La Storia Che Tutti Conosciamo.... di zmarz (/viewuser.php?uid=62270)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo settembre ***
Capitolo 2: *** il binario nove e tre quarti ***
Capitolo 3: *** il viaggio in Romania ***
Capitolo 4: *** estate ***
Capitolo 5: *** lo smistamento ***
Capitolo 6: *** primi passi ad Hogwarts ***
Capitolo 7: *** parole di mezzanotte ***
Capitolo 8: *** ribellione ***
Capitolo 9: *** luce ***
Capitolo 10: *** piramidi e ragazze ***
Capitolo 11: *** diagon alley ***
Capitolo 12: *** incubi ***
Capitolo 13: *** notte nella sala grande ***
Capitolo 14: *** il pianto di hermione ***
Capitolo 15: *** la coppa del mondo di quidditch ***
Capitolo 16: *** i campioni ***
Capitolo 17: *** sfavillanti! ***
Capitolo 18: *** un due tre.... ***
Capitolo 19: *** il giorno dopo ***
Capitolo 20: *** boccioli e voli di farfalle ***
Capitolo 21: *** pettegolezzi ***
Capitolo 22: *** pergamene, sole, labbra ***
Capitolo 23: *** la terza prova ***
Capitolo 24: *** all'indietro ***
Capitolo 25: *** trasloco ***
Capitolo 26: *** Grimmuld Place ***
Capitolo 27: *** rabbia ***
Capitolo 28: *** ... finalmente, casa! ***
Capitolo 29: *** offese ***
Capitolo 30: *** Solo persone fidate ***
Capitolo 31: *** L'Esercito di Silente ***
Capitolo 32: *** Quidditch ***
Capitolo 33: *** Vischio ***
Capitolo 34: *** Minuti ***
Capitolo 35: *** Palline di Natale ***
Capitolo 36: *** Passioni ***
Capitolo 37: *** Fine Dei Giochi ***
Capitolo 38: *** Forza ***
Capitolo 39: *** Grifondoro Contro Corvonero ***
Capitolo 40: *** Non Ancora ***
Capitolo 41: *** Azione ***
Capitolo 42: *** Lotta e Fuga ***
Capitolo 43: *** Ufficio Misteri ***
Capitolo 44: *** La Seconda Guerra Comincia ***
Capitolo 45: *** Troppe Donne ***
Capitolo 46: *** Convivenza ***
Capitolo 47: *** Un'Ottima Fattura Orcovolante ***
Capitolo 48: *** Ricordi ***
Capitolo 49: *** Pluffe e Confessioni nel Bagno delle Ragazze ***
Capitolo 50: *** Baci e Maledizioni ***
Capitolo 51: *** La Festa di Lumacorno ***
Capitolo 52: *** Natale ***
Capitolo 53: *** Buon Compleanno ***
Capitolo 54: *** Non Sono Una Principessa ***
Capitolo 55: *** Bacio ***
Capitolo 56: *** Dopo ***
Capitolo 57: *** Essere Speciale ***
Capitolo 58: *** Si Combatte ***
Capitolo 59: *** Ti Amo. Basta Questo, No? ***
Capitolo 60: *** Madri, Figli e Missioni Pericolose ***
Capitolo 61: *** Diventare Adulti ***
Capitolo 62: *** Il Matrimonio ***
Capitolo 63: *** Posta Via Gufo ***
Capitolo 64: *** Hogwarts Riserverà Sempre Un Posto Per Loro ***
Capitolo 65: *** Primo Giorno ***
Capitolo 66: *** Ed è Solo L'Inizio ***
Capitolo 67: *** Ci Siamo Anche Noi ***
Capitolo 68: *** La Spada Di Grifondoro ***
Capitolo 69: *** Il Dono Di Luna ***
Capitolo 70: *** Passato, Presente, Futuro ***
Capitolo 1 *** primo settembre ***
cap 1
Il sole entrava furtivo in una finestra
davanti ad un
piccolo orto. Entrava e si poggiava su tutto ciò che trovava,
senza badare a
cosa che fosse, la scrivania, piena di matite colorate e fogli sparsi,
colpiva
poi la sedia, con sopra delle magliette un po’ sgualcite, per
finire su di un
letto e su una figurina dai capelli rossi che tentava in ogni modo di
difendere
i suoi occhi da quella luce che l’avrebbe completamente destata.
Ma tanto
sapeva che non sarebbe stato quel piccolo raggio di sole a svegliarla,
ma il
caos che sarebbe cominciato da lì a pochi minuti. Ginevra
Weasley si rigirò tra
le coperte, cercando di godersi quegli ultimi minuti di
tranquillità che le
rimanevano, arrendendosi al sole e lasciando che le riscaldasse
piacevolmente
il viso col suo tepore autunnale.
“mamma i miei calzini! Sono spariti tutti i miei calzini!”
Un urlo colse impreparata Ginny, che
spalancò gli occhi
scuri e saltò di scatto dal suo letto. Se n’era
completamente dimenticata.
Doveva saperlo che quell’anno la routine non sarebbe stata la
solita, che
quando si aggiungeva un novellino la sveglia era anticipata almeno di
dieci
minuti. E visto che questa volta il novizio era suo fratello Ronald
doveva
ritenersi fortunata che l’urlo non era arrivato con due ore di
anticipo sulla
tabella di marcia, come era successo quando il novellino era Percy.
“mammaaaaa! Non posso partire senza
calzini!”
Ginny sbuffò e si alzò dal
letto contando mentalmente i
secondi che la dividevano dall’altro disturbatore.
Tre…due…uno…
“ginny sbrigati, lo sai che la mattina
del primo settembre
dobbiamo collaborare tutti!” esclamò la figura cicciotella
di sua madre,
irrompendo in camera sua. “certo, però io non posso
partire!” rispose la
ragazzina imbronciata. “smettila e scendi ad aiutarmi.” La
zittì la madre
scendendo a sua volta. Ginny si mise le pantofole e scese cercando di
far il
più velocemente possibile per evitare di essere intercettata da
altri
rompiscatole. Ma non fu abbastanza rapida. “ginny almeno tu sai
dove sono i
miei calzini?” gli chiese un ragazzino alto, dai capelli rossi
scarmigliati e
un pigiama a disegnini marroni infilato alla rovescia. “saranno
nel cassetto di
Percy, ron, mamma si sarà sbagliata per l’ennesima
volta.” Rispose Ginny
sperando con tutto il cuore che fosse così e scappando
giù in cucina. La cucina
era una baraonda: sua madre stava preparando dei panini per il viaggio,
mentre
affianco a lei delle salsicce si friggevano da sole. “eccoti, per
favore porta
queste magliette a fred. E aiuta Ronnie a trovare i suoi calzini”
disse la
signora weasley. Ginny risalì le scale con una pila di
magliette. Entrò nella
stanza di Fred e George ignorando il cartello che vietava a chiunque
l’accesso,
posò le magliette su uno dei due letti, ringraziando che i due
gemelli non
fossero nella camera a chiederle anche loro un favore. Un’ora
dopo si era
ristabilita la tranquillità; Ginny era scesa in cucina dopo aver
svolto
una serie di commissioni ed era sfinita.
Si sedette al lungo tavolo della cucina al suo posto, alla sinistra del
capotavola, in attesa della discesa dei suoi fratelli. Lei e sua mamma
avevano
preparato la tavola a puntino ma la colazione non era abbondante come
al solito,
perché dovevano mangiare un po’ più in fretta.
“ragazzi o scendete subito o
perdete l’opportunità di fare colazione!”
urlò la signora Weasley al piano di
sopra. Scesero per primi il signor Weasley, alto e stempiato, che
chiacchierava
allegramente con il figlio percy, alto pure lui, vestito di tutto punto
con la
spilla da Prefetto che brillava appesa la maglione. “buongiorno
ragazze!”
salutò gioviale Arthur Weasley, scompigliando i capelli alla
figlia. Si sedette
a capotavola. “dov’è il resto della truppa?”
chiese. “oh lo sai come sono
confusionari papà, non hanno proprio la stoffa del Prefetto”
disse Percy con
tono pomposo, mentre la madre gli metteva nel piatto tre o quattro
salsicce.
Ginny alzò lo sguardo al cielo. Un rumore simile allo scalpitare
degli zoccoli
di cavalli si sentì al piano di sopra e tre ragazzi dai capelli
rossi scesero
per fare colazione. Ron si sedette accanto alla sorella, il volto dal
colorito
terreo. Ginny lo guardò e gli rivolse un sorriso incoraggiante.
Il ragazzino la
guardò un attimo e provò a ricambiare il sorriso ma ne
uscì solo una smorfia.
Ginevra conosceva bene il fratello e sapeva come poteva essere agitato
in
questo grande giorno e sapeva che nulla lo avrebbe fatto calmare. La
piccola si
strinse tra le spalle e cominciò a mangiare le sue salsicce. La
sua famiglia
era a volte troppo ingombrante e invasiva, ma in quella piccola casa
così
affollata si sentiva bene. La sua mamma e il suo papà non
avevano mai tempo per
occuparsi veramente di nessuno dei loro sette figli, ma a nessuno di
loro era
mai mancato affetto e calore. Certo a volte aveva avuto voglia di un
pochino di
solitudine, di intimità: stava crescendo e a volte questo
desiderio la
raggiungeva. Ma ora che si stava avverando, stranamente, non era
felice, anzi
tutt’altro. Ginny era l’ultima di sette fratelli,
l’unica femmina dopo sei
maschi. Ormai si era abituata a quella tortura alla quale assisteva
ogni
settembre: la casa, che d’estate era super affollata, a settembre
cominciava a
svuotarsi. Il primo settembre alcuni dei suoi fratelli partivano, ma
finora
qualcuno di loro era sempre rimasto a casa con lei e i loro genitori.
Ma quell’anno
aveva compiuto anche ron undici anni, e sarebbe partito anche lui per
Hogwarts.
Arthur weasley estrasse la bacchetta magica e
fece un gesto
fluido rivolto verso il soffitto e i bauli dei ragazzi scesero dalle
scale per
dirigersi in macchina. Ginny guardò avida la bacchetta del
padre: mancava solo
un anno… solo uno…
Era tutta la vita che ginny vedeva i suoi
fratelli partire
verso Hogwarts e li vedeva tornare che lanciavano di nascosto scintille
l’uno
contro l’altro. Non vedeva l’ora di poterlo fare anche lei,
anche se era stata
in grado di fare magie anche senza bacchette magiche o istruzione. La
mamma e
il papà le avevano spiegato che Hogwarts insegnavano a
controllare quella magia
e a usarla nel migliore dei modi. Beh Ginny aveva sempre ritenuto che
undici
anni era troppo tardi per cominciare quest’istruzione!
“ragazzi i bauli sono
dentro, Hermes e Crosta pure, mancate solo voi!” disse Molly
Weasley,
sparecchiando con un colpo di bacchetta la tavola. Ginny si alzò
insieme ai
fratelli. Percy si alzò e andò subito in macchina. i
gemelli, che lo stavano
seguendo, si voltarono verso Ron che era rimasto seduto al tavolo
paralizzato.
Si guardarono con un ghigno sul volto e si avvicinarono a lui. Ginny,
che aveva
intuito il pericolo, gli si parò davanti. “lasciatelo in
pace, almeno oggi”
sussurrò la bambina, ben attenta a non farsi sentire da Ronald.
“dai togliti
Ginny” disse uno dei due gemelli “dobbiamo terrorizzarlo
ancora un po’”
“no!” il tono imperioso della
sorellina fecero fermare Fred
e George. Ma non solo quello….
“ehi! Ma perché non riusciamo a
passare?”
“che stai facendo ginny?”
Ginny spalancò gli occhi stupita e
spaventata e indietreggiò
ma comunque i gemelli non riuscivano a muoversi
“p-p-papà…” balbettò la
ragazzina. Arthur arrivò e guardò sbalordito la scena.
Con un altro movimento
della sua bacchetta liberò i gemelli e Ginny si precipitò
nelle sue braccia.
“che potenza!” ridacchiò lui. “nessuno dei
tuoi fratelli è mai riuscito a
fare una cosa del genere”.
“allora posso partire anche io con
loro?” chiese speranzosa.
Il padre la guardò con un sorriso triste. “eh non
tesoro” disse “so che ti da
fastidio sentirtelo dire ma sei ancora troppo piccola. Ora andate tutti
in
macchina che altrimenti facciamo tardi.”. ginny entrò in
macchina dove né i gemelli
né ron le rivolsero la parola. Ginny si sedette sul sedile
anteriore con la
mamma (allungato per magia, come il resto della macchina) e si mise a
guardare
dal finestrino. Arthur mise in moto la macchina e partirono.
“ragazzi, mi
dispiace ma vi dovrò lasciare alla stazione e scappare a
lavoro.” Disse,
guardando i ragazzi dallo specchietto. “va bene papà.
Tanto aiuterò io la mamma
a tenere gli altri” disse percy in tono pomposo. “nessuno
ha bisogno di te,
perce.” Borbottò uno dei gemelli. “scommetto che
tutti voi vi comporterete nel
migliore dei modi, da personcine mature e responsabili.” Disse il
signor
Weasley. La moglie lo guardò alzando le sopracciglia. “beh
più o meno…”
aggiunse lui dopo aver visto lo sguardo della moglie. “beh noi
abbiamo solo
tredici anni ce ne abbiamo di tempo per essere maturi e
responsabili.” Esclamò
fred. “e comunque nessuno di noi ha bisogno del
baby-sitter!”disse ginny. “ehi
non litigate ragazzi!” disse il padre. “eh già
sennò ginny è pronta a scagliare
incantesimi su tutti!” disse george.
“a questo punto fate venire pure lei ad
hogwarts sicuramente
è meglio di ron!”
“ehi ma chi ve lo dice? I miei poteri
sono alla pari dei
vostri!” esclamò ron, irritato. “piano, piano!
Ginny? Di che incantesimi
parlano?” disse Molly Weasley. “spia!” esclamò
ginny. “scusa mi è scappato…non
volevo dirglielo…” disse fred allo sguardo inferocito
della sorella. “beh lo sai che i
bambini non la controllano
bene la magia… e diciamo che ginny si è…
ehm… lasciata prendere
dall’entusiasmo… e, vorrei aggiungere
che il suo entusiasmo non è niente male!” disse il padre.
“infatti io direi che
è anche ora di mandarmi ad hogwarts….” Disse la
ragazzina ma nessuno la
calcolò. Arrivarono alla stazione di kings cross. Arthur weasley
salutò uno ad
uno i suoi figli, gli occhi umidi. “allora…”
cominciò “studiate ma soprattutto
divertitevi… entro i limiti ovviamente…”
“allora Percy fai valere il tuo
distintivo…”disse al maggiore, già
vestito di tutto punto con un distintivo che gli brillava sul petto.
“certo
papà.”
“ragazzi state un po’ più
tranquilli… non voglio altre
lettere da Silente.”
I due ragazzi sorrisero. “certo
papà”
“non preoccuparti…”
“e tu Ron…” disse
rivolgendosi al minore. “non ti
preoccupare! Ad Hogwarts ti troverai meglio di quanto tu non
creda… non dare
retta a tutte le stupidaggini di Fred e George.” Ron sorrise.
“certo papà. Farò
del mio meglio.” Il padre gli scompigliò i capelli.
“bene io vado. Ginny..”
disse rivolgendosi alla più piccola. “non ti nascondere
nel treno come l’ultima
volta.” Diede un bacio alla figlia e con un ultimo saluto
generale se ne andò.
“è tardi! Muoviamoci andiamo verso il binario.” La
signora weasley prese la
figlia per mano e cominciò a trascinarla verso il binario nove e
tre quarti.
“allora, binario numero?” chiese la donna, dopo le solite
lamentele sulla folla
di babbani che, come al solito, riempiva la stazione. “nove e tre
quarti!”
strillò ginny. “bene.” Disse la signora weasley,
azzittendo la figlia con uno
sguardo che, come al solito, cercava di supplicare la madre a farla
salire sul
treno con i fratelli. I ragazzi attraversarono la barriera che divideva
il
binario magico da quello babbano e pure ron si stava preparando ad
attraversarlo, quando…
“mi scusi” una voce timida e
cortese si avvicinò alla
signora weasley e ai suoi figli. “mi scusi…” disse
un ragazzo dai capelli scuri
e i vestiti troppo grandi “… volevo sapere
come….”
“come raggiungere il binario?” lo
interruppe Molly
gentilmente. Il ragazzo annuì.
“oh è molto semplice,
caro..” e gli spiegò in modo semplice
come poter attraversare la barriera. “ora vai, prima di
Ron…” ginny guardò il
ragazzo, che le sembrava ugualmente molto nervoso e sorrise.
“buona fortuna” le parole le
uscirono senza che se ne fosse
resa conto. Lui la guardò e le rivolse un sorriso a mò di
ringraziamento che la
fece inspiegabilmente arrossire. Guardò il ragazzino voltarsi e cominciare a correre verso la barriera.
Sentì
il suo cuore che accelerava come le rotelle del carrello che il
ragazzino
spingeva. Ginny chiuse gli occhi e trattenne il respiro nello stesso
momento in
cui Harry potter attraversava la barriera, senza fiato e col cuore in
gola.
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Capitolo 2 *** il binario nove e tre quarti ***
il binario nove e tre quarti
Il Binario Nove E Tre Quarti
“povero ragazzo, tutto solo…sarà sicuramente figlio
di babbani….ehi, Ginny, mi senti?” la voce di sua madre
fece tornare Ginevra Weasley alla realtà. “come
scusa?” disse la ragazzina, fissando ancora la barriera che il
ragazzo aveva superato pochi secondi prima. “niente
tesoro…”disse la donna guardando la figlia. “allora
Ron, comincia ad andare tu, poi ti seguiamo io e ginny.” Disse la
signora weasley al figlio. Ron prese la rincorsa e anche lui
andò al di là della barriera. “ora ginny, tocca a
noi” disse Molly prendendo la mano della figlia. Presero la
rincorsa anche loro e si ritrovarono alla stazione del treno di nove e
tre quarti. Come al solito era affollata di ragazzi e genitori. Ginny
guardò invidiosa tutte quelle facce allegre che si salutavano:
non vedeva l’ora di poter avere anche lei quell’espressione
in viso al binario nove e tre quarti. “com’era prevedibile
ci siamo perse i tuoi fratelli.” Sospirò la signora
weasley, guardandosi intorno. “avviciniamoci al binario
tesoro…”. Strinse ancora di più la mano della
figlia. “mamma so camminare da sola! Vi raggiungo tra due minuti
il treno lo vedo!” esclamò ginny infastidita.
“ok” disse la madre guardandola accigliata. “ma che
siano due minuti! I tuoi fratelli stanno per partire.”
“sì ma’”rispose la ragazzina allontanandosi
dalla madre. “certo che non riesce proprio a capire che non ho
cinque anni!” borbottò Ginevra. “beh lo
capirà quando l’anno prossimo partirò con tutti gli
altri….”
“ehi piccoletta!”la chiamò qualcuno da dietro le
spalle. Ginny si voltò furiosa. Nessuno la doveva chiamare
“piccola”. Era una cosa che l’aveva sempre mandata in
bestia. Alle sue spalle si trovò il viso sorridente di Lee
Jordan, il migliore amico di Fred e George. Ginny si rilassò:
Lee era l’unico a cui permetteva di chiamarla in quel modo, oltre
a suo padre. Il ragazzo non lo faceva per farla irritare, l’aveva
sempre chiamata così per la sua corporatura minuta. E Ginny lo
accettava. “ciao Lee, come va?” chiese ginny amichevole.
“tutto ok. Ho portato una cosa che ha fatto impazzire i tuoi
fratelli…. Che ci fai qui tutta sola? Cerchi gli altri?”
“no no… facevo solo un giro…”
“quest’anno è Ron il nuovo arrivato, vero?”
chiese Lee scostandosi uno dei suoi riccioli rasta da davanti agli
occhi. “già” rispose la ragazzina rabbuiandosi.
“dai, l’anno prossimo ci sarai anche tu!” disse lee
scompigliandole i capelli. “e non vedo l’ora! Una ragazza
come te ad Hogwarts! Ne vedremo delle belle…” Ginny
sorrise. “però non essere triste… sei
così carina quando sorridi! Ora vado da Fred e George, che hanno
ancora la mia tarantola… poverina!”
“buon anno lee! Ci vediamo quest’estate!”
“buon anno anche a te!” Lee se ne andò. Ginny
continuò a girovagare. Voleva molto bene a Lee, come se fosse
uno dei suoi fratelli. Ma nemmeno a lui poteva confessare il suo
segreto. Il motivo per cui voleva girare da sola era uno: sperare di
incontrare Harry potter. Era molto incuriosita da lui: la sua
incredibile storia…. E poi si diceva che fosse molto carino.
Doveva avere più o meno l’età di Ron.
“è inutile. Non ho uno straccio di possibilità di
incontrarlo” pensò e si diresse verso il binario dove sua
madre aveva trovato Ron e Percy. “ eccoti finalmente. Mancano
solo Fred e George” disse la signora Weasley. “stavano
aiutando un ragazzo a portare su il baule.” Disse Percy.
“almeno non mi devo preoccupare.” Disse la madre.
“ehi mamma, indovina chi abbiamo incontrato sul treno?” i
gemelli erano scesi dal treno, lo stesso ghigno stampato in volto.
“chi?” chiese la donna poco interessata mentre puliva una
macchia sul naso si Ron. “quel ragazzo che era vicino a noi alla
stazione…”disse Fred “…indovina un po’
chi era?” continuò George.
“chi?”
“harry potter” risposero i due all’unisono. Il cuore
di Ginny fece un balzo e i suoi occhi si mossero subito verso uno dei
finestrini del vagone. Un paio di brillanti occhi verdi vennero, per un
secondo, intercettati dai profondi occhi scuri della ragazzina. Quel
contatto durò solo pochi secondi e i due smeraldi scomparvero.
“oh mamma, ti prego, posso salire a vederlo….?”
Tentò Ginevra. “no ginny, te lo proibisco.” Fu la
risposta secca della madre. Ginny sbuffò e sentì le
domande stupide che faceva Fred a sua madre. Perché proprio lei
non poteva avere la possibilità di conoscerlo?! Oltre a non
poter partire e stare ancora un po’ con i suoi fratelli doveva
aspettare ancora un anno per conoscere Harry Potter! Proprio lei
l’unica della famiglia che ci teneva davvero, l’unica per
cui conoscerlo era davvero fondamentale, indispensabile. “forza
ragazzi salite, il treno sta per partire!” . Ginny non resistette
e scoppiò in lacrime. Non era da lei piangere ma in quel caso
non aveva altre alternative. I suoi fratelli cercarono di consolarla,
credendo che il suo pianto fosse dovuto solamente alla loro partenza.
Dopo che Fred era riuscita a strapparle un sorriso, i ragazzi salirono
sul treno e continuarono a salutare la sorellina dal finestrino. Ginny
continuò a salutarli, asciugandosi le lacrime e, appena il treno
cominciò a muoversi, iniziò a rincorrerlo, ridendo, con
gli occhi ancora umidi. Il treno cominciò a prendere
velocità e ginny si fermò alla vista di uno sprizzo
smeraldino che brillava rivolto a lei. Guardò il treno
scomparire all’orizzonte e tornò indietro da sua madre che
cercava di asciugarsi i segni della sua commozione lontana dagli
sguardo della sua bambina. Ginny come al solito fece finta di non
vederla. Prese la mano della mamma e in silenzio attraversarono la
barriera del binario nove e tre quarti, dirette verso casa.
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Capitolo 3 *** il viaggio in Romania ***
cap 3 nvu romania
Capitolo 3
Il viaggio in Romania
Cara Ginny,
qui ad Hogwarts è tutto
fantastico, come del resto ci avevano già raccontato i nostri
fratelli. Io e Harry ci divertiamo un mondo e lui è veramente il
migliore amico che si possa avere. Quest’estate lo
inviterò a trascorrere un po’ le vacanze con noi,
così lo conoscerai anche tu. Tanto per come mi ha descritto la
vita che ha vissuto con i babbani la nostra casa gli parrà un
hotel a cinque stelle! Strano eh? Oltre a lui ho fatto amicizia con una
ragazzina che si chiama Hermione Granger. Nonostante all’inizio
si sia dimostrata abbastanza odiosa ora stiamo scoprendo che è
abbastanza simpatica ed è di molto aiuto con i compiti ,essendo
la più brava del nostro corso, anche se non ci lascia mai
copiare.
Mi dispiace che a Natale non ci
potremo vedere, ma so che mamma e papà hanno intenzione di
andare in Romania a trovare Charlie e non penso che si possano
permettere di pagare il viaggio a tutti. Pazienza, ti prometto che ti
scriverò più spesso per compensare questa
distanza…anche se non ti posso assicurare niente!
Ora vado che ho ancora una montagna
di compiti da finire!
Un abbraccio
Ron
Ginny piegò con cura la lettera che le aveva spedito il fratello
e la mise nel cassetto dove teneva tutte le lettere che i suoi fratelli
le avevano spedito da Hogwarts o, come nel caso dei suoi fratelli
più grandi Bill e Charlie, dalle loro nuove abitazioni. Ron le
aveva fatto una delle sorprese più belle della sua vita
diventando amico di Harry Potter. Appena lo aveva saputo, nella prima
lettera del fratello, le era scomparso tutto il malumore dovuto alla
sua nuova vita da figlia unica ed era tornata ad essere la solita
ragazzina allegra e vivace di sempre. Appena lo aveva saputo aveva
creato una tabella, una sorta di calendario che contava i giorni che la
speravano dal primo fatidico incontro con Harry,l’aveva
attaccata sul muro vicino al suo letto, e tutte le sere prima di andare
a dormire cancellava impaziente il giorno appena finito. Ma mancava
ancora così tanto! La ragazzina si avvicinò al suo letto
e guardò la tabella: era Dicembre e fra poco si avvicinavano
quei giorni che aveva cerchiato col pastello verde, cioè i
giorni in cui sarebbe partita con i suoi genitori per andare a trovare
suo fratello Charlie. Sua madre era agitata per questa partenza e aveva
trascinato la figlia per tutta Diagon Alley per cercare maglioni e
sciarpe per lei e il padre. Ora i nuovi acquisti erano accuratamente
piegati sul letto di Ginny e non aspettavano altro che essere messi
nella valigia vuota che giaceva davanti all’armadio. Il bussare
alla porta anticipò Ginny che si accingeva a riempire la vecchia
valigia: era sua madre, venuta a controllare che la figlia avesse
finito i bagagli. “lascia stare ci penso io!” disse
premurosa e con un tocco di bacchetta tutti gli effetti di Ginny si
ritrovarono ordinati nella valigia. “grazie mamma”disse la
ragazzina con un sorriso. “di niente tesoro. Ora vai a dormire
che domani dobbiamo svegliarci presto.”
“buonanotte mamma”
“buonanotte Ginny”
Molly uscì dalla cameretta, e Ginny si infilò sotto le
coperte. Rivolse un ultimo sorriso alla madre e, quando ella chiuse la
porta, cancellò il giorno ormai finito sulla tabella, chiuse la
luce e chiuse gli occhi, sperando si sognare per l’ennesima volta
quei luminosi occhi verdi che la guardavano dal treno.
*
“tesoro, svegliati. È ora.” Delle mani delicate la
scuotevano leggermente per destarla dal sonno. Ginevra si voltò
lentamente. Aprì gli occhi e guardò il volto rotondo di
sua madre, che le sorrideva bonaria. “’giorno
ma’” borbottò Ginny. “buongiorno tesoro. Tra
dieci minuti è pronta la colazione.”
Ginny si alzò e si diresse verso il bagno dove con l’acqua
cercò di svegliarsi completamente. scese e suo padre
l’aspettava giù, a capotavola come sempre.
“buongiorno papà.”
“buongiorno piccola!”
“la colazione sarà un po’ più leggera del
solito, ma ho preparato dei panini per il viaggio.” Disse mamma
Weasley. Ginny annuì. dopo un oretta erano tutti e tre
pronti per mettersi in cammino.
“cara, hai comprato il vasetto nuovo di Polvere Volante?”
“certo Arthur è lì sul camino…”
“andremo con la polvere volante fino in
Romania?!”esclamò la piccola. “certo che no, cara,
dovremo fare parecchi scali. Da qui andiamo fino a Londra e da
lì prenderemo una nave che ci farà attraversare il
mare….”
“giunti a terra verrà un nottetempo che ci porterà
al più vicino focolare per la Romania. E poi saremo da Charlie,
che non vede l’ora di vederci!” concluse il signor Weasley.
La famigliola finì rapidamente la colazione e, quando tutti i
preparativi si conclusero, si riunirono tutti e tre davanti al camino.
Il signor Weasley partì per primo e dopo di lui partì la
figlia seguita a ruota dalla madre. A Ginny l’intero viaggio
sembrò di viverlo in trance, come se stesse sognando. E fu
proprio così che arrivò dal fratello, profondamente
addormentata nelle braccia del papà.
*
Charlie viveva in una piccola casa divise con alcuni amici che si
occupavano di draghi come lui. La presenza di alcune ragazze nel gruppo
faceva si che la casa avesse un aspetto minimamente decente. Charlie
era solo perché i suoi amici erano tutti partiti per quel poco
di ferie che avevano, e così ne aveva approfittato per invitare
la sua famiglia. Gli sarebbe piaciuto vedere anche gli altri, ma sapeva
che i suoi genitori non potevano permettersi un viaggio per sette
persone, e lui neanche. Ma era riuscito a far venire il più
grande dei suoi fratelli, Bill, che era in grado di finanziarsi da
solo.
Era ormai la vigilia di Natale, e Ginny si era data un gran da fare per
decorare la casa del fratello. Queste vacanze la stavano distraendo
dalla solitudine in cui viveva da mesi ed era proprio
l’obbiettivo dei suoi genitori. Ora la bambina saltellava
contenta per tutta la casa, regalando a tutti i suoi famigliari sorrisi
radiosi e impegnandosi a rendere la casa più allegra possibile.
Aveva decorato l’albero con tutta la cura possibile, e aveva
disegnato e ritagliato festoni da appendere per tutta la casa. E, con
l’aiuto della mamma, aveva cucinato dei biscotti che riempivano
la casa del loro odore fragrante di zenzero e cannella.
“finalmente un Natale decente.”disse Bill entrando nel
salone dove Ginny stava finendo di decorare l’albero. Ginny gli
sorrise. “bill mi aiuti a mettere la stella sulla punta?”
chiese. “certo piccola!” prese in braccio la sorellina e
lei allungò le mani per sistemare la grande stella dorata.
“ora è tutto perfetto!” disse entusiasta. Bill
posò la ragazzina sul pavimento e si buttò pigramente su
una poltrona. Ginevra andò verso il fratello e gli si
sistemò sulle gambe. “bill ma noi quando ci rivedremo dopo
che finiscono le vacanze?” gli chiese guardandolo con i suoi
occhioni luminosi. “oh Ginny, manca ancora così tanto, ci
sono rimasti altri giorni!”
“lo so però…”
“allora non ci pensare. Se stai a pensare solo a ciò che
verrà non ti godi ciò che hai!” esclamò il
ragazzo, scompigliandole i capelli. “è veramente tanto che
non ci vediamo Ginny. Non mi ricordavo che fossi così
pensierosa…”
“ho dieci anni Bill”
“a volte sembra di più.” Disse Bill, abbracciandola
forte. “ehi che sono tutte queste smancerie?” charlie
entrò nel salone. Era molto diverso da Bill, se non per i
capelli: era più basso e più massiccio, e i suoi occhi
erano celesti, non come quelli di Bill e Ginny, entrambi dagli
occhi scuri. “stavo coccolando un po’ la mia
sorellina…” disse Bill. “ehi e io perché
sarei escluso?” disse charlie fingendosi offeso. Poi si
buttò sopra il fratello e la sorella.
“anche io ho bisogno di affetto…..”
“dai charlie ci stai schiacciando!”
“dai un bacetto anche al tuo fratellino, Bill….”
“aaaaaaah! Il femore!”
Ginny sgusciò via dall’abbraccio stritolatore dei suoi due
fratelli e stette lì a guardarli ridendo a crepapelle.
“ehi! Non credere di scappare dalla mia morsa
stritolatrice!” i due fratelli cominciarono ad inseguire la
piccola mettendo a soqquadro tutto il salone. “ma che ne dite se
invece di correre qui, usciamo e vi faccio vedere un po’ il mio
mondo?” propose Charlie. “bella idea! Ginny vatti a coprire
che fuori fa freddo!” disse Bill e Ginny andò obbediente a
prendere la sua giacca, il cappello e la sciarpa e raggiunse i fratelli
che, con un colpo di bacchetta, si erano già preparati.
“charlie mi fai vedere i draghi?” chiese Ginny. “beh
, in realtà non potrei… sai non sono delle creature
docili… la mamma non vorrebbe che ti pemetta di vedere un
drago…” disse Charlie dubbioso.
“ti preeego..”
“oddio non riesco a dirti di no quando fai così… e
va bene ti ci porto!”
“sei sicuro Charlie?” disse dubbioso Bill.
“allora sei tu ad avere paura?” esclamò Charlie,
dando una gomitata al fratello. “io?! Sei pazzo? Andiamo…
mi preoccupavo per Ginny…”Disse Bill. “io non ho
paura!” ribattè lei ostinata.
“ok, ok… ma ci sarà un po’ di strada da
fare…”
I tre si addentrarono in un boschetto, Ginny mano nella mano con Bill e
Charlie che li guidava. Avrebbe visto un DRAGO! Gli altri sarebbero
morti d’invidia. Va bene che erano ad Hogwarts, ma neanche
lì avrebbero visto un drago. “come stanno gli altri
Ginny?” chiese Charlie.
“bene. Sono tutti ad Hogwarts, ovviamente.” Disse lei.
“beh certo. L’anno prossimo ci andrai anche tu, vero?”
“sì” disse lei, sciogliendosi in un sorriso
entusiasta. “no vedi l’ora vero?” chiese Bill.
“certo! Non vedo l’ora di poter usare la
bacchetta…”
“… e di vedere un certo maghetto con gli occhiali e i
capelli neri, vero?” disse Charlie malizioso. Ginny si
sentì avvampare. “che cosa?”
“mamma ce lo ha detto…”
“… e tu potrai stargli a contatto fino ai dodici anni, poi
non potrai più frequentare i compagni di sesso
maschile…”
Ginny si mise a ridere. “bene sono contento di questa tua
reazione. Ora statemi vicini. Siamo arrivati. Non fate troppo
rumore… credo che dormino…”
“dormino? Sono più di uno?!” sussurrò Bill.
“già. Guardali, non sono stupendi?”
Un grosso, lucente drago era proprio davanti a loro, addormentato.
Ginny trattenne il respiro. “possiamo pure avvicinarci, se
facciamo piano.” Bisbigliò Charlie. Ginny strinse ancora
di più la mano di Bill, e vide che lui avvicinava l’altra
mano alla tasca dove teneva la bacchetta. Ginny smise di avere paura
quando si trovò abbastanza vicino da sentire il calore che
l’essere emanava. Lasciò la mano del fratello e
osservò rapita le lucide squame verde che coprivano interamente
il corpo della bestia. Girò intorno al muso, che era più
grande di lei. Ad un certo punto tra le squame apparve una palla grande
quanto il suo volto, lucida e gialla, con una linea nera nel mezzo.
Ginny fissò meravigliata quella palla lucida, e guardò il
suo volto riflesso. Fu tutto talmente veloce che Ginevra non si rese
conto di ciò che successe. Il drago si mosse rapidamente e Ginny
si ritrovò faccia a faccia col mostro. “ginny!”
qualcosa la sbalzò lontana dal mostro. Si rialzò da terra
tutta dolorante e vide i suoi fratelli che lottavano contro
l’orrenda creatura, che si era alzata in tutta la sua
altezza. Vide il drago spalancare le fauci e non potette
trattenere l’urlo di terrore quando una lingua di fuoco
finì sul braccio di Charlie, bruciandogli i vestiti. Con abile
mossa Bill colpì il drago con un incantesimo diretto agli occhi.
Il mostro ruggì e, in una frazione di secondo, sputò
un’altra lingua di fuoco diretta verso Ginny. La ragazzina chiuse
gli occhi e, incredibilmente, la fiamma la mancò e colpì
un albero vicino a lei, che cominciò a prendere fuoco. Dal nulla
apparvero altri maghi che andarono in soccorso dei suoi fratelli, non
degnandola di uno sguardo. Uno di loro spense il fuoco con un fluido
movimento di bacchetta. “STUPEFICIUM” urlarono. Il drago si
accasciò a terra, il cuore ancora a mille. “ginny, stai
bene?” bill e charlie stavano correndo verso di lei,
l’ultimo col braccio bruciacchiato.
“s-si..”balbettò lei. “ma tu… come
stai? Il tuo braccio?” disse rivolta la fratello.
“questo?” disse Charlie. “non è niente. Si
forse fa un po’ male, ma nulla che un medimago non sappia
curare…l’importante è che non sia accaduto niente a
te…”
“non ti preoccupare per Charlie. Ci è abituato. Tu sei
tremante come una foglia…vieni andiamo a casa… e tu
Charlie, vai a farti vedere da qualcuno…” disse Bill.
“agli ordini! Ci vediamo dopo!” Charlie girò su se
stesso e sparì nel nulla. Bill prese in braccio la sorellina.
“io non sono una fifona.” Disse la ragazzina
nell’orecchio del fratello. “non l’ho mai
detto.” Rispose lui. “si ma se c’erano Fred e
George…”
“lascia perdere quei due. Tutti abbiamo delle paure. Essere
coraggiosi non vuol dire non avere paura di niente… non avere
paura di niente vuol dire solo essere sciocchi...”
“ma forse sono stata troppo fifona per essere ammessa a
grifondoro…”
Bill rise. “e ti preoccupi per questo? Ora ti confesso un
segreto… ma non lo dire agli altri. Pure io ho avuto paura dei
draghi… ma come vedi ho passato sette anni a grifondoro…
anche se oggi ho avuto un po’ paura, lo ammetto…”
Ginny sorrise. “… ma avevo paura per te, per Charlie.
Perché siete i miei fratelli, e vi voglio bene, e non voglio che
vi succeda qualcosa.”.
I due fratelli tornarono a casa. I loro genitori ancora non
c’erano, e quindi non c’era nessuno a cui spiegare il
perché delle loro facce distrutte. Ginny andò in camera
sua e prese il suo astuccio e alcuni cartoncini avanzati dalle
decorazioni cominciò a scrivere i suoi biglietti di auguri. Era
sollevata dal discorso con Bill. Era contenta che, per entrare in
Grifondoro e stare con Harry, non era necessario non aver paura di
niente… sorridendo radiosa andò a sistemare i suoi
bigliettini sotto l’albero di Natale e si preparò a
passare una bella Vigilia di Natale. Forse, sarebbe stata anche
migliore di quella che stavano passando i suoi fratelli ad
Hogwarts… in fondo, aveva appena vissuto un’avventura
degna di quelle di cui Ron parlava nelle sue
lettere…”magari l’anno prossimo un’avventura
del genere la vivrò con Harry…” pensò Ginny
e,saltellando, scese al piano di sotto a farsi coccolare dal fratello,
che, per fortuna , non poteva sapere a chi pensava in quel
momento….
angolo autrice
non vi preoccupate! la storia non sarà sempre così lenta!
arriverò pure alle parti cruciali, ma mi piace aprire delle
finestre sul mondo di Ginny fuori Hogwarts e lontano da Harry....
grazie mille a chi ha messo questa storia tra i preferite e ai due che
le hanno messe tra le seguite!
alla prossima,
marty
|
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Capitolo 4 *** estate ***
cap 4 nvu
Capitolo 4
Estate
Il sole era finalmente tornato a far capolino tra le tende accostate di
Ginevra. La ragazzina aprì gli occhi e sorrise radiosa al nuovo
giorno che le si apriva davanti agli occhi. Guardò, come faceva
ormai da un anno, la tabella appesa vicino al letto :ormai i giorni
cancellati erano molto numerosi… ciò voleva dire che
mancava sempre meno ad Hogwarts ed al suo primo incontro con Harry! si
alzò dal letto con un balzo e aprì la finestra per
sentire l’aria fresca del mattino sul viso.
Era qualche giorno che però qualcosa oscurava la sua quotidiana
allegria… aveva sentito Ron parlare con i suoi genitori del
fatto che Harry non rispondeva mai alle sue lettere… e i suoi
erano preoccupati quanto Ron. L’unica cosa positiva era che, se
entro Venerdì Harry non avesse mandato un lettera lo sarebbero
andati a prendere… Ginny ancora non ci credeva: avrebbe avuto
Harry Potter a casa! E lo avrebbe potuto osservare dalla finestra
mentre giocava a Quidditch con i suoi fratelli… già ,
perché quella era un’altra delle cose che non aveva la
possibilità di fare: volare. “quando sarò ad
Hogwarts, gliela farò vedere, a tutti!” pensò
Ginny. Sentì un po’ di chiasso al piano di sotto, e
l’odore delle salsicce che sua madre stava cucinando per la
colazione. “come mai sono già tutti svegli?”
pensò Ginny. Aprì la porta e sentì sua madre che
parlava con i suoi fratelli. La ragazzina cominciò a scendere le
scale saltellando, a piedi nudi, nella sua lunga camicia da notte
bianca. Arrivata in cucina le ci volle neanche un secondo che capire
che quella testa bruna in mezzo in mezzo alle altre tre rosse, non
poteva appartenere a nessuno dei suoi fratelli, ma ad un’unica
persona. Gettò un gridolino e scappò di sopra. Una volta
arrivata al pianerottolo, però, non potè fare a meno di
udire le battute di quei cretini dei suoi fratelli “è
Ginny…mia sorella. Non ha fatto che parlare di te tutta
l’estate…”
“sì, vedrai che ti chiederà
l’autografo…”
Le battute furono troncate da un silenzio che solo un’occhiata
della signora Weasley poteva creare. Ginny era rossa quanto i suoi
capelli, per la rabbia e l’indignazione. Perché nessuno
l’aveva avvertita? Si chiuse in camera sua sconvolta, decisa a
non uscirne più per tutta l’estate. Non capiva cosa le
stava succedendo. Di solito non era così timida, anzi, era
sempre stata molto spigliata. Si mise alla finestra a guardare i suoi
fratelli che lanciavano gli gnomi insieme ad Harry. le aspettavano
molti giorni insieme ad Harry, e doveva cercare di comportarsi il
più naturale possibile. Ma dopo la bella figura che le avevano
fatto fare i suoi fratelli le sembrava molto difficile. Sospirò
e si mise alla ricerca di qualcosa di decente da mettersi. Sentì
dei passi sul pianerottolo e si affacciò per vedere chi fosse.
“magari se è Harry posso provare almeno a
salutarlo…”si disse la ragazzina. E fu proprio lui che si
trovò davanti. Chiuse la porta senza neanche rendersene conto.
Aveva il fiatone. “è Ginny” era Ron “ è
strano che sia così timida, di solito non sta mai
zitta…” Ginny sospirò e si accasciò dietro
la porta. Beh, almeno una persona della sua famiglia aveva capito che
ci stava qualche problema.
*
Gli ultimi giorni d’estate si rivelarono estremamente lunghi:
purtroppo la piccola Weasley non era riuscita a superare
l’imbarazzo che le provocava la presenza di Harry Potter in casa
sua. Appena lui arrivava faceva cadere qualcosa, non riusciva a parlare
se non in monosillabi e il suo volto diventava indistinguibile dai
capelli. Insomma, ormai Harry doveva essersi fatto un’opinione di
lei del tutto sbagliata e lei non riusciva a dimostrargli chi era in
realtà. Non vedeva l’ora di andare ad Hogwarts, per poter
conoscere il ragazzo in un ambiente più grande, meno
familiare… una nuova casa, dove sperava di rinascere dalle sue
stesse ceneri e mostrare la vera Ginevra Weasley, il suo vero
carattere, fiammante come la sua chioma, far vedere il suo sorriso, far
sentire la sua voce.
Quella mattina sarebbero andati tutti insieme a Diagon Alley visto che
erano arrivate da poco le lettere e l’inizio della scuola era
imminente. Ginny era felicissima, perché quello era il suo primo
passo nel mondo magico: avrebbe finalmente avuto la bacchetta, i libri
d’incantesimi…. Alcune cose le aveva ereditate dai suoi
fratelli, ovviamente, come il vecchio libro d’incantesimi di Ron
e il calderone di Bill. Ma almeno gli abiti non li avrebbe ereditati da
loro!
“Ginny vieni stiamo andando!” ginny scese giù e
andò con gli altri suoi familiari davanti al camino della cucina
dove tutti erano impegnati a spiegare ad Harry come si usava la polvere
volante. Dopo i gemelli e Arthur anche Harry entrò nel camino e
con voce un po’ tremolante disse anche lui il nome della sua
destinazione e sparì per il camino. “non era così
chiaro…”mormorò preoccupata la signora Weasley.
Ginny la guardò allarmata “dici che sia finito da
un’altra parte…?” chiese. “probabile”
rispose la donna. “non ti preoccupare il camino non lo
avrà risucchiato per sempre, al massimo è sceso un paio
di focolari più in là…rivedrai il tuo
innamorato…”disse Ron ghignando. Ginny lo fulminò
con lo sguardo “io non ho nessun innamorato…”
“non litigate. Ron comincia ad andare…”
Anche Ron finì ingoiato dal camino e venne seguito a ruota dalla
sorella e la madre.
“Harry si è visto?” chiese subito la signora
Weasley. “no” rispose percy. “ora molly non ti
agitare, lo troveremo tranquilla…”disse il signor Weasley
guardando una ruga di preoccupazione disegnata sulla fronte della
moglie. “si, Harry se la sa cavare non ti preoccupare..”
disse Ron. “per sicurezza dividiamoci e cerchiamolo… io e
ginny andiamo di qua, voi cercatelo verso la Gringott…” la
famigliola si divise. “mamma la smetti di tirarmi?”
esclamò Ginny. “non ti ci mettere anche tu, abbiamo appena
perso Harry, non voglio perdere anche te…” . la ragazzina
sbuffò ma non fece altre obiezioni. Alla fine trovarono Harry
insieme al resto della loro famiglia, un uomo molto grosso e una
ragazzina dai folti capelli castani che parlottava con Harry e Ron.
Scoprì che i due erano Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, e
Hermione Granger, l’amica di Harry e Ron. Guardò la
ragazzina che rideva con Harry, la spontaneità della sua risata
e di quella di Harry, i corpi che si sfioravano innocentemente, le
parole che venivano giù veloci e provò una fitta di
gelosia. Guardò con astio Hermione e seguì sua madre a
fare compere, lontana da quei tre. Dopo esser passata nei negozi di
abiti andarono in un posto che cambiò l’umore di Ginny:
olivander, il negoziante di bacchette. Non vedeva l’ora di avere
la bacchetta. Entrarono nel negozio, dove finalmente la madre le
lasciò la mano. Era un ambiente molto piccolo e vuoto, se non
per degli scaffali alti fino al soffitto colmi di sottili scatoline.
Molly si sedette su una sedia tremolante e Ginny si mise a guardare
incantata le bacchette. “buongiorno signorina Weasley.” Una
mano leggera si era posata sulla sua spalla. Ginny si voltò e si
ritrovò il signor Olivander dietro di lei che le sorrideva
bonario. “e l’incantevole signora. Onorato come sempre.
Questa dolce signorina è l’ultima?”
“già. È la settima.” Disse la signora
weasley. “mi ricordo ancora quando ha portato qui il maggiore e
questa signorina era solo un fagottino che le stava nelle braccia,
mugugnando versi incomprensibili. Era Bill vero?” disse il signor
olivander dirigendosi verso il bancone. “sì. Ora lavora
alla Gringott.” Rispose la signora Weasley.
“mmm… me lo ricordo come fosse ieri. Legno di tasso.
Tredici pollici. Cuore di un unico crine di unicorno maschio, molto
bello. Era molto fiero della sua bacchetta. Però, prima di
andarsene mi confessò una cosa…”e qui il signore
posò il suo sguardo su Ginevra. “...era molto più
fiero di avere una sorellina tanto bella.” Ginny avvampò.
“allora vediamo questa bacchetta…” . il negoziante
tirò fuori molte di quelle scatoline. Ginny provò ad
afferrare alcuni dei bastoncini che esse contenevano. Ma le sembravano
solo dei pezzi di legno. “una bacchetta serve per incanalare la
magia che è in un mago e usarla al meglio. Ogni mago è
diverso, quindi lo è anche il suo potere magico. Signorina
Ginevra lei deve trovare quel legno, quel cuore che designa il tuo
essere, che ti rappresenta. Ed è una ricerca complessa, e per
questo avrai tutto il tempo che vuoi. Non ti preoccupare. Alcuni
ragazzi sono rimasti qui per ore, alcuni hanno trovato la loro
bacchetta in pochi secondi. Ma ricorda : è la bacchetta a
scegliere il mago. Sarà lei a trovarti.” . ginny prese
decisa un’altra bacchetta, e poi un’altra. Ma non si
arrendeva alla vista di quei bastoncini privi di vita che teneva tra le
dita. Ma accadde all’improvviso: avvertì un calore tra le
dita e dal bastoncino esplosero scintille rosse che fecero sobbalzare
sua madre. “che potenza!” esclamò il signor
Olivander. “cuore di piuma di fenice. Le fenici hanno il potere
di rinascere dalle proprie ceneri, e di curare i dolori altrui con le
proprie lacrime. Questa fenice era appena rinata e particolarmente
bella. Ho dovuto lottare molto per strappare quella piuma. Nove pollici
e mezzo. Legno di quercia. Forte e maestosa. Ottima bacchetta ma
estremamente potente. La usi con cautela.” Ginny guardò
rapita la sua nuova bacchetta e la riconsegnò a fatica al
negoziante che gliela imballò. “allora sei contenta della
tua nuova bacchetta?” chiese la signora Weasley una volta uscite
dal negozio. “sì. Non vedo l’ora di poterla
usare.” Rispose la figlia. “ora dobbiamo andare al
Ghirigoro… tuo padre e gli altri ci aspettano lì.”
La libreria “il Ghirigoro” era stipata di streghe
dell’età della signora weasley che si spintonavano per
entrare. “c’è Gilderoy Allock!” esclamò
sua madre “potremo vederlo!” si passò una mano sui
capelli e si unì alla folla di streghe lasciano Ginny con suo
padre, i suoi fratelli e Harry ed Hermione. Ginny sbuffò, non
sopportava la cotta di sua madre per quel tipo. “potremo
conoscerlo!” sentì squittire Hermione Granger, rivolta ad
Harry e Ron. “voglio dire, è lui che ha scritto quasi
tutti i nostri libri di testo..” aggiunse arrossendo leggermente.
Oddio non mi dire che piace pure a lei, pensò Ginny, e meno male
che Ron mi aveva detto che era intelligente. Vide i tre che afferravano
una copia dei loro futuri libri di testo e sgattaiolavano nel mezzo
della folla. Li seguì e si riunì ai genitori che erano
nel pubblico insieme ai genitori di Hermione. Guardò disgustata
sua madre che guardava rapita l’uomo vestito color
non-ti-scordar-di-me dall’espressione pomposa; ma cosa diamine ci
trovava? “harry potter? È veramente lui?”
esclamò Gilderoy Allock, guardando dalla loro parte.
Trascinò Harry sul palco e Ginny lo guardò furiosa: ma
non vedeva come era imbarazzato? E che, sinceramente, di
pubblicità non ne aveva proprio bisogno, visto che era
certamente più famoso di lui? Guardò infuriata il finire
della scena e vide harry riscendere dal palco con un’espressione
identica alla sua. Si avvicinò a lei, che era tornata in fondo
alla sala, col suo paiolo nuovo. “tu prendi questi”
borbottò il ragazzo rovesciando la sua pila di libri fiammanti
di Allock nel calderone “io me li comprerò…”
“scommetto che ti è piaciuto, eh Potter?” un ragazzo
biondo, dall’espressione malevola si era avvicinato a loro
“il famoso potter! Non può neanche entrare in una libreria
senza fare notizia…”
“lascialo in pace, non è stato lui a volere tutto
questo!” disse Ginny, fissandolo con i suoi occhi scuri, ancora
più infuriata. Era strano, di colpo, anche se davanti ad Harry,
la sua timidezza era magicamente svanita..
“potter, ti sei fatto una ragazza!” commentò il
ragazzo facendo arrossire furiosamente la ragazzina. Dopo quel commento
non riuscì più a dire una parola neanche quando, suo
padre e quello del ragazzo cominciarono a fare a botte.
A casa erano tutti stanchi e nervosi e Ginny non parlò per tutto
il resto della giornata. “quel Malfoy! Se deve cominciare
così anche quest’anno guarda…”era Ron che
parlava con Harry. “già…”
Ginny non aveva fatto in tempo a scappare in camera sua che se li era
trovati davanti. “oh. Ciao Ginny.” La salutò Harry.
“c-ciao” borbottò Ginny. “mi dispiace
per oggi. Ma malfoy è così con tutti… soprtattutto
se si tratta di noi…” disse Harry cercando il suo sguardo.
Ginny annuì. Perché doveva diventare
rossa…?! “Ma grazie per avermi difeso. È
stato molto gentile.” Continuò “beh era giusto che
lo facessi…” rispose lei sempre più rossa. Harry
sorrise. “ beh noi andiamo a dormire. Buonanotte!”disse Ron
e salirono sulle scale verso la stanza del fratello. Ginny corse in
cameretta sua e cancellò un’altro giorno dalla tabella.
Prese uno dei suoi nuovi libri dalla scrivania e cominciò a
sfogliarlo. Ma dalle pagine cadde qualcosa. La ragazzina si
chinò stupita e raccolse l’oggetto scivolato fuori dalle
pagine. Era un vecchio diario babbano con la copertina nera con una
data stampata sopra, che riportava a cinquant’anni prima. Lo
sfogliò ma le pagine erano tutte vuote. Se lo sarà
dimenticato dentro il proprietario precedente del libro pensò
Ginny. Andò direttamente alla prima pagina dove c’era un
unico segno dell’’antico proprietario: T.O. Riddle, aveva
scritto il suo nome lasciando un segno deciso del passaggio di quel
diario nelle sue mani.
ANGOLO AUTRICE
scusate per la lentezza a pubblicare... ma non ho mai tempo... ma piano
piano diventerò più veloce!! grazie mille per le persone
che mi hanno aggiunto tra i preferiti e per le persone che mi hanno
recensito! saluti a tutti!
marty
|
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Capitolo 5 *** lo smistamento ***
cap 5 nvu
Lo
smistamento
Quella mattina del primo settembre fu caotica come sempre, forse anche
di più visto che a partire erano in 6. ma Ginny la visse in modo
diverso essendo una di quelli che partivano. Non era nervosa come Ron,
ma piuttosto euforica, ma non riusciva a darlo a vedere, per via di
Harry.
La partenza fu disastrosa. Loro padre si dovette fermare almeno cinque
volte perché ognuno si era scordato qualcosa e così
erano permanete in ritardo e Ginny cominciava ad innervosirsi. Aveva
paura di non riuscire a prendere quel maledetto treno, ma arrivarono
appena in tempo. Superata la barriera del nove e tre quarti ebbe solo
il tempo di dare un bacio frettoloso ai suoi genitori e di correre nel
treno, aiutata da fred e george a trascinare il suo baule, più
grosso di lei. “noi abbiamo già trovato uno
scompartimento, ma è pieno quindi dovrai cercartene uno da
sola.” Le disse George. “il treno è grande troverai
sicuro qualcosa.” Disse fred, e se ne andarono, lasciando la
sorella sola col suo baule. Si trascinò attraverso il corridoio,
affacciandosi ad ogni scompartimento per trovarne uno vuoto. “ehi
Ginny!” si sentì chiamare da uno scompartimento. Era
Hermione Granger che le faceva cenno di entrare. Sapendo di non avere
altre possibilità entrò a malincuore e si sistemò
sulla poltrona davanti alla ragazza, che le sorrideva. “non
abbiamo mai avuto l’occasione di presentarci seriamente.”
Disse porgendole la mano “ginny” bofonchiò lei
stringendo la mano che la ragazza le porgeva. “hermione”
disse lei. “allora emozionata per il tuo primo giorno ad
Hogwarts?”
“abbastanza…”rispose lei
“io lo ero. Ero talmente agitata che mi sono imparata tutti i
libri di testo a memoria. Non volevo essere dopo nessuno, anche
perché sono una Natababbana e non volevo essere oggetto di
discriminazioni.”
“anche se sei una natababbana non vuol dire che sei diversa! Sei
comunque una strega.” Rispose Ginny. “e da quello che mi ha
detto Ron sei anche molto brava…”
“ron e Harry sono troppo buoni! Sono così felice di avere
due amici come loro!”
“quindi sono solo amici, anche Harry?” si lasciò
sfuggire Ginevra
“ma certo, cosa pensavi?”
“no, no…niente…” ginny si sentì subito
più rilassata e cominciò a sorridere ad Hermione. Allora
non le interessa Harry, pensò. Il treno partì e loro
neanche se ne accorsero, immerse com’erano nelle loro
chiacchiere. Dopo più o meno mezz’ora si aprì la
porta dello scompartimento e si presentò davanti uno strano
trio, formato da due grossi ragazzi e uno più piccolo, al
centro, che Ginny riconobbe come il ragazzo incontrato alla libreria
“il Ghirigoro”. “ah ecco qui la nuova fidanzatina di
Potter!” disse, strascicando le parole. “ma va al
diavolo!” rispose Ginny. “ed ecco qui la nostra cara
mezzosangue… ti senti sperduta senza i tuoi cari Potter e
Weasley a difenderti…”
“non la chiamare in quel modo!” scattò Ginny,
schiumante di rabbia, bacchetta alle mani. “ohoh, che caratterino
la piccola Weasley…” la canzonò Malfoy. Ginny si
alzò in piedi. “nessuno mi può chiamare
piccola!” esclamò e dalla sua bacchetta uscì un
getto di scintille che colpì in pieno il biondino.
“ahia!” urlò lui. “vattene di qui, Malfoy, se
non vuoi finire nei guai.” Disse Hermione alzandosi in piedi.
Chiuse la porta dello scompartimento e i tre se ne andarono.
“malfoy.” Disse semplicemente Hermione. “purtroppo
avrai a che fare anche con tipi come lui.”
*
“siamo quasi arrivati. Ma non riesco a capire dove siano Harry e
Ron.” Disse Hermione. “li incontreremo al
banchetto.”. le due ragazze scesero sulla banchina. “primo
anno! Primo anno da questa parte!!” il corpulento Hagrid stava
radunando intorno a lui una serie di bambinetti dall’aria
impaurita. “vai! Ci vediamo dopo lo smistamento.” Disse
Hermione alla nuova amica e si unì alla folla di ragazzi in
nero. Ginny andò verso i ragazzi in nero. “sei una
Weasley, giusto?” disse Hagrid appena la vide. La ragazzina
annuì, nervosa. Seguì il gigante fino al lago nero.
Ginevra sapeva già cosa le sarebbe aspettato, Ron le aveva
raccontato tutto: sapeva già della traversata sul lago, della
Sala Grande e del Cappello Parlante. Ma ciò non le impediva di
essere agitata. Salì su una delle barchette che aveva indicato
Hagrid, insieme ad altri quattro ragazzini: vicino a lei c’era
una ragazzina dai lunghi capelli biondi e un’aria trasognata, una
ragazzino dall’aria molto eccitata e una ragazza silenziosa dai
capelli ricci, piuttosto impaurita da ciò che vedeva.
“ciao” la salutò subito il ragazzino. “ mi
chiamo Colin Canon. Non ti sembra fantastico essere in una scuola di
magia?” Ginny annuì. “io non sapevo che esistesse la
magia prima. Infatti sono stato molto sorpreso di essere un mago. E
anche mio padre. Farò un milione di fotografie da mandare a mio
padre! Voi come vi chiamate?” chiese Colin. “Ginny
Weasley.” Rispose la rossa. “ah, mio padre conosce tuo
padre! Abitiamo nella stessa zona!” disse la ragazzina bionda.
“io sono Luna Lovegood”.
Il viaggio durò poco e in men che non si dica si ritrovò
ad Hogwarts a sfilare davanti a tutta Hogwarts. Vide Lee, Fred e George
salutarla allegramente, percy rivolgerle un cenno e Hermione rivolgerle
un gran sorriso. Cercò con lo sguardo Harry e Ron ma non li
vide. Possibile che non avessero preso il treno? Il cappello parlante
cominciò a cantare e appena smise cominciò lo smistamento
e a Ginny cominciarono a tremare le gambe. Colin Canon fu uno dei primi
ad essere chiamato e venne immediatamente smistato a Grifondoro dove
lei sperava di finire, insieme ad Harry e a tutta la sua famiglia.
“luna Lovegood!”
“corvonero”
Erano ancora alla “L”,. ci sarebbe voluta
un’eternità prima di arrivare a lei. Ma piano piano la
folla sminuì, rimasero in tre ad aspettare il proprio verdetto.
“Ginevra Weasley” chiamò la professoressa Mcgrannit.
Ginny fece un respiro profondo e andò a passo spedito verso il
tremolante sgabello dove era il cappello. La professoressa prese il
cappello, ginny si sedette e la professoressa le calò il
cappello sugli occhi, oscurandole la vista della sala.
“mmmmm… un’altra Weasley…. Una ragazza questa
volta!” le disse la voce del cappello nelle orecchie.
“coraggio… gran cuore… talento, parecchio
talento… beh penso non vorrai andare contro la tradizione di
famiglia, vero? Allora….GRIFONDORO!!” la ragazzina si
tolse il cappello, euforica e si sedette vicino ad Hermione ed ai suoi
fratelli.
“congratulazioni Gin!”
“non potevi andare contro la tradizione di famiglia eh?”
“dove sono Ron e Harry?” chiese Ginny. “ si saranno
ficcati nei guai come al solito.” Disse Percy.
“girono voci che dicono che siano venuti con una macchina volante
e siano stati beccati da piton!” disse Lee. “ma dai! Non la
saprebbero neanche guidare, una macchina!” esclamò George.
“si ma nel treno non li ho visti.” Disse un ragazzo dai
capelli color sabbia vicino a loro. “beh speriamo che non siano
in qualche guaio già dal primo giorno di scuola…”
disse Hermione sospirando. “non c’è neanche
Piton…” disse Lee. “non vuol dire che la sua assenza
sia collegata a quella di Ron ed Harry!” esclamò Hermione,
anche se era visibilmente preoccupata.
“già magari è morto…” disse fred
sogghignando. “fred!” esclamò Ginny. “ancora
non lo conosci Ginny…” rispose lui. Ginny era rimasta
abbastanza male che suo fratello ed Harry non avessero assistito al suo
smistamento, anche se era disposta a perdonarli se avessero avuto scuse
abbastanza valide. Il preside cominciò a parlare, ma furono solo
poche parole, poi cominciò il banchetto e la ragazzina si rese
conto solo in quel momento della fame che aveva. Cominciò a
ridere e scherzare senza pensare ad Harry e a Ron, mangiando quelle
deliziose leccornie che le si presentavano davanti agli occhi. Finito
il banchetto Harry e Ron non si erano ancora visti, ma Ginny non aveva
tempo per pensarci visto che si doveva unire ai suoi compagni del primo
anno dietro Percy che li avrebbe condotti nel loro dormitorio.
Cercò di imprimere nella memoria la strada ma capì subito
che era un’impresa impossibile: ci stavano scale che cambiavano
di posto, ritratti che si muovevano quindi aveva capito che non sarebbe
mai riuscita a muoversi da sola. La fila di ragazzini si fermò
davanti ad un grosso quadro raffigurante una signora grassa
vestita in rosa. Percy pronunciò la parola d’ordine e il
quadro si spostò per lasciarli passare. “e questa è
la sala comune.” Disse Percy una volta che tutti i ragazzini
furono passati. Ginny guardò intorno il camino, le comode
poltrone in rosso e le lunghe tavolate e sentì subito un
piccolo calore nel cuore. Mi sento a
casa, pensò la rossa, guardandosi intorno sorridendo.
Percy mostrò i dormitori e Ginny e le altre ragazze salirono
sulla scala che il prefetto aveva indicato come dormitorio femminile.
Dalla scala si vedeva che si trovavano in una delle torri del castello.
Arrivarono ad una porta con una targa che diceva “primo
anno”. Una ragazza aprì la porta e si trovarono in una
stanza circolare con quattro letti a baldacchino, ognuno con un
baule sistemato vicino. Ginny riconobbe subito il suo baule accanto ad
un letto centrale vicino ad una finestra. “allora io comincerei
le presentazioni… mi chiamo Miriam.” Disse una ragazza
ricciuta dai toni decisi. “demelza robins.” Disse una
ragazza alta dai lisci capelli castani tagliati corti. “io sono
aileen.” Rispose timidamente una ragazzina mingherlina dai lunghi
capelli neri lisci. “io sono Ginevra. Ma chiamatemi Ginny.”
Disse Ginny, sorridendo cordiale alle sue nuove compagne. Le altre
risposero con un sorriso e ognuna di loro andò a sistemare le
proprie cose. Il letto di Ginny era in mezzo a quello di aisleen e
demelza. Sistemate le proprie cose, ginny si mise a letto, e si
addormentò subito in un sonno profondo.
angolo autrice
ringrazio per le critiche positive,
in particolare erikappa che è praticamente l'unica a
recensirmi... ecco come vedete sto cercando di velocizzarmi sia nel
pubblicare che nell'arrivare al punto cruciale della storia, ma devo
dire che mi sto divertendo molto a descrivere i primi passi nel mondo
della magia della mia eroina..
saluti a tutti e ancora grazie a
coloro che mi hanno aggiunto tra i preferiti e chi ha messo questa
storia tra le seguite!.
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Capitolo 6 *** primi passi ad Hogwarts ***
cap 6 nvu
Primi passi ad
Hogwarts
Quella mattina Ginny si alzò molto presto e aspettò
che le sue compagne si svegliassero. La prima fu Miriam.
“scendiamo tutte insieme a fare colazione?”chiese Ginny.
“sì, almeno se ci perdiamo rimaniamo unite.” Rispose
la riccia. Quando si alzarono e prepararono tutte cominciarono a
scendere dalla scala a chiocciola e aspettarono nella sala comune che
scendesse qualche studente più grande per poterlo seguire fino
alla sala grande. Non dovettero aspettare molto e arrivarono due
ragazzi che dovevano avere la stessa età di Ron, uno lo
riconobbe come quel ragazzo dai capelli color sabbia che aveva visto la
sera prima al banchetto, l’altro era un ragazzo alto e bruno che
non conosceva. Miriam si mise subito davanti a loro, con aria
sfrontata. “ciao.” Li salutò subito “siamo del
primo anno e non sappiamo la strada per arrivare alla sala grande,
possiamo venire con voi?” i due ragazzi la guardarono
sorridendo. “ ma certo”rispose il ragazzo dai capelli color
sabbia. Si presentarono: il ragazzo biondo era Seamus Finnigam, e
l’altro era Dean Thomas, entrambi del secondo anno. “quindi
tu sei la sorella di Ron, giusto?” chiese Dean a Ginny dopo che
le ragazze si erano presentate. “sì”rispose lei.
“ci devi spiegare allora dove lui e Harry hanno preso quella
macchina volante!”esclamò. “macchina volante?”
chiese preoccupata: sapeva bene che suo padre aveva modificato una
macchina babbana affinché volasse ma non capiva come la voce
fosse arrivata fino ad Hogwarts… “si ieri lui e Harry sono
arrivati a scuola con una macchina volante e si sono schiantati sul
platano picchiatore! Fantastico!” disse Seamus. “tu hai un
fratello qui?”chiese la timida Aisleen.”in realtà
quattro…” rispose la rossa. Procedettero
chiacchierando, Ginny nascondendo dietro ad un sorriso la sua
preoccupazione per ciò che aveva fatto il fratello e il suo
stupore al fatto che non fosse stato espulso. Ma appena lo avesse
saputo la madre… “eccoci arrivati!” disse Dean e si
sedettero tutti e sei presso la tavola imbandita. Qualche posto
più in la c’era Hermione intenta a leggere un libro e
vicino a lei Harry e Ron che parlavano con un ragazzino dalla faccia
tonda seduto davanti a loro.
“oh ecco i gufi!” esclamò seamus. Ginny si
voltò verso la finestra e vide lo sciame di gufi.
“wow!” esclamò Demelza “a queste cose penso
non mi ci abituerò mai…”
“sei di origini babbane?” le chiese Dean.
“già. Fino a poco tempo fa non sapevo dell’esistenza
della magia…”
“idem!” sorrise lui. Ginny scrutò tra i gufi se
vedeva Errol, il gufo della sua famiglia. Ma sbiancò quando
riconobbe la busta rossa che teneva tra le zampe. E sapeva anche a chi
era diretta: infatti il gufo si schiantò davanti al povero Ron
che aprì la busta letteralmente terrorizzato. Ginny chiuse gli
occhi, ma era inutile: la voce di sua madre rimbombava per tutta la
sala e le parve di sentire la vergogna di Ron fin dentro se stessa.
Quando finì di tuonare Ginny prese un toast e lo addentò
come se niente fosse. La povera Demelza era rimasta scioccata e Dean e
Seamus ridacchiavano. Ginny vide Hermione che rimproverava seccamente
Ron e quello rosso dalla vergogna. Guardò Harry e vide che anche
lui era visibilmente mortificato. Appena finì il toast
arrivò la professoressa Mcgrannit con i fogli dell’orario.
“chi avete voi in prima?” chiese Dean. “incantesimi
con Corvonero. Voi?” rispose Miriam. “erbologia con
Tassorosso. È meglio che ci avviamo, dobbiamo andare alle serre.
Ci si vede!” disse Saemus e lui e l’amico se ne andarono.
“è meglio che ci avviamo pure noi altrimenti arriveremo
tardi! Sbrigati Demenza!” escalmò Miriam imperiosa.
Demelza mangiò in fretta il suo toast e tutte si avviarono.
Trovarono abbastanza in fretta l’aula di incantesimi. Il
professore dopo l’appello li divise per coppie: Ginny si
ritrovò con Colin Canon, Miriam con Demelza e Aisleen con un
ragazzo di Grifondoro che Ginny non conosceva. La lezione di
incantesimi fu molto interessante e Ginny scoprì in Colin Canon
una persona gentile e simpatica, che ammirava anche lui Harry Potter
(anche se non nello stesso modo in cui lo ammirava la ragazza). Oltre a
questo Ginny si rivelò particolarmente abile nell’usare la
bacchetta e questo strappò una serie di complimenti al
professore Vitious. “ottimo signorina Weasley! Se continua
così diventerà la prima del corso, anche se
effettivamente è un pochino presto per dirlo!”
“brava!” le sussurrò Luna Lovegood che sedeva dietro
di lei. Ginny si voltò e le sorrise. “anche tu, comunque,
il professore è venuto a complimentarsi anche con te.”
“già. Sarà una dote di famiglia, anche mia madre
era molto ferrata con gli incantesimi.” Luna parve leggere sulla
faccia di Ginny l’espressione interrogativa nata all’uso di
quell’imperfetto. “è morta quando avevo nove anni.
Stava facendo degli esperimenti con alcuni incantesimi… ma
queste cose non sempre vanno bene.” Le spiegò.
“oh… mi dispiace… non volevo…”
tentò di scusarsi la rossa avvilita. “non ti preoccupare.
Non potevi saperlo.” Disse Luna. Uscita dall’aula di
incantesimi Ginny stava ancora con la ragazza fino a che non si
dovettero dividere. “io ho storia della magia. Devo andare al
secondo piano.” Disse Ginny, controllando sull’orario.
“io pozione nei sotterranei.” Disse Luna. “ci vediamo
a pranzo…”
“ok! A dopo!”
Ginny si era ritrovata senza i suoi compagni e cominciò a salire
da sola verso il secondo piano. “ginny! Ginny!” la
chiamò un ragazzo in fondo al corridoio che correva verso di
lei. “ ciao Lee!”
Il ragazzo la raggiunse. “ehi piccola! Congratulazioni per essere
dei nostri!” disse. “grazie mille! Mi aiuteresti a trovare
l’aula di storia della magia?”
“ma certo! Tanto devo andare là! L’aula di difesa
contro le arti oscure è da quelle parti…”
Camminarono chiacchierando allegramente. “allora come ti sembra
Hogwarts?” chiese Lee. “è fantastica! Mi trovo
benissimo!”
“sono contento! Ma certo alla fine è impossibile trovarsi
male qui…”
“infatti! Sono così contenta di poter usare finalmente la
magia…”
“anche se Fred e George mi hanno sempre detto che non ti sei mai
fatta problemi ad usare la magia anche senza bacchetta…”
“si ma non la controllavo. Con la bacchetta è tutta
un’altra cosa.”
“eh sì… allora siamo arrivati! Buona
lezione.” Disse Lee Jordan e se ne andò. Ginevra
entrò in classe e trovò i suoi compagni già
seduti. Vide Demelza seduta da sola. “posso mettermi vicino
a te?” chiese. “ ma certo…”
Storia della magia si rivelò particolarmente noiosa e ben presto
Ginny smise di prendere appunti e cominciò a chiacchierare con
Demelza. “non vedo l’ora di vedere la prima partita di
Quidditch.” Disse Ginny. “il quidditch?” chiese la
compagna. “ah già.. tu non puoi conoscerlo…
è il gioco più popolare del mondo dei maghi...”
disse Ginny. “ah.. come il calcio nel mondo babbano..”
disse Demelza. “ mah io non so cos’è il
calcio…” e partì in quarta con la spiegazione delle
varie regole del Quidditch. “sembra divertente!”
commentò Demelza. “io sono una patita di calcio! Magari
diventerò anche una patita di Quidditch!”
“dai ti insegnerò io!”
Continuarono a chiacchierare per tutta l’ora e Ginny seppe di
aver trovato in Demelza un’amica.
*
La sera Ginny era stanca: le lezioni si erano rivelate abbastanza
pesanti e già l’avevano riempita di compiti! Si mise con
Demelza, Miriam e Aisleen a lavorare su quelli più difficili e
capirono che loro quattro, insieme, formavano una squadra affiatata,
anche se Miriam pretendeva un po’ troppo di comandare le altre.
Ginny decise prima delle altre di andare su in dormitorio,
perché era particolarmente stanca. Salita su cominciò a
mettere in ordine le sue cose ma appena aprì il baule
trovò il diario di T.O. Riddle sopra il resto dei suoi effetti.
Lo tirò subito fuori: forse scrivere un po’
l’avrebbe aiutata a rilassarsi e poi le sarebbe piaciuto fermare
per sempre quel suo primo giorno di scuola. Si sdraiò sul letto,
aprì il diario, intinse la piuma nell’inchiostro e
cominciò a scrivere.
Caro diario, mi chiamo Ginevra
Weasley, ma tutti mi chiamano Ginny. Oggi è stato il mio primo
giorno ad Hogwarts…
Le parole brillarono per un attimo sul diario e poi sparirono. Ginny
fissò stupita la pagina sulla quale apparvero parole che lei non
aveva mai scritto.
Ciao Ginevra.
Posso chiamarti anche io Ginny?
Ginny era sbalordita. Un diario che parlava da solo?
All’improvviso le vennero in mente le parole di suo padre: non ti
fidare mai di niente che pensi da solo se non sai dove ha il cervello.
il diario stava formulando delle nuove parole.
Immagino che tu
non ti fidi di me. Ti capisco. Ma io vorrei semplicemente essere un tuo
amico. Mi chiamo Tom. E sono qui per ascoltarti. Non hai un segreto del
quale vorresti liberarti ma non puoi perché ancora non hai
trovato nessuno con cui confidarti?
Si.
Rispose Ginny, gettando alle ortiche tutti gli insegnamenti del
padre… in fondo quello era solo un diario…un innocuo
libricino… che male avrebbe mai potuto farle?
Allora parlamene
piccola Ginny… io sono qui per ascoltarti… apri il tuo
cuore…
E Ginny cominciò a scrivere fiumi di parole, liberandosi
di quel peso che portava dentro da troppo tempo, felice alle risposte
consolatorie di Tom, ai suoi consigli. Gli parlò del fatto che
portava abiti di seconda mano, che era l’ultima di sette
fratelli, del suo primo giorno ad Hogwarts, del ragazzo che le piaceva
e che non la guardava neanche.
Ora devo andare a dormire Tom. Domani
ho lezione.
Va bene
Ginny… buonanotte.
Buonanotte e grazie per avermi
ascoltata!
Mi ha fatto solo
piacere. A domani.
Ginny chiuse il diario e si accorse solo in quel momento che le sue
compagne di dormitorio erano già tutte rientrate e dormivano
profondamente. Chiuse la luce e si addormentò anche lei.
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Capitolo 7 *** parole di mezzanotte ***
cap 7 nvu
Parole di
mezzanotte
I mesi passarono e l’autunno arrivò veloce. Ginny era
felice ad Hogwarts: prendeva ottimi voti e aveva degli amici, cosa che
le accadeva per la prima volta nella sua vita, escludendo Lee Jordan.
Ma cosa più importante aveva delle amiche,ed era una
novità ancora più grande. In questo mese aveva imparato a
conoscere bene le sue compagne di dormitorio; Demelza era quella che
prediligeva tra tutte: l’alta ragazza dai capelli castani aveva
rivelato un carattere semplice e allegro che la rese subito amabile
agli occhi della piccola Weasley, e la sbadataggine che la
caratterizzava non faceva altro che rendere la ragazzina ancora
più simpatica a Ginny. Miriam rivelò subito un carattere
molto forte e determinato: la sua voce risuonava sempre nelle aule, il
suo sguardo fiero era in grado di tener testa al più severo dei
professori. Non lasciava mai un compito incompiuto e non sopportava
essere rimproverata o corretta. La piccola e taciturna Aisleen non
aveva dato modo a Ginny di conoscerla bene, ma era una ragazzina
gentile, cortese ma molto timida che ogni sera riempiva di parole il
suo diario e scriveva lettere lunghissime. Ginny era molto contenta
delle sue compagne e anche delle altre amicizie che stava riuscendo a
fare fuori dal dormitorio; come era prevedibile le era più
facile fare amicizia con i ragazzi che con le ragazze, ma era
soddisfatta delle amicizie che aveva trovato. A volte le mancavano i
suoi genitori, la sua cameretta, le sue matite colorate ma erano solo
rari momenti. Un’altra amicizia di cui era contenta era quella
con Tom, ma la teneva segreta a tutti: sapeva benissimo che chiunque
avrebbe considerato il suo confidente qualcosa di oscuro ma solo
perché non lo conoscevano. Ginny in lui aveva trovato solo un
ragazzo gentile. Le aveva cominciato a raccontare qualcosa anche lui:
aveva scoperto che aveva sedici anni e che anche lui era andato ad
Hogwarts, nella casa di serpeverde. Era stato un prefetto e un
caposcuola, uno studente modello.
io e te siamo
molto diversi.
Non credo che provenire da due case
opposte voglia dire che siamo così diversi. È solo che il
cappello parlante ha pensato che io mi sarei trovata meglio a
grifondoro e tu a serpeverde.
Si su questo hai
ragione. A volte sembri più matura della tua età.
Me lo dice pure mio fratello Bill.
Forse essere cresciuta con sei fratelli maggiori mi ha fatto maturare
più in fretta.
Ipotesi possibile.
Quindi tu hai una famiglia numerosa…
Già. E tu?
Io non ho
famiglia. O meglio: l’avevo. Mia madre è morta
partorendomi. Mio padre non l’ho mai conosciuto. Ha abbandonato
mia madre prima che nascessi, appena seppe che era una strega.
Che cosa triste.
Già. Ma
ormai mi sono abituato a questa idea. Ho vissuto tutti questi anni in
un orfanotrofio babbano. Sono stato così felice di essere ad
Hogwarts.
È la stessa storia di Harry,
l’amico di mio fratello che mi piace. Pure lui ha perso i
genitori da piccolo e ha vissuto con i babbani. Dice che è stata
una brutta esperienza.
Così i giorni passavano e Ginny faceva tutte le sere le ore
piccole per parlare con Tom. Si sentiva più serena ma
fisicamente era abbastanza stanca. Le era capitato già una volta
di addormentarsi a storia della magia e aveva paura che le succedesse
in lezioni più importanti e con professori più
intransigenti come pozioni o trasfigurazione.
Caro tom, sono così contenta di
avere un amico come te… nessuno mi ha mai ascoltata o capita
come fai tu.
Questo mi fa
piacere. Come va con Harry?
Non va. Come al solito non mi nota
neanche. Per lui sono solo la sorellina del suo migliore amico.
Però evito di pensarci. Mi sto concentrando molto sullo studio
ultimamente. Però cosa darei per poter piacere a lui.
Col tempo ti
noterà sicuramente. Sei una ragazzina brillante e intelligente,
sicuramente molto carina..
Quando c’è lui non riesco
ad essere me stessa, è questo il problema! Divento rossa e non
faccio altro che balbettare! E non sono neanche così
carina…
Io sono convinta
che tu lo sia. Se solo ti potessi vedere…
C’è un modo?
Forse
sì… ma è ancora troppo presto per dirlo. Continua
a parlarmi di te. Piano piano mi sto facendo un’idea di te grazie
alle tue parole, ai tuoi racconti.
Ci sono state le prove di volo per noi
del primo anno! A me non servivano a molto visto che già so
volare, nonostante i miei fratelli non mi hanno mai fatto giocare a
quidditch con loro…
E come hai
imparato?
Da quando avevo sette anni che rubo le
loro scope nel capanno. Ho imparato subito. Cosa darei per poter
giocare nella squadra di Grifondoro… con Harry. ma sono solo del
primo anno…e nella squadra non ci sono posti.
Harry gioca nella
squadra?
Sì è stato il cercatore
più giovane degli ultimi secoli, è stato ammesso
già dall’anno scorso per quanto è bravo…
Le sue compagne erano tutte emozionate per l’imminente Halloween,
si diceva anche che quell’anno la festa sarebbe stata meglio del
solito. Anche Ginny non vedeva l’ora di parteciparvi. Ma era
sempre più stanca e pallida. Notava che spesso aveva dei vuoti
di memoria ma riteneva che tutto ciò era dovuto alla sua
mancanza di sonno. Percy era molto preoccupato per lei tanto che la
costrinse a bere uno speciale decotto di madama Chips contro il
raffreddore che girava negli ultimi giorni. Ma lei non aveva il
raffreddore. Pensava spesso di dover diminuire le sue chiacchierate con
Tom ma lei non poteva farne a meno.
La sera di Halloween l’aria odorava di zucca al forno e di dolci
al cioccolato e vaniglia. Ginny disse alle sue compagne di scendere,
che lei le avrebbe raggiunte dopo. Si sedette sul letto e tirò
fuori il diario… voleva solo scrivere una cosetta veloce a Tom,
poi sarebbe scesa alla festa.
*
Ginevra aprì gli occhi. Si trovava nel bagno del secondo piano,
quello in cui nessuna ragazza andava per via degli insopportabili
lamenti di Mirtilla Malcontenta, il fantasma che abitava quel luogo.
Non si ricordava quando era andata lì, ma era una cosa che ormai
le succedeva abitualmente. Aveva le mani e la gonna tutti sporchi di
vernice, ma non sapeva come c’era finita: quand’era che
aveva usato della vernice? Cercò di pulire alla meglio la gonna
e le mani poi scappò verso il dormitorio e lì si
cambiò immediatamente con il pigiama.
Il giorno dopo scoprì che qualcuno aveva aggredito la gatta di
Gazza e aveva scritto su una parete un messaggio minaccioso, contro i
maghi non purosangue. Ginny era molto confusa e spaventata.
Raccontò a Tom quello che stava succedendo.
Non ti preoccupare
Ginny. Sarà un fanatico..
Tom io non mi ricordo dove ero.
Stavi parlando con
me. Non ti ricordi? Siamo stati insieme talmente tanto che sono
riuscito a vederti...
Davvero?
Già. Mi
piacciono i tuoi capelli rossi. Comunque è come ti dicevo: sei
veramente una ragazza carina.
Grazie mille.
Ora rilassati. Sei
solo stressata dalla scuola. Tutto qui. Capita quando si è al
primo anno. Ti fidi di me?
Certo Tom….
*
Tom, ora è stato aggredito
Colin e come al solito non so dove mi trovavo. Mi trovo attaccate piume
di gallo ai vestiti e non so come ci finiscano. Ho paura… Percy
dice che non sembro più io, che sono pallida…
Sei troppo agitata.
Tom io non so più cosa pensare!
Non riesco più neanche a ridere agli scherzi di Fred e
George…
Passerà…
questi attentati successero pure quando ero a scuola io. Dai tempo al
tempo. Il colpevole verrà catturato.
Dici Tom?
Ne sono sicuro.
Ora rilassati.
Va bene..
*
Ora pensano che sia Harry il colpevole
di tutto Tom! Io non so come fare! Io lo so che non è lui!
È troppo buono! In fondo ha sconfitto l’oscuro
signore…
Con oscuro signore
intendi Lord Voldemort vero?
Si… anche se nessuno osa
pronunciare il suo nome… Harry l’ha sconfitto quando era
solo un neonato.. quando Tu-sai-chi ha ucciso i suoi genitori!
Sconfitto da un
moccioso… e cos’ha di tanto speciale Harry per aver
sconfitto Lord Voldemort?
Io non lo so ma da quando si è
scoperto che parla il Serpentese…
Il Serpentese?
Come è possibile che un Grifondoro parli il Serpentese?
Tom, sinceramente non ne ho idea ma
ora tutti pensano che sia lui l’erede di serpeverde, quello che
attacca tutti…
Un Grifondoro non
può essere l’erede di Serpeverde… sono
stupidi…
Tom, erede di Serpeverde o no, ho
paura di essere io ad attaccare tutti!
Ginny scoppiò in lacrime. Non ne poteva più di quella
situazione. Era stanca, spaventata, confusa: in più ora
accusavano Harry, il suo Harry , per dei delitti che probabilmente era
stata lei a compiere. Era notte fonda, sicuramente la mezzanotte era
passata da un pezzo. Hogwarts non era più il luogo confortevole
che le era sembrato a Settembre: ora tutto le sembrava cupo, triste. E
a Natale non aveva neanche la possibilità di tornare a casa
perché i suoi andavano in Egitto da Bill. Si mise a letto fra le
lacrime e cadde subito nel solito sonno agitato che
l’accompagnava ormai da mesi.
angolo autrice
ok mi rendo conto di andare
un tantino veloce, infatti sto pubblicando un capitolo al giorno
praticamente, e in questo ho racchiuso metà de la camera dei
segreti... ma mi è uscito così, mi son o messa e non mi
sono resa neanche conto di quanto avevo scritto!! vi avverto che sulla
camera dei segreti farò al massimo altri due capitoli... poi si
passa al prigioniero di azkaban, anche se lì dovrò
inventare parecchio visto che Ginny non compare mai.... beh che dire...
spero che questo capitolo vi sia piaciuto! alla prossima
marty
|
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Capitolo 8 *** ribellione ***
cap 8 nvu vero
Ribellione
Erano arrivate le vacanze di Natale e Ginny era rimasta completamente
sola nel dormitorio. Ultimamente non c’erano stati più
tanti attentati ma Ginny non riusciva ad essere serena. Non riusciva
più a sorridere, e passava molto tempo chiusa nel bagno di
Mirtilla a piangere. “qui piango io non tu, ragazzina. Che hai da
piangere? Io sono morta qui dentro, quindi solo io posso
piangervi.” Era mirtilla che rivendicava il diritto di
proprietà sul suo bagno. “lasciami in pace.” Le
rispose Ginny, tirando su col naso. “non eri così
disperata quando sei venuta qui qualche settimana fa…”
disse il fantasma. “che cosa? Io non vengo mai qui…”
esclamò Ginny. “ci sei venuta qualche tempo fa. Ti ho
vista. Sei entrata e non mi hai neanche risposto quando ho detto di
andartene! Hai bofonchiato delle parole in una lingua strana e sei
sparita. Proprio lì, vicino a quel lavandino…”
Ginny era sbalordita. Ma quante cose faceva che non si ricordava? E
poi… lei parlare una lingua strana? Ma se non aveva mai
conosciuto altre lingue che la propria! Uscì di corsa dal bagno.
Non ci stava più capendo niente. All’improvviso
sentì dei rumori provenire da un’aula vuota. Si
affacciò, il cuore a mille e vide una scena che la lasciò
stupefatta e le fece spuntare il sorriso, per la prima volta dopo tanto
tempo: Percy si stava baciando con una ragazza…
Fece per andarsene quando il fratello la vide e si precipitò da
lei. “ ginny… ginny… mi fido di te… non
dirai a nessuno quello che hai visto vero?” chiese preoccupato.
“non ti preoccupare Perce, a dopo.” Disse la ragazzina e
andò nel suo dormitorio. Aveva un urgente bisogno di parlare con
Tom.
Raccontò al diario ciò che le aveva detto Mirtilla.
Ginny basta. Stai
diventando stressante. Non puoi essere tu l’erede di Serpeverde.
E invece si… mi trovo nei posti
più sospetti nei momenti degli attentati! Mi espelleranno lo
so… Harry non mi guarderà mai più in faccia quando
scoprirà che sono io a fare quelle cose terribili.
Cosa ci trovi di
speciale in quel ragazzo?
Lui è… sempre
così carino e gentile. Non farebbe mai del male a nessuno.
È un ragazzo straordinario.
È
semplicemente un debole. Non è niente di speciale.
Tu non lo conosci! Come fai a dirlo?
Quello?
L’erede di serpeverde? Non sarebbe neanche in grado di trovare la
camera… non so come si fa ad essere così ingenui.
Ma tu che ne sai?
Io so molto
più di quello che credi piccola Ginny.
Mi stai spaventando… chi sei
veramente?
Il tuo diario,
sciocchina. Colui col quale ti sei confidata per mesi…
Forse dovevo dare retta a mio
padre… mi sto riducendo ad uno straccio per stare appresso a
te… e ciò che mi stai dicendo mi sta confondendo Tom.
Sembra quasi che tu… conosca l’erede di serpeverde…
Per mesi ti sei
fidata di me…mi hai aperto il tuo cuore… mi hai
schiuso la tua anima…
Beh penso che non lo farò
più…
Ginny non puoi
smettere ormai… tu hai bisogno di me…
Penso proprio di no… posso
farne benissimo a meno… tu sai qualcosa che non mi vuoi
dire… forse sei tu che mi fai rubi la memoria!
Oh piccola
Ginny… a volte mi fai veramente divertire… ma non puoi
abbandonarmi… ormai sono parte di te…
E invece no! Addio.
Ginny chiuse con forza il diario. Lo prese e corse giù fino al
bagno di Mirtilla e lanciò il libricino in un water.
Scappò e si rinchiuse nella prima aula vuota che trovò,
tremando come una foglia. le ce volle tutta la forza che aveva in corpo
per trattenersi dalla tentazione di andar a riprendere il diario.
*
Passò Gennaio velocemente e arrivò subito Febbraio. Ginny
era stata molto male alla separazione con Tom ma lentamente stava
riemergendo da quell’oscuro tunnel in cui si era infilata. Non
c’erano più stati attentati e questo in parte la sollevava
ma dall’altra no: evitava di pensare che gli attentati erano
probabilmente attribuibili a Tom e quindi a lei.
La mattina di san Valentino trovò la sala grande piena di
cuoricini. Intercettò le facce disgustate di Miriam e Demelza,
ma lei non era tanto contraria all’idea di Allock: finalmente un
po’ di colore, un po’ di allegria. Ispirata dal rosa e i
cuoricini che la circondavano buttò giù in paio di rime,
senza farsi vedere dalle sue amiche. Segretamente chiamò uno dei
postini dell’amore e gli diede la sua poesia. Chissà se a
lui sarebbe piaciuta…
Occhi verdi di rospo in
salamoia…
Ginny era lì mentre il nano cantava a squarciagola la sua
poesia. Che orrore! Come aveva fatto a comporre un obbrobrio del
genere? Finito il supplizio voleva andarsene ma vide che, fra le cose
che ad Harry erano cadute dalla borsa, c’era anche lui, Tom.
Ginny lo guardò terrorizzata mentre Draco Malfoy lo prendeva in
mano; dovette trattenersi dal strapparglielo dalle mani. E se Harry
avesse scoperto come funzionava? E se Tom per dispetto gli avesse
raccontato tutti i suoi segreti? E magari anche le sue paure e i suoi
dubbi sull’identità dell’erede di serpeverde?
Harry si riprese il diario e Percy ordinò a tutti di rientrare
nella rispettive aule. Ginny usò tutte le sue forse per staccare
gli occhi dal diario e si avviò per entrare in classe. Ma appena
passò vicino a Malfoy lui le gridò dispettoso: “non
credo proprio che a Potter sia piaciuto il tuo san Valentino!”
ginny fece un grande sforzo per non voltarsi a rispondere ( se si
fosse voltata sarebbe corsa da Harry a strappargli il diario), si
coprì il viso con le mani e scappò in classe.
*
Dov’è,
dov’è? Ginny strappò le tende del letto a
baldacchino, lanciò il cuscino, guardò sotto le
coperte… strisciò sotto il letto, tirò fuori
ogni cassetto e svuotò tutto il loro contenuto. Dov’è? Frenetica,
aprì il baule e lanciò i libri, i vestiti. Tutto, doveva
esserci, doveva trovarlo, non poteva stare nelle mani sue, di
Harry… dov’è,
dov’è, dov’è? Il cuore le martellava
nel petto, risuonava forte come un tamburo, gli occhi impazziti,
arrossati, non aveva dormito quella notte… doveva
riaverlo… per forza. Il cuore le smise di battere. Trovato. Lo mise sotto la veste e
scappò via.
*
Tom non so come avevi fatto ad
arrivare nelle mani di Harry ma ora ti ho di nuovo io.
Ginny?
Si sono io. Avete parlato tu e Harry?
Si..
Ma… non gli hai parlato di me
vero?
No.. non ti
preoccupare…
Ah ok… quando ho visto il
diario nelle sue mani mi sono spaventata… avevo paura che tu gli
rivelassi tutti i miei segreti… pensavo di averti fatto
arrabbiare…
In effetti mi hai
fatto un po’ arrabbiare… ma se torniamo amici come
prima…
Tom io non voglio più fare
quelle cose terribili…
Ma tu non hai mai
fatto cose terribili… quello che fai è giusto…
No Tom… quelle cose non sono
giuste…
Tu sei una persona
buona Ginny… sei solo più forte di molti altri e sai che
ci sono alcune cose che devono essere fatte..
Io non farò quelle cose…
Ginny non hai
più il diritto di scelta… ormai io sono in te… non
puoi fuggire…
*
E ora
basta… i mezzosangue non mi interessano più… ora
che anche l’amica di Potter è stata attaccata basta
un’altra piccola cosa per finire la trappola… ed è
qui che entri in campo tu… sai cosa devi fare…
no…
è
interessante come ormai sono vicine le nostre menti… tu sai cosa
sto per dirti…
non lo farò, non lo
farò…
è inutile
dimenarti… ora va e fa ciò che devi fare… il tuo
sacrificio è fondamentale.
*
Ginny vedeva le sue mani scrivere sul muro, non poteva non farlo, non
aveva altra scelta… le lacrime le bagnavano le guance, ma i suoi
occhi erano vitrei. Scrisse il minaccioso messaggio sul muro, pensando
a come sarebbero rimasti i suo fratelli e i suoi genitori…
Ma non poteva fare niente ormai. Il suo corpo era di Tom, la sua anima
era di Tom.
Il barattolo di vernice le cadde di mano e con passo lento si diresse
verso il bagno di Mirtilla. Aprì il passaggio e scese
giù, col diario in mano, verso la Camera dei Segreti.
Posò il diario a terra, aperto e vide lui Tom, i suoi capelli
scuri, i suoi attraenti lineamenti saltare fuori dalle pagine del
libro. “vedi? Sei così carina..” le sussurrò
e poi lei non vide più niente, cadde nel buio e continuò
a cadere sempre più giù, più giù, in
un’oscurità dalla quale pensava che non sarebbe più
riemersa.
angolo
autrice
ed eccoci qui!! questo è un
capitolo che avevo già scritto da un pò di tempo e non ho
potuto fare a meno di pubblicarlo subito per condividere con voi uni
dei miei capitoli preferiti... ora.... la narrazione è un
pò veloce ma è una cosa voluta, prorprio per dare
l'effetto di anzia in cui viveva in quel periodo la nostra
protagonista... spero che vi piaccia, io lo trovo particolarmente
riuscito!
ci avviciniamo alla fine della camera
dei segreti e mi dispiace annunciarvi che con l'arrivo di mia sorella
non avrò più il pc tutto per me e quindi diventerò
più lenta ad aggiornare... ma magari mi sbrigo e pubblico tutto
insieme in questi giorni, vedremo...
alla prossima!
marty
ps grazie mille per le recenzioni! mi
fanno veramente piacere!!!!
|
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Capitolo 9 *** luce ***
cap 9 nvu
Luce
Aprì gli occhi. Si alzò dalla fredda pietra su cui si
trovava. Ginny si guardò intorno e vide lui, Harry, accanto a
lei. Guardò stupefatta la grossa sagoma del Basilisco, morto, e
Harry con le vesti insanguinate e il diario, che il ragazzo teneva in
mano. Sospirò profondamente e cominciò a piangere. Non
voleva piangere. Lei non piangeva mai. E negli ultimi mesi aveva pianto
più di quanto aveva mai fatto in tutta la sua vita. Ma doveva
parlargli. Doveva dirgli qualcosa. Ad Harry. Aveva bisogno, di
parlargli, di spiegargli che lei non era una persona cattiva, che
voleva che tutto questo non fosse successo, che era una stupida, solo
una ragazzina stupida che si era fatta manipolare da un essere
spregevole.
“Harry volevo dirtelo.. ma non potevo… sono stata io, Harry.. ma ti giuro che non
volevo… è stato Riddle.. non ce l’ho fatta a dirgli
di no… e…ma… come hai fatto ad uccidere
quel… quel coso? E… ora dov’è Riddle?
L’ultimo ricordo che ho è di lui che saltava fuori dal
diario…”
Si ricordava chiaramente quel momento… era disgustata da se
stessa….
“non ti preoccupare” disse Harry prendendo in mano il
diario e mostrandole un foro che aveva in mezzo. “ è
finito. Riddle non c’è più… vieni usciamo di
qui…”
Harry si alzò in piedi e l’aiutò ad alzarsi
tendendole la mano. “mi cacceranno da scuola…”
singhiozzò lei, una volta in piedi. “e pensare che non
vedevo l’ora di venirci… e che diranno mamma e
papà?” harry le passò un braccio intorno alle
spalle per consolarla. Ginny sussultò a quel contatto. Non
riusciva a capire come un ragazzo tanto buono potesse stare a contatto
con una ragazzina stupida, che aveva creato tanti problemi e aveva
fatto tante cose malvagie. Arrivarono da Ron e quando cercò di
abbracciarla lei lo tenne a distanza, non voleva vicino nessuno…
*
Tutti e quattro ( Ginny, Harry, Ron e il professor Allock che era
sceso con i ragazzi nella camera dei segreti) arrivarono davanti
all’ufficio di Silente. Ginny aveva smesso di piangere. Aveva
paura di ciò che le avrebbe fatto il professor Silente.
L’avrebbero espulsa? O sarebbe stata direttamente spedita ad
Azkaban, la prigione dei maghi? “Ginny!” si sentì
avvolta da due braccia forti, un corpo morbido premuto contro il suo.
Riconobbe subito dall’abbraccio, dall’odore, quello di sua
madre. Scoppiò nuovamente in lacrime e l’abbracciò
forte. Poi si ritrovò avvolta nelle braccia magre di suo padre.
“oh piccolina mia… come ci hai fatto
preoccupare…” disse cullandola fra le sue braccia.
Sentì Harry raccontare tutti gli avvenimenti accaduti in quei
mesi… notò che non aveva parlato neanche una volta di lei
o di Tom, ma sapeva che la verità sarebbe saltata fuori.
“quello che vorrei sapere… è come ha fatto
Voldemort ad incantare Ginny, quando mi risulta vive nascosto in
Albania…” suo padre era spaventato e sentì subito
Harry che spiegava, che raccontava…
Tom era voldemort? Si chiese
Ginny spaventata.
“io ho scritto per tutto l’anno i miei segreti sul suo
diario… e lui continuava a rispondermi… l’ho
trovato tra i miei libri, pensavo fosse solo un diario…”
Suo padre la rimproverò e Silente la mandò in infermeria,
con un sorriso. Ginny non riuscì a rispondergli ma gli
lanciò un’occhiata carica di gratitudine. Scese con sua
madre, si bevve una calda tazza di cioccolata e si distese sul letto,
stretta tra le braccia della madre. “la mia
bambina…” le mormorò baciandola sui capelli.
“non farmi stare più così in pensiero,
tesoro…”. La ragazzina si addormentò profondamente
e la madre non la lasciò, fino a che non si svegliò e non
rivide finalmente la luce.
*
“posso?” una voce gentile si avvicinava. Era Harry!
“v-vieni..” rispose ginny agitata, cerando di sistemarsi i
capelli alla meglio. Scostò le tendine e Harry entrò,
sorridendo e facendo arrossire la piccola Ginny, come se fosse stata
colpita da un raggio di sole. “allora, come stai?” chiese
lui, sedendosi sul letto. “bene ora grazie..”
balbettò lei. Erano venuti in molti a trovarla ma nessuno le
aveva fatto quell’effetto. “sai hanno risvegliato tutte le
vittime del basilisco… stanno tutti benissimo!” disse lui.
“davvero?” disse lei. Sentì gli occhi riempirsi di
lacrime: non riusciva a pensare a quegli eventi senza mettersi a
piangere. “oh, non metterti a piangere! Per favore… non
sono venuto qui per rattristarti…” disse Harry,
preoccupato. “non sei tu… non ti preoccupare…
è che è ancora difficile per me pensare a ciò che
ho fatto…”
“tu non hai fatto niente… voldemort ha ingannato tante di
quelle persone… non devi fartene una colpa! Pure io mi sono
fatto prendere in giro da lui! Non piangere però, per
favore… sei così carina quando sorridi..”
Ginny arrossì fino alla punta di capelli, ma non potette
trattenere un timido sorriso. “ecco, così mi piaci!”
disse Harry, sorridendo a sua volta. “io ero venuto per darti
questo… ora avrai un amico sincero sul quale annotare i tuoi
pensieri.” Disse e le porse un’agendina babbana, verde.
“grazie..” disse lei. “anche se ormai ho deciso che
è meglio parlare… ma quando mi verrà voglia di
scrivere… scriverò qui.” Disse sorridendo per la
prima volta dopo tanto tempo. Dopo poco Harry se ne andò e Ginny
aprì l’agendina che il ragazzo le aveva regalato: sarebbe
sempre stata il suo tesoro! Arrivò alla prima pagina e
trovò una dedica:
spero che questo possa essere un amico sincero per te, ma spero che
comincerai di più a confidarti con le persone. Ci sono tante
persone, come me, che non vedono l’ora di conoscerti meglio!
Spero in una tua pronta guarigione (
e in una nostra futura amicizia)
Tuo Harry
Ginny era molto felice. Finalmente era uscita da quel tunnel oscuro e
poteva vedere la luce. Decise di dedicare il suo tempo alle vere
amicizie e, magari, anche ad un rapporto più leggero con Harry.
Sapeva che ora le piaceva ancora più di prima ma voleva vivere
fuori dal suo guscio, e far vedere ad Harry chi era la ragazza allegra
e solare che era sempre stata.
angolo autrice
e così ho finito con la camera dei segreti... mi dispiace un
pò perchè è un libro che mi piace molto...
per fortuna sono riuscita a non farvi aspettare molto, penso di avervi
reso abbastanza felici...
ora grazie mille per le recenzioni anche se mi piacerebbe arrivare
almeno a venti.... però per ora mi accontento di quello che ho...
che dirvi? alla prossima!
marty
|
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Capitolo 10 *** piramidi e ragazze ***
cap nvu 10
Piramidi
e ragazze
Lo scirocco accarezzava il viso della piccola Ginny Weasley, i capelli
rossi che le volavano via, liberi, rivelando il volto abbronzato e
troppo maturo per una ragazzina di dodici anni. Gli occhi scuri,
intensi, scrutavano quel nuovo mondo che avevano davanti con
attenzione, quasi a fotografarne ogni minimo particolare. Era parso a
tutti incredibile quando loro padre, al ritorno dal lavoro, gli aveva
annunciato di aver vinto tanti soldi da poter andare tutti in Egitto,
da Bill. Purtroppo Charlie aveva declinato cortesemente l’invito,
per l’enorme mole di lavoro che aveva. Ma gli altri venivano
tutti e Bill era entusiasta. Ginny era molto felice di rivedere il
fratellone, che non vedeva quasi da due anni, ed era felice
dell’allegria del padre.
L’Egitto l’aveva conquistata da subito: il clima
caldo, così diverso da quello inglese, lo scirocco, i cammelli,
la sabbia, se n’era innamorata e non poteva far altro che
osservare tutto quasi desiderasse portar via con se un pezzo di
quella terra incantata. Erano pochi giorni che stavano lì ma
Ginevra Weasley non aveva mai amato così tanto un posto da non
poter smettere di osservarlo rapita. In quel momento si trovava
in balcone dell’appartamento che suo padre aveva affittato,
proprio sotto quello di Bill. Ginny guardò le piramidi in
lontananza e la distesa di sabbia che le riempiva la vista. Quanto le
sarebbe piaciuto vivere in un posto del genere, una terra di
mistero e bellezza da mozzare il fiato. “oi ginny che fai?”
era suo fratello Ron, venuto a riportarla alla realtà.
“niente..” rispose lei.
“io non ho niente da fare… fred e george si sono chiusi in
camera e non mi vogliono tra i piedi, idem percy che sta scrivendo alla
sua fidanzata Penelope…” ginny arrossì: era stata
lei a rivelare il segreto del fratello. “…mamma e
papà parlano di quel prigioniero evaso, Sirius Black…
posso stare un po’ con te?” ginny sorrise. Da quando erano
tornati da Hogwarts tutti i suoi familiari avevano capito di averla
lasciata troppo sola e tutti si erano dati un gran daffare per non
farla sentire così. Ginny aveva apprezzato questo interessamento
da parte dei fratelli e dei suoi genitori ma non voleva che nessuno si
sentisse costretto a stare con lei. Era normale che fosse un po’
più sola rispetto agli altri… le sarebbe tanto piaciuto
che almeno uno dei suoi fratelli fosse femmina, però era
contenta anche così. era la prima volta che desiderava una cosa
del genere, forse aveva ragione sua madre, stava proprio
crescendo…
“ma sì rimani Ron….” Disse al fratello. Ron,
soprattutto, si era sentito veramente in colpa per quello che le era
successo ad hogwarts, ed era diventato ancora più attaccato alla
sorellina. Chiacchierarono per un po’, poi rientrarono.
“è arrivato Bill!” li chiamò la madre,
sorridendo.
I due fratelli corsero incontro al fratello.
“ciao Bill!”
“ehi fratellone…”
”ehi piccoli!” disse Bill sorridendo. “oggi vi
farò conoscere Leila”
“leila?” chiese la signora Weasley. “e chi
sarebbe?”
“la mia ragazza” rispose lui semplicemente. “è
uno schianto. È appena tornata dall’india, ora è un
po’ stanca ma ci raggiungerà per cena” se ne
andò di sopra.
“non sapevo che Bill avesse una ragazza!” esclamò
Ginny.
“già,… nemmeno io tesoro, ma stasera ci informeremo
bene…” la signora Weasley sospirò. “ma
perché non si decide a tagliarsi i capelli, quel benedetto
ragazzo?”
“invece sta benissimo mamma, sei tu che sei proprio fuori
moda!” esclamò Ginny. “moda o no, ha i capelli
lunghi quanto te, Ginny, non sta bene, è un così bel
ragazzo…”
“a me piacciono.” Ribadì la ragazzina. Molly weasley
aveva fatto sempre storie per i capelli dei suoi ragazzi che tagliava
lei personalmente. Anche i capelli della sua unica figlia non dovevano
superare le spalle, ma quest’anno Ginevra aveva deciso di farsi
crescere i capelli e la mamma non aveva osato opporle resistenza: da
quando era tornata da Hogwarts sua madre era meno severa con lei e
ancora più attaccata, quasi temesse che qualcuno cercasse di
portare via la sua bambina un’altra volta.
*
“ginny, ron aiutatemi ad apparecchiare!” urlò
la signora Weasley dalla cucina. I ragazzi abbandonarono la loro
partita a scacchi magici (con gran sollievo di Ginny che stava subendo
una sconfitta clamorosa) e andarono ad aiutare loro madre.
“sei stata salvata da mamma, ma stavi per ricevere una delle
più grandi sconfitte della tua vita!” la canzonò
Ron, prendendo una pila di piatti.
“non è vero! Potevo ancora recuperare…” disse
Ginny, poco convinta delle sue parole, decisa a non dare
l’ennesima soddisfazione al fratello.
“maddai! Eri rimasta solo con un alfiere e tre pedoni e il re era
sotto scacco…”
“beh potevo recuperare comunque…”
“finitela voi due! Stasera abbiamo un ospite, non fatemi fare
brutte figure!” ringhiò la signora Weasley mentre
controllava i fornelli.
“ e l’ospite chi sarebbe?” chiese Fred, che stava
entrando in cucina, attirato dal profumo invitante delle pietanze.
“la nuova fidanzata di Bill” rispose Ron. “oddio ma
è una malattia? Troppe donne per i miei
gusti…” rispose Fred. “beh, almeno è una
novità!” rispose Ginny. “si ma in casa siamo solo
maschi e così dobbiamo rimanere!” disse il fratello
sogghignando.
“ti ricordo che io sono una ragazza.”
“ah… beh ragazza, paroloni… ragazzina forse…
ma comunque non conta…” disse lui.
“ginny sta diventando una donna sempre più in fretta,
Fred, guardala ha già il seno e fra poco avrà anche le
mestruazioni….” Disse la signora Weasley.
“mamma!” esclamò Ginny arrossendo furiosamente. Come
le veniva in mente di dire certe cose davanti ai suoi fratelli? Ma
quelle frasi avevano avuto un effetto sorprendente: Ron guardava
ostinatamente da un’altra parte e il ghigno dal volto di Fred si
era completamente cancellato e, per la prima volta, non sapeva proprio
cosa rispondere. “ok, questi discorsi da donne fateli tra voi non
mi interessano affatto…” rispose dopo una manciata di
secondi. “allora prendi i bicchieri e smettila di importunare tua
sorella” disse la signora Weasley, con un sorriso divertito.
Ginny era ancora rossa in volto e non disse una parola fino a che non
si mise a sedere tra suo padre e Ron, il quale evitava il suo sguardo
fingendosi molto interessato alle tende del soggiorno. “eccoci
qui…è permesso?” la voce gioviale di Bill distrasse
ginny dai suoi pensieri e la vista della ragazza che il fratello
abbracciava le fece completamente dimenticare il suo imbarazzo. Era
bellissima: era alta e snella, dalla carnagione olivastra che risaltava
al contatto del lino bianco del suo vestito. Lucenti capelli neri
tagliati corti e occhi grandi, scuri, allungati da un semplice gioco di
matita e resi ancor più seducenti dalle lunghe ciglia
completavano il ritratto di Leila. “questa è una
ragazza.” Sussurrò Fred ghignando, rivolto alla sorella.
Ginny rispose con un’occhiataccia e non rispose. In fondo aveva
ragione lui. Leila si sedette proprio tra Fred e Bill e quindi era
praticamente di fronte a Ginny che non poteva fare a meno di
osservarla: tutto in lei era femminile dai movimenti sinuosi dei polsi,
la risata cristallina, il modo in cui si ravviava i capelli. Parlava,
parlava molto e tutti i suoi discorsi erano straordinariamente
interessanti, almeno per Ginny: i suoi viaggi in terre lontane e
meravigliose, i tesori dei sultani che aveva portato alla Gringott, la
banca per la quale lavoravano sia lei che Bill, i voli sui tappeti
volanti… “e tu, che lavoro vorresti fare da grande?”
chiese la ragazza a Fred, col quale stava chiacchierando. “ah, io
e George non ci allontaneremo tanto come Bill e Charlie, apriremo un
negozio di scherzi a Diagon Alley…” rispose Fred.
“che cosa?” sibilò Molly furiosa. “lo hai
sentito.” Risposo George accigliato. “voi andrete al
ministero come vostro padre…” i gemelli stavano per
rispondere a tono ma Leila li interruppe rivolgendo una domanda a
Ginny. “e tu che vorresti fare?” le chiese sorridendo.
“ah lei me la terrò vicino, sicuramente.” Disse
molly, improvvisamente raddolcita, prima che Ginevra potesse aprire
bocca. “un lavoro che le permetterà di badare ai bambini.
Credo che la donna debba avere la propria indipendenza ma il primo
posto deve essere sempre la famiglia….”
“veramente a me piacerebbe viaggiare” disse Ginny a voce
alta, interrompendo la madre “sinceramente voglio prima vedere un
po’ il mondo e pensare dopo alla famiglia”
Leila sorrise. “un po’ come me insomma” disse. Ginny
annuì. Bill abbracciò la sua ragazza e la baciò
vicino ad un orecchio. “sono giovane e non voglio ancora mettere
le radici da nessuna parte. Oggi sto bene qui. Domani magari
vorrò andare in Cina o in Alaska. Sono troppo giovane per
pensare a figli e matrimonio. Prima voglio farmi una cultura, allargare
i miei orizzonti. Poi, un giorno, chissà, potrei volere un
bambino… ma non penso che accadrà prima dei
trent’anni!” disse la ragazza. “io non so quando
voglio sposarmi, ora ho solo dodici anni e non ci penso minimamente.
Però so solo che prima voglio vedere qualcos’altro che non
sia casa mia o Hogwarts…” disse Ginny rivolta alla madre
che guardava irritata Bill e Leila che si sbaciucchiavano. La signora
Weasley si alzò e cominciò a sparecchiare e non chiese a
nessuno di aiutarla tanto che i figli uscirono dalla stanza da sembrare
che si fossero smaterializzati. Ginny seguì di corsa i suoi
fratelli. Sapeva benissimo che quella sera avevano oltrepassato un
po’ i limiti con la mamma: fred e george che insistevano con
l’idea del negozio di scherzi, Bill che aveva una ragazza che
evidentemente la signora weasley non approvava e infine lei, la sua
unica figlia femmina che affermava di voler mettere avanti i
divertimenti e la carriera alla famiglia. Soprattutto per quanto
riguardava Ginny la madre doveva essere veramente sorpresa. Da quando
era piccola Ginny aveva ricevuto dalla madre tante bambole, peluches,
cucine giocattolo… ma lei non aveva mai dedicato tanto tempo a
questo tipo di giochi, preferendo volare con i fratelli o cacciare gli
gnomi del giardino con loro. La mamma si aspettava che ginny sarebbe
diventata esattamente come lei, ma Ginevra non aveva intenzione di
mettere al mondo sette figli o di sposarsi a diciannove anni…
“quella vive a casa con te?” la voce soave di sua madre
ruppe il silenzio della casa. “quella ha un nome.”
Ribadì Bill. “non siete sposati! E non avete intenzione di
farlo! Non sta bene lo sai!” esclamò la signora Weasley
indignata. “molly, sono giovani e i tempi sono
cambiati…” disse la voce stanca del signor Weasley. Ginny
se ne andò in camera sua… dove trovò Leila, seduta
sul suo letto. “ciao” le disse, sorridendo. “posso
rimanere un po’ qui?” ginny annuì. “sai non
credo di stare tanto simpatica a tua madre” disse Leila.
“no… è solo perché non approva che tu stai
con Bill. A lei non piacciono mai le fidanzate di Bill.” Rispose
Ginny. “e tu, che sei così carina, il fidanzato ce
l’hai?” ginny arrossì e scosse la testa. “beh
sei ancora piccola in effetti…” disse Leila.
“sì lo so e se non mi sbrigo a crescere non mi
noterà mai.” Le parole le sfuggirono di bocca senza che si
rendesse conto di pronunciarle. “ah quindi un ragazzo
c’è…” mormorò Leila sorridendo.
Ginevra si sedette sul letto. “sì
c’è.”disse. “è il migliore amico di mio
fratello. Ma per lui non esisto. Sono solo una bambina, la sorellina di
Ron. E basta. Se fossi più grande magari mi
noterebbe…” non sapeva perché si stava confidando
con una perfetta estranea. Leila le accarezzò le guance.
“la crescita verrà così rapidamente che nemmeno ti
accorgerai del cambiamento…” disse Leila “…ma
un giorno ti guarderai allo specchio e penserai con malinconia a quando
non aspettavi altro che quel momento. E magari avresti voluto goderti
di più i tuoi dodici anni, il momento in cui non sei più
una bambina ma neanche una donna. Quando ti vuoi allontanare
dall’infanzia ma il mondo degli adulti è così
distante da spaventarti.” Leila si alzò. “è
meglio che io vada da tuo fratello. Ha litigato abbastanza per
oggi.” Si sistemò l’abito leggero e lanciò
un’occhiata veloce alla suo riflesso nello specchio ovale appeso
al muro. “e non pensare troppo alle mie parole Ginny. Vivi la tua
vita come ti senti, ma sorridi e goditi ogni giorno, senza mai
nasconderti e avere paura. Solo così crescerai e diventarai
abbastanza forte da affrontare il mondo e per far conoscere a lui la
meravigliosa donna che sei, la donna della quale lui si
innamorerà…la donna che Fred e gli altri tuoi fratelli
guarderanno come un fiore raro, che deve rimanere nascosto agli
sguardi…”
Leila uscì. Ginny la seguì fuori e andò dai suoi
fratelli: una bella partita a sparaschiocco l’avrebbero distratta
da quei discorsi più grandi di lei, che l’indomani si
sarebbe scordata, ma ai quali avrebbe ripensato dopo qualche anno, dopo
litigate furiose o prima di un ballo.
*
“sei così bella tesoro… diventerai una ragazza
bellissima…” disse Molly alla figlia che provava
l’ennesimo vestito. “in questi mesi sei cresciuta
così tanto…”
“andiamo anche al negozio qui di fronte… ho visto delle
magliette fatte apposta per te… ora che abbiamo un po’ di
denaro, dobbiamo approfittarne, no?”
Ginny guardava abiti, provava gonne, tastava stoffe… era tutto
così strano… lei e sua madre, da sole a fare
compere… ritornavano la sera sfinite cariche di buste, per poi
ricominciare il giorno dopo…
“beh è ora che ti compri un reggiseno
tesoro…” disse la madre osservando quei primi accenni di
curve che si intravedevano dai vestiti. “ok…”
Altre buste, altri acquisti…
Un altro mondo…
Il mondo delle donne, della femminilità, di Leila.
*
“mamma?”
“sì, tesoro?”
“credo di aver bisogno di assorbenti…”
Abbraccio tra madre e figlia, in quella casa di soli uomini, in cui
niente era un segreto se non la loro femminilità, sussurri tra
donne, bisbigli intercettati solo a metà, intuiti, incompresi.
Un mazzolino di fiori e un sorriso da suo padre, partecipe nel suo
segreto che non poteva conoscere ma che comprendeva benissimo. Sorrisi
imbarazzati anche dai fratelli, e lei con lo sguardo alto, il sorriso
sicuro…
Forse diventare una donna era proprio questo… avere uno sguardo
fiero, camminare a testa alta, essere orgogliose della propria
femminilità e consapevoli di essa.
angolo autrice
e questa volta mi sono fatta un
pochino aspettare... ma sono rimtornata solo adesso a roma...e riparto
dopodomani... forse riuscirò a pubblicare un altro capitolo
oltre questo ma la vedo difficile... ora...torniamo alla storia...
questo capitolo è un pò
strano in effetti... è qualcosa che mi è uscito
così spontaneo... ho cercato di rendere al meglio questo grande
passo che anche Ginny ha dovuto compiere.. e in una casa tutta al
maschile come la sua crescere deve essere un pò difficile. non
so dire se questo capitolo abbia avuto l'effetto sperato ma
lascerò giudicare voi... recensite numerosi!
marty
|
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Capitolo 11 *** diagon alley ***
cap 11
Diagon
alley
Le vacanze estive erano ormai agli sgoccioli e la famiglia Weasley
era tornata da qualche giorno dalla vacanza in Egitto. Dal gruzzolo
vinto alla lotteria era avanzata una cospicua sommetta che la
famigliola aveva deciso di investire negli acquisti scolastici dei
ragazzi. Ron aveva bisogno di una bacchetta nuova che la sua
l’aveva rotta l’anno prima, Fred aveva un piccolo foro nel
calderone che si stava allargando in modo considerevole, Ginny era
cresciuta tanto da aver bisogno di divise nuove... beh sì,
avevano un po’ di compere da fare!
“allora ho preso qualche stanza al Paiolo Magico… staremo
a Diagon Alley per qualche giorno e da lì partiremo direttamente
per Hogwarts…” disse il signor Weasley tornando dal lavoro.
“ti hanno dato le ferie, Arthur caro?” chiese la signora
Weasley. Il signor Weasley annuì. “è per quella
cosa…?” sussurrò la signora Weasley ma le sue
parole furono subito udite da Ron. “quale cosa?” chiese.
“Niente, niente…” farfugliò la signora
Weasley. “hai sentito che anche Harry è a Diagon
Alley?” disse il signor Weasley interrompendo Ron che stava
riaprendo bocca. “davvero?” chiese Ron interessato.
“che ci fa lì, non dovrebbe essere con gli zii?”
chiese Ginny, che era lì con Ron a fare l’ennesima partita
a scacchi. “pare che abbia gonfiato una zia e sia
scappato…” disse Arthur improvvisamente serio. I ragazzi
scoppiarono a ridere. “gonfiare una zia? Harry è sempre il
meglio…”
“dovremmo copiargli l’idea con zia muriel…”
“beh, azzardatevi a fare una cosa del genere e non avrete neanche
il modo di scappare di casa…” disse Molly con voce
minacciosa. Ginny e Ron smisero di ridere.
*
“perché sempre io in camera con Perce? E da quando
è diventato caposcuola è ancora più
fastidioso!” Ron non aveva fatto altro che lamentarsi da quando
erano arrivati al Paiolo Magico e infondo Ginny non gli dava tutti i
torti: dividere la stanza con percy doveva essere insopportabile. Ma
purtroppo per Ron era inevitabile: Fred e George erano inseparabili e
lei era una femmina; purtroppo rimaneva solo lui. “ehi Ron!
Ron!” una ragazza dai capelli crespi e la carnagione molto
abbronzata correva verso di loro. “Hermione!”
esclamò Ron andandole incontro. “oh sono così
contenta di vederti! Ciao Ginny!” disse Hermione e li
abbracciò tutti e due. “siete cresciuti tantissimo! Tu
sarai almeno dieci centimetri più alto…” disse
Hermione. “grazie…” disse Ron arrossendo in zona
orecchie. Ginny ridacchiò dell’imbarazzo del fratello.
“ti sei divertita in Francia?” chiese Ginny
all’amica. “oh sì la Francia è così
interessante, ho trovato un molte notizie utili soprattutto per storia
della magia, tanto che ho dovuto riscrivere tutto il tema sui roghi
delle streghe del quattordicesimo secolo…”
“ok, in realtà Ginny ti aveva chiesto se ti eri divertita
ma ovviamente tu non sai neanche cosa significa questa
parola…”disse Ron interrompendola. Hermione sorrise.
“oh Hermione che bello sei pure tu qui?” disse la signora
Weasley avvicinandosi ai ragazzi. “vedo che ci sono pure i
tuoi… già Arthur li ha già adocchiati…
spero non mi faccia fare brutta figura…” sospirò.
“se ti vuoi fermare con noi fino alla partenza puoi dividere la
stanza con Ginny… tanto ce ne hanno data una doppia!”
“ah.. ok… grazie mille signora Weasley.”
Ringraziò Hermione.
“di niente cara… vado a salutare i tuoi
genitori…” la signora Weasley si allontanò e
raggiunse il marito. “hai saputo di Harry?” chiese Ron ad
Hermione. Lei scosse la testa e Ron e Ginny cominciarono a raccontarle
ciò che aveva detto il padre. Ma la reazione della ragazza non
fu la stessa dei due Weasley, che ancora ridevano a crepapelle.
“mi meraviglio che non lo abbiano espulso.” Disse
Hermione guardando i due fratelli con un cipiglio severo.
“probabilmente perché è harry, no?” disse
Ginny. “sì, Caramell ha un’ammirazione per quel
ragazzo…” disse Ron. Ginny sorrise. Aveva evitato di
pensare che Harry era lì e che lo avrebbe incontrato
sicuramente. Non sapeva come guardarlo dopo che l’anno prima il
ragazzo le aveva salvato la vita. “ginny che ne dici di
accompagnarmi nella tua stanza? Così sistemo le mie
cose…” disse Hermione. “certo non ho ancora il baule
ma in tanto sistemo ciò che ho.” Ginny
l’aiutò a portare alcuni pacchetti e si sistemarono nella
piccola stanza. “come ti sei fatta carina! Stai bene con i
capelli più lunghi!” disse Hermione. “grazie
mille…” disse lei. Si stava un po’ scocciando di
tutti i complimenti che riceveva: come sei cresciuta, come sei
carina… sembrava che parlassero con una bambina di sette anni
appena uscita dal parrucchiere. “grazie…” disse lei.
“lo so che vorresti sentirtelo dire da qualcun altro, ma
purtroppo Harry non è un tipo tanto sveglio se si tratta di
ragazze…” disse hermione mentre si sistemava i capelli
allo specchio. “cosa?” esclamò Ginny. Come faceva a
saperlo?
“non sono cieca si vede lontano un miglio che Harry ti piace. E
poi comunque Ron mi ha raccontato dell’anno scorso.”
Quell’impiccione, pensò Ginny furiosa. “poi ti ho
conosciuta l’anno scorso: quando sei con me o con i tuoi fratelli
o con gli altri tuoi amici, non sei timida: sei allegra e non smetti
mai di parlare. Quando c’è Harry ti
trasformi…” disse Hermione guardandola negli occhi.
“già…non so come fare…”
“devi cercare di essere più te stessa.. non solo per farti
notare da lui… non è colpa tua che sia così,
è anche lui che… beh… non è così
sveglio…” disse Hermione “lo devi fare per te, per
vivere più serenamente…” ginny annuì.
“ci proverò. Ma non è così facile.”
Disse Ginny. “lo so…” disse Hermione con un sorriso
comprensivo.
*
Quella mattina Ginevra lasciò soli Hermione e Ron e
andò con sua madre, i gemelli e Percy a fare compere. Al ritorno
al paiolo magico, però, ebbe una sorpresa. Con Ron ed Hermione
c’era Harry. “ciao” bofonchiò timidamente
arrossendo peggio del solito, evitando lo sguardo del ragazzo e di
Hermione che sicuramente la guardava male. Harry andò a salutare
gli altri suoi fratelli ed Hermione prese la ragazza sottobraccio.
“impegnati un po’ di più” le disse. “non
ci riesco! È più forte di me!” sussurrò la
rossa. Hermione le accarezzò i capelli. “ne abbiamo di
tempo, tanto…” disse sorridendo all’amica.
La sera le due ragazze si ritirarono presto e chiacchierarono per ore
interminabili. Ginny era contenta di essersi aperta finalmente con
qualcuno, con una vera amica, non come Tom…
“forse è un bene che ad Hogwarts vi frequentiate
poco” disse Hermione. “almeno ti puoi distrarre e vivere la
tua vita”
“infatti… poi quest’anno sarà
senz’altro più piacevole dello scorso…” disse
Ginny improvvisamente imbarazzata: era colpa sua che Hermione aveva
passato le ultime settimane di scuola pietrificata in infermeria.
“senti Hermione io volevo…” cominciò ma la
ragazza la interruppe.
“non una parola Ginny. Non una parola sull’anno scorso. Non
è stata colpa tua. Non eri in te.”
Ginny tacque. Hermione la guardò sorridendo. “l’anno
scorso è l’anno scorso. Ora non ci sono più diari
stregati o cose del genere. Ora sei tu, sei Ginny Weasley. E lo
mostrerai a tutti… anche ad Harry.” ginny sorrise: era
veramente riconoscente ad Hermione, la faceva stare bene e le faceva
vedere sotto un’altra luce i suoi problemi, nei quali
l’anno scorso era sprofondata parlandone con Tom e lasciando che
lui se ne nutrisse; finalmente non li vedeva più come ostacoli
insormontabili… erano sempre ostacoli ma con la spintarella di
una persona come Hermione era convinta che superarli sarebbe stato
più semplice.
angolo
autrice
cortino questo
capitolo, ma in realtà non avevo molta ispirazione...spero non
sia troppo deludente... sono appena tornata da londra e sono veramente
stanca solo che ci tenevo a finire questo capitolo, lasciato in sospeso
prima di partire!! spero vi piaccia! mi farò viva il più
in fretta possibile con il prossimo capitolo!!! saluti a tutti,
marty
|
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Capitolo 12 *** incubi ***
cap 13 nvu
Incubi
“vai via, Ginny!”
“carino da parte tua!”
Ginny si voltò e lasciò solo il trio. Harry doveva
parlare in privato, ma guarda un
po’…
Era il primo settembre e finalmente stavano sull’espresso di
Hogwarts e Ginny era stata esclusa come sempre dal trio formato da suo
fratello, Hermione ed Harry. però forse era meglio così:
d'altronde aveva concordato con Hermione che quell’anno sarebbe
dovuta stare un po’ lontana dai suoi fratelli ed Harry e
dedicarsi di più alla sua vita e ai suoi compagni di corso, e
Ginny aveva intenzione di iniziare da subito, fiera e combattiva come
era sempre stata. Cercò tra gli scompartimenti le sue compagne
di corso, Demelza, Miriam ed Aisleen, ma fu quest’ultima a
trovarla. “ciao Ginny! Ti stavo cercando!” disse la timida
Aisleen con un sorriso, giocarellando con una delle sue lunghe trecce
nere. La condusse verso il loro scompartimento, dove già da
lontano si sentiva la potente voce di Miriam. Nello scompartimento,
infatti, c’era lei in compagnia di Demelza, Colin Canon e John
Evans, un loro compagno di corso. “ginny!!” Miriam le
piombò addosso, abbracciandola e baciandola sulle guance.
“com’è bello vederti tesoro! Finalmente un po’
di colorito! Dove sei stata in vacanza?”
“in Egitto…” rispose ginny mentre salutava Demelza e
gli altri ragazzi. Si sedette tra Colin e Demelza, mentre Miriam, a
gran voce come sempre raccontava tutto ciò che aveva fatto nelle
sue vacanza, senza pensare minimamente che i dettagli della sua estate
non interessassero a tutti. “dov’è Anthony?”
chiese Ginny notando l’unica persona del suo corso che mancava
all’appello. “è con la sua ragazza” rispose
Miriam sogghignando. “e chi è?” chiese Demelza
incuriosita. “Grace Evans!” rispose Miriam lanciando
un’occhiata divertita a John. “e chi sarebbe?” chiese
Aisleen. “è la sorella gemella di John. È a
Tassorosso.” Rispose Colin. “non stanno insieme.”
Precisò subito John “sono solo amici! Io e Grace
conosciamo Anthony da una vita…”
“secondo me si piacciono, anzi, sono convinta che a lui piaccia
lei, si vede lontano un miglio!” disse Miriam, maligna.
“finiscila Mi’” disse John pacifico. “non puoi
sapere sempre tutto. Fidati che è come dico io. Ad Anthony non
interessa minimamente mia sorella.” Miriam si sedette. “ se
lo dici tu…” aggiunse lei maliziosa, ma John non le
rispose e si chiuse lì la conversazione.
“si può?” da tempo le ordinate campagne si erano
trasformate in scure montagne e il tempo si era fatto più
burrascoso che mai, quando Luna Lovegood si affacciò allo
scompartimento dei sei Grifondoro. “ciao Luna!” la
salutò allegramente Ginny. Gli altri la guardarono con uno
sguardo perplesso, tranne Colin che la salutò timidamente con
una mano. “ragazzi, lei è una mia amica Luna
Lovegood…” la presentò Ginny. Un risolino
spuntò dalle labbra di Miriam. “Lunatica Lovegood, vorrai
dire…” disse, accennando agli orecchini a forma di
ravanello che le pendevano dai lobi. “veramente si chiama Luna.
Pensavo fossi informata su tutto.” Le rispose freddamente Ginny.
Si rivolse alla corvonero, che guardava dal finestrino con aria
sognante. “se vuoi ti puoi rimanere qui con noi Luna.
C’è posto.”
“oh non ti preoccupare Ginny. Non penso di stare simpatica alla
tua amica.” Disse Luna. “ma comunque non avevo intenzione
di fermarmi, ero solo venuta a controllare che in questo scompartimento
non ci fossero Nargilli. Ci vediamo a scuola.” Luna uscì,
chiudendo delicatamente lo sportello. Ginny si voltò verso
Miriam, furiosa. “dovevi proprio trattarla così? e
cos’è questa storia? Perché l’hai chiamata
lunatica?” sbottò contro la compagna.
“maddai!” esclamò, sgranando i grandi occhi
nocciola. “quella ragazza ha qualche rotella fuori posto! Ma non
l’hai sentita cosa diceva a proposito di quei cosi… i
Nargilli? E quei cosi che portava alle orecchie? Tutti a scuola la
chiamano così…”
“beh, tutti non sono io!” esclamò Ginny. “ e
si da il caso che Luna sia mia amica, e quando le chiedo di stare con
noi non voglio che venga trattata in questo modo! Chiaro?”
“io non ci posso fare niente se quella è strana!”
rispose Miriam. “non è strana! Cerca di conoscerle le
persone prima di giudicarle!” disse Ginny. Il silenzio era
piombato nel corridoio. Ginny si alzò dal sedile. “vado a
prendere un po’ d’aria.” Borbottò e
uscì dallo scompartimento. quando fa così, Miriam non la
sopporto proprio pensò Ginny mentre si dirigeva verso lo
scompartimento di Ron e gli altri. Camminava già da un po’
(fred le aveva detto che i tre erano nell’ultimo vagone) quando
si accorse che il treno cominciava a rallentare. Non
è possibile che ci siamo già, pensò
la ragazza, cercando di vedere fuori da un finestrino, ma era talmente
buio che non riuscì a vedere nulla. Continuò a camminare
quando il treno si arrestò con un tremendo scossone che la fece
cadere in avanti e si spensero tutte le luci. Ginevra si rialzò:
il treno era nella più completa oscurità. Cercò a
tentoni di andare avanti, seguendo delle voci che le parevano quelle
dei suoi amici, qualche metro più in là. Trovò lo
sportello ma non fece in tempo ad avvicinarsi alla maniglia che con uno
stridio si era già aperto e una sagoma scura le piombò
addosso, facendola cadere di nuovo e strillare. La sagoma che le era
venuta addosso strillò a sua volta.
“chi è là?” chiese l’altra persona.
“chi sei tu?”
chiese Ginny di rimando, rialzarsi.
“Ginny?” chiese la sagoma davanti a lei.
“Hermione?” chiese La ragazza dubbiosa, riconoscendo la
voce dell’amica.
“cosa fai?”
“stavo cercando Ron…” rispose lei.
“entra e siediti…” disse Hermione e Ginny vide la
sua sagoma scansarsi per lasciarla passare. Ginny entrò e si
cercò di sedere nel primo posto utile.
“non qui!”disse la voce di Harry. “qui ci sono
io!” Ginny si rialzò di scatto e intruppò in
un’altra persona. “ahia!” gemette la voce di Neville
Paciock. “silenzio!” era una voce roca, spuntata
all’improvviso, che fece azzittire tutti. ginny si fiondò
nel primo angolino che le parve vuoto. Sentì qualcuno muoversi
in un angolo. Ad un certo punto una luce tremolante illuminò lo
scompartimento e Ginny vide il volto segnato di un uomo adulto, dagli
occhi guardinghi. “restate dove siete.” Gli ordinò.
Ma si sentì la porta che, lentamente, troppo lentamente,
cominciava ad aprirsi. Ginny fissò spaventata il punto in cui la
porta si era aperta e dovette reprimere un urlo: una figura alta fino
al soffitto, avvolta interamente in un mantello nero, si faceva spazio
e si avvicinava… una mano putrida spuntò dal mantello e
Ginny credette di svenire per il disgusto. Ma la creatura la
ritirò immediatamente e Ginny riprese a respirare. Il sollievo
non durò per molto… il gelo la circondava, il ghiaccio le
riempiva i polmoni… non respirava, non sarebbe mai più
riuscita a respirare, a sentire la gioia e il sollievo che dava
l’aria quando attraversava i polmoni… il freddo arrivava
fino al suo cuore che, caldo, pompava il sangue il più in fretta
possibile, per riscaldarla, per non dare al gelo la possibilità
di vincere il fuoco…
E lei vedeva lui, vedeva Tom, non c’era più Harry seduto
di fronte, c’era lui, che rideva, con quel suo ghigno perverso,
che la osservava soffrire…
…sei
mia… sei la schiava di Lord Voldemort…
Ma l’immagine di Riddle spariva, e riappariva Harry, il suo
Harry, e lei si avvinghiò alla sua immagine più forte che
mai, per salvarsi, per non affogare…
Ed era lì, rannicchiata sul sedile, tremante come una foglia,
gli occhi sbarrati dalla paura. Si guardò intorno: le luci erano
riaccese, la creatura era sparita, faceva di nuovo caldo e l’aria
entrava ancora meravigliosamente nei polmoni…
Hermione l’abbracciò; se ne rese conto dopo che anche
Harry era stato male, era sul pavimento, sudava freddo, come lei…
Sentì la mano di Hermione che l’accarezzava e si
sentì sollevata… sapeva che Hermione aveva capito cosa
aveva visto…
*
la sala grande era più confortevole del solito. Ginny
guardò le luci, le candele e Silente, il Preside, e
istintivamente si sentì protetta. Un braccio passò sotto
il suo.
“ginny…”le sussurrò Miriam. “scusami
per prima. A volte posso essere veramente una vipera. Amiche come
prima?”
Ginny annuì. “però non chiamare più
così Luna.”
“ci proverò…” le sorrise Miriam. “vieni
a sederti vicino a me per favore, così mi racconti un po’
dell’egitto…”
Ginny si sedette sulla panca, tra i suoi compagni, sollevata e felice.
Scacciò dalla mente i brutti i ricordi. Voglio vivere solo al
presente, si disse. Guardò verso Harry che parlottava fitto
fitto con Ron ed Hermione. Si, doveva seguire il consiglio di Hermione,
stare con i suoi compagni, dimenticare Tom e tutto l’anno scorso,
allontanarsi da Harry. prese in mano la sua bacchetta e ricordò
le parole di Olivander:
“cuore di
piuma di fenice. Le fenici hanno il potere di rinascere dalle proprie
ceneri, e di curare i dolori altrui con le proprie lacrime… e
legno di quercia: forte e maestosa…”
E lei così sarebbe stata, come la sua bacchetta, vigorosa,
maestosa e sarebbe rinata, più bella e forte che mai, dalle sue
ceneri, dal suo passato.
angolo
autrice
oh, come cresce la piccola Ginny...
io l'ho sempre vista così: più matura della sua
età, coraggiosa e forte... finalmente ha preso la strada giusta,
quella che l'aiuterà ad allontanarsi da Harry... facendo
così in modo che lui si accorga di lei, e della persona
meravigliosa che è... la storia più vecchia del mondo...
ma quanto è difficile fare il passo che Ginny sta tentando di
fare! ci metterà un pò, ma piano piano riuscirà a
farlo e prenderà la strada giusta, senza smarrirsi...
ci sentiamo presto... ho un pò
di capitoli nel pc...
ciaoooo!
marty
|
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Capitolo 13 *** notte nella sala grande ***
cap 13 nvu
Notte
nella sala grande
Fu un anno felice per Ginny, nonostante l’evasione di un
criminale pazzo, e tutte le restrizioni che questa situazione causava,
lei non poteva fare a meno di essere allegra: prendeva ottimi voti, si
era creata un bel gruppo di amicizie e si divertiva da morire.
“è con questo sorriso che ti voglio vedere,Weasley!”
le disse un giorno Lee Jordan, incrociandola nel corridoio. Ginny gli
rispose con un sorriso radioso: finalmente viveva Hogwarts come aveva
sempre immaginato di vivere, come ogni ragazzino aveva sempre vissuto.
La mattina frequentava le lezioni, poi faceva i compiti con i
suoi compagni, in sala comune, e trascorreva il tempo libero con loro,
giocando a Spara Schiocco, passeggiando nel parco o chiacchierando
davanti al fuoco.
“ragazze secondo me Grace e Anthony si metteranno insieme!”
esclamò Miriam mentre le quattro amiche sedevano davanti al
camino. “ci risiamo con questa storia!” disse Demelza
alzando gli occhi al cielo e chiudendo il suo libro sul Quidditch.
“lo sapete che ho occhio per queste cose!” disse Miriam.
“secondo me sono solo amici… ti fai troppo
film…” disse Ginny prendendo in mano il libro di Demelza e
cominciando a sfogliarlo. Miriam lanciò al libro
un’occhiata di disapprovazione “uffa, voi due sempre con
quel Quidditch! Poi non è che vi interessate per i giocatori ma
per il gioco…” disse. “perché non provate ad
iscrivervi nella squadra? Se vi piace tanto…” disse
Aisleen, sollevando lo sguardo dalla lettera che stava scrivendo.
“è che la squadra è al completo ed è
talmente forte che non ha bisogno di gente in panchina.” Rispose
Ginny. Quanto le sarebbe piaciuto giocare…
“ragazze vi ho scattato una foto!” disse Colin da lontano.
“come è venuta? Non sono venuta grassa vero?” disse
Miriam. “no, no, siete venute tutte benissimo!”
esclamò Colin. “domani ve la porto, ok?”
“grazie mille Colin.” Disse Ginny con un sorriso. Si
guardò intorno: Fred e George erano circondati da una folla di
gente chiassosa, Hermione e Ron battibeccavano come al solito, forse
per via del gatto della ragazza che dava la caccia a Crosta, il topo di
Ron, e Harry giaceva semiaddormentato sulla poltrona in mezzo ai due
amici. Ginny lo guardò con un sorriso dolce… ma poi si
ricordò della promessa fatta ad Hermione e si rivoltò
verso le sue amiche.
*
Ginny stava salendo le scale, diretta al suo dormitorio, quando
notò la folla di persone che ostruiva il passaggio. “che
cosa succede?” chiese Ginny a Ron, Harry ed Hermione, che si
trovavano lì vicino. Nessuno di loro seppe darle una risposta e
Ginny si voltò in direzione di Percy, che faceva cenno agli
altri di spostarsi e di far passare Albus Silente, appena
arrivato. Ginevra provò a sollevarsi in punta dei piedi per
avere una visuale migliore, ma poi decise di sfruttare la sua piccola
figura per intrufolarsi tra gli altri. La ragazza si trovò
davanti ad una strana immagine, il ritratto della signora grassa
lacerato e privo della sua abitante. Venne subito sbalzata dietro dai
professori e un gruppo di studenti più grandi curiosi.
“tutti nella sala grande! I caposcuola si occupino di portare
giù tutti gli studenti della propria casa…”
sentì tuonare il preside. Percy cominciò a chiamare a
gran voce i ragazzi. “seguitemi! Tutti dietro di me non
perdetevi…”. Ginny cercò di sgattaiolare ma venne
subito fermata. “ginny dove vai?” era percy che
l’aveva presa per un braccio. “stavo cercando le mie
amiche…” tentò di giustificarsi lei.
“rimani qui con gli altri le troverai nella sala
grande…”
“percy lasciami… non sono una bambina…”
“allora rimani nella fila…”
Ginny sbuffò e si mise in coda con gli altri. Vide un po’
più avanti Ron Harry ed Hermione, che confabulavano come al
solito. Cercò con lo sguardo i suoi compagni ma non trovava
nessuno. Li avrebbe raggiunti nella sala grande…
*
“ginny eccoti!” demelza le fece cenno di avvicinarsi.
“vi ho cercato dappertutto!” esclamò Ginny
avvicinandosi al suo gruppo. “eravamo ancora giù.”
Disse Anthony. “ma si può sapere cosa è
successo?” chiese John “perché dobbiamo stare
qui?”
“io ho sentito che è successo qualcosa alla signora
grassa…” disse Colin.
“si, è lacerata, non si sa chi è stato.”
Disse Ginny, l’unica che aveva visto cosa era successo.
“e chi è stato?” chiese Aisleen. Ginny alzò
le spalle.“si dice che centri Sirius Black.” Disse Miriam.
“il criminale?” esclamò Aisleen terrorizzata.
“non stiamo un po’ esagerando? Cosa vuole qui ad
Hogwarts?” disse Demelza, scettica. “non lo so, ma lo ha
detto Pix… lo ha visto…”
“va bene ragazzi, smettiamola, è inutile preoccuparsi,
sentiamo cosa dice Silente, sta arrivando…” disse Anthony,
guardando preoccupato Aisleen che sembrava molto spaventata. Purtroppo
i professori confermarono le voci udite da Miriam, e dissero loro di
non preoccuparsi e che quella sera tutta la scuola avrebbe dormito
nella sala grande con dei sacchi a pelo. “John, Anthony che cosa
è successo? Tutta la scuola dice che è successo qualcosa
alla torre di Grifondoro…” una ragazza del secondo anno di
Tassorosso corse tutta trafelata verso di loro. “ciao
grace… si dice che sirius black sia entrato nel nostro
dormitorio…” le rispose il fratello. “ma non
è successo niente, tranquilla, non c’era nessuno
dentro…” la tranquillizzò Anthony. Ginny
cominciò a cercare i suoi fratelli ed Harry ed Hermione con lo
sguardo: percy stava controllando che tutti avessero il sacco a pelo,
Fred e George ridevano con Lee e Ron stava con Harry ed Hermione. Ginny
guardò l’amica: era tanto tempo che lei ed Hermione non
riuscivano a parlare, ma ultimamente Hermione la si incontrava
solamente quando correva da un’aula all’altra, o che
studiava cose complicate in biblioteca. “tutti nei sacchi a
pelo!” esclamò la voce di Percy. Ginny e il suo gruppo di
amici si sistemarono in un gruppo e ignorarono completamente
l’ordine tassativo del caposcuola di smettere con le chiacchiere.
“chissà come ha fatto ad entrare…” disse
Anthony, alla destra di Ginny. “mah, forse da un passaggio
segreto, chissà quanti ce ne stanno…” disse
Demelza. “impossibile! Gazza sicuramente li conosce tutti!
saranno tutti sorvegliati…”esclamò Miriam.
“fred e george dicono che Gazza non li conosce proprio
tutti…”disse Ginny. “potrebbe essere entrato in ogni
maniera! Travestito, smaterializzandosi…” disse Anthony.
“non ci si può smaterializzare ad Hogwarts!”
esclamò Miriam. “comunque non lo sapremo mai, quindi
inutile discuterne!” disse John, mettendo fine alla questione.
“è meglio che ci mettiamo a dormire. È già
tardi.” Disse Aisleen e tutti la presero alla lettera,
addormentati sotto il cielo stellato per magia.
*
“ragazze!! Ho sviluppato le foto!” colin canon stava
rincorrendo le quattro ragazze che passeggiavano nel parco, incuranti
del vento gelido di novembre. “facci vedere!”
esclamò Miriam. “ve ne ho fatto una copia a testa!
È venuta veramente bene.” Disse il ragazzo tirando fuori
dalla borsa le quattro foto. “È veramente
bella!”esclamò Aisleen. Ginny pensò che aveva
proprio ragione erano venute tutte e quattro benissimo!
“facciamone una tutti e cinque insieme Colin! Non è giusto
che tu rimanga sempre fuori dall’obiettivo!” disse ginny
prendendo per un braccio l’amico. “ma.. io
veramente…” balbettò il ragazzo, intimidito.
“ehi tu! Ci puoi fare una foto?” disse Miriam ad un
Tassorosso che passava di lì. Il ragazzo prese la macchinetta.
“ehi volete fare una foto senza di noi?” John ed Anthony si
avvicinavano. “venite anche voi dai” esclmò Demelza.
Il tassorosso aspettò pazientemente che i cinque grifondoro si
mettessero in posa. “sorridete!” disse e scttò il
ritratto di quel freddo pomeriggio, scaldato dall’amicizia che
legava i cinque ragazzi.
Salendo per le scale con i suoi amici, ginny vide Hermione che passava,
carica di libri e pergamene, gli occhi arrossati. Le rivolse un rapido
sorriso e scappò nella direzione opposta. Si chiese cosa
accadesse alla sua amica, perché non riusciva più a
parlarci… scacciò via l’immagine di Hermione, che
non faceva altro che ricordarle quanto Harry potter fosse ancora troppo
presente nei suoi pensieri, e continuò a salire le scale,
diretta verso il calore del camino nella sala comune.
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Capitolo 14 *** il pianto di hermione ***
cap 14 vero
Il pianto di Hermione
Ormai era passato anche il natale, e con
l’inizio del nuovo
quadrimestre e i professori avevano caricato tutti con una mole
esorbitante di
compiti. Anche Ginny e i suoi compagni del secondo anno avevano
parecchio da
studiare, nonostante il loro fosse un anno relativamente semplice.
Così
passavano veramente molto tempo in biblioteca, dove non avevano tante
possibilità di distrarsi, visto il divieto assoluto di parlare.
Hermione si
trovava spesso lì, ovviamente: ginny la guardava che sfogliava
libri frenetica,
e scriveva fiumi di parole sulle pergamene: tanto era impegnata che non
osava
disturbarla. Aveva saputo che era un brutto periodo per lei: oltre ad
avere più
corsi del normale, aveva anche litigato con Harry e Ron, per via della
firebolt
regalata da un anonimo ad Harry e dell’improvvisa scomparsa del
topo di Ron,
crosta, dovuta probabilmente al gatto di Hermione, grattastinchi.
Avrebbe
voluto fare qualcosa, parlarle perlomeno, ma Hermione era
inavvicinabile:
spariva all’improvviso come se si smaterializzasse…
Ginny non capiva come Harry e Ron potessero
lasciare così la
loro amica, come potevano essere così terribilmente immaturi? E
Ron non aveva
fatto altro che detestare quel topo…. Aveva una gran voglia di
dire qualche parolina anche a quei due, ma
non
sarebbe riuscita a dire molto davanti ad Harry e comunque non aveva
nessuna
intenzione di impicciarsi.
*
“ginny sveglia… sta succedendo
qualcosa la fuori…”
Ginny si rigirò tra le coperte e
aprì gli occhi: doveva
essere notte fonda. Aisleen la guardava con sguardo preoccupato, i
lunghi
capelli corvini che le ricadevano sul viso. “ho sentito un
urlo… c’è un po’ di
trambusto là fuori…” ginny si svegliò
completamente e vide che anche le sue
compagne di dormitorio si stavano alzando. “lumus”
bofonchiò Miriam e una
piccola luce partì dalla sua bacchetta ad illuminare la stanza.
“NON ERA UN INCUBO…. ERA SIRUS
BLACK, CON UN PUGNALE….”
“ma è mio fratello!”
esclamò Ginny. Prese al volo la
vestaglia e uscì di corsa dal dormitorio e si diresse verso
quello maschile.
Era sicura che fosse Ron ad urlare, voleva sapere che cosa era successo
e cosa
c’entrava Sirus Black…. L’intera torre di Grifondoro
era giù, compresa la
professoressa Mcgrannit che interrogava
il ritratto che proteggeva l’ingresso alla torre. Ginny vide suo
fratello e
fece per avvicinarsi, ma un braccio la bloccò. “lascia
perdere è molto
scosso…”era Dean Thomas. “è mio fratello!
Voglio vedere come sta!” esclamò lei.
“sta bene non ti preoccupare. Sirius Black si è limitato a
fare a brendelli le
tende del suo letto…” ginny guardò da lontano il
fratello che stava vicino ad
Harry e la professoressa. Vide Hermione in un angolo, lontana dai suoi
due
migliori amici, pallidissima.
Quella notte nessuno riuscì a dormire
nella torre di
Grifondoro.
*
“povero Ron… chissà che
paura avrà avuto…” disse Miriam.
Ginny sbuffò: quasi tutte le ragazze della scuola ( soprattutto
quelle dell’età
di Ginny) erano diventate improvvisamente interessatissime a Ronald
Weasley e
Ginny era stufa di dover informare tutta la scuola sulla salute del
fratello o
della sua “avventura”. “miriam da quando sai
dell’esistenza di Ron?” chiese
Ginny. “oh ma ora è così interessante!”
esclamò Miriam. “tu non sei preoccupata
per quello che è successo? Ha avuto un così grande
coraggio, io sarei svenuta
davanti Sirius Black…”
“probabilmente
anche lui…” disse
Ginny “in fondo non ha fatto niente di speciale, oltre che
svegliare l’intero
dormitorio… sinceramente non ci trovo niente di
coraggioso…”
Miriam
sospirò e prese a
chiacchierare con Grace Evans, anche lei molto interessata a Ron.
All’improvviso Ginny ede una figura fai folti capelli crespi: era
Hermione, che
camminava con dei rotoli di pergamena e un’espressione molto
abbattuta.
“hermione!” la chiamò Ginny… questa volta non
le sarebbe sfuggita…
La ragazza si
voltò verso di lei
con un sorriso. “ciao Ginny. Da quanto tempo…”
“eh
già, è veramente tanto che
non facciamo una chiacchierata… tu sei sempre così
impegnata…”
“già…
questo è veramente un anno
tosto…” disse Hermione con un’espressione
malinconica.
“ce li hai
due minuti per
parlare?”
“beh
oggi… si credo di si…”
“allora
usciamo un po’…una bella
passeggiata ci farà bene… hai l’aria di una che non
esce da tanto…”
“in
effetti…” disse Hermione con
un sorrisino triste.
Uscirono nel
parco e si sedettero
in un angolo riparato vicino al lago. Hermione stava un po’
raccontando dei
suoi innumerevoli corsi…
“e
dimmi… ogni tanto respiri?
Mangi? Dormi?” disse Ginevra. Hermione rise. “me lo hanno
sempre detto anche
Ron ed Harry…” a quei nomi il sorriso le scivolò
dal volto e le labbra
cominciarono a tremare.
“va tanto
male con loro?” disse
Ginny con delicatezza.
“non
immagini quanto…” mormorò la
ragazza e scoppiò in un pianto. Ginny, che si era aspettata una
reazione del
genere, l’abbracciò.
“io sto malissimo, non ne posso
più! I corsi sono troppi e
troppo pesanti, harry e Ron non mi parlano più… che ci
posso fare se i gatti
mangiano i topi? Che ci posso fare io?” esclamò tra i
singhiozzi. “e quella
scopa… l’ho fatto solo per il bene di Harry! lui…
lui è così… così incosciente
a volte… e se era maledetta? Io non me lo sarei mai
perdonato… e Ron! Ron che
glielo permette, che lo appoggia… sono così…
così stupidi!”
“ora sono sola… io e i miei
libri… ma senza di loro come
faccio a tirare avanti… mi mancano… andare da Hagrid da
sola… ormai mi è
rimasto solo lui…”
“hai anche me…” le
ricordò Ginny.
“già..
lo so… mi dispiace che
quest’anno non siamo state tanto vicine… ma era meglio che
tu ti allontanassi
da noi… per Harry… ma tanto ormai… non
c’è più nessun “noi””
“dai non
fare così… vedrai che si
rimetterà tutto apposto…”
“non lo so
Ginny…”
“sono
sicura che gli manchi! Sia
ad Harry che a quell’idiota di mio fratello…”
“a me
mancano così tanto Ginny!
Questo periodo… è stato veramente orrendo…”
Ginny
pensò a quanto tutto fosse
stato diverso per lei… ovviamente non lo disse ma si
limitò ad accarezzare i
capelli dell’amica…
“quanto
sono stata preoccupata
per quello che è successo a Ron…” disse Hermione
“anche tu?
Ma se non gli è
successo niente…”
“si ma se
non si svegliava chissà
cosa poteva succedere…”
Le cue amiche
rimasero lì un
altro po’, sul lago, l’una a sfogarsi, l’altra ad
ascoltare, finchè il calare
del sole non le ricordò che era ora di rientrare, di risepararsi
e di tornare
ognuna alla propria vita, alla propria strada, che scorrevano
placidamente una
accanto all’altra, toccandosi e incrociandosi più spesso
di quanto, in quel
momento, credevano.
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Capitolo 15 *** la coppa del mondo di quidditch ***
cap 15 nvu
La coppa del mondo di
quidditch
“dovrebbe arrivare a minuti… ho
chiesto al ministero di
poter collegare il suo camino al nostro, solo per oggi, quindi
arriverà con la
metropolvere…” disse il signor Weasley, guardando
l’orologio che aveva al
polso. “papà Hermione è babbana di nascita…
non ha mai viaggiato con la
metropolvere… non sarebbe il caso di andare a
prenderla…?” azzardò Fred,
guardando preoccupato il camino. “non vi preoccupate: Hermione
è in gamba, le
ho spiegato perfettamente come fare, scommetto che se la caverà
alla grande!”
disse Ron tranquillo. Anche Ginny la pensava allo stesso modo…
Hermione non era
come Harry, sicuramente sarebbe arrivata sana e salva. “si, ha
ragione Ron…
arriverà tra un paio di minuti… mi è sempre
sembrata una ragazza in gamba…”
disse la signora Weasley. Il camino improvvisamente si riempì di
fiamme verdi
e, in mezzo ad esse apparve Hermione Granger. Ron corse verso di lei e
l’aiutò
ad uscire dal focolare. “grazie mille, Ronald.” disse la
ragazza con un
sorriso, cercando di togliersi di dosso la fuliggine. “ti aiuto
io, cara…”
disse la signora Weasley, togliendo la cenere dai vestiti della ragazza
con un
colpo di bacchetta. “allora andato bene il viaggio?” chiese
il signor Weasley.
“oh benissimo!” rispose la ragazza, sorridendo. “mio
padre era molto
incuriosito dal collegamento creato con il nostro
caminetto…”
“e dimmi, cara, i caminetti da voi sono
come i nostri?”
chiese il signor Weasley, subito interessato. “non funzionano ad ecleccità? Non hanno le spine?”
Hermione stava per rispondere, ma Ginny la
prese sotto
braccio e la interruppe. “hermione io penso che tu sia
stanca… vieni ti faccio
vedere la mia camera, dormiremo insieme questi giorni…”
Salirono le scale e arrivarono nella
cameretta di Ginny,
dove i signori Weasley avevano sistemato le cose di Hermione
magicamente.
“carina questa stanza!” disse Hermione sedendosi sul letto.
“sì, carina.” Disse
Ginny scrollando le spalle. “allora, pronta per la coppa del
mondo?” chiese
Hermione, conoscendo la passione della ragazza per il Quidditch.
“oh sì! Sono
così contenta che papà abbia trovato i biglietti!”
rispose Ginny entusiasta. “e
che poi venga pure Harry, non centra niente con quel tuo sorriso,
vero?” chiese
Hermione, maliziosa. Ginny arrossì furiosamente.
“perché dobbiamo parlare
sempre di Harry, io e te?” balbettò. “in
realtà è molto che non parliamo di
lui, dopo il nostro accordo…” obbiettò Hermione.
“appunto! Avevamo un accordo!
Non voglio parlare di lui!”
“il nostro accordo era che dovevi
frequentarlo il meno
possibile, non che non dovevamo parlarne.”
“è la stessa cosa!”
“no invece! Evitare il problema non
servirà a nulla!”
Ginny sospirò: possibile che quella
ragazza avesse sempre
ragione? “diciamo che sì, sono felice che ci sia anche
lui…” ammise. Hermione
sorrise soddisfatta.
*
Un vociare agitato distolse la signora
Weasley dalle sue
faccende. Anche Ginny ed Hermione distolsero lo sguardo dalle maglie
che
stavano piegando. “sbaglio o quella è la voce di
Arthur?” chiese la signora
Weasley, sospettosa. Ginny alzò le spalle, anche se sapeva
già cosa stava
succedendo. Sicuramente Harry era arrivato e qualcosa era andato storto
nel
viaggio. si precipitarono tutte e tre in cucina, dove gli uomini di
casa erano
intenti in una discussione che finì immediatamente alla vista
della signora
Weasley. Harry potter era lì, in mezzo a quel mare di capelli
rossi, e accolse
le ragazze con un gran sorriso, che Ginny cercò di ricambiare
diventando di un
colore molto simile ai suoi capelli. In cucina c’era aria di
tempesta, per
quello che pareva uno degli ennesimi scherzi di Fred e George, tanto
che Harry,
Ron Hermione e Ginny, se la svignarono appena Molly cominciò ad
alzare la voce.
“che
cosa sono i tiri vispi weasley?” chiese Harry, dopo aver
sentito i signori Weasley nominare quelle parole più di una
volta. Ginny
ridacchiò, insieme a Ron e spiegarono la nuova trovata dei
gemelli che aveva
fatto veramente infuriare la signora Weasley, cioè la lista di
scherzi e giochi
magici che avevano creato. Dopo essere sfuggiti anche a percy ( che
aveva
attaccato come al solito, sulla relazione sui fondi di calderoni,
compito
affidatogli dal suo nuovo capo) andarono in camera di Ron dove
Leotordo, il
gufetto di Ron, tubava allegro.
“perché
lo chiami Leo?” chiese Harry a Ron. “Ron è stupido!
In realtà si chiama Leotordo!” rispose Ginny. “beh,
ti sembra un nome normale?”
chiese Ron. “ma ormai rispondeva solo a quel nome. Per rimediare
lo chiamo
Leo.”
“Leotordo
è un nome simpatico.” Precisò Ginny. Ron
alzò gli
occhi al cielo.
“beh
sicuramente Leotordo è più adatto a quel gufetto
rispetto a Leo.” Disse Harry, sorridendo a Ginny, che non lo
notò, impegnata com’era
ad accarezzare il gufo.
Dopo
qualche minuto di chiacchiere su Percy, Ron interruppe
la conversazione. “hai notizie di….” E poi si
interruppe, guardando Ginny.
Ginny fissò incuriosita sia Harry che Ron. Uno dei loro soliti
maledetti
misteri! Si stava scocciando….
Hermione
alleggerì l’atmosfera “perché non scendiamo
ad
aiutare?”
“sì,
ottima idea…”
Mentre
scendevano Ginny prese da parte Hermione. “di chi dovrebbe
avere notizie Harry?” chiese all’amica. “di nessuno
Ginny”
“non
è vero! Perché Ron mi ha guardato con quella faccia?
Cosa voleva che non sapessi?”
Ginny
guardò negli occhi della ragazza, alla ricerca di
qualche ombra che potesse sottintendere la verità. “oh non
ti preoccupare!”
esclamò Hermione, improvvisamente sollevata. “non
c’entra nessuna ragazza, se è
questo che volevi sapere…” ginny si rilassò un
po’. “scusa ma non ti posso dire
altro…ma non ti preoccupare non è niente che ti potrebbe
interessare…”
“ah…
ok…”
“invece
io vorrei farti notare una cosa… sbaglio ho hai
parlato con Harry senza arrossire nemmeno una volta?” le chiese
Hermione
sorridendo. “dici davvero?!” esclamò la ragazza.
“sì… non te ne sei accorta?”
in realtà no… ginny non si era accorta assolutamente di
nulla… era stato come
parlare ad un amico, non con Harry Potter. “ragazze,scendete,
dovete aiutarci!”
le chiamò la voce di Ron, da sotto, e le ragazze scesero le
scale, sorridendo.
*
La
mattina in cui era prevista la partenza
per la coppa del mondo si dovettero svegliare tutti molto presto.
“ragazze
sveglia!” le chiamò la signora Weasley, scostando le tende
per far entrare la
luce. “ma mamma… non c’è neanche il
sole!” bofonchiò Ginny. “lo so tesoro, ma
avete molta strada da fare e prima partite e meglio è!”
rispose la madre. Ginny
si alzò e guardò Hermione, gli occhi gonfi di sonno e i
capelli scompigliati.
Probabilmente lei aveva un aspetto molto simile, visto che erano state
sveglie
fino a tardi a chiacchierare…
“vi
voglio giù fra cinque minuti!” disse la
signora Weasley e scese giù.
In
realtà ci misero un po’ più di cinque
minuti a prepararsi, tant’è che la madre dovette salire a
chiamarle più di una
volta e, nonostante gli sforzi, i loro volti non erano molto più
accettabili.
Quando
scesero notarono che i ragazzi stavano messi peggio di
loro, i volti gonfi e i movimenti rigidi, ma la cosa non la
consolò molto. Meno
male che Harry sembrava troppo stanco per vedere in che condizioni era
ridotto
il suo viso.
“allora
pronti? Andiamo!” esclamò il signor Weasley.
*
La
strada era stata molto lunga, ma man mano che camminavano
si erano svegliati del tutto e quando si incontrarono con Cedric
Diggory, i
loro volti avevano ripreso il solito volto. “bel compagno di
viaggio.”bisbigliò
Hermione a Ginny. “si ma Harry è molto più
bello!” rispose la ragazza. “beh ora
non esageriamo….”
“che
state confabulando voi due?” si intromise Ron. “niente.
Cose da ragazze Ron!” rispose Hermione con un sorrisetto e sia
lei che Ginny
scoppiarono a ridere. “le ragazze!” lo sentirono dire ad
Harry. “stanno sempre
a ridere… non le capirò mai!”
*
“e
questa ragazzi è la sistemazione… questa a destra
è la
nostra, mentre la tenda a sinistra è quella delle
ragazze… mi raccomando
comportatevi nel modo più babbano possibile: non dobbiamo
destare sospetti!”
disse il signor Weasley. “non dobbiamo destare sospetti? Quelli
fanno volare i
bambini su manici di scopa finti e non dobbiamo destare
sospetti?” esclamò
George. “si ma voi siete miei figli e come tali dovete rispettare
la legge!”
ribadì il signor Weasley e nessuno replicò.
“andiamo a vedere come sono le
tende dentro? Non ho mai dormito in una tenda!” propose Ginny e
trascinò
Hermione nella loro tenda. La tenda era enorme: c’era un angolo
cottura, un
bagno, un salottino e la camera da letto con due letti.
“ingegnosi questi
babbani! Da fuori sembra così piccolina….”
Esclamò Ginny, sorpresa. “infatti
le tende babbane non sono così!
questa è modificata con la magia!” rispose Hermione.
“hermione,
vieni con me ed Harry a prendere l’acqua?”
sentirono Ron che gridava da fuori “visto che papà si
ostina a complicarci la
vita… dico io, abbiamo i poteri magici e dobbiamo comportarci
come
babbani…mah…”
Hermione
sorrise a Ginny e andò verso il ragazzo.
*
“e Ginny Weasley supera
i suoi avversari e si avvicina sempre di più al portiere…
lancia la Pluffa…
e segna! La Weasley,
come al solito ci
fa sognare con i suoi lanci perfetti…”
“ginny?
Ginny! Ginny svegliati….”
“cosa
c’è?” borbottò la ragazza. Stava facendo un
così bel
sogno…
“sta
succedendo qualcosa di strano la fuori…”
“saranno
gli irlandesi che festeggiano…” disse Ginny
guardando attraverso la tela della tenda. Ma i suoni che sentiva non le
parevano esattamente versi gioiosi.
“ragazze!
Uscite fuori subito!” urlò il signor Weasley,
piombando nella tenda. “cosa succede papà?” chiese
Ginny, perfettamente
sveglia. “niente di buono.” Rispose il padre “no
Hermione non c’è tempo.
Prendete una felpa e uscite. Subito.” Le ragazze ubbidirono e
uscirono fuori
dalla tenda. Lo spettacolo che si trovarono davanti era agghiacciante:
tende
che bruciavano, gente che fuggiva ovunque. “quelle figure che si
contorcono in
aria…” gemette Hermione, guardando verso l’alto.
Ginny guardò le quattro
figure, due delle quali molto piccole. “sono i Roberts, i
proprietari del
campeggio…” mormorò la ragazze. “sono
babbani…” mormorò Hermione. Ginny strinse
la mano dell’amica e guardò suo padre e i suoi fratelli
maggiori dirigersi
verso quello che pareva il centro di tutto quel caos. Nel mentre
nemmeno si
accorse che Fred l’aveva presa per mano e trascinata verso un
bosco, insieme
agli altri. “è tutto buio accidenti…”
borbottò George “non si vede niente…”
“hai
la becchetta?” chiese Fred continuando a stringere la
mano della sorella.
“non
credo…”
“beh
non so se possiamo usare la magia…” disse Ginny incerta.
“in casi come questi credo di sì… e con tutta
questa magia nell’aria non credo
che riescano ad individuare tre maghi minorenni…” rispose
George. “e poi… le
regole non esistono solo per essere infrante?” disse Fred con
quello che Ginny
immaginò essere un ghigno. Purtroppo era talmente buio che
poteva solo
immaginarlo. “io ho la bacchetta!” disse Ginny frugando
nella tasca della felpa
con la mano libera. “lumus!”
esclamò
e un fascio di luce uscì dalla strisciolina di legno della
ragazza. “ottimo.”
Disse George. “ottimo un corno… dove sono Ron e gli
altri?” esclamò Ginny
puntando la luce intorno a sé. Il bosco era deserto. “li
abbiamo persi… con
tutto quel buio…” disse Fred. “spero che non gli sia
successo niente…” mormorò
Ginny preoccupata. “non ti preoccupare quei tre hanno affrontato
situazioni
peggiori…”disse George.
“già
magari ora stanno ficcanasando in giro…” disse Fred.
“spero
di no! Qui non siamo ad Hogwarts!” esclamò Ginny decisamente angosciata. Camminarono ancora un
po’ e non incontrarono nessuno tranne Draco Malfoy, un biondino
del quarto anno
di Serpeverde. “ma guarda un po’…altri tre
Weasley… il bosco ne è pieno a
quanto pare…” sogghignò il ragazzo. “cosa
vuoi Malfoy?” chiese George,
aggressivo. “ho solo visto quei due babbanofili di vostro
fratello e Potter…
probabilmente cercavano di nascondere la Mezzosangue…”
“non
chiamarla così!” urlò Fred, avvicinadosi a Malfoy,
i
pugni serrati, avendo capito subito il maligno riferimento ad Hermione.
“o sennò cosa mi prendi a pugni?” disse Malfoy con
un ghigno.
“fred lascia perdere non ne vale la pena…” disse
George al fratello. Fred
abbassò i pugni. “dove sono andati?” chiese George.
“perché dovrei dirtelo?”
chiese lui beffardo. “perché lo vogliamo sapere!”
rispose Ginny, furiosa. Non
sopportava quel ragazzo. “oh ma guarda anche la fidanzatina di
Potter! Non ti
avevo notato…”
“io
non sono la fidanzata di nessuno! Dimmi dove sono
andati!” esclamò Ginevra, senza un velo di imbarazzo.
“io
penso che non ti sia entrato in testa il concetto…non ho
nessuna intenzione di aiutarvi…”
“e
invece sei tu quello che non ha capito: tu devi rispondere
altrimenti…”
“altrimenti?”
Ginny
puntò la bacchetta contro il biondino ma una luce verde
esplose in cielo. “che accidenti hai fatto?” urlò
Malfoy, terrorizzato. “io non
ho fatto niente!” gridò la ragazza in risposta.
“è il marchio nero!” urlò
George. “andiamo via di qui!” esclamò Fred e
trascinò via Ginny.
“ma
loro?” esclamò Ginny guardando Malfoy che scappava.
“DOVE
VAI? ANCORA NON MI HAI RISPOSTO! CODARDO!”
“ginny
non c’è tempo… ci incontreremo alla tenda…
dammi la
tua bacchetta…” ginny la diede la fratello che
mormorò uno strano incantesimo e
la sua bacchetta cominciò a girare all’impazzata.
“ora
è come una bussola. È l’incanto quattro
punti…” spiegò
Fred. La bacchetta si fermò. “ecco! Andiamo da quella
parte…”
Ginny
si voltò verso Malfoy che non sapeva dove andare. “le
tende sono di qua.” Disse sprezzante.
“non
ho bisogno del tuo aiuto” disse il ragazzo.
“vigliacco…
sono pure dalla tua stessa parte…” rispose la
ragazza sprezzante e se ne andò con i suoi fratelli.
All’improvviso pensò ad
Harry. “ma quello era…” balbettò, gli occhi
sbarrati. “il marchio nero, sì.”
Disse George, serio. “il simbolo di.. lui?” domandò
la ragazza. “sì. Saranno
stati quegli individui incappucciati. Probabilmente ex mangiamorte che
ora
convivono con noi dichiarandosi pentiti o stregati. Tutte frottole.
Pensa a
Lucius Malfoy.” Disse Fred. “ma se erano i suoi
seguaci… Harry…” disse Ginevra.
“non ti preoccupare. Sono sicuro che Harry stia bene. Quel
marchio era solo una
provocazione. Fidati che se Tu Sai Chi dovesse tornare quei mangiamorte
sarebbero i primi a scappare.” Rispose George. “adesso
torniamo da papà e gli
altri. Ci spiegheranno loro.” Disse l’altro gemello e,
sempre con la mano della
sorella rinchiusa nella sua, seguirono la via indicata dalla bacchetta
di
Ginny.
Angolo
autrice
ebbene
sì... questa volta vi ho fatto aspettare tantissimo! spero che
il capitolo sappia ripagare l'attesa! un grazie a tutte le persone che
mi stanno seguendo e che recensicono!
alla
prossima!!!
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Capitolo 16 *** i campioni ***
cap 16 nvu
I campioni
Dopo la disavventura alla coppa del mondo di
quidditch
l’estate era proseguita normalmente, a parte il trambusto al
Ministero per via
dei maghi e streghe infuriati o impauriti. Sia il signor Weasley che
Percy
stavano facendo straordinari a non finire e tornavano esausti ogni
sera. Ma non
ci furono più né casi strani né altro, quindi il
popolo magico andava via via
rilassandosi. Così la scuola iniziò tranquillamente come
ogni altro anno: il
viaggio in treno, il banchetto, la canzone del Cappello Parlante e i
nuovi
alunni, spaventati come sempre. Ginny aveva rincontrato tutti i suoi
vecchi
amici dai suoi compagni di corso ai ragazzi conosciuti nelle altre
case. “che
bello rivedervi!” esclamò appena ebbe incontrato le sue
tre amiche sul treno.
Erano tutte e tre molto cambiate: Demelza era più alta e aveva i
capelli più
lunghi, Miriam molto abbronzata, e Aisleen sembrava molto più
grande rispetto
all’ultima volta che l’aveva vista. Era molto allegra di
essere tornata a
scuola e sperava che l’anno sarebbe andato esattamente come
quello appena
trascorso.
“ciao ragazze!” tre ragazzi si
avvicinarono alle quattro
amiche: erano Colin, Anthony e John i
loro tre compagni di corso, anche loro molto cresciuti, soprattutto in
altezza.
“ciao!” li salutarono loro sorridendo. Si sedettero tutti
quanti vicini e
cominciarono a mangiare e a chiacchierare allegramente. Smisero solo
dopo il
dolce, quando il professor silente richiamò l’attenzione
della scolaresca. “è
con grande piacere che ho l’onore di annunciarvi che la nostra
scuola ospiterà
il torneo Tremagli!” annunciò il preside.
“sta scherzando?” urlò
Fred Weasley e Ginny la pensava come
lui: non era possibile che ci fosse il torneo… non era proprio
possibile.
Evidentemente tutta la scuola condivideva il commento di Fred,
poiché tutti
ridevano divertiti. Ma quando Silente precisò la realtà
delle sue parole, l’atmosfera
cambiò e si fece subito più interessata e eccitata.
“cos’è il torneo Tremagli?”
chiese Demelza che, a causa delle sue origini babbane, non era molto
informata
sul mondo magico. Ma la spiegazione di Silente colmò subito i
dubbi di tutti
quelli che, come lei, non sapevano cosa fosse quel torneo. Ginny lo
sapeva,
ovviamente, essendo nata in una famiglia di maghi. Avevo poi sentito i
discorsi
dei fratelli maggiori e assistito ai loro giochi da bambini, e quindi
era
veramente molto informata. Guardò le razioni di Harry, Ron ed
Hermione: la
ragazza era molto preoccupata, Ron sognante, Harry abbastanza
perplesso. Ma le
regole di Silente erano chiare: nessun ragazzo di età inferiore
ai diciassette
anni, con gran disappunto dei gemelli Weasley che avrebbero compiuto
gli anni
ad aprile, avrebbe potuto partecipare la pericoloso torneo.
*
Era stato un mese di scuola molto diverso dal
solito: tutti
quegli studenti nuovi e la novità del torneo, che interessava
tutti, anche i
ragazzi più piccoli ai quali non era permesso partecipare. Ginny
e i suoi amici
parlavano ogni giorno del torneo, interrogandosi su quali sarebbero
stati i
campioni e quanto sarebbero state difficili le prove.
