Cold love

di anglll
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'incontro-scontro ***
Capitolo 3: *** Profumo di fiori e novità in paese. ***
Capitolo 4: *** Lacrime rosso sangue ***
Capitolo 5: *** Ricominciare ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


blabla

Al calare del sole tutto si spegneva a Castim Town, piccola cittadina del Nord, dove tutto e tutti sembravamo usciti da una qualche odiosa favoletta a lieto fine.

L’unica eccezione era Marianne, lei odiava quel posto, lo odiava con tutta se stessa.

 

Alle 7.30 era già pronta per la scuola e il suo abbigliamento, come al solito, era molto bizzarro: jeans strappati, magliette con slogan quasi pornografici e accessori bizzarri erano all’ordine del giorno per lei e la madre tollerava questo e la sua capigliatura rosso fuoco soltanto perché Marianne aveva ottimi voti in tutte le materie e l’aiutava sempre senza fiatare.

 

Uscita di casa con largo anticipo era già sul treno che portava a scuola, uno dei pochi posti dove andava volentieri visto che era lontano da quella cittadina abitata soltanto da persone troppo buone e brave per essere vere.

Marianne decise di frequentare il liceo più difficile per potersi immergere totalmente nello studio, scusa che aveva trovato sempre molto buona per isolarsi ed essere lasciata in pace.

Anche se i suoi non immaginavano nemmeno che a Gennaio aveva già studiato tutto il programma scolastico di tutte le materie…

 

Ma amava quella scuola anche perchè era l’unico posto dove si esprimeva per quello che era veramente: una ragazza bizzarra con modi rudi e un carattere piuttosto difficile.

 

Alle 8 precise entrò dal cancello e si diresse verso la sua classe, la 3E, con passo piuttosto svelto.

La mattina aveva avvisato la madre che avrebbe fatto tardi quella sera per un progetto di studio e che quindi era meglio se non l’aspettava.

Anche se, in realtà, i suoi progetti erano ben altri.

 

La giornata scolastica era passata velocemente e Marianne era molto impaziente di passare, una volta ogni tanto, un pomeriggio in città, una città piena di persone normali che non la chiamavo “pazza” o peggio “diavolo” per il suo modo di vestire e pettinarsi.

 

Aveva anche deciso che quel pomeriggio l’avrebbe passato fra il centro commerciale e il parco, ma non immaginava minimamente che così la sua vita sarebbe cambiata per sempre.

 

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Capitolo 2
*** L'incontro-scontro ***


l'incontro-scontro

Ecco il primo vero capitolo della fan fiction  “cold love”…^_^

Mi piacerebbe molto riuscire a continuare in modo sempre preciso e efficace questa storia e spero tanto di riuscirci, soprattutto per chi poi la dovrà leggere^^

Detto questo vi saluto e buona lettura a tutti!

 

 

 

Marianne prese la prima metropolitana disponibile e circa 20 minuti dopo la chiusura della scuola era già arrivata al centro commerciale.

Il centro commerciale per lei rappresentava il massimo dello svago possibile, visto e considerato che i suoi non l’avrebbero lasciata uscire per nessun motivo di sera fino al compimento del diciottesimo anno.

“Quando avrai 18 anni farai quello che ti pare, adesso sei sotto la nostra tutela e decidiamo noi cosa puoi o non puoi fare, fine del discorso”.

Così le aveva risposto la madre alla richiesta di andare al cinema con delle amiche del liceo.

 

Il centro commerciale era semi-deserto, ma lei non ne era affatto dispiaciuta perché così fare acquisti sarebbe stato meno caotico.

Entrò nel suo negozio preferito e incominciò a guardare le maglie e i pantaloni.

-Tutto sempre troppo caro maledizione-Aveva pensato alla vista dei cartellino del prezzo su un paio di jeans di marca che avrebbe voluto comprare.

Uscita con una t-shirt dal negozio(l’unico capo decente che poteva permettersi)si diresse verso il bar, dove seduta a un tavolino e persa nei suoi mille pensieri, prese la solita birra piccola.

 

Erano le 16.30 del pomeriggio, si era stufata di stare al centro commerciale e così decise che era il momento buono per passare alla seconda fase del suo pomeriggio:il parco lì vicino.

