La Storia Che Tutti Conosciamo....

di zmarz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo settembre ***
Capitolo 2: *** il binario nove e tre quarti ***
Capitolo 3: *** il viaggio in Romania ***
Capitolo 4: *** estate ***
Capitolo 5: *** lo smistamento ***
Capitolo 6: *** primi passi ad Hogwarts ***
Capitolo 7: *** parole di mezzanotte ***
Capitolo 8: *** ribellione ***
Capitolo 9: *** luce ***
Capitolo 10: *** piramidi e ragazze ***
Capitolo 11: *** diagon alley ***
Capitolo 12: *** incubi ***
Capitolo 13: *** notte nella sala grande ***
Capitolo 14: *** il pianto di hermione ***
Capitolo 15: *** la coppa del mondo di quidditch ***
Capitolo 16: *** i campioni ***
Capitolo 17: *** sfavillanti! ***
Capitolo 18: *** un due tre.... ***
Capitolo 19: *** il giorno dopo ***
Capitolo 20: *** boccioli e voli di farfalle ***
Capitolo 21: *** pettegolezzi ***
Capitolo 22: *** pergamene, sole, labbra ***
Capitolo 23: *** la terza prova ***
Capitolo 24: *** all'indietro ***
Capitolo 25: *** trasloco ***
Capitolo 26: *** Grimmuld Place ***
Capitolo 27: *** rabbia ***
Capitolo 28: *** ... finalmente, casa! ***
Capitolo 29: *** offese ***
Capitolo 30: *** Solo persone fidate ***
Capitolo 31: *** L'Esercito di Silente ***
Capitolo 32: *** Quidditch ***
Capitolo 33: *** Vischio ***
Capitolo 34: *** Minuti ***
Capitolo 35: *** Palline di Natale ***
Capitolo 36: *** Passioni ***
Capitolo 37: *** Fine Dei Giochi ***
Capitolo 38: *** Forza ***
Capitolo 39: *** Grifondoro Contro Corvonero ***
Capitolo 40: *** Non Ancora ***
Capitolo 41: *** Azione ***
Capitolo 42: *** Lotta e Fuga ***
Capitolo 43: *** Ufficio Misteri ***
Capitolo 44: *** La Seconda Guerra Comincia ***
Capitolo 45: *** Troppe Donne ***
Capitolo 46: *** Convivenza ***
Capitolo 47: *** Un'Ottima Fattura Orcovolante ***
Capitolo 48: *** Ricordi ***
Capitolo 49: *** Pluffe e Confessioni nel Bagno delle Ragazze ***
Capitolo 50: *** Baci e Maledizioni ***
Capitolo 51: *** La Festa di Lumacorno ***
Capitolo 52: *** Natale ***
Capitolo 53: *** Buon Compleanno ***
Capitolo 54: *** Non Sono Una Principessa ***
Capitolo 55: *** Bacio ***
Capitolo 56: *** Dopo ***
Capitolo 57: *** Essere Speciale ***
Capitolo 58: *** Si Combatte ***
Capitolo 59: *** Ti Amo. Basta Questo, No? ***
Capitolo 60: *** Madri, Figli e Missioni Pericolose ***
Capitolo 61: *** Diventare Adulti ***
Capitolo 62: *** Il Matrimonio ***
Capitolo 63: *** Posta Via Gufo ***
Capitolo 64: *** Hogwarts Riserverà Sempre Un Posto Per Loro ***
Capitolo 65: *** Primo Giorno ***
Capitolo 66: *** Ed è Solo L'Inizio ***
Capitolo 67: *** Ci Siamo Anche Noi ***
Capitolo 68: *** La Spada Di Grifondoro ***
Capitolo 69: *** Il Dono Di Luna ***
Capitolo 70: *** Passato, Presente, Futuro ***



Capitolo 1
*** primo settembre ***


cap 1

Il sole entrava furtivo in una finestra davanti ad un piccolo orto. Entrava e si poggiava su tutto ciò che trovava, senza badare a cosa che fosse, la scrivania, piena di matite colorate e fogli sparsi, colpiva poi la sedia, con sopra delle magliette un po’ sgualcite, per finire su di un letto e su una figurina dai capelli rossi che tentava in ogni modo di difendere i suoi occhi da quella luce che l’avrebbe completamente destata. Ma tanto sapeva che non sarebbe stato quel piccolo raggio di sole a svegliarla, ma il caos che sarebbe cominciato da lì a pochi minuti. Ginevra Weasley si rigirò tra le coperte, cercando di godersi quegli ultimi minuti di tranquillità che le rimanevano, arrendendosi al sole e lasciando che le riscaldasse piacevolmente il viso col suo tepore autunnale.

“mamma i miei calzini! Sono spariti tutti i miei calzini!”

Un urlo colse impreparata Ginny, che spalancò gli occhi scuri e saltò di scatto dal suo letto. Se n’era completamente dimenticata. Doveva saperlo che quell’anno la routine non sarebbe stata la solita, che quando si aggiungeva un novellino la sveglia era anticipata almeno di dieci minuti. E visto che questa volta il novizio era suo fratello Ronald doveva ritenersi fortunata che l’urlo non era arrivato con due ore di anticipo sulla tabella di marcia, come era successo quando il novellino era Percy.

“mammaaaaa! Non posso partire senza calzini!”

Ginny sbuffò e si alzò dal letto contando mentalmente i secondi che la dividevano dall’altro disturbatore. Tre…due…uno…

“ginny sbrigati, lo sai che la mattina del primo settembre dobbiamo collaborare tutti!” esclamò la figura cicciotella di sua madre, irrompendo in camera sua. “certo, però io non posso partire!” rispose la ragazzina imbronciata. “smettila e scendi ad aiutarmi.” La zittì la madre scendendo a sua volta. Ginny si mise le pantofole e scese cercando di far il più velocemente possibile per evitare di essere intercettata da altri rompiscatole. Ma non fu abbastanza rapida. “ginny almeno tu sai dove sono i miei calzini?” gli chiese un ragazzino alto, dai capelli rossi scarmigliati e un pigiama a disegnini marroni infilato alla rovescia. “saranno nel cassetto di Percy, ron, mamma si sarà sbagliata per l’ennesima volta.” Rispose Ginny sperando con tutto il cuore che fosse così e scappando giù in cucina. La cucina era una baraonda: sua madre stava preparando dei panini per il viaggio, mentre affianco a lei delle salsicce si friggevano da sole. “eccoti, per favore porta queste magliette a fred. E aiuta Ronnie a trovare i suoi calzini” disse la signora weasley. Ginny risalì le scale con una pila di magliette. Entrò nella stanza di Fred e George ignorando il cartello che vietava a chiunque l’accesso, posò le magliette su uno dei due letti, ringraziando che i due gemelli non fossero nella camera a chiederle anche loro un favore. Un’ora dopo si era ristabilita la tranquillità; Ginny era scesa in cucina dopo aver svolto una  serie di commissioni ed era sfinita. Si sedette al lungo tavolo della cucina al suo posto, alla sinistra del capotavola, in attesa della discesa dei suoi fratelli. Lei e sua mamma avevano preparato la tavola a puntino ma la colazione non era abbondante come al solito, perché dovevano mangiare un po’ più in fretta. “ragazzi o scendete subito o perdete l’opportunità di fare colazione!” urlò la signora Weasley al piano di sopra. Scesero per primi il signor Weasley, alto e stempiato, che chiacchierava allegramente con il figlio percy, alto pure lui, vestito di tutto punto con la spilla da Prefetto che brillava appesa la maglione. “buongiorno ragazze!” salutò gioviale Arthur Weasley, scompigliando i capelli alla figlia. Si sedette a capotavola. “dov’è il resto della truppa?” chiese. “oh lo sai come sono confusionari papà, non hanno proprio la stoffa del Prefetto”  disse Percy con tono pomposo, mentre la madre gli metteva nel piatto tre o quattro salsicce. Ginny alzò lo sguardo al cielo. Un rumore simile allo scalpitare degli zoccoli di cavalli si sentì al piano di sopra e tre ragazzi dai capelli rossi scesero per fare colazione. Ron si sedette accanto alla sorella, il volto dal colorito terreo. Ginny lo guardò e gli rivolse un sorriso incoraggiante. Il ragazzino la guardò un attimo e provò a ricambiare il sorriso ma ne uscì solo una smorfia. Ginevra conosceva bene il fratello e sapeva come poteva essere agitato in questo grande giorno e sapeva che nulla lo avrebbe fatto calmare. La piccola si strinse tra le spalle e cominciò a mangiare le sue salsicce. La sua famiglia era a volte troppo ingombrante e invasiva, ma in quella piccola casa così affollata si sentiva bene. La sua mamma e il suo papà non avevano mai tempo per occuparsi veramente di nessuno dei loro sette figli, ma a nessuno di loro era mai mancato affetto e calore. Certo a volte aveva avuto voglia di un pochino di solitudine, di intimità: stava crescendo e a volte questo desiderio la raggiungeva. Ma ora che si stava avverando, stranamente, non era felice, anzi tutt’altro. Ginny era l’ultima di sette fratelli, l’unica femmina dopo sei maschi. Ormai si era abituata a quella tortura alla quale assisteva ogni settembre: la casa, che d’estate era super affollata, a settembre cominciava a svuotarsi. Il primo settembre alcuni dei suoi fratelli partivano, ma finora qualcuno di loro era sempre rimasto a casa con lei e i loro genitori. Ma quell’anno aveva compiuto anche ron undici anni, e sarebbe partito anche lui per Hogwarts.

Arthur weasley estrasse la bacchetta magica e fece un gesto fluido rivolto verso il soffitto e i bauli dei ragazzi scesero dalle scale per dirigersi in macchina. Ginny guardò avida la bacchetta del padre: mancava solo un anno… solo uno…

Era tutta la vita che ginny vedeva i suoi fratelli partire verso Hogwarts e li vedeva tornare che lanciavano di nascosto scintille l’uno contro l’altro. Non vedeva l’ora di poterlo fare anche lei, anche se era stata in grado di fare magie anche senza bacchette magiche o istruzione. La mamma e il papà le avevano spiegato che Hogwarts insegnavano a controllare quella magia e a usarla nel migliore dei modi. Beh Ginny aveva sempre ritenuto che undici anni era troppo tardi per cominciare quest’istruzione! “ragazzi i bauli sono dentro, Hermes e Crosta pure, mancate solo voi!” disse Molly Weasley, sparecchiando con un colpo di bacchetta la tavola. Ginny si alzò insieme ai fratelli. Percy si alzò e andò subito in macchina. i gemelli, che lo stavano seguendo, si voltarono verso Ron che era rimasto seduto al tavolo paralizzato. Si guardarono con un ghigno sul volto e si avvicinarono a lui. Ginny, che aveva intuito il pericolo, gli si parò davanti. “lasciatelo in pace, almeno oggi” sussurrò la bambina, ben attenta a non farsi sentire da Ronald. “dai togliti Ginny” disse uno dei due gemelli “dobbiamo terrorizzarlo ancora un po’”

“no!” il tono imperioso della sorellina fecero fermare Fred e George. Ma non solo quello….

“ehi! Ma perché non riusciamo a passare?”

“che stai facendo ginny?”

Ginny spalancò gli occhi stupita e spaventata e indietreggiò ma comunque i gemelli non riuscivano a muoversi “p-p-papà…” balbettò la ragazzina. Arthur arrivò e guardò sbalordito la scena. Con un altro movimento della sua bacchetta liberò i gemelli e Ginny si precipitò nelle sue braccia. “che potenza!” ridacchiò lui. “nessuno dei tuoi fratelli è mai riuscito a fare  una cosa del genere”.

“allora posso partire anche io con loro?” chiese speranzosa. Il padre la guardò con un sorriso triste. “eh non tesoro” disse “so che ti da fastidio sentirtelo dire ma sei ancora troppo piccola. Ora andate tutti in macchina che altrimenti facciamo tardi.”. ginny entrò in macchina dove né i gemelli né ron le rivolsero la parola. Ginny si sedette sul sedile anteriore con la mamma (allungato per magia, come il resto della macchina) e si mise a guardare dal finestrino. Arthur mise in moto la macchina e partirono. “ragazzi, mi dispiace ma vi dovrò lasciare alla stazione e scappare a lavoro.” Disse, guardando i ragazzi dallo specchietto. “va bene papà. Tanto aiuterò io la mamma a tenere gli altri” disse percy in tono pomposo. “nessuno ha bisogno di te, perce.” Borbottò uno dei gemelli. “scommetto che tutti voi vi comporterete nel migliore dei modi, da personcine mature e responsabili.” Disse il signor Weasley. La moglie lo guardò alzando le sopracciglia. “beh più o meno…” aggiunse lui dopo aver visto lo sguardo della moglie. “beh noi abbiamo solo tredici anni ce ne abbiamo di tempo per essere maturi e responsabili.” Esclamò fred. “e comunque nessuno di noi ha bisogno del baby-sitter!”disse ginny. “ehi non litigate ragazzi!” disse il padre. “eh già sennò ginny è pronta a scagliare incantesimi su tutti!” disse george.

“a questo punto fate venire pure lei ad hogwarts sicuramente è meglio di ron!”

“ehi ma chi ve lo dice? I miei poteri sono alla pari dei vostri!” esclamò ron, irritato. “piano, piano! Ginny? Di che incantesimi parlano?” disse Molly Weasley. “spia!” esclamò ginny. “scusa mi è scappato…non volevo dirglielo…” disse fred allo sguardo inferocito della sorella.  “beh lo sai che i bambini non la controllano bene la magia… e diciamo che ginny si è… ehm… lasciata prendere dall’entusiasmo… e, vorrei  aggiungere che il suo entusiasmo non è niente male!” disse il padre. “infatti io direi che è anche ora di mandarmi ad hogwarts….” Disse la ragazzina ma nessuno la calcolò. Arrivarono alla stazione di kings cross. Arthur weasley salutò uno ad uno i suoi figli, gli occhi umidi. “allora…” cominciò “studiate ma soprattutto divertitevi… entro i limiti ovviamente…”  “allora Percy fai valere il tuo distintivo…”disse al maggiore, già vestito di tutto punto con un distintivo che gli brillava sul petto. “certo papà.”

“ragazzi state un po’ più tranquilli… non voglio altre lettere da Silente.”

I due ragazzi sorrisero. “certo papà”

“non preoccuparti…”

“e tu Ron…” disse rivolgendosi al minore. “non ti preoccupare! Ad Hogwarts ti troverai meglio di quanto tu non creda… non dare retta a tutte le stupidaggini di Fred e George.” Ron sorrise. “certo papà. Farò del mio meglio.” Il padre gli scompigliò i capelli. “bene io vado. Ginny..” disse rivolgendosi alla più piccola. “non ti nascondere nel treno come l’ultima volta.” Diede un bacio alla figlia e con un ultimo saluto generale se ne andò. “è tardi! Muoviamoci andiamo verso il binario.” La signora weasley prese la figlia per mano e cominciò a trascinarla verso il binario nove e tre quarti. “allora, binario numero?” chiese la donna, dopo le solite lamentele sulla folla di babbani che, come al solito, riempiva la stazione. “nove e tre quarti!” strillò ginny. “bene.” Disse la signora weasley, azzittendo la figlia con uno sguardo che, come al solito, cercava di supplicare la madre a farla salire sul treno con i fratelli. I ragazzi attraversarono la barriera che divideva il binario magico da quello babbano e pure ron si stava preparando ad attraversarlo, quando…

“mi scusi” una voce timida e cortese si avvicinò alla signora weasley e ai suoi figli. “mi scusi…” disse un ragazzo dai capelli scuri e i vestiti troppo grandi “… volevo sapere come….”

“come raggiungere il binario?” lo interruppe Molly gentilmente. Il ragazzo annuì.

“oh è molto semplice, caro..” e gli spiegò in modo semplice come poter attraversare la barriera. “ora vai, prima di Ron…” ginny guardò il ragazzo, che le sembrava ugualmente molto nervoso e sorrise.

“buona fortuna” le parole le uscirono senza che se ne fosse resa conto. Lui la guardò e le rivolse un sorriso a mò di ringraziamento che la fece inspiegabilmente arrossire. Guardò il ragazzino voltarsi e  cominciare a correre verso la barriera. Sentì il suo cuore che accelerava come le rotelle del carrello che il ragazzino spingeva. Ginny chiuse gli occhi e trattenne il respiro nello stesso momento in cui Harry potter attraversava la barriera, senza fiato e col cuore in gola.

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Capitolo 2
*** il binario nove e tre quarti ***


il binario nove e tre quarti             Il Binario Nove E Tre Quarti

“povero ragazzo, tutto solo…sarà sicuramente figlio di babbani….ehi, Ginny, mi senti?” la voce di sua madre fece tornare Ginevra Weasley alla realtà. “come scusa?” disse la ragazzina, fissando ancora la barriera che il ragazzo aveva superato pochi secondi prima. “niente tesoro…”disse la donna guardando la figlia. “allora Ron, comincia ad andare tu, poi ti seguiamo io e ginny.” Disse la signora weasley al figlio. Ron prese la rincorsa e anche lui andò al di là della barriera. “ora ginny, tocca a noi” disse Molly prendendo la mano della figlia. Presero la rincorsa anche loro e si ritrovarono alla stazione del treno di nove e tre quarti. Come al solito era affollata di ragazzi e genitori. Ginny guardò invidiosa tutte quelle facce allegre che si salutavano: non vedeva l’ora di poter avere anche lei quell’espressione in viso al binario nove e tre quarti. “com’era prevedibile ci siamo perse i tuoi fratelli.” Sospirò la signora weasley, guardandosi intorno. “avviciniamoci al binario tesoro…”. Strinse ancora di più la mano della figlia. “mamma so camminare da sola! Vi raggiungo tra due minuti il treno lo vedo!” esclamò ginny infastidita. “ok” disse la madre guardandola accigliata. “ma che siano due minuti! I tuoi fratelli stanno per partire.”
“sì ma’”rispose la ragazzina allontanandosi dalla madre. “certo che non riesce proprio a capire che non ho cinque anni!” borbottò Ginevra. “beh lo capirà quando l’anno prossimo partirò con tutti gli altri….”
“ehi piccoletta!”la chiamò qualcuno da dietro le spalle. Ginny si voltò furiosa. Nessuno la doveva chiamare “piccola”. Era una cosa che l’aveva sempre mandata in bestia. Alle sue spalle si trovò il viso sorridente di Lee Jordan, il migliore amico di Fred e George. Ginny si rilassò: Lee era l’unico a cui permetteva di chiamarla in quel modo, oltre a suo padre. Il ragazzo non lo faceva per farla irritare, l’aveva sempre chiamata così per la sua corporatura minuta. E Ginny lo accettava. “ciao Lee, come va?” chiese ginny amichevole. “tutto ok. Ho portato una cosa che ha fatto impazzire i tuoi fratelli…. Che ci fai qui tutta sola? Cerchi gli altri?”
“no no… facevo solo un giro…”
“quest’anno è Ron il nuovo arrivato, vero?” chiese Lee scostandosi uno dei suoi riccioli rasta da davanti agli occhi. “già” rispose la ragazzina rabbuiandosi. “dai, l’anno prossimo ci sarai anche tu!” disse lee scompigliandole i capelli. “e non vedo l’ora! Una ragazza come te ad Hogwarts! Ne vedremo delle belle…” Ginny sorrise.  “però non essere triste… sei così carina quando sorridi! Ora vado da Fred e George, che hanno ancora la mia tarantola… poverina!”
“buon anno lee! Ci vediamo quest’estate!”
“buon anno anche a te!” Lee se ne andò. Ginny continuò a girovagare. Voleva molto bene a Lee, come se fosse uno dei suoi fratelli. Ma nemmeno a lui poteva confessare il suo segreto. Il motivo per cui voleva girare da sola era uno: sperare di incontrare Harry potter. Era molto incuriosita da lui: la sua incredibile storia…. E poi si diceva che fosse molto carino. Doveva avere più o meno l’età di Ron. “è inutile. Non ho uno straccio di possibilità di incontrarlo” pensò e si diresse verso il binario dove sua madre aveva trovato Ron e Percy. “ eccoti finalmente. Mancano solo Fred e George” disse la signora Weasley. “stavano aiutando un ragazzo a portare su il baule.” Disse Percy. “almeno non mi devo preoccupare.” Disse la madre. “ehi mamma, indovina chi abbiamo incontrato sul treno?” i gemelli erano scesi dal treno, lo stesso ghigno stampato in volto. “chi?” chiese la donna poco interessata mentre puliva una macchia sul naso si Ron. “quel ragazzo che era vicino a noi alla stazione…”disse Fred “…indovina un po’ chi era?” continuò George.
“chi?”
“harry potter” risposero i due all’unisono. Il cuore di Ginny fece un balzo e i suoi occhi si mossero subito verso uno dei finestrini del vagone. Un paio di brillanti occhi verdi vennero, per un secondo, intercettati dai profondi occhi scuri della ragazzina. Quel contatto durò solo pochi secondi e i due smeraldi scomparvero. “oh mamma, ti prego, posso salire a vederlo….?” Tentò Ginevra. “no ginny, te lo proibisco.” Fu la risposta secca della madre. Ginny sbuffò e sentì le domande stupide che faceva Fred a sua madre. Perché proprio lei non poteva avere la possibilità di conoscerlo?! Oltre a non poter partire e stare ancora un po’ con i suoi fratelli doveva aspettare ancora un anno per conoscere Harry Potter! Proprio lei l’unica della famiglia che ci teneva davvero, l’unica per cui conoscerlo era davvero fondamentale, indispensabile. “forza ragazzi salite, il treno sta per partire!” . Ginny non resistette e scoppiò in lacrime. Non era da lei piangere ma in quel caso non aveva altre alternative. I suoi fratelli cercarono di consolarla, credendo che il suo pianto fosse dovuto solamente alla loro partenza. Dopo che Fred era riuscita a strapparle un sorriso, i ragazzi salirono sul treno e continuarono a salutare la sorellina dal finestrino. Ginny continuò a salutarli, asciugandosi le lacrime e, appena il treno cominciò a muoversi, iniziò a rincorrerlo, ridendo, con gli occhi ancora umidi. Il treno cominciò a prendere velocità e ginny si fermò alla vista di uno sprizzo smeraldino che brillava rivolto a lei. Guardò il treno scomparire all’orizzonte e tornò indietro da sua madre che cercava di asciugarsi i segni della sua commozione lontana dagli sguardo della sua bambina. Ginny come al solito fece finta di non vederla. Prese la mano della mamma e in silenzio attraversarono la barriera del binario nove e tre quarti, dirette verso casa.

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Capitolo 3
*** il viaggio in Romania ***


cap 3 nvu romania                                                                                                            Capitolo 3
                                                                                                   Il viaggio in Romania

Cara Ginny,
qui ad Hogwarts è tutto fantastico, come del resto ci avevano già raccontato i nostri fratelli. Io e Harry ci divertiamo un mondo e lui è veramente il migliore amico che si possa avere. Quest’estate lo inviterò a trascorrere un po’ le vacanze con noi, così lo conoscerai anche tu. Tanto per come mi ha descritto la vita che ha vissuto con i babbani la nostra casa gli parrà un hotel a cinque stelle! Strano eh? Oltre a lui ho fatto amicizia con una ragazzina che si chiama Hermione Granger. Nonostante all’inizio si sia dimostrata abbastanza odiosa ora stiamo scoprendo che è abbastanza simpatica ed è di molto aiuto con i compiti ,essendo la più brava del nostro corso, anche se non ci lascia mai copiare.
Mi dispiace che a Natale non ci potremo vedere, ma so che mamma e papà hanno intenzione di andare in Romania a trovare Charlie e non penso che si possano permettere di pagare il viaggio a tutti. Pazienza, ti prometto che ti scriverò più spesso per compensare questa distanza…anche se non ti posso assicurare niente!
Ora vado che ho ancora una montagna di compiti da finire!
Un abbraccio
                                                                                                                                                                              Ron

Ginny piegò con cura la lettera che le aveva spedito il fratello e la mise nel cassetto dove teneva tutte le lettere che i suoi fratelli le avevano spedito da Hogwarts o, come nel caso dei suoi fratelli più grandi Bill e Charlie, dalle loro nuove abitazioni. Ron le aveva fatto una delle sorprese più belle della sua vita diventando amico di Harry Potter. Appena lo aveva saputo, nella prima lettera del fratello, le era scomparso tutto il malumore dovuto alla sua nuova vita da figlia unica ed era tornata ad essere la solita ragazzina allegra e vivace di sempre. Appena lo aveva saputo aveva creato una tabella, una sorta di calendario che contava i giorni che la speravano dal  primo fatidico incontro con Harry,l’aveva attaccata sul muro vicino al suo letto, e tutte le sere prima di andare a dormire cancellava impaziente il giorno appena finito. Ma mancava ancora così tanto! La ragazzina si avvicinò al suo letto e guardò la tabella: era Dicembre e fra poco si avvicinavano quei giorni che aveva cerchiato col pastello verde, cioè i giorni in cui sarebbe partita con i suoi genitori per andare a trovare suo fratello Charlie. Sua madre era agitata per questa partenza e aveva trascinato la figlia per tutta Diagon Alley per cercare maglioni e sciarpe per lei e il padre. Ora i nuovi acquisti erano accuratamente piegati sul letto di Ginny e non aspettavano altro che essere messi nella valigia vuota che giaceva davanti all’armadio. Il bussare alla porta anticipò Ginny che si accingeva a riempire la vecchia valigia: era sua madre, venuta a controllare che la figlia avesse finito i bagagli. “lascia stare ci penso io!” disse premurosa e con un tocco di bacchetta tutti gli effetti di Ginny si ritrovarono ordinati nella valigia. “grazie mamma”disse la ragazzina con un sorriso. “di niente tesoro. Ora vai a dormire che domani dobbiamo svegliarci presto.”
“buonanotte mamma”
“buonanotte Ginny”
Molly uscì dalla cameretta, e Ginny si infilò sotto le coperte. Rivolse un ultimo sorriso alla madre e, quando ella chiuse la porta, cancellò il giorno ormai finito sulla tabella, chiuse la luce e chiuse gli occhi, sperando si sognare per l’ennesima volta quei luminosi occhi verdi che la guardavano dal treno.
                                                                                                                      *
“tesoro, svegliati. È ora.” Delle mani delicate la scuotevano leggermente per destarla dal sonno. Ginevra si voltò lentamente. Aprì gli occhi e guardò il volto rotondo di sua madre, che le sorrideva bonaria. “’giorno ma’” borbottò Ginny. “buongiorno tesoro. Tra dieci minuti è pronta la colazione.”
Ginny si alzò e si diresse verso il bagno dove con l’acqua cercò di svegliarsi completamente. scese e suo padre l’aspettava giù, a capotavola come sempre. “buongiorno papà.”
“buongiorno piccola!”
“la colazione sarà un po’ più leggera del solito, ma ho preparato dei panini per il viaggio.” Disse mamma Weasley. Ginny annuì.  dopo un oretta erano tutti e tre pronti per mettersi in cammino.
“cara, hai comprato il vasetto nuovo di Polvere Volante?”
“certo Arthur è lì sul camino…”
“andremo con la polvere volante fino in Romania?!”esclamò la piccola. “certo che no, cara, dovremo fare parecchi scali. Da qui andiamo fino a Londra e da lì prenderemo una nave che ci farà attraversare il mare….”
“giunti a terra verrà un nottetempo che ci porterà al più vicino focolare per la Romania. E poi saremo da Charlie, che non vede l’ora di vederci!” concluse il signor Weasley.
La famigliola finì rapidamente la colazione e, quando tutti i preparativi si conclusero, si riunirono tutti e tre davanti al camino. Il signor Weasley partì per primo e dopo di lui partì la figlia seguita a ruota dalla madre. A Ginny l’intero viaggio sembrò di viverlo in trance, come se stesse sognando. E fu proprio così che arrivò dal fratello, profondamente addormentata nelle braccia del papà.
                                                                    
