Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
“Per
oggi può bastare, signor Malfoy, rimetti in ordine le tue cose e poi sei
libero di tornare alla tua Sala Comune.” disse Minerva
McGranitt, riordinando alcuni fogli sulla scrivania.
Malfoy
fece come ordinato, prese i suoi libri e tutti gli esercizi di
punizione appena svolti, mettendoli in ordine nella sua borsa. Non
disse una parola, non aveva aperto bocca per tutta la serata. Era
così furioso che se avesse parlato lo avrebbero espulso
sicuramente.
“Buonanotte
Professoressa.” disse, non appena pronto per andarsene.
“Buonanotte
signor Malfoy, spero che la prossima volta non tenterai di copiare dai
tuoi compagni ma ti applicherai maggiormente nello studio.”
rispose severa l’insegnante.
Draco
strinse la cinghia della sua borsa imprecando mentalmente.
Era
stata tutta colpa del suo amico Blaise Zabini, aveva fatto cadere un
libro nel momento sbagliato attirando l’attenzione di quella
megera della McGranitt che lo aveva sorpreso a copiare da Pansy
Parkinson, la sua ragazza.
“Ci
ha tolto 20 punti quella fattucchiera!” pensò
adirato, mentre chiudeva la porta e iniziava a scendere le scale che
portavano ai sotterranei.
Entrò
a grandi passi nella Sala Comune dei Serperde, completamente deserta
tranne per una sua compagna di corso, Daphne Greengrass, che leggeva
distrattamente una copia della Gazzetta del Profeta, noto giornale dei
maghi.
Questa,
non appena lo vide, saltò dalla sedia come se avesse preso
la scossa.
“OH,
DRACO!” urlò, agitata “COME MAI DI
RITORNO COSì PRESTO?”
Malfoy
la guardò infastidito “Che ti urli, Greengrass?
Vuoi svegliare tutto il castello?”
Daphne
divenne di tutti i colori.
“Scusami,
è che non ti aspettavo così presto...” ripeté, abbassando la voce.
“Presto?” sibilò il Serpeverde “Le undici e
mezzo ti sembrano presto?”
“Be'…
di solito le punizioni finiscono per mezzanotte.”
cercò di difendersi la compagna, in preda ad un'agitazione
crescente.
Malfoy
si avvicinò minaccioso e Daphne si azzittì
all’istante.
“Si
vede che non ci arrivi proprio... io non sono come gli altri,
ricordatelo!” le rispose, con voce bassa e strascicata.
“Dai
Blaise, sbrigati prima che arrivi...”
la
voce di Pansy Parkinson squarciò il silenzio assoluto che si
era creato in quel momento.
La
testa di Draco scattò nella direzione della voce.
“Pansy? Ma cosa...” con pochi passi raggiunse i dormitori.
La
Greengrass gli corse dietro “Draco, aspetta! Rimani un po'
con me davanti al fuoco?”
“Neanche
morto!” le rispose lui di rimando, entrando nella sua stanza.
Draco
Malfoy divideva un’ampia camerata con due dei suoi compagni
di corso: Theodore Nott e Blaise Zabini. E furono gli occhi scuri di un
nervoso Zabini che lo accolsero al suo arrivo.
“Ciao
Draco, non ti aspettavo prima di mezzanotte. Hai fatto
presto...” gli disse il compagno, vedendolo entrare in stanza.
Draco
lo guardò sospettoso.
“Che
maledizione sta succedendo? C’è la Greengrass qua
fuori che mi ha appena rotto un timpano per dirmi la stessa cosa!”
Blaise
tacque.
“Ho
sentito la voce di Pansy... è qui?” Malfoy si
guardò intorno attentamente.
“Ma...
Draco... che dici? Pansy qui, adesso? Avrai sentito male! ”
sbottò l’amico, ridendo forzatamente.
Draco
lo fulminò con gli occhi.
“So
ancora riconoscere la voce della mia ragazza, non prendermi per un
idiota!”
Blaise
smise di ridere all’istante.
“E
perché mai Pansy sarebbe venuta qui mentre tu non
c’eri?”
“Già
… perché mai?" ridisse Malfoy, con un tono
gelido e tagliente "Per questo lo sto chiedendo a te.”
Blaise
iniziò ad agitarsi “Draco, non vorrai insinuare
qualcosa di sconveniente?!”
“Questo
lo stai dicendo tu...”
Draco
si mise a scrutare la stanza.
Il
disordine era quello di sempre, vestiti un po’ ovunque, i
libri di Blaise ammucchiati sulla scrivania, la divisa da Quidditch di
Draco abbandonata sopra una sedia. Ma quello che attirò
l’attenzione del ragazzo fu il letto di Blaise, era
completamente disfatto e spiccava enormemente vicino al suo ed a quello
di Nott che aveva passato la notte in infermeria per colpa di un
raffreddore.
“Dormivi?”
Blaise
si mise seduto sul ciglio del suo letto “Ci
provavo...”
“Vedo.”
fece qualche passo verso l’amico.
Si
avvicinò a lui tanto da specchiarsi nei suoi occhi.
“Allora
non avrai problemi a spiegarmi... questo...”
Draco
fece un movimento fulmineo e tirò fuori da sotto il cuscino
un indumento.
Era
il reggiseno di pizzo di Pansy.
“Pansy! ”
Daphne
Greengrass entrò come una furia nella stanza. Pansy era
sdraiata sul suo letto intenta a limarsi le unghie.
“Ah,
Daphne." cinguettò, giuliva "Grazie ancora per avermi
coperta prima, se non avessi urlat…”
Ma
la Greengrass la bloccò, agitata “Pansy, corri,
penso che Draco e Blaise stiano facendo a botte! ”
Pansy
si alzò di scatto “Che cosa?”
“Dalla
Sala Comune ho sentito delle urla e un gran tonfo proveniente dal
dormitorio maschile...”
La
Parkinson fece una risatina stupida “Mi hai fatto prendere un
colpo per così poco. Saranno stati Tiger e Goyle mentre
giocavano a qualche stupido gioco.”
Daphne
però non accennava a calmarsi.
“Tiger
di solito non dice il tuo nome accompagnato dalla parola…
puttana!”
Il
sorrisetto di Pansy si spense in un attimo.
***
“Se
non arriva entro cinque minuti, giuro che me ne vado!”
Harry
Potter alzò mentalmente gli occhi al cielo, lui e la sua
amica Hermione Granger stavano aspettando l’altro loro amico,
Ronald Weasley, da almeno dieci minuti. Ed Hermione stava dando
evidenti segni di impazienza.
“Mi
aveva detto che era quasi pronto quando sono sceso io.” si
giustificò Harry, sedendosi sulla sedia più
vicina.
“Be'...
non era così, evidentemente!” il sopracciglio di
Hermione si alzò pericolosamente.
Proprio
in quel momento, una chioma rossa apparve per le scale.
“Scusami
Harry.” disse Ron, scendendo le scale due a due.
“Non
riuscivo a trovare la cravatta...”
Hermione
lo fissò, severa.
“Se
non ci muoviamo, faremo tardi a Difesa contro le arti Oscure e dobbiamo
ancora andare in Sala Grande a fare colazione!”
“Buongiorno
anche te, Hermione.” disse lui, sarcastico “Non
sapevo che mi stessi aspettando anche tu.”
Harry
si alzò subito dalla sedia “Sì,
l’ho convinta a farmi compagnia mentre ti aspettavo, ma tu ci
hai messo un secolo!”
Dallo
sguardo dei suoi amici, Ron convenne che forse fosse meglio non
replicare.
Velocemente,
con Hermione che ricordava loro ogni cinque secondi quanto fossero in
ritardo, arrivarono al tavolo dei Grifondoro, in fondo alla Sala Grande.
Un
brusio più forte del normale aleggiava nella sala.
“Ma
che succede?” chiese Harry al suo compagno Dean Thomas.
“Non
lo sai, Harry?” disse lui, con un mezzo sorriso, mentre
Hermione e Ron si sedevano di fronte a lui.
“Sembra
che ieri sera le Serpi si siano ammazzate fra loro!”
Anche
Harry si mise seduto.
“Veramente?”
“Sì,
Malfoy e Zabini, per la precisione.” continuò Dean,
mentre addentava un toast.
Ron
lasciò perdere le sue uova “Ci è
rimasto secco qualcuno?” chiese speranzoso.
Hermione
lo guardò scandalizzata “RON!”
berciò, infastidita dall'uscita dell'amico. Anche se i
Serpeverde erano odiosi, non avrebbe mai desiderato una cosa del genere.
“No,
non hanno utilizzato le bacchette, è volato qualche cazzotto
però...” rispose Dean, mimando con Seamus un
incontro di boxe, facendo sorridere Harry.
“Be',
peccato!” continuò Ron, ignorando
l’amica che lo guardava arcigna.
“Da
chi l’hai saputo, Dean?” chiese Harry, tra un
boccone e l’altro.
“Tassorosso.
Sanno sempre tutto quelle!”
Hermione
lanciò uno sguardo fugace al tavolo Verde-Argento.
Draco
Malfoy mangiava nervosamente seduto fra Tiger e Goyle, aveva un livido
sulla guancia.
Dalla
parte opposta invece stava seduto Zabini, non aveva toccato cibo e
aveva un occhio gonfio.
“Pansy,
per favore smettila!” disse Blaise, piuttosto infastidito,
alla sua compagna che non accennava a smettere di piangere.
“Tu...tu
non capisci... Draco mi ha lasciata!” singhiozzò
lei, disperata.
“Meglio
lasciata che ammazzata… credimi… e poi
è stata tua l’idea di frequentarci di nascosto
sotto i suoi occhi.” disse Zabini, senza neanche guardarla.
Pansy
singhiozzò più forte sulla spalla della sua amica
Daphne.
Malfoy,
che nel frattempo aveva finito di mangiare, si alzò
rumorosamente dal suo posto e così fecero i suoi scagnozzi.
L’attenzione
della sala si concentrò su di lui.
“D...Draco
aspetta, lasciami spiegare!” Pansy, vedendolo in piedi, gli
si gettò praticamente addosso.
Malfoy
la fulminò con gli occhi “Non toccarmi, lurida
sgualdrina." sentenziò, con tono gelido e tagliente "Solo
l’amicizia tra i nostri padri mi ha impedito di farti a pezzi
ieri sera, ma potrei sempre ripensarci.”
Pansy
lo lasciò andare, terrorizzata... quello sguardo le aveva
sempre messo paura, ma in quel momento era semplicemente terrificante.
Rimase
in mezzo alla Sala Grande, in lacrime, a vederlo andare via.
“Ehi, Calì,
hai visto?”
Anche
Grifondoro aveva la sua buona dose di pettegole. Lavanda non aveva
perso tempo e, vista la scena tra la Parkinson e Malfoy, si era
precipitata a spettegolare con la sua amica Calì Patil.
“Secondo
te, lei lo ha tradito con Zabini?”
“Può
darsi, visto che i danni maggiori li ha subiti lui...”
“Dopo
pranzo chiederò ad Hannah le ultime notizie...”
Hermione
guardò seccata le compagne, innervosita da tanta
superficialità.
***
Ciao a tutti!!
Sono tornata con questa nuova storia che intendo dedicare ad
un’autrice talentuosa di questo sito…la
grandissima Ifigenia!!
So bene di non essere al suo livello, ma io mi sono impegnata
pienamente.
Ho scelto questo pairing poiché, a mio parere, è
uno dei più impegnativi… *oltre ad essere uno dei
miei preferiti* ed a me le sfide piacciono !!!
Spero che vi piacerà.
Purtroppo il prossimo capitolo non potrò postarlo prima
della prossima settimana, visto che domani parto per Amsterdam^^
Vi mando un bacione e un grazie speciale a chi leggerà.
Alessandra
"Malfoy,
Zabini! " tuonò Piton, dividendo i due ragazzi che, sotto
gli occhi increduli di tutta la classe, avevano iniziato a litigare ed
insultarsi senza ritegno. La
faccia di Piton era livida da far paura ed il silenzio nell'aula
assoluto. "Via
la bacchetta Signor Zabini, cinque punti in meno a Serpeverde." disse,
a denti stretti. Ron
scattò verso Harry così velocemente da rischiare
di dargli una testata. "Incredibile!"
soffiò all'orecchio dell'amico " Piton che toglie dei punti
a Serpeverde?! Se me lo avessero raccontato non ci avrei mai creduto!" Anche
Harry ed Hermione erano stupiti, per non parlare della faccia sconvolta
di Neville. "Spero
che le voci che mi sono arrivate su ieri sera siano infondate."
continuò Piton duramente " I migliori studenti della mia
Casa che litigano come dei comuni Babbani!" Hermione
sussultò a quelle parole, sentendosi parzialmente chiamata
in causa. Ma non osò dire nulla, Piton sembrava fuori di
sé dalla rabbia. Anche
i due Serpeverde sussultarono, ma per un motivo molto diverso da quello
della Grifondoro. Infatti sia Malfoy che Zabini erano i rampolli delle
famiglie più ricche ed antiche della comunità
magica. Piton
puntò i suoi occhi neri su Malfoy " Da te non mi sarei mai
aspettato questo comportamento. Non voglio più vedere una
cosa del genere alle mie lezioni. Prendi subito le tue cose e spostati
immediatamente al primo banco vicino alla signorina Granger." Hermione
giurò di aver sentito il suono della sua mascella sbattere
sul banco. Malfoy
invece sbiancò "Ma... Professore!" esclamò
schifato "Lei non può..." ma non finì mai la
frase. "Certo
che posso!" sbottò Piton, zittendolo all'istante "Sono
sempre un tuo Professore e se non mi ubbidirai subito sarò
costretto a punirti!" Sul
viso di Blaise si delineò un ghigno che a Piton non
sfuggì. "Non
riderei se fossi in te, Signor Zabini, visto che da oggi dividerai il
banco con Paciock." sibilò, con voce melliflua ed un
sorriso sinistro. Il
Serpeverde cambiò radicalmente espressione, mentre il povero
Neville arrossiva per quell'insulto non troppo celato. Hermione
guardò sconvolta il biondo Serpeverde raccogliere con
malagrazia le sue cose e dirigersi verso di lei con passo deciso.
Malfoy era furioso almeno quanto Piton, per la sua
incolumità (quanto per la sua media) constatò che
sarebbe stato meglio ignorarlo. Al
banco con il suo acerrimo nemico: Draco Malfoy... quella non era
sicuramente la sua giornata fortunata. Dietro
di lei, Harry e Ron avevano perso totalmente la parola, così
come tutto il resto della classe. Piton
si voltò, dirigendosi alla cattedra "Questi saranno i posti
definitivi per tutto il resto dell'anno..." disse minaccioso "... e se
qualcun'altro proverà ad interrompere nuovamente la mia
lezione, pulirà il mio archivio di pozioni per tutta la
settimana.” Hermione
guardò con la coda dell'occhio il suo nuovo compagno di
banco. Era dal secondo anno che stava al banco da sola a Pozioni, ad
eccezione che per svolgere esercizi o ricerche di studio. Lo aveva
scelto lei, un po' per non avere distrazioni durante le lezioni di
Piton, e poi per non far copiare le sue pozioni ad Harry e Ron o non
avrebbero mai imparato a farne una decente. Adesso
invece avrebbe condiviso il suo amato banco con qualcuno... e non con
uno studente qualunque, ma con il ragazzo che più la
disprezzava in tutta Hogwarts. Malfoy
guardò Piton con aria di sfida. Non si era girato neanche
una volta verso Hermione e non aveva fatto alcun rumore sedendosi.
Sembrava quasi un fantasma, pallido e furioso. Ad
Hermione sembrò quasi che fosse ancora seduta al banco da
sola. "Prendete
il libro a pagina 275.” disse Piton, riscuotendo la ragazza da
quei pensieri. Si abbassò per prendere il libro nella borsa,
quando la sua mano sfiorò inavvertitamente il braccio del
Serpeverde. Draco
di voltò di scatto verso di lei. Hermione si
ritrovò a fissare due occhi grigi e freddi che le mozzarono il
respiro. "Non
toccarmi mai più…” le
sibilò, facendola rabbrividire per un attimo. "Ehi,
Malfoy...” sussurrò Ron dietro le spalle
dell’amica, prima che lei potesse rispondergli “Se
darai fastidio o offenderai Hermione in qualche modo io...” Malfoy
si girò lievemente per guardarlo in faccia "Tu cosa? Sto tremando
dalla paura, Lenticchia...” gli rispose, con un ghigno
crudele. Ad
Hermione, in quel momento, Malfoy sembrò come un gigantesco
serpente a sonagli, pronto a mordere in qualsiasi momento.
"…gli
ingredienti speciali li troverete nella dispensa, per le dosi guardate
la lavagna. Avete un’ora da ADESSO…”
Piton,
mentre era distratta, aveva assegnato la pozione del giorno... e lei
non aveva neanche preso il libro. Malfoy, accanto a lei, stava
già accendendo il fuoco sotto al suo calderone. "Non
sono stata attenta, maledizione! Adesso Piton mi punirà
davanti a tutta la classe!” pensò disperata,
mentre sfogliava il libro per prendere la pagina indicatagli dal
professore. Aveva
appena trovato la pozione giusta che una frase la ghiacciò
sulla sedia. "Menomale
che tutti ti credono intelligente... Mezzosangue…” Era
stata pronunciata con una voce così bassa che né Ron,
né Harry, l’avevano udita. Hermione
si morse un labbro per non affatturarlo seduta stante per come l'aveva
chiamata. Doveva resistere. Doveva ignorarlo e preparare la pozione
invece di essere sicuramente punita da Piton. Così, trovata
la pagina interessata, prima che il professore iniziasse a girare fra i
banchi, iniziò a prepararla senza degnare Malfoy di uno
sguardo. L'ora
sembrò non finire più... Dopo
cinquanta minuti, la pozione di Hermione riposava pigramente nel
calderone fumante. La
ragazza la fissò un po' perplessa. Il libro diceva che a
cottura ultimata la pozione dovesse divenire di colore lilla, ma la sua
era di un rosa pallido. "Dove
ho sbagliato?” disse borbottando tra sé e
sé, sfogliando il libro di testo. "L’essenza
di lacrime di Fenice...” La
soluzione le era stata appena detta, anzi, sussurrata al suo orecchio
destro. Si
voltò, stupita, trovandosi (per la seconda volta ) due freddi
occhi grigi fissi nei suoi. "Grazie
Malfoy, so ancora fare una pozione!” disse lei con aria
sostenuta, cercando di nascondere un lieve disagio. Malfoy non le aveva
mai rivolto la parola se non per insultarla o umiliarla. Il
Serpeverde ghignò “Lo vedo! Discreta pozione,
Granger, peccato per il pallore...” le rispose, incrociando
le braccia. Hermione
strinse i denti, cercando di soffocare l'istinto di strozzarlo con quel
cravattino verde-argento. "Guarda
la mia e rifatti gli occhi…” continuò
il ragazzo compiaciuto, con aria di superiorità. Hermione,
scocciata, lanciò uno sguardo al calderone del compagno e...
quello che vide, le fece sgranare gli occhi per la sorpresa. La
pozione di Malfoy era perfetta, giusto il colore, giusta la
densità, anche l’odore un po' acre sembrava quello
descritto nel libro. "Visto?” disse il ragazzo, aspettandosi da un momento all'altro una
scenata isterica della Mezzosangue. Hermione
guardò il compagno “Come hai fatto? È
perfetta…” gli disse, senza riuscire a trattenersi. Il
ghigno di Draco si spense in un attimo. La Granger non era invidiosa
della sua pozione, non era infuriata per aver fallito davanti a
lui… no, era sinceramente stupita. Questo da una come lei
non se lo sarebbe mai aspettato. La
sua espressione ammirata lo infastidì parecchio. "Ti
ho detto che cosa mancava alla tua...ora levati da piedi!”
disse bruscamente, iniziando a prendere la borsa. "
Hai detto Essenza di lacrime di Fenice, no? L'ho messa anch'io, quindi
non capisco perché la mia pozione non sia come la tua."
protestò vivacemente Hermione. Draco
sbuffò "Scommetto che hai messo due gocce invece che tre!” le disse senza guardarla, mentre Piton iniziava a
camminare tra i banchi per dare i voti. "Come
tre? Il libro diceva due!” sussurrò Hermione, con
forza, cercando di non attirare l'attenzione del professore. Malfoy
la guardò con disgusto “Sei troppo legata ai libri,
Mezzosangue…” le disse con cattiveria. Hermione
sussultò d'ira “Non chiamarmi così! ” gli rispose, stringendo i pugni. "Thomas,
Desolante…” disse Piton, passando alla loro fila
di banchi. "Finnigan,
Scarso...” "Paciock,
Desolante..." "Zabini,
Oltre Oltre Previsione..." Un
altro sussurro attirò l'attenzione di Hermione. "Dovresti
usare l’'istinto, ma la feccia come te non sa nemmeno che cosa
sia...” continuò Malfoy, affondando un altro colpo. Hermione
fece un bel sospiro, aveva le guance rosse per la collera. Malfoy
stava sicuramente cercando di farla punire, quindi non doveva
ascoltarlo né tantomeno rispondere alle sue provocazioni. "Goyle,
Accettabile...” Ron
diede una gomitata ad Harry "E quella sostanza melmosa sarebbe
Accettabile? Sembra vomito di Drago! ” sussurrò,
contrariato. "Weasley...
" disse Piton, trucidandolo con lo sguardo "... Scarso! " Le
orecchie di Ron si tinsero di rosso, la sua pozione non era perfetta,
ma era sicuramente meglio di quella di Goyle che stava lentamente
prendendo fuoco. "Potter…”
lo sguardo di Piton lo trapassò da parte a parte
“Accettabile.” Harry
rimase impietrito sulla sedia mentre Piton lo superava. Era la prima
volta, da che era iniziato l’anno, che Piton gli dava la
sufficienza. Ron
gli regalò uno sguardo colmo di invidia. ”Granger,
Oltre Ogni Previsione.” "Malfoy,
Eccezionale! L’unico di oggi direi…”
finì il professore, con voce strascicata. Draco
ghignò in direzione di Hermione ma la ragazza non lo
degnò di uno sguardo, infatti si era voltata sorridente
verso i suoi amici, tutta presa dal misero voto di Potter. "Bravissimo
Harry, una “A”... ero sicura che prima o poi ce
l’avresti fatta!” le sentì dire allo
Sfregiato. Distolse
subito lo sguardo, disgustato da quello che aveva sentito. "Per
la prossima volta voglio una ricerca completa sulla Pozione
Invecchiante, che sarà l'argomento che affronteremo.” disse
improvvisamente Piton, dopo aver distribuito la sua dose giornaliera di
“D” ed “S”. Draco
prese le sue cose e fece per alzarsi dal banco, quando la voce di Piton
lo bloccò. "…il
lavoro dovrà essere svolto in coppie.” Piton
guardò prima Zabini e poi Malfoy “...con il vostro
compagno di banco”. I
libri di Hermione e la borsa di Malfoy caddero a terra nello stesso
istante. Poco
dopo, nel tragitto verso l’aula di Trasfigurazione, Ron
espresse tutto il suo disappunto. "Piton
era strano oggi, non trovate? Dare una “A” ad
Harry, impossibile! Ha tolto anche i punti alla sua casa, solo con me
è stato pessimo come al solito… e la mia pozione
non era neanche lontanamente orrida come quella di quel gorilla di
Goyle.” Harry
lo guardò male “Grazie Ron, è bello
condividere con te queste piccole gioie!” "Oh,
Harry. Ti prego non ti ci mettere anche te!”
continuò Ron, sedendosi goffamente al suo banco di
Trasfigurazione “Non recupererò mai quella
“S” Hermione
era rimasta per tutto il tempo in silenzio. "Ci
vediamo alle tre in Biblioteca, sii puntuale Mezzosangue... o te ne
pentirai!” Le
aveva sussurrato il biondo Serpeverde prima di andarsene, lasciando la
Parkinson a rodersi per la gelosia. Hermione
era seriamente preoccupata. Come avrebbe fatto a preparare
un’intera ricerca con quel cretino di Malfoy? Certo, era un
discreto pozionista, ma una ricerca era tutta un’altra cosa.
Inoltre lo odiava, odiava il suo ghigno canzonatorio e crudele, odiava
il suo modo di essere… così perfetto e bigotto da
far accapponare la pelle. Avrebbe
preso una “T”, ne era sicura, altro che la
“S” di cui si lamentava Ron. Finalmente
arrivò l’ora di pranzo ma Hermione era
così nervosa per quello che l’aspettava quel
pomeriggio che non riuscì a mettere niente sotto i denti, le
si era chiuso lo stomaco. "Non
ti senti bene?” le chiese Harry, notando il suo piatto
vuoto. Ron si voltò verso di lei con la bocca piena di cibo. Hermione
sospirò, magari fosse stata male "No, Harry, sono solo
preoccupata per quella ricerca di Piton, ho paura che Malfoy mi faccia
prendere un’insufficienza.” rispose all'amico,
aggiungendo un altro sospiro. Harry
le sorrise, rassicurante “Per quanto odioso sia, rimane il
fatto che Malfoy sia abbastanza bravo a pozioni, quindi la tua media
è al sicuro. Pensa che io ho Ron come compagno, come minimo
ci prenderemo una bella “D”. Ron,
con la bocca ancora piena, fece ad Harry un gestaccio. "Comunque,
se Malfoy osa offenderti o darti fastidio in qualsiasi modo, ci
penseremo noi a rimetterlo a posto!” puntualizzò
Ron, non appena la sua bocca fu capace di articolare una frase senza
sputacchiare cibo ovunque. Hermione
sorrise. "Grazie
ragazzi!" disse, un po' rincuorata.
***
Ciao a tuttiiii.
Sono tornata ieri
sera da una super città che consiglio a tutti di vedere.
Amsterdam
è la città più bella che abbia mai
visto!!!
Note
cap: Volevo fare gli
auguri ad una persona speciale che il 14
giugno ha compiuto gli anni,
è una ragazza sensibile e con molto talento...
Ci tenevo a
farla conoscere a chi già non la conosce...
Auguri
a Elizabeth9,anche se in
ritardo e me ne scuso!!
Con
affetto, ti dedico questo capitolo…
Buona lettura...
Draco
Malfoy saltò direttamente il pranzo. Quanto successo nelle
ultime ventiquattro ore lo aveva sconvolto, Pansy aveva osato tradirlo
proprio con uno dei suoi migliori amici e sotto i suoi occhi, per
giunta. Non era innamorato di lei, ma era sempre di sua
proprietà… proprietà di un Malfoy e
vedersela soffiare da sotto il naso da uno che pensava fosse suo amico
lo aveva fatto riflettere. Inoltre ci si era messo anche Piton, lo
aveva messo al banco insieme alla Mezzosangue-Granger, una cosa
inaudita. E quel pomeriggio avrebbe anche dovuto rivederla per
preparare quella stupida ricerca di Pozioni… peggio di
così…
Guardò
distrattamente fuori dalla finestra, un timido sole di Novembre e la
mancanza di vento lo convinsero a fare una passeggiata nel parco.
Almeno sarebbe riuscito a stare un po' da solo in santa pace senza
pensare che chiunque gli fosse intorno lo stesse ingannando. Ma quella
non era decisamente la sua giornata fortunata, infatti, non fece in
tempo ad arrivare al Lago Nero che una voce conosciuta lo fece
nascondere velocemente dietro l’albero più vicino.
“Tu
che ne pensi, Daphne? Adesso dovrà anche studiarci
insieme… e... se si piacessero?”
La
voce di Pansy arrivò distintamente alle sue orecchie, come
anche la risposta.
“Ma
che dici? Draco insieme alla Granger? Non si metterebbero insieme
neanche se fossero le ultime due persone sulla faccia della terra!”
Ma
Pansy non sembrava troppo convinta. “ Dici che posso stare
tranquilla? E se Draco invece ci provasse con lei per vendicarsi?”
Daphne
rimase in silenzio per qualche secondo, come se stesse valutando la
cosa. Malfoy assottigliò gli occhi.
"In
effetti... sarebbe proprio da lui!" rispose infine, facendo disperare
Pansy ancora di più.
“Ma
dai Pansy, non fare così! " esclamò Daphne " Se
stessimo parlando di una qualunque ne avresti tutte le ragioni. Ma
stiamo parlando della Mezzosangue! Draco non ci proverebbe con lei
neanche per vendicarsi di te!"
Draco
strinse la sua bacchetta, l'impulso di uscire allo scoperto e
schiantarle si era fatto sempre più forte. Ma doveva
resistere. Stava involontariamente venendo a conoscenza di un modo per
farla pagare a quell'oca. Anche se il solo pensiero lo fece
rabbrividire.
"Secondo
me puoi stare tranquilla..." disse infine Daphne, iniziando ad
incamminarsi per il sentiero " Draco non si avvicinerà mai a
quel topo da biblioteca! Quei denti da castoro le donavano
così tanto... ricordi?”
Delle
risa sguaiate si diffusero nell'aria.
Un
tempo Draco avrebbe riso a quella battuta ma, in quel frangente, le
avrebbe invece affogate volentieri nel Lago Nero. La cosa che
desiderava di più in quel momento era umiliare quella
sgualdrina della Parkinson e quel traditore di Zabini. E forse,
almeno per Pansy, aveva capito come fare.
Un
inconfondibile ghigno comparve sul suo volto.
“Sei
in ritardo, Mezzosangue… avevo detto alle tre!”
Draco Malfoy accolse Hermione in Biblioteca seduto elegantemente tra i
vecchi tavoli di quercia. Ovviamente, con lo sguardo colmo di disprezzo.
“Quante
storie, Malfoy!” replicò Hermione, stizzita per
come l’aveva chiamata “Sono le tre e due minuti,
non mi sembra di essere in ritardo.”
Malfoy
la fulminò con lo sguardo “Sono le tre e cinque
minuti… ed io odio aspettare!”
Hermione
si mise accanto a lui “Ed io invece odio perdere tempo, forza,
iniziamo!” disse con voce ferma e sostenuta.
Malfoy
afferrò bruscamente la sua borsa senza replicare, quando con
la coda dell’occhio vide due ragazze che conosceva molto
bene, osservarli da dietro la libreria.
“Bene,
bene… adesso mi diverto un pochino.”
pensò, ghignando soddisfatto.
Hermione,
intanto, aveva già preparato tutti i libri e tirato fuori
pergamene, piuma e calamaio. “Allora, Malfoy, come intendi
strutturare la ricerca?” chiese, con tono professionale.
Draco
la guardò storto “Ma che domanda è?Allora
Malfoy, come intendi strutturare la ricerca?” la
scimmiottò irato “Iniziamo a scrivere gli
ingredienti, no?”
Hermione
chiuse con uno scatto pericoloso il libro che stava sfogliando proprio nello
stesso secondo in cui Draco era impegnato a darsi dell'idiota. Se
voleva vendicarsi di Pansy far arrabbiare la Granger era l'ultima cosa
da fare. Al contrario, avrebbe dovuto essere gentile con lei, anche se
solo l'idea gli dava la nausea.
“Senti,
Malfoy...” sibilò Hermione, furiosa “Se non
vuoi che ti schianti sul momento, ma soprattutto
un’insufficienza in Pozioni, ti conviene collaborare con me,
intesi?”
Draco
guardò la Grifondoro. Poteva farcela.
Si
piegò in avanti, avvicinandosi pericolosamente al viso della
ragazza quasi volesse baciarla “Intesi, Granger...”
rispose, con voce intensa e senza ombra di scherno.
Hermione
avvampò di colpo, non aspettandosi un cambio così
repentino ma, soprattutto, così tanta
remissività. In più in quel momento Malfoy era
decisamente troppo vicino, poteva sentire chiaramente il suo profumo
freddo e pungente.
Intanto,
dietro la libreria, qualcuno aveva guardato allarmato tutta la scena.
“Calmati,
Pansy, magari le ha solo sibilato qualche insulto, lo sai come fa Draco!”
“Spero
che tu abbia ragione...” pigolò Pansy, stringendo
convulsamente la mensola della libreria dietro la quale si nascondeva.
“Allora...”
Hermione riprese il controllo della situazione, anche se Draco
continuava a fissarla con un ghigno stampato in faccia. Per un attimo,
infatti, il Serpeverde aveva letto del disagio nei suoi occhi e questo gli rendeva la cosa ancora più divertente.
“Volevi
iniziare a scrivere da cosa è composta, no? Quindi dobbiamo
cercare gli ingredienti nei libri.” continuò la
ragazza, ignorando la sua espressione canzonatoria ed iniziando a
scrivere sulla pergamena.
Malfoy
decise di non infierire, almeno per il momento. Le fece un cenno
affermativo con la testa, prima di mettersi anche lui al lavoro.
Lentamente
passarono le ore ed i due neanche se ne accorsero...
Malfoy
era diventato, man a mano che il tempo passava, un po’ meno
scontroso del solito. Convenne Hermione, fissandolo distrattamente
mentre lui scriveva degli appunti su di una pergamena.
Draco
guardò l’orologio, notando i tavoli vuoti accanto
a loro “Se ne sono andati tutti a cena!" esclamò, posando la
sua piuma "Penso che per oggi possa bastare.”
Anche
Hermione guardò l’ora “Accidenti,
è già così tardi?” disse,
quasi stupita di aver passato tutto quel tempo con Draco Malfoy senza
uccidersi a vicenda.
“Ci
vediamo domani alla stessa ora?” chiese poi al Serpeverde.
Malfoy
si guardò intorno, Daphne e Pansy dovevano essersene andate
“No, domani ho gli allenamenti con la squadra.” le
rispose distrattamente, tornando al suo tono freddo e distaccato.
Hermione
alzò un sopracciglio “Dopodomani
allora...” disse, notando nuovamente il suo cambio repentino
di umore. Malfoy era forse lunatico? Si chiese....
“No,
ho da fare!”
Oh
sì, era decisamente lunatico... pensò, cercando
di non litigare con lui proprio quando erano riusciti ad instaurare una
sorta di armistizio. Anche se questo non avrebbe giustificato i suoi
capricci.
“Che
cosa ha da fare sua maestà? Vuole prendere
l’agenda?” gli chiese piccata, incrociando le
braccia.
Malfoy
la fissò intensamente, la Granger era un osso duro, sarebbe
stato meglio assecondarla almeno fino alla fine della ricerca
“Ok, facciamo dopodomani. Prima la finiamo, meglio
è!” le rispose, senza distogliere lo sguardo da lei.
Hermione
invece abbassò il suo.
“Che
diamine ha da guardare?” pensò, alquanto turbata.
“Sai,
Granger...” disse ad un tratto Malfoy al suo orecchio,
facendola rabbrividire “Penso che un Eccezionale in Pozioni a
fine anno non ce lo toglierà nessuno, ovviamente... se
continueremo a stare in coppia insieme...”
Prima
che Hermione potesse dire o fare qualcosa Malfoy si voltò e,
con la borsa in spalla, si diresse elegantemente alla porta.
Draco
si diresse in Sala Comune per andare a posare la borsa prima di andare
in Sala Grande a mangiare. Non appena vi mise piede, sentì
distintamente le voci di alcune ragazze parlottare fra loro ed
interrompersi alla sua vista. Tra queste, spiccavano la testa corvina
di Pansy e quella bionda di Daphne.
Draco
ghignò soddisfatto, sapendo perfettamente di chi stessero
parlando.
Tirò
dritto verso il dormitorio maschile.
“Ehi,
Draco! Sono appena tornato e purtroppo ho saputo che cosa è
successo...” Theodore Nott lo accolse in stanza, era appena
tornato dall’infermeria.
Draco
lo fissò, gelido. Ecco un altro problema all'orizzonte.
“Mai fidarsi degli amici… hai visto?”
gli rispose, posando la borsa.
“Sì,
mi hanno detto di Blaise...” disse Theodore, incupendosi.
Malfoy
gli si avvicinò minaccioso “Ah sì? E
dimmi… tu ne sapevi niente di questa storia? ”
Nott
non si scompose “No Draco, io sono tuo amico e non
l’avrei tollerato.” gli disse risoluto.
Malfoy
rise sprezzante.
“Amico? Io non ho amici... a quanto pare...” detto questo, se ne
andò sbattendo la porta, lasciando Nott a guardarlo
sconvolto.
“Ehi,
Hermione!” trillò Ginny Weasley non appena la vide
arrivare, era seduta in Sala Grande vicino ad Harry e Ron.
“Ciao
Ginny.” la salutò lei allegramente.
“Finalmente!” si intromise Ron, con un'espressione seccata. Hermione lo
guardò sorpresa mentre si sedeva.
“Perché
hai quella faccia?” chiese, intuendo già la
risposta.
Harry
intervenne imbarazzato. “Non preoccuparti Hermione, Ron
è un po’ nervoso, tutto qui! Avevamo paura che ti
fosse accaduto qualcosa... visto che di Malfoy è meglio non
fidarsi.”
Nell'udire
quelle parole la ragazza sorrise imbarazzata a Ron, facendogli
diventare le orecchie scarlatte.
"Sono
ancora viva... a quanto pare." rispose poi, versandosi del succo di zucca.
“Allora? Com’è andata?” chiese Harry,
bonariamente ma con una punta di curiosità.
Hermione
ci pensò su “Non è stato così terribile
come pensavo.”
“Non
vi siete insultati neanche un pochino?” si intromise Ginny,
anche lei curiosa.
Ron
guardò Hermione perplesso.
“Giusto
un po', ma poi ci siamo messi a studiare.” rispose lei,
rimanendo evasiva.
Cercò
di non ripensare al suo viso mentre le si avvicinava... e alla sua voce
calda che sussurrava nel suo orecchio. No, non era decisamente una
buona idea arrossire in mezzo a tutti i suoi amici mentre parlava di
una ricerca di Pozioni.
“Su,
mangiamo, ho una fame!” disse forzatamente, riempiendosi il
piatto di stufato e patate.
“Sì,
mangiamo, dai!” disse Ron, prendendo delle patate da un piatto
vicino.
“Ron,
ridammi le mie patate!” ruggì Ginny, arrabbiata.
“Ma
dai, Ginny, ne ho prese giusto un paio.”
Hermione
rise insieme ad Harry, mentre Ginny strappava il piatto dalle mani
avide del fratello.
Due
occhi grigi avevano osservato tutta la scena, era arrivato a tavola
solo pochi istanti prima della Grifondoro. Malfoy rimase qualche
secondo a fissarla, a metà fra l'incuriosito e lo schifato
mentre lei rideva insieme ai suoi amici Grifondoro... Era una ragazza
veramente strana quella Granger. Doveva ammetterlo.
“Senti,
Draco...” disse Tiger alla sua destra “Sai se Theodore
è tornato? L’hai visto?”
Draco
distolse lo sguardo dalla Granger.
“Sì,
è tornato.” rispose gelido, prima di iniziare a
mangiare.
In
quel momento entrò in Sala Grande Zabini. Senza degnare
nessuno di uno sguardo, si mise dall’altra parte del tavolo.
Anche da quella distanza Draco riuscì a vedere distintamente
il piccolo messaggino d’amore che gli aveva lasciato il
giorno prima.
Ghignò,
addentando un pezzo di sformato.
Il
giorno seguente, dopo le lezioni, Hermione si concesse una lunga
passeggiata nel parco con Ginny.
“Insomma,
quando devi rivedere Malfoy? Domani?” chiese Ginny
interessata, mentre camminavano tra l’erba.
“Ancora,
Ginny?” rispose Hermione, scocciata.
“Perché mi chiedi sempre di Malfoy? Ti sei presa
una cotta per lui, per caso?”
Ginny
la guardò scandalizzata.
“Non
scherzare, lo sai che amo Harry... solo che Malfoy, anche se
è un bastardo arrogante, è uno dei ragazzi
più affascinanti della scuola. Volevo solo sapere le tue
impressioni.” finì, un po' imbarazzata.
Hermione
la guardò pensierosa “Sarà anche
carino…” Ripensò al suo viso
“Ma ricordati che la bellezza non è
tutto!” disse convinta.
Ginny
guardò in alto “Però anche
l’occhio vuole la sua parte.”
Camminando,
senza rendersene conto, erano arrivate davanti allo stadio di Quidditch.
“No
Ginny, non mi va di entrare, andiamo da Hagrid!” disse
Hermione, non appena scorse da lontano una maglia Verde-Argento ed un
viso conosciuto.
"Ma
dai, Hermione." rispose Ginny, con un'alzata di spalle "...non saremo le
sole a guardare, anche loro vengono a vederci giocare a
volte...”
Hermione
la guardò male “Ad innervosire Ron,
semmai…”
“Sì,
fanno anche quello.” ammise Ginny, trascinandola nello stadio
“Ma io sono troppo curiosa di vedere il loro nuovo battitore.”
Hermione
sgranò gli occhi “Hanno un nuovo battitore?”
"Sì,
ho sentito Ron che ne parlava ad Harry, pare che sia uno del vostro
anno.” le rispose l'amica, lasciandole il braccio.
Hermione,
perplessa, seguì Ginny fra le alte gradinate. Si misero il
più in alto possibile, per vedere meglio.
“Non
posso crederci!” esclamò Ginny, non appena si accomodarono.
“Il nuovo battitore è Zabini!”
Blaise
sfrecciò in quel momento davanti a loro. Hermione
alzò lo sguardo.
Sopra
di loro torreggiava Malfoy.
Si
era accorto quasi subito dell’arrivo delle due Grifondoro,
due puntini Rosso-Oro tra quasi tutte divise Verde-Argento.
Il
suo sguardo si puntò su Hermione
“Chissà che cosa è venuta a fare
qui…” pensò sorpreso.
“Insomma,
dopo tutto quello che si è detto su di lui, lo fanno anche
entrare nella squadra? Dovrebbe essere un fuoriclasse.”
Ginny aveva iniziato ad esprimere le sue perplessità
sull’entrata in squadra di Zabini.
Hermione
lanciò uno sguardo gelido a Malfoy “Che ti aspetti
da dei serpenti?”
Proprio
in quel momento, arrivò un gruppo di ragazze Serpeverde. Tra
loro spiccava Pansy Parkinson.
“Che
ci fai qui, Mezzosangue? " esclamò la Serpeverde, non appena
le vide " La tua amichetta stracciona ti vuole insegnare a volare?” rise sprezzante della sua stessa battuta...
“Ignorala,
Ginny.” sussurrò Hermione, cercando di
tranquillizzare l'amica. Ginny tornò a guardare nervosamente
i giocatori, anche se aveva tirato fuori la bacchetta dalla giacca.
“Non
mi rispondi, Mezzosangue?” insistette Pansy.
Hermione
continuò ad ignorarla.
La
Serpeverde si avvicinò minacciosa, seguita dalle sue amiche.
Puntò
il dito verso Hermione “Ascoltami bene, secchiona, se scopro
che durante le lezioni di Pozioni tu ci provi con il mio ragazzo
io…” ma non finì la frase.
Draco
Malfoy era appena atterrato fra loro.
“Se
stai parlando di me … “iniziò il
Capitano dei Serpeverde, con voce glaciale “Ti stai
sbagliando Pansy, io non sono assolutamente il tuo ragazzo, posso fare
come voglio.”
Pansy
si fece piccola piccola “Draco, io lo facevo per te, in modo
che non ti stesse troppo addosso.”
Malfoy
la guardò, gelido “L’unica che non
voglio addosso sei tu, Pansy.” rispose tagliente.
Hermione
e Ginny erano rimaste a guardare sconvolte lo scambio di battute fra i
due Serpeverde, prima che Malfoy attirasse la loro attenzione
rimontando in scopa e sfrecciando accanto a loro.
Si
fermò a mezz'aria vicino ad Hermione.
“Vuoi
fare un giro, Mezzosangue? ” chiese, cambiando tono,
ma mantenendo il suo sguardo di ghiaccio.
Hermione
lo guardò male “No, Malfoy, fino a che mi chiami in
quel modo non voglio avere niente a che fare con te!”
“Come
osi, zannuta…” sbottò Pansy, verde di
gelosia.
Malfoy
le regalò uno sguardo di sfida "Va bene...” disse,
con un lieve sospiro “Vuoi salire per fare un
giro…ehm... Hermione?”
Il
silenzio calò per lo stadio.
Pansy
era rimasta a bocca aperta, mentre Hermione lo guardò
smarrita. Era la prima volta che Malfoy la chiamava per nome da che lo
conosceva.
“Ad
Hermione non piace volare.” intervenne Ginny, in aiuto
dell’amica.
Pansy
ritrovò la voce “Sapevo che eri solo un topo da
biblioteca, ed i topi infatti non volano!”
Hermione
la guardò con sufficienza “Ma i topi non
strisciano come i serpenti… almeno non come te.”
poi si rivolse al biondo Serpeverde “ Accetto
l’invito! Ginny, noi ci vediamo al castello.”
detto questo, diede la mano a Malfoy che l'aiutò a salire
sulla scopa.
“C...Cosa? Hermione! Dove vaiii?” urlò Ginny, sconvolta. Ma Hermione era già lontana, mentre il resto
della squadra si avviava agli spogliatoi.
Pansy
schiumò dalla rabbia, con Daphne che cercava inutilmente di
calmarla.
“Per
favore, RALLENTA!” urlò Hermione disperata,
aggrappata alla schiena di Malfoy. Lui rallentò e
atterrò sotto un grosso faggio, lontano dallo Stadio.
Hermione
scese, pallida in viso.
Ma
cosa le era preso? Solo per fare un dispetto alla Parkinson non solo
aveva lasciato Ginny allo stadio, ma era anche salita sulla scopa con
Malfoy... e lei odiava volare.
“Ma
come, prima dai prova di tanta audacia e poi ti senti male dopo cento
metri?” la canzonò Malfoy.
“Taci,
per favore, nessuno ha chiesto la tua opinione.” rispose Hermione, allentando la sua cravatta.
Malfoy
accennò un lieve sorriso. La Granger gli sembrò
realmente scossa. Non avrebbe mai creduto che la Mezzosangue fosse
così fifona, soprattutto per una cosa così bella
come il volo.
“Hai
davvero paura di volare?” le chiese, questa volta senza
ironia. Hermione percepì il suo tono e si voltò a
guardarlo con un'espressione sorpresa.
“Non
proprio, solo della velocità e del vuoto che si prova quando
si scende in picchiata, diciamo che non ho mai amato le
scope...” spiegò nervosamente.
Dopo che si fu ripresa, Hermione lanciò uno sguardo
penetrante al Serpeverde.
“Come
mai mi hai invitata a fare un giro? Credevo che ti vergognassi a farti
vedere con una sangue misto come me” disse cinica.
Malfoy
la guardò con sufficienza “Mi andava e
basta… è una colpa?”
“Certo
che no...” Hermione lo guardò un po’ in
imbarazzo, forse lo aveva giudicato troppo duramente, alla fine non
c’era nulla di male nel fare un giro su di una scopa. Non le
aveva mica chiesto di uscire, anche se la faccia compiaciuta di Malfoy
e quella verde di invidia della Parkinson, non l’avevano
convinta del tutto. C’era qualcosa sotto, alla fine era
sempre Malfoy il ragazzo che, dopo anni di insulti, aveva invitato
proprio lei sulla sua scopa. Incuriosita, Hermione decise di scoprire
il motivo di quel gesto così insolito.
“Sai
Malfoy...” iniziò risoluta
“…ho notato che ultimamente hai problemi con i
tuoi compagni, soprattutto con Pansy, pensavo fosse la tua ragazza,
che cosa è succ…”
Ma
le parole le morirono in gola, Hermione aveva fatto il passo
più lungo della gamba…
Il
braccio di Malfoy scattò verso di lei, ma invece di colpire
la ragazza, diede un pugno al faggio.
Hermione
sussultò, spaventata.
“Non
sono affari tuoi, Mezzosangue!” sbottò
inviperito, "Sei pettegola, come tutte le donne ! Ed io... odio le
donne!” detto questo risalì sulla scopa,
mollandola sconvolta in mezzo al parco.
“Ed
Hermione ha accettato?” tuonò Ron, comodamente
seduto nella sua Sala Comune. Ginny saltellò sul posto, in
preda all’ansia “Sì, te l’ho
già detto, sono andati via insieme!”
Harry
si alzò preoccupato, seguito subito dall'amico “Va
bene, andiamo a cercarla.” annunciò, pronto a spaccare la faccia
a Malfoy se fosse successo qualcosa ad Hermione.
Erano
appena usciti per il corridoio, che incontrarono proprio Hermione.
“Ma
che ti dice il cervello?” sbottò Ron, andandole
incontro.
La ragazza
lo guardò confusa, ma poi vide Ginny dietro
all’amico e capì. Harry la stava guardando
preoccupato e allo stesso tempo sorpreso di vederla ancora tutta intera.
“Hermione,
stai bene?” trillò Ginny, sbucando da dietro il
fratello.
Hermione
sorrise di tutta quella agitazione “Tutto bene ragazzi,
lasciatemi spiegare...”
La
ragazza ci mise quasi mezz’ora per spiegare agli amici cosa
era accaduto per filo e per segno. Ginny aveva omesso alcuni
particolari.
“Nervosetto
Malfoy, vero?” disse Ron, con mezzo sorriso quando lei ebbe
finito.
“Ci
credo...” rispose Ginny, a sorpresa. Tutti la fissarono.
“Non guardatemi così, alla fine Malfoy in questi due giorni
ha perso tutto, la ragazza, gli amici, non parla quasi mai con nessuno,
sta sempre seduto per i fatti suoi, ci credo che è nervoso!” finì, un po' a disagio.
Hermione
la guardò, sospettosa “E tu che cosa ne sai?”
“E’
amica di Hannah di Tassorosso.” si intromise Harry, con voce
rassegnata.
Ginny
arrossì, guardando il pavimento.
“Meglio
che di Lavanda.” sottolineò Hermione tagliente,
guadagnandosi un’occhiataccia da Ron.
Ron
e Lavanda erano stati insieme per qualche mese tempo prima. Ed
Hermione, che aveva un debole per lui, non l’aveva presa
molto bene. Poi i due si erano lasciati, ma ormai era troppo
tardi… e la passione di Hermione per Ron era svanita come la
neve dopo una lunga giornata di sole.
Harry
si girò verso l’amica “Sei sicura che
Malfoy non ti abbia importunata in nessun modo? ”
“Sì
Harry, penso che mi abbia invitata sulla scopa solo per fare un torto
alla sua ex, non c’è niente di cui
preoccuparsi.” rispose Hermione.
“Almeno
spero!” si ritrovò a pensare suo malgrado.
Draco
si fece una lunga doccia.
“Maledetta
Mezzosangue! ” sibilò irato “Maledetta
Pansy! ” diede una manata alla bottiglia dello shampo che si
rovesciò sul pavimento.
“Maledette
donne…”
Si
vestì direttamente nel bagno dei Prefetti, non aveva nessuna
voglia di tornare al suo dormitorio. Se in quel momento avesse visto
Blaise, sarebbe finito sicuramente ad Azkaban.
“L’ho
fatta salire sulla mia preziosissima scopa, nessuno a parte me ci
è salito… come ho potuto?! ” borbottò
più volte, fra sé e sé, mentre si
allacciava le scarpe.
“Draco,
sei qui? ” la voce di Nott interruppe il monologo velenoso di
Malfoy.
“Finalmente
ti ho trovato, volevo parlarti.”
Draco
alzò un sopracciglio “E di cosa? Non ho molta
voglia di parlare oggi...”
Theodore
si avvicinò, per nulla intimorito "Non capisco
perché tu lo abbia fatto entrare nella squadra... dopo tutto
quello che ti ha fatto! ” gli disse, imbronciato.
Per
tutta risposta Malfoy sbuffò.
"
Parli di Blaise?" sbottò dopo qualche secondo "Be', non
sono affari tuoi! "
"Lo
sono invece!" tuonò Nott, arrabbiato "Quella è
anche la mia squadra, cazzo! Non scordartelo!"
Draco
lo fissò per un tempo indeterminato con quei suoi occhi
grigi, ma Nott non si scompose, alla fine Malfoy si sedette sul water
chiuso e iniziò a parlare lentamente.
“Mentre
stavi in infermeria Blaise è stato accettato nella
squadra…” si mise una mano fra i suoi capelli
ancora umidi “Non era male come battitore ed ancora non
sapevo cosa stesse facendo alle mie spalle. Adesso non posso cacciarlo
solo perché è un bastardo, ne va del mio
onore.”
Nott
lo guardò, un po' intristito “Mi dispiace,
dico davvero… lo sai che io e Blaise non siamo mai andati
molto d’accordo, ma piaceva a te che sei mio amico, per
questo lo tolleravo. Ma adesso ho solo voglia di
strangolarlo.”
“Mi
faresti solo un favore!” gli rispose Malfoy, accennando un
sorriso.
Anche
Theodore sorrise “Ed invece con la Granger che stai
combinando? Ti ho visto prima al campo...”
“Lo
sai che questi non sono veramente affari tuoi? ” rispose
Draco, ma questa volta il suo tono era diverso, meno duro.
"Sì,
lo so.” rispose lui tranquillo “La mia era solo una
domanda, sulla tua scopa non ci avevi mai fatto salire nessuno, neanche
me o Pansy! ”
Draco
ghignò “C’è sempre una prima
volta, no? ”
Nott
lo guardò, un po' perplesso “Domani mi ci fai fare
un giro?”
Malfoy
lo fulminò con lo sguardo " Scordatelo! "
“Ma
dopo una prima volta ci potrebbe essere una
seconda...”continuò Theodore, con un mezzo sorriso.
“Ridillo
e ti schianto seduta stante.” disse Malfoy minaccioso.
“Sai
Draco…” rispose l’amico ghignando
“Non sei molto convincente seduto sopra un water! Spero solo
che tu stia attento a quello che fai con quella Grifondoro, mi pesa dirlo ma la
Granger non è stupida e soprattutto… non
è come Pansy.”
Nott
non aspettò una risposta, aprì silenziosamente la
porta e se ne andò, così com’era
arrivato.
****
Ciao a tutti !!
Eccoci alla fine del
terzo capitolo, causa malattia non ho potuto aggiornare prima, sorry
per avervi fatto attendere.
Passo ai
ringraziamenti:
8marta8,: ciao, grazie per
la recensione e volevo rispondere alla tua domanda: Draco suggerisce ad
Hermione per farle vedere la sua bravura, per vantarsi del fatto che
lui è riuscito nella pozione, al contrario di lei.
Spero che questo nuovo capitolo ti piaccia, un bacione e grazie.
ninny: Grazie per tutte le
recensioni che mi hai lasciato, davvero. Mi ha fatto molto piacere,
soprattutto sapere che questa non è la tua coppia preferita
ma che hai aggiunto lo stesso la storia ai preferiti…
bwh, grazie... *_* un bacione grande.
VaniaLoVe: Si hai ragione,
Pansy è pazza!! e non solo lei… grazie per aver
aggiunto la storia ai preferiti, mi lusinga molto. A presto, bacioni.
beal95: grazie mille per i
complimenti che mi fai, spero che ti sia piaciuto anche questo
capitolo. Un abbraccio.
gemellina: Siii, devi andarci
ad Amsterdam, è una città bellissima, nessuno
giudica nessuno!! Scusa se ti ho fatta aspettare tanto per
l’aggiornamento, spero tu non sia rimasta delusa, ma non sono
stata bene.. sob, anzi a dirla tutta sto ancora male, ma almeno esco di
casa. Grazie mille, non abbandonare questa storia!! Kisses..
kucciolaflea : Ciauuu!!! Ben venuta
nel club “W Amsterdam”!! sono contenta che tu mi
segua e che la storia ti piaccia, che ne dici di questo cap? baciotti!!!
HermyKitty: Eleeee,
che bello, ci speravo nella tua recensione!! Lo so, è strano
vedere Draco tradito, ma penso che visto che ti piace tanto Blaise tu
la possa capire, no ? ^^
Mi farebbe
immensamente piacere sapere che continui a seguire la storia!! Spero
che gli sviluppi ti piaceranno, fammi sapere!!!! Un abbraccio
stritolante tesoro.
_BellaBlack_ Grazie
mille per la recensione, non sai che piacere sentire che la storia
è apprezzata!! Sono commossa... Cercherò di
aggiornare a razzo prima che tu parta, ma poi tornerai, no?^^ un bacio
grande grande e ancora grazie.
Christina
Malfoy: Ciau!! Grazie per i tuoi complimenti, spero che ti
piacerà anche questo capitolo, grazie, grazie, grazie ancora,
fammi sapere che ne pensi, ok?.
"Allora
Malfoy, vediamo di sbrigarci perché ho anche altri compiti
da fare!"
Hermione,
dopo le vicende del giorno prima, si era presentata in biblioteca
decisa a riprendere il controllo della situazione.
Draco,
però, si limitò a guardarla con sufficienza.
“Vedi di calmarti, Granger, sbaglio o non sono io in questo
momento a perdere tempo? ” le rispose tranquillo, facendo
indispettire maggiormente la Grifondoro “...sbaglio o non
sono io in questo momento a perdere tempo? ” lo
scimmiottò lei, con uno sguardo di sfida.
"
Come osi, Mezzosangue!" sibilò di risposta Malfoy,
assottigliando gli occhi.
Ma
Hermione non se ne curò, si avvicinò al
Serpeverde minacciosa.
"
Come hai osato invece tu... furetto! " disse, schioccando la lingua.
"Ieri mi hai quasi dato un pugno e poi te ne sei andato lasciandomi nel
mezzo del parco come una cretina...”
Malfoy
ghignò, maligno. “Già mi fai le scenate
da fidanzatina arrabbiata?” le disse, facendola sussultare
scandalizzata.
"F...Fidanzatina? " balbettò Hermione, fingendo disgusto “Neanche
fra un milione di anni! Mi da i brividi solo l'idea!”
Draco
le lanciò uno sguardo scettico quanto malizioso che le
procurò veramente un brivido lungo la schiena... peccato che
non fosse esattamente un brivido di disgusto.
“Hai
finito? ” le chiese, fingendo uno sbadiglio "Ho anche io altre
cose da fare, come per esempio avere una vita sociale... "
Hermione
represse un sorrisetto " Sì, come no..."
borbottò, pensando a Zabini.
" Mmm? "
"Niente, niente." si affrettò a dire.
Il
Serpeverde le lanciò uno sguardo gelido e si alzò
elegantemente per cercare fra gli scaffali i libri che servivano per la
ricerca.
Hermione,
fingendo di leggere degli appunti, lo guardò con la coda
dell’occhio.
"…Malfoy
in questi due giorni ha perso tutto, la ragazza, gli amici, non parla
quasi mai con nessuno, sta sempre seduto per i fatti suoi, ci credo che
è nervoso!”
Suo
malgrado, le erano venute in mente le parole dette il giorno prima da
Ginny. Poi, da quello che aveva sentito al campo da Quidditch, era vero
che Malfoy e la Parkinson si fossero lasciati e sembrava neanche troppo
bene.
"Granger,
vorresti tornare gentilmente sulla terra?”
Hermione
si riscosse dalle sue riflessioni, Malfoy la stava guardando scocciato
con in mano un libro.
"Stavo
riflettendo…” disse lei, un po' imbarazzata.
“Che hai trovato?”
“Poco
direi… anzi, quasi nulla… questa biblioteca fa
schifo! ” rispose Draco, rimettendosi a sedere.
Hermione
lo guardò male “Malfoy!” trillò
arrabbiata “Finiscila con le cretinate, i libri ci sono, solo
che saranno stati presi da altri studenti che devono fare la ricerca,
non ci sei solo tu in questa scuola, sai?”
"Peccato."
rispose lui con un piccolo ghigno " Comunque il succo è
sempre lo stesso, i libri che ci servono non ci sono… che
siano stati presi o che non siano mai esistiti. ”
La
Grifondoro sbuffò infastidita, ed ora ? Come avrebbero fatto
a finire in tempo la ricerca?
"Cos’è
quella faccia, Mezzosangue? Ho io una soluzione! ”
continuò lui, vedendo la ragazza accigliata.
La
sua espressione compiaciuta non piacque per niente ad Hermione.
"Per
favore, Blaise... per me è realmente
importante…”
Blaise
alzò la testa dalla Gazzetta del Profeta e guardò
intensamente la compagna con i suoi penetranti occhi scuri.
"Non
so Pansy, sai che ora Draco è arrabbiatissimo con me. Se mi
trova vicino a lei potrebbe uccidermi. Ad ogni modo penso che tu possa
stare tranquilla. La Granger è un tipo di ragazza che non
gli è mai piaciuta.” le rispose lui, cercando di
scrollarsela di dosso.
Pansy
lo guardò perplessa “Ma hai visto ieri al campo?
Nessuno era mai salito sulla scopa di Draco! ”
Zabini
sembrò rifletterci.
Era
vero, Draco non aveva mai fatto salire nessuno sulla sua amata scopa e
mai Blaise avrebbe pensato di vederci sopra niente di meno che Hermione
Granger, la Mezzosangue amica di Potter. Quanto poteva essere sceso in
basso Malfoy?
Si
chiese se valesse la pena scoprirlo.
"Va
bene, Pansy... terrò gli occhi aperti, non preoccuparti,
però voglio qualcosa in cambio… e tu sai
cosa…” le rispose infine, con uno sguardo
malizioso.
Per
la Serpeverde fu sufficiente "Okay! Ci vediamo fra mezz'ora nello
stanzino delle scope del settimo piano." cinguettò, girando i
tacchi ed uscendo dalla Sala Comune dei Serpeverde, sculettando come al
solito.
"Tu
sei pazzo!” sbottò Hermione, sconvolta.
“Vuoi arrivare di nascosto alla biblioteca di Hosgmeade?”
Malfoy
la guardò abbastanza seccato “Non serve che lo
ripeti, visto che l’ho appena detto io. Già che ci sei, metti pure i manifesti, forse in infermeria non ti hanno ancora sentita! Ma comunque ...
Sì, voglio andare proprio al villaggio.”
Hermione continuò a guardarlo a bocca aperta. “Ma...
ma… dove? E come?” riuscì solamente a
dire.
Lui
la gelò con lo sguardo “Hai finito di sparare
domande a vanvera?”
Hermione
chiuse la bocca in un istante, arrossendo. “Non vorrai usare
il passaggio segreto dietro alla statua della Strega Orba?”
chiese ugualmente.
Draco
la guardò sorpreso “Non sapevo che lo conoscessi,
comunque sì, è proprio quello. Forza, andiamo o
non faremo in tempo a tornare per cena!” senza pensarci le
afferrò il polso.
Improvvisamente,
una scarica elettrica percorse la schiena della Grifondoro.
Che
diavolo era? Si chiese Hermione, confusa. Si divincolò dalla sua presa.
"So
camminare anche da sola, grazie! ” Superò Malfoy,
che la guardò stordito per un secondo.
Aveva
sentito distintamente anche lui la scoccata al momento del contatto con
la sua pelle.
“Harry,
non riesco a trovare Hermione da nessuna parte!”
Ron
entrò preoccupato nella Sala Comune dei Grifondoro
“Ehi… ma che... MISERIACCIA!”
sbottò, vedendo il suo migliore amico e la sorella staccarsi
imbarazzati dopo un bacio mozzafiato.
"Almeno
quando siete in mezzo alla gente trattenetevi!”
continuò, con le orecchie in fiamme.
Ginny
alzò gli occhi al cielo, esasperata “Con Lavanda
pomiciavi anche appeso ai quadri, non capisco perché noi non
possiamo darci un bacetto in Sala Comune.”
Harry
trattenne un sorriso “Scusa Ron, se ti da fastidio
starò più attento.” si
affrettò a dire, per rabbonirlo.
Ron
annuì in silenzio, guardando torvo la sorella.
"Comunque
stavo dicendo di Hermione, non riesco a trovarla da nessuna
parte.”
"Hai
visto in biblioteca?" chiese Ginny.
"Sì...”
"Nel
parco?”
Ron
sbuffò "Sì..."
"Da
Hagrid!” disse Harry, illuminandosi.
Si
udì un'altra sonora sbuffata.
"Sì,
non è neanche lì.”
Harry
e Ginny si scambiarono uno sguardo sorpreso.
"Non
sarà uscita dalla scuola?” continuò
Ron, spaventato.
"Chi? Hermione?” Harry lo guardò sorpreso.
“Non credo che farebbe mai qualcosa che infranga le
regole...” Ginny e Ron lo fissarono perplessi
“…almeno, non senza noi... ”
finì un po’ in imbarazzo.
"Sono
con Malfoy in un passaggio sotterraneo… e sto infrangendo le
regole della scuola! Come diavolo mi è venuto in mente?” pensò Hermione preoccupata, mentre percorrevano
il buio passaggio da almeno una decina di minuti.
Guardò
intensamente la schiena del biondo Serpeverde "Se volesse farmi del
male, potrebbe approfittare della situazione! Nessuno sa che siamo
qui… e non mi sentirebbe nessuno neanche se
urlassi...”
Inconsciamente
mise una mano nella tasca interna della divisa, dove teneva la
bacchetta. Poteva sempre difendersi in fondo, il solo pensiero la
tranquillizzò.
Nel
frattempo anche Malfoy era immerso nei suoi pensieri, anche se erano
molto diversi da quelli della ragazza.
"Manca
poco, Granger... Cerca di non fare rumore adesso, entreremo per il retro
di Mielandia, hai capito?” sussurrò concentrato.
Ma non avendo nessuna risposta dalla Grifondoro, si voltò
"Insomma, Mezzosangue! Almeno potresti degnarmi di una risposta?”
Ma
Hermione continuò a non ascoltarlo, tanto era presa dai suoi
pensieri.
Non
vide neanche il Serpeverde fermarsi... finendogli direttamente addosso e
perdendo l’equilibrio. Sarebbe caduta rovinosamente se due
forti braccia non l’avessero trattenuta con forza.
Hermione,
stupita, si ritrovò occhi negli occhi con Malfoy "Che
diavolo stavi facendo?” le sibilò lui ad un
millimetro dal suo viso.
"S...Scusa,
non mi ero accorta che ti fossi fermato!” fu l'unica cosa
che riuscì a dire.
Un
momento. Ma perché era così imbarazzata?
Era
solo Malfoy che le stava parlando a distanza così
ravvicinata.
Era
solo il suo profumo quello che le riempiva così intensamente
le narici.
"E
stai più attenta allora! Ti stavo appunto dicendo di non
fare rumore, prima che tu mi investissi come un bisonte in
corsa.” le rispose lui, con un piccolo ghigno.
Era
solo Malfoy quello a cui stava per spaccare la faccia.
"Ok,
ho capito... mi scusi maestà...” disse piccata,
allontanandosi.
Draco
la guardò interdetto per un secondo. Si aspettava minimo
degli insulti degni di nota…ma, in quel momento, non poteva
perdere tempo. Così si girò e continuò
a camminare nell'oscurità, illuminato solo dalla luce della
bacchetta.
Qualche
minuto dopo i due ragazzi si trovarono del retro di Mielandia, proprio
dietro le scorte di cioccolata.
"Ron
sarebbe impazzito alla vista di tutte queste cioccorane! ”
Pensò Hermione, sorridendo tra sé e sé.
Draco
intanto sgattaiolò verso l’uscita.
Per
loro fortuna, il negozio era talmente pieno di clienti che i due
ragazzi passarono inosservati per la porta di servizio e uscirono
subito nella strada, in un vicolo laterale al negozio.
"Fiuuu…
ce l’abbiamo fatta!” sospirò Hermione,
non appena furono fuori.
Draco
alzò un sopracciglio "Certo che ce l’abbiamo
fatta.” disse poi, con un ghigno “… avevi
dei dubbi?”
Hermione
lo guardò piuttosto accigliata "Certo che ne avevo, visto
che abbiamo infranto tutte le regole della scuola e, soprattutto,
abbiamo rischiato di venire scoperti nel retro di un negozio senza
nessuna giustificazione!”
Malfoy
sospirò. Non aveva proprio voglia di rovinare quel
pomeriggio, tanto meno, farselo rovinare da quella Mezzosangue
bacchettona.
Era
libero da regole e lontano da Hogwarts. Meglio di così!
"Rilassati,
Granger.” disse, stiracchiando le braccia “Fai finta
di essere in gita… adesso andiamo alla Biblioteca e, non
appena trovato quello che ci interessa, torniamo a scuola.”
Hermione
lo guardò, piuttosto scettica "Mi vuoi dire che non ti
fermeresti neanche a prendere una bella Burrobirra?”
Malfoy
alzò un sopracciglio, riflettendoci su.
Non
era una cattiva idea.
"Be',
se la metti così… per me va bene, accetto!” rispose con un ghigno.
Ciao a tutti !!!
mi scuso prima di
tutto, per la lunghezza (se così si può dire) di
questo capitolo.
Spero che _BellaBlack_sarà
contenta^^ anzi colgo l’occasione per ringraziarla.
Hermione
lo guardò confusa “A... Accetti, cosa?”
Che stava blaterando quel Serpeverde?
“Di
andare a prendere una Burrobirra!” rispose tranquillamente
Draco.
“Prendere
una Burrobirra? Ma io non l’ho mai proposto!”
rispose la Grifondoro con gli occhi sgranati. Andare a bere qualcosa
con Draco Malfoy era fin sopra la sua sopportazione.
“Ma l'hai detto! Oh,
sì, voi donne...” Malfoy disse questa parola con
disprezzo “...fate sempre questi giochini...”
Hermione
lo guardò sconcertata.
“Ma
io veramente non ho proposto proprio niente e non sto facendo nessun
giochino, o come diavolo lo chiami tu... la mia era veramente una
domanda!” esclamò con forza. Eh no, lei non era Pansy
Parkinson. Questo Malfoy doveva ricordarselo!
Forse
fu a causa dell'espressione di Hermione in quel momento, come anche la
consapevolezza che la Granger fosse sincera, o anche solo
l’esplosione di tanta tensione accumulata in quei
giorni… ma Draco non resse più.
Scoppiò
in una fragorosa risata sotto gli occhi increduli della compagna.
“…Granger…”
biascicò, dopo essersi sbellicato almeno per cinque minuti
“… non guardarmi così… ah ah ... o non
finiremo per cena… ih ih...”
Hermione
lo guardò da prima sconvolta e poi, mano a mano, sorpresa.
Malfoy
stava ridendo, e di gusto anche.
Pensò
che in tutti quegli anni non l’aveva mai visto
ridere… ghignare sì, ma ridere veramente, con la serenità negli occhi, no, non l’aveva mai visto.
Come
contagiata da tanta ilarità, iniziò a ridere anche
lei.
Iniziarono
a ridere insieme, senza ritegno. Vedere Malfoy ridere a quel modo
l'aveva spiazzata e, incredibilmente, si era lasciata andare.
Proprio
in quel momento si sentì distintamente una voce provenire
dal retrobottega di Mielandia.
“Ehi,
ma cos’è questo baccano?”
Si
udirono dei passi, una porta che si apriva.
Ma…
niente.
Il
burbero omaccione si ritrovò in una strada completamente
deserta.
“Bah...”
disse, prima di rientrare sbattendo rumorosamente la sua povera porta.
Hermione
invece, ancora travolta da un attacco isterico, cercò di soffocare
le risate nel mantello.
Malfoy
si girò per strillarle di stare zitta, o li avrebbero sentiti
ancora, ma rimase a fissarla imbambolato.
Forse
un sorriso simile lo aveva visto soltanto a sua madre, molti anni prima,
durante la sua infanzia.
Non
si aspettava che quella Mezzosangue avesse un sorriso così
bello, quello che vide lo lasciò tramortito per qualche
secondo.
Era
un sorriso luminoso, sincero, spontaneo.
“La
finisci, Granger?” le intimò, riprendendosi del tutto.
“Sì...
scusa... non so cosa mi sia preso… comunque è
colpa tua, come al solito hai iniziato te!” si asciugò una
lacrima con un dito e cercò di ricomporsi.
“Allora,
per prima cosa, la Biblioteca!” disse decisa, incamminandosi
per le strade del paese che oramai conosceva come le sue tasche.
Malfoy
la seguì docilmente, per una volta senza aver nulla da
obiettare.
“Mi
credete adesso?" disse Ron, indicando la Mappa del Malandrino nelle
mani di Harry.
“Hermione
è scomparsa! Forse è stata rapita!”
Harry
e Ginny si guardarono perplessi.
“Magari
è nascosta dietro ad altri puntini e non riusciamo a leggere
il suo nome.” provò Ginny, ma anche lei non era
molto convinta.
Harry
chiuse la mappa.
“Fatto
il misfatto!” recitò, piuttosto rassegnato.
“Perché
la metti via?” chiese Ron preoccupato.
Harry
guardò prima la sua fidanzata, poi il suo migliore amico.
“Perché
è inutile, visto che hai ragione!”
sospirò.
“Hermione
non è a Hogwarts!”
“Ehi,
Malfoy, ho trovato un sacco di libri interessanti e con la magia ne ho
copiate alcune pagine su queste pergamene, così possiamo portarcele
via.” disse Hermione, compiaciuta, dopo che lei e Draco si
erano divisi in Biblioteca, ognuno con i suoi argomenti da cercare.
“Complimenti,
Granger, un’idea ingegnosa copiare alcune pagine con la
magia.” rispose Malfoy, stranamente, senza nessuna ironia.
“Anche io ho trovato qualcosa, ma ho preso tutto il
libro.”
Hermione
lo guardò sorpresa “Come tutto il libro? Ma
così dovrai riportarlo!”
“Già...
vorrà dire che fra una settimana tornerò a
prendermi un’altra Burrobirra.”
Hermione
alzò gli occhi al cielo, Malfoy non sarebbe mai cambiato.
“Allora,
ti muovi?” disse Draco, impaziente.
Hermione
lo guardò male “Ehi, calmati, sono appena le
quattro e mezzo, abbiamo tutto il tempo.”
“Ma
ho accettato la tua proposta, no? Se non ci sbrighiamo non faremo in
tempo a prenderci una Burrobirra.”
La
Grifonforo sbuffò “Ancora con questa storia? Non
ho mai proposto niente del genere..." Hermione vide il compagno guardarla con il solito odio. "Comunque va bene, visto che insisti
tanto, andiamo al pub!”
Draco
la guardò di sottecchi camminare impettita verso
“I tre manici di scopa.” e sorrise. Non
ghignò, sorrise veramente. E si chiese da quanto tempo non
si divertisse in quel modo...e solo per fare una stupida ricerca di
Pozioni.
“Cosa
prendete, ragazzi?” chiese Madama Rosmerta, non appena misero
piede nel locale.
“Due
Burrobirre, grazie!” rispose subito il Serpeverde.
Madama
Rosmerta se ne andò sculettante, senza avere obiezioni.
Draco
ed Hermione si lanciarono uno sguardo di intesa, avevano trasfigurato
le loro divise in modo che Madama Rosmerta non facesse loro qualche
domanda sul perché non fossero a scuola in quel momento.
Hermione
però non riusciva a rilassarsi.
“Non
ci credo che non mi abbia riconosciuta, sono almeno tre anni che vengo
qui con Harry e Ron, da un momento all’altro ci
dirà qualcosa, vedrai...”
Malfoy
invece era perfettamente a suo agio.
“Rilassati,
Granger, in quel caso tu lascia parlare me e non preoccuparti di
niente.”
Hermione
gli lanciò uno sguardo scettico ma non disse nulla.
Due
minuti più tardi due belle Burrobirre erano davanti a loro.
“Avanti…
brindiamo…” disse Draco, afferrando la sua pinta.
Hermione
prese l'altra “Ok, a cosa?”
“A
noi, Mezzosangue…” rispose il Serpeverde.
Il
tono che aveva usato l'aveva fatta rabbrividire.
Ma
in maniera differente dal solito.
“Alla
nostra prima giornata insieme senza ammazzarci...” detto
questo, le sorrise impercettibilmente.
Hermione
lottò con tutta se stessa per non arrossire. Ma che le
prendeva?
Poco
prima, quando avevano riso insieme, un pensiero assurdo
l’aveva travolta.
Malfoy non era poi così male!
“Devo
essere uscita fuori di testa… Hermione devi tornare in te!” pensò turbata.
“Ok.”
disse a voce alta, mentre eliminava quei pensieri folli dalla sua testa
“Brindiamo a noi!” ricambiò il sorriso
del compagno.
Verso
le sei i due ragazzi ripresero il passaggio segreto che portava alla
Strega Orba.
Ci
avevano messo quasi mezz’ora ad infilarsi nel retrobottega di
Mielandia, all’andata era stata una passeggiata ma al ritorno
avevano dovuto aspettare che il negozio si sfollasse un pochino.
Fecero
il viaggio di ritorno nel più completo silenzio.
Hermione
non riusciva a non pensare al sorriso di Malfoy.
Draco
invece, non riusciva a capacitarsi di quanto si fosse divertito quel
pomeriggio, si sentiva quasi triste a dover tornare nei sotterranei bui
di Serpeverde.
Guardò
con la coda dell’occhio la ragazza di fronte a sé.
La
Granger non era niente male… in fondo.
Si
sconvolse di quel pensiero, ma lo accettò!
Quella
ragazza, con cui si era insultato per sei anni, era stata
l’unica persona che per un pomeriggio gli aveva fatto
dimenticare tutti i suoi pensieri.
I
due arrivarono al castello giusto per l’ora di cena.
“Bene,
Granger, ci vediamo domani per copiare il tutto e così
abbiamo finito!”
“Ok
Malfoy, ti manderò presto un gufo per farti sapere il luogo
e l’ora!” rispose Hermione, sollevata di essere
tornata a scuola.
Draco
la scrutò, perplesso “Un gufo? Non puoi dirmelo
adesso, Miss-so-tutto-io?”
Hermione
lo guardò, ghignando maligna “Caro furetto, se non
ti dico adesso l'ora è perché ho un impegno,
ergo, te la farò sapere appena potrò.”
Lui
ricambiò il ghigno “Brava, Mezzosangue, sembravi
veramente una Serpeverde... E sentiamo, sua maestà che
impegno avrebbe?”
Hermione
non si scompose, ormai si era abituata a sentirsi chiamare da lui in
quel modo, anzi, si sorprese a pensare che detto senza cattiveria il
termine “Mezzosangue” non sembrasse neanche un
insulto.
“Devo
dare ripetizioni di Trasfigurazione a Ron, quindi non so a che ora
finirò.”
Draco
sentì dentro di sé una sensazione spiacevole, ma
la ricacciò subito indietro.
“Allora
non ci vedremo sicuramente, Lenticchia è così
tardo che potrebbe andare all’indietro, finirete a notte
fonda!”
“Malfoy!” sbottò Hermione, a metà fra
l’arrabbiato e il divertito. “Ron non è
affatto stupido, dovresti preoccuparti di Tiger e Goyle, quei due
veramente hanno avuto dei seri problemi evolutivi.”
Malfoy
scoppiò a ridere nuovamente.
“Vedo
che vi state divertendo! Ed io stupido che ero preoccupato da
morire.”
La
voce arrabbiata di Ron li raggiunse distintamente, facendo sussultare
Malfoy e gelando il sangue nelle vene ad Hermione.
Si
voltarono entrambi, vedendo chiaramente il compagno avanzare verso di
loro con espressione truce.
“Ron...
che ci fai qui?” esclamò Hermione, sentendosi
stranamente in colpa, non sapendone neanche il perché.
“Ti
stavo cercando e visto che non ti trovavo da nessuna parte mi sono
preoccupato.” Ron aveva uno strano sguardo.
“Non
dovevi, stavo facendo con Malfoy quella ricerca per Piton!”
“Sì
certo... e studiate sempre in corridoio?” rispose Ron, con una
faccia che infastidì molto Hermione.
“Che
stai insinuando, Ron?” rispose lei seccata.
Malfoy
era rimasto per tutto il tempo in silenzio a guardare lo scambio di
battute fra i due Grifondoro, non che fosse imbarazzato o intimorito,
si stava solo divertendo da morire.
La
Granger era un osso duro perfino per lui, quel cretino di Lenticchia
avrebbe trovato pane per i suoi denti.
Non
si sarebbe perso quella scena per niente al mondo.
“Non
insinuo niente, solo che sono ore che tu non sei ad Hogwarts, dove sei
stata?”
Hermione
impallidì " C...Che stai dicendo?"
Ron
le si avvicinò in modo che Malfoy non potesse sentire.
“Che sulla Mappa del Malandrino non
c’eri.”
Hermione
indietreggiò di un passo, aveva le guance rosse dalla collera. “Mi
stavi spiando?” chiese arrabbiata.
Le
orecchie di Ron divennero paonazze. “No!” le rispose
con impeto “Ti stavo solamente cercando… comunque
non hai risposto alla mia domanda… dov’eri?”
“Sono
andata alla biblioteca di Hosgmeade a prendere i libri che ci
servivano.”
L'amico sbiancò “S...Stai
ammettendo che sei stata fuori davvero? E quel che è
peggio, insieme a lui? Dimmi che ho capito male!” Ron indicò con astio
Malfoy.
“E’
maleducazione indicare con il dito. Non te l’hanno insegnato,
straccione?” si difese il Serpeverde, sentendosi chiamato
in causa.
“Zitto
tu! Stavo parlando con Hermione!” sbottò Ron
inviperito.
Malfoy
ridusse gli occhi a due fessure, indeciso se schiantarlo o prenderlo a
pugni.
Ma
la Granger fu più veloce di lui. Affrontò
l’amico con le braccia sui fianchi e un’espressione
minacciosa.
“Ascoltami
bene, Ron, quello che faccio non ti riguarda, mi dispiace molto che tu
ti sia preoccupato ma credimi... non ero assolutamente in pericolo!”
Ron
guardò Malfoy con rabbia.
“Se
le fai del male, io…”
Malfoy
fece per rispondere a tono ma, per la seconda volta, fu interrotto da
Hermione, che sembrava sul punto di esplodere per quanto era rossa.
“Malfoy
si è comportato benissimo, ok? Lasciatelo in pace per una volta!”
Detto
questo, se ne andò a grandi passi lasciando i due ragazzi a
guardarla andare via.
“Aspetta...
Hermione!” disse Ron, risvegliandosi e correndo dietro
all’amica.
Draco
ghignò compiaciuto.
“Eh,
sì… quella Mezzosangue, in fondo, non è
niente male...”
Pensò,
prima di girarsi e prendere la direzione opposta.
Ciao a
tutti!
come state? spero di non avervi fatto aspettare troppo questo capitolo.
Ci tenevo a
ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia fra i preferiti, non
mi aspettavo cosi tanta gente ... grazieeeee!!! Un grazie speciale
anche a chi ha recensito il cap precedente.
Hermione
si chiuse direttamente nella sua stanza. L'incontro con Ron l'aveva
innervosita così tanto che le era anche passata la fame. Si
affacciò distrattamente alla finestra. Si sentiva
così strana... Quel
pomeriggio, passato interamente con il suo peggior nemico, non era
stato affatto male, anzi, si era persino divertita. Anche se questo non
l'avrebbe mai confessato ad anima viva. Ma
la cosa più assurda era che fosse riuscita a vedere Malfoy
ridere, incredibile! E che sorriso che aveva… forse un
sorriso così bello non l’aveva mai visto. Desiderò
quasi che arrivasse in un baleno il giorno dopo per poterlo rivedere. “Ah,
di nuovo?” sussurrò sconvolta fra sé
e sé, sentendo le guance in fiamme. "Hermione,
non mangi?” Una
vocina squillante la riscosse. Si voltò verso la porta
appena socchiusa, dove Ginny la stava osservando curiosa. "Ciao
Ginny, non ti ho sentita entrare...” pregò che non
avesse ancora le guance come papaveri “... comunque grazie,
ma non ho appetito stasera. Tu perché non sei in Sala Grande?” Ginny
si tolse un pacchetto da sotto la giacca della divisa. "Vengo
proprio da lì... Ron ha raccontato tutto a me ed Harry...”
rispose preoccupata. Hermione
strinse i pugni. "Non
c’era nulla da raccontare.” Ginny
si avvicinò all’amica. "Dalle tue guance rosse,
non direi...” Hermione
arrossì ancora di più “Smettila, Ginny,
sei tu che mi metti in imbarazzo! E poi che cosa hai in quel pacchetto?” chiese indispettita. "Panini,
così se dopo hai fame puoi fare uno spuntino.” Hermione
sorrise, addolcendosi un pochino “Grazie, ma non
dovevi...” le rispose, sentendosi in colpa per come le aveva
risposto. Ginny
ridacchiò, per nulla offesa "Non ringraziarmi, raccontami
piuttosto... Ron diceva che sei andata ad Hosgmeade, è vero?” Hermione
distolse lo sguardo “Sì, è
vero.” rispose sussurrando. Si
mise a raccontare particolare per particolare all’amica,
sorvolando però sull’argomento "sorriso di
Malfoy”. "Lo
sapevo!” esclamò Ginny, non appena la ragazza ebbe finito. "Sapevi,
cosa?” "State
iniziando ad andare d’accordo, no?” Hermione
la guardò storto “E’ una fortuna che non
voglia uccidermi, visto che ci dovrò studiare insieme per
tutto il resto dell’anno.” Ginny
rise. "Hai
ragione, scusa, è che secondo me potrebbe nascere qualcosa
tra di voi.” "Ehi,
ma che dici? Stiamo parlando di Draco Malfoy, ricordi?”
disse Hermione ironica. "Sì,
ma…” "Niente
ma, Ginny, comunque tuo fratello quella scenata se la poteva
risparmiare, per una volta che Draco non c’entrava
nulla…” "Uh.”
fece Ginny, maligna “Ora lo chiami per nome?” Hermione
imbarazzata le diede le spalle. “Mi
sono sbagliata, non siamo neanche amici… stiamo solo
cercando di convivere pacificamente.”
"Pansy,
se non ti sposti immediatamente...ti schianto. ” Draco
guardò furioso la ragazza di fronte a sé. "Dimmi
dove sei stato!” berciò lei, con voce isterica “Con
quella Mezzosangue zannuta, vero?” Lui
la gelò con lo sguardo. "Non
sono affari tuoi.” Pansy
iniziò a piagnucolare. "Ascolta, Draco, quella ti
porterà solo guai, non lo capis…” Malfoy
la bloccò. "Smettila,
gli unici guai per ora me li hai creati solo tu… e poi non
venire a frignare da me, lo sai che detesto le donne che
piangono.” Detto
questo, con uno spintone, riuscì a togliere Pansy da davanti
l’entrata della Sala comune dei Serveperde. "Draco,
aspetta!” Ma
la voce di Pansy si spense dopo che il dipinto si fu chiuso alle sue
spalle, come anche la porta del dormitorio di Malfoy. Si
sdraiò sul suo letto, né Nott, né
Zabini per fortuna, erano rientrati in stanza. Ripensò
a tutti gli avvenimenti della giornata, a quanto aveva riso. Non
riusciva ancora a crederci. Erano
anni che non rideva in quel modo, ma soprattutto aveva riso insieme
alla Mezzosangue - Zannuta Hermione Granger, se glielo avessero detto
solo una settimana prima avrebbe fatto rinchiudere il malcapitato nel
reparto psichiatrico del San Mungo. "Harry,
che miseriaccia sta succedendo?” chiese Ron, sdraiandosi sul
suo letto mentre l’amico si toglieva gli occhiali prima di
coricarsi. Harry
lo guardò, interrogativo “In che senso, scusa?” "Sto
parlando di Hermione...” "Ah.”
Harry si infilò sotto le coperte. Ron
abbassò la voce in modo che solo Harry, accanto a lui, lo
sentisse. "Non
era mai uscita dalla scuola senza noi, in più, da quando
è diventata l’avvocato di Malfoy?” Harry
si grattò la testa, perplesso. "Non
penso che litigare con lei sia la soluzione migliore, Ron.” L’amico
lo guardò con i capelli dritti. “Che stai dicendo? Vuoi che le succeda qualcosa? Malfoy non sarà mai suo
amico, la userà e poi la butterà via come un
fazzoletto usato, fa così con tutti.” Harry
era d’accordo con Ron, dubitava che Malfoy ed Hermione
sarebbero mai diventati amici. Era preoccupato anche lui, Malfoy non era uno di cui fidarsi. Ma
starle addosso e farla arrabbiare, mettendola in condizione di
difendere quella serpe, era solo il modo migliore per spingerla tra le
spire del nemico. "Stai
tranquillo, Hermione non è una sprovveduta, sa il fatto
suo.” disse a Ron, sbadigliando. "Lo
so, ma...” "Ascolta, Ron, diamole fiducia... Se le cose precipitano saremo pronti ad
intervenire, nessuno la butterà via come un fazzoletto usato!” puntualizzò con forza. Ron
sembrò convinto, mugolò qualcosa di simile ad
un... “Puoi giurarci.” prima di addormentarsi
profondamente.
"Buongiorno
ragazzi.” disse Hermione, sedendosi a colazione vicino a Ginny
ed Harry, senza degnare Ron di uno sguardo. "Buongiorno
Hermione.” risposero i due amici, facendole posto. Le
si avvicinò anche Ron. “Ciao,
Hermione.” disse timidamente. La
notte, e soprattutto Harry, gli aveva portato consiglio. “Ciao.”
rispose lei, guardando altrove. Ron
prese un bel respiro “Volevo chiederti scusa, Hermione, anche se non
mi credi ero preoccupato veramente per te. Ma quando ti ho vista
scherzare con Malfoy, come se fosse la cosa più normale del
mondo, non ci ho visto più e ti ho aggredita, scusami.” disse, tutto
d’un fiato. Lei
gli scoccò uno sguardo nervoso “Non mi piace
quando qualcuno mi controlla, so badare a me stessa.” "E'
vero, scusami... mi dispiace davvero, non accadrà
più.” Hermione
lo guardò attentamente, Ron sembrava realmente dispiaciuto. "Mi
perdoni?” chiese il ragazzo, in apprensione. La
Grifondoro sospirò “Va bene, ti
perdono...” Ron
sorrise, sollevato. "Ma
la prossima volta, invece di attaccarmi, chiedimi spiegazioni...
prima...” finì la compagna, marcando l’ultima
parola. "Lo
farò...” rispose Ron ,felice come se gli avessero
detto di aver preso una “E” in Pozioni. Hermione
in quel momento si ricordò del suo impegno con l'amico. “Ah...
quasi dimenticavo, a che ora ci incontriamo per quelle ripetizioni?”
disse, disponibile. Ron
sembrò in difficoltà. “Ehm..
ripetizioni? Erano oggi?” Hermione
alzò un sopracciglio, mentre Harry e Ginny se la ridevano
sotto i baffi. "Non
dirmi che ti sei dimenticato?” "No,
no.. figurati!” disse Ron sudando freddo, visto che aveva
appena fatto pace con lei “Solo che c’è
un allenamento speciale di Quidditch e non so a che ora
finirò!” Hermione
si voltò verso Harry, guardandolo male “Che
cos’è questa storia? Il Quidditch non
c’è domani?” Harry
si allentò la cravatta “Sì,
c’è anche domani...” Si
era completamene dimenticato di avvisare Hermione
dell’allenamento straordinario. "Ma...
i compiti?” chiese Hermione sconcertata “Non vi
farò copiare al compito di Trasfigurazione, hai capito, Ron?” "Ma
dai, Hermione, fra poco più di una settimana
c’è la partita, dobbiamo allenarci.” le
rispose lui, addentando un toast. "Tra
una partita e l’altra dovreste studiare, non solo allenarvi!” puntualizzò la ragazza, incrociando le braccia. "Stai
tranquilla, ci sono ancora due settimane prima del compito,
recupererò, promesso…” disse Ron
affabile, cambiando poi argomento. Hermione
gli lanciò uno sguardo molto scettico e si versò
del succo di zucca. Dopo
le lezioni del pomeriggio, Hermione si ritrovò seduta in
Sala Comune a studiare da sola mentre gli altri Grifondoro erano
perlopiù allo stadio a vedere l’allenamento della
squadra ed incoraggiarla, in previsione della imminente partita. "Se
lo avessi saputo prima, avrei potuto avvisare Malfoy e finire la
ricerca per Piton, ma forse potrei anche rimandare a
domani...” Pensò,
mentre ricopiava un tema in bella copia. Perché, tutto ad un
tratto, l'idea di incontrarlo la innervosiva più del solito? Le
venne di nuovo in mente il suo sorriso. “Basta!” si redarguì da sola “Basta pensare a
queste sciocchezze.” Finì
di copiare nervosamente il tema e ripose i libri e le pergamene nella
sua borsa. Si
alzò, stiracchiando le braccia. "Farò
due passi per schiarirmi le idee.” disse tra sé e
sé. Uscì
dalla Sala Comune e prese le scale per salire sulla torre di Astronomia. Da
quando vi era salita per la prima volta, ogni volta che tornava
lassù, Hermione si sentiva bene. Ci saliva soprattutto per
pensare, per avere silenzio e pace. La
torre di Astronomia infatti, a meno che non vi fosse lezione, era una
zona vietata agli studenti. Solo
i Prefetti, per via delle loro ronde, potevano accedervi liberamente. Hermione
chiaramente ne abusava, ma la sua coscienza civica era tranquilla, non
faceva nulla di male dopotutto. A
metà scala sentì dei rumori dietro di lei. Si
voltò nervosa. Aveva sentito bene, un suono di passi
riecheggiò nell'aria. Qualcuno
stava salendo le scale e veniva verso di lei. "Oh
no, speriamo che non sia un professore!” pensò
Hermione, terrorizzata all'idea che superata la curva delle scale della
Torre, presto sarebbe apparso l’adunco naso di Piton o i
sottili occhialetti della McGranitt. I
passi si fermarono. “Buonasera,
Granger.” Ma
ad Hermione non apparve né Piton, né la McGranitt. Davanti
a lei c’erano gli occhi magnetici di Blaise Zabini.
"Vai
Ginny!!! Tira!” urlò Harry alla sua ragazza. Ron
si preparò alla parata. Malfoy
alzò un sopracciglio e si rivolse a Nott seduto accanto a
lui. "Tanto
per quanto quel cretino di Weasley si impegni…” Ginny
tirò con precisione e Ron la lisciò di poco. “…
la sorella stracciona gli segna sempre...” finì,
con un ghigno. Nott
rise di gusto. “Che
ne pensi di arruolarla nei Serpeverde, eh ...Theodore?”
esclamò Draco. Nott
lo guardò male “Ehi, prima studi con la
Mezzosangue, poi ti vuoi allenare con la Weasley. Che hai in mente, eh? Magari domani mi dici che giochi a scacchi con Potter!” Draco
ghignò, senza scomporsi. "Mi
piacerebbe, così potrei umiliarlo davanti a tutti... si sa
che San Potter è un idiota incompetente, già che
tiene Lenticchia in squadra...” Nott
si avvicinò all'amico con un'espressione maligna, aveva un
dubbio e voleva toglierselo. Anche se forse era solo una sua
impressione. “A
proposito, ma come mai la Granger non fa il tifo per i suoi amichetti? ” disse, studiando la sua reazione. Draco
notò effettivamente che fra i molti Grifondoro accorsi per
vedere l’allenamento, Hermione Granger non fosse presente da
nessuna parte. E non era certamente a fare ripetizioni a quello
smidollato di Weasley, visto che era davanti a lui.. Inoltre ancora non
gli aveva mandato nessun gufo con l'orario per finire la ricerca.
Faceva la preziosa, come tutte le donne... “Non
ne ho idea e comunque non sono affari miei, starà
infastidendo qualche primino con le sue sciocche regole.”
rispose burbero, distogliendo lo sguardo dalle tribune e facendo
sorridere l'amico, che intanto aveva iniziato a fissare i suoi compagni
di casa, un po' rassicurato da quella risposta. “Comunque
Draco, guarda invece laggiù e dimmi cosa noti.”
Questa volta Nott gli indicò la Parkinson e la Greengrass,
sedute poco lontano. “Hai
finito con le tue follie? Non mi interessa cosa che fa quella
traditrice."rispose lui gelido, riferendosi a Pansy "Più mi sta
lontano, meglio è! " Nott
scrutò le due ragazze, pensieroso. Per preoccuparsi della
Granger non aveva notato subito un particolare. E lui era un fenomeno
nel notare le cose. “Non
sto parlando di Pansy...ma volevo solo farti notare che Zabini non
è neanche con loro.” Draco
lo guardò, interrogativo. Theodore
continuò “Mi sembra strano, di solito non si perde
mai il Quidditch, neanche gli allenamenti delle altre
squadre… ma oggi non lo vedo da nessuna parte.”
“…
Sai che hai ragione, Theo?” disse Malfoy, con gli occhi
ridotti a due fessure…“Quel maiale di Blaise, non
è qui...”
*****
Ciao
ragazzi, perdonate
il mio ritardo, ma con questo caldo non riesco proprio a scrivere.
Sembra che la mia ispirazione sia già andata in vacanza,
mentre io non so nemmeno se ci andrò... sob. Voglio
ringraziare :
“Potrei
farti la stessa domanda.” rispose tranquillo.
“Sto
andando a controllare la Torre di Astronomia, non so se ricordi... ma
sono un Prefetto! ” disse lei con autorità.
“Tu, piuttosto, perché stai salendo? È
vietato agli studenti. ”
Blaise
non si scompose.
“Non
sto facendo nulla di male, volevo solo vedere l’allenamento
dei Grifondoro dall’alto. ”
Hermione
lo scrutò sospettosa.
“E...
sei solo?” gli chiese, guardandosi intorno.
Zabini
sorrise.
Hermione
pensò che, per quanto tutte le ragazze a scuola dicessero
che Zabini fosse tremendamente sexy quando sorrideva, quel sorriso non
era niente in confronto a quello di Malfoy.
“Ma...
che diamine! Non è veramente il momento giusto
questo!” pensò turbata.
“Giuro
che sotto al mantello non nascondo nessuno.”
continuò Blaise, ridacchiando e alzando le mani in segno di
resa.
Hermione
lo guardò con sufficienza “Va bene, ma adesso
scendi, ok?”
Blaise
fece una faccia dispiaciuta.
“Quindi
non mi fai vedere il Quidditch? Andiamo, Granger, solo cinque minuti !
Giuro che dopo me ne vado.”
Hermione
lo studiò, dubbiosa.
“Non
dirò a nessuno che me l’hai lasciato fare, vengo
su con te, do un’occhiata e poi riscendo subito.”
continuò Blaise.
“Va
bene, Zabini.” disse alla fine Hermione, nervosa per quella insolita
gentilezza “Ma è la prima e l’ultima
volta che ti accordo un permesso simile, la prossima volta vai allo
stadio per favore.” continuò la ragazza, con fare
tremendamente serio.
Blaise
la guardò raggiante “Grazie Granger, per la
prossima volta seguirò il tuo consiglio.” disse
accomodante, anche troppo, si ritrovò a pensare Hermione.
Infatti,
si era appena voltata, che fu colpita da uno schiantesimo pronunciato
con un incantesimo non verbale.
Non
era molto potente ma, prendendola in pieno, la fece sbattere
violentemente contro il muro.
Scivolò
a terra, tramortita.
“Quanto
sei ingenua...” sibilò la Serpe, avvicinandosi
“ Forza, alzati! ”
Hermione
si voltò lentamente con gli occhi ridotti a due fessure, un
rivolo di sangue le scendeva dalla tempia destra.
“ Schifoso
codardo... mi attacchi alle spalle, eh? ” disse in preda
dall’ira, cercando di rimettersi in piedi.