 

Il parco era praticamente immenso, prati verdi e alberi la facevano da padroni e una fontana molto grande rallegrava la piazzetta centrale con i suoi giochi d’acqua.

Marianne decise che quel giorno si sarebbe fermata a leggere seduta sotto il suo albero preferito, una grande quercia in un angolo sperduto del parco, dove nessuno avrebbe potuto disturbarla.

Arrivata alla postazione, iniziò la lettura del suo libro, IT di Stephen King, libro che i suoi sicuramente non avrebbero approvato.

Lei però adorava il suo stile di scrittura e trovava geniali le sue storie, perciò era disposta a leggere i suoi libri di nascosto.

 

Completamente immersa nella lettura non fece caso al fatto che qualcuno si stava avvicinando fino a quando,dopo essere stata colpita in pieno allo stinco, una persona le cadde davanti.

Il personaggio si rialzò molto goffamente, mostrando il suo volto: era un ragazzo all’incirca dell’età di Marianne, i capelli bruni a caschetto e gli occhi verdi intenso coperti da un paio di occhiali gli davano un’aria da ragazzino goffo e impacciato, ma Marianne lo trovò molto carino.

Il ragazzo si rialzò lentamente, probabilmente per il dolore dovuto alla botta in faccia e, dopo essersi messo apposto gli occhiali, raccolse l’enorme pila di libri che gli era caduta a terra.

“Sei caduto come una pera cotta eh?”Disse divertita Marianne.

“Non ci vedo nulla di divertente, non ho una buona vista e non mi sono accorto delle tue gambe che spuntavano da dietro l’abero. Tze”. Non si capiva se era arrabbiato o offeso.

“Scusa scusa, non fare il permaloso adesso, cercavo soltanto di sdrammatizzare…Comunque mi chiamo Marianne”

“Non sono interessato alla conoscenza di persone strane come te…”Disse con aria di superiotà il ragazzino.

-COSSSSSSSAAAA? QUESTO VUOLE MORIRE QUI- Pensò Marianne su tutte le furie, poi però notò i libri che teneva stretti al petto.

“Se non fosse che ami Stephen King saresti già morto piccoletto….”Rispose dandosi una netta calmata.

“mmhhh, ti piace Stephen King?Io pensavo che le tipe come te non leggessero…”

-Questo ha proprio deciso di farmi arrabbiare- Marianne stava per esplodere…

“Ma dai?Non lo sapevo, forse dovrei aggiornarmi e smetterla di studiare visto che sono la prima della mia classe e frequento il liceo classico più difficile della città…che ne pensi?"

Il ragazzo rimase in silenzio, di certo non se lo aspettava da una ragazza conciata in quel modo, ma dovette ammettere che era proprio una tipa strana e interessante.

“Scusa, non avevo idea….”Si sforzò molto per sembrare educato nel pronunciare quella frase.

“Ok, ok lasciamo stare, comunque me lo dici adesso come ti chiami?”

“Mi chiamo Nico..”

“Nicolò? Nicola?”

“No, mi chiamo Nico e basta…”

“Va bene, Nico, piacere”

“Piacere, adesso vado ci si vede”

Nico si allontanò senza pronunciare mezza parola in più, ma quelle bastarono per ipnotizzare Marianne:“Ci si vede” Continuava a pensare a queste sue parole…

 

-chissà se lo rivedrò veramente…-

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Capitolo 3
*** Profumo di fiori e novità in paese. ***


profumo di fiori e novità in paese

Il terzo capitolo!!!xD In questi giorni ho tempo per scrivere e penso di aggiornare abbastanza spesso, in modo da arrivare velocemente alla parte migliore del racconto,non per niente ho dato al racconto il rating arancione U_U

Bene, detto tutto questo, vi auguro buona lettura e ringrazio le due anime pie che fino ad adesso mi hanno recensito!Grazie mille!

Profumo di fiori e novità in paese.

 

Marianne era ancora distesa nel letto mezza addormentata, sapeva benissimo che si sarebbe dovuta alzare di lì a poco per andare a scuola ma stranamente non ne aveva voglia.
Un profumo di fiori appena sbocciati  entrava dalla finestra e lei adorava il profumo di fiori freschi, i fiori che tutte le primavere sbocciavano sul suo terrazzo.

Guardando l’orologio si accorse che era tardi e si preparò di corsa per uscire di casa.

