Every Little Thing

di Michelle92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** She's Leaving Home ***
Capitolo 2: *** I've Just Seen A Face ***
Capitolo 3: *** I've Got A Feeling ***
Capitolo 4: *** Tell Me What You See ***
Capitolo 5: *** It's Only Love ***
Capitolo 6: *** Hold Me Tight ***
Capitolo 7: *** All You Need Is Love ***
Capitolo 8: *** Devil In Her Heart ***
Capitolo 9: *** You're Gonna Lose That Girl ***
Capitolo 10: *** I'll Be Back ***
Capitolo 11: *** I'm Happy Just To Dance With You ***
Capitolo 12: *** Words Of Love ***



Capitolo 1
*** She's Leaving Home ***


Buona sera ragazze belle :)
Ringrazio già da ora a chi userà un pò del suo tempo per leggere la mia nuova storia; io cercherò di aggiornare regolarmente e  spero con tutto il cuore che vi piaccia!
Vi mando un bacio <3







-Sta volta l’abbiamo fatta grossa, che dici Yoko?-
-Ma dai rilassati su, che sarà mai! Inoltre sono stati anche avvertiti, non ci hanno lasciato altra scelta!-
 
Io e la mia amica Yoko viaggiavamo su un treno diretto a Liverpool e  fin qui niente di strano,la cosa che poteva non essere molto normale è che eravamo scappate di casa;
si scappate di casa perché i genitori di Yoko che l’avevano adottata e i miei non erano d’accordo a questa nostra “lunga trasferta” a cui noi aspiravamo con tutta la nostra anima, così, avevamo lasciato loro una lettera dove spiegavamo il motivo per cui non ci avrebbero trovato nel nostro letto quella mattina.
Volevamo andarcene da Lancaster, quel postaccio che non poteva di certo soddisfare le nostre ambizioni e Liverpool sembrava perfetta: non troppo mastrodontica ma nemmeno troppo misera. Avevamo terminato un anno fa il corso di studi d’arte, bè l’arte in generale erala nostra passione ma nel particolare potevamo considerarci due semi-pittrici “che non erano state ancora scovate perché il nostro talento era troppo grande”: noi ci definivamo in questo modo, ci piaceva ridere di noi stesse.
 
-Ehiiii ragazzina, non ti sarai pentita vero? Guarda che ne abbiamo combinato di peggiori tempo fa!- Yoko batteva davanti ai miei occhi le sue mani cercando la mia attenzione…
-Ehm si si!- non sapevo nemmeno a che stavo rispondendo, la mia testa era appena tornata sulla terra
-Si si cosa? Io ti prendo a sberle, dopo tutto il casino che abbiamo fatto per scappare tu “ti saresti pentita”?- enfatizzò per bene le  ultime due parole
-Macchè pentita, sciocca! Ero sovrapensiero-
-Bè dovevo immaginarlo, ti conosco da quando sei nata ed è una cosa che fai moooolto raramente Michelle- e Yoko alzò gli occhi al cielo mettendosi le mani in testa per rendere meglio ciò che diceva
-Lascia in pace la tua testolina perché siamo quasi arrivate, la fermata a cui dobbiamo scendere è la prossima: mi raccomando non essere sbadata come al solito, prendi bene in mano tutte le tue cose perché non ho voglia di tornare qua a cercare i tuoi bagagli! Ah, e non dimenticarti la testa!-
-Agli ordini Miss Perfettina- odiavo quando mi prendeva in giro per la mia compostezza che talvolta saltava fuori più del dovuto, così senza pensarci due volte gli diedi una papina sul collo
-Ahiiii ma sei matta? Sempre la solita permalosa accidenti!-
Sbuffai in segno di protesta alle sue parole, anche se quello che diceva è effettivamente vero: sono dannatamente permalosa!!
 
Io e Yoko siamo sempre così, a volte capitano questi episodi di “leggera litigata” e ci sfottiamo anche per ore, ma non abbiamo mai avuto bisticci pesanti …ci vogliamo un gran bene, ci veniamo sempre incontro e ci consideriamo sorelle separate alla nascita; Senza di lei sarei persa.
 
Il treno era arrivato alla nostra fermata prescelta, così prendemmo tutti i nostri bagagli e scendemmo
 
-Ecco, e adesso che facciamo?-
-Che dici, forse è il caso di cercarci un appartamento? o vuoi fare la barbona Michelle?-
-Ci hai azzeccato, volevo proprio proportelo!- Pronunciai questa frase con estrema acidità, ma Yoko non mi stava ascoltando perché era intenta a leggere un foglio appiccicato ad un muro…
-Appartamento in affitto al 18 Forthlin Road: per informazioni recarsi direttamente all’appartamento indicato- Yoko leggeva a voce alta per rendermi partecipe…
-Ragazza, missà che abbiamo trovato qualcosa-
-Bè Yoko, andiamo allora no?-
-Si pero prima andiamo a fare colazione, ricordi che siamo in viaggio da quasi una notte intera? Il mio fisico richiede cibo, non son fatta di ferro…poi senti la mia pancia? Brontola-

Mentre ci avviavamo in un qualche  bar nei dintorni e camminavamo per strada cariche di valige e borse sulle spalle vedemmo all’orizzionte due scapestrati che correvano come pazzi e nel giro di due secondi, senza avere il tempo di spostarci per scansalri, ci vennero letteralmente addosso facendoci cadere rovinosamente a terra insieme ai nostri bagagli.
-Ma che diamine….- bofonchiai ancora a terra
-Maledetti! Guardare dove mettete i piedi no eh?- urlò Yoko veramente alterata

Alzai lo sguardo per vedere chi erano questi due “individui” ma non vidi nessuno: certo erano a terra sopra di noi!
Infatti qualcosa mi stava letteralmente schiacciando dalla pancia in giù e non capivo cosa finchè un ragazzo alto dai capelli scuri e con gli occhi verdi si alzò rendendomi il respiro e dandomi la sua mano per aiutarmi ad alzarmi da terra
-Ma vi sembrano modi?- mi lamentai guardando il ragazzo che mi aveva aiutato ad alzarmi e l’altro al suo fianco.
-Ehm, ragazze non prendetevela…scusateci ma né io né il mio amico Paul vi abbiamo visto- e fece un sorriso alla meglio che poteva
-Bè, ci avete quasi amazzato ma lasciamo perdere!- gli rispose Yoko infuriata
Io intanto osservavo il ragazzo che mi era caduto sopra notando che non era niente male “bè se tutti i ragazzi qua son cosi….”pensai tra me e me mentre lui mi osservava con occhi incuriositi facendomi mille sorrisetti; Ma presto riprese il controllo di se stesso sentendo le parole  di Yoko
-Tutta colpa di John- disse cercando di avere un tono severo e altezzoso
-Se non fosse stato per te che mi hai dato quello schiaffo in testa- replicò l’altro indignatamente
-Così la prossima volta vedi bene di non sbagliare gli accordi, mio caro John-
-Ah maturi i ragazzi! Quindi vi piace giocare ad acchiapparella?- L’ironia pungente di Yoko colpiva, io e lei iniziammo a ridere come per prenderli in giro
-Ma, ma aspettate che diamine dit….-
-Ahhh, andate al diavolo!- urlai ridendo, presi per un braccio Yoko e ce ne andammo da quello scempio lasciandoci i due ragazzi alle spalle 

-Proprio a noi devono capitare sempre i cretini? Speriamo che non siano tutti così qui a Liverpool- Disse Yoko mentre rideva ancora
-Eh già, quello moro però era carino!-
-Ma che vai a blaterare Michelle, erano due bambini di circa 19 anni non ancora cresciuti probabilmente- cosi alle parole di Yoko mi zittii e continuai a camminare
-Yoko Yoko guardà là!- Presi il viso della mia amica e lo voltai nella direzione di un insegna di un bar, così ci dirigemmo per andare a fare colazione

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Capitolo 2
*** I've Just Seen A Face ***


Buon pomeriggio lettrici :) Ecco come promesso l'aggiornamento è arrivato presto; Spero che anche questo capitolo vi piaccia!
Volevo precisare una cosa che mi ha fatto notare una ragazza che ha recensito: la storia, per ora, e ambientata nel settembre 1962;col procedere dei capitoli, naturalmente, la data cambierà, e ovviamente lo renderò esplicito nel racconto! Buona lettura! 
Vi mando un bacio <3




-Senti carina, è da questa parte, non intestardirti e ascolta chi ha il vero senso dell’orientamento!-
-Certo Michelle, come quella volta che ci eravamo perse per colpa tua a Londra! Dunque, non fare la sbruffona-
-Me lo dovrai rinfacciare ancora per molto? Avevamo 5 anni Yoko, 5!-
Ci eravamo perse, esattamente come adesso, perché come al solito grazie ai nostri lampi di genio avevamo deciso di allontanarci di nascosto dai miei genitori ed eravamo andate a nasconderci dentro ad un negozio di abbigliamento in mezzo a dei vestiti ma quando uscimmo in strada eravamo andate nel panico non vedendo nessun volto  familiare, così io presi le redini della situazione ma senza risultati, aihmè:
Ringrazio ancora il cielo che quelle due buone anime di poliziotti ci avevano aiutato a trovare mamma e papà.
 
-Allora, io voglio andare a destra e tu vuoi andare a sinistra: come la mettiamo?-
-Chiediamo a qualcuno Yoko, no?-
-Se magari ci fosse qualcuno l’avrei già fatto non credi?- e si passò la mano sugli occhi, penso che le stessero per saltare i tutti quanti i nervi
-Datti una calmata mora!-
 
Dopo dieci minuti di silenzio finalmente stava passando qualcuno..
-Ehi signora!- non persi tempo e mi sbracciai urlando per attirare l’attenzione e corsi verso di lei
-Si?-
-Scusi il disturbo, potrei chiederle un’informazione?-
-Ma certo cara- la signora che prima mi guardava bieca, forse per l’euforia con cui l’avevo chiamata, sembrava più tranquilla
-Saprebbe cortesemente indicarmi la strada per arrivare a Forthlin Road?-
-Si, certo: dovete girare in questa strada a sinistra poi proseguite dritte fino al semaforo, dopodichè girate nuovamente a sinistra in quell’incrocio e siete arrivate-
 
Mi girai repentinamente verso Yoko per fargli la linguaccia perché ci avevo azzeccato: lei invece sarebbe andata dalla parte opposta
-Grazie mille signora, buona giornata!-
-Di niente ragazze, ciao!-
 
-Chi aveva ragione? Chi aveva ragione?- sbeffeggiavo Yoko che nemmeno mi guardava, era troppo orgogliosa e quando sbagliava non lo sopportava
-Piantala e andiamo, son già le 9 del mattino…vorrei arrivarci entro sta notte -
 
Dopo 15 minuti di camminata eccoci arrivate
-Guarda anche tu se vedi il numero 18 Michelle-
-Si, agli ordini comandante!- mi misi sull’attenti con la mano sulla fronte, ahh quanto mi piaceva prendere in giro Yoko
 
-Eccolo, eccolo ed eccolo! Yoko l’ho trovata!-
-Waw, sembra carina vero?-
-Siii, io adoro i mattoncini rossi!-
-Poi è a due piani, ci farà comodo!-
-Spero non chiedano una fortuna Yoko, i nostri risparmi da parte non sono infiniti!-
-Già, hai ragione amica…Proviamo a suonare-
 
Il portone si aprì e ci trovammo davanti un signore intorno ai 50…quello che ci separava da lui era il piccolo giardinetto ai piedi della casa ben curato, con tanti fiori e un enorme salice piangente
-Si ragazze? Posso esservi utile?-
-Ehm si, abbiamo letto che sta affittando questa casa e ci piacerebbe chiederle informazioni…siamo interessate!-
 -Ah certo, si! Siete state fortunate a trovarmi perché stavo giusto per andare via…Ma su, entrate!-
 
-Io mi chiamo Michelle Fox e lei è Yoko Ono, siamo due studentesse e siamo arrivate a Liverpool stamane, siamo di Lancaster- spiegavo mentre io e Yoko stavamo sorseggiando il the che ci aveva offerto il proprietario della casa
-Piacere, io sono David Irwin! Quanti anni avete?-
-Io ne ho 17, Yoko invece ne ha 20-
-Perché vi state trasferendo a Liverpool? I vostri genitori sono d’accordo vero?-
-Ehm veramente noi siamo scappa….-
Accidenti a quella boccaccia; Diedi una gomitata a Yoko facendole chiudere il becco, ma che ingenua! Era ovvio che se il signor Irwin avesse saputo che siamo scappate l’appartamento ce lo saremmo sognate
-Noi siamo “scappate” da quel paese proprio grazie ai nostri genitori, se non fosse per il loro appoggio noi non saremo qua!-
Guardai Yoko con il fuoco negli occhi spalancandoli per zittirla definitivamente
-Mmh bene- non so se ero riuscita a convincerlo, ma in ogni caso ci passò sopra –Io questa l’affitto per 50 sterline al mese, il contratto non mette nessuna clausola particolare quindi potete restare una vita e potete andarvene anche domani! Su venite…ve la mostro-
 
-Questo dove siamo ora è un piccolo salotto, c’è il camino, quelle poltrone, questo tavolo e quel divano, c’è pure la tv-
-Waw, la tv!- Yoko era su di giri
-Bè, adesso non vorrai poltrire tutto il giorno là in quel divano per vedere la televisione vero?-
Yoko si limitò a guardarmi con uno sei suoi sguardi che incenerivano mentre il signor Irwin rideva sotto i baffi per il nostro battibecco
Ci condusse nella stanza che c’era affianco al salotto
-Questa invece è la cucina, non manca niente: forno, frigo, fornelli, mensole e via dicendo-
-Carina, molto carina!- Dissi sorridendo
-E adesso vi mostro la zona notte al piano di sopra-
Una volta giunti ci mostrò le camere che davano in un balcone in comune, una sarebbe spettata a me e una alla mia amica, infine c’era il bagno che avremmo condiviso
 
-Che ve ne pare?-
Io e Yoko ci guardammo e ci capimmo al volo, come al solito
-Bè la casa è bellissima, ma vede siamo due studentesse e 50 sterline son davvero troppe per noi-
-Mi dispiace ragazze, però la casa l’avete vista pure voi…-
-Si, si è bellissima così come la zona ma…-
-Sentite facciamo 40 sterline e non se ne parla più?-
Guardai nuovamente Yoko ed ora ci eravamo decise
-Affare fatto!- Io e Yoko stringemmo la mano al signor Irwin
-Potete già sistemarvi, adesso firmate il contratto al piano di sotto, poi vi lascio in pace! Ah un'altra cosa: per la retribuzione dell’affitto e per qualunque evenienza cercatemi qua- e ci consegnò in mano un bigliettino da visita molto rovinato, per fortuna indirizzo e telefono erano ancora leggibili
Firmammo tutti quei mazzi di fogli e finalmente “casa dolce casa”.
 
Dopo aver dato una pulita generale con i detersivi che avevamo trovato nello sgabuzzino, Io e Yoko disfamo le valige
 e ci sistemammo le nostre cose nelle camere; io avevo preso quella che stava a destra lei quella a sinistra.
-Cavoli Michelle, sono già le 3p.m!-
-Dai abbiamo finito ormai, ho una gran fame!-
-Oh, anche io! Ma qua non abbiamo viveri…dovremo andare a mangiare qualcosa fuori casa- Io non risposi subito, ero distratta
-Bè Michelle, torna sulla terra! Hai sentito quello che t’ho detto?-
-Yoko, corri…vieni qua!-
-Che c’è adesso? Manco arrivata e già cominci a farti gli affaracci degli altri dalla finestra?-
Gli indicai con un dito ciò che stavo vedendo
-Ma..ma …mmmh-
-Yoko vuoi chiudere quella bocca? Ti sta colando la bava-
-Ma smettila! Non inventarti fesserie adesso: lo sto solo osservando! Ma non è uno di quei due scapestrati di stamattina?-
-Si, mi pare che il suo nome è John-
-E cosa ci farà qua?- Yoko mi guardava con uno sguardo interrogativo e indagatore
-Sta entrando nella casa che confina con la nostra non vedi? Ahhh un attimo…quello che gli ha aperto la porta è l’altro!-
-L’altro chi?-
-Accidenti Yoko, di certo non potrai mai vantarti della tua “memoria di ferro”, non vedi che è Paul? –
-Io so perché ti ricordavi di lui!- i suoi occhi a mandorla erano maliziosi e mi guardavano incuriositi per la reazione che avrei avuto nel giro di pochi secondi
-Ah-ah-ah- la mia amica era molto spiritosa a volte, così presi un cuscino dal divano e glielo tirai in faccia
-Bè vuoi la guerra allora? Guerra avrai ragazzina-
Non feci in tempo a sentire quelle parole che mi ritrovai un cuscino spiaccicato in faccia; non so quanto a lungo durò la lotta perché eravamo sfinite, tutto quel viaggiare ci aveva stancato e così ci addormentammo di botto nel divano.