Mise
una mano dove teneva la bacchetta, ma la sua mano cercò a
vuoto.
Si
guardò intorno sconcertata.
“ Cercavi
questa? ”
Zabini,
davanti a lei, rideva maligno, mostrandole la sua bacchetta.
La
Grifondoro ingoiò a vuoto, era in trappola.
“Ridammela
immediatamente!”
Pregò
che la sua voce avesse ancora un tono autoritario e distaccato, ma
dentro di sé Hermione era spaventata, aveva perso il
controllo della situazione.
Zabini
aveva la sua bacchetta, le doveva essere scivolata quando era stata
schiantata.
Non
aveva dunque modo di difendersi, doveva pensare ad una scappatoia.
“Non
sei nella posizione di darmi ordini, caro Prefetto...”
“ C...Cosa
vuoi da me? ” chiese la ragazza, stringendo i pugni.
“Da
te personalmente... niente.” rispose Zabini, guardandola con
disgusto.
“ Non
mi mischio con certa feccia, IO! ” marcò molto
l’ultima parola e frugò nella tasca della divisa.
Hermione
trattenne il respiro.
“Si
da il caso, che ieri pomeriggio io mi trovassi al settimo
piano.”
“Che cosa?”
“ Hai
capito bene, Granger, ero proprio dietro l’angolo alla destra
della Strega Orba. ”
Hermione
inghiottì a vuoto.
“E
casualmente ho visto un Serpeverde di mia conoscenza ed una nota
Grifondoro entrare nel passaggio segreto nascosto dietro alla
statua...”
Blaise
ghignò. “ Non dici niente? ”
Hermione
lo guardò con sfida mentre si massaggiava le braccia
indolenzite e sbucciate per la brutta caduta.
“Puoi
provarlo? E’ sempre la tua parola contro la mia...”
Zabini
scoppiò a ridere sguaiatamente mentre con la mano libera
tirava fuori un foglietto dalla tasca.
“ Certo
che posso! ” rispose mellifluo.
Hermione
sussultò. “Cos’è quella?”
“Una
foto, Granger, solo uno stupido pezzetto di carta… peccato
che in questa foto...”
Hermione
sgranò gli occhi, sentendo fin nella testa il
battito frenetico del suo cuore.
“
… ci siate te e Malfoy mentre uscite da
Hogwarts…”
Blaise
gongolò nel vederla impallidire.
“Ti
propongo un patto, ragazzina. Ascoltami bene e non fare
scherzi...”
“CHE
COOSA?” urlò Hermione, non appena Blaise ebbe finito.
La
voce della Grifondoro risuonò per tutte le scale.
“Abbassa
la voce, Mezzosangue. ” sibilò Zabini minaccioso.
Hermione
non ci badò “Non cederò al tuo schifoso
ricatto! Perché è questo che è, non
un patto! ”
“Ah
no? Forse non hai capito… puoi chiamarlo come
più ti piace ma se non farai come ti ho chiesto, non solo
questa foto finirà nelle mani del Preside e di tutta la
scuola…” poi indicò il sangue di
Hermione, ormai rappreso in un rivolo sulla guancia “... ma
finirai molto peggio di così e lo stesso vale per Malfoy.
Credimi, ti conviene fare come ti ho detto ...”
Hermione
tremò di rabbia, umiliata e impotente.
“ Non
riesco a capire perché… Tu che ci guadagni? ”
“Non
ti riguarda. ” rispose lui sprezzante “Ad ogni modo,
Draco non deve sapere nulla di questo nostro incontro, ti
controllerò... Spero che non sarai cosi stupida da farti
espellere insieme a Malfoy per una gitarella fuori porta, no?”
Hermione
abbassò lo sguardo. Non poteva ribellarsi in nessun modo.
“Lo
prendo per un no.” disse Blaise compiaciuto “Allora,
ti ripeto le condizioni: la vostra collaborazione scolastica si
limiterà solo ai compiti di Pozioni, niente confidenze,
né chiaramente dovrà mai esserci una relazione
fra voi.”
“Ehi,
ma per chi mi hai presa? Non mi chiamo Parkinson, IO! ” disse
Hermione gelida, in perfetto stile Zabini.
Blaise
per tutta risposta, ghignò. “Molto divertente, ma
voglio sapere se hai afferrato il concetto…”
Hermione
tacque.
“Rispondimi,
Granger! ”
Hermione
chiuse gli occhi, rassegnata.
“Sei
un verme...” sibilò, cercando di calmarsi.
Zabini
si avvicinò e con rabbia fece per darle uno schiaffo.
Ma
la mano non colpì mai la guancia di Hermione.
La
ragazza aprì gli occhi sorpresa, schiuse e richiuse le
palpebre ancora un paio di volte, ma l’immagine era sempre la
stessa.
Zabini
stava con il braccio sollevato a mezz’aria ed
un’espressione indecifrabile.
Un
altro braccio aveva bloccato il suo.
Malfoy
era esattamente dietro di lui ed aveva un’espressione truce.
Blaise
si liberò in malo modo dalla presa del compagno e si
allontanò di qualche passo.
“Che
cosa succede qui? ” chiese Draco squadrando prima la Granger
e poi Zabini.
Ad
Hermione per poco non venne un infarto, Zabini le lanciò uno
sguardo di fuoco.
“… Malfoy
non deve sapere nulla di questo nostro incontro, ti
controllerò...”
“Se
lui scopre del ricatto di questa serpe… Zabini
consegnerà la nostra foto ai professori! Ed anche se in due
gliela togliessimo, sicuramente avrà delle copie nascoste da
qualche parte.” pensò Hermione preoccupata
“Saremmo espulsi entrambi.”
Cercò
con tutte le forze di distogliere lo sguardo da Malfoy.
“ Allora? ”
Draco si rivolse a Blaise minaccioso.
“Mi
stavo solo divertendo un po’ con la Granger.” disse
per tutta risposta lui.
“COOSAA? Divertendo? Non intenderà... in quel
modo…”pensò
Hermione scandalizzata, sapendo di non potersi discolpare in nessun
modo senza tradirsi.
Sentì
lo sguardo di Malfoy perforarla da parte a parte.
“A
me non sembrava che la Granger ci stesse, visto che stavi per
colpirla...”
Zabini
fece una risatina esasperata.
“Cazzo,
Draco, che hai capito? Chi si potrebbe divertire in quel modo con lei? L’hai guardata? E’ solo una sporca
Mezzosangue… il mio divertimento era un altro.”
disse compiaciuto.
Draco
guardò Hermione, intenta a fissare a testa bassa il
pavimento.
“Perché
non risponde a tono? Perché non reagisce? Che diavolo sta
succedendo? ” pensò confuso.
Hermione
ingoiò l’umiliazione e ricacciò
indietro le lacrime, ma continuò a non dire nulla.
Solo
allora Draco si accorse del rivolo di sangue sul viso della ragazza e
delle varie sbucciature che aveva su gambe e braccia.
Una
furia cieca lo investì.
In
un attimo fu addosso a Zabini, facendogli sbattere violentemente la
schiena alla parete rocciosa della Torre.
“ Dimmi
che cazzo le hai fatto! ” gli sibilò
all’orecchio, in modo che solo Zabini potesse udirlo.
Blaise
ghignò, per niente preoccupato della piega che aveva assunto
la faccenda.
“Secondo
te?” rispose con voce lenta e strascicata.
Se
il suo intento era quello di fargli perdere la calma, allora Blaise quel giorno aveva fatto centro.
Malfoy
non si spiegava da dove venisse quella rabbia incontrollata, molto
più evidente anche di quella che aveva provato quella
maledetta sera.
Comunque
in quel momento, non se ne preoccupò.
Colpì
Zabini con un pugno allo stomaco, facendolo piegare sulle ginocchia.
Hermione
urlò spaventata.
“Fermo! Ti prego, smettila!” si mise tra i due ragazzi cercando di
fermare Malfoy intento a colpire di nuovo.
“Fatti
da parte, Granger.” gli urlò di rimando lui.
Blaise
approfittò della distrazione di Draco per sferrare un colpo
basso...
Decisamente
troppo basso…
Malfoy
urlò di dolore, tenendosi l’inguine con entrambe
le mani.
“Vedi
che succede per colpa delle donne? Ci si distrae...”
sibilò Zabini, cercando di riprendersi.
Malfoy,
accecato dal dolore, cercò a tentoni sul pavimento la sua
bacchetta, sicuramente caduta nel precedente scontro con il compagno.
“Sai
Draco, vi vedo bene insieme te e quella sporca Mezzosangue.”
Blaise afferrò Draco per la divisa, preparandosi a colpirlo
al viso “… siete entrambi la feccia della
Comunità. ”
“ Stupeficium! ”
Zabini
fu investito in pieno dal potente incantesimo di Hermione.
Quando
Malfoy l’aveva strattonato, Blaise aveva lasciato cadere la
sua bacchetta e senza pensarci due volte, lei lo aveva attaccato.
Il
Serpeverde rotolò per alcuni gradini e si fermò,
immobile, sul pianerottolo sottostante.
“ Vedi
che succede a causa del troppo zelo? ” disse lei, imitando
Zabini “… si fanno degli
errori…” si girò nervosamente e corse
da Malfoy che, dolorante, cercava di rialzarsi.
“Maledetto
bastardo...” sibilò Draco, zoppicando verso le
scale.
“Malfoy!
Come stai? ” chiese Hermione avvicinandosi preoccupata.
Lui
le fece cenno di fermarsi.
“Non
ti avvicinare, Granger! E’ colpa tua se Zabini mi ha colpito,
se non ti fossi messa in mezzo brutta stupid...”
Hermione
aveva afferrato il braccio del ragazzo e se lo era passato intorno alla
spalla per sorreggerlo.
“ Che
fai? ” sbottò inviperito “ Non toccarmi! ”
“ Ti
porto in infermeria, è ovvio! ” sentenziò lei
risoluta, tirando il Serpeverde per farlo camminare.
“Sei
pazza, Mezzosangue? Non mi faccio toccare da nessuno...lasciami
subito.” urlò lui fuori di sé.
Hermione
si bloccò.
“E
va bene, testone!” esclamò con disprezzo,
togliendosi il braccio di Malfoy in malo modo.
“Spero
che ti cadano…” aggiunse, lanciando uno sguardo
torvo alle parti basse del ragazzo.
Malfoy
aprì la bocca, stupefatto.
La
Granger era impazzita?
Hermione
corse da Zabini, ancora svenuto pochi gradini più in basso.
“ Speriamo
che non sia morto. ” disse tra sé e sé,
avvicinandosi al ragazzo.
“ Sei
andata a finirlo, Granger? ” arrivò da lontano
l’eco ironico di Malfoy.
“Taci,
furetto.” sbottò lei di rimando, prima di tastare
il polso al Serpeverde.
“Menomale...”
sospirò sollevata sentendo il battito.
Agitò
elegantemente la bacchetta, fece apparire una barella e con un altro
tocco di bacchetta ci caricò sopra Zabini.
Hermione,
con il Serpeverde galleggiante al seguito (tramite incantesimo di
levitazione), trotterellò verso Malfoy.
“ Zoppichi,
Mezzosangue, forse dovresti andare anche tu in infermeria. ”
constatò il biondino mentre la guardava gelido.
“Può
darsi, come vanno... ehm... gli attributi? ” Hermione
arrossì guardando per terra.
Anche
Malfoy distolse lo sguardo ma non arrossì.
“Meglio.”
“Bene,
non vorresti venire anche tu in inf...”
“ No! ”
“Ma
Malfoy...”
“Stammi
bene, Granger.” Draco si girò e si
incamminò, lentamente ed ancora dolorante, verso le scale.
****
Ciao a tutti!
ecco qui il nuovo
capitolo, scusate l'attesa (come al solito '^_^ vi ho fatto
aspettare)
Spero che comunque
sia stata ripagata.
Grazie per tutti i
complimenti e anche solo per seguire questa storia.
“Signorina
Granger?” esclamò basita la medimago, non appena
aprì la porta dell’infermeria. “Cosa
è successo a quel ragazzo?”
“Ehm...
siamo caduti dalle scale.” Hermione arrossì
imbarazzata.
“Forza,
entra.” Madama Chips si girò e frettolosamente
aprì la seconda anta della porta, in modo da permettere alla
barella di entrare.
Hermione
prima di entrare si girò nel corridoio.
Due
occhi glaciali la osservavano da dietro l’angolo.
“Stupido
furetto!” pensò la ragazza, prima di varcare
impettita la porta dell’infermeria.
“Hermione,
che miseriaccia ti è successo?”
esclamò Ron, vedendola tornare in Sala Comune coperta di
lividi e con un vistoso cerotto su una tempia.
Anche
Harry gli si avvicinò preoccupato, a giudicare dai capelli
ancora umidi dovevano essere tornati da poco alla torre.
“Niente
di grave ragazzi, sono scivolata dalle scale.”
abbassò lo sguardo, odiava mentire ai suoi migliori amici.
“Come
dalle scale?” esclamò Harry sorpreso.
Ron
represse un sorriso.
Hermione
gli lanciò un’occhiataccia “Non vi
è mai capitato di cadere? E non c’è
bisogno che fai quella faccia, Harry.” esclamò
imbronciata.
“Ma
io...”
“Niente
ma! Andate subito ad asciugarvi i capelli prima che vi prendiate un
raffreddore.”
Harry
la guardò dubbioso “Va bene, comunque stavo giusto
salendo ai dormitori quando sei arrivata! Ora dimmi, ti sei fatta male cadendo?”
“Solo
qualche graffio, niente di grave.” rispose lei, addolcendosi
per la premura dell’amico.
Ron
le si avvicinò “Menomale...” le sorrise, un
po’ in colpa per aver riso di lei. “Ci aspetti per
cenare?”
“Sì,
va bene, rimango qui in Sala Comune” disse Hermione, prima di
sedersi pensierosa vicino al fuoco.
Si
sentiva strana, guardò distrattamente le fiamme del camino,
senza tuttavia vederle veramente.
Zabini
voleva tenerla lontana da Malfoy, ma a che prò?
Hermione
se lo chiese fino alla nausea. Come poteva fare per mettere le mani su
quella foto?
“Allontanarmi
da Malfoy poi… ma chi vuole averlo vicino a quello! ” pensò con rabbia.
L’immagine
di Malfoy che rideva si fece largo prepotentemente nella sua testa,
seguita da quella di Malfoy che attaccava ferocemente al muro Zabini.
Arrossì
fino alla punta dei capelli.
“Che
diamine mi succede? ” sussurrò, appoggiando la
testa sul bracciolo della poltrona.
“Che
fai? Dormi?”
Una
vocetta squillante la fece sobbalzare dallo spavento.
Hermione
si girò nervosamente.
“G...Ginny! Mi hai fatto prendere un colpo... Non farlo mai
più...”
“Scusa...
pensavo che mi avessi vista” disse Ginny, sedendosi accanto a
lei. “Ma che hai fatto al viso?” chiese,
guardandola attentamente.
“Niente,
sono caduta.”
Hermione
si aspettò qualche altra domanda, ma non ne arrivarono.
“Capita
anche a me di camminare con la testa fra le nuvole.” disse
Ginny, sorridendole.
Hermione
le sorrise, anche se dentro si sentì un verme per aver
mentito anche a lei, ma cosa doveva fare? Ginny lo avrebbe detto
sicuramente ad Harry e Ron e loro sarebbero andati dritti dritti da
Zabini.
Se
quella foto fosse venuta fuori al momento sbagliato, lei sarebbe stata
espulsa.
“Draco,
cos’hai? Non stai bene?” chiese Pansy, vedendo il
ragazzo entrare nella Sala Comune dei Serpeverde zoppicando e pallido
in viso, cioè, più pallido del normale.
“Chiedilo
al tuo amichetto...” le sibilò lui di rimando,
guardandola con disprezzo.
Pansy
lo fissò stupita “Ma...”
“Taci,
stupida oca!” ringhiò Draco, incamminandosi lentamente verso i
dormitori.
Pansy
rimase confusa a guardarlo mentre Malfoy spariva nella sua stanza.
“Maledizione!” imprecò nervosamente, prima di uscire da Sala
Comune Verde – Argento.
Draco
entrò dolorante e scrutò la sua stanza.
Nott
stava sonnecchiando sul letto, aveva sulla pancia una rivista di
Quidditch.
Nonostante
il fastidio e il dolore pulsante che sentiva tra le gambe, sorrise
debolmente.
Le
riviste che leggeva Nott erano di due tipi:
O
riviste con foto di belle donne che sfilavano con succinti bichini.
Oppure
le riviste di Quidditch.
Theodore
era un vero esperto di Quidditch, nonché primo battitore
della squadra dei Serpeverde.
Draco
si trascinò sul letto e ci si stese sopra.
Chiuse
gli occhi, esausto.
“Quella
Mezzosangue...” pensò.
“E’
sempre in mezzo, è un incubo!”
Si
addormentò vestito sul letto ma dispetto di tutto aveva
un’espressione serena.
“Come
stai, Blaise?” chiese Pansy, appena arrivata in infermeria
“Ho visto Draco che zoppicava e immaginavo che fossi stato
tu! Ti ho cercato ovunque, questo era l’unico posto che
mancava.”
Blaise
la guardò adirato, ancora sdraiato sul lettino.
“Sì,
quel bastardo ha rovinato tutto! Ce l’avevo quasi fatta con
la Mezzosangue!”
Pansy
lo fissò.
“Che
c'entra la Granger?”
Lui
si alzò dolorante, mettendosi seduto con le gambe fuori dal
lettino.
Mi
hai chiesto un favore l’altro giorno, no?”
“Sì...”
rispose lei, non capendo ancora dove volesse andare a parare il
compagno.
“Be',
ho un piano in proposito.” si guardò intorno per
assicurarsi che nessuno li sentisse
“Ascolta…”
Quando
ebbe finito, Pansy lo guardò con occhi grandi e stupiti.
“Tu
sei un genio!”
Blaise
sorrise “Lo so grazie, modestamente, sono lo studente
più dotato del nostro anno.”
Lei
gli lanciò un’occhiata perplessa ma non disse
nulla.
“Ma
poi quel coglione di Draco è arrivato e l’ha
difesa.”
Pansy
scattò “COSA?”
“Shhhhh...”
Blaise si guardò intorno “Non urlare!”
“S...Scusa,
ma... come l’ha difesa? Draco che difende la Mezzosangue?
Non è possibile!”
“Invece
è andata proprio così, ha sorpreso anche me.”
Pansy
lo guardò turbata “Ma adesso anche Draco
saprà che li hai visti uscire da scuola, non sei preoccupato?”
Blaise
rise sprezzante, una risata senza sentimento.
Pansy
lo guardò sconvolta “Non ci trovo niente da ridere!”
“Tranquilla
Pansy, la Granger non dirà nulla al nostro caro
Draco” rispose lui, tornando serio.
“Come
fai ad esserne così sicuro?”
“Perché
non è stupida e sa che se gli andasse a dire tutto,
questa...” prese la foto dal taschino della divisa e la
sventolò davanti al naso della ragazza
“…finirebbe in meno di un secondo sulla scrivania
della dolce McGranitt, inutile dire che sarebbero espulsi
entrambi.”
“Ma
quando l’hai fatta? Non ne sapevo niente.”
“Ehhh,
cara Pansy... sono tante le cose che non sai su di me.” rispose lui
pomposo.
“Mi
fai paura a volte, sai? Sei perfido…” disse Pansy
guardandolo compiaciuta.
“Lo
so.”
Malfoy
non si presentò a cena.
Hermione
lo notò subito, senza tuttavia esprimersi apertamente
davanti ai suoi amici.
“Hermione,
mi passi il succo per favore?” chiese Harry
all’amica che era la più vicina alla brocca.
Hermione
non lo udì, pensierosa.
“Ehi,
Hermione!” sbottò Harry, facendo voltare anche
Ron con una coscia di pollo che faceva capolino dalla bocca.
“ Ti
ho chiesto il succo di zucca, me lo puoi passare per favore? ” ridisse il ragazzo, squadrandola sospettoso.
“Sì,
certo.” passò ad Harry la brocca, non accorgendosi
di come la guardava l’amico. Ron invece era tornato
felicemente al suo pollo.
Ed
Hermione ai suoi pensieri.
Chissà
come stava quello stupido furetto…
Come
gli era venuto in mente di non passare in infermeria solo per orgoglio?
Anche
se alla fine era stata fortunata che non l’avesse fatto.
Se
si fossero presentati in tre, ammaccati, e soprattutto dopo la famosa
litigata tra Malfoy e Zabini, Hermione era sicura che avrebbero passato
la serata nell’ufficio di Piton e della McGranitt per
spiegare quanto accaduto.
Sospirò,
per la prima volta in vita sua non sapeva cosa fare.
Harry,
intanto, non aveva smesso un secondo di guardarla.
La
mattina seguente....
“ COME?! ”
La
voce di Nott svegliò Draco di soprassalto.
Quanto
aveva dormito? Pochi minuti o molte ore?
Non
aprì tuttavia gli occhi, sentendo un bisbigliare dietro la
porta.
“Sì,
è come ti ho detto, Theodore, me lo ha detto Pansy che
glielo ha detto Blaise in persona.”
La
voce flautata di Tiger raggiunse distintamente le sue orecchie.
“ Non
è possibile... e dov’è Zabini adesso? ” chiese Nott.
“In
infermeria.”
Nott
si voltò verso Draco, che sveglissimo, continuava comunque a
tenere gli occhi chiusi.
“Draco
ancora dorme... è vestito come ieri sera.
Già dormiva quando mi sono messo a letto io.”
“Ma
quando è entrato non gli hai detto niente? Da quel che so,
si è fatto male anche lui. ” disse Goyle con voce
roca.
“No,
mi ero appisolato.” rispose Nott, quasi vergognandosi.
Dopo
altri bisbigli più bassi, la porta si chiuse.
Nott
andò da Draco.
“Draco,
svegliati! Sono le sette e mezzo, farai tardi. ”
Malfoy
aprì gli occhi lentamente, un attore nato.
“Ciao
Theo, ora mi alzo...” fece con finta voce assonnata
“Vai avanti a fare colazione !”
Nott
lo scrutò, anzi, lo studiò.
“Smettila
di fare la commedia, potrai ingannare Tiger e Goyle, ma non
me...”
Draco
aprì gli occhi del tutto, sorpreso.
“ Prego? ”
Nott
prese la sua borsa “So che hai sentito tutto e che eri
già sveglio.”
Malfoy
si alzò e lo guardò sospettoso.
“Da
che lo hai capito? ”
“Be'...
penso che con la mia esclamazione di prima si sarebbe potuto svegliare
anche un sordo... e poi...”
Si
bloccò, ghignando.
“E
poi? ” chiese Malfoy stranito “Si può
sapere che cosa ti diverte tanto? ”
Nott
lo guardò unendo le mani sotto il mento, sbattendo le ciglia
come faceva spesso Pansy.
“Ciao
Theo, ora mi alzo...” disse melenso con voce roca.
Draco
sentì caldo sotto il colletto della camicia.
“Neanche
mia madre fa così quando si sveglia… e poi di solito non
dici neanche ‘ciao’, non sei certo un esempio di
gentilezza al mattino! ”
Per
tutta risposta Draco gli puntò la bacchetta contro.
“Ripetilo...”
sibilò.
“Oh,
adesso ti riconosco. ” disse Theodore, sorridendo apertamente.
Draco
abbassò la bacchetta “Sì, ho sentito...
e vorrei delle spiegazioni... di che parlavano quei due imbecilli? ”
“Hanno
saputo, anzi, erano venuti a verificare, che quello che aveva detto
Pansy fosse vero.”
Malfoy
alzò un sopracciglio, facendogli segno di continuare.
“…
In giro ormai tutti dicono che ieri hai mandato in infermeria Zabini
per difendere la Granger. ”
“Che assurdità...” commentò
Draco, irato.
“Davvero? Non è andata così? Su, racconta!”
lo incitò il compagno, lasciando perdere la cartella ed i libri con cui la
stava riempiendo.
“Zabini
è davvero in infermeria, ce l’ho spedito io... visto
che avevamo un conticino in sospeso.” Rispose Draco,
candidamente.
“E
la Granger in questa storia che c'entra? ”
“Zabini
la stava picchiando, così l’ho fermato e
l’ho picchiato io, tutto qui...”
A
Nott per poco non prese un colpo “E ... dici... tutto qui? Non
mi stai dicendo di aver raccolto margherite!!! Mi stai dicendo di aver picchiato un nostro compagno di casa per difendere una
Grifondoro.”
Draco
fece spallucce.
“Allora? Io cercavo Blaise, è stato solo un caso che fosse insieme
a lei.”
“Prima
mi avevi fatto credere che non fosse vero che l’avessi
difesa. ”
Draco
si alzò lentamente e prese dal cassetto un’altra
divisa pulita e stirata.
Il
dolore all inguine era quasi sparito del tutto.
“Io
non ti ho fatto credere nulla. Tu mi hai chiesto se era quello il
motivo per cui ho picchiato Zabini, ed io ti ho risposto di no. La
verità quindi.”
Finse
di cercare di cercare nel baule la sua cravatta pur di non guardare
Theodore negli occhi.
“Ho
capito Draco, prima che Piton venga da te ululando è meglio
che vada a spiegare ai nostri compagni la tua versione dei
fatti.”
“In
realtà, Theo... è stata la Mezzosangue a
salvarmi...” la voce di Malfoy gelò il compagno
ormai sulla porta.
” C...Cosa? ”
“Sì,
è stata lei che lo ha schiantato, sai, quel codardo mi aveva
sferrato un colpo basso... se la Granger non fosse intervenuta ci
sarei io al suo posto, anche se non so in quanti pezzi...”
Theodore
lo guardò con gli occhi sgranati. “ Da quando tu e
la Granger vi difendete a vicenda? Non ci sarà qualcosa fra
voi spero! ”
“Assolutamente
no. ”
Nott
lo scrutò per qualche secondo, sicuramente non aveva nulla
di cui preoccuparsi, non sapeva neanche da dove gli fosse uscita quella
domanda .“Bene, allora vado... mi devi un favore amico,
salverò la tua reputazione! ” disse, ammiccando
furbamente.
Draco
si sentì intimamente felice alla prospettiva di rimanere
finalmente da solo.
Ma
prima di uscire Theodore si voltò nuovamente
“Spero solo… che se tu ti trovassi nei guai mi
informeresti...”
“Io
non mi metto mai nei guai. ” disse Malfoy di spalle
“ Comunque grazie Theo, me lo ricorderò. ”
Nott
accennò un sorriso un po' ansioso prima di uscire, cartella
in spalla, dalla stanza.
*****
Ciao a
tutti…
Mi sono commossa
tanto per le recensioni che mi avete lasciato ma ho dovuto cancellare
l'avviso per poter aggiornare.
Ringrazio HermyKitty
per il consiglio.
Ho scritto questo capitolo per
voi tutti e per lei... la mia mamma... che
rimarrà sempre nel mio cuore.
Grazie.
Non so quando potrò
aggiornare il prossimo capitolo, sono un po’ in
difficoltà in questo periodo.
“Hermione, perché ci hai mentito? ” Ron era davanti a lei, con le mani sui fianchi e le
sopracciglia aggrottate. Era riuscito ad intercettarla dopo la lezione
di Babbanologia con i Tassorosso, a cui lei non partecipava.
“ Eh? ” lei lo guardò, un
po’ spaesata.
“Parlo di ieri, non è vero che sei
scivolata dalle scale, i Tassorosso non parlano d’altro...
Malfoy e la Granger VS Zabini.”
Al fianco di Ron comparve Harry.
“Ragazzi io...” iniziò lei,
ma Ron la bloccò.
“Non rifilarmi altre bugie per favore.”
Hermione lo guardò nervosamente.
“Senti Hermione, se anche tu ci racconti bugie di
chi dovremmo fidarci.. di Malfoy? ” esordì Harry,
intromettendosi prima che i due iniziassero a litigare come al solito.
Lei scrutò i suoi amici e abbassò lo
sguardo.
Stava per farlo, ancora.
“Avete ragione, ho sbagliato a mentirvi, ma
pensavo che meno gente lo sapesse, meglio fosse...”
“ Noi non siamo gente, Hermione, siamo i tuoi
migliori amici, ricordi? ” fece Ron, tagliente.
“Calma, Ron, lasciala parlare.” disse
Harry.
Hermione li guardò tesa per qualche secondo,
prima di continuare.
“Stavo controllando la Torre di Astronomia, quando
ho incontrato Zabini. Sono volati un po’ di insulti e poi lui
mi ha attaccata di sorpresa.”
Ron sgranò gli occhi e fece per partire di corsa.
Harry lo riprese al volo, tirandolo per il mantello.
“Harry, lasciami per la miseria! ”
“Che credi di fare, brutto zuccone? ” gli
rispose, stringendo la presa, visto che Ron aveva iniziato a
divincolarsi come un tonno.
“ Vado ad uccidere Zabini, ovviamente!”
“Ron, calmati, Zabini è già
in infermeria.” disse Hermione a sorpresa.
A quelle parole, Ron che ancora stava cercando di
divincolarsi dalla presa di Harry, si bloccò stupito.
“Malfoy, per fortuna, stava passando da quelle
parti.” cercò con tutte le sue forze di non
arrossire.
“Ti ha salvata lui?” chiese Harry, con
un'espressione sconvolta. Solo l'idea che non fosse stato Malfoy a
picchiarla era scioccante, ma che addirittura l'avesse salvata...
“Sì. ” rispose candidamente
Hermione, dissipando ogni dubbio.
Harry e Ron si guardarono basiti.
“Pensavamo che fossi solo stata coinvolta in una
delle loro liti.” continuò Harry, sperando di
aver capito male.
“No, Harry, ero io la vittima di Zabini in quel
momento.” gli rispose Hermione, abbassando lo sguardo. "Credo
che dovrei ringraziarlo per avermi aiutata. "
Lui la guardò, offeso “Non faccio il
bambino, solo che non voglio dargliela vinta.”
Harry però non era del tutto convinto.
Hermione era stata troppo strana ed evasiva per i suoi gusti.
“Sentite, fra dieci minuti inizia Trasfigurazione,
dobbiamo sbrigarci se non vogliamo arrivare in ritardo, ne riparliamo
dopo, ok? ” disse la ragazza, incamminandosi a passo svelto
verso l’aula.
Harry e Ron le corsero dietro.
“Aspetta, Hermione, io volevo sapere…
ecco… se Zabini ti ha toccata.. cioè, in quel
modo…” sbottò Ron, con il fiato corto.
Hermione si bloccò nel mezzo del corridoio, con
il viso in fiamme.
“RON!” tuonò imbarazzata.
Il ragazzo per poco non prese fuoco, mentre Harry tratteneva
un sorriso.
“S...Scusa... io... pensavo...”
cercò di giustificare quella infelice uscita, ma Hermione lo
bloccò.
“Lascia perdere, comunque la risposta è
NO!” si girò impettita e continuò a
trotterellare verso l’aula.
Harry sorrise malignamente “Certo che sei un
genio... ma ti pare il modo di chiedere una cosa del genere? ” disse, non appena l'amica
girò l'angolo del corridoio.
“Harry, non iniziare proprio adesso... Aspettaci
Hermione!” ululò Ron, prima di iniziare a correrle dietro.
Ad Harry non rimase altro da fare che imitarlo. Anche se
qualcosa nella spiegazione di Hermione non l'aveva convinto.
“Sento che Hermione ci sta nascondendo
qualcosa… ma cosa? ” pensò preoccupato
entrando in aula.
La lezione di Trasfigurazione passò lentamente
come al solito, per la gioia e la noia di tutti.
In più non era una lezione in cui potevi
chiacchierare o non seguire come quelle di Storia della Magia.
La McGranitt non ammetteva né lacune,
né giustificazioni nella sua materia.
Figuriamoci schiamazzi o ragazzate.
Ma nonostante tutto Harry non era riuscito a staccare gli
occhi da Hermione per tutta l’ora.
Apparentemente l’amica si stava comportando come
sempre.
Pendeva letteralmente dalle labbra della McGranitt e
rispondeva prontamente a tutte le domande.
Ma c’era qualcosa in lei di diverso dal solito.
Era tesa, nervosa, guardinga.
Come se temesse qualcosa o qualcuno.
“Allora ragazzi...” disse la
professoressa, con fare serio “…Chi sa dirmi a
cosa serve l’incantesimo Lapifors? ”
“Signorina Granger?” chiese la
McGranitt alla sua pupilla.
“Allora..." iniziò Hermione con aria
saccente. " L’incatesimo Lapifors... trasfigura gli oggetti o
le persone, in conigli.”
“Esatto, cinque punti a Grifondoro.. e chi sa
dirmi come si chiama l’incantesimo che fa comparire testi
resi invisibili per mezzo della magia? ” continuò
la McGranitt compiaciuta.
Hermione alzò prontamente la mano.
“Sii?” la indicò per darle il
permesso di rispondere ed Hermione non se lo fece ripetere due volte.
“Si chiama Aparecium e per utilizzarlo bisogna
battere per tre volte la bacchetta sull'oggetto da esaminare.”
“Ottimo, signorina Granger, altri cinque punti! ”
I Corvonero la guardarono con invidia. Quanto avrebbero
voluto avere una ragazza così nella loro casa.
“Harry...” un bisbiglio alla sua destra
fece voltare il ragazzo.
“Dimmi Ron...” rispose lui in un
sussurro.
“Ma tu ci credi che Malfoy l’abbia
veramente salvata? ”
“Non so, tu? ”
“Secondo me voleva picchiare Zabini e
l’ha aiutata per sbaglio.” sussurrò Ron, aggrottando
le sopracciglia.
“Può darsi. ” rispose Harry
pensieroso ma felice di non essere l'unico ad avere dei dubbi.
“Comunque non lo ringrazierò mai...
è sempre un Malfoy.” continuò a
borbottare Ron, questa volta non curandosi neanche di abbassare la voce.
“Weasley! Perché non rispondi tu alla
domanda? ” chiese in quel momento la McGranitt, facendo voltare tutta la
classe.
“Stavi dicendo a Potter la risposta, giusto? ” continuò l’insegnante, sistemandosi
gli occhialetti sul naso con fare severo.
Ron si bloccò con le orecchie in fiamme.
“Ehm… veramente…”
iniziò titubante, prima di essere interrotto dall'insegnante.
“Weasley, se volevi solo far prendere aria alle
tue corde vocali, hai sbagliato aula… dieci punti in meno a
Grifondoro, così la prossima volta starai
attento.”
A quelle parole tutti i Grifondoro si voltarono
verso di loro con espressioni cupe.
Anche Hermione si era girata furente, fulminando Ron con lo
sguardo.
“Allora ragazzi...” continuò
la professoressa “... per la prossima volta voglio un tema
sulle differenze fra l’incantesimo Diminuendo e
l’incantesimo Reducio …”
Il grattare delle sedie fu il segnale che la lezione fosse
finita.
“Come hai potuto...” sibilò
Hermione a Ron, non appena l’aula fu vuota.
Solo Harry era rimasto indietro ad aspettare
l’amico, anche se si teneva a distanza per paura che
l’amica strillasse anche lui.
“Ci hai fatto perdere dieci punti in un colpo
solo!” continuò arrabbiata.
Ron guardò a terra dispiaciuto.
“Presto ci sarà il compito, ti ho
già avvisato una volta che non ti farò
copiare.” aggiunse la ragazza, incrociando le braccia.
“Ma Hermione, stavo solo...”
Lei lo bloccò “Non mi importa cosa
stavi facendo, non è la prima volta che la McGranitt ti
riprende... adesso scusatemi ma devo parlare con una
persona.” disse freddamente prima di uscire
dall’aula.
“E non vieni a pranzo? ” chiese subito
Harry.
Ma Hermione era già sparita.
Harry e Ron si guardarono sorpresi.
“Non starà parlando di Malfoy, spero!” borbottò Ron, accigliato.
“Che ci fai qui, Granger? ”
Hermione si sentì piccola piccola davanti allo
sguardo indagatore di Theodore Nott.
Ormai erano cinque minuti che girava avanti ed indietro nel
corridoio dove si celava l’entrata della Sala Comune dei
Serpeverde.
“Ho bisogno di parlare con Malfoy... è
importante.” rispose, sostenendo lo sguardo del compagno.
Nott era l’unico Serpeverde che non
l’aveva mai derisa od insultata.
Non si erano mai parlati ma Hermione fu contenta di avere
davanti lui piuttosto che la Greengrass o, peggio, Pansy Parkinson.
Nott sgranò gli occhi.
“Perché lo cerchi qui? Fra poco
sarà ora di pranzo e potrai parlarci in Sala
Grande.” rispose lui, in tono freddo e distaccato, ma per niente
bellicoso.
Hermione lo fissò pensierosa “Speravo
di poterci parlare senza attirare lo sguardo di tutta la
sala...”
Nott la scrutò per qualche secondo, la Granger
sembrava tremendamente seria e poi, dopo quello che gli aveva detto
Draco, meno gente (Serpeverde) li vedeva insieme, meglio era.
“Rimani qui, te lo chiamo.” disse gelido,
prima di voltarsi e sparire dietro l’angolo.
Hermione ringraziò mentalmente che ci fosse
ancora qualcuno, in quella casa, con un pizzico di cervello.
Durante le lezioni aveva trovato la soluzione al suo
problema.
Avrebbe parlato del ricatto a Malfoy, sfruttando il fatto
che Zabini fosse ancora in infermeria.
Aveva detto che l’avrebbe controllata ma non
aveva previsto di dover stare un giorno intero in infermeria, madama
Chips era stata categorica quando l’aveva lasciata uscire.
“Lei può andare, signorina
Granger, invece il signor Zabini rimarrà 24 ore in
osservazione.”
“Ma perché non ci ho pensato prima? ” borbottò fra sé e sé
“Ho perso solo tempo, stasera Zabini sarà di nuovo
in giro...”
“Ciao Mezzosangue, a cosa dobbiamo il disonore di
averti qui?” una voce acuta ed insopportabile la fece
voltare.
“ Oh, no! ” pensò disperata.
Questa non ci voleva.
Pansy Parkinson era davanti a lei, con gli occhi colmi di
disprezzo.
“Ciao Parkinson..." rispose Hermione, fingendo noncuranza.
"Stavo facendo un giretto e sono passata per caso da queste parti!”
Pansy sorrise e la cosa la insospettì parecchio.
“Per caso, dici? ”
“Sì, esatto.” rispose
Hermione con una sensazione spiacevole nel cuore, il sorriso velenoso
di quella serpe non le piaceva per niente.
La Serpeverde iniziò a ridere sguaiatamente.
Hermione iniziò a perdere la pazienza
“Cosa c’è di tanto divertente? ” Se voleva prenderla in giro quel giorno avrebbe trovato
pane per i suoi denti!
“Tu, cara Granger...” rispose
candidamente la Serpeverde “Mi fai ridere... scommetto che
vuoi dire a Draco della foto fatta da Blaise.”
“C...Cosa? ” Hermione sentì
la terra tremarle sotto i piedi.
Lei sapeva...
Il suo piano era sfumato ancora prima che fosse messo in
pratica.
“Sì, Mezzosangue...” disse
Pansy con voce soave ed un'espressione compiaciuta “ So
tutto... quindi adesso ti conviene girare i tacchi ed
andartene. ”
Hermione strinse i pugni, con rabbia.
“Ti ricordo che se Draco venisse a sapere di
questa storia, la foto decreterà la tua
espulsione.” Continuò Pansy, guardandosi le sue
unghie soddisfatta.
“Ma anche quella di Malfoy! ”
puntualizzò Hermione. “Tu non vuoi rovinare la
vita al tuo Dracuccio... vero? ”
Pansy alzò di scatto la testa e
ringhiò astiosa “Non azzardarti a chiamarlo così,
feccia! ” disse a denti stretti. Però la
Grifondoro non si lasciò intimidire.
“Ma non mi rispondi...”
continuò Hermione, felice di aver trovato una scappatoia.
Anche se la sua gioia durò poco. Pansy, infatti, fece un bel
respiro e sorrise nuovamente in maniera sinistra. "Sei una sciocca,
Mezzosangue! " sibilò impettita.
" Devo ricordarti io, che Draco fa
parte di una delle famiglie magiche più antiche e potenti? Anche se lo espellessero, suo padre riuscirebbe comunque a farlo
riammettere a Hogwarts. Non credo che si possa dire lo stesso di
te...”
La Grifondoro sentì la rabbia ribollire nelle sue
vene, quasi avesse lava bollente al posto del sangue.
“Io...” sussurrò, stringendo
i pugni... ma quello che vide in quel momento non le fece finire la
frase.
Malfoy era appena uscito dalla sala comune e la stava
fissando con un’espressione a metà fra il sorpreso
e l’infastidito.
**
Ciao a tutti!!
So che questo capitolo non è un
granché.. è un po' di passaggio
diciamo...
Spero che sia stato
comunque di vostro gradimento...
Non ho avuto il
tempo di rileggerlo, chiedo quindi scusa per eventuali errori di
battitura.
Hermione
sospirò... con quella megera davanti non avrebbe potuto dire
nulla.
“Non
stavo parlando con te, Parkinson! ” sibilò Draco,
gelando il sorriso di Pansy.
Lei
lo guardò offesa “N...Non trattarmi
così...”
Ma
Draco non la degnò di uno sguardo, mentre i suoi occhi
glaciali si posarono su Hermione “Allora? ”
“Hermione,
pensa”disse
a se stessa nel panico“
Inventati una scusa… ma cosa gli dico?… ah
sì...”
“Ero
venuta solo a ricordati che domani abbiamo lezione con
Piton...”
Malfoy
la guardò abbastanza perplesso. Lo credeva forse un
imbecille?
“Sei
venuta solo per questo? ”
“Solo
per questo? ” ridisse Hermione con gli occhi sgranati,
fingendo incredulità. “Carissimo Malfoy, la
ricerca ancora non è finita, prenderemo un insufficienza in
Pozioni se non ci sbrighiamo a completarla.”
esclamò, compiaciuta per l’ottima, quanto
improvvisata, scusa.
Draco
si voltò verso Pansy, che guardava astiosa Hermione con le
braccia incrociate e gli occhi iniettati di sangue.
“Vorremmo
rimanere soli, và via...” disse gelido alla
Serpeverde.
Pansy
tremò di rabbia, Hermione pensò che stesse per
scoppiare proprio lì, nel bel mezzo dei sotterranei.
“SOLI? ” tuonò, facendo risuonare la sua voce acuta per
tutto il corridoio.
“Sì,
soli... dovrebbe essere facile come concetto, anche per una
mono-neuronica come te... e poi non urlare! La tua voce mi
infastidisce...” sibilò lui, velenoso.
Il
labbro della Parkinson tremò vistosamente.
Certo
che Malfoy sapeva essere veramente crudele quando voleva...
Hermione
provò quasi pena per lei.
Grazie
a Ron, aveva provato sulla sua pelle cosa volesse dire essere gelosi e
per di più, gelosi di una persona che si odia.
“Questa
me la paghi, Draco...” sibilò la ragazza, inviperita
“Dico davvero, inutile che fai tanto il superiore... te ne
pentirai... anche te, Mezzosangue, stai in guardia... con oggi hai
firmato la tua condanna! ” disse, prima di scoppiare a
piangere e scappare in Sala Comune.
Non
appena i singhiozzi della Parkinson non furono più udibili,
Hermione si voltò nervosamente verso Malfoy.
“Malfoy,
sei un mostro... lo sapevi? ”
Lui
per tutta risposta ghignò “Un mostro, dici? Quella
è una vipera, io la conosco, non farti commuovere.”
“Sarà...”
ammise lei, “Ma non dovresti comunque trattarla
così.”
“Ah
sì? E perché mai? Io faccio quello che voglio...”
il tono di Malfoy era piuttosto bellicoso.
“Forse
sarebbe meglio non stuzzicarlo.” pensò Hermione,
vedendo il sopracciglio del ragazzo alzarsi più del dovuto.
“Lascia
perdere, non importa.”
Malfoy
le regalò uno sguardo perplesso.
“Allora
Granger, vorrei andare a mangiare... a che ora ci vediamo per finire
questa maledetta ricerca? ”
Hermione
guardò verso l’entrata della Sala Comune dei
Serpeverde, Daphne Greengrass stava uscendo proprio in quel momento.
“Devo
andarmene da qui”pensò
preoccupata.
“Ci
vediamo alle tre in biblioteca... e non tardare! ” si
voltò in fretta e fece per andarsene.
Malfoy,
con una velocità impressionante, le si parò
davanti.
“Non
lo sai che è maleducazione voltare le spalle ad una persona
durante una conversazione? ” esclamò infastidito, ma
nonostante il suo sguardo truce, Hermione non ebbe nessun timore.
“Ma
se tu lo fai sempre. ”
“IO
faccio come voglio...” sibilò lui di risposta,
cercando di intimorirla con uno sguardo. Ma sulla Grifondoro ottenne
solamente l'effetto contrario.
“Be'
anche io... quindi scusami, Malfoy, ma adesso ho fame e me ne vado, ci
vediamo alle tre.”
Hermione
lo superò senza esitazione, sentendo il suo sguardo di fuoco
seguirla fino alle scale.
In
un pomeriggio assolato d’estate, un bel bambino dalla pelle
ed occhi scuri, correva per un lungo sentiero, tra i curati giardini di
un podere.
“Blaise,
non correre, potresti cadere e sporcarti! ”
Disse
una donna altezzosa di indubbia bellezza, che procedeva lentamente ed a
testa alta, poco dietro il bambino.
“Sì
madre, ma quando arriviamo a questo castello? ” chiese il piccolo Blaise,
fermandosi per aspettarla impaziente.
“Manca
poco, dietro quella collina dovremmo intravedere il Maniero. ”
disse lei seriamente, prendendo il figlio per mano. “Adesso,
stai dritto e cammina composto, dobbiamo fare una
buona impressione! ”
Il
bambino sbuffò, annoiato...
Quanto
odiava le buone maniere.
Ma,
arrivati in cima alla collina, Blaise rimase a bocca aperta a guardare
lo spettacolo che gli si presentava.
Tra
le vigne ed i sontuosi giardini, spiccava un’alta costruzione
in roccia.
Imponente,
irraggiungibile, resistente, sicura.
l
colori caldi del sole, che dietro le alte torri stava tramontando,
facevano brillare la costruzione, come se emanasse luce propria.
“E’
bellissimo! ” commentò il bimbo.
“Chiudi
la bocca per favore, è maleducazione.” disse la
madre.
Blaise
chiuse la bocca, un po’ triste.
“Ma...
veramente i Malfoy vivono lì? ”
continuò, con un pizzico di curiosità.
“Sì,
Blaise, ed il figlio di Lucius e Narcissa dovrebbe avere proprio la tua
età, è da tempo che non li vedo.”
“Veramente? " esclamò incuriosito il bambino "Come si chiama? ”
“Draco.”
Blaise
scoppiò a ridere.
“BLAISE! ” sbraitò la donna, seccata “Non
c’è niente da ridere… soprattutto per
il fatto che dovrai diventare suo amico.”
Il
bambino la fissò, stupito “Io con uno che si
chiama così non voglio avere niente a che fare,
madre...”
“Non
dire assurdità! ” commentò gelida la
donna “Sai benissimo chi sono i Malfoy... e se ti dico che
devi diventare amico di Draco, non discutere e fallo! ”
Finì duramente, riprendendo a camminare e lasciandolo
indietro.
Blaise
rimase in silenzio.
Dei
lucciconi brillarono nei suoi occhi scuri, ma non pianse.
“Gli
uomini non piangono mai.” gli ripeteva sempre sua madre.
“Che
sospresa, Isolde! ” commentò freddamente Lucius
Malfoy, dopo che un elfo domestico ebbe annunciato il loro arrivo.
“A
cosa dobbiamo questo onore? ”
“Buonasera,
Lucius, Narcissa.” li salutò elegantemente lei
“Sono venuta a porgevi i miei saluti, visto che spesso il mio
lavoro mi trattiene all'estero..." si voltò verso Blaise "
Ed ho pensato di cogliere l'occasione per presentarvi mio figlio
Blaise.”
Il
bambino li guardò a testa alta, rossissimo in viso,
“Buonsasera signori Malfoy, è un onore
conoscervi! ”
Narcissa
si avvicinò sorridente “Buonasera Blaise..." dopo
avergli accarezzato amorevolmente la testa, si rivolse alla madre
"Complimenti cara, è davvero un bel bambino, educato
egregiamente aggiungerei...”
“Concordo.”
disse Lucius, con dubbio interesse “Non credo che Blaise
conosca il nostro Draco, vero? ”
“No,
signore.” rispose il bambino, impettito.
“Molto
bene allora, DOBBY! ” tuonò ad un elfo che si
trovava poco distante.
“Sì,
padrone? ” chiese questo, con fare impaurito.
“Chiama
immediatamente Draco e digli di scendere. ”
“Subito
signore…” rispose il piccolo elfo, prima di
sparire con un sonoro CRACK.
Poco
dopo un bambino di un biondo quasi niveo, scese elegantemente le ampie
scale che conducevano alla sala da pranzo.
“Mi
hai fatto chiamare, padre? ” chiese, senza degnare gli ospiti
di uno sguardo.
“Sì
Draco, c’è qualcuno che vorrei presentarti, vieni
qui.”
In
bambino biondo attraversò la sala fino a trovarsi davanti a
Blaise e sua madre.
“La
signora Zabini...” disse Narcissa.
“Buonasera
Signora.” Draco le strinse la mano.
“Salve
Draco.” rispose lei, affabile.
Una
punta di gelosia colse Blaise, sua madre non aveva mai usato quel tono
dolce con lui.
“...
e questo è suo figlio Blaise... dovreste avere la stessa
età. ”
Blaise
e Draco si studiarono per qualche secondo, in silenzio.
Poi
Draco fece un passo in avanti e tese la mano.
“Piacere,
sono Draco Malfoy. ”
“Blaise
Zabini, piacere.” rispose l’altro, ancora un
po’ sospettoso ma, nonostante tutto, gli strinse la mano.
“Vuoi
vedere la mia collezione di scope da corsa? ” disse subito
Draco, in maniera altezzosa.
Blaise
guardò la madre.
“Vai
pure...”
Draco
gli fece strada, mentre un timoroso Blaise, lo seguiva titubante.
Era
ormai notte fonda, quando Blaise si svegliò di soprassalto.
Aveva
sentito delle voci nella stanza accanto.
Probabilmente,
sua madre aveva invitato per la notte un altro dei suoi amichetti della
nobiltà.
Si
avvicinò, cauto, alla porta socchiusa.
“…
Sì, oggi ho presentato Blaise al piccolo
Malfoy…” disse la madre a qualcuno.
“Ah,
è com’è il giovane rampollo di Lucius? ” chiese una voce profonda che Blaise non aveva mai sentito.
“Un
sogno, Alberth, il figlio che tutti vorrebbero avere...”
Blaise,
nascosto nel buio del corridoio, sgranò gli occhi.
“Be',
anche Blaise è uno dei bambini più invidiati di
Inghilterra... devi essere orgogliosa di lui. ”
continuò quell’ uomo chiamato Alberth.
“Sì,
ma mai come Draco Malfoy… quel bambino ha una classe innata,
purtroppo niente a che vedere con mio figlio...”
Blaise
strinse convulsamente le pieghe del suo pigiama.
“…
dopo quello che mi ha raccontato Lucius sul bambino, non ho potuto fare
a meno di invidiarlo... ”
“Secondo
me esageri, Isolde, vorresti dire che faresti volentieri a cambio con il
figlio dei Malfoy? ” chiese Alberth con voce scettica.
Un
solo secondo di esitazione... poi, l’attesa risposta
“Sì, Alberth, lo farei. ”
Blaise
non volle sentire altro, in silenzio, attraversò nuovamente
il corridoio buio e si infilò nella sua stanza.
“Maledetto
Draco Malfoy...” sibilò irato.
Come
osava prendere il suo posto nel cuore di sua madre…
Una
lacrima bagnò il cuscino.
“Non
piangere! ” si ammonì da solo.
“Gli
uomini non piangono mai.” gli ripeteva sempre sua madre.
“Ecco
qui il tuo pranzo, Signor Zabini! ”
Blaise
aprì gli occhi.
Si
trovava nel letto dell’infermeria di Hogwarts, con Madama
Chips intenta a posare un vassoio pieno di vivande sul suo comodino.
“Grazie...
ma quando potrò uscire? ” chiese, stropicciandosi
gli occhi.
“Sicuramente
la cena potrai farla in Sala Grande insieme ai tuoi compagni, ora
scusami, ma devo andare alle serre a prendere delle piante curative,
verrò a visitarti per quell'ora. ” rispose gentilmente
la Medimago, prima di lasciarlo nuovamente solo nella stanza.
Era
stato solo un sogno.
Anzi,il
solito sogno, anche se ormai lo chiamava incubo…
Lo
faceva spesso ultimamente. Soprattutto dopo la litigata che aveva avuto
con Draco.
Non
ne aveva mai parlato a nessuno... perché, comunque, nessuno
avrebbe potuto capire…
Infatti,
in tutti quegli anni, Blaise aveva solo finto.
Finto,
per raggiungere il suo scopo…
Ed
al contrario di quello che avevano creduto tutti fino a qualche giorno
prima, Blaise Zabini odiava Draco Malfoy.
Draco
era il migliore in tutto… soprattutto per sua madre.
Una
madre che non ci avrebbe pensato due volte ad abbandonarlo e prendere
lui come figlio.
Lui
amava sua madre, maledizione… ma nello stesso tempo la
odiava.
Ogni
volta che tornava a casa per le vacanze, sua madre invitava spesso
Draco a casa, oppure quando prendeva un brutto voto, lo paragonava
sempre al giovane Malfoy per spronarlo a fare meglio.
Draco
qui, Draco là…
L’esempio
di Draco Malfoy era sempre stato preso in considerazione nella sua vita.
Non
ne poteva più.
Voleva
distruggere con le sue mani, il “figlio ideale” di
sua madre, per poi portarle i pezzi davanti dicendole: “Hai
visto madre? Non è tanto perfetto adesso...”
Quella
storia doveva finire e, finalmente, aveva trovato il modo e la maniera per
togliere a Draco Malfoy tutto quello era stato tolto a lui per colpa
sua.
Per
prima cosa, la sua ragazza: Pansy Parkinson. Non era particolarmente
attratto da lei ma quando Pansy gli si era
“offerta” non ci aveva pensato due volte ad
accettare di frequentarla.
Voleva
che si innamorasse di lui per farle lasciare Draco.
Sapeva
che, per Draco, essere lasciato da una donna fosse la peggior
umiliazione che potesse avere in pubblico.
Poi,
per alcuni eventi sfortunati, Malfoy li aveva scoperti ed aveva lasciato
Pansy.
Così
il suo piano era fallito miseramente, senza contare che Draco gli aveva
lasciato dei “messaggini d’amore” non
indifferenti, sul suo bel viso.
Ora
che la sua maschera “di amico” era crollata, doveva
pensare ad altro per umiliare il perfetto Malfoy.
Ed
ecco la sua seconda occasione.
La
Mezzosangue, Hermione Granger.
All’inizio,
fatta la foto compromettente, aveva deciso di portarla direttamente ai
professori.
Sia
Draco che quella feccia della Granger sarebbero stati espulsi da
Hogwarts… per la sua gioia.
Forse
Draco sarebbe anche stato riammesso a scuola, vista
l’influenza dei genitori... ma il suo illustre nome sarebbe
rimasto comunque macchiato.
Questo
prima gli sarebbe bastato.
Ma
in tutta quella storia aveva scoperto una cosa molto più
interessante che infangare il nome dei Malfoy, infatti, per il tempo in
cui aveva finto di essere amico di Draco, poteva dire comunque di
averlo conosciuto molto bene… e l’evoluzione del
rapporto tra lui ed Hermione Granger non era passata inosservata ai
suoi occhi.
Anche
se Malfoy faceva il duro e lo scorbutico, Blaise si era accorto che non
la guardava più con il disprezzo e l’astio di
prima.
Se
l’avesse allontanata da lui avrebbe avuto la più
dolce delle vendette… lo avrebbe fatto anche soffrire, gli
avrebbe fatto provare cosa significasse sentirsi
“soli”… anche se, per questo, avrebbe
dovuto aspettare a consegnare la foto.
Ma
faceva parte del piano, in fondo ci voleva del tempo prima di
sciogliere il glaciale cuore di quel ragazzo.
Senza
contare la gratitudine di Pansy, convinta che lui stesse facendo tutto
questo solo per lei... e la gratitudine di una procace Serpeverde era
sempre molto gradita per un ragazzo single di diciassette anni.
“Ehh...
caro Draco... ho capito il tuo punto debole ormai...” disse
tra sé e sé, con ghigno crudele.
***
Ciao
a tutti... a volte ritorno... non perdete la speranza! xD
Sperando che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento,
volevo salutare e ringraziare:
_BellaBlack_, Arwen_90, madamina, rose07, Giuliathebest, crhystal,
pei_chan, beal95, Oblivion96, HermyKitty, MaryMatrix & sara
_S_92
Grazie mille, siete troppo dolci...
Inoltre mi scuso con la
dolcissimaElizabeth9: piccola, scusa se ti ho
trascurata!!!! *_*
“Le tre e dieci..." sibilò
accigliato "Quella Mezzosangue è in ritardo come al solito... se non arriva
entro cinque minuti, giuro sul nome dei Malfoy
che…”
Ma
Hermione Granger entrò proprio in quel momento in Biblioteca, interrompendo i
suoi velenosi monologhi.
“Scusa per il ritardo, Malfoy. ” disse freddamente la ragazza, sedendosi
accanto a lui.
“Almeno stavolta lo ammetti! ” rispose lui stizzito, aspettandosi una
rispostaccia.
Ma questa
non arrivò, Hermione aveva iniziato a rovistare nella sua
borsa.
“Ti ho già detto una volta che odio aspettare...” continuò il
Serpeverde.
“Sì, sì, lo so, grazie, risparmiami le tue filippiche. ” tagliò corto lei,
mentre radunava sul tavolo una serie pressoché infinita di
pergamene.
Non vedeva
l’ora di andarsi a sdraiare sul suo letto, la giornata già era iniziata male e,
sicuramente, non sarebbe
migliorata.
Dopo la
"dolce" chiacchierata che aveva auto prima di pranzo, nella quale Pansy
Parkinson era scappata via in lacrime, Hermione si era diretta in Sala Grande
dove solo il suo grande autocontrollo le aveva impedito di strangolare Ron con
la tovaglia.
“Hermione che ti è successo? Oggi sei strana... non sei mai stata così
fredda e scostante con noi! Era Malfoy la persona con cui dovevi parlare prima?
Ti ha fatto qualcosa? ”
L’aveva
perseguitata per tutto il pranzo con quella
storia.
“No, Ron, ho mal di testa oggi e voglio solo essere lasciata in pace. ” Era
stata la scusa ufficiale.
Inutile
parlare con lui, se ci si metteva, Ron poteva essere più petulante della
Parkinson.
Il che era
tutto dire.
Harry
almeno aveva avuto il buon senso di tacere, anche se le occhiate che le lanciava
ogni tanto non promettevano niente di
buono.
Ma la
scoperta agghiacciante della giornata, era stata
un’altra.
Aveva
avuto il sospetto di essere seguita mentre andava a pranzo e lo stesso quando si
era diretta in Sala Comune.
E ancora
ora, per andare in biblioteca, quella fastidiosa sensazione non si era
attenuata.
“Senti, Mezzosangue, la mia pazienza si sta esaurendo...” disse Malfoy con
sguardo truce. “Se ti rodeva, potevamo finire questo schifo di ricerca un’altra
volta. ”
Hermione
lo guardò spazientita “Non mi rode, Malfoy, solo che ho fretta… tieni! ”
Draco si
trovò davanti un pacco di pergamene, tutte compilate
accuratamente.
“Che diavolo sono? ” chiese, con voce atona. Con la Granger ormai era
pronto a tutto.
“Pergamene, è
ovvio. ”
“Ma va? "esclamò Malfoy, alzando un sopracciglio. "Pensavo fosse carta
igienica… Intendevo il contenuto, mi hai scambiato per Paciock per caso? ”
“E’ la nostra ricerca. ” confessò candidamente la ragazza, non prima di aver
lanciato un'occhiataccia al Serpeverde per quello che aveva detto su
Neville.
“La NOSTRA ricerca? " le fece eco ironicamente il compagno "Ma se dobbiamo
ancora finirla! ”
“Mi dispiace doverti contraddire...” rispose Hermione, con aria
compiaciuta “La ricerca l’ho finita io dopo pranzo... volevo avvantaggiarmi con
il lavoro e avevo io tutti i nostri
appunti. ”
Malfoy
rimase per qualche secondo in silenzio, poi aprì le pergamene ed iniziò a
leggerle stupito.
“Controlla che sia tutto giusto.” continuò Hermione, guardandosi intorno
nervosamente.
Ed ecco la
prova reale che il suo istinto non si fosse
sbagliato.
Due tavoli
dopo di loro, Daphne Greengrass faceva finta di leggere un libro, i loro occhi
si incontrarono per un secondo…
Hermione
impallidì quando vide distintamente la Serpeverde sorriderle in maniera
tutt'altro che rassicurante. Era seduta al tavolo con sua sorella minore
Astoria Greengrass, che Hermione aveva visto pochissime
volte.
Sentì il
sangue ribollirle nelle vene. Se c’era una cosa che Hermione non tollerava
minimamente era che qualcuno la controllasse, o peggio, la
spiasse.
Per
fortuna la Parkinson non era con loro, non avrebbe sopportato ulteriori insulti
da quel carlino.
Ad ogni
modo, si sentiva in trappola, braccata come un animale da
caccia.
“Allora che ne pensi? Potrà andare per Piton? ” chiese sbrigativa,
sperando di alzare i tacchi il prima
possibile.
“Non so come tu abbia fatto a finirla in così poco tempo… ma penso che prenderemo una bella E.”
rispose il Serpeverde, piuttosto colpito dal fatto che qualcuno lo avesse preso
di sorpresa su qualcosa. Ci fu un breve attimo in cui Malfoy guardò Hermione
intensamente negli occhi, nessuno sguardo ironico e nemmeno scocciato… La
Grifondoro non seppe dare un nome a quello sguardo... ma bastò ad accartocciare
il suo stomaco.
La paura
di arrossire da un momento all’altro davanti a lui, le fece cercare (affannosamente) un qualcosa di indefinito nella sua
borsa.
Sperò solo
che Malfoy non se ne fosse
accorto.
In più,
l’essere spiata costantemente da quelle Serpi non faceva che renderla
nervosa.
“Bene, sono contenta. " ammise con il fiato corto, prendendo le sue cose "Ora scusami ma devo
proprio andare...” si alzò velocemente, dirigendosi con passo spedito verso
l'uscita.
“Aspetta, Granger...” Malfoy si alzò a sua volta,
inutilmente.
Hermione
ormai era sparita dalla sua
visuale.
Daphne
sorrise compiaciuta.
Il piano
di Pansy e Blaise stava
funzionando.
“ Ehi, Draco! Hai fatto presto!” disse Nott, vedendo rientrare
l’amico nella loro stanza.
“Già...” fu l'unica
risposta.
“Capisco che la Granger sia brava, ma sono appena le tre e mezzo… Io devo
andare ancora all’appuntamento con quella Patil, non capisco perché Piton mi
abbia messo con lei in coppia, potevo tranquillamente farla insieme a Daphne. ” si lagnò Theodore, sbuffando
sonoramente.
“Già…”
Nott alzò
un sopracciglio “Cos’è... la Granger ti ha mangiato la lingua ? ”
“Già...” Malfoy diede un calcione al letto “Quella maledetta! ”
Nott
chiuse la rivista che stava
leggendo.
“Spero che tu non mi abbia risposto veramente, che è successo? ”
“Quella piccola intrigante, non solo ha fatto lei tutta la ricerca, ma
poi si è volatilizzata senza neanche guardarmi in faccia...” sibilò Draco,
rivolgendosi più a se stesso che
all'amico.
“E’ un problema? Di che ti lamenti? Ti ha fatto anche i compiti. ” fece
Nott ghignando.
Malfoy lo
guardò accigliato, non aveva sentito una parola di quello che gli aveva detto
l'amico. “Anche prima di pranzo... ti ha detto che voleva parlarmi di una cosa
importante, giusto? ” continuò Malfoy,
pensieroso.
“Sì, infatti, cos’era? ” chiese subito
Theodore.
“Non ne ho idea! E’ questo il punto, voleva dirmi solo della ricerca...
e poi è praticamente scappata, proprio come poco fa... qualcosa non torna...” Strinse i pugni, ma per
chi lo aveva preso quella Mezzosangue? Per un idiota?
Theodore
riaprì la sua rivista “Non capisco dove sia il problema, meno la vedi meglio è. ”
Malfoy non
rispose.
“Vero? ”
“Sì, sì, tranquillo..." si affrettò a precisare, sotto lo sguardo
accigliato dell'amico "E' che mi sta evitando, Theo... senza curarsi di
nascondermelo e senza una ragione
apparente, visto che ultimamente mi sono comportato bene con lei! ”
“E allora? Tempo fa avresti pagato per questa
indifferenza, che ti è successo? Non è che ti sei preso una cotta per lei? ”
chiese Nott, con un'espressione sempre più
preoccupata.
Draco
saltò come colpito da una scarica
elettrica.
“Non dire cretinate! E' che odio essere evitato... IO dovrei evitarla,
non lei.” fece un po' imbarazzato, spostando casualmente lo sguardo altrove, pur
di non guardare Nott in
faccia.
“ Cogli la palla al balzo, magari le fai paura…” disse Theodore,
riprendendo finalmente a leggere la sua
rivista.
“Paura? ” Draco lo fissò incredulo e poi scoppiò a ridere, una risata ben
diversa da quella spontanea di Hosgmeade “La Granger non avrebbe mai paura di
me… forse di Zabini...”
“E perché no? Sei sempre un brutto e cattivo Serpeverde. ” rispose Theodore,
ammiccando.
“Quanto sei cretino, non so ancora come possa rivolgerti la parola. ”
sibilò Malfoy, anche se un sorrisetto impertinente era nato sulle sue
labbra.
“Ehhh... i misteri della vita. ” Un cuscino
lanciato con violenza mise fine a quella penosa
conversazione.
****
Ragazzi/e,
chiedo
umilmente scusa per il ritardo e per gli errori di questo
capitolo...
Ultimamente sto
passando un periodo di crisi... crisi nera... ho la testa nel
pallone.
non vi saluto
uno per uno, ma siete nel mio
cuore.
GRAZIE
MILLE
Non vi prometto
un aggiornamento celere... ma prima o poi ci
sarà!
Più Theodore Nott
ci pensava, più non gli veniva in mente altra spiegazione
per il comportamento assurdo di Draco Malfoy.
“E’
interessato a lei...”
Ma come poteva essere?
Malfoy interessato alla Granger, ma andiamo!
Eppure per tutto il pomeriggio
e la sera, Draco non aveva fatto altro che starsene sdraiato
sul letto a guardare il soffitto.
Non aveva fatto una piega
neanche quando Blaise, rientrato dall’infermeria, era entrato
in camera per prendere le sue cose. Infatti Piton aveva pensato bene di
spostare il ragazzo di stanza mettendolo in quella di Tiger e Goyle,
per evitare altri problemi tra lui e Malfoy.
Nott si mise il pigiama,
spense la luce e si mise a letto, il suo sguardo vagò dalla
parte di quello che ora era il suo unico compagno di stanza.
“Draco, dormi? ” chiese nel buio.
“No.”
“Qualcosa non va? Puoi dirmelo. ”
“Assolutamente
no. ”
“Mmm…”
Nott fece una faccia scettica
nel buio della stanza. “Pensi alla Granger? ”
Gli arrivò una
rispostaccia seguita da un ... “Che vai farneticando? ”
“Be', sei in uno
stato pietoso da quando sei tornato in stanza oggi pomeriggio, ed a
cena hai mangiato poco e nulla.” rispose l'amico, accigliato.
“Non ho appetito,
tutto qui” rispose Draco, rigirandosi su di un fianco.
Theodore sospirò
“E questo ti costringe a guardare il soffitto da ore? Sembri
sotto Imperio! ”
Si sentì un
frusciare di coperte spostate in malo modo.
“La smetti con
questa storia? Sto iniziando a seccarmi. ” sbottò
Malfoy, con voce tesa.
Anche Nott spostò
le coperte, voltandosi verso il letto del compagno “Sei tu
che devi smetterla con questa storia, nel caso fosse già
iniziata...”
Draco grugnì nel
buio “Non è iniziato proprio niente e non mi
interessa la Granger, cosa non ti è chiaro di questi due
concetti? ”
Theodore sbuffò,
l'unico a cui non erano chiare le cose in quel momento era proprio
Malfoy! Anche se forse sarebbe stato meglio non parlarne visto che,
grazie a Zabini, Draco era più nervoso ed irascibile del
solito in quei giorni. Decise di lasciarlo stare per il momento.
“Niente Draco, meglio dormire…” disse in
un soffio.
Draco fu felice alla
prospettiva di essere finalmente lasciato in pace “Bravo,
dormi che domani c’è Pozioni. ”
Theodore alzò gli
occhi al cielo “Appunto! ” rispose rassegnato.
“Eh? ”
“Niente,
niente. ” si affrettò a correggersi, prima di
scatenare un putiferio a quell'ora.
Il giorno dopo, a Pozioni, fu
la volta delle correzioni delle ricerche.
Furono molti i voti sotto la
sufficienza.
Come da prassi infatti, Ron
aveva iniziato la sua cantilena di proteste per il voto ricevuto.
“Insomma, Harry!
Dove abbiamo sbagliato questa volta per meritarci una S? ”
“Non ne ho idea, Ron,
ma abbassa la voce!” rispose l'amico, guardando la cattedra
preoccupato che Piton li avesse sentiti.
“Eppure pensavo di
aver scritto tutto…”
Hermione si girò a
fulminare gli amici, se avessero fatto perdere altri punti a
Grifondoro, Harry era sicuro che li avrebbe affatturati seduta stante.
“E' inutile, Granger,
sono casi persi i tuoi amici…”
La voce melliflua di Malfoy,
le ricordò che non era più al banco da sola.
“Sono sicuramente meglio dei
tuoi! ” rispose lei a tono.
Draco ghignò
“Ah… finalmente parli! Pensavo che fossi rimasta
sconvolta dalla “E” che
abbiamo preso, è stato il voto più alto della
classe. Pensavo che una secchiona come te fosse abituata. O sbaglio? ”
Hermione tacque.
Aveva deciso di parlare con
Malfoy il meno possibile e solo se fosse stato necessario. Era
l’unica soluzione che aveva trovato, oltre ad essere quello
che volevano Zabini e la Parkinson.
Draco iniziò ad
innervosirsi, era dal giorno prima che la Granger si comportava in
maniera strana e quella mattina ne aveva avuto la conferma.
L’ora di Pozioni era quasi finita e quella stupida frase e
“Buongiorno...” erano state le uniche parole che gli
aveva rivolto.
Lo evitava, anzi, faceva finta
che non esistesse.
Gli vennero in mente le parole
di Nott dette la sera prima:
“… sei in
uno stato pietoso da quando sei tornato in stanza oggi pomeriggio
…”
Che Theo avesse ragione?
Draco scacciò in
malo modo quel pensiero assurdo. Sicuramente era tutto legato al fatto che la Granger stesse nascondendo qualcosa. E lui voleva sapere cosa fosse.
“Potresti anche
rispondermi o ti sei montata la testa Mezzosangue zannuta? ”
gli uscì con cattiveria, anzi, con rabbia.
Non riusciva bene a spiegarsi
(o non voleva? ) perché fosse arrabbiato, ma lo era. Non
poteva essere ignorato come un comune Babbano, non lui, non Draco
Malfoy.
Hermione abbassò
gli occhi, “Non mi va di parlare, tutto qui. E smettila di
chiamarmi in quel modo! ”
“E… tu
smettila di ignorarmi, non lo sopporto! ” gli
sfuggì.
La Grifondoro sentì
il suo cuore accelerare.
“Eh? ” si girò verso di lui con un groppo in gola.
Malfoy si voltò
bruscamente verso la cattedra con uno sguardo scuro.
Anche il suo cuore aveva
accelerato il battito.
“Voglio un
tema sulla Pozione Corroborante e… chiaramente, verrete
interrogati la prossima volta. Spero che vada meglio per chi ha fatto
una ricerca veramente penosa come Potter e Weasley. ”
Piton, nel frattempo, aveva
assegnato la solita montagna di compiti per la lezione successiva e non
si era lasciato sfuggire l’occasione per umiliare Harry e Ron.
Le orecchie di Ron erano
così rosse da far paura, ma nessuno osò dire
nulla, neanche Harry.
Intanto Hermione cercava di
calmare il suo cuore che improvvisamente aveva iniziato a battere in
maniera forsennata.
Non doveva rispondergli, non
doveva chiedere neanche che cosa volesse dire quella frase.
Zabini e la Parkinson erano a
pochi banchi da loro e, quella mattina, Blaise le aveva anche sorriso
prima dell’inizio della lezione, un sorriso
tutt’altro che rassicurante.
Quando suonò la
campanella e il grattare delle sedie fu l’unico suono della
stanza, Hermione prese in fretta le sue cose e fuggì via.
Non che Draco si aspettasse
una reazione diversa ormai, ma la cosa non fece che indispettirlo
ulteriormente.
Nott gli si
affiancò “Allora? A che ora ci alleniamo oggi? ” chiese.
“Alleniamo? ” fece Draco distrattamente, guardando ancora la porta da
cui la Granger era appena uscita.
“Sì
Draco, sai quella cosa che ogni tanto facciamo? ” disse
Theodore scocciato “Hai presente il Quidditch? ”
Malfoy si bloccò
“Ah, sì… facciamo alle quattro al
campo, puoi passare tu parola agli altri? ” borbottò, mentre
raccoglieva pensieroso le sue cose.
“Va bene. ”
Nott guardò l’amico preoccupato, ma non si
azzardò a dire nulla.
“HERMIONEEE!
ASPETTA, NON CORRERE! ” urlò Ron per il corridoio.
La ragazza si
bloccò con il battito del cuore ancora irregolare.
Ron la raggiunse di corsa,
seguito a ruota da Harry.
“Ma come, ci
rimproveri sempre perché corriamo in corridoio e poi scappi
in quel modo? ” fece Ron ironico, cercando di riprendere
fiato.
Hermione si sentì a
disagio “Be', sì… in
effetti… hai proprio ragione Ron, non dovevo
correre. ” disse, stringendo la cinghia della sua borsa. Quel
Malfoy aveva la capacità di farla uscire di testa.
“Perché
sei scappata? ” chiese a bruciapelo Harry, con uno sguardo
indagatore.
Hermione lesse negli occhi
dell'amico qualcosa che la fece agitare “Scappata? No, che
dici? Ero solo sovrappensiero!" buttò li, senza guardarlo.
Ma dentro di lei si fece largo la paura che stesse iniziando a cedere,
a tradirsi. Doveva rimanere calma, o Harry avrebbe sicuramente capito
che qualcosa non andava.
Ma, inconsapevolmente, Ron
venne in suo aiuto.
“Scommetto che hai
fame e volevi correre in Sala Grande per prendere i posti migliori...
Però potevi anche aspettarci! ”
Hermione gli sorrise, grata
della sua ingenuità “E’ vero, Ron, ho
molta fame, andiamo? ” confermò, riprendendo a camminare.
Ron non se lo fece ripetere
due volte “Certo.”
Harry alzò un
sopracciglio, ma non disse nulla.
Hermione nell'ultimo periodo
tra la scuola, doveri di Prefetto, compiti, ricerche e tutto, mangiava
poco e niente.
Il trio si diresse molto
più lentamente verso la Sala Grande, dove li accolse una
festante Ginny.
“Ciao ragazzi! ” squittì lei, prima di saltare al collo di
Harry.
“GINNY! ”
la ammonì Ron.
“Ed ora qual
è il problema? ” sbuffò la ragazza, mentre Hermione
tratteneva un sorriso.
“Sei in pubblico!
Non devi farle certe cose.”
Harry si mise una mano sulla
faccia in segno di disperazione, da quando si era messo insieme a lei,
Ron e Ginny non facevano altro che litigare.
“Certe cose? LUI
dice a ME di non fare certe cose in pubblico? ” Ginny si
gonfiò come un tacchino… ma prima che esplodesse
Harry la trascinò lontano dal fratello “Ehi, ci
sono due posti laggiù, forza Ginny, muoviamoci prima che ce
li prendano! ”
“Ci vediamo dopo
ragazzi.” disse poi, sorridendo nervosamente agli amici.
Hermione ridacchiò
mentre la coppia più invidiata di Hogwarts si sedeva alla
fine del tavolo, con Ginny che continuava a lanciare sguardi torvi al
fratello ed a gesticolare arrabbiata.
Inaspettatamente Ron la prese
per mano.
“Oggi
c’è più confusione del solito, vieni, ho visto due posti vicino a Dean e Seamus.” disse,
tirandola delicatamente da una parte.
“Ok.”
Hermione seguì
bonariamente l’amico, quando con lo sguardo
incrociò due occhi chiari e pungenti.
“Hai visto, Draco? ” sibilò Theodore all’amico
“Non c’è proprio possibilità
che due come voi stiano insieme, la Granger è innamorata di
Weasley, guarda… si tengono anche per mano, che
carini.” finì, studiando la sua reazione.
“Chi ti ha chiesto
niente...” gli rispose Draco tagliente, dirigendosi verso il
tavolo dei Serpeverde.
Hermione distolse lo sguardo,
turbata.
“Perché
continua a guardarmi in quel modo? Perché prima mi ha detto
quella cosa? ”
Malfoy intanto si era seduto
vicino a Nott e Goyle, il suo sguardo però era fisso sul
tavolo Rosso-Oro.
“Non sapevo che la
Mezzosangue se la facesse con Pel di carota. ”
sghignazzò Goyle, dando una gomitata a Draco.
Gli occhi di Malfoy divennero
ancora più sottili.
Vide Ron ridere di gusto ed
Hermione dargli un pizzicotto in maniera affettuosa prima di ridere
anche lei. Vederla così serena e sorridente gli fece venire
in mente il pomeriggio passato ad Hosmeade, a quanto avevano riso
insieme e senza motivo.
Una gran rabbia lo
assalì, facendolo alzare rumorosamente.
“Draco, che hai? ” chiese Goyle, fissandolo sorpreso.
Nott lo guardò
preoccupato, sapeva benissimo che cosa avesse l’amico.
“Non ho fame, me ne
vado. Ci vediamo all’allenamento. ” rispose lui tra i
denti.
Detto questo, si
voltò e si diresse all’uscita.
Da un angolo del tavolo Verde
- Argento, Blaise Zabini alzò la sua coppa di succo di zucca.
“Salute Draco, fra
poco esploderai… ed io sarò lì a
gustarmi lo spettacolo! ” sibilò compiaciuto.
*****
Ciao
a tutti!!
lo
so, sono sparita... ma non sono riuscita ad andare avanti con la storia
per un po' di tempo.. e subito dopo mi si è riempito il pc
di Virus.
Alcuni
di voi hanno chiesto nelle scorse recensioni cosa mi fosse accaduto..
be', a luglio è morta improvvisamente mia madre e mi ha
lasciata sola.
Oltre
al vuoto che sento, mi sono trovata improvvisamente con: bollette da
pagare, affitto e chiaramente ho un lavoro precario che fra un mese
potrebbe non esserci più.
Sono
stata molto male all'inizio, ora - piano piano - mi sto riprendendo...
anche grazie a tanti amici ed al mio ragazzo. Ma, come avrete capito,
non ho molto tempo per scrivere.
Non
lo dico per giustificarmi, amo scrivere e almeno un mio piccolo sfogo
voglio concedermelo, la storia la finirò, PROMESSO, ma gli
aggiornamenti non saranno regolari, o almeno, non come prima..
Vi
chiedo scusa -
Spero
che comunque la storia continui a piacervi e ringrazio tutti coloro che
mi hanno lasciato un commento e chi ha messo la storia tra i
preferiti... (148 utenti, davvero non me lo aspettavo) GRAZIE-
Grazie
anche per i messaggi di incoraggiamento... siete carinissimi/e.
Draco
Malfoy diede un pugno al muro del corridoio. “Che
cosa mi è preso prima? Che cosa mi sta succedendo?” Non
era mai stato così agitato in vita sua, così
nervoso, così irascibile. Da
qualche giorno sembrava che le sue emozioni avessero preso il
sopravvento su di lui. Decise
di farsi una doccia, doveva assolutamente capire da cosa dipendesse il
suo stato d’animo e superarlo. Non doveva essere
così vulnerabile,non
potevapermetterselo. Entrò
distrattamente nella Sala Comune dei Serpeverde, ma un avviso attaccato
nella bacheca attirò ugualmente la sua attenzione. “Oh,
merda…” imprecò leggendolo
“Cos’è questa assurdità? Il
mondo sta iniziando a girare al contrario!” borbottò,
prima di infilarsi nella sua stanza sbattendo la porta.
“Signorina
Granger! ” Hermione
si voltò, sentendosi chiamare. Era appena uscita insieme a
Ron dalla Sala Grande quando Minerva McGranitt le fece un cenno da in
fondo al corridoio. “Sì,
professoressa? ” La
donna si avvicinò a grandi passi “Ho messo stamani
degli avvisi in ogni bacheca di ogni Sala Comune, lo avete
già letto per caso? ” chiese, schioccando la
lingua. Hermione
la guardò sorpresa “Non ancora, di cosa si tratta? ” L’insegnante
si sistemò meglio gli occhialetti sul naso adunco
“Forse è meglio che veniate nel mio
ufficio. ” “Anche
io? ” chiese Ron, aggrottando le sopracciglia. La
professoressa si voltò “Sì, Weasley,
riguarda tutti i Prefetti, seguitemi. ” Ron
ed Hermione si lanciarono uno sguardo perplesso, prima di seguirla nel
suo ufficio.
“HARRY,
dove diavolo sei in un momento come questo…
HARRY!!! ” Ron
entrò in Sala Comune come una furia. Harry
era seduto vicino al fuoco, in procinto di iniziare la montagna di
compiti assegnati. “Sono
qui, Ron… e fino a prova contraria, sei tu che sei sparito
dopo pranzo! ” rispose, un po’ imbronciato. Ron
si avvicinò con le sopracciglia aggrottate
“Sì, hai ragione, ma sono stato chiamato con
Hermione nell’ufficio della McGranitt. ” L’espressione
del compagno cambiò radicalmente. “Eh? Che hai combinato? ” chiese, con un filo di preoccupazione. “Niente,
ovviamente. " rispose Ron, guardandolo male "Voleva solo comunicarci
alcune decisioni che il corpo insegnanti aveva preso riguardo noi
Prefetti. ” Harry
non riusciva a seguirlo. “Scusa,
ma perché hai quella faccia? Ti hanno tolto la spilla di
Prefetto per la tua pessima media? ” buttò li, per
farlo parlare. Ron
si rabbuiò “Pessima media? ” “Dai,
scherzavo, vuoi dirmi o no di che si tratta? ” rispose Harry,
con un mezzo sorrisetto. “E’
una tragedia…” Ron si sedette nella poltrona
accanto all'amico e si mise a raccontare tutto quello che la McGranitt
aveva detto a lui ed Hermione.
Hermione
si sdraiò sull’erba umida del parco, aveva deciso
di fare un bella passeggiata fino al Lago Nero per prendere una boccata
d’aria. Il
suo cuore aveva preso a battere in maniera frenetica, ormai non
riusciva più a controllarlo. Chiuse
gli occhi, riesaminando mentalmente l’incontro avuto con la
McGranitt pochi minuti prima.
“Siete
la prima coppia di Prefetti a cui lo comunico verbalmente,
convocherò le altre fra oggi e domani… allora
ragazzi, dopo una riunione molto lunga, abbiamo deciso di cambiare le
coppie di Prefetti per le ronde notturne e per la sorveglianza delle
aree proibite.” “Cambiare? ” aveva detto subito Ron, preoccupato che gli avrebbero
tolto la sua preziosa spilla, per darla a qualche novellino con dei
voti migliori dei suoi. “Sì,
ma nel senso di mischiare i Prefetti delle diverse Case. ”
continuò la donna. Hermione
aveva trattenuto il fiato, sperando proprio di aver capito male. “Infatti
abbiamo estratto a sorte e messo in ogni Sala Comune l’avviso
con le nuove coppie. ” “Mi
scusi, Grifondoro insieme a chi è stato sorteggiato? ” aveva chiesto preoccupata la ragazza. Ed
ecco l’attesa risposta: “Serpeverde.”
“Hai
capito la gravità della cosa? ” disse Ron,
alzandosi nervosamente ed avvicinandosi alla bacheca, “Non ho
potuto dire niente, ma sono disperato! ” Guardò
l’avviso, quasi sperando che questo sparisse:
Coppie
Prefetti sorteggiate per le ronde notturne e sorveglianza:
Pansy Parkinson (Serpeverde) – Ronald Weasley
(Grifondoro)
Pansy
arricciò il naso mentre guardava la bacheca. “Non
solo il MIO Draco dovrà stare in coppia con quella
feccia…” disse affranta. “Ma
io dovrò stare insieme a quello straccione di
Weasley...” finì con disgusto. Blaise
la guardò divertito. “Su
Pansy, ti potresti divertire un po' con quel sempliciotto, non essere
così tragica.” Pansy
lo guardò come se fosse impazzito “Divertire ? Io
non voglio neanche vederlo!” rispose, incrociando le braccia. “Be'
dovrai farlo comunque, tanto vale che ne approfittiamo.” disse
Blaise, facendole l’occhiolino. Pansy
aggrottò le sopracciglia vedendo Zabini sogghignare
“Approfittarne dici, e come? ” chiese, scettica. “Sempre
per il fine del nostro piano, ricordi Weasley di chi è amico? ” Pansy
si illuminò “Oh! ” “Sarà
divertente, vedrai, fai come ti dico ed andrà tutto
bene.” continuò il ragazzo, avvicinandosi e
bisbigliandole qualcosa nell'orecchio. "...
ti spiegherò il resto quando servirà! " aggiunse,
una volta allontanatosi da lei. Pansy
lo guardò un po' sorpresa ma gli sorrise “Se la
metti così… forse hai ragione, mi
divertirò un po' con lui e farò come mi hai
chiesto."
“Ehi,
ma ti sei addormentata? ” una voce famigliare fece sobbalzare
Hermione dalla paura. “Ron! Sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo! ” disse,
mettendo una mano sul petto. L'amico
la guardò accigliato “Scusa, ma non mi aspettavo
di vederti sdraiata sull’erba e con gli occhi chiusi, siamo a
Novembre non a Giugno.” Hermione
sospirò “Sei venuto a parlarmi di quello che ha
detto la McGranitt? ” chiese, sapendo già la sua
risposta. Ron
si mise accanto a lei, con un'espressione cupa
“Già...” Hermione
si tirò su e si mise a sedere più composta
“Non possiamo opporci, lo sai. ” “Sì,
lo so." rispose Ron con un strana espressione "Ma mi è venuta
un'idea, e volevo chiederti un favore.” Lei
lo guardò interrogativa “Un favore? Dimmi
pure.”
“Ehm…
Pansy? ” disse timidamente Daphne, affacciandosi nella sua
stanza. “Dimmi
cara.” cinguettò lei, mentre era intenta a passare
lo smalto sulle sue chilometriche unghie. “Ci
sono due Grifondoro davanti alla nostra Sala Comune, vogliono parlare
con te e Draco.”
“Come? ” disse Draco, alzando un sopracciglio “Chi
c’è in corridoio? ” Nott
si rabbuiò " Daphne dice che ci sono Weasley e la Granger e
che vogliono parlare con te e Pansy.”
Hermione
continuava a torcersi le mani, aveva accettato con sollievo la
soluzione che Ron le aveva proposto, ora la cosa più
difficile sarebbe stato motivare e far accettare la loro proposta sia
alla Parkinson che a Malfoy. Sentì
il cuore scoppiarle nel petto. Neanche
avesse dovuto tenere un discorso davanti a tutta Hogwarts. Ron
non sembrava più tranquillo di lei, continuava a girare
intorno alla compagna come uno squalo che ha avvistato la sua preda,
aveva le orecchie di una delicata sfumatura cremisi. “Ma
quanto ci mettono ad uscire? la Greengrass è entrata da
più di cinque minuti ormai.” disse nervoso
all’amica. Hermione
sospirò, ci si doveva mettere anche Ron ad agitarla
“Porta pazienza, magari erano occupati… e mi
raccomando, non essere scortese come tuo solito, ricordati che se
accetteranno ci faranno solo che un favore.” Ron
la guardò offeso “Io non sono mai scortese! ” Hermione
sorrise fra sé e sé “Certo, come
no.” Il
rumore dei tacchi di Pansy li fece voltare entrambi. “Ci
siamo!!”pensò. Pansy
si avvicinò con una strana espressione in viso. Hermione
si era ripromessa di essere gentile, qualsiasi provocazione avesse
ricevuto. “Ciao
Parkinson.” fece in tempo a dire prima che dal ritratto
uscisse Malfoy con una faccia persino peggiore della compagna. “Si
può sapere che vuoi, Granger? ” disse, senza
lasciarle il tempo di dire niente “Ti sei portata la guardia
del corpo stavolta! Hai fatto bene, ma non ti sei dimenticata anche San
Potter? Attenta che potrebbe esseregelosodi
te e Weasleyuccio! ” Il suo sguardo non prometteva niente di
buono. Pansy
rise sguaiatamente, merlino come odiava la sua voce… quasi
pensò di girare i tacchi ed andarsene, ma non lo fece. Ron
lo fulminò con lo sguardo “Senti
furetto…” ma fu bloccato subito da Hermione. “No
Malfoy, io e Ron volevamo semplicemente parlarvi.” disse con
voce sicura, ma le sue mani tremavano. “Bene
allora, cosa volete? ” chiese Pansy, incrociando le braccia.
Hermione
spiegò accuratamente la loro proposta, sembrava quasi che si
trovasse a lezione. La
Parkinson e Malfoy la ascoltarono guardinghi, all’inizio con
un’espressione scettica che piano piano lasciò il
posto ad un’espressione di puro sbigottimento. “Come
scusa? ” disse Pansy non appena la ragazza ebbe finito,
“Vuoi scambiare le coppie? ” “Sì,
visto che le nostre Case dovranno pattugliare insieme, io e Ron
volevamo proporvi uno scambio di partners. Io sarei in coppia con te,
mentre Ron con Malfoy, chiaramente la McGranitt ancora non lo sa. Se
per voi va bene possiamo andare nel suo ufficio a chiederle il
consenso.” Draco
squadrò Ron con un’espressione assassina. “E
perché? Se è lecito saperlo.”
sibilò poi, verso la ragazza. Hermione
lo guardò negli occhi, sapeva che glielo avrebbero chiesto
“Perché penso che queste coppie siano
più equilibrate, tutto qui! ” Malfoy
la guardò con uno sguardo indecifrabile “Balle,
Granger, etu
lo sai,hai
semplicemente paura di stare in coppia con me…
ammettilo! ” esclamò, indicando la Grifondoro. Hermione
strinse i pugni “Non dire assurdità, non mi fai
nessuna paura.” mentì, sperando di essere
convincente. Ron
accorse in suo aiuto “Veramente l’ho proposto io ad
Hermione. ” annunciò, mettendosi davanti all'amica. Draco
lo fissò, gelido. “Gelosia? ” chiese con un ghigno. Ron
fece un passo avanti, fino a trovarsi faccia a faccia con il Serpeverde. “Precauzione,sarebbe
il termine più giusto, visto che di te non ci si
può fidare...” rispose, imitando il tono del
compagno. Prima
che Malfoy gli lanciasse una maledizione senza perdono, Hermione si
mise tra i due ragazzi e spinse Ron da una parte. “Non
mi sei sembrato molto cortese, o sbaglio? ” disse piccata. Pansy,
che stranamente era rimasta zitta per tutto il tempo, sorrise divertita
“Non maltrattarlo, Granger, tanto la mia risposta èno! ”
comunicò, con voce altezzosa. Sia
Malfoy che i due Grifondoro si voltarono verso di lei. “…
per due motivi...” continuò la Serpeverde “
numero uno: Non voglio assolutamente stare in coppia con te, offenditi
pure, ma almeno Weasley per quanto straccione è pur sempre
un purosangue…” A
quelle parole Ron fece per risponderle, ma Hermione lo zittì
con una gomitata. “…numero
due : Non ho voglia di perdere tempo nell’ufficio della
Megera McGranitt per supplicarla di fare una cosa di cui non me ne
importa niente! Ora scusatemi ragazzi, ma devo dare un’altra
passata di smalto." Hermione era senza parole, la lasciò quindi rientrare, felice e giuliva, nella sua
Sala Comune. Da quando non le importava niente di Malfoy? E
soprattutto, visto il ricatto di Zabini, perché le stava
dando la possibilità di stare con lui? Per torturarla, era
ovvio! Ma se non fosse stato solo questo? Anche
Draco si voltò per andarsene “Mi dispiace, Granger,
ma dovrai stare in coppia con me che tu lo voglia o no! ”
disse ghignando, primasparirecon uno
strano luccichio negli occhi che alla ragazza non piacque per niente. Il
loro piano era fallito e per di più Malfoy, anche se magari
stava scherzando, aveva colpito proprio nel segno… Hermione
non aveva paura di stare in coppia con lui… ne era
terrorizzata.
*****
Eccomi qui, ciao a tutti
!! Ho cercato di fare
presto stavolta, anche se il prossimo non so quando potrò
scriverlo. Vi ringrazio di cuore
per tutti gli incoraggiamenti che mi avete scritto, siete molto dolci.
E vi confesso… che qualche lacrimuccia l’ho
versata quando ho letto i vostri commenti. Il
“grazie” non basterebbe in realtà. Vorrei salutarvi uno per
uno, ma non ne ho la possibilità. Un bacio a tutti
e… volevo dire qualcosa a chi, da quello che ho letto, sta
vivendo il mio stesso dolore. “Ogni cosa
cara che perdiamo e si allontana da noi, sempre ritorna più
intensa e viva nel nostro cuore, a guidare la nostra vita.”
(f.Cappelli) E’ una frase
che ho letto e mi ha fatto riflettere, ve la dedico… Alessandra.
Capitolo 14 *** Questo... cosa diavolo vuol dire? ***
D. come Draco, M. come
Misogino Cap.
14°
"Andiamo,
Ron! " sussurrò Harry, prendendo schifato un bruco morto
dal vasetto
sul banco, dove erano intenti a preparare una Pozione Restringente per
Piton.
“Non
starai ancora pensando alla ronda di stasera? ”
Ron
abbassò lo sguardo “Sì, miseriaccia! ”ammise, a bassa voce.
“Non
riesco a pensare ad altro, maledetta Parkinson! So già che
sarà orribile passare quelle ore insieme a lei! ”
“Ma
dai… sarà solo una ronda, vedrai che
passerà presto e non succederà niente.”
“Lo
spero Harry, ma non ne sono così sicuro.” rispose
Ron, guardando la pozione che bolliva.
Un
banco avanti al loro…
“Passami
il succo di sanguisuga, per favore.” comandò Hermione, con tono professionale.
Malfoy
prese il vasetto “Mi ricordi quando abbiamo la nostra ronda? ” chiese invece, guardandola furbamente.
Hermione
alzò un sopracciglio, sentendo sorpresa il suo cuore
perdere un battito.
“Domani,
credo…” disse nervosamente cercando di nascondere
il suo
coinvolgimento, non riusciva a pensare ad altro, altro che
“credo”.
Malfoy
ghignò, guardando Hermione strappargli di mano il vasetto e
aggiungere l’ingrediente alla pozione.
“
Be', mi aspettavo molto di più dalla tua
memoria…” disse sussurrando, anzi,
sibilando…
Hermione
sussultò “L’avviso e gli orari sono
arrivati anche a te, no? Non vedo perché dovrei
ricordartelo io.” rispose nervosa.
Perché
mai si stava agitando così tanto? Si chiese, mentre
sentiva la collera montare in lei e le mani tremarle.
Era
una semplice provocazione, una delle tante che Malfoy utilizzava per
farle perdere il controllo da che lo conosceva. Perché
questa volta non
riusciva a calmarsi?
“Perché
ti scaldi tanto? ” chiese Malfoy, seguitando a
ghignare. Si
vedeva lontano un miglio che si stava divertendo da morire.
“Può
capitare a tutti di sbagliare…”
Hermione
lo guardò storto “Di cosa stai parlando? ”
“Della
pozione, ovviamente…”
Hermione
guardò confusa il calderone.
“Accidenti! ” sussurrò pallida “Ho messo il succo
di sanguisuga prima delle radici di margherita! ”
“Eh
sì, Granger…” confermò Malfoy sospirando.
Gli
occhi di Hermione saettarono verso di lui “Perché
diamine non mi hai fermata? ”
Maltoy
alzò le spalle, con espressione angelica.
Hermione
guardò terrorizzata la pozione cambiare colore.
“Oh,
cavolo! E adesso come posso invertire il processo chimico? ”
disse, prendendo febbrilmente il libro.
Malfoy
la osservò tranquillo.
“E’
semplice…” iniziò pomposo.
“Basta
aggiungere subito la milza di ratto. ”
La
ragazza sgranò gli occhi, “Come lo sai? ” chiese scettica.
“Non
ti fidi? Guarda bene, ragazzina…” Malfoy
inserì l’ingrediente e la pozione
ritornò in pochi secondi al colore originario.
Hermione
era senza parole.
“Non
mi ringrazi? ” disse sfiorandole il braccio, facendola
tremare dalla testa ai piedi.
La
scena però… non era rimasta inosservata.
“Giù
le zampacce da Hermione, furetto! ” sussurrò con
forza Ron, con le orecchie in fiamme e lo sguardo assassino.
Harry
lo strattonò, preoccupato “Abbassa la voce
…” non fece in tempo a dire,
prima che gli occhi di Piton si posassero su di lui.
“SILENZIO! ” tuonò infatti il professore, minaccioso.
“POTTER,
WEASLEY! Un altro rumore e vi caccio fuori! ”
sibilò, lanciando uno sguardo pericoloso ad Harry e Ron.
Hermione
rivolse uno sguardo carico di odio a Malfoy, che gongolò,
finendo la pozione.
Un’ora
dopo...
Hermione,
Harry e Ron, entrarono in Sala Comune.
“Menomale
che è finita… oggi è stata
più dura del previsto! La sola fortuna è
stata quella di non avere troppi compiti assegnati grazie alla partita
contro i Corvonero.” disse Harry, distrutto nel corpo e nella
mente.
Si
accasciò sulla prima poltrona libera.
Ron
si mise in quella accanto all’amico, Hermione di fronte.
“Per
te è finita amico…” disse Ron lagnoso
“Per me il peggio deve ancora cominciare!”
Hermione
lo guardò, sapeva benissimo cosa lo preoccupasse,
l’ansia di quello che l’attendeva il giorno dopo le
strinse il petto.
“Ron,
lo so che non è piacevole...” iniziò,
cercando di sembrare naturale e
distaccata “Purtroppo dobbiamo fare buon viso a cattivo
gioco! ”
“Buon...
che? ” sbottò Ron, confuso.
