che non gli avrei fatto del male...
- L'ho promesso, ed un Malfoy mantiene sempre le sue promesse... - continuò ripetere a se stesso, quasi fosse un mantra.
Ron fu l'unico a non notare quanto stesse rischiando la vita in quel momento.
- Zabini che ha una cotta per Malfoy!!! - esclamò, con gioia - Questo sì che è grandioso! Non è vero Harry? - diede una vigorosa pacca all'amico che gli rispose invece con un sorrisetto tirato.
Cosa Ron potesse trovarci di grandioso in tutta quella storia per Harry era un mistero.
- Pensa se si venisse a sapere qui a scuola... o meglio, pensa cosa direbbero gli altri Serpeverde! - finì, quasi euforico.
A quelle parole, Malfoy aprì di scatto gli occhi, digrignando i denti.
Harry e Ginny si scambiarono uno sguardo preoccupato. Malfoy sembrava essere sul punto di esplodere nel ben mezzo della Stanza delle Necessità, tanto era paonazzo.
Meccanicamente Harry mise una mano nelle pieghe del mantello, dove teneva la bacchetta. Ormai era preparato al peggio.
Ma la sua preacuzione non fu necessaria.
- SMETTILA IMMEDIATAMENTE, RON! - tuonò Hermione a sorpresa, stupendo tutti quanti e gelando il sorriso sulle labbra dell'amico.
- Essere ossessionati da qualcuno non vuol dire necessariamente avere una cotta!!! - precisò con rabbia, stringendo convulsamente il diario.
Perché Ron doveva comportarsi sempre in maniera così superficiale? Lui non poteva capire cosa volesse dire avere un'ossessione.
Anche lei era ossessionata dalla paura di fallire nelle cose che faceva, di non essere una strega all'altezza per combattere al fianco di Harry contro Voldemort, di perdere per sempre i suoi amici, di rimanere da sola. E queste sue paure condizionavano in maniera determinante tutte le sue azioni, tutti i suoi pensieri.
Zabini non era innamorato di Malfoy, la sua ossessione era diversa e sicuramente più preoccupante di una cotta tra compagni.
Si trattava di odio... e non di una semplice antipatia, usuale tra ragazzi. Quello era un sentimento viscerale, quasi folle. Da come Zabini scriveva sul suo diario, sembrava che l'odio per il compagno lo stesse consumando dall'interno. Lo riteneva responsabile del rapporto che aveva con la madre. Una madre che, da tempo, non si curava minimamente di lui.
Zabini da piccolo aveva sentito così tanto la mancanza del padre, da sentire la necessità di colmare quel vuoto attaccandosi a sua madre in maniera eccessiva.
Isolde poi non era mai stata particolarmente affettuosa con lui, ma da quando aveva conosciuto Draco Malfoy il loro rapporto era notevolmente peggiorato, arrivando quasi ad una rottura. Blaise, così, si era chiuso in se stesso tanto da fingere con tutti continuamente, sfogandosi solamente su quel diario.
Ovviamente avrebbe dovuto farsi aiutare da tempo da un bravo Medimago.
- L'ossessione che ha per lui non è certamente amore. - Hermione indicò Malfoy, che continuava a fissarla visibilmente provato da quella scoperta e dalla voglia di lanciare o meno una maledizione senza perdono a Ron.
- E' un odio cieco...- puntualizzò, abbassando il braccio e voltandosi verso gli amici.
- E cosa gli avrei fatto di tanto grave da guadagnarmi il suo odio? - chiese bruscamente il Serpeverde - Dovrei essere io quello che lo odia, visto che si è portato a letto per settimane la mia ragazza alle mie spalle.
Hermione sentì una stilettata al cuore.
Malfoy non aveva mai parlato con lei di quella storia, Hermione sapeva cosa fosse successo grazie a quelle pettegole di Lavanda e Calì e, ovviamente, grazie al diario di Zabini. Ma non aveva mai affrontato quel discorso con lui da quando il loro rapporto era... diciamo... cambiato.
Senza contare che l'unica volta che gli aveva chiesto dei suoi rapporti con la Parkinson, si era quasi beccata un pugno e della pettegola.
Abbassò lo sguardo, cercando di nascondere un moto di gelosia improvviso quanto insensato in quel frangente.
Sperò solo che la sua voce non la tradisse.
- Secondo lui, è colpa tua se sua madre lo ha trascurato in passato e lo ignora quasi completamente nel presente.
Cercò di riassumere, per quanto le fu possibile, il contenuto delle pagine che parlavano di Malfoy e sua madre.
Non appena finì, molti minuti dopo, si stupì mentalmente del fatto che nessuno l'avesse interrotta o avesse fatto commenti sarcastici.
Anzi, il silenzio totale che si era creato non fece altro che rendere quella situazione quasi surreale ai suoi occhi.
- Quindi... sono queste le motivazioni... - disse seriamente Nott.
Per lo sguardo che aveva ad Hermione sembrò dispiaciuto, anche se comunque aveva continuato a mantenere un tono di voce distaccato.
- Sì. - rispose meccanicamente lei, spostando lo sguardo sui suoi amici. Ron ed Harry stavano fissando con eccessivo interesse la punta delle loro scarpe, mentre Ginny, seduta sul divano poco distante, le sembrò visibilmente commossa.
- Puoi anche non credermi se vuoi, Granger... - Iniziò Malfoy, attirando l'attenzione di tutti - Ma non ho mai fatto di proposito una cosa del genere... Zabini mi era persino simpatico, al contrario di sua madre... Ed io non ho mai cercato di compiacere chi non mi piace, lo dovreste sapere bene voi Grifondoro. - finì, con un ghigno malefico all'indirizzo di Harry e Ron.
Hermione strinse le labbra. Lo sapeva bene anche lei...
Ad ogni modo, un tempo non avrebbe creduto a quel borioso e lecchino figlio di papà che aveva davanti, ma in quel periodo aveva notato quanto Malfoy fosse effettivamente cambiato. Soprattutto con lei. In più, fino a quel momento non le aveva mai mentito, dubitare di lui in quel momento sarebbe stato sciocco ed inutile.
- Ti credo. - gli disse semplicemente, spiazzando completamente Malfoy e facendo spalancare, con un solo colpo, le bocche di Harry, Ron e Nott.
Ginny non potè far a meno di sorridere. Tipico degli uomini, soprattutto quelli della fauna di Hogwarts. Erano veramente lenti nel capire le situazioni sentimentali.
Era ovvio solo a lei quanto Hermione e Malfoy ormai si fidassero l'uno dell'altra? Anche se Malfoy, da bravo esemplare maschile, sembrava non averlo ancora capito.
Fiducia in Draco Malfoy...
Nonostante tutto, questo pensiero fece rabbrividire la piccola Weasley.
- Comunque Zabini è pazzo, gente del genere dovrebbero rinchiuderla e buttare la chiave - Esordì seriamente Ron.
Draco lo fissò, piuttosto incredulo - Theo, passami una piuma, svelto! Devo segnare sul calendario il primo giorno in cui Weasley non dice una stronzata!
La testa di Hermione scattò pericolosamente nella sua direzione.
Nott invece iniziò a ridere di gusto, mentre Harry e Ginny fecero uno sforzo enorme per non ridere anche loro della faccia di Ron, che in un nanosecondo era diventata scarlatta.
- Malfoy! - berciò la ragazza, guardandolo minacciosa.
- Che ho detto di male, Granger? - esclamò lui, con aria angelica - E' veramente la prima volta nella mia vita che sono d'accordo con lo Stracc... - poi osservò il sopracciglio di Hermione alzarsi più del dovuto e si corresse - Volevo dire Weasley... Non ti sta mai bene niente! - finì, con un mezzo sorrisetto impertinente stampato in viso.
Hermione sbuffò, infastidita dalla sua faccia di bronzo - Lo hai volutamente offeso! Altro che d'accordo con lui.
- Veramente era un dato di fatto, non un'offesa. - si difese il Serpeverde, facendo sorridere persino Harry.
- Questo è troppo! - sbottò Ron, andando a grandi falcate verso l'uscita.
- RON, ASPETTA! Dove vai? - lo chiamò subito Hermione, con un'espressione preoccupata.
Lui si fermò davanti alla porta, la mano posata sulla fredda maniglia - Mi dispiace Hermione... - non si girò nemmeno - Ma non rimarrò un secondo di più nella stessa stanza con questo scarafaggio! - annunciò, aprendola.
- COME OSI??! - ruggì Malfoy, cercando la sua bacchetta sotto lo sguardo atterrito di Hermione, non ottenendo (per fortuna) altra risposta che il rumore di una porta chiusa con rabbia.

- Maledetto Malfoy!!! - sbottò Ron inviperito, correndo verso le scale che portavano alla torre dei Grifondoro.
- Trattarmi come un decelebrato davanti ad Hermione, lui che è solo uno scarafaggio! - nel dirlo, diede un pugno sul muro più vicino.
- Ahia, Miseriaccia ! - urlò subito dopo, con le lacrime agli occhi ed una mano sbucciata.
- Come sei rozzo, Weasley! - una inconfondibile ed insopportabile vocina, fece voltare subito il ragazzo.
Pansy Parkinson, e la sua inesistente gonna, era davanti a lui.
Ron si mise una mano sul viso, in segno di disperazione.
Ci mancava solo lei per finire la giornata.
- Che cosa vuoi? - chiese con un sospiro, senza neanche guardarla.
- Io? - cinguettò lei di risposta - Ovviamente nulla.
- E allora cosa ci fai lì impalata a fissarmi?
Pansy ghignò - Pensi davvero che stia fissando te?
Le orecchie di Ron divennero scarlatte - E allora che ci fai a qui quest'ora? - berciò contrariato - Gira a largo! Già sono disperato all'idea di doverti vedere domani.
Pansy lo guardò offesa, come osava quel traditore del suo sangue trattarla in quel modo?
- Veramente, caro straccione, sono di passaggio. - Pansy assottigliò gli occhi, regalandogli uno sguardo colmo di disprezzo - Non mi fermerai mai in territorio Grifondoro, non sia mai io prenda qualche malattia... - ghignò perfidamente - ...ma quando ho sentito che parlavi di Draco, mi sono fermata.
Ron sgranò gli occhi - Miseriaccia ! - pensò spaventato, si era ricordato solo in quel momento che la Parkinson fosse alleata con Zabini.
- Quindi Draco ti ha insultato davanti alla TUA Hermione? - disse lei, con una leggera risatina.
Ron la guardò, indeciso se risponderle o meno.
- E dov'è lui adesso? - continuò la Parkinson, ancora sorridente - Non dirmi che è insieme alla Granger e ti hanno lasciato tutto solo! - il suo tono sembrava canzonatorio, ma Ron capì ugualmente le intenzioni della perfida compagna. Non l'avrebbe mai indirizzata verso la Stanza delle Necessità.
- Ovvio che no ! - sbottò, pregando mentalmente di essere un discreto attore - Perché mai dovrebbero essere insieme ? Si sono solo incontrati per caso in corridoio.
Pansy Parkinson incrociò le braccia, quello straccione voleva giocare? Bene... adesso sì che si sarebbe divertita.
- Semplicemente perché si piacciono, Weasley! - sparò, studiando concentrata la reazione del Grifondoro.
Ron la guardò sbigottito per qualche secondo, prima di scoppiarle a ridere in faccia, sguaiatamente.
Pansy strinse i pugni, aggrottando le sopracciglia - Che ci trovi di divertente? Sei felice che lui stia con la tua Hermione?
Ma Ron non accennò a smettere di ridere.
- Io non riderei fossi in te. - sibilò la compagna, contrariata.
- Io conosco Draco e ho notato com'è cambiato il loro rapporto. Inoltre, nessuna ragazza sana di mente direbbe di no a Draco Malfoy!
A quelle parole, Ron smise di ridere, guardandola perplesso.
- Davvero ti preoccupa questo, Parkinson? - chiese curioso - Hermione e Malfoy non potrebbero mai piacersi, neanche fra un milione di anni! - esclamò sicuro.
Lei lo guardò, Weasley era più duro di quanto immaginasse. Decise di desistere per il momento.
- Va bene, se lo dici tu... ma a me non la raccontano giusta, io terrei gli occhi aperti fossi in te. - si voltò, facendo un cenno al Grifondoro con la mano - Ci si vede alla ronda, Weasley!
Ron la guardò andare via senza dire una parola.
Malfoy ed Hermione, insieme...
- Naah! - disse fra sé e sé, incamminandosi verso il dormitorio - Sarà stata una scusa per farmi parlare, Hermione non si interesserebbe mai ad essere così viscido e meschino.
Nonostante tutto, un senso di inquietudine si fece strada in lui.


- Sì, ho capito. - disse per l'ennesima volta Hermione, piuttosto contrariata - Ma non c'era bisogno di fare quella frecciata! Ron non è certamente stupido come lo dipingi te!
Malfoy alzò un sopracciglio, mentre Nott, Harry e Ginny si scambiavano sguardi nervosi.
- Ah no?
- NO! - Hermione sentì l'agitazione prendere il sopravvento. Perché ce l'aveva tanto con lui? Le aveva promesso che si sarebbe comportato bene con i suoi amici. E, fino a quel momento, non c'erano stati problemi neanche con Harry, il suo acerrimo nemico. Perché con Ron non era altrimenti?
- Smettila di fare il bambino, sei peggio di Ron a volte - le sfuggì, nell'impeto del momento.
Gli occhi del ragazzo si accesero di rabbia.
- E tu smettila di assillarmi con queste stronzate e lasciami in pace, Granger! - sibilò lui di risposta, voltando loro le spalle e raggiungendo la porta - Non dirò più niente sul tuo fidanzato straccione, dormi sonni sereni!
Hermione sentì distintamente la sua bocca aprirsi per lo stupore, ma non fece in tempo a dire nulla visto che Malfoy, senza un attimo di esitazione, era già sparito dalla sua vista.


Il giorno dopo Ron si svegliò con un terribile mal di stomaco. Forse aveva esagerato a mangiare troppo stufato la sera prima.
- Ehi, Buongiorno! - gli disse Harry, aprendo il suo baule in cerca di qualcosa.
Aveva i capelli più scarmigliati che mai.
- Sbrigati a prepararti o non faremo in tempo a fare colazione prima di Incantesimi! - gli annunciò, con la testa infilata tra le sue divise pulite e biancheria.
- Ah, hai visto la mia cravatta?
Ron si trascinò, malamente, fuori dal letto.
- No. - grugnì all'amico, prima di sparire nei bagni del dormitorio.

- Ehi Hermione! - squittì Ginny, separandosi dalle sue compagne ed andando verso l'amica con una borsa stracarica di libri.
- Stai aspettando Harry e Ron?
Hermione si girò, con aria trafelata - Ciao Ginny! Sì, li sto aspettando ma se tardano un altro minuto giuro che li lascio qui! - annunciò, con tono severo.
- Arriveremo in ritardo ad Incantesimi.
Ginny sorrise, certe dinamiche non sarebbero mai cambiate. Anche se era innamorata di Malfoy, era rimasta comunque l'Hermione di sempre.
Questo pensiero la rincuorò.
- Vedrai, fra poco arriveranno. - le disse bonariamente - Piuttosto, vogliamo parlare della bellissima scenata di gelosia a cui abbiamo assistito ieri sera?
Hermione sgranò gli occhi.
- Di cosa vuoi parlare?
- Della scenata di gelosia.
Lei la guardò, senza parole.
- Non era affatto una scenata di gelosia! - si difese, non appena riuscì a riprendersi dallo stupore.
- Sei rimasta contagiata dal virus che ha colpito ieri sera quel pazzo di un Malfoy?
- Oh, Hermione, non fare l'ingenua. - rispose Ginny, ignorando la sua risposta.
Hermione era sempre più sconvolta - E tu non dire mai più che Malfoy è geloso, è impossibile!
Ginny le si avvicinò, Lavanda e Calì erano nei dintorni, la prudenza non era mai troppa di quei tempi.
- Quella di ieri ERA una scenata di gelosia... - le sussurrò all'orecchio - E Malfoy è SICURAMENTE geloso di te e Ron, che tu lo voglia o no.
Hermione fece per risponderle quando dalle scale apparvero Harry e Ron.
Decise così di continuare più tardi quella fastidiosa conversazione con Ginny.
- Ciao Hermione. - la salutò Harry , prima di tuffarsi tra le braccia della sua ragazza.
Ron la raggiunse, pallido in viso.
- Buongiorno! - gli disse Hermione, scrutandogli il volto - Non hai un bell'aspetto, Ron, non ti senti bene per caso?
Ron aggrottò le sopracciglia - Grazie, Hermione, adesso sì che sto meglio.
- Su, non fare lo stupido! - sbottò lei, con le mani sui fianchi - Dimmi come ti senti piuttosto, sei pallido!
Ron si portò entrambe le mani sulle tempie - Ho solo un po' di mal di stomaco e mi sta iniziando a far male anche la testa.
- Vuoi che ti accompagni in infermeria? - gli disse subito Hermione, premurosa.
- Non è necessario grazie, passerà da solo vedrai...
Hermione lo fissò, un po' scettica, ma decise comunque di non insistere - Ok, allora sbrighiamoci o faremo tardi. - gli rispose, osservandolo mentre si dirigeva mogio verso la Signora Grassa.
Quando furono davanti alle grandi porte della Sala Grande, Hermione sentì distintamente il suo cuore aumentare il battito.
Per l'ennesima volta si diede da sola della sciocca. Come poteva agitarsi tanto quando sapeva di dover incontrare Draco Malfoy?
Ma, non appena dentro, si accorse di quanto tutta quell' ansia fosse superflua. Malfoy non era al tavolo verde-argento e non erano presenti neanche Zabini, Nott, Tiger e Goyle.
Tirò un sospiro di sollievo, almeno avrebbe mangiato in santa pace.
Anche Ron, prima di sedersi, posò inconsciamente lo sguardo sul tavolo dei Serpeverde e, per sua sfortuna, incrociò quello di Pansy Parkinson.
Era seduta insieme a Daphne ed Asteria Greengrass.
Lei gli sorrise maligna, quella sera avrebbe dovuto pattugliare insieme a lei per almeno tre ore.
Solo quel pensiero gli fece aumentare la nausea a dismisura.
Intanto Harry continuava a sussurrargli all'orecchio, aggiornandolo delle decisioni prese in sua assenza la sera prima.
- Così abbiamo deciso di non fare assolutamente nulla, visto che la foto, le sue copie ed il diario sono in mano nostra... aspetteremo una sua mossa, se mai Zabini avrà il coraggio di farne una visto che l'abbiamo in pugno.
Ron spostò lo sguardo su di lui - E se avesse altre copie di quella foto?
Hermione si voltò a quella domanda, anche lei la sera prima aveva posto quell'interrogativo ai compagni.
Allora non era solo una sua paranoia!
- Ci avevamo pensato. - rispose Harry, grattandosi la testa - Ma sarebbero dovute venire fuori quando quel ragazzino ha fatto l'incantesimo di appello!
- Ah, giusto... - Ron guardò sconcertato le sue uova con salsicce affumicate, non aveva avuto ancora il coraggio di mettere qualcosa sotto i denti.
- E se le avesse messe da qualche altra parte? - si intromise Hermione, - Perché a tutti voi sembra così strano?!
- Ne abbiamo già parlato, Hermione... - le rispose Harry, paziente - Zabini non si aspettava sicuramente che le avremmo prese, quindi perché mai avrebbe dovuto farlo?
Hermione prese il suo calice con uno sguardo di sfida - Io l'avrei fatto ugualmente.
- Hermione... - biascicò Ron, stringendosi lo stomaco - Non tutti sono complicati e contorti come te nei loro piani.
- Io non sono affatto complicata e contorta - sussurrò lei di risposta, facendo sorridere Harry e Ginny.
- Come vuoi ... - disse Ron con un sospiro, stupendo tutti - Anche perché i tuoi piani sono sempre stati tremendamente geniali.
Hermione ed Harry si guardarono.
Ron doveva stare davvero male per aver detto una cosa del genere.
- Però Ron, Hermione ha ragione, se stai così male dovresti andare in infermeria. - disse Harry, dopo uno sguardo eloquente dell'amica.
- Vi ripeto che non serve! Sicuramente mi passerà mangiando qualcosa. - rispose Ron, inforcando una salsiccia.
Ma nonostante le sue parole, non ebbe la forza di addentarla.
Ron era un testone, ma Harry riusciva sempre a farlo ragionare, ed Hermione lo sapeva bene.
- Vedrai che Madama Chips ti rimetterà in sesto con un paio di pozioni - insistette l'amico, ignorando la sua risposta - E poi pensa che fortuna, passerai il lunedì mattina a letto. Quasi vorrei averlo io il mal di stomaco!
Harry represse un sorriso guardando la faccia livida di Hermione per la sua ultima frase.
Ma, ovviamente, aveva sortito l'effetto desiderato.
Ron annuì con la testa, alzandosi con fatica.
- Credo che tu abbia ragione, Harry. Penso che andrò in infermeria.
Anche Hermione si alzò - E visto che sono un Prefetto, ti ci accompagno io! Harry puoi avvisare Vitious?
Harry sospirò, in quel momento avrebbe ceduto volentieri il suo posto di capitano della squadra di Quidditch per quella spilla con la "P" di Prefetto incisa sopra.
- Certo. - disse ugualmente, guardandoli andare via.
Non era certo entusiasta di passare l'ora di Incantesimi senza Ron ed Hermione.
I due Grifondoro erano appena usciti dalla Sala Grande che si imbatterono in Malfoy ed i suoi scagnozzi. C'era anche Nott, che assonnato li seguiva a pochi passi di distanza.
- Ma bene, guarda che brutti incontri si fanno la mattina ! Che hai fatto Weasley, ti hanno finalmente avvelenato ? - grugnì Tiger, vedendo Ron camminare pallido e mogio appoggiato ad Hermione.
Tiger sghignazzò, seguito a ruota da Goyle.
Hermione non riuscì ad alzare lo sguardo. Sapeva con certezza che se lo avesse fatto, si sarebbe trovata due occhi freddi e pungenti fissi nei suoi.
Perché Malfoy non aveva detto ancora nulla? Non lo sentiva neanche ridere.
- Ti piacerebbe, scimmione - sbottò Ron, raddrizzandosi.
- E' che vedere le vostre brutte facce mi ha fatto venire da vomitare!
Tiger scattò verso di lui - Come osi, straccione!
Hermione alzò lo sguardo, allarmata. - Cosa vuoi far...
Ma non finì mai la frase, visto che Malfoy aveva appena messo un braccio davanti al compagno, sbarrandogli la strada.
- Ma... Malfoy! - esclamò Tiger, sconvolto - Hai sentito che si è permesso di dire?
- Andiamocene.
Tutti i presenti sgranarono gli occhi. Solo Nott non sembrò sorpreso.
- Draco, che fai? Li lasci veramente andare? - chiese Goyle alle sue spalle.
Non era possibile che quella frase fosse davvero uscita dalle sue labbra.
- Ho detto, ANDIAMOCENE! - ridisse Malfoy, superando i due Grifondoro senza degnarli di uno sguardo.
Lei sentì il suo profumo avvolgerla per qualche secondo, facendola desiderare ardentemente di essere tra le sue braccia.
Dopo il primo attimo di smarrimento, i due scimmioni si affrettarono a seguire il loro capo.
- Non finisce qui... - non mancarono di sibilare ai due Grifondoro, mentre passavano accanto a loro.
Anche Nott li seguì, non proferendo parola.


- Che sciocchi ... - disse Hermione, aiutando Ron a salire le scale.
- Se Malfoy non li avesse fermati, avrei tolto loro almeno 20 punti a testa!
- Già. - disse Ron, dolorante e pensieroso.
Quello che aveva appena visto non gli era piaciuto per niente.

- Io conosco Draco e ho notato com'è cambiato il loro rapporto. Inoltre, nessuna ragazza sana di mente direbbe di no a Draco Malfoy!


In quel momento, le parole della Parkinson non fecero altro che rimbombargli nella testa.
A differenza di Hermione, aveva guardato bene in viso Draco Malfoy ed aveva notato senza alcuno sforzo la scintilla di rabbia nei suoi occhi quando lo aveva visto abbracciato a lei.
Inoltre l'aveva guardata in modo strano per tutto il tempo e poi, togliendo la storia del ricatto, quando mai Draco Malfoy si era lasciato sfuggire una così ghiotta occasione per umiliarli?
C'era qualcosa di strano...
Forse le parole della Parkinson non erano del tutto false.
- Malfoy si è preso una cotta per Hermione! - pensò con orrore, sentendo la nausea farsi più forte.

- ... Inoltre, nessuna ragazza sana di mente direbbe di no a Draco Malfoy!


Malfoy ed Hermione, insieme...

- MAI! - gridò all'improvviso, facendo saltare Hermione dalla paura.
Arrossì subito dopo, imbarazzato - Volevo dire... non mangerò MAI più così tanto!
Hermione sorrise, ignara dei suoi pensieri - Certo, Ron, lo dici sempre. - gli rispose, mentre bussava alla porta dell'infermeria.
- Stavolta è vero!
Madama Chips aprì la porta, sorridendo ai due ragazzi.
- Cosa posso fare per voi ragazzi?


Malfoy ed Hermione, insieme...
Pensò Ron, stringendosi lo stomaco mentre Hermione spiegava alla Medimago del mal di pancia dell'amico.
No.
Non lo avrebbe mai permesso.




*****
Ragazzi che dire,
chiedo scusa a tutti per l'immenso ritardo. Spero che comunque la storia vi stia continuando a piacere, anche con questi aggiornamenti "ogni morte di papa".
Sorry ç_ç
Voglio ringraziare con affetto :  Tonna,  Acquamarine_, JulietNany37,  Fly_With_Me, seven,  Granger_ ,  B r e a t h e ( a cui dico ancora grazie per le tante recensioni lasciate :D )
Grazie a tutti voi per le belle parole.
A presto !
Ale

ps. segnalatemi gli errori, che per la fretta di aggiornare non ho corretto il capitolo ! =(  Ma non vedevo l'ora di farvelo leggere.

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Capitolo 28
*** La dichiarazione. ***


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D. come Draco, M. come Misogino    Cap. 28°



- ... Inoltre, nessuna ragazza sana di mente direbbe di no a Draco Malfoy!



Malfoy ed Hermione, insieme...

- MAI ! - gridò all'improvviso, facendo saltare Hermione dalla paura.
Arrossì subito dopo, imbarazzato - Volevo dire... non mangerò MAI più così tanto !
Hermione sorrise, ignara dei suoi pensieri - Certo Ron, lo dici sempre. - gli rispose, mentre bussava alla porta dell'infermeria.
- Stavolta è vero!
Madama Chips aprì la porta, sorridendo ai due ragazzi.
- Cosa posso fare per voi ragazzi?


Malfoy ed Hermione, insieme...
Pensò Ron, stringendosi lo stomaco mentre Hermione spiegava alla Medimago del mal di pancia dell'amico.
No.
Non lo avrebbe mai permesso.



***


Draco Malfoy sbuffò per l'ennesima volta, addentando il suo toast.
- Qualcosa non va, Draco ? - gli sussurrò Nott, piuttosto divertito dalla scena vissuta poco prima.
Ovviamente, sapeva bene cosa stesse passando nella testa del biondo Serpeverde.
Possibile che fosse davvero geloso di Weasley? Aveva avuto più volte la tentazione di chiederglielo, soprattutto, visto il modo in cui aveva lasciato la Stanza delle Necessità la sera prima.
- No, va tutto benissimo. - fu la glaciale risposta dell'amico.
Nott sorseggiò la sua coppa di succo di zucca - Non mi sembra affatto.
Draco si voltò verso di lui - E da cosa lo dedurresti ? Sentiamo... - gli disse, con aria di sfida.
Nott sorrise.
- Che ci trovi di divertente ? Avrei dovuto forse umiliarli e picchiare Weasley ? - continuò Draco, cercando di mantenere la voce bassa.
Anche se il brusio della Sala Grande riusciva a coprire persino le risate da oca di Daphne e Asteria, sedute poco distanti a parlare di ragazzi.
- Affatto - rispose Theodore, ancora sorridente - E'evidente il motivo per cui l'hai fatto e lo approvo, anche se penso che sarebbe più prudente non avere contatti con i Grifondoro per un po'.
Gli occhi di Draco si assottigliarono - Che intendi dire ?
- Che far capire a Zabini chi è che tiene nascosto il suo diario non è saggio, tutto qui.
- Quindi avrei dovuto picchiare Weasley ?!- disse nuovamente Draco, con una scintilla maligna negli occhi.
- No Draco - disse Theodore ridendo - A meno che tu non voglia guadagnarti l'odio eterno della Granger, o peggio, una delle sue maledizioni.
Malfoy lo fissò, perplesso. - E allora cosa ?
Theodore tornò serio - Dovremmo semplicemente ignorali per un po', Zabini sospetta di me...
Poi diede un'eloquente occhiata all'indirizzo di Tiger e Goyle - Ma se qualcuno gli dicesse che tu hai cambiato atteggiamento con la Granger e Weasley, penso che non ci metterebbe troppo a scoprire chi ha il diario.
Malfoy ghignò - E come lo prenderebbe in quel caso ?
- Non ne ho idea - ammise Theodore, appoggiando i gomiti sul tavolo - Ma preferirei non scoprirlo.
- Va bene - disse Malfoy, con aria sostenuta - Ho afferrato il concetto.
- Sicuro di potercela fare ? - chiese Nott, squadrando seriamente l'amico 
- E poi, mi sembra che tu sia piuttosto strano anche con la Granger, che ti è preso ieri sera ? - sparò subito dopo, gustandosi la reazione dell'amico.
Il sopracciglio di Draco si alzò. Vederlo imbarazzato era raro quanto spassoso per lui.
- Non mi è preso niente, ero solo stanco - rispose Draco, afferrando la sua coppa e distogliendo lo sguardo.
- Non sarai geloso di Weasley, spero...
Ed eccola, Theodore non era riuscito a tenere per sé quella domanda, a volte era peggio di Malfoy.
Draco strinse il calice, quasi volesse spaccarlo con la forza della mano.
- Ti sembra il posto per parlare di certe cose ? - sibilò, con le guance leggermente colorate.
Oh sì, era sicuramente il posto giusto. In un altro qualsiasi posto Nott avrebbe rischiato seriamente una fattura.
A volte era veramente peggio di Malfoy.
Theodore sorrise, maligno.
- Ovviamente, visto che è il più sicuro per ME.
Stranamente Draco lo imitò.
- Ma bravo... molto furbo, come sempre...- si voltò verso di lui, posando il calice. - Ma comunque dovresti già sapere come la penso io sulle cose di mia proprietà...
Nell'udire quelle parole, Nott lo fissò senza più sorridere - E' questo che sarebbe la Granger per te ? Un oggetto di tua proprietà ? - disse, accigliato.
Draco lo guardò stordito per qualche secondo.
- Davvero vuoi trattarla come trattavi Pansy ? Pensi ancora che la Granger sia come lei ? - continuò Theodore, incrociando le braccia.
Draco continuò a fissare il vuoto.
Cosa era veramente la Granger per lui ?
Se una cosa gli era chiara è che sicuramente non fosse come Pansy.
La Granger era fiera, astuta, brillante, coraggiosa, combattiva e soprattutto, non era un'oca.
Non l'avrebbe mai ammesso, ma non era come tutte le altre pur essendo anche lei una donna. Categoria che aveva disprezzato, se non per portarsele a letto.
Con lei però era diverso.
Anche la fissazione sulla purezza del suo sangue, che prima gli impediva persino di scambiare una conversazione civile con lei, era passata.
Anzi, adesso lo attirava quasi.
Gli piaceva l'idea che la Mezzosangue adesso fosse la SUA Mezzosangue.
La desiderava come forse non aveva mai desiderato nessuna, voleva starle accanto come non aveva mai fatto in passato.
E sicuramente non l'aveva mai considerata un oggetto, nonostante l'aggettivo possessivo che solitamente usava per le cose a cui teneva di più.
Alla fine Malfoy, era giunto a questa conclusione.
- No - disse deciso.
- Stavolta è diverso - si alzò, sotto lo sguardo sorpreso dell'amico - Ma lei comunque rimane mia...! - precisò, con uno sguardo selvaggio.
- Ora dove vai ? - gli gridò quasi Nott, guardandolo mentre attraversava impettito la Sala Grande.
Sospirò, non ottenendo risposta.


- Quindi sta dicendo che non è niente di grave,
Madama Chips ? - chiese Hermione, apprensiva.
Ron grugnì, menomale che lo diceva lei, visto che la pancia dolorante era la sua.
La Medimago sorrise e porse una pozione a Ron - Certo, signorina Granger. Il signor Weasley ha preso una leggera indigestione, ma con un po' di riposo e queste pozioni starà subito meglio.
Hermione tirò un sospiro di sollievo vedendo Ron trangugiare la pozione con aria schifata.
- Miseriaccia che schifo ! - biascicò - E ne devo prendere altre due così ?
- Esatto Weasley, ora però scusami ma devo andare a prendere alcune erbe dalla Professoressa Sprite - annunciò la Medimago, allontanandosi - Si assicuri che prenda tutte le pozioni mentre sono via - disse all'indirizzo di Hermione, prima di sparire dietro la porta.
- Hermione... - Ron le tirò delicatamente la manica - Non serve che rimanga qui anche te, posso cavarmela da solo.
Lei sorrise - Non preoccuparti Ron, tanto ormai Incantesimi è iniziata. Andrò direttamente a Trasfigurazione.
- Ah ok - rispose Ron, sdraiandosi sulla brandina - Ma devo per forza prendere le altre due pozioni ?
- Ovviamente! Speravi forse di rimanere da solo per non prenderle ? - disse lei, con un cipiglio servero.
Le orecchie di Ron divennero di un colore famigliare - Certo che no - rispose rassegnato.
Hermione prese una sedia e si mise accanto a lui.
Visto che erano soli, senza contare un paio di studenti del primo anno a letto con l'influenza e profondamente addormentati, era il momento più giusto per parlargli della sera prima.
- Ron, mi dispiace molto per ieri - gli sussurrò, non appena si fu seduta - Non volevo che andasse così...
L'amico la fissò, pensieroso. Per un attimo gli era passato per la testa di dirle quello che aveva scoperto su Malfoy.
- Non preoccuparti - le disse semplicemente - Purtroppo trattandosi di Malfoy mi sarei stupito del contrario.
Malfoy che prova interesse per Hermione Granger, più che una scoperta gli sembrava un titolo di un articolo di Rita Skeeter.
- Lo so, Malfoy è un idiota! - continuò lei, senza guardarlo - Mi aveva promesso che non l'avrebbe fatto... e invece...
Ron la fissò, allibito.
- Ti ha davvero promesso una cosa del genere ? - le chiese, non nascondendo dello stupore nella sua voce.
- Sì - rispose Hermione, imbarazzata. Forse non avrebbe dovuto dirgli quella cosa, ma perché nasconderla visto che non c'era niente di male ?!
Rimasero qualche secondo in silenzio.
Quindi Malfoy si era davvero preso una cotta per Hermione ? Si chiese Ron, preoccupato. O stava cercando di avvicinarsi a lei per altri scopi ?
Sperò quasi che fosse la seconda domanda che si era posto, il motivo di quel cambiamento.
Malfoy non le avrebbe mai promesso una cosa del genere, altrimenti.
- Hermione... - iniziò, scuro in viso - Visto come stanno le cose, ti parlerò francamente...
Lei lo fissò, accigliata. Perché Ron le stava parlando con quell'espressione ?
- Ho notato un certo cambiamento di Malfoy nei tuoi confronti e questa cosa non mi piace per niente!
A quelle parole, il cuore di Hermione perse un battito.
- Che dici Ron ? - gli rispose, con un groppo in gola - Se parli di oggi la risposta è piuttosto ovvia, visto che stiamo momentaneamente collaborando con lui.
- Sarà... - rispose l'amico, scrutandola seriamente - Ma se invece fosse tutta una montatura e lui fosse in combutta con Zabini per prendersi una rivincita su di noi ?
- Non è così, Ron - gli rispose l'amica, cercando di non far tremare la sua voce.
- Quel diario è autentico, lo sapresti anche tu se l'avessi letto.
Ron la guardò, furbamente - E allora fammelo leggere !
- E' in camera mia ora, ed è meglio che non esca da lì per adesso, te lo farò leggere prima o poi.
Lui sbuffò.
Doveva scoprire in qualche altro modo perché Malfoy avesse cambiato atteggiamento nei confronti di Hermione.
- Quindi, ora ti fidi di Draco Malfoy ? - le chiese, con un'espressione cupa.
Quella domanda posta a bruciapelo, fece irrigidire Hermione sulla sedia.
- Fidarsi, è una parola grossa... - rispose evasiva, senza guardarlo in faccia.
Ron sentì la collera montare in lui - Però gli credi quando ti dice qualcosa o ti fa una promessa che, ovviamente, non riesce a mantenere ?!
Hermione guardò a terra, ripensando alla sera prima.
Era vero, era tutto vero. Ma come poteva dirgli dei suoi sentimenti nei suoi confronti ? A differenza di Harry, sentiva che lui non l'avrebbe perdonata.
Ma era la sua vita, i suoi sentimenti e lei non era certo una stupida. Possibile che nessuno avesse fiducia in lei e nel suo istinto ?! Malfoy era diverso quando era con lei e non stava sicuramente fingendo.
- Voglio credergli, sì - disse risoluta, guardando Ron negli occhi - E' vero che Malfoy è cambiato nei miei confronti. Non mi insulta più né tantomeno mi umilia in pubblico ma credo di poter riuscire a dormire ugualmente la notte.
Ron la fissò con un'espressione imbronciata.
- E poi, non era questo che volevi da tempo ? - continuò lei, senza riuscire a fermarsi.
Nell'udire quelle parole, dentro Ron scoppiò qualcosa. Un qualcosa nascosto da anni e che non era mai riuscito a far uscire.
In un attimo di foga le prese entrambe le mani, zittendola.
- Io voglio che stia lontano da te.
Hermione sgranò gli occhi - Eh ?
Le orecchie di Ron erano scarlatte, constatò Hermione, e questo non era un buon segno.
- Non mi piace come ti guarda... - Hermione provò a dire qualcosa, ma Ron la zittì con un gesto della mano - Non mi piace che studi con te e che siate da soli, non mi piace neanche vedervi parlare e ridere come due amici - disse, pensando al giorno in cui erano tornati da Hosgmeade e li aveva visti ridere insieme.
Hermione era senza parole, Ron era impazzito forse ?
- Che stai dicendo ? - gli disse imbarazzata. Sperando che quello fosse solo un sogno, e che si sarebbe svegliata da un momento all'altro nel suo letto.
- Mi hai chiesto cosa volessi da tempo, no ? - rispose lui stringendo maggiormente le sue mani, rosso come un pomodoro maturo.
La ragazza lo fissò, preoccupata - Sì, ma...
- Hermione, so che questo non è il luogo né il momento adatto... - iniziò Ron con fare deciso, interrompendo la ragazza.
- Ma è giunto il momento di dirti cosa provo per te.
Il cuore di Hermione iniziò a battere in maniera forsennata. No, quello non era un sogno, era un incubo.
Ed ora ?
Fino a qualche mese prima non aveva desiderato altro, ma poi l'infatuazione per Ron era passata e, recentemente, aveva lasciato il posto ad una vera e propria passione per Draco Malfoy.
Come poteva dirglielo senza far finire la loro amicizia ?
- R- Ron... - iniziò a balbettare, alzandosi - Ora dovresti solo prendere le tue pozioni e riposarti... ne parleremo un'altra volta - disse poi, prendendo la borsa per andarsene.
- Aspetta - imprevedibilmente, Ron fu più veloce di lei. Si alzò di scatto dal letto parandosi davanti all'amica.
- Non vuoi sapere la verità ? - le chiese, afferrandola per le spalle.
Lei lo guardò, specchiandosi nei bellissimi occhi azzurri di lui.
Certo che voleva saperla ! Ma avrebbe dovuto sentire quelle parole anni prima, e non ora che lo aveva dimenticato.
- Mi piaci Hermione - le disse finalmente lui, tutto d'un fiato - Mi sei sempre piaciuta, solo che non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.
Hermione sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene.
- Allora perché me lo stai dicendo ora ? - gli sussurrò a mezza bocca, non riuscendo neanche a guardarlo in faccia.
Lui rimase spiazzato per qualche secondo da quella domanda.
Era vero, perché aveva scelto proprio quel momento per dichiararsi ? Dopo aver assillato Harry per mesi su come e dove poterglielo dire, sceglieva di farlo mentre era in infermeria per un'indigestione ?
Nell'ultimo periodo aveva persino lasciato perdere l'idea di parlarle, ma il comparire della figura di Draco Malfoy nella vita di Hermione gli aveva fatto gradualmente cambiare idea.
Ma questo non lo avrebbe mai ammesso davanti a lei.
- Non lo so - le disse, imbarazzato e con le orecchie in fiamme - Ma sentivo di dovertelo dire adesso...
Le prese il viso tra le mani.
- Hermione... - le disse, con voce roca.
La Grifondoro era paralizzata.