                                                                                                                  *
Charlie viveva in una piccola casa divise con alcuni amici che si occupavano di draghi come lui. La presenza di alcune ragazze nel gruppo faceva si che la casa avesse un aspetto minimamente decente. Charlie era solo perché i suoi amici erano tutti partiti per quel poco di ferie che avevano, e così ne aveva approfittato per invitare la sua famiglia. Gli sarebbe piaciuto vedere anche gli altri, ma sapeva che i suoi genitori non potevano permettersi un viaggio per sette persone, e lui neanche. Ma era riuscito a far venire il più grande dei suoi fratelli, Bill, che era in grado di finanziarsi da solo.
Era ormai la vigilia di Natale, e Ginny si era data un gran da fare per decorare la casa del fratello. Queste vacanze la stavano distraendo dalla solitudine in cui viveva da mesi ed era proprio l’obbiettivo dei suoi genitori. Ora la bambina saltellava contenta per tutta la casa, regalando a tutti i suoi famigliari sorrisi radiosi e impegnandosi a rendere la casa più allegra possibile. Aveva decorato l’albero con tutta la cura possibile, e aveva disegnato e ritagliato festoni da appendere per tutta la casa. E, con l’aiuto della mamma, aveva cucinato dei biscotti che riempivano la casa del loro odore fragrante di zenzero e cannella.
“finalmente un Natale decente.”disse Bill entrando nel salone dove Ginny stava finendo di decorare l’albero. Ginny gli sorrise. “bill mi aiuti a mettere la stella sulla punta?” chiese. “certo piccola!” prese in braccio la sorellina e lei allungò le mani per sistemare la grande stella dorata. “ora è tutto perfetto!” disse entusiasta. Bill posò la ragazzina sul pavimento e si buttò pigramente su una poltrona. Ginevra andò verso il fratello e gli si sistemò sulle gambe. “bill ma noi quando ci rivedremo dopo che finiscono le vacanze?” gli chiese guardandolo con i suoi occhioni luminosi. “oh Ginny, manca ancora così tanto, ci sono rimasti altri giorni!”
“lo so però…”
“allora non ci pensare. Se stai a pensare solo a ciò che verrà non ti godi ciò che hai!” esclamò il ragazzo, scompigliandole i capelli. “è veramente tanto che non ci vediamo Ginny. Non mi ricordavo che fossi così pensierosa…”
“ho dieci anni Bill”
“a volte sembra di più.” Disse Bill, abbracciandola forte. “ehi che sono tutte queste smancerie?” charlie entrò nel salone. Era molto diverso da Bill, se non per i capelli: era più basso e più massiccio, e i suoi occhi erano celesti, non  come quelli di Bill e Ginny, entrambi dagli occhi scuri. “stavo coccolando un po’ la mia sorellina…” disse Bill. “ehi e io perché sarei escluso?” disse charlie fingendosi offeso. Poi si buttò sopra il fratello e la sorella.
“anche io ho bisogno di affetto…..”
“dai charlie ci stai schiacciando!”
“dai un bacetto anche al tuo fratellino, Bill….”
“aaaaaaah! Il femore!”
Ginny sgusciò via dall’abbraccio stritolatore dei suoi due fratelli e stette lì a guardarli ridendo a crepapelle. “ehi! Non credere di scappare dalla mia morsa stritolatrice!” i due fratelli cominciarono ad inseguire la piccola mettendo a soqquadro tutto il salone. “ma che ne dite se invece di correre qui, usciamo e vi faccio vedere un po’ il mio mondo?” propose Charlie. “bella idea! Ginny vatti a coprire che fuori fa freddo!” disse Bill e Ginny andò obbediente a prendere la sua giacca, il cappello e la sciarpa e raggiunse i fratelli che, con un colpo di bacchetta, si erano già preparati. “charlie mi fai vedere i draghi?” chiese Ginny. “beh , in realtà non potrei… sai non sono delle creature docili… la mamma non vorrebbe che ti pemetta di vedere un drago…” disse Charlie dubbioso.
“ti preeego..”
“oddio non riesco a dirti di no quando fai così… e va bene ti ci porto!”
“sei sicuro Charlie?” disse dubbioso Bill.
“allora sei tu ad avere paura?” esclamò Charlie, dando una gomitata al fratello. “io?! Sei pazzo? Andiamo… mi preoccupavo per Ginny…”Disse Bill. “io non ho paura!” ribattè lei ostinata.
“ok, ok… ma ci sarà un po’ di strada da fare…”
I tre si addentrarono in un boschetto, Ginny mano nella mano con Bill e Charlie che li guidava. Avrebbe visto un DRAGO! Gli altri sarebbero morti d’invidia. Va bene che erano ad Hogwarts, ma neanche lì avrebbero visto un drago. “come stanno gli altri Ginny?” chiese Charlie.
“bene. Sono tutti ad Hogwarts, ovviamente.” Disse lei.
“beh certo. L’anno prossimo ci andrai anche tu, vero?”
“sì” disse lei, sciogliendosi in un sorriso entusiasta. “no vedi l’ora vero?” chiese Bill. “certo! Non vedo l’ora di poter usare la bacchetta…”
“… e di vedere un certo maghetto con gli occhiali e i capelli neri, vero?” disse Charlie malizioso. Ginny si sentì avvampare. “che cosa?”
“mamma ce lo ha detto…”
“… e tu potrai stargli a contatto fino ai dodici anni, poi non potrai più frequentare i compagni di sesso maschile…”
Ginny si mise a ridere. “bene sono contento di questa tua reazione. Ora statemi vicini. Siamo arrivati. Non fate troppo rumore… credo che dormino…”
“dormino? Sono più di uno?!” sussurrò Bill.
“già. Guardali, non sono stupendi?”
Un grosso, lucente drago era proprio davanti a loro, addormentato. Ginny trattenne il respiro. “possiamo pure avvicinarci, se facciamo piano.” Bisbigliò Charlie. Ginny strinse ancora di più la mano di Bill, e vide che lui avvicinava l’altra mano alla tasca dove teneva la bacchetta. Ginny smise di avere paura quando si trovò abbastanza vicino da sentire il calore che l’essere emanava. Lasciò la mano del fratello e osservò rapita le lucide squame verde che coprivano interamente il corpo della bestia. Girò intorno al muso, che era più grande di lei. Ad un certo punto tra le squame apparve una palla grande quanto il suo volto, lucida e gialla, con una linea nera nel mezzo. Ginny fissò meravigliata quella palla lucida, e guardò il suo volto riflesso. Fu tutto talmente veloce che Ginevra non si rese conto di ciò che successe. Il drago si mosse rapidamente e Ginny si ritrovò faccia a faccia col mostro. “ginny!” qualcosa la sbalzò lontana dal mostro. Si rialzò da terra tutta dolorante e vide i suoi fratelli che lottavano contro l’orrenda creatura, che si era alzata in tutta la sua altezza.  Vide il drago spalancare le fauci e non potette trattenere l’urlo di terrore quando una lingua di fuoco finì sul braccio di Charlie, bruciandogli i vestiti. Con abile mossa Bill colpì il drago con un incantesimo diretto agli occhi. Il mostro ruggì e, in una frazione di secondo, sputò un’altra lingua di fuoco diretta verso Ginny. La ragazzina chiuse gli occhi e, incredibilmente, la fiamma la mancò e colpì un albero vicino a lei, che cominciò a prendere fuoco. Dal nulla apparvero altri maghi che andarono in soccorso dei suoi fratelli, non degnandola di uno sguardo. Uno di loro spense il fuoco con un fluido movimento di bacchetta. “STUPEFICIUM” urlarono. Il drago si accasciò a terra, il cuore ancora a mille. “ginny, stai bene?” bill e charlie stavano correndo verso di lei, l’ultimo col braccio bruciacchiato. “s-si..”balbettò lei. “ma tu… come stai? Il tuo braccio?” disse rivolta la fratello. “questo?” disse Charlie. “non è niente. Si forse fa un po’ male, ma nulla che un medimago non sappia curare…l’importante è che non sia accaduto niente a te…”  
“non ti preoccupare per Charlie. Ci è abituato. Tu sei tremante come una foglia…vieni andiamo a casa… e tu Charlie, vai a farti vedere da qualcuno…” disse Bill. “agli ordini! Ci vediamo dopo!” Charlie girò su se stesso e sparì nel nulla. Bill prese in braccio la sorellina. “io non sono una fifona.” Disse la ragazzina nell’orecchio del fratello. “non l’ho mai detto.” Rispose lui. “si ma se c’erano Fred e George…”
“lascia perdere quei due. Tutti abbiamo delle paure. Essere coraggiosi non vuol dire non avere paura di niente… non avere paura di niente vuol dire solo essere sciocchi...”
“ma forse sono stata troppo fifona per essere ammessa a grifondoro…”
Bill rise. “e ti preoccupi per questo? Ora ti confesso un segreto… ma non lo dire agli altri. Pure io ho avuto paura dei draghi… ma come vedi ho passato sette anni a grifondoro… anche se oggi ho avuto un po’ paura, lo ammetto…” Ginny sorrise. “… ma avevo paura per te, per Charlie. Perché siete i miei fratelli, e vi voglio bene, e non voglio che vi succeda qualcosa.”.  
I due fratelli tornarono a casa. I loro genitori ancora non c’erano, e quindi non c’era nessuno a cui spiegare il perché delle loro facce distrutte. Ginny andò in camera sua e prese il suo astuccio e alcuni cartoncini avanzati dalle decorazioni cominciò a scrivere i suoi biglietti di auguri. Era sollevata dal discorso con Bill. Era contenta che, per entrare in Grifondoro e stare con Harry, non era necessario non aver paura di niente… sorridendo radiosa andò a sistemare i suoi bigliettini sotto l’albero di Natale e si preparò a passare una bella Vigilia di Natale. Forse, sarebbe stata anche migliore di quella che stavano passando i suoi fratelli ad Hogwarts… in fondo, aveva appena vissuto un’avventura degna di quelle di cui Ron parlava nelle sue lettere…”magari l’anno prossimo un’avventura del genere la vivrò con Harry…” pensò Ginny e,saltellando, scese al piano di sotto a farsi coccolare dal fratello, che, per fortuna , non poteva sapere a chi pensava in quel momento….


angolo autrice
non vi preoccupate! la storia non sarà sempre così lenta! arriverò pure alle parti cruciali, ma mi piace aprire delle finestre sul mondo di Ginny fuori Hogwarts e lontano da Harry....
grazie mille a chi ha messo questa storia tra i preferite e ai due che le hanno messe tra le seguite!
alla prossima,
marty

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Capitolo 4
*** estate ***


cap 4 nvu Capitolo 4
Estate

Il sole era finalmente tornato a far capolino tra le tende accostate di Ginevra. La ragazzina aprì gli occhi e sorrise radiosa al nuovo giorno che le si apriva davanti agli occhi. Guardò, come faceva ormai da un anno, la tabella appesa vicino al letto :ormai i giorni cancellati erano molto numerosi… ciò voleva dire che mancava sempre meno ad Hogwarts ed al suo primo incontro con Harry! si alzò dal letto con un balzo e aprì la finestra per sentire l’aria fresca del mattino sul viso.
Era qualche giorno che però qualcosa oscurava la sua quotidiana allegria… aveva sentito Ron parlare con i suoi genitori del fatto che Harry non rispondeva mai alle sue lettere… e i suoi erano preoccupati quanto Ron. L’unica cosa positiva era che, se entro Venerdì Harry non avesse mandato un lettera lo sarebbero andati a prendere… Ginny ancora non ci credeva: avrebbe avuto Harry Potter a casa! E lo avrebbe potuto osservare dalla finestra mentre giocava a Quidditch con i suoi fratelli… già , perché quella era un’altra delle cose che non aveva la possibilità di fare: volare. “quando sarò ad Hogwarts, gliela farò vedere, a tutti!” pensò Ginny. Sentì un po’ di chiasso al piano di sotto, e l’odore delle salsicce che sua madre stava cucinando per la colazione. “come mai sono già tutti svegli?” pensò Ginny. Aprì la porta e sentì sua madre che parlava con i suoi fratelli. La ragazzina cominciò a scendere le scale saltellando, a piedi nudi, nella sua lunga camicia da notte bianca. Arrivata in cucina le ci volle neanche un secondo che capire che quella testa bruna in mezzo in mezzo alle altre tre rosse, non poteva appartenere a nessuno dei suoi fratelli, ma ad un’unica persona. Gettò un gridolino e scappò di sopra. Una volta arrivata al pianerottolo, però, non potè fare a meno di udire le battute di quei cretini dei suoi fratelli “è Ginny…mia sorella. Non ha fatto che parlare di te tutta l’estate…”
“sì, vedrai che ti chiederà l’autografo…”
Le battute furono troncate da un silenzio che solo un’occhiata della signora Weasley poteva creare. Ginny era rossa quanto i suoi capelli, per la rabbia e l’indignazione. Perché nessuno l’aveva avvertita? Si chiuse in camera sua sconvolta, decisa a non uscirne più per tutta l’estate. Non capiva cosa le stava succedendo. Di solito non era così timida, anzi, era sempre stata molto spigliata. Si mise alla finestra a guardare i suoi fratelli che lanciavano gli gnomi insieme ad Harry. le aspettavano molti giorni insieme ad Harry, e doveva cercare di comportarsi il più naturale possibile. Ma dopo la bella figura che le avevano fatto fare i suoi fratelli le sembrava molto difficile. Sospirò e si mise alla ricerca di qualcosa di decente da mettersi. Sentì dei passi sul pianerottolo e si affacciò per vedere chi fosse. “magari se è Harry posso provare almeno a salutarlo…”si disse la ragazzina. E fu proprio lui che si trovò davanti. Chiuse la porta senza neanche rendersene conto. Aveva il fiatone. “è Ginny” era Ron “ è strano che sia così timida, di solito non sta mai zitta…” Ginny sospirò e si accasciò dietro la porta. Beh, almeno una persona della sua famiglia aveva capito che ci stava qualche problema.
                                                                                                                                                            *

Gli ultimi giorni d’estate si rivelarono estremamente lunghi: purtroppo la piccola Weasley non era riuscita a superare l’imbarazzo che le provocava la presenza di Harry Potter in casa sua. Appena lui arrivava faceva cadere qualcosa, non riusciva a parlare se non in monosillabi e il suo volto diventava indistinguibile dai capelli. Insomma, ormai Harry doveva essersi fatto un’opinione di lei del tutto sbagliata e lei non riusciva a dimostrargli chi era in realtà. Non vedeva l’ora di andare ad Hogwarts, per poter conoscere il ragazzo in un ambiente più grande,  meno familiare… una nuova casa, dove sperava di rinascere dalle sue stesse ceneri e mostrare la vera Ginevra Weasley, il suo vero carattere, fiammante come la sua chioma, far vedere il suo sorriso, far sentire la sua voce.
Quella mattina sarebbero andati tutti insieme a Diagon Alley visto che erano arrivate da poco le lettere e l’inizio della scuola era imminente. Ginny era felicissima, perché quello era il suo primo passo nel mondo magico: avrebbe finalmente avuto la bacchetta, i libri d’incantesimi…. Alcune cose le aveva ereditate dai suoi fratelli, ovviamente, come il vecchio libro d’incantesimi di Ron e il calderone di Bill. Ma almeno gli abiti non li avrebbe ereditati da loro!
“Ginny vieni stiamo andando!” ginny scese giù e andò con gli altri suoi familiari davanti al camino della cucina dove tutti erano impegnati a spiegare ad Harry come si usava la polvere volante. Dopo i gemelli e Arthur anche Harry entrò nel camino e con voce un po’ tremolante disse anche lui il nome della sua destinazione e sparì per il camino. “non era così chiaro…”mormorò preoccupata la signora Weasley. Ginny la guardò allarmata “dici che sia finito da un’altra parte…?” chiese. “probabile” rispose la donna. “non ti preoccupare il camino non lo avrà risucchiato per sempre, al massimo è sceso un paio di focolari più in là…rivedrai il tuo innamorato…”disse Ron ghignando. Ginny lo fulminò con lo sguardo “io non ho nessun innamorato…”
“non litigate. Ron comincia ad andare…”
Anche Ron finì ingoiato dal camino e venne seguito a ruota dalla sorella e la madre.
“Harry si è visto?” chiese subito  la signora Weasley. “no” rispose percy. “ora molly non ti agitare, lo troveremo tranquilla…”disse il signor Weasley guardando una ruga di preoccupazione disegnata sulla fronte della moglie. “si, Harry se la sa cavare non ti preoccupare..” disse Ron. “per sicurezza dividiamoci e cerchiamolo… io e ginny andiamo di qua, voi cercatelo verso la Gringott…” la famigliola si divise. “mamma la smetti di tirarmi?” esclamò Ginny. “non ti ci mettere anche tu, abbiamo appena perso Harry, non voglio perdere anche te…” . la ragazzina sbuffò ma non fece altre obiezioni. Alla fine trovarono Harry insieme al resto della loro famiglia, un uomo molto grosso e una ragazzina dai folti capelli castani che parlottava con Harry e Ron. Scoprì che i due erano Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, e Hermione Granger, l’amica di Harry e Ron. Guardò la ragazzina che rideva con Harry, la spontaneità della sua risata e di quella di Harry, i corpi che si sfioravano innocentemente, le parole che venivano giù veloci e provò una fitta di gelosia. Guardò con astio Hermione e seguì sua madre a fare compere, lontana da quei tre. Dopo esser passata nei negozi di abiti andarono in un posto che cambiò l’umore di Ginny: olivander, il negoziante di bacchette. Non vedeva l’ora di avere la bacchetta. Entrarono nel negozio, dove finalmente la madre le lasciò la mano. Era un ambiente molto piccolo e vuoto, se non per degli scaffali alti fino al soffitto colmi di sottili scatoline. Molly si sedette su una sedia tremolante e Ginny si mise a guardare incantata le bacchette. “buongiorno signorina Weasley.” Una mano leggera si era posata sulla sua spalla. Ginny si voltò e si ritrovò il signor Olivander dietro di lei che le sorrideva bonario. “e l’incantevole signora. Onorato come sempre. Questa dolce signorina è l’ultima?”
“già. È la settima.” Disse la signora weasley. “mi ricordo ancora quando ha portato qui il maggiore e questa signorina era solo un fagottino che le stava nelle braccia, mugugnando versi incomprensibili. Era Bill vero?” disse il signor olivander dirigendosi verso il bancone. “sì. Ora lavora alla Gringott.” Rispose la signora Weasley.  “mmm… me lo ricordo come fosse ieri. Legno di tasso. Tredici pollici. Cuore di un unico crine di unicorno maschio, molto bello. Era molto fiero della sua bacchetta. Però, prima di andarsene mi confessò una cosa…”e qui il signore posò il suo sguardo su Ginevra. “...era molto più fiero di avere una sorellina tanto bella.” Ginny avvampò. “allora vediamo questa bacchetta…” . il negoziante tirò fuori molte di quelle scatoline. Ginny provò ad afferrare alcuni dei bastoncini che esse contenevano. Ma le sembravano solo dei pezzi di legno. “una bacchetta serve per incanalare la magia che è in un mago e usarla al meglio. Ogni mago è diverso, quindi lo è anche il suo potere magico. Signorina Ginevra lei deve trovare quel legno, quel cuore che designa il tuo essere, che ti rappresenta. Ed è una ricerca complessa, e per questo avrai tutto il tempo che vuoi. Non ti preoccupare. Alcuni ragazzi sono rimasti qui per ore, alcuni hanno trovato la loro bacchetta in pochi secondi. Ma ricorda : è la bacchetta a scegliere il mago. Sarà lei a trovarti.” . ginny prese decisa un’altra bacchetta, e poi un’altra. Ma non si arrendeva alla vista di quei bastoncini privi di vita che teneva tra le dita. Ma accadde all’improvviso: avvertì un calore tra le dita e dal bastoncino esplosero scintille rosse che fecero sobbalzare sua madre. “che potenza!” esclamò il signor Olivander. “cuore di piuma di fenice. Le fenici hanno il potere di rinascere dalle proprie ceneri, e di curare i dolori altrui con le proprie lacrime. Questa fenice era appena rinata e particolarmente bella. Ho dovuto lottare molto per strappare quella piuma. Nove pollici e mezzo. Legno di quercia. Forte e maestosa. Ottima bacchetta ma estremamente potente. La usi con cautela.” Ginny guardò rapita la sua nuova bacchetta e la riconsegnò a fatica al negoziante che gliela imballò. “allora sei contenta della tua nuova bacchetta?” chiese la signora Weasley una volta uscite dal negozio. “sì. Non vedo l’ora di poterla usare.” Rispose la figlia. “ora dobbiamo andare al Ghirigoro… tuo padre e gli altri ci aspettano lì.”
La libreria “il Ghirigoro” era stipata di streghe dell’età della signora weasley che si spintonavano per entrare. “c’è Gilderoy Allock!” esclamò sua madre “potremo vederlo!” si passò una mano sui capelli e si unì alla folla di streghe lasciano Ginny con suo padre, i suoi fratelli e Harry ed Hermione. Ginny sbuffò, non sopportava la cotta di sua madre per quel tipo. “potremo conoscerlo!” sentì squittire Hermione Granger, rivolta ad Harry e Ron. “voglio dire, è lui che ha scritto quasi tutti i nostri libri di testo..” aggiunse arrossendo leggermente. Oddio non mi dire che piace pure a lei, pensò Ginny, e meno male che Ron mi aveva detto che era intelligente. Vide i tre che afferravano una copia dei loro futuri libri di testo e sgattaiolavano nel mezzo della folla. Li seguì e si riunì ai genitori che erano nel pubblico insieme ai genitori di Hermione. Guardò disgustata sua madre che guardava rapita l’uomo vestito color non-ti-scordar-di-me dall’espressione pomposa; ma cosa diamine ci trovava? “harry potter? È veramente lui?” esclamò Gilderoy Allock, guardando dalla loro parte. Trascinò Harry sul palco e Ginny lo guardò furiosa: ma non vedeva come era imbarazzato? E che, sinceramente, di pubblicità non ne aveva proprio bisogno, visto che era certamente più famoso di lui? Guardò infuriata il finire della scena e vide harry riscendere dal palco con un’espressione identica alla sua. Si avvicinò a lei, che era tornata in fondo alla sala, col suo paiolo nuovo. “tu prendi questi” borbottò il ragazzo rovesciando la sua pila di libri fiammanti di Allock nel calderone “io me li comprerò…”
“scommetto che ti è piaciuto, eh Potter?” un ragazzo biondo, dall’espressione malevola si era avvicinato a loro “il famoso potter! Non può neanche entrare in una libreria senza fare notizia…”
“lascialo in pace, non è stato lui a volere tutto questo!” disse Ginny, fissandolo con i suoi occhi scuri, ancora più infuriata. Era strano, di colpo, anche se davanti ad Harry, la sua timidezza era magicamente svanita..
“potter, ti sei fatto una ragazza!” commentò il ragazzo facendo arrossire furiosamente la ragazzina. Dopo quel commento non riuscì più a dire una parola neanche quando, suo padre e quello del ragazzo cominciarono a fare a botte.
A casa erano tutti stanchi e nervosi e Ginny non parlò per tutto il resto della giornata. “quel Malfoy! Se deve cominciare così anche quest’anno guarda…”era Ron che parlava con Harry. “già…”
Ginny non aveva fatto in tempo a scappare in camera sua che se li era trovati davanti. “oh. Ciao Ginny.” La salutò Harry. “c-ciao” borbottò Ginny.  “mi dispiace per oggi. Ma malfoy è così con tutti… soprtattutto se si tratta di noi…” disse Harry cercando il suo sguardo. Ginny annuì. Perché doveva diventare rossa…?!  “Ma grazie per avermi difeso. È stato molto gentile.” Continuò “beh era giusto che lo facessi…” rispose lei sempre più rossa. Harry sorrise. “ beh noi andiamo a dormire. Buonanotte!”disse Ron e salirono sulle scale verso la stanza del fratello. Ginny corse in cameretta sua e cancellò un’altro giorno dalla tabella. Prese uno dei suoi nuovi libri dalla scrivania e cominciò a sfogliarlo. Ma dalle pagine cadde qualcosa. La ragazzina si chinò stupita e raccolse l’oggetto scivolato fuori dalle pagine. Era un vecchio diario babbano con la copertina nera con una data stampata sopra, che riportava a cinquant’anni prima. Lo sfogliò ma le pagine erano tutte vuote. Se lo sarà dimenticato dentro il proprietario precedente del libro pensò Ginny. Andò direttamente alla prima pagina dove c’era un unico segno dell’’antico proprietario: T.O. Riddle, aveva scritto il suo nome lasciando un segno deciso del passaggio di quel diario nelle sue mani.