Harry
ed Hermione si guardarono e sorrisero.
“E’un
detto babbano.” spiegò Hermione, con il suo
solito tono saccente
“Vuol dire che anche se la cosa non ci piace, non dobbiamo
lamentarci e
portare avanti il nome dei Grifondoro con onore.”
Harry
sorrise, quella che aveva davanti era la loro Hermione di sempre, che
avesse sbagliato ad avere dei sospetti su di lei? Magari il
suo“cambiamento” era stato solo una cosa passeggera.
“Onore? ” disse Ron, affranto “Subire passivamente due ore
di insulti, ti sembra onorevole? ”
Harry
si intromise “Conoscendoti, non credo che rimarrai
passivamente a
subire, penso che tornerai senza voce! ” scoppiò a
ridere senza ritegno.
Anche
Ron iniziò a sghignazzare.
“RON! ”
tuonò Hermione “… se vi azzardate a
svegliare qualcuno o farvi
riprendere dai professori, giuro che non ti rivolgerò
più la parola! ”
finì stizzita.
Ma
l’occhiata che gli regalò l’amica, gli
fece intuire la risposta.
“Sei
pronta, Pansy?” Blaise Zabini fece capolino alle spalle
della ragazza,
seduta accigliata davanti al fuoco verde della loro sala comune.
Pansy
lo guardò con sufficienza “Ho avuto la
possibilità di cambiare partner,
spero che almeno ne varrà la pena! ” disse,
perplessa.
Blaise
sorrise beffardo “Ma certo, cara.” disse, mettendole
un braccio intorno
alla vita “Basterà che tu faccia un po' la carina
con lui e…” le
sussurrò piano delle parole all'orecchio.
“Sei
sicuro? Capirà che c’è
qualcosa sotto …” chiese lei, con gli occhi
sgranati.
“
Chi, Weasley? Non è certo l’emblema della
perspicacia… andrà bene,
vedrai…”
Zabini
le sorrise dolcemente, posando delicatamente le labbra sulle sue.
“No! ” lei lo respinse, “Siamo in sala
comune!”
“Da
soli…” le fece notare lui.
“Potrebbe
tornare qualcuno, il coprifuoco sta per scattare.”
Blaise
si allontanò, infastidito da quel rifiuto “Va bene,
Pansy.” disse,
nascondendo la sua irritazione “Comunque non preoccuparti,
vedrai che
andrà tutto come IO ho previsto.”
Pansy
lo guardò nervosamente, Blaise a volte riusciva a metterla
in soggezione almeno quanto Draco, anzi, forse peggio.
“Ok,
farò come hai detto.” distolse lo sguardo dai
suoi occhi per portarlo
sulle fiamme ardenti “ Quello che voglio è
Draco... e sono disposta a
tutto pur di farlo tornare da me! ”
Hermione
sciolse i capelli e si infilò la sua vestaglia azzurra.
Non
era riuscita a studiare nulla per tutta la sera, Ron inoltre era uscito
per la sua ronda con un’aria afflitta, degna di
un’esecuzione capitale;
inutile dire che il pensiero che il giorno dopo sarebbe
“toccato a
lei”, le aveva occupato la mente per tutto il pomeriggio e la
sera.
Le
compagne dormivano alla grossa, ma lei non aveva sonno, si
avvicinò
alla finestra dove una pallida luna illuminava il paesaggio
spettacolare delle montagne.
“Non
posso credere che stia iniziando a provare qualcosa per
lui…” pensò disperata osservando il
cielo.
“E’ il
nostro peggior nemico… è il mio peggior
nemico.”
Era
così presa, che non si era accorta di un gufo nero che aveva
iniziato a svolazzare davanti alla sua finestra.
Quando
lo vide il cuore le si fermò per la paura. Aprì
silenziosamente la
finestra, non appena vide un biglietto legato ad una delle zampette
dell’animale.
“Vieni
qui! ” sussurrò tendendo il braccio, il gufo non
ebbe esitazione, si
appollaiò sul suo braccio sinistro e le permise di sfilare
il messaggio.
Subito
dopo riprese immediatamente il volo, segno che il mittente non
aspettava risposta.
Hermione
si voltò preoccupata verso Lavanda, il suo leggero russare
si era
interrotto per un momento, ma poi la ragazza si era voltata su di un
fianco, continuando a dormire profondamente.
Di
chi poteva essere quel messaggio?
“Che
sia suo? ” solo quel pensiero le fece battere il cuore in
maniera forsennata.
Ma
il gelo l’assalì aprendolo.
“Cara
Granger, domani sera ci sarò anche io al vostro romantico
appuntamento…
vedi
di fare la brava.”
B.Z.
“Cosa
si è messo in testa? ” sussurrò con
rabbia, prese il biglietto e se lo ficcò in tasca.
Ci
si doveva mettere anche quel viscido di Zabini a complicare le cose,
non solo stava iniziando a provare dei sentimenti per il suo peggior
nemico, ma doveva subire un ricatto da uno dei Serpeverde
più vili e
spregevoli.
Prese
il libro babbano che aveva iniziato da qualche giorno.
“1984” di George
Orwell, “Devo distrarmi un pochino o impazzirò se
vado avanti di questo
passo, magari una bella lettura mi conciglierà il
sonno.” pensò,
dirigendosi silenziosamente verso le scale, facendo ben attenzione a
non svegliare le compagne.
Si
rese conto solo alla fine della rampa di scale che portavano alla sala
comune, che questa non era deserta come pensava.
Harry
e Ginny fecero capolino da dietro uno dei divani rossi.
“Oh,
scusate ragazzi.” disse imbarazzata “Non pensavo che
ci fosse ancora qualcuno sveglio.”
Harry
era rosso come un pomodoro maturo, Ginny invece era tranquilla.
“Ciao
Hermione... non preoccuparti, menomale che sei tu e non Ron! ” disse
sorridente. “Anzi, fra poco tornerà,
sarà meglio che non mi faccia
trovare qui” si alzò, dando un bacio sulla guancia
ad Harry ed
avviandosi verso le scale.
“Notte
Hermione.”
“Buonanotte,
Ginny.” rispose lei, sorridendole e avanzando verso il fuoco.
Harry
era ancora seduto sul divano, un po' imbarazzato.
“Hermione,
sarebbe meglio che non dicessi a Ron quello che hai visto poco
fa.”
disse, non appena l'amica si mise nella poltrona affianco a lui.
Hermione
aprì il suo libro con un leggero ghigno stampato sulle
labbra. “Visto? Io non ho visto proprio nulla! ”
Anche
Harry sorrise “Grazie.”
Stava
per alzarsi per andare a dormire, quando notò ai piedi del
divano un biglietto accartocciato.
“Forse
è caduto a Ginny.” pensò, aprendolo
distrattamente.
“Cara
Granger, domani sera ci sarò anche io al vostro romantico
appuntamento…
vedi
di fare la brava.”
B.Z.
Gli
occhi gli si dilatarono per lo stupore.
Sì
voltò verso l’amica, pallido in viso e con un'
espressione cupa.
“Questo...
cosa diavolo vuol dire? ”
****
Dopo 6 mesi,
sono tornata. E’
un capitolo cortissimo, lo so... e vi chiedo scusa… ma devo
riprendere la mano. Sono
mesi che non scrivo. Sob… Ringrazio
tutti coloro che hanno commentato il capitolo precedente. Grazie! Spero
che, nonostante tutto, la storia stia continuando a piacervi. Non
preoccupatevi, non dovrete aspettare altri 6 mesi per il prossimo
aggiornamento e vi prometto un capitolo più lungo. Un
bacio grande. Alessandra.
Hermione,
inizialmente, non capì nemmeno che Harry si stesse riferendo
a lei.
“Uhm? ” borbottò, continuando a leggere assorta.
“Hermione,
spiegami cosa vuol dire: Cara Granger, domani sera ci sarò
anche io al vostro romantico appuntamento…”
La
ragazza si sentì gelare “C...Cosa? ”alzò lo sguardo, incontrando gli occhi verdi e
furenti di Harry. Infilò meccanicamente la mano destra in
tasca per cercare quello che, chiaramente, ormai si trovava nella mano del
suo amico.
“B.
Z.” Continuò lui arrabbiato “Starebbe
per Blaise Zabini, immagino… che diavolo c’entra
con te? ”
“Aspetta,
Harry, lasciami spiegare.”
“Cosa
vuol dire appuntamento romantico? Hai una storia con Malfoy? ”
Hermione
stava entrando nel panico, ed ora cosa avrebbe potuto fare? Non poteva
mentire ancora all’amico dopo tutte le bugie che gli aveva
detto, non sapeva neanche se l’avrebbe perdonata solo per
quello che stava per raccontargli.
“Io
mi fidavo di te! ” disse lui distogliendo lo sguardo, deluso
“Speravo di sbagliarmi, ma questa volta lo sapevo che
qualcosa non quadrava. Eri troppo strana in questi giorni, non sembravi
neanche più tu! ”
Hermione
si sentì un verme. Harry già sospettava qualcosa? Le vennero in mente tutte le bugie che aveva detto ai suoi amici in
quei giorni.
“Ora
voglio assolutamente che tu mi dica la verità Hermione,
pensavo che ci tenessi alla nostra amicizia! ”
“Ma
certo che ci tengo! ” rispose lei con forza, tenendo
comunque la voce bassa, vista l’ora. “E’
proprio per questo che non vi ho detto nulla.”
Hermione
cercò di controllarsi e raccontò all'amico tutto
per filo e per segno, dal ricatto alla foto, dai pedinamenti alle
minacce via gufo. Però sorvolò completamente
l’argomento “Malfoy-forse-mi-piace”. Il
cuore di Harry sicuramente non avrebbe retto a tanto, e neanche il suo
se l’avesse ammesso ad alta voce a qualcuno.
Il
ragazzo l’ascoltò in silenzio, attonito e
preoccupato.
Quando
lei ebbe finito, Harry si rigirò pensieroso il biglietto tra
le mani.
“Perché
non hai detto tutto a Malfoy, visto che è coinvolto quanto
te? ”
“Perché
sai meglio di me com’è fatto…
picchierebbe Zabini e, peggio ancora, gli consegnerebbe la nostra
espulsione su di un piatto d’argento. Malfoy forse verrebbe
riammesso qui a scuola, dato le conoscenze del padre, ma io non credo
che avrei lo stesso trattamento.” i suoi occhi si riempirono
di lacrime. “Per me Hogwarts è tutto… la
mia vita è questa ora... non posso rovinare tutto
così...”
Harry
la guardò addolorato, anche per lui la scuola era tutto,
capiva bene i sentimenti dell’amica.
L’espressione
imbronciata e delusa del ragazzo svanì del tutto, lasciando
il posto a quella dolce e comprensiva di un amico preoccupato.
L’abbracciò
teneramente e la ragazza iniziò a singhiozzare sulla sua
spalla. “Potevi venire da me o Ron, non ti avremmo mai fatto
affrontare tutto questo da sola, lo sai che puoi contare sempre su di
noi.” le disse Harry dolcemente, dandole il colpo di grazia...
Hermione
si aggrappò a lui, piangendo tutte le lacrime che avrebbe
voluto versare in quei giorni, sfogandosi di tutta la rabbia e la
frustrazione che aveva accumulato.
“Pazienza,
tanto dovevo lavarla uguale questa camicia.” pensò
Harry tra sé e sé.
“Come
avrei potuto dirvi tutto? ” esordì Hermione
qualche minuto dopo, allontanandosi per ricomporsi un pochino.
“Ron
a volte è peggio di Malfoy, lo sai.”
Harry
le porse il suo fazzoletto “In effetti…”
“Non
gli dirò nulla se non vorrai, almeno finché non
troviamo una soluzione per toglierti dai guai.”
“D...
Davvero? ” Hermione non riuscì a credere alle
proprie orecchie.
Lui
la guardò con occhi seri ed indagatori
“Sì, ma promettimi che non mi mentirai mai
più.”
Hermione
lo abbracciò stretto, troncandogli il fiato “Oh,
Harry! Certo che te lo prometto, non ti mentirò
più! ”
Harry
sorrise imbarazzato.
“Se
però ora entra Ron, ci pensi tu a spiegargli che non sto
tradendo sua sorella con te.”
Hermione
scoppiò a ridere, lasciando la presa “Hai ragione,
anzi, meglio che me ne vada... se Ron mi vedesse in questo stato non
riuscirei a mentirgli ancora.”
Si
alzò sentendosi più leggera, quasi le avessero
estirpato un macigno dal cuore.
“Domani
però…” continuò Harry
ritornando serio “Cerchiamo un modo per riprenderci quella
foto! ”
Hermione
sorrise, commossa. “Grazie.” disse, prima di
riprendere il suo libro babbano e sparire per le scale del dormitorio
femminile.
Forse
adesso avrebbe preso sonno più facilmente, già il
sapere che non sarebbe stata più sola la rendeva
più serena.
Il
giorno dopo Hermione si svegliò con il sorriso.
“Buongiorno! ” disse sorridente a Lavanda e Calì, che si
scambiarono uno sguardo perplesso.
Andò,
canticchiando, a lavarsi.
“Non
sono più sola, Harry mi aiuterà.” questo
pensiero l'aveva resa talmente felice che si era persino dimenticata
della ronda che l’aspettava la sera.
Ma
non appena arrivò al tavolo rosso-oro in Sala Grande, fu la
faccia sconvolta di Ron a riportarla con i piedi per terra.
“Buongiorno
ragazzi.” disse un po' titubante, sedendosi di fronte ai suoi
amici e accanto a Ginny.
Ron
alzò lo sguardo dal suo piatto di uova e bacon,
miracolosamente intatto.
“Buongiorno...”
disse affranto. Aveva delle occhiaie da far paura.
“Ciao
Hermione! ” risposero anche Harry e Ginny, lanciandole però uno
sguardo della serie “Per favore non chiedergli nulla
sennò ricomincia…”
La
Grifondoro si servì le uova, prese un toast e
riempì la sua coppa di succo di zucca.
“Avete
la partita con i Corvonero la prossima settimana? ” chiese a
Ginny, ignorando lo sguardo insistente di Ron.
“Già,
infatti ci alleneremo fino a tardi stasera.” rispose
l’amica.
La
frase gelò Hermione sulla sedia, cercò Harry con
lo sguardo. Sperava che ci sarebbe stato lui quella sera a proteggerla
da Zabini.
Harry
le restituì lo sguardo, dispiaciuto e silenzioso.
“Hermione...”
sussurrò Ron, facendo voltare preoccupati Harry e Ginny.
“Preparati per
stasera, se la tua ronda sarà come la mia, domani non avrai
quel bel sorriso con cui sei entrata.”
La
ragazza tremò impercettibilmente, mentre Harry si passava
nervoso una mano fra i capelli corvini.
“ Che ti ha fatto stavolta la Parkinson? Ti
ha offeso? ” chiese lei accigliata “Ti ha
puntato contro la bacchetta? ”
“Peggio! ” rispose il ragazzo, con gli occhi di fuori “La
Parkinson ci ha provato con me! ”
La
coppa scivolò dalle mani di Hermione, rovesciandosi sul
tavolo “Accidenti! ”disse subito, imbarazzata. Con
un colpo di bacchetta si affrettò a ripulire velocemente
tutto.
“Hermione
per te sarà peggio, non voglio assolutamente che tu faccia
la ronda! ” continuò Ron, “Chiedi
immediatamente alla McGranitt di sostituirti, dì che ti
senti male.”
“La
Parkinson ci ha provato con lui? Che cosa stanno macchinando quei due? ” pensò arrabbiata la ragazza, girandosi verso il
tavolo verde-argento.
Blaise
e Pansy erano seduti vicini e parlavano sommessamente, ghignando di
tanto in tanto.
Spostò
lo sguardo dall’altra parte del tavolo, Malfoy ancora non era
arrivato.
“Non
posso, non ho nessuna intenzione di tirarmi indietro, non sono una
codarda.” rispose all'amico, voltandosi a testa alta.
Ginny
la guardò ammirata.
Harry,
preoccupato.
Ron,
come se fosse impazzita.
“Ma
se Malfoy ti fa qualcosa di male? ” chiese Ron, deglutendo a
fatica.
“Lo
affatturo e chiamo un professore.” rispose lei con noncuranza, addentando il
suo toast.
Harry
trattenne un sorriso vedendo la faccia perplessa dell'amico, che
Hermione avesse del fegato non vi erano dubbi; lui non era preoccupato
per Malfoy, ormai sapeva che non poteva essere un pericolo reale per
l’amica, era Zabini il vero problema, tradire un amico e
ricattare una compagna era il minimo che si potesse aspettare da lui.
Non
appena terminarono di mangiare, Harry approfittò della
confusione della Sala Grande per sussurrare qualche parola ad Hermione.
“Ci
vediamo fra cinque minuti in biblioteca.”
“Ma
arriveremo tardi a Storia della Magia! ”
“Hermione…”
“E
va bene...”
Intanto
Ron faceva la paternale a sua sorella “Cerca di non distrarti
stasera agli allenamenti, dobbiamo assolutamente vincere contro i
Corvonero.”
Il
sopracciglio alzato di Ginny non prometteva nulla di buono
“Veramente, sei tu che ti distrai per guardare
Hermione, ed io ne approfitto sempre per segnarti.” rispose
maligna e sorridente.
“COSA? ” sbottò lui, sgranando gli occhi.
Ginny,
lestamente, baciò Harry sulla guancia e fuggì via
con la scusa di avere Piton alla prima ora, che poi tanto scusa non
era, Piton non era tenero con chi arrivava in ritardo.
Ron,
invece, era rimasto a guardarla senza parole.
“Vado
un secondo in bagno, ci vediamo in aula.” gli disse poco dopo
Harry, non appena arrivarono davanti alle scale.
“Va
bene, andiamo Hermione? ” si voltò verso
l’amica, con le orecchie ancora scarlatte per la battuta di
Ginny.
“No,
vai avanti, ho dimenticato un libro in stanza, torno subito.”
senza aspettare una qualsiasi risposta, Hermione si voltò e
sparì dietro l’angolo.
Ron
sospirò, guardandola andare via.
La
sua giornata iniziava proprio male.
“Ancora
un paio di ronde così, e quello straccione
sarà sotto il mio controllo.” disse Pansy giuliva,
alzandosi da tavola.
Blaise
la seguì “Sì, ma non fare magie,
ricordati che sono rintracciabili dai professori.”
Pansy
Parkinson rise da oca “Ma caro…” gli
fece uno sguardo sensuale “Noi streghe possiamo ammaliare
anche senza magia! ”
Zabini
la guardò perplesso “Se lo dici tu.”
“Comunque
non preoccuparti, non appena entrerò più in
confidenza con lui agirò prontamente… intanto
stasera tocca a Draco ed alla Mezzosangue…”
“Sì,
ma ci sarò anche io con loro, non temere.” le
rispose il compagno, con uno sguardo serio.
In
quel momento passò davanti a loro Nott.
Senza
volere, il ragazzo aveva sentito il discorso fra i due.
Theodore
e Blaise si squadrarono glaciali per qualche secondo, prima che Pansy
aprisse di nuovo bocca.
“Bene,
mi fido di te, voglio la mia vendetta su quella sporca
Grifondoro.”
Hermione
aveva iniziato a camminare avanti ed indietro davanti alla biblioteca,
in preda all’agitazione più completa.
“Harry! ” esclamò, non appena vide la chioma corvina
dell’amico girare l’angolo.
“Fra
cinque minuti inizia la lezione, perché ci hai messo tanto? ”
Il
ragazzo si avvicinò a grandi passi “Ho dovuto fare
tutto il giro perché sono dovuto andare dalla parte dei
bagni.”
Hermione
si morse un labbro, arrivando subito al nocciolo della questione.
“Speravo che stasera mi avresti accompagnata, mi sarei
sentita più tranquilla.”
“Hai
ragione, ma il capitano non può certo mancare agli
allenamenti e ieri mi sono completamente dimenticato del Quidditch
quando abbiamo parlato.”
Harry
si passò una mano fra i capelli, come faceva sempre quando
era nervoso o pensieroso.
“Comunque
non preoccuparti, non appena finirò di allenarmi
verrò subito a cercarti, e poi da quanto ho capito, se
ignori Malfoy quella serpe di Zabini non ti farà
nulla.”
Hermione
sentì distintamente il suo cuore accelerare.
“Fosse
facile, Malfoy ha fiutato qualcosa e sono sicura che
cercherà di estorcermi la verità con ogni
mezzo.”
Harry
impallidì “Questo non me lo avevi detto! ”
Intanto
il cervello di Hermione lavorava frenetico “Allora mi
presteresti il tuo mantello dell’invisibilità? ” chiese improvvisamente, spiazzandolo.
“Visto
che tu non ci sarai, ne avrò bisogno se le cose si
mettessero male.”
“V...Va
bene, ma stai attenta, Malfoy e Zabini non devono assolutamente sapere
che lo posseggo.”
Hermione
accennò un sorriso“Stai tranquillo, non ho
intenzione di usarlo se non come ultima risorsa.”
Ad
Harry bastò “Ok, mi fido di te.”
Poi
guardò l’ora “Oh cielo, sbrighiamoci o
faremo tardi a lezione!”
La
mattina ed il pomeriggio passarono velocemente. Anche troppo.
“Allora
noi andiamo, ci vediamo dopo Hermione! ” disse Ron con uno sguardo ansioso,
guardando l’amica sedersi con un libro davanti al fuoco della
Sala Comune.
Era
già in divisa da Quidditch insieme ad Harry e Ginny, mentre
gli altri componenti della squadra li avevano anticipati al campo.
“Sei
sicura di voler fare la ronda? ” chiese speranzoso.
Hermione
lo fulminò con lo sguardo “E’ la
centesima volta che me lo chiedi.”
“Okay,
ricevuto, non ti scoccio più.”
Harry
e Ginny, accanto a lui, nascosero un sorriso.
“Ciao
Hermione! ” disse Ginny, infilandosi nel buco del ritratto
seguita a malincuore dal fratello.
Anche
Harry fece per andarsene “Allora siamo d’accordo, io arriverò il prima possibile ma te stai attenta, ok? ”
“Certo.”
“Il
mantello dove lo hai nascosto? ”
“E’
in camera mia, lo prenderò prima di uscire, tanto
l’appuntamento con Malfoy è fra venti minuti
circa...”
Harry
le fece l’occhiolino, prima di sparire dietro alla Signora
Grassa.
“Draco,
tra quanto hai la ronda? ” chiese Theodore Nott, sdraiato
sul letto della loro camera.
Malfoy
sbucò da dietro una rivista di Quidditch
“Più o meno tra venti minuti, perché? ”
“Niente,
volevo sfidarti a scacchi magici, ma non credo che faremo in
tempo.”
Il
biondo Serpeverde ghignò malignamente “Ma se ce ne
metto dieci a stracciarti di solito.”
“Sì,
nei tuoi sogni.” Fu la simpatica risposta del compagno.
Draco
accennò un sorriso.
Theodore
per un momento tornò serio. Era indeciso da ore se parlare
all’amico di quello che aveva sentito da Pansy e Blaise, ma
poi vedendolo di così buon umore rispetto ai giorni
precedenti, non se l’era sentita.
“Ehi,
che ti prende? ” chiese Draco, squadrandolo. “Hai
un’espressione pensierosa, non è da te.”
Nott
non fece una piega.
“Stavo
pensando a quanto ti rovinerà una storia con la
Granger.” buttò lì, per sviare l'amico.
Alla
fine, era tutta colpa della Granger se Pansy era così
ossessionata dalla vendetta.
Doveva
almeno capire.
Malfoy
sgranò gli occhi “Ancora con questa storia? ” esclamò, minaccioso.
Theodore
lo fissò, rimanendo calmo “Sì,
perché secondo me ti metterà in un mare di
guai.”
Malfoy
si alzò e silenzioso si diresse alla porta.
“Dove
vai? " berciò l'amico, già sapendo intimamente
la risposta "C’è ancora tempo prima della
ronda.”
“Mi
avvantaggio, vado a mettermi nei guai! ” rispose Draco senza
guardarlo, sbattendogli la porta in faccia.
Malfoy si alzò e silenzioso si diresse alla
porta.
“Dove vai? " berciò l'amico, già sapendo intimamente la risposta "C’è ancora tempo prima
della ronda.”
“Mi avvantaggio, vado a mettermi
nei guai! ” rispose Draco senza guardarlo, sbattendogli la porta in
faccia.
Il biondo Serpeverde avanzò
impettito per i sotterranei.
“Che si è messo in testa
quello stolto di Nott? ” pensò arrabbiato “Si immagina che IO mi possa
interessare ad una Mezzosangue? ”
Draco accellerò il passo e
salì le scale due a due.
“Ho avuto nel mio letto molte
tra le più belle ragazze Serpeverde ed anche se erano essenzialmente storie di
sesso è sempre stato perfetto così, lo stesso per la storia che ho avuto con
Pansy. Invece scommetto che la Granger è ancora vergine, quindi parte
svantaggiata con me!”
Arrivò presto in cima alle
scale, “Non va bene per il sesso e non è neanche una Purosangue! ” continuò a
pensare nervosamente. “Theodore non ha capito niente di me.”
“Allora perché non
vedevi l’ora che venisse questa sera? ”disse improvvisamente una vocina dentro
di lui, facendolo arrestare bruscamente per il corridoio che portava alle scale
della torre di Astronomia, dove aveva appuntamento con Hermione.
Il cuore di Draco si mise a battere furiosamente.
“No... non può essere...”
disse pallido fra sé e sé.
Guardò l’ora, sentendosi
stranamente smarrito, che cos'erano tutte quelle nuove emozioni ?
“Manca ancora un quarto d’ora.” pensò Hermione, distogliendo gli
occhi dal grande orologio a pendolo della Sala comune, erano passati ormai
cinque minuti da quando Ron, Harry e Ginny erano andati via, ma non aveva letto
neanche una pagina del suo libro. Era riuscita solo a fissare le lancette
dell’orologio ed il lento scorrere dei minuti.
Si sentiva emozionata e spaventata a morte allo stesso tempo
“Forse farei meglio ad avviarmi…” pensò, con il cuore in gola.
Chiuse il suo libro e salì per le scale del dormitorio per
prendere il mantello di Harry, la sua unica certezza in quel momento
buio.
Malfoy iniziò a
camminare avanti ed indietro per il corridoio, come un pazzo.
" NON PUO' ESSERE! " sbottò,
mettendosi le mani fra i capelli.
“... questo però spiegherebbe
la mia rabbia al suo comportamento sfuggente...” pensò, cercando di
calmarsi.
Però non poteva calmarsi, come
avrebbe potuto? E non voleva ammetterlo neanche a se stesso... aveva
paura.
Un rumore, però, spezzò improvvisamente i suoi nervosi
ragionamenti.
“Chi va là ? Sono Draco
Malfoy, il Prefetto di Serpeverde, fatti riconoscere !” puntò meccanicamente la
bacchetta nella direzione dove aveva sentito il rumore, le pallide torce del
corridoio non ne lasciavano intravedere la fine.
Non ottenendo risposta, Draco iniziò a camminare, la bacchetta
sempre puntata avanti a sé.
“Granger, sei tu? ” Provò,
avanzando lentamente; il silenzio era assoluto, l’unico rumore era quello dei
suoi passi.
Arrivò in fondo al corridoio e accese la bacchetta, ma niente,
era vuoto.
Forse quel rumore se l’era solo immaginato.
“Nox !”ripose la bacchetta
nelle pieghe del mantello “Sto iniziando a perdere colpi…” pensò stancamente,
non vedendo, dietro un grosso mobile, una figura tirare un sospiro di
sollievo.
Se l’avesse scoperto sarebbe stata la sua rovina; lo sapeva bene
Theodore Nott , quando aveva deciso di trasgredire al coprifuoco e seguire
Draco.
Le parole di Blaise Zabini gli balenavano in testa
continuamente.
“Sì, ma ci sarò
anche io con loro, non temere.”
Cosa
voleva dire? Che l’avrebbe seguito anche lui? A quale scopo?
Theodore doveva capire... All’inizio era
preoccupato solamente dei sentimenti che Draco aveva iniziato a manifestare con
la Granger, ma adesso Zabini aveva la priorità.
Sicuramente era più pericoloso
lui della Granger.
Era appena ritornato al punto di partenza,
che un altro rumore fece voltare nuovamente Malfoy, che tirò fuori nuovamente la
bacchetta e si mise lungo il muro.
Un’ombra comparve a qualche metro da
lui.
“Stupeficium! ”sussurrò
Malfoy.
L’incantesimo schivò Hermione di un soffio,
che atterrita, lo vide infrangersi sul muro ad un centimetro dal suo
viso.
“Malfoy!
Sei impazzito? ”disse, senza fiato.
“Granger? ” Malfoy sgranò gli
occhi e si avvicinò alla figura che poco prima aveva attaccato.
“Certo che sono io! Chi ti
aspettavi? Un lupo Mannaro? ” rispose Hermione furiosa, accendendo la bacchetta
“Potevi farmi male! Perché mi hai attaccata? ”
Per un secondo, Malfoy rimase
imbambolato a guardarla.
Quando era
arrabbiata, la Granger gli piaceva molto di più.
“Ma a cosa
diavolo sto pensando?” si ammonì da solo, cercando di riprendere il
controllo.
Draco provò a spiegarsi “Non pensavo che
fossi tu, non avevi la bacchetta accesa e poi, poco prima che arrivassi, avevo
già sentito un rumore.”
“Un rumore? ” Hermione si guardò intorno, vigile.
Ecco, poi quando
faceva così forse era ancora più carina.
“MALEDIZIONE! ” imprecò
mentalmente.
Draco non riusciva più a
controllare i suoi pensieri. E questo era semplicemente una tragedia, visto che
non era una ragazza qualunque quella che aveva davanti. Era la
Mezzosangue!
“Sì, nel
corridoio, anche se poi non ho trovato nessuno.” rispose invece ad Hermione,
abbassando il tono della voce e cercando di riprendere il controllo. Provando,
ovviamente, a non far capire nulla alla Grifondoro.
“Ergo, non pensavo proprio che fossi tu,
visto che sei anche arrivata con…”guardò l’ora “dieci minuti di
anticipo.”
Hermione sentì il suo cuore accelerare.
Sapeva di essere in anticipo, ma non si aspettava di trovarlo già
lì.
“Be'… sì,
non avevo nulla da fare, così ho anticipato.” disse, distogliendo lo sguardo da
quello di lui. “Anche tu comunque sei in anticipo, come mai? ”
Draco fece finta di
niente, ma in realtà voleva strozzarsi da solo con il suo
mantello.
“Preferirei iniziare dalla Torre
di Astronomia visto che siamo qui.” le disse frettolosamente senza guardarla,
ignorando bellamente la sua domanda.
Hermione
rimase attonita per una frazione di secondo, decise comunque di far finta di
nulla. D'altronde il confronto con lui era l’ultima cosa che voleva, o forse era
la cosa che più temeva.
Draco si
voltò, facendole strada “Comunque scusami, non volevo spaventarti.” disse a voce
bassa e ferma, continuando a non guardarla.
Hermione
sussultò a quelle parole “Ok, nessun problema…” rispose
imbarazzata.
Da quando
Malfoy si scusava con lei?
“E’ una mia
impressione..." pensò, guardandolo riaccendere la bacchetta ed
incamminarsi per le larghe scale della torre "...O Mr Principe-dei-ghiaccioli, è
nervoso ?”
“Non posso credere che sia
successo...” pensò in quello stesso momento il giovane Malfoy, accellerando
involontariamente il passo per allontanarsi dalla Grifondoro.
“Devo fare qualcosa, io odio le
donne, odio i Mezzosangue e soprattutto odiolei! Non posso provare dei
sentimenti per la Granger, è impossibile!”
Hermione aggrottò le
sopracciglia “Sembra addirittura più nervoso di me.” pensò, guardando le sue
spalle ed il lungo mantello nero che si allontanava velocemente da lei. Ormai mancava poco per arrivare in cima...
“Che cosa gli prende? Sembra
diverso... E poi, perché prima si è scusato con me? " non riuscì a non chiedersi,
mentre tentava di raggiungerlo.
" Però... se fosse nervoso per il
mio stesso motivo, vorrebbe dire che…” il solo pensiero, così audace quanto
improbabile, la gelò sulle scale.
Nel frattempo Malfoy si era voltato verso di
lei.
“Ce la fai prima di domani
mattina? Che ti sei addormentata? ” la sua voce austera, riportò la
Grifondoro sulla terra.
Hermione avvampò per la
vergogna, per fortuna le scale erano sufficientemente buie da nascondere il suo
rossore. Si affrettò ad accorciare la distanza fra loro “Ho sentito un rumore
anche io” mentì, maledicendosi subito di quello che aveva fatto. Era una pessima
attrice quando si trattava dei suoi sentimenti!
Ma in quel momento c'era
in gioco altro, non solo i suoi sentimenti... si trattava del suo futuro a
Hogwarts e Malfoy poteva essere la sua rovina se non fosse stata
attenta.
“Cosa?” rispose il compagno.
Gli occhi di Draco si
assottigliarono. Doveva crederle? La Granger sembrava nervosa almeno quanto
lui, forse c'era davvero qualcuno con loro sulla torre o forse... per un attimo
il pensiero cadde sulla più remota delle possibilità. La Granger era nervosa
perché eracon
lui,al buio e nel cuore
della notte.
Hermione sospirò, guardandolo
dall’alto, Malfoy sembrava ancora più irraggiungibile e
minaccioso.
“Ma forse era il vento, Hogwarts
non è mai del tutto silenzioso, lo sai…” si affrettò a precisare, stringendo le
pieghe della sua gonna.
Malfoy distolse lo sguardo e guardò
pensieroso fuori dalla piccola finestrella che costeggiava le scale, una luna
pallida gli restituì lo sguardo.
“Già...” sussurrò tra sé e sé,
senza farsi sentire dalla Grifondoro.
Senza
aggiungere altro, si voltò e percorse in silenzio gli ultimi gradini prima di
arrivare al pianerottolo della torre, non aspettò neanche che Hermione
arrivasse per iniziare ad ispezionare la stanza.
Si sentiva
sempre peggio.
Nott li aveva visti salire le scale, ma
quando ad un certo punto la Granger si era bloccata, aveva davvero temuto di
essere stato scoperto, eppure aveva cercato di non fare il minimo
rumore.
“Chissà dov’è quel maledetto di Zabini…”
pensò, mentre osservava dietro l’angolo Draco voltarsi verso la ragazza, si
parlavano da lontano e sembrava nervoso.
Poco dopo Draco aveva ripreso a
salire.
“Cosa
vuole Zabini da te e la Granger? ”continuò a chiedersi, vedendo i compagni, uno
ad uno, sparire dietro la curva delle scale.
“Bella
proposta, Granger...” rispose Malfoy scontroso, dopo aver constatato che la stanza
fosse effettivamente vuota.
“Complimenti per la genialata,
secondo te perché le ronde vanno fatte in due? ” continuò, guardandola fisso
negli occhi.
Hermione per un attimo rimase
interdetta, non credeva che Malfoy avrebbe fatto obiezioni. Tranne la loro
"gitarella" ad Hosgmeade, Malfoy era stato abbastanza esplicito sul fatto che
non la volesse intorno. Anche se era vero che ultimamente era stato proprio lui
a rivolgerle la parola, costringendola a scappare per via del ricatto di
Zabini.
“Perché in
due si è più forti, più sicuri, più precisi” recitò a memoria, con un gesto di
impazienza.“Le so bene le regole Malfoy!”.
“E allora
perché vuoi continuare la ronda divisi? ” Uno sguardo gelido le bloccò per
qualche secondo ogni pensiero.
Cos’era
quella? Rabbia?
“Te l’ho appena detto, per fare
prima! Ho avuto una brutta giornata e non vedo l’ora di andarmene a letto!”
disse, cercando si essere più convincente possibile.
“Bugiarda Hermione, sei solo una
codarda.”
Hermione scacciò quella voce
dalla sua testa.
Non era vero che era un codarda,
lei lo faceva per non essere espulsa da Hogwarts e non per altro...
Nonostante questa ottima
motivazione, una strana inquietudine si fece largo in lei.
"Non
è che hai paura dei sentimenti per Malfoy molto più del ricatto di Zabini
?
Quella vocina l'avrebbe
strozzata prima o poi.
“Ma se temi di non riuscire a fare una ronda da solo, allora… sarei costretta a rimanere”
le sfuggì ad alta voce, senza neanche pensare a quello che stesse
dicendo.
Ecco, adesso si che era nei
guai. Provocare Malfoy era l'ultima cosa che voleva fare.
Draco saltò come avesse calpestato uno Schipodo Sparacoda “Cosa stai insinuando ?" disse, schioccando la lingua " Che io
abbia paura di rimanere da solo di notte?”.
Hermione si morse un labbro,
doveva cercare di non peggiorare la situazione.
“Questo lo stai dicendo tu!”
disse, sperando che Malfoy non volesse iniziare a litigare proprio in quel
momento.
Stava facendo un casino, lo
sapeva. Si maledisse per essersi lasciata sfuggire quella provocazione. Ma
ultimamente quando aveva davanti Malfoy il suo cervello si
inceppava.
Se era il confronto la cosa che più temeva,
(sotto gli occhi di Zabini per giunta) doveva assolutamente cambiare
tattica.
Malfoy la guardò
astioso.
“E ’questo che pensi ?”
Hermione si specchiò nei suoi
occhi gelidi. Da quando Malfoy era interessato a quello che pensava lei
?
“No” disse,
seriamente.
Lui la fissò.
“Posso pensare molte cose brutte di
te…” continuò la ragazza, mantenendo il contatto visivo con lui “…ma non che tu
sia così codardo…stavo scherzando prima…”.
L’espressione di ghiaccio di
Malfoy si incrinò.
Theodore, nel frattempo, li aveva raggiunti. Era
facile sfruttare tutto quel buio per avvicinarsi, doveva solo fare attenzione a
non inciampare o fare rumore; ma non era certo facile per un tipo alto come
lui.
Aveva sentito chiaramente quello che aveva
detto la Granger, non se lo aspettava da una Grifondoro, o forse avrebbe dovuto?
Anche
Draco sicuramente non se l’aspettava, Theodore era riuscito ad intravedere a
malapena il suo viso illuminato dalla bacchetta, rivelando la sua espressione
imbarazzata, “Non l’avevo mai visto così…”pensò.
Ma subito dopo Draco si era avvicinato
pericolosamente a lei.
Ma quando fu talmente vicino da poterla
abbracciare, Draco la schivò e le passò solo accanto.
La Granger era rimasta
immobile.
Theo fece un sospiro di
sollievo, per un attimo aveva creduto al peggio, era totalmente contrario ad una
possibile relazione fra loro. Erano troppo diversi, venivano da due mondi così
differenti e contrari che questa divergenza li avrebbe distrutti
entrambi.
Anche se
faceva il duro, Theodore era molto legato a Draco, era il suo unico vero amico a
Hogwarts.
Distrattamente, Nott si appoggiò per riprendere fiato su quello
che gli sembrava un bastone di appoggio, ma che invece era la leva per aprire la
botola della cantina. Era profonda un paio di metri ed era il luogo dove
tenevano tutti gli strumenti della Torre di Astronomia.
Raggelò
sentendo la leva azionarsi e, subito dopo, il grido di Hermione
Granger.
“Lo sapevo che il mio sesto senso non
sbaglia mai” pensò Draco, mentre teneva stretta Hermione Granger sospesa per un
braccio.
C’era qualcuno in giro quella
notte e forse aveva azionato lui la botola.
Per fortuna che i suoi
riflessi erano ottimi, o non avrebbe mai afferrato il braccio della Granger.
“A...Aiutami
per favore, non riesco a prendere la bacchetta!” balbettò Hermione, pallida in
viso.
“Stai tranquilla Granger... ora
prenderò la mia!” le rispose Malfoy, puntellandosi sulle ginocchia e
prendendo con difficoltà
la bacchetta con la mano sinistra.
“Levicorpus!” recitò.
Hermione si sollevò lentamente, permettendo
a Draco di afferrarla.
Quando la
strinse a sé, ed il profumo di Hermione gli riempì le narici, Malfoy sentì
improvvisamente uno strano calore sotto il colletto della
divisa.
La portò di peso lontano dalla
botola.
Hermione era aggrappata disperatamente a
lui.
“Ora puoi lasciarmi, Granger”
disse divertito, vedendola con gli occhi chiusi per lo spavento.
Hermione non si mosse.
“Ah, dimenticavo la tua paura…sei davvero una fifona, altro che una Grifondoro !”
Aggiunse, con un ghigno canzonatorio.
Lei cercò
di lanciargli un’occhiataccia, ma solo alzando lo sguardo si rese conto di
quanto fossero vicini in quel momento. I loro nasi si
sfiorarono…
“No” pensò Hermione, allarmata
“Non ora ! Non qui !!!” ma, nonostante tutto, non riuscì a muoversi. I loro occhi
erano incatenati e sentiva il suo respiro sul viso.
Odorava di
menta.
“Cosa faccio ora ?” pensò
Malfoy, perso negli occhi castani di lei “Non posso farlo…o forse sì ?” gli
sembrò che il cuore lottasse contro la cassa toracica, come se volesse scappare
da quella prigione.
Theodore
intanto aveva assistito smarrito alla scena.
Si era
avvicinato pericolosamente ai due compagni, se si fossero girati lo avrebbero
tranquillamente visto, ma quando qualche secondo prima aveva sentito il grido
della ragazza, aveva temuto di aver combinato un guaio e si era precipitato a
soccorrerla senza pensare a nulla, neanche di venire scoperto da Draco a
pedinarli. Ma quello che vide lo gelò sul posto.
“Ma è anche peggio di
prima…”pensò disperatamente, vedendo i due ragazzi così vicini e vedendo lo
sguardo di Draco su di lei.
Nott trattenne il fiato
vedendo accadere l'irreparabile.
Draco posò le labbra su quelle
di Hermione, prendendola alla sprovvista.
Lei tremò per un istante, ma non
si oppose. In realtà, vedendo la sua faccia, Nott pensò che la Granger stesse per avere un infarto da un momento
all'altro.
Non poteva certamente sapere
della tempesta emotiva che era scoppiata nella ragazza.
Infatti i
pensieri di Hermione non avevano smesso, neanche per un attimo, di arrovellarsi
in maniera scomposta e frenetica.
"MI STA BACIANDO !!!" urlava la
voce nella sua testa. "MALFOY MI STA DANDO UN BACIO !!! Non è possibile ! Perché lo sta facendo ?
Ed io... perché non riesco a muovermi ?
Anche se più che un bacio, il
loro, era un "contatto", peccato che fossero le loro labbra il loro
collegamento.
“Zabini ci vedrà!!!” fu il
pensiero che seguì dopo “…e lui ha la foto ! Ci espelleranno ed io … non lo vedrò
mai più”.
Fu
quell'ultimo pensiero a farle improvvisamente tornare le forze tutte insieme.
Spinse violentemente Malfoy lontano da lei.
“No !”
esclamò sconvolta.
Malfoy non riuscì a trattenere
uno sguardo ferito, ma il suo orgoglio era troppo grande.
“Come vuoi Mezzosangue…” disse, con una voce
così gelida che Hermione sentì gli occhi pizzicare.“Vedrai che ti pentirai di
questo”.
Pansy
Parkinson entrò nella Sala Comune dei Serpeverde, si era dimenticata il suo
smalto preferito sul tavolo vicino al fuoco.
Fu accanto
a quel camino dalle fiamme verdastre che incontrò l’ultima persona che si
immaginava di vedere lì.
“Che ci
fai qui ? Non dovevi seguirli ?” chiese, a metà fra il sorpreso ed il
seccato.
“Ero
uscito per seguirli in realtà, ma poi ho cambiato idea” rispose Blaise amabile.
“Stasera li lascerò in pace”.
“E perché mai ? Mi avevi detto di stare
tranquilla !” Pansy adesso era veramente arrabbiata.
Zabini si fece più serio “C’è stato un
cambio di programma Pansy, sembra che qualcuno oggi ci abbia sentiti mentre
parlavamo del pedinamento”.
L’espressione della Parkinson cambiò
radicalmente.
“Stasera
c’era un’altra persona che li stava seguendo, per fortuna me ne sono andato
quasi subito, prima che mi vedesse…” continuò Blaise, girandosi lentamente verso
di lei, il suo sguardo non prometteva niente di buono.
Pansy alzò un sopracciglio “Chi
è questa persona ?” chiese, con una punta di
preoccupazione.
“…
Theodore Nott”.
Per fortuna che Draco e la
Granger erano così presi, da non accorgersi di lui che sgattaiolava nel buio
della stanza, ma aveva sentito chiaramente il rifiuto della
ragazza.
Draco non aveva mai ricevuto un
rifiuto. Non osò neanche immaginare la sua reazione in
proposito.
Ma sicuramente non sarebbe
rimasto li a scoprirlo. Decise di tornare subito nel suo letto, dove era al
sicuro.
Fece appena in tempo a scendere
velocemente le scale, che si scontrò con l’ultima persona che mai avrebbe
immaginato di incontrare in quel momento.
**
Ciao a tutti, vi chiedo scusa per averci messo
tanto ad aggiornare, ma sto passando un periodo molto stressante al lavoro e
riesco a dedicarmi poco alla storia, al momento ho già iniziato il nuovo
capitolo e spero di riuscire a finirlo in tempi decenti ^^’ lavoro
permettendo.
Ringrazio di cuore chi ha recensito lo scorso
capitolo, sono stata tanto incoraggiata dalle vostre parole e vorrei rispondervi
uno per uno, ma purtroppo non ho le vostre recensioni sotto mano al momento;
sapete non ho più internet a casa e dovrò postare domani dall’ufficio, sob… dove
non avrò il tempo per aggiungere i nomi…
=_=’
“P...Potter?”
balbettò Nott, con la faccia di uno che aveva appena visto
un fantasma. “Nott? Che diavolo ci fai qui? Tu non sei un
Prefetto…” disse Harry, affannato ed ancora in
tenuta di Quidditch, aveva finto un lieve malore per tornare prima al
castello. “Se
è per questo neanche tu, carissimo Grifondoro.”
Theodore riprese subito il controllo della situazione. Harry
tirò fuori la bacchetta e la puntò al viso del
compagno “Stai fermo o ti schianto, sei in combutta con
Zabini contro Hermione e Malfoy, dì la verità!” La
faccia di Nott cambiò radicalmente “Zabini contro
Draco hai detto? Che ne sai di questa storia?” Harry
notò la sua espressione stupita, e non sembrava affatto lo
stupore di chi viene colto sul fatto quanto quello di invece scopre
qualcosa. “So
quanto basta per sapere che è meglio vegliare sulla mia
migliore amica, visto che delle Serpi non ci si può mai
fidare!” Nott
lo guardò serio “Servirebbe a qualcosa se ti
dicessi che quasi sicuramente abbiamo lo stesso scopo?” Harry
sgranò gli occhi, ma non ebbe il tempo di dire nulla, dei
passi sulle scale sopra di loro segnalarono l’arrivo di
qualcuno. “Stanno
arrivando, andiamo via… sbrigati! Harry
non potè far altro che seguire il suo consiglio… Qualche
minuto dopo, quando furono in un corridoio sicuro, Harry si
voltò verso il compagno. “Prima
hai detto che hai il mio stesso scopo...” “Sì...” rispose
Theodore, ansimante. Era decisamente fuori allenamento in quel periodo. “Non
mi sono mai fidato di Blaise, così ho deciso di seguire
Draco stanotte visto che penso che stia macchinando qualcosa su lui e
la Granger.” Harry
guardò il Serpeverde. Avrebbe
fatto bene a fidarsi di lui? Doveva dirgli le reali intenzioni di
Zabini? Non
riuscì a decidere. Nott
continuò “Oggi l'ho sentito parlare con Pansy
Parkinson della ronda di stasera e che lui li avrebbe
seguiti… per questo sono qui, per capirne di
più. ” Doveva
essere veramente preoccupato per raccontare una cosa così
proprio ad un Grifondoro e neanche ad uno qualunque, bensì a
lui, il nemico del suo migliore amico; pensò Harry,
corrucciato. Alla
fine decise di fidarsi, non aveva poi molta scelta, erano entrambi
fuori dal letto dopo l’orario del coprifuoco ma
c’era anche qualcosa in lui che gli fece credere che Nott
fosse in buona fede. “Spero
di non sbagliarmi…” pensò, prima di
iniziare a raccontargli tutto quello che gli aveva detto Hermione. La
ragazza non riuscì a dire una sola parola mentre Malfoy si
girava, dandole le spalle. “Accetto
la proposta di finire la ronda ognuno per conto suo. ” Hermione
riuscì a stendo a trattenere le lacrime. Ma
perché stava soffrendo tanto in quel momento? Non
era forse riuscita ad ottenere il suo scopo? Doveva essere contenta. “Io…ho
perso completamente la testa per lui... ”pensò
limpidamente, senza neanche rendersene conto. Finalmente ammise a se
stessa cosa fosse quel sentimento così bello e pericoloso
che stava provando. Si stava innamorando. “Allora
Mezzosangue…” la gelida voce di Malfoy
spazzò via i suoi pensieri. Hermione notò subito
il modo in cui l'aveva chiamata e, soprattutto, il tono con cui aveva
pronunciato la parola "Mezzosangue." Nei giorni precedenti non aveva
più provato quella sensazione spiacevole solo nel sentirsi
chiamare in quel modo. “Ho
deciso di controllare i sotterranei e poi di andare direttamente in
Sala Comune, tu controllerai il resto!” un ghigno maligno si
disegnò sul volto del ragazzo. Hermione
si risvegliò dal suo torpore. “Non
sono assolutamente d’accordo!” disse con forza
“ Dobbiamo dividerci equamente le zone, non posso controllare
tutto io! ” Malfoy
le si avvicinò velocemente e le afferrò con forza
entrambe le braccia, bloccandola. “E
questo chi lo avrebbe deciso? ”sussurrò al suo
orecchio sinistro, gelandole il respiro. “Ahi...
lasciami immediatamente! ” riuscì a balbettare. Cosa
poteva fare? Harry sicuramente era ancora al campo ad allenarsi. “Non
verrà nessuno, maledizione! ”pensò,
cercando di controllare la paura. “Malfoy
non mi farà del male”cercò
di pensare, ma era completamente sicura di questa cosa? Alla fine era
stato rifiutato da lei, avrebbe voluto sicuramente vendicarsi... e poi,
si chiese, era così sicura che non avesse provato a baciarla
solo per fare un dispetto alla sua ex e non perché fosse
realmente interessato a lei? Questi
pensieri la fecero stare malissimo. “Non
darmi mai più ordini, Granger, mai
più…o ti ucciderò.”
sussurrò nuovamente Malfoy, fuori di sé dalla
rabbia; strinse la presa sui polsi di Hermione fino a farla gemere di
dolore. Ma
quel sibilo gli si spezzò in bocca, quando vide una lacrima
cadere sullo stemma di Hogwarts . La
Granger stava piangendo. Sentì
il cuore accelerare vedendo Hermione abbassare lo sguardo, sconfitta. Lacrime
silenziose rigavano le sue guance arrossate. Odiava
vedere una donna piangere, gli dava disgusto, ma questa volta Malfoy
capì che era diverso. Stavolta
vedere quelle lacrime gli aveva in qualche modo fatto male. Draco
le lasciò immediatamente le mani e, senza aggiungere altro,
uscì dalla stanza con un'espressione indecifrabile. “E’
così quindi che stanno le cose… non mi stai
prendendo in giro, Potter? ” disse Nott, a metà
tra lo stupito ed il disgustato. Ma
la faccia del Grifondoro era così seria che non ebbe bisogno
di una risposta. “Quel
traditore… lo ucciderò nel sonno! ”
berciò, facendo un inequivocabile gesto con la
mano. Harry
tremò, Zabini aveva ancora la foto con sopra Hermione, non
poteva assecondare gli isterismi di Nott a scapito della sua amica,
anche se malmenare Zabini non gli sarebbe affatto dispiaciuto. “Calma,
Nott...” disse, sperando di calmare il Serpeverde, che invece
era talmente rosso in viso da far quasi preannunciare la comparsa di
fumo dalle orecchie. “Ricordati
che Zabini ha la foto! ” “Non
è un problema, Potter. ” Fu la sbrigativa
risposta.“Parlerò io con Lucius
Malfoy…” “Lu-Lucius
Malfoy ??” sbottò Harry “ Ho capito bene? ” Ma
la sua domanda fu bellamente ignorata. “…
e chiederò che intervenga, alla fine è uno dei
maghi più potenti del mondo magico, non avrà
nessuna pietà con chi ha ricattato suo figlio! ”
finì Nott, con un ghigno crudele. Harry
ingoiò a vuoto. “Per favore, ascoltami un
secondo...” Il
tono allarmato con cui Potter aveva pronunciato quelle parole, sorprese
Theodore così tanto che si zittì
all’istante. “So
che tra le nostre due case non corre buon sangue e sai anche tu quanto
il padre di Malfoy non abbia simpatia per i Grifondoro e tantomeno per
i Mezzosangue...” Theodore
capì subito dove Potter volesse andare a parare. Aveva paura
che la Granger rimanesse suo malgrado coinvolta e che una bella
espulsione dalla scuola non avrebbe potuto e voluto risparmiargliela
nessuno. “Capisco
la tua paura” disse, interrompendo il Grifondoro.
“Hai paura che sia la Granger a pagarne le
conseguenze”. “Sì.”
disse Harry serio, “Questa scuola è tutto per lei,
è rimasta coinvolta per caso, non è giusto che
paghi un prezzo così alto.” Nott rimase in silenzio
qualche secondo. “Ti
chiedo solo di aspettare, cerchiamo una soluzione per aiutare Hermione
e Malfoy senza che nessuno ci rimetta. Solo io e te sappiamo di questa
storia, tantomeno Zabini, siamo in vantaggio su di lui! ” A
Nott, Potter non era mai piaciuto particolarmente, ma non lo aveva mai
odiato né insultato apertamente o direttamente. Lo reputava
addirittura una persona discretamente intelligente e, a suo modo, lo
stimava. Decise istintivamente di assecondarlo, di dargli una
possibilità. Inoltre aveva riconosciuto più
volte, a se stesso ovviamente, che la Granger non fosse affatto male
come ragazza, non era purosangue e questo era grave ma almeno aveva
cervello, autocontrollo, carattere ed era una persona affidabile, cosa
che non aveva mai potuto dire delle sue compagne di casa. “A
parte Zabini.” disse comunque accigliato, spiazzando Harry per
un momento “Lui deve pagare! ” sibilò
maligno. “E’
un Serpeverde dopotutto...” pensò subito Harry,
vedendo la sua espressione. “Ok, va bene! ”
accettò quindi, mansueto. Alla
fine Zabini se l’era proprio andata a cercare, si sarebbe
meritato l’espulsione se le cose si fossero messe male. “Allora
Potter... facciamo a modo tuo per ora, cosa proponi di fare? Ti
aiuterò io.” Potter
e Nott si sorrisero. Hermione
si asciugò le lacrime con il mantello. Malfoy
se n’era andato da pochi minuti e, da quando era sparito nel
buio, un silenzio assordante l’aveva assalita. Inoltre le
faceva male la testa ed il cuore non accennava a riprendere un ritmo
normale. Cercò di riprendere la ronda tenendo la sua
bacchetta con mani tremanti. “L’ho
perso”pensò,
sentendo il respiro gelarsi nel petto“Quello
sguardo.... quello sguardo è lo stesso che aveva
prima...”si
bloccò nel ben mezzo delle scale. Ma...
prima di cosa? Che si accorgesse di lei? prima che Piton li mettesse
al banco insieme a fare quella stupida ricerca? I
pensieri continuavano a correre frenetici. Fece
il suo giro come in trance, se ci fosse stato qualcuno in giro a
quell’ora non l’avrebbe neanche visto, non riusciva
a non pensare al bacio che Malfoy le aveva dato, o almeno, il tentato
bacio che si erano scambiati. Sembrava un bacio dolce, non dato per
ripicca o per rabbia, ma per desiderio. Non
era stupida, aveva notato anche lei il cambiamento repentino di Malfoy
nei suoi confronti. Allora era ricambiata ? Non sapeva cosa
pensare. Ma
poi le aveva rivolto quello sguardo glaciale e colmo di rabbia e
l'aveva chiamata in quel modo terribile con lo stesso tono disgustato
di prima, forse le cose ora erano tornate come una volta, con la
differenza che avrebbe dovuto rimanere accanto a lui a pozioni per
tutto l’anno... e poi... Zabini? Se n’era
completamente dimenticata! E se Zabini avesse visto quello che era
successo poco prima? Entro
la sera dopo la foto poteva essere benissimo sulla scrivania della
McGranitt, o peggio, su quella di Piton.
Le scoppiava la testa. “Che
devo fare....? ” Malfoy
se l’era chiesto almeno cinquanta volte mentre tornava alla
sua Sala Comune. Alla fine non aveva controllato neanche i sotterranei,
ma non gli importava nulla dei suoi doveri di Prefetto in quel momento. “Come
ha osato respingermi…stupida femmina!”
Pensò inferocito “Nessuna mi ha mai respinto!” strinse i pugni fino a farsi male. “Me
la pagherà... la farò soffrire... Ora
è al banco con me per tutto l’anno, le
farò cambiare idea! La farò tornare da me
strisciando...” Si
sentiva strano, arrabbiato sì, era comunque stato ferito
nell’orgoglio... ma non era solo questo… Sentiva
dentro una cosa mai provata prima, un amaro che andava ben oltre
l’orgoglio. Stancamente
entrò nella Sala Comune ed andò direttamente ai
dormitori senza neanche degnare di uno sguardo un gruppetto di
ragazzini del secondo anno che chiacchieravano davanti al fuoco. Aprì
la porta e vide che le luci erano spente. Forse Theodore già
dormiva… Si
diresse direttamente al suo letto, lanciando con rabbia mantello e
cravatta sulla sedia vicino alla finestra. La
luna era alta nel cielo. Solo quella vista gli diede una strana
sensazione di malinconia. Per
la prima volta si chiese seriamente se fosse quella la sensazione che
molti definivano"
soffrire per amore…" “Ora
non essere patetico, Draco...”pensò
con disgusto, togliendosi la camicia. Chissà
cosa avrebbe detto Theodore di quella storia, quando avrebbe scoperto
che le sue peggiori paure si erano avverate. Draco Malfoy era
interessato ad Hermione Granger, la Mezzosangue Zannuta amica di San
Potter e Lenticchia. Sicuramente
gli avrebbe tolto il saluto, perché è questo che
avrebbe fatto lui al suo posto. Si
girò con espressione cupa verso il compagno che credeva
addormentato a pochi metri da lui. “Mmm...”
assottigliò gli occhi, forse aveva visto male, d'altronde
era notte fonda e l'unica luce della stanza era quella della
luna. Con
un colpo di bacchetta accese le luci. Il
letto di Theodore era immacolato. Altro che dormire, Nott non era mai
rientrato.
******** Ciao
a tutti ! Dopo
anni ho deciso di riprendere la mia storia, mi si era rotto il pc e
poi, tra lavoro ed altri impegni, avevo lasciato tutto in sospeso. Mi
era anche balenata l’idea di cancellarla visto che non amo le
cose lasciate a metà… ma poi… non so
come, mi è venuta la voglia di continuarla. Ho comprato un
nuovo pc e forse è questo il periodo giusto per finirla.
Spero che chi seguiva la storia un tempo possa tornare a leggerla e che
piaccia anche a chi la leggerà oggi per la prima volta. Un
saluto. Alessandra
“Allora,
Hermione?” si sentì un disgustoso rumore di cibo
masticato.
“
Mi racconti cosa è successo ieri sera? ”
La
ragazza si girò lentamente verso la voce che la stava
assillando incessantemente da almeno dieci minuti, disturbando quella
che doveva essere la sua colazione.
“Dimmi
Ron, cosa c’è?” rispose, con voce atona.
“Come
cosa c’è?” esclamò
l’amico, ingoiando un gran boccone di bacon
fritto.“Te l’ho chiesto almeno dieci volte e non ci
credo che non ti ricordi la domanda! Se non mi rispondi giuro che
inizierò a ballare sul banco durante la lezione di
Trasfigurazione!” disse rancoroso, strappando un sorriso ad
Harry.
Ron
sperava in una reazione da quella che un tempo era la sua migliore
amica e che quel giorno era solamente l’ombra
dell’Hermione Granger conosciuta da tutti.
“
Fai come vuoi, non sarò certo io a fermarti
…”.
Ron
giurò di aver sentito la sua mascella staccarsi dalla faccia.
Ma
Hermione non era in vena quel giorno. Un tempo lo avrebbe affatturato
solo per aver pensato ad una sciocchezza del genere.
“Dai,
non insistere…” intervenne Harry, con
un’espressione tirata ma apparentemente tranquillo. Non era
riuscito a scambiare neanche una parola da solo con lei ed era
preoccupato che la notte prima fosse accaduto qualcosa con Zabini
mentre lui cercava di far passare Nott dalla loro parte, ma non poteva
chiederglielo apertamente davanti a Ginny e, soprattutto, davanti a
Ron, che da quando l’aveva incontrata in Sala Comune non
accennava a lasciarla un secondo in pace.
Quanto
lo odiava quando faceva così.
“Se
Hermione non ha voglia di parlare in questo momento non puoi
costringerla, vedrai che poi ci racconterà, vero Hermione?”
Ma
la ragazza non rispose neanche a lui, continuando ad osservare le sue
uova nel piatto quasi volesse farle scomparire con lo sguardo.
Anche
Ginny, seduta accanto ad Harry, aveva notato la faccia triste
dell’amica ma non si era ancora azzardata a dire nulla per
non peggiorare la situazione.
Ma
Ron non aveva certo il tatto della sorella.
“Malfoy
ti ha fatto qualcosa di male? Ti ha toccata?”
continuò, imperterrito.
A
quelle parole la Grifondoro rabbrividì.
Le
vennero in mente le sue parole di qualche giorno prima.
“Non
toccarmi!”
“Sei
pazza, Mezzosangue? Non mi faccio toccare da nessuno...”
Se possibile, si sentì ancora peggio.
Con
lo stomaco aggrovigliato, lanciò uno sguardo al tavolo
verde-argento.
Malfoy
era tra Tiger e Goyle, mangiava nervosamente e senza degnare di uno
sguardo qualsiasi forma di vita fosse nella stanza. Zabini invece non
era a tavola. Almeno il sollievo di non vedere la sua brutta faccia fin
dal primo mattino.
“Quindi
Malfoy ci ha provato con te? Se non mi rispondi lo prendo per un
sì!” la voce di Ron era salita di
un’ottava, facendo girare Lavanda e Calì, sedute a
spettegolare poco distanti da loro.
“Dimmi
che lui non ha fatto come la sua amichetta a sangue
freddo…” continuò, lanciando uno
sguardo torvo a Pansy Parkinson dall’altra parte della stanza.
Hermione
osservò spazientita Lavanda e Calì guardarla con
gli occhi scintillanti di chi aveva appena appreso dove si trovasse il
più grande tesoro di tutti i tempi. Se fosse stato vero,
sarebbe stato lo scoop del secolo per loro.
“No,
Ron, non mi ha neanche sfiorata.” mentì.
Ancora
una fitta al cuore.
“Non darmi mai più ordini, Granger, ma
più… o ti ucciderò!”
Per
Merlino, le veniva di nuovo da piangere, non poteva farlo mentre negava
una cosa del genere davanti a quelle due oche che aveva per compagne di
casa.
“
E allora perché hai quella faccia da funerale ?!”
Strinse
convulsamente la tovaglia, cercando di reprimere la voglia di legarla
intorno al collo del suo migliore amico.
“Non
ho dormito bene, Ronald, ho solo sonno. Vuoi lasciarmi in pace una
buona volta?” il tono della ragazza non ammise repliche,
anzi, era pericolosamente vicino all’isteria.
Harry
fiutò aria di guai.
“Andiamo
Ron, mi avevi promesso quella rivincita a scacchi prima di Storia della
Magia, muoviti o non faremo in tempo.”
Ron
le lanciò un’ultima occhiata perplessa.
“Va
bene…” disse dopo qualche secondo, vedendo che
Hermione non aveva neanche iniziato quella che di solito era una lunga
lista di raccomandazioni:
“Solo
una partita ragazzi, mi raccomando non fate tardi, non marinate la
lezione, non fate confusione durante le
spiegazioni…”
Invece
se n’era rimasta zitta con lo sguardo perso nel suo piatto.
Ginny
aspettò che i due fossero lontani prima di avvicinarsi.
“Hermione,
hai un minuto?” chiese timidamente.
Hermione
Granger si voltò verso l’amica, non voleva
ignorare anche lei, non sarebbe stato giusto. Ginny non era mai stata
invadente come il fratello.
“Certo,
dimmi pure.” rispose stancamente.
Ginny
si guardò intorno, anche Lavanda e Calì erano in
silenzio in attesa che parlasse.
“Ehm…
non qui.” disse scocciata “Tanto hai finito, no?” indicò il piatto dove giacevano le uova
martoriate da Hermione, non aveva toccato cibo quella mattina.
Lo
sguardo preoccupato ed interrogativo di Ginny la fecero sentire una
sciocca.
Non
poteva stare così male per lui. Non era giusto
né, tantomeno, aveva senso.
“Ok,
andiamo ai dormitori, tanto dovevo riprendere il libro di
Trasfigurazione, l’ho dimenticato in camera.”
Le
due amiche sparirono sotto lo sguardo deluso delle compagne.
Ron
mosse la torre.
“Ma
secondo te che cos’ha Hermione? E’ così
strana in questi giorni…”
“Non
lo so, Ron.”
Harry
si sentì in colpa per tutte le bugie che stava rifilando al
suo migliore amico ma non aveva scelta; in quel momento Ron non doveva
sapere nulla, anche se si ripromise di rivelarglielo quanto prima visto
che oramai anche Nott sapeva tutto.
Theodore
Nott…
Si
stupì di quanto facilmente fosse riuscito a fidarsi di lui,
se solo glielo avessero detto qualche giorno prima ne avrebbe riso a
crepapelle, invece adesso le cose erano cambiate, insieme avevano un
piano, ora toccava solo metterlo in pratica.
Ron
si rabbuiò, in quei giorni non gliene andava bene una.
“Lo
sai che con me puoi parlare, sono tua amica e ci sarò sempre
per te... per questo aspetterò che sia tu a volermi
raccontare cosa ti sta accadendo…”
disse Ginny, accovacciata ai piedi del letto dell’amica.
Le
parole della sua migliore amica, della sua UNICA amica, così
delicate e preoccupate allo stesso tempo, le fecero stringere il cuore
dalla tenerezza. Ma in quel momento non poteva proprio dirle tutto, era
troppo rischioso sia per Ginny che per lei.
Decise
per il silenzio, mentre era intenta a nascondere la sua faccia in mezzo
a dei libri enormi; aveva trovato da un pezzo il libro di
Trasfigurazione ma non voleva far percepire a Ginny il suo imbarazzo e
la sua ansia.
“Capisco
che il suo fascino ti turbi così tanto.”
continuò lei, pensierosa.
“COSA?"pensò
Hermione, sconvolta“Come
ha fatto a capirlo?”
Scacciò
subito quel pensiero per ribattere, serafica “Ma dai Ginny,
Malfoy non mi turba affatto... e non mi piace!”
Sperò con tutte le sue forze di essere stata un minimo
convincente.
Ginny
la scrutò, dubbiosa.
“Invece
secondo me ti piace e non vuoi ammetterlo…” si
alzò, avvicinandosi all’amica. Adesso poteva
tranquillamente guardarla in viso.
“
Però non ti do torto … se Ron lo sapesse gli
prenderebbe un colpo!” fece una mezza risatina…
forse, si chiese Hermione, si stava immaginando la faccia sconvolta del
fratello in quel momento.
“Sei
fuori strada, Ginny.” Già era stato difficile
ammetterlo a se stessa, figuriamoci ad un’altra persona... e
non una sconosciuta ma alla sorella di uno dei suoi migliori amici e
fidanzata dell’altro.
“Comunque
io vi vedrei bene insieme, nonostante tutti gli insulti di questi anni
e il suo non celato odio per la mia famiglia…”
fece una faccia strana. Era vero, Malfoy, come suo padre, non aveva mai
nascosto il disgusto per la famiglia Weasley. Hermione si
sentì un po’ a disagio. Ma d’altronde lo
stesso trattamento era stato riservato anche lei fino a quel
momento… e chissà per quanti altri.
“E
forse sono l’unica in tutta la scuola a pensarlo. Anzi, forse
sono l'unica in tutto il mondo magico. ” terminò
Ginny, con espressione pensierosa.
“Forse?” esclamò Hermione, alzando un sopracciglio e
sorridendole con un'espressione scettica.
Era
il primo sorriso della giornata e, sicuramente, sarebbe stato anche
l’ultimo. A metà mattinata avrebbe avuto ben due
ore di Pozioni e, per non bastare, Malfoy partecipava anche a Storia
della Magia alla prima ora.
Inoltre
ancora non sapeva se Zabini avesse visto o meno il loro
“bacio” e, di conseguenza, messo in atto la sua
minaccia di dare la foto ai professori.
Guardò
nervosamente l’orologio. Non voleva incontrarlo ma allo
stesso tempo desiderava stargli vicino.
“Fra dieci minuti inizia Storia della Magia, ne parliamo dopo se ti
va.”
L’amica
le sorrise bonariamente “Va bene, ci vediamo a pranzo
allora.”
Dopo
che si furono salutate, Hermione si affrettò verso
l’aula dove gli studenti ancora stavano entrando in maniera
disordinata.
Tra
le tante teste riconobbe quella rossa di Ron e quella corvina di Harry.
“Eccoli!”
pensò, avanzando a grandi falcate verso gli amici, ma il
respiro le si mozzò in gola quando qualcuno le
tagliò la strada con prepotenza, costringendola a fermarsi.
Si
ritrovò a fissare due occhi glaciali.
“Ciao
Mezzosangue...” Malfoy aveva le mani affondate nelle tasche ed
un’espressione maligna.
“Hai
chiuso i rubinetti o rischierò di annegare a Pozioni?”
Hermione
lo fissò, incredula e ferita, ma non volle darlo a vedere.
“Sai,
visto che ancora divido il banco con una Mezzosangue lagnosa come te
devo premunirmi.”
La
Grifondoro tacque ma non distolse lo sguardo dai suoi occhi, non
volendo dargliela vinta ancora.
“Forse
ho esagerato…” pensò Draco,
guardandola. Non era riuscito, nonostante la sua espressione fredda, a
calmare il battito del suo cuore.
Era troppo faticoso prenderla in giro se poi si pentiva di ogni sua
parola.
Inoltre
si aspettava una risposta per le rime da una come lei che
però non accennava ad arrivare, innervosendolo ulteriormente.
“Non
preoccuparti, Malfoy…”
Ed
ecco l’attesa risposta data con voce sottile e tagliente,
guardando"
finalmente ”si
ritrovò a pensare Malfoy, altrove. Non avrebbe tollerato un
secondo di più quegli occhi scuri fissi nei suoi.
“Non
ho intenzione di sprecare neanche una lacrima per un verme come te, non
più…puoi rilassarti.” Draco
sentì una dolorosa fitta al cuore, ma non disse nulla.
Gli
sembrò che lei soppesasse ogni singola parola,
così cercò di capire quanto l’avesse
ferita con le sue. Gli sarebbe bastato solo un cenno di cedimento da
parte sua, come per esempio che la sua voce la tradisse nel
rispondergli ma, con sua sorpresa, la voce della Grifondoro
risultò comunque sicura. Più sicura della sua, si
trovò suo malgrado a pensare. Questo lo fece impazzire di
rabbia.
Intanto,
approfittando del suo silenzio, Hermione lo superò a grandi
passi andando dritta verso i suoi amici, dove si sentiva al sicuro.
“Mi
sto rammollendo!”pensò
il Serpeverde, stringendo con astio la cinghia della sua borsa.
Da
quando si sentiva in colpa prendendo in giro qualcuno? Da quando era
nervoso nel guardare quella Mezzosangue negli occhi? Da quando lui era
diventato così insicuro? Ma allora era vero che i
sentimenti rendevano le persone rincoglionite.
Intanto
la lezione stava incominciando, il professor Rüf
iniziò la cantilena sulla rivoluzione dei Goblin del secolo
passato fluttuando intorno ai banchi.
Hermione
si sistemò al banco con Neville, mentre al banco dietro di
lei si misero Harry e Ron.
“Maledizione,
non riesco a seguire!”Notò
con disappunto. Si sentì osservata e non ci volle molta
fantasia per capire chi fosse.
Draco
Malfoy era esattamente dall’altra parte della classe, al
banco con Tiger, e non le toglieva gli occhi di dosso.
“Chissà
se Zabini ha già consegnato quella maledetta foto.”continuò
a chiedersi la ragazza, ma visto che non le era ancora arrivato alcun
gufo da parte dei professori la risposta era piuttosto ovvia e doveva
solo capire se li avesse visti oppure no.
Cavoli
com’era noiosa la lezione del professor Rüf, quella
cantilena atona le stava facendo chiudere gli occhi dal sonno.
D’altronde, non aveva dormito per niente quella notte.
Ron,
intanto, era intento a leggere la Gazzetta del Profeta, precisamente la
pagina dello sport, mentre Harry aveva attaccato la Cronaca.
“Maledizione,
mi si chiudono gli occhi…”
Hermione
si diede un pizzicotto alla mano. Non poteva dormire in quel momento,
soprattutto, non davanti ai due occhi grigi che non accennavano a
staccarsi da lei. Perché diamine la stava fissando
così tanto?
Prese
la sua piuma ed il suo blocco per gli appunti. Doveva fare come ogni
santo giorno, così forse avrebbe evitato di russare davanti
a tutta la classe.
“Ciao,
Theodore…mi dispiace che tu non abbia fatto in tempo a fare
colazione...” soffiò Malfoy,
all’orecchio del compagno davanti. ”Dormivi
così bene quando sono uscito che non ho avuto il cuore di
svegliarti.”
Nott
sentì per un attimo un fremito lungo la schiena
"Perché, hai un cuore? Non lo sapevo." dissimulò
abilmente.
“Sì,
ma lo uso solo quando devo farti un dispetto." puntualizzò
Draco, con un ghigno "Comunque non hai sentito neanche tutto il chiasso
fatto da Tiger e Goyle. Dovevi essere proprio stanco visto che sei
rientrato dopo di me, o sbaglio?”
Ecco,
stava per farlo. Ma comunque Nott se lo aspettava.
Per
fortuna aveva un alibi.
“Eh, sì.” gli sussurrò di rimando
“Ieri notte ho avuto un diverbio con lo Sfregiato.”
Malfoy
lo guardò curioso, raramente Nott aveva soprannominato
Potter con gli stessi epiteti che usava lui.
“Eri
al loro allenamento?”
“Sì,
li stavo spiando, ma Potter mi ha visto e ci siamo insultati un bel
po’.”
Malfoy
ghignò divertito “Non vorrei essere stato in lui
allora… però…”
osservò maligno il suo acerrimo nemico “
… sembra ancora tutto intero.”
Anche
Nott lo fissò. Harry era ancora preso dalla Gazzetta del
Profeta.
Comeda
copione,si
erano ignorati quella mattina, come ogni altra dopotutto.
Nott
sperò che Draco non intuisse la sottile bugia sul loro
incontro.
Le
ore passarono lentamente, Hermione era riuscita a non addormentarsi a
Storia della Magia ed a stare attenta alla lezione di Trasfigurazione,
ma aveva guardato l’orologio ogni dieci minuti.
L’ora di Pozioni si avvicinava. Solo l’idea che le
si sarebbe seduto accanto le fece accelerare il cuore in maniera
preoccupante. Si sentì spossata da tutta quell'ansia.
“Sei
pallida, Hermione!” Le sussurrò Harry, entrando
nell’aula di Pozioni.
“Ti
senti bene?”
“Sì,
tutto ok.” tagliò corto lei senza neanche guardarlo.
Ron
si intromise.
“Ragazzi,
ma Piton che compiti aveva assegnato? Non c’è il
test oggi, vero?”
Hermione
sentì il suo cuore perdere un colpo.
Se
n’era dimenticata.
Certo
che c’era il test quel giorno! Ecco perché non
avevano avuto la solita montagna di compiti da consegnare. Un senso di
panico e disperazione la colse. Sperò con tutto il cuore che
Piton almeno le chiedesse una pozione che conosceva. Per la prima volta
Hermione Granger era impreparata ad un test importante.
La
faccia che fece fu la conferma per Ron di essersi guadagnato di nuovo
una S.
Harry
invece sembrava tranquillo, o rassegnato, a seconda dei punti di vista.
Ad
un tratto, un intenso profumo muschiato le riempì le narici.
Ecco,
era arrivato il momento che più temeva. Malfoy si era appena
seduto e aveva sistemato il libro sul banco. Hermione sperò
solamente che non volesse riprendere il discorso di quella mattina,
anzi, quello spiacevole monologo.
Però
Piton entrò proprio in quel momento, spazzando via per un
secondo le sue paranoie. Appena il professore si avvicinò
alla cattedra il brusio sommesso si fermò
all’istante.
“Bene,
per chi non se lo ricordasse…” Iniziò
con voce melliflua, lanciando uno sguardo pungente verso Harry e Ron
“Oggi faremo il test di Pozioni. Infatti dovrete preparare
con il vostro compagno di banco la Pozione della Morte
Vivente.”
Il
silenzio della classe fu totale, non l’avevano mai fatta
prima ed il nome non era poi così rassicurante.
“Avete
due ore, gli ingredienti principali sono Wormwood e Asfodelo, le dosi e
gli ingredienti secondari li troverete alla lavagna.”
Con
un colpo di bacchetta li fece apparire.
“Non
distraetevi e non inalate i vapori della
pozione…è altamente soporifera. Al primo rumore
che sento vi sbatto fuori con una bella T.”
Harry
e Ron si guardarono disperati. “Ed ora?”
Anche
Hermione non aveva mai fatto quella pozione, imprecò
mentalmente e prese il libro. Lesse con calma le caratteristiche
sperando di potersela cavare.
Era
così stanca.
Malfoy
la osservò di sottecchi, visto che aveva già
preso il calderone ed alcuni ingredienti secondari.
Quella
pozione era difficile anche per lui, in più si trattava di
un test. Non poteva rischiare di compromettere la sua media…
per cosa poi…?
“Una
donna…”pensò
disgustato. Non ne valeva la pena.
“Allora
Mezzosangue…” disse al suo orecchio, facendola
sobbalzare.
Hermione
ridusse gli occhi a due fessure ma non disse nulla.
“Non
dobbiamo sbagliarla questa pozione. Io mi occuperò di fare
le dosi di Wormwood e Asfodelo, tu invece occupati di mescolare
seguendo le indicazioni del libro e prepara gli ingredienti
secondari.”
Per
quanto freddo, il suo tono non era per niente cattivo come suo solito,
anzi.
Malfoy
non aspettò neanche una risposta, si mise subito al lavoro,
silenzioso e concentrato.
La
Grifondoro non riuscì a reprimere un minimo di ammirazione.
“Come
fa a rimanere sempre così distaccato dal resto del mondo?”si
chiese, mettendosi al lavoro anche lei.
Dopo
due ore avevano quasi finito. Ormai mancavano pochi minuti alla fine
della lezione.
Non
voleva ammetterlo e non lo avrebbe mai lontanamente immaginato in
passato, ma Malfoy ringraziò mentalmente Piton per averlo
messo al banco con la Granger.
Si
erano scambiati più o meno dieci parole in quelle due ore,
eppure erano stati straordinariamente coordinati mentre lavoravano
insieme. Nonostante non l’avessero mai fatta, la loro pozione
sembrò a Draco perfetta.
Forse
da solo non ci sarebbe riuscito.
Intanto
al secondo banco …
“Ron…”
“Che
c’è adesso?”
“Hai
messo gli occhi di pipistrello?”
“Mi
sembra di sì, perché?”
“Perché
sta prendendo fuoco il banco…”
“Oh,
Miseriaccia, Aguamenti!”
Una
puzza di bruciato invase l’aula.
Si
girarono tutti verso di loro. Le orecchie di Ron erano rosse da far
spavento.
“Bene,
bene…” Piton si avvicinò ai due
ragazzi. “Vedo che almeno è riuscito ad evitare
che il castello andasse distrutto, signor Weasley.” disse
acidamente, provocando l’ilarità in tutti i
Serpeverde presenti.
Hermione
strinse i pugni ma non poteva dargli torto. A volte Ron era peggio di
Neville per quanto era distratto.
Stranamente
Malfoy, dopo il ghigno iniziale, non aveva detto nulla ed era tornato a
mescolare febbrilmente la sua pozione. A differenza della Parkinson e
della Greengrass che sghignazzavano così forte da dare
l’impressione che stessero per deporre un uovo da un momento
all’altro.
“Adesso
silenzio!” Ordinò Piton, infastidito da tanto
baccano “Vediamo invece come siete
andati…”
Malfoy,
per un attimo, si sporse verso Hermione.
“Sicuramente
prenderemo come al solito il voto più alto, Granger, i miei
complimenti, devo purtroppo ammettere che sei stata
brava....”
L’aveva
chiamata Granger e non Mezzosangue e, per di più, si stava
complimentando con lei. Lo stupore la fece voltare di scatto,
trovandosi pericolosamente vicina alle sue labbra.
“Oh...”
fece in tempo a dire.
Ma,
prima che potesse fare qualsiasi cosa, Malfoy si appoggiò,
anzi, crollò sulla sua spalla, spezzando il suo respiro e
qualsiasi altro rumore nell’aula.
******
Ciao a tutti ! Spero che questo nuovo capitolo vi
sia piaciuto !
Scusate se sono di poche parole ma oggi vado un po'
di corsa, spero vivamente di aggiornare al più presto !
bacioni !!!
Ma,
prima che potesse fare qualsiasi cosa, Malfoy si appoggiò,
anzi, crollò sulla sua spalla, spezzando il suo respiro e
qualsiasi altro rumore nell’aula.
****
-
Malfoy! Maledizione! - tuonò Piton, vedendo la scena del
primo banco - Avevo specificato di stare attenti a non inalare lapozione!
Hermione
era così rossa che Harry pensò che stesse per
prenderle un colpo.
-
S...Si è addormentato? – chiese con gli occhi
sgranati, sentendo il lieve peso del compagno sulla sua spalla. Il suo
profumo, così dolce e pungente allo stesso tempo, la stava
facendo impazzire.
Piton
si avvicinò con un'espressione seccata - Certo che si
è addormentato, stavate facendo una potente pozione
soporifera a meno che lei non l’abbia avvelenato,signorinaGranger!
Il
viso di Hermione diventò, se possibile, ancora
più rosso mentre la metà delle serpi ghignava
bellamente.
Piton
con un colpo di bacchetta fece apparire una barella e ci fece levitare
sopra il Serpeverde. Hermione si sentì triste e sollevata
allo stesso tempo quando sentì il profumo di Malfoy
allontanarsi da lei.
Lo
guardò con il cuore che ancora le galoppava nel petto.
Malfoy era davvero bello mentre dormiva, sembrava così dolce
ed indifeso… quasi innocente.
-
Hermione, ma a che cretinate pensi? -si
ammonì da sola, maledicendosi.
Piton
ordinò a Tiger di accompagnare Malfoy in infermeria e poi si
girò minaccioso verso Hermione - A quanto pare
l’efficacia della pozione è fuoridiscussione,signorina
Granger, come minimo il signor Malfoy si sveglierà a notte
inoltrata, ma per la sua disattenzione … - le
lanciò uno sguardo della seriesicuramente
è colpa tua-
… dovrò darvi unaOinvece
della solitaE.
Pansy
e Blaise gongolarono.
Hermione
aprì la bocca, basita - Ma…ma perché?
- chiese - La pozione è perfetta!
Piton
le lanciò uno sguardo incendiario - Perché anche
se è perfetta, quello che è successo dimostra che
la vostra concentrazione fosse scesa... ed una disattenzione del genere un
pozionista non può permettersela.
La
Grifondoro abbassò lo sguardo, in effetti non poteva dar
torto al professore. Che sarebbe successo se al posto di una pozione
soporifera avessero preparato un potente veleno?
Pansy
ormai ghignava così apertamente che Hermione dovettefrenarel’impulso
di trasfigurarla in uno spazzolino per il water.
-
Resisti Hermione... -si
costrinse a ripetere nella sua testa, cercando di ignorare le occhiate
di Zabini che comunque non sfuggirono ad Harry e Nott.
La
lezione terminò con una lunga serie di insufficienze. Harry
e Ron si erano superati, avevano preso sorprendentemente una T.
-
Da oggi sono un uomo praticamente morto…-
sentenziò Ron, lanciandosi sulla prima poltrona della Sala
Comune - Se non recupero subito quel voto mamma mi manderà
un’altra strillettera e mi toglierà la mia scopa
da corsa.
-
Ma dai Ron, come farà a sapere della tua T? - chiese Harry
scettico.
L'amico
si girò con una faccia da funerale - LEI sà
sempre tutto... ed al massimo lo scoprirà nelle vacanze di
Natale quando manderanno i voti a casa… - si mise entrambe
le mani sul viso, disperato - E lo sai che non ce la faremo mai a
recuperarla, manca solo un mese!!!
Hermione
gli sorrise, rassicurante - Ron non fare così, se vuoi posso
aiutarti io... ed anche a te Harry - poi prese un cipiglio molto
più severo, mettendo le braccia sui fianchi come faceva
spesso Molly Waesley - Ma dovrete promettermi di studiare seriamente,
senza distrazioni o Quidditch… o …
-
Giusto, il Quidditch!!! La partita!!! - tuonò Ron
all’improvviso, facendola saltare dalla paura - Harry,
dobbiamo allenarci, non voglio fare una figuraccia!!!
Hermione
strinse i pugni, gonfiandosi di rabbia, quell'ingrato non aveva sentito
una parola del suo discorso.
-
Scusa, Hermione... - continuò Ron, trascinando un Harry
sconvolto e mortificato per il buco del ritratto - Visto che ora
abbiamo un’ora di buco ne dobbiamo approfittare, ci vediamo a
pranzo!
Senza
che lei potesse dire o fare qualcosa, vide i due amici scomparire
dietro la signora Grassa. Per loro fortuna non era riuscita a prendere
la bacchetta in tempo o li avrebbe affatturati seduta stante.
Si
accomodò nella poltrona appena lasciata da Ron pensando a
quanto invece avrebbe voluto parlare da sola con Harry.
Non
aveva ancora avuto modo di raccontargli nulla del suo incontro della
sera prima. A colazione aveva notato l’amico guardarla con
insistenza ma, con Ginny e Ron davanti, non aveva osato fare domande.
Ed era stato meglio così.
Meno
gente sapeva, meno danni ci sarebbero stati.
Anche
se... avrebbe dovuto dirgli che Malfoy aveva provato a baciarla? E che
probabilmente Zabini li aveva visti?! Ad Harry sarebbe partita una
coronaria!
Inoltre
c'era un altro mistero da risolvere... la botola in cui lei stava per
cadere non si era azionata certamente da sola e questo voleva dire che
non c’erano solo lei e Malfoy sulla torre.
Hermione
cercò mentalmente di immaginarsi una reazione di
Harry… ma lui era così imprevedibile che
lasciò subito perdere. Se voleva il suo aiuto doveva essere
sincera con lui.
La
giornata passò lentamente, con Hermione che non faceva altro
che pensare a Malfoy, Ron che si lamentava in continuazione della sua T
in Pozioni ed Harry che cercava inutilmente un’occasione per
parlare da solo con Hermione.
Riuscì
a bloccarla davanti alla biblioteca solo poco prima del coprifuoco
serale.
-
Hermione, finalmente! Ormai non ci speravo più…
-
Harry! - disse lei voltandosi nervosamente - Anche io stavo perdendo
le speranze!
Entrambi
si guardarono intorno per assicurarsi che il corridoio fosse deserto.
Il
Grifondoro le si avvicinò - Non ho avuto
l’occasione per chiederti di ieri sera, raccontami tutto,
avevi una faccia a colazione !
Hermione
si torse nervosamente le mani, era arrivato il momento di parlare.
Sperò solo che l’amico facesse il minimo sforzo
per capire il suo stato d'animo.
Prese
un bel respiro e raccontò ad Harry, per filo e per segno,
ogni particolare di quello che era accaduto. Ma purtroppo nell'impeto
del discorso, si lasciò sfuggire persino la sua tristezza
nel rivedere lo sguardo di Malfoy nuovamente feroce e ferito allo
stesso tempo.
Quando
Hermione ebbe finito il suo racconto, Harry scoprì di aver
perso la lingua. Riuscì solamente a guardarla, pallido e
sconvolto.
-
Harry?- la faccia dell’amico la stava facendo preoccupare -
Dì qualcosa, per favore…
I
pensieri vorticavano frenetici nella testa di Harry Potter.... ma il
ragazzo continuava a fissarla bianco come un cencio.
Nel
frattempo un gruppo di ragazze di Tassorosso passò in quel
corridoio, inviando degli sguardi maliziosi ad Harry e pieni di invidia
ad Hermione.
-
Non qui, Hermione - Harry finalmente parlò e le prese la
mano, trascinandola di peso nella prima aula vuota.
Solo
dopo aver insonorizzato la porta si girò verso di lei con
uno sguardo strano. Sembrava che in corridoio avesse appena visto un
basilisco.
-
Spero solo di aver capito male... - iniziò, preoccupato - Ti
rendi conto di quello che mi hai appena detto?
La
Grifondoro alzò un sopracciglio - Certo che mi rendo conto,
Harry! - il tono usato dal amico l’aveva infastidita,
sembrava che la stesse accusando di aver ucciso qualcuno.
-
Malfoy prova a baciarti e tu… - si mise entrambe le mani nei
capelli - ...Sei triste per averlo ferito? Hermione io non posso
crederci, ti sei presa una cotta per lui! - lei fece per dire qualcosa
ma lui la bloccò - E volendo passare sopra agli insulti che
ci ha rivolto per anni, alla sua famiglia di mangiamorte, alla sua
cattiveria e disprezzo per i babbani ed i Mezzosangue… -
Hermione sussultò all’ultima parola - Ti rendi
conto che con la foto che quel pazzo di Zabini ha in mano gli stai
regalando la tua esplusione su di un piatto d’argento?
Hermione,
come risposta, gli regalò uno sguardo colmo di tristezza,
che poteva farci lei se aveva iniziato a provare qualcosa per Malfoy?
Ai sentimenti non si possono dare ordini.
-
Inoltre...- continuò Harry senza potersi fermare - ...
perché mai Malfoy avrebbe provato a baciarti? Deve esserci
qualcosa sotto.
Questa
frase la ferì molto più di una coltellata,
perché mai un ragazzo avrebbe dovuto avvicinarsi ad una
racchia e secchiona come lei se non per un secondo fine?
Harry
vide il suo sguardo addolorato e si sentì un po’
in colpa per il tono che aveva usato con lei.
-
Se un ragazzo si avvicina a me e prova a darmi un bacio... deve per
forza esserci un secondo fine, giusto? – pigolò
la Grifondoro, cercando di trattenere le lacrime.
-
No, Hermione, non fraintendermi... - cercò di giustificarsi
Harry, ma lei lo bloccò.
-
Invece ho capito benissimo!
La
vide tirare su con il naso - No che non hai capito, sei una sciocca a
volte!
Un
singhiozzo, seguito subito da un secondo ed un terzo. Ormai Hermione
non riusciva più a trattenere le lacrime.
-
Ti prego, non fare così. - Harry si maledisse per quello che
aveva appena detto - Non intendevo che qualsiasi ragazzo che voglia
baciarti abbia un secondo fine...mi sono spiegato male! -
guardò a terra, un po' imbarazzato - Ti ho già
detto una volta che secondo me sei una bella ragazza ma è di
Malfoy che stiamo parlando e di lui non mi fido, di chi ti ha
disprezzato fino al mese scorso e che adesso.... – represse,
suo malgrado, un brivido di disgusto – ... di punto in bianco
prova a baciarti!
Harry
non lo sapeva ma senza volere aveva centrato il punto. Anche lei aveva
valutato quella cosa ma, con il fatto che stesse iniziando a provare
qualcosa per il biondo Serpeverde, in quel momento non voleva dare
ragione alla sua razionalità.
-
Dovete solo ringraziare che ieri notte Zabini sia rimasto ai dormitori
- disse infine il ragazzo, facendo scattare la testa di Hermione.
- E’ rimasto in stanza? Come lo sai? Ti ho appena detto che
la botola è stata azionata da qualcuno. - rispose subito lei,
ancora imbronciata.
-
Sì... ma quel qualcuno non era Zabini. – rispose
Harry, stancamente. Non ne era sicuro al cento per cento ma
c’era una grande possibilità che fosse stata
azionata per sbaglio da Nott, visto che né lui né
Theodore avevano incontrato Zabini. - Comunque anche io devo raccontarti
qualcosa riguardo a ieri sera.
Hermione
sgranò gli occhi ancora pieni di lacrime mentre
l’amico le raccontava quanto accaduto.
-
Allora, Blaise? – disse Pansy Parkinson, impettita davanti a
lui. Era truccatissima ed aveva accorciato così tanto la
gonna della divisa, da lasciare ben poco alla fantasia di un ragazzo.
-
Hai già cambiato idea?
Zabini
la guardò annoiato, Pansy era una ragazza passabile
esteticamente e se la cavava anche a letto ma la sua petulanza sarebbe
stata la sua rovina, per non parlare della sua intelligenza.
-
Ti ho già detto che Nott sospetta qualcosa, mi ha sentito
ieri e non so cosa abbia capito, ma è un gran rompiscatole
se ci si mette. – Le rispose, con voce calma e pacata.
–
Non è il caso di dargli altri sospetti, non credi? Ti
ricordi di chi è amico, no?
Pansy
sbuffò, certo che se lo ricordava, ma rivoleva Draco tutto
per sé al più presto.
-
Comunque ci sono le nuove date per le altre ronde. - continuò
Blaise – Si faranno subito dopo la partita Grifondoro-
Corvonero... e devi essere pronta!
-
Tesoro... io sono nata pronta! - rise Pansy.
-
Sì, come no... -pensò
Blaise, prima di risponderle amabilmente - Bene, tu continua a
lavorarti Weasley mentre io mi occuperò della signorina
Mezzosangue. Devo ammettere che Draco qualche anno fa ha avuto
un’idea geniale, le potrei far ricrescere quei bei denti da
castoro... che dici? Le donavano parecchio.
A
quelle parole Pansy iniziò a ridere in maniera
così sguaiata che riuscì a far rabbrividire
persino lui. Per farla tacere Blaise fu costretto ad afferrarla per un
braccio ed a chiuderle a bocca con un bacio.
Ovviamente
Pansy non disdegnò affatto quel gesto, prendendolo per un
moto di passione.
Theodore
Nott si affrettò a rientrare alla Sala Comune, il coprifuoco
stava per scattare ed ancora era a metà strada, essere
sorpresi e puniti da un professore in quel momento sarebbe stato
patetico. Girò l’angolo quasi correndo quando si
scontrò con qualcuno, un qualcuno che non stava affatto
guardando dove mettesse i piedi, notò con disappunto. Era
pronto per cantargliene quattro quando vide di chi si
trattava…
Hermione
nello scontro era caduta mentre la sua borsa era praticamente volata
via, spargendo tutti i libri nei dintorni. La Grifondoro lo
guardò sconvolta, aveva gli occhi umidi di lacrime.
-
Tutto ok?- le chiese Nott, chiedendosi preoccupato quanto c'entrasse
Zabini con le sue lacrime.
-
Sì, grazie... non ti avevo proprio visto. - gli rispose lei,
sfuggendo al suo sguardo.
-
Stai piangendo, Granger, sicura che vada tutto bene? - insistette
Nott, allungandole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Se
Harry non le avesse raccontato tutto quello che era accaduto la sera
prima, Hermione si sarebbe spaventata per quell'insistenza. Grifondoro
e Serpeverde solitamente non erano famosi per la loro collaborazione ed
aiuto reciproco. Ma se Harry si era fidato allora doveva farlo anche
lei.
-
Davvero, sto bene... - nonostante tutto, esitò
nell'accettare il suo aiuto.
-
Guarda che non ti mordo... - disse il Serpeverde, indispettito.
Forse
Potter ancora non le aveva detto nulla, pensò, tirando
indietro la mano.
-
Ho visto che piangevi e pensavo che ti fosse successo qualcosa, grande
errore essere gentile con voi Grifondoro. - si premurò di
puntualizzare.
Hermione
arrossì, colpevole - Scusami, Nott...- disse subito,
alzandosi - Non volevo mettere in dubbio la tua buona fede, anzi,
grazie per il tuo interessamento. Comunque sto bene, sono solo un
po’ scossa da alcuni avvenimenti.
Il
Serpeverde accennò un sorriso - Scuse accettate. - disse
semplicemente, facendo sorridere anche Hermione.
Nott
la guardò raccogliere i suoi amati libri per alcuni secondi
prima di ricordarsi di quanto fosse in ritardo.
-
Adesso devo andare, Granger, ci vediamo in giro! - esclamò
frettolosamente, voltandosi per andarsene.
-
Aspetta!- la voce trafelata di Hermione lo bloccò dopo
pochi passi. – Ho parlato con Harry…mi ha detto
del … ehm… vostro piano...
Nott
si voltò nuovamente per guardarla negli occhi...allora
lei sapeva...
-
Non è saggio parlarne nei corridoi, potrebbe esserci
chiunque. - le rispose solamente, lanciandole uno sguardo di rimprovero.
Hermione
annuì - Hai ragione... è che volevo ringraziarti! - gli rispose, lasciando Theodore stupito ed imbarazzato.
Perché
mai quella Mezzosangue lo stava ringraziando ? Si chiese lui. Non lo
stava certo facendo per lei, ma per Draco. Nonostante tutto Nott si
fermò a riflettere che il fatto di poter aiutareanche
lei...non
lo disturbasse affatto.
-
Non c’è di che. - disse infine, guardando
nuovamente l'orologio - Dai un messaggio a Potter da parte mia, almeno
mi risparmierò di inviargli un gufo… Digli che
dobbiamo decidere la serata in cui agire e dobbiamo vederci stanotte,
visto che non ci sono le ronde dei Prefetti.
Hermione
era rimasta zitta ed attenta sperando che Nott le facesse capire quale
fosse il piano, visto che Harry per il momento si era rifiutato di
parlargliene, sicuramente per non aggiungerle altre preoccupazioni.
-
A mezzanotte nel bagno delle ragazze del secondo piano.
Hermione
sgranò gli occhi - Ma… sai chi
c’è lì dentro, vero?- se Mirtilla avesse visto
Harry, come minimo avrebbe svegliato tutto il castello con i suoi
ululati... e poi non poteva sapere del piano, visto che era una gran
pettegola.
-
E come potrei non saperlo? - Theodore alzò gli occhi al
cielo - Non c'è problema, la pietrificherò!
– finì con aria angelica.