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Capitolo 3
*** I've Got A Feeling ***


Buonasera  lettrici!:)
Ho deciso di viziarvi e pubblicare il quarto capitolo! Spero vi piaccia...Buona lettura!
Un bacio <3



-Pronto mamma?-
-Michelle! Oh Michelle sei davvero tu?-
-Si mamma, però calmati adesso…-
-Sono arrabbiatissima con te, vi abbiamo cercato in lungo e in largo, stavamo per metterci di mezzo anche la polizia, dove diavolo siete?-
-Tranquilla, stiamo bene…bè se ti dico dove siamo non è che venite a prenderci? Mh mh –
-No, no assolutamente no! Sarebbe troppo comodo per voi…voglio proprio vedere come ve la caverete adesso-
-Siamo a Liverpool, la cittadina è molto carina e..-
-A Liverpool? Come vi procurerete da mangiare eh?-
-Abbiamo dei risparmi e sicuramente qua troveremo qualcuno che apprezza la nostra arte-
-Voi siete due matte, io scommetto che non passerà nemmeno un mese che tornerete qua a Lancaster …bè noi vi lasciamo fare intanto; sappiamo già come andrà a finire!-
-Quanto sei pessimista, aiuto! Noi non siamo due pazze…vogliamo solo credere un po’ in noi stesse-
-Si Michelle, non sai nemmeno tu quello che stai dicendo-
-Mi farò risentire io, per favore informa i genitori di Yoko che vi abbiamo chiamato; saranno stati molto in pensiero come voi-
-Bè, vedi un pò te Michelle-
-Adesso devo andare, ciao mamma-
-Aspetta Mich…-
Avevo chiuso la cornetta altrimenti mamma continuava con le sue ramanzine e di buon mattino non era il massimo sentirla blaterale
 
-Sembra che non l’abbiano presa male, vero Michelle?-
-Insomma, l’hanno presa più come “una sfida” diciamo-
-In che senso?-
-Pensano che non dureremo a lungo, ma a quanto pare non ci conoscono ancora abbastanza-
-Ci puoi giurare, però dobbiamo trovare seriamente un qualcosa “da fare” o qualcuno che sia interessato alla nostra arte e ai nostri quadri-
-Se ce ne stiamo con il culo nel divano, è ovvio che non troviamo nessuna  occasione-
-Dai, c’è anche un bel sole fuori…prepariamoci e usciamo; magari combiniamo qualcosa-
 
Tornammo a casa solo con le buste della spesa; niente lavoro, nessuna associazione artistica trovata e nemmeno uno sfigato che volesse vedere i nostri dipinti. Per di più iniziò a piovere quando ancora passeggiavamo per Liverpool, se questa non è sfortuna!
 
-Dai Michelle- Yoko mi mise una mano sulla spalla-non abbatterti, domani vedrai che andrà meglio-
Ero veramente giù di morale..
-E se mamma avesse ragione? E se fossimo solo due esaltate per qualcosa che non avremo mai?-
-Bisogna crederci, poi siamo qua solo da una settimana…non farti prendere dal panico dai-
Abbracciai Yoko; nonostante fosse triste anche lei riusciva ugualmente  a darmi la carica e l’energia per affrontare questa brutta situazione...insomma, era stato un casino scappare e adesso non potevamo fare fiasco
 
-Yoko, ti va della pasta all’Italiana per pranzo?-
Proprio nel contempo in cui pronunciai la domanda suonò il campanello
-E chi diamine sarà mai adesso?!-
-Tranquilla Michelle, vado io…tu pensa a cucinare!-
 
-Ciao bambola! Possiamo entrare?-
-A cosa devo questa vostra visita?-
-Bè io e Paul volevamo scusarci con voi, siamo stati dei grandi maleducati-
-Entrate-
 
Potevo sentire benissimo dalla cucina, e avevo anche capito chi era venuto a farci visita..
 
-Sentite, io e Michelle stiamo per pranzare…vi unite a noi?-
Ecco, la domanda che non avrei voluto sentire…
Non che non gradissi i nostri vicini, ma quel Paul stava avendo su di me un’ascendente già troppo forte per i miei gusti; odiavo questa situazione perché solitamente ero io che mettevo in soggezione i ragazzi, ero io che li facevo cadere ai miei piedi, ero io che tenevo in mano il gioco: ora io ero dall’altra parte, ero io che mi sentivo insicura, ero io che avevo paura di fare brutta figura, ero io che avevo paura di non piacergli
 
-Michelle, vieni…abbiamo ospiti!- poteva chiudere la sua boccaccia Yoko, anche se prima o poi avrei dovuto affrontare la situazione…presi coraggio ed andai in salotto
-Ciao ragazzi!- sfoderai il mio miglior sorriso guardandoli di sfuggita
-Ciao biondina!- John era sempre quello più spiritoso a quanto pareva
Paul si limitò a guardarmi e a sorridermi; ecco…colpita e affondata!
Mi sedetti sul divano nell’unico posto rimasto tra Yoko e Paul
 
-I due ragazzi restano a pranzo da noi, metti a bollire un po’ più di pasta amica-
-Per te non ci son problemi vero?- Paul mi aveva messo con le spalle al muro, di nuovo; mi fissava intensamente con i suoi occhi verde scuro come era successo un paio di giorni fa e gli effetti erano gli stessi, se non più devastanti vista la vicinanza che avevamo in quel momento
-N-no, nessun problema…sarà un piacere- ero riuscita a dirlo anche se tentennavo; la tentazione di guardarlo nuovamente fu troppo forte…adesso che lo avevo accanto potevo notare tutta la sua perfezione fisica: le sue labbra rosate a forma di cuore, i suoi occhioni verdi che avrebbero incantato qualunque ragazza sulla terra, i suoi morbidi capelli scuri che avrei voluto accarezzare, e il suo corpo bè… era qualcosa di meraviglioso
-Ehi- due dita mi sollevarono il viso -Non mi hai ancora detto il tuo nome- Paul adesso che aveva di nuovo la mia attenzione su di sè riprese a parlare
-I-io sono Michelle-
-Io sono Paul, come vi abbiamo detto l’altro giorno-
-E tu moretta come ti chiami?- La voce di John mi aveva fatto tornare alla realtà e osservai la stretta di mano tra la mia amica e quel ragazzo per cui lei stava perdendo la testa
-Io sono Yoko, piacere- lei sorrideva a John, poteva notarlo chiunque che si era invaghita totalmente
-John, piace mio piccola-
Poi lui si voltò verso di me –bè avrai capito che mi chiamo John, Michelle giusto?-
-Si, Michelle…piacere mio-
Nel frattempo anche Paul e Yoko si strinsero la mano
 
 -Bene, io vado a preparare il pranzo-
-Aspetta Michelle, vengo a darti una mano! Voi restate pure comodi qua-
 
-Ma Yoko, che ti salta in mente? Inviti sconosciuti a casa?-
-Michelle, non farmi la ramanzina eh! Lo so che in fondo ti fa piacere…c’è il tuo Paul-
-Piantala! Torna da quei due-
-Lo ammetto, mi piace John! Sei contenta?-
-Ah finalmente sei riuscita a dirlo!-
-Quindi, se mi vuoi bene, perdonami-
-Sciocca, non hai niente da farti perdonare…vai in salotto dal tuo John-
-Grazie- mi diede un bacio sulla guancia e uscì di corsa dalla cucina
Non riuscivo a tenerle il muso: vederla così felice faceva felice anche me.. e poi, diciamoci la verità…non dispiaceva così tanto nemmeno a me
 
Tornai in salotto mentre la pasta cuoceva
-No, noi non siamo originarie di Liverpool; noi siamo di Lancaster-
-E che ci fate qua?- chiese John incuriosito mentre Paul ascoltava attentamente quello che diceva Yoko
-Noi ci consideriamo due artiste incomprese, speriamo che qua qualcuno si accorga di noi e delle nostre doti-
-Yoko non esagerare, artiste!- Entrai nella stanza esordendo con queste parole che non volevano rendere serie le parole di Yoko, ci aveva definite artiste ma era una parola troppo grossa a mio parere
-Ma in che tipo di arte vi cimentate quindi?- Adesso era Paul a fare le domande
-Dipingiamo, e diciamo che pian piano ci stiamo appassionando anche di fotografia- Risposi io, cercando di tenere la mia voce ferma per quanto possibile: avevo Paul davanti e quindi….
-Waw ci fate vedere qualcosa?-Paul era sempre più curioso
-Il pranzo è quasi pronto, vi prometto che un giorno vi mostreremo qualcosa- sorrisi ai due ragazzi e mi precipitai in cucina, non volevo portare la pasta scotta in tavola
 
-Complimenti, ottima questa pasta! Dovremo venire a farvi visita più spesso, che dici Paul?-
-Oh John, mi hai tolto le parole di bocca…la nostra nuova amica Michelle è davvero una brava cuoca a quanto pare-
-Ho capito che hai apprezzato il pranzo, ma adesso è un tentativo spudorato di provarci eh-
-Sembra che a Michelle non dispiaccia- aggiunse Yoko, ecco, la ciliegina nella torta
Io e Paul ci guardammo di sfuggita, le sue guance si erano colorate di un rosa acceso…io invece sentì una vampata che mi attraversò il corpo: dovevo essere diventata tutta rossa come un peperone, ormai mi ero persa.
Subito Paul si ricompose, si dimostrò un tipo che riusciva a tenere abbastanza bene il controllo di se stesso prendendo in mano la situazione
-John, non preoccuparti di quello che dico io: preoccupati di filarti per bene Yoko-
-A Yoko non dispiacerà- aggiunsi per vendicarmi
Io e Paul ci scambiammo uno sguardo di complicità, soddisfatti della nostra collaborazione per mettere in imbarazzo quei due con la lingua troppo lunga…
e c’eravamo riusciti…
Le guance di Yoko a momenti prendevano fuoco e John sembrava aver perso la sicurezza che lo caratterizzava fino a dieci secondi fa…I due non osavano guardarsi e io e Paul ce la stavamo ridevamo sotto ai baffi
 
Dopo una manciata di minuti le acque si calmarono e la conversazione riprese
-Ragazze, vi piacerebbe venire a vederci provare a casa mia sta sera?- Paul ruppe il silenzio
-Provare che?- Yoko non aveva capito, la solita sbadata…eppure glielo avevo fatto notare l’altro giorno
-Bè noi suoniamo in un gruppo, e quasi tutti i pomeriggi proviamo a casa di Paul- finalmente John si era ripreso
-Io ci sto!- dissi entusiasta mentre prendevo con la forchetta delle pennette, senza pensare alla tortura che mi aspettava: avrei resistito per una sera intera a tutta quella perfezione davanti a me?
-Anche per me va b-bene!- sentendo queste parole John fece un gran sorriso non curante che Yoko nel dare la risposta aveva tentennato un pochino
-Non vi deluderemo- Paul con queste parole si era dimostrato sicuro e orgoglioso del suo gruppo; la mia curiosità di sentirli cantare e suonare era alle stelle

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Capitolo 4
*** Tell Me What You See ***


Salve carissime :)
Ed ecco qua il terzo capitolo! Spero vi piaccia e spero soprattutto che la mia storiella non vi stia annoiando; come vedete ho aggiornato presto...perciò buona lettura!
Vi mando bacio <3




Era stata una dormita a dir poco snervante: il divano si era rivelato scomodissimo per dormire e quell’esaltata di Yoko mi svegliava ogni dieci minuti con i suoi blaterare senza senso che bofonchiava mentre dormiva; le avrei voluto tappare quella boccaccia con del nastro adesivo ma ero troppo stordita per andare a cercarlo.
 
Adesso che ero completamente sveglia e lucida avevo deciso di vendicarmi, così mi avvicinai al suo orecchio e cominciai a strillare
-Yooookoooooo, Yooooooookooooooo svegliaaaa!-
Non fu una buona idea perché mi arrivò una sberla in faccia, ma ne era valsa la pena farla incazzare un po’
-Ma perché sei così rompipalle Michelle?-
-Stai zitta, per colpa tua ho dormito malissimo…non hai chiuso il becco per un minuto-
-Ahhh lasciami in pace-  girò la faccia  e si mise un cuscino sopra la testa e riprese a dormire
-Sei la solita sfaticata Yoko, abbiamo dormito per circa sedici ore, non ti basta? accidenti a te!-
Mi dileguai verso il bagno prima che alla mia amica non venisse l’idea di uccidermi
 
Avevo deciso di fare un bagno caldo, ne avevo davvero bisogno e così mi rilassai, forse troppo perché nel frattempo la mia amica dormigliona si era svegliata
-Ehi, guarda che serve anche a me il bagno! Sbrigati!-
-Datti una calmata, 10 minuti e son fuori. E non bussare così prepotentemente la porta altrimenti la butti giù!-
-Muoviti Michelle dai!-
 
Una volta uscita dalla vasca mi asciugai velocemente, misi la biancheria intima e mi guardai allo specchio, la mattina mi imbambolavo molto facilmente: osservai il mio viso a forma di cuore che conteneva i miei grandi occhi grigio-blu, il mio nasino alla francese, le mie labbra carnose tendenti al rosso, il tutto incorniciato dai miei capelli castano-chiaro con dei riflessi biondo naturale che erano più visibili alla luce del sole
 
-Michelle ma che diavolo stai facendo?- che rompipalle che era Yoko quando ci si metteva
-Sto uscendo, un attimo- presi la mia roba sporca e aprì la porta
-Non sei un bello spettacolo dopo il risveglio-
e cominciai a sghignazzare, perché era davvero buffa: i suoi lunghi capelli nero corvino che gli arrivavano fin sotto il seno  erano tutti arruffati e scarmigliati, mentre i suoi occhi orientali a forma di mandorla erano quasi chiusi da quanto erano gonfi. A dire la verità era bella lo stesso ma avevo voglia di prenderla in giro
-Senti chi parla, ma ti sei vista tu? Hai visto i tuoi occhi? Non è che hai delle borse, hai direttamente delle valigie; e adesso levati che tocca a me!- mi liquidò e sparì dietro la porta del bagno
 
Stavo finendo di vestirmi quando dei suoni e delle voci attirarono la mia attenzione, provenivano  dal balcone della mia camera o almeno così sembrava: uscì fuori, ma non c’era niente...mi affacciai per vedere meglio e notai nel giardino di fianco al nostro quattro ragazzi con degli strumenti musicali che suonavano
-Michelle, mi presti la tua camicetta?-
-Shhh non urlare- mi affacciai in camera e le feci cenno di seguirmi in balcone
-Che c’è ora?-
-Guarda laggiù Yoko-
-Ma quei due non sono John e…come si chiamava l’altro?-
-Paul, si chiama Paul…vedo che ti ricordi solo quello che ti fa comodo ricordare, ma non era quello il punto comunque. Vedi che stanno suonando?-
 
-Buongiorno ragazze!- quella era la voce di John accompagnata da ben otto occhi puntati sopra di noi
-Che vergogna, ora penseranno che gli stavamo spiando- Yoko bofonchiò queste parole al mio orecchio cercando di non farsi notare
-Fregatene-
-Ehm, buongiorno a voi- dissi io sorridendo e mostrandomi sicura mentre Yoko cercava di nascondersi il più che poteva dietro la mia schiena: perché toccava a me sostenere questa situazione imbarazzante? Accidenti
-Ma siete le due ragazze che abbiamo investito ieri mattina?-  A parlare ora era Paul

Quando si girò verso di me e il suo sguardo cadde nei miei occhi, persi completamente il senso della realtà; era incredibile quanto era bello quel ragazzo; in quei momenti nella mia mente c’eravamo  solo io e lui, tutto quello che ci circondava non aveva più importanza e la mia sicurezza solitamente invulnerabile cedette e mi sciolsi completamente, sentivo le mie guance rosse come due fragole; i ragazzi non mi avevano mai fatto quest’effetto…Ma Paul, anche se era solo la terza volta che lo vedevo era riuscito a sconvolgermi completamente

-Avete investito? Che avete combinato ragazzi?- Una voce mi svegliò dal sogno ad occhi aperti; parlò un ragazzo che non avevo mai visto in vita mia: aveva dei bellissimi occhi azzurri come il cielo 
-Paul è sempre il solito esagerato; stavamo correndo e ci siamo scontrati le ragazze, tutto qua!-
-Bè John, però le abbiamo messe proprio sotto eh- ribattè Paul
-A momenti ci facevate fuori- Ecco Yoko che usciva allo scoperto
 
Il quarto ragazzo che ancora non aveva aperto bocca si limitò a scuotere la testa e a massaggiarsi le tempie, poi si espresse con tutta la calma che era possibile avere –Siete sempre i soliti, quando la finirete di combinare guai?-
-Su George, non essere polemico andiamo! Poi sono tutte belle e intere non vedi?-
-Per una volta concordo con John- Paul mi fece l’occhiolino accompagnato da un sorriso che mi tolse il fiato, io mi limitai a sorridere timidamente di ricambio…e ad arrossire ovviamente
La cosa stava degenerando, le mie guance rischiavano di scoppiare a causa del sangue che ci stava circolando per colpa di Paul
 
-Yoko, è tardi dobbiamo andare- presi la mia amica per il braccio e feci per trascinarla dentro
-Ciao ragazzi, a presto-
-Bè, allora ciao ragazzi-  anche Yoko salutò ed entrammo in camera
 
-Ma che ti prende Michelle? Non ci hanno fatto niente ora!-
Era difficile mentire alla mia amica perché mi conosceva come le sue tasche, ma non volevo dirgli che il motivo della mia fuga era stato quel ragazzo dagli occhi verdi
-Ho una gran fame, usciamo a mangiare qualcosa?-
-Bè…anch’io ho la pancia vuota, mi vesto e andiamo?-
Perfetto, l’aveva bevuta…o almeno sembrava.
 