Era vestita e pettinata in modo, come era suo solito fare, piuttosto bizzarro per i gusti dei compaesani e della madre ma almeno oggi non aveva indosso una maglietta con slogan tipo “Milk shake” o “I’m your nurse” stampati all’altezza dei seni,cosa che faceva rabbrividire tutte le volte la madre e divertire Marianne alla vista delle sue facce sconvolte.

Oggi era vestita con una semplice t-shirt color rosso-fuoco, in perfetta tinta con i suoi capelli. Uscita di casa con qualche minuto di ritardo rispetto al solito si accorse ben presto di essere seguita.
“Ciao Fire!!!”
-maledizione…Ecco la punizione per essere uscita di casa in ritardo-
“Ciao Cassandra…Ti devo ricordare per l’ennesima volta come mi chiamo?”Il suo tono era rassegnato e piuttosto malinconico.
“Lo so, lo so Marianne, ma trovo che Fire si adatti meglio al tuo stile!”Cinguettò Cassandra con la sua solita aria da santarellina…
Cassandra era tanto bella quanto stupida e ingenua, una delle poche ragazze di Castim che le rivolgeva la parola e che sembrava quasi gentile con lei, ma Marianne aveva sempre pensato che fosse soltanto più stupida e leggermente meno perfida degli altri abitanti del paese.
“Beh come ti va la vita Cassandra?” Decise di farle una domanda che l’avrebbe impegnata a lungo nella risposta, in modo da proseguire la strada senza dover parlare ancora.
Come si aspettava, la domanda riuscì nel suo intento e Cassandra parlò a macchinetta della sua noiosa vita da santarellina fino all’arrivo in stazione.
“Oh che peccato Fire… adesso devo andare al mio binario”Fece un’espressione falsamente triste.
“Beh, ciao!” Marianne si allontanò il prima possibile.
Il viaggio in treno fu come al solito molto monotono, il rumore del treno sulle rotaie scandiva un ritmo che ormai si era impresso nella sua mente e l’accompagnava tutti i giorni durante il breve e noioso viaggio.
La giornata a scuola si prospettava la solita  noiosa solfa e Marianne alla seconda ora si era già addormentata sul suo banco, lusso che poteva permettersi visto che tutto quello detto in classe lei l’aveva già studiato mesi prima.
Alla quarta ora si sentì bussare alla porta.
“Avanti”Il prof. Non era molto contento dell’interruzione e rispose molto seccato.
“Mi scusi professore, avrei bisogno per un attimo della signorina Trima”Alla soglia della porta si fece avanti niente meno che la preside in persona.
“Certo nessuno problema!”Il professore, alla vista della preside, aveva prontamente infilato la coda fra le gambe e abbassato il tono, prima scocciato, in uno molto cordiale e benevolente.
“Marianne…psss Marianne”la compagna di banco riuscì a svegliarla appena in tempo.
“Si eccomi!” Il tono di voce era molto incerto, non era abituata a sentirsi chiamare per cognome e subito non aveva capito che la persona in questione era proprio lei.
Venne scortata dalla preside fino alla presidenza in silenzio solenne, nella sua mente vagavano molti pensieri e la sola preoccupazione che la madre avesse scoperto di cosa trattavano i suoi “progetti scolastici”.
“Prego signorina, si accomodi”Il suo volto era sinceramente cordiale, non sembrava l’inizio di una conversazione spiacevole e questo rassicurò la ragazza.
“Grazie, potrei sapere come mai sono stata chiamata?”Marianne era molto impaziente, non voleva tante moine, voleva una risposta.
“Certo cara,scusami, adesso ti spiegherò molto brevemente il motivo della tua convocazione”
“Grazie”
“Allora, noi della scuola siamo molto orgogliosi dei tuoi risultati e abbiamo deciso che sarai te a rappresentarci nel progetto inter-scolastico che coinvolge i migliori licei della città”
“Mi scusi, ma di cosa tratterebbe questo progetto?”La sua aria si faceva sempre più interrogativa.
“Da oggi, fino alla fine della scuola, te e altri 4 ragazzi scelti dagli altri 4 licei, preparerete insieme ad alcuni professori un libretto sul metodo di studio, che verrà poi distribuito a tutti i ragazzi delle prime nei prossimi anni”
“Ah…e se non avessi tempo per partecipare al progetto?”
“Sono sicura che una ragazza intelligente come te saprà benissimo organizzarsi per spendere 3 giorni a settimana 2 misere orette in più a scuola per non deludere le aspettative della propria preside”Il tono era piuttosto imperativo e la preside si fece intendere benissimo.
“Va bene ho capito, dove si troverà la sede di studi?”
“Vi troverete tutti i giorni al Liceo Scientifico Galileo Galilei dalle 14.00-16.00 il lunedì, mercoledì e venerdì, se vuoi avviso io tua madre”
“No lasci stare va bene così” Marianne si alzò e incominciò a incamminarsi verso la porta.
“Incominci oggi cara, ricordatelo!”La preside sfoderò un sorriso così maligno che riuscì a raggelare il sangue nelle vene della ragazza.
Uscita da scuola alle 13.15 si diresse verso il primo telefono pubblico disponibile, telefonò alla madre e la avvisò del nuovo progetto.
Finita la breve telefonata mangiò di corsa un panino e si diresse verso la scuola.
L’edificio in questione era piuttosto imponente, costituito da 4 piani e un cortile molto grande.
Entrata si ricordò, con suo grande rammarico, di essersi dimenticata di chiedere la dislocazione dell’aula e lei non amava chiedere informazioni, la cosa la faceva sentire ignorante.
Per fortuna la bidella fu piuttosto gentile e Marianne si incamminò velocemente verso l’aula 5c del secondo piano.
Entrata in aula si ritrovò di fronte un ragazzo e una ragazza con la classica aria da secchione, che si scambiavano informazioni scolastiche e le lanciavano occhiatacce infuocate.
Pochi secondi dopo però, dietro di lei, si fece avanti un altro ragazzo, di bel aspetto, piuttosto alto e vestito tutto firmato.
“Sei anche te qua per il progetto inter-scolastico?”Il ragazzo non si scompose più di tanto alla vista di una ragazza eccentrica come lei e anzi, sembrava anche molto gentile.
“Già, purtroppo è così, sono stata costretta a quanto pare”
“Capisco”Si interruppe con una sonora risata “Comunque io sono Marco, mentre quei due puffi occhialuti sono Carlo e Melissa”
“Io sono Marianne, piacere”Il ragazzo cominciava a starle simpatico e per la prima volta pensò che forse quel progetto sarebbe stato una buona cosa.
“Adesso ne manca soltanto uno e poi siamo al completo!”Marco riprese a parlare.
“E’ vero….”Marianne non se ne resa conto, ma in effetti erano ancora in 4 e  mancavano pochi minuti alle 14.00.
Poi finalmente il quarto arrivò, con un sonoro tonfo per terra, rumore che tornò subito familiare a Marianne. “Ahia…”Quello che si rialzò era proprio Nico.