- Non dirlo, ti prego... - pensò, in preda all'ansia.

- Vorrei che diventassi la mia...
Ma Ron non fece in tempo a finire la frase, visto che la porta dell'infermeria si era appena aperta.
Madama Chips fece il suo ingresso, stracarica di erbe essiccate per le sue pozioni.
Hermione e Ron si allontanarono imbarazzati l'uno dall'altra.
- Ha preso le sue pozioni, signor Weasley ? - gli chiese la donna senza neanche guardarlo, trafficando con dei vasetti di vetro.
- Le prendo subito Madama - disse mestamente Ron, rimettendosi a letto e trangugiando, qualche secondo dopo, le due pozioni che aveva sul comodino con aria schifata.
- Eppure avevo raccomandato alla signorina Granger di fargliele prendere in mia assenza ! - continuò la Medimago, mentre infilava le erbe nei contenitori.
Hermione, ancora sconvolta per quanto accaduto, non riuscì a spiccicare parola.
Nella sua testa vi era una
confusione totale.
Anche se Ron era stato interrotto, aveva capito benissimo cosa stesse per chiederle.
Quante volte aveva sognato quel momento ? Almeno un milione... anche se Ron non era mai stato tanto audace per farsi avanti.
Anzi, alcune volte le aveva dato la sensazione che la sua fosse una cotta a senso unico.
Ma ora ?
Aveva visto il suo sogno concretizzarsi, ma non aveva provato la gioia immensa che mille volte aveva immaginato. Non si era sentita emozionata o lusingata...
Era riuscita a provare solamente confusione, ansia e anche un pizzico di fastidio.
Fastidio, sì.
Perché Ron doveva essere sempre spronato a fare le cose, anche quelle che più gli premevano.
E proprio ora che lei si era rassegnata, eccolo li a farsi avanti con il tempismo di un cucchiaio da minestra.
Senza contare che in quel momento, un altro ragazzo era nei suoi pensieri.

- Signorina Granger ? - disse, la Medimago alla ragazza, che era rimasta immobile da quando era rientrata.
- E' un po' pallida anche lei... - continuò scrutandola - Si sente poco bene per caso ?
Hermione la guardò, riprendendosi momentaneamente dai suoi pensieri frenetici.
- No Madama - disse, cercando di non guardare dalla parte di Ron. Che invece continuava a fissarla in silenzio.
- Mi sono ricordata ora di dover portare un libro in biblioteca prima di andare a Trasfigurazione.
- Vada pure allora - le rispose la Medimago, mettendo i vasetti pieni di erbe nella dispensa.
- Arrivederci Madama.
Ron le lanciò uno sguardo molto scettico.
- Ci vediamo più tardi Ron - disse poi all'amico, quasi scappando verso la porta.
Hermione non lo guardò nemmeno per un secondo, non ce la faceva.
- Hermione...- sussurrò tristemente Ron, quando lei sparì dietro la porta.
- Perché fai così ?


Draco rientrò in stanza, sbattendo forte la porta.
Aveva promesso a Theodore che avrebbe fatto un giro
con lui al campo da Quidditch, visto che avevano la prima ora di buco quel giorno.
Ma poi il discorso avuto a colazione gli aveva fatto cambiare idea.
Voleva starsene per i fatti suoi.
Fece qualche passo verso il letto, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
Si avvicinò al suo comodino, pensieroso.
Il cassetto non era chiuso a chiave e qualcuno lo aveva anche richiuso malamente.
E si ricordava perfettamente di averlo sigillato con un incantesimo prima di uscire per fare colazione, come tutte le altre mattine d'altronde.
Guardò dall'altra parte della stanza, anche il cassetto di Theodore era stato forzato.
- Zabini è stato qui... - disse, stringendo i pugni.
Poi una consapevolezza lo colpì.
Se non aveva trovato il diario in camera loro, sicuramente ora sarebbe andato da Hermione.
Doveva avvisarla.
Uscì in fretta dalla stanza, rendendosi conto solo in corridoio che non avrebbe potuto avvicinarla senza destare l'attenzione degli altri Serpeverde.
Inoltre in quel momento era sicuramente in classe a sfoderare tutta la sua saccenza da Grifondoro.
- Vorrà dire che aspetterò il momento giusto - disse ghignando, fra sé e sé.
Si incamminò deciso, ma con passo più lento, verso le scale.

Hermione iniziò a correre, una volta fuori dall'infermeria.
Si sentiva una codarda a scappare così da Ron, ma non avrebbe resistito un minuto di più in quella stanza.
Come avrebbe fatto adesso con lui ? Con che parole lo avrebbe rifiutato ?
Sarebbero rimasti amici ?
Poi, un altro pensiero le balenò per la testa.
- E se invece mi mettessi con Ron... ?- pensò la ragazza, girando velocemente l'angolo che la separava dalle scale.
- Forse finalmente avrei accanto una persona che tenga davvero a me, che non mi farebbe mai del male, che non mi mentirebbe mai.
Si bloccò, più confusa che mai.
- Ma è questo che voglio ?
Alla fine Ron, come anche Harry, aveva più volte dimostrato di provare un affetto del genere per lei.
Ma questo era ben lontano dall'amore, dalla passione.
Solo ultimamente, quando due occhi grigi erano entrati nei suoi pensieri, aveva capito la differenza tra questi due sentimenti.
Riprese a correre a testa bassa, con più impeto di prima, non accorgendosi di qualcuno che procedeva nella direzione opposta.
Lo scontro fu inevitabile.
Hermione finì a terra, sbilanciata dalla sua borsa voluminosa - Ahia - disse subito dopo, con una mano sulla tempia.
Alzò lo sguardo, trovandosi davanti i due occhi in questione.
Malfoy la scrutò a metà tra il sorpreso e lo scocciato.
Con la mano si massaggiò la spalla.
- Non ti hanno insegnato a guardare avanti quando cammini ? Anzi, come Prefetto ti ricordo che non si deve correre nei corridoi!
Hermione non rispose e non tentò neanche di rialzarsi.
- Poi dovresti saperlo bene anche tu, o quella spilla che hai al petto la usi solo come accessorio per la divisa ?
Che aveva fatto di male quel giorno ?
- Cos'è ? ti sei mangiata la lingua per caso ? - le sibilò Malfoy, innervosito dal suo silenzio.
- C...Certo che no! - rispose finalmente lei, alzandosi e raccogliendo la sua borsa.
- Comunque cercavo proprio te Mezzosangue, che fortuna essersi incontrati... anzi scontrati... proprio ora - disse lui ghignando.
- Perché mi cercavi ? E' successo qualcosa ? - chiese subito lei, con un filo di preoccupazione.
- E' pericoloso parlarne qui - tagliò corto Malfoy, afferrandola per il polso. - Vieni con me.


- Potter - chiese la McGranitt, sistemando gli occhialetti sul naso - Mi può dire perché Weasley e Hermione Granger sono assenti ?
Harry imprecò mentalmente, perché almeno Hermione non era venuta a Trasfigurazione ?
- Sono in infermeria professoressa - rispose all'insegnante - Ron si è sentito male questa mattina ed Hermione è rimasta con lui.
Si udirono delle risatine maliziose provenienti da Seamus, Dean e da alcune ragazze di Corvonero.
La McGranitt li fulminò con lo sguardo, zittendoli all'istante.
- Va bene allora, iniziamo con la lezione di oggi. - disse asciutta, un secondo dopo.
Harry guardò tristemente fuori dalla finestra, un'altra interminabile ora di solitudine lo attendeva.

- Mi hai fatto perdere Trasfigurazione, Malfoy - berciò Hermione, quando lui le lasciò il polso.
- Che tragedia - fu la risposta ironica del Serpeverde - Come farà ora Megera McGranitt senza la sua pupilla a lezione ?
Quel tono sarcastico non fece che innervosirla ulteriormente.
- Inoltre perché mi hai portata proprio qui per parlarmi ? - continuò lei guardandosi intorno, non vedendo altro che montagne di lenzuola, asciugamani e divise scolastiche.
- Siamo nella lavanderia!
- Il tuo spirito di osservazione mi colpisce sempre, Granger.
Hermione sbuffò, odiava quando faceva così.
- I tuoi compagni sono a Erbologia adesso, potevamo parlare in un'aula vuota, no ? Oppure...
- Zabini è stato in camera mia...
La frase di Malfoy, le gelò le parole sulle labbra.
- Cosa ?
Draco si infilò le mani in tasca.
- Ha frugato tra le mie cose, ne sono sicuro - disse, spicciolo. - E anche tra quelle di Theodore.
Hermione lo fissò, pensierosa - Dici che ora sospetterà di me ?
Draco le si avvicinò di qualche passo - E' possibile, ma voglio che tu sia preparata lo stesso. Potrebbe cercare di entrare nella tua stanza.
- Impossibile - disse subito Hermione - Nessun ragazzo può entrare nei dormitori femminili, dovresti saperlo.
Malfoy la guardò con sufficienza - Potrebbe sempre mandare Pansy.
La faccia che fece, diede la conferma a Draco del fatto che la Granger non avesse minimamente pensato ad una cosa del genere.
- O potrebbe anche fare come ha fatto Nott... - continuò lui, avvicinandosi sempre di più a lei.
- Maledendo una delle oche con cui dividi la stanza.- dicendo questo, le mise una mano intorno alla vita, attirandola a sé.
Hermione lo guardò male - Smettila con questi giochetti - gli disse, svincolandosi a malincuore dalla sua presa.
- Sono ancora arrabbiata con te per ieri sera.
Gli occhi di Draco si assottigliarono.
- Con oggi siamo pari Mezzosangue - fu la gelida risposta del ragazzo - O volevi che lasciassi a Tiger e Goyle l'onore di fare a pezzi il tuo fidanzato che ami tanto ?
Hermione schioccò la lingua - Ron non è il mio fidanzato! E non sono nemmeno innamorata di lui, quindi finiscila con questa storia!
Non si era mai sentita tanto sicura in vita sua.
Malfoy la guardò, aveva uno sguardo indecifrabile. Non disse nulla per qualche secondo.
Chissà a cosa stava pensando in quel momento ? si chiese la ragazza.
-
Comunque Zabini sarà anche pazzo ma non è un imprudente come Nott - continuò lei, cercando di cambiare argomento - Poteva essere rintracciato ed arrestato per quell'Imperio!
- Ma non è successo, quindi non è detto che anche lui non ci provi - rispose finalmente lui, avvicinandosi nuovamente alla Grifondoro.
Ormai la forza di volontà di Hermione stava lentamente sfumando, permettendo a Malfoy di alzarle il mento e trovarsi faccia a faccia con lui.
- So badare a me stessa Malfoy, non ho bisogno che tu intervenga!
Lui ghignò, non si sarebbe aspettato niente di meno da lei.
- Mettiamo in chiaro un paio di cose, Mezzosangue...
Hermione trattenne il fiato. Lui le stava parlando ad un centimentro dalle sue labbra.
- Per prima cosa...io ti sto solo avvisando del fatto che Zabini potrebbe prendersela con te per quel diario... Conosco bene Blaise e so bene che presto farà la sua mossa, non so come, ma la farà.
Hermione ingoiò a vuoto.
Non riusciva a ragionare con il suo viso così vicino e il suo profumo che le riempiva le narici.
- Ok, farò attenzione... - fu le uniche parole che riuscì ad articolare.
- Seconda cosa...  - sussurrò Malfoy, accarezzandole le labbra con le sue con fare sensuale.
- Cosa ... ? - sussurrò lei, chiudendo gli occhi.
- Devi dire a Weasley... che tu sei solo mia !!! - disse, prima di baciarla con passione.
Il cuore di Hermione iniziò a galoppare in maniera forsennata mentre lui la stringeva, facendola sdraiare su un mucchio di lenzuola pulite.
Hermione sorrise tra sé e sé.
Ora le era chiaro il perché della lavanderia... Malfoy era sempre il solito.
Non seppe per quanti minuti fossero rimasti li a baciarsi su quelle lenzuola candide, ma un rumore alla sua destra le fece aprire gli occhi per un momento.
Quasi ebbe un infarto, nel vedere un'ombra accanto alla porta.
Hermione si tirò subito su a sedere, terrorizzata che fosse un professore.
Anche Malfoy si girò, imprecando mentalmente. Possibile che dovessero sempre interromperli sul più bello ?
Si aspettarono entrambi di vedere il crudele ghigno di Gazza, o anche la faccia sconvolta di Madama Chips...
Ma quello che Hermione vide, le fece mancare il respiro per diversi secondi.
Dall'altra parte della stanza, non vi era il custode o la Medimago... magari fossero stati loro.
Hermione si alzò immediatamente, facendo un passo verso la porta.
- Aspetta... lasciami spiegare - disse.
Ron la fissava ancora con la bocca aperta e gli occhi sgranati.
Ai suoi piedi vi erano le lenzuola che Madama Chips gli aveva chiesto gentilmente di portare in lavanderia.




*****

 



Fanciulli e fanciulle, (forse solo fanciulle, ma fa lo stesso).
Stavolta ho cercato di accorciare i tempi, anche perché fra qualche giorno è Natale e volevo cogliere l'occasione per augurare a tutti voi di passare delle bellissime feste.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se so che odiate il modo in cui li termino. xD
Non ci riesco, è più forte di me.
Come al solito, segnalatemi orrori/errori se ne ho fatti - E, conoscendomi, ci saranno sicuramente -
Passiamo ora ai ringraziamenti : 
Granger_  whatashame XnihalX  Fly_With_Me  B r e a t h e Katniss97  Tonna (mo tocca a te ad aggiornare u_u) e anche la dolce Seven, che mi ha scritto in posta^^

grazie a tutte per le vostre bellissime parole.
A presto!
Ale







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Capitolo 29
*** Piano B. ***


                                    D. come Draco, M. come Misogino    Cap. 29°


Hermione portò istintivamente una mano alla bocca.
La sua più grande paura si era appena concretizzata davanti ai suoi occhi, e nel modo peggiore.
Ron la stava fissando, pallido come non mai, con uno sguardo vuoto. Fissava lei, ma era come se non la vedesse realmente.
- Ron, io... - iniziò Hermione, dopo alcuni secondi di silenzio assordante.
Dopo il primo attimo di shock totale, Ron mise a fuoco il viso preoccupato della ragazza.
- Non dire niente... - sussurrò, ancora senza fiato.
Poi, una grande collera si fece largo in lui.
Lo sguardo che le lanciò, un misto di rabbia e delusione, le gelò il sangue nelle vene.
- R... Ron, mi dispiace così tanto! - sussurrò Hermione, avvicinandosi a lui con gli occhi lucidi.
Ron arretrò fino alla porta, mettendo distanza tra loro - Ti ho detto di TACERE, Hermione! - le urlò, costringendola a fermarsi.
Hermione lo fissò, mortificata ed affranta, mentre lottava con se stessa per non piangere di fronte a Ron e, soprattutto, davanti a Malfoy.
Draco Malfoy... per un attimo Hermione si era persino dimenticata di lui.
Eppure era immobile e silenzioso proprio dietro le sue spalle.
Strano, per un tipo zelante come lui.
Hermione non poteva vedere la sua espressione in quel momento e, da una parte, ne fu sollevata.
Essere l'artefice nella sconfitta peggiore per Ron da parte di Malfoy e leggere gioia nei suoi occhi, sarebbe stato troppo.
A causa sua, Ron l'avrebbe odiata per sempre.
Sì, era meglio per lei non sapere.
- Sai, Hermione... - iniziò Ron, riportando l'attenzione della ragazza su di lui.
Adesso si era voltato verso la porta, incapace di guardarla. Ma la sua voce risultò comunque più pacata, anche se trasparì ugualmente rabbia e frustrazione.
- Visto che mi sentivo molto meglio avevo deciso di raggiungerti a lezione, per parlarti del discorso che abbiamo interrotto in infermeria.
Il cuore di Hermione perse un battito.

- Mi piaci, Hermione, mi sei sempre piaciuta, solo che non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.

Cosa gli aveva fatto?
Si sentì un mostro.
Ron strinse i pugni con tanta forza da conficcarsi le unghie nella carne - Ma a quanto pare... - Continuò, con voce ferita - ... ho sbagliato a maledire Madama Chips per avermi costretto a portare le lenzuola in lavanderia prima di andare in classe. Se non fosse stato per lei, non avrei mai scoperto quanto bugiarda tu potessi essere. Ed io idiota che ti ho anche confessato i miei sentimenti! - disse, tutto d'un fiato e con le orecchie paonazze.
Hermione singhiozzò sommessamente.
- Weasley, dunque, si è dichiarato ? - pensò Malfoy, spostando lo sguardo su Hermione.
Non riuscì a non chiedersi cosa avesse provato la Granger in quel momento.
Ron mise una mano sulla maniglia, ma non aprì la porta.
- Per quanto tempo ancora mi avresti preso in giro? - disse, a denti stretti.
- Ron, io non volevo... - pigolò Hermione, con le lacrime agli occhi - Mi dispiace che tu l'abbia scoperto così... ma non volevo prenderti in giro...io... io non sapevo come dirtelo.
A quelle parole, Ron si girò come una furia - SMETTILA DI MENTIRE! - le urlò, facendola arretrare dalla paura.
- Io pensavo di essere corrisposto da te, invece tu te la spassavi alle nostre spalle con questa Serpe schifosa.
Finalmente Ron posò lo sguardo sulla causa di tutti i suoi problemi.
Malfoy, ormai in piedi, ricambiò il suo sguardo senza alcuna remora.
- TU... Ma certo! - tuonò.
- Cosa le hai fatto?
Si voltò a guardare la ragazza cercando di capire se fosse sotto Imperio.
Ma quando la guardò in viso e vide le lacrime di Hermione scendere prepotentemente sulle guance, Ron convenne tristemente che non avrebbe pianto se fosse stata maledetta... allora sicuramente Malfoy aveva usato qualche altra cosa per costringerla a baciarlo. DOVEVA essere per forza questo il motivo.
- Che filtro le hai dato? - gli chiese subito, facendo un passo verso il ragazzo con uno sguardo inferocito.
- Dimmelo!
Malfoy sospirò.
- Nessun filtro, Weasley. Mi dispiace per te.
Ron strinse i pugni.
- STAI MENTENDO!!! - tuonò nuovamente.
Malfoy si passò una mano fra i capelli.
Si sentiva strano.
Quella per lui doveva essere la più succulenta delle rivincite che da anni aveva promesso ai suoi nemici Grifondoro.
Ed invece non riusciva a gioirne.
Vedere Weasley perdere la testa in quel modo gli aveva ricordato per un momento se stesso.
E la cosa non gli era piaciuta per niente.
- No, è la verità. - disse nuovamente con voce calma e controllata, incrociando le braccia - Puoi chiederlo direttamente a lei se vuoi...
Hermione abbassò lo sguardo sotto quello furioso di Ron.
- E' vero, Ron. - disse, asciugandosi gli occhi con la manica della divisa.
- Non sono sotto l'influsso di niente... l'ho baciato perché lo volevo io.
Ci fu un attimo interminabile in cui Ron la guardò fisso negli occhi. Il dolore che Hermione lesse, le fece stringere il cuore dal dispiacere.
Poi, senza dire una parola, si voltò ed aprì la porta della lavanderia.
- Torno in infermeria. - Annunciò - Mi è tornato il mal di pancia.
Hermione allungò il braccio verso di lui - Ron, aspetta... - disse, cercando di non farlo andare via.
Ma Ron la bloccò con un gesto della mano.
- Hermione... - iniziò con voce sofferente, senza guardarla negli occhi - Non rivolgermi mai più la parola.
La Grifondoro impallidì.
- Non ti voglio più nella mia vita.
Detto questo, Ron uscì sbattendo la porta con la stessa rabbia con la quale aveva appena chiuso ogni rapporto con una delle persone più importanti della sua vita.


- Ehi, Pansy! - disse Blaise, non appena la lezione di Erbologia fu terminata.
La ragazza si fermò, facendosi superare dai compagni, che lentamente stavano uscendo dalla serra.
- Hai notato chi non è venuto a lezione ? - le sussurrò Blaise, non appena riuscì ad affiancarla.
- Sì, Draco... - rispose lei con un'espressione scocciata.
- Esatto! - disse il ragazzo, incamminandosi per ultimo con la compagna, in modo da poter parlare in santa pace.
- E sai chi prima mi ha detto una cosa interessante ? - continuò lui, con un'espressione malvagia.
Pansy lo guardò un po' incuriosita.
- No, di chi parli?
- Tiger.
La ragazza lo fissò, sorpresa - Da quando Tiger ti viene a raccontare delle cose?
Blaise sorrise - Beh... non l'ha proprio raccontato a me, diciamo che ne parlava con Goyle ed io ero proprio dietro di loro.
- E cosa dicevano di così importante quei due stupidi? - chiese Pansy, lanciando un'occhiata perplessa ai due compagni che li precedevano di qualche metro.
Ghignando compiaciuto, Blaise le spiegò nel dettaglio tutto quello che aveva detto Tiger a proposito dell'incontro tra la Granger, Weasley e Malfoy quella stessa mattina.
E di come Draco avesse volutamente lasciato andare i due Grifondoro, anche se Weasley li aveva insultati.
Quando Blaise terminò Pansy non potè far altro che fissarlo a bocca aperta.
- E' impossibile... non sembra neanche più lui... - asserì sconvolta - Fino a qualche tempo fa non avrebbe mai fatto una cosa del genere ... E' tutta colpa di quella sudicia Mezzosangue.
Blaise fece una faccia seccata, il punto per lui era un altro.
- Però tutto questo ci svela anche una cosa... - disse, mettendole un braccio intorno alle spalle.
- Cosa?
- Che uno di loro due potrebbe avere le foto.
Blaise non aveva fatto parola neanche con Pansy sull'esistenza del suo diario.
Anche se sicuramente era in mano nemica, non aveva ritenuto necessario che anche lei sapesse. Con il rischio poi che scoprisse il vero motivo per cui aveva accettato di aiutarla con Malfoy.
Senza contare che aveva già deciso di cancellare ogni ricordo di chiunque lo avesse letto, il fatto che fosse illegale e pericoloso non lo aveva impensierito minimamente.
- Da quello che dici, deduco che stamattina tu non le abbia trovate in camera di Draco e Nott. - disse la Serpeverde, accigliata.
Zabini la guardò storto, fermandosi davanti alle scale che portavano ai sotterranei.
- E' stato un buco nell'acqua, ma era abbastanza prevedibile visto che questi trucchetti sono la specialità di Nott.
Pansy fece una faccia confusa.
- Aspetta, Blaise... - iniziò, incrociando le braccia - Se sei così sicuro che le foto le abbia prese Nott, perchè dovrebbero averle quei Grifondoro? Non ho mai visto Theodore insieme ad uno di loro.
Blaise ghignò della sua ottusità - Io invece sono convinto che le abbia date alla Granger in qualche maniera... magari grazie al nostro amato Draco.
- Cosa? Quindi Draco adesso saprebbe tutto? - chiese Pansy, con una nota di paura nella voce.
Blaise ci pensò su.
Per come lo conosceva, se Draco avesse realmente scoperto del ricatto, sicuramente sarebbe corso da lui a picchiarlo o maledirlo.
Anche se era altresì vero, che il Draco che aveva conosciuto lui non si sarebbe mai interessato ad una sporca Mezzosangue come la Granger.
- Non lo so. - rispose alla compagna, fissandola seriamente.
- Per questo dovrò mettere in atto il mio piano B.
- Eh? - squittì la ragazza con una faccia sorpresa - Hai un piano B ?
- Ovviamente Pansy ! - rispose lui, schioccando la lingua. Per chi lo aveva preso quella stupida?
- Ci sto lavorando da due settimane ormai.
Gli occhi di Pansy ormai erano grossi come due galeoni.
- Di che si tratta? - chiese con impazienza.
Blaise si guardò intorno, per essere sicuro che nessuno li stesse spiando, soprattutto Nott.
- Ti dirò tutto, ma mi servirà il tuo aiuto con Weasley.
- Con Weasley? - Pansy fece una faccia scura.
- Sì, ti avevo già spiegato il tuo compito con lui, anche se non ti avevo detto a cosa sarebbe servito.
Pansy arricciò il naso - E' vero ma Weasley mi odia, come lo detesto anche io dopotutto. Pensavo di potermi avvicinare a lui seducendolo, ma non ci sono riuscita... di questo passo non riuscirò mai a fare ciò che mi hai chiesto.
Lo sguardo di Blaise cambiò radicalmente.
Con uno scatto le afferrò il polso in malo modo - Invece ci riuscirai stasera stessa, con la forza se necessario... - disse con voce dura e decisa.
Pansy si sentì in soggezione sotto lo sguardo del compagno; la stava fissando con uno sguardo da folle.
- V-Va bene... - disse meccanicamente - Durante la ronda di stasera non fallirò.
Blaise sembrò soddisfatto, la lasciò andare ed iniziò a scendere le scale in silenzio.
Pansy tirò un sospiro di sollievo, massaggiandosi il polso.
Che gli era preso?
Per un attimo Blaise le aveva fatto davvero paura.


- Dove credi di andare? - Draco si parò davanti ad Hermione con uno sguardo intimidatorio.
La ragazza si mise la borsa a tracolla e cercò di superarlo per aprire la porta della lavanderia, aveva gli occhi rossi di pianto e lui detestava vederla in quello stato.
- Vado da Ron - ripose lei trafelata, sfuggendo al suo sguardo.
- Non l'hai sentito ? - le sibilò Malfoy, contrariato - Non credo che abbia molta voglia di parlarti adesso.
A quelle parole Hermione si bloccò, guardandolo a bocca aperta.
- Ma io devo spiegargli tutto, non posso perderlo così... senza fare nulla.
Una stilettata di gelosia colpì il Serpeverde.
- E così siete solamente amici e Weasley non è innamorato di te, eh? - disse, riferendosi alla dichiarazione.
Il suo tono ironico non piacque per niente ad Hermione.
- Malfoy, non iniziare adesso...
Per la seconda volta cercò di superarlo ma, senza neanche accorgersene, si ritrovò con le spalle al muro e le forti braccia di Malfoy che le ostruivano ogni possibile via di fuga.
- Non darmi ordini, Granger - le sussurrò lui a fior di labbra, sentendo una gran rabbia pervaderlo. Insieme ad un desiderio selvaggio di strappare ad Hermione tutti i vestiti di dosso e farla sua su quelle candite lenzuola.
- Non andrai da lui, non oggi almeno.
Hermione cercò di divincolarsi.
- Lasciami Malfoy, mi stai facendo male! - si lamentò invano. Ma, per tutta risposta, la presa sulle sue braccia si fece più intensa.
- E cosa vorresti dirgli di diverso da prima? Sentiamo... - ringhiò lui, guardandola negli occhi.
- Che è stato solo un errore con me e che ci hai ripensato?
Quella frase le fece dilatare gli occhi per lo stupore.
- Eh?
Che diavolo stava dicendo Malfoy? E cos'era quel tono con cui le si stava rivolgendo? Non sembrava infastidito o ironico.
Aveva persino percepito una nota di ansia mista a rassegnazione e rabbia nella sua voce. Ma forse se l'era solo immaginato...
Il Serpeverde però non aspettò neanche una sua risposta.
- Cosa hai provato quando si è dichiarato? - le chiese, spiazzandola completamente.
Ci fu un attimo di silenzio in cui i due ragazzi si guardarono negli occhi.
Alla fine Draco non era riuscito a non farle quella domanda. Doveva sapere a tutti costi.
- Io... - tentennò lei, sentendosi più confusa che mai.
- Dimmi cosa hai provato, Hermione... - la incalzò nuovamente con voce roca.
Alla ragazza mancò il fiato.
Malfoy l'aveva appena chiamata per nome!!! E non l'aveva fatto per fare un torto a qualcuno, come invece era successo in passato.
Erano soli. Lei e lui. Nessun altro.
Ma l'aveva comunque chiamata per nome.
Lo fissò, imbarazzata da morire.
- Ero confusa e terrorizzata all'idea di perdere la sua amicizia... ecco cosa ho provato! - rispose, cercando di riassumere quel mare di emozioni che in quel momento vorticavano nella sua testa, chiedendosi oltretutto se Malfoy stesso si fosse accorto di come l'avesse chiamata.
- Tengo molto a Ron, ma non nel modo in cui credi te. E' il mio migliore amico, e l'ho ferito davvero molto oggi - abbassò lo sguardo, addolorata.
- Probabilmente non mi perdonerà mai. Ma almeno devo spiegargli com'è andata veramente. Glielo devo, lo capisci? finì, con voce affranta.
Draco sospirò, sentirla parlare con quella voce ferita era straziante.
- Mi sto fidando di te... - disse a mezza bocca, mozzandole il respiro.
- Spero solo che un giorno non me ne dovrò pentire.
Il cuore della ragazza accellerò di colpo, mentre sentiva la presa di lui allentarsi, prima di lasciarla libera del tutto.
- Grazie... - Hermione gli sorrise, con gli occhi lucidi.
Fece qualche passo verso la porta, prima di fermarsi nuovamente.
- Cos'è... - disse Draco, con un sorrisetto impertinente - Hai già cambiato idea?
- No. - sussurrò lei, senza neanche voltarsi.
- Mi sono solo ricordata che anche io ho una cosa da chiederti prima di andare.
- Ah sì? - disse Malfoy - Cosa sarebbe?
La ragazza fece un bel respiro.
- Cosa c'è stato veramente tra te e la Parkinson? - esordì, prima che la sua razionalità le imponesse di tacere.
Draco sgranò gli occhi, regalandole uno sguardo sorpreso che però lei non potè vedere.
Quella Mezzosangue riusciva davvero a stupirlo come nessun'altro.
Perché mai gli stava chiedendo una cosa del genere in quel momento ?
- Cosa provavi veramente per lei? - gli chiese nuovamente Hermione, mal interpretando il suo silenzio.
Malfoy incrociò le braccia. Il suo sorrisetto era sparito totalmente.
- Solitamente, quando si fa una domanda e si vuole una risposta, è buona educazione guardare in faccia il proprio interlocutore. Quindi voltati, o non l'avrai.
Non percependo alcuna ironia nella sua voce, Hermione si voltò con il cuore in gola.
Cosa aveva fatto? Perché non era stata zitta?
In quel momento non era più così sicura di volerlo sapere.
Ma affrontò ugualmente lo sguardo glaciale del Serpeverde.
- Ora va molto meglio... - disse Malfoy, con uno sguardo indecifrabile.
Hermione sospirò - Ora puoi rispondermi.
- E ti prego di essere sincero, perché anche io mi sto fidando di te...
Quelle parole colpirono Malfoy più di quanto apparentemente non diede a vedere.
- Vuoi sapere se ero innamorato di lei, per caso? - le chiese seriamente.
Hermione annuì, mordendosi un labbro.
- La risposta è No. - disse lui, con voce decisa.
Ma la ragazza non si sentì ancora soddisfatta - Ma è stata la tua storia più importante! - replicò, con le sopracciglia aggrottate.
Malfoy ridacchiò.
- E allora? Solo per il fatto che sia durata più delle altre non significa niente.
Hermione si sentì ancora più confusa.
- Ed allora perché stavi con lei?
Draco sospirò. Visto che lei gli aveva chiesto di essere sincero, tanto valeva che lo fosse fino in fondo.
- Io e Pansy siamo stati promessi in matrimonio.
Hermione sentì tutta l'aria andare via dai suoi polmoni.
Vedendo la sua espressione Malfoy si affrettò a precisare.
- E' stata una decisione delle nostre famiglie, noi non siamo stati interpellati più di tanto.
Ma l'espressione di Hermione non cambiò.
- Volevi che fossi sincero, Mezzosangue. - disse lui, con una faccia scocciata - E lo sono stato.
Ma lei continuò a guardarlo in silenzio.

- Io e Pansy siamo stati promessi in matrimonio...

Hermione si maledì per aver fatto quella maledetta domanda nel giorno che già aveva classificato come il peggiore della sua vita.
- Q-Quindi... dovrai sposarla? - pigolò, non appena ebbe ritrovato la voce.
- Ovvio che no. - rispose subito Malfoy, avvicinandosi a lei.
- Ho rotto il nostro fidanzamento nel momento in cui ho scoperto che era stata con un altro.
Ma Hermione non si sentì affatto meglio.
- Ma hai picchiato Zabini e ti sei vendicato di lei facendola ingelosire con me... perché hai fatto tutto questo se non l'amavi?
Lo sguardo di Malfoy cambiò radicalmente.
- Perché mi hanno mancato entrambi di rispetto, mi hanno tradito... e dovevano essere puniti. - rispose duramente.
- Non amavo Pansy, ma era comunque destinata a diventare una Malfoy ed il suo comportamento da sgualdrina non ha fatto altro che disonorare le nostre famiglie.
Hermione strinse i pugni, abbassando lo sguardo.
- Quindi... hai iniziato a frequentarmi solo per punirla?
Il Serpeverde assottigliò gli occhi.
- Sei proprio una sciocca, Mezzosangue...
La voce seria di Malfoy, le fece rialzare lo sguardo.
- Ti sembra che ci sia Pansy qui con noi?
Hermione lo fissò un po' perplessa.
- Hai dovuto nasconderglielo solo per la storia del ricatto.
Malfoy sospirò, allora la Granger non voleva proprio capire.
- E perché starei continuando a vederti di nascosto secondo te?
La ragazza ci pensò su.
- Be' ... tecnicamente le foto ed il diario sono in mano nostra, quindi grazie a me potresti vendicarti tranquillamente di entrambi al momento giusto.
Draco si grattò la nuca, quasi esasperato - Per favore, Granger, sii realista! Lo sai benissimo che non mi sarei mai spinto fino a questo punto con te solamente per fare un torto a quella stupida oca di Pansy Parkinson.
Qualcosa scoppiò nel petto di Hermione.
Sentì il macigno che quel giorno si era posato sul suo cuore, farsi più leggero.
- Soddisfatta adesso? - chiese Malfoy con aria strafottente, vedendo il viso di lei rilassarsi.
Hermione gli sorrise radiosa, prima di fare l'unica cosa che ancora non aveva mai avuto il coraggio di fare.
Annullò velocemente la distanza tra loro e, dopo essersi messa in punta di piedi, gli regalò un delicato bacio sulle labbra.
- Sì, ora sono soddisfatta... grazie... - gli sussurrò, prima di staccarsi da lui e sparire dietro la porta.
Malfoy era rimasto pietrificato.
Era la prima volta che lei lo baciava di sua iniziativa, visto che era sempre stato lui a fare il primo passo.
Quel bacio, così dolce quanto inaspettato, lo aveva spiazzato totalmente facendo comparire un leggero rossore sulle sue guance.
- Chi le capisce queste donne... - disse tra sé e sé.
Un sorriso felice si fece prepotentemente strada sul suo viso.

Hermione raggiunse correndo l'infermeria.
Sapeva benissimo che non si doveva correre per i corridoi, ma quella era un'emergenza e doveva parlare con Ron il prima possibile.
Arrivò alla porta ansimante, prima di fissare con terrore la maniglia.
Malfoy aveva ragione, cosa gli avrebbe detto di diverso questa volta?
In ogni caso Ron non l'avrebbe mai perdonata.
Strinse le mani al petto, cercando di calmarsi. Ma proprio in quel momento la porta dell'infermeria si aprì, facendole incrociare due occhi verde smeraldo.
- Hermione! - esclamò Harry, sorpreso - Dove diavolo eri finita?
Poi il suo sguardo si fece più duro e con un gesto bloccò l'amica - Anzi, non dirmelo, so benissimo dov'eri e con chi.
Un brivido freddo scivolò per la schiena della ragazza.
Harry dunque sapeva già tutto. Era evidente che Ron non avesse perso tempo nell'informare il loro amico su quanto era successo.
- Hai... Hai parlato con lui? - chiese Hermione, mordendosi il labbro.
- Purtroppo sì...
Si creò un silenzio imbarazzante.
- Sono venuta anche io per parlargli - puntualizzò lei, cercando di superare l'amico, ma venne trattenuta per un braccio.
- Non ora, Hermione... - disse Harry con decisione - Vederti in questo momento sicuramente lo farà solo stare peggio... è meglio se magari aspetti domani.
L'amica gli lanciò uno sguardo triste, prima di annuire mestamente.
Harry era stato abbastanza freddo con lei, sicuramente anche lui era arrabbiato per quello che era successo.
Hermione ripensò con terrore al periodo passato da sola a terzo anno, quando entrambi i suoi migliori amici non le avevano rivolto la parola per diverso tempo.
Sperò con tutto il cuore che non si ripetesse una cosa del genere, non si era mai sentita così sola in vita sua come in quel periodo.
- Ha detto qualcosa la McGranitt? - si azzardò a chiedere, scacciando quei pensieri dalla sua testa.
- Ha chiesto solo il motivo della vostra assenza, tutto qui ... - le rispose Harry, incamminandosi verso le scale.
Hermione si affrettò a seguirlo.
- Ma Ron farà la ronda di stasera? Se non se la sente posso sostituirlo io.
L'amico la fulminò con gli occhi.
- Non lo so, Hermione, e sinceramente non credo che al momento gli interessi.
La Grifondoro sentì lo stomaco contorcersi.
- Sei arrabbiato anche te?
Harry si prese qualche secondo per pensare.
- Sì ... - rispose poi a mezza bocca, aumentando l'andatura per distanziarla.
Hermione gli corse dietro - A...Aspetta, Harry, non fare così ... ti prego! - lo supplicò, afferrandolo per un braccio per costringerlo a fermarsi.
- Ho fretta, scusami - rispose lui, divincolandosi - Fra poco inizierà Divinazione a cui tu non partecipi, perché non torni in lavanderia ad amoreggiare con quella Serpe?! - gli uscì con cattiveria.
Hermione si bloccò all'istante, ferita dalle parole di quello che doveva essere il suo migliore amico.
- Perché mi tratti così? - sussurrò con forza, guardandosi intorno sperando che nessuno avesse udito le parole del ragazzo. Anche se fortunatamente il corridoio era deserto in quel momento.
Harry si voltò, con un vago senso di colpa che gli attanagliava le viscere, ma che comunque ignorò.
- Perché hai rovinato tutto, Hermione!!! - rispose con rabbia - Hai rovinato l'amicizia con Ron, costringendo anche me a mentirgli continuamente in questo periodo... compreso poco fa, quando mi ha chiesto se sapessi qualcosa di te e Malfoy.
Hermione lo fissò basita per qualche secondo, prima di esplodere come una bomba ad orologeria.
- Premettendo il fatto che non ti ho mai costretto a fare un bel niente... - iniziò, con le braccia sui fianchi - Ti voglio solo far notare che non gli hai mentito su me e Malfoy, visto che effettivamente non ti ho mai detto niente.
Harry la fronteggiò a testa alta.
- E' vero, non mi hai costretto... e sapevo solo che provavi un interesse per lui... ma quello che hai fatto è comunque imperdonabile!
- Imperdonabile, dici? - sussultò lei, scandalizzata - Non sapevo che Ron sarebbe venuto in lavanderia e non l'ho certamente fatto di proposito... a differenza sua, quando si è messo con quell'oca di Lavanda sapendo bene che io fossi lì a guardarli.
- Che c'entra Lavanda adesso? - disse Harry, stupito che lei la tirasse in ballo quel frangente - Tu sicuramente non gli avevi confessato i suoi sentimenti...
Hermione adesso era veramente arrabbiata.
- Mi sembrava che fossero abbastanza chiari però, tu stesso te n'eri accorto e sei venuto a consolarmi.
- Erano chiari per tutti meno che per Ron ...
- Be', questo non è certamente un problema mio, Harry. - rispose lei, sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi - Immagino cosa provi ora Ron, visto che io stessa ci sono passata. Ma non capisco perché anche tu sia arrabbiato con me.
Harry fece per rispondere, ma l'amica lo bloccò.
- Inoltre... - continuò la ragazza, ormai incapace di zittirsi - Non mi è sembrato che tu quella volta abbia preso posizione, a differenza di oggi. Non riesco quindi a capire se la tua sia solo solidarietà maschile o stupidità maschile.
- Lavanda non è certo Malfoy! - provò a difendersi Harry, però con scarsi risultati visto che l'amica sembrava essere sul piede di guerra.
- E cosa cambierebbe?
Harry sospirò - Non sono io a dovertelo dire...
Hermione cercò di calmarsi, visto che la sua agitazione si stava trasformando in furia cieca.
- No infatti, non sei tu che devi dirmelo. E' la mia vita, Harry, sono i miei sentimenti e nessuno di voi ha il diritto di giudicarli. Capisco che Ron non voglia perdonarmi ma se anche te vuoi lasciarmi sola in questo momento, tanto vale che porti tu stesso quella stupida foto alla McGranitt. Almeno in un colpo solo vi libererete sia me che di Malfoy.
Harry la fissò sconcertato.
Come aveva potuto solo pensare che lui volesse questo?
Ma Hermione non aspettò una risposta, si voltò e marciò dalla parte opposta a quella del ragazzo.
- Ed ora dove stai andando? - le urlò dietro.
La ragazza neanche si voltò.
- Devo finire il tema di Artimanzia, vai pure a lezione da quella impostora della Cooman. Ho da studiare una vera materia, IO!!!
Harry si passò una mano tra i capelli.
Forse aveva esagerato con lei, ma adesso sarebbe stato tutto più difficile a causa del casino che era successo con Ron.
Sospirò, preparandosi mentalmente nel ricevere anche qualche profezia di morte e sofferenza nell'ora seguente.