La scuola di solito percorsa da individui in
nero finalmente
aveva aggiunto nuovi colori: insieme ai fruscianti mantelli scura degli
studenti di Hogwarts, si erano aggiunto le brillanti divise rosse degli
studenti di Durmstrang, i ragazzi nordici dai fisici possenti e
l’accento duro,
e le azzurre sete leggere che ricoprivano i corpi degli studenti di
Beauxbatons, che inserivano parole francesi nei loro discorsi, dando
alle loro
conversazioni un livello maggiore e la raffinatezza che mancava agli
altri
ragazzi. “ma quanto sono carini questi stranieri…”
disse Miriam, guardando una
coppia di francesi che passavano accanto a loro ammiccando maliziosi.
“anche i
ragazzi di durmstrang non sono niente male!” disse Demelza. “oggi
ci sarà l’estrazione dei tre campioni! Secondo voi
chi verrà scelto?”
chiese Aisleen. “Angelina Johnson! È della nostra casa ed
è una bravissima
ragazza!” rispose Ginny convinta. “io spero Cedric Diggory!
È così carino…”
rispose Miriam sognante “cosa darei per uscire con
lui…” “a proposito di
campioni, i tuoi fratelli sono riusciti a farsi togliere la
barba?” chiese
Demelza a Ginny, sghignazzando. Eh sì, Fred,George e Lee avevano
provato a
mettere il loro nome nel calice di fuoco, l’oggetto che avrebbe
scelto i
campioni. Beh, il risultato era stata una bella barba folta, tranne per
Lee che
si era fermato appena visto la conseguenza sui gemelli.
“già, ci ha pensato
madama Chips.” Rispose Ginny. Anche Ron desiderava avere la
possibilità di
partecipare al torneo ma, vista l’esperienza dei gemelli, perse
completamente
le speranze e continuò a guardare il calice desideroso.
Evidentemente lei era
l’unica delle famiglia che non si lamentava della sua età,
pensava la ragazza
ascoltando i discorsi dei suoi tre fratelli. In realtà anche a
lei sarebbe
piaciuto partecipare a quel torneo ma non ne faceva una questione di
morte: le
sarebbe andato bene incitare il ragazzo o la ragazza (continuava a
sperare in
Angelina) che avrebbe rappresentato la sua scuola e si sarebbe
divertita, la
sera prima delle prove, ad immaginare quali terribili sfide avrebbero
dovuto
affrontare i campioni o quali tremende creature avrebbero dovuto
sconfiggere…”
meno male che Ron ed Harry per una volta stanno usando la ragione!
Insomma quel
torneo non è adatto a ragazzi della nostra età!”
aveva detto Hermione a Ginny.
“perché volevano seriamente partecipare?” chiese
Ginny divertita. “secondo me
in realtà non ne sono mai stati realmente
interessati…”disse Hermione. “ci
vediamo in sala grande per l’estrazione dei campioni?”
domandò Ginny. “mmm,
penso che sarò con Harry e Ron… magari ci incontriamo a
cena!” disse la
ragazza. “ok a dopo!” disse Ginny e raggiunse in fretta i
suoi compagni del
terzo anno che si stavano avviando alla sala grande. Arrivati alla loro
tavolata si sedette vicino a John Evans. “allora Ginny, chi credi
che sarà il
nostro campione?” ginny alzò le spalle. “io spero
Angelina…”
“anche io! Mia sorella invece spera in
Cedric Diggory…sai, è
della sua stessa casa…” disse John.
“ed è molto carino!”
aggiunse Miriam, sedendosi davanti a loro. John alzò gli occhi
al cielo.
“Miriam, Grace non è frivola come te!” le rispose John.
“grace è una ragazza come me!” rispose Miriam
“e ha occhio per i bei ragazzi!
Lo capirai quando vedrai che lei e Anthony non sono solo amici!
“ma smettila, ancora con questa storia?
Anthony e Grace sono
solo amici!”
“ragazzi smettetela, il calice si
è illuminato!” esclamò
Colin eccitato. Tutti si voltarono verso il calice e guardarono il
preside
estrarre il primo foglietto.
“il campione di Durmastrang
è…” esclamò il preside “Viktor
Krum!”
“è il cacciatore della
Bulgaria!” esclamò Ginny applaudendo.
“il campione di Beauxbatons
è…” disse il professor Silente
“Fleur Delacour!”
Una ragazza dai lunghi capelli argentei e il
passo leggero
si alzò dalla tavolata dei Corvonero, facendo fluttuare le sue
vesti leggere.
Ginny notò che al suo passaggio tutti i ragazzi avevano la
stessa identica
espressione. “ehi!” sbottò indignata Miriam,
schioccando le dita davanti a
John, che fissava la ragazza a bocca spalancata. Appena se ne
andò, il ragazzo
riprese il suo solito comportamento, le guance un po’ arrossate.
“il campione di Hogwarts
è….” Il silenzio piombò nella sala.
“Cedric Diggory!” la sala scoppiò in un boato. Ginny
applaudì al tassorosso che
si alzava, emozionato e si avvicinava agli altri campioni. La ragazza
era
contenta della scelta del calice: non era Angelina, ma Cedric era un
bravo
ragazzo e si meritava in pieno il titolo conferitogli. “ehi il
calice si sta
illuminando di nuovo!” esclamò Aisleen. Tutti si voltarono
verso il punto
indicato dalla ragazza. Il calice sputò un nuovo nome dalle sue
lingue
fiammeggianti. Silente lo prese sorpreso, e aggrottò le
sopracciglia appena
lesse il nome. La sale era nuovamente piombata nel silenzio. Poi il
preside si
schiarì la voce:
“Harry Potter”.
Ginny si voltò verso il ragazzo e vide
lo sguardo spaventato
e stupito, Hermione che lo incitava ad alzarsi e Ron voltato dal lato
opposto.
“ma Harry non è del quarto anno?” chiese John.
“sì…” rispose Ginny. Perché il
suo nome era uscito dal calice? Cosa era successo? Fred e George non ci
erano
riusciti…
*
Nella sala comune di Grifondoro non si
parlava d’altro. “è
un’imbroglione…” aveva borbottato un ragazzo del
sesto anno. “non ragazzi non
può averlo messo Harry… non l’avrebbe mai
fatto!” esclamò Hermione. “sì e
quella linea dell’età era insuperabile!” aveva
aggiunto George. “anzi sinceramente
sono preoccupata.” Aveva
detto Hermione dopo essersi seduta vicino a Ginny. “prima il
marchio nero, poi
questo… non è normale…”
“in effetti hai
ragione…”disse Fred pensieroso.
“ma Ron che ne pensa?” chiese
Ginny, incuriosita
dall’assenza del fratello.
“diciamo che lui… ha idee molto
diverse da noi…”disse
Hermione lentamente. Ginny e i gemelli la guardarono un po’
perplessi. “non
dirci che…è geloso!” esclamò
George.
“oddio quanto è cretino…” disse Ginny,
alzando gli occhi al cielo. “sì, la
penso come voi… ma non ditegli niente! Ci è rimasto
veramente male…” disse
Hermione. Fred scosse la testa stupefatto. “invece di stare col
suo amico… che
sinceramente non mi è parso così felice… va a
rischiare la vita, cavolo!”
esclamò. “immagino che Ron cambierà
idea…intanto io darò ad Harry tutto il mio
sostegno e il mio aiuto.” Disse Hermione. “anche noi,
ovviamente!” disse Ginny.
“appena lo saprà la mamma si preoccuperà da
morire…” gemette George. “e ha
ragione! Harry è troppo giovane!” esclamò Hermione.
Intanto era stato un gran
banchetto per il ritorno del campione. “comunque voglio sapere
come ha fatto….
È strabiliante!” esclamò Fred. “ a meno che
qualcuno non lo abbia iscritto…”
mormorò Hermione. Intanto il quadro della signora grassa si era
spostato ed era
entrato Harry. fu subito assediato dalla folla, che allontanò
subito con la
scusa di voler andare a dormire.
*
Ginny andò abbastanza tardi in
dormitorio a causa dei
festeggiamenti avvenuti anche senza il campione. “secondo me
Harry non si è
iscritto!” disse Aisleen mentre si metteva a dormire.
“andiamo! Per forza è
stato lui!” esclamò Miriam. “ e tu che ne sai,
scusa?” chiese Ginny seccata.
“maddai! Scusa ma chi lo può
aver iscritto? Probabilmente
aveva voglia di un altro po’ di
notorietà…”rispose la riccia. “tu non lo
conosci! La notorietà che ha non se l’è mai
cercata! Anzi, lui detesta stare al
centro dell’attenzione!” rispose Ginny. “insomma sta
sempre in mezzo a
qualunque cosa! Chi ti ha salvato dalla camera dei segreti? Chi era in
mezzo a
quella storia riguardo Sirius Black? Lui! Non dirmi che non ha manie di
protagonismo…” sbottò Miriam. “ma tu che ne
sai! Semplicemente è un ragazzo
generoso che si farebbe in quattro per aiutare gli amici e per stare
dalla
parte del bene! Non c’è niente di egoistico nelle sue
azioni! Sicuramente non
ha mai pensato alla sua fama!” rispose Ginny.
“ma che ne sai tu!”
“è il migliore amico di mio
fratello! Se permetti lo conosco
meglio di te! E ora buonanotte, non ho nessuna voglia di continuare
questa
conversazione!” esclamò Ginny e chiuse le tendine del suo
baldacchino,
concludendo il dialogo.
*
“Ronald Weasley!” esclamò
Ginny dirigendosi a passo svelto
verso il fratello. Erano passati un po’ di giorni da quando il
calice di fuoco
aveva scelto i quattro campioni, e ormai si avvicinava la prima prova.
Chiunque
poteva vedere quanto stesse male Harry e Ginny sapeva che se Ron gli si
fosse
riavvicinato gran parte del peso che il ragazzo aveva sulle spalle si
sarebbe
tolto.
“che c’è?” chiese
guardando perplesso la sorella che si
avvicinava. “perché ti stai comportando così con
Harry?” esclamò la ragazza
senza tanti preamboli. Ron si rabbuiò. “non sono affari
tuoi” borbottò.”ma non
vedi che sta male? “ disse Ginny. “me lo poteva dire che ci
provava! Almeno lo
facevamo insieme! Così fanno i veri amici! Lui, invece, mi ha
pugnalato alle
spalle…” rispose Ron. Ginny scoppiò in una risata
fredda. “è questo che pensi?
Allora fattelo dire: sei proprio un’idiota Ron!”
esclamò Ginny e se ne andò.
Non poteva credere che suo fratello potesse essere così
stupido… ancora più
cretino di Miriam…
Vide Harry, in biblioteca con Hermione, che
consultavano
enormi libri; probabilmente si stava preparando per la prima prova. Non
sapeva
come poter dare il suo aiuto: aveva provato quello che la sua piccola
persona
poteva fare, ma aveva miseramente fallito. Si sarebbe dovuta limitare a
tifare
per lui, al sicuro sugli spalti, col cuore in gola. Cosa avrebbe dato
per poter
essere più utile, come lo era Hermione: ma purtroppo lei non era
altro che la
sorellina di Ron, stupidamente cotta e totalmente inutile
|
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Capitolo 17 *** sfavillanti! ***
cap 17 nvu
Sfavillanti!
La prima prova era passata, ed Harry ne era
uscito indenne e
vittorioso e, soprattutto, lui e Ron avevano ritrovato la loro
amicizia. Ormai
ad Hogwarts era inverno inoltrato, e il natale si stava avvicinando.
“allora
ragazzi” aveva esordito la professoressa mcgrannit, al termine di
una lezione
di trasfigurazione. “quest’anno c’è una
novità per voi: in occasione del torneo
Tremaghi, è tradizione che a Natale si organizzi il Ballo del
Ceppo…” la parole
della professoressa McGrannit furono sovrastate dalle reazioni delle
ragazze.
“ci sarà un ballo? Davvero?” esclamò Miriam
eccitata.
“e dovremmo metterci i vestiti?”
chiese Demelza.
“certo signorina Robins, con cosa
pensava di andarci?” chiese
sarcasticamente La
McGrannit. “ma non scaldatevi tanto: voi non
siete inclusi,
il ballo è per i ragazzi del quarto anno in su…”
“allora perché ce l’ha
detto?” chiese John.
“perché potreste avere
l’occasione di essere invitati dagli
studenti più anziani,Evans.” Rispose la professoressa
alzando gli occhi al
cielo
“ma vi rendete conto? Un ballo!”
esclamò Miriam entusiasta. I rapporti tra lei e Ginny erano
tornati
normali, anche perché la riccia aveva cambiato la sua opinione
su Harry dopo la
prima prova.
“non è detto che sarai
invitata!” disse John per stuzzicarla.
“neanche tu!” lo rimbeccò
Miriam.
“non ci tengo ad andarci, quindi la
cosa non
mi pesa.” Rispose tranquillamente il ragazzo.
“beh, noi siamo del terzo, è
difficile che saremo invitate…”disse Demelza.
“deve essere bellissimo! Quanto
vorrei andarci…” sospirò Miriam.
“chissà i campioni chi
invitano…” disse
pensierosa Demelza.
“ho sentito dire che Diggory esce con
Cho Chang…” rispose
Miriam.
“chissà se la Delacour
è libera…” mormorò John. Miriam
scoppiò a ridere
“anche se fosse non cercherebbe te!” esclamò. John
arrossì e non continuò il
discorso.
“chissà Harry Potter se invita la Granger…”
chiese Aisleen.
“sì sicuro! Hai visto
cosa aveva scritto la
Skeeter
su il settimanale delle streghe?”
disse Miriam.
“guarda che non stanno insieme! Sono
solo amici…” rispose
tranquillamente Ginny. Miriam si morse le labbra e non rispose.
“ragazze, se viene
invitata anche una di noi promettete che andiamo a fare shopping
insieme ad
Hogsmeade?” chiese Miriam. Le altre ragazze annuirono.
*
“hermione che c’è?”
chiese Ginny ad un’Hermione che era
entrata di corsa nel suo dormitorio, le guance molto rosse.
“hermione? Stai
bene?” la ragazza annuì. “sei sola?”
sussurrò. Ginny annuì, perplessa. “mi dici
cosa è successo? Mi stai facendo preoccupare… sei
sconvolta…” disse Ginny.
“sconvolta?”
chiese Hermione sedendosi sul letto della ragazza.
“hermione dimmi cosa è
successo!” esclamò Ginny, impaziente.
Hermione inspirò a fondo. “sono stata invitata al
ballo!” esclamò la ragazza
tutto d’un fiato. Ginny si illuminò “davvero? Chi
è? Dai dimmelo…”
Hermione arrossì e non rispose.
“non mi dire che è… Ron?”
chiese Ginny incredula. Hermione arrossì ancora di più.
“noooo… ti pare?
Ron…no,no… è qualcuno… di veramente
inaspettato..”
“non che Ron fosse una scelta che mi
sarei aspettata…”
“si ma una persona molto più
inaspettata… inimmaginabile…”
“oddio… ti prego dimmi che non
è Draco Malfoy!”
“maddai non fare la scema…”
“senti non ne ho idea, dimmelo o
vattene!”
“è Viktor Krum!”
Ginny rimase a bocca aperta. “quel
Viktor Krum? Il cercatore
della Bulgaria? Il campione di Durmstrang?” balbettò.
Hermione annuì,
arrossendo furiosamente. “me lo devi far conoscere! Voglio
l’autografo!”
esclamò la ragazza. “possibile che non pensi ad altro che
al Quidditch?” sbottò
Hermione. Questa volta fu Ginny ad arrossire. “hai
ragione…. Sono stata
un’insensibile…”
“comunque ti prego non dirlo a
nessuno…”
“no certo, ti pare?”
Hermione era visibilmente più
rilassata. “sei felice?”
chiese Ginny.
“beh.. in realtà sì,
molto…” disse Hermione. “certo lui non è il
ragazzo dei miei sogni.. però è stato così carino!
Mi ha detto che non faceva
altro che venire in biblioteca solo per vedermi, ma non aveva il
coraggio di
parlarmi…” la ragazza sorrideva, il sorriso più
largo che le avesse visto fare
negli ultimi tempi. “hermione… i tuoi denti…”
disse Ginny.
“oh… un piccolo intervento di
madama Chips…sai… dopo
l’incantesimo di Malfoy…”
“stai veramente bene!”
“beh non potevo mica continuare con
l’apparecchio!” disse e
le due ragazze scoppiarono a ridere.
“allora manca solo il
vestito…” disse Ginny.
“e il tuo cavaliere…”
“io al ballo non ci voglio
andare…”
“ma sarebbe il modo migliore per
distrarti davvero da
Harry!”
“ e comunque non mi hai invitata
nessuno!”
“aspetta e vedrai…”
“hermione ti UCCIDO se ti metti in
mezzo!”
“io non mi metterò in mezzo ma
secondo me qualcuno ti
inviterà.”
Ginny arrossì. “hermione non
dire stupidaggini!”
“va bene, come vuoi… comunque
devi promettermi che andremo a
fare insieme shopping per il vestito! Meglio se lo dovrai comprare
anche
tu…”disse hermione.
“è la stessa cosa che mi ha
detto Miriam!”
“beh, allora andremo tutte
insieme!” sorrise Hermione.
*
Ginny stava camminando verso la torre di
Divinazione. Le
aspettava l’ennesima noiosissima lezione sui fondi nelle tazzine
da the; aveva
fatto male ad iniziare quella materia: Miriam e Demelza, con il loro
scetticismo, avevano rifiutato di parteciparvi ed entrambe si erano
iscritte ad
Aritmanzia. Aisleen però si era iscritta con lei ed era la sua
compagna, solo
che non l’aveva trovata e si stava avviando alla torre da sola.
“ginny! Ginny!”
sentì chiamarsi la ragazza. Si voltò e trovò
davanti Neville Paciock, un
compagno di suo fratello.
“ciao Neville, come va?” chiese
lei gentilmente. “ah,
insomma… ho appena invitato una ragazza al ballo e mi ha
rifiutato..” rispose
lui. “oh… mi dispiace…. Chi avevi invitato?”
chiese Ginny.
“Hermione Granger… è
sempre così gentile, mi aiuta sempre
con i compiti…” rispose lui “ma mi ha detto che era
già stata invitata…così mi
toccherà passare la serata da solo…”
“beh saremo in due in sala comune
allora… io sono troppo
piccola per parteciparvi…e comunque nessuno mi ha
invitata…”
Si rese conto troppo tardi dell’effetto
delle sue parole,
era praticamente una richiesta. Infatti il volto di Neville si
illuminò.
“g-ginny… tu sei carina… e sei sola… vuoi
venire con me?” le chiese. Sapeva che
non poteva rispondere in altri modi. “ok… ma solo come
amici, va bene?” rispose
la ragazza- “sì, certo come amici! Sono molto
contento!” disse lui sorridendo.
“già! Poi ci organizziamo.. ora vado sennò faccio
tardi! A dopo!” disse Ginny e
andò via.
Beh, sabato avrebbe avuto anche lei bisogno
di fare
shopping.
*
“oh, no…” Ronald Weasley
si stava avvicinando verso la
sorella, il colorito terreo. “oh no, oh no…” mise le
braccia intorno al collo
di Ginny e sprofondò il volto nei suoi capelli, lasciandola
sbigottita. “ron…
che succede?” esclamò Ginny.
“ho fatto…una cosa
terribile…” mormorò lui. Ginny
se lo scrollò di dosso e lo fece sedere su una poltrona, di
fronte a lei.
“dimmi.” Disse
la ragazza, guardando il
fratello negli occhi. “l’ho fatto…
io…io…” balbettò Ron “ho invitato al
ballo
Fleur Delacour…”
“che cosa hai fatto?”
esclamò Ginny, trattenendosi dallo
scoppiare in una fragorosa risata.
“non so cosa mi è preso! Era
là e io… non me ne sono reso
conto… sono andato da lei e gliel’ho chiesto…e lei
ovviamente…”
“ti ha rifiutato.” Disse Ginny.
“mi ha guardato proprio
disgustata…non uscirò mai più di
qui…”
“dai Ron.. sta tranquillo, non è
la fine del mondo…”
In quel momento si aprì il buco del
ritratto ed entrò Harry
che si avvicinò subito a loro.
“Che cosa è successo Ron?”
chiese il ragazzo, sedendosi
vicino a loro. “perché l’ho fatto?
Perché?” esclamò Ron, fuori di sé.
“cosa?” chiese Harry perpelsso.
“ha appena invitato al ballo Fleur
Delacour…”rispose Ginny,
trattenendo a stento un sorrisetto.
“tu cosa?” esclamò Harry.
“non so che mi è preso, era
lì, a parlare con Diggory e
io…gliel’ho chiesto… mi ha guardato come se fossi
qualcosa di disgustoso… poi è
come se fossi tornato in me…e sono scappato.”
“è in parte Veela… forse
sei passato di lì proprio mentre
faceva un incantesimo... forse cercava di incantare Diggory… ma
tanto è
inutile…lui va con Cho…” disse Harry.
“l’ho appena
invitata…”disse “me lo ha detto…”
Ginny smise di sorridere. Cho? Cho Chang di
corvonero?
Piaceva ad Harry? da quanto?
“…noi e Neville! Indovina chi ha
invitato? Hermione! Ma lei
gli ha detto che usciva con un altro! Ma chi
l’inviterebbe?” esclamò Ron,
ridendo. Ginny lo fulminò. “sta zitto…” gli
disse seccata, vedendo Hermione che
entrava dal passaggio segreto dietro il ritratto.
“perché non siete venuti a
cena?” chiese la ragazza. I due
ridevano e Ginny intervenì seccata. “perché
entrambi sono stati bidonati dalle
ragazze che volevano invitare al ballo!” finalmente i loro
sorrisi ebeti si
cancellarono. Come si permettevano a prendere in giro Hermione e
Neville? Si
credevano tanto migliori? Almeno loro avevano qualcuno con cui andare
al ballo…
“grazie mille, ginny…”
disse Ron aspramente.
“erano già occupate quelle
carine, vero Ron?” chiese sarcastica
Hermione.
“ehi, Hermione tu sei una
ragazza…” disse Ron, guardandola
come se l’avesse vista per la prima volta. Oddio
Ron, chiudi quella fogna! Pregò
mentalmente Ginny, sapendo già cosa il fratello stava per
fare…
“… perché non vieni al
ballo con uno di noi?”
“non posso” rispose Hermione,
arrossendo “sono stata già
invitata…”
“maddai! Lo hai detto solo
perché non volevi andarci con
Neville…”
“solo perché tu ci hai messo
quattro anni, non vuol dire che
nessuno abbia capito che io sono una ragazza!” esclamò
Hermione inferocita.
Ginny guardò Ron peggiorare lentamente
la sua situazione ed
Hermione andare infuriata nel dormitorio. “sta mentendo!”
esclamò Ron.
“non è vero” disse Ginny
“e allora con chi va?”
“non sarò io a dirtelo! Sono
affari suoi…”
“ok… vabbè cerchiamo di
rimediare a questa situazione… il
ballo… beh Ginny, tu
potresti andare con Harry…”
A ginny le si immobilizzò il cuore.
Lei? Al ballo con Harry?
lei ed harry? all’improvviso
l’immagine romantica che le si era formata
davanti le si oscurò: la faccia di Neville coprì le sue
fantasie insieme a
quella di un harry che ballava con lei e pensava a Cho Chang e le fece
completamente sfumare.
“non posso!” rispose Ginny
arrossendo “mi hai invitato
Neville…” dopo di questo si alzò e, con la scusa di
andare a cena, uscì dalla
sala comune.
Fece qualche metro e si infilò nella
prima aula vuota che
trovò, cercando di respirare. Doveva capirlo. Era ora che Harry
si cominciasse
ad interessare a qualche ragazza. Ma pensarlo le faceva lo stesso male.
Più male
di quanto si sarebbe aspettato.
In un’occasione simile una persona
dovrebbe piangere no? In
fondo al ragazzo che le piaceva, piaceva un’altra e lei andava al
ballo con un
ragazzo che non le interessava minimamente e
che rendeva ancora meno invogliante l’idea di
parteciparvi. Era
intrappolata, avrebbe dovuto assistere alla scena pietosa di harry che
sbavava
dietro a Cho e che ballava con una che non era lei…
Ma non riusciva a piangere, anche se avrebbe
voluto, perché
sarebbe stato liberatorio. Era difficile vedere Ginny Weasely piangere.
Ma guardando la situazione da un altro punto
di vista….
…. Forse avrebbe potuto divertirsi al
ballo comunque, senza
pensare ad Harry, ballando con un ragazzo che non era niente se non un
potenziale amico… si sarebbe divertita, sì, e avrebbe
preso in giro Harry e Ron
con Hermione che probabilmente sarebbero rimasti senza una dama…
Cercando di rendere meno amare le sue
prospettive, Ginny
tornò in dormitorio…
*
Era il tanto atteso Sabato in cui le ragazze
avrebbero
dovuto fare shopping. “io e Demelza non siamo state
invitate…” disse Miriam,
sconfortata. “io sono stata invitata da Neville Paciock!”
disse Ginny,
sorridendo. “oddio è quel ragazzo imbranato, vero?”
disse Miriam sgranando gli
occhi. “imbranato ma molto simpatico.” Precisò
Ginny. “Aisleen e tu? Sei stata
invitata?” chiese Demelza. La ragazza annuì, arrossendo.
“ e con chi ci vai?”
chiese Ginny, curiosa. “con Christopher Moore” rispose la
ragazza. “è di
Corvonero, del quinto anno…”
“wow! Non sapevo avessi il
ragazzo!”esclamò Demelza.
“non è il mio ragazzo! Siamo
amici da tanti anni… e mi ha
invitato…” disse Aisleen.
“quindi sarete voi due ad aver bisogno
della mia grande
esperienza in fatto di moda…” disse Miriam abbracciandole
“c’è anche Hermione
con noi!” le disse Ginny. “ok, ok… allora partiamo
per un pomeriggio di
shopping sfrenato… per la sera del ballo dovrete essere…
sfavillanti!” esclamò
Miriam facendole ridere.
Andarono ad Hogsmeade dove si incontrarono
con Hermione.
Ginny fu molto contenta di vedere che le ragazze si trovavano benissimo
con
Hermione.
“allora seguitemi, spulceremo tutti i
migliori negozi di
Hogsmeade!” esclamò Miriam più entusiasta delle tre
ragazze che erano state
invitate. La giornata fu diversa da come Ginny se l’era
immaginata: avevano girato
tutti i negozi alla ricerca di qualsiasi cosa, dai trucchi alle borse,
e il
tutto era diretto da Miriam. Alla fine scelsero un lungo vestito blu
pervinca,
molto elegante, per Hermione, un vestito di leggera stoffa verde chiaro
per
Aisleen e un semplice vestito di seta grigia argentea per Ginny.
“dai Ginny,
fatti vedere!” esclamò Miriam fuori dal camerino.
“è imbarazzante… non ho
mai
messo dei vestiti così…” balbettò Ginny
aprendo la porta.
“tutte queste storie
per un vestito che ti sta benissimo!” esclamò Demelza
guardandola.
“infatti! Lo
devi comprare assolutamente!” escalmò Hermione. Rientrando
in camerino per
spogliarsi Ginny guardò il cartellino. Il prezzo non era
bassissimo ma la somma
che le aveva dato la mamma bastava. A ginny le dispiaceva far spendere
tutti
quei soldi ai genitori, conoscendo bene la loro situazione economica:
ma la
mamma era così entusiasta che la sua “bambina”
partecipasse al ballo che le
avrebbe mandato anche tutti i loro risparmi.
“sarete stupende e vi divertirete
un mondo… quanto vorrei venire anche io!” disse Miriam
mentre pagavano.
“dai
sarà per il prossimo ballo…” disse Hermione.
Le scarpe furono un problema
maggiore del vestito. Mentre le altre due accettarono tranquillamente
l’idea di
Miriam, cioè di comprare un paio di scarpe con qualche
centimetro di tacco,
Ginny si rifiutò categoricamente. “no, assolutamente
no!” esclamò quando Miriam
le sventolò davanti al naso un paio di scarpe che secondo lei
“erano nate
apposta per il suo vestito”, con un qualcosa come cinque
centimetri di tacco
dietro che Ginny trovava semplicemente spaventosa.
“ginny sei una donna, e una
donna porta i tacchi!” disse Miriam
“ho tredici anni e per i tacchi ho
ancora
tempo e anche per essere donna! Vado ad un ballo e non vedo come potrei
ballare
con quelle cose ai piedi!” esclamò la ragazza. Alla fine
optò per un paio di
ballerine definendole “comode per un ballo e abbastanza femminili
per essere
definita donna”.
*
Le cinque ragazze tornarono al castello, con
i piedi gelati
e le guance accese per il vento gelido. Ginny andò con Hermione
nel dormitorio
delle ragazze del quarto anno. “bella giornata eh? E poi abbiamo
comprato delle
cose bellissime…” disse Hermione.
“sì, anche se qualcuno
dovrà aiutarmi ad
usare queste cose…” disse Ginny prendendo il suo nuovo
beauty-case. Dentro
c’era di tutto, e Ginny, gran parte di quelle cose, non sapeva
neanche cosa
fossero.
“sicuramente Miriam sarà felice
di darti una mano…” disse Hermione.
“senti Hermione, è da un
po’ che volevo farti una domanda…” disse esitante
Ginny.
“ad Harry… ecco insomma…”
“se mi stai chiedendo di Cho
Chang…. Si, è vero, gli piace
quella ragazza da un po’ di tempo…” disse lentamente
Hermione. Alla vista dello
sguardo triste di Ginny, però, aggiunse “però basta
Ginny. Lui vive la sua vita
e tu devi vivere la tua. Sapevi che prima o poi avrebbe cominciato ad
interessarsi a qualche ragazza. Vai al ballo e divertiti, e non pensare
ad
Harry… come vedi anche lui è stato rifiutato dalla
ragazza che gli piace…”
“con chi ci va?” chiese Ginny.
“Calì Patil. Ma non è
interessato, tranquilla…” disse
Hermione, sorridendo “e se ti vedo triste al ballo… ti
affatturo! Ci dobbiamo
divertire e basta…è solo un ballo…”
“già…e solo un
ballo…”
Quando fu di nuovo da sola, Ginny
pensò al suo leggere
vestito argenteo, a quanto le sarebbe piaciuto usarlo per ballare tra
le
braccia di Harry. ma purtroppo la vita non andava sempre come si
desidera, e
questa era un’amara lezione che aveva imparato da tanto.
angolo autrice
sì è vero... vi ho fatto
aspettare tanto!!! ma ci ho messo molto a fare questo capitolo e ho
paura che neanche sia venuto un granchè... non uccidetimi vi
prego!!!!
ringrazio tutti coloro che mi seguono e che
mi recensiscono!!
saluti a tutti!!!
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Capitolo 18 *** un due tre.... ***
nvu cap 18
Un, due, tre…
“quanto vorrei poter venire anche
io…” sospirò Miriam, mentre
pettinava la fiammante chioma di Ginny. la ragazza sapeva che Miriam
desiderava
andare a quel ballo molto più di quanto lo desiderasse lei, ed
era per questo
che le stava permettendo di trattarla come la sua bambola di turno,
lasciandole
carta bianca sul trucco e sull’acconciatura. Beh, diciamo che
l’aveva dovuta
fermare un paio di volte (i gusti di Ginevra erano molto più
semplici e meno
appariscenti di quelli di Miriam) ma comunque vedeva l’amica
felice di
aiutarla. Nonostante le loro incomprensioni, Ginny voleva molto bene a
Miriam e
le si stava affezionando. “dai sarà per il
prossimo…” disse Demelza, mentre
aiutava Aisleen.. “si ma questo è speciale! È il
ballo del ceppo, mica un ballo
qualunque!” si lamentò la riccia. “vieni al posto
mio! Io non me la sento
proprio…” disse Ginny. in effetti era vero: man mano che
la data del ballo si
avvicinava si sentiva sempre più agitata, e la voglia di
chiudersi in
dormitorio diventava sempre più grande. “… mi
potrei inventare una febbre
lampo…”
“no Ginny, tu lo hai promesso
a Neville…” intervenne Demelza, guardando gli occhi di
Miriam che luccicavano.
“già, è vero…” disse Ginny,
malinconica. “e poi non farla tanto lunga! È un
ballo, non un esame! Vedrai che ti divertirai da morire!”
continuò l’amica col
suo sorriso rassicurante. Ginny ci provava a credere davvero a quelle
parole,
ma non era sicura che si sarebbe divertita davvero. Insomma ballare
infagottata
in un vestito luccicante davanti a tutta la scuola! Solo l’idea
la faceva
rabbrividire…
*
Ginny e Aisleen salutarono le loro amiche e
uscirono dal
buco del ritratto. “dove ti incontrerai con Christopher?”
chiese Ginny ad
Aisleen. “lui è di Corvonero e la torre del loro
dormitorio è l’opposta alla
nostra… ci siamo messi d’accordo di vederci davanti la
sala grande!” rispose
lei, un po’ rossa in viso. Scesero giù e Ginny vide Harry
e Ron che si
incontravano con le gemelle Patil. Ginny ridacchiò vedendo
l’orrendo vestito di
Ron; un po’ si sentiva in colpa, perché era anche colpa
sua che Ron indossasse
un vestito così brutto: sua madre aveva dovuto fare un po’
di economia per poter permettere alla
figlia un vestito
decente.
“ciao Ginny” era Neville che le
era corso incontro,
inciampando nei suoi stessi piedi. Due ragazze del quinto anno lo
additarono
sghignazzando. “ciao Neville” lo salutò Ginny con un
sorriso, ignorando le due
oche sghignazzanti. “s-sei bellissima…”
balbettò il ragazzo, un po’ rosso in
viso. “grazie. Anche tu stai bene.” Rispose gentilmente.
Vide che le due
ragazze stavano mettendo a disagio Neville, quindi propose di
cominciarsi ad
avviare. “ottima idea” rispose lui sollevato.
La sala grande era pazzesca, così
decorata, ed era così
strano non vedere più le tavolate delle case.
“bello…” disse Neville.
“già…” rispose
Ginny, non sapendo cosa aggiungere. Andarono
al primo tavolo libero che trovarono e si sedettero, senza spiccicare
una
parola. “sarà una serata divertente” disse Ginny,
per niente convinta dalle sue
parole. Neville non rispose “è la prima volta che ho un
appuntamento con una
ragazza…” disse. “aspetta…” lo
interruppe Ginny. “neville, ricordati che questa
è un’usicta tra due amici, niente di più…
due amici che vanno a ballare
insieme, senza impegno…”
“ah… giusto…”
rispose Neville. L’arrivo delle prime portate
distolse i due ragazzi da quella conversazione, e Ginny cambiò
radicalmente
argomento, parlando della scuola e delle lezioni. “ehi ma quella
al tavolo,
vicino ad Harry… non è…?”
“sì, è Calì Patil,
ha invitato lei…” rispose Ginny secca.
“no,no… intendevo
l’altra… quella che è uscita con Viktor
Krum…”
Ginny si voltò e vide l’amica
chiacchierare animatamente col
suo cavaliere. “sì è Hermione…” disse
Ginny. “ecco perché mi ha dato buca…”
mormorò Neville.
Finita la cena si abbassarono le luci e il
complesso
chiamato dal preside per animare la serata (le Sorelle Stravagarie)
cominciarono a riempire la sala con la loro musica. La cena era andata
molto
bene e Ginny notò che parlare con Neville le era molto facile,
anzi, l’aveva
trovata una cosa piacevole, tanto che la proposta arrivò quasi
da sola.
“neville, andiamo a ballare?”
Neville la guardò pietrificata.
“a b-ballare? Io e te? Sei
sicura?” balbettò il ragazzo.
“ma certo… scusa, perché
mi hai invitato se non volevi ballare?”
le chiese Ginny perplessa.
“ah, sì, infatti… ma non
pensavo che avresti voluto ballare
con me…” disse il ragazzo sempre più in imbarazzo.
“neville, continuo a non
capire…”
“cioè io sono Neville
Paciock… l’imbranato della scuola…
mentre tu sei una ragazza così carina… pensavo che tu
avessi accettato di
venire al ballo con me solo per parteciparvi… visto che sei del
terzo anno…”
disse il ragazzo, senza guardarla negli occhi. Ginny era sbalordita.
“beh penso
che dopo questa tua affermazione me ne dovrei andare e
basta…” sbottò la
ragazza. Neville la guardò mortificato. “ginny io non
volevo offenderti! Non ne
ho mai avuto l’intenzione… è solo… che mi
pare così impossibile di essere qui,
con una ragazza…”
“beh comincia a metterti in testa che
invece è possibile!
Sei un mio amico ormai, mi stai simpatico, e questa sera mi sono
trovata molto
bene con te! E non vedo che problema ci sia in un ballo! Allora se ti
va di
ballare, seguimi, altrimenti… beh cercherò un altro che
ne ha più voglia di
te…”
Neville si alzò subito e le porse la
mano con fare molto
galante.
“vuole farmi l’onore di questo
ballo, cherie?” le chiese sorridendo.
Ginny sorrise di rimando e lo seguì in
pista.
Non è così male, pensò
Ginny mentre Neville la faceva girare
goffamente sul posto. Però doveva stare molto attenta ai suoi
piedi, i quali
stavano subendo diversi attentatati dal suo cavaliere; meno male che
non aveva
dato retta a Miriam e si era comprata un paio di scarpe comode…
Si voltò a vedere i campioni e i loro
accompagnatori, che
ballavano al centro della sala: Fleur Delacour era bellissima nel suo
vestito
argenteo e il suo accompagnatore, Roger Davies, non aveva occhi per
nessun
altro; poco più in là ballavano Hermione e Viktor Krum,
la ragazza con uno
sguardo contento che Ginny non le vedeva da tanto. Cho Chang e Cedric
Diggory
si guardavano con sguardi mielosi e Harry che (come notò Ginny
con gioia
vendicativa) guardava la coppia con pura invidia, mentre Calì
gettava sguardi
ammalianti a tutti i ragazzi della sala.
“scusa Ginny…” le disse
Neville, mentre le pestava per
l’ennesima volta i piedi.
“niente, Neville, non ti
preoccupare…”
Al terzo ballo vide Harry e Calì che
si andavano a sedere
accanto a Ron e la sua dama. Ginny continuò a ballare
finchè i piedi non le
facevano talmente male che si dovette sedere per forza. “Oh scusa
Ginny…”
ripetè mortificato neville. “non ti preoccupare…
è che sono stanca…” mentì la
ragazza. “vabbè mi siedo qui, così ti faccio
compagnia…” disse Neville
sedendosi affianco a lei. “ma no! Non ti preoccupare! Non mi va
di rovinarti la
serata…” esclamò la ragazza.
“ma non voglio che tu rimanga qui da
sola…”
Rimasero un po’ a chiacchierare fino a
quando Hannah Abbot,
una graziosa ragazza di tasso rosso si avvicinò a loro e chiese
a Neville di
ballare. “si Neville può venire, tanto ho le caviglie
talmente gonfie che dovrò
rimanere qui seduta per tanto tempo…” intervenne Ginny.
“sei sicura?” chiese Hannah.
“andate!” esclamò Ginny
spingendoli via. Finalmente sola si
sfilò le scarpe e si massaggiò i piedi doloranti.
“Ginny! ci sei anche tu!” era
Lee Jordan che si avvicinava al suo tavolo. “ciao Lee! Si mi
fanno male i
piedi… dov’è Alicia? Sapevo che eri uscito con
lei…”
“alicia..? eccola
lì…” disse Lee indicando con la testa una
ragazza dalla chioma biondo grano e un vestito rosa che ballava con
George
Weasley. “la solita storia… sono solo il migliore amico,
quello con cui far
ingelosire l’altro… la storia della mia vita…”
“oh mi dispiace… quel cretino di
mio fratello…” disse Ginny
mortificata.
“no no, non ti preoccupare tutto a
posto… a me Alicia non
interessa così tanto, sapevo perché avesse chiesto a me
di venire al ballo…
vabbè, non è niente alla fine.. ho già accettato
Angelina e Fred…”
“dai andiamo a ballare noi!”
esclamò Ginny, prendendo per un
braccio il ragazzo.
“ma.. non ti facevano male i
piedi?” le chiese Lee.
“oh.. vabbè… ormai
è passato! Poi non mi va di passare tutta
la serata seduta qui! Andiamo.” Disse Ginny e lei e Lee si
lanciarono in pista.
Ballare con Lee era totalmente diverso che
con Neville: Lee
si muoveva con disinvoltura, seguiva il ritmo coinvolgendola, metteva
le mani
nei punti giusti e, soprattutto, non le pestava i piedi.
“ehi Lee… attento dove metti le
mani…” esclamò Fred passando
a fianco alla coppia.
“sì… quella è la
nostra sorellina… e meno ragazzi ha intorno
meglio è…” esclamò George, stretto ad Alicia.
“e io sono
il vostro
migliore amico…” rimbeccò Lee.
“e io ballo con chi mi pare e con tutti
i ragazzi che
voglio! Vieni Lee, andiamo da un’altra parte…”
esclamò Ginny, spostandosi col
suo nuovo cavaliere dall’altra parte della sala. Lee
ridacchiò.
“ehi! Non sarò io la migliore
amica adesso?” disse Ginny,
guardando il ragazzo negli occhi. Lee la guardò sbalordito.
“no,
no…non in quel
senso.. ti pare? Non ho bisogno di far ingelosire nessuno con te…”
“perché con me no?”
“perché tu sei
veramente un’amica… e perché io, sinceramente, so
quali sono le mie possibilità
con quelle due…”
“cioè?”
“zero”
I due ballarono in silenzio ancora per un
po’. La musica si
faceva via via più lenta e Lee la strinse più a
sé. Ginny si guardò intorno e
vide i due gemelli troppo occupati con le loro dame per accorgersi di
lei e
Lee, così appoggiò la testa sulla spalla di lui e il
ragazzo fece scivolare le
mani sui suoi fianchi. Non aveva mai ballato con nessun ragazzo prima
di quel
ballo, e non era mai stata abbracciata a quel modo a nessuno.
Però era molto
piacevole.
La musica finì e i due abbandonarono
la sala per andare a
bere qualcosa. “beh ora penso che dovrai
abbandonarmi…” disse Lee, bevendo un
lungo sorso dalla sua Burrobirra.
“perché?”
chiese
Ginny “sono stata bene con te…”
“sì ma è inutile che
balli con me quando stai facendo così
tante stragi di cuori…”
“cosa vorresti dire?”
“beh dai, ci sono tanti ragazzi che
vorrebbero ballare con
te, vai a conoscerli, è inutile che sprechi la serata con
me…”
“ma mi sto divertendo…”
“sì ma tu sei una bella ragazza
è giusto che conosci qualcun
altro… io qualcuna la troverò sicuro…”
“scusa…” un ragazzo alto e
dai capelli neri si era
avvicinato a loro. “voi siete in coppia? Perché se
così non fosse vorrei
chiederti se ti andava di ballare con me?”
Ginny lo guardò sbalordita, stava per
rispondergli ma
l’anticipò Lee. “no, abbiamo fatto solo un
ballo… è tutta tua…” disse. Ginny si
voltò per rispondergli ma lui già l’aveva spinta
tra le braccia del ragazzo
bruno. Arresa, si lasciò trasportare nel mezzo della sala e
cominciò a ballare
il lento che avevano lasciato lei e Lee. “a proposito… io
sono Micheal Corner
del quarto anno di Corvonero…”
Si presentò il ragazzo.
“io sono Ginny Weasley…”
bofonchiò lei.
“di Grifondoro giusto?”
“sì, terzo anno…”
I due continuarono a ballare e a
chiacchierare
tranquillamente. L’istinto omicida che aveva verso Lee per averla
letteralmente
buttata tra le braccia di Micheal stava lentamente svanendo; anzi,
Micheal si
stava rivelando molto simpatico e Ginny si trovava bene.
“andiamo a farci un giretto nel parco?
Sono ore che sto
ballando, non ne posso più…” disse Ginny. aveva
proprio voglia di fare una
passeggiata al fresco. “sì andiamo…”
Il parco era pieno di panchine e cespugli
fioriti nonostante
il freddo invernale. Ogni panchina era occupata da una coppia che si
sbaciucchiava e Ginny capì con orrore cose poteva significare
quella proposta
per il suo cavaliere. La ragazza cominciò allora a chiacchierare
a raffica,
parlando di tutti gli argomenti che le venivano in mente. Ma il ragazzo
era
sempre più silenzioso e uno strano sorrisetto gli si stava
disegnando sulle
labbra.
“non ti voglio baciare.” Le
parole le erano uscite così,
incontrollate e la fecero arrossire furiosamente. “cioè,
scusa, non volevo
dirtelo così… ma ecco… può sembrare tutto
così equivoco…”
Micheal ridacchiò. “cosa
c’è da ridere?” sbottò la ragazza,
irritata. Micheal la guardò
divertito.
“dai non ti devi giustificare, non mi aspettavo niente, non ti
preoccupare…cioè, insomma…”
“insomma cosa?”
“beh lo sapevo che venire tra questi
cespugli è stata una
cosa del tutto innocente da parte tua… insomma che ne sapevi
cosa facevano qui?
Sei piccola…” disse Micheal sorridendo.
“ci passiamo solo un anno! E solo
perché non sono maliziosa
come le altre non vuol dire che sia una bambina!” esclamò
Ginny, irritata e
stupefatta.
“si vabbè, ma sei
un’ingenua, ammettilo!” la stuzzicò lui.
“non è vero!”
esclamò Ginny, sentendosi avvampare. “è che
non mi piaci!” esclamò. Lui continuò a ridere.
“ah sì?” chiese.
“già! Non mi piaci! Sai quanti
me ne sono baciati dietro
questi alberi!” disse lei, gettando all’indietro la lunga
chioma rossa, con
fare altezzosa. Ma che diamine sto
dicendo, pensò la ragazza, se non ho
mai baciato nessuno in vita mia…
“immagino…” disse Micheal
“quelle guance rosse, poi,
confermano il tutto…”
Ginny era ormai veramente infuriata.
“beh sai che ti dico?
Che me ne vado proprio a dormire! Mi stai scocciando…”
Girò sui tacchi e si avviò
verso il castello, ma una mano
forte la bloccò, facendola girare su se stessa e facendola
ritrovare tra le
braccia forti di Micheal, che accostò pericolosamente il viso al
suo. “ehi ti
ho detto che non mi piaci!” esclamò lei. Micheal la
lasciò, continuando a
sorridere. “ti adoro! Dobbiamo continuare a
vederci…” esclamò lui “..anche solo
come amici! Sei una ragazza… come dire? Imperdibile,
ecco”.
Ginny era scioccata. “io ora vado a
letto. Veramente… ci
vediamo domani…” disse e questa volta nessuno la
fermò e la rossa grifondoro
corse verso il maniero, confusa e felice come non lo era mai stata.
angolo autrice
eccomi!!!
finalemente sono riuscita a postare il nuovo capitolo a cui, ad essere
sincera, tengo molto e spero di averlo reso nel migliore dei modi e di
avervi soddisfatto (anche per farmi perdonare questa mia lunga
assenza...).
ringrazio
Penny Black per i bei commenti e AnnyPervinca, le ultime due che mi
hanno recensito, e ovviamente tutte le persone che mi seguono sempre e
che mi hanno recensito dall'inizio.
alla
prossima
marty
|
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Capitolo 19 *** il giorno dopo ***
cap 19 nvu
Il giorno dopo
“Ginny!!!! è mattina
sveglia!” la voce squillante di Miriam
riempiva l’intera stanza, svegliando tutte le ragazze. “dai
lasciale stare!
Aisleen è arrivata tre ore fa…” le disse Demelza.
“beh, se la signorina vuole
fare le ore piccole col suo fidanzato non sono affari miei! Soprattutto
quando
non ci ha detto che usciva con Christopher!” rimbeccò
Miriam. Ginny si alzò e
vide il suo vestito buttato sul comodino, le scarpe lanciate vicino al
letto di
Demelza e i collant che pendevano dal suo letto. “che ore
sono?” bofonchiò. “le
nove e mezza!” rispose Miriam. Ginny si ributtò sotto le
coperte con un gemito.
“Miriam!! Ho dormito solo cinque ore!!”
“beh sono più che
sufficienti!”
“si può sapere perché ci
hai svegliate a quest’ora?”
“ma perché ovviamente
io e Demelza vogliamo sapere subito tutti i particolari di ieri
sera!” esclamò
Miriam. “diciamo che a me non sarebbe cambiato niente se avessimo
aspettato
fino all’ora di pranzo…” obbiettò Demelza.
Miriam alzò gli occhi al cielo.
“dammi cinque minuti per svegliarmi e capire dove sono e chi
sono…” borbottò
Ginny, stiracchiandosi e si alzò per avviarsi in bagno. Pian
piano le immagini
della sera prima cominciarono a scorrerle davanti agli occhi: Neville
con i
suoi movimenti maldestri, il ballo con Lee e alla fine Micheal…
al pensiero di
ciò che era successo col ragazzo, Ginny si sentiva strana e le
venivano i
brividi. Forse si era spinto un po’ troppo oltre nei suoi
confronti… ma,
stranamente, le aveva fatto piacere. Anche se pensava che rivederlo nei
corridori
della scuola sarebbe stato imbarazzante…
La porta si aprì di scatto e Miriam
sgattaiolò dentro il
bagno, sotto lo sguardo stupefatto di Ginny.
“Mi’..ci sarei io in
bagno!” disse Ginny.
“Sì, ma io non sono come Dem! Ho
bisogno di sapere…” si lamentò
Miriam.
Ginny sorrise
allo
sguardo ch Miriam le stava facendo e cedette. “ok..
comincia con le tue domande..”
Per Miriam fu come un invito a nozze.
“dai oltre che con
Paciock con chi sei stata?” chiese
subito.
“chi ti dice che sia stata con qualcun
altro?” chiese Ginny.
“primo, una ragazza carina come te deve
aver per forza
rimorchiato qualcuno” disse Miriam sorridendo
“secondo… te lo si legge in
faccia! Dai racconta, racconta!”
Ginny si accinse a raccontare, e la storia
venne raccontata
varie volte, e ogni volta i commenti erano sempre gli stessi.
“wow, ma allora
vi siete quasi baciati!” esclamò Hermione: lei era quarta
persona a cui Ginny
aveva parlato. “quasi” sottolineò la rossa.
“ma è magnifico!” disse l’amica.
Ginny si strinse tra le spalle. “mica tanto…”
“pensi ad Harry?” chiese
Hermione. Perché quella ragazza
sapeva sempre tutto?
“già… magari fosse stato
lui ad invitarmi a ballare…”
“non ti aspettare qualcosa del genere
da Harry e Ron… sono
due ragazzini e ieri sera l’hanno dimostrato…”
“perché che è successo?
Ieri sera li ho persi completamente
di vista… beh ho visto solo ballare Harry e Calì, ma solo
all’inizio…” disse
Ginny pensierosa.
“si ed è stata l’ultima
volta che è entrato in pista!”
“ma come?” esclamò Ginny,
sbalordita. Scusa, ad un ballo che
altro doveva fare oltre che ballare?
“già. Hanno ballato solo il
primo pezzo e poi si sono andati
a salire vicino a tuo fratello e Padma… calcola che Ron non ha
ballato nemmeno
un secondo con Padma, è stato tutto il tempo seduto
imbronciato…”
“imbronciato? Perché?”
chiese Ginny. Hermione esitò. “ecco…
abbiamo avuto una specie di battibecco…” disse
“beh sai che novità, te e Ron
litigate sempre…” disse Ginny.
“sì, lo so… ma questa
volta è stato diverso… è proprio un
cretino tuo fratello…” borbottò Hermione.
“dai racconta..” la esortò Ginny,
ormai curiosa. “beh, mi ha fatto una storia assurda per il fatto
che sono
uscita con Viktor!” esclamò la ragazza. Ginny si
illuminò. “questa si chiama
gelosia mia cara…” disse in tono canzonatorio. Hermione
arrossì violentemente.
“no, ma che dici?! Non si tratta di questo…”
“e allora di cosa?”
“dice che stavo fraternizzando con il
nemico e che stavo
complottando contro Harry… cosa che non farei mai e poi mai, per
nessun ragazzo
al mondo… io voglio che Harry vinca il torneo, non
Viktor…”
“beh, è ovvio… continuo a
vergognarmi di essere sua
sorella…”
“comunque mi ha continuata ad insultare
finchè non me ne
sono andata! È riuscito veramente a rovinarmi la serata, ti
giuro…”
“mi dispiace troppo…”
“non ti preoccupare non è colpa
tua…”
“ma come è andata a
finire?”
“beh, non mi ha lasciato in pace
neanche quando sono tornata
in dormitorio!” esclamò Hermione, la voce tremante di
rabbia repressa. “sono
rientrata dopo di lui, e lui era lì nella sala comune e mi ha
chiesto perché
ero tornata così tardi e gli ho detto di farsi gli affari
suoi… alla fine la
cosa è degenerata e ci stavamo urlando in faccia… e alla
fine sono esplosa… e
gli ho detto ciò che veramente pensavo…”
“cioè?”
“che al prossimo ballo… mi
invitasse invece di considerarmi
come ultima spiaggia…”
La voce di Hermione si spezzò.
“mio fratello è proprio
cretino…” commentò Ginny, ripetendosi.
“mi ha dovuto rovinare la serata! Non
lo sopporto quando fa
così!” esclamò Hermione “e la sai una cosa?
Viktor è mille volte meglio di lui!
Mi ha trattata tutta la serata come se fossi una regina! Da Ron non ho
mai
sentito uscire una parola gentile, mai… e la sai un’altra
cosa? Mi ha chiesto
di vederci oggi… e ci andrò!”
“fai bene… lascialo
perdere…”
“e tu anche!”
“io cosa?” chiese Ginny confusa.
“tu anche uscirai con Micheal!”
“tu sei pazza! A me non piace!”
“beh prova a conoscerlo… e
dimentica Harry… quei due non capiscono
proprio niente di ragazze… Ron è un idiota nel vero senso
della parola… Harry…
è stupido, troppo stupido e soprattutto cieco!”
Ginny ridacchiò. “calmati
Hermione…”
“no, non mi calmo! A stare ad aspettare
due cretini… quando
ci sono tanti ragazzi carini e che veramente sono interessati a
noi!”
“a stare ad aspettare due
cretini?” disse Ginny,
sciogliendosi in un sorriso malizioso. Hermione diventò ancora
più rossa. “no,
no non è come sembra…”
“e invece sì…”
“no io parlavo in senso
metaforico…”
“sì sì…”
“comunque io oggi pomeriggio mi vedo
con Viktor, che a Ron
piaccia o no!”
*
Il pomeriggio, Ginny si ritrovò con i
suoi compagni di classe nel parco, come
facevano ogni
pomeriggio, quando non avevano da studiare. Dei suoi amici solo lei,
Aisleen e
Grace erano andate al ballo e stavano raccontando a tutti come si era
svolta la
serata. “vedi? Gracie è andata con un altro ragazzo al
ballo? Anthony è rimasto
tutta la sera in sala comune con me..” disse John a Miriam,
felice della sua
vittoria sulla ragazza, un po’ meno del fatto che sua sorella
fosse andata al
ballo senza che lui potesse tenerla d’occhio. “è
solo questione di tempo! Siete
tutti ciechi, non le vedete proprio le cose che avete davanti agli
occhi..”
rispose Miriam serafica. Ma in effetti anche Ginny trovava strani Grace
e
Anthony: di solito erano molto affiatati insieme, praticamente
inseparabili,
mentre ora si tenevano un po’ alla larga l’uno
dall’altra, come se avessero
litigato…
“ehi Ash!” un ragazzo molto alto,
dai capelli scuri si era
avvicinato al gruppo e Aisleen era subito scattata in piedi.
“ciao Chris…” lo
salutò radiosa, senza arrossire minimamente e gli andò
incontro. Lui la salutò
posandole un breve bacio sulle labbra. “ragazzi, lui è
Chris… il mio ragazzo…”
disse Aisleen, appena si staccarono, leggermente rossa in volto. I
ragazzi lo
salutarono. “beh noi andiamo… ci vediamo dopo..”
disse la ragazza, intrecciando
le sue dita con quelle del Corvonero e avviandosi verso il lago.
“hai capito la
nostra piccola Ash!” commentò John. “ed è
pure un bel ragazzo…” sottolineò
Demelza. “ e il tuo cavaliere, Grace?” chiese Miriam con un
sorriso angelico.
John la guardò di traverso, ma Miriam gettò
un’impercettibile occhiata ad
Anthony, che era improvvisamente molto concentrato su un filo
d’erba. “oh… è un
ragazzo della mia casa, del quinto anno… James Harper…
molto simpatico, mi sono
trovata molto bene con lui…” disse Grace tranquillamente.
Questa volta anche
Ginny guardò Anthony, e lo vide torturare il filo d’erba.
“e.. state insieme?”
chiese Miriam, con lo stesso tono di prima. Anthony smise di tormentare
l’erba
e rimase immobile. “dai Miriam, sono affari suoi…”
intervenne Ginny, avendo
ormai capito i sentimenti di Anthony. “era solo una domanda!
Siamo tutti amici
qui, no?” esclamò Miriam. Ginny la guardò storto,
capite ormai le intenzioni
dell’amica. “beh… non lo so, ecco…”
balbettò Grace, evitando di guardare il fratello
e (almeno secondo Ginny) Anthony. “dai cambiamo discorso! Ho
capito che ieri
sera c’è stato il ballo, ma esisterà anche un altro
argomento di conversazione,
spero!” esclamò Demelza, salvando Grace.
*
“indovina chi è?”
Due mani coprivano gli occhi scuri di Ginny,
accompagnata da
una voce dal tono divertito.
Ginny si liberò e si voltò per
guardare chi era ad averla
privata per quei pochi istanti della vista. “micheal!”
esclamò
“ciao Ginny, come va?” chiese lui
sorridendo divertito.
“tutto bene grazie.. non mi aspettavo
di vederti qui… che ci
fa un Corvonero vicino all’entrata delle torre di
Grifondoro?”
“cercava di incontrare la gentil dama
dalla chioma fiammante
con cui aveva ballato la sera prima, praticamente sparita dalla
circolazione…”
“non sono sparita, sono stata nel parco
con gli altri…”
esclamò in fretta la ragazza.
“beh, spero solo non sia stato un modo
per evitarmi, visto
il modo in cui ci siamo lasciati ieri sera…” disse lui,
guardandola negli
occhi. Ginny arrossì un poco al ricordo della sera prima.
“spero che ti sia
divertita. Io sono stato benissimo.” Disse lui.
“sì, è stata una bella
serata…” rispose lei, evasiva.
“spero di passare un po’ di tempo
insieme. Sai per
conoscerci un po’ meglio… mi sei un sacco
simpatica…”
“grazie… tu un po’
meno…”
“ma dai… non mi dire che non ti
ho fatto divertire…” disse
lui ridendo.
“mi ero divertita più
prima…” disse lei.
“con i mille ragazzi che ti sei baciata
dietro gli alberi,
immagino..”
Ginny avvampò.
“già!” esclamò con aria altezzosa “non
credo
che potrai arrivare mai ai loro livelli…”
“possiamo fare una prova…”
disse Micheal, malizioso.
“no, grazie..” disse lei e fece
per andarsene, ma lui la
bloccò. “dai… non mi negare la tua
presenza…”
“perché non dovrei?”
“perché mi sei simpatica…
voglio vederti ancora.. anche come
amici…”
La guardava con gli occhioni blu spalancati,
supplichevoli.
“beh, penso che ogni tanto ti
degnerò del saluto…” disse lei
in tono ironico. Il volto del ragazzo si illuminò di un sorriso.
“io vado… spero di incontrarci
in giro!”
“ciao…”
Ginny salì nella torre di Grifondoro e
si lasciò cadere su
una delle poltrone rosse, vicino al fuoco. Subito dopo il buco del
ritratto si
aprì un’altra volta e ne uscì una Hermione
trafelata, con le guance rosa
acceso. “Ginny, Ginny!” esclamò appena la vide e si
sedette vicino a lei.
“calmati, respira..” disse Ginny ridendo. Hermione chiuse
gli occhi e riprese
fiato. “mi ha baciata.” Sussurrò.
“cosa?!” esclamò Ginny.
“mi ha baciata!” ripeté la
ragazza, ridendo.
“ma è fantastico!”
esclamò Ginny abbracciandola.
“già… è
fantastico…” disse Hermione in tono sognante.
“è
stato un bel pomeriggio…”
“che avete fatto?”
“siamo stati vicino al lago, dove
c’è la loro nave… mi ha
detto un sacco di cose carine… nonostante la sua aria da burbero
è davvero un
tipo dolce… non come Ron che è un cretino e
nient’altro…”
“sì ma basta con
Ron…”
“già hai ragione! E tu e
Micheal…”
“non ci baceremo mai, non per Harry,
semplicemente perché
non mi piace…”
“se lo dici tu…magari col
tempo…”
“no”
“ok, ok… era solo per
parlare…”
“mi ha chiamato bambina e mi prende
sempre in giro! Un tipo
così non mi interessa proprio…”
Pensare a Micheal la irritava. La sera la
prima l’aveva
trattata come se fosse una bambina, e oggi aveva fatto altrettanto. Ma
lei
aveva tredici anni e mezzo, e non le andava di essere trattata
così.
Il buco del ritratto si aprì di nuovo
ed entrarono Ron ed
Harry. “ciao!” le salutarono e le ragazze risposero al
saluto con poco
entusiasmo. Si sedettero accanto a loro e cominciarono a parlare del
più e del
meno.
“divertita ieri sera al ballo,
Ginny?” chiese Harry.
“sì.. un sacco…”
rispose Ginny. “tu?”
“beh, diciamo che non è stata
proprio una serata
eccezionale…”
“certo, la ragazza che voleva invitare
stava con un tipo
alto e biondo…” sghignazzò Ron, gettando Harry
nell’imbarazzo. “beh, almeno lui
ha ballato…non è rimasto tutto il tempo seduto come uno
sfigato” commentò
tagliente Ginny. Harry ed Hermione scoppiarono a ridere, mentre Ron
arrossiva.
“senti chi parla! Guarda che sei andata al ballo con
neville!” esclamò Ron.
“e allora? È un ragazzo molto
simpatico!” esclamò Hermione.
“tu stai zitta! Vai a ballare un altro
po’ con il nemico,
traditrice!”
“sai una cosa? Ci vado davvero!”
esclamò hermione, sparendo
nel buco del ritratto. Ron si alzò e si diresse nei dormitori
maschili. “sono
sempre i soliti quei due…” disse Harry.
“eh già…”
“sempre a beccarsi! Dopo un po’
diventano insopportabili…”
“immagino”
Rimasero in silenzio per un po’.
“sono contenta che ti sia
divertita… avevo visto che neville
ti aveva pestato i piedi, ma penso che abbia recuperato…”
disse Harry.
“sì… mi sono trovata
molto bene con lui…”
“senti io vado a calmare Ron… ci
vediamo.”
“ok… ciao!”
Ginny rimase seduta sul divano, immersa nei
suoi pensieri,
senza rendersi conto che da lì la sua vita stava cominciando
realmente a
cambiare…
|
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Capitolo 20 *** boccioli e voli di farfalle ***
cap20nvu
Boccioli e voli di farfalle
Dal ballo del ceppo, Ginny aveva preso a
frequentare Micheal
Corner abbastanza frequentemente. Inizialmente se lo trovava affianco
nei
momenti più inaspettati e la cosa era abbastanza seccante:
sembrava avesse
imparato a memoria tutti i suoi orari e capitava spesso di trovarselo
fuori
dalle aule al termine delle lezioni, oppure poco prima che iniziassero.
“ma hai preso a pedinarmi?” gli
chiese Ginny quando se lo
trovò davanti l’aula di pozioni.
“più o meno”
“ma tu le lezioni non ce l’hai
mai?”
“vabbè anche se arrivo due
minuti dopo non è un problema… e
poi ormai è l’unico modo per vederti, visto che non ti va
di uscire con me…”
“se mi tratti come se fossi una
bambina…”
“ma lo sai che scherzo. Dai la prossima
giornata ad
Hogsmeade possiamo andare a farci una Burrobirra…”
“si vedrà”
“come amici. Per farci due
risate…”
“signorina Weasley” li interruppe
Piton “immagino che i tuoi incontri
amorosi siano
molto intensi, ma se non entri immediatamente in classe non potrai
averne per
il resto per il resto dell’anno scolastico visto la punizione che
ho intenzione
di infliggerti…”
“professore non è colpa sua sono
io ad averla fermata”
intervenne Micheal.
“beh, la stessa cosa vale per te,
Corner” disse ed entrò in
classe.
“ci vediamo dopo. Buona lezione”
disse Micheal e Ginny corse
subito nell’aula e si sedette subito vicino ad Aisleen.
“insistente” commentò
Aisleen, riferendosi a Micheal.
“già. Anche troppo” disse
Ginny.
“non hai proprio intenzione di dargli
una possibilità?”
“beh, penso che la prossima gita ad
Hogsmeade la passerò con
lui” rispose Ginny “ma come amici, niente di più.
Alla fine non è così
antipatico.”
“dai infatti è carino! Ti viene
a prendere alla fine di
tutte le lezioni…”
“signorina Weasley, cinque punti in
meno per Grifondoro per
aver parlottato in classe.” Esclamò Piton, mettendo
così fine alla loro
conversazione.
*
il primo finesettimana ad Hogsmeade era
qualche giorno dopo
la seconda prova. Ginny aveva assistito alla seconda tappa del Torneo
Tremaghi
insieme a Micheal ed era proprio lì che aveva deciso di passare
la giornata ad
Hogsmeade con lui. Infatti il Corvonero non l’aveva presa in giro
quasi mai (
tranne per alcune battute dalle quali Ginny si era difesa molto bene),
e
l’aveva fatta divertire e dimenticare per un attimo che suo
fratello, la sua
migliore amica ed Harry erano sotto al lago, in balìa di
Avvincini e di tutti i
mostri che vi abitavano.
“a che ora ci incontriamo
domani?” le chiese Micheal, il
giorno prima del week end dedicato ad Hogsmeade. “facciamo alle
dieci in sala
grande?” propose Ginny.
“perfetto! Mi troverai lì domani
mattina…”
“micheal”
“sì?”
“che non me ne debba pentire”
disse Ginny, guardandolo
seriamente.
“ti pare? Non te ne pentirai, ci
divertiremo un sacco!”
“lo spero”
“dai non essere così
pessimista… fidati di me”
*
Quella mattina era molto assolata; finalmente
il vento
gelido che aveva accompagnato tutte le settimane precedenti aveva
smesso, e il
clima era finalmente mite.
“ehi Ginny” Micheal la salutava
venendo le incontro.
Uscirono fuori parlando del più e del meno, con il sole che
riscaldava i loro
volti. Ad Hogsmeade passeggiarono un po’ tra le vetrine, non
entrando in nessun
negozi.
“entriamo qui” disse Micheal
indicando la vetrina di Strachy
e sons, un negozio di abbigliamento.
“mmm… non mi servono vestiti in
questo momento”
“vabbè ma giusto per dare
un’occhiata”
“ok, entriamo”
Si diressero subito al reparto di accessori,
perché Micheal
voleva un paio di guanti.
“ma l’inverno sta finendo”
obbiettò Ginny.
“sì, ma un paio di guanti in
più fanno sempre comodo… e poi
qui fino ad Aprile il freddo non da tregua”
Si divertirono a provare sciarpe e cappelli
di ogni tipo.
“questo ti sta benissimo” disse
Micheal, indicando il
berretto blu che Ginny si stava provando.
“sì è carino..”
“prenditelo, dai”
“ma l’inverno è
finito…”
“ritornerà” disse Micheal
sorridendo.
“vabbè dai… non mi
serve” disse, poggiandolo sullo scaffale.
I due andarono a mettersi in fila in silenzio
per pagare i
guanti di Micheal. “se vuoi aspettami fuori.” Le disse
Micheal.
“ok… ti aspetto sulla
panchina”
“sì…”
Ginny si sedette fuori, rivolta verso il sole
tiepido. Era
veramente una bella giornata, il primo annuncio di primavera che il
cielo le
stava regalando, e se lo voleva godere fino alla fine. Per ora ancora
non si
era pentita di aver accettato di uscire con Micheal, anche
perché si stava
comportando da amico e non la stava mettendo in imbarazzo in nessun
modo, come
invece era accaduto al Ballo.
Il suono di uno scampanellare di campanelle
annunciò la
porta che si apriva. Ginny non aprì gli occhi nemmeno quando
sentì una presenza
sedersi accanto a lei. Quando li aprì trovò Micheal con
due pacchetti, uno dei
quali tendeva verso di lei. “aprilo” disse, sorridendo
incoraggiante. Ginny
prese il pacchetto. “ma…”
“niente ma, aprilo”
Ginny aprì la busta riluttante e
tirò fuori ciò che sapeva
che essa conteneva.
“il cappello” disse.
“ti piaceva, ho voluto prenderlo.. poi
ti stava bene, era
uno spreco lasciarlo lì…”
“quanto costa?” chiese Ginny,
tirando fuori il borsellino
dalla borsa.
“se te lo dicessi, che regalo
sarebbe?” le chiese Micheal.
“ma oggi non è il mio
compleanno…”
“vabbè non ci deve essere
un’occasione speciale per fare un
regalo ad un’amica…”
“ah, da quando siamo amici?”
“beh… da adesso?” chiese
lui speranzoso.
Ginny rise. “grazie comunque…
non dovevi…”
“figurati…”
Ripresero la loro passeggiata. “in
teoria avrei voglia di
qualcosa…” disse Micheal “che ne dici di madama
Rosmerta? Ci prendiamo due
Burrobirre”
“sì, ma è una giornata
troppo bella per rinchiuderci là
dentro…”
“sai cosa possiamo fare? Prendiamo le
bottiglie e le
portiamo fuori! Ci mettiamo sul prato vicino la Stamberga
Strillante…”
disse Micheal.
“buona idea! Vado a prendere le
Burrobirre”
“aspetta! E i soldi?” la
fermò lui.
“non ci deve essere un’occasione
speciale per fare un regalo
ad un amico” disse lei, sorridendo.
“sì ma tu sei una
ragazza…”
“eh no. Sono un’amica e basta, e
tra amici i regali si
fanno… senza distinzioni di sesso…” disse la
ragazza ed entrò nel pub. Quando
riuscì si avviarono verso la collinetta, vuota come al solito
per le leggende
legate alla Stamberga Strillante. “qui è tranquillo”
disse Micheal sedendosi
sul prato. Si sedette anche Ginny e passò al ragazzo le due
bottiglie. Micheal
prese la bacchetta e le aprì con un incantesimo. “dove lo
hai imparato?” chiese
Ginny. “Terry, un mio compagno di Casa. Lui ne sa un sacco di
questo genere di
incantesimi utili…”
“io pensavo che dovevamo aprirle
manualmente…”
“meno male che esiste Terry, non so se ne sarei in grado senza un
apribottiglie…”
“io sono capace! Fred e George ne sanno
un sacco di questi
trucchetti babbani…”
“poi me lo insegni”
“però tu mi devi insegnare
l’incantesimo di Terry”
“affare fatto!”
I due cominciarono a sorseggiare le
Burrobirre in silenzio. “un
giorno ti presenterò i miei amici… magari usciamo tutti
insieme” disse Micheal
interrompendo il silenzio. “già… e anche io i
miei”
“intendi anche il trio
Potter-Granger-Weasley?”chiese
Micheal. Ginny alzò le spalle. “sì anche loro sono
miei amici, tranne Ron che è
mio fratello…” disse “ma
io loro non li
frequento molto. Non ti piacciono?”
“no, no… li conosco, abbiamo un
sacco di lezioni in comune…
no, te lo chiesto perché ti vedo un sacco di volte con la Granger…”
“eviterei di uscire con loro
però: se Ron ci vede insieme,
chissà che storie potrebbe fare…”
“ma noi siamo solo amici…o
no?”
Ginny arrossì. “certo che siamo
amici, stupido! È che Ron
potrebbe fraintendere…”
“ah ok… capisco…”
Il sole cominciava a farsi alto e l’ora
di tornare al
castello si avvicinava.
“è stata una bella
mattinata” disse Ginny quando furono nel
Parco.
“sì… vedi che possiamo
essere amici?”
“già… hai ragione”
Erano vicino al lago, l’acqua
cristallina che creava delle
piccole onde che si infrangevano vicino ai loro piedi. Micheal si
chinò e prese
qualcosa da per terra. “oh… il primo fiore
dell’anno” disse Ginny, guardando
nella mano del ragazzo. Lui si voltò verso di lei, si
avvicinò al suo volto,
lasciandola per un secondo senza fiato, e le sistemò il bocciolo
tra i capelli.
“forse il cappello non lo puoi portare… ora è tempo
di questi” disse. Ginny lo
ringraziò sorridendo. Dopo quel momento di tenerezza si
incamminarono al
castello, continuando a parlare, il sole che si perdeva in mille
riflessi
ramati nei capelli della ragazza, e piccole farfalle, prime visitatrici
di
quel giorno di sole, volavano tra loro,
insinuandosi tra le loro dita ancora troppo lontane, frammenti della
calda
primavera che da lì a poco sarebbe arrivata.
angolo autrice
eccomi... questo capitolo è
dolcissimo! spero vi piaccia!
un grazie speciale ad annypervinca che
sta recensendo ogni mio capitolo! alla prossima
Marty
|
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Capitolo 21 *** pettegolezzi ***
cap 21 nvu
Pettegolezzi
“dai perché mi devi mentire,
siamo amiche!! Perché non mi
dici cosa c’è tra te e Micheal?”
Erano un po’ di giorni che Miriam
perseguitava Ginny con
questa storia: aveva abbandonato per un po’ il triangolo
James-Grace-Anthony,
ma ovviamente non riusciva a stare senza impicciarsi degli affari
altrui e così
la sua nuova vittima era proprio la piccola Weasley. Ginny non riusciva
a
capire come ancora non aveva perso la pazienza ma era sicura che se
l’amica non
allentava la corda si sarebbe trovata affatturata. “mi, te
l’ho già detto un
centinaio di volte” disse la ragazza, mentre attraversava il buco
del ritratto
per andare a colazione “micheal è un buon amico, tutto
qui. Non so come devo
dirtelo...”
Miriam parve abbastanza delusa dalla risposta
dell’amica e
la seguì in silenzio fino alla sala grande. Ginny cercò
con lo sguardo Hermione
e la trovò, circondata da una miriade di gufi. “ma quante
lettere ha ricevuto
questa mattina?” esclamò.
“beh saranno tutte del suo moroso
nordico…oppure della sua nuova
fiamma” disse Miriam.
“nuova fiamma?” chiese Ginny.
“il nostro caro quarto campione! Rita
Sketeer ha dedicato
l’intera prima pagina del Settimanale
delle Streghe alla nuova coppia!” rispose Miriam.
“possiamo dire che la Granger abbia buon occhio!
Prima Viktor Krum, e ora ha fatto questo nuovo acquisto! In effetti non
avevo
mai notato che anche Harry Potter non è veramente niente
male…” e concluse il
suo commento con un’occhiata molto interessata al ragazzo in
questione. Ginny
non ci vide più dalla rabbia e alzò gli occhi al cielo,
esasperata. “possibile
che tu non abbia altro pensiero in testa?!” esclamò
“sempre a pensare alla vita
sentimentale degli altri! Comincia a farti un po’ gli affari tuoi
e a pensare
alla tua vita” Miriam era stupefatta ma non aspettò a
rispondere. “sono solo
una ragazza curiosa e più attenta di tutti voi che sembra
camminiate con gli
occhi chiusi…”
“beh, non sono affari tuoi come
decidono di vivere la
propria vita le altre persone!”
“non è questione di scelta di
vita! Vi comportate come se
foste dei ragazzini tutti quanti! Tutte queste bugie… non riesco
a capire
perché uno si debba vergognare a dire che gli piace
qualcuno…”
“una persona può anche non
sentirsi pronta! Oppure deve
tenere la cosa segreta perché si deve difendere da gente come
te, impicciona e
insensibile!” le parole le erano esplose dalla bocca, senza
neanche rendersene
conto. Miriam rimase di sasso, per la prima volta senza parole. Poi il
suo
volto cambiò, trasformandosi in una maschera di rabbia e
delusione. “pensavo
che mi conosceste! Ma se pensate questo di me bene, andatevene al
diavolo tutti
quanti, non ho più nulla da spartire con nessuno di voi!”
esclamò e scappò
verso le scale. Ginny era talmente arrabbiata che non tentò
nemmeno di fermarla
e si diresse verso la tavolata di Grifondoro. Cercò nuovamente
Hermione con lo
sguardo ma vide solo Ron ed Harry seduti soli con le lettere della
ragazza.
“buongiorno” li salutò Ginny. “ciao”
disse Harry mentre Ron leggeva una delle
lettere di Hermione aggrottando le sopracciglia. “ron, sono tue
quelle
lettere?” chiese Ginny incuriosita. Lui scosse la testa.
“no sono di Hermione…
brutta storia…”
“cosa è successo?” chiese
la ragazza sedendosi vicino ai due
amici. “non so se segui il Settimanale
delle Streghe” disse Harry. “mmm,
Miriam ha l’abbonamento e ogni tanto lo leggo anche io con
lei” disse Ginny
anche se il pensiero della compagna le istigava un vago istinto
omicida. “beh
ultimamente Rita Skeeter ha scritto delle… delle cose su
Hermione ed Harry…”
“e Krum” aggiunse in fretta Harry.
“Hermione ed Harry?” chiese
stupita Ginny.
“già… è stata
anche la nostra reazione” disse Harry. “ma
purtroppo non quella di tutte le lettrici del settimanale…”
“hanno cominciato a riempire Hermione
di lettere di insulti
e minacce… pensa che l’ultima conteneva pus di bubetubero
puro! Hermione è
dovuta scappare in infermeria con le mani coperte di
piaghe…”
“oh poverina! Mi dispiace…”
“sì ma se l’è
cercata” la interruppe Ron “doveva evitare di
stuzzicare Rita Skeeter”
“beh, invece ha fatto bene, quella
donna è schifosa…”
“forse ha ragione Ron” disse
Ginny “tanto Rita Skeeter non
cambierà mai, piace al pubblico. A questo punto è meglio
farsi gli affari
propri. Ne ha rovinate di vite quella donna”
Ron annuì ma Harry non era
d’accordo. “bisogna fargliela
pagare! Ci sta rovinando la vita a me ed Hermione… per non
parlare di quello
che ha già fatto ad Hagrid!”
“già, ho letto
l’articolo… davvero orribile” mormorò Ginny.
“appunto io non ne posso più di
vedere la gente mortificata
per colpa della lingua biforcuta di quella donna!” disse Harry
infuriato e si
alzò dalla sedia. “andiamo Ron, dobbiamo andare a Cura
delle Creature Magiche.
Ci vediamo, Ginny”
“ciao”
Ginny non si sedette al tavolo e andò
direttamente alla sua
prossima lezione, Pozioni. Arrivata nel sotterraneo incrociò lo
sguardo da
Miriam, che era già arrivata e si era massa ad un banco da sola.
La guardò con
uno sguardo rabbioso ma Ginny la ignorò completamente e si
sedette ad un altro
banco. Dopo arrivarono Demelza e Aisleen. La prima si sedette vicino a
lei,
mentre l’altra tentò di sedersi vicino a Miriam che la
cacciò in malo modo,
lasciando la ragazza dai lunghi capelli corvini abbastanza perplessa.
“che ha
Miriam?” chiese Demelza ad Aisleen. “non lo so… mi
metto vicino a Colin” disse
Aisleen e andò a mettersi qualche banco più avanti.
“abbiamo litigato” mormorò
Ginny alla compagna e le spiegò come era andata la storia.
“mmm, capisco. Beh
si, in effetti Miriam a volte esagera” disse Demelza.
L’arrivo del professor
Piton mise fine alla loro conversazione, cominciando a scrivere il
titolo della
pozione che avrebbero dovuto fare e la lista degli ingredienti. Era una
pozione
abbastanza complicata e le tenne abbastanza occupate, tanto da non
permetterle
di chiacchierare. Alla fine delle lezione Miriam uscì di corsa
dal sotterraneo,
evitando così tutti i suoi compagni. “che succede a
Miriam? Le ho chiesto se mi
prestava un po’ di radici e lei me le ha quasi tirate, senza
rivolgermi una
parola!” disse John avvicinandosi alle tre ragazze. “lei e
Ginny hanno
litigato” rispose Demelza. “e come mai?” chiese
Anthony, che si era avvicinano
a loro insieme a Colin. “le ho detto che era
un’impicciona” disse Ginny
tranquillamente. “e perché si è così offesa?
Io glielo dico almeno tre volte al
giorno” chiese John. “forse Ginny è un pochino
più diretta di te” gli rispose
Aisleen. Ginny si sentì arrossire. “a quanto pare è
meglio non farti
arrabbiare…” disse Colin, ridacchiando “ce ne vuole
per far arrabbiare Miriam…”
Ginny si sentiva un pochino in imbarazzo ma
non era disposta
a dimostrarlo. “vabbè affari suoi! Non mi interessa se
è arrabbiata!”esclamò
“possiamo parlare d’altro?”
*
Ginny andò in infermeria a trovare
Hermione. La ragazza
aveva le mani coperte di piaghe tutte fasciate, ma Madama Chips le
aveva messo
una pomata miracolosa che le stava lentamente guarendo.
“c’è gente proprio
stupida al mondo” sospirò Ginny all’amica.
“già… che rottura. Ne
avrò per un po’ di tempo. Piano piano
la gente si stuferà.” Disse Hermione.
“ma ci sono così tante streghe
innamorate di Harry?” chiese
Ginny.
“beh è famoso in tutto il mondo
magico… credevi di avere
l’esclusiva?” rispose la ragazza, sorridendo. Ginny
arrossì violentemente,
facendo ridere l’amica. “voglio uscire! Non mi va di
perdere la lezione di
Hagrid… vado a farmi fare il permesso e vado e… senti una
cosa” disse Hermione,
diventando di colpo seria “tu… non credi ad una parola di
Rita Skeeter, vero?”
Per un momento Ginny pensò di non aver
capito. Quando
realizzò cosa intendeva Hermione rimase sbalordita. “c-che
cosa? Io…io…io non
ho mai pensato…creduto…” cominciò a
balbettare.
Hermione scoppiò a ridere. “dai,
sto scherzando. In fondo lo
sapevo che non avresti mai pensato male di me ed Harry.” disse.
“beh meno male”
“ora scappo… già ho perso
troppo della lezione di Hagrid… ci
vediamo!”
“ciao!”
E così Ginny si trovò
nuovamente sola. Possibile che
Hermione potesse aver pensato, anche solo per un istante, che Ginny
avrebbe
potuto credere alle menzogne di Rita Sketeer? E, soprattutto, che
avrebbe mai
potuto dubitare di un’amica come lei? Possibile che agli occhi
degli altri
fosse così vulnerabile appena si accennava alla questione Harry?
Ripensò alla sua reazione con
Miriam… appena
aveva nominato Harry si era infiammata… cominciava a vedere la
sua passione con
Harry una debolezza, qualcosa che le impediva di essere se stessa,
l’allegra e
spensierata Ginny che rideva con gli amici e non aggrediva le persone
senza
motivo. All’improvviso andò a sbattere contro qualcuno.
“ehi rossa…” esclamò
una voce familiare. Ginny alzò gli occhi. “oh Micheal
scusa…” disse. “oh non ti
preoccupare… è sempre bello incontrarti” disse lui,
col suo solito sorriso “poi
è da tanto che non ci vediamo…”
“già hai ragione… ma sono
stata molto impegnata”
“immagino. Magari, ora che cominciano
le belle giornate
possiamo fare qualche altro giro ad Hogsmeade, o magari una passeggiata
nel
parco…”
“sarebbe splendido! Magari un
sabato”
“ok! Fatti vedere più
spesso”
“certamente! Alla prossima!”
Ginny si diresse verso la sua sala comune.
Ecco, stare con
Micheal la metteva a suo agio. La faceva ridere e la distraeva da tutti
i suoi
altri pensieri… come Miriam o Harry. sabato, probabilmente gli
avrebbe concesso
la sua seconda uscita… aveva proprio voglia di un bel bagno di
sole… e di sane
risate.
*
“secondo me devi parlarci.” Disse
Demelza. Era passata ormai
una settimana da quando Ginny e Miriam avevano litigato. La rossa aveva
tranquillamente ignorato la situazione, continuando ad avere i soliti
rapporti
con i suoi amici. L’altra, invece, si era chiusa in sé
stessa e non rivolgeva
parola a nessuno, orgogliosa e testarda com’era. “è
lei in torto!” esclamò
Ginny.
“beh ma lei è sempre stata
così. Magari può esser stata
fastidiosa ogni tanto… vabbè magari spesso”
aggiunse la ragazza dopo
un’occhiataccia di Ginny “.. ma sai che non è
cattiva! Insomma fa parte del suo
carattere…” . non era solo Demelza a pensarla così.
addirittura John e i
ragazzi vennero a parlarle di Miriam e alla fine Ginny si decise ad
incontrarla
e chiarire. Non fu facile perché la ragazza era decisa ad
evitarla ad ogni
costo. Alla fine non riuscì più a resistere. “io
capisco di essere una
rompiscatole…” cominciò ma Ginny la interruppe.
“anche la mia è stata una
reazione esagerata. Scusa.” disse. Miriam irruppe in un pianto e
le saltò tra
le braccia. “scusami tu! Se lo avessi capito prima, giuro che sarei stata più delicata…”
“capito prima cosa?” chiese
lentamente Ginny.
“che ti piace Potter! Che sciocca che
sono stata! Era logico che ti avesse infastidito
quell’articolo…”
Ginny si sentì avvampare ma si
ricompose subito. “Miriam…
non ricominciare. Non mi piace Harry. è solo un amico di mio
fratello.”
“ok ok la smetto! Andiamo in sala
comune! Non resistevo più
a non parlare con nessuno! Mi siete mancati!”
“stranamente anche tu…”
disse Ginny ridendo. Non avrebbe più
permesso che Harry fosse una nuvola sulla sua vita. Doveva vivere la
sua vita,
essere felice, ridere con i suoi amici… aveva bisogno
semplicemente di
ritrovare se stessa.
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Capitolo 22 *** pergamene, sole, labbra ***
nvu cap 22
Pergamene, sole,
labbra…
“ciao Ginny! che fai?”
Era un caldo pomeriggio di fine maggio e
Ginny lo stava
trascorrendo in biblioteca, china, fino a quel momento, sul suo libro
di Difesa
Contro Le Arti Oscure. Doveva terminare un complicato tema sugli
effetti della
luna piena sui lupi mannari e, purtroppo, questa volta era sola: i suoi
amici
lo avevano già terminato e si stavano godendo il bel pomeriggio
quasi estivo,
lei invece era rimasta mostruosamente indietro ed ora le toccava
recuperare.
Scoccò un’occhiataccia al suo interlocutore, che era anche
il motivo per cui
aveva perso tempo invece che studiare. “chissà cosa
faccio, tutta sola in
biblioteca di sabato pomeriggio…” disse sarcastica.
“e dai… sono qui per
rimediare…”
“a meno che tu non sia in possesso di
una Giratempo, non
vedo come tu possa essermi di aiuto, Micheal…”
“ta-dan!” esclamò Micheal
tirando fuori un rotolo di
pergamena. Ginny lo guardò perplessa.
“micheal, non ho bisogno di pergamena,
grazie..”
“ma questa non è semplice
pergamena! È un tema sui lupi
mannari! Io conservo sempre i miei compiti, e questo ce lo aveva fatto
fare
Piton l’anno scorso…”
Micheal sorrideva radioso. “micheal
io…” cominciò Ginny,
combattuta.
“niente ma! È un regalo”
“micheal non è un regalo!
È copiare”
“no mia cara, è solo consultare!
Scusa cosa hai fatto fino
ad ora?”
“Michael… lo sai che è
diverso…”
“scusa, che differenza c’è
se consulti il mio tema o un libro sui lupi mannari?
Parlano della
stessa cosa e non li hai scritti tu, quindi…”
Il ragazzo sorrideva malizioso ed ormai
sorrideva anche
Ginny. “micheal sei impossibile”
“dai, sbrigati… non vorrai
perderti questa magnifica
giornata?”
“dammi qualche minuto… faccio il
prima possibile”
“è un problema se rimango qui
con te? Giuro che non ti
disturbo”
“no, no, resta pure…”
La ragazza srotolò la pergamena che le
aveva dato il
Corvonero e cominciò a leggere. Micheal aveva una calligrafia
piccola e
disordinata, molto spigolosa, esattamente il contrario della sua, tonda
e un
po’ grande. Si chinò sul suo foglio e cominciò a
scrivere. Micheal dopo qualche
minuto le prese una ciocca di capelli. “che fai?”
esclamò Ginny togliendogliela
dalle mani. “hai dei bei capelli” disse lui.
“grazie” rispose lei “ma se fai
così mi distrai, e se mi distrai devi andartene”
“ok ok, sto fermo!”
Rimasero così una ventina di minuti
quando Ginny arrotolò il
suo foglio e lo mise nella borsa. “perfetto! Grazie mille per
l’aiuto”
“di niente, non ti preoccupare!
Passiamo insieme il
pomeriggio?” chiese lui speranzoso.
“beh, sei stato così paziente da
aspettare che finissi di
studiare che credo sia il minimo. Senti mi accompagni alla torre di
Grifondoro?
Poso i libri e andiamo…”
“certo! Andiamo.”
I due ragazzi uscirono dalla biblioteca e si
diressero verso
una scorciatoia che li avrebbe portati direttamente davanti il ritratto
della
signora grassa. Ginny entrò e corse a posare la borsa. Nella
sala comune non
c’era quasi nessuno, a parte alcuni ragazzi che si preparavano
per i M.A.G.O o
i G.U.F.O. Ginny si sbrigò ad
andare
subito dal suo amico e scesero giù, verso il parco. Gli studenti
erano tutti
fuori, a godersi quella giornata di sole. “dove ci
mettiamo?” chiese Ginny.
“mmm… in un posto dove non
c’è troppa gente… sai non vorrei
che Miriam si aggreghi a noi… o Terry e gli altri…”
disse Micheal.
“come mai? Tu adori stare in
compagnia…”
“non oggi. Pensa che ero rimasto nel
castello nonostante non
avessi da studiare… non mi andava di vedere nessuno. A parte te.
Tu sei sempre
la benvenuta nel mio mondo” disse. Ginny rimase in silenzio.
“ecco laggiù.
Andiamo lì, ai margini della foresta, vicino al lago” i
due ragazzi si
incamminarono. In effetti era un bel posto: era un po’ riparato,
ma arrivava il
sole. Forse era un po’ troppo isolato, ma forse era proprio
ciò che voleva
Micheal. Ginny si sedette sul l’erba, proprio dove batteva il
sole, vicino alle
sponde del lago. “è bello qui” disse.
“già. Ci vengo quando non mi va
di vedere nessuno. Si sta
bene.”
“oggi però ci sono io”
“mi fa piacere dividere questo posto
con te”
Ginny non rispose e si sdraiò al sole.
“che bello,
finalmente un po’ di estate”
Micheal si distese vicino a lei con gli occhi
socchiusi.
Rimasero così per qualche minuto, poi Ginny si sedette e si
slacciò le scarpe.
“che fai?” le chiese Micheal, sollevando un poco la testa.
“voglio bagnarmi i
piedi” rispose lei, togliendo anche i calzini. “no, non lo
fare!” esclamò lui.
“perché?” chiese Ginny.
Il ragazzo si mise a sedere, guardandola.
“beh, perché sono
sicuro che ti puzzano i piedi” rispose. Ginny lo guardò
indignata per una
frazione di secondo, poi lo cominciò a picchiare.
“cretino! Non è vero!”
“ah ah ah… invece
sì” disse lui, ridendo, mentre si riparava
dai colpi della ragazza. Ad un certo punto la prese per i fianchi e
cominciò a
farle il solletico, in modo che fosse ora lei a difendersi da lui.
“no… dai…smettila”
urlò lei, tra le risate, cadendo.
“non mi picchi più?” disse
lui, non smettendo di farle il
solletico.
“sì
sì… ti prego…
smettila…” lui la lasciò. Ginny riaprì gli
occhi e vide che lui era vicino.
Molto vicino. “ti sei arresa eh?” sussurrò. Poi si
chinò e le sue labbra
sfiorarono quelle di lei socchiuse, togliendole lo spettro di quella
risata,
facendole provare una sensazione tutta nuova. Il bacio durò
poco. Micheal si
staccò ed osservò l’espressione della ragazza.
“forse è meglio che rientriamo.
Fa un po’ freddino.” Disse la ragazza rimettendosi la
scarpe. Micheal l’aiutò
ad alzarsi e sia avviarono verso il castello, in silenzio. “ti
accompagno fino
alla torre di Grifondoro?” chiese Micheal, una volta sorpassato
il portone.
“sì, se ti va…”
Questa volta non presero la scorciatoia ma
passarono per le
scale principali, ancora deserte. Solo da un’aula venivano dei
rumori. C’erano
dei ragazzi, che ridevano e mormoravano incantesimi. “finalmente
un’anima viva
in questo castello..” mormorò Micheal. si affacciarono
silenziosamente e videro
Harry, Hermione e Ron. Harry e Ron ridevano, mentre Hermione cercava di
farli
tacere, con un grosso libro aperto sulle ginocchia.
“Staranno aiutando harry a prepararsi
per la terza prova”
disse Micheal. Ginny annuì. era amareggiata. Guardò Harry
che avvolgeva il
braccio intorno alle spalle di Hermione e le diceva qualcosa.
Perché Harry
poteva vivere tranquillamente la sua vita? Perché lei si
ostinava a rimanere
“fedele” a qualcuno che non sarebbe mai stato suo, qualcuno
che non aspettava
altro di poter cadere tra le braccia di Cho Chang? Micheal era
simpatico, la
faceva stare bene…ed era carino. E poi il pomeriggio con lui era
stato bello.
Anche se le costava ammetterlo, quel bacio lo desiderava anche lei, in
parte.
“micheal…” mormorò, infilando la mano nella
sua. Micheal la strinse forte e si
voltò verso di lei. Ginny si alzò in punta dei piedi e
regalò al ragazzo il suo
timido primo bacio. Il Corvonero, sorpreso, rispose con passione,
stringendola
tra le braccia. “ecco perché mi piaci tanto…”
le sussurrò “tu non mi annoi
mai”. si staccarono e continuarono a camminare nei corridoi
deserti. Ginny si
sentiva leggera come non lo era mai stata. “allora domani ci
vediamo?” le disse
Micheal, una volta arrivati davanti al ritratto della signora grassa.
Lei
annuì.
“alle dieci davanti al
portone?”chiese
“ci sarò” rispose lei. Lui
le scompigliò un po’ i capelli e
fece per andarsene. “ah, Micheal” lo chiamò Ginny.
lui si fermò e la guardò
perplesso. “grazie del bel pomeriggio!” esclamò e
scappò nel passaggio che la
conduceva alla sua sala comune, lasciando il ragazzo con un sorriso
soddisfatto.
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Capitolo 23 *** la terza prova ***
cap 23 nvu
La Terza Prova
Ormai Giugno era arrivato e i ragazzi non
avevano più molti
momenti di svago. Pure quel pomeriggio Ginny era chiusa nello studio,
insieme
ai suoi amici, ma cercava in ogni modo di non trascurare Micheal.
“il mio
ragazzo” si corresse mentalmente la ragazza: ancora non riusciva
a vederlo come
tale, ma sapeva che era solo questione di abitudine. “allora
ricapitoliamo: per
sconfiggere un Molliccio bisogna semplicemente pensare a qualcosa che
faccia
diventare divertente la nostra paura?” chiese Demelza, dubbiosa.
“se scrivi così prenderai una T
sicuramente!” le rispose
John con fare saccente.
“beh a me in questo momento interessa
il concetto, non la
forma!” rispose lei.
“comunque ti mancava la formula magica:
è Ridikkulus.” Le disse Aisleen.
“qualcuno sa dirmi di che colore deve
essere una Pozione
Restringente?” domandò Colin
“mmm…blu?” disse Anthony,
poco colpito.
“no, deve essere verde acido”
disse sicura Miriam mentre
sfogliava un libro di incantesimi. “Ginny mi aiuti con gli
Incantesimi Rallegranti?
Sono proprio negata…”
“si ma devi aspettare stasera…
oggi pomeriggio Micheal mi da
una mano con Astronomia…” rispose Ginny assorta. “si
ma studiate… non è che
passate il tempo in altro modo?” disse John sghignazzando.
“cretino!” lo
rimbeccò Ginny.
“guarda che ti abbiamo visto tutti
mentre pomiciavi con il
brunetto di Corvonero nei corridoi…” disse Anthony, anche
lui con il sorriso
malizioso. Beh, in effetti lei e Micheal non avevano fatto molta
attenzione… in
quei giorni si baciavano spesso. In realtà doveva stare attenta
ai suoi
fratelli, ma per il momento avevano avuto parecchia fortuna. “beh
non c’è
niente di male!” rispose lei.
“già, siete solo gelosi! Magari
vorreste che pomiciasse con
voi!” disse Demelza, in difesa dell’amica. I ragazzi
rimasero senza parole e
tornarono a concentrarsi sui libri.
*
“allora… Marte fa una rotazione
completa intorno al Sole…
cioè volevo dire compie una rivoluzione in seicentottantasei
giorni… Giove…
mmm…dieci? No… undici anni… uffa, odio questa
materia!”
Ginny non ne poteva più: stava
studiando da ora e la sera
l’aspettavano gli incantesimi rallegranti con Miriam. Era proprio
stanca.
Micheal sorrideva come sempre. “mmm… allora Marte,
Giove… Saturno… saturno ci
mette… vent’anni? Micheal…” aggiunse severa
“.. mi dovresti aiutare. E quel
sorriso cretino non mi aiuta affatto…”
“dai, saturno ha un periodo di
rivoluzione di ventinove
giorni…”
“mi devi aiutare! Non rispondere al
posto mio…”
Per tutta risposta Micheal le prese il volto
tra le mani e
cominciò a baciarla. Ginny non oppose resistenza. Dopotutto, i
baci di Micheal
erano molto più inebrianti di Astronomia…
“ehi piccioncini!” una voce li
interruppe. Ginny si staccò
immediatamente da Micheal per guardarsi in giro. Era Lee Jordan.
“ciao Lee…”
balbettò Ginny.
“Jordan” disse
Micheal, scocciato.
“allora ho fatto una buona azione a
farvi conoscere…” disse
Lee. Ginny sorrise “eh già..” rispose “cosa
fai qui?”
“oh mi preparo per gli esami…
voi continuate a fare ciò che
stavate facendo.. studiare e altro…”
Strizzò gli occhi in direzione della
piccola Weasley. “ah
lee…”
“non ti preoccupare, piccola, non
dirò niente a nessuno dei
suoi fratelli…”
Ginny sorrise di nuovo “grazie”
disse ancora.
“buonanotte!”
Ginny e Micheal erano di nuovo da soli.
Micheal l’attirò di
nuovo a sé. “allora.. dicevamo?” disse e la
baciò di nuovo. “micheal.. mi manca
la rivoluzione di Nettuno…” mormorò lei.
“centosessantacinque anni… dai
ora me li concedi cinque
minuti?”
Ginny cedette. E i minuti non furono solo
cinque.
*
“ehi Ginny!”
La ragazza si voltò. Erano i suoi
fratelli gemelli, Fred e
George. “Ginny cosa c’è? Sei
sbiancata…” chiese Aisleen preoccupata. In effetti
Ginny era preoccupata: e se Lee avesse detto ai due gemelli che aveva
visto la
loro dolce sorellina baciarsi con un ragazzo?
“ehi che è quella faccia?”
chiese George. Ginny si ricompose
subito. “niente. Stanchezza da esame” disse, sperando che
il suo colorito fosse
tornato il solito. “andati bene immagino” disse Fred
“si, penso proprio di si” rispose
Ginny.
“senti ci sono mamma e Bill di
là… vieni con noi a
salutarmi?”
“mamma e Bill? Che ci fanno qui?”
chiese la ragazza stupita.
“sono venuti per Harry… sai,
dovevano venire i parenti di
ogni campione… beh, sicuramente gli zii di Harry non sarebbero
potuti venire,
quindi…”
“ah è vero! Si, vengo con
voi” disse Ginny “ragazzi ci
vediamo dopo” si rivolse ai suoi amici, che la salutarono.
Harry era con sua madre e suo fratello e
sembrava veramente
felice. Doveva essere stato un colpo per Harry, sapere che sarebbero
venuti i
famigliari dei campioni: lui era solo al mondo, chi sarebbe venuto? Ma
Molly
aveva sempre trattato Harry come il suo ottavo figlio… era
normale che sarebbe
venuta, in vece dei signori Potter. Non avere una famiglia doveva
essere
veramente strano: lei, non riusciva proprio ad immaginarselo. Casa sua
era
sempre affollata, suo padre era affettuoso e comprensivo, la mamma
amorevole e
severa, entrambi sempre presente per
tutti i sette ragazzi.
“Harry, la terza prova si
avvicina… preoccupato?” chiese
Fred. Il ragazzo alzò le spalle, ma non rispose. “Fred!
Non stressarlo! È ovvio
che sia preoccupato…” disse Molly, abbracciando il
ragazzo, con fare materno.
“oh, non ha motivo di esserlo”
disse Hermione “questa volta
sa cosa lo aspetta, e si è preparato al meglio, vero
Harry?”
Harry annuì. “Hermione ha
ragione: lei e Ron mi hanno
aiutato moltissimo, e credo di essere pronto”
“beh, io ho fatto più che altro
da cavia…” disse Ron.
“non avresti potuto avere una parte
migliore… ti si addice
alla perfezione!” sghignazzò George.
“smettetela! Sia io che Ron abbiamo
aiutato moltissimo
Harry…” disse Hermione, ponendo fine alla discussione.
Ginny guardò l’orologio.
Le tre. Ora dell’esame di Pozioni. “ehm io vado. Ho
l’esame di pozioni tra
pochissimo” esclamò Ginny alzandosi dal tavolo. “oh
caspita… l’esame di Antiche
Rune inizia tra cinque minuti!” esclamò Hermione,
impanicata, alzandosi così
veloce che fece quasi cadere Ron a terra. Tutti si alzarono per andare
a fare i
rispettivi esami, lasciando soli Bill, Molly ed Harry.
*
“mmm…sono un disastro con le
pozioni…” mormorò affranta
Demelza, uscendo dal sotterraneo dopo due ore di esame.
“perché la mia pozione
era fucsia? Uffa, doveva essere verde…”
“acido, per la
precisione…” disse Colin. “la mia era verde,
però mi pareva che tendeva più al giallo…”
“mah, forse avrai tagliato male le
radici ma il risultato è
lo stesso… forse non prenderai il massimo” disse Miriam,
l’esperta in pozioni
del gruppo.
“odio pozioni” mormorò
John, la cui pozione era diventata
blu elettrico.
“ehi andiamo su, fra poco inizia il
banchetto!” li incitò
Aisleen.
“finalmente la Terza prova!
Chissà cosa devono fare…” disse Demelza.
“ah spero qualcosa di pericoloso! Adoro
l’adrenalina…” disse
Anthony.
“ehi, ci sono vite
in ballo!” esclamò Aisleen.
“già! Ed uno di loro è
anche un mio amico!” ricordò Ginny.
“e anche mio! Voglio vedere se eri tu là in mezzo se avevi voglia di
adrenalina…” intervenne Colin.
“ehi calma! Da spettatore voglio
divertirmi…” si difese
Anthony.
*
Ginny e i suoi amici si sistemarono sugli
spalti del campo
di Quidditch, insieme ai suoi amici. Oltre al suo solito gruppo si
erano uniti
a loro Micheal, Grace e Christopher. “abbiamo scelto degli ottimi
posti!” disse
Miriam, sedendosi tra John e Grace. “ma tanto non vedremo un
granchè…” disse
Colin, accennando alle immense siepi che ricoprivano il campo.
“vabbè, intanto
se si riuscirà a vedere qualcosa, qui ne avremo la
possibilità” disse Aisleen,
sistemandosi in braccio al suo ragazzo.
Micheal provò ad avvicinare il suo
volto a quello di Ginny,
ma lei si scansò. “che fai?” le chiese perplesso il
ragazzo.
“che fai tu, piuttosto!”
“forse ti è sfuggito, ma stiamo insieme…”
“lo so! Ma ci sono i miei fratelli
ovunque…ne abbiamo già
parlato”
Micheal sbuffò, ma si limitò a
passarle un braccio, molto
discretamente, dietro la schiena, e Ginny accettò il compromesso.
“per chi tifate?” chiese Miriam.
“Harry!” esclamò subito
Ginny. “sì anche io! Mi pare un
bravo ragazzo… se lo merita!” disse Demelza. Aisleen
annuì “sì poi ne ha
passate veramente tante…”
“ma non bisogna tifare per lui per
questo! È un ragazzo
coraggioso e pieno di talento! Lui mi ha salvato dal Basilisco, due
anni fa…”
disse Colin.
“già, anche a me…”
mormorò Ginny, sentendo un’ondata
dell’antica paura addosso.
“sì, in effetti Potter mi sembra
un’ottima scelta… per non
dimenticare poi che è un Grifondoro!” esclamò John.
“macchè Potter! Cedric
Diggory è il vero campione di Hogwarts! Ed è un
Tassorosso!” esclamò Grace,
indicando il suo stemma.
“ancora con questa storia! Harry
è campione esattamente come Cedric!”
disse Ginny.
“sì ma anche io tifo Cedric!
È così carino…” disse Miriam.
“signore e signori”
annunciò Ludo Bagman, la voce ampliata
per magia. Tutti si voltarono ad ascoltarlo “sta per iniziare la Terza prova del
torneo
Tremaghi, la prova finale!...”
“finalmente!” disse Christopher.
“al primo posto, abbiamo, alla
pari” Ginny, Demelza e
Aisleen lanciarano un’occhiataccia a Grace e Miriam “Cedric
Diggory ed Harry
Potter, entrambi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!”
“forza Harry!!” gridò
Ginny, in mezzo al frastuono della
folla.
“vai Cedric!” urlò Grace.
La terza prova ebbe inizio. I quattro
sfidanti si
addentrarono nelle strade tortuose ed oscure del labirinto.
“buona fortuna” mormorò la
piccola Weasley, mentre Harry si
addentrava con passo sicuro, nelle siepi.
“Fleur Delacour, è stata
recuperata dalla professoressa
McGrannit. L’accademia di Beauxbatons è ufficialmente
fuori gara.” Annunciò
Ludo Bagman poco dopo. I ragazzi si sporsero meglio per vedere il corpo
della
ragazza adagiato su una barella.
“cosa le sarà successo?”
mormorò preoccupata Aisleen.
“chissà che creature pericolose
ci sono lì dentro” disse
Christopher, stringendo Aisleen.
Harry, pensò
Ginny, preoccupata.
“ehi, un campione in meno! Ora se la
giocano solo Hogwarts e
Durmatrang!” esclamò eccitato Anthony.
“come sei insensibile!” lo
rimproverò Aisleen.
“ha ragione Anthony. Fleur sapeva cosa
l’attendeva, doveva
prepararsi meglio. Questa è una gara!” disse John.
“è una cosa spaventosa questo
torneo…” mormorò la ragazza.
“squalificato anche Viktor Krum!”
urlò Ludo Bagman. “signore
e signori, ora è in gioco solo Hogwarts! Vincerà Cedric
Diggory, oppure il
tanto criticato Harry Potter?”
“forza Harry!” gridò Ginny
insieme a tutta la casa di
Grifondoro. Doveva vincere Harry…
doveva…
una luce fortissima illuminò il
labirinto. “che cosa
succede?” gridarono in molti. “altri suqlificati?”
chiese Christopher. Videro la McGrannit correre verso
Albus Silente e gli altri professori e dire qualcosa.
“che cosa succede?” disse
Aisleen, spaventata.
“non lo so… anche la McGrannit
è preoccupata…” rispose Demelza
alzandosi in piedi per vedere meglio. Si alzò anche Ginny ma non
riusciva a
vedere niente. Riuscì a vedere solo Ron ed Hermione, che erano
sinceramente
preoccupati e guardavano in direzione di Silente.
“io voglio andare a
vedere…” disse Ginny ma Micheal la
fermò.
“sarà qualche trucchetto del
torneo, rilassati…” le disse.
“ma se tutti i professori sono
preoccupati!”
Vide la McGrannit e Vitious entrare di corsa nel
labirinto mentre
Piton parlava con Albus Silente, lontano dagli altri.
“lasciami… vado un attimo da mia
madre e i miei fratelli…
forse loro ne hanno capito qualcosa… torno subito!” si
divincolò da Micheal e
corse più in basso, da Ron ed Hermione.
“sapete che cosa sta succedendo?”
chiese ai due ragazzi.
“non si sa… parlavano di una
passaporta…” disse Ron.
“una passaporta?” esclamò
Ginny.
“ma non era prevista! Qualcuno ha
trasformato la coppa in
una passaporta…” disse Hermione pallidissima.
“e Cedric ed Harry sono stati
trasportati via! Non c’è traccia
di nessuno dei due…”
“harry non doveva partecipare a quel
torneo! Come ha potuto
permetterglielo Silente!” urlò Hermione, scoppiando in
lacrime “i sogni! La
cicatrice! Torna tutto!”
“vuoi dire che…”
balbettò Ron.
“per forza! Dopo il marchio nero!
È Lui! Per forza!”
“cosa state dicendo…”
mormorò Ginny.
“lascia perdere Ginny…”
disse Ron, mentre abbracciava
Hermione. Ma Ginny sbottò “no, io non lascio perdere!
Voglio bene anche io ad
Harry e voglio sapere cosa sta succedendo!”
“ginny ti prego vai! Ora non possiamo
dire nulla… e magari
poi ti allarmiamo per niente! Hermione sta esagerando… ti vengo
a chiamare io,
appena so qualcosa…” Ron la guardò con i suoi
grandi occhi azzurri e alla fine
la ragazza cedette e tornò al suo posto, a fianco a Micheal.
“hai saputo qualcosa?” le chiese
John.
“si parla di una
Passaporta…”
Qualche ora dopo…
Una luce illuminò
il
prato, davanti l’ingresso del labirinto e due sagome erano
lì, distese
sull’erba.
Ginny vide la Coppa Tremaghi
ed Harry aggrappato ad essa. In una frazione di
secondo si era precipitata sulle scale insieme a tutti gli altri.
“morto…”
“cosa succede?”
“qualcuno è morto…”
“…è morto…”
“che cos’ha?”
“..morto…”
Bisbiglii, urla, arrivavano al cuore di Ginny
come gelide
lame. Non poteva essere morto, Harry
Potter non poteva essere morto…
Si fece spazio nella folla, cercando di
spingere con il suo
piccolo corpo, ma non era abbastanza forte, ma doveva
esserlo, doveva
vederlo, non poteva essere morto, non poteva, non poteva…
“è morto!”
“è morto!”
“Cedric Diggory…”
“…morto…”
L’urlo che squarciò la notte,
che spense le stelle.
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Capitolo 24 *** all'indietro ***
nvu cap 24
All’indietro
Ginny richiuse dietro di sé
la porta di legno. Fece girare
la chiave nella serratura per due volte e appoggiò la schiena,
chiudendo gli
occhi. Fece un paio di respiri profondi e li riaprì. La sua
immagine riflessa
nello specchio del bagno dell’espresso di Hogwarts la guardava.
Non era diversa
dal solito; o almeno, quella mattina, appena sveglia, aveva cercato di
comportarsi nella maniera più normale possibile. Aveva indossato
la sua divisa,
si era pettinata più accuratamente di quanto facesse
normalmente, anche se non
c’era nessuna occasione speciale. Forse pensava che se
esteriormente era
ordinata non si sarebbe visto come era sconvolta realmente. Non si era
mai
sentita in quel modo. Le pareva che tutto scivolasse via e che la sua
mente non
riuscisse più a fermare nulla. Come se fosse una bimba al mare,
che cercava di
fermare l’acqua con le mani. Respirò ancora. Doveva
rimanere calma, restare
lucida…
“è morto Cedric
Diggory!” urlavano le voci intorno a
lei, mentre tutti si spintonavano, per vedere meglio.
“un campione è
morto”
Ginny cercò di
sovrastare le altre persone, ma
minuta com’era non le era possibile. Così si
intrufolò tra la gente e riuscì a
raggiunger Micheal che era un po’ più avanti.
“Micheal…
è vero?” chiese la ragazza.
“si” rispose lui
gravemente e l’abbracciò. A Ginny
non pareva vero: un ragazzo morto, morto ad Hogwarts…
“Harry Potter è
sopravvissuto però” disse Micheal
“ho visto Malocchio Moody che lo portava al castello…
chissà cosa è successo”
“Harry sta bene?”
“sì, ma sembrava
sconvolto. Beh, è normale. Chissà
cosa può essere successo…” disse il ragazzo
addolorato. Ginny si strinse di più
a lui e chiuse gli occhi.
I ragazzi furono mandati nel
castello. Nessuno
parlava più di tanto, ma ognuno aveva negli occhi quella muta
domanda: cosa è
successo nel labirinto?
Tutti i ragazzi, sia quelli di
Hogwarts che quelli
delle scuole straniere erano riuniti nella sala grande, seduti ai
grandi tavoli
in legno. John aveva momentaneamente lasciato il tavolo di Tassorosso
per
andare dalla sorella, che piangeva sulla sua spalla. Anche Micheal e
Christopher avevano lasciato la loro Casa per stare con le rispettive
ragazze.
Aisleen piangeva in silenzio, appoggiata al petto di Christopher che
aveva lo
sguardo fisso nel vuoto. Nessuno aveva voglia di parlare. Ma nessuno si
rendeva
conto di cosa stava succedendo.
“ragazzi, dovete salire
ognuno nella propria sala
comune. I prefetti vi accompagneranno” il piccolo Professor
Vitous si era
avvicinato a loro. Pian piano tutti i ragazzi della sala si alzarono e
si
separarono.
“ci vediamo dopo”
disse Micheal a Ginny, sfiorandole
la mano. Lei si unì ai suoi compagni e cominciò a salire
verso la torre.
Ginny sospirò. Erano cambiate
tante cose in così poco
tempo.
“colui-che-non-deve-essere-nominato?”
squittì
spaventata Miriam.
“è
assurdo…” disse Anthony.
“non è
possibile…” disse John, passandosi una mano
tra i capelli.
“ma siamo sicuri?”
chiese Aisleen, incerta.
“certo! Lo ha detto
Silente… e di lui dobbiamo
fidarci.” Rispose Ginny, anche se avrebbe dato tutto quello che
aveva per non
crederci.
“e poi Harry dice che lo
ha visto tornare.” Sussurrò
Colin.
“beh ma hai visto cosa
ha scritto Rita Skeeter…”
disse Anthony. “insomma, se lo ha confermato un medico del San
Mungo…”
“io non credo alle
stupidaggini di quella donna!”
esclamò Colin, infuriato “io credo ad Harry, che
sinceramente reputo un buon
amico e non ha mai dato segni di follia”
“Rita Sketeer cerca solo
di fare scandali” disse
Demelza “e anche io credo che Harry sia un ragazzo
tranquillo”
“fidati Anthony. Passa
tutte le estati con mio
fratello, ti posso garantire sulla sua salute mentale” disse
Ginny, un po’
seccata. Anthony sospirò “io non so più a cosa
credere! Il Torneo Tremaghi che
lancia un concorrente in più, Crouch che scompare
misteriosamente e ora questo!
Cedric Diggory morto, ucciso da Tu-Sai-Chi! Il ministero nega, Silente
afferma!
Io non so più cosa pensare, a chi credere! Scusami tanto se sono
un attimo
confuso! Perdonami, se non sono come Ginny Weasley, che sa sempre
ciò che è
giusto e ciò che è sbagliato!” esclamò. Poi
voltò le spalle agli amici,
scappando su per le scale. “scusalo Ginny… da quando
Cedric è morto… Anthony è
veramente sconvolto. Sai che non ti avrebbe attaccata
così” disse John,
guardando l’amica.
“no, certo…”
“vado da lui. Spero si
calmi un po’…” disse il
ragazzo, e salì nel dormitorio maschile.
“conosceva Cedric”
disse Demelza “suo padre e il
signor Diggory sono colleghi in ufficio e sono molto amici. Ha passato
le
estati a giocare a Quidditch con lui”
Nessuno sapeva cosa dire. Non
c’era veramente nulla
da aggiungere.
Riprese a respirare. Diede un ultima
occhiata alla sua
immagine ed uscì dal bagno. “eccoti, finalmente!”
esclamò Miriam, vedendola
arrivare. “stavamo decidendo su come organizzare le
vacanze” le disse Aisleen,
seduta come al solito vicino a Christopher. “E a che conclusione
siete
arrivati?” chiese Ginny, sedendosi vicino a Demelza. “ beh
nostro padre sta
costruendo una di quelle enormi vasche babbane… le pisine
o come diavolo
si chiamano…” disse John.
“piscine” lo corresse
Demelza.
“si, quelle… beh siete
tutti invitati!”
Tutti erano entusiasti
dell’idea. “uffa, basta che non
organizzate quando non ci sono! Io vado in Italia, al mare per alcune
settimane…”
“meno male!”
esclamò John, prendendosi una spinta da
Miriam. “cretino!”
"scusa sono solo sincero!"
"invece so benissimo che senza di me
non sapete
stare..."
"se lo dici te..."
"quest'estate non sarà
come le altre..."
aveva sospirato Molly Weasley, mentre andava verso i cancelli di
Hogwarts
accompagnata dai figli, prima di rispartire verso casa. Ginny era
rimasta in
silenzio. "cosa succederà?" chiese Ron. La donna
accarezzò la testa
del suo figlio più piccolo, anche se ormai alto più di
lei. "cambieranno
un pò di cose" rispose dolcemente "ma l'importante è che
restiamo
tutti uniti". Fred passò un braccio attorno le spalle della
madre
"hai sette figli su cui contare" le disse.
"nessuno sarà mai
solo... non abbiamo mai avuto
modo si rimanere soli nella nostra famiglia, neanche a volerlo,
perchè dovrebbe
accadere ora?" disse George. Molly sorrise, ma i suoi occhi erano
umidi.
"diventerà tutto così difficile..." mormorò. in un
momento di
silenzio si asciugò gli occhi colmi di lacrime e rivolse un
sorriso ai ragazzi.
"beh, ci vediamo tra pochi giorni... non mi fate preoccupare"
"..soprattutto voi due..."
disse con un
cipiglio severo rivolto ai due gemelli.
"tranquilla ma'"
"faremo onore al nome Weasley,
come
sempre"
"e... state vicino ad harry...
non opprimetelo,
non fategli troppe domande... ma fatelo sentire... in famiglia."
E, mentre diceva questa frase,
a Ginny parve che il
suo sguardo si fosse posato proprio su di lei. Ma forse era stata solo
un
impressione, perchè sua madre guardava Ron, che annuì.
"facciamolo venire da noi
subito" disse il
ragazzo.
"purtroppo non si può.
Silente ha detto che
deve andare per un pò dai suoi zii"
"ma perchè? sono delle
persone orrende"
esclamò Fred .
"Silente dice di avere le sue
buone ragioni.
Dobbiamo fidarci di lui."
"ragazzi, io vado a cercare Ron..."
disse Ginny,
alzandosi dal suo posto. "seee, ammettilo che vai da Micheal"
esclamò
Miriam, ridacchiando.
"sì, andate a sbaciucchiarvi
in qualche scompartimento
vuoto, eh?" disse John. Grace alzò gli occhi al cielo,
sospirando.
"scusalo Ginny. cerco di dimenticare ogni giorno che è mio
fratello."
disse.
"non ti preoccupare, ne so qualcosa
di fratelli
imbarazzanti" disse Ginny sorridendo e uscendo dalla porta. In
realtà non
cercava ne Ron nè Micheal. Solo che aveva bisogno di qualcuno...
ma non sapeva
neanche di chi. sapeva solo che quello scompartimento stava diventando
troppo
stretto e lei doveva uscirne. Per forza.
Camminando era arrivata a quello
scompartimento, quello di
cui probabilmente aveva bisogno, quello che stava cercando. Tra le
tendine
tirate vide la testa cespugliosa di Hermione, che mostrava un
barattolino ai
suoi due migliori amici, che la osservavano stupefatta, mentre lei
diceva qualcosa.
Ad un certo punto scoppiarono a ridere tutti e tre. Ginny li
guardò, e subito
ritrasse la sua mano, che si era adagiata sulla maniglia. Nonostante
l'amicizia
che la legava ad Hermione, alla fratellanza con Ron e l'indiscusso
affetto che
provava per Harry, non riusciva a penetrare quella gigantesca bolla che
quei
tre formavano su di loro. Sua madre si sbagliava. Harry non aveva
nessun
bisogno di lei. Lui la sua famiglia ce l'aveva.
Con il cuore pesante si
voltò, e si imbattè nell'alta
figura di Micheal.
"io e te ci riusciamo ad incontrare
solo in questo
modo, eh? o ti prendo alle spalle o non c'è possibilità
di vederti" disse
lui.
"scusami" sussurrò la
ragazza, poggiando la
testa sul suo petto.
"giornata pesante, eh?" disse lui,
accarezzandole i capelli.
"ultimamente lo sono tutte"
"senti, per evitare i tuoi fratelli"
disse
Micheal "andiamo in quello scompartimento... stiamo un pò io e
te"
"non chiedo di meglio" disse la
ragazza
sorridendo e insinuando le sue dita fra le sue. Forse non era di harry
che aveva
bisogno in quel momento. Forse i suoi passi non l'avevano condotta a
quello
scompartimento. "forse mi hanno condotta proprio qui" pensò,
mentre
appoggiava la sua testa sulla spalla di lui, le dita intrecciate, con
le sue
parole dolci che cullavano la sua anima, rendendola leggera.
angolo autrice
grazie di cuore a tutti coloro
che mi seguono e mi recensicono... e mi scuso anche per il mio ritardo!
ma immagino capirete... lo studio ci prende più o meno a tutti.
spero questo capitolo sia di
vostro gradimento. purtoppo non posso promettere aggiornamenti veloci,
ma farò tutto il possibile, come sempre!
grazie mille a cippotta91, la
tua recensione mi ha fatto veramente piacere, sono contenta che la mia
storia e il mio modo di scrivere ti piacciano... spero di non aver
deluso le tue sapettative con questo capitolo!
alla prossima!!!!
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Capitolo 25 *** trasloco ***
cap 25 nvu
capitolo 25
trasloco
Il viaggio verso la Tana fu diverso dal solito. I ragazzi
cercarono di mantenere la loro solita allegria ma, lentamente, le voci
si affievolirono e il silenzio regnò nell'abitacolo della
vecchia automobile che il Ministero aveva "prestato" al signor Weasley.
Come seppero in seguito i ragazzi, il Ministero non aveva dato a loro
padre la macchina come faceva di solito, come premio per la buona
condotta di quegli anni e per essere un dipendente stimato da tuttti (o
quasi...), proveniente da un'ottima famiglia. No, questa volta non era
un favore: il signor Weasley avrebbe dovuto pagare quel "favore" con
una piccola somma che avrebbero preso direttamente dallo stipendio.
Piccola somma che per la loro famiglia era fondamenetale. Scesero dalla
macchina in silenzio e il signor Weasley, con un rapido movimento della
sua bacchetta, spedì i bauli dei ragazzi nelle loro stanze. La
cosa sorprese tutti, poichè loro padre era dell'idea che queste
piccole cose le dovevano fare da soli, alla Babbana: lo riteneva molto
educativo. senza dare spiegazioni, Arthur Weasley si diresse verso la
casa con l'andatura stanca e pesante.
*
"Dov'è Percy il perfetto?" chiese Fred, mentre si sedevano a
tavola. La sua domanda causò una reazione veramente
incomprensibile da parte dei loro genitori: Arthur si voltò
dall'altra parte, fissando ostinatamente fuori dalla finestra. Molly
buttò le patate nel piatto di Ron con più violenza di
quanta ce ne fosse bisogno e andò subito verso i fornelli dove
la sentirono distintamente soffocare un singhiozzo.
i ragazzi si guardarono attoniti. "ma si può sapere cosa sta
succedendo?" chiese Ron, nervoso.
"dov'è Percy?" ripetè ostinato Fred "non gli sarà
successo qualcosa?"
"arriverà" disse suo padre.
"e allora qual'è il problema?" chiese Ginny. I suoi genitori non
risposero. Molly cominciò a condire l'insalata, con molta foga.
"mamma?" la chiamò Geroge.
"vostra madre è molto stanca, e io anche, smettetela con queste
domande" disse Arthur, senza guardarli.
"no, non la smettiamo! sono settimane che ci tenete nascoste delle
cose!" esclamò Ron.
"prima la mamma ci dice tutte quelle storie sui cambiamenti... e ora
non volete dirci nulla? " gridò George. "George, non alzare la
voce" lo rimproverò la madre.
"io la alzo se non ci dite ciò che sta succedendo! non siamo
più dei bambini"
"il fatto che voi due siate maggiorenni non significa niente... non
potete sapere tutto...."
"fermi!" esclamò loro padre. Tutti rimasero in silenzio, anche
se i quattro ragazzi non ne capivono il motivo. una delle sette
lancette del grande orlogio che era in cucina si era mossa. Era quella
di Percy, che da "lavoro" era passata su "viaggio" e...
"eccolo" sussurrò Molly. la figura alta e magra di Percy Weasley
entrò in cucina. Era diventato molto più magro rispetto a
prima e gli occhiali erano troppo grandi, così come gli abiti.
"bentornati fratelli" disse in tono pomposo ai quattro ragazzi. Non
rivolse neanche uno sguardo ai genitori. "vuoi sederti a tavola? Ci
sono le patate, l'insalata e..." disse timidamente la madre ma il
ragazzo la ignorò completamente e si smaterializzò,
probabilmente diretto in camera sua. I fratelli minori erano ammutoliti
dalla scena e guardarono sbalorditi Molly Weasley accasciarsi su una
sedia e cominciare a piangere a dirotto. "quando è troppo,
è troppo" disse il signor Weasley, alzandosi in piedi di scatto
e smaterializzandosi anche lui. I ragazzi sentirono loro padre urlare e
Percy urlare di rimando, oggetti sbattuti e i singhiozzi di loro madre
diventare più forti. "mamma..." mormorò Ginny, passandole
un braccio intorno alle spalle. Poi udirono il "plop" di una
smaterializzazione, seguito dal rumore di una porta sbattuta e i passi
di qualcuno che scendeva le scale. Arthur Weasley si sedette di nuovo
al suo posto. "mangiamo" disse, e nessuno disse una parola per tutta la
cena.
*
Ginny era nella sua cameretta. Aveva dato la buonanotte a tutti,
nonostante quello non fosse il suo solito orario, ed era salita in
camera. Sua madre aveva provveduto a svuotare il suo baule ed era tutto
in ordine. si spogliò e si mise la camicia da notte, anche se
non aveva nessuna intenzione di mettersi a dormire. Cosa stava
succedendo a Percy? cioè sapeva che era un imbecille, lo era
sempre stato, ma mai era arrivato a questi livelli. E mai aveva sentito
urlare suo padre in quel modo, neanche quando Fred e George avevano
cercato di far stringere a Ron un Voto Infrangibile..
"posso entrare?" era Ron che si affacciava timidamente nella sua
camera. "accomodati pure" fece Ginny, facendogli posto sul letto. Ron
si sedette vicino alla sorella. "me la ricordavo più grande
questa stanza" disse Ron.
"forse perchè eri più basso, l'anno scorso"
"già"
i due rimasero in silenzio. Due sonori "plop" interruppero il loro
silenzio e si ritorvarono cn Fred e George per terra, davanti a loro.
"dovete perfezionare la vostra materializzazione" disse Ron.
"stai zitto tu" disse Fred massaggiandosi la spina dorsale "allora,
c'è un pò di posto sul letto della nostra adorata
sorellina?"
"se ci stringiamo c'entriamo tutti e quattro"
i quattro fratelli si sedettero, anche se erano un pò stretti.
"voi ci avete capito qualcosa stasera?" chiese George.
"no..." rispose Ginny.
"tranne che Percy è un gran cretino" disse Ron.
"quello già si sapeva..." rispose Fred.
"si ma ha dimostrato di essere peggio di quello che credevo..."
"quello sì..."
"è tutto così strano" disse Ginny "prima il ritorno di
voi-sapete-chi, ora Percy e mamma e papà così strani..."
"per non parlare delle urla di papà contro Percy" disse Fred
"non aveva mai urlato contro Percy"
"papà non urla mai. Di solito urla mamma"disse Ron
"e sicuramente non avevo mai sentito sgridare Percy" disse George.
Qualcuno bussò alla porta. Era la signora Weasley. "oh.. siete
tutti qui?" disse stupita.
"già" rispose Ron.
"chiacchiere tra fratelli. Sai, è bello confrontarsi la giornata
con i propri fratellini prima di andare a dormire" disse Fred,
sorridendo.
"è un modo speciale e affettuoso di darsi la buonanotte" disse
George, con un'espressione che non ingannava nessuno. Soprattutto non
la signora Weasley che, cosa che sorprese i ragazzi, non indagò
oltre. "mettetevi a dormire. domani ci aspetta una giornata
faticosa."disse.
"perchè? è solo il primo giorno di vacanza!"
esclamò Ginny.
"Dovete preparare le vostre cose. Dopodomani partiamo."
I volti dei quattro ragazzi si tramutarono i quattro espressioni
entusiaste.
"evvai! Ci voleva proprio una vacanza!" esclamò Ron.
"papà ha vinto un'altro gruzzolo alla lotteria?" chiese George.
"ma dove andiamo? Di nuovo in Egitto da Bill? non mi dispiacerebbe, mi
sono divertito troppo lì" disse Fred.
"perchè non andiamo al mare? Ho proprio voglia di
abbronzarmi..." propose Ginny.
Partirono subito con idee e proposte sul luogo della loro vacanza,
quando Molly li interruppe. "no ragazzi... non si tratta di nessuna
vacanza" disse, con una strana espressione triste. I ragazzi rimasero
in silenzio. "e dove andiamo allora?" chiese Ginny. La madre prese la
sedia vicino la scrivania e l'avvicinò al letto dove erano
seduti i suoi figli e si sedette con un sospiro.
"sapete tutti cosa è successo alla fine della terza prova,
vero?" chiese. I tre ragazzi annuirono. "bene, questo fatto... cambia
un pò la situazione. Dovete sapere che anni fa, quando
voi-sapete-chi era al potere e voi eravate molto piccoli, anzi, non
eravate neanche nati,era tutto molto difficile. Non sapevi chi ti fosse
amico o chi fosse un nemico, chi era sotto la maledizione Imperius e
chi era una spia. Insomma il mondo magico era nel caos"
"alcune persone contro le arti oscure si riunirono. Bisognava
combattere, non si poteva stare con le mani in mano davanti a quella
catastrofe. Nacque così l'Ordine della Fenice, una
società segreta fondata da Silente. Io e tuo padre ci unimmo
subito. Eravamo ancora giovani, pensate, ero incinta di Charlie! Ma
molti di noi erano così giovani."
"Il compito di questa società era cercare di fermare in ogni
modo colui-che-non-deve-essere-nominato e i suoi seguaci. E ora che
è tornato... la società è di nuovo aperta."
Molly fece una pausa. "e perchè dobbiamo partire?" chiese Ron.
"beh, dovremmo nasconderci, zuccone, lo sanno tutti che siamo i
più grandi "traditori di sangue" che ci siano. I mangiamorte ci
cercheranno subito per farci fuori" disse Fred.
"non è così semplice, Fred. Ci trasferiremo al nostro
quartier generale. Lì ci saranno altri componenti dell'Ordine."
"possiamo fare parte anche noi dell'ordine?" chiese George. La signora
Weasley si accigliò "non essere sciocco George. Siete solo dei
ragazzi..."
"io e George siamo maggiorenni!" disse Fred.
"Non discutete. Finchè andate a scuola non siete adulti. E non
voglio continuare questo discorso" disse la donna con un tono che
conoscevano fin troppo bene. Si alzò dalla sedia. "Ma mamma
Harry? Gli avevamo promesso di farlo venire da noi!" esclamò
Ron. "Verrà anche lui. Non ora, un pò più avanti.
Quando lo dirà Silente." rispose la madre e uscì dalla
stanza.
"Voi-sapete-chi è appena tornato e già ha rovinato i miei
programmi per le vacanze!" sbottò Ginny.
"perchè che programmi avevi?" chiese George.
"John e Grace mi avevano invitato da loro! Loro padre ha fatto una
piscina in giardino..." rispose Ginny.
"già, e io volevo far venire Harry ed Hermione da noi..." disse
Ron.
"sicuramente sarà meglio a questo Quartier Generale che alla
Tana..." disse Fred.
"cerchiamo di vederla in maniera positiva! magari questo quartier
generale non è così male..." disse George.
"saremo comunque chiusi in una casa" sottolineò Ginny
"vabbè sono dettagli" tagliò George.
"ha ragione Ginny, sicuramente non potremo mettere piede fuori di casa
tutta l'estate" disse Ron lugubre.
*
I bauli erano tutti pronti. Ginny aveva scritto una lettera frettolosa
ai gemelli Evans, inventandosi una scusa per declinare il loro invito.
Una cosa i suoi genitori l'avevano messa in chiaro: l'Ordine della
Fenice era una faccenda segretissima. "Ron, ho parlato con Silente"
aveva detto Arthur il giorno prima "Hermione può venire
già da domani. Harry dovrà aspettare un pò"
"perchè?" aveva chiesto Ron.
"Silente dice di avere le sue buone ragioni. Dobbiamo fidarci di lui"
aveva risposto il padre.
Era per questo che accanto al baule di Ginny c'era acnhe quello
dell'amica. Hermione era molto preoccupata per Harry. Diceva che
secondo lei era un male tagliarlo fuori così: era solo ed era
molto frustrato dopo la morte di Cedric. Ne aveva passate troppe e il
tutto si cominciava a far sentire. "lo sentiamo noi il cambiamento"
aveva detto la ragazza "figuriamoci Harry, che ha vissuto da poco delle
esperienze terribili!"
"e in più non so se hai letto la Gazzetta" aveva continuato
"credo che Harry non abbia letto nulla e spero che continuerà a
farlo perchè quegli articoli non lo farebbero certo star
meglio..."
La sera le due ragazze avevano chiacchierato per molte ore nella
cameretta di Ginny. "Krum? Lo hai più sentito?" chiese Ginny,
facendo arrossire Hermione.
"Viktor? si lo sento... siamo amici di piuma"
"nulla di più?"
"nulla di più"
"sicura?"
"si. sai lui abita pur sempre in Bulgaria... e poi... si è
simpatico, è un bravo ragazzo ma non è proprio il mio
tipo ideale. Mi ci sono messa giusto così, mi attraeva solo un
pò, niente di serio"
"oppure per far ingelosire qualcuno"
"io non ho nessuno da fare ingelosire"
"a me viene in mente un ragazzo imbranato e molto alto, con due grandi
occhi celesti"
Hermione arrossì ancor più violentemente "e dimmi... te e
Micheal?"
"noi andiamo benissimo. Sto proprio bene con lui. é il mio
raagzzo ideale."
"come fai ad esserne così sicura?"
"io con lui sto bene, mi fa ridere e mi fa stare bene. è un
ragazzo speciale"
"sono contenta per te... ma..."
"ma?"
"harry?"
Ginny rimase in silenzio. Harry? "beh, mettiamola così" disse
Ginny "io sto con Micheal. Mi piace. Sto benissimo con lui e non cerco
nessun altro. Sono felice"
"era quello che volevo sentire" disse Hermione, con un sorriso.
Angolo autrice
Questo capitolo è stato un pò difficile. spero che vi
piaccia, perchè io ne sono abbastanza soddisfatta!
per Cippotta91 e LaRose
grazie per i complimenti! sono contenta che vi piaccia il mio modo di
scrivere. in effetti era proprio quella l'immagine che volevo
ricreare... quella di una "bolla" sopra quei tre! li ho sempre visti
così, rispetto al resto di Hogwarts.
alla prossima!
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Capitolo 26 *** Grimmuld Place ***
cap 26 nvu
Grimmuld Place
“ecco fatto, ho finito” disse
Hermione, mettendo un punto
per concludere la lettera che stava scrivendo. Ginny si affacciò
verso il letto
dell’amica.
“non ti pare un tantino corta?”
chiese. Non aveva mai
pensato di poter fare un’affermazione del genere su qualcosa
scritto da
Hermione Granger.
“beh, ho scritto
l’essenziale… e quello che potevo” disse la
ragazza, con un sospiro “Harry sarà furioso”
“ci credo, non sa niente, è
rinchiuso dagli zii…”
“sì, ma non è colpa
nostra! La sicurezza è fondamentale.
Quando sarà qui anche lui capirà”
“e quando verrà? Non capisco
quest’ostinazione di Silente!
Voglio dire, è già Agosto…”
“lo so Ginny, ma dobbiamo fidarci di
lui…”
Ginny si sdraiò sul suo letto. Si era
lamentata molto per
quell’estate rinchiusa in una casa non sua, buia e sinistra, con
un elfo
domestico pazzo che insultava tutti e il quadro di una vecchia arpia
che non
faceva altro che sbraitare. Poi si era anche arrabbiata con Ron ed
Hermione
quando aveva scoperto di Sirius Black. Lei sapeva solo che era un
criminale
pazzo, un seguace di Tu-Sai-Chi e che era fuggito da Azkaban con
l’intento di
uccidere Harry. E invece si era rivelato un amico, innocente e
addirittura il
padrino di Harry! Non capiva perché non avessero potuto dirle
una cosa del genere,
sicuramente non sarebbe andata a dirlo al Ministero o a qualcun altro.
Si era sentita una stupida, nonostante non
fosse la sola a
non saperlo. Però era diverso per lei… era o non era la
migliore amica di
Hermione? E anche la sorella di Ron. Quindi, tra tutti suoi fratelli
era quella
più legata a loro. Non era neanche tanto più piccola,
aveva un anno in meno di
loro!
Era stanca di questi segreti, non ne poteva
più. Era stufa
che la considerassero solo la “sorellina di Ron”. Era anche
lei qualcuno. E se
il loro club era così “esclusivo” da non poterla
ammettere… beh ne avrebbe
fatto a meno volentieri! La sua vita era piena, aveva un sacco di amici
e un
ragazzo. L’amicizia con Hermione l’avrebbe mantenuta, era
troppo importante. Ma
non avrebbe più provato ad entrare nel loro mondo. Lei un mondo
suo ce l’aveva,
non ne aveva bisogno di altri.
*
Ginny, sei invitata
ufficialmente a casa nostra, l’indirizzo lo trovi segnato sulla
busta! Facci
sapere il prima possibile!
Gracie e John
Ciao Ginny, come va? Ho
saputo che non verrai da Grace e John… immagino avrai programmi
migliori! Ci
vediamo a Settembre.
Aisleen
Oh Ginny non vedo
l’ora di vederti ho tante di quelle cose da raccontarti! Sono
riuscita ad
incastrare un paio di giorni da Grace e John, credo che ci vedremo
lì! A presto
Miriam
Oi Gin! Non
indovinerai mai! per il mio compleanno i miei mi regaleranno un manico
di
scopa! So che non sarò in squadra, ma magari l’anno
prossimo… perché non
facciamo le selezioni insieme?
Ah, ho saputo che non
vieni da John e Grace. Mi dispiace moltissimo. Solo quella svampita di
Miriam
non lo sapeva ma l’ho informata io oggi. Un bacione
Demelza
Aveva tantissime lettere dei suoi amici,
tanto che la madre
l’aveva rimproverata, dicendo che troppi gufi attirano
l’attenzione. Così ora
non poteva sentirli nemmeno. E non poteva sentire neanche Micheal.
Micheal. Fino a quando era rimasta alla Tana,
si erano
mandati tantissime lettere; lui era spiritoso, allegro, dolce…
il solito
Micheal. Ora le loro lettere erano diminuite parecchio. Sperava di
poterlo
incontrare a Diagon Alley per lo shopping scolastico. Lui era rimasto
molto
male quando gli aveva detto che probabilmente non si sarebbero visti
per tutta
l’estate.
Ginny Weasley non vedeva l’ora che
quella tetra e afosa
estate fosse finita.
*
Ma nonostante fosse abbastanza insoddisfatta
e malinconica
non lo dava a vedere. Anzi, era l’anima della casa. Si impegnava
al massimo
nelle pulizie con straordinaria energia, faceva ridere tutti prendendo
in giro
Ron o partecipando agli scherzi con i gemelli, aiutava la madre nelle
piccole
faccende e aveva fatto amicizia con molte delle nuove persone che
arrivavano
nella sua vita. Aveva imparato a conoscere Sirius Black, un uomo
divertente e
brillante quanto i suoi occhi cerulei. Aveva stretto amicizia con
Ninfadora
Tonks, un metamorfo mago, che divertiva tutti con le sue strambe
trasformazioni
e con i suoi modi maldestri e impacciati.
“ragazzi ecco la nostra nuova
invenzione” disse George,
entrando nella stanza dove Ron ed Hermione stavano giocando a scacchi,
sotto lo
sguardo di Ginny.
“che cos’è?” chiese
quest’ultima.
“shhhh!” la azzittì Fred,
chiudendo la porta.
“gli adulti non devono saperlo”
disse George.
“soprattutto Lei”
“il nemico principale”
“che provocata può diventare
peggio di Voi-Sapete-Chi…”
“vostra madre?” chiese Hermione,
inarcando le sopracciglia.
“già” sospirò Fred
“ancora non capisco perché non lo
accetta. Insomma, abbiamo dimostrato che ci sappiamo fare queste
cose.”
“e qualcuno ha
dimostrato quando andare al Ministero sia da deficienti”
“Percy?” chiese Hermione.
“già… nome in codice
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato
due.”
“non perché il suo nome metta il
terrore, ovviamente…”
“ma perché su mamma ha lo stesso
effetto della cipolla”
disse Ginny.
“comunque, qual è questa nuova
invenzione?” chiese Ron.
“eccole!” disse George, tirando
fuori dei fili color carne.
“e.. cosa sarebbero?” chiese Hermione.
“Orecchie Oblunghe” rispose fiero
Fred.
“a cosa servono?” chiese Ron.
“sono qualcosa di straordinario”
disse George “provatele”
Porse ad ognuno uno di quei fili. “e..
cosa dobbiamo fare?”
chiese Ginny.
“beh dovete infilarle nelle orecchie
e…”
“infilarle nelle orecchie?!”
esclamò Hermione “io non mi
fido, questo è uno dei vostri soliti scherzi!”
“che malfidata” disse Fred.
“chissà perché”
disse Hermione, tra i denti.
“le proveremo prima noi…”
disse George. Prese uno di quei
fili e se lo infilò nell’orecchio e pose l’altra
estremità sulla porta chiusa.
Non successe nulla.
“dai provatele!” esclamò
Fred.
“hai avuto la tua prova, no, Hermione?
Non mordono” disse
George. La ragazza, riluttante, prese uno di quei fili. Ginny
infilò subito il
suo nell’orecchio. “ehi… ma si sente tutto!”
“già” disse Fred
“non è magnifico?”
“sensazionale” disse Ron, non
appena ebbe provato anche lui.
Stettero tutti e cinque in silenzio, a
sentire quello che
dicevano gli adulti dall’altra parte della porta.
“allora, chi è di guardia
domani?” chiese qualcuno che
riconobbero come Remus Lupin.
“mmm.. Mundungus” disse la voce
di Arthur Weasley.
“e voi vi fidate di lui?”
esclamò Sirius Black.
“sono d’accordo con Sirius.
È pericoloso dare un compito del
genere a Mundungus” disse la signora Weasley.
“Molly, è l’unico ad avere
il turno scoperto… non so chi
altro potrebbe andare” osservò Lupin.
“Mandate me!” esclamò
Sirius.
“Sirius sai benissimo che non puoi
muoverti di qui…” sospirò
Arthur.
“sapete tutti che ho un ottimo
travestimento! E penso che
dovrebbe essere mio questo compito!”
“Sirius sai quali sono gli ordini di
Silente. Ci andrà
Mundungus.” Disse Lupin, ponendo fine alla conversazione.
“vado a chiamare i ragazzi. Il pranzo
è pronto” disse Molly,
interrompendo il silenzio.
“via, via nascondete le Orecchie
Oblunghe” esclamò Fred.
Pochi secondi dopo la signora Weasley
entrò nella stanza.
“cosa stavate facendo?” chiese sospettosa.
“niente” disse Fred.
“giochiamo a scacchi” rispose Ron.
“mmm… va bene. Scendete è
pronto” disse la donna e uscì
dalla stanza.
“è proprio
irriconoscibile” sospirò George. La signora
Weasley da quando era cominciata l’estate aveva perso almeno
cinque chili e non
era più severa come un tempo. Sembrava sempre persa nei suoi
pensieri ed era
apprensiva come non lo era mai stata. Aveva fatto una scenata pazzesca
a Fred
che, tirando un libro a George, aveva beccato Ron, lasciandogli un
piccolo
livido sulla fronte, per esempio, cosa che normalmente si sarebbe
risolta con
un paio di urla sul fatto che gli oggetti non bisogna tirarli,
certamente non
con Molly che tirava fuori una cassetta del pronto soccorso e fasciava
la testa
di Ron!
*
Era un noioso pomeriggio d’estate e i
ragazzi giacevano con
Sirius nel salone, stanchi per l’enorme mole di lavoro svolto
quel giorno.
“Sirius, ci spieghi cosa ci tenevano i
tuoi in questa casa?”
esclamò Fred.
“non sai mai cosa puoi aspettarti, da
una fattucchiera come
quella” rispose Sirius, facendo cenno al quadro
all’ingresso.
“quanto manca per finire le
pulizie?” chiese Ginny.
“solo due piani e la soffitta.
Fantastico, no?” rispose Ron
ironico.
All’improvviso una grande luce irruppe
nella stanza e tutti
scattarono in piedi, le bacchette sguainate. Era un patronus
“Harry Potter è
stato aggredito dai dissennatori” disse
“avvertire subito Silente e formare una squadra da mandare a
Little Whingihg”
disse e uscì.
“harry è stato aggredito?”
esclamò Ron. Sirius balzò subito
per le scale. “Molly!” urlò.
“che cosa è successo?”
strillò la signora Weasley, correndo
verso Sirius.
“Harry è stato aggredito.
Bisogna subito contattare Silente”
Molly inorridì, portando le mani alla
bocca. Subito, però,
tirò fuori la bacchetta ed evocò un Patronus a forma di
colomba, che si lanciò
immediatamente dalla finestra.
“e cosa facciamo?” esclamò
Ginny.
“dobbiamo aspettare” disse la
donna.
“vado io da Harry” disse Sirius.
“no, Sirius devi rimanere qui”
disse ferma la signora
Weasley.
“no, non rimango qui! Il mio figlioccio
è in pericolo”
“non devi uscire di casa”
“non mi frega un accidente di cosa devo
fare! Io vado”
“Sirius, smettila! Comportati in
maniera ragionevole”
“MI STO COMPORTANDO IN MANIERA
RAGIONEVOLE” urlò l’uomo,
infuriato “VOGLIO ANDARE DA HARRY, HO PROMESSO A JAMES CHE MI
SAREI OCCUPATO DI
LUI, NON POSSO ABBANDONARLO ORA”
“così peggiorerai le cose!
Silente manderà una squadra,
Harry è al sicuro”
Sirius non le rispose e puntò la
bacchetta contro il suo
petto, e si trasformò in un cane nero.
“Sirius, no!” esclamò la
donna mentre Sirius correva verso
la porta. “Sirius! PIETRIFICUS TOTALUS!”
L’incantesimo colpì in pieno il
grosso cane nero, che cadde
a terra, innaturalmente irrigidito.
I ragazzi fissarono sbalorditi la madre.
“non dovevo farlo”
sussurrò Molly, la voce che tremava. “ma siamo tutti in
pericolo. Non possiamo
perdere tempo in.. in…” e scoppiò a piangere. Ginny
si avvicinò alla madre e
passò un braccio intorno alle sue spalle.
“occupatevi di Sirius” disse,
rivolta ai fratelli e ad
Hermione “io sto un po’ con mamma”. Portò la
madre in cucina e la fece sedere
su una sedia.
“preparo un the” disse, versando
dell’acqua in un pentolino.
“grazie tesoro” disse la madre,
che si era un po’ ripresa
“in questi casi ci vuole proprio un bel the”
“mi dispiace per come mi sono
comportata con Sirius” riprese
la donna “è un bravo ragazzo e vuole bene ad Harry, lo so.
Ma a volte è così
avventato. Se esce di qui e lo catturano.. non esiteranno a sottoporlo
al
Bacio. Io l’ho fatto per lui”
“lo so mamma” disse Ginny
dolcemente “e lo sa anche lui.”
“io capisco che rimanere sempre chiusi
qui dentro può essere
difficile, soprattutto per un ragazzo come lui. Però
arriverà il momento in cui
tutti potremo uscire di casa. Anche lui.”
Un’altra grande luce entrò
dentro la cucina. Era un altro
Patronus, a forma di donnola. “Silente è stato
avvertito” disse la voce di
Arthur “Harry sta bene, solo che ci saranno ripercussioni al
ministero. Tra
qualche giorno lo porteremo al Quartier Generale. Non fate uscire
Sirius e nessun
altro di casa”
Molly e Ginny tirarono un sospiro di
sollievo. “vado a dirlo
agli altri” disse Ginny e lasciò sola la madre.
Nell’altra stanza i ragazzi
avevano tolto l’incantesimo da Sirius, che però era ancora
trasformato.
Sembrava avesse uno sguardo molto depresso. “Sirius trasformati
per favore”
disse Ginny “dovrei dirvi una cosa”
Il cane non si mosse. “Sirius, quando
parlo mi piace
guardare in faccia le persone, quindi, per favore, trasformati”
Sirius si ritrasformò. “che
c’è?” esclamò secco.
“mamma ha avvertito Silente”
disse calma. “papà ci ha
risposto…”
“ah, perché Silente non si
poteva degnare neanche di mandare
un Patronus, vero?” la interruppe Ron, furioso.
“l’importante è sapere
come sta Harry” disse Hermione.
“Harry sta bene” disse Ginny
“ma papà dice che ci saranno
ripercussioni al ministero…”
“ripercussioni al ministero?”
esclamò Sirius avvicinandosi
molto a Ginny“che significa?”
“papà non lo ha
detto…”
“sciocca ragazzina! Dovevi
chiederglielo!” l’aggredì Sirius,
prendendo la ragazza e stringendole le spalle. Ginny riusciva a vedere
i suoi
occhi celesti, accesi dalla follia.
“ehi, lasciala subito!”
esclamò Ron.
“ahia!” urlò Sirius. Fred
gli aveva lanciato addosso una
fattura. “Ginny, stai bene?” chiese.
Lei annuì. Gli occhi di Sirius
l’avevano spaventata.
“Sirius, la devi smettere di aggredire
così le persone.”
Disse George, serio. “è una situazione difficile per
tutti. Non bisogna perdere
la testa.” Sirius guardò i ragazzi, poi il suo sguardo si
pose sulle spalle di
Ginny. Senza dire una parola, salì le scale e si ritirò
in camera sua.
*
“domani andrà una squadra da
Harry, a prelevarlo dagli zii
in tutta sicurezza” disse Arthur Weasley, a cena.
“meno male. Finalmente potrà
sapere cosa succede” disse Ron,
sollevato.
“già. L’unico problema
sarà quell’udienza che dovrà
affrontare al ministero, ma se si attengono alle loro stesse leggi non
dovrebbe
essere espulso. In effetti si è trattato solo di magia
difensiva” disse Arthur.
“beh, quindi è tutto ok. Non
possono espellerlo” disse Fred.
“purtroppo non è così
semplice…” disse Arthur “dov’è Sirius?
Non cena con noi?” chiese.
“ha detto che non aveva fame”
disse Hermione. Ginny si alzò
dal tavolo.
“Ginny, non hai mangiato troppo
poco?”
“sto apposto così, mamma. Sono
piena come un uovo!” disse
Ginny con un sorriso “ho sonno vado subito al letto”
Salì le scale e si chiuse in camera
sua. Era molto stanca
effettivamente. Si spogliò per mettersi subito il pigiama.
Ricontrollò una
lettera che stava scrivendo a Micheal. Era misera, ma non sapeva cosa
poteva
scrivere. Non poteva raccontargli nulla delle sue vacanze, così
era costretta
ad inventare. Gli aveva scritto che era a casa di Zia Muriel e non
faceva
niente di speciale tutto il giorno. Ma non sapeva cosa scrivergli. Non
le
piaceva mentire.
Qualcuno bussò alla sua porta.
“avanti” disse Ginny,
immaginando fosse Ron. Invece era Sirius.
“ciao Ginevra” la salutò.
“ciao” disse lei. Lui
entrò chiudendo la porta. “cosa stai
facendo?” le chiese.
“scrivevo una lettera ad un mio
amico.”
“il tuo ragazzo?”
“già” disse lei, senza
arrossire. Seguì qualche istante di
silenzio. “senti, scusa” disse all’improvviso Sirius,
burbero “per come mi sono
comportato prima”
“figurati. Siamo tutti nervosi in
questo periodo. E stare
chiusi qui dentro senza poter fare qualcosa di utile di certo non
aiuta”
“è quello che dico anche io.
Sono anni che sono recluso,
Ginevra. Ho passato anni rinchiuso in una cella di Azkaban…
stare qui è
certamente meglio ma è sempre prigionia…”
Ginny annuì. “beh almeno tu sai
qualcosa” disse “noi stiamo rinchiusi
qui invece di goderci l’estate e non possiamo sapere nulla! E
Harry è segregato
a casa di quei Babbani orribili senza sapere neanche che esista
l’Ordine della
Fenice!”.
“lo so che non è giusto. Ma fra
un po’ sarà qui anche lui…”
“sarà furioso”
“e ha ragione. Il comportamento di
Silente nei suoi
confronti è inspiegabile. Forse si sarà divertito ad
affrontare i Dissennatori”
“deve aver passato proprio
un’estate terribile se è stato
contento di essere attaccato da due Dissennatori!”
Sirius sorrise. “devo andare a scusarmi
anche con tua madre.
È un po’ troppo apprensiva, ma ciò
che ha fatto lo ha fatto per il mio bene”.
“si mamma si preoccupa sempre per
tutti”.
Sirius fece per uscire, ma alla porta si
bloccò. “ma senti…
a te non piaceva Harry?”
Ginny sgranò gli occhi. E lui come
diavolo faceva a saperlo?
Per un secondo sperò che entrasse Voldemort in persona e
sgretolasse uno ad uno
i suoi fratelli impiccioni.
“scusa se sono
indiscreto…” si affrettò a dire Sirius.
“no, no non ti preoccupare” disse
Ginny, ostentando un
sorriso a trentadue denti “Si mi piaceva molto Harry. Ma erano
solo i sogni di
una ragazzina ed Harry non mi ha mai calcolata più di tanto. Per
lui sono solo
la sorellina del suo migliore amico”
“ah capisco… peccato
però”
“Perché?”
“sai mi sareste piaciuti come
coppia… fisicamente, mi
avreste ricordato molto James e Lily. Ma tu sei completamente diversa
da Lily…
ed Harry non è esattamente come era James alla sua
età”
Gli occhi di Sirius erano velati da
un’ombra di malinconia.
Ginny cercava di cancellare dagli occhi l’immagine di lei ed
Harry, l’immagine
della loro coppia…
“Buonanotte Ginny Weasley”.
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Capitolo 27 *** rabbia ***
cap 27 nvu
Rabbia
“E COSì VOI NON ANDATE ALLE
RIUNIONI, BELLA ROBA! MA ALMENO
SIETE QUI, NO?”
“CHI HA DOVUTO SUPERARE DRAGHI E SFINGI
E TUTTE QUELLE ALTRE
SCHIFEZZE L’ANNO SCORSO? CHI HA VISTO LUI CHE TORNAVA? CHI HA
DOVUTO
SFUGGIRGLI? IO!”
“IMMAGINO CHE VI SIATE FATTE DELLE
BELLE RISATE, VERO, TUTTI
RINTANATI QUI INSIEME”.
Ginny era quasi caduta dal letto per lo
spavento. Quella era
sicuramente la voce di Harry, anche se era un po’ diversa: era
più profonda,
più da uomo… e arrabbiato come Ginny non l’aveva
mai visto.
Lo sapeva che
avrebbe reagito
così, era comprensibile. La sua estate doveva essere stata
peggiore della loro.
Molto peggiore.
Rinchiuso dai
Babbani, senza
vedere e sentire i propri amici, senza avere notizie dal mondo magico,
dopo le
esperienze terribili che aveva passato poche settimane prima. Beh, Ron
ed
Hermione non si dovevano lamentare. Era tanto che Harry non gli avesse
tirato
qualcosa addosso. A giudicare da quelle urla, ci stava quasi.
Andare anche lei
nella camera,
oppure no? L’immagine evocata da Sirius la sera prima, ancora la
scombussolava
un po’. Ogni volta che le tornava in mente cercava di scacciarla,
cercando di
sovrapporle l’immagine di Micheal, di lei e Micheal, le loro
risate, i momenti
passati da soli in biblioteca o in angoli appartati della scuola.
“Micheal mi
vuole bene. Io voglio bene a lui. Stiamo benissimo insieme.” Si
disse, per
convincersi. Prese le sue lettere, guardò le sue parole, le
battute brillanti e
le frasi dolci. Aveva un ragazzo che un sacco di ragazze le
invidiavano, ed era
proprio l’ideale. Insomma, basta lamentarsi, no? Si guardò
allo specchio e
sfoggiò il suo sorriso migliore. Si sistemò i lunghi
capelli rossi ed uscì
dalla stanza. Beh, era maleducato non andare a salutare il migliore
amico di
suo fratello, giusto?
*
“ora fila in camera tua!” le
ordinò la madre, dopo averla
spintonata in cucina. Ginny Weasley era schiumante di rabbia.
Perché i suoi
fratelli potevano sapere tutto e lei no?
“sono rinchiusa qui dentro da un mese
anche io, perché non
posso sapere niente!” urlò alla madre.
“Sei troppo piccola Ginny”
“Non sono piccola! Ho quattordici anni
e Ron ed Harry ne
hanno solo quindici….”
“Non mi importa niente! Tu non sentirai
nulla di quello che
verrà detto lì dentro!” strillò Molly
Weasley e cominciò a scendere le scale.
“Non è giusto!”
urlò Ginny “siete… siete…io…”
non era da lei
balbettare, ma era furiosa.
“Ginevra Weasley, smettila di urlare o
ti rinchiuderò in
quella stanza fino a domani mattina!” e Molly se ne andò,
lasciando Ginny sola.
La ragazza chiuse con forza la porta. Era stufa del comportamento di
sua madre.
Era troppo! La porta si riaprì “non sbattere le porte,
Ginny, te l’ho sempre
detto!” . Era sua madre. Ancora.
“vattene” sibilò la
ragazza con rabbia. “Ginny, non è questa
la maniera di rispondere a tua madre”
“smettila di trattarmi come se avessi
cinque anni! Non sono
più la tua bambina! Non ho bisogno della protezione di nessuno!
I miei fratelli
sono lì sotto, ad ascoltare il motivo per cui siamo rinchiusi in
questa casa
maledetta e io qui. Ho quattordici anni.”
“sei più infantile di quello che
pensavo. Lo faccio per te,
ti sto solo proteggendo come vorrei fare con gli altri! Smettetela di
cercare
di fare gli adulti quando non ne siete in grado!” esplose la
madre, vicina alle
lacrime “credete che si tratta di un gioco? Pensi che ci stiamo
divertendo? Non
riesco a capire perché uno cerca di tenervi il più
possibile lontano dai guai e
voi non fate altro che cercarli!”. La donna uscì dalla
stanza. Ginny richiuse
la porta.
Non gliene importava un accidente delle
stupidaggini che
diceva sua madre. Protezione, pericoli… erano tutti nei guai
comunque, no?
Voldemort era tornato che sapesse o no cosa stava succedendo lui
c’era
comunque. Sapere l’avrebbe solo aiutata. Perché gli adulti
non riuscivano a
capire cose tanto logiche?
*
“Ginny” era Hermione, rientrata
in camera “sei sveglia?”.
“Certo” sibilò Ginny,
irritata. Pensava che fosse andata a
dormire come le aveva ordinato la mammina? La piccola dolce Ginny.
Peccato che
lei non era né piccola né dolce. Nessuno riusciva a
farselo entrare in testa…
“immaginavo” disse Hermione con
una risatina “mi metto la
camicia da notte e ti racconto tutto”.
Hermione! Come aveva fatto un idiota come Ron
a trovare una
ragazza così speciale! Capiva sempre
tutto al volo.
“non ci hanno detto
granchè” cominciò la ragazza, entrando
nel letto della piccola Weasley “hanno raccontato ad Harry
ciò che già
sapevamo. Però Sirius è riuscito a dirci qualcosa di
più”
“cioè?”
“Harry ha chiesto quali fossero i piani
di Tu-Sai-Chi.
Dicono che sia alla ricerca di un’Arma…”
“e che se ne fa di un’arma?
Voglio dire lui è già
potentissimo”
“non ci hanno spiegato che genere di
arma è. Sicuramente non
un semplice incantesimo” sospirò Hermione “non ne ho
proprio idea. Insomma, per
uccidere, far soffrire, e comandare le persone ha già le
Maledizioni Senza
Perdono…”
“di che altro può aver
bisogno?” si chiese Ginny.
“non lo so Ginny” sussurrò
Hermione “davvero non lo so…”
*
“Ginny, ieri sera ti sei comportata
molto male” le disse sua
madre mentre erano da sole in cucina.
“non mi sembra proprio” rispose
la ragazza. “ti sembra
normale come ti sei rivolta a me?” le chiese Molly. Ginny la
guardò “e a te
sembra normale come vengo trattata io?” le rispose. Prese il
bricco del latte e
lo portò al tavolo. I suoi fratelli scesero, con Harry ed
Hermione. “Allora,
cosa c’è per colazione?” esclamò Ron.
“già, ho una fame” disse
Fred.
“Hey mamma, le salsicce le hai
fatte?” chiese Geroge.
“Stavate ancora parlando di ieri
sera?” sussurrò Hermione
all’amica.
“sì. Non la finisce più.
Tanto non le chiedo scusa!” le
rispose Ginny, sedendosi vicino a lei. li raggiunsero Tonks, Sirius e
Lupin e
Molly non fece più parola sugli avvenimenti della sera prima.
Dopo la colazione i ragazzi si precipitarono
fuori dalla
stanza, mentre le ragazze insieme a Lupin e Sirius rimasero in cucina,
ad
aiutare. “Allora, ieri sera hai tirato fuori una bella grinta,
non c’è che
dire…” disse Sirius, rivolto alla rossa.
“già” rispose Ginny
“di solito è molto utile”
“sì, ma hai trovato un degno
avversario” sorrise Sirius,
facendo cenno verso Molly.
“non la chiamerei grinta, e non mi
complimenterei. Ginny
ieri sera si è comportata da villana, anche se di solito
è piuttosto
beneducata. L’influenza di Fred e George…” disse la
signora Weasley, scuotendo
la testa.
“io non sono influenzata da nessuno!
Questo è il mio
carattere” ringhiò Ginny.
“beh, fa sempre comodo avere della
grinta! Così la tua
Ginevra non si farà mettere mai i piedi in testa da
nessuno…” disse Lupin con
un sorriso.
“..e soprattutto dai maschietti”
disse Tonks, con aria
maliziosa “ a proposito, come sei messa a ragazzi? Un bella
ragazza come te…”
Ginny stava per rispondere, quando Molly
intervenne
“ragazzi! Cara Tonks, Ginny è poco più di una
bambina! Ai ragazzi ancora non ci
pensa! È ancora alle prese con una cotta per Harry, ma una cosa
molto lontana
dall’amore!” disse, ridacchiando. Questo era troppo.
“va tutto molto bene, Tonks”
disse la ragazza, a voce alta
“ultimamente ne sento una paio. A proposito volevo chiederti un
consiglio,
mammina, non mi vengono le mestruazioni da un paio di mesi sai cosa
può essere?
Forse è dovuto a quell’incredibile notte di passione avuta
nella stanza delle
Necessità con i due battitori di Corvonero. O c’era anche
il portiere di
Tassorosso? Ah, dovrei smetterla di fumare quella roba…”
La madre era visibilmente scandalizzata,
mentre Sirius
rideva a crepapelle. “Ginevra… ti sembrano cose da
dire?!” esclamò Molly.
“dai… era solo una battuta
Molly…” disse Tonks, ridendo
anche lei.
“mamma la devi finire di trattarmi come
una bambina. Come
vedi non lo sono più.” Disse Ginny uscendo dalla cucina,
seguita da Hermione.
“Forse sei stata un po’ esagerata. È sempre tua
madre” disse la ragazza.
“la deve smettere. Non sono una
bambina.” Ribadì Ginny “dove
sono gli altri?”
“andavano in salone”.
“raggiungiamoli”.
*
“ehi Hermione, già
sveglia!” disse Ginny mentre si
svegliava.
“come posso dormire?” rispose la
sua compagna di stanza, con
aria preoccupata “Harry è al ministero.. sotto
processo…”
“lo sai che se la caverà. Lui se
la cava sempre”.
“Oh Ginny, questa volta è
diverso! Vogliono screditarlo,
faranno di tutto…”
“si devono attenere alle leggi e lo sai
meglio di me”.
“mi pare che mandare dei Dissennatori
in un quartiere
babbano non sia previsto dalle nostre leggi!” esclamò la
ragazza. Ad un certo
punto si spalancò la porta e un ragazzo alto e magro irruppe
nella loro camera.
“RON!!! Sono… sono mezza
nuda!” strillò Hermione, arrossendo
violentemente.
Ron rimase impalato sulla porta. “ehm..
scusa..” disse e se
ne andò, le orecchie molto rosse.
“cretino” sussurrò
Hermione, riprendendo a vestirsi.
“beh è abituato che a casa
può entrare quando vuole in
camera mia” disse Ginny.
“dovrebbe imparare a bussare! Non
è un bambino e neanche
noi!” esclamò Hermione stizzita “dai preparati,
così possiamo sentire se
qualcuno ha notizie di Harry”.
Sotto non c’era quasi nessuno.
Passarono in silenzio davanti
al quadro della mamma di Sirius per entrare in cucina, dove c’era
Molly, i
gemelli, Sirius e Ron che appena vide Hermione cominciò a
fissare molto
intensamente le salsicce che aveva davanti, le orecchie scarlatte. La
ragazza
si sedette tra Ginny e Sirius senza degnarlo di uno sguardo.
“allora ma’…
notizie dal ministero?” chiese Fred, rompendo il ghiaccio.
“ancora nulla. Speriamo bene”
disse la madre, preoccupata.
“andrà benissimo. Harry se la
cava sempre!” esclamò George,
ripetendo ciò che Ginny aveva detto ad Hermione. La piccola
Weasley ne era
sicura: Harry ce l’avrebbe fatta. Ci avrebbe potuto scommettere
tutti i suoi
averi.
*
“ce l’ha fatta, evviva!”
ruggì Ron, appena Harry ritornò dal
ministero. Fred e George presero Ginny e la trascinarono in una danza
di
vittoria.
“ce l’ha fatta, ce l’ha
fatta, ce l’ha fatta…” cantavano
tutti e tre in coro. Era fatta, Harry avrebbe passato un altro anno ad
Hogwarts
con tutti loro! La notizia la rendeva molto allegra.
“Fred… George… Ginny
finitela!” li azzittì la madre e mandò
Harry in cucina a mangiare qualcosa.
E se vado a
congratularmi? Sono l’unica che ancora non gli ha detto una
parola? Pensò
Ginny. con un sorriso si diresse verso la cucina. Harry era seduto al
tavolo,
da solo… con Ron ed Hermione. Sussurravano tutti e tre qualcosa,
come al
solito. Per un attimo si era illusa che la vita che stava vivendo a
Grimmould
Place fosse quella vera, e che ad Hogwarts avrebbe frequentato Harry,
Hermione
e i suoi fratelli. Ma non era così. alla fine, che harry fosse
stato assolto o
meno, lei non avrebbe fatto mai parte della sua vita. E ormai lo aveva
accettato.
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Capitolo 28 *** ... finalmente, casa! ***
cap 28 nvu
…finalmente, casa!
Ginny, Harry, Ron,
Hermione e Luna scesero dalla carrozza
nera. Il tempo era grigio e ormai era sera. Ginny non aveva raggiunto
nessuno
dei suoi amici in treno e aveva passato il viaggio con Harry, Luna e
Neville. I
suoi amici, incontrati alla stazione, avevano accettato la sua scelta,
Micheal
era un po’ contrariato.
“non ci
vediamo da due mesi e tu mi dici che vuoi fare il
viaggio in treno con Potter e quei due sfigati?” le chiese
incredulo.
“Non sono due
sfigati!” rispose la ragazza “sono miei
amici!”.
“sbaglio o
Paciock ti aveva invitato al ballo, l’anno
scorso?” le chiese Micheal.
“Per Neville
sono solo un’amica! Anzi la sorella di un suo
amico” precisò Ginny “non essere
geloso…”
“e
perché c’è anche Potter? Non sta con la Granger e tuo
fratello?”
“loro sono
nella cabina dei Prefetti…”
“ah e
poverino, non può rimanere da solo…”
“smettila di
fare lo stupido, Mike!” esclamò Ginny “Harry
è
stato da noi tutta l’estate! È un amico di famiglia, mi
dispiace lasciarlo da
solo…”
“però
non ti dispiace lasciare da solo me, a quanto
vedo”.
“tu non sei
solo” rispose la ragazza “ci sono tutti i tuoi
amici. Abbiamo un anno intero per stare insieme!”
Micheal
sbuffò. “va bene. Come vuoi. Ci vediamo ad Hogwarts.
Ciao.”
E Ginny ancora non
lo aveva visto. Lo avrebbe incontrato
nella Sala Grande, ma le dispiaceva iniziare l’anno con una
litigata. Camminò
insieme agli altri fino alla sala grande che li accoglieva come sempre,
con la
luce calda delle candele e quella armoniosa delle stelle.
“Ginny! ehi
Ginny!” una voce la chiamava si girò e vide
tutti i suoi amici, dai quali corse immediatamente. Quanto gli erano
mancati,
nei giorni di prigionia a Grimmauld Place! Erano molto cambiati: Colin
Canon
era un po’ più alto, Miriam abbronzatissima, Aisleen aveva
un nuovo taglio di
capelli, Demelza invece li aveva molto
più lunghi, John era cresciuto di almeno dieci centimetri e
Anthony si era
fatto crescere un po’ di barbetta che, a quanto pare era
l’argomento di
discussione.
“conciato in
questo modo sembri proprio una capretta!” aveva
detto Aisleen ridacchiando.
“altre
ragazze hanno detto che sto molto bene!” rispose
Anthony.
“con altre
ragazze intendi Grace immagino!” aggiunse Miriam,
pettegola come al solito.
“la smetti di
mettere sempre in mezzo mia sorella quando si
tratta di Anthony?” esclamò scocciato John.
“ooooh vedo
che anche tu cominci a captare i segnali…”
“ma va al
diavolo…”
Fisicamente erano
cambiati, ma erano in fondo sempre gli
stessi!
“Ginny quanto
stai bene con i capelli così lunghi!” esclamò
Aisleen “sei bellissima!”
“eh
sì, con questa in giro chi riuscirà più a
rimorchiare!”
esclamò Miriam.
“come se
prima ci riuscivi!” le rispose John, prendendosi
uno schiaffo sulla nuca.
“ehi sono
solo dei capelli!” esclamò Ginny.
“fossero solo
quelli! Hai molti occhi puntati addosso cara,
fidati”
“ma smettila
Miriam! Non siamo neanche entrate a scuola e
già cominci!” esclamò Ginny ridendo, sedendosi a
fianco a John.
“e poi Ginny
è fidanzata! Non credo che le interessino altri
occhi se non quelli di Micheal!” disse Demelza.
“fidanzata
è un parolone…” disse Ginny.
“vabbè,
vi vedete, state insieme, mettila come ti pare ma la
sostanza è quella” disse Aisleen.
“a proposito,
te e Christopher come andate?” chiese Ginny,
per cambiare argomento.
“benissimo!”
disse lei con un sorriso radioso “abbiamo
passato una bella estate”
“ha imbucato
pure lui da noi”disse John.
“dai, vi
è stato simpatico a tutti!” esclamò Aisleen
“te,
lui, Anthony e Colin avete passato tutto il tempo insieme! Non me lo
lasciavate
mai…”
“che accollo
che sei Ash” disse Miriam “lascialo un po’
respirare!”
“io non sono un
accollo!” rispose Aisleen, offesa “e mi pare che respiri
benissimo!”
“sei troppo
possessiva…”
“e tu
critichi troppo! La nostra storia va avanti benissimo
senza i tuoi consigli!”
“dai, non
litigate…” disse Demelza.
“infatti! Non
mi va di iniziare così quest’anno…” disse
Colin.
Ginny si
voltò verso il tavolo di Corvonero. Micheal le dava
le spalle. Era ancora offeso, lo sapeva. Ma avrebbe trovato il modo per
farsi
perdonare, subito dopo il banchetto…
*
Appena si
alzò dalla tavolata individuò subito la figura
alta di Mike e lo seguì fino al corridoio. Certa che non ci
fosse nessuno dei
suoi fratelli in giro corse da lui e gli coprì gli occhi con le
mani.
“indovina chi
è?” chiese, ridacchiando. Lui tolse le mani
piccole di lei da suo volto, e si girò.
“ora hai
tempo per me? O c’è qualcun altro che non puoi
lasciare solo?” le chiese, sarcastico. Eh sì,
l’episodio sul treno gli bruciava
ancora.
“no, in
teoria adesso sarei libera” disse lei. Lui non rispose
ma le lanciò uno sguardo irritato.
“dai,
smettila” disse lei “guarda che è dispiaciuto pure a
me lo sai?”
“ma
perché non sei venuta con me? Ti volevo presentare Terry
e gli altri…”
“beh
avrò altre occasioni, no?”
“sì ma
non riesco a capire perché sei così legata a luii e
ad Hermione Granger! Insomma sono gli amici di tuo fratello, no? Non
condividono mai niente con nessuno e non mi pare che tu faccia parte
del loro
trio! Per una volta Harry Potter può pure rimanere solo, non ha
bisogno di
avere sempre un Weasley intorno!” esclamò Micheal “
non è che se tu rimani sola
c’è Potter a tenerti compagnia! Ma io ci sono” la
sua voce si addolcì “io ci
sono sempre per te” prese le mani di lei e le strinse tra le sue,
grandi e
calde. “Mike lo so…” disse lei appoggiando la testa
sul suo petto. “mi hai
perdonata?” disse lei, guardandolo con i suoi grandi occhi scuri.
“ma certo!”
esclamò lui, stampandole un bacio sulle labbra.
Rimasero
così per un po’, parlando e baciandosi di tanto in
tanto. “forse è ora di andare in dormitorio…”
disse Ginny.
“per essere
una Grifondoro sei un po’ troppo prudente!”
sussurrò lui abbracciandola più forte.
“è che
ora Ron è Prefetto” disse “se facesse la
ronda?”
“beh è
ora che conosca il ragazzo della sorellina”
“no!”
esclamò lei staccandosi da lui “assolutamente no!”
“perché?
Stiamo insieme da cinque mesi!”
“lo so, ma
lui non capirebbe… e neanche gli altri” disse lei
“prova a capirmi, sono l’unica ragazza, ho sei fratelli
maggiori! Sono
gelosissimi… soprattutto Ron.”
“beh, potrei
cercare di farmi amico i tre rimasti ad
Hogwarts…”
Ginny
ridacchiò “lascia perdere!”.
“vabbè,
ora che non ci sono però…” disse e tirò a
sè la
ragazza, baciandola appassionatamente. Ginny si ritrovò tra
Micheal e il muro e
cominciò a baciarlo anche lei, le mani incrociate dietro la nuca
del ragazzo.
Mike allentò un pochino la presa e posizionò una mano su
una gamba della
ragazza, e cominciò a salire, sotto la gonna. Ginny si
bloccò un attimo.
“che
c’è?” mormorò lui. Ginny stava per rispondere
quando un
fiotto di luce li investì.
“Ah Ginny,
sei tu” disse la voce di Hermione.
“Hermione che
ci fai qui?” esclamò Ginny, sollevata perché
Micheal aveva ritirato la sua mano.