-Per me sausages and mash-
- Io invece prenderò fish and chips-  Era ovvio che Yoko ordinasse questo piatto, era il suo preferito
Avevamo trovato un ristorantino abbastanza carino a circa venti minuti a piedi  da casa
 
-Yoko, che hai da guardare tanto?- bè, mi stava fissando con un sorriso da ebete …Sicuramente stava tramando qualcosa oppure era impazzita
-No, no niente…e che secondo me prima non sei fuggita via per la fame-
Ecco, lo sapevo io…non le sfugge proprio niente
-E sentiamo, perché avrei avuto tanta premura allora?-
-Paul- e scoppiò a ridermi in faccia
-Ti avevo solo detto che era carino, adesso non è che per questo tutto deve ricondursi a lui-
-Si si, guarda che ti conosco più di quanto tu conosca te stessa! Secondo me ti stai prendendo una bella cotta-
Avevo un asso nella manica per deviare il discorso adesso che ci pensavo…
-Ha parlato quella che  ha sbavato davanti alla finestra mentre passava quel biondino di John; e poi oggi quando ci hanno beccato nel balcone perché ti sei nascosta dietro di me, eh?- le feci un sorriso malizioso, adesso avevo io il coltello dalla parte del manico…
Yoko era una ragazza abbastanza cazzuta, ma quando si trattava di ragazzi crollava …
-S-smettila Michelle! Come puoi pensare che…-
-Ecco qua le vostre ordinazioni- il cameriere era arrivato con i nostri piatti
-Buon appetito Michelle-
-Altrettanto, Yoko-

Avevamo una gran fame, quindi per tutto il pasto ne io ne lei avevamo aperto più bocca per parlare.
Era ovvio però: cercavamo di nasconderci le cose a vicenda, non volevamo accettare che ci fossimo sciolte come neve al sole davanti a quei due ragazzi che a malapena conoscevamo.

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Capitolo 5
*** It's Only Love ***


Buonasera ragazze! :)
Ecco qua un nuovo capitolo; spero vi piaccia....ringrazio tutte le lettrici che seguono e leggono questa Fanfiction e quelle che la recensiscono!
Vi auguro una buona lettura
Un bacio <3




-Ahhh aiuto! Sono in panico Yoko! Non so che mettermi!-
-Dobbiamo solo andare a casa del nostro vicino, non c’è bisogno di tutte queste preoccupazioni!-
-Senti chi parla, c’eri una vita per scegliere l’abito che stai indossando ora!- quel vestito verde scuro le stava d’incanto, esaltava la sua semplice bellezza dai tratti orientali
-Ti aiuto Michelle, ma ti prego, smettila di fare così…sembri una pazza schizofrenica!- 
Non potevo negarlo, avevo tirato fuori tutti i vestiti che avevo dall’armadio, ero nel panico più totale e stavo strillando come una pazza; tutto questo per cosa o per chi? Beh, meglio non pronunciarlo quel nome…non lo volevo ammettere nemmeno a me stessa che mi riducevo così per uno che conoscevo a malapena
-Che ne dici di questo?- mostrai alla mia amica un vestito corto  tutto nero
-Nah, non stai mica andando a un funerale..-
-E questo?-
-No, troppo elegante-
-Questo?-
-No, giallo è esagerto secondo me-
-E quest’altro?-
-Bè questo ci sta, mi piace, provalo-
Lo indossai velocemente, impaziente di vedermelo addosso; mi guardai allo specchio e…waw! Il grigio perla mi stava bene, era a tinta unica e arrivava a metà coscia, la scollatura era al punto giusto, molto semplice ma delineava le forme del mio corpo alla perfezione
-Metti queste, e anche queste calze!- Yoko mi aveva dato un paio di ballerine color panna e un paio di calze, anche queste color panna che arrivavano sopra al ginocchio
-Che te ne pare?-
-Mi costa molto dirlo, ma ti trovo bellissima Michelle!-
-Ti costa molto? sempre la solita acida! Vabbè…apprezzo lo sforzo per il complimento- l’abbracciai e lei finse di divincolarsi, poi però mi strinse forte
-Ti voglio bene, senza di te non so come farei ragazzina!-
-Anch’io Yoko, sarei davvero persa-
 
La nostra era un’amicizia che durava fin da quando io avevo 3 anni e lei 6, Yoko è la sorella che non ho mai avuto, l’amica che c’era sempre quando io avevo bisogno di un consiglio o di qualunque altra cosa, l’amica che mi sosteneva ogni volta che prendevo una decisione, l’amica con cui avevo passato la maggior parte del tempo, l’amica con cui ne avevo fatte di cotte e di crude, l’amica con cui ho condividevo tutta quanta la mia vita.
 
-Dai basta con le smielate Michelle, andiamo!-
-Non vedi l’ora di vedere il tuo John suonare eh?-
-Piantala-
-Non fa manco a scherzare con te, quanto sei suscettibile!-
 
Scendemmo di fretta  per le scale  e una volta chiuso il portone di casa bastavano giusto un paio di passi ed eccoci davanti a casa di Paul
Anche se ero tesa e avevo il cuore a mille perché a momenti avrei visto quel ragazzo che mi stava rubando il cuore, suonai con decisione il campanello
 
Il portone si spalancò, ma ad accoglierci non c’era la persona che mi aspettavo di trovare
-Voi dovete  essere le vicine di casa di Paul giusto?- Era il ragazzo  più pacifico del gruppo, almeno da quello che avevamo potuto constatare la volta che stavamo comunicando con tutti loro dal nostro balcone
-Si, siamo noi…-
-Bè venite, entrate…Il padrone di casa non ha potuto accogliervi perché è troppo impegnato a litigare con John-
-Siamo arrivate in un momento sbagliato? Torniamo più tardi se…-
-No no figuratevi! Guardate, è una cosa normale, se non succede almeno una volta al giorno non stanno bene quei due; comunque che maleducato, non mi sono presentato: piacere, io sono George-
-Piacere, io sono Michelle-
-…e io sono Yoko-
La casa di Paul era molto accogliente: luminosa e arredata con buon gusto
-Bene, seguitemi…noi solitamente proviamo nel garage quindi dobbiamo andare di sotto-
George ci condusse verso la tromba delle scale dalla quale provenivano urla e imprecazioni; sapevo che stavano litigando ma automaticamente mi bloccai e rimasi al primo scalino impedendo il passaggio anche a Yoko
-Su andiamo ragazze, non preoccupatevi! Anzi, forse vi farete pure una risata-
Guardai Yoko cercando di capire che volesse fare e mi fece cenno di scendere…chissà cosa ci aspettava
George spalancò la porta, e non potevo credere a quello che vedevo…
Paul con una mano teneva per il colletto della camicia John, e con l’altra teneva un piatto della batteria che stava per finire nella testa del povero  malcapitato; il ragazzo dagli occhi celesti cercava di strappargli quell’arma improvvisata dalla mano ma con poco successo perché Paul era più alto e se  la teneva ben stretta
 
-John, io ti amazzo, giuro!- la voce di Paul era furiosa, mai avrei immaginato di sentirlo così…che caratterino
-Andiamo Paul, non c’è bisogno di reagire così…lasciami- John cercava di divincolarsi; non era arrabbiato come Paul, anzi, se la rideva nel vedere l’amico così incazzato…
-Quello che mi irrita di più non è il fatto che oggi sbagli in continuazione, ma che mi prendi per il culo-
-Mi stai strozzando, adesso ti faccio vedere io permaloso che non sei altro!-
John cominciò a muoversi più bruscamente cercando di sfuggire alla mano di Paul ma anche con tutto quell’impegno non ci riusciva, così Paul cominciò a dargli delle botte in testa con il piatto della batteria
 
Io guardai confusa prima Yoko che a momenti scoppiava dal ridere per la scena, poi mi voltai verso George cercando una spiegazione a questo casino
-Vedi, poco prima che arrivaste voi John ha incominciato a beffarsi di Paul perché ad ogni minimo errore di qualcuno interrompeva subito l’esecuzione dei brani e dovevamo riniziare da capo-
-Bè?- dissi io cercando un dunque alla mezza spiegazione di George
-Paul è pignolo, forse troppo…vuole che tutto sia perfetto nei minimi dettagli, così John si diverte a prenderlo in giro per questa sua mania;
adesso scusami ma vado a dare una mano a Ringo, da solo non riuscirà mai a separare quei due-
 
George cercò di strappare il colletto della camicia di John dalla mano di Paul, ma senza successo
-George non metterti in mezzo cazzo, me la deve pagare questa volta!-  Paul era ancora più furioso di prima e quello che doveva chiamarsi Ringo finalmente era riuscito a strappare il piatto della batteria dalla mano di Paul
-Paul, John, comunque non ci si comporta così davanti alle signore- la voce di George allarmò i due litiganti, ma anche il povero Ringo che si dava da fare per l’incolumità dei due
 
Paul mollò definitivamente il colletto del biondino e fece per ricomporsi, altrettanto fece John sistemandosi la camicia
 
-Ehm, ciao ragazze!- John ci guardava sorridendo come se niente fosse
-Scusateci, davvero…io e John non vi abbiamo visto entrare e…-
Io e Yoko eravamo basite, cosi ci eravamo limitate a concedere solo un sorriso ai due
-Paul, a momenti facevi fuori John, e tu, John devi smetterla di stuzzicarlo- disse Ringo scuotendo la testa
-Dai su, su! Non è successo nulla!- George cercava di riappacificare la situazione; l’avevo inquadrato bene allora!
 
La tensione che c’era nell’aria cominciò a sparire e tutti quanti si rilassarono…
-Non vi abbiamo presentato ancora questo bel giovanotto!- George spinse il ragazzo dagli occhi blu verso di noi
-Piacere ragazze! Io sono Richard, ma chiamatemi Ringo-
-Io sono Michelle e lei e Yoko-
-Il piacere è nostro- Yoko completò la mia frase a metà
 
-Bè nessuno fa accomodare queste donzelle? Venite ragazze, tanto ho capito che oggi toccano a me gli oneri di casa Mccartney- George ci fece strada verso una panchina in legno, proprio davanti a quella che doveva essere la “scena dell’esibizione”; notai anche un’altra cosa: il cognome di Paul era Mccartney, non so perché ma mi piaceva anche quello…che novità, amavo tutto di lui!
Mentre Ringo sistemava la batteria e George accordava la sua chitarra, Paul e John si diressero verso di noi
Mi concentrai su Paul, la sua camminata così aggraziata, il suo portamento, il suo sguardo mi facevano andare in tilt: forse oggi a pranzo avrei dovuto rifiutare la sua proposta…tutta questa perfezione mi stava facendo male
 
-Ehi piccola, che succede?-Paul mi prese la mano sollevandomi dalla panca  e mi tirò verso di se; mi ritrovai a nemmeno a dieci centimetri di distanza da lui
-N-n-niente- ecco che la mia voce cominciava a rompersi
-Son così carine le tue guance quando diventano rosse- mi accarezzò il viso e quando guardai i suoi occhi verdi sorrise e mi fece l’occhiolino…a momenti le mie gambe avrebbero ceduto, ne ero quasi sicura; le nostre dita erano intrecciate e si stringevano delicatamente, quando notai questo contatto un brivido mi attraversò la schiena…era dannatamente piacevole; desideravo Paul con tutta me stessa, con ogni cellula del mio corpo.
 
-Ehi, voi due! Le smancerie da un’altra parte!-
Adesso anche le guance di Paul si stavano colorando
-John, l’hai appena scampata…non vorrai litigare di nuovo vero?-
Lennon era in piedi davanti alla mia amica accomodata sulla panca, ed entrambi ci guardavano incuriositi
Mollai la mano di Paul per l’imbarazzo e mi risedetti sulla panca vicino a Yoko
 
-Bè, George prima ci ha detto che ogni giorno siete cosi…è vero?- Azzardai, cercando di rompere il silenzio che si era creato; ovviamente sfuggii dagli occhi di Paul, altrimenti non sarei più riuscita a dire neanche una parola
-Bè diciamo di si, la colpa è sempre di Lennon però- Paul cercava la mia attenzione fissandomi, io continuavo a concentrare il mio sguardo altrove; intanto avevo appena conosciuto il nome di quel simpaticone di John
-Paul, guarda che….-
-Guarda cosa? Ti faccio vedere io…se osi riprendermi in giro giuro che il piatto della batteria te lo faccio ingoiare-
-Però ci vogliamo bene, vero Paul?-
-Bè infondo non saprei come fare senza il mio John-
Paul afferrò John per il collo e cominciò a spettinargli i capelli con un pugno-
-Paul, questo è troppo! Sai quanto ci tengo ai miei capelli, diamine!-
-Scusami Lennon- e Paul mollò la presa sghignazzando
-Ci prenderanno per pazzi le ragazze!-
-No, tranquilli….diciamo che stiamo imparando a conoscervi- Finalmente Yoko si decise ad aprire bocca
-Ragazzi! Siamo pronti!- urlò Ringo dalla sua postazione
-Arriviamo, un attimo!- urlò Paul di rimando
-Voi due siete le nostre spettatrici personali, le uniche che stanno per assistere alle nostre prove… dovreste essere orgogliose!- Disse John con poca modestia
-Vedremo un po’ come ve la caverete, saremo noi a giudicare…non essere troppo convinto!- Dissi con altrettanto tono altezzoso per sbeffeggiare Lennon
Paul scoppiò in una risata
-John, te le cerchi tu eh!-
-Scommetto che non potranno più fare a meno di noi- disse, enfatizzando le ultime parole della frase
I due si diressero verso i loro strumenti musicali: Paul prese in mano quello che doveva essere il suo basso, mentre John prese la sua chitarra
Una volta sistemati cominciarono a suonare…
Ringo cominciò a battere le bacchette della batteria per dare il tempo, e al quarto iniziarono: John e George muovevano sapientemente le dita nella tastiera e nelle corde della chitarra, Paul suonava altrettanto magistralmente il suo basso e cominciò a cantare; La sua voce era un qualcosa di magico, vellutata, dolce e graffiante allo stesso tempo…era bellissima
John si unì nel ritornello a Paul, la loro complicità musicale e vocale era incredibile, meravigliosa…c’erano loro e la loro musica; riuscì ad analizzare la voce di Lennon nonostante si fondesse perfettamente con quella di McCartney: era delicata, leggera ma allo stesso tempo calda…
In vita mia non avevo mai sentito nessuno cantare come loro, erano unici.
Mi ero talmente immersa nella musica che mi dimenticai di Yoko, così mi girai a guardarla e vidi che anche lei si era persa tra le note, era totalmente assente. Così ripresi ad ascoltare quella canzone che aveva rapito me e la mia amica. 

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Capitolo 6
*** Hold Me Tight ***


Buon pomeriggio ragazze :) 
Spero che anche questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento; Ancora un pò di romanticismo tra Michelle e Paul
Buona lettura!
Un bacio <3




Delle dita dolcemente mi sfioravano il viso e delle morbide labbra premevano delicatamente sulla mia guancia; il sogno era bellissimo perché tutte quelle attenzioni me le stava dando Paul, e io mi sentivo la ragazza più felice del mondo
-Buongiorno piccola-
La sua voce vellutata irruppe nel sogno: era incredibile quanto sembrasse reale
-Ehi, principessa…mi senti?-
Aprì gli occhi lentamente, poi gli stropicciai per mettere meglio a fuoco quello che mi stava mandando in confusione: in pochi secondi però, ricordai che Paul quella notte si era addormentato nel mio letto, così riuscì a capire il perché di tanta perfezione davanti a me; non era un sogno quindi…o meglio, tutto questo era sì un sogno… ma reale
-B-buongiorno- bofonchiai mentre sorridevo per la felicità
-Scusami, non volevo svegliarti! ho visto che ti muovevi e...-
-Shhh non importa, non potevo chiedere risveglio migliore-
Si avvicinò ancor di più al mio viso, e stringendomi a sé mi baciò dolcemente sulle labbra coinvolgendomi in una spirale di tenerezza e di desiderio; ormai ero diventata dipendente da lui
 
Mi sedetti sul materasso poggiandomi contro la spalliera del letto, e Paul mi seguì a ruota
-Spero di aver lasciato abbastanza spazio per farti dormire tranquilla e comoda-  disse sorridendo; anche di primo mattino Paul era  pericolosamente attraente nonostante i capelli spettinati
-Bè, in realtà hai occupato la maggior parte del letto…- lo guardai socchiudendo gli occhi come per farlo sentire in colpa
-Sembra non ti sia dispiaciuto tanto però-
Rispose al mio finto attacco prendendomi di peso e poggiandomi sulle sue gambe
-Ehi, non ti ho dato mica il permesso!-
-Anche per questo serve il permesso?-
Si avvicinò per baciarmi, ma non appena fu ad un millimetro dalle mie labbra girai di scatto il viso
Alzò il sopracciglio destro e socchiuse gli occhi con un’aria di sfida, stando al mio gioco
-A quanto pare è difficile la ragazza-
-Io non bacio gli estranei- dissi con aria seria e composta
Mi prese per le spalle e mi buttò sul materasso; in pochi secondi mi ritrovai in posizione supina completamente sotto il suo controllo…e sotto il suo corpo
Avvicinò le sue labbra al mio orecchio con fare provocatorio
-Hai intenzione di ribellarti anche adesso?-
Cominciò a baciarmi maliziosamente il collo, e mi abbandonai completamente a lui godendo dei brividi che mi attraversavano la schiena
Pian piano i suoi baci salirono lungo il collo, finchè non lasciarono la mia pelle quando raggiunsero il mento
 
Paul si sedette sul letto come pochi secondi prima, guardandomi divertito mentre mi sollevavo dal materasso per mettermi contro la spalliera vicino a lui
Maledetto! Si era preso una bella vendetta lasciandomi intontita, dopo quei baci… ed ora se la rideva pure
-Tutto bene Michelle?- Ecco che con un sorriso malizioso girava il dito nella piaga
-Me la pagherai McCartney!-
Così mi alzai dal letto, e dopo aver infilato le mie pantofole feci per dirigermi verso la porta
-Ehi! Dove vai?-
-Resti per colazione?- un posto in più a tavola non avrebbe certo creato problemi a Yoko
-Penso di aver già disturbato abbastanza-
-Non fare lo sciocco, su! Andiamo di sotto-
-Se proprio insisti!-
 
Aprì la porta della mia camera, guardai intorno per trovare qualche traccia di Yoko ma niente! La solita dormigliona….
Scesi le scale seguita da Paul; Era incredibile che non fossi ancora andata in iperventilazione nonostante avessi lui a nemmeno due metri di distanza: forse non lo avevo realmente realizzato; tant’è che, ora che ci pensavo, sentii le mie guance scaldarsi…Ecco!
Arrivata al piano di sotto vidi un foglietto di carta stropicciato sul tavolo, e incuriosita mi avvicinai per vedere di che si trattava

 Buongiorno Mich,
sono uscita a fare delle commissioni, tornerò per pranzo; probabilmente ci sarà una sorpresa per noi. In mia assenza cerca di non fare danni, ti prego.
Yoko. 