Ron aprì gli occhi con fatica.
La pozione che Madama Chips gli aveva dato per dormire aveva funzionato perfettamente ed anche il suo mal di stomaco sembrava essere scomparso.
Però, non appena fu sveglio, un'immagine terribile si fece strada tra i suoi ricordi.
Hermione e Malfoy sdraiati a baciarsi tra le lenzuola della lavanderia.
- Non è possibile... - sussurrò, mettendo la testa sotto il cuscino.
Non poteva essere accaduto veramente.
E proprio nel giorno in cui si era deciso di rivelarle i sentimenti che da anni provava per lei.
- Non sono sotto l'influsso di niente... l'ho baciato perché lo volevo io.
Le parole di Hermione gli rimbombarono della testa.
- Che stupido che sono... - disse affranto.
Con che coraggio l'avrebbe guardata ancora ?
Dopo qualche minuto di completa disperazione decise comunque di alzarsi.
Sentì il bisogno di parlare nuovamente con Harry, solo lui poteva capirlo.
Guardò distrattamente l'orologio, sussultando quando vide le lancette segnare le nove meno cinque.
- Oh, Miseriaccia!!! Ma quanto ho dormito? - urlò, prendendo di corsa il suo mantello - Fra cinque minuti ho la ronda con la Parkinson ed ho anche perso la cena.
Si guardò intorno alla ricerca della Medimago per avvisarla che stesse andando via, ma l'infermeria gli sembrò deserta.
- Ripasserò domani per scusarmi... - si ripromise, aprendo la porta ed iniziando a correre verso il corridoio dove aveva appuntamento con la Serpeverde.

- Sei in ritardo, Weasley. - la voce irritata di Pansy Parkinson, lo accolse in tutta la sua dolcezza.
- Non scocciare Parkinson, ero occupato e poi non sono in ritardo - le rispose stizzito il Grifondoro.
Dopo quello che era successo quella mattina, non voleva rivolgere neanche una parola a quella megera.
E pensare che aveva riso di lei quando gli aveva detto che Hermione e Malfoy si piacevano.
- Siamo nervosetti stasera, eh ? - gli rispose la ragazza, con un sorrisetto impertinente.
Per un attimo fu tentato di dirle cosa avesse visto in lavanderia solo per farle togliere quel ghigno insopportabile dal viso.
Ma la sua coscienza non glielo permise.
Quella Serpe stava ancora ricattando Hermione dopotutto...
Sentì una dolorosa fitta al cuore, pensare a lei gli faceva troppo male.
- Iniziamo con i sotterranei e cerchiamo di fare in fretta che sono stanco... - disse, non degnandola di uno sguardo.
Pansy assottigliò gli occhi, doveva sbrigarsi se voleva riuscire nel piano.
Aspettò che Weasley le desse le spalle, prima di puntargli contro la bacchetta.
- Confundus ! - recitò, con un'espressione maligna.



****

Ciao a tutti !!!
Finalmente sono riuscita ad aggiornare la storia. Sapete, dopo l'ultimo aggiornamento mi si è rotto il pc e sono rimasta bloccata per diverso tempo. -.-
Sono indietro anche con le recensioni sulle storie che stavo seguendo!
Ma quel santo del mio ragazzo mi ha comprato un pc nuovo *.* e per fortuna avevo salvato una buona parte del cap nella mail. (e menomale)
Vi ringrazio di cuore per tutte le belle parole che mi scrivete ad ogni aggiornamento!!! Ogni volta mi si illuminano gli occhi!!!
Un bacio speciale a :  Tonna,  Kia_chan_93, Fly_With_Me, ValePG, B r e a t h e, seven & Tanny.

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Capitolo 30
*** Una lunga, lunghissima giornata! ***


                           D. come Draco, M. come Misogino    Cap. 30°



Harry scese lentamente le scale che portavano alla Sala Comune dei Grifondoro.
Erano quasi le otto e molti studenti avevano iniziato a scendere dai dormitori per andare in Sala Grande a fare colazione.
Si voltò speranzoso verso il camino ormai spento, dove solitamente una folta chioma castana lo aspettava per lamentarsi di quanto fossero in ritardo.
Ma non quella mattina.
Svogliatamente lasciò cadere la borsa a terra, sedendosi su una delle comode poltrone rosso-oro.
Quel giorno aveva meno voglia del solito di andare a lezione.
- Ciao Harry!
Una vocina squillante attirò la sua attenzione.
- Ehi, buongiorno Ginny! - rispose sorridente, prima di essere letteralmente ricoperto da una lunga e lucente chioma color rame.
Forse quella giornata non era del tutto da buttare, pensò mentre la stringeva.
- Ron dov'è? - chiese Ginny, non appena si fu staccata da lui.
- Si sta ancora vestendo, è in ritardo come al solito.
Lei lo guardò con un velo di apprensione - E... come sta?
Harry ricambiò il suo sguardo preoccupato - E' di umore nero... - rispose mestamente - Ieri sera poi ha avuto anche la ronda con la Parkinson, ho provato ad aspettarlo alzato per parlare con lui ma ero così stanco che mi sono addormentato.
Ginny sospirò, sedendosi accanto a lui.
- Capisco... - disse, mordendosi un labbro pensierosa - Ieri sera ho parlato con Hermione e mi ha raccontato tutto...
Harry sospirò. Anche lui il pomeriggio precedente avrebbe voluto parlare con Hermione per desisterla nuovamente dai suoi propositi di stare con Malfoy, ma ogni volta che aveva provato ad avvicinarla, lei si era volatilizzata come se le avessero lanciato un incantesimo evanescente.
- Avrei bisogno anche io di parlarle... - disse, lanciando uno sguardo cupo per la Sala Comune - Spero solo che non sia già scesa o che non scenda dopo Ron.
Ginny lo fissò con uno sguardo indagatore.
- Spero che non vorrai ripeterle le stesse cose di ieri mattina! -esordì, con un cipiglio severo.
Harry si sentì un po' a disagio - Ti ha raccontato anche della nostra discussione?
- Ovviamente... - rispose Ginny, incrociando le braccia - E mi dispiace deluderti, ma sicuramente è già uscita dalla torre.
Harry le lanciò uno sguardo sorpreso quanto perplesso - Come fai a saperlo? Sei scesa dopo di me!
Ginny gli sorrise con un'espressione impertinente stampata in viso - Ieri sera mi ha avvisata che questa mattina si sarebbe alzata presto per studiare Rune Antiche, quindi se proprio vuoi parlare con lei dovresti cercarla in biblioteca.
Harry sbuffò. Certo, come no, studiare Rune Antiche di prima mattina. Per quanto Hermione fosse una maniaca dei compiti questo era decisamente troppo persino per lei.
La verità, si ritrovò a pensare con rammarico, era che non volesse incontrare lui e Ron... o, peggio ancora, avesse appuntamento con qualcuno di loro conoscenza.
- Si può sapere che cosa ti è preso, Harry? - chiese Ginny, distraendolo dai suoi pensieri - Capisco che sia stato un brutto momento, ma darle contro in quel modo non aiuterà certamente Ron.
Harry strinse le labbra.
- Lei ha sbagliato. E non sembra neanche pentita di quello che ha fatto.
La ragazza alzò un sopracciglio - Perché? Cosa avrebbe fatto di così grave?
Harry la fissò stralunato - Ma sei impazzita anche tu? Stiamo parlando di Draco Malfoy! - sussurrò con forza, guardandosi intorno, sperando che nessuno stesse prestando loro attenzione.
- Anche volendo passare sopra a questa storia del ricatto che ci ha coinvolti tutti, devo ricordarti io di chi è figlio? Cosa pensa dei Babbani e dei Mezzosangue? Senza contare cosa ti ha spinta a fare suo padre nel tuo primo anno ad Hogwarts?!
Ginny impallidì, non avrebbe voluto ricordare mai più quell'esperienza. Nello stesso modo in cui Harry non sarebbe mai riuscito a dimenticarla.
Ginny Weasley aveva rischiato seriamente di morire nella Camera dei Segreti quella volta. Al solo pensiero, un brivido scosse il Grifondoro.
- Le persone cambiano, Harry... - disse lei semplicemente, cercando di scacciare quei ricordi dalla sua testa.
- E poi stiamo parlando di Hermione, non è certo una sprovveduta.
Harry sospirò.
- Sprovveduta o no, ieri ha distrutto la sua amicizia con Ron. E le persone cambieranno anche, ma stiamo sempre parlando di Malfoy. Permettimi il beneficio del dubbio!
Ginny però non sembrava demordere.
- Senti, capisco che Ron adesso sia arrabbiato con lei, ma tu sei suo amico! - disse, posandogli delicatamente una mano sulla spalla - Dovresti starle accanto dopo tutto quello che è successo in questi giorni.
Harry abbassò la testa, pensieroso.
- Non è così facile... non se sta con quel serpente!
- Lo so, capisco che tu sia preoccupato per lei per il fatto che possa essere ingannata da Malfoy, anche io ci ho pensato, sai? - gli rispose la ragazza con decisione - Ma da quello che mi ha raccontato Hermione, sembra che anche Malfoy tenga realmente a lei... forse per una volta dovresti farti da parte e comportarti da amico, non da fidanzato geloso. - L'ultima frase era stata pronunciata con un pizzico di invidia. Ginny sperò con tutto il cuore che Harry non se ne fosse accorto.
- Cosa dici? - berciò il ragazzo, con la faccia sconvolta - Io SONO suo amico, è per questo che mi preoccupo per lei e mi preoccupo anche di Ron, se fossi io al suo posto penso che impazzirei.
Ginny gli sorrise con dolcezza - Oh, Harry... - sussurrò, abbracciandolo. - Ma non sei al suo posto! E poi pensi che non sia preoccupata anche io per mio fratello? Ma non posso voltare le spalle ad Hermione perché si è innamorata di un altro ragazzo. I sentimenti e la vita di Hermione riguardano solo lei, come anche il rapporto tra lei e Ron... riguarda solo loro due.
Harry la fissò. Ginny era veramente cresciuta nell'ultimo anno ed era maturata molto... sicuramente molto più di lui, si ritrovò a pensare stupito.
- Inoltre ... - continuò la ragazza, fissandolo seriamente - Hermione è sempre stata molto corretta con Ron, non lo ha mai illuso e non si è mai messa con qualcuno solo per ripicca nei suoi confronti... in quel caso stai pur tranquillo che sarei stata la prima ad essere arrabbiata con lei.
Harry arricciò il naso - Non vorrai anche tu tirare in ballo Lavanda spero! - disse, alzando un sopracciglio.
Ginny non si scompose - Invece sì! - rispose con forza, facendo sospirare il suo ragazzo - Perché se c'è qualcuno che ha sbagliato in passato, quello è proprio Ron. Eppure tu non gli hai detto nulla, ti sei comportato da amico rimanendogli accanto anche se sapevi che Lavanda non fosse quella giusta per lui.
Il Grifondoro si passò una mano tra i capelli, già abbastanza scarmigliati quella mattina.
- Lavanda non è come Malfoy, lo sai bene...
- Sì, certo. - rispose Ginny, con sicurezza - Ma voglio bene ad Hermione e voglio che sia felice quindi le rimarrò amica, qualsiasi cosa accada. E dovresti farlo anche tu!
Harry rimase imbambolato a fissarla mentre la Sala Comune si stava lentamente svuotando, segno di quanto dovessero essere in ritardo per la colazione.
Forse Ginny non aveva tutti i torti. Pensò il ragazzo, un po' accigliato.
Se Hermione voleva essere presa in giro da quella Serpe avrebbe dovuto lasciarglielo fare e rimanerle accanto per consolarla quando avrebbe scoperto di essere stata illusa, perché, a differenza di Ginny, era convinto che Malfoy non facesse sul serio con lei. Soprattutto non avrebbe dovuto lasciarla sola nella storia del ricatto, visto che lei gli era stata sempre accanto nei momenti difficili.
- Va bene Ginny. - disse alla fine, sospirando - Cercherò di chiarire con lei appena la vedrò.
La ragazza gli fece un gran sorriso, prima di abbracciarlo, anzi, stritolarlo con gioia.
Proprio in quel momento, Ron fece capolino dalle scale.
- Harry, menomale che sei qui! - disse scendendole due a due fino a trovarsi, dopo pochi passi, davanti a loro. - Pensavo che fossi andato a fare colazione senza di me! - puntualizzò, un po' nervoso.
- Certo che no, ti ho detto che ti avrei aspettato qui! - rispose subito Harry, alzandosi dal comodo divano - Sbrighiamoci o non troveremo niente da mangiare.
Ron annuì prima di voltarsi, scuro in viso, verso la sorella.
- Ginny, hai visto Hermione per caso? - chiese, stupendoli entrambi.
Lei infatti non credeva che Ron avrebbe mai avuto il coraggio di chiederle apertamente di Hermione, visto quello che era accaduto il giorno prima.
- Veramente no. - rispose un po' in ansia - So solo che è uscita presto per andare a studiare in biblioteca.
Ron aggrottò le sopracciglia.
- Meglio così... - sentenziò, gelido- Non ho proprio voglia di vederla già di prima mattina.
Ci fu qualche secondo di silenzio e, quando Ginny aprì la bocca per dire qualcosa, il fratello afferrò Harry per la manica della divisa.
- Forza, andiamo a mangiare! - disse, trascinando di peso l'amico attraverso il buco del ritratto.
Harry ebbe solo il tempo di salutarla con un cenno, prima che la Signora Grassa chiudesse il passaggio dietro di loro.
Ginny sospirò.
Sicuramente sarebbe stata una lunga giornata.


Blaise entrò nella Sala Grande e cercò con lo sguardo una persona in particolare.
Non appena la ebbe individuata marciò dritto verso di lei, sedendosi nel posto accanto.
- Ho avuto il tuo biglietto - le sussurrò a mezza bocca, con un ghigno maligno.
Poi si avvicinò al suo orecchio destro, facendola rabbrividire.
- Sei stata davvero brava...
Pansy sorrise compiaciuta, continuando a sorseggiare il suo thé.
Blaise controllò che nessuno li stesse ascoltando, per sua fortuna Malfoy e Nott non erano ancora arrivati.
- Adesso dobbiamo solo aspettare il tempo necessario e poi sarà tutto pronto per agire.
Pansy si voltò accigliata verso di lui.
- Lo so, Blaise... ma io odio aspettare!
- Già, anche io. - le rispose lui, prendendo una fetta di pane tostato.
- Ma finché non sarà tutto pronto, non possiamo fare altrimenti.
In quel momento entrarono Harry e Ron nella sala.
Pansy fece un leggero cenno divertito al compagno guardando verso il tavolo dei Grifondoro, dove Potter e Weasley erano diretti.
Zabini ghignò, ma un dubbio atroce lo fece voltare nuovamente verso di lei.
- Sei sicura che non ricordi niente? - le chiese, con una punta di perplessità. D'altronde Pansy Parkinson non aveva mai brillato per la sua bravura a scuola.
La ragazza lo fissò un po' offesa.
- Certo Blaise, per chi mi hai presa?
- Per una sciocca! - avrebbe voluto risponderle. Ma non lo fece.
- Ok, ok! Era solo per essere sicuro. Non voglio imprevisti. - disse invece, tagliando corto per rabbonirla.
Pansy gli lanciò un'occhiata perplessa ma non disse nulla, prima di tornare felicemente al suo the.

- Ti ho già chiesto scusa per ieri sera, ho provato ad aspettarti ma ero così stanco che mi sono addormentato con tutti gli occhiali - disse Harry, esasperato dal fatto che Ron non avesse detto una parola durante tutto il tragitto per la Sala Grande.
- Ho capito, ho capito! Smettila adesso! - gli rispose finalmente, sedendosi rumorosamente vicino a Neville, facendolo sobbalzare per la paura.
- Non ho molta voglia di parlare oggi, quindi non assillarmi!
Harry lo guardò dispiaciuto dal tono brusco con cui gli si era rivolto, ma poteva capirlo.
Era infatti ovvio che il lato aggressivo che Ron stava mostrando quella mattina, non fosse altro che un meccanismo di autodifesa.
L'amico era terrorizzato all'idea di vedere Hermione a lezione. Poteva capirlo benissimo.
Non si sentiva ancora pronto ad affrontarla.
- Dopo Erbologia abbiamo un'ora di buco, - disse, tentando di distrarlo - Ti va di una bella partita di scacchi magici? Sono molto migliorato in questi giorni, pensa che ho sconfitto anche Dean!
Ron, per un attimo, abbandonò quell'aria cupa e rabbiosa con cui si era svegliato quella mattina.
- Ti va proprio di perdere, eh? Lo sanno tutti che Dean non sa giocare. - disse, con un mezzo sorrisetto.
Harry lo guardò con la coda dell'occhio prendere dei toast dal piatto di portata.
Non lo avrebbe lasciato solo in un momento del genere. Doveva farlo reagire.
Ma doveva anche stare accanto ed Hermione. Anche lei era la sua migliore amica e stava passando un brutto momento.
Sospirò, spostando lo sguardo su Ginny, intenta a sedersi poco lontano insieme alle sue compagne.
Ginny alla fine aveva ragione, doveva aiutarla e non giudicarla.
Fece un secondo sospiro, realizzando che non sarebbe stato per niente facile.
Hermione al quarto anno aveva già provato cosa volesse dire "stare nel mezzo" quando lui e Ron non si erano parlati per giorni. Aveva visto quanto per lei fosse esasperante essere la migliore amica di entrambi, cercando di non ferire nessuno dei due.
Neanche la minaccia di passare un'intera settimana in punizione con Piton avrebbe potuto farlo stare peggio. Pensò, con una nota di amara ironia.

Hermione chiuse il libro di Rune Antiche, era almeno da un'ora che studiava eppure non era riuscita a finire nemmeno il primo dei due capitoli che si era prefissata di imparare prima di andare a lezione.
- Maledizione, non riesco a concentrarmi... - sussurrò a denti stretti, guardando nervosamente l'orologio.
Mancava ormai poco all'inizio della lezione di Erbologia e lì avrebbe incontrato sia Harry che Ron.
Mise mestamente i libri nella borsa e si diresse verso l'uscita della scuola.
Fortunatamente Hermione aveva già con sé sciarpa, guanti e cappello, li aveva presi proprio in previsione di uscire in giardino visto che la serra numero cinque era piuttosto lontana.
Almeno avrebbe evitato un imbarazzante incontro alla torre Grifondoro se fosse dovuta passare a prenderli...
Dopo essersi coperta sufficientemente, iniziò a camminare in silenzio affondando nella neve candida del giardino.
Per fortuna era una bella giornata e già dalla sera prima aveva smesso di nevicare. Forse, pensò con un sorriso sentendo il sole scaldarle la pelle, se il tempo avvesse retto per un po' i professori avrebbero organizzato la gita a Hosmeade che tutti aspettavano da settimane.
Ma a quel pensiero, il suo sorriso si spense repentinamente.
Non vedeva l'ora di andare a Hosgmeade insieme ai suoi amici, ma adesso?
Le vennero velocemente in mente i fatti accaduti solamente il giorno prima.
Aveva perso per sempre l'amicizia di Ron, gli aveva spezzato letteralmente il cuore... ed era dura realizzare che non ci sarebbero mai più state gite ad Hosmeade con lui.
Si fermò ansiosa, inspirando profondamente l'aria gelida e gustando il silenzio irreale che regnava in quel momento.
Doveva calmarsi. Era inutile pensare a Ron in quel momento, se non per rattristarsi.
Il suo pensiero quindi corse ad Harry, a come si era comportato con lei, alle parole che le aveva detto.
L'aveva delusa profondamente e sapeva anche lei di averlo deluso.
Forse neanche con lui le cose sarebbero state le stesse.
Harry aveva scelto.
Tra lei e Ron, aveva scelto Ron.
Per la prima volta non lo avrebbe avuto accanto.
Hermione inspirò nuovamente. All'improvviso le era venuto in disperato bisogno di piangere. Ma non doveva farlo, non quando i suoi compagni potevano vederla.
Infatti, qualche secondo dopo, Hermione udì distintamente dei passi alle sue spalle seguiti da delle voci che discutevano animatamente.
Si voltò, cercando di mascherare l'espressione triste che era comparsa sul suo viso.
Neville, Dean e Seamus apparvero dietro l'angolo del giardino.
- E' proprio così, ti dico! - disse Dean a Seamus - Se non ci credi, chiedi a Neville che era seduto accanto a lui a colazione.
Hermione fece capolino dalla pianta dietro la quale si era nascosta.
- Perché mi sto nascondendo? - pensò stupita. Non erano Harry e Ron dopotutto.
Ma quello che udì subito dopo, le fece ringraziare mentalmente di averlo fatto.
- E' vero! - confermò Neville, pensieroso - Lavanda è arrivata subito dopo di lui a colazione... e Ron, appena l'ha vista, ha cambiato posto mettendosi vicino a lei e Calì.
Seamus fece una faccia stupita - Quindi non va più dietro alla Granger se hai visto Ron parlare con Lavanda. Erano mesi che quei due non si rivolgevano la parola.
Hermione trattenne il fiato a quella notizia.
Dunque Ron l'aveva veramente cancellata dalla sua vita.
Cercò di non fare rumore mentre girava intorno alla pianta per non farsi vedere mentre passavano.
- A quanto pare Ron si è stufato di aspettarla ed ha optato per la via più facile! - disse Dean, facendo ridere Seamus.
Hermione strinse i pugni, ma non disse nulla.
Dean e Seamus non potevano sapere quello che era successo veramente. Era inutile prendersela con loro.
- Non sono comunque affari nostri. - la voce sicura di Neville, arrivò alle orecchie stupite di Hermione.
- Non è carino dire queste cose dei nostri compagni, sono cose personali... - finì, un po' nervoso.
Hermione, dietro la pianta, sorrise commossa.
Neville era un ragazzo buono e leale, sempre corretto con tutti. Era un ragazzo d'oro, anche se era capace a volte di combinarne di tutti colori anche se i suoi propositi erano buoni.
Si annotò mentalmente di aiutarlo di più con i compiti, soprattutto con quelli di Pozioni, visto che Piton lo aveva eletto ( insieme ad Harry) vittima sacrificale per ogni sua sarcastica battuta o insinuazione.
- Va bene, va bene, non fare quella faccia Paciock! Stavo scherzando! - disse Dean ridendo, un po' sorpreso dal comportamento del compagno - Parliamo di ragazze allora. Avete presente quella Corvonero biondina del quarto anno...
Le loro voci si spensero gradualmente, ed Hermione uscì dal suo nascondiglio.
E così Ron, dopo tutto quello che era successo, aveva deciso di rimettersi con quell'oca di Lavanda.
Arricciò il naso. Ma decise, per il bene di Ron, che non avrebbe detto nulla sul suo ritorno di fiamma.
Se Lavanda poteva distrarlo dalla delusione che aveva ricevuto da lei, forse avrebbe imparato ad accettarla prima o poi.
Forse prima "poi" che "prima".
Ricominciò a camminare dietro di loro, entrando nella serra nel modo più discreto possibile e cercando di sedersi, per la prima volta in vita sua, nei posti più lontani.
Il cuore le si bloccò quando vide entrare Harry e Ron, seguiti a ruota da Lavanda e Calì.
Harry le sembrò molto scocciato e la sua faccia accigliata le strappò suo malgrado un sorrisetto.
- Ti dispiace se mi siedo con Lavanda? - gli chiese Ron, con una faccia che Harry avrebbe preso volentieri a schiaffi se fosse stato un giorno come un altro.
- Certo che no. - rispose invece, cercando di nascondere quanto la cosa lo seccasse.
Gli sembrò di essere tornato a mesi prima, quando Lavanda era costantemente appiccicata a Ron, come un'ape sul miele.
Con questo pensiero non proprio entusiasmante si voltò per cercare un altro posto in cui sedersi, quando incrociò gli occhi castani di Hermione, seduta da sola agli ultimi banchi.
Si diresse verso di lei senza pensarci due volte.
Se doveva parlarle, tanto valeva che lo facesse mentre Ron era impegnato.
- E' libero? - le chiese, un po' in imbarazzo, indicando il posto accanto a lei.
- Dipende ... - rispose la ragazza, distogliendo lo sguardo.
- Da cosa?
- Dal motivo per cui ti stai sedendo qui.
Harry non rispose e posò la sua borsa, sedendosi accanto a lei.
Hermione guardò verso i primi banchi, dove Ron e Lavanda parlavano sommessamente tra loro.
- Vedo che qualcuno ti ha soffiato il posto. - disse sarcastica, malcelando il suo disappunto - Ma trattandosi dell'innocente Lavanda non credo che tu abbia da ridire, se non per il fatto che ti sia dovuto cercare un altro compagno di banco.
Harry rimase in silenzio, Hermione sembrava ancora furiosa come il giorno precedente.
- E mi dispiace deluderti... - continuò la ragazza, con un tono che non ammetteva repliche - Ma non sono un ripiego, quindi cercati un altro posto.
Harry fece un bel respiro, ignorando l'ultima frase dell'amica - Non mi sono seduto qui perché non ho dove sedermi - le sussurrò, in modo che nessun'altro udisse.
Hermione alzò un sopracciglio, ma non disse nulla.
- Mi sono seduto qui perché volevo parlare con te... - continuò Harry, allargandosi il nodo della cravatta. In quella serra si soffocava!
- E di cosa? - rispose lei, senza neanche guardarlo - Sei stato piuttosto esaustivo ieri.
- Sono venuto a chiederti scusa... - puntualizzò lui, passandosi una mano tra i capelli.
Hermione si voltò stupita, fissandolo comunque con perplessità.
- Perché?
- Perché, cosa? - chiese lui, confuso.
- Perché hai cambiato idea?
- Non ho cambiato proprio idea... - rispose Harry, un po' a disagio, notando lo sguardo di lei tornare cupo.
- Ma volevo comunque scusarmi per come mi sono comportato.
Hermione sospirò - Se non hai cambiato idea, perché vuoi fare pace con me?
Harry si grattò la testa. Era meglio andare subito al punto prima che arrivasse la professoressa.
- Perché sono tuo amico, Hermione, ci tengo a vederti felice e non voglio lasciarti sola in un momento del genere.
Hermione, però, sembrava ancora perplessa.
Lo stare costantemente a contatto con Draco Malfoy l'aveva temprata.
- Eppure ieri non eri di questo parere. - rispose freddamente, trapassando l'amico con un'occhiata.
Harry la fissò, un po' a disagio.
- Lo so, sono stato pessimo ieri mattina ma ho reagito di istinto. Lo sai come sono fatto... - distolse lo sguardo, sistemandosi gli occhiali - Inoltre sono amico di entrambi e quello che è successo avrà un sacco di ripercussioni su tutti. Tu ci sei passata, sai di cosa parlo...
Hermione continuò a guardarlo in silenzio. Harry le sembrava sincero, ma il fatto che avesse cambiato atteggiamento la spiazzava nello stesso modo in cui la insospettiva.
- Poi questa mattina ho avuto modo di parlare con Ginny ed ho capito solo allora di aver sbagliato... - continuò il ragazzo, torcendosi le mani.
Ah, ecco il motivo di quel cambiamento repentino nei suoi confronti!
Pensò Hermione, senza stupirsi comunque più di tanto. Era stata la sua amica a far breccia nel muro che Harry aveva tirato tra loro.
- Così ho deciso che dovevo chiederti scusa e cercare di essere veramente tuo amico. Dovevo aiutarti ed invece mi sono messo contro di te, mi dispiace. - continuò il ragazzo, girandosi verso di lei.
Qualcosa si mosse nel petto di Hermione. Le parole di Harry l'avevano colpita.
- Ho sbagliato, ma può capitare a chiunque, no? - continuò l'amico, mettendo una mano sulla sua.
Hermione ricambiò commossa la stretta del ragazzo - Hai ragione Harry, può capitare a tutti di sbagliare... sono contenta che tu l'abbia capito. - disse con un filo di voce e con gli occhi lucidi.
In quel momento la professoressa Sprite entrò nella serra, chiudendone le porte.
- Dopo Erbologia ti va di parlare qualche minuto? - continuò Harry, ignorando il saluto della professoressa alla classe.
Hermione gli sorrise.
- Va bene, adesso però cerca di stare attento.
Anche Harry sorrise un po' rincuorato, prima di voltarsi verso l'insegnante.

- Quella megera! - sibilò Malfoy - indicando con un cenno la professoressa McGranitt.
- Scommetto che non mi ha dato una "E" solo perché non sono della sua casa!
- E se continuerai a chiamarla così, non l'avrai mai. - puntualizzò Nott, mettendo la borsa a tracolla.
Malfoy ghignò - Non sono così scemo da dirglielo in faccia, sai?
- E' vero, ma ricordati che può trasformarsi in gatto... ed i felini hanno un udito molto sviluppato.
Malfoy scrutò Nott con le sopracciglia aggrottate - Che stai farneticando? Non l'ho mai chiamata così quando era trasformata! - Nonostante le sue parole, lanciò uno sguardo preoccupato verso l'insegnante.
Nott sorrise compiaciuto osservando il suo compito, mentre uscivano dall'aula di Trasfigurazione.
- Io mi accontento della mia "O" senza problemi, dovresti farlo anche te.
- Bah!
I due ragazzi si incamminarono verso l'aula di Incantesimi, dove avevano la lezione seguente.
Malfoy il giorno prima aveva raccontato a Nott tutto quello che era successo in lavanderia.
Theodore, passato lo stupore iniziale, si era invece preoccupato. Non si fidava affatto della decantata lealtà Grifondoro.
Ci aveva pensato tutta la notte, Weasley poteva essere un problema per loro.
- Draco... - lo chiamò ad un certo punto, facendogli cenno di allontanarsi dagli altri compagni visto che Blaise e Pansy erano pochi mentri avanti a loro.
Malfoy lo seguì dietro ad una grossa statua - Dici che Weasley potrebbe tradirci ed andare a dire tutto a Zabini o a qualche professore? - gli sussurrò, guardandosi intorno.
Draco ci pensò su qualche secondo.
- No, non credo. - rispose, spicciolo.
Theodore fece una faccia stupita.
- Ne sei sicuro? Potrebbe volersi vendicare di voi.
Draco sbuffò - Non avrebbe mai il coraggio di fare una cosa del genere, tutto qui. Queste sono cose che farebbe Pansy, non certo un babbanofilo come Weasley.
- Bene. - disse Nott, reprimendo un sorriso per come Draco aveva chiamato Ron.
- Intanto continuerò a controllare che nessuno segua la Granger.
Draco gli diede una pacca sulla spalla in segno di riconoscenza, prima di girare intorno alla statua ed entrare in aula.
Anche lui quella notte non aveva dormito benissimo, era rimasto molte ore a pensare nel buio della sua stanza sotto le coperte calde.
Il bacio che Hermione gli aveva dato in lavanderia prima di andarsene lo aveva colpito. E poi, da quel momento, lei era sparita. Non era riuscito ad incontrarla neanche in Sala Grande per i pasti. Inoltre doveva trovare un modo per tenerla lontana da Zabini, ma l'unico che da ore gli veniva in mente era anche quello che meno gli piaceva.
Disperato, aveva messo più volte la testa sotto il cuscino. Doveva dormire, non pensare a lei! Ma era stato più facile a dirsi che a farsi.

- Ehi, amico.. - sussurrò Nott, dando al compagno una gomitata.
Draco aprì gli occhi di scatto.
- Che vuoi? - gli sussurrò irato di risposta.
- Stavi dormendo!
Malfoy alzò un sopracciglio - E allora ?
- Allora... Vitius ti sta guardando.
Draco si voltò con gli occhi sgranati.
Il piccolo insegnante lo stava fissando malissimo e con la faccia livida di rabbia.
- Signor Malfoy, la annoio così tanto da farla addormentare per caso ?
Blaise guardò Pansy ghignando. Era sicuro che Draco si sarebbe rovinato con le sue mani.
Malfoy di irrigidì sulla sedia.
Quella sarebbe sicuramente stata una lunga giornata...
- Mi scusi professore, non ho dormito bene stanotte e così mi si sono chiusi gli occhi, non capiterà più. - optò per la sincerità.
In fondo non c'era nulla di male in questo, poteva capitare.
Draco però era famoso per l'insolenza che dimostrava quando gli veniva fatto notare che aveva torto in qualcosa, per questo molti insegnanti lo punivano durante l'anno.
Vitious rimase interdetto per un attimo.
Malfoy non era mai stato così remissivo con lui.
- Va bene signor Malfoy, per questa volta ci passerò sopra... e visto che ora è sveglio possiamo riprendere la lezione.
Il piccolo professore si voltò, lanciando un incanto verso la lavagna.
Blaise ringhiò.
Era sicuro che Draco avrebbe risposto male al professore, facendosi punire.
Nott invece sorrise.
- Stavolta mi hai davvero stupito, Draco. - disse al compagno.
Anche Draco accennò un sorriso - Ti ho già detto che non sono così stupido, o almeno, non sempre... - sussurrò, prima di sbadigliare sommessamente dietro il libro di Incantesimi.


Harry guardò Ron preoccupato, mentre muoveva la sua torre.
Lavanda finalmente aveva deciso di togliersi di torno e lasciarli giocare in santa pace.
- Stai dicendo che non ti ricordi gran parte della ronda di ieri?
Ron si grattò la testa, mentre studiava la scacchiera.
- Già, ma forse è perché la storia di Hermione mi ha sconvolto.
Si ammutolì, dopo averlo detto.
Harry gli mise una mano sulla spalla - Lo so, ma quella è Pansy Parkinson e io non mi fiderei mai di lei, soprattutto se non mi ricordassi cosa ho fatto in sua compagnia.
Ron inghiottì a vuoto, guardandolo allarmato.
- Dici che mi ha fatto qualcosa?
- Spero di no, ma visto che sembri star bene non possiamo far altro che tenere gli occhi aperti.
A quelle parole lo sguardo di Ron si scurì.
- Già lo sto facendo, sai? - disse accigliato - Infatti ti ho visto parlare con Hermione dopo Erbologia. E ti sei persino seduto accanto a lei.
Harry lo fissò un po' stupito, ma d'altronde la sua intenzione non era quella di nasconderglielo.
- Non è che tu mi abbia dato molte alternative sedendoti vicino a Lavanda. - rispose tagliente, infastidito suo malgrado dal tono dell'amico.
Ron sbuffò, ma non disse nulla.
- E poi ho pensato fosse meglio chiarire subito con lei - continuò Harry, con sguardo deciso - Dopotutto è la mia migliore amica.
A quelle ultime parole, la faccia di Ron divenne paonazza - Ma anche io lo sono!! - quasi gridò, facendo voltare Seamus che si trovava poco lontano da loro.
Abbassò subito la voce, rendendosi conto che urlarlo a tutta la Sala Comune non fosse una mossa saggia.
- Hermione si è buttata senza problemi tra le braccia del nemico!! - sussurrò irato, con la voce che gli tremava - E mi ha illuso per anni di essere più di un amico per lei. Come puoi rivolgerle la parola ? E' una bugiarda e basta!!
Harry si accigliò.
- Non è andata proprio così e lo sai bene...
Ron lo guardò arcigno, ma Harry non ci badò.
- Capisco che tu non voglia vederla Ron, ma poco fa Hermione mi raccontato che ora Zabini sospetta che lei abbia il diario. Devo proteggerla, capisci ?
Ma Ron in quel momento era pronto a tutto fuorché a capire una cosa del genere - Fai come vuoi, non mi interessa... - disse, con gli occhi che mandavano lampi, prima di alzarsi e lasciare la Sala Comune.
Harry sospirò, poggiando disperato la testa su uno dei grossi tavoli di quercia.

Le ore seguenti passarono con una lentezza esasperante.
Ron ormai teneva il muso anche ad Harry, per aver scelto di essere amico di Hermione. A pranzo infatti si premurò di fulminarli entrambi con lo sguardo prima di sedersi "inaspettatamente"accanto a Lavanda Brown.
- Adesso non parla neanche con te ? - sussurrò Hermione all'orecchio di Harry.
- Così sembra...- rispose lui a mezza bocca - Tu invece non hai più provato a parlargli ?
Hermione posò tristemente il cucchiaio pieno di zuppa.
- No.
Harry si aspettò che lei dicesse qualcos'altro, invece ricominciò a mangiare.
- E perché no ? - insistette accigliato - Ieri eri più motivata.
Hermione ricambiò lo sguardo imbarazzata.
- Perché ho paura... - disse semplicemente - Ho paura di sentire nuovamente le parole di ieri, non è stato un bel momento Harry.
Harry si grattò la testa - Posso immaginare.
- E cosa farai allora Hermione ?
Lei strinse le labbra - Ancora non lo so, ci penserò su... - disse, poco prima che Malfoy facesse il suo ingresso nella Sala, prendendo tutta la sua attenzione.
Lo sguardo di Harry si incupì mentre vedeva l'amica seguire quella Serpe con lo sguardo fino al tavolo... e sorridergli perfino !!!
Strinse i pugni sotto al tavolo, ma non disse niente. Doveva solo starle accanto.... continuò a ripetere a se stesso iniziando a mangiare.
Intanto il cuore di Hermione aveva iniziato a battere fuorisamente.
Quando il Serpeverde era entrato, l'aveva guardata in un modo diverso dal solito. Per la prima volta aveva letto dolcezza nei suoi occhi... ed era stato impossibile per lei non sorridergli.
- Invece hai già pensato a come proteggerti da Zabini ? Potrebbe attaccarti per costringerti a dargli il diario - disse all'improvviso Harry, riportandola sulla terra.
A quelle parole anche Ginny, seduta dall'altro lato di Harry, si voltò.
- Ancora no... per ora l'unica cosa che posso fare è stare attenta - rispose lei, con la consapevolezza di non sapere realmente cosa fare se non aspettare...