“voi che ci
fate qui! Dovreste essere nel dormitorio!” disse
la ragazza, severa. Ginny si voltò verso Micheal “a
domani, allora?” lui annuì
e la salutò con un bacio. Ginny andò da Hermione e
andò con lei verso la torre
si Grifondoro. “dovete stare attenti” la ammonì
l’amica “se incontravate Malfoy
o qualche professore…”
“lo so, ma
avevamo litigato.. dovevo farmi perdonare…”
“ciò
non implica che tu debba permettergli di metterti le
mani dove vuole!” esclamò Hermione. Ovviamente Hermione
vedeva sempre tutto.
“Non è per farmi perdonare che stava facendo quello che
hai visto” disse Ginny
“lo stava facendo da solo! E io stavo per bloccarlo…”
“ah ok!”
“mi credi
così stupida?”
“no, no..
è che a volte noi ragazze siamo un po’
deboli…”
“beh, non io.
Ho imparato ad essere forte.”
“lo so. Si
vede” disse Hermione con un sorriso. Le due
ragazze si divisero davanti le porte dei loro dormitori.
“buonanotte”
“anche a te.
A domani”
Ginny entrò
nella porta del dormitorio del secondo anno.
“finalmente!
Dove ti eri cacciata?” esclamò Demelza.
“sei
sparita!” disse Aisleen.
“ero con
Mike…” disse Ginny.
“e non ti
hanno beccata?” esclamò Miriam.
“in
realtà sì, mi ha beccato Hermione…”
“ah beh,
tanto siete amiche” disse Demelza.
“ma, piccola
Ginny, che facevi sola con Micheal in corridoio
a quest’ora?” chiese Miriam maliziosa.
“secondo
te?” le rispose Ginny e le altre cominciarono a
ridere. Ginny in realtà non ci trovava molto da ridere. Quello
che era successo
nel corridoio l’aveva un po’ turbata. Sapeva che sarebbe
successo prima o poi,
ma lei aveva da poco compiuto quattordici anni… beh era un
po’ presto forse.
Era la prima volta che stava con un ragazzo, la prima volta che veniva
baciata…
e nessuno si era azzardato a metterle le mani da nessuna parte, o
almeno non
ancora! Sicuramente lui era stato con tante altre ragazze, e cose del
genere le
aveva già fatte… ma lei era diversa! Ed era, anche se
odiava ammetterlo, ancora
piccola. Almeno per certe cose.
*
Le prime lezioni
furono stancanti. Già dal primo giorno non
vedeva l’ora che venisse l’ora di cena per poter stare con
Micheal in santa
pace.
“i professori
quest’anno stanno dando i numeri” si lamentò
Micheal “già cominciano a rompere con i G.U.F.O… e
li abbiamo a Giugno!”
“beh, sai che
sono gli esami più importanti che avremo…”
“sì lo
so, ma ti pare stressarmi già da ora?”
“poi sono
tutte storie le tue! Lo sai che sei uno dei più
bravi del quinto anni…”
“modestamente…”
Prese la ragazza
tra le braccia. “non qui… i miei fratelli…”
disse lei. lui aprì la porta di un’aula vuota e vi
entrò con Ginny. “qui siamo
soli…” disse lui, sorridendo.
“già…”
disse lei. lui cominciò a baciarla e la fece sedere
sulla cattedra. Ginny si bloccò di nuovo, quando lui
cominciò ad esplorare
sotto l’orlo della gonna. “cosa c’è?”
chiese lui. Ginny sospirò “con quante
ragazze sei stato prima di me?”
“non molte.
Forse cinque o sei… boh.”
“beh e
immagino che con loro facevi le stesse cose che fai
con me…”
“beh insomma.
Senti, ma dove vuoi arrivare?”
“che io
ancora non me la sento.”
“non te la
senti a fare cosa?”
“quello che
hai in mente tu!” esclamò lei, imbarazzata.
“e cosa avrei
in mente?” chiese lui, beffardo. Ginny gli
diede un pugno sul petto “idiota! Lo sai! Non mi sento ancora
pronta… al sesso,
o roba del genere…”
“sesso
o roba del
genere?!” esclamò lui, scoppiando a ridere “io
non voglio fare sesso con
te! Cioè”
Aggiunse, vedendo
che Ginny aveva cominciato a replicare “mi
piacerebbe, ma non ora! È presto per noi due! Siamo insieme da
cinque mesi, ma
è come se fosse uno… un giorno lo vorrei… ma
quando lo vorrai tu! A dire il
vero non ci stavo neanche pensando…”
“ma
scusa… provi a mettermi le mani sotto la gonna!”
esclamò
lei, scioccata.
“beh, non
vuol dire che il tuo corpo non mi attrae” sussurrò
lui, accarezzando la coscia della rossa “sei molto bella Ginny, e
non ti
metterò fretta, se tu non vuoi.”
Stettero un altro
po’ nell’aula, poi uscirono. “senti un
po’” disse Micheal, all’improvviso “ma tu non
eri quella che si era baciata
decina di ragazzi dietro agli alberi?” chiese beffardo.
“si, e
allora?” disse lei.
“e ti
disturbano un paio di carezze?” chiese lui. Ginny
arrossì. “cretino!” esclamò.
“piccola
ingenuotta” disse lui, prendendole il viso tra le
mani e stampandole un bacio.
“scemo”
sussurrò lei.
“piccionciniiii!”
urlò John, da lontano. Ginny gli mostrò la
lingua.
“John sei
proprio infantile, lasciali stare…”
“e tu sei
proprio una piaga, Miriam”
“cretino!”
Ginny sorrise.
“mi sento a casa” disse, rivolta a Micheal.
“meno male
che però i tuoi veri familiari non ci sono…”
disse lui.
Già. Fred,
George e Ron avrebbero potuto rovinare il suo
piccolo mondo felice. Ma per ora, lei era ancora la piccola Ginny
Weasley per
loro, che arrossiva al minimo sguardo e che nessuno notava mai…
e per ora era un’ottima copertura.
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Capitolo 29 *** offese ***
nvuuuu
Offese
Finalmente quel giorno il quarto
anno di Grifondoro avrebbe avuto la tanto attesa lezione di Difesa contro le
Arti Oscure. Ormai avevano sentito i parecchi commenti negativi da parte delle
altre classi, ma erano tutti curiosi di come effettivamente fosse Dolores
Umbridge. Ginny e i suoi amici arrivarono presto in aula e furono molto stupiti
di come la trovarono: non sembrava una stanza dove allenarsi con incantesimi e
fatture, ma piuttosto un lezioso salottino di una sessantenne amante dei gatti.
Era tutto rosa (colore che in quella scuola era stato visto solo a San
Valentino, quando Allock aveva lanciato tutti quei cuoricini fucsia in Sala
Grande) e i banchi erano disposti in tre file ordinate, senza che ci fosse
spazio per la pratica. Confusi, i ragazzi si sedettero: Ginny prese il posto a
fianco a Miriam al secondo banco, dietro di loro c’erano Anthony e John e
davanti Demelza ed Aisleen. La professoressa era seduta alla cattedra.
“Buongiorno, ragazzi”
“buongiorno, professoressa”
risposero in coro, a disagio.
“bravi bambini. Ora andate a
pagina uno e leggete il primo capitolo. Appena avrete finito sono disponibile
per rispondere ai vostri dubbi” disse lei, con una vocetta leziosa ed
infantile.
“non faremo pratica?” chiese
John, incredulo.
“no, signor…?”
“Evans. Per tutto l’anno non
faremo nemmeno una fattura?”
“no signor Evans, basta la
teoria”
“ai G.U.F.O chiedono anche la
pratica!”
“non mi sembra che voi quest’anno
abbiate gli esami”
“ma…”
“cinque punti in meno per
grifondoro, signor Evans!” esclamò la donna, soddisfatta “ora andate a pagina
tre del libro…”
“non facciamo incantesimi?”
bisbigliò Miriam.
“da una che appende facce di
gatti in un aula cosa puoi aspettarti?” sussurrò Ginny.
“ehm ehm” la professoressa
Umbridge tossì “voi del secondo banco, signorine…?”
“Miriam Cohen” rispose Miriam
“Ginevra Weasley”
“bene, vi tolgo tre punti ciascuno per aver parlottato in
classe. La prossima volta pensateci bene. Andate al primo capitolo”
Colpevoli, le due ragazze
cominciarono a leggere.
Passarono dei minuti in silenzio
“ma questo è un libro per bambini!” mormorò Miriam.
“shhh! Vorrai togliere altri
punti a Grifondoro?” sussurrò Anthony da dietro.
Miriam lo ignorò ed alzò la mano.
La umbridge la osservò sorpresa.
“sì, signorina Cohen?”
“professoressa, temo che il mio
testo sia sbagliato”
“non credo, cara. L’ho visto è
del tutto identico al mio”
“allora professoressa ha
sbagliato lei: il livello del libro è troppo basso”
Nella classe si diffuse un
mormorio stupefatto.
“non mi pare che lei sia un
funzionario qualificato del Ministero per poter giudicare il livello di un
libro di testo, signorina Cohen” esclamò l’insegnante “altri cinque punti in
meno per Grifondoro!”
La classe protestò “non è
possibile! Non si può neanche dire una parola in questa classe!” esclamò la
ragazza.
“non in questo tono mia cara!
Torna a leggere, un po’ di cultura può farti sempre bene”
“mi rifiuto di sprecare il mio
tempo in una lettura inutile! Io quest’anno voglio imparare qualcosa, non è un
momento qualsiasi! Mai abbiamo avuto bisogno più di adesso di imparare questa
materia!” esclamò Miriam. Il resto della classe non fiatava più. Ginny l’aveva
riempita di calci tutto il tempo, ma non poteva non ammirare l’amica per il suo
coraggio.
“perché, signorina Cohen? Che
momento particolare è mai questo?” chiese la professoressa, un sorriso falso
disegnato in volto.
“Lo sa benissimo” disse Miriam a
voce bassa “sa cosa è successo a Cedric Diggory”
“diggory è stato vittima di un
tragico incidente…”
“io credo a Silente ed a Harry
Potter! E sento il bisogno di sapere
come proteggermi, una volta lì fuori!” esclamò Miriam, rossa in volto per la
rabbia.
“punizione, signorina Cohen!”
abbaiò la Umbridge “e ricorda: le ragazzine saccenti non sono mai piaciute a nessuno!
Rischiano di rimanere zitelle”
Miriam aveva gli occhi lucidi
“come lei!” disse, con aria di sfida.
“punizione per l’intera
settimana. L’aspetto alle nove in punto. Puntuale”.
Miriam si alzò dal suo posto e
con gli occhi pieni di lacrime di rabbia lasciò l’aula. Tutti erano rimasti
scioccati dal comportamento di Miriam che era sempre stata ligia alle regole e
durante le lezioni faceva solo guadagnare punti alla loro casa.
“professoressa, non può offendere
così una ragazza! Miriam stava solo dicendo la sua opinione…”
“cinque punti in meno per
grifondoro, Evans”
“ma cosa? Non si può nemmeno
parlare?!”
“no, signor Evans. Ora continuate
a leggere il capitolo”
John si sedette rabbiosamente.
Ginny era sconcertata: la situazione era peggiore di quel che credeva.
*
I ragazzi non videro Miriam in giro per i corridoi, e non la
videro nemmeno a pranzo.
“quella professoressa è terribile!” mormorò Aisleen.
“già” disse sconsolato Colin.
“non si doveva permettere di trattare così Miriam!” esclamò
John, furioso “la prossima volta l’affatturo!”
“ma dov’è?” chiese. Gli altri alzarono le spalle.
“forse in bagno” disse Demelza. Ginny andò in bagno per
vederer se l’amica era effettivamente lì. E infatti Demelza aveva ragione.
“oh eccoti” le disse.
Miriam si asciugò in fretta gli occhi, ma si vedeva comunque
che aveva pianto.
“dai Miri, lo sappiamo tutti che è solo una vecchia rospa… e
poi chissene frega dei punti…”
“mi ha umiliato” disse, con voce dura “mi ha umiliato
davanti a tutta la classe”
“e tu ti sei difesa benissimo!”
“ma rimane sempre che mi ha chiamato zitella! Come si
permette?!”
“John era arrabbiatissimo” disse Ginny. Miriam rimase un
attimo in silenzio.
“John?” mormorò, incredula.
“si, proprio lui! Dovevi sentire come le ha risposto!”
“e da quando mi difende? Lui è il primo che mi chiama
zitella!”
“si ma lui lo fa in modo affettuoso” disse Ginny “scherza, lo sai benissimo. Ora esci, che
voleva venire a cercarti”
Il volto di Miriam venne illuminato da un nuovo e strano
sorriso e seguì l’amica fuori dal bagno.
*
La sera Ginny si dedicò completamente ad Hermione. Aveva
proprio bisogno di chiacchierare con lei.
“è tremenda, veramente tremenda. Miriam ci è rimasta
vermente male”
“si ma deve stare attenta. Come Harry. Pure lui è in
punizione. È meglio non parlare troppo”
“ma come? Ti rendi conto che non sapremo niente quest’anno
su come difenderci?”
“lo so questo è il
piano del ministero”
“beh, sicuramente non possiamo stare con le mani in mano!”
“no, hai ragione… ma forse” disse Hermione, con un nuovo
scintillio negli occhi “ma forse ho un’idea!”
“hermione, quando hai quello sguardo mi fai paura…”
“ho un’idea geniale, Ginny!”
“sentiamo”
“possiamo fare un gruppo di Difesa contro le Arti Oscure!
Con qualcuno che ci insegni come prottegerci!”
“e chi?”
“beh io avrei in mente qualcuno…”
“i professori non sarebbero d’accordo…”
“non i professori! Harry! Chi meglio di lui?! Con quello che
ha affrontato! Ha affrontato Tu-sai-Chi in persona il primo anno, il Basilisco
il secondo” Ginny arrossì al ricordo “tutti quei Dissennatori il terzo! E poi
il Torneo l’anno scorso! Il problema sta nel convincerlo…”
“e trovare chi starà a sentirlo! La maggior parte della
gente lo considera un pazzo oppure ha paura di mettersi contro il Ministero…”
“qualcuno c’è, fidati! Intanto io, te, Ron, Neville…”
“Fred, George, Luna, Colin…”
“beh, non siamo pochi! E sicuramente troveremo qualcun
altro!” esclamò hermione, eccitata.
“tu diffondi alla voce, ma solo a persone fidate… io ne
parlerò con altri… e parlerò con Ron, insieme lo riusciremo a convincere…
spero”.
Continuarono a parlare per un po’, poi si diedero la
buonanotte e andarono ognuna nel proprio dormitorio. Ginny guardò le sue
amiche, tutte profondamente addormenate. Chi di loro avrebbe avuto il coraggio
di entrare nel gruppo? Ma soprattutto, poteva fidarsi di persone che
conoscevano così poco harry?
Angolo autrice
Non uccidetemi, vi prego. Lo so il ritardo è immenso e spero
che questo capitolo non abbia deluso nessuno. Ho bisogno di un cosniglio da
tutte voi: faccio entrare nell’e.s Miriam e gli altri (senza essere fedele alla
vera trama del libro) oppure mi mantengo alle parole della Rowling? A voi la
parola!
Bacioni a tutti
Marty
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Capitolo 30 *** Solo persone fidate ***
cap 30
Solo Persone Fidate
"ehi... sei sparita ultimamente..."
era Micheal, che le circondava la vita con un braccio, il naso nei suoi lunghi capelli rossi.
"non qui!" esclamò lei, divincolandosi dalla stretta del ragazzo. Lui la lasciò, sbuffando.
"sai, a volte vorrei che stessimo insieme come due persone normali, non come due ladri.." disse.
"beh, dovevi pensarci prima di metterti con una ragazza con sei fratelli maggiori!" replicò lei stizzita.
"dai non ti arrabbiare..."
"no, non mi arrabbio, da fastidio anche a me questa situazione... non ci riusciamo mai a vedere!"
"eh è colpa mia, con i G.U.F.O devo studiare ogni momento!"
"ma oggi è venerdì! perchè non ti prendi una pausa?"
"mmmm... va bene! ci vediamo stasera, facciamo dopo cena.. fatti trovare fuori dalla Sala Grande!"
"ok! a dopo!"
Micheal se ne andò, diretto verso i sotterranei, lei invece si avviò
verso il secondo piano, dove aveva lezione di Trasfigurazione.
"Ginny!" Hermione la chiamò arrivando di corsa "ne ho parlato con Harry e ha accettato!"
"accettato cosa?" le chiese la ragazza.
"di insegnarci a combattere, ovviamente!" esclamò Hermione, entusiasta.
"ah sì..." Ginny si era completamente dimenticata del discorso di lei
ed Hermione, in fondo era da tantissimo che non parlavano e l'argomento
era rimasto a quella sera.
"te ne eri dimenticata, vero?" chiese Hermione, delusa.
"in realtà sì... sai ne abbiamo parlato quasi un mese fa, non ci ho più pensato, scusa..." si giustificò Ginny, imbarazzata.
"tranquilla... beh ho organizzato un incontro alla Testa di Porco, per
sabato, per parlarne! sto diffondendo la voce... solo a gente fidata,
però! non vorrei che la Umbridge ne venisse a conoscenza!"
"ok, ci sarò"
"ah, se vuoi invita anche Micheal..."
"daccordo.." rispose lei "e i miei amici di Grifondoro?" chiese Ginny. Hermione esitò
"solo se sono veramente, molto, molto fidati Ginny... ricorda che una
bella parte di loro ha genitori che lavorano al Ministero..."
"anche papà ci lavora!" esclamò Ginny "vabbè comunque... vedrò!"
"ok! ci vediamo sabato allora!"
"contaci!"
Hermione girò sui tacchi e corse verso il terzo piano, dove aveva
lezioni di Incantesimi. Ginny entrò in aula e si sedette a fianco a
John che le aveva lasciato un posto libero vicino a lui.
"di solito a Trasfigurazione non stai vicino a Miriam?" bisbigliò Ginny.
"mi ha cacciato! non so perchè, ma voleva stare al banco da sola!"
"mah..."
guardò Miriam: era un bel periodo che evitava gli altri e nessuno aveva
capito perchè: avrebbe cercato di tirarle fuori tutto quella sera...
prima dell'appuntamento con Micheal!
*
ma non fu lei a scoprire il segreto di Miriam, ma John, con le sue maniere rudi e schiette.
"che cazzo ti ha fatto quella megera!" urlò John, strattonando Miriam per la manica della divisa.
"lasciami in pace John, non ti riguarda!" strillò Miriam, divincolandosi dalla presa.
"NON MI RIGUARDA?" ruggì il ragazzo "non mi riguarda?! ma io l'ammazzo a quella... quella..."
John era fuori di sè dalla rabbia, Ginny non lo aveva mai visto in
quello stato. intorno a loro si era formato un capannello di curiosi.
"tu non fai un bel niente, a parte gli affari tuoi!" gridò la ragazza, sconvolta.
Ginny scansò alcune persone e si avvicinò a loro, preoccupata: John
teneva Miriam per un braccio, forte e lei cercava di liberarsi con
ferocia, i capelli ricci del tutto fuori controllo.
"Evans! signorina Cohen! che cosa sta succedendo? Evans lascia subito
la signorina Cohen!" abbaiò la professoressa Mc Granitt, stupefatta nel
vedere quella scena. John però non mollò Miriam e la trascinò davanti
all'insegnante.
"mi dica se questo è normale!" esclamò il ragazzo furibondo. con uno
strattone, alzò la manica della camicia della ragazza e mostrò il polso
nudo di Miriam alla professoressa. l'insegnante la guardò sbalordita.
"signorina Cohen.. cosa è successo?"
Miriam con un movimento brusco si liberò finalmente di John e si ricoprì il polso.
"niente professoressa. è una cosa privata." mormorò.
"non è vero che è una cosa privata" sibilò John.
"non ti riguarda! fatti gli affari tuoi!"
"è stata la Umbridge, professoressa" disse John. Miriam gli scoccò un'occhiata rabbiosa.
"Evans... ne sei sicuro?" mormorò la McGrannit.
"sicurissimo. è da quando è stata in punizione con lei che ha quella scritta."
"signorina Cohen.. vieni con me" disse la professoressa e trascinò la ragazza nel suo studio.
"John!" lo chiamò Ginny "John cosa...?"
"quella schifosa" sibilò lui "la Umbridge"
"cosa le ha fatto?"
"l'ha ferita... io, io non so con cosa ma l'ha fatto. ha un segno, ieri
l'ho vista che sanguinava. è una scritta incisa nella pelle...dice le
ragazze saccenti non piacciono a nessuno."
"è orribile" mormorò Ginny.
"chi cazzo è quella? me ne frego che è l'Inquisitore Supremo, io la disintegro" disse con rabbia il ragazzo.
"che modo perverso di punire la gente è mai questo? se lo sapesse Silente..."
Fu in quel momento che Ginny pensò che Miriam e John sarebbero potuti essere le persone fidate di cui parlava Hermione.
*
"rossa..." Micheal la chiamava dall'interno di una aula vuota.
Ginny sorrise e lo raggiunse. lui la aspettava seduto sulla cattedra, i
capelli bruni che gli ricadevano un po' sulla fronte, dandogli un'aria
trasandata. la ragazza si avvicinò e lui la accolse tra le sue gambe,
stampandole un bel bacio.
"è tanto che non stavamo così" disse lei.
"già"
"mi mancava" sussurrò lei, il volto nascosto nel suo petto.
"si vede, di solito non ti lansci andare in smancerie" disse lui. lei si spostò.
"non sono smancerie!"
"beh, comunque di solito non sei molto dolce"
"oh mi hai stancato, stai sempre o a criticarmi o a lamentarti" esclamò
Ginny scansandosi da lui infastidita "sai che ti dico? me ne vado,
passa il venerdì sera da solo!"
si voltò ma lui la fermò subito. "dai, scherzo lo sai... rimani."
Ginny si fermò e con uno strattone si liberò della presa di Micheal.
"sono dolce, anche se non sempre" affermò "sono una ragazza, non un maschio!"
lui rise "non ne dubito!"
"non ridere!" esclamò lei, arrabbiata "non mi prendi mai sul serio!"
"ma sì che ti prendo sul serio!" disse lui.
"non si direbbe! non capisci niente di me! sono dolce ma non sempre, mi
arrabbio facilmente e piango di rado. forse non sono femminile quanto
tu vorresti, ma se te devi prendermi solo come una amico.. beh può
finire qui!"
Micheal era sbalordito "ma che stai dicendo! a me tu piaci.. queste
cose che mi hai detto le ho capite da un pezzo! io sono fatto così: mi
piace scherzare e prendere in giro, non mi puoi cambiare!"
"bene, almeno ci siamo chiariti" borbottò lei, sedendosi sulla cattedra. Micheal era davanti a lei e la baciò.
"pace?"
lei sorrise. lui si avvicinò ancora di più a Ginny, stringendola a sè. "sei molto femminile, Ginny"
Lei si appoggiò a lui, e sentì che cominciava ad accarezzarle la
schiena, mentre la baciava. le mani del ragazzo cominciarono a passare
dalla schiena alla pancia , salendo sempre più su, verso il seno di
Ginny. quando la ragazza si accorse che Micheal era arrivato più o meno
dalle parti dello stomaco, si scansò e con un sorriso esclamò:
"volevo dirti una cosa!"
in effetti gliela doveva dire qualcosa.
"mmm... sentiamo" disse lui, mettendosi a malincuore le mani in tasca.
"a te piace come insegna la Umbridge?" chiese. Lui sgranò gli occhi.
"cioè, tu hai interrotto quello che stavamo facendo... per parlare della Umbridge?!"
"non solo di lei!" si giustificò Ginny.
"possibile che mentre ci baciamo ti viene in mente quella vecchiaccia?! comunque no, perchè?"
"perchè stiamo organizzando un gruppo segreto di Difesa Contro le Arti Oscure! per imparare a difenderci! vuoi partecipare?"
"è un'idea tua?" chiese Micheal.
"no, di Hermione Granger"
"ah beh se è lei ad insegnare c'è da fidarsi, è un genio"
"non sarà lei ad insegnare" disse in fretta Ginny.
"ah no?" chiese lui "e chi?"
"Harry" rispose lei "è stata un'idea di Hermione! sai l'anno scorso ha
imparato molto, poi avendo visto TU Sai Chi tornare e essendogli
scampato, di nuovo..."
"ve bene, va bene... vengo anche io!"
Ginny era stupita. sinceramente si aspettava un "no".
"bene.. il primo incontro è domani mattina alla Testa di Porco... se
conosci qualcun'altro di interessato... è il benvenuto, ovviamente!"
Strano, perchè non era entusiasta dal fatto che il suo ragazzo volesse entrare in un gruppo con lei e fare un'attività insieme?
"ok! ho giusto un paio di persone in mente.. ma chi altri siamo?"
"ehm, io, te, Hermione, Harry, Ron, Fred e George..."
Micheal sbuffò "anche i tuoi fratelli?" chiese.
"certo! lo sai che Harry sta a casa nostra tutte le estati, che rapporto pensi che abbia con loro?" chiese Ginny.
"quindi dobbiamo fare finta di essere solo amici tutto il tempo?" esclamò il ragazzo.
"non fare finta di essere amici" disse Ginny "solo non dobbiamo baciarci o abbracciarci, tutto qui"
"tutto qui? ah dai, se si tratta di questo, in fondo sono cose che i
fidanzati non fanno mai insieme" ribattè lui, sarcastico. Ginny lo
guardò severamente.
"dai, vabbè... mi adatterò!" disse, stampandole un bacio sulla fronte "almeno abbiamo un'altra occasione per stare insieme!"
Ginny sorrise. quando voleva Micheal sapeva essere davvero adorabile.
passarono un'altra oretta da soli, poi si salutarono.
"domani vediamoci prima dell'incontro, così ci facciamo prima un giro insieme ad Hogsmeade, ok?"
"ok! a domani!"
"a domani, Ginny! buonanotte!"
*
Ginny tornò in sala comune. era tardi e non c'era ormai nessuno,
solo poche persone, tra cui Hermione, che sferruzzava allegramente
qualcosa di indefinito.
"ciao Hermione... cosa stai... ehm... creando?" chiese Ginny.
"ciao Ginny! è un berretto per elfi domestici, sto diventando
abbastanza brava, vuoi farne uno anche tu, se vuoi ti insegno..."
esclamò la ragazza soddisfatta.
"ehm, in realtà ci ha già pensato mamma" disse Ginny, pensando alle
disastrose lezioni di cucito che le aveva impartito la madre da bambina
"non sono molto ferrata"
"come è andata con Micheal?" chiese Hermione.
"oh benissimo! abbiamo passato una bella seratina!" esclamò Ginny, allegra.
"e... senti... immagino avete avuto altro da fare ma per caso, gli hai accennato di domani?" chiese Hermione esitando.
"sì, glil'ho detto! ha accettato e ha detto che porta altri due amici
che secondo lui sarebbero molto interessati..." rispose Ginny.
"ottimo! sono contenta! così me lo fai conoscere... e lo introduci ai
tuoi fratelli" disse Hermione a bassa voce. Ginny sbuffò "non lo
accetteranno mai..."
"beh ci devi provare, non potete nascondervi per sempre!"
"lo uccideranno, per loro sono solo la loro cara, dolce, piccola sorellina..."
"si ma tu in tutto questo sei sempre una ragazza di quattordici anni, è giusto che tu abbia un ragazzo..."
"per loro no, lo sai che sono...sono.."
"gelosi e iperprotettivi?" suggerì Hermione.
"no, trogloditi e sottosviluppati!" esclamò Ginny, scoppiando a ridere insieme all'amica.
dopo un altro po' di sane chiacchiere tra amiche, Ginny andò su in
dormitorio. Miriam continuava ad essere silenziosa, e non la
degnò di uno sguardo. Demelza la accolse invece con il suo solito
sorriso, mentre riordinava le sue cose e piegava i suoi maglioni e le
chiedeva della serata trascorsa. L'altra anomalia era Aisleen, che
rientrò dal bagno, imprecando. Aisleen non imprecava mai, non alzava
mai la voce e non diceva mai niente di volgare.
Insomma, eccenzion fatta per Demelza, in quella stanza succedeva qualcosa di strano.
"mia madre!" sbottò Aisleen "non la sopporto più!"
"cosa è successo da farti agitare tanto, tesoro? ancora critiche su Chris?" chiese premurosa Demelza.
"non solo! ora rompe pure su come passo le mie giornate e con chi!" esclamò.
"in che senso?" chiese Miriam.
"senti qua: mia cara Aisleen, segui
le regole dettate dall'inquisitore supremo, so che non è simpatica ma è
meglio che non ti cacci nei guai.... non frequentare Harry Potter e la
sua cerchia, rischiano di traviarti e di allontanarti dalla tua strada
che ti condurrà dritta al Ministero.. so che la figlia di Arthur
Weasley è tua amica, sta attenta, sono ottime persone ma purtroppo
hanno scelto brutte compagnie... è un'idiota, si è fatta
rincretinire dal ministero!" esclamò Aisleen, strappando la lettera "io
al Ministero non voglio lavorarci! La Umbridge la odio e non voglio
seguire le sue regole! Harry Potter non lo conosco ma mi pare un
ragazzo a posto! e te Ginny..." guardò l'amica, arrossendo "scusala ti
prego. Sai che ti adoro. mia madre è stupida" disse la ragazza. Ginny
sorrise "non ti preoccupare Ash. Almeno ha detto che siamo brave
persone!"
aisleen abbozzò un sorrisino triste. Ginny si cominciò a cambiare per
la notte. nonostante le amiche si stavano dimostrando affidabili.. non
voleva invitarle domani. sarebbe andata solo lei, con Micheal. poi
avrebbe invitato anche loro. Sapeva che sarebbero stati in grado tutti
di mantenere il segreto, ma voleva prima capire bene di cosa si
trattava, vedere chi c'era, poi, se fosse stato il caso, avrebbe
invitato gli altri.
Angolo Autrice
ok... fa schifo! non mi uccidete...
non mi piace com'è venuto questo capitolo ma era necessario che ci fosse... ed è stato il meglio che sono riuscita a fare!
Scusate anche il ritardo, ma ultimamente non sono molto ispirata!
a Malterio: e pensare che le tue
sono state le prime storie che mi hanno appassionata!Anche io adoro
Ginny, è sicurmante uno dei miei personaggi preferiti! grazie dei
complimenti...alla prossima!
Un bacione a tutte!!
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Capitolo 31 *** L'Esercito di Silente ***
cap 31
L'esercito di Silente
La prima riunione dell'esercito di Silente era andata, ed ora il
gruppo era ufficiale: nonostante molti problemi, causati ovviamente da
Dolores Umbridge, il gruppo era andato avanti. la riunione non era
stata male e i suoi compagni di gruppo li conosceva in bella parte:
Harry, Hermione, i suoi fratelli, Colin e il fratellino, Dennis, Luna,
Lee Jordan, Neville, Dean Thomas, Katie Bell, Angelina Johnson, Alicia
Spinnet, Calì Patil, Lavanda Brown, quella svampita di Cho Chang e,
ovviamente, il suo ragazzo, Micheal. il gruppo era divertente e
interessante, e lei non vedeva l'ora di dimostrare a tutti che dietro
la sua piccola figura si nascondeva una strega potente e
grintosa. Lei ed Hermione avevano pensato che forse non era prudente
far venire gli amici di Ginny, non ancora almeno. "li conosco veramente
poco, Ginny" disse Hermione "non so se fidarmi... soprattutto ora che è
diventata una cosa illegale.."
In effetti anche Ginny riteneva che fosse meglio non fargli rischiare: meno gente era coinvolta, meglio era.
"senti.. ho detto a Ron di te e Micheal" disse Hermione, imbarazzata.
"davvero?" rispose Ginny, sorpresa.
"beh, anche tu volevi che lo sapesse no?"
"si infatti, meno male che ci hai pensato tu, a Micheal la faccenda del nascondersi non piace molto..."
"l'ha presa come credevi" le disse Hermione, con voce piatta.
"geloso?"
"molto. odia Micheal"
"immaginavo. vabbè, ora è informato. io della mia vita faccio ciò che voglio!"
"è rimasto molto stupito del fatto che non ti piace Harry" disse
Hermione, disinvolta "ed Harry ha capito perchè ora gli parli senza
arrossire"
Ginny sgranò gli occhi "lui... lui si era accorto..."
Hermione rise "Ginny, se ne sarebbe accorto anche un cieco!"
Ginny si mise ad osservare il paesaggio che si intravedeva dalle vetrate, con una lieve traccia dell'antico rossore in volto.
*
"la prima lezione si terrà alle otto. vieni al settimo piano.
abbiamo trovato un posto perfetto" le disse un giorno Hermione "ci
penso io a spargere la voce agli altri. ci vediamo dopo!"
la stanza era fantastica, Ginny non ne aveva idea di cosa fosse. non l'aveva mai vista prima.
"uau, come hanno fatta a renderla così?" disse meravigliato Micheal, che era accanto a lei.
"questo è il posto che abbiamo trovato per le lezioni" disse Harry, un pò nervoso "e... ehm.. direi che vi piace"
"è fantastico" esclamò Cho Chang. che schifosa, sta li solo a leccargli i piedi, per non dire altro, pensò Ginny irritata.
"Bene. ho pensato alle prime cose che dovremmo fare e... sì, Hermione?" disse Harry. Hermione aveva alzato la mano, come sempre.
"secondo me dovremmo eleggere un capo" disse.
"Harry è il capo" rispose Cho, guardandola come se fosse scema. ma
che vuole quella, Hermione ha il diritto di pensare ciò che vuole e di
dirlo, Ginny non la reggeva, era così cretina.
2secondo me dovremmo fare delle elezioni, sono più formali e gli
conferiranno una certa autorità" rispose pronta Hermione "chi pensa che
Harry dovrebbe essere il capo?"
Ovviamente, tutti alzarono la mano.
"bene, ora dovremmo trovare un nome per la squadra... un nome
aumenterebbe l'unità del gruppo" spiegò Hermione, allegra "ci sono
proposte?"
"potremmo chiamarci Lega Anti-Umbridge?" chiese speranzosa Angelina.
"o il Gruppo il Ministero della Magia é deficiente" suggerì Fred.
"penso sarebbe meglio un nome che non faccia capire cosa stiamo facendo" rispose Hermione, lanciando un'occhiataccia a Fred.
"Esercitazioni Segrete?" propose Cho "in breve ES, così nessuno capirà di cosa stiamo parlando"
fantasia portami via, pensò Ginny.
"sì, ES va bene" esclamò la ragazza, vitale "però facciamo che sta
per Esercito di Silente, visto che è quello l'incubo peggiore del
Ministero, no?"
tutti approvarono, e, dopo aver formalizzato la cosa, Harry cominciò con la sua prima lezione.
la prima lezione era dedicata all'incantesimo Expelliarmus, uno
degli incanti di difesa più utili nei duelli. si disposero subito in
coppie, e Micheal l'attirò subito verso di sè.
"che c'è?" le chiese, visto che Ginny non era andata subito da lui "volevi andare con qualcu'altro?"
"no, no tranquillo" disse lei, tirando fuori la bacchetta "dai fatti sotto!"
"tranquilla ci andrò piano con te p..."
"Expelliarmus!" esclamò Ginny, facendo saltare in aria la
bacchetta del suo ragazzo, visibilmente sorpreso. Ginny gli rivolse un
gran sorriso "dicevi?"
"hai visto, che gentiluomo? mi sono lasciato disarmare!"
"mmmm, si si..."
"dai, ora al mio tre! uno, due, tre!"
Ma ancora una volta l'incanto di Ginny arrivò prima di quello di
Micheal. E ciò successe varie volte e Ginny era molto soddisfatta di
questo, soprattutto perchè Harry le aveva rivolto un sorriso di
apprezzamento.
Sono contenta perchè in questo momento lui è il mio maestro, no? é
normale essere felici se l'insegnante è fiero dei tuoi progressi, no?
Si disse, mentre si lasciava disarmare da Micheal. Aveva bisogno che il
suo orgoglio maschile venisse un po' risanato.
"sei tu che mi innervosisci, prima mi riusciva!" l'inconfondibile
voce di Cho Chang si stava esprimendo con il suo solito tono lagnoso.
Ginny si distrasse e Micheal la disarmò. La ragazza si stava rivolgendo
ad Harry, uno sguardo (finto) di rimprovero.
"andava bene" rispose il ragazzo impacciato "cioè, no, faceva schifo, ma so che ti riesce, ti ho osservato da laggiù...".
la ragazza rise. Ginny, infuriata, lanciò un potente incantesimo
disarmante su Micheal, che lo fece cadere a gambe per aria "Ahia!
Ginny, ma che ti è preso?!" esclamò il ragazzo. Ginny corse da lui e lo
aiutò a rialzarsi "scusami tanto, mi sono distratta, perdonami" gli
disse, preoccupata. Lui sorrise, come sempre "tranquilla non mi sono
fatto niente... ma se vuoi farti perdonare sul serio, un bacetto non ci
starebbe male..." Ginny lo guardò severa.
"scherzavo, scherzavo... ci sono i tuoi fratelli..."
Ginny gaurdò con la coda dell'occhio Harry e Cho, che
ridacchiavano insieme ad una frase detta da Luna. ridicola, pensò
Ginny. Cho Chang non le era simpatica e non solo perchè Harry ne era
stracotto,anche perchè di lui non me ne importa nulla, non la reggeva e
basta, così piagnucolona, e con quel fare da gatta morta...
"ci vediamo stasera?" le chiese Micheal, a lezione finita.
"lo sai che noi del quarto anno non possiamo stare in giro fino a tardi... già sto sforando"
"mi è piaciuto molto stare a lezione insieme a te. é bello fare un'attività insieme"
"già è quello che penso anche io!"
Camminarono un'altro po', le mani intrecciate.
"giro di qui, così arrivo direttamente alla Torre, sono molto stanca. Buonanotte Micheal"
Il ragazzo le diede un leggero bacio sulle labbra "buonanotte, Bellissima"
"e questa galanteria?" le chiese Ginny, ridendo.
"lo dico solo perchè è vero! sei bellissima e sono contento che tu sia la mia ragazza!"
"buonanotte Micheal"
"buonanotte Ginny"
*
Ginny salì nella Sala Comune dove trovò Hermione, che l'aspettava.
"sola?" chiese Ginny.
"si Harry e Ron sono andati a dormire" disse Hermione. Si sedettero sul divanetto vicino al camino. Ginny sbadigliò.
"stanca?" chiese Hermione.
"da morire" rispose Ginny.
"ti è piaciuta la lezione?"
"un sacco! quel cretino di Micheal non mi è riuscito a disarmare
praticamente mai! lui dice che lo ha fatto apposta... e io glielo
lascio credere!" disse Ginny, con una risatina.
"sì, anche io e Ron! abbiamo litigato tutto il tempo poer questo motivo! a volte è proprio stupido"
"voi non fate altro che litigare per queste stupidaggini!" esclamò Ginny "sembrate due fidanzati!"
Hermione arrossì "no, è che tuo fratello è proprio cretino..." borbottò. Ginny non rispose.
"il gruppo non è male. siamo ben assortiti" disse Hermione, una volta svanito l'imbarazzo.
"sì, solo che quella Chang non la reggo proprio! è così finta..."
Hermione cominciò a giocarellare nervosamente con un ricciolo bruno che le ricadeva sul viso.
"L'ho notato anche io" disse Ginny con voce incolore.
"notato cosa?" chiese Hermione, mentendo.
"Hermione non sei proprio capace a dire bugie" sospirò Ginny "ho visto. l'ho vista."
"si, ma non è nulla di certo..." provò Hermione.
"Lui le va dietro da una vita. Lei ora pare molto interessata. Cosa c'è di non certo?"
Hermione sospirò "secondo me Cho è molto confusa.."
"secondo me non così tanto. ci ha provato spudoratamente con Harry, stasera!" esclamò Ginny.
"beh, l'ho notato anche io, in effetti. è innegabile".
"già"
"però Ginny, è giusto che anche Harry abbia una vita" disse
Hermione "insomma, tu hai Micheal.. e questo non è proprio un bel
periodo per Harry, se Cho può farlo felice..."
"ma come fa quella a far felice qualcuno!?" sbottò Ginny.
"neanche a me sta così simpatica. ma se ad Harry piace..."
"ma cos'ha di bello quella? si, è carina ma non ha altro!"
"in fondo tu neanche la conosci"
"è finta, tutto qui, si vede lontano un chilometro, così triste.."
"è molto diversa da te, Ginny, ma non vuol dire che non sia
simpatica! non ha passato prorpio una bella estate! tu ragioni così
solo perchè lei piace ad Harry!" disse Hermione. Ginny si alzò "io vado
a letto. sono molto stanca. buonanotte" Ginny corse via, su per le
scale che portavano al suo dormitorio. Se lui piacevano ragazze come
Cho Chang, era proprio vero: lei ed Harry non sarebbero mai,mai,mai
potuti essere una coppia. E doveva rassegnarsi a questa idea.
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Capitolo 32 *** Quidditch ***
32
Quidditch
Ginny era rimasta esterreffata quando aveva saputo che suo
fratello Ron aveva preso il posto di Oliver Baston nella squadra di
Quidditch. Lo aveva saputo da Fred e George che, come al solito, lo
stavano prendendo in giro.
"Beh Angelina era veramente disperata. Ha confidato sul fatto che Ron
viene da una famiglia di buoni giocatori" le aveva spiegato George.
"speriamo bene. non è tanto che Ron sia negato... non ha molto talento,
questo è vero, ma se la può cavare discretamente come portiere, però.."
aveva detto Fred, lasciando in sospeso la frase.
"il suo problema sono i nervi" la completò Ginny "eh già, lo so bene".
"e il fatto è che i Serpeverde non gli lasceranno scampo! come farà nelle partite?!"
il gran giorno era arrivato, la partita era quel giorno e Ron era sempre più nervoso.
"come ti senti?" gli chiese Ginny, a colazione.
"è solo nervoso" rispose Harry per lui.
"beh, è un buon segno!" esclamò Hermione, sorridente "anche agli esami non si rende mai neinte se non si è un po' nervosi!"
"ciao" disse una voce sognante alle loro spalle. i quattro si girarono
e si trovarono davanti Luna Lovegood con in testa un cappello a forma
di testa di leone, che esplicitaca per quale squadra la ragazza
tenesse. "faccio il tifo di Grifondoro" sottolineò con un sorriso
"guardate cosa fa..." disse, toccando il cappello con la bacchetta.
dalla bocca del leone uscì un sonoro ruggito che fece trasalire la
gente vicina.
"bello vero?" esclamò la ragazza "volevo mettergli un serpente in bocca, ma non ho avuto tempo. comunque... forza Ronald!"
e se ne andò. Ginny rimase altri pochi minuti col trio, poi si alzò e
disse ad Hermione che si sarebbero viste in tribuna. In Tribuna la
aspettavano i suoi amici, ovviamente, ma anche Micheal e i suoi amici
Terry e Anthony.
"anche voi per Grifondoro?" chiese Ginny.
"già!" rispose Anthony Goldstain, che si era seduto vicino a Miriam e a John.
"certo! non si può tifare per le Serpi!" esclamò Terry.
Micheal si strinse alla sua ragazza e le passò un braccio dietro alla
schiena "i tuoi fratelli sono tutti e tre in campo, no?" le sussurrò.
"già, questa volta siamo liberi" disse lei, stampandogli un bacio sulle labbra.
"è la prima volta che vi vedo baciare!" esclamò Miriam "sarebbe bello
avere un ragazzo con cui baciarsi durante una partita di Quidditch!"
"secondo me non avresti problemi a cercartene uno" le disse malizioso Anthony Goldstain.
"beh, se lui vuole venire io lo aspetto!" rispose Miriam, con un sorriso.
la partita finì a favore di Grifondoro, grazie ad una spettacolare
mossa di Harry che aveva recuperato il Boccino D'oro molto velocemente.
Era stata una mossa molto astuta, perchè i Serpeverde, da carogne che
erano, avevano fatto di tutto per rendere a Ron la partita impossibile
e ci erano riusciti, visto come aveva giocato.
I ragazzi si stavano disperdendo per il parco, verso il castello:
Demelza, Aisleen, Colin e Terry discutevano della partita e del
comportamento della tifoseria Verdeargento, Anthony e grace
chiacchieravano isolati come al solito e Miriam e Anthony Goldstain
parlavano animosamente, mentre John era dietro a tutti, da solo.
Micheal intrecciò la mano con la sua "secondo me potremo cominciare a
fare delle uscite a quattro tra un po'" ridacchiò il ragazzo.
"ah sì?"
"Miriam ed Anthony non me la raccontano giusta.."
"quanto sei prematuro! si sono conosciuti ora!"
"conosco Anthony da quando sono nato! fidati"
"mmm, non lo so..."
*
appena Ginny e gli altri arrivarono in sala comune si accorsero
che c'era qualche problema: Angelina era infuriata e urlava contro
Fred, George ed Harry.
"cosa è successo?<2 chiese Ginny ad Hermione.
"espulsi, tutti e tre" rispose la ragazza.
"che cosa? e perchè?"
"hanno piacchiato Malfoy. Lui aveva insultato i tuoi genitori e la madre di Harry. E la Umbridge ovviamente ne ha approfittato."
Le spiegò tutta la vicenda e lei rimase sbigottita. andò a dormire poco dopo Fred e George.
"hai visto?" esclamò Demelza, appena entrata in dormitorio "mi dispiace un sacco per loro"
"già, è orribile" disse Ginny "squalificati a vita"
"e poi poverini! è stata tutta colpa di Malfoy e la sua banda!" esclamò Aisleen.
La porta del dormitorio si aprì ed entrò Miriam, raggiante.
"domani ho un appuntamento!" esclamò la ragazza.
"con Anthony Goldstain?" chiese Ginny.
"sì! mi ha chiesto di uscire domani, e io ho accettato!"
"andate ad Hogsmeade?" chiese Demelza.
"sì! solo io e lui"
"ma vi siete conosciuti solo oggi!" esclamò Aisleen.
"beh, non credo che mi stupri nella Stamberga Strillante!" rispose Miriam.
Ginny e Demelza risero.
"dai Ash, tu sei troppo rigida, alla fine escono solo" disse Demelza.
"pensatela come volete! io con Christopher ci sono andata con i piedi
di piombo e come vedete stiamo ancora insieme! ormai è quasi un anno"
disse lei.
"vabbè ma io mica mi ci voglio sposare con Anthony!" esclamò Miriam "uscire è anche un modo per conoscerci Ash"
"sarà.."
Aisleen si alzò e si chiuse in bagno. "ehi Ginny" chiamò Demelza.
"dimmi"
"non per fare l'avvoltoio... ma visto quanto ti piace il Quidditch,
perchè non provi ad entrare in squadra ora che ci sono tre posti vuoti?"
Ginny non ci aveva minimamente pensato. "ecco...non so se sarei all'altezza"
"ma si che lo saresti! mi prometti che ti presentarai alle selezioni? secondo me saresti una cercatrice perfetta!"
Ginny pensò ai cercatori che conosceva, Harry, Malfoy, Cho (uno strano
impulso omicida si impadronì di lei) avevavno tutti una caratteristica
che li accomunavano a lei: un fisico leggero e scattante. pensò a lei
stessa con indosso la divisa di grifondoro che strappava il Boccino da
sotto il naso di Cho Chang...
"beh, credo che ci proverò" disse Ginny "ma tu mi dovrai accompagnare!"
*
Il giorno delle selezioni Ginny si presentò in campo, agitata:
solo Demelza sapeva quali erano le sue intenzioni, non lo aveva detto
nemmeno a Micheal. si presentò insieme ad una piccola ragazzina del
secondo anno dalle lunghe trecce bionde, di nome Julia Grant e un
ragazzo alto e magro del terzo anno che credeva si chiamasse Jeremy
Smith.
"allora la prima è Grant Julia" la piccola si avvicinò ad
Angelina e al resto della squadra, tremante. salì in sella alla scopa e
si librò in aria, leggera. "Smith Jeremy" il ragazzo si sollevò in
aria, traballando "e Weasley Ginevra" Ginny scattò in aria, sotto gli
occhi sorpresi di Ron.
Fecero qualche giro di campo: Julia volava molto bene mentre Jeremy era
un totale disastro, tanto che Angelina era sull'orlo delle lacrime. Fu
liberato il boccino. Jeremy pareva totalmente in alto mare e la sfida
era solo tra Ginny e Julia. Alla fine, in un testa a testa che spuntò
Ginny, fu scelto il nuovo Cercatore di Grifondoro.
"complimenti Ginny, hai volato benissimo!" esclamò Ron, volandole vicino "quando hai imparato?"
"sono anni che uso le vostre scope senza farmi vedere!" disse Ginny "visto che voi non mi avete fatto mai giocare!"
"eh già... ma hai imparato ugualemente benissimo!"
"grazie!"
"bravissima Ginny! Ti aspettiamo Mercoledì per gli allenamenti" disse Angelina, lanciandogli una divisa.
Ginny era soddisfatta di sè stessa. Si voltò e vide Demelza, che si era
alzata dalle tribune e le era corsa incontro. "ce l'hai fatta!" esclamò
la ragazza, abbracciandola.
"sì, sono felicissima!" esclamò Ginny.
Guardarono le prove dei battitori, alle quali partecipava pure Anthony,
il loro compagno di Casa, e per il quale,ovviamente, tifavano.
"allora per la prova di Battitore abbiamo Kirke Andrew, Jack Sloper e
Anthony Steward" annunciò Angelina. purtroppo per Anthony la prova non
andò molto bene e se ne andò amareggiato dal campo, salutando con un
cenno del capo le due amiche.
"andiamo nel dormitorio, si sta facendo tardi" disse Demelza.
"io mi dovrei incontrare con Micheal, voglio dargli la buona notizia"
disse Ginevra. Si salutarono e Ginny si diresse verso la torre di
Corvonero, e si sedette ad aspettare davanti alla porta che conduceva
alla loro Sala Comune.
"ciao Ginny, questa non è la tua torre" le disse una voce sognante che lei riconobbe per quella di Luna Lovegood.
"già, lo so, sto aspettando Micheal Corner"
"se vuoi vado a chiamarlo io" si offrì lei.
"grazie mille Luna, te ne sarei molto grata"
"vado, Buonanotte"
"buonanotte".
dopo qualche minuto la porta si riaprì e ne uscì il suo ragazzo. "ehi
Ginny, che ci fai qui? tra poco scatta il coprifuoco per te.." disse il
ragazzo. Non sembrava così entusiasta di vederla.
"ti volevo dire una cosa, ma se eri impegnato me ne vado..." ribattè lei.
"no, no resta pure... mi hai preso alla sprovvista, tutto qui. Dimmi
allora, cosa è successo per farti salire fino a quassù?" chiese,
amabile.
Ginny prese un bel sospiro: "beh, sono la nuova Cercatrice di Grifondoro!".
Micheal rimase sorpreso "non sapevo sapessi giocare a Quidditch!" esclamò.
"ho sei fratelli, sono cresciuta a pane e Quidditch!" rispose Ginny, sorridendo.
"ah già" rispose lui "quindi Cercatrice, come Cho" disse lui.
"Cho?" esclamò la ragazza.
"sì, è la Cercatrice della mia casa, la conosci viene all'E.S con noi"
"ah sì" rispose lei, fingendo di essersi appena ricordata il suo volto "la conosci bene?"
"abbastanza" rispose lui, alzando le spalle "ci parlo spesso, è simpatica"
"beh, forse avrò occasione di conoscerla, magari prima di una partita
contro di lei" rispose Ginny, con un sorriso falso "beh, ora vado a
letto, se mi trovano in giro a quest'ora finirò certamente in
punizione! A domani"
E scappò via. Perchè all'improvviso il nome di Cho Chang era ovunque?
Harry era innamorato di Cho, Micheal era un suo amico, partecipava
all'E.S, giocava a Quidditch nel suo stesso ruolo, Hermione le diceva
di non giudicarla in fretta... che avevano tutti? Cosa aveva Cho Chang
per essere sulla bocca di tutti?
Disse mogia la parola d'ordine alla Signora Grassa ed entrò nella sua Sala Comune, dove la accolse niente meno che Lee Jordan.
"ciao Lee! che fai?" chiese Ginny, con voce stanca.
"mmm, niente di che, aspettavo solo la nuova Cercatrice di Grifondoro"
rispose lui, sorridendo "congratulazioni, me lo ha detto Angelina"
"grazie, sono molto soddisfatta anche io" rispose lei, sededosi su una delle poltrone rosse davanti al camino, insieme a Lee.
"così finalmente un'altra Cercatrice" esclamò Lee "tra te e Cho Chang ve la batterete, carine come siete..."
Ginny scattò in piedi. Ma da quando quella dannata ragazza esisteva? PErchè tutti non potevano fare a meno di nominarla?
Lee la osservava stupito "Ehi piccola, se ho detto qualcosa che non va io..."
"no, no Lee, tranquillo... voglio andare a dormire"
"ok, ok... a domani!"
Ginny salì su. Cosa aveva Cho Chang che lei non aveva? Beh, inanzitutto
aveva sedici anni, giocava nella squadra di Corvonero da un secolo, era
carina ed era stata la fidanzata di uno dei ragazzi più popolare della
scuola... ma tolto tutto questo era insignificante! Insomma, che aveva
di sostanza? nessuno la conosceva perchè era particolarmente
intelligente, o perchè era molto brava in una determinata materia, o
era molto simpatica o aveva idee tutte sue che rispettava. Cho Chang
era solo bella e una brava Cercatrice? Se bastava quello per farsi
notare da Harry Potter Ginny era sulla buona strada, sicuramente
avrebbe fatto valere il suo ruolo nella squadra e per la
bellezza...beh, non aveva un ragazzo che l'aveva appena riempita di
complimenti?
Per Ginny Weasley era tempo di cominciare a brillare.
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Capitolo 33 *** Vischio ***
cap 33
Vischio
Ginny era appoggiata al muro, i muscoli non ancora del tutto
rilassati per i duri allenamenti di Quidditch, infreddolita; Micheal la
baciava con lentezza, tenendola per i fianchi e stringendola a sè
dolcemente. Si staccarono, lei appoggiò la testa sulle sue spalle,lui
cominciò ad accarezzare i suoi lunghi capelli rossi. Ginny stava bene.
Le dispiaceva che a volte pensava ancora ad Harry: Micheal non se
lo meritava proprio. era così carino con lei, premuroso, la rendeva
felice. In realtà parlo di harry solo perchè mi dà fastidio che piace
ad una ragazza, pensò Ginny e questa ragazza è pure ricambiata! In
realtà mi piace Micheal però è normale che ancora penso un po' a lui,
insomma, è stato il mio pensiero fisso per quanto? tre, quattro anni? é
difficile cambiare le proprie abitudini..
Spinta da questi pensieri era sempre più carina nei confronti di
Micheal, gli voleva veramente bene, ed era contenta di stare con un
ragazzo come lui, che sapesse farla ridere e farla arrabbiare,
riempirla di complimenti e prenderla in giro.
*
"stasera ci vediamo all'E.S., vero?" chiese Ginny al suo ragazzo.
"ah, è stasera? Non mi ricordavo..." disse Micheal.
"sì, Harry ha detto che è l'ultima riunione prima delle vacanze..." disse Ginny.
"uhm... beh sì, ci vedremo lì, certamente!"
Lui prese la sua mano e la strinse "mi mancherai durante le vacanze" disse Ginny.
"anche tu! Cosa farai?"
"oh, torno a casa. la solita rimpatriata di tutta la famiglia,
Forse mancheranno solo i miei fratelli più grandi.. e ci sarà anche
Harry, come sempre"
"ormai lo avete adottato"
"più o meno. Lui non ha un'altra famiglia, a parte la nostra"
Rispose Ginny, con un velo di tristezza nella voce "e poi è il migliore
amico di mio fratello, è stato tanti anni compagno di squadra di Fred e
George, i miei genitori lo adorano..."
"e per te Ginny? Per te cos'è esattamente Harry Potter?"
La voce di Micheal aveva una sfumatura diversa dal solito: era più dura, irritata. Colse Ginny totalmente impreparata.
"sai, non so se hai capito ma è un amico di famiglia!" esclamò lei
"e poi lui mi ha salvato la vita quando avevo undici anni! Mi sorprende
che tu non lo sappia, lo sa tutta la scuola!".
Non le andava di tirare in ballo quella vecchia storia, ma era
uscito. Ovviamente non erano solo quelli i motivi del suo affetto per
Harry Potter, però lo avevano aumentato di certo. Ciò che era successo
nella Camera dei Segreti, poi, li aveva uniti ancora di più.
Micheal era visibilemente imbarazzato "hai ragione... me ne ero dimenticato"
"beato te" rispose freddamente Ginny, incrociando le braccia. Ci fu qualche istante di silenzio.
"ci vediamo stasera, Micheal" disse Ginny. Si voltò di scatto e, a passo svelto, si mischiò al resto degli studenti di Hogwarts.
*
Andò da sola alla Stanza delle Necessità quella sera. Non si era
data appuntamento con Micheal o con nessun altro. Quando entrò vide che
non c'erano ancora molte persone a parte Angelina, Katie ed Alicia, il
gruppetto di Tassorosso, Cho e la sua amica riccia e, ovviamente, Ron,
Hermione ed Harry. La sala era decorata con dei strani ciondoli e del
vischio. Ginny sbuffò alla vista della pianta: un altro pretesto per
Micheal per farla impazzire! Sarebbe stato il momento in cui Micheal
avrebbe cercato di chiarire a tutti la loro storia, con un gesto molto
esplicito.. ma lei lo avrebbe impedito. Come sempre. Non voleva che i
suoi fratelli sapessero, anche se ormai, a quanto le aveva detto
Hermione, Ron lo sapeva.. però non se la sentiva di compiere gesti del
genere davanti a loro!
Arrivò anche Micheal in sala, insieme ai suoi amici di Corvonero.
Non andò subito da lei, ma rimase a chiacchierare e a sghignazzare con
Anthony. Lei se ne infischiò completamente e andò da Neville e si mise
a chiacchierare con lui.
"ciao Neville, come va?"
"Ciao Ginny! Tutto bene, tu?"
"Anche io bene! Come passerai le vacanze?"
"andrò dalla nonna, come ogni anno.. sai la solita rimpatriata di famiglia. Immagino anche tu"
"già, anche io, genitori e fratelli al completo!"
"almeno hai qualcuno della tua età con cui stare! Io passerò le vacanze con dei vecchi! Sai che noia!"
Ginny si trovava molto bene con Neville: era timido e impacciato ma se gli concedevi i suoi tempi sapeva stupirti!
"come ti sembra l'E.S?" chiese il ragazzo.
"fantastico! davvero utile direi.. sto imparando un sacco di cose!"
"già anche io! Harry è un ottimo insegnante! pensa che prima non
ero in grado di padoneggiare l'Expelliarmus, mentre ora lo uso senza
difficoltà! E anche l'Incantesimo di Ostacolo! Però ho ancora dei
problemi con gli Schiantesimi..." disse Neville.
Ginny vide con la coda dell'occhio Micheal che la salutava, ma
aveva ancora voglia di chiacchierare con Neville, quindi fece finta di
non averlo visto.
"Se vuoi ti posso aiutare io! Padroneggio compleamente lo Stupeficium!"
"davvero Ginny? Lo faresti veramente?"
"Certo! Possiamo vederci dopo le vacanze, magari un pomeriggio, dopo le lezioni!"
"Sarebbe veramente meraviglioso!"
"Bene, allora ci mettiamo d'accordo quando torniamo dalle vacanze..."
"chiedo scusa" disse Micheal, con voce aspra. Si era avvicinato senza che nessuno dei due se ne accorgesse.
"Ciao Micheal" lo salutò Neville, gentile.
"Paciock" rispose lui, freddamente. Il silenzio durò pochi secondi.
"Va bene, io vado Ginny. Ci vediamo dopo"
"Ciao Neville".
Ginny si voltò verso il suo ragazzo. "Ciao" le disse lui.
"perchè lo hai trattato così? Che ti ha fatto Neville?" chiese la ragazza, sbalordita.
Micheal si irrigidì "perchè ti interessa tanto come viene trattato Paciock?"
"intanto ha un nome, cioè Neville. E poi è un mio amico, io non tratto i tuoi amici così!"
"io con i miei amici non ci vado ai balli" sibilò lui, gelido "e
programmi anche di uscire con lui dopo le vacanze! Perchè non sei
rimasta con lui l'anno scorso!"
Ginny spalancò gli occhi "non ci credo. Sei geloso"
"Geloso io? Di Paciock? Andiamo.." esclamò lui, sprezzante.
"mi pare proprio così"
"io non sono geloso di lui però non mi sta bene che la mia ragazza esca ancora con uno che l'ha invitata al Ballo del Ceppo!"
"Guarda che io e Neville siamo semplicemente amici"
"Non è così. Se lui ti ha invitata vuol dire che ti considerava un
minimo carina e magari sperava in un bacio. Io non esco più con Morag
McDougal!"
Ginny inarcò le sopracciglia "E chi sarebbe questa Morag McDougal?"
"la ragazza che avevo invitato al ballo del Ceppo"
"e dov'era quando hai invitato me?"
"Avevamo litigato ed è andata a consolarsi con uno spilungone di
Durmstrang. Ma comunque ora non ci uscirei mai, neanche per darle
ripetizioni di Pozioni!"
Micheal era molto arrabbiato. "vabbè ma Neville e io siamo solo
amici, mi ha invitato solo perchè nessuna aveva accettato di andare con
lui"
"e tu perchè ci sei andata?"
"per non essere scortese"
Il ragazzo si infilò le mani in tasca, sciogliendosi in un
sorrisetto che sembrava un ghigno. Ginny incrociò le braccia e si voltò
dall'altra parte. Micheal la faceva proprio infuriare! aveva tanti
buoni propositi, entrata in quell'aula, e invece...
girò sui tacchi e fece per andarsene, ma lui la fermò "e ora dove vai?"
"lontano da te. Perchè ti comporti così? Sei odioso!"
"E tu perchè invece di venire a salutarmi hai continuato a chiacchierare con un altro?"
"potevi venire tu!"
"ma anche tu!"
Ginny sbuffò. "dai non litighiamo a Natale" disse Micheal.
"non è ancora natale"
"senti, si sono geloso, ok? mi da fastidio vederti con latri ragazzi ok?" esclamò Micheal, esasperato "chiunque essi siano".
Ginny vide che Harry stava cominciando al lezione e un capannello
di persone si stava riunedo attorno a lui. "Senti ne parliamo dopo,
ok? Sta iniziando!" disse Ginny e andò verso gli altri,
mettendosi vicino ai ragazzi di Tassorosso.
"Bene" esclamò Harry "ho pensato che questa sera potremmo
ripassare le cose che abbiamo già fatto, perchè è l'ultimo incontro
prima delle vacanze e non ha senso cominciare qualcosa di nuovo, visto
che non ci vedremo per un po'..."
"non facciamo nulla di nuovo? a saperlo non venivo..." brontolò Zacharias Smith, alla destra di Ginny.
"Allora ci spiace che Harry non ti abbia avvisato!" escalmò Fred, ad alta voce, facendo ridere molti.
Si disposero a coppie. Ginny cercò con lo sguardo Luna, Lee o
qualcun altro con cui fare coppia ma Micheal le se parò davanti
immediatamente.
"Allora, sguaina la bacchetta, piccola Ginny" disse, tirando fuori
la sua. Ginny la tirò fuori, riluttante. Si esercitarono
sull'incantesimo d'Ostacolo e lei come al solitò brillò per la sua
abilità. Questa volta non si lasciò colpire dagli incanti del suo
compagno, era ancora arrabbiata. Finita la lezione Ginny si era un po'
calmata, e anche Micheal, o almeno così sembrava.
la sala si stava lentamente svuotando e Ginny cercava Micheal con
lo sguardo, visto che l'aveva lasciata per chiedere una cosa ad
Anthony. Fu quello il momento in cui il suo cuore fece un tuffo, che
quasi le uscì dal petto: vide Hermione trascinare fuori Ron ed Harry
che si voltava verso Cho, avvicinandosi titubante. La ragazza, con gli
occhi sbarrati, si rese conto che erano solo loro tre e che ormai Harry
era alle spalle della Corvonero, al centro della stanza. Il fiato le
cominciava a mancare, sapeva cosa sarebbe successo di lì a poco, e il
suo cervello le dava solo due possibili cose da fare: cominciare ad
urlare o scappare il più velocemente possibile. Il suo lato razionale
prevalse, e i suoi passi non furono uditi da nessuno.
*
Si appoggiò ad una parete, tremante e col fiatone. Aveva corso
come una pazza, senza una meta. Si doveva incontrare con Micheal, in
teoria, ma era troppo agitata. Harry e Cho. era successo. Beh, doveva
succedere. Si erano baciati, Ginny ne era sicura. Che altro potevano
fare da soli nella Stanza delle Necessità? In realtà potevano fare
molto altro, ma scacciò subito quell'ipotesi dalla mente: Harry non
aveva mai baciato nessuno, figurati se aveva fatto sesso! L'unica
ragazza con cui era uscito era Calì Patil, appuntamento non andato
neanche tanto bene...
Ad un certo punto un fascio di luce le illuminò il volto, accecandola.
"Ma tu sei la Weasley!" esclamò una voce familiare. Ginny sollevò
la sguardo e si trovò davanti uno degli amici di Corvonero di Micheal,
Anthony Goldstain, il prefetto di Corvonero. "già, sono io" borbottò
lei.
"Tranquilla non ti faccio mettere in punizione!" esclamò lui "Ti devi vedere con Mike, giusto?"
Ginny annuì.
"Bene allora seguimi, ti sta aspettando due piani più sotto!"
una rampa di scale più tardi, Anthony cominciò a chiacchierare con
lei come se la conoscesse da una vita "Senti Miriam che ti dice di me?"
chiese.
Ginny scrollò le spalle "niente... siete usciti qualche tempo fa, giusto?"
"Si... e non ti ha detto niente?"
"no, solo che si è divertita"
Anthony annuì pensieroso. "ma secondo te le piaccio?"
"Si" rispose sincera.
"E perchè ha fatto di tutto per non farsi baciare?" chiese. Questa
notizia prese Ginny in contropiede. "Ehm... forse perchè dopo un
appuntamento è un po' troppo presto?" disse lei.
"Le altre ragazze ci sono sempre state!" esclamò lui.
"Miriam non è le altre ragazze! Ci vuole per conquistarla è molto
sicura di sè e si ritiene molto importante... sarà una bella sfida! Ma
sono sicura che la spunterai."
"sarà... ecco, Micheal ti aspetta in quell'aula vicino alla nostra
torre! Buon divertimento" aggiunse malizioso. Ginny si avviò verso la
torre ma da dietro un'armatura, a fianco l'aula dove doveva entrare,
sbucò una ragazza bassina con lunghi capelli neri: Cho Chang. Aveva gli
occhi rossi ed era molto sorpresa di trovarsi davanti qualcuno a
quell'ora. "Tu sei una Grifondoro. Che ci fai qui?" chiese, con voce
roca. Sembrava che avesse pianto. buon segno, sicuramente, pensò Ginny,
malignamente, non piangi se ti metti con un ragazzo. "Tranquilla Cho, è
la ragazza di Mike, si vede con lui" disse Anthony.
"Ah. La ragazza di Micheal Corner, dici?" disse lei "non sapevo ne avesse una. Non me lo aveva detto"
"Beh, ora ne sei informata" rispose Ginny "ed è pure un bel po' che stiamo insieme"
Cho la guardò meravigliata "Bene. Vado a dormire. Buonanotte a
tutti" disse e andò verso la sua sala comune. Ginny entrò nell'aula
dove Micheal l'aspettava seduto su un banco.
"Finalmente! Dove eri finita?" esclamò.
"Mi ero persa" mentì lei.
"Fa niente. Vieni qui, le mie braccia ti attendono."
Ginny andò da Micheal e si accocolò tra le sue braccia. Non le
andava di contiunare la discussione di prima, di parlare di Neville o
Morag McDougal e nenache di iniziare una discussione si Cho Chang, che
a quanto pareva aveva a che fare con i ragazzi che più occupavano i
suoi pensieri. Ma dopo dieci minuti di coccole il pensiero di Cho Chang
si fece così insistente che divenne nervosa.
"Che cos'hai?" le chiese lui.
"Ho incontrato Cho Chang" disse lei.
"E allora?" chiese Micheal.
"Non la reggo" sbottò Ginny.
"Perchè? La conosci?" domandò il ragazzo.
"Siete amici?" chiese Ginny invece di rispondere. Lui alzò le
spalle "Sì, più o meno, è una ragazza simpatica e stiamo nella stessa
Casa. Ogni tanto facciamo due chiacchiere"
"Se siete amici perchè non le hai detto che stiamo insieme?"
"Non dico tutto ai miei amici, non sono come voi ragazze che vi raccontate sempre tutto..."
"Anthony e Terry lo sanno. Perchè lei no?"
Micheal rimase un po' spiazzato "Beh lei non è amica come lo sono
loro. Ti ho detto che ci faccio solo due chiacchiere ogni tanto.
Abbiamo finito con questo terzo grado? Possibile che ogni volta che
siamo soli deve finire così?" esclamò, visibilmente irritato "se sei
nervosa per motivi tuoi non prendertela con me! Oggi è già la seconda
volta che litighiamo!"
Ginny rimase basita. "non mi frega niente di Cho, di Morag e di qualunque ragazza conosco! Sto con te e basta."
Lei sorrise "lo so" e lo abbracciò. Finse che fosse quello il suo
problema, la gelosia. Ma in fondo il suo problema non erano Micheal e
Cho e neanche Micheal e Morag: sapeva che lui era cotto di lei e si
fidava. Il suo problema era Cho. Ed Harry. Anzi, Cho ed Harry.
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Capitolo 34 *** Minuti ***
cap 34
Minuti
Ginny stava ritornando alla torre di Grifondoro scortata da Anthony,
per avere una copertura semmai qualche altro Prefetto l'avesse
incontrata. Non parlarono molto e Ginny si ritirò subito alla Torre. La
Sala Comune era ancora abbastanza piena, in fondo non era tardi ed era
stato l'ultimo giorno di lezione. Nel solito angolo davanti al camino
riconobbe la capigliatura cespugliosa di Hermione e quella rossa di Ron
ma non andò da loro, anche se aveva molta voglia di sentire che Harry
era stato bidonato da Cho CHang. Ma si sarebbe fatta raccontare i
dettagli quando sarebbero andati a Grimmauld Place per Natale. Si fermò
un po' a chiacchierare con Miriam e Demelza e poi decise di andare in
dormitorio e mettersi a letto.
"sì, vai, noi ti raggiungiamo dopo!" esclamò Demelza.
"c'è già Ash di sopra!" disse Miriam.
Aisleen già dormiva profondamente. Ginny si stava spogliando quando
cominciò a chiedersi se veramente Cho aveva rifiutato Harry. In teoria
se ciò non fosse dovuto doveva essere contenta, no? Invece la ragazza
aveva gli occhi arrossati, come se avesse appena pianto.. eppure non
riusciva a darsi pace: qualcosa era successo in quella stanza, se lo
sentiva.
Era meglio che lo chiedevo subito ad Hermione, pensò Ginny a malincuore.
Si era appena messa a letto quando Miriam irruppe nella stanza e si fiondò su di lei.
"Non mi hai chiesto ancora niente di Anthony!" esclamò, imbronciata.
"Mi ha già detto tutto lui!" ridacchiò Ginny "mi ha chiesto se ti piaceva"
"e tu cosa le hai risposto?"
"di si"
"oh no! dovevi dirgli che non ero convinta ancora..."
"perchè scusa? Se non fai altro che parlare di lui!"
" si ma lui non lo deve sapere!! devo fare un pochino la preziosa no?"
"mmm, se lo dici tu" disse Ginny, rannicchiandosi sotto le coperte.
"secondo te devo uscirci di nuovo? e devo baciarlo se ci riprova?"
"dipende come ti senti te"
"non vorrei che pensi che sono una facile!"
"fidati che già non lo pensa.."
continuarono così per una mezzora, poi Miriam si decise ad andare
dormire, anche perchè Demelza non ne poteva più delle loro chiacchiere
e aveva minacciato di fatturarle entrambe se non la piantavano. Ginny
si addormentò subito. Ma la sua notte durò poco.
*
"Signorina Weasley... signorina Weasley, svegliati per favore"
Una luce si accese nella stanza circolare, irrompendo tra le tende del
suo letto a baldacchino che qualcuno aveva aperto. Aprì gli occhi ne si
trovò davanti la professoressa Mc Granitt, avvolta in una vestaglia
scozzese.
"professoressa cosa succede?" sentì la voce assonnata di Aisleen, nel letto a fianco al suo.
"Tranquilla signorina Summers, non ti riguarda, continua a dormire... signorina Weasley, è essenziale che ti alzi!"
"Sono sveglia.. cosa è successo?" chiese Ginny, mettendosi a sedere.
"Potter ha avuto... un sogno. Riguarda tuo padre"
"Un sogno?" chiese Ginny confusa.
"Non un normale sogno... ha visto tuo padre, ferito. Devi venire
immediatamente con me nell'ufficio del preside. I tuoi fratelli Fred e
George li ho già svegliati, e Ronald e Potter sono già dal professor
Silente. Non c'è tempo per vestirsi, prendi la vestaglia e andiamo."
Ginny infilò le pantofole e la vestaglia e seguì la professoressa giù
dal dormitorio. Nella sala comune c'erano Fred e George che le
aspettavano, scompigliati come la sorella e in pigiama.
"Professoressa ma è sicura che nostro padre è ferito sul serio?" chiese George.
"Il professor Silente ha già controllato. é tutto vero, lo hanno portato al San Mungo"
Ginny sentì il suo cuore fermarsi.
"Mamma lo sa?" chiese Fred.
"sicuramente, l'orologio..." disse Ginny, cercando con tutta se stessa
di non pensare all'orologio di sua madre, con la lancietta del padre
fissa su "Pericolo di morte". Ginny non aveva mai visto nessuna
lancetta su quel punto dell'orologio e sperava di non doverle mai
vedere.
"Ah già, l'orologio..." disse Fred, incupendosi.
"Ma ora cosa facciamo?" chiese George.
"Andrete a Grimmuald Place, voi e Potter" disse la McGranitt, fermandosi davanti a due Gargoyle in pietra.
"Api Frizzole!" esclamò e le due statue si spostarono, mostrando una scala a chiocciola.
Ginny si ricordava dello studio del preside, perchè già una volta ci
era stata, sempre con Harry. Erano brutti ricordi, ma la spaventava di
più ciò che l'attendeva.
*
Tutto era avvenuto così velocemente che Ginny nemmeno se ne rese
conto. Avevano avuto la conferma che loro padre era stato ferito e
Silente li aveva spediti a Grimmould Place, loro quattro e Harry.
Furono catapultati sul pavimento polveroso del Quartier Generale e
accolti da Krecher, come al solito poco carino nei loro confronti.
Ginny era ancora sdraiata per terra quando arrivò Sirius, che cacciò
l'elfo in malo modo e aiutò subito l'unica ragazza ad alzarsi.
"che cosa succede?" chiese. I suoi abiti emanavano un vago odore di
alcool e di chiuso, e sul suo viso cresceva, incolta, la barba scura
"Phineaus Nigellus mi ha detto che Arthur è stato gravemente ferito..."
"chiedi ad Harry" disse Fred.
"sì, vorrei sentire anche io" aggiunse George.
Ginny rivolse il suo sguardo al ragazzo, spettinato più del solito e molto pallido.
"é stato... come una specie... ho avuto una... visione" mormorò lui,
con voce roca "ho visto vostro padre, in un corridoio lungo..." e
cominciò a raccontare. Era visibilmente nervoso, e anche Ron aveva una
faccia strana, oltre che preoccupata.
"la mamma è qui?" chiese Fred a Sirius, quando Harry finì di raccontare il suo sogno.
"probabilemente non sa ancora nulla, l'importante era mandarvi qui
senza che la Umbridge si intromettesse. Immagino che ora Silente abbia
mandato qualcuno da Molly..." rispose Sirius.
"dobbiamo andare al San Mungo" esclamò Ginny "Sirius, se ci presti dei mantelli..."
"Aspetta non potete andare!" disse Sirius.
"certo che possiamo, è nostro padre!" protestò Fred, ribelle.
"e come farete a spiegare come lo sapevate prima della moglie?"
"e che differenza fa?" esclamò George, alzando la voce.
"molta, perchè non vorrete far sapere a tutti che Harry ha questo genere di visioni, vero?"
esclamò Sirius, arrabbiato "avete idea di come il Ministero potrebbe usare delle informazioni del genere?"
"beh potremmo averlo saputo da qualcun altro, non necessariamente da Harry" intervenne Ginny.
"e da chi?" ribattè Sirius, guardando la ragazza con i suoi occhi
chiari "Sentite le circostanze sono già abbastanza sospette senza che
voi sappaite dell'accaduto due secondi dopo... potreste danneggiare
seriamente il lavoro dell'Ordine..."
"E chi se ne frega dell'Ordine!" urlò Fred.
"Papà sta morendo!" gridò George.
Ginny a quella frase sussultò. Papà non sta morendo, papà non sta morendo..
"Vostro padre stava lavorando per l'Ordine e non vi ringraziereste se
intralciaste i piani!" esclamò Sirius "Non capite... ci sono cose per
cui vale la pena morire.."
Ginny sentì che quel poco calore che aveva in corpo le stava scivolando via.
"è facile dirlo, per te rinchiuso qui, non mi pare che stai rischiando
il collo!" gridò Fred, con rabbia. L'atmosfera diventò ancora più
gelida di quello che era.
"lo so che è difficile" disse Sirius dopo un momento di silenzio
"dobbiamo stare qui almeno fino a quando non avremo notizie di vostra
madre".
Ginny usò le poche forse che le erano rimaste per accasciarsi su una
sedia. Non piangeva, come sempre, ma l'espressione che avevano i suoi
occhi era peggio delle lacrime. I gemelli si sedettero vicino a lei,
abbandonando ogni tenatativo di ribellarsi.
"Bene" disse Sirius "Beviamo qualcosa mentre aspettiamo.. Accio Burrobirre!"
Alcune bottiglie arrivarono sul tavolo, con un rumore sordo. Ginny
prese la sua, già stappata da un colpo di bacchetta di Sirius, e fece
un piccolo sorso. La dolce bevanda le riscaldò tutto il corpo minuto,
ma non abbastanza da cancellare quell'ombra gelata che sentiva dentro
di sè. Tutti bevvero in silenzio per un pò. Non riusciva a togliersi
dalla mente il racconto di Harry.. il serpente, suo padre solo,
insanguinato, morente... aveva un'immagine precisa in mente: suo padre,
disteso a terra in un lago di sangue. Aveva paura come non ne aveva mai
avuto, ma insieme a quella era invasa anche da un'ondata di rabbia. Se papà muore, pensò, non avrò pace finchè Voldemort e tutti i suoi seguaci saranno morti. Li stanerò, ovunque si trovino.
Fu Harry che, appoggiando di malgrazia la sua bottiglia, li riportò
tutti al presente, insieme ad una lingua di fuoco apparsa a mezz'aria
una manciata di secondi dopo, dalla quale cadde un rotolo di pergamena
bruciacchiato, insieme ad una lunga piuma dorata, probabilemente di
fenice.
"Fanny!" esclamò Sirius. Prese la pergamena e la lanciò a George, che lo lesse ad alta voce:
"papà è ancora vivo. Sto andando al San Mungo. Restate dove siete. Vi darò notizie appena posso. Mamma".
"Ancora vivo..." mormorò "Ma se dice così..."
Passarono in silenzio altri lunghi minuti. Sirius propose di andare a
dormire ma Ginny e i fratelli lo guardarano male. Ginny prese un ultimo
sorso di Burrobirra e poi posò la boittiglia sul tavole definitamente.
Tirò su le gambe e le cinse con le braccia, rabbrividendo. Senza la
bevanda si rendeva conto di quanto fosse gelida l'aria, nonostante il
fuoco nel camino. Fissava le fiamme con sguardo assente. Pensava solo a
suo padre. Alle bambole babbane che gli regalava spesso da bambina e
con le quali lei aveva sempre giocato molto poco, non avendo nessuna
compagna di giochi e preferendo la caccia agli gnomi con i fratelli. Le
aveva tutte in un baule sotto il letto e ne era molto gelosa: suo padre
era sempre così contento quando gliele regalava, addirittura ci
giocavano insieme, lui, la mamma, a volte anche Ron, senza farsi vedere
da Fred e George.
"Ginny, vieni a vedere cosa ti ha
portato papà dal lavoro?" lei correva docile dai suoi genitori, i
capelli corti legati in due codini sbarazzini, guardando felice
l'ennesima bambola tra le sue mani, di pezza o di plastica, sempre
femmine, con vestiti variopinti e pettinature diverse.
La sua preferita era quella che le
portò quando aveva sette anni, più o meno: aveva i capelli rossi come
lei ma erano ricci e lunghi, gli occhi verde speranza, brillanti.
"Grazie papà" diceva sempre, col suo sorriso sdentato "giochiamo insieme?"
"Ma certo!" esclamava il padre
gioviale, seguito dalle prese in giro di Fred e George. Ma lui se ne
infischiava. Era così facile rendere felice quella piccoletta. Si
sedeva nella sua cameretta, sul tappeto, inventando avventure
bellissime per le bambole, o facendo da genitori a quelle più piccole.
Un sonoro schiocco riportò Ginny al presente. La mamma era tornata.
"Guarirà" disse sfinita "Sta dormendo. Più tardi andremo a trovarlo"
Ginny saltò in piedi dalla sedia e, insieme a George, corsero ad abbaracciare Molly. Finalmente era finito l'incubo!
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Capitolo 35 *** Palline di Natale ***
cap 35 nvu
Palline di Natale
Ginny aveva sempre amato il Natale. A Natale sono tutti più allegri,
tutti hanno più tempo di ridere e parlare, la fredda aria invernale è
riscaldata dal profumo della cannella, della vaniglia e dell'uvetta e
illuminata dalla luce delle candele. Quest'anno, pero', non era il suo
Natale. Ginny si guardò intorno sconsolata: quella casa triste e buia
intristiva anche lei. Poi papà non era lì ma chiuso in ospedale, la
madre faceva su e giù per il San Mungo e non aveva tempo per nessuno,
Charlie e Percy non si sarebbero visti, Hermione non c'era e Harry si
era rinchiuso in camera, senza più parlare con nessuno e innervosendo
Ron. Ginny non aveva voglia neanche di fare l'albero di Natale, cosa
che le era sempre piaciuta tantissimo.
"Ginny?" Ron entrò nella sua stanza e si buttò nel suo letto.ù
"Non si bussa più?" chiese Ginny, raccogliendo anche lei le gambe sul
letto e abbracciando le sue ginocchia. Ron, per tutta risposta, sospirò.
"Non so come far parlare Harry. Ho scritto ad Hermione, abbiamo bisogno di lei"
"ah, sì?" rispose Ginny, acida.
"Già, lei è l'unica che potrebbe aiutarci a convincere Harry che non è posseduto da Tu-Sai-Chi"
"Immagino" disse Ginny "Beh, viene? Non era andata in montagna a fare
quello sport con i genitori? Quello con le travi di legno ai piedi..."
"già ma dice che, vista la gravità della situazione, può anche lasciare i suoi da soli e venire qui per Natale.."
"Bene" esclamò Ginny "Basta che questa situazione finisca, perchè io
non ci sto a passare un Natale del genere! Senza papà, senza mamma, con
metà dei nostri fratelli e oltretutto Harry che fa l'incompreso! Già
questo Natale fa abbastanza schifo"
"Eh già. Ti capisco.. Pure a me mancano le feste che passavamo a casa.
Ma quest'anno è così e dobbiamo rassegnarci. Almeno papà sta bene"
Ginny sospirò "Già quello sì" disse "ma Harry che si comporta in questo modo non lo sopporto! Vorrei potergli parlare"
"Non credo che servirebbe a qualcosa. Nessuno le può capire veramente, forse Silente"
"Allora sei stupido anche tu!"
"No, perchè?"
"Va bene, lascia stare! Non vedo l'ora che arrivi Hermione, almeno lei
capisce qualcosa!" esclamò lei, alzandosi dal letto "Senti scendiamo e
aiutiamo Sirius a rallegrare questa casa: per ora mi pare che sia
l'unico veramente disposto a farlo!". Se Harry o qualcun'altro non si
sarebbe deciso a considerarla, lei non era disposta ad elemosinare un
briciolo di attenzione. Anche se in realtà era lei l'unico modo per far
stare un po' meglio Harry, finchè non ci fossero arrivati da soli, lei
non avrebbe mosso un dito. Esisteva anche lei, aveva avuto esperienza
con la magia oscura e con Voldemort. Era ora che capissero che Ginny
Weasley aveva voglia di combattere il male come gli altri, e ne era in
grado almeno quanto i suoi fratelli.
*
Ginny trovò Sirius che, canticchiando, faceva levitare dei grossi scatoloni.
"cosa c'è lì dentro?" chiese.
"Le decorazioni natalizie!" esclamò Sirius, allegro.
"Uau! non sapevo che una delle più oscure famiglie di maghi
festeggiasse il Natale" disse Ginny. Sirius rise "no, quelle le
ho buttate, queste le hanno portate tua madre e Tonks"
"ah sì, riconosco quella stella" disse Ginny indicando una stella dorata che spuntava dal cartone.
"Sono anni che non passo Natale con qualcuno, in una casa" esclamò
Sirius "spero che questo vada bene. Sì, insomma.. tuo padre sta meglio,
siamo tutti riuniti, spero solo che Harry si rallegri un po'.."
Ginny sbuffò. Sirius le rivolse uno sguardo interrogativo.
"Lui, Ron e gli altri sono dei deficienti! é tutta qui la faccenda."
"Perchè? Cosa è successo?"
"Niente. Meglio non parlarne, ci arriveranno da soli, o almeno spero."
"Mmmm, va bene. Vieni mi aiuti a decorare?"
"certo!"
Scesero giù insieme, cantando Tu Scendi Dalle Stelle, allegramente.
"oh, che bello vedere qualcuno allegro!" esclamò la signora Weasley, guardandoli "Vi aiuterei io con le decorazioni, ma.."
"non ti preoccupare mamma! Tu pensa ai fornelli!" esclamò Ginny "Quando dimettono papà?" chiese la ragazza "Per natale ci sarà?"
La madre fece un sorrisino triste "eh no, per Natale no, Ginny.. ma
andremo da lui" disse. L'allegria di Ginny sfumò un po'. Natale senza
papà, senza Charlie, Percy, la Tana.
Sirius le mise un braccio intorno alla spalla "Dai, aiutami a colorare
un po' questa casa. Molly mi ha detto che ti è sempre piaciuto fare
l'albero" disse.
"sì... ma perchè qui c'è un albero?" chiese Ginny.
"Beh certo! Me lo sono fatto portare da Mundungus! é enorme, lo devi
vedere assolutamente!" disse gioviale. Ginny apprezzava che Sirius
cercasse di tenerla su e sapeva benissimo che per lui questo era un
Natale importante. Quindi decise di mettere da parte la tristezza e
cercare di essere allegra come sempre.
Non furono solo loro a decorare la casa: si aggiunsero anche Ron, Fred
e George e aiutò un pochino anche Molly. Harry non si fece vedere. A
detta di Ron si era rifugiato nella stanza di Fierobecco. Ginny
cominciò ad appendere delle palline di vetro blu, facendo finta di
ignorare ogni discorso su Harry.
"quando arriva Hermione? Le vacanze iniziano oggi ufficialmente, no?" chiese Sirius a Ron.
"Dovrebbe arrivare tra poco. Mi ha detto che non partiva più con i
genitori e che sarebbe arrivata qui con il Nottetempo" rispose il
ragazzo.
"Meno male! Non vedo l'ora!" esclamò Ginny.
"Sì, speriamo che almeno lei riesca a tirare giù Harry" disse Fred "ultimamente è più depresso di Mirtilla Malcontenta!"
*
Hermione arrivò accolta dalle urla della madre di Sirius e gli
insulti di Kreacher. Ma non bastò questo a cancellarle il sorriso.
"Allora, come sta vostro padre?" chiese la ragazza, mentre abbracciava George.
"Sta meglio, ma non lo dimetteranno presto" rispose Fred.
"A Natale andremo al San Mungo a trovarlo" disse Ginny.
"sono contenta che stia meglio! Deve aver passato un brutto momento.. e anche voi" disse.
"già" disse Ron "ma il peggio è passato!"
"vieni Hermione, vieni a posare le valigie in camera mia, sarai stanca dopo il viaggio" disse Ginny.
"Ti aiuto io!" si offrì premuroso Ron, prendendole la valigia.
"Grazie Ron" disse, stupita, Hermione.
"Di niente" rispose lui, con le orecchie rosse.
Quando furono in camera i due fratelli cominciarono a raccontargli di ciò che avevano sentito su Harry.
"Andiamo, mi pare impossibile che Harry sia posseduto da Voldemort!" esclamò Hermione, facendo trasalire Ron.
"Beh, che ne sai? Vede quello che fa, cosa potrebbe essere?" chiese Ron.
"Non lo so, ma Ginny aveva dei buchi di memoria quando è stata
posseduta, Harry non mi pare che li abbia.." disse la ragazza
pensierosa.
"Ginny?" chiese il ragazzo.
"Ginny! non ti ricordi che è stata posseduta quando andava al primo
anno?" chiese Hermione "non dirmi che non è venuto in mente a nessuno
di chiedere un parere a te?" esclamò, rivolta a Ginny.
"No, a nessuno. Come al solito non sono calcolata" rispose lei, sollevando le spalle.
"certo che tra te e Harry non so chi è più stupido!" esclamò Hermione,
voltandosi verso Ron "dov'è quel cretino? vado a parlargli"
"è di sopra, nella stanza di Fierobecco" rispose Ginny.
"Ginny, scusa.. me ne ero dimenticato.." mormorò Ron.
"lascia perdere. Basta che finisce questa storia!" disse la ragazza.
La ragazza salì da Harry mentre i due fratelli l'aspettavano in camera di Ron ed Harry.
"Spero tu riesca a tranquillizzarlo. Harry sta passando un brutto periodo, è da quest'estate che non è più lui" disse Ron.
"Sì, si vede. Ma non ha senso chiudersi in se stesso! Se avesse parlato
prima sarebbe stato più semplice, l'avremmo calmato e a quest'ora
stavamo decorando la casa tutti insieme!"
"Sì, hai ragione.. e che non ci ho proprio pensato.. cioè, voglio dire, tu sei l'unica che può realmente aiutarlo"
"Non ti preoccupare Ron. Capita di dimenticarsi eventi capitati tanti
anni fa" rispose la sorella, anche se non la pensava esattamente così.
Lei, a volte, gli incubi ancora li aveva, ora più che mai. Lei aveva
conosciuto un Voldemort giovane ma già malvagio, e sapere che lì fuori
c'era la sua versione adulta e ancora più crudele la spaventava. Ma
queste paure le teneva per sè, le servivono per essere più forte, le
serivivono per aiutarla nella lotta per la pace e per la libertà, a cui
tutti avevano accesso tranne lei.
Entrarono Harry ed Hermione. Harry sembrava molto stupito nel vederli. Hermione si sedette accanto a Ginny.
"come ti senti?" chiese hermione ad harry.
"bene" rispose lui.
"oh, andiamo, non mentire, Ron e Ginny dicono che ti stai nascondendo da quando siete tornati dal San Mungo."
"ah sì, dicono questo?" chiese Harry, torvo.
"Beh, è vero!" sbottò Ginny, per niente imbarazzata "Non ci guardi nemmeno in faccia!"
"siete voi che non guardate me!" ribattè harry.
"beh, forse vi guardate senza incrociarvi" disse Hermione, con un sorrisetto.
"spiritosa" borbottò harry.
"Dai, smettila di fare l'incompreso, mi hanno raccontato di ciò che avete sentito con le orecchie oblunghe..."
"ah tutti a parlare di me, come al solito"
"in realtà volevamo parlare con te, Harry" disse Ginny "ma tu ti nascondi da quando siamo tornati!"
"non volevo parlare con nessuno" rispose harry.
"beh, sei proprio stupido" esclamò Ginny. Sentiva la rabbia ribollire
dentro sdi sè, non riusciva a trattenerla "visto che io sono l'unica
persona che tu conosca che sia mai stata posseduta da Tu-Sai-Chi, e
potrei dirti cosa si prova!"
Harry la fissò imbambolato. Tempo fa Ginny sarebbe arrossita, ma quel tempo era finito.
"l'avevo dimenticato"
"beato te" mormorò Ginny.
"Mi dispiace" disse Harry. Sembrava Sincero "Secondo te... potrei essere stato posseduto?"
"Ricordi tutto ciò che hai fatto? Ci sono momenti di vuoto in cui non
sai cosa hai fatto?" domandò Ginny. Le piume di gallo. La vernice sui
vestiti. Le scarpe bagnate.
"Ginny perchè sei andata nel bagno di
Mirtilla Malcontenta?" era Miriam, le veniva incontro da lontano. Era
al secondo piano.. cosa ci faceva lì?
"Io...Io.." balbettò Ginny.
"Qui è sempre tutto bagnato, guarda come ti sei conciata! Gli altri erano tutti occupati?"
Ginny non sapeva cosa dire "Sì.. Sì erano tutti occupati. Non ce la facevo più"
Miriam sorrise "Capisco. Andiamo che tra poco scatta il coprifuoco!"
"Ma sono solo le quattro!" esclamò
Ginny. Miriam la guardò spalancando gli occhi "Ginny ti si è fermato
l'orologio? Sono le sei e mezza!"
Non era possibile. "Ah, già forse sì.." Dov'era finito tutto il tempo?
Ginny rabbrividì. Era stato orribile.
"No" rispose Harry.
"Allora Tu-Sai-Chi non ti ha mai posseduto" disse Ginny, con leggerezza
"io avevo buchi di ore intere! Mi trovavo in alcuni posti senza sapere
come ci ero arrivata".
Harry la guardò sollevato. Ginny era contenta di averlo rincuorato e che finalmente era stata considerata da lui e da Ron.
*
Harry cominciò ad aiutarli a decorare la casa e tutti furono
contenti di questo. Ginny prese una scatola di palline colorate, da
mettere sull'albero e cominciò a decorarlo da sola. Fred e George
avevano fatto un'incantesimo ad i festoni che avevano cominciato ad
avvolgere Ron, Bill rideva insieme a Sirius, la madre li rimproverava.
Insomma era quasi come essere a casa.. o quasi. Ora che l'allegria
aveva contagiato gli altri aveva abbandonato lei. Era per questo che se
ne stava in disparte.
"ciao" Ginny trasalì.
"oh.. Harry. Non ti avevo visto.." disse lei.
"scusa se ti ho spaventata" disse lui in fretta.
"No, no, non ti preoccupare" disse lei, tirandosi indietro i capelli. Seguì un momento di silenzio.
"Sono diventati lunghi" disse Harry.
"cosa?"
"i capelli. I tuoi. Sono.. Lunghi"
"Ah già.. si sono lunghi" altro silenzio. Non sapeva che dirgli.
"Come va con il tuo ragazzo.. Micheal?"
Domanda inaspettata "Bene.. almeno finora. Sono sparita senza dirgli niente"
"non è stata colpa tua"
"lo so. Ma non è carino comunque. Ma mi farò perdonare"
Di nuovo silenzio. Ginny si chinò per prendere un'altra pallina dallo scatolone.
"E te e Cho? Come va?"
Harry arrossì "come fai a sapere di me e Cho?"
"beh, è impossibile non notarlo" ribattè lei. Si stava per far scappare
che lei aveva visto che rimanevano soli. Ma era una cosa che nnon gli
avrebbe mai detto.
"b-bene. Ma anche io sono andato via senza dirle niente. Non è carino"
Ginny sorrise "già" disse, e appese una pallina verde sull'albero. I
capelli le erano andati di nuovo tutti davanti, ma lei non li tirò
indietro. In realtà ci fece caso solo quando Harry vi accostò una
pallina rossa.
"guarda, è dello stesso colore dei tuoi capelli!"
"già è vero. come questa è dello stesso colore dei tuoi occhi!" esclamò
Ginny, indicando la pallina verde che aveva appena appeso. I due si
guardarono in faccia e scoppiarano a ridere.
"ma che stiamo facendo?" esclamò lui.
"sembriamo due bambini!" disse lei, tra le risate. Quando le risate finirono fu Harry a parlare
"Grazie Ginny. Sei stata davvero fondamentale. Te ne sono grato.. senza di te.."
"Ma figurati! Ho fatto ciò che dovevo fare! Ricordati che c'è sempre
qualcuno con cui parlare.. anche se non sono Ron o Hermione."
"me ne ricorderò. Grazie mille Ginny"
"Di niente, Harry".
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Capitolo 36 *** Passioni ***
cap 36
Passioni
Gennaio passò con una velocità sorprendente e arrivò in fretta
Febbraio. La scuola diventava sempre peggio: la Umbridge contiunava a
creare nuovi decreti, sempre più rigidi, che rendevano sempre più
difficoltosa la vita di studenti e professori: dopo essersi presa il
potere di punire i ragazzi senza interpellare i direttori delle Case, e
aver cominciato a mettere in verifica vari professori senza il consenso
del Preside, era diventato più faticoso vivere. La Umbridge aveva
il fiato sul collo di tutti e mancava poco che prendesse tutti i poteri
di Silente in persona. Nonostante questi problemi c'era chi viveva la
scuola come se nulla fosse cambiato, anzi, con il sorriso sulle labbra.
Miriam Cohen era più che allegra.
"Anthony mi ha portato sul lago, siamo stati ore a
parlare, sul serio! Mi ha fatto così tanto ridere! E sapete una cosa,
mi ha fatto anche il regalino di Natale! Non me lo aspettavo, è stato
dolcissimo!"
"E cosa ti ha regalato?" chiese Demelza.
"Ancora non lo sai? Lo ha ripetuto almeno trenta volte!" esclamò Aisleen.
"Una scatoletta rosa, con dentro dei marshmellow e in mezzo un
pacchettino che conteneva una catenina con un ciondolino a forma di
cuore! Non è bellissimo?" esclamò la ragazza, sognante.
"Bello, dei marshmellow? Ecco perchè la gonna ti va così stretta!"
esclamò John, che le aveva raggiunte. Miriam gli scoccò un'occhiata
furente.
"Non sono ingrassata!" esclamò.
"Se lo dici te, quei fianchi mi sembrano un po' pienotti..."
"Deficiente!" strillò Miriam.
"Cicciona!" esclamò John, ridendo, beccandosi una gomitata da parte di Demelza.
"A te Ginny, cosa ti aveva regalato Micheal?" chiese Ginny. Lei in
tutta risposta le alzò il gomito, facendo vedere un braccialetto fatto
a catenina, con un ciondolo a forma di stella. Tralasciò i dettagli del
pacchetto: il suo era stato una scatoletta azzurra, piena di
cioccolatini. Inutile dire che quella volta, Micheal era stato privo di
fantasia e aveva copiato il suo amico. Almeno si era ricordato che lei
preferiva il cioccolato alle caramelle!
"é molto bello!" commentò Aisleen.
E dello stesso negozio di quello di Miriam, pensò Ginny. Quando era
tornata ad Hogwarts aveva litigato con il ragazzo per varie cose: per
non averlo avvertito, per non avergli scritto e per il fatto che non
indossava il suo bracciale. Lei si era scusata e aveva cominciato ad
indossare il braccialetto,e si era inventata una storia per
giustificarlo ai fratelli. Tutta quella storia era pesante.
*
Ena mattinata ventosa; Ginny e le sue amiche si erano svegliate
presto per via degli spifferi gelidi. "Fa così freddo, dobbiamo dire
alla McGrannit che queste finestre hanno bisogno di una sistemata"
disse Demelza, mentre si vestiva.
"Un semplice incanto di Manutenzione dovrebbe risolvere questo problema" disse Aisleen, pratica.
"Se ne conosci qualcuno.." disse Ginny.
"Meglio dirlo alla McGrannit. Non vorrei rischiare di dormire senza
finestre!" esclamò Miriam. Mise la sua catenina d'oro e si voltò verso
lo specchio, per sistemarsi i lunghi ricci castani.
"Finiscila! Stai benissimo e non sfigurerai davanti al tuo Corvonero!" scherzò Demelza.
"Lo so!" esclamò Miriam, sicura di sè come sempre. Le quattro amiche
scesero giù a colazione e si incontrarono davanti al ritratto con Dean
Thomas e Seamus Finnigam.
"Prima le signore!" disse Dean, sorridendo alle ragazze.
"Soprattutto quando sono così belle!" aggiunse Seamus.
"Grazie mille!" esclamò Demelza e passò avanti, seguita dalle compagne.
Si sedettero nel solito angolo del tavolo, dove c'erano già Colin e John.
"anche voi vi siete svegliati presto?" chiese Ginny.
"Già. Colin voleva che lo aiutassi con un paio di incantesimi" disse
John, mentre si riempiva il piatto di salsiccie che erano di fronte a
Miriam.
"ah, vedo che hai messo il collare al collo!" disse, accennando al ciondolo che la ragazza aveva indossato.
"stupido! è una catenina, ed è stupenda!" ribattè lei.
Il battibecco fu interrotto dalla posta: davanti a loro si posarono tre
gufi uno per John, uno per Miriam e l'ultimo per Aisleen.
"Hai fatto l'abbonamento al Profeta, John?" chiese Colin.
"Già, di questi tempi meglio tenersi informati" rispose lui, dando un po' di briciole al gufo affamato.
"Oh Ginny, guarda: Anthony mi ha mandato un messaggio!" esclamò Miriam eccitata.
"Che bisogno c'è, siete ad un tavolo di distanza!" rispose lei. John ridacchiò.
"Oh non capite nulla di romanticherie!" sbuffò lei.
Un esclamazione improvvisa interruppe la loro discussione. Si
affacciarono per vederne la fonte e videro Hermione che mostrava la
Gazzetta del Profeta agli sguardi confusi di Harry e Ron che divennero
immediatamente attenti.
"Cosa è successo?" chiese Demelza.
"John, apri il giornale!" ordinò Ginny e lui eseguì subito. In prima pagina c'era un titolo a caratteri cubitali che diceva:
EVASIONE DI MASSA DA AZKABAN
IL MINISTERO TEME CHE SIRIUS BLACK SIA
IL "PUNTO DI RIFERIMENTO"
PER GLI EX MANGIAMORTE
Sotto c'erano le foto e i nomi degli evasi, e Ginny conosceva
quasi tutti loro nomi: fremette di rabbia quando vide il nome di
Antonin Dolohov, colui che le aveva strappato il diritto di conoscere i
fratelli di sua madre, Gideon e Fabian Prewett, e quello di Bellatrix
Lastrange che, come aveva scoperto quel Natale, aveva sottratto a
Neville il diritto di avere una famiglia. Sapeva che erano dei
pericolosi sostenitori di Voldemort, e oltre che la rabbia sentiva
nascere dentro di lei la paura. Aisleen, John e Miriam parevano agitati
quanto lei. Demelza e Colin avevano capito la gravità della situazione
anche se non conoscevano bene la fama degli evasi, essendo cresciuti in
famiglie completamente babbane.
"dopo l'evasione di Sirius Black due anni fa, c'era da aspettarselo" disse John.
"Azkaban non è più sicura come un tempo" mormorò Miriam.
"Forse è stato Black ad aiutarli, è stato il primo ad evadere, avrà scoperto un modo" disse Aisleen.
"Sì, poi qui dicono che Bellatrix Lestrange è sua cugina!" intervenne Colin.
A Ginny sarebbe piaciuto intervenire per proteggere Sirius ma,
purtroppo, erano solo lei, Harry, Hermione e i suoi fratelli a
conoscere la verità ed era troppo rischioso dirlo a qualcun'altro,
anche se fidato.
"E verrano anche loro qui a scuola?" squittì Aisleen, terrorizzata.
"perchè dovrebbero? Penso che cercheranno Tu-Sai-Chi, no?" disse Miriam.
"Per Harry Potter! Magari vogliono vendicarsi su di lui, come voleva fare Sirius Black!" rispose la ragazza.
Ginny si trattenne dallo sbuffare scocciata. "Non credo che cercheranno
Harry. Penso che vorranno arrivare subito da Voi-Sapete-Chi. Venire qua
ad Hogwarts è rischioso, è troppo ben protetta" disse.
"Ha ragione Ginny. Black era uno squilibrato" disse John.
"Non che questa Bellatrix sembri stare tanto bene!" disse Demelza,
accennando alla foto sul giornale. In effetti la donna aveva uno
sguardo da folle, che Ginny non aveva mai visto in nessuno. Aveva anche
un qualcosa che le ricordava Sirius, nello sguardo, forse proprio quel
lampo di follia animalesca che le illuminavano gli occhi, che erano
comunque così differenti da quelli del cugino. Scacciò via quel
pensiero: Sirius non era un pazzo e non aveva niente in comune con
quella strega, se non la parentela.
*
Nei giorni che seguirono il clima si fece ancora più rigido. Era
entrato un nuovo decreto in vigore, che vietava agli insegnanti di dare
agli studenti informazioni che non fossero strettamente pertinenti alle
loro materie. Gli studenti si sentivano sempre più soli e in pericolo,
e fu per questo che molti dei ragazzi che partecipavano alle lezioni
dell' E.S migliorarono notevolmente. Cresceva il bisogno di imparare a
cavarsela da soli, visto che gli adulti non volevano e non potevano
aiutarli. Neville era migliorato talmente tanto da risultare uno dei
più bravi del corso: era nata in lui una determinazione che prima non
aveva mai mostrato di avere. Anche Ginny era decisa a migliorare ancora
di più, e riusciva a padroneggiare gli incantesimi ancora meglio di
prima. In realtà si rese conto di quanta forza e determinazione
mettesse nel suo lavoro solo quando buttò a terra Micheal con un
potente sortilegio scudo.
"guarda che non stiamo lottando davvero!" le ricordò lui, acido, rialzandosi in piedi.
"scusa, non me ne sono resa conto" si scusò la ragazza.
"Ah sì? Beh è un po' di tempo che non te ne rendi conto!"
"Cosa?"
"Se vuoi far vedere a tutti quanto sei potente, beh, congratulazioni, ci sei riuscita!"
"Ma sei impazzito? Mi impegno soltanto!"
Ginny era stupita del comportamento di Micheal, ma ormai era da un po' che si comportava così.
"Beh, continuiamo ad allenarci, ne parliamo fuori, non voglio dare
spettacolo qui dentro" disse Ginny. Lui riprese la bacchetta in mano e
lanciò un Sortilegio Scudo senza avvisarla, che la fece barcollare un
po'.
"Scusa" disse lui, per niente pentito. Ginny fece finta di niente e continuò ad allenarsi come prima.
All'uscita parlarono un po' di quello che era accaduto, anche se Micheal sembrava riluttante a continuare la discussione.
"Senti, è inutile continuare questa discussione" disse lui "Ti sei
fatta prendere la mano, tutto qui, io ho sbagliato a reagire in quel
modo. Pace?"
Ginny si ritrovò a fingere per l'ennesima volta nella loro relazione.
Sapeva benissimo che il problema di Micheal era un altro. Non riusciva
a capire quale fosse il suo nei confronti del ragazzo, però.
"Senti, che facciamo a San Valentino?" chiese Micheal. San Valentino!
Come si poteva pensare ad una festa del genere quando c'era tutto quel
tumulto nel mondo?
"Ho visto che ci hanno programmato un'uscita ad Hogsmeade. Ci andiamo, giusto?" continuò lui.
"sì certo!" rispose Ginny.
"Ho in mente una bella sorpresa" disse lui, sorridendo.
"Basta che non andiamo da Madame Piediburro! Me ne ha parlato Aisleen,
che è stata portata lì dal suo ragazzo, e a quanto pare è un posto fin
troppo lezioso" si raccomandò Ginny.
"Ah sì, conosco quel posto, di solito molte ragazze ci vogliono
andare.. ma sapevo che tu non eri quel tipo di ragazza!" disse Micheal
"No, ti porterò in un posticino carino, ti piacerà".
All'improvviso Ginny si ricordò di una cosa molto spiacevole. Almeno per Micheal.
"Oh no.. domani non posso venire!"
"Perchè?" le chiese Micheal, accigliato.
"Angelina ha prenotato il campo di quidditch! Ho l'allenamento tutta la mattina, non posso mancare.."
Lui sbuffò "Era un giorno speciale.. Vorrà dire che verrò a prenderti all'ora di pranzo, ok?"
"va bene! Ti aspetto al campo"
La prese per i fianchi e le stampò un lungo bacio sulle labbra. Un
bacio che non ricambiò molto. perchè continuava a sorvolare sui
problemi? Perchè lo faceva anche Micheal? Ricambiò il bacio del
ragazzo, accantonando le sue domande, di nuovo.
Quando la ragazza tornò in dormitorio trovò Hermione ad aspettarla.
"Non riusciamo più a vederci" esclamò Hermione.
"In bagno non conta?" chiese Ginny, sorridendo. Si sedette vicino a lei.
"Tu e Micheal avete litigato, oggi?" chiese Hermione. Ginny annuì.
"Abbiamo fatto pace però"
"Litigate spesso" obbiettò Hermione.
"Siamo diversi." puntualizzò Ginny "Non lo so, Hermione, io e lui
stiamo bene insieme. Ma mi sento come se ci stessimo allontanando.
Però, allo stesso tempo, sento che lui è perfetto per me. Non lo so,
forse è solo che stiamo insieme da molto tempo e stiamo crescendo"
"Probabilmente. L'importante è che tu sia felice" disse l'amica. Aveva un'aria strana.
"Guarda se mi devi dire che Harry e Cho si sono baciati, lo so" esclamò Ginny.
"Ah! davvero?" chiese Hermione.
"Quindi stanno insieme?"
"Sì" mormorò la ragazza.
"E escono domani?"
"certo"
"Io e Micheal no"
"Ma come!? mi avevi detto che avevate fatto pace"
"Ho gli allenamenti"
"Ah.. giusto.. comunque" Hermione sorrise "Harry domani avrà due appuntamenti!"
Ginny strabuzzò gli occhi "Cosa?!"
"Uno con Cho. L'altro con me e Luna"
"Ma che cosa significa?"
"te lo spiegherò domani. Per ora è top secret. Volevo solo stuzzicarti"
disse Hermione sorridendo. Si alzò in piedi "Beh, io direi di andare a
dormire. Domani hai gli allenamenti"
"e mi lasci così? Dai, sono troppo curiosa!"
"Te lo dirò domani!"
*
Il giorno dopo fu la prima a svegliarsi e si vestì in fretta, per
evitare di dover parlare con le altre. In realtà non era così
dispiaciuta di non passare San Valentino con il suo ragazzo. Amava il
Quidditch, e non avrebbe perso un allenamento per nulla al mondo!
Micheal, Hermione, Miriam non potevano capirla. Il Quidditch la faceva
sentire esattamente come voleva essere: libera. Le piaceva volare e
sentire i capelli volare al vento, le piaceva allenarsi e dare il
massimo ogni giorno, le piaceva tornare in dormitorio, la sera, stanca,
con le guance accese per il vento freddo ma consapevole di aver dato il
meglio di sè in una cosa che amava. Prese il suo vecchio manico di
scopa, che era appartenuto a Charlie, accarezzò il legno vecchio e
scheggiato, e si avviò verso lo spogliatoio: non c'era ancora nessuno,
perciò si sedette un po' fuori, nelle tribune, a guardare il cielo,
sereno, ottimo per il Quidditch. Ginny Weasley metteva sempre passione
e impegno in ciò che amava sul serio: era così per le lezioni di
Incantesimi, le riunioni dell' E.S e per il Quidditch. Amava anche
scrivere, ma aveva smesso dopo la brutta avventura con Tom Riddle. In
fondo, non era male come San Valentino: non lo stava passando con il
suo amore?
Mentre i suoi compagni di squadra arrivavano, un dubbio, esploso
all'improvviso come un fulmine in quel cielo sereno, le attanagliò la
mente: Micheal Corner era veramente una sua passione? E perchè, allora,
non vi si dedicava con lo stesso impegno con cui rivestiva tutto ciò
che, più profondamente, amava?
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Capitolo 37 *** Fine Dei Giochi ***
cap 37 nvu
Fine dei giochi
Ginny scese dalla scopa, sotto la pioggia battente, l'umore nero
come le nubi che ricoprivano il cielo. Mai visto un allenamento così
raccapricciante. Ron non aveva parato praticamente niente, i Battitori
si erano schiantati l'uno contro l'altro, facendo in modo che Katie
Bell rimanesse scoperta e venisse colpita da un Bolide che la puntava
da un po'. Alla fine, Angelina era molto depressa e si avviò agli
spogliatoi senza aspettare gli altri.
"è la squadra peggiore che Grifondoro abbia avuto negli ultimi anni" borbottò il capitano.
"Se ci fosse stato Oliver, lo avremmo ritrovato impiccato nelle docce" disse Alicia, amareggiata.
"Tu non sei male" disse Angelina a Ginny "sono gli altri il problema"
"beh, Harry era molto meglio di me" disse Ginny.
"Ma anche tu sei brava, Ginny. Veramente. Sono i ragazzi il problema" disse Katie.
"Guarda Ron non sarebbe neanche così male, se avesse un po' di fiducia in sè stesso", disse Angelina.
Ginny e Ron si avviarono mestamente verso la Sala Comune, per mangiare
qualcosa prima di infilarsi sotto la doccia. Al tavolo di Grifondoro
trovarono Harry ed Hermione che chiacchieravano tra loro.
".. Sto solo cercando di farti capire come si doveva sentire in quel
momento" stava dicendo Hermione. Parlavano di ragazze, come spesso
accadeva in quel periodo, quindi di Cho.
"dovresti scrivere un libro, con la traduzione di tutte le scemenze che
dicono le ragazze, così le potremmo capire" disse Ron, mentre si sedeva
di fronte ai due ragazzi, vicino alla sorella.
"Già" disse Harry, guardando alle loro spalle. "COme è stato l'allenamento?"
"Terribile" rispose Ron.
"Ma dai, non sarò stato così orribile" Disse Hermione, guardando Ginny.
"Invece sì" rispose la ragazza "Tremendo. Angelina è quasi scoppiata a piangere.."
I due fratelli si alzarono per andare a farsi una doccia. Ginny vide in
lontananza Micheal, seduto tra Terry e una ragazza dai lunghi capelli
neri che non conosceva. Non l'aveva notata ed era tutto intento a
ridere e scherzare con i due compagni di casa.
"Forse è meglio che mi ritiri" borbottò Ron, distraendo Ginny dai suoi pensieri.
"Ma no, tu sei bravo Ron, ti agiti troppo" esclamò Ginny "Devi fregartene degli spettatori"
"Fred e George mi prenderanno in giro per sempre.. non dovevo presentarmi alle selezioni"
"ma loro prendono in giro chiunque, Ron! Tu ridici su, no?" Passò un
braccio intorno alle spalle del fratello. Arrivarono così fino al
ritratto della Signora Grassa, ma lì si separarono.
"Fidati di te stesso" disse Ginny a Ron. Poi disse la parola d'ordine
ed entrò nel buco, desiderando ardentemente una doccia bollente.
*
Nonostante le buone parole, la partita fu un disastro: Ron non parò
nulla, i due battitori non combinarono altro che guai. Appena Ginny
vide il riflesso dorato del Boccino lo acchiappò, in modo di terminare
velocemente quel supplizio, senza pensare al punteggio. Angelina non
aveva neanche la forza di arrabbiarsi: aveva ormai lasciato perdere,
sapeva che la sua strada era un completo fallimento e che lei sarebbe
stata ricordata come il peggior capitano che Grifondoro avesse mai
avuto e le parole di consolazione delle sue amiche non servivano a
nulla.
"Kirke e Sloper non sono proprio capaci!" esclamò lei, rabbiosa,
rimasta sola con le ragazze "Ma Ron! Io lo so che ha il gioco nel
sangue, è solo il nervoso!"
"Lo so, Angie, ma vincesse la paura e tirasse fuori il talento" disse
Alicia "possiamo anche fare a meno dei battitori, ma il portiere.."
"Di fiducia gliene abbiamo data tanta" obiettò Katie.
"Lui vorrebbe ritirarsi" confessò Ginny " anche se Angelina ha ragione,
a casa non fa così schifo, gioca piuttosto bene, non è un campione, ma
è nella norma"
"Infatti lui non si ritirerà! Ce la farà! Per forza!" esclamò Angelina.
"Anche perchè non ci sono altri candidati" disse Alicia. Le ragazze si
avviarono verso la torre di Grifondoro e si divisero. Micheal non
l'aveva cercata. Starà festeggiando con la sua casa, ovviamente, visto
che se Grifondoro si toglieva di mezzo, la coppa per Corvonero era
praticamente assicurata. A volte non aveva parole per l'insensibilità
del suo ragazzo, sarebbe stato carino se fosse stato con lei a farle
forza.
Nella sala comune reganava un'aria tetra, e non parlava quasi nessuno.
Nessuno le salutò quando entrarono. Angelina, a quella vista, emise un
singhiozzo e scappò nel dormitorio e Alicia e Katie la seguirono. Ginny
rimase lì, depressa.
"Bella presa" le disse Harry, avvicinandosi con un sorriso incoraggiante.
"Ho avuto fortuna" rispose la ragazza "Il cercatore di Tassorosso ha
starnutito nel momento sbagliato, tutto qui. Comunque, quando tornerai
in squadra..."
Harry sospirò "Ginny, sono squalificato a vita" rispose secco.
"Sei squalificato finchè la Umbridge rimane a scuola" disse Ginny con
un sorrisetto "c'è una bella differenza. Comunque, quando tornerai,
proverò a segnarmi come Cacciatrice. é un ruolo che preferisco, tanto
Angelina e Alicia l'anno prossimo se ne vanno".
Entrambi guardarono verso Ron: era stato soprattutto lui la causa della sconfitta.
"Angelina non gli permette di abbandonare la squadra. Dice che ha il
gioco dentro" disse Ginny, guardando tristemente il fratello. Harry non
rispose. Si avvicinarono Fred e George.
"Non ho nemmeno la forza di prenderlo in giro" disse Fred "Certo che quando ha mancato il quattordicesimo.."
Fred non aveva tutti i torti, Ron era tremendo. Loro lo conoscevano
bene, sapevano che era terribilmente insicuro, e i rsponsabili erano
loro, i suoi fratelli. Ma loro non potevano farci niente: la sua
insicurezza, Ron la doveva vincere da solo, era la sua battaglia.
*
Il clima scolastico si incupì profondamente dal momento il cui
uscì il Cavillo che conteneva un'intervista che Harry aveva rilasciato
a Rita Skeeter. La Umbridge divenne ancora più spietata e raggiunse il
massimo quando tolse la qualifica di insegnante a Sibilla Cooman, la
professoressa di divinazione. Ormai la sua autorità, anche se non
ufficialmente, stava superando quella di Silente in persona. Non si
poteva più parlare con i professori, non si poteva più leggere ciò che
si voleva: insomma, Hogwarts da luogo libero e felice che era sempre
stato era sprofondata sotto una dittatura che neanche l'aurea positiva
del "miglior preside che Hogwarts avesse mai avuto" riusciva a
sollevarla.
Alcune cose però, cambiarono in positivo, e tra queste sicuramente lo
fu la situazione di Harry Potter: il divieto della lettura della sua
intervista su Voldemort aveva fatto in modo, come aveva acutamente
previsto Hermione, che tutta la scuola la leggesse. Molti di quelli che
avevano additato Harry come un bugiardo e un pazzo, avevano fatto un
passo indietro, riconoscendo l'errore: evidentemente trovare tutta la
storia, nero su bianco, raccontata senza le storpiature della Gazzetta
del Profeta era stato utile. Come al solito, Hermione Granger aveva
avuto l'ennesima idea geniale.
Le lezioni dell'E.S divvenero più frequentate: Seamus Finnigam e
Lavanda Brown, quinto anno Grifondoro, la classe di Harry, avevano
deciso di unirsi subito dopo la lettura dell'intervista.
"Quindi, ci credi che Harry ha detto la verità?" chiese Ginny al suo
ragazzo, quando lo beccò che leggeva l'intervista sul Cavillo,
trasfigurato in una rivista di Incantesimi. Micheal aveva un talento
naturale per la Trasfigurazione.
"Ci credevo anche prima!" esclamò lui, indignato "Comunque
quest'intervista... beh, diciamo che mi ha convinto di più! è veramente
coraggioso.. sono contento che mi hai convinto a partecipare alle sue
lezioni" le disse, e le stampò un bacio sulla guancia.
Ad Aprile le lezioni di Harry divennero ancora più interessanti: visto
che tutti padroneggiavano abbastanza bene Incantesimi Scudo e
Schiantesimi, aveva deciso che erano finalmente pronti per provare con
i Patronus. L'entusiasmo fu generale, visto che nessuno di loro ne
aveva mai evocato uno. Piano piano ci riuscirono più o meno tutti.
"Dovete cercare il vostro pensiero felice e fissarlo nella mente.. solo così potrete evocare un Patronus" diceva Harry.
"Facci vedere!" esclamò Dean Thomas.
"Sì, Harry, dacci una dimostrazione pratica!" aggiunse Calì Patil.
Harry acconsentì e, dopo qualche istante di concentrazione, con un
sorriso, fece apparire un cervo argenteo, che galoppò nell'aula, fiero.
La classe applaudì, entusiasta. Ginny era meravigliata: chissà che
forma avrebbe avuto il suo patronus?
La prima che riuscì ad evocare un Patronus corporeo fu Hermione:
un'allegra lontra scintillante che le saltellava intorno, facendola
ridere di pura gioia.
Anche Cho Chang ci riuscì in fretta, e un elegante cigno volava con grazia sopra di loro.
Micheal ancora non ci era riuscito, come gran parte di loro. Ron si stava infuriando, Neville era abbastanza abbattuto.
"State tranquilli, è normale non riuscirci le prime volte, dovete
scegliere il ricordo giusto.." diceva Harry, incoraggiante. Con un
leggero colpo di bacchetta, Luna Lovogood fece apparire il suo
protettore, una leggiadra lepre, che le saltellava intorno. Anche Ernie
Mc Millan e Anthony Goldstain li fecero apparire, rispettivamente un
cinghiale e un'aquila reale.
Ginny frugò nella memoria alla ricerca di un pensiero felice, il più
felice che avesse: aveva già provato con il suo primo volo, a quattro
anni, sulla scopa di Charlie, la volta che fece una torta al cioccolato
perfetta per il compleanno di Bill, il suo primo giorno ad Hogwarts: ma
non erano abbastanza felici, e il suo Patronus non accennava ad uscire
fuori. All'improvviso una luce fece capolino tra le sue memorie,
ripresentandole il momento in cui era stata meglio in vita sua: il suo
primo anno ad Hogwarts quando, dopo che tutto si era oscurato con
l'arrivo di Tom Riddle e pensava che tutto fosse perduto, aveva
riaperto gli occhi e aveva trovato gli occhi verdi di Harry, faro in
quella notte dalla quale temeva di non uscire mai più. Oh, quello era
stato il momento più bello della sua vita, sicuramente!
"Expeto Patronum!" mormorò la ragazza, e una potente luce argentea
fuoriuscì dalla strisciolina di quercia e piume di fenice che stringeva
tra le mani.
Era un cavallo. Uno splendido cavallo che galoppava nell'aula, diffondendo gioia e serenità.
Ginny scoppiò a ridere per la felicità. Un cavallo, il simbolo della libertà.
"Grande Ginny, ce l'hai fatta anche tu!" esclamò Anthony, mentre la sua aquila spariva.
"Brava!" disse ammirato anche Micheal guardando il patrono argentato della sua ragazza.
All'improvviso, la porta dell'aula si aprì e si richiuse velocemente.
Un piccolo elfo domestico tremante, vestito in modo molto eccentrico,
era entrato e corso verso Harry, che lo guardava sorpreso.
"Dobby!" esclamò Harry "Ciao! Che ci fai qui?"
L'elfo aveva gli occhi sbarrati, e sembrava troppo spaventato per
parlare. I pochi Patronus in aula svanirono, e si formò un silenzio
sordo.
"Harry Potter signore.." balbettò Dobby "Io.. Harry Potter.. Dobby viene per avvertirla.. ma gli elfi domestici non possono.."
Tutti lo stavano fissando e lui si lanciò sul muro, schiantandosi.
Ginny si portò una mano alla bocca, inorridita per quello che il
piccolo Dobby si stava infliggendo. Harry lo agguantò con fermezza.
"Dobby' cos'è successo?" gli chiese, serio.
"Lei.. Harry Potter.. è lei.."
"Chi è 'lei', Dobby?"
Dobby mugulava, sofferente.
"La Umbridge?" disse Harry in un soffio. Ginny trattenne il respiro,
così come altri ragazzi. L'elfo annuì e tentò subito di infliffersi
altro dolore.
"Ha scoperto di noi? Dobby? Ha scoperto l'E.S?"
LA risposta era scritta nel volto terrorizzato di Dobby.
"Sta venendo qui?"
"Sì, Harry Potter, signore" urlò in mezzo alle lacrime. Harry si alzò di scatto.
"COSA ASPETTATE? SCAPPATE!" urlò. Ginny non fece in tempo a capirci
qualcosa che si ritrovò in mezzo aad una folla spaventata che la
spingeva da tutte le parti. Micheal la prese per un braccio e la
trascinò verso la porta.
"Ma Harry..?"
"Ce la farà a scappare, tranquilla"
Appena usciti dalla porta Micheal cominciò a correre, trascinando Ginny.
"Devi correre! Tu hai il coprifuoco alle otto, non essendo del quinto
anno!" le urlò il ragazzo. Ginny accellerò la sua corsa, mano nella
mano con il ragazzo.
Dietro di loro sentirono altra gente che correva e un potente schiocco.
"Incantesimo d'Inciampo, Potter!" disse la voce strascicata di Malfoy "PROFESSORESSA! NE HO PRESO UNO!"
Ginny si fermò e fece per tornare indietro.
"No, Ginny!" esclamò Micheal trattenendola.
"Non possiamo lasciarlo lì, dobbiamo affatturare Malfoy e.."
"Non c'è tempo! Sta già arrivando la Umbridge! Ti espelleranno!"
"Non mi frega niente, non possiamo lasciarlo lì"
"Ginny se espellono anche noi, tutto il lavoro dell'ES sarà inutile, tutto il lavoro di Harry, lo capisci o no?"
Ginny si morse le labbra, perplessa.
"Ehi sono andati da quella parte!" La voce stridula di Pansy Parkinson giunse fino a loro.
Micheal afferrò la ragazza per un braccio e la trascinò dentro un'aula
vuota e chiuse la porta. Ginny aveva il fiatone e si sedette su un
banco.
"Ci troveranno?"
"Spero di no" disse cupo Micheal "potrebbe costarci l'espulsione. Ci
tengo a finire quest'anno. Sto studiando come un matto per avere i
massimi voti ai G.U.F.O"
Si mise davanti a lei e la prese per i fianchi.
"Forse non ci penseranno a controllare le aule. Andranno direttamente in Biblioteca o nei bagni" disse il ragazzo.
"Chissà Harry" mormorò Ginny, preoccupata "e gli altri! Spero siano riusciti a scappare"
"Harry se la caverà"
"Chi avrà fatto la spia?"
"Ah non lo so, non ho controllato chi fosse presente"
Ad un certo punto sentirono dei passi in corridoio: erano ragazzi, sicuramente i Serpeverde in combutta con la Umbridge!
"Dobbiamo controllare ogni aula, potrebbero essersi nascosti ovunque!" era la voce di Draco Malfoy. Ginny trattenne il fiato.
"Si stanno avvicinando!" sussurrò "Se entrano li schianto.."
"Shhhh!"
Sentivano porte che si aprivano in tutto il corridoio e i passi che si
avvicinavano pericolosamente. Ginny sentiva che erano ormai dietro la
loro porta, stava per prendere la bacchetta, ma Micheal la strinse a sè
e cominciò a baciarla appassionatamente. Con una mano le sbottonò
qualche bottone della camicetta e le mise una mano sulla coscia. Ginny
rimase così di sasso che non ebbe la prontezza di reagire, nemmeno
quando Draco Malfoy ,Pansy Parkinson e Blaise Zabini entrarono
nell'aula.
"Oh, ma guarda! Corner, con chi te la stai facendo, ora? Ero rimasta a
Morag McDougal!" esclamò la ragazza. Corner si staccò da Ginny
sbuffando. Ginny cominciò a capire quale era il gioco di Micheal e
guardò i disturbatori con aria scocciata.
"Salve" disse Micheal.
"Ooooh, la Weasley! Siamo passati anche ai Grifondoro, allora!" squittì Pansy, deliziata dal pettegolezzo.
"Ne avete ancora per molto? Eravamo occupati" disse il ragazzo.
"Che ci facete qui?" esclamò Malfoy, con fare autoritario. Micheal gli lanciò un'occhiata divertita "Mi pare evidente, Malfoy".
"Fate parte anche voi della banda di Potter?"
"banda di Potter?"
"Oh, la Weasley mi ha capito benissimo" disse Malfoy, guardando la ragazza con arroganza.
"La Weasley, come la chiami tu, non frequenta nessuna banda. E
sicuramente nessuna banda di Potter. Ti pare che stiamo frequentando
una banda?"
"Ora no, ma..."
"Possibile che due persone di case diverse non possono avere un posto dove pomiciare in santa pace?!" esclamò Micheal.
"Siete accaldati. Sembra che abbiate corso" obiettò Zabini.
"E la Weasley è tutta spettinata" disse Pansy.
"Credo che tutti siano un po' accaldati o scomposti, in certe
situazioni" disse Micheal, e ammiccò verso Ginny, che solo allora si
rese conto di avere la camicetta ancora sbottonata. Diventando rossa
quanto i suoi capelli si abbottonò in fretta la scollatura, sperando
che i due Serpeverde non avessero visto troppo.
"Vedo" disse freddamente Zabini, fissando Ginny.
"Beh per sicurezza, forse sarebbe meglio chiamare la Umbridge"
"Chiamatela pure. Guarda che baciarsi in un aula vuota non è contro le
regole" disse Ginny, tirando indietro i lunghi capelli rossi.
"La Weasley ha ragione. La Umbridge non la prenderà molto bene se la
chiamiamo solo per due che stavano pomiciano" disse Zabini ad un Malfoy
furioso.
"Bene. Ma intanto tolgo venti punti a Grifondoro e venti a Corvonero"
disse e uscì, insieme ai due compagni, sbattendo la porta. Ginny trasse
un sospiro di sollievo.
"ce la siamo cavata. Sei un genio"
"Modestamente. E tu che volevi partire subito con un duello!"
"Però non dovevi sbottonarmi la camicetta!"
"Era per dare un tocco più realistico alla cosa.."
"Si, ma mi si è visto tutto!" esclamò Ginny, arrossendo.
"Ma dai, te ne ho sbottonati due, non sono riuscito a vedere nulla neache io, purtroppo..."
"Micheal! Ne abbiamo già parlato.."
"Sì, sì, lo so, lo so.."rispose lui. Rimasero in silenzio per un po'.
"Però è stato divertente! Hai visto che facce hanno fatto?"
"Sì, ho visto anche quella della Parkinson, lo avrà già detto a tutta la scuola"
"Ah già, i tuoi fratelli..Senti" disse, improvvisamente serio. Ginny si voltò a guardarlo.
"Che c'è?"
"penso sia ora di rendere pubblica la nostra storia"
"Tanto ci avrà già pensato Pansy Parkinson" rispose lei "Chissà cosa è successo ad Harry".
Micheal sbuffò "Senti ti riaccompagno alla torre di Grifondoro" disse, secco.
"Ci so arrivare da sola, grazie" rispose lei, più fredda del ragazzo.
"senti una cosa, ti pare normale che mentre sto parlando di noi due,
devi mettere in mezzo Harry Potter?" sbottò "Mai avuta una ragazza come
te"
"Beh, meno male"
"Sì, ma se ogni tanto ti comportassi come le altre non sarebbe male!"
esclamò lui "Sai sarebbe bello, ogni tanto, andare in giro mano nella
mano, poter fare cose romantiche, baciarci davanti a tutti... sai, a
volte mi sembra di non avere una ragazza, ma un amico"
"Sapevi quando ci siamo messi insieme come ero fatta!" urlò Ginny, irritata e ferita.
"Potresti provare a cambiare almeno un pochino, se vuoi bene a
qualcuno!" esclamò Micheal "Me ne vado alla torre di Corvonero. Mi
dispiace che questa serata sia finita così" disse Micheal. Accarezzò la
ragazza, che però non si mosse.
"Andiamo, scusa, sai che sono nervoso, è un periodo difficile.."
Ginny non rispose e corse via dall'aula, arrabbiata. Come si permetteva
a dirle quelle cose? Micheal era solo un ragazzino viziato, voleva
sempre avere ragione lui e vincere su tutto. Beh, con lei aveva trovato
pane per i suoi denti: non era una delle tante, non pendeva dalle
labbra di nessuno, tanto meno dalle sue. E se la considerava un
maschiaccio solo perchè voleva un ragazzo non solo per baciarlo e
venerarlo, ma anche per poterci parlare e divertire, allora non sapeva
proprio che razza di persona aveva frequentato. Borbottò la parola
d'ordine alla signora grassa e entrò nella torre di Grifondoro, con il
morale a terra.
"Ginny!"
Hermione le saltò addosso e l'abbracciò "tutto a posto? Non ti hanno presa?"
"No, no.. Io e Micheal abbiamo inventato una scusa plausibile" Le
faceva male, ricordare ciò che era successo nell'aula. Da un momento di
perfetta intesa e serenità, erano precipitati in un abisso.
"Anche Corner si è salvato? Hai visto qualcun'altro?" chiese Lee
Jordan, che era lì con Hermione, insieme ad altri membri dell'E.S.
"Harry.. Harry lo ha preso Malfoy"
Hermione si portò le mani sulla bocca.
"C'era anche la Umbridge, e altri di serpeverde.."
"Quel bastardo spione!" esclamò Ron con rabbia "Se mi capita sotto mano io.. io.."
"Harry se la caverà" disse Fred "Silente farà di tutto per aiutarlo"
"Non possono espellerlo! Non dopo quello che ha fatto per noi!" esclamò Neville.
"ma come ha fatto ha scoprirlo?" chiese Lavanda.
"Qualcuno ha cantato, è ovvio" disse George.
"é stato sicuro Zacharias Smith!" esclamò Calì Patil "Non faceva che criticare.."
"O quel Micheal Corner" borbottò Ron.
"No, non è stato lui, era sconvolto quanto noi" lo difese Ginny.
Rimasero un po' in sala comune, poi mano mano andarono a dormire. Ginny
non aveva sonno, rimase immersa in una poltrona rossa, a fissare il
fuoco.
"Ginny, non hai sonno anche tu?" la voce gentile di Lee Jordan interruppe i suoi pensieri.
"Non ho sonno" disse Ginny.
"é stata una brutta serata" approvò Lee.
"Orribile" mormorò Ginny.
"Mi piaceva l'E.S" disse Lee "mi dispiace. Spero solo che non espellano Harry"
Ginny non rispose, era preoccupata per il ragazzo e si sentiva in colpa
per non essere intervenuta. DIsse i suoi pensieri a Lee, che le sorrise.
"Ginny, non potevi intervenire, lo sai, per Harry sarebbe stato molto
peggio se succedeva qualcosa anche te, il tuo ragazzo aveva ragione"
Ginny sbuffò a sentir chiamare Micheal "il suo ragazzo".
"Scusa, Micheal Corner non è il tuo ragazzo?" chiese Lee.
"Diciamo. Abbiamo litigato nell'aula in cui ci siamo nascosti. Siamo molto, forse troppo, diversi" sospirò la ragazza.
"Non conosco bene Micheal Corner, però mi pare un bravo ragazzo. Ha
moltissimi amici e passa spesso da una ragazza all'altra, da quello che
so" disse pensieroso "stava con una mia amica di Tassorosso, Annabel
Pullman, più di un anno fa, e mi ha sempre detto che è molto alla mano,
molto intelligente e fa morire dal ridere"
"Questo sì, però io sono totalmente diversa da lui. Abbiamo interessi e
valori diversi. E poi se la prende subito, vuole sempre vincerla su
tutto. Va beh, io vado a letto, altrimenti domani non mi sveglio"
"sì anche io. Comunque non ci pensare troppo. Farete pace, sicuramente! buonanotte!"
E le diede un bacio sulla fronte. L'ultima volta che Lee l'aveva
baciata sulla testa era qualche anno fa, la prima volta che era venuto
alla Tana, l'estate tra il primo e il secondo anno dei gemelli. Ginny
aveva nove anni, i capelli corti legati in due codini sbarazzini e
sulle guance un'allegra spruzzata di lentiggini, e si era trovata
subito a suo agio con quel ragazzino, e aveva passato l'estate a
giocarci insieme. Era contenta che quell'amicizia si era conservata in
quegli anni.
"Buonanotte Lee" disse con un sorriso.
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Capitolo 38 *** Forza ***
cap 38 nvu
Forza
Era tutto finito. L'esercito
di Silente aveva finito con le sue riunioni clandestine, a quanto
pareva per la bocca larga di Marietta Edgecombe, l'amica di Cho
Chang. Oltre a questo, Silente aveva perso la sua carica e, visto che
le catastrofi non arrivano mai da sole, la Umbridge aveva preso il
suo posto. Hermione aveva raccontato per filo e per segno tutto ciò
che le aveva raccontato Harry.
"Sono contenta che la
mia maledizione abbia funzionato" disse orgogliosa la ragazza.
"Sei stata formidabile"
esclamò ammirata Ginny.
"Si ricorderà per un
bel po' che deve mantenere la bocca chiusa. Anche se, forse, non è
stata colpa sua.."
"Che vuoi dire?"
"Beh, da una parte sono
convinta che non abbia agito del tutto di testa propria. Insomma, che
magari fosse sotto Imperio o Veritaserum.."
"Potrebbe essere, ma
sinceramente non mi è mai sembrata molto entusiasta delle lezioni.."
obiettò Ginny.
"hai ragione anche te"
approvò Hermione, con un sospiro "Senti, vado a studiare. Ci
vediamo stasera"
"A dopo!"
Gli alunni del quinto anno
erano tutti presi dallo studio in quel periodo. Anche il suo ragazzo
lo era. In effetti non lo vedeva da un paio di giorni, cioè dalla
loro ultima litigata. Ginny sapeva benissimo che stava usando la
scusa dello studio per evitarla e lei non aveva intenzione di
cercarlo, per il momento. Si ritrovava molto spesso da sola, in quel
periodo: Hermione studiava come tutti quelli del quinto anno (anzi,
molto di più), Miriam era occupata con Anthony, così come Aisleen
con Christopher. Demelza stava cercando disperatamente di recuperare
la materia in cui andava peggio, cioè Trasfigurazione, e passava
molto tempo in biblioteca con una ragazza del sesto anno di
Corvonero, molto ferrata nella materia e amica da alcuni anni di Dem.
Anche i ragazzi erano spariti, e Lee Jordan studiava per i M.A.G.O.
Ma a Ginny, quel po' di solitudine, non dispiaceva così tanto. Così,
si rannicchiò su una poltrona e cominciò a leggere un libro,
staccando la mente dai suoi pensieri.
*
Un brivido di freddo la
riportò alla realtà. Non se ne era resa conto, ma si era
addormentata profondamente, e ormai la Sala Comune era deserta, e il
camino era spento. Doveva essere molto tardi. Tese le gambe per
sgranchirle. Sì, era proprio ora di andare a letto. Si alzò dalla
poltrona quando si accorse di non essere sola. Dean Thomas era lì,
sulla poltrona davanti alla sua, e la guardava.
"ben svegliata"
disse, con un sorriso gentile. Aveva un pesante tomo di Incantesimi
tra le mani, e una candela che galleggiava a mezz'aria era la sola
luce che illuminava la stanza.
"Che ore sono?"
chiese Ginny.
"L'una e mezza"
"E sei ancora sveglio?
Ci tieni un sacco allo studio!"
"è che non sono un
granchè con gli Incantesimi. E devo alzare la mia media, per ora
sono appena sufficiente.. vorrei arrivare almeno ad Oltre Ogni
Previsione" disse il ragazzo.
"Beh, sono sicura che
ce la farai, manca ancora tanto agli esami" disse Ginny.
Silenzio.
"Ehm, allora vado.."
disse Ginny ma lui la fermò.
"Scusa ma.. io... ti
volevo chiedere.. non ho mai avuto l'occasione di farlo.. ti andrebbe
di uscire con me, un giorno di questi? Così, per conoscerci
meglio.."
Ginny stava per rispondere
ma Dean la interruppe "So che sei fidanzata, ma io vorrei solo
stringere amicizia con te.. se ti va, insomma.. se ti fa piacere..
se.."
Ginny sorrise "Sì,
anche a me andrebbe di conoscerti meglio. Ne parliamo un altro
giorno, va bene?"
"certo! Buonanotte
Ginny, grazie della compagnia"
"buonanotte Dean!"
*
La mattina dopo Ginny si
svegliò di buonumore. Scese in Sala Comune e vi trovò Dean Thomas,
già pronto nella sua divisa, con il solito libro di incantesimi tra
le mani. Appena scese dalle scale, lui sollevò lo sguardo dal libro
e le sorrise.
"Buongiorno!"
esclamò.
"Buongiorno"
rispose lei.
"Stai scendendo per
colazione?"
"Sì.."
"Perfetto! Scendiamo
insieme, ho una fame.."
"Veramente dovevo
scendere con le mie amiche.." disse Ginny, titubante.
"Ho visto Miriam e
Demelza scendere cinque minuti fa, penso ti aspettino lì" disse
lui innocentemente "se ti da fastidio scendere insieme, o se da
fastidio al tuo ragazzo, io..."
"No, no, figurati!
Siamo compagni di Casa, è logico che mangiamo insieme, ogni tanto!"
rispose Ginny in fretta. La prossima volta che Dem si sveglia
tardi, col cavolo che l'aspetto,
pensò tra sè e sè, mentre scendeva con Dean, che le stava parlando
dell'ultimo incantesimo che Vitous aveva spiegato.
"..è
incredibile, mi confondo sempre, in Incantesimi sono proprio una
schiappa, me la cavo meglio in Trasfigurazione, il che è assurdo, ma
è così..."
Arrivarono
in Sala Grande e si sedettero al tavolo di Grifondoro, Dean tra
Seamus Finnigam e Calì Patil, Ginny tra Miriam e Demelza.
"Brave,
potevate aspettarmi!" esclamò Ginny.
"Gin,
non è per cattiveria, ma ti abbiamo chiamato, non ti svegliavi!"
si scusò Demelza.
"Sì,
e sai che Dem ha sempre fame come un lupo.." disse Miriam,
indicando l'amica che si stava mettendo doppia porzione di bacon.
"Non
siamo tutti a dieta come te!" rimbeccò Demelza, facendo cenno
allo yogurt magro che l'amica stava mangiando. Miriam arrossì
furiosamente. Ginny sbirciò al tavolo di Corvonero: Micheal era
seduto vicino ad Anthony e a Cho Chang. Sembrava che non l'avesse
vista, e lei si ripromise di non cedere alla tentazione di cercarlo.
*
In quei giorni notò che la
presenza di Micheal diminuiva e aumentava quella di Dean Thomas, che
aveva cominciato anche a venirla a prendere dopo gli allenamenti,
ogni tanto. Faceva le cose con cura, non si era mai fatto trovare
proprio in campo, ma in qualche corridoio. Ginny non capiva se lo
faceva per evitare di scatenare la gelosia di Micheal o quella di
Ron, o semplicemente per non dare vita a nuovi pettegolezzi. La sua
discrezione, comunque, era molto apprezzata dalla ragazza e anche la
sua intuitività. E inoltre non era neanche invadente, cosa di cui
Micheal, invece, era un campione.
Solo che lei non era una
stupida, e sapeva benissimo che l'interesse di Dean Thomas nei suoi
confronti non era semplicemente a scopo di amicizia. E appena ne ebbe
l'occasione, mise le cose in chiaro.
"Non riuscirò mai a
prendere Oltre Ogni Previsione in Incantesimi! Mi dovrò accontentare
di Accettabile" disse una sera Dean.
"perchè non cerchi
qualcuno che ti dia ripetizioni?" suggerì Ginny. Al ragazzo si
illuminarono gli occhi.
"In effetti ho già una
persona in mente!"
"Chi?"
Lui si sciolse in un
sorriso: "Tu"
"Io?" esclamò
Ginny sorpresa e confusa.
"Miriam Cohen mi ha
detto che sei bravissima in Incantesimi, e quindi mi chiedevo se,
qualche sera, io e te..."
"Dean" lo
interruppe Ginny tranquillamente.
"Sì?" disse lui.
"Sai benissimo che io
sono del quarto anno"
Dean ammutolì.
"Senti" cominciò
Ginny, con tutta la delicatezza di cui era capace "ho un
ragazzo. Micheal. Sto bene con lui. Se vuoi possiamo essere amici.
Niente di più"
Dentro di sè sentiva una
voce che le gridava di smetterla di mentire a sè stessa, una volta
tanto, che non vedeva l'ora che Micheal la lasciasse perchè non lo
sopportava più. Ma, per l'ennesima volta, mise a tacere la sua
coscienza.
Dean sospirò "Amici"
disse. Si avviarono verso la loro Sala Comune, e Ginny si domandava
quand'è che avrebbe cominciato a far parlare il suo cuore, invece
che la mente.
*
Sul campo di Quidditch Ginny
sfogava tutte le sue energie e si impegnava al massimo. Angelina era
molto orgogliosa di lei.
"Sei la migliore,
davvero, se non avessi te sarei caduta in depressione.. Questa squdra
fa schifo, non vinceremo mai la partita contro Corvonero.."
disse sconsolata la ragazza.
"Non bisogna mai
perdere la speranza" disse Ginny, ripetendo ciò che sua madre
diceva sempre.
"Sarà, ma la vedo
difficile"
"Beh, noi non ci
arrenderemo! Voglio schiacciare i Corvonero!" Ginny era molto
determinata, voleva vincere la partita a tutti i costi. Non sapeva
bene quale fosse il motivo: forse per fare un dispetto a Micheal, per
far piangere Cho, per vendicarsi di Marietta che aveva fatto in modo
che l'E.S venisse sciolto, o forse perchè si sentiva carica e piena
di energia come non mai, e non vedeva l'ora di sfogarla.
L'allenamento, però, finì molto presto: da quello che aveva capito,
Jack Sloper si era colpito da solo con la mazza, e Ron lo aveva
dovuto accompagnare in Infermieria. Una catastrofe che aveva mandato
Angelina su tutte le furie prima, in depressione poi.
Al ritorno dal campo, la
fermò Gazza, dandole un enorme pacco avvolto in carta marrone. Sul
bigliettino sua madre augurava ai figli buona pasqua, e diceva di
essere prudenti e comportarsi bene, come al solito. In un post
scriptum alla fine, scriveva che tra le uova di Pasqua c'erano anche
quelle per Harry e Hermione, di dargliele e non mangiarele
(quest'ultimo avvertimento era rivolto a Ron). Così Ginny si avviò
verso la biblioteca, dove sicuramente erano sia Harry che Hermione,
come tutti gli studenti del quinti anno, con i capelli nella peggiore
delle condizioni, sperando, allo stesso tempo, di incontrare e di non
incontrare Micheal. Il Corvonero non c'era ma c'era Harry. Lo chiamò,
anche se lui sembrava non la sentisse.
"Harry, hey, mi senti?"
"Eh?" Harry
riemerse dai suoi penieri "Ciao" la salutò, spostando i
libri, per farle spazio "Come mai non sei all'allenamento?"
Ginny si sedette vicino a
lui "è finito, Jack Sloper si è colpito da solo con la sua
mazza e Ron lo ha accompagnato in Infermeria" sospirò.
"Comunque è arrivato un pacco che ha superato i controlli della
Umbridge" appoggiò il pacco sul tavolo.
"Uovo di Pasqua da
parte di mamma" disse Ginny "Ce n'è uno anche per te..
tieni.." tirò fuori un bell'uovo di cioccolato e glielo porse:
era molto bello, decorato con piccoli boccini d'oro di glassa. Sua
mamma era sempre stata un asso in cucina. Guardò Harry che era
impallidito di colpo.
"Stai bene, Harry?"
sussurrò la ragazza, preoccupata.
"sì, sto bene"
rispose lui, brusco.
"Sembri molto giù,
ultimamente" disse Ginny "se provassi a parlare con Cho.."
insistette, cercando di essere comprensiva, anche se non capiva
ancora cosa ci trovasse Harry in quella cretina.
"Non è con Cho che ho
bisogno di parlare" disse Harry in fretta. Ginny era sorpresa:
si erano lasciati?
"E con chi allora?"
chiese lei, innocentemente.
"Io..." Harry
abbassò la voce e si avvicinò a lei "in realtà vorrei parlare
con Sirius. Ma è impossibile" disse e scartò l'uovo, lo ruppe
e ne mangiò un pezzo. Ginny era molto più ottimista di Harry.
"beh.." disse,
lentamente "Se proprio vuoi parlarci, possiamo trovare un
modo.."
"Con la Umbridge che
controlla posta e camini? Ma andiamo, è impossibile!"
"Quando sei cresciuta
con Fred e George" disse Ginny "dopo un po' cominci a
credere che, se hai abbastanza fegato, tutto è possibile".
Harry la guardò, sembrava
sollevato, e le sorrise.
"CHE COSA CREDETE DI
FARE?!" un urlo interruppe il momento.
"Oh acci.."
bisbigliò Ginny "mi ero scordata.."
Madama Pince continuò
urlare mentre loro, dopo aver radunato le loro cose, cominciarono a
scappare.
"CIOCCOLATO IN
BIBLIOTECA?! FUORI, FUORI!!!"
I due corsero fuori mentre i
libri di Harry li picchiavano sulla testa.
*
Ginny prese a cuore il
problema di Harry e, appena ne ebbe occasione, si rivolse a Fred e
George.
"beh, potremmo
aiutarlo. Non è difficile" disse Fred.
"Dovreste trovare un
diversivo per distrare la Umbridge" disse Ginny.
"Si ma i camini sono
controllati" disse George.
"Non quello della
Umbridge" ribattè la sorella "se voi create un po' di
scompiglio, lui si potrebbe intrufolare nel suo ufficio.."
"Ottima idea sorellina.
La nostra influenza comincia ad avere un certo effetto su di te"
disse Fred, orgoglioso.
"e Percy che credeva
che avrebbe avuto un certo ascendente su te e Ronnie" disse
George.
"Beh con lui un po' ci
è riuscito, è un prefetto"
"che
delusione che è stato"
"un
colpo al cuore, mi sono sentito offeso"
"Te
non fare brutti scherzi l'anno prossimo, sorellina"
"già,
non vorrei il quarto prefetto in famiglia"
"sarebbe
uno scandalo.."
"ehi!
La finite? Sbaglio o stavamo creando un piano?" li interruppe
Ginny.
"Ah
già, il piano" disse George, come se se ne fosse ricordato in
quel momento.
"Credete
di riuscire a distrarre la Umbridge?" chiese Ginny.
"E
hai ancora dei dubbi?" esclamò Fred, offeso.
"certo
che ci riusciremo" disse George.
"Vedrai,
abbiamo in mente qualcosa di sensazionale"
"Parleremo
con Harry per definire il piano" la assicurò George.
"grazie
ragazzi" disse Ginny.
*
Tutto
andò in maniera perfetta. Almeno per Harry. Fred e George avevano
ridotto un corridoio in un gigantesca palude ma erano stati beccati.
"vi
sembra divertente trasformare un corridoio in una palude?"
strillò la Umbridge, rivolta ai gemelli.
"Mmm,
sì, molto divertente" rispose Fred tranquillo.
Gazza si
avvicinò, felice come nessuno lo aveva mai visto.
"Ho
trovato il modulo, signora Preside, l'ho trovato.." gracchiò,
sventolando una pergamena "ho anche la frusta pronta.. se posso
procedere subito.."
Quel vecchio pazzo vuole
frustare Fred e George pensò
Ginny, infuriata, ci deve solo provare..
"benissimo
Argus. Voi due scoprirete presto cosa accade a chi combina guai nella
mia scuola.."
"sa
una cosa?" replicò Fred "credo proprio di no" si
voltò verso il fratello.
"george,
credo abbiamo raggiunto l'età per interrompere la nostra carriera
accademica"
"Condivido
in pieno" rispose George, disinvolto.
Cosa diavolo hanno in
mente? Pensò Ginny,
preoccupata. I suoi fratelli erano imprevedibili.
"è
arrivata l'ora di mettere alla prova il nostro talento nel mondo
reale, non credi?"
"Assolutamente"
Levarono
le bacchette e esclamarono all'unisono: "accio scope!"
Le
scope arrivarono davanti a loro, lasciando la Umbridge basita ed
infuriata.
"a
mai più rivederci" disse Fred, salendo sulla sua scopa.
"non
si disturbi a mandarci sue notizie" esclamò George, a cavallo
della sua.
"A
chi servisse una palude portatile, si presenti al numero novantatre
di Diago Alley, la nostra nuova sede!"
"Sconti
speciali a chi giura di volersi liberare di quella vecchia megera!"
aggiunse George, facendo cenno alla Umbridge.
"FERMATELI!"
urlò la professoressa, ma nessuno ci riuscì, i gemelli erano già
in alto.
"Falle
vedere i sorci verdi anche per noi, Pix!" disse Fred al
poltergeist, che si inchinò ai gemelli. Detto questo Fred e George
sfrecciarono verso il portone tra gli applausi. Ginny era orgogliosa
dei fratelli e batteva le mani talmente forte da spellarsele. Anche
se sapeva che, arrivati a casa, se la sarebbero dovuti vedere con un
avversario ancora più terribile della Umbridge, loro madre,
sicuramente infuriata come mai lo era stata. Però, i suoi due
fratelloni, le sarebbero mancati tanto. Ora doveva impegarsi a
prendere, con tutti gli altri, il loro posto, e rendere la vita della
Umbridge un vero e proprio inferno.
Angolo autrice
Lo
so, il ritardo è enorme, e so che molti saranno delusi dal fatto che
Ginny e Micheal ancora non si sono lasciati! fidatevi, il momento tanto
atteso avverrà molto presto! Un bacione e un grazie a tutti quelli che
recensiscono e mi seguono!
Marty
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Capitolo 39 *** Grifondoro Contro Corvonero ***
39 nvu
Grifondoro Contro
Corvonero
Il giorno della tanto attesa
partita tra Grifondoro e Corvonero era arrivata. Ginny si svegliò
carica di energia e molto determinata. Quello era uno scontro molto
importante per lei e ce l'avrebbe messa tutta per vincere. Si vestì
con la sua divisa rosso e oro e si legò i capelli in una lunga coda.
Giù incontrò Lee Jordan.
"allora, leonessa?
Pronta per vincere?" la salutò.
"Ci puoi scommettere!
Mi sento carica!" rispose lei.
"Così si fa, Weasley!
Esci fuori e combatti! Fai mangiare polvere a quei maledetti
Corvonero, e soprattutto alla faccia di quell'imbecille che ha fatto
la spia alla Umbridge!" disse Lee con rabbia.
"farai il cronista come
al solito?" chiese Ginny.
"Sì" sospirò Lee
"anche se senza Fred e George non è la stessa cosa. Ma nulla è
più lo stesso"
Ginny gli passò un braccio
attorno alle spalle "Mancano anche a me. Mancano a tutti"
"Sai, con loro c'erano
sempre novità, sorprese. Ti divertivi se avevi i gemelli Weasley
come migliori amici e compagni di casa. Ora Hogwarts sembra.. sembra
che abbia perso colore, ecco"
"Mancano solo pochi
mesi Lee e sarai fuori anche tu"
Si sedettero a fare
colazione insieme ad Angelina, Alicia e Katie. Ron era in disparte
dal resto della squadra, stava mangiando con Harry e Hermione.
"tanto giochiamo solo
per giocare. Non abbiamo speranze di vincere la coppa" stava
dicendo amareggiata Alicia, accarezzandosi i suoi lunghi capelli
biondi.
"Mai perdere la
speranza Al" le disse Lee, seduto tra lei e Ginny.
"Che speranza abbiamo?
Siamo praticamente ultimi in classifica!" disse Katie.
"già! A causa di quei
tre imbecilli.." disse Alicia, alludendo a Ron e i due
battitori.
"Ron non è male"
esclamò Angelina "il suo problema sono i nervi, sono sicura che
è un ottimo giocatore"
Ginny era grata ad Angelina,
lei era l'unica a dare fiducia a suo fratello, ma sperava vivamente
che Ron riuscisse a superare il suo blocco e a dimostrare finalmente
quanto valeva.
Le tre Cacciatrici si
alzarono per andare allo spogliatoio, lei rimase indietro con Lee.
Passando davanti al tavolo di Corvonero gettò uno sguardo verso
Micheal e notò che la fissava. Lei distolse subito lo sguardo dalla
tavolata e affrettò il passo.
"hey.. non sarai più
gentile con i Corvonero per via di Corner, vero?" le chiese Lee,
sorridendo.
"No, non ti preoccupare
per questo" rispose lei, senza il minimo imbarazzo "sarò
molto più combattiva del solito"
"Mmmm.. problemi
d'amore?"
"Diciamo. Ma non solo."
"Vinci per noi,
piccola"
"Ovvio Lee"
Lee la prese tra le braccia
e le diede un bacio sulla testa. Ginny rimase stupita, lei e Lee non
avevano mai avuto rapporti fisici più intimi di una scompigliata di
capelli.
Un colpo di tosse alle loro
spalle li fece separare. Era Micheal.
"Io vado. La McGrannit
mi aspetta in tribuna" disse Lee "In bocca al lupo Ginny.
Battili tutti"
"Contaci!" rispose
lei, sorridendo e Lee andò via. Ginny si voltò ad affrontare il suo
ragazzo.
"Ciao" disse.
"Invece di andartene
via con Jordan potevi pure fermarti a salutare" disse lui.
"Tu non potevi farlo?"
Micheal si mise le mani in
tasca e guardò da un'altra parte.
"Allora pronta per la
partita?" disse, ignorando la domanda di prima.
"certo. Vi stracceremo"
"Certo, come al solito
devi mettere in mostra le tue capacità" rispose freddo. Ginny
rimase senza parole, ferita.
"perchè devi fare
così?" sussurrò lei "che cosa ci sta succedendo?"
Micheal la guardò con uno
sguardo triste "Io.. io.. mi dispiace.. io.. non volevo farti
del male"
"lo hai fatto"
disse lei, con un filo di voce.
"Ginny.. io non lo so..
scusami.. vai a giocare.. impegnati al massimo, e gioca una bella
partita, ok? Io.. ti guarderò" le sfiorò le dita e andò via.
Ginny rimase immobile. Micheal era cambiato negli ultimi tempi..
provava rancore verso di lei. Non capiva perchè, che cosa gli avesse
fatto. Pensò ad un anno fa, a come erano felici. Micheal le sembrava
un ragazzo speciale. Ginny sospirò, prese il suo manico si scopa e
si avviò verso il campo. Tra pochi minuti sarebbe iniziata la
partita e lei voleva giocarla al meglio, lasciando la sua vita e i
suoi problemi fuori dal campo.
*
L'aveva preso. Lei, Ginny
Weasley, la semplice sostituta di Harry Potter, aveva strappato la
vittoria per Grifondoro, acchiappando il Boccino d'Oro proprio sotto
il naso di Cho Chang, una delle cercatrici più brave della scuola.
Quando mise le sue dita attorno alla piccola pallina dorata gli occhi
della Corvonero le avevano lanciato uno sguardo stupefatto e di
collera allo stesso tempo, per poi scoppiare a piangere di rabbia.
Ginny fu subito travolta dai suoi compagni di squadra, che la
riportarono giù in un unico, grande abbraccio. A terra fu travolta
da un'ondata di tifosi rosso-oro: John, Miriam, Demelza, Aisleen,
Anthony, Grace, Lee, Dean.. cercò Micheal con lo sguardo ma non
c'era. Lo vide distante dalla folla, dopotutto, la sua squadra aveva
perso. Sgusciò via dalle persone che la circondavano per andare
verso di lui: voleva chiarire, voleva chiedere, voleva capire..
Sperava che fosse tutto
passato, che lui si scusasse, l'abbracciasse e festeggiasse con lei.
Il suo entusiasmo si spense appena gli fu vicina, il sorriso le
scivolò dal mondo: non sembrava che Micheal avesse voglia di
festeggiare.
"Ciao Mike.."
mormorò la ragazza.
"Ciao. Complimenti per
la partita. Bella presa"
Era gelido come la neve.
"grazie" rispose
lei.
"Non si sa cosa avete
dato a tuo fratello, comunque. Non aveva mai parato un tiro, invece
oggi.." commentò Micheal, acido.
"cosa vorresti dire?"
chiese Ginny, minacciosa.
"niente, lascia stare"
rispose lui, mettendosi le mani in tasca e guardando da un'altra
parte. Ginny cominciava a perdere la pazienza. La malinconia e la
tristezza che l'avevano pervasa all'inizio stavano svanendo per
essere sostituite dalla rabbia.
"Micheal, basta"
esclamò all'improvviso "sono mesi che va avanti così, prima
davi la colpa ai G.U.F.O, alla stanchezza, ora cosa c'è?"
Le sue amiche,
probabilmente, in un momento come quello avrebbero versato fiumi di
lacrime, ma lei no. Crescere con sei fratelli maschi l'aveva
temprata, e piangeva molto di rado.
"se è finita dimmelo,
senza tanti giri di parole, senza prendere in giro mio fratello.."
"No, Ginny, non è
così, non è come pensi.." si affrettò a dire lui,
guardandola.
"Qual'è il problema
allora? Nessuno mi ha mai preso in giro e non sarai tu il primo.."
"nessuno vuole
prenderti in giro.."
"Allora muoviti,
lasciami. Facciamola finita"
Lui la guardò con uno
sguardo strano "ma cosa stai dicendo? Dai piccola, lasciamo
perdere.." disse lui, prendendola tra le braccia. Avvicinò il
volto al suo e sfiorò le sue labbra con un bacio. Ginny sentì la
sua lingua spingere, ma lei serrò le labbra e non partecipò al
bacio.
"No micheal" disse
"voglio sapere cosa c'è"
Lui non rispose, ma la
lasciò andare.
Lei si arrabbiò.
"Dimmi cosa c'è, dimmi
qual'è il problema, abbi il coraggio di affrontarmi!" quasi lo
urlò.
"Possibile che non te
ne accorgi?" esplose lui "siamo troppo diversi, abbiamo
priorità diverse, frequentiamo persone diverse. Abbiamo bisogno di
cose diverse.."
Lui le prese le mani.
"Tu sei una ragazza
fantastica, Ginny.. forte, bella, coraggiosa.. indipendente. Ma io ho
bisogno di altro, capisci? Io ho bisogno di una ragazza che abbia
bisogno di me, docile.."
"Docile?"
"Sì.. non so
spiegarti.. ma tu non mi hai mai messo al primo posto, c'era sempre
qualcuno più importante, o qualcosa. Non sei mai stata dolce nei
miei confronti, non ci hai nemmeno provato. Sei sempre stata.. rigida
con me, non ti sei mai lasciata andare e stiamo insieme da tanto
ormai. Io ho cambiato delle cose mie per te, tu no, sei sempre
rimasta ferma nelle tue idee, in te stessa"
"Non mi sono lasciata
andare, Micheal? Non sono abbastanza "docile"? Troppo
rigida? Non ho cambiato nulla per te? Cosa vuoi dire?"
"sai, se quella volta,
in quell'aula, ti fossi lasciata sbottonare quei bottoni della
camicetta, e mi avresti fatto vedere qualcosina di più, non sarebbe
stato male, per quello che è il tuo ragazzo da un anno!" sbottò
lui. Ginny era sbalordita.
"solo perchè... non
sono voluta.. andare più avanti?" esclamò la ragazza.
"beh, ovviamente non
solo per quello, ma ha contribuito parecchio, aggiunto al resto.
Credo che siano problemi risolvibili, alla fine accetto le tue
scelte, anche se non le condivido.."
"ti sbagli Micheal. Qui
non c'è niente di risolvibile. Io e te non siamo fatti per stare
insieme, questo è evidente."
"No dai piccola, non
esagerare.."
"Non sto esagerando. Lo
vogliamo tutti e due, lo sai benissimo, e visto che non hai il
coraggio di farlo, lo farò io: è finita, Micheal. E a proposito"
gli disse, rivolgendogli uno sguardo duro "non chiamarmi
"piccola"" dette queste parole, Ginny fece per
andarsene.
"Ah, ok, fai come vuoi"
urlò Micheal, schiumante di rabbia "vai dal tuo Potter! Forse
da lui ti farai chiamare "piccola", forse con lui sarai più
docile e ti farai sbottonare quella camicia, e magari anche altro.."
Ginny si fermò. Si girò e
tornò dal ragazzo.
"Cosa hai detto?"
sibilò.
"Mi hai sentito"rispose
lui.
"Non mettere in mezzo
Harry in questa storia" disse la ragazza, gli occhi scuri
emanavano bagliori.
"Ah, certo, il tuo caro
Harry"
"Lui
non c'entra niente con noi, non c'entra niente con me.."
"E
invece è lui il
centro dei nostri problemi! Cosa pensi che io sia un cretino?"
esclamò Micheal, rosso per la collera "pensi che non l'abbia
notato come eri nervosa, il giorno che Cho e Potter sono rimasti da
soli nella Stanza delle Necessità? Il tuo astio contro Cho? La tua
allegria quando si sono lasciati? Dai adesso negalo.. quella che ha
preso in giro qualcuno sei tu! Hai preso in giro te stessa e anche
me.."
"Micheal
non è così. Smettila di cercare scuse. Quello che hai detto
all'inizio è più che sufficiente. Ci vediamo." Ginny si voltò
definitivamente e si allontanò dal ragazzo.
Micheal
rimase fermo per una manciata di secondi "tanto lo sai anche tu"
sussurrò e si voltò anche lui, diretto verso il campo di Quidditch.
Ginny lo guardò andarsene. Probabilmente una bella cinesina aveva
bisogno di essere consolata.. carina, docile, bisognosa di un ragazzo
che la protegesse: era esattamente il tipo ideale di Micheal. Ginny
era contenta di non esserlo lei. Si avviò verso il castello ma si
imbattè subito in Lee Jordan.
"Ciao
Lee" lo salutò lei, con un sorriso.
"Ciao
piccola! Non sei a festeggiare? Hai appena sconfitto Corvonero! Mica
una squadretta!" esclamò lui.
"A
qualcuno la mia vittoria non è piaciuta.." disse lei
amaramente. Guardò verso il campo di Quidditch, vide due sagome
troppo vicine..
"Aaaah,
la Chang aveva bisogno di essere consolata.." commentò Lee "un
momento, ma chi è quel ragazzo, non sarà..."
"Micheal
Corner"
"ma"
disse Lee "non era il tuo ragazzo?"
"Ora
non più. Tanto meglio. Ti va di fare due passi?"
"certo"
Camminarono
per un po', l'uno di fianco all'altra.
"Quel
Micheal Corner" borbottò Lee "Ron aveva perfettamente
ragione su di lui. Come fa a preferire una rammollita come Cho Chang
ad una ragazza come te? Tu almeno sei piena di vita.."
"grazie
Lee.. ma avevamo già dei problemi da un po'. Non è solo colpa sua"
disse Ginny.
Lee
la guardò: "se vuoi parlare, io ci sono sempre, anche se in
questo periodo ci siamo visti poco"
"Micheal
era così geloso che non potevo neanche parlare con altri ragazzi£
disse lei, ricordando le sue sfuriate.
"beh,
è normale. Anche io, se avessi una ragazza come te, avrei
costantemente paura di perderla"
"Guarda
che non ho bisogno che mi riempi di complimenti. Non serve
consolarmi, dopo come mi ha trattata oggi, uno come lui meglio
perderlo che trovarlo".
Ginny
si aprì con Lee e gli raccontò della loro ultima conversazione,
senza parlare di Harry, ovviamente. Non voleva destare anche i suoi
sospetti. Lee rimase sbalordito.
"Come
ha potuto trattarti così, quel verme?" ringhiò il ragazzo
"Ginny, hai avuto tutte le ragioni del mondo ovviamente. Sei
troppo speciale per stare con un essere così viscido.. se Fred e
George sapessero cosa voleva fare..."
"alla
fine la colpa non era solo sua. Anche io ci ho messo di mio" non
poteva fare a meno di pensare alle parole di Micheal. Forse era stata
lei a far soffrire lui. "Una volta era anche praticamente il mio
migliore amico"
Lee
l'abbracciò "Un migliore amico lo avrai sempre, piccola"
"Lo
so" rispose lei, sapendo di potersi fidare di Lee Jordan.
Lee
annusò i capelli della ragazza. L'odore dolce, fiorito che
sprigionavano era la sua droga, non poteva farne a meno. Ginny
Weasley era una ragazza eccezionale, ma sapeva che per lei non
sarebbe mai stato altro che il migliore amico, un fratello maggiore,
il diario segreto.
Angolo Autrice
Ed
ecco il colpo di scena! Non posso dirvi come andrà a finire questa
storia ma assicuro coloro che mi seguono per la mia fedeltà al libro:
non stravolgerò la trama, state tranquilli! spero che il capitolo vi
sia piaciuto, è molto importante per me, conisderando che è il primo in
assoluto che ho scritto (anche se l'ho dovuto leggermente cambiare)
saluti a tutti e grazie a tutti coloro che mi seguono e recensiscono! A
Ninilumus_93 hai visto? non ho abbandonato la storia, tranquilla! Spero
che continuerai a seguire e molte grazie per i complimenti,
incoraggiano sempre! alla prossima!
Marty
|
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Capitolo 40 *** Non Ancora ***
cap 40 nvu
Non Ancora
Lee Jordan e Ginny Weasley
si trovavano ancora nel parco, nei pressi della capanna di Hagrid,
lontano dalla folla esultante dei Grifondoro.
"è il tuo momento.
Dovresti essere con loro" disse Lee all'amica. Ginny alzò le
spalle.
"Sei la loro eroina.
Vai" l'esortò il ragazzo, accarezzando lievemente le punte dei
lunghi capelli rossi della ragazza.
"Non mi va" disse
Ginny con amarezza "non si accorgeranno nemmeno che non ci sono"
"Dubito che non
cercheranno la Cercatrice della squadra, colei che ha portato
Grifondoro ad un'improbabile vittoria" disse Lee, sorridendo,
mentre lasciava andare i capelli della ragazza "vai. Divertiti.
Non farti rovinare la giornata da quell'idiota. L'hai detto tu, no?
Uno così meglio perderlo che torvarlo".
Lee sfiorò appena le dita
candide dell'amica, poi le avvolse con le sue, stringendo la sua
piccola mano. Ginny sorrise all'amico, e strinse di ricambio.
"grazie Lee"
"di nulla piccola. Ora
va, buttati nella mischia"
Lasciò andare le mani della
piccola Weasley, la sorella dei suoi migliori amici, e la guardò
correre via, i lunghi capelli fiammanti che le ballavano intorno.
Nessuno sapeva quanta forza gli ci era voluta a lasciare quella
stretta. Vide la ragazza avvolta da braccia festanti, essere
sollevata e portata in trionfo verso il castello. Riuscì a scorgere
un sorriso gioioso in quei grandi occhi scuri, e questo era ciò che
a Lee importava: non voleva più vedere la sofferenza in quegli
occhi.
"Ehi Lee, non vieni a
festeggiare?"
Lui si limitò ad annuire e
andò dai suoi compagni di casa, come se nulla fosse successo.
Nessuno sapeva che la sua piccola festa l'aveva già avuta, che
quella manciata di minuti in compagnia di Ginny Weasley, quello
sfioramento di dita, quel sorriso di graditudine rivolto a lui, solo
a lui, era tutto ciò che Lee desiderava, per quella giornata.
*
Ginny venne portata in
trionfo fino alla torre di Grifondoro, insieme agli altri componenti
della squadra, dove qualcuno era riuscito a procurare del cibo e
delle bevande per improvvisare un banchetto (non si sapeva bene chi
fosse stato, vista l'assenza di Fred e George, ma effettivamente, se
ci fossero stati loro ci sarebbe stata molta più roba). Appena
Angelina riuscì a raggiungerla l'abbracciò con tutte le sue forze
"Ginny, sei stata magnifica.. Fred e George sarebbero stati
fieri di te!". Ginny riuscì a divertirsi nonostante il pensiero
fisso di ciò che era successo con Micheal, ma si rese conto che la
rottura non le faceva male come il previsto. Anzi, era più sollevata
che dispiaciuta, non contando le offese che il ragazzo non aveva
esitato a pronunciare. La cosa che la feriva più di tutte era ciò
che aveva detto su Harry. Che Micheal l'avesse capita meglio di
quanto si fosse capita lei stessa? Forse era lei il problema, era lei
ad aver trattato male lui? In lontananza vide Dean Thomas, che si
avvicinava verso di lei, con due bottiglie di Burrobirra e un sorriso
amichevole. Scacciò via i pensieri tristi e smise di sentirsi in
colpa: Micheal si era comportato male con lei, le aveva detto delle
cose orribili e aveva cercato anche di far ricadere la colpa su di
lei! Sorrise a sua volta a Dean e si avvicinò a lui: semplicemente,
aveva bisogno di compagnie più gradevoli e simpatiche. Micheal,
negli ultimi tempi era diventato un musone, giusto con Cho Chang
poteva mettersi!
"Complimenti per la
partita, sei stata formidabile, una presa fantastica.."
"Grazie Dean!"
"Non so come hai fatto,
sei stata eccezionale, allo stesso livello di Harry"
"Mmmm, non lo so, in
realtà questo ruolo non fa per me"
"Cosa ti piacerebbe
essere?"
"Cacciatrice!"
"Anche io vorrei essere
Cacciatore! Nonostante sia un Natobabbano ho imparato in fretta a
giocare a Quidditch, quando vado da Seamus l'estate giochiamo per
ore.."
"L'anno prossimo
avremmo l'opportunità di segnarci, Angelina e Alicia se ne vanno.."
Chiacchiere normali, con
gente normale: in quel momento voleva solo quello.
*
"Hermione! Ieri non ti
ho vista per niente.." disse Ginny, la mattina dopo, appena vide
l'amica.
"Oh.. beh.. sai, poco
prima che la partita finisse siamo andati a ripassare, io e Harry.
Sai, i G.U.F.O sono vicini, e Harry aveva proprio bisogno di qualche
lezione extra di pozioni.." rispose Hermione, un po' evasiva.
"è così indietro da
non poter partecipare ai festeggiamenti per la vittoria?" chiese
Ginny, sospettosa.
"Sai com'è Harry!
L'odio per Piton lo porta ad andare male nella sua materia... a volte
è così testardo! Comunque.. bella partita! Avete vinto,
congratulazioni.. non me ne intendo molto, ma so che sei stata molto
brava"
"grazie mille Hermione"
disse lei "beh, ho una notizia da darti: io e Micheal ci siamo
lasciati!"
Hermione la guardò con un
volto dispiaciuto "Oh Ginny, mi dispiace tanto.." disse.
"A me no"
Hermione strabuzzò gli
occhi, sconcertata "Come a te no?"
"Già"
Ginny raccontò come erano
andati i fatti all'amica, che si dimostrò comprensiva come sempre.
"Comunque credo che sia
meglio cominciare a frequentare nuove persone.."
"Aspetta Ginny, non
credi che stai facendo le cose troppo in fretta?"
"Non ho mica detto che
voglio mettermi con il primo che capita!"
"Sì, ma a quanto pare
non vuoi nemmeno concederti una pausa!"
"Esagerata, non ho
detto questo.."
"Beh, più o meno. Non
vuoi lasciarti degli spazi vuoti per non pensare ad Harry, capisco,
però..."
Al nome di Harry Ginny si
irrigidì all'istante.
"Hermione, credevo che
almeno tu l'avevi capito. Harry non mi piace più. È vero,
inizialmente mi ero messa con Mike per dimenticarlo, ma sono riuscita
nell'intento. Se sto con un ragazzo è perchè voglio starci"
L'ora di andare a lezione
era arrivata, e le due amiche si separarono. Ginny corse verso il
sotterraneo ma purtroppo arrivò comunque in ritardo.
"Signorina Weasley, la
lezione è iniziata da cinque minuti, quindi ritengo opportuno
togliere cinque punti a Grifondoro" disse Piton in tono
mellifluo. Ginny borbottò delle scuse e si andò a sedere vicino a
Demelza. Seguire la complicata lezione servì alla ragazza a non
pensare più alla conversazione con Hermione.