Paul mi cinse i fianchi con le sue  mani mentre tenevo in mano il foglietto e meditavo sulle parole della mia amica; lei non era la tipa che la mattina si svegliava presto…e poi quella frase, che intenderà per sorpresa?
-Tutto bene Mich?-
Paul poggiò il viso sulla mia spalla e stampò un bacio sulla mia guancia…
Paul era così tremendamente carino, ogni suo gesto mi faceva sentire viva, felice e …rossa
-Si si, è solo Yoko che oggi è uscita presto e mi ha avvisato; ora vado a preparare la colazione…-
-Ti serve una mano?-
-No, ci mancherebbe che faccio cucinare agli ospiti …però se vuoi puoi venire in cucina con me…altrimenti puoi accomodarti in salotto, c’è pure la tv!-
-No, vengo con te- ecco che sfoderava un altro dei suoi sorrisi che erano capaci di stendermi
 
-Quindi sei di Lancaster…-
-Si, tu di Liverpool giusto?- risposi a quel silenzio appena interrotto mentre cucinavo le uova e la pancetta
-Si, vivo qua da quando sono nato-
-Quindi con i tuoi genitori?-
-Con mio padre e con mio fratello; Mamma è morta quando avevo quattordici anni….- Gli occhi di Paul erano persi e guardavano a terra; sentì una fitta al cuore per ciò che gli avevo fatto ricordare…ero mortificata
-M-mi dispiace- rimasi bloccata, immobile con la schiena poggiata al piano della cucina…
Finalmente alzò lo sguardo e sorrise, ma con la tristezza negli occhi…
Cercai di prendere i piatti e i bicchieri
-Aspetta! Ti do una mano, così ti cadrà tutto-
-Grazie- sorrisi, Paul aveva appena salvato il servizio dei piatti
-Poggio qui?-
-Si si, ormai è tutto pronto da mettere nei piatti-
-Ma quanti anni hai?-
-Io 17, tu?-
-Io 20-
-Oh veramente? te ne avrei dato meno, qualcosa come 18!-
-E invece! …Sono troppo vecchio?- Paul sorrideva beffardo
-Un pochino si, ma considerando che ne dimostri meno…posso passarci sopra- gli feci l’occhiolino mentre finivo di versare l’aranciata nei due bicchieri; in realtà l’età di Paul mi intrigava abbastanza
-Ci avrei giurato che ti saresti accontentata!- Adesso sorrideva maliziosamente; sembrava quasi che riuscisse a leggermi nel pensiero, oppure, la mia espressione era abbastanza chiara
 
Misi una tovaglia a quadri rossi sul tavolo, poi Paul mi aiutò a portare la colazione.
-Tutto davvero buono, brava!- Per fortuna la colazione gli piacque, i suoi complimenti mi facevano sempre piacere…
-Son contenta che sia di tuo gradimento- risposi, dopo aver inghiottito un boccone
Mentre io e Paul riempivamo il nostro stomaco, non potevo fare a meno di guardarlo e pensare allo splendido ragazzo che fino ad ora ero riuscita a scoprire: dolce, sensibile, simpatico e con una grande passione per la musica
 
-Il tuo gruppo ha un nome?- La domanda mi scivolò fuori dalle labbra senza nemmeno accorgermene
Paul sorrise, forse il mio interesse lo lusingava
-Bè si, noi siamo i Beatles dal 60’..da due anni fa; in realtà prima dei Beatles c’erano i Quarryman-
-Perché avete cambiato nome?-
-Vedi, i Quarryman erano formati inizialmente da me, George, Stuart e John, dopo arrivò Pete-
-Chi è Stuart? E Pete? E Ringo perché non l’hai nominato?-
-Stuart era il nostro bassista, però ci ha abbandonato dopo aver conosciuto la sua fidanzata Astrid mentre ci esibivamo in Germania ad Amburgo; e Ringo, lui è arrivato da pochissimo e ha preso il posto di Pete...-
Ero incantata da come Paul raccontava “le origini della sua band”, ne andava orgoglioso e ci teneva davvero tanto
-Quando siete stati ad Amburgo?-
-E’ dal 60 che facciamo trasferte in Germania; infatti fra due mesi probabilmente ripartiremmo,  abbiamo firmato un contratto per esibirci allo Star-Club-
Sentendo queste parole, il cuore mi saltò letteralmente in gola; ecco lo sapevo che non dovevo lasciarmi andare così tanto…Perché avevo dovuto ascoltare i consigli di quella sciocca di Yoko? Oppure ero semplicemente io che con uno come Paul davanti non riuscivo a trattenermi
-P-per quanto resterete in Germania questa volta?-
-Una ventina di giorni, niente di che-
Bè venti giorni non erano tanti, mi sentii felicemente sollevata. Non dovevo però mettermi tutti questi problemi, non era il mio ragazzo; forse però non riuscivo più a fare a meno di lui...
-Quindi in Germania vi conoscono già?-
-Diciamo di si, ad Amburgo siamo abbastanza apprezzati-
-…è ridicolo che qua non abbiate ancora spopolato, siete davvero bravi!- Paul arrossì lievemente, forse anche i miei complimenti gli facevano un certo effetto
-Puoi venire a vederci suonare quando vuoi! Proviamo sempre a casa mia perché è sempre libera; mio padre è spesso fuori per lavoro e Mike… non è un problema-
-Mike?-
-Mio fratello-
-Ho capito-
-Porta anche Yoko, così facciamo felice John!-
Questo sì che era interessante da sentire…
-Che c’entra John?-
Paul sbiancò; ecco, si era già pentito di quello che aveva appena detto…
-N-niente, è che John è un esibizionista e-e-e…avere un pubblico non gli dispiacerebbe-
Non era bravo a dire le bugie Paul, almeno con me…questa non me la sarei bevuta per niente al mondo
-Soprattutto davanti alle ragazze per cui nutre un certo interesse, no?-
-Ma che dici Michelle! Non vorrai insinuare che a John piaccia Yoko-
Mi limitai a sorridere, compiaciuta di ciò che avevo appena scoperto…Non vedevo l’ora che Yoko tornasse a casa per raccontarle questo particolare che sicuramente avrebbe attirato la sua attenzione
-No Paul, figurati- Gli feci l’occhiolino mentre mi alzavo da tavola per sparecchiare
-Ti prego, non dire niente a Yoko…John mi ammazza!-
-Dammi un motivo valido per chiudere la bocca- sorridevo maliziosa
-Basta qualcosa tipo…tipo questo- sussurrando queste parole mi strinse a sé dandomi un bacio sulle labbra che mi fece girare la testa, tutto così improvviso…tutto così piacevole…
Il bacio era diverso dagli altri che ci eravamo dati prima; potevo sentirci il desiderio e la passione, le nostre lingue desideravano non staccarsi mai e si rincorrevano velocemente come per riuscire ad assaporarci meglio
Le mani di Paul cominciarono a conoscere il mio corpo mentre il suo respiro diventava sempre più pesante e affannato; mi prese di peso e mi poggiò sul tavolo mentre io restavo avvinghiata a lui, ormai schiava del mio e del suo desiderio
Ci guardammo negli occhi con un’intimità che avrebbe messo a disagio chiunque fosse stato nei paraggi, c’eravamo solo io, lui e noi; Paul riprese a baciarmi con più bramosia di prima mentre slegava il fiocco che teneva chiusa la mia vestaglia, iniziò ad accarezzarmi i fianchi, poi salì con le mani e si soffermò sul mio seno…
 
Un rumore, e poi una voce interruppe i nostri respiri affannati
-Ehi Michelle! Ci sei? Son tornata!-
Io e Paul interrompemmo bruscamente quel bacio a malincuore; velocemente chiusi la vestaglia con un fiocco e scesi dal tavolo mentre Paul si ricomponeva
-Ehi Yoko…..-
Non appena pronunciai il suo nome lei era già sulla soglia della cucina che guardava me e Paul con gli occhi spalancati e divertiti…
-Scusate, me ne vado…- voltò le spalle e fece per andarsene mentre se la rideva sotto ai baffi
-No sciocca! Vieni qua…- presi Yoko per il polso e la portai  nuovamente in cucina
-Ciao Yoko- Paul salutò la mia amica con un po’ di imbarazzo –Io vado, mio fratello si starà chiedendo che fine ho fatto; Ci vediamo presto ragazze- mi guardò, e si lasciò scappare un sorriso che io ricambiai…la sapevamo lunga
-Ti accompagniamo alla porta- risposi, mentre io e Yoko conducevamo Paul verso l’ingresso
-Ciao Paul- disse Yoko –Vieni a trovarci quando vuoi!-
-Ciao Paul- dissi con una punta di amarezza sulla lingua; mi dispiaceva lasciarlo andare
 
-A quanto pare ho interrotto qualcosa, vero?- Lo sguardo di Yoko era più malizioso di prima
-Assolutamente niente! E piantala! Piuttosto dimmi perché sei uscita così presto oggi, non è da te!-
-Dopo voglio sapere cosa avete combinato tu e Paul; insomma avete dormito insieme no?-
Che pesante quando faceva l’investigatrice, e non smetteva fin quando non aveva sentito ciò che desiderava; così mi rassegnai e feci cenno di sì con la testa…infondo forse anche io avevo bisogno di raccontarle qualcosa
-Allora dove sei stata?-
-In un’associazione artistica e ho trovato un lavoro, per noi!-

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Capitolo 7
*** All You Need Is Love ***


Buonasera care lettrici! :)
Eccomi con un nuovo aggiornamento "molto romantico"; spero tanto che vi piaccia!
Buona lettura, un bacio <3

 
-Michelle! Vieni a darmi una mano, questo vestito è una trappola!-
-Arrivo! Solo il tempo di mettermi la vestaglia e sono da te-
 
Come entrai nella camera della mia amica mi precipitai verso lei perché a momenti soffocava: si stava sfilando il vestito senza aver prima sganciato i bottoni che stavano sulla schiena
-Certo che sei davvero furba! Perché non hai sganciato i bottoni, idiota? È logico che così non uscirà mai-
-Accidenti…..- e Yoko cominciò a bofonchiare una lista di imprecazioni che sembrava essere infinita
-Adesso continua a tenere in alto le braccia così riesco a infilartelo e a sganciare quei dannati bottoni-
Presi il vestito con tutte le forze che avevo per farlo scendere nuovamente sul corpo di Yoko dal momento che le stava opprimendo la faccia, perché lei molto intelligentemente aveva deciso di sfilarlo dall’alto
-Fai in fretta, ti prego, qua non c’è più aria-
-Un momento, è veramente….Ah! Ecco, fatto!-
-Finalmente….ossigeno!-
-Girati che adesso sgancio i bottoni-
-Grazie Mich-
-Di niente, ma sappi che il vestito non è una trappola: sei tu imbranata!-
Yoko mi guardò e fece una piccola risata, rendendosi conto che avevo davvero ragione; si mise anche lei una vestaglia da notte e si accomodò a gambe incrociate sul suo letto, invitando anche me a fare altrettanto

-Ehm- Yoko, con calma, cercava di chiedermi qualcosa -Che impressione ti hanno fatto i ragazzi?-
Ecco dove voleva andare a parare; dritta al punto oltretutto!
-Se la cavano abbastanza bene con quegli strumenti-  La sua domanda era a doppio senso, l’avevo capito subito, ma per adesso preferivo restare alla larga dall’altro significato che aveva inteso; d’altronde la mia risposta era valida ugualmente perché la loro musica mi aveva sul serio incantata
-Non solo con gli strumenti, ma hai sentito la voce che si ritrovano? Faranno strada, vedrai-
Ricordavo benissimo la voce di Paul, risuonava ancora nelle mie orecchie…e come potevo dimenticarla?
-Si, anche la loro voce è fantastica…sinceramente non mi aspettavo tanto talento da quei ragazzi-
-E invece….ci hanno stupite!- Yoko pronunciando queste parole sorrise, assorta nei suoi pensieri, nel suo mondo..Potevo immaginare che le stava passando per la testa

Poi cominciò nuovamente a guardarmi, e per dieci minuti abbondanti né io e né lei avevamo più aperto bocca..
Quel silenzio mi stava facendo diventare sorda talmente era rumoroso; parlava troppo perché io e Yoko potevamo capirci attraverso i nostri sguardi, non potevamo nasconderci le cose a lungo; ero io che non volevo affrontare l’argomento anche se  ne avevo un estremo bisogno…
-Oh, al diavolo Yoko! Possiamo smetterla con questa pagliacciata?-
-Io sono la tua amica, la tua migliore amica; so che questa situazione ti sta spaventando, conoscendo il tuo carattere, ma la devi affrontare…-   e pronunciò con infinita dolcezza queste parole
-Paul….- bofonchiai a bassissima voce
-Ho capito che era lui il problema, ma  non capisco perché lo consideri tale! Insomma, non avresti potuto continuare all’infinito ad essere fredda e cinica con i ragazzi, almeno fin quando qualcuno non ti avrebbe fatto perdere la testa…-
-Si, ma…- cercai di protestare, inutilmente
 -Ma cosa? Devi capire che l’amore è tutto ciò che serve; devi lasciarti andare Michelle perché non c’ è cosa più bella, non c’è cosa che ti faccia sentire più viva-
-Io ho paura, mi spaventa!  capisci adesso perché non voglio ammettere nemmeno a me stessa che Paul mi piace da morire?-
-Sentiamo, cosa ti terrorizza?-
-Mi spaventa il fatto che nessuno ha mai avuto un’ascendente così forte su di me, mi spaventa perchè quando lo vedo il mio cuore va a mille, le ginocchia mi tremano e perdo totalmente il senso delle realtà; mi sento………. vulnerabile-
-Sciocca, è l’amore che ti fa sentire così! Non devi avere paura, devi accettare che ti stai innamorando…è una cosa stupenda quella che ti sta succedendo-
-Non è detto che io mi stia innamorando…potrebbe essere solo attrazione-  Non volevo accettare la realtà che mi si palesava davanti agli occhi
-Solo attrazione? Mich, perché allora “questa sensazione” non ti è venuta anche quando stavi con gli altri ragazzi con cui sei uscita? Eh?-
Ecco il punto che volevo evitare, il punto che mi mise con le spalle al muro: proprio perché con gli altri ragazzi c’era solo attrazione non mi accadeva mai quello che mi stava succedendo ora; senza dubbio l’attrazione c’è anche adesso, e anche molto forte perché Paul è bellissimo, ma c’è anche  dell’altro perché ogni volta che lo vedo, bè, mi sciolgo dannazione!

-Ehi! Amica?- Yoko cominciò a scuotermi tenendomi per le spalle facendomi tornare alla realtà
Istintivamente abbracciai la mia amica perché agiva sempre per il mio bene e aveva davvero tanta pazienza; adesso in particolare mi aveva dato una mano ad aprire gli occhi su una cosa che, nonostante fosse sotto il mio naso, non volevo vedere e non volevo ammettere. La mia amica aveva ragione, dovevo accettare il fatto che anche una come me, che aveva sempre un grande carisma e un grande potere sul sesso maschile  poteva amare davvero un ragazzo; da cacciatrice stavo diventando preda: avevo paura ma Paul forse ne valeva la pena.
-Grazie- sussurrai all’orecchio di Yoko mentre continuavo a stringerla
-Spero che tu abbia capito-
-Penso di essermi fatta almeno un’ idea- dissi divincolandomi dall’abbraccio e mostrando un sorriso
-Bene, almeno un passo sei riuscita a farlo allora!-
-Ehm, spero solo di non cadere!-
-Se cadi ti puoi sempre rialzare- Yoko mi fece l’occhiolino
-Basta con i discorsi seri, le tue massime mi stanno facendo paura! Piuttosto andiamo di sotto a cenare?-
Lei annuì, così mi alzai dal letto  e la trascinai in cucina tenendola a braccetto.
 