Hermione decise di passare tutto il pomeriggio a studiare in biblioteca. Ogni tanto faceva capolino dalla porta Ginny che le raccontava per filo e per segno ogni tentativo vano che Harry aveva fatto per far pace con Ron.
- Mio fratello è proprio un mulo certe volte - aveva espresso con disappunto, durante la terza visita che le faceva quel pomeriggio.
- Il fatto è che Harry poi viene a lamentarsi da me ! - si mise le mani fra i capelli - E' frustrante.
Hermione accennò un sorrisetto, prima di chiudere il libro di Trasfigurazione.
- Ah quasi dimenticavo, volevo dirti che qua fuori c'è Malfoy che vuole parlarti - le disse a bruciapelo, facendole quasi rovesciare la boccetta di inchiostro che stava riponendo in borsa.
- Cosa ? Come sai che vuole parlarmi ?
Ginny sorrise, maligna.
- Me l'ha detto lui, ovviamente. L'ho incontrato mentre venivo qui e mi ha chiesto di dirtelo per farti uscire con discrezione... E' vicino allo stanzino di Gazza.
Hermione la fissò attonita per qualche secondo, prima di precipitarsi letteralmente per il corridoio, sotto lo sguardo stupito di Ginny
- Alla faccia della discrezione! - non riuscì a non pensare divertita.
Hermione si bloccò nel corridoio deserto.
- Forse Ginny mi ha fatto uno scherzo... - pensò con delusione, fermandosi davanti allo stanzino del custode.
Seccata, non fece a tempo a voltarsi per tornare indietro che una mano sbucò dalla porta schiusa dello stanzino, afferrandole il polso.
- Entra, svelta! - la raggiunse l'inconfondibile sibilo di Malfoy.
Non se lo fece ripetere due volte, entrando nello stanzino buio.
- Lumus
Gli occhi grigi di Malfoy, apparvero di fronte a lei.
- Mi hai quasi fatto prendere un colpo - gli sussurrò lei.
Draco ghignò divertito - Quello era il mio intento !
Hermione alzò un sopracciglio.
- Scherzavo.
La ragazza si guardò intorno, era pieno di stracci e scope per il pavimento.
- Santo cielo, ma sempre in questi posti strani devi parlarmi ?
- Diciamo che voglio essere prudente... - rispose ghignando il Serpeverde, prima di tornare serio, anche troppo, si ritrovò a pensare Hermione.
Un senso di ansia la pervase. Era successo forse qualcosa che non sapeva ?
- Sono venuto a dirti che sabato prossimo è stata programmata una gita a Hosmeade. Ho appena letto l'avviso - disse Malfoy, dissipando le sue paure in un baleno.
Hermione lo guardò senza parole.
- E perché lo dici con quella faccia ?
- Perché sicuramente non ci andremo insieme.
Hermione rimase spiazzata da quelle parole. Malfoy non ci aveva girato intorno come al solito, era andato diretto al punto questa volta.
Sentì il cuore riempirsi di gioia, anche se in effetti era tristemente vero quello lui che aveva appena detto.
- Però potremmo comunque darci appuntamento in quella topaia ! Li sicuramente Zabini e Pansy non verranno a cercarci.
Malfoy era un dannato genio ! Pensò Hermione mentre gli sorrideva stupita.
- Va bene ! Ma perché hai dovuto dirmelo con tutta questa urgenza ? Mancano diversi giorni e poi abbiamo la ronda stasera...
Malfoy si irrigidì, mentre il sorriso di Hermione si spegneva gradualmente.
- E' successo qualcosa ?
- Stasera saremo sostituiti dal prefetto di Corvonero e di Tassorosso.
- Cosa ? - disse lei stupita e confusa - Come mai ?
- Ho chiesto io di farlo.
Hermione lo guardò smarrita. Com'era possibile che realmente Malfoy avesse chiesto alla McGrannit di spostare la loro ronda ? Proprio lui che riusciva a trovare ogni espediente per poterla incontrare, stava eliminando la loro unica occasione di potersi vedere senza che dovessero nascondersi come ricercati.
- Perché l'hai fatto ?
Malfoy sospirò. Per quanto Hermione fosse diversa dalle altre donne, sicuramente non avrebbe capito.
- Domenica c'è la partita di Quidditch - disse senza preamboli, sostenendo il suo sguardo.
- In quanto Capitano dei Serpeverde ho programmato un allenamento per ogni sera di questa settimana, incluso oggi.
Hermione rimase a guardarlo a bocca aperta.
- Ah... quindi non ci vedremo più fino a sabato... - esclamò, non nascondendo delusione nella sua voce.
Malfoy incrociò le braccia, compiaciuto - Mi fa piacere vedere che ti dispiace non vedermi. Ma purtroppo non posso fare altrimenti... e poi ci vedremo comunque a lezione.
Hermione avvampò, maledicendo la sua spontaneità.
- Va bene, va bene - rispose, un po' imbarazzata ed indispettita. Possibile che il Quidditch fosse sempre in mezzo ? Anche con Ron in passato era stato lo stesso, ma era riuscita a tollerarlo visto che non aveva mai dovuto rinunciare a nulla di quello che le piaceva. Ma con Malfoy era diverso. Per lui, Hermione aveva già pagato un prezzo altissimo, Ron.
E lui non riusciva a rinunciare ad uno stupido gioco neanche per una sera.
Si sentì in qualche modo ferita.
- Allora ci vediamo alle quattro alla Stamberga Strillante, va bene ? - disse un po' rigida.
Malfoy la fissò perplesso, la Granger era sicuramente arrabbiata perché si sentiva trascurata a causa del Quidditch. Anche con Pansy era stato lo stesso, anche se le scenate che aveva fatto Pansy in più di un'occasione erano sicuramente imbattibili.
- Vada per le quattro... e non tardare.
Malfoy ebbe uno sguardo gelido come risposta.
- Buon allenamento... - disse Hermione, tagliente.
Fece per andarsene quando Malfoy richiuse lestamente la porta con la mano, facendola voltare con l'altra.
- Non dimentichi niente... ? - disse con voce roca, prima di chinarsi per baciarla.
Ma Hermione lo fermò, con sguardo deciso - No, Malfoy - disse, punta nell'orgoglio. - Scusami, ma ho cose più importanti di cui occuparmi. Ci vediamo a lezione! - si liberò dalla sua presa, aprendo la porta.
Il ragazzo sospirò, lasciandola andare via senza neanche provare a fermarla.
D'altronde, lo sapeva che non avrebbe capito. E da una parte ci sperava.
Aprì mestamente la porta dello stanzino, constatò che il corridoio fosse deserto prima di scendere velocemente nei sotterranei, dove Theodore Nott, già vestito per l'allenamento, lo aspettava per parlargli.
- Allora le hai parlato ? - chiese subito Theodore, non appena Draco entrò in stanza.
- Già... - rispose lui, incupendosi.
- Su non prenderla così amico, si tratta di qualche giorno. - disse l'amico, passandogli la divisa da Quidditch.
Draco sbuffò, afferrandola di malagrazia - Parli bene te. Dovevi vedere come era arrabbiata.
Theodore ghignò - Immagino... - disse divertito - Ma stai facendo la cosa più giusta, finchè Zabini è con noi, è lontano da lei... hai avuto un'idea geniale.
- Lo so - disse Draco con aria spocchiosa.
- Però non capisco perché tu non voglia dirle verità ! - disse Nott, guardandolo perplesso.
- Preferisci che la Granger creda che non vuoi vederla perché preferisci il Quidditch a lei, rispetto al fatto che hai organizzato tutto per proteggerla mettendo per la prima volta nella tua vita le esigenze di qualcun'altro prima delle tue. Perché ?
Draco lo guardò un po' offeso - Mi stai dipingendo come un mostro.
Theodore rise di gusto - Allora correggimi, ricordandomi quando sarebbe stata l'ultima volta che lo hai fatto.
Malfoy gli fece un gestaccio, prima di chiudere la cinta dei pantaloni - Sono pronto, andiamo.
Ma Theodore non si mosse - Prima spiegami il perché di questa cosa.
Draco lo fissò, spazientito. Ma era inutile discutere con Nott perché tanto prima o poi glielo avrebbe estorto con qualche espediente.
- Hermione Granger è troppo orgogliosa per chiedere il mio aiuto ed io sono troppo orgoglioso per proporglierlo... soprattutto dopo che mi ha detto che poteva cavarsela da sola... - iniziò Draco, infilandosi i guanti ed il mantello - E' una delle cose che mi piace di più di lei... ma nello stesso tempo io non potevo rimanere fermo a guardare. Così preferisco che ce l'abbia con me perché sono un idiota, piuttosto che farle capire quanto io sia preoccupato per lei.
Theodore rimase a guardarlo in silenzio, non si aspettava tanta premura e schiettezza da parte di Draco.
- Allora, vogliamo andare ? - berciò Malfoy, tornando burbero.
- Ok ! Ok ! - si affrettò a rispondere l'amico, aprendo la porta.
Hermione si buttò sul letto che ancora era vestita.
Per fortuna Lavanda e Calì non erano in stanza.
Con l'amaro in bocca, pensò che era facilmente intuibile con chi fosse una delle due.
Sbuffò, girandosi a guardare la luna attraverso la finestra.
Si sentì tremendamente sola.
Ron l'aveva semplicemente cancellata dalla sua vita, mentre Malfoy l'aveva volutamente allontanata da lui. Lo sguardo "dolce" che lui le aveva lanciato in Sala Grande, fece capolino dai suoi pensieri.
Forse se l'era solo immaginato, visto che subito dopo Malfoy aveva programmato di non vederla fino alla gita.
Si rigirò dall'altra parte del letto, la testa le scoppiava !
L'unica consolazione che aveva avuto in quella lunga giornata, era stata quella di aver chiarito con Harry e di averlo dalla sua parte.
Era davvero fortunata ad avere ancora Harry e Ginny. Nonostante questo pensiero, una lacrima bagnò il cuscino prima che si addormentasse di colpo, cadendo in un sonno senza sogni.
Dall'altra parte delle scuola, sotto il vento gelido di Novembre, anche il Capitano dei Serpeverde era intento ad osservare malinconico la luna. Sapendo già che una lunga notte insonne l'avrebbe atteso al suo rientro.
Per Malfoy quella lunga giornata non era ancora finita.




Ciao a tutti!!
Perdonate come al solito il mio immenso ritardo, ma ahimé, questo mese l'ispirazione se n'è un po' andata a causa di alcuni fatti personali! (Ma piano piano sta tornando)
Spero che comunque vi sia piaciuto il capitolo, anche se è di passaggio, visto che ormai non manca tanto alla fine.
Ringrazio di cuore :
Fly_With_Me, Serena Malfoy, B r e a t h e, ValePG, Tanny, seven, Tonna.
E mi scuso con Tonna & Seven per non aver risposto alle vostre recensioni, ma ci si è messa la anche la connessione a rompermi le balle (... insieme ad altre cose ) e non avuto il modo di rispondervi.
Ne sono mortificata.
Vi abbraccio con affetto e ringrazio tutti coloro che seguono la storia con pazienza infinita.
Un bacione,
Ale

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Capitolo 31
*** Secrets Revealed. ***


                                  D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 31°




Erano passati ormai tre giorni da quando Harry e Ron avevano discusso a causa di Hermione ed ormai tutta la scuola parlava del "famoso" litigio del trio Grifondoro.
A nessuno, infatti, era sfuggito l'astio che Ron provava nei confronti dei suoi ex migliori amici, soprattutto verso Hermione.
Ovviamente, il fatto che Ron avesse ripreso a frequentare Lavanda Brown spiegava a molti il perché fosse ai ferri corti con l'amica... ma in tanti si erano chiesti cosa c'entrasse Harry in tutta quella storia e perché Ron ce l'avesse anche con lui.
- Vi dico io perché... - disse Seamus, stravaccandosi vicino al fuoco dopo pranzo - Harry ed Hermione hanno una storia e Ron li ha scoperti. Ecco perché di punto in bianco si è messo con la Brown e non parla più con nessuno dei due.
Dean e Neville lo guardarono con gli occhi fuori dalle orbite.
- Che dici ? - rispose Dean, quasi scandalizzato - Harry sta con Ginny, non la tradirebbe mai.
Seamus lo guardò, un po' dubbioso - Guarda che non sono l'unico a pensarlo, ormai tutti i Tassorosso parlano di questa storia ed a pranzo ne parlavano anche a Corvonero.
Dean si accigliò - Be', sicuramente vi sbagliate ! Anche perché, in caso contrario, avremmo trovato la Granger appesa alla torre di Astronomia con tanto di fattura Orcovolante.
A Neville andò di traverso il succo di zucca che si era portato dalla Sala Grande.
- Dici ? Non ho visto cadaveri alla torre... ancora ... - disse Seamus, divertito - Però, non ce la facevo così violenta la Weasley... ma sicuramente tu la conosci meglio di me !
Dean arrossì per la sottile frecciata sulla storia che aveva avuto con Ginny, anche se ormai era acqua passata da un pezzo.
- Cambiamo argomento che è meglio... - disse, un po' a disagio.
- Sì, è meglio! - gli fece eco Neville, scorgendo Harry scendere le scale dei dormitori ed infilarsi con un' espressione scocciata nel buco del ritratto.
Harry marciò per il corridoio e prese le scale che portavano alla biblioteca.
Aveva sentito anche lui del "pettegolezzo del giorno" e la cosa lo aveva infastidito parecchio.
Odiava i pettegolezzi in generale, figuriamoci i falsi pettegolezzi che lo riguardavano; anche se ormai ci aveva fatto l'abitudine nel finire ogni volta al centro dell'attenzione.
Entrò in biblioteca facendo finta di non notare tutti gli sguardi puntati su di lui e si diresse spedito al tavolo più lontano ed isolato.
Quando si mise seduto sentì molti bisbigli alzarsi alle sue spalle.
- Hai sentito della voce che sta girando da stamattina a colazione ? - sussurrò, passandosi una mano tra i capelli.
Hermione alzò gli occhi dalla sua pergamena per incontrare quelli dell'amico.
- In realtà sta girando dalla seconda ora... - puntualizzò lei, facendo innervosire maggiormente Harry.
- E perché a pranzo non hai detto niente ? - le chiese lui, un po' accigliato.
Hermione intinse la sua piuma nel calamaio - E cosa dovrei dire, Harry ? Lo sai come sono fatte le Tassorosso, non mi avrebbero sicuramente creduta ed il fatto che tu ora sia seduto qui con me ne sarebbe stata la prova.
Altri bisbigli si levarono alle loro spalle.
- Ma è assurdo... - sussurò Harry - Mi sarò seduto centinaia di volte vicino a te in biblioteca o in Sala Grande.
Hermione accennò un sorrisetto - Lo so, ma lo sai come funzionano certe cose... e forse, per questa volta, è meglio così. - sussurrò all'amico.
Harry la guardò un po' accigliato ed Hermione, cogliendo il suo disappunto, gli si avvicinò maggiormente per far notare all'amico l'unico lato positivo di quella faccenda.
Inutile dire che quel gesto non passò inosservato nella stanza, facendo aumentare i bisbigli e le risatine che ormai accompagnavano Harry da quella mattina.
- O pensi sia meglio che tutti parlino del fatto che Hermione Granger abbia una storia clandestina con Draco Malfoy ?
- Ti prego non dire quella parola... storia... - rispose Harry, con disgusto.
Hermione sospirò, si scordava sempre che Harry non la pensasse come Ginny a riguardo.
Era indiscusso che fosse dalla sua parte adesso, ma non era riuscito ancora ad accettare l'idea che tra lei e Malfoy non ci fossero più solo insulti e frecciatine... ma qualcos'altro.
- Ok, ok - si affrettò a correggersi - Anche perché non è certamente il termine giusto.
Harry le lanciò un'occhiata interrogativa che lei comunque ignorò, rimettendosi a scrivere il suo tema di Artimanzia.
Erano tre giorni infatti che non parlava con Malfoy e lui non l'aveva più cercata da quella sera in cui avevano parlato nello stanzino di Gazza.
Avevano avuto ben quattro ore insieme ai Serpeverde quella settimana, anche se Storia della Magia non era da contare visto che erano seduti ai lati opposti della classe.
Ma non aveva parlato con lui neanche a Pozioni, se non per scambiarsi qualche indicazione durante la preparazione di alcuni elisir.
Senza contare che dopo le lezioni e la sera, Malfoy spariva per fare chissà cosa, anzi, sapeva cosa. Giocare a Quidditch.
Mise un punto a capo con così tanto impeto che macchiò irrimediabilmente il foglio.
- Va bene Hermione... - rispose Harry, seguendo la sua mano intingere nuovamente la piuma nell'inchiostro, come se non fosse successo niente.
- Spero che i Tassorosso trovino presto una nuova "vittima" su cui spettegolare, intanto credo che cercherò di parlare ancora con Ron.
Si alzò frettolosamente e lasciò la biblioteca sentendo i bisbigli cessare non appena si fu chiuso la porta alle spalle.

- Allora, è vero ? - berciò Lavanda, mettendo minacciosa le mani sui fianchi.
Ron fece un passo indietro, finendo su di un cumulo di neve che ancora non si era sciolta nelle belle giornate di sole che c'erano state.
- Harry ed Hermione hanno una storia e tu stai con me per consolarti ?! - la sua voce stava diventando pericolosamente stridula.
- Ma no, che dici ? - disse Ron ingoiando a vuoto, sapendo bene che in quel pettegolezzo qualcosa di vero c'era.
- Harry ed Hermione poi non hanno una storia - puntualizzò, cercando di tagliare corto sul vero motivo per cui non parlava con loro.
- Ed allora perché non parli più con Harry ? - insistette Lavanda, non affatto convinta delle parole del suo ragazzo.
- Te l'ho già spiegato ho detto ad Hermione che volevo stare con te e si è arrabbiata... lo sai com'è fatta, ed Harry le ha dato ragione... è per questo che non parlo neanche con lui.
Lavanda lo scrutò pensierosa per qualche secondo, prima di sbuffare sonoramente.
- Dovrò parlare con la Abbott e chiarire la cosa allora... - annunciò scocciata - Non mi piace che giri la voce che io sia un ripiego di quella secchiona della Granger.
Ron si sentì in colpa per la bugia che aveva appena detto, ma era meglio così. E poi, quello che avevano fatto realmente i suoi amici era molto peggio.
Ancora non riusciva a capacitarsi che Harry fosse ancora amico di Hermione dopo quello che era successo.
Hermione e Malfoy...
Ogni volta che ci pensava aveva voglia di rompere qualcosa o picchiare qualcuno... e sul qualcuno aveva molte idee in proposito.
Quell'immagine di loro due che si baciavano su quelle lenzuola, lo perseguitava anche in sogno e da desto ci pensava Harry con i suoi innumerevoli tentativi di far pace con lui.
Sospirò, ignorando le chiacchiere di Lavanda su come doveva comportarsi quando sarebbero entrati in Sala Grande per la cena.
Nonostante tutto Harry gli mancava tremendamente.
Per forza di cose aveva passato quei giorni con Lavanda e Calì e si era annoiato a morte ad ascoltare tutte quelle chiacchiere sulla gita di Hosmeade o sul ballo che ci sarebbe stato di li a poco ad Hogwarts. Senza contare che non sapevano neanche giocare a scacchi magici... e stracciare quell'imbranato di Dean non era divertente quanto battere Harry.
- ... quindi mi dovrai prendere per mano quando siamo in pubblico, sì, è la cosa migliore... - finì Lavanda con fare risoluto, parlando più a se stessa che a Ron.
- Va bene... - rispose lui senza guardarla, realizzando in quel momento quanto la situazione stesse diventando scomoda.
- E dovrai far pace con Harry !
A quelle parole Ron sgranò gli occhi.
- Eh ?
- Hai capito bene - disse Lavanda con un tono che non ammetteva repliche - Alla fine non sono affari suoi con chi stai... vedrai, se ne farà una ragione del fatto che stiamo insieme e almeno queste chiacchiere fastidiose cesseranno !
Ron la fissò un po' ansioso. Si era dimenticato completamente che per Lavanda contasse molto la popolarità... ed il fatto che fosse lei stessa coinvolta in un pettegolezzo, anziché esserne l'artefice, la stava facendo impazzire... e di conseguenza avrebbe fatto impazzire anche lui.

- Ma... stai parlando del Prefetto di Grifondoro ? - chiese una ragazzina Serpeverde del secondo anno.
- La secchiona di Grifondoro, vorrai dire... - le rispose una compagna, seduta su uno dei neri sofà della Sala Comune dei Serpeverde - Sì, Hermione Granger in persona. Ho sentito due Corvonero che ne parlavano !
- Incredibile - disse un'altra ragazza seduta con loro - Fa tanto la santarellina e poi se la fa con entrambi.
- Che ti aspetti da una Mezzosangue... ?
Le tre ragazze scoppiarono a ridere.
Pansy Parkinson, seduta poco lontano, alzò incuriosita gli occhi dalla rivista che stava leggendo.
Era da un po' che ascoltava la conversazione di quelle ragazzine del secondo anno e l'aveva trovata veramente interessante.
Sorridente, chiuse la rivista e uscì dalla Sala Comune.

- Hai sentito la novità ? - disse Nott, mentre copiava da Draco il tema per la professoressa Sprite.
Draco sbuffò, cercando inutilmente di concentrarsi su alcuni incantesimi di Trasfigurazione.
- Che novità ?
Nott lo guardò con un sorriso innocente, sicuramente l'aggettivo che si accostava meno ad un Serpeverde.
- Ovviamente della faida tra Weasley e Potter per l'amore della Granger - nel dirlo sbattè le palpebre con aria sognante.
- Come non sentirla ?! - sbottò Malfoy, cercando di scacciare il pensiero di schiantarlo seduta stante - Anche i quadri ne hanno iniziato a parlare... Quei maledetti di Tassorosso non fanno altro che impicciarsi degli affari degli altri !!!
Era da almeno un'ora che si stava esercitando in una vecchia aula in disuso nei sotterranei. Ma non era riuscito a trasfigurare nulla fino a quel momento.
Il vaso era rimasto vaso come la sedia era rimasta sedia.
- Uffa, non ci riesco ! - scattò, sbattendo la bacchetta sul tavolo.
- E' perché non ti concentri ! - gli disse Theodore, arrotolando la pergamena appena compilata - Non ti applichi abbastanza,Malfoy ! - aggiunse, cercando di imitare la voce sostenuta di Hermione Granger.
- Senti chi parla ! - gli rispose Draco, riprendendosi in malo modo il suo tema - Hai appena copiato il mio tema, non sei nella posizione giusta per giudicarmi, Nott !
L'amico sorrise divertito - Hai ragione ! Ma comunque è vero che non ti concentri... guarda ! - puntò la bacchetta verso il vecchio vaso di ceramica e recitò la formula.
In meno di un secondo, questo si trasformò in una elegante lampada verde argento.
- Visto ?
Draco sbuffò nuovamente, ma non disse nulla.
- Se continuerai a pensare alla Granger, andrai male a tutti i test - continuò l'amico, guadagnandosi un'occhiata seccata da Malfoy.
- Non posso farci niente ! - sbottò lui, alzandosi nervosamente dalla sedia - Hai visto come mi ha ignorato stamattina ? E lo stesso è successo ieri mattina.
Nott ripensò alla lezione di Pozioni.
Hermione Granger aveva ignorato Malfoy come spesso aveva fatto in passato.
Fin qui niente di troppo strano. La cosa che invece lo aveva sorpreso è che l'avesse imitata anche l'amico.
- Anche tu l'hai fatto... - disse, alzando le spalle - L'hai ignorata per tutto il tempo, non l'hai provocata nemmeno una volta...e non l'hai più cercata dopo le lezioni !
Malfoy gli si avvicinò spazientito - L'ho fatto perché lei mi ha rifiutato l'altra sera! Non sono certo Weasley che le corre dietro come un cagnolino.
Theodore lo guardò, alzando un sopracciglio - E di chi è la colpa ? Chi è che non le ha voluto dire la verità ?
- Oh, piantala ! - esclamò Malfoy, prendendo le sue cose per andarsene - Ormai quello che è fatto è fatto... e poi domani ho appuntamento con lei in quella topaia della Stamberga Strillante.
Anche Nott prese la borsa ed insieme si avviarono verso la Sala Comune dei Serpeverde.
- Domani, fossi in te, mi farei perdonare ! - gli sussurrò Nott prima di entrare, beccandosi uno spintone come risposta.
Come ogni sera, o almeno, come ogni sera nell'ultima settimana, Hermione si chiuse in camera sua.
Per fortuna Lavanda e Calì rimanevano in Sala Comune fino a tardi ultimamente, almeno non era costretta a scegliere tra le petulanti chiacchiere delle sue compagne di stanza e le occhiate d'odio che Ron le lanciava non appena la incrociava in corridoio o durante le lezioni.
Inoltre, vederli sbaciucchiarsi di continuo le ricordava dei brutti momenti passati mesi prima. Ed anche se non era più gelosa non poteva negare che la cosa le desse ancora fastidio.
A maggior ragione, trattandosi di una delle creature femminili che dopo Pansy Parkinson detestava di più.
Qualcuno bussò alla porta facendola sobbalzare impercettibilmente.
- Avanti ! - disse, un po' in ansia.
Ma poi si rasserenò vedendo la testolina rossa di Ginny far capolino nella stanza.
- Posso ?
- Vieni, siamo sole ! - le disse Hermione, sedendosi sul suo letto.
Ginny chiuse la porta e la guardò con una strana faccia.
- Hermione, devo parlarti ! - disse frettolosamente.
L'amica fece un gesto eloquente con la mano - So già del pettegolezzo, ne ho anche parlato con Harry prima...
- Non si tratta di quello... - disse Ginny, scuotendo i lunghi capelli rossi - Volevo dirti che Harry e Ron hanno fatto pace !
Hermione a quelle parole sgranò gli occhi e fece un sorriso felice - Ma è meraviglioso Ginny ! Com'è successo ?
Ma l'espressione dell'amica non sembrava entusiasta.
- Perché hai quella faccia ? Non sei contenta ? - chiese, scrutandola perplessa.
Ginny sbuffò, sedendosi accanto a lei - No... cioè, non è che non sia contenta per loro. Non sono contenta per me !
Hermione aggrottò le sopracciglia - Non ti seguo...
- Sai con chi sta Ron, no ? - sussurrò Ginny, con una faccia cupa.
- Sì, come lo sa tutto il castello - rispose Hermione incrociando le braccia.
- Appunto. - sbuffò nuovamente Ginny con fare rassegnato.
- Domani Ron ha dato appuntamento ad Harry ai tre manici di scopa per un appuntamento a quattro.
A quelle parole Hermione sentì una fitta prenderle lo stomaco.
- Ma non dovevamo andare insieme al pub ? - chiese, cercando di non far trasparire il suo turbamento.
- Sì ma non preoccuparti Hermione, ci vedremo con Ron e Lavanda verso due... quindi avremo tutta la mattina per...
- Alle due ??! - esclamò Hermione, interrompendola - Ma ho appuntamento con Malfoy alle quattro ! Che farò per due ore da sola ?!
Ginny la guardò preoccupata - Mi dispiace tanto... anche Harry è piuttosto contrariato nonostante cercasse da giorni di fare pace con Ron.
Hermione rimase in silenzio e questa volta non cercò di nascondere l'espressione triste che era nata sul suo volto.
Sapeva che sarebbe successo prima o poi.
- Scusami Hermione...avrei dovuto oppormi, lo so. - disse mortificata Ginny vedendo il suo viso.
Era logico che prima o poi Ron avrebbe perdonato Harry.
Come era logico che sarebbe stata "esclusa" da molti dei momenti che avrebbe voluto condividere con i suoi amici, come bere una burrobirra durante la gita di Hosgmeade.
Sarebbe rimasta sola molto più a lungo adesso.
- Lascia perdere. Non sono arrabbiata e non è affatto colpa tua. Non preoccuparti per me, in quelle due ore andrò in biblioteca... tanto per cambiare... - le rispose Hermione, accennando un sorrisetto ironico, anche se la morsa allo stomaco non accennava a scomparire.
Dopo che Ginny se ne fu andata, scusandosi altre mille volte con lei, Hermione si avvicinò ad un vecchio quadro che aveva appeso vicino al letto. Lo aveva messo lei stessa per nascondere una crepa che si era formata nel muro con gli anni. Non tanto per nasconderla, ma per poterla usare come nascondiglio di alcuni oggetti personali.
Spostò leggermente il quadro da un lato, prendendo dalla fenditura il diario di Zabini. Lo aveva già letto tutto, ma mai come in quel momento aveva pensato di poter capire quanto avesse sofferto quell'odioso Serpeverde. Forse doveva fare qualcosa per aiutarlo oltre che fermare la sua "sete"di vendetta. Doveva sentirsi utile a qualcosa per non sentire anche lei quel dolore che si prova quando ci si sente soli.
Si mise a letto rileggendo attentamente tutti i pezzi recenti del diario, fino a quando il sonno non la costrinse a nasconderlo nuovamente nel suo nascondiglio più sicuro.

Blaise Zabini aveva imboccato il corridoio che conduceva alle scale dirette per i sotterranei, le lezioni erano appena finite ed un intero pomeriggio di ozio lo aspettava al suo rientro nella Sala Comune.
Accanto a lui camminava Malfoy, con il quale stava contrattando un'eventuale entrata nella squadra di Quidditch visti i recenti infortuni che vi erano stati nelle ultime partite. Anche se il Capitano Serpeverde non sembrava convinto e stava insistendo perché aspettasse almeno il nuovo torneo.
Attaccata al braccio di Malfoy, Pansy Parkinson camminava impettita fulminando qualsiasi essere femminile osasse posare lo sguardo sul suo ragazzo.
Nott, Tiger e Goyle li seguivano di qualche passo, distrutti dalla lezione di Trasfigurazione appena finita.
Proprio in quel momento, dalla parte opposta del corridoio, era apparsa Hermione Granger stracarica di libri da riportare in biblioteca.
Non aveva neanche visto i Serpeverde, tanto la sua visuale era coperta dai vecchi tomi di magia.
Non appena l'ignara Grifondoro si era trovata accanto a loro, Pansy lestamente le aveva messo un piede davanti alle gambe facendola rovinare a terra insieme a tutti i libri.
- Ahahah, ti sta bene Mezzosangue ... - aveva riso la ragazza.
- Devi stare attenta a dove metti i piedi ! - aveva aggiunto Tiger, sghignazzando insieme a Goyle e Malfoy.
- Oggi i tuoi amichetti non ti accompagnano ? - aveva sibilato anche Malfoy, divertito nel vederla raccogliere febbrilmente i suoi amati libri.
- Si sono già stancati della tua petulanza ?
Però, contrariamente a quanto pensato da Blaise, la Granger lo aveva snobbato rispondendogli freddamente - Non sono affari tuoi Malfoy e comunque, grazie a te, Parkinson... - la ragazza aveva poi spostato il suo sguardo sulla Serpeverde - ....uno dei libri preferiti di Madama Pince si è rovinato. Sarà felice di sapere chi l'ha fatto cadere.
- Maledetta Sangue Sporco !!! - aveva esclamato la Parkinson a quelle parole, facendo il gesto di prendere la bacchetta. Ma Zabini l'aveva fermata intravedendo la McGranitt fissarli sospettosa dalla fine del corridoio.
- Lascia perdere Pansy, sta arrivando la Megera McGranitt - aveva detto Blaise alla compagna, facendo sussultare Hermione per come aveva chiamato la sua professoressa preferita.
- Sbrighiamoci ad andarcene prima che ci punisca... ci manca solo che invii un altro gufo a casa per rovinarmi l'estate.
Velocemente i Serpeverde si erano affrettati a tagliare la corda, lasciando la Grifondoro a raccogliere i suoi libri.