Se
fosse stato Ron o Harry a dire qualcosa del genere, Hermione avrebbe
sicuramente fatto una piazzata. Per quanto un fantasma, Mirtilla aveva
ancora dei sentimenti ed il fatto di pietrificarla la faceva sentire in
colpa. Ad ogni modo, non avrebbe osato dir nulla a Nott in quel
frangente quindi si limitò ad alzare un sopracciglio.
Theodore
rise della sua espressione - Dai, Granger, non fare quella faccia! Non
ho detto che le scaglierò contro una maledizione senza
perdono, ma ho bisogno che non si impicci.
Hermione
abbassò lo sguardo, rassegnata - Va bene, ma sei sicuro che
Malfoy non si insospettirà se ti vede uscire a
quell’ora?
-
Prima di tutto, dopo quello che è successo oggi, non si sa
neanche se Draco dormirà nei sotterranei. Ma, per non
rischiare, gli ho detto che stanotte ho appuntamento con una ragazza di
Corvonero fuori nel parco. Lui lo fa sempre, quindi non ci vedrebbe
nulla di strano. - le rispose il Serpeverde, mettendo le mani in tasca.
Hermione
sentì una fitta al cuore.
-
...Lui lo fa sempre...
Si
impose mentalmente di fare un’espressione indifferente, ma
non le riuscì.
Nott,
intanto, continuava ad osservarla con gli occhi ridotti a due fessure.
-
Granger, ascolta…- iniziò con un viso
tremendamente serio, ma poi si bloccò. Non erano affari suoi
quelli, decisamente no. Ed anche se lo fossero stati, lui non era
sicuramente la persona adatta a fare discorsi del genere.
-
Lascia perdere. - tagliò corto, vedendo
l’espressione interrogativa della Grifondoro. - Dai il mio
messaggio a Potter, Buonanotte. - senza darle il tempo di dire altro,
Nott si girò e si diresse velocemente verso i sotterranei.
Così Hermione si ritrovò costretta a dare, non
senza reticenza, il messaggio ad Harry da parte di Nott, anche se
decise lei stessa di non voler saper niente del piano.
D’altronde, anche Harry non voleva coinvolgerla
più del dovuto sapendo quanto fosse emotivamente provata in
quel periodo.
Malfoy
invece, svegliandosi solo il giorno seguente, aveva sbraitato come un
pazzo scappato dal manicomio non appena saputo da Nott del loro voto al
test. A Theodore gli ci era voluta più di un’ora
per calmarlo e salvare dalla sua furia omicida la loro stanza. La cosa
che più lo indispettiva, valutò Nott mentre Draco attaccava senza pietà alcuni cuscini, era il fatto
che non fosse colpa della Granger ma esclusivamente sua. E questo lo
metteva in difetto nei confronti della Grifondoro, senza contare che si
era addormentato sulla sua spalla come un bambino, il piacere di Nott
nel guardare la sua faccia mentre glielo raccontava fu
impagabile…
La
situazione era poi precipitata quando, per scherzo, Theodore gli aveva
detto che avrebbe dovuto scusarsi con la Granger per averle abbassato
la media. - Neanche morto! E adesso sparisci!!!- era stato
l’ululato di risposta.
Finalmente arrivò il sabato in cui si sarebbe giocata la
partita Grifondoro – Corvonero.
In
quella fredda mattina di Novembre, Hermione si presentò
puntuale allo stadio insieme a Neville e Seamus per veder giocare i
suoi amici e fare il tifo per loro. Lo stadio era affollatissimo ma la
Grifondoro riuscì ad individuare ugualmente il gruppoVerde-Argento,capitanato
da Malfoy, venuto più che altro per insultare Potter e
compagni.
Infatti
Pansy Parkinson era già pronta per dirigere i cori contro i
Grifondoro ed a favore di Corvonero.
-
Vieni, Neville, cerchiamo un posto in alto, così possiamo
vedere meglio la partita. - disse Hermione, prendendo il compagno per la
manica della divisa. La verità è che voleva
vedere meglio una persona sugli spalti, altro che partita. Il solo
pensiero la fece arrossire furiosamente e nascondere gran parte del
viso nella calda sciarpa rosso-oro.
Malfoy
l’aveva vista arrivare con la coda dell’occhio ed
anche se riusciva ad essere freddo e distaccato, il suo sguardo
saettava troppe volte verso il lato Grifondoro dello stadio. Nott,
accanto a lui, non si perdeva una mossa di quel teatrino amoroso. Quasi
si stava divertendo anche se, alla fine, un po’ ne era
preoccupato. Non aveva mai visto Draco interessato ad una ragazza per
più di una settimana. La stessa Pansy era stata rilevante al
massimo per dieci giorni, diventando poi solamente una routine e una
“dolce compagnia notturna”.
E
adesso Theodore sapeva anche con certezza che il biondo Serpeverde era
ricambiato.
*** Ciao
a tutti!!! scusatemi per il ritardo nell'aggiornamento ma ho avuto
giorni un po' movimentati ! Spero di non aver deluso le vostre
aspettative^^ siete sempre così gentili nelle vostre
recensioni! grazie, grazie e ancora grazie.... vi abbraccio con affetto. ps
Mi dispiace di aver fatto comparire poco il nostro Serpeverde preferito
in questo capitolo, ma recupereremo in futuro non temete ;) a
presto!
- Vaiii Ginny! - urlò Ron Weasley tra gli anelli della
porta.
Si
sentì un boato nello stadio e la voce squillante di Dean
Thomas, telecronista della partita, annunciare il vantaggio dei
Grifondoro sui Corvonero.
-
Ginny Weasley ha segnato per i Grifondorooo!!! –un
altro boato si udì per lo stadio-
Vediamo ora come reagiranno i Corvonero a questo improvviso vantaggio
degli avversari!
Harry
guardò la sua ragazza con orgoglio, aveva voglia di baciarla
davanti a tutta la scuola.
-
Buuuuu! - urlava la maggior parte dei Serpeverde tra i quali Pansy
Parkinson, verde dalla rabbia.
-
Quella stracciona ha sempre fortuna! - disse acidamente, sovrastando
i fischi di protesta.
Nott,
accanto a lei, si intromise anche se non interpellato - Veramente,
Pansy… - la sovrastò completamente, facendo
sentire la compagna quasi in soggezione sotto al suo sguardo gelido.
-
… quella Grifondoro è un vero e proprio talento
naturale, inoltre…- guardò Draco con la coda
dell’occhio, assicurandosi che sentisse - ...è
anche molto carina, se non fosse insieme a Potter credo che le
chiederei di uscire.
Pansy
lo guardò a metà tra il disgustato e lo sconvolto.
-
Cosa stai dicendo! È una Grifondoro, oltre che
essere una traditrice del suo sangue.
Nott
fece spallucce, indifferente a tanta agitazione - Ed allora?
-
Ma come ALLORA! Sei impazzito? Hai sempre detto che non saresti
uscito neanche morto con una Grifondoro!
Draco
nel frattempo taceva, ma si vedeva da lontano un miglio che non volesse
perdersi neanche una sillaba di quella conversazione.
-
Ho cambiato idea. - disse Theodore, con l’aria
più tranquilla del mondo. Nel dirlo, distolse lo sguardo da
lei e la Serpeverde, inconsciamente, gliene fu grata. - Secondo me in
quella casa non sonotutteda
buttare - Marcò bene la parola tutte guardando, casualmente,
in direzione di Hermione Granger.
Cercare
di non riderle in faccia fu veramente difficile, la sua
espressione era da dipingere e poi, così arrabbiata ed
impettita, Nott notò che Pansy Parkinson assomigliasse molto
ad un grosso tacchino.
Pansy
avrebbe voluto rispondergli a tono ma non poteva insistere, visto che
lei stessa aveva provato a sedurre Ronald Weasley durante la ronda
anche se, a differenza di Nott, lei aveva avuto uno scopo preciso nel
farlo che ovviamente non poteva dire davanti a Draco.
Anche
Blaise Zabini era allo stadio ma sulle ultime gradinate, lontano da
Draco e da Nott.
Era
circondato da ragazzine infatuate di lui che lo guardavano con occhi
sognanti ed approfittavano del vento freddo per avvicinarsi il
più possibile con una scusa; Blaise però non se
ne preoccupava, guardava in continuazione ogni movimento di Hermione
Granger, non accorgendosi che lui stesso fosse continuamente osservato.
Se
non avesse saputo del suo piano, Theodore avrebbe tranquillamente
pensato che fosse interessato anche lui alla ragazza.
Malfoy
non aveva detto una parola ma, alle parole dell’amico, il suo
sguardo si era posato per un secondo sulla Mezzosangue. Nott represse
un ulteriore sorrisetto, prima di tornare a guardare la partita.
Ormai
lo conosceva come le sue tasche.
Harry
Potter sfrecciò davanti al gruppo di serpi proprio in quel
momento. Nott alzò volutamente la testa e, per una frazione
di secondo, i loro sguardi si incrociarono.
Era
il momento giusto.
-
Draco, vado un momento in bagno, ci vediamo fra poco. - disse, facendo
attenzione che tutti i suoi compagni lo udissero. Malfoy, noncurante,
fece un leggero cenno con la testa.
Nott
arrancò faticosamente tra la folla di studenti ammassati e
scese con calma le alte gradinate, andando verso gli spogliatoi in
cerca di qualcosa. Solo quando fu sotto gli spalti, finalmente, i suoi
occhi si illuminarono.
Davanti
ai bagni dei ragazzi, un Serpeverde del primo anno attendeva con ansia
che uno dei bagni si liberasse. Gli si avvicinò furtivo,
assicurandosi che non ci fosse nessuno a guardarlo. Sotto al mantello,
la sua bacchetta era puntata verso l’ignaro ragazzino.
-
Imperio! -sussurrò
maligno. Gli occhi castani del ragazzino di accesero per un attimo di
un muto stupore, prima di posarsi su di lui con uno sguardo vuoto.
Blaise
guardò l’orologio, dalla sua posizione si era
accorto subito dell’assenza di Nott e la cosa non gli
piaceva, erano passati almeno quattro minuti ed ancora non lo aveva
visto tornare al suo posto. Dove poteva essere? Per quanto remota, gli
venne in mente un’unica risposta.
Conosceva
bene Theodore Nott, e sapeva altrettanto bene che era praticamente
impossibile ingannarlo o nascondergli qualcosa. Iniziò a
sentirsi nervoso, ed era indeciso se avvicinarsi o meno a Pansy per
avere qualche informazione su dove fosse andato
quell’impiccione.
Intanto,
una ragazzina più sfacciata delle altre aveva posato la
testa sulla sua spalla e aveva iniziato a
“disturbare” i suoi pensieri con chiacchiere
inutili.
-
Sai, Blaise, fra meno di un mese ci sarà il ballo di Natale
qui a scuola, mi chiedevo se avessi già una ragazza con cui
andarci. Io sono Michelle Boyd e sono al quarto anno di Tassorosso e,
nel caso volessi, potremmo andarci insieme.
Ma
Blaise non aveva udito neanche una parola, se non un brusio fastidioso
nelle sue orecchie.
-
Ok…- aveva risposto per farla stare buona, con il risultato
che quel macaco attaccato al suo braccio aveva stretto ancora di
più la presa.
-
Potter si lancia all’inseguimento del boccino, ma la Chang lo
tallona senza sosta!!!
Era
vero, Harry non riusciva a scrollarsela di dosso neanche per un
secondo, ed a Cho la cosa sembrava piacere. Lo guardava con
un’espressione famelica e aveva sorriso in maniera maliziosa
a Ginny prima dell’inizio della partita, facendole diventare
le guance scarlatte per il nervoso.
Ma
lui sapeva di essere molto più bravo di lei in volo. Il
boccino era sempre più vicino, ancora poco e
l’avrebbe afferrato!
Hermione
si mise le mani sulla bocca. Harry stava per prendere il boccino ! Si
sentì elettrizzata, per qualche secondo si scordò
persino di Malfoy. Neville e Seamus, accanto a lei, avevano iniziato ad
urlare senza ritegno.
-FORZA
HARRY!
Ma,
all’improvviso, Cho accellerò e gli
tagliò la strada, ad Harry servì tutto il suo
autocontrollo e sangue freddo per sterzare e non prenderla in pieno.
Il
boccino, ormai salvo, si allontanò velocemente.
-
Peccato !!! -la
squillante voce di Dean sovrastò i fischi della folla-
Potter stava per prendere il boccino, ma una pericolosa azione della
Chang lo ha sviato…
Cho
sorrise ad Harry, che la guardò scocciato.
Come
le era venuto in mente di fare una cosa così pericolosa? Ma
soprattutto, come aveva fatto lui ad invaghirsi di quella sciocca al
quinto anno?
Ma
lei, in risposta al suo sguardo, fece cenno di inviargli un bacio,
facendo saltare i già precari nervi di Ginny che
volò in picchiata verso il cercatore dei Grifondoro.
-
Io quella la strozzo con la sua stessa coda di cavallo!!! -
commentò Ginny inviperita, affiancandosi ad Harry. Lui era
così imbarazzato che non riuscì a spiccicare
parola; lo stadio, al contrario, era letteralmente in fermento.
Cho
Chang se la rideva bellamente, allontanandosi comunque per precauzione.
L’azione
appena accaduta aveva, per qualche attimo, fatto dimenticare a Blaise
tutte le sue preoccupazioni. E quando riposò gli occhi sui
suoi compagni Serpeverde vide nuovamente Nott trotterellare tranquillo
per andare a sedersi accanto a Draco.
-Mmm…-
anche se si sentiva sollevato, Blaise continuò comunque a
chiedersi dove fosse sparito Nott in quei pochi minuti.
-
Ti sei perso un quasi scontro tra San Potter e la Chang, per poco lui
non cade dalla scopa, sarebbe stato magnifico - disse Draco, non appena
Theodore si fu seduto, regalandogli uno dei suoi migliori ghignimade
in Malfoy.
-
Uh… davvero? Peccato.
Nott si voltò leggermente e guardò Blaise con la
coda dell’occhio. - Avrai una bella sorpresina,amico....
- pensò, imitando pericolosamente il ghigno di Malfoy.
Hermione
fece un bel respiro, si era spaventata parecchio. Harry aveva rischiato
di cadere dalla scopa e lei, istintivamente, aveva subito estratto la
bacchetta per evitargli una caduta, ma visto che non era servita
pensò quasi di usarla per trasformare Cho in un grazioso
barbagianni.
Anche
Seamus doveva essere dello stesso avviso, visti gli epiteti che stava
utilizzando nei confronti della Chang.
-Ecco
di nuovo i Grifondoro partire all’attacco con Demelza Robins
che schiva uno, NO, due cacciatori Corvonero! VAI DEMELZA! Ora passa
la Pluffa a Ginny Weasley…
ATTENTA
GINNY! -
Ginny
schivò un bolide per un soffio, mentre Minerva McGranitt
avanzava minacciosa verso il telecronista.
-
Dean Thomas, non puoi e NON DEVI intervenire nel gioco! Il tuo compito
è quello di commentare, non avvisare i giocatori!
Dean
allontanò il microfono - Sì, professoressa, mi
scusi. - appena si fu allontanata le fece una linguaccia, chiedendosi
come avesse fatto Lee a sopportarla per tutti quegli anni.
-
Dicevamo… Ginny Weasley si avvicina alla porta e
tira… -tutto
lo stadio, Thomas incluso, trattenne il fiato. Si udì un
boato assordante-
WEASLEY SEGNA! Sei un portento bellezza!
-
THOMAS!!!
-
Scusi professoressa… BRAVA GINNY, Grifondoro conduce per 20
a 0.
Tutta
la squadra si fece intorno a Ginny e Demelza per complimentarsi della
splendida azione.
Hermione,
intanto, saltellava eccitata sul posto come una bambina che ha appena
ricevuto un bel regalo. Si sentì così orgogliosa
della sua amica, aveva segnato non una, ma ben due volte fino a quel
momento. Cercò Harry con lo sguardo, ora toccava a lui
chiudere il gioco.
Ma
si stava congelando, di questo passo sarebbe morta di freddo prima
della fine della partita, aveva le mani ed il naso ghiacciati, le
sarebbe piaciuto bere qualcosa di caldo.
-
Quella sciocca, guarda come si diverte … - pensò
Malfoy, nell’osservare la Granger.
Quella
scena lo aveva innervosito ulteriormente, oltre ovviamente al vantaggio
dei Grifondoro.
Neville
le sorrise estasiato - Davvero saresti così gentile da
portarmi dei dolcetti di zucca?
-
Certo, Neville, con questo freddo volevo prendermi qualcosa di caldo,
visto che vado al chiosco posso prendere qualcosa anche per te.
-
Grazie mille, sei un’amica, sbrigati o ti perderai il
resto della partita!
-
Ok, cercherò di sbrigarmi.
Hermione
si fece largo tra i compagni e si infilò nella porticina che
portava sotto gli spalti, era più o meno
all’altezza dei bagni che un ragazzino del primo anno le
venne addosso.
-
Ops… scusami, tutto bene? – disse lei
d’istinto, senza guardare neanche chi fosse. Ma non ottenne
risposta, così guardò oltre il bavero della
giacca.
Non
l’aveva mai visto, ma dai colori della sua divisa non vi
erano dubbi sulla casa di appartenenza, Serpeverde.
Aveva
l’aria strana, anzi no, uno sguardo strano. Hermione ci mise
poco a capire che quel ragazzo non fosse nelle sue facoltà
mentali.
-
Sembra che sia sotto Imperio… - pensò spaventata.
Ma chi mai aveva potuto fare una maledizione senza perdono ad un
bambino del primo anno? Era una cosa orribile.
-
Ehi, scusami... - gli toccò leggermente il braccio - Ti senti
bene? Chi sei?
Il
ragazzo rispose lentamente e con voce atona - Mi chiamo Jeremy Mirror.
-
E cosa fai qui sotto?
-
Aspetto Theodore Nott.
Ad
Hermione quasi venne un infarto - Cosa?
Ma
non fece in tempo a dire altro che una voce interruppe i suoi pensieri
frenetici ed ingarbugliati.
-
Cos’è, Granger, ci provi con i ragazzini ora? - la
voce pungente di Malfoy la costrinse a voltarsi.
Ed
adesso? Se Nott aveva maledetto quel ragazzino era sicuramente per il
piano che aveva fatto con Harry. Solo nel pensare che il suo amico
fosse complice di unamaledizione
senza perdonosu
di uno del primo anno le fece ribollire il sangue dalla rabbia, ma ci
avrebbe pensato in seguito, adesso doveva solo non far capire a Malfoy
che cosa stesse succedendo.
Cercò
quindi di mantenere il controllo - No, Malfoy, non so se ti ricordi...
ma sono un Prefetto e mi stavo assicurando che questo ragazzino stesse
bene, visto che è un po' pallido.
-
Si da il caso… - disse lui un po' contrariato, avvicinandosi
ai due ragazzi - Che IO sia il Prefetto di Serpeverde e questo ragazzo
sia nella MIA casa, quindi posso occuparmene anche io.
Di
male in peggio, ma perché Hermione non ne riusciva a
combinarne una giusta in quei giorni?
-
Ok è tutto tuo, rompiscatole! - disse infine, voltandosi e
riprendendo a camminare in direzione del chiosco.
Non
voleva offenderlo ma solo provocarlo, sperando che non si accorgesse
del perché quel ragazzino rimanesse immobile e muto a
guardarli.
Malfoy
rimase spiazzato e, come sperato dalla Grifondoro, lasciò
perdere il ragazzino per correrle dietro.
-
Come ti permetti di usare quel tono saccente con me!
-
Mi permetto eccome invece!- si voltò per guardarlo in
faccia, perché la perseguitava in quel modo?
-
Non capisco se ci provi gusto o cosa nello stuzzicarmi.
Anche
Malfoy si fermò - Ci provo gusto, è ovvio. - un
inconfondibile ghigno malefico si dipinse sul suo viso.
Com’era
lontano dal sorriso che aveva a Hosgmeade, si ritrovò a
pensare la Grifondoro.
-
Be', io non ci trovo niente di divertente quindi Malfoy, visto che non
siamo di ronda e neanche a Pozioni, adesso ti saluto.
Fece
per andarsene ma lui le afferrò il polso. Lo aveva fatto
d’istinto, per non farla andare via, senza alcuna scusa a riguardo. Non aveva programmato di doverlatoccare.
La
faccia che fece Hermione, un misto tra imbarazzo e sorpresa, gli fece
sentire caldo anche con quella temperatura glaciale di Novembre.
-
Draco, sei qui? - all'improvviso però,
l’inconfondibile voce di Pansy Parkinson li raggiunse da
dietro le colonne, per fortuna non poteva ancora vederli, ma un
orribile rumore di tacchi presagì il suo imminente arrivo.
-
Oh no… – sussurrarono entrambi, guardandosi subito
dopo ancora più sorpresi ed imbarazzati.
Malfoy
non aspettò altro, mise una mano sulla bocca di Hermione e
la trascinò in uno dei bagni dei ragazzi, magicamente liberi
in quel momento.
****** Ciao a tutti, scusate il
ritardo^^ Lo so, adesso mi odiate
per aver interrotto il capitolo così... eheh... ma ora mi
odierete ancora di più, poiché non
potrò aggiornare il nuovo capitolo prima di fine agosto
causa vacanze^^ ma vi assicuro che non appena tornerò
aggiornerò a raffica con qualche nuova ideuzza che ho in
mente. Vi auguro di passare una
bella estate :) fatemi sapere se vi
è piaciuto il capitolo, un bacio a tutti e grazie per le
vostre bellissime recensioni *_* § Alessandra
§ Ps. potrebbero esserci
errori di battitura a causa della fretta che ho in questi giorni, se
però avrete la pazienza di segnalarmeli
provvederò a correggerli subito. Mi scuso in anticipo :(
Hermione
aveva provato con tutte le sue forze ad opporre resistenza, ma Malfoy
era decisamente più forte di lei e non aveva faticato a
trascinarla di peso in uno diqueiterribili
bagni. Ma proprio nel bagno dei ragazzi doveva portarla? Anche se
lì, forse, potevano essere relativamente al sicuro dalla
Parkinson, visto che era improbabile che entrasse nel bagno dei maschi.
Adesso però era in trappola e chiusa, proprio con lui, in
due metri cubi d’aria. Cosa aveva fatto di tanto orribile da
meritarsi una cosa del genere? Non sarebbe uscita viva da
lì.
-
Shhh… – aveva sussurrato Draco al suo orecchio
destro, non appena la porta fu chiusa alle loro spalle. Le teneva
ancora la mano sulla bocca per impedirle di far rumore, mentre
l’altra le cingeva i fianchi per impedirle di scappare. Ma la
credeva veramente così idiota dal desiderare che tutta la
scuola sapesse che era chiusa nel bagno dei maschiconDraco
Malfoy? Ron, come minimo, sarebbe morto di crepacuore.
Intanto
il suono dei tacchi della Parkinson si era fatto prima più
vicino e poi si era spento improvvisamente, segnalando che si fosse
fermata proprio davanti ai bagni - Draco, sei qui?- provò
nuovamente, ma non vi fu alcuna risposta. - Eppure l’ho visto
venire da questa parte - borbottò a se stessa.
-
Dai, vattene in fretta Parkinson. - pensò disperatamente
Hermione. Il profumo di Malfoy la avvolgeva completamente, senza
contare i brividi che le davano i suoi respiri, era così
vicino. Sentiva già il suo cuore battere
all’impazzata nella suatestae per
un attimo ebbe paura che anche lui potesse udirlo.
Però,
si ritrovò a pensare, Malfoy non le stava facendo affatto
male. Le sue mani erano calde e piacevoli in confronto al freddo
pungente di Novembre. Inoltre, anche se la sua presa era decisa, in
quel momento il suo tocco era delicato. Questa cosa la sorprese, visto
che si ricordava benissimo la sua irruenza quando le aveva afferrato i
polsi la notte della ronda.
-
Granger, ora ti toglierò la mano dalla bocca, non fiatare!
Il
sopracciglio di Hermione si alzò, era ovvio che non avrebbe
fatto alcun rumore. Non appena sentì la presa di lui
allentarsi si girò per lanciargli uno sguardo incendiario.
Si ritrovò, però, ad un centimetro dal suo viso.
Non
aveva previsto di trovarsi così vicina a lui, si
pentìsubitodel suo
gesto.
-
Per chi mi hai presa? - sussurrò comunque, cercando
di non arrossire per la vicinanza di lui - Non avrei fiatato in ogni
caso, anche se devo dire non sono contenta della tua idea geniale. -
fece una chiara allusione al luogo in cui si trovavano.
Per
tutta risposta Malfoy ghignò - Facciamo le schizzinose
adesso?
Era
decisamente troppo vicina, pensò Draco, cercando dimantenerela sua
espressione canzonatoria ed indifferente a quanto stava accadendo. Se
non si fosse allontanato da lei non sarebbe riuscito a mantenere il
controllo per troppo tempo. Il semplice ma intenso profumo di Hermione
gli riempì le narici e, constatò, quella
Mezzosangue aveva decisamente un buon profumo. No, non andava bene,
doveva uscire da lì.
Ma
in quel momento, altri passi annunciarono l’arrivo di
un’altra persona. Hermione trattenne il respiro. Chi poteva
essere?
-
Ehi Blaise… - disse Pansy, spezzando i pensieri di entrambi.
Malfoy
strinse i pugni ma rimase immobile. Hermione invece iniziò a
tremare, se avessero parlato del piano o del ricatto Malfoy avrebbe
scoperto tutto e lei non avrebbe avuto neanche il modo ed il tempo di
spiegargli della foto.
-
Pansy... - la profonda voce di Zabini li raggiunse - Menomale che ti ho
incontrata! Volevo chiederti una cosa…
-
Dimmi pure.
Il
solo sentire la voce di Blaise, senza però potergli spaccare
la faccia o lanciargli qualche maledizione, innervosì
ferocemente Draco.
-
Prima Nott si è alzato, hai scoperto dove fosse diretto?
-
Alzato?
-
Sì, durante la partita è sparito per alcuni
minuti. - l’ottusità di quella ragazza era
pressoché infinita. - Non mi dire che non ti sei accorta di
niente?! - la sua voce risultò canzonatoria e piena di
disprezzo.
Pansy
Parkinson sembrò dubbiosa ma rispose ugualmente - Ah
sì…certo che me ne sono accorta, è
andato in bagno. - D’altronde Theodore lo aveva quasi urlato a
tutta la fila.
-
Ne sei sicura? - Hermione lo avrebbe preso a schiaffi se fosse stata
in lei, Zabini era veramente odioso con quella voce sostenuta e la sua
aria di superiorità.
-
Lui ha detto così, non l’ho seguito se
è questo che intendi... e sinceramente non mi interessa! -
finalmente la Parkinson aveva deciso di rispondergli a tono.
Ci
fu qualche secondo di silenzio, la prima a parlare nuovamente fu Pansy
- Comunque stavo seguendo Draco, l’ho visto girare dietro
l’angolo ma l’ho perso.
Si
udì un boato proveniente dagli spalti, commentato abilmente
da Dean, anche se lì sotto le parole arrivarono confuse ed
ovattate. Chissà se qualcuno aveva segnato… si
trovò a pensare Hermione, anche se in quel momento che
Grifondoro segnasse era l’ultimo dei suoi desideri.
-
Io invece stavo seguendo la Mezzosangue. - disse Zabini, marcando con
disprezzo l’ultima parola.
Hermione
sentì un tremito lungo la schiena. Guardò con
orrore gli occhi di Malfoy allargarsi per lo stupore e,
successivamente, farsi sottili come due lame.
-
Che siano insieme? - La voce di Pansy suonò preoccupata.
-
Non credo, comunque continua a cercarlo… intanto cerca di
limitarti quando parli davanti a Nott, quel ragazzo è un
impiccione e non ci metterebbe troppo tempo a capire tutto.
Ecco,
pensò Hermione, stava per arrivare il momento che temeva.
Adesso avrebbero parlato del ricatto e sarebbe stata la fine per lei.
Inaspettatamente però, non accadde nulla di tutto questo.
Draco e Hermione sentirono distintamente il suono di un bacio tra i due
Serpeverde, e lei non resistette alla tentazione di studiare la
reazione di Malfoy. Si era chiesta più volte cosa lui
realmente avesse provato, e provasse in quel momento, per la Parkinson.
Draco,
al suono del bacio, non riuscì a trattenere
un’espressione di puro disgusto. Certo, aveva baciato
migliaia di volte Pansy in passato, ma in quel momento non
l’avrebbe fatto neanche sotto Imperio. E si chiese se non lo
fosse stato realmente mentre andava a letto con lei.
Come
aveva potuto?
La
faccia di Malfoy era così buffa che Hermione dovette
coprirsi la bocca con entrambe le mani, cercando di soffocare una
risata isterica che sembrava volesse uscire disperatamente.
Che
diavolo c’era da ridere in un momento del genere?
Era
chiusa in un bagno sporco e stretto, il bagno dei ragazzi per giunta,
insieme al suo acerrimo nemico di sempre Draco Malfoy. Senza contare i
sentimenti che adesso provava per lui, così intensi e nuovi
da mandarla in confusione totale. Non poteva neanche uscire di
lì e mettere distanza tra loro, visto che la Parkinson e
Zabini avevano deciso di fare un’ispezione orale
l’uno dell’altra proprio davanti al loro
nascondiglio. Be', sempre meglio quel rumore di sturalavandini rispetto
ad un bel discorso sul ricatto che stava subendo, che sicuramente
avrebbe portato ad un bagno di sangue e, successivamente, alla sua
espulsione da scuola.
Malfoy,
vendendola sbellicarsi sommessamente, la guardò male e fece
il gesto di zittirla. Hermione si calmò
all’istante, anche se non riusciva a cancellare il sorrisetto
che gli increspava le labbra.
Come
iniziato, il bacio finalmente finì, ed i due ragazzi si
salutarono dandosi appuntamento per il pomeriggio.
Quando
i passi furono lontani, Hermione ricominciò a respirare
normalmente. Se l’era vista davvero brutta. - Possiamo uscire
secondo te? - chiese sommessamente a Malfoy. Ma Draco non la
degnò di una risposta, continuando a guardare a terra con
un’espressione truce. Hermione sentì nuovamente
l’ansia prendere il controllo del suo corpo. - Stai bene? -
disse, toccando delicatamente il suo braccio destro, ritraendosi poi
subito dopo come se si fosse scottata.
Lo
sguardo incandescente di Draco si posò su di lei - Cosa
vuole Zabini da te? Perché ti seguiva? - chiese, con fare
tremendamente serio - E perché è tanto
interessato a quello che fa Theodore? Cosa voleva dire con quella
frase sul fatto che potrebbe capire tutto? Tutto cosa?
Hermione
sentì nuovamente il freddo avvolgerla, come se fosse tra le
spire di un grosso serpente di ghiaccio. - Ecco.. io...
Malfoy
non era certo uno stupido e lei una pessima attrice. Cosa poteva dirgli
adesso?
Neville
Paciock guardò l’orologio. Erano passati almeno
quindici minuti da quando Hermione era sparita tra la folla per andare
al chiosco, ma ancora non accennava a rientrare. Strattonò,
allarmato, la giacca di Seamus. - Ehi, Seamus, Hermione ancora non
è tornata, dici che dovrei andare a cercarla? Magari le
è successo qualcosa!
Seamus
si girò un po' contrariato, odiava essere disturbato mentre
vedeva il Quidditch - Qui allo stadio Ma da,i Neville, avrà
sicuramente trovato una fila infinita al chiosco, mi dispiace per lei
ma si sta perdendo le azioni più belle della partita, hai
visto la parata di Ron? E' stata eccezionale, penso che lui ci
rimarrà male quando saprà che la Granger se
l’è persa.
Neville
rimase dubbioso per qualche secondo - Dici? Quindi secondo te
è meglio non cercarla?
Seamus
neanche si voltò – Ma no, vedrai che
tornerà presto….. MALEDIZIONE, HARRY, BUTTA
GIU’ DALLA SCOPA QUELLA SCIOCCA DELLA CHANG!!! -
iniziò ad urlare, non appena vide Cho tagliare nuovamente la
strada ad Harry. Neville sospirò e guardò
nuovamente l’orologio, poi si rimise buono buono a guardare
la partita. Sicuramente Hermione era ancora in fila al chiosco, quindi
era inutile agitarsi.
-
Ti ho già detto che non lo so, è inutile che
insisti! - sussurrò Hermione contrariata, fece per aprire
la porta del bagno ma Malfoy, più veloce di lei, richiuse il
breve spiraglio di luce bloccando la porta con il braccio.
-
Non così in fretta...
Hermione
sgranò gli occhi, perché non la faceva uscire
visto che non c’era più la necessità di
nascondersi?
Si
sentì un ulteriore boato provenire dalle gradinate sopra di
loro e, questa volta, la voce di Dean riuscì a raggiungerli
distintamente.
-
HARRY POTTER PRENDE IL BOCCINO D’ORO GUADAGNANDO 150
PUNTI!!!! -un
altro boato li raggiunse-
GRIFONDORO VINCE PER 190 A 10!!! -urla,
applausi e fischi, accolsero l’annuncio.
Non
commentare fu impossibile per Malfoy - Alla fine lo Sfregiato ce l'ha
fatta, ha una sfortuna sfacciata!
-
Malfoy, ti ho detto tante volte di non chiamare Harry in quel modo! - Il
sopracciglio di Hermione si alzò pericolosamente - Ora
però voglio solo uscire da questo bagno schifoso! -
Cercò nuovamente di aprire la porta e nuovamente fu bloccata
da lui - Non abbiamo più bisogno di nasconderci ed i miei
amici mi staranno cercando. - disse lei, nervosamente - Fammi aprire la
porta per favore, non costringermi a prendere la bacchetta!
Se
prima voleva allontanarsi il più possibile da lei, adesso
non voleva aprire quella porta, con la consapevolezza che la Granger
sarebbe scappata il più lontano possibile da lui per
festeggiare con quelle nullità dei suoi amici.
-
Preferirei non rischiare di incontrare quella sanguisuga di Pansy,
potrebbe essere ancora nei dintorni. - mentì prontamente - E
stai tranquilla che fra poco andrai a festeggiare con quelle
mezze calzette dei tuoi amici. - Hermione lo guardò arcigna,
se i suoi amici erano mezze calzette, i suoi cosa erano?! Decise
comunque di non dirgli nulla per una volta. E anche se
l’avesse fatto sarebbe stato inutile visto che Malfoy era
ancora preso da quello che aveva appena scoperto.
-
Voglio scoprire cosa stanno tramando quei due imbecilli di Pansy e
Blaise. - annunciò, facendola tremare dalla testa ai piedi
-…e soprattutto, cosa vogliono da te… - Quelle
parole che potevano sembrare rassicuranti sentite da uno sconosciuto,
per Hermione suonarono come la peggiore delle minacce, tanto che lo
fissò con aria preoccupata.
Malfoy
lo notò e le si avvicinò così tanto da
specchiarsi nei suoi occhi, aveva un’aria minacciosa.
-
Non guardarmi così, Granger, cerca piuttosto di girare a
largo da Zabini perché è pericoloso... e non sto
scherzando. Poi dovresti saperlo visto che ti ha picchiata…
- ripensò al sangue sul viso di lei -... e se ti tocca
un’altra volta giuro che lo ammazzo…
Era
sveglia? Ma no, doveva essere un sogno, non poteva aver sentito
veramente quelle parole.
…...e
se ti tocca un’altra volta giuro che lo ammazzo…
Ma
la consapevolezza del fatto di averle sentite realmente le
arrivò non appena vide la faccia di Malfoy. Era sconvolto
più di lei.
Aveva
detto quelle parole perché era in preda all’ira,
non sapeva neanche lui cosa stesse dicendo e quando vide gli occhi
castani di Hermione riempirsi di imbarazzo, sentì tutto il
sangue che aveva in corpo affluire sul suo viso.
Hermione
non potè credere ai suoi occhi. Draco Malfoy era arrossito,
anche con quella poca luce era riuscita a notarlo... e la cosa poi
spiccava enormemente visto il pallore della sua pelle. Hermione invece
aveva perso incredibilmente la parola, proprio lei che sapeva sempre
cosa fare o dire in ogni situazione. O almeno, in quasi
tutte…
Si
creò un silenzio carico di imbarazzo, in contrasto con il
baccano e l’atmosfera festante che proveniva fuori dal bagno.
Hermione lo guardava impietrita e anche lei era arrossita vistosamente,
anche se la cosa non consolò Malfoy neanche un po'.
Draco
non si era mai sentito in quel modo con una ragazza, le aveva sempre
derise quando le vedeva arrossire per un bacio o una carezza di troppo
e adesso che cosa faceva? Arrossiva come una verginella! Si diede da
solo del patetico. Ma che poteva dire adesso? Doveva sdrammatizzare in
qualche modo.
-
Ma non ti montare la testa, ragazzina! - disse in modo brusco,
distogliendo lo sguardo da lei - Ho già un conto in sospeso
con quel bastardo...
Finalmente
la Grifondoro ritrovò la voce - Non avevo dubbi, Malfoy.
Che
bugiarda che era… per un attimo ci aveva quasi sperato che
fosse a causa sua tutta quella rabbia che leggeva nei suoi occhi.
-
Bene! - rispose lui altezzoso - Ora veniamo al vero motivo per cui ti ho
seguita.
Perché,
l’aveva seguita? Si ritrovò a pensare la ragazza.
Quindi non era stato casuale il loro incontro...
-
Eh? Che motivo?
-
Presto detto, ho saputo da Theo, cioè da Nott , del nostro
voto a Pozioni quando…- si bloccò, titubante sul
verbo da utilizzare. Ma Hermione venne gentilmente in suo aiuto -
Quando ti sei addormentato come un bambino sulla mia spalla?
Sì, mi sembra di ricordare il tuo dolce peso.
Malfoy
scattò come se avesse preso la scossa – Piccola
vipera! – disse, assottigliando gli occhi, ma a dispetto delle
parole, il suo tono non era intriso della sua proverbiale cattiveria.
Hermione
ghignò in risposta al suo sguardo.
-
Ho avuto il migliore degli insegnanti, che ti aspettavi? –
disse, facendo una chiara allusione.
Hermione
VS Malfoy = 1 a 0
Draco
incassò il colpo con eleganza e continuò -
Comunque ieri sera sono andato da Piton per protestare ma lui non ne ha
voluto sapere di rialzarci il voto. A meno che non facessimo un test
aggiuntivo di recupero e, vista la nostra media in Pozioni,
l’ha concessa solo a noi questa possibilità.
Hermione
sgranò gli occhi. Ma quanto era raccomandato quel ragazzo?
Non riuscì a non chiederselo. Cercò di figurarsi
cosa avrebbe detto Piton se fossero andati Harry e Ron a chiedergli di
farli recuperare. Anche se avessero avuto una O come media, come minimo
avrebbero pulito il suo archivio di pozioni per tutto il fine settimana
solo per la sfacciataggine.
- Ah... - fu l’unica cosa che riuscì a dire.
-Che
entusiasmo Granger, pensavo che interessasse anche a te avere una E in
Pozioni.
La
risposta era piuttosto ovvia. Ma era comunque rimasta spiazzata da
quella proposta - Che domande! Certo che mi interessa! - rispose
piccata - E quando dovremmo fare il test?
-
Domani.
-
Domani? - scattò lei - Ma è domenica!
Draco
la guardò, un po' perplesso - Non ti si può
nascondere niente, eh?
Hermione
mise il broncio. Aveva troppo poco tempo per prepararsi, non ce
l'avrebbe mai fatta per il giorno dopo. Inoltre la biblioteca della
scuola era momentaneamente chiusa. Come avrebbe fatto?
Draco
la studiò attentamente e poi ghignò -
Scommettiamo che ho capito a cosa stai pensando, Mezzosangue? -
finalmente ripronunciò quella parola senza cattiveria.
Un
senso di felicità riempì il cuore di Hermione.
-
...Che non farai in tempo a prepararti, visto che non puoi andare in
biblioteca a prendere i libri fino a che Madama Pince non
guarirà dall’influenza, è vero?
La
Grifondoro sospirò. Ormai anche Draco Malfoy aveva imparato
a conoscerla.
-
Già…
-
Ma non ti ricordi di una cosa…- continuò Draco,
con uno strano luccichio negli occhi - Io ho ancora un libro da
riportare alla biblioteca di Hosgmeade.
-
Vuoi uscire ancora? – rispose lei con orrore. Ripensando a
tutte le regole della scuola che avevano infranto la volta prima.
-
E come pensi che possa riportarglielo se non ci vado? - disse lui,
incrociando le braccia. Anche questa era una giusta osservazione.
Hermione lo fissò, pensierosa. Ormai il danno era stato
fatto, riportare il libro e copiare con la magia gli altri non poteva
peggiorare le cose, inoltre il test era solo il giorno dopo e sarebbe
stata la sua unica possibilità di recuperare il voto di
Pozioni.
Dopo
averci riflettuto bene, alzò lo sguardo su di lui, con fare
deciso - E va bene, verrò... ma promettimi che non
prenderai altri libri, ok? Non voglio infrangere le regole ogni
settimana! - disse seriamente - Inoltre ci andremo dopo i
festeggiamenti della partita, tanto la biblioteca chiude tardi.
-
Il tono della Granger è molto simile a quello di Megera
McGranitt -notò
Malfoy divertito, mentre l'ascoltava.
Era
veramente buffa con quel sopracciglio alzato e l'espressione severa.
Sorrise
impercettibilmente, ma lei lo notò lo stesso - Va bene,
Miss-so-tutto-io! - esclamò, guardandola in modo strano -
Aspetterò pazientemente il tuo gufo per sapere a che ora
vederci...ORA puoi andare... - detto questo, tolse il braccio dalla
porta e si spostò da un lato per farla passare -... se vuoi,
ovviamente…- le sussurrò infine all'orecchio.
Dicendo le ultime parole in maniera così maliziosa che
Hermione si affrettò ad aprire la porta.
Appena
questa si aprì, una ventata d'aria fredda investì
la Grifondoro, così da costringerla a stringersi ancor
più nella sua calda sciarpa. Ma non ebbe il tempo di fare
neanche un passo che si ritrovò due occhi smeraldo davanti
ai suoi.
-H-Harry!- balbettò, imbarazzata.
Harry
Potter era sconvolto davanti a lei. L'aveva osservata mentre usciva dal
bagno, e non era sconvolto perché era uscita paonazza dal
bagno dei ragazzi, ma perché dalla stessa porta, un secondo
dopo, era uscito niente di meno che Draco Malfoy.
****
Ciao
a tutti!! ^^ come promesso, eccomi qui! Spero che non abbiate
dimenticato la storia in queste settimane =P Questo
capitolo è dedicato quasi interamente ai nostri protagonisti
eheh.. spero vi sia piaciuto! Ci
vediamo settimana prossima per il seguito... kisses ** -A-
-
Hermione, che stavi facendo? - gli uscì forse con un po'
troppo impeto. Ma Malfoy lo aveva guardato in modo così
malizioso da fargli ribollire il sangue nelle vene.
-
Che ci facevi in bagno con lui? - lo indicò con disgusto.
Al
gesto di Harry, Draco incrociò le braccia - Ah, ma allora
è un vizio ... nessuno vi ha mai insegnato le buone maniere
a te e Lenticchia?
-
Ecco Draco Malfoy in tutto il suo splendore... - pensò
Hermione mettendosi, rassegnata, una mano sul viso. Se solo avesse
potuto smaterializzarsi...
-
Hermione, rispondimi... - la chiamò ancora Harry, aveva
un'espressione indecifrabile in viso.
Lei
lo guardò ansiosa e gli si avvicinò prendendogli
il braccio - Ti spiego tutto alla torre, ora andiamo, ti prego!
Draco
infastidito da quel gesto, fece uno scatto, mettendosi di fronte ad
Harry - Ah, complimenti Sfregiato, ho sentito che hai preso il boccino.
Avrei quasi voluto vedere come hai fregato quella sciocca della
Chang... ma, come sai, non ho potuto. Ero abbastanza occupato... - nel
dire le ultime parole, Malfoy fece un gesto eloquente con la testa, in
direzione di Hermione.
-
Serpe schifosa... - Harry tirò fuori la bacchetta.
Hermione
urlò spaventata - HARRY, NO!
-
Stupeficium!
-
Protego.
L'incantesimo
di Harry rimbalzò su quello di protezione di Malfoy.
Si
spostò appena in tempo da schivarlo, Malfoy intanto aveva
puntato la bacchetta su di lui ed Harry si affrettò a fare
altrettanto.
Si
guardarono per qualche secondo rimanendo in silenzio, gli occhi di
Malfoy mandavano lampi di puro odio .
Per
loro fortuna tutti i professori e gli alunni stavano ormai tornando al
castello e lo stadio era quasi tornato deserto, altrimenti sarebbero
stati sicuramente puniti.
Hermione
si parò davanti al suo migliore amico, dando le spalle a
Malfoy - Aspetta, è tutto un malinteso, andiamo alla
torre così ti spiego.
-
Levati di mezzo, Granger! – sibilò il Serpeverde,
dietro di lei.
Harry
la fissò, Hermione lo guardava con sguardo supplice. Forse
era davvero tutto un malinteso... e poi, anche se la voglia di fare a
pezzettini Malfoy era grande, non poteva non dar retta a quello sguardo
spaurito e confuso che in quel momento gli stava lanciando la sua
migliore amica. Hermione aveva bisogno di lui adesso, doveva fidarsi.
Suo
malgrado gli sfuggì un sospiro - Va bene, andiamo
alla torre, mi spiegherai strada facendo... –
abbassò malvolentieri la bacchetta.
Hermione
gli sorrise, grata. Poi si voltò verso Malfoy –
Abbassa anche la tua.
Lui
la guardò male – Non darmi ordini, ragazzina...
-
Per favore, Draco, abbassa la bacchetta...
Se
gli avessero dato una botta in testa, Malfoy non avrebbe potuto
guardarla che in quel modo. Ma fu veloce a cancellare la sua
espressione sorpresa, abbassò lentamente la bacchetta
rimanendo comunque in silenzio, con gli occhi fissi in quelli di lei.
Anche
Harry era rimasto sorpreso, Hermione lo aveva chiamato per nome! Era
la prima volta che lo faceva davanti a lui ma decise di non dire
nulla, mise con delicatezza la mano sulla spalla dell'amica - Allora,
andiamo?
-
Sì... - Lei a fatica distolse lo sguardo dagli occhi freddi
ma allo stesso tempo impetuosi di quell'odioso Serveperde che
però la intrigava tanto. E solo allora si ricordò
del ragazzino sotto Imperio. Lo cercò con lo guardo nel
punto in cui lo aveva lasciato, ma di lui non vi era traccia...e lo
stesso di Nott.
-
Ricordati che aspetto il tuo gufo, Mezzosangue... - disse Malfoy,
rimettendo elegantemente la bacchetta nel mantello poi senza aspettare
una risposta si voltò, prendendo la strada opposta a quella
dei due Grifondoro.
-
Che vuol dire che Hermione è sparita? - disse Ron, con i
capelli ancora fradici dopo una lunga doccia.
Era
da quando la partita era finita che cercava Hermione. Ci era rimasto
male quando non l'aveva vista tra i compagni che erano scesi dalle
tribune per festeggiare la vittoria della squadra. Si era ricordato che
l'aveva lasciata con Neville prima della partita, così non
appena lo vide entrare nei dormitori gli chiese subito dove fosse
l'amica, ma la risposta che gli diede il compagno non fece che
indispettirlo maggiormente.
Neville
lo guardò, preoccupato – E' andata al chiosco a
prendere dei dolcetti di zucca e non è più
tornata, allora ho pensato che ci avesse anticipati al castello, ma non
è neanche in Sala Comune. - Si sentì un po' in
colpa, alla fine i dolcetti erano per lui e non si era offerto neanche
di accompagnarla.
In
quel momento entrò Seamus insieme a Dean.- E' tutto pronto
per la festa! Ci divertiremo parecchio ragazzi! - annunciarono
felicemente ai compagni.
-
Comunque bella parata, Ron! - disse Dean, dando al compagno una
poderosa pacca sulle spalle. - Peccato che poi abbiano segnato...
Ron lo guardò male - E' stata tutta colpa di quel bolide. -
protestò vivacemente - Se non mi avesse distratto l'avrei
presa!
-
Però è giusto dire che la prima parata
è stata eccezionale! - continuò Seamus,
compiaciuto. - Peccato che la Granger se la sia persa!
Neville
guardò Ron, aveva uno sguardo cupo.
-
Per caso l'avete vista, era con voi poco fa?
-
No, noi stavamo preparando la Sala Comune per la festa, c'è
già un sacco di gente, ma credo che lei non sia ancora
arrivata. - rispose tranquillamente Dean – Ma Harry
dov'è? - disse poi scrutando la stanza – Non gli
ho ancora fatto i complimenti per la partita!
Lo
sguardo di Ron si fece ancora più cupo – Non ne ho
la minima idea...
-
Quindi nel bagno non è successo nulla?
Hermione
alzò gli occhi al cielo, mentre risaliva la strada che
portava alle Serre – Pensavo che stessi parlando con Harry e
non con Ron, quante volte devo ripetertelo? NO, Malfoy non mi ha
sfiorata... - A quelle parole Harry, dietro di lei di qualche passo,
arrossì sentendosi un po' in colpa per essere stato
così invadente, ma che poteva fare? Cercò di
cambiare argomento - Comunque, mi stavi dicendo che Piton vi da la
possibilità di recuperare con un compito in più.
- Sì. – rispose lei, aggrottando le sopracciglia -
Ed il problema è che la biblioteca è chiusa e lui
vuole fare il test domani.
-
Ma... domani è domenica! - disse Harry,
scandalizzato che si potesse fare un test anche di domenica.
-
Già. – Hermione lo guardò abbattuta,
mentre l'amico continuava a non capacitarsi della cattiveria di
quell'uomo - Piton è veramente uno schifoso! –
Sentenziò contrariato - Scommetto che l'ha fatto apposta.
-
E' proprio per questo che mi cercava Malfoy, dovremo andare a Hosgmeade
per prendere i libri.
A
quelle parole Harry si bloccò, guardandola stralunato
– Ma sei impazzita? Vuoi che Zabini vi faccia anche la foto
ricordo per caso?
Lei
si voltò per guardarlo in faccia - No, questa volta
starò attenta, pensavo di chiedere a Nott il favore di
controllare Zabini e la Parkinson, in modo che non ci seguano.
-
Hermione, ti prego, ragiona... - Harry le prese la mano – Lo
so che in questo momento ti sembra l'unica soluzione, ma non
è così.
Per
la prima volta negli ultimi giorni, Hermione sorrise. Harry rimase
imbambolato a guardarla per qualche secondo. Lei mise anche l'altra
mano su quella dell'amico – Ascolta, so cosa faccio...
non correrò alcun rischio, ti ringrazio che ti stai
preoccupando così tanto, ma non rendermi le cose
più difficili. Ho promesso che non ti avrei più
mentito ed è per questo che ti sto dicendo tutto... ma anche
te hai promesso di aiutarmi.
Harry
rimase qualche secondo a guardarla, pensieroso. Hermione lo stava
guardando sorridente, aveva una luce negli occhi che non le aveva mai
visto, a dispetto di tutto, si chiese se lei volesse andare a Hosgmeade
per studiare o per poter stare da sola con lui.
-
Va bene. – disse alla fine, rassegnato –
Chiederò a Nott di controllare che non siate seguiti.
Hermione
lo abbracciò, troncandogli il respiro – Piano o mi
ucciderai …- sussurrò un po' imbarazzato - inoltre devo ancora
sapere se Nott è riuscito nel piano.
A
quelle parole Hermione lo lasciò andare, contrariata
– Ah, infatti volevo parlarti proprio del piano! - gli
raccontò con evidente disgusto quello che aveva visto, e
soprattutto il fatto che fosse sicura che l'Imperio fosse stato fatto
da Nott.
Harry
la guardò, senza parole – Ti giuro che
non sapevo che dovesse maledire qualcuno! Nott mi aveva detto che
aveva un amico che poteva aiutarci senza fare troppe domande.
– nonostante tutto non riuscì a non ammirare la
sua scaltrezza. - Non pensavo che potesse essere così
geniale! - gli sfuggì, mandando Hermione su tutte le furie.
-
Geniale un corno! Se quelle maledizioni si chiamano senza perdono,
c'è un motivo! Non credi? Forse è meglio che
smettiate di collaborare prima che vi sbattano entrambi ad Azkaban! -
Era veramente fuori di sé.
-
E' vero ma ora calmati e, soprattutto, non farti sentire da tutta la
scuola! - Harry si guardò in giro preoccupato –
Senti, gli dirò di non infrangere più alcuna
regola ma tu cerca di capire, dovevamo avere quelle foto! E' l'unico
modo per aiutarvi.
Hermione
lo fissò, incredula - Quindi ha maledetto quel ragazzino per
fargli rubare le foto? - Era sempre sconvolta, ma doveva riconoscere
che poteva funzionare come piano. Durante la partita i dormitori era
vuoti e nessuno avrebbe sospettato di uno del primo anno.
Harry
si passò una mano fra i capelli - Sì, anche se ti
ripeto che io non sapevo che dovesse maledirlo, è stato
molto evasivo su questo punto.
Hermione
fece un bel respiro, cercando di riprendere il controllo – Va
bene, mi calmo, ne riparleremo in seguito. – gli
scoccò un'occhiataccia - Abbiamo ben di peggio da affrontare
adesso.
Harry
la guardò, non capendo a cosa lei si riferisse.
-
Sto parlando di Ron... sono sicura che mi farà duemila
domande su dove ero e con chi stavo mentre voi vincevate la partita.
-
E' vero. – disse Harry pensieroso – E ne
farà anche a me, visto che sono sparito subito dopo senza
una parola.
Ripresero
a camminare, rimanendo in silenzio per tutto il tragitto. Solo quando
furono quasi all'entrata di Hogwarts, Harry si decise a parlare. -
Ormai non possiamo far altro che dirgli tutto, Hermione. Mi sento troppo
in colpa nel riempirlo di bugie.
Alla
Grifondoro per poco non prese un colpo, se lo aspettava, ma non
così presto – M...Ma sei sicuro? -
riuscì solamente a dire.
-
Ti prego, ho mantenuto il segreto perché sei la mia
migliore amica, ma anche lui lo è, cerca di capire...
Hermione
sospirò, ma alla fine era d'accordo con lui, voleva bene a
Ron e anche lei stava male per come lo aveva trattato nell'ultimo
periodo. Ma non poteva dirgli anche dei sentimenti che aveva iniziato a
provare per Malfoy, no, decisamente non era pronta, e poi era una cosa
personale!
Ma
Harry sembrò capire la sua preoccupazione –
Ascolta, ho intenzione di dire a Ron solo del ricatto di
quella serpe schifosa... e quando dico serpe schifosa sto parlando di
Zabini per una volta.
-
Davvero?
-
Sì, davvero. – gli occhi di Harry si rabbuiarono
– Anche perché è l'unica cosa da
raccontare giusto? Io non so e NON voglio sapere niente di quello che
provi per Malfoy. – mise su un broncio che Hermione
trovò adorabile.
Gli
sorrise radiosa - Harry, grazie, ti voglio bene!
-
Il problema è che te ne voglio anche io!
-
Ehi, ragazzi, dove eravate?! Stavamo per iniziare senza di voi! -
esordì Dean, non appena vide Harry ed Hermione entrare nella Sala Comune. Era già strapiena di gente ed avevano fatto
fatica ad arrivare vicino al fuoco – Soprattutto tu, Harry,
sei stato grandioso complimenti! - sembrava già ubriaco,
tanto era su di giri - Hai fregato il boccino sotto al naso della Chang
all'ultimo secondo, hai visto che faccia ha fatto? - sia lui che
Seamus ridacchiarono.
Harry
sorrise un po' imbarazzato dai complimenti del compagno –
Grazie... è stata dura ma ce l'abbiamo fatta! Ora
scusatemi, vado a farmi una doccia e scendo subito!
Hermione
intanto cercava Ron con lo sguardo, ma non riuscì a vedere
l'amico da nessuna parte. - Uff … ci sono troppe persone,
dove sarà? - pensò preoccupata, come avrebbe
reagito Ron a tutta quella storia? Se lo era chiesto migliaia di volte
in quei giorni, ed ora era il momento di scoprirlo. Si diede
appuntamento davanti al fuoco con Harry e partì alla ricerca
di Ron , anche se si arrese quasi subito. Qualcuno aveva messo della
musica e adesso la loro sala comune era piena di gente che si agitava
frenetica, senza contare che lei odiava ballare... lo trovava una
perdita di tempo. Si era appena appoggiata mogia ad una colonna, quando
vide una testa rossa farsi largo tra la gente e venire dalla sua parte.
Non era Ron, ma sua sorella.
-
Hermione! - trillò lei non appena la vide – Ti
è piaciuta la partita? - si vedeva da lontano un miglio che
era al settimo cielo per aver segnato.
Hermione
l'abbracciò, era veramente felice per lei – Certo
che mi è piaciuta! Sei stata bravissima!
Aveva
deciso, anzi avevano deciso, lei ed Harry, che avrebbero raccontato
tutto sia a Ron che a Ginny, ormai non aveva senso mentire e
compromettere la loro amicizia. Forse Nott era riuscito veramente a
mettere le mani su quella foto, e quella brutta storia stava per finire.
-
Hai visto Ron per caso? - le chiese subito.
-
Sì prima, ti stava cercando e sembrava arrabbiato... che
è successo?
Hermione
sgranò gli occhi, come arrabbiato? Adesso trovarlo era la
sua priorità – Ti racconterò tutto dopo. – tagliò corto lei con un'espressione
preoccupata - Volevo parlare ad entrambi in realtà, infatti
dopo avrei cercato anche te, ora però devo trovare subito
tuo fratello, sai dove possa essere?
Ginny
le lanciò uno sguardo ansioso – Sembra una cosa
seria...
Lei
ricambiò lo sguardo – Lo è.
-
Allora lo cercherò insieme a te!
Hermione
le sorrise, Ginny era davvero una ragazza speciale.
-
Ehi, Draco, dove ti eri cacciato? - chiese Theodore, vedendo rientrare
il compagno in stanza - Sei sparito a metà partita, non
è da te!
Malfoy
lo guardò, pensieroso. Chissà perchè
Zabini aveva chiesto a Pansy gli spostamenti di Theodore, cosa gliene
importava? E cos'era la cosa che avrebbe potuto scoprire? Inoltre
Zabini stava seguendo Hermione... a quale scopo? Forse voleva solo
vendicarsi per l'ultima volta che si erano incontrati, alla fine era
per colpa di Hermione se era finito in infermeria... Ma... aspetta,
HERMIONE? Da quando pensava a lei chiamandola con il suo nome di
battesimo?
-
Per favore, Draco, abbassa la bacchetta!
D'altronde
anche lei l'aveva fatto. Solo nel ripensare a quel momento
sentì distintamente il suo cuore accellerare il battito. Ma
come poteva essere caduto così in basso? Pansy e molte
altre ragazze lo avevano chiamato per nome tantissime volte, eppure
quando poco prima lo aveva fatto lei era stato diverso, a dire la
verità, il suo nome era diverso se pronunciato da lei.
-
Draco, stai bene? - Theodore gli si avvicinò.
Malfoy
si riprese del tutto – Certo che sì! Che domande! - era indeciso se dirgli o meno quello che aveva sentito.
Theodore
lo guardò un po' scettico – Be'... non hai
risposto alla mia domanda ed hai fatto una faccia strana poco fa. - si
rimise comunque a sfogliare la sua rivista di Quidditch –
Meglio così se non hai niente. Anche se è un
peccato che tu ti sia perso la fine della partita.
Doveva
dirglielo? Draco si sdraiò sul suo letto e
guardò il soffitto, forse avrebbe dovuto aspettare un
pochino, voleva prima saperne di più su quella storia.
-
Sono andato in bagno e poi ho deciso di farmi un giro. - disse all'amico
- Pansy mi si era appiccicata come una farfalla sul miele anche se in
comune con la farfalla, pensandoci bene, ha solo lo spessore del
cervello... Comunque non potevo ritornare sugli spalti, dovevo
andarmene.
Nott
ghignò ma non disse nulla. Sembrava soddisfatto della sua
risposta.
Draco
chiuse gli occhi e subito gli venne in mente il viso di Hermione...
pensò a come lo aveva guardato quando le aveva detto che
avrebbe ucciso Zabini se l'avesse toccata ancora. Sentì
nuovamente il sangue affluire velocemente sul viso.
-
Theo?
-
Mmm...
-
Dicevi sul serio prima?
Theodore
alzò lo sguardo – Prima quando?
-
Quando hai detto che chiederesti alla Weasley di uscire.
Sul
viso di Nott si delineò l'inconfondibile ghigno degno di un
Serpeverde – Sì, è carina... e devo
dire che non mi dispiacerebbe, ma non ho possibilità con
lei... è insieme allo Sfregiato.
-
Che pessima scelta... poi che ci vedranno le ragazze in lui? E'
un'idiota! - rispose Malfoy sbuffando, ripensando a poco prima.
Nott
distolse lo sguardo, un po' a disagio - E' vero...
-
Invece quando hai detto che in quella casa non sono tutte da buttare, a
chi ti riferivi?
Nott trattenne a stento un sorriso, lo sapeva che glielo
avrebbe chiesto, e sapeva anche che la sua domanda fosse retorica.
-
Secondo te? Non certo Lavanda Brown!
Malfoy
si voltò, sgranando gli occhi – La Granger?
Davvero pensavi a lei mentre lo dicevi?
Theodore
chiuse definitivamente la sua rivista, visto che la piega che stava
assumendo il discorso stava diventando interessante – Proprio
lei. – disse allegramente - E' vero che ti ho assillato con la
storia che tra voi non dovesse esserci nulla, ma l'ho sempre
considerata al di sopra dei suoi compagni. Dovrò rassegnarmi
all'idea che stia con te.
Draco
si tirò su così velocemente da far cadere il suo
cuscino a terra – Che vai farneticando? Non c'è
nulla fra noi!
-
Non ancora...
Malfoy
aggrottò le sopracciglia – Non ci sarà
MAI.
Nott
sbuffò – Certo che sei strano … ti
piace una ragazza e non vuoi starci insieme?
Ora
Draco aveva sentito fin troppo, si alzò con i capelli
spettinati e lo sguardo assassino. - Chi ti ha detto questa stronzata
che mi piace?
Theodore
iniziò a sghignazzare – Nessuno ovviamente, l'ho
dedotto dal tuo comportamento... e non mi sbaglio mai su queste cose,
lo sai bene...
Draco
fece per dire qualcosa, ma un lieve bussare alla porta distolse
l'attenzione di entrambi dal discorso. Un ragazzino del primo anno
entrò nella stanza - Scusami, Malfoy, il Prefetto di
Grifondoro mi ha chiesto di consegnarti questa lettera! Dice che sono
le date delle nuove ronde. - consegnò il biglietto a Malfoy,
che gli fece subito segno di andarsene.
Lo
aprì distrattamente, già sapendo che all'interno
non avrebbe trovato alcuna data per la loro ronda, ma l'orario del loro
appuntamento. :
Carissimo
“Furetto”, ho appena saputo che la festa
finirà per le 18:00, quindi possiamo vederci alle 18:30
davanti alla statua della strega Orba.
Ricordati
che hai promesso che non prenderai altri libri!
Mezzosangue...
La
Granger era impazzita?
Malfoy non riuscì a trattenersi dal ridere, si era firmataMezzosangue,
questo da lei non se lo sarebbe mai aspettato, era una sorpresa
continua.
Theodore
era rimasto in silenzio mentre lo stupore si faceva largo in lui.
Draco stava ridendo... ridendo veramente... era da quando erano bambini
che non lo vedeva ridere così, senza malizia. Non gli ci volle molto per capire che quel
biglietto fosse tutto, fuorché una comunicazione tra
Prefetti.
Sorrise
anche lui.
-
Quando dicevo che l'ho dedotto dal tuo comportamento... –
indicò il viso dell'amico – Intendevo proprio
questo.
Il
sorriso di Malfoy si spense lentamente - Dici che sono fregato, amico?
- chiese, guardandolo negli occhi.
Dopo
tanto tempo il suo sguardo era sereno.
-
Decisamente...
****
Ciao a tutti, immagino che la
metà di voi sia ancora in vacanza *_* a proposito, come vi
sono andate ? Spero alla grande !
Vi
è piaciuto il nuovo cap ? anche se in realtà
è di passaggio diciamo, ma nel prossimo finalmente vedremo
questa benedetta seconda uscita a Hosgmeade.... Lo so, ve l'aspettavate
in questo e ci siete rimaste male, vero ? :( mi
dispiace ! Mi farò perdonare nel prossimo capitolo ;)
Ringrazio
tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti, tra le storie
seguite e da ricordare, senza contare chi mi lascia sempre un commento
come la dolce Seven.
Hermione
e Ginny salirono le scale dei Sotterranei, avevano cercato Ron ovunque
ma senza risultato, così Hermione aveva deciso di mandare
intanto il messaggio a Malfoy con l'orario e l'appuntamento per andare
a Hosgmeade, poi avrebbe continuato a cercarlo. Non sapendo come fare
per farglielo recapitare senza destare sospetti, decise di camuffarlo
per una comunicazione tra Prefetti e di fermare uno dei Serpeverde dei
primi anni per fargliela portare.
Si
sentiva nervosa nel sapere che sarebbe di nuovo stata con lui fuori
scuola, soprattutto dopo la presa di coscienza che aveva avuto sui suoi
sentimenti verso il Serpeverde. Qualche sera prima l'aveva baciata, o
almeno, aveva tentato di farlo... E lei voleva sapere
perché. Era stato per vendetta verso la Parkinson? O
perché si annoiava e voleva divertirsi con lei?
Questo
dilemma l'aveva tormentata continuamente in quei giorni, quasi quanto
il pensiero del ricatto di Zabini.
Si
era chiesta anche, quasi incredula, se invece anche Malfoy avesse
cambiato idea su di lei, se un pochino... lei gli piacesse.
-
Hermione, mi sto preoccupando veramente adesso! – la voce
trafelata di Ginny la riportò alla realtà, quando
pensava a Malfoy si estraniava completamente.
-
Per favore, raccontami cosa è successo... per chi era quel
messaggio che hai dato a quel Serpeverde? Per Malfoy?
Ginny
la guardava in preda all'ansia. Aveva capito che qualcosa stava
tormentando l'amica in quei giorni, ma aveva semplicemente attribuito
la colpa di tutto ai nuovi sentimenti che Hermione provava per Malfoy,
perché era sicura che, nonostante lei non volesse
ammetterlo, si stesse sicuramente innamorando del Serpeverde.
Ma
lo sguardo serio che aveva Hermione quando le aveva detto che doveva
parlare a lei e Ron, le aveva fatto intuire che Malfoy non c'entrasse
niente in quella storia, o almeno, non del tutto.
-
E' una storia lunga e preferirei raccontarla meno volte possibile.
– le lanciò uno sguardo triste, a mo' di scusa.
-
Comunque sì, il messaggio era proprio per Malfoy.
A
quelle parole Ginny sgranò gli occhi, curiosa – Mi
sono persa qualcosa? Dovete vedervi?
Hermione
sospirò – Sì, per ragioni di studio.
– le risposte evasiva, confondendo Ginny ancora di
più.
-
Dimmi solo una cosa... – chiese la piccola Weasley –
C'entra anche Malfoy in questa storia che ti preoccupa così
tanto?
-
In parte sì... - Il viso di Hermione si incupì
– Dai, sbrighiamoci a trovare Ron! – disse subito
dopo, riprendendo a camminare velocemente – Così
potrò spiegarvi tutto.
Harry
sprofondò nel morbido divano rosso–oro che si
trovava davanti al camino. Cavoli, era distrutto dalla stanchezza, la
partita l'aveva messo KO. In quel momento arrivò Neville con
due calici di succo di zucca. Ne porse uno al compagno e si mise
accanto a lui.
-
Grazie, Neville, ci voleva proprio, sono a pezzi!
-
Figurati. – rispose Neville tutto sorridente –
Mi stavi dicendo quindi che Hermione era con te e che l'hai trovata
davanti al chiosco?
Anche
Harry sorrise – Sì, puoi stare tranquillo, non
è scomparsa.
Neville
gli lanciò uno sguardo ricolmo di gratitudine, il suo senso
di colpa finalmente si era attenuato.
-
Ehi, ragazzi! – un Seamus quasi ubriaco si avvicinò
a loro – Non ditemi che quello è succo di Zucca
per tutti calderoni?!! hik …
Neville
ed Harry si lanciarono uno sguardo perplesso.
–
Io, Canon e Dean … hik ... siamo riusciti a portare dalle
cucine del buon whiskey incendiario … hik... e voi bevete
quella roba? - Subito dopo li guardò sconvolto, pallido in
viso – Scusate, non mi sento tanto bene... - Aggiunse prima
ci correre via in cerca di un bagno, lasciando Harry e Neville a
guardarlo senza parole.
Se
doveva finire a vomitare per il resto della serata Harry era ben
contento del suo buonissimo succo di zucca.
-
RON! - chiamò Hermione.
Lui
si voltò con un'espressione sorpresa nel vedere Hermione e
Ginny venirgli incontro. Stava rientrando in quel momento in sala
comune con delle burrobirre in mano.
-
Ti stavo cercando … - disse Hermione cercando di riprendere
fiato, dopo aver attraversato il dipinto quasi correndo.
-
Devi venire con noi in camera tua.
Lo
sguardo di Ron si fece tagliente – Mi cercavi, eh? Anche io
ti stavo cercando visto che Neville mi hai detto che sei scomparsa a
metà partita.
Hermione
ignorò la sua frecciata - C'è una cosa
importante di cui dobbiamo parlare. – disse paziente - Ho dato
appuntamento ad Harry vicino al fuoco, lo vado a chiamare, tu intanto
sali con Ginny.
A
quelle parole Ron si allarmò – C'entra tu-sai-chi?
-
No, stai tranquillo, ma è comunque una cosa seria che
riguarda me.
Ron
la guardò male - Mi dici di stare tranquillo … e
poi mi dici che c'è una cosa seria che ti riguarda,
perché tutti questi segreti? - disse, alzando un po' la
voce – Perché sei andata via a metà
partita? Anche Harry è sparito subito dopo che abbiamo
vinto, eravate insieme? Lui sa già tutto, vero? -
aggiunse, con una punta di gelosia.
Hermione
stava per rispondergli a tono quando, inaspettatamente, Ginny lo prese
per il braccio - Non fare il solito testone! - disse contrariata -
Saliamo così ci dirà che sta succendo. Hermione, te vai a chiamare Harry, ci vediamo su!
Hermione
la guardò con gratitudine e si diresse verso il camino.
Menomale
che c'era Ginny accanto a lei, pensò la ragazza individuando
Harry stravaccato sul divano davanti al fuoco, se non si fossero
assomigliati così tanto fisicamente Hermione non avrebbe mai
detto che Ron e Ginny fossero fratello e sorella, erano incredibilmente
diversi di carattere.
-
Ma quanto ci mette Hermione ad arrivare? - si chiese Harry pensieroso,
estraniandosi dalle chiacchiere sulla partita che stava facendo con
Neville – Speriamo che abbia trovato sia Ron che Ginny.
Proprio
in quel momento vide la sua riccia amica fargli dei cenni da lontano,
probabilmente non voleva essere vista da Neville.
Hermione
stava indicando il piano di sopra, sicuramente voleva usare la loro
stanza visto che nella sua non si poteva entrare a causa dell'allarme
che si attivava ogni volta che un ragazzo provava ad accedervi.
-
Scusami, Neville. – disse, rivolto al compagno – Vado
in bagno, ho bevuto troppo succo di zucca!
-
Ok, a dopo allora. – rispose lui ignaro della scusa
improvvisata – Io credo che andrò a prendermi una
fetta di torta invece!
-
Tu sai qualcosa, Ginny? - disse Ron, vedendo la sorella sedersi sul
letto di Harry.
-
No, non so niente e sinceramente sono preoccupata. - rispose lei
accigliata - Hermione aveva uno sguardo così serio prima.
In
quel momento entrarono Harry ed Hermione.
-
Harry! – disse subito Ron, andandogli incontro con fare
accusatorio – Dove sei scappato a fine partita?
Lui
ed Hermione si lanciarono uno sguardo – Adesso ti
racconterà tutto Hermione. – disse tranquillo,
sedendosi accanto a Ginny e prendendole la mano.
Ecco,
pensò Hermione, ora doveva solo tirare fuori il proverbiale
coraggio degno di un vero Grifondoro.
Si
mise sul letto di Ron, tutti gli sguardi erano su di lei. –
Tutto è iniziato il giorno che sono andata a Hosgmeade con
Malfoy... - iniziò risoluta.
Venti
minuti più tardi, quando Hermione ebbe terminato di
raccontare tutto quello che era successo in quei giorni, il silenzio
era divenuto assoluto nella stanza. Da lontano echeggiava la musica
proveniente dalla Sala Comune in festa, ma nel dormitorio maschile non
volava una mosca.
Hermione
sospirò – Vi prego di capire perché non
ho potuto dirvelo prima, non volevo che ci andasse di mezzo
qualcun'altro, soprattutto chi voglio bene.
Ginny
la guardò, aveva gli occhi lucidi – Ed io non mi
sono accorta di nulla... - disse mortificata - Bell'amica che sono.
Ad
Hermione si strinse il cuore – Cosa dici? Non avresti
potuto far niente comunque, non dire più sciocchezze del
genere, sei la migliore amica che potessi avere. - disse, strappando a
Ginny un sorriso commosso.
-
Ehi, Ron. – chiamò Harry vedendo che l'amico,
stranamente, non aveva proferito sillaba – Perché
non dici niente?
Tutti
lo fissarono, Ron aveva la testa bassa e l'espressione amareggiata.
-
Neanche io mi sono accorto di nulla. – disse, dopo
un'interminabile silenzio – Purtroppo non sono come Harry.
-
Che stai dicendo? - dissero all'unisono Harry ed Hermione.
Ron
sospirò, aveva la punta delle orecchie vagamente colorate.
-
Che per te non sono un buon amico come lo è lui, uno con cui
confidarsi, a cui chiedere aiuto... – disse mesto.
Lei
lo guardò, sentendosi in colpa più che mai. Il
vero motivo per cui non gli aveva detto nulla, oltre che per non
coinvolgerlo, era per paura che commettesse qualche leggerezza facendo
precipitare la situazione. Forse quello che aveva detto Ron aveva un
fondo di verità, anche se l'affetto che provava per lui era
sincero.
-
Ti ha già raccontato Hermione come l'ho scoperto! –
Harry era intervenuto in suo soccorso prima che lei potesse dire
qualsiasi cosa.
-
Lei non è mai venuta a confidarsi neanche con me, sono io
che mi sono impicciato...
A
quelle parole Ron alzò la testa, forse lo avevano rincuorato
un pochino perché non aveva più lo sguardo ferito
di poco prima.
-
Sei davvero uno zuccone! - disse anche Ginny – Ti devi far
venire una crisi di gelosia proprio in un momento simile?
Le
orecchie di Ron presero fuoco – Non dire cretinate, Ginny!
Non sono geloso!
Ron
ed Hermione si guardarono imbarazzati.
-
Ok ragazzi, ma il problema potrebbe essere già stato risolto
grazie a Nott. – si intromise Harry, ignorando deliberatamente
l'ultimo argomento affrontato – Ho appuntamento con lui
più tardi e dovrò dirgli anche di tenere sotto
controllo Zabini e la Parkinson mentre Hermione e Malfoy vanno a
Hosgmeade.
-
Anche la Greengrass. – aggiunse Hermione maligna –
Lei e la Parkinson vivono in simbiosi visto che in due non fanno un
cervello!
A
quelle parole Ginny ed Harry scoppiarono a ridere, mentre Ron la
guardava interrogativo – Vivere come...? E' una malattia?
A
quel punto anche Hermione scoppiò a ridere. Ron non sarebbe
mai cambiato, ed alla fine era meglio perché gli voleva bene
così com'era.
Quando
l'ilarità generale fu passata, Ron si rivolse nuovamente ad
Hermione – Ma devi proprio uscire con lui? Posso
accompagnarti io ad Hosgmeade.
Hermione
sospirò, lo sapeva che Ron avrebbe creato non pochi problemi
sul fatto che lei dovesse passare del tempo con Malfoy.
-
Mi dispiace, ma è Malfoy che deve riconsegnare il libro e
studiare per il test, se tu venissi con noi ci sarebbe solo tensione
tra voi ed io non riuscirei a studiare come si deve.
Ron
abbassò lo sguardo, in realtà voleva
accompagnarla al posto di Malfoy, non andare con loro. Ma a quanto
pareva non c'erano possibilità che la Serpe rimanesse nel
suo covo.
-
Va bene. – disse mansueto.
-
Hermione, perché non approfitti di questa gita fuori porta
per raccontare tutto a Malfoy? - disse ad un tratto Ginny.
-
Sarete soli e nessuno saprà che glielo hai detto.
Harry
ed Hermione si guardarono, mentre Ron al solo sentire la parola
“soli” fece una faccia preoccupata.
Ginny
non aveva poi tutti i torti. Però lo spirito
“secchionesco” di Hermione prevalse.
-
Domani ho un test e devo studiare seriamente se voglio passarlo.
Harry,
Ron e Ginny la guardarono come se le stessero per spuntare le ali.
-
Ma... Hermione! - protestò Harry - Potrebbe essere un'occasione
più unica che rara.
-
Anche questo test di recupero lo è.
Ginny
intervenne nuovamente - Non devi mica dirglielo appena lo vedi. - disse,
attirando l'attenzione di tutti - Basterà che tu glielo dica
dopo aver studiato, nel tragitto di ritorno.
Hermione
le sorrise - In effetti è vero, potrei tentare mentre
torniamo, grazie Ginny!
Un
paio d'ore più tardi...
-
Sei in ritardo, Mezzosangue. - disse Malfoy, appoggiato elegantemente
alla statua della strega Orba – Avevi detto alle sei e
mezzo...
Hermione
alzò un sopracciglio - E perché, che ore sono?
-
Le sei e trentatré.
-
Hermione mantieni la calma... - si ammonì da sola la
Grifondoro, mordendosi la lingua per non rispondergli male.
-
Hai ragione, scusami. - disse a malincuore, facendo sgranare gli occhi
dalla sorpresa a Draco.
-
Come mai così remissiva? - chiese lui con un ghigno
malefico.
-
Vorrei non dover litigare con te anche oggi, visto che dobbiamo
studiare seriamente se non vogliamo sbagliare il test.
Malfoy
non ebbe nulla da ridire, alla fine era per colpa sua se dovevano
rifare quel benedetto test. Decise quindi che un armistizio momentaneo
avrebbe giovato ad entrambi.
-
Va bene, ho afferrato il concetto... - disse in maniera altezzosa,
seguendo la Grifondoro nel passaggio segreto.
Hermione
non si ricordava che il passaggio per Hosgmeade fosse così
lungo e buio rispetto a quando ci erano passati la prima volta.
Malfoy
procedeva in silenzio dietro di lei, con la bacchetta accesa.
Si
chiese se Harry fosse riuscito a parlare con Nott, anche se si era
accertata scrupolosamente di non essere seguita, per questo aveva
tardato.
Anche
Ron e Ginny erano in giro a controllare che lei non fosse seguita, lo
sguardo che Ron le aveva lanciato quando si erano salutati era degno di
un'esecuzione capitale. Represse un sorriso nel ricordare la sua faccia.
Si
sentiva serena nel sapere che i suoi amici la stessero aiutando, aveva
avuto così tanta paura delle loro reazioni... eppure avevano
capito. Forse Ron ancora doveva digerire la cosa che anche Malfoy, suo
malgrado, fosse come lei una vittima, ma ora era sicura che le cose
sarebbero andate meglio.
Finalmente
arrivarono nel retro di Mielandia, sbucando dietro le scorte di
cioccorane.
Draco
le si affiancò, mentre spiavano dalla botola.
-
Oggi c'è meno gente dell'altra volta. - convenne il ragazzo -
Sarà più difficile passare inosservati.
Era
vero, quel giorno al villaggio c'era meno gente, complice il maltempo
ed il freddo pungente. Infatti si era alzato un gran vento ed il cielo
prometteva un'imminente nevicata.
Decisero
che sarebbe stato meglio trasfigurare subito le loro divise, visto che
avrebbero dato ancora di più nell'occhio una volta usciti
allo scoperto.
-
Ora tocca solo trovare il momento adatto! - disse la Grifondoro,
guardando di sottecchi i commessi del negozio servire alcuni clienti.
-
Ti sembra facile... - fu l'acida risposta del compagno.
Ma
Draco aveva sottovalutato la sua compagna di studi, alla fine Hermione
era stata sempre "la mente" del trio Grifondoro, quindi toccava a lei
trovare una soluzione se non volevano rimanere bloccati per tutto il
tempo a Mielandia.
-
Aspetta, ho un'idea! - annunciò pensierosa, ricevendo uno
sguardo scettico da Malfoy.
-
Cos'è, Granger, vuoi dare fuoco a tutto il negozio
così ci confonderemo con la gente che scappa?
-
Spiritoso...
-
Allora? - scattò lui - Ti muovi o vuoi chiedere a Piton di
farti fare il test qui sotto?
Hermione
sospirò, esasperata. Se Malfoy si innervosiva per
così poco non osava pensare a come avrebbe reagito quando
gli avrebbe detto del ricatto, come minimo avrebbe dato fuoco a tutta
Hosgmeade, altro che Mielandia.
-
Cerca di calmarti, furetto! - gli disse inforcando la sua bacchetta.
Fece
un incantesimo non verbale verso gli scaffali dall'altra parte del
negozio.
Un
rumore attirò l'attenzione dei due commessi, Hermione aveva
fatto cadere tutte le scatole di api frizzole, divise ordinatamente per
gusti, che erano sugli scaffali.
-
Ma... che succede? - disse uno dei commessi, vedendo le scatole a
terra - L'ho detto mille volte di chiudere la porta sul retro, oggi poi
c'è un vento terribile... questi spifferi ci faranno
ammalare prima o poi, altro che giorni di ferie! - disse, guardando
cupo verso il retrobottega.
-
Oh no, guarda che disastro Micheal! - sentenziò l'altra
ragazza - Dobbiamo mettere tutto in ordine prima che torni il capo!
Malfoy
ghignò e guardò la Granger.
-
E brava la mia Mezzosangue ... - pensò compiaciuto, prima di
sgattaiolare con lei fuori dal negozio, mentre i commessi erano intenti
ad ordinare quel disastro.
-
Non mi ringrazi? - disse sfacciatamente Hermione, non appena si
trovarono in mezzo alle vie gelide e mezze deserte del villaggio.
-
E per cosa? - rispose Malfoy, guardandola con sguardo birichino - Forse
potrebbero ringraziarti quei due quando torneremo. - ghignò,
voltandosi verso l'entrata del negozio di dolci.
Hermione
sbuffò, Malfoy non le voleva dare neanche un minimo di
soddisfazione, era veramente odioso quando ci si metteva.
E
terribilmente sexy...
Fu
il pensiero che le venne subito dopo.
Eh
no, non era andata li per flirtare con lui, ma per studiare!
-
Guarda che stavo scherzando. - disse Malfoy, vedendola pensierosa -
Andiamo o non faremo in tempo ad andare ai Tre manici di scopa...
-
Eh?
Malfoy
la guardò furbamente - Dai, Granger, non fare la bacchettona
proprio ora, con questo freddo ci vuole qualcosa che ci tiri su!
Hermione
ci pensò. In effetti ci erano già stati la volta
precedente e non avevano avuto problemi, forse una burrobirra lo
avrebbe preparato ad affrontare meglio la storia del ricatto.
-
Va bene, consideriamola la nostra ricompensa.
Draco
sorrise tra sé e sé mentre si incamminavano verso
la Biblioteca.
Quando
entrarono, Hermione inspirò profondamente, il profumo delle
pergamene la inebriava.
Si
aggirarono, guardinghi e silenziosi, tra gli alti scaffali stracolmi di
vecchi libri, per loro fortuna vi erano pochissime persone a quell'ora
e non faticarono a trovare un tavolo isolato.
-
Allora, Mezzosangue. - disse il Serpeverde, non appena posarono le borse
- Il test potrebbe essere su qualsiasi pozione studiata quest'anno, o
anche solo quelle che Piton ci ha nominato. E sicuramente
sarà una tra le più complicate in circolazione,
dobbiamo quindi prendere i libri di pozioni avanzate.
Si
misero subito all'opera in cerca di tutte le pozioni del programma,
copiando con la magia più pagine possibili tra tutte quelle
che riuscirono a trovare, scelsero solo quelle più difficili
e lunghe o quelle più orride, che a Piton piacevano tanto.
Quando
finirono di raggrupparle, erano così tante che Hermione si
mise, disperata, le mani fra i capelli.
-
Non faremo mai in tempo a ripassarle tutte! - pensò
preoccupata.
Lanciò
uno sguardo dall'altra parte del tavolo dove un tranquillo Draco Malfoy
studiava concentrato, senza fare neanche un sibilo.
-
Come fa ad essere così distaccato? - si domandò
la ragazza - Io sono nel panico e non riesco a concentrarmi ... non mi
era mai successo! Invece lui sembra tranquillo...
-
Che c'è, Mezzosangue? - chiese Malfoy sentendosi osservato,
senza comunque guardarla.
-
Non riesco a concentrarmi. - ammise lei, imbarazzata - Queste pozioni
sono così tante... non riusciremo mai a studiarle tutte. Ed
io, in questo momento, non riesco a ricordarmene neanche mezza!
Malfoy
alzò lo sguardo dalle pergamene per incontrare gli occhi
castani di lei.
Aveva
uno sguardo deciso in quel momento, da adulto.
-
Non credevo che entrassi nel panico per così poco. - disse,
facendo maledire ad Hermione il fatto di essersi confidata con lui.
-
Non sono assolutamente nel panico! - berciò lei di riposta,
un po' offesa.
-
Ah no?
-
NO!
Malfoy
sospirò e scalò di un posto nel tavolo,
mettendosi accanto a lei.
-
Allora facciamo così, tu le leggi ad alta voce ed io
memorizzo, tanto la pozione la faremo insieme quindi poi ti
guiderò io al test, quelle più difficili ce le
appuntiamo e ce le ripassiamo stasera ognuno per conto suo, ci stai?
Hermione
sentì il suo cuore fare una capriola.
Cosa
stava facendo Malfoy? Stava cercando di calmarla? Questa cosa non se
la sarebbe mai aspettata da uno come lui.
-
O...OK. - rispose, un po' confusa.
-
Bene, iniziamo.
Grazie
a quel metodo, riuscirono a studiare ininterrottamente per
più di due ore.
Hermione
si sentì rincuorata quando finirono di ripassare l'ultima
pozione, proprio un minuto prima che la Biblioteca chiudesse.
-
Merlino, mi bruciano gli occhi! - disse, stropicciandoseli.
Malfoy
fece un sorriso tirato, era molto stanco anche lui.
-
Anche io sono distrutto... - rispose con un mezzo sbadiglio - Adesso
però voglio la ricompensa!
Aveva
detto l'ultima frase in maniera così maliziosa da far
accapponare la pelle sulle braccia della Grifondoro.
-
Ma non è un po' tardino? - disse lei, sulla difensiva,
sapendo comunque che lui si stesse riferendo al pub.
Draco
le scoccò un'occhiataccia - Sono appena le nove e mezzo,
Granger! Non dirmi che voi Grifondoro andate a letto come le galline?
Hermione
si morse la lingua - Intendevo dire che sta per scattare il coprifuoco,
già siamo usciti senza permesso, se poi ci pescano in giro
di notte quando non siamo di turno... - ma non finì mai la
frase, Malfoy le aveva afferrato un braccio ed aveva iniziato a
marciare verso il pub.
-
Non dire stupidaggini, ho studiato sodo, non ho cenato e
VOGLIO la mia ricompensa, ADESSO!
Non
la lasciò andare fino a che non furono seduti ad uno dei
vecchi tavoli dei Tre manici di scopa.
Hermione
gli lanciò uno sguardo scocciato - Sei il solito testone.
-
E tu la solita guastafeste So-tutto-io! - rispose lui, beccandosi una
linguaccia come risposta.
In
quel momento si avvicinò una cameriera bionda che non
avevano mai visto, forse stava dando il cambio a Madama Rosmerta.
-
Cosa ordinate, ragazzi? - chiese amabilmente.
Hermione
si affrettò a ritirare la lingua.
-
Due burrobirre, per favore. - disse imbarazzata.
Malfoy
la guardò male - E anche due porzioni di stufato con patate!
Quando
la cameriera si allontanò Hermione potè esprimere
tutto il suo disappunto.
-
Chi ti ha chiesto di decidere anche per me?
Malfoy
le si avvicinò, minaccioso - Ed a te chi ha detto che
volevo una burrobirra?
-
Eh? Perché, che volevi?
-
Un whiskey incendiario!
-
Ma sei matto! - berciò lei - Non voglio dover tornare a
scuola con te completamente ubriaco sulle spalle.
Malfoy
rise di gusto - Perché pensi che riusciresti a portarmi
sulle spalle? Ma se porti con fatica la tua borsa!
Anche
Hermione rise ma dentro di sé si chiese se sarebbero
riusciti in futuro a ridere insieme nuovamente, soprattutto dopo
avergli detto del ricatto di Zabini.
Qualche
minuto più tardi stufato e burrobirre erano davanti a loro.
Solo allora Hermione si accorse di quanto effettivamente fosse affamata.
Malfoy
sorrise sotto i baffi nel vedere quanto lei cercasse di nasconderlo,
con scarsi risultati.
Quando
finirono di mangiare Hermione si lasciò andare sullo
schienale della sedia - Santo cielo, quanto abbiamo mangiato! - disse
soddisfatta - Era da tempo che non mi gustavo una cena così
buona!
-
Che esagerata, Mezzosangue. - le rispose Draco, sorseggiando la sua
burrobirra - Non era neanche lontanamente buona come quella che ci
siamo persi stasera o quelle che faccio a Malfoy Manor.
Hermione
lo guardò male, perchè aveva sempre da ridire su
tutto?
-
Oh, dimenticavo... - disse piccata - Voi Malfoy volete sempre il meglio
sulla vostra tavola. Come nella vostra vita!
Draco
ghignò - Esattamente, Mezzosangue.
-
Quindi, ogni cosa che fate è dettata da questo?
-
Esatto.
Draco
sorseggiò, compiaciuto, la sua bevanda.
-
Allora, perché mi hai baciata?
Ma
come diavolo le era venuto in mente? Uscirsene in quel modo, facendo
anche strozzare Malfoy con la burrobirra.
Sentì
il suo cuore martellare forte nel petto, quasi volesse uscire.
Ma
ormai era in ballo, Zabini non c'era e questa sarebbe stata la sua
unica occasione per saperlo... non le rimaneva che ballare.
Quindi
ridisse, con voce bassa e decisa.
-
Se voi Malfoy volete sempre il meglio, allora perché mi hai
baciata?
****
Ciao a
tutti !!!!
scusate se
ho dovuto dividere il capitolo ma stava venendo lunghissimo !!
Non vi
siete addormentati, vero ? *.*
Spero di
riuscire a finire il prossimo entro pochi giorni, così
magari non mi arriveranno le vostre maledizioni su questo :D
Volevo fare
un saluto speciale a sevenche con le sue recensioni mi incoraggia a dare il
meglio, poi aTonna anche
lei sempre troppo carina^^ e vi segnalo la bellissima storia che sta
scrivendo :I
Don't Want To Be sempre una Draco /
Hermione, è ancora ai primi capitoli ma è scritta
benissimo e vale la pena di leggerla !
Inoltre ringrazio la mia amica Valentina, che mi
perseguita anche telefonicamente e via msn per farmi aggiornare ! XD
Grazie comunque a tutti quelli che hanno commentato
in questi ultimi capitoli comeXnihalX ,IvanaeSilvia, momob &Tanny.
Malfoy
cercò di riprendere fiato, ma le sue vie respiratorie erano
bloccate.
Quella
maledetta Mezzosangue stava tentando di ucciderlo? Si chiese, tossendo
nella maniera più discreta possibile.
Quella
domanda per poco non gli aveva fatto uscire la burrobirra direttamente
dal naso.
-
Che vai farneticando, Granger? - biascicò, cercando aiuto
in un altro sorso di burrobirra, che però non
sortì l’effetto desiderato.
Hermione
lo guardava con un’espressione indecifrabile, aveva le guance
rosse e lo sguardo deciso.
Avrebbe
riso di lui se l’emozione che provava in quel momento non
avesse preso il sopravvento.
-
Sei sordo o cosa?
Quando
si fu totalmente ripreso, lui la guardò con uno sguardo
penetrante. Hermione si chiese se il rossore sulle sue guance fosse
dovuto all’imbarazzo o per il fatto di aver rischiato di
morire per colpa di una burrobirra.
-
Ho sentito benissimo la tua domanda, è il perché
tu l’abbia posta che mi incuriosisce… - le
rispose, con un sussurro roco.
Hermione
sentì la sua“sicurezza”svanire
come la neve al sole. Ma doveva mantenere il punto se voleva una vera
risposta.
Malfoy
era tremendamente abile nello sviare situazioni e conversazioni per lui
scomode.
-
Ti incuriosisce che mi chieda come mai, dopo anni di insulti, tu abbia
deciso di darmi un bacio?
Malfoy
ghignò, la Granger era un osso duro ma avrebbe trovato pane
per i suoi denti.
-
Se te lo chiedi, vuol dire che ti interessa… - rispose
serafico, finendo l’ultimo goccio della sua burrobirra.
Hermione
strinse i pugni sotto al tavolo. Ecco, lo stava facendo di nuovo,
voleva farla desistere mettendola in imbarazzo. Ma questa volta non ci
sarebbe riuscito, a costo di sbilanciarsi ed essere derisa da lui per
il resto dei suoi giorni.
-
Sì, mi interessa… - disse sbuffando - E vorrei
una risposta prima di domani mattina.
Il
tono della Granger non ammetteva repliche, inoltre la sua risposta lo
aveva spiazzato così tanto da metterlo quasi in
difficoltà.
Malfoy
si aspettava un’altra domanda o anche una negazione, ma mai
un’ammissione.
Le
interessava il perché l’avesse baciata…
ma questo, certamente, non voleva dire che fosse interessata a lui.
Inoltre
il rifiuto di Hermione a quel bacio ancora gli bruciava, come se quella
notte lei lo avesse marchiato a fuoco.
Eh
sì, se voleva una risposta se la sarebbe dovuta sudare!
-
Sai, potrei anche risponderti… ma solo se prometti che anche tu
poi risponderai ad una mia domanda…- la guardò
furbamente, in un modo che ad Hermione non piacque per niente. Sembrava
un predatore intento ad osservare la sua vittima.
-
Che domanda sarebbe?
-
Quanta fretta … devi ancora giurare, sul tuo onore Grifondoro naturalmente, che poi mi risponderai - disse lui, malignamente - Anche perché credo che ti
interesserebbe sentire la mia risposta prima, visto che sono strettamente correlate.
Il
battito di Hermione aumentò a dismisura. " E va bene, ti risponderò, lo prometto." rispose nervosamente. Che domanda voleva
farle? Perché aveva aspettato che fosse lei per prima a
chiedergli qualcosa invece di farlo direttamente lui?
Era
così assorta nei suoi pensieri che quasi non si accorse che
Malfoy si fosse alzato.
-
A pagare, Mezzosangue, non credo che il nostro
“banchetto” sia stato gratis.
Hermione
avvampò per la vergogna, si alzò di scatto
prendendo convulsamente la sua borsa.
-
Aspetta, dovrei avere qualche galeone in borsa.
-
Lascia perdere…
-
Cosa?
-
Ho detto lascia perdere, ci penso io!
Lei
gli si avvicinò, con in mano un portamonete a forma di
coniglietto rosso.
-
Non posso permettere che sia tu a pagare per tutti e due. - disse
risoluta. Non aveva mai tollerato queste smancerie cavalleresche.
-
Per tutti i calderoni! - sibilò lui, vedendo il
suo portamonete - Questa è davvero un’offesa al
buon gusto!
Hermione
alzò il sopracciglio, cosa aveva di così
terribile il suo portagaleoni?
-
Ed ora qual è il problema? - chiese, incrociando le braccia.
Lui
fece un gesto eloquente con la mano prima di allungare alla cameriera
che li aveva serviti una manciata di galeoni.
-
Tenga pure il resto…
-
Grazie signore, torni presto a trovarci! - rispose lei con un sorriso.
Malfoy
prese tranquillamente il suo mantello mentre Hermione lo seguiva come
un’oca inferocita.
-
Sei sempre il solito, ti ho detto che volevo pagare la mia parte! -
disse, indossando anche lei sciarpa e mantello.
-
Per favore stai buona e pensa ad un modo di trasfigurare quel coso in
qualcosa che sia guardabile.
-
Che ha che non va il mio coniglio? - chiese offesa - Ci ho messo quasi
una settimana a cucirlo senza magia!
Malfoy
iniziò a riderle in faccia sguaiatamente - E quello sarebbe
un coniglio?
Hermione
stava iniziando a perdere veramente la pazienza.
-
Pensavo fosse la faccia di Lenticchia con una brutta malattia
deformante!!! Anzi, guardandolo bene, forse lui è anche
peggio! ahahah…
Questo
era troppo, pensò Hermione, sentendo il sopracciglio tremare
vistosamente.
Lo
afferrò per il mantello, trascinandolo fuori dal locale in
malo modo.
-
Che modi, Mezzosangue! - sibilò lui contrariato, quando si
trovarono per le gelide vie poco illuminate di Hosmeade.
-
Sei andata allo stesso corso educativo di San Potter e lo straccione
per caso?
-
Divertente… - disse lei, guardandolo astiosa - Per questa
volta lascerò correre, anche perché mi sembra che
tu debba ancora rispondere ad una certa domanda.
Il
ghigno di Malfoy si spense lentamente.
Quella
piccola intrigante non accennava a mollare.
-
E va bene… sei davvero cocciuta … -
sospirò fissando il cielo, dandole le spalle per un momento.
La
luna illuminava una piccola porzione di cielo circondato da nuvole
cariche di pioggia, con quel freddo sicuramente sarebbe nevicato da un
momento all’altro.
-
Vuoi sapere veramente perché ho provato a baciarti? - le
disse voltandosi, il suo sguardo la fece rabbrividire più
del gelido vento di quel giorno.
Istintivamente
si strinse nel suo mantello, mentre annuiva in silenzio.
-
Dovevo farlo.
Hermione
sgranò gli occhi.
-
In che senso, dovevi farlo? Dovevi baciarmi?
Malfoy
le si avvicinò - Ovviamente per avvelenarti, avevo del
veleno sotto la lingua. - sibilò lui, ad un millimetro dal
suo viso.
Hermione
avvampò, non seppe neanche lei se per
l’indignazione o perché solo sentendo la parolalingua,pensieri
poco casti avevano invaso la sua mente.
-
A…Avvelenarmi?
Malfoy
rimase serio per qualche secondo prima di scoppiarle a ridere in
faccia, nuovamente.
-
Stavo scherzando… - disse tra una risata e l’altra
- Che faccia che hai fatto, Granger, sei uno spasso!