*
Dean cominciava a farsi
trovare sempre più spesso nei luoghi che Ginny era solita
frequentare e lei non lo scansava più: le faceva piacere fare due
chiacchiere con quel ragazzo dai modi gentili, anche se era un po'
troppo appiccicoso. La mattina la aspettava ai piedi della scala a
chiocciola del dormitorio femminile per accompagnarla a colazione,
tanto che ormai le sue amiche avevano preso l'abitudine di scendere
da sole. Era ormai passato un mesetto da quando lei e Micheal si
erano lasciati, e Ginny non era affatto triste. Vedeva il ragazzo che
faceva lo scemo con Cho Chang e non le dava assolutamente fastidio,
addirittura li aveva salutati con un sorriso un giorno che le erano
passati davanti mano nella mano.
"Da quando ti sei
lasciata con Micheal Corner hai molti occhi puntati addosso" le
aveva detto un giorno Miriam "non che prima non ne avessi, ma
ora ho notato che sono molto più... come dire? Attenti"
Era vero, molti ragazzi
avevano notato che Ginny Weasley era diventata molto carina e lo
dimostravano certi sguardi che la ragazza riusciva a cogliere solo
ora. Addirittura avevano cominciato a salutarla in corridoio persone
di cui non sapeva neanche il nome!
Con l'avvicinarsi
dell'estate, però, i corridoi di Hogwarts comiciarono a svuotarsi:
gli studenti del quinto e settimo anno si erano trasferiti tutti in
biblioteca a studiare per gli esami imminenti. Però Dean trovava
sempre un po' di tempo da passare con Ginny e a lei questo,
segretamente, cominciava a fare piacere. Loro due erano sempre gli
ultimi ad andare a dormire.
"Quanto hai studiato
oggi?"
"Mmmm... tanto... più
o meno cinque ore.."
"E che materie?"
"Oggi abbiamo fatto
Trasfigurazione e Pozioni.. spero che vadano bene gli esami"
"Sono sicura che andrai
benissimo"
"Alla fine le materie
in cui ho più problemi sono Incantesimi e Storia della Magia.."
"Beh, penso che l'unica
persona che abbia mai seguito Storia della Magia sia Hermione.."
"Già! La vedo sempre
che prende appunti.. beata lei, non so come ci riesce!"
Dean aveva lentamente
avvicinato le sue dita alle sue, sfiorandole delicatamente. Ginny lo
lasciava fare.
"Dovresti applicarti di
più" mormorò Ginny "Storia della Magia. Alla fine serve
solo un po' di impegno.."
"E una buona dose di
caffè" scherzò lui, guardandola negli occhi. Ginny si sentì
arrossire. Era tanto che non arrossiva. Le dita di Dean le stavano
accarezzando il polso. Lei sentiva emozioni che da molto tempo non
provava. E le piaceva.
"Ehm ehm" Lee
Jordan apparve nella sala comune, interrumpendoli con un colpo di
tosse. Dean si allontanò subito da Ginny.
"ehi giovani! Cosa ci
fate ancora svegli?" chiese il ragazzo, sedendosi sul divano,
vicino a Dean.
"quattro chiacchiere
prima di andare a dormire" disse Ginny.
"Già, dopo una
giornata di studio, ci vuole proprio" esclamò Dean.
"Eh già, hai proprio
ragione Dean..." disse Lee. Rimasero in silenzio per un po',
finchè Dean non annunciò che andava a dormire.
"Buonanotte Dean. Ci
vediamo domani mattina" disse Ginny con un sorriso. Rimasero
solo lei e Lee.
"Allora.. vedo che stai
bene" cominciò Lee.
"Mai stata meglio"
rispose Ginny "ti ringrazio per quello che hai fatto dopo la
partita. Sei stato davvero carino"
Lee sorrise "figuarati..
è il minimo"
Il silenzio calò nuovamente
tra di loro. Ginny si alzò "Forse è meglio che io vada a
letto.."
Lee le prese il polso
"rimani ancora un po'.. ti va?"
Ginny si risedette sulla
poltrona. "solo per cinque minuti" disse.
Lee prese un bel respiro
"non aspetti tempo tu, eh?" chiese con un ghigno. Ginny
inarcò le sopracciglia: "cioè?"
"Ho visto come ti
guarda Dean Thomas.."
"è un bravo ragazzo, è
un po' che ci frequentiamo, da prima che mi lasciassi con Micheal"
"senti Ginny, non
voglio impicciarmi della tua vita" disse lentamente "ma non
stai facendo le cose troppo in fretta? Non va bene buttarsi così in
una nuova storia.."
Ginny sbuffò.
"e se poi ti facesse
soffire come Micheal? Pensaci bene..."
"Lee" lo
interruppe lei "sai quanti fratelli maggiori ho? Sei. Non me ne
serve un altro. So quello che faccio, e Micheal non mi ha fatto
soffrire. Io sto benissimo! Sono pronta ad un nuovo ragazzo, se lo
voglio!"
Ginny si era alzata in
piedi, di nuovo. Lee la prese per i polsi e l'attirò a se, con
forza. Ginny, sorpresa da quel gesto, cadde addosso al ragazzo. I
loro volti erano molto vicini, la ragazza sentiva il fiato caldo del
ragazzo su di lei.
"Sei pronta davvero?"
le chiese Lee, in un sussurro. Ginny non rispose, il cuore le batteva
furiosamente contro le costole. Lee avvicinò le sue labbra alle sue,
Ginny non oppose resistenza. Si sfiorarono delicatamente. Lui
abbandonò i polsi della ragazza e mise le sue mani sulla sua
schiena, stringendola a se. Intanto con la lingua forzò le labbra
socchiuse di Ginny, e riuscì a entrarvi. Ginny partecipò al bacio,
finchè non si rese conto di ciò che stava facendo. Si divincolò
dalle braccia del ragazzo e scappò in dormitorio, senza dire una
parola ma con il cuore a mille.
*
Lee era senza parole. Non
sapeva dove aveva preso il coraggio, non sapeva perchè, ma lo aveva
fatto. Il momento che aspettava da anni era finalmente arrivato, e
lui non era felice, era spaventato ed atterrito: probabilmente
l'aveva persa per sempre. Con il cuore pesante si decise ad andare in
dormitorio anche lui, non pensare a come quella ragazza fosse
scivolata così dalle sue dita. Ed era colpa sua.
*
Ginny non capiva cosa era
successo, e come poteva essere successo. Lee Jordan. Un bacio. Un
bacio vero. Si girava e rigirava, più confusa che mai. Lei non
piaceva a Lee Jordan. Era un'amica, e lui era un amico. Il migliore
amico di Fred e George. Il ragazzino gentile che, quando veniva da
loro, non l'escludeva e la faceva partecipare a quei giochi "non
da femmine". Si rigirò nel letto, agitata. Come gli era potuto
saltare in mente? Doveva parlargli.
Si addormentò, con la
speranza che la notte le avrebbe portato consiglio.
*
La mattina dopo Ginny,
arrivata alla conclusione più logica e sensata, andò a cercare Lee.
Era sabato, quindi non aveva lezione. Lo trovò in biblioteca, che
studiava. Appena la vide, si alzò dal suo tavolo e la raggiunse.
"Lee, dobbiamo parlare"
disse lei.
"Sì, Ginny, io..."
cominciò lui, ma Ginny lo interruppe.
"Senti, ho capito cosa
è successo ieri sera. E ti ringrazio"
Lui la guardò confuso
"cosa?"
"Lo hai fatto per farmi
capire. Per farmi capire che mi devo calmare un attimo e non gettarmi
a capofitto nella prima storia che mi capita." disse Ginny con
un sorriso gentile "e sai, è stato illuminante. Sarò più
cauta. Non è ancora il momento. Per vivere bene una storia bisogna
riflettere e non avere fretta. Grazie Lee"
Lui la guardava ancora con
uno sguardo stupito. Poi ghignò "sono contento che ti sia stato
utile, piccola. Buona giornata Ginny, io devo tornare sui libri. Ci
vediamo stasera" disse e se ne andò.
*
Lee si sedette al suo
tavolo, arrabbiato. Prese la sua piuma e la spezzo nel pugno. Non
aveva capito niente. Da una parte era meglio così. Ginny Weasley non
era destinata a lui, e lo sapeva bene. Prese la bacchetta e con un
incantesimo non verbale riparò la sua piuma. Fosse bastato
quell'incanto a riparare la ferita che bruciava dentro di lui.
*
Ginny continuò a vedersi
con Dean Thomas, ingenuamente allegra. Lui continuava ad avvicinarsi
a lei sempre di più. Una sera, soli in Sala Comune, Dean le si era
avvicinato più del solito, accarezzandole sempre le mani. Ginny
sapeva cosa stava per succedere e mise in chiaro le cose.
"Dean" mormorò la
ragazza, quando lui ebbe avvicinato troppo il volto al suo.
"Sì?" sussurrò
lui.
"Siamo troppo vicini"
"Lo so"
La sensazione che provava
era diversa da ciò che aveva provato con Lee. Lei voleva
quel contatto. Ma non doveva.
"Dean,
non si può" disse lei in un respiro. Lui si allontanò dal suo
viso.
"Non
ancora" mormorò la ragazza. Da sopra la scala a chiocciola un
ragazzo dai riccioli rasta osservava la scena depresso. Non sarebbe
mai stata sua.
Angolo Autrice
Eh
già. Ginny non ha capito i sentimenti che Lee prova per lei. E non li
capirà mai. Lo vede come un amico, e sempre sarà così. Come promesso,
sarò fedele alle parole di J.K Rowling, come al solito.
Vi
è piaciuto il capitolo? Spero di sì! Ringrazio chi lascia delle
recensioni (sempre graditissime) e chi continua a seguire questa
storia! Alla prossima
Marty
|
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Capitolo 41 *** Azione ***
cap 41
Azione
Finalmente i G.U.F.O erano iniziati e gli studenti del quinto anno
erano tutti molti impegnati negli ultimi ripassi e crisi di nervi
varie. Calì Patil una sera in sala comune era scoppiata a piangere a
dirotto, gridando che sarebbe stata bocciata perchè troppo stupida,
visto che l'incanto CambiaColore le riusciva male. Hermione Granger era
intrattabile ed era meglio mantenerla a distanza: se le si rivolgeva
una minima parola, si rischiava di essere colpito da uno dei suoi
libri, oppure, se le si avvicinava troppo, cominciava a riempirti di
domande incomprensibili. Anche Dean Thomas era molto nervoso e passava
tutta la giornata in biblioteca senza rivolgere la parola a nessuno.
Ginny, invece, aveva finito i suoi semplici esami di fine corso, ed
erano andati molto bene, così passava quelle prime giornate calde sulla
riva del lago, con i suoi compagni, o meglio, quei pochi amici non
ancora fidanzati. Miriam e Anthony e Aisleen e Christopher si erano
appartati sull'altra sponda del lago, intenti a baciarsi. Ginny era con
Demelza, Colin e John, a lanciare sassi nel lago.
"Visto? Il mio ha rimbalzato dieci volte!" esclamò contenta Demelza.
"Dilettante! Il mio almeno diciotto" si vantò John.
"Sì, vabbè"
"è vero!"
"sapete dov'è Anthony?" chiese Colin.
"Io non l'ho visto" disse Ginny.
"Mmmm, neppure io, l'ultima volta l'ho visto a pranzo" disse Ginny.
John era pensieroso "ultimamente spariscono tutti.."
"Ash e Miriam sono molto impegnate, a quanto vedo.." disse Demelza,
ridacchiando. Il volto di John si oscurò. "Ma perchè Miriam si è messa
con quel Goldstain? È un imbecille colossale" esclamò.
"perchè, lo conosci?" chiese Ginny, inarcando le sopracciglia.
"Abbastanza per giudicarlo" rispose John "è quel tipo di persona che basta un'occhiata, per inquadrarla"
Il ragazzo prese un sasso e lo lanciò con forza sull'acqua. "nemmeno un salto" disse Demelza.
Alcuni ragazzi di Tassorosso passarono proprio di lì in quel momento e
Ginny riconobbe una ragazza bionda, Erin Hopkins, amica inseparabile di
Grace Evans. Era strano che in quel gruppo di persone non ci fosse
anche lei, visto che era vacanza.
"Erin, dov'è Grace?" chiese John, che evidentemente aveva avuto gli stessi pensieri di Ginny. Erin sembrava nervosa.
"é rimasta in dormitorio.." disse.
"E perchè? Non sta bene?" chiese John, per niente convinto.
"Aveva caldo, voleva stare un po' al fresco.." disse lei, evasiva.
"Erin, ti conosco da un sacco di tempo, non mi inganni. Perchè non vuoi dirmi dov'è mia sorella?"
"Te l'ho già detto, è in Dormitorio.."
"Mi state nascondendo qualcosa"
"Non è vero!"
Erin si voltò seccata e se ne andò via con il suo gruppo di Tassorosso.
John era ancora più nervosa di prima. Demelza fece per aprire bocca ma
John la interruppe "Di Miriam ne basta una! So benissimo quello che
vorresti dire, ma non è così!" esclamò, e se ne andò verso il castello,
infuriato.
"Sarà, ma secondo me qualcosa di strano c'è" disse Demelza.
*
La sera a cena i ragazzi del quinto anno mangiavano con i libri
aperti sul tavolo: a mezzanotte c'era l'esame di Astronomia e stavano
tutti ripassando nomi di satelliti e orbite di pianeti. Ginny scorse
Dean che snocciolava i nomi dei satelliti di Giove al suo amico Seamus
Finnigam, che li ricontrollava sul libro di testo. Lei era seduta con i
suoi compagni e tra loro regnava uno strano silenzio. Il cattivo umore
di John era palpabile, e il fatto che nè Anthony, nè Grace si erano
ancora fatti vivi non lo miglioravano affatto. Guardava in direzione
del tavolo di Tassorosso in continuazione, ma il posto vicino ad Erin
continuava ad essere vuoto.
"Ci sono problemi, John?" chiese Miriam. John rispose con un grugnito.
"Mmm, Grace non è ancora a cena.. il suo incontro deve essere durato
molto, allora.." disse la ragazza con un sorrisetto soddisfatto. John
la fissò.
"quale incontro?"
"Oh, io non lo so di preciso, ma una mia amica, Kathleen Rubbers,
compagna di Grace, mi ha detto che si è vista con un ragazzo"
"Chi?"
"Io non rivelo i segreti delle mie amiche!" esclamò Miriam con un
ghigno "sbaglio o sei sempre stato te a dirmi che mi devo farmi gli
affari miei?"
"Senti, smettila, o ti giuro che..."
Il litigio fu interrotto da Grace Evans, che correva furtiva verso il suo tavolo. John si alzò dal tavolo e corse da lei.
"Povera Grace" sospirò Aisleen. John era una furia, ma Grace lo aveva
scansato immediatamente. Lui tornò al tavolo "L'aspetto al varco"
disse, sedendosi. I ragazzi del quinto anno erano già spariti tutti.
*
"Con chi sei uscita?"
"Non sono affari tuoi"
"CON CHI SEI USCITA?"
"NON SONO AFFARI TUOI!"
John e Grace litigavano furiosamente in un corridoio. Ginny, Miriam,
Demelza, Aisleen e Colin erano lì, e assistevano alla scena impotenti.
"Grace, dimmi chi cavolo è"
"La cosa non deve interessarti! Esco con chi mi pare"
"Perchè non vuoi dirmi chi è? Lo conosco?"
"Io non ti dirò niente" esclamò Grace arrabbiata.
"Se lo conosco dimmi chi è" gridò John. In quel momento arrivò Anthony.
"ciao ragazzi.. che succede?" chiese, gioviale, ma quando vide John furente e Grace quasi in lacrime cambiò espressione.
"Cosa è successo?" chiese lentamente. John si avventò su di lui.
"Sei stato tu ad uscire con mia sorella? Sei stato su, lurido schifoso.."
"John! Lascialo!" gridò Grace, cercando di tirar via il fratello.
"Ehi, che vuoi?" esclamò Anthony.
"Non sono uscita con lui!"
"Evans! Cosa diavolo sta succedendo?" era la professoressa McGrannit.
John lasciò andare Anthony. "Ti ho avvertito" sibilò.
"Signor Evans e signor Stewart! I duelli alla babbana non sono ammessi
ad Hogwarts" esclamò la professeoressa mentre i due si separavano
"quindici punti in meno a Grifondoro a testa! E doamni vi voglio nel
mio ufficio per mettervi in punizione. Signorina Evans" disse
rivolgendosi a Grace "ti consiglio di tornare immediatamente al
dormitorio di Tassorosso. E voi" si rivolse agli spettatori "vi voglio
nella torre di Grifondoro tra cinque minuti".
I ragazzi tornarono nei loro dormitori, avviliti.
"Miriam ma tu sai se Grace e Anthony sono usciti realmente insieme?"
chiese Ginny, quando furono nel loro dormitorio. La ragazza sospirò.
"Kathleen mi ha detto che era uscita con un ragazzo. Non lo sapeva
neanche lei chi fosse. Grace ha fatto le cose per bene. Forse lo sa
solo Erin"
"John era veramente arrabbiato. Ho paura che il rapporto tra lui e Anthony si sia rovinato per sempre" mormorò Aisleen.
"Ti pare che perdono un'amicizia come la loro per una sciocchezza del
genere?" esclamò Demelza. Ginny si chiese se Ron avrebbe litigato con
Harry per lei, se sarebbe stato disposto a perdere il suo migliore
amico seolo perchè era uscito con sua sorella. Sorrise al pensiero: Ron
era capace di tutto, per difenderla, ma credeva che, vederla con il suo
migliore amico sarebbe stato sicuramente meglio che cederla ad un
altro. Beh, Ron si sarebbe dovuto rassegnare, perchè lei e Harry, a
quanto pareva, non erano destinati.
Quelle furono le ultime ore tranquille, prima che le cose cominciassero, di colpo, a cambiare.
*
Era notte inoltrata quando gli alunni del quinto anno, rientrati
dall'esame di Astronomia, tornarono in dormitorio, facendo un baccano
incredibile. Ginny e le sue compagne si svegliarono per quel tumulto e
si affacciarono dalla scala a chiocciola in vestaglia.
"Cosa è successo? Com'è tutto questo casino?" chiese Miriam. Tutti gli studenti di Grifondoro stavano scendendo in Sala Comune.
"Scendiamo anche noi" disse Aisleen. Giù tutti erano attorno a Dean
Thomas e Semaus Finnigam che stavano raccontando cosa era successo.
"Stavamo facendo l'esame e ad un certo punto vediamo quattro figure che
si avvicinano alla capanna di Hagrid, una delle quali
riconoscibilissima.."
"cioè la Umbridge" specificò Dean con rabbia.
"ad un certo punto si cominciano a sentire delle esplosioni fortissime, e tutti puntiamo i telescopi verso giù.."
"beh, c'era Hagrid, circondato da cinque persone che tentavano di schiantarlo, ma con scarso successo.."
"Hagrid ha sangue di gigante, è praticamente impossibile schiantarlo" disse Miriam.
"Già, infatti non ci erano riusciti" disse Seamus.
"Hanno schiantato addirittura il cane, quei bastardi" ringhiò Dean "A quel punto Hagrid ha perso il controllo"
"e cosa ha fatto?" chiese Katie Bell.
"Spero abbia ucciso la Umbridge" disse John.
"Purtroppo no" disse Seamus "è intervenuta però la McGrannit"
"Ma l'hanno schiantata. Così, senza preavviso. Vigliacchi" Dean era nero, come tutti i Grifondoro.
"Dalla finestra del dormitorio abbiamo visto che la portavano via" disse Anthony "Da lì si sentiva tutto"
"Spero madama Chips possa fare qualcosa per lei" disse Demelza preoccupata.
"Sicuramente, madama Chips ha sempre un rimedio per tutto" disse Angelina.
"Hagrid comunque è scappato. Almeno lui non sono riusciti a prenderlo" disse Seamus.
"Meno male" disse Lee.
"Almeno lui si è salvato. Odio la Umbridge" disse Ginny.
"A chi lo dici" mormorò John.
I ragazzi rimasero svegli fino notte inoltrata. Solo alle quattro si decisero ad andare a dormire, sebbene tutti frastornati.
*
La storia della professoressa McGrannit aveva già fatto il giro
della scuola. La maggior parte di studenti era dispiaciuta per lei ma
non mancarono anche i commenti maligni dei serpeverde.
"Quella vecchia befana" stava dicendo Draco Malfoy, insieme ai suoi
inseparabili compagni Tiger e Goyle "finalmente ce la siamo tolta dalle
scatole"
Demelza, stupendo tutti, si scagliò contro di lui.
"Che cosa hai detto, stupido damerino?" ringhiò.
"Ehi, giù le mani, Mezzosangue" rispose lui, allontanandosi.
"Non sei molto originale con gli insulti, Malfoy" rispose lei,
sprezzante "Non dire mai più niente sulla McGrannit, non devi neanche
osare pronunciare il suo nome"
"Altrimenti?"
"Altrimenti te la vedrai con noi" disse Ginny, sfoderando la bacchetta.
"Che paura!" disse Malfoy "Una mezzosangue e la sorella di Weasley.. sto tremando"
"Dovresti" ringhiò Demelza, con la bacchetta che sprigionava scintille rosse.
"Ragazze, andiamo, non ne vale la pena" disse Miriam e allontanò le due amiche.
Miriam e Demelza tornarono in dormitorio, mentre Ginny andò verso il
bagno delle ragazze, al primo piano. Uscendo da lì incontrò Luna
Lovegood, con la sua solita aria trasognata.
"Ciao Luna! Come stai?" disse Ginny, allegramente. Le era sempre stata molto simpatica Luna, a dispetto delle sue stravaganze.
"Ciao Ginny! Io sto bene.. ci siamo viste poco ultimamente.." disse lei.
"Eh già, sono stata molto impegnata"
"Lo so, ti vedevo con Micheal. Ho visto che vi siete lasciati. Mi dispiace"
"Tranquilla, io sto bene. Cosa mi racconti?"
"Niente di nuovo, papà ha avuto molto successo con l'articolo di Harry,
sono molto contenta. Ha aumentato le vendite. Sai, la gente a volte è
così ottusa che non riesce a vedere le cose reali che ha davanti agli
occhi, come che Harry ha sempre detto la verità o che siamo sempre
pieni di Nargilli.."
"Hai ragione, dovremmo essere tutti un po' più aperti"
Camminarono insieme finchè non sentirono delle urla da un'aula.
"SE CREDI CHE POSSA FAR FINTA DI NON AVER VISTO.."
"Anche Sirius ha detto che dovevi assolutamente bloccare la mente!"
Erano Harry e Hermione.
"BEH, IMMAGINO CHE LA PENSEREBBE IN UN ALTRO MODO, SE SAPESSE QUELLO CHE HO APPENA.."
Ginny aprì di scatto la porta. I tre si voltarono di scatto.
"ciao" disse Ginny, esitante "abbiamo riconosciuto la voce di Harry. Che cos'hai da urlare?"
Ultimamente Harry urlava spesso.
"Non sono affari tuoi" rispose lui. Non si aspettava una risposta così rude.
"Non c'è bisogno che usi quel tono con me" rispose lei gelida, alzando
le sopracciglia, come era solita fare quando era contrariata "Mi
chiedevo solo se potevo aiutarti"
"Beh, non puoi"
"Sei davvero scortese, sai" osservò Luna, leggendo nei pensieri di Ginny. Harry soffocò un'imprecazione.
"Un momento!" disse Hemione "Harry, loro possono veramente aiutarci!"
Tutti la fissarono, Ginny si chiedeva ancora cosa stava succedendo.
"Ascoltate, Harry dobbiamo scoprire se Sirius ha lasciato veramente il Quartier Generale.."
"L'ho visto!"
"Si, lo so, ma ti supplico Harry, prima di scaraventarci a Londra
dobbiamo controllare se Sirius è ancora al Quartier Generale. Se non
c'è giuro che non cercherò di fermarti, verrò con te e farò tutto ciò
che è necessario per salvarlo" Hermione era disperata.
"Ma Voldemort lo sta torturando ORA!" urlò Harry.
"E se fosse tutto un trucco? Dobbiamo controllare!"
"Ma come facciamo?"
"Useremo il camino della Umbridge" rispose Hermione "faremo in
modo di allontanare tutti dal suo ufficio.. e Ginny e Luna possono fare
da palo.. se volete, ovviamente"
"Per me va benissimo" disse Ginny, anche se ancora voleva capirci qualcosa.
"Quando parlate di 'Sirius' vi riferite a Stubby Boardman?" chiese Luna.
Nessuno le rispose.
"Ok, ok ma facciamo in fretta" disse Harry in tono aggressivo.
Hermione e Ron cominciarono a creare qualche piano per distrarre la
Umbridge. Ron si offrì di avvertirla di persona e convincere Pix a
combinare qualche disastro, in modo di allontanarla.
"Dobbiamo tenere gli altri studenti lontani, però" disse Harry.
"Io e Luna potremmo metterci ai due capi del corridoio" propose Ginny
"e avvertire gli altri che il corridoio è pieno di Gas Strozzante"
Hermione la guardò sorpresa. Ginny scrollò le spalle "prima di andarsene, Fred e George volevano farlo davvero" disse.
"bene, quindi io e te Harry entreremo nell'ufficio della Umbridge, e tu parlerai con Sirius".
Harry corse a prendere il mantello dell'invisibilità. Hermione si sedette su un banco, esausta.
"Hermione, cosa diamine sta succedendo?" chiese Ginny.
"è lungo da spiegare" rispose Ron "Harry ha avuto una specie di visione.."
"Ha visto Voldemort attaccare Sirius. Nell'Ufficio Misteri" continuò Hermione.
"Una visione come quella in cui ha visto papà?" chiese Ginny.
"Credo di sì" rispose Ron.
"Allora potrebbe essere vero!"
"Sì, Ginny, ma è più probabile che sia un trucco per attirare Harry
lì.. Voldemort fa questo genere di cose, come quando ha portato te
nella Camera dei Segreti. Lo conosce, tutto qui"
Andarono verso il corridoio dove c'era l'ufficio della Umbridge.
L'azione aveva inizio. Ginny e Luna si misero alle postazioni decise.
Le ragazze svolsero molto bene il loro compito, tanto che gli studenti
non passavano più di lì. Ad un certo punto, un gruppo di grossi
serpeverde si avvicinò a loro. Era la squadra di Inquisizione. Ginny
mise una mano sulla bacchetta, nascosta nella tasca della divisa.
"Cosa fate qui?" abbaiò una grossa ragazza.
"Il corridoio è pieno di gas strozzante" disse Ginny, fingendo un tono
esasperato "lo abbiamo detto già ad un centinaio di persone. Dovete
fare il giro"
"togliti di qui, lurida traditrice del tuo sangue" esclamò un altro Serpeverde.
"Se vuoi morire, avanti" disse Ginny, spostandosi.
"La Umbridge ha avvertito che ci sono degli intrusi nel suo ufficio.
Loro c'entrano sicuramente qulacosa" disse un altro Serpeverde.
"Se qualcuno è passato di qui non credo respiri ancora" continuò Ginny.
"smettila di dire idiozie, carina, non c'è nessun gas"
"La Umbridge ha preso Potter! Prendete anche loro!"
La ragazza che aveva davanti fece per prendere la bacchetta ma Ginny fu
più veloce e la disarmò. Lanciò un incantesimo d'Ostacolo su un altro
serpeverde e cercò di correre verso Luna. Warrington le fu quasi
addosso, ma qualcuno gli lanciò un Pietrificus Totalus e lo bloccò.
"Neville!" esclamò Ginny, sollevata.
"scappate!" urlò lui.
"Luna, via da lì!" gridò Ginny.
Luna cominciò a correre verso di loro, ma una ragazza Serpeverde del sesto anno l'acchiappò.
"Luna!" gridò Neville, ma fu colpito dalla grossa massa di Warrington, che qualcuno aveva liberato dall'incanto.
Ginny era corsa verso l'amica "lasciala andare!" Il corridoio si stava
cominciando a riempire, Ginny vide con la coda dell'occhio Tiger che
trascinava Ron.
"LASCIATE STARE MIA SORELLA!" urlò Ron "GINNY SCAP.." non potè finire
la frase perchè qualcuno, con un incantesimo lo imbavagliò.
Ginny era l'unica ancora libera ma una grossa ragazza serpeverde bloccò anche lei.
"lasciami!" gridò lei, dimenandosi, ma era troppo piccola per liberarsi
di una gigante del genere. Tutti e quattro vennero trasportati,
imbavagliati, nell'ufficio della Umbridge. Ginny continuva a cercare di
prendere a calci i piedi della Serpeverde.
"è inutile dimenarti tanto roscia! Ora sarai espulsa" ghignò la ragazza.
La Umbridge aveva preso Harry e Hermione era inchiodata al muro da
Millicente Bulstrode. Malfoy teneva tra le dita la bacchetta di Harry,
con un ghigno beffardo stampato in faccia.
"bene bene" disse la Umbridge soddisfatta "a quanto pare ad Hogwarts non rimarrà più neanche un Weasley"
Malfoy rise e Ginny lo guardò con odio. Oh no, non l'avrebbero espulsa.
La Umbridge cominciò a interrogare Harry. Aveva capito che cercava di
comunicare con qualcuno dell'Ordine, e ovviamente i suoi sospetti
principali erano rivolti verso Albus Silente.
"Non è affar suo con chi parlo" ringhiò Harry.
"Molto bene signor Potter" rispose lei, irrigidita "ha rifiutato di
collaborare con le buone. Non ho altra scelta.. Draco! Chiami il
professor Piton"
Malfoy corse subito fuori dalla stanza. L'ufficio era silenzioso,
apparte i gemiti dei ragazzi imprigionati. Ginny continuava a prendere
a calci la ragazza, visto che le sue braccia erano bloccate. Lei
strinse ancora di più e Ginny temeva che gliele rompesse, ma non si
arrendeva. Draco Malfoy rientrò con Piton.
"Voleva vedermi, Preside?"
"Avrei bisogno di un altro po' di Veritaserum, professore"
"ho finito la mia scorta. Le ho dato l'ultima boccetta per interrogare
Potter. Spero non l'abbia consumato tutto. Le ho detto che bastavano
tre gocce"
La Umbridge arrossì.
"beh, me ne serve altra. Me la può preparare?"
"Certo, ma ci vorrà un mese" rispose Piton.
"Un mese?" strillò lei incollerita. Piton fissava Harry e lui fissava
l'insegnante di ricambio, intensamente. Ginny ci capiva sempre di meno.
Prima che se ne andasse Harry gridò: "Ha preso Felpato! Ha portato
Felpato nel luogo dov'è nascosta!"
Piton affermò di non capire cosa Harry volesse dire, e la Umbridge lo
cacciò via infuriata. Ginny non sapeva se Piton avesse capito, ma a lei
era chiaro ciò che Harry voleva dire.
"Benissimo, non mi rimane altra scelta" mormorò la Umbridge. Tirò fuori
la bacchetta "è lei che mi costringe Potter. Io non vorrei. Mi
costringi ad usare la Maledizione Cruciatus"
A Ginny mancò il respiro
"NO!" gridò Hermione "professoressa.. è illegale"
La Umbridge la ignorò. Aveva un'espressione strana, sembrava euforica.
"Anche madare Dissennatori a Little Whinging è illegale, ma Cornelius ha apprezzato molto..."
"è stata lei?" esclamò Harry.
"Qualcuno doveva agire. Dovevamo chiuderti la bocca. Oggi non riuscirai a scamparla, Potter" disse la professoressa.
"No!" urlò di nuovo Hermione "Harry.. dobbiamo dirglielo!"
"No!" gridò Harry. Ginny non capiva che intenzioni avesse Hermione.
"Tanto te lo tirerà fuori comunque.. a cosa serve resistere?" scoppiò a piangere disperata, coprendosi il volto.
"bene bene" disse compiaciuta la Umbridge e scaraventò Hermione su una
poltrona. Ginny era allibita. Come era possibile che Hermione volesse
tradirli?
Hermione stupì tutti. Si inventò una storia incredibile che parlava di
Silente che aveva commissionato agli studenti la costruzione di una
fantomatica arma da usare contro il Ministero. La Umbridge si bevve la
storia e portò Harry e Hermione fuori da lì, diretti alla Foresta
Proibita.
Era ora di entrare in azione.
Angolo Autrice
Ciao! In questo periodo sono molto veloce a postare.. ho molto tempo
libero! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! grazie a tutti quelli
che mi seguono e a quelli che mi lasciano recensioni: mi danno una
spinta in più! bacioni a tutti
Marty
|
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Capitolo 42 *** Lotta e Fuga ***
cap 42 nvu
Lotta
e Fuga
Malfoy era appoggiato
elegantemente vicino alla finestra, giocherellando con la bacchetta
di Harry. Sorrideva soddisfatto, anche se era un po' risentito dal
fatto che la Umbridge non lo aveva portato con lei, Harry e Hermione
nella Foresta Proibita. Un po' annoiato si voltò guardare i
prigionieri, imbavagliati e bloccati dai Serpeverde.
"Che immagine
pittoresca" disse "Sarà molto bello non avere più tutti
questi Grifondoro in giro per il castello"
"Io sono di Corvonero"
disse Luna, l'unica a non essere nè bloccata, nè imbavagliata.
"è la stessa cosa"
disse Malfoy.
"Non mi sembra"
disse lei, candida "Oh, forse la tua mente è stata attaccata
dai Gorgosprizzi! Sai, quando si avvicinano troppo, le persone
cominciano a non riconoscere sfumature o altre piccole cose. Se
avessi i miei Spettrocoli, potrei dirti se te ne vola qualcuno
vicino"
"ma cosa diavolo stai
dicendo?" ringhiò Malfoy, mentre Ron rideva da sotto il suo
bavaglio.
"Oh, nel numero scorso
del Cavillo mio padre ha pubblicato un articolo dove ne ha parlato
molto chiaramente.."
"Draco, è Lunatica
Lovegood. Dice idiozie dalla mattina alla sera" disse un altro
Serpeverde. Ginny si era riuscita a liberare dal bavaglio.
"Luna non dice idiozie.
Al contrario tuo, Malfoy"
All'improvviso Ron, diede
una gomitata nello stomaco al ragazzo che lo manteneva che lo lasciò
andare per un secondo, ma tanto bastò al ragazzo per sfuggirgli
completamente. Si strappò il bavaglio dalla bocca e tirò fuori la
bacchetta.
"Non provare neanche a
guardare mia sorella" ringhiò, puntandola contro il Serpeverde.
Poi la puntò verso Ginny e schiantò la ragazza che la teneva, così
che anche la sorella fosse libera.
"Grazie Ron!"
Tiger lasciò andare Neville
per intervenire contro Ron che si stava lanciando contro Malfoy, ma
Luna, con un abile incantesimo d'Ostacolo riuscì a salvare il
ragazzo. Neville si tolse anche lui il bavaglio. "Esercito di
Silente!" gridò, con la bacchetta alzata. Intanto un altro
grosso serpeverde cominciò con lui un duello alla babbana, riempendo
il povero Neville di pugni.
"Impedimenta!"
gridò Ginny, lanciando un Incantesimo tanto potente da gettare il
ragazzo su una libreria e farlo svenire. Malfoy, intanto, si era
sottratto alla mira di Ron e gli lanciò alle spalle una Fattura
Gambemolle.
"Codardo, ad attaccare
alle spalle!" gridò Ginny, ma non riuscì a colpirlo con il suo
incantesimo. Nel frattempo, Neville aveva lanciato un potente
incantesimo d'Ostacolo su Tiger, per poi Schiantarlo e Luna aveva
schiantato la ragazza che l'aveva fatta prigioniera.
"Non lasciarli
scappare!" urlò Malfoy all'altro Serpeverde rimasto in piedi.
Draco puntò la sua bacchetta verso Ginny, che si protesse con un
potente Scudo. Intanto Ron si stava occupando insieme a Neville e
Luna del regazzo, che dava però filo da torcere.
"Chissà che fine farà
il tuo caro Potter" sogghignò Malfoy rivolto a Ginny "magari
sarà stato divorato da qualche lupo mannaro nella Foresta.."
"Quanto sei ridicolo
Malfoy" disse Ginny, cercando di Schiantarlo.
"Mi ricordo bene della
tua filastrocca Weasley.. com'era? Occhi verdi di rospo in
salamoia o qualcosa del genere..
che opera d'arte!"
"Ma
ti rendi conto di quanto fai pena?" Non riuscì nemmeno a
Disarmarlo. Era fin troppo agile. Ma lei non demordeva.
"Non
sta insieme a te, eh? Non ti ha voluta.. forse è stato proprio a
causa di quella canzoncina.."
Fu in
quel momento che Ginny usò il suo Incanto migliore, la Fattura
Orcovolante.
"Che
cosa mi hai fatto?" ululò Malfoy, il volto ricoperto di
esserini neri, mentre galleggiava in mezzo alla stanza. Con un colpo
di bacchetta Ginny recuperò quella di Harry, mentre Neville aveva
preso quella di Hermione, da una schiantata Millicent Bulstrode.
"Sei
stata il massimo, Ginny!" si congratulò Ron, mentre la sorella
le dava la bacchetta di Harry.
"Non
abbiamo tempo da perdere, dobbiamo andare nella Foresta" rispose
Ginny, asciugandosi il sangue che usciva da dei graffi che le erano
venuti durante la battaglia.
"Noi
non dobbiamo fare nulla. Andrò solo io"
"Che
cosa? E perchè?"
"Perchè
sì, sono il più grande.."
"Guarda
che ci passiamo solo pochi mesi!" rispose Neville.
"E
mi pare che non hai lottato da solo!" esclamò Ginny.
"Tutti
quanti facciamo parte dell'Esercito di Silente" disse Luna
"abbiamo scelto di lottare"
Ron sbuffò "Ginny,
Luna, voi rimanete qui, siete troppo piccole.."
"Non se ne parla
neppure" rispose Ginny.
"Ci passiamo solo un
anno, Ronald. Sei coperto di Gorgosprizzi anche tu?"
Ron sembrava irritato "E
va bene, venite tutti e tre.. sbrighiamoci!"
*
Non fu facile trovare Harry
e Hermione.
"Ma dove sono finiti?"
esclamò Ron, facendo saltare un cespuglio.
"Qui sembra che ci sia
appena passato qualcuno!" disse Neville, indicando una specie di
sentiero.
"perfetto! Proviamo a
seguire questa traccia" disse Ron. Camminarono per un bel po'.
Ron stava diventando parecchio nervoso.
"Ron, cosa c'è?"
chiese Ginny.
"è che io conosco
questa strada" borbottò Ron.
"E dove porta?"
domandò la sorella.
"In un posto dove il
nostro caro Hagrid ha fatto in modo che crescesse una bella colonia
di Acromantule" rispose lui, con un brivido. Ginny sogghignò:
conosceva bene il terrore che aveva Ron per i ragni.
"Forse l'intenzione di
Hermione era di far divorare la Umbridge da qualche ragno" disse
Ginny.
"Hermione non conosce
quel nido" disse Ron "quando io e Harry siamo andati a
visitare il caro, dolce Aragog lei era pietrificata in Infermieria.
Non capisco..."
Camminarono ancora un po'
finchè non sentirono dei rumori ben poco rassicuranti e delle grida.
"Andiamo, sono loro!"
gridò Ron e cominciò a correre verso il punto da cui provenivano le
urla.
Sentirono degli zoccoli
allontanarsi e poi il silenzio.
"Erano i Centauri!"
esclamò Neville, terrorizzato.
Si sentivano delle voci.
"Non possiamo fare
niente senza bacchette" stava dicendo Hermione "e comuque,
Harry, come pensavi di arrivare fino a Londra?"
"Proprio quello che ci
stavamo chiedendo anche noi" disse Ron, sbucando dai cespugli
insieme agli altri. Harry e Hermione erano l'uno vicina all'altra, in
piedi e all'erta. Il loro aspetto era orribile: i vestiti erano
strappati in vari punti ed erano coperti di sangue.
"Allora" disse
Ron, lanciando la bacchetta a Harry "che cosa avevi in mente?"
"come avete fatto a
liberarvi?"
"Qualche Schiantesimo e
Incantesimo di Disarmo, Neville ha tirato fuoi un bell'Incantesimo di
Ostacolo" rispose Ron "ma Ginny è stata il massimo: ha
sistemato Malfoy con una Fattura Orcovolante superba. Che fine ha
fatto la Umbridge?"
"Un branco di centauri
l'ha portata via" rispose Harry.
"E vi hanno lasciato
andare?" chiese Ginny stupita.
"Non volevano ma li ha
sistemati Grop" disse Harry.
"Chi è Grop?"
chiese Luna.
"Il fratellino di
Hagrid" rispose Ron "Harry cosa hai scoperto dal camino?
Sirius è stato preso da Tu-Sai-Chi oppure..."
"Sì" rispose
Harry "Ma sento che è ancora vivo. Solo che non so come
raggiungerlo in tempo.."
"Beh, volando, no?"
disse Luna con tono pratico.
Harry ne fu molto irritato
"Allora, non faremo nulla, se in quel faremo ti ci metti anche
tu. E comunque Ron è l'unico ad avere una scopa, quindi.."
"Io ce l'ho una scopa!"
intervenne Ginny.
"Sì, ma tu rimani qui"
ribattè Ron.
"Chiedo scusa, ma
quello che succede a Sirius importa anche a me!" rispose Ginny,
decisa.
"Tu sei troppo.."
cominciò Harry ma Ginny lo bloccò "Non sono troppo piccola
Harry, visto che tu avevi tre anni meno di me quando hai lottato la
prima volta contro Tu-Sai-Chi, ed è grazie a me che Malfoy è
bloccato nell'Ufficio della Umbridge.."
"Sì ma.."
"Ricordati che facciamo
tutti parte dell'E.S" ricordò Neville "Era per prepararci
a combattere Tu-Sai-Chi, no? O era solo un gioco?"
"No, certo che no.."
"Allora verremo anche
noi. Vogliamo aiutarti" disse Neville.
"Giusto" annuì
Luna allegramente.
Harry e Ron si scambiarono
un'occhiata.
"va bene, ma tanto non
sappiamo come arrivare a Londra" disse Harry, scoraggiato.
"Non avevamo risolto
già questo problema?" insistette Luna.
"Senti Luna, non so
come volare senza una scopa.."
"Non è l'unico mezzo!"
replicò lei tranquilla.
"Si magari il
Ricciocorno Schiattoso.." borbottò Ron.
"No, il Ricciocorno
Schiattoso non sa volare" rispose Luna "ma loro
sì, e Hagrid ci ha detto che sono ottimi per i lunghi viaggi"
Harry si
voltò di scatto verso il punto indicato da Luna. Anche Neville e
sembrava che vedessero seriamente qualcosa. Ginny si voltò ma non
vide assolutamente nulla.
"Sì"
bisbigliò Harry. Ginny non capiva cosa avessero visto.
"Sono
quelle bestie pazzesche che assomigliano ai cavalli?" chiese Ron
"quelli che non puoi vedere se non hai visto morire qualcuno?"
Ora
Ginny aveva capito: era ovvio, avrebbero usato i Thestral! Hagrid
aveva detto che ce ne erano molti intorno al castello.
"Ce
ne servono tre" disse Hermione, piuttosto decisa anche se molto
scossa.
"Quattro"
la corresse Ginny, accigliata.
"In
realtà, mi pare che siamo sei" aggiunse Luna, tranquilla.
"Non
dire sciocchezze, non possiamo andare tutti" esclamò Harry.
"Perchè
no?" esclamò Neville.
"Guarda
che sei sono meglio di tre. Potremmo aiutarvi" disse Luna.
"Io
voglio salvare Sirius! E non dire che sono troppo piccola, perchè mi
pare proprio di aver dimostrato di sapermela cavare tranquillamente
da sola"
Harry
alla fine si arrese "e va bene" sbottò "venite, fate
come volete, ma devono arrivare altri Thestral..."
Ginny
non si faceva fregare ."Tranquillo che arriveranno" lo
assicurò.
"E
cosa te lo fa credere?" rimbeccò lui, infastidito.
"Te
ed Hermione siete ricoperti di sangue, nel caso non te ne fossi
accorto" disse Ginny "e Hagrid usa carne cruda per
attirarli no?"
Harry
non aveva niente da risponderle, ma si voltò a guardare un punto
nella foresta, e Ginny capì che le sue affermazioni erano esatte.
"D'accordo,
intanto io e Ron prendiamo questi due, voi ed Hermione ci
raggiungete.."
"Io
non resto qui!" protestò Hermione, furiosa. Harry stava facendo
troppo l'eroe per i suoi gusti, pensò Ginny. Erano tutti in grado
quanto lui di affrontare i pericoli!
"Non
c'è bisogno" disse Luna, con un sorriso "se ne stanno
avvicinando altri.."
Harry si
voltò e sbuffò: evidentemente era vero, altri Thestral si stavano
avvicinando.
"E
va bene!" esclamò "Sceglietene uno e salite!"
Harry
toccò qualcosa di invisibile davanti a lui e lo accarezzò. Poi,
goffamente, vi si issò sopra. Vedere un ragazzo a cavalcioni a
mezz'aria era veramente strano. Neville e Luna fecero lo stesso:
Neville molto salì con molta difficoltà, mentre Luna si sedette
all'amazzone con movimenti molto aggraziati su quell'essere
invisibile. Ginny, Ron ed Hermione, ovviamente non sapevano come fare
e Luna si offrì gentilmente di aiutarli. Era strano toccare qualcosa
che non si poteva vedere: aò tatto il Thestral ricordava molto un
cavallo, sicuramente anche nelle dimensioni. Avevano un pelo molto
liscio. Ginny si aggrappò forte a quell'essere che in un attimo
partì. Era velocissimo e gli occhi le lacrimavano. Si strinse ancora
di più al suo destriero. Era incredibile volare a quella velocità e
a quell'altezza senza poter vedere su cosa era! In un attimo si
lasciarono indietro Hogwarts e la foresta, e piano piano le montagne
cominciarono ad abbassarsi e le foreste a diradarsi, sostituite dalle
campagne.
"è
proprio strano!" gridò Ron, ed effettivamente capiva cosa
intendeva: era un viaggio da brividi, qualcosa di mai provato prima.
Ma in realtà preferiva la scopa. La luce del giorno venne sostituita
dal crepuscolo, l'aria si faceva sempre più fredda e Ginny si
sentiva il volto congelato, sentiva le labbra ghiacciata e gli occhi
le bruciavano, ma non osava chiuderli. Senza preavviso il suo
Thestral cominciò una picchiata verso terra e lei vi si aggrappò
ancora più forte. Non vedeva l'ora di essere a Londra, sulla
terraferma. Appena arrivò a terra tirò un sospiro di sollievo. Era
alla destra di Harry, che era appena sceso. Scese giù con tutta la
grazia che si può avere quando si scende da un cavallo invisibile.
Era sollevata. Si ripromise di non riprendere mai più un Thestral.
"E
adesso dove andiamo?" chiese Luna, l'unica che non sembrava per
niente sconvolta, ad Harry.
"Da
questa parte" disse lui e portò tutti ad una vecchia cabina
telefonica.
"dentro!"
esclamò, imperioso. Ginny e Ron ubbidirono subito, poi entrarono
anche Neville, Hermione e Luna. Una voce femminile chiedeva il loro
nome e il loro compito. Harry glieli disse, con una certa fretta, e
diede ad ognuno di loro un cartellino che il telefono aveva stampato.
Ginny guardò il suo: Ginny Weasley, Missione di Salvataggio.
La cabina cominciò a scendere sotto terra, come un ascensore. Si
ritrovarono nell'Atrium, che era deserto. Harry tirò fuori la
bacchetta e attese, prima di uscire.
"Il
Ministero della Magia vi augura una piacevole serata" disse la
voce che prima gli aveva chiesto i nomi. La porta della cabina si
spalancò ed Harry ruzzolò fuori, seguito da Luna e Neville. L'unico
suono che si sentiva era lo scroscio della grossa fontana al centro
dell'Atrium. Le era già capitato di entrare nell'Atrium, insieme
alla mamma, le pareva strano vederlo così vuoto e silenzioso. Le
sembrava strano però: possibile che non ci fosse un guardiano? Era
possibile che erano riusciti ad entrare così facilmente, in un posto
dove di solito le regole erano molto rigide? I sei ragazzi si
avviarono verso i grandi ascensori dalle grate dorate, che
conducevano agli uffici. Entrarono tutti in uno. Ginny non era andata
mai oltre il Secondo Livello, dove c'era l'ufficio del padre. Questa
volta, Harry premette il pulsante numero nove. Scesero molto in
basso, fino a quando l'ascensore si fermò.
"Ufficio
Misteri" li avvertì la solita voce fredda. Il corridoio era
anch'esso deserto. Harry si voltò verso di loro. "Beh, ci
siamo" disse "forse sarebbe meglio.. se qualcuno rimanesse
qui, di guardia.."
Ci
provava di nuovo.
"Anche
se rimanessimo, come facciamo ad avvertirti in caso di pericolo?"
chiese Ginny, inarcando le sopracciglia "potresti essere
ovunque"
"Veniamo
con te, Harry" disse Neville.
"Avanti!"
esclamò Ron. I sei ragazzi si fermarono davanti ad una lucida porta
nera. Quella si spalancò da sola, appena Harry la sfiorò. In
silenzio il ragazzo avanzò, e gli altri lo seguirono, i passi
leggeri come un respiro.
Angolo Autrice
Grazie
mille a tutti quelli che seguono e recensiscono!! mi aiutate sul serio,
poi in questo periodo ho veramente tanta ispirazione! Spero sia
piaciuto anche questo capitolo! Vi avverto già che anche il prossimo
parlerà di lotta, ma credo riuscirò a incastrare tutta la parte del
Ministero in un capitolo solo. Quante cose cambieranno dopo per la
nostra Ginny, eh? Buona lettura, fatemi sapere il vostro parere sul
capitolo!
Bacioni
Marty
|
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Capitolo 43 *** Ufficio Misteri ***
cap 43 nvu
Ufficio Misteri
Erano in una stanza
circolare, con tante porte tutte uguali. Era tutto nero, sia le
pareti che le porte e non c'era altro, nè finestre, nè mobili di
alcun genere.
"Qualcuno chiuda la
porta" borbottò Harry. Neville obbedì e furono nell'oscurità
più totale. L'unica cosa visibili era un gruppo di piccole fiamme
azzurre sulle pareti. Ad un certo punto la stanza cominciò a ruotare
su stessa. Ginny, spaventata, si aggrappò al braccio del fratello,
spaventato quanto lei.
"che cosa succede?"
chiese Ron, non appena la stanza si fu fermata.
"Credo serva a non
farci più trovare la porta da cui siamo entrati" disse Ginny.
"E ora come faremo?"
chiese Neville, agitato.
"Per ora non ha
importanza" disse Harry "dobbiamo solo ritrovare Sirius.."
"Non chiamarlo, però!"
esclamò Hermione, ansiosa, avvinghiata al suo braccio.
"da che parte andiamo?"
chiese Ron.
"Non ne ho idea"
rispose Harry, nervoso "nei miei sogni varcavo direttamente la
porta davanti a me.. entravo in una stanza che.. che scintilla, tipo.
Dobbiamo provarene qualcuna, ma sono sicuro che quando me la
ritroverò davanti la riconoscerò"
Harry si avvicinò alla
porta che aveva di fronte a lui e l'aprì, tenendo la bacchetta
alzata. La stanza che avevano davanti era illuminata ed era lunga e
rettengolare. Era vuota, a parte delle scrivanie e una grossa vasca
di cristallo al centro. Era piena di un liquido verde scuro e dentro
galleggiavano delle cose bianche, forse dei pesci.
"Che cos'è?"
chiese Ron.
"Non lo so"
rispose Harry, facendo capire che non era quella la stanza che
cercavano.
"Pesci?" mormorò
Ginny. Da una parte, ci sperava.
"Larve di Aquavirius!"
esclamò Luna.
"No" disse
Hermione, avanzando per vedere meglio "sono cervelli"
"E a cosa servono?"
"Non lo so.."
"Usciamo di qui"
intervenne Harry "Non è la stanza giusta"
Ritornarono nella stanza
circolare ed Hermione segnò la porta con una X fiammeggiante. Appena
la chiusero la stanza riprese a girare. Harry aprì un'altra porta a
caso. Questa stanza era più grande della precedente ma meno
illuminata. Il centro era concavo ed era circondata da panche di
pietra, come un anfiteatro. Al centro si trovava una piattaforma
rocciosa sulla quale si ergeva un arco di pietra, antico e molto
rovinato, chiuso da una tenda logora. La cosa strana era che la tenda
si muoveva, come scossa da una corrente d'aria, che però, in quella
stanza priva di finestre, non c'era.
"Chi c'è?"
esclamò Harry, saltando su una panca più in basso.
"Attento!" lo
avvertì Hermione. Harry continuò a scendere fino alla piattaforma.
Si era avvicinato al velo, e a quel punto Hermione e Ron scesero di
corsa. Ron aggirò la piattaforma e andò dall'altra parte.
"Harry" chiamò
Hermione "andiamo, questo posto non mi piace" era molto
spaventata. Ginny e Neville erano rimasti più in alto, ma
cominciarono a scendere anche loro. Per quanto spaventata, anche
Ginny non riusciva a staccare gli occhi dall'arco, e provava
l'impulso di avvicinarsi.
"Andiamo, Harry?"
ripetè Hermione, più decisa.
"Sì" mormorò
Harry, senza muoversi "sento delle voci, là dietro. Nessuno le
sente?"
"Io li sento"
disse Luna, ormai di fianco ad Harry "c'è qualcuno là dietro"
"Là dietro?"
ripetè Hermione "è solo un arco, non c'è posto per nessuno, e
non c'è nessuno! Dai Harry, smettila, andiamo via" lo afferrò
per il braccio, ma lui non si mosse.
Ginny non riusciva a
staccare gli occhi dal velo e scendeva sempre di più.. Harry aveva
ragione.. le sentiva anche lei. Erano delle voci, la chiamavano..
Qualcuno la prese per un
braccio e tornò in sè: era Hermione che la stava trascinando verso
la porta.
"Che cosa credi che
fosse?" le chiese Harry.
"Qualcosa di
pericoloso, sicuramente" rispose Hermione, segnando anche quella
porta. La stanza circolare girò di nuovo, ma Ginny era ancora troppo
scossa per farvi caso. Cervelli galleggianti, veli che si muovevano
da soli, stanze che ruotavano.. che cosa li aspettava ancora?
Harry provò ad aprire
un'altra porta, ma era bloccata. Hermione provò ad aprirla con un
incantesimo, ma fu tutto inutile.
"Lasciamo perdere
questa porta" disse pratica e la segnò con una X.
"Chissà cosa c'era"
mormorò Neville.
"Spero non qualcosa di
peggio di ciò che abbiamo già visto" disse Ginny.
"Sicuramente era
qualcosa di peggio" disse Ron.
Harry provò ad aprire
ancora un'altra porta, che si aprì subito.
"è questa!"
esclamò "ne sono sicuro"
"Non
so se esserne contento" sussurrò Neville a Ginny. La stanza era
sicuramente più rassicurante delle altre: brillava e luccicava da
ogni angolo. Una volta abituati alla luce si resero conto di essere
circondati da orologi, sveglie, clessidre e pendoli di ogni genere.
Un costante ticchettio riempiva la stanza. La luce proveniva da una
gigantesca campana di vetro al centro della stanza. Ginny guardò la
campana: al centro esatto c'era un uovo, che si schiudeva e diventava
un piccolo colibrì, per poi ritornare uovo.
"Guardate!"
esclamò, indicando la campana agli altri. Era una cosa
straordinaria, e lei non riusciva a distoglierne gli occhi.
"Muovetevi!"
ordinò brusco Harry.
"Tu
hai perso tutto il tempo che volevi con quell'arco!" replicò
lei, indispettita, ma lo seguì ugualmente.
"è
questa!" disse Harry, indicando un'altra porta. Ginny tirò
fuori la bacchetta, come tutti gli altri. Sentì il cuore accellerare
i battiti. Harry aprì la porta.
*
La nuova
stanza era molto grande, le pareti erano alte come quelle di una
cattedrale, ed era piena di scaffali, contenenti delle piccole sfere
che emanavano una flebile luce. Era più fredda rispetto alle altre,
ed era illuminata da quelle piccole fiammelle azzurre, come nella
stanza circolare. Harry fece qualche passo e sbirciò in un
corridoio.
"La
fila era la novantasette" sussurrò Hermione. Ginny sentiva la
paura invaderla, ma si fece coraggio e avanzò insieme agli altri. Le
file erano numerate e la loro era la cinquantatre. Avavnzarono verso
destra, con le bacchette pronte. L'unico rumore era il loro respiro.
"Novantasette"
disse Hermione. Non c'era nessuno.
"Più
avanti" disse Harry "laggiù in fondo" andarono avanti
ma il posto era deserto.
"Harry"
mormorò Hermione.
C'era
solo il silenzio.
"Potrebbe
essere qui" disse Harry, controllando.
"Harry"
ripeté Hermione.
"Cosa
c'è?" l'aggredì lui.
"Non
credo che Sirius sia qui.."
Nessuno
parlò. Harry teneva lo sguardo basso.
"Harry"
chiamò anche Ron.
"Che
c'è?" ringhiò Harry.
"Hai
visto questa?" chiese, indicando lo scaffale.
"C'è
il tuo nome scritto qua.."
Ron
stava indicando una delle sferette polverose. Si avvicinarono.
"Il
mio nome?" chiese Harry. Un'etichetta polverosa sotto la sfera,
con una data di circa sedici anni prima, diceva:
S.P.C a A.P.W.B.S
Oscuro Signore
e (?) Harry Potter
"che ci fa il tuo nome
laggiù?" chiese Ron. La faccenda si faceva sempre più
preoccuapante e Ginny aveva l'orrenda impressione di essersi cacciati
in un guaio più grande di loro.
"I nostri nomi non ci
sono" insistette Ron. Ginny alzò gli occhi al cielo: è
normale, lui è Harry Potter, no? Quale nome, meglio del suo, poteva
stare in un luogo come quello, e accanto a quello di Tu-Sai-Chi, per
giunta?
"Harry non toccarla"
esclamò all'improvviso Hermione.
"Perchè no? C'è il
mio nome, giusto? Perciò mi riguarda.."
"Non farlo Harry"
esclamò Neville, terrorizzato.
"C'è il mio nome"
ripetè Harry. Avvicinò le mani alla sfera, e la circondò con le
dita. Ginny trattenne il respiro. Ma non accadde nulla. Gli si
avvicinarono, per esaminare quello strano oggetto.
All'improvviso, una voce
strascicata e familiare risuonò alle loro spalle.
"Molto bene, ragazzo.
Ora voltati lentamente e dammela"
*
A Ginny sfuggì un gemito di
terrore: dodici figure nere li puntavano con le loro bacchette. I
ragazzi si strinsero, sfoderando anche le loro.
"dammela Potter"
disse la voce, che Ginny riconobbe per quella di Lucius Malfoy
"dammela"
"dov'è Sirius?"
chiese Harry. I Mangiamorte risero.
"L'Oscuro Signore sa
sempre tutto!" esclamò una voce femminile.
"Dammi la profezia
Potter" insistette Malfoy, a voce bassa.
"Voglio sapere dov'è
Sirius!"
"voglio sapere dov'è
Sirius" gli fece eco la
donna, con una vocetta infantile e fasidiosa. I Mangiamorte si
strinsero intorno a loro.
"Lo
avete catturato" disse Harry "è qui"
La
strega lo sbeffeggiò di nuovo, facendo ridere gli altri Mangiamorte.
"non
ancora.." sentì sussurrare Harry, presumiblimente a Ron.
"ma
sentitelo! Dà gli ordini agli altri mocciosi, come se avessero
qualche speranza contro di noi.." esclamò la donna.
"Oh
Bellatrix, tu non conosci Potter" Disse Malfoy, con un ghigno
"Potter adora fare
l'eroe!"
Gli altri Mangiamorte risero.
"Adesso piantiamolo con i giochi, Potter, e dammi la Profezia"
"Voi avete preso Sirius" insistette Harry "è qui, lo
so"
"è ora che impaari la differenza tra i sogni e la realtà"
disse Malfoy "Dammi la profezia, o useremo le maniere forti"
Quindi quella sferetta polverosa era una profezia?
"Noi siamo pronti" disse Harry, alzando la sua bacchetta.
Anche loro fecero la stessa cosa. I Mangiamorte, però, non li
colpirono, nonostante Ginny si aspettasse un attacco.
"Dammi la profezia, e nessuno si farà male" insistette
Lucius Malfoy, anche se sembrava che stava per perdere la pazienza.
Harry rise.
"Se io vi do questa profezia voi ci lascereste andare? Come se
niente fosse, eh?"
"Accio
profez..." gridò
un Mangiamorte ma Harry si protesse con un Sortilegio Scudo.
"Oh, sa giocare il piccolo Potter" disse la strega, con
quella vocetta infantile "bene.."
"No, TI HO DETTO DI NO!" urlò Lucius Malfoy "Se la
rompi..."
Per i Mangiamorte quella profezia era fondamentale. Era solo per
quella che ancora non li avevano attaccati. La donna si tolse il
cappuccio e Ginny riconobbe la strega che aveva visto sulla Gazzetta
del Profeta, quella evasa da Azkaban: Bellatrix Lestrange aveva lo
stesso volto scavato e occhi folli, incorniciato da ricci ribelli
corvini.
"hai bisogno di farti convincere?" mormorò, diretta ad
Harry "benissimo" esclamò "prendete la più piccola,
che guardi mentre la torturo" gli occhi folli si poggiarono
proprio su di lei, così come quelli degli altri Mangiamorte. Strinse
la bacchetta: era pronta a combattere. Gli altri le si erano stretti
attorno e Harry le si parò davanti.
"Se vuoi attaccare uno di noi, dovrai distruggere questa
profezia, e non credo che il tuo capo sarà molto contento, no?"
Bellatrix non distoglieva lo sguardo da lui, furibonda.
"allora, spiegatemi di che profezia si tratta" disse Harry,
tranquillo. I Mangiamorte rimasero stupiti.
"Come di che profezia.." esclamò Bellatrix "Stai
scherzando, vero Potter?"
"No" rispose Harry "Perchè Voldemort ci tiene tanto?"
Un mormorio rabbioso di diffuse tra i Mangiamorte.
"Tu osi.." sussurrò Bellatrix.
"Già, non ho problemi a dire Vol.."
"Zitto!" gridò Bellatrix "Non osare pronunciare il
suo nome, con le tue luride labbra di Mezzosangue.."
"Guarda anche lui è un Mezzosangue, non ve lo ha detto?"
Hermione emise un gemito spaventato. Anche Ginny si rendeva conto che
Harry stava giocando con il fuoco.
"Suo padre era un Babbano, anche se la madre era una strega.."
"STUPEF.."
"BELLA, NO!"
Malfoy bloccò la strega, e mandò l'incantesimo su uno scaffale. Si
spaccarono molte sfere, dalle queli uscirono figure evanescenti, che
sussurravano.
"NON ATTACCATE!"
"Come ha osato.."
"ABBIAMO BISOGNO DI QUELLA PROFEZIA"
Le figure evanescenti sparirono e così i loro mormorii.
"Allora, ancora non mi avete spiegato cos'ha di tanto speciale
questa profezia" disse Harry.
Stava cercando di guadagnare tempo.
"Non giocare con noi, Potter" ringhiò Malfoy.
"Non sto giocando!" esclamò Harry.
"Silente non ti ha mai detto che il motivo per cui hai quella
cicatrice è nascosto qui dentro?"
Era veramente lì? Era per quella stupida sfera che Voldemort dava la
caccia ad Harry?
"Ecco perchè non ti sei mai precipitato qui.."
Ginny sentiva dei movimenti alle sue spalle.
".. mi sembrava strano.." continuava Lucius Malfoy.
"Quando
Harry dice ora" le
bisbigliò Neville.
"Ma davvero?" stava chiedendo Harry.
"..spacca gli scaffali"
"Perchè dovevo prenderla io?"
"solo gli oggetti della profezia possono toccarla, e ovviamente
il Signore Oscuro non può piombare nel Ministero, anche se questo
continua ad ignorare il suo ritorno.."
"E a cosa gli serve una profezia su di me?"
"Su entrambi.. non ti sei chiesto come mai il Signore Oscuro ha
tentato di ucciderti quando eri solo un neonato?" Harry rimase
in silenzio, evidentemente rifletteva sulle parole del mangiamorte.
Ginny si teneva pronta.
"qualcuno ha fatto una profezia su Voldemort e me?" ripetè
piano "E mi ha fatto venire a prenderla per lui?"
"Molto bene Potter, il Signore Oscuro sa che non sei uno
scioc.."
"ORA!" urlò Harry.
Ginny gridò "REDUCTOR!" come fecero anche gli altri. Colpì
lo scaffale in pieno e le sfere cominciarono a ruzzolare giù, tutte
insieme, rompendosi e facendo uscire quelle figure perlacee. Cominciò
a correre più in fretta che poteva, a fianco a lei vedeva solo Luna
e Ron.
"Stupeficium!" sentì gridare Hermione, ma non si voltò
per vedere se l'incantesimo aveva fatto centro, cercava solo di
correre più veloce che poteva.
"Correte!" urlò Ron, superando lei e Luna. Videro una
porta davanti a loro e vi si tuffarono dentro.
"Dove sono gli altri?" esclamò Ginny, non vedendo Harry,
Hermione e Neville.
"Non lo so.. spero stiano bene.." disse Ron. Sentirono dei
passi dietro la porta.
"Stanno arrivando!" gridò Ginny, terrorizzata e in quel
momento la porta si spalancò e loro ricominciarono a correre.
"Di qua!" urlò Luna e aprì un'altra porta e vi si
buttarono dentro. Gridarono: in quella stanza non c'era nè pavimento
nè gravità ed erano tutti sospesi in aria.
"Dove siamo finiti?" esclamò Ron.
Intorno a loro c'era solo il buio e delle sfere colorate che
galleggiavano come loro.
"é il Sistema Solare!" esclamò Ginny "Sono i
pianeti!"
All'improvviso la porta si aprì e quattro Mangiamorte si
precipitarono dentro.
"Sono laggiù!" gridò uno di loro.
"Stupeficium!"
gridò Ginny e ne schiantò uno.
"Ci sa fare la mocciosa!" esclamò un altro, cercando di
colpirla a sua volta, ma con scarso successo: Ginny schivò con
agilità il colpo, galleggiando verso Nettuno.
Vide Luna cercare di disarmarne un altro.
Un mangiamorte nuotava verso Ginny.
"Piccola, te non mi scappi.." e la puntò con la bacchetta.
"NO!" ruggì Ron "EXPELLIARMUS!"
Il Mangiamorte perse la bacchetta e guardò il ragazzo in cagnesco.
"PIETRIFICUS TOTALUS!" gridò Luna e ne pietrificò uno che
tentava di attaccarla.
Un altro, con un movimento rigido id Bacchetta colpì Ron con un
raggio arancione. Lui rimase immobile per qualche secondo.
"Ron!" gridò Ginny. Non poteva essere..
All'improvviso il ragazzo ridacchiò.
"Ooooh, stiamo galleggiando nello spazio.. ahahah..."
era diventato strano, lo sguardo era folle.
"Uuuuh guarda sorellina... quello è Giove.. quello è Marte...
ahahahah..."
"Ron che cosa ti sta succedendo?"
Luna cominciò a duellare conl'ultimo mangiamorte rimasto, e lo
Schiantò.
"Cosa gli è successo?"
"Lunatica.. ciao Lunatica.. ahahah.. guarda lì c'è la Luna..."
"Ginny, attenta!" gridò Luna. Ginny si voltò: il
Mangiamorte Disarmato le aveva afferrato la caviglia.
"Tu adesso vieni con me, ti useremo per convincere Potter"
ghignò l'uomo.
"No!" gridò Ginny, scalciando.
"Reductor!" urlò Luna, puntando verso Plutone. Ma sbagliò
la mira. Ginny sentì un dolore fortissimo alla caviglia, ma almeno
il mangiamorte, per lo spavento, l'aveva lasciata.
"PIETRIFICUS TOTALUS!" gridò Luna e pietrificò anche lui.
"Ginny.. Ginny scusa, come stai?" esclamò la ragazza,
avvicinandosi all'amica che non riusciva a parlare per il dolore.
"Dobbiamo andarcene da qui.. cercare gli altri.." mormorò
Ginny.
"Ti aiuto io!" disse Luna, passandosi un braccio della
ragazza sulla spalla. Ron galleggiava allegramente attorno ai
pianeti.
"Ron vieni con noi" disse Luna.
"Uuuuh, c'è Mercurio, c'è Urano..."
"Ron, dobbiamo muoverci"
"Ciao Lunaticaaa.. ahahah stiamo volando.. ahahah"
"RON, SMETTILA DI FARE IL CRETINO E VIENI CON NOI!" urlò
Ginny.
"ooooh, la piccolina si è arrabbiata, no no no Ginny, non si
urla, mamma lo dice sempre.."
Ma le seguì, anche se fu difficile tenerlo dietro. Qualcosa di scuro
gli usciva dalla bocca e Ginny si accrse orribilmente che era sangue.
Cosa avevano fatto a suo fratello? Sarebbe tornato normale?
Spalancarono una porta e si ritrovarono nella stanza dei Cervelli.
"Ron!" gridò Harry "Ginny! State tutti bene?"
"Harry" disse Ron, ridacchiando "Come sei buffo.."
Harry era confuso "Ginny.. cosa è successo?"
Ginny non ebbe la forza di rispondere e scivolò a terra, ansimando e
stringendosi la caviglia.
"credo se la sia rotta.." disse Luna e spiegò ad Harry
come erano andati i fatti.
"Dobbiamo andare via di qui" disse Harry "Luna porta
Ginny, io porterò Ron.."
Luna annuì e fece per prendere Ginny, ma lei non voleva essere di
peso a nessuno e protestò, dicendo che poteva tranquillamente
camminare. Si alzò in piedi ma barcollò e Luna la prese al volo.
"No Ginny, non puoi" disse Harry, prendendo Ron "Ora
andiamo via di qui.."
Si avvicinarono ad una porta quando se ne aprì un'altra e sbucarono
fuori tre Mangiamorte, guidati da Bellatrix Lestrange.
"Prendeteli!" gridò e si scagliarono verso di loro.
I ragazzi si tuffarono nella porta e la sigillarono.
"Li abbiamo in pugno!" gridò un Mangiamorte al di là
della porta.
"Aiutatemi a sigillare tutte le porte!" urlò Harry. Luna e
Neville si affrettarono, Ginny non poteva muoversi ed era a terra.
All'improvviso una porta si spalancò e Luna venne schiantata. Erano
rimasti solo Harry, lei e Neville.
"Prendete Potter!" strillò Bellatrix.
"Ehi Harry, in questa stanza ci sono un sacco di cervelli, lo
sapevi? Ahahah.."
"Levati di mezzo Ron.."
"Guarda,
non sono buffi? Accio
cervello"
"Ron, no!" gridò Ginny. Il cervello schizzò fuori dalla
vasca e si librò verso Ron mentre cominciavano ad uscirne dei
tenatcoli colorati.
"guarda Harry, toccalo, è stranissimo... ahahah.."
"NO!" gridò Harry, inorridito "non farlo!"
troppo tardi: i tentacoli avevano cominciato a ricoprire le braccia
del ragazzo.
"No, non mi piace.. basta.." borbottava Ron, mentre Harry
cercava di aiutarlo.
"Soffocherà!" gridò Ginny, terrorizzata. Poi vide un
Mangiamorte che la puntava e uno zampillo rosso che usciva dalla
bacchetta. Non fece in tempo a proteggersi che tutto fu buio, e lei
cadde giù, nell'oscurità.
*
"Ginevra, mi senti?" qualcuno la teneva per le spalle. I
suoi occhi faticavano a riaprirsi e il suo corpo era tutto un dolore.
Cosa era successo?
"Sì" mormorò lei.
"Non posso fare nulla per la caviglia ora, ma ci penserà Madama
Chips.. dov'è Harry?"
"Io.. io non lo so"
"Restate qui. Non vi muovete per nessuna ragione."
Ginny aprì gli occhi: era Silente che la sosteneva.
"Fermi qui. Qualcuno vi verrà a riprendere" disse e uscì
dalla stanza.
"Luna! Stai bene?" esclamò Ginny voltandosi verso l'amica,
che era sdraiata ancora per terra.
"Insomma.." rispose lei. Ginny si guardò intorno: Ron
ridacchiava ancora in un angolo, Hermione era ancora svenuta e i
cervelli galleggiavano ancora pigramente nella loro vasca. Al di là
della porta si sentivano i rumori della battaglia. Ginny fece per
alzarsi ma era tutto inutile: doveva solo aspettare che qualcuno li
venisse a prendere. All'improvviso si spalancò la porta ed entrò
Bellatrix, con un sorriso folle sulle labbra. Corse verso l'altra
estremità della stanza, ignorando i ragazzi a terra. La porta si
riaprì ed entrò Harry il suo volto una maschera di rabbia.
Bellatrix scagliò una maledizione e la vasca dei cervelli si
rovesciò e inondò la stanza del liquido verde. I cervelli cercarono
di attaccare Harry ma lui se ne liberò con un "wirgardium
leviosa" Con un balzo superò Ginny e Luna e ignorò Ginny
che cercava di chiamarlo. Non aveva occhi che per Bellatrix e i due
uscirono dalla stanza, lasciandoli di nuovo soli. Si riaprì la porta
e Ginny si aspettava altri Mangiamorte, invece erano Lupin e Neville.
"Neville!" esclamò sollevata "stai bene, sei vivo!"
"Voi come state?" chiese l'ex professore.
"Hermione non si è più risvegliata" disse Ginny, con le
labbra che tremavano "Ron e lì, ma si comporta in modo strano e
Luna è a terra, ma sta bene, parla.."
"Tu come stai?"
"Io.. bene credo.. mi ha risvegliata il professor Silente, ma ho
la caviglia rotta, almeno credo"
Lupin le tastò gentilmente la caviglia. Ginny emise un gemito di
dolore.
"Sì, è rotta, ma Madama Chips te l'aggiusterà in un attimo"
guardò Ron e Hermione "cosa è successo a quei due?"
"Sono stati i Mangiamorte, sono stati colpiti da qualche
incantesimo.." Lupin andò subito da Hermione.
"è viva ma è stata colpita da un potente Sortilegio Oscuro.
Madama Chips potrà fare qualcosa anche per lei, non credo ci sia
bisogno del San Mungo.. vi riportiamo ad Hogwarts.."
"Come vanno le cose là fuori?"
"Abbiamo catturato tutti i Mangiamorte, ma Bellatrix è
scappata.."
"è passata di qui, insieme ad Harry"
"Silente è andato a recuperarlo. Stai tranquilla Ginny"
"ma cosa è successo? Perchè Harry era così arrabbiato?"
Lupin sospirò e chinò il capo.
"Bellatrix Lestrange ha ucciso Sirius" mormorò, con voce
rotta. Ginny sentì gli occhi riempirsi di lacrime ma non pianse.
Serrò le labbra con forza e non disse nemmeno una parola. Lupin le
mise un braccio attorno le spalle. Ginny vide una lacrima scivolargli
sulla guancia incavata. Poi arrivarono gli altri dell'Ordine: c'era
Kingsley, Malocchio Moody e una Tonks piuttosto scossa.
"Vi riportiamo al castello" mormorò Tonks, accarezzando la
testa di Ginny.
"Ma Harry.."
"Harry vi raggiungerà tra poco. È con Silente" disse
Kingsley. Malocchio le tese un vecchio cappello.
"é una passaporta" disse sbrigativo "prendetela.. la
ragazza svenuta la porteremo noi"
"Vengo con voi io" disse Tonks. Ginny, Luna, Neville, Ron e
Tonks si aggrapparono al vecchio cappello. Ginny provò il famigliare
strappo vicino all'ombelico e in un secondo si ritrovò
nell'Infermieria di Hogwarts, dove li aspettava Madama Chips.
"mettetevi a letto, voi tre" disse sbrigativa a Luna, Ginny
e Neville. Con un colpo di bacchetta sisetemò la caviglia di Ginny e
riparò il naso di Neville.
"Tu, vieni qui con me" prese Ron e lo sistemò su un altro
lettino. Frugò nell'armadietto dei medicinali e gli diede una
pozione. Appena la bevve il ragazzo tornò normale. Madama Chips gli
applicò uno speciale unguento sulle vesciche provocate dal cervello.
"Dormirete tutti qui stanotte" ordinò la donna. Poco dopo
arrivò Lupin con Hermione svenuta e l'Infermiera si occupò di lei,
in un area riservata. Sopraffatti dalla stanchezza, e forse anche a
causa di un intruglio alla camomilla che gli aveva rifilato Madama
Chips, i quattro ragazzi caddero in un sonno profondo.
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Capitolo 44 *** La Seconda Guerra Comincia ***
44
La Seconda Guerra Comincia
La mattina dopo Ginny, Luna
e Neville poterono già lasciare l'infermieria. Ron e Hermione
dovevano rimanere lì ancora un po'. Hermione si era svegliata da
poco e loro, prima di lasciare l'Infermieria, volevano vederla.
"La prego Madama Chips,
solo per cinque minuti!"
"No, quella ragazza ha
subito un attacco Oscuro molto pericoloso! È ancora troppo debole,
potrete venire a trovarla più tardi" i tre ragazzi furono
costretti a tornare nel castello.
"Sembra che manchiamo
da una vita" disse Ginny.
"Mentre invece sono
passate meno di ventiquattro ore" disse Neville.
"Quante cose sono
cambiate, in così poco tempo" sospirò Luna. Entrarono in Sala
Grande, che sicuramente era piena per la colazione.
"Ehi! Sono loro!"
gridò qualcuno.
"Erano con Potter al
Ministero!"
Ginny, Luna e Neville
rimasero sbalorditi nel vedere una folla di gente accerchiarli.
"Ginny! Ginny!"
Demelza, Miriam e Aisleen le saltarono addosso, in un unico
abbraccio.
"eri sparita, non ti
abbiamo visto tornare in dormitorio.." disse Miriam.
"Non sapevamo chi
avvertire, senza la McGrannit.." esclamò Aisleen.
"Ci hanno detto che
eravate al Ministero.." disse Demelza.
"Ehi, lasciateli
respirare! Scommetto che stanno morendo di fame!" esclamò Dean
Thomas, mentre abbracciava Neville. Andarono ai loro tavoli, Ginny e
Neville a quello di Grifondoro e Luna a quello di Corvonero.
Cominciarono a raccontare ciò che era successo, ma la Gazzetta del
Profeta li aveva preceduti.
"E così è tornato"
mormorò Calì.
"Potter ha sempre detto
la verità" disse Anthony.
"Io non avevo dubbi!"
esclamò Colin.
Dopo la colazione Ginny,
Neville e Luna tornarono in Infermieria. Hermione stava molto meglio
e le raccontarono tutto ciò che era successo mentre era svenuta.
Alla notizia della morte di Sirius scoppiò a piangere.
"è orribile"
mormorò Ginny.
"Harry come sta?"
chiese appena si fu ripresa.
"Non lo abbiamo ancora
visto" disse Neville.
"Credo che oggi verrà
qui" disse Luna.
Più tardi Harry venne a
trovarli. Sul suo volto parevano essere trascorsi cent'anni di
dolore. Era seduto sul letto di Ron e ascoltava in silenzio Hermione
che leggeva la Gazzetta del Profeta.
"Ora non scrivono più
che sei un pazzo visionario, eh?" commentò Hermione, dopo aver
letto ad alta voce l'ennesimo articolo sul ritorno di Voldemort.
Harry annuì senza dire una parola. Nei suoi occhi si leggeva una
profonda tristezza.
"Infatti ora non fanno
che riempirti di complimenti!" esclamò Ron, mangiandosi la
dodicesima cioccorana, presa dall'enorme pacco che gli avevano
mandato Fred e George. Ne prese un'altra manciata e ne passò
qualcuna a Ginny e Neville. Ginny scartò la sua ed estrasse la
figurina. Morgana. Ne aveva almeno quindici di lei, da piccola era la
sua preferita. Mise la figurina in tesca e staccò con un morso la
testa della rana.
"Allora" chiese
Hermione, chiudendo il gionale "che succede a scuola? Novità"
la domanda era rivolta a Ginny, Luna e Neville.
"Vitious ha eliminato
in un attimo la palude di Fred e George" disse Ginny "Ma ne
ha lasciato un pezzettino.."
"Perchè?"
"secondo me l'ha
lasciata come monumento a Fred e George" esclamò Ron, con la
bocca piena di cioccolato.
"Ron, mastica prima di
parlare, ti prego" lo rimproverò Hermione, disgustata. Ginny
sorrise.
"quindi con il ritorno
di Silente è tornato tutto alla normalità?" riprese Hermione.
"Già" rispose
Neville.
"Gazza non è molto
felice" disse Luna.
"già" bisbigliò
Ginny "dice che la Umbridge era la cosa migliore che fosse
capitata ad Hogwarts!"
Si voltarono tutti verso un
lettino poco distante dai loro: la Umbridge era seduta e fissava il
vuoto, con aria persa. I vestiti e i capelli erano ancora tutti in
disordini, pieni di foglie e macchiati di terra. Chissà cosa le
avevano fatto i Centauri, nella Foresta Proibita!
"Madama Chips dice che
è sotto shock!" sussurrò Hermione.
"Secondo me sta solo
tenendo il broncio" disse Ginny, con un sorriso molto alla Fred
e George.
"Reagisce, però, se
fai così" disse Ron e imitò il suono degli zoccoli dei
cavalli. Subito la donna si guardò intorno terrorizzata. Hermione e
Ginny sghignazzarono, cercando di nascondersi sotto le lenzuola.
"A proposito di
centauri, che farà Fiorenzo?" chiese Ron.
"Insegnerà insieme
alla Cooman" rispose Luna.
"Anche se sarebbe bello
sbarazzarci di quella vecchia impostora e della sua inutile materia"
esclamò Ron.
"Come fai a dire una
cosa del genere? Dopotutto, abbiamo scoperto che esistono vere
profezie.."
Hermione si interruppe e
guardò Harry, che si era voltato dalla parte opposta.
"Peccato che si sia
rotta" mormorò la ragazza.
"Già" concordò
Ron "ma almeno neanche Tu-Sai-Chi saprà mai.. ehi, Harry, dove
vai?"
Harry si era alzato in piedi
e si era avviato verso la porta.
"vado a salutare
Hagrid. Dovrebbe essere tornato" disse, con tono incolore.
"oh, va bene!
Salutacelo tanto" disse Hermione. Harry agitò la mano in segno
di saluto e uscì. Hermione sospirò.
"Non l'ho mai visto
così a pezzi" disse.
"Ci credo! Sirius era
tutto ciò che gli rimaneva della sua famiglia" disse Ron.
"Scusate, ma
esattamente, che rapporti aveva Harry con Sirius Black?" chiese
Luna.
"Era il migliore amico
dei suoi genitori e il suo padrino. Tutte le accuse fatte su di lui
erano false" spiegò Ginny.
"E non aveva niente a
che fare con la musica" domandò Luna. Tutti la guardarono.
"No.. non credo.."
disse Hermione.
"Mmm, devo dirlo a
papà" disse Luna, pensierosa "sai, credavamo che lui e
Stubby Boardman fossero la stessa persona, invece.."
Tutti la ignorarono, anche
se ad ognuno sfuggì un sorriso.
*
Nemmeno ventiquattro ore e
tutto era cambiato. La McGrannit era tornata, un po' malandata, ma
era di nuovo lì e i Grifondoro l'avevano accolta festante. L'aria ad
Hogwarts era in generale più serena, con si nuovo Silente alla sua
guida e Hagrid era stato accolto come un eroe da gran parte degli
studenti, che erano soprattutto Grifondoro. Miriam Cohen e Anthony
Goldstain si erano lasciati, perchè, a detta di lei lui era troppo
noioso, e a detta di lui, lei era troppo rompiscatole.
"E sono vere entrambe
le cose!" commentò Demelza, sghignazzando.
Il misterioso cavaliere di
Grace non era stato rivelato e lei e il fratello si parlavano ancora
a monosillabi, quando si parlavano. Anthony era ancora offeso per la
reazione spropositata avuta da John e da come era stato trattato.
John, dal canto suo, non rivolgeva la parola neanche a lui, sebbene
si fosse dichiarato innocente.
"Non si fida di Anthony
e per me ha ragione" disse Miriam "l'ho sempre detto che
tra quei due c'è qualcosa"
Ma Grace ed Anthony non
sembravano particolarmente affiatati insieme, anzi, Ginny non li
vedeva insieme da una vita. Ma la cosa le interessava di meno di
prima. Oltre ad alcune cose cambiate, molte erano rimaste le stesse:
Calì e Lavanda non facevano altro che spettegolare, Lee Jordan
faceva un po' il cascamorto e un po' l'amico con le tre Cacciatrici
di Grifondoro e i Serpeverde e i Grifondoro continuavano ad odiarsi
reciprocamente. Il mondo andava avanti come se nulla fosse, ma in
quella manciata d'ore tutto era cambiato: nubi nere si intravedevono
all'orizzonte.
"se siamo insieme nulla
può farci del male" era Luna, che le si era avvicinata, insieme
a Neville.
"è vero" mormorò
Ginny, sorridendo all'amica "nessuno deve rimanere più solo"
Guardò i due amici: non
godevano di molto rispetto a scuola e non avevano molti amici, ma
Ginny sentiva che, da quel momento in poi, qualcosa li legava tutti e
tre, così come erano legati Harry, Ron ed Hermione. Nessuno doveva
più rimanere solo.
"possiamo essere un
trio anche noi" disse.
"Facciamo una promessa:
che qualunque cosa succederà ci sarà sempre l'uno per l'altro"
esclamò Neville.
"Ottima idea Neville"
disse Luna allegra.
"Ci sto!" esclamò
Ginny.
Nessuno sarebbe rimasto più
solo. Ora più che mai, avevano bisogno di essere uniti.
*
Passando davanti la
biblioteca, vide una figura solitaria, che non si stava godendo il
sole estivo come il resto della scuola. Dean Thomas sedeva da solo ad
un tavolo, ricurvo su qualcosa. Ginny si avvicinò di soppiatto e
sbirciò oltre le larghe spalle del ragazzo. Non stava studiando. Era
chino su un grande foglio bianco e stava disegnando qualcosa.
"Cosa disegni?"
gli sussurrò nell'orecchio la ragazza.
"Ciao Ginny"
bisbigliò lui, sorridendole. Ginny gli si sedette accanto.
"è solo uno schizzo"
mormorò lui "è il Lago Nero. Ho delle sorelle più piccole che
non hanno poteri magici e mi sentono sempre parlare del castello e
della magia, e vorrebbero tanto vederlo. Così, in questi anni, ho
fatto qualche disegno.."
"Sei molto bravo"
disse Ginny, colpita.
"Grazie" rispose
lui "in realtà questo non è un granchè, le sfumature non sono
fatte bene, e le proporzioni.."
"per me è perfetto"
disse lei. Silenzio. Ginny e Dean erano molto vicini.
"So cosa è successo al
Ministero" mormorò Dean "sei stata molto coraggiosa"
"grazie, ma era mio
dovere andare"
"Già.. al posto tuo
avrei fatto lo stesso"
Ginny prese la mano del
ragazzo. Lui la guardò sorpreso.
"Ti ho pensato molto,
ultimamente" disse, guardandolo negli occhi "Non so se è
il momento giusto oppure no. Però mi piaci. E non credo ci siano
momenti giusti, per queste cose, quindi.."
Dean si avvicinò al suo
volto.
"Quindi?"
"Quindi.."
Lo baciò. Lui rispose al
bacio con dolcezza.
*
Tornarono
alla torre di Grifondoro, mano nella mano. Non voleva più
nascondersi. Che Ron la vedesse pure, lei lo avrebbe tranquillamente
affrontato. Gli eventi appena trascorsi l'avevano fatta diventare più
forte di quanto già non lo fosse. L'aver avuto la morte ad un passo
le aveva fatto capire l'importanza della vita e delle piccole cose
quotidiane: non voleva perdersi più nulla.
"Peccato
che ora arriva l'estate" disse Dean "mi sarebbe piaciuto
stare ancora qui con te"
Ginny
sorrise "abbiamo ancora tre giorni"
"troppo
pochi" sospirò il ragazzo.
Dean le
fece vedere altri suoi disegni: ne aveva una cartella piena e a lei
faceva piacere guardarli. Quando era piccola amava anche lei
disegnare, ma non era mai stata brava quanto Dean. La sua scrivania
da bambina era sempre stata piena di fogli e di colori. Ma amava di
più scrivere e infatti aveva sempre tenuto un diario segreto, fino
alla disavventura con Tom Riddle. Lo disse a Dean.
"Io
disegno da sempre, ma un'altra cosa che ho sempre amato è il
calcio!"
"Il
calcio?" chiese Ginny.
"Sì..
è uno sport Babbano, è come per voi il Quidditch.."
partì
in quarta a spiegare le regole del calcio e Ginny era molto
interessata.
"Certo,
il Quidditch è sicuramente più divertente ed emozionante, ma devi
vedere i Babbani in uno stadio di calcio"
"Mi
piacerebbe vedere una partita! Anche se mi sembra un po' noioso.."
"No,
è divertentissimo! Poi se calcoli che i Babbani non hanno scope
magiche.."
"Ah
già! Devono accontentarsi di quello che hanno!"
"Esatto!
Se un giorno venissi da me ti insegnerei! Anche le mie sorelle
adorano il calcio, gliel'ho insegnato io, potresti conoscerle"
"Quanti
anni hanno?"
"sono
entrambe più piccole di me, ma non hanno poteri magici, o almeno non
per ora.. comunque la più grande, Daisy ha tredici anni, Jade dieci,
mentre la più piccola, Martah, ha cinque anni"
"E
nessuno delle due ha poteri magici?"
"No,
o almeno nessuna ne ha mai manifestati.. per Daisy e Jade è tardi,
forse Martah, ma non lo so.. i miei sono entrambi Babbani"
"Quindi
tu sei l'unico ad avere poteri magici?"
"A
quanto pare, sì"
Dean le
stava molto simpatico. Le sarebbe piaciuto davvero andare da lui
l'estate, conoscere le sue sorelle e i suoi genitori, giocare a
calcio e a Quidditch. Chissà se quell'estate sarebbe stato
possibile!
La mamma
le aveva scritto, a lei e Ron, dopo essere stata informata di ciò
che era accaduto al Ministero. Oltre ad averli rimproverati ed
essersi accertata che stessero bene li aveva rassicurati anche sul
fatto che quell'estate l'avrebbero passata alla Tana, visto che ormai
Grimmould Place non era più un luogo sicuro.
"Provaci
a venire da me. Solo un giorno. Due mesi sono lunghi" le aveva
sussurrato Dean, un pomeriggio che avevano passato da soli.
"Ci
proverò" rispose lei "te lo prometto"
"Potrei
venire io" suggerì Dean. Ginny sorrise "meglio di no. Sai
che ho sei fratelli maggiori, no? Ti schianterebbero non appena ti
siedi a fianco a me!"
"Già"
ridacchiò Dean "ma io so difendermi!"
"Charlie
alleva draghi e Bill è uno Spezzaincantesimi. E poi ci sono Fred e
George che sono.. Fred e George. E Ron, lo conosci. Chi vuoi
affrontare per primo?"
"Mmmm,
non lo so.." disse lui e la prese tra le braccia, stringendola
con dolcezza "per ora preferisco pensare al presente.."
La
baciò. Con dolcezza e con forza. Ginny rispose al bacio. Con
sincerità e con scioltezza. Accarezzò i suoi corti capelli corvini,
facendo scendere la sua mano fino alle spalle. Lui fece scendere le
sue lungo la schiena di lei, stringendola ancora di più al suo
corpo.
*
L'ultimo
giorno di scuola era arrivato. Ginny e le sue compagne di dormitorio
stavano preparando i loro bagagli, nella confusione più totale.
"Ash,
questo è tuo?"
"Dem,
quelli sono miei!"
"Ma
che dici? Sono miei!"
"No,
cara, nell'etichetta c'è scritto il mio nome"
"Ginny,
hai visto le mie scarpe?"
"Saranno
sotto al letto con tutte le altre"
"Sei
un disastro, Dem!"
Una
volta finiti i bauli il dormitoio aveva un aspetto più vuoto e più
triste. "Ci vediamo l'anno prossimo, caro, vecchio letto"
disse Demelza.
"Meno
male che la Umbridge se ne è andata! Quest'anno è stato terribile"
disse Miriam.
"Già!
L'anno prossimo tornerà tutto come prima" commentò Ginny.
"Ginny,
mi hanno detto che hai una nuova fiamma" disse Miriam,
maliziosa.
"Di
già?" esclamò Aisleen, sorpresa.
"Come
fai a saperlo?" chiese Ginny.
"Cara,
ormai dovresti saperlo, ho le mie fonti. E so anche chi è il ragazzo
in questione.."
"mmm..
sentiamo"
"Il
nostro caro Dean Thomas, quinto anno Grifondoro. Me lo ha detto
Seamus"
"Allora,
è vero?" chiese Demelza.
"già!
Ma ci frequentiamo da un po', solo che ufficialmente stiamo insieme
da due giorni" confessò Ginny.
"Quante
cose sono successe nella tua vita in tre giorni, Gin! Tra il
Ministero, la fine di un anno e un nuovo ragazzo!" commentò
Aisleen. L'inizio di una nuova era, disse Ginny, nei suoi
pensieri.
*
Mancava
poco al banchetto e Ginny scendeva da sola. Sulla scala tra il terzo
ed il secondo piano, un altro incontro l'attendeva. Lee Jordan.
"Non
ti sei più fatta vedere" le disse.
"Gli
eventi mi hanno travolta" rispose lei.
"Già.
Ho saputo. So anche che ti sei fatta valere"
"Modestamente"
"Sei
la degna sorella dei tuoi fratelli" sorrise lui.
"Sono
anche meglio di tutti loro. Forse tranne di Bill e Charlie"
rispose lei. Si appoggiò alla ringhiera, accanto a lui. Le scale
cominciarono a spostarsi, collegandoli ad un altro corridoio.
"Quanto
mi mancherà questo posto" mormorò Lee.
Ginny
gli prese una mano e la strinse, solidale. Lui ricambiò la stretta.
"Ho
aspettato Lee. Avevi ragione, non ero pronta. Ma ora lo sono"
mormorò Ginny "Sto con Dean Thomas"
Lee non
rispose.
"Sei
veloce, a riprenderti." disse poi.
"sai"
disse Ginny, esitante "quando ho comprato la mia bacchetta, da
Olivander, mi disse di cosa era fatta. Piuma di fenice e quercia. E
mi disse che le fenici hanno il potere di rinascere dalle proprie
ceneri. Forse sono un po' come la fenice. Mi riprendo in fretta e
divento più forte di prima"
"beh,
sei anche rossa, quindi della fenice riprendi anche i colori"
disse lui, ironico, facendo sorridere la ragazza.
"Sono
pronta davvero, Lee"
Lui si
voltò verso di lei: il suo sguardo scuro era duro e fiero. Deciso.
"Lo
so. L'ho sempre saputo" sussurrò lui. Si avvicinò al suo viso.
Lei non si mosse, e non distolse gli occhi dai suoi. Forte e decisa,
come sempre. Lee sentiva il profumo dei suoi capelli, lo stordiva. Si
avvicinò ancora di più. Lei non chiuse gli occhi. Le loro labbra si
sfiorarono. Di nuovo. Ma lei era immobile. Lee si allontanò da lei.
"Spero
che non ti faccia soffrire. E che sia quello che cerchi" le
disse, con un sorriso.
"Lo
spero tanto anche io"
Lee le
accarezzò i capelli. "Non accontentarti mai, Ginny" le
disse. Poi le diede le spalle e se ne andò.
*
Chissà quando ci
rivedremo Ginny. Chissà se sarà tutto uguale. Chissà se sarai
davvero innamorata di qualcuno. Chissà se io sarò ancora innamorato
di te.
Non mi accontenterò mai,
Ginny. Seguirò il mio cuore in ogni mia scelta. Spero che anche tu
farai così.
Spero che troverai
qualcuno che ti faccia provare ciò che io provo per te.
Spero che ti farà
sorridere come ti farei sorridere io.
Spero che sarete felici.
Spero di esserlo anche
io.
*
Era
strano essere di nuovo tutti lì, sul binario del treno diretto a
Londra. La locomotiva scarlatta li attendeva lì, come ogni anno,
sbuffando nuvole di vapore bianco.
Sul
treno Ginny non stette su un vagone fisso. Si divese un po' tra i
suoi compagni di corso, Dean e Hermione e gli altri.
"Ginny,
quest'anno non vogliamo scuse: devi venire da noi!" le ordinò
John. Grace brillava per la sua assenza nello scompartimento, così
come brillava il silenzio di Anthony.
"Ci
proverò ragazzi, ma non sarà facile" promise Ginny,
consapevole di essere già al secondo invito quell'anno. Anche Dean
le ribadì il suo invito.
"Mi
mancherai un sacco"
"Dean,
stiamo insieme solo da qualche giorno!"
"Magari
fossero stati di più"
"Magari
quando mi conoscerai meglio mi detesterai"
"Mmmm,
non vedo l'ora di scoprirlo"
I baci
di Dean erano morbidi e avevano il sapore del miele.
"Mi
scriverai?"
"certo!
Ron mi presterà Leo, il gufo di famiglia non è affidabile"
"Ah,
quel piccolo gufetto.."
"L'ho
chiamato io così!"
"Immaginavo"
Dopo un
po' si separarono e Ginny andò da Hermione, Harry e gli altri e
rimase fissa lì. Harry e Ron giocarono un bel po' con gli scacchi
magici, Neville accarezzava la sua Mimbulus Mimbletonia, Ginny
leggeva l'ultimo numero del Cavillo, regalatole da Luna, e Hermione
leggeva, come sempre in quel periodo, la Gazzetta del Profeta.
"Non
è ancora cominciata, ma manca poco.." mormorò tetra.
"Ehi,
Harry!" bisbigliò Ron, rivolto al suo migliore amico,
accennando al vetro della porta. Cho Chang e la sua amichetta spiona
stavano passando proprio lì davanti. Appena incrociò gli occhi di
Harry abbassò lo sguardo e fuggì via.
"Quindi,
come vanno le cose tra voi due?" chiese Ron.
"Non
vanno. Ci siamo lasciati"
"io..
ho sentito che si vede con un altro" disse Hermione cauta,
guardando Ginny. Era stata lei a riferirle la notizia. Harry non
sembrava addolorato. Anzi, pareva abbastanza indifferente alla
notizia.
"Beh,
meglio per te Harry. Ti serve una ragazza più allegra!"
commentò Ron. Per una volta suo fratello diceva qualcosa di
azzeccato.
"Sarà
allegra con qualcun altro" rispose Harry, con una scrollata di
spalle.
"Con
chi esce, adesso?" chiese Ron ad Hermione.
"Con
Micheal Corner" rispose Ginny con semplicità.
"Cosa?"
esclamò Ron, guardandola "ma non ci uscivi tu?"
"L'ho
mollato. Era diventato così musone dopo la sconfitta di Corvonero,
che l'ho mollato e lui è corso a consolare Cho" La realtà era
un po' più complicata, ma era meglio tacere. Ron era felicissimo
della notizia.
"ben
fatto Ginny" esclamò "l'ho sempre detto che era un
imbecille! Basta che la prossima volta.. scelga.. ehm meglio"
"Beh,
ho scelto Dean Thomas, ti sembra meglio?" disse lei, mentre era
risprofondata nella lettura del Cavillo.
"Che
cosa?" esclamò il fratello. Ginny non gli badò.
La
stazione di King's Cross arrivò puntuale come sempre. Sulla banchina
la mamma, il papà, Fred, George e un gruppo dell'Ordine li
aspettavano con un sorriso.
"Ron,
Ginny" esclamò la madre, abbracciandoli forte. Ginny ricambiò
la stretta calorosa della madre e poi corse a salutare gli altri.
"Ti
portiamo noi il baule sorellina" disse Fred.
"Ron
può tranquillamente portarselo da solo"
"Mi
siete mancati!" esclamò Ginny abbracciandoli. Era bello essere
di nuovo in famiglia.
Angolo Autrice
Sono
tornata! Allora, vi è piaciuto questo capitolo? Io ho amato l'ultimo
incontro tra Lee e Ginny.. sono così adorabili insieme, mi sto
innamorando di questa coppia! Per quelli a cui piace, vi avverto che
sto scrivendo una piccola Fic, di un solo capitolo, su loro due! Spero
vi piacerà!
Allora,
abbiamo finito con L'Ordine della Fenice e ci avviciniamo al Principe
Mezzosangue. Quante cose attendono la nostra Ginny!
Un grazie di cuore a chi recensisce e segue!
A presto
Marty
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Capitolo 45 *** Troppe Donne ***
cap 46 nv
Troppe Donne
Finalmente si erano
ristabiliti alla Tana: dopo la morte di Sirius, Grimmould Place non
era più un posto sicuro, visto che il parente di Sirius più
prossimo era proprio Bellatrix, sua cugina in primo grado, e quindi,
per varie leggi magiche, la casa poteva essere diventata sua.
"Non ne siamo sicuri"
aveva detto Arthur "ma il rischio è troppo grosso"
Tornare alla Tana aveva reso
felici tutti quanti: dopotutto, casa è sempre casa. Oltretutto, la
casa si era svuotata: Bill e Charlie mancavano già da molto, Percy
non si faceva più vedere lì dall'anno prima e i gemelli avevano
affittato un appartamento che condividevano a Diagon Alley, sopra il
loro negozio di scherzi. In più loro padre aveva ricevuto una
promozione, portando altra gioia nella famiglia.
"Meno male! Un po' di
soldi ci servivano!" esclamò Ron.
"Perchè non ci
prendiamo una bella vacanza?" suggerì Ginny.
"Grande idea!"
commentò Ron.
"Andiamo al mare!"
"Ragazzi, non
esageriamo adesso.." disse Arthur, bonario "io devo
lavorare, il Ministero è nel caos.."
"..e poi non mi sembra
il momento di pensare alle vacanze! Ora che Voi-Sapete-Chi è
tornato.."
disse Molly.
"era così per dire!"
disse Ron. I due ragazzi non insistettero.
Un'altra notizia arrivò
qualche giorno dopo, attraverso un gufo dall'aria elegante. Fu Ginny
ad intercettarlo, stupita e prese il rotolo di pergamena che esso
portava. Era legato da un nastrino di raso, rosa. "Mamma, c'è
una lettera strana qui" urlò la ragazza. La signora Weasley
entrò anche lei in cucina e guardò sospettosa il gufo e la sua
posta.
"Dai, aprila"
disse alla figlia che srotolò la curiosa lettera.
"è la calligrafia di
Bill!" esclamò Ginny.
"Leggi ad alta voce,
tesoro" disse Molly, mentre cominciava a preparare la colazione.
"Cari mamma, papà,
Ron e Ginny,
Come state? Io sono qui,
a Parigi con Fleur, siamo stati parecchio impegnati con la banca ma
finalmente ci hanno dato un po' di riposo. La buona notizia è che
siamo di ritorno in Inghilterra, visto che dovremo lavorare a Londra
per un po'. E qui c'è una notizia ancora più grande: io e Fleur
verremo alla Tana per un po', visto che ormai si è un po' svuotata.
Vi dobbiamo dare una grande notizia!
A tra poco.
Vostro Bill "
Ginny lesse inorridita le
ultime righe.
"Dammi qua"
esclamò Molly, strappando la lettera dalle mani della figlia. La
lesse in fretta anche lei e poi si sedette, con il volto enormemente
preoccupato.
"Oh no" mormorò
"troppi 'noi'. Troppo entusiasmo"
"Troppi 'Fleur'"
disse Ginny "perchè la vuole portare qui a casa?"
Fleur e Bill si erano
conosciuti qualche anno prima ed avevano cominciato ad uscire insieme
l'anno scorso.
"non se la vorrà
sposare?!" strillò la ragazza.
"Ginny, non alzare la
voce. Certo che non se la vorrà sposare! Ti pare! Stanno insieme da
così poco.."
"E perchè la vuole
portare a casa? Non l'ha mai portata finora"
"Per farcela conoscere!
Comunque non l'abbiamo mai vista"
"Vista sì, purtroppo"
borbottò Ginny.
"Beh non giudichiamo
prima di conoscere!" disse in fretta Molly, mentre friggeva una
quantità industriale di salsicce. Ginny stava già giudicando la
ragazza dal nastrino rosa e la pergamena profumata. E non le piaceva.
E quel profumo di lavanda le faceva schifo.
*
"Avremo un ospite tra
un po'" esclamò Ginny, entrando all'improvviso nella camera di
Ron.
"Ehi, Ginny, sei
impazzita? Mi sto vestendo!" urlò un Ron in mutande. Ginny alzò
un sopracciglio.
"Sei mio fratello e le
tue mutande non mi interessano"
"Beh, allora bussa, la
prossima volta!"
Ginny si sedette sul letto
del fratello, mentre il ragazzo si finiva di vestire.
"Comunque, Hermione mi
ha scritto anche a me, arriva la prossima settimana"
"Non mi riferivo a
lei.."
"E chi allora? Harry
deve stare ancora un po' dai suoi zii.."
"Neanche a lui"
"E allora chi? Quella
Miriam o Demelza, le tue amiche? Oppure" esclamò, diventando
rosso "non avrai intenzione di invitare Dean, vero? Beh, non te
lo permetterò. E neanche papà. Non ci provare Ginny, o io.. io"
"Calma, Ron non è il
mio ragazzo che deve venire, ma la ragazza di Bill"
Ron spalancò i suoi occhi
celesti. Aveva sempre invidiato quegli occhi chiari.
"N-non vorrai d-dire.."
"Fleur Dealcour. Già,
la francesina che hai provato ad invitare al Ballo del Ceppo e che ha
declinato l'invito senza una parola e con questa espressione"
disse Ginny, assumendo un'espressione disgustata. Ron le tirò un
cuscino, che lei schivò con facilità, rosso come un peperone.
"I-io.. i-io.."
"beh, io ti ho
avvertito! Mamma ha già preparato la colazione, ti conviene
sbrigarti a scendere" disse Ginny e scese giù in cucina.
"Ron si è svegliato?"
chiese Molly.
"Sì, si stava
vestendo, adesso scende"
"Gli hai dato la
notizia?"
"Sì. Dove dormirà
Fleur? Con Bill?"
"Con Bill? Certo che
no! Mica sono sposati!" esclamò Molly, indignata.
"Pensi che Bill non
abbia mai dormito con lei? Ha già convissuto con delle ragazze!"
disse Ginny. La madre arrossì "Beh, non in casa mia"
"Andiamo mamma.."
"Io e tuo padre non
abbiamo mai dormito insieme prima del matrimonio" disse lei.
"Sì, erano altri
tempi, secoli fa, ora le cose
sono un tantino diverse, pensi che lui e Fleur non abbiano mai
fatto..."
"Ginny!
Ti sembrano cose di cui parlare!" esclamò Molly, imbarazzata
"ora smettiamola con questi discorsi ed aiutami ad
apparecchiare, spero che Ron si sbrighi a scendere"
Ron
scese poco dopo e cominciarono a fare colazione.
"Allora,
dove sistemeremo Fleur?" chiese Ginny.
"Eh
già, dove la mettiamo?" chiese Ron a bocca piena.
"In
camera di Percy" rispose Molly.
"Mmmm,
è molto vicina a quella di Bill e Charlie.." disse Ginny,
maliziosa. Molly le lanciò un'occhiataccia.
"E
quando verrano Harry e Hermione? Hermione verrà tra poco."
disse Ron.
"Beh,
Hermione potrà dormire con me, come sempre" disse Ginny.
"E
per Harry.. Beh, potremmo sistemare la camera di Fred e George. Ormai
non abbiamo più problemi di spazio" disse Molly, con una nota
di malinconia.
Dopo la
colazione Ron e Ginny andarono sulla collina, a fare una piccola
partita di Quidditch uno contro uno. Ginny pensò che solo poco tempo
fa' lei non aveva il permesso di giocare con i suoi fratelli. Le
sembrava un secolo fa.
*
Fleur
e Bill arrivarono in tarda mattinata, mano nella mano. Fleur aveva un
enorme baule blu, lucido, che la seguiva, ad un palmo da terra. I
capelli biondi, quasi argentati, erano legati in un elegante chignon.
Ron la fissava inebetito. Anche il signor Weasley aveva
un'espressione un po' estatica. Ginny pestò un piede al fratello, in
modo che tornasse in sè.
"Oh
Bill, tesoro mio, sei tornato!" esclamò Molly, abbracciando il
figlio.
"Ciao
mamma!" esclamò il ragazzo "mamma, papà, Ron, Ginny, lei
è Fleur"
"Enchantèe"
disse Fleur.
"Entrate,
entrate, sarete stanchi" esclamò Arthur, facendoli entrare in
casa.
"Fleur
alloggerà nella vecchia camera di Percy" disse Molly a Bill,
che in un colpo di bacchetta fece sparire il grosso baule.
"Tu
devi essere Jinnì, la
sorollina di Bill"
disse Fleur, sorridendo verso Ginny "Sei très jolie!
Molto graziosa" le disse dandole un buffetto sulla guancia.
Ginny sentì Ron trattenere una risata.
"E
tu sei Ron. Mi ricordo di te, al Torneo Tremaghi. Eri nel lago con la
mia sorollina
Gabrielle"
"Eh
già" disse Ron, imbarazzato.
"E
sei anche amico di Errì.
Dov'è lui?"
"è
ancora dai suoi zii, ma arriverà presto" disse Arthur.
"Oh,
sono molto felisce di
rivedrlo. È molto corascioso,
ha salvato Gabrielle, anche se non era suo ostascio"
disse la ragazza. Ginny roteò gli occhi alla faccia di Ron che
l'ascoltava inebetito. Sarebbero state delle lunghe settimane.
*
Ginny
adorava Bill con tutta sè stessa. Era sempre stato così. E anche
lui adorava lei. In fondo era la sua sorellina, l'unica in mezzo a
tutti quei ragazzi. Fin da piccola aveva sempre odiato le fidanzate
di Bill, tranne Lena, quella che aveva in Egitto. Le era dispiaciuto
che si erano lasciati, l'avrebbe tollerata come cognata. Ma Fleur era
insopportabile. Da
quando suo fratello era arrivato non era mai potuta stare un po' da
sola con lui. Voleva raccontargli un po' di cose, della sua avventura
al Ministero, dell'esito degli esami, di Dean.. ma niente, Fleur gli
stava appiccicata come una cozza.
A cena
la signora Weasley cercò di dare il meglio di sè, tirando fuori i
suoi piatti migliori, ma lei mangiò pochissimo, cosa che irritò
Ginny, non sapeva neanche lei bene il perchè. Forse perchè aveva
l'aria.. disgustata?
"Jinnì"
la chiamò ad un certo punto. Ginny si voltò verso la donna, con un
sorriso forzato.
"Come
fai a mongiare queste
cose!" esclamò "sono troppo pesonti
per una ragazza"
Tutti
guardarono stupefatti Fleur: Ginny era sempre stata quella che
mangiava di meno in famiglia e anche in quel caso aveva davanti a sè
un piatto normale, quindi nessuno capiva l'appunto di Fleur.
"Dovresti
mongiare di meno. Una
ragazza non deve mongiare
queste cose. Non hai paura di ingrassore?
Io a sedisci anni non
mangiavo così. A questa età bisogna stare attenti alla forma"
Ginny si
stava innervosendo.
"Non
ho mai avuto paura di ingrassare" rispose.
"Ginny
ha sempre avuto un fisico molto snello, Fleur. E non ha mai mangiato
tanto" intervenne la signora Weasley.
"E
poi Ginny è una sportiva. Mi hanno detto che sei entrata nella
squadra di Quidditch di Grifondoro, vero?" disse Bill, facendole
l'occhiolino.
"Già!
Cercatrice, ho sostituito Harry!"
"Il
Quiddisch è uno sport
poco femminile e pericoloso" proclamò Fleur "Ti verranno
delle gambe enormi Jinnì"
Ginny stava per rispondere a tono quando la madre le ordinò di
prendere il dolce, probabilmente per salvare la serata. Dopo il
dolce, sul quale ebbe nuovamente da ridire la bella francese, lei e
Bill si alzarono in piedi, mano nella mano.
"Mamma,
papà, Ron e Ginny" disse Bill "dobbiamo fare un annuncio,
anche se avremmo preferito che ci fossero tutti.."
"Tutti
chi, Bill?"
"Intanto
ci aggiungiamo noi due! È rimasta la torta, ma'?"
Fred e
George erano comparsi in giardino e andarono a salutare subito Bill e
Fleur, per poi sedersi con il resto della famiglia.
"Bene..
ora che siamo un po' di più.. Fleur e io dovremmo farvi un annuncio"
Ginny e
la madre si lanciarono una breve occhiata, molto significativa.
"Ci
sposiamo! L'anno prossimo!" disse, con un enorme sorriso,
stringendo Fleur, sprizzante di gioia anche lei.
"Che
splendida notizia, Bill! Tanti auguri!" esclamò Arthur, andando
ad abbracciare la futura nuora.
"Auguri,
Bill!" esclamò Ron, dando una pacca al fratello.
"Ti
sei incasinato la vita, Bill" esclamò George.
"Comunque
tanti auguri!" disse Fred.
Ginny
fissava il bicchiere davanti a lei. Vide sua madre assumere un
sorriso molto finto per andare ad abbracciare i futuri sposi. La
ragazza cominciò a sparecchiare. Non voleva quella ragazza stupida
nella sua famiglia. Suo fratello meritava di più. Molto di
più. Una più intelligente, più simpatica. Ok, era bella, non
poteva negarlo. Bellissima. Ma era anche odiosa. Non glielo avrebbe
permesso.
*
Fleur
aveva rapidamente invaso la casa. Non solo la camera di Percy che ora
odorava di lavanda e rose, ma tutto il resto. Aveva lasciato un libro
di ricette leggere francesi in cucina, un implicito invito alla
signora Weasley a cambiare il suo menù, cosa che non era accaduta:
Molly aveva infatti ignorato il libro e continuava a farlo con
estrema naturalezza. Ma Fleur non si era fermata alla cucina e alla
stanza che le era stata assegnata, aveva invaso anche il bagno. Una
mattina Ginny non aveva più trovato nè i suoi prodotti nè quelli
della madre ma solo un milione di boccette dai nomi francesi. Sì
trattenne dallo spaccarle con un incantesimo e si diresse in camera
di Fleur.
"Fleur?
Posso entrare?"
"Uh?
Sì Jinnì, ontra"
Ginny entrò e trovò Fleur che si studiava il viso allo specchio.
"Non
trovo più le mie cose in bagno. Ma in compenso ho trovato le tue."
disse, cercando di controllare la rabbia.
"Oh,
quelle? Ma perchè usi quelle cose? Devi usare altri prodotti per la
perle, usa i miei.."
"No,
Fleur. Dove sono le mie cose?"
"Ma
non sono di qualità"
"Non
mi interessa. Per favore, dimmi dove sono"
"Nello
scaffale in basso. Il vostro bagno è petite,
non c'è spasio per le
mie cose. Ma dovresti curare di più la tua pelle.."
Ginny
non l'ascoltò e uscì dalla camera, diretta a passo di marcia in
bagno. Prese tutti i prodotti della loro ospite e li spostò, di
malgrazia, sulla finestra e rimise le sue cose al loro posto. Oltre
ad impossessarsi degli spazi, Fleur cercava di cambiare le abitudini
della famiglia Weasley e criticava tutto e tutti. Per lei il giardino
era troppo grande, la cucina troppo grassa, si faceva colazione
troppo presto e si cenava troppo tardi, gli gnomi erano volgari e le
galline antiestetiche. E poi criticava pure le persone della casa, ma
soprattutto Ginny e Molly. "Non lo fascio
per cattiveria, i miei sono solamonte
consigli" si giusticava. La signora Weasley si mostrava
paziente, ma Ginny no. Non la sopportava e glielo dimostrava. E il
fatto era che lei e sua madre se la dovevano sorbire ogni giorno,
visto che suo padre stava tutto il giorno al ministero e Bill alla
Gringott. E Ron non era di aiuto, visto che appena la vedeva perdeva
la facoltà di parlare.
"sei
contenta di averla come nuora, eh?" stuzzicava Ginny la madre.
"Ginny!"
la rimproverava lei.
"Jinnì,
secondo me quella maglia è troppo da maschio, dovresti mettere
qualcosa di più femminile.."
"Jinnì
sei così carina, très
jolie, veramonte.."
La
trattava come se fosse la sua sorellina minore! Ma lei non aveva
undici anni e non aveva intenzione di essere sua amica. Voleva che
Bill cambiasse idea, che ragionasse. Ma non aveva mai il modo di
parlare da sola con lui.
"Ehi,
Ginny, c'è posta per te" Ron le porse un voluminoso rotolo di
pergamena "chi è?" chiese, sospettoso.
"Non
sono affari tuoi" rispose tranquillamente Ginny.
"è
Dean, riconosco il suo gufo!" esclamò Ron.
"Esci
fuori! Voglio leggere la sua lettera in pace"
Spinse
fuori il fratello e chiuse la porta. Finalmente qualcosa di buono!
Srotolò svelta il rotolo di pergamena che ne rivelò un secondo. Lo
prese e rimase senza fiato: era un disegno. Un grande acquarello che
la ritrarreva. Era lei, seduta sulla riva del lago con aria persa nel
paesaggio, e un piede che sfiorava l'acqua immobile. Era bellissimo.
Dopo averlo contemplato prese l'altra pergamena, che era una lettera
scritta con la piccola calligrafia di Dean.
Cara Ginny,
come stai passando le
vacanze? Io sono qui, a casa con i miei genitori e le mie sorelle.
Non mi diverto moltissimo, ma sto bene. Mi manchi tu, ovviamente.
Sarebbe bellissimo se potessi venire, anche solo per un giorno. Le
mie sorelle non vedono l'ora di conoscerti, soprattutto Daisy e Jane,
quelle più grandi, che già parlano di te come loro cognata! Perchè
non provi a convincere i tuoi a lasciarti venire? Anche solo per un
pomeriggio (anche se mi piacerebbe che restassi per la notte..), solo
per stare un po' insieme! So che sarà difficile, visto la situazione
che si è venuta a trovare, con Tu-Sai-Chi e i Mangiamorte che semino
terrore da tutte le parti! Ma tu.. provaci! Alla fine, la mia è una
famiglia babbana, non dovremmo correre troppi pericoli!
Spero ti piaccia il mio
disegno! L'ho fatto pochi giorni prima di lasciare Hogwarts, ti avevo
visto lì sul lago e non ho potuto a meno di farlo.
Ti penso spessissimo, e
non vedo l'ora di vederti. Mi manchi.
Rispondimi presto, tuo
Dean
Ginny
ripiegò la lettera con cura e la mise in uno dei suoi cassetti. Ne
aprì un altro dove prese un rotolo di Magiscotch e attaccò il
magnifico disegno vicino al letto. Le mancava Dean, come le mancava
Hogwarts in generale! Non vedeva l'ora di tornarci.
*
Hermione
sarebbe arrivata il giorno dopo e Ginny era molto felice di avere con
sè la sua amica, con la quale avrebbe passato le ore a sparlare di
Fleur, o Flebo, come l'aveva soprannominata.
"Questa
situazione non mi piace" borbottò Ron.
"Eh
sì, non la sopporto più neanche io, quella è una vera vacca"
disse Ginny.
"Non
mi riferivo a Fleur!" rispose Ron.
"E
a chi?" chiese la sorella.
"Siete
troppe!" esclamò lui. Ginny lo guardò, non capendo. "Siete
troppe donne! Per la prima volta sono in minoranza.. Te, mamma, Fleur
ora anche Hermione.. mi farete impazzire!"
"Quanto
sei stupido!" rispose la ragazza, stizzita.
"Cambiando
discorso.. chi ha fatto quel disegno in camera tua?" chiese Ron.
"Io"
rispose Ginny, sapendo benissimo che il fratello aveva riconosciuto
lo stile di Dean.
"Non
è vero, è stato Dean!"
"Se
lo sai perchè me lo chiedi?" chiese Ginny.
"Quando
lo ha fatto?"
"Gli
ultimi giorni ad Hogwarts.. è bravo, vero?"
"sì,
bravissimo, ma per averlo fatto deve averti guardato parecchio.."
Sì, il
disegno di Dean era praticamente perfetto dalle pieghe del vestito
alle sfumature di rosso dei suoi capelli. Ma era anche vero che era
estrememente dettagliato: aveva disegnato addiritura lo smalto che
aveva alle unghie dei piedi, la cicatrice che le era rimasta sulla
caviglia dopo la lotta al Ministero e il microscopico neo che aveva
sulla mano destra da quando era nata. In effetti, Ron aveva ragione:
doveva averla osservata parecchio per aver fatto un disgno così
perfetto.
"beh,
Dean è un grande osservatore e ha occhio per i dettagli, come tutti
gli artisti" lo giustificò Ginny.
"Sì,
ma la smettesse di guardare troppo mia sorella" borbottò Ron, a
denti stretti. Ginny alzò gli occhi al cielo: con Ron era una causa
persa.
*
Rimanevano
spesso in casa solo lei, la mamma, Ron e Fleur. Bill e Arthur erano
sempre al lavoro o in giro per l'Ordine. A quanto pareva, invece, la
Gringott aveva concesso un lungo periodo di pausa a Fleur.
"Probabilmente
perchè non la sopportano neanche lì" aveva commentato Ginny,
mentre era da sola con la madre. Molte volte Arthur e Bill non
rientravano nemmeno per l'ora di cena. Molly era molto tesa e nervosa
quando il marito e il figlio non avvertivano che tardavano. Ma era
comprensibile che la donna fosse molto nervosa, lo erano tutti in
quel periodo: le cose erano cambiate molto e in fretta. La Tana era
ormai un via vai di membri dell'Ordine, e ogni volta che arrivava
qualcuno doveva essere identificato con una domanda segreta. Il
vecchio orologio in cucina, che aveva una lancetta per ogni membro
della famiglia, le aveva posizionate tutte su pericolo mortale,
e ciò non serviva ad alleggerire la tensione.Molly sfogava la sua
tensione sull'unica figlia femmina, che l'ascoltava pazientemente. In
realtà era perennemente preoccupata anche lei, ma aveva i nervi più
saldi della madre. Fleur invece canticchiava allegra, camminando a
passo di danza e lasciando una scia di lavanda e rosa ad ogni suo
passaggio.
"Almeno
mette un po' di felicità" la giustificava Ron.
"Posso
cuscinare io questa sera, signora!" si era proposta
Fleur, una sera che erano solo loro e Bill e Arthur tardavano.
"Ti
ringrazio, cara, ma preferisco pensarci io" le aveva
risposto Molly, nervosa come sempre.
"Ma
io volio fare qualcosa!"
"Fleur,
non ti preoccupare.." intervenne Ginny. Era una sera che Molly
era particolarmente agitata. Non si era fatto sentire nessuno
tutto il giorno "vieni di là, magari potresti darmi una
mano.." disse, trascinando Fleur fuori dalla cucina, cercando di
inventarsi qualcosa da fare. Ogni sera andava così.
*
Ginny
non riusciva a dormire. Papà non era tornato. Neanche Bill. L'attesa
era frustrante. Non era abituata a tutto quello. Alla mamma che
faceva cadere i piatti, a Ron che scriveva lettere ogni giorno,
a cenare senza papà, a dover fare quelle stupide domande di
riconoscimento. Non era nemmeno abituata ad avere un'altra donna in
famiglia in realtà. Se doveva essere così era contenta di non avere
sorelle. Perchè Bill aveva scelto quella cretina? Bill era.. Bill!
Il migliore da sempre!
"Oh
Bill, sei tornato!" era la mamma. Ginny scattò in piedi. Accese
la luce e uscì dalla sua stanza, a piedi nudi.
"Passata
bene la giornata? Fleur dorme?"
"Sì,
dormono tutti.. io vi ho voluto aspettare.."
"Non
dovevi preoccuparti. Papà sarà qui a momenti"
"Ti
riscaldo il pollo, caro"
"Grazie
mamma, ci voleva proprio, ho una fame da lupi"
Faceva
freddo, e Ginny non se la sentiva di scendere senza un maglione. Così
tornò in camera a prendere una felpa.
"..caro,
volevo parlarti di una cosa.."
"Dimmi
mamma. Ti ascolto"
Ginny si
fermò all'inizio delle scale, la felpa di Bill addosso.
"Volevo
parlarti di Fleur.."
"è
splendida, non è vero? È una ragazza meravigliosa, sono fortunato
ad averla trovata..."
Cretino,
pensò Ginny.
"Sì,
è proprio una bella ragazza, tesoro, ma.. sei sicuro che..insomma,
che sia adatta a te?" chiese Molly. Ginny trattenne il fiato.
Bill non rispose.
"Insomma
Bill, hai sempre frequentato molte ragazze, molte ragazze bellissime
e intelligenti.. e non sono mai durate tanto, e mai nessuna ce l'hai
presentata come fidanzata.."
"Questa
volta è diverso. Fleur è diversa. Io sono diverso" rispose
Bill, piano "ci frequentiamo da molto tempo.."
"tesoro,
un anno non è niente.."
"Fleur
non è una delle tante" disse Bill, fermo "la stimo
moltissimo, è una ragazza formidabile e sono certa che è la ragazza
adatta a me"
"siete
così diversi.."
"Già
mamma siamo diversi ma lei è perfetta. Stiamo bene insieme e
l'estate prossima ci sposeremo"
"Bill,
fate le cose in fretta perchè c'è la guerra e avete paura di non
avere tempo.. ti capisco benissimo, è stato così anche ai miei
tempi, le coppie non aspettavano.."
"Come
te e papà"
"Voi
non siete come me e papà! Io e papà siamo fatti l'una per l'altro,
voi non avete niente in comune!"
"L'ho
portata qui per farvela conoscere! Tu non le dai una possibilità!
Sei superficiale mamma, e la stai giudicando troppo in fretta. Ma
fattene una ragione: l'anno prossimo io e Fleur ci sposeremo, che ti
piaccia o no!"
"Ci
sono tante ragazze più adatte a te! Pensa a Tonks.."
"Tonks
è simpatica e le voglio bene ma io amo Fleur! Amo lei e voglio
passare la mia vita con lei. Adesso vado a dormire, e non voglio più
sentire questi discorsi!" sentì i passi pesanti di Bill salire
le scale e Ginny si fiondò in camera sua, per non farsi scoprire. Si
mise subito a letto, senza togliersi la vecchia felpa. Era fatta.
Bill non avrebbe mai lasciato Fleur. Si sarebbero sposati. Quella
strega glielo avrebbe portato via. Si raggomitolò sotto le coperte,
stringendo forte le ginocchia al petto. Bill le diceva sempre che
sembrava un gatto, quando si raggomitolava così. Il peso che aveva
dentro non spariva. Avrebbe riperso suo fratello. Doveva accadere, lo
sapeva che prima o poi si sarebbe sposato.. ma perchè con lei?
*
L'arrivo
di Hermione, accompagnata da Ninfadora Tonks, fu accolto con gioia,
anche le la Metamorfomago non sembrava molto felice. Ginny era molto
contenta di avere la sua migliore amica, così come Ron. Molly era
molto felice di avere lì la sua nuora ideale. Ma Tonks non era la
solita Tonks: non aveva i capelli rosa e i vestiti sgargianti, non
rideva e non faceva facce buffe. Era anzi, molto triste.
"Credo
sia per Sirius" disse Hermione a Ron e Ginny "era suo
cugino, si sente in colpa per non essere riuscita a sconfiggere
Bellatrix, probabilmente.."
"Povera
Tonks" mormorò Ginny "forse frequentare un ragazzo la
tirerebbe un po' su! Dovremmo presentarle qualcuno!" propose.
"E
chi?" chiese Ron.
"Nostro
fratello" rispose Ginny.
"Charlie?
Non abita un po' troppo lontano?"
"No!
Bill, ovviamente!"
"Bill?"
chiese perplessa Hermione "ma non sta con Fleur?"
"E
allora? Magari scopre che Tonks è l'amore della sua vita, non
quell'oca..."
"Ginny,
hanno annunciato il loro fidanzamento.." rispose Ron.
"Beh
in amore tutto è possibile, no?"
"No
Ginny, Bill ci tiene davvero a Fleur" disse Ron realsitico "e
poi, quale uomo sano di mente si innamorerebbe di Tonks quando c'è
Fleur in giro?"
"Superficiale!"
esclamò Hermione irritata "la gente non si innamora solo per
dei bei capelli! Si innamore per le qualità interne di una persona,
per il carattare.. per.." a quel punto arrossì e non disse più
nulla.
"Insomma
Fleur potrà essere bellissima fuori, ma dentro non ha nulla! È
stupida quanto una gallina.."intervenne Ginny.
"Non
la conosci nemmeno!" esclamò Ron.
"Oh,
prendi subito le sue parti solo perchè è carina! Non la conosci
nemmeno tu! È un'idiota, a Bill piace solo perchè è mezza Veela!"
"Siete
tutti uguali! A voi basta un bel viso.."
"..e
un bel corpo.."
"Non
ve ne importa nulla di un bel cervello!"esclamò Hermione.
"Non
parlarmi di cervelli" disse Ron, sfregandosi le cicatrici
lasciate al Ministero"E comunque si che conta una bella testa!
Se poi ci sta anche un bel viso e un bel corpo è anche meglio, no?"
"idiota!"
esclamarono le due ragazze, andandosene.
"Io
lo sapevo che tutte queste ragazze mi avrebbero portato solo guai"
borbottò Ron "spero che Harry arrivi subito".
*
"Ron
è un idiota!"
"Già!
Anche Bill!"
"Guardano
solo la bellezza"
"Imbecilli"
Le due
ragazze erano arrabbiatissime.
"Quella
cretina francese! Che diamine ci trova in lei Bill!" esclamò
Ginny.
"E
Ron! Solo perchè è bionda, bella.." fremette Hermione.
"Sai
cos'è? È che sono tutti così! Secondo me anche Dean sbaverebbe
dietro di lei.. ci deve solo provare.."
Hermione
rise.
"e
se facessimo una pozione per riempirla di brufoli? Tipo la fattura
che hai fatto a Marietta Edgecombe.."
"Ginny..
sei tremenda"
"Secondo
Bill la lascerebbe! Tanto gli piace solo perchè è carina.."
"Ne
sei sicura?" chiese Hermione.
"No"
ammise Ginny, con un sospiro. Aveva smesso, ormai. Mentire a se
stessa era una cosa che apparteneva al passato.
|
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Capitolo 46 *** Convivenza ***
cap 46
Convivenza
Ormai Ginny si era
rassegnata. Si era rassegnata al fatto che il suo scaffale nel bagno
sarebbe stato riempito di bottigliette francesi, che avrebbero
spodestato i suoi prodotti. Si era rassegnata alla puzza di lavanda
nella stanza di Percy, agli sbaciucchiamenti in salotto, a Ron che
sbavava dietro a quell'oca. Si era abituata ai rientri notturni di
suo padre e di Bill, ai continui via vai di gente dell'Ordine, alla
perenne tensione che era in casa, all'orologio con le lancette
puntate costantemente su pericolo mortale.
Aveva quasi accettato l'idea che Fleur sarebbe diventata sua cognata.
Ma non poteva accettare quello che stava accadendo.
"CHE
COSA?" urlò Ginny.
"Shhhh"
l'azzittì la mamma "non è sicuro"
"Non
accetterò MAI"
"Tesoro,
Bill ci tiene molto, lo sai, e anche Fleur"
"Non
mi importa! Soprattutto non mi importa che Flebo ci tenga!"
"Non
ti scaldare tanto! Non è nulla di ufficiale.. solo che di solito..
sai, la tradizione"
"Beh,
non mi importa della tradizione. La romperò. Dopotutto non è la
prima volta, non sono la prima Weasley femmina da generazioni?"
"Ginny,
questo non c'entra niente.."
"Non
farò la damigella! Ve lo potete scordare! E poi, mettere un vestito
scelto da quella! Mai!"
Molly
sospirò "Fleur ancora non mi ha detto nulla, quindi inutile
discutere. Vai a cambiare il letto di Fred, Harry arriverà in
giornata, vorrei farlo dormire in delle lenzuola pulite. E non
chiamare Fleur in quel modo. Sarà tua cognata, accetta l'idea"
"Ma
se non l'hai accettata nemmeno tu!"
"Non
essere impertinente e fai quello che ti ho detto"
Ginny
salì nella camera dei gemelli, infuriata.
"Che
è successo?" chiese Hermione, che l'aveva seguita.
"Dovrò
fare da damigella al matrimonio di Bill e Fleur! Ma non lo farò!"
Ginny
mise il lenzuolo pulto sul materasso di Fred. Hermione l'aiutò a
sistemare gli angoli.
"Beh,
non te lo aspettavi? Sei l'unica sorella dello sposo!" rispose
logica Hermione.
"Non
ci avevo pensato, sinceramente. Ero occupata a pensare ad un modo per
sabotare il loro matrimonio"
"Bill
ci rimarrà male se ti rifiuti" disse Hermione. Ginny sbuffò,
mentre sistemava i cuscini.
"Beh,
non è ancora detto. Mamma pensa di sì, ma magari decidono di avere
solo la sorella di Fleur come damigella.."
"Ne
dubito" rispose Hermione, sistemando la coperta "tua madre
ti ha detto a che ora arriva Harry?"
"In
giornata. Non lo sa di preciso"
"e..
ti ha detto se è arrivato.. qualche gufo?" Hermione era nervosa
e si torturava le mani.
"Gufo?
No, non mi pare.." disse Ginny, poi realizzò "aaaah.. quei
gufi.."
"Dovrebbero
arrivare.. in questi giorni.." balbettò Hermione.
"Mamma
ha detto a Ron che arriveranno in questa settimana, o almeno
dovrebbero.."
"QUESTA
SETTIMANA?" strillò Hermione "COME SAREBBE QUESTA
SETTIMANA?!"
"Ogni
anno è così. Arrivano sempre verso la fine di Luglio" rispose
Ginny, con una scrollata di spalle.
"E
tu che ne sai?"
"ne
ho visti arrivare cinque, per ora" disse Ginny. Hermione era in
preda ad una crisi isterica.
"Sono
stata bocciata in tutto, lo so, lo so!" singhiozzò la ragazza
sedendosi sul letto. Ginny la guardò perplessa.
"Ginny!
Hermione! Cosa sta succedendo?" la signora Weasley si era
materializzata in camera di Fred e George "ho sentito delle
urla.. Hermione cara! Cosa succede?" chiese, amorevole,
sedendosi accanto alla ragazza.
"Crisi
pre-risultati G.U.F.O" spiegò Ginny. Molly annuì comprensiva:
Percy aveva fatto anche di peggio e Bill aveva parlato a monosillabi
fino all'arivo dei risultati.
"Cara..
Sei molto intelligente e hai ottimi voti.. avrai fatto il massimo
anche questa volta"
"Il
mio massimo non è sufficiente! Sarò stata bocciata ad Antiche Rune,
lo so! E il compito di Aritmanzia era difficilissimo.. Ho fatto un
casino ad Incantesimi, e ho sbagliato la pozione e.."
Molly
continuò a rassicurarla, e Ginny a trattenersi dal ridere. Quando
Hermione si fu calmata e scappò in bagno per sciacquarsi il viso,
Molly tirò un gorsso sospiro.
"La
convivenza è dura, ragazza. Se Hermione ha intenzione di fare così
fino all'arivo delle lettere e Fleur che continua a starmi dietro e
rintontirmi di chiacchiere.." tirò un altro gran respiro "Sono
contenta di aver avuto una sola figlia in questo momento" girò
su se stessa e si smaterializzò.
*
Harry
arrivò in piena notte, senza che nessuno se ne accorgesse, tranne la
mamma, che era in piedi, come al solito, ad aspettare il marito. Per
Ginny la giornata era già cominciata male: la cara Fleur
aveva sviluppato un certo attaccamento nei suoi confronti, cosa che,
ovviamente, non aveva contribuito a migliorare il loro rapporto,
almeno secondo Ginny.
"Fleur
si sta affezionando a te,Ginny" le aveva detto Bill, con un
sorriso ebete "vorrebbe essere per te non solo un'amica, ma
anche una sorella maggiore"
A questa
frase la ragazza rispose con un sorriso forzato per niente
convincente, mentre si tratteneva dallo scappare in bagno a vomitare.
Con questo nuovo obiettivo in testa, la bella francese stava sempre
intorno a Ginny, cercando di fare la sorella maggiore, cosa che Ginny
non le aveva mai richiesto.
"Jinnì,
puoi parlare di tutto avec moi, se hai bisogno di un
consiglio.."
"No,
grazie Fleur"
"Se
vuoi ti presto la mia lozione per capelli, li rende brillonti
e setosi, la mia sorellina Gabrielle la vuole sempre.."
Anche quella mattina era piombata in camera sua, dandole consigli non
richiesti.
"Ponsi
che a Bill piascerò
con i capelli legati, o sono meglio sciolti?" chiese, quando
ebbe terminato i consigli per lei.
"Io credo che a Bill piaci in ogni caso" disse Ginny,
mordendosi le labbra.
"Disci?
Effettivamente sono sempre bellissima!"
"Sonti
dopo ti va di aiutarmi a scegliere i vestiti per oggi? Tu consoci
Bill sai cosa può piacere. A Gabrielle piace tonto
aiutarmi, quindi penso
anche a te.."
Ginny non rispose e scappò non appena la ragazza entrò in bagno.
"hai già salutato Harry?" le chiese Molly.
"Quando è arrivato?" chiese Ginny.
"Stanotte.. credo si sia svegliato, vado a preparargli la
colazione. È in camera di Fred e George"
Ginny
salì le scale, in fretta per non essere seguita da Flebo.
"..non può essere peggio della Umbridge, no?" stava
dicendo Harry, probabilmente a Ron ed Hermione.
"Io conosco qualcuno che è peggio della Umbridge" disse
tetra Ginny, aprendo la porta della stanza.
Harry era in pigiama e ancora a letto, Ron ed Hermione erano seduti
ai due lati del letto "Ciao Harry" lo salutò.
"Che cos'hai?" le chiese Ron.
"è lei, mi sta facendo impazzire.." si lamentò la
ragazza, sedendosi anche lei sul letto di Harry.
"Che cosa ha fatto, stavolta?" chiese Hermione,
comprensiva.
"è come mi parla, come se fossi una ragazzina che sogna di
diventare come lei.."
"è così piena di sè" sospirò Hermione.
"Lasciatela in pace, state esagerando" ribattè Ron.
"Bravo, prendi le sue parti, come al solito" esclamò Ginny
"tanto lo sappiamo che sei pazzo di lei!"
Harry aveva un'espressione confusa "ma di che state..."
Fu interrotto, da una persona che entrò all'improvviso. Ovviamente
quella persona non poteva essere altri che Flebo, con un vassoio in
mano ed un sorriso a trentadue denti. Scosse indietro i capelli, col
suo solito pavoneggiarsi. Che visione patetica.
"Arrì,
da quanto tompo"
disse, con voce roca, altro ovvio tentativo di apparire ancora più
sexy davanti a due sedicenni che non avevano mai toccato una donna.
Tentativo riuscitissimo, scena molto penosa. Anche la signora Weasley
la guardava contrariata.
"Non c'era bisogno, Felur, stavo per farlo io! " esclamò
irritata.
"Nessun
disturbo" disse Fleur. Posò il vassoio sulle gambe di Harry e
lo baciò sulla guancia, facendolo arrossire. Che
vacca, pensò Ginny,
infiammandosi.
"Sono
così contonta
di rivederti, Arrì.
Ti ricordi di Gabrielle, mia sorella? Non fa altro che palare di te,
sarà felisce
di rivederti.."
Oh, una MiniFlebo non avrebbe potuto sopportarla!
"è anche lei qui?" chiese Harry.
"No,no.. ma non lo sai?" chiese, lanciando un'occhiataccia
a Molly.
"è appena arrivato" borbottò lei.
"Io e Bill ci sposiamo!" esclamò, con un altro enorme
sorriso. Ginny distolse lo sguardo, fissando la parete opposta.
"congratulazioni" balbettò Harry, preso alla sprovvista.
Evidentemente Ron non lo aveva avvertito. Fleur lo baciò di nuovo.
"Bill
mi ha portata qui per conoscere la sua familia,
peccato che qui non c'è molto da fare, a meno che non ti piasciono
le galine! Buona
colasiòn
Arrì!"
Fece una stupida piroetta e uscì dalla stanza, chiudendo la porta.
"Bah!" borbottò la mamma.
"Mamma la odia" spiegò Ginny ad Harry.
"Non è assolutamente vero!" esclamò la signora Weasley
"Solo che si sono fidanzati troppo in fretta!"
"mamma si conoscono da un anno" intervenne Ron, sempre
pronto a difenderla. Aveva ancora la faccia inebetita.
"Non è molto! È successo per il ritorno di Tu-Sai-Chi,
ovviamente! Tutti hanno paura di non avere più tempo! Era così
anche ai miei tempi, fughe d'amore ovunque.."
"Come te e papà" aggiunse Ginny, maliziosa.
"Beh, noi eravamo fatti l'uno per l'altra, perchè aspettare"
esclamò Molly "mentre loro.. beh.. lei.."
"è una vacca" completò Ginny annuendo vigorosamente "Beh,
forse è solo per il suo gusto per l'avventura che Bill ha perso la
testa per Flebo.. non è nemmeno lui una persona così concreta.."
"Smettila di chiamarla così Ginny. Harry, mangia finchè la
colazione è calda" disse Molly e uscì dalla stanza. I maschi
della camera sembravano ancora rintronati, dopo il passaggio di
Flebo, Ron sprattutto. Idioti.
"Non ci si abitua, vivendoci insieme?" chiese Harry
all'amico.
"Sì, ma se ti appare così all'improvviso.." rispose Ron.
Hermione e Ginny si scambiarono un'occhiata molto eloquente.
"Patetico!" esclamò Hermione rivolta a Ron, sedendosi il
più distante possibile da lui.
"Vorresti veramente averla intorno per sempre?" esclamò
Ginny incredula. Lui, per tutta risposta, alzò le spalle.
"Beh, la mamma lo impedirà, continua a far venire a cena Tonks,
vorrebbe che Bill si innamorasse di lei, magari dico io.."
rimbeccò la ragazza, arrabbiata, cercando di credere anche lei in
quella piccola speranza.
"Non funzionerà mai" rispose Ron "Nessuno si
innamorebbe di Tonks quando c'è Fleur in giro!"
"è mille volte più simpatica di Flebo!" rispose Ginny.
"ed è più intelligente, è un'Auror!" esclamò Hermione.
"dai, non è così stupida, in fondo è stata scelta per il
Torneo Tremaghi" ricordò Harry. Hermione lo guardò amareggiata
"Harry, non ti ci metterai anche tu!"
"Ti piace come Flebo dice 'Arrì', vero?" lo canzonò
Ginny, sprezzante.
"Assolutamente no!" rispose in fretta Harry "Stavo
dicendo solo che Flebo.. cioè Fleur.."
"è meglio Tonks, senza dubbio!" esclamò Ginny "almeno
fa ridere"
"Non ultimamente" obiettò Ron "sembra un fantasma"
"Quanto sei insensibile! In fondo era suo cugino!" sbottò
Hermione, guardandola con aria truce. Harry abbassò gli occhi.
"Si conoscevano appena" disse Ron "le loro famiglie
non si erano mai incontrate"
"Si ma lei si sente in colpa, crede che sia lei la responsabile,
perchè era stata sconfitta da Bellatrix, e se invece Tonks fosse
riuscita a farla fuori.."
"Che ragionamento assurdo!" esclamò Ron, scuotendo la
testa.
"è il senso di colpa dei sopravvissuti" spiegò Hermione
"Lupin ha tentato di convincerla, ma è molto depressa! Ha
addirittura problemi con le Metamorfos, i suoi poteri sono stati
danneggiati dallo shock"
Tonks era diventata sfuggente, non era la ragazza allegra di una
volta. A Ginny mancava molto e le dispiaceva per lei.
"Non sapevo potesse accadere" mormorò Harry. La porta si
aprì nuovamente.
"Ginny, vieni giù ad aiutarmi con il pranzo" sussurrò la
signora Weasley
"Ma sto parlando con loro!" rispose Ginny.
"Subito!" sibilò la donna, e scese sotto.
"Mi vuole solo perchè non vuole rimanere sola con Flebo!"
esclamò Ginny, sbuffando. Si alzò e mulinò i lunghi capelli rossi,
e camminò pavoneggiandosi fino alla porta, pavoneggiandosi a più
non posso, in una perfetta imitazione di Flebo.
"Sbrigatevi anche voi a scendere!" disse imperiosa e uscì
dalla stanza. In cucina, per fortuna, non c'era traccia di Fleur e
così ne approffitò per continuare con la sua imatazione. Sua madre
si lasciò sfuggire un piccolo sorriso quando la vide.
"Salve siniora Weaslì, qui non sce nionte
da fare se non ti piasciono le galine" disse la
ragazza alla madre.
"Smettila, potrebbe sentirti" disse la madre, ridendo
ancora.
"è così ridicola" sospirò Ginny "come hai fatto a
liberartene?"
"L'ho mandata fuori a prendere qualche verdura.."
Fleur tornò proprio in quel secondo. "Ecco qui, siniora
Weasley, ho preso tutto"
"Grazie Fleur, cara"
Ginny fece una linguaccia alla ragazza, che venne però intercettata
dalla madre che la fulminò.
"Ginny metti i bicchieri a tavola" disse la donna,
passandole i bicchieri con un Incantesimo di Levitazione.
"Non capisco perchè non puoi farlo tu, visto che puoi usare la
bacchetta" disse Ginny.
Prima che la madre potesse rispondere intervenne Flebo.
"Oh Jinnì, mi ricordo quando ero anche io una ragasina
e volevo tonto fare le majie come maman. Mi
ricordi la mia sorelina Gabrielle, anche lei vorrebbe tonto
fare majie. Ma arriverà il momonto anche per te,
quando sarai gronde"
"Guarda Fleur che ho quindici anni!" esclamò Ginny,
irritata "e tra due anni potrò usare la bacchetta liberamente!"
"Ne avrai quindici fra qualche giorno" le ricordò la
madre. Ginny la fulminò ma la sua ira fu interrotta da un'Hermione
che era piombata in cucina, molto agitata e con un occhio nero.
"Hermione cara! Cosa ti è successo?" esclamò la signora
Weasley.
"è oribile" commentò Fleur.
"I gufi.. i gufi.." balbettò la ragazza, in un attacco
isterico.
"Cara, siediti che ti sistemo l'occhio, poi mi dici cosa è
successo" disse Molly, facendo sedere la ragazza.
"Hermione, i gufi ancora non sono arrivati" disse Ginny.
"Sicura? Hai controllato?" chiese Hermione, febbrilmente.
"Hermione, me ne sarei accorta se fossero arrivati" disse
la signora Weasley, prendendo un libro e provando degli incantesimi
guaritori sulla ragazza "strano non funziona, e pure ha sempre
funzionato.."
"E stato un piccolo cannocchiale di Fred e George" balbettò
Hermione.
"Forse lo scherzo consiste nell'essere permamente" disse
Ginny.
"CHE COSA? Deve andarsene, per forza!" strillò Hermione.
"Sì, troveremo un modo sicuramente" la rassicurò Molly.
Erano scesi anche Ron ed Harry in quel momento e guardavano
preoccupati la loro amica, che camminava su e giù per la stanza
borbottando tra sè e sè.
"Ho fatto un disastro in Antiche Rune, lo so.. e Incantesimi,
pensavo fossi andata bene ma ripensandoci.. Aritmanzia, lì ho
sbagliato tutto, lo so.. bene sarò bocciata almeno in sette
materie.. anzi no, che dico? Sono stata bocciata in tutto..."
"Hermione, stai zitta, avrai i tuoi dieci Eccezionale, c'è
altra gente che può essere nervosa.." esclamò Ron.
"Stai zitto te, so di essere stata bocciata in tutto!"
strillò Hermione isterica.
"Ma smettila.." rispose Ron. A Ginny veniva da ridere, ma
non lo fece: Hermione l'avrebbe fatta a pezzi. Un urlo all'improvviso
annunciò l'arrivo dei tre gufi e i tre ragazzi corsero alla
finestra, agitati. Ovviamente Hermione non era stata bocciata in
nessuna materia, e Ron ed Harry avevano avuto entrambi una discreta
pagella. Harry aveva preso Eccezionale in Difesa Contro le Arti
Oscure, cosa di cui Ginny era sicurissima. E anche quella era fatta!
*
La convivenza con Harry e Hermione andava benissimo: per la prima
volta Ginny non si sentiva esclusa dal loro trio, anche se non
mancavano i momenti che i tre si isolassero a parlottare. Ma rispetto
agli anni passati, le cose erano molto migliorate. Erano sempre loro
quattro, insieme: Giocavano a Quidditch due contro due, prendeva in
giro Flebo con Harry e Hermione, dormiva con Hermione e
chiacchieravano fino a tardi. L'esperienza al Ministero li aveva
uniti: ora anche Harry (Hermione già lo sapeva) sapeva che lei non
era una ragazzina piccola ed era forte e coraggiosa. I momenti
divertenti alla Tana erano sempre accompagnati da momenti di rabbia,
tensione o paura: una litigata per Fleur, una con la mamma, notizie
di morti o sparizioni erano ormai pane quotidiano. Ginny fu
costretta a rinunciare all'invito di Dean, senza neanche parlarne con
i genitori. Dean accettò la sua scelta, sapendo quanto poteva essere
pericoloso, anche se con dispiacere. Uno spiraglio di luce arrivò
quando la madre annunciò che dovevano andare a Diagon Alley. Ginny
sperava di incontrare lì Dean e i suoi amici del suo corso. Scrisse
in una frettolosa lettera la data e l'ora in cui sarebbe stata a
Diagon Alley e sperò che gli arrivasse in tempo. Diagon Alley era
molto cambiata, e Ginny non era stupita di ciò, visto che Bill già
le aveva raccontato di come fosse diventata triste e grigia. Ma era
inevitabile che ciò accadesse e Ginny ne era tristemente
consapevole. Lì si divisero: Harry, Ron e Hermione andarono con
Hagrid da Madama McClan perchè avevano bisogno di divise nuove.
Ginny andò con i suoi in libreria, visto che la divisa dell'anno
prima le andava bene (non era cresciuta di molto, anzi, con suo
rammarico era l'unica a non essere alta in famiglia!). Al Ghirigoro
incontrò un po' di persone che conosceva: Hannah Abbot, che la
salutò allegramente, Terry Boot, che l'abbracciò appena la vide e
Colin Canon con il fratellino Dennis. "Come hai passato le
vacanze, Ginny? Harry è da te?"
"Sì, come ogni anno. Tu hai passato una bella estate?"
Un incontro che la rese felice fu quello con Miriam Cohen.
"Ginny! Ginny!" la salutò strillando e le saltò addosso.
"Ehi Miri.." disse Ginny.
"Non ci vediamo da un secolo!" esclamò. Non l'aveva
superata di altezza, solo che aveva i ricci scuri molto più lunghi
ed era come al solito abbronzatissima "quelli sono i miei, e
quella è la mia sorellina, Rachel. Andrà ad Hogwarts anche lei,
quest'anno!"
Ginny vide una bambina eccitata, con gli stessi ricci di Miriam, ma
più corti.
"Spero sia a Grifondoro anche lei! Hai incontrato qualcuno del
nostro corso?"
"Solo Colin"
"Aisleen è venuta secoli fa a fare acquisti e anche John. Di
Anthony e Demelza non so nulla"
"Nemmeno io"
"Non mi sono mossa da casa quest'anno, almeno non in
Inghilterra. Siamo stati ad Israele. Tu ccosa hai fatto?"
"Qui, come al solito"
"Dean lo hai sentito? Lo sai, ho incontrato Seamus ma Dean non
c'era"
"Sì, lo sentito spesso. Te e Anthony Goldstain?"
"è finita da un pezzo, non ci siamo più sentiti! Scusa ma devo
andare. Ci vediamo al Binario nove e tre quarti!"
"Ok! Ciao!"
Ginny si riunì ai suoi genitori e si diressero verso il negozio di
scherzi di Fred e George. Non vedeva l'ora di entrarci, era curiosa
di vedere l'operato dei suoi fratelli. Rincontrati con Ron, Hermione,
Harry e Hagrid si avviarono verso l'edificio colorato. Ovviamente
anche l'interno era meraviglioso: Fred e George erano nati per quel
genere di cose, e il negozio era magnifico, ci si trovava di tutto:
dalle classiche Bacchette Magiche Finte, alle Penne Autocorreggenti,
dalle Merendine Marinare ai Filtri d'Amore. E oltretutto era
pienissimo: gli studenti di Hogwarts stavano facendo rifornimento
prima di partire per la scuola. Si divisero subito: Ron sparì tra
gli scaffali delle Merendine Marinare, Harry nel retro con Fred e
George e Ginny ed Hermione rimasero a contemplare quelli che Fred
aveva chiamato 'Sognisvegli Brevettati'. Dopo un po' spuntò Fred,
seguito da Harry.
"Ragazze, qui dietro ho una collezione che potrebbe
interessarvi" disse Fred con voce maliziosa. Ginny ed Hermione
lo seguirono fino ad una vetrina piena di prodotti rosa shocking,
circondata da ragazze ridacchianti.
"Filtri d'amore, i migliori sulla piazza" disse Fred.
"Funzionano?" chiese Ginny, scettica, sollevando un
sopracciglio.
"Ma certo, fino a ventiquattro ore! Dipende dal peso del
ragazzo.."
"..e il fascino della ragazza, ovviamente" continuò
George, appena arrivato "Ma a nostra sorella non li vendiamo"
aggiunse, serio "Visto che hai già cinque ragazzi dietro.."
"Qualunque cosa abbia detto Ron è una cavolata" disse
Ginny, tranquilla "questo cos'è?" chiese indicando un
vasetto rosa, tanto per cambiare discorso.
"Annullaforuncoli" rispose in fretta Fred "è vero che
stai con un certo Dean Thomas?"
"Sì, è vero. Ed è uno solo, non cinque. Quelle cosa sono?"
chiese ancora, indicando delle adorabili palle di pelo rosa, che
rotolavano in una gabbietta, emettendo dei buffissimi versi.
"Puffole Pigmee, hanno fatto un sacco successo" disse
George "Che mi dici di un tale Micheal Corner?"
"Roba vecchia, l'ho mollato secoli fa, non mi piaceva"
rispose Ginny accarezzando una di quelle piccole bestioline "Quanto
sono carine!"
"Molto, sì" rispose Fred "Senti, non è che ti dai
troppo da fare con i ragazzi?" Ginny scattò e si voltò a
guardarlo con le mani sui fianchi. No, quell'anno era decisa a non
nascondersi se voleva stare con un ragazzo. Non voleva che con Dean
fosse la stessa storia di Micheal.
"Non sono affari tuoi" disse, ferma "Ti sarei grata se
la semttessi di raccontare in giro i fatti miei!" aggiunse
inviperita contro Ron, che era appena arrivato. L'attenzione di tutti
si spostò dalla sua vita privata e lei ne fu grata. Quell'anno
sarebbero cambiate molte cose. Avrebbe avuto con Dean una relazione
serena e normale. Ormai aveva quindici anni! Aveva un ragazzo e non
voleva nasconderlo, almeno non a scuola. La giornata si concluse con
tutto il necessario acquistato e un piccolo regalo per Ginny, cioè
una tenera Puffola Pigmea rosa, che faceva le fusa alla sua nuova
padroncina, che l'aveva battezzata "Arnold". Ad Hogwarts
mancava poco, e Ginny, come ogni anno, non vedeva l'ora di salire
sulla locomotiva scarlatta.
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Capitolo 47 *** Un'Ottima Fattura Orcovolante ***
cap 47 nv
Un'Ottima Fattura
Orcovolante
Il resto dell'estate scivolò in
fretta. In poco tempo Ginny si ritrovò a fare la lotta con il suo
baule, cercando di fare entrare tutto: le ampolle, il mantello, la
divisa, i libri di testo, le scorte per pozioni, le calze..
Quell'anno erano solo lei e Ron a
partire, non contando Harry e Hermione. Le sembrava strano, ma era
anche molto rilassante. Fecero colazione con calma e, altra novità,
trovarono ad aspettarli delle auto del Ministero.
"Sono le misure di sicurezza per
Harry" spiegò il padre "Ci saranno anche degli Auror, alla
stazione.."
"Ci sarà anche Tonks?"
chiese Ginny.
"Temo di no, passerotto" le
rispose Arthur.
I genitori li avrebbero accompagnati
alla stazione, Bill e Fleur sarebbero rimasti a casa.
"Ginny.. ti devo dire una cosa al
volo, vieni un attimo" era Bill, che chiamava la sorella dal
salone.
"Vai, c'è ancora tempo, il tuo
baule e Arnold li abbiamo già caricati in auto" le disse la
madre, con un sorrisetto furtivo. Ginny la guardò con aria
interrogativa e andò dal fratello.
"Dimmi Bill" disse lei.
"Bene, non ci vedremo fino a
Natale, credo. Ti volevo chiedere una cosa" disse, nervoso.
"Cosa c'è?" chiese la
ragazza.
"Beh vedi, io e Fleur saremmo
molto felici se tu.. accettassi di fare la damigella, l'anno
prossimo" disse. Ginny rimase a bocca aperta "mamma te lo
ha detto..?" esclamò, senza fiato. Avrebb ucciso sua madre, appena ne avrebbe avuta l'occasione.
"Beh, sì, me lo ha accennato"
disse lui "ma me lo potevo immaginare da solo. So che non ti
piace Fleur, ma è una brava ragazza e spero (anzi, sono sicuro) che
col tempo l'apprezzerai. Ci tengo molto che tu faccia la damigella. È
davvero importante per me." la guardò, con i suoi grandi occhi
scuri, così simili ai suoi. Sembrava un cerbiatto ferito, quando
faceva così. E Ginny non sapeva dirgli di no.
"E va bene.. ma se sembrerò una
bomboniera, scordatelo!" disse, sbuffando. Bill ridacchiò.
"Fleur ha un ottimo gusto,
tranquilla" disse.
Ginny alzò un sopracciglio. Bill le
scompigliò i capelli.
"Buon viaggio e buon anno Ginny.
Stai attenta ai ragazzi. Mi hanno informato su un certo Micheal e un
certo Dean.."
Ginny alzò gli occhi al cielo "Bill,
ti prego, non mettertici anche tu, hai avuto un'infinità di
ragazze.."
"Ma tu sei la mia sorellina!"
protestò lui. Ma le sorrise "Diverititi. Ci vediamo a Natale"
le fece l'occhiolino, e lei ricambiò, con un sorriso. Poi si tuffò
tra le sue braccia. Non era cambiato niente.
*
Hermione e Ron si staccarono
dal gruppo, appena salirono sul treno, diretti allo scompartimento
dei Prefetti. Harry mise una mano sulla spalla della ragazza.
"Cerchiamo un posto?"
le chiese, gentile.
"Oh, mi dispiace, ma ho
detto a Dean che avremmo viaggiato insieme" rispose Ginny, con
un sorriso.
"Giusto.. a dopo!"
rispose il ragazzo. Ginny si voltò e andò avanti, cercando il suo
ragazzo. Non sarebbe stata con i suoi amici, anche perchè sapeva che
quell'anno sarebbero stati tutti separati: Anthony e John non si
parlavano ancora, Grace stava con gli altri Tassorosso. Miriam stava
con la sua sorellina e che con Demelza, e probabilmente Aisleen
sarebbe stata con Chris.
"Ginny!" Dean
l'abbracciò da dietro. Era cresciuto tantissimo durante l'estate.
"Che bello rivederti"
disse lui, e la baciò, stringendola forte. Ginny si dovette alzare
in punta dei piedi per poter ricambiare il bacio.
"Vieni.. il nostro
scompartimento è questo.. ci sono anche gli altri.."
La prese per mano e la
condusse in uno scompartimento poco più avanti. Dentro c'erano tre
persone che Ginny conosceva: Seamus Finnigam, Calì Patil e Lavanda
Brown, tutti del sesto anno di Grifondoro.
"Ciao! Ragazzi, vi
presento Ginny!"
"Piacere!" disse
Seamus "ma la conosciamo già.."
"Sei la sorella più
piccola di Ron, vero?" chiese Lavanda, con un risolino.
"Sì" rispose
Ginny, perplessa.
"Perchè non ce la
presenti per quello che è, Dean?" chiese Seamus.
"Cioè?" chies
Dean.
"La tua ragazza, scemo!
Lo sappiamo tutti ormai!" sghignazzò Calì.
"Visto che lo sapete
perchè dirvelo?" disse Dean con un sorriso, sedendosi vicino a
Seamus. Ginny si sedette accanto a lui. Dean le prese una mano e la
strinse forte.
"Allora, che si dice in
giro?" chiese a Seamus a Ginny, tanti per cominciare una
conversazione.
"Niente di che, in
realtà. Estate abbastanza piatta" rispose Ginny.
"A chi lo dici.. ora
che è uscito fuori che Voi-Sapete-Chi è tornato sono tutti più
agitati.." disse Seamus.
"Già! Mio padre è
impazzito! Io e Padma non siamo potute uscire per tutta l'estate!"
si lamentò Calì "pensate che non voleva che tornassimo ad
Hogwarts!"
"Non esiste luogo più
sicuro di Hogwarts" disse Ginny, ripetendo le parole di suo
padre.
"Sì, ma dopo le cose
successe quest'estate.." rispose Calì.
"Avete sentito della
zia di Susan?" chiese Lavanda.
"Sì, che cosa
orribile.." mormorò Dean.
"è sparito anche
Olivander" disse Ginny.
"E Florian
Fortebraccio. Chissà perchè" disse Seamus.
Lo scompartimento si aprì
ed entrarono alcuni ragazzi.
"Ciao ragazzi! Vi va se
stiamo qui per un po'?" erano altri membri dell'E.S: Ernie
McMillan, Hannah Abbot, Susan Bones e Zacharias Smith.
"Certo! Se ci
stringiamo c'entriamo tutti!" esclamò amichevole Seamus. Hannah
e Susan si sedetter a fianco a Ginny, Ernie e Zacharias di fronte a
lei, vicino a Lavanda e Calì.
"Allora di che
parlate?" chies Hannah.
"Niente di che"
rispose Calì, dopo un momento di imbarazzo. Non volevano riprendere
il discorso di prima davanti a Susan.
"Parlatene pure. Ne
parlano tutti. Posso stare a sentire" rispose Susan, con voce
fioca "anzi, mi fa bene" ma nessuno ebbe il coraggio di
continuare il discorso.
"è vero che eri al
Ministero con Potter?" chiese Zacharias Smith, con la solita
voce arrogante, rivolto a Ginny. L'attenzione fu immediatamente su di
lei.
"Quando?" rispose
tranquillamente Ginny.
"Come quando?"
ribattè Smith.
"Sì, quando. Di recente
no, non ci sono stata"
"Sai benissimo quando
intendo! A Giugno!" esclamò irritato Smith. Era ciò che Ginny
voleva ottenere. Non lo sopportava.
"Ah sì.. sì, c'ero
anche io" rispose la ragazza.
"E allora?"
"Allora cosa?"
"Cosa è successo al
Ministero, quella sera?"
Ginny sbuffò. "Avrai
letto i giornali, immagino." rispose.
"Sì" rispose lui.
"Beh, ti avranno detto
tutto quello che volevi sapere". Non voleva raccontare più di
ciò che era uscito sulla Gazzetta del Profeta.
"Sulla Gazzetta non
hanno detto molto. Hanno parlato solo di Harry, mentre in realtà
c'erano anche Hermione e Ron.." disse Ernie.
"E te e Neville"
completò Seamus.
"In realtà c'era anche
Luna Lovegood" aggiunse Hannah.
"Visto? Sapete tutto"
disse Ginny.
Zacharias Smith sbuffò
"Smettila! È sicuramente successo qualcosa che i giornali non
hanno saputo ma che tu sai"
"Ehi, non rivolgerti a
lei così" ringhiò Dean. Smith lo ignorò "Perchè non
vuoi dirci cosa è accaduto quella notte?"
"Non sono affari tuoi"
rispose Ginny, cominciando a scaldarsi.
"Zacharias, lasciala
stare!" esclamò Hannah.
"Perchè? Volete sapere
tutti cosa è successo al Ministero, no?"
"Che c'entra! Se non le
va di raccontarlo, non le va! Non puoi costringerla!" rispose
Susan.
"Dai, Weasley. O vuol
dire che non c'eri? Oppure che Potter non è così un eroe come
sembra?" disse Smith, con un ghigno. Fu in quel momento che
Ginny capì che Smith sarebbe stato zitto in un solo modo. Tirò
velocemente fuori dalla tasca la sua bacchetta e in un attimo Smith
si ritrovò per aria, ricoperto di piccoli mostriciattoli. Oh,
adorava le Fatture Orcovolanti, e le riuscivano anche veramente bene.
"Signorina, la
pregherei di seguirmi" disse la voce di una adulto, alle sue
spalle. Ginny si voltò e si ritrovò davanti un uomo anziano molto
grasso, che la osservava con aria divertita e interessata.
"Fattura Orcovolante,
eh?" chiese, guardando Smith.
"Sì" rispose
Ginny, che non immaginava che si sarebbe presa già una punizione.
Insomma, non era neanche iniziato l'anno! Fred e George sarebbero
stati fieri di lei! Beh, in ogni caso, ne era valsa la pena!
"Non ne vedevo di così
perfette da anni! Mi segua signorina.."
"Weasley. Ginevra
Weasley"
"oh, Wealsey! La figlia
di Arnold, del Ministero, giusto?"
"Arthur" lo
coresse.
"Oh, certo, Arthur!
Bene, mi segua nel mio scompartimento, ci sono anche altri suoi
compagni, faremo un piccolo pranzo.."
Gli altri ragazzi la
guardarono sbalorditi. Ginny alzò le spalle e seguì l'uomo,
perplessa.
*
Nello scomparimento c'erano
già altre persone: un ragazzo grosso e alto di Grifondoro che non
conosceva, un altro magro di Corvonero che non aveva mai visto e
Blaise Zabini, di serpeverde, che guardava tutti dall'alto in basso.
Quando vide Ginny spalancò gli occhi e strinse le labbra, come
infastidito. Ginny si sedette. Non capiva cosa dovesse fare lì. Dopo
un po' entrarano altre due persone, Harry e Neville. Ginny fu molto
contenta di vederli. Dal discorso che l'uomo fece (che si rivelò
essere il professor Lumacorno, probabilmente il nuovo insegnante de
Difesa Contro Le Arti Oscure) Ginny capì il perchè di quella
piccola riunione: Lumacorno cercava persone "speciali" o
"interessanti", solitamente persone imparentate con persone
influenti (come quel Mclaggen) o che erano famose di per sè (come
Harry). Lei non era nulla di tutto questo, ma il professore
sottolineò che era stata invitata per la sua meravigliosa fattura e
per il suo carattere. Beh, meglio che essere invitati perchè si
conosceva gente famosa o perchè la propria madre era una "donna
scarlatta", come le chiamava la mamma. Zabini non aveva fatto che
fissarla tutto il tempo, e Ginny immaginava che fosse perchè lei non
faceva parte di una famiglia influente. Avrebbe tanto voluto
spedirgli una Fattura Orcovolante anche a lui! Quando la riunione
finì fu molto sollevata.
Si divise subito da Neville
ed Harry e andò a cercare Dean e rimasero da soli in uno
scompartimento fino all'arrivo ad Hogwarts. Chiacchierare con lui era
un piacere. E anche baciarsi con lui era estremamente piacevole.
"Uau"
sussurrò lui quando si staccarono, vicinissimo al viso della
ragazza, che era seduta sulle sue ginocchia "meno male che se ne
sono andati gli altri" Ginny lo ribaciò. Lui partecipò con
entusiasmo, tenendola su un fianco. Ginny sospirò. Dean le piaceva
veramente tanto.
*
Ad
Hogwarts Ginny si mise seduta vicino a Dean e Seamus. Il suo gruppo
era diviso: Anthony e Colin erano da una parte, Miriam, Demelza e
Aisleen erano vicine a Calì e Lavanda. John era vicino a Miriam ma
non parlava con nessuno. Scrutava torvo sua sorella, che rideva
tranquilla con le sue amiche di Tassorosso. Possibile che non si
erano chiariti? Ron e Hermione erano visibilmente preoccupati per
l'assenza di Harry. Dove diavolo si era cacciato?
"Ginny,
hai visto Harry quando sei scesa dal treno?" le chiese Ron.
"No,
l'ultima volta che l'ho visto è stato dopo il pranzo con Lumacorno"
disse Ginny "appena usciti ci siamo divisi, lui è andato dalla
parte opposta con Neville.."
"Sì
ma poi non so cosa doveva fare, si è messo il Mantello
dell'Invisibilità ed è sparito" continuò Neville che era
seduto davanti a Ginny.
"Il
Mantello dell'Invisibilità?" chiese Hermione, attenta. Lei e
Ron si scambiarono una breve occhiata. Ginny immaginò che sapevano
qualcosa.
"Beh..
starà qui a momenti.." disse Ron, incerto.
"Guardate!
Inizia lo Smistamento!"
Ginny si
sporse a guardare tutti quei piccoli maghi tremanti che aspettavano
incerti la loro sorte. Scorse tra di loro la piccola Rachel Cohen, la
sorellina di Miriam, che tremava in un angolo, guardando la McGrannit
che stava srotolando la pergamena.
"Andrews
Julie!"
Una
piccola streghetta con le trecce bionde salì tremante la scale e si
sedette sullo sgabbello. La McGranitt le pose il Cappello sulla
testa, che le coprì anche gli occhi. Dopo circa un minuto il
Cappello urlò:"Corvonero!" e la ragazzina si alzò
sollevata e corse alla sua tavolata, tra gli applausi.
"Bennet George!"
"Tassorosso!"
"Black Syria!"
"Serpeverde!"
"Chapman Andrew!"
"Corvonero!"
"Cohen Rachel!"
La piccola Rachel tremò
tutta. Prese un bel respiro e corse verso il cappello. Era
agitatissima. Ginny si voltò verso Miriam e le fece l'occhiolino.
"Non mi interessa che
venga a Grifondoro, basta che si trovi bene" disse Miriam.
Dopo circa due minuti il
Cappello diede il suo esito:
"Grifondoro!"
"Sìììì!" urlò
Miriam, mentre la sala batteva le mani e Rachel correva verso la
sorella.
"Oh Miri, sono così
contenta, stiamo insieme!" esclamò Rachel "il cappello era
indeciso se mandarmi a Tassorosso, ma poi ha detto che sarebbe meglio
mandarmi a Grifondoro!"
"Brava Rachel!"
esclamò Miriam.
Alla fine dello Smistamento
Harry si presentò: sembrava molto arrabbiato ed era coperto di
sangue.
Sentì Hermione trattenere
il respiro.
"Santo cielo, cosa
diavolo ti è successo?" esclamò Ron, mentre Harry si sedeva
tra lui e Hermione.
"Cosa? Perchè, che
ho?" chiese Harry.
"Sei coperto di
sangue!" esclamò Hermione "vieni qui.." con un
incantesimo lo ripulì dal sangue rimasto.
"Grazie mille.. il mio
naso, com'è?" chiese Harry.
"Come è al solito..
perchè? Cosa è successo?" chiese Hermione, ansiosa.
"Niente.. vi racconto
dopo.." borbottò Harry. I soliti misteri. Ginny si voltò verso
Dean, che le sorrise e le stampò un lieve bacio a stampo. Ginny
rimase stupita di quel gesto così spontaneo. Non era come con
Micheal, con il quale doveva calcolare ogni minimo gesto. Non si
sarebbe nascosta stavolta. Sorrise al ragazzo e gli accarezzò la
mano. Lui ricambiò. Il banchetto finì presto e dovettero ritirarsi
nella torre. Dean e Ginny si allontanarono dal folto gruppo di
studenti più piccoli e presero una piccola scorciatoia. Ma non lo
fecero per arrivare prima. Dean la fece appoggiare al muro e cominciò
a baciarla con passione.
"mi sei mancata.."
le sussurrò all'orecchia.
"anche tu.." disse
lei in un soffio. Si attardarono per poco e salirono alla Torre mano
nella mano. La maggior parte degli studenti si era già ritirata nei
dormitori.
"Buonanotte Ginny"
disse Dean, baciandola sulla fronte. Ginny rientrò nel vecchio
dormitorio dove trovò le sue compagne.
"Non ci siamo nemmeno
salutate!" brontolò Demelza quando la vide.
"Lo so mi dispiace
tanto!" esclamò Ginny.
"Fa niente! Abbiamo
tutto l'anno per stare insieme!" disse Aisleen, sorridendo.
"Mi siete mancate!"
disse Demelza.
"Io ho già fatto il
pieno di gossip!" esclamò Miriam.
"Di già?" esclamò
Ginny, ridacchiando.
"Calì e Lavanda sono
ottime informatrici!" disse Miriam. Ginny rise insieme alle
altre, anche se dentro di se pensava che ci fossero cose più
importanti da discutere che i pettegolezzi del castello. Era pure
vero, però, che a quindici anni non si poteva parlare solo di cose
serie, quindi, dedicare un po' di tempo prima di andare a dormire a
chiacchiere futili era decisamente rilassante.
Angolo Autrice
Che bello, sono arrivata a 135 recensioni!
Sono contenta che la storia vi piaccia! Ora, spero che questo capitolo
non abbia deluso nessuno, è un po' cortino, purtroppo anche il prossimo
lo sarà.. un bacione a tutti! Spero di riuscire ad aggiornare entro la
prossima settimana!
ps anche se non rispondo a tutte le recensioni (eh lo so.. sono un po' troppo pigra) le leggo e mi fanno tantissimo piacere!
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Capitolo 48 *** Ricordi ***
cap 48 n
Ricordi
Come già sapevano, quell'anno sarebbe
stato estremamente tosto. I professori, già dal primo giorno, non
fecero altro che parlare dei G.U.F.O, mettendoli sottopressione.
"Quest'anno non sarà come gli
altri.."
"I G.U.F.O richiedono molto
impegno.."
"Solo i migliori hanno la speranza
di farcela.."
"Questi esami saranno decisivi per
il vostro futuro.."
"Ci stanno già caricando di
compiti, non ho nemmeno il tempo di respirare" si lamentò
Demelza, dopo il terzo giorno di lezione. Era vero, il finesettimana
si avvicinava, e già si preannunciava un Sabato in biblioteca.
"Un metro di pergamena sulla
Pozione della Pace! Dobbiamo esercitarci sugli Incantesimi di
Appello! Un saggio sugli incantesimi Evanescenti! Sono troppe cose!"
si lamentò Aisleen.
"E non siamo ancora andati a
Difesa Contro le Arti Oscure! Piton ci caricherà di sicuro"
disse John.
Era strano pensare che quegli esami
avrebbero influenzato così seriamente il loro futuro: Ginny non
aveva la minima idea di cosa fare da grande. Non ci aveva mai pensato
molto. Anche se, nel suo futuro, continuava a vedersi in sella ad una
scopa.
"Io anche all'inizio non sapevo
cosa fare" le disse Dean, la sera "sai, vivendo con i
Babbani non hai molte idee dei lavori magici. Però la McGrannit mi
ha consigliato di guardare gli opuscoli del San Mungo, e così o
deciso di fare il Medimago. La strada sarà molto lunga e difficile,
ma spero di farcela"
"Io non ho proprio idee"
disse Ginny.
"Ti verranno. Hai ancora tempo"
le disse Dean, abbracciandola "Chissà il mio vero padre che
cosa faceva.." mormorò il ragazzo.
"Il tuo vero padre?" chiese
Ginny, sbalordita.
"Già.. solitamente non ne parlo
volentieri. Mio padre ci ha lasciati quando ero molto piccolo. Non si
è più visto. Mamma si è risposata con un Babbano e ha avuto le mie
sorelle.. io voglio bene al marito di mamma, per me è mio padre. Ma
avrei voluto conoscere il mio vero padre. Mamma dice che era un uomo
eccezionale, ma è sparito nel nulla. Non ne ha più saputo nulla."
"Mi dispiace.." disse Ginny
con dolcezza.
"Mamma non ha mai saputo se lui è
un mago. Se l'è cominciato a chiedere quando mi è arrivata la
lettera da Hogwarts. Io sono sicuro che lo è."
Ginny lo abbracciò. Lui la strinse
forte al suo petto. Ginny si sarebbe addormentata volentieri così.
*
Quella mattina sembrava
promettere una buona giornata. E invece fu particolarmente negativa.