Hermione aprì gli occhi di scatto.
Alcuni uccellini stavano cinguettando sul davanzale della finestra, annunciandole che già fosse mattina.
Fu felice di ritrovarsi nel suo letto e non in mezzo al corridoio intenta a raccogliere decine di libri.
Che strano sogno che aveva fatto ! Ma perché il suo incoscio le aveva fatto sognare proprio quel fatto ?
Era accaduto quasi sei mesi prima e non ci aveva più ripensato. Anche la prima volta che aveva letto il diario non ci aveva prestato particolarmente attenzione. Ma quando l'aveva riletto la sera prima si era ricordata persino quello che si erano detti.
Eppure era stata una delle tante volte che aveva incontrato Malfoy e la sua combriccola in quei mesi, ma allora perché ne era rimasta in qualche modo colpita ?
La ragazza guardò pensierosa fuori dalla finestra, dove un pallido sole accennava ad alzarsi nel cielo.
Le temperature si erano leggermente rialzate quella settimana ma sicuramente le belle giornate come quella presto sarebbero state sostituite da altre con neve e pioggia.
Quel giorno avrebbe dovuto vedere Malfoy e, per un secondo, il suo istinto la fece rannicchiare maggiormente nelle calde coperte. Forse avrebbe potuto passare nel suo letto quella giornata, senza dover vedere quel Serpeverde, né tantomeno Ron e Lavanda.
Ma nonostante quel pensiero fosse alquanto invitante, Hermione si tirò su a sedere nel letto e guardò la propria immagine riflessa nel vetro della finestra. No, non poteva rimanere in camera, non era da lei agire così. Doveva affrontare Malfoy, da brava Grifondoro, e chiarire con lui riguardo al loro rapporto. Avrebbe dovuto far buon viso anche alla storia di Ron e Lavanda ed al fatto che non avrebbe potuto stare con i suoi amici.
Doveva farlo. Scappare a nascondersi non sarebbe stata la soluzione giusta.
Si preparò facendo ben attenzione a non svegliare Lavanda e Calì. Erano appena le sette, quindi aveva un buon margine di tempo per scendere a fare colazione senza rischiare di fare incontri poco graditi. L'appuntamento che aveva con Ginny ed Harry era per le nove all'ingresso della scuola, in questo modo avrebbe avuto persino il tempo di passare in biblioteca per riportare alcuni libri presi in prestito.
Compiaciuta del suo ottimo programma mattutino, si diresse frettolosamente in Sala Grande dove, tra i tavoli imbanditi di varie cibarie e bevande, potevano contarsi al massimo sei studenti seduti a fare colazione.
Ma quando lo sguardo si posò inconsciamente al tavolo Serpeverde le si gelò il sangue.
Malfoy era l'unico Serpeverde seduto al tavolo della sua casa ed aveva gli occhi fissi nei suoi.
Sentendo il cuore aumentare freneticamente, Hermione distolse lo sguardo da lui sedendosi ed afferrando un paio di toast e la prima marmellata che si era trovata davanti.
Con la coda dell'occhio però si mise a studiare il Serpeverde che la stava continuando a fissare senza complimenti.
- Questo modo fastidioso che ha di fissare la gente mi da ai nervi ! - pensò Hermione, voltandosi per prendere la brocca di succo d'arancia.
- Parla tanto di educazione... ma poi...
Girandosi le venne spontaneo lanciare uno sguardo stizzito al Serpeverde ma... rimase basita fissare il vuoto. Malfoy non era più al suo posto.
- Buongiorno Mezzosangue !
Hermione si bloccò con la brocca ancora a mezz'aria che per poco non le sfuggì di mano.
Malfoy le sorrise, avvicinandosi al tavolo e sedendosi nel posto di fronte a lei.
-M-Malfoy ! - disse Hermione un po' a disagio - Che ci fai seduto al tavolo Grifondoro ?
Il ragazzo alzò un sopracciglio - Mi sono perso, Granger !
Hermione lo guardò male - Molto divertente.
- E'colpa tua e delle domande che fai. - le sussurrò lui di risposta, prendendole la brocca dalle mani e versando il succo in un calice.
- Come ti pare Malfoy, ma non puoi sederti qui - puntualizzò ugualmente Hermione guardandolo freddamente.
Per un secondo Hermione vide gli occhi di Draco intristirsi prima di tornare freddi ed impassibili come sempre.
- Quante storie Mezzosangue, volevo solo augurarti il buongiorno e...
Hermione aggrottò le sopracciglia - E...
Draco sorrise - E sapere se oggi mi darai buca... sai, non vorrei stare ad aspettarti in quella topaia più del dovuto.
Ma poi il sorriso scomparve, lasciando un'espressione tesa al suo posto - Se quindi hai intenzione di non venire dimmelo subito.
Hermione ingoiò a vuoto.
Malfoy aveva avuto più coraggio di lei in quel frangente. Lei non si sarebbe mai seduta al tavolo di Serpeverde per chiedergli una cosa del genere.
Lo guardò, cercando nella sua mente dei validi motivi per non andarci, ma non ne trovò nessuno.
- Non mancherò... - rispose alla fine.
Malfoy la scrutò in silenzio per qualche secondo, prima di bere il calice che aveva riempito ed alzarsi per tornare al suo tavolo.
- Ah, aspetta! - lo chiamò inaspettatamente la ragazza.
Lui rimase di spalle, mettendosi le mani in tasca - Che c'è ?
- Potremo vederci alle due invece che alle quattro ?
Ma che diamine le era venuto in mente !? Si ammonì da sola, mentre Malfoy si voltava a guardarla un po' sorpreso.
La sua bocca aveva fatto quella domanda prima che il suo cervello le ordinasse di tacere.
- Come mai vuoi anticipare, Mezzosangue ?
Hermione sospirò, tanto valeva che a quel punto gli dicesse la verità.
- Ron verrà ai tre manici di scopa verso le due e sinceramente preferirei non incontrarlo, soprattutto non in luoghi pubblici. Hai sentito anche tu del pettegolezzo su me Harry e Ron, vero ?
Malfoy la guardò con espressione scocciata - Come non sentirlo ! A volte mi sembra di studiare nella redazione della Gazzetta del Profeta e non a Hogwarts.
Hermione accennò un sorriso - Già... Per questo è meglio non farmi trovare al pub !
Alcuni studenti piuttosto insonnoliti di Corvonero entrarono in quel momento in Sala Grande, costringendo Hermione ad abbassare la voce per non attirare l'attenzione su di loro.
- Comunque pensi di poter anticipare ? - sussurrò con forza al Serpeverde.
Malfoy ci pensò su qualche secondo - Non lo so, non avevo previsto una cosa del genere e devo stare attento a non farmi vedere dagli altri Serpeverde.
- Vedrò quello che posso fare, ti avviserò se riesco a liberarmi prima.
Hermione lo guardò un po' dubbiosa - E come faresti visto che non puoi mandarmi un gufo ?
- Non preoccuparti Mezzosangue, troverò il modo.
Draco ghignò, prima di voltarsi ed andarsene al suo tavolo.
Dopo un inizio un po' incerto, la mattinata non sembrò migliorare molto per Hermione.
Non appena arrivati al Villaggio Ginny trascinò Harry ed Hermione ai "Tiri Vispi Weasley" per salutare i gemelli.
- Sei sicura che non ci sia anche Ron ? - chiese Hermione un po' titubante, mentre guardava l'entrata piena di ragazzi curiosi dalle mille diavolerie esposte negli scaffali.
Ginny le sorrise, rassicurante - Sì, stai tranquilla. Ron ha detto che sarebbe passato oggi pomeriggio da Fred e George.
Una volta dentro, un festante George Weasley venne loro incontro.
- Ehi, Ginny - disse, abbracciando la sorella - Finalmente ci siete venuti a trovare! Pensavamo che la McGranitt avesse cancellato la gira ormai...
Harry sorrise vedendo invece Fred spuntare da dietro uno scaffale di Torroni Sanguinolenti.
- Come va ragazzi ? - chiese gioviale, con ancora una scatola di Torroni in mano.
Hermione pensò al ricatto di Zabini, alla rottura con Ron, ai suoi sentimenti proibiti per Malfoy.
- Magnificamente... - rispose con un sospiro.
Fred accennò un sorrisetto impertinente - Bene Granger, speravamo che ti mancassimo almeno un pochino come vittime sacrificali delle tue manie da Prefetto Perfetto !.
Hermione alzò un sopracciglio.
- Sicuramente non mi facevate annoiare, Fred - ammise divertita, togliendogli di mano la scatola di Torroni e leggendo l'etichetta contente il prezzo.
- Comunque vedo che le cose vi vanno bene !
- Sì, infatti - rispose il ragazzo con un gran sorriso - Abbiamo dovuto anche assumere delle persone per aiutarci con i clienti !
- Ma Ron dov'è ? - chiese George, scrutandosi intorno notando solo in quel momento l'assenza del fratello minore.
Ginny guardò Harry che non mancò di intervenire.
- E' in giro con Lavanda in questo momento. E' tornato insieme a lei.
- Oh - dissero quasi in coro i gemelli, spostando i loro sguardi perplessi su Hermione.
- Non posso crederci che abbia fatto due volte lo stesso errore... - disse Fred, grattandosi la testa.
Hermione si sentì a disagio, era colpa sua stavolta se Ron stava con Lavanda.
Sperò con tutto il cuore che non le chiedessero nulla.
- Dai ragazzi, basta parlare di Ron. Fateci vedere le vostre nuove invenzioni di quest'anno!
Per fortuna Ginny era intervenuta in aiuto dell'amica.
- Certamente, seguitemi nel retro ! - rispose George sorridente, noncurante dello sguardo colmo di gratitudine che Hermione aveva lanciato alla sorella.
Malfoy, Nott, Tiger e Goyle entrarono ai tre Manici di Scopa.
- Ma Draco, potevamo andare prima a Mielandia ! - protestò Goyle, togliendosi il mantello.
- Ho voglia di una burrobirra. Ci andremo dopo a Mielandia. - rispose gelido Malfoy, scrutando il locale alla ricerca della conferma che cercava.
- Ma sono appena le dieci !
- E allora ?
Draco ghignò nel vedere nei tavoli più lontani dal bancone Blaise Zabini sedersi con Pansy Parkinson, Daphne Greengrass e sua sorella Asteria.
Nessuno di loro sembrava essersi accorto di essere seguito.
Theodore si affiancò a Draco.
- Questo si chiama "stalking", amico ! - sussurrò al suo orecchio, guardando Zabini sedersi dando loro le spalle.
Draco accennò un sorriso.
- Allora me lo farai quel favore ?
Theodore lo guardò con sguardo birichino.
- Vedremo...
Si misero seduti alla destra del bancone, in modo che Draco potesse controllare tutte le mosse di Pansy e Zabini.
- Quattro burrobirre per favore ! - chiese educatamente Nott ad una giovane cameriera che indaffarata cercava di stare dietro a quell'invasione di studenti di Hogwarts.
- Insomma dove andiamo dopo ? A Mielandia o da Zonko ? Gregory preferirebbe Mielandia in verità - chiese Tiger, non appena si furono messi comodi.
- Per me è lo stesso - rispose Draco, continuando ad osservare la schiena di Zabini.
- Io comunque rimarrò solo fino alle due.
- Eh ? - dissero all'unisono i due scagnozzi.
- Perché ? Che hai da fare ? - chiese Tiger, un po' confuso. Malfoy era sempre stato con loro durante le gite ad Hosgmeade.
- Mio padre ha ordinato un abito per me alla sartoria più famosa di Hosmeade. E vuole che lo vada a provare prima del Ballo che ci sarà a Natale. - rispose lui serafico con una falsa espressione annoiata.
- Vuoi che veniamo anche noi ? - chiese Goyle con un pizzico di ansia, sperando che lui dicesse di no.
Zonko era sicuramente un alternativa più allettante di una sartoria.
- No, non serve. Ci vedremo direttamente a cena.
Tiger e Goyle fecero un nascosto sospiro di sollievo, non chiedendosi quanto effettivamente fosse strano che Malfoy non volesse essere accompagnato come suo solito.
- George, che fa questo cappello ? - chiese Harry, afferrando uno strano copricapo verde che ricordava il cappello parlante.
- Ti faccio vedere, mettilo ! - disse George affabile, scambiandosi uno sguardo con il fratello.
Harry indossò il cappello aspettando ulteriori istruzioni quando sentì le gambe, improvvisamente molli, cedere sotto il suo peso e la vista annebbiarsi.
Fred lo prese al volo, evitandogli una brutta caduta.
- George, ha funzionato ! Effetto istantaneo! - esclamò euforico.
Ginny si precipitò accanto al ragazzo - Harry ! Che succede ? - chiese, non ottenendo risposta.
Harry era completamente incosciente mentre Fred delicatamente lo adagiava sopra ad un vecchio divano poco distante, seguito dalla sorella.
Hermione li guardò con lo sguardo di un'oca inferocita - Cosa ha funzionato ? Che diavolo gli avete fatto voi due !?
- Tranquille ragazze - rispose Fred con un sorriso angelico - Harry sta dormendo come un bambino.
Ma Hermione continuò a guardarli arcigna - Mi spiegate l'utilità di questo "coso" ? Oltre al fatto che ora abbiamo Harry ko.
I gemelli trattennero un sorriso - E' semplice Granger - Spiegò George - In questo modo puoi saltare la scuola senza vomitarti l'anima o dissanguarti dal naso, molti clienti ci hanno chiesto una soluzione molto più soft.
- Anche se tuttavia sarà più costosa delle precedenti - puntualizzò Fred.
- E come si esce da questa specie di coma ? - chiese Ginny con un filo di preoccupazione.
- Basta un po' d'acqua sul viso, altrimenti si dorme per un'ora.
- Ah, menomale - disse Ginny con un sospiro - Già pensavo di dover tornare al castello con Harry sulle spalle !
- Comunque come al solito siete stati i soliti irresponsabili a collaudare una cosa del genere su Harry ! - intervenne Hermione con le braccia sui fianchi ed un'espressione arrabbiata.
-Suvvia Granger, non fare la bacchettona come al solito - disse Fred.
-Harry non è mai stato in pericolo altrimenti non glielo avrei fatto provare ! - continuò George con aria angelica.
Hermione fece per rispondere quando vide dallo spiraglio della porta una persona famigliare entrare ai "Tiri Vispi Weasley", si avvicinò per controllare meglio e solo allora si voltò verso i tre Weasley che invece erano rimasti in silenzio a guardarla.
- Hermione, che c'è ? - chiese Ginny, con Harry ancora svenuto tra le sue braccia.
- Mi è sembrato di vedere qualcuno che conosco, torno subito. - rispose lei evasiva, sparendo dietro la porta.
Ginny sospirò prima di guardare i fratelli con le sopracciglia aggrottate - Avete detto... acqua ?
Nott si aggirò silenzioso in mezzo alla "folla" che ammirava ammaliata ogni diavoleria presente sugli scaffali.
Si sentì un po' a disagio, ma era normale, visto che era la prima volta che entrava in un negozio notoriamente "Grifondoro" che, inoltre, faceva concorrenza al suo amato Zonko.
Però dovette ammettere che alcuni oggetti fossero veramente geniali. Alla fine i gemelli Weasley, a differenza di Ron, li aveva sempre giudicati brillanti nel loro genere. Senza contare le risate che gli avevano fatto fare con i fuochi artificiali che avevano sparato sulla Umbridge, una giornata impagabile dal suo punto di vista.
Aveva appena superato le prime due corsie che si sentì afferrare per un braccio e sussurrare in un orecchio - Vieni con me.
- Per fortuna che mi hai trovato tu, Granger - sussurrò Nott con gratitudine, riconoscendo la sua "rapitrice" dai lunghi capelli castani - Ero già rassegnato a dover girare tutto il villaggio, anche se ero quasi sicuro di trovarti qui.
Hermione accennò un sorriso prima di trascinare il Serpeverde dietro gli scaffali dove i gemelli mettevano i prodotti danneggiati. Sicuramente lì avrebbero avuto un po' di privacy.
- Sei stato imprudente a venire qui, Nott - gli sussurrò Hermione guardandosi intorno - Non so se te ne sei accorto, ma sei l'unico Serpeverde nei paraggi.
Nott la guardò divertito - E allora ? Non sono certo in "vista" come Malfoy come nemico numero uno dei Grifondoro !
Hermione gli lanciò uno sguardo piuttosto scettico.
- Inoltre - continuò Nott, guardando lo scaffale più vicino - Nessuno ha badato a me quando sono entrato, erano tutti intenti a guardare queste diavolerie geniali - fece per toccare uno strano cofanetto quando Hermione, allarmata, gli tirò la manica.
- Non toccarlo ! Questi sono oggetti danneggiati che Fred e George dovranno sistemare, potrebbero essere pericolosi - si giustificò, sentendosi a disagio per la confidenza che si era presa con lui e per il fatto di aver fatto per l'ennesima volta "la voce della coscienza".
Nott scoppiò a ridere - Non cambierai mai eh, Granger ?
Hermione arrossì lievemente - Spero di no, almeno resterete in vita più a lungo - rispose sbuffando.
- Comunque perché sei venuto a cercarmi ? Hai un messaggio da parte di Malfoy ?
- Sì, esatto. - le rispose il Serpeverde tornando serio - Mi ha detto di confermarti che vi vedrete alle 14:00 alla "topaia", come volevi tu.
Hermione sentì il cuore martellare così forte da farle quasi male. Anche se dentro di sé si ammonì per la sua mancanza di polso quando si trattava di Malfoy. Dopotutto era ancora infuriata con lui per come l'aveva tratta negli ultimi giorni.
Nott la vide mordersi pensierosa un labbro, come quando in classe era in procinto di risolvere un compito.
- Non prendertela troppo, Granger - disse con nonchalance.
Hermione lo guardò interrogativa, chiedendosi intimamente se Nott avesse letto i suoi pensieri.
Il Serpeverde ghignò, ricordandole chi avesse davanti.
- I-Io non me la prendo affatto ! - rispose stizzita, non sapendo dove Nott volesse andare a parare.
- Oh sì invece. - rispose il ragazzo, guardandosi intorno - In questo vi somigliate molto... voi due...
Hermione non fece in tempo a rispondere che già Nott si era voltato cercando con gli occhi di individuare l'uscita per andarsene.
- Ora scusami ma devo tornare a pedinare Zabini. D'altronde io e Draco non abbiamo fatto altro che tenerlo d'occhio tutta la settimana - buttò lì con un sospiro rumoroso, vedendo con la coda dell'occhio la ragazza irrigidirsi con un'espressione stupita.
- Ci vediamo ! - le fece un cenno con la mano e si allontanò velocemente da lei con un sorrisetto compiaciuto, scomparendo poco dopo tra gli studenti che festanti si aggiravano per il negozio.
Hermione rimase per qualche secondo a fissare il vuoto.
- D'altronde io e Draco non abbiamo fatto altro che tenerlo d'occhio tutta la settimana -
Era vero ?
Harry aprì lentamente gli occhi vedendo davanti a sé solo una sagoma sfogata.
- Finalmente ti sei svegliato ! Pensavo che Fred e George avessero mentito riguardo all'acqua !
Il Grifondoro si tirò su, ancora insonnolito, constatando di avere i capelli ed il mantello bagnati.
- Che è successo ? - chiese, rimettendosi gli occhiali che premurosamente Ginny gli aveva messo nel taschino.
- Sei stato vittima di un esperimento dei miei fratelli, quel cappello che hai messo fa addormentare profondamente chiunque lo indossi. Mi dispiace tanto Harry, adesso sei tutto bagnato !
Harry la guardò stupito per un momento prima di sorriderle dolcemente. Quando si preoccupava per lui Ginny era adorabile.
- Non preoccuparti ! Conoscendo Fred e George poteva anche andarmi peggio - disse allegramente, facendola ridere.
- A proposito, dove sono tutti ? - chiese poi guardandosi intorno.
- Fred e George sono tornati al lavoro, mentre Hermione è sparita qualche minuto fa dicendo di aver visto qualcuno.
- Qualcuno ?
Proprio in quel momento entrò Hermione.
- Harry, stai bene ? - chiese subito l'amica, scrutandolo con attenzione.
- Sì, un po' umido, ma tutto intero - rispose lui, facendo sorridere nuovamente Ginny. - Dove eri sparita ?
Hermione abbassò lo sguardo - Ero con Nott, mi ha confermato l'appuntamento con Malfoy per le due. Almeno non passerò due ore da sola, anche se credo che dovrò comunque abituarmici...
Sia Ginny che Harry la guardarono un po' a disagio. Un breve attimo di riconoscenza per Malfoy sfiorò i pensieri di Harry.
- Ma ora che ne dite di andare a prendere una bella Burrobirra ? - propose Ginny, spezzando quel innaturale silenzio tra loro.
- Sono d'accordo! - rispose Hermione con un sorriso.
- Perché no! - disse Harry, puntando la bacchetta sul suo mantello e facendo uscire un fiotto d'aria calda che successivamente spostò sui capelli, arruffandoli più che mai.
Draco posò il boccale, ormai vuoto, sopra il vecchio tavolo. Faceva finta di ascoltare le inutili chiacchiere di Tiger e Goyle sul Quidditch, chiedendosi invece se Theodore fosse riuscito a trovare Hermione senza aver dato troppo nell'occhio.
Zabini, Pansy e le due Greengrass erano ancora seduti al tavolo a parlare, apparentemente ignari di essere osservati.
Draco strinse i pugni sotto al tavolo.
Fino a che non l'avesse saputa al sicuro (con lui) non avrebbe mai dovuto perderli di vista.
- Allora che ne dici Draco ? - chiese a sorpresa Goyle.
Malfoy si ridestò - Allora cosa ?
- Di andare subito da Mielandia visto che fra non molto dovrai andare.
Draco spostò nuovamente la testa verso il tavolo di Zabini e, con sua sorpresa, vide il gruppetto alzarsi ed andare a pagare il conto alla cassa.
- Va bene - disse subito prendendo il suo mantello dalla sedia - Forza andiamo.
Tiger provò a protestare - Aspetta, ancora non ho finito la Burrobirra !
- Neanche io ! - disse Goyle.
- Allora sbrigatevi ! - abbaiò Malfoy, mentre li osservava bere convulsamente la loro bevanda.
- Pansy voi andate avanti da Zonko, io vi raggiungo subito.
Disse Zabini una volta fuori dal pub, intravedendo tre inconfondibili sciarpe rosso-oro che si avvicinavano dalla fine della via.
- Che vuoi fare ? - chiese Pansy curiosa.
Zabini le fece l'occhiolino, facendola arrossire lievemente.
- Solo confermare una cosa...
- Non so bene perché abbia detto così... - disse Hermione a Ginny - Ma se è vero, Malfoy è solo un grandissimo idiota.
Harry seguiva le ragazze indietro di qualche passo, con l'aria tra il rassegnato e quella di chi sta sentendo una cosa che invece non vorrebbe sentire.
- La cosa però ti fa piacere ! - le fece notare Ginny, facendola arrossire.
- Ma anche arrabbiare... - puntualizzò comunque Hermione, sbuffando sonoramente.
- Comunque Hermione - si intromise Harry, dietro di lei - Non possiamo continuare a lungo questa storia. Malfoy non può programmare ancora a lungo allenamenti straordinari per tenerti Zabini lontano. Devi sbarazzarti di quel diario. Forse è meglio se lo teniamo io o Ron.
Hermione si fermò - E cosa cambierebbe ?
- Che non se la prenderà con te magari.
Lei si voltò a guardarlo - Questa storia l'ho iniziata io, è giusto che ne paghi io le conseguenze.
- Hermione, ascolta... - disse Harry pazientemente - Zabini sa che tu e Ron non siete più amici, non verrà mai a cercare il diario da lui, lo metterà in un posto sicuro.
- Oppure potremo lasciarlo nella Stanza delle Necessità ! - Suggerì Ginny - Lì non lo troverà mai, anche se sarà più difficile per noi "consultarlo".
Hermione sorrise, intenerita dalla preoccupazione dei suoi amici.
- Ci penserò su e troverò una soluzione, promesso !
I tre ragazzi ripresero a camminare, non accorgendosi di una testa corvina che faceva capolino da un vicolo vicino alla strada.
- Interessante ... - pensò Blaise compiaciuto - Molto interessante.




***

Ragazze, chiedo scusa per la mia "sparizione" in questi mesi, ma ho avuto delle situazioni importanti da risolvere (che ancora purtroppo sono "in corso"), infatti spero di non farvi aspettare così tanto per il prossimo capitolo che comunque inizierò subito.
Spero che comunque vi sia piaciuto anche se c'è poca azione, cercherò comunque di rifarmi nel prossimo ;)
Ho riletto di fretta il quindi qualora mi fosse sfuggito qualche "orrore" segnalatemelo please, così lo correggo!
Voglio ringraziare di cuore: Harry Potterish, whatashame , titty79, B r e a t h e, seven e Fly_With_Me !!
Grazie per la vostra pazienza!
 
Ale
 
ps. Un grazie speciale anche a Elisaherm! perdonami mi sono accorta tardi della tua recensione e non ti ho risposto! ^^'

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Capitolo 32
*** Iniziano i giochi! ***



                                    D. come Draco, M. come Misogino    Cap. 32°







Hermione guardò nervosamente l'orologio e poi sospirò.
Fissò poi per un breve attimo l'inquietante "casa" che aveva di fronte a sé e si fece coraggio per entrare.
Non era la Stamberga Strillante a metterla a disagio, ma chi avrebbe trovato al suo interno.
Erano ormai le due meno cinque, conoscendo Malfoy e la sua puntualità avrebbe scommesso cento galeoni sul fatto che fosse già arrivato da un pezzo.
Attraversò il giardino pieno di rovi ed erbacce e dopo aver constatato per l'ennesima volta di non essere seguita, si infilò dentro velocemente.
- Lumus! - recitò, prima di incamminarsi verso la stanzetta meno distrutta di tutta la casa.
In quel momento una sonora imprecazione raggiunse le sue orecchie.
Hermione sorrise tra sé e sé. Come previsto, lui era già lì.
Quando si affacciò nella stanza vide un Draco Malfoy, piuttosto indispettito, dare un calcio ad una vecchia sedia impolverata.
- Che stai facendo ? - chiese la ragazza, palesando la sua presenza.
Malfoy alzò lo sguardo facendola tremare intimamente dalla testa ai piedi.

- D'altronde io e Draco non abbiamo fatto altro che tenerlo d'occhio tutta la settimana...

Se davvero l'aveva fatto per proteggerla, perché non glielo aveva detto?
Hermione aveva bisogno di sapere.
- Sei arrivata in anticipo, è un miracolo! - la voce del ragazzo la distolse dai suoi pensieri.
Hermione alzò un sopracciglio - I miracoli allora sono due, se metti anche il fatto che questa casa sia ancora in piedi dopo la tua ultima "visita".
Draco accennò un sorriso, riprendendo la sedia che aveva scaraventato in fondo alla stanza.
- Che stavi facendo a quella povera sedia? - chiese nuovamente Hermione, un po' incuriosita.
- Stavo cercando di trasformala in qualcosa di più comodo. - rispose lui senza guardarla.
- Ma ultimamente ho dei problemi a Trasfigurazione. Non tanto con la teoria, quanto con la pratica...
Hermione prese la bacchetta nel mantello.
- Posso? - chiese un po' titubante, sperando che Malfoy non si offendesse.
- Accomodati pure, Miss-so-tutto-io! - le rispose il Serpeverde, facendosi da parte.
Nonostante l'avesse presa in giro, Hermione notò subito il tono quasi affettuoso che lui aveva usato.
Ed affettuoso non era certo l'aggettivo che più si accostasse a Draco Malfoy.
In meno di tre secondi un comodo sofà sostituì la vecchia sedia malandata.
- Niente male. - disse il Serpeverde, sedendosi per primo.
Hermione lo imitò senza proferir parola.
Quando entrambi si furono seduti, un silenzio carico di imbarazzo si creò tra loro.
Draco studiò Hermione con la coda dell'occhio.
Non sembrava più arrabbiata come nei giorni precedenti o distaccata come quella mattina a colazione.
Non riusciva a capire cosa passasse per la testa a quella ragazza. Ed era strano per uno come lui.
- Allora... - disse Hermione, un po' imbarazzata per quell'innaturale silenzio fra loro.
- Come sono andati i tuoi allenamenti? Domani c'è la partita.
Draco si voltò verso di lei, facendole aumentare il battito cardiaco.
- Sono stati massacranti, ma devo dire che alla fine ho ottenuto quello che volevo. - accennò un sorriso, prendendole la mano.
- Ah sì? - disse lei, guardando a terra mentre lui con l'altro braccio l'attirava a sé. Se la Granger non era più arrabbiata con lui ci doveva essere un motivo, non poteva esistere sulla terra qualcuno che fosse più lunatico di lui.
- Domani sicuramente vinceremo la partita! - le sussurrò all'orecchio - Verrai a vedermi?
La ragazza continuò a fissare il pavimento polveroso - Forse... - rispose con un sospiro.
Draco le girò delicatamente il viso, costringendola a guardarlo negli occhi.
- Forse? - ridisse - Non dirmi che ce l'hai ancora con me per questi giorni ?
Hermione si prese qualche attimo per rispondere. Ricordava perfettamente quando aveva dovuto faticare per avere una risposta da lui sul bacio della ronda.
Doveva agire in maniera diversa stavolta.
- Non proprio... anzi, credo di doverti ringraziare dopotutto... - disse furbamente, ricambiando lo sguardo del ragazzo.
Draco rimase spiazzato a guardarla - Per cosa, esattamente?
Tra tutte le reazioni che potesse avere quel giorno Hermione Granger, quella per lui era sicuramente la più bizzarra.
Hermione gli strinse la mano - Per aver tenuto Zabini lontano da me in questi giorni... -sussurrò.
Draco perse un battito.
Alla fine ci era arrivata, aveva capito la sua intenzione. Quindi, di conseguenza, aveva capito i suoi sentimenti per lei. Oppure no?
- E' stato un caso, Granger. - disse, cercando di mantenere il contatto visivo con lei. Ma in quel momento i suoi occhi erano insopportabilmente luminosi, la stanza si era fatta più calda e soffocante e quel divano più scomodo.
Sentì da bravo Serpeverde l'esigenza di andarsene.
Hermione sorrise percependo il suo disagio e, allo stesso tempo, un senso di euforia riempirle il cuore.
Allora lui l'aveva protetta davvero. Non era sicuramente stato un caso come diceva lui, la sua espressione imbarazzata ne era la conferma.
Le aveva detto più volte che fosse interessato a lei, ma conosceva benissimo il proverbiale egoismo di Malfoy. Aveva sempre messo le sue esigenze prima di quelle degli altri, tranne questa volta.
Il fatto di contare realmente qualcosa per lui ormai era evidente quanto quello di essere riuscita a prenderlo in contropiede, prima che potesse ergere il solito muro di ghiaccio tra loro.
- Io non credo che sia stato un caso... - disse con uno sguardo sicuro, vedendolo agitarsi maggiormente sul sofà.
- E tu cosa ne sai? - sbottò finalmente il ragazzo, alzandosi in piedi - Il mio scopo è quello di vincere la partita!
Hermione lo fissò. Nonostante le sue parole un lieve rossore si era distribuito per le guance di Malfoy.
- Certo, come no. - gli rispose, facendolo indispettire maggiormente.
- Non hai appena detto di aver già ottenuto quello che volevi? E ancora non puoi dire di aver vinto, visto che dovrai giocare domani.
Malfoy la fulminò con lo sguardo.
- Ti sbagli! Io parlavo veramente del Quidditch... in particolare dei progressi fatti nei nostri allenamenti. Possibile che tu non l'abbia capito? Eppure tutti ti ritengono la strega più brillante di Hogwarts! - rispose stringendo i pugni.
A quelle parole anche Hermione si alzò, fronteggiandolo agguerrita.
Perché doveva negare in maniera così spudorata di aver fatto tutto questo per lei? Certo, sicuramente lo aveva fatto anche per la partita, ma il Quidditch non era mai riuscito a far arrossire Draco Malfoy. Forte delle sue supposizioni lo fissò negli occhi, leggendo ancora del disagio da parte del ragazzo.
- Io non ti capisco proprio! - gli sibilò sulle labbra - Perché non vuoi far vedere agli altri quello che fai di buono?
Lui rispose all'attacco.
- Perché forse non ho fatto niente di buono! Ti ripeto che ti ho aiutata per caso. E poi non hai detto che te la saresti cavata da sola?
Hermione si morse un labbro ma non volle cedere.
- Certo! Ma a quanto ho visto ti sei sentito in obbligo di proteggermi lo stesso.
L'espressione di Malfoy era così scioccata da farle quasi venir voglia di ridere.
- Ma cosa vai farneticando?! Perché avrei dovuto farlo?
La Grifondoro si fece coraggio.
- Perché tieni a me! - gli strillò praticamente in faccia.
Ecco, finalmente l'aveva detto. Studiò l'espressione basita del compagno decidendo se sbilanciarsi o meno ulteriormente.
- E se anche non fosse per questo, sappi che io invece l'avrei fatto per te. - aggiunse infine, cercando con tutte le forze di non arrossire.
Ci fu un momento di interminabile silenzio in cui i due ragazzi si guardarono negli occhi.
Hermione trattenne il respiro, vedendo il viso di Malfoy passare dallo sconvolto all'imbarazzato, prima di tornare alla solita espressione imperturbabile di sempre.
Strinse i pugni, quasi pentendosi di essere stata così diretta con lui, di essersi messa a nudo così tanto.
- Bene... - disse con un pizzico di amarezza, mal interpretando il silenzio di lui.
- Se davvero mi sono sbagliata sarà meglio che me ne torni al castello, ma ciò non toglie che tu sia un idiota, Malfoy!!! - aggiunse, prendendo la sua borsa e avviandosi velocemente verso la porta di ingresso della casa.
Ma non arrivò neanche a mettere la mano sulla maniglia che si sentì afferrare da dietro.
Sgranò gli occhi, rimanendo immobile.
Malfoy la stava abbracciando.
Hermione sentì le braccia di lui cingerle i fianchi ed il respiro farsi più rapido sopra il suo orecchio.
- No, non andartene! - le ordinò quasi con disperazione.
Hermione sospirò - E perché non dovrei?
Malfoy si prese qualche secondo per rispondere.
La Grifondoro ascoltò in silenzio il battito frenetico del suo cuore prima di sentire quelle parole.
- Perché hai ragione...
Ad Hermione mancò il respiro.
- ... sono davvero un idiota, Hermione. - finì lui, girandola per guardarla negli occhi.
Un sorriso spuntò sul viso del Serpeverde vedendola imbarazzata.
Le carezzò il viso con dolcezza.
- Ma sarei ancora più idiota se ti lasciassi andare via! - aggiunse, prima di tuffarsi sulle sue labbra come da giorni sognava di fare.
Era passato troppo tempo da quando l'aveva baciata l'ultima volta e questo gli era mancato terribilmente.
Lei lo lasciò fare, mentre i suoi pensieri si aggrovigliavano nel solito modo che ormai conosceva così bene.
Era forse un'ammissione quella? Oltre al fatto di essere un idiota ovviamente. Ma Hermione non perse troppo tempo a rispondere a quella domanda, visto che ormai la passione aveva preso il sopravvento. Le loro lingue avevano iniziato una danza frenetica mentre le mani esploravano ognuno i capelli e la divisa dell'altro.
Malfoy la prese in braccio di peso e la riportò sul divano, senza smettere un secondo di baciarla, di accarezzarla.
La depose delicamente, sdraiandosi sopra di lei.
- Draco... A...Aspetta...- sussurrò lei, non appena sentì la mano di lui infilarsi sotto la gonna.
Lui si bloccò, guardandola con occhi colmi di desiderio.
- Io non ho mai...
- Lo so! - la zittì il Serpeverde, togliendo comunque la mano - Non è certo un problema, ti guiderò io! - le sussurrò, baciandole il collo.
Hermione ormai era rossa come pomodoro maturo.
- M...Ma non vorrai... qui dico!
Draco ghignò - E dove sennò? - soffiò sulla candita pelle del suo collo, facendola rabbrividire - Vorresti farlo sulla cattedra di Piton o nel letto di Zabini?
Hermione sorrise impercettibilmente, mentre una strana ansia si faceva largo in lei.
Era davvero quello che voleva?
Aveva sempre sognato con Ron la sua prima volta ed in un contesto sicuramente più romantico. Ma quelli erano stati anni di sogni mai realizzati, quando comunque non si era mai dovuta porre realmente il problema.
Non che non volesse stare con Malfoy, ma non aveva mai avuto neanche il tempo di razionalizzare quanto potesse spingersi in là la loro storia. Forse era troppo presto per fare un passo del genere.
Draco le sciolse la cravatta baciandole con dolcezza l'orecchio e poi con le mani scese ad accarezzarla fino ad arrivare al seno.
L'ansia si fece più forte ed un gemito le sfuggì dalle labbra.
No, decisamente ancora non era pronta per questo.
- A...Aspetta! - balbettò nuovamente, bloccandolo per la seconda volta.
Lo fissò con occhi lucidi.
- Io non voglio... - disse con il respiro spezzato - Non ora almeno e sicuramente non qui!
Per un secondo un lampo di rabbia passò negli occhi del Serpeverde.
- Qual è il problema? - chiese, cercando di reprimere il pensiero che lei non lo considerasse degno per la sua prima volta.
Hermione abbassò lo sguardo - Sono io il problema. - rispose mortificata - Ancora non mi sento pronta... scusami...
Se fosse stata un'altra, Malfoy l'avrebbe sicuramente mandata al diavolo in quel frangente. Ma vedere la fiera Mezzosangue mordersi il labbro e chiedergli scusa con un'espressione quasi disperata, incrinò impercettibilmente qualcosa nel suo cuore.
Fece appello al suo più grande autocontrollo - E va bene... - sospirò, tirandosi su e permettendole di sedersi.
- Aspetterò che tu lo sia... ma non metterci anni, Mezzosangue...- disse, mettendo un broncio così adorabile da far sorridere la ragazza.
- Grazie... - riuscì a dire lei, un po' commossa da tutta quella inaspettata premura. Quando lo aveva bloccato per la seconda volta Hermione era sicura che l'avrebbe cacciata dalla Stamberga Strillante.
- E adesso cosa facciamo? - le chiese Draco, con un sopracciglio alzato ed un'espressione scocciata - Abbiamo ancora del tempo prima di dover tornare a scuola.
Hermione lo guardò passarsi una mano tra i capelli ormai irrimediabilmente spettinati.
Malfoy non gli era mai sembrato così bello come in quel momento.
- Hai detto che ultimamente hai problemi con Trasfigurazione... - disse, ricevendo uno sguardo interrogativo come risposta.
- Potrei darti una mano con gli esercizi, almeno per potermi sdebitare per l'aiuto che mi hai dato a Pozioni.
Draco la fissò come se le fosse spuntato un terzo occhio sulla fronte.
- Non ci credo che tu stia dicendo sul serio...
Hermione arrossì leggermente - Invece sì! - esclamò, allacciando nuovamente la cravatta rosso oro - Ti farò ripetizioni per tutta la settimana se vorrai, almeno passeremo del tempo insieme e potremo conoscerci meglio.
- C...Conoscerci meglio? - ripetè Draco, quasi scioccato.
Hermione lo guardò, risoluta - Se vuoi che mi senta pronta...a...- divenne cremisi in quel secondo -... a farlo, vorrei prima passare del tempo in tua compagnia. Vorrei sapere qualcosa in più su di te...qualcosa che non sappia già ovviamente - Draco fece per rispondere ma lei lo zittì, posandogli un dito sulle labbra - Ci guandagnerai doppiamente non credi ? Non vorresti prendere una E anche a Trasfigurazione?
- Sì, ma... - provò nuovamente lui.
Ma stavolta Hermione lo zittì baciandolo sulle labbra con dolcezza.
Quando si staccò da lui lo vide sospirare.
- Ok, ok... hai vinto te. - disse rassegnato - Non capisco come ci si possa conoscere trasfigurando una sedia, ma se è questo che vuoi... accetto la tua offerta ! Almeno avrai una scusa da rifilare a quella piattola di Potter per il fatto vedermi tutto il resto della settimana!
Hermione lo guardò male - Non ho bisogno di una scusa per vederti e poi Harry non è una piatt....
Ma non finì mai la frase, perché questa volta fu il turno della Grifondoro di essere zittita con un bacio passionale.
Un timido raggio di sole fece capolino tra le tende rosso-oro.
Hermione aprì lentamente gli occhi ed un sorriso felice si fece largo sulle sue labbra. Erano settimane che non si sentiva così serena ed in pace con se stessa.
Aveva finalmente chiarito con Draco e l'avrebbe rivisto per tutta la settimana, senza contare dell'emozione che aveva provato nel sapere cosa avesse fatto il Serpeverde per lei.
Agli occhi di una persona normale sarebbe passata inosservata. Ma lei invece aveva capito l'importanza di quel gesto così premuroso quanto inaspettato da uno come Malfoy.
Si preparò in silenzio mentre pensieri, ricordi ed un'euforia crescente si accavallavano freneticamente nel suo stomaco e nella sua testa.
Solo quando fu pronta per uscire si rese conto che fosse rimasta sola nella stanza. Di Lavanda e Calì non vi era neanche l'ombra.
- Cielo, è cosi tardi? - si chiese, cercando velocemente il suo orologio. Quasi le cadde di mano quando vide che mancavano dieci minuti alle undici.
Stava per perdersi la partita di Draco...
Si precipitò in Sala Comune come una pazza. Neanche Harry e Ginny erano rimasti ad aspettarla, doveva davvero aver dormito come un ghiro se neanche la sua migliore amica era riuscita a svegliarla ! Con questo pensiero si infilò nella Signora Grassa iniziando a mettere direttamente guanti e cappello. A quell'ora era inutile anche provare a fare colazione, la cosa migliore era raggiungere direttamente gli altri allo Stadio.
- Harry, io torno alla torre a vedere se è sveglia! - annunciò Ginny Weasley con le sopracciglia aggrottate. Erano davanti all'entrata dello Stadio da almeno venti minuti ed ormai gli altri studenti erano tutti entrati a prendere i posti - E' strano, conoscendola, che non sia già qui. - aggiunse guardandosi intorno.
- Magari ha cambiato idea. - disse Harry, con un mezzo sorriso. Sarebbe stato bello per lui se il motivo fosse stato realmente quello.
Ginny lo guardò male - Non ha cambiato idea, ho parlato con lei prima di andare a dormire.
Harry si passò una mano tra i capelli - Lavanda ha detto che Hermione ci avrebbe raggiunti qui, vedrai che fra poco arriverà!
- E da quando ti fidi di Lavanda? Quella la odia! - rispose Ginny, incrociando le braccia.
Harry la fissò divertito - Lo sai che quando fai così assomigli a Ron? - disse, facendo indispettire maggiormente la ragazza.
- Che cosa? Non dirlo mai più!
- Ragazzi, calma! - disse una voce alle loro spalle - Sono qui.
I due Grifondoro si voltarono e videro la loro amica avvicinarsi con il fiatone.
Hermione li aveva quasi affiancati quando Pansy Parkinson, sbucando apparentemente dal nulla, le si parò davanti.
- Buongiorno Zannuta! - disse con una luce malvagia negli occhi - Adesso sei così spudorata che vieni a vedere Draco anche quando gioca?
Hermione la guardò con sufficienza - E da quando devo rendere conto a te di quello che faccio?
La Serpeverde si avvicinò di un passo, facendo scattare Harry e Ginny che si misero al suo fianco.
- Wow! Adesso hai anche le guardie del corpo! - disse Pansy, facendo una risatina stupida.
- Sappi che ci riprenderemo quelle foto! - guardò poi Harry e Ginny - Tanto io e Blaise sappiamo che vi ha detto tutto, avete fatto male ad impicciarvi.
Hermione strinse i pugni - Lasciateli fuori da questa storia! - comandò, cercando di mantenere la calma.
Harry le mise una mano sulla spalla, mettendosi tra le due ragazze.
- Lascia perdere, Hermione, tanto non possono fare nulla senza prove.
Pansy assottigliò gli occhi - Per questo ce le riprenderemo...
Ma inaspettatamente Hermione sorrise.
- Ti risparmio la fatica allora. - disse, iniziando a frugare nella tasca interna del suo cappotto.
Harry e Ginny si guardarono confusi.
Che diavolo stava facendo?
- Hermione... - provò Harry, ma si bloccò non appena l'amica tirò fuori dalla tasca una foto, che porse poi alla Parkinson.
La Serpeverde la guardò confusa, la Mezzosangue le stava ridando la foto? Era impazzita del tutto o semplicemente si arrendeva?
Ma dopo aver posato gli occhi sulla foto le lanciò uno sguardo furente.
- Tienila pure, tanto ho altre copie! - disse Hermione, con un sorriso birichino.
La faccia di Pansy diventò viola dalla rabbia - Maledetta! - sibilò tra i denti - Non crederai di spaventarci con questa roba?! Pensi che un professore non si accorga che l'hai manipolata con la magia?
Hermione non si aspettava che quella obiezione per affondare il colpo.
- Considerando che è perfetta e che la McGranitt non metterebbe mai in dubbio la mia parola, ti rispondo : Sì invece, credo proprio di spaventarvi. - disse fieramente.
Un boato proveniente dallo Stadio non permise alla Parkinson di risponderle.
Stava iniziando la partita.
- Per questa volta ti lascio perdere, Mezzosangue. - disse alla fine la Serpeverde, guardandola con astio - Ma non finisce qui! - puntualizzò, prima di sparire per le larghe porte d'entrata.
- Che diavolo è successo? - chiese per primo Harry, quando la Parkinson se ne fu andata.
Hermione guardò i suoi amici fissarla basiti ed iniziò a ridere, togliendo dalla tasca un'altra foto.
- Secondo me non le è piaciuto com' è venuta! - aggiunse, facendo sorridere gli amici.
La foto in mano ad Harry mostrava Pansy Parkinson e Blaise Zabini entrare nel passaggio segreto celato dietro la statua della Strega Orba. Esattamente come in quella in cui c'erano Malfoy ed Hermione.
- Ma... come hai fatto? - chiese Harry, stupito.
- E' perfetta, sembra vera! - disse Ginny con ammirazione.
Hermione riprese la foto - Non è stato facile farlo, mi è venuta ieri sera l'idea. Dopo aver passato tutto quel tempo a trasfigurare oggetti, ho pensato che questo trucchetto potesse tornarci utile.
- Quindi è questo che hai fatto con Malfoy? - chiese Harry, a metà tra lo stupito ed il disgustato - Avete studiato davvero?
Hermione arrossì, voltandosi verso la porta - Su, andiamo o perderemo la partita! - esclamò, evitando accuratamente di rispondere all'amico.
- Sì, andiamo! - le fece eco Ginny, tirando Harry per un braccio.
Harry sospirò, non avrebbe mai capito le donne. D'altronde era stato felice di sapere che Malfoy ed Hermione avessero solamente studiato in quelle ore passate da soli nella Stamberga Strillante.