Hermione
lo fulminò con lo sguardo - Forse sarebbe stato meglio che
avessi preso quel whiskey incendiario, almeno da incosciente avresti
detto meno stupidaggini!
Vedendo
che lui non accennava a smettere di ridere, iniziò a
fissarlo divertita. Malfoy aveva di nuovo quel sorriso bellissimo che
aveva visto nella loro primauscita
illegale. Hermione in quel momento si sentì
veramente felice e si chiese se anche Malfoy, almeno un pochino, si
sentisse come lei quando erano insieme.
-
Ehi, Ron... - sussurrò Ginny dietro ad un angolo dei sotterranei
- Dove sei finito?
-
Qui! - Ginny sentì una mano toccarle la spalla - Con questo
buio faccio fatica a vedere ad un centimetro, ma perché non
li illuminano un pochino questi sotterranei? Capisco che lo facciano
per non doversi guardare a vicenda le loro brutte facce… ma
a tutto c’è un limite.
Ginny
trattenne una risatina.
-
Hai visto uscire qualcuno?
Ron
aggrottò le sopracciglia - No, dopo il coprifuoco non
è uscito nessuno, almeno spero…
-
Come speri! Ti sei allontanato?
Ron
arrossì colpevole, fu contento di essere al buio in quel
momento.
-
Ehm… sì, dovevo andare in bagno. Ma è
stato solo per pochi minuti!
-
Sarà… - disse la sorella, un po' pensierosa. Da
quelle Serpi c’era da aspettarsi di tutto, anche che
strisciassero fuori dal bagno di Mirtilla Malcontenta.
-
Ma quanto ci mettono Hermione e Malfoy! - esclamò Ron con
il suo solito tono polemico - Ormai sapranno a memoria tutti i libri di
quella stupida biblitoteca!
Ginny
cercò di rabbonirlo - Vedrai, torneranno a
momenti… - ma in realtà non era molto convinta
neanche lei, la biblioteca a quell’ora era chiusa da un
pezzo, però forse immaginava cosa stesse facendo
l’amica…
Anche
lei ringraziò che fosse buio, così Ron non
avrebbe visto il sorrisetto malizioso che le increspava le labbra.
Hermione
sospirò, aveva riso così tanto che le doleva la
pancia. Vedere quel Serpeverde ridere di gusto aveva finito per
contagiare anche lei.
Alla
fine Malfoy aveva vinto, pensò esausta. Non le avrebbe mai
detto il motivo di quel bacio e, forse, anche una parte di lei non
voleva saperlo per paura di scoprire qualche cosa di spiacevole.
Adesso
però doveva parlare del ricatto, il peggio stava per venire.
Le
strade erano deserte a quell'ora, un vento gelido le sterzava le guance
ed i capelli.
Forse
non era il caso di parlargli lì fuori con quel freddo, ma
soprattutto con il rischio che le sue urla svegliassero qualcuno.
Perchè
era sicura al cento per cento che lui si sarebbe messo ad urlare.
-
Ho capito che non vuoi rispondermi... ma non fa niente. - gli disse, non
appena lo vide riprendersi. Lui la guardò con sufficienza,
ma non disse nulla.
-
Comunque ho bisogno di parlarti, andiamo alla Stamberga Strillante!
-
Dove? - sbottò Malfoy, sgranando gli occhi - Io non ci
metto piede in quella topaia!
-
Non iniziare con le norme igieniche adesso! Ho bisogno di parlati e
qui si muore di freddo... - rispose Hermione, omettendo la faccenda“urli
selvaggi”.
-
Rientriamo nel pub allora! E poi cos'è che devi dirmi? -
chiese il Serpeverde, scrutandola sospettoso.
Hermione
si strinse maggiormente nella sua sciarpa.
-
Ai Tre Manici di Scopa ci sono troppe persone e non voglio che senta
nessuno, è un faccenda delicata! - disse, tremante - Il
vento si è alzato, sbrighiamoci prima che piova... sto
congelando!
Anche
Malfoy si strinse nel suo mantello nero - E va bene, piccola strega...
- disse, con sguardo malizioso - Non credevo che ambissi
così tanto a stare da sola con me in una casa abbandonata.
Forse
per il freddo, forse per il fatto che la sua uscita potesse essere
effettivamente fraintesa, ma comunque i capelli di Hermione si
drizzarono.
-
Che hai capito? - berciò, quasi isterica - Ti devo dire una
cosa seria che ti riguarda, NON flirtare con te.
Malfoy
sussultò - Cosa?
-
Andiamo e ti dirò tutto...
Si
incamminarono a testa bassa verso la Stamberga, il vento stava
aumentando e la temperatura stava scendendo rapidamente.
Salirono
la collinetta dove sorgeva la casa, la cui immagine sinistra
troneggiava su Hosgmeade, con le sue finestre rotte e chiuse da
tavolati. Passarono successivamente per il cupo giardino,
inselvatichito negli anni. Malfoy non trattenne un'espressione
disgustata guardando quel degrado e comparandolo al giardino di rose
che curava sua madre a Malfoy Manor.
Per
tutto il percorso non si erano scambiati neanche una parola.
Draco
aprì la porta sporca e scheggiata, con il mantello che
svolazzava alle sue spalle, ed Hermione si precipitò dentro
senza tante cerimonie.
-
Questa temperatura è decisamente migliore! - disse la ragazza
con un sospiro, tirando fuori la bacchetta dal mantello-
Lumus !
Anche
Malfoy la imitò.
Ai
due ragazzi apparve una scena degna di un film dell'orrore.
Sul
pavimento macchiato c'erano come minimo due dita di polvere, ad
eccezione di zone più chiare. Sicuramente quelle erano le
loro orme di qualche anno prima, quando lei era entrata in quella casa
insieme ad Harry per salvare Ron, trascinato lì sotto da
Sirius. Infatti nella Stamberga c'era un passaggio segreto che portava
sotto al Platano Picchiatore, nel giardino di Hogwarts.
-
E' anche peggio di ogni immaginazione ... - sentenziò
Malfoy, con aria greve, fissando i mobili rotti e sparsi per tutta la
casa. Hermione illuminò le scale disintegrate e poi una
stanzetta più piccola - Questa mi sembra quella messa
meglio, vieni.
Malfoy
la seguì, con un sopracciglio leggermente alzato - Messa
meglio? Questa casa sta per crollare! E' la seconda volta
oggi che attenti alla mia vita.
Hermione
gli scoccò un'occhiata nervosa, sperando intimamente che non
fosse proprio lui a farla crollare del tutto.
-
Che fortuna, delle candele! - trillò, afferrandone un paio
da terra e pulendole dalla povere-
Incendio !
Con
un colpo di bacchetta le accese tutte.
-
Allora Mezzosangue, vuoi anche un tavolo e due bicchieri di vino?
Malfoy
la stava fissando al centro della stanza, aveva uno sguardo spazientito
e le braccia conserte.
-
Cosa mi devi dire di tanto importante da portarmi in questa topaia?
Hermione
ingoiò a vuoto, cercando le parole adatte da usare.
-
Ahia, Ron! - sussurrò Ginny con forza - Quello era il mio
piede!
-
Oh, scusami.
Ginny
sospirò, erano almeno tre volte che le pestava i piedi.
Ron
stava girando in tondo da un'ora con il mantello di Harry sulle spalle,
non facendo altro che insultare la casa di Serpeverde e tutti i suoi
occupanti.
Si
vedeva da lontano un miglio che era preoccupato del ritardo di
Hermione, secondo lui Malfoy l'aveva uccisa e lanciata in un pozzo di
Hosgmeade con una pietra al collo.
Ma
per quanto queste congetture fossero assurde e la facessero ridere,
adesso anche lei iniziava a sentirsi un po' in ansia. Hermione,
dopotutto, gli avrebbe dovuto dire del ricatto ed era preoccupata lei
stessa di una possibile reazione di Malfoy.
Quel
ragazzo era sempre calmo e glaciale su tutto, ma quando qualcosa lo
toccava nell'orgoglio la sua calma spariva lasciando il posto alla sua
emotività. Un'emotività molto violenta ed a volte
crudele. Ed era anche una cosa normale per chi era stato cresciuto,
come lui, per divenire erede di una dinastia di maghi potenti ed oscuri.
Hermione
era riuscita a prenderla in disparte prima di uscire e le aveva
raccontato molte cose su di lui e sul suo comportamento in varie
occasioni. Ginny, così, in quelle ore di attesa era arrivata
ad una conclusione .
Malfoy
l'amava e non le avrebbe mai fatto del male.
Ma
se invece non fosse stato così? E se nel sapere del ricatto
se la fosse presa con Hermione?
Forse
stare con Ron in un momento come quello non era l'ideale, la stava
facendo agitare.
-
La finisci di girare come un leone in gabbia? - gli sussurò
irata - Mi stai innervosendo, senza contare che mi verrà
sicuramente un livido sul piede!
-
Come faccio a stare calmo! - le rispose il fratello - Hermione
è fuori con quello da ore, non ci credo che hanno studiato
per tutto il tempo! E poi questa storia del ricatto mi da i brividi...
se metto le mani su Zabini giuro che gli farò pentire di
essere strisciato in questa scuola.
-
Concordo in pieno, Weasley...
Una
voce nel buio gelò il sangue a Ron e Ginny, che trattennero
il fiato. Cercarono di capire chi fosse la sagoma davanti a loro, anzi,
due sagome ! Ma il buio era troppo fitto e la poca luce che arrivava
dalle finestre faceva distinguere loro solo dei contorni sfocati.
Ecco,
pensò Ginny atterrita, per discutere con quell'ameba di suo
fratello non si erano accorti che fosse uscito qualcuno.
-
E' passato qualcuno da questa parte? - chiese l'altra sagoma,
però la sua voce sembrò famigliare.
-
Harry?
-
Sì, sono io e c'è anche Nott con me, chi ti
aspettavi?
Ron
e Ginny tirarono un sospiro di sollievo.
-
Miseriaccia, che spavento! - sussurò Ron, pallido come un
cencio - Non avevo mai sentito la voce di Nott, pensavamo fosse
qualcuno di loro.
Theodore
ghignò - In effetti è vero, non ci siamo mai
parlati direttamente, o sbaglio?
-
No, infatti. - confermò Ron - Comunque non è
passato nessuno nelle ultime ore, e non ce la faccio più ad
aspettare... - Riprese a camminare avanti ed indietro - E se fosse
successo qualcosa di spiacevole ad Hermione?
Ginny
alzò mentalmente gli occhi al cielo - Eccolo che
ricomincia...
-
Tranquillo, Weasley. - la pacata ma gelida voce di Nott lo
bloccò sul posto - Finché lei è
insieme a Draco non le accadrà nulla.
Per
Ron fu peggio di una conferma - E' proprio questo che mi preoccupa! -
disse con forza - Lui la odia!
Nott
sorrise nel buio... Weasley aveva realmente le fette di salame sugli
occhi, non aveva sbagliato a giudicarlo.
-
No, non la odia affatto. - ghignò nel dirlo e Ron se ne
accorse subito.
-
Ah sì? Allora gli insulti di questi anni erano solo una
copertura ed in realtà lui è il suo migliore
amico?
Harry
e Ginny sospirarono. Ci mancava solo che quei due iniziassero a litigare.
Ma
Nott non si scompose, avere a che fare ogni giorno con Draco Malfoy lo
aveva temprato.
-
Mai detto questo, dico solo che non farebbe mai del male a chi potrebbe
aiutarlo a mantenere la sua "E" in Pozioni.
Ron
tacque.
Ginny
pensò che forse la risposta di Nott, per quanto falsa, lo
avesse quasi convinto.
Anche
Theodore pensò compiaciuto la stessa cosa.
D'altronde
non era saggio per lui dire ad uno spasimante della Granger quanto in
realtà Draco tenesse a lei.
Harry
si intromise - Comunque siamo venuti a chiamarvi perché
dobbiamo andare tutti al settimo piano e dobbiamo avvertire Hermione di
portare Malfoy lì quando torneranno.
-
Al settimo piano? - chiese Ginny - Intendi nella Stanza delle
Necessità?
-
Sì
-
E come mai? - continuò, sorpresa.
Fu
Nott a risponderle stavolta.
-
Perché ho qualcosa da mostrarvi...
Hermione
impugnò, atterrita, la sua bacchetta-
Wingardium Leviosa!
Riuscì
a bloccare la sedia prima che questa raggiungesse la finestra, finendo
di distruggerla.
-
Quel maledetto traditore! - urlò Malfoy inferocito-
Deprimo !-
recitò verso un mobile, mandandolo in mille pezzi.
-
Malfoy, calmati! - urlò Hermione a sua volta - Non serve a
niente distruggere le cose!
-
Sì che serve! - le sibilò lui, lanciandole
un'occhiata che le fece tremare le gambe - O vuoi che me la prenda con
te... per quello che mi hai nascosto!
Hermione
impallidì.
-
Ero anche io su quella maledetta foto, ma tu hai voluto fare di testa
tua, tagliandomi fuori completamente! - avanzò di un passo
verso di lei, i suoi occhi erano rabbiosi ma, allo stesso tempo, pieni
di delusione.
Hermione
indietreggiò, puntando la bacchetta verso di lui - Non
costringermi ad usarla...
-
Che paura, Granger... - disse lui, ironico - Io lo dicevo che le donne
erano tutte uguali... - fece un altro passo verso di lei.
-
Ti ho già spiegato perché non potevo dirtelo. - si
difese lei, cercando di controllare la paura, perché in quel
momento Malfoy le trasmetteva questo, insieme ad una grande solitudine
interiore.
-
Ho anche tentato di avvisarti quando Zabini era in infermeria, ma
quando sono venuta da te nei sotterranei ho incontrato la Parkinson.
Malfoy
la guardò in silenzio, ricordava bene quel giorno,
perché era da allora che lei aveva iniziato ad evitarlo.
-
Ora capisco... - disse pensieroso fra sé e sé,
fermandosi.
-
Era per questo che quella notte mi hai rifiutato, Zabini ti stava
seguendo! Ma certo... me lo sentivo che c'era qualcosa di strano
dietro al tuo comportamento sfuggente.
Hermione
avvampò, non si aspettava che lui dicesse una cosa del
genere, non in quel momento poi.
-
Be' ecco...
Si
formò un silenzio carico di imbarazzo, anche se Malfoy
più che imbarazzato sembrava famelico, le si
avvicinò, costringendola ad arretrare fino al muro.
-
Perché sai, ora lui non è qui... e vorrei
scoprire cosa faresti realmente nel caso ci riprovassi... - mise il
braccio destro appoggiato al muro, all'altezza della spalla di Hermione.
-
C... Cosa vuoi fare? Fermo! - balbettò lei, cercando di
spingerlo con l'altro braccio, ma era decisamente più forte
di lei.
Lui
le afferrò il polso e la tirò a sé,
costringendola a guardarlo negli occhi - Volevi che rispondessi ad una
certa domanda, giusto?
Il
cuore di Hermione perse un battito.
-
Sì...
Lui
rimase qualche secondo in silenzio, guardandola con occhi pieni di
desiderio.
Poi
parlò, con voce leggermente roca... - Ti ho voluta baciare
per un motivo, mi interessi... - sussurrò al suo orecchio.
Ecco
finalmente lo aveva detto, le aveva confessato i suoi sentimenti, anche
se era stato piuttosto vago sulquantole
interessasse.
Hermione
lo guardò sconvolta, non sapeva cosa dire o fare.
-
In questo periodo che abbiamo passato insieme ti ho conosciuta meglio,
anzi, ti ho conosciuta veramente, visto che non sapevo nulla di te...
Le
lasciò il polso e mise un po' di distanza tra loro - Ho
avuto un brutto periodo ultimamente, ed i soli momenti in cui non mi
sono sentito solo erano quelli passati a studiare con te o stuzzicarti.
Hermione
sentì gli occhi pizzicare ed abbassò lo sguardo,
imbarazzata.
Si
sentiva così felice ma allo stesso tempo era anche triste
per lui.
-
Ora tocca a me farti una domanda, ricordi? - disse lui, avvicinandosi
nuovamente a lei.
-
Ho bisogno di sapere una cosa... - le alzò il mento con due
dita, costringendola a guardarlo negli occhi.
-
Era Zabini il motivo per cui mi hai rifiutato?
Hermione
non riuscì più a trattenere le lacrime, che
iniziarono a scendere silenziose.
Un sussurro uscì dalle sue labbra ... - Sì...
Per
Draco fu sufficiente, oltre al fatto che fosse la cosa che
più desiderasse da giorni, annullò la distanza
tra loro, baciandola dolcemente.
Mentre
la baciava, con una mano le accarezzò una guancia, pulendo
via le lacrime. Fu allora che scoccò qualcosa che
trasformò il bacio da dolce e casto, ad impetuoso e rovente.
I
loro sensi si persero in quel turbine di passione mentre lui la
stringeva convulsamente a sé, quasi temendo che le scappasse
via.
Per
Hermione niente aveva più senso in quel momento, Il ricatto,
Zabini, Il test, la gelosia di Ron, il motivo per cui erano
lì...
Contava
solo una cosa, lo stava baciando.... con il cuore a mille, le mani
sudate e le gambe tremanti, ma era lì con lei adesso e sentiva il suo
profumo invaderle le narici.
I
due ragazzi erano così presi da non accorgersi di unqualcosache
aveva iniziato a svolazzare davanti alla finestra da alcuni minuti,
fino a quando un beccare sul vetro li fece sobbalzare ed allontanare di
scatto l'uno dall'altra.
-
Chi c'è? - disse, Malfoy andando verso la finestra.
Hermione
era ancora frastornata, il cuore le batteva così forte da
rimbombarle nelle orecchie - Hai visto qualcuno? - chiese, preoccupata
che li avessero visti.
Una
civetta bianca iniziò a svolazzare davanti ad una delle
finestre.
-
Non è la civetta dello Sfregiato quella? -
sibilò Malfoy, scocciato che qualcosa li avesse interrotti.
-
Sì, è Edvige! - rispose Hermione allarmata,
andando ad aprire la finestra per farla entrare - Se Harry me l' ha
mandata ci sarà un motivo importante!
Malfoy
sbuffò.
Lui
stava facendo decisamente qualcosa di più importante.
Hermione
aprì il messaggio e sgranò gli occhi.
-
Che dice? - Malfoy le si affiancò.
Hermione,
spero
che tu stia bene e che stia per tornare.
Dovresti
venire appena puoi nella Stanza delle Necessità, ti stiamo
aspettando lì, io, Ron, Ginny e Nott.
Ci
sono delle novità importanti.
ps.
porta il furetto con te.
Harry.
Draco
ed Hermione si guardarono senza parole.
Di
quali novità stava parlando?
***
Hola! scusate il ritardo, sinceramente volevo aggiornare prima ma sono
partita due giorni per Siena e non mi sono portata il pc. Sapete,
questo capitolo mi impensierisce un po'. Ho paura di averlo scritto
male, o almeno, non è come lo volevo, ma con questo caldo
non sono riuscita a fare di meglio... scusate ç_ç
anzi, se vedete errori o altro segnalatemeli senza problemi !! Volevo
ringraziare : _StayStrong , Tonna (vi invito nuovamente a vedere la sua
storia^^) elisadi80, Tanny (che bello che sei tornata !) ValePG (mi hai
sorpresa,tvb !!!) e la dolcissima seven. Spero di non avervi deluse con
questo cap. fatemi sapere!!! -A-
Draco
strappò, letteralmente, il messaggio di Harry dalle mani di
Hermione.
-
Incendio! - recitò, ed il pezzettino di pergamena prese
fuoco, distruggendosi davanti ai loro occhi.
-
Di quali novità sta parlando Potter? - chiese poi, con uno
sguardo indagatore.
Hermione
fece spallucce, anche se una mezza idea l'aveva - Forse Nott
è riuscito davvero a prendere la foto e le sue copie. -
provò, ma non era molto convinta. Anche perché
non ci sarebbe stata tutta quell'urgenza di vederli nel cuore della
notte.
-
Comunque sbrighiamoci a tornare a scuola visto che ci stanno
aspettando... - con un colpo di bacchetta ritrasfigurò i
loro abiti facendo riapparire le divise.
Draco
la guardò per un momento e poi iniziò a camminare
per la stanza, ignorandola del tutto - Ancora non posso crederci che
anche Theodore si sia lasciato coinvolgere da te e Potter in questa
storia! - disse contrariato, con un tono che infastidì non
poco la Grifondoro.
-
Veramente si da il caso che Nott non sia stato coinvolto
volutamente.... - puntualizzò, facendo voltare Malfoy verso di lei - Ti ho
già detto che ha sentito lui stesso Zabini parlare con la
Parkinson, Harry quindi non ha potuto far altro che metterlo al
corrente della situazione.
-
Perché giustamente San Potter, salvatore del mondo magico,
non poteva non sapere di questa storia! - sibilò lui di
risposta, dando un calcio ad una sedia.
Hermione
mise le mani sui fianchi, Malfoy assomigliava tremendamente a Ron in
quel momento, con le sue manie di controllo e gelosie senza senso.
-
Mi spieghi che ti prende? - chiese, severa - Devo ripetere le cose
cento volte per fartele capire?
Lui
le si avvicinò - Mi prende, Granger, che tutti stanno
risolvendo il nostro problema, tuo e mio, capisci? Persino il mio
peggior nemico con il resto della combriccola Grifondoro! Mentre io ho
capito solo adesso che diavolo sta succedendo!
Hermione
lo guardò, in parte lo capiva ma non poteva tollerare
l'idea che buttasse fango sui suoi amici.
-
Hai detto tu stesso che questo è anche un MIO problema,
quindi sono liberissima di parlarne con i miei amici, che mi vogliono
bene e ci sono sempre stati per me. - disse, senza riuscire a
trattenersi - E ti ricordo che questa storia l'hanno iniziata i TUOI
amici... non i miei.
Ma
si pentì subito delle sue ultime parole quando vide un
lampo passare negli occhi di Draco.
-
I MIEI AMICI? - rispose lui, inferocito. Hermione sobbalzò
davanti a tanta rabbia.
-
Io NON HO amici, Granger. - disse, voltandole le spalle. Hermione lo
vide stringere i pugni.
-
E non li ho mai avuti, a quanto pare... - anche se era visibilmente
arrabbiato, Malfoy aveva pronunciato quelle ultime parole con tono
diverso, deluso ed amareggiato, che le fece stringere il cuore dalla
tristezza.
-
E Nott allora? - non riuscì a non rispondergli - Non
è un tuo amico?
Malfoy
tacque, ma non si voltò verso di lei.
Per
qualche secondo l'unico rumore fu quello del vento che continuava a
soffiare senza sosta, facendo scricchiolare i vetri e le finestre di
quella vecchia casa.
Hermione
si fece coraggio, aveva sempre odiato i Serpeverde ma Harry le aveva
raccontato nei minimi dettagli di quanto fosse rimasto colpito
dall'atteggiamento di Nott in quella situazione. Si vedeva che teneva
realmente a Draco.
Doveva
farglielo capire.
Lui
non era solo...
Non
lo era mai stato... soprattutto ora.
-
Guarda che Nott ci tiene realmente a te, non prendertela con lui. -
continuò, fissando la schiena di Malfoy.
Il
Serpeverde rimase alcuni secondi in silenzio, poi parlò con
voce più calma.
-
Se mi fosse stato amico sarebbe venuto da me e me l'avrebbe detto.
Invece di mettersi in combutta con Potter.
Hermione
sospirò - Voleva dirtelo ...
Malfoy
finalmente si voltò - E cosa glielo avrebbe impedito?
-
Io... Volevo essere io a farlo.
La
risposta di Hermione gli fece sgranare gli occhi dallo stupore.
Era
vero solo in parte, ma che importava? Malfoy sembrava essersi calmato
e lei notò con sollievo che la rabbia che aveva letto pochi
attimi prima nei suoi occhi fosse sparita.
-
Se non fossi riuscita a dirtelo ci avrebbe pensato lui, erano questi i
patti.
Malfoy
la guardò per un attimo che ad Hermione parve
un'eternità, sembrava così confuso in quel
momento.
Sentì
un irrefrenabile voglia di abbracciarlo.
-
Non sei solo. - gli disse, prima di correre verso di lui ed abbracciarlo, nascondendo poi il viso sul suo petto.
Draco
rimase spiazzato da quel gesto così dolce e superfluo allo
stesso tempo, nessuno lo aveva mai abbracciato in quel modo, nessuno
gli aveva mai detto quelle parole.
Hermione
sentì distintamente come gli stesse battendo forte il cuore
in quel momento sotto la sua divisa da Serpeverde.
Batteva
forte quasi quanto il suo. Si ritrovò a sorridere mentre ci
pensava.
Finalmente
lui ricambiò l'abbraccio ed abbassò la testa per
poterle sussurrare all'orecchio.
-
Grazie, Mezzosangue...
Rimasero
così ... in silenzio, l'unico suono era quello del vento.
Invece,
nel sotterraneo di Serpeverde, qualcuno stava dando di matto.
-
Dove cazzo è finito... - sibilò Zabini, pallido
in viso.
-
Ero sicuro di averlo messo qui. - rivoltò il cassetto sotto
gli occhi confusi di Tiger e Goyle.
-
Che stai cercando? - chiese Tiger avvicinandosi mentre Goyle
continuava la loro attività serale preferita, ingozzarsi dei
dolci rubati nelle cucine.
Blaise
lo scrutò pensieroso, doveva stare attento a cosa diceva
davanti agli scagnozzi di Malfoy - Il mio libro di Trasfigurazione. -
disse, beccandosi un'occhiata scioccata dal compagno.
-
E' sabato sera e tu vuoi studiare?
Zabini
sospirò, doveva liberarsi di quello scimmione il prima
possibile.
-
No, è che ci ho lasciato dentro il mio tema per la Megera
McGranitt e non volevo che si perdesse dopo tutta la fatica che ho
fatto per copiarlo!
Tiger
sorrise - Ah, ok... - non si aspettava niente di meno da Zabini,
così tornò dal suo compagno di merende ignaro
della bugia.
Blaise
guardò nella sua borsa e nel baule.
Niente.
L'aveva
perso, o peggio... I suoi occhi neri si allargarono per l'orrore.
Era
stato rubato...
...
e dentro vi erano anche le foto di Malfoy.
Aveva
anche una mezza idea su chi potesse essere il colpevole.
Ma
adesso doveva pensare solo a recuperarlo ad ogni costo.
A
malincuore Hermione si staccò da Draco.
-
Dobbiamo andare ora... è veramente tardi. - disse, senza
riuscire a guardarlo negli occhi, tanto era imbarazzata.
Malfoy
guardò dubbioso fuori dalla finestra, il vento si stava
calmando un pochino ma in compenso erano iniziati a scendere i primi
fiocchi di neve.
-
Mielandia è chiusa da un pezzo. - sentenziò,
pensieroso - Speravo che non nevicasse fino a domani, ora dovremmo
farci la strada più lunga sotto la neve. - finì,
sbuffando.
Ma
non aveva fatto i conti con l'intelligenza di Hermione.
Infatti,
più di una ragione aveva spinto la Grifondoro a portalo lì.
Certo,
il fatto che avesse previsto una possibile sfuriata di Malfoy era
quella predominante, visto che qualche urlo proveniente dalla Stamberga
Strillante non avrebbe destato più di tanto la
curiosità degli abitanti del villaggio. Poi, ovviamente
c'era il freddo, non potevano parlare per tutto quel tempo all'aperto,
come minimo avrebbero passato tutta la settimana in infermeria con la
febbre alta.
Ma
la terza ragione era comunque fondamentale per la Grifondoro.
Malfoy
sicuramente era ignaro del passaggio segreto sotto la Stamberga
Strillante, con quello sarebbero arrivati a scuola in poco tempo e
all'asciutto.
Anche
se poi sarebbero dovuti passare per il giardino di Hogwarts.
Ma
non avevano alternative.
-
Non necessariamente. - gli disse, ricevendo uno sguardo stupito come
risposta.
-
In questa casa c'è un passaggio segreto che porta fino a
scuola.
Draco
alzò entrambe le sopracciglia - Sei una sorpresa continua! - disse, senza sarcasmo, strappandole un sorriso.
-
Ho detto di no, Ron! - trillò Ginny, facendo il giro del
tavolo mentre stringeva un oggetto abbastanza voluminoso al petto, un
oggetto che il fratello cercava disperatamente di prenderle.
Era
da più di mezz'ora che si trovavano tutti nella Stanza delle
Necessità e Ron continuava a dare evidenti segni di
impazienza sul ritardo di Hermione, così il Grifondoro aveva
focalizzato tutta la sua attenzione sull'impellente novità
che si era presentata loro.
-
Ma dai, voglio solo sbirciare! - si difese lui, con le orecchie
paonazze.
Ma
Ginny sembrava irremovibile - Sei solo un'impiccione ! Guarderai, come
tutti noi, quando arriveranno Hermione e Malfoy.
Ron
mise su il broncio di un bambino a cui è stato negato un
giocattolo - Ma Nott l'ha visto, non è giusto!
Harry
sorrise, sembrava davvero un bimbo capriccioso quando ci si metteva.
-
Ma io l'ho trovato! - rispose il Serpeverde compiaciuto, indispettendo
ancora di più Ron.
-
E poi ho dovuto "sbirciare" per capire cosa fosse, non sono mai andato
bene a Divinazione.
Harry
e Ginny risero a quella battuta mentre Ron, che non l'aveva neanche
capita, sbottò incredulo - Che c'entra la Cooman adesso?
-
Lascia perdere, Weasley... - rispose Nott, con il tono più gentile
che riuscì a trovare - Consolati, ho visto poco e niente e
sono curioso quanto te, ma non ci resta che aspettare buoni buoni che
arrivino Draco e la Granger.
Ron
sbuffò e si sedette di malagrazia su una delle poltrone
della stanza - Quanto tempo è passato da quando hai mandato Edvige, Harry? - chiese
all'amico, seduto in una poltrona poco distante.
-
Più o meno saranno passati venti minuti.
Harry
lo vide sbuffare per l'ennesima volta - Per l'amor del cielo, Ron,
calmati o ti lancio un Petrificus Totalus! - sbottò
spazientito.
Nott
alzò un sopracciglio - Niente male come idea. -
pensò divertito, se Potter fosse stato smistato a Serpeverde
era sicuro che sarebbero stati grandi amici.
La
minaccia sortì l'effetto desiderato, Ron lanciò
ad Harry uno sguardo assassino ma non disse più nulla,
mettendosi a fissare, assorto, le fiamme ballerine del camino.
Draco
ed Hermione percorsero, quasi correndo, il tetro ed umido passaggio
segreto.
Malfoy
arrivò per primo all'uscita, ignaro su dove sarebbero
spuntati.
Hermione
lo trattenne per la manica appena in tempo, se fosse uscito da li senza
precauzioni il Platano Picchiatore lo avrebbe sicuramente attaccato.
-
Aspetta! - disse ansimante.
-
Siamo sotto al Platano Picchiatore!
Malfoy
si bloccò all'istante - C...Cosa? E me lo dici solo ora?
Quella cosa poteva disintegrarmi! - sapeva bene cosa accadesse a chi
si avvicinava a quell'albero.
-
Non so tu, ma domani vorrei non dovermi presentare a Piton dentro una
tabacchiera.
Hermione
trattenne un sorriso.
-
Stai tranquillo, ho già usato questo passaggio e come
vedi sono tutta intera.
Draco
le regalò uno sguardo scettico - L'ultima volta quel coso
deve averti colpita in testa.
Hermione
lo guardò male - Se non mi credi, guarda là... -
gli indicò, dalla stretta apertura, un nodo sul tronco.
-
Se spingi quel nodo l'albero si blocca, permettendo a chiunque di
entrare o uscire dal passaggio.
Draco
la fissò un po' perplesso, ma poi allungò il
braccio e spinse il nodo.
L'albero
si bloccò all'istante, esattamente come aveva previsto Hermione.
-
Visto? - cinguettò lei, raggiante - Ora possiamo uscire. - ma quando si
voltò per farlo fu la volta di Malfoy di trattenerla per la
manica.
-
Aspetta un secondo, Granger.
-
Che c'è ades... - ma non finì mai la frase, infatti
Malfoy l'aveva attirata a sé all'improvviso chiudendole le
labbra con le sue.
Le
guance di Hermione presero fuoco e l'emozione riprese il
sopravvento su di lei.
Malfoy
le baciò dolcemente le labbra, spostando poi i suoi baci
dalla bocca al collo della Grifondoro.
Hermione
chiuse gli occhi, sentì il suo caldo fiato sul collo e fu
scossa da piccoli brividi di piacere.
Gli
unici rumori che sentiva in quel momento erano il suono del vento ed il
battito frenetico del suo cuore.
-
Ora non credo che potrò più fare questo ... - le
sussurrò all'orecchio, prima di tornare famelico sulla sua
bocca.
La
baciò con passione.
Hermione
si trovò a pensare a quanto fosse diverso quel bacio da
quello che si erano scambiati nella Stamberga Strillante.
Questo
era travolgente come il precedente, ma c'era qualcosa di
più...
Draco
la stava baciando e la stava stringendo, come se quella fosse l'ultima
volta che la vedesse.
E'
un bacio di addio? non riuscì a non chiedersi.
D'altronde,
una volta tornati a scuola i loro rapporti sarebbero tornati quelli di
sempre, soprattutto davanti ai loro compagni Serpeverde.
E
lui non le aveva mica promesso amore eterno, lei gli interessava, sì, ma
magari non quanto il fatto di essere espulso da scuola.
Come
iniziato il bacio finì, e Draco a malincuore si
issò fuori dal passaggio, affondando nella neve fresca che
inesorabile continuava a cadere.
Quando
si voltò per aiutarla notò subito lo sguardo
triste di Hermione.
-
Cos'hai, Mezzosangue? - chiese, allungandole la mano.
Hermione
lo fissò, doveva chiederglielo, doveva sapere.
-
E' un addio, vero? - chiese, dandosi della stupida da sola per quanto
potessero suonare folli quelle parole.
Ma
Malfoy capì ugualmente cosa intendesse dire e le sorrise -
Diciamo un arrivederci ...
Hermione
sentì la speranza riaccendersi in lei.
Ricambiò
il sorriso, prima di afferrare la mano di Draco.
Quando
aprirono la porta della Stanza delle Necessità, una scena
apocalittica si presentò agli occhi di Draco ed Hermione.
Avevano
attraversato sia il giardino che il castello senza incontrare alcun
pericolo, ma quando Malfoy guardò oltre la porta fu tentato
enormemente di richiuderla ed andare a chiamare Madama Chips.
Ginny
Weasley aveva appena lanciato un Petrificus Totalus a quell'ameba del
fratello. Che ora era immobile su una poltrona, con il braccio proteso
verso di lei e la bocca aperta. Mentre lei, ancora furiosa, si
sistemava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
In
un angolo vi erano invece Theodore e Potter che giocavano concentrati a
scacchi magici con delle coperte sulle spalle, noncuranti del resto del
mondo.
-
Ma che cazzo sta succedendo qui? - disse sconvolto, facendo voltare i
compagni verso di lui.
Hermione,
dietro di lui, aveva magicamente perso l'uso della parola.
-
Sembra una corsia del San Mungo! - disse, lanciando uno sguardo
sprezzante a Potter e Nott.
Theodore
gli sorrise - Ciao Draco, finalmente siete arrivati!
Malfoy
gli si avvicinò, guardandolo come se fosse un alieno.
-
Con quella coperta sembri un vecchio! E poi che diavolo stai facendo?
- gli disse, velenoso.
Theodore
lo fissò, per nulla intimorito - Ingannavamo il tempo.
Malfoy
spostò lo sguardo su Potter, non si sarebbe mai aspettato di
vedere Theodore giocare a scacchi proprio con lo Sfregiato, era una
cosa quasi insopportabile da pensare, figuriamoci assistervi.
Harry
rimase in silenzio ma ricambiò lo sguardo del Serpeverde
senza alcuna remora.
Ma,
stranamente, Malfoy non disse niente. Così decise anche lui
per il silenzio, se avessero iniziato a litigare non sarebbe stato
d'aiuto a nessuno.
Harry
non poteva sapere che il Serpeverde aveva giurato ad Hermione,
sull'onore dei Malfoy ovviamente, che non avrebbe offeso o stuzzicato i
suoi amici.
Almeno,
non volutamente. La legittima difesa era sempre lecita.
-
Santo cielo, Ginny! - esclamò Hermione, avvicinandosi
sconvolta a Ron, che si trovava ancora sotto l'incantesimo delle
Pastoie, in quella buffa posizione.
-
Perché l'hai fatto?
-
Perché è un idiota! - rispose lei, facendo
sorridere sia Harry che Nott.
Draco
invece guardò Hermione con una faccia da "Lo ha detto lei,
ma sono pienamente d'accordo."
-
Era diventato insopportabile... - continuò Ginny, esasperata -
Mi ha pestato il piede tre volte stasera, ci ha assillato ogni singolo
minuto sul fatto che tu stessi tardando e poi ha tentato più
volte di prendere... - ma si bloccò, guardando Harry.
-
Di prendere...? - la incitò Hermione.
-
Il motivo per cui siamo qui. - disse Harry, facendoli voltare tutti.
-
Appunto, qual è questo motivo? - chiese Malfoy, spazientito.
Nott
si alzò e prese qualcosa dal divano che si trovava accanto a
Ron.
Draco
ed Hermione si avvicinarono.
-
Il mio piano è riuscito, sapete? - disse, sventolando delle
foto davanti a loro.
Hermione
ne prese una, dove si vedevano distintamente lei e Malfoy mentre
entravano nel passaggio della Strega Orba.
-
Ma ho di meglio! - fece un ghigno malefico nel dirlo.
-
Le foto erano dentro a questo... - tirò fuori un libro, anzi
no, non era un libro, era un diario.
-
Adesso siamo noi che lo abbiamo in pugno... signori e signore, vi
presento il diario di Blaise Zabini. - disse, orgoglioso.
-
Davvero? - disse Hermione, avvicinandosi stupita - Zabini tiene un
diario? Non l'avrei mai detto!
Malfoy
lo fissò un po' perplesso e prese il diario dalle mani di
Nott, sfogliando distrattamente le prime pagine.
Ma
gli bastò poco per capire quanto effettivamente Theodore
avesse ragione, Zabini confidava i suoi segreti ad un diario, che ora
si trovava tra le sue mani.
Un'espressione
malvagia deturpò i suoi bei lineamenti.
-
Scacco matto per Blaise. - disse, con una strana luce negli occhi.
***
Ciao a tutti, Spero che anche questo
capitolo sia stato di vostro gradimento, e come al solito, se vedete
orrori/errori ed altro, segnalatemeli senza problemi. Mi avete lasciato delle
recensioni bellissime *_* infatti volevo ringraziare : melibz , Tonna
, Tanny, Fly_With_Me, seven & Valentina che mi da sempre un
parere prima che io posti u_u Grazie anche a chi segue
la storia e l'ha inserita nei preferiti etc.. Al prossimo
aggiornamento allora, che spero non sia più tardi della prox
settimana. Besos. -A-
-
Santo cielo! - sbottò, svegliandosi del tutto - Il test
è fra mezz'ora!
Con
i capelli più arruffati che mai si lanciò in
bagno.
-
Se arrivo tardi Piton non me lo farà fare e sarà
solo Malfoy a recuperare.
Draco
Malfoy.
Il
pensiero di lui la travolse per un secondo.
Lei
e Malfoy si erano baciati.
Si
appoggiò al lavandino, sentendo le gambe tremarle.
Non
era stato un sogno.
-
Io e Malfoy... ci siamo baciati e non una, ma due volte! -
pensò per l'ennesima volta guardandosi allo specchio, aveva
le guance scarlatte.
-
Come si comporterà con me adesso? - si chiese, quasi
spaventata. Malfoy era sempre Malfoy in fondo, ovvero l'essere
più imprevedibile sulla faccia della terra.
-
Ed io, come devo comportarmi?
Neanche
a quella domanda Hermione seppe rispondere.
Quando
uscì dal bagno, cercò di vestirsi il
più silenziosamente possibile, era sempre domenica e le sue
compagne stavano ancora dormendo.
Quando
finalmente fu pronta, si avvicinò al suo comodino ed
aprì il cassetto.
Il
diario di Zabini era lì, no, non aveva sognato, era successo
veramente.
-
Sei sicuro, Nott? - chiese Hermione, stupita.
Nott
le aveva appena dato il diario di Zabini dicendole di custodirlo lei.
-
Ma certo - le rispose il Serpeverde, sotto lo sguardo scettico di
Malfoy - Zabini sospetta di me e se lo tenessimo noi lo troverebbe
subito, inoltre i nostri dormitori sono vicini, prevedo che ci
farà presto una "visitina".
-
E poi, chi meglio di te può leggerlo il prima possibile e
dirci cosa dice? - intervenne Harry ironico, guadagnandosi
un'occhiataccia da parte dell'amica.
Hermione
sospirò, aspettandosi una frecciatina velenosa anche da
parte di Malfoy, ma fu risparmiata, visto che lui sembrava troppo
impegnato a maledire l'intera stirpe di Zabini presente in Inghilterra.
-
Se prova ad entrare in camera mia e toccare le mie cose, giuro che gli
lancerò un Avada Kedavra! - sentenziò duramente,
scandalizzando Hermione e facendo sussultare Harry e Ginny.
Nott
lo guardò un po' in ansia.
-
Non ha senso fare una cosa del genere. - disse, bloccando Hermione ed
Harry con un cenno della mano, prima che iniziasse un probabile litigio
tra loro.
-
Con quella maledizione, porresti fine a tutto è vero, ma
anche alla tua vita visto che finiresti a Azkaban. Perdereste entrambi
e non ne vale la pena, credimi.
Draco
rimase qualche secondo in silenzio, poi si mosse verso la porta.
Ma
prima di uscire, si fermò.
-
Ok, Theodore, grazie della lezione di vita ma vado a dormire, sono
stanco e domani ho un test. - disse rigido, poi si girò verso
Hermione.
-
Anzi ... abbiamo un test, Granger, ti converrebbe seguire il mio
esempio.
Harry
era sconvolto, da quando Malfoy si preoccupava della salute di Hermione?
Hermione
distolse lo sguardo da lui - Sì, è vero, ma prima
voglio vedere se Ron sta bene.- Sperò con tutto il cuore che
quello non fosse un ulteriore tentativo di rimanere da solo con lei,
perché la faccia di Harry ed il sorrisetto di Ginny non le
erano piaciuti per niente.
Adesso
erano a scuola, dovevano stare attenti a come si comportavano.
Malfoy
le lanciò uno sguardo glaciale - Fai come vuoi. - nonostante
tutto, non riuscì a nascondere un moto di irritazione. Per
un attimo aveva sentito la necessità di spaccare la faccia a
Weasley.
Affondò
invece le mani nelle tasche dei pantaloni - Io me ne vado, oggi mi hai
stremato Mezzosangue ma devo dire che è stato molto
piacevole studiare con te. - le disse con un ghigno malizioso, marcando
il verbo "studiare" e vedendo, compiaciuto, le guance di Hermione
colorarsi.
-
Non chiamarla in quel modo, furetto! - sbottò Harry, con la
faccia di chi ha appena avuto un infarto.
Ma
Draco non ci badò, era già stato troppo appagante
vedere la faccia di Potter che sbiancava alla sua velata allusione.
Non
aggiungendo altro uscì dalla stanza, lasciando Nott con i
Grifondoro.
Harry
si girò verso Hermione, era senza parole, sembrava che le
sue corde vocali si fossero attorcigliate tra loro.
Perché
era arrossita in quel modo e non aveva detto nulla? Non volle neanche
pensare ad una risposta.
Anche
Ginny la stava guardando, ed a fatica aveva mascherato un sorrisetto
malizioso.
Nott
invece era piuttosto divertito, ma alquanto deciso a non dire niente.
Hermione
imbarazzata, cercò di cambiare argomento - Comunque Nott,
dopo il test leggerò il diario e vi dirò il suo
contenuto domani sera, possiamo darci appuntamento direttamente qui
un'ora prima del coprifuoco.
-
Perfetto.
Intanto
Harry e Ginny si erano avvicinati titubanti a Ron.
-
Lo sai che non ce lo perdonerà mai, vero? - disse Harry,
passandosi una mano fra i capelli.
Ginny
sospirò - Io non mi perdonerò mai di averlo
liberato invece ... - gli rispose mestamente, prima di liberare il
fratello dall'incantesimo.
Ron
si rilassò sul divano, guardando gli amici confuso.
-
Che... che... miseriaccia è successo?
Hermione
fece per avvicinarsi, quando Nott le sussurrò qualcosa
all'orecchio.
-
Granger, cerca di avere pazienza con lui, è fatto
così .
Senza
aggiungere altro o aspettare una risposta, lasciò anche lui
la stanza.
Hermione,
pensierosa, fissò Ron mentre sbraitava contro Ginny per
quello che gli aveva fatto.
Realizzò
qualche secondo dopo che Nott non stesse parlando di Ron, ma di Malfoy,
e dell'uscita infelice che aveva avuto poco prima.
Sospirò
nervosamente, non sarebbe stato facile.
Hermione
entrò nella Sala Grande per fare colazione, a quell'ora
della domenica era quasi deserta.
Al
tavolo dei Grifondoro non c'era quasi nessuno, tranne alcuni ragazzi
del terzo anno che volevano allenarsi a Quidditch.
Non
appena si fu seduta, meccanicamente, posò lo sguardo sul
tavolo Serpeverde.
Lui
non c'era, come la maggior parte dei suoi compagni di casa.
Hermione
aggrottò le sopracciglia.
-
Allora sono veramente in ritardo! - pensò preoccupata,
iniziando a mangiare.
Aveva
appena finito il suo toast che Ginny si mise accanto a lei.
-
Buongiorno! - sbadigliò, con le lacrime agli occhi.
-
Ciao Ginny, che ci fai sveglia a quest'ora? - le chiese Hermione
stupita, bevendo il suo succo di zucca.
-
Non riuscivo più a dormire...
Hermione
la vide fare un altro sbadiglio - Bugiarda!
-
E va bene, allora sarò abbastanza schietta questa volta -
sbuffò Ginny.
-
Volevo sapere da te che cosa avete studiato te e Malfoy ieri notte.
Alla
faccia dell'abbastanza schietta !
Il
succo di zucca le andò di traverso e per poco Hermione non
lo sputò nel piatto di portata.
-
Che dici? - biascicò, con le lacrime agli occhi.
Ginny
rise, maligna - Dai scherzavo! Non prendertela così! E'
che sono troppo curiosa per dormire ed ho pensato che questo fosse
l'unico momento in cui Ron non sarebbe stato tra i piedi.
Hermione,
ormai paonazza, ricominciò a sorseggiare il suo succo
ignorando la domanda dell'amica.
-
Vi siete baciati, vero ?
Per
poco il succo non le andò di traverso una seconda volta.
Ginny
sorrise - Lo prendo per un sì.
-
Sono in ritardo - sentenziò Hermione imbarazzata, posando il
suo calice e prendendo la borsa - Ti racconterò tutto dopo.
Ginny
la prese per la manica, ormai sembrava essere diventata un'abitudine.
-
Almeno dimmi com'è stato! - chiese, curiosa.
Hermione
si prese un paio di secondi per rispondere.
-
Travolgente. - rispose la sua bocca, prima che il suo cervello le
ordinasse di tacere.
Ma
cosa poteva farci? Era vero, lui l'aveva travolta, le aveva fatto
cambiare idea su di lui e sul fatto che ci sarebbe potuto essere
veramente qualcosa tra loro.
Era
incredibile, ma ci era riuscito... e poi quel bacio, non aveva avuto
tante esperienze ma un bacio del genere non l'aveva mai dato a nessuno.
Gli
occhi di Ginny brillarono, mentre Hermione abbassava lo sguardo - Ti
prego, non dirlo a nessuno...
-
Dire cosa ? - rispose l'amica, facendole l'occhiolino.
Hermione
sorrise - Grazie...
-
Comunque buona fortuna Hermione, vedrai che il test andrà
bene! - continuò Ginny, addentando sorridente un toast.
Hermione
arrivò correndo all'aula di pozioni e con sollievo vide che
Piton ancora non era arrivato.
In
realtà l'aula sembrava vuota e le luci erano ancora spente,
lasciando la maggior parte della stanza in penombra.
Neanche
Malfoy sembrava essere arrivato, forse era passato al suo dormitorio
per prendere i libri e sarebbe stato lì a momenti.
Il
cuore ricominciò a galoppare, senza sosta. Doveva rimanere
calma e distaccata durante il test. Se l'era ripromesso almeno un
centinaio di volte da quando aveva aperto gli occhi.
Varcò
la soglia, un po' indecisa se attendere Piton e Malfoy in corridoio,
oppure al suo banco.
Ma
un rumore la fece sobbalzare, allora non era arrivata per prima !
-
Ti sembra questa l'ora di arrivare, Mezzosangue? - disse una
inconfondibile voce alla sua sinistra.
Hermione
si voltò verso la voce con il cuore in gola.
Era
lì invece, appoggiato con la schiena all'ultimo banco, con quegli occhi freddi
e pungenti che la fissavano.
-
Piton ancora non è arrivato, quindi non sono in ritardo io,
ma lui. - disse lei meccanicamente, cercando di domare il battito del
suo cuore.
Se
non si fosse calmata il suo cuore sarebbe collassato, fermandosi.
Malfoy
ghignò.
-
Allora diciamo che sarà in ritardo per la prossima mezz'ora.
Ecco,
ora si che il cuore di Hermione si era fermato.
-
Che significa?
Le
si avvicinò e, con un colpo di bacchetta, chiuse la porta ed accese le luci.
-
Che in realtà il test lo dobbiamo fare alle 10 e non alle
nove e mezzo. - guardò altezzoso l'orologio - E tu sei
arrivata anche con tre minuti di ritardo.
Hermione
sgranò gli occhi - C...Cosa? E perché mi hai
detto un orario sbagliato?
Draco
sospirò - Davvero sei così ingenua da non capire? - si bloccò, fissandola in un modo che la fece arrossire
fino alla punta dei capelli.
Ora
si che le era chiaro... Hermione provò un moto di felicità
travolgente, ma era comunque così rischioso che la sua mente
provò comunque a ribellarsi al suo cuore.
-
E se Piton arrivasse in anticipo? Se qualcuno dovesse vederci? -
disse, in preda al panico.
Malfoy
sorrise delle sue paure, a lui non importava se Piton li avrebbe visti
o meno, voleva solo stare con lei.
-
Piton arriva puntuale, ma mai in anticipo - disse con voce roca, prima
di prenderle il viso tra le mani in un modo così sensuale
che i pensieri di Hermione si incepparono, aggrovigliandosi in fondo al
suo stomaco.
Chiuse
gli occhi, sententendo le braccia di lui stringerla e le sue calde
labbra posarsi sulle sue.
-
Travolgente....
Eh
sì, era il verbo che più poteva rappresentare i baci di
Malfoy, la travolgevano, la stordivano, facendole dimenticare il
passato ed il presente...
Malfoy
si staccò leggermente da lei per sussurrarle a fior di
labbra.
-
Se Piton dovesse trovarci qui, potremmo sempre dirgli che siamo venuti
prima per ripassare, che ne pensi Granger ?
Ma
non le diede il tempo di rispondere, perché la
baciò di nuovo, con più passione di prima, tanto
da spingerla alla parete dell'aula.
Hermione
gli mise una mano tra i capelli, si stupì di quanto fossero
morbidi, forse perché quel giorno Malfoy aveva risparmiato loro la tortura del
gel.
-
Certo, ripassare... come no ... - pensò, mentre assaporava
le sue labbra. Come se Piton fosse Tiger o Goyle, per credere ad una
balla simile.
Ripassare
era come studiare, non certo baciarsi in un'aula vuota.
-
Io me ne vado, oggi mi hai stremato Mezzosangue ma devo dire che
è stato molto piacevole studiare con te.
Aprì
di scatto gli occhi e smise di baciarlo.
-
Come hai potuto... - gli sibilò sulle labbra, ricevendo uno
sguardo interrogativo come risposta.
-
Ieri sera... - precisò subito, mettendo le mani sui fianchi
alla Molly Weasley - Come hai potuto dire una cosa del genere davanti
ad Harry e Ginny?!
Un
lampo compiaciuto passò negli occhi di Malfoy.
La
Granger si era ricordata della frecciatina che aveva lanciato prima di
uscire dalla Stanza delle Necessità.
-
Ah, quello? - ghignò, allontanandosi da lei.
-
Sì, quello, mi avevi promesso....
-
Che non avrei insultato i tuoi amici.- finì per lei Malfoy.
-
E che non li avresti provocati! - puntualizzò Hermione,
accigliata.
Draco
rise - Infatti non stavo provocando loro...
Hermione
sgranò gli occhi.
-
Stavo provocando te...
Doveva
rimanere calma, anche in quel momento poteva vedere dalla sua faccia
quanto lui si stesse divertendo.
-
Beh non farlo più - disse, stringendo i pugni - Se ti avesse
sentito Ron, sarebbe stato un disastro.
Il
ghigno di Malfoy si spense lentamente - Perché, a Lenticchia
non è ancora passata la cotta per te?
Hermione
sussultò - Quale cotta? Ron non ha una cotta per me!
Malfoy
incrociò le braccia - Allora è vero che hai due
fogli di pergamena sugli occhi... Lenticchia è cotto di te
da anni... e credevo che fra voi ci fosse stata anche una storia!
Hermione
distolse lo sguardo, imbarazzata più che mai,
perchè non se n'era stata zitta?
-
Non c'è mai stato niente fra noi, siamo solo amici.
Malfoy
le mise due dita sotto il mento, costringendola a guardarlo.
-
Vuoi dire che non sei stata innamorata di lui in passato? Non mentirmi,
Granger, da noi non si parlava d'altro, la Mezzosangue gelosa di
Lavanda Brown!
Hermione
sostenne lo sguardo - E' vero, ero gelosa di lei... - ammise tutto d'un
fiato.
Draco
ebbe una fitta allo stomaco, ma la sua espressione rimase
imperturbabile.
-
... ma poi ho capito che Ron ed io potevamo essere solo amici. -
continuò la Grifondoro, abbassando lo sguardo.
-
Be', non credo che pel di carota la pensi come te! - disse Draco,
scostando la mano.
Hermione
lo guardò, arcigna - E tu che ne sai? E soprattutto,
perché ti interessa?
Adesso
era stata lei a prenderlo in contropiede. Lui la guardò
smarrito, ma durò solo un attimo...
-
Si capisce da come si comporta, Theo mi ha raccontato di come era
nervoso nel saperti sola come me.
Evitò
con cura di rispondere alla seconda domanda e vedendo che Hermione
stava riflettendo sulle sue parole, decise di non ricordarglielo.
-
Era solo preoccupato, sai, visti i nostri antichi dissapori.-
tagliò corto lei, con le sopracciglia aggrottate - Lo erano
tutti in realtà.
Malfoy
ghignò - Potter però non era così
agitato da meritarsi un Pietrificus Totalus, al limite una Crucio ma...
ahia!
Hermione
gli aveva appena dato il libro di pozioni in testa, ma a dispetto di
tutto stava sorridendo.
-
Serpe! La Crucio la meriteresti te!
-Come
sei suscettibile Mezzosangue!- ricambiò il sorriso,
stupendosi per l'ennesima volta di quanto lei lo stesse cambiando in
quel periodo.
Un
tempo una librata in fronte lo avrebbe mandato su tutte le furie.
-
Allora - continuò Hermione, impettita - Da oggi mi devi
promettere che non farai più una cosa del genere!
Draco
la guardò di sbieco - Non starai tirando troppo la corda,
Grifondoro?
Lei
non gli rispose, ma l'occhiata che gli lanciò fu
sufficiente. Draco non aveva voglia di litigare con lei, non ora che
poteva finalmente assaporare le sue labbra.
-
E va bene... cercherò di fare il bravo. - si arrese
ghignando, poi con un gesto felino prese Hermione per un braccio e la
avvicinò nuovamente a sé.
-
Comunque, dove eravamo rimasti? - le sussurrò sulle labbra.
Hermione
fece per rispondere, quando dei passi annunciarono l'arrivo di Piton. I
due ragazzi si affrettarono a separarsi e si misero velocemente al loro
banco, fingendo di leggere i loro appunti sulle pozioni.
Quando
Piton entrò, con dieci minuti di anticipo, Hermione rivolse
un'occhiata molto eloquente a Malfoy...
-
Piton arriva puntuale, ma mai in anticipo.
-
Mai dire mai, Malfoy. - gli sussurrò, sostenuta.
Draco
la ignorò completamente, mentre Piton li fissò
con uno sguardo sprezzante.
-
Bene siete già qui, signorina Granger ... -
iniziò, facendo irrigidire Hermione sulla sedia.
-
Come penso le avrà certamente spiegato il signor Malfoy,
solitamente non faccio fare test di recupero... anche perché
nessuno è stato mai così coraggioso da
chiedermene uno.
Malfoy
ghignò in direzione di Hermione, ma questa volta fu lei ad
ignorarlo.
-
Ma vista la vostra attuale media, sono disposto a darvi un'altra
possibilità, e spero che non mi farete pentire di averlo
fatto, altrimenti vi ritroverete una bella D a fine anno. -
finì, lanciando uno sguardo che terrorizzò
Hermione.
Senza
aggiungere altro, Piton prese il libro di pozioni avanzate,
sfogliandolo.
-
Che bugiardo... - pensò Hermione, disgustata - Altro che media,
se abbassa il voto a Draco non credo che Lucius Malfoy sarà
molto contento... e se non fossi stata in coppia con lui non avrei
avuto mai questa possibilità, anche se fossi stata
così coraggiosa da chiederglielo.
Cercò
di reprimere il desiderio di dare voce ai suoi pensieri, annuendo al
professore.
-
La pozione che dovrete preparare oggi è La Bevanda della
Pace!
I
due ragazzi sgranarono gli occhi.
-
Ma... non è la pozione che è uscita ai Mago
dell'anno scorso? - pigolò Hermione, con un velo di
preoccupazione.
-
Esatto, signorina Granger. - rispose Piton con voce strascicata - Se non
ha altro da aggiungere, le consiglierei di prendere dalla dispensa i
fiori di gelsomino e ringrazi che non abbia mandato lei a raccoglierli
all'alba del plenilunio.
La
Grifondoro ubbidì senza fiatare, tornando un minuto dopo con
un barattolo pieno dei fiori nominati dal professore.
Draco
sospirò, era meglio mettersi all'opera. Prese il calderone e
l'essenza di elleboro.
-
Sei pronta, Mezzosangue? - sussurrò alla compagna - Te la
ricordi questa? Si deve mischiare l'elleboro con il tiglio e poi
girare tre volte in senso orario e una in senso antiorario ed infine aggiungere i fiori raccolti da Piton dopo la cottura.
Hermione
si voltò verso di lui, quella pozione era difficile da
preparare ma era tra quelle che avevano studiato la sera precedente,
quindi annuì al Serpeverde.
Se
era in coppia con Malfoy, Hermione si sentiva capace di poter fare
qualsiasi pozione.
-
Gli ingredienti sono alla lavagna... - Piton li fece apparire con un
colpo di bacchetta.
-
Avete un'ora.
I
due ragazzi si scambiarono uno sguardo di intesa prima di mettersi al
lavoro.
Un'ora
e mezzo dopo, Hermione rientrò distrutta nella sua Sala
Comune, ma per la prima volta dopo tanto tempo, si sentiva allegra.
Ron
ed Harry le vennero incontro dalle scale.
-
Ciao Hermione - la chiamò Harry, facendola voltare dalla
loro parte.
-
Allora com'è andato il test ? - chiese amabilmente Ron,
intimamente felice che la storia del test fosse finita, non voleva che
Hermione studiasse insieme al loro peggior nemico.
Hermione
gli sorrise - Bene... abbiamo preso una E.
-
Congratulazioni - disse Harry, sinceramente felice.
-
Brava ! - aggiunse Ron, sorridente.
-
Grazie... Ma vi siete svegliati adesso ? - chiese Hermione, curiosa.
Harry
arrossì leggermente - Sì, e visto che stiamo
morendo di fame, volevamo anticipare il pranzo! Vero Ron ?
Ma
Ron non lo aveva minimamente ascoltato, tanto era impegnato a fissare a
bocca aperta la bacheca della Sala Comune.
-
Oh no... - esclamò, facendo voltare gli amici.
-
Che c'è Ron ? E' un avviso della McGranitt quello ? - chiese
Harry affiancandosi a lui - Che hai ... oh ! - esclamò, poco
dopo.
-
Fammi indovinare... - disse Hermione, facendo capolino da dietro
l'altra spalla di Ron - Sono i giorni delle nuove Ronde, vero ?
Ron
ed Harry si voltarono verso di lei, e stupidamente Hermione si
sentì subito in dovere di giustificarsi.
-
Me l'ha accennato questa mattina Malfoy... a te tocca domani sera, a me
dopodomani.
Ron
la guardò mestamente - Già... altre ore di
inferno con la Parkinson.
In
quel momento arrivò Ginny che si affiancò al
fratello nel leggere la bacheca.
-
Ahia, altro che avviso sulla gita di Hosgmeade... - disse ironica.
Ron
non la degnò di uno sguardo, era ancora arrabbiato con lei
per averlo pietrificato.
-
Andiamo a pranzo ragazzi ? - disse subito Harry, prendendo Ron per un
braccio e trascinandolo fino alla signora Grassa, prima che
ricominciasse a litigare con Ginny.
-
Ehi, so camminare da solo ! - disse lui borbottando, facendo sorridere
Hermione.
Non
appena i quattro amici misero piede nella sala Grande, ad Hermione
venne automatico lanciare uno sguardo al tavolo nemico.
Zabini
e la Parkinson erano assenti, c'era solo la Greengrass con sua sorella
ed il gruppo formato da Nott, Tiger e Goyle e ovviamente Malfoy che
aveva appena alzato la testa nella sua direzione.
I
loro sguardi si incrociarono per un secondo. Hermione sentì
le guance in fiamme e si fermò di colpo.
Possibile
che anche dopo che si erano baciati, lui le facesse questo effetto ?
Malfoy
ghignò del suo imbarazzo, mentre Ginny la trascinava al
tavolo rosso oro per un braccio.
-
Ehi... - le sussurrò - Non puoi fermarti al centro della
Sala Grande a guardare Malfoy ! Per fortuna che Ron ed Harry non ti
hanno vista.
-
Non lo stavo affatto guardando ! - provò a difendersi, ma la
faccia di Ginny era abbastanza eloquente - E va bene, era solo
un'occhiata! - ammise, prima di sedersi.
Harry
si mise vicino alla sua fidanzata e Ron accanto ad Hermione.
Il
ghigno di Malfoy si spense in un attimo.
Anche
il tavolo Grifondoro era mezzo vuoto, segno che la maggior parte degli
studenti fosse ancora nella Sala Comune ad oziare.
-
Dopo pranzo ti dedicherai a ... tu sai cosa ? - le sussurrò
Ron all'orecchio.
Hermione
sorrise divertita - Tu sai cosa ? Ora chiami così il diario ?
Ron
arrossì in zona orecchie - Shhh... ti potrebbero sentire, e
poi con le Serpi la prudenza non è mai troppa!
-
Ma sei al tavolo dei Grifondoro! - rispose Hermione ridendo.
-
E' vero, ma a volte ci sono delle Serpi anche qui, non lo sapevi ? -
disse Ron, lanciando uno sguardo molto eloquente alla sorella.
Ginny
lo guardò arcigna ma, per amore di un pranzo in
tranquillità, non disse nulla.
La
sera arrivò velocemente, e con lei anche l'ora
dell'appuntamento nella Stanza delle Necessità.
Hermione
dopo pranzo si era chiusa per tutto il pomeriggio in camera sua a
leggere il diario di Zabini e non si era presentata nemmeno a cena.
Quando
mise piede nella Stanza nascosta del settimo piano, Hermione
trovò i suoi amici ed i suoi alleati già lì ad
attenderla.
-
Ehi Hermione ! - trillò Ron nel vederla - Finalmente, hai
detto che non dovevamo aspettarti ma ci hai messo un secolo ! Stavo
quasi per tornare in Sala Comune a cercarti.
Stranamente
Malfoy sembrava tranquillo, era in un angolo della stanza insieme a
Nott, anche se lo sguardo che aveva lanciato a Ron sembrava tutt'altro
che amichevole.
-
Be'... ci è voluto più tempo del previsto -
tagliò corto lei, ripensando a quante volte avesse dovuto
rileggere quelle pagine, visto che ogni tanto aveva dovuto fermarsi prima che
le lacrime le bagnassero.
Ma
questo non lo avrebbe mai raccontato...
Eh
si, non si aspettava di leggere così tanta sofferenza in un
libro. C'era anche rabbia, frustrazione, ma "sofferenza" era la parola
giusta a quel turbine di emozioni che sembrava trasparire da
quell'enorme diario.
Hermione
pensava che ci avrebbe trovato chissà quali piani maligni ed
oscuri all'interno. Non si aspettava, invece, di leggere della triste
infanzia di un purosangue Serpeverde ossessionato da sua madre e da...
I
suoi pensieri si bloccarono, vedendo che tutti la stavano fissando.
-
Allora Hermione ? - la incalzò Harry, con gentilezza - Cosa
hai scoperto ?
Lei
li fissò, uno ad uno, la stavano guardando con un misto di
curiosità e ansia, solo Malfoy aveva il solito sguardo
imperturbabile.
-
Ecco... - iniziò titubante - E' stata dura leggere tutte
quelle pagine in un pomeriggio, ma vi posso dire che si tratta di un
racconto dettagliato della sua vita passata. Della sua infanzia, in
particolare.
Nott
spezzò il silenzio irreale che si era venuto a creare - Solo
della sua infanzia ? Di cosa fa qui a scuola, non dice niente ?
-
Sì, in effetti... - guardò Malfoy, pensierosa -
Parla anche di scuola ma, soprattutto, di una persona in particolare e
di tutti i momenti che passa insieme a lei... E' come un'ossessione per
Zabini.
Draco
sbottò innervosito - E chi sarebbe questa persona ? Pansy ?
Hermione
si perse nelle iridi chiare che la stavano fissando, ma questo non
le impedì di rispondere...
-
No, sei te.
****
Ciao
a tutti !
Chiedo
perdono per il ritardo *.* ma in questo periodo me ne stanno capitando
di tutti i colori e non sono riuscita a scrivere per molti giorni.
Spero
comunque che non siate rimasti delusi da questo capitolo che non brilla
certo per colpi di scena, diciamo è un po' di passaggio.
Spero
di riuscire a postare il successivo entro tempi decenti ^^
Volevo
comunque ringraziare : Tonna _Ultraviolet,melibz, giuly_bu, XnihalX ,
titty79
Inoltre
ringrazio : seven, Fly_With_Me & Acquamarine_
e
mi scuso con voi perché non ho risposto alle vostre
recensioni, ma sto poco collegata questo periodo... però ci
tenevo comunque a dire che le ho apprezzate tantissimo e vi ringrazio
di cuore =)
Cosa
aveva appena detto la Granger? Ah sì, che Zabini era
ossessionato da lui.
.......
Ma
no, sicuramente aveva capito male.
Però,
questo pensiero, non gli impedì di sentire un brivido freddo
scivolargli lungo la schiena.
-
Compari in moltissime pagine... - disse Hermione, accigliata,
confermando il brutto presentimento di Malfoy.
-
Dal vostro primo incontro a casa tua, fino agli ultimi giorni che avete
passato insieme qui a scuola, prima del vostro litigio.
-
C...Cosa? - lui la fissò, incredulo e sconvolto - Sarei io
che lo ossessiono? Non è possibile! Quelcosomente!!! - aggiunse con disprezzo, indicando il diario che Hermione
stringeva al petto.
La
Grifondoro, istintivamente, fece un passo indietro.
Era
fin troppo vivido in lei il ricordo del putiferio che Malfoy aveva
fatto alla Stamberga Strillante, quando gli aveva rivelato del ricatto.
-
No, Malfoy, purtroppo credo che non siano bugie. - rispose, con un
sospiro appena udibile.
Draco
diventò rosso di ira - E' UNA CALUNNIA INVECE! -
urlò, facendola sobbalzare.
Theodore
intervenne, cercando di calmare l'amico.
-
Draco, aspetta, non agitarti così, falla finire prima! - gli
disse, posandogli una mano sulla spalla.
Ma
dire che fosse agitato era, ovviamente, un eufemismo.
Per
tutta risposta, Malfoy cacciò in malo modo la mano
dell'amico.
-
Lasciami stare, Theodore... non voglio ascoltare altre menzogne... - gli
sibilò, stringendo i pugni.
-
AH AH AH AH...
La
risata di Ronald Weasley lo raggiunse, facendolo voltare.
-
Miseriaccia che storia... AH AH AH!!! - biascicò Ron,
tenendosi la pancia con le lacrime agli occhi.
Harry
e Ginny lo guardarono perplessi, Hermione con terrore.
Si
aspettò di vedere, da un momento all'altro, del fumo uscire
dalle orecchie del biondo Serpeverde.
-
Ho promesso...-
pensò Malfoy, chiudendo per un secondo gli occhi-
Ho promesso, sull'onore dei Malfoy, che non gli avrei fatto del male...
-
L'ho promesso, ed un Malfoy mantiene sempre le sue promesse... -
continuò ripetere a se stesso, quasi fosse un mantra.
Ron
fu l'unico a non notare quanto stesse rischiando la vita in quel
momento.
-
Zabini che ha una cotta per Malfoy!!! - esclamò, con gioia
- Questo sì che è grandioso! Non è
vero Harry? - diede una vigorosa pacca all'amico che gli rispose
invece con un sorrisetto tirato.
Cosa
Ron potesse trovarci di grandioso in tutta quella storia per Harry era
un mistero.
-
Pensa se si venisse a sapere qui a scuola... o meglio, pensa cosa
direbbero gli altri Serpeverde! - finì, quasi euforico.
A
quelle parole, Malfoy aprì di scatto gli occhi, digrignando
i denti.
Harry
e Ginny si scambiarono uno sguardo preoccupato. Malfoy sembrava essere
sul punto di esplodere nel ben mezzo della Stanza delle
Necessità, tanto era paonazzo.
Meccanicamente
Harry mise una mano nelle pieghe del mantello, dove teneva la
bacchetta. Ormai era preparato al peggio.
Ma
la sua preacuzione non fu necessaria.
-
SMETTILA IMMEDIATAMENTE, RON! - tuonò Hermione a sorpresa,
stupendo tutti quanti e gelando il sorriso sulle labbra dell'amico.
-
Essere ossessionati da qualcuno non vuol dire necessariamente avere una
cotta!!! - precisò con rabbia, stringendo convulsamente il
diario.
Perché
Ron doveva comportarsi sempre in maniera così superficiale?
Lui non poteva capire cosa volesse dire avere un'ossessione.
Anche
lei eraossessionatadalla
paura di fallire nelle cose che faceva, di non essere una strega
all'altezza per combattere al fianco di Harry contro Voldemort, di
perdere per sempre i suoi amici, di rimanere da sola. E queste sue
paure condizionavano in maniera determinante tutte le sue azioni, tutti
i suoi pensieri.
Zabini
non era innamorato di Malfoy, la sua ossessione era diversa e
sicuramente più preoccupante di una cotta tra compagni.
Si
trattava di odio... e non di una semplice antipatia, usuale tra
ragazzi. Quello era un sentimento viscerale, quasi folle. Da come
Zabini scriveva sul suo diario, sembrava che l'odio per il compagno lo
stesse consumando dall'interno. Lo riteneva responsabile del rapporto
che aveva con la madre. Una madre che, da tempo, non si curava
minimamente di lui.
Zabini
da piccolo aveva sentito così tanto la mancanza del padre,
da sentire la necessità di colmare quel vuoto attaccandosi a
sua madre in maniera eccessiva.
Isolde
poi non era mai stata particolarmente affettuosa con lui, ma da quando
aveva conosciuto Draco Malfoy il loro rapporto era notevolmente
peggiorato, arrivando quasi ad una rottura. Blaise, così, si
era chiuso in se stesso tanto da fingere con tutti continuamente,
sfogandosi solamente su quel diario.
Ovviamente
avrebbe dovuto farsi aiutare da tempo da un bravo Medimago.
-
L'ossessione che ha per lui non è certamente amore. -
Hermione indicò Malfoy, che continuava a fissarla
visibilmente provato da quella scoperta e dalla voglia di lanciare o
meno una maledizione senza perdono a Ron.
-
E' un odio cieco...- puntualizzò, abbassando il braccio e
voltandosi verso gli amici.
-
E cosa gli avrei fatto di tanto grave da guadagnarmi il suo odio? -
chiese bruscamente il Serpeverde - Dovrei essere io quello che lo odia,
visto che si è portato a letto per settimane la mia ragazza
alle mie spalle.
Hermione
sentì una stilettata al cuore.
Malfoy
non aveva mai parlato con lei di quella storia, Hermione sapeva cosa
fosse successo grazie a quelle pettegole di Lavanda e Calì
e, ovviamente, grazie al diario di Zabini. Ma non aveva mai affrontato
quel discorso con lui da quando il loro rapporto era... diciamo...cambiato.
Senza
contare che l'unica volta che gli aveva chiesto dei suoi rapporti con
la Parkinson, si era quasi beccata un pugno e della pettegola.
Abbassò
lo sguardo, cercando di nascondere un moto di gelosia improvviso quanto
insensato in quel frangente.
Sperò
solo che la sua voce non la tradisse.
-
Secondo lui, è colpa tua se sua madre lo ha trascurato in
passato e lo ignora quasi completamente nel presente.
Cercò
di riassumere, per quanto le fu possibile, il contenuto delle pagine
che parlavano di Malfoy e sua madre.
Non
appena finì, molti minuti dopo, si stupì
mentalmente del fatto che nessuno l'avesse interrotta o avesse fatto
commenti sarcastici.
Anzi,
il silenzio totale che si era creato non fece altro che rendere quella
situazione quasi surreale ai suoi occhi.
-
Quindi... sono queste le motivazioni... - disse seriamente Nott.
Per lo sguardo che aveva ad Hermione sembrò dispiaciuto,
anche se comunque aveva continuato a mantenere un tono di voce
distaccato.
-
Sì. - rispose meccanicamente lei, spostando lo sguardo sui
suoi amici. Ron ed Harry stavano fissando con eccessivo interesse la
punta delle loro scarpe, mentre Ginny, seduta sul divano poco distante,
le sembrò visibilmente commossa.
-
Puoi anche non credermi se vuoi, Granger... - Iniziò Malfoy,
attirando l'attenzione di tutti - Ma non ho mai fatto di proposito una
cosa del genere... Zabini mi era persino simpatico, al contrario di sua
madre... Ed io non ho mai cercato di compiacere chi non mi piace, lo
dovreste sapere bene voi Grifondoro. - finì, con un ghigno
malefico all'indirizzo di Harry e Ron.
Hermione
strinse le labbra. Lo sapeva bene anche lei...
Ad
ogni modo, un tempo non avrebbe creduto a quel borioso e lecchino
figlio di papà che aveva davanti, ma in quel periodo aveva
notato quanto Malfoy fosse effettivamente cambiato. Soprattutto con
lei. In più, fino a quel momento non le aveva mai mentito,
dubitare di lui in quel momento sarebbe stato sciocco ed inutile.
-
Ti credo. - gli disse semplicemente, spiazzando completamente Malfoy e
facendo spalancare, con un solo colpo, le bocche di Harry, Ron e Nott.
Ginny
non potè far a meno di sorridere. Tipico degli uomini,
soprattutto quelli della fauna di Hogwarts. Erano veramente lenti nel
capire le situazioni sentimentali.
Era
ovvio solo a lei quanto Hermione e Malfoy ormai si fidassero l'uno
dell'altra? Anche se Malfoy, da bravo esemplare maschile, sembrava non
averlo ancora capito.
Fiducia
in Draco Malfoy...
Nonostante
tutto, questo pensiero fece rabbrividire la piccola Weasley.
-
Comunque Zabini è pazzo, gente del genere dovrebbero
rinchiuderla e buttare la chiave - Esordì seriamente Ron.
Draco
lo fissò, piuttosto incredulo - Theo, passami una piuma,
svelto! Devo segnare sul calendario il primo giorno in cui Weasley non
dice una stronzata!
La
testa di Hermione scattò pericolosamente nella sua direzione.
Nott
invece iniziò a ridere di gusto, mentre Harry e Ginny fecero
uno sforzo enorme per non ridere anche loro della faccia di Ron, che in
un nanosecondo era diventata scarlatta.
-
Malfoy! - berciò la ragazza, guardandolo minacciosa.
-
Che ho detto di male, Granger? - esclamò lui, con aria
angelica - E' veramente la prima volta nella mia vita che sono
d'accordo con lo Stracc... - poi osservò il sopracciglio di
Hermione alzarsi più del dovuto e si corresse - Volevo dire
Weasley... Non ti sta mai bene niente! - finì, con un mezzo
sorrisetto impertinente stampato in viso.
Hermione
sbuffò, infastidita dalla sua faccia di bronzo - Lo hai
volutamente offeso! Altro che d'accordo con lui.
-
Veramente era un dato di fatto, non un'offesa. - si difese il
Serpeverde, facendo sorridere persino Harry.
-
Questo è troppo! - sbottò Ron, andando a grandi
falcate verso l'uscita.
-
RON, ASPETTA! Dove vai? - lo chiamò subito Hermione, con
un'espressione preoccupata.
Lui
si fermò davanti alla porta, la mano posata sulla fredda
maniglia - Mi dispiace Hermione... - non si girò nemmeno -
Ma non rimarrò un secondo di più nella stessa
stanza con questo scarafaggio! - annunciò, aprendola.
-
COME OSI??! - ruggì Malfoy, cercando la sua bacchetta sotto
lo sguardo atterrito di Hermione, non ottenendo (per fortuna) altra
risposta che il rumore di una porta chiusa con rabbia.
-
Maledetto Malfoy!!! - sbottò Ron inviperito, correndo verso
le scale che portavano alla torre dei Grifondoro.
-
Trattarmi come un decelebrato davanti ad Hermione, lui che è
solo uno scarafaggio! - nel dirlo, diede un pugno sul muro
più vicino.
-
Ahia, Miseriaccia ! - urlò subito dopo, con le lacrime agli
occhi ed una mano sbucciata.
-
Come sei rozzo, Weasley! - una inconfondibile ed insopportabile
vocina, fece voltare subito il ragazzo.
Pansy
Parkinson, e la sua inesistente gonna, era davanti a lui.
Ron
si mise una mano sul viso, in segno di disperazione.
Ci
mancava solo lei per finire la giornata.
-
Che cosa vuoi? - chiese con un sospiro, senza neanche guardarla.
-
Io? - cinguettò lei di risposta - Ovviamente nulla.
-
E allora cosa ci fai lì impalata a fissarmi?
Pansy
ghignò - Pensi davvero che stia fissando te?
Le
orecchie di Ron divennero scarlatte - E allora che ci fai a qui
quest'ora? - berciò contrariato - Gira a largo!
Già sono disperato all'idea di doverti vedere domani.
Pansy
lo guardò offesa, come osava quel traditore del suo sangue
trattarla in quel modo?
-
Veramente, caro straccione, sono di passaggio. - Pansy
assottigliò gli occhi, regalandogli uno sguardo colmo di
disprezzo - Non mi fermerai mai in territorio Grifondoro, non sia mai
io prenda qualche malattia... - ghignò perfidamente - ...ma
quando ho sentito che parlavi di Draco, mi sono fermata.
Ron
sgranò gli occhi-
Miseriaccia ! -pensò
spaventato, si era ricordato solo in quel momento che la Parkinson
fosse alleata con Zabini.
-
Quindi Draco ti ha insultato davanti alla TUA Hermione? - disse lei,
con una leggera risatina.
Ron
la guardò, indeciso se risponderle o meno.
-
E dov'è lui adesso? - continuò la Parkinson,
ancora sorridente - Non dirmi che è insieme alla Granger e
ti hanno lasciato tutto solo! - il suo tono sembrava canzonatorio, ma
Ron capì ugualmente le intenzioni della perfida compagna.
Non l'avrebbe mai indirizzata verso la Stanza delle
Necessità.
-
Ovvio che no ! - sbottò, pregando mentalmente di essere un
discreto attore - Perché mai dovrebbero essere insieme ? Si
sono solo incontrati per caso in corridoio.
Pansy
Parkinson incrociò le braccia, quello straccione voleva
giocare? Bene... adesso sì che si sarebbe divertita.
-
Semplicemente perché si piacciono, Weasley! -
sparò, studiando concentrata la reazione del Grifondoro.
Ron
la guardò sbigottito per qualche secondo, prima di
scoppiarle a ridere in faccia, sguaiatamente.
Pansy
strinse i pugni, aggrottando le sopracciglia - Che ci trovi di
divertente? Sei felice che lui stia con latuaHermione?
Ma
Ron non accennò a smettere di ridere.
-
Io non riderei fossi in te. - sibilò la compagna, contrariata.
-
Io conosco Draco e ho notato com'è cambiato il loro
rapporto. Inoltre, nessuna ragazza sana di mente direbbe di no a Draco
Malfoy!
A
quelle parole, Ron smise di ridere, guardandola perplesso.
-
Davvero ti preoccupa questo, Parkinson? - chiese curioso - Hermione e
Malfoy non potrebbero mai piacersi, neanche fra un milione di anni! -
esclamò sicuro.
Lei
lo guardò, Weasley era più duro di quanto
immaginasse. Decise di desistere per il momento.
-
Va bene, se lo dici tu... ma a me non la raccontano giusta, io terrei
gli occhi aperti fossi in te. - si voltò, facendo un cenno al
Grifondoro con la mano - Ci si vede alla ronda, Weasley!
Ron
la guardò andare via senza dire una parola.
Malfoy
ed Hermione, insieme...
-
Naah! - disse fra sé e sé, incamminandosi verso il
dormitorio - Sarà stata una scusa per farmi parlare,
Hermione non si interesserebbe mai ad essere così viscido e
meschino.
Nonostante
tutto, un senso di inquietudine si fece strada in lui.
-
Sì, ho capito. - disse per l'ennesima volta Hermione,
piuttosto contrariata - Ma non c'era bisogno di fare quella frecciata!
Ron non è certamente stupido come lo dipingi te!
Malfoy
alzò un sopracciglio, mentre Nott, Harry e Ginny si
scambiavano sguardi nervosi.
-
Ah no?
-
NO! - Hermione sentì l'agitazione prendere il sopravvento.
Perché ce l'aveva tanto con lui? Le aveva promesso che si
sarebbe comportato bene con i suoi amici. E, fino a quel momento, non
c'erano stati problemi neanche con Harry, il suo acerrimo nemico.
Perché con Ron non era altrimenti?
-
Smettila di fare il bambino, sei peggio di Ron a volte - le
sfuggì, nell'impeto del momento.
Gli
occhi del ragazzo si accesero di rabbia.
-
E tu smettila di assillarmi con queste stronzate e lasciami in pace,
Granger! - sibilò lui di risposta, voltando loro le spalle
e raggiungendo la porta - Non dirò più niente sul
tuo fidanzato straccione, dormi sonni sereni!
Hermione
sentì distintamente la sua bocca aprirsi per lo stupore, ma
non fece in tempo a dire nulla visto che Malfoy, senza un attimo di
esitazione, era già sparito dalla sua vista.
Il
giorno dopo Ron si svegliò con un terribile mal di stomaco.
Forse aveva esagerato a mangiare troppo stufato la sera prima.
-
Ehi, Buongiorno! - gli disse Harry, aprendo il suo baule in cerca di
qualcosa.
Aveva
i capelli più scarmigliati che mai.
-
Sbrigati a prepararti o non faremo in tempo a fare colazione prima di
Incantesimi! - gli annunciò, con la testa infilata tra le
sue divise pulite e biancheria.
-
Ah, hai visto la mia cravatta?
Ron
si trascinò, malamente, fuori dal letto.
-
No. - grugnì all'amico, prima di sparire nei bagni del
dormitorio.
-
Ehi Hermione! - squittì Ginny, separandosi dalle sue
compagne ed andando verso l'amica con una borsa stracarica di libri.
-
Stai aspettando Harry e Ron?
Hermione
si girò, con aria trafelata - Ciao Ginny! Sì, li
sto aspettando ma se tardano un altro minuto giuro che li lascio qui!
- annunciò, con tono severo.
-
Arriveremo in ritardo ad Incantesimi.
Ginny
sorrise, certe dinamiche non sarebbero mai cambiate. Anche se era
innamorata di Malfoy, era rimasta comunque l'Hermione di sempre.
Questo
pensiero la rincuorò.
-
Vedrai, fra poco arriveranno. - le disse bonariamente - Piuttosto,
vogliamo parlare della bellissima scenata di gelosia a cui abbiamo
assistito ieri sera?
Hermione
sgranò gli occhi.
-
Di cosa vuoi parlare?
-
Della scenata di gelosia.
Lei
la guardò, senza parole.
-
Non era affatto una scenata di gelosia! - si difese, non appena
riuscì a riprendersi dallo stupore.
-
Sei rimasta contagiata dal virus che ha colpito ieri sera quel pazzo di
un Malfoy?
-
Oh, Hermione, non fare l'ingenua. - rispose Ginny, ignorando la sua
risposta.
Hermione
era sempre più sconvolta - E tu non dire mai più
che Malfoy è geloso, è impossibile!
Ginny
le si avvicinò, Lavanda e Calì erano nei
dintorni, la prudenza non era mai troppa di quei tempi.
-
Quella di ieri ERA una scenata di gelosia... - le sussurrò
all'orecchio - E Malfoy è SICURAMENTE geloso di te e Ron,
che tu lo voglia o no.
Hermione
fece per risponderle quando dalle scale apparvero Harry e Ron.
Decise
così di continuare più tardi quella fastidiosa
conversazione con Ginny.
-
Ciao Hermione. - la salutò Harry , prima di tuffarsi tra le
braccia della sua ragazza.
Ron
la raggiunse, pallido in viso.
-
Buongiorno! - gli disse Hermione, scrutandogli il volto - Non hai un
bell'aspetto, Ron, non ti senti bene per caso?
Ron
aggrottò le sopracciglia - Grazie, Hermione, adesso
sì che sto meglio.
-
Su, non fare lo stupido! - sbottò lei, con le mani sui fianchi
- Dimmi come ti senti piuttosto, sei pallido!
Ron
si portò entrambe le mani sulle tempie - Ho solo un po' di
mal di stomaco e mi sta iniziando a far male anche la testa.
-
Vuoi che ti accompagni in infermeria? - gli disse subito Hermione,
premurosa.
-
Non è necessario grazie, passerà da solo vedrai...
Hermione
lo fissò, un po' scettica, ma decise comunque di non
insistere - Ok, allora sbrighiamoci o faremo tardi. - gli rispose,
osservandolo mentre si dirigeva mogio verso la Signora Grassa.
Quando
furono davanti alle grandi porte della Sala Grande, Hermione
sentì distintamente il suo cuore aumentare il battito.
Per
l'ennesima volta si diede da sola della sciocca. Come poteva agitarsi
tanto quando sapeva di dover incontrare Draco Malfoy?
Ma,
non appena dentro, si accorse di quanto tutta quell' ansia fosse
superflua. Malfoy non era al tavolo verde-argento e non erano presenti
neanche Zabini, Nott, Tiger e Goyle.
Tirò
un sospiro di sollievo, almeno avrebbe mangiato in santa pace.
Anche
Ron, prima di sedersi, posò inconsciamente lo sguardo sul
tavolo dei Serpeverde e, per sua sfortuna, incrociò quello
di Pansy Parkinson.
Era
seduta insieme a Daphne ed Asteria Greengrass.
Lei
gli sorrise maligna, quella sera avrebbe dovuto pattugliare insieme a
lei per almeno tre ore.
Solo
quel pensiero gli fece aumentare la nausea a dismisura.
Intanto
Harry continuava a sussurrargli all'orecchio, aggiornandolo delle
decisioni prese in sua assenza la sera prima.
-
Così abbiamo deciso di non fare assolutamente nulla, visto
che la foto, le sue copie ed il diario sono in mano nostra...
aspetteremo una sua mossa, se mai Zabini avrà il coraggio di
farne una visto che l'abbiamo in pugno.
Ron
spostò lo sguardo su di lui - E se avesse altre copie di
quella foto?
Hermione
si voltò a quella domanda, anche lei la sera prima aveva
posto quell'interrogativo ai compagni.
Allora
non era solo una sua paranoia!
-
Ci avevamo pensato. - rispose Harry, grattandosi la testa - Ma sarebbero
dovute venire fuori quando quel ragazzino ha fatto l'incantesimo di
appello!
-
Ah, giusto... - Ron guardò sconcertato le sue uova con
salsicce affumicate, non aveva avuto ancora il coraggio di mettere
qualcosa sotto i denti.
-
E se le avesse messe da qualche altra parte? - si intromise Hermione,
- Perché a tutti voi sembra così strano?!
-
Ne abbiamo già parlato, Hermione... - le rispose Harry,
paziente - Zabini non si aspettava sicuramente che le avremmo prese,
quindi perché mai avrebbe dovuto farlo?
Hermione
prese il suo calice con uno sguardo di sfida - Io l'avrei fatto
ugualmente.
-
Hermione... - biascicò Ron, stringendosi lo stomaco - Non
tutti sono complicati e contorti come te nei loro piani.
-
Io non sono affatto complicata e contorta - sussurrò lei di
risposta, facendo sorridere Harry e Ginny.
-
Come vuoi ... - disse Ron con un sospiro, stupendo tutti - Anche
perché i tuoi piani sono sempre stati tremendamente geniali.
Hermione
ed Harry si guardarono.
Ron
doveva stare davvero male per aver detto una cosa del genere.
-
Però Ron, Hermione ha ragione, se stai così male
dovresti andare in infermeria. - disse Harry, dopo uno sguardo eloquente
dell'amica.
-
Vi ripeto che non serve! Sicuramente mi passerà mangiando
qualcosa. - rispose Ron, inforcando una salsiccia.
Ma
nonostante le sue parole, non ebbe la forza di addentarla.
Ron
era un testone, ma Harry riusciva sempre a farlo ragionare, ed Hermione
lo sapeva bene.
- Vedrai che Madama Chips ti rimetterà in sesto con un paio
di pozioni - insistette l'amico, ignorando la sua risposta - E poi
pensa che fortuna, passerai il lunedì mattina a letto. Quasi
vorrei averlo io il mal di stomaco!
Harry
represse un sorriso guardando la faccia livida di Hermione per la sua
ultima frase.
Ma,
ovviamente, aveva sortito l'effetto desiderato.
Ron
annuì con la testa, alzandosi con fatica.
-
Credo che tu abbia ragione, Harry. Penso che andrò in
infermeria.
Anche
Hermione si alzò - E visto che sono un Prefetto, ti ci
accompagno io! Harry puoi avvisare Vitious?
Harry
sospirò, in quel momento avrebbe ceduto volentieri il suo
posto di capitano della squadra di Quidditch per quella spilla con la
"P" di Prefetto incisa sopra.
-
Certo. - disse ugualmente, guardandoli andare via.
Non
era certo entusiasta di passare l'ora di Incantesimi senza Ron ed
Hermione.
I
due Grifondoro erano appena usciti dalla Sala Grande che si imbatterono
in Malfoy ed i suoi scagnozzi. C'era anche Nott, che assonnato li
seguiva a pochi passi di distanza.
-
Ma bene, guarda che brutti incontri si fanno la mattina ! Che hai fatto
Weasley, ti hanno finalmente avvelenato ? - grugnì Tiger,
vedendo Ron camminare pallido e mogio appoggiato ad Hermione.
Tiger
sghignazzò, seguito a ruota da Goyle.
Hermione
non riuscì ad alzare lo sguardo. Sapeva con certezza che se
lo avesse fatto, si sarebbe trovata due occhi freddi e pungenti fissi
nei suoi.
Perché
Malfoy non aveva detto ancora nulla? Non lo sentiva neanche ridere.
-
Ti piacerebbe, scimmione - sbottò Ron, raddrizzandosi.
-
E' che vedere le vostre brutte facce mi ha fatto venire da vomitare!
Tiger
scattò verso di lui - Come osi, straccione!
Hermione
alzò lo sguardo, allarmata. - Cosa vuoi far...
Ma
non finì mai la frase, visto che Malfoy aveva appena messo
un braccio davanti al compagno, sbarrandogli la strada.
-
Ma... Malfoy! - esclamò Tiger, sconvolto - Hai sentito che si
è permesso di dire?
-
Andiamocene.
Tutti
i presenti sgranarono gli occhi. Solo Nott non sembrò
sorpreso.
-
Draco, che fai? Li lasci veramente andare? - chiese Goyle alle sue
spalle.
Non
era possibile che quella frase fosse davvero uscita dalle sue labbra.
-
Ho detto, ANDIAMOCENE! - ridisse Malfoy, superando i due Grifondoro
senza degnarli di uno sguardo.
Lei
sentì il suo profumo avvolgerla per qualche secondo,
facendola desiderare ardentemente di essere tra le sue braccia.
Dopo
il primo attimo di smarrimento, i due scimmioni si affrettarono a
seguire il loro capo.
-
Non finisce qui... - non mancarono di sibilare ai due Grifondoro,
mentre passavano accanto a loro.
Anche
Nott li seguì, non proferendo parola.
-
Che sciocchi ... - disse Hermione, aiutando Ron a salire le scale.
-
Se Malfoy non li avesse fermati, avrei tolto loro almeno 20 punti a
testa!
-
Già. - disse Ron, dolorante e pensieroso.
Quello
che aveva appena visto non gli era piaciuto per niente.
-
Io conosco Draco e ho notato com'è cambiato il loro
rapporto. Inoltre, nessuna ragazza sana di mente direbbe di no a Draco
Malfoy!
In
quel momento, le parole della Parkinson non fecero altro che
rimbombargli nella testa.
A
differenza di Hermione, aveva guardato bene in viso Draco Malfoy ed
aveva notato senza alcuno sforzo la scintilla di rabbia nei suoi occhi
quando lo aveva visto abbracciato a lei.
Inoltre
l'aveva guardata in modo strano per tutto il tempo e poi, togliendo la
storia del ricatto, quando mai Draco Malfoy si era lasciato sfuggire
una così ghiotta occasione per umiliarli?
C'era
qualcosa di strano...
Forse
le parole della Parkinson non erano del tutto false.
-
Malfoy si è preso una cotta per Hermione! -pensò
con orrore, sentendo la nausea farsi più forte.
-
... Inoltre, nessuna ragazza sana di mente direbbe di no a Draco Malfoy!
Malfoy
ed Hermione, insieme...
-
MAI! - gridò all'improvviso, facendo saltare Hermione dalla
paura.
Arrossì
subito dopo, imbarazzato - Volevo dire... non mangerò MAI
più così tanto!
Hermione
sorrise, ignara dei suoi pensieri - Certo, Ron, lo dici sempre. - gli
rispose, mentre bussava alla porta dell'infermeria.
-
Stavolta è vero!
Madama
Chips aprì la porta, sorridendo ai due ragazzi.
-
Cosa posso fare per voi ragazzi?
Malfoy
ed Hermione, insieme...
Pensò
Ron, stringendosi lo stomaco mentre Hermione spiegava alla Medimago del
mal di pancia dell'amico.
No.
Non
lo avrebbe mai permesso.
***** Ragazzi che dire, chiedo scusa a tutti per
l'immenso ritardo. Spero che comunque la storia vi stia continuando a
piacere, anche con questi aggiornamenti "ogni morte di papa". Sorry
ç_ç Voglio ringraziare con
affetto : Tonna, Acquamarine_,
JulietNany37, Fly_With_Me, seven, Granger_
, B r e a t h e ( a cui dico ancora grazie per le tante
recensioni lasciate :D ) Grazie a tutti voi per
le belle parole. A presto ! Ale
ps. segnalatemi gli
errori, che per la fretta di aggiornare non ho corretto il capitolo !
=( Ma non vedevo l'ora di farvelo leggere.
- ...
Inoltre, nessuna ragazza sana di mente direbbe di no a Draco
Malfoy!
Malfoy ed Hermione,
insieme...
- MAI ! - gridò
all'improvviso, facendo saltare Hermione dalla paura.
Arrossì subito
dopo, imbarazzato - Volevo dire... non mangerò MAI più così tanto !
Hermione sorrise,
ignara dei suoi pensieri - Certo Ron, lo dici sempre. - gli rispose, mentre
bussava alla porta dell'infermeria.
- Stavolta è
vero!
Madama Chips aprì
la porta, sorridendo ai due ragazzi.
- Cosa posso fare
per voi ragazzi?
Malfoy ed Hermione,
insieme...
Pensò Ron, stringendosi lo
stomaco mentre Hermione spiegava alla Medimago del mal di pancia
dell'amico.
No.
Non lo avrebbe mai permesso.
***
Draco Malfoy sbuffò per l'ennesima volta,
addentando il suo toast. - Qualcosa non va, Draco ? - gli sussurrò Nott,
piuttosto divertito dalla scena vissuta poco prima. Ovviamente, sapeva bene
cosa stesse passando nella testa del biondo Serpeverde. Possibile che fosse
davvero geloso di Weasley? Aveva avuto più volte la tentazione di
chiederglielo, soprattutto, visto il modo in cui aveva lasciato la Stanza delle
Necessità la sera prima. - No, va tutto benissimo. - fu la glaciale risposta
dell'amico. Nott sorseggiò la sua coppa di succo di zucca - Non mi sembra
affatto. Draco si voltò verso di lui - E da cosa lo dedurresti ? Sentiamo... -
gli disse, con aria di sfida. Nott sorrise. - Che ci trovi di divertente ?
Avrei dovuto forse umiliarli e picchiare Weasley ? - continuò Draco, cercando di
mantenere la voce bassa. Anche se il brusio della Sala Grande riusciva a
coprire persino le risate da oca di Daphne e Asteria, sedute poco distanti a
parlare di ragazzi. - Affatto - rispose Theodore, ancora sorridente - E'evidente
il motivo per cui l'hai fatto e lo approvo, anche se penso che sarebbe più
prudente non avere contatti con i Grifondoro per un po'. Gli occhi di Draco si
assottigliarono - Che intendi dire ? - Che far capire a Zabini chi è che
tiene nascosto il suo diario non è saggio, tutto qui. - Quindi avrei dovuto
picchiare Weasley ?!- disse nuovamente Draco, con una scintilla maligna negli
occhi. - No Draco - disse Theodore ridendo - A meno che tu non voglia guadagnarti
l'odio eterno della Granger, o peggio, una delle sue maledizioni. Malfoy lo
fissò, perplesso. - E allora cosa ? Theodore tornò serio - Dovremmo semplicemente
ignorali per un po', Zabini sospetta di me... Poi diede un'eloquente occhiata
all'indirizzo di Tiger e Goyle - Ma se qualcuno gli dicesse che tu hai cambiato
atteggiamento con la Granger e Weasley, penso che non ci metterebbe troppo a
scoprire chi ha il diario. Malfoy ghignò - E come lo prenderebbe in quel caso
? - Non ne ho idea - ammise Theodore, appoggiando i gomiti sul tavolo - Ma
preferirei non scoprirlo. - Va bene - disse Malfoy, con aria sostenuta - Ho
afferrato il concetto. - Sicuro di potercela fare ? - chiese Nott, squadrando
seriamente l'amico - E poi, mi sembra che tu sia
piuttosto strano anche con la Granger, che ti è preso ieri sera ? - sparò subito
dopo, gustandosi la reazione dell'amico. Il sopracciglio di Draco si alzò.