 
Non riuscivo a dormire, il discorso che avevo fatto prima con Yoko mi suonava ancora in testa e più ci pensavo più mi angosciavo; Adesso che ero riuscita a liberarmi  dalla mia corazza, come dovevo comportarmi con Paul? Il mio cervello chiedeva pietà, tutti quei pensieri rischiavano di farlo scoppiare

Decisi di alzarmi e di fare qualcosa per distrarmi…
Sapevo già cosa: presi una tela e la posizionai verticalmente sul cavalletto, avvicinai uno sgabello e infine preparai i colori ad olio.
Dipingere mi faceva star bene, mi faceva sentire libera; potevo esprimere tutte le mie emozioni, tutto ciò che provavo nel mio mondo e che andava oltre i limiti della realtà: per me era vita

Mi accomodai nello sgabello e cominciai; presi  il pennello e dipinsi una linea verticale verde, poi la sfumai con le altre tonalità di quel colore; al ramo, ormai ben delineato davanti a me, mancava ancora qualcosa di essenziale: le spine.
Ci misi un’ora abbondante affinché quel gambo fosse finito e rifinito alla perfezione; subito dopo preparai dell’altro colore, questa volta si trattava di un rosso acceso…

Un rumore proveniente dalla porta-finestra della mia camera mi fece sobbalzare, mi girai istintivamente per capire di cosa si trattasse e cominciai ad urlare per la sagoma che avevo appena visto; strillai talmente forte che Yoko in un batter d’occhio arrivò in camera mia
-Che cavolo succede qui?-
-Yoko, ho visto una sagoma fuori dalla porta-finestra- dissi agitata e con il respiro affannato per lo spavento
La mia amica si voltò verso fuori per verificare quello che stavo dicendo e scoppiò a ridere
-Che cosa cavolo ti fa ridere? Guarda che non me lo son sognato! Ho visto sul serio quell’ombra!-
Non diede peso alle mie parole che uscivano dalla mie labbra come un fiume per l’agitazione e si diresse verso la porta, dopo di che l’aprì in modo molto disinvolto
-Oh, ciao Paul!-
-P-Paul?- non mi venne in mente altro da dire, la confusione era tanta! Cosa ci faceva nel mio balcone? E come ci era arrivato soprattutto?
-Bè io torno a dormire! La prossima volta vedi di essere meno fifona… e Paul, quando tornerai a farci visita passa dalla porta principale così la principessa non si spaventa; Buonanotte ragazzi! - Yoko mi fece l’occhiolino e sparì fuori dalla porta di camera mia
Adesso in camera c’ero io e Paul, e ancora una volta mi faceva mancare l’aria con il suo sorriso

-Ciao Michelle!-
-Ciao Paul- cercai di non perdere il controllo anche se era difficile
-Vedi, non riuscivo a dormire  così sono uscito nel balcone per fumare una sigaretta, ho visto la luce proveniente dalla tua camera, e…-
-Come hai fatto ad arrivare nel mio balcone?-
-Bè, sono collegati…basta semplicemente oltrepassare un piccolo muretto-
Mi diressi fuori per vedere se quello che Paul diceva era vero...
E aveva ragione, non l’avevo ancora notato…
-Ehi- due mani mi cinsero i fianchi –non mi credevi?- Automaticamente il sangue cominciò a fluire copiosamente nelle mie guance…fortunatamente eravamo fuori, al buio e con un po’ di fortuna non si sarebbe notato
-Non mi fido degli estranei- risposi punzecchiandolo
-Ah si? Ma io sono un bravo ragazzo- e mi voltò verso di lui sempre tenendomi per la vita

Adesso che eravamo faccia a faccia i nostri occhi si incrociarono in uno sguardo profondo, complice, intimo nonostante conoscessi Paul da pochissimo; restammo così finchè lui, cominciò a stringermi più forte a se avvicinando le sue labbra alle mie….Io non capivo più niente, mi lasciai trasportare solo dalle emozioni lasciando da parte la ragione e abbandonandomi a quel bacio tanto desiderato; la sua bocca si appoggiò delicatamente alla mia, le sue labbra cominciarono a muoversi sulle mie e il bacio da tenero diventò passionale: le nostre lingue si cercavano, si prendevano e si incrociavano…desideravo con tutta me stessa che quegli attimi durassero all’infinito ma ad un certo punto avevo dovuto lasciare la sua bocca per prendere aria, interrompendo purtroppo quella magia
Riprendendo il mio controllo lo guardai e sorrisi: non c’erano parole per descrivere quello che era appena successo
Mi abbracciò continuando a stringermi  a sé
-Ehi hai freddo piccola?- Stavo tremando, ma non mi ero accorta; troppo impegnata ad assaporare quei momenti
-Un po’…su, entriamo dentro!-
Paul mi seguì, e una volta dentro si incantò davanti alla tela in cui mi ero cimentata prima che arrivasse lui…
-E questa?-
-Bè, prima di ritrovarmi uno sconosciuto in camera stavo dipingendo- e gli feci l’occhiolino
-Certo, certo uno sconosciuto- Paul adesso aveva un tono ironico, quasi per sbeffeggiarmi; poi continuò…
-Dovrebbe essere una rosa?-
-In teoria si…ma manca ancora un bel po’-
-Ha qualche significato particolare?-
Oh si che ha un significato particolare…ma di certo non posso andare a raccontarlo a Paul dal momento che anche lui ne fa parte…
-No, è così tanto per esercitarmi con i colori…sai!-
-Mmm, capisco…anche se la rosa potrebbe avere un alto valore simbolico-
-Questo non è il caso però!- Sorrisi sperando di averlo convinto
-Mi piace come dipingi; ne hai degli altri da farmi vedere? L’altro giorno l’avevi promesso…io non dimentico!-
-Un attimo, li devo cercare…tu intanto accomodati pure sul mio letto!-
-Agli ordini principessa-
Vedere Paul seduto sul mio letto faceva un certo effetto; tutta quella perfezione che mi osservava con un sorriso mozzafiato suscitava in me una moltitudine di pensieri, da quelli più romantici a quelli più perversi

Tornai alla realtà e presi una sedia per poter arrivare alla parte superiore dell’armadio dove tenevo tutte le mie tele…
Le presi accuratamente una ad una e le poggiai in terra; raccolsi la mia preferita e mi avvicinai a Paul …che dormiva comodamente sdraiato!
Mi dispiaceva svegliarlo, così lo lasciai dormire; pensandoci il sonno pian piano si stava impossessando anche di me e decisi di farmi un po’ di spazio nel materasso vicino a Paul… la cosa non mi dispiaceva affatto
Mi sdraiai, cercando di non svegliarlo, in posizione fetale sul bordo del letto dandogli le spalle; poco dopo un braccio mi cinse per la vita e Paul mi tirò verso di lui facendo aderire la mia schiena al suo petto
-Buonanotte piccola-
-Buonanotte Paul-

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Capitolo 8
*** Devil In Her Heart ***


Buonasera lettrici! :)
Ecco un nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Volevo ribadire una cosa che sicuramente avrete già capito senza neccessitare della mia spiegazione: il titolo dei capitoli, che ovviamente sono canzoni dei nostri amati Beatles, hanno un qualche nesso con il capitolo stesso...sopratutto il testo della canzone che riporta il titolo!
Detto questo vi auguro una buona lettura..
un bacio <3



Yoko mi aveva ricattata, così, prima di scoprire di che lavoro si trattasse le avevo raccontato quello che era successo con Paul
-Lo sapevo, lo sapevo che gli piacevi! Hai visto?-
-…..a quanto pare!- non avevo ancora realizzato quello che era appena accaduto, o meglio  quello che stava per accadere con Paul…era tutto così troppo bello per essere vero; insomma, mi aveva baciata il primo ragazzo interessante che avevo trovato in tutta la mia vita
-Certo che ti ha proprio stregata! Non ti ho mai visto così rimbambita per nessuno-
 
Ahimè, la mia amica aveva ragione… Stavo cambiando, il lato romantico e dolce che era da sempre ben nascosto dietro la mia corazza forte e insensibile stava venendo a galla…
 
-Ahhh ma che vai a dire! Un ragazzo non mi farà di certo cambiare…-
-Si, certo!- Yoko cominciò a ridere, e io cominciavo a seccarmi…mi sentivo tremendamente colpita da quelle parole, non mi piaceva pensare che qualcuno potesse avere un tale potere su me, ma dovevo accettarlo perché ormai ne ero coinvolta fino ai capelli
 
-Se la sua signoria ha finito di prendermi in giro…-
-Va bene, son seria adesso…la smetto-
-Mi dici qualcosa riguardo al lavoro che avresti trovato?-
-Bè, non illuderti perché non è nulla di entusiasmante ma comunque noi abbiamo bisogno di soldi, giusto?-
Feci cenno di si con la testa, sperando che non fosse qualcosa di troppo noioso o schifoso
-Stamattina non riuscivo più a dormire e mi sono alzata, son andata di sotto a sfogliare qualche giornale ed ecco che ho trovato un annuncio proprio sotto il mio naso; un’associazione cercava personale per catalogare delle opere, così mi sono recata a quell’indirizzo per chiedere ulteriori informazioni-
-Si ma…-
-Aspetta fammi finire-
-Va bene ti ascolto-
-So che il nostro sogno è ben altro però per il momento dovremo accontentarci;  intanto possiamo ugualmente continuare a cercare qualche associazione che sia disposta a lanciare nuovi artisti, come noi…-
-Sono d’accordo con te; ci servono dei soldi…i nostri risparmi ormai sono quasi tutti prosciugati-
-Brava, vedo che quando vuoi ragioni!-
-Vedo che ogni tanto qualcosa di buono la fai!-
-Idiota!- Yoko mi diede una pacca sulla spalla
-Quando andiamo ad accettare questo lavoro?-
-Ehm, veramente ho già detto di si per entrambe…il contratto lo firmiamo domani, prima di iniziare a lavorare-
-Ma tu sei pazza! E se a me non fosse piaciuto? E se non fossi stata d’accordo?-
-Senti Michelle, abbiamo bisogno di soldi! Quante volte te lo devo ripetere? Vuoi per caso tornare a casa? Non avremo trovato altro …dovresti solo ringraziarmi-
 
Odiavo quando qualcuno mi organizzava la vita così, però infondo, avrei accettato comunque il lavoro; non potevo arrabbiarmi più di tanto con Yoko dal momento che non potevamo trovare altro, almeno per ora
Così mi rassegnai ed evitai discussioni inutili…
 
-A che ora iniziamo?-
-Dobbiamo essere là alle 9; ci daranno un calendario con gli orari dei turni che dovremo fare…-
-E la paga?-
-Ci diranno tutto domani…-
 -Va bene!-
Abbassai lo sguardo e notai che la mia amica teneva una busta in mano…
-Ehi che hai comprato?-
-Come fai a sapere che ho acquistato qualcosa?-
Gli indicai la busta che teneva in mano, ma quanto aveva la testa fra le nuvole questa ragazza?
-Ahhh si! Che sciocca…-
-Ma dai! Tu sciocca? Nessuno l’avrebbe mai detto!-  Non oppose resistenza quando le strappai la busta dalle mani, era troppo incantata a guardare fuori dalla finestra
-Una macchina fotografica?-
-Ti piace?-  ah bene, finalmente l’attenzione di Yoko era nuovamente su di me
-È bellissima… davvero!- dissi mentre ne scrutavo con attenzione ogni singola parte
-Non mi è venuta a costare nemmeno tanto, ho fatto un’affare!-
-Me la presterai vero?-
-Mmm non saprei…- Yoko si finse titubante e risi per le smorfie che faceva
-Ve bene, questo è un si!-
La mia amica non mi stava più ascoltando, mi affacciai alla finestra per vedere cos’era ciò che attirava così tanto la sua attenzione
-John! Ecco perché hai la faccia di un pesce lesso!-
Yoko si limitò a guardarmi bieca; la presi per un braccio e feci per trascinarla fuori con me…
Sapendo che anche lei piaceva a John, non sembrò una cattiva idea andare fuori a scambiare qualche parola con lui
-Che diavolo fai Michelle? Lasciami stare!-
-Su, non fare la timida…andiamo a salutare John- La tirai ancora più forte per il braccio e riuscì a portarla in giardino
 
-Ehi John!- strillai per attirare la sua attenzione mentre gli andavamo incontro
-Ehi ragazze! Che sorpresa! Come state?- John ci sorrise ma la sua attenzione era rivolta soprattutto a Yoko, che cominciò ad arrossire
 Diedi una gomitata alla mia amica, che non spiccicava parola mentre io, per far passare inosservato quel gesto sorridevo a John
-B-bene e tu?-
-Oh bene anche io, se non fosse per il vostro vicino di casa che non mi apre…sono già dieci minuti che aspetto!-
-Immagino che proverete qualcosa  vero?- Indicai la chitarra che teneva sulle spalle
-Bè si, sempre che Paul non mi faccia arrabbiare…-
-Ehi John! Scusa ma….-
Paul aprì la porta di casa sua e quando vide me e Yoko si zittì
-Ma cosa? Non sei giustificabile, stavo morendo dal freddo qua fuori…-
Paul non stava ascoltando John, era intento a guardare i miei occhi
 
-Paul? Ehi amico?- John era davanti a lui  e schioccava ripetutamente le dita davanti ai suoi occhi; Yoko invece guardava la scena e si fece scappare una risata
-Si si John…vieni! Entra!-
-Bene ragazze…ci vediamo presto allora!- John ci congedò così ma fu interrotto dalla voce di Paul
-Venite dopo? Di pomeriggio abbiamo intenzione di provare qualcosa in garage…-
Guardai Yoko, era senza espressione…probabilmente basita dalla proposta di Paul; perciò senza prendere parere risposi ugualmente
-Va bene, non abbiamo altri impegni in programma- sfoggiai uno dei miei migliori sorrisi a cui Paul rispose prontamente con uno sguardo malizioso; presi per il braccio Yoko e tornammo dentro a preparare il pranzo
 
-Io sono pronta! Andiamo?-
-Shhh!!! Vieni un attimo qua Michelle-
Raggiunsi Yoko in camera sua
-Che c’è?-
-Andiamo un attimo fuori nel balcone, ci sono John e Paul che stanno parlando in giardino-
-E quindi? Non è carino spiare i vicini-
Sentì qualcuno pronunciare il mio nome –Bè Michelle è davvero una bella ragazza ma…- avevo riconosciuto la voce di John; sentirmi nominata  bastò per suscitare curiosità, troppa curiosità, così seguii Yoko fuori
-Non fare baccano altrimenti ci scoprono e soprattutto, muta come un pesce-
Annuì con la testa e ascoltai in silenzio quello che dicevano le voci di John e Paul
-Senti John, so che posso averne tante…ma ora me ne basta una, lei fa per tutte le ragazze del mondo!-
-Vedremo che ne penserai quando riandremo al Cavern; insomma Paul…fai così con tutte dai! Non venire a raccontare a me che Michelle ti basterà! Insomma quante te ne sei già fatto?-
Ci furono circa due minuti di silenzio ma Paul riprese a parlare
-Ero ubriaco John!-
-Appunto, ogni volta che andiamo in qualche locale la finisci così…-
-Si ma adesso che c’è Michelle e sarà diverso-
-Non ci scommetterei sai…-
Guardai Yoko, non sapevo più che pensare…Le parole di John mi avevano colpita dritta al petto
-Bè tu allora che pensi di fare con Yoko?-
-In realtà non ne ho idea, so solo che mi piace! Poi non la conosco…perciò non posso trarre conclusioni-
-Sempre il solito, John! Cambierai mai?-
-Su entriamo dentro…arriveranno le ragazze tra poco-
Si diressero verso il garage e sparirono dentro casa di Paul
 
-Hai capito Paul?-
-Ho sentito benissimo Yoko! Ho sentito perfettamente le parole di John-
-Bè ma Paul sembrava convinto, ha detto che ora che ci sei tu sarà tutto diverso!-
-Quelli così non cambiano mai solitamente- una lacrima rigò il mio viso, che la mia amica prontamente asciugò con la sua mano
-Almeno Paul ha detto che prova a cambiare…John invece no, nemmeno quello- e  apparve una nuova lacrima, questa volta nel viso di Yoko

 

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Capitolo 9
*** You're Gonna Lose That Girl ***


Buonasera ragazze! :) 
Nuovo aggiornamento fresco fresco! Spero vi piaccia..
Questo capitolo lo dedico ai 50 anni di Please Please Me, compiuti oggi 22 marzo
Buona lettura!
Un bacio <3



Finite le lacrime, la tristezza si trasformò in rabbia…
Quei due ragazzi non potevano permettersi di prenderci in giro, no.
 
-Senti Yoko, io avrei un’idea- avevo  il solito sguardo che si palesava quando mi veniva in mente qualche piano malefico
-Oddio! Ci risiamo…Michelle, io non voglio finire nei pasticci!-
-Dai ma questa volta è lecito! E poi non è niente di così pericoloso e di difficile…-
-Ti ascolto, ma questo non vuol dire che parteciperò alle tue stramberie-
-Allora, hanno nominato un certo “Cavern”?-
-Si, mi pare di si, e quindi?-
-Bene, John ha fatto intendere che è un locale che frequentano quindi noi potremo…-
-Non pensarci nemmeno! Tu sei pazza secondo me-
Yoko capì subito le mie intenzioni, spalancò gli occhi e cominciò a gesticolare freneticamente
-Scordatelo Michelle! Io non seguo nessuno...-
Quando reagiva così, significava solo una cosa: avrebbe ceduto, come ogni volta…
-Ma noi li pedineremo solo “teoricamente”- enfatizzai la parola –“praticamente” saremo due ragazze che escono normalmente e vanno in un locale…-
-Ti sei dimenticata un particolare…-
-Sarebbe?-
-Tutto questo dovrà essere fatto di nascosto Michelle, ti rendi conto che figuraccia ci facciamo se ci beccano mentre li seguiamo?-
-Quello era scontato… Ovviamente non dovranno vederci, nemmeno quando saremo al Cavern, altrimenti salterà il piano e non scopriremo come si comporteranno realmente-
-Non sappiamo nemmeno dov’è questo caspita di locale!-
-Non ti preoccupare, questo lo scopriremo presto…-
-Accidenti a te! Guarda, se finiamo nei casini  giuro che non la passi liscia…-
-Grazie Yoko- la stritolai in un abbraccio fortissimo
-Lasciami andare scema!-
-So che anche tu muori dalla curiosità di vedere che combina John, quindi smettila di fare l’acida!- le feci la linguaccia e mi sedetti sul suo letto
-E se vedessimo qualcosa che non vorremmo vedere?-
Adesso capivo tutta la titubanza da parte sua; non sapevo che rispondere perché la domanda mi colse impreparata…
-Ricordati che non sono gli unici ragazzi sulla terra- improvvisai queste parole, troppo scontate e banali che non convissero nemmeno me stessa; Paul e John erano insostituibili
-Ma si, al diavolo! Di certo non mi deprimerò per loro-
Ci guardammo negli occhi,  raccontavano cose molto diverse dalle parole: se avessimo visto disgraziatamente Paul e John fare i galletti con altre ragazze ci saremo rimaste malissimo…
-Domani è sabato- ruppi il silenzio immacolato che si era creato –forse sarebbe il giorno perfetto per mettere in pratica il piano-
-Usciamo a comprare qualche vestito nuovo allora- Yoko mi prese per un braccio e mi tirò in piedi..
-Come facciamo con i ragazzi? Insomma, avevamo promesso di andarci-
-Io direi di lasciarli a mani vuote sta sera, non gli farebbe male-
-Quanto sei perfida Yoko- sorrisi maliziosamente, perché aveva ragione; mi piaceva pensare che si sarebbero strizzati il cervello per capire il motivo della nostra assenza
 