ANGOLO AUTRICE
scusate per la lentezza a pubblicare... ma non ho mai tempo... ma piano piano diventerò più veloce!! grazie mille per le persone che mi hanno aggiunto tra i preferiti e per le persone che mi hanno recensito! saluti a tutti!
marty

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Capitolo 5
*** lo smistamento ***


cap 5 nvu                                                                                    Lo smistamento

Quella mattina del primo settembre fu caotica come sempre, forse anche di più visto che a partire erano in 6. ma Ginny la visse in modo diverso essendo una di quelli che partivano. Non era nervosa come Ron, ma piuttosto euforica, ma non riusciva a darlo a vedere, per via di Harry.  
La partenza fu disastrosa. Loro padre si dovette fermare almeno cinque volte perché ognuno si era scordato qualcosa e così  erano permanete in ritardo e Ginny cominciava ad innervosirsi. Aveva paura di non riuscire a prendere quel maledetto treno, ma arrivarono appena in tempo. Superata la barriera del nove e tre quarti ebbe solo il tempo di dare un bacio frettoloso ai suoi genitori e di correre nel treno, aiutata da fred e george a trascinare il suo baule, più grosso di lei. “noi abbiamo già trovato uno scompartimento, ma è pieno quindi dovrai cercartene uno da sola.” Le disse George. “il treno è grande troverai sicuro qualcosa.” Disse fred, e se ne andarono, lasciando la sorella sola col suo baule. Si trascinò attraverso il corridoio, affacciandosi ad ogni scompartimento per trovarne uno vuoto. “ehi Ginny!” si sentì chiamare da uno scompartimento. Era Hermione Granger che le faceva cenno di entrare. Sapendo di non avere altre possibilità entrò a malincuore e si sistemò sulla poltrona davanti alla ragazza, che le sorrideva. “non abbiamo mai avuto l’occasione di presentarci seriamente.” Disse porgendole la mano “ginny” bofonchiò lei stringendo la mano che la ragazza le porgeva. “hermione” disse lei. “allora emozionata per il tuo primo giorno ad Hogwarts?”
“abbastanza…”rispose lei
“io lo ero. Ero talmente agitata che mi sono imparata tutti i libri di testo a memoria. Non volevo essere dopo nessuno, anche perché sono una Natababbana e non volevo essere oggetto di discriminazioni.”
“anche se sei una natababbana non vuol dire che sei diversa! Sei comunque una strega.” Rispose Ginny. “e da quello che mi ha detto Ron sei anche molto brava…”
“ron e Harry sono troppo buoni! Sono così felice di avere due amici come loro!”
“quindi sono solo amici, anche Harry?” si lasciò sfuggire Ginevra
“ma certo, cosa pensavi?”
“no, no…niente…” ginny si sentì subito più rilassata e cominciò a sorridere ad Hermione. Allora non le interessa Harry, pensò. Il treno partì e loro neanche se ne accorsero, immerse com’erano nelle loro chiacchiere. Dopo più o meno mezz’ora si aprì la porta dello scompartimento e si presentò davanti uno strano trio, formato da due grossi ragazzi e uno più piccolo, al centro, che Ginny riconobbe come il ragazzo incontrato alla libreria “il Ghirigoro”. “ah ecco qui la nuova fidanzatina di Potter!” disse, strascicando le parole. “ma va al diavolo!” rispose Ginny. “ed ecco qui la nostra cara mezzosangue… ti senti sperduta senza i tuoi cari Potter e Weasley a difenderti…”
“non la chiamare in quel modo!” scattò Ginny, schiumante di rabbia, bacchetta alle mani. “ohoh, che caratterino la piccola Weasley…” la canzonò Malfoy. Ginny si alzò in piedi. “nessuno mi può chiamare piccola!” esclamò e dalla sua bacchetta uscì un getto di scintille che colpì in pieno il biondino. “ahia!” urlò lui. “vattene di qui, Malfoy, se non vuoi finire nei guai.” Disse Hermione alzandosi in piedi. Chiuse la porta  dello scompartimento e i tre se ne andarono. “malfoy.” Disse semplicemente Hermione. “purtroppo avrai a che fare anche con tipi come lui.”

                                                                                            *
“siamo quasi arrivati. Ma non riesco a capire dove siano Harry e Ron.” Disse Hermione. “li incontreremo al banchetto.”. le due ragazze scesero sulla banchina. “primo anno! Primo anno da questa parte!!” il corpulento Hagrid stava radunando intorno a lui una serie di bambinetti dall’aria impaurita. “vai! Ci vediamo dopo lo smistamento.” Disse Hermione alla nuova amica e si unì alla folla di ragazzi in nero. Ginny andò verso i ragazzi in nero. “sei una Weasley, giusto?” disse Hagrid appena la vide. La ragazzina annuì, nervosa. Seguì il gigante fino al lago nero. Ginevra sapeva già cosa le sarebbe aspettato, Ron le aveva raccontato tutto: sapeva già della traversata sul lago, della Sala Grande e del Cappello Parlante. Ma ciò non le impediva di essere agitata. Salì su una delle barchette che aveva indicato Hagrid, insieme ad altri quattro ragazzini: vicino a lei c’era una ragazzina dai lunghi capelli biondi e un’aria trasognata, una ragazzino dall’aria molto eccitata e una ragazza silenziosa dai capelli ricci, piuttosto impaurita da ciò che vedeva. “ciao” la salutò subito il ragazzino. “ mi chiamo Colin Canon. Non ti sembra fantastico essere in una scuola di magia?” Ginny annuì. “io non sapevo che esistesse la magia prima. Infatti sono stato molto sorpreso di essere un mago. E anche mio padre. Farò un milione di fotografie da mandare a mio padre! Voi come vi chiamate?” chiese Colin. “Ginny Weasley.” Rispose la rossa. “ah, mio padre conosce tuo padre! Abitiamo nella stessa zona!” disse la ragazzina bionda. “io sono Luna Lovegood”.
Il viaggio durò poco e in men che non si dica si ritrovò ad Hogwarts a sfilare davanti a tutta Hogwarts. Vide Lee, Fred e George salutarla allegramente, percy rivolgerle un cenno e Hermione rivolgerle un gran sorriso. Cercò con lo sguardo Harry e Ron ma non li vide. Possibile che non avessero preso il treno? Il cappello parlante cominciò a cantare e appena smise cominciò lo smistamento e a Ginny cominciarono a tremare le gambe. Colin Canon fu uno dei primi ad essere chiamato e venne immediatamente smistato a Grifondoro dove lei sperava di finire, insieme ad Harry e a tutta la sua famiglia. “luna Lovegood!”
“corvonero”
Erano ancora alla “L”,. ci sarebbe voluta un’eternità prima di arrivare a lei. Ma piano piano la folla sminuì, rimasero in tre ad aspettare il proprio verdetto.
“Ginevra Weasley” chiamò la professoressa Mcgrannit. Ginny fece un respiro profondo e andò a passo spedito verso il tremolante sgabello dove era il cappello. La professoressa prese il cappello, ginny si sedette e la professoressa le calò il cappello sugli occhi, oscurandole la vista della sala.
“mmmmm… un’altra Weasley…. Una ragazza questa volta!” le disse la voce del cappello nelle orecchie. “coraggio… gran cuore… talento, parecchio talento… beh penso non vorrai andare contro la tradizione di famiglia, vero? Allora….GRIFONDORO!!” la ragazzina si tolse il cappello, euforica e si sedette vicino ad Hermione ed ai suoi fratelli.
“congratulazioni Gin!”
“non potevi andare contro la tradizione di famiglia eh?”
“dove sono Ron e Harry?” chiese Ginny. “ si saranno ficcati nei guai come al solito.” Disse Percy.
“girono voci che dicono che siano venuti con una macchina volante e siano stati beccati da piton!” disse Lee. “ma dai! Non la saprebbero neanche guidare, una macchina!” esclamò George.
“si ma nel treno non li ho visti.” Disse un ragazzo dai capelli color sabbia vicino a loro. “beh speriamo che non siano in qualche guaio già dal primo giorno di scuola…” disse Hermione sospirando. “non c’è neanche Piton…” disse Lee. “non vuol dire che la sua assenza sia collegata a quella di Ron ed Harry!” esclamò Hermione, anche se era visibilmente preoccupata.
“già magari è morto…” disse fred sogghignando. “fred!” esclamò Ginny. “ancora non lo conosci Ginny…” rispose lui. Ginny era rimasta abbastanza male che suo fratello ed Harry non avessero assistito al suo smistamento, anche se era disposta a perdonarli se avessero avuto scuse abbastanza valide. Il preside cominciò a parlare, ma furono solo poche parole, poi cominciò il banchetto e la ragazzina si rese conto solo in quel momento della fame che aveva. Cominciò a ridere e scherzare senza pensare ad Harry e a Ron, mangiando quelle deliziose leccornie che le si presentavano davanti agli occhi. Finito il banchetto Harry e Ron non si erano ancora visti, ma Ginny non aveva tempo per pensarci visto che si doveva unire ai suoi compagni del primo anno dietro Percy che li avrebbe condotti nel loro dormitorio. Cercò di imprimere nella memoria la strada ma capì subito che era un’impresa impossibile: ci stavano scale che cambiavano di posto, ritratti che si muovevano quindi aveva capito che non sarebbe mai riuscita a muoversi da sola. La fila di ragazzini si fermò davanti ad un  grosso quadro raffigurante una signora grassa vestita in rosa. Percy pronunciò la parola d’ordine e il quadro si spostò per lasciarli passare. “e questa è la sala comune.” Disse Percy una volta che tutti i ragazzini furono passati. Ginny guardò intorno il camino, le comode poltrone  in rosso e le lunghe tavolate e sentì subito un piccolo calore nel cuore. Mi sento a casa, pensò la rossa, guardandosi intorno sorridendo. Percy mostrò i dormitori e Ginny e le altre ragazze salirono sulla scala che il prefetto aveva indicato come dormitorio femminile. Dalla scala si vedeva che si trovavano in una delle torri del castello. Arrivarono ad una porta con una targa che diceva “primo anno”. Una ragazza aprì la porta e si trovarono in una stanza circolare con  quattro letti a baldacchino, ognuno con un baule sistemato vicino. Ginny riconobbe subito il suo baule accanto ad un letto centrale vicino ad una finestra. “allora io comincerei le presentazioni… mi chiamo Miriam.” Disse una ragazza ricciuta dai toni decisi. “demelza robins.” Disse una ragazza alta dai lisci capelli castani tagliati corti. “io sono aileen.” Rispose timidamente una ragazzina mingherlina dai lunghi capelli neri lisci. “io sono Ginevra. Ma chiamatemi Ginny.” Disse Ginny, sorridendo cordiale alle sue nuove compagne. Le altre risposero con un sorriso e ognuna di loro andò a sistemare le proprie cose. Il letto di Ginny era in mezzo a quello di aisleen e demelza. Sistemate le proprie cose, ginny si mise a letto, e si addormentò subito in un sonno profondo.
 
angolo autrice
ringrazio per le critiche positive, in particolare erikappa che è praticamente l'unica a recensirmi... ecco come vedete sto cercando di velocizzarmi sia nel pubblicare che nell'arrivare al punto cruciale della storia, ma devo dire che mi sto divertendo molto a descrivere i primi passi nel mondo della magia della mia eroina..
saluti a tutti e ancora grazie a coloro che mi hanno aggiunto tra i preferiti e chi ha messo questa storia tra le seguite!.

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Capitolo 6
*** primi passi ad Hogwarts ***


cap 6 nvu                                                                                                   Primi passi ad Hogwarts

Quella mattina Ginny si alzò molto presto e aspettò che le sue compagne si svegliassero. La prima fu Miriam. “scendiamo tutte insieme a fare colazione?”chiese Ginny. “sì, almeno se ci perdiamo rimaniamo unite.” Rispose la riccia. Quando si alzarono e prepararono tutte cominciarono a scendere dalla scala a chiocciola e aspettarono nella sala comune che scendesse qualche studente più grande per poterlo seguire fino alla sala grande. Non dovettero aspettare molto e arrivarono due ragazzi che dovevano avere la stessa età di Ron, uno lo riconobbe come quel ragazzo dai capelli color sabbia che aveva visto la sera prima al banchetto, l’altro era un ragazzo alto e bruno che non conosceva. Miriam si mise subito davanti a loro, con aria sfrontata. “ciao.” Li salutò subito “siamo del primo anno e non sappiamo la strada per arrivare alla sala grande, possiamo venire con voi?” i due ragazzi la  guardarono sorridendo. “ ma certo”rispose il ragazzo dai capelli color sabbia. Si presentarono: il ragazzo biondo era Seamus Finnigam, e l’altro era Dean Thomas, entrambi del secondo anno. “quindi tu sei la sorella di Ron, giusto?” chiese Dean a Ginny dopo che le ragazze si erano presentate. “sì”rispose lei. “ci devi spiegare allora dove lui e Harry hanno preso quella macchina volante!”esclamò. “macchina volante?” chiese preoccupata: sapeva bene che suo padre aveva modificato una macchina babbana affinché volasse ma non capiva come la voce fosse arrivata fino ad Hogwarts… “si ieri lui e Harry sono arrivati a scuola con una macchina volante e si sono schiantati sul platano picchiatore! Fantastico!” disse Seamus. “tu hai un fratello qui?”chiese la timida Aisleen.”in realtà quattro…” rispose la rossa. Procedettero  chiacchierando, Ginny nascondendo dietro ad un sorriso la sua preoccupazione per ciò che aveva fatto il fratello e il suo stupore al fatto che non fosse stato espulso. Ma appena lo avesse saputo la madre… “eccoci arrivati!” disse Dean e si sedettero tutti e sei presso la tavola imbandita. Qualche posto più in la c’era Hermione intenta a leggere un libro e vicino a lei Harry e Ron che parlavano con un ragazzino dalla faccia tonda seduto davanti a loro.
“oh ecco i gufi!” esclamò seamus. Ginny si voltò verso la finestra e vide lo sciame di gufi. “wow!” esclamò Demelza “a queste cose penso non mi ci abituerò mai…”
“sei di origini babbane?” le chiese Dean. “già. Fino a poco tempo fa non sapevo dell’esistenza della magia…”
“idem!” sorrise lui. Ginny scrutò tra i gufi se vedeva Errol, il gufo della sua famiglia. Ma sbiancò quando riconobbe la busta rossa che teneva tra le zampe. E sapeva anche a chi era diretta: infatti il gufo si schiantò davanti al povero Ron che aprì la busta letteralmente terrorizzato. Ginny chiuse gli occhi, ma era inutile: la voce di sua madre rimbombava per tutta la sala e le parve di sentire la vergogna di Ron fin dentro se stessa. Quando finì di tuonare Ginny prese un toast e lo addentò come se niente fosse. La povera Demelza era rimasta scioccata e Dean e Seamus ridacchiavano. Ginny vide Hermione che rimproverava seccamente Ron e quello rosso dalla vergogna. Guardò Harry e vide che anche lui era visibilmente mortificato. Appena finì il toast arrivò la professoressa Mcgrannit con i fogli dell’orario. “chi avete voi in prima?” chiese Dean. “incantesimi con Corvonero. Voi?” rispose Miriam. “erbologia con Tassorosso. È meglio che ci avviamo, dobbiamo andare alle serre. Ci si vede!” disse Saemus e lui e l’amico se ne andarono. “è meglio che ci avviamo pure noi altrimenti arriveremo tardi! Sbrigati Demenza!” escalmò Miriam imperiosa. Demelza mangiò in fretta il suo toast e tutte si avviarono. Trovarono abbastanza in fretta l’aula di incantesimi. Il professore dopo l’appello li divise per coppie: Ginny si ritrovò con Colin Canon, Miriam con Demelza e Aisleen con un ragazzo di Grifondoro che Ginny non conosceva. La lezione di incantesimi fu molto interessante e Ginny scoprì in Colin Canon una persona gentile e simpatica, che ammirava anche lui Harry Potter (anche se non nello stesso modo in cui lo ammirava la ragazza). Oltre a questo Ginny si rivelò particolarmente abile nell’usare la bacchetta e questo strappò una serie di complimenti al professore Vitious. “ottimo signorina Weasley! Se continua così diventerà la prima del corso, anche se effettivamente è un pochino presto per dirlo!”
“brava!” le sussurrò Luna Lovegood che sedeva dietro di lei. Ginny si voltò e le sorrise. “anche tu, comunque, il professore è venuto a complimentarsi anche con te.”
“già. Sarà una dote di famiglia, anche mia madre era molto ferrata con gli incantesimi.” Luna parve leggere sulla faccia di Ginny l’espressione interrogativa nata all’uso di quell’imperfetto. “è morta quando avevo nove anni. Stava facendo degli esperimenti con alcuni incantesimi… ma queste cose non sempre vanno bene.” Le spiegò. “oh… mi dispiace… non volevo…” tentò di scusarsi la rossa avvilita. “non ti preoccupare. Non potevi saperlo.” Disse Luna. Uscita dall’aula di incantesimi Ginny stava ancora con la ragazza fino a che non si dovettero dividere. “io ho storia della magia. Devo andare al secondo piano.” Disse Ginny, controllando sull’orario. “io pozione nei sotterranei.” Disse Luna. “ci vediamo a pranzo…”
“ok! A dopo!”
Ginny si era ritrovata senza i suoi compagni e cominciò a salire da sola verso il secondo piano. “ginny! Ginny!” la chiamò un ragazzo in fondo al corridoio che correva verso di lei. “ ciao Lee!”
Il ragazzo la raggiunse. “ehi piccola! Congratulazioni per essere dei nostri!” disse. “grazie mille! Mi aiuteresti a trovare l’aula di storia della magia?”
“ma certo! Tanto devo andare là! L’aula di difesa contro le arti oscure è da quelle parti…”
Camminarono chiacchierando allegramente. “allora come ti sembra Hogwarts?” chiese Lee. “è fantastica! Mi trovo benissimo!”
“sono contento! Ma certo alla fine è impossibile trovarsi male qui…”
“infatti! Sono così contenta di poter usare finalmente la magia…”
“anche se Fred e George mi hanno sempre detto che non ti sei mai fatta problemi ad usare la magia anche senza bacchetta…”
“si ma non la controllavo. Con la bacchetta è tutta un’altra cosa.”
“eh sì… allora siamo arrivati! Buona lezione.” Disse Lee Jordan e se ne andò. Ginevra entrò in classe e trovò i suoi compagni già seduti. Vide Demelza  seduta da sola. “posso mettermi vicino a te?” chiese. “ ma certo…”
Storia della magia si rivelò particolarmente noiosa e ben presto Ginny smise di prendere appunti e cominciò a chiacchierare con Demelza. “non vedo l’ora di vedere la prima partita di Quidditch.” Disse Ginny. “il quidditch?” chiese la compagna. “ah già.. tu non puoi conoscerlo… è il gioco più popolare del mondo dei maghi...” disse Ginny. “ah.. come il calcio nel mondo babbano..” disse Demelza. “ mah io non so cos’è il calcio…” e partì in quarta con la spiegazione delle varie regole del Quidditch. “sembra divertente!” commentò Demelza. “io sono una patita di calcio! Magari diventerò anche una patita di Quidditch!”
“dai ti insegnerò io!”
Continuarono a chiacchierare per tutta l’ora e Ginny seppe di aver trovato in Demelza un’amica.

                                                                                                                       *
La sera Ginny era stanca: le lezioni si erano rivelate abbastanza pesanti e già l’avevano riempita di compiti! Si mise con Demelza, Miriam e Aisleen a lavorare su quelli più difficili e capirono che loro quattro, insieme, formavano una squadra affiatata, anche se Miriam pretendeva un po’ troppo di comandare le altre. Ginny decise prima delle altre di andare su in dormitorio, perché era particolarmente stanca. Salita su cominciò a mettere in ordine le sue cose ma appena aprì il baule trovò il diario di T.O. Riddle sopra il resto dei suoi effetti. Lo tirò subito fuori: forse scrivere un po’ l’avrebbe aiutata a rilassarsi e poi le sarebbe piaciuto fermare per sempre quel suo primo giorno di scuola. Si sdraiò sul letto, aprì il diario, intinse la piuma nell’inchiostro e cominciò a scrivere.

Caro diario, mi chiamo Ginevra Weasley, ma tutti mi chiamano Ginny. Oggi è stato il mio primo giorno ad Hogwarts…

Le parole brillarono per un attimo sul diario e poi sparirono. Ginny fissò stupita la pagina sulla quale apparvero parole che lei non aveva mai scritto.

Ciao Ginevra. Posso chiamarti anche io Ginny?

Ginny era sbalordita. Un diario che parlava da solo? All’improvviso le vennero in mente le parole di suo padre: non ti fidare mai di niente che pensi da solo se non sai dove ha il cervello. il diario stava formulando delle nuove parole.

Immagino che tu non ti fidi di me. Ti capisco. Ma io vorrei semplicemente essere un tuo amico. Mi chiamo Tom. E sono qui per ascoltarti. Non hai un segreto del quale vorresti liberarti ma non puoi perché ancora non hai trovato nessuno con cui confidarti?

Si.

Rispose Ginny, gettando alle ortiche tutti gli insegnamenti del padre… in fondo quello era solo un diario…un innocuo libricino… che male avrebbe mai potuto farle?

Allora parlamene piccola Ginny… io sono qui per ascoltarti… apri il tuo cuore…

 E Ginny cominciò a scrivere fiumi di parole, liberandosi di quel peso che portava dentro da troppo tempo, felice alle risposte consolatorie di Tom, ai suoi consigli. Gli parlò del fatto che portava abiti di seconda mano, che era l’ultima di sette fratelli, del suo primo giorno ad Hogwarts, del ragazzo che le piaceva e che non la guardava neanche.
 
Ora devo andare a dormire Tom. Domani ho lezione.

Va bene Ginny… buonanotte.

Buonanotte e grazie per avermi ascoltata!

Mi ha fatto solo piacere. A domani.

Ginny chiuse il diario e si accorse solo in quel momento che le sue compagne di dormitorio erano già tutte rientrate e dormivano profondamente. Chiuse la luce e si addormentò anche lei.

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Capitolo 7
*** parole di mezzanotte ***


cap 7 nvu
Parole di mezzanotte

I mesi passarono e l’autunno arrivò veloce. Ginny era felice ad Hogwarts: prendeva ottimi voti e aveva degli amici, cosa che le accadeva per la prima volta nella sua vita, escludendo Lee Jordan. Ma cosa più importante aveva delle amiche,ed era una novità ancora più grande. In questo mese aveva imparato a conoscere bene le sue compagne di dormitorio; Demelza era quella che prediligeva tra tutte: l’alta ragazza dai capelli castani aveva rivelato un carattere semplice e allegro che la rese subito amabile agli occhi della piccola Weasley, e la sbadataggine che la caratterizzava  non faceva altro che rendere la ragazzina ancora più simpatica a Ginny. Miriam rivelò subito un carattere molto forte e determinato: la sua voce risuonava sempre nelle aule, il suo sguardo fiero era in grado di tener testa al più severo dei professori. Non lasciava mai un compito incompiuto e non sopportava essere rimproverata o corretta. La piccola e taciturna Aisleen non aveva dato modo a Ginny di conoscerla bene, ma era una ragazzina gentile, cortese ma molto timida che ogni sera riempiva di parole il suo diario e scriveva lettere lunghissime. Ginny era molto contenta delle sue compagne e anche delle altre amicizie che stava riuscendo a fare fuori dal dormitorio; come era prevedibile le era più facile fare amicizia con i ragazzi che con le ragazze, ma era soddisfatta delle amicizie che aveva trovato. A volte le mancavano i suoi genitori, la sua cameretta, le sue matite colorate ma erano solo rari momenti. Un’altra amicizia di cui era contenta era quella con Tom, ma la teneva segreta a tutti: sapeva benissimo che chiunque avrebbe considerato il suo confidente qualcosa di oscuro ma solo perché non lo conoscevano. Ginny in lui aveva trovato solo un ragazzo gentile. Le aveva cominciato a raccontare qualcosa anche lui: aveva scoperto che aveva sedici anni e che anche lui era andato ad Hogwarts, nella casa di serpeverde. Era stato un prefetto e un caposcuola, uno studente modello.

io e te siamo molto diversi.

Non credo che provenire da due case opposte voglia dire che siamo così diversi. È solo che il cappello parlante ha pensato che io mi sarei trovata meglio a grifondoro e tu a serpeverde.

Si su questo hai ragione. A volte sembri più matura della tua età.

Me lo dice pure mio fratello Bill. Forse essere cresciuta con sei fratelli maggiori mi ha fatto maturare più in fretta.

Ipotesi possibile. Quindi tu hai una famiglia numerosa…

Già. E tu?

Io non ho famiglia. O meglio: l’avevo. Mia madre è morta partorendomi. Mio padre non l’ho mai conosciuto. Ha abbandonato mia madre prima che nascessi, appena seppe che era una strega.

Che cosa triste.

Già. Ma ormai mi sono abituato a questa idea. Ho vissuto tutti questi anni in un orfanotrofio babbano. Sono stato così felice di essere ad Hogwarts.

È la stessa storia di Harry, l’amico di mio fratello che mi piace. Pure lui ha perso i genitori da piccolo e ha vissuto con i babbani. Dice che è stata una brutta esperienza.

Così i giorni passavano e Ginny faceva tutte le sere le ore piccole per parlare con Tom. Si sentiva più serena ma fisicamente era abbastanza stanca. Le era capitato già una volta di addormentarsi a storia della magia e aveva paura che le succedesse in lezioni più importanti e con professori più intransigenti come pozioni o trasfigurazione.

Caro tom, sono così contenta di avere un amico come te… nessuno mi ha mai ascoltata o capita come fai tu.

Questo mi fa piacere. Come va con Harry?

Non va. Come al solito non mi nota neanche. Per lui sono solo la sorellina del suo migliore amico. Però evito di pensarci. Mi sto concentrando molto sullo studio ultimamente. Però cosa darei per poter piacere a lui.

Col tempo ti noterà sicuramente. Sei una ragazzina brillante e intelligente, sicuramente molto carina..

Quando c’è lui non riesco ad essere me stessa, è questo il problema! Divento rossa e non faccio altro che balbettare! E non sono neanche così carina…

Io sono convinta che tu lo sia. Se solo ti potessi vedere…

C’è un modo?

Forse sì… ma è ancora troppo presto per dirlo. Continua a parlarmi di te. Piano piano mi sto facendo un’idea di te grazie alle tue parole, ai tuoi racconti.

Ci sono state le prove di volo per noi del primo anno! A me non servivano a molto visto che già so volare, nonostante i miei fratelli non mi hanno mai fatto giocare a quidditch con loro…

E come hai imparato?

Da quando avevo sette anni che rubo le loro scope nel capanno. Ho imparato subito. Cosa darei per poter giocare nella squadra di Grifondoro… con Harry. ma sono solo del primo anno…e nella squadra non ci sono posti.

Harry gioca nella squadra?

Sì è stato il cercatore più giovane degli ultimi secoli, è stato ammesso già dall’anno scorso per quanto è bravo…

Le sue compagne erano tutte emozionate per l’imminente Halloween, si diceva anche che quell’anno la festa sarebbe stata meglio del solito. Anche Ginny non vedeva l’ora di parteciparvi. Ma era sempre più stanca e pallida. Notava che spesso aveva dei vuoti di memoria ma riteneva che tutto ciò era dovuto alla sua mancanza di sonno. Percy era molto preoccupato per lei tanto che la costrinse a bere uno speciale decotto di madama Chips contro il raffreddore che girava negli ultimi giorni. Ma lei non aveva il raffreddore. Pensava spesso di dover diminuire le sue chiacchierate con Tom ma lei non poteva farne a meno.
La sera di Halloween l’aria odorava di zucca al forno e di dolci al cioccolato e vaniglia. Ginny disse alle sue compagne di scendere, che lei le avrebbe raggiunte dopo. Si sedette sul letto e tirò fuori il diario… voleva solo scrivere una cosetta veloce a Tom, poi sarebbe scesa alla festa.
*
Ginevra aprì gli occhi. Si trovava nel bagno del secondo piano, quello in cui nessuna ragazza andava per via degli insopportabili lamenti di Mirtilla Malcontenta, il fantasma che abitava quel luogo. Non si ricordava quando era andata lì, ma era una cosa che ormai le succedeva abitualmente. Aveva le mani e la gonna tutti sporchi di vernice, ma non sapeva come c’era finita: quand’era che aveva usato della vernice? Cercò di pulire alla meglio la gonna e le mani poi scappò verso il dormitorio e lì si cambiò immediatamente con il pigiama.

Il giorno dopo scoprì che qualcuno aveva aggredito la gatta di Gazza e aveva scritto su una parete un messaggio minaccioso, contro i maghi non purosangue. Ginny era molto confusa e spaventata. Raccontò a Tom quello che stava succedendo.