Vederlo imbarazzato era raro quanto spassoso per lui. - Non mi è preso
niente, ero solo stanco - rispose Draco, afferrando la sua coppa e distogliendo
lo sguardo. - Non sarai geloso di Weasley, spero... Ed eccola, Theodore non era riuscito a tenere per sé
quella domanda, a volte era peggio di Malfoy. Draco strinse il calice, quasi
volesse spaccarlo con la forza della mano. - Ti sembra il posto per parlare
di certe cose ? - sibilò, con le guance leggermente colorate. Oh sì, era
sicuramente il posto giusto. In un altro qualsiasi posto Nott avrebbe rischiato
seriamente una fattura. A volte era veramente peggio di Malfoy. Theodore sorrise,
maligno. - Ovviamente, visto che è il più sicuro per ME. Stranamente Draco
lo imitò. - Ma bravo... molto furbo, come sempre...- si voltò verso di lui,
posando il calice. - Ma comunque dovresti già sapere come la penso io sulle cose
di mia proprietà... Nell'udire quelle parole, Nott lo fissò senza più
sorridere - E' questo che sarebbe la Granger per te ? Un oggetto di tua
proprietà ? - disse, accigliato. Draco lo guardò stordito per
qualche secondo.
- Davvero vuoi trattarla come
trattavi Pansy ? Pensi ancora che la Granger sia come lei ? - continuò Theodore,
incrociando le braccia.
Draco continuò a fissare il
vuoto. Cosa era veramente la Granger per
lui ? Se una cosa gli era chiara è che sicuramente non fosse come
Pansy. La Granger era fiera, astuta, brillante, coraggiosa, combattiva e
soprattutto, non era un'oca. Non l'avrebbe mai ammesso, ma non era come tutte
le altre pur essendo anche lei una donna. Categoria che aveva disprezzato, se non
per portarsele a letto. Con lei però era diverso.
Anche la
fissazione sulla purezza del suo sangue, che prima gli impediva persino di
scambiare una conversazione civile con lei, era passata.
Anzi,
adesso lo attirava quasi.
Gli piaceva
l'idea che la Mezzosangue adesso fosse la SUA Mezzosangue. La desiderava come
forse non aveva mai desiderato nessuna, voleva starle accanto come non aveva mai
fatto in passato. E sicuramente non l'aveva mai considerata un oggetto,
nonostante l'aggettivo possessivo che solitamente usava per le cose a cui
teneva di più.
Alla fine
Malfoy, era giunto a questa conclusione. - No - disse deciso. - Stavolta è
diverso - si alzò, sotto lo sguardo sorpreso dell'amico - Ma lei comunque rimane
mia...! - precisò, con uno sguardo
selvaggio. - Ora dove vai ? - gli gridò quasi Nott, guardandolo
mentre attraversava impettito la Sala Grande. Sospirò, non ottenendo
risposta.
- Quindi sta dicendo che non è niente di grave,
Madama Chips ? - chiese Hermione, apprensiva.
Ron grugnì, menomale che lo diceva lei, visto che la pancia dolorante era la
sua. La Medimago sorrise e porse una pozione a Ron - Certo, signorina
Granger. Il signor Weasley ha preso una leggera indigestione, ma con un po' di riposo e queste pozioni starà subito meglio. Hermione tirò un sospiro di
sollievo vedendo Ron trangugiare la pozione con aria schifata. - Miseriaccia
che schifo ! - biascicò - E ne devo prendere altre due così ? - Esatto
Weasley, ora però scusami ma devo andare a prendere alcune erbe dalla
Professoressa Sprite - annunciò la Medimago, allontanandosi - Si assicuri che
prenda tutte le pozioni mentre sono via - disse all'indirizzo di Hermione, prima
di sparire dietro la porta. - Hermione... - Ron le tirò delicatamente la
manica - Non serve che rimanga qui anche te, posso cavarmela da solo. Lei
sorrise - Non preoccuparti Ron, tanto ormai Incantesimi è iniziata. Andrò
direttamente a Trasfigurazione. - Ah ok - rispose Ron, sdraiandosi sulla
brandina - Ma devo per forza prendere le altre due pozioni ? - Ovviamente!
Speravi forse di rimanere da solo per non prenderle ? - disse lei, con un
cipiglio servero. Le orecchie di Ron divennero di un colore famigliare -
Certo che no - rispose rassegnato. Hermione prese una sedia e si mise accanto
a lui. Visto che erano soli, senza contare un paio di studenti del primo anno
a letto con l'influenza e profondamente addormentati, era il momento più giusto
per parlargli della sera prima. - Ron, mi dispiace molto per ieri - gli
sussurrò, non appena si fu seduta - Non volevo che andasse così... L'amico la
fissò, pensieroso. Per un attimo gli era passato per la testa di dirle quello
che aveva scoperto su Malfoy. - Non preoccuparti - le disse semplicemente -
Purtroppo trattandosi di Malfoy mi sarei stupito del contrario. Malfoy che
prova interesse per Hermione Granger, più che una scoperta gli sembrava un
titolo di un articolo di Rita Skeeter. - Lo so, Malfoy è un idiota! -
continuò lei, senza guardarlo - Mi aveva promesso che non l'avrebbe fatto... e
invece... Ron la fissò, allibito. - Ti ha davvero promesso una cosa del
genere ? - le chiese, non nascondendo dello stupore nella sua voce. - Sì -
rispose Hermione, imbarazzata. Forse non avrebbe dovuto dirgli quella cosa, ma
perché nasconderla visto che non c'era niente di male ?! Rimasero qualche
secondo in silenzio. Quindi Malfoy si era davvero preso una cotta per
Hermione ? Si chiese Ron, preoccupato. O stava cercando di avvicinarsi a lei per
altri scopi ? Sperò quasi che fosse la seconda domanda che si era posto, il
motivo di quel cambiamento. Malfoy non le avrebbe mai promesso una cosa del
genere, altrimenti. - Hermione... - iniziò, scuro in viso - Visto come stanno
le cose, ti parlerò francamente... Lei lo fissò, accigliata. Perché Ron
le stava parlando con quell'espressione ? - Ho notato un certo cambiamento di Malfoy nei tuoi confronti e
questa cosa non mi piace per niente! A quelle parole, il cuore di Hermione
perse un battito. - Che dici Ron ? - gli rispose, con un groppo in gola - Se
parli di oggi la risposta è piuttosto ovvia, visto che stiamo momentaneamente
collaborando con lui. - Sarà... - rispose l'amico, scrutandola seriamente -
Ma se invece fosse tutta una montatura e lui fosse in combutta con Zabini per
prendersi una rivincita su di noi ? - Non è così, Ron - gli rispose l'amica,
cercando di non far tremare la sua voce. - Quel diario è autentico, lo
sapresti anche tu se l'avessi letto. Ron la guardò, furbamente - E allora
fammelo leggere ! - E' in camera mia ora, ed è meglio che non esca da lì per
adesso, te lo farò leggere prima o poi. Lui sbuffò. Doveva scoprire in
qualche altro modo perché Malfoy avesse cambiato atteggiamento nei confronti di
Hermione. - Quindi, ora ti fidi di Draco Malfoy ? - le chiese, con
un'espressione cupa. Quella domanda posta a bruciapelo, fece irrigidire
Hermione sulla sedia. - Fidarsi, è una parola grossa... - rispose evasiva,
senza guardarlo in faccia. Ron sentì la collera montare in lui - Però gli
credi quando ti dice qualcosa o ti fa una promessa che, ovviamente, non riesce a
mantenere ?! Hermione guardò a terra, ripensando alla sera prima. Era
vero, era tutto vero. Ma come poteva dirgli dei suoi sentimenti nei suoi
confronti ? A differenza di Harry, sentiva che lui non l'avrebbe
perdonata. Ma era la sua vita, i suoi sentimenti e lei non era certo una
stupida. Possibile che nessuno avesse fiducia in lei e nel suo istinto ?! Malfoy
era diverso quando era con lei
e non stava sicuramente fingendo. - Voglio credergli, sì - disse risoluta,
guardando Ron negli occhi - E' vero che Malfoy è cambiato nei miei confronti.
Non mi insulta più né tantomeno mi umilia in pubblico ma credo di poter riuscire
a dormire ugualmente la notte. Ron la fissò con un'espressione
imbronciata. - E poi, non era questo che volevi da tempo ? - continuò lei,
senza riuscire a fermarsi. Nell'udire quelle parole, dentro Ron scoppiò
qualcosa. Un qualcosa nascosto da anni e che non era mai riuscito a far
uscire. In un attimo di foga le prese entrambe le mani, zittendola. - Io
voglio che stia lontano da te. Hermione sgranò gli occhi - Eh ? Le
orecchie di Ron erano scarlatte, constatò Hermione, e questo non era un buon
segno. - Non mi piace come ti guarda... - Hermione provò a dire qualcosa, ma
Ron la zittì con un gesto della mano - Non mi piace che studi con te e che siate
da soli, non mi piace neanche vedervi parlare e ridere come due amici - disse,
pensando al giorno in cui erano tornati da Hosgmeade e li aveva visti ridere
insieme. Hermione era senza parole, Ron era impazzito forse ? - Che stai
dicendo ? - gli disse imbarazzata. Sperando che quello fosse solo un sogno, e
che si sarebbe svegliata da un momento all'altro nel suo letto. - Mi hai
chiesto cosa volessi da tempo, no ? - rispose lui stringendo maggiormente le sue
mani, rosso come un pomodoro maturo. La ragazza lo fissò, preoccupata - Sì,
ma... - Hermione, so che questo non è il luogo né il momento adatto... -
iniziò Ron con fare deciso, interrompendo la ragazza. - Ma è giunto il
momento di dirti cosa provo per te. Il cuore di Hermione iniziò a battere in
maniera forsennata. No, quello non era un sogno, era un incubo. Ed ora
? Fino a qualche mese prima non aveva desiderato altro, ma poi l'infatuazione
per Ron era passata e, recentemente, aveva lasciato il posto ad una vera e
propria passione per Draco Malfoy. Come poteva dirglielo senza far finire la
loro amicizia ? - R- Ron... - iniziò a balbettare, alzandosi - Ora dovresti
solo prendere le tue pozioni e riposarti... ne parleremo un'altra volta - disse
poi, prendendo la borsa per andarsene. - Aspetta - imprevedibilmente, Ron fu
più veloce di lei. Si alzò di scatto dal letto parandosi davanti all'amica. -
Non vuoi sapere la verità ? - le chiese, afferrandola per le spalle. Lei lo
guardò, specchiandosi nei bellissimi occhi azzurri di lui. Certo che voleva
saperla ! Ma avrebbe dovuto sentire quelle parole anni prima, e non ora che lo
aveva dimenticato. - Mi piaci Hermione - le disse finalmente lui, tutto d'un
fiato - Mi sei sempre piaciuta, solo che non ho mai avuto il coraggio di
dirtelo. Hermione sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene. - Allora perché
me lo stai dicendo ora ? - gli sussurrò a mezza bocca, non riuscendo neanche a
guardarlo in faccia. Lui rimase spiazzato per qualche secondo da quella
domanda. Era vero, perché aveva scelto proprio quel momento per dichiararsi ?
Dopo aver assillato Harry per mesi su come e dove poterglielo dire, sceglieva di
farlo mentre era in infermeria per un'indigestione ? Nell'ultimo periodo
aveva persino lasciato perdere l'idea di parlarle, ma il comparire della figura
di Draco Malfoy nella vita di Hermione gli aveva fatto gradualmente cambiare
idea. Ma questo non lo avrebbe mai ammesso davanti a lei. - Non lo so - le
disse, imbarazzato e con le orecchie in fiamme - Ma sentivo di dovertelo dire
adesso... Le prese il viso tra le mani. - Hermione... - le disse, con voce
roca. La Grifondoro era paralizzata.
- Non dirlo, ti prego... -
pensò, in preda all'ansia.
- Vorrei che diventassi la
mia...
Ma Ron non fece in tempo a finire
la frase, visto che la porta dell'infermeria si era appena
aperta. Madama Chips fece il suo ingresso, stracarica di erbe essiccate per
le sue pozioni. Hermione e Ron si allontanarono imbarazzati l'uno
dall'altra. - Ha preso le sue pozioni, signor Weasley ? - gli chiese la donna
senza neanche guardarlo, trafficando con dei vasetti di vetro. - Le prendo
subito Madama - disse mestamente Ron, rimettendosi a letto e trangugiando,
qualche secondo dopo, le due pozioni che aveva sul comodino con aria
schifata.
- Eppure
avevo raccomandato alla signorina Granger di fargliele prendere in mia assenza !
- continuò la Medimago, mentre infilava le erbe nei contenitori. Hermione,
ancora sconvolta per quanto accaduto, non riuscì a spiccicare parola. Nella
sua testa vi era una confusione
totale. Anche se Ron era stato interrotto, aveva capito benissimo cosa stesse
per chiederle. Quante volte aveva sognato quel momento ? Almeno un milione...
anche se Ron non era mai stato tanto audace per farsi avanti. Anzi, alcune
volte le aveva dato la sensazione che la sua fosse una cotta a senso
unico. Ma ora ? Aveva visto il suo sogno concretizzarsi, ma non aveva
provato la gioia immensa che mille volte aveva immaginato. Non si era sentita
emozionata o lusingata... Era riuscita a provare solamente confusione, ansia
e anche un pizzico di fastidio.
Fastidio,
sì. Perché Ron doveva essere sempre spronato a fare le cose, anche quelle che
più gli premevano. E proprio ora che lei si era rassegnata, eccolo li a farsi
avanti con il tempismo di un cucchiaio da minestra. Senza contare che in quel
momento, un altro ragazzo era nei suoi pensieri. - Signorina Granger ? - disse,
la Medimago alla ragazza, che era rimasta immobile da quando era rientrata. -
E' un po' pallida anche lei... - continuò scrutandola - Si sente poco bene per
caso ? Hermione la guardò, riprendendosi momentaneamente dai suoi pensieri
frenetici. - No Madama - disse, cercando di non guardare dalla parte di Ron.
Che invece continuava a fissarla in silenzio. - Mi sono ricordata ora di
dover portare un libro in biblioteca prima di andare a Trasfigurazione. -
Vada pure allora - le rispose la Medimago, mettendo i vasetti pieni di erbe
nella dispensa. - Arrivederci Madama. Ron le lanciò uno sguardo molto
scettico. - Ci vediamo più tardi Ron - disse poi all'amico, quasi scappando
verso la porta. Hermione non lo guardò nemmeno per un secondo, non ce la
faceva. - Hermione...- sussurrò tristemente Ron, quando lei sparì dietro la
porta. - Perché fai così ?
Draco rientrò in stanza, sbattendo
forte la porta. Aveva promesso a Theodore che avrebbe fatto un giro
con lui al campo da Quidditch, visto che
avevano la prima ora di buco quel giorno. Ma poi il discorso avuto a
colazione gli aveva fatto cambiare idea. Voleva starsene per i fatti
suoi. Fece qualche passo verso il letto, quando qualcosa attirò la sua
attenzione. Si avvicinò al suo comodino, pensieroso. Il cassetto non era
chiuso a chiave e qualcuno lo aveva anche richiuso malamente. E si ricordava
perfettamente di averlo sigillato con un incantesimo prima di uscire per fare
colazione, come tutte le altre mattine d'altronde. Guardò dall'altra parte
della stanza, anche il cassetto di Theodore era stato forzato. - Zabini è stato
qui... - disse, stringendo i pugni. Poi una consapevolezza lo colpì. Se
non aveva trovato il diario in camera loro, sicuramente ora sarebbe andato da
Hermione. Doveva avvisarla. Uscì in fretta dalla stanza, rendendosi conto
solo in corridoio che non avrebbe potuto avvicinarla senza destare l'attenzione
degli altri Serpeverde. Inoltre in quel momento era sicuramente in classe a
sfoderare tutta la sua saccenza da Grifondoro. - Vorrà dire che aspetterò il
momento giusto - disse ghignando, fra sé e sé. Si incamminò deciso, ma con
passo più lento, verso le scale.
Hermione iniziò a correre, una volta
fuori dall'infermeria. Si sentiva una codarda a scappare così da Ron, ma non
avrebbe resistito un minuto di più in quella stanza. Come avrebbe fatto
adesso con lui ? Con che parole lo avrebbe rifiutato ? Sarebbero rimasti
amici ? Poi, un altro pensiero le balenò per la testa. - E se invece mi
mettessi con Ron... ?- pensò la ragazza, girando velocemente l'angolo che la
separava dalle scale. - Forse finalmente avrei accanto una persona che tenga
davvero a me, che non mi farebbe mai del male, che non mi mentirebbe mai. Si
bloccò, più confusa che mai. - Ma è questo che voglio ? Alla fine Ron,
come anche Harry, aveva più volte dimostrato di provare un affetto del genere
per lei. Ma questo era ben lontano dall'amore, dalla passione. Solo ultimamente, quando due
occhi grigi erano entrati nei suoi pensieri, aveva capito la differenza
tra questi due sentimenti. Riprese a correre a testa bassa, con più impeto di
prima, non accorgendosi di qualcuno che procedeva nella direzione opposta. Lo
scontro fu inevitabile. Hermione finì a terra, sbilanciata
dalla sua borsa voluminosa - Ahia - disse subito dopo, con
una mano sulla tempia. Alzò lo sguardo, trovandosi davanti i due occhi in
questione. Malfoy la scrutò a metà tra il sorpreso e lo scocciato. Con la
mano si massaggiò la spalla. - Non ti hanno insegnato a guardare avanti
quando cammini ? Anzi, come Prefetto ti ricordo che non si deve correre nei
corridoi! Hermione non rispose e non tentò neanche di
rialzarsi.
- Poi
dovresti saperlo bene anche tu, o quella spilla che hai al petto la usi solo come
accessorio per la divisa ? Che aveva fatto di male quel giorno ? - Cos'è ?
ti sei mangiata la lingua per caso ? - le sibilò Malfoy, innervosito dal suo
silenzio. - C...Certo che no! - rispose finalmente lei, alzandosi e
raccogliendo la sua borsa. - Comunque cercavo proprio te Mezzosangue, che
fortuna essersi incontrati... anzi scontrati... proprio ora - disse lui
ghignando. - Perché mi cercavi ? E' successo qualcosa ? - chiese subito lei,
con un filo di preoccupazione. - E' pericoloso parlarne qui - tagliò corto
Malfoy, afferrandola per il polso. - Vieni con me.
- Potter - chiese
la McGranitt, sistemando gli occhialetti sul naso - Mi può dire perché Weasley e
Hermione Granger sono assenti ? Harry imprecò mentalmente, perché almeno
Hermione non era venuta a Trasfigurazione ? - Sono in infermeria
professoressa - rispose all'insegnante - Ron si è sentito male questa mattina ed
Hermione è rimasta con lui. Si udirono delle risatine maliziose provenienti
da Seamus, Dean e da alcune ragazze di Corvonero. La McGranitt li fulminò con
lo sguardo, zittendoli all'istante. - Va bene allora, iniziamo con la lezione
di oggi. - disse asciutta, un secondo dopo. Harry guardò tristemente fuori
dalla finestra, un'altra interminabile ora di solitudine lo attendeva.
- Mi hai fatto
perdere Trasfigurazione, Malfoy - berciò Hermione, quando lui le lasciò il
polso. - Che tragedia - fu la risposta ironica del Serpeverde - Come farà ora
Megera McGranitt senza la sua pupilla a lezione ? Quel tono sarcastico non
fece che innervosirla ulteriormente. - Inoltre perché mi hai portata proprio
qui per parlarmi ? - continuò lei guardandosi intorno, non vedendo altro che
montagne di lenzuola, asciugamani e divise scolastiche. - Siamo nella
lavanderia! - Il tuo spirito di osservazione mi colpisce sempre,
Granger. Hermione sbuffò, odiava quando faceva così. - I tuoi compagni
sono a Erbologia adesso, potevamo parlare in un'aula vuota, no ? Oppure... -
Zabini è stato in camera mia... La frase di Malfoy, le gelò le parole sulle
labbra. - Cosa ? Draco si infilò le mani in tasca. - Ha frugato tra le
mie cose, ne sono sicuro - disse, spicciolo. - E anche tra quelle di
Theodore. Hermione lo fissò, pensierosa - Dici che ora sospetterà di me ?
Draco le si avvicinò di qualche passo - E' possibile, ma voglio che tu sia
preparata lo stesso. Potrebbe cercare di entrare nella tua stanza. -
Impossibile - disse subito Hermione - Nessun ragazzo può entrare nei dormitori
femminili, dovresti saperlo. Malfoy la guardò con sufficienza - Potrebbe
sempre mandare Pansy. La faccia che fece, diede la conferma a Draco del fatto
che la Granger non avesse minimamente pensato ad una cosa del genere. - O
potrebbe anche fare come ha fatto Nott... - continuò lui, avvicinandosi sempre
di più a lei. - Maledendo una delle oche con cui dividi la stanza.- dicendo
questo, le mise una mano intorno alla vita, attirandola a sé. Hermione lo
guardò male - Smettila con questi giochetti - gli disse, svincolandosi a
malincuore dalla sua presa. - Sono ancora arrabbiata con te per ieri
sera. Gli occhi di Draco si assottigliarono. - Con oggi siamo pari
Mezzosangue - fu la gelida risposta del ragazzo - O volevi che lasciassi a Tiger
e Goyle l'onore di fare a pezzi il tuo fidanzato che ami tanto ? Hermione
schioccò la lingua - Ron non è il mio fidanzato! E non sono nemmeno innamorata
di lui, quindi finiscila con questa storia! Non si era mai sentita tanto
sicura in vita sua. Malfoy la guardò, aveva uno sguardo indecifrabile. Non
disse nulla per qualche secondo. Chissà a cosa stava pensando in quel momento
? si chiese la ragazza. - Comunque Zabini sarà anche pazzo
ma non è un imprudente come Nott - continuò lei, cercando di
cambiare argomento - Poteva essere rintracciato ed arrestato per
quell'Imperio! - Ma non è successo, quindi non è detto che anche lui non ci
provi - rispose finalmente lui, avvicinandosi nuovamente alla
Grifondoro. Ormai la forza di volontà di Hermione stava lentamente sfumando,
permettendo a Malfoy di alzarle il mento e trovarsi faccia a faccia con
lui. - So badare a me stessa Malfoy, non ho bisogno che tu intervenga! Lui
ghignò, non si sarebbe aspettato niente di meno da lei. - Mettiamo in chiaro
un paio di cose, Mezzosangue... Hermione trattenne il fiato. Lui le stava
parlando ad un centimentro dalle sue labbra. - Per prima cosa...io ti sto
solo avvisando del fatto che Zabini potrebbe prendersela con te per quel
diario... Conosco bene Blaise e so bene che presto farà la sua mossa, non so
come, ma la farà. Hermione ingoiò a vuoto. Non riusciva a ragionare con il
suo viso così vicino e il suo profumo che le riempiva le narici. - Ok, farò
attenzione... - fu le uniche parole che riuscì ad articolare. - Seconda
cosa... - sussurrò Malfoy, accarezzandole le labbra con le sue con fare
sensuale. - Cosa ... ? - sussurrò lei, chiudendo gli occhi. - Devi dire a Weasley... che tu sei solo mia !!! - disse, prima di baciarla con passione. Il
cuore di Hermione iniziò a galoppare in maniera forsennata mentre lui la
stringeva, facendola sdraiare su un mucchio di lenzuola pulite. Hermione
sorrise tra sé e sé. Ora le era chiaro il perché della lavanderia... Malfoy
era sempre il solito. Non seppe per quanti minuti fossero rimasti li a
baciarsi su quelle lenzuola candide, ma un rumore alla sua destra le fece aprire
gli occhi per un momento. Quasi ebbe un infarto, nel vedere un'ombra accanto
alla porta. Hermione si tirò subito su a sedere, terrorizzata che fosse un
professore. Anche Malfoy si girò, imprecando mentalmente. Possibile che
dovessero sempre interromperli sul più bello ?
Si
aspettarono entrambi di vedere il crudele ghigno di Gazza, o anche la faccia
sconvolta di Madama Chips... Ma quello che Hermione vide, le fece mancare il
respiro per diversi secondi. Dall'altra parte della stanza, non vi era il
custode o la Medimago... magari fossero stati loro. Hermione si alzò
immediatamente, facendo un passo verso la porta. - Aspetta... lasciami
spiegare - disse. Ron la fissava ancora con la bocca aperta e gli occhi
sgranati. Ai suoi piedi vi erano le lenzuola che Madama Chips gli aveva
chiesto gentilmente di portare in
lavanderia.
*****
Fanciulli
e fanciulle, (forse solo fanciulle, ma fa lo stesso). Stavolta ho cercato di
accorciare i tempi, anche perché fra qualche giorno è Natale e volevo cogliere
l'occasione per augurare a tutti voi di passare delle bellissime feste. Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto anche se so che odiate il modo in cui li
termino. xD Non ci riesco, è più forte di me. Come al solito, segnalatemi
orrori/errori se ne ho fatti - E, conoscendomi, ci saranno sicuramente
- Passiamo ora ai ringraziamenti : Granger_whatashameXnihalXFly_With_MeB r e a t h eKatniss97Tonna(mo tocca a
te ad aggiornare u_u) e anche la dolce Seven, che mi ha scritto in
posta^^
grazie a tutte per le vostre bellissime parole. A
presto! Ale
Hermione portò istintivamente una mano alla bocca.
La
sua più grande paura si era appena concretizzata davanti ai
suoi occhi, e nel modo peggiore.
Ron
la stava fissando, pallido come non mai, con uno sguardo vuoto. Fissava
lei, ma era come se non la vedesse realmente.
-
Ron, io... - iniziò Hermione, dopo alcuni secondi di silenzioassordante.
Dopo
il primo attimo di shock totale, Ron mise a fuoco il viso preoccupato
della ragazza.
- Non dire niente... - sussurrò, ancora senza
fiato.
Poi,
una grande collera si fece largo in lui.
Lo
sguardo che le lanciò, un misto di rabbia e delusione, le
gelò il sangue nelle vene.
-
R... Ron, mi dispiace così tanto! - sussurrò
Hermione, avvicinandosi a lui con gli occhi lucidi.
Ron
arretrò fino alla porta, mettendo distanza tra loro - Ti ho
detto di TACERE, Hermione! - le urlò, costringendola a
fermarsi.
Hermione
lo fissò, mortificata ed affranta, mentre lottava con se
stessa per non piangere di fronte a Ron e, soprattutto, davanti a
Malfoy.
Draco
Malfoy... per un attimo Hermione si era persino dimenticata di lui.
Eppure
era immobile e silenzioso proprio dietro le sue spalle.
Strano,
per un tipo zelante come lui.
Hermione
non poteva vedere la sua espressione in quel momento e, da una parte,
ne fu sollevata.
Essere
l'artefice nellasconfittapeggiore
per Ron da parte di Malfoy e leggere gioia nei suoi occhi, sarebbe
stato troppo.
A
causa sua, Ron l'avrebbe odiata per sempre.
Sì,
era meglio per lei non sapere.
-
Sai, Hermione... - iniziò Ron, riportando l'attenzione della
ragazza su di lui.
Adesso
si era voltato verso la porta, incapace di guardarla. Ma la sua voce
risultò comunque più pacata, anche se
trasparì ugualmente rabbia e frustrazione.
-
Visto che mi sentivo molto meglio avevo deciso di raggiungerti a
lezione, per parlarti del discorso che abbiamo interrotto in infermeria.
Il
cuore di Hermione perse un battito.
- Mi piaci, Hermione, mi
sei sempre piaciuta, solo che non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.
Cosa
gli aveva fatto?
Si
sentì un mostro.
Ron strinse i pugni con tanta forza da conficcarsi le unghie nella
carne - Ma a quanto pare... - Continuò, con voce ferita -
... ho sbagliato a maledire Madama Chips per avermi costretto a portare
le lenzuola in lavanderia prima di andare in classe. Se non fosse stato
per lei, non avrei mai scoperto quanto bugiarda tu potessi essere. Ed
io idiota che ti ho anche confessato i miei sentimenti! - disse, tutto
d'un fiato e con le orecchie paonazze.
Hermione singhiozzò sommessamente.
- Weasley, dunque, si è dichiarato ? - pensò
Malfoy, spostando lo sguardo su Hermione.
Non riuscì a non chiedersi cosa avesse provato la Granger in
quel momento.
Ron mise una mano sulla maniglia, ma non aprì la porta.
- Per quanto tempo ancora mi avresti preso in giro? - disse, a denti
stretti.
- Ron, io non volevo... - pigolò Hermione, con le lacrime
agli occhi - Mi dispiace che tu l'abbia scoperto così... ma
non volevo prenderti in giro...io... io non sapevo come dirtelo.
A quelle parole, Ron si girò come una furia - SMETTILA DI
MENTIRE! - le urlò, facendola arretrare dalla paura.
- Io pensavo di essere corrisposto da te, invece tu te laspassavialle
nostre spalle con questa Serpe schifosa.
Finalmente Ron posò lo sguardo sulla causa di tutti i suoi
problemi.
Malfoy, ormai in piedi, ricambiò il suo sguardo senza alcuna
remora.
- TU... Ma certo! - tuonò.
- Cosa le hai fatto?
Si voltò a guardare la ragazza cercando di capire se fosse
sotto Imperio.
Ma quando la guardò in viso e vide le lacrime di Hermione
scendere prepotentemente sulle guance, Ron convenne tristemente che non
avrebbe pianto se fosse stata maledetta... allora sicuramente Malfoy
aveva usato qualche altra cosa per costringerla a baciarlo. DOVEVA
essere per forza questo il motivo.
- Che filtro le hai dato? - gli chiese subito, facendo un passo verso
il ragazzo con uno sguardo inferocito.
- Dimmelo!
Malfoy sospirò.
- Nessun filtro, Weasley. Mi dispiace per te.
Ron strinse i pugni.
- STAI MENTENDO!!! - tuonò nuovamente.
Malfoy si passò una mano fra i capelli.
Si sentiva strano.
Quella per lui doveva essere la più succulenta delle
rivincite che da anni aveva promesso ai suoinemiciGrifondoro.
Ed invece non riusciva a gioirne.
Vedere Weasley perdere la testa in quel modo gli aveva ricordato per un
momento se stesso.
E la cosa non gli era piaciuta per niente.
- No, è la verità. - disse nuovamente con voce
calma e controllata, incrociando le braccia - Puoi chiederlo
direttamente a lei se vuoi...
Hermione abbassò lo sguardo sotto quello furioso di Ron.
- E' vero, Ron. - disse, asciugandosi gli occhi con la manica della
divisa.
- Non sono sotto l'influsso di niente... l'ho baciato perché
lo volevo io.
Ci fu un attimo interminabile in cui Ron la guardò fisso
negli occhi. Il dolore che Hermione lesse, le fece stringere il cuore
dal dispiacere.
Poi, senza dire una parola, si voltò ed aprì la
porta della lavanderia.
- Torno in infermeria. - Annunciò - Mi è tornato
il mal di pancia.
Hermione allungò il braccio verso di lui - Ron, aspetta... -
disse, cercando di non farlo andare via.
Ma Ron la bloccò con un gesto della mano.
- Hermione... - iniziò con voce sofferente, senza guardarla
negli occhi - Non rivolgermi mai più la parola.
La Grifondoro impallidì.
- Non ti voglio più nella mia vita.
Detto questo, Ron uscì sbattendo la porta con la stessa
rabbia con la quale aveva appena chiuso ogni rapporto con una delle
persone più importanti della sua vita.
- Ehi, Pansy! - disse Blaise, non appena la lezione di Erbologia fu
terminata.
La ragazza si fermò, facendosi superare dai compagni, che
lentamente stavano uscendo dalla serra.
- Hai notato chi non è venuto a lezione ? - le
sussurrò Blaise, non appena riuscì ad affiancarla.
- Sì, Draco... - rispose lei con un'espressione scocciata.
- Esatto! - disse il ragazzo, incamminandosi per ultimo con la
compagna, in modo da poter parlare in santa pace.
- E sai chi prima mi ha detto una cosa interessante ? -
continuò lui, con un'espressione malvagia.
Pansy lo guardò un po' incuriosita.
- No, di chi parli?
- Tiger.
La ragazza lo fissò, sorpresa - Da quando Tiger ti viene a
raccontare delle cose?
Blaise sorrise - Beh... non l'ha proprio raccontato a me, diciamo che
ne parlava con Goyle ed io ero proprio dietro di loro.
- E cosa dicevano di così importante quei due stupidi? -
chiese Pansy, lanciando un'occhiata perplessa ai due compagni che li
precedevano di qualche metro.
Ghignando compiaciuto, Blaise le spiegò nel dettaglio tutto
quello che aveva detto Tiger a proposito dell'incontro tra la Granger,
Weasley e Malfoy quella stessa mattina.
E di come Draco avesse volutamente lasciato andare i due Grifondoro,
anche se Weasley li aveva insultati.
Quando Blaise terminò Pansy non potè far altro
che fissarlo a bocca aperta.
- E' impossibile... non sembra neanche più lui... -
asserì sconvolta - Fino a qualche tempo fa non avrebbe mai
fatto una cosa del genere ... E' tutta colpa di quella sudicia
Mezzosangue.
Blaise fece una faccia seccata, il punto per lui era un altro.
- Però tutto questo ci svela anche una cosa... - disse,
mettendole un braccio intorno alle spalle.
- Cosa?
- Che uno di loro due potrebbe avere le foto.
Blaise non aveva fatto parola neanche con Pansy sull'esistenza del suo
diario.
Anche se sicuramente era in mano nemica, non aveva ritenuto necessario
che anche lei sapesse. Con il rischio poi che scoprisse il vero motivo
per cui aveva accettato di aiutarla con Malfoy.
Senza contare che aveva già deciso di cancellare ogni
ricordo di chiunque lo avesse letto, il fatto che fosse illegale e
pericoloso non lo aveva impensierito minimamente.
- Da quello che dici, deduco che stamattina tu non le abbia trovate in
camera di Draco e Nott. - disse la Serpeverde, accigliata.
Zabini la guardò storto, fermandosi davanti alle scale che
portavano ai sotterranei.
- E' stato un buco nell'acqua, ma era abbastanza prevedibile visto che
questi trucchetti sono la specialità di Nott.
Pansy fece una faccia confusa.
- Aspetta, Blaise... - iniziò, incrociando le braccia - Se
sei così sicuro che le foto le abbia prese Nott,
perchè dovrebbero averle quei Grifondoro? Non ho mai visto
Theodore insieme ad uno di loro.
Blaise ghignò della sua ottusità - Io invece sono
convinto che le abbia date alla Granger in qualche maniera... magari
grazie al nostroamatoDraco.
- Cosa? Quindi Draco adesso saprebbe tutto? - chiese Pansy, con una
nota di paura nella voce.
Blaise ci pensò su.
Per come lo conosceva, se Draco avesse realmente scoperto del ricatto,
sicuramente sarebbe corso da lui a picchiarlo o maledirlo.
Anche se era altresì vero, che il Draco che aveva conosciuto
lui non si sarebbe mai interessato ad una sporca Mezzosangue come la
Granger.
- Non lo so. - rispose alla compagna, fissandola seriamente.
- Per questo dovrò mettere in atto il mio piano B.
- Eh? - squittì la ragazza con una faccia sorpresa - Hai un
piano B ?
- Ovviamente Pansy ! - rispose lui, schioccando la lingua. Per chi lo
aveva preso quella stupida?
- Ci sto lavorando da due settimane ormai.
Gli occhi di Pansy ormai erano grossi come due galeoni.
- Di che si tratta? - chiese con impazienza.
Blaise si guardò intorno, per essere sicuro che nessuno li
stesse spiando, soprattutto Nott.
- Ti dirò tutto, ma mi servirà il tuo aiuto con
Weasley.
- Con Weasley? - Pansy fece una faccia scura.
- Sì, ti avevo già spiegato il tuo compito con
lui, anche se non ti avevo detto a cosa sarebbe servito.
Pansy arricciò il naso - E' vero ma Weasley mi odia, come lo
detesto anche io dopotutto. Pensavo di potermi avvicinare a lui
seducendolo, ma non ci sono riuscita... di questo passo non
riuscirò mai a fare ciò che mi hai chiesto.
Lo sguardo di Blaise cambiò radicalmente.
Con uno scatto le afferrò il polso in malo modo - Invece ci
riuscirai stasera stessa, con la forza se necessario... - disse con
voce dura e decisa.
Pansy si sentì in soggezione sotto lo sguardo del compagno;
la stava fissando con uno sguardo da folle.
- V-Va bene... - disse meccanicamente - Durante la ronda di stasera non
fallirò.
Blaise sembrò soddisfatto, la lasciò andare ed
iniziò a scendere le scale in silenzio.
Pansy tirò un sospiro di sollievo, massaggiandosi il polso.
Che gli era preso?
Per un attimo Blaise le aveva fatto davvero paura.
- Dove credi di andare? - Draco si parò davanti ad Hermione
con uno sguardo intimidatorio.
La ragazza si mise la borsa a tracolla e cercò di superarlo
per aprire la porta della lavanderia, aveva gli occhi rossi di pianto e
lui detestava vederla in quello stato.
- Vado da Ron - ripose lei trafelata, sfuggendo al suo sguardo.
- Non l'hai sentito ? - le sibilò Malfoy, contrariato - Non
credo che abbia molta voglia di parlarti adesso.
A quelle parole Hermione si bloccò, guardandolo a bocca
aperta.
- Ma io devo spiegargli tutto, non posso perderlo così...
senza fare nulla.
Una stilettata di gelosia colpì il Serpeverde.
- E così siete solamente amici e Weasley non è
innamorato di te, eh? - disse, riferendosi alla dichiarazione.
Il suo tono ironico non piacque per niente ad Hermione.
- Malfoy, non iniziare adesso...
Per la seconda volta cercò di superarlo ma, senza neanche
accorgersene, si ritrovò con le spalle al muro e le forti
braccia di Malfoy che le ostruivano ogni possibile via di fuga.
- Non darmi ordini, Granger - le sussurrò lui a fior di
labbra, sentendo una gran rabbia pervaderlo. Insieme ad un desiderio
selvaggio di strappare ad Hermione tutti i vestiti di dosso e farla sua
su quelle candite lenzuola.
- Non andrai da lui, non oggi almeno.
Hermione cercò di divincolarsi.
- Lasciami Malfoy, mi stai facendo male! - si lamentò
invano. Ma, per tutta risposta, la presa sulle sue braccia si fece
più intensa.
- E cosa vorresti dirgli di diverso da prima? Sentiamo... -
ringhiò lui, guardandola negli occhi.
- Che è stato solo un errore con me e che ci hai ripensato?
Quella frase le fece dilatare gli occhi per lo stupore.
- Eh?
Che diavolo stava dicendo Malfoy? E cos'era quel tono con cui le si
stava rivolgendo? Non sembrava infastidito o ironico.
Aveva
persino percepito una nota di ansia mista a rassegnazione e rabbia
nella sua voce. Ma forse se l'era solo immaginato...
Il
Serpeverde però non aspettò neanche una sua
risposta.
- Cosa hai provato quando si è dichiarato? - le chiese,
spiazzandola completamente.
Ci fu un attimo di silenzio in cui i due ragazzi si guardarono negli
occhi.
Alla fine Draco non era riuscito anonfarle
quella domanda. Doveva sapere a tutti costi.
- Io... - tentennò lei, sentendosi più confusa
che mai.
- Dimmi cosa hai provato, Hermione... - la incalzò
nuovamente con voce roca.
Alla ragazza mancò il fiato.
Malfoy l'aveva appena chiamata per nome!!! E non l'aveva fatto per
fare un torto a qualcuno, come invece era successo in passato.
Erano soli. Lei e lui. Nessun altro.
Ma l'aveva comunque chiamata per nome.
Lo fissò, imbarazzata da morire.
- Ero confusa e terrorizzata all'idea di perdere la sua amicizia...
ecco cosa ho provato! - rispose, cercando di riassumere quel mare di
emozioni che in quel momento vorticavano nella sua testa, chiedendosi
oltretutto se Malfoy stesso si fosse accorto di come l'avesse chiamata.
- Tengo molto a Ron, ma non nel modo in cui credi te. E' il mio
migliore amico, e l'ho ferito davvero molto oggi - abbassò
lo sguardo, addolorata.
- Probabilmente non mi perdonerà mai. Ma almeno devo
spiegargli com'è andata veramente. Glielo devo, lo capisci?
finì, con voce affranta.
Draco sospirò, sentirla parlare con quella voce ferita era
straziante.
- Mi sto fidando di te... - disse a mezza bocca, mozzandole il respiro.
- Spero solo che un giorno non me ne dovrò pentire.
Il cuore della ragazza accellerò di colpo, mentre sentiva la
presa di lui allentarsi, prima di lasciarla libera del tutto.
- Grazie... - Hermione gli sorrise, con gli occhi lucidi.
Fece qualche passo verso la porta, prima di fermarsi nuovamente.
- Cos'è... - disse Draco, con un sorrisetto impertinente -
Hai già cambiato idea?
- No. - sussurrò lei, senza neanche voltarsi.
- Mi sono solo ricordata che anche io ho una cosa da chiederti prima di
andare.
- Ah sì? - disse Malfoy - Cosa sarebbe?
La ragazza fece un bel respiro.
- Cosa c'è stato veramente tra te e la Parkinson? -
esordì, prima che la sua razionalità le imponesse
di tacere.
Draco sgranò gli occhi, regalandole uno sguardo sorpreso che
però lei non potè vedere.
Quella Mezzosangue riusciva davvero a stupirlo come nessun'altro.
Perché mai gli stava chiedendo una cosa del genere in quel
momento ?
- Cosa provavi veramente per lei? - gli chiese nuovamente Hermione,
mal interpretando il suo silenzio.
Malfoy incrociò le braccia. Il suo sorrisetto era sparito
totalmente.
- Solitamente, quando si fa una domanda e si vuole una risposta,
è buona educazione guardare in faccia il proprio
interlocutore. Quindi voltati, o non l'avrai.
Non percependo alcuna ironia nella sua voce, Hermione si
voltò con il cuore in gola.
Cosa aveva fatto? Perché non era stata zitta?
In quel momento non era più così sicura di
volerlo sapere.
Ma affrontò ugualmente lo sguardo glaciale del Serpeverde.
- Ora va molto meglio... - disse Malfoy, con uno sguardo indecifrabile.
Hermione sospirò -Orapuoi
rispondermi.
- E ti prego di essere sincero, perché anche io mi sto
fidando di te...
Quelle parole colpirono Malfoy più di quanto apparentemente
non diede a vedere.
- Vuoi sapere se ero innamorato di lei, per caso? - le chiese
seriamente.
Hermione annuì, mordendosi un labbro.
- La risposta è No. - disse lui, con voce decisa.
Ma la ragazza non si sentì ancora soddisfatta - Ma
è stata la tua storia più importante! -
replicò, con le sopracciglia aggrottate.
Malfoy ridacchiò.
- E allora? Solo per il fatto che sia durata più delle
altre non significa niente.
Hermione si sentì ancora più confusa.
- Ed allora perché stavi con lei?
Draco sospirò. Visto che lei gli aveva chiesto di essere
sincero, tanto valeva che lo fosse fino in fondo.
- Io e Pansy siamo stati promessi in matrimonio.
Hermione sentì tutta l'aria andare via dai suoi polmoni.
Vedendo la sua espressione Malfoy si affrettò a precisare.
- E' stata una decisione delle nostre famiglie, noi non siamo stati
interpellati più di tanto.
Ma l'espressione di Hermione non cambiò.
- Volevi che fossi sincero, Mezzosangue. - disse lui, con una faccia
scocciata - E lo sono stato.
Ma lei continuò a guardarlo in silenzio.
- Io e Pansy siamo stati promessi in matrimonio...
Hermione si maledì per aver fatto quella maledetta domanda
nel giorno che già aveva classificato come il peggiore della
sua vita.
- Q-Quindi... dovrai sposarla? - pigolò, non appena ebbe
ritrovato la voce.
- Ovvio che no. - rispose subito Malfoy, avvicinandosi a lei.
- Ho rotto il nostro fidanzamento nel momento in cui ho scoperto che
era stata con un altro.
Ma Hermione non si sentì affatto meglio.
- Ma hai picchiato Zabini e ti sei vendicato di lei facendola
ingelosire con me... perché hai fatto tutto questo se non
l'amavi?
Lo sguardo di Malfoy cambiò radicalmente.
- Perché mi hanno mancato entrambi di rispetto, mi hanno
tradito... e dovevano essere puniti. - rispose duramente.
- Non amavo Pansy, ma era comunque destinata a diventare una Malfoy ed
il suo comportamento da sgualdrina non ha fatto altro che disonorare le
nostre famiglie.
Hermione strinse i pugni, abbassando lo sguardo.
- Quindi... hai iniziato a frequentarmi solo per punirla?
Il
Serpeverde assottigliò gli occhi.
- Sei proprio una sciocca, Mezzosangue...
La voce seria di Malfoy, le fece rialzare lo sguardo.
- Ti sembra che ci sia Pansy qui con noi?
Hermione lo fissò un po' perplessa.
- Hai dovuto nasconderglielo solo per la storia del ricatto.
Malfoy sospirò, allora la Granger non voleva proprio capire.
- E perché starei continuando a vederti di nascosto secondo
te?
La
ragazza ci pensò su.
-
Be' ... tecnicamente le foto ed il diario sono in mano nostra, quindi
grazie a me potresti vendicarti tranquillamente di entrambi al momento
giusto.
Draco
si grattò la nuca, quasi esasperato - Per favore, Granger, sii
realista! Lo sai benissimo che non mi sarei mai spinto fino a questo punto
con te solamente per fare un torto a quella stupida oca di Pansy
Parkinson.
Qualcosa
scoppiò nel petto di Hermione.
Sentì il macigno che quel giorno si era posato sul suo
cuore, farsi più leggero.
- Soddisfatta adesso? - chiese Malfoy con aria strafottente, vedendo
il viso di lei rilassarsi.
Hermione gli sorrise radiosa, prima di fare l'unica cosa che ancora non
aveva mai avuto il coraggio di fare.
Annullò velocemente la distanza tra loro e, dopo essersi
messa in punta di piedi, gli regalò un delicato bacio sulle
labbra.
- Sì, ora sono soddisfatta... grazie... - gli
sussurrò, prima di staccarsi da lui e sparire dietro la
porta.
Malfoy era rimasto pietrificato.
Era la prima volta che lei lo baciava di sua iniziativa, visto che era
sempre stato lui a fare il primo passo.
Quel bacio, così dolce quanto inaspettato, lo aveva
spiazzato totalmente facendo comparire un leggero rossore sulle sue
guance.
- Chi le capisce questedonne... - disse
tra sé e sé.
Un sorriso felice si fece prepotentemente strada sul suo viso.
Hermione raggiunse correndo l'infermeria.
Sapeva benissimo che non si doveva correre per i corridoi, ma quella
era un'emergenza e doveva parlare con Ron il prima possibile.
Arrivò alla porta ansimante, prima di fissare con terrore la
maniglia.
Malfoy aveva ragione, cosa gli avrebbe detto di diverso questa volta?
In ogni caso Ron non l'avrebbe mai perdonata.
Strinse le mani al petto, cercando di calmarsi. Ma proprio in quel
momento la porta dell'infermeria si aprì, facendole
incrociare due occhi verde smeraldo.
- Hermione! - esclamò Harry, sorpreso - Dove diavolo eri finita?
Poi il suo sguardo si fece più duro e con un gesto
bloccò l'amica - Anzi, non dirmelo, so benissimo dov'eri e
con chi.
Un brivido freddo scivolò per la schiena della ragazza.
Harry dunque sapeva già tutto. Era evidente che Ron non
avesse perso tempo nell'informare il loro amico su quanto era successo.
- Hai... Hai parlato con lui? - chiese Hermione, mordendosi il labbro.
- Purtroppo sì...
Si creò un silenzio imbarazzante.
- Sono venuta anche io per parlargli - puntualizzò lei,
cercando di superare l'amico, ma venne trattenuta per un braccio.
- Non ora, Hermione... - disse Harry con decisione - Vederti in questo
momento sicuramente lo farà solo stare peggio...
è meglio se magari aspetti domani.
L'amica gli lanciò uno sguardo triste, prima di annuire
mestamente.
Harry era stato abbastanza freddo con lei, sicuramente anche lui era
arrabbiato per quello che era successo.
Hermione ripensò con terrore al periodo passato da sola a
terzo anno, quando entrambi i suoi migliori amici non le avevano
rivolto la parola per diverso tempo.
Sperò con tutto il cuore che non si ripetesse una cosa del
genere, non si era mai sentita così sola in vita sua come in
quel periodo.
- Ha detto qualcosa la McGranitt? - si azzardò a chiedere,
scacciando quei pensieri dalla sua testa.
- Ha chiesto solo il motivo della vostra assenza, tutto qui ... - le
rispose Harry, incamminandosi verso le scale.
Hermione si affrettò a seguirlo.
- Ma Ron farà la ronda di stasera? Se non se la sente posso
sostituirlo io.
L'amico la fulminò con gli occhi.
- Non lo so, Hermione, e sinceramente non credo che al momento gli
interessi.
La Grifondoro sentì lo stomaco contorcersi.
- Sei arrabbiato anche te?
Harry si prese qualche secondo per pensare.
- Sì ... - rispose poi a mezza bocca, aumentando l'andatura
per distanziarla.
Hermione gli corse dietro - A...Aspetta, Harry, non fare così
... ti prego! - lo supplicò, afferrandolo per un braccio per
costringerlo a fermarsi.
- Ho fretta, scusami - rispose lui, divincolandosi - Fra poco
inizierà Divinazione a cui tu non partecipi,
perché non torni in lavanderia ad amoreggiare con quella
Serpe?! - gli uscì con cattiveria.
Hermione si bloccò all'istante, ferita dalle parole di
quello che doveva essere il suo migliore amico.
- Perché mi tratti così? - sussurrò
con forza, guardandosi intorno sperando che nessuno avesse udito le
parole del ragazzo. Anche se fortunatamente il corridoio era deserto in
quel momento.
Harry si voltò, con un vago senso di colpa che gli
attanagliava le viscere, ma che comunque ignorò.
- Perché hai rovinato tutto, Hermione!!! - rispose con
rabbia - Hai rovinato l'amicizia con Ron, costringendo anche me a
mentirgli continuamente in questo periodo... compreso poco fa, quando
mi ha chiesto se sapessi qualcosa di te e Malfoy.
Hermione lo fissò basita per qualche secondo, prima di
esplodere come una bomba ad orologeria.
- Premettendo il fatto che non ti ho maicostrettoa fare
un bel niente... - iniziò, con le braccia sui fianchi - Ti
voglio solo far notare che non gli hai mentito su me e Malfoy, visto
che effettivamente non ti ho mai detto niente.
Harry la fronteggiò a testa alta.
- E' vero, non mi hai costretto... e sapevo solo che provavi un
interesse per lui... ma quello che hai fatto è comunque
imperdonabile!
- Imperdonabile, dici? - sussultò lei, scandalizzata - Non
sapevo che Ron sarebbe venuto in lavanderia e non l'ho certamente fatto
di proposito... a differenza sua, quando si è messo con
quell'oca di Lavanda sapendo bene che io fossi lì a
guardarli.
- Che c'entra Lavanda adesso? - disse Harry, stupito che lei la
tirasse in ballo quel frangente - Tu sicuramente non gli avevi
confessato i suoi sentimenti...
Hermione adesso era veramente arrabbiata.
- Mi sembrava che fossero abbastanza chiari però, tu stesso
te n'eri accorto e sei venuto a consolarmi.
- Erano chiari per tutti meno che per Ron ...
- Be', questo non è certamente un problema mio, Harry. -
rispose lei, sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi - Immagino cosa
provi ora Ron, visto che io stessa ci sono passata. Ma non capisco
perché anche tu sia arrabbiato con me.
Harry fece per rispondere, ma l'amica lo bloccò.
- Inoltre... - continuò la ragazza, ormai incapace di
zittirsi - Non mi è sembrato che tu quella volta abbia preso
posizione, a differenza di oggi. Non riesco quindi a capire se la tua
sia solo solidarietà maschile o stupidità
maschile.
- Lavanda non è certo Malfoy! - provò a
difendersi Harry, però con scarsi risultati visto che
l'amica sembrava essere sul piede di guerra.
- E cosa cambierebbe?
Harry sospirò - Non sono io a dovertelo dire...
Hermione cercò di calmarsi, visto che la sua agitazione si
stava trasformando in furia cieca.
- No infatti, non sei tu che devi dirmelo. E' la mia vita, Harry, sono i
miei sentimenti e nessuno di voi ha il diritto di giudicarli. Capisco
che Ron non voglia perdonarmi ma se anche te vuoi lasciarmi sola in
questo momento, tanto vale che porti tu stesso quella stupida foto alla
McGranitt. Almeno in un colpo solo vi libererete sia me che di Malfoy.
Harry la fissò sconcertato.
Come aveva potuto solo pensare che lui volesse questo?
Ma Hermione non aspettò una risposta, si voltò e
marciò dalla parte opposta a quella del ragazzo.
- Ed ora dove stai andando? - le urlò dietro.
La ragazza neanche si voltò.
- Devo finire il tema di Artimanzia, vai pure a lezione da quella
impostora della Cooman. Ho da studiare una vera materia, IO!!!
Harry si passò una mano tra i capelli.
Forse aveva esagerato con lei, ma adesso sarebbe stato tutto
più difficile a causa del casino che era successo con Ron.
Sospirò, preparandosi mentalmente nel ricevere anche qualche
profezia di morte e sofferenza nell'ora seguente.
Ron aprì gli occhi con fatica.
La pozione che Madama Chips gli aveva dato per dormire aveva funzionato
perfettamente ed anche il suo mal di stomaco sembrava essere scomparso.
Però, non appena fu sveglio, un'immagine terribile si fece
strada tra i suoi ricordi.
Hermione e Malfoy sdraiati a baciarsi tra le lenzuola della lavanderia.
- Non è possibile... - sussurrò, mettendo la
testa sotto il cuscino.
Non poteva essere accaduto veramente.
E proprio nel giorno in cui si era deciso di rivelarle i sentimenti che
da anni provava per lei. -Non
sono sotto l'influsso di niente... l'ho baciato perché lo
volevo io.
Le parole di Hermione gli rimbombarono della testa.
- Che stupido che sono... - disse affranto.
Con che coraggio l'avrebbe guardata ancora ?
Dopo qualche minuto di completa disperazione decise comunque di alzarsi.
Sentì il bisogno di parlare nuovamente con Harry, solo lui
poteva capirlo.
Guardò distrattamente l'orologio, sussultando quando vide le
lancette segnare le nove meno cinque.
- Oh, Miseriaccia!!! Ma quanto ho dormito? - urlò,
prendendo di corsa il suo mantello - Fra cinque minuti ho la ronda con
la Parkinson ed ho anche perso la cena.
Si guardò intorno alla ricerca della Medimago per avvisarla
che stesse andando via, ma l'infermeria gli sembrò deserta.
- Ripasserò domani per scusarmi... - si ripromise, aprendo la
porta ed iniziando a correre verso il corridoio dove aveva appuntamento
con la Serpeverde.
- Sei in ritardo, Weasley. - la voce irritata di Pansy Parkinson, lo
accolse in tutta la suadolcezza.
- Non scocciare Parkinson, ero occupato e poi non sono in ritardo - le
rispose stizzito il Grifondoro.
Dopo quello che era successo quella mattina, non voleva rivolgere
neanche una parola a quella megera.
E pensare che aveva riso di lei quando gli aveva detto che Hermione e
Malfoy si piacevano.
- Siamo nervosetti stasera, eh ? - gli rispose la ragazza, con un
sorrisetto impertinente.
Per un attimo fu tentato di dirle cosa avesse visto in lavanderia solo
per farle togliere quel ghigno insopportabile dal viso.
Ma la sua coscienza non glielo permise.
Quella Serpe stava ancora ricattando Hermione dopotutto...
Sentì una dolorosa fitta al cuore, pensare a lei gli faceva
troppo male.
- Iniziamo con i sotterranei e cerchiamo di fare in fretta che sono
stanco... - disse, non degnandola di uno sguardo.
Pansy assottigliò gli occhi, doveva sbrigarsi se voleva
riuscire nel piano.
Aspettò che Weasley le desse le spalle, prima di puntargli
contro la bacchetta.
-Confundus !-
recitò, con un'espressione maligna.
****
Ciao a tutti !!! Finalmente sono riuscita
ad aggiornare la storia. Sapete, dopo l'ultimo aggiornamento mi si
è rotto il pc e sono rimasta bloccata per diverso tempo. -.- Sono indietro anche con
le recensioni sulle storie che stavo seguendo! Ma quel santo del mio
ragazzo mi ha comprato un pc nuovo *.* e per fortuna avevo salvato una
buona parte del cap nella mail. (e menomale) Vi ringrazio di cuore
per tutte le belle parole che mi scrivete ad ogni aggiornamento!!! Ogni
volta mi si illuminano gli occhi!!! Un bacio speciale a
: Tonna, Kia_chan_93, Fly_With_Me, ValePG, B r e a
t h e, seven & Tanny.
Capitolo 30 *** Una lunga, lunghissima giornata! ***
D. come
Draco, M. come Misogino
Cap. 30°
Harry scese lentamente le scale che portavano alla Sala Comune dei
Grifondoro.
Erano
quasi le otto e molti studenti avevano iniziato a scendere dai
dormitori per andare in Sala Grande a fare colazione.
Si
voltò speranzoso verso il camino ormai spento, dove
solitamente una folta chioma castana lo aspettava per lamentarsi di
quanto fossero in ritardo.
Ma
non quella mattina.
Svogliatamente
lasciò cadere la borsa a terra, sedendosi su una delle
comode poltrone rosso-oro.
Quel
giorno aveva meno voglia del solito di andare a lezione.
-
Ciao Harry!
Una
vocina squillante attirò la sua attenzione.
-
Ehi, buongiorno Ginny! - rispose sorridente, prima di essere
letteralmente ricoperto da una lunga e lucente chioma color rame.
Forse
quella giornata non era del tutto da buttare, pensò mentre
la stringeva.
-
Ron dov'è? - chiese Ginny, non appena si fu staccata da lui.
-
Si sta ancora vestendo, è in ritardo come al solito.
Lei
lo guardò con un velo di apprensione - E... come sta?
Harry
ricambiò il suo sguardo preoccupato - E' di umore nero... -
rispose mestamente - Ieri sera poi ha avuto anche la ronda con la
Parkinson, ho provato ad aspettarlo alzato per parlare con lui ma ero
così stanco che mi sono addormentato.
Ginny
sospirò, sedendosi accanto a lui.
-
Capisco... - disse, mordendosi un labbro pensierosa - Ieri sera ho
parlato con Hermione e mi ha raccontato tutto...
Harry
sospirò. Anche lui il pomeriggio precedente avrebbe voluto
parlare con Hermione per desisterla nuovamente dai suoi propositi di
stare con Malfoy, ma ogni volta che aveva provato ad avvicinarla, lei
si era volatilizzata come se le avessero lanciato un incantesimo
evanescente.
-
Avrei bisogno anche io di parlarle... - disse, lanciando uno sguardo cupo
per la Sala Comune - Spero solo che non sia già scesa o che
non scenda dopo Ron.
Ginny
lo fissò con uno sguardo indagatore.
-
Spero che non vorrai ripeterle le stesse cose di ieri mattina! -esordì,
con un cipiglio severo.
Harry
si sentì un po' a disagio - Ti ha raccontato anche della
nostra discussione?
-
Ovviamente... - rispose Ginny, incrociando le braccia - E mi dispiace
deluderti, ma sicuramente è già uscita dalla
torre.
Harry
le lanciò uno sguardo sorpreso quanto perplesso - Come fai a
saperlo? Sei scesa dopo di me!
Ginny
gli sorrise con un'espressione impertinente stampata in viso - Ieri
sera mi ha avvisata che questa mattina si sarebbe alzata presto per
studiare Rune Antiche, quindi se proprio vuoi parlare con lei dovresti
cercarla in biblioteca.
Harry
sbuffò. Certo, come no, studiare Rune Antiche di prima
mattina. Per quanto Hermione fosse una maniaca dei compiti questo era
decisamente troppo persino per lei.
La
verità, si ritrovò a pensare con rammarico, era
che non volesse incontrare lui e Ron... o, peggio ancora, avesse
appuntamento con qualcuno di loro conoscenza.
-
Si può sapere che cosa ti è preso, Harry? -
chiese Ginny, distraendolo dai suoi pensieri - Capisco che sia stato un
brutto momento, ma darle contro in quel modo non aiuterà
certamente Ron.
Harry
strinse le labbra.
-
Lei ha sbagliato. E non sembra neanche pentita di quello che ha
fatto.
La
ragazza alzò un sopracciglio - Perché? Cosa
avrebbe fatto di così grave?
Harry
la fissò stralunato - Ma sei impazzita anche tu? Stiamo
parlando di Draco Malfoy! - sussurrò con forza, guardandosi
intorno, sperando che nessuno stesse prestando loro attenzione.
-
Anche volendo passare sopra a questa storia del ricatto che ci ha
coinvolti tutti, devo ricordarti io di chi è figlio? Cosa
pensa dei Babbani e dei Mezzosangue? Senza contare cosa ti ha spinta a
fare suo padre nel tuo primo anno ad Hogwarts?!
Ginny
impallidì, non avrebbe voluto ricordare mai più
quell'esperienza. Nello stesso modo in cui Harry non sarebbe mai
riuscito a dimenticarla.
Ginny
Weasley aveva rischiato seriamente di morire nella Camera dei Segreti
quella volta. Al solo pensiero, un brivido scosse il Grifondoro.
-
Le persone cambiano, Harry... - disse lei semplicemente, cercando di
scacciare quei ricordi dalla sua testa.
-
E poi stiamo parlando di Hermione, non è certo una
sprovveduta.
Harry
sospirò.
-
Sprovveduta o no, ieri ha distrutto la sua amicizia con Ron. E le
persone cambieranno anche, ma stiamo sempre parlando di Malfoy.
Permettimi il beneficio del dubbio!
Ginny
però non sembrava demordere.
-
Senti, capisco che Ron adesso sia arrabbiato con lei, ma tu sei suo
amico! - disse, posandogli delicatamente una mano sulla spalla -
Dovresti starle accanto dopo tutto quello che è successo in
questi giorni.
Harry
abbassò la testa, pensieroso.
-
Non è così facile... non se sta con quel serpente!
-
Lo so, capisco che tu sia preoccupato per lei per il fatto che possa
essere ingannata da Malfoy, anche io ci ho pensato, sai? - gli rispose la
ragazza con decisione - Ma da quello che mi ha raccontato Hermione,
sembra che anche Malfoy tenga realmente a lei... forse per una volta
dovresti farti da parte e comportarti da amico, non da fidanzato
geloso. - L'ultima frase era stata pronunciata con un pizzico di
invidia. Ginny sperò con tutto il cuore che Harry non se ne
fosse accorto.
-
Cosa dici? - berciò il ragazzo, con la faccia sconvolta -
Io SONO suo amico, è per questo che mi preoccupo per lei e
mi preoccupo anche di Ron, se fossi io al suo posto penso che
impazzirei.
Ginny
gli sorrise con dolcezza - Oh, Harry... - sussurrò, abbracciandolo. - Ma
non sei al suo posto! E poi pensi che non sia preoccupata anche io per
mio fratello? Ma non posso voltare le spalle ad Hermione
perché si è innamorata di un altro ragazzo. I
sentimenti e la vita di Hermione riguardano solo lei, come anche il
rapporto tra lei e Ron... riguarda solo loro due.
Harry
la fissò. Ginny era veramente cresciuta nell'ultimo anno ed
era maturata molto... sicuramente molto più di lui, si
ritrovò a pensare stupito.
-
Inoltre ... - continuò la ragazza, fissandolo seriamente -
Hermione è sempre stata molto corretta con Ron, non lo ha
mai illuso e non si è mai messa con qualcuno solo per
ripicca nei suoi confronti... in quel caso stai pur tranquillo che
sarei stata la prima ad essere arrabbiata con lei.
Harry
arricciò il naso - Non vorrai anche tu tirare in ballo
Lavanda spero! - disse, alzando un sopracciglio.
Ginny
non si scompose - Invece sì! - rispose con forza, facendo
sospirare il suo ragazzo - Perché se c'è qualcuno
che ha sbagliato in passato, quello è proprio Ron. Eppure tu
non gli hai detto nulla, ti sei comportato da amico rimanendogli
accanto anche se sapevi che Lavanda non fosse quella giusta per lui.
Il
Grifondoro si passò una mano tra i capelli, già
abbastanza scarmigliati quella mattina.
-
Lavanda non è come Malfoy, lo sai bene...
-
Sì, certo. - rispose Ginny, con sicurezza - Ma voglio bene ad
Hermione e voglio che sia felice quindi le rimarrò amica,
qualsiasi cosa accada. E dovresti farlo anche tu!
Harry
rimase imbambolato a fissarla mentre la Sala Comune si stava lentamente
svuotando, segno di quanto dovessero essere in ritardo per la colazione.
Forse
Ginny non aveva tutti i torti. Pensò il ragazzo, un po'
accigliato.
Se
Hermione voleva essere presa in giro da quella Serpe avrebbe dovuto
lasciarglielo fare e rimanerle accanto per consolarla quando avrebbe
scoperto di essere stata illusa, perché, a differenza di
Ginny, era convinto che Malfoy non facesse sul serio con lei.
Soprattutto non avrebbe dovuto lasciarla sola nella storia del ricatto,
visto che lei gli era stata sempre accanto nei momenti difficili.
-
Va bene Ginny. - disse alla fine, sospirando - Cercherò di
chiarire con lei appena la vedrò.
La
ragazza gli fece un gran sorriso, prima di abbracciarlo, anzi,
stritolarlo con gioia.
Proprio
in quel momento, Ron fece capolino dalle scale.
-
Harry, menomale che sei qui! - disse scendendole due a due fino a
trovarsi, dopo pochi passi, davanti a loro. - Pensavo che fossi andato a
fare colazione senza di me! - puntualizzò, un po' nervoso.
-
Certo che no, ti ho detto che ti avrei aspettato qui! - rispose subito
Harry, alzandosi dal comodo divano - Sbrighiamoci o non troveremo
niente da mangiare.
Ron
annuì prima di voltarsi, scuro in viso, verso la sorella.
-
Ginny, hai visto Hermione per caso? - chiese, stupendoli entrambi.
Lei
infatti non credeva che Ron avrebbe mai avuto il coraggio di chiederle
apertamente di Hermione, visto quello che era accaduto il giorno prima.
-
Veramente no. - rispose un po' in ansia - So solo che è
uscita presto per andare a studiare in biblioteca.
Ron
aggrottò le sopracciglia.
-
Meglio così... - sentenziò, gelido- Non ho proprio voglia di
vederla già di prima mattina.
Ci
fu qualche secondo di silenzio e, quando Ginny aprì la bocca
per dire qualcosa, il fratello afferrò Harry per la manica
della divisa.
-
Forza, andiamo a mangiare! - disse, trascinando di peso l'amico
attraverso il buco del ritratto.
Harry
ebbe solo il tempo di salutarla con un cenno, prima che la Signora
Grassa chiudesse il passaggio dietro di loro.
Ginny
sospirò.
Sicuramente
sarebbe stata una lunga giornata.
Blaise
entrò nella Sala Grande e cercò con lo sguardo
una persona in particolare.
Non
appena la ebbe individuata marciò dritto verso di lei,
sedendosi nel posto accanto.
-
Ho avuto il tuo biglietto - le sussurrò a mezza bocca, con
un ghigno maligno.
Poi
si avvicinò al suo orecchio destro, facendola rabbrividire.
-
Sei stata davvero brava...
Pansy
sorrise compiaciuta, continuando a sorseggiare il suo thé.
Blaise
controllò che nessuno li stesse ascoltando, per sua fortuna
Malfoy e Nott non erano ancora arrivati.
-
Adesso dobbiamo solo aspettare il tempo necessario e poi
sarà tutto pronto per agire.
Pansy
si voltò accigliata verso di lui.
-
Lo so, Blaise... ma io odio aspettare!
-
Già, anche io. - le rispose lui, prendendo una fetta di pane
tostato.
-
Ma finché non sarà tutto pronto, non possiamo
fare altrimenti.
In
quel momento entrarono Harry e Ron nella sala.
Pansy
fece un leggero cenno divertito al compagno guardando verso il tavolo
dei Grifondoro, dove Potter e Weasley erano diretti.
Zabini
ghignò, ma un dubbio atroce lo fece voltare nuovamente verso
di lei.
-
Sei sicura che non ricordi niente? - le chiese, con una punta di
perplessità. D'altronde Pansy Parkinson non aveva mai
brillato per la sua bravura a scuola.
La
ragazza lo fissò un po' offesa.
-
Certo Blaise, per chi mi hai presa?
-
Per una sciocca! - avrebbe voluto risponderle. Ma non lo fece.
-
Ok, ok! Era solo per essere sicuro. Non voglio imprevisti. - disse
invece, tagliando corto per rabbonirla.
Pansy
gli lanciò un'occhiata perplessa ma non disse nulla, prima
di tornare felicemente al suo the.
-
Ti ho già chiesto scusa per ieri sera, ho provato ad
aspettarti ma ero così stanco che mi sono addormentato con
tutti gli occhiali - disse Harry, esasperato dal fatto che Ron non
avesse detto una parola durante tutto il tragitto per la Sala Grande.
-
Ho capito, ho capito! Smettila adesso! - gli rispose finalmente,
sedendosi rumorosamente vicino a Neville, facendolo sobbalzare per la
paura.
-
Non ho molta voglia di parlare oggi, quindi non assillarmi!
Harry
lo guardò dispiaciuto dal tono brusco con cui gli si era
rivolto, ma poteva capirlo.
Era
infatti ovvio che il lato aggressivo che Ron stava mostrando quella
mattina, non fosse altro che un meccanismo di autodifesa.
L'amico
era terrorizzato all'idea di vedere Hermione a lezione. Poteva capirlo
benissimo.
Non
si sentiva ancora pronto ad affrontarla.
-
Dopo Erbologia abbiamo un'ora di buco, - disse, tentando di distrarlo -
Ti va di una bella partita di scacchi magici? Sono molto migliorato in
questi giorni, pensa che ho sconfitto anche Dean!
Ron,
per un attimo, abbandonò quell'aria cupa e rabbiosa con cui
si era svegliato quella mattina.
-
Ti va proprio di perdere, eh? Lo sanno tutti che Dean non sa giocare. -
disse, con un mezzo sorrisetto.
Harry
lo guardò con la coda dell'occhio prendere dei toast dal
piatto di portata.
Non
lo avrebbe lasciato solo in un momento del genere. Doveva farlo reagire.
Ma
doveva anche stare accanto ed Hermione. Anche lei era la sua migliore
amica e stava passando un brutto momento.
Sospirò,
spostando lo sguardo su Ginny, intenta a sedersi poco lontano insieme
alle sue compagne.
Ginny
alla fine aveva ragione, doveva aiutarla e non giudicarla.
Fece
un secondo sospiro, realizzando che non sarebbe stato per niente facile.
Hermione
al quarto anno aveva già provato cosa volesse dire "stare
nel mezzo" quando lui e Ron non si erano parlati per giorni. Aveva
visto quanto per lei fosse esasperante essere la migliore amica di
entrambi, cercando di non ferire nessuno dei due.
Neanche
la minaccia di passare un'intera settimana in punizione con Piton
avrebbe potuto farlo stare peggio. Pensò, con una nota di
amara ironia.
Hermione
chiuse il libro di Rune Antiche, era almeno da un'ora che studiava
eppure non era riuscita a finire nemmeno il primo dei due capitoli che
si era prefissata di imparare prima di andare a lezione.
-
Maledizione, non riesco a concentrarmi... - sussurrò a denti stretti,
guardando nervosamente l'orologio.
Mancava
ormai poco all'inizio della lezione di Erbologia e lì
avrebbe incontrato sia Harry che Ron.
Mise
mestamente i libri nella borsa e si diresse verso l'uscita della scuola.
Fortunatamente
Hermione aveva già con sé sciarpa, guanti e cappello, li
aveva presi proprio in previsione di uscire in giardino visto che la
serra numero cinque era piuttosto lontana.
Almeno
avrebbe evitato un imbarazzante incontro alla torre Grifondoro se fosse
dovuta passare a prenderli...
Dopo
essersi coperta sufficientemente, iniziò a camminare in
silenzio affondando nella neve candida del giardino.
Per
fortuna era una bella giornata e già dalla sera prima aveva
smesso di nevicare. Forse, pensò con un sorriso sentendo il
sole scaldarle la pelle, se il tempo avvesse retto per un po' i
professori avrebbero organizzato la gita a Hosmeade che tutti
aspettavano da settimane.
Ma
a quel pensiero, il suo sorriso si spense repentinamente.
Non
vedeva l'ora di andare a Hosgmeade insieme ai suoi amici, ma adesso?
Le
vennero velocemente in mente i fatti accaduti solamente il giorno prima.
Aveva
perso per sempre l'amicizia di Ron, gli aveva spezzato letteralmente il
cuore... ed era dura realizzare che non ci sarebbero mai più
state gite ad Hosmeade con lui.
Si
fermò ansiosa, inspirando profondamente l'aria gelida e
gustando il silenzio irreale che regnava in quel momento.
Doveva
calmarsi. Era inutile pensare a Ron in quel momento, se non per
rattristarsi.
Il
suo pensiero quindi corse ad Harry, a come si era comportato con lei,
alle parole che le aveva detto.
L'aveva
delusa profondamente e sapeva anche lei di averlo deluso.
Forse
neanche con lui le cose sarebbero state le stesse.
Harry
aveva scelto.
Tra
lei e Ron, aveva scelto Ron.
Per
la prima volta non lo avrebbe avuto accanto.
Hermione
inspirò nuovamente. All'improvviso le era venuto in
disperato bisogno di piangere. Ma non doveva farlo, non quando i suoi
compagni potevano vederla.
Infatti,
qualche secondo dopo, Hermione udì distintamente dei passi
alle sue spalle seguiti da delle voci che discutevano animatamente.
Si
voltò, cercando di mascherare l'espressione triste che era
comparsa sul suo viso.
Neville,
Dean e Seamus apparvero dietro l'angolo del giardino.
-
E' proprio così, ti dico! - disse Dean a Seamus - Se non ci
credi, chiedi a Neville che era seduto accanto a lui a colazione.
Hermione
fece capolino dalla pianta dietro la quale si era nascosta.
-
Perché mi sto nascondendo? - pensò stupita. Non
erano Harry e Ron dopotutto.
Ma
quello che udì subito dopo, le fece ringraziare mentalmente
di averlo fatto.
-
E' vero! - confermò Neville, pensieroso - Lavanda è arrivata
subito dopo di lui a colazione... e Ron, appena l'ha vista, ha cambiato
posto mettendosi vicino a lei e Calì.
Seamus
fece una faccia stupita - Quindi non va più dietro alla
Granger se hai visto Ron parlare con Lavanda. Erano mesi che quei due
non si rivolgevano la parola.
Hermione
trattenne il fiato a quella notizia.
Dunque
Ron l'aveva veramente cancellata dalla sua vita.
Cercò
di non fare rumore mentre girava intorno alla pianta per non farsi
vedere mentre passavano.
-
A quanto pare Ron si è stufato di aspettarla ed ha optato
per la via più facile! - disse Dean, facendo ridere Seamus.
Hermione
strinse i pugni, ma non disse nulla.
Dean
e Seamus non potevano sapere quello che era successo veramente. Era
inutile prendersela con loro.
-
Non sono comunque affari nostri. - la voce sicura di Neville,
arrivò alle orecchie stupite di Hermione.
-
Non è carino dire queste cose dei nostri compagni, sono cose
personali... - finì, un po' nervoso.
Hermione,
dietro la pianta, sorrise commossa.
Neville
era un ragazzo buono e leale, sempre corretto con tutti. Era un ragazzo
d'oro, anche se era capace a volte di combinarne di tutti colori anche
se i suoi propositi erano buoni.
Si
annotò mentalmente di aiutarlo di più con i
compiti, soprattutto con quelli di Pozioni, visto che Piton lo aveva
eletto ( insieme ad Harry) vittima sacrificale per ogni sua sarcastica
battuta o insinuazione.
-
Va bene, va bene, non fare quella faccia Paciock! Stavo scherzando! -
disse Dean ridendo, un po' sorpreso dal comportamento del compagno -
Parliamo di ragazze allora. Avete presente quella Corvonero biondina
del quarto anno...
Le
loro voci si spensero gradualmente, ed Hermione uscì dal suo
nascondiglio.
E
così Ron, dopo tutto quello che era successo, aveva deciso
di rimettersi con quell'oca di Lavanda.
Arricciò
il naso. Ma decise, per il bene di Ron, che non avrebbe detto nulla sul
suo ritorno di fiamma.
Se
Lavanda poteva distrarlo dalla delusione che aveva ricevuto da lei,
forse avrebbe imparato ad accettarla prima o poi.
Forse
prima "poi" che "prima".
Ricominciò
a camminare dietro di loro, entrando nella serra nel modo
più discreto possibile e cercando di sedersi, per la prima
volta in vita sua, nei posti più lontani.
Il
cuore le si bloccò quando vide entrare Harry e Ron, seguiti
a ruota da Lavanda e Calì.
Harry
le sembrò molto scocciato e la sua faccia accigliata le
strappò suo malgrado un sorrisetto.
-
Ti dispiace se mi siedo con Lavanda? - gli chiese Ron, con una faccia
che Harry avrebbe preso volentieri a schiaffi se fosse stato un giorno
come un altro.
-
Certo che no. - rispose invece, cercando di nascondere quanto la cosa lo
seccasse.
Gli
sembrò di essere tornato a mesi prima, quando Lavanda era
costantemente appiccicata a Ron, come un'ape sul miele.
Con
questo pensiero non proprio entusiasmante si voltò per
cercare un altro posto in cui sedersi, quando incrociò gli
occhi castani di Hermione, seduta da sola agli ultimi banchi.
Si
diresse verso di lei senza pensarci due volte.
Se
doveva parlarle, tanto valeva che lo facesse mentre Ron era impegnato.
-
E' libero? - le chiese, un po' in imbarazzo, indicando il posto accanto
a lei.
-
Dipende ... - rispose la ragazza, distogliendo lo sguardo.
-
Da cosa?
-
Dal motivo per cui ti stai sedendo qui.
Harry
non rispose e posò la sua borsa, sedendosi accanto a lei.
Hermione
guardò verso i primi banchi, dove Ron e Lavanda parlavano
sommessamente tra loro.
-
Vedo che qualcuno ti ha soffiato il posto. - disse sarcastica,
malcelando il suo disappunto - Ma trattandosi dell'innocente Lavanda
non credo che tu abbia da ridire, se non per il fatto che ti sia dovuto
cercare un altro compagno di banco.
Harry
rimase in silenzio, Hermione sembrava ancora furiosa come il giorno
precedente.
-
E mi dispiace deluderti... - continuò la ragazza, con un
tono che non ammetteva repliche - Ma non sono un ripiego, quindi
cercati un altro posto.
Harry
fece un bel respiro, ignorando l'ultima frase dell'amica - Non mi sono
seduto qui perché non ho dove sedermi - le
sussurrò, in modo che nessun'altro udisse.
Hermione
alzò un sopracciglio, ma non disse nulla.
-
Mi sono seduto qui perché volevo parlare con te... -
continuò Harry, allargandosi il nodo della cravatta. In
quella serra si soffocava!
-
E di cosa? - rispose lei, senza neanche guardarlo - Sei stato
piuttosto esaustivo ieri.
-
Sono venuto a chiederti scusa... - puntualizzò lui,
passandosi una mano tra i capelli.
Hermione
si voltò stupita, fissandolo comunque con
perplessità.
-
Perché?
-
Perché, cosa? - chiese lui, confuso.
-
Perché hai cambiato idea?
-
Non ho cambiato proprio idea... - rispose Harry, un po' a disagio, notando lo
sguardo di lei tornare cupo.
-
Ma volevo comunque scusarmi per come mi sono comportato.
Hermione
sospirò - Se non hai cambiato idea, perché vuoi
fare pace con me?
Harry
si grattò la testa. Era meglio andare subito al punto prima
che arrivasse la professoressa.
-
Perché sono tuo amico, Hermione, ci tengo a vederti felice e
non voglio lasciarti sola in un momento del genere.
Hermione,
però, sembrava ancora perplessa.
Lo
stare costantemente a contatto con Draco Malfoy l'aveva temprata.
-
Eppure ieri non eri di questo parere. - rispose freddamente, trapassando
l'amico con un'occhiata.
Harry
la fissò, un po' a disagio.
-
Lo so, sono stato pessimo ieri mattina ma ho reagito di istinto. Lo sai
come sono fatto... - distolse lo sguardo, sistemandosi gli occhiali -
Inoltre sono amico di entrambi e quello che è successo
avrà un sacco di ripercussioni su tutti. Tu ci sei passata,
sai di cosa parlo...
Hermione
continuò a guardarlo in silenzio. Harry le sembrava sincero,
ma il fatto che avesse cambiato atteggiamento la spiazzava nello stesso
modo in cui la insospettiva.
-
Poi questa mattina ho avuto modo di parlare con Ginny ed ho capito solo
allora di aver sbagliato... - continuò il ragazzo, torcendosi
le mani.
Ah,
ecco il motivo di quel cambiamento repentino nei suoi confronti!
Pensò
Hermione, senza stupirsi comunque più di tanto. Era stata la
sua amica a far breccia nel muro che Harry aveva tirato tra loro.
-
Così ho deciso che dovevo chiederti scusa e cercare di
essere veramente tuo amico. Dovevo aiutarti ed invece mi sono messo
contro di te, mi dispiace. - continuò il ragazzo, girandosi
verso di lei.
Qualcosa
si mosse nel petto di Hermione. Le parole di Harry l'avevano colpita.
-
Ho sbagliato, ma può capitare a chiunque, no? -
continuò l'amico, mettendo una mano sulla sua.
Hermione
ricambiò commossa la stretta del ragazzo - Hai ragione
Harry, può capitare a tutti di sbagliare... sono contenta
che tu l'abbia capito. - disse con un filo di voce e con gli occhi
lucidi.
In
quel momento la professoressa Sprite entrò nella serra,
chiudendone le porte.
-
Dopo Erbologia ti va di parlare qualche minuto? - continuò
Harry, ignorando il saluto della professoressa alla classe.
Hermione
gli sorrise.
-
Va bene, adesso però cerca di stare attento.
Anche
Harry sorrise un po' rincuorato, prima di voltarsi verso l'insegnante.
-
Quella megera! - sibilò Malfoy - indicando con un cenno la
professoressa McGranitt.
-
Scommetto che non mi ha dato una "E" solo perché non sono
della sua casa!
-
E se continuerai a chiamarla così, non l'avrai mai. - puntualizzò
Nott, mettendo la borsa a tracolla.
Malfoy
ghignò - Non sono così scemo da dirglielo in
faccia, sai?
-
E' vero, ma ricordati che può trasformarsi in gatto...
ed i felini hanno un udito molto sviluppato.
Malfoy
scrutò Nott con le sopracciglia aggrottate - Che stai
farneticando? Non l'ho mai chiamata così quando era
trasformata! - Nonostante le sue parole, lanciò uno sguardo
preoccupato verso l'insegnante.
Nott
sorrise compiaciuto osservando il suo compito, mentre uscivano
dall'aula di Trasfigurazione.
-
Io mi accontento della mia "O" senza problemi, dovresti farlo anche te.
-
Bah!
I
due ragazzi si incamminarono verso l'aula di Incantesimi, dove avevano
la lezione seguente.
Malfoy
il giorno prima aveva raccontato a Nott tutto quello che era successo
in lavanderia.
Theodore,
passato lo stupore iniziale, si era invece preoccupato. Non si fidava
affatto della decantata lealtà Grifondoro.
Ci
aveva pensato tutta la notte, Weasley poteva essere un problema per
loro.
-
Draco... - lo chiamò ad un certo punto, facendogli cenno di
allontanarsi dagli altri compagni visto che Blaise e Pansy erano pochi
mentri avanti a loro.
Malfoy
lo seguì dietro ad una grossa statua - Dici che Weasley
potrebbe tradirci ed andare a dire tutto a Zabini o a qualche
professore? - gli sussurrò, guardandosi intorno.
Draco
ci pensò su qualche secondo.
-
No, non credo. - rispose, spicciolo.
Theodore
fece una faccia stupita.
-
Ne sei sicuro? Potrebbe volersi vendicare di voi.
Draco
sbuffò - Non avrebbe mai il coraggio di fare una cosa del
genere, tutto qui. Queste sono cose che farebbe Pansy, non certo un
babbanofilo come Weasley.
-
Bene. - disse Nott, reprimendo un sorriso per come Draco aveva
chiamato Ron.
-
Intanto continuerò a controllare che nessuno segua la
Granger.
Draco
gli diede una pacca sulla spalla in segno di riconoscenza, prima di
girare intorno alla statua ed entrare in aula.
Anche
lui quella notte non aveva dormito benissimo, era rimasto molte ore a
pensare nel buio della sua stanza sotto le coperte calde.
Il
bacio che Hermione gli aveva dato in lavanderia prima di andarsene lo
aveva colpito. E poi, da quel momento, lei era sparita. Non era
riuscito ad incontrarla neanche in Sala Grande per i pasti. Inoltre
doveva trovare un modo per tenerla lontana da Zabini, ma l'unico che da
ore gli veniva in mente era anche quello che meno gli piaceva.
Disperato,
aveva messo più volte la testa sotto il cuscino. Doveva
dormire, non pensare a lei! Ma era stato più facile a dirsi
che a farsi.
-
Ehi, amico.. - sussurrò Nott, dando al compagno una gomitata.
Draco
aprì gli occhi di scatto.
-
Che vuoi? - gli sussurrò irato di risposta.
-
Stavi dormendo!
Malfoy
alzò un sopracciglio - E allora ?
-
Allora... Vitius ti sta guardando.
Draco
si voltò con gli occhi sgranati.
Il
piccolo insegnante lo stava fissando malissimo e con la faccia livida
di rabbia.
-
Signor Malfoy, la annoio così tanto da farla addormentare
per caso ?
Blaise
guardò Pansy ghignando. Era sicuro che Draco si sarebbe
rovinato con le sue mani.
Malfoy
di irrigidì sulla sedia.
Quella
sarebbe sicuramente stata una lunga giornata...
-
Mi scusi professore, non ho dormito bene stanotte e così mi
si sono chiusi gli occhi, non capiterà più. -
optò per la sincerità.
In
fondo non c'era nulla di male in questo, poteva capitare.
Draco
però era famoso per l'insolenza che dimostrava quando gli
veniva fatto notare che aveva torto in qualcosa, per questo molti
insegnanti lo punivano durante l'anno.
Vitious
rimase interdetto per un attimo.
Malfoy
non era mai stato così remissivo con lui.
-
Va bene signor Malfoy, per questa volta ci passerò sopra...
e visto che ora è sveglio possiamo riprendere la lezione.
Il
piccolo professore si voltò, lanciando un incanto verso la
lavagna.
Blaise
ringhiò.
Era
sicuro che Draco avrebbe risposto male al professore, facendosi punire.
Nott
invece sorrise.
-
Stavolta mi hai davvero stupito, Draco. - disse al compagno.
Anche
Draco accennò un sorriso - Ti ho già detto che
non sono così stupido, o almeno, non sempre... -
sussurrò, prima di sbadigliare sommessamente dietro il libro
di Incantesimi.
Harry
guardò Ron preoccupato, mentre muoveva la sua torre.
Lavanda
finalmente aveva deciso di togliersi di torno e lasciarli giocare in
santa pace.
-
Stai dicendo che non ti ricordi gran parte della ronda di ieri?
Ron
si grattò la testa, mentre studiava la scacchiera.
-
Già, ma forse è perché la storia di
Hermione mi ha sconvolto.
Si
ammutolì, dopo averlo detto.
Harry
gli mise una mano sulla spalla - Lo so, ma quella è Pansy
Parkinson e io non mi fiderei mai di lei, soprattutto se non mi
ricordassi cosa ho fatto in sua compagnia.
Ron
inghiottì a vuoto, guardandolo allarmato.
-
Dici che mi ha fatto qualcosa?
-
Spero di no, ma visto che sembri star bene non possiamo far altro che
tenere gli occhi aperti.
A
quelle parole lo sguardo di Ron si scurì.
-
Già lo sto facendo, sai? - disse accigliato - Infatti ti ho
visto parlare con Hermione dopo Erbologia. E ti sei persino seduto
accanto a lei.
Harry
lo fissò un po' stupito, ma d'altronde la sua intenzione non
era quella di nasconderglielo.
-
Non è che tu mi abbia dato molte alternative sedendoti
vicino a Lavanda. - rispose tagliente, infastidito suo malgrado dal tono
dell'amico.
Ron
sbuffò, ma non disse nulla.
-
E poi ho pensato fosse meglio chiarire subito con lei -
continuò Harry, con sguardo deciso - Dopotutto è
la mia migliore amica.
A
quelle ultime parole, la faccia di Ron divenne paonazza - Ma anche io
lo sono!! - quasi gridò, facendo voltare Seamus che si
trovava poco lontano da loro.
Abbassò
subito la voce, rendendosi conto che urlarlo a tutta la Sala Comune non
fosse una mossa saggia.
-
Hermione si è buttata senza problemi tra le braccia del
nemico!! - sussurrò irato, con la voce che gli tremava - E
mi ha illuso per anni di essere più di un amico per lei.
Come puoi rivolgerle la parola ? E' una bugiarda e basta!!
Harry
si accigliò.
-
Non è andata proprio così e lo sai bene...
Ron
lo guardò arcigno, ma Harry non ci badò.
-
Capisco che tu non voglia vederla Ron, ma poco fa Hermione mi
raccontato che ora Zabini sospetta che lei abbia il diario. Devo
proteggerla, capisci ?
Ma
Ron in quel momento era pronto a tutto fuorché a capire una
cosa del genere - Fai come vuoi, non mi interessa... - disse, con gli
occhi che mandavano lampi, prima di alzarsi e lasciare la Sala Comune.
Harry
sospirò, poggiando disperato la testa su uno dei grossi
tavoli di quercia.
Le
ore seguenti passarono con una lentezza esasperante.
Ron
ormai teneva il muso anche ad Harry, per aver scelto di essere amico di
Hermione. A pranzo infatti si premurò di fulminarli
entrambi con lo sguardo prima di sedersi "inaspettatamente"accanto a
Lavanda Brown.
-
Adesso non parla neanche con te ? - sussurrò Hermione
all'orecchio di Harry.
-
Così sembra...- rispose lui a mezza bocca - Tu invece non
hai più provato a parlargli ?
Hermione
posò tristemente il cucchiaio pieno di zuppa.
-
No.
Harry
si aspettò che lei dicesse qualcos'altro, invece
ricominciò a mangiare.
-
E perché no ? - insistette accigliato - Ieri eri
più motivata.
Hermione
ricambiò lo sguardo imbarazzata.
-
Perché ho paura... - disse semplicemente - Ho paura di
sentire nuovamente le parole di ieri, non è stato un bel
momento Harry.
Harry
si grattò la testa - Posso immaginare.
-
E cosa farai allora Hermione ?
Lei
strinse le labbra - Ancora non lo so, ci penserò su... -
disse, poco prima che Malfoy facesse il suo ingresso nella Sala,
prendendo tutta la sua attenzione.
Lo
sguardo di Harry si incupì mentre vedeva l'amica seguire
quella Serpe con lo sguardo fino al tavolo... e sorridergli perfino !!!
Strinse
i pugni sotto al tavolo, ma non disse niente. Doveva solo starle
accanto.... continuò a ripetere a se stesso iniziando a
mangiare.
Intanto
il cuore di Hermione aveva iniziato a battere fuorisamente.
Quando
il Serpeverde era entrato, l'aveva guardata in un modo diverso dal
solito. Per la prima volta aveva letto dolcezza nei suoi occhi... ed
era stato impossibile per lei non sorridergli.
-
Invece hai già pensato a come proteggerti da Zabini ?
Potrebbe attaccarti per costringerti a dargli il diario - disse
all'improvviso Harry, riportandola sulla terra.
A
quelle parole anche Ginny, seduta dall'altro lato di Harry, si
voltò.
-
Ancora no... per ora l'unica cosa che posso fare è stare
attenta - rispose lei, con la consapevolezza di non sapere realmente
cosa fare se non aspettare...
Hermione
decise di passare tutto il pomeriggio a studiare in biblioteca. Ogni
tanto faceva capolino dalla porta Ginny che le raccontava per filo e
per segno ogni tentativo vano che Harry aveva fatto per far pace con
Ron.
-
Mio fratello è proprio un mulo certe volte - aveva espresso
con disappunto, durante la terza visita che le faceva quel pomeriggio.
-
Il fatto è che Harry poi viene a lamentarsi da me ! - si mise
le mani fra i capelli - E' frustrante.
Hermione
accennò un sorrisetto, prima di chiudere il libro di
Trasfigurazione.
-
Ah quasi dimenticavo, volevo dirti che qua fuori c'è Malfoy
che vuole parlarti - le disse a bruciapelo, facendole quasi rovesciare
la boccetta di inchiostro che stava riponendo in borsa.
-
Cosa ? Come sai che vuole parlarmi ?
Ginny
sorrise, maligna.
-
Me l'ha detto lui, ovviamente. L'ho incontrato mentre venivo qui e mi
ha chiesto di dirtelo per farti uscire con discrezione... E' vicino
allo stanzino di Gazza.
Hermione
la fissò attonita per qualche secondo, prima di precipitarsi
letteralmente per il corridoio, sotto lo sguardo stupito di Ginny
-
Alla faccia della discrezione! - non riuscì a non pensare
divertita.
Hermione
si bloccò nel corridoio deserto.
-
Forse Ginny mi ha fatto uno scherzo... - pensò con
delusione, fermandosi davanti allo stanzino del custode.
Seccata,
non fece a tempo a voltarsi per tornare indietro che una mano
sbucò dalla porta schiusa dello stanzino, afferrandole il
polso.
-
Entra, svelta! - la raggiunse l'inconfondibile sibilo di Malfoy.
Non
se lo fece ripetere due volte, entrando nello stanzino buio.
-
Lumus
Gli
occhi grigi di Malfoy, apparvero di fronte a lei.
-
Mi hai quasi fatto prendere un colpo - gli sussurrò lei.
Draco
ghignò divertito - Quello era il mio intento !
Hermione
alzò un sopracciglio.
-
Scherzavo.
La
ragazza si guardò intorno, era pieno di stracci e scope per
il pavimento.
-
Santo cielo, ma sempre in questi posti strani devi parlarmi ?
-
Diciamo che voglio essere prudente... - rispose ghignando il
Serpeverde, prima di tornare serio, anche troppo, si ritrovò
a pensare Hermione.
Un
senso di ansia la pervase. Era successo forse qualcosa che non sapeva ?
-
Sono venuto a dirti che sabato prossimo è stata programmata
una gita a Hosmeade. Ho appena letto l'avviso - disse Malfoy,
dissipando le sue paure in un baleno.
Hermione
lo guardò senza parole.
-
E perché lo dici con quella faccia ?
-
Perché sicuramente non ci andremo insieme.
Hermione
rimase spiazzata da quelle parole. Malfoy non ci aveva girato intorno
come al solito, era andato diretto al punto questa volta.
Sentì
il cuore riempirsi di gioia, anche se in effetti era tristemente vero
quello lui che aveva appena detto.
-
Però potremmo comunque darci appuntamento in quella topaia !
Li sicuramente Zabini e Pansy non verranno a cercarci.
Malfoy
era un dannato genio ! Pensò Hermione mentre gli sorrideva
stupita.
-
Va bene ! Ma perché hai dovuto dirmelo con tutta questa
urgenza ? Mancano diversi giorni e poi abbiamo la ronda stasera...
Malfoy
si irrigidì, mentre il sorriso di Hermione si spegneva
gradualmente.
-
E' successo qualcosa ?
-
Stasera saremo sostituiti dal prefetto di Corvonero e di Tassorosso.
-
Cosa ? - disse lei stupita e confusa - Come mai ?
-
Ho chiesto io di farlo.
Hermione
lo guardò smarrita. Com'era possibile che realmente Malfoy
avesse chiesto alla McGrannit di spostare la loro ronda ? Proprio lui
che riusciva a trovare ogni espediente per poterla incontrare, stava
eliminando la loro unica occasione di potersi vedere senza che
dovessero nascondersi come ricercati.
-
Perché l'hai fatto ?
Malfoy
sospirò. Per quanto Hermione fosse diversa dalle altre
donne, sicuramente non avrebbe capito.
-
Domenica c'è la partita di Quidditch - disse senza
preamboli, sostenendo il suo sguardo.
-
In quanto Capitano dei Serpeverde ho programmato un allenamento per ogni
sera di questa settimana, incluso oggi.
Hermione
rimase a guardarlo a bocca aperta.
-
Ah... quindi non ci vedremo più fino a sabato... -
esclamò, non nascondendo delusione nella sua voce.
Malfoy
incrociò le braccia, compiaciuto - Mi fa piacere vedere che
ti dispiace non vedermi. Ma purtroppo non posso fare altrimenti... e
poi ci vedremo comunque a lezione.
Hermione
avvampò, maledicendo la sua spontaneità.
-
Va bene, va bene - rispose, un po' imbarazzata ed indispettita. Possibile
che il Quidditch fosse sempre in mezzo ? Anche con Ron in passato era
stato lo stesso, ma era riuscita a tollerarlo visto che non aveva mai
dovuto rinunciare a nulla di quello che le piaceva. Ma con Malfoy era
diverso. Per lui, Hermione aveva già pagato un prezzo
altissimo, Ron.
E
lui non riusciva a rinunciare ad uno stupido gioco neanche per una sera.
Si
sentì in qualche modo ferita.
-
Allora ci vediamo alle quattro alla Stamberga Strillante, va bene ? -
disse un po' rigida.
Malfoy
la fissò perplesso, la Granger era sicuramente arrabbiata
perché si sentiva trascurata a causa del Quidditch. Anche
con Pansy era stato lo stesso, anche se le scenate che aveva fatto
Pansy in più di un'occasione erano sicuramente imbattibili.
-
Vada per le quattro... e non tardare.
Malfoy
ebbe uno sguardo gelido come risposta.
-
Buon allenamento... - disse Hermione, tagliente.
Fece
per andarsene quando Malfoy richiuse lestamente la porta con la mano,
facendola voltare con l'altra.
-
Non dimentichi niente... ? - disse con voce roca, prima di chinarsi per
baciarla.