 
Trovare qualcosa che ci piacesse fu un’impresa; tre ore passate dentro ad un negozio per acquistare due vestiti erano decisamente abbastanza
-Forse finalmente ci sono!- Yoko si avvicinò a me con un vestito in mano
-Waw! Sembra carino, dovresti provarlo però-
-E con questo siamo almeno a 20, speriamo bene-
-Lo spero anch’io, sono stanca di stare qua dentro…intanto continuo a cercare qualcosa che mi interessi-
Yoko sparì dietro la tenda rossa del camerino e io continuai a rovistare tra le file di vestiti appesi davanti a me
Dopo alcuni minuti, vidi dei colori che attirarono la mia attenzione…e fu amore a prima vista
Il vestito che avevo adocchiato era nero con motivi floreali sul rosso, rosa e bianco
Mi precipitai in camerino e, fortunatamente, quel vestito carinissimo mi stava perfettamente…era aderente, arrivava a metà coscia e le spalline erano rigide
Mentre facevo la sfilata con il vestito nuovo davanti allo specchio anche Yoko uscì fuori: quel vestitino blu che indossava era come se gli fosse stato cucito addosso, aderente come il mio e con la stessa lunghezza
-Ci siamo Michelle! Guarda che belle quelle due tizie davanti a noi-
Indicò lo specchio che ci stava riflettendo, e nonostante lo avesse detto con tono ironico, a me quelle due tizie piacevano davvero tanto
 
Passeggiavamo lungo il piccolo porto di Liverpool con le buste dello shopping in mano mangiando un gelato; quella sera di fine settembre era abbastanza fresca, nel cielo sereno e rossastro il sole stava tramontando e illuminava  debolmente tutto il paesaggio rendendolo romantico
Eravamo sfinite, così decidemmo di dirigerci verso casa…
Mentre camminavamo vidi una coppia di ragazzi seduti su una panchina che si scambiavano coccole e tante effusioni, gli stavo invidiando perché desideravo trovarmi al posto loro ma con Paul; lui che mi teneva sulle sue gambe e io che mi stringevo forte al suo petto accarezzando i suoi morbidi capelli e rubando baci dalle sue labbra… Lui che mi sorrideva come se non ci fosse un domani, lui che mi chiedeva di diventare la sua ragazza, lui che mi chiedeva di sposarlo…
All’improvviso sentì una presa forte sul mio braccio che mi trascinò violentemente via e mi buttò a terra
-Ehi! Ma a che diamine stai pensando? Ti vuoi suicidare per caso?-
-Ma che cavolo fai? -
-Ti ho appena salvato le penne; se non fosse stato per me quella macchina ti avrebbe messo sotto…-
Mentre cercavo di alzarmi Yoko mi rimproverava
-Non so che hai per la testa proprio!-
Non  risposi e feci un sorriso a cento denti; mi sentivo una sciocca per quello che era appena successo
-No! Non dirmi che sei quasi morta perché stavi pensando a Paul-
-Ma come cavolo fai? Sei una strega e non me lo hai mai detto?-
-Può darsi; ma se la matematica non è un’opinione due più due fa quattro, perciò: testa fra le nuvole e sorriso da deficiente! Non è difficile da intuire..-
Non riuscivamo mai ad essere serie: Yoko provò a mostrarsi incazzata, ma non resistette a lungo perché la sua espressione arrabbiata si trasformò in un sorriso, non riuscì a trattenersi ed io cominciai a ridere di gusto insieme lei fino alle lacrime, non potevamo smettere...se ci avrebbe visto qualche psichiatra sicuramente saremo finite in una camera imbottita
-Hai ragione, sono proprio una stupida- dissi cercando di non far cadere le parole nel vortice della risata che ancora teneva
-Ti voglio bene anche per questo!- mi prese a braccetto e continuammo la camminata verso casa
 
-Michelle! Ti vuoi svegliare?-
Non capivo che stava succedendo, sentivo solo delle mani che mi strattonavano e una voce che strillava…
-Siamo in ritardo! Oggi è il primo giorno di lavoro…Ti vuoi far riconoscere pure qua?-
-Oh merda!!!- mi sedetti di scatto sul letto e realizzai tutto quanto
-Finalmente la signorina si è degnata di ascoltarmi…è mezz’ora che ti chiamo! Pensavo ti fosse venuta qualche paralisi-
Yoko si diresse verso il mio armadio e cominciò a rovistare dentro…
Estrasse fuori una camicetta a quadretti blu chiara e un paio di pantaloni di un blu più scuro; li lanciò sul mio letto
-Senti hai 15 minuti per essere pronta, datti una mossa! Io ti aspetto di sotto-
-Yoko?-
-Che c’è?-
-Hai ancora le pantofole…non sarebbero meglio un paio di ballerine?-
La mia amica si guardò i piedi e mentre si dirigeva in camera sua sbuffò, io soffocai una risata…non volevo farla innervosire perché era già abbastanza tesa
-E non ridere, ti sento!- Urlò dalla sua stanza
Mi sfilai il pigiama e infilai la camicetta che Yoko mi aveva lasciato sul letto; la roba che aveva cercato Yoko non mi convinceva perché dalla porta finestra della mia camera entrava una luce soffusa, sembrava nuvoloso…e quando era nuvoloso solitamente faceva più freddo del solito
La aprì e restai per un attimo nel balcone per poter percepire meglio che temperatura ci fosse
-Michelle! Ehi!-
-Oh, ciao Paul!- furono le prime parole che mi vennero in mente; non mi aspettavo di sentire la sua voce, e non mi aspettavo di vederlo nel suo giardino che con il naso all’insù mi guardava
-Come mai ieri non siet…..- Non terminò la frase; si morse le labbra e vidi il suo sorriso trasformarsi in malizioso, mentre con gli occhi spalancati mi scrutava dalla testa ai piedi
Che avevo di strano? Oh merda; in un attimo me ne resi conto
A parte le mutande, il reggiseno e la camicetta sganciata che indossavo ero completamente nuda; arrossì all’istante e, come se potesse coprirmi del tutto, presi la camicetta e la strinsi forte intorno al mio busto; ringraziai il cielo di avere un fisico asciutto
Paul mi guardava divertito e con occhi provocanti, mentre io cercavo di formulare qualche frase sensata nel mio cervello
-Aspetta un attimo, torno subito…-
-Ok, son qui- mentre correvo in camera, potevo giurare di aver  sentito la risata soddisfatta di Paul
Velocemente infilai i pantaloni e chiusi i bottoni della camicetta, al diavolo il tempo…era l’ultima cosa che avevo in mente in quel momento
-Eccomi, così va meglio- dissi indicando i miei pantaloni
-A mio parere andava meglio prima, stavi davvero bene-
Fulminai Paul con lo sguardo, mentre lui soffocava una risatina tenendo la mano sinistra davanti alla bocca
-Prima che mi mostrassi la tua biancheria intima, stavo per chiederti il motivo per il quale non siete venute ieri- il sorriso perdurava sulle sue labbra, era così bello che riuscì a sopraffare il mio imbarazzo
Adesso che gli dovrei raccontare? Non potevo certo dirgli tutta la verità, ma buona parte si
-Io e Yoko avevamo una voglia matta di shopping, pensavamo di non fare tardi ma purtroppo siamo tornate tardi e non ci sembrava il caso di venire a casa tua a disturbare-
Ero stata abbastanza convincente, sì, la scusa poteva sembrare logica
-Ah, capisco…potete comunque venire dopodomani! Proviamo sempre la domenica-
Paul aspettava con ansia una risposta, si poteva leggere nei suoi occhi…
-Sta sera non ci siete quindi?- In quanto oggi era sabato, volevo capire le intenzioni che avevano…una aiuto per l’organizzazione del mio piano
-Ehm, veramente no…Oggi abbiamo deciso di uscire-
Ecco, questa risposta era quella che volevo sentire
-Michelle! Sei pronta? Dai è tardi sbrigati!- le urla di Yoko giunsero fino al balcone ricordandomi che era ora di andare, non potevo permettermi il ritardo proprio oggi, no
-Paul, devo scappare adesso! Sai oggi è il primo giorno di lavoro e non vorrei far ritardo- A malincuore pronunciai quelle parole, sarei restata un secolo a parlare là fuori al freddo con Paul
-Lavoro? Non mi avevi detto niente!-
-Ti racconterò poi!-
-Buona fortuna allora, ci vediamo presto- Lui sfoggiò uno dei sorrisi che più mi piacevano e si incamminò verso la casa
-Ciao Paul-
 
Arrivammo davanti a una gigantesca struttura, più che struttura però era una villa enorme, bianca e contornata da un giardino verde e fiorito
-Seguimi- Yoko sapeva già la strada ma era nervosa, la sua voce tremava ed era incostante
Anche io ero abbastanza tesa, il primo giorno di lavoro è giustificabile d’altronde
-Buongiorno ragazze, come posso esservi utile?-
-Buongiorno; io mi chiamo Yoko e lei è Michelle, noi dovremmo iniziare oggi a lavorare e…-
-Ah si, si certo! Vi stavamo aspettando…- la segretaria dietro la scrivania ci sorrise e ci fece senno di seguirla
Giungemmo in una stanza molto luminosa e accogliente, le pareti erano color avorio e l’arredamento era tutto in sincrono con l’ambiente
Doveva essere l’ufficio dell’uomo che si alzò in piedi al nostro ingresso
-Salve ragazze, io sono il direttore, nonché il signor Jones- io e Yoko stringemmo la mano all’uomo mentre anche noi ci presentavamo
-Ho il contratto qui, pronto per essere firmato…- Il signor Jones estrasse due cartelle e le sistemò davanti a noi facendoci cenno di leggere
Il contratto sembrava apposto, lo stipendio era abbastanza alto per le ore che dovevamo fare al giorno
Io e Yoko firmammo, poi il direttore iniziò nuovamente a parlare
-Come avrete letto e come vi abbiamo già detto sono cinque ore al giorno, il sabato e la domenica li avete liberi e ovviamente poi usufruirete delle ferie e dei permessi che avete a disposizione quando vorrete! Iniziate oggi, quindi vi auguro buon lavoro!- il signor Jones era gentile, sembrava una brava persona leale e con la testa apposto, meglio di così non poteva andare
-Potremo avere un calendario dei turni?- chiesi esitando, avevo la costante paura di sbagliare qualcosa..
-Tranquille, ora la signorina Taylor prima di iniziare ve li consegnerà-
-Arrivederci signor Jones-
-Arrivederci- Dopo aver salutato il direttore la segretaria ci condusse verso una tromba di scale che portava al piano superiore
Guardai Yoko soddisfatta; anche lei era felice, la sua espressione era più rilassata di prima e sorrideva
Finalmente qualcosa girava per il verso giusto
-Yoko attenta!!!!!!! Stai per cadere su quel…-  Ormai era troppo tardi
-Aiiii, che male!- Come non detto, era tutto troppo bello per essere così perfetto…sperai che questo non compromettesse il contratto appena firmato
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** I'll Be Back ***


Buonasera ragazze! :) 
Come state? Eccomi qua con un nuovo capitolo...spero vi piaccia
Gustatevelo e buona lettura! :)
Un bacio <3




Per essere stata la nostra prima giornata di lavoro era andato tutto abbastanza bene, tralasciando il vaso che aveva rotto Yoko e l’aver quasi ammazzato una persona mentre tenevo in braccio un quadro più grande di me
Gli orari ci andavano più che bene: per tutto il prossimo mese di ottobre avremo iniziato alle 8:00 del mattino e smontato all’ora di pranzo, in pratica ci restava tutta la sera libera.
La cosa che però mi entusiasmava di più è che io e Yoko lavoravamo assieme nello stesso ufficio; mi sarei sentita a disagio se mi fossi trovata da sola in quello studio con tutte quelle persone ancora sconosciute
Dopo aver pranzato per strada con un panino, ci dirigemmo verso casa
Varcato il cancello, sentii delle voci familiari…mi voltai e vidi Paul e John  nel giardino di fianco a casa nostra che parlavano
Presi Yoko per il cappotto e la tirai giù con me, dietro alcuni arbusti del nostro giardino per poter sentire che dicevano i due ragazzi
La mia amica mi incenerì con lo sguardo per quello che avevo appena fatto, e forse per i suoi capelli che si erano incastrati in mezzo ai rami; la situazione mi faceva morire dal ridere ma non potevo permettermi di fiatare! Dovevo scoprire i piani per la serata di Paul e John, capire se dovevano andare al Cavern anche questo sabato
-Paul!-
-Oh, ciao John…allora George e Ringo? Che dicono?-
-Per loro va bene-
-Allora Cavern sia!-
-Passo io da te; ti prego, non fare il narciso come al solito e cerca di essere puntuale…Le ragazze ti guarderanno comunque!- John iniziò a ridere insieme a Paul, mentre io al suono di quelle parole feci per imprecare ma Yoko fortunatamente mi chiuse la bocca con una mano
-Grazie Yoko-
-Shhh, ci sentiranno!-
  -Allora a stanotte John!-
-Ciao Paul-
Dopo che sentimmo la porta chiudersi io e la mia amica ci alzammo, ma avrei preferito restare in mezzo a quei cespugli perché Yoko era pronta ad aggredirmi e a strillarmi contro
-Ti rendi conto a cosa ci stiamo riducendo? A spiarli idiota!!!-
-Ci è stato utile, almeno adesso sappiamo dove devono andare stanotte-
-E questo invece? Ti sembra giusto che i miei capelli siano ridotti così?- disse prendendone un mazzo e avvicinandolo al mio viso
Scoppiai a ridere, la lunga chioma nera di Yoko era invasa da mille foglie e da una moltitudine di rametti
-Accidenti a te, quanto sei stupida Michelle! Non sei divertente- guai a chi osava “toccarle” i capelli
-Dai Yoko, non arrabbiarti…se ti guardi allo specchio magari ti fai una risata pure te!-
-Piantala, io vado a farmi una doccia!-
Yoko sparì nelle scale, e io mi sdraiai comodamente sul divano del salotto
 
La mia testa cominciò a perdersi tra le nuvole; pensavo alla serata che ci aspettava al Cavern, a quello che avrebbero potuto fare Paul e John,  a tutte le ragazze che cadevano ai loro piedi, a me e alla mia amica che li seguivamo di nascosto per riuscire a trovare il locale…Ahhh questa è la cosa che più mi metteva a disagio! Speravo con tutta me stessa che non se ne accorgessero…
Il mio cervello girava e girava intontito da tutti questi pensieri finchè non entrai in uno stato di dormiveglia e cominciai a sognare che ballavo un lento con Paul, lui era perfetto: potevo vedere il suo viso vicinissimo al mio e i suoi occhi che non si staccavano dai miei mentre con le mani mi cingeva i fianchi e io poggiavo le mie braccia sulle sue spalle… Ondeggiavamo piano al ritmo della musica fino a quando le nostre distanze si azzerarono e ci perdemmo in un bacio lungo un eternità
 
-Allora quindi, come li faccio i capelli?-
-Posso pettinarti io? Non te ne pentirai!- Speravo che Yoko acconsentisse, non vedevo l’ora di mettere le mani sui suoi capelli per farci qualcosa di diverso, li portava sempre sciolti…che noia
-Sicura  che mi posso fidare? Mmm-
-Certo, potrai vendicarti sui miei se non sarai soddisfatta!- Certo, come no pensai
-Va bene…vediamo che sai fare-
-Siediti qua!-
 
Ci impiegai una buona mezz’oretta perché i capelli della mia amica erano molto lunghi e veramente tanti, ma il risultato fu meraviglioso!
Lo chignon che aveva sulla testa era voluminoso e si intonava perfettamente con il suo viso
-Devo ammetterlo, sei stata brava Mich!-
-Grazie, sapevo che ne saresti stata contenta-
-Hai risolto il problema capelli, ti sembra poco…-
-Adesso tocca ai miei, tolgo i bigodini…e se son fortunata sono pronti!-
-Dai ti aiuto, mi devo sdebitare in qualche modo-
Per fortuna i miei capelli non avevano bisogno di ritocchi, i boccoli erano perfetti…
Finiti i preparativi andammo in camera mia a vestirci
Indossammo i vestiti che avevamo acquistato il giorno prima; io quello nero con motivi floreali e Yoko quello blu; visti con i capelli e trucco sistemato rendevano ancora di più
 
-Sicura che sto bene?-
-Si, ed è la centesima che te lo ripeto!-
Avevo paura di avere qualcosa fuori posto, di non essere carina e di non essere all’altezza di Paul
All’altezza di Paul? Ok, stavo veramente esagerando …Non potevo permettermi di essere così dipendente da un ragazzo, ma lui era…perfetto
-Andiamo di sotto Mich? Rischiamo di non vederli uscire …è già tardi-
-Pronta a diventare una spia?-
-Ti stai facendo prendere un po’ troppo dalla situazione…ricordati che non siamo della CIA e potremo essere scoperte da un momento all’altro…non ci voglio nemmeno pensare-
 