Non ti preoccupare Ginny. Sarà un fanatico..

Tom io non mi ricordo dove ero.

Stavi parlando con me. Non ti ricordi? Siamo stati insieme talmente tanto che sono riuscito a vederti...

Davvero?

Già. Mi piacciono i tuoi capelli rossi. Comunque è come ti dicevo: sei veramente una ragazza carina.

Grazie mille.

Ora rilassati. Sei solo stressata dalla scuola. Tutto qui. Capita quando si è al primo anno. Ti fidi di me?

Certo Tom….
*

Tom, ora è stato aggredito Colin e come al solito non so dove mi trovavo. Mi trovo attaccate piume di gallo ai vestiti e non so come ci finiscano. Ho paura… Percy dice che non sembro più io, che sono pallida…

Sei troppo agitata.
 
Tom io non so più cosa pensare! Non riesco più neanche a ridere agli scherzi di Fred e George…

Passerà… questi attentati successero pure quando ero a scuola io. Dai tempo al tempo. Il colpevole verrà catturato.

Dici Tom?

Ne sono sicuro. Ora rilassati.

Va bene..
*

Ora pensano che sia Harry il colpevole di tutto Tom! Io non so come fare! Io lo so che non è lui! È troppo buono! In fondo ha sconfitto l’oscuro signore…

Con oscuro signore intendi Lord Voldemort vero?

Si… anche se nessuno osa pronunciare il suo nome… Harry l’ha sconfitto quando era solo un neonato.. quando Tu-sai-chi ha ucciso i suoi genitori!

Sconfitto da un moccioso… e cos’ha di tanto speciale Harry per aver sconfitto Lord Voldemort?

Io non lo so ma da quando si è scoperto che parla il Serpentese…

Il Serpentese? Come è possibile che un Grifondoro parli il Serpentese?

Tom, sinceramente non ne ho idea ma ora tutti pensano che sia lui l’erede di serpeverde, quello che attacca tutti…

Un Grifondoro non può essere l’erede di Serpeverde… sono stupidi…

Tom, erede di Serpeverde o no, ho paura di essere io ad attaccare tutti!

Ginny scoppiò in lacrime. Non ne poteva più di quella situazione. Era stanca, spaventata, confusa: in più ora accusavano Harry, il suo Harry , per dei delitti che probabilmente era stata lei a compiere. Era notte fonda, sicuramente la mezzanotte era passata da un pezzo. Hogwarts non era più il luogo confortevole che le era sembrato a Settembre: ora tutto le sembrava cupo, triste. E a Natale non aveva neanche la possibilità di tornare a casa perché i suoi andavano in Egitto da Bill. Si mise a letto fra le lacrime e cadde subito nel solito sonno agitato che l’accompagnava ormai da mesi.


angolo autrice
ok mi rendo conto di andare un tantino veloce, infatti sto pubblicando un capitolo al giorno praticamente, e in questo ho racchiuso metà de la camera dei segreti... ma mi è uscito così, mi son o messa e non mi sono resa neanche conto di quanto avevo scritto!! vi avverto che sulla camera dei segreti farò al massimo altri due capitoli... poi si passa al prigioniero di azkaban, anche se lì dovrò inventare parecchio visto che Ginny non compare mai.... beh che dire... spero che questo capitolo vi sia piaciuto! alla prossima
marty

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Capitolo 8
*** ribellione ***


cap 8 nvu vero
Ribellione

Erano arrivate le vacanze di Natale e Ginny era rimasta completamente sola nel dormitorio. Ultimamente non c’erano stati più tanti attentati ma Ginny non riusciva ad essere serena. Non riusciva più a sorridere, e passava molto tempo chiusa nel bagno di Mirtilla a piangere. “qui piango io non tu, ragazzina. Che hai da piangere? Io sono morta qui dentro, quindi solo io posso piangervi.” Era mirtilla che rivendicava il diritto di proprietà sul suo bagno. “lasciami in pace.” Le rispose Ginny, tirando su col naso. “non eri così disperata quando sei venuta qui qualche settimana fa…” disse il fantasma. “che cosa? Io non vengo mai qui…” esclamò Ginny. “ci sei venuta qualche tempo fa. Ti ho vista. Sei entrata e non mi hai neanche risposto quando ho detto di andartene! Hai bofonchiato delle parole in una lingua strana e sei sparita. Proprio lì, vicino a quel lavandino…”
Ginny era sbalordita. Ma quante cose faceva che non si ricordava? E poi… lei parlare una lingua strana? Ma se non aveva mai conosciuto altre lingue che la propria! Uscì di corsa dal bagno. Non ci stava più capendo niente. All’improvviso sentì dei rumori provenire da un’aula vuota. Si affacciò, il cuore a mille e vide una scena che la lasciò stupefatta e le fece spuntare il sorriso, per la prima volta dopo tanto tempo: Percy si stava baciando con una ragazza…
Fece per andarsene quando il fratello la vide e si precipitò da lei. “ ginny… ginny… mi fido di te… non dirai a nessuno quello che hai visto vero?” chiese preoccupato. “non ti preoccupare Perce, a dopo.” Disse la ragazzina e andò nel suo dormitorio. Aveva un urgente bisogno di parlare con Tom.
Raccontò al diario ciò che le aveva detto Mirtilla.

Ginny basta. Stai diventando stressante. Non puoi essere tu l’erede di Serpeverde.

E invece si… mi trovo nei posti più sospetti nei momenti degli attentati! Mi espelleranno lo so… Harry non mi guarderà mai più in faccia quando scoprirà che sono io a fare quelle cose terribili.

Cosa ci trovi di speciale in quel ragazzo?

Lui è… sempre così carino e gentile. Non farebbe mai del male a nessuno. È un ragazzo straordinario.

È semplicemente un debole. Non è niente di speciale.

Tu non lo conosci! Come fai a dirlo?

Quello? L’erede di serpeverde? Non sarebbe neanche in grado di trovare la camera… non so come si fa ad essere così ingenui.

Ma tu che ne sai?

Io so molto più di quello che credi piccola Ginny.

Mi stai spaventando… chi sei veramente?

Il tuo diario, sciocchina. Colui col quale ti sei confidata per mesi…

Forse dovevo dare retta a mio padre… mi sto riducendo ad uno straccio per stare appresso a te… e ciò che mi stai dicendo mi sta confondendo Tom. Sembra quasi che tu… conosca l’erede di serpeverde…

Per mesi ti sei fidata di me…mi  hai aperto il tuo cuore… mi hai schiuso la tua anima…

Beh penso che non lo farò più…

Ginny non puoi smettere ormai… tu hai bisogno di me…

Penso proprio di no… posso farne benissimo a meno… tu sai qualcosa che non mi vuoi dire… forse sei tu che mi fai rubi la memoria!

Oh piccola Ginny… a volte mi fai veramente divertire… ma non puoi abbandonarmi… ormai sono parte di te…

E invece no! Addio.

Ginny chiuse con forza il diario. Lo prese e corse giù fino al bagno di Mirtilla e lanciò il libricino in un water. Scappò e si rinchiuse nella prima aula vuota che trovò, tremando come una foglia. le ce volle tutta la forza che aveva in corpo per trattenersi dalla tentazione di andar a riprendere il diario.

*

Passò Gennaio velocemente e arrivò subito Febbraio. Ginny era stata molto male alla separazione con Tom ma lentamente stava riemergendo da quell’oscuro tunnel in cui si era infilata. Non c’erano più stati attentati e questo in parte la sollevava ma dall’altra no: evitava di pensare che gli attentati erano probabilmente attribuibili a Tom e quindi a lei.
La mattina di san Valentino trovò la sala grande piena di cuoricini. Intercettò le facce disgustate di Miriam e Demelza, ma lei non era tanto contraria all’idea di Allock: finalmente un po’ di colore, un po’ di allegria. Ispirata dal rosa e i cuoricini che la circondavano buttò giù in paio di rime, senza farsi vedere dalle sue amiche. Segretamente chiamò uno dei postini dell’amore e gli diede la sua poesia. Chissà se a lui sarebbe piaciuta…

Occhi verdi di rospo in salamoia…

Ginny era lì mentre il nano cantava a squarciagola la sua poesia. Che orrore! Come aveva fatto a comporre un obbrobrio del genere? Finito il supplizio voleva andarsene ma vide che, fra le cose che ad Harry erano cadute dalla borsa, c’era anche lui, Tom. Ginny lo guardò terrorizzata mentre Draco Malfoy lo prendeva in mano; dovette trattenersi dal strapparglielo dalle mani. E se Harry avesse scoperto come funzionava? E se Tom per dispetto gli avesse raccontato tutti i suoi segreti? E magari anche le sue paure e i suoi dubbi sull’identità dell’erede di serpeverde?
Harry si riprese il diario e Percy ordinò a tutti di rientrare nella rispettive aule. Ginny usò tutte le sue forse per staccare gli occhi dal diario e si avviò per entrare in classe. Ma appena passò vicino a Malfoy lui le gridò dispettoso: “non credo proprio che a Potter sia piaciuto il tuo san Valentino!” ginny fece un grande sforzo per  non voltarsi a rispondere ( se si fosse voltata sarebbe corsa da Harry a strappargli il diario), si coprì il viso con le mani e scappò in classe.

*
Dov’è, dov’è? Ginny strappò le tende del letto a baldacchino, lanciò il cuscino, guardò sotto le coperte… strisciò sotto il letto,  tirò fuori ogni cassetto e svuotò tutto il loro contenuto. Dov’è? Frenetica, aprì il baule e lanciò i libri, i vestiti. Tutto, doveva esserci, doveva trovarlo, non poteva stare nelle mani sue, di Harry… dov’è, dov’è, dov’è? Il cuore le martellava nel petto, risuonava forte come un tamburo, gli occhi impazziti, arrossati, non aveva dormito quella notte… doveva riaverlo… per forza. Il cuore le smise di battere. Trovato. Lo mise sotto la veste e scappò via.

*

Tom non so come avevi fatto ad arrivare nelle mani di Harry ma ora ti ho di nuovo io.

Ginny?

Si sono io. Avete parlato tu e Harry?

Si..

Ma… non gli hai parlato di me vero?

No.. non ti preoccupare…

Ah ok… quando ho visto il diario nelle sue mani mi sono spaventata… avevo paura che tu gli rivelassi tutti i miei segreti… pensavo di averti fatto arrabbiare…

In effetti mi hai fatto un po’ arrabbiare… ma se torniamo amici come prima…

Tom io non voglio più fare quelle cose terribili…

Ma tu non hai mai fatto cose terribili… quello che fai è giusto…

No Tom… quelle cose non sono giuste…

Tu sei una persona buona Ginny… sei solo più forte di molti altri e sai che ci sono alcune cose che devono essere fatte..

Io non farò quelle cose…

Ginny non hai più il diritto di scelta… ormai io sono in te… non puoi fuggire…

*

E ora basta… i mezzosangue non mi interessano più… ora che anche l’amica di Potter è stata attaccata basta un’altra piccola cosa per finire la trappola… ed è qui che entri in campo tu… sai cosa devi fare…

no…

è interessante come ormai sono vicine le nostre menti… tu sai cosa sto per dirti…

non lo farò, non lo farò…

è inutile dimenarti… ora va e fa ciò che devi fare… il tuo sacrificio è fondamentale.

*

Ginny vedeva le sue mani scrivere sul muro, non poteva non farlo, non aveva altra scelta… le lacrime le bagnavano le guance, ma i suoi occhi erano vitrei. Scrisse il minaccioso messaggio sul muro, pensando a come sarebbero rimasti i suo fratelli e i suoi genitori…
Ma non poteva fare niente ormai. Il suo corpo era di Tom, la sua anima era di Tom.
Il barattolo di vernice le cadde di mano e con passo lento si diresse verso il bagno di Mirtilla. Aprì il passaggio e scese giù, col diario in mano, verso la Camera dei Segreti.

Posò il diario a terra, aperto e vide lui Tom, i suoi capelli scuri, i suoi attraenti lineamenti saltare fuori dalle pagine del libro. “vedi? Sei così carina..” le sussurrò e poi lei non vide più niente, cadde nel buio e continuò a cadere sempre più giù, più giù, in un’oscurità dalla quale pensava che non sarebbe più riemersa.


angolo autrice
ed eccoci qui!! questo è un capitolo che avevo già scritto da un pò di tempo e non ho potuto fare a meno di pubblicarlo subito per condividere con voi uni dei miei capitoli preferiti... ora.... la narrazione è un pò veloce ma è una cosa voluta, prorprio per dare l'effetto di anzia in cui viveva in quel periodo la nostra protagonista... spero che vi piaccia, io lo trovo particolarmente riuscito!
ci avviciniamo alla fine della camera dei segreti e mi dispiace annunciarvi che con l'arrivo di mia sorella non avrò più il pc tutto per me e quindi diventerò più lenta ad aggiornare... ma magari mi sbrigo e pubblico tutto insieme in questi giorni, vedremo...
alla prossima!
marty
ps grazie mille per le recenzioni! mi fanno veramente piacere!!!!

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Capitolo 9
*** luce ***


cap 9 nvu
Luce

Aprì gli occhi. Si alzò dalla fredda pietra su cui si trovava. Ginny si guardò intorno e vide lui, Harry, accanto a lei. Guardò stupefatta la grossa sagoma del Basilisco, morto, e Harry con le vesti insanguinate e il diario, che il ragazzo teneva in mano. Sospirò profondamente e cominciò a piangere. Non voleva piangere. Lei non piangeva mai. E negli ultimi mesi aveva pianto più di quanto aveva mai fatto in tutta la sua vita. Ma doveva parlargli. Doveva dirgli qualcosa. Ad Harry. Aveva bisogno, di parlargli, di spiegargli che lei non era una persona cattiva, che voleva che tutto questo non fosse successo, che era una stupida, solo una ragazzina stupida che si era fatta manipolare da un essere spregevole.
“Harry volevo dirtelo.. ma non potevo… sono stata io, Harry.. ma ti giuro che non volevo… è stato Riddle.. non ce l’ho fatta a dirgli di no… e…ma… come hai fatto ad uccidere quel… quel coso? E… ora dov’è Riddle? L’ultimo ricordo che ho è di lui che saltava fuori dal diario…”
Si ricordava chiaramente quel momento… era disgustata da se stessa….
“non ti preoccupare” disse Harry prendendo in mano il diario e mostrandole un foro che aveva in mezzo. “ è finito. Riddle non c’è più… vieni usciamo di qui…”
Harry si alzò in piedi e l’aiutò ad alzarsi tendendole la mano. “mi cacceranno da scuola…” singhiozzò lei, una volta in piedi. “e pensare che non vedevo l’ora di venirci… e che diranno mamma e papà?” harry le passò un braccio intorno alle spalle per consolarla. Ginny sussultò a quel contatto. Non riusciva a capire come un ragazzo tanto buono potesse stare a contatto con una ragazzina stupida, che aveva creato tanti problemi e aveva fatto tante cose malvagie. Arrivarono da Ron e quando cercò di abbracciarla lei lo tenne a distanza, non voleva vicino nessuno…

*
Tutti e quattro ( Ginny, Harry, Ron e il professor Allock che era sceso con i ragazzi nella camera dei segreti) arrivarono davanti all’ufficio di Silente. Ginny aveva smesso di piangere. Aveva paura di ciò che le avrebbe fatto il professor Silente. L’avrebbero espulsa? O sarebbe stata direttamente spedita ad Azkaban, la prigione dei maghi? “Ginny!” si sentì avvolta da due braccia forti, un corpo morbido premuto contro il suo. Riconobbe subito dall’abbraccio, dall’odore, quello di sua madre. Scoppiò nuovamente in lacrime e l’abbracciò forte. Poi si ritrovò avvolta nelle braccia magre di suo padre. “oh piccolina mia… come ci hai fatto preoccupare…” disse cullandola fra le sue braccia. Sentì Harry raccontare tutti gli avvenimenti accaduti in quei mesi… notò che non aveva parlato neanche una volta di lei o di Tom, ma sapeva che la verità sarebbe saltata fuori.
“quello che vorrei sapere… è come ha fatto Voldemort ad incantare Ginny, quando mi risulta vive nascosto in Albania…” suo padre era spaventato e sentì subito Harry che spiegava, che raccontava…
Tom era voldemort? Si chiese Ginny spaventata.
“io ho scritto per tutto l’anno i miei segreti sul suo diario… e lui continuava a rispondermi… l’ho trovato tra i miei libri, pensavo fosse solo un diario…”
Suo padre la rimproverò e Silente la mandò in infermeria, con un sorriso. Ginny non riuscì a rispondergli ma gli lanciò un’occhiata carica di gratitudine. Scese con sua madre, si bevve una calda tazza di cioccolata e si distese sul letto, stretta tra le braccia della madre. “la mia bambina…” le mormorò baciandola sui capelli. “non farmi stare più così in pensiero, tesoro…”. La ragazzina si addormentò profondamente e la madre non la lasciò, fino a che non si svegliò e non rivide finalmente la luce.

*
“posso?” una voce gentile si avvicinava. Era Harry! “v-vieni..” rispose ginny agitata, cerando di sistemarsi i capelli alla meglio. Scostò le tendine e Harry entrò, sorridendo e facendo arrossire la piccola Ginny, come se fosse stata colpita da un raggio di sole. “allora, come stai?” chiese lui, sedendosi sul letto. “bene ora grazie..” balbettò lei. Erano venuti in molti a trovarla ma nessuno le aveva fatto quell’effetto. “sai hanno risvegliato tutte le vittime del basilisco… stanno tutti benissimo!” disse lui. “davvero?” disse lei. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime: non riusciva a pensare a quegli eventi senza mettersi a piangere. “oh, non metterti a piangere! Per favore… non sono venuto qui per rattristarti…” disse Harry, preoccupato. “non sei tu… non ti preoccupare… è che è ancora difficile per me pensare a ciò che ho fatto…”
“tu non hai fatto niente… voldemort ha ingannato tante di quelle persone… non devi fartene una colpa! Pure io mi sono fatto prendere in giro da lui! Non piangere però, per favore… sei così carina quando sorridi..”
Ginny arrossì fino alla punta di capelli, ma non potette trattenere un timido sorriso. “ecco, così mi piaci!” disse Harry, sorridendo a sua volta. “io ero venuto per darti questo… ora avrai un amico sincero sul quale annotare i tuoi pensieri.” Disse e le porse un’agendina babbana, verde. “grazie..” disse lei. “anche se ormai ho deciso che è meglio parlare… ma quando mi verrà voglia di scrivere… scriverò qui.” Disse sorridendo per la prima volta dopo tanto tempo. Dopo poco Harry se ne andò e Ginny aprì l’agendina che il ragazzo le aveva regalato: sarebbe sempre stata il suo tesoro! Arrivò alla prima pagina e trovò una dedica:

spero che questo possa essere un amico sincero per te, ma spero che comincerai di più a confidarti con le persone. Ci sono tante persone, come me, che non vedono l’ora di conoscerti meglio!

Spero in una tua pronta guarigione ( e in una nostra futura amicizia)
                                                                                              
                                                                                                             Tuo Harry

Ginny era molto felice. Finalmente era uscita da quel tunnel oscuro e poteva vedere la luce.  Decise di dedicare il suo tempo alle vere amicizie e, magari, anche ad un rapporto più leggero con Harry. Sapeva che ora le piaceva ancora più di prima ma voleva vivere fuori dal suo guscio, e far vedere ad Harry chi era la ragazza allegra e solare che era sempre stata.


angolo autrice
e così ho finito con la camera dei segreti... mi dispiace un pò perchè è un libro che mi piace molto...
per fortuna sono riuscita a non farvi aspettare molto, penso di avervi reso abbastanza felici...
ora grazie mille per le recenzioni anche se mi piacerebbe arrivare almeno a venti.... però per ora mi accontento di quello che ho...
che dirvi? alla prossima!
marty

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Capitolo 10
*** piramidi e ragazze ***


cap nvu 10
Piramidi e ragazze


Lo scirocco accarezzava il viso della piccola Ginny Weasley, i capelli rossi che le volavano via, liberi, rivelando il volto abbronzato e troppo maturo per una ragazzina di dodici anni. Gli occhi scuri, intensi, scrutavano quel nuovo mondo che avevano davanti con attenzione, quasi a fotografarne ogni minimo particolare. Era parso a tutti incredibile quando loro padre, al ritorno dal lavoro, gli aveva annunciato di aver vinto tanti soldi da poter andare tutti in Egitto, da Bill. Purtroppo Charlie aveva declinato cortesemente l’invito, per l’enorme mole di lavoro che aveva. Ma gli altri venivano tutti e Bill era entusiasta. Ginny era molto felice di rivedere il fratellone, che non vedeva quasi da due anni, ed era felice dell’allegria del padre.
L’Egitto l’aveva  conquistata da subito: il clima caldo, così diverso da quello inglese, lo scirocco, i cammelli, la sabbia, se n’era innamorata e non poteva far altro che osservare tutto quasi desiderasse  portar via con se un pezzo di quella terra incantata. Erano pochi giorni che stavano lì ma Ginevra Weasley non aveva mai amato così tanto un posto da non poter  smettere di osservarlo rapita. In quel momento si trovava in balcone dell’appartamento che suo padre aveva affittato, proprio sotto quello di Bill. Ginny guardò le piramidi in lontananza e la distesa di sabbia che le riempiva la vista. Quanto le sarebbe piaciuto vivere in un posto  del genere, una terra di mistero e bellezza da mozzare il fiato. “oi ginny che fai?” era suo fratello Ron, venuto a riportarla alla realtà. “niente..” rispose lei.
“io non ho niente da fare… fred e george si sono chiusi in camera e non mi vogliono tra i piedi, idem percy che sta scrivendo alla sua fidanzata Penelope…” ginny arrossì: era stata lei a rivelare il segreto del fratello. “…mamma e papà parlano di quel prigioniero evaso, Sirius Black… posso stare un po’ con te?” ginny sorrise. Da quando erano tornati da Hogwarts tutti i suoi familiari avevano capito di averla lasciata troppo sola e tutti si erano dati un gran daffare per non farla sentire così. Ginny aveva apprezzato questo interessamento da parte dei fratelli e dei suoi genitori ma non voleva che nessuno si sentisse costretto a stare con lei. Era normale che fosse un po’ più sola rispetto agli altri… le sarebbe tanto piaciuto che almeno uno dei suoi fratelli fosse femmina, però era contenta anche così. era la prima volta che desiderava una cosa del genere, forse aveva ragione sua madre, stava proprio crescendo…
“ma sì rimani Ron….” Disse al fratello. Ron, soprattutto, si era sentito veramente in colpa per quello che le era successo ad hogwarts, ed era diventato ancora più attaccato alla sorellina.  Chiacchierarono per un po’, poi rientrarono. “è arrivato Bill!” li chiamò la madre, sorridendo.
I due fratelli corsero incontro al fratello.
“ciao Bill!”
“ehi fratellone…”
”ehi piccoli!” disse Bill sorridendo. “oggi vi farò conoscere Leila”
“leila?”  chiese la signora Weasley. “e chi sarebbe?”
“la mia ragazza” rispose lui semplicemente. “è uno schianto. È appena tornata dall’india, ora è un po’ stanca ma ci raggiungerà per cena” se ne andò di sopra.
“non sapevo che Bill avesse una ragazza!” esclamò Ginny.
“già,… nemmeno io tesoro, ma stasera ci informeremo bene…” la signora Weasley sospirò. “ma perché non si decide a tagliarsi i capelli, quel benedetto ragazzo?”
“invece sta benissimo mamma, sei tu che sei proprio fuori moda!” esclamò Ginny. “moda o no, ha i capelli lunghi quanto te, Ginny, non sta bene, è un così bel ragazzo…”
“a me piacciono.” Ribadì la ragazzina. Molly weasley aveva fatto sempre storie per i capelli dei suoi ragazzi che tagliava lei personalmente. Anche i capelli della sua unica figlia non dovevano superare le spalle, ma quest’anno Ginevra aveva deciso di farsi crescere i capelli e la mamma non aveva osato opporle resistenza: da quando era tornata da Hogwarts sua madre era meno severa con lei e ancora più attaccata, quasi temesse che qualcuno cercasse di portare via la sua bambina un’altra volta.