Ma
Hermione lo fermò, con sguardo deciso - No, Malfoy - disse,
punta nell'orgoglio. - Scusami, ma ho cose più importanti di
cui occuparmi. Ci vediamo a lezione! - si liberò dalla sua
presa, aprendo la porta.
Il
ragazzo sospirò, lasciandola andare via senza neanche
provare a fermarla.
D'altronde,
lo sapeva che non avrebbe capito. E da una parte ci sperava.
Aprì
mestamente la porta dello stanzino, constatò che il
corridoio fosse deserto prima di scendere velocemente nei sotterranei,
dove Theodore Nott, già vestito per l'allenamento, lo
aspettava per parlargli.
-
Allora le hai parlato ? - chiese subito Theodore, non appena Draco
entrò in stanza.
-
Già... - rispose lui, incupendosi.
-
Su non prenderla così amico, si tratta di qualche giorno. -
disse l'amico, passandogli la divisa da Quidditch.
Draco
sbuffò, afferrandola di malagrazia - Parli bene te. Dovevi
vedere come era arrabbiata.
Theodore
ghignò - Immagino... - disse divertito - Ma stai facendo la
cosa più giusta, finchè Zabini è con
noi, è lontano da lei... hai avuto un'idea geniale.
-
Lo so - disse Draco con aria spocchiosa.
-
Però non capisco perché tu non voglia dirle
verità ! - disse Nott, guardandolo perplesso.
-
Preferisci che la Granger creda che non vuoi vederla perché
preferisci il Quidditch a lei, rispetto al fatto che hai organizzato
tutto per proteggerla mettendo per la prima volta nella tua vita le
esigenze di qualcun'altro prima delle tue. Perché ?
Draco
lo guardò un po' offeso - Mi stai dipingendo come un mostro.
Theodore
rise di gusto - Allora correggimi, ricordandomi quando sarebbe stata
l'ultima volta che lo hai fatto.
Malfoy
gli fece un gestaccio, prima di chiudere la cinta dei pantaloni - Sono
pronto, andiamo.
Ma
Theodore non si mosse - Prima spiegami il perché di questa
cosa.
Draco
lo fissò, spazientito. Ma era inutile discutere con Nott
perché tanto prima o poi glielo avrebbe estorto con qualche
espediente.
-
Hermione Granger è troppo orgogliosa per chiedere il mio
aiuto ed io sono troppo orgoglioso per proporglierlo... soprattutto dopo
che mi ha detto che poteva cavarsela da sola... - iniziò
Draco, infilandosi i guanti ed il mantello - E' una delle cose che mi
piace di più di lei... ma nello stesso tempo io non potevo
rimanere fermo a guardare. Così preferisco che ce l'abbia
con me perché sono un idiota, piuttosto che farle capire
quanto io sia preoccupato per lei.
Theodore
rimase a guardarlo in silenzio, non si aspettava tanta premura e
schiettezza da parte di Draco.
-
Ok ! Ok ! - si affrettò a rispondere l'amico, aprendo la
porta.
Hermione
si buttò sul letto che ancora era vestita.
Per
fortuna Lavanda e Calì non erano in stanza.
Con
l'amaro in bocca, pensò che era facilmente intuibile con chi
fosse una delle due.
Sbuffò,
girandosi a guardare la luna attraverso la finestra.
Si
sentì tremendamente sola.
Ron
l'aveva semplicemente cancellata dalla sua vita, mentre Malfoy l'aveva
volutamente allontanata da lui. Lo sguardo "dolce" che lui le aveva
lanciato in Sala Grande, fece capolino dai suoi pensieri.
Forse
se l'era solo immaginato, visto che subito dopo Malfoy aveva
programmato di non vederla fino alla gita.
Si
rigirò dall'altra parte del letto, la testa le scoppiava !
L'unica
consolazione che aveva avuto in quella lunga giornata, era stata quella
di aver chiarito con Harry e di averlo dalla sua parte.
Era
davvero fortunata ad avere ancora Harry e Ginny. Nonostante questo
pensiero, una lacrima bagnò il cuscino prima che si
addormentasse di colpo, cadendo in un sonno senza sogni.
Dall'altra
parte delle scuola, sotto il vento gelido di Novembre, anche il
Capitano dei Serpeverde era intento ad osservare malinconico la luna.
Sapendo già che una lunga notte insonne l'avrebbe atteso al
suo rientro.
Per
Malfoy quella lunga giornata non era ancora finita.
Ciao a tutti!!
Perdonate come al
solito il mio immenso ritardo, ma ahimé, questo mese
l'ispirazione se n'è un po' andata a causa di alcuni fatti
personali! (Ma piano piano sta tornando)
Spero che comunque
vi sia piaciuto il capitolo, anche se è di passaggio, visto
che ormai non manca tanto alla fine.
Ringrazio di cuore :
Fly_With_Me, Serena
Malfoy, B r e a t h e, ValePG, Tanny, seven, Tonna.
E mi scuso con
Tonna & Seven per non aver risposto alle vostre recensioni, ma
ci si è messa la anche la connessione a rompermi le balle
(... insieme ad altre cose ) e non avuto il modo di rispondervi.
Ne sono mortificata.
Vi abbraccio con
affetto e ringrazio tutti coloro che seguono la storia con pazienza
infinita.
Erano passati ormai tre giorni da quando Harry e Ron avevano discusso a
causa di Hermione ed ormai tutta la scuola parlava del "famoso" litigio
del trio Grifondoro.
A
nessuno, infatti, era sfuggito l'astio che Ron provava nei confronti
dei suoi ex migliori amici, soprattutto verso Hermione.
Ovviamente,
il fatto che Ron avesse ripreso a frequentare Lavanda Brown spiegava a
molti il perché fosse ai ferri corti con l'amica... ma in
tanti si erano chiesti cosa c'entrasse Harry in tutta quella storia e
perché Ron ce l'avesse anche con lui.
-
Vi dico io perché... - disse Seamus, stravaccandosi vicino
al fuoco dopo pranzo - Harry ed Hermione hanno una storia e Ron li ha
scoperti. Ecco perché di punto in bianco si è
messo con la Brown e non parla più con nessuno dei due.
Dean
e Neville lo guardarono con gli occhi fuori dalle orbite.
-
Che dici ? - rispose Dean, quasi scandalizzato - Harry sta con Ginny,
non la tradirebbe mai.
Seamus
lo guardò, un po' dubbioso - Guarda che non sono l'unico a
pensarlo, ormai tutti i Tassorosso parlano di questa storia ed a pranzo
ne parlavano anche a Corvonero.
Dean
si accigliò - Be', sicuramente vi sbagliate ! Anche
perché, in caso contrario, avremmo trovato la Granger appesa
alla torre di Astronomia con tanto di fattura Orcovolante.
A
Neville andò di traverso il succo di zucca che si era
portato dalla Sala Grande.
-
Dici ? Non ho visto cadaveri alla torre... ancora ... - disse Seamus,
divertito - Però, non ce la facevo così violenta
la Weasley... ma sicuramente tu la conosci meglio di me !
Dean
arrossì per la sottile frecciata sulla storia che aveva
avuto con Ginny, anche se ormai era acqua passata da un pezzo.
-
Cambiamo argomento che è meglio... - disse, un po' a disagio.
-
Sì, è meglio! - gli fece eco Neville, scorgendo
Harry scendere le scale dei dormitori ed infilarsi con un' espressione
scocciata nel buco del ritratto.
Harry
marciò per il corridoio e prese le scale che portavano alla
biblioteca.
Aveva
sentito anche lui del "pettegolezzo del giorno" e la cosa lo aveva
infastidito parecchio.
Odiava
i pettegolezzi in generale, figuriamoci i falsi pettegolezzi che lo
riguardavano; anche se ormai ci aveva fatto l'abitudine nel finire ogni
volta al centro dell'attenzione.
Entrò
in biblioteca facendo finta di non notare tutti gli sguardi puntati su
di lui e si diresse spedito al tavolo più lontano ed
isolato.
Quando
si mise seduto sentì molti bisbigli alzarsi alle sue spalle.
-
Hai sentito della voce che sta girando da stamattina a colazione ? -
sussurrò, passandosi una mano tra i capelli.
Hermione
alzò gli occhi dalla sua pergamena per incontrare quelli
dell'amico.
-
In realtà sta girando dalla seconda ora... -
puntualizzò lei, facendo innervosire maggiormente Harry.
-
E perché a pranzo non hai detto niente ? - le chiese lui, un
po' accigliato.
Hermione
intinse la sua piuma nel calamaio - E cosa dovrei dire, Harry ? Lo sai
come sono fatte le Tassorosso, non mi avrebbero sicuramente creduta ed
il fatto che tu ora sia seduto qui con me ne sarebbe stata la prova.
Altri
bisbigli si levarono alle loro spalle.
-
Ma è assurdo... - sussurò Harry - Mi
sarò seduto centinaia di volte vicino a te in biblioteca o
in Sala Grande.
Hermione
accennò un sorrisetto - Lo so, ma lo sai come funzionano
certe cose... e forse, per questa volta, è meglio
così. - sussurrò all'amico.
Harry
la guardò un po' accigliato ed Hermione, cogliendo
il suo disappunto, gli si avvicinò maggiormente per far
notare all'amico l'unico lato positivo di quella faccenda.
Inutile
dire che quel gesto non passò inosservato nella stanza,
facendo aumentare i bisbigli e le risatine che ormai accompagnavano
Harry da quella mattina.
-
O pensi sia meglio che tutti parlino del fatto che Hermione Granger
abbia una storia clandestina con Draco Malfoy ?
-
Ti prego non dire quella parola... storia... - rispose Harry, con
disgusto.
Hermione
sospirò, si scordava sempre che Harry non la pensasse come
Ginny a riguardo.
Era
indiscusso che fosse dalla sua parte adesso, ma non era riuscito ancora
ad accettare l'idea che tra lei e Malfoy non ci fossero più
solo insulti e frecciatine... ma qualcos'altro.
-
Ok, ok - si affrettò a correggersi - Anche perché
non è certamente il termine giusto.
Harry
le lanciò un'occhiata interrogativa che lei comunque
ignorò, rimettendosi a scrivere il suo tema di Artimanzia.
Erano
tre giorni infatti che non parlava con Malfoy e lui non l'aveva
più cercata da quella sera in cui avevano parlato nello
stanzino di Gazza.
Avevano
avuto ben quattro ore insieme ai Serpeverde quella settimana, anche se
Storia della Magia non era da contare visto che erano seduti ai lati
opposti della classe.
Ma
non aveva parlato con lui neanche a Pozioni, se non per scambiarsi
qualche indicazione durante la preparazione di alcuni elisir.
Senza
contare che dopo le lezioni e la sera, Malfoy spariva per fare
chissà cosa, anzi, sapeva cosa. Giocare a Quidditch.
Mise
un punto a capo con così tanto impeto che macchiò
irrimediabilmente il foglio.
-
Va bene Hermione... - rispose Harry, seguendo la sua mano intingere
nuovamente la piuma nell'inchiostro, come se non fosse successo niente.
-
Spero che i Tassorosso trovino presto una nuova "vittima" su cui
spettegolare, intanto credo che cercherò di parlare ancora
con Ron.
Si
alzò frettolosamente e lasciò la biblioteca
sentendo i bisbigli cessare non appena si fu chiuso la porta alle
spalle.
-
Allora, è vero ? - berciò Lavanda, mettendo
minacciosa le mani sui fianchi.
Ron
fece un passo indietro, finendo su di un cumulo di neve che ancora non
si era sciolta nelle belle giornate di sole che c'erano state.
-
Harry ed Hermione hanno una storia e tu stai con me per consolarti ?! -
la sua voce stava diventando pericolosamente stridula.
-
Ma no, che dici ? - disse Ron ingoiando a vuoto, sapendo bene che in
quel pettegolezzo qualcosa di vero c'era.
-
Harry ed Hermione poi non hanno una storia - puntualizzò,
cercando di tagliare corto sul vero motivo per cui non parlava con loro.
-
Ed allora perché non parli più con Harry ? -
insistette Lavanda, non affatto convinta delle parole del suo ragazzo.
-
Te l'ho già spiegato ho detto ad Hermione che volevo stare
con te e si è arrabbiata... lo sai com'è fatta,
ed Harry le ha dato ragione... è per questo che non parlo
neanche con lui.
Lavanda
lo scrutò pensierosa per qualche secondo, prima di sbuffare
sonoramente.
-
Dovrò parlare con la Abbott e chiarire la cosa allora... -
annunciò scocciata - Non mi piace che giri la voce che io
sia un ripiego di quella secchiona della Granger.
Ron
si sentì in colpa per la bugia che aveva appena detto, ma
era meglio così. E poi, quello che avevano fatto realmente i
suoi amici era molto peggio.
Ancora
non riusciva a capacitarsi che Harry fosse ancora amico di Hermione
dopo quello che era successo.
Hermione
e Malfoy...
Ogni
volta che ci pensava aveva voglia di rompere qualcosa o picchiare
qualcuno... e sul qualcuno aveva molte idee in proposito.
Quell'immagine
di loro due che si baciavano su quelle lenzuola, lo perseguitava anche
in sogno e da desto ci pensava Harry con i suoi innumerevoli tentativi
di far pace con lui.
Sospirò,
ignorando le chiacchiere di Lavanda su come doveva comportarsi quando
sarebbero entrati in Sala Grande per la cena.
Nonostante
tutto Harry gli mancava tremendamente.
Per
forza di cose aveva passato quei giorni con Lavanda e Calì
e si era annoiato a morte ad ascoltare tutte quelle chiacchiere sulla
gita di Hosmeade o sul ballo che ci sarebbe stato di li a poco ad
Hogwarts. Senza contare che non sapevano neanche giocare a scacchi
magici... e stracciare quell'imbranato di Dean non era divertente
quanto battere Harry.
-
... quindi mi dovrai prendere per mano quando siamo in pubblico,
sì, è la cosa migliore... - finì
Lavanda con fare risoluto, parlando più a se stessa che a
Ron.
-
Va bene... - rispose lui senza guardarla, realizzando in quel momento
quanto la situazione stesse diventando scomoda.
-
E dovrai far pace con Harry !
A
quelle parole Ron sgranò gli occhi.
-
Eh ?
-
Hai capito bene - disse Lavanda con un tono che non ammetteva repliche
- Alla fine non sono affari suoi con chi stai... vedrai, se ne
farà una ragione del fatto che stiamo insieme e almeno
queste chiacchiere fastidiose cesseranno !
Ron
la fissò un po' ansioso. Si era dimenticato completamente
che per Lavanda contasse molto la popolarità... ed il fatto
che fosse lei stessa coinvolta in un pettegolezzo, anziché
esserne l'artefice, la stava facendo impazzire... e di conseguenza avrebbe fatto impazzire anche lui.
-
Ma... stai parlando del Prefetto di Grifondoro ? - chiese una ragazzina
Serpeverde del secondo anno.
-
Lasecchionadi
Grifondoro, vorrai dire... - le rispose una compagna, seduta su uno dei
neri sofà della Sala Comune dei Serpeverde - Sì,
Hermione Granger in persona. Ho sentito due Corvonero che ne parlavano !
-
Incredibile - disse un'altra ragazza seduta con loro - Fa tanto la
santarellina e poi se la fa con entrambi.
-
Che ti aspetti da una Mezzosangue... ?
Le
tre ragazze scoppiarono a ridere.
Pansy
Parkinson, seduta poco lontano, alzò incuriosita gli occhi
dalla rivista che stava leggendo.
Era
da un po' che ascoltava la conversazione di quelle ragazzine del
secondo anno e l'aveva trovata veramente interessante.
Sorridente,
chiuse la rivista e uscì dalla Sala Comune.
-
Hai sentito la novità ? - disse Nott, mentre copiava da
Draco il tema per la professoressa Sprite.
Draco
sbuffò, cercando inutilmente di concentrarsi su alcuni
incantesimi di Trasfigurazione.
-
Che novità ?
Nott
lo guardò con un sorriso innocente, sicuramente l'aggettivo
che si accostava meno ad un Serpeverde.
-
Ovviamente della faida tra Weasley e Potter per l'amore della Granger -
nel dirlo sbattè le palpebre con aria sognante.
-
Come non sentirla ?! - sbottò Malfoy, cercando di scacciare
il pensiero di schiantarlo seduta stante - Anche i quadri ne hanno
iniziato a parlare... Quei maledetti di Tassorosso non fanno altro che
impicciarsi degli affari degli altri !!!
Era
da almeno un'ora che si stava esercitando in una vecchia aula in disuso
nei sotterranei. Ma non era riuscito a trasfigurare nulla fino a quel
momento.
Il
vaso era rimasto vaso come la sedia era rimasta sedia.
-
Uffa, non ci riesco ! - scattò, sbattendo la bacchetta sul
tavolo.
-
E' perché non ti concentri ! - gli disse Theodore,
arrotolando la pergamena appena compilata - Non ti applichi abbastanza,Malfoy
!-
aggiunse, cercando di imitare la voce sostenuta di Hermione Granger.
-
Senti chi parla ! - gli rispose Draco, riprendendosi in malo modo il
suo tema - Hai appena copiato il mio tema, non sei nella posizione
giusta per giudicarmi,Nott
!
L'amico
sorrise divertito - Hai ragione ! Ma comunque è vero che non
ti concentri... guarda ! - puntò la bacchetta verso il
vecchio vaso di ceramica e recitò la formula.
In
meno di un secondo, questo si trasformò in una elegante
lampada verde argento.
-
Visto ?
Draco
sbuffò nuovamente, ma non disse nulla.
-
Se continuerai a pensare alla Granger, andrai male a tutti i test -
continuò l'amico, guadagnandosi un'occhiata seccata da
Malfoy.
-
Non posso farci niente ! - sbottò lui, alzandosi
nervosamente dalla sedia - Hai visto come mi ha ignorato stamattina ? E
lo stesso è successo ieri mattina.
Nott
ripensò alla lezione di Pozioni.
Hermione
Granger aveva ignorato Malfoy come spesso aveva fatto in passato.
Fin
qui niente di troppo strano. La cosa che invece lo aveva sorpreso
è che l'avesse imitata anche l'amico.
-
Anche tu l'hai fatto... - disse, alzando le spalle - L'hai ignorata per
tutto il tempo, non l'hai provocata nemmeno una volta...e non l'hai
più cercata dopo le lezioni !
Malfoy
gli si avvicinò spazientito - L'ho fatto perché
lei mi ha rifiutato l'altra sera! Non sono certo Weasley che le corre
dietro come un cagnolino.
Theodore
lo guardò, alzando un sopracciglio - E di chi è
la colpa ? Chi è che non le ha voluto dire la
verità ?
-
Oh, piantala ! - esclamò Malfoy, prendendo le sue cose per
andarsene - Ormai quello che è fatto è fatto... e
poi domani ho appuntamento con lei in quella topaia della Stamberga
Strillante.
Anche
Nott prese la borsa ed insieme si avviarono verso la Sala Comune dei
Serpeverde.
-
Domani, fossi in te, mi farei perdonare ! - gli sussurrò
Nott prima di entrare, beccandosi uno spintone come risposta.
Come
ogni sera, o almeno, come ogni sera nell'ultima settimana, Hermione si
chiuse in camera sua.
Per
fortuna Lavanda e Calì rimanevano in Sala Comune fino a
tardi ultimamente, almeno non era costretta a scegliere tra le
petulanti chiacchiere delle sue compagne di stanza e le occhiate d'odio
che Ron le lanciava non appena la incrociava in corridoio o durante le
lezioni.
Inoltre,
vederli sbaciucchiarsi di continuo le ricordava dei brutti momenti
passati mesi prima. Ed anche se non era più gelosa non
poteva negare che la cosa le desse ancora fastidio.
A
maggior ragione, trattandosi di una delle creature femminili che dopo
Pansy Parkinson detestava di più.
Qualcuno
bussò alla porta facendola sobbalzare impercettibilmente.
-
Avanti ! - disse, un po' in ansia.
Ma
poi si rasserenò vedendo la testolina rossa di Ginny far
capolino nella stanza.
-
Posso ?
-
Vieni, siamo sole ! - le disse Hermione, sedendosi sul suo letto.
Ginny
chiuse la porta e la guardò con una strana faccia.
-
Hermione, devo parlarti ! - disse frettolosamente.
L'amica
fece un gesto eloquente con la mano - So già del
pettegolezzo, ne ho anche parlato con Harry prima...
-
Non si tratta di quello... - disse Ginny, scuotendo i lunghi capelli
rossi - Volevo dirti che Harry e Ron hanno fatto pace !
Hermione
a quelle parole sgranò gli occhi e fece un sorriso felice -
Ma è meraviglioso Ginny ! Com'è successo ?
Ma
l'espressione dell'amica non sembrava entusiasta.
-
Perché hai quella faccia ? Non sei contenta ? - chiese,
scrutandola perplessa.
Ginny
sbuffò, sedendosi accanto a lei - No... cioè, non
è che non sia contenta per loro. Non sono contenta per me !
Hermione
aggrottò le sopracciglia - Non ti seguo...
-
Sai con chi sta Ron, no ? - sussurrò Ginny, con una faccia
cupa.
-
Sì, come lo sa tutto il castello - rispose Hermione incrociando le braccia.
-
Appunto. - sbuffò nuovamente Ginny con fare rassegnato.
-
Domani Ron ha dato appuntamento ad Harry ai tre manici di scopa per un
appuntamento a quattro.
A
quelle parole Hermione sentì una fitta prenderle lo stomaco.
-
Ma non dovevamo andare insieme al pub ? - chiese, cercando di non far
trasparire il suo turbamento.
-
Sì ma non preoccuparti Hermione, ci vedremo con Ron e
Lavanda verso due... quindi avremo tutta la mattina per...
-
Alle due ??! - esclamò Hermione, interrompendola - Ma ho
appuntamento con Malfoy alle quattro ! Che farò per due ore
da sola ?!
Ginny
la guardò preoccupata - Mi dispiace tanto... anche Harry
è piuttosto contrariato nonostante cercasse da giorni di
fare pace con Ron.
Hermione
rimase in silenzio e questa volta non cercò di nascondere
l'espressione triste che era nata sul suo volto.
Sapeva
che sarebbe successo prima o poi.
-
Scusami Hermione...avrei dovuto oppormi, lo so. - disse mortificata
Ginny vedendo il suo viso.
Era
logico che prima o poi Ron avrebbe perdonato Harry.
Come
era logico che sarebbe stata "esclusa" da molti dei momenti che avrebbe
voluto condividere con i suoi amici, come bere una burrobirra durante
la gita di Hosgmeade.
Sarebbe
rimasta sola molto più a lungo adesso.
-
Lascia perdere. Non sono arrabbiata e non è affatto colpa
tua. Non preoccuparti per me, in quelle due ore andrò in
biblioteca... tanto per cambiare... - le rispose Hermione, accennando
un sorrisetto ironico, anche se la morsa allo stomaco non accennava a
scomparire.
Dopo
che Ginny se ne fu andata, scusandosi altre mille volte con lei,
Hermione si avvicinò ad un vecchio quadro che aveva appeso
vicino al letto. Lo aveva messo lei stessa per nascondere una crepa
che si era formata nel muro con gli anni. Non tanto per nasconderla, ma
per poterla usare come nascondiglio di alcuni oggetti personali.
Spostò
leggermente il quadro da un lato, prendendo dalla fenditura il diario
di Zabini. Lo aveva già letto tutto, ma mai come in quel
momento aveva pensato di poter capire quanto avesse sofferto
quell'odioso Serpeverde. Forse doveva fare qualcosa per aiutarlo oltre
che fermare la sua "sete"di vendetta. Doveva sentirsi utile a qualcosa
per non sentire anche lei quel dolore che si prova quando ci si sente
soli.
Si
mise a letto rileggendo attentamente tutti i pezzi recenti del diario,
fino a quando il sonno non la costrinse a nasconderlo nuovamente nel
suo nascondiglio più sicuro.
Blaise
Zabini aveva imboccato il corridoio che conduceva alle scale dirette
per i sotterranei, le lezioni erano appena finite ed un intero
pomeriggio di ozio lo aspettava al suo rientro nella Sala Comune.
Accanto
a lui camminava Malfoy, con il quale stava contrattando un'eventuale
entrata nella squadra di Quidditch visti i recenti infortuni che vi
erano stati nelle ultime partite. Anche se il Capitano Serpeverde non
sembrava convinto e stava insistendo perché aspettasse
almeno il nuovo torneo.
Attaccata
al braccio di Malfoy, Pansy Parkinson camminava impettita fulminando
qualsiasi essere femminile osasse posare lo sguardo sul suo ragazzo.
Nott,
Tiger e Goyle li seguivano di qualche passo, distrutti dalla lezione di
Trasfigurazione appena finita.
Proprio
in quel momento, dalla parte opposta del corridoio, era apparsa Hermione
Granger stracarica di libri da riportare in biblioteca.
Non
aveva neanche visto i Serpeverde, tanto la sua visuale era coperta dai vecchi
tomi di magia.
Non
appena l'ignara Grifondoro si era trovata accanto a loro, Pansy
lestamente le aveva messo un piede davanti alle gambe facendola
rovinare a terra insieme a tutti i libri.
-
Ahahah, ti sta bene Mezzosangue ... - aveva riso la ragazza.
-
Devi stare attenta a dove metti i piedi ! - aveva aggiunto Tiger,
sghignazzando insieme a Goyle e Malfoy.
-
Oggi i tuoi amichetti non ti accompagnano ? - aveva sibilato anche
Malfoy, divertito nel vederla raccogliere febbrilmente i suoi amati
libri.
-
Si sono già stancati della tua petulanza ?
Però,
contrariamente a quanto pensato da Blaise, la Granger lo aveva snobbato
rispondendogli freddamente - Non sono affari tuoi Malfoy e comunque,
grazie a te, Parkinson... - la ragazza aveva poi spostato il suo
sguardo sulla Serpeverde - ....uno dei libri preferiti di Madama Pince
si è rovinato. Sarà felice di sapere chi l'ha
fatto cadere.
-
Maledetta Sangue Sporco !!! - aveva esclamato la Parkinson a quelle
parole, facendo il gesto di prendere la bacchetta. Ma Zabini l'aveva
fermata intravedendo la McGranitt fissarli sospettosa dalla fine del
corridoio.
-
Lascia perdere Pansy, sta arrivando la Megera McGranitt - aveva detto
Blaise alla compagna, facendo sussultare Hermione per come aveva
chiamato la sua professoressa preferita.
-
Sbrighiamoci ad andarcene prima che ci punisca... ci manca solo che
invii un altro gufo a casa per rovinarmi l'estate.
Velocemente
i Serpeverde si erano affrettati a tagliare la corda, lasciando la
Grifondoro a raccogliere i suoi libri.
Hermione
aprì gli occhi di scatto.
Alcuni
uccellini stavano cinguettando sul davanzale della finestra,
annunciandole che già fosse mattina.
Fu
felice di ritrovarsi nel suo letto e non in mezzo al corridoio intenta
a raccogliere decine di libri.
Che
strano sogno che aveva fatto ! Ma perché il suo incoscio le
aveva fatto sognare proprio quel fatto ?
Era
accaduto quasi sei mesi prima e non ci aveva più ripensato.
Anche la prima volta che aveva letto il diario non ci aveva prestato
particolarmente attenzione. Ma quando l'aveva riletto la sera prima si
era ricordata persino quello che si erano detti.
Eppure
era stata una delle tante volte che aveva incontrato Malfoy e la sua
combriccola in quei mesi, ma allora perché ne era rimasta in
qualche modo colpita ?
La
ragazza guardò pensierosa fuori dalla finestra, dove un
pallido sole accennava ad alzarsi nel cielo.
Le
temperature si erano leggermente rialzate quella settimana ma sicuramente le belle giornate come quella presto sarebbero state
sostituite da altre con neve e pioggia.
Quel
giorno avrebbe dovuto vedere Malfoy e, per un secondo, il suo istinto
la fece rannicchiare maggiormente nelle calde coperte. Forse avrebbe
potuto passare nel suo letto quella giornata, senza dover vedere quel
Serpeverde, né tantomeno Ron e Lavanda.
Ma
nonostante quel pensiero fosse alquanto invitante, Hermione si
tirò su a sedere nel letto e guardò la propria
immagine riflessa nel vetro della finestra. No, non poteva rimanere in
camera, non era da lei agire così. Doveva affrontare Malfoy,
da brava Grifondoro, e chiarire con lui riguardo al loro rapporto.
Avrebbe dovuto far buon viso anche alla storia di Ron e Lavanda ed al
fatto che non avrebbe potuto stare con i suoi amici.
Doveva
farlo. Scappare a nascondersi non sarebbe stata la soluzione giusta.
Si
preparò facendo ben attenzione a non svegliare Lavanda e
Calì. Erano appena le sette, quindi aveva un buon margine di
tempo per scendere a fare colazione senza rischiare di fare incontri
poco graditi. L'appuntamento che aveva con Ginny ed Harry era per le
nove all'ingresso della scuola, in questo modo avrebbe avuto persino il
tempo di passare in biblioteca per riportare alcuni libri presi in
prestito.
Compiaciuta
del suo ottimo programma mattutino, si diresse frettolosamente in Sala
Grande dove, tra i tavoli imbanditi di varie cibarie e bevande,
potevano contarsi al massimo sei studenti seduti a fare colazione.
Ma
quando lo sguardo si posò inconsciamente al tavolo Serpeverde
le si gelò il sangue.
Malfoy
era l'unico Serpeverde seduto al tavolo della sua casa ed aveva gli
occhi fissi nei suoi.
Sentendo
il cuore aumentare freneticamente, Hermione distolse lo sguardo da lui
sedendosi ed afferrando un paio di toast e la prima marmellata che si
era trovata davanti.
Con
la coda dell'occhio però si mise a studiare il Serpeverde
che la stava continuando a fissare senza complimenti.
-
Questo modo fastidioso che ha di fissare la gente mi da ai nervi ! -
pensò Hermione, voltandosi per prendere la brocca di succo
d'arancia.
-
Parla tanto di educazione... ma poi...
Girandosi
le venne spontaneo lanciare uno sguardo stizzito al Serpeverde ma...
rimase basita fissare il vuoto. Malfoy non era più al suo
posto.
-
Buongiorno Mezzosangue !
Hermione
si bloccò con la brocca ancora a mezz'aria che per poco non
le sfuggì di mano.
Malfoy
le sorrise, avvicinandosi al tavolo e sedendosi nel posto di fronte a
lei.
-M-Malfoy !
- disse Hermione un po' a disagio - Che ci fai seduto al tavolo Grifondoro ?
Il
ragazzo alzò un sopracciglio - Mi sono perso, Granger !
Hermione
lo guardò male - Molto divertente.
-
E'colpa tua e delle domande che fai. - le sussurrò lui di
risposta, prendendole la brocca dalle mani e versando il succo in un
calice.
-
Come ti pare Malfoy, ma non puoi sederti qui - puntualizzò
ugualmente Hermione guardandolo freddamente.
Per
un secondo Hermione vide gli occhi di Draco intristirsi prima di
tornare freddi ed impassibili come sempre.
-
Quante storie Mezzosangue, volevo solo augurarti il buongiorno e...
Hermione
aggrottò le sopracciglia - E...
Draco
sorrise - E sapere se oggi mi darai buca... sai, non vorrei stare ad
aspettarti in quella topaia più del dovuto.
Ma
poi il sorriso scomparve, lasciando un'espressione tesa al suo posto -
Se quindi hai intenzione di non venire dimmelo subito.
Hermione
ingoiò a vuoto.
Malfoy
aveva avuto più coraggio di lei in quel frangente. Lei non
si sarebbe mai seduta al tavolo di Serpeverde per chiedergli una cosa
del genere.
Lo
guardò, cercando nella sua mente dei validi motivi per non
andarci, ma non ne trovò nessuno.
-
Non mancherò... - rispose alla fine.
Malfoy
la scrutò in silenzio per qualche secondo, prima di bere il
calice che aveva riempito ed alzarsi per tornare al suo tavolo.
-
Ah, aspetta! - lo chiamò inaspettatamente la ragazza.
Lui
rimase di spalle, mettendosi le mani in tasca - Che c'è ?
-
Potremo vederci alle due invece che alle quattro ?
Ma
che diamine le era venuto in mente !? Si ammonì da sola,
mentre Malfoy si voltava a guardarla un po' sorpreso.
La
sua bocca aveva fatto quella domanda prima che il suo cervello le
ordinasse di tacere.
-
Come mai vuoi anticipare, Mezzosangue ?
Hermione
sospirò, tanto valeva che a quel punto gli dicesse la
verità.
-
Ron verrà ai tre manici di scopa verso le due e sinceramente
preferirei non incontrarlo, soprattutto non in luoghi pubblici. Hai
sentito anche tu del pettegolezzo su me Harry e Ron, vero ?
Malfoy
la guardò con espressione scocciata - Come non sentirlo ! A
volte mi sembra di studiare nella redazione della Gazzetta del Profeta
e non a Hogwarts.
Hermione
accennò un sorriso - Già... Per questo
è meglio non farmi trovare al pub !
Alcuni
studenti piuttosto insonnoliti di Corvonero entrarono in quel momento
in Sala Grande, costringendo Hermione ad abbassare la voce per non
attirare l'attenzione su di loro.
-
Comunque pensi di poter anticipare ? - sussurrò con forza al
Serpeverde.
Malfoy
ci pensò su qualche secondo - Non lo so, non avevo previsto
una cosa del genere e devo stare attento a non farmi vedere dagli altri
Serpeverde.
-
Vedrò quello che posso fare, ti avviserò se
riesco a liberarmi prima.
Hermione
lo guardò un po' dubbiosa - E come faresti visto che non
puoi mandarmi un gufo ?
-
Non preoccuparti Mezzosangue, troverò il modo.
Draco
ghignò, prima di voltarsi ed andarsene al suo tavolo.
Dopo
un inizio un po' incerto, la mattinata non sembrò migliorare
molto per Hermione.
Non
appena arrivati al Villaggio Ginny trascinò Harry ed
Hermione ai "Tiri Vispi Weasley" per salutare i gemelli.
-
Sei sicura che non ci sia anche Ron ? - chiese Hermione un po'
titubante, mentre guardava l'entrata piena di ragazzi curiosi dalle
mille diavolerie esposte negli scaffali.
Ginny
le sorrise, rassicurante - Sì, stai tranquilla. Ron ha detto
che sarebbe passato oggi pomeriggio da Fred e George.
Una
volta dentro, un festante George Weasley venne loro incontro.
-
Ehi, Ginny - disse, abbracciando la sorella - Finalmente ci siete
venuti a trovare! Pensavamo che la McGranitt avesse cancellato la gira
ormai...
Harry
sorrise vedendo invece Fred spuntare da dietro uno scaffale di Torroni
Sanguinolenti.
-
Come va ragazzi ? - chiese gioviale, con ancora una scatola di Torroni
in mano.
Hermione
pensò al ricatto di Zabini, alla rottura con Ron, ai suoi
sentimenti proibiti per Malfoy.
-
Magnificamente... - rispose con un sospiro.
Fred
accennò un sorrisetto impertinente - Bene Granger, speravamo
che ti mancassimo almeno un pochino come vittime sacrificali delle tue
manie da Prefetto Perfetto !.
Hermione
alzò un sopracciglio.
-
Sicuramente non mi facevate annoiare, Fred - ammise divertita,
togliendogli di mano la scatola di Torroni e leggendo l'etichetta
contente il prezzo.
-
Comunque vedo che le cose vi vanno bene !
-
Sì, infatti - rispose il ragazzo con un gran sorriso -
Abbiamo dovuto anche assumere delle persone per aiutarci con i clienti !
-
Ma Ron dov'è ? - chiese George, scrutandosi intorno notando
solo in quel momento l'assenza del fratello minore.
Ginny
guardò Harry che non mancò di intervenire.
-
E' in giro con Lavanda in questo momento. E' tornato insieme a lei.
-
Oh - dissero quasi in coro i gemelli, spostando i loro sguardi
perplessi su Hermione.
-
Non posso crederci che abbia fatto due volte lo stesso errore... -
disse Fred, grattandosi la testa.
Hermione
si sentì a disagio, era colpa sua stavolta se Ron stava con
Lavanda.
Sperò
con tutto il cuore che non le chiedessero nulla.
-
Dai ragazzi, basta parlare di Ron. Fateci vedere le vostre nuove
invenzioni di quest'anno!
Per
fortuna Ginny era intervenuta in aiuto dell'amica.
-
Certamente, seguitemi nel retro ! - rispose George sorridente, noncurante
dello sguardo colmo di gratitudine che Hermione aveva lanciato alla
sorella.
Malfoy,
Nott, Tiger e Goyle entrarono ai tre Manici di Scopa.
-
Ma Draco, potevamo andare prima a Mielandia ! - protestò
Goyle, togliendosi il mantello.
-
Ho voglia di una burrobirra. Ci andremo dopo a Mielandia. - rispose
gelido Malfoy, scrutando il locale alla ricerca della conferma che
cercava.
-
Ma sono appena le dieci !
-
E allora ?
Draco
ghignò nel vedere nei tavoli più lontani dal
bancone Blaise Zabini sedersi con Pansy Parkinson, Daphne Greengrass e
sua sorella Asteria.
Nessuno
di loro sembrava essersi accorto di essere seguito.
Theodore
si affiancò a Draco.
-
Questo si chiama "stalking", amico ! - sussurrò al suo
orecchio, guardando Zabini sedersi dando loro le spalle.
Draco
accennò un sorriso.
-
Allora me lo farai quel favore ?
Theodore
lo guardò con sguardo birichino.
-
Vedremo...
Si
misero seduti alla destra del bancone, in modo che Draco potesse
controllare tutte le mosse di Pansy e Zabini.
-
Quattro burrobirre per favore ! - chiese educatamente Nott ad una
giovane cameriera che indaffarata cercava di stare dietro a
quell'invasione di studenti di Hogwarts.
-
Insomma dove andiamo dopo ? A Mielandia o da Zonko ? Gregory
preferirebbe Mielandia in verità - chiese Tiger, non appena
si furono messi comodi.
-
Per me è lo stesso - rispose Draco, continuando ad osservare
la schiena di Zabini.
-
Io comunque rimarrò solo fino alle due.
-
Eh ? - dissero all'unisono i due scagnozzi.
-
Perché ? Che hai da fare ? - chiese Tiger, un po' confuso.
Malfoy era sempre stato con loro durante le gite ad Hosgmeade.
-
Mio padre ha ordinato un abito per me alla sartoria più
famosa di Hosmeade. E vuole che lo vada a provare prima del Ballo che
ci sarà a Natale. - rispose lui serafico con una falsa
espressione annoiata.
-
Vuoi che veniamo anche noi ? - chiese Goyle con un pizzico di ansia,
sperando che lui dicesse di no.
Zonko
era sicuramente un alternativa più allettante di una
sartoria.
-
No, non serve. Ci vedremo direttamente a cena.
Tiger
e Goyle fecero un nascosto sospiro di sollievo, non chiedendosi quanto
effettivamente fosse strano che Malfoy non volesse essere accompagnato
come suo solito.
-
George, che fa questo cappello ? - chiese Harry, afferrando uno strano
copricapo verde che ricordava il cappello parlante.
-
Ti faccio vedere, mettilo ! - disse George affabile, scambiandosi uno
sguardo con il fratello.
Harry
indossò il cappello aspettando ulteriori istruzioni quando
sentì le gambe, improvvisamente molli, cedere sotto il suo
peso e la vista annebbiarsi.
Fred
lo prese al volo, evitandogli una brutta caduta.
-
George, ha funzionato ! Effetto istantaneo! - esclamò euforico.
Ginny
si precipitò accanto al ragazzo - Harry ! Che succede ? -
chiese, non ottenendo risposta.
Harry
era completamente incosciente mentre Fred delicatamente lo adagiava
sopra ad un vecchio divano poco distante, seguito dalla sorella.
Hermione
li guardò con lo sguardo di un'oca inferocita - Cosa ha
funzionato ? Che diavolo gli avete fatto voi due !?
-
Tranquille ragazze - rispose Fred con un sorriso angelico - Harry sta
dormendo come un bambino.
Ma
Hermione continuò a guardarli arcigna - Mi spiegate
l'utilità di questo "coso" ? Oltre al fatto che ora abbiamo
Harry ko.
I
gemelli trattennero un sorriso - E' semplice Granger -
Spiegò George - In questo modo puoi saltare la scuola senza
vomitarti l'anima o dissanguarti dal naso, molti clienti ci hanno
chiesto una soluzione molto più soft.
-
Anche se tuttavia sarà più costosa delle
precedenti - puntualizzò Fred.
-
E come si esce da questa specie di coma ? - chiese Ginny con un filo di
preoccupazione.
-
Basta un po' d'acqua sul viso, altrimenti si dorme per un'ora.
-
Ah, menomale - disse Ginny con un sospiro - Già pensavo di
dover tornare al castello con Harry sulle spalle !
-
Comunque come al solito siete stati i soliti irresponsabili a
collaudare una cosa del genere su Harry ! - intervenne Hermione con le
braccia sui fianchi ed un'espressione arrabbiata.
-Suvvia
Granger, non fare la bacchettona come al solito - disse Fred.
-Harry
non è mai stato in pericolo altrimenti non glielo avrei
fatto provare ! - continuò George con aria angelica.
Hermione
fece per rispondere quando vide dallo spiraglio della porta una persona
famigliare entrare ai"Tiri
Vispi Weasley", si avvicinò per controllare
meglio e solo allora si voltò verso i tre Weasley che invece
erano rimasti in silenzio a guardarla.
-
Hermione, che c'è ? - chiese Ginny, con Harry ancora svenuto
tra le sue braccia.
-
Mi è sembrato di vedere qualcuno che conosco, torno subito.
- rispose lei evasiva, sparendo dietro la porta.
Ginny
sospirò prima di guardare i fratelli con le sopracciglia
aggrottate - Avete detto... acqua ?
Nott
si aggirò silenzioso in mezzo alla "folla" che ammirava
ammaliata ogni diavoleria presente sugli scaffali.
Si
sentì un po' a disagio, ma era normale, visto che era la
prima volta che entrava in un negozio notoriamente "Grifondoro" che,
inoltre, faceva concorrenza al suo amato Zonko.
Però
dovette ammettere che alcuni oggetti fossero veramente geniali. Alla
fine i gemelli Weasley, a differenza di Ron, li aveva sempre giudicati
brillanti nel loro genere. Senza contare le risate che gli avevano
fatto fare con i fuochi artificiali che avevano sparato sulla Umbridge,
una giornata impagabile dal suo punto di vista.
Aveva
appena superato le prime due corsie che si sentì afferrare
per un braccio e sussurrare in un orecchio - Vieni con me.
-
Per fortuna che mi hai trovato tu, Granger - sussurrò Nott
con gratitudine, riconoscendo la sua "rapitrice" dai lunghi capelli
castani - Ero già rassegnato a dover girare tutto il
villaggio, anche se ero quasi sicuro di trovarti qui.
Hermione
accennò un sorriso prima di trascinare il Serpeverde dietro gli
scaffali dove i gemelli mettevano i prodotti danneggiati. Sicuramente
lì avrebbero avuto un po' di privacy.
-
Sei stato imprudente a venire qui, Nott - gli sussurrò
Hermione guardandosi intorno - Non so se te ne sei accorto, ma sei
l'unico Serpeverde nei paraggi.
Nott
la guardò divertito - E allora ? Non sono certo in "vista"
come Malfoy come nemico numero uno dei Grifondoro !
Hermione
gli lanciò uno sguardo piuttosto scettico.
-
Inoltre - continuò Nott, guardando lo scaffale
più vicino - Nessuno ha badato a me quando sono entrato,
erano tutti intenti a guardare queste diavolerie geniali - fece per
toccare uno strano cofanetto quando Hermione, allarmata, gli
tirò la manica.
-
Non toccarlo ! Questi sono oggetti danneggiati che Fred e George
dovranno sistemare, potrebbero essere pericolosi - si
giustificò, sentendosi a disagio per la confidenza che si
era presa con lui e per il fatto di aver fatto per l'ennesima volta "la
voce della coscienza".
Nott
scoppiò a ridere - Non cambierai mai eh, Granger ?
Hermione
arrossì lievemente - Spero di no, almeno resterete in vita
più a lungo - rispose sbuffando.
-
Comunque perché sei venuto a cercarmi ? Hai un messaggio da
parte di Malfoy ?
-
Sì, esatto. - le rispose il Serpeverde tornando serio - Mi ha
detto di confermarti che vi vedrete alle 14:00 alla "topaia", come
volevi tu.
Hermione
sentì il cuore martellare così forte da farle
quasi male. Anche se dentro di sé si ammonì per
la sua mancanza di polso quando si trattava di Malfoy. Dopotutto era
ancora infuriata con lui per come l'aveva tratta negli ultimi giorni.
Nott
la vide mordersi pensierosa un labbro, come quando in classe era in
procinto di risolvere un compito.
-
Non prendertela troppo, Granger - disse con nonchalance.
Hermione
lo guardò interrogativa, chiedendosi intimamente se Nott
avesse letto i suoi pensieri.
Il
Serpeverde ghignò, ricordandole chi avesse davanti.
-
I-Io non me la prendo affatto ! - rispose stizzita, non sapendo dove
Nott volesse andare a parare.
-
Oh sì invece. - rispose il ragazzo, guardandosi intorno - In
questo vi somigliate molto... voi due...
Hermione
non fece in tempo a rispondere che già Nott si era voltato
cercando con gli occhi di individuare l'uscita per andarsene.
-
Ora scusami ma devo tornare a pedinare Zabini. D'altronde io e Draco
non abbiamo fatto altro che tenerlo d'occhio tutta la settimana -
buttò lì con un sospiro rumoroso, vedendo con la
coda dell'occhio la ragazza irrigidirsi con un'espressione stupita.
-
Ci vediamo ! - le fece un cenno con la mano e si allontanò
velocemente da lei con un sorrisetto compiaciuto, scomparendo poco dopo
tra gli studenti che festanti si aggiravano per il negozio.
Hermione
rimase per qualche secondo a fissare il vuoto.
-
D'altronde io e Draco non abbiamo fatto altro che tenerlo d'occhio
tutta la settimana -
Era
vero ?
Harry
aprì lentamente gli occhi vedendo davanti a sé
solo una sagoma sfogata.
-
Finalmente ti sei svegliato ! Pensavo che Fred e George avessero
mentito riguardo all'acqua !
Il
Grifondoro si tirò su, ancora insonnolito, constatando di
avere i capelli ed il mantello bagnati.
-
Che è successo ? - chiese, rimettendosi gli occhiali che
premurosamente Ginny gli aveva messo nel taschino.
-
Sei stato vittima di un esperimento dei miei fratelli, quel cappello
che hai messo fa addormentare profondamente chiunque lo indossi. Mi
dispiace tanto Harry, adesso sei tutto bagnato !
Harry
la guardò stupito per un momento prima di sorriderle
dolcemente. Quando si preoccupava per lui Ginny era adorabile.
-
Non preoccuparti ! Conoscendo Fred e George poteva anche andarmi peggio
- disse allegramente, facendola ridere.
-
A proposito, dove sono tutti ? - chiese poi guardandosi intorno.
-
Fred e George sono tornati al lavoro, mentre Hermione è
sparita qualche minuto fa dicendo di aver visto qualcuno.
-
Qualcuno ?
Proprio
in quel momento entrò Hermione.
-
Harry, stai bene ? - chiese subito l'amica, scrutandolo con attenzione.
-
Sì, un po' umido, ma tutto intero - rispose lui, facendo
sorridere nuovamente Ginny. - Dove eri sparita ?
Hermione
abbassò lo sguardo - Ero con Nott, mi ha confermato
l'appuntamento con Malfoy per le due. Almeno non
passerò due ore da sola, anche se credo che dovrò
comunque abituarmici...
Sia
Ginny che Harry la guardarono un po' a disagio. Un breve attimo di
riconoscenza per Malfoy sfiorò i pensieri di Harry.
-
Ma ora che ne dite di andare a prendere una bella Burrobirra ? -
propose Ginny, spezzando quel innaturale silenzio tra loro.
-
Sono d'accordo! - rispose Hermione con un sorriso.
-
Perché no! - disse Harry, puntando la bacchetta sul suo
mantello e facendo uscire un fiotto d'aria calda che successivamente
spostò sui capelli, arruffandoli più che mai.
Draco
posò il boccale, ormai vuoto, sopra il vecchio tavolo.
Faceva finta di ascoltare le inutili chiacchiere di Tiger e Goyle sul
Quidditch, chiedendosi invece se Theodore fosse riuscito a trovare
Hermione senza aver dato troppo nell'occhio.
Zabini,
Pansy e le due Greengrass erano ancora seduti al tavolo a parlare,
apparentemente ignari di essere osservati.
Draco
strinse i pugni sotto al tavolo.
Fino
a che non l'avesse saputa al sicuro (con lui) non avrebbe mai dovuto
perderli di vista.
-
Allora che ne dici Draco ? - chiese a sorpresa Goyle.
Malfoy
si ridestò - Allora cosa ?
-
Di andare subito da Mielandia visto che fra non molto dovrai andare.
Draco
spostò nuovamente la testa verso il tavolo di Zabini e, con
sua sorpresa, vide il gruppetto alzarsi ed andare a pagare il conto
alla cassa.
-
Va bene - disse subito prendendo il suo mantello dalla sedia - Forza
andiamo.
Tiger
provò a protestare - Aspetta, ancora non ho finito la
Burrobirra !
-
Neanche io ! - disse Goyle.
-
Allora sbrigatevi ! - abbaiò Malfoy, mentre li osservava
bere convulsamente la loro bevanda.
-
Pansy voi andate avanti da Zonko, io vi raggiungo subito.
Disse
Zabini una volta fuori dal pub, intravedendo tre inconfondibili
sciarpe rosso-oro che si avvicinavano dalla fine della via.
-
Che vuoi fare ? - chiese Pansy curiosa.
Zabini
le fece l'occhiolino, facendola arrossire lievemente.
-
Solo confermare una cosa...
-
Non so bene perché abbia detto così... - disse
Hermione a Ginny - Ma se è vero, Malfoy è solo un
grandissimo idiota.
Harry
seguiva le ragazze indietro di qualche passo, con l'aria tra il
rassegnato e quella di chi sta sentendo una cosa che invece non
vorrebbe sentire.
-
La cosa però ti fa piacere ! - le fece notare Ginny, facendola
arrossire.
-
Ma anche arrabbiare... - puntualizzò comunque Hermione,
sbuffando sonoramente.
-
Comunque Hermione - si intromise Harry, dietro di lei - Non possiamo
continuare a lungo questa storia. Malfoy non può programmare
ancora a lungo allenamenti straordinari per tenerti Zabini lontano.
Devi sbarazzarti di quel diario. Forse è meglio se lo
teniamo io o Ron.
Hermione
si fermò - E cosa cambierebbe ?
-
Che non se la prenderà con te magari.
Lei
si voltò a guardarlo - Questa storia l'ho iniziata io,
è giusto che ne paghi io le conseguenze.
-
Hermione, ascolta... - disse Harry pazientemente - Zabini sa che tu e
Ron non siete più amici, non verrà mai a cercare
il diario da lui, lo metterà in un posto sicuro.
-
Oppure potremo lasciarlo nella Stanza delle Necessità ! -
Suggerì Ginny - Lì non lo troverà mai,
anche se sarà più difficile per noi "consultarlo".
Hermione
sorrise, intenerita dalla preoccupazione dei suoi amici.
-
Ci penserò su e troverò una soluzione, promesso !
I
tre ragazzi ripresero a camminare, non accorgendosi di una testa
corvina che faceva capolino da un vicolo vicino alla strada.
-
Interessante ... - pensò Blaise compiaciuto - Molto
interessante.
***
Ragazze,
chiedo scusa per la mia "sparizione" in questi mesi, ma ho avuto delle
situazioni importanti da risolvere (che ancora purtroppo sono "in
corso"), infatti spero di non farvi aspettare così tanto per
il prossimo capitolo che comunque inizierò subito.
Spero
che comunque vi sia piaciuto anche se c'è poca
azione, cercherò comunque di rifarmi nel prossimo ;)
Ho
riletto di fretta il quindi qualora mi fosse sfuggito qualche
"orrore" segnalatemelo please, così lo correggo!
Hermione guardò nervosamente l'orologio e poi
sospirò.
Fissò
poi per un breve attimo l'inquietante "casa" che aveva di fronte a
sé e si fece coraggio per entrare.
Non
era la Stamberga Strillante a metterla a disagio, ma chi avrebbe
trovato al suo interno.
Erano
ormai le due meno cinque, conoscendo Malfoy e la sua
puntualità avrebbe scommesso cento galeoni sul fatto che
fosse già arrivato da un pezzo.
Attraversò
il giardino pieno di rovi ed erbacce e dopo aver constatato per
l'ennesima volta di non essere seguita, si infilò dentro
velocemente.
-
Lumus! - recitò, prima di incamminarsi verso la stanzetta
meno distrutta di tutta la casa.
In
quel momento una sonora imprecazione raggiunse le sue orecchie.
Hermione
sorrise tra sé e sé. Come previsto, lui era
già lì.
Quando
si affacciò nella stanza vide un Draco Malfoy, piuttosto
indispettito, dare un calcio ad una vecchia sedia impolverata.
-
Che stai facendo ? - chiese la ragazza, palesando la sua presenza.
Malfoy
alzò lo sguardo facendola tremare intimamente dalla testa ai
piedi.
-
D'altronde io e Draco non abbiamo fatto altro che tenerlo d'occhio
tutta la settimana...
Se davvero l'aveva fatto per proteggerla, perché non glielo
aveva detto?
Hermione
aveva bisogno di sapere.
-
Sei arrivata in anticipo, è un miracolo! - la voce del
ragazzo la distolse dai suoi pensieri.
Hermione
alzò un sopracciglio - I miracoli allora sono due, se metti
anche il fatto che questa casa sia ancora in piedi dopo la tua ultima
"visita".
Draco
accennò un sorriso, riprendendo la sedia che aveva
scaraventato in fondo alla stanza.
-
Che stavi facendo a quella povera sedia? - chiese nuovamente Hermione,
un po' incuriosita.
-
Stavo cercando di trasformala in qualcosa di più comodo. -
rispose lui senza guardarla.
-
Ma ultimamente ho dei problemi a Trasfigurazione. Non tanto con la
teoria, quanto con la pratica...
Hermione
prese la bacchetta nel mantello.
-
Posso? - chiese un po' titubante, sperando che Malfoy non si
offendesse.
-
Accomodati pure, Miss-so-tutto-io! - le rispose il Serpeverde,
facendosi da parte.
Nonostante
l'avesse presa in giro, Hermione notò subito il tono quasi
affettuoso che lui aveva usato.
Edaffettuosonon era
certo l'aggettivo che più si accostasse a Draco Malfoy.
In
meno di tre secondi un comodo sofà sostituì la
vecchia sedia malandata.
-
Niente male. - disse il Serpeverde, sedendosi per primo.
Hermione
lo imitò senza proferir parola.
Quando
entrambi si furono seduti, un silenzio carico di imbarazzo si
creò tra loro.
Draco
studiò Hermione con la coda dell'occhio.
Non
sembrava più arrabbiata come nei giorni precedenti o
distaccata come quella mattina a colazione.
Non
riusciva a capire cosa passasse per la testa a quella ragazza. Ed era
strano per uno come lui.
-
Allora... - disse Hermione, un po' imbarazzata per quell'innaturale
silenzio fra loro.
-
Come sono andati i tuoi allenamenti? Domani c'è la partita.
Draco
si voltò verso di lei, facendole aumentare il battito
cardiaco.
-
Sono stati massacranti, ma devo dire che alla fine ho ottenuto quello
che volevo. - accennò un sorriso, prendendole la mano.
-
Ah sì? - disse lei, guardando a terra mentre lui con
l'altro braccio l'attirava a sé. Se la Granger non era
più arrabbiata con lui ci doveva essere un motivo, non
poteva esistere sulla terra qualcuno che fosse più lunatico
di lui.
-
Domani sicuramente vinceremo la partita! - le sussurrò
all'orecchio - Verrai a vedermi?
La
ragazza continuò a fissare il pavimento polveroso - Forse...
- rispose con un sospiro.
Draco
le girò delicatamente il viso, costringendola a guardarlo
negli occhi.
-
Forse? - ridisse - Non dirmi che ce l'hai ancora con me per questi
giorni ?
Hermione
si prese qualche attimo per rispondere. Ricordava perfettamente quando
aveva dovuto faticare per avere una risposta da lui sul bacio della
ronda.
Doveva
agire in maniera diversa stavolta.
-
Non proprio... anzi, credo di doverti ringraziare dopotutto... - disse
furbamente, ricambiando lo sguardo del ragazzo.
Draco
rimase spiazzato a guardarla - Per cosa, esattamente?
Tra
tutte le reazioni che potesse avere quel giorno Hermione Granger,
quella per lui era sicuramente la più bizzarra.
Hermione
gli strinse la mano - Per aver tenuto Zabini lontano da me in questi
giorni... -sussurrò.
Draco
perse un battito.
Alla
fine ci era arrivata, aveva capito la sua intenzione. Quindi, di
conseguenza, aveva capito i suoi sentimenti per lei. Oppure no?
-
E' stato un caso, Granger. - disse, cercando di mantenere il contatto
visivo con lei. Ma in quel momento i suoi occhi erano
insopportabilmente luminosi, la stanza si era fatta più
calda e soffocante e quel divano più scomodo.
Sentì
da bravo Serpeverde l'esigenza di andarsene.
Hermione
sorrise percependo il suo disagio e, allo stesso tempo, un senso di
euforia riempirle il cuore.
Allora
lui l'aveva protetta davvero. Non era sicuramente stato un caso come
diceva lui, la sua espressione imbarazzata ne era la conferma.
Le
aveva detto più volte che fosse interessato a lei, ma
conosceva benissimo il proverbiale egoismo di Malfoy. Aveva sempre
messo le sue esigenze prima di quelle degli altri, tranne questa volta.
Il
fatto di contare realmente qualcosa per lui ormai era evidente quanto
quello di essere riuscita a prenderlo in contropiede, prima che potesse
ergere il solito muro di ghiaccio tra loro.
-
Io non credo che sia stato un caso... - disse con uno sguardo
sicuro, vedendolo agitarsi maggiormente sul sofà.
-
E tu cosa ne sai? - sbottò finalmente il ragazzo, alzandosi
in piedi - Il mio scopo è quello di vincere la partita!
Hermione
lo fissò. Nonostante le sue parole un lieve rossore si era
distribuito per le guance di Malfoy.
-
Certo, come no. - gli rispose, facendolo indispettire maggiormente.
-
Non hai appena detto di aver già ottenuto quello che volevi? E ancora non puoi dire di aver vinto, visto che dovrai giocare
domani.
Malfoy
la fulminò con lo sguardo.
-
Ti sbagli! Io parlavo veramente del Quidditch... in particolare dei
progressi fatti nei nostri allenamenti. Possibile che tu non l'abbia
capito? Eppure tutti ti ritengono la strega più brillante
di Hogwarts! - rispose stringendo i pugni.
A
quelle parole anche Hermione si alzò, fronteggiandolo
agguerrita.
Perché
doveva negare in maniera così spudorata di aver fatto tutto
questo per lei? Certo, sicuramente lo aveva fatto anche per la
partita, ma il Quidditch non era mai riuscito a far arrossire Draco
Malfoy. Forte delle sue supposizioni lo fissò negli occhi,
leggendo ancora del disagio da parte del ragazzo.
-
Io non ti capisco proprio! - gli sibilò sulle labbra
- Perché non vuoi far vedere agli altri quello che fai di
buono?
Lui
rispose all'attacco.
-
Perché forse non ho fatto niente di buono! Ti ripeto che ti
ho aiutata per caso. E poi non hai detto che te la saresti cavata da
sola?
Hermione
si morse un labbro ma non volle cedere.
-
Certo! Ma a quanto ho visto ti sei sentito in obbligo di proteggermi
lo stesso.
L'espressione
di Malfoy era così scioccata da farle quasi venir voglia di
ridere.
-
Ma cosa vai farneticando?! Perché avrei dovuto farlo?
La
Grifondoro si fece coraggio.
-
Perché tieni a me! - gli strillò praticamente in
faccia.
Ecco,
finalmente l'aveva detto. Studiò l'espressione basita del
compagno decidendo se sbilanciarsi o meno ulteriormente.
-
E se anche non fosse per questo, sappi che io invece l'avrei fatto per
te. - aggiunse infine, cercando con tutte le forze di non arrossire.
Ci
fu un momento diinterminabilesilenzio
in cui i due ragazzi si guardarono negli occhi.
Hermione
trattenne il respiro, vedendo il viso di Malfoy passare dallo sconvolto
all'imbarazzato, prima di tornare alla solita espressione
imperturbabile di sempre.
Strinse
i pugni, quasi pentendosi di essere stata così diretta con
lui, di essersi messa a nudo così tanto.
-
Bene... - disse con un pizzico di amarezza, mal interpretando il
silenzio di lui.
-
Se davvero mi sono sbagliata sarà meglio che me ne torni al
castello, ma ciò non toglie che tu sia un idiota, Malfoy!!!
- aggiunse, prendendo la sua borsa e avviandosi velocemente verso la
porta di ingresso della casa.
Ma
non arrivò neanche a mettere la mano sulla maniglia che si
sentì afferrare da dietro.
Sgranò
gli occhi, rimanendo immobile.
Malfoy
la stava abbracciando.
Hermione
sentì le braccia di lui cingerle i fianchi ed il respiro
farsi più rapido sopra il suo orecchio.
-
No, non andartene! - le ordinòquasicon
disperazione.
Hermione
sospirò - E perché non dovrei?
Malfoy
si prese qualche secondo per rispondere.
La Grifondoro ascoltò in silenzio il battito frenetico del
suo cuore prima di sentirequelleparole.
-
Perché hai ragione...
Ad
Hermione mancò il respiro.
-
... sono davvero un idiota, Hermione. - finì lui, girandola
per guardarla negli occhi.
Un
sorriso spuntò sul viso del Serpeverde vedendola imbarazzata.
Le
carezzò il viso con dolcezza.
-
Ma sarei ancora più idiota se ti lasciassi andare via! -
aggiunse, prima di tuffarsi sulle sue labbra come da giorni sognava di
fare.
Era
passato troppo tempo da quando l'aveva baciata l'ultima volta e questo
gli era mancato terribilmente.
Lei
lo lasciò fare, mentre i suoi pensieri si aggrovigliavano
nel solito modo che ormai conosceva così bene.
Era
forse un'ammissione quella? Oltre al fatto di essere un idiota
ovviamente. Ma Hermione non perse troppo tempo a rispondere a quella
domanda, visto che ormai la passione aveva preso il sopravvento. Le
loro lingue avevano iniziato una danza frenetica mentre le mani
esploravano ognuno i capelli e la divisa dell'altro.
Malfoy
la prese in braccio di peso e la riportò sul divano, senza
smettere un secondo di baciarla, di accarezzarla.
La
depose delicamente, sdraiandosi sopra di lei.
-
Draco... A...Aspetta...- sussurrò lei, non appena
sentì la mano di lui infilarsi sotto la gonna.
Lui
si bloccò, guardandola con occhi colmi di desiderio.
-
Io non ho mai...
-
Lo so! - la zittì il Serpeverde, togliendo comunque la mano
- Non è certo un problema, ti guiderò io! - le
sussurrò, baciandole il collo.
Hermione
ormai era rossa come pomodoro maturo.
-
M...Ma non vorrai... qui dico!
Draco
ghignò - E dove sennò? - soffiò sulla
candita pelle del suo collo, facendola rabbrividire - Vorresti farlo
sulla cattedra di Piton o nel letto di Zabini?
Hermione
sorrise impercettibilmente, mentre una strana ansia si faceva largo in
lei.
Era
davvero quello che voleva?
Aveva
sempre sognato con Ron la sua prima volta ed in un contesto sicuramente
più romantico. Ma quelli erano stati anni di sogni mai
realizzati, quando comunque non si era mai dovuta porre realmente il
problema.
Non
che non volesse stare con Malfoy, ma non aveva mai avuto neanche il
tempo di razionalizzare quanto potesse spingersi in là la
loro storia. Forse era troppo presto per fare un passo del genere.
Draco
le sciolse la cravatta baciandole con dolcezza l'orecchio e poi con le
mani scese ad accarezzarla fino ad arrivare al seno.
L'ansia
si fece più forte ed un gemito le sfuggì dalle
labbra.
No,
decisamente ancora non era pronta perquesto.
-
A...Aspetta! - balbettò nuovamente, bloccandolo per la
seconda volta.
Lo
fissò con occhi lucidi.
-
Io non voglio... - disse con il respiro spezzato - Non ora almeno e
sicuramente non qui!
Per
un secondo un lampo di rabbia passò negli occhi del
Serpeverde.
-
Qual è il problema? - chiese, cercando di reprimere il
pensiero che lei non lo considerasse degno per la sua prima volta.
Hermione
abbassò lo sguardo - Sono io il problema. - rispose
mortificata - Ancora non mi sento pronta... scusami...
Se
fosse stata un'altra, Malfoy l'avrebbe sicuramente mandata al diavolo
in quel frangente. Ma vedere la fiera Mezzosangue mordersi il labbro e
chiedergli scusa con un'espressione quasi disperata, incrinò
impercettibilmente qualcosa nel suo cuore.
Fece
appello al suo più grande autocontrollo - E va bene... -
sospirò, tirandosi su e permettendole di sedersi.
-
Aspetterò che tu lo sia... ma non metterci anni,
Mezzosangue...- disse, mettendo un broncio così adorabile da
far sorridere la ragazza.
-
Grazie... - riuscì a dire lei, un po' commossa da tutta
quella inaspettata premura. Quando lo aveva bloccato per la seconda
volta Hermione era sicura che l'avrebbe cacciata dalla Stamberga
Strillante.
-
E adesso cosa facciamo? - le chiese Draco, con un sopracciglio alzato
ed un'espressione scocciata - Abbiamo ancora del tempo prima di dover
tornare a scuola.
Hermione
lo guardò passarsi una mano tra i capelli ormai
irrimediabilmente spettinati.
Malfoy
non gli era mai sembrato così bello come in quel momento.
-
Hai detto che ultimamente hai problemi con Trasfigurazione... - disse,
ricevendo uno sguardo interrogativo come risposta.
-
Potrei darti una mano con gli esercizi, almeno per potermi sdebitare
per l'aiuto che mi hai dato a Pozioni.
Draco
la fissò come se le fosse spuntato un terzo occhio sulla
fronte.
-
Non ci credo che tu stia dicendo sul serio...
Hermione
arrossì leggermente - Invece sì! -
esclamò, allacciando nuovamente la cravatta rosso oro - Ti
farò ripetizioni per tutta la settimana se vorrai, almeno
passeremo del tempo insieme e potremo conoscerci meglio.
-
C...Conoscerci meglio? - ripetè Draco, quasi scioccato.
Hermione
lo guardò, risoluta - Se vuoi che mi senta pronta...a...-
divenne cremisi in quel secondo -... afarlo,
vorrei prima passare del tempo in tua compagnia. Vorrei sapere qualcosa
in più su di te...qualcosa che non sappia già
ovviamente - Draco fece per rispondere ma lei lo zittì,
posandogli un dito sulle labbra - Ci guandagnerai doppiamente non credi
? Non vorresti prendere una E anche a Trasfigurazione?
-
Sì, ma... - provò nuovamente lui.
Ma
stavolta Hermione lo zittì baciandolo sulle labbra con
dolcezza.
Quando
si staccò da lui lo vide sospirare.
-
Ok, ok... hai vinto te. - disse rassegnato - Non capisco come ci si possaconosceretrasfigurando
una sedia, ma se è questo che vuoi... accetto la tua offerta
! Almeno avrai una scusa da rifilare a quella piattola di Potter per il
fatto vedermi tutto il resto della settimana!
Hermione
lo guardò male - Non ho bisogno di una scusa per vederti e
poi Harry non è una piatt....
Ma
non finì mai la frase, perché questa volta fu il
turno della Grifondoro di essere zittita con un bacio passionale.
Un
timido raggio di sole fece capolino tra le tende rosso-oro.
Hermione
aprì lentamente gli occhi ed un sorriso felice si fece largo
sulle sue labbra. Erano settimane che non si sentiva così
serena ed in pace con se stessa.
Aveva
finalmente chiarito con Draco e l'avrebbe rivisto per tutta la
settimana, senza contare dell'emozione che aveva provato nel sapere
cosa avesse fatto il Serpeverde per lei.
Agli
occhi di una persona normale sarebbe passata inosservata. Ma lei invece
aveva capito l'importanza di quel gesto così premuroso
quanto inaspettato da uno come Malfoy.
Si
preparò in silenzio mentre pensieri, ricordi ed un'euforia
crescente si accavallavano freneticamente nel suo stomaco e nella sua
testa.
Solo
quando fu pronta per uscire si rese conto che fosse rimasta sola nella
stanza. Di Lavanda e Calì non vi era neanche l'ombra.
-
Cielo, è cosi tardi? - si chiese, cercando velocemente il
suo orologio. Quasi le cadde di mano quando vide che mancavano dieci
minuti alle undici.
Stava
per perdersi la partita di Draco...
Si
precipitò in Sala Comune come una pazza. Neanche Harry e
Ginny erano rimasti ad aspettarla, doveva davvero aver dormito come un
ghiro se neanche la sua migliore amica era riuscita a svegliarla ! Con
questo pensiero si infilò nella Signora Grassa iniziando a
mettere direttamente guanti e cappello. A quell'ora era inutile anche
provare a fare colazione, la cosa migliore era raggiungere direttamente
gli altri allo Stadio.
-
Harry, io torno alla torre a vedere se è sveglia! -
annunciò Ginny Weasley con le sopracciglia aggrottate. Erano
davanti all'entrata dello Stadio da almeno venti minuti ed ormai gli
altri studenti erano tutti entrati a prendere i posti - E' strano,
conoscendola, che non sia già qui. - aggiunse guardandosi
intorno.
-
Magari ha cambiato idea. - disse Harry, con un mezzo sorriso. Sarebbe
stato bello per lui se il motivo fosse stato realmente quello.
Ginny
lo guardò male - Non ha cambiato idea, ho parlato con lei
prima di andare a dormire.
Harry
si passò una mano tra i capelli - Lavanda ha detto che
Hermione ci avrebbe raggiunti qui, vedrai che fra poco
arriverà!
-
E da quando ti fidi di Lavanda?Quellala odia! - rispose Ginny, incrociando le braccia.
Harry
la fissò divertito - Lo sai che quando fai così
assomigli a Ron? - disse, facendo indispettire maggiormente la ragazza.
-
Che cosa? Non dirlo mai più!
-
Ragazzi, calma! - disse una voce alle loro spalle - Sono qui.
I
due Grifondoro si voltarono e videro la loro amica avvicinarsi con il
fiatone.
Hermione
li aveva quasi affiancati quando Pansy Parkinson, sbucando
apparentemente dal nulla, le si parò davanti.
-
Buongiorno Zannuta! - disse con una luce malvagia negli occhi - Adesso
sei così spudorata che vieni a vedere Draco anche quando
gioca?
Hermione
la guardò con sufficienza - E da quando devo rendere conto a
te di quello che faccio?
La
Serpeverde si avvicinò di un passo, facendo scattare Harry e
Ginny che si misero al suo fianco.
-
Wow! Adesso hai anche le guardie del corpo! - disse Pansy, facendo
una risatina stupida.
-
Sappi che ci riprenderemo quelle foto! - guardò poi Harry e
Ginny - Tanto io e Blaise sappiamo che vi ha detto tutto, avete fatto
male ad impicciarvi.
Hermione
strinse i pugni - Lasciateli fuori da questa storia! -
comandò, cercando di mantenere la calma.
Harry
le mise una mano sulla spalla, mettendosi tra le due ragazze.
-
Lascia perdere, Hermione, tanto non possono fare nulla senza prove.
Pansy
assottigliò gli occhi - Per questo ce le riprenderemo...
Ma
inaspettatamente Hermione sorrise.
-
Ti risparmio la fatica allora. - disse, iniziando a frugare nella tasca
interna del suo cappotto.
Harry
e Ginny si guardarono confusi.
Che
diavolo stava facendo?
-
Hermione... - provò Harry, ma si bloccò non
appena l'amica tirò fuori dalla tasca una foto, che porse
poi alla Parkinson.
La
Serpeverde la guardò confusa, la Mezzosangue le stava
ridando la foto? Era impazzita del tutto o semplicemente si arrendeva?
Ma
dopo aver posato gli occhi sulla foto le lanciò uno sguardo
furente.
-
Tienila pure, tanto ho altre copie! - disse Hermione, con un sorriso
birichino.
La
faccia di Pansy diventò viola dalla rabbia - Maledetta! -
sibilò tra i denti - Non crederai di spaventarci con questa
roba?! Pensi che un professore non si accorga che l'hai manipolata con
la magia?
Hermione
non si aspettava che quella obiezione per affondare il colpo.
-
Considerando che è perfetta e che la McGranitt non
metterebbe mai in dubbio la mia parola, ti rispondo : Sì
invece, credo proprio di spaventarvi. - disse fieramente.
Un
boato proveniente dallo Stadio non permise alla Parkinson di
risponderle.
Stava iniziando la partita.
-
Per questa volta ti lascio perdere, Mezzosangue. - disse alla fine la
Serpeverde, guardandola con astio - Ma non finisce qui! -
puntualizzò, prima di sparire per le larghe porte d'entrata.
-
Che diavolo è successo? - chiese per primo Harry, quando la
Parkinson se ne fu andata.
Hermione
guardò i suoi amici fissarla basiti ed iniziò a
ridere, togliendo dalla tasca un'altra foto.
-
Secondo me non le è piaciuto com' è venuta! -
aggiunse, facendo sorridere gli amici.
La
foto in mano ad Harry mostrava Pansy Parkinson e Blaise Zabini entrare
nel passaggio segreto celato dietro la statua della Strega Orba.
Esattamente come in quella in cui c'erano Malfoy ed Hermione.
-
Ma... come hai fatto? - chiese Harry, stupito.
-
E' perfetta, sembra vera! - disse Ginny con ammirazione.
Hermione
riprese la foto - Non è stato facile farlo, mi è
venuta ieri sera l'idea. Dopo aver passato tutto quel tempo a
trasfigurare oggetti, ho pensato che questo trucchetto potesse tornarci
utile.
-
Quindi è questo che hai fatto con Malfoy? - chiese Harry, a
metà tra lo stupito ed il disgustato - Avete studiato
davvero?
Hermione
arrossì, voltandosi verso la porta - Su, andiamo o perderemo
la partita! - esclamò, evitando accuratamente di rispondere
all'amico.
-
Sì, andiamo! - le fece eco Ginny, tirando Harry per un
braccio.
Harry
sospirò, non avrebbe mai capito le donne. D'altronde era
stato felice di sapere che Malfoy ed Hermione avessero solamente
studiato in quelle ore passate da soli nella Stamberga Strillante.
La
Partita fu un vero successo per i Serpeverde. Era stata persino
più veloce di quella tra Grifondoro e Corvonero.
Malfoy
era riuscito a prendere il boccino quando i Tassorosso erano appena
riusciti a segnare i primi 10 punti.
L'euforia
dell'intera casa Serpeverde era tangibile. Hermione si rese conto che
per la prima volta nella sua vita era contenta per la vittoria di
quelle serpi. Era incredibile ma era così.
Quando
Draco aveva afferrato il boccino e subito dopo l'aveva cercata con lo
sguardo, regalandole poi un lieve sorriso, lei si era sentita
completamente travolta dall'emozione. Non aveva mai provato sensazioni
così intense con Ron, quanto non aveva mai apprezzato tanto
il Quidditch come in quel momento.
Comunque
dopo la geniale idea di Hermione, la brutta faccia di Pansy Parkinson
non si fece più vedere nei giorni seguenti, se non purtroppo
nelle ore di lezione in cui comunque non la degnava di uno sguardo. Lo
stesso Zabini sembrava insolitamente disinteressato a loro, non faceva
più neanche quei sorrisi malvagi che esibiva ogni volta che
incontrava Hermione. Semplicemente adesso la evitava.
Forse
avevano rinunciato alle foto, ma Hermione era sicurissima che Zabini
non potesse rinunciare al diario.
Era
comunque molto strana quella quiete che solitamente precede la tempesta.
-
Devi sbarazzarti di quel diario, Hermione.
Le
disse una sera Ginny prima che lei sparisse, come sempre ormai, per
andare all'appuntamento con Malfoy.
-
Ormai non sei più sotto ricatto, inoltre Malfoy lo vuole
usare per vendicarsi di Zabini. Sarebbe meglio non farlo avere neanche
a lui, potrebbe metterti nei guai.
Hermione
ricambiò lo sguardo preoccupato dell'amica.
-
Lo so, ed ogni giorno Malfoy mi chiede di farglielo leggere. Non
sapevo più che rispondere ieri ... così ho fatto
una cosa... - le si avvicinò, sussurrandole qualcosa
all'orecchio.
La
ragazza la guardò con occhi stupiti.
-
Come ti è venuta in mente una cosa del genere? Credi che
funzionerà?
Hermione
sospirò - Lo spero! Anche se sono stata sempre una frana ad
interpretare i sogni... quellaera la
mia unica possibilità. - guardò l'orologio - Ora
scusami ma Draco mi sta aspettando... - le sussurrò, prima
sparire nel buco del ritratto.
Ginny
la guardò andare via, un po' confusa - Di che sogno stava
parlando? - si chiese tra sé e sé.
Hermione
avanzò con passo rapido fino alle scale che portavano al
settimo piano. Ormai lei e Draco si davano appuntamento tutti i giorni
nella Stanza delle Necessità.
Era
così strano. E pensare che fino all'anno prima lei usava la
Stanza proprio per nascondersi da quelli come lui, ed invece adesso era
cambiato tutto.
D'altronde
tutto cambia a Hogwarts, dalle scale fino ad arrivare al pettegolezzo
del giorno. Grazie all'influenza di Lavanda infatti, le Tassorosso
avevo dedicato le loro energie verso altre povere vittime ed avevano
lasciato lei, Harry e Ginny finalmente in pace.
Assorta
nei suoi pensieri la Grifondoro non si accorse di un'ombra che ormai la
stava seguendo da qualche minuto.
-
Hermione! - si sentì chiamare ad un certo punto.
-
Fermati, devo parlarti!
La
ragazza si voltò.
-
Ron? - esclamò sorpresa, vedendo quello che ormai era il suoexmigliore
amico, avvicinarsi a lei con un'espressione tesa.
****
Ciao a
tutti! ho cercato di sbrigarmi questa volta... anche se sinceramente
avrei preferito aggiornare ancora prima, ma ahimè, non ci
sono riuscita!
Ringrazio
tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite o le
preferite^^ ma soprattutto aFly_With_Me,Elisaherm,XnihalX.
Cercherò
di non farvi aspettare troppo per il prossimo capitolo!
Il
ragazzo si fermò proprio davanti a lei ed Hermione prese un
bel respiro, cercando di controllare il tremito delle sue mani. Le era
sembrato che fosse passato un secolo dall'ultima volta che Ron le aveva
rivolto la parolaspontaneamente.
In
quei giorni infatti Harry e Ginny avevano provato più volte
a farli riavvicinare, ma non erano mai riusciti a farli rimanere nella
stessa stanza per più di due minuti. Il tempo sufficiente
per Ron di incenerirla con lo sguardo ed inventare una scusa per
sparire dalla circolazione.
Inoltre Lavanda in quel momentostranamentenon era
con lui, dallo scherzo che le aveva fatto per farle perdere la partita
dei Serpeverde anche lei l'aveva costantemente evitata, forse per paura
di una sua vendetta. Peccato che Hermione non fosse quel genere di
persona.
-
Che cosa devi dirmi ? - le uscì,forse,
con un po' troppo impeto.
Ron
la fissò con uno sguardo offeso che le strinse il cuore.
-
Scusami ... - si corresse, torcendosi le mani - E' che ultimamente non
sei stato molto incline a parlarmi e non mi aspettavo che mi cercassi
per farlo.
Il
ragazzo accennò un lieve sorriso prima di tornare a
guardarla con una strana espressione, un'espressione che non aveva mai
visto sul suo volto.
-
Infatti... - disse Ron, facendo calare un silenzio imbarazzante fra
loro prima che si decidesse nuovamente a parlarle - Ma credo di non
poter più aspettare...
Hermione
lo guardò interrogativa.
-
E' successo qualcosa ? - chiese, sperando in una risposta negativa.
-
Sì, decisamente. - rispose il ragazzo iniziando a guardarsi
intorno - Ma non voglio parlarne qui nei corridoi, vieni con me.
Iniziò
a camminare spedito verso le scale che portavano alla Torre di
Astronomia.
-
Dove vuoi andare ? - chiese la ragazza seguendolo, ben sapendo dove
portassero quelle scale.
-
Dove nessuno potrà disturbarci. - fu l'unica risposta che
ebbe.
Hermione
non si fece troppe domande e lo seguì docilmente. Parlare
con Ron e tornare ad essere sua amica era fino a quel momento l'unico
desiderio della ragazza che ancora non si era avverato. Ma forse,
pensò speranzosa, quello poteva essere il momento giusto per
chiarire con lui.
-
Ehi, Draco ! - esclamò Theodore Nott, entrando in stanza -
Credevo che fossi con la Granger, che ci fai ancora qui ?
Malfoy
ghignò girandosi verso il compagno - Cos'è, vuoi
cacciarmi ? - disse, alzando un sopracciglio.
-
Certo che no ! - si difese subito Theodore, regalandogli un'
occhiataccia - E' che fra poco arriverà una ragazza e...
A
quelle parole Draco lo guardò sorpreso - Qualcuna che
conosco ? Magari una Grifondoro... ? - chiese, interrompendo l'amico.
Nott
rise e si sedette sul letto.
-
No amico, è una Serpeverde del terzo anno e no, non la
conosci visto che non ti sei mai interessato a quelle più
piccole.
-
Credevo che ti piacesse la Weasley. - buttò lì Draco,
lanciandogli uno sguardo eloquente che Nott ignorò.
-
Ho detto solo che è carina e poi lo sai bene che
è fidanzata con Potter... - gli rispose, evasivo.
Malfoy
sbuffò, e come poteva dimenticarselo ?! Visto che adesso ci
si metteva anche Hermione a palesargli la sua (purtroppo) presenza ad
Hogwarts.
-
Be'... non temere, fra poco dovrò andare. - rispose al
compagno, prendendo una foto dal comodino per metterla al sicuro nel
cassetto.
-
Stai ancora guardando quella foto ? - chiese Theodore con un sorriso,
togliendogliela dalle mani.
-
Ehi, ridammela subito ! - berciò il Serpeverde, indispettito.
-
Certo che la Granger è stata veramente geniale ! - disse
Nott, bloccando l'amico mentre cercava di riprendersela.
-
Sembra veramente che Zabini e la Parkinson stiano uscendo da scuola. Se
non lo sapessi con certezza non riuscirei a distinguerla da una vera.
-
Già è vero, odio ammetterlo ma quella ragazza non
fa altro che stupirmi...
Nott
sorrise malizioso - Ti stupisce solamente? - chiese, beccandosi uno
spintone come risposta.
-
Molto divertente... - sibilò poi Malfoy, strappandogli la
foto dalle mani e mettendola finalmente nel suo cassetto.
-
Ma questa foto non mi basta lo stesso... voglio quel diario, solo con
quello potrei farla finalmente pagare a Zabini per tutto quello che ha
fatto... - aggiunse con un'espressione dura.
-
E qual è il problema ? - rispose Nott, guardandolo
interrogativo - La Granger ha il diario, no? Chiedile di dartelo, non
credo che Zabini sospetterà che lo abbia tu, d'altronde ha
già frugato tra le nostre cose.
Draco
sospirò - Peccato che lei non voglia consegnarmelo, ha paura
che possa fare qualcosa di stupido.
Theodore
rise di gusto - Ti ha detto davvero così? Quella ragazza mi
piace sempre di più... e non guardarmi male... non mi piace
in quel senso...
Draco
incrociò le braccia, ignorando l'ultima frase del compagno -
Sta cercando di fare in modo che io non mi vendichi su di lui. Anche se
non ne capisco il motivo, dopo tutto quello che ci ha fatto.
-
E' una Grifondoro, Draco... che ti aspettavi? - fu la risposta di
Nott, prima che un lieve bussare alla porta li distraesse dalla loro
conversazione.
-
Theodore... Ci sei? - chiamò una vocina da dietro la porta
- Sono Nancy, posso entrare ?
-
Certo ! - le rispose il Serpeverde, lanciando poi uno sguardo a Malfoy.
-
Ho capito, me ne vado, non preoccuparti! - disse Draco con un mezzo
sorriso, mentre una ragazzina minuta faceva il suo ingresso nella
stanza lanciandogli uno sguardo imbarazzato.
Malfoy
ghignò prima di chiudere porta. Aveva sempre avuto un grande
ascendente suquelledei
primi anni, se avesse voluto avrebbe potuto farle saltare senza
esitazione dalla Torre di Astronomia.
Solo una ragazza poteva tenergli testa...
Solo una aveva sempre avuto l'orgoglio di dirgli dino...
Solo una lo aveva schiaffeggiato quando erano al terzo anno... ed era
con quella ragazza che aveva appuntamento nella stanza delle
Necessità.
Forse
per la prima volta Draco avrebbe momentaneamente represso la sua "sete"
di vendetta. Se veramente era quello che voleva Hermione, allora
avrebbe potutoancheripensarci.
Hermione
sentì distintamente un brivido scorrerle per tutta la
lunghezza della schiena.
-
Hai davvero sentito Zabini e la Parkinson che parlavano di uccidermi ?
Ron
la fissò, scuro in volto.
-
Sì, esatto... - rispose sbrigativo - Per questo devi
consegnarmi il diario, per essere al sicuro.
-
Harry lo sa ? - chiese la ragazza, mordendosi un labbro. Conoscendolo,
sarebbe sicuramente andato come un pazzo nei sotterranei per
picchiarlo, come ovviamente una volta avrebbe fatto anche Ron... ma la
freddezza e la tranquillità con cui le stava parlando in
quel momento avevano minato le sue speranze che potessero tornare amici
dopo tutto quello che era successo. Ron era cambiato a causa sua, non
sembrava neanche lui in quel momento.
-
Sei la prima a saperlo. - le disse, mettendo le mani in tasca.
La
ragazza iniziò a girare in circolo per la buia stanza della
torre.
-
Ma se quello che dici è vero... - disse preoccupata - Questo
sicuramente non basterà, sarò comunque in
pericolo. Soprattutto fino a quando Zabini continuerà a
credere che ce l'abbia io.
Ron
sospirò, ad Hermione sembrò quasi infastidito -
Questo non è un problema, gli dirò personalmente
che ho io il diario...
Quelle
parole bloccarono Hermione sul posto, mettendo fine al suo estenuante
girotondo.
-
Lo faresti davvero ?
Ron
le voltò le spalle - Hai così poca considerazione
di me ? - le chiese, con voce atona.
-
No, certo che no ! - si affrettò a rispondere Hermione.Forsesi era
sbagliata su di lui. Già il fatto che fosse venuto a
dirglielo personalmente senza parlarne con Harry forse era la
dimostrazione che tenesse ancora lei in qualche modo.
Anche
se qualcosa ancora non le tornava... non sapeva cosa, ma il suo
atteggiamento freddo e distaccato la stava facendo sentire a disagio.
Sembrava
così diverso...anche troppo.
-
Forse dovremmo prima parlarne con Harry e Ginny. - si
azzardò a dire.
Ron
si voltò a guardarla ed Hermione potè chiaramente
leggere un misto di impazienza e rabbia nei suoi occhi.
-
Non lo capisci che non abbiamo tempo da perdere ? - le rispose,
stringendo i pugni.
-
Dammi quel diario, non serve parlarne prima con Potter !
Hermione
lo guardò a bocca aperta.
Ron
aveva appena chiamato Harry per cognome. E da quando lo conosceva non
lo aveva mai fatto se non per prenderlo in giro o quando era arrabbiato
con lui per qualcosa.
-
Perché no ? Hai di nuovo discusso con lui per caso ? - gli
chiese, mentre un terribile sospetto si faceva largo nella sua mente.
Ron
le sembrò quasi a disagio.
-
Certo che no ! - si affrettò a tagliare corto.
Hermione
notò come la sua voce risultasse più profonda del
normale, quasi si sforzasse di mantenere un determinato tono con lei.
Lo aveva già notato quando erano in corridoio ma con il
freddo che aveva fatto in quei giorni mezza Hogwarts aveva il mal di
gola o la febbre, quindi non vi aveva dato troppo peso. Ma comunque Ron
sembrava stare benissimo mentre continuava a fissarla con quel suo
sguardo gelido... uno sguardo che indubbiamente le ricordava qualcuno.
Draco
guardò il suo prezioso orologio d'oro e sbuffò.
Hermione
era in ritardo. Ovviamente, era in ritardo solamente per i suoi
"standard" visto che erano passati solo tre minuti da quando aveva
messo nella Stanza delle Necessità.
Ma
per uno fissato come lui sulla puntualità, tre minuti erano
anche troppi...
Cercò
di distrarsi aprendo il suo libro di Trasfigurazione ed iniziando ad
esercitarsi con degli oggetti presenti nella stanza. Anche se gli fu di
poco aiuto, visto che tutti i pensieri finivano comunque per affollarsi
sempre sull'immagine di una certa ragazza dai capelli crespi.
Sorrise,
sentendosi uno stupido romantico.
Possibile
che quella Grifondoro avesse scavato così a fondo nel suo
cuore ed in così poco tempo ? E pensare che l'aveva sempre
disprezzata ed umiliata in passato.
Chi
disprezza, compra...Gli
aveva sempre ripetuto Theodore.
In
quel momento per lui non poteva esistere un detto più vero
di quello.
Quegli
ultimi giorni passati insieme erano stati per lui una conferma quanto
una rivelazione.
Stava
bene insieme a lei, si sentiva sereno. E per una volta era riuscito ad
instaurare un rapporto con una ragazza che non fosse basato sul sesso,
anzi. Forse quello sarebbe stato solamente il completamento della loro
storia e non il perno portante.
Guardò
nuovamente l'ora.
I
minuti di ritardo ormai erano diventati sette... e questa constatazione
non fece altro che farlo sbuffare nuovamente.
-
Maledetto Potter ! - imprecò a voce alta, guardando la
porta. Quella maledetta piattola sfregiata non faceva altro che
"rubargli" il poco tempo prezioso che potevano passare insieme. E
sicuramente quel giorno non era diverso dagli altri. Sì,
sicuramente era colpa sua se Hermione era in ritardo. Eppure aveva
anche lui una ragazza a cui rompere l'anima con le sue insulse
stupidaggini, allora perché doveva importunare anche la sua ?
Chiuse
con rabbia il libro di Trasfigurazione. Tanto ormai era chiaro che non
sarebbe mai riuscito a concentrarsi fino a che lei non avesse varcato
quella porta. Studiare non aveva senso senza di lei. Amava guardarla
leggere e ripetere sapientemente ogni contenuto dei vecchi tomi. Questa
era stata un'altra rivelazione che mai avrebbe creduto possibile.
Le
ripetizioni di Trasfigurazione infatti erano diventate ripetizioni di
ogni materia esistente ad Hogwarts, escluso Pozioni ovviamente, visto
che in quella materia i ruoli si invertivano.
Aveva
ragione lei. Come al solito.
E
lui odiava dar ragione alle persone. Infatti, come appunto aveva
ipotizzato lei, avevano iniziato a conoscersi. Hermione aveva avuto
modo di chiedergli molte cose sulla sua famiglia, cose che solo
Theodore sapeva e che mai avrebbe condiviso con qualcun altro. Le sue
speranze, le sue ambizioni. E, cosa più importante, il fatto
di non voler diventare un Mangiamorte. Una triste realtà che
avrebbe comunque dovuto affrontare quando sarebbe uscito da scuola.
E
lo stesso aveva fatto lui, aveva iniziato ad avere una certa
curiosità sul mondo Babbano che aveva disprezzato tanto. Le
aveva chiesto della sua famiglia, del lavoro dei suoi genitori e... del
rapporto che aveva instaurato con la famiglia Weasley e quel maledetto
di Potter. Non era riuscito a capirlo ovviamente, ma si stava
sicuramente impegnando con tutto se stesso per farlo.
Riguardò
per l'ennesioma volta l'ora.
Quindici
minuti...
Ora
la sua pazienza si stava veramente esaurendo.
Dove
diavolo era finita la sua Mezzosangue ?
Hermione
incrociò le braccia, con un'espressione tesa.
-
Allora ? - esclamò, sperando ardentemente di sbagliarsi -
Perché non vuoi dirmi il motivo per cui non vuoi parlarne
anche con Harry prima di decidere cosa fare ?
Ron
la guardò in un modo che la fece rabbrividire.
-
Perché ti ho già spiegato che non c'è
tempo ! - esclamò il compagno con impeto, guardando
l'orologio. Un orologio che non gli aveva mai visto. Inoltre la sua
voce era notevolmente cambiata in quel moto di collera e trasudava
disprezzo da tutte le parti.
-
Dammi subito quel diario !
La
ragazza sbiancò.
Adesso
le era chiaro del perché non ci fosse tempo. Ed anche del
motivo che aveva spinto Ron a parlarle ed a prendere in consegna il
diario.
-
P...Perché non ci sarebbe il tempo ? - chiese lo stesso,
cercando di mantenere la calma e, nello stesso tempo, di prendere la
sua bacchetta.
Ron
rimase in silenzio, un silenzio carico di mille risposte, ma fu
Hermione stessa a rispondere alla sua domanda.
-
Scommetto che sia per il fatto che l'effetto della Pozione Polisucco
stia svanendo e tu non abbia ancora avuto quello che cercavi... non
è vero, Zabini ?
Gli
occhi del compagno si dilatarono per lo stupore prima di assottigliarsi
del tutto, mentre un ghigno malefico iniziò a deformare quei
lineamenti che Hermione aveva tanto amato in passato.
-
Complimenti Granger, non avrei mai creduto che potessi scoprirmi. -
disse Zabini, con aria di superiorità.
Hermione
lestamente gli puntò la bacchetta contro.
-
Che cosa hai fatto a Ron ? - urlò adirata - Dimmelo o ti
schianto !
Per
tutta risposta Ron... o meglio, Blaise, iniziò a ridere.
-
Ma come, quel pezzente ti ignora da giorni e tu ancora ti preoccupi per
lui ? Allora è vero che i Sanguesporco come te non hanno
neanche un briciolo di amor proprio !
-
Taci e dimmi dov'è ! - urlò nuovamente la ragazza
- I tuoi insulti non mi toccano minimamente.
Ma
anche le minacce della Grifondoro sembrarono sortire lo stesso effetto.
Infatti Zabini non sembrò neanche lontanamente allarmato del
fatto di essere stato scoperto.
-
Sentiamo, che cosa mi avrebbe tradito ? - chiese invece, ignorando la
richiesta della ragazza - Ho anche fatto il sacrificio di mettere i
suoi sudici abiti. Quel Weasley ha la divisa più usurata di
tutta Hogwarts !
Hermione
ormai era livida di rabbia - Non sei neanche degno di pronunciare il
suo nome! - sibilò, con gli occhi vividi di una luce
selvaggia - Figurati se avresti potuto ingannarmi spacciandoti per lui.
-
Dimmi dov'è ! O giuro che ti farò pentire di
essere nato ! - continuò la ragazza, chiedendosi comunque
perché quel maledetto fosse così tranquillo con
una bacchetta puntata contro di lui.
-
Non ne saresti capace... - sibilò Zabini, con aria di sfida.
La
Grifondoro strinse la bacchetta - Non ti conviene mettermi alla prova !
- rispose minacciosa...anche se quelle furono le ultime parole che
riuscì a pronunciare, prima di sentire il pavimento
sprofondare sotto i suoi piedi ed il buio inghiottirla interamente.
Plinc...
Plinc... Plinc...
Una,
due, tre gocce bagnarono il viso di Hermione.
Plinc...
Plinc... Plinc...
Altre
gocce caddero su di lei, facendole aprire gli occhi.
Che
cosa era successo ? Si chiese, dolorante. E perché aveva il
viso bagnato ?
Alzò
lentamente la testa in direzione di un lieve spiraglio di luce, appena
in tempo per vedere un'ulteriore goccia d'acqua staccarsi alla tubatura
sopra di lei per infrangersi sulla sua guancia.
Plinc...
Almeno
adesso sapeva il perché fosse bagnata, anche se questo
ancora non spiegava che cosa le fosse accaduto.
Ma
certo ... Zabini ! Si ricordò improvvisamente, destandosi
del tutto.
Le
aveva teso una trappola prendendo le sembianze di Ron e poi era
accaduto qualcosa...
Ma cosa ?
Si
guardò intorno spaventata.
-
D... Dove sono ? - sussurrò, più a se stessa che
a qualcuno.
Ma
un'ombra dietro di lei ed un'inconfondibile voce le diedero la risposta.
-
Sei sotto l'aula della Torre di Astronomia...Lumus! - Il
viso di Zabini comparve davanti ai suoi occhi. Ormai l'effetto della
Pozione era svanito del tutto ed il Serpeverde aveva ripreso le sue
sembianze.
Hermione
tentò di muoversi per allontarsi da lui, ma
scoprì di avere mani e piedi legati.
-
Non agitarti Granger ! - le disse Blaise con voce suadente - Hai preso
una bella botta cadendo da più di due metri, sei fortunata
di non aver preso in pieno gli strumenti della professoressa Sinistra o
ci saresti rimasta secca ! Che peccato, vero ? Perché se non
mi ridarai quel diario vedrai che rimpiangerai di non aver avuto una
morte rapida ed indolore !
Ora
le era chiaro del perché Zabini non fosse stato per niente
spaventato dalle sue minacce. Nell'impeto del momento non si era
minimamente accorta di essere con i piedi sopra la botola della Torre e
che Zabini, invece, fosse accanto alla leva che l'azionava.
Blaise
le regalò un sorriso agghiacciante.
-
Malfoy ti farà a pezzi ! - esclamò la ragazza,
cercando di spaventarlo - Dovevo incontrarmi con lui stasera e
sicuramente non vedendomi arrivare verrà a cercami ! Ti
conviene lasciarmi andare e forse lo convincerò a non
lanciarti un'Avada Kedavra !
Ma
il sorriso di Zabini, invece di sparire, si allargò ancora
di più.
-
Sai bene, cara Granger, che nessuno verrà a cercati
quassù, visto che "ufficialmente" chi ci ha visto in
corridoio ti crede insieme a Weasley. - iniziò a ridere
sguaiatamente - Magari non ti cercherà proprio credendo che
tu l'abbia tradito con quel Babbanofilo da quattro soldi ! Al massimo
farà a pezzi il vero Weasley...se
e quandolo
troverà !
Hermione
sentì le lacrime affacciarsi sui suoi occhi ma le
ricacciò indietro in un moto di orgoglio.
-
Draco non crederà mai ad una cosa del genere ! -
sussurrò con forza, forse più a se stessa che a
Zabini.