-Bene bene, a quanto pare era proprio destino chi ci incontrassimo di nuovo piccolo testardo…- pensò divertita Marianne.
“Allora non è stato un caso isolato quella volta!Sai… incomincio a pensare che il tuo cervello sia scollegato dalle gambe”Così dicendo porse con un gran sorriso una mano verso Nico.
“Che bello!Guarda chi si rivede”Nico usò un tono molto sarcastico.

Poi però prese con forza la mano di Marianne e si fece aiutare con un bel sorriso in volto.

Finito il terzo capitolo!Lo so che per adesso la storia è un po' piatta^_^ Prometto però che dal prossimo le cose prenderanno una piega sicuramente più coinvolgente!!

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Lacrime rosso sangue ***


lacrime rosso sangue

Lacrime rosso sangue

Marianne non si sarebbe mai aspettata quella reazione da Nico e la cosa la sorprese piacevolmente.

“Uao, noto con piacere che almeno sei migliorato nelle maniere in questi due giorni!”

“Ah ah ah che simpatica…l’altro giorno avevo soltanto la luna storta, io sono sempre una persona cordiale!”

Marianne lo guardò con un aria molto perplessa, ma poi decise che era meglio non rovinare l’atmosfera serena e si sforzò di non parlare.

Poco dopo entrarono i professori e non si parlò di altro se non del metodo di studio, cosa che annoiò molto Marianne e la fece addormentare, come era suo solito, sul banco.

“Signorina Trima?Potrebbe degnarsi di rimanere almeno sveglia?”