*

“ginny, ron aiutatemi ad apparecchiare!” urlò la signora Weasley dalla cucina. I ragazzi abbandonarono la loro partita a scacchi magici (con gran sollievo di Ginny che stava subendo una sconfitta clamorosa) e andarono ad aiutare loro madre.
“sei stata salvata da mamma, ma stavi per ricevere una delle più grandi sconfitte della tua vita!” la canzonò Ron, prendendo una pila di piatti.
“non è vero! Potevo ancora recuperare…” disse Ginny, poco convinta delle sue parole, decisa a non dare l’ennesima soddisfazione al fratello.
“maddai! Eri rimasta solo con un alfiere e tre pedoni e il re era sotto scacco…”
“beh potevo recuperare comunque…”
“finitela voi due! Stasera abbiamo un ospite, non fatemi fare brutte figure!” ringhiò la signora Weasley mentre controllava i fornelli.
“ e l’ospite chi sarebbe?” chiese Fred, che stava entrando in cucina, attirato dal profumo invitante delle pietanze. “la nuova fidanzata di Bill” rispose Ron. “oddio ma è una malattia?  Troppe donne per i miei gusti…” rispose Fred. “beh, almeno è una novità!” rispose Ginny. “si ma in casa siamo solo maschi e così dobbiamo rimanere!” disse il fratello sogghignando.
“ti ricordo che io sono una ragazza.”
“ah… beh ragazza, paroloni… ragazzina forse… ma comunque non conta…” disse lui.
“ginny sta diventando una donna sempre più in fretta, Fred, guardala ha già il seno e fra poco avrà anche le mestruazioni….” Disse la signora Weasley. “mamma!” esclamò Ginny arrossendo furiosamente. Come le veniva in mente di dire certe cose davanti ai suoi fratelli? Ma quelle frasi avevano avuto un effetto sorprendente: Ron guardava ostinatamente da un’altra parte e il ghigno dal volto di Fred si era completamente cancellato e, per la prima volta, non sapeva proprio cosa rispondere. “ok, questi discorsi da donne fateli tra voi non mi interessano affatto…” rispose dopo una manciata di secondi. “allora prendi i bicchieri e smettila di importunare tua sorella” disse la signora Weasley, con un sorriso divertito. Ginny era ancora rossa in volto e non disse una parola fino a che non si mise a sedere tra suo padre e Ron, il quale evitava il suo sguardo fingendosi molto interessato alle tende del soggiorno. “eccoci qui…è permesso?” la voce gioviale di Bill distrasse ginny dai suoi pensieri e la vista della ragazza che il fratello abbracciava le fece completamente dimenticare il suo imbarazzo. Era bellissima: era alta e snella, dalla carnagione olivastra che risaltava al contatto del lino bianco del suo vestito. Lucenti capelli neri tagliati corti e occhi grandi, scuri, allungati da un semplice gioco di matita e resi ancor più seducenti dalle lunghe ciglia completavano il ritratto di Leila. “questa è una ragazza.” Sussurrò Fred ghignando, rivolto alla sorella. Ginny rispose con un’occhiataccia e non rispose. In fondo aveva ragione lui. Leila si sedette proprio tra Fred e Bill e quindi era praticamente di fronte a Ginny che non poteva fare a meno di osservarla: tutto in lei era femminile dai movimenti sinuosi dei polsi, la risata cristallina, il modo in cui si ravviava i capelli. Parlava, parlava molto e tutti i suoi discorsi erano straordinariamente interessanti, almeno per Ginny: i suoi viaggi in terre lontane e meravigliose, i tesori dei sultani che aveva portato alla Gringott, la banca per la quale lavoravano sia lei che Bill, i voli sui tappeti volanti… “e tu, che lavoro vorresti fare da grande?” chiese la ragazza a Fred, col quale stava chiacchierando. “ah, io e George non ci allontaneremo tanto come Bill e Charlie, apriremo un negozio di scherzi a Diagon Alley…” rispose Fred. “che cosa?” sibilò Molly furiosa. “lo hai sentito.” Risposo George accigliato. “voi andrete al ministero come vostro padre…” i gemelli stavano per rispondere a tono ma Leila li interruppe rivolgendo una domanda a Ginny. “e tu che vorresti fare?” le chiese sorridendo. “ah lei me la terrò vicino, sicuramente.” Disse molly, improvvisamente raddolcita, prima che Ginevra potesse aprire bocca. “un lavoro che le permetterà di badare ai bambini. Credo che la donna debba avere la propria indipendenza ma il primo posto deve essere sempre la famiglia….”
“veramente a me piacerebbe viaggiare” disse Ginny a voce alta, interrompendo la madre “sinceramente voglio prima vedere un po’ il mondo e pensare dopo alla famiglia”
Leila sorrise. “un po’ come me insomma” disse. Ginny annuì. Bill abbracciò la sua ragazza e la baciò vicino ad un orecchio. “sono giovane e non voglio ancora mettere le radici da nessuna parte. Oggi sto bene qui. Domani magari vorrò andare in Cina o in Alaska. Sono troppo giovane per pensare a figli e matrimonio. Prima voglio farmi una cultura, allargare i miei orizzonti. Poi, un giorno, chissà, potrei volere un bambino… ma non penso che accadrà prima dei trent’anni!” disse la ragazza. “io non so quando voglio sposarmi, ora ho solo dodici anni e non ci penso minimamente. Però so solo che prima voglio vedere qualcos’altro che non sia casa mia o Hogwarts…” disse Ginny rivolta alla madre che guardava irritata Bill e Leila che si sbaciucchiavano. La signora Weasley si alzò e cominciò a sparecchiare e non chiese a nessuno di aiutarla tanto che i figli uscirono dalla stanza da sembrare che si fossero smaterializzati. Ginny seguì di corsa i suoi fratelli. Sapeva benissimo che quella sera avevano oltrepassato un po’ i limiti con la mamma: fred e george che insistevano con l’idea del negozio di scherzi, Bill che aveva una ragazza che evidentemente la signora weasley non approvava e infine lei, la sua unica figlia femmina che affermava di voler mettere avanti i divertimenti e la carriera alla famiglia. Soprattutto per quanto riguardava Ginny la madre doveva essere veramente sorpresa. Da quando era piccola Ginny aveva ricevuto dalla madre tante bambole, peluches, cucine giocattolo… ma lei non aveva mai dedicato tanto tempo a questo tipo di giochi, preferendo volare con i fratelli o cacciare gli gnomi del giardino con loro. La mamma si aspettava che ginny sarebbe diventata esattamente come lei, ma Ginevra non aveva intenzione di mettere al mondo sette figli o di sposarsi a diciannove anni…
“quella vive a casa con te?” la voce soave di sua madre ruppe il silenzio della casa. “quella ha un nome.” Ribadì Bill. “non siete sposati! E non avete intenzione di farlo! Non sta bene lo sai!” esclamò la signora Weasley indignata. “molly, sono giovani e i tempi sono cambiati…” disse la voce stanca del signor Weasley. Ginny se ne andò in camera sua… dove trovò Leila, seduta sul suo letto. “ciao” le disse, sorridendo. “posso rimanere un po’ qui?” ginny annuì. “sai non credo di stare tanto simpatica a tua madre” disse Leila. “no… è solo perché non approva che tu stai con Bill. A lei non piacciono mai le fidanzate di Bill.” Rispose Ginny. “e tu, che sei così carina, il fidanzato ce l’hai?” ginny arrossì e scosse la testa. “beh sei ancora piccola in effetti…” disse Leila.  “sì lo so e se non mi sbrigo a crescere non mi noterà mai.” Le parole le sfuggirono di bocca senza che si rendesse conto di pronunciarle. “ah quindi un ragazzo c’è…” mormorò Leila sorridendo. Ginevra si sedette sul letto. “sì c’è.”disse. “è il migliore amico di mio fratello. Ma per lui non esisto. Sono solo una bambina, la sorellina di Ron. E basta. Se fossi più grande magari mi noterebbe…” non sapeva perché si stava confidando con una perfetta estranea. Leila le accarezzò le guance. “la crescita verrà così rapidamente che nemmeno ti accorgerai del cambiamento…” disse Leila “…ma un giorno ti guarderai allo specchio e penserai con malinconia a quando non aspettavi altro che quel momento. E magari avresti voluto goderti di più i tuoi dodici anni, il momento in cui non sei più una bambina ma neanche una donna. Quando ti vuoi allontanare dall’infanzia ma il mondo degli adulti è così distante da spaventarti.” Leila si alzò. “è meglio che io vada da tuo fratello. Ha litigato abbastanza per oggi.” Si sistemò l’abito leggero e lanciò un’occhiata veloce alla suo riflesso nello specchio ovale appeso al muro. “e non pensare troppo alle mie parole Ginny. Vivi la tua vita come ti senti, ma sorridi e goditi ogni giorno, senza mai nasconderti e avere paura. Solo così crescerai e diventarai abbastanza forte da affrontare il mondo e per far conoscere a lui la meravigliosa donna che sei, la donna della quale lui si innamorerà…la donna che Fred e gli altri tuoi fratelli guarderanno come un fiore raro, che deve rimanere nascosto agli sguardi…”
Leila uscì. Ginny la seguì fuori e andò dai suoi fratelli: una bella partita a sparaschiocco l’avrebbero distratta da quei discorsi più grandi di lei, che l’indomani si sarebbe scordata, ma ai quali avrebbe ripensato dopo qualche anno, dopo litigate furiose o prima di un ballo.

*

“sei così bella tesoro… diventerai una ragazza bellissima…” disse Molly alla figlia che provava l’ennesimo vestito. “in questi mesi sei cresciuta così tanto…”
“andiamo anche al negozio qui di fronte… ho visto delle magliette fatte apposta per te… ora che abbiamo un po’ di denaro, dobbiamo approfittarne, no?”
Ginny guardava abiti, provava gonne, tastava stoffe… era tutto così strano… lei e sua madre, da sole a fare compere… ritornavano la sera sfinite cariche di buste, per poi ricominciare il giorno dopo…
“beh è ora che ti compri un reggiseno tesoro…” disse la madre osservando quei primi accenni di curve che si intravedevano dai vestiti. “ok…”
Altre buste, altri acquisti…
Un altro mondo…
Il mondo delle donne, della femminilità, di Leila.

*

“mamma?”
“sì, tesoro?”
“credo di aver bisogno di assorbenti…”
Abbraccio tra madre e figlia, in quella casa di soli uomini, in cui niente era un segreto se non la loro femminilità, sussurri tra donne, bisbigli intercettati solo a metà, intuiti, incompresi.
Un mazzolino di fiori e un sorriso da suo padre, partecipe nel suo segreto che non poteva conoscere ma che comprendeva benissimo. Sorrisi imbarazzati anche dai fratelli, e lei con lo sguardo alto, il sorriso sicuro…
Forse diventare una donna era proprio questo… avere uno sguardo fiero, camminare a testa alta, essere orgogliose della propria femminilità e consapevoli di essa.



angolo autrice
e questa volta mi sono fatta un pochino aspettare... ma sono rimtornata solo adesso a roma...e riparto dopodomani... forse riuscirò a pubblicare un altro capitolo oltre questo ma la vedo difficile... ora...torniamo alla storia...
questo capitolo è un pò strano in effetti... è qualcosa che mi è uscito così spontaneo... ho cercato di rendere al meglio questo grande passo che anche Ginny ha dovuto compiere.. e in una casa tutta al maschile come la sua crescere deve essere un pò difficile. non so dire se questo capitolo abbia avuto l'effetto sperato ma lascerò giudicare voi...  recensite numerosi!
marty


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Capitolo 11
*** diagon alley ***


cap 11
Diagon alley

Le vacanze estive erano ormai agli sgoccioli e la famiglia Weasley era tornata da qualche giorno dalla vacanza in Egitto. Dal gruzzolo vinto alla lotteria era avanzata una cospicua sommetta che la famigliola aveva deciso di investire negli acquisti scolastici dei ragazzi. Ron aveva bisogno di una bacchetta nuova che la sua l’aveva rotta l’anno prima, Fred aveva un piccolo foro nel calderone che si stava allargando in modo considerevole, Ginny era cresciuta tanto da aver bisogno di divise nuove... beh sì, avevano un po’ di compere da fare!
“allora ho preso qualche stanza al Paiolo Magico… staremo a Diagon Alley per qualche giorno e da lì partiremo direttamente per Hogwarts…” disse il signor Weasley tornando dal lavoro.
“ti hanno dato le ferie, Arthur caro?” chiese la signora Weasley. Il signor Weasley annuì. “è per quella cosa…?” sussurrò la signora Weasley ma le sue parole furono subito udite da Ron. “quale cosa?” chiese. “Niente, niente…” farfugliò la signora Weasley. “hai sentito che anche Harry è a Diagon Alley?” disse il signor Weasley interrompendo Ron che stava riaprendo bocca. “davvero?” chiese Ron interessato. “che ci fa lì, non dovrebbe essere con gli zii?” chiese Ginny, che era lì con Ron a fare l’ennesima partita a scacchi. “pare che abbia gonfiato una zia e sia scappato…” disse Arthur improvvisamente serio. I ragazzi scoppiarono a ridere. “gonfiare una zia? Harry è sempre il meglio…”
“dovremmo copiargli l’idea con zia muriel…”
“beh, azzardatevi a fare una cosa del genere e non avrete neanche il modo di scappare di casa…” disse Molly con voce minacciosa. Ginny e Ron smisero di ridere.

*

“perché sempre io in camera con Perce? E da quando è diventato caposcuola è ancora più fastidioso!” Ron non aveva fatto altro che lamentarsi da quando erano arrivati al Paiolo Magico e infondo Ginny non gli dava tutti i torti: dividere la stanza con percy doveva essere insopportabile. Ma purtroppo per Ron era inevitabile: Fred e George erano inseparabili e lei era una femmina; purtroppo rimaneva solo lui. “ehi Ron! Ron!” una ragazza dai capelli crespi e la carnagione molto abbronzata correva verso di loro. “Hermione!” esclamò Ron andandole incontro. “oh sono così contenta di vederti! Ciao Ginny!” disse Hermione e li abbracciò tutti e due. “siete cresciuti tantissimo! Tu sarai almeno dieci centimetri più alto…” disse Hermione. “grazie…” disse Ron arrossendo in zona orecchie. Ginny ridacchiò dell’imbarazzo del fratello. “ti sei divertita in Francia?” chiese Ginny all’amica. “oh sì la Francia è così interessante, ho trovato un molte notizie utili soprattutto per storia della magia, tanto che ho dovuto riscrivere tutto il tema sui roghi delle streghe del quattordicesimo secolo…”
“ok, in realtà Ginny ti aveva chiesto se ti eri divertita ma ovviamente tu non sai neanche cosa significa questa parola…”disse Ron interrompendola. Hermione sorrise. “oh Hermione che bello sei pure tu qui?” disse la signora Weasley avvicinandosi ai ragazzi. “vedo che ci sono pure i tuoi… già Arthur li ha già adocchiati… spero non mi faccia fare brutta figura…” sospirò. “se ti vuoi fermare con noi fino alla partenza puoi dividere la stanza con Ginny… tanto ce ne hanno data una doppia!”
“ah.. ok… grazie mille signora Weasley.” Ringraziò Hermione.
“di niente cara… vado a salutare i tuoi genitori…” la signora Weasley si allontanò e raggiunse il marito. “hai saputo di Harry?” chiese Ron ad Hermione. Lei scosse la testa e Ron e Ginny cominciarono a raccontarle ciò che aveva detto il padre. Ma la reazione della ragazza non fu la stessa dei due Weasley, che ancora ridevano a crepapelle. “mi meraviglio che non  lo abbiano espulso.” Disse Hermione guardando i due fratelli con un cipiglio severo. “probabilmente perché è harry, no?” disse Ginny. “sì, Caramell ha un’ammirazione per quel ragazzo…” disse Ron. Ginny sorrise. Aveva evitato di pensare che Harry era lì e che lo avrebbe incontrato sicuramente. Non sapeva come guardarlo dopo che l’anno prima il ragazzo le aveva salvato la vita. “ginny che ne dici di accompagnarmi nella tua stanza? Così sistemo le mie cose…” disse Hermione. “certo non ho ancora il baule ma in tanto sistemo ciò che ho.” Ginny l’aiutò a portare alcuni pacchetti e si sistemarono nella piccola stanza. “come ti sei fatta carina! Stai bene con i capelli più lunghi!” disse Hermione. “grazie mille…” disse lei. Si stava un po’ scocciando di tutti i complimenti che riceveva: come sei cresciuta, come sei carina… sembrava che parlassero con una bambina di sette anni appena uscita dal parrucchiere. “grazie…” disse lei. “lo so che vorresti sentirtelo dire da qualcun altro, ma purtroppo Harry non è un tipo tanto sveglio se si tratta di ragazze…” disse hermione mentre si sistemava i capelli allo specchio. “cosa?” esclamò Ginny. Come faceva a saperlo?
“non sono cieca si vede lontano un miglio che Harry ti piace. E poi comunque Ron mi ha raccontato dell’anno scorso.” Quell’impiccione, pensò Ginny furiosa. “poi ti ho conosciuta l’anno scorso: quando sei con me o con i tuoi fratelli o con gli altri tuoi amici, non sei timida: sei allegra e non smetti mai di parlare. Quando c’è Harry ti trasformi…” disse Hermione guardandola negli occhi. “già…non so come fare…”
“devi cercare di essere più te stessa.. non solo per farti notare da lui… non è colpa tua che sia così, è anche lui che… beh… non è così sveglio…” disse Hermione “lo devi fare per te, per vivere più serenamente…” ginny annuì. “ci proverò. Ma non è così facile.” Disse Ginny. “lo so…” disse Hermione con un sorriso comprensivo.

*
Quella mattina Ginevra lasciò soli Hermione e Ron e andò con sua madre, i gemelli e Percy a fare compere. Al ritorno al paiolo magico, però, ebbe una sorpresa. Con Ron ed Hermione c’era Harry. “ciao” bofonchiò timidamente arrossendo peggio del solito, evitando lo sguardo del ragazzo e di Hermione che sicuramente la guardava male. Harry andò a salutare gli altri suoi fratelli ed Hermione prese la ragazza sottobraccio. “impegnati un po’ di più” le disse. “non ci riesco! È più forte di me!” sussurrò la rossa. Hermione le accarezzò i capelli. “ne abbiamo di tempo, tanto…” disse sorridendo all’amica.
La sera le due ragazze si ritirarono presto e chiacchierarono per ore interminabili. Ginny era contenta di essersi aperta finalmente con qualcuno, con una vera amica, non come Tom…
“forse è un bene che ad Hogwarts vi frequentiate poco” disse Hermione. “almeno ti puoi distrarre e vivere la tua vita”
“infatti… poi quest’anno sarà senz’altro più piacevole dello scorso…” disse Ginny improvvisamente imbarazzata: era colpa sua che Hermione aveva passato le ultime settimane di scuola pietrificata in infermeria. “senti Hermione io volevo…” cominciò ma la ragazza la interruppe.
“non una parola Ginny. Non una parola sull’anno scorso. Non è stata colpa tua. Non eri in te.”
Ginny tacque. Hermione la guardò sorridendo. “l’anno scorso è l’anno scorso. Ora non ci sono più diari stregati o cose del genere. Ora sei tu, sei Ginny Weasley. E lo mostrerai a tutti… anche ad Harry.” ginny sorrise: era veramente riconoscente ad Hermione, la faceva stare bene e le faceva vedere sotto un’altra luce i suoi problemi, nei quali l’anno scorso era sprofondata parlandone con Tom e lasciando che lui se ne nutrisse; finalmente non li vedeva più come ostacoli insormontabili… erano sempre ostacoli ma con la spintarella di una persona come Hermione era convinta che superarli sarebbe stato più semplice.


angolo autrice

cortino questo capitolo, ma in realtà non avevo molta ispirazione...spero non sia troppo deludente... sono appena tornata da londra e sono veramente stanca solo che ci tenevo a finire questo capitolo, lasciato in sospeso prima di partire!! spero vi piaccia! mi farò viva il più in fretta possibile con il prossimo capitolo!!! saluti a tutti,
marty

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Capitolo 12
*** incubi ***


cap 13 nvu
Incubi

“vai via, Ginny!”
“carino da parte tua!”
Ginny si voltò e lasciò solo il trio. Harry doveva parlare in privato, ma guarda un po’…
Era il primo settembre e finalmente stavano sull’espresso di Hogwarts e Ginny era stata esclusa come sempre dal trio formato da suo fratello, Hermione ed Harry. però forse era meglio così: d'altronde aveva concordato con Hermione che quell’anno sarebbe dovuta stare un po’ lontana dai suoi fratelli ed Harry e dedicarsi di più alla sua vita e ai suoi compagni di corso, e Ginny aveva intenzione di iniziare da subito, fiera e combattiva come era sempre stata. Cercò tra gli scompartimenti le sue compagne di corso, Demelza, Miriam ed Aisleen, ma fu quest’ultima a trovarla. “ciao Ginny! Ti stavo cercando!” disse la timida Aisleen con un sorriso, giocarellando con una delle sue lunghe trecce nere. La condusse verso il loro scompartimento, dove già da lontano si sentiva la potente voce di Miriam. Nello scompartimento, infatti, c’era lei in compagnia di Demelza, Colin Canon e John Evans, un loro compagno di corso. “ginny!!” Miriam le piombò addosso, abbracciandola e baciandola sulle guance. “com’è bello vederti tesoro! Finalmente un po’ di colorito! Dove sei stata in vacanza?”
“in Egitto…” rispose ginny mentre salutava Demelza e gli altri ragazzi. Si sedette tra Colin e Demelza, mentre Miriam, a gran voce come sempre raccontava tutto ciò che aveva fatto nelle sue vacanza, senza pensare minimamente che i dettagli della sua estate non interessassero a tutti. “dov’è Anthony?” chiese Ginny notando l’unica persona del suo corso che mancava all’appello. “è con la sua ragazza” rispose Miriam sogghignando. “e chi è?” chiese Demelza incuriosita. “Grace Evans!” rispose Miriam lanciando un’occhiata divertita a John. “e chi sarebbe?” chiese Aisleen. “è la sorella gemella di John. È a Tassorosso.” Rispose Colin. “non stanno insieme.” Precisò subito John “sono solo amici! Io e Grace conosciamo Anthony da una vita…”
“secondo me si piacciono, anzi, sono convinta che a lui piaccia lei, si vede lontano un miglio!” disse Miriam, maligna.
“finiscila Mi’” disse John pacifico. “non puoi sapere sempre tutto. Fidati che è come dico io. Ad Anthony non interessa minimamente mia sorella.” Miriam si sedette. “ se lo dici tu…” aggiunse lei maliziosa, ma John non le rispose e si chiuse lì la conversazione.
“si può?” da tempo le ordinate campagne si erano trasformate in scure montagne e il tempo si era fatto più burrascoso che mai, quando Luna Lovegood si affacciò allo scompartimento dei sei Grifondoro. “ciao Luna!” la salutò allegramente Ginny. Gli altri la guardarono con uno sguardo perplesso, tranne Colin che la salutò timidamente con una mano. “ragazzi, lei è una mia amica Luna Lovegood…” la presentò Ginny. Un risolino spuntò dalle labbra di Miriam. “Lunatica Lovegood, vorrai dire…” disse, accennando agli orecchini a forma di ravanello che le pendevano dai lobi. “veramente si chiama Luna. Pensavo fossi informata su tutto.” Le rispose freddamente Ginny. Si rivolse alla corvonero, che guardava dal finestrino con aria sognante. “se vuoi ti puoi rimanere qui con noi Luna. C’è posto.”
“oh non ti preoccupare Ginny. Non penso di stare simpatica alla tua amica.” Disse Luna. “ma comunque non avevo intenzione di fermarmi, ero solo venuta a controllare che in questo scompartimento non ci fossero Nargilli. Ci vediamo a scuola.” Luna uscì, chiudendo delicatamente lo sportello. Ginny si voltò verso Miriam, furiosa. “dovevi proprio trattarla così? e cos’è questa storia? Perché l’hai chiamata lunatica?” sbottò contro la compagna.
“maddai!” esclamò, sgranando i grandi occhi nocciola. “quella ragazza ha qualche rotella fuori posto! Ma non l’hai sentita cosa diceva a proposito di quei cosi… i Nargilli? E quei cosi che portava alle orecchie? Tutti a scuola la chiamano così…”
“beh, tutti non sono io!” esclamò Ginny. “ e si da il caso che Luna sia mia amica, e quando le chiedo di stare con noi non voglio che venga trattata in questo modo! Chiaro?”
“io non ci posso fare niente se quella è strana!” rispose Miriam. “non è strana! Cerca di conoscerle le persone prima di giudicarle!” disse Ginny. Il silenzio era piombato nel corridoio. Ginny si alzò dal sedile. “vado a prendere un po’ d’aria.” Borbottò e uscì dallo scompartimento. quando fa così, Miriam non la sopporto proprio pensò Ginny mentre si dirigeva verso lo scompartimento di Ron e gli altri. Camminava già da un po’ (fred le aveva detto che i tre erano nell’ultimo vagone) quando si accorse che il treno cominciava a rallentare. Non è possibile che ci siamo già, pensò la ragazza, cercando di vedere fuori da un finestrino, ma era talmente buio che non riuscì a vedere nulla. Continuò a camminare quando il treno si arrestò con un tremendo scossone che la fece cadere in avanti e si spensero tutte le luci. Ginevra si rialzò: il treno era nella più completa oscurità. Cercò a tentoni di andare avanti, seguendo delle voci che le parevano quelle dei suoi amici, qualche metro più in là. Trovò lo sportello ma non fece in tempo ad avvicinarsi alla maniglia che con uno stridio si era già aperto e una sagoma scura le piombò addosso, facendola cadere di nuovo e strillare. La sagoma che le era venuta addosso strillò a sua volta.
“chi è là?” chiese l’altra persona.
“chi sei tu?” chiese Ginny di rimando, rialzarsi.
“Ginny?” chiese la sagoma davanti a lei.
“Hermione?” chiese La ragazza dubbiosa, riconoscendo la voce dell’amica.
“cosa fai?”
“stavo cercando Ron…” rispose lei.
“entra e siediti…” disse Hermione e Ginny vide la sua sagoma scansarsi per lasciarla passare. Ginny entrò e si cercò di sedere nel primo posto utile.
“non qui!”disse la voce di Harry. “qui ci sono io!” Ginny si rialzò di scatto e intruppò in un’altra persona. “ahia!” gemette la voce di Neville Paciock. “silenzio!” era una voce roca, spuntata all’improvviso, che fece azzittire tutti. ginny si fiondò nel primo angolino che le parve vuoto. Sentì qualcuno muoversi in un angolo. Ad un certo punto una luce tremolante illuminò lo scompartimento e Ginny vide il volto segnato di un uomo adulto, dagli occhi guardinghi. “restate dove siete.” Gli ordinò. Ma si sentì la porta che, lentamente, troppo lentamente, cominciava ad aprirsi. Ginny fissò spaventata il punto in cui la porta si era aperta e dovette reprimere un urlo: una figura alta fino al soffitto, avvolta interamente in un mantello nero, si faceva spazio e si avvicinava… una mano putrida spuntò dal mantello e Ginny credette di svenire per il disgusto. Ma la creatura la ritirò immediatamente e Ginny riprese a respirare. Il sollievo non durò per molto… il gelo la circondava, il ghiaccio le riempiva i polmoni… non respirava, non sarebbe mai più riuscita a respirare, a sentire la gioia e il sollievo che dava l’aria quando attraversava i polmoni… il freddo arrivava fino al suo cuore che, caldo, pompava il sangue il più in fretta possibile, per riscaldarla, per non dare al gelo la possibilità di vincere il fuoco…
E lei vedeva lui, vedeva Tom, non c’era più Harry seduto di fronte, c’era lui, che rideva, con quel suo ghigno perverso, che la osservava soffrire…
…sei mia… sei la schiava di Lord Voldemort…
Ma l’immagine di Riddle spariva, e riappariva Harry, il suo Harry, e lei si avvinghiò alla sua immagine più forte che mai, per salvarsi, per non affogare…
Ed era lì, rannicchiata sul sedile, tremante come una foglia, gli occhi sbarrati dalla paura. Si guardò intorno: le luci erano riaccese, la creatura era sparita, faceva di nuovo caldo e l’aria entrava ancora meravigliosamente nei polmoni…
Hermione l’abbracciò; se ne rese conto dopo che anche Harry era stato male, era sul pavimento, sudava freddo, come lei…
Sentì la mano di Hermione che l’accarezzava e si sentì sollevata… sapeva che Hermione aveva capito cosa aveva visto…

*
la sala grande era più confortevole del solito. Ginny guardò le luci, le candele e Silente, il Preside, e istintivamente si sentì protetta. Un braccio passò sotto il suo.
“ginny…”le sussurrò Miriam. “scusami per prima. A volte posso essere veramente una vipera. Amiche come prima?”
Ginny annuì. “però non chiamare più così Luna.”
“ci proverò…” le sorrise Miriam. “vieni a sederti vicino a me per favore, così mi racconti un po’ dell’egitto…”
Ginny si sedette sulla panca, tra i suoi compagni, sollevata e felice. Scacciò dalla mente i brutti i ricordi. Voglio vivere solo al presente, si disse. Guardò verso Harry che parlottava fitto fitto con Ron ed Hermione. Si, doveva seguire il consiglio di Hermione, stare con i suoi compagni, dimenticare Tom e tutto l’anno scorso, allontanarsi da Harry. prese in mano la sua bacchetta e ricordò le parole di Olivander:
“cuore di piuma di fenice. Le fenici hanno il potere di rinascere dalle proprie ceneri, e di curare i dolori altrui con le proprie lacrime… e legno di quercia: forte e maestosa…”
E lei così sarebbe stata, come la sua bacchetta, vigorosa, maestosa e sarebbe rinata, più bella e forte che mai, dalle sue ceneri, dal suo passato.


angolo autrice
oh, come cresce la piccola Ginny... io l'ho sempre vista così: più matura della sua età, coraggiosa e forte... finalmente ha preso la strada giusta, quella che l'aiuterà ad allontanarsi da Harry... facendo così in modo che lui si accorga di lei, e della persona meravigliosa che è... la storia più vecchia del mondo... ma quanto è difficile fare il passo che Ginny sta tentando di fare! ci metterà un pò, ma piano piano riuscirà a farlo e prenderà  la strada giusta, senza smarrirsi...
ci sentiamo presto... ho un pò di capitoli nel pc...
ciaoooo!
marty

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Capitolo 13
*** notte nella sala grande ***


cap 13 nvu
Notte nella sala grande

Fu un anno felice per Ginny, nonostante l’evasione di un criminale pazzo, e tutte le restrizioni che questa situazione causava, lei non poteva fare a meno di essere allegra: prendeva ottimi voti, si era creata un bel gruppo di amicizie e si divertiva da morire. “è con questo sorriso che ti voglio vedere,Weasley!” le disse un giorno Lee Jordan, incrociandola nel corridoio. Ginny gli rispose con un sorriso radioso: finalmente viveva Hogwarts come aveva sempre immaginato di vivere, come ogni ragazzino aveva sempre vissuto. La mattina  frequentava le lezioni, poi faceva i compiti con i suoi compagni, in sala comune, e trascorreva il tempo libero con loro, giocando a Spara Schiocco, passeggiando nel parco o chiacchierando davanti al fuoco.
“ragazze secondo me Grace e Anthony si metteranno insieme!” esclamò Miriam mentre le quattro amiche sedevano davanti al camino. “ci risiamo con questa storia!” disse Demelza alzando gli occhi al cielo e chiudendo il suo libro sul Quidditch. “lo sapete che ho occhio per queste cose!” disse Miriam. “secondo me sono solo amici… ti fai troppo film…” disse Ginny prendendo in mano il libro di Demelza e cominciando a sfogliarlo. Miriam lanciò al libro un’occhiata di disapprovazione “uffa, voi due sempre con quel Quidditch! Poi non è che vi interessate per i giocatori ma per il gioco…” disse. “perché non provate ad iscrivervi nella squadra? Se vi piace tanto…” disse Aisleen, sollevando lo sguardo dalla lettera che stava scrivendo. “è che la squadra è al completo ed è talmente forte che non ha bisogno di gente in panchina.” Rispose Ginny. Quanto le sarebbe piaciuto giocare…
“ragazze vi ho scattato una foto!” disse Colin da lontano. “come è venuta? Non sono venuta grassa vero?” disse Miriam. “no, no, siete venute tutte benissimo!” esclamò Colin. “domani ve la porto, ok?”
“grazie mille Colin.” Disse Ginny con un sorriso. Si guardò intorno: Fred e George erano circondati da una folla di gente chiassosa, Hermione e Ron battibeccavano come al solito, forse per via del gatto della ragazza che dava la caccia a Crosta, il topo di Ron, e Harry giaceva semiaddormentato sulla poltrona in mezzo ai due amici. Ginny lo guardò con un sorriso dolce… ma poi si ricordò della promessa fatta ad Hermione e si rivoltò verso le sue amiche.