-Come non detto! Siamo fregate…-
-Che succede Yoko?-
-Che ci siamo preparate per niente…John è in macchina-
-Maledetti! Ma noi ci andiamo lo stesso- questo si che era un problema, ma non mi persi d’animo
Mi avvicinai alla finestra e vidi Paul che raggiungeva l’auto di John…
Rimasi a bocca aperta non so per quanto, era bellissimo…
Aveva un completo nero con una camicia bianca sotto la giacca, l’andatura elegante e l’espressione più sexy che avevo mai visto e
anche senza volerlo essere lui era comunque così…Era perfetto, prima avevo usato la parola giusta
-Si, e come ci vuoi arrivare?-
-Come al solito, con il mio intuito- Era solo un aneddoto per convincerla, non avevo la minima idea di dove potesse trovarsi quel locale
-Andiamo adesso, prima che cambi idea!- Yoko mi spinse  fuori dal portone e cominciammo a camminare per strada, senza una meta precisa
Dopo mezz’ora di girovagare per le strade di Liverpool avevamo deciso di chiedere informazioni, eravamo completamente spaesate
Dopo vari tentativi, e dopo varie volte che avevamo sbagliato strada finalmente giungemmo al Cavern
Sembrava accogliente, non troppo grande ma comunque carino
Era pieno di gente, con tanto di via vai tra dentro e fuori; il nostro obiettivo era quello di non farci vedere da Paul e John, ma viste tutte le persone che c’erano era improbabile adocchiarli subito, e con la sfortuna che avevamo sarebbe stato più probabile che loro vedessero noi..Non doveva succedere, dovevamo vedere che tipi erano realmente nella loro vita quotidiana da ragazzi
Entrammo dentro, c’era un caos abbastanza grande per non dire infernale
Ora c’era un pezzo di Elvis, che io e Yoko adoravamo
-Balliamo questa ti prego!- presi Yoko per un braccio e la trascinai in mezzo alla folla prima che potesse dire di no
Cominciamo a muoverci, ancora abbastanza intimidite dall’ambiente e dalle circostanze
-Mich, questo posto è veramente …waw!-
-Anche secondo me, dovremo venirci più spesso!-
-Non mi son pentita di averti ascoltato…almeno fino ad ora-
Le ultime parole famose…
-Yoko, vedo Paul e John…- il cuore mi batteva a mille e non sapevo cosa fare
-Dove dove?- anche la mia amica si stava agitando; la musica era molto alta e dovevamo strillare per capirci
-Là infondo! Sono con George e Ringo…per fortuna niente accompagnatrici-
La mia amica tirò un sospiro di sollievo
-Comunque spostiamoci di qua, se li vediamo noi anche loro potrebbero vederci-
-Andiamo a bere qualcosa?-
-Senza esagerare però, non come fai di solito Mich…Ci servono due cervelli stasera, uno non basta-
-Si certo; adesso non fare la zia…è sabato sera ed è un nostro diritto divertirci
Yoko portò gli occhi al cielo e mi seguì nel mio tentativo di raggiungere il bancone circondato da una moltitudine di persone
-Hey bambole, cosa vi preparo?-
-Due Pina Colada-
Il barman preparò minuziosamente i nostri cocktail e poi ce li porse davanti sul banco
Prendemmo i nostri bicchieri e andammo a sederci in un tavolino con dei divanetti
-Per ora sta filando tutto liscio come l’olio-
-Stai tralasciando che ci abbiamo impiegato tre ore per trovare il locale..-
-Dai Yoko! Almeno Paul e John non stanno facendo i galli-
-Fino ad ora….-
Io e Yoko eravamo perse nella musica assordante e nei nostri pensieri quando qualcuno ci rivolse la parola
-Ragazze, è libero questo?-
Alzai lo sguardo, e lo fece contemporaneamente anche Yoko
-Ehm, si si è libero- Erano due ragazzi, carini, che sicuramente cercavano di provarci con me e Yoko…pensai di rispondere di si giusto per divertirci un po’, non perché mi interessassero..
-Prego sedetevi- gli invitò Yoko che aveva capito il mio gioco
-Grazie ragazze-
-Piacere, io sono Mark-
-E io sono Jim-
-Io mi chiamo Michelle- indicai me stessa –e lei è Yoko- dissi posando la mano sulla spalla della mia amica
-Bella serata eh?- che stupido tentativo di attaccare bottone, non poteva essere più scialbo
-Mai quanto queste due ragazze- aggiunse quello che doveva chiamarsi Jim; tentativo ancora più scialbo di prima
Io e Yoko ci guardammo e cominciammo a ridere di gusto mentre i due non capivano minimamente che li stavamo prendendo allegramente in giro
-Bene ragazzi, quanti anni avete?-
-Abbiamo tutti e due 25 e voi?
-Io 20, e lei 17- Adesso era Yoko a fornire informazioni ai malcapitati
Cominciarono a parlare, non capivo nemmeno di cosa perché ero intenta a pensare ad altro; vidi Paul in lontananza che mi guardava fisso,  immobile mentre i suoi occhi non erano spensierati come prima…qualcosa li turbava, forse era proprio quello che stava vedendo
Poco dopo arrivò accanto a lui John, che tentò di smuoverlo ma poi diresse il suo sguardo nella direzione di quello di Paul  e cominciò a fissare Yoko mentre rideva con quei due stupidi che avevano invaso il nostro tavolo
John non rimase impassibile alla scena e cominciò a dirigersi verso di noi, seguito da Paul 
 

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Capitolo 11
*** I'm Happy Just To Dance With You ***


Buonasera ragazze :)
Ecco un nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Un bacio <3



John e Paul si avvicinavano sempre più a noi con grandi falcate e
mentre Yoko era impegnata a ridere con quei due idioti di Mark e Jim, io cercavo di attirare la sua attenzione per fargli notare i due che si avvicinavano a noi dandogli delle gomitate, ma lei continuava a ridere e scherzare
Quando parlava, non capiva più niente…il mondo intorno a lei spariva e nemmeno una bomba l’avrebbe fatta desistere dalla conversazione
Non avendo nessun supporto morale dalla mia amica, pensai a un diversivo per tenere meglio a bada l’imbarazzo e la preoccupazione che stava crescendo in me
Non ero molto entusiasta del fatto che Paul mi avesse visto con quei due, avevo paura che si facesse un’idea sbagliata sui sentimenti che provavo per lui: certo, nessuno si era ancora dichiarato all’altro ma era ovvio che almeno l’attrazione c’era da parte di entrambi, visto quello che stava per succedere l’altro giorno sul tavolo…se solo Yoko non ci avesse interrotto
Presi in mano il mio cocktail e cominciai a sorseggiare nervosamente, poi mi voltai nuovamente per vedere quanto mancava al loro arrivo, ma erano più vicini di quanto pensassi….troppo vicini
-Ragazze! Eccovi finalmente!- La voce di John, ironica e pungente, attirò l’attenzione di Yoko che si voltò immediatamente
Era caduta dalle nuvole, per fortuna, e finalmente si concentrò sulla situazione che si stava creando
Aveva gli occhi spalancati e preoccupati perché evidentemente ora niente stava andando secondo i piani, e poi perché la faccia di John non sembrava molto felice di vederci là con quei ragazzi
Paul intanto era di fianco a John, bello come il sole, che mi fissava con occhi nervosi e con la bocca serrata…quasi mi volesse uccidere con la sua espressione; i tratti morbidi del suo viso che solitamente gli davano un’aria da ragazzo dolce e premuroso ora si erano fatti duri, rigidi e fermi mostrando tutta la parte più virile che c’era in lui
Era una bella visione, forse anche più del solito ma non prometteva nulla di buono…Avevo paura che si fosse arrabbiato con me per una stupidaggine del genere, una stupidaggine di cui io e Yoko avremo potuto fare a meno
-Ciao ragazzi…che sorpresa!- cercai di rispondere con voce ferma, ma il tentativo fallì alla grande
-Ehi, ciao!- Yoko andava peggio di me, la voce  nervosa tradì il suo stato d’animo ansioso
Jim e Mark osservavano tutta la scena confusi senza capire il motivo di tanta tensione nell’aria, e fortunatamente, per ora tenevano la bocca chiusa
-Vi abbiamo cercato da tutte le parti Yoko, che ci fate qua con questi due?- John non ammetteva repliche alle sue domande, era meglio se io e la mia amica stessimo al suo gioco per evitare altri casini
-E tu Michelle? Perché non mi hai avvisato che ti saresti spostata?- Anche Paul era partito all’attacco e ora mi guardava peggio di prima, come se avessi fatto chissà quale misfatto
-Questi due a chi?- Jim si era alzato in piedi guardando fisso i nostri amici rimasti stupiti dalla sua reazione
Pensavo che la situazione, con tutti questi stati d’animo agitati, potesse precipitare da un momento all’altro
-Chi ti credi di essere? Non permetterti di parlarmi in questo modo, hai capito? Ti dovrei rompere il naso solo perché stavi seduto di fronte alle nostre ragazze- John era furioso, non l’avevo mai visto così arrabbiato…ma la cosa che più mi aveva stupito è che ci aveva chiamato “le nostre ragazze”
-Tu non hai sentito?  se non togli subito via le tua manacce dalla mia ragazza farai la fine che farà il tuo amico se non smette di fare il gallo- A quelle parole, in mezzo alla confusione, mi sentii felice…”la sua ragazza”, la dolcezza e la rabbia con cui l’aveva detto mi faceva impazzire
Ma senza che me ne fossi accorta, Mark teneva una mano poggiata sulla mia coscia e Paul dunque, alludeva proprio a questo
Io ero pietrificata, non ero in grado di muovere un dito
-Che m’importa se è la tua ragazza? A me  lei piace e faccio quello che voglio- Mark rispose con aria spavalda e di sfida
A quelle parole io scacciai subito via la sua mano dalle mie gambe, e allo stesso momento Paul si avvinghiò contro Mark lanciandogli un pugno sul mento
La situazione era ormai andata a rotoli: John andò in soccorso dell’amico, Jim si aggiunse alla rissa e io e Yoko cercavamo di dividere i quattro che rischiavano di farsi male seriamente
Non riuscimmo a fare nulla, era impossibile fermare quei pugni e quegli schiaffi
Stupido locale senza sicurezza! Nessuna guardia del corpo, niente di niente si avvicinò
Se non un mare di gente che  stava tutto intorno senza muovere un dito a guardare quello stupido spettacolo che avevamo causato io e Yoko
-Mi sento una cretina, è tutta colpa nostra…Anche se Paul e John però, potevano evitare quella scenata inutile no?-
-Questo non lo so Michelle! Ma se fossimo restate a casa tutto ciò non sarebbe successo…La prossima volta mi guarderò bene dalle tue stupide idee-
-Ehi, guarda che non ti ci ho portato con la forza!-
-Zitta Michelle!-
In lontananza vidi Ringo e George così mi precipitai verso di loro per chiedere aiuto
-Geo, Ringo aiuto c’è un casino, io e Yoko non…-
George mi prese per le mani che gesticolavano freneticamente
-Michelle, calma! Che succede?-
-John e Paul, se le stanno dando di santa ragione con dei ragazzi-
Ringo guardò George e cominciò a scuotere la testa
-Ecco, se non si cacciano nei pasticci almeno una volta al giorno non stanno bene, su andiamo Geo!-
-Io sono sinceramente stufo, non ne posso più…-
Presi per mano i due e li portai dagli amici
-Oh cristo!- Dette queste parole, dopo aver visto che piega aveva preso la rissa, Ringo si lanciò in mezzo a quel trambusto seguito a ruota da George
Io e Yoko ci guardavamo spaventate e nervose…
Io ero preoccupata sinceramente per Paul, non avrei accettato se si fosse ferito…e pensare che fosse a causa mia mi faceva ancora più male…Speravo con tutta me stessa che ne uscisse illeso, non me lo sarei mai perdonato
-Michelle, perché piangi?-
-…Paul- i miei occhi si persero in un punto lontano, ma in realtà non guardavo niente…speravo solo che lui non fosse ferito
-Lo so, ti capisco…sapere che sono io la causa delle ferite di John mi fa star male-
Dopo pochi secondi inaspettatamente aggiunse con voce sollevata…
-Guarda, Ringo e George son riusciti a separarli!!!-
Le persone che assistevano alla rissa si dileguarono in un batter d’occhio  lasciandoci tutto il campo visivo libero
E la scena che vidi non mi rincuorò affatto: Paul era seduto in un divanetto con del sangue che gli colava dal naso e gli rigava il viso fino al mento, John vicino a lui con un labbro spaccato sporco di sangue e uno zigomo viola
Jim e Mark invece si stavano allontanando altrettanto feriti, ma chi se ne fregava di loro!
Io e Yoko raggiungemmo subito i due seduti nei divanetti
-Paul, come stai? E tu John?- li guardavo con occhi preoccupati ma Paul mi sorrise
-Tutto bene Mich, tranquilla-
-Certo che gli abbiamo fatti neri a quei due, vero Paul?-
-Sei il solito sbruffone John, ma guarda te come sei ridotto! E poi non sono la tua ragazza cretino-
-E io non sono la tua!- aggiunsi alle parole di Yoko guardando  Paul con aria pungente e un  po’ divertita, perché infondo mi era piaciuto il modo in cui era diventato geloso prima
-Noi andiamo a prendere del ghiaccio…- Ringo e George si dileguarono e sparirono in mezzo alla folla che danzava e consumava drink
-L’abbiamo fatto per il vostro bene, quei due volevano solo approfittare di voi…-
-Cosa Paul? Noi sappiamo badare benissimo a noi stesse…che motivo del cavolo per ridurvi così! –
-Voi non conoscete Liverpool bambole, Paul ha detto bene..l’abbiamo fatto esclusivamente per la vostra incolumità!-
-Vi hanno massacrato…-
-Ehi Yoko…non abbiamo niente, è solo un po’ di sangue!-
-Si John, solo un po’ di sangue….Lasciamo perdere!-
Intanto che Yoko e John battibeccavano io cercavo dei fazzoletti in borsa per pulire dal sangue il viso di Paul
-Adesso stai fermo!- Poggiai una mano sulla sua guancia e con l’altra cominciai a tamponare quel sangue vivido che gli sporcava il viso
Il contatto con la sua pelle mi faceva venire i brividi, era così morbida, così vellutata che faceva venire voglia di baciarla
Guardai per un attimo i suoi occhi verde scuro contornati da una moltitudine di ciglia che gli rendevano ancora più dolci, mi catturarono e restammo a fissarci per non so quanto tempo; per ogni attimo che passava lui si avvicinava sempre di più al mio viso facendomi martellare il cuore e sudare freddo, le sue labbra ora sfioravano le mie e…
-Ecco qua il ghiaccio!- Ringo ci guardava divertito e un po’ imbarazzato consapevole di aver interrotto quello che sarebbe stato un bacio mentre George cercava di tirarlo per la giacca e portarlo via
John e Yoko invece non si staccarono, continuarono a baciarsi come se intorno a loro non ci fosse niente e nessuno, erano dolcissimi…John se la teneva stretta e le accarezzava il viso mentre Yoko giocava con i ciuffi dei capelli di Lennon
-Dai, dammi quel ghiaccio Ringo!-
-Paul noi andiamo a bere qualcosa….e quando torniamo a casa vogliamo una valida spiegazione a tutto questo casino!-
-Si Geo, sarà validissima! -Rispose Paul beffardo- ci vediamo dopo!-
-Fate i bravi!- aggiunsi, si i guai per oggi erano stati anche troppi
-Agli ordini signora!- George fece finta di mettersi sull’attenti e poi sparì con Ringo verso il bancone
-Dove ti fa male?- Tenevo lo strofinaccio pieno di ghiaccio in mano e scrutavo Paul per capire la parte più lesa sul quale poggiarlo
-Qui, proprio qui!- indicò l’angolo delle sue labbra, così io ingenuamente mi avvicinai per poggiarglielo ma in un attimo mi strappò il ghiaccio dalla mano e affondò le sue labbra sulle mie
Impreparata a quella sua mossa mi lasciai andare all’istinto e ricambiai il bacio con altrettanta foga e frenesia, assaporavo la sua bocca intrecciando freneticamente la mia lingua con la sua… Era un bacio dolce ma anche malizioso, tutto quello che avevo desiderato da quando l’avevo visto
Avrei voluto che quel bacio durasse all’infinito ma ci dovemmo staccare per prendere aria
Così mi  accarezzò il viso e mi prese per mano intrecciando le sue dita con le mie
-Mi concede questo ballo principessa?-
Ricevere tutte queste attenzioni da Paul mi stava dando alla testa, era come se fossi dentro ad una favola e come se lui fosse il mio principe azzurro
Così io annuì subito sorridendo e arrossendo violentemente
-Aspetta, avviso John-
-No, dai lasciali in pace! Li cerchiamo dopo, non vedi come son teneri?-
-Già, ormai John è andato- Paul mi strinse la mano e ci buttammo nella mischia
Ballavamo a ritmo di rock and roll, per fortuna riuscì a lasciarmi andare quasi subito alla musica e mi scatenai con Paul
Era meraviglioso stare accanto a lui e vederlo ballare
La cosa che più mi disturbava era il fatto che alcune ragazze se lo mangiavano con gli occhi, e questo proprio non lo sopportavo
Anche se lui sembrava non dare importanza alle oche che lo fissavano io ero gelosa, lo volevo tutto per me…non lo avrei mai condiviso con nessuna
Come se il caso avesse voluto aiutarmi, la musica frenetica e veloce si trasformò in un lento da ballare ovviamente in coppia, avendo finalmente l’opportunità di avvicinarmi ancor di più a lui
Fortunatamente Paul, come al solito, prese l’iniziativa e mi cinse dolcemente i fianchi con le sue mani, io mi avvinghiai a lui e poggiai le mie braccia sulle sue spalle avvolgendogli il collo
-Che coincidenza oggi, io qui e tu pure…- cominciò ad ondeggiare trasportando anche me in quel movimento
“Se solo sapesse la verità!” Mi sentivo una perfetta idiota mentre pensavo al motivo per cui io mi trovavo al Cavern, per spiarlo…spiare uno che si era immischiato in una rissa per me
-Ehi, tutto bene? Non sei felice di stare qua… con me?- Paul mi sorrise teneramente e sfiorò il mio naso con il suo
-Non saprei- allungai la mano verso i suoi capelli e cominciai a giocherellare con delle ciocche
-Potrei farti cambiare il forse in un si, se volessi- mi strinse ancor di più per i fianchi facendo congiungere completamente il mio corpo con il suo
Potevo sentire il suo odore invadere le mie narici, le sue mani che mi accarezzavano dolcemente i fianchi e il suo respiro sul mio viso…
-Sei bellissima sta sera, questo vestito ti sta d’incanto-
Poggiò delicatamente le sue dita sul mio viso e mi accarezzò prima una guancia che ormai doveva essere arrossita, poi raggiunse le labbra e cominciò a delinearne i contorni
-Sai, son le labbra più belle che abbia mai visto..-
Avvicinò il suo viso ancora più al mio finché le nostre labbra non si incrociarono e cominciarono a muoversi in sincrono
Ogni suo bacio era unico, ogni volta perdevo il fiato, e ogni volta volevo che durasse per sempre
-Paul, anche tu…-
-Anche io cosa?- spostò una ciocca di capelli che ricadeva sul mio viso e mi guardò incuriosito
-Sei bello…-
-Mai quanto te…-
Continuavamo ad ondeggiare e a scambiarci carezze e baci, come in un sogno…era tutto così speciale che mi fece dimenticare il fatto che Paul, a dire di John, fosse un casanova…magari con me sarebbe stato diverso
-Guarda là…- mi indicò un punto alla nostra destra e vidi John e Yoko che ballavano abbracciati come noi…
-Finalmente John è riuscito a spuntarla con Yoko, quanto l’ha fatta aspettare!-
-Anche la tua amica gli ha dato del filo da torcere…-
-Diciamo che hanno fatto entrambi i preziosi-
-Già, io invece non ho saputo resisterti Mich- e dopo pochi secondi continuò –senti, vorrei chiederti una cosa…-
-Certo, dimmi pure- mi avvicinai alla sua guancia e ci stampai un bacio sopra
La sua espressione era agitata, tesa e insicura…non l’avevo mai visto così, lui che teneva sempre le redini della situazione; non parlava più, non diceva più nulla…iniziavo a preoccuparmi; fortunatamente dopo alcuni minuti interruppe il silenzio con delle parole che mai avrei immaginato di sentirmi dire da Paul
-Vuoi essere la mia ragazza?-
 