“Signorina Trima??”

-che peccato, stavo facendo un bel sogno…maledizione…-

“Si, buongiorno prof….” Era ancora in uno stato di profonda stanchezza e non aveva nessuna voglia di alzare la testa dal banco.

“Che bello, abbiamo una ragazza spiritosa…almeno sai dirmi di cosa abbiamo parlato per tutto questo tempo?”

“Immagino si discutesse il metodo di studio professore…”

“Bene, bene…mi dica signorina, sono molto curioso…come fa ad essere una delle migliori studentesse nella sua scuola se non fa altro che dormire?”

Marianne incominciò ad essere seccata ed alzò di scatto la testa.

“Studio a casa, ore e ore, non faccio altro fino a Gennaio, così memorizzo tutto il programma scolastico e da Gennaio in poi mi faccio gli emeriti affari miei tranne che nelle ore di verifica, va bene come risposta signore?” Quel tono di sfida le costò caro.

“Bene, allora vada a farsi gli emeriti affari suoi in corridoio e non torni…”

La ragazza uscì ancora traballante dal sonno, sotto gli occhi attoniti degli altri 4 ragazzi, nessuno credeva alla scena appena vista.

Marianne si sedette per terra poco lontano dalla porta dell’aula e si riaddormentò.

Dopo qualche tempo venne svegliata da uno scossone alle spalle, era Marco che stava cercando in tutti i modi di svegliarla.

“Marianne, Marianne!!Mi dici cosa ti è saltato per la testa??Rischi grosso comportandoti così!”

“Mah, sinceramente non me ne frega molto…”

“Dai alzati e vieni a fare un giro…Ho detto al prof che andavo al bagno.”

Marianne decise di alzarsi e lo seguì per i corridoi.

“Sai che sei proprio incredibile?Ma davvero a Gennaio hai già studiato tutto?”

“Si, a casa mia non c’è niente di meglio da fare che studiare…”

“Beh potresti uscire a farti una passeggiata…”

“Ritengo non sia una buona idea, i miei compaesani non amano vedermi per strada…”

“Oddio, ma dove abiti?”

“A Castim town, non ho mai capito perché si chiami così…è soltanto un paesetto di campagna abitato da malati di moralismo e chiesa…”

“Capisco…”Marco era sconcertato e non sapeva bene cosa risponderle.

Poi gli venne un’idea.

“Senti, ti va di fare un giro finito qua?”

“Eh…certo…”Non credeva a se stessa, sapeva benissimo di non potere, eppure aveva accettato di uscire con un ragazzo.

“Bene!!!”riprese lui “Allora dopo usciamo insieme!Adesso torno in classe però!”

“o…ok”

Le 16 arrivarono in fretta e la porta dell’aula si aprì, con la relativa uscita degli studenti.

“Mary!!!Sei pronta all’uscita?”

“Ehm…sì” Quel nomignolo la lasciò piuttosto perplessa.

 

Mentre, lo notarono tutti tranne Marianne, quello che lasciò perplesso Nico fu ben altro.

 

Uscirono piuttosto velocemente dalla scuola semi-deserta e insieme si diressero verso il centro città.

“Dove vuoi andare?”Chiese ad un tratto Marco.

“Mi piacerebbe andare al parco, sotto la quercia, è un posto che amo molto, naturalmente solo se te non avevi altri programmi in mente per il pomeriggio”

“No, trovo anzi che sia un ottima idea”Marco sorrise.

Dopo 10 minuti a piedi arrivarono al parco e insieme si sedettero uno accanto all’altro sotto la quercia, isolati da tutto il resto.

“Allora Mary, ti va di dirmi qualcosa di te?”Disse mettendo una mano sulla coscia di lei.

“Sinceramente non credo ci sia qualcosa di me abbastanza interessante da poter essere raccontato..”

“Ah si?”

Marco non attese oltre, si girò di scatto verso Marianne e la baciò con forza, una forza quasi violenta, che fece reagire la ragazza con una forte opposizione.

Il ragazzo però era troppo forte e quando lei reagì la bloccò all’albero e incominciò a toccarla scatenando dentro di lei un miscuglio incomprensibile di emozioni: rabbia, dolore, paura e angoscia le stavano scavando nel profondo dell’anima.