La Partita fu un vero successo per i Serpeverde. Era stata persino più veloce di quella tra Grifondoro e Corvonero.
Malfoy era riuscito a prendere il boccino quando i Tassorosso erano appena riusciti a segnare i primi 10 punti.
L'euforia dell'intera casa Serpeverde era tangibile. Hermione si rese conto che per la prima volta nella sua vita era contenta per la vittoria di quelle serpi. Era incredibile ma era così.
Quando Draco aveva afferrato il boccino e subito dopo l'aveva cercata con lo sguardo, regalandole poi un lieve sorriso, lei si era sentita completamente travolta dall'emozione. Non aveva mai provato sensazioni così intense con Ron, quanto non aveva mai apprezzato tanto il Quidditch come in quel momento.
Comunque dopo la geniale idea di Hermione, la brutta faccia di Pansy Parkinson non si fece più vedere nei giorni seguenti, se non purtroppo nelle ore di lezione in cui comunque non la degnava di uno sguardo. Lo stesso Zabini sembrava insolitamente disinteressato a loro, non faceva più neanche quei sorrisi malvagi che esibiva ogni volta che incontrava Hermione. Semplicemente adesso la evitava.
Forse avevano rinunciato alle foto, ma Hermione era sicurissima che Zabini non potesse rinunciare al diario.
Era comunque molto strana quella quiete che solitamente precede la tempesta.
- Devi sbarazzarti di quel diario, Hermione.
Le disse una sera Ginny prima che lei sparisse, come sempre ormai, per andare all'appuntamento con Malfoy.
- Ormai non sei più sotto ricatto, inoltre Malfoy lo vuole usare per vendicarsi di Zabini. Sarebbe meglio non farlo avere neanche a lui, potrebbe metterti nei guai.
Hermione ricambiò lo sguardo preoccupato dell'amica.
- Lo so, ed ogni giorno Malfoy mi chiede di farglielo leggere. Non sapevo più che rispondere ieri ... così ho fatto una cosa... - le si avvicinò, sussurrandole qualcosa all'orecchio.
La ragazza la guardò con occhi stupiti.
- Come ti è venuta in mente una cosa del genere? Credi che funzionerà?
Hermione sospirò - Lo spero! Anche se sono stata sempre una frana ad interpretare i sogni... quella era la mia unica possibilità. - guardò l'orologio - Ora scusami ma Draco mi sta aspettando... - le sussurrò, prima sparire nel buco del ritratto.
Ginny la guardò andare via, un po' confusa - Di che sogno stava parlando? - si chiese tra sé e sé.
Hermione avanzò con passo rapido fino alle scale che portavano al settimo piano. Ormai lei e Draco si davano appuntamento tutti i giorni nella Stanza delle Necessità.
Era così strano. E pensare che fino all'anno prima lei usava la Stanza proprio per nascondersi da quelli come lui, ed invece adesso era cambiato tutto.
D'altronde tutto cambia a Hogwarts, dalle scale fino ad arrivare al pettegolezzo del giorno. Grazie all'influenza di Lavanda infatti, le Tassorosso avevo dedicato le loro energie verso altre povere vittime ed avevano lasciato lei, Harry e Ginny finalmente in pace.
Assorta nei suoi pensieri la Grifondoro non si accorse di un'ombra che ormai la stava seguendo da qualche minuto.
- Hermione! - si sentì chiamare ad un certo punto.
- Fermati, devo parlarti!
La ragazza si voltò.
- Ron? - esclamò sorpresa, vedendo quello che ormai era il suo ex migliore amico, avvicinarsi a lei con un'espressione tesa.






****
Ciao a tutti! ho cercato di sbrigarmi questa volta... anche se sinceramente avrei preferito aggiornare ancora prima, ma ahimè, non ci sono riuscita!
Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite o le preferite^^ ma soprattutto a Fly_With_Me, Elisaherm, XnihalX.
Cercherò di non farvi aspettare troppo per il prossimo capitolo!
Kisses.
Alessandra.

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Capitolo 33
*** Serpente dentro. ***


                                      D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 33°






Il ragazzo si fermò proprio davanti a lei ed Hermione prese un bel respiro, cercando di controllare il tremito delle sue mani. Le era sembrato che fosse passato un secolo dall'ultima volta che Ron le aveva rivolto la parola spontaneamente.
In quei giorni infatti Harry e Ginny avevano provato più volte a farli riavvicinare, ma non erano mai riusciti a farli rimanere nella stessa stanza per più di due minuti. Il tempo sufficiente per Ron di incenerirla con lo sguardo ed inventare una scusa per sparire dalla circolazione.
Inoltre Lavanda in quel momento stranamente non era con lui, dallo scherzo che le aveva fatto per farle perdere la partita dei Serpeverde anche lei l'aveva costantemente evitata, forse per paura di una sua vendetta. Peccato che Hermione non fosse quel genere di persona.
- Che cosa devi dirmi ? - le uscì, forse, con un po' troppo impeto.
Ron la fissò con uno sguardo offeso che le strinse il cuore.
- Scusami ... - si corresse, torcendosi le mani - E' che ultimamente non sei stato molto incline a parlarmi e non mi aspettavo che mi cercassi per farlo.
Il ragazzo accennò un lieve sorriso prima di tornare a guardarla con una strana espressione, un'espressione che non aveva mai visto sul suo volto.
- Infatti... - disse Ron, facendo calare un silenzio imbarazzante fra loro prima che si decidesse nuovamente a parlarle - Ma credo di non poter più aspettare...
Hermione lo guardò interrogativa.
- E' successo qualcosa ? - chiese, sperando in una risposta negativa.
- Sì, decisamente. - rispose il ragazzo iniziando a guardarsi intorno - Ma non voglio parlarne qui nei corridoi, vieni con me.
Iniziò a camminare spedito verso le scale che portavano alla Torre di Astronomia.
- Dove vuoi andare ? - chiese la ragazza seguendolo, ben sapendo dove portassero quelle scale.
- Dove nessuno potrà disturbarci. - fu l'unica risposta che ebbe.
Hermione non si fece troppe domande e lo seguì docilmente. Parlare con Ron e tornare ad essere sua amica era fino a quel momento l'unico desiderio della ragazza che ancora non si era avverato. Ma forse, pensò speranzosa, quello poteva essere il momento giusto per chiarire con lui.


- Ehi, Draco ! - esclamò Theodore Nott, entrando in stanza - Credevo che fossi con la Granger, che ci fai ancora qui ?
Malfoy ghignò girandosi verso il compagno - Cos'è, vuoi cacciarmi ? - disse, alzando un sopracciglio.
- Certo che no ! - si difese subito Theodore, regalandogli un' occhiataccia - E' che fra poco arriverà una ragazza e...
A quelle parole Draco lo guardò sorpreso - Qualcuna che conosco ? Magari una Grifondoro... ? - chiese, interrompendo l'amico.
Nott rise e si sedette sul letto.
- No amico, è una Serpeverde del terzo anno e no, non la conosci visto che non ti sei mai interessato a quelle più piccole.
- Credevo che ti piacesse la Weasley. - buttò lì Draco, lanciandogli uno sguardo eloquente che Nott ignorò.
- Ho detto solo che è carina e poi lo sai bene che è fidanzata con Potter... - gli rispose, evasivo.
Malfoy sbuffò, e come poteva dimenticarselo ?! Visto che adesso ci si metteva anche Hermione a palesargli la sua (purtroppo) presenza ad Hogwarts.
- Be'... non temere, fra poco dovrò andare. - rispose al compagno, prendendo una foto dal comodino per metterla al sicuro nel cassetto.
- Stai ancora guardando quella foto ? - chiese Theodore con un sorriso, togliendogliela dalle mani.
- Ehi, ridammela subito ! - berciò il Serpeverde, indispettito.
- Certo che la Granger è stata veramente geniale ! - disse Nott, bloccando l'amico mentre cercava di riprendersela.
- Sembra veramente che Zabini e la Parkinson stiano uscendo da scuola. Se non lo sapessi con certezza non riuscirei a distinguerla da una vera.
- Già è vero, odio ammetterlo ma quella ragazza non fa altro che stupirmi...
Nott sorrise malizioso - Ti stupisce solamente? - chiese, beccandosi uno spintone come risposta.
- Molto divertente... - sibilò poi Malfoy, strappandogli la foto dalle mani e mettendola finalmente nel suo cassetto.
- Ma questa foto non mi basta lo stesso... voglio quel diario, solo con quello potrei farla finalmente pagare a Zabini per tutto quello che ha fatto... - aggiunse con un'espressione dura.
- E qual è il problema ? - rispose Nott, guardandolo interrogativo - La Granger ha il diario, no? Chiedile di dartelo, non credo che Zabini sospetterà che lo abbia tu, d'altronde ha già frugato tra le nostre cose.
Draco sospirò - Peccato che lei non voglia consegnarmelo, ha paura che possa fare qualcosa di stupido.
Theodore rise di gusto - Ti ha detto davvero così? Quella ragazza mi piace sempre di più... e non guardarmi male... non mi piace in quel senso...
Draco incrociò le braccia, ignorando l'ultima frase del compagno - Sta cercando di fare in modo che io non mi vendichi su di lui. Anche se non ne capisco il motivo, dopo tutto quello che ci ha fatto.
- E' una Grifondoro, Draco... che ti aspettavi? - fu la risposta di Nott, prima che un lieve bussare alla porta li distraesse dalla loro conversazione.
- Theodore... Ci sei? - chiamò una vocina da dietro la porta - Sono Nancy, posso entrare ?
- Certo ! - le rispose il Serpeverde, lanciando poi uno sguardo a Malfoy.
- Ho capito, me ne vado, non preoccuparti! - disse Draco con un mezzo sorriso, mentre una ragazzina minuta faceva il suo ingresso nella stanza lanciandogli uno sguardo imbarazzato.
Malfoy ghignò prima di chiudere porta. Aveva sempre avuto un grande ascendente su quelle dei primi anni, se avesse voluto avrebbe potuto farle saltare senza esitazione dalla Torre di Astronomia.
Solo una ragazza poteva tenergli testa...
Solo una aveva sempre avuto l'orgoglio di dirgli di no...
Solo una lo aveva schiaffeggiato quando erano al terzo anno... ed era con quella ragazza che aveva appuntamento nella stanza delle Necessità.
Forse per la prima volta Draco avrebbe momentaneamente represso la sua "sete" di vendetta. Se veramente era quello che voleva Hermione, allora avrebbe potuto anche ripensarci.


Hermione sentì distintamente un brivido scorrerle per tutta la lunghezza della schiena.
- Hai davvero sentito Zabini e la Parkinson che parlavano di uccidermi ?
Ron la fissò, scuro in volto.
- Sì, esatto... - rispose sbrigativo - Per questo devi consegnarmi il diario, per essere al sicuro.
- Harry lo sa ? - chiese la ragazza, mordendosi un labbro. Conoscendolo, sarebbe sicuramente andato come un pazzo nei sotterranei per picchiarlo, come ovviamente una volta avrebbe fatto anche Ron... ma la freddezza e la tranquillità con cui le stava parlando in quel momento avevano minato le sue speranze che potessero tornare amici dopo tutto quello che era successo. Ron era cambiato a causa sua, non sembrava neanche lui in quel momento.
- Sei la prima a saperlo. - le disse, mettendo le mani in tasca.
La ragazza iniziò a girare in circolo per la buia stanza della torre.
- Ma se quello che dici è vero... - disse preoccupata - Questo sicuramente non basterà, sarò comunque in pericolo. Soprattutto fino a quando Zabini continuerà a credere che ce l'abbia io.
Ron sospirò, ad Hermione sembrò quasi infastidito - Questo non è un problema, gli dirò personalmente che ho io il diario...
Quelle parole bloccarono Hermione sul posto, mettendo fine al suo estenuante girotondo.
- Lo faresti davvero ?
Ron le voltò le spalle - Hai così poca considerazione di me ? - le chiese, con voce atona.
- No, certo che no ! - si affrettò a rispondere Hermione. Forse si era sbagliata su di lui. Già il fatto che fosse venuto a dirglielo personalmente senza parlarne con Harry forse era la dimostrazione che tenesse ancora lei in qualche modo.
Anche se qualcosa ancora non le tornava... non sapeva cosa, ma il suo atteggiamento freddo e distaccato la stava facendo sentire a disagio.
Sembrava così diverso...anche troppo.
- Forse dovremmo prima parlarne con Harry e Ginny. - si azzardò a dire.
Ron si voltò a guardarla ed Hermione potè chiaramente leggere un misto di impazienza e rabbia nei suoi occhi.
- Non lo capisci che non abbiamo tempo da perdere ? - le rispose, stringendo i pugni.
- Dammi quel diario, non serve parlarne prima con Potter !
Hermione lo guardò a bocca aperta.
Ron aveva appena chiamato Harry per cognome. E da quando lo conosceva non lo aveva mai fatto se non per prenderlo in giro o quando era arrabbiato con lui per qualcosa.
- Perché no ? Hai di nuovo discusso con lui per caso ? - gli chiese, mentre un terribile sospetto si faceva largo nella sua mente.
Ron le sembrò quasi a disagio.
- Certo che no ! - si affrettò a tagliare corto.
Hermione notò come la sua voce risultasse più profonda del normale, quasi si sforzasse di mantenere un determinato tono con lei. Lo aveva già notato quando erano in corridoio ma con il freddo che aveva fatto in quei giorni mezza Hogwarts aveva il mal di gola o la febbre, quindi non vi aveva dato troppo peso. Ma comunque Ron sembrava stare benissimo mentre continuava a fissarla con quel suo sguardo gelido... uno sguardo che indubbiamente le ricordava qualcuno.


Draco guardò il suo prezioso orologio d'oro e sbuffò.
Hermione era in ritardo. Ovviamente, era in ritardo solamente per i suoi "standard" visto che erano passati solo tre minuti da quando aveva messo nella Stanza delle Necessità.
Ma per uno fissato come lui sulla puntualità, tre minuti erano anche troppi...
Cercò di distrarsi aprendo il suo libro di Trasfigurazione ed iniziando ad esercitarsi con degli oggetti presenti nella stanza. Anche se gli fu di poco aiuto, visto che tutti i pensieri finivano comunque per affollarsi sempre sull'immagine di una certa ragazza dai capelli crespi.
Sorrise, sentendosi uno stupido romantico.
Possibile che quella Grifondoro avesse scavato così a fondo nel suo cuore ed in così poco tempo ? E pensare che l'aveva sempre disprezzata ed umiliata in passato.
Chi disprezza, compra... Gli aveva sempre ripetuto Theodore.
In quel momento per lui non poteva esistere un detto più vero di quello.
Quegli ultimi giorni passati insieme erano stati per lui una conferma quanto una rivelazione.
Stava bene insieme a lei, si sentiva sereno. E per una volta era riuscito ad instaurare un rapporto con una ragazza che non fosse basato sul sesso, anzi. Forse quello sarebbe stato solamente il completamento della loro storia e non il perno portante.
Guardò nuovamente l'ora.
I minuti di ritardo ormai erano diventati sette... e questa constatazione non fece altro che farlo sbuffare nuovamente.
- Maledetto Potter ! - imprecò a voce alta, guardando la porta. Quella maledetta piattola sfregiata non faceva altro che "rubargli" il poco tempo prezioso che potevano passare insieme. E sicuramente quel giorno non era diverso dagli altri. Sì, sicuramente era colpa sua se Hermione era in ritardo. Eppure aveva anche lui una ragazza a cui rompere l'anima con le sue insulse stupidaggini, allora perché doveva importunare anche la sua ?
Chiuse con rabbia il libro di Trasfigurazione. Tanto ormai era chiaro che non sarebbe mai riuscito a concentrarsi fino a che lei non avesse varcato quella porta. Studiare non aveva senso senza di lei. Amava guardarla leggere e ripetere sapientemente ogni contenuto dei vecchi tomi. Questa era stata un'altra rivelazione che mai avrebbe creduto possibile.
Le ripetizioni di Trasfigurazione infatti erano diventate ripetizioni di ogni materia esistente ad Hogwarts, escluso Pozioni ovviamente, visto che in quella materia i ruoli si invertivano.
Aveva ragione lei. Come al solito.
E lui odiava dar ragione alle persone. Infatti, come appunto aveva ipotizzato lei, avevano iniziato a conoscersi. Hermione aveva avuto modo di chiedergli molte cose sulla sua famiglia, cose che solo Theodore sapeva e che mai avrebbe condiviso con qualcun altro. Le sue speranze, le sue ambizioni. E, cosa più importante, il fatto di non voler diventare un Mangiamorte. Una triste realtà che avrebbe comunque dovuto affrontare quando sarebbe uscito da scuola.
E lo stesso aveva fatto lui, aveva iniziato ad avere una certa curiosità sul mondo Babbano che aveva disprezzato tanto. Le aveva chiesto della sua famiglia, del lavoro dei suoi genitori e... del rapporto che aveva instaurato con la famiglia Weasley e quel maledetto di Potter. Non era riuscito a capirlo ovviamente, ma si stava sicuramente impegnando con tutto se stesso per farlo.
Riguardò per l'ennesioma volta l'ora.
Quindici minuti...
Ora la sua pazienza si stava veramente esaurendo.
Dove diavolo era finita la sua Mezzosangue ?

Hermione incrociò le braccia, con un'espressione tesa.
- Allora ? - esclamò, sperando ardentemente di sbagliarsi - Perché non vuoi dirmi il motivo per cui non vuoi parlarne anche con Harry prima di decidere cosa fare ?
Ron la guardò in un modo che la fece rabbrividire.
- Perché ti ho già spiegato che non c'è tempo ! - esclamò il compagno con impeto, guardando l'orologio. Un orologio che non gli aveva mai visto. Inoltre la sua voce era notevolmente cambiata in quel moto di collera e trasudava disprezzo da tutte le parti.
- Dammi subito quel diario !
La ragazza sbiancò.
Adesso le era chiaro del perché non ci fosse tempo. Ed anche del motivo che aveva spinto Ron a parlarle ed a prendere in consegna il diario.
- P...Perché non ci sarebbe il tempo ? - chiese lo stesso, cercando di mantenere la calma e, nello stesso tempo, di prendere la sua bacchetta.
Ron rimase in silenzio, un silenzio carico di mille risposte, ma fu Hermione stessa a rispondere alla sua domanda.
- Scommetto che sia per il fatto che l'effetto della Pozione Polisucco stia svanendo e tu non abbia ancora avuto quello che cercavi... non è vero, Zabini ?
Gli occhi del compagno si dilatarono per lo stupore prima di assottigliarsi del tutto, mentre un ghigno malefico iniziò a deformare quei lineamenti che Hermione aveva tanto amato in passato.
- Complimenti Granger, non avrei mai creduto che potessi scoprirmi. - disse Zabini, con aria di superiorità.
Hermione lestamente gli puntò la bacchetta contro.
- Che cosa hai fatto a Ron ? - urlò adirata - Dimmelo o ti schianto !
Per tutta risposta Ron... o meglio, Blaise, iniziò a ridere.
- Ma come, quel pezzente ti ignora da giorni e tu ancora ti preoccupi per lui ? Allora è vero che i Sanguesporco come te non hanno neanche un briciolo di amor proprio !
- Taci e dimmi dov'è ! - urlò nuovamente la ragazza - I tuoi insulti non mi toccano minimamente.
Ma anche le minacce della Grifondoro sembrarono sortire lo stesso effetto. Infatti Zabini non sembrò neanche lontanamente allarmato del fatto di essere stato scoperto.
- Sentiamo, che cosa mi avrebbe tradito ? - chiese invece, ignorando la richiesta della ragazza - Ho anche fatto il sacrificio di mettere i suoi sudici abiti. Quel Weasley ha la divisa più usurata di tutta Hogwarts !
Hermione ormai era livida di rabbia - Non sei neanche degno di pronunciare il suo nome! - sibilò, con gli occhi vividi di una luce selvaggia - Figurati se avresti potuto ingannarmi spacciandoti per lui.
- Dimmi dov'è ! O giuro che ti farò pentire di essere nato ! - continuò la ragazza, chiedendosi comunque perché quel maledetto fosse così tranquillo con una bacchetta puntata contro di lui.
- Non ne saresti capace... - sibilò Zabini, con aria di sfida.
La Grifondoro strinse la bacchetta - Non ti conviene mettermi alla prova ! - rispose minacciosa...anche se quelle furono le ultime parole che riuscì a pronunciare, prima di sentire il pavimento sprofondare sotto i suoi piedi ed il buio inghiottirla interamente.

Plinc... Plinc... Plinc...
Una, due, tre gocce bagnarono il viso di Hermione.
Plinc... Plinc... Plinc...
Altre gocce caddero su di lei, facendole aprire gli occhi.
Che cosa era successo ? Si chiese, dolorante. E perché aveva il viso bagnato ?
Alzò lentamente la testa in direzione di un lieve spiraglio di luce, appena in tempo per vedere un'ulteriore goccia d'acqua staccarsi alla tubatura sopra di lei per infrangersi sulla sua guancia.
Plinc...
Almeno adesso sapeva il perché fosse bagnata, anche se questo ancora non spiegava che cosa le fosse accaduto.
Ma certo ... Zabini ! Si ricordò improvvisamente, destandosi del tutto.
Le aveva teso una trappola prendendo le sembianze di Ron e poi era accaduto qualcosa...
Ma cosa ?
Si guardò intorno spaventata.
- D... Dove sono ? - sussurrò, più a se stessa che a qualcuno.
Ma un'ombra dietro di lei ed un'inconfondibile voce le diedero la risposta.
- Sei sotto l'aula della Torre di Astronomia... Lumus ! - Il viso di Zabini comparve davanti ai suoi occhi. Ormai l'effetto della Pozione era svanito del tutto ed il Serpeverde aveva ripreso le sue sembianze.
Hermione tentò di muoversi per allontarsi da lui, ma scoprì di avere mani e piedi legati.
- Non agitarti Granger ! - le disse Blaise con voce suadente - Hai preso una bella botta cadendo da più di due metri, sei fortunata di non aver preso in pieno gli strumenti della professoressa Sinistra o ci saresti rimasta secca ! Che peccato, vero ? Perché se non mi ridarai quel diario vedrai che rimpiangerai di non aver avuto una morte rapida ed indolore !
Ora le era chiaro del perché Zabini non fosse stato per niente spaventato dalle sue minacce. Nell'impeto del momento non si era minimamente accorta di essere con i piedi sopra la botola della Torre e che Zabini, invece, fosse accanto alla leva che l'azionava.
Blaise le regalò un sorriso agghiacciante.
- Malfoy ti farà a pezzi ! - esclamò la ragazza, cercando di spaventarlo - Dovevo incontrarmi con lui stasera e sicuramente non vedendomi arrivare verrà a cercami ! Ti conviene lasciarmi andare e forse lo convincerò a non lanciarti un'Avada Kedavra !
Ma il sorriso di Zabini, invece di sparire, si allargò ancora di più.
- Sai bene, cara Granger, che nessuno verrà a cercati quassù, visto che "ufficialmente" chi ci ha visto in corridoio ti crede insieme a Weasley. - iniziò a ridere sguaiatamente - Magari non ti cercherà proprio credendo che tu l'abbia tradito con quel Babbanofilo da quattro soldi ! Al massimo farà a pezzi il vero Weasley... se e quando lo troverà !
Hermione sentì le lacrime affacciarsi sui suoi occhi ma le ricacciò indietro in un moto di orgoglio.
- Draco non crederà mai ad una cosa del genere ! - sussurrò con forza, forse più a se stessa che a Zabini.
- Lo vedremo... - le rispose ugualmente Blaise, prendendo la sua borsa per controllarla.
Anche se su di una cosa quel Serpeverde aveva ragione.
Nessuno sarebbe andato a cercarla, sia Neville che Seamus l'avevano vista camminare con Ron. Se Malfoy avesse chiesto in giro sarebbe stata questa la versione che avrebbe avuto...
Ed Harry ? La sapeva insieme a Malfoy e non sarebbe mai andato a cercarla, e lo stesso valeva per Ginny.
Questa volta era seriamente nei guai... pensò, mordendosi un labbro.

Draco assottigliò gli occhi, cercando di controllarsi.
Era da almeno dieci minuti davanti al ritratto della Signora Grassa cercando di convincerla a farlo entrare.
Infatti, visto che era passata quasi un'ora ormai e di Hermione non si era vista neanche l'ombra, Draco aveva iniziato a preoccuparsi. Così senza pensarci ulteriormente su, si era precipitato alla Torre Grifondoro ma quel canotto con il rossetto aveva deciso di fargli perdere tempo prezioso.
- Ho detto di no, ragazzo. - disse la Signora Grassa, irremovibile - Non posso lasciarti entrare senza la parola d'ordine !
- Allora può almeno dirmi se Hermione Granger o Harry Potter sono dentro ? - disse Malfoy con un finto sorriso, mentre una vena pulsava sulla sua tempia sinistra.
Ma la Signora Grassa non lo guardò neanche - No, non posso. - rispose con sufficienza mandando Draco su tutte le furie.
- SENTI UN PO', BRUTTA BALENA, O MI FAI ENTRARE CON LE BUONE... - iniziò a sbraitare il Serpeverdere cercando la bacchetta.
La Signora Grassa lo fissò scandalizzata.
- Malfoy! - una voce alle sue spalle fece voltare Draco.
Due occhi verdi (e molto perplessi) si fissarono nei suoi.
- Che diavolo stai facendo ?
Il Serpeverde tirò un sospiro di sollievo, se la McGranitt l'avesse visto insultare il ritratto della sua casa l'avrebbe trasfigurato in uno scarafaggio.
Scacciando questo pensiero si avvicinò a Potter con i pugni tesi - Lei dov'è? - disse senza fronzoli, con uno sguardo strano che Harry non gli aveva mai visto.
- Stai parlando di Hermione? - fece in tempo a chiedere il Grifondoro prima che Malfoy lo bloccasse con un cenno nervoso.
- E di chi, secondo te? Non certo di Mirtilla Malcontenta!
Harry sospirò.
Aveva promesso ad Hermione che avrebbe cercato, per quanto possibile, di appianare i diverbi con Malfoy. Ma quel ragazzo faceva sempre del suo meglio per risultare sgradevole.
- Comunque Hermione non era con me... anzi, pensavo foste insieme. - disse, corrugando la fronte.
- L'ho aspettata, ma non si è presentata... e non mi ha neanche avvisato. - rispose Draco, pensieroso.
Harry si schiarì la voce, un po' a disagio.
Lui e Malfoy non erano mai stati da soli per così tanto tempo senza insultarsi o litigare, tranne che a lezione naturalmente.
Forse Hermione stava compiendo realmente un mezzo miracolo su di lui.
- Magari ti sta cercando anche lei. - borbottò, vedendo il Serpeverde sgranare gli occhi.
Malfoy era visibilmente sbiancato - Allora spero proprio che non si sia neanche avvicinata ai Sotterranei... Sento che Balsie sta tramando qualcosa!
Harry Potter e Draco Malfoy si guardarono negli occhi.
- Sarà meglio controllare allora. - sentenziò Harry, iniziando a camminare.
Draco gli corse dietro - Fermati, Potter! Dove diavolo stai andando?
- A cercare Hermione, naturalmente!- fu l'ovvia risposta del Grifondoro.
Malfoy lo affiancò - Potter, non ti impicciare! Entra nella tua Sala Comune piuttosto! - fece in tempo a dire prima che Harry si voltasse guardandolo negli occhi.
- Hermione è una mia amica, Malfoy, che tu lo voglia o no... io ci sarò sempre per lei, quindi non darmi ordini.
Draco sbuffò, quel mononeuronico di un Grifondoro era proprio ottuso.
Aveva promesso ad Hermione che sarebbe stato meno scortese con lui, ma quel ragazzo faceva sempre del suo meglio per risultare insopportabile.
- Sì, sì, ho capito... quello che cercavo di dirti, prima che mi recitassi il Codice dell'Amicizia, è di chiedere ai tuoi amici Grifondoro se l'hanno vista.
Harry alzò un sopracciglio e poi fece un cenno affermativo.
Malfoy sembrava preoccupato e la cosa stava contagiando anche lui.
- Va bene! - disse infine al Serpeverde - Ci vediamo fra dieci minuti davanti all'aula di Incantesimi che è a metà strada tra la nostra Sala Comune ed i Sotterranei.
Per la prima volta Malfoy non ebbe nulla da obiettare e, dopo un lieve cenno con la testa, sparì nelle scale buie del castello.





***

Hola, eccoci qui.
Ho cercato di far presto stavolta... ma niente da fare =P 
Un ringraziamento speciale a :
Fly_With_Me   =)

ed anche a chi ha messo la storia fra le seguite/preferiti/da ricordare.
Al prossimo capitolo!
-A-

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Capitolo 34
*** Rewind ? ***


                                     D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 34°






Hermione strinse gli occhi, cercando di resistere. Ma il dolore era troppo forte, non sarebbe riuscita a contenerlo... e così fu. Cadde distesa a terra ed iniziò a gridare con tutto il fiato che aveva in corpo, sperando di sopravvivere a quel momento.
Zabini abbassò la bacchetta e sorrise - Non puoi resistere ancora a lungo alla Crucio, Granger. - eclamò, incrociando le braccia - Ti ho dato solo alcuni piccoli assaggi di quello che ti farò se non mi consegnerai il diario, quindi ti conviene collaborare...
Hermione aprì con fatica gli occhi, fissando Zabini con odio.
- E tu vorresti farmi credere che non mi faresti nulla se te lo consegno? Ho letto il tuo diario, Zabini... e tu lo sai... - disse con fatica, cercando di appoggiarsi al muro.
Blaise la guardò negli occhi, per una breve frazione di secondo Hermione vide una nota disagio e paura. Ma durò molto poco, infatti subito dopo Blaise sorrise in un modo che fece accapponare la pelle alla Grifondoro.
- Che esagerata ! Basterebbe semplicemente cancellarti la memoria, stupida Sangue sporco... o mi stai suggerendo qualcosa di meglio? - esclamò lapidario.
Hermione sorrise leggermente, anche respirare in quel momento era doloroso per lei - Hai appena usato su di me una Maledizione senza perdono... permettimi un po' di sano scetticismo.
- Se farai la brava, Mezzosangue, forse potrei lasciarti tornare alla Torre di Grifondoro sulle tue gambe. - le rispose il Serpeverde, sorridente - Ma in caso contrario... - si avvicinò velocemente e l'afferrò per le spalle, strappandole un gemito di dolore quanto di sorpresa - ... Maledirai il giorno in cui ci hai messo gli occhi sopra! - Strinse la presa, facendole male.
- Allora, dove lo hai messo? Nella tua borsa non c'è, lo hai lasciato al dormitorio, vero? - le chiese, iniziando a scuoterla.
- No...- sussurrò Hermione con fatica, la Crucio aveva prosciugato ogni sua energia. Se l'avesse torturata ancora non avrebbe retto.
- No, cosa?
- Il tuo diario non è in camera mia, Zabini.
Il Serpeverde la fissò per qualche secondo negli occhi, come in cerca di una conferma o di un qualsiasi cenno di cedimento da parte della ragazza. Ma non ne trovò. La Granger continuava a fissarlo negli occhi con arroganza, sentendosi superiore a lui. Esattamente come avrebbe fatto Malfoy.
Si meritavano a vicenda quei due.
Questo infelice paragone bastò per far montare la collera in lui.
- Come ti sei sentita Mezzosangue nel leggere qualcosa di così privato di un tuo compagno? Ti ha esaltata? Ti ha fatta sentire migliore? - chiese improvvisamente e senza alcuna logica, spiazzando totalmente Hermione. Sembrava veramente arrabbiato in quel momento, eppure fino a qualche secondo prima era relativamente calmo... mentre adesso aveva uno sguardo che le faceva paura. Da folle.
- Niente di tutto questo ... - rispose Hermione, preoccupata - Davvero pensi che siano le uniche emozioni che possa suscitare?
Il suo scetticismo era più che fondato, Zabini era completamente accecato dalla rabbia. Doveva cercare di calmarlo e prendere più tempo possibile.
Se non fosse stata attenta a quello che diceva, Hermione era più che sicura che Zabini avrebbe usato su di lei o su Malfoy anche la più terribile delle Maledizioni senza perdono... la più letale.
Ma Blaise ignorò bellamente la replica della ragazza, alla fine non aveva mai voluto una vera risposta da lei, voleva solo provocarla.
- Chi altro ha letto il mio diario? - chiese solamente, ripuntando la bacchetta sul collo di Hermione.
- Solo io. - rispose la ragazza.
- Non ti credo... scommetto che lo hai raccontato a Malfoy ...
Hermione ingoiò a vuoto, non sapendo cosa replicare.
Per Blaise fu sufficiente - Crucio! - recitò verso la ragazza.
Se la stanza non fosse stata insonorizzata, a quel punto un urlo straziante avrebbe riecheggiato per tutti i corridoi di Hogwarts, terrorizzando chiunque lo avesse udito.
- Due minuti, Potter, dovevi essere qui due minuti fa!!! - sbottò Malfoy, vedendo il Grifondoro più famoso di Hogwarts girare l'angolo e dirigersi verso di lui a passo svelto.
- Odio aspettare!!! - continuò Draco, senza contenersi - Soprattutto se devo trovare qualcosa a cui tengo ! - si morse la lingua per essersi lasciato sfuggire l'ultima frase, ed il sorrisetto malizioso di Harry non aiutò a calmarlo.
- Quante storie, Malfoy, smettila di rompere ed ascoltami... Neville mi ha detto di aver visto Hermione. - disse Harry, non appena fu davanti a lui.
Malfoy fece un gesto impaziente - E allora? Dov'è?
Harry si allargò il nodo della cravatta - Sembra che lui e Seamus l'abbiano vista camminare insieme a Ron verso l'ala est, e non sono ancora tornati in Sala Comune...
Malfoy lo guardò, piuttosto arrabbiato - E che ci faceva insieme a Weasley?
- Non lo so, ma l'importante adesso è trovarli, penserai ad essere geloso più tardi. - rispose Harry, imboccando le scale più vicine con Malfoy dietro di lui che sbraitava qualcosa di offensivo verso i Grifondoro che cercò di ignorare, in nome dell'amicizia con Hermione.
Erano appena saliti di un paio di piani, quando alcune voci attirarono la loro attenzione, alcune sembravano preoccupate.
Una fra tutte spiccò alle orecchie del Grifondoro.
- Ginny? - chiamò, precipitandosi verso un gruppetto di tre o quattro Corvonero.
Una chioma rossa spuntò nella sua visuale, ed a prima vista gli sembrò che Ginny fosse semplicemente inginocchiata a terra, come se fosse inciampata. Ma poi Harry riconobbe un'altra chioma, sempre rossa, sulle sue gambe.
- RON!? - esclamò sorpreso, facendo girare i quattro Corvonero del secondo anno.
- Che cosa gli è successo? - chiese, fissando l'amico profondamente addormentato, legato come un salame ed imbavagliato.
Ginny fece per rispondere ma fu uno dei Corvonero a farlo per primo.
- L'abbiamo trovato nell'armadio delle scope di questo piano. - abbassò gli occhi imbarazzato - Eravamo in punizione e stavamo semplicemente rimettendo tutto in ordine prima che scattasse il coprifuoco. Giuro che non siamo stati noi!
Harry si passò una mano fra i capelli. Doveva pensare in fretta ed inventare qualche scusa sul perché Ron stesse dormendo placidamente (legato ed imbavagliato) nello stanzino di Gazza, prima che ad uno di quei timidi Corvonero venisse in mente di chiamare un insegnante.
- Non vi preoccupate, sicuramente si tratterà di uno dei nuovi scherzi dei nostri amici Seamus e Dean. Vedrete che fra poco si riprenderà, potete andare...ci pensiamo noi a lui. - sperò che Ginny non replicasse nulla davanti a loro, visto lo sguardo sorpreso che gli aveva appena rivolto. Ma, per fortuna, si limitò a sospirare.
I Corvonero si lanciarono alcuni sguardi perplessi, prima di annuire ad Harry ed imboccare le scale per la loro torre.
Solo a quel punto Malfoy si avvicinò ai Grifondoro, era rimasto in disparte per non farsi notare troppo dai Corvonero, ma aveva sentito tutto.
- E cosi a Grifondoro si usano pratiche sadomaso come scherzi? - chiese giulivo, con un sorrisetto che Harry gli avrebbe cancellato a pugni.
- Deve essere sotto l'influsso di una qualche pozione soporifera... ma quale? - borbottò il Grifondoro, ignorando Malfoy e posando invece il suo sguardo su Ron, che aveva iniziato a russare beatamente.
Ginny slegò il fratello con un colpo di bacchetta e gli tolse il bavaglio - Dovremmo portarlo in infermeria? - chiese preoccupata.
- Credo di sì, non sappiamo con precisione quale pozione abbia bevuto è meglio che sia visitato... - le rispose Harry, aggrottando le sopracciglia.
- Ma cosa raccontiamo a Madama Chips? - continuò lei, poco convinta - Sicuramente non che è uno scherzo di Seamus e Dean, visto che il secondo è in infermeria per il raffreddore da oggi a pranzo.
Harry alzò gli occhi al cielo, imprecando mentalmente. Come sarebbe stata utile Hermione in quel momento.
- Facciamo solo Seamus? - chiese poi alla ragazza.
- Ma che dici? Vuoi che la McGranitt lo punisca? - scattò lei, scandalizzata.
- Certo che no, ma che possiamo dirle?
Malfoy fissò i due Grifondoro con rassegnazione, prima di sbuffare sonoramente e fare un passo avanti.
- Voi Grifondoro siete veramente patetici per quanto riguarda inventare delle scuse. - I suoi occhi gelidi si fissarono su Potter - Ne volete una per portare in infermeria Lenticchia? Ve la do io. Se riusciamo a svegliarlo forse potremo farci dire che cosa è successo e dov'è Hermione.
- Hermione? - si intromise Ginny, un po' perplessa - Che c'entra Hermione? Ora che ci penso... non doveva essere con te?
- Non si è presentata. - rispose Malfoy, senza neanche guardarla.
- E sembra che Neville l'avesse vista camminare insieme Ron più o meno un'ora fa, ma non è ancora tornata alla Torre. - aggiunse Harry, incrociando le braccia.
- Allora dov'è finita? - chiese Ginny, confusa - Non è possibile che sia stata lei a mettere Ron nello stanzino delle scope!
Malfoy improvvisamente sbiancò - Oh...- fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Harry e Ginny si scambiarono uno sguardo preoccupato.
- Malfoy...? - lo chiamò Harry, titubante.
- MALEDIZIONE! - sbottò il Serpeverde, facendo sobbalzare Ginny dallo spavento.
Si girò come una furia verso Harry che indietreggiò istintivamente di un passo.
- Hermione non era con Weasley! - disse, con un'espressione sconvolta e furiosa allo stesso tempo.
- Che stai dicendo? - cercò di ribattere Harry - Neville ha detto...
Ma non riuscì a finire la frase. Draco, con gesto fulmineo, gli si parò davanti e lo afferrò per la cravatta.
- Non mi interessa di quello che dice quell'incapace... quello che ha visto non era Weasley... - sibilò, a pochi centimetri dal suo viso.
- Sei fuori di testa? - chiese Harry, dandogli uno spintone - Di cosa parli?
Malfoy si raddrizzò e lo guardò fisso negli occhi - Quando sono sceso nei sotterranei non solo Hermione non c'era, mancavano all'appello anche Pansy e Zabini.
Harry lo guardò un po' confuso, fece per ribattere ma Malfoy lo bloccò con un elegante gesto della mano.
- Ieri mattina ho parlato con Piton... mi ha chiamato nel suo ufficio per chiedermi se il "trio dei miracoli", per la precisione : Hermione Granger, stesse preparando di nascosto una pozione Polisucco. Visto che sono settimane che qualcuno prende gli ingredienti dalla sua scorta privata.
Harry e Ginny si guardarono sconcertati, per poi fissare nuovamente Malfoy.
- Cosa? - sbottò Harry - E' ovvio che noi non c'entriamo niente! - continuò indispettito - E tu che cosa gli hai detto?
Malfoy lo fissò con sufficienza. - Che Hermione stava studiando con me Pozioni, e che non stavamo preparando niente del genere.
- E perché lo ha chiesto solo a te? Poteva semplicemente estorcere l'informazione da uno di noi, Piton in questo è un vero genio.
Malfoy ghignò, innervosendo maggiormente il Grifondoro - Non è ovvio, Potter? - disse compiaciuto - Piton ha capito che tra me e lei c'è qualcosa e dato che si fida di me, ha semplicemente risparmiato tempo e fatica.
- E tutto questo cosa c'entra con la scomparsa Hermione? - chiese infine Harry, reprimendo l'impulso di prendere la sua bacchetta e schiantarlo.
Malfoy lo guardò con un'espressione frustrata.
- Ma non capisci, Potter? Sei davvero ottuso!!! - disse con rabbia - QUALCUNO sta preparando la Pozione Polisucco da settimane, QUALCUNO ha messo Weasley ko, un QUALCUNO che poi ovviamente ha preso le sembianze di Weasley ed ha avvicinato Hermione facendosi vedere anche da quell'imbecille di Paciock... e poi... indovina? Quel QUALCUNO manca anche dai sotterranei.
Harry e Ginny sussultarono, per poco la ragazza non fece dare a Ron una bella testata sul pavimento.
- Zabini!!! - dissero, quasi in coro.
- Ci siete arrivati, menomale ... stavo perdendo le speranze. - sibilò Draco, incrociando le braccia.
- Dobbiamo trovarla subito, maledizione! - esclamò Harry, preoccupato - Dividiamoci e controlliamo tutto il castello!
- E Ron? - chiese Ginny, allarmata.
Istintivamente, i due Grifondoro guardarono il Serpeverde.
Malfoy sbuffò nuovamente... e, dopo un attimo di esitazione, sussurrò qualcosa all'orecchio di Ginny.
- Ehi, Malfoy! - disse Harry, vedendo un sorrisetto strano sulle labbra della ragazza - Non c'è bisogno che ti avvicini tanto!
Draco si girò, ghignando - Rilassati, Potter, una Grifondoro mi basta ed avanza...
- E perché non l'hai detto ad alta voce? Quale sarebbe questa scusa? - chiese, mentre guardava Ginny sghignazzare tra sé e sé.
Ma Malfoy si limitò ad alzare il sopracciglio, divertito - Lo vedrai... - disse, prima di tornare serio.
- Adesso dobbiamo trovare Hermione !