-
Lo vedremo... - le rispose ugualmente Blaise, prendendo la sua borsa
per controllarla.
Anche
se su di una cosa quel Serpeverde aveva ragione.
Nessuno
sarebbe andato a cercarla, sia Neville che Seamus l'avevano vista
camminare con Ron. Se Malfoy avesse chiesto in giro sarebbe stata
questa la versione che avrebbe avuto...
Ed
Harry ? La sapeva insieme a Malfoy e non sarebbe mai andato a cercarla,
e lo stesso valeva per Ginny.
Questa
volta era seriamente nei guai... pensò, mordendosi un labbro.
Draco
assottigliò gli occhi, cercando di controllarsi.
Era
da almeno dieci minuti davanti al ritratto della Signora Grassa
cercando di convincerla a farlo entrare.
Infatti,
visto che era passata quasi un'ora ormai e di Hermione non si era vista
neanche l'ombra, Draco aveva iniziato a preoccuparsi. Così
senza pensarci ulteriormente su, si era precipitato alla Torre
Grifondoro ma quel canotto con il rossetto aveva deciso di fargli
perdere tempo prezioso.
-
Ho detto di no, ragazzo. - disse la Signora Grassa, irremovibile - Non
posso lasciarti entrare senza la parola d'ordine !
-
Allora può almeno dirmi se Hermione Granger o Harry Potter
sono dentro ? - disse Malfoy con un finto sorriso, mentre una vena
pulsava sulla sua tempia sinistra.
Ma
la Signora Grassa non lo guardò neanche - No, non posso. -
rispose con sufficienza mandando Draco su tutte le furie.
-
SENTI UN PO', BRUTTA BALENA, O MI FAI ENTRARE CON LE BUONE... -
iniziò a sbraitare il Serpeverdere cercando la bacchetta.
La
Signora Grassa lo fissò scandalizzata.
-
Malfoy! - una voce alle sue spalle fece voltare Draco.
Due occhi verdi (e molto perplessi) si fissarono nei suoi.
- Che diavolo stai facendo ?
Il
Serpeverde tirò un sospiro di sollievo, se la McGranitt
l'avesse visto insultare il ritratto della sua casa l'avrebbe
trasfigurato in uno scarafaggio.
Scacciando
questo pensiero si avvicinò a Potter con i pugni tesi - Lei
dov'è? - disse senza fronzoli, con uno sguardo strano che
Harry non gli aveva mai visto.
-
Stai parlando di Hermione? - fece in tempo a chiedere il Grifondoro
prima che Malfoy lo bloccasse con un cenno nervoso.
-
E di chi, secondo te? Non certo di Mirtilla Malcontenta!
Harry
sospirò.
Aveva promesso ad Hermione che avrebbe cercato, per quanto possibile,
di appianare i diverbi con Malfoy. Ma quel ragazzo faceva sempre del
suo meglio per risultare sgradevole.
-
Comunque Hermione non era con me... anzi, pensavo foste insieme. -
disse, corrugando la fronte.
-
L'ho aspettata, ma non si è presentata... e non mi ha
neanche avvisato. - rispose Draco, pensieroso.
Harry
si schiarì la voce, un po' a disagio.
Lui
e Malfoy non erano mai stati da soli per così tanto tempo
senza insultarsi o litigare, tranne che a lezione naturalmente.
Forse
Hermione stava compiendo realmente un mezzo miracolo su di lui.
-
Magari ti sta cercando anche lei. - borbottò, vedendo il Serpeverde
sgranare gli occhi.
Malfoy era visibilmente sbiancato - Allora spero proprio che non si sia neanche avvicinata ai Sotterranei... Sento che Balsie sta tramando qualcosa!
Harry
Potter e Draco Malfoy si guardarono negli occhi.
-
Sarà meglio controllare allora. - sentenziò Harry, iniziando a
camminare.
Draco
gli corse dietro - Fermati, Potter! Dove diavolo stai andando?
-
A cercare Hermione, naturalmente!- fu l'ovvia risposta del Grifondoro.
Malfoy
lo affiancò - Potter, non ti impicciare! Entra nella tua
Sala Comune piuttosto! - fece in tempo a dire prima che Harry si
voltasse guardandolo negli occhi.
-
Hermione è una mia amica, Malfoy, che tu lo voglia o no... io
ci sarò sempre per lei, quindi non darmi ordini.
Draco
sbuffò, quel mononeuronico di un Grifondoro era proprio
ottuso.
Aveva
promesso ad Hermione che sarebbe stato meno scortese con lui, ma quel
ragazzo faceva sempre del suo meglio per risultare insopportabile.
-
Sì, sì, ho capito... quello che cercavo di dirti,
prima che mi recitassiil
Codice dell'Amicizia,è
di chiedere ai tuoi amici Grifondoro se l'hanno vista.
Harry
alzò un sopracciglio e poi fece un cenno affermativo.
Malfoy sembrava preoccupato e la cosa stava contagiando anche lui.
-
Va bene! - disse infine al Serpeverde - Ci vediamo fra dieci minuti
davanti all'aula di Incantesimi che è a metà
strada tra la nostra Sala Comune ed i Sotterranei.
Per
la prima volta Malfoy non ebbe nulla da obiettare e, dopo un lieve
cenno con la testa, sparì nelle scale buie del castello.
***
Hola,
eccoci qui. Ho
cercato di far presto stavolta... ma niente da fare =P Un
ringraziamento speciale a
:
Hermione
strinse gli occhi, cercando di resistere. Ma il dolore era troppo
forte, non sarebbe riuscita a contenerlo... e così fu. Cadde
distesa a terra ed iniziò a gridare con tutto il fiato che
aveva in corpo, sperando di sopravvivere a quel momento.
Zabini
abbassò la bacchetta e sorrise - Non puoi resistere ancora a
lungo alla Crucio, Granger. - eclamò, incrociando le braccia
- Ti ho dato solo alcuni piccoli assaggi di quello che ti
farò se non mi consegnerai il diario, quindi ti conviene
collaborare...
Hermione
aprì con fatica gli occhi, fissando Zabini con odio.
-
E tu vorresti farmi credere che non mi faresti nulla se te lo consegno? Ho letto il tuo diario, Zabini... e tu lo sai... - disse con fatica,
cercando di appoggiarsi al muro.
Blaise
la guardò negli occhi, per una breve frazione di secondo
Hermione vide una nota disagio e paura. Ma durò molto poco,
infatti subito dopo Blaise sorrise in un modo che fece accapponare la
pelle alla Grifondoro.
-
Che esagerata ! Basterebbe semplicemente cancellarti la memoria,
stupida Sangue sporco... o mi stai suggerendo qualcosa di meglio? -
esclamò lapidario.
Hermione
sorrise leggermente, anche respirare in quel momento era doloroso per
lei - Hai appena usato su di me una Maledizione senza perdono...
permettimi un po' di sano scetticismo.
-
Se farai la brava, Mezzosangue, forse potrei lasciarti tornare alla
Torre di Grifondoro sulle tue gambe. - le rispose il Serpeverde,
sorridente - Ma in caso contrario... - si avvicinò
velocemente e l'afferrò per le spalle, strappandole un
gemito di dolore quanto di sorpresa - ... Maledirai il giorno in cui ci
hai messo gli occhi sopra! - Strinse la presa, facendole male.
- Allora, dove lo hai messo? Nella tua borsa non c'è, lo
hai lasciato al dormitorio, vero? - le chiese, iniziando a scuoterla.
-
No...- sussurrò Hermione con fatica, la Crucio aveva
prosciugato ogni sua energia. Se l'avesse torturata ancora non avrebbe
retto.
-
No, cosa?
-
Il tuo diario non è in camera mia, Zabini.
Il
Serpeverde la fissò per qualche secondo negli occhi, come in
cerca di una conferma o di un qualsiasi cenno di cedimento da parte
della ragazza. Ma non ne trovò. La Granger continuava a
fissarlo negli occhi con arroganza, sentendosi superiore a lui.
Esattamente come avrebbe fatto Malfoy.
Si meritavano a vicendaquei
due.
Questo
infelice paragone bastò per far montare la collera in lui.
-
Come ti sei sentita Mezzosangue nel leggere qualcosa di così
privato di un tuo compagno? Ti ha esaltata? Ti ha fatta sentire
migliore? - chiese improvvisamente e senza alcuna logica, spiazzando
totalmente Hermione. Sembrava veramente arrabbiato in quel momento,
eppure fino a qualche secondo prima era relativamente calmo... mentre
adesso aveva uno sguardo che le faceva paura. Da folle.
-
Niente di tutto questo ... - rispose Hermione, preoccupata - Davvero
pensi che siano le uniche emozioni che possa suscitare?
Il
suo scetticismo era più che fondato, Zabini era
completamente accecato dalla rabbia. Doveva cercare di calmarlo e
prendere più tempo possibile.
Se
non fosse stata attenta a quello che diceva, Hermione era
più che sicura che Zabini avrebbe usato su di lei o su
Malfoy anche la più terribile delle Maledizioni senza
perdono... la più letale.
Ma
Blaise ignorò bellamente la replica della ragazza, alla fine
non aveva mai voluto una vera risposta da lei, voleva solo provocarla.
-
Chi altro ha letto il mio diario? - chiese solamente, ripuntando la
bacchetta sul collo di Hermione.
-
Solo io. - rispose la ragazza.
-
Non ti credo... scommetto che lo hai raccontato a Malfoy ...
Hermione
ingoiò a vuoto, non sapendo cosa replicare.
Per
Blaise fu sufficiente - Crucio! - recitò verso la ragazza.
Se
la stanza non fosse stata insonorizzata, a quel punto un urlo
straziante avrebbe riecheggiato per tutti i corridoi di Hogwarts,
terrorizzando chiunque lo avesse udito.
-
Due minuti, Potter, dovevi essere qui due minuti fa!!! -
sbottò Malfoy, vedendo il Grifondoro più famoso
di Hogwarts girare l'angolo e dirigersi verso di lui a passo svelto.
-
Odio aspettare!!! - continuò Draco, senza contenersi -
Soprattutto se devo trovare qualcosa a cui tengo ! - si morse la lingua
per essersi lasciato sfuggire l'ultima frase, ed il sorrisetto
malizioso di Harry non aiutò a calmarlo.
-
Quante storie, Malfoy, smettila di rompere ed ascoltami... Neville mi ha
detto di aver visto Hermione. - disse Harry, non appena fu davanti a
lui.
Malfoy
fece un gesto impaziente - E allora? Dov'è?
Harry
si allargò il nodo della cravatta - Sembra che lui e Seamus
l'abbiano vista camminare insieme a Ron verso l'ala est, e non sono
ancora tornati in Sala Comune...
Malfoy
lo guardò, piuttosto arrabbiato - E che ci faceva insieme a
Weasley?
-
Non lo so, ma l'importante adesso è trovarli, penserai ad
essere geloso più tardi. - rispose Harry, imboccando le
scale più vicine con Malfoy dietro di lui che sbraitava
qualcosa di offensivo verso i Grifondoro che cercò di
ignorare, in nome dell'amicizia con Hermione.
Erano
appena saliti di un paio di piani, quando alcune voci attirarono la
loro attenzione, alcune sembravano preoccupate.
Una
fra tutte spiccò alle orecchie del Grifondoro.
-
Ginny? - chiamò, precipitandosi verso un gruppetto di tre o
quattro Corvonero.
Una
chioma rossa spuntò nella sua visuale, ed a prima vista gli
sembrò che Ginny fosse semplicemente inginocchiata a terra,
come se fosse inciampata. Ma poi Harry riconobbe un'altra chioma,
sempre rossa, sulle sue gambe.
-
RON!? - esclamò sorpreso, facendo girare i quattro Corvonero
del secondo anno.
-
Che cosa gli è successo? - chiese, fissando l'amico
profondamente addormentato, legato come un salame ed imbavagliato.
Ginny
fece per rispondere ma fu uno dei Corvonero a farlo per primo.
-
L'abbiamo trovato nell'armadio delle scope di questo piano. -
abbassò gli occhi imbarazzato - Eravamo in punizione e
stavamo semplicemente rimettendo tutto in ordine prima che scattasse il
coprifuoco. Giuro che non siamo stati noi!
Harry
si passò una mano fra i capelli. Doveva pensare in fretta ed
inventare qualche scusa sul perché Ron stesse dormendo
placidamente (legato ed imbavagliato) nello stanzino di Gazza, prima
che ad uno di quei timidi Corvonero venisse in mente di chiamare un
insegnante.
-
Non vi preoccupate, sicuramente si tratterà di uno dei nuovi
scherzi dei nostri amici Seamus e Dean. Vedrete che fra poco si
riprenderà, potete andare...ci pensiamo noi a lui. -
sperò che Ginny non replicasse nulla davanti a loro, visto
lo sguardo sorpreso che gli aveva appena rivolto. Ma, per fortuna, si
limitò a sospirare.
I
Corvonero si lanciarono alcuni sguardi perplessi, prima di annuire ad
Harry ed imboccare le scale per la loro torre.
Solo
a quel punto Malfoy si avvicinò ai Grifondoro, era rimasto
in disparte per non farsi notare troppo dai Corvonero, ma aveva sentito
tutto.
-
E cosi a Grifondoro si usano pratiche sadomaso come scherzi? - chiese
giulivo, con un sorrisetto che Harry gli avrebbe cancellato a pugni.
-
Deve essere sotto l'influsso di una qualche pozione soporifera... ma
quale? - borbottò il Grifondoro, ignorando Malfoy e posando
invece il suo sguardo su Ron, che aveva iniziato a russare beatamente.
Ginny
slegò il fratello con un colpo di bacchetta e gli tolse il
bavaglio - Dovremmo portarlo in infermeria? - chiese preoccupata.
-
Credo di sì, non sappiamo con precisione quale pozione abbia
bevuto è meglio che sia visitato... - le rispose Harry,
aggrottando le sopracciglia.
-
Ma cosa raccontiamo a Madama Chips? - continuò lei, poco
convinta - Sicuramente non che è uno scherzo di Seamus e
Dean, visto che il secondo è in infermeria per il
raffreddore da oggi a pranzo.
Harry
alzò gli occhi al cielo, imprecando mentalmente. Come
sarebbe stata utile Hermione in quel momento.
-
Facciamo solo Seamus? - chiese poi alla ragazza.
-
Ma che dici? Vuoi che la McGranitt lo punisca? - scattò
lei, scandalizzata.
-
Certo che no, ma che possiamo dirle?
Malfoy
fissò i due Grifondoro con rassegnazione, prima di sbuffare
sonoramente e fare un passo avanti.
-
Voi Grifondoro siete veramente patetici per quanto riguarda inventare
delle scuse. - I suoi occhi gelidi si fissarono su Potter - Ne volete
una per portare in infermeria Lenticchia? Ve la do io. Se riusciamo a
svegliarlo forse potremo farci dire che cosa è successo e
dov'è Hermione.
-
Hermione? - si intromise Ginny, un po' perplessa - Che c'entra
Hermione? Ora che ci penso... non doveva essere con te?
-
Non si è presentata. - rispose Malfoy, senza neanche
guardarla.
-
E sembra che Neville l'avesse vista camminare insieme Ron
più o meno un'ora fa, ma non è ancora tornata
alla Torre. - aggiunse Harry, incrociando le braccia.
-
Allora dov'è finita? - chiese Ginny, confusa - Non
è possibile che sia stata lei a mettere Ron nello stanzino
delle scope!
Malfoy
improvvisamente sbiancò - Oh...- fu l'unica cosa che
riuscì a dire.
Harry
e Ginny si scambiarono uno sguardo preoccupato.
-
Malfoy...? - lo chiamò Harry, titubante.
-
MALEDIZIONE! - sbottò il Serpeverde, facendo sobbalzare
Ginny dallo spavento.
Si
girò come una furia verso Harry che indietreggiò
istintivamente di un passo.
-
Hermione non era con Weasley! - disse, con un'espressione sconvolta e
furiosa allo stesso tempo.
-
Che stai dicendo? - cercò di ribattere Harry - Neville ha
detto...
Ma
non riuscì a finire la frase. Draco, con gesto fulmineo, gli
si parò davanti e lo afferrò per la cravatta.
-
Non mi interessa di quello che dice quell'incapace... quello che ha
visto non era Weasley... - sibilò, a pochi centimetri dal
suo viso.
-
Sei fuori di testa? - chiese Harry, dandogli uno spintone - Di cosa
parli?
Malfoy
si raddrizzò e lo guardò fisso negli occhi -
Quando sono sceso nei sotterranei non solo Hermione non c'era,
mancavano all'appello anche Pansy e Zabini.
Harry
lo guardò un po' confuso, fece per ribattere ma Malfoy lo
bloccò con un elegante gesto della mano.
-
Ieri mattina ho parlato con Piton... mi ha chiamato nel suo ufficio per
chiedermi se il "trio dei miracoli", per la precisione : Hermione
Granger, stesse preparando di nascosto una pozione Polisucco. Visto che
sono settimane che qualcuno prende gli ingredienti dalla sua scorta
privata.
Harry
e Ginny si guardarono sconcertati, per poi fissare nuovamente Malfoy.
-
Cosa? - sbottò Harry - E' ovvio che noi non c'entriamo
niente! - continuò indispettito - E tu che cosa gli hai
detto?
Malfoy
lo fissò con sufficienza. - Che Hermione stava studiando con
me Pozioni, e che non stavamo preparando niente del genere.
-
E perché lo ha chiesto solo a te? Poteva semplicemente
estorcere l'informazione da uno di noi, Piton in questo è un
vero genio.
Malfoy
ghignò, innervosendo maggiormente il Grifondoro - Non
è ovvio, Potter? - disse compiaciuto - Piton ha capito che
tra me e lei c'è qualcosa e dato che si fida di me, ha
semplicemente risparmiato tempo e fatica.
-
E tutto questo cosa c'entra con la scomparsa Hermione? - chiese infine
Harry, reprimendo l'impulso di prendere la sua bacchetta e schiantarlo.
Malfoy
lo guardò con un'espressione frustrata.
- Ma non capisci, Potter? Sei davvero ottuso!!! - disse con rabbia -
QUALCUNO sta preparando la Pozione Polisucco da settimane, QUALCUNO ha
messo Weasley ko, un QUALCUNO che poi ovviamente ha preso le sembianze
di Weasley ed ha avvicinato Hermione facendosi vedere anche da
quell'imbecille di Paciock... e poi... indovina? Quel QUALCUNO manca
anche dai sotterranei.
Harry
e Ginny sussultarono, per poco la ragazza non fece dare a Ron una bella
testata sul pavimento.
-
Zabini!!! - dissero, quasi in coro.
-
Ci siete arrivati, menomale ... stavo perdendo le speranze. -
sibilò Draco, incrociando le braccia.
-
Dobbiamo trovarla subito, maledizione! - esclamò Harry,
preoccupato - Dividiamoci e controlliamo tutto il castello!
-
E Ron? - chiese Ginny, allarmata.
Istintivamente,
i due Grifondoro guardarono il Serpeverde.
Malfoy
sbuffò nuovamente... e, dopo un attimo di esitazione,
sussurrò qualcosa all'orecchio di Ginny.
-
Ehi, Malfoy! - disse Harry, vedendo un sorrisetto strano sulle labbra
della ragazza - Non c'è bisogno che ti avvicini tanto!
Draco
si girò, ghignando - Rilassati, Potter, una Grifondoro mi
basta ed avanza...
-
E perché non l'hai detto ad alta voce? Quale sarebbe questa
scusa? - chiese, mentre guardava Ginny sghignazzare tra sé
e sé.
Ma
Malfoy si limitò ad alzare il sopracciglio, divertito - Lo
vedrai... - disse, prima di tornare serio.
-
Adesso dobbiamo trovare Hermione !
Uno
spiffero di aria gelida, costrinse Hermione ad aprire gli occhi.
Era
sicuramente svenuta dopo l'incantesimo di Zabini... però,
constatò ancora intontita, non si trovava sul polveroso
pavimento della botola della Torre di Astronomia, era invece
comodamente sdraiata su uno dei cuscini dell'aula vera e propria.
Voltò lentamente il viso sperando di vedere il suosalvatorema
il lieve sorriso che fece le morì sulle labbra quando vide
Zabini, ( e non Malfoy ) scrivere qualcosa su di un foglio di pergamena
a pochi passi da lei.
-
Finalmente ti sei ripresa! - disse Blaise, accorgendosi del suo
movimento - Pensavo che ti saresti persa tutto il divertimento.
Hermione
aggrottò le sopracciglia - Di cosa parli? - chiese, con un
filo di voce.
Blaise
arrotolò la pergamena e si avvicinò alla
finestra, dove un gufo nero lo stava aspettando.
-
Fra poco capirai, Mezzosangue... sai, mentreriposavi,
mi sono preso la briga di prendere il mio gufo personale per una
consegna. - dicendo questo, Zabini tolse dal mantello un oggetto che
Hermione non riuscì a vedere e lo legò
all'uccello insieme alla pergamena.
-
Non serve una risposta... ma trovalo! - sussurrò al gufo,
prima di lasciarlo volare via.
-
A chi hai scritto? - chiese Hermione, con il cuore in gola. Anche se
dentro di lei immaginava chi potesse essere il destinatario.
Zabini,
per tutta risposta, le si avvicinò - Adesso non abbiamo
tempo per le chiacchiere, forza... alzati! - Le disse, sollevandola di
peso per metterla in piedi.
Le
gambe di Hermione tremarono vistosamente, ma rimase in piedi.
Zabini
puntò la bacchetta verso di lei e slegò le gambe
della ragazza - Queste per ora possiamo toglierle... -
precisò, prendendo poi dal muro la sua scopa da corsa.
Inutile
dire che questo gesto bastò a far precipitare Hermione nel
panico, facendola arretrare di qualche passo.
-
Prova a scappare e ti schianto... - minacciò subito Blaise,
avvicinandosi a lei e strattonandola per i polsi, che sapientemente
aveva evitato di sciogliere - Stai tranquilla Granger, non voglio
buttarti giù dalla Torre... o almeno, non ancora... -
aggiunse, come se le avesse letto nel pensiero, ridendo subito dopo
come un folle.
Inutile
dire che non riuscì minimamente a calmare la Grifondoro.
Zabini
montò sulla scopa, strattonando poi Hermione per
costringerla a salire davanti a lui.
-
D...Dove vuoi portarmi? - balbettò, stringendo i pugni
cercando di divincolarsi dalla sua presa e non montare a cavalcioni
sulla scopa. Ma inutilmente, Blaise era molto più alto e
forte di lei, senza bacchetta non aveva nessuna possibilità
contro di lui.
-
Fai la brava... - rispose il ragazzo con voce suadente - E ti prometto
che non ti farò cadere dalla scopa, così potrai
scoprirlo. - subito dopo però, puntò la bacchetta
alla gola della ragazza.
-
Prima però, è meglio non correre rischi...SILENCIO
!-
recitò.
Hermione
sgranò gli occhi, mentre una grande sensazione di impotenza
si impossessava di lei. Era completamente indifesa, in balia della
follia di Zabini. Quando le aveva puntato la bacchetta alla gola e con
le mani legate, era riuscita solamente a sgranare gli occhi allarmata,
completamente inerme. Smise automaticamente di lottare, montando
finalmente sulla scopa di Blaise con le lacrime che premevano
prepotentemente per uscire.
Aprì
la bocca e cercò di parlare, ma le parole anche se uscivano
dalle sue labbra non emettevano alcun suono, quasi fosse un'immagine
della Tv senza audio.
-
Così va meglio! - Zabini non perse tempo, aprì
con un colpo di bacchetta la finestra e, con un' Hermione pallida e
terrorizzata davanti a lui, scomparve nella gelida notte.
Draco
diede un pugno al muro.
-
Maledetto Zabini... me la pagherai cara...Incendio
!-
disse, puntando la bacchetta contro una lettera portata da un
bellissimo gufo nero, mandandola in fiamme.
Dopo
aver mandato in infermeria Ginny per scoprire da Ron cosa fosse
successo, lui ed Harry si erano divisi nella ricerca di Hermione.
Harry
era andato alla Torre di Astronomia, mentre Draco aveva chiamato Nott
per fargli controllare i bagni delle ragazze. In un altro momento
avrebbe riso della faccia scocciata dell'amico, che aveva rinunciato ad
un appuntamento galante per fare il maniaco nei bagni femminili in
cerca di una Grifondoro, ma in quel frangente aveva solo voglia di
compiere un omicidio.
Infatti
oltre alla lettera, nella quale Blaise si vantava di aver torturato
Hermione e gli chiedeva di incontrarsi, il moro Serpeverde aveva
incluso anche un oggetto che lui conosceva molto bene.
Draco
strinse con forza il coniglietto portamonete di Hermione, prima di
riporlo nella tasca interna della divisa.
Purtroppo
aveva ricevuto la lettera dopo che Theodore era andato via, e Potter
ormai era troppo lontano per poterlo chiamare.
Zabini le avrebbe fatto del male se non fosse andato subito da lui, non
aveva scelta...
Si
diresse correndo verso l'ingresso della scuola, sperando di non
incontrare Pix o Gazza, visto che dieci minuti dopo sarebbe scattato il
coprifuoco, ma per sua fortuna lo trovò deserto.
Maledisse
per l'ennesima volta Blaise Zabini, prima di uscire in una delle notti
più gelide di dicembre senza sciarpa e mantello, ma non
aveva certo il tempo di andare a prenderli in quel momento.
Affondò
nella lieve neve rimasta mentre il gelido vento gli sterzava il viso,
l'unica immagine che lo aiutava a farsi forza era quella di lui ed
Hermione Granger che studiavano insieme, ridendo e baciandosi di tanto
in tanto. Avrebbe tanto voluto che anche quella sera fosse andata
così, biasimandosi poi di non essere stato lì a
proteggerla quando Zabini l'aveva attaccata.
Con
le mani gelide, le gambe tremanti ed il respiro affannoso che creava
nuvole di vapore intorno a lui, Draco si bloccò
all'improvviso con gli occhi ridotti a due fessure.
A
non più di cinquanta metri da lui c'erano le sponde del lago
nero.
Nella tenue luce della luna, Draco individuò i compagni ma
sgranò subito gli occhi vedendo Zabini, con Hermione
incosciente tra le sue braccia, avvicinarsi alle sponde ghiacciate del
lago.
-
FERMO! - gridò, raggiungendolo di corsa e sguainando la
bacchetta.
- Fai un altro passo e ti schianto!
-
Benvenuto, Draco. - rispose invece Blaise voltandosi verso di lui, per
nulla intimorito.
-
Lasciala andare... - sibilò Malfoy, posando il suo sguardo
sul viso pallido di Hermione, sulle sue esili gambe, notando che anche
lei non aveva sciarpa e mantello e le sue labbra avevano assunto una
tonalità allarmante.
-
O cosa, Malfoy? - gli risposte Blaise, con uno sguardo di sfida.
- Se mi schianti, finirò sicuramente sul ghiaccio del lago e
sai bene che a dicembre è ancora molto fragile, ovviamente
insieme a me cadrebbe la tua Mezzosangue, solo che lei non è
cosciente e non ha una bacchetta tra le mani.
Draco
ghignò - E non ti sfiora l'idea che magari potrei salvare
lei ed affogare te?
Ma
il suo sorriso maligno si spense vedendo che non aveva sortito alcun
effetto.
Blaise Zabini non era come gli altri ragazzi con cui aveva avuto a che
fare.
Era stato sicuramente quello che più lo aveva affascinato ed
inquietato allo stesso tempo, e negli anni passati insieme aveva
imparato a conoscere quel carattere complesso e calcolatore che in
alcuni momenti riusciva a metterlo a disagio.
O almeno, così credeva...
Zabini
fece un passo indietro, con fare molto tranquillo - E se invece
lanciassi la tua ragazza nel lago Nero? Saresti costretto ad
intervenire e ti assicuro che nelle condizioni in cui è, non
riusciresti a disarmarmi o affogarmi... ed avere poi il tempo
sufficiente di salvarla.
Draco
ingoiò a vuoto.
Quel
maledetto aveva assolutamente ragione, se lo avesse attaccato avrebbe
sicuramente fatto finire sia lui che Hermione in acqua, ma a questo
punto anche se non lo avesse attaccato Hermione sarebbe finita nel
lago, con conseguenze sicuramente letali per lei.
Abbassò
la bacchetta, furente come non mai, deciso a tentare il tutto per tutto
pur di evitarlo.
-
Non farlo... - disse a denti stretti - Dimmi cosa vuoi in cambio della
Granger.
Blaise
sorrise - Bene, iniziamo a capirci... dammi la tua bacchetta, tanto per
cominciare... - disse, con un luccichio negli occhi, vedendo Malfoy
imprecare e dargli in malo modo la sua unica arma.
- La seconda cosa che voglio è il mio diario... lo rivoglio
indietro, ADESSO.
-
Mi dispiace deluderti ma non l'ho mai avuto io, né l'ho mai
letto. - gli rispose Draco, fissandolo con rabbia.
-
Sì, lo so. - disse subito Blaise - La Mezzosangue mi ha
confessato di averlo letto lei e di averti solo raccontato delle cose.
Ma non mi ha detto dove l'ha nascosto... e visto che siete diventati
cosìintimiin
questi giorni... penso che potresti immaginare dove lo possa aver
messo. Altrimenti, cancellerò tutti i suoi ricordi in
proposito, anzi... - I suoi occhi si assottigliarono, con fare
predatorio - Potrei cancellare alla Mezzosanguetuttii
ricordi di questo ultimo periodo, a cominciare dalla gitarella illegale
che avete fatto a Hosgmeade, che ne dici?
Draco
sussultò come se avesse preso la scossa.
Hermione
si sarebbe dimenticata di quel giorno a Hosgmeade e dei giorni a
seguire... di tutte le litigate ed i momenti passati insieme, che erano
stati così rari ma preziosi per lui.
Non si sarebbe ricordata del suo tentato bacio il giorno della ronda,
né di quello seguente alla Stamberga Strillante, in assoluto
uno dei momenti che più lo avevano emozionato e che non
avrebbe mai dimenticato in vita sua... al contrario di lei.
Lui
non sarebbe stato più Draco per lei, ma solamente Malfoy. Il
Serpeverde che più disprezzava.
Come
lei non sarebbe stata più Hermione, ma Granger ... e non
avrebbe più potuto neanche chiamarla Mezzosangue visto che
ormai, più che un insulto, era un vezzeggiativo che
utilizzava per quella ragazza che lo aveva stregato.
Blaise
ghignò, vedendo il suo sguardo ferito per quei pensieri.
-
Allora, Draco... - disse, attirando la sua attenzione - Dammi il diario
o...rewind
!La
Mezzosangue si dimentica di te e tu ovviamente di questa bella e gelida
serata.
-
Almeno potresti farmi la cortesia di cancellare anche i miei ricordi...
e non solo di questa sera! - sibilò Draco, nascondendo i
tremiti di freddo, misti a rabbia e frustrazione.
-
E perché mai? - rise Blaise, facendogli l'occhiolino.
-
Non potrei mai perdermi Draco Malfoy chesoffre
per amore, lui che l'amore l'ha sempre disprezzato...
ahahah...
Draco
strinse i pugni, furioso quanto impotente. Mentre il vento notturno gli
sferzava i capelli e gli faceva lacrimare gli occhi.
E
adesso?
Non
aveva la minima idea di dove Hermione avesse messo il diario... e
quello psicopatico di Zabini non avrebbe sentito ragioni. Le avrebbe
cancellato la memoria o l'avrebbe gettata nel Lago Nero. Erano queste
le uniche opzioni che aveva. In ogni caso Draco avrebbe perso molto e
Blaise, che aveva fatto tutto questo solo per vederlo soffrire, si
sarebbe preso su di lui una dolce vendetta.
Inaspettatamente
aveva perso, su ogni possibile fronte.
****
Ciao a tutti!!!
mi dispiace molto di non aver
più aggiornato ma ho dovuto traslocare e per mesi non ho
avuto la connessione a casa, oltre ad altri vari problemi logistici e
di adattamento!
Comunque adesso eccomi qui,
sperando che abbiate ancora voglia di continuare a leggere questa
storia... o di rileggerla, visto che per colpa mia molti di voi se la
sono dimenticata! ^^'
Ormai mancano 2 capitoli alla
fine. Il prossimo l'ho già finito e lo posterò
fra qualche giorno. Ed anche l'ultimo capitolo è quasi tutto
scritto, manca giusto qualche correzione e qualche cambiamento
poichè non mi convince molto.
*credit: le parole in inglese non appartengono a me ma fanno parte del
testo della nota canzone dei Queen, "The show must go on", secondo me
molto adatta a questo capitolo.
Buona lettura !
* * *
Nott
uscì correndo dal bagno delle ragazze del sesto piano. Per
poco una massiccia Tassorosso del terzo anno non lo aveva affatturato
quando l'aveva visto entrare con un fare molto losco e guardarsi
intorno conmaniacaleinteresse.
-
Fiuu... - pensò stancamente - Quasi era meglio trovarci
Zabini dentro, almeno lui non ha delle braccia così
muscolose!
-
Nott! - la voce di Harry Potter lo fece voltare - Ti ha chiamato
Malfoy?
-
Sì, Potter ! - rispose lui cordialmente, mettendo le mani in
tasca mentre il Grifondoro scendeva le scale che li separavano - Anche
se avrei preferito fare altro... ho cercato in tutti i bagni delle
ragazze ma non ho avuto fortuna. Pensa che non ho neanche trovato
Mirtilla al secondo piano, almeno potevo farmi aiutare da lei nelle
ricerche. Un fantasma sarebbe tornato parecchio utile.
Harry
accennò un sorriso - Dubito che ti avrebbe aiutato visto che
l'ultima volta che l'hai vista le hai lanciato un Petrificus Totalus.
Nott
sembrò rifletterci su per qualche secondo - Insulsi
dettagli... avrei potuto sempre usare l'Imperio! - rispose infine, con
tanto di sorriso.
-
Non avrebbe quel sorriso se fosse qui Hermione e gli sentisse dire una
cosa del genere...-pensò
il Grifondoro, guardando l'ora.
-
Comunque il coprifuoco è appena scattato... - disse a Nott,
guardandosi intorno preoccupato. - Se incontriamo qualche professore
adesso, secondo me, sarebbe meglio raccontare tutta questa storia.
Almeno potremmo cercare di farci aiutare piuttosto che finire in
punizione.
Nott
lo guardò stralunato - Raccontare cosa? Che Blaise ha
rapito la Granger perché la ricattava insieme a Draco?
Harry
lo guardò, un po' titubante - Magari solo la storia di
Zabini che rapisce Hermione ...
-
E come la metti con la foto che ha la Granger? Con quella verrebbero
espulsi sia lei che Draco. Pensavo che ci tenessi ad averla ancora ad
Hogwarts! - rispose Theodore con le sopracciglia aggrottate.
-
Di cosa parli? - esclamò subito Harry, un po' confuso -
Quella foto non esiste più, la foto che ha Hermione
è stata manipolata... si vedono Zabini e la Parkinson, non
lei e Malfoy.
Theodore
lo fissò basito per qualche secondo prima di sospirare
pazientemente.
- Da quanto mi dici, credo che tu non sappia che l'incantesimo di
trasfigurazione che ha lanciato la Granger si possa esercitare solo su
di una copia del soggetto da trasfigurare enonsu di
un originale.
Harry
era a bocca aperta - C...Cosa? - balbettò - Vuoi dire che
Hermione ha dovuto prima copiare la foto per poterla modificare?
Perché? - chiese stupito.
-
A causa di una regola che ha posto il Ministero della Magia per evitare
che ai processi si possano modificare delle prove schiaccianti.
Infatti, se viene distrutta l'originale, anche la sua copia
contraffatta sparisce... ma la copia che Draco mi ha mostrato prima
è ancora intera, quindi anche l'originale esiste ancora -
spiegò Nott, con le mani in tasca - Sicuramente anche Zabini
sa questa cosa, per questo conta sul fatto che non faremmo intervenire
nessun professore.
Harry
ingoiò a vuoto. Adesso sì che erano nei guai.
Si
ritrovò a maledire la sua disattenzione in classe, se avesse
conosciuto quel particolare da subito non sarebbe rimasto
così tranquillo. Aveva cullato fin dall'inizio l'idea di
chiamare la McGranitt e mettere fine a quella storia, ma per farlo la
foto originale scattata da Zabini non sarebbe dovuta esistere.
Quella
inaspettata rivelazione aveva rovinato tutto!
-
Su, Potter, non fare quella faccia! - disse Theodore, quasi divertito.
- Te la sei vista più brutta di così in molte
occasioni! Hai affrontato un basilisco ed un Ungaro Spinato, per tutti
i calderoni!
-
E' vero. - gli concesse il Grifondoro - Ma un Ungaro Spinato non
espellerebbe Hermione da scuola e costringerebbe me a pulire l'archivio
di Piton per una settimana! - puntualizzò, con una punta di
amarezza.
-
Magari ti mangerebbe.
-
Magari... - rispose Harry, tra sé e sé.
-
Visto che mi hai chiesto solo del diario, deduco che tu abbia trovato
almeno la foto... - disse Draco, fissando Zabini con uno sguardo
selvaggio - Perché se così non fosse ... appena
potrò, giuro sul nome dei Malfoy che ti
scorticherò vivo pezzo per pezzo, fino a quando non mi
implorerai di ucciderti.
Per
tutta risposta, Blaise sorrise - Sono molto impressionato dal tuo
zelo...ma non vorrei spezzare i tuoi sogni consolatori visto che ho
proprio la foto originale, anche se al momento non posso mostrartela
per ovvie ragioni... - guardò per un secondo Hermione, che
lentamente stava iniziando a riacquistare i sensi.
- Ma grazie a quella, mi assicurerò un'ottima"protezione"dalla
vostra eventuale vendetta. O vuoi che oltre al fatto che si dimentichi
quello che prova per te, venga anche espulsa da scuola ? Davvero le
toglieresti quello che ama di più ?
Malfoy
strinse nuovamente i pugni, trattenendosi a stento dal lanciarsi sul
compagno. Ma doveva pensare ad Hermione in quel momento. Non poteva
perdere la calma e fare qualcosa di stupido, ma soprattutto,
irreparabile.
-
D...Draco? - la debole voce di della ragazza lo raggiunse,
costringendo Malfoy a staccare gli occhi da Zabini e posarli su di lei.
Il suo sguardo era così freddo e triste che la Grifondoro,
invece di rallegrarsi della sua presenza, si spaventò.
-
Mi dispiace, non sono riuscita a non fargli prendere la foto... visto
che l'avevo con me... - sussurrò, con il fiato corto.
-
Non preoccuparti... non è stata colpa tua. - le rispose
Malfoy, con il tono piùdolceche
riuscì a trovare.
-
Bene, ora che sei sveglia... - iniziò Zabini, posandola a
terra e trattenendola per le mani legate.
-The
show must go on !!-
esclamò compiaciuto, puntando la bacchetta da Hermione a
Draco.
- Forza... - lo esortò, con un sorriso velenoso - Stasera mi
sento generoso e ti darò persino la possibilità
di dirle addio.
Draco
ed Hermione si guardarono.
Lo
sguardo che le rivolse fu colmo di sofferenza. Mai aveva visto Draco
Malfoy fissarla con un'espressione così ferita e tenera allo
stesso tempo.
-
C... Che vuol dire che devi dirmi addio? - pigolò Hermione,
sentendo la gola completamente arida.
Draco
distolse lo sguardo, volgendolo a terra, e rimase in silenzio.
-
Forza, Draco... - lo incalzò Zabini - Se non ti sbrighi fra
poco morirete assiderati!
Malfoy
trasse un profondo respiro e si avvicinò lentamente a lei,
leggendopauranei
suoi occhi. Paura dell'ignoto, delle conseguenze.
-
Zabini vuole cancellarti la memoria a partire dal giorno in cui
è stata scattata la foto...o almeno, ti dimenticherai
solamente di aver letto il diario di Blaise e... - le corde vocali
sembrarono a Draco pesantissime, ormai del tutto congelate -...della
parte che mi riguarda, compresi tutti i sentimenti che adesso provi per
me.
-
Che cosa? - scattò lei, allarmata.
-
Hai capito bene Hermione, credo che questo sia un addio.
-
Torneremo a detestarci quindi? Come se non fosse successo nulla tra
noi? - chiese lei sconvolta. Non poteva essere vero ! Non era
possibile che stessero avendo quella conversazione.
Draco
distolse lo sguardo -Solo
tetornerai
a farlo... - disse solamente.
A
quelle parole Hermione non resse più.
La
sua testa saettò verso Zabini - Non farlo! - lo
implorò - Ti dirò dov'è il diario, ma
solo quando avrai posato la bacchetta. Poi se vorrai potrai tenerti la
foto... ma non voglio perdere alcun ricordo, ti prego...
Sentire
la Grifondoro implorare Zabini a quel modo non fece che stringere
maggiormente il cuore a Malfoy... doveva fare qualcosa... ma cosa?
Blaise
la guardò per un interminabile minuto, prima di scoppiare a
ridere come un folle. Quasi si rotolò nella neve dalle tante
risa.
Draco
approfittò di quei pochi ed inaspettati secondi per
sussurrare un paio di parole alla ragazza.
-
Foto...pantaloni... - disse enigmatico, rivolgendo poi uno sguardo
eloquente verso Blaise.
Che
voleva dire? Si chiese Hermione, ma dopo aver osservato Zabini mettere
la mano sinistra in tasca, capì.
Draco
le stava dicendo che Il Serpeverde aveva la foto nella tasca dei
pantaloni, e bastò un secondo sguardo di Malfoy per capire
che gli serviva il suo aiuto per distrarlo.
-
Che ridere, Mezzosangue... - disse Blaise, dopo che si fu ripreso - Ma
come, hai letto il mio diario e non hai capito quale sia il mio vero
scopo in tutto questo?
Hermione
sussultò, certo che sapeva quale fosse.
-
Vuoi farlo soffrire, è così? - gli rispose
bruscamente - Ma credo che tu non ti stia certo impegnando tanto, non
otterrai nulla cancellandomi la memoria. Anzi, rischi di non ritrovare
più il tuo prezioso diario.
-
Touchè, Granger. - disse Blaise, per nulla intimorito - Se
non ti ricorderai il diario significa che non lo cercherai, quindi
avrò tutto il tempo per trovarlo io... e poi quello che dici
è del tutto inesatto. Vero, Draco?
Hermione
si girò verso Malfoy - Non puoi permettergli di farlo! -
gli urlò contro, cercando di rimanere calma.
Draco
le regalò uno sguardo rassegnato - Non posso farci nulla,
Hermione, sono disarmato e preferisco che tu mi odi piuttosto che
saperti morta.
-
C...Cosa ... sapermi morta? - cercò di chiedere, ma lui la
bloccò, toccandole delicatamente le labbra con un dito.
Draco
sospirò - Ti assicuro che è la prima volta che lo
dico a qualcuno, ma penso di non essere mai stato così
sicuro su qualcosa prima di oggi...e se non lo faccio ora, credo che
non potrò farlo mai più. - nonostante tutto quel
freddo, Hermione notò un leggero colorito sulle sue guance.
Lo
vide prendere un bel respiro - Io ... ti amo, Hermione... - le disse,
baciandole delicatamente le labbra, prima di tornare a guardarla
teneramente.
La
Grifondoro era senza parole. Completamente senza parole.
Draco
Malfoy le stava dicendo di amarla proprio qualche secondo prima che
Zabini lo cancellasse dalla sua mente e dal suo cuore.
Sentì
le guance umide e si accorse solo in quel momento che stesse piangendo.
Anche
lei lo amava, eccome se lo amava! Gridò una vocina nella
sua testa...
Ed
anche se non si sarebbe mai ricordata di quella sera e di averlo fatto,
lei doveva dirglielo.
Malfoy
doveva sapere che anche Hermione Granger era innamorata di lui.
-
Perfetto. - disse Blaise, impaziente prima che lei potesse rispondergli.
-
Dì addio ai tuoi ricordi ora. - puntò la
bacchetta sulla ragazza.
-
NO, ASPETTA!!! - urlò Draco, prima di lanciarsi verso di
lui.
Zabini
fu lesto, si girò verso Malfoy e gli lanciò uno
Schiantesimo che il biondo Serpeverde scansò di un soffio,
prima che si infrangesse su di una roccia vicina, proiettandosi nel
freddo cielo di dicembre in una miriade di scintille rosse.
-
Che cosa credevi di fare, eh? Rassegnati a perderla e basta! -
sibilò astioso verso Draco.
Fu
in quel momento che Hermione riprese il controllo di sé e
del suo splendido cervello. Si alzò in tutta la sua statura,
assumendo una posa quasi felina, bellissima.
-
Zabini... - tuonò, con uno sguardo da predatore ferito che
vuole assestare l'ultimo morso ben piazzato al suo carnefice.
-
Prima che mi cancelli la memoria devo dirti una cosa... -
continuò con voce sicura, sapendo di condannarsi da sola ma
volendo batterlo al suo stesso gioco. - Il diario non è a
Hogwarts, ieri l'ho spedito a tua madre imitando la tua calligrafia.
Another
hero, another mindless crime
Behind
the curtain, in the pantomime
Hold
the line, does anybody want to take it anymore
The
show must go on
The
show must go on, yeah
Un
altro eroe, un altro crimine inutile
Dietro
il sipario, nella pantomima
Resta
in linea, sì qualcuno vuole prendere di più
Lo
spettacolo deve continuare
Lo
spettacolo deve andare avanti, sì
-
Ehi, Nott! - chiamò Harry, avvicinandosi a grandi passi ad
una finestra - Vieni a vedere!
Erano scesi fino al primo piano per cercare Malfoy, visto che si era
offerto di controllare i primi piani ed il parco. Ma anche del
Serpeverde non vi erano tracce.
Theodore
gli si affiancò - Cosa? - chiese, non vedendo nulla.
-
Ho visto delle scintille da incantesimo provenire da quella parte. -
rispose il Grifondoro, indicando un punto imprecisato nel buio.
-
Mmm... in quella direzione c'è il Lago Nero. -
commentò Nott, aggrottando le sopracciglia.
- Forse dovremmo andare a vedere.
Dopo
un cenno di intesa, Theodore ed Harry fecero per imboccare le scale che
li avrebbero portati all'ingresso della scuola, ma qualcuno
sbarrò loro la strada.
-
Uh... - esclamò Pansy Parkinson, disgustata - Nott... come
puoi essere finito così in basso? Addirittura infrangi le
regole insieme ad Harry Potter... Se lo sapesse Piton come minimo gli
cadrebbero i capelli.
-
Magari ci guadagnerebbe in immagine. - rispose invece Harry, strappando
a Nott un sorrisetto.
-
Molto divertente, Potter... - rispose Pansy, avvicinandosi ai due
ragazzi - Comunque vi conviene ritornare ai vostri dormitori o
sarò costretta a togliervi punti.
-
C...Cosa? - scattò Harry, indispettito - Non puoi abusare
della tua autorità di Prefetto per coprire Zabini!
Pansy
rimase impassibile - Io non sto coprendo proprio nessuno. - disse, con
fare innocente.
-
Balle! Oggi non è certo il giorno della tua ronda. -
Intervenne Nott, facendo un passo avanti.
- Quindi l'unica autorità che puoi esercitare è
giusto quella di chiamare un Professore o un Caposcuola.
-
Siete fuori dalle vostre Sale Comuni dopo il coprifuoco, quindi avete
comunque torto, Theodore. - gli rispose lei, guardandosi le unghie
laccate - E non vi converrebbe che chiamassi veramente Piton,
perché sai bene quanto odi essere svegliato nel cuore della
notte per punire chi trasgredisce alle regole.
Harry
e Nott si guardarono. Purtroppo Pansy aveva ragione, se fosse arrivato
veramente Piton sarebbero finiti in un mare di guai e non sarebbero
stati per niente d'aiuto ad Hermione e Draco.
Harry
sospirò mettendo una mano verso la tasca dei pantaloni, dove
teneva la bacchetta. Se fosse stato costretto non si sarebbe fatto
scrupoli sul fatto che la Parkinson fosse una ragazza. L'avrebbe
attaccata senza rimorsi se questo avesse significato salvare la vita di
Hermione.
Ma
Nott, che aveva seguito il suo gesto con lo sguardo, gli fece un cenno
negativo.
Sicuramente
voleva evitare un confronto con lei, se possibile.
-
Pansy... - provò Theodore, cercando di farla ragionare - Sei
ancora in tempo per non finire nei guai, lasciaci passare.
Gli
occhi della Parkinson si accesero - Mi stai minacciando, per caso? -
chiese impettita.
-
Assolutamente no. - disse Theodore, affabile - Sto solo dicendo la
verità. Zabini ha preso la Granger, ma tu questo lo sai
già, vero? - Pansy non gli rispose, così Nott
continuò - Forse però non sai che cosa Blaise
abbia veramente intenzione di farle.... e che Draco, comunque, sia
riuscito a raggiungerlo. Però io un'idea ce l'ho, visto che
ho diviso per anni la stanza con lui...e ti assicuro che non
è bella, né per la Granger, né per
Draco. Finiranno per uccidere la Grifondoro o, peggio ancora, si
ammazzeranno fra loro.
Lo
sguardo sicuro di Pansy vacillò.
L'argomento"Malfoy
vs Zabini"era
il suo punto debole, constatò con gioia Harry. Nott era
veramente bravo a manipolare le persone, esattamente come Draco o
Blaise. Si chiese stupidamente se a Serpeverde facessero un corso
intensivo di Manipolazione, per chi non fosse in pari.
-
Draco è con loro? Sei sicuro? - chiese alla fine la
Serpeverde, con un velo di preoccupazione.
-
Sì... a giudicare dalle scintille rosse che ho visto nel
parco. - si intromise Harry, volendo rincarare la dose alla ragazza -
Visto che Malfoy li stava cercando come un pazzo, sicuramente non sta
succedendo niente di buono là fuori.
-
Ma non dovevano incontrarsi! - sbottò Pansy,
improvvisamente scossa - Blaise doveva solo prendere le sembianze di
Weasley per poi baciare la Granger!
Harry
e Nott si guardarono a bocca aperta.
-
Io dovevo stare qui fino a che non sarebbero passati per poterli
fotografare...tutto qui! - disse, indicando la borsa - Così
Draco l'avrebbe lasciata per tornare con me!
Nott
sospirò incrociando le braccia,-
Povera e sciocca Parkinson !-pensò
con una punta di amarezza - Be', non erano queste le sue intenzioni,
Pansy, visto che abbiamo trovato il vero Weasley e l'effetto della
Polisucco credo che a quest'ora sia svanito da un pezzo. Blaise
è molto bravo a mentire... anzi, dovresti saperlo meglio di
tutti visto quello che è successo con Draco. -disse invece
ad alta voce, guardandola fisso negli occhi.
Pansy
arrossì, colpevole.
Cercò
di rispondergli male ma non ci riuscì.
Dentro
di lei sapeva che le parole di Nott non fossero campate del tutto in
aria. Non era la prima volta che dubitava delle intenzioni di Blaise,
ed il fatto che fosse sparito con la Granger non fece che ingigantire i
suoi dubbi.
-
Non vuoi finire ad Azkaban, vero Parkinson? - aggiunse Harry,
guadagnandosi uno sguardo spaurito dalla Serpeverde - Perché
se tu adesso non mi lasci passare e succede qualcosa ad Hermione,
è lì che finirai, insieme al tuo amico Zabini.
Le
parole di Harry sortirono l'effetto voluto. Gli occhi di Pansy
divennero lucidi e le tremò il labbro.
-
Va bene, ho capito! - disse rabbiosa, sentendosi usata ed umiliata.
-
Passate pure, ma non osate fare il mio nome se succede qualcosa...
negherò fino alla morte... - il suoi occhi corvini si
posarono su Harry - ...che non è detto che sia la mia... -
detto questo, scappò a testa bassa, senza dare il tempo ai
due ragazzi di dire qualcosa.
Per
un attimo Harry si rese conto di provare pena per lei.
-
Non ti preoccupare, Potter. - gli disse Theodore, vedendolo fissare
cupamente il punto dove era scappata Pansy.
-
La conosco, non farà nulla del genere...
Harry
lo guardò - Non stavo pensando alle sue minacce... - gli
disse solamente.
Theodore
ricambiò il suo sguardo e capì.
Potter
era veramente un sentimentale a volte e questa sua nobiltà
d'animo gli avrebbe procurato solo fastidi in futuro, pensò
accigliato.
-
Le passerà presto... ed avrà sicuramente imparato
qualcosa di utile per una volta! - disse però al
Grifondoro, facendolo sorridere.
-
Adesso sbrighiamoci!
Senza
ulteriori indugi i due ragazzi si lanciarono a capofitto per le scale,
sperando che la situazione non fosse così disperata come
avevano fatto credere alla Parkinson.
Zabini
era rimasto sconcertato a guardarla, pallido come la morte. Per un
attimo Hermione credette che stesse per svenire.
-
Stai mentendo, schifosa Mezzosangue!!! - gridò poi,
puntandole la bacchetta contro con gli occhi sgranati e furenti. La sua
mano tremò vistosamente.
-
E non per il freddo... - pensò Hermione, compiaciuta.
Malfoy
sussultò, lanciando alla ragazza uno sguardo misto a
rimprovero, paura ed ammirazione... Hermione lo stava distraendo,
proprio come le aveva chiesto pochi minuti prima, voleva fargli
abbassare completamente la guardia per dargli un'occasione per reagire.
Ma a quale prezzo?
-
No, Zabini.- rispose Hermione, reggendo il suo sguardo da folle con
orgoglio - E' la verità! Adesso puoi cancellare anche i
miei ricordi se vuoi... ma dovrai fare lo stesso anche con tua madre !
Per
Blaise, fu troppo ...
Dopo
un esclamazione di rabbia mista a sofferenza, puntò la
bacchetta su Hermione ...anche se un ulteriore tremito della voce lo
fece esitare - O...Obliv.. -
Questo
fu il segnale per Draco di passare all'azione, approfittando del fatto
che Zabini avesse perso la concentrazione. Si lanciò a testa
bassa su di lui, con l'intenzione di colpirlo alla bocca per non
permettergli di recitare l'incanto. Ma Blaise fu più veloce.
-
Oblivion! -ridisse,
colpendo in pieno Hermione, prima di cadere all'indietro nella neve con
Malfoy.
Draco
cercò di bloccare la mano che teneva la bacchetta, ma si era
sbilanciato troppo e la neve mista al ghiaccio non fecero che
peggiorare la situazione. Era riuscito solamente a dare a Zabini un
pugno sullo zigomo, di striscio, dandogli così la
possibilità di finire la formula.
Aveva
fallito...
Hermione
aveva perso tutti i ricordi di loro due insieme. E lui aveva perso lei.
Blaise
gli diede uno spintone, pronto a puntare la bacchetta anche su di lui,
ma uno scricchiolio sinistro fece voltare entrambi i Serpeverde in
direzione della Grifondoro.
A
causa dell'incantesimo, la ragazza istintivamente aveva fatto qualche
passo indietro, finendo direttamente sul lago ghiacciato.
-
Hermione! - gridò Draco, attirando la sua attenzione.
Gli
occhi confusi di Hermione si posarono su di lui.
Draco
sentì una fitta dolorosa al cuore.
L'aveva
dimenticato, l'aveva persa...
-
Spostati da lì! - urlò ugualmente - Il ghiaccio
si sta romp... - ma non riuscì a terminare la frase che, con
un ultimo e fragoroso schianto, le lastre cedettero.
-
NO!!! - urlò Malfoy, vedendo Hermione perdere l'equilibrio,
a causa delle mani ancora legate, e finire in acqua.
-
Blaise! - Draco si voltò verso Zabini, che aveva osservato
la scena in silenzio - La mia bacchetta! Dammela subito... sta
affogando! - gli urlò, disperato, vedendo Hermione
annaspare tra i flutti.
Blaise
gli sorrise malignamente... - Vai a prenderla allora... - disse, prima
di tirarla fuori dalla tasca, voltarsi e lanciarla lontano nella neve.
Draco
lo fissò a bocca aperta.
Subito
dopo Blaise prese la sua scopa da corsa da dietro una roccia e
montò in sella.
-
Se dici di amarla davvero, Draco... - gli disse, massaggiandosi la
guancia dove era stato colpito - Dovrai salvarla tu con le tue mani!
Sempre se non decidi di morire con lei... - poi scoppiò a
ridere e si alzò in volo, prima che Draco riuscisse ad
afferrarlo.
-
A...Aiuto! - cercò di urlare Hermione, prima di finire
ancora una volta sott'acqua. Era debole ed in evidente stato di
ipotermia, non sarebbe riuscita a resistere ancora per molto.
Ed
infatti la sua testa non riapparve, mandando Malfoy nel panico.
Il
Serpeverde scattò verso di lei, fermandosi sul ciglio del
lago solo per il tempo di togliersi la giacca, cercando di non pensare
a quello che avrebbe provato una volta immerso in quell'acqua torbida e
gelida.
Si
tuffò velocemente nel punto in cui era sparita la ragazza...
sperando solamente che non fosse troppo tardi.
The
show must go on,
I'll
face it with a grin
I'm
never giving in
On...
with the show !
Lo
spettacolo deve andare avanti,
Lo
affronterò con un sorriso
Non
cederò mai
Su...
con lo spettacolo!
-
Laggiù ! - indicò Nott ad Harry, vedendo delle
sagome in lontananza.
Per
loro fortuna, una nuvola si era spostata permettendo ad una pallida
luna di illuminare il parco.
I
due ragazzi videro scioccati Draco Malfoy, completamente bagnato ed
esausto, cadere sul prato innevato vicino alla riva, tenendo tra le
braccia ....
-
NOO! - urlò Harry spaventato, correndo verso di loro -
Hermione!
L'amica
gli sembrò morta.
Le
labbra ed il viso erano pallidi come la neve mentre stava distesa su di
un fianco, completamente bagnata, con i polsi legati e gli occhi chiusi.
Harry
la prese fra le braccia e le slegò le mani, avvolgendola poi
con il suo mantello per riscaldarla.
-
Ti prego... resisti ! - disse disperato.
-
C...Chiamate Piton... - balbettò Malfoy, tremando
disperatamente e tenendo gli occhi socchiusi.
-
Zabini... dov'è ? - chiese Theodore furente, aiutandolo a
rimettersi in piedi ed avvolgendolo nel suo mantello.
-
Andato...è riuscito a scappare.
Draco
barcollò, sorretto dall'amico. Fece per voltarsi verso
Hermione quando qualcosa attirò la sua attenzione.
-
Ma...quella... - si chinò, tremante, a raccogliere un pezzo
di carta nella neve con un'espressione stupita.
Theodore
gli si affiancò.
La
foto in cui erano ritratti Draco ed Hermione al "passaggio della Strega
Orba" era nelle sue mani.
-
D...Deve essere caduta a Zabini quando... - ma non riuscì a
finire la frase. Svenne improvvisamente sotto gli occhi stupiti di Nott
che lo sorresse appena in tempo, prima che sbattesse la testa sul
gelido terreno.
***
Holaa!
Volevo
aggiornare oggi dopo pranzo, ma il mio ragazzo ha avuto la geniale idea
di smanettare con il router e... ovviamente ha fatto un danno,
cancellando tutte le impostazioni >.<
Comunque,
anche se è tardino, eccomi qui come avevo promesso.
Spero
che il penultimo capitolo vi sia piaciuto e ci tengo a ringraziare chi
ha recensito lo scorso capitolo :
Nott
alzò lo sguardo dalla sua rivista di Quidditch vedendo il
suo compagno di stanza aprire la porta ed entrare senza dire una parola.
-
Ehi, come è andata ? - chiese un po' titubante all'amico.
Draco
lo guardò, il suo sguardo era vuoto.
-
Sembra che Potter e Ginny Weasley abbiano confermato alla McGranitt e
Piton che io fossi con loro mentre la cercavamo... così
è stato classificato come incidente, visto che non sono
riusciti ad accusare nessuno...Ah...Mi hanno dato anche cinquanta punti
per essere accorso in suo aiuto ! - Malfoy sospirò, in quel
momento vincere la Coppa delle Case era la cosa di cui gli importava
meno.
- Quindi è andata bene, diciamo... visto che quei Grifondoro
avrebbero potuto incastrarmi se avessero voluto.
Theodore
si avvicinò, lanciando malamente la rivista sul letto. - Ma
perché non mi hai fatto dire ai professori di Zabini ?
Credevo volessi vendicarti su di lui, finirebbe ad Azkaban !
Draco
sbuffò, quasi esasperato. - E' inutile, te l'ho
già spiegato ed anche quello stolto di Potter la pensa come
me per una volta. La madre solo il giorno dopo è venuta a
prenderlo per andare in Slovenia e sicuramente adesso Zabini
sarà a Durmstrang... Sarebbe quindi troppo complicato
dimostrare la sua colpevolezza senza il diario e senza chiamare in
causa la foto fatta a me ed Hermione... - si bloccò per un
secondo, solo il pronunciare ilsuonome
gli faceva male - ... e poi, per dirla sinceramente, non mi interessa
più la vendetta. - finì, con voce atona.
Nott
lo guardò prendere sciarpa e mantello - Ora dove vai ? - gli
chiese, sentendosi triste per lui.
-
A fare due passi per schiarirmi le idee. - fu l'unica risposta che
ebbe, prima di vederlo nuovamente sparire oltre la porta.
Erano
passati alcuni giorni da quella notte turbolenta.
Hermione,
in fin di vita, era stata trasportata d'urgenza da Piton al San Mungo e
per le ventiquattro ore successive nessuno aveva avuto notizie sulle
sue condizioni.
Harry
e Ron avevano fatto un putiferio per poterla seguire in ospedale, ma la
McGranitt era stata irremovibile.
In
seguito, un gufo grigio proveniente dall'ospedale aveva fatto la sua
comparsa con la posta del mattino. E la McGranitt, senza indugio, aveva
convocato nel suo ufficio Harry, Ron, Ginny, Nott e Malfoy per
informarli che Hermione fosse sopravvissuta ma che a causa diun'amnesiasarebbe
rimasta per alcuni giorni in osservazione, per finire poi la
convalescenza nell'infermeria di Hogwarts.
Inutile
dire che la gioia di Draco di saperla viva (e del suo ritorno), era
stata spazzata via in un nanosecondo, esattamente dopo aver sentito la
parolaamnesia...
Così
Harry aveva visto Malfoy abbassare tristemente lo sguardo, prima di
chiedere alla McGranitt il permesso per andare, uscendo poi dal suo
ufficio prima ancora che lei avesse il tempo di accordarglielo.
Era
stata la prima volta che il Grifondoro si era sentito sinceramente
dispiaciuto per lui.
-
E' oggi, vero ? - trillò Ginny, voltandosi verso Ron ed
Harry che stavano giocando a scacchi magici poco lontano da lei.
-
Sì. - le rispose Harry, sorridente - Stasera Hermione
tornerà ad Hogwarts, anche se purtroppo domani sera non
potrà partecipare al ballo, Madama Chips lasequestreràsicuramente.
Ron
accennò un sorrisetto e Ginny lo fulminò con lo
sguardo, capendo subito a cosa stesse pensando il fratello.
-
Non essere così felice, Ronald. Anche se Hermione ha
dimenticato Malfoy, questo non vuol dire che abbia nuovamente
sentimenti per te. - disse acidamente.
Lo
sguardo di Ron si rabbuiò ed Harry per un attimo temette il
peggio, una delle loro litigate "made in Weasley " era l'ultima cosa
che poteva servire ad Hermione... ed a lui.
Ma,
invece di arrabbiarsi, Ron sospirò.
-
Non ho alcuna intenzione di tornare sui miei vecchi passi... - disse a
sorpresa - Lei ha scelto un altro, questo nessun incantesimo
potrà cancellarlo. Le sarò di nuovo amico
perché le voglio bene, ma sto con Lavanda adesso e credo che
rimarrò con lei per un po'.
Harry
e Ginny si guardarono.
Forse,
si spiegò Harry, la possibilità che Hermione
morisse senza che si potessero chiarire l'aveva fatto riflettere.
Inoltre Ron aveva ascoltato con stupore della lotta tra Malfoy e
Zabini, dell'incantesimo fatto ad Hermione e di come il ragazzo si
fosse gettato nell'acqua per salvarla, rischiando lui stesso di morire.
E quando aveva incontrato il Serpeverde nei giorni seguenti non era
riuscito più a provare quel disprezzo che avvertiva ogni
volta che vedeva la sua faccia. Anche se non sarebbe mai stato suo
amico, non aveva potuto che ammirarlo per il suo coraggio. Ma
sicuramente Ron non l'avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura.
A
maggior ragione dopo il piccolo scherzetto che avevano architettato lui
e Ginny, facendo credere a Madama Chips che fosse svenuto mentre
provava una pozione soporifera fatta per un compito, decidendo di
provarne gli effetti lui stesso. Inutile dire che si era beccato non
solo la ramanzina della Medimago ma anche le prese in giro di Dean,
anche lui in infermeria in quel momento.
Solo
per l'amicizia con Harry e per il bene di Hermione aveva tenuto la
bocca chiusa. E per fortuna che al suo risveglio aveva trovato Ginny ad
istruirlo, se Madama Chips avesse sospettato l'avvelenamento avrebbe
chiamato tutto il corpo insegnanti per trovare il colpevole.
Comunque,
che lo volesse oppure no, quell'esperienza aveva cambiato Ron... e non
solo lui...
Draco
infatti aveva iniziato a comportarsi in modo strano. Non insultava
più nessun Grifondoro, né si allenava a
Quidditch. Parlava a malapena con Nott e non girava più per
i corridoi accompagnato da Tiger e Goyle.
Dopo
le lezioni, semplicemente, il Serpeverde spariva per ore e nessuno
avrebbe potuto dire con certezza dove fosse o cosa stesse facendo,
forse neanche Nott ne era al corrente.
Draco
si sedette sulle sponde del lago, proprio dove pochi giorni prima aveva
detto ad Hermione di amarla.
Si
strinse nella calda sciarpa verde - argento e tirò fuori
dalla tasca una foto.
Era
la maledetta foto che aveva dato inizio a tutto.
Vide
Hermione Granger (e se stesso) guardarsi intorno, prima di sparire nel
passaggio segreto. Lo sguardo preoccupato della Grifondoro lo fece
sorridere.
Quella
Mezzosangue fissata con le regole in poco tempo aveva sconvolto la sua
vita ed il suo cuore.
La
guardòper
l'ultima volta, sentendo le lacrime spingere per uscire
prepotentemente sulle sue guance.
No,
non poteva piangere. Lui era un Malfoy, non uno qualunque.
Fece
un passo avanti e strappò con un sospiro la fotografia, per
poi gettarla nella parte del lago che il sole dei giorni precedenti
aveva scongelato.
-
Addio Mezzosangue... - disse amaramente, prima di voltarsi ed
incamminarsi verso il castello.
Passò
le ore seguenti in biblioteca a studiare. Inutile dire che chiunque
entrasse e lo vedesse lì da solo, concentrato e silenzioso,
non poteva far altro che fissarlo come se fosse impazzito.
In
quegli anni nessuno aveva mai visto Draco Malfoy studiare in biblioteca
di sua spontanea volontà e, sicuramente, mai da solo.
Poco
prima della chiusura entrò Nott, che lo fissò
stupito per qualche secondo prima di avvicinarsi a lui.
-
Ehi Draco, ti ho cercato ovunque ! Non vieni in Sala Grande per la cena
? - gli chiese, vedendolo scrivere un tema per Vitious.
-
Non ho fame. - gli rispose lui, senza neanche alzare lo sguardo.
-
E' qui che sei stato tutte queste ore ? - gli chiese Theodore,
guardandosi intorno.
Ma
Draco non gli rispose, continuando a scrivere freneticamente.
Nott
sospirò - Stasera torna la Granger... - azzardò
quindi - Andrai a trovarla in infermeria ?
Lo
sguardo di ghiaccio di Draco si posò su di lui.
-
Lo prendo per un no... - si rispose da solo Theodore.
- Ma almeno torna ad allenarti a Quidditch, la nostra squadra ha
bisogno del suo Capitano ! - continuò, vedendolo posare la
piuma.
Draco
arrotolò il suo foglio di pergamena e ripose i libri nella
borsa.
-
Hai ragione. - gli rispose infine, pensieroso - Forse è
meglio se diventi tu il nuovo Capitano dei Serpeverde. Dovresti
però rifare i provini per un nuovo cercatore ed un nuovo
battitore, visto che anche Zabini è assente.
Theodore
lo fissò a bocca aperta, era senza parole.
-
Non intendevo questo...
-
Lo so. - gli rispose Malfoy, mettendo la borsa in spalla e lanciandogli
un'occhiata penetrante.
-
Ma è quello che voglio io !
Hermione
aprì lentamente gli occhi, incontrando quelli vivaci di
Madama Chips.
-
Bentornata ad Hogwarts, signorina Granger ! - le disse sorridente la
Medimago.
-
Buonasera Madama... - rispose lei, con voce assonnata - Già
sono arrivata al castello ?
-
Sì... e fra poco le porterò qualcosa da mangiare,
non si preoccupi.
Vide
la donna farle un largo sorriso, prima di sparire dietro la porta
dell'infermeria che quel giorno era stranamente vuota.
Si
guardò intorno, pensierosa. Un interrogativo l'aveva
assalita in quei giorni.
Che
cosa era successo la notte in cui aveva avutol'incidente? I
medici era così che la chiamavano,la
notte dell'incidente....
e non aveva ancora avuto la possibilità di parlare con i
suoi amici per capire cosa fosse successo.
Si
era semplicemente risvegliata in ospedale, circondata da Medimago ed
infermiere che non avevano fatto altro che dirle di essere stata molto
fortunata ad essere sopravvissuta ad un bagno in un lago gelato.
Una
fitta alla testa le fece mettere entrambe le mani nei capelli.
Il
problema era che lei non si ricordava minimamente di essersi "lanciata"
nel Lago Nero, o che qualcuno l'avesse costretta con la forza.
Che diavolo era successo quel giorno ?
Un
lieve bussare alla porta la distolse momentaneamente dai suoi pensieri.
Madama
Chips era appena uscita, non sarebbe tornata prima di diversi minuti e
poi non avrebbe mai bussato per entrare, quindi chi poteva essere a
quell'ora ? Qualcuno dei suoi amici ?
-
Avanti...- si ritrovò meccanicamente a dire, sentendosi
inspiegabilmente sciocca.
Quando
la porta si aprì la testa di Nott fece capolino all'interno,
guardandosi intorno.
-
Ciao Granger ! - disse, vedendola - Ti trovo bene, o almeno, meglio
dell'ultima volta che ti ho vista.
Hermione
sgranò gli occhi. - Nott ? C'eri anche tu quella sera ? -
gli chiese subito, senza neanche ricambiare il saluto del Serpeverde.
-
Sì... - rispose lui, avvicinandosi al letto con una faccia
seria. - Ricordi qualcosa ? - le chiese poi speranzoso.
Hermione
scosse la testa per un secondo, prima di avere una seconda fitta che le
strappò un gemito.
Nott
le lanciò uno sguardo ansioso.
-
Forse...una cosa...- disse improvvisamente la Grifondoro, impallidendo.
- Malfoy che urla di spostarmi da... qualcosa, non ricordo cosa e
poi...una sensazione terribile... come se il mio corpo fosse trafitto
da centinaia di spilli... non ricordo altro, mi dispiace.
Theodore
sospirò, sedendosi accanto al letto della ragazza. - Quella
spiacevole sensazione di cui parli, deve essere il momento in cui sei
finita in acqua.
-
Già... - rispose lei stringendo le coperte, spaventata da
quel terribile ricordo.
Nott
la guardò pensieroso, indubbiamente stava accadendo qualcosa
di strano. La Granger si era ricordata di Malfoyper
un secondo, ma poi non aveva chiesto che fine avesse fatto,
o perché si fosse trovato con lei quella notte. In teoria,
solo il fatto che l'avesse avvisataenon
gettata nel lago, (come sarebbe accaduto in passato) avrebbe dovuto
sollevarle parecchi interrogativi.
Ma
soprattutto, non aveva fatto alcuna domanda sul perché lui
stesso fosse passato a trovarla.
Un
Serpeverde che va a trovare una Grifondoro era una cosa vista raramente
in passato e ancor meno nel presente.
A
meno che...
-
Posso farti un'altra domanda ? - le chiese, iniziando a sospettare
qualcosa.
Hermione
strinse maggiormente le coperte - Certo. - si limitò a
rispondere.
-----
Draco
aprì di colpo gli occhi.
Delle
grida provenienti dalla Sala Comune avevano interrotto il suo sonno
profondo. Sentendo la cravatta tiragli il collo, si rese conto che la
sera prima si fosse addormentato ancora vestito mentre ripassava
Erbologia.
Si
diede del patetico da solo prima di voltarsi nella direzione di
Theodore, anche lui da poco sveglio.
-
Ma cos'è questo baccano ? - commentò acidamente -
Ancora non è Natale !
Theodore
sbuffò - E' per quello stupido ballo che faranno stasera in
Sala Grande, hanno annullato persino le lezioni di oggi per le
decorazioni ! E sicuramente qui fuori ci saranno come minimo tutte le
ragazzine di Serpeverde che vorranno invitarti, soprattutto da quando
Blaise halasciato
la piazza.
-
Bah ! - commentò Draco, girandosi dall'altra parte - Peccato
che io non andrò al ballo... mi annoiano queste cose.
-
E che cosa farai ? - chiese l'amico, piuttosto curioso.
Draco
alzò un sopracciglio, Theodore doveva veramente essere
preoccupato per lui visto che ormai non faceva altro che fargli domande
personali.
-
Non lo so. - rispose sinceramente, fino a quando un acuto urletto non
gli fece accapponare la pelle - Forse andrò nella Stanza
delle Necessità per rilassarmi e stare un po' in pace... -
si corresse, facendo sorridere il compagno.
-
Hai già visto la Granger ? - azzardò nuovamente
Nott, sperando di non farlo infuriare.
Per
tutta risposta Malfoy si girò verso di lui con uno sguardo
incandescente.
-
No ! - sibilò - E non ho intenzione di cercarla... quindi
smetti di nominarmela !
Theodore
lo guardò pensieroso. Non gli aveva detto nulla riguardo la
suachiacchieratinadella
sera prima e, visto il suo umore nero, era stato meglio
così... l'avrebbe incontrata comunque, era solo questione di
tempo oramai.
Per
Draco arrivare in Sala Grande per fare colazione fu una vera impresa,
ma anche uscire vivo dai sotterranei non fu da meno. Ogni dieci secondi
qualche ragazzina si avvicinava e lo salutava o, peggio, insisteva
imperterrita per invitarlo quella sera.
-
Ma che è successo oggi alla fauna femminile di Hogwarts ?
Quella Tassorosso di prima sembrava una pazza, mi ha quasi strappato un
bottone ! - commentò arrabbiato, non appena
riuscì a sedersi.
Theodore
rise - Che non sapevi come sono fatte le donne ? Queste cose fanno
perdere loro il lume della ragione. - disse, prima di servirsi una
fetta di torta alle mele.
-
Non a tutte però... -pensò
dentro di sé Malfoy.
Draco
sfuggì con grande stile a tutti gli agguati che ricevette
quel giorno, compreso il timido tentativo della Parkinson di
riallacciare i rapporti con lui.
-
Voglio stare da solo e non andrò al ballo, quindi rassegnati
Pansy ! - le disse chiaramente dopo pranzo, prima di prendere il
mantello e scendere al Lago Nero, dove passò gran parte del
pomeriggio fino a che il freddo non sopraggiunse, costringendolo a
rientrare.
-
Ma Harry, sei sicuro di quello che fai ? - disse Ron, guadagnandosi
l'ennesima occhiata da Ginny.
-
Poteva essere finita ed invece ti metti a fare il Cupido della
situazione !
Harry
sospirò - Non fare il solito testone. - disse all'amico - Lo
sai che cosa ha fatto per lei... e poi penso che una
possibilità la debbano avere tutti, persino uno come lui.
-
Nott ci sta aspettando... che cosa hai deciso Ron, ci aiuterai ? -
chiese Ginny, guardando l'ora.
Ron
li fissò pensieroso per qualche secondo prima di annuire
sbuffando.
- Ma sia chiaro che lo faccio solo per lei ! - puntualizzò,
prima di seguire l'amico e la sorella per il ritratto della Signora
Grassa.
Prima
di passare per i sotterranei a prendere la sua borsa, Draco
andò alle cucine per prendere qualcosa per la cena. Visto
che non sarebbe andato al ballo ma nella Stanza delle
Necessità, si sarebbe dovuto portare qualcosa da mangiare se
voleva cenare. Poi, con una sacca piena di leccornie regalatagli dagli
elfi domestici, si diresse verso il suo dormitorio.
I
corridoi erano deserti, segno che tutti fossero presi dai preparativi
veri e propri per il ballo.
Draco
sentì dentro di sé una gran malinconia.
I
balli gli piacevano, era inutile che dicesse il contrario, peccato che
in quell'ultimo periodo avesse pensato ad un'unica ragazza con cui
andarci. Che però era anche l'unica che, al momento, non si
sarebbe fatta vedere con lui mai e poi mai.
Girò
l'ultimo angolo soprappensiero e quasi non gli cadde la sacca con il
cibo quando vide una chioma bruna e ribelle davanti all'entrata della
sua Sala Comune.
-
Che cosa ci fai qui ? - esclamò sorpreso, facendo voltare la
ragazza verso di lui.
Hermione
si torse nervosamente le mani - Ciao Draco... sono appena uscita
dall'infermeria. - gli rispose, studiando la sua reazione.
Malfoy
sgranò gli occhi, non credendo alle proprie orecchie.
-
Come mi hai chiamato ? - chiese stupidamente.
Hermione
sorrise - Draco... non è forse il tuo nome ?
Il
Serpeverde era senza parole, se lo stava chiamando per nome allora
voleva dire che...
-
Ho bisogno che tu venga con me ! - disse però la ragazza,
interrompendo i suoi pensieri.
-
Dove ?
-
Lo vedrai...
Draco
la guardò, ancora confuso - Va bene, lasciami solo prendere
alcune cose, torno subito. - le disse, prima di andare a prendere la
sua borsa in uno stato di puro intontimento.
Ormai
si era quasi rassegnato ad averla persa, perché
all'improvviso si era presentata nei sotterranei, chiedendo di andare
con lei da qualche parte e chiamandolo anche per nome ?
Era
possibile che avesse recuperato la memoria ?
Sapeva
che era difficilissimo recuperare i ricordi cancellati con la magia, se
non impossibile visto che era necessaria la persona che aveva fatto
l'incanto per poterlo poi annullare...inoltre aveva visto lui stesso
l'incantesimo di Zabini prenderla in pieno. L'unica spiegazione
plausibile era che Potter e la sua banda le avessero raccontato tutto e
lei (sconvolta) si fosse precipitata lì per chiarire con
lui. Per ringraziarlo di averle salvato la vita ma anche per
puntualizzare che tra loro non ci sarebbe più stato
nulla.... magari gli avrebbe detto anche che si era fidanzata con
Weasley durante la notte.
Parecchio
disgustato dall'ultimo pensiero fatto, ritornò da lei non
appena ebbe preso tutte le sue cose.
La
seguì docilmente ed in silenzio, studiando ogni suo
movimento e chiedendosi perché non fosse nervosa insieme a
lui. Insomma, Potter le aveva appena detto che lei, Hermione Granger
aveva una storia con Draco Malfoy, sua nemesi da sempre... e... lei che
faceva ? Gli sorrideva, chiamandolo per nome e portandolo in giro per
il castello.
Eh
sì... qualcosa non tornava...
-
Almeno potresti dirmi dove stiamo andando ? - chiese alla ragazza, dopo
l'ennesima rampa di scale.
-
Nella Stanza delle Necessità. - rispose Hermione, arrivando
finalmente al corridoio del settimo piano - Ho bisogno di parlarti...
Draco
si morse un labbro, sentendo le sue paure in procinto di avverarsi.
Ma
nell'attimo in cui misero piede nella stanza rimase così
stupito da dimenticarsene completamente per qualche secondo.
La
stanza era molto diversa da quella in cui si era incontrato con
Hermione nell'ultimo periodo.
Sembrava
più grande e spaziosa, ma non solo... era decorata in
maniera stupenda con sculture di ghiaccio e stalattiti che pendevano
dal soffitto.
Il
pavimento era lucido e le luci soffuse, con decine di candele
fluttuanti a fare da illuminazione.
-
E' bellissima... -pensò,
guardandosi intorno.
-Sembra
proprio di essere in una versione "privata" del ballo della scuola...
-
Ti piace ? - la voce di Hermione lo riscosse dai suoi pensieri.
Draco
la fissò per qualche secondo, prima di sedersi su uno dei
comodi sofà bianchi che erano apparsi vicino al camino.
Con
un colpo di bacchetta ravvivò le fiamme.
-
Hai messo tu tutte queste decorazioni ? - le chiese solamente.
Hermione
sorrise, sedendosi accanto a lui.
-
Veramente sono stati Harry, Ginny, Ron e Nott.
Il
Serpeverde la fissò stralunato - Stai scherzando, spero ! -
le disse, con un tono preoccupato.
Hermione
soffocò una risatina - Per niente... me l'ha confermato
Ginny.
Poi
tornò seria, forse anche troppo per i gusti di Malfoy.
-
Comunque ti ho portato qui soprattutto per dirti una cosa... - si
bloccò, guardandolo intensamente.
Draco
la vide esitare e, poco dopo, sentì il suo abbraccio
avvolgerlo completamente.
-
M...Ma... cosa... ? - balbettò, confuso da quel gesto - Hai
detto che volevi parlarmi, non saltarmi addosso. - esclamò
rigido, cercando di sdrammatizzare quel momento così
surreale.
Non poteva farsi illusioni, non poteva lasciarsi andare di nuovo per
poi inevitabilmente soffrirne. Era stanco di farlo.
Hermione,
tra le sue braccia, accennò un sorriso.
-
Lo so, ma sentivo di doverlo fare. Draco... tu mi hai salvato la vita !
Non potrò mai ringraziarti abbastanza ! - si
sentì dire Malfoy, bloccandogli il respiro.
L'allontanò
subito da sé, per poterla guardare negli occhi.
-
Ti ricordi di quella sera ? - chiese speranzoso, vedendo
però con orrore Hermione abbassare lo sguardo.
-
No, mi dispiace. - gli rispose lei, tristemente - Ho saputo da Harry
come sono andate le cose. Zabini stava per uccidermi ed in
più mi ha cancellato ogni ricordo di quello che mi ha fatto.
Draco
la fissò con occhi colmi di sofferenza.
-
Ogni mio ricordo, vorrai dire... - disse, alzandosi dal divano.
Hermione
lo osservò, mentre le dava le spalle per non doverla
affrontare.
-
Non esattamente... - rispose con un sussurro, facendolo voltare dalla
sua parte.
Il
cuore di Draco accellerò il battito.
-
C...Che vuoi dire ? - balbettò, per la seconda volta nel
giro di due minuti.
Continuava
a sorridergli, perché lo faceva ? Non osò
rispondere a questa domanda, aspettando che fosse lei a dissipare i
suoi dubbi.
Hermione
lo fissò, piena d'emozione - Zabini mi ha cancellato ogni
ricordo, è vero ! Ma qualcosa deve averlo distratto o
comunque ha perso la concentrazione, perché gli unici
ricordi che mi ha tolto sono quelli di quella sera.
Malfoy
era senza parole.
-
Questo vuol dire che ... - cercò di dire, mezzo scioccato da
quella inaspettata rivelazione.
-
Che non mi sono scordata di te ! - finì Hermione per lui,
avvicinandosi e carezzandogli la mano.
Draco
non ci pensò due volte, l'attirò a sé
e la strinse forte, come mai aveva abbracciato qualcuno in vita sua. Il
cuore sembrò scoppiargli nel petto.
-
Non posso crederci... - disse più volte, riempiendola di
gioia - Sei tornata, Mezzosangue!
Hermione
sospirò.
-
Mi dispiace per tutto quello che hai passato per colpa mia... appena ho
saputo da Nott quello che credevi su di me ho fatto un putiferio per
essere dimessa, ma sono riuscita a scappare dall'infermeria solo
oggi... Madama Chips penserà che sia impazzita per colpa
dell'incidente.
-
Ma tu sei sempre stata un po' pazza, non avrà sospettato
niente. - le rispose ironicamente Draco, con le mani ancora intrecciate
a quelle della Grifondoro.
-
Ma... aspetta... - disse poco dopo, rielaborando la sua risposta.
- Quando hai parlato con Nott ?
-
E' passato da me ieri sera dopo cena.
Malfoy
aggrottò le sopracciglia - Non me ne ha parlato.
-
E' ovvio. - gli rispose lei, a sorpresa - Gli ho chiesto io di non
dirti nulla, volevo avere la possibilità di dirti tutto di
persona... solo non credevo di dover aspettare tanto.
-
E Weasley ? Come l'hai convinto a... - Draco si guardò
intorno, facendo un gesto eloquente.
Hermione
sorrise.
-
Oggi abbiamo avuto modo di parlare. Sembra che mi abbia perdonata, o
almeno, che l'abbia fatto in parte. Stavo per morire... e credo che
questo debba averlo fatto riflettere su quanto tenesse alla nostra
amicizia... - ignorò lo sguardo perplesso di Malfoy -
Così mi ha chiesto di tornare di nuovo amici... e quando ha
saputo che non ti avevo dimenticato non mi ha detto nulla. Quindi sono
giunta ad una conclusione, credo che Ron, intimamente, abbia ammirato
quello che hai fatto per me. Forse... ha persino smesso di odiarti.
Malfoy
spalancò gli occhi, orripilato - Non dirlo mai
più ! Per un attimo ho avuto un brivido ! - disse, facendola
ridere ed imitandola subito dopo.
-
Comunque, Draco... - disse la Grifondoro, quando si fu placata - Harry
mi ha detto che Zabini ha usato laCruciocontro
di me... - a queste parole la mascella di Malfoy si irrigidì
- Quindi, pensandoci bene, è un bene che io non ricordi
nulla di quella sera, no ?
Per
un istante un ricordo passò negli occhi grigi di Draco...
-
Non proprio... - le rispose, spiazzandola.
-
C'è in realtà una cosa che vorrei ripeterti,
visto che non la ricordi...
Hermione
lo fissò un po' interdetta.
Malfoy le stava rivolgendo uno sguardo indecifrabile quanto nervoso.
Che
voleva ricordarle ?
-
Come ti hogiàdetto,
è la prima volta che lo dico a qualcuno... anzi,
tecnicamente questa sarebbe la seconda... - le prese dolcemente la mano
- Ma volevo dirti che mi sono innamorato di te, Hermione... ed ora che
l'ho capito non ha senso tacere !
Per
qualche istante i due ragazzi si guardarono negli occhi, dentro la
testa di Hermione la vocina della coscienza urlava di gioia, per non
parlare del suo cuore.
Nessuno
le aveva mai detto quelle parole guardandolain quel
modoche
solo lui sapeva fare. Un modo che riusciva a farla sentire viva,
felice, desiderata... bella.
Draco
rimase ad osservarla in silenzio per qualche secondo, e solo allora
Hermione si accorse degli sguardi pieni di apprensione che le stava
lanciando.
Che
stupida che era, era ovvio che lui stesse aspettando una risposta!
-
Anche ... anche io...! - gli disse imbarazzatissima e con gli occhi
lucidi dall'emozione - Scusa, non mi aspettav... - ma non
finì la frase. Draco, in un secondo, aveva annullato la
distanza tra loro e l'aveva baciata, intrecciando le dita dietro alla
sua nuca.
Hermione
si lasciò cullare dal quel bacio dolcissimo, rammentandosi
di quanto le fosse mancato in quei giorni e della paura che, dopo il
suo incidente, Malfoy la volesse allontanare nuovamente da lui per
proteggerla. Infatti non appena aveva visto Nott in infermeria le si
era fermato il cuore dalla paura.
Paura
che lui le stesse per dire che tra loro era finita.
Come
aveva potuto solo pensare tutto questo?
-
Posso farti una domanda, Mezzosangue? - le chiese Malfoy, qualche
minuto dopo, mentre erano abbracciati davanti al fuoco.
-
Certo...
-
Come ti è venuto in mente di spedire il diario alla madre di
Blaise ? - disse, a metà tra l'ammirato ed il confuso - Come
speravi che avrebbe potuto risolvere la situazione ?
Hermione
ci pensò su - E' stato grazie ad un sogno ! - vedendo lo
sguardo confuso del ragazzo, si affrettò a precisare - Il
diario mi ha fatto venire in mente un fatto accaduto mesi fa...
all'inizio non ho capito che volesse significare e perché lo
avessi sognato, ma poi tutto mi è stato chiaro...
Draco
le lanciò uno sguardo incuriosito e la incitò con
un cenno della testa a continuare.
-
Nel sogno Zabini era preoccupato che sua madre lo punisse per le cose
che faceva qui a scuola. Così ho pensato che farle sapere
quanto fosse malato suo figlio potesse aiutare sia noi che Zabini
stesso. E non mi sbagliavo... visto che è venuta a prenderlo
non appena ha potuto.
-
Aiutare Blaise ? - esclamò il Serpeverde, schioccando la
lingua scandalizzato - Si meriterebbe di andare ad Azkaban invece che
girare felice per Durmstrang, pensando anche di aver ottenuto il suo
scopo. Dovevamo vendicarci, non aiutarlo !!!
Hermione
fece un sorriso rassegnato, si era quasi scordata della fissa di Malfoy
per la vendetta. Sperò solamente che avere Zabini dall'altra
parte dell'Europa sarebbe stato sufficiente.
-
Draco... - gli sussurrò, attirando la sua attenzione -
Adesso Zabini è lontano e non ci tormenterà
più... quindi, ti prego, non fare nulla di sciocco.
Malfoy
la trapassò con lo sguardo.
-
Adesso sarei anche sciocco? - le rispose, mettendo su un broncio che
intenerì la Grifondoro.
Hermione
sorrise - No, affatto... solo vorrei che pensassi a me e non a lui. -
con un colpo di bacchetta Hermione fece partire una melodia bellissima
dallo stereo babbano che si era portata da casa e che Ginny aveva
sapientemente posto in un angolo della stanza.
-
Adesso abbiamo un ballo a cui partecipare ! - puntualizzò,
prendendolo per mano sorridente.
Draco
si lasciò condurre docilmente al centro della stanza,
stupito di vederla prendere l'iniziativa con lui.
Si
sentì felice.
Per
la prima volta dopo tanto tempo, dopo anni, lo era di nuovo e tutto
grazie a quella Grifondoro dai capelli ribelli. Quella Mezzosangue che
mai e poi mai avrebbe conosciuto se non fosse stato per la litigata con
Zabini.
L'attirò
a sé e l'abbracciò teneramente, lasciandosi
cullare dalla musica soffusa che si diffondeva per la stanza.
Solo
dopo molti minuti, passati tra baci e sussurri, si separò da
lei per prendere qualcosa nella borsa.
-
Ho una cosa che ti appartiene... - disse, prendendo un oggetto piccolo
e... rosso.
-
Il mio portagalenoni!!! - esclamò Hermione - Come fai ad
averlo ? Pensavo di averlo perso quella notte... Harry ha trovato nella
Torre di Astronomia la mia bacchetta e la borsa, ma dentro non c'era.
-
Lo so. - le disse Draco, irrigidendosi - Zabini me l'ha mandato via
gufo per attirarmi al Lago Nero... - poi uno strano sorriso si diffuse
sul suo volto. Forse gli era venuta un'idea per vendicarsi di Zabini
senza faretroppi
danni.
-
Perché sorridi ? - gli chiese Hermione, perplessa - Comunque
grazie per avermelo riportato ! - fece per riprenderlo dalle mani del
Serpeverde, ma lui lo rimise prontamente in tasca.
-
Cosa... - iniziò a dire, prima che lui la bloccasse.
-
Se non ti dispiace vorrei tenerlo io. - disse Draco, lasciandola
stupefatta.
-
Ma hai detto che è bruttissimo e sembra Ron con una malattia
deformante !
Malfoy
sorrise ricordando la sua battuta - E' vero, ma cercherò di
tenerlo nascosto, quindi non sarà un problema il suo
aspetto. E poi è molto più ampio del mio e molto
più resistente - tirò fuori il suo portamonete
nero. - Visto che è di pelle di drago, non voglio che si
rovini. - buttò lì, vedendola sorridere.
-
Alla fine ce l'hai fatta ! - esclamò infatti, senza alcuna
logica per il Serpeverde.
-
Ce l'ho fatta a farecosa? -
chiese Draco, non capendo che cosa intendesse la ragazza.
-
A guardare oltre le apparenze. - rispose lei, incrociando le braccia
sempre sorridente.
Malfoy
la fissò accigliato.
Guardare
oltre le apparenze ?
In
effetti non ci aveva mai pensato, non aveva mai capito quanto fosse
statociecoper
tanti anni.
Hermione,
come al solito, aveva avuto ragione su di lui.
Era
riuscito a guardare oltre il sangue, oltre al suo disgusto per le
donne, oltre la bellezza superficiale ed artefatta...
Aveva
appreso che le donne non fossero tutte uguali e lui questo prima non lo
sapeva, o almeno, non se l'era mai chiesto.
Ma
ora aveva capito e non si sarebbe mai lasciato scappare il suo nuovo
tesoro.
-
Be'... forse... - disse con un sorriso birichino, per non dargliela
vinta in toto.
-
Comunque facciamo una foto. - aggiunse, ricevendo uno sguardo confuso
come risposta.
Sotto
gli occhi della ragazza trasfigurò un vaso in una macchina
fotografica.
La
Grifondoro lo guardò male - Credo di essere stata
fotografata abbastanza per i miei gusti...e poi non mi hai ancora detto
che fine abbia fatto la foto fatta da Zabini.
-
E' in fondo al Lago Nero. - le rispose Draco, strappandole
un'espressione stupita.
-
E visto che è iniziato tutto con una foto, mi sembra giusto
farne una anche per ricordare lanostra
vittoria!
- finì lui, puntando la bacchetta sulla macchina fotografica.
Hermione
annuì sorridendo, la foto di Zabini era stata distrutta, il
diario era "andato"... come anche Zabini stesso... finalmente avrebbe
avuto un po' di pace. Anche se il ghigno made in Malfoy che aveva Draco
in quel momento non la convinceva del tutto...
Lui
la prese fra le braccia e la baciò dolcemente, mentre la
macchinetta fluttuante accanto a loro immortalava la romantica scena.
****
-
Zabini ? - un ragazzo bruno con lo stemma di Durmstrang,
entrò nella sua stanza con una lettera in mano -
C'è questa per te ! - gli disse, in un inglese stentato - E'
arrivata a colazione, ma tu non c'eri...
Blaise
alzò lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta, era in cerca da
giorni di notizie che potevano riguardare Hogwarts e del suo piccolo
scherzetto giocato a Malfoy ed Hermione Granger. Sempre se era
sopravvissuta. Ma non aveva trovato neanche un accenno a quella notte,
né sulla presunta morte della ragazza.
Forse
Draco ed i Grifondoro avevano deciso di tacere, consapevoli della
schiacciante sconfitta che avevano ricevuto. Li aveva fregati e non era
neanche stato punito. In più adesso riceveva regolarmente
lettere e visite di sua madre, anche se non avevano osato parlare del
suo diario. Forse, con il tempo, sarebbero riusciti anche distruggere
quell'ultimo e pesante muro che li divideva.
L'unica
nota negativa di quella storia era il fatto di essere a Durmstrang,
visto che in pochi parlavano inglese ed era guardato con molto sospetto
un po' da tutti. Ma sarebbe sopravvissuto alla fine, il ricordo della
suadolce
vendettagli
avrebbe permesso di farlo.
-
Grazie, Jordanoff. - rispose solamente, prendendo la lettera un po'
perplesso.
Come
era possibile che il gufo l'avesse lasciata ad un completo estraneo e
non al diretto destinatario ? Forse, si chiese pensieroso, il mittente
non solo non aspettava risposta, ma non voleva neanche essere discreto
sul contenuto.
Non
appena il compagno se ne fu andato Blaise aprì la lettera,
rimanendo di sasso subito dopo.
Nella
busta, senza mittente, c'era un bigliettino con scritto solamente :
Menomale che sei un completo
incompetente negli Incantesimi...
D.L.M
ed insieme a questo, una foto in cui Draco ed Hermione si
scambiavano felici un tenero bacio.
- MALEDIZIONE !!! - tuonò, tremando di rabbia.
Quella Mezzosangue non solo era viva, ma non aveva
dimenticato Malfoy !
Come era potuto accadere ? Eppure aveva recitato bene
l'incanto.
Disperandosi, bruciò con la bacchetta sia la foto
che il biglietto. Con la consapevolezza di aver fallito e non solo...
di esserebloccatodall'altra
parte dell'Europa a causa loro.
The End.
*****
Oh, cavolo... è
finita... ci ho messo anni, ma alla fine ce l'ho fatta !!!
- E che sarà mai ?! -
direte voi, ( con la faccia alla Malfoy u_u ). Ma per me terminare
questa storia vuol dire molto.
Mentre la scrivevo mi sono
accadute alcune cose che mi hanno fatta "crescere", mi sono in qualche
modo evoluta, lasciando indietro la ragazza che aveva iniziato con
superficialità questo racconto.
Avevo pensato di cancellarla,
visto che odio non finire le cose che inizio, ma non era giusto per chi
l'aveva letta e la stava ancora seguendo.
Così, quando sono
stata meglio, l'ho continuata (a più riprese, visto che me
ne sono capitate di tutti i colori) ed adesso sono orgogliosa di poter
spingere quel bottoncino che cambierà la mia storia da "In
corso" a "Completa".
Spero che il finale vi sia
piaciuto... e vi confesso che in realtà sono preoccupata per
quest'ultimo capitolo. ( vi è bastata l'insulina ?
xD)
Perché la "fine" di
una storia, se sviluppata male, ha
il potere di rovinare tutto il racconto. O almeno io credo che sia
così... quindi cavoli... spero di aver fatto un buon lavoro.
Scusate per il piccolo sfogo, ma
era il mio goffo tentativo di spiegare cosa provo quando vi ringrazio
per le belle parole che mi lasciate nelle recensioni, ed anche per le
critiche... perché mi hanno spinta a migliorarmi e capire
cosa non andasse nella stesura della storia. GRAZIE!
Infatti i primi capitoli, anzi
una buona parte, non mi convincono più. Mi sono accorta di
aver cambiato modo di scrivere... dite che valga la pena revisionarli ?
Anche se l'anno scorso qualcosa avevo iniziato a correggere.
Passo ai ringraziamenti,
sennò qui facciamo notte !
Ho
cercato di nominare tutti coloro che nel corso degli anni mi hanno
lasciato una recensione, se mi sono scordata qualcuno non fatevi
problemi e ditemelo, così lo inserisco.
Grazie
Ragazze/i !!!!
Mi
mancherete.
Inoltre
voglio ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia tra le
preferite / seguite o da ricordare.
Sinceramente
non so se scriverò altro su Harry Potter, ma nella vita non
si sa mai, no ? ;)