Anche se cercava di dimenarsi in tutti i modi,  il bastardo riusciva a tenerla ferma e incominciò a sbottonarle i jeans e toccarle i seni.

Poi Marianne gli morse la mano e riuscì a gridare, un grido acuto e breve, poi non resiste oltre e svenne…

 

La testa le stava scoppiando, non capiva dov’era e si toccò dappertutto scoprendo per fortuna di essere ancora vestita.

Dopo qualche minuto incominciò a sentirsi meglio e aprì del tutto gli occhi, scoprendo di essere stesa su una panchina del parco.

-oddio, chi c’è seduto accanto a me?-

Rabbrividì scoprendo che qualcuno era seduto accanto a lei e aveva paura che se si fosse alzata  sarebbe successo qualcosa di brutto.

“Marianne? Sei sveglia??”Non era la voce di Marco.

“Chi sei?Cosa è successo? Dove siamo?”

“Sono Nico Marianne, siamo al parco”Ma non si soffermò sulla parte del ‘cosa è successo’.

Marianne si alzò di scatto, scoprendo la faccia di Nico, piena di lividi e con un occhio viola.

“Oddio Nico, che ti hanno fatto?” Marianne incominciò a piangere e, cosa ancora peggiore, a ricordare l’accaduto.

“Non ti preoccupare per me, direi che in questo momento l’importante è che tu stia bene…”

Marianne l’abbracciò di scatto e pianse ancora più forte.

Dopo qualche minuto, che sembrò infinito, si staccarono dall’abbraccio e si guardarono dritti negli occhi, in silenzio assoluto, fino a quando Marianne non si decise a parlare.

“Ti prego, non devi fare parola di questo con nessuno!”

“Ma così lui la passerà liscia”

“Lo so, ma non posso rischiare che i miei lo vengano a sapere, ti prego…”

“Ok…..”Nico non era molto contento della scelta della ragazza ma sembrava talmente disperata che decise di accettarla.

“Vuoi che ti riaccompagni in stazione?”

“Si grazie…”

I due ragazzi si incamminarono verso la stazione, consapevoli che da quel giorno sarebbe stati irrimediabilmente legati dal quel sciagurato evento.

 

Finito il quarto capitolo!E da qui si capisce perché ho deciso di mettere come rating arancione xD Anche se non in modo esplicito in questa storia verranno trattati argomenti inerenti i rapporti sessuali, perciò pensavo fosse meglio alzare il livello di avvertimento ^_^ Per il resto spero che la lettura sia piacevole e continui ad appassionarvi!

 

Volevo anche rispondere a un paio di commenti^^:
Lauretta: volevo ringraziarti per avermi fatto notare un mio errore^^, in effetti non ho ben specificato che Marianne era bizzarra agli occhi dei compaesani…

Mentre diciamo che in città era vista solamente come un tipo un po’ fuori dagli schemi ma di certo non veniva isolata ^_^

 

Lallix:Grazie per il commento xD mi fa molto piacere sapere che la storia non ti è sembrata piatta *___* e naturalmente ringrazio anche Baby Dark per il suo entusiasmo xD

Grazie ragazze e al prossimo capitolo :*

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Capitolo 5
*** Ricominciare ***


ricominciare

Mi scuso per il ritardissimoo T^T purtroppo la scuola mi prende un sacco di tempo (maledetta ._.) temo che la storia andrà parecchio a rilento per il momento…Spero comunque che continuerete a leggerla!

 

Ricominciare.

 

 

In stazione Marianne e Nico si salutarono, senza mezza parola, con un leggero gesto di mano.

La ragazza arrivata a casa era ancora sconvolta, ma riuscì comunque a non fare notare niente ai suoi genitori per tutta la durata della cena.

Mangiata la zuppa si congedò e si diresse in bagno, con tutte le intenzioni di cancellare quel giorno.

Davanti allo specchio quella sera non si piaceva, si sentiva sporca, probabilmente se lui fosse arrivato all’atto sessuale non l’avrebbe sopportato, sarebbe scappata o peggio si sarebbe uccisa.

Ma per quella sera i piani erano altri, voleva dimenticare e voleva farlo in fretta.

Fece una doccia gelida, continuando a lavarsi in modo ossessivo fino a quando non riuscì più a sopportare il freddo.