 

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Capitolo 12
*** Words Of Love ***


Buonasera ragazze! :)
Ecco con anticipo un nuovo capitolo! 
Spero sia di vostro gradimento :)
Buona lettura <3


Mi svegliai intontita e con la testa pesante,  gli occhi ancora socchiusi dal sonno; sollevai le coperte di malavoglia e misi i piedi a terra, feci un passo e alzando nuovamente il piede destro per farne un altro inciampai su qualcosa dalla consistenza morbida ma ferma allo stesso tempo facendomi cadere rovinosamente
-Ai che male! Ma che cavolo …-
Caddi su quell’oggetto morbido ancora sconosciuto, e grazie alla botta che avevo preso mi svegliai del tutto, ritrovandomi sopra di Paul
-Ma che succede Michelle!!! la mia schiena…che male-
Anche lui aveva ancora gli occhi chiusi ma dopo pochi secondi li aprì, e ci trovammo faccia a faccia, per terra
Mi guardai intorno, e quella non era la mia camera…
Cercai di fare memoria, ma ero ancora troppo assonnata per poter elaborare pensieri e ricordi
-Dove siamo? E cosa ci fai tu qui?-
-Questa è camera mia, vedi un po’ te…-Paul rise per la mia domanda, ma io continuavo a non capire
-Allora che ci faccio io qui?-
Mentre cercavo una risposta cominciai a ricordare qualcosa, e feci una lista nella mia testa delle cose successe la notte prima
 
 -pedinamento di Paul e John
  -Cavern
  -chiaccherata con Jim e Mark
  -rissa
  -Yoko e John che si baciano
  -Paul che mi chiede di essere la sua ragazza
 
Ok , l’ultimo punto segnato sulla lista  che stavo facendo nella mia testa me lo ricordavo alla perfezione
Ondeggiavamo piano al ritmo del lento, il cuore mi batteva forte per quella domanda che mi lasciò spiazzata, ma che mi rendeva felice…era tutto perfetto: ballavo con Paul, e stavo per diventare la sua ragazza
Qualche secondo dopo, una volta passato lo stordimento inebriante provocato dalle sue parole, risposi alla proposta avvicinandomi a lui, e dopo aver sussurrato un dolce si sulle sue labbra ci baciammo per un tempo indefinito
Tutto questo era romanticissimo, tant’è che mi fece spuntare un sorriso ebete sulle labbra…non passando inosservato a Paul
-A che pensi?-
-A….a niente di che!-
-Come stai?-
-Bene, anche se ho un mal di testa…-
-Senti vieni qua, stai tremando- Paul alzò le coperte e mi invitò nel suo materasso che stava a terra, di fianco al letto dove prima dormivo
Ero in mutandine e reggiseno quindi non esitati perché intanto mi stavo gelando, e poi ne avrei approfittato per stargli ancora più vicino
-Ieri abbiamo un po’ esagerato con i drink, Michelle…-
“Drink”: questa parola riordinò in un attimo qualcuno dei  ricordi che mi sfuggivano
Dopo aver ballato ancora un po’ con Paul, e dopo aver risposto di si alla sua domanda ci eravamo avvicinati al bancone dove c’erano anche George e Ringo che bevevano due birre
Ci incitarono ad unirci a loro, così, senza dare peso al fatto che l’alcool mi dava alla testa, e sapendo che era un’uscita tra amici di sabato, un cocktail dopo l’altro mi mise k.o
All’uscita incontrammo Yoko e John che ci diedero un passaggio a casa, senza capire quali fossero i loro programmi per dopo; una volta che ci scaricarono davanti a casa sparirono lungo la strada
“Chissà dove si sono cacciati quei due” pensai..
Ed ecco che ora mi era venuto in mente il motivo per cui mi trovavo a casa di Paul: anche se lui era brillo camminava ancora dritto, e aveva insistito tanto perché andassi a dormire a casa sua  dato che io non ero in grado di reggermi in piedi…così si prese cura di me
Mi mise a letto, e poi? Non ricordavo più niente…
Questo vortice di pensieri mi fece arrossire violentemente, e mi fece arrivare anche ad una conclusione che ormai davo per scontato…
Ero troppo timida per chiederglielo esplicitamente, così cercai di girarci intorno
-Paul, ti devo chiedere una cosa…-
-Si?-mi guardò incuriosito e poi divertito, forse dal colore delle mie guance
 -Dopo che siamo arrivati qua, a casa tua….mi sono addormentata subito?-
-Non abbiamo fatto niente, tranquilla…non lo avrei mai permesso- accarezzò i miei lunghi capelli e continuò –anche se per farti addormentare ci è voluto del tempo sai- aveva un’espressione divertita, pensando a  qualcosa che io non ricordavo
Lo guardai con aria interrogativa aspettando una spiegazione a quel suo sorriso
-Vedi, non volevi andare a letto da sola… volevi che dormissi nello stesso tuo materasso  ma sapevo che saresti stata male in così poco spazio viste le tue condizioni, quindi ho preso il materasso di mio fratello e ho dormito vicino a te-
-G-grazie…sei stato troppo carino- non sapevo che altro dirgli per quel gesto che stavo adorando mentre lo raccontava; poi però continuai
-Io invece sono stata una stupida, perdonami ti prego!-
-Non ti preoccupare- si avvicinò pericolosamente azzerando la distanza che ci separava e mi abbracciò
-Non volevo rovinarti la serata…-
-Non mi hai rovinato proprio niente, sono stato anche io un’incosciente a lasciarti fare!- mi diede un bacio sul naso e sorrise
-Certo, perché tu eri lucidissimo vero? - lo punzecchiai con un tono ironico
Mi diede un pizzicotto sulla coscia che mi fece sobbalzare sul letto
-Ahi, questa me la paghi- cominciai a pizzicarlo anche io sulle cosce, rendendomi conto solo ora che era in boxer
La situazione si faceva sempre più rischiosa date le circostanze, perché mentre lo punzecchiavo mi ritrovai letteralmente sopra di lui e mille emozioni invasero il mio corpo e la mia testa
Piombò un silenzio immacolato
Mi guardava negli occhi con un’espressione dolce, provocante e sensuale
Cominciammo a baciarci con una carica passionale che non avevo mai provato prima…
Nel contempo iniziò ad accarezzarmi le spalle, poi scese lungo la schiena finché non arrivò a palpare maliziosamente il mio sedere
Una volta che arrivò ai miei fianchi, mi prese di peso e con un movimento rapido mi mise con la schiena sul materasso mentre lui si sistemava su di me facendosi spazio tra le mie gambe
Una volta che avevamo ripreso a baciarci, cominciò ad accarezzare con una mano il mio seno, mentre con l’altra cercava invano di sganciare il reggiseno
-Ti do una mano- protestai vedendo la difficoltà che stava trovando
-Shh, faccio io- mi diede un bacio sul naso ed ora, con l’uso di entrambe le mani finalmente era riuscito nel suo intento
I nostri respiri cominciavano a farsi pesanti e affannati, il contatto con il suo corpo mi faceva impazzire, adesso lo volevo con tutta me stessa
Proprio mentre sfilava le bretelle del reggiseno per toglierlo un rumore ci interruppe facendoci trasalire, e tutta l’atmosfera magica se ne andò via
L’espressione di Paul era infuriata, nervosa e irrequieta…come doveva essere sicuramente la mia
-Che diavolo sarà adesso? Accidenti…-
Evidentemente seccato per quello che era appena stato interrotto uscì fuori dalle coperte e si infilò il pigiama che stava sulla sedia vicino alla scrivania
-Sai, mio padre in questo momento dovrebbe essere a Londra con mio fratello adesso che ci penso! Non capisco che…-
un altro frastuono interruppe la sua frase e lui sbiancò
-Stai qua, vado a vedere che succede…-
Adesso anche io ero spaventata…se nessuno doveva essere a casa di Paul in questo momento chi faceva tanto baccano di sotto?
-No Paul- mi alzai velocemente dal letto e dopo aver agganciato il reggiseno infilai il vestito che avevo la sera precedente –io vengo con te, non ti faccio andare da solo-
-Potrebbe essere pericoloso Michelle, non complicare le cose- Paul aprì la porta di camera sua e uscì fuori con passo silenzioso e furtivo
Io lo seguivo, testarda come sono non l’avrei mai lasciato andare di sotto da solo
-Accidenti Michelle! Ti avevo chiesto di restare in camera…potrebbe essere qualche ladro- Paul parlò a voce talmente bassa che a malapena sentivo quello che diceva
Gli feci segno di procedere ma proprio in quel momento ecco un altro rumore, più forte di quello di prima
Avevo paura, più che per me però ne avevo per Paul
Mi guardava con occhi spalancati ed era bianco come la cera, mentre a me tremavano le gambe e le mani
Scendemmo le scale pianissimo, attenti a non far scricchiolare gli scalini di legno
Una volta arrivati di sotto, nel corridoio, dovevamo scegliere se entrare in cucina oppure nella sala da pranzo che faceva un’ambiente unico con il salotto
Optammo per la seconda opzione, cosa avrebbe rubato dopo tutto un ladro in cucina?
Paul aprì cautamente la porta, e dando una prima occhiata non c’era niente di anomalo, nessun movimento strano e nessuna cosa fuori posto
-Entro a vedere meglio, tu aspetta qua!-
Nonostante l’avvertimento entrai anch’io stando alle spalle di Paul
-Ti avevo detto di stare fuori- la sua voce era rassegnata, forse aveva capito che ero testarda e non potevo cambiare idea su nulla..
Gli feci un sorriso dolce e ammiccante e lui mi prese per mano, trascinandomi dietro di se a perlustrare ogni angolo del salotto e della sala da pranzo
-Qua non c’è niente,  andiamo in cuc…- ecco un altro rumore che ci fece rizzare i capelli
-Sembrano pentole Paul-
-Si, anche secondo me…il rumore poi proviene dalla cucina-
Attraversammo il corridoio in silenzio, senza fare alcun rumore
Paul si sistemò di fianco alla porta della cucina e così feci anch’io
-Puoi farmi almeno adesso il favore di andartene in salotto? Ho paura…sul serio-
-Ho detto di no - Paul mi guardò seccato, ma non oppose resistenza alle mie parole perché aveva capito che non avrei ceduto
Aprì lentamente la porta e subito saltò ai nostri occhi lo sportello aperto del frigo con dietro una persona, di cui erano visibili solo le gambe mentre rovistava indisturbata tra i viveri
-Ma che caspita!- Paul era stupito dalla scena e aveva gli occhi sbarratti
-Un ladro che entra in una casa per rubare cibo?-
Paul si avvicinò silenziosamente all’intruso finché non lo prese per le gambe e lo buttò a terra
-Lasciami andare!- strillò quello che doveva essere il ladro cercando di divincolarsi dalla presa ferrea di Paul
Non potendo restare impassibile alla scena mi precipitai nello scolapiatti per prendere qualcosa da dare in testa all’aggressore
La prima cosa che mi passò in mano fu un piatto, lo presi ben stretto tra le dita e lo ruppi in testa al ladro che stava con la faccia a terra
-Ma siete impazziti? Che male dannazione…- la voce del rapinatore mi era familiare, come se la conoscessi già
Presi Paul per  mano e lo aiutai a tirarsi su, nel contempo il povero malcapitato che aveva ricevuto un piatto in testa si voltò lasciando me e Paul a bocca aperta, spaventati e mortificati
-George! Oddio…- Paul si precipitò subito di fianco al poveretto disteso sul pavimento
-Che amici che ho! A momenti mi facevate fuori, grazie eh!-
-George, ti prego perdonaci…pensavamo fossi un ladro!-
-Si! Un ladro affamato che si stava preparando la colazione!-
Anch’io mi sedetti di fianco a Paul per capire meglio le condizioni del nostro amico
-Stai bene? La testa come va?-
George mi fulminò con lo sguardo mentre si passava una mano tra i capelli
-Sto bene, niente di rotto per fortuna-
-Ma poi, che ci fai a casa mia? Come cavolo sei entrato?- Paul sembrava stupito, in effetti nemmeno io ricordavo che George fosse con noi
-Ieri notte, quando tu e Michelle siete scesi dall’auto di John, son sceso pure io e vi ho seguito; tu hai lasciato la porta socchiusa perché stavi aiutando lei a camminare così io son potuto entrare senza bussare! Volvevo avvisarti per evitare inconvenienti ma eri con la ragazza e non ho voluto disturbare-
-Paul, come abbiamo fatto a non vederlo?- chiesi basita
-Non lo so, eravamo troppo sbronzi credo-
-Non mi avete visto perché sono sceso dalla parte opposta e ho vagato nel marciapiede per qualche minuto, convinto per non so quale motivo fosse casa mia…-
Io e Paul scoppiammo in una risata tonante per quello che ci stava raccontando George, che poi continuò
-Quindi, dopo aver realizzato che questo era il vicinato di Paul e non il mio, mi sono intrufolato a casa sua…-
Fece per tirarsi su, ma Paul dovette aiutarlo perché i dolori della caduta lo bloccavano a terra
Si incamminò verso il salotto con l’amico ferito, ma il ferito si oppose
-Bè, che c’è adesso George?-
-Ho fame-
-Preparo io qualcosa, tu vai a sederti- risposi prontamente cercando di riparare al piatto che gli avevo rotto in testa
-Porzione doppia, mi raccomando Michelle!-
Non avevo problemi a cucinare qualcosa in più, ma rimasi perplessa alla richiesta di George
Prima di mettermi all’opera raccolsi i mille cocci del piatto sparsi per il pavimento e li buttai nella spazzatura
Cercai due padelle per preparare la colazione, una per le uova e l’altra per il bacon
Fortunatamente trovai subito nella cucina di Paul anche gli ingredienti da cucinare ; così preparai la colazione per tre, due porzioni per George e una per Paul
 
-Ragazzi, è pronto! Dove mangiate?- strillai dalla cucina
Paul mi raggiunse in un batter d’occhio e mi prese le mani
-Non ci lasciano un momento in pace-
-Mi basta sapere che ci sei- mi avvinghiai al suo petto e cominciò a baciarmi dolcemente
-Ehiiii!!! Qua c’è una gran fame ragazzi, le coccole lasciatele a dopo!-
-Un attimo George! Rilassati accidenti!- urlò in risposta Paul  verso la cucina staccandosi da me
-Lui è così, è sempre affamato...un pozzo senza fondo insomma-
-Ecco perché ha chiesto la “doppia porzione”- 
Io e Paul scoppiammo in una risata, perché George, adesso che imparavo a conoscerlo era davvero assurdo ma anche simpatico
Dopo quest’insinuazione del nostro amico,  Paul mi cinse i fianchi
riuscendo a riportare tutta la mia attenzione su di lui
-Vedrai, recupereremo tutto il tempo che ci è stato sottratto- Lo abbracciai e lo strinsi forte a me, impaziente che quel momento arrivasse
Due colpi provenienti dal portone ci distolsero dall’abbraccio e Paul si precipitò nel corridoio ad aprire bofonchiando qualche imprecazione
-Oh Yoko! Che sorpresa!-
Corsi subito verso Paul e mi affacciai dietro la sua spalla per vedere la mia amica
-Ehi Yoko!!!- notai subito l'espressione strana della mia amica, era nervosa e ansiosa
-Entra dai- il mio ragazzo fece spazio e lei varcò la porta d’ingresso
-è qua John, vero?- chiese velocemente, mangiandosi leggermente le parole
-Mmm no…perché?- rispose stranito dalla domanda, infondo ieri lui dopo averci lasciati qua a casa di Paul era da solo in macchina con Yoko, perciò in teoria dovevano essere insieme
-Perché è sparito-

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