*

Ginny stava salendo le scale, diretta al suo dormitorio, quando notò la folla di persone che ostruiva il passaggio. “che cosa succede?” chiese Ginny a Ron, Harry ed Hermione, che si trovavano lì vicino. Nessuno di loro seppe darle una risposta e Ginny si voltò in direzione di Percy, che faceva cenno agli altri di spostarsi e  di far passare Albus Silente, appena arrivato. Ginevra provò a sollevarsi in punta dei piedi per avere una visuale migliore, ma poi decise di sfruttare la sua piccola figura per intrufolarsi tra gli altri. La ragazza si trovò davanti ad una strana immagine, il ritratto della signora grassa lacerato e privo della sua abitante. Venne subito sbalzata dietro dai professori e un gruppo di studenti più grandi curiosi. “tutti nella sala grande! I caposcuola si occupino di portare giù tutti gli studenti della propria casa…” sentì tuonare il preside. Percy cominciò a chiamare a gran voce i ragazzi. “seguitemi! Tutti dietro di me non perdetevi…”. Ginny cercò di sgattaiolare ma venne subito fermata. “ginny dove vai?” era percy che l’aveva presa per un braccio. “stavo cercando le mie amiche…” tentò di giustificarsi lei.
“rimani qui con gli altri le troverai nella sala grande…”
“percy lasciami… non sono una bambina…”
“allora rimani nella fila…”
Ginny sbuffò e si mise in coda con gli altri. Vide un po’ più avanti Ron Harry ed Hermione, che confabulavano come al solito. Cercò con lo sguardo i suoi compagni ma non trovava nessuno. Li avrebbe raggiunti nella sala grande…

*

“ginny eccoti!” demelza le fece cenno di avvicinarsi. “vi ho cercato dappertutto!” esclamò Ginny avvicinandosi al suo gruppo. “eravamo ancora giù.” Disse Anthony. “ma si può sapere cosa è successo?” chiese John “perché dobbiamo stare qui?”
“io ho sentito che è successo qualcosa alla signora grassa…” disse Colin.
“si, è lacerata, non si sa chi è stato.” Disse Ginny, l’unica  che aveva visto cosa era successo.
“e chi è stato?” chiese Aisleen. Ginny alzò le spalle.“si dice che centri Sirius Black.” Disse Miriam.
“il criminale?” esclamò Aisleen terrorizzata. “non stiamo un po’ esagerando? Cosa vuole qui ad Hogwarts?” disse Demelza, scettica. “non lo so, ma lo ha detto Pix… lo ha visto…”
“va bene ragazzi, smettiamola, è inutile preoccuparsi, sentiamo cosa dice Silente, sta arrivando…” disse Anthony, guardando preoccupato Aisleen che sembrava molto spaventata. Purtroppo i professori confermarono le voci udite da Miriam, e dissero loro di non preoccuparsi e che quella sera tutta la scuola avrebbe dormito nella sala grande con dei sacchi a pelo. “John, Anthony che cosa è successo? Tutta la scuola dice che è successo qualcosa alla torre di Grifondoro…” una ragazza del secondo anno di Tassorosso corse tutta trafelata verso di loro. “ciao grace… si dice che sirius black sia entrato nel nostro dormitorio…” le rispose il fratello. “ma non è successo niente, tranquilla, non c’era nessuno dentro…” la tranquillizzò Anthony. Ginny cominciò a cercare i suoi fratelli ed Harry ed Hermione con lo sguardo: percy stava controllando che tutti avessero il sacco a pelo, Fred e George ridevano con Lee e Ron stava con Harry ed Hermione. Ginny guardò l’amica: era tanto tempo che lei ed Hermione non riuscivano a parlare, ma ultimamente Hermione la si incontrava solamente quando correva da un’aula all’altra, o che studiava cose complicate in biblioteca. “tutti nei sacchi a pelo!” esclamò la voce di Percy. Ginny e il suo gruppo di amici si sistemarono in un gruppo e ignorarono completamente l’ordine tassativo del caposcuola di smettere con le chiacchiere. “chissà come ha fatto ad entrare…” disse Anthony, alla destra di Ginny. “mah, forse da un passaggio segreto, chissà quanti ce ne stanno…” disse Demelza. “impossibile! Gazza sicuramente li conosce tutti! saranno tutti sorvegliati…”esclamò Miriam. “fred e george dicono che Gazza non li conosce proprio tutti…”disse Ginny. “potrebbe essere entrato in ogni maniera! Travestito, smaterializzandosi…” disse Anthony. “non ci si può smaterializzare ad Hogwarts!” esclamò Miriam. “comunque non lo sapremo mai, quindi inutile discuterne!” disse John, mettendo fine alla questione. “è meglio che ci mettiamo a dormire. È già tardi.” Disse Aisleen e tutti la presero alla lettera, addormentati sotto il cielo stellato per magia.

*
“ragazze!! Ho sviluppato le foto!” colin canon stava rincorrendo le quattro ragazze che passeggiavano nel parco, incuranti del vento gelido di novembre. “facci vedere!” esclamò Miriam. “ve ne ho fatto una copia a testa! È venuta veramente bene.” Disse il ragazzo tirando fuori dalla borsa le quattro foto. “È veramente bella!”esclamò Aisleen. Ginny pensò che aveva proprio ragione erano venute tutte e quattro benissimo! “facciamone una tutti e cinque insieme Colin! Non è giusto che tu rimanga sempre fuori dall’obiettivo!” disse ginny prendendo per un braccio l’amico. “ma.. io veramente…” balbettò il ragazzo, intimidito. “ehi tu! Ci puoi fare una foto?” disse Miriam ad un Tassorosso che passava di lì. Il ragazzo prese la macchinetta. “ehi volete fare una foto senza di noi?” John ed Anthony si avvicinavano. “venite anche voi dai” esclmò Demelza. Il tassorosso aspettò pazientemente che i cinque grifondoro si mettessero in posa. “sorridete!” disse e scttò il ritratto di quel freddo pomeriggio, scaldato dall’amicizia che legava i cinque ragazzi.
Salendo per le scale con i suoi amici, ginny vide Hermione che passava, carica di libri e pergamene, gli occhi arrossati. Le rivolse un rapido sorriso e scappò nella direzione opposta. Si chiese cosa accadesse alla sua amica, perché non riusciva più a parlarci… scacciò via l’immagine di Hermione, che non faceva altro che ricordarle quanto Harry potter fosse ancora troppo presente nei suoi pensieri, e continuò a salire le scale, diretta verso il calore del camino nella sala comune.


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Capitolo 14
*** il pianto di hermione ***


cap 14 vero

Il pianto di Hermione

 

Ormai era passato anche il natale, e con l’inizio del nuovo quadrimestre e i professori avevano caricato tutti con una mole esorbitante di compiti. Anche Ginny e i suoi compagni del secondo anno avevano parecchio da studiare, nonostante il loro fosse un anno relativamente semplice. Così passavano veramente molto tempo in biblioteca, dove non avevano tante possibilità di distrarsi, visto il divieto assoluto di parlare. Hermione si trovava spesso lì, ovviamente: ginny la guardava che sfogliava libri frenetica, e scriveva fiumi di parole sulle pergamene: tanto era impegnata che non osava disturbarla. Aveva saputo che era un brutto periodo per lei: oltre ad avere più corsi del normale, aveva anche litigato con Harry e Ron, per via della firebolt regalata da un anonimo ad Harry e dell’improvvisa scomparsa del topo di Ron, crosta, dovuta probabilmente al gatto di Hermione, grattastinchi. Avrebbe voluto fare qualcosa, parlarle perlomeno, ma Hermione era inavvicinabile: spariva all’improvviso come se si smaterializzasse…

Ginny non capiva come Harry e Ron potessero lasciare così la loro amica, come potevano essere così terribilmente immaturi? E Ron non aveva fatto altro che detestare quel topo…. Aveva una gran voglia di dire  qualche parolina anche a quei due, ma non sarebbe riuscita a dire molto davanti ad Harry e comunque non aveva nessuna intenzione di impicciarsi.

 

*

 

“ginny sveglia… sta succedendo qualcosa la fuori…”

Ginny si rigirò tra le coperte e aprì gli occhi: doveva essere notte fonda. Aisleen la guardava con sguardo preoccupato, i lunghi capelli corvini che le ricadevano sul viso. “ho sentito un urlo… c’è un po’ di trambusto là fuori…” ginny si svegliò completamente e vide che anche le sue compagne di dormitorio si stavano alzando. “lumus” bofonchiò Miriam e una piccola luce partì dalla sua bacchetta ad illuminare la stanza.

“NON ERA UN INCUBO…. ERA SIRUS BLACK, CON UN PUGNALE….”

“ma è mio fratello!” esclamò Ginny. Prese al volo la vestaglia e uscì di corsa dal dormitorio e si diresse verso quello maschile. Era sicura che fosse Ron ad urlare, voleva sapere che cosa era successo e cosa c’entrava Sirus Black…. L’intera torre di Grifondoro era giù, compresa la professoressa Mcgrannit  che interrogava il ritratto che proteggeva l’ingresso alla torre. Ginny vide suo fratello e fece per avvicinarsi, ma un braccio la bloccò. “lascia perdere è molto scosso…”era Dean Thomas. “è mio fratello! Voglio vedere come sta!” esclamò lei. “sta bene non ti preoccupare. Sirius Black si è limitato a fare a brendelli le tende del suo letto…” ginny guardò da lontano il fratello che stava vicino ad Harry e la professoressa. Vide Hermione in un angolo, lontana dai suoi due migliori amici, pallidissima.

Quella notte nessuno riuscì a dormire nella torre di Grifondoro.

 

*

 

“povero Ron… chissà che paura avrà avuto…” disse Miriam. Ginny sbuffò: quasi tutte le ragazze della scuola ( soprattutto quelle dell’età di Ginny) erano diventate improvvisamente interessatissime a Ronald Weasley e Ginny era stufa di dover informare tutta la scuola sulla salute del fratello o della sua “avventura”. “miriam da quando sai dell’esistenza di Ron?” chiese Ginny. “oh ma ora è così interessante!” esclamò Miriam. “tu non sei preoccupata per quello che è successo? Ha avuto un così grande coraggio, io sarei svenuta davanti Sirius Black…”

“probabilmente anche lui…” disse Ginny “in fondo non ha fatto niente di speciale, oltre che svegliare l’intero dormitorio… sinceramente non ci trovo niente di coraggioso…”

Miriam sospirò e prese a chiacchierare con Grace Evans, anche lei molto interessata a Ron. All’improvviso Ginny ede una figura fai folti capelli crespi: era Hermione, che camminava con dei rotoli di pergamena e un’espressione molto abbattuta. “hermione!” la chiamò Ginny… questa volta non le sarebbe sfuggita…

La ragazza si voltò verso di lei con un sorriso. “ciao Ginny. Da quanto tempo…”

“eh già, è veramente tanto che non facciamo una chiacchierata… tu sei sempre così impegnata…”

“già… questo è veramente un anno tosto…” disse Hermione con un’espressione malinconica.

“ce li hai due minuti per parlare?”

“beh oggi… si credo di si…”

“allora usciamo un po’…una bella passeggiata ci farà bene… hai l’aria di una che non esce da tanto…”

“in effetti…” disse Hermione con un sorrisino triste.

Uscirono nel parco e si sedettero in un angolo riparato vicino al lago. Hermione stava un po’ raccontando dei suoi innumerevoli corsi…

“e dimmi… ogni tanto respiri? Mangi? Dormi?” disse Ginevra. Hermione rise. “me lo hanno sempre detto anche Ron ed Harry…” a quei nomi il sorriso le scivolò dal volto e le labbra cominciarono a tremare.

“va tanto male con loro?” disse Ginny con delicatezza.

“non immagini quanto…” mormorò la ragazza e scoppiò in un pianto. Ginny, che si era aspettata una reazione del genere, l’abbracciò.

“io sto malissimo, non ne posso più! I corsi sono troppi e troppo pesanti, harry e Ron non mi parlano più… che ci posso fare se i gatti mangiano i topi? Che ci posso fare io?” esclamò tra i singhiozzi. “e quella scopa… l’ho fatto solo per il bene di Harry! lui… lui è così… così incosciente a volte… e se era maledetta? Io non me lo sarei mai perdonato… e Ron! Ron che glielo permette, che lo appoggia… sono così… così stupidi!”

“ora sono sola… io e i miei libri… ma senza di loro come faccio a tirare avanti… mi mancano… andare da Hagrid da sola… ormai mi è rimasto solo lui…”

“hai anche me…” le ricordò Ginny.

“già.. lo so… mi dispiace che quest’anno non siamo state tanto vicine… ma era meglio che tu ti allontanassi da noi… per Harry… ma tanto ormai… non c’è più nessun “noi””

“dai non fare così… vedrai che si rimetterà tutto apposto…”

“non lo so Ginny…”

“sono sicura che gli manchi! Sia ad Harry che a quell’idiota di mio fratello…”

“a me mancano così tanto Ginny! Questo periodo… è stato veramente orrendo…”

Ginny pensò a quanto tutto fosse stato diverso per lei… ovviamente non lo disse ma si limitò ad accarezzare i capelli dell’amica…

“quanto sono stata preoccupata per quello che è successo a Ron…” disse Hermione

“anche tu? Ma se non gli è successo niente…”

“si ma se non si svegliava chissà cosa poteva succedere…”

Le cue amiche rimasero lì un altro po’, sul lago, l’una a sfogarsi, l’altra ad ascoltare, finchè il calare del sole non le ricordò che era ora di rientrare, di risepararsi e di tornare ognuna alla propria vita, alla propria strada, che scorrevano placidamente una accanto all’altra, toccandosi e incrociandosi più spesso di quanto, in quel momento, credevano.

 

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Capitolo 15
*** la coppa del mondo di quidditch ***


cap 15 nvu

La coppa del mondo di quidditch

 

“dovrebbe arrivare a minuti… ho chiesto al ministero di poter collegare il suo camino al nostro, solo per oggi, quindi arriverà con la metropolvere…” disse il signor Weasley, guardando l’orologio che aveva al polso. “papà Hermione è babbana di nascita… non ha mai viaggiato con la metropolvere… non sarebbe il caso di andare a prenderla…?” azzardò Fred, guardando preoccupato il camino. “non vi preoccupate: Hermione è in gamba, le ho spiegato perfettamente come fare, scommetto che se la caverà alla grande!” disse Ron tranquillo. Anche Ginny la pensava allo stesso modo… Hermione non era come Harry, sicuramente sarebbe arrivata sana e salva. “si, ha ragione Ron… arriverà tra un paio di minuti… mi è sempre sembrata una ragazza in gamba…” disse la signora Weasley. Il camino improvvisamente si riempì di fiamme verdi e, in mezzo ad esse apparve Hermione Granger. Ron corse verso di lei e l’aiutò ad uscire dal focolare. “grazie mille, Ronald.” disse la ragazza con un sorriso, cercando di togliersi di dosso la fuliggine. “ti aiuto io, cara…” disse la signora Weasley, togliendo la cenere dai vestiti della ragazza con un colpo di bacchetta. “allora andato bene il viaggio?” chiese il signor Weasley. “oh benissimo!” rispose la ragazza, sorridendo. “mio padre era molto incuriosito dal collegamento creato con il nostro caminetto…”

“e dimmi, cara, i caminetti da voi sono come i nostri?” chiese il signor Weasley, subito interessato. “non funzionano ad ecleccità? Non hanno le spine?”

Hermione stava per rispondere, ma Ginny la prese sotto braccio e la interruppe. “hermione io penso che tu sia stanca… vieni ti faccio vedere la mia camera, dormiremo insieme questi giorni…”

Salirono le scale e arrivarono nella cameretta di Ginny, dove i signori Weasley avevano sistemato le cose di Hermione magicamente. “carina questa stanza!” disse Hermione sedendosi sul letto. “sì, carina.” Disse Ginny scrollando le spalle. “allora, pronta per la coppa del mondo?” chiese Hermione, conoscendo la passione della ragazza per il Quidditch. “oh sì! Sono così contenta che papà abbia trovato i biglietti!” rispose Ginny entusiasta. “e che poi venga pure Harry, non centra niente con quel tuo sorriso, vero?” chiese Hermione, maliziosa. Ginny arrossì furiosamente. “perché dobbiamo parlare sempre di Harry, io e te?” balbettò. “in realtà è molto che non parliamo di lui, dopo il nostro accordo…” obbiettò Hermione. “appunto! Avevamo un accordo! Non voglio parlare di lui!”

“il nostro accordo era che dovevi frequentarlo il meno possibile, non che non dovevamo parlarne.”

“è la stessa cosa!”

“no invece! Evitare il problema non servirà a nulla!”

Ginny sospirò: possibile che quella ragazza avesse sempre ragione? “diciamo che sì, sono felice che ci sia anche lui…” ammise. Hermione sorrise soddisfatta.

 

*

 

Un vociare agitato distolse la signora Weasley dalle sue faccende. Anche Ginny ed Hermione distolsero lo sguardo dalle maglie che stavano piegando. “sbaglio o quella è la voce di Arthur?” chiese la signora Weasley, sospettosa. Ginny alzò le spalle, anche se sapeva già cosa stava succedendo. Sicuramente Harry era arrivato e qualcosa era andato storto nel viaggio. si precipitarono tutte e tre in cucina, dove gli uomini di casa erano intenti in una discussione che finì immediatamente alla vista della signora Weasley. Harry potter era lì, in mezzo a quel mare di capelli rossi, e accolse le ragazze con un gran sorriso, che Ginny cercò di ricambiare diventando di un colore molto simile ai suoi capelli. In cucina c’era aria di tempesta, per quello che pareva uno degli ennesimi scherzi di Fred e George, tanto che Harry, Ron Hermione e Ginny, se la svignarono appena Molly cominciò ad alzare la voce.

“che cosa sono i tiri vispi weasley?” chiese Harry, dopo aver sentito i signori Weasley nominare quelle parole più di una volta. Ginny ridacchiò, insieme a Ron e spiegarono la nuova trovata dei gemelli che aveva fatto veramente infuriare la signora Weasley, cioè la lista di scherzi e giochi magici che avevano creato. Dopo essere sfuggiti anche a percy ( che aveva attaccato come al solito, sulla relazione sui fondi di calderoni, compito affidatogli dal suo nuovo capo) andarono in camera di Ron dove Leotordo, il gufetto di Ron, tubava allegro.

“perché lo chiami Leo?” chiese Harry a Ron. “Ron è stupido! In realtà si chiama Leotordo!” rispose Ginny. “beh, ti sembra un nome normale?” chiese Ron. “ma ormai rispondeva solo a quel nome. Per rimediare lo chiamo Leo.”

“Leotordo è un nome simpatico.” Precisò Ginny. Ron alzò gli occhi al cielo.

“beh sicuramente Leotordo è più adatto a quel gufetto rispetto a Leo.” Disse Harry, sorridendo a Ginny, che non lo notò, impegnata com’era ad accarezzare il gufo.

Dopo qualche minuto di chiacchiere su Percy, Ron interruppe la conversazione. “hai notizie di….” E poi si interruppe, guardando Ginny. Ginny fissò incuriosita sia Harry che Ron. Uno dei loro soliti maledetti misteri! Si stava scocciando….

Hermione alleggerì l’atmosfera “perché non scendiamo ad aiutare?”

“sì, ottima idea…”

Mentre scendevano Ginny prese da parte Hermione. “di chi dovrebbe avere notizie Harry?” chiese all’amica. “di nessuno Ginny”

“non è vero! Perché Ron mi ha guardato con quella faccia? Cosa voleva che non sapessi?”

Ginny guardò negli occhi della ragazza, alla ricerca di qualche ombra che potesse sottintendere la verità. “oh non ti preoccupare!” esclamò Hermione, improvvisamente sollevata. “non c’entra nessuna ragazza, se è questo che volevi sapere…” ginny si rilassò un po’. “scusa ma non ti posso dire altro…ma non ti preoccupare non è niente che ti potrebbe interessare…”

“ah… ok…”

“invece io vorrei farti notare una cosa… sbaglio ho hai parlato con Harry senza arrossire nemmeno una volta?” le chiese Hermione sorridendo. “dici davvero?!” esclamò la ragazza. “sì… non te ne sei accorta?” in realtà no… ginny non si era accorta assolutamente di nulla… era stato come parlare ad un amico, non con Harry Potter. “ragazze,scendete, dovete aiutarci!” le chiamò la voce di Ron, da sotto, e le ragazze scesero le scale, sorridendo.

 

*

 

La mattina in cui era prevista la partenza per la coppa del mondo si dovettero svegliare tutti molto presto. “ragazze sveglia!” le chiamò la signora Weasley, scostando le tende per far entrare la luce. “ma mamma… non c’è neanche il sole!” bofonchiò Ginny. “lo so tesoro, ma avete molta strada da fare e prima partite e meglio è!” rispose la madre. Ginny si alzò e guardò Hermione, gli occhi gonfi di sonno e i capelli scompigliati. Probabilmente lei aveva un aspetto molto simile, visto che erano state sveglie fino a tardi a chiacchierare…

“vi voglio giù fra cinque minuti!” disse la signora Weasley e scese giù.

In realtà ci misero un po’ più di cinque minuti a prepararsi, tant’è che la madre dovette salire a chiamarle più di una volta e, nonostante gli sforzi, i loro volti non erano molto più accettabili.

Quando scesero notarono che i ragazzi stavano messi peggio di loro, i volti gonfi e i movimenti rigidi, ma la cosa non la consolò molto. Meno male che Harry sembrava troppo stanco per vedere in che condizioni era ridotto il suo viso.

“allora pronti? Andiamo!” esclamò il signor Weasley.

 

*

 

La strada era stata molto lunga, ma man mano che camminavano si erano svegliati del tutto e quando si incontrarono con Cedric Diggory, i loro volti avevano ripreso il solito volto. “bel compagno di viaggio.”bisbigliò Hermione a Ginny. “si ma Harry è molto più bello!” rispose la ragazza. “beh ora non esageriamo….”

“che state confabulando voi due?” si intromise Ron. “niente. Cose da ragazze Ron!” rispose Hermione con un sorrisetto e sia lei che Ginny scoppiarono a ridere. “le ragazze!” lo sentirono dire ad Harry. “stanno sempre a ridere… non le capirò mai!”

 

*

 

“e questa ragazzi è la sistemazione… questa a destra è la nostra, mentre la tenda a sinistra è quella delle ragazze… mi raccomando comportatevi nel modo più babbano possibile: non dobbiamo destare sospetti!” disse il signor Weasley. “non dobbiamo destare sospetti? Quelli fanno volare i bambini su manici di scopa finti e non dobbiamo destare sospetti?” esclamò George. “si ma voi siete miei figli e come tali dovete rispettare la legge!” ribadì il signor Weasley e nessuno replicò. “andiamo a vedere come sono le tende dentro? Non ho mai dormito in una tenda!” propose Ginny e trascinò Hermione nella loro tenda. La tenda era enorme: c’era un angolo cottura, un bagno, un salottino e la camera da letto con due letti. “ingegnosi questi babbani! Da fuori sembra così piccolina….” Esclamò Ginny, sorpresa.  “infatti le tende babbane non sono così! questa è modificata con la magia!” rispose Hermione.

“hermione, vieni con me ed Harry a prendere l’acqua?” sentirono Ron che gridava da fuori “visto che papà si ostina a complicarci la vita… dico io, abbiamo i poteri magici e dobbiamo comportarci come babbani…mah…”

Hermione sorrise a Ginny e andò verso il ragazzo.

 

*

 

“e Ginny Weasley supera i suoi avversari e si avvicina sempre di più al portiere… lancia la Pluffa… e segna! La Weasley, come al solito ci fa sognare con i suoi lanci perfetti…”

“ginny? Ginny! Ginny svegliati….”

“cosa c’è?” borbottò la ragazza. Stava facendo un così bel sogno…

“sta succedendo qualcosa di strano la fuori…”

“saranno gli irlandesi che festeggiano…” disse Ginny guardando attraverso la tela della tenda. Ma i suoni che sentiva non le parevano esattamente versi gioiosi.