Uno spiffero di aria gelida, costrinse Hermione ad aprire gli occhi.
Era sicuramente svenuta dopo l'incantesimo di Zabini... però, constatò ancora intontita, non si trovava sul polveroso pavimento della botola della Torre di Astronomia, era invece comodamente sdraiata su uno dei cuscini dell'aula vera e propria. Voltò lentamente il viso sperando di vedere il suo salvatore ma il lieve sorriso che fece le morì sulle labbra quando vide Zabini, ( e non Malfoy ) scrivere qualcosa su di un foglio di pergamena a pochi passi da lei.
- Finalmente ti sei ripresa! - disse Blaise, accorgendosi del suo movimento - Pensavo che ti saresti persa tutto il divertimento.
Hermione aggrottò le sopracciglia - Di cosa parli? - chiese, con un filo di voce.
Blaise arrotolò la pergamena e si avvicinò alla finestra, dove un gufo nero lo stava aspettando.
- Fra poco capirai, Mezzosangue... sai, mentre riposavi, mi sono preso la briga di prendere il mio gufo personale per una consegna. - dicendo questo, Zabini tolse dal mantello un oggetto che Hermione non riuscì a vedere e lo legò all'uccello insieme alla pergamena.
- Non serve una risposta... ma trovalo! - sussurrò al gufo, prima di lasciarlo volare via.
- A chi hai scritto? - chiese Hermione, con il cuore in gola. Anche se dentro di lei immaginava chi potesse essere il destinatario.
Zabini, per tutta risposta, le si avvicinò - Adesso non abbiamo tempo per le chiacchiere, forza... alzati! - Le disse, sollevandola di peso per metterla in piedi.
Le gambe di Hermione tremarono vistosamente, ma rimase in piedi.
Zabini puntò la bacchetta verso di lei e slegò le gambe della ragazza - Queste per ora possiamo toglierle... - precisò, prendendo poi dal muro la sua scopa da corsa.
Inutile dire che questo gesto bastò a far precipitare Hermione nel panico, facendola arretrare di qualche passo.
- Prova a scappare e ti schianto... - minacciò subito Blaise, avvicinandosi a lei e strattonandola per i polsi, che sapientemente aveva evitato di sciogliere - Stai tranquilla Granger, non voglio buttarti giù dalla Torre... o almeno, non ancora... - aggiunse, come se le avesse letto nel pensiero, ridendo subito dopo come un folle.
Inutile dire che non riuscì minimamente a calmare la Grifondoro.
Zabini montò sulla scopa, strattonando poi Hermione per costringerla a salire davanti a lui.
- D...Dove vuoi portarmi? - balbettò, stringendo i pugni cercando di divincolarsi dalla sua presa e non montare a cavalcioni sulla scopa. Ma inutilmente, Blaise era molto più alto e forte di lei, senza bacchetta non aveva nessuna possibilità contro di lui.
- Fai la brava... - rispose il ragazzo con voce suadente - E ti prometto che non ti farò cadere dalla scopa, così potrai scoprirlo. - subito dopo però, puntò la bacchetta alla gola della ragazza.
- Prima però, è meglio non correre rischi... SILENCIO ! - recitò.
Hermione sgranò gli occhi, mentre una grande sensazione di impotenza si impossessava di lei. Era completamente indifesa, in balia della follia di Zabini. Quando le aveva puntato la bacchetta alla gola e con le mani legate, era riuscita solamente a sgranare gli occhi allarmata, completamente inerme. Smise automaticamente di lottare, montando finalmente sulla scopa di Blaise con le lacrime che premevano prepotentemente per uscire.
Aprì la bocca e cercò di parlare, ma le parole anche se uscivano dalle sue labbra non emettevano alcun suono, quasi fosse un'immagine della Tv senza audio.
- Così va meglio! - Zabini non perse tempo, aprì con un colpo di bacchetta la finestra e, con un' Hermione pallida e terrorizzata davanti a lui, scomparve nella gelida notte.

Draco diede un pugno al muro.
- Maledetto Zabini... me la pagherai cara... Incendio ! - disse, puntando la bacchetta contro una lettera portata da un bellissimo gufo nero, mandandola in fiamme.
Dopo aver mandato in infermeria Ginny per scoprire da Ron cosa fosse successo, lui ed Harry si erano divisi nella ricerca di Hermione.
Harry era andato alla Torre di Astronomia, mentre Draco aveva chiamato Nott per fargli controllare i bagni delle ragazze. In un altro momento avrebbe riso della faccia scocciata dell'amico, che aveva rinunciato ad un appuntamento galante per fare il maniaco nei bagni femminili in cerca di una Grifondoro, ma in quel frangente aveva solo voglia di compiere un omicidio.
Infatti oltre alla lettera, nella quale Blaise si vantava di aver torturato Hermione e gli chiedeva di incontrarsi, il moro Serpeverde aveva incluso anche un oggetto che lui conosceva molto bene.
Draco strinse con forza il coniglietto portamonete di Hermione, prima di riporlo nella tasca interna della divisa.
Purtroppo aveva ricevuto la lettera dopo che Theodore era andato via, e Potter ormai era troppo lontano per poterlo chiamare.
Zabini le avrebbe fatto del male se non fosse andato subito da lui, non aveva scelta...
Si diresse correndo verso l'ingresso della scuola, sperando di non incontrare Pix o Gazza, visto che dieci minuti dopo sarebbe scattato il coprifuoco, ma per sua fortuna lo trovò deserto.
Maledisse per l'ennesima volta Blaise Zabini, prima di uscire in una delle notti più gelide di dicembre senza sciarpa e mantello, ma non aveva certo il tempo di andare a prenderli in quel momento.
Affondò nella lieve neve rimasta mentre il gelido vento gli sterzava il viso, l'unica immagine che lo aiutava a farsi forza era quella di lui ed Hermione Granger che studiavano insieme, ridendo e baciandosi di tanto in tanto. Avrebbe tanto voluto che anche quella sera fosse andata così, biasimandosi poi di non essere stato lì a proteggerla quando Zabini l'aveva attaccata.
Con le mani gelide, le gambe tremanti ed il respiro affannoso che creava nuvole di vapore intorno a lui, Draco si bloccò all'improvviso con gli occhi ridotti a due fessure.
A non più di cinquanta metri da lui c'erano le sponde del lago nero.
Nella tenue luce della luna, Draco individuò i compagni ma sgranò subito gli occhi vedendo Zabini, con Hermione incosciente tra le sue braccia, avvicinarsi alle sponde ghiacciate del lago.
- FERMO! - gridò, raggiungendolo di corsa e sguainando la bacchetta.
- Fai un altro passo e ti schianto!
- Benvenuto, Draco. - rispose invece Blaise voltandosi verso di lui, per nulla intimorito.
- Lasciala andare... - sibilò Malfoy, posando il suo sguardo sul viso pallido di Hermione, sulle sue esili gambe, notando che anche lei non aveva sciarpa e mantello e le sue labbra avevano assunto una tonalità allarmante.
- O cosa, Malfoy? - gli risposte Blaise, con uno sguardo di sfida.
- Se mi schianti, finirò sicuramente sul ghiaccio del lago e sai bene che a dicembre è ancora molto fragile, ovviamente insieme a me cadrebbe la tua Mezzosangue, solo che lei non è cosciente e non ha una bacchetta tra le mani.
Draco ghignò - E non ti sfiora l'idea che magari potrei salvare lei ed affogare te?
Ma il suo sorriso maligno si spense vedendo che non aveva sortito alcun effetto.
Blaise Zabini non era come gli altri ragazzi con cui aveva avuto a che fare.
Era stato sicuramente quello che più lo aveva affascinato ed inquietato allo stesso tempo, e negli anni passati insieme aveva imparato a conoscere quel carattere complesso e calcolatore che in alcuni momenti riusciva a metterlo a disagio.
O almeno, così credeva...
Zabini fece un passo indietro, con fare molto tranquillo - E se invece lanciassi la tua ragazza nel lago Nero? Saresti costretto ad intervenire e ti assicuro che nelle condizioni in cui è, non riusciresti a disarmarmi o affogarmi... ed avere poi il tempo sufficiente di salvarla.
Draco ingoiò a vuoto.
Quel maledetto aveva assolutamente ragione, se lo avesse attaccato avrebbe sicuramente fatto finire sia lui che Hermione in acqua, ma a questo punto anche se non lo avesse attaccato Hermione sarebbe finita nel lago, con conseguenze sicuramente letali per lei.
Abbassò la bacchetta, furente come non mai, deciso a tentare il tutto per tutto pur di evitarlo.
- Non farlo... - disse a denti stretti - Dimmi cosa vuoi in cambio della Granger.
Blaise sorrise - Bene, iniziamo a capirci... dammi la tua bacchetta, tanto per cominciare... - disse, con un luccichio negli occhi, vedendo Malfoy imprecare e dargli in malo modo la sua unica arma.
- La seconda cosa che voglio è il mio diario... lo rivoglio indietro, ADESSO.
- Mi dispiace deluderti ma non l'ho mai avuto io, né l'ho mai letto. - gli rispose Draco, fissandolo con rabbia.
- Sì, lo so. - disse subito Blaise - La Mezzosangue mi ha confessato di averlo letto lei e di averti solo raccontato delle cose. Ma non mi ha detto dove l'ha nascosto... e visto che siete diventati così intimi in questi giorni... penso che potresti immaginare dove lo possa aver messo. Altrimenti, cancellerò tutti i suoi ricordi in proposito, anzi... - I suoi occhi si assottigliarono, con fare predatorio - Potrei cancellare alla Mezzosangue tutti i ricordi di questo ultimo periodo, a cominciare dalla gitarella illegale che avete fatto a Hosgmeade, che ne dici?
Draco sussultò come se avesse preso la scossa.
Hermione si sarebbe dimenticata di quel giorno a Hosgmeade e dei giorni a seguire... di tutte le litigate ed i momenti passati insieme, che erano stati così rari ma preziosi per lui.
Non si sarebbe ricordata del suo tentato bacio il giorno della ronda, né di quello seguente alla Stamberga Strillante, in assoluto uno dei momenti che più lo avevano emozionato e che non avrebbe mai dimenticato in vita sua... al contrario di lei.
Lui non sarebbe stato più Draco per lei, ma solamente Malfoy. Il Serpeverde che più disprezzava.
Come lei non sarebbe stata più Hermione, ma Granger ... e non avrebbe più potuto neanche chiamarla Mezzosangue visto che ormai, più che un insulto, era un vezzeggiativo che utilizzava per quella ragazza che lo aveva stregato.
Blaise ghignò, vedendo il suo sguardo ferito per quei pensieri.
- Allora, Draco... - disse, attirando la sua attenzione - Dammi il diario o... rewind ! La Mezzosangue si dimentica di te e tu ovviamente di questa bella e gelida serata.
- Almeno potresti farmi la cortesia di cancellare anche i miei ricordi... e non solo di questa sera! - sibilò Draco, nascondendo i tremiti di freddo, misti a rabbia e frustrazione.
- E perché mai? - rise Blaise, facendogli l'occhiolino.
- Non potrei mai perdermi Draco Malfoy che soffre per amore, lui che l'amore l'ha sempre disprezzato... ahahah...
Draco strinse i pugni, furioso quanto impotente. Mentre il vento notturno gli sferzava i capelli e gli faceva lacrimare gli occhi.
E adesso?
Non aveva la minima idea di dove Hermione avesse messo il diario... e quello psicopatico di Zabini non avrebbe sentito ragioni. Le avrebbe cancellato la memoria o l'avrebbe gettata nel Lago Nero. Erano queste le uniche opzioni che aveva. In ogni caso Draco avrebbe perso molto e Blaise, che aveva fatto tutto questo solo per vederlo soffrire, si sarebbe preso su di lui una dolce vendetta.
Inaspettatamente aveva perso, su ogni possibile fronte.





****


Ciao a tutti!!!
mi dispiace molto di non aver più aggiornato ma ho dovuto traslocare e per mesi non ho avuto la connessione a casa, oltre ad altri vari problemi logistici e di adattamento!
Comunque adesso eccomi qui, sperando che abbiate ancora voglia di continuare a leggere questa storia... o di rileggerla, visto che per colpa mia molti di voi se la sono dimenticata! ^^'
Ormai mancano 2 capitoli alla fine. Il prossimo l'ho già finito e lo posterò fra qualche giorno. Ed anche l'ultimo capitolo è quasi tutto scritto, manca giusto qualche correzione e qualche cambiamento poichè non mi convince molto.

Ringrazio tantissimo : sunrise92Fly_With_Me  & costy125
A prestissimo!!!
Ale.

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Capitolo 35
*** Hate and Love. ***


                                           D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 35° 








*credit: le parole in inglese non appartengono a me ma fanno parte del testo della nota canzone dei Queen, "The show must go on", secondo me molto adatta a questo capitolo.
Buona lettura !

                                                                                                                                                                                  * * *



Nott uscì correndo dal bagno delle ragazze del sesto piano. Per poco una massiccia Tassorosso del terzo anno non lo aveva affatturato quando l'aveva visto entrare con un fare molto losco e guardarsi intorno con maniacale interesse.
- Fiuu... - pensò stancamente - Quasi era meglio trovarci Zabini dentro, almeno lui non ha delle braccia così muscolose!
- Nott! - la voce di Harry Potter lo fece voltare - Ti ha chiamato Malfoy?
- Sì, Potter ! - rispose lui cordialmente, mettendo le mani in tasca mentre il Grifondoro scendeva le scale che li separavano - Anche se avrei preferito fare altro... ho cercato in tutti i bagni delle ragazze ma non ho avuto fortuna. Pensa che non ho neanche trovato Mirtilla al secondo piano, almeno potevo farmi aiutare da lei nelle ricerche. Un fantasma sarebbe tornato parecchio utile.
Harry accennò un sorriso - Dubito che ti avrebbe aiutato visto che l'ultima volta che l'hai vista le hai lanciato un Petrificus Totalus.
Nott sembrò rifletterci su per qualche secondo - Insulsi dettagli... avrei potuto sempre usare l'Imperio! - rispose infine, con tanto di sorriso.
- Non avrebbe quel sorriso se fosse qui Hermione e gli sentisse dire una cosa del genere...- pensò il Grifondoro, guardando l'ora.
- Comunque il coprifuoco è appena scattato... - disse a Nott, guardandosi intorno preoccupato. - Se incontriamo qualche professore adesso, secondo me, sarebbe meglio raccontare tutta questa storia. Almeno potremmo cercare di farci aiutare piuttosto che finire in punizione.
Nott lo guardò stralunato - Raccontare cosa? Che Blaise ha rapito la Granger perché la ricattava insieme a Draco?
Harry lo guardò, un po' titubante - Magari solo la storia di Zabini che rapisce Hermione ...
- E come la metti con la foto che ha la Granger? Con quella verrebbero espulsi sia lei che Draco. Pensavo che ci tenessi ad averla ancora ad Hogwarts! - rispose Theodore con le sopracciglia aggrottate.
- Di cosa parli? - esclamò subito Harry, un po' confuso - Quella foto non esiste più, la foto che ha Hermione è stata manipolata... si vedono Zabini e la Parkinson, non lei e Malfoy.
Theodore lo fissò basito per qualche secondo prima di sospirare pazientemente.
- Da quanto mi dici, credo che tu non sappia che l'incantesimo di trasfigurazione che ha lanciato la Granger si possa esercitare solo su di una copia del soggetto da trasfigurare e non su di un originale.
Harry era a bocca aperta - C...Cosa? - balbettò - Vuoi dire che Hermione ha dovuto prima copiare la foto per poterla modificare? Perché? - chiese stupito.
- A causa di una regola che ha posto il Ministero della Magia per evitare che ai processi si possano modificare delle prove schiaccianti. Infatti, se viene distrutta l'originale, anche la sua copia contraffatta sparisce... ma la copia che Draco mi ha mostrato prima è ancora intera, quindi anche l'originale esiste ancora - spiegò Nott, con le mani in tasca - Sicuramente anche Zabini sa questa cosa, per questo conta sul fatto che non faremmo intervenire nessun professore.
Harry ingoiò a vuoto. Adesso sì che erano nei guai.
Si ritrovò a maledire la sua disattenzione in classe, se avesse conosciuto quel particolare da subito non sarebbe rimasto così tranquillo. Aveva cullato fin dall'inizio l'idea di chiamare la McGranitt e mettere fine a quella storia, ma per farlo la foto originale scattata da Zabini non sarebbe dovuta esistere.
Quella inaspettata rivelazione aveva rovinato tutto!
- Su, Potter, non fare quella faccia! - disse Theodore, quasi divertito.
- Te la sei vista più brutta di così in molte occasioni! Hai affrontato un basilisco ed un Ungaro Spinato, per tutti i calderoni!
- E' vero. - gli concesse il Grifondoro - Ma un Ungaro Spinato non espellerebbe Hermione da scuola e costringerebbe me a pulire l'archivio di Piton per una settimana! - puntualizzò, con una punta di amarezza.
- Magari ti mangerebbe.
- Magari... - rispose Harry, tra sé e sé.


- Visto che mi hai chiesto solo del diario, deduco che tu abbia trovato almeno la foto... - disse Draco, fissando Zabini con uno sguardo selvaggio - Perché se così non fosse ... appena potrò, giuro sul nome dei Malfoy che ti scorticherò vivo pezzo per pezzo, fino a quando non mi implorerai di ucciderti.
Per tutta risposta, Blaise sorrise - Sono molto impressionato dal tuo zelo...ma non vorrei spezzare i tuoi sogni consolatori visto che ho proprio la foto originale, anche se al momento non posso mostrartela per ovvie ragioni... - guardò per un secondo Hermione, che lentamente stava iniziando a riacquistare i sensi.
- Ma grazie a quella, mi assicurerò un'ottima "protezione" dalla vostra eventuale vendetta. O vuoi che oltre al fatto che si dimentichi quello che prova per te, venga anche espulsa da scuola ? Davvero le toglieresti quello che ama di più ?
Malfoy strinse nuovamente i pugni, trattenendosi a stento dal lanciarsi sul compagno. Ma doveva pensare ad Hermione in quel momento. Non poteva perdere la calma e fare qualcosa di stupido, ma soprattutto, irreparabile.
- D...Draco? - la debole voce di della ragazza lo raggiunse, costringendo Malfoy a staccare gli occhi da Zabini e posarli su di lei. Il suo sguardo era così freddo e triste che la Grifondoro, invece di rallegrarsi della sua presenza, si spaventò.
- Mi dispiace, non sono riuscita a non fargli prendere la foto... visto che l'avevo con me... - sussurrò, con il fiato corto.
- Non preoccuparti... non è stata colpa tua. - le rispose Malfoy, con il tono più dolce che riuscì a trovare.
- Bene, ora che sei sveglia... - iniziò Zabini, posandola a terra e trattenendola per le mani legate.
- The show must go on !! - esclamò compiaciuto, puntando la bacchetta da Hermione a Draco.
- Forza... - lo esortò, con un sorriso velenoso - Stasera mi sento generoso e ti darò persino la possibilità di dirle addio.
Draco ed Hermione si guardarono.
Lo sguardo che le rivolse fu colmo di sofferenza. Mai aveva visto Draco Malfoy fissarla con un'espressione così ferita e tenera allo stesso tempo.
- C... Che vuol dire che devi dirmi addio? - pigolò Hermione, sentendo la gola completamente arida.
Draco distolse lo sguardo, volgendolo a terra, e rimase in silenzio.
- Forza, Draco... - lo incalzò Zabini - Se non ti sbrighi fra poco morirete assiderati!
Malfoy trasse un profondo respiro e si avvicinò lentamente a lei, leggendo paura nei suoi occhi. Paura dell'ignoto, delle conseguenze.
- Zabini vuole cancellarti la memoria a partire dal giorno in cui è stata scattata la foto...o almeno, ti dimenticherai solamente di aver letto il diario di Blaise e... - le corde vocali sembrarono a Draco pesantissime, ormai del tutto congelate -...della parte che mi riguarda, compresi tutti i sentimenti che adesso provi per me.
- Che cosa? - scattò lei, allarmata.
- Hai capito bene Hermione, credo che questo sia un addio.
- Torneremo a detestarci quindi? Come se non fosse successo nulla tra noi? - chiese lei sconvolta. Non poteva essere vero ! Non era possibile che stessero avendo quella conversazione.
Draco distolse lo sguardo - Solo te tornerai a farlo... - disse solamente.
A quelle parole Hermione non resse più.
La sua testa saettò verso Zabini - Non farlo! - lo implorò - Ti dirò dov'è il diario, ma solo quando avrai posato la bacchetta. Poi se vorrai potrai tenerti la foto... ma non voglio perdere alcun ricordo, ti prego...
Sentire la Grifondoro implorare Zabini a quel modo non fece che stringere maggiormente il cuore a Malfoy... doveva fare qualcosa... ma cosa?
Blaise la guardò per un interminabile minuto, prima di scoppiare a ridere come un folle. Quasi si rotolò nella neve dalle tante risa.
Draco approfittò di quei pochi ed inaspettati secondi per sussurrare un paio di parole alla ragazza.
- Foto...pantaloni... - disse enigmatico, rivolgendo poi uno sguardo eloquente verso Blaise.
Che voleva dire? Si chiese Hermione, ma dopo aver osservato Zabini mettere la mano sinistra in tasca, capì.
Draco le stava dicendo che Il Serpeverde aveva la foto nella tasca dei pantaloni, e bastò un secondo sguardo di Malfoy per capire che gli serviva il suo aiuto per distrarlo.
- Che ridere, Mezzosangue... - disse Blaise, dopo che si fu ripreso - Ma come, hai letto il mio diario e non hai capito quale sia il mio vero scopo in tutto questo?
Hermione sussultò, certo che sapeva quale fosse.
- Vuoi farlo soffrire, è così? - gli rispose bruscamente - Ma credo che tu non ti stia certo impegnando tanto, non otterrai nulla cancellandomi la memoria. Anzi, rischi di non ritrovare più il tuo prezioso diario.
- Touchè, Granger. - disse Blaise, per nulla intimorito - Se non ti ricorderai il diario significa che non lo cercherai, quindi avrò tutto il tempo per trovarlo io... e poi quello che dici è del tutto inesatto. Vero, Draco?
Hermione si girò verso Malfoy - Non puoi permettergli di farlo! - gli urlò contro, cercando di rimanere calma.
Draco le regalò uno sguardo rassegnato - Non posso farci nulla, Hermione, sono disarmato e preferisco che tu mi odi piuttosto che saperti morta.
- C...Cosa ... sapermi morta? - cercò di chiedere, ma lui la bloccò, toccandole delicatamente le labbra con un dito.
Draco sospirò - Ti assicuro che è la prima volta che lo dico a qualcuno, ma penso di non essere mai stato così sicuro su qualcosa prima di oggi...e se non lo faccio ora, credo che non potrò farlo mai più. - nonostante tutto quel freddo, Hermione notò un leggero colorito sulle sue guance.
Lo vide prendere un bel respiro - Io ... ti amo, Hermione... - le disse, baciandole delicatamente le labbra, prima di tornare a guardarla teneramente.
La Grifondoro era senza parole. Completamente senza parole.
Draco Malfoy le stava dicendo di amarla proprio qualche secondo prima che Zabini lo cancellasse dalla sua mente e dal suo cuore.
Sentì le guance umide e si accorse solo in quel momento che stesse piangendo.
Anche lei lo amava, eccome se lo amava! Gridò una vocina nella sua testa...
Ed anche se non si sarebbe mai ricordata di quella sera e di averlo fatto, lei doveva dirglielo.
Malfoy doveva sapere che anche Hermione Granger era innamorata di lui.
- Perfetto. - disse Blaise, impaziente prima che lei potesse rispondergli.
- Dì addio ai tuoi ricordi ora. - puntò la bacchetta sulla ragazza.
- NO, ASPETTA!!! - urlò Draco, prima di lanciarsi verso di lui.
Zabini fu lesto, si girò verso Malfoy e gli lanciò uno Schiantesimo che il biondo Serpeverde scansò di un soffio, prima che si infrangesse su di una roccia vicina, proiettandosi nel freddo cielo di dicembre in una miriade di scintille rosse.
- Che cosa credevi di fare, eh? Rassegnati a perderla e basta! - sibilò astioso verso Draco.
Fu in quel momento che Hermione riprese il controllo di sé e del suo splendido cervello. Si alzò in tutta la sua statura, assumendo una posa quasi felina, bellissima.
- Zabini... - tuonò, con uno sguardo da predatore ferito che vuole assestare l'ultimo morso ben piazzato al suo carnefice.
- Prima che mi cancelli la memoria devo dirti una cosa... - continuò con voce sicura, sapendo di condannarsi da sola ma volendo batterlo al suo stesso gioco. - Il diario non è a Hogwarts, ieri l'ho spedito a tua madre imitando la tua calligrafia.


Another hero, another mindless crime
Behind the curtain, in the pantomime
Hold the line, does anybody want to take it anymore
The show must go on
The show must go on, yeah

Un altro eroe, un altro crimine inutile
Dietro il sipario, nella pantomima
Resta in linea, sì qualcuno vuole prendere di più
Lo spettacolo deve continuare
Lo spettacolo deve andare avanti, sì


- Ehi, Nott! - chiamò Harry, avvicinandosi a grandi passi ad una finestra - Vieni a vedere!
Erano scesi fino al primo piano per cercare Malfoy, visto che si era offerto di controllare i primi piani ed il parco. Ma anche del Serpeverde non vi erano tracce.
Theodore gli si affiancò - Cosa? - chiese, non vedendo nulla.
- Ho visto delle scintille da incantesimo provenire da quella parte. - rispose il Grifondoro, indicando un punto imprecisato nel buio.
- Mmm... in quella direzione c'è il Lago Nero. - commentò Nott, aggrottando le sopracciglia.
- Forse dovremmo andare a vedere.
Dopo un cenno di intesa, Theodore ed Harry fecero per imboccare le scale che li avrebbero portati all'ingresso della scuola, ma qualcuno sbarrò loro la strada.
- Uh... - esclamò Pansy Parkinson, disgustata - Nott... come puoi essere finito così in basso? Addirittura infrangi le regole insieme ad Harry Potter... Se lo sapesse Piton come minimo gli cadrebbero i capelli.
- Magari ci guadagnerebbe in immagine. - rispose invece Harry, strappando a Nott un sorrisetto.
- Molto divertente, Potter... - rispose Pansy, avvicinandosi ai due ragazzi - Comunque vi conviene ritornare ai vostri dormitori o sarò costretta a togliervi punti.
- C...Cosa? - scattò Harry, indispettito - Non puoi abusare della tua autorità di Prefetto per coprire Zabini!
Pansy rimase impassibile - Io non sto coprendo proprio nessuno. - disse, con fare innocente.
- Balle! Oggi non è certo il giorno della tua ronda. - Intervenne Nott, facendo un passo avanti.
- Quindi l'unica autorità che puoi esercitare è giusto quella di chiamare un Professore o un Caposcuola.
- Siete fuori dalle vostre Sale Comuni dopo il coprifuoco, quindi avete comunque torto, Theodore. - gli rispose lei, guardandosi le unghie laccate - E non vi converrebbe che chiamassi veramente Piton, perché sai bene quanto odi essere svegliato nel cuore della notte per punire chi trasgredisce alle regole.
Harry e Nott si guardarono. Purtroppo Pansy aveva ragione, se fosse arrivato veramente Piton sarebbero finiti in un mare di guai e non sarebbero stati per niente d'aiuto ad Hermione e Draco.
Harry sospirò mettendo una mano verso la tasca dei pantaloni, dove teneva la bacchetta. Se fosse stato costretto non si sarebbe fatto scrupoli sul fatto che la Parkinson fosse una ragazza. L'avrebbe attaccata senza rimorsi se questo avesse significato salvare la vita di Hermione.
Ma Nott, che aveva seguito il suo gesto con lo sguardo, gli fece un cenno negativo.
Sicuramente voleva evitare un confronto con lei, se possibile.
- Pansy... - provò Theodore, cercando di farla ragionare - Sei ancora in tempo per non finire nei guai, lasciaci passare.
Gli occhi della Parkinson si accesero - Mi stai minacciando, per caso? - chiese impettita.
- Assolutamente no. - disse Theodore, affabile - Sto solo dicendo la verità. Zabini ha preso la Granger, ma tu questo lo sai già, vero? - Pansy non gli rispose, così Nott continuò - Forse però non sai che cosa Blaise abbia veramente intenzione di farle.... e che Draco, comunque, sia riuscito a raggiungerlo. Però io un'idea ce l'ho, visto che ho diviso per anni la stanza con lui...e ti assicuro che non è bella, né per la Granger, né per Draco. Finiranno per uccidere la Grifondoro o, peggio ancora, si ammazzeranno fra loro.
Lo sguardo sicuro di Pansy vacillò.
L'argomento "Malfoy vs Zabini" era il suo punto debole, constatò con gioia Harry. Nott era veramente bravo a manipolare le persone, esattamente come Draco o Blaise. Si chiese stupidamente se a Serpeverde facessero un corso intensivo di Manipolazione, per chi non fosse in pari.
- Draco è con loro? Sei sicuro? - chiese alla fine la Serpeverde, con un velo di preoccupazione.
- Sì... a giudicare dalle scintille rosse che ho visto nel parco. - si intromise Harry, volendo rincarare la dose alla ragazza - Visto che Malfoy li stava cercando come un pazzo, sicuramente non sta succedendo niente di buono là fuori.
- Ma non dovevano incontrarsi! - sbottò Pansy, improvvisamente scossa - Blaise doveva solo prendere le sembianze di Weasley per poi baciare la Granger!
Harry e Nott si guardarono a bocca aperta.
- Io dovevo stare qui fino a che non sarebbero passati per poterli fotografare...tutto qui! - disse, indicando la borsa - Così Draco l'avrebbe lasciata per tornare con me!
Nott sospirò incrociando le braccia, - Povera e sciocca Parkinson !- pensò con una punta di amarezza - Be', non erano queste le sue intenzioni, Pansy, visto che abbiamo trovato il vero Weasley e l'effetto della Polisucco credo che a quest'ora sia svanito da un pezzo. Blaise è molto bravo a mentire... anzi, dovresti saperlo meglio di tutti visto quello che è successo con Draco. -disse invece ad alta voce, guardandola fisso negli occhi.
Pansy arrossì, colpevole.
Cercò di rispondergli male ma non ci riuscì.
Dentro di lei sapeva che le parole di Nott non fossero campate del tutto in aria. Non era la prima volta che dubitava delle intenzioni di Blaise, ed il fatto che fosse sparito con la Granger non fece che ingigantire i suoi dubbi.
- Non vuoi finire ad Azkaban, vero Parkinson? - aggiunse Harry, guadagnandosi uno sguardo spaurito dalla Serpeverde - Perché se tu adesso non mi lasci passare e succede qualcosa ad Hermione, è lì che finirai, insieme al tuo amico Zabini.
Le parole di Harry sortirono l'effetto voluto. Gli occhi di Pansy divennero lucidi e le tremò il labbro.
- Va bene, ho capito! - disse rabbiosa, sentendosi usata ed umiliata.
- Passate pure, ma non osate fare il mio nome se succede qualcosa... negherò fino alla morte... - il suoi occhi corvini si posarono su Harry - ...che non è detto che sia la mia... - detto questo, scappò a testa bassa, senza dare il tempo ai due ragazzi di dire qualcosa.
Per un attimo Harry si rese conto di provare pena per lei.
- Non ti preoccupare, Potter. - gli disse Theodore, vedendolo fissare cupamente il punto dove era scappata Pansy.
- La conosco, non farà nulla del genere...
Harry lo guardò - Non stavo pensando alle sue minacce... - gli disse solamente.
Theodore ricambiò il suo sguardo e capì.
Potter era veramente un sentimentale a volte e questa sua nobiltà d'animo gli avrebbe procurato solo fastidi in futuro, pensò accigliato.
- Le passerà presto... ed avrà sicuramente imparato qualcosa di utile per una volta! - disse però al Grifondoro, facendolo sorridere.
- Adesso sbrighiamoci!
Senza ulteriori indugi i due ragazzi si lanciarono a capofitto per le scale, sperando che la situazione non fosse così disperata come avevano fatto credere alla Parkinson.



Zabini era rimasto sconcertato a guardarla, pallido come la morte. Per un attimo Hermione credette che stesse per svenire.
- Stai mentendo, schifosa Mezzosangue!!! - gridò poi, puntandole la bacchetta contro con gli occhi sgranati e furenti. La sua mano tremò vistosamente.
- E non per il freddo... - pensò Hermione, compiaciuta.
Malfoy sussultò, lanciando alla ragazza uno sguardo misto a rimprovero, paura ed ammirazione... Hermione lo stava distraendo, proprio come le aveva chiesto pochi minuti prima, voleva fargli abbassare completamente la guardia per dargli un'occasione per reagire. Ma a quale prezzo?
- No, Zabini.- rispose Hermione, reggendo il suo sguardo da folle con orgoglio - E' la verità! Adesso puoi cancellare anche i miei ricordi se vuoi... ma dovrai fare lo stesso anche con tua madre !
Per Blaise, fu troppo ...
Dopo un esclamazione di rabbia mista a sofferenza, puntò la bacchetta su Hermione ...anche se un ulteriore tremito della voce lo fece esitare - O...Obliv.. -
Questo fu il segnale per Draco di passare all'azione, approfittando del fatto che Zabini avesse perso la concentrazione. Si lanciò a testa bassa su di lui, con l'intenzione di colpirlo alla bocca per non permettergli di recitare l'incanto. Ma Blaise fu più veloce.
- Oblivion! - ridisse, colpendo in pieno Hermione, prima di cadere all'indietro nella neve con Malfoy.
Draco cercò di bloccare la mano che teneva la bacchetta, ma si era sbilanciato troppo e la neve mista al ghiaccio non fecero che peggiorare la situazione. Era riuscito solamente a dare a Zabini un pugno sullo zigomo, di striscio, dandogli così la possibilità di finire la formula.
Aveva fallito...
Hermione aveva perso tutti i ricordi di loro due insieme. E lui aveva perso lei.
Blaise gli diede uno spintone, pronto a puntare la bacchetta anche su di lui, ma uno scricchiolio sinistro fece voltare entrambi i Serpeverde in direzione della Grifondoro.
A causa dell'incantesimo, la ragazza istintivamente aveva fatto qualche passo indietro, finendo direttamente sul lago ghiacciato.
- Hermione! - gridò Draco, attirando la sua attenzione.
Gli occhi confusi di Hermione si posarono su di lui.
Draco sentì una fitta dolorosa al cuore.
L'aveva dimenticato, l'aveva persa...
- Spostati da lì! - urlò ugualmente - Il ghiaccio si sta romp... - ma non riuscì a terminare la frase che, con un ultimo e fragoroso schianto, le lastre cedettero.
- NO!!! - urlò Malfoy, vedendo Hermione perdere l'equilibrio, a causa delle mani ancora legate, e finire in acqua.
- Blaise! - Draco si voltò verso Zabini, che aveva osservato la scena in silenzio - La mia bacchetta! Dammela subito... sta affogando! - gli urlò, disperato, vedendo Hermione annaspare tra i flutti.
Blaise gli sorrise malignamente... - Vai a prenderla allora... - disse, prima di tirarla fuori dalla tasca, voltarsi e lanciarla lontano nella neve.
Draco lo fissò a bocca aperta.
Subito dopo Blaise prese la sua scopa da corsa da dietro una roccia e montò in sella.
- Se dici di amarla davvero, Draco... - gli disse, massaggiandosi la guancia dove era stato colpito - Dovrai salvarla tu con le tue mani! Sempre se non decidi di morire con lei... - poi scoppiò a ridere e si alzò in volo, prima che Draco riuscisse ad afferrarlo.
- A...Aiuto! - cercò di urlare Hermione, prima di finire ancora una volta sott'acqua. Era debole ed in evidente stato di ipotermia, non sarebbe riuscita a resistere ancora per molto.
Ed infatti la sua testa non riapparve, mandando Malfoy nel panico.
Il Serpeverde scattò verso di lei, fermandosi sul ciglio del lago solo per il tempo di togliersi la giacca, cercando di non pensare a quello che avrebbe provato una volta immerso in quell'acqua torbida e gelida.
Si tuffò velocemente nel punto in cui era sparita la ragazza... sperando solamente che non fosse troppo tardi.


The show must go on,
I'll face it with a grin
I'm never giving in
On... with the show !


Lo spettacolo deve andare avanti,
Lo affronterò con un sorriso
Non cederò mai
Su... con lo spettacolo!



- Laggiù ! - indicò Nott ad Harry, vedendo delle sagome in lontananza.
Per loro fortuna, una nuvola si era spostata permettendo ad una pallida luna di illuminare il parco.
I due ragazzi videro scioccati Draco Malfoy, completamente bagnato ed esausto, cadere sul prato innevato vicino alla riva, tenendo tra le braccia ....
- NOO! - urlò Harry spaventato, correndo verso di loro - Hermione!
L'amica gli sembrò morta.
Le labbra ed il viso erano pallidi come la neve mentre stava distesa su di un fianco, completamente bagnata, con i polsi legati e gli occhi chiusi.
Harry la prese fra le braccia e le slegò le mani, avvolgendola poi con il suo mantello per riscaldarla.
- Ti prego... resisti ! - disse disperato.
- C...Chiamate Piton... - balbettò Malfoy, tremando disperatamente e tenendo gli occhi socchiusi.
- Zabini... dov'è ? - chiese Theodore furente, aiutandolo a rimettersi in piedi ed avvolgendolo nel suo mantello.
- Andato...è riuscito a scappare.
Draco barcollò, sorretto dall'amico. Fece per voltarsi verso Hermione quando qualcosa attirò la sua attenzione.
- Ma...quella... - si chinò, tremante, a raccogliere un pezzo di carta nella neve con un'espressione stupita.
Theodore gli si affiancò.
La foto in cui erano ritratti Draco ed Hermione al "passaggio della Strega Orba" era nelle sue mani.
- D...Deve essere caduta a Zabini quando... - ma non riuscì a finire la frase. Svenne improvvisamente sotto gli occhi stupiti di Nott che lo sorresse appena in tempo, prima che sbattesse la testa sul gelido terreno.