Uscendo dall'aula di Incentesimi e dirigendosi da sola verso quella
di Trasfigurazione (si era attardata per parlare un attimo con il
professore) incontrò una delle ultime persone che aveva voglia di
vedere: Micheal Corner. Non era cambiato molto durante l'estate,
apparte i capelli, che erano un po' più lunghi. Entrambi si
bloccarono nel corridoio, incapaci di qualsiasi azione. L'ultima
volta che si erano visti non era stato piacevole, visto che si erano
lasciati e lui le aveva lanciato degli insulti molto pesanti, e poi
si era andato a consolare tra le braccia di Cho Chang, circa due
minuti dopo che avevano rotto. Ma Ginny, non si lasciò intimidire
più di tanto, e, a testa alta come sempre, riprese a camminare.
"Ciao Micheal"
disse, con voce neutra, passandogli a fianco. Fu lui a prenderla per
un braccio e fermarla.
"Ginny.." disse,
senza guardarla neglio occhi. Lei, invece, mantenne lo sguardo sul
suo volto.
"Dimmi Micheal"
disse. Micheal mollò la presa, e alzò lo sguardo.
"Scusa" disse,
umilmente. Ginny non rispose. "sono stato un verme. Non ti
meritavi quelle parole. Scusa" Ginny rimase ancora in silenzio.
"Sei una brava ragazza e sono stato molto bene con te. Vorrei
che rimanessimo amici"
"Cho ti ha mollato, non
è così?" chiese lei, questa volta glaciale.
"Sì" ammise
Micheal "Ma da un bel po'. Non è per questo che ti ho cercata.
Volevo chiederti solo scusa"
"Ti sei comportato
veramente male" disse Ginny.
"Lo so" rispose
Micheal. Il tempo passava. Non poteva fare tardi dalla McGranitt.
"Ci vediamo in giro,
Micheal" disse Ginny e lo sorpassò, lasciandolo di stucco.
Entrò in aula cercando di farsi notare il meno possibile e si mise
subito al primo posto vuoto che trovò, cioè vicino ad Anthony.
"Signorina Weasley, sei
in ritardo. Cinque punti in meno per Grifondoro" la rimproverò
la McGrannit, severa.
"Mi scusi"
borbottò Ginny. Anche quando stavano insieme Micheal le faceva
sempre fare tardi a lezione. Dei ricordi dal sapore dolce le
riaffioravano nella mente. Il Ballo del Ceppo. I pomeriggi vicino al
lago. Il loro primo bacio. Le ore, la sera, a cercare di studiare
Astrologia insieme, che tutto facevano meno che studiare. Ginny
sorrise, di nascosto, senza badare alla spiegazione della McGrannit.
Ma il resto le venne in mente: le incomprensioni, le sfuriate,
l'invidia e la gelosia di Micheal, quelle parole, pesanti, urlate al
vento come se nulla fosse. No, forse era troppo presto per
perdonarlo.
O era un momento troppo
perfetto e troppo sbagliato, per cominciare a pensare ai suoi, di
errori?
La
verità aveva un gusto troppo amaro per lei, che in questo momento
era fin troppo abituata allo zucchero.
"Signorina
Weasley, provi a far Evanescere questa lumaca"
Ginny si
scosse dai suoi pensieri e si concentrò sull'animale che la
professoressa aveva sulla sua cattedra. Pronunciò l'incantesimo e la
lumaca saprì senza lasciare nessuna traccia.
"Perfetto,
Weasley. Ti sei guadagnata i cinque punti che avevi perso prima"
Ginny
sorrise e si risedette al suo posto, scansando i pensieri di prima.
Era meglio seguire la lezione. Ovviamentee, però, non era finita lì:
uscita dall'aula di Trasfigurazione, imboccò una piccola scorciatoia
per arrivare in fretta a Difesa Contro le Arti Oscure. Ma si imbattè
in qualcosa che assolutamente non avrebbe mai voluto vedere.
Anthony
e Grace si baciavano con furia, nascosti dietro un arazzo. Anthony
teneva le mani salde sui fianchi di lei, mentre la ragazza aveva una
mano sulla spalla di lui e l'altra tra i suoi folti capelli
biondo-rossicci. Ginny non sapeva cosa fare: era paralizzata. Loro,
però, la notarono quasi subito.
"Oh
per Merlino!" esclamò Grace allontandosi subito dal ragazzo.
"Ginny.."
esclamò Anthony "io.. io.."
"Non
devi spiegare nulla a me" disse in fretta Ginny. Non ci poteva
credere, Miriam aveva sempre avuto ragione.
"Da
quanto dura questa storia?" chiese.
"Da
un bel po'" confessò Grace.
"E
perchè non l'avete detto a John, quando vi ha praticamente
scoperti?"
"Perchè
è troppo geloso!" esclamò Grace "non voglio che si metta
in mezzo"
In
fondo, Ginny capiva perfettamente l'amica, avendone sei di fratelli,
alcuni dei quali particolarmente invadenti e ossessivi.
"Ho
capito, ma ormai vi aveva scoperto. Non ha senso il vostro
comportamento" disse Ginny "Te Grace, fregatene se vuoi
stare con un ragazzo hai tutto il diritto di starci. Il problema è
che ora il guaio è fatto"
"gliel'ho
detto io ad Anthony di mentire" disse Grace, colpevole.
"E
io non ho intenzione di scusarmi con lui" esclamò Anthony "mi
ha trattato malissimo senza sapere i fatti, ha tirato subito le
conclusioni senza che spiegassi"
"Però
ci ha visto giusto" gli ricordò Ginny.
"Ginny,
ti prego, non dirlo a John" la supplicò Grace. La ragazza si
trovava in una situazione spinosa anche lei, adesso. Anthony, Grace e
John erano tutti e tre suoi amici. Doveva dire la verità a John e
tradire la coppia, oppure tradire John nascondendogli tutto?
"Infatti
glielo dovete dire voi" disse Ginny "ora è meglio che
andiamo in classe, Ant, Piton ci aspetta"
Non
poteva biasimare Grace, in effetti, in fondo anche lei aveva
nascosto, l'anno scorso, la sua relazione con Micheal ai fratelli.
Però, ad un certo punto, aveva deciso che potevano anche saperlo, ma
avrebbe provveduto a non farsi mai beccare in intimità. Hermione si
era sentita in dovere di rivelare il tutto a Ron, e in fondo era
giusto. Quindi avrebbero fatto bene a rendere pubblica la loro
relazione, perchè lei non voleva perdere la sua amicizia con John.
*
La
giornata si concluse con un'altra scena che Ginny non avrebbe voluto
vedere. Era a cena, seduta vicino ad Aisleen, Miriam e Demelza che
discutevano di un tipo carino del settimo anno si Tassorosso che
Harry si sedette accanto a lei, accompagnato come al solito da Ron e
Hermione. Nessuno dei tre diede segno di averla notata, troppo
impegnati in un'animata discussione che Ginny non potè fare a meno
di sentire, avendo notato la faccia sempre più sdegnata dell'amica.
"dillo
che ho imbrogliato!" esclamò Harry.
"Beh,
non è stata esattamente opera tua" ribattè Hermione, acida.
"Ha
solo seguito delle istruzioni diverse dalle nostre, Hermione. Avrebbe
potuto essere una catastrofe, invece lui ha corso il rischio ed è
andato bene" disse Ron "magari avesse dato a me Lumacorno
quel libro, nel mio nessuno ci ha scritto niente..."
Ginny
era rimasta pietrificata dall'orrore. Libro. Scritte di un
personaggio misterioso. Le rivenne in mente un vecchio diario nero
consumato e una piccola ragazzina sciocca ed ingenua che vi riversava
il suo cuore. Donandolo all'essere più oscuro mai esistito, Lord
Voldemort, e rischiando di far perdere la vita ad Hermione, ad Harry
e la propria.
"Un
momento" intervenne Ginny. Harry trasalì e si voltò verso di
lei "ho sentito bene, Harry? Hai preso ordini da qualcosa che
qualcuno ha scritto in un libro?" era arrabbiata e anche molto
preoccupata. I ricordi le tornavano in mente, nitidi come quegli
incubi che ogni tanto la tormentavano la notte. Harry parve leggerle
nel pensiero.
"Ma
no" tentò di rassicurarla "è una cosa completamente
diversa dal diario di Riddle, Ginny, è solo un vecchio manuale su
cui qualcuno ha appuntato qualcosa.."
"ma
tu fai quello che dici?" insistette la ragazza.
"Ho
solo provato dei suggerimenti scritti ai margini, fidati, non c'è
nulla di strano.."
Ginny
lo guardò nei suoi occhi verde chiaro. Erano sinceri, come sempre, e
lei lo sapeva. Si fidò di lui.
"Però
Ginny potrebbe avere ragione" esclamò Hermione "facciamo
qualche controllo"
Ginny
scivolò via dal tavolo senza finire la sua cena e senza farsi vedere
da nessuno. Andò nel primo bagno che trovò e vi si chiuse. Le
tremavano le gambe.
"Calma
Ginny...calma.." trasse un lungo respiro.
"Io non voglio..
non voglio.."
"adesso sei mia,
piccola Ginny, e farai ciò che voglio.."
"n-no"
"Prendi la
vernice e scrivi un messaggio di addio sul muro. Non uscirai mai più
dalla Camera.."
"N-NO! NO!"
"Inutile
che ti dimeni, non hai scelta. Il tuo caro Harry ti raggiungerà e
morirà con te. Non è romantico?"
Pensare
che anche Harry poteva essere vittima dello stesso orrore l'aveva
fatta stare male. Ma Harry non era stupido, e se diceva che in quel
libro non c'era niente di strano lei ci credeva. Si fidava di lui. Si
fidava di lui da quando aveva riaperti gli occhi, in un momento in
cui era certa che non avrebbe mai più rivisto la luce, e aveva visto
queglio occhi verdi, limpidi, semplici e sinceri, a cui si era
aggrappata con tutta se stessa. Sapeva che si sarebbe salvata, perchè
lui era con lei. Tirò un altro respiro profondo. Gli occhi di Harry
erano lì, davanti a lei.
Le gambe
non le tremavano più.
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Capitolo 49 *** Pluffe e Confessioni nel Bagno delle Ragazze ***
cap 50n
Pluffe e Confessioni nel
Bagno delle Ragazze
Il freddo cominciava ad avanzare e già
un'aria frizzante tirava nel Parco. Alle prove per la squadra di
Grifondoro avrebbe dovuro mettersi un maglione.
"Ginny!" la chiamò
all'improvviso Demelza, le guance rosse e i capelli spettinati.
Sicuramente aveva corso.
"Ti devo dire una cosa"
disse.
"Dimmi" rispose Ginny.
"Mi sono segnata ai provini per la
squadra di Grifondoro!"
"No! Scherzi?" esclamò
Ginny, felice.
"No, non scherzo!" esclamò
Demelza. Ginny l'abbracciò "in che ruolo ti sei segnata?"
"Cacciatrice!"
"Anche io! Dai, giocheremo
insieme, che bello!"
"Non essere precipitosa! Ancora
non so se vengo presa, non ho mai giocato prima in una squadra.."
"Secondo me sarai bravissima! Hai
una tua scopa?"
"Papà me ne ha regalata una,
quest'estate, nonostante sia Babbano e non ne sa molto.. però ha
visto i miei voti ed era molto soddisfatto.. mi sono un po' allenata
in una collina isolata"
"Se vuoi possiamo provare insieme,
prima dei provini!"
"Magari! Un po' di ripasso mi farà
solo bene!" disse Demelza, contenta. Molta gente si era segnata
al provino del Quidditch: anche Dean e Seamus si erano segnati, Ron,
come l'anno scorso, e addirittura Anthony.
"La squadra di Grifondoro
quest'anno è molto popolare. Si è segnata praticamente tutta la
Casa" esclamò Ginny.
"Già, visto che c'è Harry Potter
come Capitano. Oltre ad essere il Prescelto è diventato molto
carino" commentò Miriam. Ginny la fulminò.
"Credo che la gente si sia
candidata per il Quiddtch, non per il Capitano" commentò Ginny
acida.
"Ah sì? Credi che una come
Romilda Vane si sia candidata per il Quidditch, vero?" rispose
Miriam.
"Romina chi?" chiese Demelza.
"Romilda Vane. È un'oca, come
praticamente tutte quelle del quarto anno di Grifondoro. Si sono
candidate tutte. E sicuramente non si sono candidate per il
Quidditch"
"Beh non ne sei sicura, magari
sono appassionate di sport oltre che essere stupide.." disse
Ginny
"Ginny, ho sentito Romilda Vane in
bagno parlare con Chloe Stander. Intanto parlavano di metteri una
minigonna per il provino e di quale ombretto usare. E poi ho sentito
un discorso molto particolare su Filtri d'Amore dei Tiri Vispi
Weasley e un pacco di Cioccocalderoni.. ti sembrano persone
interessate al Quidditch?" chiese Miriam, logica.
"Effettivamente.." disse
Demelza.
"Voglio venire a guardare anche io
i provini.. chissà se incontro qualche tipo carino" disse
Miriam, mentre entravano nel sotterraneo di Pozioni. Dovettero
preparare una pozione molto complicata che solo Miriam riuscì a
preparare decentemente.
"Complimenti signorina..."
"Cohen, signore, Miriam Cohen"
"Molto bene signorina Cohen, un
preparato eccellente!"
"è che Pozioni è una delle mie
materie preferite" disse Miriam, con un sorriso compiaciuto.
"E si vede signorina Cohen!"
esclamò gioviale il professore "Mi dica, chi sono i suoi
genitori? Non conosco nessun Cohen.."
"Mio padre è Babbano, signore"
rispose Miriam "ma mia madre è una strega, ma è di origini
Babbane. Si chiama Leah Bargman"
"Beh, allora il suo è talento
naturale!" esclamò entusiasta il professore. Come Ginny, anche
Miriam ricevette un invito ad una serata dei preferiti di Lumacorno.
"Ovviamente, miss Perfezione non
poteva non ricevere l'invito!" commentò acido John.
"John, non c'è bisogno di essere
acido con tutti solo perchè sei arrabbiato con Anthony e Grace!"
esclamò Demelza "noi non ti abbiamo fatto niente!"
"sì lo so.. scusate" disse
John, vergognandosi "ma questa storia mi manda in bestia"
"Hey, ti sei segnata anche tu per
la squadra?" era Dean, che l'aveva vista da lontano e le era
corso incontro.
"già, quest'anno punto al ruolo
di Cacciatrice. Anche la mia amica Demelza si è iscritta" disse
Ginny, indicando la sua amica.
"Anche tu? Sempre come
Cacciatrice?" le chiese Dean.
"Già. Spero di essere presa, non
ho mai giocato seriamente a Quiddtch, visto che i miei sono babbani"
rispose Demelza.
"Idem" rispose Dean "beh
in bocca al lupo a tutte e due. Ci siamo segnati anche io e Seamus!"
"E io verrò preso di sicuro, è
una vita che gioco a Quiddtch!" disse Seamus "arrendetevi.."
"Lo so che non verrò mai presa..
non ho esperienza" mormorò delusa Demelza a Ginny, quando
rimasero sole. Seamus l'aveva un po' terrorizzata.
"Dem, sono sicura che sarai
bravissima! Anche Harry non aveva esperienza, ma è diventato
Cercatore al primo anno!" le disse Ginny "e poi
l'esperienza si fa sul campo, non a casa. Mica hai una squadra a casa
tua!"
Demelza fece un timido sorriso "Dici?"
"certo! Dai, domani pomeriggio mi
fai vedere quello che sai fare!"
"Ok"
L'indomani pomeriggio Ginny e Demelza
andarono di nascosto al campo di Quidditch, perchè Demelza voleva
essere solo lei e l'amica. Demelza stupì Ginny: era molto agile e
veloce, e volava con estrema naturalezza, come se non facesse altro
che volare da quando era nata!
"Dem, sei bravissima!" le
disse Ginny.
"Non è vero, non quanto te!"
disse Demelza "proviamo qualche passaggio"
Anche con la Pluffa in mano Demelza si
rivelò un'ottima giocatrice, molto precisa e veloce.
"Sei veramente brava!"
"Non esageriamo.."
"Smettila di fare la modesta, lo
sai anche tu!"
"Speriamo.. ma mi serve ancora
allenamento"
"Ci alleneremo qui tutti i giorni
a quest'ora"
"Perfetto!"
Alla fine dell'allenamento trovò Dean
ad aspettarla.
"Vi lascio soli!" disse
Demelza, con un sorrisetto malizioso, e se ne andò verso il
castello.
"Allenamento prima dei
provini?"chiese il ragazzo.
"Già" disse Ginny, mentre
metteva via la scopa.
"Perchè non mi hai chiamato?
Potevamo allenarci insieme" disse Dean.
"Demelza è un po' insicura e
voleva allenarsi solo con me" spiegò Ginny. Dean l'attirò
verso di sè, prendendola per i fianchi.
"Non è che non vuoi che entro
nella squadra?" le sussurrò.
"Ti pare? Sarei contentissima di
giocare con te" rispose lei, baciandolo sulle labbra. Ma sapeva
benissimo che erano poche le probabilità che sia lei, Dean e Demelza
fossero i prossimi tre Cacciatori. Dovevano essere molto fortunati!
"Poi sono contento che sia Harry
ad essere il Capitano" disse Dean "voglio dire, se lo
merita. Dopo l'anno scorso.. e poi mi sono sempre trovato molto bene
con lui, è un ragazzo a posto"
"Sì, sono sicura che ci troveremo
bene con lui come Capitano"rispose Ginny, guardando il campo.
Non vedeva l'ora che arrivasse il giorno dei provini. Aveva una gran
voglia di volare!
*
La mattina dei provini era
limpida ma non troppo soleggiata. Condizioni perfette per il
Quidditch.
"Veniamo a vedervi e
faremo il tifo per voi!" esclamò Aisleen, rivolta a Ginny,
Demelza e Anthony.
"Tu Anthony per cosa
provi?" chiese Miriam.
"Battitore"
rispose lui. John soffocò una risata.
"Beh, che vuoi?"
ringhiò Anthony.
"Non credo che tu abbia
il fisico" disse John, guardandolo sprezzante. Anthony era molto
magro e alto, di certo non aveva il fisico del Battitore, che di
solito avevano più muscoli.
"Mi pare che tu non
provi per nessun ruolo" rispose Anthony.
"A me il Quidditch non
interessa" rispose John.
"Dì che non sai
giocare, fai prima"
"Smettetela, siete
insopportabili" intervenne Colin.
"Beh, io vado da solo"
borbottoò Anthony e andò avanti, senza aspettare nessuno. Gli altri
andarono in silenzio verso il campo.
"Ragazze, in bocca al
lupo!" esclamò Aisleen, abbracciandole entrambe.
"Crepi" risposero
Demelza e Ginny e andarono verso gli altri aspiranti giocatori. Erano
una marea!
Harry divise i ragazzi in
gruppi da dieci per fare un test iniziale di volo. Fu un'ottima idea:
metà delle persone che si erano presentate furono scartate, perchè
non sapevano volare.
Ginny guardò con
diapprovazione il gruppo di Romilda Vane, che non faceva altro che
ridacchiare ed Harry ebbe il buonsenso di cacciarle subito.
"Bene, ora si avvicini
chi vuole provare per il ruolo di Cacciatore, cominceremo da voi"
gridò Harry. Ginny, Demelza, Dean e Seamus si avvicinarono, insieme
a molte altre persone tra cui riconobbe Katie Belle, del settimo
anno.
"Bene. In sella alle
scope, al mio via lancerò la Pluffa e iniziate!"
"Buona fortuna" le
sussurrò Dean alla sua destra.
"Anche a te"
rispose Ginny, guardando Harry con aria determinata. Harry fischiò
nel suo fischeitto e lasciò andare la grossa palla rossa che aveva
in mano. Ginny fu la prima a prenderla e sfrecciò direttamente agli
anelli, schivando i Bolidi (che vagavano senza Battitori). Segnò
subito. Sentì lo sguardo compiaciuto di Harry sulle sue spalle ma
non si deconcentrò e continuò a volare come meglio sapeva fare. Il
goal successivo lo segnò Katie Bell, che era un'esperta giocatrice.
Anche Demelza era molto brava, fu l'unica a non farsi mai colpire dai
Bolidi. Dopo una mezzoretta di gioco Harry soffiò di nuovo nel
fischietto per farli scendere a terra.
"bene ho elementi
sufficenti per fare una selezione" disse il Capitano "Per
dare il punteggio per prima cosa ho valutato l'abilità nel volare,
poi il numero di goal segnati, infine l'agilità nello schivare
Bolidi e avversari. La mia scelta è questa: Ginny Weasley, Katie
Bell e Demelza Robins. Ginny ha segnato diciassette goal ed è stata
la migliore nel volo. Katie ha segnato quattordici goal e anche se è
stata colpita un paio di volte dai Bolidi ha un'ottima capacità nel
volo. Demelza ha segnato nove goal, ma non è mai stata colpita nè
da Bolidi nè da avversari. Dean e Seamus, che hanno segnato sette e
cinque goal, possono entrare nelle riserve"
Le tre nuove Cacciatrici si
abbracciarono entusiaste.
"Sono sicura che saremo
un'ottima squadra" esclamò Katie.
"Non ci posso credere,
sono stata presa!" strillò Demelza, abbracciando Ginny. Si
avviarono verso gli spalti, dove Miriam e Aisleen le aspettavano
festose, vicine ad Hermione, Calì e Lavanda. Si sedettero con loro
per vedere gli altri provini, e si avvicinò anche John.
"non vedo l'ora di
vedere la figuraccia di quello sbruffone" disse John. Aisleen
gli piazzò una bella gomitata tra le costole.
"piantala! Sei
veramente antipatico!" esclamò. Però le previsioni di John non
furono sbagliate. Anthony non giocò male, ma non era adatto al ruolo
di Battitore e alla fine venne scartato anche lui. Vennero scelti
Jimmy Peaks e Ritchie Coote, del terzo anno. Non erano bravissimi ma
avevano fatto un provino migliore di molti altri.
"Quel Coote è carino"
disse Miriam.
"Troppo alto"
ribattè Calì.
"Forse anche troppo
magro" osservò Aisleen.
"Ginny e Demelza, ora
che fate parte della squadra, dovrete combinarmi un appuntamento"
disse Miriam.
"Quando lo conosceremo
potremmo provarci" disse Demelza, con un sorriso.
"Zitte che ora scelgono
i Portieri!" esclamò Lavanda con un gridolino eccitato.
"E da quando ti
interessa il Quidditch?"le chiese Hermione, accigliata.
"Ehm.. da un po'"
rispose Lavanda, arrossendo.
"Vado a mettemi un po'
più avanti.. da qui non vedo niente!" disse Hermione, alzandosi
in piedi.
"E da quando a te
interessa il Quidditch così tanto?" chiese Calì.
"Oh beh, uno dei miei
migliori amici sta facendo il provino e l'altro è il Capitano,
quindi.." disse la ragazza e andò avanti. Ginny sperava che Ron
passasse le selezioni, ma si ricordava fin troppo bene le prestazioni
pessime del fratello.
"Le nuove cacciatrici,
in campo, per favore, per la selezione dei Portieri!" gridò
Harry. Demelza e Ginny si alzarono e corsero in campo, insieme a
Katie. I Portieri non erano molti, per fortuna.
"In sella alle scope!"
ordinò Harry e i giocatori obbedirono.
"ora, tirerete cinque
rigori per portiere" spiegò il Capitano "chi ne para di
più diventa Portiere, è molto semplice"
I primi portieri furono
tremendi, soprattutto perchè molto piccoli. Ginny vide però che
Harry non era dispiaciuto di questo, visto che sperava che fosse Ron
ad entrare in squadra. Se tutti i Portieri erano così, sarebbe
entrato di sicuro.
"Cormac McLaggen"
chiamò Harry. Un ragazzo alto e robusto entrò in campo, con aria
spavalda. Aveva il fisico perfetto per un Portiere.
"Iniziate!"
La prima a tirare fu Katie,
ma il suo tiro fu intercettato senza difficoltà. Così come gli
altri tre. L'ultimo tiro fu di Demelza e McLaggen lo mancò,
lanciandosi nella posizione opposta. Ginny non capì perchè era
successo, il tiro di Demelza non era così difficile, gli altri erano
stati più complicati. Perfino il ragazzo sembrava non capire cosa
fosse successo.
"Ron Weasley!"
chiamò Harry. Il ragazzo salì sulla scopa, tremante. La faccia
aveva assunto una vaga tonalità di verde. Ginny scosse la testa. Era
vero, suo fratello non era mai stato un asso sulla scopa, ma non
faceva così schifo. Aveva le
carte in regola per farcela, se solo non fosse sempre così agitato.
Ginny decise di non essere parziale, e di giocare regolarmente. Era
suo fratello, ma non voleva rendergli il gioco facile. Era giusto che
si comportasse in maniera leale. Ma non fu necessario aiutarlo. Ron
parò da solo tutti e cinque i tiri (anche uno particolarmente
difficile di Demelza). "Sei stato bravissimo Ron!" gridò
Hermione, correndo dalle tribune, con un sorriso radioso. Ron era
entusiasta. La squadra era completa e sorridevanno tutti ad Harry.
Decisero insieme i giorni degli allenamenti. Ginny era proprio
soddisfatta! Le piaceva la nuova squadra.
"Peccato
che non sono riuscito ad entrare" disse Dean, mentre tornavano
al castello.
"Beh,
per un soffio, dai! Almeno sei nelle riserve!" disse Ginny,
incoraggiante.
"Non
immaginavo che Demelza fosse così brava! Per non aver mai giocato,
deve avere proprio il Quidditch nel sangue!"
"Sì,
in realtà non me lo aspettavo neanche io.."
Continuarono
a parlare di Quidditch fino al castello, fino a quando non trovarono
un'aula vuota e ci si infilarono, per avere un po' di intimità e
scambiarsi un po' di tenerezza, per festeggiare l'entrata di Ginny
nella squadra. O perlomeno, quella era la scusa.
*
Era
tardo pomeriggio e Ginny e Dean stavano passeggiando insieme per il
castello, quando vennero interrotti dal professor Lumacorno.
"Signorina
Weasley! Che piacevole sorpresa! Sei andata a vedere i provini della
squadra di Grifondoro, stamattina?" chiese.
"Già,
e sono entrata nella squadra come Cacciatrice" rispose Ginny.
"Ah,
complimenti, complimenti! Se volessi continuare con questa carriera
ho un mucchio di contatti influenti.. Gwenog Jonas, il Capitano delle
Holyhead Harpies, era una mia allieva e siamo rimasti in amicizia..
potrei parlarle di te, fra qualche tempo.."
"Sarebbe
magnifico, professore." lei adorava Gwenog Jones, era il suo
idolo! Era bravissima e tifava da sempre per la sua squadra.
"Splendido,
splendido.. stasera organizzerò un piccolo incontro, sai, per pochi
intimi, e gradirei moltissimo averti, insieme al signor Potter e la
signorina Granger, che credo che tu conosca"
"Sì,
li conosco bene" annuì Ginny.
"Perfetto!
E ovviamente ci sarà anche la signorina Cohen, che ho già
avvertito..Allora ci vedremo stasera, nelle mie stanze, per le otto!
Mi raccomando puntuale! Arrivederci, Finnigam" quest'ultimo
saluto era diretto a Dean, che aveva ignorato per tutto il tempo.
"Non
sa neanche come mi chiamo!" esclamò Dean.
"Non
si ricorda i nomi di molte persone" si inventò Ginny.
"Ci
andrai stasera?"
"Per
forza. Non mi va molto, ma credo che sarò costretta"
Dean si
era rabbuiato un po', e non parlò fino alla Sala Grande. A cena si
separarono: lui mangiò con Seamus, mentre Ginny si sedette con
Demelza, Miriam e Aisleen. Anche in Sala Comune non lo cercò: se si
voleva far vedere, sarebbe venuto lui. Si sedette sulla sua poltrona
preferita a giocare con il suo piccolo Arnold per un po', aspettando
il momento di dover scendere da Lumacorno. La sensazione di sentirsi
osservata la costrinse a voltarsi, aspettando di trovare Dean che la
guardava dall'altro capo della stanza. Invece no, vide solo Harry,
Ron e Hermione che discutevano seduti ad un tavolo. Si alzò dalla
poltrona e andò in dormitorio, per posare Arnold al sicuro da
Grattastinchi, e prepararsi per la serata.
*
"Come
dici che sarà questa serata?" le chiese Miriam, mentre
scendevano dal dormitorio.
"Una
noia da morire" rispose Ginny "c'è praticamente solo gente
antipatica"
Si
fermarono in Sala Comune, ad aspettare Hermione.
"Eccomi!"
scese cinque minuti dopo "ho fatto tardi perchè mi sono persa
in chiacchiere con Ron e Harry.."
"Buonasera,
ragazze! Anche voi dal vecchio Luma?" era Cormac McLaggen, che
era davanti al ritratto della Signora Grassa.
"Già"
rispose Miriam.
"Complimenti
per l'entrata in squadra, Weasley. E mi complimento con te anche per
l'entrata di tuo fratello, si intende"
"Perchè,
scusa, complimentati con lui" rispose Ginny. Con la coda
dell'occhio vide improvvisamente Hermione diventare scarlatta.
"Non
fare la finta tonta" ringhiò McLaggen "l'ultimo tiro che
hai fatto, era una palla facilissima, l'hai fatto apposta!"
"Veramente
è l'unico tiro che ha quasi mancato!" rispose freddamente
Ginny. I due continuarono a guardarsi in cagnesco fino a che Miriam
non li interruppe.
"Faremo
tardi! Vogliamo andare?"
"Puoi
anche fare un'altra strada" disse Ginny, rivolta al ragazzo.
"Invece
la farò con voi. Vorrei approfondire un po' la conoscenza con
Granger"
"Cosa?"
esclamò Hermione, trasalendo al suono del suo nome.
"Granger
sono anni che siamo nella stessa Casa e non ci siamo mai presentati"
"Ehm..
io.. ora so chi sei" balbettò Hermione.
"Sì,
ma vorrei conoscerci meglio, non so se mi spiego.." disse,
passandole un braccio sulla spalla.
Hermione
sbiancò.
"Sì,
ti sei spiegato benissimo, McLaggen" esclamò Hermione,
togliendo il suo braccio dalle sue spalle "ma per favore tieni
le mani al posto loro"
"E
voi due? Anche se te Weasley hai causato la mia esclusione dalla
squadra, non sarebbe male passare a chiamarci per nome.. Cohen? Tu
che ne pensi?"
Ginny
non credeva che fosse possibile avere tanta faccia tosta.
"Non
sei il mio tipo" rispose diplomaticamente Miriam.
"Mi
fai semplicemente schifo. E comunque sono già impegnata"
rispose Ginny.
"Prima
dite di no, ma poi tornate tutte!"
"Speraci!"
rispose Miriam.
Per
fortuna erano arrivati allo studio di Lumacorno. Ginny, Hermione e
Miriam si sedettero il più lontano possibile da McLaggen, che
cominciò a provarci con Melinda Bobbin, una bella ragazza, famosa
perchè i suoi genitori erano proprietari di una grossa casa
farmaceutica, del settimo anno di Corvonero.
"Che
essere spregevole" commentò Miriam. La serata consisteva nello
stare seduti su soffici pouf e divani, con dei dolci e stuzzichini
vari a rispondere alle varie domande del professore, che riguardavano
soprattutto le loro famiglie.
"Allora,
signorina Weasley, parlaci un po' della tua famiglia.. tuo padre
lavora al ministero, no? Di che si occupa esattamente?" chiese
Lumacorno a Ginny.
"Papà
lavora nell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. Ha ottenuto
la promozione quest'estate"
"Splendido,
splendido.. è una gran brava persona Arthur, non lo conosco bene, ma
ho sentito parlare di lui, la vostra è una famiglia molto onesta"
Ginny
sentì qualcuno sbuffare, ed era sicura che era quell'idiota di
Zabini.
"E
so che hai anche un fratello al Ministero, Percival, mi pare si
chiami, che è addirittura assistente del Ministro in persona"
"Già,
ma ho anche molti altri fratelli" aggiunse in fretta Ginny. Non
voleva parlare di Percy.
"Perbacco!
Qualcun'altro al Ministero?"
"No,
ma Bill lavora alla Gringott, Charlie studia i draghi in Romania e
Fred e George hanno aperto un negozio di scherzi a Diagon Alley"
"Aha,
i Tiri Vispi Weasley, le loro bacchette finte sono fantastiche,
semplicemente geniali! Gran bella famiglia, la tua!"
"Grazie
professore, anche se non tutti la pensano come lei" rispose
Ginny, guardando Zabini negli occhi "vero, Zabini?" disse,
in tono provocatorio "dai, perchè non dici al professore che
consideri la mia famiglia feccia, eh?"
"Su,
su, signorina, non facciamo affermazioni affrettate" disse il
professore, per evitare liti "signorina Granger, i tuoi genitori
sono babbani, no?"
"Sì,
signore" rispose Hermione.
"E
dimmi, cara, che posizione occupano nella società babbana?"
"Sono
dentisti. Dei medici che si occupano della salute dei denti e delle
gengive. Nel mondo dei babbani è un ottimo mestiere"
"Splendido!
Un po' come i nostri Medimagi!"
"Esattamente"
La
serata procedette un po' così, e Ginny fu molto sollevata quando
terminò. Al ritorno in Sala Comune lasciò andare avanti Miriam e
fermò Hermione, con la scusa di andare in bagno.
"Sei
stata strana tutto il giorno"
"No,
non è vero.."
"Non
sei riuscita a guardare in faccia McLaggen quando parlava del
provino"
"è
una tua impressione.."
"Ed
è stato molto strano che McLaggen non sia riuscito a parare
quell'ultimo colpo.. molto, molto strano.."
"beh,
forse era un tiro difficile.."
"E
tu eri molto vicina al campo.. a portata di bacchetta"
"Ma
non è vero, ero molto distante"
"Hermione!
Dimmi la verità o ti tengo chiusa qua dentro tutta la notte!"
"E
va bene, e va bene" si arrese la ragazza "ho Confuso
McLaggen"
Ginny
rimase a bocca aperta.
"Harry
ha fatto la tua stessa faccia" disse Hermione, inarcando un
sopracciglio.
"Non
c'è altra faccia da fare" rispose Ginny "Hermione, tu,
il Prefetto di Grifondoro, sempre così rispettosa delle regole.."
"Lo
so, ma quello è uno sbruffone! Ha parlato male di te e Ron tutto il
tempo, non lo sopportavo! È stato meglio così" esclamò la
ragazza. Era molto rossa in faccia e si mordeva le labbra "E
poi" mormorò "ci tenevo che Ron entrasse nella squadra"
Ginny le
sorrise, anche se Hermione non la guardava in faccia. Lei lo sapeva
da un pezzo, veramente, che Hermione teneva a suo fratello non solo
come amico. Il suo sguardo, soprattutto negli ultimi anni, era più
brillante quando c'era lui o quando parlava di lui. Era la prima
volta, però, che ammetteva che teneva a Ron.
"Lo
so" rispose Ginny "tu vuoi molto bene a Ron"
"Sì"
sussurrò Hermione.
Le due
amiche rimasero in silenzio per un po'. Fu Hermione a romperlo.
"Sai..
Ron non mi ha mai degnato di uno sguardo, ma in realtà non si era
mai interessato molto alle ragazze. Ma ora che ho visto che qualcuna
è interessata a lui" nel dirlo, strinse le mani, rendendo
bianche le nocche "ho capito quanto ci tengo a lui, veramente.
Non voglio perderlo. Non voglio che qualcuna me lo porti via"
Era
strano sentire Hermione parlare di Ron in quel modo. Ma in fondo,
Ginny lo aveva sempre saputo che sarebbe andata a finire così.
"Anche
lui tiene molto a te" mormorò, abbracciandola "Non lo
perderai".
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Capitolo 50 *** Baci e Maledizioni ***
cap 50 nv
Baci e Maledizioni
La prima uscita ad Hogsmeade era ormai
arrivata, e Ginny non vedeva l'ora di rividere il paese. Aveva
promesso a Dean che avrebbe dedicato tutta la giornata a lui, ed era
felice di farlo. Purtroppo, però, il tempo non era dei migliori:
Ginny si alzò la mattina prestissimo per il rumore del vento fuori
dalla finestra. Le altre non si mossero: Demelza continuava a dormire
con la bocca e le braccia spalancate, Aisleen era raggomitolata su un
fianco e respirava piano e Miriam abbracciava il cuscino con
un'espressione beata sul volto. Ginny sapeva che non si sarebbe mai
riaddormentata, così si alzò per andare in bagno, a farsi una lunga
doccia bollente. Usò lo shampoo che le aveva regalato la mamma, e
che le ricomprava sempre da quando era bambina. Lei lo adorava, anche
se non sapeva esattamente quale profumo avesse: fiori freschi, di
questo era certa, ma non una categoria precisa. Fiori semplici e
selvatici. Altro che i costosi flaconi di Flebo. Si pettinò con cura
i lunghi capelli, con un pettine di legno a denti larghi, nel tepore
del bagno del dormitorio. Non faceva tutto questo perchè si doveva
vedere con Dean, ma semplicemente per sè stessa. Le piaceva
prendersi cura del suo corpo, con piccoli semplici gesti, però
curare i suoi capelli era la cosa che amava di più. La rilassava.
Pensò a sua mamma, a quei gesti che una volta, quando lei era ancora
una bambina, compiva lei: la lavava, la pettinava e parlavano,
occupavano il bagno per ore, era il loro momento, l'unico momento in
cui i maschi non erano ammessi.
"Che cosa fate là dentro tutto
quel tempo?" brontolò Fred.
"Sì, come fate a passare delle
ore chiuse in bagno?" esclamò George.
"E perchè chiacchierate
tanto?" chiese Ron.
"Cose da donne" rispondeva
la mamma, facendo l'occhiolino a Ginny.
"Già. Voi non potete capire"
aggiungeva Ginny, sentendosi donna in tutta la sua piccola persona.
Erano cambiate
tante cose. La mamma era triste, preoccupata, aveva mille pensieri
per la testa. Ginny era cresciuta. E lei non aveva tempo per starle
vicino, soprattutto da quando la guerra era riniziata. Ginny doveva
cavarsela da sola, come quei fiori selvatici di cui amava tanto
l'odore.
*
Ginny si
mise il mantello e il berretto di lana grigia che le aveva fatto la
mamma, con guanti e sciarpa coordinati. Infilò i piedi in degli
stivali e uscì, per incontrarsi all'uscita del castello con Dean,
che si fece attendere cinque minuti. Non era mai preciso. La salutò
con un bacio e poi si avviarono insieme agli altri studenti al
controllo di Gazza.
"Dove
andiamo?" chiese Ginny.
"Con
questo freddo, mi chiuderei subito ai Tre Manici di Scopa per una
Burrobirra bollente" disse Dean.
"Andiamo"
rispose Ginny. Dean le prese la mano e camminarono così. Il locale
era come al solito affollato, ci stava praticamente tutta la scuola.
"Prendi
una Burrobirra anche tu?"
Ginny
annuì e il ragazzo andò al bancone a fare le ordinazioni. Lei si
guardò intorno, per cercare se c'era qualcuno che conosceva, ma
sapeva che era troppo presto per incontrare qualcuno: Aisleen e Chris
erano sicuramente a scambiarsi smancerie da Madame Piediburro (Ash
era il tipo da fare queste cose, anche se non voleva ammetterlo),
Miriam e Demelza avevano un appuntamento al buio con due ragazzi
carini di Tassorosso. John e Colin volevano farsi un giro da Zonko,
mentre Anthony non aveva detto nulla a nessuno, anche se Ginny
credeva che aveva approffitato di una giornata in cui John non era
nel castello per passare del tempo con Grace. Vide però Katie Bell,
con una sua amica del settimo anno di Tassorosso. Ginny la salutò
con la mano e lei ricambiò.
"Eccomi
qui" esclamò Dean, posando due enormi boccali sul tavolo.
"Grazie
mille!" disse Ginny. Brindarono, ridendo e cominciarono a
chiacchierare.
"Ginny,
ti sei sporcata" disse Dean, dopo che la ragazza ebbe posato il
boccale.
"Dove?"
"..qui"
il ragazzo si sporse verso di lei, e le baciò il naso, togliendole
la schiuma che le era andata a finire sopra.
"..
e anche qui" mormorò, scendendo sulle labbra.
"Sono
proprio un disastro, eh?" scherzò Ginny.
"Eh
già, se non ci fossi io"
"Dove
altro mi sono sporcata?"
Dean
stette al gioco e cominciò a baciarla un po' dappertutto: sul naso,
sulle guance, sul collo..
"Forse
stiamo dando un po' troppo spettacolo" disse Ginny.
"Forse
dovremmo starcene un po' più appartati" mormorò Dean,
malizioso.
"Per
una volta che stiamo ad Hogsmeade godiamoci il posto!" esclamò
Ginny, bevendo un altro lungo sorso dalla sua Burrobirra.
"Sì,
mica intendo tornare al castello! Perchè non andiamo in qualche
altro pub? Qui è troppo incasinato! Magari cerchiamo qualcosa di più
intimo.."
"Non
Madame Piediburro, ti prego!" gemette Ginny.
"No,
non quello! Ne conosco un altro, un po' più tranquillo, vedrai, ti
piacerà.."
"Mmm,
senti non ho voglia di chiudermi in un altro pub, voglio farmi un
giro.."
"ma
fa freddo!"
"Ma
io voglio fare qualche giro per negozi!"
Dean non
sapeva rifiutarle niente. Di solito, nessuno sapeva rifiutarle
niente, tranne sua madre.
"Ok"
accettò, rassegnato. Fecero un giro in un negozio i vestiti, dove
Dean si comprò un paio di guanti nuovi (Ginny insistette per
pagarglieli, ma lui non cedette), poi entrarono in cartoleria, dove
Ginny doveva rifornirsi di piume e inchiostro (Dean, di nascosto, le
comprò un magnifico inchiostro che cambiava colore a seconda del suo
umore!) e poi si rinchiusero da Mielandia, dove entrambi fecero una
gran scorta di dolci. Carichi di cose, decisero di tornare al
castello, visto che faceva veramente troppo freddo per stare
all'aperto.
*
"Ginny,
hai saputo?" era Demelza, che le correva incontro nel castello.
"Cosa
è successo?" chiese Ginny, che era raggomitolata sul divano a
scaldarsi, a fianco a Dean.
"Katie,
Katie Bell.." disse Demelza, con voce tremante "è in
infermieria"
"Cosa
le è successo? Niente di grave, spero" disse Dean, subito
serio.
"è
stata maledetta, non so come, a Hogsmeade"
"Che
cosa? Come è successo?" esclamò Ginny. L'ultima volta che
aveva sentito di un ragazzo ad Hogwarts maledetto era al suo primo
anno, e dietro c'era lo zampino di Voldemort.
"Non
si sa di preciso.. stava con un'amica di Tassorosso, una certa
Leanne, che è sotto shock, e i professori hanno impedito che la
riempissero di domande" disse Demelza "dicono che c'era
anche tuo fratello con lei"
"Mio
fratello? Che ci faceva Ron con Katie e quell'altra ragazza di
Tassorosso?" chiese Ginny, stupita.
"Non
solo lui. C'era anche Harry Potter e Hermione Granger"
Perchè
esserne stupita? Se ad Hogwarts c'erano dei guai, quei tre ne erano
sempre dentro fino al collo.
*
Parlò
con Hermione che però non seppe dirle molto. Le raccontò un po'
come erano andate le cose, della collana maledetta ma niente di che.
"Non
si sa nulla su chi sia il colpevole. Mi pare strano che qualcuno
voglia aggredire Katie" disse Hermione.
"Già"
"E
poi non credo che sia opera di uno studente! Come avrebbe fatto a
portare una collana maledetta ad Hogwarts? No, è stato qualcuno di
esterno, sicuro."
In
effetti, Hermione aveva ragione, come sempre.
"Parlando
d'altro.. hai sentito della festa di Natale di Lumacorno?"
chiese Hermione.
"Veramente
no, visto che ogni volta che c'è una cena con lui, Harry organizza
un'allenamento di Quidditch" disse Ginny, divertita, visto che
lei e Harry ridevano sempre come matti al pensiero di Hermione
stretta tra Zabini e McLaggen.
"Oh,
è proprio un vero amico" borbottò lei "me ne ricorderò
la prossima volta che mi chiede gli appunti di Trasfigurazione.."
cambiò tono "Comunque credo che alla cena di Natale dovrete
venirci per forza! Lumacorno la organizzerà in modo che veniate.."
"Che
fortuna" commentò Ginny sarcastica.
"La
cosa positiva è che possiamo portare degli ospiti" disse
Hermione.
"Perfetto!
Dirò a Dean di venire, ne sarà felice"
"Anche
io pensavo di portare qualcuno.."
"Fammi
indovinare: Ron?"
Hermione
arrossì. "Pensi che sono stupida?"
"Perchè
dovrei pensarlo? Ti piace!" disse Ginny.
"Sì,
lo so, ma non so lui.. se io non gli piaccio? Forse mi considera solo
un'amica.. l'amica secchiona da cui copiare i compiti!"
"L'amica
secchiona che lo ha accompagnato in milioni di avventure, l'amica
secchiona con cui passa tutte le vacanze estive, l'amica secchiona a
cui ha regalato un profumo che è stato ORE a scegliere, l'amica
secchiona che ha quasi ucciso quando è andata al ballo con un altro"
elencò Ginny
"e
secondo te non gli piaci? Hermione, sei la strega più intelligente
che conosco, mi cadi su queste cose?"
"Smettila!
Sai che non è sicuro!" esclamò Hermione. Ginny alzò gli occhi
al cielo.
"ok,
Hermione.. io vado a letto!"
"Va
bene! Ci vediamo domani mattina" disse lei, imbronciata. Ginny
le sorrise.
"Andrà
tutto bene! Direte sì e passerete una bella serata.. magari vi
troverete insieme sotto il vischio.."
Hermione
arrossì violentemente "Ginny! È troppo presto.." ma,
mentre lo diceva, sorrideva compiaciuta.
*
Come
previsto da Ginny, Dean fu molto felice dell'invito. Glielo disse la
mattina stessa, a colazione.
"è
fantastico Ginny.. grazie per avermi invitato"
"E
chi altro dovevo invitare, scusa? Sei o non sei il mio ragazzo?"
"In
effetti.."
"Potevo
invitare qualcun'altro, quindi? A saperlo.."disse la ragazza,
con un sorriso malizioso. Dean si fece di colpo serio.
"No.
Tu sei solo mia" disse. Poi sorrise "ci sarà da
divertirsi. Non vedo l'ora"
"Mmmm
io non tanto. Non sono un granchè come eventi, sinceramente"
disse Ginny "la maggior parte di gente è noiosa e piena di sè,
come quel McLaggen o quella Melinda Bobbin. Se non fosse per Harry,
Hermione e Miriam mi sarei già uccisa, durante quei mortori!"
"Ma
dai, non credo che siano così noiosi! Sono sicuro che ci
divertiremo"
"Se
lo dici te"
Ginny
ricominciò a splamare la marmellata d'arance su di un toast. Non
capiva perchè Dean ci tenesse tanto ad essere invitato alle cene di
Lumacorno.
"Ci
vediamo oggi pomeriggio?"
"Non
posso" rispose Ginny, addentando il suo toast "Allenamento
di Quidditch"
"Ah
già" disse Dean "non ci vediamo fino a stasera"
"Purtroppo
no"
"Ci
vediamo troppo poco"
"Insomma,
secondo me ci vediamo abbastanza"
"Invece
no, facciamo tutte cose diverse, non abbiamo attività in comune"
disse Dean "siamo di anni diversi, quindi frequentiamo corsi e
persone diverse. Tu poi fai parte del Lumaclub.."
"Ti
prego, non chiamarlo così, è orribile" gemette Ginny.
"Beh,
quello che è. Poi fai parte anche della squadra di Quidditch. Hai le
giornate occupate da attività che non includono me!"
"E
che devo fare?" chiese Ginny "il tempo libero lo passo con
te!"
"è
poco" borbottò Dean, imbronciato. Ginny si sporse e gli diede
un lieve bacio sulle labbra.
"Vado
a lezione. A stasera"
"Buona
giornata"
Molte
ragazze (compresa Aisleen) trovavano molto bello che il proprio
ragazzo volesse passare più tempo con loro. Ginny, però, aveva
bisogno dei suoi spazi, e il tempo che passava con Dean le sembrava
abbastanza. Mica dovevano vedersi ogni momento della giornata, no?
*
Gli
allenamenti di Quidditch che avevano avuto finora erano stati molto
divertenti per lei. Lei, Demelza e Katie avevano formato un bel trio,
si capivano al volo e funzionavano benissimo insieme. Jimmy e Ritchie
erano divertenti e spiritosi e mettevano allegria ad ogni
allenamento. E poi c'era Harry, simpatico e carismatico, non faceva
pesare a nessuno gli allenamenti. Ron non era bravissimo e si
innervosiva facilmente, soprattutto perchè sapeva di essere l'anello
debole della squadra. Harry era paziente, perchè Ron era il suo
migliore amico, gli voleva bene e voleva offrirgli una possibilità.
Ginny era anche lei sicura che Ron sapesse giocare meglio di così:
era vero che non era un fuoriclasse, ma meglio sicuramente di come
giocava quando si avvicinava una partita.
"Come
faremo senza Katie, Capitano?" chiese Demelza ad Harry.
"Demelza
chiamami Harry! Siamo compagni di casa e ci passiamo a malapena un
anno!" esclamò Harry. Demelza arrossì furiosamente "d'accordo
Harry.."
"comunque
sì, dobbiamo cercare un altro Cacciatore, non possiamo giocare così,
anche se mi dispiace un sacco per Katie.."
"Già,
ci dispiace a tutti" disse Jimmy.
"Chi
chiamerai?" chiese Ginny.
"Chi
è andato meglio alle selezioni. Voi cominciate con un giro di
riscaldamento. Ginny, se non torno in fretta, comicia a far fare tu
gli esercizi"
"Ok!"
Harry
tornò da solo, ma non disse nulla riguardo al nuovo Cacciatore,
tranne che si sarebbe presentato agli allenamenti del giorno
seguente. Ma Ginny lo seppe in anteprima la sera stessa.
"Ginny!
Non immaginerai mai quello che è successo!" esclamò Dean,
appena la vide.
"Cosa?"
chiese Ginny, in tono distaccato.
"Harry
mi ha chiamato! Sostituisco Katie! Non è splendido?"
Ginny,
improvvisamente, si ritrovò senza niente da dire. Non è che non
fosse contenta, anzi, le faceva piacere che Dean fosse in squadra con
lei. Ma il campo lo aveva visto sempre come una cosa sua, da non
condividere con lui. Non sapeva perchè, ma da una parte la presenza
di Dean le era molto sgradita.
"è
bellissimo, Dean" mentì con un sorriso.
"Ci
pensi? Altro tempo da passare insieme!"
Ginny lo
abbracciò. Dietro le spalle delle ragazze vide Harry, che andava a
sedersi a cena insieme a Ron e Hermione. Sospirò.
*
Parlando
tecnicamente, Dean era molto bravo. Lui, Ginny e Demelza funzionavano
bene insieme. Harry era molto soddisfatto. Il solo problema rimaneva
Ron. A Ginny non faceva pena e non voleva facilitargli il lavoro:
Demelza non era d'aiuto, visto che gli dispiaceva vederlo in
difficoltà e gli tirava palle facili. Ginny non era gentile ed era
convinta che per aiutare concretamente suo fratello, bisognava
scuoterlo, magari con aggressività. Lei, infatti, lo trattava come
se fosse un portiere avversario, e non gli risparmiava nessun tiro.
Ron, invece di impegnarsi, si arrabbiava ancora di più, vedendosi
sconfitto dalla sorella: Ginny gli leggeva negli occhi l'invidia e il
rancore che serbava da anni. Doveva essere brutto, vedersi sempre
secondo a tutti. Ginny voleva bene a suo fratello, ma era ora che
cominciasse a reagire. Ron si agitava sempre di più, tanto che mollò
un pugno ad una sfortunata Demelza, che gli si stava avvicinando per
calmarlo.
"è
stato un incidente Demelza, scusa non volevo, davvero!" urlò
Ron alla compagna, che sanguinava. Ginny planò accanto all'amica.
"Sei
un idiota, Ron, guarda come l'hai conciata!" esclamò.
"Dai,
Ginny, non essere così severa.."
"E
sei un'idiota anche tu, Dem!"
"Ragazze,
ci penso io" disse Harry, atterrando accanto a loro. Tirò fuori
la bacchetta e la puntò verso il labbro di Demelza, che smise di
sanguinare "Ginny, non dire a Ron che è un idiota, non sei tu
il Capitano.." le disse.
"Lo
so, ma mi sembravi troppo occupato per dirglielo, e io ho pensato che
qualcuno dovesse.."
Harry
cercò di mantenere la sua aria severa, ma Ginny gli vide un sorriso
che lottava per spuntare.
L'allenamento
procedette. Fu un allenamento disastroso, ma Harry li congedò con
frasi rassicuranti. Quando furono da sole nello spogliatoio Ginny
decise di fare un bel discorsetto alla sua compagna.
"Demelza,
sei troppo buona con Ron. Così non lo aiuti"
"Ma
mi fa pena! Poverino, è solo molto nervoso"
"Sì,
lo so, ma se non lo scrolliamo un po', non se ne esce!"
"Come
dici tu.. ma non ce la faccio!"
"Beh,
provaci, se ci tieni un minimo a vincere la Coppa!"
Ginny si
lavò e cambiò in fretta e uscì prima dell'amica. Pensava di
riuscire ad arrivare al castello da sola quando si trovò davanti
Dean.
"Con
quei capelli così lunghi ci metterai una vita ad asciugarli!"
disse.
"è
molto che mi aspetti?" chiese Ginny.
"Un
po'. Ma avevo previsto questo tempo, data la tua chioma. Mai pensato
ad una scorciatina?"
"Mi
sembri mia madre! Mi piacciono così" rispose lei, mentre
entravano nel castello e si dirigevano verso la loro solita
scorciatoia.
"E
piacciono molto anche a me"
Si erano
fermati nel corridoio. Ginny era appoggiata al muro, e Dean si era
avvicinato a lei, accarezzandole i lunghi capelli, che ormai le
arrivavano alla vita.
"Sei
bellissima"
Dean
cominciò a baciarla, e lei ricambiò, con entusiasmo.
"Che
grinta" sussurrò lui, quando si staccarono.
Ginny
abbozzò un sorrisetto "non ti piace?" chiese, maliziosa.
"Che
cosa?" sussurrò lui "mi piace da impazzire. Tu mi piaci da
impazzire, Ginny Weasley"
Ricominciarono
a baciarsi, con più passione di prima. Dean la prese per i fianchi e
la strinse ancora di più a lui. Ginny lo abbracciò forte,
continuando a baciarlo. Non c'era un rumore intorno a loro.
Circondati da un silenzio denso, continuavano a baciarsi, certi che
il mondo fosse scomparso, certi che fossero gli unici nel castello.
"Ehi!"
una voce, lontana, fece tornare il mondo intorno a loro. Si
separararono immediatamente. Ginny si girò. Era Ron.
"Cosa?"
chiese al fratello. Non aveva un'espressione allegra. Anzi, sembrava
imbestialito. Vicino a lui c'era anche Harry, che fissava anche lui
la scena, impiertito.
"Non
mi piace vedere mia sorella che pastrugna la gente in
pubblico!"
Pastrugna?
Dove diavolo l'aveva pescata una parola del genere?
"Questo
corridoio era deserto, finchè non siete arrivati voi due!"
rispose Ginny.
"Ehm..
dai, Ginny" questa era la voce di Dean, tanto nervoso da
balbettare "andiamo in.. sala Comune"
Aveva
paura di suo fratello? Patetico!
"Vacci
tu" ringhiò la ragazza "io devo dire due parole al mio
caro fratello"
Dean non
se lo fece ripetere due vole e se la diede a gambe. Avrebbe dovuto
far due chiacchiere anche con lui.
"Bene"
cominciò Ginny, scuotendo i capelli "chiariamo questa faccenda,
Ron. Con chi esco e cosa ci faccio sono solo
affari miei"
"No,
invece" esclamò Ron, infuriato "Sono affari miei eccome!"
"Ah
sì? Non mi sembra proprio!"
"E
invece sì! Non voglio che la gente in giro dica che mia sorella è
una..."
"Una
cosa?" urlò Ginny, sfoderando la bacchetta "Una cosa, di
preciso?"
Era
infuriata, offesa. Come poteva suo fratello dirle una cosa del
genere?
"Non
voleva dire niente, Ginny.." intervenne Harry, cercando di
rimediare alle terribili parole di Ron.
"Invece
sì!" urlò lei, contro Harry "Solo perchè non ha mai
baciato nessuno, solo perchè il bacio èiù bello lo ha ricevuto da
zia Muriel.."
"Sta'
ZITTA!" urlò Ron.
"Col
cavolo! Sei patetico Ron! Se andassi in giro a pomiciare un po' anche
tu non ti darebbe così fastidio che lo facciano tutti gli altri!"
Ron
aveva estratto la bacchetta, Ginny aveva in mano la sua.
"Cosa
diavolo stai dicendo?" esclamò Ron "Solo perchè non lo
faccio in pubblico...."
Ginny
scoppiò in una risata sprezzante: "Ma dai, e chi baci? Forse
hai una foto di zia Muriel sotto il cuscino.."
L'incantesimo
la colse impreparata. Non la prese per un pelo. Harry scaraventò Ron
contro il muro, arrabbiato.
"Non
fare il cretino.." lo sentì dire.
"Harry
ha baciato Cho Chang!" urlò Ginny, vicina, ormai, alle lacrime,
che ricacciava eroicamente dentro "E Hermione ha baciato Viktor
Krum! Sei l'unico a comportarti come se fosse una cosa disgustosa, ed
è perchè hai l'esperienza di un dodicenne!"
Scappò
via. Era arrabbiatissima. Si chiuse nel primo bagno che trovò e
scoppiò a piangere. Era tantissimo che non succedeva.
Suo
fratello l'aveva offesa. Lei non era una di quelle. Che male
c'era a stare con un ragazzo? Non era più una bambina, da tanto
ormai. Non ci poteva fare niente se aveva già avuto esperienze e lui
no. Andò vicino al lavandino e si sciacquò il viso. Era ancora un
po' rosso. Non fece in tempo ad uscire dal bagno che vi entrò
Hermione.
"Ginny!
Ti stavo cercando"
"Oi
eccomi qui. Dimmi tutto" disse Ginny.
"Sei
rossa in viso. Hai pianto?" chiese Hermione, scrutandola.
"Nervosismo.
Ho litigato con quel cretino di Ron"
"Cosa?
Perchè?"
"Mi
ha beccato mentre mi baciavo molto appassionatamente con Dean e mi ha
fatto una scenata"
"Oh,
mi dispiace, che cosa ti ha detto?"
"Non
parliamone" disse Ginny con un sospiro "Mi rovino solo
l'umore. Dimmi ciò che volevi dirmi"
"Non
è importante.."
"Muoviti!"
"Ok,
ok.. è Ron"
"Me
lo aspettavo" disse Ginny "dai, dimmi"
"Gli
ho chiesto di venire alla festa di Lumacorno, con me" disse lei,
con un gran sorriso "e.. beh, ha accettato, molto voleniteri
direi"
"Sono
contenta per te, anche se non capisco cosa ci trovi in lui"
disse Ginny "Allora, come siete rimasti?"
"In
che senso?"
"Insomma
ci andate come amici o come coppia?"
"Uhm..
non lo so.. come amici, credo"
"Che
diventeranno una coppia"
Hermione
arrossì "è tutto così strano.. sono felicissima, non vedo
l'ora che venga la festa.. Non so come ci comporteremo! Voglio dire,
è la prima volta che usciamo insieme in questo senso! E se capitiamo
sotto il vischio? Avrà il coraggio di baciarmi?"
"Se
così sarà, farai un favore a tutti"
"Perchè
scusa?"
"Niente,
lascia perdere. Torniamo in sala comune"
*
La
partita contro Serpeverde si avvicinava e gli allenamenti facevano
schifo. Ovviamente il problema era Ron che ignorava Ginny e Dean e
maltrattava tutti gli altri. E in più non parava nemmeno una palla.
"..sei
una deficiente, non sai tenere un pallone in mano, come credi che si
pari un tiro del genere, ritirati dalla squadra che è meglio.."
stava sbraitando contro Demelza, l'unica che cercava di avvicinarsi.
I suoi nervi non ressero, tanto da farla scoppiare a piangere.
"Sta
zitto e lasciala in pace!" intervenne Jimmy Peaks, volando a
fianco della ragazza. Ginny gli avrebbe lanciato volentieri una bella
fattura Orcovolante.
"BASTA!"
urlò Harry, sfrecciando verso Ron e Demelza "Jimmy, metti a
posto i Bolidi, Demelza, riprenditi, hai giocato benissimo come
sempre e Ron.." non terminò la frase "L'allenamento è
finito! Andate a cambiarvi!"
Evidentemente
Harry voleva parlare a Ron da solo.
"Ron
ha esagerato oggi" disse Dean a Ginny, mentre gli altri andavano
agli spogliatoi.
"Sì,
ma io volevo dire due parole anche a te" si voltò verso di lui,
con le mani sui fianchi e uno sguardo minaccioso "ti sei
comportato malissimo ieri"
"Io?!"
chiese lui, incredulo.
"Sì
tu. Sei scappato via come un coniglio! Non che io abbia bisogno
dell'aiuto di qualcuno per difendermi, ma sarebbe stato carino avere
il tuo sostegno"
"Era
una questione tra te e tuo fratello, io non mi dovevo immischiare"
rispose Dean.
"Era
arrabbiato perchè ci stavamo baciando!"
"Quanto
è esagerato!" sospirò Dean.
"Come
se tu non saresti geloso, se trovassi una delle tue sorelline che
bacia qualcuno!"
"Sono
troppo piccole!"
"Daisy
quanti anni ha?"
"Quasi
quattrodici"
"Uh
che strano, il mio primo bacio l'ho dato alla sua stessa età!"
"Va
bene, non mettiamo in mezzo queste cose" disse Dean "scusa,
mi sono comportato male. Hai ragione"
"Vado
da Demelza. Avrà bisogno di essere consolata"
Ginny
andò nello spogliatoio e vi rimase per un po', dicendo all'amica
parole di conforto. Quando uscirono, Dean non c'era più.
*
La
partita contro Serpeverde e, nonostante Ginny non avesse troppe
speranze sull'esito, andò meglio di come pensasse. Il tempo era
ottimo, Serpeverde aveva mandato in campo parecchie riserve, e Ron
aveva giocato splendidamente! Non sapeva perchè, ma era riuscito a
parare ogni Pluffa ed era diventato ad ogni tiro più sicuro di sè.
Quando era di buon umore, Ron era completamente un altro giocatore,
doveva ammetterlo. Serpeverde non segnò nemmeno un punto, mentre
lei, Demelza e Dean ne segnarono parecchi. L'unica cosa negativa era
Zacharias Smith, che faceva da commentatore e criticava ogni mossa
dei Grifondoro. Quanto rimpiangeva Lee! Alla fine della partita gli
si era schiantata addosso con la sua scopa, facendolo quasi morire
d'infarto!
"Signorina
Weasley, spiegami cosa diavolo hai fatto?" la sgridò la
McGranitt.
"Scusi
professoressa, ho dimenticato di frenare!" rispose Ginny
mentendo allegramente. Sentì Harry scoppiare a ridere. Lo vide
sgusciare dall'abbraccio della squadra e venire verso di lei, con un
sorriso.
"Sei
stata fenomenale!" le disse e l'abbracciò forte. Si lasciarono
subito e lui andò subito da Ron.
"Su
in sala Comune si fa festa!" urlò Dean "me lo ha detto
Seamus! Ginny, Demelza, andiamo!"
Prese in
braccio la sua ragazza e la baciò, davanti a tutti.
"Dean!"
esclamò lei, ma lui la portò in braccio fino alla Sala Comune,
ridendo come un pazzo.
La Sala
Comune era tutta rosso e oro. C'erano litri di Burrobirra e cibarie
varie.
"Ecco
a voi Ginevra Weasley, Demelza Robins e Dean Thomas, alucni degli
eroi di questa fantastica vittoria!" urlò Seamus, mezzo
ubriaco, quando entrarono. Poco dopo di loro entrò anche Ron, che fu
subito travolto da Lavanda Brown.
"Oh
Ron, sei stato bravissimo, eccezionale, straordinario! Io non resisto
più!" gli prese la faccia tra le mani e cominciò a baciarlo di
gusto. Ron ricambiò con entusiasmo, senza nessuna vergogna. Ginny lo
guardò a bocca aperta. "Da quando a Ron piace Lavanda?" le
chiese Dean, con una Burrobirra in mano.
"Non
ne ho idea"
Ginny si
discostò dalla festa. Cercava Hermione. Lo aveva visto? Quello
schifoso.. doveva uscire con lei! Cosa diavolo stava facendo?
"Ehi
Arnold! Cosa ci fai qui?" prese in mano la sua Puffola Pigmea,
che vagava per la Sala, con Grattastinchi che lo inseguiva. Vide in
lontananza Harry, che si guardava intorno.
"cerchi
Ron?" gli chiese "è laggiù, quello schifoso ipocrita"
Evidentemente
Harry ancora non aveva visto la scena perchè guardò l'amico
stupefatto.
"Deve
affinare un po' la tecnica, non credi? Sembra che le stia mangiando
la faccia!" commentò Ginny "Bella partita, Harry" gli
sfiorò il braccio e lui le sorrise. "vado a prendere un
bicchiere di Burrobirra" disse Ginny e si allontanò da lui.
Hermione non si era vista. Sperava tanto che lei non avesse visto
Ron. Ma purtroppo, era sicura che non era così.
*
Vide
Hermione molto più tardi. Erano già andati quasi tutti a dormire,
ma lei era rimasta sveglia, ad aspettarla. Aveva un aspetto
distrutto: i suoi capelli erano più crespi e scarmigliati del
solito, i suoi occhi e il suo volto rossi e tremava leggermente.
"Hermione!"
La
ragazza si voltò a guardarla. Le labbra le tremavano.
"Oh,
vieni qui" esclamò Ginny e l'amica si precipitò da lei.
"Io..
io" singhiozzò la ragazza.
"Non
devi dire niente" le sussurrò Ginny "so cosa è successo"
"perchè
lo ha fatto?" disse Hermione, tra le lacrime "p-perchè?"
Ginny
non sapeva cosa risponderle. Perchè i ragazzi sono stupidi, sono
immaturi. Perchè le cose non vanno sempre come vogliamo. Perchè ai
migliori capitano sempre le cose peggiori.
No.
Parole sentite e risentite. Hermione non aveva bisogno di questo. Lei
lo sapeva già.
"Lo
avevo invitato" mormorò Hermione "Lo avevo invitato.
Significava una sola cosa. E lui lo sapeva" ricominciò a
piangere. Ginny le accarezzò i capelli.
"Come
si fa a sopravvivere a questo? Come si fa ad andare avanti? Come si
fa a superarlo?"
Ginny
sorrise "i ruoli si sono invertiti, Hermione" disse. Anche
Hermione fece una specie di sorriso.
"Ti
dirò quello che hai sempre detto a me: non pensarci, vai avanti, fai
vedere quella che sei veramente. Vivi la tua vita, Hermione. Non
possiamo stare ferme ad aspettarli. Tanti giorni felici, tanti bei
momenti indimenticabili ci stanno solo aspettando. Dobbiamo solo
viverli"
Hermione
si asciugò il volto.
"Questa
volta sei tu a parlare al plurale, Ginny" disse Hermione,
ricordandole una conversazione avuta dopo il ballo del Ceppo.
"La
vita sta ancora aspettando anche me" mormorò Ginny "ma
intanto vivo ciò che per ora mi viene offerto" con questa
risposta si avviò verso il dormitorio.
"Grazie
Ginny. Grazie per esserci sempre" disse Hermione e l'abbracciò.
"Grazie
anche a te, per esserci sempre stata" rispose Ginny.
|
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Capitolo 51 *** La Festa di Lumacorno ***
cap 51 nv
La festa di Lumacorno
La festa di Lumacorno si avvicinava.
Ginny era un po' preoccupata per Hermione: chi avrebbe invitato ora
che Ron stava con Lavanda? Era troppo orgogliosa per venire da sola e
Ginny le avrebbe impedito di rifiutare l'invito. Doveva solo trovare
qualcuno disposto ad uscire con lei. Ginny voleva parlarle, ma
beccarla era impossibile, visto il suo orario fitto.
"Lavanda è molto entusiasta di
tuo fratello" le disse Dean, a colazione "Non sapevo le
piacesse, non mi ricordo che lei e Ron abbiano mai avuto un gran
rapporto. Seamus non è molto felice di questa nuova coppia"
"E com'è?" chiese Miriam,
che era seduta vicino a Ginny, interessata al pettegolezzo.
"Al quarto anno lui e Lavanda sono
stati insieme per un po'" raccontò Dean "però poi lei lo
ha lasciato all'inizio del quinto anno. Non ha mai specificato il
perchè"
"E a Seamus piace ancora?"
chiese ancora Miriam.
"In realtà no" rispose Dean
"però vederla con un altro, per di più un suo compagno di
dormitorio, ovviamente non gli fa piacere"
"Io spero che la storia con
Lavanda renda Ron meno nervoso" disse Demelza "il pugno sul
labbro me lo ricordo ancora bene"
"Sarebbe l'unica cosa positica di
questa faccenda" rispose Ginny. Già era condannata ad avere
Fleur come cognata, e ormai si era rassegnata, ma Lavanda Brown non
l'avrebbe accettata. Si voltò e, qualche posto più in là vide Ron
con una specie di polipo dai capelli lunghi e mossi attaccato alla
faccia e un Harry con una faccia tra lo schifato, l'annoiato e il
disperato. Hermione non c'era. Probabilmente si svegliava la mattina
un'ora prima per non incontrare Ron e Lavanda.
"Ginny, andiamo, abbiamo Difesa
Contro le Arti Oscure, se arriviamo tardi Piton ci uccide"
esclamò Aisleen, mentre gli altri si alzavano.
"Ci vediamo dopo" Ginny
salutò Dean. L'aspettava una lunga giornata.
Arrivarono prima del professore in
classe. Ginny si sedette vicino a Demelza, come al solito, Anthony
vicino a Colin e, cosa stranissima, Miriam lasciò sola Aisleen per
mettersi vicino a John. Aisleen guardò malissimo l'amica e andò a
sedersi da sola, offesa. Per tutta la lezione parlottarono, incuranti
del fatto di essere in classe con Piton (cosa che gli costò dieci
punti in meno a Grifondoro). Dopo la lezione si comportarono
normalmente, come se tutto fosse tranquillo. Anzi, John era di nuovo
cordiale e sorridente, nonostante c'era anche Anthony con loro.
"Ma che gli hai detto?"
sussurrò Ginny a Miriam.
"Niente, perchè?" rispose
lei.
"Qualcosa devi aver fatto, non lo
vedevo così allegro da mesi"
Miriam non rispose e Ginny capì che
c'era qualcosa di strano sotto. Fu distratta da una chioma
cespugliosa seduta su una finestra, con un grosso libro dal titolo in
Rune. Hermione!
"Hermione!" Ginny corse verso
l'amica "Come va?" chiese, titubante. Hermione si voltò e
le rivolse un largo sorriso.
"Splendidamente!" rispose la
ragazza.
"Splendidamente?" chiese
Ginny, non capendo cosa succedeva all'amica, che erano giorni che
piangeva chiusa in bagno e evitava tutti.
"Già! Non ti pare una bellissima
giornata, oggi?" Adesso che ci pensava, vedeva un luccichiò
strano negli occhi di Hermione, quasi folle.
"Hermione, ti senti bene?"
"Te l'ho detto! Sto benissimo!"
esclamò la ragazza.
"Ok" disse Ginny, pensando
che Hermione fosse impazzita "senti, ma alla fine ci vieni alla
festa di Lumacorno? È domani sera"
"Certo che ci vengo!" rispose
Hermione "e ho anche un accompagnatore!"
"Grande!" rispose Ginny, che
non ci stava capendo nulla "Sono contenta per te! Chi è il
fortunato? Tanto chiunque è meglio di Ron.."
"è Cormac McLaggen" disse
Hermione.
"Scusa? Credo di non aver sentito
bene"
"Hai sentito benissimo"
"Ok, allora ritiro ciò che ho
detto prima" rispose Ginny "sicuramente Ron è meglio di
quel pallone gonfiato. Ora spiegami perchè? Sei impazzita per caso?
Come può piacerti quell'imbecille?"
Hermione non rispose.
"Avevo preso in considerazione
anche Zacharias Smith" disse con voce bassa. A
quell'affermazione Ginny stava per esplodere. Ma all'improvviso capì,
e capì quello strano luccichio negli occhi di Hermione. "Ho
capito.." disse lentamente.
"Che ne pensi?" chiese
Hermione, ansiosa.
"Che è un'idea geniale"
disse Ginny "oh, sarà gelosissimo! Gliela devi far pagare, fai
benissimo!"
"Dici?"
"Ma certo! E poi lui neanche ci
sarà alla festa e quindi sarà tutta la sera sulle spine, non
sapendo cosa state facendo! Oh è geniale, è geniale! Se lo merita!"
Hermione sorrise e chiuse il suo libro
"Meno male che mi appoggi. Harry non mi guarderà più in
faccia, quando lo saprà"
"è un maschio. Ci metterà un po'
di più, ma ti capirà anche lui"
Hermione scoppiò a ridere "ma sì,
mi capirà.."
"Hai già un vestito per la
serata?"
"Mamma me ne ha mandato uno
bellissimo!"
"Allora sei pronta! Fallo
rosicare!"
"Ovvio!"
*
"Ginny, Ginny!" Ginny si
voltò, aspettandosi di vedere Aisleen, Demelza o Miriam. Invece si
trovò davanti Grace. "Ciao Grace" le sorrise Ginny.
"Ciao! Ho una novità!"
esclamò la ragazza.
"Dimmi"
"Lumacorno mi ha invitata alla
festa di Natale!" esclamò Grace "Ci siete anche te e
Miriam, vero?"
"Sì!" rispose Ginny.
"Allora ci divertiremo un mondo!
Ne sono sicura. Ci vieni con Dean?"
"Sì, vengo con lui. Immagino tu
porti Anthony.."
"Già! Sai, una sera che ho
l'opportunità di non incontrare John.." disse Grace "la
sua gelosia è insopportabile"
"Ne so qualcosa di fratelli
gelosi" rispose Ginny "Ma ancora non sa che vi state
frequentando?"
"In realtà no. Ma glielo dirò.
Però devo farlo io, forse quando torneremo a casa per Natale"
all'improvviso si bloccò "Miriam dirà qualcosa secondo te? Sai
quant'è chiacchierona.."
"Non nego che gongolerà parecchio
quando lo scoprirà, visto che fa pronostici su voi due dal primo
anno" disse Ginny "ma sa tenere la bocca chiusa, quando
vuole"
"Beh meno male!" esclamò
Grace sollevata "sai, credo se la notizia arrivasse alle
orecchie di John attraverso Miriam si arrabbierebbe ancora di più"
Ginny si liberò in fretta di Grace e
si avviò di corsa verso Incantesimi e fu lì che una scena che la
fece innervosire inverosimilmente le si parò davanti. Era Luna
Lovegood, con due grossi Serpeverde del loro anno vicino a lei.
Sicuramente non avevano buone intenzioni.
"Ah è così, dici che siamo pieni
di Gorgosprizzi?"
"Ma cosa diavolo sono i
Gorgosprizzi?"
"Non ne ho idea"
"Se provaste i miei Spettrocoli
potreste vederli anche voi" consigliò premurosa Luna.
"Non ti conviene prenderci in giro
Lunatica"
"Quello non è
il mio nome" rispose Luna, con un cipiglio severo.
"è l'unico
nome che può avere una pazza come te, Lunatica"
"Già, te e
quello strambo di tuo padre"
Ginny non poteva
non intervenire.
"Ehi,
il suo nome è Luna" esclamò, avvicinandosi a gran passi. I due
grossi Serpeverde puntarono gli occhi su di lei.
"Uh, la
piccola Wealsey, che paura" sghignazzò uno di loro.
"Lo sai che ti
sei fatta veramente carina?"
"Chiedi subito
scusa a Luna" ringhiò Ginny.
"Oh, e perchè
dovrei farlo?"
"L'abbiamo
solo chiamata come è giusto chiamarla"
"è lunatica,
pazza, quindi perchè non chiamarla così?"
"Lei non è
pazza" sibilò Ginny "è migliore di molte altre persone,
compresi voi due. Sicuramente molto più intelligente. Quindi non
chiamatela mai più in quel modo"
Il più grosso si
avvicinò a Ginny con fare minaccioso.
"Oho, sto
tremando di paura" finse di piagnucolare.
Ginny sguainò la
bacchetta.
"Chiedile
scusa"
"Non ci penso
nemmeno"
"Ehi, Mark"
intervenne l'altro Serpeverde "si dice sia un'ottima lanciatrice
di fatture Orcovolanti"
"Non ho paura
di una piccola traditrice del suo sangue" rispose lui.
"Neanche io di
un pallone gonfiato" ringhiò la ragazza. Puntò la bacchetta
contro i due ragazzi e, prima che potessero dire un'altra parola, gli
lanciò contro una delle sue fatture Orcovolanti. I due vennero
sbalzati in aria, ricoperti di minuscoli e orribili mostriciattoli.
"Facci subito
scendere!"
"Aiuto!"
"Chiedete
scusa a Luna"
"Scusa, scusa"
piagnucolò uno dei due, quello che aveva parlato di meno "ti
prego facci scendere"
"Come si
chiama?"
"Luna!"
esclamò Mark.
"Quindi?"
"Scusa Luna!
Ora basta, facci scendere!"
Ginny e Luna
guardarono i due divertite. "Secondo me vi farà bene stare
lassù un altro po'" disse Ginny. Lei e Luna scoppiarono a
ridere. Fecero per andarsene ma poi Ginny si voltò, e con un veloce
movimento di bacchetta e un Finite Incantate sussurrato, fece
cadere a terra i due Serpeverde, con un tonfo appositatamente
premeditato.
"Grazie Ginny.
Sei stata molto carina" le disse Luna.
"Luna, siamo
amiche. Era il minimo che potessi fare" disse Ginny.
"Anche Neville
lo dice spesso" disse Luna "che siamo amici, intendo.
Chiacchieriamo spesso"
"Ci mettiamo
vicine ad Incantesimi?"
"Va bene!"
*
Mancava
solo un giorno alla festa, e tutta Hogwarts non parlava d'altro.
"Con
tutte le cose a cui bisognerebbe pensare, la gente ha solo in testa
quello stupido ballo!" si lamentò un giorno Ginny con Dean.
"Non
si può mica pensare sempre a cose brutte o tristi" disse Dean
"ogni tanto è un bene pensare a cose divertenti come una festa"
"E
la cosa che mi da fastidio e che non si fa altro che parlare degli
altri" esclamò Ginny.
"La
gente è curiosa" disse Dean facendo spallucce "io non ci
vedo niente di male"
"Io
invece sì. Siamo circondati da superficiali"
"Sei
troppo radicale" la rimproverò bonariamente Dean.
La
persona che più interessava tutti era, ovviamente, Harry Potter.
Tutte le ragazze di Hogwarts si chiedevano chi avrebbe invitato al
ballo, visto che si vociferava che ancora non aveva invitato nessuno.
"Non
capisco che cosa aspetta" disse Dean "può avere tutte
quelle che vuole"
"Magari
non gli interessa nessuna" ribattè Ginny.
"Anche
se fosse è meglio che si sbriga" mormorò Dean "ho sentito
Calì dire che Meredith Sullival, Romilda Vane e Chloe Stander
parlare di modi poco ortodossi per farsi invitare da Harry alla
festa"
"Che
oche!" ribattè Ginny stizzita "Harry troverà sicuramente
qualcuna meglio di loro!"
Con chi
Harry andasse alla festa le stava molto a cuore. Non per niente, era
il migliore amico di suo fratello, il suo Capitano e ormai un buon
amico anche per lei!
"Sì, Harry
dovrebbe seriamente sbrigarsi" le disse Hermione "gliel'ho
detto, gli ho parlato anche delle voci che si sentono nei bagni delle
ragazze ma niente. Dice che non c'è nessuna che vuole invitare. Mi
sembra così strano"
"Perchè?
Magari non gli piace davvero nessuna" esclamò Ginny.
"Sì, forse..
ma lo vedo distratto, quando si affronta questo argomento. Forse gli
piace qualcuna che non può avere"
"E chi? Gli
sbavano tutte dietro" ribattè Ginny, alzando un sopracciglio,
con aria sdegnata.
"Magari
qualcuna già impegnata" suggerì Hermione.
"Non dirmi che
gli piace ancora Cho Chang!" esclamò Ginny. Odiava quella
piagnucolona.
"Non credo. Ma
non lo so. Harry è così riservato" rispose Hermione. Dopo di
questo cambiarono radicalmente argomento, cominciando a parlare dei
loro vestiti e acconciature che avevano in mente per la serata. Ginny
si chiedeva chi avrebbe invitato Harry per la serata. Avrebbe
invitato di nuovo Calì, come amica? Avrebbe alla fine ceduto alle
lusinghe di Romilda Vane? Oppure aveva intenzione di riprovarci con
Cho? La sera stessa della festa di Lumacorno ebbe la risposta, dalla
voce, sempre ben informata, di Miriam Cohen.
"Avete
sentito? Harry Potter ha finalmente trovato una ragazza per la
festa!"
"Era logico, è
un ragazzo così carino e popolare" commentò Aisleen.
"Con chi va?"
chiese Ginny.
"Non ci
crederete mai! E lui poteva andare con chi voleva!" esclamò
Miriam.
"Dai spara,
chi è la fortunata?" chiese Demelza.
"Luna
Lovegood, del nostro anno ma di Corvonero!" disse Miriam "Avete
presente chi è?"
"Quella
ragazza un po'... particolare? Bionda?" chiese Aisleen.
"Esattamente!"
Ginny fu molto
contenta della notizia. Era contenta per Luna, che incontrò lì a
poco e sembrava molto emozionata "Non sono mai andata ad una
festa con un ragazzo, come amica" le disse "sono sicura che
ci divertiremo tantissimo"
"Ci sarò
anche io, con Dean. Ci vedremo sicuramente lì"
Ginny andò a
prepararsi con calma. Tirò fuori dal baule un vestito blu che lei e
la mamma avevano comprato durante l'estate. No, doveva essere
sincera. Non era felice solo perchè Luna era stata invitata alla
festa. In un angolo nascosto del suo cuore, era contenta che Harry
non avesse invitato una ragazza che gli piaceva sul serio, con cui
voleva fare coppia.
*
Miriam
si era preparata prima di lei ed era già uscita. Si chiedeva con chi
avesse appuntamento, ma le interessava poco.
"Ginny,
sei.. sei bellissima" disse Dean, appena la vide. Il suo vestito
era elegante molto semplice, stile impero, con la gonna non troppo
lunga. Aveva legato i capelli con una coda alta e dai lobi le
pendevano un paio di orecchini lucenti, "gocce di luna"
come li aveva definiti sua zia Muriel quando glieli aveva regalati,
che le rendevano il volto ancora più bello, truccandolo con toni
così leggeri che non l'appesantivano, ma la rendevano un po' più
donna. Ai piedi, questa volta, aveva optato per un paio di scarpe
col tacco, anche se non altissimo. Ginevra Weasley aveva un aspetto
femminile ed aggraziato per natura, e non aveva bisogno di più di
ciò che Madre Natura le aveva donato per dimostrarsi tale.
Baciò
lievemente il suo ragazzo, incurante del lucidalabbra, e si avviarono
insieme allo studio di Lumacorno. Vide in lontananza Harry e Luna:
lei aveva un vestito argentato di paillettes e i capelli sciolti.
"Perchè
Harry è uscito proprio con Lunatica Lovegood. Guarda come si è
conciata" esclamò Dean, ridacchiando "E meno male che è
uno dei ragazzi più popolari della scuola!"
Ginny fu
molto irritata per quell'affermazione.
"Primo
si chiama Luna" sibilò "secondo è una ragazza molto
intelligente e molto simpatica, è normale che Harry ci sia voluto
uscire, visto che è simpatico ed intelligente anche lui. Terzo,
questa sera è davvero molto carina! Purtroppo sei troppo ottuso per
capire uno stile diverso dal tuo, magari un po' più originale. E
comunque è una mia amica!"
Dean
guardava Ginny con uno sguardo incredulo, ma non rispose. Ginny
nemmeno continuò la discussione.
"Vado
a prendermi qualcosa da bere" disse lui. Ginny non lo seguì.
Quando voleva Dean era proprio un cretino.
"Ginny!
Sei bellissima!"
era
Hermione, che le sorrideva radiosa. Lei aveva sempre i capelli ricci,
sciolti e un vestito rosso un po' scollato ma molto carino. Anche lei
aveva indossato i tacchi, un po' più alti di quelli di Ginny.
"Anche
tu Hermione! Peccato che Ron non ti possa vedere! Creperebbe di
invidia!"
Hermione
arrossì.
"Come
va con McLaggen?"
Hermione
alzò gli occhi al cielo e si avvicinò all'amica.
"Una
noia da morire! Non fa altro che parlare di lui, delle sue
spettacolari parate a Quidditch. Uffa, non lo sopporto più. Ma"
aggiunse, illuminandosi all'improvviso "ne è valsa veramente la
pena"
"Dai,
racconta"
"Ron
mi ha sentito raccontare a Calì del mio appuntamento" disse
Hermione "e si è addirittura staccato da Lavanda! Dovevi
assolutamente vedere la sua faccia! Era livido!"
"Ben
gli sta" commentò Ginny.
Si separarono in
fretta e Ginny andò da Miriam, che le veniva incontro con il suo
vestito rosa shocking.
"Ginny! Guarda
un po' chi è uscito dalla tana!"
"Miriam, santo
cielo.." borbottò una voce maschile. Ginny sgranò gli occhi.
Era John.
"Visto? È
stupita anche lei, visto che sono secoli che non partecipi più
alla vita sociale" esclamò Miriam.
"Io credo che
abbia fatto quella faccia perchè è strano vederci uscire insieme"
disse John.
"Oh, Ginny,
non fare pensieri strani, ovviamente usciamo solo come amici"
esclamò la ragazza.
"Certo. Anzi,
come compagni di classe" aggiunse John, beccandosi una gomitata
da Miriam.
In realtà non era
per nessuno dei due motivi, ma perchè Ginny sapeva che quella sera
Grace aveva deciso di portare Anthony alla festa. Così rispose con
un risolino stupido, non sapendo che dire. Doveva trovare Grace e
avvertirla. Ma fu Grace a trovare loro. La vide da lontano, con il
suo splendido vestito verde scuro scollato e un collana luccicante al
collo, con il volto del tutto rivolto verso Anthony. Ridevano
spensierati, le teste vicini, i nasi che quasi si sfioravano. Ma non
fu solo Ginny a vederli: John e Miriam erano come pietrificati, i
volti rivolti verso la coppia. John fece cadere il suo boccale di
Burrobirra, facendo rumore. Grace si voltò lentamente verso di loro.
Appena li vide il suo volto cambiò espressione: da quel sorriso
beato che aveva prima passò a degli occhi spalancati dall'orrore.
"I-io"
balbettò la ragazza. Anthony rimase impassibile, vicino a Grace.
"Mi fate
schifo" gli sputò addosso John, con la voce che tremava di
rabbia.
Grace aveva gli
occhi lucidi di lacrime. Cercò di avvicinarsi al fratello, che la
scansò con un gesto secco.
"Mi hai
mentito" sibilò lui "per tutto questo tempo, mi hai solo
raccontato un mucchio di frottole. Pensavo che quello che facesse
schifo fosse lui" e accennò verso Anthony "mentre invece
la peggiore sei tu. E tu sei mia sorella"
"Non te l'ho
detto perchè sapevo che ci saresti rimasto male" disse Grace,
ormai vicina alle lacrime "Ovvio che ci sarei rimasto male!"
esclamò John "ma lo avrei accettato, dopo un po'. Ma mentire
così, nascondermi tutto... È la cosa peggiore che potessi fare,
Grace. Non ti avvicinare" disse, scansandola di nuovo "non
ti voglio vedere. Vattene che non ti voglio sentire"
"John, ti
prego.." singhiozzò Grace.
"Dovevi
pensarci prima" disse John "bene, me ne vado io"
John si diresse a
gran falcate verso l'uscita dello studio di Lumacorno.
"John,
aspetta!" gridò Miriam. Poi si rivolse verso Grace e Anthony,
guardandoli con estrema freddezza "Vi siete comportati
malissimo. Vergognatevi"
"Oh, non
venirci a farci la predica" sbottò Anthony. Miriam non rispose
e corse dietro John.
"Ve lo avevo
detto" gli disse Ginny.
"Sono stata
una stupida" disse Grace "voglio andarmene"
"Ti accompagno
alla tua Sala Comune" si offrì Anthony.
"No, no.. ti
prego, lasciami sola" singhiozzò Grace "ti prego" e
scappò via anche lei.
Antnony sospirò.
"Seguila"
gli suggerì Ginny. Lui non se lo fece ripetere due volte. Non sapeva
come sarebbe finita. John ci era rimasto malissimo, soprattutto per
la bugia. La ragazza si avvicinò al tavolo con i buffet e si riempì
il piatto di qualche stuzzichino e qualche tartina con la crema di
zucca.
"Hey ciao"
Ginny si voltò. Un ragazzo alto di Tassorosso le sorrideva.
"Ciao"
rispose Ginny.
"Come va?"
"Tutto bene,
grazie"
"Sono Steve
Taylor. Gioco come Portiere nella squadra di Tassorosso"
Ginny lo osservò
meglio: un biondino slavato, con gli occhi chiari, alto e dal fisico
possente. No, non lo aveva mai visto, altrimenti se ne sarebbe
ricordato, carino com'era.
"Ginny
Weasley, Cacciatrice di Grifondoro" si presentò "non eri
in squadra, l'anno scorso?"
"No"
rispose il ragazzo "sei del quinto, giusto?"
"Sì.
Tu?"
"Settimo. Ti va di bere qualcosa insieme, su quei
divanetti laggiù" chiese lui, ammiccando "sono abbastanza
appartati..."
Che sfacciato!
Stava per dirgliene quattro (anche se effettivamente era davvero
carino) quando sentì un braccio posarsi sulle spalle.
"Salve.. Dean
Thomas, Cacciatore di Grifondoro. Sesto anno e suo" accennò
verso Ginny "ragazzo. Dicevi?"
"Non sapevo
uscissi con qualcuno" disse Steve rivolto a Ginny.
"Io.."
cominciò Ginny ma fu interrotta da Dean.
"Beh, ora lo
sai" sbottò "aria"
"Chi ti credi
di essere, io non mi muovo" disse minaccioso il ragazzo.
"Sparisci e
non avvicinarti più a lei" ringhiò Dean.
"Altrimenti?"
"Altrimenti te
la vedrai con me"
Steve sbuffò
divertito "Ciao Ginny. Ripassa quando ti sarai stufata dei
ragazzini" disse, e sparì tra la folla.
"Non
rivolgerle mai più la parola!" urlò Dean. Ginny gli diede una
gomitata.
"Dico, ma sei
fuori? Ci stanno guardando tutti!"
"Che
guardassero! Che capissero che nessuno ti si deve avvicinare!"
"Non c'è
bisogno che mi fai la guardia, so badare a me stessa"
"A me non
sembra proprio"
"Beh, non mi
puoi vietare di fare due chiacchiere con qualcuno! Dopo che tu mi hai
lasciata sola, poi!"
"Io faccio
quello che voglio! Sei la mia ragazza, io non voglio che frequenti
altri ragazzi che non siano chi dico io!"
"Non mi ha mai
dato ordini nessuno e non sarai tu il primo a farlo!" rispose
Ginny, arrabbiata.
"Io non voglio
mai più vedere queste scene" esclamò Dean, arrabbiato anche
lui "io non voglio vederti con altri ragazzi! È una cosa che mi
manda in bestia!"
"Non ho
intenzione di chiudermi in un convento!"
"Nessuno te lo
ha chiesto"
"Mi pare
proprio di sì, invece"
"Sei
impossibile! Puoi mettere da parte un po' te stessa per fare qualcosa
che ti dico io?"
"No, Dean, te
lo scordi. Non puoi decidere chi devo o non devo frequentare"
"Posso eccome"
"Sai che ti
dico? Me ne vado? Rimani qui da solo!"
Girò sui tacchi e
se ne andò anche lei. Arrivò davanti alla Signora Grassa da sola.
Dean non l'aveva seguita.
Angolo autrice
Salve
a tutti! Spero sia piaciuto a tutti questo capitolo! Le cose tra Dean e
Ginny si cominciano ad incrinare. Sarà lui il problema o sarà perchè
lei si è accontenta e in realtà il suo cuore batte per qualcun altro?
Lo vedremo tra qualche capitolo!
Non
so se qualcuno di voi lo ha notato, ma nel capitolo precendete, "Baci e
Maledizioni" ho inserito una piccola parte dove Ginny parla del suo
shampoo preferito.. Quella descrizione sta ad indicare l'origine del
profumo di fiori che Harry sente nel Filtro d'Amore che Lumacorno aveva
nella sua aula. Questo
profumo viene citato molto spesso ne "il principe Mezzosangue" quindi
volevo trovare un modo per inserirlo anche io, e visto che Ginny non mi
sembra una ragazza che mette i profumi, ho pensato che collegare questo
odore di fiori allo shampoo era la scelta più indicata per il carattere
del personaggio.
Al Prossimo capitolo!
Marty
|
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Capitolo 52 *** Natale ***
cap 52 nvu
Natale
Le vacanze di Natale sarebbero iniziate
il giorno successivo, e Ginny stava preparando il baule per la
partenza imminente. Era sola con Hermione in dormitorio.
"Quindi non vieni neanche per un
paio di giorni?" le chiese Ginny, mentre piegava i maglioni con
la magia.
"No, Ginny" rispose Hermione
"Non posso. Lo sai"
"Vabbè vieni come mia invitata,
mica la sua.." protestò Ginny, mentre osservava i suoi maglioni
depositarsi in una morbida pila nel baule.
"Ho bisogno di non vederlo per un
po'. Non ce la faccio a stare sotto il suo stesso tetto" mormorò
Hermione "e poi voglio vedere mamma e papà"
"Come vuoi" disse Ginny "
Harry però verrà"
"Harry non ha altri che voi"
disse Hermione con delicatezza "e poi è stato carino. È
passato prima da me, ha cercato di convincermi come hai fatto tu e
poi mi ha detto che, se volevo, lui rimaneva al castello con me.
Ovviamente gli ho detto di no"
"Ti vuole molto bene" osservò
Ginny.
"Sono come una sorella per lui"
rispose Hermione, con un sorriso. Prese la bacchetta anche lei e
piegò la biancheria di Ginny e la stipò, in un attimo, in un angolo
del baule.
"Beh, hai finito. Quando partite?"
"Stasera stessa"
"Io aspetto domani mattina. Mamma
e papà saranno felicissimi di vedermi. È tanto che non passiamo un
Natale insieme a casa!"
"Sentiamoci però" disse
Ginny.
Hermione rise "Ginny, sono solo
due settimane!"
"Sì, ma sono due settimane con
Flebo" le ricordò Ginny, roteando gli occhi "A proposito,
chissà in quale stanza la faranno dormire.."
*
Aveva evitato tutto il
giorno Dean, e non aveva intenzione di cercarlo per salutarlo. Era
meglio non vederlo, dopo ieri sera, e sperava vivamente che lui non
la trovasse. Sarebbe stato meglio avere semplicemente un bel periodo
di pausa. Magari le cose si sarebbero risolte da sole. Andò subito
allo studio della McGranitt: avrebbero usato il suo camino per
arrivare in tutta sicurezza alla Tana, invece dell'Espresso di
Hogwarts. Vide davanti a lei Harry.
"Ciao Harry!" lo
salutò lei, allegramente.
"Oh! Ciao Ginny"
rispose lui, come riemerso dai suoi pensieri.
"E Ron? Dov'è?"
"Si stava ancora
salutando con Lavanda" rispose Harry "era imbarazzante,
aspettarlo"
"Già, posso capire"
Ron arrivò poco dopo e
partirono tutti e tre per la Tana.
"Prima le signore"
disse Harry, con un sorrisino e lei entrò per prima nel camino.
"Buon Natale
Professoressa" disse Ginny.
"Buon Natale anche a
te, signorina Weasley" rispose la McGrannit "su, sbirgati,
che poi tocca a Potter e Weasley"
"La Tana!" urlò
la ragazza e si ritrovò in un attimo nel camino di casa sua.
"Oh Ginny!" la
accolse con uno strillo e con un abbraccio stritolatore.
"Oh... ciao mamma"
balbettò Ginny.
"Oh, per fortuna stai
bene!"
"Certo che sta bene
mamma, mica è dovuta venire a piedi!" rispose l'inconfondibile
voce di Fred.
"Fred!" esclamò
Ginny "George!" si liberò dall'abbraccio della mamma e si
fiondò dai gemelli.
"Ehi piccola! Che ci
racconti?" chiese George.
"Hogwarts è sempre la
stessa?" chiese Fred.
Poco dopo arrivarono anche
Harry e Ron e vennero anche loro travolti dalla signora Weasley.
"E la cara Hermione?
Perchè non è venuta?" chiese Molly. Ron arrossì furiosamente
in zona orecchie.
"I suoi genitori hanno
insistito per farla tornare a casa" intervenne Harry,
convincendo la signora Weasley.
"Bene, andate a
sistemare le vostre cose, io vado a preparare per stasera" disse
la signora Weasley e tornò indaffarata in cucina. I tre ragazzi
presero i loro bauli e cominciarono a trascinarli per le scale.
"Ginny!" la chiamò
George.
"Cosa?" rispose
Ginny.
"Al tuo baule ci
pensiamo noi!" disse Fred e con un colpo di bacchetta fece
sparire il baule della sorella.
"Grazie mille!"
"E di cosa? Sei la
nostra sorellina!"
Ginny abbracciò i gemelli e
gli diede ad ognuno un bacio sulla guancia. Salì le scale
saltellando e corse nella sua cameretta, che la madre aveva ripulito
e riordinato. Il suo baule era già lì. Sentiva Harry e Ron
trasportare i loro con fatica, e sorrise tra sè e sè: a volte, era
positivo essere donna!
Si tolse la divisa di
Hogwarts e si mise uno dei caldi maglioni di sua madre e scese giù
in cucina.
"Mamma, hai bisogno di
aiuto?" chiese, servizievole.
"Non per ora, Ginny, ma
domani sì" rispose la madre.
"Papà quando torna?"
"Mmm, dovrebbe tornare
tra poco" disse Molly, scurtando l'orologio.
"Mettiamo domani
mattina l'albero?"
"Sì, credo di sì, lo
andranno a prendere i tuoi fratelli"
Ginny si sedette al tavolo e
la madre fece altrttanto. "Quest'anno anche Remus rimane con noi
a Natale" disse Molly.
"Meno male, più siamo
meglio è" rispose allegra Ginny.
"Dormirà nella stanza
di Percy, ovviamente avrà una camera tutta per sè, non mi pare
cortese fargliela dividere con qualcuno, dopotutto è un uomo
adulto.."
"Certo mamma"
"Quindi Bill dormirà
con Fred e George, Harry e Ron nella cameretta di Ron"
"Bill ora dov'è?"
"è ancora in Francia
dai genitori di Fleur" rispose Molly.
"A proposito, Fleur
dove la mett..." stava dicendo Ginny ma si bloccò orripilata.
La mamma stava facendo finta di guardare da un'altra parte.
"Mamma"
"Sì tesoro?"
"è escluso"
"Ginny, cara, cerca di
essere ragionevole"
"è fuori discussione"
"Ginny non ci sono
alternative"
"Io non voglio dividere
la stanza con Flebo!" strillò.
"Smettila di fare i
capricci, sei l'unica ragazza, è logico che dormirà con te"
"Io torno ad Hogwarts"
"Tu non torni da
nessuna parte signorina, le cose sono state decise così e basta"
Ginny si alzò dal tavolo e
se ne andò in camera sua, sbattendo i piedi. Si rimangiava tutto:
essere l'unica femmina in una famiglia era proprio una disgrazia.
*
Riscese solo all'arrivo di
suo padre.
"Papà!" esclamò,
gettandosi tra le sue braccia.
"Ginny! Mi sembri
cresciuta!" disse il papà.
"A me sembra la solita
tappa" disse George, scompigliando i capelli della sorella.
Ginny gli fece una smorfia.
"Hai finito di
strillare?" chiese Fred, mentre salutava il padre.
"Se vuoi comincio con
te" rispose Ginny.
"No, no lasciamo stare"
"Qui non vedo ancora
nessuna decorazione!" esclamò Arthur.
"Le possiamo fare
stasera?" chiese Ginny.
"Ovvio!" rispose
il padre, sedendosi su una vecchia poltrona.
"Fred, George, Ron e
Harry!" chiamò la ragazza "andate a prendere un abete!"
ordinò.
"Per chi ci hai preso,
per dei taglialegna?" rispose George.
"O per i tuoi schiavi?"
chiese Ron.
"Non pretenderete che
io vada a prendere un albero
tutta sola e indifesa!" esclamò Ginny indignata
"siete
o non siete i miei fratelloni?" chiese, con quegli occhioni
dolci che faceva quando le faceva comodo.
"Allora,
andiamo?" esclamò Harry, dopo aver distolto gli occhi dal viso
di Ginny.
"Andiamo"
borbottò Ron.
I
quattro ragazzi si incamminarono verso fuori.
"Vi
voglio bene!" esclamò Ginny.
"Quando
fa quegli occhi non le si può dire di no" sentì dire Ron ad
Harry. E Ginny poteva giurare di aver sentito Harry mormorare "vero"
Tornarono
poco dopo, pieni di neve e di aghi di pino. Portarono insieme
l'albero al centro del salone, sotto gli ordini di Ginny. Arthur
osservava la scena divertito insieme a Molly.
"Ron,
per favore, vai a prendere gli scatoloni con gli addobbi"
"Puoi
farlo anche tu!"
"Ma
io non ci arrivo"
"Potrebbe
farlo qualcuno che può usare la magia.."
"Vado
io, Ginny" si offrì Harry "dove sono?"
"In
soffitta, ma sarebbe meglio che ci andasse qualcuno che conosce bene
la casa.."
"Tranquilla,
posso farcela" sorrise Harry e salì di sopra.
"Vengo
anche io, mi pare che gli scatoloni sono più di uno" disse Ron
e salirono insieme.
Portati
gli scatoloni tutti i suoi fratelli si dileguarono, compresi i suoi
genitori. Le sarebbe toccato decorare il salone da sola. Tanto
meglio: era l'unica ad avere un minimo di senso artistico ed amava da
sempre decorare la casa.
"Ginny,
ti serve aiuto?" le chiese Harry, mentre toglieva il Magiscotch
da uno scatolone.
"No,
tranquillo, queste cose posso farle da sola" rispose lei con un
sorriso.
"Ma
mi fa piacere aiutarti" insistette Harry.
Harry si
inginocchiò vicino a lei, davanti allo scatolone.
"Da
cosa cominciamo, dai festoni, dalle luci o dalle palline?"
"Io
direi di mettere prima le luci" disse Ginny e insieme
cominciarono a cercare le minuscole lucette. Evidentemente Harry era
abituato ad altre tipi di decorazioni perchè sembrava molto stupito.
"Perchè
quella faccia?" chiese Ginny, ridacchiando.
"Ehm..
dove sono le luci?" chiese, confuso.
"Qui
dentro" disse la ragazza, prendendo una piccola scatola di latta
rossa.
"Lì?"
chiese Harry, sempre più confuso ma anche curioso. Lei sorrise,
enigmatica. "Avvicinati" sussurrò. Harry avvicinò il suo
volto al suo.
"Di
più" mormorò Ginny, tenendo la scatoletta all'altezza del suo
mento. Harry la guardò negli occhi e non si mosse. Ginny gli fece un
lieve cenno col capo e lui si fece più avanti, lentamente.
"Così?"
bisbigliò Harry "Va bene?"
Era a
pochi centimetri da lei. Non erano mai stati così vicini.
"Sì"
sussurrò. Harry la guardava in un modo strano. Non l'aveva mai
guardata così, prima di quel momento.
"Sei
sicura?" chiese lui.
"Sì"
rispose lei non lasciando i suoi occhi, senza aver capito il perchè
di quella domanda, senza pensare ad una risposta, urlando dentro di
lei milioni di 'sì' senza una specifica, una logica, una valida
ragione. Le sue mani tremarono mentre Harry si accostava ancora di
più a lei. Un movimento di troppo, una vibrazione in più, la
piccola scatola tra le mani di Ginny si scoperchiò e milioni di
minuscole lucette riempirono la stanza, facendo balzare Harry
all'indietro per lo spavento.
"Ma
che cosa..?" esclamò, sorpreso. Ginny rise.
"Queste
sono le luci degli alberi natalizi dei maghi" spiegò Ginny.
"Io
sono abituato ad altre luci" disse Harry, guardando le lucette
che gli galleggiavano vicino la testa. Aveva una faccia buffissima.
"E
come facciamo a metterle sull'albero?" chiese.
"Di
solito ci pensa chi può usare la magia" rispose Ginny "vado
a chiamare mamma e papà"
"ma
è così bella questa stanza così" disse in fretta Harry
"guarda"
Il
vecchio salone dai divani malconci era nella penombra, illuminato
solo da quelle piccole luci, a metà tra lucciole e fate. Sembrava un
altro salone, così.
"Hai
ragione" disse Ginny "Ma come facciamo a decorare l'albero?
Le luci vanno sempre messe per prime"
"Beh
facciamo qualcos'altro. C'è solo l'albero da fare?"
"No,
ci sono tutte le decorazioni per le pareti, le ghirlande"
"Bene
attacchiamo quelle" disse Harry. Si alzò in piedi e tese la
mano verso la ragazza, per aiutarla ad alzarsi. Ginny la prese.
Attaccarono
ghirlande per la stanza per tutto il tempo come se non fosse successo
nulla. Scherzavano, ridevano come sempre.
Era
stato un sogno?
Harry
aveva il suo sorriso gentile di sempre. Quell'espressione strana con
cui l'aveva guardata prima era scomparsa.
Era
stato solo un sogno?
"Ehi..
bisogno di aiuto da qualcuno che può usare la magia?" era
George, che entrava in salone insieme al gemello.
"Sì,
le luci! Non sappiamo come fare senza magia" disse Ginny. Fred
risolse in un secondo il loro problema e si offrirono di aiutarli a
finire di decorare l'albero, anche se in realtà facevano solo
disastri e rallentavano il lavoro, insieme a Ron ed Harry. Alla fine
aveva decorato l'albero solo Ginny.
"Manca
un bel puntale!" esclamò Ginny "potremmo fare un fiocco.."
"No,
Ginny, so io cosa potremmo fare" disse Fred,
"Cioè?"
Ma Ginny
non potè sentire la risposta di Fred perchè la madre l'aveva
chiamata per aiutarla a preparare le camere per gli ospiti. Ma sapeva
che il ghigno malefico dipinto sui volti dei due gemelli non
prometteva niente di buono.
*
Bill,
Fleur e Remus arrivarono la mattina della Vigilia, mentre Harry e Ron
erano impegnati ad aiutare la mamma con la cena e Ginny a finire di
rassettare le camere da letto. Fleur aveva una valigia enorme e un
beauty case, entrambi dello stesso fucsia.
"Ginny,
tesoro, fai vedere a Fleur dove può mettere le sue cose" disse
il padre, con un sorriso.
"Certo
papino" rispose lei, con un sorriso forzato "Vieni Fleur,
credo che la strada te la ricordi.."
Lei e la
mamma avevano incastrato una brandina per Fleur abbastanza lontana
dal letto di Ginny, non come quando veniva Hermione, che le
appiccicavano.
"Carina
la stansa, Jinnì" commentò Fleur.
"Grazie"
borbottò Ginny.
"C'è
anche uno specchio gronde" disse Fleur, ammirandosi nello
specchio a figura intera appeso al muro, che Ginny aveva fatto
appendere solo due anni prima.
"Sì.
Se vuoi puoi mettere in questo cassetto le tue cose" disse e le
indicò il cassetto più in basso della sua cassettiera "E per
le cose più grandi, ti ho riservato uno spazio nel mio armadio"
"Ti
ringrasio molto"
"Di
niente. Io vado di là, ci vediamo giù"
La cena
di Natale fu piacevole, nonostante la presenza di Flebo, che stava
appiccicata a Bill come una cozza. Dopo cena Ginny stette tutto il
tempo a giocare a SparaSchiocco con Fred e George. Con la coda
dell'occhio vide Ron che fissava avido Fleur e Bill che si baciavano.
Una scena pietosa, come sempre. Ginny sperava che quello di Ron fosse
solo un periodo che si sarebbe concluso presto. Harry, invece, era
intento a discutere con Lupin e con suo padre. Non le aveva più
rivolto la parola da quando erano rimasti da soli in salone.
*
La
mattina di Natale, Ginny si svegliò con la consueta calza gonfia di
regali ai piedi del letto. Guardò Fleur, che ancora dormiva, con una
mascherina di seta rosa sugli occhi. Non l'aveva sentita rientrare in
camera. Probabilmente aveva passato una piacevole serata da sola con
Bill. Ginny prese la calza e la svuotò sul letto. Scartò per primo
il regalo della mamma, che si rivelò essere il solito maglione fatto
in casa. Quest'anno per lei lo aveva fatto grigio e rosa e a Ginny
piaceva molto. Quando vide un pacchetto con la calligrafia di Dean
rimase quasi sorpresa; si era quasi dimenticata di lui in quei
giorni! Meno male che aveva spedito il suo regalo appena arrivata a
casa! Lo scartò e si rivelarono essere un paio di graziosi
orecchini, nè troppo vistosi nè troppo eleganti, da poter mettere
tutti i giorni. Ci aveva azzecato in pieno. Ginny se li mise subito
addosso e cominciò a scartare gli altri regali. Un grande pacco ai
piedi del letto, incartato con carta blu lucida la incuriosì subito
e lo prese con entrambe le mani. Non era troppo pesante. Senza
leggere il biglietto lo scartò. Dentro c'erano vestiti: un paio di
jeans alla moda, come quelli che aveva Aisleen, una maglietta carina
da mettere tutti i giorni tranquillamente, un paio di ballerine viola
che poteva mettere con i Jeans e la maglia e, infine, un vestito
elegante. Lo tirò fuori stupita: era di seta, beige, le copriva a
malapena il ginocchio. C'erano anche delle scarpe con tacco alto,
abbinate. Era tutto stupendo, ma chi mai le aveva regalato quelle
cose?
"Spero
ti piasciano queste cose. Le ho viste in una boutique di
Parigi e io ho ponsato che sarebbero state perfette per toi"
Ginny si
voltò verso Fleur, a bocca aperta.
"Tu.."
"No,
non solo io. È anche da parte di Bill" disse Fleur.
"Io..
io non ti ho regalato niente.." disse Ginny.
"Fa
nionte" disse Fleur "tu sei la mia damijella,
no? Dovevo regalarti qualcosina"
"Io..
grazie, Fleur"
Fleur
cominciò a scartare i suoi regali. La mamma non le aveva fatto il
maglione. Doveva aspettarselo. Ginny si mise i suoi vecchi jeans e il
nuovo maglione della mamma e scese giù, a fare colazione.
"Buon
Natale!" esclamò, appena arrivata.
"Buon
Natale, Ginny!" le rispose Remus "che bello vedere tutta
questa allegria!"
"Mi
piace il Natale"si giustificò la ragazza.
"è
giusto" rispose Arthur ridendo e scompigliando i capelli della
figlia "a chi non piace il Natale?"
Sia
Lupin che suo padre avevano un nuovo pullover fatto a mano. La mamma,
addirittura, aveva un cappello da strega con dei piccoli diamanti
sopra!
"Un
regalo di Fred e George!" esclamò Molly, tutta felice.
Fleur e
Bill erano in un angolo a sbaciucchiarsi. Ginny li guardò torva:
Fleur le aveva pure regalato dei bei vestiti, e aveva cominciato a
fare la carina con lei, ma ancora non le piaceva. E sicuramente non
meritava ancora uno dei maglioni di sua madre. E poi, era sicura che
quei vestiti li avesse pagati Bill.
Si
sedettero tutti insieme a tavola per il pranzo. Ginny era tra Fred e
George e davanti a lei c'erano Harry e Ron. Harry non la guardava.
"Harry,
hai un verme nei capelli" esclamò Ginny, ridendo, e si sporse
per torglielo.
"Grazie
Ginny" disse lui.
"Orribile"
rabbrividì Fleur, seduta vicino a Ron.
"Già"
rispose Ron "Un po' di salsa, Fleur?"
Nella
fretta di aiutarla, Ron fece rovesciare la salsiera. Con un colpo di
bacchetta Bill rimise tutto a posto.
"Sei
un pastisciòn, come quella Tonks" disse Fleur, ridendo
con la sua risata cristallina.
Ginny
guardò disgustata Fleur che imboccava Bill. Non c'era niente da
fare, suo fratello era andato.
"Arthur!"
esclamò sua madre, portandosi le mani sul cuore, gli occhi sbarrati
rivolti alla finestra.
"Molly,
cosa c'è?" chiese preoccupato il marito.
"è..è
Percy"
"Che
cosa?"
Tutti si
voltarono verso la finestra. Ginny si alzò in piedi, per vedere
meglio. Era sicuramente Percy, ma non era solo.
"Arthur..
è con il Ministro"
Ginny si
sporse ancora di più. Lo aveva visto talmente tante volte sul
giornale da poterlo riconoscerlo subito: Rufus Scrimgeur era nel loro
giardino e stava entrando in casa loro insieme a Percy che era rigido
come uno stoccafisso.
"Buon
Natale, madre" disse.
"Oh
Percy!" singhiozzò Molly, gettandosi tra le sue braccia.
"Scusate
l'intrusione" disse il Ministro, schiarendosi la voce "Ma
io e Percy ci trovavamo per lavoro nelle vicinanze e Percy non ha
resistito.."
A Ginny
non sembrava che Percy sprizzasse di gioia all'idea di essere a casa.
"..
ci tratteniamo solo per cinque minuti! Farò un giro del giardino
mentre vi salutate con Percy.. qualcuno ha voglia di farmi fare un
giro? Per esempio, quel ragazzo laggiù ha finito, se vuole, può
fare una passeggiata con me.."
Stava
indicando Harry. Era ovvio. Vide suo padre muoversi nervoso. Anche
lei aveva il piatto vuoto, poteva chiamare lei. Percy non voleva
salutare nessuno di loro e loro non erano lì per caso: evidentemente
il Ministro aveva voglia di fare due chiacchiere con Harry, per
spingerlo dalla parte loro. Dopo tutto quello che avevano fatto
l'anno prima contro di lui? Ridicolo.
"Va
bene" rispose Harry, alzandosi in piedi "è tutto ok"
disse rivolto ad Arthur e Lupin, che volevano intervenire. Si mise la
giacca e la sciarpa e uscì in giardino con il Ministro. Ci fu un
momento di tensione.
"Oh
Percy, mi fa così piacere vederti.. mangia qualcosa, tesoro mio, c'è
ancora un po' di tacchino, il dolce.."
Cominciò
a fare un piatto super abbondante per Percy, che era ancora in piedi.
"Dai,
Perce, siediti.. Mi sembri ancora più magro"
Percy si
sedette, ma era sempre rigido.
"Oh
sì. Perce aveva proprio voglia di venire a trovarci" sussurrò
Ron a Ginny, Fred e George.
"Già"
bisbigliò George.
"Solo
mamma ci crede" disse Ginny.
"Guarda
come la tratta! Come se fosse una sconosciuta" mormorò Fred,
guardando la scena pietosa che aveva davanti.
"Madre.."
"Tesoro,
mi hai sempre chiamato mamma"
"Ok
m-mamma... Non ho fame"
"Oh"
disse Molly dispiaciuta "Hai già mangiato? Ma ti prego,
assaggia qualcosa"
"Non
lo ingozzare, Molly" disse Arthur "Allora Perce, come va il
lavoro?" chiese, in un tentativo di cordialità.
"Bene,
come al solito. Lo sai" rispose freddo Percy.
"Se
non ti va di parlare, Perce, perchè sei venuto qui?" esclamò
Fred, irritato.
"Solo
per rovinarci il pranzo?" esclamò Ginny.
"Fred!
Ginny!" li rimproverò la mamma.
"O
solo per far restare soli Harry e Scrimgeur?" disse Ron.
"Il
Ministro, Ronald" disse Percy.
"Vattene
al diavolo" sibilò Ron.
"Smettetela!
Non vedete vostro fratello da tanto tempo! Lui è venuto a trovarvi e
lo trattate così?" li sgridò la madre.
I
quattro non dissero più nulla, per non far innervosire Molly.
"Allora
Perce, dicci, come va il lavoro?"
"Lo
sapete, come va" rispose.
"E..
il resto? Come va, in generale? La casa e tutto?" cinguettò
lei, imperterrita.
"Il
mio appartamento va bene. E la mia vita anche."
"Non
lo sopporto! Sta trattando malissimo mamma!" sussurrò Ginny ai
fratelli.
"Che
verme" commentò George.
"Occupo
una gran posizione al Ministero, come sapete. Mi sono fatto strada da
solo, con le mie capacità" disse Percy, nel suo solito tono
pomposo "non sono un fallito, io".
Fu in
quel momento che il piatto stracolmo di roba gli esplose davanti,
riempendogli la faccia di purè e tacchino. George, Ginny, Fred e Ron
scoppiarono a ridere di gusto. Percy si alzò di scatto, indignato e
furibondo, e guardò malissimo i fratelli minori.
"Io..
io.."
La porta
si riaprì ed Harry rientrò in casa, con il volto soddisfatto. Percy
se ne andò senza salutare e sbattendo la porta. Molly scappò di
sopra, piangendo. Arthur sospirò e andò in cucina. Gli altri
rimasero immobili.
"Vado
dalla mamma" disse Ginny ma Lupin la fermò.
"No,
Ginny" le disse "lasciala sola. Ha bisogno di sfogarsi"
Ginny
obbedì e si risedette sulla sedia.
"Beh,
facciamo qualcosa" disse Fred.
"Che
ne dite di sparecchiare e lavare i piatti?" disse Bill
"sicuramente rallegrerebbe la mamma"
I
gemelli risposero con una smorfia identica, molto eloquente.
"Va
bene, ci penso io, con la magia non ci metterò molto" disse il
maggiore, alzandosi.
"Fascio
io Bill, mon amour" cinguettò Fleur "sai che sono
brava con gli incantesimi domestisci"
"No,
tesoro, faccio, stai tranquilla" disse Bill, con un sorriso
enorme.
"No,
no, sono quasi tua moglie, devo farlo io!" insistette lei,
sbattendo le ciglia. A Ginny veniva da vomitare.
"Lo
faremo insieme, ok?" disse Bill "siamo una coppia. Dobbiamo
collaborare"
I due
alzarono le bacchette all'unisono e spedirono tutti i piatti in
cucina, dove andarono ridacchiando.
"Abbiamo
perso Percy e abbiamo perso Bill" mormorò George.
"Probabilmente
anche Charlie" aggiunse Ron.
"Chi
sarà il prossimo?" chiese tetro Fred.
"Probabilmente
Ron" ribattè maligna Ginny. Harry ridacchiò e Ron arrossì.
"Ah,
è vero, Ron ha la fidanzatina.."
"Chiudete
il becco!" esclamò Ron.
"Già,
Ronnie è suscettibile sull'argomento" disse George, ridendo.
Facevano finta di niente ma tutti erano dispiaciuti per come era
finito quel pomeriggio. Ginny pensava che il Natale dell'anno prima
sarebbe stato l'ultimo in cui aveva visto la mamma in lacrime. Invece
no. Sperava che quello dell'anno prossimo sarebbe stato migliore.
*
Quella
era una di quelle notti in cui non si poteva dormire. La mamma
singhiozzava ogni tanto e il papà sussurrava parole che lei non
riusciva a sentire. Ron russava forte dalla soffitta, e si sentiva
fino alla sua cameretta. Fleur parlava nel sonno in francese
fittissimo. Insomma, era impossibile addormentarsi. Scese giù piano,
senza accendere le luci, a piedi nudi. Una camomilla forse l'avrebbe
aiutata?
Non
l'avrebbe sentita nessuno.
Poi fu
lì, in salone, la sorpresa: un goffo rigonfiamento di coperte, una
mano che pendeva dal divano, un respiro lento, tranquillo. Chi si era
addormentato laggiù? Forse Fred? O George? Sicuramente Bill, i
gemelli probabilmente non gli davano pace. Ma non sentiva il profumo
di Bill. Questo che sentiva era più dolce. In punta di piedi corse
verso il divano consumato e alzò un lembo della coperta.
Non era
Bill.
Non era
Fred.
Non era
George.
Era
Harry.
Le sue
labbra erano strette in un broncio, un braccio era sotto il cuscino,
mentre l'altro penzolava a un centimentro da terra. I capelli erano
più spettinati che mai. Ginny si inginocchiò accanto a lui e gli
accarezzò i capelli. Harry non si mosse.
Quanti
pensieri pesanti turbavano quella testa scompigliata?
Le sue
dita scesero fino alla cicatrice a forma di saetta, e la sfiorarono
con delicatezza. Lui, nel sonno, sussultò e Ginny allontanò di
scatto la mano. Si alzò in piedi e, in silenzio come era arrivata,
corse in camera sua, senza la camomilla.
Era per
caso impazziata? Che le era preso, in quei giorni? Perchè tutte
quelle attenzioni per Harry?
Forse
perchè si frequentavano di più.. o forse stava esagerando. Era
semplicemente più aperta di prima, e visto che Harry non le piaceva
più, lo trattava come trattava John, Anthony, Neville. Sì, era
convinta, con lui si comportava esattamente come si comportava con
tutti gli altri. Harry era per lei solamente un amico.
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Capitolo 53 *** Buon Compleanno ***
cap 53 nvu
Buon Compleanno
Le vacanze di Natale erano
già finite e Ginny, Ron ed Harry erano tornati ad Hogwarts. Era
bello essere di nuovo al castello, anche se era meno bello aver
lasciato la mamma tra i singhiozzi. Hermione li accolse appena
arrivati, ma ignorava ancora Ron. Lui ne sembrava dispiaciuto, ma
appena entrato in Sala Comune fu rapito da Lavanda Brown, e non ebbe
molto tempo per pensare ad Hermione.
"C'è un tavolo libero
laggiù" propose Harry "vieni con me e Hermione, Ginny?"
Ginny stava per rispondere
quando si ricordò che doveva vedersi con Dean assolutamente, vista
che non si era fatta praticamente sentire per tutte le vacanze.
"Mi dispiace"
rispose la ragazza "ma ho un appuntamento con Dean. Ci vediamo
dopo"
Lasciò Harry e Hermione al
tavolo e si addentrò nella folla di Grifondoro che si godevano le
ultime ore senza lezioni. In realtà non aveva un appuntamento con il
suo ragazzo, ma sapeva di dover essere lei a cercarlo. Lo trovò
quasi subito, era seduto su un divano insieme a Seamus e a Calì
Patil.
"Ciao" disse lei,
appena li vide.
"Oh Ginny" esclamò
lui e si alzò in piedi "ciao. Sei tornata"
"Stasera stessa"
rispose la ragazza.
"Facciamo due passi?"
"Ok"
Non è che c'era tanto da
passeggiare in realtà, visto che il coprifuoco sarebbe scattato a
breve, ma oltrepassarono ugualmente il buco del ritratto.
"Passate delle belle
vacanze?" chiese Ginny.
"Sì, siamo stati molto
bene, grazie. Ci siamo divertiti un sacco, ho passato veramente un
bel Natale. Te?"
"Le solite cose. Però
sono stata bene anche io" con la mente ritornava a quel
pomeriggio passato a fare l'albero di Natale con Harry, e a quelle
lucine che avevano riempito la stanza e ad Harry che le si avvicinava
a lei. Sì, era stata bene, ma forse quello non era qualcosa da
raccontare a Dean.
"Si vede che ti sei
divertita" disse il ragazzo, non guardandola.
"In che senso?"
chiese Ginny.
"Beh evidentemente ti
sei divertita così tanto da non aver tempo di mandare nemmeno due
righe al tuo ragazzo. Tranne per quella lettera striminzita che mi
hai mandato a Natale. Tra parentesi, molto, molto impersonale. Quanti
giorni prima l'avevi scritta? Guarda, meglio che non mi rispondi"
"Guarda che sono stata
impegnata, dovevo studiare, avevo un sacco di gente per casa, la
fidanzata di mio fratello, amici dei miei.."
"E Harry"
"Sì, anche Harry.
Senti era un casino, sono stata impegnata non ho avuto tempo.."
"Non cercare scuse.
Ammetti le tue colpe"
"Quali colpe? Per una
settimana in cui non ci siamo sentiti?"
"Un po' di più"
"E tu credi di esserti
comportato bene l'ultima volta che ci siamo visti?"
"Perchè, che ho
fatto?"
"Come, che hai fatto?!"
esclamò Ginny incredula.
"Quella in torto eri
tu!"
"Anche tu, hai reagito
male, mi hai giudicata e non ti è interessato chiarire la situazione
prima che partissi"
"Tu invece continui a
fare ciò che mi manda in bestia!"
"Cioè?"
"Frequenti troppi
ragazzi" sibilò lui.
"Sono
circondata da uomini" rispose lei.
"beh
evita di frequentarli"
"Ma
perchè? Sono amici, solo amici"
"Harry
Potter non è solo un tuo amico!"
Ginny
rimase spiazzata "Ah, così ora è lui il problema"
"Sì,
lo è. E tu ci passi tutte le vacanze insieme. Non sopporto questa
storia"
Ginny
trasse un lungo respiro "Dean, lo conosci. Sai che lui e Ron
sono inseparabili, non posso impedire a mio fratello di invitarlo a
casa sua. E poi lo adorano tutti a casa mia. E io e lui siamo solo
buoni amici e compagni di squadra, non è mai stato niente di più"
"Sei
una bugiarda" rispose Dean.
"Come,
scusa?"
"Ti
piaceva Harry" disse.
"Che
cosa.. chi, quando..?"
"Me
lo hanno detto Calì e Lavanda. Sbavavi dietro ad Harry fin da
ragazzina. Io non mi ricordo, ma a quanto pare è vero"
"Ero
piccola, Dean" disse Ginny, sollevata "ero una ragazzina,
mi ero presa una cotta per l'amico di mio fratello maggiore. Una
sciocchezza, dai. Si tratta di secoli fa"
Dean non
rispose.
"Non
penserai che mi piaccia ancora?" chiese Ginny, incredula "Dai,
non è possibile! Ho frequentato altre persone prima di conoscere te!
Se pensavo ancora a lui non lo avrei fatto, no?"
"Con
quanti ragazzi sei uscita?" chiese Dean.
"In
realtà non con molti.. sono andata al Ballo con Neville, ma non ci
siamo nemmeno baciati, e poi sono stata con Micheal Corner. Niente di
più. Te lo giuro."
"Ti
credo" disse in fretta Dean.
"E
non c'è nulla con nessuno di loro. Tu invece? Con quante ragazze sei
uscito?" chiese Ginny.
"Solo
con una. Una di Corvonero, del mio stesso anno, Lisa Turpin. Siamo
stati spesso vicini ad Incantesimi, l'ho invitata al Ballo del Ceppo,
ci siamo baciati e siamo stati insieme per un po'. Ci siamo lasciati
all'inizio dell'anno scorso. Non faceva molto per me"
Perchè
la notizia la lasciava del tutto indifferente?
Stettero
ancora un po' insieme fino al coprifuoco. Si erano un po' chiariti,
ma Ginny continuava a sentire una fastidiosa sensazione, come se la
sua vita, ultimamente, le andasse stretta.
*
"Ho
parlato con John e con Grace. Non si sono parlati fino a Natale. Poi
John ha cominciato a risponderle quando lo chiamava e si sono un po'
chiariti" Miriam sapeva sempre tutto.
"Quindi
è tutto ok ora?" chiese Demelza. Erano tutte e quattro a fare
colazione in Sala Grande.
"Più
o meno. Beh, almeno si parlano" rispose Miriam.
"E
tra Anthony e John?" chiese Aisleen.
"Diciamo
che siamo arrivati ad un rapporto civile" disse una voce dietro
di loro. Era John, sceso anche lui per colazione.
"Oh
ciao.. non sapevo che.." esclamò Aisleen, arrossendo per essere
stata colta a spettegolare.
"Non
sapevi che facessi colazione?" chiese ironico John "allora,
dove posso sedermi?"
"Anche
qui, John.. il posto vicino a me è libero" disse Miriam,
appoggiando a terra la sua borsa.
"Grazie"
John si sedette e cominciò a riempirsi il piatto di salsicce.
"Quindi
è tutto ok, John?" chiese Ginny.
"Più
o meno sì" rispose il ragazzo "certo abbiamo dovuto
mettere delle regole.."
"Che
regole?" chiese Demelza.
"Giusto
per la normale decenza" rispose John.
"Insomma,
John, diciamo che sei un dittatore spietato" era Anthony, che si
sedeva anche lui a tavola "le tue regole sono un tantino
esagerate, non so se io e Grace riusciremo a rispettarle"
"Guarda
che non siamo ancora amici" sibilò John "posso riprendermi
mia sorella quando voglio, anche a costo di segregarla in casa"
"Dai
non ricominciate" intervenne Aisleen.
"Non
puoi pretendere che non la baci entro i confini di Hogwarts e
Hogsmeade, e che non stiamo troppo vicini quando ci troviamo dalle
parti dei dormitori di Grifondoro e Tassorosso!" esclamò
Anthony.
"Dai,
vi ho concesso di tenervi per mano" disse John, sarcastico "mi
pare già troppo"
Anthony
spalancò gli occhi e fece per rispondere ma intervenne Demelza.
"John,
che lezione abbiamo in prima ora?" e con questa domanda si
cambiò radicalmente il discorso.
*
Gennaio
e Febbraio passarono velocemente: il castello era sommerso dalla
neve, ed erano costretti a girare per i corridoi della scuola con il
mantello, la sciarpa e i guanti. Gli allenamenti di Quidditch, poi,
erano terribili: per quanto Ginny amasse il volo, era impossibile
essere felici di stare a cavallo di una scopa, a dieci metri di
altezza con nove gradi sotto lo zero! Molti allenamenti, infatti,
vennero annullati a causa del tempo, soprattutto dopo che Demelza fu
rinchiusa in Infermeria da Madama Chips a causa di una bronchite
fortissima.
"Aspettate
che faccia un po' più caldo, prima di ricominciare con gli
allenamenti, e prendete tutti il mio Decotto Tiramisù prima che vi
ammaliate!" li ammonì l'infemiera.
"Ragazzi,
credo che sia meglio sospendere per un po' gli allenamenti"
disse Harry alla squadra "Senza Demelza e con questo freddo è
inutile, rischio solo di mettere k.o l'intera squadra. Magari
proviamo a vedere come sarà il tempo la settimana prossima"
Anche
senza allenamenti, Ginny era impegnatissima: i G.U.F.O si
avvicinavano e i professori pretendevano sempre di più. A fine
Gennaio Aisleen fu la prima del Quinto Anno ad avere una crisi
nervosa per il troppo stress. Scoppiò a piangere durante la lezione
della professoressa Sprite, urlando di essere certa di non passare
nemmeno un esame. Fu portata in Infermeria, scortata da Miriam, a
prendere qualcosa che le calmasse i nervi.
"Gli
esami devono essere presi sul serio, ma senza esagerare. Con la
tensione a mille non combinerete nulla di buono" li avvertì
l'insegnante.
"Sì,
anche io era un sacco preoccupato prima degli esami. Ma alla fine
sono andato bene, basta studiare e non agitarsi durante le prove"
disse Dean a Ginny un pomeriggio.
"parli
facile te, che li hai già fatti!" rispose Ginny.
Anche
lei era molto nervosa, soprattutto con lui.
"Non
c'è bisogno di essere così acida" rispose Dean calmo.
"Senti,
devo finire il tema per Piton e devo ripassare Pozioni, non ho tempo
per chiacchierare" esclamò Ginny.
"Devo
studiare anche io, non sei l'unica" rimbeccò Dean.
"Allora
studia e non mi interrompere" rispose Ginny. Dean prese la sua
borsa e andò a sedersi ad un altro tavolo, insieme a Seamus. Al
tavolo a fianco al loro vide Hermione che la guardava in modo severo.
Ginny abbassò il volto sul suo enorme rotolo di pergamena. Sapeva
che questa sera le sarebbe toccata una lunga chicchierata con la sua
migliore amica.
*
"Allora?
Che cosa succede?"
Ginny e
Hermione erano sole nel dormitorio delle ragazze del Sesto anno.
Lavanda era da qualche parte con Ron e Calì era insieme ad un tipo
del settimo anno. Non si sarebbero viste per un po'.
"Niente,
stavo studiando e lui continuava a chiacchierare. Non lo capisce che
a Giugno ho gli esami più importanti della mia vita?" esclamò
Ginny.
"Sai
che non mi riferisco solo ad oggi. Vi ho sentito litigare, l'altra
volta"
Ginny
sospirò "sì, in realtà abbiamo qualche problema" ammise.
"Ti
va di parlarne?"
Ginny si
sedette sul letto di Hermione "in realtà non c'è molto da
dire. Di solito sto bene con lui, è un ragazzo bravissimo, gentile e
divertente, ma abbiamo idee diverse su molte cose. Abbiamo sempre un
po' bisticciato, ma è un po' che non facciamo altro che litigare.
Pensavo che alla festa di Lumacorno avessimo raggiunto il culmine, ma
ci siamo più o meno chiariti, e pensavo che le cose andassero
meglio. Non lo so, Hermione, non capisco cosa ci succede"
"Non
è che siete un po' stufi l'una dell'altro?" chiese Hermione.
"Può
essere.. ma forse sono solo io il problema, sono io a rendere le cose
difficili, com'era con Micheal, ora è con Dean" mormorò Ginny.
"Magari
non hai ancora incontrato il ragazzo giusto per te?" suggerì
Hermione "senti, secondo me è inutile accellerare le cose:
aspetta, vedi come va con lui più avanti, magari le cose migliorano"
"Non
lo so, Hermione. Vediamo come andranno le cose"
*
Gennaio
scivolò via veloce e arrivò Febbraio, che si portò via il ghiaccio
e la neve lasciando intorno un'aria cupa e umidiccia. Ginny non
faceva altro che stare in biblioteca, avvolta in una delle sciarpe di
lana di sua madre. Le cose andavano un po' meglio tra lei e Dean. Non
litigavano più da parecchio, o almeno non facevano litigate serie.
Forse non avevano nessun pretesto per litigare. O almeno, Ginny non
ne aveva nessuno. Dean era sempre molto dolce, non faceva altro che
abbracciarla, tenerla per mano e baciarla. Forse voleva che tutto
tornasse a posto.
"Sono
contento che non stiamo più litigando. Non mi piace litigare con te"
le disse una sera.
"Perchè,
con gli altri ti piace?" chiese lei, scherzosamente.
"No,
certo che no" rispose Dean con un sorriso "ma con te mi
piace ancor meno"
La
baciò, lento e delicato. Lei rispose al suo bacio, socchiudendo le
labbra e avanzando un po' con la lingua, fino ad incontrare la sua.
Lui perse di colpo la sua dolcezza e cominciò a baciarla con forza,
quasi con rabbia, e Ginny rispose con la stessa violenza. Dean lasciò
la nuca della ragazza e fece scendere le sue dita tra i suoi capelli,
arrivando fino alle punte, e scendendo poco più giù, sui fianchi.
La strinse ancora di più a sè, spingendo sui fianchi. La fece
sedere su un tavolo, spingendola, e Ginny si ritrovò con lui in
mezzo alle sue gambe, che passava una mano dai fianchi alla coscia,
sopra la gonna, che le era scivolata sopra il ginocchio. Non chiese
nessun permesso, non si fermò un attimo ad aspettare un consenso e
infilò la mano, prepotentemente sotto la gonna della ragazza,
accarezzando avidamente quella pelle nivea. Non diede il tempo a
Ginny nemmeno di pensare che afferrò un seno della ragazza,
stringendolo tra i polpastrelli, per poi affrettarsi a cercare i
bottoni della camicetta.
"Ehi!"
esclamò Ginny, spingendolo con forza "Lasciami subito!"
Lui la
lasciò immediatamente.
"Scusami...
perdonami.. non so cosa mi abbia preso" balbettò lui.
"Idiota!"
ringhiò Ginny.
"Scusa..
hai ragione, questa volta, sono un cretino.. io non dovevo.."
"Guarda
che non sono la tua bambolina! Queste sono cose che si decidono
insieme, si stato scorretto"
"Ti
ho chiesto scusa, ok?"
Ginny
sbuffò "Mi hai colta alla sprovvista. Non sapevo cosa fare"
"Sono
stato troppo impulsivo.. solo che tu mi piaci veramente tanto.. e sei
così bella.."
Ginny lo
baciò su una guancia "Magari ne parleremo un'altra volta, ok?"
sussurrò. Dean annuì, mortificato.
"Buonanotte
Dean"
Sul
futuro di lei e Dean era sempre più confusa. Che cosa le prendeva?
Dean era carino, dolce anche se a volte un po' (anzi, un bel po')
rompiscatole e non le dispiaceva passare del tempo con lui. E, fino a
poco tempo fa, aveva anche pensato che non le sarebbe dispiaciuto se
Dean avesse osato un po' di più, come aveva fatto quella sera. Ma
ora, pensare solo che Dean potesse sfiorarla la faceva sentire a
disagio. Che cosa le stava succedendo? Perchè era cambiata così di
colpo? Tornò di corsa in Sala Comune, senza aspettare Dean, e,
appena passato il ritratto della Signora Grassa, si imbattè in
Harry.
"Oh..
ciao Ginny" la salutò Harry.
"Ciao
Harry! Come va?"
"Tutto
bene.. senti ti dovevo chiedere una cosa"
"Dimmi
pure"
"Ultimamente
hai ricevuto qualche invito da Lumacorno?"
Ginny
rimase un po' sorpresa dalla domanda "ultimamente no, per
fortuna. Ti mancano le festicciole del Lumaclub, eh, Harry?"
rise e rise anche lui, un po' nervosamente.
"No
no, non mi mancano affatto" disse "Un'altra cosa, Mercoledì
ricominciano gli allenamenti di Quidditch. Vedi di non mancare"
"Ci
sarò senz'altro! Non vedo l'ora"
"E
dillo anche a Demelza e Dean.. a Mercoledì, allora"
"Buonanotte
Harry"
"Buonanotte"
*
Anche
Febbraio passò velocemente, ma Ginny e i suoi compagni nemmeno se ne
accorsero. Davanti a loro vedevano un unica cosa, cioè gli esami, e
non l'estate e le vacanze come gli altri anni, e quindi il tempo che
passava velocemente non era un sollievo per loro.
"Non
ce la faremo mai! Manca pochissimo agli esami!" si lamentò
Demelza.
"Sì,
mancano esattamente centododici giorni alla data della prima prova"
disse Miriam, mentre sfogliava il suo Manuale d'Incantesimi.
"Che
COSA?!" strillò Demelza, facendo voltare tutta la Sala Comune
"e tu come lo sai?"
"So
contare, Dem. Oggi è il primo Marzo, quindi.."
"Oddio,
è vero, ma è pochissimo cosa sono cento giorni.."
"centododici"
sottolineò Miriam.
"Devo
assolutamente mangiare. Scendiamo a colazione. Ginny, muoviti o
svengo"
"Volevo
aspettare che scendesse mio fratello. Oggi è il suo compleanno,
volevo fargli gli auguri" disse Ginny.
"Dai
glieli farai a colazione. Ash è già scesa insieme a John, Colin ed
Anthony"
A
colazione Ginny incontrò anche Dean, insieme a Seamus.
"Buongiorno"
la salutò il suo ragazzo.
"Buongiorno
Dean. Hai visto Ron?"
"Ron?
Sì era ancora in dormitorio, con Harry. Si stavano ancora vestendo.
Com'è lo cerchi?"
"Oggi
è il suo compleanno, volevo fargli gli auguri e vedere se gli era
piaciuto il mio regalo"
Dean si
sbattè la mano sulla fronte "Diamine.. era oggi il compleanno
di Ron! Non gli ho fatto gli auguri, che cretino.."
"Neanche
io! Sono proprio un imbecille!" esclamò Seamus.
"Glieli
farete quando scende" suggerì Ginny.
"Sì,
ma che figura, stiamo in stanza insieme da sei anni" disse Dean,
sedendosi e cominciando a riempirsi la tazza di cereali "ce lo
siamo sempre ricordati"
"Proprio
quest'anno che compie diciassette anni"
Purtroppo
Ron ed Harry non si fecero vedere a colazione, ma arrivò una Lavanda
Brown furiosa.
"Ehi
Lavanda, cosa succede?" chiese Dean.
"Quell'imbecille
di Ron!" esclamò lei "volevo dargli il mio regalo ma lui
mi è passato davanti senza degnarmi di uno sguardo, insieme a quel
cretino di Harry e mi ha detto che doveva andare a conoscere Romilda
Vane! E Harry rideva!"
Dean e
Seamus scoppiarono a ridere fragorosamente.
"Non
ridete!" strillò Lavanda "è una cosa seria!"
Anche
Ginny stava trattenendo a malapena una risata.
"Lavanda,
ti stavano prendendo in giro sicuramente!" la rassicurò Seamus.
"Io
non credo che Ron sia interessato a Romilda, non la conosce nemmeno"
disse Ginny.
"Infatti
diceva che Harry doveva presentargliela!"
"Cosa
doveva fare Harry?" chiese Hermione, che era appena arrivata e
si era seduta vicino a Ginny "mi sono persa qualcosa?"
"Non
ti sei persa niente!" esclamò Lavanda, rossa in viso, ma Seamus
la interruppe "Ron vuole che Harry gli presenti Romilda Vane!"
"Che
cosa?! E da quando?" esclamò Hermione.
"Evidentemente
da questa mattina" disse Dean.
"Ma
dai, Harry non sopporta Romilda, e lei non fa altro che provarci con
lui.. come può piacere a Ron?" chiese Hermione.
"Infatti
a Ron non piace nessuna ragazza, tranne la sottoscritta!"
sottolineò Lavanda.
"E
poi così all'improvviso! Dai, Ron non ci ha mai nemmeno parlato con
Romilda" esclamò Ginny.
"Beh,
non sarebbe la prima volta che Ron si mette con ragazze che nemmeno
conosce" disse Hermione, bevendo il suo the. Lavanda parve non
aver colto la frecciatina.
"Comunque,
ragazze, Romilda Vane è seduta poco più avanti. Evidentemente Harry
e Ron ti hanno fatto uno scherzo, Lavanda" disse Dean, indicando
Romilda che effettivamente stava facendo colazione con le sue amiche.
Lavanda andò a sedersi con Calì, lontana da loro.
"Comunque,
dove si sono cacciati Harry e Ron? Non è da Ron saltare così la
colazione" disse Hermione.
"Già.
Poi proprio oggi che è il suo compleanno" disse Ginny,
pensierosa.
*
"Signorina
Weasley!" la professoressa McGrannit correva verso di lei,
agitata.
"Cosa
succede professoressa?" chiese Ginny, che stava passeggiando con
Miriam.
"Tuo
fratello Ronald è in Infermeria"
"Cosa
è successo?"
"è
stato avvelenato. È molto grave, ho chiamato anche i vostri
genitori"
"Che
cosa?!" esclamò Ginny, inorridita "Come è successo?"
"Ti
spiegherà tutto il signor Potter.. Vai, io vado a cercare la
signorina Granger. Signorina Cohen, se vedi la signorina Granger
avvertila di andare subito in Infermeria"
"Certo!"rispose
Miriam.
Ginny
non se lo fece ripetere due volte e corse verso l'infermieria.
Davanti la porta trovò Harry.
"Harry!"
esclamò, col fiatone. Lui trasalì "Ginny.."
"Cosa
è successo?" ripetè lei "Come sta Ron?"
"Non
lo so, Madama Chips non mi fa entrare" rispose il ragazzo.
"Ma
come.."
"Siamo
andati da Lumacorno per prendere un antitodo per un filtro d'amore
che Ron aveva bevuto.."
"Un
filtro d'amore?"
"è
una lunga storia.. era destinato a me, in realtà. Romilda Vane mi
aveva regalato di Cioccocalderoni, ma io sapevo che erano pieni della
pozione, e non li ho mangiati e mi sono dimenticato di buttarli, e
tuo fratello ha creduto fossero per il suo compleanno.."
"Ho
capito"
"beh,
insomma, dopo che ha bevuto l'antidoto da Lumacorno, il professore ha
stappato una bottiglia di vino per festeggiare e Ron ne ha bevuto per
primo, ed è diventato tutto blu, meno male che c'era un bezoar,
gliel'ho ficcato in gola.."
"Harry!
Ginny!" urlò Hermione, arrivando anche lei di corsa "mi ha
chiamato la McGranitt! M-mi ha d-detto.."
Hermione
scoppiò in singhiozzi. Quando si fu un po' calmata Harry raccontò
anche a lei l'accaduto, e quando ebbe finito, la ragazza scivolò a
terra, pallidissima, e si sedette appoggiata al muro, senza più dire
una parola, in attesa. Neanche Ginny e Harry parlavano più. Madama
Chips non li fece entrare per ore, e non dava nessuna notizia di Ron.
"Sono
sua sorella, sua SORELLA! devo sapere!" urlò Ginny, quando
Madama Chips le richiuse per l'ennesima volta la porta in faccia. La
ragazza diede un pugno alla doppia porta, con l'unico risultato di un
dolore sordo alle nocche. Fred e George le avavno cercato di
insegnare a fare a pugni da quando era piccola. Le avevano spiegato
come stringere le dita e lanciare il pugno senza farsi male alle
nocche. Se ne dimenticava sempre però. In questo era come molte
altre ragazze. Si sedette vicino ad Hermione. Dopo poco Harry le si
sedette vicino.
"Andrà
tutto bene, Ginny. Ne sono sicuro" sussurrò Harry. Ginny
sospirò e strinse le ginocchia al petto. Non poteva far altro che
aspettare.
*
Madama
Chips li fece entrare solo in serata. "Guarirà" gli disse.
Hermione trasse un gran sospiro e Ginny la vide stringere la mano di
Harry, che ricambiò la stretta. "è molto debole, però. Ora
sta dormendo"
"Possiamo
vederlo?" chiese Harry.
"Sì,
ma non svegliatelo. Deve riprendersi"
I tre
ragazzi entrarono nell'Infermeria. Tutti i letti erano vuoti, tranne
uno, in fondo alla sala.
"Ron"
sussurrò Hermione, in un gemito soffocato e si avvicinò al letto,
quasi di corsa. Ron aveva un aspetto orribile: era pallidissimo e
aveva le occhiaie violacee. Il volto era ancora un po' bluastro, ma
sembrava riposare tranquillo. Hermione si sedette a fianco del
ragazzo, fissandolo con gli occhi sbarrati.
"Ma
chi può essere stato?" chiese Ginny, rivolta ad Harry "voglio
dire, chi mai vorrebbe attaccare Ron?"
"Mi
pare assurdo" commentò Harry "e poi Lumacorno.."
"Già!
Lumacorno! No, non può essere stato lui"
"Sì,
neanche io lo penso"
Una
manciata di minuti dopo apparvero Fred e George.
"Abbiamo
saputo" disse Fred, appena li vide.
"Come
sta?" chiese George.
"Si
riprenderà" rispose Ginny, abbracciandoli entrambi "ma è
ancora debole"
"Come
è successo? Ci hanno detto che c'eri anche tu, Harry" disse
Fred.
"Sì"
rispose Harry.
"Gli
ha salvato la vita" disse Ginny.
"In
realtà io ho solo.." cominciò Harry ma Ginny lo interruppe
"Stai zitto, lo hai salvato e basta"
"Sì,
ma"
"Niente
'ma', se non c'eri tu Ron probabilmente non era in questo letto a
quest'ora" rispose lei, con voce decisa.
"Come
al solito Harry è stato molto eroico, ma questa non è una novità"
li interruppe George "ha già salvato metà nostra famiglia"
"A
me ancora no! Harry mi devi salvare la vita, altrimenti mi offendo"
esclamò Fred.
"La
prossima volta che sarai in pericolo, lo farò" disse Harry, con
un sorriso.
"Povero
Ron. Ha veramente una brutta faccia" disse George, guardando il
fratello minore.
"Già.
Sembra più brutto del solito" disse Fred, cercando di
ironizzare.
"In
effetti non è stato il miglior compleanno di Ron" aggiunse
George, cupo.
"Avremmo
voluto dargli il nostro regalo in circostanze più allegre"
"Magari
ad Hogsmeade.. eravamo lì per dare un'occhiata a Zonko, stavamo
pensando di comprarlo.."
Parlarono
ancora di Ron e del modo in cui era stato avvelenato, facendo mille
congetture. Purtroppo chi avesse avvelenato quella bottiglia di vino
era un mistero, l'unica cosa che sapevano era che quella bottiglia
non era destinata nè a Ron, nè al professor Lumacorno.
"Il
bersaglio potevi essere tu" disse George, rivolto ad Harry.
"Non
credo, perchè Lumacorno dovrebbe avvelenarlo? Lo adora" rispose
Ginny "comunque Harry ha detto che il professore voleva
regalarla a Silente. Forse era lui la vittima"
"Allora
il colpevole non conosce bene Lumacorno" intervenne per la prima
volta Hermione "chiunque lo conosce sa che era molto probabile
che si tenesse per sè una cosa tanto ghiotta!"
"Er-mi-one"
gracchiò Ron. Tutti lo guardarono ma era ritornato a dormire. Ginny
vide Hermione fissarlo con gli occhi lucidi. Poco dopo arrivarono
anche i signori Weasley, ancora profondamente scossi, che si
fiondarono subito su Harry, per ringraziarlo. Poco dopo Harry,
Hermione e Hagrid (che era arrivato da poco, per avere notizie di
Ron) se ne andarono, per lasciare i Weasley tra di loro.
"Pensi
che sia meglio riportarli a casa, Arthur?" chiese Molly,
guardando Ron.
"Molly,
ne abbiamo già parlato" rispose Arthur "Hogwarts è il
luogo più sicuro per Ron e Ginny"
"Io
non voglio andarmene e neanche Ron" disse Ginny.
Molly
sospirò e si avvicinò al suo ragazzo più piccolo, sedendosi al
posto lasciato vuoto da Hermione.
Angolo Autrice
Spero
che questo capitolo vi piaccia! So benissimo quale capitolo state
aspettando (lo sto aspettando anche io!) ma abbiate un po' di pazienza,
siamo molto vicini. Grazie per continuare a seguirmi, baci a tutti!
|
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Capitolo 54 *** Non Sono Una Principessa ***
cap 54 nvu
Non Sono Una Principessa
La mattina dopo Ginny venne
letteralmente assalita mentre faceva colazione.
"Ginny ho saputo di Ron!"
esclamò Demelza, arrivando con la sua solita irruenza e rovesciando
il succo d'arancia di Ginny "Oh scusa!"
"Tranquilla" disse Ginny e
con la bacchetta asciugò il piccolo disastro "già, è ancora
in infermeria"
"Ma come sta?"
"Ieri non ci ho potuto parlare,
dormiva. Oggi passerò a trovarlo dopo le lezioni, se vuoi puoi
venire con me"
"Mi farebbe molto piacere. Sicura
che non gli da fastidio?"
"Ti pare? Siete compagni di
squadra!"
Non fu solo Demelza a chiedere di Ron.
La notizia si era sparsa in fretta e tutti volevano saperne di più.
Ma la maggior parte degli studenti erano concentrati sulla partita di
Quidditch imminente: Grifondoro contro Tassorosso. Ginny già
pregustava una bella vendetta da prendersi nei confronti di Zacharias
Smith. Intanti Ron migliorava di giorno in giorno, ma Madama Chips
aveva già detto che non avrebbe potuto assolutamente giocare a
Quidditch.
"Peccato" disse "avrei
voluto dare una bella lezione a Smith"
"Ci penseremo noi, tranquillo"
lo rassicurò Ginny.
Quella sera stessa Harry informò la
squadra su chi avrebbe sostituito Ron.
"Sarà Cormac McLaggen"
disse, rassegnato.
"Non quel pallone gonfiato!"
esclamò Ginny.
"Già, proprio lui.. non avrei
voluto, ma è l'unico Portiere disponibile"
"Dai mi metto io in porta, sono
sicuramente più brava di lui" disse Ginny.
"Sicuramente saresti bravissima,
ma la tua corparatura non è delle più adatte" rispose Harry
sorridendo "McLaggen copre i pali mettendosi semplicemente
davanti"
"Certo è un gorilla!"
esclamò Ginny e Harry scoppiò a ridere, divertito.
"La volete finire voi due?
Dovremmo allenarci!" esclamò Dean seccato.
"Oh Dean hai ragione.. in sella
alle scope, cominciamo, McLaggen ci raggiungerà a momenti.."
Ginny si mise a cavallo sulla sua scopa
e si lanciò nel cielo buio.
"Ciao Weasley, vedo che ora siamo
in squadra insieme.."
Era McLaggen che le si avvicinava a
cavallo della sua scopa.
"McLaggen vai agli anelli!"
urlò Harry.
McLaggen era una vera piaga: criticava
tutti i giocatori, dava consigli non richiesti e ci provava con le
ragazze senza ritegno.
"Se ti si avvicina di nuovo lo
Schianto!" sibilò imbestialito Dean, a fianco a Ginny.
"Tranquillo che lo Schianto prima
io" rispose la ragazza. Dean sfrecciò via, prendendo la Pluffa
che gli passava Demelza. Anche Ginny ricominciò a giocare.
"Avete fatto tutti un buon lavoro"
disse Harry a fine partita "solo che, McLaggen, gli ordini e i
consigli li do io, io
sono il Capitano, occupati degli anelli e basta"
"Mi pare che
me ne occupo già egregiamente" rispose lui.
"Mi pare che
non hai parato neanche uno dei miei tiri" ringhiò Ginny.
"Vedi, cerca
di stare un po' più attento, invece di guardare ciò che fanno gli
altri! Voi tutto bene, ragazzi, Jimmy, vedo che hai migliorato la
mira e hai superato quel piccolo problema che avevi sulla sinistra,
ottimo.."
Dopo qualche altra
parola se ne andarono tutti a cambiarsi.
"Torniamo
insieme?" chiese Dean a Ginny.
"Sai che ci
metto più di te, vai a letto" gli consigliò Ginny.
"No no, ti
aspetto.."
"Dai, davvero,
sei stanco.."
"Resto io con
la Weasley se vuoi, Thomas"
"Vai a farti
fottere, McLaggen!" rispose Dean.
"Dai, sono
sicuro che si divertà più con me"
"McLaggen mi
fai schifo!" rispose Ginny. Poi si rivolse a Dean "calmati"
"Ti aspetto
qui" disse Dean, e si sedette su una panca. Ginny sospirò e
rientrò nello spogliatoio delle ragazze. Dean era un po' ossessivo.
Non si fidava nè di lei, nè degli altri ragazzi. Quando finì di
cambiarsi Dean era ancora lì, da solo.
"Non c'era
bisogno" disse Ginny ma lui non le rispose.
"Non vedo
l'ora che Ron si riprenda. Non sopporto McLaggen"
"Già. A
proposito, come sta? Domani io e Seamus vorremmo passare a trovarlo"
"Sta molto
meglio!"
"Meno male!
Lavanda dice che lo trova sempre addormentato"
"Davvero?"
chiese Ginny, sorpresa.
"Già.. beh,
sarà ancora debole, immagino"
"Penso di sì"
disse Ginny, pensando alla quantità industriale di Cioccorane che
Ron si era mangiato ieri pomeriggio, non proprio da convalescente. Si
diedero la buonanotte e andarono ognuno nel proprio dormitorio.
*
Il
giorno della partita contro Tassorosso Ginny si ritrovò a scendere
sola con Hermione.
"Come
vanno le cose con Dean?" chiese Hermione.
"Il
solito.. così e così. Te che mi dici?"
"Di
cosa?"
"Di
te e Ron?"
"Io
e Ron?"
"Tu
e Ron. Avete fatto pace, ormai, no?"
"Sì,
io.. ehm.. diciamo.. dopo l'incidente mi sono un po'.. intenerita,
ecco" borbottò lei, diventando di un bel rosa acceso.
"Ah
sì.. e non tu non c'entri niente col fatto che ogni volta che
Lavanda Brown va in Infermeria lui fa finta di dormire?" chiese
Ginny, con un ghigno malefico.
"Io?
Cosa c'entro io?"
"Guarda
che quell'aria sa svampita non ti si addice proprio!"
"Forse
lui si è stufato di lei"
"Chissà,
forse ha capito che in piazza c'è qualcuno di meglio"
Hermione
non rispose ma aveva un bel sorriso stampato in faccia. Arrivarono
allo stadio e lì si divisero.
"In
bocca al lupo Ginny!"
"Crepi!"
Ginny
andò subito negli spogliatoi ed entrò nella porta della parte delle
ragazze, dove c'era già Demelza.
"Come
la vedi la partita di oggi?" le chiese Demelza.
"Non
male. Almeno fa bel tempo e i Tassorosso non sono un avversario
tosto"
"Anche
io sono abbastanza positiva"
Le due
ragazze uscirono dallo spogliatoio, giò pronte e incontrarono
McLaggen, Jimmy, Ritchie e Dean che stavano entrando in quello
maschile.
"Dov'è
Harry?" chiese Ginny. Dean alzò le spalle.
"Starà
arrivando. Noi intanto andiamo a cambiarci"
Ginny e
Demelza rientrarono nello spogliatoio, tanto per sedersi in attesa
dei ragazzi.
"Dove
diamine è finito Harry?!" esclamò Ginny, nervosa.
"Forse
è andato a trovare Ron" suggerì Demelza.
"Ok,
ma mancano dieci minuti all'inizio della partita!" si lamentò
la ragazza.
I minuti
passavano ma nessuno veniva a chiamarle.
"Magari
si sta cambiando ora"
"Senti,
mancano due minuti, devono sbrigarsi!"
Ginny si
alzò in piedi e uscì dal suo spogliatoio per entrare come una furia
in quello maschile.
"Dove
cavolo è Harry?" sbraitò, rivolta ad un Dean e ad un McLaggen
in mutande e calzini di spugna.
"Ma
sei matta?!" strillò McLaggen, come una donnetta.
"Ma
voi state ancora così?!" esclamò Ginny, per niente in
imbarazzo.
"Esci
e chiudi quella porta!" urlò McLaggen.
"Mancano
due minuti, datevi una mossa!"
"E
tu vuoi chiudere quella porta?"
"tante
storie per delle mutande!" escalmò Ginny, alzando gli occhi al
cielo e facendo ridere Dean. Uscì dallo spogliatoio e chiuse la
porta. In quel momento arrivò Harry, tutto trafelato.
"Harry!"
esclamò Ginny, accigliata "dove diavolo eri finito?"
"Ho
incontrato Malfoy" si giustificò lui. Ginny la reputò una
scusa molto strano, ma in fondo Harry non era mai stato nella norma.
"E
allora?"
"Volevo
sapere perchè lui era solo al castello, mentre tutti sono qui"
"Che
te ne importa di quello che fa Malfoy, scusa?"
"Lascia
perdere" disse Harry evasivo e corse a cambiarsi. Dalla porta
dello spogliatoio uscì McLaggen che andò subito da Ginny.
"Allora,
ti è piaciuto lo spettacolo, eh?" le chiese.
"Quale
spettacolo?" chiese Ginny.
"I
miei pettorali non hanno mai lasciato indifferente nessuna ragazza"
Ginny
alzò un sopracciglio, incredula "io non ho visto l'ombra di un
pettorale"
"ah
sì?"
"O
almeno, non ho visto l'ombra di un pettorale da uomo"
rispose la ragazza. McLaggen diventò rosso di rabbia.
"Sai
una cosa, Weasley? Visto che tu hai visto me dovresti come minimo
ricambiare e farmi vedere qualcosa di te, giusto? Magari potresti
scoprire i pettorali anche tu"
"Non
ti affatturo giusto perchè non ci sono altri Portieri disponibili"
rispose Ginny "vergognati"
"Ginny"
era Dean, appena uscito dallo spogliatoio con Harry "McLaggen,
gira a largo" intimò al ragazzo.
"Ti ha detto qualcosa?"
sussurrò a Ginny quando il Portiere si fu allontanato.
"Si vantava come al solito"
mentì la ragazza. La squadra uscì dallo spogliatoio, diretti nel
campo.
"è un'ottima giornata"
esclamò McLaggen "Peaks, Coote, volate contro sole, così non
vi vedranno arrivare e.."
"MCLAGGEN, IL CAPITANO SONO IO
E IO DICO Ciò CHE BISOGNA FARE!" ruggì Harry,
azzittendo il Portiere. Nonostante fosse una frana, tutti quanti
rimpiangevano Ron. I Tassorosso erano una squadra non troppo forte ma
Ginny si ricordò che, almeno da quando lei era ad Hogwarts, per un
motivo o per un altro, Grifondoro non aveva mai vinto una partita
contro di loro. Però era fiduciosa, la squadra era forte: lei,
Demelza e Dean erano degli ottimi cacciatori, Jimmy e Ritchie erano
diventati bravini, McLaggen, per quanto detestabile, era un Portiere
esperto e Harry.. beh, Harry era Harry. In realtà il talento più
grande di McLaggen era innervosire tutta la squadra.
"Robins, cerca di prendere qualche
Pluffa, diamine! Non vedi che ti muovi come un elefante?!"
sbraitò McLaggen contro Demelza, che si era scansata di malgrazia
dalla traiettoria di un Bolide.
"Ma se ho appena segnato due
reti!" esclamò Demelza.
"Sei comunque goffa come una
papera"
"Non mi sembra proprio.."
"McLaggen, con le tue inutili
chiacchieri ti sei fatto segnare un goal!" ululò Ritchie.
Grifondoro era comunque in testa, ma
quel che faceva McLaggen non era per niente produttivo. La squadra
cercava di fare del suo meglio come al solito e la partita stava
andando abbastanza bene, anche se con qualche errore ogni tanto.
"Weasley ma sei deficiente?!"
l'apostrofò McLaggen quando le cadde la Pluffa.
"McLaggen, vuoi stare attento a
quello che dovresti fare tu invece di guardare quello che fanno gli
altri?" urlò Harry, andando verso di lui.
"Senti chi parla!" rispose
McLaggen, furente. Harry ritornò alla ricerca del Boccino, e
McLaggen agli anelli. Ginny e Demelza segnarono altre due reti,
portando in netto vantaggio la squadra. Se Harry prendeva in fretta
il Boccino avrebbero vinto senza problemi, con un bel vantaggio.
Purtroppo anche Tassorosso segnò,
portando la squadra gialla e nera in vantaggio. McLaggen non valeva
niente nè come persona nè come Portiere.
"Se Harry prende il Boccino subito
vinciamo comunque" le urlò Dean.
"Intanto noi pensiamo a recuperare
il vantaggio!" rispose Ginny e segnò un'altra rete.
"Oh guardate" esclamò Luna
con voce pacata, dal megafono che era appartenuto a Lee Jordan "Il
portiere di Grifondoro si è preso una delle mazze dei Battitori!
Chissà magari è una nuova tecnica.."
Ginny vide Harry scattare, furente e
sfrecciare verso il Portiere, che maneggiava la mazza da Battitore
come un gorilla.
Fu un attimo. McLaggen non colpì il
Bolide ma colpì la testa di Harry, con forza inaudita. Ginny vide
l'immagine come al rallentatore: Harry immobile, sulla scopa, per poi
accasciarsi, lentamente. L'urlo agghiacciante di Demelza e Jimmy e
Ritchie, che con prontezza, erano riuscito a prenderlo appena prima
che scivolasse dalla sua scopa. Ginny e Demelza schizzarono verso il
loro Capitano, scendendo verso terra.
"Fate largo, lasciatelo
respirare!" era la McGranitt che correva verso di loro.
"Frattura Cranica" senteziò
Madama Bumb, dopo averlo esaminato un momento. La McGrannit fece
apparire una barella e si occupò personalmente ad accompagnarlo in
Infermeria.
"La vittoria va a Tassorosso"
gridò Madama Bumb. Grifondoro non poteva giocare senza il Cercatore,
e la vittoria venne stabilita a tavolino. La squadra rosso e oro si
avviò mogia verso gli spogliatoi.
"Povero Harry, spero stia bene"
disse Demelza.
"Ma certo! Madama Chips lo
rimetterà in sesto in un attimo" la rassicurò Ritchie.
"McLaggen, sei un idiota"
ringhiò Ginny "è tutta colpa tua, non vedo l'ora che torna
Ron"
"Dai, ho dato un po' di brio alla
partita! Dai, non ditemi che non è stato divertente, vedere Potter
che cadeva a terra come un pupazzo!"
"Ma ti ha dato di volta il
cervello?" urlò Jimmy.
"Non c'è stato niente di
divertente!" strillò Demelza.
"Vuoi farci vedere come scivoli
bene te da quindici metri di altezza?" ruggì Ginny.
"Smettetela, è lui che è un
tonto" fece l'imitazione di Harry che scivolava dalla scopa.
Soltanto una persona rise, ma smise subito quando la sua ragazza si
voltò per guardarlo in cagnesco.
"Ma sei scemo? Cosa c'è da
ridere?" sibilò Ginny a Dean.
"Ma dai, puoi farti colpire da un
metro di distanza?" esclamò Dean, ricominciando a ridere.
"Sei un idiota!" urlò Ginny
"sei proprio un imbecille lo sai? Pensavo fossi un po' più
intelligente!"
"Anche io lo pensavo di Potter"
Ginny se ne andò, furente, sbattendo
la porta dello spogliatoio femminile. Dean la stava irritando sempre
di più.
Dopo che si fu cambiata Ginny non
aspettò Dean ma se ne andò direttamente al castello, a passo
svelto, rimurginando sulla stupidità di Dean. Non ci poteva credere.
Gli era sempre stato simpatico Harry, cosa voleva da lui adesso?
Ridere per quella caduta.. non si rendeva conto che Harry si sarebbe
potuto ferire ancor più gravemente. Senza accorgersene si era
ritrovata davanti l'Infermieria. Le sue gambe l'avevano portata
direttamente fin lì. Chissà come stava Harry..
"Signorina Weasley! Immagino tu
sia qui per tuo fratello" esclamò Madama Chips, vedendola.
"Io.." già. C'era anche Ron
in Infermeria. "Sì.. sono venuta a salutare Ron, se possibile"
disse, mentendo.
"Entra pure, è sveglio"
Ginny entrò nella grande sala bianca.
"Ehi Ginny" la salutò Ron,
mentre scartava una Cioccorana "sei qui per Harry?" chiese.
"No!" esclamò Ginny, troppo
in fretta "voglio dire sì, anche per lui, volevo sapere come
stava.. ma volevo passare anche da te ovviamente"
"Puoi vederlo da solo" disse
Ron, indicandole il letto a fianco al suo. Harry era disteso tra le
lenzuola bianche, senza gli occhiali, con un turbante di bende sulla
testa "non si è ancora svegliato. Madama Chips dice che si
dovrebbe svegliare entro stasera"
"è stata una gran brutta botta"
disse Ginny, sedendosi sul letto di Harry.
"Già. Mi dispiace per Grifondoro.
Non ci voleva questa sconfitta"
"Vabbè, vinceremo la prossima.
L'importante è che Harry stia bene"
"Tranquilla per quello. Ne ha
viste sicuramente di peggio!"
"Beh, quello sì"
"Quindi McLaggen non è un
Portiere tanto migliore di me.." disse Ron, guardandola furtiva.
"Sei mille volte meglio tu di quel
gorilla!" esclamò Ginny, sincera "lo odiamo tutti. Tu non
ci hai mai fatto perdere, a l'ultima partita hai giocato benissimo!"
Ron aveva un sorrisetto compiaciuto.
Ginny allungò la mano per rubare una Cioccorana del fratello.
"Giù le mani!" l'ammonì
lui.
"Ehi, ne hai un migliaio!" si
lamentò la ragazza.
"Ne sono rimaste solo diciotto!"
"E allora, Lavanda te ne porta
tantissime ogni mattina!"
"Sì ma manca ancora tanto alla
mattina, no?"
"Non puoi mangiarti diciotto
cioccorane in un pomeriggio!"
"Tu dici?"
"Spero che avrai mal di pancia
tutta la notte"
"Anche se fosse, sono in
un'Infermeria"
"Spero ti riempa di brufoli!"
"Madama Chips risolverà anche
questo"
"Egoista! Dammene una!"
"Noo!"
"Shhhh! Sveglierete Potter!"
intervenì Madama Chips, dal suo studio "Signorina Weasley se
sento un altro rumore sarò constretta a mandarti via!"
"Vabbè, prendine una" disse
alla fine Ron, lanciando una Cioccorana alla sorella che l'afferrò
al volo "che cronaca fantastica! Luna è il massimo"
"Sì, è stata divertente"
disse Ginny, pensierosa "sai dov'era Harry prima della partita?"
chiese all'improvviso.
"è passato di qui" rispose
Ron "perchè?"
"è arrivato tardissimo in campo.
Dice che doveva vedere cosa faceva Malfoy"
"Malfoy?!" esclamò Ron.
"Sì.. che gli importa dove va
Malfoy?"
"Harry è fissato con Malfoy
ultimamente" rispose Ron, evasivo. Ginny rimase altri cinque
minuti e poi venne cacciata da Madama Chips. Vide Dean che imboccava
la solita scorciatoia insieme a Demelza. Ginny fece il giro più
lungo.
*
La mattina dopo Dean le
venne incontro con un largo sorriso.
"Che vuoi?"
esclamò Ginny, quando lo vide.
"Ancora arrabbiata per
ieri?" chiese Dean, gli occhi al cielo.
"è inutile che fai
quella faccia!" rispose Ginny.
"Ok.." disse Dean
"vuoi che ti chieda scusa?"
"Non è a me che
dovresti"
Dean alzò le spalle "lo
sai che è quasi un anno che stiamo insieme?"
"Ah sì?" rispose
Ginny.
"Non dirmi che non te
ne eri accorta"
"In realtà mi stavo
chiedendo come faccio a sopportarti da un anno" rispose lei.
Dean sorrise "come
faccio io a sopportare te,
vorresti dire"
Ginny
alzò le spalle.
"Senti,
so che spesso litighiamo, ma tu sei speciale, davvero speciale per
me. Volevo solo ricordartelo"
Ginny si
mordicchiò il labbro. Non sapeva cosa rispondere.
"sei
una ragazza fantastica. Ti voglio davvero bene" disse lui, un
po' impacciato. Lei non aveva parole. Lo baciò, per rispondergli.
Quando le parole non ci sono, un bacio è un amabile e semplice
trucco per sostituirle.
"Io
ora vado a lezione! Ci vediamo!" esclamò e scappò via. Con
Dean c'erano troppi alti e bassi e lei sentiva che non li reggeva
più. Il giorno prima l'avrebbe preso a schiaffi, poi diventava
carino e dolce. Forse il problema era che lei non sapeva cosa voleva?
Chi era il ragazzo giusto per lei? Dean a volte era perfetto: non si
faceva mettere del tutto i piedi in testa come Micheal, il che le
piaceva molto. Non le faceva sempre avere ragione e tra loro c'era
sempre un bel confronto. Oltretutto non le metteva le mani addosso
ogni momento, altra cosa che non le dispiaceva. E comunque si era
sempre dimostrato molto gentile, simpatico e carino, non poteva
negarlo. Solo che a volte era così iperprotettivo, la trattava come
se non sapesse fare le cose da sola e avesse bisogno di qualcuno che
la difendesse. E oltretutto, a volte dimostrava una stupidità fuori
dal normale! E a volte riusciva a diventare così banale e noioso..
"Secondo
me Ginny tu i problemi te li cerchi da sola" le disse Hermione,
dopo che Ginny le aveva elencato i difetti di Dean "Dean lo
conosco da anni, mi era sempre sembrato un bravo ragazzo! Tu lo fai
sembrare un mostro!"
"Non
fa per me, Hermione! Forse starebbe meglio con una ragazza un po'
più... come dire?"
"Semplice?"
"Forse
sì.."
"Se
la pensi così, mollalo! Che aspetti?" le rispose Hermione, con
fare ovvio.
"Io.."
"Non
mi dire che non hai il coraggio!"
"No,
non è quello.. non sono sicura che lo voglio lasciare.."
Hermione
sorrise "non metterti fretta. Sono sicura che quando arriverà
il momento saprai cosa fare"
Rimasero
un attimo in silenzio.
"Sai"
disse all'improvviso Hermione "ieri ho detto ad Harry che te e
Dean avete litigato perchè lui ha riso di Harry quando è stato
colpito da McLaggen"
"Perchè
gliel'hai detto?"
"Non
lo so, mi è uscito.. beh, comunque mi è parso molto interessato"
"Ovvio.
Se litighiamo noi due potrebbe avere dei problemi nella squadra, no?"
"Stessa
identica spiegazione che mi ha dato Harry" rispose Hermione.
"Scusa,
ma perchè me lo stai dicendo?"
"Niente
così. Per parlare" disse Hermione "Senti, ora devo
scappare che devo studiare. Pensa bene a quello che ti ho detto
prima!"
*
Passarono
altre settimane e Ginny trovava sempre più noioso passare del tempo
con Dean. Passavano molto tempo da soli e Ginny cominciava a non
avere più niente da dirgli. Lui parlava molto invece, ma nulla di
quello che diceva riusciva ad interessare minimente Ginny.
"Dean...
e se andiamo a letto?" propose Ginny, una sera.
"A
letto?"
"Sì,
ho sonno, e tra poco dovremmo stare in Sala Comune"
"Come
fai ad avere già sonno?"
"Sono
molto stanca" rispose lei, evasiva "su, andiamo"
Dean la
seguì, imbronciato. Ginny voleva solo liberarsi di lui al più
presto.
"Grugnocorto
Svedese" dissa la ragazza alla Signora Grassa.
"Esatto!"
rispose il ritratto e si spostò per farli passare. Come al solito
sentì Dean che la spingeva, come se dovesse aiutarla a camminare.
"Non
spingermi, Dean, per favore" sospirò Ginny, seccata "lo
fai sempre, santo cielo, so benissimo camminare da sola.."
"Hai
anche le visioni, ora? Guarda che non ti ho toccato" esclamò
lui, irritato.
"Ah
no? Peccato che lo fai sempre, da quando ci siamo messi insieme"
"E
qual'è il problema?" chiese lui, con aria di sfida.
"Il
problema siamo io e te insieme!" le parole le vennero fuori, di
botto, recluse da troppo tempo.
"Ah
è così?"
"Sì"
rispose lei "Dean io e te non funzioniamo, sono mesi ormai"
"Ma
che stai dicendo.."
"Dean,
devi ammettere che io non sono la ragazza adatta a te! Io non ho
bisogno di un cavaliere, lo capisci? Non sono una delle tue sorelline
da difendere, non sono una principessa da salvare! Me la sono sempre
cavata da sola e continuerò a farlo. Io e te non stiamo bene
insieme. Tu hai bisogno.. di un'altro tipo di ragazza, Dean"
Dean non
rispose. La guardava intensamente.
"Perchè
tu non vuoi un altro ragazzo, vero?" sibilò lui.
"Che
cosa?"
"Niente.
Tu mi piaci seriamente. Ma se credi che io abbia bisogno di un'altro
tipo di ragazza.. tanto sai sempre tutto tu, vero?"
"Dean,
io ti voglio bene, ma non posso continuare a fingere! Non facciamo
altro che litigare, non andiamo d'accordo da tanto tempo, abbiamo
idee completamente diverse su tutto.."
"Ho
capito. È finita, giusto? Come al solito si fa quello che vuoi tu"
"Non
metterla così.. sai benissimo che non è vero, deve andare così,
Dean, lo sai anche tu, non ce la fai più a stare con me, siamo
troppo diversi"
"Bene.
Buonanotte Ginny" Dean si voltò, e se ne andò in dormitorio,
senza voltarsi.
L'aveva
fatto. Non poteva crederci. Si sentiva un po' triste e svuotata.. ma
libera. Sapeva che ciò che aveva fatto era giusto. Con un po' di
tempo lo avrebbe capito anche lui.