“ragazze! Uscite fuori subito!” urlò il signor Weasley, piombando nella tenda. “cosa succede papà?” chiese Ginny, perfettamente sveglia. “niente di buono.” Rispose il padre “no Hermione non c’è tempo. Prendete una felpa e uscite. Subito.” Le ragazze ubbidirono e uscirono fuori dalla tenda. Lo spettacolo che si trovarono davanti era agghiacciante: tende che bruciavano, gente che fuggiva ovunque. “quelle figure che si contorcono in aria…” gemette Hermione, guardando verso l’alto. Ginny guardò le quattro figure, due delle quali molto piccole. “sono i Roberts, i proprietari del campeggio…” mormorò la ragazze. “sono babbani…” mormorò Hermione. Ginny strinse la mano dell’amica e guardò suo padre e i suoi fratelli maggiori dirigersi verso quello che pareva il centro di tutto quel caos. Nel mentre nemmeno si accorse che Fred l’aveva presa per mano e trascinata verso un bosco, insieme agli altri. “è tutto buio accidenti…” borbottò George “non si vede niente…”

“hai la becchetta?” chiese Fred continuando a stringere la mano della sorella.

“non credo…”

“beh non so se possiamo usare la magia…” disse Ginny incerta. “in casi come questi credo di sì… e con tutta questa magia nell’aria non credo che riescano ad individuare tre maghi minorenni…” rispose George. “e poi… le regole non esistono solo per essere infrante?” disse Fred con quello che Ginny immaginò essere un ghigno. Purtroppo era talmente buio che poteva solo immaginarlo. “io ho la bacchetta!” disse Ginny frugando nella tasca della felpa con la mano libera. “lumus!” esclamò e un fascio di luce uscì dalla strisciolina di legno della ragazza. “ottimo.” Disse George. “ottimo un corno… dove sono Ron e gli altri?” esclamò Ginny puntando la luce intorno a sé. Il bosco era deserto. “li abbiamo persi… con tutto quel buio…” disse Fred. “spero che non gli sia successo niente…” mormorò Ginny preoccupata. “non ti preoccupare quei tre hanno affrontato situazioni peggiori…”disse George.

“già magari ora stanno ficcanasando in giro…” disse Fred.

“spero di no! Qui non siamo ad Hogwarts!” esclamò Ginny  decisamente angosciata. Camminarono ancora un po’ e non incontrarono nessuno tranne Draco Malfoy, un biondino del quarto anno di Serpeverde. “ma guarda un po’…altri tre Weasley… il bosco ne è pieno a quanto pare…” sogghignò il ragazzo. “cosa vuoi Malfoy?” chiese George, aggressivo. “ho solo visto quei due babbanofili di vostro fratello e Potter… probabilmente cercavano di nascondere la Mezzosangue…”

“non chiamarla così!” urlò Fred, avvicinadosi a Malfoy, i pugni serrati, avendo capito subito il maligno riferimento ad Hermione. “o sennò cosa mi prendi a pugni?” disse Malfoy con un ghigno. “fred lascia perdere non ne vale la pena…” disse George al fratello. Fred abbassò i pugni. “dove sono andati?” chiese George. “perché dovrei dirtelo?” chiese lui beffardo. “perché lo vogliamo sapere!” rispose Ginny, furiosa. Non sopportava quel ragazzo. “oh ma guarda anche la fidanzatina di Potter! Non ti avevo notato…”

“io non sono la fidanzata di nessuno! Dimmi dove sono andati!” esclamò Ginevra, senza un velo di imbarazzo.

“io penso che non ti sia entrato in testa il concetto…non ho nessuna intenzione di aiutarvi…”

“e invece sei tu quello che non ha capito: tu devi rispondere altrimenti…”

“altrimenti?”

Ginny puntò la bacchetta contro il biondino ma una luce verde esplose in cielo. “che accidenti hai fatto?” urlò Malfoy, terrorizzato. “io non ho fatto niente!” gridò la ragazza in risposta. “è il marchio nero!” urlò George. “andiamo via di qui!” esclamò Fred e trascinò via Ginny.

“ma loro?” esclamò Ginny guardando Malfoy che scappava. “DOVE VAI? ANCORA NON MI HAI RISPOSTO! CODARDO!”

“ginny non c’è tempo… ci incontreremo alla tenda… dammi la tua bacchetta…” ginny la diede la fratello che mormorò uno strano incantesimo e la sua bacchetta cominciò a girare all’impazzata.

“ora è come una bussola. È l’incanto quattro punti…” spiegò Fred. La bacchetta si fermò. “ecco! Andiamo da quella parte…”

Ginny si voltò verso Malfoy che non sapeva dove andare. “le tende sono di qua.” Disse sprezzante.

“non ho bisogno del tuo aiuto” disse il ragazzo.

“vigliacco… sono pure dalla tua stessa parte…” rispose la ragazza sprezzante e se ne andò con i suoi fratelli. All’improvviso pensò ad Harry. “ma quello era…” balbettò, gli occhi sbarrati. “il marchio nero, sì.” Disse George, serio. “il simbolo di.. lui?” domandò la ragazza. “sì. Saranno stati quegli individui incappucciati. Probabilmente ex mangiamorte che ora convivono con noi dichiarandosi pentiti o stregati. Tutte frottole. Pensa a Lucius Malfoy.” Disse Fred. “ma se erano i suoi seguaci… Harry…” disse Ginevra. “non ti preoccupare. Sono sicuro che Harry stia bene. Quel marchio era solo una provocazione. Fidati che se Tu Sai Chi dovesse tornare quei mangiamorte sarebbero i primi a scappare.” Rispose George. “adesso torniamo da papà e gli altri. Ci spiegheranno loro.” Disse l’altro gemello e, sempre con la mano della sorella rinchiusa nella sua, seguirono la via indicata dalla bacchetta di Ginny.

Angolo autrice

ebbene sì... questa volta vi ho fatto aspettare tantissimo! spero che il capitolo sappia ripagare l'attesa! un grazie a tutte le persone che mi stanno seguendo e che recensicono!

alla prossima!!!

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Capitolo 16
*** i campioni ***


cap 16 nvu

I campioni

 

Dopo la disavventura alla coppa del mondo di quidditch l’estate era proseguita normalmente, a parte il trambusto al Ministero per via dei maghi e streghe infuriati o impauriti. Sia il signor Weasley che Percy stavano facendo straordinari a non finire e tornavano esausti ogni sera. Ma non ci furono più né casi strani né altro, quindi il popolo magico andava via via rilassandosi. Così la scuola iniziò tranquillamente come ogni altro anno: il viaggio in treno, il banchetto, la canzone del Cappello Parlante e i nuovi alunni, spaventati come sempre. Ginny aveva rincontrato tutti i suoi vecchi amici dai suoi compagni di corso ai ragazzi conosciuti nelle altre case. “che bello rivedervi!” esclamò appena ebbe incontrato le sue tre amiche sul treno. Erano tutte e tre molto cambiate: Demelza era più alta e aveva i capelli più lunghi, Miriam molto abbronzata, e Aisleen sembrava molto più grande rispetto all’ultima volta che l’aveva vista. Era molto allegra di essere tornata a scuola e sperava che l’anno sarebbe andato esattamente come quello appena trascorso.

“ciao ragazze!” tre ragazzi si avvicinarono alle quattro amiche: erano Colin, Anthony  e John i loro tre compagni di corso, anche loro molto cresciuti, soprattutto in altezza. “ciao!” li salutarono loro sorridendo. Si sedettero tutti quanti vicini e cominciarono a mangiare e a chiacchierare allegramente. Smisero solo dopo il dolce, quando il professor silente richiamò l’attenzione della scolaresca. “è con grande piacere che ho l’onore di annunciarvi che la nostra scuola ospiterà il torneo Tremagli!” annunciò il preside.

“sta scherzando?” urlò Fred Weasley e Ginny la pensava come lui: non era possibile che ci fosse il torneo… non era proprio possibile. Evidentemente tutta la scuola condivideva il commento di Fred, poiché tutti ridevano divertiti. Ma quando Silente precisò la realtà delle sue parole, l’atmosfera cambiò e si fece subito più interessata e eccitata. “cos’è il torneo Tremagli?” chiese Demelza che, a causa delle sue origini babbane, non era molto informata sul mondo magico. Ma la spiegazione di Silente colmò subito i dubbi di tutti quelli che, come lei, non sapevano cosa fosse quel torneo. Ginny lo sapeva, ovviamente, essendo nata in una famiglia di maghi. Avevo poi sentito i discorsi dei fratelli maggiori e assistito ai loro giochi da bambini, e quindi era veramente molto informata. Guardò le razioni di Harry, Ron ed Hermione: la ragazza era molto preoccupata, Ron sognante, Harry abbastanza perplesso. Ma le regole di Silente erano chiare: nessun ragazzo di età inferiore ai diciassette anni, con gran disappunto dei gemelli Weasley che avrebbero compiuto gli anni ad aprile, avrebbe potuto partecipare la pericoloso torneo.

 

*

 

Era stato un mese di scuola molto diverso dal solito: tutti quegli studenti nuovi e la novità del torneo, che interessava tutti, anche i ragazzi più piccoli ai quali non era permesso partecipare. Ginny e i suoi amici parlavano ogni giorno del torneo, interrogandosi su quali sarebbero stati i campioni e quanto sarebbero state difficili le prove.

La scuola di solito percorsa da individui in nero finalmente aveva aggiunto nuovi colori: insieme ai fruscianti mantelli scura degli studenti di Hogwarts, si erano aggiunto le brillanti divise rosse degli studenti di Durmstrang, i ragazzi nordici dai fisici possenti e l’accento duro, e le azzurre sete leggere che ricoprivano i corpi degli studenti di Beauxbatons, che inserivano parole francesi nei loro discorsi, dando alle loro conversazioni un livello maggiore e la raffinatezza che mancava agli altri ragazzi. “ma quanto sono carini questi stranieri…” disse Miriam, guardando una coppia di francesi che passavano accanto a loro ammiccando maliziosi. “anche i ragazzi di durmstrang non sono niente male!” disse Demelza.  “oggi  ci sarà l’estrazione dei tre campioni! Secondo voi chi verrà scelto?” chiese Aisleen. “Angelina Johnson! È della nostra casa ed è una bravissima ragazza!” rispose Ginny convinta. “io spero Cedric Diggory! È così carino…” rispose Miriam sognante “cosa darei per uscire con lui…” “a proposito di campioni, i tuoi fratelli sono riusciti a farsi togliere la barba?” chiese Demelza a Ginny, sghignazzando. Eh sì, Fred,George e Lee avevano provato a mettere il loro nome nel calice di fuoco, l’oggetto che avrebbe scelto i campioni. Beh, il risultato era stata una bella barba folta, tranne per Lee che si era fermato appena visto la conseguenza sui gemelli. “già, ci ha pensato madama Chips.” Rispose Ginny. Anche Ron desiderava avere la possibilità di partecipare al torneo ma, vista l’esperienza dei gemelli, perse completamente le speranze e continuò a guardare il calice desideroso. Evidentemente lei era l’unica delle famiglia che non si lamentava della sua età, pensava la ragazza ascoltando i discorsi dei suoi tre fratelli. In realtà anche a lei sarebbe piaciuto partecipare a quel torneo ma non ne faceva una questione di morte: le sarebbe andato bene incitare il ragazzo o la ragazza (continuava a sperare in Angelina) che avrebbe rappresentato la sua scuola e si sarebbe divertita, la sera prima delle prove, ad immaginare quali terribili sfide avrebbero dovuto affrontare i campioni o quali tremende creature avrebbero dovuto sconfiggere…” meno male che Ron ed Harry per una volta stanno usando la ragione! Insomma quel torneo non è adatto a ragazzi della nostra età!” aveva detto Hermione a Ginny. “perché volevano seriamente partecipare?” chiese Ginny divertita. “secondo me in realtà non ne sono mai stati realmente interessati…”disse Hermione. “ci vediamo in sala grande per l’estrazione dei campioni?” domandò Ginny. “mmm, penso che sarò con Harry e Ron… magari ci incontriamo a cena!” disse la ragazza. “ok a dopo!” disse Ginny e raggiunse in fretta i suoi compagni del terzo anno che si stavano avviando alla sala grande. Arrivati alla loro tavolata si sedette vicino a John Evans. “allora Ginny, chi credi che sarà il nostro campione?” ginny alzò le spalle. “io spero Angelina…”

“anche io! Mia sorella invece spera in Cedric Diggory…sai, è della sua stessa casa…” disse John.

“ed è molto carino!” aggiunse Miriam, sedendosi davanti a loro. John alzò gli occhi al cielo. “Miriam, Grace non è  frivola come te!” le rispose John. “grace è una ragazza come me!” rispose Miriam “e ha occhio per i bei ragazzi! Lo capirai quando vedrai che lei e Anthony non sono solo amici!

“ma smettila, ancora con questa storia? Anthony e Grace sono solo amici!”

“ragazzi smettetela, il calice si è illuminato!” esclamò Colin eccitato. Tutti si voltarono verso il calice e guardarono il preside estrarre il primo foglietto.

“il campione di Durmastrang è…” esclamò il preside “Viktor Krum!”

“è il cacciatore della Bulgaria!” esclamò Ginny applaudendo.

“il campione di Beauxbatons è…” disse il professor Silente “Fleur Delacour!”

Una ragazza dai lunghi capelli argentei e il passo leggero si alzò dalla tavolata dei Corvonero, facendo fluttuare le sue vesti leggere. Ginny notò che al suo passaggio tutti i ragazzi avevano la stessa identica espressione. “ehi!” sbottò indignata Miriam, schioccando le dita davanti a John, che fissava la ragazza a bocca spalancata. Appena se ne andò, il ragazzo riprese il suo solito comportamento, le guance un po’ arrossate.

“il campione di Hogwarts è….” Il silenzio piombò nella sala. “Cedric Diggory!” la sala scoppiò in un boato. Ginny applaudì al tassorosso che si alzava, emozionato e si avvicinava agli altri campioni. La ragazza era contenta della scelta del calice: non era Angelina, ma Cedric era un bravo ragazzo e si meritava in pieno il titolo conferitogli. “ehi il calice si sta illuminando di nuovo!” esclamò Aisleen. Tutti si voltarono verso il punto indicato dalla ragazza. Il calice sputò un nuovo nome dalle sue lingue fiammeggianti. Silente lo prese sorpreso, e aggrottò le sopracciglia appena lesse il nome. La sale era nuovamente piombata nel silenzio. Poi il preside si schiarì la voce:

Harry Potter”.

Ginny si voltò verso il ragazzo e vide lo sguardo spaventato e stupito, Hermione che lo incitava ad alzarsi e Ron voltato dal lato opposto. “ma Harry non è del quarto anno?” chiese John. “sì…” rispose Ginny. Perché il suo nome era uscito dal calice? Cosa era successo? Fred e George non ci erano riusciti…

 

*

 

Nella sala comune di Grifondoro non si parlava d’altro. “è un’imbroglione…” aveva borbottato un ragazzo del sesto anno. “non ragazzi non può averlo messo Harry… non l’avrebbe mai fatto!” esclamò Hermione. “sì e quella linea dell’età era insuperabile!” aveva aggiunto George.  “anzi sinceramente sono preoccupata.” Aveva detto Hermione dopo essersi seduta vicino a Ginny. “prima il marchio nero, poi questo… non è normale…”

“in effetti hai ragione…”disse Fred pensieroso.

“ma Ron che ne pensa?” chiese Ginny, incuriosita dall’assenza del fratello.

“diciamo che lui… ha idee molto diverse da noi…”disse Hermione lentamente. Ginny e i gemelli la guardarono un po’ perplessi. “non dirci che…è geloso!” esclamò George. “oddio quanto è cretino…” disse Ginny, alzando gli occhi al cielo. “sì, la penso come voi… ma non ditegli niente! Ci è rimasto veramente male…” disse Hermione. Fred scosse la testa stupefatto. “invece di stare col suo amico… che sinceramente non mi è parso così felice… va a rischiare la vita, cavolo!” esclamò. “immagino che Ron cambierà idea…intanto io darò ad Harry tutto il mio sostegno e il mio aiuto.” Disse Hermione. “anche noi, ovviamente!” disse Ginny. “appena lo saprà la mamma si preoccuperà da morire…” gemette George. “e ha ragione! Harry è troppo giovane!” esclamò Hermione. Intanto era stato un gran banchetto per il ritorno del campione. “comunque voglio sapere come ha fatto…. È strabiliante!” esclamò Fred. “ a meno che qualcuno non lo abbia iscritto…” mormorò Hermione. Intanto il quadro della signora grassa si era spostato ed era entrato Harry. fu subito assediato dalla folla, che allontanò subito con la scusa di voler andare a dormire.

 

*

 

Ginny andò abbastanza tardi in dormitorio a causa dei festeggiamenti avvenuti anche senza il campione. “secondo me Harry non si è iscritto!” disse Aisleen mentre si metteva a dormire. “andiamo! Per forza è stato lui!” esclamò Miriam. “ e tu che ne sai, scusa?” chiese Ginny seccata.

“maddai! Scusa ma chi lo può aver iscritto? Probabilmente aveva voglia di un altro po’ di notorietà…”rispose la riccia. “tu non lo conosci! La notorietà che ha non se l’è mai cercata! Anzi, lui detesta stare al centro dell’attenzione!” rispose Ginny. “insomma sta sempre in mezzo a qualunque cosa! Chi ti ha salvato dalla camera dei segreti? Chi era in mezzo a quella storia riguardo Sirius Black? Lui! Non dirmi che non ha manie di protagonismo…” sbottò Miriam. “ma tu che ne sai! Semplicemente è un ragazzo generoso che si farebbe in quattro per aiutare gli amici e per stare dalla parte del bene! Non c’è niente di egoistico nelle sue azioni! Sicuramente non ha mai pensato alla sua fama!” rispose Ginny.

“ma che ne sai tu!”

“è il migliore amico di mio fratello! Se permetti lo conosco meglio di te! E ora buonanotte, non ho nessuna voglia di continuare questa conversazione!” esclamò Ginny e chiuse le tendine del suo baldacchino, concludendo il dialogo.

 

*

 

“Ronald Weasley!” esclamò Ginny dirigendosi a passo svelto verso il fratello. Erano passati un po’ di giorni da quando il calice di fuoco aveva scelto i quattro campioni, e ormai si avvicinava la prima prova. Chiunque poteva vedere quanto stesse male Harry e Ginny sapeva che se Ron gli si fosse riavvicinato gran parte del peso che il ragazzo aveva sulle spalle si sarebbe tolto.

“che c’è?” chiese guardando perplesso la sorella che si avvicinava. “perché ti stai comportando così con Harry?” esclamò la ragazza senza tanti preamboli. Ron si rabbuiò. “non sono affari tuoi” borbottò.”ma non vedi che sta male? “ disse Ginny. “me lo poteva dire che ci provava! Almeno lo facevamo insieme! Così fanno i veri amici! Lui, invece, mi ha pugnalato alle spalle…” rispose Ron. Ginny scoppiò in una risata fredda. “è questo che pensi? Allora fattelo dire: sei proprio un’idiota Ron!” esclamò Ginny e se ne andò. Non poteva credere che suo fratello potesse essere così stupido… ancora più cretino di Miriam…

Vide Harry, in biblioteca con Hermione, che consultavano enormi libri; probabilmente si stava preparando per la prima prova. Non sapeva come poter dare il suo aiuto: aveva provato quello che la sua piccola persona poteva fare, ma aveva miseramente fallito. Si sarebbe dovuta limitare a tifare per lui, al sicuro sugli spalti, col cuore in gola. Cosa avrebbe dato per poter essere più utile, come lo era Hermione: ma purtroppo lei non era altro che la sorellina di Ron, stupidamente cotta e totalmente inutile

 

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Capitolo 17
*** sfavillanti! ***


cap 17 nvu

Sfavillanti!

 

La prima prova era passata, ed Harry ne era uscito indenne e vittorioso e, soprattutto, lui e Ron avevano ritrovato la loro amicizia. Ormai ad Hogwarts era inverno inoltrato, e il natale si stava avvicinando. “allora ragazzi” aveva esordito la professoressa mcgrannit, al termine di una lezione di trasfigurazione. “quest’anno c’è una novità per voi: in occasione del torneo Tremaghi, è tradizione che a Natale si organizzi il Ballo del Ceppo…” la parole della professoressa McGrannit furono sovrastate dalle reazioni delle ragazze. “ci sarà un ballo? Davvero?” esclamò Miriam eccitata.

“e dovremmo metterci i vestiti?” chiese Demelza.

“certo signorina Robins, con cosa pensava di andarci?” chiese sarcasticamente La McGrannit. “ma non scaldatevi tanto: voi non siete inclusi, il ballo è per i ragazzi del quarto anno in su…”

“allora perché ce l’ha detto?” chiese John.

“perché potreste avere l’occasione di essere invitati dagli studenti più anziani,Evans.” Rispose la professoressa alzando gli occhi al cielo

“ma vi rendete conto? Un ballo!” esclamò Miriam entusiasta. I rapporti tra lei e Ginny erano tornati normali, anche perché la riccia aveva cambiato la sua opinione su Harry dopo la prima prova. 

“non è detto che sarai invitata!” disse John per stuzzicarla.

“neanche tu!” lo rimbeccò Miriam. 

“non ci tengo ad andarci, quindi la cosa non mi pesa.” Rispose tranquillamente il ragazzo. 

“beh, noi siamo del terzo, è difficile che saremo invitate…”disse Demelza. 

“deve essere bellissimo! Quanto vorrei andarci…” sospirò Miriam.

“chissà i campioni chi invitano…” disse pensierosa Demelza. 

“ho sentito dire che Diggory esce con Cho Chang…” rispose Miriam.

“chissà se la Delacour è libera…” mormorò John. Miriam scoppiò a ridere “anche se fosse non cercherebbe te!” esclamò. John arrossì e non continuò il discorso. 

“chissà Harry Potter se invita la Granger…” chiese Aisleen.

“sì sicuro! Hai visto cosa aveva scritto la Skeeter su il settimanale delle streghe?” disse Miriam. 

“guarda che non stanno insieme! Sono solo amici…” rispose tranquillamente Ginny. Miriam si morse le labbra e non rispose. 

“ragazze, se viene invitata anche una di noi promettete che andiamo a fare shopping insieme ad Hogsmeade?” chiese Miriam. Le altre ragazze annuirono.

 

*

 

“hermione che c’è?” chiese Ginny ad un’Hermione che era entrata di corsa nel suo dormitorio, le guance molto rosse. “hermione? Stai bene?” la ragazza annuì. “sei sola?” sussurrò. Ginny annuì, perplessa. “mi dici cosa è successo? Mi stai facendo preoccupare… sei sconvolta…” disse Ginny.

“sconvolta?” chiese Hermione sedendosi sul letto della ragazza.

“hermione dimmi cosa è successo!” esclamò Ginny, impaziente. Hermione inspirò a fondo. “sono stata invitata al ballo!” esclamò la ragazza tutto d’un fiato. Ginny si illuminò “davvero? Chi è? Dai dimmelo…”

Hermione arrossì e non rispose. “non mi dire che è… Ron?” chiese Ginny incredula. Hermione arrossì ancora di più. “noooo… ti pare? Ron…no,no… è qualcuno… di veramente inaspettato..”

“non che Ron fosse una scelta che mi sarei aspettata…”

“si ma una persona molto più inaspettata… inimmaginabile…”

“oddio… ti prego dimmi che non è Draco Malfoy!”

“maddai non fare la scema…”

“senti non ne ho idea, dimmelo o vattene!”

“è Viktor Krum!”

Ginny rimase a bocca aperta. “quel Viktor Krum? Il cercatore della Bulgaria? Il campione di Durmstrang?” balbettò. Hermione annuì, arrossendo furiosamente. “me lo devi far conoscere! Voglio l’autografo!” esclamò la ragazza. “possibile che non pensi ad altro che al Quidditch?” sbottò Hermione. Questa volta fu Ginny ad arrossire. “hai ragione…. Sono stata un’insensibile…”

“comunque ti prego non dirlo a nessuno…”

“no certo, ti pare?”

Hermione era visibilmente più rilassata. “sei felice?” chiese Ginny.

“beh.. in realtà sì, molto…” disse Hermione. “certo lui non è il ragazzo dei miei sogni.. però è stato così carino! Mi ha detto che non faceva altro che venire in biblioteca solo per vedermi, ma non aveva il coraggio di parlarmi…” la ragazza sorrideva, il sorriso più largo che le avesse visto fare negli ultimi tempi. “hermione… i tuoi denti…” disse Ginny.

“oh… un piccolo intervento di madama Chips…sai… dopo l’incantesimo di Malfoy…”

“stai veramente bene!”

“beh non potevo mica continuare con l’apparecchio!” disse e le due ragazze scoppiarono a ridere.

“allora manca solo il vestito…” disse Ginny.

“e il tuo cavaliere…”

“io al ballo non ci voglio andare…”

“ma sarebbe il modo migliore per distrarti davvero da Harry!”

“ e comunque non mi hai invitata nessuno!”

“aspetta e vedrai…”

“hermione ti UCCIDO se ti metti in mezzo!”

“io non mi metterò in mezzo ma secondo me qualcuno ti inviterà.”

Ginny arrossì. “hermione non dire stupidaggini!”

“va bene, come vuoi… comunque devi promettermi che andremo a fare insieme shopping per il vestito! Meglio se lo dovrai comprare anche tu…”disse hermione.

“è la stessa cosa che mi ha detto Miriam!”

“beh, allora andremo tutte insieme!” sorrise Hermione.

 

*

 

Ginny stava camminando verso la torre di Divinazione. Le aspettava l’ennesima noiosissima lezione sui fondi nelle tazzine da the; aveva fatto male ad iniziare quella materia: Miriam e Demelza, con il loro scetticismo, avevano rifiutato di parteciparvi ed entrambe si erano iscritte ad Aritmanzia. Aisleen però si era iscritta con lei ed era la sua compagna, solo che non l’aveva trovata e si stava avviando alla torre da sola.

“ginny! Ginny!” sentì chiamarsi la ragazza. Si voltò e trovò davanti Neville Paciock, un compagno di suo fratello.

“ciao Neville, come va?” chiese lei gentilmente. “ah, insomma… ho appena invitato una ragazza al ballo e mi ha rifiutato..” rispose lui. “oh… mi dispiace…. Chi avevi invitato?” chiese Ginny.

“Hermione Granger… è sempre così gentile, mi aiuta sempre con i compiti…” rispose lui “ma mi ha detto che era già stata invitata…così mi toccherà passare la serata da solo…”

“beh saremo in due in sala comune allora… io sono troppo piccola per parteciparvi…e comunque nessuno mi ha invitata…”

Si rese conto troppo tardi dell’effetto delle sue parole, era praticamente una richiesta. Infatti il volto di Neville si illuminò. “g-ginny… tu sei carina… e sei sola… vuoi venire con me?” le chiese. Sapeva che non poteva rispondere in altri modi. “ok… ma solo come amici, va bene?” rispose la ragazza- “sì, certo come amici! Sono molto contento!” disse lui sorridendo. “già! Poi ci organizziamo.. ora vado sennò faccio tardi! A dopo!” disse Ginny e andò via.