***



Holaa!
Volevo aggiornare oggi dopo pranzo, ma il mio ragazzo ha avuto la geniale idea di smanettare con il router e... ovviamente ha fatto un danno, cancellando tutte le impostazioni >.<
Comunque, anche se è tardino, eccomi qui come avevo promesso. 
Spero che il penultimo capitolo vi sia piaciuto e ci tengo a ringraziare chi ha recensito lo scorso capitolo :

Fly_With_Me (dolcissima come sempre) 
kristabell & super mimi (che si sono fatte la maratona della lettura leggendo la storia in poco tempo xD ) ne sono onorata.

Grazie per le vostre recensioni!!! =)

Ci vediamo la prossima settimana per la fine ^^ un saluto a tutti,
Alessandra.

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Capitolo 36
*** Dolce Vendetta... ***


                                                 D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 36°







Nott alzò lo sguardo dalla sua rivista di Quidditch vedendo il suo compagno di stanza aprire la porta ed entrare senza dire una parola.
- Ehi, come è andata ? - chiese un po' titubante all'amico.
Draco lo guardò, il suo sguardo era vuoto.
- Sembra che Potter e Ginny Weasley abbiano confermato alla McGranitt e Piton che io fossi con loro mentre la cercavamo... così è stato classificato come incidente, visto che non sono riusciti ad accusare nessuno...Ah...Mi hanno dato anche cinquanta punti per essere accorso in suo aiuto ! - Malfoy sospirò, in quel momento vincere la Coppa delle Case era la cosa di cui gli importava meno.
- Quindi è andata bene, diciamo... visto che quei Grifondoro avrebbero potuto incastrarmi se avessero voluto.
Theodore si avvicinò, lanciando malamente la rivista sul letto. - Ma perché non mi hai fatto dire ai professori di Zabini ? Credevo volessi vendicarti su di lui, finirebbe ad Azkaban !
Draco sbuffò, quasi esasperato. - E' inutile, te l'ho già spiegato ed anche quello stolto di Potter la pensa come me per una volta. La madre solo il giorno dopo è venuta a prenderlo per andare in Slovenia e sicuramente adesso Zabini sarà a Durmstrang... Sarebbe quindi troppo complicato dimostrare la sua colpevolezza senza il diario e senza chiamare in causa la foto fatta a me ed Hermione... - si bloccò per un secondo, solo il pronunciare il suo nome gli faceva male - ... e poi, per dirla sinceramente, non mi interessa più la vendetta. - finì, con voce atona.
Nott lo guardò prendere sciarpa e mantello - Ora dove vai ? - gli chiese, sentendosi triste per lui.
- A fare due passi per schiarirmi le idee. - fu l'unica risposta che ebbe, prima di vederlo nuovamente sparire oltre la porta.

Erano passati alcuni giorni da quella notte turbolenta.
Hermione, in fin di vita, era stata trasportata d'urgenza da Piton al San Mungo e per le ventiquattro ore successive nessuno aveva avuto notizie sulle sue condizioni.
Harry e Ron avevano fatto un putiferio per poterla seguire in ospedale, ma la McGranitt era stata irremovibile.
In seguito, un gufo grigio proveniente dall'ospedale aveva fatto la sua comparsa con la posta del mattino. E la McGranitt, senza indugio, aveva convocato nel suo ufficio Harry, Ron, Ginny, Nott e Malfoy per informarli che Hermione fosse sopravvissuta ma che a causa di un'amnesia sarebbe rimasta per alcuni giorni in osservazione, per finire poi la convalescenza nell'infermeria di Hogwarts.
Inutile dire che la gioia di Draco di saperla viva (e del suo ritorno), era stata spazzata via in un nanosecondo, esattamente dopo aver sentito la parola amnesia...
Così Harry aveva visto Malfoy abbassare tristemente lo sguardo, prima di chiedere alla McGranitt il permesso per andare, uscendo poi dal suo ufficio prima ancora che lei avesse il tempo di accordarglielo.
Era stata la prima volta che il Grifondoro si era sentito sinceramente dispiaciuto per lui.


- E' oggi, vero ? - trillò Ginny, voltandosi verso Ron ed Harry che stavano giocando a scacchi magici poco lontano da lei.
- Sì. - le rispose Harry, sorridente - Stasera Hermione tornerà ad Hogwarts, anche se purtroppo domani sera non potrà partecipare al ballo, Madama Chips la sequestrerà sicuramente.
Ron accennò un sorrisetto e Ginny lo fulminò con lo sguardo, capendo subito a cosa stesse pensando il fratello.
- Non essere così felice, Ronald. Anche se Hermione ha dimenticato Malfoy, questo non vuol dire che abbia nuovamente sentimenti per te. - disse acidamente.
Lo sguardo di Ron si rabbuiò ed Harry per un attimo temette il peggio, una delle loro litigate "made in Weasley " era l'ultima cosa che poteva servire ad Hermione... ed a lui.
Ma, invece di arrabbiarsi, Ron sospirò.
- Non ho alcuna intenzione di tornare sui miei vecchi passi... - disse a sorpresa - Lei ha scelto un altro, questo nessun incantesimo potrà cancellarlo. Le sarò di nuovo amico perché le voglio bene, ma sto con Lavanda adesso e credo che rimarrò con lei per un po'.
Harry e Ginny si guardarono.
Forse, si spiegò Harry, la possibilità che Hermione morisse senza che si potessero chiarire l'aveva fatto riflettere. Inoltre Ron aveva ascoltato con stupore della lotta tra Malfoy e Zabini, dell'incantesimo fatto ad Hermione e di come il ragazzo si fosse gettato nell'acqua per salvarla, rischiando lui stesso di morire. E quando aveva incontrato il Serpeverde nei giorni seguenti non era riuscito più a provare quel disprezzo che avvertiva ogni volta che vedeva la sua faccia. Anche se non sarebbe mai stato suo amico, non aveva potuto che ammirarlo per il suo coraggio. Ma sicuramente Ron non l'avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura.
A maggior ragione dopo il piccolo scherzetto che avevano architettato lui e Ginny, facendo credere a Madama Chips che fosse svenuto mentre provava una pozione soporifera fatta per un compito, decidendo di provarne gli effetti lui stesso. Inutile dire che si era beccato non solo la ramanzina della Medimago ma anche le prese in giro di Dean, anche lui in infermeria in quel momento.
Solo per l'amicizia con Harry e per il bene di Hermione aveva tenuto la bocca chiusa. E per fortuna che al suo risveglio aveva trovato Ginny ad istruirlo, se Madama Chips avesse sospettato l'avvelenamento avrebbe chiamato tutto il corpo insegnanti per trovare il colpevole.
Comunque, che lo volesse oppure no, quell'esperienza aveva cambiato Ron... e non solo lui...
Draco infatti aveva iniziato a comportarsi in modo strano. Non insultava più nessun Grifondoro, né si allenava a Quidditch. Parlava a malapena con Nott e non girava più per i corridoi accompagnato da Tiger e Goyle.
Dopo le lezioni, semplicemente, il Serpeverde spariva per ore e nessuno avrebbe potuto dire con certezza dove fosse o cosa stesse facendo, forse neanche Nott ne era al corrente.

Draco si sedette sulle sponde del lago, proprio dove pochi giorni prima aveva detto ad Hermione di amarla.
Si strinse nella calda sciarpa verde - argento e tirò fuori dalla tasca una foto.
Era la maledetta foto che aveva dato inizio a tutto.
Vide Hermione Granger (e se stesso) guardarsi intorno, prima di sparire nel passaggio segreto. Lo sguardo preoccupato della Grifondoro lo fece sorridere.
Quella Mezzosangue fissata con le regole in poco tempo aveva sconvolto la sua vita ed il suo cuore.
La guardò per l'ultima volta, sentendo le lacrime spingere per uscire prepotentemente sulle sue guance.
No, non poteva piangere. Lui era un Malfoy, non uno qualunque.
Fece un passo avanti e strappò con un sospiro la fotografia, per poi gettarla nella parte del lago che il sole dei giorni precedenti aveva scongelato.
- Addio Mezzosangue... - disse amaramente, prima di voltarsi ed incamminarsi verso il castello.
Passò le ore seguenti in biblioteca a studiare. Inutile dire che chiunque entrasse e lo vedesse lì da solo, concentrato e silenzioso, non poteva far altro che fissarlo come se fosse impazzito.
In quegli anni nessuno aveva mai visto Draco Malfoy studiare in biblioteca di sua spontanea volontà e, sicuramente, mai da solo.
Poco prima della chiusura entrò Nott, che lo fissò stupito per qualche secondo prima di avvicinarsi a lui.
- Ehi Draco, ti ho cercato ovunque ! Non vieni in Sala Grande per la cena ? - gli chiese, vedendolo scrivere un tema per Vitious.
- Non ho fame. - gli rispose lui, senza neanche alzare lo sguardo.
- E' qui che sei stato tutte queste ore ? - gli chiese Theodore, guardandosi intorno.
Ma Draco non gli rispose, continuando a scrivere freneticamente.
Nott sospirò - Stasera torna la Granger... - azzardò quindi - Andrai a trovarla in infermeria ?
Lo sguardo di ghiaccio di Draco si posò su di lui.
- Lo prendo per un no... - si rispose da solo Theodore.
- Ma almeno torna ad allenarti a Quidditch, la nostra squadra ha bisogno del suo Capitano ! - continuò, vedendolo posare la piuma.
Draco arrotolò il suo foglio di pergamena e ripose i libri nella borsa.
- Hai ragione. - gli rispose infine, pensieroso - Forse è meglio se diventi tu il nuovo Capitano dei Serpeverde. Dovresti però rifare i provini per un nuovo cercatore ed un nuovo battitore, visto che anche Zabini è assente.
Theodore lo fissò a bocca aperta, era senza parole.
- Non intendevo questo...
- Lo so. - gli rispose Malfoy, mettendo la borsa in spalla e lanciandogli un'occhiata penetrante.
- Ma è quello che voglio io !


Hermione aprì lentamente gli occhi, incontrando quelli vivaci di Madama Chips.
- Bentornata ad Hogwarts, signorina Granger ! - le disse sorridente la Medimago.
- Buonasera Madama... - rispose lei, con voce assonnata - Già sono arrivata al castello ?
- Sì... e fra poco le porterò qualcosa da mangiare, non si preoccupi.
Vide la donna farle un largo sorriso, prima di sparire dietro la porta dell'infermeria che quel giorno era stranamente vuota.
Si guardò intorno, pensierosa. Un interrogativo l'aveva assalita in quei giorni.
Che cosa era successo la notte in cui aveva avuto l'incidente ? I medici era così che la chiamavano, la notte dell'incidente .... e non aveva ancora avuto la possibilità di parlare con i suoi amici per capire cosa fosse successo.
Si era semplicemente risvegliata in ospedale, circondata da Medimago ed infermiere che non avevano fatto altro che dirle di essere stata molto fortunata ad essere sopravvissuta ad un bagno in un lago gelato.
Una fitta alla testa le fece mettere entrambe le mani nei capelli.
Il problema era che lei non si ricordava minimamente di essersi "lanciata" nel Lago Nero, o che qualcuno l'avesse costretta con la forza.
Che diavolo era successo quel giorno ?
Un lieve bussare alla porta la distolse momentaneamente dai suoi pensieri.
Madama Chips era appena uscita, non sarebbe tornata prima di diversi minuti e poi non avrebbe mai bussato per entrare, quindi chi poteva essere a quell'ora ? Qualcuno dei suoi amici ?
- Avanti...- si ritrovò meccanicamente a dire, sentendosi inspiegabilmente sciocca.
Quando la porta si aprì la testa di Nott fece capolino all'interno, guardandosi intorno.
- Ciao Granger ! - disse, vedendola - Ti trovo bene, o almeno, meglio dell'ultima volta che ti ho vista.
Hermione sgranò gli occhi. - Nott ? C'eri anche tu quella sera ? - gli chiese subito, senza neanche ricambiare il saluto del Serpeverde.
- Sì... - rispose lui, avvicinandosi al letto con una faccia seria. - Ricordi qualcosa ? - le chiese poi speranzoso.
Hermione scosse la testa per un secondo, prima di avere una seconda fitta che le strappò un gemito.
Nott le lanciò uno sguardo ansioso.
- Forse...una cosa...- disse improvvisamente la Grifondoro, impallidendo.
- Malfoy che urla di spostarmi da... qualcosa, non ricordo cosa e poi...una sensazione terribile... come se il mio corpo fosse trafitto da centinaia di spilli... non ricordo altro, mi dispiace.
Theodore sospirò, sedendosi accanto al letto della ragazza. - Quella spiacevole sensazione di cui parli, deve essere il momento in cui sei finita in acqua.
- Già... - rispose lei stringendo le coperte, spaventata da quel terribile ricordo.
Nott la guardò pensieroso, indubbiamente stava accadendo qualcosa di strano. La Granger si era ricordata di Malfoy per un secondo, ma poi non aveva chiesto che fine avesse fatto, o perché si fosse trovato con lei quella notte. In teoria, solo il fatto che l'avesse avvisata e non gettata nel lago, (come sarebbe accaduto in passato) avrebbe dovuto sollevarle parecchi interrogativi.
Ma soprattutto, non aveva fatto alcuna domanda sul perché lui stesso fosse passato a trovarla.
Un Serpeverde che va a trovare una Grifondoro era una cosa vista raramente in passato e ancor meno nel presente.
A meno che...
- Posso farti un'altra domanda ? - le chiese, iniziando a sospettare qualcosa.
Hermione strinse maggiormente le coperte - Certo. - si limitò a rispondere.
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Draco aprì di colpo gli occhi.
Delle grida provenienti dalla Sala Comune avevano interrotto il suo sonno profondo. Sentendo la cravatta tiragli il collo, si rese conto che la sera prima si fosse addormentato ancora vestito mentre ripassava Erbologia.
Si diede del patetico da solo prima di voltarsi nella direzione di Theodore, anche lui da poco sveglio.
- Ma cos'è questo baccano ? - commentò acidamente - Ancora non è Natale !
Theodore sbuffò - E' per quello stupido ballo che faranno stasera in Sala Grande, hanno annullato persino le lezioni di oggi per le decorazioni ! E sicuramente qui fuori ci saranno come minimo tutte le ragazzine di Serpeverde che vorranno invitarti, soprattutto da quando Blaise ha lasciato la piazza.
- Bah ! - commentò Draco, girandosi dall'altra parte - Peccato che io non andrò al ballo... mi annoiano queste cose.
- E che cosa farai ? - chiese l'amico, piuttosto curioso.
Draco alzò un sopracciglio, Theodore doveva veramente essere preoccupato per lui visto che ormai non faceva altro che fargli domande personali.
- Non lo so. - rispose sinceramente, fino a quando un acuto urletto non gli fece accapponare la pelle - Forse andrò nella Stanza delle Necessità per rilassarmi e stare un po' in pace... - si corresse, facendo sorridere il compagno.
- Hai già visto la Granger ? - azzardò nuovamente Nott, sperando di non farlo infuriare.
Per tutta risposta Malfoy si girò verso di lui con uno sguardo incandescente.
- No ! - sibilò - E non ho intenzione di cercarla... quindi smetti di nominarmela !
Theodore lo guardò pensieroso. Non gli aveva detto nulla riguardo la sua chiacchieratina della sera prima e, visto il suo umore nero, era stato meglio così... l'avrebbe incontrata comunque, era solo questione di tempo oramai.
Per Draco arrivare in Sala Grande per fare colazione fu una vera impresa, ma anche uscire vivo dai sotterranei non fu da meno. Ogni dieci secondi qualche ragazzina si avvicinava e lo salutava o, peggio, insisteva imperterrita per invitarlo quella sera.
- Ma che è successo oggi alla fauna femminile di Hogwarts ? Quella Tassorosso di prima sembrava una pazza, mi ha quasi strappato un bottone ! - commentò arrabbiato, non appena riuscì a sedersi.
Theodore rise - Che non sapevi come sono fatte le donne ? Queste cose fanno perdere loro il lume della ragione. - disse, prima di servirsi una fetta di torta alle mele.
- Non a tutte però... - pensò dentro di sé Malfoy.
Draco sfuggì con grande stile a tutti gli agguati che ricevette quel giorno, compreso il timido tentativo della Parkinson di riallacciare i rapporti con lui.
- Voglio stare da solo e non andrò al ballo, quindi rassegnati Pansy ! - le disse chiaramente dopo pranzo, prima di prendere il mantello e scendere al Lago Nero, dove passò gran parte del pomeriggio fino a che il freddo non sopraggiunse, costringendolo a rientrare.

- Ma Harry, sei sicuro di quello che fai ? - disse Ron, guadagnandosi l'ennesima occhiata da Ginny.
- Poteva essere finita ed invece ti metti a fare il Cupido della situazione !
Harry sospirò - Non fare il solito testone. - disse all'amico - Lo sai che cosa ha fatto per lei... e poi penso che una possibilità la debbano avere tutti, persino uno come lui.
- Nott ci sta aspettando... che cosa hai deciso Ron, ci aiuterai ? - chiese Ginny, guardando l'ora.
Ron li fissò pensieroso per qualche secondo prima di annuire sbuffando.
- Ma sia chiaro che lo faccio solo per lei ! - puntualizzò, prima di seguire l'amico e la sorella per il ritratto della Signora Grassa.


Prima di passare per i sotterranei a prendere la sua borsa, Draco andò alle cucine per prendere qualcosa per la cena. Visto che non sarebbe andato al ballo ma nella Stanza delle Necessità, si sarebbe dovuto portare qualcosa da mangiare se voleva cenare. Poi, con una sacca piena di leccornie regalatagli dagli elfi domestici, si diresse verso il suo dormitorio.
I corridoi erano deserti, segno che tutti fossero presi dai preparativi veri e propri per il ballo.
Draco sentì dentro di sé una gran malinconia.
I balli gli piacevano, era inutile che dicesse il contrario, peccato che in quell'ultimo periodo avesse pensato ad un'unica ragazza con cui andarci. Che però era anche l'unica che, al momento, non si sarebbe fatta vedere con lui mai e poi mai.
Girò l'ultimo angolo soprappensiero e quasi non gli cadde la sacca con il cibo quando vide una chioma bruna e ribelle davanti all'entrata della sua Sala Comune.
- Che cosa ci fai qui ? - esclamò sorpreso, facendo voltare la ragazza verso di lui.
Hermione si torse nervosamente le mani - Ciao Draco... sono appena uscita dall'infermeria. - gli rispose, studiando la sua reazione.
Malfoy sgranò gli occhi, non credendo alle proprie orecchie.
- Come mi hai chiamato ? - chiese stupidamente.
Hermione sorrise - Draco... non è forse il tuo nome ?
Il Serpeverde era senza parole, se lo stava chiamando per nome allora voleva dire che...
- Ho bisogno che tu venga con me ! - disse però la ragazza, interrompendo i suoi pensieri.
- Dove ?
- Lo vedrai...
Draco la guardò, ancora confuso - Va bene, lasciami solo prendere alcune cose, torno subito. - le disse, prima di andare a prendere la sua borsa in uno stato di puro intontimento.
Ormai si era quasi rassegnato ad averla persa, perché all'improvviso si era presentata nei sotterranei, chiedendo di andare con lei da qualche parte e chiamandolo anche per nome ?
Era possibile che avesse recuperato la memoria ?
Sapeva che era difficilissimo recuperare i ricordi cancellati con la magia, se non impossibile visto che era necessaria la persona che aveva fatto l'incanto per poterlo poi annullare...inoltre aveva visto lui stesso l'incantesimo di Zabini prenderla in pieno. L'unica spiegazione plausibile era che Potter e la sua banda le avessero raccontato tutto e lei (sconvolta) si fosse precipitata lì per chiarire con lui. Per ringraziarlo di averle salvato la vita ma anche per puntualizzare che tra loro non ci sarebbe più stato nulla.... magari gli avrebbe detto anche che si era fidanzata con Weasley durante la notte.
Parecchio disgustato dall'ultimo pensiero fatto, ritornò da lei non appena ebbe preso tutte le sue cose.
La seguì docilmente ed in silenzio, studiando ogni suo movimento e chiedendosi perché non fosse nervosa insieme a lui. Insomma, Potter le aveva appena detto che lei, Hermione Granger aveva una storia con Draco Malfoy, sua nemesi da sempre... e... lei che faceva ? Gli sorrideva, chiamandolo per nome e portandolo in giro per il castello.
Eh sì... qualcosa non tornava...
- Almeno potresti dirmi dove stiamo andando ? - chiese alla ragazza, dopo l'ennesima rampa di scale.
- Nella Stanza delle Necessità. - rispose Hermione, arrivando finalmente al corridoio del settimo piano - Ho bisogno di parlarti...
Draco si morse un labbro, sentendo le sue paure in procinto di avverarsi.
Ma nell'attimo in cui misero piede nella stanza rimase così stupito da dimenticarsene completamente per qualche secondo.
La stanza era molto diversa da quella in cui si era incontrato con Hermione nell'ultimo periodo.
Sembrava più grande e spaziosa, ma non solo... era decorata in maniera stupenda con sculture di ghiaccio e stalattiti che pendevano dal soffitto.
Il pavimento era lucido e le luci soffuse, con decine di candele fluttuanti a fare da illuminazione.
- E' bellissima... - pensò, guardandosi intorno.
- Sembra proprio di essere in una versione "privata" del ballo della scuola...
- Ti piace ? - la voce di Hermione lo riscosse dai suoi pensieri.
Draco la fissò per qualche secondo, prima di sedersi su uno dei comodi sofà bianchi che erano apparsi vicino al camino.
Con un colpo di bacchetta ravvivò le fiamme.
- Hai messo tu tutte queste decorazioni ? - le chiese solamente.
Hermione sorrise, sedendosi accanto a lui.
- Veramente sono stati Harry, Ginny, Ron e Nott.
Il Serpeverde la fissò stralunato - Stai scherzando, spero ! - le disse, con un tono preoccupato.
Hermione soffocò una risatina - Per niente... me l'ha confermato Ginny.
Poi tornò seria, forse anche troppo per i gusti di Malfoy.
- Comunque ti ho portato qui soprattutto per dirti una cosa... - si bloccò, guardandolo intensamente.
Draco la vide esitare e, poco dopo, sentì il suo abbraccio avvolgerlo completamente.
- M...Ma... cosa... ? - balbettò, confuso da quel gesto - Hai detto che volevi parlarmi, non saltarmi addosso. - esclamò rigido, cercando di sdrammatizzare quel momento così surreale.
Non poteva farsi illusioni, non poteva lasciarsi andare di nuovo per poi inevitabilmente soffrirne. Era stanco di farlo.
Hermione, tra le sue braccia, accennò un sorriso.
- Lo so, ma sentivo di doverlo fare. Draco... tu mi hai salvato la vita ! Non potrò mai ringraziarti abbastanza ! - si sentì dire Malfoy, bloccandogli il respiro.
L'allontanò subito da sé, per poterla guardare negli occhi.
- Ti ricordi di quella sera ? - chiese speranzoso, vedendo però con orrore Hermione abbassare lo sguardo.
- No, mi dispiace. - gli rispose lei, tristemente - Ho saputo da Harry come sono andate le cose. Zabini stava per uccidermi ed in più mi ha cancellato ogni ricordo di quello che mi ha fatto.
Draco la fissò con occhi colmi di sofferenza.
- Ogni mio ricordo, vorrai dire... - disse, alzandosi dal divano.
Hermione lo osservò, mentre le dava le spalle per non doverla affrontare.
- Non esattamente... - rispose con un sussurro, facendolo voltare dalla sua parte.
Il cuore di Draco accellerò il battito.
- C...Che vuoi dire ? - balbettò, per la seconda volta nel giro di due minuti.
Continuava a sorridergli, perché lo faceva ? Non osò rispondere a questa domanda, aspettando che fosse lei a dissipare i suoi dubbi.
Hermione lo fissò, piena d'emozione - Zabini mi ha cancellato ogni ricordo, è vero ! Ma qualcosa deve averlo distratto o comunque ha perso la concentrazione, perché gli unici ricordi che mi ha tolto sono quelli di quella sera.
Malfoy era senza parole.
- Questo vuol dire che ... - cercò di dire, mezzo scioccato da quella inaspettata rivelazione.
- Che non mi sono scordata di te ! - finì Hermione per lui, avvicinandosi e carezzandogli la mano.
Draco non ci pensò due volte, l'attirò a sé e la strinse forte, come mai aveva abbracciato qualcuno in vita sua. Il cuore sembrò scoppiargli nel petto.
- Non posso crederci... - disse più volte, riempiendola di gioia - Sei tornata, Mezzosangue!
Hermione sospirò.
- Mi dispiace per tutto quello che hai passato per colpa mia... appena ho saputo da Nott quello che credevi su di me ho fatto un putiferio per essere dimessa, ma sono riuscita a scappare dall'infermeria solo oggi... Madama Chips penserà che sia impazzita per colpa dell'incidente.
- Ma tu sei sempre stata un po' pazza, non avrà sospettato niente. - le rispose ironicamente Draco, con le mani ancora intrecciate a quelle della Grifondoro.
- Ma... aspetta... - disse poco dopo, rielaborando la sua risposta.
- Quando hai parlato con Nott ?
- E' passato da me ieri sera dopo cena.
Malfoy aggrottò le sopracciglia - Non me ne ha parlato.
- E' ovvio. - gli rispose lei, a sorpresa - Gli ho chiesto io di non dirti nulla, volevo avere la possibilità di dirti tutto di persona... solo non credevo di dover aspettare tanto.
- E Weasley ? Come l'hai convinto a... - Draco si guardò intorno, facendo un gesto eloquente.
Hermione sorrise.
- Oggi abbiamo avuto modo di parlare. Sembra che mi abbia perdonata, o almeno, che l'abbia fatto in parte. Stavo per morire... e credo che questo debba averlo fatto riflettere su quanto tenesse alla nostra amicizia... - ignorò lo sguardo perplesso di Malfoy - Così mi ha chiesto di tornare di nuovo amici... e quando ha saputo che non ti avevo dimenticato non mi ha detto nulla. Quindi sono giunta ad una conclusione, credo che Ron, intimamente, abbia ammirato quello che hai fatto per me. Forse... ha persino smesso di odiarti.
Malfoy spalancò gli occhi, orripilato - Non dirlo mai più ! Per un attimo ho avuto un brivido ! - disse, facendola ridere ed imitandola subito dopo.
- Comunque, Draco... - disse la Grifondoro, quando si fu placata - Harry mi ha detto che Zabini ha usato la Crucio contro di me... - a queste parole la mascella di Malfoy si irrigidì - Quindi, pensandoci bene, è un bene che io non ricordi nulla di quella sera, no ?
Per un istante un ricordo passò negli occhi grigi di Draco...
- Non proprio... - le rispose, spiazzandola.
- C'è in realtà una cosa che vorrei ripeterti, visto che non la ricordi...
Hermione lo fissò un po' interdetta.
Malfoy le stava rivolgendo uno sguardo indecifrabile quanto nervoso.
Che voleva ricordarle ?
- Come ti ho già detto, è la prima volta che lo dico a qualcuno... anzi, tecnicamente questa sarebbe la seconda... - le prese dolcemente la mano - Ma volevo dirti che mi sono innamorato di te, Hermione... ed ora che l'ho capito non ha senso tacere !
Per qualche istante i due ragazzi si guardarono negli occhi, dentro la testa di Hermione la vocina della coscienza urlava di gioia, per non parlare del suo cuore.
Nessuno le aveva mai detto quelle parole guardandola in quel modo che solo lui sapeva fare. Un modo che riusciva a farla sentire viva, felice, desiderata... bella.
Draco rimase ad osservarla in silenzio per qualche secondo, e solo allora Hermione si accorse degli sguardi pieni di apprensione che le stava lanciando.
Che stupida che era, era ovvio che lui stesse aspettando una risposta!
- Anche ... anche io...! - gli disse imbarazzatissima e con gli occhi lucidi dall'emozione - Scusa, non mi aspettav... - ma non finì la frase. Draco, in un secondo, aveva annullato la distanza tra loro e l'aveva baciata, intrecciando le dita dietro alla sua nuca.
Hermione si lasciò cullare dal quel bacio dolcissimo, rammentandosi di quanto le fosse mancato in quei giorni e della paura che, dopo il suo incidente, Malfoy la volesse allontanare nuovamente da lui per proteggerla. Infatti non appena aveva visto Nott in infermeria le si era fermato il cuore dalla paura.
Paura che lui le stesse per dire che tra loro era finita.
Come aveva potuto solo pensare tutto questo?
- Posso farti una domanda, Mezzosangue? - le chiese Malfoy, qualche minuto dopo, mentre erano abbracciati davanti al fuoco.
- Certo...
- Come ti è venuto in mente di spedire il diario alla madre di Blaise ? - disse, a metà tra l'ammirato ed il confuso - Come speravi che avrebbe potuto risolvere la situazione ?
Hermione ci pensò su - E' stato grazie ad un sogno ! - vedendo lo sguardo confuso del ragazzo, si affrettò a precisare - Il diario mi ha fatto venire in mente un fatto accaduto mesi fa... all'inizio non ho capito che volesse significare e perché lo avessi sognato, ma poi tutto mi è stato chiaro...
Draco le lanciò uno sguardo incuriosito e la incitò con un cenno della testa a continuare.
- Nel sogno Zabini era preoccupato che sua madre lo punisse per le cose che faceva qui a scuola. Così ho pensato che farle sapere quanto fosse malato suo figlio potesse aiutare sia noi che Zabini stesso. E non mi sbagliavo... visto che è venuta a prenderlo non appena ha potuto.
- Aiutare Blaise ? - esclamò il Serpeverde, schioccando la lingua scandalizzato - Si meriterebbe di andare ad Azkaban invece che girare felice per Durmstrang, pensando anche di aver ottenuto il suo scopo. Dovevamo vendicarci, non aiutarlo !!!
Hermione fece un sorriso rassegnato, si era quasi scordata della fissa di Malfoy per la vendetta. Sperò solamente che avere Zabini dall'altra parte dell'Europa sarebbe stato sufficiente.
- Draco... - gli sussurrò, attirando la sua attenzione - Adesso Zabini è lontano e non ci tormenterà più... quindi, ti prego, non fare nulla di sciocco.
Malfoy la trapassò con lo sguardo.
- Adesso sarei anche sciocco? - le rispose, mettendo su un broncio che intenerì la Grifondoro.
Hermione sorrise - No, affatto... solo vorrei che pensassi a me e non a lui. - con un colpo di bacchetta Hermione fece partire una melodia bellissima dallo stereo babbano che si era portata da casa e che Ginny aveva sapientemente posto in un angolo della stanza.
- Adesso abbiamo un ballo a cui partecipare ! - puntualizzò, prendendolo per mano sorridente.
Draco si lasciò condurre docilmente al centro della stanza, stupito di vederla prendere l'iniziativa con lui.
Si sentì felice.
Per la prima volta dopo tanto tempo, dopo anni, lo era di nuovo e tutto grazie a quella Grifondoro dai capelli ribelli. Quella Mezzosangue che mai e poi mai avrebbe conosciuto se non fosse stato per la litigata con Zabini.
L'attirò a sé e l'abbracciò teneramente, lasciandosi cullare dalla musica soffusa che si diffondeva per la stanza.
Solo dopo molti minuti, passati tra baci e sussurri, si separò da lei per prendere qualcosa nella borsa.
- Ho una cosa che ti appartiene... - disse, prendendo un oggetto piccolo e... rosso.
- Il mio portagalenoni!!! - esclamò Hermione - Come fai ad averlo ? Pensavo di averlo perso quella notte... Harry ha trovato nella Torre di Astronomia la mia bacchetta e la borsa, ma dentro non c'era.
- Lo so. - le disse Draco, irrigidendosi - Zabini me l'ha mandato via gufo per attirarmi al Lago Nero... - poi uno strano sorriso si diffuse sul suo volto. Forse gli era venuta un'idea per vendicarsi di Zabini senza fare troppi danni.
- Perché sorridi ? - gli chiese Hermione, perplessa - Comunque grazie per avermelo riportato ! - fece per riprenderlo dalle mani del Serpeverde, ma lui lo rimise prontamente in tasca.
- Cosa... - iniziò a dire, prima che lui la bloccasse.
- Se non ti dispiace vorrei tenerlo io. - disse Draco, lasciandola stupefatta.
- Ma hai detto che è bruttissimo e sembra Ron con una malattia deformante !
Malfoy sorrise ricordando la sua battuta - E' vero, ma cercherò di tenerlo nascosto, quindi non sarà un problema il suo aspetto. E poi è molto più ampio del mio e molto più resistente - tirò fuori il suo portamonete nero. - Visto che è di pelle di drago, non voglio che si rovini. - buttò lì, vedendola sorridere.
- Alla fine ce l'hai fatta ! - esclamò infatti, senza alcuna logica per il Serpeverde.
- Ce l'ho fatta a fare cosa ? - chiese Draco, non capendo che cosa intendesse la ragazza.
- A guardare oltre le apparenze. - rispose lei, incrociando le braccia sempre sorridente.
Malfoy la fissò accigliato.
Guardare oltre le apparenze ?
In effetti non ci aveva mai pensato, non aveva mai capito quanto fosse stato cieco per tanti anni.
Hermione, come al solito, aveva avuto ragione su di lui.
Era riuscito a guardare oltre il sangue, oltre al suo disgusto per le donne, oltre la bellezza superficiale ed artefatta...
Aveva appreso che le donne non fossero tutte uguali e lui questo prima non lo sapeva, o almeno, non se l'era mai chiesto.
Ma ora aveva capito e non si sarebbe mai lasciato scappare il suo nuovo tesoro.
- Be'... forse... - disse con un sorriso birichino, per non dargliela vinta in toto.
- Comunque facciamo una foto. - aggiunse, ricevendo uno sguardo confuso come risposta.
Sotto gli occhi della ragazza trasfigurò un vaso in una macchina fotografica.
La Grifondoro lo guardò male - Credo di essere stata fotografata abbastanza per i miei gusti...e poi non mi hai ancora detto che fine abbia fatto la foto fatta da Zabini.
- E' in fondo al Lago Nero. - le rispose Draco, strappandole un'espressione stupita.
- E visto che è iniziato tutto con una foto, mi sembra giusto farne una anche per ricordare la nostra vittoria ! - finì lui, puntando la bacchetta sulla macchina fotografica.
Hermione annuì sorridendo, la foto di Zabini era stata distrutta, il diario era "andato"... come anche Zabini stesso... finalmente avrebbe avuto un po' di pace. Anche se il ghigno made in Malfoy che aveva Draco in quel momento non la convinceva del tutto...
Lui la prese fra le braccia e la baciò dolcemente, mentre la macchinetta fluttuante accanto a loro immortalava la romantica scena.
****

- Zabini ? - un ragazzo bruno con lo stemma di Durmstrang, entrò nella sua stanza con una lettera in mano - C'è questa per te ! - gli disse, in un inglese stentato - E' arrivata a colazione, ma tu non c'eri...
Blaise alzò lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta, era in cerca da giorni di notizie che potevano riguardare Hogwarts e del suo piccolo scherzetto giocato a Malfoy ed Hermione Granger. Sempre se era sopravvissuta. Ma non aveva trovato neanche un accenno a quella notte, né sulla presunta morte della ragazza.
Forse Draco ed i Grifondoro avevano deciso di tacere, consapevoli della schiacciante sconfitta che avevano ricevuto. Li aveva fregati e non era neanche stato punito. In più adesso riceveva regolarmente lettere e visite di sua madre, anche se non avevano osato parlare del suo diario. Forse, con il tempo, sarebbero riusciti anche distruggere quell'ultimo e pesante muro che li divideva.
L'unica nota negativa di quella storia era il fatto di essere a Durmstrang, visto che in pochi parlavano inglese ed era guardato con molto sospetto un po' da tutti. Ma sarebbe sopravvissuto alla fine, il ricordo della sua dolce vendetta gli avrebbe permesso di farlo.
- Grazie, Jordanoff. - rispose solamente, prendendo la lettera un po' perplesso.
Come era possibile che il gufo l'avesse lasciata ad un completo estraneo e non al diretto destinatario ? Forse, si chiese pensieroso, il mittente non solo non aspettava risposta, ma non voleva neanche essere discreto sul contenuto.
Non appena il compagno se ne fu andato Blaise aprì la lettera, rimanendo di sasso subito dopo.
Nella busta, senza mittente, c'era un bigliettino con scritto solamente :


Menomale che sei un completo incompetente negli Incantesimi...
D.L.M

ed insieme a questo, una foto in cui Draco ed Hermione si scambiavano felici un tenero bacio.
- MALEDIZIONE !!! - tuonò, tremando di rabbia.
Quella Mezzosangue non solo era viva, ma non aveva dimenticato Malfoy !
Come era potuto accadere ? Eppure aveva recitato bene l'incanto.
Disperandosi, bruciò con la bacchetta sia la foto che il biglietto. Con la consapevolezza di aver fallito e non solo... di essere bloccato dall'altra parte dell'Europa a causa loro.



The End.

*****



Oh, cavolo... è finita... ci ho messo anni, ma alla fine ce l'ho fatta !!!
- E che sarà mai ?! - direte voi, ( con la faccia alla Malfoy u_u ). Ma per me terminare questa storia vuol dire molto.
Mentre la scrivevo mi sono accadute alcune cose che mi hanno fatta "crescere", mi sono in qualche modo evoluta, lasciando indietro la ragazza che aveva iniziato con superficialità questo racconto.
Avevo pensato di cancellarla, visto che odio non finire le cose che inizio, ma non era giusto per chi l'aveva letta e la stava ancora seguendo. 
Così, quando sono stata meglio, l'ho continuata (a più riprese, visto che me ne sono capitate di tutti i colori) ed adesso sono orgogliosa di poter spingere quel bottoncino che cambierà la mia storia da "In corso" a "Completa".
Spero che il finale vi sia piaciuto... e vi confesso che in realtà sono preoccupata per quest'ultimo capitolo. ( vi è bastata l'insulina ? xD) 
Perché la "fine" di una storia, se sviluppata male, ha il potere di rovinare tutto il racconto. O almeno io credo che sia così... quindi cavoli... spero di aver fatto un buon lavoro.
Scusate per il piccolo sfogo, ma era il mio goffo tentativo di spiegare cosa provo quando vi ringrazio per le belle parole che mi lasciate nelle recensioni, ed anche per le critiche... perché mi hanno spinta a migliorarmi e capire cosa non andasse nella stesura della storia. GRAZIE!
Infatti i primi capitoli, anzi una buona parte, non mi convincono più. Mi sono accorta di aver cambiato modo di scrivere... dite che valga la pena revisionarli ? Anche se l'anno scorso qualcosa avevo iniziato a correggere.

Passo ai ringraziamenti, sennò qui facciamo notte !


Oh mamma, adesso svengo...  @_@
Ho cercato di nominare tutti coloro che nel corso degli anni mi hanno lasciato una recensione, se mi sono scordata qualcuno non fatevi problemi e ditemelo, così lo inserisco.

Grazie Ragazze/i !!!! 
Mi mancherete.

Inoltre voglio ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite / seguite o da ricordare.
Sinceramente non so se scriverò altro su Harry Potter, ma nella vita non si sa mai, no ?  ;)

Vi abbraccio con affetto !

Alessandra.

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