La Sala
Comune era vuota. Aveva sentito qualcuno strillare, mentre parlava
con Dean, ma non aveva idea di chi fosse. Salì su nel dormitorio
femminile. Altri strilli.
"STAVI
ROSICANDO DA MESI, ORA SARAI CONTENTA!"
era la
voce inconfondibile di Lavanda Brown, che urlava in preda alla
rabbia. Cosa era successo. Ginny vide la porta del dormitorio delle
ragazze del Sesto anno aprirsi di scatto e vide una testa cespugliosa
uscirne in fretta.
"Oh..
Ginny" disse Hermione.
"Cosa
succede lì dentro?" chiese Ginny.
"Oh..
Lavanda ha appena lasciato Ron. Ed è un tantino arrabbiata con me"
"Un
tantino?"
"Ci
ha visto che uscivamo dal dormitoio maschile insieme. Da soli"
disse Hermione.
"Cosa
ci facevate nel dormitorio da soli?" esclamò Ginny.
"Niente!
In realtà non eravamo neanche soli.. beh, non importa. Te? Ti ho
visto che litigavi con Dean.."
"Ci
siamo lasciati"
"Gran
brutta serata per le coppie Weasley" commentò Hermione.
"Un
po' mi dispiace" confessò Ginny "ma forse era giusto che
andasse così"
Le due
amiche stettero in silenzio. I singhiozzi di Lavanda si sentivano fin
lì.
"Posso
dormire con te stanotte? Non credo di essere ben accetta nel mio
dormitorio, questa notte" disse Hermione, a voce bassa.
"Ma
certo" disse Ginny. Forse il futuro iniziava proprio quella
sera?
Angolo Autrice
Quante
cose cambieranno dopo questa notte? Ginny e Ron si sono liberati dei
loro fidanzati.. forse sono sulla strada giusta per trovare le loro
mete finali? Ma, dopo questa notte, altri cambiamenti avverranno: Harry
sa finalmente qual'è il suo compito.. e da qui manca poco che questa
breve parentesi di pace finisca!
Allora! Soddisfatti del capitolo? Lo sapete cosa vi aspetta la prossima volta, vero?
Un bacione a tutti!!
Marty
|
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Capitolo 55 *** Bacio ***
cap 55 nvQuesta
volta vi scrivo prima perchè il capitolo deve essere l'ultima cosa che
leggete! Per prima cosa vi chiedo scusa per l'enorme ritardo! Ci ho
messo un bel po' a finire questo capitolo, volevo che fosse perfetto!
Ovviamente so che la perfezione non esiste, ma ci tenevo a curarlo per
bene! Spero vi piaccia e siate soddisfatti!
Purtroppo sono stata sotto
esame e ho dovuto studiare un bel po'! Meno male che le soddisfazioni,
almeno in quel campo, non sono mancate: un bel trenta in letteratura
tedesca! Ora posso dedicarmi un po' a questa storia, che amo
profondamente!
Beh non vi annoio più di tanto.. correte a leggervi il capitolo, che so che in molti attendono! Baci
Marty
P.s l'ultima parte scritta in corsivo, è presa ovviamente da Harry Potter e il principe mezzosangue della nostra amata J.K Rowling
Buona lettura!
Bacio
Il fatto che Ginny Weasley
fosse finalmente libera volò velocemente sulla bocca di tutti, con
un certo disappunto della diretta interessata.
"Ginny, vi siete
lasciati in Sala Comune! Cosa ti aspettavi?" le fece notare
Miriam.
"Sì, ma non capisco
perchè debba interessare ad altre persone che nemmeno mi conoscono"
esclamò Ginny indignata.
"Hai mezza scuola
dietro, è ovvio che interessa a tutti! Ora c'è campo libero"
"Ah beh, stanno
freschi, in questo momento non ho proprio intenzione di mettermi con
nessuno!"
"Perchè no? Io ho
visto un tipo carino del settimo anno di Corvonero che ti guardava.."
Ginny rise. Si sentiva
leggera e sollevata da quando aveva lasciato Dean.
"Dean sembra proprio
depresso" sussurrò Aisleen, accennando verso il tavolo di
Grifondoro.
"Ancora? Ormai è
primavera!" rispose Ginny. Le due amiche la guardarono un po'
confuse, mentre lei si alzava e scendeva verso il campo di Quidditch
per un allenamento mattutino. Un'altra cosa positiva della giornata
era che aveva appena visto Katie Bell, che ovviamente sarebbe
rientrata in squadra, diminuento notevolmente le occasioni che doveva
condividere con il suo ex ragazzo.
"Hei Ginny!" era
Harry, che correva dietro di lei.
"Ciao Harry!"
"Penso che siamo i
primi stamattina"
"Sì, credo di sè,
Demelza era ancora in dormitorio"
"E Ron stava ancora
mangiando!"
"Beh sì, siamo i
primi"
"Hai visto Katie, giù
in Sala Grande?"
"Sì, l'ho vista, è di
nuovo in forma"
"l'ho fatta rientrare
subito in squadra" disse in fretta Harry "spero vada bene
per t.. voglio dire, per tutti, tutta la squadra, ovvio"
"A me va benissimo"
rispose Ginny, facendogli l'occhiolino "e immagino anche agli
altri"
"Splendido!"
esclamò Harry, sollevato. Con il ritorno di Katie e Ron gli
allenamenti andarono molto meglio. Ginny era più carica che mai e
trasmetteva la sua energia al resto della squadra. Harry pareva molto
soddisfatto degli allenamenti e della squadra in generale.
"Vinceremo contro
Corvonero, me lo sento!"
"Certo che vinceremo!"
rispose Ginny, sfrecciando a fianco del suo Capitano "Ron
attento che questa non è una Pluffa, è un Bolide" lanciò una
palla potentissima al fratello che non riuscì a pararla. Fece una
buffissima imitazione di Ron mentre cercava di parare la Pluffa e
sentì Harry scoppiare a ridere.
"Tu ridi, ma
sicuramente quando McLaggen ti ha colpito con la mazza da Battitore
non è stata meno divertente" gridò Ron ad Harry.
Ginny rispose con un'altra
imitazione, che fece ridere tutta la squadra, compreso Harry.
"Ricordatevi,
l'obbiettivo è superare Corvonero di almeno trecento punti, solo
così vinceremo la Coppa"
"Harry ce lo hai detto
almeno trenta volte!" esclamò Ginny. Harry arrossì, ma
sorrise.
"Non sembri una che ha
appena scaricato il suo ragazzo!" commentò Demelza quando
furono da sole.
"perchè dovrei stare
in dormitorio a piangere, secondo te?" chiese Ginny, inarcando
le sopracciglia.
Demelza alzò le spalle "Non
lo so.. non proprio"
"E allora?"
"Non sembri nemmeno
dispiaciuta" le disse l'amica, guardandola negli occhi.
"beh è finita, doveva
finire. Non ho nemmeno sedici anni, sai quanti ragazzi posso trovare?
E comunque i ragazzi non sono la mia prima preoccupazione"
"Dean sta molto peggio
di te" disse Demelza, non guardandola negli occhi.
Ginny era sorpresa "Gli
hai parlato?"
Ginny vide Demelza diventare
scarlatta "In realtà io.. io sì, ecco"
"Mica devi avere paura.
Non è un problema per me"
"sì è veramente giù.
E non dico che dovresti piangere.. assolutamente no! Solo che.. dopo
tutto quello che c'è stato tra voi, non sei un po' triste? Comunque
Dean è sempre stato molto carino con te, sempre gentile, mi
sembravate felici insieme"
"Dem.. io e Dean non
stavamo così bene insieme, non siamo adatti l'una all'altro. Troverà
sicuramente una ragazza con cui starà bene"
Demelza rimase in silenzio.
Ginny non aveva nessuna intenzione di parlare ancora di Dean così
non ricominciò il discorso. Uscì senza aspettarla e si diresse al
castello, a passo svelto. Si chiuse subito in biblioteca e si tuffò
nel suo manuale di Pozioni. Era meglio concentrarsi sugli esami
imminenti.
*
La maggior parte del suo
tempo ormai Ginny lo passava in biblioteca. Aveva il suo posto fisso,
ultimamente: un piccolo banco di legno antico, con posto giusto per
una persona, di fianco ad una finestra. Molte volte si ritrovava con
gli occhi fissi sul paesaggio fuori: il lago nero, le montagne, gli
schiamazzi dei bambini del primo anno. L'estate per lei sarebbe
arrivata tardi, quell'anno. Sbuffò sul libro di Trasfigurazione. In
realtà si rifugiava lì anche per evitare gli altri. Non ne poteva
più di persone che non facevano altro che interessarsi alla sua vita
senza nemmeno degnarsi di conoscerla. Non sopportava più neanche
Demelza, con i suoi commenti inappropriati su Dean, Miriam, con le
sue frecciatine, Aisleen, che la guardava come se avesse perso il
bene più prezioso esistente sulla Terra. Non sapeva bene il perchè,
ma ciò che più le interessava al momento era vincere la partita di
Quidditch contro Corvonero. Dopo la partita, tutto sarebbe stato
diverso. Non sapeva cosa, ma ci credeva, ardentemente.
*
Le sue speranze vennero
infrante pochi giorni prima della finale, in modo del tutto
inaspettato. C'era un gran tumulto in Sala Grande quella sera.
"Cosa è successo?"
chiese Ginny alla prima persona che vide, una ragazzina bionda di
Tassorosso, probabilmente più piccola di lei di un paio d'anni.
"Un ragazzo è stato
ferito!" le rispose lei.
"Chi?"
"Non lo so.. uno di
Serpeverde però"
La risposta le venne,
ovviamente, da Miriam Cohen, che sapeva sempre tutto.
"Draco Malfoy. A quanto
pare è stato ferito da Harry Potter" le disse, in tono grave.
"Da Harry? Non può
essere, non lo farebbe mai" esclamò Ginny "chi te lo ha
detto?"
"L'ho sentito dire da
Pansy Parkinson"
"E allora è
sicuramente una cavolata!"
"No Ginny, io l'ho
visto" le bisbigliò John "mi trovavo al sesto piano anche
io, dovevo andare in bagno e ho visto Piton che sorreggeva Malfoy e
lo portava via. Barcollava ed era tutto insanguinato, pallido come un
cencio. Ho provato a chiedere qualcosa a Piton ma lui non mi ha
nemmeno degnato di uno sguardo. Dopo una decina di minuti è tornato
e ho visto Harry, schizzare via dal bagno, pallido anche lui, i
vestiti erano sporchi del sangue di Malfoy. Era molto scioccato,
però, evidentemente si è trattato di un incidente"
"Per quanto Harry
detesti Malfoy non gli farebbe mai niente del genere" sussurrò
Ginny. John alzò le spalle "Non so cosa sia successo
esattamente in quel bagno, Ginny. Questo è ciò che ho visto"
"Sì, sì, lo so"
rispose Ginny "io vado"
Ginny si ritrovò a correre
per le scale, verso la torre di Grifondoro, senza quansi respirare.
Doveva trovarlo.. doveva vedere Harry, parlargli..voleva sentire la
sua, non le mezze verità degli altri.
Trovò Harry nella Sala
Comune deserta. Tutti era a cena tranne lui e Ron ed Hermione, che
gli stavano vicini, entrambi con la stessa espressione seria e
preoccupata disegnata sul volto. Harry era nello sconforto più
totale.
"Harry" mormorò
Ginny, appena li vide.
Harry alzò lo sguardo per
un secondo su di lei, poi tornò immediatamente a guardarsi la punta
delle scarpe, salutandola con una specie di grugnito quasi
impercettibile. Lei si avvicinò al trio e si sedette sul bracciolo
di una poltrona.
"Come stai?"
chiese Ginny.
"Mi sento uno schifo"
rispose Harry, sempre senza guardarla "hai saputo?"
"Qualcosa.. ma vorrei
sentire i fatti da te, non le voci di persone che nemmeno ti
conoscono.."
"Harry e Malfoy hanno
duellato nel bagno dei maschi" intervenne risoluta Hermione "e
Malfoy, ad un certo punto, ha cercato di usare la maledizione
Cruciatus contro Harry e lui, come contromossa, ha usato un
incantesimo di cui non conosceva assolutamente gli effetti, letto nel
manuale di Pozioni del fantomatico Principe Mezzosangue. A quanto
pare si tratta di un Sortilegio Oscuro non molto conosciuto ma, a
quanto pare, dagli effetti devastanti.. Se non c'era Piton, forse
Malfoy avrebbe avuto dei danni anche più seri"
Harry non parlò ma nemmeno
alzò lo sguardo.
"è andata così?"
chiese Ginny ad Harry. Lui annuì.
"Ho rimediato una
punizione per tutti i sabati alle dieci" disse "non potrò
giocare la partita. Tu mi sostituirai come Cercatore e Dean
sostituirà te come Cacciatore. Sono sicuro che giocherete benissimo,
Dean funziona bene con te, Demelza e il resto della squadra.."
"va bene" disse
Ginny a bassa voce. Sentì un vuoto dentro. Vincere quella partita
senza Harry, non sarebbe stata la stessa cosa. All'improvviso si rese
conto di quanto fosse importante la presneza di Harry nella squadra e
non perchè fosse il Capitano o fosse un ottimo giocatore.. era
importante per lei.
"Non
dirò 'te lo avevo detto'" commentò Hermione.
"Smettila
Hermione" sbottò Ron, nervoso "non lo vedi che sta già
abbastanza a pezzi?"
Rimasero
tutti e quattro in silenzio, senza parole.
"Beh,
te lo avevo detto che in quel libro c'era qualcosa di sbagliato!"
esclamò Hermione, incapace di trattenersi "Avevo ragione o
sbaglio?"
"No"
rispose Harry.
"Non
puoi continuare a difendere quel libro, dopo ciò che ha provocato.."
"Piantala!"
sbottò Harry "Il Principe ha solo copiato quell'incantesimo!
Non mi ha consiglaito di usarlo, non c'era scritto 'provalo'! Magari
ha solo preso un appunto, magari l'ha sentito da qualcuno, oppure è
stato usato contro di lui!"
"Non
ci credo" esclamò Hermione "stai difendendo.."
"Non
sto difendendo ciò che ho fatto!" la interruppe Harry "Vorrei
che non fosse mai successo, non avrei mai usato un incanto del genere
contro nessuno, nemmeno contro Malfoy, ma non puoi incolpare il
Principe, non ha senso, aveva preso un appunto per sè stesso, non
per altri.."
"Quindi.."
"Quindi
sì, Hermione, tornerò a prendermi il libro" esclamò Harry
"senza di lui non avrei mai ottenuto la Felix Felicis, non sarei
riuscito a salvare Ron dal veleno, non avrei mai..."
"..Ottenuto
una fama di ottimo pozionista che non meriti!" concluse
Hermione, perfida.
"Finiscila
Hermione" intervenne Ginny, che ne aveva abbastanza del
comportamento dell'amica. Fu l'unica volta che Harry alzò lo
sguardo. Ginny vide con la coda dell'occhio uno sprazzo verde
brillante rivolto verso di lei "Malfoy ha cercato di usare una
Maledizione Senza Perdono contro di Harry, no? Dovresti essere
contenta che avesse un'ottima contromossa!"
"Ovvio
che sono felice che non sia stato Maledetto!" esclamò Hermione,
colpita "Ma, Ginny, come fai a definire il Sectumsempra un buon
incantesimo, è molto probabilmente Magia Oscura, guarda cosa è
successo! E poi avrei pensato che, visto ciò che ha fatto alle
vostre possibilità di vittoria.."
"Oh,
non far finta di capire il Quidditch!" sbottò Ginny "farai
solo una figuraccia!"
Harry e
Ron le guardavano esterrefatti. Le due ragazze guardavano in
direzioni differenti, entrambe infuriate. Nessuno disse più nulla
per tutta la serata e si ritirarono in dormitorio abbastanza in
fretta, senza salutarsi. Ginny era arrabbiatissima con la sua
migliore amica: si era comportata da insensibile e questo non se lo
aspettava da una persona come Hermione.Per di più, non pensava fosse
così infantile: possibile che "rosicasse" perchè
Harry prendeva voti più alti dei suoi (barando)? Ginny si mise a
letto, nonostante non fossero neanche le dieci. Dopo qualche minuto
sentì qualcuno bussare alla porta del dormitorio e lei si tuffò
subito sotto le lenzuola, facendo finta di dormire. Chi aveva bussato
ignorò l'assenza di risposta ed entrò comunque.
"Ginny!"
sussurrò la voce di Hermione. Ginny la sentì entrare, chiudendo la
porta.
"Guarda
che lo so che sei sveglia, smettila di fare la bambina" disse la
ragazza. Ginny si mise a sedere.
"Che
c'è?" sbottò la ragazza.
"Come
che c'è?"
"Già,
che vuoi?"
"Sei
proprio stupida quando ti comporti così!" esclamò Hermione.
"Tu
non sei da meglio" rispose Ginny "guarda come ti sei
comportata stasera!"
"Ah
sì? Cosa ho fatto?"
"Sei
stata un'insensibile! Non ti sei accorta di quanto Harry stesse male
per ciò che è accaduto oggi!"
"Se
mi avesse dato retta.."
"Beh,
lo sai quanto è testardo, no? Comunque dovevi stargli vicina, visto
che sei la sua migliore amica, confrontarlo e invece hai preferito
rimanere a gongolare perchè avevi ragione tu! Che razza di
comportamento è? Harry ha agito così solo per difendersi, Hermione,
ma tu non lo hai preso nemmeno in considerazione.."
"Smettila
Ginny" la interruppe Hermione, alzando la voce "tu non sai
un bel niente, hai capito? Harry fa un errore dopo l'altro per la sua
testardaggine e molte volte potrebbero essere fatali! Io cerco solo
di aiutarlo, come ho sempre fatto! Non hai il diritto di parlarmi
così!"
"Il
tuo modo di aiutarlo non è stato molto costruttivo, stasera"
"è
tutto l'anno che cerchiamo di impedirgli di fare cavolate, è in
fissa con Malfoy dall'inizio, e guarda come è andato a finire!"
"Harry
ha detto che si è difeso, Hermione"
"Sta
pedinando Malfoy da Settembre!" strillò quasi Hermione "lo
sapevo che sarebbe finita così, io e Ron lo abbiamo messo in guardia
per tutto l'anno ma niente! Lo sapevo e lo sai perchè? Perchè
nessuno conosce Harry Potter come lo conosco io, Ginny! Nemmeno tu,
per quanto puoi esserne innamorata.."
"Io
non ne sono innamorata!" protestò Ginny.
"Ancora?
Ma andiamo Ginny: lo sei sempre stata e lo sei ancora, non credere
che non lo sappia! Smettila di mentire a te stessa!"
La
ragazza non rispose.
"Buonanotte
Ginny" Hermione uscì dalla stanza, sbattendo la porta.
Ginny si lasciò cadere sul
materasso e si girò su un fianco. Il sonno era ancora troppo lontano
da lei e sapeva che avrebbe tardato di molto, quella sera, a
raggiungerla.
*
La mattina della partita
arrivò in fretta. Ginny era pronta e più determinata che mai. Scese
in campo con il resto della squadra, che era abbastanza demoralizzata
per l'assenza di Harry.
"Quando non c'è Harry
le partite non vanno mai bene" disse Katie Bell.
"Abbiamo lavorato tanto
per niente" commentò Coote.
"Ehi, anche l'anno
scorso Harry non era in squadra ma abbiamo vinto comunque!"
esclamò Ginny "avremmo voluto tutti Harry ma purtroppo non è
così, ma ciò non vuol dire che non siamo un'ottima squadra! Alla
fine manca un solo giocatore su sette! Lui ci ha preparato bene e
sapremo mettere in pratica i suoi schemi nel migliore dei modi.
Dobbiamo vincere anche per
Harry, non siete d'accordo?"
Il resto
della squadra era un po' più rincuorata dalle parole di Ginny.
"Bene,
in assenza di Harry, sarai tu il Capitano" decretò Katie.
"Io?
Sarebbe più giusto che fossi tu, Katie, hai più esperienza, sei in
squadra da tanti anni.."
"Sei
riuscita a risollevare il morale di un'intera squadra a terra. Questo
vale più di mille partite affrontate" rispose Katie, facendole
l'occhiolino.
"Io
la trovo un'ottima idea! Ginny sarai il nostro Capitano, per oggi!"
disse Demelza, abbracciando l'amica.
"Credo
che anche Harry sarebbe più che d'accordo" concordò Ron.
Ginny
vide che Dean le rivolgeva un timido sorriso. Lei ricambiò e vide il
volto del ragazzo illuminarsi. "Collaboriamo oggi" gli
disse Ginny, lontani dagli altri.
"Ovviamente,
non voglio che Grifondoro perda" disse Dean.
"Amici?"
chiese Ginny.
"Non
lo so" rispose Dean "non riesco a vederti come un'amica,
anche se è passato un mese"
"Allora
prova a vedermi come una compagna di squadra. Nient'altro"
suggerì lei. Lui alzò le spalle.
"Se
vinciamo, possiamo festeggiare insieme" provò lui.
"Certo,
festeggeremo tutti insieme, anche con Harry"
Dean
alzò le spalle, un po' deluso. "Vado a cambiarmi. Ci vediamo
dopo" disse e se ne andò.
Mentre
le ragazze si cambiavano, Hermione si intrufolò nello spogliatoio.
"Ginny"
disse.
"Hermione
che ci fai qui?"
"Io..
volevo augurarti buona fortuna"
"Grazie
Hermione" rispose lei con un sorriso, senza pensare alla
discussione di qualche sera prima.
"è
tutto a posto tra noi, vero?" chiese la ragazza, insicuro.
"Come
sempre" disse Ginny e abbracciò con forza l'amica "grazie,
Hermione"
"Per
cosa?"
"Per
esserci sempre.. e per capire sempre tutto!"
Le due
amiche si strinsero ancora di più, poi Ginny fu costretta ad entrare
in campo, con la sua vecchia scopa sulle spalle e i capelli legati in
una lunga coda fiammeggianti.
"Bene..
andiamo e vinciamo" incitò i suoi compagni dietro di lei e
entrò in campo. Davanti a loro marciavano i Corvonero nelle loro
divise blu e bronzo. Ginny individuò subito la giocatrice con il
numero sette, lo stesso di Harry e suo in quel momento: Cho Chang, la
Cercatrice dei Corvonero, minuta e quasi insignificante.
"I
Capitani si stringano le mani"
Ginny,
in vece di Harry, strinse la mano all'alto ragazzo davanti a lei.
"In
sella alle scope!" gridò Madama Bumb.
Ginny
salì in sella alla scopa e, al fischio dell'arbitro, volò più in
alto di tutti. La partita era iniziata. Ginny si mise subito alle
costole di Cho Chang che, nonostante fosse una ragazza del tutto
inutile e senza personalità, era un'ottima Cercatrice. Per di più
possedeva una scopa migliore della sua, quindi non poteva permettere
che vedesse il Boccino prima di lei.
La
squadra di Corvonero era un'ottima squadra, e questo Ginny e i suoi
compagni lo sapevano bene: abili nel gioco di squadra, sembrava quasi
si leggessero nel pensiero, veloci e precisi. La prima e la seconda
rete fu loro.
"Non
ti preoccupare Ron, erano praticamente impossibili da parare"
gli urlò Ginny, poi si avvicinò a Jimmy e Ritchie "dateci
dentro con quei Bolidi"
"Tranquilla!"
rispose Jimmy, mentre lanciava un Bolide verso un Cacciatore di
Corvonero, colpendolo in pieno.
"Continuate
così!" gridò Ginny. Il Boccino ancora non si vedeva, ma Harry
si era raccomandato che lo doveva prendere solo nel momento che
Grifondoro fosse stata in testa di trecento punti.
Corvonero
segnò la terza rete. Trenta a zero. La partita era ancora lunga e
tutta da giocare.
Fu
Demelza a segnare la prima rete rosso oro, facendo tornare un po' di
energia alla squadra. Subito seguì un tiro preciso e veloce di Dean,
per poi essere accompagnato da un altro paio di tiri dei Corvonero.
Erano Cinquanta a Venti.
Ginny,
nel frattempo, ostacolava Cho Chang nella sua ricerca, tagliandole la
strada e facendo continue finte. Doveva distrarla in ogni modo e
aveva anche incaricato Ritchie di indirizzare qualche Bolide verso di
lei.
Katie
fece ben tre tiri di seguito, portando Grifondoro alla pari deglia
avversari. Ciò diede un'altra carica di energia per i Grifondoro,
tanto che Dean e Demelza segnarono due reti a testa, portando
Grifondoro in vantaggio di quaranta punti.
"Bravissimi!"
esultò Ginny, vedendo Dean e Demelza che si davano il cinque per
l'ottimo lavoro di squadra. Ginny continuò a tallonare Cho, che era
molto nervosa.
"Ehi,
perchè non cerchi per conto tuo?" le gridò, infastidita.
"è
molto più facile così" rispose Ginny. Cho tentò di
accellerare ma fu quasi disarcionata da un potente Bolide. Ottimo,
pensò Ginny.
La
partita era arrivata a centotrenta per i Grifondoro e novanta per i
Corvonero. La squadra rosso oro sembrava diventare più forte ad ogni
goal. In men che non si dica Grifondoro arrivò alla bellezza di
trecento punti e Corvonero era solo a centoquaranta. Per Ginny era il
momento di fare sul serio. Ma Cho non era un avversario da
sottovalutare, e le dava seriamente del filo da torcere. Così Ginny
decise di fare una cosa che ancora non aveva mai provato e desiderava
fare dalla Coppa del Mondo di Quidditch, e che per ora aveva visto
fare solo da Harry: si gettò all'improvviso in picchiata verso
terra, a tutta velocità, e Cho le si lanciò alle calcagna,
accellerando al massimo. A pochi centimetri da terra rialzò il
manico di scopa, mentre Cho, presa alla sprovvista, continuò a
precipitare. Ginny alzò per un secondo lo sguardo e lo vide, lì, a
dieci metri da lei: il Boccino D'Oro. Si lanciò con tutte le sue
forze, ma Cho le era di nuovo dietro, con una scopa più potente
della sua. Allungò le mani e inspiegabilmente davanti a sè vide gli
occhi verde chiaro di Harry, con quell'espressione dura che tanto le
piaceva, così convinto che ce l'avrebbe fatta.
"Ce
la farò, Harry" pensò Ginny dentro di sè. Il cuore le batteva
a mille, sentiva Harry vicino a lei.
Chiuse
gli occhi e le sue mani presero la fredda sfera d'oro, stringendola
forte.
"Quattrocentocinquanta
a centoquaranta! Grifondoro vince la Coppa!"
Ciò che
ci fu dopo fu solo un miscuglio di colori e di voci. Tutta la squadra
le era saltata addosso, gridando e piangendo di gioia. Mai ci fu
stata vittoria più improbabile: Grifodoro ce l'aveva messa tutta e
aveva vinto, nel momento in cui nessuno ci sperava quasi più. Ron
prese in braccio la sorella e la baciò sulla fronte.
"abbiamo
vinto! Abbiamo vinto!" portò la sorella così fino alla
professoressa McGrannit che consegnò loro la coppa. Ginny, essendo
la Cercatrice, quindi la settima giocatrice, fu l'ultima ad avere tra
le mani la Coppa. La prese con due mani e la sollevò, in alto sopra
la testa, mentre i Grifondoro e gli altri che tifavano per loro
esplodevano in un boato di ovazioni.
*
Non
aveva mai corso in quel modo verso la Sala Comune. Seamus si era dato
da fare per organizzare un festino con i fiocchi e non si aspettava
altro che loro, gli eroi del giorno.
"Faremo
una sorpresa ad Harry!" aveva proposto Ron e tutti avevano
accettato con entusiasmo.
"Harry
ancora non è in Sala" disse loro Calì Patil.
"Starà
finendo la punizione. Piton lo tratterrà per le lunghe" disse
Hermione.
"Noi
cominciamo a festeggiare, appena arriverà gli verrà un colpo"
esclamò Coote.
Una
manciata di minuti dopo il ritratto si spostò e apparvero gli
inconfondibili capelli neri di Harry.
"Eccolo!"
gridò qualcuno. Ginny era lontana dal ritratto, ma il cuore quasi le
si fermò e cercò di avvicinarsi al suo Capitano.
"Abbiamo
vinto!" sentì gridare suo fratello "Quattrocentocinquanta
a centoquaranta! Abbiamo vinto!"
Ginny
cominciò a correre verso di lui. Lui si voltò e la vide, gli occhi
verdi si illuminarono.
Ginny lo
abbracciò. Lui la baciò.
Lei
sorpresa, ricambiò il bacio, con forza, con tutta quell'energia che
da sempre era dentro di lei, che si manifestava nei suoi potenti
incantesimi, che scorreva dentro di lei dalla nascita.
Era lui
che aveva sempre cercato.
Dopo parecchi istanti..
o forse mezz'ora...
o forse parecchi giorni
di sole.. si separarono.
Le loro
labbra, che dopo tanto si erano incontrate, si separarono. Nella Sala
partirono gli applausi. Harry guardò negli occhi Ginny e poi spostò
lo sguardo su quelli del suo migliore amico. Ginny sapeva che lo
avrebbe fatto. Sorrise.
Anche
Harry le rivolse un gran sorriso e le fece cenno al buco del
ritratto. Ginny annuì e lo prese per mano. Una bella passeggiata nel
parco le sembrava l'ideale. Avevano bisogno di parlare, senza
dubbio.. e di altri di quei baci. Molti altri.
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Capitolo 56 *** Dopo ***
cap 56 nv
Dopo
Il buco del ritratto si aprì e Harry
si spostò per far passare lei per prima. Ginny scivolò nel
passaggio con grazia, seguita subito da Harry. Lui le sorrise e le
tese la mano e lei la prese subito, sotto gli occhi di altri
Grifondoro che non erano stati presenti al bacio.
"Harry Potter e Ginny Weasley?"
"Da quando?"
"Ma lei non stava con Dean?"
Ginny non finiva mai di sorprendersi
quando notava che la sua vita era ormai di dominio pubblico.
"Usciamo?" le chiese Harry.
Lei annuì. Mano nella mano, incuranti
delle occhiate e dei commenti, si avviarono verso l'uscita del
castello. Non parlarono fin quando arrivarono al lago e Harry si
avvicinò a lei, con l'intenzione di baciarla. Ginny si sorprese di
se stessa, quando si scansò dal ragazzo. Harry la guardò con aria
interrogativa.
"Forse dovremmo prima parlare.."
disse la ragazza.
"Sì hai ragione" rispose
Harry "beh, Hermione mi ha detto che tu e Dean vi siete
lasciati.. così io.."
"Sì, è vero, ci siamo lasciati"
rispose Ginny "ma cosa ti fa pensare che a me interessi tu?"
Questa affermazione lasciò Harry
completamente basito. Non rispose.
"Se pensi che io sono ancora
interessata a te come lo ero a dodici anni, beh, ti sbagli"
rispose lei, fissandolo negli occhi.
"Io.."
"Non sono più una bambinetta
stupida. Sono un'altra persona, non sbavo
più per te, se è questo che avevi in mente" continuò Ginny,
continuando a guardare il ragazzo con una certa fierezza "non
sono come Cho Chang che piange dietro ogni angolo, non sono come
Lavanda Brown che vuole solo stare appiccicata al suo ragazzo, non
sono una di quelle ragazze che vive solo per il fidanzato. Se è
questo che credevi che fossi, una ragazzina in piena adorazione per
te, beh, hai sbagliato persona e ti conviene cercare qualcun'altra.
Quella ragazzina non esiste più, io..."
"Sinceramente,
io.." provò Harry.
"Se tu credi
che io stia a piangere ogni sera perchè non mi hai mai degnato di
uno sguardo, oppure che ancora scriva poesie idiote per te, oppure
che..."
"Ginny"
esclamò Harry "io non penso nulla di tutto questo.."
"Ah sì,
perchè io..." fu interrotta dal fatto che Harry le tappò la
bocca con le mani, ridendo.
"Sai, quando
ti ho conosciuta, Ron ti ha presentata dicendo che di solito non stai
mai zitta" disse Harry "beh, ora capisco cosa voleva dire!
Mi fai parlare un secondo?"
Ginny si trattenne
dallo scoppiare a ridere e annuì. Harry tolse le mani dalle labbra
della ragazza.
"Io so come
sei, Ginny, so che non sei più la ragazzina di undici anni che
spariva appena arrivavo io" cominciò Harry "sei una
ragazza solare, spontanea, divertente, forte e coraggiosa. Quest'anno
ho avuto modo di conoscerti meglio e so che sei anche testarda e
orgogliosa, e che è pericoloso contraddirti" Ginny ridacchiò
"ma mi piaci così. Mi piaci da impazzire, e nonostante non sia
sicuro che tu provi le stesse cose che provo io, oggi ho voluto
buttarmi. Nonostante potevo venire ucciso all'istante da Ron, da te,
o dai milioni di ragazzi che ti vengono dietro"
Ginny si sporse in
avanti e cercò di baciare il ragazzo. Questa volta fu lui che si
spostò.
"è un sì?"
chiese Harry.
"E la tua era
un domanda?" ribattè Ginny.
"Sì"
bisbigliò Harry.
"E cosa
vorresti che rispondessi?"
"Quello che
vuoi davvero" rispose Harry guardandola negli occhi.
"Ciò
che voglio è solo dirti 'sì'" rispose lei. I due si
avvicinarono e Harry la baciò nuovamente. Ginny rispose con
entusiasmo e dolcezza. In poco tempo si ritrovarono sdraiati sulla
sponda del lago, abbracciati. Ginny sentiva la sabbia tra i suoi
capelli, ma non le importava. In quello che le parvero una manciata
di minuti il cielo era già striato di rosso, e loro erano sdraiati
mano nella mano, a guardare la sera che si avvicinava, le teste
vicine, incuranti di tutto. Decisero di tornare in Sala Comune solo
quando videro Venere spuntare nel cielo.
Appena rientrarono
in Sala Comune partirono fischi e applausi, nonostante la festa era
finita. Loro due si avvicinarono a Ron e Hermione, che erano seduti
su uno dei divani. Hermione gli sorrise smagliante, Ron li guardò
con un'espressione seria.
"E così ora
uscite insieme" gli disse, quando si sedettero.
"Già"
rispose Ginny.
"E da quando?"
"Da qualche
ora, più o meno" rispose Ginny.
"Harry io e te
dobbiamo parlare" disse Ron, rivolto al suo migliore amico,
nonostante una gomitata di Hermione.
"Direi di sì"
rispose Harry.
"Perchè
dovreste parlare?" chiese Ginny.
"Sono cose tra
me e lui" rispose Ron.
"Se dovete
parlare di me, mi riguarda!" esclamò Ginny.
"Non ti
preoccupare" intervenne Harry "è giusto. Andiamo Ron?"
i due ragazzi si allontanarono.
"Ci sono
alcune clausole da concordare" disse Hermione all'amica, con
tono ironico.
"Mica stiamo
firmando un contratto!"
"Conosci tuo
fratello!" rispose Hermione "ma tranquilla! È contento che
usciate insieme, però ci sono delle piccole cose che vuole mettere
in chiaro"
Le due ragazze
risero.
"Vorrei tanto
essere presente al discorso che Ron farà a Harry" disse Ginny.
"A chi lo
dici!"
"Allora, sei
contenta?" chiese Hermione a Ginny. Lei sorrise.
"è stato
bellissimo" sussurrò la ragazza. Hermione l'abbracciò.
"Sai, non te
l'ho detto, ma era da un po' che Harry era interessato a te" le
confidò Hermione "lui non lo ha mai detto a me, ma ormai mi
basta uno sguardo per capirlo. Come me ne basta uno per capire te"
"Non ho mai
rinunciato completamente a lui" mormorò Ginny.
"Lo so"
"Come fai a
saperlo? Non lo sapevo nemmeno io!"
"I tuoi occhi
sono fin troppo sinceri"
"Non è che
Micheal o Dean non mi piacessero, anzi. Ma.. non erano lui"
"Beh, non
potevi certo aspettare che si svegliasse!"
"No, infatti.
Ci ha messo un bel po'"
"Meglio tardi
che mai, no?"
Ginny si girò
verso Ron e Harry che si erano scambiati una stretta di mano e
stavano tornando da loro. Harry aveva una faccia a metà tra il
perplesso e il divertito, Ron, invece, un'espressione molto seria.
"Bene, avete
il mio consenso" disse in tono solenne. Ginny vide Hermione
trattenere una risata.
"Grazie Ron"
rispose la ragazza ironica, alzando gli occhi al cielo. Si alzò dal
divano e prese per mano Harry.
"Harry
ricordati la regola 3, 4 e..." cominciò Ron.
"Scappiamo"
sussurrò Harry a Ginny, e la ragazza lo trascinò via, di nuovo
fuori dal buco del ritratto.
"Ragazzi, è
tardi!" li ammonì la Signora Grassa "il coprifuoco scatta
tra dieci minuti.."
Loro non
ascoltarono le parole del ritratto, come molte altre coppie prima di
loro, alla ricerca di un'aula, una stanza, o un ripostiglio, dove
trascorrere qualche minuto da soli. Harry e Ginny si infilarono di
corsa in una piccola aula poco distante dall'ingresso della torre di
Grifondoro, dove nessuno di loro due era mai stato.
"Ron è di
pattuglia stasera?" chiese Ginny ad Harry.
"No"
"Bene.."
Si sedette su un
banco vuoto ed Harry subito le si avvicinò, Le mise le mani sui
fianchi.
"Posso?"
mormorò lui, guardandola negli occhi. Lei annuì e lui cominciò a
baciarla. I baci di Harry la fecevano stare benissimo, non aveva mai
provato sensazioni simili con nessun altro. Con lui si sentiva in
perfetta sintonia. Pensò anche che di solito i ragazzi non erano
gentili come Harry, le mani le mettevano dove gli pareva, senza
chiedere nessun permesso. Era stato molto dolce.
Tornarono molto
dopo il limite del coprifuoco, ma per fortuna la Signora Grassa era
sveglia. Gli fece una piccola ramanzina ma li fece passare comunque.
"Solo per
questa volta, la notte voglio dormire!" li rimproverò. I due
passarono il passaggio, lasciandosi la mano. Harry non l'aiutò a
passare.
"So che non
hai bisogno di nessuno" disse lui, con un ghigno.
"E quella
faccia?" chiese Ginny, insospettita.
"Beh.. io
c'ero quando te e Dean vi siete lasciati" confessò il ragazzo.
"Come?
Dov'eri?"
"Nel passaggio
segreto per entrare qui" disse Harry.
"Ma com'è
possibile? Eravamo solo io e Dean" disse la ragazza "a meno
che..." all'improvviso sorrise "non mi dire che.."
"già. Ero
sotto il Mantello, ti ho spinta per sbaglio.."
"Allora non
era stato Dean!"
"No"
"Meno male che
me lo hai detto! Vado subito a chiedergli scusa! Magari facciamo
pace..."
La faccia di Harry
era impagabile.
"C-che cosa?"
Ginny scoppiò a
ridere.
"Che scemo che
sei, ci sei cascato!"
Il volto di Harry
era visibilmente sollevato. Rise anche lui, poi l'attirò a sè,
prendendola per i fianchi.
"Ora che ti ho
trovato non lascerò che nulla ti porti via" le disse.
"Lo stesso
vale per me" sussurrò Ginny "non provare a scappare,
Potter"
Si baciarono di
nuovo. E di nuovo. E ancora un'altra volta...
Angolo Autrice
Lo so... il
capitolo è un po' cortino e forse misero, ma per me è perfetto così!
Non potevo unirlo a nient'altro.. gli altri saranno un po' più lunghi,
come al solito, ve lo garantisco :)
Baci
Marty
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Capitolo 57 *** Essere Speciale ***
cap 56 nv
Essere Speciale
"Tu esci con Harry Potter e
non mi dici NIENTE?!"
"MIRIAM! Sei
impazzita?!"
Ginny
si alzò di scatto dal letto. Era mattina presto e la sua cara
compagna di dormitorio aveva trovato un bel modo per svegliarla, cioè
urlarle a due centimetri dal viso.
"No, mia cara,
quella impazzita sei tu!"
Aisleen e Demelza
si erano ovviamente svegliate.
"Miri? Che hai
da urlare tanto?" chiese Aisleen.
"Questa
ragazza si è messa ieri sera con Harry Potter!"
esclamò Miriam.
"Bel bacio, in
Sala Comune" commentò Demelza, facendole l'occhiolino.
"Da quanto
dura questa storia?" sbraitò Miriam.
"Ci siamo
baciati ieri e ora stiamo insieme. Niente di più" disse Ginny
semplicemente.
"Niente
di più?!" urlò Miriam "
ma, dico io, ti rendi conto di cosa stai dicendo?"
"Miriam!"
esclamò Aisleen "la vuoi finire? Sveglierai tutto il
castello.."
"Ma stiamo
parlando di lei" esclamò puntando un dito contro Ginny "una
delle ragazze più popolari della scuola, una ragazza che ha metà
della popolazione maschile di Hogwarts ai suoi piedi.."
"Esagerata!"
esclamò Ginny.
"..sta
con Harry Potter,
Capitano di Quidditch, membro del Lumaclub, Bambino Che è
Sopravvissuto, il Prescelto.. praticamente il ragazzo più popolare
di tutta l'Inghilterra.."
"Miriam stai
delirando" disse Ginny, ormai in piedi e diretta verso il bagno
"non esco con lui per tutte quelle scemenze che hai elencato..
anche perchè Harry non è soltanto un elenco di nomine che non si è
neanche scelto da solo. È un bravo ragazzo, che tutti giudicano
senza nemmeno conoscerlo"
"Mica sto
dicendo qualcosa di male" la interruppe Miriam.
"Non sto
dicendo questo" disse Ginny, tranquilla "solo che non ha
senso tutto questo entusiasmo. Immagino che sei contenta che io stia
con un ragazzo, ma per Micheal e Dean non hai fatto tutte queste
storie"
"Loro non
erano mica Harry Potter" esclamò Miriam.
"Vedi, è
questo il punto" riprese Ginny "Harry Potter è un ragazzo
come tutti gli altri"
"Beh, diciamo
che Harry è speciale, rispetto ad altri ragazzi" disse Demelza
"non ho mai visto un ragazzo così gentile e disponibile.."
"Si
ma è un ragazzo non
un eroe o qualcosa di simile" sottolineò Ginny "almeno per
me. Ora, scusate, ma vado a farmi la doccia.."
In
realtà, Ginny non pensava affatto che Harry fosse un ragazzo
ordinario. Concordava con chiunque dicesse che era un grande mago, ma
non solo per la cicatrice che portava sulla fronte, ma per il suo
gran cuore, per la sua gentilezza, per la sua umiltà. Un gran mago
non si misura solo dai suoi poteri magici, Hermione lo diceva sempre.
Ginny sapeva benissimo, senza dar retta a quel mucchio di chiacchiere
senza senso de la Gazzetta del Profeta,
che non leggeva più da un paio d'anni, ritenendo un giornale molto
più affidabile (e divertente) il Cavillo
di Xeno Lovegood, che Harry era destinato a qualcosa di grande. Non
aveva avuto bisogno di una stupida profezia per capirlo. Lo sapeva e
basta, da sempre.
*
Aveva
fatto prima delle altre ragazze, così scese presto per fare
colazione. Harry era già lì, con Harry e Hermione.
"Buongiorno!"
li salutò allegra. Si chinò su di Harry, gli stampò un lieve bacio
sulla guancia e si sedette a fianco a lui.
"Ehi!
Non cominciate a fare oscenità!" esclamò Ron.
"Ron,
smettila! Era un bacio sulla guancia" disse Hermione, roteando
gli occhi.
"Se
vuoi posso baciarlo in altri modi" disse Ginny.
"No,
lascia perdere, va bene così" disse Ron, cominciando a
riempirsi il piatto di uova e salsiccie. Hermione riprese in mano la
sua copia de la Gazzetta del Profeta
e lo aprì alla seconda pagina.
"Un
altro attacco dei Dissennatori" disse, sospirando "e
un'altra famiglia di Babbani sterminata. Oh, c'erano anche tre
bambini, di cui il più grande aveva sei anni"
"Dov'è
successo?" chiese Harry, mentre poggiava il suo toast nel
piatto.
"Nello
Yorkshire" disse Hermione "sono ormai fuori controllo"
"Il
Ministero è nel caos più totale. Non riescono a tenerli a bada"
disse Ron.
"Lui,
però, non si fa vedere" disse Harry, con rabbia.
"Meglio
così, Harry. Il momento in cui Voldemort uscirà allo scoperto, sarà
quello in cui le sue forze avranno la meglio" disse Hermione,
chiudendo il giornale "Ragazzi, dobbiamo andare a
Trasfigurazione, è meglio muoverci"
"Tu
che lezione hai ora?" chiese Harry a Ginny.
"Io
ho Incantesimi" rispose la ragazza.
"Ci
vediamo per pranzo?"
"certo.
Ti aspetto qui"
Harry la
salutò sfiorandole lievemente le labbra "Poi, se ti va,
possiamo passare un po' di tempo nel parco da soli, prima che
comincino le lezioni del pomeriggio" le sussurrò in un
orecchio.
"Va
bene" rispose Ginny, con un sorriso. I tre ragazzi se ne
andarono e lasciarono Ginny sola a finire la sua colazione. In un
attimo, il posto occupato prima da Hermione, fu occupato da una
ragazza dai capelli neri lunghi.
"Ciao!"
la salutò, con un sorriso larghissimo e forzato.
"Ciao"
rispose Ginny, perplessa.
"Mi
chiamo Romilda Vane" disse lei. Il nome le ricodava sicuramente
qualcosa.
"Sono
del quarto anno" continuò. Ah già, era quella ragazza stupida
che voleva andare alla festa di Lumacorno ad ogni costo con Harry,
tanto da mandargli un Filtro d'Amore nascosto in dei cioccolatini.
Patetica.
"Ti
serve qualcosa?" chiese Ginny.
"Quindi
te e Harry Potter state insieme?" chiese in fretta.
"Sì"
rispose Ginny, esasperata dalla quantità di persone che si
interessava ai fatti suoi.
"Non
sapevo che ti piacesse" disse la ragazza.
"Perchè
avresti dovuto saperlo? Io non ti conosco" disse Ginny,
alzandosi in piedi "scusami tanto, ma devo andare a lezione.."
"No
no no! Aspetta! Devo chiederti una cosa!"
"Beh,
sbrigati" disse Ginny. Quella ragazza le stava antipatica.
"è
vero che ha un Ippogrifo tatuato sul petto?" chiese, colta da
una specie di enfasi.
"Ma
chi?" chiese Ginny, non capendo di cosa stavano parlando.
"Ma
come chi?! Harry Potter, naturalmente!"
Ginny
non sapeva se scoppiare a ridere.
"Ovvio
che ha un tatuaggio" rispose Ginny "ma è un Ungaro
Spinato"
"Oh
per Merlino!" strillò la ragazza "quanto è bello!!"
corse via verso un gruppetto di ragazzine che appena la videro si
misero a strillare come oche, facendo perdere venti punti a
Grifondoro, dieci a Corvonero e dieci a Tassorosso. Quello doveva
essere il "Potter Fan Club" che per tutto l'anno aveva
cercato di mandargli Pozioni d'Amore e che disturbavano tutti gli
allenamenti. Patetiche.
"Ehi,
Ginny, andiamo a lezione?" era John, che la chiamava, insieme
agli altri del suo anno.
"Arrivo!"
*
Harry la
raggiunse da solo per pranzo.
"Dove
sono Ron ed Hermione?" chiese Ginny, mentre il ragazzo si sedeva
davanti a lei.
"Hermione
doveva far vedere una cosa a Ron in biblioteca.."
"Come
ha fatto Hermione ad allontanare Ron dal cibo? Per di più per andare
in biblioteca?!" esclamò Ginny.
"Non
credo che avesse scelta" disse Harry ridendo. Anche Ginny
scoppiò a ridere.
"Povero
Ron!"
Cominciarono
a mangiare parlando di tutto: di quello che avevano fatto a lezione,
del Quidditch, dei compiti che avevano per il giorno dopo, dei
G.U.F.O di Ginny che si avvicinavano, dei terribili attentati che
stravolgevano il Regno Unito in quei giorni, delle vecchie riunioni
dell'E.S..
"Mi
manca l'E.S. Era divertente!" commentò Ginny, mentre si serviva
del dolce (budino di riso).
"In
realtà anche a me! Ma ora non ne abbiamo bisogno abbiamo un
insegnante più o meno valido" disse Harry "voglio dire, lo
odio, ma sicuramente ci fa fare qualcosa in più rispetto alla
Umbridge"
"Beh,
ci vuole poco!" rispose Ginny "però sarebbe ancora utile
rivedersi ed allenarsi insieme. Oltre ad essere un gruppo produttivo
era bello.. oltre a imparare, ci si divertiva e ho conosciuto un
mucchio di nuovi amici. E tu sei un ottimo insegnante. Ho imparato
molto, grazie a te" lo guardò con un sorriso.
"Non
è stato solo merito mio" disse Harry "tu sei una strega
molto in gamba, ed anche molto potente. Lo avevo notato, durante le
lezioni.."
Ginny
sbuffò "andiamo! Non mi hai mai degnato di uno sguardo, avevi
occhi solo per quella lagna di Cho Chang!"
"Ehi!
Non è vero! Osservavo tutti!" protestò Harry.
"In
particolar modo lei!"
"Guarda
che avevo cominciato già da allora a notarti" rispose Harry
"finalmente ti sei aperta e ho potuto vedere chi eri veramente!
E già dall'anno scorso ho potuto vedere i segnali. Sia alle riunioni
dell'E.S che alla fine, al Ministero. Sei stata molto coraggiosa"
"Lo
siamo stati tutti" disse lei, con una scrollata di spalle.
"Ci
facciamo un giro, prima che riniziano le lezioni?" chiese Harry.
"Ok"
Si
alzarono e si diressero verso i corridoi, mano nella mano.
"E
poi parli te! Non mi pare che guardassi me durante le lezioni! Chi
era quel tipo con cui uscivi? Micheal Corner?"
"All'epoca
sì" rispose Ginny, non curante.
"Stavi
sempre con lui! Che poi, non mi stava così simpatico.."
"Ma
dai! Non lo conoscevi nemmeno!"
"Perchè
tu conoscevi Cho?" chiese lui, sorridendo beffardo.
"Che
c'entra? Quella è una cretina, si vede lontano un miglio.. non so
cosa ci trovavi in lei! Non era nemmeno così carina.."
"Sei
gelosa?" chiese lui, sempre con quel ghigno stampato in faccia.
"Sei
un po' presuntuoso, Potter" ribattè acida Ginny "Guarda
che faresti bene ad essere geloso tu! Dean mi sembra ancora
interessato.."
"Non
ci provare Weasley.." la prese da dietro e la strinse a sè,
premendo il suo petto sulla schiena "non mi scappi più!"
Ginny si divincolò dalla stretta, per voltarsi a baciarlo con furia.
"Harry!
Ginevra!" i due si staccarono all'improvviso. Ginny vide davanti
a sè due persone che non avrebbe mai voluto vedersi davanti in quel
genere di momenti: due professori. Per l'esattezza il professor
Horace Lumacorno e il professor Severus Piton.
"Salve"
disse Harry, cercando di nascondere l'imbarazzo "scusate"
"Oh,
ma quali scuse ragazzo!" commentò gioviale il professor
Lumacorno "siete una bellissima coppia, veramente! La Weasley è
una ragazza da non farsi scappare.. veramente, ne ho incontrate poche
di ragazze così energiche e vitali come lei, signorina"
"Grazie,
professore" sorrise Ginny.
"Oh
Severus! Non ti viene in mente qualcosa?" esclamò Lumacorno,
sovraeccitato.
"No,
professore" rispose Piton, inespressivo.
"Mi
ricordate così tanto Lily e James! Siete identici a loro! Vero
Severus? Li conoscevi anche tu, no? Se non sbaglio, andavate a scuola
insieme.."
Il volto
di Piton era ancora più glaciale del solito. Sembrava che un'ombra
ancora più scura si fosse allargata nei suoi occhi neri.
"Non
ti sembra una visione celestiale, Severus? Sembra di avere di nuovo
James e Lily qui, davanti ai nostri occhi"
"Incantevole"
rispose il professore, atono "Potter, per quanto possa essere
diventata interessante la tua vita sentimentale, ti ricordo
che non sarai esonerato per la tua punizione tutti i Sabato
mattina.."
"Certo,
non lo dimentico" rispose Harry, spavaldo.
"Sempre
così scontroso, professore!" esclamò Lumacorno "e
comunque, ancora complimenti a voi due!" i due professori se ne
andarono, lasciando i due ragazzi da soli. Harry riprese nuovamente
Ginny tra le sue braccia.
"Allora..
dove eravamo rimasti?" La baciò nuovamente. Ginny sorrise,
socchiudendo le labbra, permettendo alla lingua del ragazzo di
infiltrarsi nella sua bocca. Arrivò con una mano ai capelli scuri
del ragazzo, e vi si perse, quasi aggrappandosi a quel mare corvino.
Gli sembrò che quell'istante fosse infinito. Ma con Harry, ogni
momento risultava sospeso nel tempo.
Per un istante, per un
solo istante, aveva
rivisto lui e lei.
Di nuovo. I ricordi
fluivano, dolorosi e inarrestabili, rievocando
scene sepolte e
sofferenti, mai dimenticate.
Un abbraccio, un bacio,
una carezza, una risata, una lacrima,
un sorriso, gesti a lui
negati, gesti agognati, visioni sofferte.
Come può l'amore
generare l'odio, come può l'amore portare a scelte
così sbagliate, come
può l'amore portare alla morte del proprio amato?
La ferita subita
dall'amore negato non si potrà mai rimarginare.
Sanguina, ogni giorno,
dolorosamente.
Verde, colore
dell'amore, della gioia, del dolore. Il colore del suo errore.
*
Ginny ed
Harry si rivedettero solo la sera, entrambi esausti. Si sedettero sul
divano, da soli. Ginny si accoccolò sul suo ragazzo, con un libro in
mano, che sfogliava pigramente, senza avere l'intenzione di leggerlo.
Harry era immerso nei suoi pensieri.
"A
cosa pensi?" chiese Ginny.
"A
niente di importante" rispose Harry.
"Bugiardo"
gli sussurrò Ginny.
"è
vero, sono un bugiardo" rispose lui.
"Allora
dimmi" disse lei "con me puoi parlare di tutto"
Harry la
baciò sulla testa "Hai un buon profumo" disse lui.
"Grazie.
È uno shampoo particolare. Mamma me lo compra da quando ero bambina"
Harry si
avvicinò di più all'orecchio della ragazza "Sai, la prima
volta in cui mi imbattei in un calderone di Amorentia, sentii degli
odori particolari.."
"Ah
sì?"
"Già..
erano confusi tra loro, inizialmente non riuscivo a distinguerli.. il
primo che riconobbi fu quello della torta di melassa, poi quello del
legno dei manici di scopa.. l'ultimo era complesso. Non riuscivo a
capire dove l'avessi sentito. Era un misto di fiori freschi"
Ginny sorrise guardandolo negli occhi "era l'odore dei tuoi
capelli. Lo capii poco tempo dopo, e da allora, per me quel profumo è
inconfondibile"
"Come
sei dolce" mormorò Ginny, baciandolo, ignorando il fatto che
lui aveva evitato il discorso che stava cominciando prima. Per questa
volta, le andava bene così.
*
"Ginny"
era Hermione, che si avvicinava a passo rapido "lo sai che ti
stai comportando da irresponsabile, vero?"
Ginny
non osò guardare in faccia l'amica "Hermione, io.."
"Hermione
un corno! Ginny non stai dedicando abbastanza tempo ai G.U.F.O!
Questi esami sono importantissimi, lo sai? Segneranno il tuo futuro!
E tu non gli stai dedicando il tempo necessario"
Era
assolutamente vero. Erano ormai settimane che lei e Harry stavano
insieme, e non facevano altro che passare del tempo da soli,
trascurando, ovviamente lo studio.
"Hermione,
ho ottimi voti in quasi tutte le materie.."
"Hai
detto bene! 'quasi' tutte, Ginny! Astrologia, come la mettiamo?"
"Lo
sai che la odio!" gemette Ginny.
"E
Storia della Magia? Qual'è la tua media?"
"Nessuno
ha voti alti in Storia della Magia!" protestò la ragazza.
"Io
sì!"
"Ma
tu sei tu.."
"E
che mi vuoi dire di Divinazione?"
"Non
parlare, tu neanche la fai!"
"E
se non sbaglio, sei calata un po' anche in Trasfigurazione.."
"Ok,
Hermione!" esclamò Ginny "Hai ragione, devo studiare di
più! Solo che.." Ginny si morse il labbro. Hermione era tanto
che non glielo vedeva fare.
"'solo
che' cosa?" chiese Hermione.
Ginny
sospirò "A volte mi sento come se io e Harry avessimo poco
tempo a disposizione" mormorò. Hermione la guardò con uno
sguardo un po' triste "Non è vero, Ginny, avete tutto il tempo
del mondo.."
Ginny
scosse la testa "Sai meglio di me che non è così" disse
"arriverà qualcosa più grande di me a portarlo via. Lui non è
come gli altri. È speciale. È destinato a grandi cose" la
ragazza sospirò di nuovo "so che io non potrò impedirglielo. E
non voglio. Voglio solo essergli vicina in tutto questo"
Hermione
non parlava.
"Per
ora, non voglio perdermi nessun momento con lui. Voglio viverli
tutti. Intensamente" disse Ginny "ma tu mi devi promettere
una cosa"
"Dimmi"
"Se
lui.. se lui un giorno dovesse allontanarmi.. prometti che gli starai
sempre vicina. Che lo aiuterai"
"E
se allontanasse anche me?"
Ginny
scosse la testa "non potrà mai allontanare te e Ron.. voi tre
siete una cosa sola. Io lo accetto"
Hermione
abbracciò l'amica.
"Te
lo prometto. Non lo lasceremo mai solo"
*
Purtroppo,
Ginny dovette ascoltare Hermione e dedicare più tempo allo studio,
dimezzando così il suo tempo da dedicare ad Harry. Almeno, i suoi
sforzi furono riconosciuti: la sua media a Trasfigurazione arrivò da
Accettabile ad Oltre Ogni Previsione, mentre riuscì a
portare sulla sufficienza Storia della Magia e Astrologia. Sapeva
benissimo che non avrebbe mai preso un G.U.F.O in Divinazione, così
evitò anche di perderci tempo, maledicendosi per aver scelto quella
materia idiota. Harry ogni tanto veniva a distrarla dai libri,
facendo ridacchiare le sue compagne di studi.
"Dai,
ti posso aiutare a studiare!"
"Harry,
vattene!" lo spingeva via lei, ridendo.
"Ehi,
Capitano, vuoi affrontare tu i G.U.F.O al posto nostro?" gli
chiese Demelza.
"No,
io ho già dato l'anno scorso" rispose Harry "ma non vi
dovete ammazzare sui libri.. fa male"
"Tutte
scuse, Potter" replicò Ginny "fila via"
"Dai
Ginny, sono le dieci e mezza! Puoi anche chiudere i libri e dedicare
del tempo al tuo moroso" le suggerì Miriam, chiudendole il
libro di Pozioni "vai, te li riporto su io i libri"
"Segui
questi saggi consigli" disse Harry. Ginny non se lo fece
ripetere due volte e scappò via con il suo ragazzo. Vide Hermione
lanciargli occhiate torve, ma lei rispose con un occhiolino.
Intrecciò le sue dita con quelle di Harry, lui rispose alla stretta.
Corsero su, in cima alla Torre di Astronomia, nascosti sotto il
Mantello dell'Invisibilità.
"Se
vuoi, possiamo ripassare gli astri" disse lui, con un sorrisetto
sarcastico.
"Ottimo!
Era proprio quello che volevo fare" rispose Ginny, ridacchiando.
Gli prese il viso tra le mani e premette le sue labbra contro le sue.
Harry l'abbracciò, stretta al suo petto.
Non te ne andare, non te
ne andare..
Segreto
desiderio, che non poteva essere espresso.
Perchè
aveva quel desiderio?
Sapeva
che, non sarebbe riuscita neanche lei a tenerlo con sè, al sicuro.
Sapeva
che, Harry se ne sarebbe andato.
L'avrebbe
fatta soffrire.
Ma lei
amava le sfide.
Non
aveva paura.
Avrebbe
combattuto, per lui.
Lui era
speciale.
In men
che non si dica erano sdraiati a terra, vicini, mano nella mano.
"è
bellissimo qui" mormorò lui. La luce delle stelle illuminava la
torre più alta del castello. Era una notte senza luna. Gli occhi di
Ginny brillavano come gli astri sopra di loro.
"Non
sono mai stata bene con qualcuno come con te" confessò
all'improvviso.
"Neanche
io" rispose Harry "sono stato uno stupido.. avrei dovuto
accorgermene prima"
"No,
Harry" rispose Ginny "doveva andare così. Ognuno ha i suoi
tempi"
"Avremmo
avuto più tempo.."
"Abbiamo
tutto il tempo del mondo" sussurrò Ginny. Harry non rispose.
Era bello credere a quella bugia. Ginny si accoccolò su di lui. Il
silenzio era rotto solo dai loro respiri.
Angolo Autrice
Questa
volta sono stata più veloce e il capitolo è un po' più lungo! Che ve ne
sembra? Purtroppo Harry e Ginny hanno poco tempo per vivere la loro
storia.. e lo sanno già entrambi!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima
Marty
|
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Capitolo 58 *** Si Combatte ***
cap 58 nvu
Si Combatte
I pochi momenti liberi che ormai erano
rimasti nella sua vita scolastica, Ginny avrebbe voluto semplicemente
passarli in compagnia dei suoi amici e di Harry. Con i primi, ormai,
condivideva ogni istante, impegnato o no: Hermione che l'assillava
perchè non doveva distrarsi, Miriam che la interrompeva mentre erano
sui libri, chiedendole pareri sul nuovo ragazzo carino che aveva
conosciuto, Demelza che voleva mostrarle la nuova tecnica di
Quidditch che aveva scoperto, Colin che la riempiva di domande su lei
e Harry. L'unico con cui non riusciva a passare abbastanza tempo era
il suo ragazzo. Ogni volta che lei aveva un momento libero, lui era
in punizione con Piton. Sembrava quasi lo facesse a posta, come se
godesse a tenerli separati.
"è perchè mi odia, da sempre.
Cerca solo di rendermi la vita impossibile" diceva Harry.
"Ora odia anche me. Non che gli
fossi mai stata particolarmente simpatica, ma ora mi guarda proprio
con astio.."
"è colpa mia"
Ginny fece spallucce "non importa,
Harry. Non mi interessa l'opinione che Piton ha di me. Solo non
voglio che ti tiene tutto il tempo nel suo studio"
"Cercherò di finire tutti quegli
scatoloni nel minor tempo possibile! Mi manchi!"
Ginny lo baciò.
"Abbiamo tutta l'estate per stare
insieme"
Anche questa volta, Harry evitò il suo
sguardo. Anche questa volta, Ginny fece finta di non vedere il
turbamento del suo ragazzo, per l'ennesima volta.
*
Gli esami erano iniziati senza che
Ginny se ne accorgesse. Aveva lavorato sodo tutto l'anno e sapeva che
non sarebbero andati male, solo che mai aveva avuto meno voglia si
studiare che in quei giorni! La colpa era di Harry, ovviamente, anche
se Hermione faceva di tutto per allontanarlo da lei, per permetterle
di studiare per bene.
Le prime prove che dovette affrontare
furono lo scritto di Incantesimi e quello di Erbologia. Era per
entrambe le materie molto preparata, soprattutto per Incantesimi, per
la quale era particolarmente portata.
Il pomeriggio dovette affrontare il
tema di Pozioni e il test di Trasfigurazione, che temeva un po' di
più. Confrontandosi con i suoi compagni seppe di aver argomentato
abbastanza bene il tema sulla preparazione del Distillato della Morte
Vivente, sebbene si fosse sbagliata sull'esatta dose delle radici di
valeriana.
"Stasera ci aspetta Astronomia"
rammentò agli altri Miriam.
"Non me lo ricordare!"
gemette Ginny.
"Dai, ti aiuto a ripassare"
Passarono tutti insieme le ultime ore
sui libri, a recitare a memoria le orbite di Mercurio e Venere. Harry
passò più volte vicino al loro tavolo, ma Ginny fu costretta, suo
malgrado, ad ignorarlo.
Verso mezzanotte si avviarono verso la
Torre di Astronomia, dove li attendeva la professoressa Sinistra
insieme all'esaminatore esterno, un vecchietto dall'aspetto talmente
gracile che non si capiva come si reggesse in piedi.
L'esame fu un disastro, almeno per
Ginny. Compilò la sua mappa usando per la maggior parte del tempo la
sua fantasia, e sapeva che non questo non l'avrebbe aiutata ad avere
il suo G.U.F.O nella materia.
Beh, tanto l'anno prossimo la mollo
questa schifosa materia! Pensò
Ginny mentre consegnava il suo compito, che meritava solo una bella
D, magari anche sottolineata. Se non addirittura una T..
Rientrò nella Sala
Comune deserta, con tutti i suoi compagni, che discutevano ancora
dell'esame appena fatto.
"beh,
filate a letto, che tra poche ore ci aspetta l'esame di Cura delle
Creature Magiche e la pratica di Pozioni!" ricordò Miriam a
tutti.
"Perchè
infilare il coltello nella piaga?" gemette Anthony, ma tutti
seguirono il consiglio di Miriam e andarono a dormire.
*
Il
giorno dopo Ginny vide Harry solo per una manciata scarsa di minuti,
prima del suo ultimo esame della giornata.
"Sto
andando da Silente. Sai, una di quelle specie di lezioni che
facciamo.." le disse, evasivo come al solito. Le aveva spiegato
qualcosa su quegli incontri ma Ginny sapeva che non le aveva detto
tutta la verità. Ma era comprensibile: probabilmente Silente gli
stava insegnando magie potentissime per sconfiggere Voldemort, e non
era certo un argomento da divulgare ai quattro venti, quindi non lo
forzava e accettava quelle deboli bugie che a volte era costretto a
raccontarle. Ginny sperava che un giorno avrebbero potuto vivere la
loro storia senza barriere e senza bugie. Ma doveva avere ancora un
po' di pazienza. Era certa che quel giorno sarebbe arrivato.
"Farai
tardi?" gli chiese la ragazza.
"Io..
non lo so. Forse" rispose lui. Sembrava un po' agitato "Se
faccio tardi, non mi aspettare sveglia. È meglio che ti riposi, ci
vedremo domani sicuramente"
"Va
bene" rispose Ginny "ora è meglio che vado"
"In
bocca al lupo Ginny" le disse Harry, sfiorandole le labbra.
"Crepi"
rispose lei, con un occhiolino. Si incamminò verso la Sala Grande,
pronta per affrontare l'esame che l'attendeva. Prima di entrare si
voltò: Harry era ancora lì. La salutò e le fece l'occhiolino. Era
pronto anche lui ad affrontare ciò che lo attendeva.
"Buona
fortuna, Harry" sussurrò Ginny, ed entrò nell'aula,
domandandosi cosa aspettava Harry.
*
L'esame
finì poco dopo il tramonto. Era la pratica di Incantesimi e di
Trasfigurazione, e Ginny seppe di avver fatto un ottimo esame, dati i
commenti entusiasti del suo esaminatore.
"Signorina
Weasley, lei ha un potenziale magico davvero sbalorditivo" le
aveva detto "che energia! Che grinta! Sono due fattori
importanti per lanciare dei sortilegi ben fatti! Mi dispiace per i
suoi eventuali avversari!"
Ginny
era molto soddisfatta e non vedeva l'ora di rilassarsi in Sala
Comune. Sperava che Harry fosse tornato, per passare un po' di tempo
insieme prima di andare a dormire. Quando entrò in Sala Comune, il
sole era ormai sparito all'orizzonte e tenui sfumature rossastre
ancora dipingevano il cielo, che diventava sempre più scuro. A
ovest, Venere splendeva. Era una serata bellissima.
In Sala
Comune trovò Ron e Hermione, che l'aspettavano. Avevano entrambi
un'espressione molto tesa e preoccupata.
"Ginny"
la chiamò subito Hermione.
"Tranquilli,
l'esame è andato benissimo" disse Ginny.
"Siamo
contenti" disse Hermione, ma la sua ansia non si attenuò.
"Ehi,
si può sapere cosa succede?" chiese Ginny. La tensione era
tangibile. All'improvviso capì.
"Harry.."
mormorò. I loro sguardi valevano più di mille parole. Il cuore di
Ginny perse un battito.
"Dov'è?
Cosa gli è successo?" sussurrò, di colpo agitata anche lei.
"Non
gli è successo niente" disse in fretta Ron "è con
Silente"
"Lo
so, me lo ha detto oggi pomeriggio.."
"Oggi
non è una delle solite loro lezioni" disse Hermione "Harry
e Silente sono usciti dal castello"
"E
dove sono andati?"
"Non
lo sappiamo" rispose Ron. Lui non sapeva dire le bugie.
"Ron,
dimmi dov'è andato" esclamò Ginny, sentendo che la collera
salire.
"Ginny,
non possiamo" rispose Hermione risoluta, abbandonando le bugie
"possiamo dirti solo che è un posto pericoloso, ma nulla più
di questo"
Non le
bastava, era ovvio, ma apprezzava la sincerità di Hermione.
"Ma
c'è Silente con lui" disse Ron "con Silente al suo fianco
non può accadergli nulla, no?"
Apprezzò
anche il tentativo di Ron di tranquillizzarla.
"Harry
creda che in questo momento che Silente abbandona il castello
qualcuno potrebbe attaccarci. Sai della sua ossessione per Malfoy,
no?" disse Hermione. Ginny annuì "beh, lui crede che stia
archittettando qualcosa, vuole che lo controlliamo. Ci ha lasciato la
Mappa del Malandrino e ci ha detto di radunare i membri dell'E.S.."
"Perfetto.
Sono pronta" Disse Ginny, prendendo il galeone incantato che
teneva sempre in tasca, ormai per abitudine.
"E
in più ci ha dato questa" disse Ron, prendendo dalla tasca un
paio di vecchi calzini appallottolati.
"Calzini?"
"No,
la Felix Felicis" disse Ron, tirando fuori la piccola bottiglia
contenente il liquido dorato "Vuole che ce la dividiamo noi tre"
"Allora
è davvero così pericoloso quello che ci attende?" mormorò
Ginny. Ron scrollò le spalle.
"Non
lo sappiamo Ginny. Io ho sempre creduto che Harry si sbagliasse sul
conto di Piton e Malfoy. Ma dobbiamo fare come dice lui"
"Chiamiamo
subito gli altri" disse Ginny. Hermione prese il suo galeone
dalla tasca e lo toccò con la bacchetta. Ginny sentì immediatamente
il suo galeone riscaldarsi.
"Spero
che gli altri li abbiano conservati" disse Hermione. Ginny prese
di tasca il suo. La scritta sopra era cambiata.
Davanti alla Sala Grande,
tra un quarto d'ora.
"Speriamo
lo vedano tutti" Disse Ginny.
"Su,
non abbiamo tempo da perdere! Scendiamo" Disse Ron "anzi,
prima bevete questa" porse alle ragazze la pozione della fortuna
e ne bevvero un po' ciascuna. L'ultimo sorso lo finì lui.
"Ginny!
Hermione! Ron!"
Era
Neville che correva verso di loro "Non vorrei essermi sbagliato,
ma ho sentito il galeone dell'E.S scaldarsi.." disse mostrando
loro la sua moneta.
"Non
ti sbagli, Neville. L'E.S è di nuovo riunito" disse Ginny. A
Neville gli si illuminarono gli occhi.
"Non
arriva nessun altro" disse Hermione.
"Non
tutti avranno ancora il Galeone in tasca" le ricordò Ron.
"Beh,
scendiamo in Sala Grande e vediamo chi altro c'è" disse Ginny.
"Sicuramente
Luna è già lì" disse Neville. I quattro ragazzi scesero e lì
trovarono solamente Luna, con la sua solita aria stralunata.
"Si
ricomincia a combattere?" chiese appena li vide.
"Non
lo sappiamo" rispose Hermione.
"Mi
piacciono le sorprese" rispose lei "Dov'è Harry?"
"Lui
non c'è stasera. Siamo solo noi, ma ci ha affidato una missione"
disse Ron.
"E
cioè?" chiese Neville.
"Dobbiamo
controllare Malfoy e Piton" spiegò Hermione.
"E
perchè?"
"Harry
è convinto che stiano combinando qualcosa" disse Ginny.
Hermione tirò fuori da una tasca la Mappa del malandrino e l'aprì.
"Piton
è nel suo studio" disse, dopo una rapida occhiata "e
Malfoy.. non lo vedo"
"Allora
è nella stanza delle Necessità" disse Ron "Ginny,
Neville, noi tre andiamo a pattugliare lì davanti.. Hermione, te e
Luna andate a controllare l'ufficio di Piton"
Le
due ragazze annuirono e si diressero verso i sotterranei, dove era
l'ufficio di Piton.
"Beh,
allora andiamo" disse Ron e i tre salirono verso al Stanza delle
Necessità. Il corridoio era deserto. Per un po' non avvenne niente.
"Ma
siamo sicuri che è qui?" chiese Ginny.
"No"
rispose Ron.
"Proviamo
ad entrare nella stanza" propose Neville.
"No,
è meglio di no" rispose Ginny "magari Malfoy è dentro,
non possiamo farci scoprire"
Dopo
un'ora videro che la porta della Stanza cominciò ad apparire.
"Fate
come se passeggiaste qui per caso, ma non allontanate le mani dalle
bacchette" sussurrò Ron e Ginny e Neville obbedirono. La porta
si aprì all'improvviso e apparve Malfoy con in mano un orrendo
braccio raggrinzito. Appena li vide, prese al volo qualcosa dalla
tasca e la lanciò a terra e tutto divenne buio.
"Non
si vede niente!" gridò Neville, da qualche parte alla destra di
Ginny.
"Lumus!"
gridò Ron.
"Non
funziona" gemette Ginny "Incendio!"
non funzionava neanche quello.
"St.."
cominciò Ginny, ma Ron la bloccò con un grido "Non lanciate
Maledizioni! Potremmo colpirci tra noi!"
Ginny
abbassò la bacchetta. Si sentiva terribilmente impotente. Sentiva
qualcuno che camminava, più di una persona, ma non capiva dove, e
la cosa la faceva impazzire.
"Andiamo
verso il corridoio! Magari riusciamo a prenderli" disse e si
avviò verso il corridoio, o almeno verso dove credeva fosse il
corridoio. Camminò a tentoni nel buio finchè non sentì la parete e
vi si appoggiò, seguendola fino all'uscita. Fu la prima ad arrivare
fuori, ma non trovò nessuno.
"Harry
aveva ragione" disse Ron, quando fu uscito dall'oscurità,
insieme a Neville "Malfoy sta nascondendo qualcosa."
"E
deve essere qualcosa di grosso" disse Neville.
"Dove
potranno essere?"
"Non
lo so, intanto usciamo di qui"
Corsero
fuori dal corridoio, diretti ai piani più alti. Sulle scale
incontrarono delle persone che non pensavano si trovasse lì: Lupin,
Tonks e Bill.
"Bill!
Che ci fate qui?" esclamò Ginny, contenta di vedere il
fratello.
"Cosa
ci fate voi fuori dalle vostre Sale Comuni, piuttosto" disse il
ragazzo.
"Dobbiamo
dirvi una cosa! È urgente" intervenne subito Ron e raccontò
ciò a cui avevano assistito.
"Quindi
Malfoy sta nascondendo qualcosa?" chiese Lupin.
"Sì,
ma non credo sia qualcosa di innocuo!"
"E
non era da solo! C'erano altre persone, ho sentito dei passi"
disse Ginny. I tre adulti si scambiarono uno sguardo preoccupato.
"andiamo"
disse Tonks.
"Aspettate"
disse Ron "dove andiamo?"
"Saliamo
di qui, non ci sono molte altre strade da questa parte" disse
Lupin. All'improvviso sentirono dei rumori al piano di sopra.
"Voi
rimanete qui" disse Bill ai ragazzi.
"No!
Siamo arrivati fino qui e verremo con voi" disse Ginny.
"Non
c'è tempo per discutere! Andiamo tutti" disse Tonks e salirono,
diretti verso la Torre di Astronomia, dove avevano sentito dei
rumori. Nel corridoio successivo trovarono ciò che cercavano: c'era
un gruppo di Mangiamorte, insieme a Malfoy, tra i quali Ginny
riconobber Fenrir Greyback, del quale aveva visto una foto su La
Gazzetta Del Profeta.
"Bene
bene, vedo che Silly non è del tutto rimbambito come sembra"
sogghignò un grosso Mangiamorte biondo "ha mandato le scorte"
"Anche
se" disse una Mangiamorte donna, dall'aspetto orribile "voglio
vedere cosa possono farci questi ragazzini"
Tonks
lanciò subito un incantesimo Non verbale che mancò di poco la
Mangiamorte e cominciò la battaglia. Loro erano in maggioranza
numerica, fin da subito si vedeva chi aveva il vantaggio.
"Ci
servono rinforzi!" gridò Lupin, mentre atterrava Gibbon.
"Dov'è
Malfoy?!" urlò Ron "dov'è quel codardo.."
"è
salito sulla Torre di Astronomia! Con altri Mangiamorte" esclamò
Neville e si lanciò per le scale ma venne sbalzato via.
"Neville!"
Gridò Ginny, vedendo l'amico a terra.
"Deve
esserci una qualche barriera" urlò Bill, mentre combatteva con
Greyback "Andate a cercare aiuto, non possiamo farcela"
"Noi
non vi abbandoneremo!" gridò Ginny.
"Cosa
sta succedendo qui?" era la professoressa McGranitt, che non
perse tempo ed entrò subito in battaglia "Weasley! Paciock!
Dovreste essere nella Torre di Grifondoro!"
"Non
è il momento professoressa!" rispose Ron.
Il
grosso Mangiamorte biondo scagliava Maledizioni in ogni direzione.
Ginny non ci stava capendo nulla. Si abbassò per evitare gli
incantesimi, ma si accorse che la maggior parte evitavano da soli.
Era l'effetto della Felix Felicis di Harry!
Con la
coda dell'occhio vide Bill a terra con Fenir Greyback addosso. Il
cuore cominciò a batterle all'impazzata. "Bill!" gridò
con quanto fiato aveva in gola, ma dovette tuffarsi in un angolo per
evitare una fattura. "Bill!! Aiutatelo!"
Greyback
lasciò il corpo di Bill in una pozza di sangue e salì sulla Torre
di astronomia insieme ad altri due Mangiamorte. Bill non si muoveva.
Ti prego fa che sia vivo,
ti prego, ti prego.. pregava
Ginny con tutte le sue forze.
Nessuno
riusciva a muoversi dalla propria posizione, per via delle
Maledizioni lanciate a raffica, e Neville era ferito. Ginny cercò di
correre verso il fratello ma una Maledizione Che Uccide la sfiorò e
lei venne scaraventata a terra, dalla potenza del sortilegio che
l'aveva mancata, e non ci capì più nulla.
All'improvviso
comparve un'altra persona. Era Piton.
"Severus!"
gridò la McGranitt, sollevata "Aiutaci!"
Piton
la ignorò completamente e si diresse verso la barriera e
l'attraversò senza difficoltà. Lupin lo inseguì ma venne
scaraventato all'indietro, come Neville.
"Ma
che cosa..?" esclamò, ma dovette lanciarsi a terra per colpa di
un'altro Anatema che Uccide, passatogli troppo vicino. Ginny era
riuscita a raggiungere Bill, coperta da un Sortilegio Scudo. Aveva il
volto coperto di sangue, era irriconoscibile.
"Bill,
non morire, non morire.." mormorò lei.
"ATTENZIONE!"
urlò Tonks "GETTATEVI TUTTI IN AVANTI"
Ginny
si lanciò a terra, vicino a Bill, e sentì un rombo assordante alle
sue spalle. Una parte del soffitto era crollato.
"La
barriera è infranta! Andiamo sù!" gridò Ron, ma proprio
mentre tutti quelli rimasti in piedi si lanciavano davanti, Piton e
Malfoy corsero giù. Lupin e Tonks li lasciarono passare e loro
scapparono. Dopo poco ritornarono Greyback e gli altri e la battaglia
ricominciò. Ginny voleva solo Greyback, vedeva solo lui davanti a
sè.
Voleva
ucciderlo, per quello
che aveva fatto a suo fratello. Una rabbia mai sentita le invadeva
tutto il corpo. Si diresse verso di lui ma fu bloccata da un goffo
Mangiamorte, che le aveva lanciato una Maledizione Cruciatus, che
l'aveva mancata per un soffio. Gliene lanciò altre, rapidissimo, e
Ginny non aveva il tempo di lanciare un contrattacco, poteva solo
spostarsi per evitarle..
"Crucio..Crucio..Crucio..
non puoi ballare per sempre, carina.."
"IMPEDIMENTA!"
urlò qualcuno, da lontano. Era
Harry, spuntato dal nulla, con i vestiti fradici.
"Harry,
da dove sei spuntato?" gridò Ginny, ma Harry non ebbe il tempo
per rispondere, perchè subito si dovette spostare per evitare
un'esplosione. Ginny lo perse di vista, ma lo sentì atterrare la
Mangiamorte.
"è
FINITA!" sentì un urlo, da lontano. I pochi Mangiamorte rimasti
in piedi abbassarono le bacchette e scapparono via. Ron fece per
inseguirli, ma lo bloccò Lupin "Bill" mormorò.
Ginny
si era già gettata al suo fianco e gli prese il polso tra le mani.
"Batte
ancora" disse, con voce tremante.
"Portiamolo
in Infermeria" disse Tonks. Lupin fece comparire una barella e
lui e Ron vi misero Bill.
"Cosa
succederà ora.. Greyback è un lupo mannaro.. quindi.." chiese
Ron, con voce spezzata.
"Non
era trasformato, Ron" disse Lupin "non era trasformato.."
"Portiamolo
subito da Madama Chips! Ha perso troppo sangue" disse Ginny. Si
diressero verso l'Infermeria.
"Signorina
Weasley, vai a chiamare Potter" le disse la professoressa
McGrannit, quando furono in Infermeria "ci penserò io a
contattare i tuoi genitori"
"Ma.."
"Bill
starà bene" la rassicurò l'insegnante "ora va. L'ho visto
che correva verso il Parco"
Ginny
uscì dall'infermeria e corse verso fuori. Vide un gran gruppo di
studenti che fissavano un unico punto, illuminati dalla luce
spettrale del Marchio Nero sopra di loro. Allora qualcuno era morto..
Vide in lontananza la casa di Hagrid, in fiamme, ma vide anche
Hagrid, nel gruppo di studenti. Immaginava che Harry fosse li. Si
fece spazio tra i ragazzi, che avevano tutti la stessa espressione
sconvolta.
"Ginny.."
era Grace Evans. Ma Ginny la ignorò e si fece avanti. Arrivò da
Hagrid e Harry, che era accucciato a terra, vicino al punto che tutti
osservavano.
Sdraiato
in una strana angolatura, le braccia aperte, gli occhi chiusi, la
veste bagnata, sporca e in disordine, un rivolo di sangue gli usciva
dalla bocca. Albus Silente era morto, e la vista di quella scena
raggelò Ginny. Thor, a fianco di Hagrid, cominciò ad ululare.
"Vieni
Harry" sentì dire da Hagrid, che singhiozzava "Non puoi
restare qui.."
"No"
rispose Harry. Ginny si avvicinò a lui e infilò una mano nella sua.
Era fredda. Lui, senza opporre resistenza, si alzò. Con delicatezza
lo guidò verso il castello. Lui era in una specie di trance. Tutti
li guardavano. Come al solito Ginny li ignorò. Harry sembrava non
vedesse nessuno.
"Andiamo
in Infermeria"
"Non
sono ferito"
"Lo
ha detto la McGranitt. Sono tutti lì"
Harry
sembrò risvegliarsi.
"Ginny..
chi.. chi altro è morto?"
"Nessuno
dei nostri, tranquillo" disse lei, la voce rotta.
"Ginny..
ho visto il Marchio Nero, e Malfoy mi ha detto che ha scavalcato un
corpo. E tu sei.. sei coperta di sangue.."
"Non
è mio" disse Ginny "Malfoy ha scavalcato Bill. Ma lui non
è morto, no.."
"Sei
sicura?"
"Certo..
è... è.." Ginny non riusciva a parlare. Sentiva la gola secca
"è.. è un po' rovinato, tutto qui. Greyback lo ha aggredito.
Non avrà più lo stesso aspetto.. quelle.. quelle ferite.. sul
volto.. ma lui non era trasformato.. non era trasformato, no, ma è
un lupo mannaro.. ci.. ci saranno delle conseguenze"
Si
accorse di tremare leggermente. Ma doveva essere forte. Bill era
vivo, era vivo, era vivo, doveva pensare solo a quello. Harry le
strinse la mano.
"C'erano
altri corpi.."
"Neville
è in Infermeria, ma si riprenderà completamente, Vitous è stato
steso, ma sta bene. È morto un Mangiamorte, ma non è stato ucciso
dai nostri.. Harry, se non avessimo avuto la Felix, saremmo morti
tutti! Le maledizioni ci mancavano.."
Arrivarono
in Infermeria. Neville era disteso su un letto, addormentato. Ron,
Hermione, Luna, Tonks e Lupin erano attorno ad un altro letto, dove
c'era Bill. Tutti guardarono Harry, con espressione preoccupata.
"Stai
bene, Harry?" chiese Lupin, avvicinandosi.
"Io..sì,
sto bene. Bill?"
Ginny
si avvicinò al fratello. Gli avevano lavato via il sangue dal viso
ma era comunque irriconoscibile. Grosse ferite gli squarciavano il
volto. Madama Chips gli stava applicando una crema sulle ferite.
Ginny accarezzò la mano del fratello con dolcezza.
"Non
può curarlo con un incantesimo?" chiese Harry all'infermiera.
"No,
nessun incantesimo può curarle" rispose Madama Chips "ho
tentato di tutto, non esiste cura per i morsi dei lupi mannari"
"Ma
non c'era la luna piena" obiettò Ron "Non era
trasformato.. Bill non diventerà un.. lupo mannaro, vero?"
Tutti
guardarono Lupin.
"Non
credo che diventerà un lupo mannaro" rispose Lupin "Ma
quelle sono ferite maledette, ci sarà qualche forma di contagio. È
improbabile che guariscano del tutto e Bill, ora potrebbe avere delle
caratteristiche da lupo"
"Ma
Silente dovrebbe conoscere qualcosa, no?" esclamò Ron "dov'è
ora? Bill ha lottato per suo ordine! Dovrebbe essere qui.."
Loro
ancora non lo sapevano.
"Ron..
Silente è morto" annunciò Ginny.
"No!"
esclamò Lupin, sconvolto. Tonks ed Hermione si misero le mani sulla
bocca, in un identico gesto disperato e incredulo.
"Come?
Cosa, come.. che è successo?" balbettò Tonks.
"è
stato ucciso da Piton" disse Harry "io c'ero, eravamo sulla
Torre di Astronomia, eravamo appena tornati. Siamo atterrati lì
perchè avevamo visto il Marchio.. Silente era debole, molto debole,
ma deve aver capito che era una trappola perchè mi ha immobilizzato
sotto il Mantello dell'Invisibilità. Poi è arrivato Malfoy e lo ha
Disarmato.."
Hermione
gemette.
"Sono
arrivati altri Mangiamorte, poi anche Piton. È stato lui. Con
l'Avada Kedavra"
Madama
Chips scoppiò in singhiozzi. Ginny le fece cenno di fare silenzio:
fuori dalla finestra, nel parco, si sentiva una melodia bellissima,
quasi ultraterrena, ma allo stesso tempo dolorosa e straziante, che
riempiva la notte buia attorno al castello. Era il canto di una
fenice. Della fenice. Fanny.
La
professoressa McGrannit entrò in Infermeria, interrompendo quel
momento di silenzio, il volto graffiato e la veste rovinata.
"Ho
avvertito Arthur e Molly. Arriveranno a momenti" disse. Poi si
rivolse ad Harry "Harry, cosa è successo? Hagrid mi ha detto
che.. che eri con..con lui,
quando è successo. Dice che il professor Piton è coinvolto.."
"è
stato lui. Piton ha ucciso Silente" disse Harry, brusco. Alla
McGranitt si offuscarono per un momento gli occhi. Poi, con un
gemito, ondeggiò e Ginny si premurò di spingere una sedia dietro la
professoressa, in evidente stato di shock. Madama Chips l'aiutò a
sedersi.
"Lui
si fidava.. tutti ce lo chiedavamo" mormorò "lui si
fidava, non voleva sentire nulla contro di lui.. Piton..
non.. non posso crederci"
"Era
un Occlumante molto abile" disse Lupin.
"credevo
che Silente sapesse qualcosa di Piton che noi ignoravamo per fidarsi
in quel modo"
"Qualcosa
gli avrà detto, per convincerlo" disse Tonks.
"Io
lo so" intervenne Harry "Piton ha passato a Voldemort
l'informazione che lo ha indotto a dare la caccia a me e ai miei
genitori. Quando sono morti, Piton ha dichiarato di essere pentito e
dispiaciuto per la loro morte, dicendo che non aveva capito cosa
stava facendo.."
"Ma
come ha potuto fidarsi, Silente? Piton ha sempre odiato James!"
esclamò Lupin.
La
McGranitt e Lupin spiegarono ad Harry come erano andate le cose in
sua assenza. Ginny non ascoltava. Aveva occhi solo per Bill.
"Andrà
tutto bene Ginny" le sussurrò Ron "Bill guarirà, è
forte, lo è sempre stato. Ti ricordi quando mamma lo ha beccato che
giocava a Quidditch nonostante la varicella?"
Ginny
si appoggiò al fratello, con un sorriso. Ron l'avvolse in un
abbraccio. Quando ebbero finito Lupin e la McGranitt anche Ginny,
Ron, Luna ed Hermione raccontarono la loro versione dei fatti ad
Harry. Alla fine del loro racconto entrarono altre persone
nell'Infermeria: Arthur, Molly e Fleur. Fleur aveva il viso sconvolto
dal terrore. Ginny la fissò con astio. Quell'espressione non le
piaceva. Voleva lasciare Bill perchè non era più bello come una
volta? Non lo avrebbe fatto soffrire, questo no: Ginny era pronta a
distruggerla.
"Arthur..
Molly.."
"Bill!"
sussurrò la signora Weasley, oltrepassando gli altri per avvicinarsi
al figlio. Lo baciò sulla fronte, dove vi era ancora del sangue, e
lo accarezzò con dolcezza materna "Oh Bill"
"è
stato Greyback?" chiese Arthur "Ma non era trasformato,
vero? Cosa succederà a Bill?"
"è
un caso strano, forse unico" disse Lupin "è probabile che
ci sia qualche forma di contagio. Non sappiamo come sarà il suo
comportamento al suo risveglio"
La
signora Weasley cominciò a spalmare l'unguento sulle ferite del
figlio. Ma Ginny continuava a fissare Fleur, che fissava Bill
agghiacciato. Per quanto non la voleva in famiglia, non voleva che
Bill soffrisse a causa di quella vacca.
"Non
mi importa del suo aspetto" disse Molly, che non aveva occhi che
per Bill, tra i singhiozzi "ma era un b-bambino così bello..
sempre stato.. c-così carino. E stava p-per sposarsi.."
Ginny
lanciò uno sguardo di puro odio a Fleur. Perchè non se ne andava?
Non c'entrava più nulla con loro.
"Stava?
Come sarebbe stava per
sposarsi?" esclamò Fleur. Molly alzò per la prima volta lo
sguardo da Bill per guardare la ragazza.
"Beh..penso.."
"Ponsa
che Bill non mi amerà più?" continuò Fleur "solo per
quei morsi?"
"No,
non volevo dire che.."
"Mi
amerà, invesce! Ci
vuole altro per impedire a Bill di amarmi!"
"Sì,
ne sono certa" balbettò Molly "pensavo che.. visto come
lui.. come.."
"Ponsa
che io non lo amerò più? O magari lo spera?" esclamò, in
collera "Non importa il suo aspetto! Io e Bill ci amiamo! Io
sono abbastonsa bella
per entrambi! Quelle scicatrici
saranno solo il segno del courage
di mio marito! Dia qui! Fascio
io!" strappò dalle mani della signora Wesley l'unguento e lo
cominciò a spargere sulle ferite del fidanzato. Ginny era
esterrefatta quanto la madre. Allora Fleur lo amava davvero..
"La
nostra prozia Muriel ha una bellissima tiara, fatta dai folletti"
disse la signora Weasley, guardando Fleur con uno sguardo nuovo "è
molto preziosa e Muriel ci tiene moltissimo. Ma lei è molto
affezionata a Bill quindi penso che te la presterà, per il
matrimonio. Starà molto bene con i tuoi capelli"
"Grazie"
rispose Fleur, rigida "sono scerta
che sarà deliziosa"
E
poi le due donne scoppiarono in pianto e si abbracciarono. Ginny
guardò la scena sconvolta. Si scambiò uno sguardo perplesso con
Hermione. Poi sentì un'altra cosa che la lasciò sorpresa.
"visto?
A lei non importa.. possiamo farlo anche noi"
"è
una cosa diversa.. Bill non sarà mai come me.. io sono troppo
pericoloso, troppo vecchio, troppo povero per te. Ti meriti di
meglio"
Erano
Tonks e Lupin.
"A
me non importa!" replicò Tonks "io voglio te" prese
Lupin per la veste.
"Ho
sempre pensato che la tua posizione sia ridicola, Remus" disse
Molly, sorridendo con dolcezza "lei vuole te"
"Ma
non è questo il momento per parlarne. Silente è appena morto.."
disse Lupin.
"Nessuno
sarebbe più felice di Silente a sapere che c'è un po' più d'amore
nel mondo" disse la McGranitt. Chiamò Harry e lo portò
nell'ufficio di Silente. Poi uscirono tutti dall'Infermeria,
lasciando la famiglia Weasley e Fleur da soli. Luna ed Hermione si
erano avvicinate al letto di Neville.
"Dobbiamo
avvertire anche gli altri di quanto è successo" disse Molly.
"Tanto
dovranno venire comunque. Per il funerale di Silente" disse
Arthur. Poi si rivolse agli altri due figli "voi due come state?
Ho saputo che avete combattuto bene"
"Stiamo
bene. Niente di rotto" rispose Ron. Arthur li abbracciò
entrambi.
"Senza
Silente.. cosa ne sarà di questa scuola?" chiese Molly.
""Penso
che la McGranitt e gli altri professori stiano discutendo proprio di
questo" disse Arthur. Ginny si avvicinò alla finestra. Il Parco
era deserto. Sapeva che sarebbe cambiato tutto. Davvero, questa
volta. Doveva avere solo la forza di affrontarlo.
Angolo Autrice
Eh sì, aspetta
un anno del tutto diverso a Ginny e gli altri. Ora ci aspetta solo un
ultimo capitolo del Principe Mezzosangue, poi passerò finalmente ai
Doni della Morte. Purtroppo, come sapete tutti, la prima prova che
dovrà affrontare la nostra Ginny sarà proprio la rottura con Harry. Ma
avrà la forza di reagire.. come sempre, dopotutto!
Spero che questo capitolo vi piaccia e che mi lasciate un sacco di recensioni!
Bacioni a tutti
Marty
|
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Capitolo 59 *** Ti Amo. Basta Questo, No? ***
cap 59 nv
Ti amo. Basta questo, no?
Gli ultimi giorni ad Hogwarts Ginny li
passò sempre con Harry, Ron ed Hermione. Le giornate erano
bellissime, il sole illuminava costantemente il cielo sempre azzurro,
faceva caldo e l'aria aveva il sapore frizzante dell'estate. Gli
esami erano finiti, ed erano tutti senza compiti. Ma mai aveva avuto
così freddo come in quel caldo Giugno. La morte di Silente, la
battaglia, le ferite di Bill avevano scosse lei e gli altri nel
profondo. Anche se non erano accadute solo cose brutte: Tonks e Lupin
si erano fidanzati ufficialmente, e avevano annunciato che presto
avevano intenzione di sposarsi.
"Tonks, come hai potuto
nascondermi una cosa del genere?" le chiese Ginny. Tonks le fece
un occhiolino, come risposta "Cosa dovevo dirti? Solo ora la
cosa è ufficiale"
Ginny l'abbracciò "Sono contenta
per voi! Hai già scelto il vestito?"
"Una cosa alla volta!" disse
Tonks, ridendo "una cosa è certa: sarà totalmente
anticonvenzionale. Ho escluso il bianco, l'avorio e tutta quella roba
lì. Pensavo ad un bel verde o rosso acceso. A mia madre prenderà un
colpo!"
"Io la trovo una splendida idea!"
esclamò Ginny.
"Trovo però, un po' irrispettoso
parlare in questi toni qualche giorno prima del funerale di Silente"
mormorò Tonks, il volto offuscato da un velo di tristezza.
"Tonks, non ti ricordi cosa ci ha
detto la McGranitt?" le disse Ginny "nessuno sarebbe stato
più felice di Silente a sapere che c'è un po' più d'amore in
questo mondo"
Tonks sorrise, i suoi capelli
diventarono di un bellissimo rosso acceso.
"Hai proprio ragione"
rispose, con un sorriso "allora, ti piacerebbe essere la
damigella?"
"Non mi dire che farai anche tu un
mega matrimonio con damigelle e tutte quelle robe?" esclamò
Ginny, sgranando gli occhi "già Bill mi ha messo in trappola
con questa storia.."
"Ovvio, farò un super matrimonio,
pieno di fiori, petali di rosa e damigelle con pomposi vestiti rosa"
esclamò Tonks, ridendo.
"Il rosa no, Tonks, starebbe
malissimo con i miei capelli, come ha sottolineato mademoiselle
Delacour"
Le due scoppiarono
a ridere di gusto.
"No, il nostro
matrimonio sarà piccolo e semplice, con una manciata di invitati"
fece Tonks "spero solo di non inciampare nel vestito, anche se è
molto probabile che accadrà. Povero Remus, come farà con una moglie
sbadata come me!"
"Sarai la
moglie migliore per Remus" le disse Ginny "lui ti ama, no?
Basta questo"
"Già. Basta
questo" mormorò Tonks.
*
Il
risveglio di Bill era atteso da tutti con una certa ansia: sarebbe
stato quello il momento in cui avrebbero saputo se poteva continuare
a condurre una vita normale oppure se aveva preso le caratteristiche
da lupo che tutti temevano. Come aveva detto Lupin, il suo caso era
raro, forse unico, quindi nessuno poteva prevedere come si sarebbe
comportato. Per fortuna al suo risveglio sembrava il solito vecchio
Bill, divertente come al solito.Ginny, Harry, Ron ed Hermione
andavano in Infermeria almeno due volte al giorno.
"Bill,
sicuro che non vuoi mangiarmi?" gli aveva detto Fred, quando lo
aveva visto. Lui e George erano accorsi subito appena avevano saputo
delle ferite del fratello e della morte di Silente. Avrebbero
alloggiato ad Hogsmeade, alla Testa di Porco, fino al giorno del
funerale.
"Sai
che saporaccio?" aveva risposto Bill "anche se, adesso che
mi ci fai pensare ho veramente una fame... da lupo"
"Cosa
vuoi mongiare, tesoro
mio?" gli chiese Fleur, premurosa.
"Le
tue braccia candide, sarebbero l'ideale" rispose Bill, con voce
tenebrosa. Prese il braccio di Fleur e lo riempì di baci, facendo
ridere la ragazza.
"Basta,
vi prego! Non in pubblico!" commentò Ginny, un po' seccata.
"Ho
fame sul serio, però. Vorrei una bella bistecca"disse Bill,
lasciando Fleur.
"Dirò
all'infermiera di fartene portare una" disse Fleur,
servizievole, e andò all'ufficio di Madama Chips.
"Poco
cotta, tesoro. Come le fai tu!" le disse Bill.
"è
fantastica" fece Bill, rivolto soprattutto a Ginny "è una
ragazza eccezionale. Non molte mi avrebbero accettato.. in queste
condizioni"
"tu
non hai niente di diverso!" esclamò Ginny, contrariata.
"potrei
essere pericoloso. Nessuno sa quello che potrà succedere, alla prima
luna piena"
"Non
era trasformato, Bill, tu non sei un vero lupo" gli ricordò
Ron.
"Ma
cosa sono?" mormorò il ragazzo "non sono un vero lupo, ma
qualche caratteristica l'avrò ereditata, no? È una prova di grande
coraggio, accettarmi"
"Non
è courage è l'amour"
era Fleur, appena ritornata
dallo studio di Madama Chips "io non ti lascerò mai, Bill, mon
amour. Noi due ci amiamo, no? È
tutto quello che conta. Non mi importa dei pericoli.. ti sarò sempre
viscino."
Detto
questo si chinò sul volto del fidanzato e lo baciò sulle labbra
rovinate.
"è
meglio che usciamo" sussurrò George rivolto agli altri. I
ragazzi uscirono dall'infermeria, chiudendo piano la porta.
"dovrò
abituarmi all'idea che la sposerà sul serio" sospirò Ginny.
"dai
non è così male" disse Harry. Ginny gli lanciò
un'occhiataccia "bruttissima, però" aggiunse. Ginny
scoppiò a ridere. Infilò la sua mano in quella di Harry. Lo vedeva
sempre più distante, da quando era successo. Ma lei lo sapeva. Lo
sapeva da sempre.
*
Ginny ed
Harry passarono pochi momenti completamente soli. Di solito con loro
c'erano sempre Ron ed Hermione. Ormai erano in quattro, non più solo
il trio. Questa sarebbe stata una cosa che, una volta, avrebbe fatto
enormemente piacere a Ginny. Ma sapeva che sarebbe durata ancora per
poco. La sera prima del funerale, stettero un po' da soli, seduti
sulle scale, fuori dalla torre di Grifondoro. Nessuno dei due diceva
una parola.
"La
scuola è già finita. Non mi sembra vero" mormorò Ginny.
L'Espresso di Hogwarts sarebbe partito l'indomani, un'ora dopo la
fine del funerale.
"Mi
mancherà, questo castello" disse Harry, lo sguardo perso nel
vuoto.
"Beh,
a Settembre saremo di nuovo qui, no?" disse Ginny, debolmente.
Harry non rispose.
"Non
chiuderanno la scuola. Silente non avrebbe voluto" disse Ginny.
"Lo
so" rispose Harry "Hogwarts non sarà più la stessa, senza
di lui"
Ginny
non rispose, ma appoggiò la testa sulla spalla di Harry.
"Non
sei solo, Harry. Non lo sarai mai"
Gli
diede un bacio sulla guancia e si alzò in piedi.
"Andiamo
a dormire?" gli chiese.
"Io
rimango giù ancora per un po', in Sala Comune con Ron ed Hermione"
"Allora
ti auguro già la buonanotte. Sono stanchissima, è un po' che non
dormo bene" disse la ragazza. Harry la baciò sulle labbra.
"Buonanotte
Ginny"
"Buonanotte.."
Nel
dormitorio neanche le altre ragazze aveva tanta voglia di parlare. La
morte del preside aveva colpito tutti gli studenti. Non solo per il
fatto che Silente era un personaggio molto amato e apprezzato da
tutti, ma perchè il fatto che nella scuola, un posto sempre
considerato sicuro, ci fosse stato un omicidio di quel calibro. È
vero, era già successo che qualcuno morisse tra quelle mura,
Mirtilla Malcontenta: ma era successo tanti anni prima, ed era stata
uccisa da un mostro, non da un Mangiamorte. Per di più, da un
traditore, da un professore della scuola.
"Chiuderanno
Hogwarts?" chiese Demelza, più al buio che alle compagne.
"Non
possono farlo" mormorò Miriam "Non c'è luogo più sicuro
di Hogwarts"
"Tu
dici?" ribattè Aisleen alquanto scettica "non so se hai
notato cosa è appena successo?"
"Tuo
fratello come sta, Ginny?" chiese Miriam.
"Sta
meglio, grazie" rispose Ginny "ma è ancora in Infermeria"
Era
stata proprio Miriam a trovarla quella notta, distrutta, sporca,
stanca, fuori dall'Infermeria, quando era ormai quasi mattina.
L'aveva portata nella torre di Grifondoro senza farle domande,
l'aveva aiutata a lavarsi e a mettersi a letto. Ginny era grata
all'amica, soprattutto per non averle chiesto nulla come avrebbe
fatto di solito. Il giorno dopo le aveva raccontato tutto di sua
spontanea volontà.
"Mia
mamma non vorrà mai che torni qui" disse Aisleen.
"é
pazza. Sarai più sicura qui che a casa" rispose Demelza.
"Io
sono tutto quello che le rimane. Papà è morto tanti anni fa. È
logico che vuole mantenere unita ciò che le resta della nostra
famiglia" esclamò Aisleen.
"è
inutile fare questi discorsi. Non sappiamo nemmeno se la scuola sarà
aperta l'anno prossimo" disse Miriam "per ora so solo che
voglio dormire. Sono stanca morta"
"Anche
io" aggiunse Ginny, che non vedeva l'ora di raggomitolarsi tra
le coperte, con Arnold, la sua Puffola Pigmea, vicino "Buonanotte
a tutte!"
Si girò
per trovare una posizione comoda e trovò il piccolo Arnold che già
ronfava. Il sonno arrivò da lei in pochissimo tempo, senza che
neanche se ne accorgesse.
*
La
mattina dopo, Ginny si alzò di buon'ora per fare i bagagli, che non
aveva nemmeno iniziato.
"Cosa
si mette ad un funerale magico?" chiese all'improvviso Demelza
"mi è capitato di andare ad un funerale babbano, ma non credo
sia la stessa cosa. Da noi, di solito, si usa vestirsi di scuro"
"Io
non ho mai partecipato ad un funerale magico" disse Miriam "mio
padre è Babbano e anche io ho solo esperienze di funerali babbani"
"Io,
purtroppo, esperienza ne ho" disse Aisleen "di solito ci si
veste di scuro anche da noi, magari con abiti eleganti. Mia madre non
la pensa così, però. Lei si è vestita di bianco al funerale di mio
padre e ha vestito così anche me. Dice che il nero non è un colore
adatto ad un funerale, è abbastanza triste così"
"Forse,
però, quando si tratta di un funerale di questa portata è meglio
mettere semplicemente un colore scuro. Non necessariamente nera"
aggiunse poi, tirando fuori dal suo baule ordinatissimo un abito
molto semplice, blu. Tutte le ragazze seguirono il suo consiglio e
misero un abito da cerimonia, di colore scuro.
La Sala
Grande non appariva tanto diversa dal solito, nonostante l'assenza
delle solite divise. Gli studenti indossavano comunque un abito
scuro. Alcune professoresse, o donne più anziane provenienti dal
Ministero o da altre scuole come Madame Maxime, avevano anche un velo
scuro sul volto, o un cappello discreto. La grande sedia del Preside
era vuota, così come quella di Hagrid.
"Ragazze,
ci vediamo dopo" disse Ginny, e si andò a sedere vicino ad
Harry, Ron ed Hermione. Il tavolo era, come sempre, pieno delle più
squisite prelibatezze. Ma nessuno aveva molta voglia di mangiare.
Nemmeno Ron, che aveva il piatto pieno di pietanze ma erano tutte
intatte. Ginny guardò Harry, alla sua sinistra: il piatto era
lucido, vuoto e il suo sguardo era perso, altrove. Ma tutti avevano
qualcosa di strano nel volto. Hermione aveva gli occhi lucidi e non
parlava: giocava con la forchetta nel piatto, rimsecolando delle
briciole di una fetta di pane che aveva fatto a pezzi con aria
smarrita.
Il
funerale incombente di Silente rendeva la sua morte più reale. Ginny
aveva quasi paura di trovarsi davanti alla bara. Sapeva che in quel
momento avrebbe realizzato tutto: che uno dei maghi più grandi mai
esistiti non c'era più. Che una grande persona era stata uccisa da
un mero traditore. Che uno dei più grandi difensori della pace e
della serenità se n'era andato. Che tempi oscuri erano lì, al di
fuori da quelle mura, ad apettarli.
La
professoressa McGranitt si era alzata in piedi dal suo posto al
tavolo dei professori. Ginny diede una gomitata ad Harry che pareva
non essersene accorto. Anche lui si voltò verso l'insegnante, come
tutti i presenti nella Sala. La professoressa trasse un lungo
respiro.
"è
quasi ora" disse, con voce atona "Seguite i Direttori delle
vostre Case. Grifondoro, dietro di me"
Tutti si
alzarono dalle panche e si misero in fila, quasi senza parlare. Ginny
era vicino ad Harry, Ron ed Hermione dietro di loro. I professori li
condussero all'aperto, verso il lago. Era una bella giornata, il sole
caldo le illuminava i capelli di riflessi ramati. Il silenzio era
rotto soltanto dai loro passi sull'erba e il canto degli uccellini,
ignari del fatto che il loro allegro cinguettio stonava con
l'atmosfera grigia che pervadeva l'aria, che quasi rendeva più
triste quel momento. La professoressa McGranitt e gli altri direttori
delle Case (Lumacorno in vece del vero direttore della Casa di
Serpeverde, Piton) li portarono davanti al lago, dove erano state
sistemate centinaia di sedie, tutte rivolte verso una tavola di
marmo, talmente bianca da risultare splendente ai raggi del sole
estivo. Harry, Ginny, Ron ed Hermione si sistemarono su una fila
accanto al lago, all'estremità. Molte delle sedie erano già state
occupate, dalle moltissime persone che sarebbero state presenti alla
cerimonia. Ginny ne riconobbe una buona parte: c'era Kingley, vestito
di viola scuro, il Ministro della Magia Scrimgeour insieme a
Cornelius Caramell e Dolores Umbridge, alla fila riservata per quelle
che in genere sarebbero state considerate le persone importanti,
mentre per Albus Silente le persone più importanti tra i presenti
sarebbero stati sicuramente i suoi studenti e i docenti, amici e
colleghi da una vita. Ginny riconobbe, tra i politici, anche suo
fratello Percy, che non vedeva da quella penosa visita a Natale. Lo
guardò con astio: sapeva che non avrebbe salutato nessuno di loro,
nemmeno i loro genitori che era lì, tra i componenti dell'Ordine,
nemmeno Bill, che era arrivato nel parco sorretto da Fleur. Qualche
posto dietro di loro c'erano Tonks e Remus Lupin, vicini, mano nella
mano. I capelli di Tonks erano di nuovo fucsia. Ginny vide una
vecchia signora che guardava la chioma della ragazza con evidente
disapprovazione. Tonks era di nuovo felice, nonostante il lutto che
investiva tutti loro.
Le sedie
venivano occupate rapidamente: c'era Tom, il padrone del Paiolo
Magico, Gazza insieme a Madama Pince, il barista della Testa di
Porco, Malocchio Moody e persone che Ginny non aveva mai visto.
Addirittura Ginny intravide il luccichio perlaceo dei fantasmi, che
erano usciti dal castello a dare l'estremo saluto al più grande
preside che Hogwarts avesse mai avuto. Quando tutti ebbero trovato il
loro posto cominciò una musica, bellissima e tristissima, la più
strana che Ginny avesse mai udito. Si girò per cercare la fonte di
quella melodia ultraterrena e capì che veniva dall'acqua del lago:
erano il popolo acquatico, le sirene e i tritoni che abitavano quegli
abissi.
"Là
dentro" sussurrò la ragazza all'orecchio di Harry, che cercava
anche lui la fonte di quella musica. Gli occhi di Harry si persero
tra le acque. Ginny gli dovette dare un colpetto per farlo tornare
alla realtà, dove Hagrid stava lentamente risalendo tra le sedie, il
volto coperto di lacrime e tra le braccia, avvolto in un velluto
viola coperto di un cielo di stelle dorate, il corpo di Albus
Silente. L'enorme stazza di Hagrid non lasciava immaginare quanta
delicatezza e dolcezza ci fosse nel suo corpo. Portava il preside con
la stessa amorevole attenzione e tenerezza che avrebbe usato una
madre per prendere in braccio il proprio bambino appena venuto alla
luce.
Ginny
sentì Hermione trattenere un gemito al suo fianco, le guance rigate
di lacrime, e anche lei si ritrovò a piangere silenziosamente, senza
nè la forza, nè la voglia di trattenersi.
Hagrid
posò Silente sulla lunga lastra di marmo. Il preside sembrava più
piccolo di quanto le era mai parso da vivo, forse per la differenza
tra lui e Hagrid, che lo aveva tenuto tra le braccia. Soffiandosi il
naso, Hagrid tornò al suo posto, in ultima fila, dove lo aspettava
il suo gigantesco fratellastro, Grop.
Un
ometto dalla semplice veste nera si era avvicinato alla tavola dove
vi era adagiato Silente. Era il cerimoniere, che cominciò il suo
discorso, un elenco di tutte le qualità del professore, l'Ordine di
Merlino, Prima Classe, membro onorario del Winzegamot.. grande
contributo intellettuale, grandezza di cuore, nobiltà di spirito..
Anche le
sirene ed i tritoni erano affiorati dall'acqua per ascoltare
l'estremo saluto. Con la coda dell'occhio, Ginny osservava Harry e lo
vide voltarsi di scatto, quando le lacrime erano cominciate a
formarsi negli occhi, ricacciate indietro con eroico coraggio.
Guardava verso la Foresta. Ginny gli accarezzò lievemente la mano,
ma lui non parve essersene accorto. Sapeva a cosa pensava. Pensava a
quanti erano morti per lui, a come tutte le persone che gli volevano
bene finivano sempre male, a quanto fosse ingiusto che la gente
perdesse la propria vita per salvare la sua. A come doveva
allontanarsi da tutti, per evitare che ancora altri si facessero del
male. Ginny lo sapeva. Lo sapeva da sempre. Il momento stava
giungendo.
Il
cerimoniera aveva finito il suo discorso. Si scostò dalla grande
tavola bianca, e si sedette al suo posto. Nessun altro si alzò per
parlare.
Poi, in
molti urlarono. La lastra di marmo sulla quale Silente giaceva era
ricoperta di grandi fiamme candide, splendenti. Divennero sempre più
alte, il loro fumo diretto nel cielo azzurro. Quando scomparvero, il
corpo non c'era più: una tomba bianca era apparsa, e Silente,
finalmente, riposava.
Altre
grida si levarono quando anche i centauri, nascosti nella Foresta,
diedero il loro omaggio, lanciando frecce, lontano dalla folla. Ginny
si voltò verso gli alberi, ma erano già scomparsi, così come il
popolo acquatico, che era già tornato negli abissi.
Ginny
non piangeva più. Il tempo era scaduto.
Harry si
rivolse a lei. Lei lo guardò, senza lacrime, senza sorrisi.
Lo
sapeva.
"Ginny"
cominciò lui "ascolta" mormorò, a voce bassissima. La
gente cominciava ad andarsene, il funerale era finito. Loro erano
fermi nella folla in movimento.
"Non
possiamo più stare insieme. Dobbiamo smettere di vederci"
Quanto
era prevedibile. Perchè sapeva sempre prima di lui ciò che avrebbe
detto?
"è
per qualche stupida, nobile ragione, vero?"
Lo so cosa mi dirai.
L'ho sempre saputo
Sei sempre il solito,
Harry Potter.
"Queste
ultime settimane con te.. sono state.. come vivere la vita di
un'altra persona" disse "Ma io.. non posso. Noi non
possiamo. Devo fare delle cose.. da solo"
Il tuo destino ti
attende. Io lo so. Non ti tratterrò
qui, anche se vorrei..
"Voldemort
usa le persone a cui i suoi nemici tengono. Ti ha già usata una
volta, perchè sei la sorella di Ron. Pensa a quanto è più grande
ora, il pericolo.. lo scoprirà, tenterà di arrivare a me,
attraverso te"
Sono pronta a correre il
rischio. Sapevo
che stare con te era una
sfida. Non ho paura.
"E
se a me non importasse?" chiese Ginny, con forza
Non ho paura, Harry.
Combatterei per te.
Darei la mia vita mille
volte per te.
"Importa
a me" rispose Harry "Come mi sentirei se questo fosse il
tuo funerale.. e fosse colpa mia?"
Lo so che devo lasciarti
andare. E lo farò,
anche se affronteri
Voldemort in persona pur di
starti accanto.
Me ne sono resa conto
solo ora che te ne stai andando.
Ti amo. Basta questo,
no?
Ginny
distolse lo sguardo dai suoi occhi. Il lago era così bello.
"Non
ho mai rinunciato veramente a te" disse "Mai. Hermione mi
aveva consigliato di vivere la mia vita, frequentare altri ragazzi,
di lasciarti perdere per un po'. Non riuscivo a dire una parola
quando c'eri tu, ricordi? Lei pensava che mi avresti notata se fossi
stata un po' più.. me stessa"
Sei qui con me. E anche
se sarai lontano,
non rinuncerò mai a te.
Mai.
"Astuta
quell'Hermione" commentò Harry "Vorrei essermi svegliato
prima.. avremmo avuto più tempo.. forse anni.."
"Ma
tu eri troppo occupato a salvare il mondo magico" disse lei, con
una mezza risata "Beh.. non sono sorpresa. Sapevo che non
saresti stato contento se non fossi andato a caccia di Voldemort.
Forse è per questo che mi piaci tanto"
Harry
non ebbe la forza di sostenere il suo sguardo. Si voltò e si
allontanò da lei. Ginny non pianse. Sapeva di fare la cosa giusta.
Doveva lasciarlo andare. Sapeva che per lui sarebbe stata ancora più
difficile se lei si fosse messa in mezzo. Harry doveva andare in
contro a quel destino che era stato disegnato per lui quando aveva un
anno: doveva sconfiggere Voldemort, annientarlo. E Ginny doveva farsi
da parte: solo in quel modo l'avrebbe aiutato nella sua battaglia,
per quanto lei avrebbe voluto combattere al suo fianco.
In
fondo, era fiera di lui. Era questo il ragazzo di cui , se ne rendeva
conto solo in quel momento, si era innamorata. Combattivo,
coraggioso. E lei non l'avrebbe cambiato con nessuno, per quanto la
facesse soffrire.
Vai. Non ti costringo a
restare qui, al sicuro.
Fai quello che devi
fare.
Mi fido di te.
Devi fare ciò che è
giusto.
Ciò che è nella tua
natura.
Il parco
ormai era completamente vuoto. Doveva sbrigarsi a risalire anche lei.
A momenti l'Espresso di Hogwarts sarebbe partito. Sicuramente i
bagagli erano già al loro posto.
Quell'estate
sarebbe stata ancora più diversa delle altre. Bisognava prepararsi a
combattare. Il buio era solo al di là di quei cancelli, ad
attenderla. Le rimanevano ancora solo pochi attimi di pace.
Ma non sarebbe stata a
casa ad aspettare, no.
Non era quel genere di
ragazza.
Avvrebbe combattuto.
Avrebbe fatto tutto
quello che poteva fare.
Era forte. Lo era sempre
stata.
"Non sei solo,
Harry. Combatteremo tutti. Per un mondo migliore"
Sorrise
al cielo azzurro, mentre si voltava per rientrare nel castello.
Sorrise, fiduciosa, a quel destino avverso che incombeva. Sorrise,
con sfida, a quella guerra che ormai era alle porte, che portava via
tutto, che seminava distruzione al suo passaggio, ma che non poteva
distruggere quel filo dorato che legavano tra loro le persone:
l'amore.
Angolo Autrice
Salve
a tutti! Spero non mi abbiate atteso per troppo tempo! Questo capitolo
è stato molto difficile da scrivere, devo ammetterlo. Spero vi sia
piaciuto comunque, però!
Il
prossimo capitolo è già in cantiere e vi avverto: sarà il più lungo che
abbia mai scritto! Spero di non aver esagerato e di non annoiarvi
troppo! Non so quando riuscirò a postare.. ma intanto spero vi godrete
questo!
Baci a tutti
Marty
|
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Capitolo 60 *** Madri, Figli e Missioni Pericolose ***
cap 60 nv
Madri, figli e missioni
pericolose
Era già passato un anno, da quando la
Tana era diventato il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice.
Ormai Ginny ci aveva fatto l'abitudine: le facce, sempre diverse, che
trovava ogni giorno in cucina, erano ormai collegate ad un nome ed un
cognome. I discorsi macabri erano ormai la normalità. Si parlava di
morti, torture ed Inferi tutti i giorni.
Il mondo magico era nel caos. La morte
di Silente era stato solo il primo passo nell'ascesa di Lord
Voldemort. Si stava infiltrando ovunque, come una nube tossica spinta
dal vento.
Il viaggio in treno per arrivare da
Hogwarts a Londra, volò via in un soffio. L'Espresso di Hogwarts era
più vuoto del solito, visto che molti dei genitori avevano portato
via in anticipo i propri figli dalla scuola. Ginny, infatti, non
aveva avuto problemi a trovare uno scompartimento vuoto. Non aveva
voglia di avere compagnia. Per quanto avesse accettato la scelta di
Harry, non poteva impedirsi di essere depressa. Passarono a trovarla
solo Neville e Luna, e i due ragazzi erano l'unica compagnia che
Ginny aveva voluto. Non voleva vedere Hermione, assolutamente. Non le
andava di parlare di Harry. O di se stessa. Alla stazione li
attendeva la mamma, come al solito. Era già arrivata da Hogsmeade,
ovviamente. Li abbracciò con più forza del solito, e poi si era
subito diretta verso Harry.
"Ti aspettiamo il prima possibile"
"Lo spero, signora Weasley"
aveva risposto lui, con la sua solita cortesia. Poi si voltò verso
Ron ed Hermione e li abbracciò entrambi.
"Beh, ci vediamo presto, no?"
"Certo" aveva risposto Ron,
dando una pacca sulle spalle dell'amico.
"Ecco i miei genitori! Ci sentiamo
prestissimo" disse Hermione, e andò da Ginny, per salutarla.
"Ehi, tra poco mi trasferisco da
voi. Come al solito"
Ginny annuì.
"Ginny.." disse Hermione.
"Forza Ron, Ginny, dobbiamo
andare. Vi aspetto alla macchina"disse la signora Weasley,
allontanandosi con i bauli.
"A presto, Harry" lo salutò
Ron.
Harry gli rivolse un cenno con il capo.
Ron guardò Ginny. Evidentemente era in attesa.
"Ciao Ginny.. ci si vede presto"
disse Harry. Ginny annuì.
"Ciao Harry"
Harry si voltò per raggiungere i suoi
zii. Ron si voltò stupito verso la sorella.
"Ma cosa.."
"Ron! Ginny! Vi volete sbrigare?!"
era la signora Weasley, tornata indietro per venirli a prendere.
"Andiamo" disse in fretta
Ginny e si incamminò verso la madre, a passo svelto, seguita dal
fratello.
"Ginny? Mi puoi spiegare?"
"Ti dico a casa" tagliò
corto la ragazza. Glielo avrebbe detto, ma con calma. Li aspettava
una vecchia macchina del Ministero, con tanto di autista dal volto
scorbutico.
"Com'è questo lusso?" chiese
Ron.
"La promozione di tuo padre ha
avuto i suoi benefici. Lui non poteva venire" rispose Molly. La
macchina era piccola e puzzava di vecchio, ma era meglio di niente.
Ginny si sedette a fianco al fratello e la madre sul sedile
anteriore. La macchina correva veloce tra il traffico di Londra,
sicuramente con l'aiuto di un pizzico di magia.
Arrivati a casa Ginny cercò subito una
scusa per chiudersi in camera sua.
"Sono stanchissima mamma"
disse.
"Ti vedo pallida tesoro. Sicura di
non avere la febbre?"
"è che sono un po' di notti che
non dormo bene. Vorrei dormire per un paio d'ore, poi scendo
direttamente per la cena"
In effetti, era vero. Dopo la battaglia
e la morte di Silente non era riuscita a chiudere occhio per più di
due ore di fila. Le stesse immagini le tornavano in mente appena
chiudeva gli occhi: quei raggi di luci verdi, i Mangiamorte, il
Marchio Nero, Bill in quella pozza di sangue, Silente sdraiato sul
prato, morto.
"Vai a riposarti, piccola. Ti
chiamo io quando è pronta la cena" disse la madre, appoggiando
il palmo della mano sulla fronte della figlia, per sentire la
temperatura "no, non scotti. Hai solo bisogno di riposo"
disse, guardandola con tenerezza. Ginny salì le scale ed entrò
nella sua cameretta. La mamma l'aveva pulita e messa in ordine. Aprì
il secondo cassetto della sua cassettiera, dove di solito metteva i
pigiami e le magliette e le felpe smesse dei suoi fratelli, che usava
spesso per stare comoda in casa. Trovò una vecchia felpa di Ron, che
non metteva più da almeno due anni perchè gli era troppo piccola. A
lei stava almeno due volte. Le arrivava fino a metà coscia, sembrava
quasi un vestito. Si guardò allo specchio e le venne un po' da
ridere: sembrava una bambina. La porta della sua cameretta si aprì
di scatto. Ron, con la sua solita irruenza.
"Ciao Ron" lo salutò lei,
non smettendo di studiarsi allo specchio.
"Cosa è successo?"
"Quando?" chiese Ginny.
"Ginny" esclamò Ron. Chiuse
la porta e si avvicinò alla sorella "perchè te e Harry vi
siete salutati così?"
"Preferivi un bel bacio lungo,
immagino" rispose Ginny. Ron non le rispose e si sedette sul suo
letto.
"Non vuoi metterti qualcosa sotto
quella felpa? Che, a proposito, è mia"
"Qualcosa tipo?"
"Dei pantaloni"
"Ma ce li ho!" disse Ginny,
sollevando l'orlo della felpa e mostrando dei vecchi shorts.
"Se tu quelli li chiami pantaloni!
A me sembrano mutande" disse Ron.
"Guarda che le ragazze portano
delle mutande molto più piccole" disse Ginny. Vide Ron
arrossire.
"Senti, non cercare di distrarmi"
esclamò "me lo dici? Cosa è successo tra te e Harry? Pensavo
andasse tutto bene.."
"E invece ci siamo lasciati.
Qualche ora fa'" rispose Ginny "Sei contento? Ora te ne
puoi anche andare"
Ron non si mosse dal letto.
"Ma perchè vi siete lasciati?
Harry mi sembrava felice con te.. la prima volta da secoli che mi
sembrava un ragazzo come tutti gli altri, senza il peso del mondo
sulle spalle"
"Appunto, Ron" mormorò Ginny
"Harry non è come tutti gli altri.. ha altre cose, davanti a
lui, prima di.. di poter vivere la sua vita"
Ron sembrò capire. Ma probabilmente
sapeva tutto meglio di lei.
"Ginny.. Harry ti vuole bene. E
per quanto mi dia fastidio vedere mia sorella con un ragazzo, ero
contento che stavate insieme. Non è colpa di nessuno se è finita..
conosci Harry. Ora ha.. delle cose da fare"
"Lo so" disse Ginny "ora
te ne puoi andare? Voglio dormire, sono stanca morta"
Ron si alzò dal letto della sorella e
si avvicinò a lei.
"Se hai bisogno di me, sono ad un
piano più in alto" disse Ron.
Ginny sorrise "grazie Ron"
Ron uscì dalla stanza, chiudendo piano
la porta. Ginny si avvicinò alla finestra e chiuse la tenda,
impedendo alla luce di entrare e poi si buttò sul letto,
sprofondando nel cuscino.
*
Quando si svegliò il sole
era già tramontato. Aveva dormito almeno due ore e molto
profondamente. Si sentiva rigenerata. Si sedette e si stiracchiò:
era ancora un po' stanca, ma si sentiva decisamente meglio.
"Ah, Ginny.. ti sei
svegliata? Come ti senti?" era la mamma, appena entrata in
camera.
"Decisamente riposata"
rispose la ragazza.
"Sono contenta, tesoro"
disse la madre, con un sorriso "hai ripreso anche un po' di
colorito. Fra un po' è pronta la cena. Scendi appena ti va"
"Vuoi che venga ad
aiutarti?"
"Questa sera siamo solo
noi, ho tutto sotto controllo. Ti ringrazio, Ginny cara"
Ginny scese in cucina: Ron
era già li e aiutava la mamma ad apparecchiare.
"Papà arriverà a
momenti" disse la signora Weasley, senza riuscire a nascondere
un velo di angoscia nella sua voce "ultimamente, lo trattengono
sempre fino a tardi in ufficio.."
Si voltò in fretta verso i
fornelli a rimescolare la zuppa. Ron prese il pane e lo affettò con
un colpo di bacchetta.
"Non avre più la
Traccia addosso deve essere uno spasso" disse Ginny.
"è fantastico"
disse Ron, attirando verso di sè i cucchiai.
"Sì ma non significa
che bisogna sventolare la bacchetta per ogni stupidaggine" disse
Molly.
"Io, l'anno prossimo,
lo farò" disse Ginny.
"Intanto prendi i
piatti con le mani, tesoro, e mettili a tavola" disse Molly.
Ginny obbedì. Arthur arrivò quando tutto era pronto, e come al
solito dovettero chiedergli la parola d'ordine, per sapere se fosse
lui o un impostore. Quella era una parte davvero frustrante.
"Bentornati ragazzi"
li salutò Arthur, allegramente.
"Mettiti seduto, caro,
ti faccio subito il piatto" disse Molly, premurosa.
"Andato bene il
viaggio?"
"Tutto bene come al
solito, papà. Il treno fa sempre lo stesso giro" rispose Ron.
"Hai visto Bill oggi?"
chiese Molly.
"Da domani torna qui.
Stasera rimane nell'appartamento di Remus. Questioni di sicurezza"
disse Arthur.
Molly si sedette a tavola e
cominciarono a cenare. Come al solito era tutto ottimo.
"Più tardi passeranno
Kingsley e Malocchio, dobbiamo discutere sulle disposizioni per
l'arrivo di Harry qui. Ron, Hermione arriva domani, la porterà qui
Tonks"
"Perfetto" disse
Ron.
"Dobbiamo cominciare
anche a discutere sulle misure di sicurezze da adottare per il
matrimonio di Bill e Fleur, caro, ormai manca poco" gli ricordò
Molly.
"Hai ragione, tesoro,
io e Kingsey ne parleremo stasera"
Finirono di cenare
arrivarono Kingsley e Malocchio. Molly li fece accomodare in salotto,
insieme ad Arthur.
"Molly, fai venire i
ragazzi. Ormai, ci sono dentro anche loro" disse Kingsley. La
signora Weasley protestò debolmente.
"Molly, tesoro, ormai
anche Ron è maggiorenne" le ricordò Arthur.
"Ma Ginny.."
"Non possiamo
escluderla per sempre. È grande anche lei, anche se ha solo sedici
anni"
"Quindici. Ha ancora
quindici anni" disse la madre, ma li fece entrare comunque.
"Stiamo discutendo su
come Harry arriverà qui" spiegò loro Arthur.
"Abbiamo già un piano"
disse Malocchio "ma abbiamo bisogno di molte altre persone"
"Che genere di piano?"
chiese Ron.
"Richiederà un sacco
di persone, almeno tredici" disse Kingsley.
"Tredici?!"
esclamò Molly.
"e un bel po' di
Pozione Polisucco" aggiunse Malocchio.
"A proposito, Molly
cara, domani ci saranno un bel po' di persone a cena" disse
Arthur.
"Il piano è
segretissimo, e ancora dobbiamo discutere bene i dettagli" disse
Kingsley "l'idea è di trasportare in sette posti diversi sette
Harry Potter"
"Quindi sei persone
dovranno trasformarsi in Harry?" esclamò Ginny.
"Sei intelligente,
ragazza" disse Malocchio
"E chi lo farà?"
chiese Ron.
"Per questo si
accettano volontari" disse Malocchio.
"Eccomi" esclamò
Ron.
"anche io!" disse
Ginny.
"No! Siete impazziti?"
urlò la signora Weasley "due dei miei figli in una missione del
genere! Ve lo proibisco"
"Molly, Ronald è
maggiorenne" tagliò corto Kingsley "Ron, sapevo si poteva
contare su di te"
"Anche Bill, Fred,
George e Fleur si sono già offerti Molly" disse Arthur.
"E io" si
intromise Ginny.
"Te lo scordi,
signorina"
"Ginny tu sei veramente
troppo piccola. Non puoi combattare. Hai ancora addosso la Traccia"
disse Arthur. Ginny non ci aveva pensato.
"Tu starai a casa con
tua madre. C'è bisogno che qualcuno gestisca le Passaporte ma
ovviamente tua madre non può fare tutto da sola. È un compito
importante anche questo, per ora non puoi fare di più" disse
Kingsley, con la sua voce calma e rassicurante.
"Domani sera verranno
gli altri per discutere meglio. Noi andiamo. Ci vediamo domani sera"
I due uscirono dalla casa,
accompagnati da Molly e Arthur. Nonostante non fosse tardi Ginny e
Ron salirono subito sopra. Mentre Ginny si cambiava per andare a
dormire, Ron bussò alla sua porta, ma entrò senza aspettare che la
sorella rispondesse.
"Non ti Smaterializzi
come Fred e George?"
"Non mi piace granchè"
borbottò Ron "evidentemente non sono molto portato"
Ginny si voltò per
infilarsi la camicia da notte. Non le andava che suo fratello la
vedesse completamente nuda, ma ormai aveva imparato che alla Tana non
avrebbe mai avuto un po' di privacy.
"Ehi potevi dirmi che
dovevi cambiarti!" esclamò Ron, imbarazzato.
"Sei tu che entri senza
bussare" rispose lei.
"Ho bussato"
"Ma io non ti ho detto
che potevi entrare!"
Ginny, ormai vestita, si
sedette sul letto. Ron si sedette vicino a lei.
"Sarà una missione
pericolosissima" disse Ron, riferendosi a ciò che avevano detto
Kingsely e Malocchio.
"Spero non vi accada
niente. La mia famiglia è per metà là fuori e io sarò a casa ad
aspettarvi. È terribile"
"Ehi, sai che siamo
forti! Non ci accadrà nulla" disse Ron, con un sorriso poco
convinto.
"Non tornerete a
scuola, vero?" chiese Ginny. Non era proprio una domanda, era
più un'affermazione.
"Lo so Ron"
"Sì, Ginny, non
torneremo" rispose lui "io, Harry ed Hermione dobbiamo fare
delle cose"
"Tutti e tre?"
"Sì, tutti e tre"
"Potrei venire con voi.
So combattere, sono forte negli Incantesimi e nelle Fatture.."
"Ginny non si può.
Saremo solo noi tre"
"Potrebbe esservi
d'aiuto, una persona in più"
Ron sospirò "non
sappiamo neanche quello che dobbiamo fare, Ginny. Sarà una missione
pericolosissima, ci troveremo davanti a cose che nemmeno ci
sogniamo.."
"Ma che dovete fare?"
Ron sospirò di nuovo "Non
sappiamo tutto, ma non posso dirti quello che so. Mi dispiace, Ginny,
ma meno gente sa di questa storia e meglio è"
Si alzò dal letto, con
espressione stanca e rassegnata.
"Come farai ad
andartene? La mamma lotterà con tutte le sue forze!"
"Ho un piano. Te ne
parlerò domani. Vado a dormire, buonanotte"
Nel giro di una serata,
Ginny aveva sentito fin troppe volte le parole "piano",
"missione" e "pericoloso". La sua vita stava
cambiando radicalmente.
*
Hermione arrivò la mattina
dopo, da sola. La vide entrare nel giardino, scortata dalla signora
Weasley. L'arrivo della ragazza rallegrò un po' Ginny. Scese subito
in cucina, per accogliere l'amica. C'era anche Ron, che faceva
colazione in mutande e canottiera.
"Ron sta arrivando
Hermione!" gridò Ginny. Vide il fratello diventare paonazzo,
probabilmente perchè gli era andato di traverso un pezzo di
salsiccia. Nonostante tutto, si alzò dalla sedia e corse al piano di
sopra, per vestirti.
"Vedi di non morire
soffocato, che servi per la missione dell'Ordine" gli gridò la
sorella. Per risposta, Ginny ricevette un grugnito indistinto che
sapeva di insulti. Proprio in quel momento entrarono la madre ed
Hermione.
"Ciao Ginny! Dov'è
Ron? La sua colazione è ancora lì" chiese Molly.
"Oh, è andato a
rendersi presentabile" rispose Ginny. Vide Hermione trattenere
una risatina.
"Bene. Preparo dei
toast, so che non mangiate uova e salsiccia la mattina. Ginny, prendi
intanto il burro e la marmellata"
"Arancia o mirtilli?"
chiese ad Hermione.
"Mirtilli"
"Io arancia"
Prese i due barattoli e la
scatolina del burro e li poggiò sul tavolo. Sua madre, con la magia,
aveva già preso il bricco di latte, il the e il succo d'arancia.
"Prendi i piatti, i
bicchieri e le posate, tesoro"
"Posso aiutare anche
io, signora Weasley"
"Oh, no cara, sarai
stanca, sei appena arrivata"
"Mi sono
Smaterializzata, ci ho messo un secondo"
"Oh, è vero, dimentico
sempre che ormai siete grandi e potete usare la magia"
Hermione, con un fluido
movimento di bacchetta e un Incantesimo Non Verbale prese le cose che
aveva detto la signora Weasley e le fece posare sul tavolo. Le due
ragazze si sedettero a fare colazione. Poco dopo scese anche Ron.
"Ciao Hermione, ben
tornata" disse. Ginny notò che si era messo una camicia
particolarmente pulita, e probabilmente si era immerso nel profumo.
"Ciao, Ron" lo
salutò Hermione.
"Da quando metti le
camice per fare colazione?" chiese Ginny. Adorava stuzzicare il
fratello.
"Tu stai zitta"
bofonchiò lui, arrossendo.
"Questo è il modo di
andare vestiti! Finalmente, ormai sei grande, Ron, devi vestirti più
a modo" esclamò la signora Weasley, con gli occhi che
brillavano. Le orecchie di Ron arrossirono ancora di più.
"Ormai sei proprio un
uomo" aggiunse, commossa. Ginny scoppiò in una risata.
"E tu, signorina, che
ti metti le felpe vecchie dei tuoi fratelli e quei pantaloni
striminziti? Sei grande anche tu, dovresti cominciare a vestirti un
po' più da donna"
"Mi piace vestirmi
così" puntualizzò Ginny.
"Beh, stasera cerca
almeno di coprirti le gambe, visto che abbiamo ospiti a cena"
sbottò la madre.
"Verrano quelli
dell'Ordine?" chiese Hermione, mentre Ron si sedeva, un po' meno
rosso.
"Già. Dovrete
discutere del piano super segreto per portare via Harry" disse
Ginny, con una smorfia.
"Credo di sì"
rispose Hermione, molto seria. Dopo la colazione le due ragazze si
ritirarono nella cameretta di Ginny, per sistemare le cose di
Hermione.
"Puoi prendere, come al
solito, il terzo cassetto e la parte destra dell'armadio" disse
Ginny, mentre si buttava sul suo letto. Hermione, però, non tirò
fuori le cose.
"Ginny, va tutto bene?"
"Lo sai?" chiese
lei.
"Sì lo so"
"Te lo ha detto Harry?"
"No, ma lo conosco.
Sapevo che l'avrebbe fatto"
"E infatti lo ha fatto.
Io e Harry non stiamo più insieme. Fine della storia"
"Ma tu come stai?"
Ginny sospirò. Ormai, era
tanto tempo che aveva smesso di mentire, soprattutto ad Hermione.
"Vorrei dirti che sto
bene, ma non è così. Solo che accetto la sua scelta. Non la
condivido, certo, ma l'accetto" rimpensare a quel giorno in riva
al lago, dopo il funerale di Silente, le faceva male. Ma la faceva
sentire peggio pensare a tutti quei bei momenti passati insieme,
sempre vicino a quel lago.
"Sapevo che sarebbe
finita così. Harry deve andare a caccia di Voldemort e lo deve
sconfiggere, è il suo destino. E questo lo so non per una stupida
profezia o per quello che dice la gente, lo so da quando ho
conosciuto Tom Riddle ed Harry mi ha salvato la vita. Sapevo che mi
avrebbe allontanato, che avrebbe cercato di tenermi lontana dai
rischi. Forse è per questo che.. beh, che lo amo"
Distolse gli occhi da
Hermione, per posarli sul paesaggio fuori dalla finestra. Era una
bella giornata estiva. Sarebbe stata perfetta per giocare a
Quidditch.
"Oh Ginny.. è la prima
volta che sento dirtelo" esclamò Hermione.
"Che senti dirmi cosa?"
"Che lo ami"
sussurrò la ragazza.
"Me ne sono accorta
solo quando mi ha lasciato" rispose Ginny, senza guardarla "non
ho mai provato niente di simile prima d'ora"
Guardò Hermione. La
guardava con tenerezza.
"Ginny, sono sicura che
Harry provi lo stesso sentimento per te, è per questo che sta
cercando di proteggerti"
"Non gliel'ho detto"
mormorò Ginny "Non potevo dieglielo. Gli avrei solo reso tutto
più difficile. Lui non è ancora pronto per questo"
Fece una pausa.
"Io sono pronta a
lottare. Sono sicura che dovrò farlo, anche qui, lontano da voi"
disse lei, con una punta d'amarezza. Ovviamente, Hermione se ne
accorse.
"Non è una gita di
piacere. Dobbiamo essere solo noi tre"
"Io so combattere"
"Questo non lo metto in
dubbio. Ma non puoi venire"
"Ma dove andrete?"
"Questo non te lo so
dire. E non ti posso dire altro, Ginny, nessuno deve sapere quello
che dovremo fare, nessuno, neanche le persone che ci sono più care"
Dopo quest'ultima frase,
Hermione scoppiò in singhiozzi. Ginny guardò l'amica sbalordita.
"Hermione.."
balbettò, ma la ragazza non smetteva di piangere.
"Non sai c-cosa darei
per poter r-restare qui. Cosa darei perchè la m-mia vita t-tornasse
quella di p-prima.. o s-s-semplicemente per avere ancora una famiglia
che che... che mi ama, che mi aspetta, che non vuole che me ne vada"
Ginny non capiva cosa
l'amica le stesse dicendo. Aspettò che Hermione si calmasse.
"Hermione, cosa è
successo?"
Hermione tirò un respiro e
si asciugò le lacrime con un lembo della sua maglietta.
"Scusami, non dovevo
fare così.."
"Tu puoi fare quello
che vuoi!"
"è che.. noi non
possiamo parlare, punto. Se tu sapessi.. saresti in pericolo,
capisci? Se tu e Harry stesse ancora insieme, tu saresti in pericolo.
Voldemort ti rapirebbe per ricattare Harry.. e ovvimamente lui non ti
abbandonerebbe mai! Si consegnerebbe a Voldemort pur di liberarti, ma
questo non servirebbe, ti ucciderebbe comunque"
"Questo lo so! Ma siamo
in pericolo comuque, tutti sanno quanto la mia famiglia sia collegata
ad Harry"
"Ma è diverso Ginny!
Se alcune cose si possono evitare.. io ho cancellato la memoria dei
mie genitori per proteggerli"
Ginny ci mise un po' per
capire l'ultima frase di Hermione.
"Non hanno più il loro
nome, non sanno che hanno una figlia e si stanno per trasferire in
Australia" disse tutto di un fiato Hermione "a quest'ora
avranno già comprato i biglietti dell'aereo"
la ragazza tirò un lungo
respiro "Sono ufficialmente orfana" le labbra le tremarono.
"Hermione.."
"Ora sono al sicuro da
ogni pericolo proveniente dal mio mondo" disse "e.. e se
dovesse succedermi qualcosa.. non ne soffriranno"
Non ricominciò a piangere.
Ma Ginny l'abbracciò comunque.
"Scusa.. io sto qui a
parlarti delle mie stupidaggini quando tu hai problemi veri.."
"Non sono stupidaggini,
Ginny" rispose Hermione "Spero solo che tutto torni alla
normalità, e che riusciremo finalmente a vivere la nostra vita come
due ragazze di diciassette e sedici anni qualunque"
"Quasi diciotto, per
te" sottolineò Ginny "sei proprio vecchia"
"Ehi!" esclamò
Hermione, tirandole un cuscino, che Ginny schivò al volo. Poi si
alzò dal letto.
"Perchè non chiamiamo
Ron e facciamo una partita a Quidditch? Facciamo voi due contro di
me, dai"
"Ma.." protestò
Hermione, mentre Ginny la costringeva ad alzarsi.
"Dai, vedrai che ci
divertiremo!"
*
La sera la signora Weasley
apparecchiò per molte persone, aiutata da Ginny ed Hermione.
"Dobbiamo cominciare a
riordinare la altre stanze" disse Molly "domani mattina. Si
fermeranno molte persone a dormire qui, avremmo bisogno di posto. I
signori Delacour dormiranno nella nostra stanza, ovvio, io e Arthur
in salone.. Fleur e la sorella staranno comode in camera di Percy,
lei è così piccola.. Bill e Charlie staranno bene in camera di
Bill, voi due e Ron ed Harry siete sistemati.."
"Percy non viene, vero
mamma?" chiese Ginny
"Non ha ancora risposto
all'invito" rispose lei "non credo si voglia perdere il
matrimonio di suo fratello, no? Verrà sicuramente"
Ginny alzò gli occhi al
cielo. Sapeva benissimo che Percy non sarebbe mai venuto, e
sinceramente lei era contenta così, solo che non voleva rovinare
l'umore alla mamma.
A cena vennero veramente
molte persone: c'erano Kingsley, Malocchio, Remus, Tonks, Bill,
Fleur, Fred, George, Hagrid e Mundungus Fletcher, che Ginny aveva
visto l'ultima volta a Grimmauld Place.
"Ehi sorellina, non ci
si vede da secoli!" la salutarono Fred e George.
"Combatti anche tu?"
"Purtroppo no"
rispose Ginny "dicono che sono troppo piccola.."
"Beh, hanno ragione"
rispose Fred "anche se, lo dico sempre, la taglia non è
garanzia di potenza"
"Vorrei vedere
Tu-Sai-Chi alle prese con le tue Fatture Orcovolanti!"
Ginny scoppiò a ridere.
"Secondo me sarebbe
quello il segreto per sconfiggerlo"
"Vi immaginate
Voldemort con un sacco di spiritelli attaccati in faccia?"
esclamò Ginny.
"Ginny, non dire quel
nome!" la rimproverò la madre.
"Già Ginny, esistono
nomi più appropriati per lui" disse George.
"Che ne dici di
Nasomonco?"
"O Invertebrato
Oscuro?"
A Ginny uscivano le lacrime
per le risate. Fred e George erano sempre gli stessi.
"Smettetela non siete
divertenti! E venite a tavola" li richiamò la signora Weasley.
I gemelli risposero con un saluto militare e si sedettero ai loro
posti. Ginny si sedette vicino ad Hermione e Bill. Le sue ferite non
erano cambiate affatto, ma ormai si era abituata a vederlo in quello
stato.
Dopo la cena cominciarono i
discorsi seri.
"Abbiamo un piano per
portare Harry qui da noi. Come sapete Harry è protetto a casa dei
suoi zii finchè è minorenne" disse Kingsley "quindi, il
piano è trasportarlo qualche giorno prima che compie diciassette
anni"
"Manca già poco tempo"
ringhiò Malocchio "dobbiamo sbrigarci"
Kingsley spiegò il piano:
prevedeva che sette persone si trasformassero in Harry con la Pozione
Polisucco. Sarebbero partiti da casa di Harry, tutti insieme e con
vari mezzi di trasporto che non prevedevano l'uso della bacchetta.
Ovviamente ogni Harry sarebbe stato scortato da un membro
dell'Ordine.
"L'idea dei sette Harry
Potter è stata di Mundungus" disse poi Kingsley.
"è un'idea geniale"
disse Tonks, con Lupin che annuiva.
"Ci servono ovviamente
sette volontari che si possano trasformare in Harry"
"Io direi che devono
farlo i più giovani" disse Malocchio Moody "così verranno
affiancati da un membro dell'Ordine più esperto"
Nessuno trovò nulla da
ribattere.
"E quali mezzi di
trasporto useremo?" chiese il signor Weasley.
"credo che le scope
siano le più adatte" disse George.
"Dovremmo trovare anche
altri mezzi, per chi non ha dimestichezza con le scope" rispose
Lupin
"Sfido a trovare una
scopa in grado di reggermi!" esclamò Hagrid.
"Intanto cercherei i
sei volontari pronti a trasformarsi in Potter!" abbaiò Moody.
Le mani di Hermione e Ron saettarono in aria, così come quelle di
George, Fred e Bill. Anche Tonks e Fleur si proposero subito.
"Bill, Ninfadora, voi
non vi trasformerete" disse Moody "ma scorterete uno dei
ragazzi"
"Ne manca uno però.
Sono solo cinque" notò Bill.
"Il sesto sarà
Mundungus" rispose Malocchio.
"i-i-io?" balbettò
Mundungus.
"Già, tu. E sarò io a
controllarti" disse Moody, minaccioso.
Finirono per definire i
dettagli del piano. Poi Molly servì il dolce e arrivò l'ora di
andarsene. Prima però di uscire, Tonks prese Ginny da parte.
"Ginny"
"Dimmi Tonks"
"Io e Remus ci
sposiamo!"
"Lo so questo, Tonks"
rispose Ginny.
"Domani"
Ginny rimase un attimo
sorpresa.
"Come domani? Dove..?"
"Non abbiamo invitato
nessuno, Ginny" disse Tonks "sarà una cerimonia molto
semplice, ci saranno solo i miei genitori. Il vestito, comunque, è
viola!"
Ginny l'abbracciò
"congratulazioni.."
"Dora! Dobbiamo andare"
la chiamò Lupin. Tonks fece un occhiolino a Ginny e uscì con il
marito.
Le dispiaceva non
partecipare al matrimonio di Remus e Tonks. Quel pensiero le fece
venire in mente un'altra persona che sarebbe stata dispiaciuta di non
essere presente alla cerimonia. Remus Lupin era il suo ultimo legame
con i suoi genitori. Anche Ginny aveva sentito qualche storia
sull'amicizia tra James Potter, Sirius, Remus e Codaliscia, ormai
servo di Voldemort. Harry le aveva raccontato qualcosa.
Harry. Tornava sempre in
mente.
Harry che l'aveva lasciata.
Harry che se ne andava. Harry, che non le permetteva di venire. Che
la voleva proteggere. Harry, che sarebbe sparito, per chissà quanto
tempo, a fare qualcosa di pericoloso. Non sapeva se poi lo avrebbe
rivisto.
Si nascose in camera sua,
con qualche scusa debole. Hermione non c'era, probabilmente era con
Ron a parlare della loro fuga. Già.
Non doveva essere
d'intralcio, per quanto le costasse fatica. Si stavano sacrificando
tutti. Bisognava solo pensare al bene per tutti. Accostare la propria
felicità, per provare ad avere un futuro migliore.
*
Ginny non aspettò Hermione
sveglia. Si era addormentata molto presto. Quando si svegliò trovò
l'amica vicino a lei, che dormiva nella sua brandina. Ginny si alzò
senza svegliarla e uscì dalla stanza. Quella mattina, la casa era un
po' più piena: Fred, George, Bill e Fleur erano rimasti a dormire.
La mamma aveva disposto le cose in modo che Bill e Fleur dormissero
separati. Era così all'antica: Ginny sapeva che come al solito
avevano passato la notte insieme, Bill aveva puntato la sveglia
mezz'ora prima di quella della madre ed era tornato nella sua
Smaterializzandosi, come al solito. Ginny lo aveva beccato spesso: la
camera del fratello era proprio sopra la sua e sentiva il 'Pop' della
Materializzazione.
Quando scese in cucina non
trovò solo la mamma, ma anche Ron, Fred, George e loro padre.
"Com'è tutti così
mattinieri?" chiese Ginny, ma tutti la ignorarono. A quanto pare
stavano discutendo seriamente.
"..voi siete fuori di
testa! Io ve lo proibisco" stava sibilando Molly Weasley.
"non puoi impedirci
niente, mamma. Se Ron, Hermione ed Harry lo vogliono fare sono affari
loro. Sono maggiorenni" le ricordò George.
"Harry ha sedici anni"
"Per qualche giorno"
le ricordò Ron.
"Non potete andarvene!
Dovete tornare a scuola! Arthur, fa qualcosa! Impedisci questa
follia" la signora Weasley si voltò verso il marito, che però,
aveva un'espressione dispiaciuta e decisa insieme.
"Molly, Ron ha fatto la
sua scelta. È grande ed è giusto che le faccia. Sappiamo tutti che
Harry avrà un ruolo particolare in tutta questa storia. È giusto
che Ron ed Hermione vogliano aiutarlo"
"Ma"
"No, Molly. Aiuterò
Ron"
Il dolore gli deformava la
faccia. Ginny aveva voglia di correre e stringerlo.
"No, no, no!" urlò
la signora Weasley "TI CHIUDERò A CHIAVE IN CAMERA SE
NECESSARIO, SONO TUA MADRE, NON PUOI FARLO.."
"Mamma.."
intervenne Ginny. La madre si voltò subito verso di lei, la prese
per un braccio e l'attirò a sè.
"Ginny diglielo tu che
non deve farlo, che deve rimanere anche per te"
"Mamma lui deve andare.
Harry ha bisogno di lui. Se potessi, andrei anche io"
"TU ANDRAI A SCUOLA O
RESTERAI IN QUESTA CASA, SEI MINORENNE"
"LO SO MAMMA!"
urlò Ginny, l'unica nella casa a riuscire a tener testa alle urla
della madre.
"Molly, io ho detto la
mia parola" disse Arthur, mentre le due donne si calmavano
"Fred, George, Ron, qual'è il vostro piano? Come copriremo
Ron?"
"Il demone" disse
Fred "Sarà lieto di aiutarci"
"Sarà lui Ron"
"Ron con la
Spruzzolosi"
"A parte che somiglia a
Ron anche senza.."
"Ehi!"
"Saliamo di sopra e
vediamo cosa fare" i due gemelli e il padre si
smaterializzarono.
"Ehm.. io credo che
prenderò le scale" disse Ron.
Molly si diresse verso il
giardino con passo deciso e con un brontolio che a Ginny parve
chiaramente un "Non sa ancora Smaterializzarsi e vuole salvare
il mondo! Roba da non credere".
Molly Weasley sarebbe stata
un vero osso duro.
*
Il giorno dell'arrivo di
Harry era sempre più vicino e Molly era sempre più nervosa.
Interrogava a sorpresa Ron ed Hermione, per avere anche un minimo
indizio sulla loro missione. Un giorno aveva provato a mettere alle
strette anche Ginny. Le aveva teso un trabocchetto mandandola a dare
il cibo alle galline, cosa che lei detestava. Avrebbe volentieri
avvelenato tutti quei maledetti polli. Forse era un istinto omicida
che le era rimasto quando Tom Riddle l'aveva costretta a strangolare
i galli di Hagrid. Le facevano semplicemente schifo, tutto qui.
"Ginny tra te e Harry..
c'è sempre stato qualcosa in più dell'amicizia, vero?"
Ecco, quella era una cosa
che le faceva preferire curare le galline.
"No, mamma.."
"Andiamo, certe cose
una mamma le capisce" le disse Molly, in tono dolce "lo so
che tra voi c'è sempre stato un legame speciale"
"Veramente fino a
qualche anno fa', io gli sbavavo dietro e non spiccicavo parola se
c'era lui, e lui non mi considerava" disse Ginny.
"Ma so che ora c'è
qualcosa, Ginny. Lo capisco" insistette lei "e sono così
contenta, sai. Quanto mi piacerebbe che lui entrasse effettivamente
nella famiglia. Sai, sarei contenta di un vostro futuro matrimonio.."
"Mamma.."
"Immagino che lui non
ti voglia abbandonare.."
"Mamma non è come
pensi. Smettila di dire queste cavolate" esclamò Ginny, nervosa
"non so cosa vuoi farmi dire, ma io non so nulla! Lasciami in
pace"
"Eh no, voi dovete
finirla, non potrete nascondervi per sempre!"
"Siamo grandi, lo vuoi
capire?! Ci devi lasciare in pace! Papà lo ha accettato! Io l'ho
accettato! Lo abbiamo accettato tutti! Rassegnati!"
"NON MI POSSO
RASSEGNARE!" urlò Molly "SONO VOSTRA MADRE, NON POSSO
LASCIARE CHE ANCHE UNO SOLO DEI MIEI FIGLI VADA VERSO LA MORTE CERTA"
"Non puoi tenerci sotto
le tue ali per sempre, mamma!" esclamò Ginny "Stiamo
lottando per il futuro, per il nostro e per quello delle future
generazioni, lo vuoi capire?"
"Ci sono persone più
grandi, più esperte, che possono occuparsi di quello che deve fare
Harry, non deve essere per forza lui con Ron ed Hermione."
Ginny scosse la testa
"Mamma.. è sempre stato così. Deve essere lui. Non.. non
sarebbe Harry, altrimenti.. "
"Ma.."
"Io me ne vado"
tagliò Ginny. Buttò il sacco con il cibo delle galline a terra e
tornò verso la Tana, lasciando la mamma da sola.
I giorni seguenti, comunque,
la mamma non demordeva, ma aveva capito che neanche Ginny era stata
informata del piano del Trio, quindi l'aveva lasciata perdere.
"Mamma sta diventando
insopportabile" commentò Ron "non lo accetterà mai"
"Beh, sarà costretta a
farlo, no? Come tutti" ribattè Ginny, un po' acida.
"Non c'è bisogno di
farci sentire in colpa. Ci pensa già tua madre" le aveva detto
Hermione, una volta sole in camera.
"Scusa. A volte non so
cosa mi prende" disse Ginny.
"Lo so. So che è
difficile per voi lasciarci andare.. ma anche per noi è difficile
lasciarvi e non dirvi tutta la verità"
"Abbiamo solo paura"
disse Ginny "paura che vi succeda qualcosa e che noi saremo qui
a casa, come al solito, impotenti, ad aspettare le persone che amiamo
senza avere la possibilità di fare qualcosa di concreto per loro.
Come domani, per l'arrivo di Harry"
"Ginny" mormorò
Hermione "l'avere qualcuno che ti aspetta a casa è una forza in
più per arrivare prima. Lo dice sempre la mia mamma. Guardare la
finestra e vedere la luce sempre accesa, mette forza e speranza in
colui che è costretto a starvi lontano"
*
Il giorno era arrivato. Si
sarebbero incontrati tutti alla Tana. Poi, si sarebbero
Smaterializzati tutti in sei luoghi diversi, dove avrebbero preso i
mezzi (scope e Thestral) per arrivare a Privet Drive. Hagrid si
sarebbe mosso direttamente dalla Tana, con una moto volante a due
posti.
Molly e Ginny avrebbero
aspettato a casa, da sole.
"Siate prudenti"
si raccomandò la signora Weasely.
"Tranquilli! Torneremo
tutti interi" esclamò Fred.
Partirono tutti. Alla madre
e la figlia non rimaneva che aspettare i rispettivi amori, i
fratelli, i figli, gli amici..
Erano tutte e due agitate,
come è ovvio, ma nessuna delle due voleva darlo a vedere. Ginny non
parlava tanto, mentre Molly non faceva che chiacchierare, quasi da
sola.
"Sai, Ginny, pensavo di
fare lo stufato per stasera che ne pensi? Forse fa troppo caldo, non
so, devo fare una cosa veloce per tante persone..."
".. ho chiamato i
fiorai ed è tutto a posto per i fiori! Fleur è molto organizzata e
precisa su cosa vuole, il suo matrimonio sarà tutto bianco e oro,
vogliamo milioni di rose bianche, sarà splendido, tesoro.."
"Hai piegato la
biancheria Ginny? E il letto per Harry è rifatto?"
"Ginny, tesoro, uno di
questi giorni dobbiamo andare a fare la prova per il vestito con
Fleur, la madre e la sorellina, è già tardissimo.."
Quello, era un pensiero che
la distraeva un po' dal presente. L'idea di una bella gita con Flebo,
Flebo senior e Flebo
mini non l'entusiasmava affatto.
Si
rannicchiò su una sedia. Aspettare la innervosiva. Avrebbe preferito
essere fuori a combattere. Era preoccupatissima.
"Ginny"
era sua madre, che le passava un braccio intorno alle spalle, con
dolcezza "se la caveranno. Mi fido di loro"
Era
strano, di solito era lei a rassicurare sua madre, negli ultimi
tempi.
Molly
prese un pettine di legno, a denti larghi e cominciò a pettinare i
lunghi capelli della figlia, che erano già senza nodi. Essere
pettinata in quel modo delicato la rilassava. Rilassava Ginny e anche
sua madre.
"Sai
Ginny" mormorò lei "Sono tempi difficili. Ti faranno
diventare grande più in fretta di quello che avrei voluto per te.
Stai diventando una donna forte Ginny. Più forte di me"
"Non
è vero mamma"
"Sì,
Ginny. Sono così orgogliosa di te"
La mamma
posò il pettine e l'abbracciò.
"Non
piangere" disse Ginny.
"Non
lo farò" rispose la madre.
"Sai,
dovremmo farlo più spesso" disse Ginny, con un sorriso "invece
di litigare"
Anche la
mamma sorrise "Sono d'accordo con te"
Una luce
sconvolse la calma. Le due donne si alzarono di scatto, per andare a
vedere cos'era.
Una
vecchia lattina arrugginita era apparsa in giardino.
"è
una delle passaporte" esclamò Ginny "ma non c'è nessuno"
"è
quella di Ron e Tonks" sussurrò Molly "erano loro i primi"
Molly
tremò.
"Avranno
avuto un contrattempo" disse Ginny "Chi.. chi sono i
prossimi?"
"Papà
e Fred"
La mamma
tornò dentro casa. Ginny la seguì.
"Quanto
tempo è passato?"
"Un'ora.
Era stabilito così" mormorò Molly "La pozione Polisucco
dura un'ora, solitamente. Considerando che si saranno presi almeno un
quarto d'ora per parlare con Harry, un'ora era più che abbondante
per arrivare qui"
"Avranno
perso tempo in qualche modo, mamma" tentò Ginny, per
rassicurarla "un'ora non è niente, in fondo. Vedrai,
arriveranno il prima possibile"
Un'altra
luce illuminò in giardino e le due corsero di nuovo fuori. Era una
vecchia scarpa da tennis sporca, buttata sul prato. Fuori, solo i
grilli, che cantavano senza sosta.
"Forse
un'ora era veramente troppo poco" mormorò Molly "Forse è
per questo..perchè non è possibile.. il piano era sicuro"
"Sì,
mamma, era un piano perfetto, nessuno poteva immaginarselo.."
Ginny lo
diceva anche a sè stessa. Non voleva credere che qualcuno avesse
cantato. Non voleva neanche immaginare che fosse successeo qualcosa
di male a qualcuno di loro.
Dovevano
solo aspettare. Ancora.
"Rientriamo
dentro. Fa freddo" disse secca sua madre. Lei obbedì. Era una
bellissima serata senza un filo di vento, reduce di una giornata
afosa. Ma Ginny aveva comunque la pelle d'oca. Le sarebbe piaciuto
salire di sopra a prendere un maglione, ma l'idea di abbandonare la
cucina le sembrava sbagliata, e da un lato la terrorizzava.
Doveva
restare lì.
Non
chiese alla mamma chi erano i prossimi. Meglio non saperlo.
Altra
luce, molto più forte delle altre due, questa volta accompagnata da
più rumore.
Ginny
gridò. Si accorse che lo fece anche sua madre. C'era qualcuno in
giardino.
Nuovo
scatto, nuova corsa. Era arrivato davvero qualcuno.
Erano
Harry (o almeno credeva fosse veramente lui) e Hagrid.
"Harry!
Harry! Sei veramente tu? Cos'è successo? Dove sono gli altri?"
gridò la signora Weasley.
"Come
sarebbe? Gli altri ancora non sono qui?" chiese Harry, alzandosi
barcollando e lanciando per terra una piccola spazzolina d'argento,
che doveva essere la Passaporta.
"I
Mangiamorte ci stavano aspettando" disse Harry "ci hanno
attaccato quasi subito. Lo sapevano.. e non so cosa è successo agli
altri, io.. io.. mi dispiace, ci hanno inseguito in quattro, ma siamo
riusciti a fuggire e poi ci ha raggiunto Voldemort"
La mamma
era bianca come uno straccio.
"Per
fortuna state bene, voi" disse, con voce atona, ma strinse Harry
in un abbraccio caloroso.
"Molly..
per favore, avresti del Brandy?" chiese Hagrid. La signora
Weasley entrò in cucina. Ginny sapeva che stava facendo un enorme
sforzo per trattennere le lacrime.
Harry
guardò Ginny.
"Dovevano
arrivare prima Ron, Tonks, papà e Fred ma sono arrivate solo le loro
passaporte" disse Ginny "tu e Hagrid dovevate essere i
terzi. Ora dovrebbero arrivare Lupin e George, tra qualche minuto"
Ginny
guardò Harry: era stanco, distrutto, sporco. Sembrava proprio reduce
da una brutta battaglia. E il suo sguardo perso e preoccupato non
migliorava di certo il quadro. Lei, che ormai sapeva vedere dietro a
quelle iridi verdi, vedeva il cuore gonfio e sofferente di un ragazzo
che ne aveva passate troppe.
La
signora Weasley ritornò con il liquore per Hagrid, che si attaccò
direttamente alla bottiglia.
"Mamma!"
gridò all'improvviso Ginny: un'altra luce si era illuminata nel
buio, diventando sempre più grande. Erano George e Lupin.
Ma non
andava bene, no, non andava affatto bene, Ginny lo aveva visto
subito: Lupin sorreggeva suo fratello, che era bianchissimo e aveva
gli occhi chiusi, la maglietta e un lato della testa inondati
mostruosamente di sangue che continuava a colare copiosamente, da un
punto che Ginny non riusciva a definire.
Harry
scattò in avanti prima che lo facesse lei, e aiutò Lupin a portare
George in casa. Quando furono in casa Ginny fu costretta a trattenere
il fiato.
A suo
fratello mancava un orecchio.
Sulla
testa c'era un foro.
Solo un
foro.
La madre
si era subito chinata sulla testa del figlio, con la bacchetta in
mano. Non tremava e gli occhi erano solo per il suo bambino.
Sua
mamma aveva sempre curato tutte le loro ferite.
Era
bravissima in questo.
Ce
l'avrebbe fatta, come al solito.
Dietro
di lei sentì qualcuno che si allontava, che veniva trascinato, forse
in cucina, ma si inginocchiò vicino a George e gli pulì un po' di
sangue dal viso, mentre la madre faceva incantesimi che Ginny
conosceva bene, li aveva usati tante volet con loro, ma a volte
mormorava parole che non aveva mai udito, da suono misterioso e
antico.
"Ehi,
mollalo!" era Hagrid. Aveva lasciato lì la bottiglia di brandy.
L'odore del liquore e quello del sangue si erano mischiati in uno
strano miscuglio.
Di là
si sentivano frasi e sballottamenti.
"Ecco
qui.. ho fermato il sangue.." mormorò Molly.
"E..
l'orecchio?" chiese Ginny.
"Non
posso farglielo ricrescere.. questa è Magia Oscura"
Con la
bacchetta, aspirò tutto il sangue sulla faccia di George.
"Aiutami
Ginny, lo sistemiamo meglio" Ginny lo prese per le gambe e aiutò
la mamma a metterlo più comodo sul vecchio divano. La mamma fece
apparire un cuscino e glielo mise con delicatezza sotto la testa.
"Cosa
diavolo credevi di fare, eh?" era ancora Hagrid, che urlava in
cucina. Poi si sentì il rumore di legno spezzato.
"Hagrid
avrà tentato di sedersi" disse Molly.
Ginny
accarezzò il volto del fratello.
"Sai
forse avrà bisogno di una coperta" disse la madre e ne fece
apparire una che adagiò sul figlio "e di una Pozione
Rimpolpante, quando si sveglierà, doverei averne una piccola scorta,
le avevo preparate in anticipo, non sono difficili"
Altre
voci si unirono a quelle di Harry, Hagrid e Lupin in cucina.
"Sono
arrivati Kingsley ed Hermione" disse Ginny.
"Spero
che stanno bene, tutti e due" disse Molly. Ginny percepì il
tremolio di ansia nella sua voce, dovuto all'assenza di gran parte
della sua famiglia.
Entrò
Harry in salotto.
"Come
sta?" chiese.
"è
stato tagliato con la Magia Oscura, non posso farlo ricrescere. Ma ho
fermato l'emorragia. Poteva andare peggio" rispose la signora
Weasley.
"Erano
Kingsley ed Hermione?" gli chiese Ginny.
"Sì"
"Meno
male. Almeno loro, sono arrivati"
I loro
sguardi si incrociarono. Avrebbe voluto buttarsi tra le sue braccia e
farsi stringere, nonostante la presenza di sua madre. Dalla cucina si
sentì un gran rumore.
"Togliti
di mezzo Kingsley, fammi vedere subito mio figlio, se ci tieni alla
pelle"
Suo
padre urlava fuori di sè. Irruppe con violenza in salotto, pallido,
sudato, stravolto, con Fred alle sue spalle, bianco, ma entrambi
illesi.
"Oh
Arthur!" urlò Molly e scoppiò in singhiozzi.
Il
signor Weasley si accasciò vicino a George. Fred guardava il gemello
con sguardo incredulo e terrorizzato. Ginny non aveva mai visto Fred
in quelle condizioni.
George
si mosse.
"Come
ti senti, Georgie?" sussurrò la signora Weasley,
accarezzandolo.
"Romano"
rispose lui in un mormorio.
L'espressione
di Fred e quella di Ginny divennero terrorizzate nello stesso
momento. Cosa voleva dire?
"H-ha
avuto qualche danno al cervello?" balbettò Fred.
"Romano"
ripetè George, aprendo gli occhi "Dai, Fred, romano.. come il
foro. Hai capito? E poi sarei io quello con i danni al cervello"
Tutti
ripresero un po' di colorito.
"Tra
tutte le battute che esistono sulle orecchie scegli proprio la più
schifosa? Sei patetico" esclamò Fred. Molly ricominciò a
singhiozzare.
"Dai
mamma, almeno ora potrai distinguerci" disse George, cercando di
sorridere "ciao Harry. Sei quello vero?" chiese rivoltò ad
Harry.
"Sì"
rispose Harry.
"Beh,
perlomeno ti abbiamo portato tutto intero. Gli altri dove sono?"
"Non
sono ancora tornati, George" rispose la madre. Il sorriso del
ragazzo svanì.
Ginny
vide Harry farle un cenno. Lo seguì fuori.
"Non
capisco perchè Tonks e Ron non arrivano, dovrebbero essere da zia
Muriel, non abita lontano da qui" disse lei. Harry non rispose.
Ginny sapeva che provava paura, come la provava lei.
Gli
strinse la mano. Anche Hagrid, Kingsley, Lupin ed Hermione erano in
giardino. Si unirono a loro, in attesa.
Poi,
apparve una scopa sopra di loro.
"Eccoli!"
strillò Hermione.
Erano
Tonks e Ron. Lei scese per prima, e si buttò tra le braccia di
Lupin. Lui scese zoppicando, era pallido quanto George, stordito.
"State
bene" borbottò ed Hermione gli si lanciò addosso,
stritolandolo in un abbraccio.
"Credevo..
credevo" balbettò sul suo petto.
"Sto
benissimo" disse lui, battendole dei colpetti sulla schiena.
"Ron
è stato straordinario, ha Schiantato un Mangiamorte, dalla scopa,
dritto in testa, una cosa praticamente impossibile.."
"Sul
serio?" esclamò Hermione, con ancora le braccia attorno al suo
collo.
"Sempre
questo tono sorpreso" si lagnò lui e si liberò dall'abbraccio
bruscamente, lasciando Hermione avvilita "Siamo gli ultimi?"
"Mancano
Bill e Fleur e Mundungus e Malocchio" rispose Ginny "Vado a
dire a mamma e papà che stai bene, Ron.."
Corse
dentro più in fretta che poteva.
"Mamma!
Papà" urlò "Ron è Tonks sono arrivati e stanno bene!"
"Sia
ringraziato il cielo" esclamò la mamma, con il volto più
sollevato. Il marito l'abbracciò.
"Tonks
dice che è stato un grande in battaglia" sottolineò Ginny.
"E
bravo il piccolo Ronnie" disse Fred "si è ripreso da
quando gli ho trasformato il suo orsacchiotto in un ragno, eh? E tu
mamma che dicevi che sarebbe rimasto traumatizzato a vita"
La madre
gli diede uno scappellotto ma sorrise.
"Andiamo
a salutarlo" disse Arthur e di diressero verso il giardino,
seguiti da Ginny.
Quando
videro Ron lo abbracciarono.
"Grazie
per i nostri figli" dissero, rivolti a Remus e Tonks.
"Non
essere sciocca, Molly" rispose Tonks.
"Come
sta George?" chiese Lupin.
"Perchè,
cos'ha?"chiese Ron, allarmato.
"Ha
perso.."
Ma la
frase fu interrotta da un grido: era apparso un Thestral, con Bill e
Fleur sul suo dorso.
"Oh
Bill, stai bene!" urlò la signora Weasley. Corse verso di lui,
ma il figlio l'abbracciò senza calore.
"Malocchio
è morto" annunciò. Fleur annuì, con il volto coperto di
lacrime. Calò il gelo tra tutti.
"Lo
abbiamo visto" continuò Bill "è successo quasi subito,
lui e Mundungus erano vicino a noi. Voldemort ha puntato dritto
contro di loro, e sa anche volare, Mundungus si è fatto prendere dal
panico, Malocchio ha cercato di fermarlo ma lui si è
Smaterializzato..e.. Voldemort ha colpito Malocchio e lui.. lui è
morto. Non abbiamo potuto fare niente, li avevamo addosso.."
"è
ovvio che non potevate" cercò di tranquillizzarlo Lupin. Ginny
non poteva crederci: Malocchio Moody, il famoso Auror, così
coraggioso, morto..
Rientrarono
tutti in salotto dove c'erano Fred e George, che ridevano insieme sul
divano.
"Che
c'è?" chiese Fred, vedendoli entrare con le facce scure
"chi..?"
"Malocchio"
rispose il padre "morto"
Entrambi
avevano un'espressione spaventata in volto. Tonks si sedette su una
sedia in un angolo, a piangere: tutti sapevano che Malocchio era
stato il suo mentore, e gli era molto affezionata. Ginny lo sapeva,
ogni volta che ne parlava le brillavano gli occhi, lei era la sua
protetta. Bill distribuì dei bicchierini di Whisky Incendiario a
tutti coloro che avevano partecipato alla missione.
"A
Malocchio" disse e tutti bevvero il liquido ambrato. Dopo aver
bevuto tutti avevano un colorito più roseo.
"Dicevi
che Mundungus è scappato?" chiese Lupin, appoggiando il
bicchiere vuoto sul tavolo.
"Sì"
rispose Bill "ma so cosa state pensando, ma Mundungus non può
averci tradito. Se vi ricordate è stato proprio Mundungus a
suggerirci l'idea dei sette Harry, e i Mangiamorte non ne sapevano
niente, anzi, quando hanno visto che eravamo così tanti erano
confusi. Se fosse stato Mundungus a fare la spia, perchè non avrebbe
rivelato la parte fondamentale del piano? È scappato perchè si è
spaventato alla vista di Voldemort, tutto qui, lui non voleva venire
dall'inizio"
"Voi-Sapete-Chi
si è comportato come Malocchio aveva previsto, pensava che Harry
viaggiasse con gli Aurur più esperti, si è gettato subito su
Malocchio, poi su Kingsley.." disse Tonks, che ormai aveva
distrutto il fazzolettino che aveva in mano. Ginny le diede il suo
pacchetto.
"Grazie
Ginny, sei un tesoro" sussurrò lei, con un debole sorriso.
"Qualcuno
ha rivelato la data a un estraneo, comunque, come fascevano a
sapere che avremmo spostato Arrì questa notte?" chiese
Fleur. Scrutò tutti torva. Ginny non riusciva a credere che tra loro
ci fosse un traditore. Chi di loro avrebbe mai venduto Harry a
Voldemort? I singhiozzi di Hagrid infrangevano il silenzio che si era
creato.
"No"
esclamò il Mezzogigante con forza "se..se qualcuno ha detto
qualcosa.. se lo è lasciato sfuggire, ecco. Non è colpa sua"
"Dobbiamo
fidarci l'uno con l'altro.. io mi fido di tutti voi. Nessuno in
questa stanza mi venderebbe mai a Voldemort" intervenne Harry,
guardandoli tutti.
"Ben
detto Harry!" esclamò Fred.
Bill e
Lupin uscirono, dopo una breve discussione con la signora Weasley,
per recuperare il corpo di Malocchio, o quello che ne era rimasto,
almeno. Ginny si buttò su una poltrona, insieme a tutti gli altri:
all'improvviso, si sentiva come dopo un allenamento di Quidditch di
otto ore.