Si sentiva già meglio dopo quella tortura volontaria, ma decise che non era ancora abbastanza…

Senza riflettere un secondo prese un paio di forbici e si tagliò i capelli fino alle spalle e se li tinse con il colore di sua mamma, un castano dai toni molto naturali.

Finito di sistemarsi i capelli tornò a letto con l’intento di andare il prima possibile a parlare alla preside, non poteva più fare parte di quel progetto.

 

La sveglia quella mattina fu più dolorosa del solito, la ragazza praticamente non aveva chiuso occhio.

Alzandosi dal letto pensò, per la prima volta nella sua vita, che forse sua mamma cercava veramente di proteggerla con tutti i suoi atteggiamenti iper-protettivi.

Con un attimo di indecisione tirò fuori dall’armadio un vestito delizioso pieno di pizzi e merletti che le aveva regalato la madre ma che comunque non avrebbe mai pensato di indossare.

Guardandosi allo specchio dovette ammettere che tutto sommato quel vestito le stava bene e, facendo fatica a riconoscersi allo specchio, si sentì decisamente meglio.

Scese le scale con cautela, temeva una reazione strana nei genitori.

 

--in effetti forse non è stata la migliore delle idee…così rischio di insospettirli accidenti--

 

La reazione della madre invece fu molto più semplice e concisa di quello che si sarebbe aspettata:

“Sia lodato il cielo!!! finalmente hai deciso di ritornare a comportarti come una persona normale, anche se forse i capelli avresti potuto tenerli lunghi…”

“Già…forse è vero”.

Tagliò corto quella mattina e uscì prima del solito fuori casa.

Il nuovo look purtroppo però non ebbe l’effetto desiderato infatti, per tutta la durata del viaggio, si sentì addosso gli occhi dei compaesani increduli e la cosa la infastidì parecchio.

Arrivata alla stazione centrale con netto anticipo decise di aspettare Nico alla sua fermata, voleva salutarlo e ringraziarlo visto che probabilmente non si sarebbero più visti.

Il suo treno arrivò in orario perfetto e lui, ancora pieno di lividi, fu uno dei primi a scendere.

“Nico!!!Nico aspetta un attimo!”Nico sembrava non essersi accorto di lei, poi si girò e rispose alla ragazza con aria perplessa.

“Si?ci conosciamo forse?”

“Oddio scusa è vero, probabilmente conciata così non mi hai riconosciuta…sono Marianne, posso parlarti un attimo?”

Nico rimase incredulo, era completamente diversa con quel taglio e quel vestito e rimase impressionato da quanto era carina così “acqua e sapone”.

“….si va bene…”

“Senti io volevo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me, mi dispiace per tutti i lividi…”

“Figurati, anzi per una volta penso che ne sia valsa la pena”Cercò di accennare un sorriso, anche se sapeva che non c’era niente di cui sorridere.

“Già…comunque volevo salutarti perché non so quando ci vedremo di nuovo…oggi stesso disdico la mia adesione al progetto”

“E’ la cosa migliore…probabilmente lo farò anche io”

“Ma così ti verranno tolti parecchi crediti…non devi farlo per forza”

“Invece devo…non posso sopportare la vista di quel tipo….pensare che è riuscito a farla franca mi fa rabbrividire....”

“Grazie, grazie veramente…quel giorno, al parco, non avrei mai pensato che sarebbe andata a finire così…”

“Senti, ma non hai un cellulare? Magari qualche volta potremmo sentirci, mi farebbe piacere sapere come stai”

“Beh…se vuoi darmi il tuo numero magari qualche volta posso chiamarti…”

“Certo…”

La ragazza si annotò il numero.

 “Beh allora quando vuoi chiamami…ciao”Il ragazzo si incammino con passo lento e delusione nel volto.

“Aspetta un secondo!”

Nico si girò di scatto, Marianne gli stava correndo incontro ma non capiva bene con quale intenzione.

Contro ogni aspettativa la ragazza lo abbracciò, in maniera piuttosto leggera, era quasi un accenno di abbraccio ma riuscì comunque a far battere forte il cuore di Nico.

Poi, staccandosi dall’abbraccio, prese la mano del ragazzo, ci infilò un foglietto e scappò di corsa verso la sua fermata.

Quel foglietto conteneva un numero di telefono, un numero che lo rese molto felice.

 

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