L'unico
in piedi, era Harry.
"Dovrei
andare con loro" disse, riferendosi a Lupin e Bill.
Ovviamente
venne bloccato da tutti, con parole ragionevoli. Ginny vedeva Harry:
era frustrato e si sentiva terribilmente in colpa e tutte quelle
parole, su cosa Malocchio avrebbe voluto o non voluto, non facevano
altro che farlo stare peggio.
Ginny
avrebbe voluto confortarlo ma non poteva farlo. Pensava che Harry
avesse bisogno solo di riprendersi.
Uscì
fuori in giardino a prendersi una boccata d'aria.
"Povero
Harry" mormorò Hermione, che era vicino a Ginny.
"Vai
da lui" le disse Ginny "ha bisogno di te e Ron. Solo voi
due potete fare qualcosa per lui in questo momento"
Hermione
annuì. Fece un cenno a Ron e lui capì al volo. Si alzarono entrambi
ed uscirono. Nessuno li fermò.
"Ehi
Ginny, che ne pensi? Sono ancora più bello di Fred?" le chiese
George.
"Non
credo proprio, Forge" disse Fred.
Ginny
sorrise "Sicuramente sei più bello di prima" rispose lei.
"Visto
Fred? Questo vuol dire che sono più bello di te!"
"Non
dire cavolate.."
Bill e
Lupin tardarono a tornare. Rientrarono Harry, Ron ed Hermione.
"Ragazzi,
Ginny, andate a dormire, è meglio" disse Arthur. Tonks si era
addormentata sul divano, insieme a Fleur.
"Sì
è meglio andare" disse Hermione. Anche Fred e George si unirono
a loro. Ron aiutò Fred a trasportare George, che non aveva molte
forze per la notevole perdita di sangue. In camera Hermione raccontò
a Ginny della battaglia.
"Non
lo avevo mai visto Ginny" le disse, con voce tremante
"Voldemort. È stato su di noi poco, ha capito subito che non
ero io Harry. È spaventoso Ginny. È la paura in persona. Ti auguro
di non trovartelo mai davanti Ginny.. io.."
Ginny
l'abbracciò.
"Hermione,
hai bisogno di dormire. Tutti ne abbiamo bisogno. Svuota la mente e
dormi"
Hermione
si sdraiò sotto le lenzuole.
"Certe
immagini non spariranno tanto facilmente da davanti ai miei occhi"
mormorò Hermione.
Ginny
spense la luce ma ci mise un po' per addormentarsi. Sentiva che
l'amica era sveglia vicino a lei, ma non parlarono. Il dolce cantare
dei grilli la cullò per qualche ora, fino a che cedette alla
stanchezza e si addormentò. Era sicura che Hermione avrebbe chiuso
gli occhi solo quando i grilli sarebbero stati sostituiti dalle
cicale.
Angolo Autrice
Questo capitolo non mi convince tantissimo.. spero che però a voi piaccia!
Il
prossimo capitolo è in fase di stesura, ma vi avverto che potrei
dividerlo in due, non sono sicura.. vorrei che il capitolo del
matrimonio sia separato da quello dei preperativi.. vedremo cosa uscirà
fuori!
Alla prossima, e.. recensite numerosi!
Baci
Marty
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Capitolo 61 *** Diventare Adulti ***
cap 61 nvu
Diventare Adulti
L'arrivo di Harry scatenò
ancora di più la signora Weasley nel disperato tentativo di scoprire
cosa avevano in mente lui, Ron ed Hermione e di dissuaderli da
qualunque idea fosse. Voleva a tutti costi che ritornassero a scuola,
al sicuro, a completare la loro istruzione magica. Visto che aveva
passato settimane ad attaccare solo Ron, Hermione e Ginny, ora
dedicava la maggior parte del tempo ad assediare Harry. Ma neanche
Harry rivelò nulla, così Molly Weasley archittettò un nuovo piano
che consisteva nel tenere i tre ragazzi separati il maggior tempo
possibile. Guardando la tenacia di sua madre, Ginny cominciava a
pensare che in realtà si assomigliavano molto più di quanto aveva
mai creduto.
"La mamma è convinta
che tenendovi separati e impedendovi di tramare qualcosa riuscirà a
ritardare la vostra partenza" disse una sera Ginny ad Harry,
mentre apparecchiavano la tavola.
"E cosa crede che
qualcun altro ucciderà Voldemort, mentre noi siamo qui a mettere le
posate e preparare biscotti?" borbottò lui.
Ginny si sentì per un
momento senz'aria e il suo cuore perse un colpo. Harry si voltò
verso di lei, preoccupato. Evidentemente non lo voleva dire.
"Allora è questo?"
sussurrò "è davvero questo che
vuoi fare?" sussurrò.
"Io..
stavo scherzando, Ginny" rispose lui in fretta.
Non è vero,
pensò lei. Si guardarono. Era da tanto che non erano da soli, a così
stretto contatto.
Da
Hogwarts, dal parco. Da quegli ultimi giorni di baci, carezze e
risate. Di pace.
Sobbalzò
all'arrivo di suo padre, Bill e Kingsley. Cominciò a piegare i
tovagliolini di carta, allantonandosi in fretta da Harry, con gli
occhi fissi sul tavolo. Harry si era messo a parlare con suo padre. A
cena, ovviamente, si trovò a fianco a lui. Erano troppi per la loro
tavola ed erano fastidiosamente stretti. Nonostante il poco spazio,
Harry non la sfiorò mai. Ginny sapeva bene che in quel momento se
solo si fossero sfiorati con il gomito starebbe stata bene. Ma era
grata ad Harry che non lo avesse fatto.
Dopo il
pranzo sua madre li mise subito a lavoro e questa volta la tenne
lontana da Harry, che era stato mandato fuori a dare da mangiare alle
galline. Ginny doveva ancora trovare un modo per farle sparire senza
dover ricorrere alle vecchie abitudine di Tom Riddle.
"Io
mamma cosa devo fare?" chiese Ginny, con voce annoiata.
"Tu
vieni con me, Fleur ci deve far vedere i modelli degli abiti da
damigelle"
"Ma,
no dovevamo andare a Diagon Alley?" chiese dubbiosa Ginny.
"è
un po' pericoloso, Ginny cara" rispose Molly "Fleur ha
ordinato i modelli e sono arrivati direttamente qui. Li sistemerò io
e la madre di Fleur, per farveli stare su misura"
Andarono
nella vecchia camera di Percy. Ginny pensò che non ci entrava da
secoli. Era sempre stata piuttosto buia e polverosa, piena zeppa di
libri noiosi. Quando aprì la porta si rese conto di quanto le cose
fossero cambiate: Percy aveva portato via tutte le sue cose quando se
ne era andato, libri compresi, e la camera sembrava più spaziosa e
luminosa. La camera era ora invasa da una miriade di prodotti di
bellezza (visto che Ginny aveva tassivamente vietato a Fleur, l'anno
prima, di metterli in bagno) dai trucchi ai profumi, di scarpe e
borse e l'aria sapeva di rose e orchidee, il profumo di Fleur.
"Oh
eccovi qui!" trillò la ragazza. Le trascinò dentro e chiuse la
porta.
"Non
sciè la tua amica 'Ermiòn? Lei può vedere il vestito
prima, se vuole.."
"Oh,
Hermione sta rassettando la mia camera, voleva tanto aiutare"
disse Molly "tra poco vado a darle una mano, volevo prendere le
misure di Ginny, per vedere se c'è qualche cosa da sistemare"
Sia
Fleur che Molly avevano un'espressione entusiasta. Ginny un po' meno.
"Beh,
dove sono questi vestiti?" chiese.
Fleur
saltellò fino all'armadio e tirò fuori un lungo abito, coperto da
un telo bianco. Sua madre tolse il velo con la bacchetta e mostrò
l'abito a sua figlia.
Ginny
dovette ammettere che Fleur aveva veramente buon gusto. Il vestito
che aveva scelto per lei era molto bello: era lungo fino al
ginocchio, con delle bretelline sottili ed una scollatura profonda.
Era fatto di seta d'oro pallido.
"Provalo"
esclamò Fleur. Ginny si tolse la vecchia t-shirt di Fred e i suoi
jeans per mettere quella meraviglia. E le stava bene. Veramente molto
bene. Lo leggeva negli occhi luccicanti di Fleur e sua madre. Sapeva
che entro pochi secondi sarebbero partiti gli urletti, e infatti così
accadde.
"Oh
la mia piccola Ginny!" singhiozzò sua madre, ad un volume molto
elevato "Sei così bella.. così grande..e.."
Ginny si
guardò allo specchio. Sì, effettivamente le stava benissimo.
"Oh,
sapevo che ti sarebbe stato bene!" cinguettò Fleur "ora
dobbiamo solo sistemare i capelli.. io direi sciolti, ma un po'
mossi.."
"E
le scarpe?" chiese la signora Weasley.
Fleur
prese una scatola bianca dall'armadio e l'aprì. Dentro c'erano dei
sandali dorati, molto luccicanti, con il tacco un po' alto.
"Non
sono un problema i tacchi, vero Jinnì?" chiese Fleur.
"No,
li so portare" rispose Ginny. Si sfilò le sue scarpe e indossò
quelle che le porgeva Fleur e fece qualche passo.
"Sì,
non li dobbiamo abbassare" disse Fleur "sei capasce
a camminarsci" sembrava quasi incredula.
Ginny
aveva voglia di risponderle male ma si trattenne. Dopotutto mancava
poco al matrimonio, doveva essere gentile solo per un altro paio di
giorni.
Ginny si
guardava ancora allo specchio. Era raro che avesse dei vestiti così
belli, e guardarsi vestita così le faceva un certo effetto.. chissà
come l'avrebbe trovata Harry..
All'improvviso
si sentiva a disagio, come se il vestito le andasse stretto. Doveva
toglierlo e anche subito.
"..Gabrielle
avrà un modello simile, ma sonsa la scollatura.." stava
dicendo Fleur alla signora Weasley.
Faceva
caldo.
"Posso
toglierlo?" esclamò all'improvviso Ginny. Senza aspettare
risposte si tolse in fretta il vestito e lo riconsegnò a Fleur, per
poi infilarsi i suoi abiti normali. Se ne andò via dalla camera,
senza sentire sua madre che le ordinava di fare qualcosa come al
solito. Si chiuse in fretta in bagno, girando due volte la chiave
nella serratura.
Lei e
Harry non stavano insieme. L'aveva lasciata per intraprendere la
missione più pericolosa che fosse mai esistita.
Vedersi
vestita da damigella la faceva pensare ad un altro matrimonio.
Uno al
quale non aveva ancora partecipato.
Il suo.
Il loro.
I fiori,
il giardino, lo champagne, il riso, i confetti, il bianco le
comparvero in mente. La musica, le risate, il blu, il vecchio, le
scarpe, lei, il suo sorriso, il suo velo e lui, il suo lui, che
l'aspettava, che le sorrideva, che aveva le stesse iridi verdi di
Harry.
Lei ed
Harry. In procinto di unirsi per sempre.
Sarebbe
accaduto tutto ciò?
Ginny
non aveva mai avuto grandi fantasie sul suo matrimonio. In realtà,
non ci aveva mai pensato. Ora, invece, l'immagine di lei, vestita di
bianco le si era fissata nella mente.
Avrebbero
avuto questa possibilità, lei ed Harry?
Lo
voleva. Forse era troppo giovane, forse era la guerra che la spingeva
ad essere più grande e a fare pensieri troppo grandi per lei, ma lei
voleva lui, lui e nessun altro. Per sempre.
Sapeva
che lui se ne sarebbe andato. Non voleva trattenerlo. Ma voleva avere
la certezza che sarebbe stata sua, e di nessun altro, per sempre.
Forse
sapeva cosa doveva fare. Si guardò allo specchio e deglutì.
All'improvviso si sentiva piccolissima.
"GINNY,
NON AVEVI DETTO CHE VOLEVI DARMI UNA MANO?! DOVE SEI FINITA!?"
lo
sbraitare di sua madre la fece trasalire. In un secondo, girò al
contrario la chiave e scappò giù in cucina, come una bambina
obbediente.
*
Ginny
non voleva parlare con nessuno della sua idea. Sapeva che chiunque,
anche la sua migliore amica, avrebbe disapprovato, quindi voleva
evitare di parlarne. Non voleva che qualcuno cercasse di dissuaderla,
o le mettesse strani pensieri in testa, o paure assurde. Era
pienamente consapevole di quello che faceva. Cioè, di quello che
voleva fare. Ed era più che decisa.
Tutti e
quattro i ragazzi andarono a letto presto, quella sera. I signori
Delacour e la piccola Gabrielle, per i quali avevano lucidato la
casa, non senza proteste, arrivavano l'indomai mattina e loro avevano
lavorato tutto il giorno, e la signora Weasley già li aveva avvisati
che ci sarebbe stato molto da fare anche la mattina prima che
arrivassero i tre ospiti.
"Ma
perchè non sono andati in albergo?" borbottò Ron, beccandosi
un sonoro scalpellotto dalla madre.
"Se
vi azzardate a farmi fare una brutta figura passerete l'estate più
brutta della vostra vita" sibilò la signora Weasley contro i
due figli, ma in realtà rivolta anche ai figli più grandi, assenti.
Ginny e Ron evitarono accuratamente di risponderle. Ginny si ritirò
in camera sua poco prima dell'amica. Aprì il cassetto della
biancheria e la osservò con cura. Altra cosa su cui non si era mai
soffermata a guardare più di tanto. Di solito era sua madre a
comprarle reggiseni e mutandine e si accorse che tutta la sua
biancheria era estremamente ordinaria e semplice. Aveva bisogno di
qualcosa di più femminile, assolutamente. Di quel tipo di cose che
metti solo in determinate occasioni..
"Non
ti avevo vista salire" disse Hermione, entrando in camera.
"Mmm,
sì, sono stanca morta" disse Ginny, chiudendo il cassetto. Si
lanciò direttamente sul suo letto, sprofondando la testa nel
cuscino.
"Tua
madre ha detto di puntare la sveglia alle sette e trenta" disse
Hermione.
"Non
mi sveglierò mai a quell'ora" gemette Ginny.
"Devi
per forza" rispose Hermione con dolcezza "oltretutto
dobbiamo anche organizzarci per il compleanno di Harry, che è
dopodomani. Dopotutto, diciassette anni sono importanti.."
Ginny
annuì.
"Cosa
pensavi di regalargli?" chiese Hermione.
Ginny
scrollò le spalle, improvvisamente ammutolita.
"Io
ho comprato, prima di venire uno Spioscopio" continuò la
ragazza "sai, quello che aveva prima era un po' malandato e poi,
nella nostra missione, potrà esserci utile.."
"Io
ho deciso di farlo. Con lui" esclamò Ginny, tutto d'un fiato.
Hermione rimase un attimo di stucco.
"Cosa,
scusa?" fece, dopo un momento.
"Hai
capito!" esclamò Ginny.
"Ginny,
non credo che.."
"Voglio
fare qualcosa che mi leghi a lui. Per sempre" disse Ginny, con
forza "non so se.. se io e lui potremo mai finire con lo
sposarci, Hermione. Ma io in questo momento so che non voglio
altri che lui! Ora.. o mai più, no?"
Hermione
sospirò "Sai, nella Prima Guerra molti ragazzi hanno ragionato
in questo identico modo. Guarda i tuoi genitori o quelli di Harry: si
sono sposati tutti a quanti anni? Diciannove, venti? Più o meno la
nostra età. È la Guerra che fa fare queste scelte avventate, le
persone hanno paura di non avere abbastanza tempo. Ma Ginny, non si
può vivere con questo ragionamento"
Ginny
non rispose. Si era raggomitolata sul suo letto. Hermione si sedette
vicino a lei.
"Avremo
tanto tempo, dopo che sarà finita questa Guerra, non fare scelte che
non faresti normalmente.."
"Ma
questo che stiamo vivendo non è normale" esclamò Ginny,
con forza "l'orologio della mamma ce lo ricorda ogni giorno,
ogni giorno potrebbe essere l'ultimo. E se alla fine, se mai ci sarà
una fine, o io o Harry non ci fossimo più? E se la Guerra durasse
per decenni, ed io e lui fossimo divisi per altrettanto tempo?"
Si alzò
e si sedette a gambe incrociate sul suo letto, guardando negli occhi
la sua amica.
"Harry
è importante per me. Sono pronta a donare tutta me stessa a lui. Io
sono consapevole di questa mia scelta, Hermione. Sono sicura che non
me ne pentirò mai"
Hermione
sospirò di nuovo "beh, so bene che se hai in testa una cosa è
difficile farti cambiare idea, ma.."
"No,
Hermione" la interruppe Ginny "niente 'ma'. So quello che
faccio, e in fondo non è la fine del mondo. Amo Harry e lo conosco
da una vita. Dovrebbe essere la situazione ideale in cui perdere la
verginità" Si infilò sotto le coperte. Anche Hermione fece lo
stesso.
"Stai
attenta" le disse "e prendi le precauzioni"
A Ginny
sembrava un po' stizzita.
"Senti,
è la mia vita" sbottò "sai anche tu che alla fine non è
una scelta così sbagliata! Ho sedici anni, e molte ragazze lo fanno
a sedici anni"
"So
benissimo che Harry sarebbe il ragazzo giusto per te" disse
Hermione "ma questo è un momento sbagliatissimo per fare scelte
irreversibili! So che non te ne pentiresti, ma.. non sarebbe meglio
godersi il momento senza avere il peso di Lord Voldemort e di una
Guerra sulle spalle? Senza che Harry sia impegnato a salvare il
mondo? Un momento in cui sarete davvero adulti?"
"Esisterà
mai questo momento?"
"Certo
che sì, Ginny" esclamò Hermione "e non devi mai, mai,
smettere di crederci! Se perdiamo la speranza, è finita!"
Ginny si
voltò.
"Ginny,
promettilo! Quando noi.. quando noi non saremo qui, non devi mai
perderere la speranza! Me lo prometti, Ginny?"
"Sì"
mormorò lei debolmente. Ma Hermione non disse altro.
Un'altra
sera che si addormentarono con l'amaro in bocca.
*
I
signori Delacour arrivarono alle undici in punto, ma gli abitanti
della Tana erano svegli da molto prima, grazie ad una frenetica
signora Weasley.
Dopo
un'ultima lucidata e spolverata, varie urla e insulti, la casa parve
praticamente perfetta alla signora Weasley e concedette ai quattro
ragazzi venti minuti di relax in giardino, servendogli addirittura
una limonata ghiacciata.
"Non
mi dire che sono arrivate le vacanze!" esclamò incredulo Ron.
"Ti
piacerebbe" rispose Ginny, sorseggiando la sua bibita.
Era
andato il signor Weasley a prendere la piccola famiglia francese.
Fleur era molto emozionata: era tanto che mancava da casa, e non
vedeva l'ora di vedere i suoi genitori e la sua sorellina.
"Sarà
così contonta Gabrielle" stava dicendo "non vede
l'ora di vedere Arrì Potter"
Ginny
vide Harry arrossire leggermente.
Questa
ragazzina si stava già rivelando più odiosa della maggiore.
"Andate
a sistemarvi, prima che arrivino" ordinò la madre "Ron,
per l'amor del cielo, hai i calzini spaiati! Harry, tesoro, prova a
pettinarti i capelli, ti prego.. e Ginny, te l'ho detto un centinaio
di volte, togliti subito quella vecchia felpa di Bill e quei
pantaloncini striminziti, e vai a metterti qualcosa di più
femminile! Ti ho lasciato qualcosa sul letto.."
i tre
ragazzi salirono sopra. Ron borbottava qualcosa di indistinto sui
francesi.
Ginny
scartò subito i vestiti che la madre le aveva lasciato, visto che
probabilmente andavano di moda negli anni venti, e scovò qualcosa di
pulito e femminile nell'armadio, cioè un vestitino a maniche corte
viola, che le arrivava sopra il ginocchio, molto comodo per stare in
casa (anche se preferiva mille volte le vecchie felpe dei fratelli).
"Eccoli
finalmente" borbottò Ron "lo strazio è finito"
aggiunse, riferendosi al maniacale bisogno di ordine e pulizia della
madre negli ultimi giorni.
"o
è appena iniziato?" disse Ginny.
La
signora Delacour era una Flebo invecchiata e Gabrielle una Flebo da
piccola. Non c'era un granchè da commentare. Era molto più
interessante il signor Delacour, che era basso e grassottello. I suoi
geni avevano avuto poca voce in capitolo nel formare il corredo
genetico della sua progenie. Probabilmente, c'era poco di negativo in
questo.
I
signori salutarono la signora Weasley baciandola sulle guance e la
piccola si avvicinò a lei e l'abbracciò. Sciolto l'abbraccio gettò
all'indietro i capelli in una perfetta imitazione della sorella
maggiore e lanciò uno sguardo ardente ad Harry. Ginny tossicchiò
incredula.
Aveva
ragione, quella mocciosa era a dir poco odiosa.
"Entrate,
entrate, vorrete sicuramente una tazza di the" stava dicendo il
signor Weasley.
"Ma
fa troppo caldo, Arthur" disse Molly "ho preparato una
brocca di the freddo"
"Oh,
meraviglioso!" cinguettò la signora Delacour.
Quel
pomeriggio, Ginny, Hermione, Ron ed Harry furono finalmente un po'
libri. I signori Weasley erano impegnati a conoscersi megli con i
signori Delacour e Gabrielle si era appiccata a Fleur, parlottanto
fitto fitto in francese. Ron, Harry ed Hermione fuggirono dalla casa
il prima possibile, con la scusa di dare da mangiare alle galline.
Ginny non sapeva bene cosa fare.
"Ginny..
puoi venire un momento?"
Era
Bill, che la chiamava dalla sua stanza al piano di sopra. Ginny salì
subito.
La
stanza di Bill e Charlie era sempre stata la più grande. C'erano due
letti gemelli e due piccole scrivanie, entrambe vicino alla finestra,
che dava sul cortile. Sopra il letto di Charlie c'erano ancora i suoi
vecchi poster di Quidditch e il vecchio drago di peluche che gli
aveva cucito la mamma quando era piccolissimo, ed ormai era vecchio e
scucito. Sul comodino di Bill c'erano un paio di libri (aveva sempre
amato leggere prima di andare a dormire) di avventura e di storia e
una foto di Fleur. Il resto della stanza era occupato da una piccola
libreria, piena dei libri di Bill, ovviamente, visto che Charlie non
era mai stato un vero amante della lettura.
"Dimmi,
Bill" disse Ginny, entrando nella camera. Suo fratello era
davanti all'armadio spalancato.
Ginny
chiuse la porta.
"Volevo
farti vedere il mio completo per il matrimonio. L'ho comprato ieri,
quando siamo andati a ritirare i vestiti per te e Gabrielle"
Ginny si
sedette sul letto di Charlie, in attesa.
Bill
tirò fuori un completo dal suo armadio e lo mostrò alla sorella.
"Che
te ne pare?" chiese.
"Così
non posso giudicarlo! Mettilo" rispose Ginny.
"Ho
paura di sporcarlo" rispose lui, titubante.
"Non
sembri lo sposo, ma la sposa" esclamò Ginny, roteando gli occhi
"Sei un mago, si o no? Un colpo di bacchetta e sparisce
qualunque macchia"
Bill
sorrise divertito.
"Va
bene, me lo metto" disse. Si spogliò e indossò il completo che
aveva preso dall'armadio. Ovviamente stava benissimo, come al solito.
"Che
ne dici?" chiese Bill.
"Stai
benissimo, come sempre" rispose Ginny "all'occhiello? Cosa
metterai?"
"Mmm.."
"Beh,
io direi che ti devi rifare al tema scelto da Fleur" consigliò
Ginny "Una bella rosa bianca. Che ne dici?"
"Beh,
io sinceramente non me ne intendo di fiori" rispose Bil "ma
se farà felice Fleur farà felice anche me"
Ginny
storse il naso "sei diventato banale e sdolcinato" lo
rimproverò. Bill le scompigliò i capelli "voglio vederti il
giorno del tuo matrimonio! E anche il tuo caro Harry.. sarà più
banale di me" esclamò Bill.
Ginny
era sbiancata.
Non per
il fatto che la sua vita privata fosse di dominio pubblico, quello
no. Ormai c'era abituata.
"guarda
che si vede lontano un miglio, eh" la canzonò il fratello "a
parte che mi aveva accennato qualcosa mamma.. da quanto tempo state
insieme?"
"Non
stiamo insieme" rispose Ginny semplicemente.
"Dai,
è inutile mentire" disse Bill, sedendosi a fianco a lei "non
fate altro che guardarvi! È cotto per te!"
"Non
sto mentendo. Non stiamo insieme.. almeno, non più"
Bill si
fece all'improvviso serio.
"Ti
ha fatto del male, Ginny? Ti ha fatto soffrire in qualche modo?"
si alzò in piedi "Io lo uccido, altro che Voldemort.."
"No!"
esclamò Ginny "non mi ha fatto niente.. diciamo che.. il corso
degli eventi ha cambiato un po' le cose. Che.. per la mia sicurezza,
sarebbe stato meglio che fossimo lontani"
Bill si
risedette.
"Ma
io sto bene" aggiunse in fretta "quando sarà finita questa
maledetta guerra.. allora, se ci saremo ancora, potremo pensare al
nostro futuro"
"Ginny,
ci sarete, tutti e due" disse Bill "vi sposerete, se ancora
lo vorrete, tra molti, molti, molti anni, dopo che avrà passato
qualche test.."
"Quali
test?" chiese Ginny, divertita.
"Queli
che deve superare chiunque si avvicina alla mia sorellina" disse
lui "e ovviamente, dovrete aspettare almeno fino ai
trant'anni.."
"Bill!"
"Magari
trentacinque.. sai, ci vuole maturità, in queste cose"
"Tu
non hai trentacinque anni!"
"Io
non ho fratelli maggiori iperprotettvi"
Ginny
gli fece una linguaccia e poi si alzò in piedi.
"bene,
ora vado giù, penso sia troppo tempo che non faccio niente, la mamma
avrà sicuramente trovato qualcosa da farmi fare"
"Non
ti stancare troppo! Ricorda che sei la mia damigella"
Ginny
gli fece l'occhiolino.
"Tranquillo!
Per il tuo matrimonio sarò fresca e pimpante come sempre!" gli
schioccò un bacio su una guancia e scese giù di corsa.
"Ginny,
tesoro, potresti dare una spazzata in camera mia?" la mamma era
di nuovo all'attacco.
"Certo
mamma" mormorò Ginny, con gli occhi al cielo.
*
Per il
compleanno di Harry non si sarebbero fatti grandi festeggiamenti, o
almeno così desiderava il festeggiato. Aveva pregato la signora
Weasley di non disturbarsi troppo, anche perchè il giorno dopo ci
sarebbe stato il matrimonio di Bill e Fleur e già stava lavorando
troppo. Molly Weasley aveva accettato qualche compromesso, ma era
comunque intenzionata a festeggiare il compleanno di quello che,
ormai, considerava il suo ottavo figlio, in modo decoroso.
"Diciassette
anni non si compiono tutti i giorni!" aveva esclamato, mentre
cercava qualche ricetta nel suo grosso ricettario.
"Neanche
dieci, dodici, quindici.." aveva risposto Ginny. Molly le scoccò
un'occhiataccia.
"A
diciassette anni si diventa maggiorenni, e questa è una cosa che
capita una volta sola nella vita" agginuse la donna, convinta
"cosa potrei preparare, vediamo..." e ritornò a sfogliare
il suo ricettario, completamente assorta.
"Sai"
riprese, senza distogliere gli occhi dal libro "pensavamo di
regalare anche a lui un orologio"
Ginny
sapeva bene che era tradizione regalare un orologio ad un mago quando
diventava maggiorenne, ma sapeva anche che gli orologi costavano
molti galeoni.
"In
realtà non ce lo possiamo permettere" sospirò la donna,
chiudendo il ricettario e poggiandolo al tavolo "ma Harry è
come un figlio per me e tuo padre, quindi è giusto che abbia un
orologio come quello che hanno avuto Ron e gli altri"
"E
quindi?" chiese Ginny, non capendo cosa la madre volesse dirle.
"Pensavo
di regalargli il vecchio orologio di tuo zio Fabian" disse la
madre "te lo ricordi? L'ho sempre conservato nel loro
cassetto.."
In
soffitta c'era una vecchia e consumata cassettiera, i cui cassetti
erano troppo rovinati per poterla usare. Nonostante con la magia
sarebbe diventata come nuova non era mai stata utilizzata, ed era lì
in soffitta. Ogni cassetto costudiva i ricordi della famiglia
Weasley: vecchi album di fotografie, le prime scarpette di Bill, i
quaderni di Percy, il vecchio orsetto di Ron, il primo vestitino di
Ginny, assolutamente rosa confetto (nonostante stesse male con i suoi
capelli, avrebbe aggiunto Fleur). C'era l'ultimo cassetto, che non
veniva mai aperto e tutti sapevano che lì erano conservati alcuni
oggetti appartenuti a Fabian e Gideon, i fratelli della mamma morti
tanti anni prima, assassinati da un Mangiamorte, Dolohov. Sapeva che
per sua madre quegli oggetti erano molto cari e quanto fosse doloroso
separarsene.
"Fabian
ne sarebbe stato contento, ne sono sicura" disse Molly.
"Sono
sicura che Harry ne sarà felicissimo, mamma" disse Ginny.
"Forse
ci rimarrà male, è un po' vecchio e ammaccato.."
"Secondo
me, per lui sarà il ragalo più bello che ha mai ricevuto"
rispose la ragazza. Molly sorrise e ritornò ai fornelli.
All'arrivo
delle francesi Ginny fuggì rapida in giardino. Una Flebo si poteva
sopportare ma tre assolutamente no.
Hermione,
Ron ed Harry non si erano ancora visti in giro, il signor Weasley era
a lavorare e Bill era uscito di mattina presto con il padre di Fleur.
Ginny si sedette sul prato, che la madre aveva fatto crescere
ordinato e curato in occasione del matrimonio del figlio, che si
sarebbe celebrato in giardino. La ragazza non ricordava, infatti, che
quell'erba fosse così soffice e, soprattutto, così priva di
polvere.
Mancavano
solo due giorni al matrimonio, un solo giorno al compleanno di Harry.
Quanti ne mancavano alla partenza del Trio? Tre, quattro? Una
settimana? Qualche ora?
Si
strinse le ginocchia. All'improvviso sentiva freddo, di nuovo.
Dei
passi, dietro di lei.
Hermione
si sedette vicino a lei.
"Come
va?" le chiese.
"Va"
rispose Ginny.
"Sei
ancora convinta?" chiese Hermione.
"Al
cento per cento" rispose Ginny "sono sicura che non me ne
pentirò"
"Harry
non morirà" sbottò Hermione, seria.
"Io
non l'ho mai detto" rispose Ginny, colpita dalla durezza delle
parole dell'amica.
"Non
ci credi abbastanza"
"Lo
so che non morirà, sono più che sicura che alla fine
trionferà lui"
"Allora
smettila di comportarti come se avessi una manciata di ore davanti a
voi! Siamo giovani, abbiamo tutta la vita davanti, Ginny"
"Siamo
in guerra, Hermione! Secondo me, l'unica che non l'ha capito
sei tu!" esclamò Ginny "e ammetti che i rischi ci sono!
Quando partirete noi non sapremo più niente di voi! Scusa se cerco
di vivere questi ultimi giorni, diciamo, normali"
La
signora Weasley interruppe la discussione delle due ragazze,
chiamandole per piegare gli asciugamani puliti e preparare il letto
di Charlie, che sarebbe arrivato il giorno dopo.
"Ti
ha fatto vedere il vestito da damigella, Fleur?" chiese
Hermione.
"Sì,
l'ho anche provato, è molto bello" rispose Ginny. Con un colpo
di bacchetta, Hermione fece tutto quello che avevano da fare in un
secondo. Rimasero in silenzio per un po'.
"Sai
Hermione" cominciò Ginny "sono sicura che andrà tutto
bene, che voi tornerete e che abbiamo ancora anni magnifici davanti a
noi. Ma io, ora, voglio solo fermare il tempo, con lui, prima che
parta, prima che saremo di nuovo separati. Ma ho bisogno della tua
approvazione. Con o senza, io lo farò comunque"
Ginny
guardò negli occhi l'amica. Era testarda, coraggiosa, non si sarebbe
fermata davanti a nulla. Ma senza il consenso di Hermione, sapeva che
sarebbe stata dura fare ciò che voleva fare.
"Lui
è il ragazzo giusto per te" mormorò Hermione "se volete
fare questo passo.. beh, non ve lo impedirò"
A Ginny
quelle parole bastavano. Scese a grandi passi le scale, con il cuore
un po' più leggero e la mente con mille paure.
*
La
mattina del trentuno luglio era luminosa e limpida. Ginny si svegliò
con un raggio di sole che le solleticava il volto, come al solito.
Hermione non era nella sua brandina. Probabilmente era già
sgattaiolata in bagno. Ginny si alzò dal letto e spalancò la
finestra. L'odore di erba tagliata e di fiori riempì la sua stanza.
Quel
giorno Harry entrava nel mondo degli adulti.
Quel
giorno Ginny era disposta a seguirlo.
Si
guardò al suo solito specchio. Perchè quella mattina si sentiva più
piccola di quello che era?
Hermione
rientrò all'imporvviso in camera. Ginny notò che era già vestita.
"Ah,
ti sei svegliata?" chiese "io comincio a scendere, muoio di
fame. Ti aspetto?"
"No,
vai pure" rispose Ginny "ci metterò un secolo a vestirmi"
Hermione
le fece l'occhiolino.
"Scegli
un bel completino!" le sussurrò maliziosa.
"Hermione!"
esclamò Ginny.
"Dai,
sto scherzando! Beh, allora io scendo"
Hermione
chiuse la porta e Ginny si scaraventò sulla sua cassettiera e la
svuotò completamente, alla ricerca di qualcosa di minimamente
decente e che la facesse sembrare un po' più donna. Poi corse in
bagno, buttando praticamente a terra Ron, e si lanciò sotto la
doccia. Quando fu pronta si accorse di non essersi portata i vestiti
e, maledicendosi, corse di nuovo in camera sua.
"Se
potessi usare la magia, tutto sarebbe più semplice" borbottò,
mentre prendeva una t-shirt pulita e un paio di jeans corti, senza
buchi nè rammendi. Si guardò allo specchio: non era proprio una
donna a tutti gli effetti, aveva un grosso livido sul ginocchio
destro (ma quando se l'era fatto? Forse litigando con Ron..), le
unghie mangiate e i capelli ancora bagnati. Ma era lei stessa. Forse
ad Harry sarebbe bastato.
Sentì
che tutti erano giù, per colazione, compreso Harry. Ginny si stava
finendo di pettinare i capelli, che, con il calore di quella
mattinata, già erano quasi asciutti.
Non
aveva paura.
Beh,
forse solo un po'.
Ma era
normale, no?
Lo
amava. Era giusto che andasse così.
Voleva
essere sua soltanto e voleva che lui fosse suo, per sempre.
Nonostante
la distanza.
Nonostante
il tempo.
Come le
aveva ricordato la mamma, stava crescendo in fretta. Doveva diventare
adulta per affrontare ciò che l'aspettava. Forse era il modo più
facile per reggere tutto, per non crollare. La bambina che disegnava
cuori con il pastello rosso accanto alla foto di Harry Potter non
c'era più, o almeno, era nascosta bene.
Davanti
allo specchio c'era una ragazza forte, dura e decisa.
Decisa a
diventare donna.
Dei
passi del suo pianerottolo. La voce acuta di Hermione, il balbettio
di Ron. Probabilmente c'era pure Harry con loro.
Tirò un
respiro.
Aprì la
porta.
Come
aveva immaginato, erano tutti e tre lì davanti.
"Harry,
vieni dentro un momento?"
Era ora.
Doveva dirglielo.
Hermione
prese Ron per un gomito e lo trascinò via. Harry entrò nella sua
stanza. Ginny chiuse piano la porta.
Harry
guardava un po' tutto, tranne lei. Ginny si rese conto che era la
prima volta che entrava nella sua stanza. Non c'erano state occasioni
prima. Nè, tanto meno, qualche motivo specifico.
Ginny lo
guardò negli occhi. Altro gran respiro.
"Buon
Compleanno" disse.
"Sì..
grazie" balbettò lui.
Continuava
ad evitare il suo sguardo. Ginny lo sosteneva con fierezza.
"Bella
vista" mormorò Harry. Ginny si trattenne dal sospirare e lo
ignorò completamente.
"Non
sapevo cosa regalarti" disse.
"Non
c'era bisogno di un regalo.."
Avrebbe
voluto urlargli contro, questa volta, ma lo ignorò di nuovo.
"Non
sapevo cosa ti sarebbe servito" disse "Qualcosa che avresti
potuto portare con te"
La
guardò per un attimo. Lei si avvicinò. Non tremava. Era serena. Era
giusto.
"Quindi
ho scelto qualcosa che ti faccia pensare a me, sai, nel caso
incontrassi qualche Veela mentre sei in giro a fare quel che fai"
Era
fiera di lui. Lo sarebbe stata sempre.
Lo amava
alla follia.
"Le
possibilità di uscire con delle ragazze saranno scarse, ad essere
sincer" rispose lui.
"è
proprio quello che speravo" sussurrò e lo baciò con forza,
come mai lo aveva baciato prima.
Non
l'aveva calcolato. Voleva prima parlargli, spiegargli cosa voleva
fare, magari darsi un appuntamento per quella sera..
Lui
rispose al bacio con passione, prendendola dietro la nuca e
attirandola a sè, con le dita perse tra i suoi capelli.
Ginny lo
strinse di più e insistette con la lingua. Le labbra di Harry si
dischiusero, si incontrarono, la mano di Harry scivolò lungo la sua
schiena, più giù delle punte dei suoi capelli..
Non
c'era nessuno sulla faccia della Terra, a parte loro due.
La porta
si spalancò. I due si separarono di scatto.
Era Ron.
Hermione non era riuscito a trettenerlo.
In quel
momento, Ginny li odiò. Entrambi.
"Oh..
scusate" disse Ron, per niente dispiaciuto.
"Ron!"
protestò Hermione.
Calò il
silenzio.
"Beh,
buon compleanno Harry" disse Ginny, atona. La magia era finito.
Harry era di nuovo perso nei suoi pensieri e stava di nuovo affogando
tra le sue paure, i suoi doveri.
Lei
doveva stare lontana. Lui doveva andare a combattere. Stop.
Harry si
voltò verso di lei, ma non c'erano parole. Ginny si voltò le
spalle. Voleva solo urlare e sbattere la porta. E piangere, magari.
Ogni tanto, poteva anche farlo.
"ci
vediamo dopo" mormorò Harry. Sentì i ragazzi uscire e chiudere
la porta. Ginny si sedette sul letto. Dopo qualche minuto di
silenzio, preso il cuscino e lo lanciò con rabbia contro l'armadio.
Scivolò a terra, e sentì, per la prima volta da tempo, le lacrime
che scorrevano sulle sue guance. Le asciugò con rabbia. Sentì il
vetro scricchiolare paurosamente. Si voltò: la sua ira aveva causato
una crepa. Avrebbe chiesto ad Hermione di ripararla, dato che lei non
poteva fare magie. Doveva calmarsi.
Doveva
lasciarlo andare. Si sarebbero ritrovati dopo la guerra, come lui
aveva deciso. Si tolse le scarpe, con un calcio. Quella maledetta
guerra. Odiava Voldemort e i suoi Mangiamorte. Stavano distruggendo
la sua vita. Avrebbe lottato anche lei, con tutta se stessa, per
riprendersela.
Angolo Autrice
Eccomi!
Sto andando un po' lenta, ma non voglio fare capitoli lunghi come
l'ultimo, quindi questo, che nasceva come capitolo unico, l'ho
spezzato! Il prossimo parlerà, ovviamente del matrimonio di Bill e
Fleur e della fuga di Harry, Ron ed Hermione. Spero vi piacerà e vi sia
piaciuto anche questo capitolo!
Saluti a tutti e godetevi le vacanze, voi che avete finito scuola! Io, purtroppo, vedo davanti a me sono esami!!
baci a tutti
Marty
|
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Capitolo 62 *** Il Matrimonio ***
cap 62 nvu
Il Matrimonio
Il giorno del matrimonio di
William Arthur Weasley e Fleur Isabelle Delacour era finalmente
arrivato. La sveglia suonò molto prima del solito. Lì per lì,
Ginny non riusciva a capire perchè la sveglia suonasse quando fuori
era ancora praticamente buio, poi si voltò verso il suo calendario e
guardò quell'orribile macchia rosa shocking che s'illuminava come un
semaforo che era comparsa il giorno prima. Fece un gemito e ficcò la
testa sotto il cuscino. L'adorabile
sorellina di Fleur si era sentita subito a suo agio in casa Weasley,
sebbene non avesse le scale di marmo, i cespugli di roses
blanches in jardin
e non venissero serviti croissant all'albicocca
la mattina. Correva da una stanza all'altra e soprattutto senza
bussare o chiedere permessi e tutti le permettevano di fare tutto
perchè era così carina.
Ovviamente Ginny era l'unica a ritenerla una ragazzina
insopportabile, ma doveva sopportarla per forza. E così la tenera,
dolce bambina, armata di pennarelli fluorescenti dai mille colori,
aveva tempestato tutti i calendari della casa (compreso quello di
Ron, che non cambiava il mese dal primo Gennaio) con cuori giganti e
rigorosamente rosa intorno alla stessa data, il primo Agosto, il
giorno del matrimonio dell'amata sorella maggiore. Sul calendario di
Ginny aveva anche aggiunto una simpatica nota "Bill+Fleur=Amour".
Ginny non aveva potuto cancellare per non sentire le urla pazzesche
della ragazzina, di cui aveva dato prova pochi giorni prima, quando
stavano facendo le prove generali dei vestiti da damigella e lei
aveva cominciato a pretendere
delle scarpette con il tacco uguali a quelle di Jinnì.
Non era stata accontentata (Fleur riteneva che fosse di cattivo gusto
che una ragazzina sotto i quattordici anni portasse i tacchi), e
aveva lottato eroicamente, facendo scappare a gambe Arthur e il
signor Delacour. Per farla contenta, Fleur le promise che le avrebbe
prestato il suo bracciale di perle, e questo mise fine ai capricci.
Se possibile, Gabrielle era più eccitata di Fleur, la signora
Weasley e la signora Delacour messe insieme e non faceva altro che
parlare del matrimonio, tranne che con Ginny, per la quale provava
una vaga antipatia, ovviamente ricambiata.
"Secondo
me, ha notato che Harry ti guarda in un certo modo.." le aveva
detto Hermione, visto che era palese che Gabrielle aveva una cotta
per il ragazzo, da quando l'aveva salvata dal lago al quarto anno.
"Mi
dispiace, ma Harry ha salvato prima me" aveva risposto Ginny,
facendo ridere l'amica.
Tornando
a quella mattina, Ginny non aveva nessuna intenzione di alzarsi dal
letto, ma sapeva che da un momento all'altro sarebbe arrivata sua
madre. Si alzò e svegliò anche Hermione. Le due ragazze avevano
fatto le ore piccole la sera prima, per chiacchierare di ciò che era
successo (anzi, che non era successo) tra Ginny ed Harry. C'era stato
tanto da dire.
"Mi dispiace,
Ginny, non sono riuscita a trattenerlo" si lamentò Hermione.
Ginny scrollò le spalle
"Tranquilla. Ti ringrazio comunque"
Hermione si sedette sul
letto a fianco all'amica, entrambe in camicia da notte.
"Allora?"
chiese.
"Ci siamo baciati.
Un bacio molto intenso a dire la verità" Ginny si sdraiò sotto
le
coperte. Hermione fece
lo stesso "dovevamo parlare, volevo spiegargli la mia idea, ma
non ce l'ho fatta.
Abbiamo detto un paio di parole e ci siamo baciati. Poi lo sai
anche tu. Harry non mi
si è avvicinato tutto ieri sera. L'ho tentato,
forse sono stata un
tantino scorretta, ma lui è tornato sulla sua decisione.
In fondo, lo amo anche
per questo. Lui è così. Deve salvare prima il mondo. In fondo, è
sempre Harry Potter"
"Sei delusa?
Volevi.. che succedesse qualcosa di più?" chiese Hermione.
Ginny sospirò. Era una
domanda difficile, in quel momento "Sai, Hermione? In
realtà, preferisco che
sia andata così. Avremo tutto il tempo del mondo per farlo,
no? E per fare altre
mille altre cose, come baciarci, ballare, viaggiare,
fare cenette romantiche
e regali stupidi a San Valentino"
sorrise "ora ci
credo davvero"
"Ginny,
che ore sono?" chiese Hermione, con la voce impastata di sonno.
"L'ora
di alzarci, probabilmente" rispose Ginny, senza tirare fuori la
testa da sotto il cuscino. La porta si aprì di scatto, facendo
entrare la luce elettrica dritta sui loro volti. Hermione mugugnò,
infastidita.
"Ragazze,
è ora di alzarvi, o perderete il vostro turno in bagno" le
chiamò la signora Weasley.
"Hermione,
vai prima te.."
"No,
Ginny, vai tu.."
"Muovetevi!"
sibilò la signora Weasley "altrimenti faccio andare Ron e
Charlie prima di voi.."
Le due
ragazze, dietro questa minaccia, si alzarono immediatamente, e
corsero in bagno insieme. Fecero appena in tempo a lavarsi e ad usare
i prodotti che Fleur aveva preso per Ginny ("sei la mia
damijella, sarai perfetta) cioè un olio per capelli importato
dal Marocco, all'olio di Aragan e di camelia, e una crema per la
pelle che la rese luminosissima in un attimo, e un prodotto che aveva
regalato ad Hermione ("crema lisciante istantanea, cinque
secondi") che la signora Weasley cominciò a bussare "Tocca
a Gabrielle e Fleur, sbrigatevi!"
Le due
ragazze fuggirono in camera con solo gli asciugamani addosso. Per
fortuna i ragazzi dormivano tutti. La signora Weasley aveva
predisposto le cose in modo che le donne avessero accesso al bagno
per prime, dato che ci mettevano molto di più a prepararsi. La mamma
aveva già tirato fuori i loro abiti e le loro scarpe e li aveva
appesi alle ante degli armadi.
"Ancora
non mi hai fatto vedere il tuo vestito" disse Ginny.
"Ora
te lo faccio vedere! È uno degli ultimi acquisti che ho fatto con
mamma e papà a Londra" rispose Hermione. Si vestirono entrambe.
Il vestito di Hermione era lilla, la gonna svolazzante e la
scollatura squadrata e le scarpe con un tacco alto quanto quello di
Ginny. La crema di Fleur aveva fatto miracoli e i capelli di
Hermione, di solito crespi, erano lisci e luminosi.
Si
vestirono e pettinarono per poi passare al trucco e agli accessori.
Ginny mise dei graziosi orecchini d'oro e madreperla, pendenti,
regalo di zia Muriel di secoli fa, ed Hermione dei graziosi orecchini
a goccia, con una perla.
"Sono
di mia mamma" disse "i suoi preferiti. Me li doveva dare
per i diciotto anni, appartenevano a mia nonna. Ovviamente me li ha
dovuti dare in anticipo. Mi aveva detto di metterli per il matrimonio
del fratello di Ron, sapeva che sarebbero stati perfetti con questo
vestito"
"Per
i diciotto anni? Non i diciassette?" chiese Ginny.
"Nel
mondo babbano si diventa maggiorenni a diciotto anni" spiegò
Hermione.
"Ma
dai! Che cosa strana!" esclamò Ginny "comunque tua mamma
aveva ragione: ti stanno benissimo"
Hermione
sorrise. Poi si voltò e prese una cosa dal suo beauty-case. Tirò
fuori un piccolo sacchettino di stoffa blu scuro.
"Aprilo"
disse.
Ginny
guardò il pacchetto "Hermione, il mio compleanno è tra dieci
giorni"
Hermione
scrollò le spalle "regalo anticipato?"
Ginny
prese il sacchetto e tirò i legacci. Dentro vi era un braccialetto
molto semplice, con dei ciondoli in madreperla e di legno.
"è
bellissimo Hermione" esclamò Ginny.
"Non
metterlo oggi, Fleur ti ucciderebbe. Ma mettilo quando io partirò"
Ginny
l'abbracciò.
"Io..
io non ho il tuo regalo di compleanno, ora"
"beh,
il mio compleanno è molto più distante" rispose Hermione.
Prese la sua borsetta di perline dal letto "hai finito di
prepararti?"
"Sì"
Ginny ripose con cura il braccialetto dell'amica in un cassetto e
uscì dalla camera. Si trovarono davanti la mamma con zia Muriel a
braccetto. Molly non aveva un'espressione particolarmente allegra.
"Ciao,
zia Muriel" la salutò Ginny allegramente.
"Buongiorno
signora" salutò educatamente Hermione. La vecchia squadrò da
capo a piedi la nipote.
"Dio
mio, Ginevra, questo vestito è troppo scollato, sembri una
sgualdrina!" gracchiò.
"Muriel!"
esclamò la signora Weasley, indignata "non è vero, tesoro,
stai benissimo"
"Oh,
certo che sta bene, Molly, ha sangue Weasley nelle vene, e noi
Weasley abbiamo un fascino innato" abbaiò la donna "la
ragazza ha preso dal ramo mio della famiglia, è chiaro"
Ginny
riteneva che essere paragonata a zia Muriel non era esattamente un
complimento.
"Comunque,
non è colpa tua, se sembri una prostituta minorenne così conciata"
"Grazie
zia" disse Ginny, sorridendo ironica.
"ma
è colpa della sposa. Si vede che è francese, qui mi sembra tutto
volgare.."
Detto da
lei, poi, che con il suo vestito rosa e le sue piume di struzzo in
testa era l'apoteosi della volgarità..
"Ragazze,
scendete, noi stiamo portando la tiara a Fleur" disse la mamma,
sovrastando la voce della zia.
"va
bene, signora Weasley" rispose Hermione.
"Ah,
quella è la figlia dei Babbani?" domandò la vecchia signora
"Perchè si mette dei tacchi così alti, se non è capace?
Brutto portamento e caviglie secche!"
La
signora Weasley trascinò via la vecchia arpia, verso la stanza di
Fleur.
"Carina
tua zia" commentò Hermione.
"Adorabile"
rispose Ginny. Gli ospiti erano tutti in giardino.
"Beh,
io esco, vado a cercare Harry e Ron" disse Hermione "chissà
che aspetto avrà Harry.."
Harry,
per forza di cose, aveva dovuto prendere la Pozione Polisucco e
cambiare identità, per la festa.
"Non
lo so, ma sarà uno dei miei cugini, quindi presumo che avrà i
capelli rossi" rispose Ginny, con una scrollata di spalle.
"Io
li vado a cercare. Tu dovrai entrare con la sposa e Gabrielle, no?"
"E
anche Monsier Delacour. Evviva" disse Ginny, per niente
entusiasta.
"Dai,
cerchiamo di divertirci oggi" esclamò Hermione "ci vediamo
tra poco"
Hermione
uscì dalla cucina e Ginny salì al piano di sopra. Le scarpe erano
comodissime, nonostante il tacco alto, grazie ad uno geniale
incantesimo di Hermione. Sembrava di avere le scarpe da ginnastica!
La ragazza entrò nella camera di Fleur, che era molto affollata.
"Oh
Jinnì! Sei favolosa!" esclamò Fleur.
"anche
tu" rispose Ginny, ed era sincera. Fleur era semplicemente
splendida nel suo abito bianco, e per quanto dicesse zia Muriel,
Ginny non riusciva a trovare niente di volgare in lei. La sua
bellezza era semplicemente abbagliante.
"Merci"
trillò lei. La signora Delacour, piangeva in un angolo, sorretta
dalla signora Weasley.
"Penso
che sia meglio andare" disse Molly.
"Chiamo
mio marito.. deve accompagnarla.. la nostra bambina è ormai grande!"
singhiozzò la signora Delacour e uscì dalla stanza. Dopo poco
ricomparve con il marito e scesero tutti in cucina, pronti per fare
la loro entrata nel tendone allestito per la cerimonia.
"Noi
ci andiamo a sedere" disse Molly, e accompagnò zia Muriel e la
signora Delacour fuori, in giardino.
"Allors,
andiamo" disse Fleur, la voce tremante dall'emozione. Il signor
Delacour aprì la porta.
Ginny e
Gabrielle precedettero la sposa, camminando a passi piccoli come le
aveva imposto Fleur. Tutti gli invitati si voltarono a guardarle.
Ginny intravide la madre e il padre, che sorridevano, felici,
Hermione, che le fece l'occhiolino e zia Muriel, che probabilmente
aveva qualcosa da ridire. E poi, vide Harry, anche se non era
precisamente lui. Era stato trasformato in un ragazzo grassoccio dai
capelli rossi, che non aveva nulla a che vedere con lui, ma che Ginny
riconobbe lo stesso. L'espressione era proprio quella dell'Harry che
amava. La guardava, incantato.
Si voltò
verso l'altare dove c'erano Bill e Charlie, che gli faceva da
testimone, entrambi con una rosa bianca all'occhiello. Bill era
visibilmente emozionato. Ginny gli fece un sorriso d'incoraggiamento.
Gli sarebbe stata a fianco fino alla fine.
":.
devo dire che il vestito di Ginevra è troppo scollato"
La voce
di zia Muriel era incofondibile. Ginny si guardò intorno e incrociò
lo sguardo di Harry, che le sorrideva, forse un po' malizioso.
Probabilmente aveva sentito zia Muriel. Gli fece un occhiolino e si
voltò verso l'altare, cove il cerimoniere aveva già cominciato a
parlare.
"Siamo
qui riuniti per celebrare l'unione di due anime fedeli..."
"Vuoi
tu, William Arthur, prendere Fleur Isabelle..?"
Ginny
sentiva la mamma singhiozzare.
"Vuoi
tu, Fleur Isabelle...?"
Anche la
signora Delacour piangeva. Ginny era sicura che gran parte delle
donne presenti in sala si erano commosse (ovviamente, non zia
Muriel), compresa Hermione.
"..dunque
io vi dichiaro uniti per sempre"
Il mago
alzò la bacchetta sopra le teste di Bill e Fleur e fece cadere una
pioggia di stelle d'argento su di loro, mentre i due novelli sposi si
univano con un bacio. Il tendone esplose in una marea di applausi,
mentre campanelle d'oro e uccellini univano al tumulto il loro suono
delicato.
"Signore
e signori, in piedi!"
Il
tendone si trasformò in un enorme gazebo ed una pista dorata si
allargò sotto i loro piedi. Le file ordinate di sedie si
trasformarono in tanti piccoli tavolini ed una banda musicale entrò
marciando, insieme ai camerieri, carichi di cibi e bevande. I due
sposi vennero letteralmene assaliti dalle persone che volevano fargli
gli auguri e Ginny scappò appena in tempo, trascinandosi la piccola
Gabrielle.
"Dove
sono maman e papa?" le chiese.
"Ehm..
non lo so"
"E
dov'è Arrì? Io volio ballare con lui" esclamò,
lanciandole uno sguardo che a Ginny sembrò di sfida. Non avevano
rivealto a Gabrielle il nuovo volto di Harry, perchè era troppo
piccola, e poteva farsi sfuggire qualcosa con qualche invitato.
Questo fatto aveva reso Ginny soddisfatta, ma durò poco, quando si
rese conto che stava per entrare in competizione con una bambina, e
sarebbe stata una cosa abbastanza patetica.
"Non
so nemmeno questo, Gabrielle" rispose Ginny "ma se vieni
con me, cerchiamo i tuoi genitori"
"Tu
vuoi solo tenermi lontano da Arrì! Sai che se mi vede si
innamorerà di me!" disse lei, altezzosa.
Era
anche impertinente.
"e
sci fidanzeremo e sposeremo, e avremo tanti enfants.."
"Penso
sia illegale" disse Ginny.
"Cosa?"
Gabrielle non aveva capito. Parlava molto poco l'inglese.
"Ecco
i tuoi genitori!" esclamò Ginny e si liberò di quella bambina
petulante, che andò verso un gruppo di francesi, che non erano i
suoi genitori, ma Ginny credeva fossero parenti. Comunque le
interessava ben poco.
Cercava
Hermione, ma era difficile trovarla, in mezzo a quella confusione.
Vide sua madre e suo padre ballare rispettivamente con il signor
Delacour e la signora Delacour, e Bill e Fleur, che ballavano
abbracciati al centro della gazebo. Finalmente, la ragazza vide una
faccia amica.
"Luna!"
esclamò. L'amica stava ballando, o almeno così Ginny credeva, da
sola: girava in tondo, ad occhi chiusi, facendo ondeggiare le
braccia. Si fermò quando sentì la voce di Ginny.
"Ciao
Ginny" la salutò "è stata una bellissima cerimonia, non
trovi?"
"Sì,
veramente bella. Hai un bellissimo vestito, Luna"
Luna era
vestita di un giallo splendente e aveva un girasole tra i capelli. La
gonna era larga e arrivava fino al ginocchio. Era stravagante come al
solito, ma a Ginny piaceva il suo stile, sempre particolare e
personale.
"Grazie
Ginny! Anche il tuo è molto bello. Vuoi unirti a me? Sto cercando di
ballare, ma qui è pieno di Gorgosprizzi.."
"Ti
aiuto a cacciarli via, se vuoi"
"Oh,
grazie Ginny, sarebbe davvero molto carino da parte tua"
Ginny
cominciò ad imitare i movimenti di Luna. Si sentiva osservata, ma
non le importava, perchè si stava divertendo. Dopo che, secondo
Luna, i Gorgosprizzi se ne furono andati, cominciarono a ballare
quasi normalmente. Ginny vide con la coda dell'occhio anche Ron ed
Hermione, che ballavano poco più in là: suo fratello era molto
impacciato, ma nonostante questo sia lui che Hermione avevano l'aria
di divertirsi, anche se entrambi un po' imbarazzati.
"Quando
decideranno quei due ad ammettere cosa provano l'uno per l'altra?"
chiese Luna.
"Ce
lo chiediamo tutti quanti" rispose Ginny.
All'improvviso,
Ginny sentì qualcuno prenderla dai fianchi ed attirarla a sè. Si
voltò, infuriata, quando si trovò gli occhi scuri di Lee Jordan.
Rimase a bocca aperta, sorpresa e felice.
"Credevi
che mi sarei perso il matrimonio di Bill?!" esclamò il ragazzo.
Ginny gli saltò addosso e l'abbracciò.
"Fred
e George non mi avevano detto niente!"
"Ginny
io vado da papà, ci vediamo dopo" disse Luna, e fluttuò verso
il padre, vestito in tinta con la figlia.
"A
dopo!" le urlò Ginny. Poi si rivoltò verso Lee.
"Che
cosa fai, ora? Non ci sentiamo da secoli"
"Sono
molto impegnato, sono anche io una spia dell'Ordine, adesso"
disse il ragazzo "Ho sentito poco anche Fred e George, che a
proposito, hanno appena rimorchiato due splendide bionde francesi.."
"Non
capirò mai come fanno, ne trovano sempre più carine" disse
Ginny. Lee scoppiò a ridere.
"Sei
veramente splendida"
"Grazie!
Mia zia mi ha detto che sembro una sgualdrina"
"Ho
sentito qualche commento sulla tua scollatura, in effetti"
"Credo
l'abbiano sentito tutti"
"Sempre
così simpatica tua zia. La prima volta che mi ha visto mi ha chiesto
quante ore fossi rimasto al sole"
"Vecchia
megera"
"Ehi,
siamo ad un matrimonio! Per giunta, di una francese.."
"Ti
va di ballare?" chiese Ginny.
"Ma
certo!"
Lee
portò una mano sul fianco della ragazza, e cominciarono a ballare,
con allegria ed energia. Danzarono per un bel po', poi Lee propose di
andare a bere qualcosa, e Ginny accettò. Si sedettero ad un tavolino
vuoto e subito un cameriere li rifornì di champagne e Burrobirra.
"Se
mamma mi vede bere ancora questa roba mi uccide" disse Ginny,
mentre prendeva un calice luccicante "Si è raccomandata di bere
un solo bicchiere di champagne, per il brindisi. Dice che sono troppo
piccola per l'alcool"
"Dai,
ormai hai sedici anni" disse Lee "un paio di bicchieri di
champagne non ti fanno niente. Per tua madre sarai sempre piccola"
"Esattamente"
Brindarono
e bevvero dai loro calici.
"Come
sono andati i G.U.F.O?" chiese Lee.
"I
risultati stanno tardando, quest'anno" rispose Ginny "con
tutto il casino dell'ultima volta.."
"ah,
già, è vero"
"Ma
arriveranno in settimana"
Cominciarono
a chiacchierare del più e del meno. Per Ginny era sempre stato un
piacere parlare con Lee, da quando era bambina. Era sempre stato
paziente e gentile, l'ascoltava e la faceva ridere.
"Ho
sentito della tua relazione con Harry" le disse Lee.
"Meno
male che non sentivi mai i miei fratelli!" protestò Ginny.
"Appena
li ho visti mi hanno aggiornato sulle cose importanti"
"Comunque
ci siamo lasciati"
"Accidenti"
esclamò Lee "Come ha potuto? Pensavo fosse un tipo a posto.."
Ginny
scrollò le spalle.
"Esattamente
per questo, Lee" rispose. Lee capì che era meglio non chiederle
altro. Ci fu un attimo di silenzio tra loro, in cui Lee buttò giù
quello che probabilmente era il suo quinto calice di champagne.
"E
te invece.. qualche ragazza?" chiese Ginny.
"Niente
di serio, in realtà" rispose lui "Angelina di me non vuole
proprio saperne.."
"è
dal primo anno che ci provi, Lee!"
"Appunto!
Dovrebbe darmi almeno il 'premio fedeltà'"
Ginny
scoppiò a ridere.
"Ma
se balliamo un altro po'?"
"Ai
suoi ordini"
Le mise
una mano sul fianco e l'avvicinò a sè, forse con troppa irruenza, e
cominciò a ballare, trascinando praticamente la ragazza.
Era un
po' brillo, effettivamente.
La
stringeva a sè con forza, ma a Ginny non dava fastidio.
Anche
se, forse, avrebbe dato fastidio ad Harry. Lo cercò tra la folla ma
questa volta non lo vide.
Dov'era?
Con qualche Veela? Con Ron ed Hermione, a progettare la loro fuga?
Si era
quasi dimenticata del progetto dei tre. In quel momento le sembrava
di vivere in un altro mondo, normale: suo padre che faceva fare una
giravolta alla madre, la quale rideva, felice. Bill che baciava con
dolcezza Fleur, che era il ritratto della felicità. Charlie che
chiaccherava in un angolo con Hagrid, Tonks che ballava stretta a
Remus, Ron che pestava i piedi ad Hermione che, nonostante questo,
sorrideva raggiante. E lei, stretta a Lee. Se tutto fosse stato
normale, probabilmente sarebbe stata stretta ad Harry.
"Cosa
guardi?" sbottò all'improvviso Lee "ti vedo distratta.."
"No,
niente.."
"Sì,
come no" la lasciò di scatto "senti, io mi vado a sedere"
Ginny lo
seguì perplessa.
"Non
ti senti bene?" chiese.
"No,
mi sento benissimo" borbottò lui, sedendosi su una sedia,
mentre un calice gli si riempiva magicamente di champagne.
"Pensi
sempre a lui, eh? Non cercare di negarlo" disse, con un sorriso
amaro.
Quando stai con me
i tuoi pensieri sono
sempre rivolti
a qualcun altro.. non
mentirmi, Ginny.
Ti prego, non lo fare.
Harry Potter è nei tuoi
pensieri da prima
che tu lo conoscessi.
Sei più facile da
leggere di quanto pensi.
"Non
è vero" esclamò Ginny.
"Lo
stavi cercando con lo sguardo. Pensa ad altro, Ginny, non esiste solo
lui al mondo"
"Che
ne sai te?" si infiammò la ragazza "che cavolo ne sai tu?
Sparisci per un anno, non mi hai mandato nemmeno un gufo, e pretendi
di sapere qualcosa?"
"Sono
stato impegnato, Ginny"
"Anche
gli amici richiedono impegno"
"Già.."
Scolò
un altro bicchiere di champagne.
"Non
dovresti bere tutta quella roba, forse" disse lei, con le
braccia incrociate.
"Reggo
bene l'alcool. Non sono un ragazzino" rispose lui. Sospirò
"dai, dimentichiamo tutto. È una bella festa e io sono felice
di averti rivisto"
Ginny si
sedette a fianco a lui.
"Mi
fanno male i piedi" disse, non sapendo cosa dire. Per tutta
risposta, Lee la prese tra le braccia e la portò in pista. Avevano
messo su un lento.
"con
questo i piedi non dovrebbero farti male" disse e la strinse a
sè.
Ginny si
sentiva stranamente a disagio.
Non
rispose.
"Lee,
io non sono impegnata ufficialmente.. ma in realtà lo sono. Non so
come dirlo.."
Non dirlo, no?
"Io
e te siamo solo amici" disse Lee "da sempre, no? Che
problema c'è se balliamo un po'?"
Ginny
non potè rispondere perchè una luce argentea piombò nella pista.
Era un Patronus, il Patronus di Kingsley.
Tutti si
fermarono. Anche la musica cessò.
"Il
ministero è caduto" disse la lince, con la voce di Kingsley
"Scrimgeour è morto. Stanno arrivando"
L'immobilità
durò un secondo. Poi il movimento scoppiò all'improvviso: Arthur
tirò fuori la bacchetta, zia Muriel strabuzzò gli occhi, Hermione
scattò in piedi, Lee non la lasciò. E scoppiò il panico: chi urlò,
chi si Smaterializzò, chi sfoderò le bacchette. I colori erano
tutti mischiati, la gente si muoveva, suoni, rumori. Lee e Ginny
erano fermi. Entrambi sfoderarono le bacchette.
*
Figure
nere apparirono nella folla di colori. Era iniziata.
I lampi
si mischiavano, incantesimi oscuri erano confusi con quelli buoni.
Ginny cominciò ad attaccare.
"Lee!"
urlò e lanciò un preciso Schiantesimo al Mangiamorte dietro di lui.
Cadde a
terra.
Fuori
uno.
O
almeno, era a terra, per il momento.
La gente
scappava, spingeva, lottava. Lee era vicino a lei e lanciava
incantesimi con grazia e precisione.
"Stupeficium"
"Protego!"
esplose Ginny.
"Non
mi sfuggirai per sempre, carina" sibilò la figura
incappucciata. Ginny lanciò un incantesimo Expelliarmus che lo
mancò.
Fu
colpito da un altro incantesimo, che lo buttò a terra.
"Ginny,
mettiti al sicuro!" era Tonks, che lottava con ferocia
"Vattene!"
Ginny si
allontanò e trovò la piccola Gabrielle che piangeva, sotto un
tavolo. Con uno scatto, corse verso di lei e le lanciò un
Incantesimo di Protezione.
"Dove
sono i tuoi genitori?"
Lei non
rispose e continuava a frignare.
Non
vedeva Ron, Hermione ed Harry.
"Stai
tranquilla, ora sei al sicuro"
"Gabrielle!"
la signora Delacour arrivò di corsa e prese la bambina tra le
braccia.
"La
porti via!" le disse Ginny e scappò al centro della battaglia.
Lanciò una Fattura Orcovolante ad un Mangiamorte che stava attacando
Lee alle spalle e con un Expelliarmus lo disarmò.
"Ginny!
Ginny!" sua madre, il volto deformato da lacrime di terrore, la
prese per un braccio.
"mamma!"
"Stai
vicino a me"
La lotta
era vistosamente a loro vantaggio. Erano di più e non ci misero
tanto a metterli alla fuga. Più che altro, sembrava che loro stessi
avessero deciso di andarsene.
"Ginny!
Molly!" Arthur corse verso di loro e le abbracciò. La sua veste
era strappata, e perdeva sangue dall'avambraccio sinistro "state
bene!"
"Papà,
il tuo braccio"
"Oh,
è solo un graffio"
Molly,
con un incanto, lo riparò in un batter d'occhio.
"Gli
altri ragazzi? George? Era ancora debole.."
"Stanno
tutti bene, Molly" rispose Arthur "qualche ferito, ma
niente di grave.. è finita"
Gli
invitati erano quasi tutti scomparsi. C'era solo la famiglia Weasley,
Lupin, Tonks, Hagrid, Lee e una manciata di membri dell'Ordine.
"Dobbiamo
subito andare a casa, non c'è tempo da perdere" era Lupin
"Potrebbero tornare"
Scortarono
tutti alla Tana. Arthur gettò l'Incanto Fidelus sull'abitazione, del
quale sarebbe stato lui stesso il Custode Segreto. Intanto Tonks
aveva gettato intorno all'area altri incantesimi protettivi.
"Arthur!"
urlò Molly "Arthur! L-loro.."
Scoppiò
in singhiozzi.
"Molly!
Cosa è successo?" il marito accorse subito dalla moglie.
"Non
ci sono più.. non ci sono più!"
Ginny
comprese subito di chi stava parlando la madre. Le mancò il respiro.
"Ron..
Ron non c'è! E neanche Hermione.. e-e-e... Harry.."
Se ne
erano andati.
"Come,
non ci sono?" esclamò Bill.
"Lo
stavano preogettando da un po'" disse Fred "Se ne sono
andati"
La casa
sprofondò nel silenzio, rotto solo dai singhiozzi di Molly.
"Molly,
se ne dovevano andare. Hanno una missione da compiere.." le
disse Arthur. Lei non rispose neanche e se ne andò in cucina.
"Che
genere di missione?" chiese Lee.
"Non
lo sappiamo" rispose Lupin "gli è stata assegnata da
Silente"
Un
mugolio interruppe la conversazione: Tonks era diventata
improvvisamente pallida.
"Dora!"
scattò Remus e accorse da lei, prendendola poco prima che si
accasciasse al suolo "Dora! Stai bene?" la spostò subito
sul divano. Fleur corse in cucina e ricomparve poco dopo con un
bicchiere d'acqua e con Molly.
"Bevi,
ti farà bene" le disse. Tonks prese il bicchiere e lo bevve
tutto d'un sorso.
"Grazie
Fleur" mormorò.
"Dora,
ti sei stancata troppo" le disse il marito.
"Sto
benissimo"
"Vai
a distenderti di sopra, Tonks" le disse Molly "Ginny,
accompagnala in camera tua"
"Ma
io.." protestò Tonks.
"è
un ordine" esclamò Molly. Aiutò la ragazza ad alzarsi e Ginny
la portò sopra.
"Tra
poco ti porto una pozione.."
Ginny
portò Tonks in camera sua. Vedere la brandina di Hermione le fece un
effetto strano. Lei non c'era più. Non aveva lasciato praticamente
niente: Ginny si era accorta solo in quel momento che Hermione aveva
tolto dall'armadio gran parte dei suoi vestiti. Sulla scrivania c'era
un suo ombretto, dorato, che le aveva prestato perchè si abbinava al
suo vestito da damigella.
"Tonks,
come ti senti?" chiese Ginny, alla donna che era sdraiata sul
suo letto.
"Molto
meglio, tua madre si preoccupa troppo"
"Eh,
a chi lo dici" rispose Ginny. Si sedette sul suo letto e tolse
le scarpe con un calcio.
Molly
entrò in camera molto in fretta, con un calice pieno di un liquido
rosa pallido, che profumava di fragole.
"Questa
è perfetta, per il tuo stato" disse Molly, premurosa.
"Ma
quale stato" balbettò Tonks.
"Sei
impazzita, a metterti a combattere nelle tue condizioni!" la
rimproverò Molly "E non mentirmi, ho avuto sette figli,
riconosco i sintomi!"
Anche
Ginny realizzò.
"Tonks,
stai per avere un bambino?" esclamò.
"Beh,
in teoria volevo tenerlo ancora segreto" rispose lei "ma
sì, sono incinta"
Ginny
scoppiò in un gridolino entusiasta e l'abbracciò. Per un momento le
preoccupazioni, la guerra, Harry erano spariti.
"Che
bella notizia!" esclamò "Remus lo sa?"
"Sì"
rispose lei con un sorriso. Solo in quel momento Ginny si era accorta
che Tonks, in effetti, era diversa dal solito: la sua pelle
era più luminosa, il suo sorriso era più radioso.. come aveva
potuto non accorgersene?
Tonks
bevve il suo calice fumante.
"ci
voleva proprio, una bella notizia" sospirò Molly.
"devi
dirlo assolutamente a tutti!" esclamò Ginny.
"No
Ginny, non si dice mai di aspettare un bambino nel primissimo periodo
di gravidanza" intervenne la madre "è il periodo più
delicato.."
"Oh,
mamma, ancora con queste sciocchezze? Una bella notizia
risolleverebbe il morale a tutti" protestò Ginny.
"No,
Ginny, è meglio di no" mormorò Tonks, all'improvviso triste.
La ragazza si alzò dal letto. Si sentirono dei passi sulle scale.
"Dora,
dobbiamo andare.. presto" disse Remus.
"Ciao
Ginny, ciao Molly. Spero di rivedervi presto" disse Tonks e, con
la mano nella mano di Remus scesero giù per le scale. Altri passi
sulle scale, frettolosi.
Era
Arthur.
"Stanno
arrivando" sibilò.
Molly
strinse a sè Ginny.
"Tenetevi
pronte.. non ci faranno niente, siamo Purosangue.. cercano Harry"
Con il
volto pallido le due donne scesero giù, con Arthur. Molly non lasciò
Ginny.
La
ragazza era terrorizzata ma non aveva intenzione di darlo a vedere.
Si
unirono in salone agli altri membri della famiglia, compresi i
Delacour. L'attesa era spietata ma non durò molto.
Un boato
li avvertì del loro arrivo.
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Capitolo 63 *** Posta Via Gufo ***
cap 63 nv
Posta Via Gufo
I Mangiamorte arrivarono subito, dato
che erano ancora senza protezione, a causa della repentina caduta del
Ministero. Buttarono giù sedie e spaccarono vetri, il tutto
mescolato a risate diaboliche.
"Allora, Weasley, cosa si
festeggiava qui?" latrò uno di loro. Prese un calice di
champagne, e lo vuotò tutto in un sorso.
"Roba di lusso, vedo" disse
"non eravate degli straccioni?"
Ancora risate, prive d'allegria. Arthur
non rispose.
"Cosa volete?" chiese,
mantenendo la calma.
"Cosa vogliamo?" sibilò uno
di loro. Sfoderò la bacchetta e con un rapido movimento, fece cadere
a terra Arthur, dolorante. Molly urlò.
"Papà!" gridò Fred.
"Non osare rivolgerti a noi così,
feccia" sputò il Mangiamorte.
Ginny vide un rivolo di sangue
scivolare lento dalla bocca del padre.
"Lasciatelo in pace"
intervenne Bill "stavamo festeggiando il mio matrimonio. Niente
di più"
La signora Delacour e la piccola
Gabrielle singhiozzavano in un angolo.
"Oh, questo è il giovane che ha
incontrato Grayback" disse in tono mellifuo il Mangiamorte.
"Diteci dove si trova Potter"
ringhiò uno di loro.
"Non lo sappiamo" rispose
George "non era qui"
"Ovviamente" sibilò il primo
Mangiamorte. Si rivolse agli altri: "Perquisite questa topaia!"
Alcuni Mangiamorte salirono di sopra.
"Il mio figlio più piccolo,
Ronald, è ammalato di Spruzzolosi" esclamò all'improvviso
Molly "non vi conviene avvicinarvi alla sua stanza"
Ginny non poteva credere alla forza di
sua madre.
"è l'amico di Potter. Ronald
Weasley" sussurrò un Mangiamorte.
"Bene, donna, allora è proprio da
quella stanza che inizieremo"
I Mangiamorte si ritrassero subito.
"Che cosa disgustosa"
"Beh, Potter non è qui"
"Cominciamo con l'interrogatorio"
Molly strinse a sè Ginny.
"Non dire una parola" le
sussurrò.
Ginny vide trascinare in un'altra
stanza suo padre e Bill. Avrebbe voluto tapparsi le orecchie, ma non
poteva. Sentiva i lamenti soffocati di suo padre, sentiva il rumore
di percosse a mani nude. Sentiva sua madre gemere ad ogni rumore.
Quando uscirono Bill sorreggeva il
padre, che aveva un occhio nero.
"Oh, Arthur" gemette Molly e
accorse da lui.
Fu la volta dei gemelli e del signor
Delacour. Durò un po' di meno.
"Ora le donne"
"No!" gridò il signor
Delacour.
"Ci avete interrogato abbastanza!
Non sappiamo dove sia Harry" esclamò Fred.
Fleur e Molly si alzarono, fiere, ed
entrarono nella stanza.
"Anche tu, carina" disse un
Mangiamorte, rivolto a Ginny.
La ragazza si avvicinò.
"No, Ginny!" gridò il padre,
con le poche forse che gli erano rimaste "è ancora piccola..
non è neanche maggiorenne"
"Papà, no!" esclamò Ginny
"vengo" disse rivolta ai Mangiamorte. Temeva che se non
avesse seguito subito la mamma e Fleur si sarebbero sfogati sul papà.
"Brava ragazzina" disse un
Mangiamorte, viscido. Ginny non lo degnò di uno sguardo ed entrò
nella stanza.
Sua madre sbarrò gli occhi appena la
vide. Fleur dovette sorreggerla.
I Mangiamorte erano lì, con le
bacchette in mano.
Loro erano disarmate.
Ginny pensò ad Harry.
Non tremare, Ginny.
"Ma che bella
sposa. Il nostro Sfregiato ha scelto bene" rantolò uno di loro
accennando a Fleur, che indossava ancora il suo abito bianco.
Gli altri risero.
Fleur non li degnò
di uno sguardo.
Uno di loro le si
avvicinò, acacrezzando con gli occhi ogni centimetro del suo corpo,
con sguardo quasi famelico. Fleur gli lanciò un'occhiata piena di
disgusto e di rabbia che avrebbe allontanato chiunque da lei. Per la
prima volta, Ginny scorse nei suoi lineamenti quelli della Veela
arrabbiata, inumani e feroci.
"Harry non è qui" disse
Ginny, prima che i Mangiamorte cominciassero a parlare "Non si è
fatto vedere per tutta l'estate"
Non sapeva da dove stava prendendo
tutto quel coraggio.
"Vedo che tu arrivi subito al
sodo" rispose uno dei Mangiamorte "Ma devi parlare solo
quando vieni interrogata"
Un minimo movimento di bacchetta le
procurò una scottatura sul braccio destro. Faceva male.
"No!" esclamò Molly "vi
prego.. è ancora una bambina.."
"Taci, donna!" il medesimo
segno comparve sul braccio della signora Weasley.
"Dov'è, Potter?"
ringhiarono.
"Non lo sappiamo" esclamò
Molly, senza abbassare lo sguardo "lo abbiamo invitato al
matrimonio di mio figlio e non si è presentato. Non ha risposto
nemmeno all'invito. Non sappiamo dove sia"
"Non avete sue notizie?"
"Nessuna. Mio figlio Ronald,
compagno di scuola di Harry Potter non ha sue notizie da quando è
tornato da Hogwarts. E, malato com'è, non sarebbe in grado di
ricevere posta"
I Mangiamorte scrutarono Molly, che era
impassibile. Sembravano convinti delle sue risposte.
"E tu, ragazzina" abbaiò uno
di loro, quello che aveva scottato il braccio di Ginny e la madre
"conosci Potter?"
"è un amico di mio fratello. L'ho
visto qualche volta a scuola" Ginny cercò di essere convincente
come sua madre. Doveva esserlo.
"Forse lei sa qualcosa.. dovrebbe
avere la stessa età di Potter, e a quanto ci risulta appartiene
anche lei a Grifondoro" disse uno dei Mangiamorte. Quanto
avrebbe voluto, Ginny, che si levassero quelle maschere, per vedere
negli occhi quegli esseri schifosi ed avere un volto da odiare..
"Sarebbe meglio interrogarla da
sola"
"NO!" urlò Molly, perdendo
per un attimo il controllo di sè stessa "è più piccola di
Harry, è ancora minorenne, non sa nulla, non sa assolutamente
nulla.."
"Io ed Harry non ci siamo
praticamente mai parlati" rispose Ginny "ho un anno in meno
di lui, non frequento la sua classe"
Più convincente di così non poteva
essere.
"Non hai mai sentito che parlava
di qualcuno.. di una fuga?"
"Mai" rispose Ginny.
I Mangiamorte parevano convinti.
Ginny fu grata al fatto che
probabilmente non erano molto intelligenti.
Quanto avrebbe voluto avere la sua
bacchetta..
"Non c'è niente da fare qui"
ringhiò uno di loro "Potter ha fatto le cose per bene. Nessuno
sa che fine ha fatto"
Come erano arrivati se ne andarono.
Fecero esplodere i vetri, ruppero un'altra sedia e se ne andarono,
tra risa malvagie.
"Siamo stati fortunati"
sussurrò Bill. Molly corse in cucina e ritornò con un piccolo
barattolo blu e si diresse dal marito.
"Ti metto questo, Arthur.."
"Sto bene, Molly"
Fece sedere il marito e spalmò
l'unguento dall'odore acre sull'occhio del marito, che perse un po'
della sfumatura violacea procurategli dai Mangiamorte. Si asciugò
con una manica il sangue ancora fresco sul mento.
"Jinnì"
Fleur si era
avvicinata alla ragazza, sfiorandole il braccio.
"Fammi vedere
il tuo brascio.."
"Cosa?! Ginny
è ferita?" scattò Bill.
"Che cosa?!" ruggì Arthur
alzandosi in piedi, facendo cadere la sedia.
"Arthur, calmati!"
Ginny si era dimenticata della
bruciatura sul braccio. Se ne ricordò solo nel momento che Fleur
gleila sfiorò. Faceva veramente male.
La donna le spalmò sopra un unguento
che aveva un forte odore di menta. Subito sentì sollievo.
"Va melio?"
chiese Fleur, gentile.
"Sì.. grazie,
Fleur"
"Quegli
schifosi" ringhiò Bill "devono solo riprovarci ad
avvicinarsi a chiunque di noi"
La famiglia di
Fleur se ne andò qualche ora dopo. La piccola Gabrielle era
visibilmente provata: non aveva più detto una parola, e i genitori
avevano pensato che era meglio tornare subito in Francia, prima che i
Mangiamorte rendessero difficile varcare i confini.
Anche Bill e Fleur
lasciarono in fretta la Tana.
"Oh, Bill.. il
vostro viaggio di nozze!" disse Molly.
"Lo faremo
quando i tempi saranno migliori" rispose il figlio.
"La
cosa più importante è che siamo insieme. Finalmonte
uniti" rispose Fleur, con
un sorriso splendente.
"Ci rivedremo
il prima possibile" disse Bill. Prese la mano di Fleur, la
strinse forte e i due si Smaterializzarono.
Fred e George
rimasero per la notte. Non se la sentivano di lascire soli i genitori
e li aiutarono a rimettere a posto la casa e a lanciare nuovi
incantesimi di Protezione.
Cenarono tutti e
cinque insieme, con gli avanzi della festa.
"Cosa farete?
Manderete Ginny a scuola?" chiese Fred.
"Dobbiamo
vedere come si mettono le cose" rispose Arthur.
"Perchè?"
chiese Ginny.
"Se Tu-Sai-Chi
si è impossessato del Ministero si sarà impossessato anche di
Hogwarts, visto che Silente non c'è più"
"Ginny rimarrà
a casa con noi" rispose dura Molly "non metterà piede al
castello"
Nessuno osò dire
altro.
Andarono a letto
presto.
Ginny, sola in
camera sua, pensava ad Harry, Ron ed Hermione. Dove erano andati?
Stavano bene? I Mangiamorte li avevano trovati?
Si addormentò,
pensando al fatto che, da domani, nulla sarebbe stato più come prima
*
Si
svegliò presto, quella mattina, nonostante avesse avuto un sonno
agitato.
Bill
e Fleur si erano veramente
sposati?
Zia
Muriel aveva veramente
criticato la sua scollatura?
Harry,
Ron ed Hermione erano veramente
fuggiti?
Scese
giù in cucina dove trovò sua madre, da sola. Fred e George, le
disse, erano dovuti andare a Diagon Alley, ad aprire il negozio.
"Siamo
in piena emergenza, non dovrebbero aprire il negozio!" esclamò
furibonda Molly, mentre metteva davanti a Ginny una tonnellata di
toast "dovremmo stare qui, uniti! E anche tuo padre, è andato a
lavoro!"
Prese la
marmellata d'arancia e il burro, e verso il latte nella tazza della
figlia.
"Hai
sentito qualcuno?" chiese Ginny.
"Sì"
sospirò la madre "Bill e Fleur si sono sistemati nella nuova
casa, Charlie ha passato la notte da Remus e Tonks e ripartiva per la
Romania questa mattina.."
"Si
sa qualcosa di.. loro?"
Molly si
voltò.
"Nessuno
ha loro notizie" rispose "nè negative.. nè positive"
Prese un
toast e vi spalmò una dose abbondante di burro e di marmellata.
"Mangia"
disse.
Ginny
diede un piccolo morso al toast: la mamma vi aveva messo troppo
burro, e a lei non piaceva. Ma non era il caso di farla innervosire.
"è
già arrivato il giornale?" chiese Ginny.
"No,
ancora no" rispose Molly "la posta è in ritardo questa
mattina"
Si
sedette anche lei, davanti alla figlia e prese un toast. Era strano
vedere la mamma che faceva colazione con lei: di solito si svegliava
prima di tutti e, a parte in alcune occasioni, quando loro si
svegliavano lei aveva già mangiato e stava preparando la colazione
per i figli.
"mamma"
chiese all'improvviso Ginny "secondo te, arriveranno i risultati
dei miei G.U.F.O?"
Molly
non fece in tempo ad aprire bocca che due gufi sfrecciarono in
cucina. Uno, era il solito gufo de la Gazzetta del Profeta,
con il giornale. L'altro, era un gufo reale di Hogwarts.
Molly
diede uno zellino al gufo del giornale che volò via subito, mentre
Ginny liberò l'altro dal pesante rotolo di pergamena che aveva
legato alla zampa. Aprì subito la lettera.
GIUDIZIO
UNICO PER I FATTUCCHIERI ORDINARI
Voti di promozione:
Eccezionale (E)
Oltre Ogni Previsione (O)
Accettabile (A)
Voti di bocciatura:
Scadente (S)
Desolante (D)
Troll (T)
GINEVRA MOLLY WEASLEY HA
CONSEGUITO:
Astronomia:
D
Cura delle Creature
Magiche: O
Incantesimi:
E
Difesa contro le Arti
Oscure: O
Divinazione:
A
Erbologia:
O
Storia della Magia:
A
Pozioni:
O
Trasfigurazione:
E
Ginny guardava
ancora sbalordita i suoi esami: aveva preso otto G.U.F.O! L'unica
materia in cui era stata bocciata era stata Astronomia, ma quello se
lo aspettava.. ma era riuscita a strappare una A a Storia della
Magia! E a Divinazione, che non si ricordava nemmeno se avevano un
libro (in fondo, Fiorenzo non ne aveva mai usati, che lei si
ricordasse). Il cuore le battè forte quando vide quelle due piccole
E, ad Incantesimi e a Trasfigurazione. Sapeva di essere andata bene a
quegli esami, ma addirittura una E..
"Allora, fammi
vedere" disse Molly, sorridendo affettuosa. Ginny le passò la
pergamena e la madre lesse in fretta.
"Otto G.U.F.O!
E due 'Eccezionale'!" esclamò la madre e abbracciò la figlia
"Sono orgogliosa di te! Sei stata bravissima"
"Grazie"
"Non vedo
l'ora di dirlo a tuo padre! Sarà felicissimo! La nostra piccolina!"
diede un bacio alla
ragazza e attaccò la lettera sopra una dispensa.
"La deve
vedere subito! Oh, e devo mandare un gufo a Bill, sarà così
orgoglioso di te.."
"Peccato che
non posso tornare ad Hogwarts" disse Ginny "e continuare
gli studi. Con questi voti, avrei potuto prendere qualsiasi M.A.G.O"
Molly le fece un
sorrisino triste.
"Magari sarà
solo per quest'anno, Ginny" disse "Non credo che molta
gente tornerà ad Hogwarts, sarà sicuramente in mano ai Mangiamorte"
"Lo so, mamma"
disse "Non si può tornare lì"
Pensare al castello
le metteva una certa malinconia. I passaggi segreti, la torre di
Grifondoro, il capo di Quidditch.. le sarebbero mancati parecchio.
Prese la Gazzetta
del Profeta e lesse la prima pagina. Nessuna notizia. Forse i
cambiamenti erano meno rapidi di quanto credeva.
*
Le
novità non tardarono molto ad arrivare: aspettarono solo qualche
giorno ed arrivarono via gufo. Le lesse prima sua madre, che per poco
non si strozzò con il the.
"Arthur!"
gridò "Arthur!"
Ginny
era ancora a letto ma si svegliò, spaventata. Lei e suo padre si
scontrarono nel corridoio. Lui aveva ancora la schiuma da barba sul
volto.
"Cosa
succede?" esclamò.
"Non
lo so, è la mamma che urla giù"
Tutti e
due corsero in cucina.
"Leggi!"
gridò Molly, con il giornale in mano "sono impazziti.. mia
figlia rimane qui, nessuno me la porterà via, non possono farlo"
Arthur
prese il giornale e lui e Ginny lessero l'articolo.
HOGWARTS, NUOVO ORDINE
DEL MINISTERO: FREQUENZA OBBLIGATORIA PER TUTTI I GIOVANI MAGHI E
STREGHE
"Non
possono farlo" mormorò Arthur.
Il Ministero decreta che,
da questo momento in poi, tutti i giovani maghi e le giovani streghe,
saranno tenuti OBBLIGATORIAMENTE a seguire i corsi di formazione
nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Per essere ammessi a
tale privilegio, dovranno sostenere un esame per certificare il
proprio Stato di Sangue (leggere a pagina 3, per ulteriori
informazioni).
L'articolo
continuava, ma Arthur aveva già chiuso il giornale, disgustato.
"Questo
è il primo passo" mormorò.
"Quindi
i Nati Babbani.. non potranno più frequentare Hogwarts?" chiese
Ginny, orripilata.
"Peggio
ancora. Verrano sottoposti ad una specie di censimento, e chi non
riuscirà a dimostrare di avere qualche parente mago nell'albero
genealogico sarà accusato di aver rubato la magia... e beh, immagino
non gli aspetti una bella sorte"
Ginny
pensò ai suoi amici nati babbani, che quell'anno non avrebbero
rivisto Hogwarts. Un brivido la scosse.
"Ginny,
tu non andrai. Ti nasconderemo da qualche parte, fuggiremo"
"Molly,
non possiamo farlo. Ci troveranno e sarà molto peggio"
"Ma.."
"Mamma,
non puo' accadermi niente ad Hogwarts! È vero, non c'è Silente, ma
ci sono sempre gli altri professori, no?" disse Ginny, per
tranquillizzarla.
"Minerva,
Vitious e gli altri non permetteranno che sarà torto un solo capello
ai ragazzi" disse Arthur.
"Ma
c'è Severus Piton!" gemette Molly "quell'uomo ha ucciso
Silente, non posso permettere che mia figlia dorma sotto il suo
stesso tetto"
Ginny
rabbrividì al solo pensiero. No, in realtà non voleva tornare ad
Hogwarts neanche lei, non perchè avesse paura, ma perchè non sapeva
se sarebbe stata in grado di trattenersi dal lanciare una Fattura
Orcovolante a quell'essere untuoso di Piton. Ma doveva
tranquillizzare la mamma, visto che a quanto pareva non aveva scelta:
era obbligata a tornare al castello.
"Questa
sera parleremo con Minerva, sicuramente lei saprà darci qualche
consiglio" concluse Arthur "probabilmente sarà lei la
prossima Preside di Hogwarts"
A questo
Ginny ancora non aveva pensato: la McGranitt sarebbe diventata sicuro
Preside! In fondo, finora era stata la Vice Preside, no? Quindi era
logico che Silente avesse passato la carica a lei!
"ma
sì, mamma, con la McGranitt al comando non abbiamo niente da temere"
esclamò Ginny "probabilmente caccerà quel pipistrello di Piton
dalla scuola.."
Per la
prima volta, la madre non la corresse mentre chiamava di un
professore senza pronunciarne il titolo. Annuì distrattamente, e
ritornò alle sue faccende, immersa nei suoi pensieri. Arthur aspettò
che Molly se ne andasse e poi si rivolse alla figlia:
"Ginny,
promettimi che qualsiasi cosa succederà, e se tu dovrai tornare in
quel castello, non farai sciocchezze, siamo intesi?"
lo
sguardo del padre era fermo.
"Papà,
ma cosa.."
"Ginny
sai benissimo di cosa sto parlando. Hogwarts non è lo stesso posto
di un tempo. Non puoi permetterti passi falsi, c'è in gioco molto di
più di una punizione.. ci siamo capiti?"
Aveva
detto tutto questo bisbigliando. Non voleva che la mamma sentisse.
"Ti
reputo abbastanza grande per capire ciò che sto cercando di dirti.
Non ho paura di spaventarti: hai bisogno di avere paura, altrimenti
compirai delle sciocchezze irreparabili: a scuola probabilmente
assisterai a cose terribili ed ingiuste, assisterai a lezioni
orribili e sentirai cose tremende: non dovrai reagire."
"Papà.."
"Ne
parleremo meglio quando saprò di più" disse lui. Si alzò e le
scompigliò i capelli, come se non fosse accaduto nulla. Ginny corse
in camera sua. Non fece neanche in tempo a buttarsi sul suo letto che
sentì un picchiettare sulla finestra: era un piccolo gufo grigio,
che Ginny riconobbe subito come il gufo di Demelza, che le aveva
regalato il papà l'anno prima!
Si
affrettò a prendere la lettera che teneva tra le zampe. Srotolò la
pergamena e riconobbe subito la disordinata calligrafia dell'amica.
Cara Ginny,
immagino che anche tu
abbia letto i giornali questa mattina, e immagino anche che sai cosa
sto per dirti. Hogwarts non è più un posto per me. Noi Nati Babbani
non siamo più ammessi, e non solo nella scuola, ma nel Mondo Magico.
Devo fuggire, Ginny, ma il realtà lo so da prima che i giornali lo
rendessero noto. Sapevo che una volta morto Silente, il Male non ci
avrebbe messo molto ad attaccare tutte le istituzioni, e sapevo che i
primi a pagarne le conseguenze saremo noi, i Nati Babbani.
I miei genitori e i miei
fratelli ancora non lo sanno, non li voglio spaventare e non li
voglio rendere complici in alcun modo: so benissimo che se gli
dicessi cosa sto per fare non mi permetterebbero mai di andarmene da
sola.
Ho scritto anche a te per
ultima, perchè sapevo benissimo cosa avresti fatto anche tu, non mi
avresti lasciata andare via oppure saresti venuta con me, mettendoti
in pericolo. Beh, non permetterò che nessuno si metta in pericolo a
causa mia!!!
Quest'ultimo anno, a
scuola, è stato bellissimo, mi mancherà ogni cosa. Spero che un
giorno si rimetta ogni cosa al suo posto, e potremmo passare un altro
anno così meraviglioso insieme.
Sono certa che sarà
così, Ginny. Sono sicura che il Bene trionferà sul Male, che il
nostro (anzi, il TUO) Harry riuscirà a sconfiggere Lord Voldemort e
ognuno di noi tornerà alla propria vita. Credici anche tu, Ginny. È
importante.
Ginny, mi mancherai
immensamente e non smetterò mai di pensarti: sei la prima persona
del mondo magico che mi ha fatto sentire come una di voi dal primo
momento, nonostante le mie origini, di cui in ogni caso continuo ad
essere fiera! Sei la prima persona che mi ha accettato così come
sono, con la mia goffaggine e la mia timidezza, e sei la prima ad
avermi dato una possibilità di riscattarmi! Se ora sono quella che
sono lo devo soprattutto a te!
Ora devo andare! Emily e
Paige vogliono che giochi con loro con le bambole! E visto che è
l'ultimo giorno che sono qui, le accontenterò. Sono contenta che
Emily, che ha compiuto undici anni qualche settimana fa, non ha
ricevuto nessuna lettera da Hogwarts! Meglio così! Almeno si
risparmia questa sofferenza.
Salutami la McGranitt. Mi
mancherà anche lei. Ma lo sai che alla fine ho preso "O" a
Trasfigurazione?! Ti rendi conto? Sono sicura che la McGranitt è
fiera di me!
Ti voglio bene, Ginny.
Questo non è un addio. Ci rivedremo presto.
Baci
Demelza
Ps Avverti tu Miriam,
John, Aisleen, Grace e Anthony. Colin già lo sa, deve partire anche
lui.
Ginny non piangeva.
Buttò la lettera a terra, arrabbiata. Desiderava solo avere davanti
a sè quella cretina di Demelza e strozzarla, e urlarle con quanto
fiato in gola una marea di insulti. Dove diamine credeva di andare,
da sola? Era ancora minorenne, aveva la Traccia addosso! Era
impazzita, forse? L'avrebbero presa.
Ripensò a Demelza,
l'amica che l'aspettava sempre con un sorriso cordiale e la faceva
sempre divertire. Le veniva in mente la sua goffaggine e la sua
timidezza, ma anche com'era cambiata negli ultimi anni, diventando
più sicura di sè, più concreta e attenta.
Demelza era nata il
sedici Novembre, quindi era minorenne solo per qualche mese ancora.
Ginny sorrise: sapeva che l'amica ce l'avrebbe fatta.
E così,
la guerra entrò, senza chiedere il permesso a nessuno,
interrompendo, squarciando, cambiando in modo indissolubile quelle
che una volta erano le loro vite.
*
Ginny
passava molto tempo da sola, in quei giorni. I suoi genitori e i suoi
fratelli erano tutti molto impegnati: il padre passava tantissime ore
al Ministero, la mamma aveva sempre da fare con i membri dell'Ordine
che facevano avanti e indietro per casa loro, i fratelli impegnati
nei loro lavori e nelle loro missioni tranne Ron, che nessuno sapeva
dove si trovava. Ginny non passava un giorno senza pensare a lui ed a
Hermione ed Harry. E quel giorno, la solita Gazzetta del Profeta la
costrinse a pensarci ancora di più.
"MAMMA!"
urlò all'improvviso.
La mamma
non parve sorpresa del suo urlo.
"L'ho
già visto, tesoro"
"Non
è possibile.."
In prima
pagina c'era una foto enorme del volto di Harry, con sotto una
precisa didascalia:
RICERCATO
COME PRINCIPALE SOSPETTATO DELLA MORTE DI ALBUS SILENTE
Sotto c'era la
cifra della ricompensa per chi lo avesse consegnato al Ministero, e
la cifra era talmente alta che probabilmente sarebbe bastata a
mantenere cinque generazioni, e qualche riga piena di sciocchezze, in
cui veniva dimostrato come Harry fosse stato sempre un potenziale
assassino, pericoloso e disturbato.
"Tu-Sai-Chi
sta agendo per bene" disse Molly "agisce di nascosto,
nell'ombra e cerca di manipolare il resto della popolazione"
"Harry starà
malissimo quando lo leggerà" mormorò Ginny.
Se ne andò in
camera sua, visto che a breve sarebbe cominciata la solita riunione
dell'Ordine a cui non era ammessa, portandosi dietro il giornale.
Guardò bene la foto di Harry: non era tanto recente. Probabilmente
era dell'anno prima, quando erano andati all'Ufficio Misteri. Strappò
la pagina e prese la foto. Gli occhi di Harry ricambiavano il suo
sguardo.
"Dove sei,
Harry?" sussurrò "perchè non mi hai fatto venire? Grazie
a te, andrò ad Hogwarts che è diventata una scuola anti-babbana!
Complimenti, e meno male che volevi proteggermi!"
All'improvviso si
rese conto che stava parlando ad alta voce con una foto e si sentì
una completa idiota. L'Harry nella foto fece un sorrisino.
"Beh, forse
parlo con una foto perchè il mio ex ragazzo se ne è andato,
portandosi via mio fratello e la mia migliore amica! E mi sento
terribilmente sola"
Lo stava rifacendo.
Si buttò sul letto, con la faccia nel cuscino. Se non se ne andava
subito da lì sarebbe sicuramente impazzita.
*
La
Gazzetta del Profeta aveva nuovamente rovinato le giornate di tutti:
Ginny si era svegliata con le solite urla di sua madre, era corsa di
sotto preoccupata e aveva trovato i suoi genitori che discutevano
animatamente sulla prima pagina. Questa volta, l'articolo era ancora
più sconcertante degli altri: Severus Piton era stato eletto nuovo
Preside di Hogwarts.
"Quell'uomo
ha ucciso Silente! Non può sedere alla sua cattedra!"
"è
inaudito, voglio parlare con la McGranitt, dovrà saperne qualcosa"
Ginny,
credeva che ormai non si sarebbe sorpresa più di niente. E invece,
dovette ricredersi quando lesse l'articolo.
"Ma..
non si può fare qualcosa?" chiese
"Purtroppo
no" rispose Arthur "evidentemente Albus Silente lo aveva
designato come suo successore.. anche se non riesco a capirlo, mi
sarei aspettato Minerva"
"Albus
si è sempre ciecamente fidato di Piton" gli ricordò Molly "non
si aspettava certamente un tradimento simile! Evidentemente aveva
scelto lui perchè è più giovane di Minerva.."
"è
fin troppo giovane" puntualizzò Arthur "potrebbe esserci
lo zampino di Tu-Sai-Chi. Anzi c'è sicuramente: con Piton preside,
Hogwarts è nelle mani dei Mangiamorte"
"Ma
nessuno se ne rende conto?" chiese Ginny.
"Nessuno
sa niente, Ginny" rispose la madre "Tu-Sai-Chi sta agendo
nell'ombra. Siamo in pochi ad avere informazioni sulle sue manovre"
Rumori
in cucina.
"Oh,
Kingsely è già qui" esclamò la signora Weasley "Ginny,
tesoro, puoi..?"
Ginny
non la lasciò nemmeno finire e si alzò dalla sua sedia e andò di
sopra. Ormai aveva imparato la solfa. Chiuse la porta. La foto da
ricercato di Harry la guardava dalla scrivania. Ginny gli lanciò uno
sguardo torvo.
"Probabilmente
avrai saputo già tutto" disse la ragazza con un sorriso amaro
"E sai una cosa? Non portandomi con te non mi hai messo affatto
al sicuro! Ah no, caro mio! Perchè Hogwarts pullulerà di
Mangiamorte quest'anno! Così t'impari a non farmi venire a caccia di
Tu-sai-chi con voi"
Harry
continuava a sorridere. A Ginny la cosa irritava sempre di più.
"Appena
torni se non ti ha ucciso lui lo farò io!" strillò e voltò la
foto contro la parete.
"Ginny,
è successo qualcosa?" era suo padre, che era corso in suo
soccorso. Probabilmente aveva urlato davvero.
"Niente
papà, parlavo da sola" rispose lei. Lui la guardava con uno
sguardo preoccupato che non usava da quando era uscita dalla Camera
dei Segreti. Non lo biasimava.
"Dovevi
dirmi qualcosa?"
"Sì..
ma tu stai bene?"
"Certo
papà, mi annoio"
Lui
parve un pò più rassicurato.
"beh..
abbiamo notizie! Ottime notizie!"
Arthur
le raccontò che Remus era riuscito a rintracciare Ron, Harry ed
Hermione. Stavano bene ed erano al sicuro ma non era riuscito ad
estorcergli nulla sui loro progetti.
"Cosa
credeva? Non li hanno detto finora!" esclamò Ginny. Proprio non
li conoscevano.
"Beh,
l'importante è che sappiamo che sono vivi, no?" sospirò lui,
accarezzando la testa di sua figlia "e che stanno bene"
Rimasero
così, seduti sul letto di Ginny.
"Sai,
nonostante avrei voluto che Ron fosse rimasto qui al sicuro, sono
orgoglioso della sua scelta" disse Arthur "sta facendo
qualcosa di nobile, e sono fiero di lui"
"Ron
ha sempre fatto scelte di cui essere orgogliosi" rispose Ginny
"a volte è un testone e un rompiscatole, e vorrei tirargli
qualcosa ogni volta che apre bocca.. ma sono fiera che sia uno dei
miei fratelli"
Il
signor Weasley sorrise e uscì dalla stanza. Probabilmente si stava
per mettere a piangere. Oh sì, mancavano tutti terribilmente anche a
lei. Era vuota la casa senza di loro. Aveva già provato questa
sensazione, quando tutti erano ad Hogwarts o a lavoro e lei no. La
situazione era simile, ma aveva delle sfumature completamente
diverse: la paura di non rivederli, l'ansia di sentire
i loro nomi tra quelli dei deceduti, l'interrogativo di ogni
sera, dove erano, cosa facevano, come stavano,
tutto velato dall'ombra della preoccupazione. Come stava
passando Bill i suoi primi giorni da sposato, tra i regali di nozze e
i richiami dell'Ordine? E Charlie, tra i maghi stranieri, a cercare
alleati? Fred e George, per quanto avrebbero tirato avanti a Diagon
Alley? Percy, quell'idiota, si sentiva ancora così al sicuro dalla
parte del nemico? E Ron, dov'era, cosa aveva intenzione di fare?
E lei,
Ginny Weasley? Sarebbe tornata a scuola che non era più un luogo
sicuro? Vedeva il terrore negli occhi della madre, l'ansia in quelli
del padre e li capiva: per la prima volta nella loro vita non
potevano fare niente per mettere al sicuro i loro figli. Neanche lei,
la più piccola.
Rivoltò
nuovamente la foto e sospirò. Harry sorrideva. Ginny ricambiò
con un sorrisino triste.
*
Il
giorno dopo Ginny ricevette l'ennesimo gufo, ma da chi non si
aspettava. Era un gorsso allocco, dall'aria sdegnosa, che le consegnò
il rotolo di pergamena con aria solenne. Per un momento pensò che
Percy si era preseo un nuovo gufo (l'atteggiamento era simile), ma
poi riconobbe la grossa calligrafia disordinata di Neville Paciock.
Considerava
Neville un buon amico, e da quando erano andati insieme al Ballo del
Ceppo si fermava sempre a chiacchierare con lui, e le faceva sempre
fare due risate. Oltretutto, dopo ciò che era successo al Ministero
due anni prima, il loro rapporto era diventato più confidenziale, ma
era la prima volta che le spediva una lettera.
Cara Ginny,
come stai? Immagino non
benissimo, visto quello che sta succedendo! Nonna mi ha raccontato
quello che è successo al matrimonio di tuo fratello, sono contento
che stiate tutti bene, come vedi, mia nonna è informata benissimo!
Ci aspetta un duro anno
ad Hogwarts, penso avrai letto sul Profeta
delle belle novità! Purtroppo molti dei nostri amici non ci saranno
per farci compagnia: ho sentito Dean, e non tornerà, e penso nemmeno
Demelza e Colin. Peccato.
Ho un sacco di idee per
quest'anno scolastico, e non vedo l'ora di dirtele! Sono sicura che
le troverai interessanti!
Ti vorrei dire un sacco
di cose, ma non posso scriverti tutto via lettera, sai bene il
motivo! Tanto ci incontriamo il primo Settembre al binario Nove e Tre
Quarti, no? Ho già accennato a Luna.
A presto, sperando che le
tue vacanze proseguino bene!
Baci
Neville
p.s ricordati di portare
il Galeone!
Non
sapeva quante lettere avesse ricevuto in quel periodo, ma quella era
l'unica, insieme alla sua pagella, che l'aveva fatta sorridere. La
lettera era un po' criptata, ovviamente, per il rischio
intercettazioni, ma Ginny aveva capito abbastanza. Neville aveva
qualche idea in mente per rendere quel tetro anno scolastico un po'
più movimentato e divertente, e lei avrebbe certamente pertecipato.
Certo, la promessa fatta al papà un po' la faceva sentire in colpa.
"Non fare
sciocchezze... non reagire.."
Beh,
purtroppo non sapeva ancora se avrebbe potuto mantenere la promessa,
doveva prima vedere che cosa l'aspettava al castello.
Aprì un
cassetto e tirò fuori il galeone stregato da Hermione, quello che
serviva per le riunioni dell'E.S. Non lo aveva mai lasciato, lo aveva
sempre conservato in una tasca, nonostante sapeva che le riunioni
erano finite. Le dava una sorta di sicurezza. Sapeva da quando aveva
deciso di far parte di quel gruppo, da quando aveva deciso di
accompagnare Harry al Ministero, da quando era sopravvissuta a Tom
Riddle che il suo compito non era quello di stare ferma senza
reagire, ma quello di combattere.
"Mi
dispiace papà" sussurrò, e mise il Galeone in tasca.
Aveva
scelto.
*
Agosto
volgeva al termine. Per la prima volta da sei anni, Ginny non era per
niente entusiasta di tornare a scuola. Non aveva nemmeno fatto il suo
solito conto alla rovescia vicino al letto.
Era
strano essere l'unica che doveva andare ad Hogwarts. Sapeva che
sarebbe successo, prima o poi, come le era successo di essere l'unica
a non andarci. Ma era troppo tardi.
Mancava
qualche giorno alla partenza, e lei radunava i suoi libri. Entrò suo
padre.
"Ginny"
disse, dopo aver chiuso piano la porta. "io ti ho già parlato
l'altra volta" si sedette sul suo letto. Ginny sapeva già cosa
voleva dirle.
"Sei
grande e le cose le capisci, vedi ciò che sta succedendo. Ti ricordi
cosa ti ho detto...?"
"Sì,
di stare tranquilla e fare la brava bambina quando starò al
castello" rispose lei, roteando gli occhi.
"Ginny,
non è.."
"Non
è un gioco, sì papà, lo so.."
"No,
non lo sai. Tu non ne hai idea" sbottò lui "Sei giovane,
troppo giovane, siete tutti giovani" si mise la mano tra i pochi
capelli che aveva. A Ginny sembrò molto più vecchio.
"noi
abbiamo vissuto già tutto questo, è stato terribile. Ma almeno
prima potevamo proteggervi. Eravate piccoli, tu sei nata pochi mesi
prima della sconfitta di Tu-Sai-Chi, e vi tenevamo con noi, al
sicuro. Ora, non lo possiamo più fare. Siete tutti lontani e sono
riusciti a strappare persino te, la più piccola, dalla nostra
protezione. Siete tutti dei ragazzi, e i ragazzi fanno cose
avventate.."
"Papà,
anche tu eri un ragazzo" lo interruppe la figlia "e la
mamma era una ragazza, quando tutto è iniziato. Eravate giovani
anche voi. Ma, nonostante le cose avventate, siete riusciti comunque
a vincere, o sbaglio?"
Il padre
non rispose.
"Papà"
Ginny decise di essere il più sincera possibile. Sapeva che con lui
poteva farlo. Che doveva farlo. "Ti prometto che starò
attenta, ti prometto che non mi caccerò nei guai. Ma non posso
prometterti che starò ferma a guardare. Sai che non posso. Sarei una
bugiarda se lo facessi, e io non lo sono"
Arthur
fece un sorrisino amaro, guardando davanti a sè "Beh, almeno
sei stata sincera" disse "Ma Ginny, non basta. Lo sai che
non basta. Io non posso stare con il pensiero di te, da sola, in
quella scuola che pullulerà di Mangiamorte..."
"Anche
tu potresti stare fermo a guardare, al sicuro" esclamò Ginny
"Ma non lo fai, fai parte dell'Ordine e ti metti tutti i giorni
in pericolo! Io anche sto tutti i giorni con il pensiero che ti possa
accadere qualcosa, quando vai al Ministero, che è pieno di
Mangiamorte quanto Hogwarts"
"Ma
è diverso"
"No,
non lo è" lo guardò negli occhi, uguali a quelli di Ron. Una
morsa le strinse lo stomaco "sai che non lo è"
Il padre
sospirò ma non rispose.
"Se
tu eri al mio posto, ti saresti comportato nello stesso modo"
disse la ragazza, a voce più bassa "non dico che andrò a
cercarmi i guai, sono abbastanza matura per non farlo. Sono grande,
papà, lo hai detto tu. Voglio solo combattere per quello che è
giusto. Esattamente come te, come la mamma.. come Ron."
Arthur
la guardò negli occhi "Sei uguale a tua madre" disse
"Siete due forze, e se avete in mente qualcosa è impossibile
dissuadervi"
Ginny
sorrise.
"Ho
dei figli splendidi" disse "Ginny, stai attenta. Potrei
cercare di impedirti con la forza di fare quello che vuoi fare. Ma
cosa posso fare? So che sarebbe inutile. Dico solo che mi fido di te.
Mi fido ciecamente"
Le diede
un bacio sui capelli, come faceva quando era bambina, si alzò e uscì
dalla stanza. Ginny sentiva il Galeone nella sua tasca, lo aveva
sentito per tutto il tempo che aveva parlato con suo padre. Avrebbe
combattuto, con tutta la sua forza, per Malocchio Moody, per Demelza,
per Hermione, per Ron, per Harry. Per la mamma. E per il suo papà.
Angolo Autrice
Sì, so bene che
mi odiate. Il mio ritardo è stato CLAMOROSO e il capitolo non è nemmeno
un granchè. Sarà che la sessione autunnale mi ha stremata, sarà che ero
poco ispirata ma su questo capitolo ci ho lavorato tantissimo.
Spero vi piaccia, anche solo un pochino.
Alla prossima
Marty
|
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Capitolo 64 *** Hogwarts Riserverà Sempre Un Posto Per Loro ***
cap 63 nv
Hogwarts
riserverà sempre un posto per loro
Per la prima volta in sei
anni, Ginny non aveva aspettato con allegria in rientro ad Hogwarts.
Più che altro, era stato molto strano ritrovarsi a casa sola con i
genitori, ed essere l'unica a dover andare al castello. E cosa ancora
più insolita, erano i disperati tentativi della mamma di non farla
partire.
Ginny non era molto felice,
ma era in qualche modo stranamente euforica: non sopportava più
quelle giornate monotone in casa sua, aveva voglia di uscire, e di
entrare finalmente in azione. E poi, la lettera di Neville qualche
settimana prima della partenza, le aveva dato una certa dose di
energia e di speranza. Non vedeva l'ora di vedere lui e Luna e vedere
cosa avevano in mente.
Ormai il suo baule era
pronto, i libri, gli ingredienti per le pozioni erano stati comprati
da Fred e George che glieli avevano portati qualche sera prima della
partenza. Per Ginny era stato triste non poter fare il solito giro di
acquisti a Diagon Alley, ma sapeva che Diagon Alley non era più il
luogo allegro di una volta.
"Ormai sembra quasi
Nocturn Alley" aveva detto George.
"E quasi tutti i negozi
sono chiusi"
"Noi cercheremo di
resistere più che possiamo"
"è pericoloso,
ragazzi, sarebbe meglio che chiudete.." disse la mamma.
Fred alzò le spalle "per
ora ci hanno chiesto solo la Certificazione di Sangue, e visto che
siamo Purosangue ci hanno lasciato in pace. Ma sappiamo che è solo
questione di tempo, la nostra famiglia è fin troppo in vista"
Avrebbero accompagnato anche
loro Ginny e la mamma a King's Cross. Il papà si era preso un giorno
di permesso.
"Papà, non era
necessario" aveva protestato la ragazza.
"La vostra sicurezza è
la cosa più importante" aveva ribadito lui. Si sarebbero mossi
con la Materializzazione Congiunta. Nessun altro membro dell'Ordine
sarebbe venuto.
La sera prima del primo
settembre cenarono tutti insieme, senza però Bill. La mamma aveva
preparato una cena alla buona, ma si era impegnata per fare uno dei
dolci preferiti di Ginny, crostata di mele con crema e cannella.
"Allora, Ginny,
immagino farai vedere i sorci verdi ai Mangiamorte ad Hogwarts"
esclamò Fred, dopo essersi spazzolato la sua terza porzione di
torta.
"Impegnati con le tue
Orcovolanti, Ginny"
"Ti daremo anche
qualcosa dei nostri scherzi, devi riuscire a rifilare una Pasticca
Vomitosa a Piton"
"No, meglio un Filtro
d'Amore" esclamò Ginny "Magari lo riesco a far innamorare
di Gazza"
"Ottima idea,
sorellina"
"dovresti..."
"NO!" urlò
all'improvviso Molly, sbattendo un pugno sul tavolo. Tutti
ammutolirono "vi è dato di volta il cervello? Non mettetele in
testa certe idee! Ginny deve stare tranquilla a scuola!"
"Mamma, noi stavamo
scherzando" disse Fred, serio "ma tu pensi davvero che
Ginny starà zitta e buona a scuola?"
"sì, lo penso davvero,
non è stupida.."
"appunto che non lo è
non starà ferma! Mamma, Ginny non è una bambina"
"Che cosa diavolo
centra?"
"C'entra eccome, come
voi lottate, se sarà necessario lotterò anche io!" esclamò
Ginny.
"Ginny.." la
richiamò Arthur.
"Vedi Arthur, non è
abbastanza matura, non possiamo lasciarla andare, dobbiamo fuggire,
andare all'estero, sono sicura che i genitori di Fleur ci
nasconderanno..."
"Mamma, accetta la
realtà, cavolo!"
"FRED WEASLEY"
"Sono George"
"NON TI AUTORIZZO A
PARLARMI COSì!"
"Finitela tutti
quanti!" urlò il padre. Arthur Weasley non urlava mai. L'ultima
volta che Ginny lo aveva sentito urlare, era stato contro Percy
"basta con questi discorsi. Ginny andrà ad Hogwarts e non farà
niente di niente contro i Mangiamorte. E non voglio sentire
nient'altro su questa storia"
"Ma.."
"Niente ma, Fred. È la
mia ultima parola"
Nessuno disse più nulla.
Ginny si alzò per sparecchiare, e sua madre fece lo stesso. Con la
bacchetta fece sparire tutti i piatti direttamente nel lavello, con
irruenza. Un paio si ruppero. Arthur li riparò con un gesto stizzito
della bacchetta.
"Vi consiglio di andare
a letto presto. Domani la sveglia suonerà prima del solito"
disse. Si alzò e andò in soggiorno. Nessuno lo seguì.
Ginny andò a letto presto,
tanto la situazione era fin troppo tesa per rimanere alzata. Ma
sapeva benissimo, che non appena si fosse messa sotto le coperte,
sarebbero arrivati i due gemelli. Infatti, si era appena sdraiata che
sentì lo schiocco della Smaterializzazione.
"Lo sapevo" disse,
all'oscurità, sedendosi "ormai siete diventati prevedibili"
Accese la lampadina sul suo
comodino e Fred e George apparvero alla sua vista.
"Quella ad essere
imprevedibile sei tu, sorellina" disse Fred "hai ascoltato
papà? Vai già a letto?"
Ginny scrollò le spalle
"Non c'è motivo di restare in piedi"
"Parlare con i tuoi
fratelloni preferiti non è già un buon motivo?"
"Chi ti ha detto che
siete i miei preferiti?!"
"Semplice intuizione"
Ginny si concesse una
risata. Ma poi tornò seria.
"Avete esagerato con
mamma. Non è un bel periodo per lei"
"Non è un bel momento
per nessuno" disse George sedendosi sul letto.
"Ma deve guardare in
faccia la realtà"
"Siamo tutti e sette
grandi e ognuno ha scelto la sua strada. E lei non può fare niente
per impedircelo"
"Immagino che tu non
vorrai stare ferma a guardare, ad Hogwarts"
"No, certo che no!"
esclamò Ginny, con forza.
"Vedi, sei proprio una
Weasley" disse George con un sorriso.
"Anche la mamma, parla
tanto, ma all'età tua avrebbe fatto la stessa identica cosa!"
aggiunse Fred.
"Sì, e lei lo sa
benissimo che non starò ferma a guardare ma non riesce ad
accettarlo" esclamò Ginny "ha paura per noi"
Ultimamente Ginny aveva
messo su un po' di buon senso, a volte non si riconosceva. E quel
buon senso molto spesso si scontrava con ciò che era. Comprendeva la
mamma e comprendeva il padre, ma rimaneva sempre quella parte di
lei, quella parte che la rendeva così simile ai gemelli, che le
diceva di tapparsi le orecchie quando parlavano i suoi genitori e di
lanciarsi nei rischi e nei pericoli.
"Quando ha proposto di
nascondersi dai Delacour mi ha veramente spaventato" disse Fred.
Ginny e George risero.
"Ha spaventato anche
me" disse Ginny "pensa a dividere la stanza con Gabrielle!"
"Mi dispiacerebbe molto
per te" disse George.
"Non credo saremmo
durate un'ora"
"No, le avresti
lanciato un'orcovolante dopo dieci minuti"
"No, è solo una
bambina! Avrei trovato altri sistemi per sbarazzarmene.." disse,
con un ghigno.
"Dormite qui,
stanotte?" chiese.
Loro annuirono.
"Anche se Chantal, una
delle cugine di Fleur aveva chiesto di rivedermi, stasera, era a
Londra per un colloquio di lavoro.." disse Fred.
"Ti ha chiesto di
rivedervi solo perchè pensava che fossi io!"
"Ehi, Lobo Solitario,
nessuno può confonderti con me!"
"Nessuna resiste al
fascino della mia storia avventurosa di come ho perso l'orecchio..
hai visto bene come Giséle mi guardava.."
"Peccato che ti ha
guardato solo per dieci minuti!"
"Ma se abbiamo anche
ballato!"
"Immaginazione.."
Ginny rideva. Averli a casa
era sempre un'ottima cosa, soprattutto quando l'atmosfera era così
cupa!
Degli scricchiolii fuori
dalla porta.
"La mamma!"
bisbigliò Fred. Con uno schiocco si Smaterializzarono. Un secondo
dopo si aprì la porta. Non c'era stato bisogno dell'annuncio di Fred
per sapere chi stava camminando sul pianerottolo: anni di riunioni
segrete nelle varie camerette e conseguenti ispezioni di Molly
Weasley aveva reso il suo passo inconfondibile a tutti e sette i suoi
figli.
"Oh" disse,
sorpresa ma sospettosa "credevo di aver sentito i tuoi fratelli
qui dentro.."
Ginny alzò le spalle.
"Sono sola" disse.
"Bene" rispose sua
madre brusca "dormi. Domani dovrai svegliarti presto"
"Sì mamma, come tutti
gli anni da quando sono nata!" esclamò Ginny. In effetti, da
quando era nata ogni anno almeno uno dei suoi fratelli andava ad
Hogwarts il primo settembre.
All'improvviso l'espressione
della mamma cambiò, e si fece più dolce.
"Tesoro" disse
"Domani potresti avere un'altra scelta. Potremmo preparare
comunque i bagagli, e mandarti da zia Muriel, o da Apolloine, ancora
meglio.."
"Mamma, no"
rispose Ginny secca "lo sai"
Molly strinse le labbra e
non rispose.
"Farò il mio dovere ed
andrò ad Hogwarts. Come tu, papà, Bill, Charlie e Fred e George
fate parte dell'Ordine, e come Ron è partito per aiutare Harry!"
Molly sospirò. Sembrava
molto stanca. Si strinse nella sua vecchia vestaglia rosa. Da quando
Fleur le aveva detto che le donne con i capelli rossi non potevano
indossare indumenti rosa l'aveva ritirata fuori e la indossava
sempre, soprattutto quando la ragazza era alla Tana. Lei affermava
che la usava ancora perchè vi era molto legata, visto che era stato
un regalo di suo marito nel primo Natale in cui avevano sette figli,
ma Ginny sapeva benissimo che la metteva solo per fare un dispetto a
Fleur.
"Beh, mamma, vorrei
andare a dormire! Buonanotte!" disse Ginny e si sdraiò sotto le
coperte.
"Buonanotte"
sussurrò la madre e chiuse la porta. A Ginny parve di sentire un
singhiozzo soffocato, ma lo ignorò. Si voltò verso il muro, e si
addormentò con un peso sul cuore, ma consapevole di aver fatto la
scelta giusta.
*
Primo Settembre. Era il
giorno che amava di più, insieme al suo compleanno e ad Halloween.
O almeno scriveva così in
uno dei suoi infiniti diari segreti che scriveva da bambina. Ora non
era più una bambina, ma quei tre precisi giorni dell'anno continuava
a viverli con affetto. O almeno, finchè in ognuna di quelle date era
stata offuscata da una nube. Il suo primo Halloween ad Hogwarts aveva
scritto il primo messaggio per Tom Riddle sulle mura della scuola. Il
suo ultimo compleanno lo aveva passato senza i suoi fratelli e senza
Harry ed Hermione, per la prima volta da anni. E questa mattina del
primo Settembre era la prima volta che si svegliava senza allegria.
Sembrava essere solo uno spettatore di quella insolita mattina: il
suo baule era già pronto, Arnold era sulla sua spalla, sua madre non
aveva dovuto cucinare la solita tonnellata di salsicce, e aveva
dovuto preparare due soli panini, senza sbagliare, per una volta, i
gusti della figlia. Senza caos e senza fretta si avviarono tutti e
cinque verso King's Cross e vi arrivarono in un attimo, con la
Materializzazione. Ginny si era Smaterializzata con il papà.
Il Binario Nove e Tre Quarti
era meno affollato del solito, visto che i Nati Babbani costituivano
comunque un numero consistente ad Hogwarts e molte persone erano
probabilmente fuggito all'estero. E non voleva pensare a quelle
famiglie alle quali era accaduto qualcosa di terribile..
Anche l'atmosfera era
completamente diversa dal solito. I volti non erano tutti felici, le
madri non piangevano lacrime di gioia: una cupa nuvola nera
veleggiava sui volti di tutti.
Vide una bambina con due
treccine bionde, sicuramente del primo anno, piangere e gridare
mentre i genitori la mettevano sul treno. Non era l'unica a fare
scene del genere.
Ma vide anche chi si
aggirava tutto tronfio in mezzo a quell'aria cupa. E ovviamente
avevano le divise dei Serpeverde.
Fred e George le portarono
sul treno il baule, servizievoli.
"Stai attenta tesoro"
disse Molly "e stai attenta a non perderti Arnold"
Il piccolo Arnold aveva
l'abitudine di nascondersi nei posti più strani. L'estate prima
Ginny aveva smontato tutta casa per cercarlo e minacciato vari membri
della famiglia. Alla fine era nascosto nella cesta della biancheria
sporca.
Molly diede un buffetto alla
bestiolina viola e cominciò a singhiozzare.
"Oh mamma.."
"N-no... n-n-non vi
preoccupate. Sto... sto b-b-b-bene"
Ginny ed Arthur si
guardarono.
"Mamma starò attenta"
disse la ragazza "è solo Hogwarts.."
La mamma cominciò a
piangere più forte.
"..ci sono i
professori, non permetteranno che ci succeda nulla!"
Molly cercò di ricomporsi,
con scarso successo. Suonò il fischio di partenza e i gemelli
scesero dal treno.
"Ti abbiamo messo il
baule nello scompartimento di Neville e Luna!" le disse George.
"Ci ha detto Neville
che ti doveva raccontare delle cose.." continuò Fred.
"Fai la brava
sorellina.."
"..ubbidisci ai
professori, non infrangere le regole..."
"..non baciare ragazzi
in pubblico.."
"GEORGE!"
"CHE COSA?!"
esclamò il padre, a voce talmente alta che si voltarono parecchie
persone.
"Stava scherzando,
papà" disse in fretta Ginny.
"Lo spero bene!"
borbottò lui.
Abbracciò i suoi genitori e
salì sul treno, nel momento in cui le porte si stavano chiudendo.
"Ricordati quello che
ti abbiamo detto!" urlò Arthur.
"Stai attenta Ginny,
non cacciarti nei guai" le ricordò la mamma.
Il treno si mosse e Ginny
continuò a salutare i suoi fratelli e i suoi genitori dalla
finestra, finchè non scomparvero.
La ragazza si voltò, alla
ricerca dello scompartimento dove stavano Luna e Neville. Ma incontrò
subito due persone che conosceva.
"Ginny!" era
Miriam, insieme ad Aisleen.
"Oh, che bello
rivederti!" esclamò Aisleen, abbracciandola.
"Ciao ragazze" le
salutò Ginny.
"Vieni al nostro
scompartimento! Ci sono John, Anthony e Grace che ci aspettano.."
"Pensa quanto è
nervoso John!" sussurrò Miriam con il suo solito sorrisetto
malizioso.
"stavamo cercano
proprio te e speravamo di trovare Colin e Demelza.."
"Loro non torneranno"
disse in fretta Ginny "mi ha scritto Demelza, un po' di tempo
fa. Sono fuggiti"
Aisleen e Miriam avevano la
stessa faccia dispiaciuta, ma non sorpresa.
"Sapevamo che non li
avrebbero fatti tornare, ma sono contenta di sapere che almeno non
sono stati catturati. Non si sono proprio presentati al Censimento?"
chiese Aisleen.
Ginny scosse la testa.
"Abbiamo avuto un po'
tutti dei problemi quest'anno. I miei genitori sono entrambi maghi,
ma in realtà papà è un NatoBabbano. È dovuto fuggire anche lui"
disse Miriam.
"Oh, non lo sapevo!
Miriam, mi dispiace tanto" esclamò Ginny. Non aveva mai chiesto
nè a Miriam nè a nessun altro di loro il loro Stato di Sangue,
perchè non aveva mai dato importanza a questo genere di cose.
"Già.. Rachel ha
pianto per giorni, non voleva tornare a scuola"
"A me non hanno fatto
problemi, mia madre è una strega e lo era anche papà" disse
Aisleen "immagino tu non abbia avuto problemi, la tua è una
famiglia Purosangue molto in vista"
"Già, ma nessuno di
noi ne va orgoglioso" rispose Ginny "papà continua ad
affermare di avere sicuramente Babbani nel nostro albero
genealogico.."
Le ragazze risero.
"Gli altri tutto ok?"
chiese Ginny.
"Oh sì" rispose
Miriam "John e Grace hanno il padre Babbano, ma la madre è una
strega, quindi sono a posto ed Anthony è purosangue"
"Meno male!" disse
Ginny "sentite, io vado un po' da Neville e Luna, che mi avevano
chiesto per primi di andare nel loro scompartimento.. ci vediamo
dopo, eh?"
"A dopo!"
Ginny dovette cercare per un
po' lo scompartimento di Neville e Luna, perchè non aveva pensato di
farsi dire dai suoi fratelli dov'era esattamente. Praticamente in
ogni scompartimento che apriva c'era qualcuno che la conosceva e la
invitava ad entrare. La cosa le faceva piacere, fino a quando non
capì che la gente la invitava o per sapere dov'era Harry, che ancora
nessuno aveva visto sul treno, o per sapere se era single. Ginny non
rispose a nessuna di queste domande, e fu molto sollevata quando
riconobbe il volto familiare di Neville e la chioma bionda di Luna.
"Ciao ragazzi!" li
salutò allegramente.
I due la accolsero con un
enorme sorriso.
Erano più o meno sempre gli
stessi: Neville con la sua Mimbulus Mimbletonia e Luna immersa nella
lettura del Cavillo.
"Come
avete passato l'estate?" chiese Ginny, sedendosi a fianco a
Luna.
"Io
e papà non abbiamo potuto fare le nostre ricerche sul Ricciocorno
Schiattoso, papà è stato sempre a lavorare.Ci tiene molto a
diffondere la verità su quello che sta accadendo, e ci tiene a
sottolineare il suo totale appoggio ad Harry" rispose Luna,
orgogliosa.
"Fa
bene!" rispose Neville "anche se forse dovrebbe stare un
po' attento, di questi tempi"
Luna
scrollò le spalle "Il nostro giornale è una finestra sulla
verità"
Neville
fece uno sguardo scettico.
"La
mia estate non è stata un granchè" disse Neville, cambiando
discorso, poichè era difficile definire i Ricciocorni schiattosi la
realtà, per quanto bene volesse a Luna "in realtà, non vedevo
l'ora di tornare al castello"
"Penso
che una cosa del genere quest'estate l'hanno pensata solo i figli dei
Mangiamorte" mormorò Ginny.
"Non
mi fraintendete" disse subito Neville "ovviamente preferivo
la Hogwarts di prima.. ma penso che ci potrà essere da divertirsi,
quest'anno"
Ginny e
Luna si guardarono.
"Cosa
intendi?" chiese Ginny.
"Beh,
avete intenzione di stare a guardare?" sussurrò Neville, serio.
"Assolutamente
no"
"Lo
immaginavo" disse Neville, con un sorrisetto. Si frugò in tasca
e tirò fuori il galeone di Hermione.
"Hai
intenzione di reclutare nuovi membri dell'E.S?" chiese Ginny.
Neville sospirò.
"Sai,
ci ho pensato tutta l'estate" disse "ero sicuro che Harry
ed Hermione non sarebbero potuti tornare ad Hogwarts, e che Ron,
ovviamente, sarebbe rimasto con loro. E pensavo a come sarebbe stata
Hogwarts senza loro tre.. in fondo, sono stati loro a cominciare a
ribellarsi alla Umbridge! Senza di loro, cosa avremmo fatto? Insomma
ho pensato... che qualcuno doveva fare quello che loro avevano già
fatto: ribellarci e dare una speranza a tutti! E ho pensato.. che
forse Hogwarts ha bisogno di un nuovo trio di ribelli. E.." fece
un'altra piccola pausa "magari potremmo essere noi tre"
Le due
ragazze lo guardarono in silenzio.
"Beh,
in fondo noi tre eravamo con loro al Ministero!" esclamò
Neville "li abbiamo aiutati! Non è un'idea così folle, se voi
non siete d'accordo, va bene, andrò avanti da solo, non mi
interessa, non posso sopportare tutto questo!"
"Neville"
disse Ginny, sorridendo "è ovvio che siamo d'accordo con te!"
"Allora
si ricominciano le riunioni? Evviva!" esclamò Luna.
Neville
si rilassò.
"Intanto
io direi di vedere qual'è l'esatta situazione ad Hogwarts"
disse Ginny "poi procederei con l'attacco principale. Faremo
vedere i sorci verdi a Piton!"
Passarono
gran parte del viaggio a pianificare. Ginny pensava contiunamente ad
Harry, era inevitabile: sentiva come se avessero preso il suo posto e
quello di Ron ed Hermione, e la cosa da una parte la intristiva,
dall'altra l'elettrizzava.
Il
viaggio fu piacevole, anche se quella tranquillità venne interrotta
varie volte. Romilda Vane irruppe nello scompartimento prima della
signora del carrello, per capire se Harry e Ginny stavano ancora
insieme e se Harry era tornato a scuola.
"Ma
secondo te una persona con una taglia da diecimila galeoni sulla
testa può andare liberamente in giro?!" esclamò Ginny e cacciò
la ragazza, sbattendo forte la porta.
"Non
hai risposto se te e Harry state ancora insieme!" la sentirono
strillare fuori, ma Neville chiuse anche le tendine.
Calò il
silenzio.
"No,
non stiamo insieme" sbottò Ginny, rivolta a Neville e Luna.
"Oh..
Ginny, mi dispiace" balbettò Neville.
"è
un peccato. Eravate una bella coppia. Ma sono sicura che appena tutto
questo sarà finito, tornerete insieme" disse Luna, con la sua
solita tranquillità.
Ma quando finirà tutto
questo? Si chiese Ginny,
guardando fuori dal finestrino. Quando?
*
Il treno
si fermò, molto prima della stazione di Hogsmeade. Le luci si
spensero, e gli studenti attesero, nell'ignoto.
"Cosa
succede?!" esclamò Ginny.
Videro
una figura incappucciata salire sul treno.
"Credo
che sia ovvio" rispose Luna "cercano Harry"
Nei
corridoi c'era il caos.
"Cosa
succede?"
"è
tutto buio!"
"Siamo
arrivati?"
Le luci
si riaccesero e Ginny vide chiaramente una figura adulta in fondo al
treno, che camminava lentamente, avvolta in un mantello nero. Apriva
tutti gli scompartimenti, sbattendo le porte, e illuminando i volti
degli studenti con le bacchette.
"Si
aspettano davvero che Harry abbia preso l'Espresso per tornare
a scuola?" sussurrò Ginny, incredula.
"A
quanto pare non sono molto intelligenti" borobottò Neville.
L'uomo
arrivò anche da loro.
"Nomi"
disse, imperioso.
"Luna
Lovegood, Neville Paciock, Ginevra Weasley" rispose Luna.
Lo
sguardo del mago si posò su Ginny.
"Sei
tu la Weasley?" abbaiò. Ginny annuì.
Lui la
squadrò di nuovo.
"Dovrebbe
esserci un altro Weasley su questo treno"
"è
malato" rispose Ginny "dovreste saperlo, avete controllato
di persona, a casa mia"
Il mago
non le rispose e se ne andò, sbattendo la porta dello
scompartimento.
"Non
sono molto educati questi Mangiamorte" disse Luna.
"Perfetto,
abbiamo appena appurato che oltre ad essere crudeli, i nostri nuovi
docenti e politici non sono nè intelligenti, nè educati"
esclamò Ginny con amarezza "prevedo che quest'anno scolastico
sarà estremamente utile"
"Insomma"
continuò la ragazza "va bene per noi, che siamo agli ultimi
anni, ma pensa a quei bambini, di undici, di dodici anni, che
arrivano qui, emozionati, che si aspettano di imparare a far volare
oggetti, vedere dei fantasmi e giocare a Quiddicth in un ambiante
allegro e divertente, come hanno sempre immaginato!" la rabbia
stava prendendo il sopravvento "invece troveranno queste..
queste.. non so nemmeno se definirle persone, che li faranno
immergere nellle Arti Oscure e gli inculcheranno idee sulla
superiorità dei Purosangue. Non è Hogwarts questo! E farò in modo
che lo sappiano"
Si buttò
sul suo sedile.
"Ginny
noi lotteremo" disse Neville "lotteremo per noi stessi, per
Harry, Ron ed Hermione, per tutti quelli che si sono dovuti
nascondere da questo regime assurdo e anche per quei bambini dei
primi anni, per fargli scoprire cos'è veramente Hogwarts"
"E
non vi scordate" aggiunse Luna "che non siamo soli. Penso
che Vitous, la McGranitt e la professoressa Sprite la pensano allo
stesso nostro modo"
Fuori
era completamente buio. Sicuramente Hogwarts era vicina.
*
Videro
dal finestrino la banchina familiare della stazione di Hogsemade. Ma
appena scesero, seppero che, nonostante l'enorme figura di Hagrid
stagliata nel buio, tutto era profondamente diverso. Un'aria gelida
li pervase, facendoli tremare e aggrapparsi l'uno all'altro: le cupe
figure dei Dissennatori veleggiavano in alto, poco lontani dagli
studenti.
Pensa a qualcosa di
felice, pensò Ginny. Ma quegli
esseri immondi rubavano qualunque scintilla di gioia o di speranza
dai loro cuori. Ginny aveva freddo, e tutto ciò che di triste le era
accaduto, tornava nella sua mente, con immagini nitide e dolorose che
susseguivano davanti ai suoi occhi senza alcun ordine.
Tom Riddle che usciva dal
diario... George senza un orecchio e un lato della testa
senguinante..
Bill con il volto
sfregiato, sdraiato nel letto dell'Infermieria.. Ron avvelenato, il
viso bianco.. le urla di suo padre, solo con i Mangiamorte.. le sue
mani, sporche del sangue di George, del sangue di Bill..
"Primo
anno!" gridò Hagrid "primo anno, seguitemi.."
Ginny
non riusciva a camminare. Si sentiva affogare.
Hagrid
la tirò per un braccio, con forza.
"Pensa
ad Harry!" le sussurrò "è la nostra speranza"
Ginny lo
guardò e negli occhi buoni del Mezzogigante, rivide Harry,
quell'Harry felice che prendeva il the con Hagrid, il suo primo
amico.
La
nebbia si diradò.
"Grazie
Hagrid" rispose Ginny. Hagrid sorrise e le porse un pezzetto di
cioccolata. Cominciò a chiamare di nuovo i bambini. Ginny non aveva
mai visto degli studenti del primo anno così spaventati. E non
sembrava fossero spaventati dall'enorme mole di Hagrid.
Il
castello sembrava sempre lo stesso: le solite candele, il solito
freddo, i soliti fantasmi.
"Ci
vediamo dopo" dissero Ginny e Neville a Luna, che andò a
sedersi al tavolo dei Corvonero. I due Grifondoro si sedettero
vicini, al loro tavolo, tra il gruppo del settimo e del sesto anno.
Appena
si sedettero tutti li guardarono, ma ben presto Ginny si accorsero
che guardavano soprattutto lei.
"Ron
sta male" disse subito "ha la Spruzzolosi.."
Calì,
Seamus e Lavanda annuirono.
"E..
anche Harry ed Hermione?" chiese in un sussurro Seamus. Tutti e
quattro sapevano benissimo la realtà.
"Diciamo
di sì" rispose Ginny.
Ginny si
guardò intorno e vide che le tavolate delle Case erano molto meno
affollate del solito, tranne quella di Serpeverde, che sembrava
essere diventata la più numerosa.
"Qualcuno
ha sentito gli altri?" sussurrò Calì "intendo, chi non è
tornato"
"Demelza
e Colin sono fuggiti" rispose Ginny.
"Anche
Dean" bisbigliò Seamus.
Smisero
di parlare non appena videro i bambini del primo anno entrare in fila
indiana dietro la professoressa McgGranitt, nella Sala Grande. Erano
pochi e avevano la faccia spaventata, tranne alcuni, che andavano in
giro con espressione trionfante.
"Scommetto
che quelli sono piccoli futuri Serpeverde" disse Neville, non
curando di abbassare la voce "guarda le facce!"
Ginny
passò lo sguardo sulla tavolata degli insegnanti. Vide Vitous
parlottare con la Sprite alla sua desta, la professoressa Cooman con
lo sguardo perso nel vuoto e Hagrid, che non aveva il suo solito
sorriso bonario, dietro tutta quella barba. E comunque, tutto aveva
un aspetto diverso: la Sala Grande aveva un aspetto più gelido del
solito, nonostante in realtà era sempre la stessa.
La sedia
del Preside era ancora vuota, e Ginny si accorse solo in quel momento
che i posti alla destra e alla sinistra erano occupati da due volti
nuovi: li riconobbe vagamente, erano un uomo e una donna e c'erano
anche loro la sera in cui era morto Silente. Probabilmente uno era il
nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, che ormai era una
barzelletta, visto che la scuola era occupata dalle forze del Male, e
l'altro Ginny non aveva idea di cosa potesse insegnare. Una materia
da Mangiamorte, probabilmente.
Piton
era arrivato, quasi fluttuando, come un gigantesco pipistrello. Si
sedette al posto di Silente e non rivolse la parola a nessuno.
"Quel..
quel..." borbottava Neville, in preda alla rabbia.
"Lo
so" rispose Ginny "non dovrebbe essere seduto lì"
"Shh!
Sta iniziando lo Smistamento!" esclamò Miriam.
"Tanto,
saranno quasi tutti Serpeverde" disse John, annoiato "spero
che si sbrighino, muoio di fame"
A Ginny,
in quel momento, il ragazzo le ricordò tanto Ron.
Vide la
McGranitt alzarsi in piedi, con una pergamena più corta del solito.
"Bode
Nolan"
"Corvonero"
Il
piccolo Nolan, un ragazzino dai capelli biondo scuro e il volto pieno
di lentiggini si andò a sedere alla tavolata blu. Ginny vide Luna
applaudire educatamente.
"Bole
Leo"
"Serpeverde"
Ginny si
alzò in piedi e fischiò, mentre la tavolata di Serpeverde esplodeva
in un applauso.
"Clarke
Eloise"
"Tassorosso"
"Davis
Simon"
"Corvonero"
"Dougal
Malcom"
"Serpeverde"
"Flint
Albert"
"Serpeverde"
"Ford
Celia"
"Serpeverde"
Ginny
contiunava a fischiare, e a lei si erano uniti anche Neville, John e
molti altri Grifondoro.
"Mai
visti tanti Serpeverde allo Smistamento" borbottò Anthony.
"E
non so se avete notato, siamo alla F e nemmeno un Grifondoro!"
esclamò Lavanda.
Le
parole di Lavanda furono profetiche, perchè "Harris Abigail",
una bambina alta e magra con la frangetta castana scura, fu la prima
nuova Grifondoro, e fu l'unica tra i bambini del primo anno a
togliersi il cappello e lanciare uno sguardo di sfida ai tavoli di
Serpeverde.
"Quella
bambina sa il fatto suo!" esclamò Ginny, applaudendo molto
forte.
"oh,
è sicuramente molto Grifondoro" borbottò Miriam "impavida
e impulsiva. Ottime qualità, di questi tempi"
A Ginny
quelle parole le fecero tornare in mente Hermione, che probabilmente
avrebbe detto la stessa cosa, e una nuova stretta strinse il suo
cuore.
Lo
Smistamento non durò molto, e alla fine i bambini andarono a finire
per gran parte a Serpeverde, come aveva predetto John. Quando la
professoressa McGranitt si alzò per rimettere il Cappello Parlante
al suo posto, Piton si alzò in piedi, per fare il solito discorso di
inizio anno del Preside.
"Bentornati
ad Hogwarts" disse "sono veramente onorato di ricoprire
questa carica, quest'anno, seppur addolorato per la scomparsa del
nostro Preside"
"Bugiardo!"
esclamò Ginny, tra il brusio che si era sollevato, soprattutto al
tavolo dei Gridondoro. Miriam le diede una gomitata tra le costole.
"Ma
sei impazzita?" bisbigliò "ti ha sentito sicuramente!"
"Meglio
così" rispose Ginny.
"Ho
il compito di informarvi delle nuove regole che vigeranno in questo
castello" continuò Piton, come se niente fosse successo "per
prima cosa, i Dissennatori, come accadde quattro anni fa, saranno
ospiti fissi nell'area intorno al castello, per tenere lontano
visitatori indesiderati.."
Quali,
pensò Ginny visto che quelli più indesiderati si trovano
già qui dentro?
"Oltretutto,
quest'anno sarà impedito qualunque torneo di Quidditch e saranno
sciolte le varie associazioni studentesche"
Esplose
un boato di proteste, da tutti i tavoli stavolta.
"Non
è giusto!" esclamò Seamus "questa volta avrei sicuramente
fatto parte della squadra!"
"Ovvio,
ormai non c'è più nessuno" rispose Calì, malignamente.
Per
quanto Ginny amasse il Quidditch, sapeva che era meglio così. Forse
sarebbe stato troppo doloroso giocare senza Harry, Ron, Demelza e
Katie.
"..
e anche le gite ad Hogsmeade sono tutte annullate, per motivi di
sicurezza"
Le
proteste continuavano ma Piton le ignorò.
"E
ora diamo il benvenuto ai nuovi componenti del corpo docenti di
Hogwarts, Alecto Carrow, che insegnerà Babbanologia, che da
quest'anno sarà una materia obbligatoria per tutti, e Amycus Carrow,
il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure"
I nuovi
insegnanti furono accolti da pochi applausi, che venivano dal tavolo
di Serpeverde. Il tavolo di Grifondoro non si mosse nemmeno, gli
altri tavoli fecero qualche applauso poco convinto.
"Babbanologia
materia obbligatoria?!" esclamò John "mio padre è
Babbano! So tutto sui Babbani!"
"Vorrà
dire che avrai almeno una materia con Eccezionale" lo punzecchiò
Anthony.
"Anche
noi, Miri! Papà è un NatoBabbano!" esclamò Rachel, la sorella
minore di Miriam, del terzo anno di Grifondoro.
"Sì,
ma credo che questa Carrow ci spiegherà cose che noi non sappiamo
riguardo ai Babbani" mormorò Miriam. Ginny notò che serrava i
pugni con forza.
"E
ora" la voce di Piton si alzò magicamente "come saprete,
le regole del mondo magico sono molto cambiate, così anche quelle di
questa scuola. Ci sono cose che non sono più tollerate e persone che
sono diventate indisiderabili" sottolineò
l'ultima parola, con la sua voce melliflua "e lo saranno anche
quelle che sono in contatto con i sudetti maghi o streghe"
Ginny
vide chiaramente che lo sguardo di Piton si era posato sulla tavola
di Grifondoro, e aveva la netta impressione che avesse guardato
soprattutto lei.
Piton
finì di parlare e iniziò il buffet, che Ginny non gradì come al
solito. Era amareggiata, Hogwarts non era più il luogo di una volta,
e si sentiva sola.
Subito
dopo la cena furono spediti nei loro dormitori. Passò il solito
ritratto della Signora Grassa e la solita calorosa esplosione di
rosso e oro che ricopriva la Sala Comune la fece sentire subito a
casa.
"Almeno
qui, la Magia Oscura non può arrivare" disse a Neville,
sedendosi nella sua poltrona preferita. L'ultima volta che era stata
su quella poltrona era stata con Harry, rannicchiata su di lui,
davanti al fuoco..
Altra
stretta al cuore.
Dov'era?
Dov'erano?
La
Sala Comune era spaventosamente vuota.
"Non
possiamo accettarlo" disse Neville "ad Hogwarts la Magia
Oscura non dovrebbe essere da nessuna parte! Neanche nell'angolo più
remoto"
Vide
il piccolo Arnold, che rimbalzava verso di lei. Lei lo accolse tra le
sue mani e lui si infilò sotto il maglione. Ginny sorrise.
"Ecco,
sorridi" disse Neville "perchè questo è solo il primo
giorno! E ci aspetta un anno duro, forse il più duro che abbiamo mai
affrontato"
"E
cosa c'è da sorridere?" chiese Ginny.
"In
realtà non molto" riflettè Neville "ma se già ci
scoraggiamo ora, come ci arriviamo a Giugno?"
"Anche
te hai ragione.." rispose Ginny "beh, vedremo domani cosa
ci aspetta! Vado a dormire"
"Buonanotte"
"A
domani, Neville"
Salì
su nel dormitorio. Ailseen e Miriam erano già su.
"Il
letto di Demelza" mormorò Aisleen.
"Potevano
almeno toglierlo" esclamò Miriam, con rabbia "lo fanno
solo per farci soffrire di più! Per farci notare chi non può stare
con noi"
"è
meglio che ci sia" rispose Ginny "un posto per Demelza, per
Colin, per Harry, Hermione e gli altri ci sarà sempre, ad Hogwarts"
"Sai,
avevo pensato che non potessero levare i letti" disse Aisleen "i
dormitori li forma la magia del castello stesso nonappena il Cappello
Parlante fa lo Smistamento. Per Hogwarts loro hanno diritto a quel
posto, qualunque legge emani il Ministero. Hogwarts riserverà sempre
un posto per loro"
"Hai
sicuramente ragione" disse Miriam "se avessi Storia
di Hogwarts a portata di mano,
controllerei subito. Domani farò un salto in biblioteca"
Per
Ginny quello fu troppo. Si chiuse in bagno, con la scusa di voler
fare un bel bagno caldo per rilassarsi prima di andare a dormire.
Il
giorno dopo sarebbe stata una giornata dura, ed era meglio non
pensarci. Cercò di chiudere la mente ed evitare di pensare, perdersi
dai caldi tepori della vasca, ma purtroppo le era impossibile.
Pensava
a Colin, che probabilmente con suo fratello Dennis erano in qualche
bosco, con quella tenda di cui le aveva parlato quando erano al primo
anno, con cui lui e la sua famiglia facevano un campeggio la
penultima settimana di agosto, ogni anno. Pensava a Demelza, a quante
volte sarebbe inciampata nelle radici degli alberi, o quante volte
sarebbe arrossita se qualcuno le faceva un complimento, magari
nascosta nella Londra babbana, tra tutte quelle persone che
l'abitava. Pensò anche a Dean, si erano lasciati ma ovviamente gli
voleva bene, e sperava che avesse trovato un posto sicuro. E
ovviamente a Ron, Hermione ed Harry.
Dov'erano?
Cosa
facevano?
Perchè non mi hanno
permesso di andare con loro?
Perchè non mi hai
portata con te?
Quando
uscì dal bagno, Miriam e Aisleen erano già addormentate.Aisleen
aveva le guance rugate di lacrime. Ginny prese il pigiama e cadde a
terra un foglietto stropicciato.
Il
volto di Harry, sotto la scritta "Indesiderabile Numero Uno"
la guardava, con il solito sorriso tranquillo. La mise sotto il
cuscino, e si sdraiò a letto, lo sguardo fisso sul letto di Demelza.
"Per Hogwarts loro
hanno diritto a quel posto, qualunque legge emani il Ministero.
Hogwarts riserverà sempre un posto per loro".
Angolo Autrice
Lo so, sto aggiornando con
estrema lentezza ma non è colpa mia, ve lo assicuro! Purtroppo la vita
universitaria è stressante e pesante!
Spero che il capitolo, però, vi sia piaciuto!
baci a tutti!
Marty
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Capitolo 65 *** Primo Giorno ***
cap 64 nvu
Primo Giorno
Il primo giorno ufficiale, Ginny si
svegliò molto carica. La notte l'aveva riempita di energia,
nonostante aveva dormito poco e il suo sonno era stato affollato da
sogni strani ed ansiosi. Aveva pensato tanto, inizialmente con il
morale a terra, per poi farsi pervadere da una rabbia bruciante, che
alla fine aveva ceduto alla lucidità e le aveva lasciato addosso la
voglia di combattere, che l'aveva subito resa scattante. No, non
avrebbero vinto: Ginny era nata per combattere, e non sarebbe stata
zitta a guardare. Non sapeva ancora a cosa andava incontro, ma non
vedeva l'ora di trovarsi a faccia a faccia con i Carrow e con Piton.
Sarebbe stata quello che Harry era
stato contro la Umbridge: avrebbe dato il tormento a quegli
usurpatori finchè non sarebbero tornati strisciando dal buco dal
quale erano usciti.
Scese a colazione e si sedette vicino a
Neville tra quelli del settimo e del sesto anno.
"La McGrannit mi ha consegnato gli
orari" disse Miriam appena si sedette e distribuì delle
pergamene a ciascuno di loro.
"Che materie hai scelto, Miri?"
chiese Aisleen all'amica.
"Più o meno tutto. Ovviamente non
avrei scelto Babbanologia, ma visto che sono obbligata.."
"A proposito, chissà come sarà"
esclamò Seamus "sarò il primo della classe, dato che papà è
Babbano, so tutto sui Babbani.."
"Ma dove vivete?" esclamò
Miriam "davvero pensate che sarà la normale Babbanologia?!"
"No, certo che no" rispose
Ginny.
"Ovviamente ci insegneranno come
odiare i Babbani, distinguerli dai maghi e cose così" disse
Calì Patil.
"Che schifo" mormorò
Lavanda.
"Cosa hai ora?" chiese Ginny,
sbirciando sull'orario di Neville.
"Incantesimi, seguito da un'ora di
buco e poi Erbologia" rispose lui "i Carrow non li vedo
fino a Mercoledì.. tu?"
"Oggi pomeriggio" rispose
Ginny.
Spalmò il burro e il miele sul suo
toast e gli diede un morso.
"Buongiorno" una voce velata
li sorprese alle loro spalle.
"Buongiorno Luna" rispose
allegra Ginny, riconoscendo l'amica.
"Oh, ecco un sorriso, finalmente"
esclamò Luna "questa mattina non faccio altro che vedere musi
lunghi in giro per i corridoi.."
"Ci credo.." borbottò
Neville.
"Io non vi capisco: siamo tutti
insieme e fuori c'è un bel sole caldo. Perchè siete tutti tristi?"
"Stai scherzando, spero!"
esclamò Neville.
"Stai andando a lezione?"
chiese Ginny a Luna.
"Sì, devo uscire per andare a
Cura delle Creature Magiche, e sono molto felice che fuori è una
bella giornata" rispose la ragazza "ci vediamo dopo"
Luna saltellò via, i lunghi capelli
che le ballavano dietro la schiena.
"Ok, voglio bene a Luna e mi sta
simpatica, ma è pazza" esclamò Neville.
"Non è vero!" rispose Ginny
"non è pazza! Io sono pienamente d'accordo con lei"
Neville la guardò come se si fosse
appena messa a saltare sul tavolo dei professori.
"Siamo in guerra, la scuola è
cambiata e ci aspettano lezioni in cui ci spiegheranno come torturare
i Babbani. Dimmi cosa c'è da essere allegri?"
"Il sole? E il fatto che non siamo
soli. Ti sembrano cose da poco?" rispose Ginny.
Neville affondò la forchetta nel suo
bacon e non rispose. Ginny guardò al tavolo degli insegnanti. Piton
non c'era.
"Ginny, dobbiamo andare"
esclamò Miriam.
"Aspetta! Non sono ancora arrivati
i gufi!" disse Aisleen.
"è vero! Come mai ancora non sono
arrivati?" chiese Lavanda.
"Le lezioni stanno per iniziare,
non voglio fare tardi il primo giorno" gemette Miriam.
"Miriam, non si è ancora alzato
nessuno" disse John.
"Sapete che la McGranitt è
intransigente con i ritardatari!"
"A me non interessa, io aspetto un
gufo" disse ostinata Aisleen.
"Guardate che la McGranitt è
ancora seduta, insieme a tutti i professori" esclamò Anthony.
"Sì, ma comunque è strano che i
gufi siano in ritardo" disse Neville "Anche io ne stavo
aspettando uno, sicuramente la nonna mi ha inviato qualcosa che mi
sono dimenticato.."
All'improvviso il solito storno di gufi
entrò nella Sala Grande. Ginny riconobbe immediatamente Errol, che
volava affaticato in mezzo agli altri volatili, con una busta legata
alla zampa.
"Lo sapevo che mi ero dimenticato
il manuale degli incantesimi!" esclamò Neville, scartando il
pacchetto inviatogli dalla nonna.
Ginny accolse Errol, e gli diede una
manciata di cereali che lui gradì immensamente. Ginny prese la busta
e notò che era già aperta: era indignata e arrabbiata, ma non
sorpresa. Era prevedibile che avrebbero intercettato le lettere di
ogni singolo studente, ed era sicuramente la causa del ritardo della
posta, ma non si aspettava che non si sarebbero nemmeno degnati di
farlo di nascosto: la sua busta era stata palesemente aperta, e la
lettera dentro era spiegazzata.
Cara Ginny,
spero sia andato bene il viaggio in
treno e che ti siano piaciuti i panini che ti avevo preparato. Come
hai trovato Hogwarts? I tuoi amici stanno bene?
Noi tutto bene. Papà va a lavoro
tutte le mattine e torna sempre più tardi e manchi molto ad
entrambi, la casa è più vuota senza di te.
Ron sta molto male e mi sto
occupando personalmente delle sue cure, visto che è altamente
contagioso, ed io sono immune dalla spruzzolosi, visto che l'ho avuta
da bambina, come ti ho raccontato.
Rispondimi presto alla lettera, sono
ansiosa di sapere come sia andato il tuo primo giorno.
Un abbraccio fortissimo
Mamma
P.S. Papà, Fred e George
ti mandano mille baci.
La
lettera era misera, ma Ginny sapeva bene che sua madre non poteva
parlarle liberamente, e la lettera sembrava quasi rivolta ad un
estraneo, e in effetti lo era: Molly stava scrivendo consapevole del
fatto che le sue parole non sarebbero state lette solo dalla figlia
ma anche da occhi estranei.
"Aisleen,
sei la persona che riceve più posta al mondo, secondo me!"
esclamò John, ridendo.
Davanti
ad Aisleen posavano due gufi, e una piccola civetta, che Ginny
riconobbe come la civetta che Aisleen aveva ricevuto per il suo
dodicesimo compleanno.
"Mi
pensano in molti" rispose lei, le guance pallide si erano
colorate di un vago rosa.
"Immagino
che la lettera più lunga sia di Chris.. riconosco quella grafia
sottile.." disse Miriam.
Aisleen
arrossì del tutto e non rispose, ma si infilò le sue lettere nella
borsa.
"Andiamo"
esclamò stizzita, ma ancora rossa.
"Devo
andare. Ci vediamo dopo" Ginny salutò Neville e andò con i
suoi compagni del sesto anno verso l'aula di Trasfigurazione. La
McGranitt doveva essere veramente fiera di loro visto che erano stati
ammessi tutti alla sua classe, addirittura Demelza, che con la sua
goffaggine aveva sempre avuto parecchi problemi con la materia, che
richiedeva concentrazione e precisione.
Facevano
la lezione con i Tassorosso, quindi sarebbero state due ore
tranquille.
"Buongiorno
ragazzi" li salutò l'insegnante, appena entrata in classe
"sedetevi al vostro posto, la lezione dovrà iniziare al più
presto, abbiamo poco tempo"
I
ragazzi si sedettero al loro posto. Ginny era sola, visto che mancava
la sua compagna di banco, Demelza. Vide che anche i Tassorosso erano
diminuiti: di solito erano sei femmine e tre maschi, quell'anno erano
solo un ragazzo e tre ragazze.
La
professoressa McGranitt aveva notato la cosa, ma non commentò, e
cominciò a fare lezione, come se nulla fosse. Ovviamente la
spiegazione si rivelò molto complicata, ma Ginny già sapeva che il
sesto anno, nonostante le ore di buco e le materie in meno, era molto
pesante. Alla fine della lezione la McGranitt.
"Signorina
Weasley" la chiamò, mentre sistemava alcune pergamene.
"Voi
andate, ci vediamo ad Erbologia" disse Ginny ai suoi compagni e
si avvicinò alla cattedra.
"Mi
dica, professoressa" disse, garbata.
"Ho
saputo di Ronald" disse, continuando a sistemare distrattamente
la cattadra "mi chiedevo come stava"
Ginny
era sicura che lei sapesse la verità, ma sapeva anche di dover
continuare a recitare.
"Non
molto bene, professoressa" rispose Ginny "mi ha scritto la
mamma proprio stamattina e mi ha detto che non migliora"
"Purtroppo
la sua è una malattia che lo costringerà a lungo lontano da qui"
"Esattamente"
La
McGranitt alzò lo sguardo e la guardò, da sopra i piccoli occhiali
rettangolari.
"Puoi
andare" disse "Non vorrei farti fare tardi alla prossima
lezione. Salutami i tuoi genitori quando li senti"
"Lo
farò. Buona giornata, professoressa"
"Buona
giornata anche a te"
Ginny
fece per andarsene ma all'ultimo si fermò e si rivoltò verso
l'insegnante.
"La
saluta Demelza. Demelza Robins" disse "l'ho sentita questa
estate, e..."
La
professoressa fece uno scatto e con un rapido gesto di bacchetta
chiuse la porta dello studio.
"Weasley!"
bisbigliò "sei impazzita?"
"Io.."
La
professoressa le si avvicinò "Siamo costantemente spiati, te ne
rendi conto? Non hai visto la tua posta stamattina"
"Non
possono essere ovunque!" esclamò Ginny.
"Infatti,
non lo sono" rispose la professoressa McGranitt "ma ci sono
delle persone che sono, ovvimanente più sorvegliata delle altre, e
credo che tu sappia benissimo con quale criterio scelgano le persone
su cui concentrarsi"
Ginny
non rispose. Sapeva bene che lei era una dei "sorvegliati
speciali", così come lo era certamente la McGranitt.
"Ma
io non parlavo di..."
"Sssshhh!"
la zittì l'insegnante "anche parlare dei contatti con le
persone che sono fuggite per non sottoporsi al Censimento è
pericoloso" guardò la ragazza con un'aria triste "Ho
sentito comunque quello che mi hai detto. La piccola Robins e gli
altri ragazzi che quest'anno non sono qui mi mancano anche a me. Sono
cose che non dovrebbero mai esistere in una scuola"
"Professoressa.."
"Ora
va'" la interruppe "non devi arrivare tardi a lezione"
Ginny
esitò ma poi andò via, con il morale sotto terra.
*
La vita
sembrava quasi quella normale al castello, ma nell'aria c'era
qualcosa di estremamente diverso. Lo leggeva negli occhi tristi dei
suoi compagni, che pensavano ai compagni che non erano tornati al
castello o alle loro famiglie divise o in pericolo. Lo leggeva anche
negli occhi di chi gongolava di quella storia, come i Serpeverde, con
i quali avrebbe condiviso la lezione di Erbologia per il resto
dell'anno. E purtroppo, essendo stata l'ultima ad entrare nella
serra, non aveva nessuno dei suoi compagni Grifondoro come compagno
di banco e fu cotretta a mettersi vicino ad una Serpeverde dai lunghi
capelli biondi, di cui non sapeva nemmeno il nome.
"Sparisci"
le sibilò contro.
Ginny la
ignorò e si sedette comunque.
"Ti
ho detto di sparire" ripetè la ragazza.
"Vedi
altri banchi vuoti?" rispose Ginny "Guarda che sono meno
contenta di te"
"Non
mi interessa che non ci siano altri banchi" esclamò la ragazza
"Una Traditrice del Suo Sangue come te merita solo di stare per
terra.."
"E
una serpe come te merita solo di strisciare a terra" rispose
Ginny "ma mi sembra che sei seduta su un banco. Quindi siamo
pari, non ti sembra?"
La
ragazza diventò rossa di rabbia "Io e te, pari? Non osare
insultarmi così, Weasley"
"Casomai
mi sono insultata da sola, ad essermi messa al tuo stesso livello. A
proposito non conosco il tuo nome e non ho idea di chi diavolo tu
sia, ma vedo che tu conosci il mio, o almeno il mio cognome. Non ti
sembra che mi hai già messo tu stessa su un gradino più alto del
tuo?"
"Ti
sta dando dei problemi, Cassy?" chiese una ragazza, dietro di
loro, una Serpeverde dai boccoli castani.
"è
solo una sporca Traditrice del suo Sangue!" esclamò stizzita la
bionda "ah, ma te la farò pagare!"
"Io
aspetto" disse Ginny, con aria si sfida.
"Buongiorno
a tutti" entrò la professoressa e mise fine ai battibecchi. Ma
la ragazza bionda, che Ginny scoprì chiamarsi Cassiopea Grey,
sicuramente Purosangue, le diede filo da torcere durante la lezione,
con dispetti di tutti i tipi, dal rovesciare il suo calamaio al
buttarle a terra la piuma, quasi fossero delle ragazzine del primo
anno. Ginny decise di non abbassarsi al suo livello e la ignorò
completamente, consapevole del fatto che l'avrebbe fatta infuriare
ancora di più. Ginny fu molto sollevata quando la lezione finì, ma
non fece in tempo ad uscire dalla serra che si ritrovò distesa sul
terriccio, la bocca impastata di terra.
"Come
avevo detto? Quello è il posto che merita una traditrice del suo
sangue: in mezzo alla polvere"
I
Serpeverde ridevano. Cassiopea le aveva fatto un incantesimo che le
aveva bloccato le gambe, per questo era caduta senza inciampare su
nulla, e ancora non riusciva ad alzarsi. Doveva essere molto abile,
per essere già in grado di usare gli Incantesimi Non Verbali.
"Finite
Incantetem" sentì la voce di Miriam che la liberava
dall'Incantesimo.
"Ohoh,
interviene la Mezzosangue" esclamò la ragazza castana "Dov'è
tuo padre, Cohen? Dicono che ha dovuto nascondere il suo brutto muso
sotto qualche pietra"
"Non
chiamarla così" urlò John, a fianco dell'amica.
"Non
osare nominare mio padre" gridò Miriam. Ginny si alzò e si
mise al suo fianco, la bacchetta sguainata. Il gruppetto di
Serpeverde fece lo stesso.
"Che
cosa succede?!" la professoressa Sprite era tornata nella serra,
probabilmente qualcuno l'aveva avvertita "mettete subito via le
bacchette!" Subito, ho detto" I ragazzi misero tutti la
bacchetta in tasca ma continuarono a guardarsi torvi.
"Tornate
al castello" esclamò, severa "e non fatemi prendere
provvedimenti"
I
ragazzi si divisero. I Serpeverde se ne andarono prima.
"Come
ti senti?" chiese Miriam a Ginny.
"Furiosa"
rispose lei, pulendosi il volto con la manica. Con un piccolo
incantesimo tolse lo sporco dai vestiti e dalle ginocchia "Se
non interveniva la Sprite, non so cosa avrei fatto"
"Forse
è stato meglio così" rispose Miriam "ci saremmo messi nei
guai già dal primo giorno"
"Sai
cosa conta, di questi tempi mettersi nei guai" esclamò John
"Non aspettarti che starò a guardare per tutto l'anno.."
"No,
certo che no.." sospirò Miriam, mentre tutti e tre camminavano
verso il castello "Dove sono Aisleen e Anthony?"
"Erano
andati prima che succedesse tutto questo casino" disse John. I
due compagni infatti li aspettavano al tavolo di Grifondoro, dove
Ginny notò anche Neville e gli altri del settimo anno.
Raccontarono
subito dello scontro con i Serpeverde.
"Mmm,
si comincia bene!" esclamò Seamus Finnigam.
"Da
voi, è successo qualcosa?" chiese Aisleen.
"Niente
degno di nota" rispose Calì, scrollando le spalle.
"Dopo
pranzo cosa avete?" chiese Lavanda.
"Babbanologia.
Con la Carrow" rispose mesto John.
"Noi
per fortuna abbiamo Cura delle Creature Magiche con Hagrid!"
disse Neville.
"Babbanologia
con i Corvonero! Per fortuna, non avrei sopportato altre ore con i
Serpeverde" esclamò Ginny, sbirciando sull'orario di John.
"Tanto,
questa giornata peggio di così non può andare" esclamò
Miriam.
*
Ginny
non aveva idea di dove fosse l'aula di Babbanologia e conosceva ben
poche persone che avessero frequentato il corso, anche gli anni
prima. Di solito non era una materia molto gettonata, solo suo padre
aveva tanto insisto perchè la scegliesse come corso facoltativo, ma
lei aveva preferito fare Cura delle Creature Magiche. Entrarono in un
aula abbastanza stretta e con poca luce, per via di pesanti tende che
coprivano le finestre. Ginny individuò subito Luna Lovegood e si
sedette vicino a lei. Dietro di loro c'erano John e Miriam, che
stavano già battibeccando.
"Che
ne pensi, cosa ci aspetterà in questa lezione?" chiese Ginny a
Luna.
"Oh,
sono sicura che sarà interessantissima" rispose Luna "sono
così curiosa di sentire le bugie che verranno dette qui dentro!"
"Anche
io" rispose Ginny.
Alecto
Carrow si fece aspettare una decina di minuti e poi entrò in aula,
muovendo lentamente le piccole gambe della tozza figura. Per un
momento voltò la testa verso i ragazzi e gli rivolse uno sguardo di
superiorità e si sedette alla cattedra.
"Buon
pomeriggio" disse. La sua voce era gracchiante e fastidiosa
"questo corso è obbligatorio solo da quest'anno, quindi molti
di voi non l'avranno frequentato, suppongo"
I
ragazzi annuirono distrattamente.
"Chi
di voi ha già frequentato il corso?" gracchiò la strega.
Qualche
mano si alzò. Ginny individuò la mano di Aisleen e due tra i
Corvonero. Notò che anche loro erano diminuiti: si ricordava che
erano cinque ragazze e cinque ragazzi, pari, e ora vedeva solo Luna e
altre due ragazze e tre dei maschi.
"Tu"
Alecto Carrow indicò con un dito tozzo una ragazza di Corvonero, con
i capelli neri, lunghi e lisci "Come ti chiami?"
"Phoebe
Murphy" disse, a voce alta.
"Dorme
vicino a me" sussurrò Luna a Ginny "Legge tanto e porta
gli occhiali quando sta nel dormitorio"
"Bene
signorina Murphy" disse l'insegnante "illustra ai tuoi
compagni qual'è stato il programma affrontato finora con
l'insegnante che mi ha preceduta"
Phoebe
la guardò sospettosa.
"La
professoressa Burbage" cominciò "ci ha illustrato gli usi
e i costumi del mondo Babbano, parlando dei loro mezzi di trasporto,
facendoci vedere l'abitazione tipo e i loro impieghi. Inoltre ci ha
elencato le varie festività del loro mondo e le loro culture, e.."
"E
ti è sembrato interessante, questo programma?" la interruppe la
donna.
"Sì"
rispose la ragazza "molto interessante"
"E
ti è piaciuto?" chiese. Aveva l'aria leggermente incredula.
"Sì"
rispose Phoebe, confusa. Evidentemente si aspettava un bel voto per
aver riassunto meticolosamente ciò che aveva spiegato l'insegnante
di prima.
"Bene"
disse la Carrow "bene. Siediti. Immagino vi abbia parlato anche
dei rapporti tra il mondo magico e il mondo babbano."
I
ragazzi che avevano alzato prima la mano annuirono.
"Tu"
indicò Aisleen che sussultò. Era molto timida ed odiava parlare
davanti a tutta la classe "spiega alla classe quello che vi ha
detto la professoressa Burbage a proposito"
Aisleen
deglutì "ci ha detto che non bisogna discriminare o aver paura
dei Babbani, ma che bisogna convivere in pace con loro, che in realtà
non sono così diversi da noi..."
"Che
assurdità" sbottò la Carrow "Bene, dimenticate tutto
quanto! Questo corso vi aprirà gli occhi sulla verità.."
"Per
prima cosa voglio che compiliate la pergamena che avete sul banco
Ginny
abbassò gli occhi e vide una pergamena che era appena apparsa.
Questionario
Cognome
Nome dei genitori (e
frateli)
Lavoro dei genitori
(e frateli)
Stato di sangue
della tua famiglia
Ginny
non era solo disgustata ma anche stupefatta. Inanzitutto, quel
"questionario" sembrava essere stato scritto da un bambino
di sei anni, vista la calligrafia (e gli errori: "fratelli"
con una "l"), e la Carrow non si era neanche degnata di
camuffare un po' il vero scopo della pergamena, magari mischiando le
domanda sulla famiglia con alcune sui corsi frequentati e i G.U.F.O
ottenuti, o cose del genere.
"Avete
dieci minuti per riconsegnarlo" gracchiò l'insegnante.
"Siamo
obbliagati a compilarlo?" chiese John.
"Oh,
sì"
"Perchè?"
chiese un ragazzo di Corvonero "cosa c'entra con la sua
materia?"
"Chi
non lo compila riceverà un castigo" strillò la Carrow.
Ginny
vide Luna che cominciava a scrivere. A malincuore, intinse la sua
piuma nella boccetta d'inchiostro. Alla fine la professoressa ritirò
tutte le pergamene Appellandole e si mise a leggerle, una ad una,
impiegandoci anche molto.
"Bene"
disse "occorre fare una piccola divisione"
Furono
costretti ad alzarsi dai loro posti e l'insegnante dispose i banchi
in due file: una davanti e l'altra dietro, in fondo alla classe.
Ginny, Luna, Anthony, Aisleen, Pheobe Murphy e Derek Blanchard, di
Corvonero, furono messi in prima fila, mentre Miriam, John, Meredith
Blackburn, Nathan Lawrence e Leonard Puckett furono messi in fondo
all'aula.
"Perchè
ci ha diviso così?" chiese Meredith Blackburn.
Il volto
della professoressa si sciolse in un ghigno malvagio.
"Non
si mischia mai il marcio con il buono" rispose "una prima
scrematura è stata fatta, mandando via i Babbani da questa scuola,
la seconda la sto facendo ora. Solo chi ha il sangue pure ha l'onore
di poter apprendere i nobili segreti delle arti magiche.. e voi"
e accennò ai ragazzi in fondo all'aula "non siete veri maghi.
Siete maghi a metà"
"Che
cosa?!" esclamò John, alzandosi in piedi di scatto "io
sono un mago a tutti gli effetti"
"Sei John Evans,
giusto? Beh, nella tua pergamena affermi che tuo padre è Babbano, o
sbaglio?"
"Non
c'entra niente, sono in grado di fare magie, la mia bacchetta mi ha
scelto.."
"Non
lo metto in dubbio, ma il tuo sangue è comunque sporco"
esclamò la professoressa "per essere un vero e proprio mago
dovresti avere lo stesso albero genealogico della signorina Ginevra
Weasley"
"Ehi"
intervenne Ginny "io non ho mica scritto il mio albero
genealogico là sopra"
E certamente non lo so a
memoria, pensò la ragazza.
"Non
c'è bisogno di scriverlo, visto che i Weasley sono tra le famiglie
più pure.."
"Beh,
papà afferma di avere sicuramente cugini
Babbani in famiglia" sottolineò Ginny con fierezza.
La Carrow rimase sconcertata da quella affermazione.
"e
tu ne andresti...fiera?"
chiese, gli occhi ridotti a fessure.
"Certo!" rispose Ginny, senza abbassare lo sguardo.
Gli occhi della strega si tramutarono in due fessure infuocate.
"Mio cugino è babbano!" esclamò uno dei Corvonero,
Leonard Puckett.
"Ci sono mele marce nelle migliori famiglie.."
"Ehi Steve non è marcio, ci passo tutte le estati.."
"Anche io ho una cugina di terzo grado Babbana!" esclamò
Aisleen.
"Lo è anche la cugina di mia nonna.."
Era evidente che i ragazzi volevano prendere in giro l'insegnante, e
che la situazione stava degenarando.
"Basta!" strillò la Carrow "smettete di dire
assurdità, mocciosi ingrati, traditori del vostro sangue..."
"Altrimenti?" chiese beffarda Phoebe. Ginny e gli altri
scoppiarono a ridere.
"Riceverete un castigo!"
"Solo perchè sono orgogliosa di avere Babbani in famiglia?"
"Punizione, Murphy!" esclamò la strega, serafica "ci
vediamo stasera, nel mio studio. E venti punti in meno per
Corvonero. Vedremo chi avrà voglia di ridere.."
"Non può punire una persona così!" interevenne John "non
è contro la legge avere parenti Babbani"
"Ci sarai anche te nel mio studio, stasera, Evans" aggiunse
la Carrow, con un sorriso perverso sul volto "Non è contro la
legge? Forse ancora per poco"
Forse i ragazzi capirono che era meglio non tirare oltre la corda. Si
sedettero e l'insegnante tornò dietro la cattedra.
"Quello che vi ha appena detto la signorina Murphy" disse
"dimenticatelo" si voltò verso il muro e con la bacchetta
chiuse ancora di più le tende, in modo che non entrasse un filo di
luce nell'aula. Si illuminò la parete davanti a loro. La Carrow
voleva mostrargli delle diapositive, e la prima fu una scena
raccapricciante di una donna, vestita con una tunica medievale, che
bruciava sul rogo, con il volto deformato dal dolore e una ventina di
uomini intorno, che la guardavano con odio e soddisfazione.
"Ecco
qui" disse la Carrow "questa
era la fine imposta alle streghe dai Babbani, quelli di cui siete
tanto orgogliosi"
"Le donne, ma anche gli uomini, giudicati in possesso di magia,
morivano tra atroci sofferenze, e con loro, veniva sterminata
l'intera famiglia. Anche bambini innocenti, furono messi sul rogo"
"è
per questo motivo che la Comunità Magica deve vivere, ancora oggi,
nel terrore. È giusto, che i maghi debbano vivere segregati in
piccole comunità, e soprattutto, debba lasciare liberi di
scorrazzare, quei mostri, o addirittura accoppiarsi
con loro?"
"Il
mondo magico dovrebbe schiacciare
quello dei Babbani, e riprendersi la libertà che gli è stata da
sempre privata. I babbani, rozzi e invidiosi da sempre, hanno
torturato e ucciso milioni di innocenti, milioni di maghi, solo per
il loro disprezzo e la loro invidia per il nostro essere superiori.."
Oltre che ad essere un mucchio di stupidaggini, la lezione non era
per niente seguibile, pensava Ginny. Una mano fece capolino dal fondo
della classe, e Ginny era pronta a scommettere che era quella di
Miriam.
"Mi scusi" disse "vorrei dire una cosa"
La Carrow roteò gli occhi.
"Parla, ma spero non sia niente di stupido"
"Abbiamo parlato con il Professor Ruf di questo argomento, al
terzo anno" disse "e la sua versione dei fatti, che è
quella storicamente accertata, è un pò discordante con la sua"
"I Babbani non hanno quasi mai catturato vere streghe o maghi,
nelle cosidette 'cacce alle streghe', nel Medioevo, e qual'ora ne
avessero catturata una, non riuscirono mai ad ucciderla, in quanto la
strega in questione avrebbe usato un semplice incanto che avrebbe
reso il dolore del rogo un semplice solletico, addirittura piacevole.
Nella maggior parte dei casi i Babbani hanno ucciso altri Babbani,
ritenndoli in possesso della Magia. E sicuramente questi massacri non
erano dettati dall'invidia, ma dalla semplice paura, dato che, da che
mondo è mondo, molti Maghi si sono presi gioco dei Babbani,
uccidendone molti solo per divertimento, o per l'assurda pretesa
dell'essere superiori. Come, tra l'altro, accade anche oggi, seppur
sono passati molti anni dal medioevo, e i nostri cervelli dovrebbero
essersi evoluti"
Miriam aveva parlato velocemente e usando magari un linguaggio un po'
più forbito, per gettare nella totale confusione Alecto Carrow, cosa
riuscita benissimo.
"Venti punti in meno per Grifondoro" rispose lei serafica,
e si voltò per mettere un'altra diapositiva.
John stava per ribattere ma Miriam gli diede una gomitata tra le
costole.
Luna prese la penna in mano e cominciò a scrivere sulla sua
pergamena.
"Ma che fai?" sussurrò Ginny "prendi appunti?"
"Esattamente"
"Perchè?"
"Documenti per papà" rispose Luna.
Ginny sorrise.
"Ti dispiace se io non mi scomodo tanto?"
"Tranquilla, bastano i miei"
Ginny mise la sua piuma e la sua pergamena nella borsa e si mise a
guardare tranquillamente verso la lavagna, a braccia incrociate,
sperando che la Carrow la vedesse. Se la vide o no, non le disse
niente comunque, ma Ginny avrebbe giurato che le aveva lanciato uno
sguardo di fuoco, ad un certo punto. Finita la lezione, uscì di
corsa dall'aula e se ne andò con Luna verso la Sala Grande. Dovevano
assolutamente vedere Neville e raccontargli quello a cui avevano
assisitito.
A cena si sedettero tutti e tre insieme al tavolo di Grifondoro,
molto presto, prima che arrivassero gli altri.
"E quindi vi ha fatto una bella lezione di storia" commentò
Neville.
"Un mucchio di cavolate" disse Ginny.
"Ho spedito tutto a papà" disse Luna.
Neville aggrottò le sopracciglia.
"Dovresti stare attenta"
"Perchè?"
"La posta è sorvegliata, lo sai benissimo"
"Ho solo mandato gli appunti della prima lezione a mio padre!
Cosa c'è di male?"
"Neville ha ragione, bisogna agire con cautela" disse
Ginny.
"Infatti ho accompagnato il tutto con una bella lettera
entusiasta in cui spiegavo a papà come fossero interessanti i nuovi
corsi" sorrise Luna. Poi si avvicinò ai due ragazzi e sussurrò:
"un giorno di questi papà farà uscire un articolo sul nuovo
regime ad Hogwarts, gli sto solo fornendo il materiale necessario"
"Un'ottima idea" rispose Ginny "tutti devono sapere
cosa sta accadendo qui dentro!"
"Papà è d'accordo con noi, è pronto a dargli filo da torcere
e sostenere Harry apertamente"
Tutti e tre rimasero in silenzio per un instante, ovviamente il
pensiero rivolto a tre persone.
"Dove saranno?" chiese Neville.
Ginny alzò le spalle.
"Staranno bene e staranno architettando qualcosa contro
Voi-Sapete-Chi" rispose Luna "Torneranno presto e
vincitori, ne sono sicura"
Ginny sorrise. Era all'improvviso stanca e aveva freddo.
"Come primo giorno di lezioni è stato abbastanza tosto. Ma non
vedo l'ora di trovarmi davanti i Carrow"
"Io non ho intenzione di prendere nemmeno un appunto delle
cretinate che dicono" esclamò Ginny "e agli esami gli
consegno il foglio completamente bianco. Questo è il minimo"
Era meglio non pensare a loro.
Rimasero un po' al tavolo, poi si unirono anche gli altri. John non
era con loro.
"Sta scontando la punizione?" chiese Ginny.
"Già" disse Aileen.
Ma John non si vide a cena. Erano quasi le nove, e le nuove regole
imponevano di essere nelle Sale Comuni a quell'ora. Salutarono Luna e
salirono nella Torre di Grifondoro.
"Comincio ad essere preoccupata" disse Miriam, guardando
nervosamente l'orologio "è passato da un pezzo il coprifuoco.
Io vado dalla McGranitt"
Senza aspettare il parere di nessuno scattò e andò verso la Signora
Grassa.
"Miriam, ti metterai nei guai!" le urlò Anthony, ma era
tardi, Miriam era già uscita.
"è impazzita?!" esclamò, rivolto agli altri.
"Lasciala stare" intervenne Aisleen.
"Ma la scopriranno sicuro!"
"Non possiamo farci niente" disse Aisleen, accasciandosi su
una poltrona.
"Dobbiamo andare a fermarla" esclamò Ginny.
"No" rispose Aisleen, decisa "fermi qui e lasciatela
stare. Miriam sa quello che fa"
"Non è vero" ribattè Anthony.
"E invece si" rispose Aisleen "è peggio se vi mettete
nei guai anche voi due. Per favore"
Ginny si sedette, non del tutto convinta. Dopo poco, ritornò Miriam,
in compagnia di John.
"Tutto ok?" chiese Aisleen, andando subito da loro "non
vi hanno scoperto, vero?"
Miriam fece di no con la testa.
"Per un pelo" borbottò John.
"Cosa è successo?" chiese Ginny.
"Diciamo che il metodo educativo dei Carrow è molto
particolare" disse John, e poi gemette di dolore. Ginny notò
che si teneva un braccio.
"John.."
"è tutto ok"
"Dobbiamo dirlo alla McGranitt" esclamò Miriam.
"Si può sapere cosa è successo?" esclamò Neville, appena
accorso sulla scena "cosa ti ha fatto?"
John si sedette su una poltrona.
"Siamo rimasti in aula, io e Phoebe, e ci ha fatto aspettare un
bel pò. Si è fatta portare la cena e ha mangiato davanti a noi,
fissandoci" rabbrividì "una scena disgustata, se aveste
visto come mangiava il pollo.."
"Possiamo immaginare" tagliò corto Aisleen, disgustata.
"è per questo che ci abbiamo messo tanto. Poi Phoebe le ha
ricordato che il coprifuoco scattava alle nove, e che era meglio
sbrigarsi... e così ci ha chiamato e ci ha fatto avvicinare al
camino, e lei è venuta e ci ha detto di alzarci la manica della
divisa. Io le ho detto di no, che non l'avrei mai fatto, e anche
Phoebe si è messa a strillare.. e lei ci ha minacciato che non
avrebbe esitato ad usare la Maledizione Cruciatus, non avevamo
scelta.."
John si interruppe.
"Ma cosa.. cosa vi ha fatto?" chiese Anthony, orripilato.
John si sbottonò la manica della camicia e la sollevò. Aisleen
saltò su, lanciando un urlo.
Il braccio di John era tutto bruciacchiato, come se qualcuno lo
avesse colpito con un tizzone ardente.
"Ha detto che questo è ciò che i Babbani facevano ai maghi"
disse John "se dopo aver provato cosa avevano dovuto soffrire ci
piacevano ancora così tanto ed eravamo così orgogliosi ad averli in
famiglia"
"A Phoebe è andata meglio. Si è messa ad urlare così tanto
quando ha visto ciò che mi stava facendo, che la Carrow le ha dato
un ceffone da sbatterla per terra, ha sbattuto la testa ed è quasi
svenuta, e io mi sono avventato contro la professoressa, non ci ho
visto più, e così mi sono preso anche quello che spettava a
Phoebe.."
Nessuno disse una parola, disgustati.
"Dovresti andare da Madama Chips" sussurrò Miriam.
"No" rispose John "vado a dormire. Domani ci andrò"
Si alzò in piedi e andò verso il dormitorio, senza dire una parola
a nessuno. Anche gli altri andarono a letto, troppo orripilati per
dirsi qualcosa.
"Non posso stare a guardare" sussurrò Ginny, rivolta
all'unico che era rimasto, Neville "questo è peggio della
Umbridge"
"Il reclutamento deve avere inizio" disse Neville "il
prima possibile".
Decisero che ne avrebbero parlato l'indomani, quando avrebbero visto
Luna. Probabilmente sapeva già dell'accaduto, visto che Phoebe
Murphy era una sua compagna di dormitorio.
Quando Ginny salì, vide le sue compagne a letto. Nessuna aveva
voglia di parlare, Miriam aveva la faccia voltata verso la parete,
Aisleen faceva finta di dormire.
Ginny trovò tra le sue coperte la sua Puffola Pigmea, che dormiva
beata. Si rannicchiò vicino a lui e prese la foto di Harry sotto il
cuscino.
Cosa faceva, dov'era? Se lo chiedeva in ogni momento, ma non sapeva
rispondersi. Cosa avrebbe fatto se era ad Hogwarts? Probabilmente
quello che stavano facendo ora: avrebbe risposto ironicamente come
Phoebe, avrebbe lottato come John, avrebbe contrastato i Serpeverde
come aveva fatto lei. E se c'era Hermione, avrebbe risposto
esattamente come aveva fatto Miriam con Alecto Carrow. E Ron, avrebbe
fatto la stessa cosa che aveva fatto John, avrebbe dimenticato logica
e magia e si sarebbe avventato su quella strega a mani nude.
Sì, Harry, Ron ed Hermione non c'erano. Ma forse, avrebbero potuto
farcela anche loro. In fondo, non erano così diversi. La voglia di
ribellarsi stava già cominciando ad uscire, ad Hogwarts. Ed era solo
il primo giorno.
Angolo Autrice
Ok..
non biasimo chi non mi sta più seguendo.. ultimamente aggiorno con
grandissimo ritardo! Purtroppo, con l'inizio dell'anno accademico, con
lezioni, esami, esoneri... non ho più tempo di fare niente! e pure, mi
rilassa tanto mettermi al pc e scrivere..
Il
capitolo è un po' lunghetto, lo so.. spero abbiate la forza di leggerlo
( e se siete arrivati a leggere fino a qui, direi proprio di si).
Un bacione a tutti, e spero di aggiornare prestissimo!
Marty
|
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Capitolo 66 *** Ed è Solo L'Inizio ***
cap 67 nv
Ed
è solo l'inizio
"Ginny! Neville!"
I due ragazzi erano appena usciti dal
ritratto della Signora Grassa, e avevano trovato l'inconfondibile
figura di Luna Lovegood, con tanto di collana di tappi di Burrobirre
e orecchini a forma di ravanello, ad aspettarli davanti al passaggio
per la Torre di Grifondoro.
"Luna!" esclamò Neville
"Come mai sei qui?"
"Glielo sto chiedendo più o meno
da un'ora" intervenne la Signora Grassa "è una ragazza
molto gentile, ma purtroppo senza parola d'ordine.."
"La ringrazio comunque della
compagnia, Signora" disse Luna rivolta al dipinto.
"Non c'è di che, cara! Passa più
spesso a trovarmi!"
Ginny e Neville si scambiarono
un'occhiata, confusi.
"Luna" esordì Neville "non
sei salita qui solo per parlare con la Signora Grassa, vero?"
"Abbiamo passato una piacevole
oretta insieme" rispose la ragazza "comunque, in realtà
sono qui per voi due"
"Spara" disse Ginny.
Luna tirò fuori dalla borsa un
giornale.
"Mio padre mi ha appena inviato il
nuovo numero del Cavillo"
esclamò, con un enorme sorriso "E mi ha segnalato un articolo
molto interessante, posto in seconda pagina"
"Non riguarda
i Ricciocorni, vero?" chiese Neville.
"No, quelli
sono in sesta pagina" rispose Luna"io e papà abbiamo un
accordo, che quando un articolo riguarda Harry o comunque i nostri,
me lo contrassegna con un piccolo fulmine giallo. E guardate"
Indicò un articolo
vicino al quale era disegnato il piccolo simbolo. In meno di un
millesimo di secondo, i due Grifondoro si avventarono sul giornale.
Ministero
della Magia nel Caos
Ignoti
liberano i Natibabbani e li salvano dal Censimento
"Che cosa?!" strillò Ginny, facendo voltare parecchi
ragazzini del secondo anno, appena usciti dal buco del ritratto "Che
cosa volete? Muovetevi, andate a fare colazione!" sbraitò, e
gli studenti scapparono di corsa.
Londra,
Ministero della Magia. Quella che era stata una tranquilla giornata
lavorativa si è trasformata in un incubo per il nuovo governo, più
o meno a metà mattina.
Mentre
tutto scorreva tranquillamente, mentre i dipendenti si recavano nei
loro uffici, ed altri scendevano nei sotterranei a tortur... ehm, ad
interrogare delle persone innocen... cioè, quei brutti ladri di
magia, qualcuno si è introdotto nell'edificio ed ha liberato quei
maghi... ehm, babbani ladri di magia, come preferite. Questa notizia
non la troverete nella Gazzetta del Profeta, che a quanto pare
pubblica solo ciò che vogliono i nuovi padroni, ma a questo, cari
lettori, siete già abituati, visto che la cara Gazzetta ha sempre
taciuto sulle grandi verità, come l'esistenza dei Ricciocorni
Schiattosi o il Complotto Zannamarcia.
Chi
sarà il misterioso salvatore? Chiunque sia, e probabilmente tutti
noi stiamo pensando ad un'unica persona, che stimiamo e di cui ci
fidiamo, lo ringraziamo. Pur essendo nascosto da tempo, ormai, con
questo gesto ci ricorda che la luce della speranza non è mai spenta,
e che dobbiamo credere in lui.
Fidatevi
di lui.
"Voi pensate davvero..?" chiese Neville.
"Ma certo, papà non inventa mai niente!" esclamò Luna.
"Sicuro non è un'azione da Ordine della Fenice" disse
Ginny "solo qualcuno impulsivo e nobile come Harry poteva fare
una cosa del genere"
Il sorriso di Ginny arrivava da una parte a l'altra. Harry. Harry
stava bene. Harry c'era.
"Ma.. cosa ci facevano al Ministero?" chiese Ginny. La
missione di Harry non era quella di liberare i Natibabbani. Sapeva
benissimo qual'era.
"Forse non sono stati loro" disse Neville.
Quanto le sarebbe piaciuto chiedere informazioni a qualcuno della sua
famiglia! La mamma, il papà, Bill, sicuramente sapevano qualcosa, ma
forse non avrebbero potuto dirle niente. Fred e George! Da loro due
avrebbe sicuro saputo qualcosa! Ma era impossibile contattarli, Ginny
lo sapeva. Rischiava solo di mettere in pericolo l'intero Ordine.
A colazione diffusero la notizia, ma ne parlarono solo con chi era
veramente fidato. Tutti vollero leggere la copia del Cavillo di Luna,
che si rivelò essere l'unica copia del castello.
"Dì alla tua amica che io mi faccio l'abbonamento!" disse
John a Ginny, dopo che aveva letto l'articolo "a parte le cose
su Ricciocorni il resto è veramente roba seria.."
Miriam lesse l'articolo con interesse, ma fu soprattutto contenta per
i Natibabbani che erano riusciti a scappare. Dopotutto, anche suo
padre lo era.
"Quindi secondo voi c'entra qualcosa Harry Potter?"
sussurrò.
"Penso proprio di sì" rispose Ginny "Solo lui
potrebbe fare una cosa del genere"
Si sentiva piena d'orgoglio per Harry. Possibile che fosse così
meraviglioso?
"Dovremmo fare qualcosa per sostenerlo" esclamò Miriam.
Ginny fu stupita della proposta, soprattutto da Miriam, che da quando
l'anno era iniziato aveva cercato di evitare di esporsi a rischi.
"Tipo?" chiese.
"Non lo so.. qualcosa per sostenere lui e la battaglia contro
Tu-Sai-Chi! Questa cosa mi ha fatto, diciamo risvegliare" disse,
prendendo in mano il giornale "stiamo qui dentro, tutti tristi e
senza speranza, quando lì fuori c'è gente che rischia la vita e
combatte per noi! Guarda cos'ha fatto Harry! E noi stiamo qui a
sentire le stupidaggini che ci dicono i Carrow, ed a sopportare i
loro abusi. Io non ci sto più. Dovremmo prendere esempio da lui,
ribellarci, come faceva Harry ai tempi della Umbridge. E dovremmo far
vedere a loro che noi abbiamo ancora una speranza e la
sosterremo sempre"
Ginny era molto grata a Miriam per quelle parole.
"Se si organizza qualcosa.. contami" disse.
"Sarai la prima ad essere chiamata" rispose Ginny.
"Sai, questo gesto di Harry mi ha veramente colpita" disse
Miriam "insomma, ha una taglia da diecimila galeoni sulla testa
e sicuramente i suoi piani sono ben altri.. eppure ha rischiato
tutto, per salvare quelle persone"
"Harry è fatto così"
"E per questo lo ammiro molto"
Quell'unica copia del Cavillo si diffuse molto in fretta, e molti
vennero a chiederle di Harry, e molti altri chiesero a Luna un
abbonamento alla rivista.
"Il momento si sta avvicinando" sussurrò Neville a Ginny
"L'E.S può cominciare il reclutamento"
*
All'ora di pranzo, il Preside, si degnò finalmente di farsi vedere.
Arrivò, avvolto nel suo mantello nero camminando veloce, come se
andasse di fretta.
"Ho un annuncio da fare" disse, con voce atona "silenzio"
Il chiacchiericcio diminuì.
"Da questo momento in poi i docenti Alecto e Amycus Carrow,
saranno i nuovi responsabili della disciplina"
Le proteste esplosero dal banco degli insegnanti. Ginny vide la
McGranitt, fuori di sé.
"Tutti gli insegnanti sono obbligati a denunciare a loro
qualunque comportamento sbagliato degli studenti" disse "saranno
loro ad impartire la giusta punizione. Gli altri professori non ne
hanno più il potere"
La McGranitt si alzò in piedi. Ginny vide che aveva la bacchetta in
mano, dalla quale uscivano delle scintille rosse. Ma Vitius la prese
per un braccio e la fece risedere.
"Un'altra nuova regola è che la rivista il Cavillo, non
è più ammessa nel castello"
"No!" esclamò Neville ad alta voce, tra il brusio nato tra
i tavoli di Grifondoro, Corvonero e Tassorosso. Senza salutare e
senza ulteriori spiegazioni, Piton abbandonò la Sala Grande. Ginny
gli lanciò un'occhiata di puro odio.
"Non sopporto che occupi il posto di Silente" esclamò
Ginny "non è giusto"
Non era giusto.
Avrebbe voluto rincorrerlo e urlargli il suo disgusto e il suo odio.
Il fatto che non si facesse mai vedere in giro per il castello non
faceva altro che alimentare la sua rabbia. Che diamine faceva tutto
il giorno? Stava da Voldemort? Creavano insieme nuovi piani per
seminare guerra e distruzione, per distruggere famiglie?
No, non lo accettava. Per Ginny Piton non era il Preside di Hogwarts
e non lo avrebbe mai accettato come tale.
*
La lezione di Amycus Carrow non si rivelò migliore di quella della
sorella. Se non altro, era più movimentata e probabilmente più
pericolosa. Amycus era più diretto di Alecto, e aveva messo subito
in chiaro le sue posizioni e le sue intenzioni per il corso, che
sarebbe diventato solamente Arti Oscure. I Serpeverde erano in
fibrillazione. Ginny vide gli occhi di Harper, un ragazzo di
Serpeverde che giocava nella squadra di Quidditch della sua casa,
brillare di un luccichio sinistro. La ragazza, dal canto suo,
realizzò che quell'anno avrebbe portato a casa una valanga di T, ed
era sicura che la mamma non le avrebbe detto niente. Chiuse
direttamente il libro, riavvolse la sua pergamena e mise nella borsa
inchiostro e piuma: non erano necessari alle lezioni dei Carrow.
La cosa, però, non sfuggì ad Amycus. Le lanciò un'occhiata di
fuoco, ma continuò a parlare alla classe. Ma Ginny vide qualcosa di
strano in quello sguardo: le sembrava di averlo già visto, da
qualche parte. Probabilmente in qualche foto segnaletica, ormai
secoli fa'.
"Sapete qualcosa delle cosidette Maledizioni Senza Perdono?"
chiese l'insegnante.
"Imperio, Crucio e Avada Kedavra" rispose prontamente
Miriam "il loro uso è vietato dal Ministero"
"Sono cose che non ci interessano" tagliò corto Amycus
"anche perchè sarà il primo argomento che tratteremo. Qualcuno
di voi sa i loro effetti?"
I ragazzi annuirono. Miriam fece per aprire bocca ma Amycus
l'interruppe.
"è inutile che continui a rispondere, tanto non darò punti a
Grifondoro" disse.
"Tanto vale allora non venire in aula" rispose John.
"Chi è assente ingiustificato riceverà una severa punizione"
"Non lo avrei mai detto" borbottò John.
Miriam, per la prima volta da quando era iscritta ad Hogwarts, mise
anche lei via i libri nella borsa, tremando di rabbia.
"Dimenticate tutto ciò che avete fatto finora, con gli altri
professori" esclamò Amycus "questa qui non è più quella
ridicola materia di Difesa! Qui vi insegneremo a gestire le Arti
Oscure, dalle Maledizioni ai Sortilegi"
"Bella roba" borbottò Ginny "Non vedo l'ora di
iniziare"
"Inizieremo dalle tre Maledizioni elencate dalla saputella qui
davanti" disse, accennando a Miriam "Chi vuole fare
qualche prova?"
"In che senso, professore?" chiese Harper.
"Nel senso che non starò qui a perdere tempo" esclamò lui
"qui si farà pratica, essenzialmente"
"Ma professore, non è vietato fare uso delle Maledizioni Senza
Perdono?" esclamò Aisleen. Era strano che Aisleen intervenisse
a lezione, essendo solitamente molto timida. Ginny si voltò verso di
lei, e vide che era molto più pallida del solito, e aveva
un'espressione quasi spaventata.
"Chi sei?" abbaiò lui.
Aisleen trasalì "Aisleen McQueen" balbettò.
"McQueen, eh?" esclamò lui "Forse ti va a te di fare
una prova, eh?" nel suo tono aveva qualcosa di beffardo, e
guardava Aisleen con uno strano sguardo, sembrava quasi famelico.
Ginny non capiva e guardò Aisleen, che era scossa da un leggero
tremore.
"Vieni qui" ordinò lui.
"Ash, se non te la senti non andare, non può obbligarti"
le sussurrò Ginny.
Aisleen deglutì ma si alzò e andò alla cattedra.
"Molto bene, signorina McQueen" disse lui, guardandola
mentre avanzava verso di lui "vediamo un po'"
Non volava un fiato in classe. Nessuno sapeva cosa aspettarsi.
"Come ho già detto, voglio partire con le Maledizioni senza
Perdono" disse, ripetendosi. Poi si voltò verso Aisleen "Su,
tira fuori la bacchetta"
Aisleen fece come le venne ordinato.
"Sapete tutti cosa fanno queste Maledizioni, se non siete così
deficienti come sembrate" esclamò "ma pochi di voi le
hanno viste in pratica. Vero signorina Weasley?"
Ginny alzò le sopracciglia. Perchè era così sicuro che lei le
avesse viste?
"Sì, professore?" disse lei.
"Immagino ti ricordi bene di queste Maledizioni" disse lui.
Improvvisamente, ricordò. Era lui il Mangiamorte che aveva tentato
di Cruciarla ripetutamente, a Giugno, e che era stato colpito da un
Incantesimo di Harry. Come aveva potuto scordarsi quella brutta
faccia? Forse perchè in quel momento aveva ben altro da pensare, con
Bill disteso a terra in una pozza di sangue, Silente morto..
"Insomma" disse lei, con un sorriso strafottente "nessuno
è mai riuscito a colpirmi"
Il volto di Amycus venne deformato da una smorfia di rabbia.
"Vieni qui" ringhiò "vediamo se la smetti di fare la
spiritosa"
Ginny si alzò con tranquillità e raggiunse Aisleen. Si voltò verso
la classe e notò che era divisa in due fazioni contrastanti: i
Serpeverde, che guardavano la scena eccitati e i Grifondoro, divisi
tra paura e rabbia.
Ginny frugò nella tasca e tirò fuori la bacchetta.
"Non ne avrai bisogno" esclamò il professore.
"Non mi interessa" rispose Ginny.
"Mettila via!"
"No!"
"Venti punti in meno per Grifondoro!" urlò. A Ginny dei
punti non interessava, e non credeva che a qualcun altro
interessassero. Non accennò ad ubbidire. Amycus Carrow era
schiumante di rabbia.
"Punizione, Weasley!" esclamò "domani, nel mio
studio. E ora, ti faccio vedere io.."
Si voltò verso Aisleen "Tu" sbraitò "Qual'è
l'incanto della Maledezione Cruciatus?"
Aisleen era confusa "L'incanto.. c-cosa?"
"La formula magica, razza di zucca vuota" strillò il
professore.
Aisleen esitò di nuovo.
"Non sei figlia di Auror, eh?" chiese, beffardo di nuovo
"non saranno molto fieri di te, eh?"
Aisleen gli rivolse uno sguardo di puro odio. Per una volta Ginny
vide svanire la sua timidezza.
"Crucio" disse a voce bassa.
"Più forte!"
"Crucio!" esclamò Aisleen.
"Ah allora lo sai, eh?" esclamò lui, disgustosamente
deliziato, aveva di nuovo quell'espressione famelica "Vedi la
signorina Weasley davanti a te?"
Aisleen annuì.
"Voglio che tu esegua quella Maledizione su di lei, visto che ha
tanto voglia di provarla"
Ginny non riusciva a sentire nulla del caos che era scoppiato in
classe. Non poteva credere a quello che stava succedendo, alla
richiesta del professore
"SILENZIO!" urlò lui.
"McQueen, non abbiamo tutta la giornata"
"è impazzito?!" come al solito, la voce di John si alzò
sopra la classe.
"Non lo può fare!" era sicura fosse Miriam.
"McQueen" ripetè lui. Aisleen si voltò verso di lui.
"No" disse decisa.
"Come?"
"Non lo farò"
"Altri venti punti in meno per Grifondoro"
"Non credo ce ne siano più, quindi è inutile che continuate a
levarceli" disse Anthony, dal fondo della classe. Amycus lo
ignorò, stranamente.
"Non osare disubbidire ad un mio ordine, signorina McQueen"
minacciò la ragazza.
"Non può chiedermi una cosa del genere!" esclamò Aisleen
"non posso Maledire una mia amica!
Anzi non posso Maledire e basta, non mi importa di quanto mi
costerà.."
La situazione stava degenerando.
"Tu farai ciò che dico! Qui comando io"
Aisleen strinse le labbra e incrociò le braccia. Non rispose.
"Bene" sbraitò Amycus "bene. Io devo andare avanti
con la lezione. E se tu non vuoi collaborare.. farò tutto da solo"
Prese la bacchetta talmente velocemente che nessuno fece in tempo ad
intervenire.
"Crucio!" urlò, sul volto un ghigno selvaggio,
puntando la bacchetta contro Aisleen.
Videro la ragazza piegarsi a terra, e urlare. Urlava senza riprendere
fiato, dimenandosi, sdariata a terra, fuori di sè.
Successero molte cose, in un solo momento. Ginny scattò, la
bacchetta in mano ed urlò con quanto fiato aveva in gola un
incantesimo. John si era lanciato, insieme ad Anthony
sull'insegnante, e Miriam era accorsa dalla sua amica.
"Ash.. Ash... mi senti? Stai bene?"
Ginny corse subito anche lei. Aisleen aveva perso i sensi.
"Bisogna portarla in Infermieria"
"Weasley! E voi due! Siete nei guai!" urlava dimenandosi il
professore, intrappolato in una perfetta Fattura Orcovolante.
"Qualcuno mi aiuti!" sbraitò rivolto ai Serpeverde. Pochi
secondi dopo Ginny fu tirata via dal corpo dell'amica.
"Togli quello stupido Incantesimo" sibilò Harper,
tenendola per un polso "o ti spezzo le tue stupide ossicine"
strinse ancora di più la presa. Ginny non si perse d'animo e gli
mollò un calcio, in un punto molto intimo. Harper si accasciò a
terra, urlando per il dolore.
"Questa me la paghi, Weasley!" ululò il ragazzo.
"Portiamola in Infermeria" disse Ginny a Miriam.
"Ci pensiamo noi" Anthony e John sollevarono l'esile figura
di Aisleen, e la trasportarono in Infermieria, seguiti da Miriam e
Ginny. Madama Chips li guardò con occhi sbarrati.
"Santo cielo" esclamò, mentre i ragazzi adagiavano Aisleen
su un letto "Cosa è successo?"
Ginny raccontò per filo e per segno ciò che era accaduto a Difesa
Contro le Arti Oscure. Madama Chips era scioccata.
"Non pensavo si arrivasse a tanto.." mormorò, sconvolta
"Albus non lo avrebbe mai permesso"
Poi si rivolse ai ragazzi "se potete aspettare fuori, devo
visitare la ragazza"
Ginny, Miriam, Anthony e John si sedettere fuori dall'Infermieria, ad
aspettare. Erano tutti e quattro piuttosto sconvolti.
"Pensavo di aver visto tutto, dopo Babbanologia" disse
John.
"A quanto pare, il peggio doveva ancora venire" mormorò
Anthony.
"Qualcuno dovrebbe avvertire la McGranitt" disse Ginny
"deve saperlo, Ash appartiene alla sua Casa.."
"E anche noi tre, che siamo tutti e tre in punizione con quel
simpaticone" esclamò John.
"La McGranitt ci ucciderà" gemette Ginny.
"Beh, almeno non avrà questa soddisfazione Amycus Carrow"
rispose Anthony.
John ridacchiò.
"Miriam, stai bene?" chiese all'improvviso Ginny,
all'amica, che era pallida quanto Aisleen. Anche i ragazzi si
interessarono subito a lei.
"Forse è meglio che chiediamo a madama Chips di darle qualcosa"
propose Anthony.
"Sto bene" tagliò corto Miriam "Sono.. solo sotto
shock"
"Lo siamo tutti"
Miriam sospirò.
"Mi dici perchè diavolo se l'è presa subito con te?"
chiese John, rivolto a Ginny "Insomma, se l'è presa con Ash
perchè gli aveva risposto, ma tu cosa avevi fatto? Ok, gli hai
risposto male, ma prima lui ti ha detto una cosa strana.."
"L'ho notato anche io" intervenne Miriam.
Ginny non sapeva cosa dire. Loro non sapevano esattamente cosa fosse
successo, la sera in cui era morto Silente. Ma immaginò che non
importava più così tanto quella segretezza, con loro. Ormai non
aveva più senso.
"La sera in cui è morto Silente" sussurrò "c'è
stata una battaglia.. e c'ero anche io. E c'era anche lui. Amycus
Carrow"
"Che cosa..?"
"Ha provato a colpirmi con la Maledizione Cruciatus, ma non ci è
riuscito"
I tre ragazzi la guardarono ad occhi spalancati.
"Ginny! John! Miriam! Anthony! Cosa ci fate qui?" era
Neville Paciock.
"Ciao Neville" lo salutò Ginny.
"Cosa ci fate qui?" ripetè. Fu Miriam a spiegare ciò che
era successo a lezione.
"Non ci posso credere!" esclamò Neville, a voce alta.
"Shhh!" lo zittì Miriam.
"Non credevo che.."
"..che si arrivasse a tanto?" completò la frase Anthony.
"Esatto" rispose Neville, sedendosi a fianco a Ginny.
"Credo ci dovremmo abituare" disse Miriam.
"Però abbiamo avuto l'onore di riempire di pugni Amycus"
esclamò John, rivolto ad Anthony "non mi frega niente di
un'altra punizione.."
"Ehi, dimenticate la mia fattura Orcovolante?!" esclamò
Ginny "sarà ancora appeso al soffitto..£
"Avete preso a pugni Amycus Carrow?" esclamò Neville "e
tu gli hai lanciato una Fattura Orcovolante?"
I tre annuirono.
"Siete stati veramente forti.." rise Neville.
"Oh, il momento migliore è stato quando Ginny ha dato ad Harper
un calcio nei testicoli!" esclamò Miriam. Tutti e cinque
scoppiarono a ridere. In quel momento la porta dell'Infermieria si
aprì, e uscì Madama Chips.
"Madama Chips, come sta Aisleen?" chiese subito Miriam.
"Meglio" rispose Madama Chips "non c'è bisogno che
rimanga in Infermieria la notte, ma credo che voglia rimanere qui per
qualche altra ora"
I ragazzi annuirono.
"Possiamo vederla?" chiese John.
"Meglio non troppi visitatori alla volta" rispose
l'Infermiera "è troppo spossata"
"Andate voi due" disse Anthony, rivolto a Ginny e Miriam
"sicuramente vorrà vedervi"
Ginny e Miriam entrarono mentre i ragazzi si diressero verso la Sala
Grande, parlottando tra loro. Aisleen era seduta sul suo letto e
fissava un punto imprecisato oltre le sue amiche.
"Ciao Ash" la salutò Miriam "come ti senti?"
Aisleen alzò le spalle. Non aveva tanta voglia di parlare e si
vedeva lontato un chilometro.
"Ho avvertito la McGranitt" disse Madama Chips "sarà
qui a momenti, vuole sapere bene cosa è successo"
Aisleen annuì ma non disse altro.
Ginny e Miriam non sapevano cosa fare. Aisleen era veramente giù e
loro non capivano veramente quale fosse il motivo.
"Ehi, Ash" disse Ginny "non permetteremo più che ti
faccia del male"
"Non è compito vostro" disse Aisleen, parlando per la
prima volta "devo difendermi da sola"
"Non potevi difenderti" rispose Miriam "ti ha colpito
all'improvviso"
Aisleen non rispose e rientrò nel suo mutismo. All'improvviso entrò
la professoressa McGranitt.
"Signorina McQueen!" esclamò "si può sapere cosa è
successo?"
Ginny e Miriam raccontarono tutto.
"Signorina Weasley!" esclamò alla fine del racconto "tu,
Evans e Steward.. siete degli incoscenti!"
"Professoressa dovevano intervenire!" esclamò Miriam.
"Lo so" rispose l'insegnante "avete ragione,
perfettamente ragione, ma Hogwarts non è più il luogo sicuro di una
volta!" sospirò "come ha reagito il professor
Carrow?"
"Ci ha tolto un'infinità di punti e messo in punizione"
disse Ginny, con un'alzata di spalle "a me, John ed Anthony"
La professoressa McGranitt scosse la testa.
"Ora avrei bisogno di parlare da sola con la signorina McQueen.
Andate a cena"
Le due ragazze salutarono l'amica, che ricambiò solo con un'accenno
e si avviarono verso la Sala Grande.
"Non so se hai notato la faccia di Amycus Carrow quando ha
chiamato Ailseen" disse Miriam.
Sì, Ginny lo aveva notato eccome. Sembrava quasi famelico.
"è stato strano" rispose Ginny.
"Sì, e il fatto che i suoi genitori siano Auror? Io non ne
sapevo niente" esclamò Miriam "so che suo padre è morto
quando era piccolissima, e non ho mai pensato di chiederle quale
lavoro facesse.. ma insomma.. potrebbe essere morto nel periodo in
cui c'era ancora Tu-Sai-Chi"
"Tu dici che..?"
"Che magari è stato ucciso proprio dai Mangiamorte!"
sussurrò Miriam "altrimenti non si spiega la reazione di
Amycus"
Ginny non ci aveva proprio pensato. Magari il padre di Aisleen era
membro dell'Ordine della Fenice! Doveva chiederlo al padre, appena
sarebbe tornata a casa, magari per Natale.
Al tavolo per la cena le aspettavano Anthony, John, Neville e altri
Grifondoro ansiosi di sapere ogni dettaglio del loro scontro con
Amycus.
"è anche venuto qui per dirci della punizione" disse
Anthony.
"Quindi?"
"Domani sera, alle sette in punto nel suo studio"
"Fantastico" commentò tetra Ginny.
"E sono già a due" esclamò John "dopo avermi
arrostito il braccio, cosa vorranno farmi"
Tutti risero, solo Miriam rimase seria.
"Guarda che qui non c'è niente da scherzare" esclamò,
furibonda.
"E dai, Miriam" rispose John.
Miriam strinse le labbra e non disse nient'altro.
"Ehi John!" Phoebe Murphy correva al tavolo di Grifondoro,
insieme a Luna. Non aveva una fascia al braccio come John, ma in
compenso aveva un grosso bernoccolo sulla fronte "si dice che
hai ricevuto un altra punizione!"
"In realtà non solo lui.." puntualizzò Anthony.
"Già, Amycus è peggio di Alecto" rispose John.
"Che cosa?! Un'altre punizione?! John!" era Grace, accorsa
dal tavolo di Grifondoro.
"Anche io e Ginny" sottolineò Anthony.
"Siamo ancora a quota uno, non siamo abbastanza popolari"
disse ironica Ginny. Anthony rise.
"Dov'è Aisleen?" chiese Luna.
I volti dei Grifondoro si rabbuiarono, e Miriam raccontò per filo e
per segno ciò che era successo.
Erano tutti pietrificati.
"Equesto è solo l'inizio" mormorò Neville. Il suo sguardo
si incrociò con quello di Luna e Ginny. In un'unica occhiata si
intesero alla perfezione.
*
Quel calore famigliare nascosto in un angolo remoto della tasca del
pigiama. Avvolti nei mantelli, corsero, senza scarpe, per non fare
rumore, nella notte. La rabbia e la speranza li avevano condotti a
questo. Adrenalina e ricordi dolorosi. Barattoli di vernice e macchie
sui pigiami. Altri ricordi. Risate e paura.
Neville pensava ad Harry, Ron ed Hermione. Harry sarebbe stato
fiero di lui. Loro avrebbero fatto la stessa cosa, ne era certo. Non
sarebbero stati di certo con le mani in mano in quella situazione.
Luna sorrideva. Le piaceva il castello di notte. E quelle
scritte avrebbero regalato un sorriso a tutti gli altri, l'indomani.
Il giallo è il colore della felicità, lo diceva sempre papà, e lei
stava usando solo quello.
Ginny si ricordava di quando aveva già fatto una cosa del
genere, ma non per sua scelta. Si svegliava il giorno dopo confusa e
spaventata, senza capire da dove arrivassero quelle macchie di
vernice. Ora invece sapeva benissimo cosa stava facendo e ne andava
fiera.
La mattina dopo erano ovunque, scintillavano alla luce del sole.
Erano colorate, più luminose possibili. Impossibile non notarle.
Come cancellarle.
Esercito
di Silente, il reclutamento è ancora aperto.
|
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Capitolo 67 *** Ci Siamo Anche Noi ***
cap 67 nv
Ci Siamo Anche Noi
"Qualunque
associazione studentesca è sciolta da questo istante" Piton
aveva cominciato la mattinata con un discorso a tutta la scuola. Era
livido di rabbia "e se scoprirò chi è stato a fare una bravata
del genere, non la passerà liscia"
Ginny era contenta
di vedere la rabbia nel volto di quel verme. Più potevano farlo
arrabbiare, meglio era. Ed era sicura che rivedere il nome di Silente
ovunque non lo aveva fatto stare bene. Dopotutto era il suo
assassino.
"Tra gli
oggetti proibiti, da questo momento rientrano anche i barattoli di
vernice. Le perquesizioni saranno aumentate ad una volta al mese"
Prevedibile, tant'è
che Ginny, Luna e Neville avevano provveduto a rovesciare la loro
vernice nel bagno di Mirtilla Malcontenta.
"Chiunque
verrà trovato fuori dal proprio dormitorio, oltre l'orario di
coprifuoco, subirà una dura punizione della quale se ne occuperanno
direttamente i professori Alecto e Amycus Carrow"
Altra cosa su cui
nessuno aveva il minimo dubbio. L'ultima affermazione fece ricordare
a Ginny che quel giorno l'aspettava un bel pomeriggio in compagnia di
Amycus Carrow. Evviva.
"Siete stati
voi, vero?" sussurrò Seamus Finnigam, a Ginny e Neville "ti
ho sentito rientrare, stanotte.."
"Non qui!"
sibilò Neville.
"Quando si
ricomincia?" intervenne Calì, sempre a voce bassissima.
"Zitti, ne
parliamo dopo" rispose Ginny "così diamo troppo
nell'occhio"
"Comunque,
riprendete i galeoni di Hermione" disse Neville. I ragazzi
annuirono.
Ginny lanciò
un'occhiata al tavolo dei professori. Piton se n'era andato, li aveva
degnati troppo della sua preziosa presenza, e i suoi scagnozzi se
n'erano andati con lui. La McGranitt, Lumacorno, la Sprite, Hagrid e
Vitous discutevano tra loro.
Ginny e gli altri
del suo anno avevano Cura delle Creature Magiche quella mattina, e
Ginny ne era contenta: voleva vedere Hagrid.
"Ehi, poi ci
devi spiegare bene questa storia" le disse Aisleen, mentre erano
nel Parco per andare alla capanna di Hagrid "di questo 'E.S'"
Lei e Miriam erano
state svegliate in piena notte da Ginny, che rientrava. Avevano fatto
domande, milioni di domande, e Ginny le aveva dato una breve
spiegazione. Loro si erano accontentate solo perchè era notte fonda,
l'avevano aiutata a togliere le macchie di vernice dalla divisa, e le
avevano fatto giurare che la mattina dopo avrebbe raccontato tutto.
"Quindi ne sai
qualcosa? Di quelle scritte, intendo" le chiese subito John.
"Certo che ne
sa qualcosa! È stata lei!" rispose Miriam.
"Che cosa?!"
esclamò Anthony.
"Grande!"
si complimentò John.
"Non da sola!
Con Neville Paciock e Luna Lovegood" aggiunse Aisleen.
"Quindi, cos'è
questo Esercito di Silente?"
"Sicuramente
ne voglio fare parte!"
"Anche io!"
"Calma"
rise Ginny "vi spiegherò tutto.."
Dal Lago Nero alla
Capanna di Hagrid Ginny riuscì a riassumere la storia dell'E.S ai
suoi amici. Ovviamente ne furono subito entusiasti.
"Dove diavolo
devo firmare?!" ruggì Johh.
"Zitto, non
deve saperlo tutto il mondo" lo rimproverò Aisleen.
"Io voglio
solo mettere il mio nome in quella lista"
Ginny frugò nella
sua borsa e tirò fuori la pergamena.
"Per ora segno
il vostro nome qui, alla prima riunione firmerete sulla pergamena
ufficale.."
"Quindi, chi
segno?"
"Che razza di
domanda è, Ginny?! Ovviamente tutti e quattro!" rispose
Anthony.
Ma lo sguardo di
Ginny si posò su Miriam, che era stata abbastanza taciturna. Cosa
insolita, per Miriam Cohen.
"Non vuoi
unirti?" le chiese Ginny.
"Ti pare che
non vuole unirsi?!" esclamò John.
"Sì, mi
unisco" rispose Miriam, accigliata "ma mi sarei iscritta
anche due anni fa"
Tra di loro calò
il gelo.
"Miriam..
capisco cosa vuoi dire" disse Ginny lentamente "era
diverso. Era tutto più difficile.."
"è inutile
girarci intorno" la interruppe Miriam "non ti sei fidata di
me. E non mi pare di non averti mai dimostrato da quale parte stavo"
Miriam era diretta,
e lo era sempre stata. E Ginny sapeva bene che le parole dell'amica
erano vere. "Miriam, quanto la fai lunga" esclamò John
"per una volta le cose le puoi prendere anche alla leggera!"
"Tu stai
zitto!" esclamò lei, arrabbiata "non c'entri niente!"
"Se vuoi
partecipare, partecipa, senza fare tante storie"
"Non capisci
niente!" strillò lei, e se ne andò verso la capanna di Hagrid,
senza aspettare gli altri.
"Ci parlerò
dopo con lei" disse Ginny.
"Se sarai
ancora viva, visto che ci aspetta un bel pomeriggio con Carrow"
le ricordò Anthony.
"Senti
Ginny.." disse John "e se dicessi di questo gruppo a
Phoebe?"
"Chi è
Phoebe?"
"Phoebe
Murphy, Corvonero. Ti ricordi, è intervenuta alla prima lezione di
Babbanologia.."
"Ah sì"
disse Ginny, ricordandosi "è del nostro anno"
"Esatto"
"Se pensi che
possa interessarle, perchè no?"
"Perfetto"
disse lui, con un largo sorriso "e penso di avvertire anche
Grace, sicuro le interesserà.."
"Ci penso io
ad avvertire Grace" intervenne Anthony "la vedo di sicuro
più io.."
"Non vi vedo
spesso insieme" disse Aisleen.
"Beh certo,
certe cose non le facciamo in pubblico.." rispose Anthony con un
sorrisetto, e schivò subito il prevedibile pugno di John.
"Che cosa non
fate in pubblico, eh?!" esclamò John "Anthony io ti
ammazzo! Giù le mani da mia sorella!"
Anthony
era scappato, tra le risate di Aisleen e Ginny.
"Non
parteciperà mai alle riunioni, lo ucciderò prima" disse John.
La
lezione di Hagrid fu divertente e piacevole. Lui era una delle poche
facce amiche rimaste, tra gli adulti.
"Ginny,
come stai?" le chiese il Mezzogigante, stritolandola in uno dei
suoi enormi abbracci.
"Abbastanza
bene, in realtà"
"Hai
sentito i tuoi..? Ron è guarito?"
Le fece
l'occhiolino.
"No,
Ron starà a letto ancora per molto" rispose la ragazza.
"Hai
un po' di tempo? Ti offro una tazza di the.."
"Molto
volentieri"
La
punzione con Carrow era prevista per le sei. Aveva ancora un po' di
tempo.
"è
strano, eh" disse Hagrid "senza di loro, intendo.."
Ginny
annuì. Ci pensava tutti i giorni.
"Erano
anni che vedevo quei tre gironzolare qui intorno.." ridacchiò
"sempre con aria sospetta, sempre alla ricerca di qualcosa. Mi
mancano"
"Mancano
a tutti, Hagrid"
Hagrid
frugò nelle sue enormi tasche e tirò fuori un qualcosa che
assomigliava ad una tovaglia, ma poi Ginny si rese conto che era un
fazzoletto gigante.
"Ogni
volta che ci penso.. perchè lo hanno fatto? È p-pericoloso.."
Ginny si
alzò e cercò di abbracciare Hagrid, anche se le sue piccole braccia
potevano ben poco.
"Sai
che se la cavano" gli disse "Hermione non permetterà che
quei due si mettano nei guai.."
Vide un
sorriso spuntare nella barba aggrovigliata di Hagrid.
"Quell'Hermione"
ridacchiò "Sì, con lei sono al sicuro.."
"E
anche Harry e Ron non sono scemi" aggiunse Ginny, anche se non
era del tutto sicura su suo fratello.
"Faranno
grandi cose, quei tre" disse Hagrid, orgoglioso "lo so da
quando li ho visti tutti e tre insieme la prima volta, quando
cercavano notizie su Fuffi.."
"Fuffi?"
chiese Ginny.
"Il
mio cane a tre teste.. ah, una lunga storia, ma penso che tuo
fratello te l'abbia raccontata, tu non c'eri ancora.."
Sì, Ron
le aveva parlato di uno spaventoso cane a tre teste, nascosto in un
corridoio, e lei aveva avuto gli incubi per una settimana. Ma aveva
omesso il dettaglio del suo nome. Sicuramente, sapendo che si
chiamava 'Fuffi' lo avrebbe trovato meno spaventoso, e le avrebbe
risparmiato lunghe nottate.
"Sì,
qualcosa mi ha raccontato.." disse sorridendo. Ron le mancava
tanto.
"Deve
essere dura, per te" disse "è la prima volta che sei sola
senza i tuoi fratelli"
"Oh,
me la cavo" rispose "ormai non sono più una bambina"
"E
immagino che senza Harry.." a Ginny parve di scorgere un
sorrisetto malizioso.
"Quindi
lo sai anche tu?"
"Mica
vi nascondevate, qui nel parco!" ridacchiò. Ginny si sentì
arrossire, per la prima volta da anni.
"Oh,
non vergognarti! Sono contento che quel boccalone di Harry si sia
accorto finalmente di te!" esclamò "sei la ragazza giusta
per lui! E insieme mi ricordate tanto James e Lily.."
"Ce
lo ha detto anche Lumacorno" secoli fa, avrebbe aggiunto. Quando
Silente era ancora vivo. Quando Harry era ancora lì. Quando era
tutto più luminoso.
Guardò
l'orologio. Doveva andare.
"Devo
scappare. Amycus Carrow mi aspetta"
Hagrid
strabuzzò gli occhi "Cosa?!"
"Punizione"
rispose lei.
"GINNY
WEASLEY" ruggì lui "perchè? Cosa hai combinato? Quelli
sono pericolosi!" aggiunse, a voce più bassa.
"Non
ho fatto niente! Mi sono solo difesa!"
"Sei
uguale al tuo fidanzato" esclamò lui "ma Hogwarts non è
più un luogo sicuro. Devi stare attenta, Ginny, quelle non sono
brave persone.. oh, quando lo saprà tua madre.."
"No!"
esclamò Ginny "non glielo dire, ti prego.."
"Lo
devo fare!"
"Si
preoccuperà inutilmente"
Hagrid
sospirò.
"Stai
attenta"
"Lo
farò! Buona serata, Hagrid!"
Ginny
corse via: voleva evitare di arrivare tardi, per non dare modo ad
Amycus di aumentare la sua posizione. Trovò John ed Anthony ad
attenderla. I tre si avviarono verso lo studio di Amycus Carrow, dove
avrebbero scontato la loro punizione. L'ultima volta che Ginny era
entrata nell'ufficio del docente di Difesa Contro le Arti Oscure,
c'era la Umbridge, e la stanza era completamente rosa con
innumerevoli gatti disegnati ovunque. C'era entrata anche prima,
quando c'era Remus, e l'ufficio aveva un aspetto molto più consono
ad uno studio. Ora aveva una vaga idea di cosa trovarci.
"Siete
pronti?" chiese Anthony.
"Ovvio"
rispose John.
Ginny
bussò alla porta, ma non aspettò la risposta e l'aprì
direttamente.
Carrow
non era solo.
"Buonasera"
disse, con un largo sorriso, mostrando denti gialli e anneriti. Ginny
non nascose una smorfia di disgusto. Che non sfuggì allo sguardo di
Gregory Goyle e Vincent Goyle.
"entrate"
disse e i tre Grifondoro ubbidirono.
"Questi
due giovanotti mi hanno chiesto di approfondire l'argomento
affrontato ieri in classe" disse Carrow, indicando i due
Serpeverde "e voi li aiuterete"
"Non
potevo immaginare punizione peggiore" rispose Ginny "aiutare
quei due trogloditi con in compiti! Ci vorrà l'intera nottata, per
fargli entrare una cosa in testa.."
John e
Anthony scoppiarono a ridere.
Carrow
li ignorò. Ripensandoci dopo, Ginny avrebbe capito che anche quello
era un segnale di ciò che stava per accadere.
"Come
si dice? Prima le signore. Infondo, noi Serpeverde siamo dei
gentiluomini, non è vero ragazzi?"
Tiger e
Goyle sghignazzarono. Ginny avanzò, con tutta la spavalderia tipica
di un Grifondoro.
"Allora,
dove sono questi c..."
"EXPELLIARMUS!"
urlò Tiger e Ginny, impreparata, si trovò in un attimo Disarmata.
"CHE
COSA..?" ruggì John, ma vennero Disarmati anche lui ed Anthony.
"è
UNA TRAPPOLA"
"SCHIFOSI,
LURIDI.."
"Crucio!"
urlò Carrow. Questa volta Ginny non aveva la bacchetta, nè la
Felix, ad aiutarla. E neanche Harry. Il dolore la colpì
all'improvviso, inesorabile. Non aveva mai provato un dolore simile,
ed era al di là di quanto potesse sopportare. Pugnali infuocati le
si fondevano nella carne, le penetravano le ossa, non tralasciavano
nemmeno un brandello di pelle.
Basta che finisce...
qualunque cosa, basta che finisce.. voglio morire..
Come si può sopravvivere
a questo..?
All'improvviso
tutto cessò, non sapeva dov'era o chi era. Era su qualcosa di
freddo, forse era morta. Delle risate, intorno a lei, le fecero
ricordare dov'era. Si alzò. John ed Anthony erano accanto a lei.
Ai piedi
di Carrow e Tiger e Goyle si sentiva impotente.
"Abbiamo
fatto bene a insonorizzare la stanza" disse Carrow. I due
serpeverde scoppiarono in una risata maligna.
"Strillava
come una scimmia"
Ginny
gli lanciò uno sguardo di puro odio, a tutti e tre.
Non
aveva voce.
A dire
il vero, non sapeva se aveva ancora aria nei polmoni.
O se era
in grado di respirava.
"Ginny..
stai bene?" le chiese John.
"Ora
puoi dire di averla provata direttamente sulla tua pelle, Weasley"
ghignò Amycus "andatevene"
Ginny
fece per andarsene ma non riusciva a reggersi sulle sue gambe. Altre
risate.
"Ti
aiutiamo noi" le disse Anthony, prendendola per un braccio.
"Ce
la faccio.."
"Invece
no" disse John, e la portarono via, sorreggendola. Uscirono
dall'aula senza salutare.
"Sto
bene.. sarete distrutti anche voi.." bofonchiò Ginny.
"Noi
siamo stati Maledetti da Tiger e Goyle" disse Anthony "per
quanto crudeli, la loro Maledizione non arrivava ai livelli di
Carrow"
"Ginny,
a te lui ti ha puntato" disse John "non sarebbe stato
contento finchè non ti avesse Maledetto personalmente"
Si
sedettero u una panchina. Il corridoio era deserto.
"Bella
domenica" disse Ginny.
"Vuoi
andare da Madama Chips?"
"No..
sto bene"
John si
frugò nella tasca della divisa "Tieni.. la tua bacchetta"
Le porse
la strisciolina di legno.
"Grazie"
rispose la ragazza, e la prese. Il calore famigliare dell'oggetto la
fece stare subito meglio.
Ginny
era ancora incredula a quello che aveva dovuto subire: solo nella sua
classe, quattro persone erano state colpite dalla Maledizione
Cruciatus. E quanto era passato dall'inizio della scuola? Qualche
settimana?
"Anthony!
Ginny! John!" era Neville "vedo che siete ancora tutti
interi.." poi, vide le loro facce "..o almeno così
sembrava.." aggiunse "cosa vi è successo?"
"Maledizione
Cruciatus" rispose Anthony "ci va giù leggero Carrow, eh?"
"Che
COSA?!" gridò Neville. Ginny notò che il suo volto era
sbiancato tanto da diventare simile alla cera.
"A
me ed Anthony alla fine è andata bene" disse John "ci
hanno Maledetto Tiger e Goyle, che non sono ancora molto esperti.."
"ma
promettono bene"
"..Ginny
è stata Maledetta da Carrow"
Gli
occhi di Neville si posarono sull'amica, che gli fece un sorriso
stanco. Neville non sorrideva. Aveva gli occhi sbarrati.
"..Ti
ha Maledetto? Lui?"
"Sai
bene che non vedeva l'ora di farlo" rispose Ginny. E
ce l'aveva fatta, pensò Ginny,
in modo subdolo e meschino, ma ce l'aveva fatta.
La
rabbia prese possesso del suo corpo: come aveva osato, quel viscido
Mangiamorte farle una cosa del genere? Ginny giurò a sè stessa che
si sarebbe vendicata, che appena si fossero trovati ad armi pari, non
avrebbe avuto nessuna pietà.
*
La
storia che Ginny era stata Maledetta da Carrow e John ed Anthony
addirittura da Tiger e Goyle fece in fretta il giro della scuola.
"Sai
come sono Calì e Lavanda.." si giustificò Neville, che ne
aveva parlato con i suoi compagni.
"Non
ti preoccupare.." lo rassicurò Ginny.
"Ginny!"
Aisleen, Miriam e Luna corsero da lei "come stai? Abbiamo
saputo.."
"Ancora
viva" rispose lei con un sorrisetto.
Grace
accorse dal suo ragazzo.
"Mi
sono preoccupata tanto" miagolò, abbracciata ad Anthony.
"tranquilla"
le disse, dandole un bacio sulla fronte "non è successo niente"
Per una
volta John non li notò, troppo occupato a pavoneggiarsi con Phoebe
Murphy, che era subito accorsa da lui.
"Queste
scene sono vomitevoli" commentò seccata Miriam, riferendosi ad
entrambi i gemelli Evans.
"Miriam"
disse subito Ginny "senti, mi dispiace.."
"Tranquilla"
intervenì Miriam "ha ragione John, dovrei prendere le cose più
alla leggera, ogni tanto. Mi è solo dispiaciuto sapere che due anni
fa non ti fidavi del tutto di me"
"Non
è che non mi fidavo.."
"Ginny,
è comprensibile" la interruppe Miriam "non eri tu a capo
dell'organizzazione" l'abbracciò, e Ginny ricambiò
l'abbraccio, felice.
"Solo
che voglio che mai più tu abbia motivo di non fidarti al cento per
cento di me"
"Te
lo prometto" disse Ginny, sincera.
"Ora,
quando inizieranno le.. tu-sai-cosa?" chiese Miriam,
all'amica "non vedo l'ora!"
"Prestissimo"
Non
riusciva a distrarsi, però. Bruciava di rabbia per quello che aveva
dovuto subire. Non tanto per il dolore fisico ricevuto, ma per il
modo in cui era arrivato, per non aver potuto difendersi. Il trovarsi
in ginocchio a terra, senza bacchetta, ai piedi di un Mangiamorte
l'aveva fatta sentire impotente, ed era tornata per un secondo ad
avere undici anni, quando raccontava i suoi segreti a Lord Voldemort.
Per la prima volta da quando Harry l'aveva lasciata, aveva un'assurda
voglia di piangere. Sgattaiolò senza farsi vedere in dormitorio e
riprese la foto di Harry, sempre sotto il cuscino.
"Non
sono una debole" gli disse. Harry la guardava, serio, ma non
diceva una parola. Ginny sospirò. Doveva rialzarsi e combattere,
come sempre.
Si
sdraiò nel suo letto e si rannicchiò. Si accorse di essere
veramente a pezzi. Chiuse gli occhi.
*
Si
svegliò a notte fonda, o forse la mattina molto presto. Aveva ancora
addosso la divisa, ma qualcuno aveva pensato a coprirla,
probabilmente Aisleen. Si spogliò e si mise la camicia da notte. Uno
strano calore nella tasca della vestaglia la bloccò. Sapeva cos'era.
All'improvviso
era sveglissima, e cominciò a frugare nella tasca.
Prese il
galeone falso di Hermione. Scottava.
Venerdì, Stanza delle
Necessità.
Sorrise.
Guardò la foto di Harry, che era lì, adagiata sul cuscino, e vide
che sorrideva anche lui.
Si
cominciava.
*
"Scusa
se abbiamo deciso senza di te" le disse subito la mattina dopo
Neville "ma ci siamo trovati così a parlarne"
"Non
c'è problema Neville" lo assicurò Ginny. Ultimamente un sacco
di gente si scusava con lei per stupidaggini.
"Luna
dice che il giorno migliore per le riunioni segrete è il Venerdì,
non ho voluto approfondire ma mi fido di lei.."
"Mi
fido anche io. Sono sicura che andrà tutto bene"
Stavano
passeggiando per i corridoi, in pieno pomeriggio. Fuori pioveva ed
era una brutta giornata. E soprattutto, era solo Mercoledì.
"Ieri
sono stata una stupida" disse lei all'improvviso.
"Perchè,
cosa avresti fatto?" chiese Neville.
"Mi
sono comportata come una ragazzina" esclamò lei "come una
debole! Sono scappata così, senza dire niente a nessuno, ma avevo
paura di scoppiare a piangere"
"E
cosa c'è di male?" chiese il ragazzo "Non è strano
versare qualche lacrima ogni tanto. E soprattutto non è da deboli"
Ginny
sospirò "ieri mi sono sentita.. debole. Ecco, debole. Indifesa,
e soprattutto incapace di difendermi"
"Ginny,
come potevi sentirti? Quello schifoso ti ha teso una trappola
infame.." esclamò arrabbiato
"Tu
non sei una debole, capito? Probabilmente sei la persona più
coraggiosa che io conosca!"
"Neville,
non dire stupidaggini.."
"Non
sono stupidaggini, accidenti! Sei forte, non hai paura di niente! Non
sei debole, cavolo!" la guardò negli occhi "Sono anni che
ci conosciamo, ed ero con te l'anno scorso, e anche al Ministero due
anni fa'.. e non hai mai vacillato un secondo! Diavolo, cosa darei io
per un po' del tuo coraggio.."
"Ehi,
tu sei coraggioso!" esclamò Ginny. Neville alzò le spalle.
"Non
lo so se sono coraggioso, non sono mai stato capace a fare le cose a
testa alta come te, o Harry" disse "So solo che non
sopporto le ingiustizie, e voglio combattere per ciò che è giusto.
E non ho paura di affrontare le conseguenze"
"E
questo come lo chiami?" chiese Ginny, dolcemente.
"Non
lo so.. ma non mi sento così coraggioso. Io sono solo Neville"
rispose lui.
"L'unica
cosa che mi distingue da te è che io sono impulsiva" disse lei
"così come Harry. E spavalda, oh sì. Ma questo non significa
che ho più coraggio di te"
Neville
alzò di nuovo le spalle.
"Ginny"
disse "se ti senti demoralizzata, o triste non è questione di
debolezza.. è solo che sei umana! E hai bisogno di un abbraccio da
un amico!"
L'abbracciò
forte. Ginny notò solo in quel momento che era diventato parecchio
più alto di lei. Ma ormai, lo erano tutti.
"Ehi..
mi stai stritolando!"
"Scusa"
Neville la lasciò.
"Allora,
ti senti meglio?"
"Si!
Ti ringrazio!"
"Non
dire mai più di essere una debole, ok? Altrimenti io cosa dovrei
essere?"
"Guarda
che neanche te sei debole!" esclamò Ginny. Neville non rispose
di nuovo.
"Avverti
John e gli altri di venerdì!"
"Contaci"
Lei,
Neville e Luna organizzarono tutto per il meglio. Decisero l'ora e
Luna escogitò un modo per arrivare alla Stanza della Necessità
senza farsi vedere.
"Mantelli
dell'Invisibilità" disse semplicemente.
"Solo
Harry lo aveva, ricordi?" le chiese Neville.
"Sì,
ma possiamo crearlo uno noi" rispose Luna "con un
incantesimo di Disillusione ben piazzato. Certo, non durerà negli
anni, ma per il momento può bastare"
"Luna
sei geniale!" esclamò Neville, ammirato "non ci avevo
pensato! Sei la nostra Hermione!"
"Non
i definirei così" rispose Luna, pensierosa "io ed Hermione
siamo totalmente diverse"
"Ciò
non toglie che sei intelligente"
"In
realtà, sono solo aperta a tutte le possibilità"
"Ragazzi,
potrei farmi mandare qualcosa da Fred e George" disse Ginny
"l'anno scorso hanno aperto un nuovo reparto al negozio, con
tutta roba per Difesa delle Arti Oscure.. potrebbero tornarci utili!"
"Ottima
idea" acconsentì Neville "poi ci dici quanto gli devi"
"Non
sono mica Ron, io!" esclamò Ginny "non farebbero mai
pagare un centesimo alla loro dolce sorellina.. soprattutto per il
nostro progetto! E soprattutto se non vogliono trovarsi appesi come
salami, pieni di mostriciattoli!"
Luna e
Neville risero.
"Bene
quindi per ora basteranno i mantelli invisibili.. qualcuno sa fare un
Incantesimo di Disillusione decente? Non guardate me!" disse
Neville.
"Su
me stessa non ne sono in grado" disse Ginny "ma credo che
con un po' di esercizio riuscirei a rendere invisibile un mantello"
"Ci
hai già provato?" chiese Neville.
"No..
ma se sono capaci Fred e George, sono capace anche io!"
"Io
sono capace" disse Luna "se volete, vi insegno io.."
"No,
lasciate perdere" rispose Neville "io brucerei il mantello,
probabilmente.."
"Sono
sicura che imparerai anche te, senza avere l'ansia dei voti"
insistette Luna.
"E
se mai dovessi bruciare un mantello" aggiunse Ginny "Io so
come spegnerlo"
Neville
sorrise "dove recuperiamo tanti mantelli? Io ne ho uno vecchio
che posso utilizzare"
"ne
basta uno per coppia" disse Ginny.
"Io
anche ne ho uno vecchio.. e chiederemo agli altri se ne hanno
qualcuno anche loro" disse Luna "e se non bastassero.. ne
prenderemo qualcuno in prestito dalla lavanderia"
"Magari
dei Serpeverde" disse Neville, sorridendo.
"Che
schifo, io una cosa indossata da Tiger non me la metto!" esclamò
Ginny "sai che puzza?"
I due
ragazzi risero.
Tutti
gli altri ragazzi collaborarono subito con entusiasmo: Miriam e (con
disappunto della riccia) Phoebe si offrirono per aiutare Luna e Ginny
a rendere i mantelli invisibili, John e Seamus per rubarli dalla
lavanderia. Per quanto riguardava la creazione di nuovi galeoni
falsi, nessuno era in grado di fare un incantesimo simile.
"Accidenti"
commentò Miriam "possibile che una ragazza del quinto anno sia
riuscita a fare una cosa del genere? Questo va molto al di là del
livello M.A.G.O"
"Hermione
è Hermione" rispose Neville.
"Come
facciamo, ora?"
"L'importante
è che per ogni dormitorio ci sia almeno un galeone" disse Ginny
"chi ce l'ha avvertirà, con discrezione, i suoi compagni"
Un
galeone per ogni dormitorio c'era, così, per il momento, erano a
posto. Ginny la sera stessa scrisse una lettera, molto criptata ai
suoi fratelli. Sperava solo che non venisse intercettata dalla madre,
che probabilmente avrebbe capito tutto. Poi si ricordò che Fred e
George ormai vivevano a Diagon Alley, e non c'era possibilità che la
mamma leggesse la loro posta!
Ciao Fred, ciao George,
come state? Spero tutto
bene e che il vostro negozio vada bene! Mi mancate ogni giorno di
più!
Qui ad Hogwarts mi
diverto molto, quasi come due anni fa', e i nuovi corsi sono molto
interessanti! Peccato che non stia molto bene! Mi serverebbero un po'
delle famose medicine di mamma.. e avevate promesso che me le avreste
mandate voi! Per favore, fate il prima possibile!
Un abbraccio grande,
vostra Ginny
P.S. Come sta Ron?
Si erano
messi d'accordo su una sorta di codice che avrebbero utilizzato, se
lei avesse avuto bisogno di qualche loro prodotto! "medicine"
stava per i loro prodotti, e il riferimento a due anni fa', faceva
intendere che serviva qualcosa per sabotare il nuovo regime. E
ovviamente, la domanda su Ron era solo per sapere se avevano qualche
novità.
Era
sicura che avrebbero capito la sua lettera e collaborato! Si fidava
di Fred e George (e forse era l'unica).
*
Venerdì
mattina arrivò la pronta risposta da Fred e George.
Ciao Ginny!
Siamo contenti che ti
stia divertendo ad Hogwarts! Ma ci dispiace che non ti senti
benissimo.. la settimana prossima ti manderemo un po' di medicine che
ci manda direttamente mamma! È preoccupata per la tua salute, quindi
non ti spaventare quando vedrai arrivare una tonnellata di medicine!
Te le dobbiamo mandare noi, perchè Errol è troppo vecchio per fare
uno sforzo simile!
Per Ron nessuna novità.
Non gli si può avvicinare nessuno, ed è ancora lontano dalla
guarigione. Non vediamo l'ora di potergli fare di nuovo i nostri
scherzi!
Un bacione grande!
Gred e Forge
p.s mamma ti manda anche
dei vestiti.
"Cosa
dicono?" bisbigliò Neville.
"Che
l'ordine arriverà in settimana" rispose Ginny "e a quanto
pare ci manderanno anche i mantelli, ma credo non troppi, sennò
sarebbe sospetto se mia madre mi mandasse venti mantelli!"
"Potrebbero
mandarne a me, firmandosi con il nome di mia nonna"
"Ottima
idea, glielo scrivo subito"
Ormai
era diventata brava a scrivere delle lettere criptate. Quanto avrebbe
voluto saper far parlare il suo Patronus, come faceva suo padre!
Avrebbe dovuto chiedere a Tonks di insegnarglielo, magari durante le
vacenze di Natale.
"Allora,
è stasera" disse Neville.
"sì,
e non vedo l'ora" rispose Ginny.
L'appuntamento
era alle cinque e un quarto, poco dopo la fine dell'ultima lezione.
Sarebbero arrivati poco alla volta. Ginny, Luna e Miriam aveva
provveduto ad incantare abbastanza mantelli, e quasi tutti erano
coperti. I primi ad andare furono Ginny, Luna e Neville, per testare
la situazione. E la Stanza la fece apparire Neville.
"Bene,
così dovrebbe essere perfetta" borbottò "non dovrebbe
trovarci nessuno"
Quando
entrarono si accorsero che era uguale a quando si esercitavano quando
c'era Harry. Solo che era più.. accogliente. Era più grande,
e oltre i libri di Difesa, i libri e gli strumenti contro le Arti
Oscure, c'erano dei divani comodi con un camino, un tappeto e dei
cuscini.
"è
diversa" commentò Ginny, guardandosi intorno.
"Sembra
una Sala Comune" disse Luna "a cosa hai pensato?"
"Ho
pensato che questo sarà non solo un luogo per esercitarsi"
rispose Neville "ma anche.. non so, un rifugio.. un posto dove
scappare per stare bene.."
"dove
sentirsi a casa" completò Luna.
Neville
annuì "esatto"
"Mi
piace!" esclamò Ginny.
"Si
sta bene, qui" aggiunse Luna "sei stato bravo, Neville"
Il
ragazzo arrossì.
"Ehi.."
la voce di Miriam risuonò nella stanza.
"Non
avevo mai visto questa stanza!" era Aisleen. Si tolsero il
mantello, e lo appesero ad un appendiabiti a fianco a loro.
"è
diversa!" esclamò Seamus, guardandosi intorno.
"è
più grande!" esclamò Susan Bones.
"Ehi,
ma io mi ricordo di essere entrato da questa porta" disse John,
appena entrato "ma.. ma non era così.."
"Cambia
a seconda delle necessità" gli disse Ginny.
"Ah..
allora capisco.." disse John.
"Che
tipo di necessità avevi?" chiese Anthony.
"Tu,
stai lontano da me" esclamò John "ancora non ti ho
perdonato per prima.."
"Anthony,
ma non ci siamo entrati anche noi due, una volta" chiese Grace,
prendendo per un braccio il suo ragazzo "ma era più piccola.."
"Beh,
non avevamo bisogno di chissà quale spazio.. ma quel divano c'era"
rispose Anthony. Grace ridacchiò.
"IO
TI DISINTEGRO!" ululò John.
Tutti
scoppiarono a ridere. Si accomodarono sui divani, le poltrone ed il
tappeto. Erano più di quelli che Ginny credeva. Riconobbe alcuni dei
vecchi volti dell'E.S.
"Chi
parla?" chiese Ginny, rivolta a Neville e Luna. Entrambi gli
rivolsero uno sguardo eloquente.
"Bene"
disse la ragazza "allora, molti di voi hanno già partecipato a
queste riunioni" una bella parte di gruppo annuì "e quelli
che è la prima volta che vengono, immagino sappiano già di cosa si
tratta" Vide l'altra parte del gruppo annuire, e una mano
alzata. Era Phoebe Murphy.
"Sì?"
disse Ginny.
"Faremo
difesa anche qui?" chiese.
"Certo!"
rispose la rossa "ma io, Neville e Luna avevamo anche un'altra
idea.."
"Sarebbe?"
"Diciamo
che vogliamo opporci al nuovo regime.."
Scoppiò
un boato. Ginny immaginò che era un sì.
"Era
ora!" urlò John.
"Mandiamo
via quei due cretini!" urlò Micheal Corner.
"Non
vogliamo un Mangiamorte come Preside!" esclamò Hannah Abbot.
"Ora
che non c'è più Harry.." chiese Ernie "chi sarà il
capo?"
"Che
domande!" intervenì Miriam "loro tre, no?" e indicò
Ginny, Luna e Neville.
"Se
va bene per tutti..." disse Luna.
Tutti
assentirono.
"Ovvio,
l'idea è stata vostra" disse Calì.
"Ma
nessuno è qui per comandare.." disse Neville.
"Sì,
ma serve a tenere il gruppo unito" insistette Ernie "è
solo per avere.. un riferimento.."
"Allora,
con cosa cominciamo?" chiese una Tassorosso che Ginny riconobbe
del suo anno, ma di cui non ricordava il nome.
"Io
direi di fare una lista, come quella che aveva fatto Hermione"
disse Ginny "che dovrete firmare tutti"
"Sarà
stregata, come quella di Hermione?" chiese Anthony
Goldstain.
"Ci
ricordiamo tutti cosa accadde a Marietta.." aggiunse Micheal
Corner.
"Beh,
se lo meritava!" esclamò Padma Patil.
"Cosa
le è successo?" chiese Miriam, interessata.
"Fece
la spia alla Umbridge" disse Terry Steeval, con rabbia.
"E
appena ha spifferato tutto, le è apparsa sulla faccia una serie di
enormi brufoli, che dicevano 'SPIA'" continuò Hannah Abbot,
soddisfatta.
"Quell'idiota"
commentò Ernie.
A Ginny
era piaciuta tantissimo quell'idea di Hermione.
"Geniale!"
esclamò Miriam, colpita "Hermione è la strega più
intelligente che esiste, probabilmente"
"Probabilmente
è così" rispose Neville
"Ma
io credo.." intervenne Luna, riprendendo il discorso di prima
"che in questo caso non ci sia bisogno di nessuna stregoneria,
perchè credo che nessuno di voi può essere dalla parte dei Carrow"
"Luna
ha perfettamente ragione" aggiunse Neville "chi è
d'accordo?"
Tutti
alzarono la mano. Ginny fu grata per questo, visto che non aveva idea
di come fare quel genere di stregoneria. Ma Hermione, dove accidenti
le imparava le cose? Harry e Ron erano molto fortunati ad averla con
loro! Ginny prese un foglio, apparso magicamente nella Stanza, e
firmò. Lo passò a Neville e firmò anche lui, così come Luna.
Tutti firmarono, senza la minima esitazione. Questa volta era
diverso. Sapevano tutti qual'era la parte giusta dove stare, tutti
avevano paura, ma questa volta era necessario fare qualcosa,
fregarsene delle regole e ribaltare quel regime. Le regole di
Hogwarts erano già state infrante quando degli assassini avevano
oltrepassato quelle mure. Era compito loro, quello di combattere, per
riportare un po' di giustizia, per rispetto di quel castello. Per
rispetto dei loro insegnanti, di Silente, di loro stessi.
Per
Harry, Ron ed Hermione. Per fargli sapere che non erano i soli a
lottare.
Esercito di Silente
Per Hogwarts
Per tutti coloro che
non sono potuti tornare
Per tutti coloro che
stanno lottando.
Hogwarts non sarà mai
la sua scuola.
|
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Capitolo 68 *** La Spada Di Grifondoro ***
cap 68
La
Spada di Grifondoro
Settembre diede velocemente spazio ad
Ottobre. Le giornate di sole divennero sempre più rare, ma quando
c'erano regalavano paesaggi mozzafiato. La natura intorno al castello
si era colarata delle classiche tinte dell'autunno e l'aria era più
fredda. L'estate era solo un ricordo. Anche se Ginny, sinceramente,
ricordava ben poco di come fossero stati i paesaggi quell'estate, nè
se fosse stato particolarmente caldo. Quell'estate, era stata la più
strana di tutte, così com'era stato quel primo mese a scuola. Ma ora
era contenta.
Le riunioni dell'E.S erano cominciate.
Avevano reagito. E questa volta non era solo questione di
allenamento, per un futuro
oscuro che li attendeva. Quel futuro era arrivato, più ostile di
quello che chiunque di loro si sarebbe mai aspettato. Quelle nubi
nere si erano intrufolate nelle loro vite, dividendo famiglie e
amici. Erano arrivate fino ad Hogwarts, quel luogo dove chiunque
aveva trovato un rifugio, una casa, un letto. Degli amici. Una
famiglia.
Questa volta, l'E.S
non era solo un gruppo di studenti che studiavano insieme e si
esercitavano. Ginny aveva capito che quel gruppo era qualcosa di
diverso. Era quello che Hogwarts non era più: un rifugio, una casa.
Una famiglia.
Fred e George
avevano mandato alla sorella una valanga di roba del loro negozio e
ne mandavano anche a Neville. Uscire di nascosto si stava rivelando
una passeggiata. Per quanto pericolosi, i Carrow si stavano rivelando
anche piuttosto stupidi, ed era facile raggirarli. Era Piton quello
più pericoloso, ma per fortuna non si faceva mai vedere in giro.
Le loro riunioni
procedevano alla grande. Avevano fatto un bel ripasso di tutto quello
che gli aveva insegnato Harry, per far recuperare ai nuovi arrivati.
Ma più che altro avevano riso, chiacchierato e, soprattutto,
architettato nuovi modi per ribaltare il regime Caorrw-Piton. In
realtà, per ora non stavano esattamente ribaltando il
regime.. diciamo che davano un po' di grattacapi ai due Mangiamorte.
I muri erano più
colorati che mai, parole di speranza e di scherno rilucevano bei
corridoi. Sempre più spesso i sotterranei dei Serpeverde puzzavano
del tipico odore acre delle Caccabombe e le aule dei Carrow erano
spesso vuote, dato che tutti i membri dell'E.S usavano le fantastiche
Merendine Marinare di Fred e George per interrompere le loro lezioni.
I Carrow
schiumavano di rabbia. Nonostante la loro evidente stupidità,
avevano capito che un gruppo di studenti aveva organizzato un gruppo
clandestino, ma non capiva come facevano a riunirsi senza farsi
vedere o come uscivano di notte dai rispettivi dormitori. Avevano
ovviamente qualche sopetto, ma ancora nessuna prova. Avevano
aumentato la vigilanza però, creando un gruppo di Serpeverde che li
aiutavano nelle pattuglie. Erano Tiger, Goyle e altri grossi
Serpeverde che non avevano l'aria particolarmente intelligente. Ginny
vide che persone come Zabini o Nott non avevano preso parte alle
pattuglie: troppo snob, evidentemente, anche per fare gli zerbini dei
Mangiamorte. E ovviamente neanche Draco Malfoy. Ginny si ricordò
all'improvviso di Malfoy, pensando che non l'aveva praticamente mai
visto da quando era iniziata la scuola. Strano che si fosse perso
l'occasione di Cruciarla, l'altra volta. Ormai non ci capiva più
niente.
I Carrow erano
diventati più spietati che mai, e le loro punizioni erano spesso
corporali. Sempre più ragazzi andavano in giro con i volti gonfi o
le braccia fasciate.
"A quanto
pare, la Maledizione Cruciatus è andata fuori moda" aveva
borbottato John, sistemandosi una fasciatura provvisoria che gli
aveva fatto Miriam. Era un'altra delle loro riunioni, e avevano
appena finito di allenarsi sugli Schiantesimi.
"Meno male!"
aveva risposto Hannah Abbot.
"Oggi mi hanno
mandato da Piton" disse cupo Neville, che non aveva parlato
molto quella sera. Tutti si voltarorano verso di lui.
"E quando
avevi intenzione di dircelo?!" esclamò Ginny.
"Cosa ti ha
fatto?" chiese Hannah, preoccupata.
"Cosa hai
combinato?" gli chiese invece Micheal Corner. La domanda di
Micheal era molto appropriata, visto che Neville era quello che dava
più filo da torcere ai Carrow. Rispondeva spesso male, e difendeva
gli altri, e i Carrow non lo sopportavano.
"Le solite
cose" disse lui, con un'alzata di spalle.
"Ha risposto
ad Alecto Carrow, a Babbanologia" disse Calì.
"Beh, come al
solito" intervenne Ernie.
"Infatti, ma
evidentemente lei non ne poteva più, visto che ha continuato a
rispodere anche dopo che lo aveva punito!"
"Ben fatto,
Neville!" si complimentà John.
"E quindi?
Cosa ti ha fatto Piton?" insistette Luna.
"Mi sembri
tutto intero" disse Seamus.
"Maledizione
Cruciatus?" chiese Anthony Goldstain.
"Niente di
tutto questo" rispose Neville "non mi ha torturato"
Tutti avevano la
stessa identica espressione stupefatta.
"Penso sia
stata la stessa faccia che ho fatto io"disse Neville "mi ha
solo un po' insultato, neanche tanto, ma in realtà ha insultato di
più la Carrow.."
"Eh?!"
esclamò Ginny.
"Sì, calcola
che l'ha cacciata via subito ed ha cominciato con me"
"nemmeno una
Maledizione?" chiese Lavanda.
"No"
"Un taglietto?
Un pugno, un oggetto scaraventato.."
"Niente di
niente"
"E che cosa ti
ha detto?" chiese Miriam.
"Ha cominciato
a dire che ero un idiota, così come tutti i miei compagni e che
dobbiamo finirla con le nostre bravate" rispose Neville "ma
io non mi sono stato zitto"
"Sei
impazzito?!" strillò Calì.
"Che cosa vuol
dire che non sei stato zitto?" gridò Hannah.
"Ma non ti
rendi conto che quello ha ucciso Silente? È pericoloso!"
esclamò Susan.
"Sei un
completo idiota!" esclamò con rabbia Seamus "hai veramente
intenzione di farti uccidere?"
"Non ce l'ho
fatta a stare zitto.."
"Hai scelto il
momento sbagliato per fare l'Harry Potter della situazione!"
Seamus era livido di rabbia. Aveva perso il suo migliore amico e
Neville era tutto ciò che gli rimaneva. Anche Ginny pensava che
Neville era impazzito, ma non poteva fare a meno di ammirarlo, così
come aveva sempre ammirato Harry.
"Mi pare che è
tutto intero, no?" rispose Ginny a Seamus.
"Sì ma poteva
ammazzarlo! Ha ucciso Silente, non si farebbe problemi ad uccidere
uno studente.."
"State zitti
un attimo!" esclamò Padma Patil "fateci sentire cosa gli
ha detto!"
"Gli ho detto
che era un assassino, e che non meritava di essere lì. Non
guardatemi così" esclamò, rivolto al gruppo "vederlo lì,
con il quadro di Silente dientro di lui, la spada di Grifondoro.."
Ginny si ricordava
di quella spada, dell'elsa lucente e dei rubini grandi come uova che
la ricoprivano. Era arrivata ad Harry, in un momento in cui aveva
dimostrato di essere un vero Grifondoro, quando l'aveva salvata nella
Camera dei Segreti. Hermione le aveva raccontato un po' di quella
spada, che si offriva solo ai valorosi Grifondoro. Piton non era nè
valoroso, nè un Grifondoro.
La spada aveva
scelto Harry.
"Quella spada
è di Harry" disse Ginny, piano.
"Cosa?"
chiese Neville.
"è di Harry!"
esclamò la ragazza "ha scelto lui! Appartiene a lui!"
Il fatto che la
spada fosse tra le grinfie di Piton la faceva impazzire di rabbia.
"La spada di
Grifondoro appartiene a qualunque valoroso Grifondoro dimostri di
meritarla" disse Miriam.
"Quindi di
certo non a Piton!" esclamò Neville.
"Ovvio!"
esclamò Miriam.
"Magari gli
sarebbe servita, nel suo viaggio.." disse Luna, pensierosa.
"A cosa può
servire una spada?" esclamò Anthony "pensi che Harry
sconfiggerà Tu-Sai-Chi in un duello di scherma?"
"è sempre la
spada di Grifondoro, sicuramente avrà dei poteri speciali, come il
diadema di Crovonero!" rispose la ragazza.
"A qualunque
cosa serva, sicuramente non deve averla quell'essere viscido di
Piton, ma un degno Grifondoro" disse Neville.
"Giusto!"
esclamò Ernie McMillan "anche se non sono un Grifondoro, trovo
che Piton non sia degno di avere quella spada! Appartiene ad Harry,
ha scelto lui e basta"
Silente aveva
lasciato ad Harry quella spada, glielo aveva detto Hermione, ma
Scrimgeour non aveva voluto che l'avesse. Se Silente gliel'aveva
lasciata, doveva esserci un motivo! Luna aveva ragione, probabilmente
gli serviva per fare qualcosa.. anche se Ginny non aveva idea di
quale utilità potesse avere una spada contro Voldemort. Ma quella
non era una qualunque spada, e lei ne aveva avuto la prova davanti ai
suoi occhi.
"Dobbiamo
prendere la spada" disse, piano.
"Cosa?!"
esclamò Miriam.
"Dobbiamo
prendere la spada!"
"Ho sentito,
non sono sorda" rispose Miriam "sei impazzita?"
"Ginny ha
ragione, quella è la spada di Grifondoro! Non può essere nelle mani
di un Serpeverde viscido come Piton!!" esclamò John.
"E poi è di
Harry" disse Hannah.
"Siete
consapevoli che sarà impossibile entrare nell'ufficio del
Preside per rubare un manufatto storico così importante?"
chiese Terry.
"Non chiamarlo
'Preside'" esclamò Phoebe.
"Comunque,
Preside o no, è un Mangiamorte!" esclamò Lavanda "e il
suo ufficio sarà protetto da Incantesimi vari..."
"Niente è
impossibile" disse Luna "potremmo farcela"
Tutti la
guardarono.
"Se nomini la
parola 'Nargilli'.." cominciò Anthony Goldstain.
"Non avevo
intenzione di nominarli!" esclamò lei "anche perchè, in
questo caso, non c'entrano niente! Dico solo che con un po'
d'astuzia, un buon piano e molto coraggio potremmo farcela. Mi offro
per andare"
"Ovviamente
anche io" disse Ginny.
"E anche io"
aggiunse Neville.
Anche gli altri
sembrarono d'accordo, chi più chi meno. Si salutarono, si stava
facendo tardi e più tardi era, più rischiavano di farsi scoprire.
Quando furono nella loro torre Ginny e Neville cominciarono ad
elaborare il piano.
"Siamo pazzi,
lo sai?" disse Ginny all'amico.
"Sì"
rispose lui.
"è un
suicidio"
"è per Harry"
Neville alzò lo
sguardo e incrociò quello della ragazza.
"Non pensi sia
inutile, vero?"
"No.. no,
no.." rispose lei "penso che sia giusto.."
"Come facciamo
a far arrivare la spada ad Harry?"
"Non lo so..
Ma basta che non ce l'abbia lui. Non lo sopporto"
Era passata l'una.
Ginny aveva sonno.
"Vai a
dormire" le disse Neville, quasi leggendole nel pensiero "ci
penseremo domani".
*
Con
l'aiuto di Luna organizzarono tutto a puntino. Lei, Ginny e Neville
sarebbero saliti fino all'ufficio del Preside per prendere la spada.
Seamus, Padma, John, Miriam, Ernie ed Hannah facevano la guardia nel
corridoio. Susan, Micheal, Aisleen, Anthony, Grace, Calì e Phoebe
avevano il compito di distrarre le guardie.
Ginny si
rendeva conto che non stavano facendo una cosa veramente utile. Ma
era veramente necessario. Avevano tutti una grande scorta di prodotti
dei Tiri Vispi Weasley: qualche Mantello Invisibile, una manciata di
Polvere Buiopesto Peruviana e un ottimo intervento di Pix che, dietro
richiesta di Ginny (per la quale provava abbastanza rispetto, essendo
la sorella di Fred e George) aveva cominciato ad imbrattare lavagne
di vernice e allagare i corridoi, bastarono per confondere e
distrarre i Carrow e i Serpeverde loro aiutanti. Ginny, Luna e
Neville riuscirono ad introdursi nell'ufficio, che, ovviamente era
vuoto. Si erano assicurati che Piton venisse chiamato dai suoi
scagnozzi per aiutarli a placare il caos che regnava di sotto. Ci
volle un po' per torvare la parola d'ordine, in realtà. Cominciarono
a sparare parole a caso, e alla fine Neville disse 'Silente', e il
gargoyle che proteggeva l'ufficio li lasciò passare. Erano tutti e
tre stupiti ed irritati per il sarcasmo e la sfacciataggine del loro
ex professore di Pozioni, ma non potevano perdere tempo. Entrarono
nella stanza. Ginny era già stata nell'ufficio del Preside, quando
c'era Silente, e rimase stupita nel ritrovarlo identico a quando
c'era il vecchio Preside, a parte l'assenza di Fanny la fenice. Piton
non lo aveva personalizzato, non aveva messo oggetti ripugnanti o
libri oscuri. Diede un'occhiata ai ritratti dei Presidi, sopra la
scrivania. Il suo sguardo si fermò su Silente, ma lui continuò a
dormire, come tutti gli altri.
"Ecco
la spada" sussurrò Luna "è molto bella"
"Sarà
protetta da incantesimi" disse Neville.
"Ma
dobbiamo provarci" Ginny prese la bacchetta e mugugnò un paio
di Incantesimi che dovevano rivelare qualche sortilegio protettivo, o
almeno così credeva. Li aveva trovati in un libro in biblioteca.
Non
rivelarono niente.
"Sei
sicura che funzionano?" chiese Neville, dubbioso. Ginny scrollò
le spalle e si avvicinò alla teca di vetro. La spada luccicava.
Sollevò con facilità la protezione di vetro e l'appoggiò di lato.
La prese. Non accadde nulla. Si voltò verso i due amici.
"Non
è successo niente" disse.
"Presto,
andiamo via di qui" esclamò Neville.
"COME
OSATE?!" un urlo nella stanza apparentemente vuota, li fece
trasalire "Come osate rubare al Preside, sciocchi!"
Era
Phineas Nigellus, Ginny lo riconobbe subito, visto che aveva passato
un'estate nella sua vecchia casa, a Grimmuld Place.
"La
spada è di Harry, non è di Piton!" rispose lei.
"Ginny..
andiamo via.." gli disse Neville.
"Non
sai quello che fai.."
"E
invece lo so benissimo!"
"Sciocca
ragazza.."
"Ginny!"
protestò Neville "Andiamo, forza"
Si
voltarono verso la porta, pronti a correre per le scale a chiocciola.
"Oh"
un gemito sommesso uscì dalla bocca di Luna.
Ginny
sentì un brivido percorrerle la spina dorsale.
"Pensavate
davvero di farla franca?" sibilò Severus Piton.
*
Il
professore era livido di rabbia. Era tanto che Ginny non lo vedeva
così da vicino. Era brutto come sempre, solo che aveva occhiaie più
profonde e un colorito sul verdognolo. Probabilmente, lavorare a
tempo pieno per Voldemort era molto stancante.
Solo ora
si accorse che il Galeone bruciava, nascosto nella tasca del
mantello. Come diavolo avevano fatto a non sentirlo?
"Come
avete osato" disse il Preside "intrufolarvi nel mio ufficio
e rubare.."
"Quella
spada non è sua!" esclamò Ginny.
Gli
occhi vuoti del professore si posarono su di lei.
"Ah,
Weasley" disse "avrei dovuto scommettere che c'entravi te..
Hai cominciato a fare anche te l'eroina, data l'assenza della figura
del tuo prezioso Potter?"
Fece una
specie di ghigno. Ginny stava per rispondere ma una gomitata di Luna
la fece stare zitta.
"Bene"
disse Piton "Cinquanta punti in meno a testa" esclamò "e
una punizione, ovviamente, una punizione esemplare"
Andò
dietro la scrivania, e diede le spalle ai ragazzi. Ginny era sicura
che stesse prendendo qualche strumento di tortura, anche se non
capiva perchè, dato che la Maledizione Cruciatus era semplice,
veloce e sicuramente efficiente.
"Andrete
a svolgere del lavoro per Hagrid, nella Foresta Proibita. Domani
notte" disse, sempre dandogli le spalle.
Non
potevano crederci. Piton si voltò.
"Quelle
espressioni sulla vostra faccia non fanno altro che evidenziare
ancora di più la vostra stupidità." disse, mellifuo
"D'altronde, ero già consapevole della vostra scarsa
intelligenza, dato che sono statp vostro insegnante, e ciò che è
accaduto questa notte lo dimostra. Il signor Gazza vi riaccompagnerà
ai vostri dormitori"
Lo
videro frugare nella tasca del mantello.
"E
ovviamente" esordì.
Ginny
sentì Neville irrigidirsi.
"Ovviamente
scriverò ai vostri genitori per informarli dell'accaduto"
Il
braccio del ragazzo si rilassò. Evidentemente si aspettava una
Maledizione.
Si
avvicinò a Ginny, e le strappò la spada dalle mani.
"Questa
la riprendo io, signorina Weasley. O devo chiedere un permesso
speciale al caro signor Potter?"
Prese la
spada, e la riposò nella teca. In quel momento arrivò Gazza e li
scortò ognuno nei propri dormitori, quindi i tre non poterono
parlare. E comunque, non c'erano parole per descrivere quello che era
appena accaduto.
Quando
Neville e Ginny varcarono il passaggio della Signora Grassa, una
folla inattesa li attendeva.
Tutti i
membri dell'Esercito di Silente (quindi tutti i ragazzi del settimo e
del sesto anno) di Grifondoro li attendevano.
"Siete
vivi!" ruggì John.
"State
bene? Eravamo preoccupatissimi, abbiamo provato a contattarvi con i
galeoni.." esclamò Calì.
"Cosa
vi è successo? Cosa vi ha fatto?" chiese preoccupato Seamus.
Ginny e
Neville si guardarono.
"Siamo
in punizione" disse semplicemente Neville.
"I
Carrow?" balbettò Aisleen.
"No,
è questo il bello... siamo in punizione con Hagrid!"
"Che
cosa?!" esclamò Anthony "Era Piton, quello che avete
incontrato? Siete sicuri?"
"Beh,
almeno è una bella notizia" disse Lavanda, sorridendo
sollevata.
"è
strano, però" disse Ginny.
"Voi
tutto ok?" chiese Neville.
"Sì..
abbiamo visto i Carrow in giro, ma erano troppo occupati.."
disse Calì, ridacchiando.
"Decisamente!"
rise anche Aisleen.
"Pix
ha combinato un disastro" disse Anthony "penso che domani
nessuno potrà fare Pozioni. Lumacorno troverà una bella sorpresa"
"Mi
dispiace per lui, non è un cattivo professore" disse Miriam.
"Certo
se fai parte del suo gruppetto" rimbeccò John.
"Comunque
i sotterranei sono completamente sommersi dall'acqua" disse
Seamus "i Serpeverde dovranno salire praticamente a nuoto"
Scoppiarono
tutti a ridere. Ginny si immaginò Cassiopea Grey e Pansy Parkinson
che arrivavano a lezione con i vestiti e i capelli fradici.
"E
i Carrow sono furibondi" aggiunse Anthony.
"Cosa
è successo?" chiese Ginny.
"Diciamo
che è stata una serata divertente, per noi" disse Aisleen.
"Micheal
Corner è stato un grande! Ha lanciato una manciata di Polvere
Buiopesto, e loro non ci vedevano più, e abbiamo cominciato a
lanciargli decine di Caccabombe" raccontò Calì, ridendo.
"Spero
si facciano una doccia, stasera" aggiunse Aisleen.
"E
Phoebe, ha dato un calcio ad Alecto da sotto il mantello invisibile,
e l'ha fatta cadere addosso al fratello" esclamò Anthony "e
hanno cominciato ad azzuffarsi tra loro"
"è
stata una scena esilarante" commentò Calì.
"E
Ash ha, diciamo, firmato l'atto" aggiunse Anthony.
"Ho
scritto sul muro 'L'esercito di Silente continua a combattere'"
disse la ragazza.
"Ragazzi,
siete stati magnifici!" commentò Neville. Fece un lungo
sbadiglio. Era tardi.
"Andiamo
a dormire" disse Miriam, alzandosi. Si diedero la buonanotte,
Ginny, Miriam, Aisleen, Calì e Lavanda salirono insieme nel
dormitorio femminile.
*
La
mattina dopo era per fortuna Sabato, e quindi avevano un po' più di
tempo per dormire. Si alzò tardi e scese nella Sala Grande con gli
altri. Luna li attendeva all'ingresso.
"Buongiorno"
disse, sorridendo "i Carrow hanno un aspetto orribile"
"Sai
che novità" disse Neville "non sono mai stati carini"
"E
ancora non avete visto l'intera casata Serpeverde" ridacchiò
Luna.
Appena
entrarono, tutti i ragazzi dell'Esercito scoppiarono in una risata
fragorosa. I Serpeverde avevano un aspetto orribile.
"Ah,
mi sono dimenticato di dirvelo" sussurrò Anthony "Phoebe
ha imposto uno speciale incantesimo, in modo che i Serpeverde non
possano nè asciugarsi, nè tantomeno lavarsi, per ventiquattro ore.
Ogni tentativo è inutile"
Ginny
vide Cassiopea, Pansy e le altre ragazze lanciargli uno sguardo di
puro odio. Puzzavano, erano sporche e bagnate per l'intero sabato.
Dieci a dieci, Pluffa al centro, pensò Ginny. Salutò con la mano e
un sorriso raggiante le ragazze di Serpeverde, mulinando, alla Fleur
Delacour, i suoi lunghi capelli puliti. Se gli sguardi
potessero incenerire una persona, Ginny sarebbe stata sicuramente
ridotta ad un mucchietto di cenere.
"Wealsey!
Paciock! Nel mio uffico, subito"
La voce
inconfondibile di Minerva McGranitt, deformata da una nota vibrante
di rabbia, li chiamava. Neville e Ginny si voltarono verso
l'insegnante, che era dietro di loro.
"Possiamo
fare almeno colazione?" chiese Ginny, e il suo stomaco fece un
cupo brontolio, quasi a sottolineare la sua urgenza.
"Ho
detto subito" ordinò la donna, perentoria. I due ragazzi la
seguirono, consapevoli della loro sorte.
La
McGranitt camminava a passo talmente spedito che dovettero quasi
correre per starle dietro.
"Il
professor Piton mi ha riferito ciò che è successo questa notte"
disse, appena furono nel suo ufficio.
Neville
chinò la testa, colpevole.
"Mai
mi sarei aspettata un atto così irresponsabile e così
stupido da due miei studenti"
Le
fremevano le narici. Ginny avrebbe scommesso che da lì a poco le
sarebbe uscito del fumo, come ad un drago.
"Vi
rendete conto del rischio che avete corso?" continuò
l'insegnante "per che cosa poi? Cosa dovevate farci con quella
spada?"
"La
spada è di Harry" rispose Ginny.
"La
spada di Grifondoro può presentarsi a qualunque valoroso Grifondoro"
rispose l'insegnante "so che Silente l'aveva lasciata in eredità
al signor Potter, e so che a lui era arrivata nella Camera dei
Segreti, anni fa', ma il ministero ha fatto in modo che non gli
venisse consegnata. Comunque, non credo che gli sarebbe stata così
utile, qualunque cosa stia facendo. E non vedo come voi tre (sì, so
anche della signorina Lovegood) potevate fargliela avere"
"Professoressa,
come ha detto quella spada è di proprietà di qualunque valoroso
Grifondoro! Non è giusto che ce l'abbia Piton" esclamò
Neville.
"Capisco,
Paciock, ma non è una cosa per cui vale la pena rischiare tanto"
Notarono
entrambi l'assenza del rimprovero, per essersi riferiti ad un
professore con il giusto appellativo.
"Ora
andate, avrete fame. Ho già informato dell'accaduto i vostri
famigliari"
Ginny e
Neville borbottarono un saluto e fecero per andarsene.
"Questo
genere di comportamenti non mi fanno sentire l'assenza di Potter,
Weasley e la signorina Granger" disse Minerva McGranitt. Ginny
non l'aveva guardata in faccia, ma era sicura che sul suo volto ci
fosse un velo di malinconia.
"Mamma
mi ucciderà. Non mi sorprenderei di ricevere una Strillettera come
quella che ricevette Ron, al mio primo anno"
"O
come quella che ricevetti io al terzo anno" ridacchiò Neville
"no, credo che mia nonna non mi rimproverà, questa volta"
"Beato
te" rispose Ginny. Sua madre l'avrebbe strangolata, appena
l'avrebbe avuta tra le mani. Comunque, meglio morire per mano sua che
per mano dei Carrow, ovviamente.
Non
fecero in tempo ad infalarsi qualcosa in bocca, che una pesante
manata sulla spalla li fece quasi strozzare.
"Hagrid!"
strillò Ginny, una volta tornatele il respiro. Neville tossiva e
sputava uova sul piatto di una schifata Lavanda Brown.
"Ti
avevo detto, di non cacciarti nei guai!" esclamò il
Mezzogigante "ma visto che sei la fidanzata di Harry Potter non
potevi darmi retta, no!"
"L'hai
detto" rispose sorridendo la ragazza.
"E
te Neville, eh? Sei sempre stato un tipo a posto, tranquillo.. ti
metti a fare casino proprio quando dovresti startene buono! Farai
prendere un colpo a tua nonna!"
"Nonna
è forte" rispose Neville.
"Beh,
vi è andata bene. Starete con me stasera. Come ai vecchi tempi, eh
Neville? Ti ricordi, la nostra gita nella Foresta, con Ron, Harry e
quel cretino di Malfoy.."
"Come
dimenticarlo" rispose il ragazzo con amarezza.
"Vi
vengo a prendere alle nove, in Sala Grande"
"A
stasera" disse Ginny.
"Sempre
con questo sorriso da furbetta, eh?" ridacchiò Hagrid,
scompigliandole i capelli.
*
Per quel
week-end non c'erano riunioni dell'E.S. Si erano dati molto da fare,
venerdì, ed era meglio non rischiare ulteriormente. E poi, il sabato
sera, i tre capi, Ginny, Neville e Luna erano impegnati a scontare la
loro "punizione". Hagrid fu gentile come al solito e in
realtà si fecero un mucchio di risate. Ginny non era mai stata nella
Foresta di notte, ci era stata solo quella volta che fuggirono per
raggiungere Sirius al Ministero, ed era solo pomeriggio, e non aveva
fatto caso a quanto in realtà fosse inquietante. Era davvero buia e
sinistra, e gli scricchiolii intorno a loro gli ricordavano
perennemente che non erano soli e che non c'erano nemmeno persone
intorno a loro. Le fronde degli alberi coprivano completamente il
cielo, e le levigature dei tronchi le sembravano dei volti
minacciosi, nascosti nell'ombra. La figura di Hagrid e quella di
Thor, però, la rassicuravano, come la luce che la mamma le metteva
in camera sua quando era molto piccola, e aveva paura del buio, anche
se troppo orgogliosa per ammetterlo. Luna, a fianco a lei, appariva
serena e tranquilla. Anzi, si guardava attorno con aria deliziata.
"è
bello" sussurrò la ragazza, come se avesse letto nei pensieri
di Ginny "mi piace"
Ginny
vide Neville scuotere la testa, rassegnato.
"Qui
non si vede nulla, Luna" rispose Ginny "solo buio"
"Non
guardi con attenzione" rispose la Corvonero "la vedi la
luce della luna che illumina qui cespugli laggiù? Sembrano
d'argento. Oppure non senti questo suono?"
"Io
sento solo scricchiolii probabilmente causati da orridi animali che
abitano qui dentro" mormorò Neville.
"Ehi!
La Foresta è abitata da creature molto amichevoli!" esclamò
Hagrid.
"E
i ragni che hanno incontrato Ron ed Harry al secondo anno?"
chiese Ginny.
"Quella
è la famiglia di Aragog!" rispose Hagrid, poi tirò su con il
naso "povero amico mio. Ha avuto una lunga vita e Harry e il
professor Lumacorno mi hanno aiutato a dargli un funerale decoroso.."
"Eh?!"
esclamò Neville.
"Zitti!
Perchè non vi godete questo suono?"
"Ma
quale suono, Luna.."
"Se
fai silenzio lo sentirai!"
Ammutolirono
tutti e quattro. Ginny provò a concentrarsi, ed andare oltre i
rumori minacciosi. Sentiva il respiro forte di Thor, poi il vento,
che produceva cupi sibilii tra i rami. Il suono diventava quasi
piacevole, e poi chiuse gli occhi, e sentì qualcos'altro insieme al
vento, un piccolo gorgogliare, argenteo e piacevole. Respirò a
fondo, degli odori a cui prima non aveva fatto caso o che dava per
scontati le riempirono i sensi, terra, erba, foglie, forse qualche
frutto, poi qualcosa di selvatico, e mirtillo, forso il profumo dello
shampoo di Luna..
Era un
ruscello, quel suono nascosto, ma c'erano ruscelli nella Foresta
Proibita?
"Hagrid!"
chiese Ginny, interrompendo il silenzio "c'è un ruscello, da
queste parti?"
"Sì"
rispose il Mezzogigante "Altrimenti non ci sarebbero tanti
animali e tante piante, qui. Da quelle parti si trovano spesso gli
unicorni, e anche le mamme con i cuccioli.."
A Ginny
e Luna brillarono gli occhi.
"Ti
prego, andiamo! Voglio vedere un unicorno, non l'ho mai visto!"
lo supplicò Ginny.
"Anche
a me piacerebbe vederne uno" disse Luna.
"Basta
che non fate baccano! A loro piace il silenzio.."
"Ma
è pericoloso Hagrid? Non ci sono.. ragni giganti, o cose simili?"
chiese Neville.
"I
ragni abitano molto più giù" rispose Hagrid.
La
risposta non parve tranquillizzare il ragazzo.
Il
ruscello era più vicino di quello che pensavano. In quel punto, la
Foresta non era nè minacciosa, nè pericolosa. Era bella.
"Se
stiamo calmi e tranquilli potrebbero avvicinarsi" sussurrò
Hagrid. Si nascosero dietro dei cespugli ed aspettarono.
Arrivarono
in fretta, in realtà. Ginny trattenne il fiato. Erano stupendi. Ce
n'erano tre, uno grande e due puledri. L'adulto era di un bianco
splendente, abbagliante, con il grande corno caratteristico d'oro,
come gli zoccoli. I puledri, invece, erano d'oro puro, e non avevano
ancora il corno.
Ginny
non si era accorta che Luna si era alzata in piedi, finchè non
l'aveva vista vicino al ruscello, dov'erano i tre animali. L'unicorno
adulto alzò lo sguardo, curioso, ma non si allontanò. La ragazza si
avvicinò di più e tese una mano verso l'unicorno, e questo le si
avvicinò, permettendole di accarezzarle il muso. Luna si frugò in
una tasca, e tirò fuori delle zollette di zucchero, che l'animale
mangiò con gusto.
"Incredibile"
borbottò Hagrid "mai visto niente del genere"
Ginny
sapeva qualcosa sugli unicorni. Sapeva che erano timidi e sospettosi,
e non si avvicinavano agli umani.
Anche i
puledri si avvicinarono a Luna, e lei gli diede altro zucchero.
L'idillio finì quando Neville inciampò e fece troppo rumore. I tre
unicorni fuggirono, veloci come il vento.
"Erano
una mamma con i cuccioli" disse semplicemente Luna, agli amici.
"Hai
talento!" esclamò Hagrid "Ti piacciono gli animali, eh?"
"Sì,
moltissimo" rispose lei.
"E
a loro piaci tu! Non ho mai visto niente del genere.."
Uscirono
dalla Foresta. Era tardi, anche se non era ancora finito l'orario di
punizione.
"Venite
dentro, vi faccio una tisana e poi tutti a dormire" esclamò
Hagrid, e li fece accomodare nella sua capanna. Ginny apparecchiò la
tavola, mentre Luna grattava le orecchie a Thor.
"Sapete,
avere voi tre qui mi fa pensare di avere ancora Harry, Ron ed
Hermione" esclamò Hagrid "vedi, Neville, su quella sedia
si sedeva sempre Ron.. e Hermione era quella che mi aiutava ad
apparecchiare, e Harry stava spesso con Thor.."
Ginny
sorrise. Hagrid mise un grosso piatto colmo di biscotti, sul quale
Neville si avventò subito, affamato.
"Pensate
a cosa potrebbe farci Piton se scorpiresse che invece di stare a
lavorare nella Foresta, stiamo qui a prendere the e biscotti!"
esclamò Neville.
"Mah,
è strano, comunque" borbottò Hagrid.
"Cosa?"
chiese Luna.
"Sinceramente,
mi è parso strano quando Piton ha detto che dovevate sbrigare del
lavoro con me. Insomma, nella Foresta non c'è niente da fare
ultimamente, e lui lo sa, o almeno credo. Le dispenze delle Pozioni
sono piene, o comunque Horace non mi ha chiesto niente.. Ovviamente
non ho detto niente, ero contento che vi avesse affidato a me, so
come puniscono le persone quei due mentecatti.."
Si voltò
a guardare dalla finestra, verso il castello.
"Una
volta, queste cose non si sarebbero nemmeno immaginate, qui dentro"
disse Hagrid, in un soffio.
*
La
lettera della mamma aveva tardato, ma Ginny sapeva benissimo che
sarebbe arrivata. Vide Errol planare affaticato verso di lei, e fu
sollevata nel vedere che tra le zampe non aveva una Strillettera.
Diede da mangiare al gufo e aprì la pergamena.
Ginny,
ho ricevuto una lettera
da Minerva in persona. Sei nei guai fino al collo, signorina, io e
tuo padre moriamo di preoccupazione ogni giorno e tu passi le tue
giornate a fare sciocchezze, rischiando ben più di una punizione! Da
te non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere, ti sei
comportata da incoscente, ti credevo più matura!
La
lettera continuava ben oltre.
"La
mamma ha ricevuto la notizia?" chiese Neville. Ginny annuì.
"è
fuori di sè"
"Si
calmerà"
Ginny
scrollò le spalle.
"Tua
nonna? Ha detto qualcosa?"
Neville
tirò fuori dalla tasca una pergamena spiegazzata.
"In
realtà no.. anzi. Ha detto di essere fiera di me!"
Gli
occhi del ragazzo si erano illuminati. Ginny sorrise: sapeva che
Neville non aveva nessun altro che la nonna, e che teneva molto al
suo giudizio. Era sempre vissuto nell'ombra di amici più coraggiosi
o dei genitori, giustamente famosi, e ora aveva cominciato ad uscire
allo scoperto, e tutti stavano scoprendo chi era veramente Neville
Paciock.
Ginny
accartocciò la lettere dalla mamma e la buttò nel suo piatto, tra
le briciole dei suoi toast. Non capiva niente. Ma non ci aveva
sperato. Sua madre la riteneva solo una bambina, e perciò la sua
unica preoccupazione era proteggerla. Ma non era così. Ginny a volte
avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, ritornare ad avere sei
anni, stare a casa con mamma e papà, senza preoccupazioni. Ma non lo
era. Era grande, e i giochi erano finiti. Da molto tempo.
|
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Capitolo 69 *** Il Dono Di Luna ***
69efp
Il
Dono di Luna
La prima neve era arrivata presto,
quell'anno. Era una notte dei primi di Dicembre, e mentre Miriam le
medicava la mano sinistra, ricoperta di tagli, Ginny si era ritrovata
a fissare la finestra, senza vederla davvero. Fu Aisleen a farle
notare che nevicava.
"Voglio sapere cosa dirà tua
madre, quando vedrà tutte queste cicatrici" esclamò Miriam,
quando ebbe terminato il suo lavoro.
"So che Flebo dirà che 'è solo
il segno del mio courage"
rispose lei, sorridendo.
"Chi?!"
"Mia cognata..
Fleur Delacour, te la ricordi, no?"
"Ah sì..
Beauxbatons"
"Esattamente"
A proposito, chissà
come se la cavavano Bill e Fleur.
Li avrebbe rivisti
a Natale?
Bill le scriveva
una volta al mese, ma le sue lettere erano impersonali e povere di
informazioni. Con il nuovo regime era tutto quello che poteva avere,
e immaginava che Bill fosse troppo impegnato per perdere troppo tempo
a scrivere messaggi criptati per lei. Aveva sentito Charlie giusto
all'inizio della scuola, e i suoi genitori una volta ogni due
settimane. Fred e George si facevano sentire abbastanza, soprattutto
per i rifornimenti per l'E.S.
"Qual'è il
prossimo attacco dell'E.S?" chiese Aisleen.
"Immagino le
solite scritte sui muri" rispose Ginny.
"Dovete
spiegarmi perchè rischiate tanto per delle scritte!" ribattè
acida Miriam.
Ginny sospirò.
Miriam era dalla loro parte, ovviamente, ma era quella che si
preoccupava di più per la loro sicurezza. Le ricordava così tanto
Hermione.
"Miri, quelle
scritte servono" rispose semplicemente "servono a tenere
alto l'umore delle persone, danno speranza e fanno sorridere. Non ti
sembra abbastanza?"
Con il concludersi
del primo trimestre, Carrow aveva annunciato, con uno strano
luccichio negli occhi che dal secondo semestre avrebbere cominciato
con nuove attività formative.
"Che genere di
attività?" chiese Cassiopea Grey, di Serpeverde.
"Uniremo la
pratica all'educazione" rispose Amycus "da Gennaio, vi
eserciterete con la Maledizione Cruciatus e la Maledizione Imperius
su chi se lo merita"
"E chi è che
se lo meriterebbe?" chiese John Evans, senza alzare la mano.
"Ad esempio,
persone come te, che finisci in punizione una volta a settimana"
ringhiò il professore. John scrollò le spalle, con fare insolente.
Ginny vide Miriam alzare gli occhi al cielo. Per fortuna Amycus non
la vide.
Per la prima volta
da quando era entrata ad Hogwarts sentiva la necessità di tornare a
casa. Per quanto si divertisse con il resto dell'E.S a fare le loro
bravate, aveva bisogno di sentirsi a casa. Per il momento, aveva
bisogno di una pausa dalla guerra.
Dopo la lezione
assistette all'ennesimo battibecco tra Miriam e John.
"La devi
smettere di comportarti così, non è modo di affrontare le cose!
Sembri un ragazzino del secondo anno, spavaldo e incoscente!"
"Quanto la fai
lunga, Mì!"
"Ma vuoi
capirlo che rischi troppo, non è un gioco, qui non c'è in rischio
solo la Coppa delle Case!"
"Dovrei stare
zitto a guardare?"
"Non ho detto
questo.."
"Dovevo stare
seduto al mio posto quando quel pazzo ha aggredito Ash?"
"Non l'ho
detto!"
"E cosa
diavolo stai dicendo?"
"Semplicemente
di risparmiarti bambinate inutili!"
"Io trovo che
quello che sta facendo John sia semplicemente ammirevole" si
intromise Phoebe Murphy. Ginny, Anthony e Aisleen, che stavano
assistendo al litigio, si voltarono verso di lei.
"Ho lezione
dopo di voi" spiegò, rispondendo alle occhiate interrogative
dei Grifondoro.
"è solo
coraggioso! Ed è solo da lodare il suo comportamento"
"Tu questo lo
chiami coraggio?" esclamò Miriam, stizzita.
"Precisamente"
"Cara, questa
è spavalderia, imprudenza, immaturità, ma sicuramente non è solo
questione di coraggio!"
"Parli così
semplicemente perchè tu non hai il suo coraggio, e probabilmente non
agiresti come lui per non rovinare la tua bella media"
"Ma chi sei
per parlarmi così?!" ruggì Miriam "Non ho il coraggio? Tu
non mi conosci! Parla quella che ha fatto la secchiona con la Carrow
il primo giorno, sperando di poter mantenere la sua sfilza di 'E' in
Babbanologia!"
"Guarda che
nemmeno tu mi conosci.."
"Oh sì, non
mi serve molto per inquadrare una come te!"
"Ah sì? Cosa
vorresti dire?"
"Ragazze,
basta!" esclamò Aisleen, supplichevole "stiamo attirando
l'attenzione di tutto il piano!"
Miriam lanciò
un'occhiata di fuoco a Phoebe, ma seguì il consiglio di Ash.
"Che diamine
vuole? Che ne sa lei?" sbraitò rivolta a Ginny ed Ash, una
volta in Sala Comune "Non mi conosce e non sa niente di John!
Io.. cioè noi conosciamo John, siamo noi i suoi amici, lei da dove
diavolo è spuntata?!"
"Penso che sia
un po' che.. che si frequentano" rispose Ash.
"E allora? Noi
lo conosciamo da sei anni! Sai cosa significa?"
Il quadro della
Signora Grassa si spostò ed entrò John, infuriato, seguito da
Anthony, che aveva uno sguardo preoccupato.
"Mi spieghi
che cos'hai?" esclamò.
"Sono solo
preoccupata!"
"Smettila, ok?
Non sei mia madre!"
"Lo so,
tranquillo"
"No, non mi
sembra. Sono mesi che non fai altro che fare prediche a tutti, mi hai
stancato. Prima te la prendevi con Ginny, ora con me, ma mi hai
rotto. La Miriam che conoscevo io era quella che si faceva valere con
la Umbridge, non una piagnucolona che non fa altro che rimproverare
gli altri. Torna in te, oppure lasciami in pace!"
Per un momento,
Ginny credette che Miriam lo avrebbe schiaffeggiato. Invece, le
fremettero le braccia per un momento, ma poi si girò e si diresse
verso il buco del ritratto, e uscì.
"Non credi di
aver esagerato?" sibilò Ash.
"No"
rispose John, senza guardarla.
"Guarda che lo
fa per noi!"
"Non mi
interessa" rispose lui "tornasse in se"
"John sei
troppo duro con lei" intervenne Ginny "sono tempi difficili
per tutti, ognuno sta reagendo in un modo diverso.. lei è fatta
così.."
"è questo il
punto!" esclamò John "quella non è Miriam Cohen!"
Senza dire altro,
anche lui si diresse nel dormitorio.
"Ha ragione,
però" disse Anthony.
"Ma come, ha
ragione?" esclamò Aisleen "non capite proprio, vero?
Miriam è spaventata, ha visto suo padre scappare via per nascondersi
quest'estate, ha visto la sua casa perquisita dai Mangiamorte, si è
dovuto occupare di tutto lei, perchè sua madre non ha retto lo
stress e sua sorella è troppo piccola! Dite tanto che non è più
lei, ma evidentemente non la conoscete! Lei si prende troppe
responsabilità, e per quanto Miriam è una delle persone più forti
e coraggiose che conosco, questo è troppo anche per lei!"
"L'unica è
rimanere uniti" disse Ginny "non bisogna arrivare a
questo.. è ciò a cui mirano i Mangiamorte e i Carrow! Ci vogliono
soli, e separati.. insieme siamo più forti"
*
"Non
pensavo sarebbero arrivati a tanto" esclamò avvilita Calì
Patil.
"Io
invece me lo aspettavo proprio" rispose Micheal "il passo
era breve"
"Sì
ma.. farci esercitare con le Maledizioni! Sui nostri compagni!"
esclamò, disgustata, Lavanda Brown "è.."
"..orribile"
completò Padma Patil.
"..disgustoso"
aggiunse Seamus.
"terribile"
terminò Anthony Goldstain.
"Ragazzi,
questa riunione sarebbe per salutarci prima delle feste" disse
Luna "dovremmo lasciare i brutti pensieri fuori dalla porta,
almeno per questa volta"
Era una
delle ultime riunioni dell'E.S. Hannah Abbot ed Ernie McMillan si
erano intrufolati nelle cucine e si erano fatti dare dagli elfi
qualche dolcetto. Quella sera non si sarebbero esercitati e non
avrebbero pianificato nulla. Avevano solo voglia di stare insieme e,
magari, sentire quel po' di quello spirito natalizio che mancava.
La
Stanza delle necessità aveva, però, cercato di aiutarli. Erano
comparsi delle decorazioni e Ginny e Luna si erano divertite
tantissimo ad usarle. Era stato l'unico momento davvero allegro di
tutto il mese. Anche se, pensare al Natale precedente, faceva
soltanto male..
Ultimamente
Neville era riuscito recuperare anche una vecchia radio e, grazie
alle indicazioni criptate di Fred e George (talmente criptate che si
erano dovuti mettere tutti insieme per cercare di capire cosa diavolo
volessero dire, e ci erano arrivati solo grazie a Phoebe Murphy)
erano riusciti a sintonizzarsi su Radio Potter, un canale gestito
interamente da Lee Jordan e vari componenti dell'Ordine, come
Kingsely e Lupin, che dava loro innumerevoli informazioni su cosa
succedeva fuori. Si sentivano meno soli, sentendo quelle voci
familiari, ma, purtroppo, spesso gli davano notizie spiacevoli.
Radio
Potter e il Cavillo erano il loro solo, veritiero, contatto con il
resto del mondo, e con l'Ordine della Fenice.
"Ragazzi
questa è l'ultima riunione prima delle vacanze, probabilmente"
disse all'improvviso Neville, alzandosi in piedi.
"Vuoi
fare un discorso, Neville?" esclamò Seamus.
"No!"
rispose Neville, arrossendo "volevo solo.. solo dire qualcosa"
"Spara!"
lo incitò Anthony.
"Ecco..
volevo ringraziarvi. Senza di voi, non so come sarebbero stati questi
mesi.."
"Lunghi
e tetri" rispose John.
"Tristi"
aggiunse Grace.
"spero
che al ritorno dalle nostre case, saremo più uniti e più forti di
prima"
"Chi
tornerà" aggiunse Phoebe, con una nota di tristezza. John si
voltò di scatto verso di lei.
"Che
cosa..."
"Mamma
e papà non vogliono che io torni" rispose lei.
"In
realtà, nemmeno i miei" disse Calì "ma non credo possano
tenermi a casa. Ormai c'è la legge"
"Ma,
quindi dici che i tuoi genitori ti porteranno via dall'Inghilterra?"
"Se
possono, sì.." rispose Phoebe "ma non credo ci
riusciranno.. dovevano pensarci prima, ora è praticamente
impossibile varcare i confini. E poi" fece una pausa "io
voglio restare" aggiunse, quasi a bassa voce. Per qualche motivo
arrossì.
"Devi
restare!" ruggì John "come faremmo senza di te?"
Phoebe
lo guardò, ancora più rossa.
"Staremmo
benissimo anche senza di lei" Ginny sentì distintamente Miriam
al suo fianco.
"Sbaglio
o nonostante questo clima di ansia e paura sta sbocciando qualcosa,
qui?" esclamò Anthony.
Phoebe,
se possibile, diventò ancora più rossa.
"Fatti
gli affari tuoi" esclamò John.
Grace
ridacchiò.
"Comunque"
riprese Neville "volevo dirvi.. si Seamus, ora la smetto.. mi
mancherete!"
"Via,
come siamo sdolcinati" esclamò Seamus, facendo ridere gran
parte dei presenti.
"Ci
mancherai anche tu" esclamò Hannah Abbot, alzandosi in piedi e
abbracciando Neville. Lui, imbarazzato, rispose all'abbraccio della
ragazza, passandole un braccio intorno all'esile corpo.
"Quanto
sarebbe felice Silente, di tutto questo?" sussurrò Luna
nell'orecchio di Ginny. Lei si voltò e abbracciò forte l'amica.
"Ti
voglio bene" le disse.
"Anche
io"
"Non
capisco cosa stia succedendo" esclamò Terry.
"è
il Natale, vecchio mio. Abbracciamoci tutti!" esclamò Anthony
Goldstain e abbracciò l'amico.
"Ehi..
non mi starai portando sotto il vischio, vero?"
"Ahahahah"
"E
meno male che non c'era il clima natalizio" esclamò Luna,
indicando dietro le sue spalle. Dietro c'erano Phoebe e John che si
baciavano, incuranti di ciò che era intorno a loro. Prima di essere
felice per loro Ginny cercò con lo sguardo Miriam, ma non la trovò.
"Ora
non potrà più permettersi di dirmi niente!" sentì dire a
Grace, probabilmente ad Anthony.
"Penso
che la tua amica ci sia rimasta male" disse Luna a Ginny.
"Lo
so"
"Sai,
ho sempre pensato che John e Miriam fossero come Ron ed Hermione"
disse Luna "si ritorveranno anche loro"
"Ma
Ron ed Hermione non stanno insieme"
"Hanno
ancora bisogno di tempo"
Quando
Ginny e Aisleen tornarono in camera, quella sera, trovarono Miriam
sotto le coperte.
*
Ultimamente
quella che se la passava male, era Luna. I Carrow l'avevano presa di
mira da un po' di tempo. Evidentemente anche i Mangiamorte avevano
cominciato ad abbonarsi al Cavillo. Ma nonostante stesse in punizione
cinque sere su sette, Luna era, come al solito, di ottimo umore.
"Le
vendite vanno così bene, papà è felicissimo" disse un giorno
"e se è felice lui, sono felice anche io"
Mancava
davvero poco a Natale, e Luna aveva entrambe i polsi e le mani
fasciata, e sul volto aveva un numero preoccupante di tagli. I
professori erano preoccupati per la sua incolumità, ed era stata più
volte convocata dalla McGranitt.
"Luna,
tuo padre sa di quello che ti sta succedendo?" le chiese Ginny.
La ragazza scrollò la testa.
"Dovresti
dirglielo"
"Non
voglio che si preoccupi"
"Si
preoccuperà quando ti vedrà conciata in questo modo!"
"Voi
non state messi meglio di me"
Ginny e
Neville si guardarono: il ragazzo aveva un grosso taglio sulla
guancia e zoppicava, mentre invce Ginny aveva un braccio fasciato.
"Dovete
stare tranquilli" disse Luna "papà sarà fiero di me! Non
vedo l'ora di rivederlo"
Ginny e
Neville, ma in realtà anche Luna, sapevano che la ragazza finiva
così spesso in punizione a causa di ciò che scriveva il padre sul
Cavillo. Sosteneva Harry in modo aperto e chiaro, ma i ragazzi
avevano paura delle conseguenze che ciò avrebbe potuto avere su
Luna.
"Phoebe
è così felice" disse Luna, cambiando radicalmente discorso "a
quanto pare John Evans le piace davvero, non la smette mai di
ringraziarmi per averla fatta entrare nel gruppo"
"Sì,
e Miriam di maledirmi" mormorò Ginny "possibile che le
persone pensano ancora a queste sciocchezze?"
Neville
e Luna la guardarono in sottecchi.
"Che
c'è?" sbraitò lei "è vero! Sono tutte stupidaggini,
nessuno pensa a ciò a cui dovrebbe pensare davvero, tipo la guerra!"
"Per
fortuna" rispose Luna "Non si può pensare alla guerra
tutto il giorno, no?"
"Ginny,
che ti succede?" chiese Neville "è un bene che le persone
si distraggano un po'! È Natale!"
Ginny
sbuffò "Natale! Non è Natale!"
"Si
che lo è"
"No,
non è vero! Non è Natale!"
"Ginny,
non sei in te.."
"Tu
adori il Natale, poi.."
"Quest'anno
non c'è"
Ginny
serrò le labbra. Non rispondeva alle lettere di sua madre da
settimane. Non sapeva più cosa inventarsi. Non voleva rimanere ad
Hogwarts, ovviamente, ma non voleva nemmeno andare a casa.
"Ginny,
basta" esclamò Luna "non puoi pensare sempre e solo a
combattere. Non c'è solo quello"
"Ah
no?"
"No,
e lo sai!" continuò Luna "è giusto che ci sia qualcuno
che pensa a cose frivole come i ragazzi o il Natale. Servono anche
queste cose ad essere forti contro il male"
Ginny
sospirò.
"Ha
ragione lei, e lo sai" disse Neville.
"Come
fai?" esclamò Ginny, rivolta all'amica "come fai a
mantenerti allegra? Quando i Carrow se la prendono con te tutti i
giorni, quando vedi le persone torturate.."
"Dobbiamo
mantenerci felici."
"Perchè?!"
urlò Ginny.
Erano
soli nel corridoio. Ginny era prossima alle lacrime.
"Perchè
è il solo modo di sconfiggerli" disse Luna, sorridendo "l'unico
modo per far sparire l'oscurità è accendere la luce, no? L'unico
modo per sconfiggere i Dissennatori è rivivere ricordi felici. C'è
un denominatore comune in tutto questo, o sbaglio?"
Ginny
provò a fare un sorriso, ma le uscì solo una strana smorfia.
"Dai,
venite con me" esclamò Luna. Prese sia Ginny che Neville per la
mano.
"Dove?"
chiese Neville.
"Fidatevi!"
"Ma.."
"è
l'ultimo giorno! Le lezioni sono finite, domani si torna a casa..
oggi non avremo problemi!" rispose Luna.
Neville
e Ginny seguirono l'amica, senza fare altre domande e si ritrovarono
davanti alla stanza delle necessità. Luna cominciò a fare avanti e
indietro davanti al muro, sotto lo sguardo dei due amici, che
sapevano benissimo cosa stava facendo.
La porta
comparì e prima di aprirla, Luna si voltò verso Neville e Ginny.
"Chiudete
gli occhi!" ordinò. I due obbedirono.
Luna li
prese di nuovo per mano e li condusse dentro la Stanza.
"Aprite!"
I due
Grifondoro aprirono gli occhi e Ginny non potè fare a meno di
sciogliersi in un sorriso.
Davanti
a loro c'era un albero di Natale gigantesco, vero. Ginny respirò
l'odore che sprigionava a pieni polmoni: profumo di abete, di
caminetto acceso e di cannella.
Nel
camino scoppiettava il fuoco, e vicino ad esso c'erano degli immensi
scatoloni.
"Lì
dentro cosa c'è?" chiese Neville, indicandoli.
"Ma
è ovvio, no?" ridacchiò Luna "palline, luci, festoni..
tutto il necessario!"
Anche
Neville si sciolse in un sorriso.
"è
il mio regalo di Natale per voi! Anzi" si corresse Luna "il
nostro. Mio e della Stanza"
"Io..
io.."
"Non
devi dire nulla Ginny" disse Luna "l'unica cosa che
dovresti fare è contattare gli altri.. credo che dovremo fare
un'ultima riunione, prima delle vacanze"
"Un'altra
ultima riunione?" ridacchiò Neville, cercando il suo galeone.
"Diciamo
più.. una festa"
In poco
arrivarono tutti: John e Phoebe arrivarono mano nella mano, al fianco
di Grace e Anthony.
Hannah
ed Ernie arrivarono con le braccia colme di biscotti allo zenzero,
alla cannella e cioccolato.
Tutti
furono entusiasti alla vista dell'albero di Natale.
"Ora
sì che è Natale!" esclamò Padma Patil.
"Ho
un'altra sorpresa per tutti voi!" esclamò Luna, tirando fuori
un'altra scatola.
"E
quella?!" chiese Neville.
"Questa
è opera mia!" rispose Luna "ci sono i miei regali di
Natale per voi!"
Si mosse
un mormorio nel gruppo, tra l'imbarazzato e il curioso.
"Luna..
nessuno di noi ha pensato a fare dei regali" balbettò
imbarazzata Aisleen a nome di tutti.
"Non
importa!" disse Luna "I regali non si fanno per riceverli..
e poi sono sciocchezze!"
"Allora,
questa scatola è per i ragazzi e quest'altra per le ragazze..
apritele!"
Tutti
insieme si tuffarono sui due scatoloni. In quello dei ragazzi c'era
una serie di cappelli da Babbo Natale, che tutti si infilarono con
entusiasmo. In quello delle ragazze, invece, c'erano una sfilza di
braccialetti, fermacapelli, ciondoli e orecchini.. tutti fatti con
una piccola bacca di agrifoglio, qualche fogliolina e un
campanellino.
"Sono
bellissimi, Luna!" esclamò Phoebe, agguantando subito un
braccialetto e mettendoselo al polso.
Ginny si
stupì guardando Padma, Calì e Lavanda, da sempre fissate con la
moda, mettersi le due gemelle un fermaglio alla fine della treccia e
Lavanda un ciondolo.
"Grazie
Luna" Aisleen abbracciò la ragazza, con i suoi nuovi orecchini
che le scintillavano ai lobi.
Anche
Miriam e Ginny scelsero gli orecchini.
"Si
abbinano con i miei capelli!" esclamò Ginny, scuotendo la testa
per far suonare i campanellini.
In quel
clima di festa e allegria addobbarono tutti insieme l'albero di
Natale, e per qualche ora, lasciarono fuori dalla porta la guerra, la
morte e la disperazione.
*
Per la
prima volta da anni, tutti gli alunni di Hogwarts, nessuno escluso,
lasciarono il castello per le vacanze natalizie.
"è
la prima volta che sono felice di lasciare questo posto!"
esclamò Miriam, mentre insieme ad Aisleen, Ginny e la sua sorellina,
Rachel, si avviavano verso le carrozze che le avrebbero portate
all'Espresso di Hogwarts.
"Lo
stesso vale per me" disse Aisleen.
"Anche
se Natale non sarà lo stesso, senza papà" sospirò Rachel.
Miriam le strinse la mano.
La neve
era caduta abbondante, nella notte, e arrivarono nelle carrozze con
calze e scarpe fracide.
Arrivate
nel treno andarono subito a cercare uno scompartimento vuoto.
"Miri,
io vado con le mie amiche!" disse Rachel, indicando due
ragazzine del secondo anno di Grifondoro.
"vai,
ci vediamo dopo!"
Trovarono
uno scompartimento vuoto.
"John
ed Anthony?" chiese Aisleen.
"Inutile
aspettarli: staranno facendo i piccioncini con le loro ragazze"
esclamò Miriam, acida, chiudendo con forza la porta.
"Ehm..
si può?"
Neville
e Luna facevano capolino dalla porta appena chiusa da Miriam.
"Oh..ehm...
certo!" balbettò Miriam, correndo subito ad aprirla "Scusate..
non vi avevo visto! Non era per voi che avevo chiuso.."
"Tranquilla
Miriam, sappiamo benissimo che il tuo astio è rivolto ad un giovane
moretto e la sua ragazza dai lunghi capelli neri.." disse Luna.
Miriam
arrossì ancora di più ma nessuno osò ridacchiare.
"Ehm..
quando arriva il Carrello dei dolciumi? Muoio di fame!" disse
Neville, per cambiare radicalmente discorso, cosa che fu ben accolta
da tutti, soprattutto da Miriam.
"è
vero! Muoio di fame!" esclamò Miriam, con la voce un pò più
acuta del solito.
La
Signora non si fece attendere molto, e Aisleen, Neville, Miriam e
Luna spesero grosse somme, svuotando metà carrello.
"E
cosa venderò agli altri? Mi manca ancora mezzo treno! Mi costringete
a Moltiplicare il tutto!"
sospirò
la Signora, andando via.
"Ginny
prendi qualcosa!" la invitò Neville.
Conoscevano
tutti i problemi finanziari di Ginny, e in quegli ultimi tempi erano
anche peggiorati, dato che il padre lavorava sempre meno.
"Ragazzi,
tranquilli, non ho fame"
"Mica
le Cioccorane si mangiano per fame" esclamò Aisleen,
ficcandogliene in mano una "forza!"
Neanche
metà viaggio e avevano già le pance piene. Ogni tanto venivano a
fargli visita qualche altro membro dell'Esercito di Silente. Lavanda,
Calì, Padma, Seamus, Terry Boot,Anthony Goldstain e Micheal Corner
si intrattenerono poco, dando a vedere che stavano molto bene anche
solo tra loro. Ernie, Hannah e Susan stettero per una buona oretta, e
saccheggiarono un po' dei loro dolciumi. Le nuove coppie non si
fecero vedere per niente.
"Meglio
così. Se non sanno far altro che pomiciare, possono stare anche per
conto loro" esclamò Miriam.
"Oh
Miriam, ogni scusa è buona per parlare di loro!" esclamò
Aisleen.
"che
cosa?! Non è vero!"
"Miriam,
dai, ammettilo, sei.."
Un forte
scossone non fece terminare la frase di Aisleen.
"Ma
cosa...?!"
Il treno
frenò di colpo, tanto che Ginny volò direttamente in braccio a
Neville, che le era di fronte, ed Aisleen si ritrovò addosso a
Miriam.
Le luci
si spensero, e il treno non si mosse più, nel buio totale.
"Neville,
scusa.."esclamò Ginny, cercando di divincolarsi.
"Tranquilla,
non sei pesante"
"ma
che succede?!" esclamò Miriam.
All'improvviso
il buio diventò ancora più totale, tant'è che non si distinguevano
nemmeno le forme.
"Questo
non è un buio normale" esclamò Luna.
"è
Polvere Buiopesto Peruviana!" disse Miriam.
"Ma
chi.."
Ginny
cercava la bacchetta, ma non riusciva a trovarla. Probabilmente
l'aveva lasciata nel mantello.
Sentirono
dei rumori, uno schiocco.
"La
porta!"
"Chi
va là!"
"Chi
sei?"
"è quella lì..
quella bionda.."
"INCARCERAMUS!"
"Lasciatela
in pace!" urlò Ginny "Luna! LUNA!"
"LUNA!!"
ululò Neville.
"GINNY!"
Ginny
provò a strisciare, ma aveva perso ogni senso dell'orientamento, in
quell'oscurità.
"LASCIATELA!"
Prese
una caviglia, abbastanza grossa da essere quella di un uomo, oppure
quella di Neville. Ma il calcio che ne seguì, le tolse ogni dubbio.
Sbattè la testa a qualcosa e per un attimo non sentì più nulla.
"Non
intralciarmi.. ce ne sarà anche per te, lurida traditrice del tuo
sangue.."
"Lasciala
stare!"
Il
dolore alla testa era aumentato. Ginny si sentiva svenire.
"LUNA!"
la voce di Miriam... o di Aisleen?
"Lasciatemi!
LASCIATEMI!" era Luna, la voce diversa dal solito. Ginny non
aveva mai sentito Luna urlare..
Era
buio, Ginny non sapeva dov'era, nè chi c'era intorno a lei.
Minuti
dopo (o ore? O secondi? O anni interi?) l'oscurità scomparve. Ginny
era a terra, ma Miriam le teneva la testa alzata.
"Oh
Ginny! Stai bene?"
Ginny si
alzò senza rispondere. Sentiva qualcosa di appicciocoso colarle sul
lato destro della testa.
"Dov'è
Luna?"
"Ginny,
vieni qui, sei ferita.."
"Dov'è
Luna?"
"Non
c'è!" strillò Miriam "l'hanno portata via"
La
ragazza si lasciò cadere su un sedile e scoppiò in un pianto
disperato.
"che
cosa..?"
"Ginny
siediti, dobbiamo medicarti.." disse Aisleen.
"Sto
bene.."
"No,
non stai bene, stai sanguinando"
"Sto
be.."
"GINNY,
SIEDITI, CAZZO!" ruggì Neville. Le tre ragazze lo guardarono.
Miriam smise di singhiozzare. Ginny si sedette e lasciò che Aisleen
le pulisse la ferita.
Non
dissero una parola per un bel po', finchè la porta dello
scompartimento non venne aperta da John, Anthony, Phoebe e Grace.
"Ragazzi..
sapete cosa è successo?" chiese Anthony.
"Ginny!
Sei ferita!" esclamò John.
"Luna..
Luna non è con voi?" domandò Phoebe.
Aisleen
raccontò ogni cosa.
"Hanno
rapito Luna?" mormorò la Corvonero, con le labbra che
tremavano. John le passò un braccio intorno alle spalle, e la
strinse a sè.
"Dovevamo
aspettarcelo" disse Neville "l'avevano presa di mira da
troppo tempo, e il padre non nascondeva da che parte era.."
"Povera
Luna" disse Aisleen.
"Spero
che stia bene.."disse Anthony.
"Come
fa a stare bene, scusa? È in mano ai Mangiamorte!" esclamò
Miriam, scoppiando di nuovo in lacrime. Grace l'abbracciò.
L'ultimo
barlume di luce, la scintilla della speranza che Luna dava ad ognuno
di loro, era sparito con la loro amica e compagna di battaglia.
Angolo autrice
Non so chi ancora mi segue, non so chi ancora vorrà seguire questa storia che va avanti da troppo tempo.
Ok, sono imperdonabile. Quanto sarà, un anno che non aggiorno?
Oddio, sono veramente imperdonabile.
Ma l'ispirazione non è a comando. Va e viene. è stato un anno un po'
complicato, e mi è mancata la forza di continuare a scrivere. Ora,
forse, il cielo è un po' più limpido, forse è il momento giusto per
ricominciare a scrivere.
Nel frattempo, mi scuso con tutti quelli che hanno aspettato i miei
aggiornamenti. Spero che questo capitolo ripagherà le attese.
Saluti a tutti e buona lettura!
Marty
|
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Capitolo 70 *** Passato, Presente, Futuro ***
70nvu
Passato,
Presente, Futuro
"No, no, NO!" urlò Ginny.
L'oscurità si era diradata, di Luna
neanche una traccia. Ginny, Neville e gli altri avevano perlustrato
tutto il treno, senza trovare traccia dei Mangiamarte, com'era ovvio.
Il treno era ripartito, il giorno era
tornato. Luna non c'era.
"Non è possibile" mormorò
Neville, passandosi le mani tra i capelli "non è possibile!"
"Io so chi potrebbe sapere
qualcosa!" esclamò Ginny. Prese Neville per un polso "vieni
con me!"
Trascinò letteralmente il ragazzo
verso la parte iniziale del treno, dove di solito si trovavano i
Serpeverde.
"Che diavolo avete intenzione di
fare?" strillò Miriam, ma Ginny non le rispose nemmeno,
accecata dalla rabbia.
"Neville, cosa sta succedendo?"
Seamus, Calì, Lavanda, Padma, Anthony Goldstain, Micheal e Terry
erano appena sbucati da uno scompartimento, unendosi a quella specie
di corteo che si era formato.
"Luna! È stata rapita"
esclamò Phoebe.
"Stiamo andando dai Serpeverde"
disse asciutta Ginny.
Estrasse la bacchetta, e spalancò la
porta del vagone in cui gran parte dei Serpeverde si riunivano.
Cassiopea Grey con la sua amica castana
Cordelia Thompson, Pansy Parkinson, Daphne Greengrass con la sorella
Astoria (di un anno più piccola di Ginny), Tiger, Goyle, Zabini.,
Theodore Nott e Draco Malfoy.
"Che ci fai qui, Weasley?"
esclamò Cassiopea.
"Ti sei portata tutto il corteo? I
Mezzosangue qui non sono inclusi" sghignazzò Cordelia.
"Ma nemmeno la feccia come te"
aggiunse Pansy.
Ginny puntò contro di loro la
bacchetta.
"Che diavolo credi di fare,
Weasley?!" esclamò Tiger.
"Cosa sapete?" ringhiò la
ragazza.
"Di che stai parlando?"
chiese Theodore Nott.
"Dov'è Luna?"
I Serpeverde si guardarono.
"Voi lo sapete!" urlò Ginny.
Dalla sua bacchetta uscirono scintille.
"Metti via la bacchetta"
sibilò Cassiopea.
"Parlate, luride Serpi"
"EXPELLIARMUS!" urlò,
a tradimento, Cordelia.
"PROTEGO!"rispose,
pronta Ginny, facendo apparire un forte scusa tra i suoi amici e i
Serpeverde.
"Non ne sappiamo niente"
esclamò all'improvviso Draco Malfoy.
"Verranno a prendere anche te,
Weasley" esclamò Cassiopea, in una risata malvagia "e
anche tutti voi"
"Ginny, lasciali stare"
Miriam, come al solito, cercava di calmare le acque "tanto non
sanno nulla.. figurati se sono così importanti da essere messi al
corrente di certe cose"
Ginny abbassò la bacchetta, ricondotta
alla ragione dall'amica.
"Ha ragione Miriam, andiamo"
disse Neville, prendendo l'amica per mano, cosa che non sfuggì alle
ragazze Serpeverde.
"Uh, Weasley, come hai fatto a
sostituire Potter con quello sfigato di Paciock?" esclamò Pansy
"non che Potter fosse questo granchè.. ma Paciock!"
Le ragazze continuarono a sghignazzare.
Ginny chiuse la porta.
Si sentiva impotente. E quell'attacco
di rabbia verso i Serpeverde era stato inutile e infantile, lo sapeva
benissimo. Doveva solo sfogarsi, ma aveva messo inutilmente in
pericolo i suoi amici.
Per fortuna era andata bene. Nessuno si
era fatto male.
Ma Luna non c'era. La sua assenza aveva
formato un vuoto incolmabile.
Micheal diede un forte pugno su una
parete. Il rumore la riportò alla realtà.
"Micheal!" squittì Lavanda.
"Come si sono permessi a fare una
cosa del genere ad una ragazza come Luna?" sibilò "avrei
spaccato la faccia ad ognuno di quegli schifosi Serpeverde"
"Non sono stati loro" gli
ricordò Padma.
"Ma avete visto le loro facce? Le
loro risate?" esclamò il ragazzo "non saranno stati loro e
probabilmente, come ha detto Miriam, non ne sanno niente perchè sono
delle nullità. Ma sono stati i loro genitori, i loro parenti.."
Earno tutti in un unico scompartimento,
sebbene non ci fosse posto. Alcuni erano seduti anche a terra ma non
volevano separarsi. Phoebe era seduta sulle gambe di John, appoggiata
al suo petto. Lacrime silenziose le scendevano sulle guance. Ginny
era raggomitolata vicino al finestrino e guardava fuori, senza
parlare. Aveva cominciato a piovere.
*
Possibile che quel maledetto baule
fosse più pesante di quando era partita a settembre? Nonostante metà
dei suoi averi fosse rimasto ad Hogwarts? Era perchè ormai era
troppo abituata ad usare la bacchetta per ogni necessità? O forse
erano stati quei tre mesi al castello che l'avevano svuotata di ogni
forza?
"Ragazzi, fatevi sentire in questi
giorni" li supplicò Miriam, mentre facevano la fila per
scendere dal treno.
"Ma certo, come sempre"
rispose Aisleen.
"Perchè non si sbrigano? Voglio
scendere da questo maledetto treno!" sbottò Ginny.
Nessuno aveva realizzato a pieno quello
che era successo. O forse nessuno voleva pensarci.
"Ci rivedremo, non è vero?"
sussurrò Miriam, dando vita ad un pensiero che era nella mente di
tutti. Tutti distolsero lo sguardo "Non è vero?"
"Io e Grace torneremo, te lo
assicuro" disse John.
"Anche io! Voglio combattere"
disse Anthony.
"Mamma vorrebbe che rimanga a
casa" rispose Aisleen "Ma tornerò. Te lo prometto, Miri"
"Non che abbiamo molta scelta"
disse Phoebe "La presenza è obbligatoria"
"Per i minorenni" sottolineò
Aisleen.
Fuori dal treno li attendeva una Londra
scura e fredda. Ginny riconobbe subito i suoi genitori, che la
aspettavano, ansiosi. Si sorprese di vederli entrambi sulla banchina.
"Ragazzi, ci sentiamo" disse
rivolta ai suoi amici "Buon Natale a tutti"
"Buon Natale, Ginny"
"Ci sentiamo il prima possibile"
le disse Neville.
Ginny sorrise e andò dai suoi
genitori, che le stavano venendo incontro.
"Ginny!" esclamò la mamma,
abbracciandola.
"ciao mamma!" disse lei,
ricambiando l'abbraccio. Sentiva che la madre era dimagrita ancora
"sei tutta intera! Ma sei dimagrita così tanto..e la testa!
Cosa hai fatto..?"
"Mamma sto bene!" si sciolse
dall'abbraccio.
"Buonasera signori Weasley"
li salutò Neville.
"Buonasera caro! Sei dimagrito
tanto anche tu.." gli disse la signora Weasley.
"State bene ragazzi?" chiese
il signor Weasley, dopo aver abbracciato la figlia, rivolto a tutti
gli amici di Ginny.
"Più o meno.." rispose
Miriam.
"Siete i compagni di corso di
Ginny?" chiese Molly.
"Tutti tranne noi" rispose
Grace, indicando se stessa e Phoebe "io di Tassorosso e lei di
Corvonero"
I ragazzi si presentarono ai genitori
di Ginny.
"Aisleen McQueen?" esclamò
Arthur Weasley dopo che Aisleen si fu presentata "tuo padre..."
"Sì" lo interruppe Aisleen,
abbassando lo sguardo.
Arthur le mostrò un sorrisetto
dispiaciuto "Lo conoscevo.. Conoscevo Zach.. grand'uomo.. gran
bravo ragazzo.. e gli assomigli, anche se hai molto di tua madre.."
esitò "lei come sta?"
Aisleen alzò le spalle, a disagio "sta
bene" rispose "ma non verrà qui. Mi viene a prendere mio
zio"
Ginny conosceva Aisleen, e vedeva che
la ragazza non aveva voglia di parlarne. Evidentemente lo intuì
anche Arthur che si rivolse agli altri ragazzi.
"Voi? Avete qualcuno che vi viene
a prendere?"
"Sì, sì, siamo a posto"
"Io e Rachel dobbiamo scappare..
altrimenti perdiamo il treno" esclamò Miriam, prendendo per
mano la sorellina.
"Ragazze andate da sole con i
mezzi babbani?" chiese preoccupata Molly.
"Siamo abituate.. nostro padre è
Babbano di nascita.." spiegò Miriam.
"Conosco anche tuo padre.. Isaiah,
giusto?" chiese Arthur. Miriam annuì.
Si salutarono tutti. Ginny seguì i
genitori fuori dalla stazione. Suo padre aveva caricato il baule sul
carrello e procedeva a passo spedito.
"Papà.. Luna.."
"Lo sappiamo già, tesoro"
rispose il padre, con voce grave "è per questo che siamo venuti
entrambi.. ma è meglio non parlarne qui"
Ginny annuì.
Fuori da King's Cross li aspettava una
vecchia macchina, ovviamente modificata da Athur.
"Di questi tempi è il mezzo più
affidabile.. e l'unico non sorvegliato" disse Molly "appena
arriviamo a casa devo disinfettarti quel brutto taglio.."
"Tranquilla ci ha già pensato
Ash" rispose Ginny "a proposito.. perchè conosevi il padre
di Ash?"
"Tanti conoscevano il padre della
tua amica" rispose Arthur, serio "e molti lo conoscono di
fama. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona.. una persona
eccezionale, anche la moglie"
Arthur girò la chiave nel quadrante e
mise in moto l'auto. Si girò e uscì dal parcheggio in retromarcia.
L'auto scivolava velocemente nel traffico londinese, aiutata dai vari
incantesimi che Arthur vi aveva applicato.
"C'è stato un episodio a scuola..
che riguardava Ash.."
"Quando sei stata punita da Amycus
Carrow?" la interruppe tagliente la madre "sei stata
un'incoscente, Ginny, tu non sai.."
"Non possiamo parlarne dopo?"
esclamò esasperata la ragazza, volgendo gli occhi al cielo.
"No, signorina ne parliamo ora! Lo
capisci che quei due sono pericolosi?"
"Me ne sono accorta"
"E allora perchè ti comporti da
irresponsabile?"
"Io non posso stare zitta a
guardare!" esclamò Ginny "e comunque non ho bisogno di
comportarmi da irresponsabile, loro puniscono chi vogliono e come
vogliono, anche senza una scusa! E quel giorno già mi aveva puntato!
Sia me che Aisleen!"
Raccontò del primo giorno di Arti
Oscure, lo sguardo famelico di Amycus Carrow su di lei e sulla sua
amica.
Però omesse il fatto che avevano usato
una Maledizione Senza Perdono su di lei. Non era sicura che la madre
avrebbe retto.
"Chi era il padre di Aisleen?"
chiese Ginny alla fine del suo racconto.
"Lei non ve ne ha mai parlato?"
chiese Molly. Ginny scosse la testa.
"La tua amica si trova in una
situazione molto delicata. Ovvio che non vuole parlarne" disse
Arthur.
"I Carrow se la prendono spesso
con lei senza motivo.. Ash è molto riservata e di solito non si nota
molto in classe.. però vorrei capire perchè quei due se la prendono
così con lei" disse Ginny "con me se la prendono perchè
io non sto zitta, e perchè sono una Weasley, quindi ha un senso.. Mi
sono fatta delle idee, immagino che i genitori di Ash facessero parte
dell'Ordine.. ma allora perchè non ho mai visto la madre? Cioè, se
avesse partecipato alle riunioni avrei almeno saputo.."
Arthur sospirò.
"Sai Aisleen vive una situazione
simile sia a quella di Harry che a quella di Neville.." rispose
Arthur.
"In che senso?"
"I genitori di Aisleen erano molto
giovani a quell'epoca.. ed erano due maghi formidaboli, entrambi
Auror, entrambi prediletti da Malocchio Moody. Zacharias era un
Babbano di nascita, ma aveva frequentato Hogwarts e tutto.. Moira
discende da un'antica stirpe di maghi irlandesi. Insomma erano
giovani, attivi.. ovviamente fecero subito l'ingresso nell'Ordine
della Fenice"
"Moira continuò a combattere
anche quando era incinta" intervenne Molly "Ti ricordi,
Arthur? Non si fermava un secondo.. la vedevi, sempre pronta ad
andare in missione, nonostante il pancione"
"Sì, è una donna straordinaria,
una delle più forti che abbia mai conosciuto.. lei e Zach erano
innamoratissimi, le missioni le facevano sempre insieme, erano una
squadra, non solo una coppia. Hanno riempito le celle di Azkaban,
quei due. Come puoi immaginare, si fecero molti nemici.."
Il padre si rabbuiò.
"Quando Moira partorì fu l'unico
momento in cui non potè partecipare a tutte le missioni" disse
Molly "ci provava sempre in realtà, non era il tipo che se ne
stava a casa.."
"Moira e Zach erano in una
situazione difficile. Soprattutto dopo la Caduta di Tu-Sai-Chi i
Mangiamorte erano fuori controllo. Volevano vendetta e volevano
sapere che fine aveva fatto il loro signore. Beh, sai cosa è
successo a Frank e Alice Paciock, giusto? A Zach e Moira successe
qualcosa di molto simile.."
"La loro casa venne accerchiata.
Presero subito di mira Zach, per torturarlo, per far parlare la
moglie. Ma la realtà era che volevano semplicemente ucciderlo, e
forse avrebbero ucciso anche Moira e la bambina, se non fosse
arrivato Malocchio Moody.
"Malocchio.."
"Già. Tutto ciò successe dopo
ciò che era accaduto a James e Lily e anche dopo il fatto di Frank e
Alice. Malocchio sapeva benissimo che i prossimi sarebbero stati
loro"
"Non uccisero semplicemente Zach.
Lo.. fecero a pezzi. Davanti agli occhi della moglie e della figlia,
per fortuna troppo piccola per ricordare certe immagini"
"Non erano solo Mangiamorte,
quelli che attaccarono i McQueen. C'erano degli altri seguaci di
Tu-Sai-Chi tra loro, diciamo di rango inferiore. Tra cui anche i tuoi
nuovi insegnanti.."
"Non si limitarono ad usare la
magia. Soprattutto con Moira. Oltre ad ucciderli.. volevano umiliarli
nel profondo. Quando Malocchio arrivò.. non c'era più speranza per
Zach. E la scena che si trovò davanti fu.. raccapricciante. Zach era
morto... i Mangiamorte stavano a guardare e gli altri si stavano
occupando di Moira.. e della bambina"
"Hanno fatto qualcosa ad Aisleen?"
"Per fortuna Malocchio è arrivato
in tempo"
"E.. la mamma?"
"A lei hanno fatto qualcosa di non
umano.. nemmeno gli animali si comportano così"
"Arthur.."
"Non scenderò nei dettagli, ma
sappi che è stata torturata e umiliata oltre i limiti umani. Devi
sapere che Moira è una donna bellissima. L'hanno sfigurata,
distrutta interiormente ed esteriormente. Quando Malocchio è
arrivato, è riuscita a salvarla per poco. Così come la piccola
Aisleen, che era finita nelle mani di Bellatrix Lestrange.."
"Fu lì che li catturarono tutti.
Moira non si riprese più"
"Vuol dire.. che è nelle stesse
condizioni dei genitori di Neville?" chiese Ginny.
"No.. ma non è tornata più la
stessa. Non è più uscita di casa, ha abbandonato la carriera. Vive
nella paura. Silente dovette lottare molto per farle mandare la
figlia a scuola"
"Non credo che Moira sappia
esattamente chi ci sia a comandare ad Hogwarts. Ormai si è
allontanata dal mondo magico da molto"
Ginny era sconvolta. Aveva una gran
voglia di vomitare.
"Aisleen sa.. tutto?"
"Per quello che conosco Moira sì,
sicuramente le avrà detto tutto"
Ginny si accasciò sul sedile. Così
anche Aisleen era come Harry e come Neville. Voldemort aveva negato
anche a lei la possibilità di una vera famiglia. Era una
sopravvissuta. In quei momenti, Ginny pensava a quanto era stata
fortunata lei, ad avere ancora entrambi i genitori, e una famiglia
così grande.
*
La casa era vuota e
silenziosa, tranne per il demone nella camera di Ron, che gemeva e
faceva rumore.
"Oh, quando fa così è
insopportabile" sbottò Molly.
"Dai, se Ron fosse davvero a letto
con la Spruzzolosi probabilmente si sarebbe comportato nello stesso
modo" disse Ginny, facendo sfuggire ad entrambi i genitori un
piccolo sorriso.
"Sono così contenta di averti a
casa" disse la mamma, accarezzandole la testa.
"Anche io" rispose la
ragazza, sincera.
"Quest'anno saremo pochi a
Natale.. Bill e Fleur preferiscono passarlo da soli.. sai, è il loro
primo Natale da sposati"
Ginny fece una smorfia.
"Charlie non riuscirà a venire,
sicuramente, ma Fred e Geroge ci saranno. Ho invitato anche Remus e
Ninfadora.."
Il volto di Ginny si illuminò "Davvero
verranno?"
"Spero proprio di sì, tesoro!"
"Come sta Tonks? Si vede la
pancia?"
"Eh sì, è bella rotonda.. il
bambino dovrebbe nascere ad aprile!"
Era così bello che in mezzo a tanto
orrore potesse succedere ancora qualcosa di bello, come la nascita di
un bambino.
"Ora vai a sistemarti, tra
mezz'ora è pronta la cena.. penso saremo solo noi tre, Fred e George
non fanno in tempo"
La cena era come sempre ottima, solo
che era strano essere solo loro tre, dopo tanto tempo.
"Papà.. avete saputo qualcosa di
Luna?" chiese Ginny.
Arthur sospirò.
"Purtroppo no.. sappiamo solo che
era questione di tempo. Xenophilius si è esposto troppo"
"Lo so.."
"Ma sono sicura che Luna sta
bene.. è una ragazza forte" disse Molly.
"Non pensate che..."
"No Ginny, non dirlo nemmeno per
scherzo"
"Non è questo il metodo dei
Mangiamorte" disse Arthur "L'hanno rapita perchè vogliono
qualcosa dal padre, per minacciarlo. Se volevano ucciderla, lo
avrebbero fatto subito, sul treno"
Ciò non tranquillizzava Ginny.
"E.. avete notizie di Ron,
Hermione e Harry?" chiese, a bruciapelo.
Arthur e Molly si guardarono. La donna
abbassò lo sguardo.
"Nulla di recente" disse
Arthur "le ultime notizie risalgono a quest'estate, quando sono
stati rintracciati da Lupin. Poi zero totale"
"La cosa buona è che almeno non
ci sono brutte notizie" mormorò Molly.
"E per il resto? Succede qualcosa?
È morto qualcun altro?"
"Ginny, ora basta" disse la
madre "perchè non ti fai un bel bagno caldo? Vieni, ti
accompagno"
Per una volta Ginny non si oppose. Si
sentiva all'improvviso stanchissima, tant'è che pensava che la madre
avesse messo della Pozione Sonnifera nella sua zuppa.
La madre le preparò la vasca da bagno,
riempendola fino ll'orlo di acqua calda. Mosse la bacchetta per far
formare la schiuma e le bolle.
"Ecco qui cara.. tu immergiti,
puoi stare quanto vuoi, tra poco ti porto una camicia da notte pulita
e la biancheria"
La mamma uscì dal bagno lasciandola
sola. Ginny si tolse in fretta i vestiti, li lasciò a terra e si
immerse subito nella vasca. Ma purtroppo, i brutti pensieri non
poteva lasciarli fuori.
Harry, Ron ed Hermione, lontani, chissà
in quale stato.
Bill, che aveva deciso di passare il
Natale senza di loro.
Luna in mano ai Mangiamorte.
La guerra che infuriava.
La triste storia della famiglia di
Aisleen.
Ginny si immerse completamente sotto
l'acqua e aprì gli occhi. Un poco le bruciavano, per via del sapone,
ma era così rilassante, stare lì sotto, sdraiata, completamente
nuda e nel completo silenzio. Forse era l'unico modo per cacciare i
brutti pensieri.
Sentì la porta aprirsi, e, convinta
che fosse la madre con la biancheria pulita si alzò dalla vasca.
Ma non era la mamma.
"Ehm.. ciao"
"è da parecchio che non ci si
vede"
I gemelli erano davanti a lei. E lei
era in piedi, nuda, nella vasca.
"FUORI!!!!!" urlò con quanto
fiato in gola, e i due si smaterializzarono in un secondo.
Beh, la magia era rovinata, quindi
decise di uscire direttamente, quando si riaprì di nuovo la porta.
"MA CHE PROBLEMA AVETE?!"
urlò Ginny, comprendosi con l'asciugamano, ma si trovò davanti sua
madre.
"Ginny, perchè urli così?"
"Quei due idioti.." borbottò
lei "avevi detto che non venivano"
"Ci hanno fatto una sorpresa"
"Mi
hanno fatto una sorpresa"
"Ci penso io a
parlargli" disse Molly "dai, voltati, ti pettino i capelli
e ti sciolgo i nodi"
Ginny si sedette
sullo sgabello e la madre cominciò a pettinarla.
"Era tanto che
non lo facevo.. e si vede! Non pensi di tagliarli?"
"NO!"
esclamò Ginny.
"Che problema
avete in questa casa con i capelli lunghi?!"
Quando uscì dal
bagno, in camicia da notte e in vestaglia, si diresse come una furia
verso i fratelli, che erano giù in salone.
"Scusa Ginny!"
disse subito Fred.
"Non pensavamo
fossi nuda" aggiunse George, sogghignando.
"In ogni caso
ero in bagno!"
"è che
volevamo salutarti!"
Ginny si sciolse in
un sorriso e si tuffò su di loro, che l'accolsero a braccia aperte.
"Quanto mi
siete mancati!"
*
Lei,
Fred e George rimasero a parlare tutta la notte, in camera di Ginny.
I due ragazzi le raccontarono tutto quello che sapevano di ciò che
succedeva fuori, ma anche loro avevano poche notizie. Le raccontarono
anche del negozio di scherzi, che andava sempre bene, sebbene le
vendite fossero leggermente calate.
"Ma
è una cosa momentanea" disse George.
"Siamo
sicuri che appena questa guerra finirà la gente avrà più voglia di
fare scherzi" completò Fred.
"Ma
ad Hogwarts gli aquisti sono sempre alti, vedo"
"Oh
si, i vostri prodotti sono fondamentali" disse Ginny "a
proposito, un regalino di Natale per l'Esercito di Silente sarebbe
gradito"
"Ma
certo!"
"Abbiamo
già pensato a tutto"
Ginny
gli raccontò di come procedeva la vita ad Hogwarts.
"Mmm,
sì, qualcosa sappiamo" disse Fred "però sentire la
testimonianza. Cavolo, la vita ad Hogwarts è diventata davvero
pesante"
"però
vi state comportando bene. Noi avremmo agito nello stesso identico
modo"
"E
anche Harry, Ron.. forse anche Hermione"
"Beh,
Hermione non so. Non avrebbe approvato sicuramente la missione della
Spada"
"Però
dovete continuare così. Combattere"
"Sì,
ma.. non si scherza con i Carrow" disse Ginny "cioè,
dobbiamo stare attenti. Le punizioni sono spesso corporali..
addirittura si arriva alla Maledizione Cruciatus"
Fred e
George annuirono.
"Siete
riusciti a connettervia Radio Potter?"
"Sì,
certo.. ci è voluto un po' ma ce l'abbiamo fatta. Ci sentiamo meno
soli.. anche se ci piacerebbe sapere qualcosa su Harry.."
"Purtroppo
nulla.. sono letteralmente scomparsi"
"Da
una parte meglio.. come non sappiamo noi dove si trova non lo sa
nemmeno Tu-Sai-Chi"
"Quello
sì.."
Era
contenta che i fratelli erano rimasti con lei tutta la notte. Sapeva
che se rimaneva da sola avrebbe riaffrontato tutto.
*
Bill si
fece vedere per una breve visita la vigilia di Natale.
"Sono
super impegnato, ma un saluto alla mia sorellina preferita non potevo
negarlo" disse, con un gran sorriso.
"Sono
la tua unica sorella" gli ricordò Ginny.
"Vieni
qui e fatti stritolare un po'"
Ginny si
tuffò nelle braccia del fratellone.
"Rimani
per pranzo, caro?" chiese Molly.
"No,
mamma, oggi pomeriggio sono impegnato"
Molly se
ne andò in cucina, lasciando i due fratelli da soli in salone.
"Fatti
vedere.. mi sembri più grande e più piccola allo stesso tempo"
Ginny
fece una risatina "In che senso, Bill?"
"beh,
sei dimagrita.. gli elfi sono in sciopero ad Hogwarts?" provò a
scherzare.
"E
in che senso ti sembro più grande?" chiese la ragazza.
"Nel
senso che non sei più una bambina.. lo si vede dal tuo corpo, dal
tuo sguardo.. dalle cicatrici"
Ginny
guardò a terra. Sapeva che le stava arrivando una ramanzina anche da
lui.
"Io
non posso pensare che ti facciano questo.. che quella.. feccia..
ti possa anche solo sfiorare con un dito"
Bill
strinse i pugni con forza.
"Essere
qui inermi e sapere che voi ragazzi non siete al sicuro.. sapere che
non posso fare nulla per difenderti.. è frustrante"
"Bill,
so difendermi da sola"
"No,
Ginny" esclamò lui "guardati! Guarda quello che è
successo alla figlia di Lovegood! Non potete difendervi da questo"
Ginny
non sapeva cosa dirgli.
"Come
sta Fleur? Come vanno le cose a casa?" chiese, per sviare il
discorso.
"Bene"
Bill fece un piccolo sorriso "nonostante la guerra e le
preoccupazioni.. nella nostra casa abbiamo trovato anche il nostro
piccolo angolo di paradiso. Non vedo l'ora di portartici, sta sul
mare, ti piacerebbe tantissimo"
"Fleur
è fantastica. Lavora sodo, compie le sue missioni, sistema la casa e
mi fa sempre trovare una bistecca al sangue, la sera. Non mi fa
mancare nulla e io cerco di essere l'uomo migliore del mondo per
ripagare quello che lei mi da"
"Non
hai bisogno di sforzarti. Lo sei!" esclamò Ginny.
Lui fece
un sorrisino triste "ci provo.. ma so che lei meriterebbe di
meglio"
"Ma
non dire stupidaggini!" disse Ginny "e poi lei ti ama! Lo
ha dimostrato in un sacco di modi"
"Sai..
all'inizio Fleur non mi piaceva.." confessò esitando. Il
fratello ridacchiò.
"Sono
offuscato dall'amore, probabilmente, ma ti conosco bene! E vedevo le
tue smorfie!"
Ginny
fece un sorrisino imbarazzato.
"Sì
ma ha dimostrato di essere degna di te. È coraggiosa, è bella, è
intelligente.. ed è forte."
"Sono
contento che hai imparato ad accettarla" disse Bill,
abbracciando la sorella "fidati di me"
"Io
mi fido di te" disse Ginny "e ti scuso"
"Per
cosa?"
"Per
il fatto che mi abbandoni a Natale!" Ginny fece finta di mettere
il broncio.
"Ti
prometto che avrai un bellissimo regalo!" le disse il fratello.
"Deve
essere davvero stupendo, per un affronto del genere!" esclamò
la ragazza.
Bill se
ne andò via poco prima di pranzo. Ginny fu impegnata tutto il giorno
a decorare la casa e ad aiutare la mamma in cucina. La sera
arrivarono tutti gli ospiti. Fred e George arrivarono con uno
scoppiettio di fuochi d'artificio, facendo infuriare la mamma.
"Siete
impazziti?! Ringraziate il cielo che Tonks non è ancora arrivata! È
incinta, certi spaventi possono fare male al bambino, mi chiedo dove
avete il cervello!"
L'arrivo
dei due futuri genitori, mise allegria a tutti. Tonks era rotonda e
radiosa, Remus sembrava meno malandato e il suo sorriso era più
luminoso. Si teneva stretto alla moglie, come se lei fosse la sua
ancora di salvezza.
"Ginny!"
strillò Tonks e stritolò la ragazza "Quanto tempo! Sei sempre
più bella, anche se troppo magra!"
"Buon
Natale, Ginny" la salutò l'ex professore, cordiale.
"Buon
Natale a tutti e due!"
Tonks
trascinò letteralmente Ginny sul divano, mentre Remus era in cucina
a chiaccherare con i signori Weasley e i gemelli.
"Che
bello vederti.. così!" esclamò Ginny "come ti senti?"
"Mai
stata così bene" rispose la donna "mi sento sempre
felice.. anche se alterno un po' l'umore. Ho varie crisi di pianto,
di rabbia, di panico, di fame.. ma la maggior parte del tempo sono..
solo felice!"
"Beh,
si vede!"
"Anche
se questo biricchino qui dentro mi fa un po' di scherzetti!"
"In
che senso?"
"Per
esempio ho sempre voglia di torta di zucca, non mangerei altro!
Oppure il fatto che ormai le mie Metamorfosi le comanda praticamente
lui!"
"Dici
sul serio?"
"Oh
sì.. i miei capelli, ultimamente, sono perennemente blu! Va a
periodi"
Ginny
rise.
"Sarà
un maschietto?"
"Oh,
beh, questo non lo so!" rispose la donna, mettendosi entrambe le
mani sulla pancia "Mamma dice che sarà sicuro un maschietto,
mentre secondo Remus sarà una femmina.. L'unica cosa che so, è che
da dei calci potentissimi!"
"Oh!
Posso sentirlo?"
"Accomodati!"
Ginny
posò, esitante, le mani sul ventre di Tonks. Era più duro di quanto
si aspettasse.
"Aspetta"
sussurrò la futura mamma. All'improvviso Ginny avvertì un
movimento, all'interno della pancia di Tonks. Era un calcetto.
"Oh!"
esclamò Ginny.
Era una
sensazione stranissima pensare che dentro la donna che aveva
davanti stava crescendo un altro essere umano, un'altra vita, un
bambino che dava calci e cambiava i capelli della mamma.
"è
la cosa più strana del mondo" sussurrò la ragazza.
"è
una forza, eh?" disse Tonks.
"Sì.."
All'improvviso
i capelli di Tonks divennero blu cobalto.
"Gli
piaci!" esclamò, con una strizzatina d'occhi.
Ginny
sorrise. Non aveva mai pensato ai bambini e quelle cose lì, ma
toccare quella pancia le aveva fatto uno strano effetto. Non sapeva
cosa le stava succedendo, ma sentiva delle emozioni che mai aveva
provato e che non riusciva a spiegare. Solo una era chiara.
La
paura.
Quella
pancia era il futuro, un futuro che forse avrebbe toccato anche lei
prima o poi.. e che non sapeva se le sarebbe stato possibile.
La
guerra avrebbe potuto portarle via ogni possibilità.
"Non
vedo l'ora di conoscerlo" disse la ragazza, continuando ad
accarezzare il pancione di Tonks.
"Anche
io"
"Posso..
Sentirlo?"
Tonks
annuì e Ginny posò l'orecchio sulla pancia. Sentiva il battito del
cuore della donna, calmo, rilassato, e il piccolo bambino, che
continuava ad agitare gli arti verso il viso di Ginny.
"Ciao
piccolino, è la zia Ginny che ti parla.. Non ti conosco ma ti voglio
già bene! Appena riuscirai a reggerti in piedi ti insegnerò a
volare!"
Tonks
rise, e accarezzò i capelli della ragazza.
"Sarai
una zia fantastica!"
"Ma
questo lo so già!"
*
La notte
di Natale non è una notte come le altre. Quando sei bambino, sai che
dentro la tua casa sta succedendo qualcosa di speciale, mentre tu sei
rannicchiato sotto le coperte. Sai che ogni scricchiolio, ogni luce,
ogni rumore, fanno parte della magia della festa. E la notte di
natale non è mai silenziosa, non è mai buia. Racchiude suoni,
profumi, luce, speranze, sogni, amore.
Quella
notte di Natale Ginny sognò. Sognò Harry, baci, serenità,
certezze. Sognò qualcuno che non sapeva se avrebbe mai incontrato,
ma che in realtà già conosceva da sempre, e sentì un movimento
dentro di lei.
Si
svegliò, nel cuore della notte, senza ricordare nulla di ciò che
aveva sognato. Una luce, però, brillava fioca sulla sua scrivania.
Si alzò, facendo scricchiolare la solita asse del pavimento.
Lì,
sulla scrivania, il Galeone incantato di Hermione luccicava
debolmente.
La
speranza non era svanita.
Luna era
viva, e stava comunicando con loro.
Angolo autrice
Ringrazio
tutti coloro che ancora hanno la forza e la tenacia di seguirmi! Questo
capitolo è tutto per voi e spero che abbia soddisfatto le vostre
aspettative! Vi meritate un premio per la vostra costanza!
Spero di tornare il prima possibile con un nuovo capitolo!
Baci a tutti e buone vacanze!
Zmarz
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