Beh, sabato avrebbe avuto anche lei bisogno di fare shopping.

 

*

 

“oh, no…” Ronald Weasley si stava avvicinando verso la sorella, il colorito terreo. “oh no, oh no…” mise le braccia intorno al collo di Ginny e sprofondò il volto nei suoi capelli, lasciandola sbigottita. “ron… che succede?” esclamò Ginny.

“ho fatto…una cosa terribile…” mormorò lui. Ginny se lo scrollò di dosso e lo fece sedere su una poltrona, di fronte a lei.

“dimmi.” Disse  la ragazza, guardando il fratello negli occhi. “l’ho fatto… io…io…” balbettò Ron “ho invitato al ballo Fleur Delacour…”

“che cosa hai fatto?” esclamò Ginny, trattenendosi dallo scoppiare in una fragorosa risata.

“non so cosa mi è preso! Era là e io… non me ne sono reso conto… sono andato da lei e gliel’ho chiesto…e lei ovviamente…”

“ti ha rifiutato.” Disse Ginny.

“mi ha guardato proprio disgustata…non uscirò mai più di qui…”

“dai Ron.. sta tranquillo, non è la fine del mondo…”

In quel momento si aprì il buco del ritratto ed entrò Harry che si avvicinò subito a loro.

“Che cosa è successo Ron?” chiese il ragazzo, sedendosi vicino a loro. “perché l’ho fatto? Perché?” esclamò Ron, fuori di sé.

“cosa?” chiese Harry perpelsso.

“ha appena invitato al ballo Fleur Delacour…”rispose Ginny, trattenendo a stento un sorrisetto.

“tu cosa?” esclamò Harry.

“non so che mi è preso, era lì, a parlare con Diggory e io…gliel’ho chiesto… mi ha guardato come se fossi qualcosa di disgustoso… poi è come se fossi tornato in me…e sono scappato.”

“è in parte Veela… forse sei passato di lì proprio mentre faceva un incantesimo... forse cercava di incantare Diggory… ma tanto è inutile…lui va con Cho…” disse Harry.

“l’ho appena invitata…”disse “me lo ha detto…”

Ginny smise di sorridere. Cho? Cho Chang di corvonero? Piaceva ad Harry? da quanto?

“…noi e Neville! Indovina chi ha invitato? Hermione! Ma lei gli ha detto che usciva con un altro! Ma chi l’inviterebbe?” esclamò Ron, ridendo. Ginny lo fulminò. “sta zitto…” gli disse seccata, vedendo Hermione che entrava dal passaggio segreto dietro il ritratto.

“perché non siete venuti a cena?” chiese la ragazza. I due ridevano e Ginny intervenì seccata. “perché entrambi sono stati bidonati dalle ragazze che volevano invitare al ballo!” finalmente i loro sorrisi ebeti si cancellarono. Come si permettevano a prendere in giro Hermione e Neville? Si credevano tanto migliori? Almeno loro avevano qualcuno con cui andare al ballo…

“grazie mille, ginny…” disse Ron aspramente.

“erano già occupate quelle carine, vero Ron?” chiese sarcastica Hermione.

“ehi, Hermione tu sei una ragazza…” disse Ron, guardandola come se l’avesse vista per la prima volta. Oddio Ron, chiudi quella fogna!  Pregò mentalmente Ginny, sapendo già cosa il fratello stava per fare…

“… perché non vieni al ballo con uno di noi?”

“non posso” rispose Hermione, arrossendo “sono stata già invitata…”

“maddai! Lo hai detto solo perché non volevi andarci con Neville…”

“solo perché tu ci hai messo quattro anni, non vuol dire che nessuno abbia capito che io sono una ragazza!” esclamò Hermione inferocita.

Ginny guardò Ron peggiorare lentamente la sua situazione ed Hermione andare infuriata nel dormitorio. “sta mentendo!” esclamò Ron.

“non è vero” disse Ginny

“e allora con chi va?”

“non sarò io a dirtelo! Sono affari suoi…”

“ok… vabbè cerchiamo di rimediare a  questa situazione… il ballo… beh Ginny, tu potresti andare con Harry…”

A ginny le si immobilizzò il cuore. Lei? Al ballo con Harry? lei ed harry? all’improvviso l’immagine romantica che le si era formata davanti le si oscurò: la faccia di Neville coprì le sue fantasie insieme a quella di un harry che ballava con lei e pensava a Cho Chang e le fece completamente sfumare.

“non posso!” rispose Ginny arrossendo “mi hai invitato Neville…” dopo di questo si alzò e, con la scusa di andare a cena, uscì dalla sala comune.

Fece qualche metro e si infilò nella prima aula vuota che trovò, cercando di respirare. Doveva capirlo. Era ora che Harry si cominciasse ad interessare a qualche ragazza. Ma pensarlo le faceva lo stesso male. Più male di quanto si sarebbe aspettato.

In un’occasione simile una persona dovrebbe piangere no? In fondo al ragazzo che le piaceva, piaceva un’altra e lei andava al ballo con un ragazzo che non le interessava minimamente e  che rendeva ancora meno invogliante l’idea di parteciparvi. Era intrappolata, avrebbe dovuto assistere alla scena pietosa di harry che sbavava dietro a Cho e che ballava con una che non era lei…

Ma non riusciva a piangere, anche se avrebbe voluto, perché sarebbe stato liberatorio. Era difficile vedere Ginny Weasely piangere.

Ma guardando la situazione da un altro punto di vista….

…. Forse avrebbe potuto divertirsi al ballo comunque, senza pensare ad Harry, ballando con un ragazzo che non era niente se non un potenziale amico… si sarebbe divertita, sì, e avrebbe preso in giro Harry e Ron con Hermione che probabilmente sarebbero rimasti senza una dama…

Cercando di rendere meno amare le sue prospettive, Ginny tornò in dormitorio…

 

*

 

Era il tanto atteso Sabato in cui le ragazze avrebbero dovuto fare shopping. “io e Demelza non siamo state invitate…” disse Miriam, sconfortata. “io sono stata invitata da Neville Paciock!” disse Ginny, sorridendo. “oddio è quel ragazzo imbranato, vero?” disse Miriam sgranando gli occhi. “imbranato ma molto simpatico.” Precisò Ginny. “Aisleen e tu? Sei stata invitata?” chiese Demelza. La ragazza annuì, arrossendo. “ e con chi ci vai?” chiese Ginny, curiosa. “con Christopher Moore” rispose la ragazza. “è di Corvonero, del quinto anno…”

“wow! Non sapevo avessi il ragazzo!”esclamò Demelza.

“non è il mio ragazzo! Siamo amici da tanti anni… e mi ha invitato…” disse Aisleen.

“quindi sarete voi due ad aver bisogno della mia grande esperienza in fatto di moda…” disse Miriam abbracciandole “c’è anche Hermione con noi!” le disse Ginny. “ok, ok… allora partiamo per un pomeriggio di shopping sfrenato… per la sera del ballo dovrete essere… sfavillanti!” esclamò Miriam facendole ridere.

Andarono ad Hogsmeade dove si incontrarono con Hermione. Ginny fu molto contenta di vedere che le ragazze si trovavano benissimo con Hermione.

“allora seguitemi, spulceremo tutti i migliori negozi di Hogsmeade!” esclamò Miriam più entusiasta delle tre ragazze che erano state invitate. La giornata fu diversa da come Ginny se l’era immaginata: avevano girato tutti i negozi alla ricerca di qualsiasi cosa, dai trucchi alle borse, e il tutto era diretto da Miriam. Alla fine scelsero un lungo vestito blu pervinca, molto elegante, per Hermione, un vestito di leggera stoffa verde chiaro per Aisleen e un semplice vestito di seta grigia argentea per Ginny.

“dai Ginny, fatti vedere!” esclamò Miriam fuori dal camerino. 

“è imbarazzante… non ho mai messo dei vestiti così…” balbettò Ginny aprendo la porta.

“tutte queste storie per un vestito che ti sta benissimo!” esclamò Demelza guardandola. 

“infatti! Lo devi comprare assolutamente!” escalmò Hermione. Rientrando in camerino per spogliarsi Ginny guardò il cartellino. Il prezzo non era bassissimo ma la somma che le aveva dato la mamma bastava. A ginny le dispiaceva far spendere tutti quei soldi ai genitori, conoscendo bene la loro situazione economica: ma la mamma era così entusiasta che la sua “bambina” partecipasse al ballo che le avrebbe mandato anche tutti i loro risparmi. 

“sarete stupende e vi divertirete un mondo… quanto vorrei venire anche io!” disse Miriam mentre pagavano. 

“dai sarà per il prossimo ballo…” disse Hermione. 

Le scarpe furono un problema maggiore del vestito. Mentre le altre due accettarono tranquillamente l’idea di Miriam, cioè di comprare un paio di scarpe con qualche centimetro di tacco, Ginny si rifiutò categoricamente. “no, assolutamente no!” esclamò quando Miriam le sventolò davanti al naso un paio di scarpe che secondo lei “erano nate apposta per il suo vestito”, con un qualcosa come cinque centimetri di tacco dietro che Ginny trovava semplicemente spaventosa. 

“ginny sei una donna, e una donna porta i tacchi!” disse Miriam

“ho tredici anni e per i tacchi ho ancora tempo e anche per essere donna! Vado ad un ballo e non vedo come potrei ballare con quelle cose ai piedi!” esclamò la ragazza. Alla fine optò per un paio di ballerine definendole “comode per un ballo e abbastanza femminili per essere definita donna”.

*

Le cinque ragazze tornarono al castello, con i piedi gelati e le guance accese per il vento gelido. Ginny andò con Hermione nel dormitorio delle ragazze del quarto anno. “bella giornata eh? E poi abbiamo comprato delle cose bellissime…” disse Hermione.

“sì, anche se qualcuno dovrà aiutarmi ad usare queste cose…” disse Ginny prendendo il suo nuovo beauty-case. Dentro c’era di tutto, e Ginny, gran parte di quelle cose, non sapeva neanche cosa fossero.

“sicuramente Miriam sarà felice di darti una mano…” disse Hermione.

“senti Hermione, è da un po’ che volevo farti una domanda…” disse esitante Ginny. “ad Harry… ecco insomma…”

“se mi stai chiedendo di Cho Chang…. Si, è vero, gli piace quella ragazza da un po’ di tempo…” disse lentamente Hermione. Alla vista dello sguardo triste di Ginny, però, aggiunse “però basta Ginny. Lui vive la sua vita e tu devi vivere la tua. Sapevi che prima o poi avrebbe cominciato ad interessarsi a qualche ragazza. Vai al ballo e divertiti, e non pensare ad Harry… come vedi anche lui è stato rifiutato dalla ragazza che gli piace…”

“con chi ci va?” chiese Ginny.

“Calì Patil. Ma non è interessato, tranquilla…” disse Hermione, sorridendo “e se ti vedo triste al ballo… ti affatturo! Ci dobbiamo divertire e basta…è solo un ballo…”

“già…e solo un ballo…”

Quando fu di nuovo da sola, Ginny pensò al suo leggere vestito argenteo, a quanto le sarebbe piaciuto usarlo per ballare tra le braccia di Harry. ma purtroppo la vita non andava sempre come si desidera, e questa era un’amara lezione che aveva imparato da tanto.

angolo autrice

sì è vero... vi ho fatto aspettare tanto!!! ma ci ho messo molto a fare questo capitolo e ho paura che neanche sia venuto un granchè... non uccidetimi vi prego!!!!

ringrazio tutti coloro che mi seguono e che mi recensiscono!!

saluti a tutti!!!

 

 

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Capitolo 18
*** un due tre.... ***


nvu cap 18

Un, due, tre…

 

“quanto vorrei poter venire anche io…” sospirò Miriam, mentre pettinava la fiammante chioma di Ginny. la ragazza sapeva che Miriam desiderava andare a quel ballo molto più di quanto lo desiderasse lei, ed era per questo che le stava permettendo di trattarla come la sua bambola di turno, lasciandole carta bianca sul trucco e sull’acconciatura. Beh, diciamo che l’aveva dovuta fermare un paio di volte (i gusti di Ginevra erano molto più semplici e meno appariscenti di quelli di Miriam) ma comunque vedeva l’amica felice di aiutarla. Nonostante le loro incomprensioni, Ginny voleva molto bene a Miriam e le si stava affezionando. “dai sarà per il prossimo…” disse Demelza, mentre aiutava Aisleen.. “si ma questo è speciale! È il ballo del ceppo, mica un ballo qualunque!” si lamentò la riccia. “vieni al posto mio! Io non me la sento proprio…” disse Ginny. in effetti era vero: man mano che la data del ballo si avvicinava si sentiva sempre più agitata, e la voglia di chiudersi in dormitorio diventava sempre più grande. “… mi potrei inventare una febbre lampo…”

“no Ginny, tu lo hai promesso a Neville…” intervenne Demelza, guardando gli occhi di Miriam che luccicavano. “già, è vero…” disse Ginny, malinconica. “e poi non farla tanto lunga! È un ballo, non un esame! Vedrai che ti divertirai da morire!” continuò l’amica col suo sorriso rassicurante. Ginny ci provava a credere davvero a quelle parole, ma non era sicura che si sarebbe divertita davvero. Insomma ballare infagottata in un vestito luccicante davanti a tutta la scuola! Solo l’idea la faceva rabbrividire…

 

*

 

Ginny e Aisleen salutarono le loro amiche e uscirono dal buco del ritratto. “dove ti incontrerai con Christopher?” chiese Ginny ad Aisleen. “lui è di Corvonero e la torre del loro dormitorio è l’opposta alla nostra… ci siamo messi d’accordo di vederci davanti la sala grande!” rispose lei, un po’ rossa in viso. Scesero giù e Ginny vide Harry e Ron che si incontravano con le gemelle Patil. Ginny ridacchiò vedendo l’orrendo vestito di Ron; un po’ si sentiva in colpa, perché era anche colpa sua che Ron indossasse un vestito così brutto: sua madre aveva dovuto fare un po’ di economia  per poter permettere alla figlia un vestito decente.

“ciao Ginny” era Neville che le era corso incontro, inciampando nei suoi stessi piedi. Due ragazze del quinto anno lo additarono sghignazzando. “ciao Neville” lo salutò Ginny con un sorriso, ignorando le due oche sghignazzanti. “s-sei bellissima…” balbettò il ragazzo, un po’ rosso in viso. “grazie. Anche tu stai bene.” Rispose gentilmente. Vide che le due ragazze stavano mettendo a disagio Neville, quindi propose di cominciarsi ad avviare. “ottima idea” rispose lui sollevato.

La sala grande era pazzesca, così decorata, ed era così strano non vedere più le tavolate delle case. “bello…” disse Neville.

“già…” rispose Ginny, non sapendo cosa aggiungere. Andarono al primo tavolo libero che trovarono e si sedettero, senza spiccicare una parola. “sarà una serata divertente” disse Ginny, per niente convinta dalle sue parole. Neville non rispose “è la prima volta che ho un appuntamento con una ragazza…” disse. “aspetta…” lo interruppe Ginny. “neville, ricordati che questa è un’usicta tra due amici, niente di più… due amici che vanno a ballare insieme, senza impegno…”

“ah… giusto…” rispose Neville. L’arrivo delle prime portate distolse i due ragazzi da quella conversazione, e Ginny cambiò radicalmente argomento, parlando della scuola e delle lezioni. “ehi ma quella al tavolo, vicino ad Harry… non è…?”

“sì, è Calì Patil, ha invitato lei…” rispose Ginny secca.

“no,no… intendevo l’altra… quella che è uscita con Viktor Krum…”

Ginny si voltò e vide l’amica chiacchierare animatamente col suo cavaliere. “sì è Hermione…” disse Ginny. “ecco perché mi ha dato buca…” mormorò Neville.

Finita la cena si abbassarono le luci e il complesso chiamato dal preside per animare la serata (le Sorelle Stravagarie) cominciarono a riempire la sala con la loro musica. La cena era andata molto bene e Ginny notò che parlare con Neville le era molto facile, anzi, l’aveva trovata una cosa piacevole, tanto che la proposta arrivò quasi da sola. “neville, andiamo a ballare?”

Neville la guardò pietrificata. “a b-ballare? Io e te? Sei sicura?” balbettò il ragazzo.

“ma certo… scusa, perché mi hai invitato se non volevi ballare?” le chiese Ginny perplessa.

“ah, sì, infatti… ma non pensavo che avresti voluto ballare con me…” disse il ragazzo sempre più in imbarazzo.

“neville, continuo a non capire…”

“cioè io sono Neville Paciock… l’imbranato della scuola… mentre tu sei una ragazza così carina… pensavo che tu avessi accettato di venire al ballo con me solo per parteciparvi… visto che sei del terzo anno…” disse il ragazzo, senza guardarla negli occhi. Ginny era sbalordita. “beh penso che dopo questa tua affermazione me ne dovrei andare e basta…” sbottò la ragazza. Neville la guardò mortificato. “ginny io non volevo offenderti! Non ne ho mai avuto l’intenzione… è solo… che mi pare così impossibile di essere qui, con una ragazza…”

“beh comincia a metterti in testa che invece è possibile! Sei un mio amico ormai, mi stai simpatico, e questa sera mi sono trovata molto bene con te! E non vedo che problema ci sia in un ballo! Allora se ti va di ballare, seguimi, altrimenti… beh cercherò un altro che ne ha più voglia di te…”

Neville si alzò subito e le porse la mano con fare molto galante.

“vuole farmi l’onore di questo ballo, cherie?” le chiese sorridendo.

Ginny sorrise di rimando e lo seguì in pista.

Non è così male, pensò Ginny mentre Neville la faceva girare goffamente sul posto. Però doveva stare molto attenta ai suoi piedi, i quali stavano subendo diversi attentatati dal suo cavaliere; meno male che non aveva dato retta a Miriam e si era comprata un paio di scarpe comode…

Si voltò a vedere i campioni e i loro accompagnatori, che ballavano al centro della sala: Fleur Delacour era bellissima nel suo vestito argenteo e il suo accompagnatore, Roger Davies, non aveva occhi per nessun altro; poco più in là ballavano Hermione e Viktor Krum, la ragazza con uno sguardo contento che Ginny non le vedeva da tanto. Cho Chang e Cedric Diggory si guardavano con sguardi mielosi e Harry che (come notò Ginny con gioia vendicativa) guardava la coppia con pura invidia, mentre Calì gettava sguardi ammalianti a tutti i ragazzi della sala.

“scusa Ginny…” le disse Neville, mentre le pestava per l’ennesima volta i piedi.

“niente, Neville, non ti preoccupare…”

Al terzo ballo vide Harry e Calì che si andavano a sedere accanto a Ron e la sua dama. Ginny continuò a ballare finchè i piedi non le facevano talmente male che si dovette sedere per forza. “Oh scusa Ginny…” ripetè mortificato neville. “non ti preoccupare… è che sono stanca…” mentì la ragazza. “vabbè mi siedo qui, così ti faccio compagnia…” disse Neville sedendosi affianco a lei. “ma no! Non ti preoccupare! Non mi va di rovinarti la serata…” esclamò la ragazza.

“ma non voglio che tu rimanga qui da sola…”

Rimasero un po’ a chiacchierare fino a quando Hannah Abbot, una graziosa ragazza di tasso rosso si avvicinò a loro e chiese a Neville di ballare. “si Neville può venire, tanto ho le caviglie talmente gonfie che dovrò rimanere qui seduta per tanto tempo…” intervenne Ginny.

“sei sicura?” chiese Hannah.

“andate!” esclamò Ginny spingendoli via. Finalmente sola si sfilò le scarpe e si massaggiò i piedi doloranti. “Ginny! ci sei anche tu!” era Lee Jordan che si avvicinava al suo tavolo. “ciao Lee! Si mi fanno male i piedi… dov’è Alicia? Sapevo che eri uscito con lei…”

“alicia..? eccola lì…” disse Lee indicando con la testa una ragazza dalla chioma biondo grano e un vestito rosa che ballava con George Weasley. “la solita storia… sono solo il migliore amico, quello con cui far ingelosire l’altro… la storia della mia vita…”

“oh mi dispiace… quel cretino di mio fratello…” disse Ginny mortificata.

“no no, non ti preoccupare tutto a posto… a me Alicia non interessa così tanto, sapevo perché avesse chiesto a me di venire al ballo… vabbè, non è niente alla fine.. ho già accettato Angelina e Fred…”

“dai andiamo a ballare noi!” esclamò Ginny, prendendo per un braccio il ragazzo.

“ma.. non ti facevano male i piedi?” le chiese Lee.

“oh.. vabbè… ormai è passato! Poi non mi va di passare tutta la serata seduta qui! Andiamo.” Disse Ginny e lei e Lee si lanciarono in pista.

Ballare con Lee era totalmente diverso che con Neville: Lee si muoveva con disinvoltura, seguiva il ritmo coinvolgendola, metteva le mani nei punti giusti e, soprattutto, non le pestava i piedi.

“ehi Lee… attento dove metti le mani…” esclamò Fred passando a fianco alla coppia.

“sì… quella è la nostra sorellina… e meno ragazzi ha intorno meglio è…” esclamò George, stretto ad Alicia.

 “e io sono il vostro migliore amico…” rimbeccò Lee.

“e io ballo con chi mi pare e con tutti i ragazzi che voglio! Vieni Lee, andiamo da un’altra parte…” esclamò Ginny, spostandosi col suo nuovo cavaliere dall’altra parte della sala. Lee ridacchiò.

“ehi! Non sarò io la migliore amica adesso?” disse Ginny, guardando il ragazzo negli occhi. Lee la guardò sbalordito.

 “no, no…non in quel senso.. ti pare? Non ho bisogno di far ingelosire nessuno con  te…”

“perché con me no?”

“perché tu  sei veramente un’amica… e perché io, sinceramente, so quali sono le mie possibilità con quelle due…”

“cioè?”

“zero”

I due ballarono in silenzio ancora per un po’. La musica si faceva via via più lenta e Lee la strinse più a sé. Ginny si guardò intorno e vide i due gemelli troppo occupati con le loro dame per accorgersi di lei e Lee, così appoggiò la testa sulla spalla di lui e il ragazzo fece scivolare le mani sui suoi fianchi. Non aveva mai ballato con nessun ragazzo prima di quel ballo, e non era mai stata abbracciata a quel modo a nessuno. Però era molto piacevole.

La musica finì e i due abbandonarono la sala per andare a bere qualcosa. “beh ora penso che dovrai abbandonarmi…” disse Lee, bevendo un lungo sorso dalla sua Burrobirra.

 “perché?” chiese Ginny “sono stata bene con te…”

“sì ma è inutile che balli con me quando stai facendo così tante stragi di cuori…”

“cosa vorresti dire?”

“beh dai, ci sono tanti ragazzi che vorrebbero ballare con te, vai a conoscerli, è inutile che sprechi la serata con me…”

“ma mi sto divertendo…”

“sì ma tu sei una bella ragazza è giusto che conosci qualcun altro… io qualcuna la troverò sicuro…”

“scusa…” un ragazzo alto e dai capelli neri si era avvicinato a loro. “voi siete in coppia? Perché se così non fosse vorrei chiederti se ti andava di ballare con me?”

Ginny lo guardò sbalordita, stava per rispondergli ma l’anticipò Lee. “no, abbiamo fatto solo un ballo… è tutta tua…” disse. Ginny si voltò per rispondergli ma lui già l’aveva spinta tra le braccia del ragazzo bruno. Arresa, si lasciò trasportare nel mezzo della sala e cominciò a ballare il lento che avevano lasciato lei e Lee. “a proposito… io sono Micheal Corner del quarto anno di Corvonero…”

Si presentò il ragazzo.

“io sono Ginny Weasley…” bofonchiò lei.

“di Grifondoro giusto?”

“sì, terzo anno…”

I due continuarono a ballare e a chiacchierare tranquillamente. L’istinto omicida che aveva verso Lee per averla letteralmente buttata tra le braccia di Micheal stava lentamente svanendo; anzi, Micheal si stava rivelando molto simpatico e Ginny si trovava bene.

“andiamo a farci un giretto nel parco? Sono ore che sto ballando, non ne posso più…” disse Ginny. aveva proprio voglia di fare una passeggiata al fresco. “sì andiamo…”

Il parco era pieno di panchine e cespugli fioriti nonostante il freddo invernale. Ogni panchina era occupata da una coppia che si sbaciucchiava e Ginny capì con orrore cose poteva significare quella proposta per il suo cavaliere. La ragazza cominciò allora a chiacchierare a raffica, parlando di tutti gli argomenti che le venivano in mente. Ma il ragazzo era sempre più silenzioso e uno strano sorrisetto gli si stava disegnando sulle labbra.

“non ti voglio baciare.” Le parole le erano uscite così, incontrollate e la fecero arrossire furiosamente. “cioè, scusa, non volevo dirtelo così… ma ecco… può sembrare tutto così equivoco…”

Micheal ridacchiò. “cosa c’è da ridere?” sbottò la ragazza, irritata.  Micheal la guardò divertito. “dai non ti devi giustificare, non mi aspettavo niente, non ti preoccupare…cioè, insomma…”

“insomma cosa?”

“beh lo sapevo che venire tra questi cespugli è stata una cosa del tutto innocente da parte tua… insomma che ne sapevi cosa facevano qui? Sei piccola…” disse Micheal sorridendo.

“ci passiamo solo un anno! E solo perché non sono maliziosa come le altre non vuol dire che sia una bambina!” esclamò Ginny, irritata e stupefatta.

“si vabbè, ma sei un’ingenua, ammettilo!” la stuzzicò lui.

“non è vero!” esclamò Ginny, sentendosi avvampare. “è che non mi piaci!” esclamò. Lui continuò a ridere. “ah sì?” chiese.

“già! Non mi piaci! Sai quanti me ne sono baciati dietro questi alberi!” disse lei, gettando all’indietro la lunga chioma rossa, con fare altezzosa. Ma che diamine sto dicendo, pensò la ragazza, se non ho mai baciato nessuno in vita mia…

“immagino…” disse Micheal “quelle guance rosse, poi, confermano il tutto…”

Ginny era ormai veramente infuriata. “beh sai che ti dico? Che me ne vado proprio a dormire! Mi stai scocciando…”

Girò sui tacchi e si avviò verso il castello, ma una mano forte la bloccò, facendola girare su se stessa e facendola ritrovare tra le braccia forti di Micheal, che accostò pericolosamente il viso al suo. “ehi ti ho detto che non mi piaci!” esclamò lei. Micheal la lasciò, continuando a sorridere. “ti adoro! Dobbiamo continuare a vederci…” esclamò lui “..anche solo come amici! Sei una ragazza… come dire? Imperdibile, ecco”.

Ginny era scioccata. “io ora vado a letto. Veramente… ci vediamo domani…” disse e questa volta nessuno la fermò e la rossa grifondoro corse verso il maniero, confusa e felice come non lo era mai stata.

angolo autrice

eccomi!!! finalemente sono riuscita a postare il nuovo capitolo a cui, ad essere sincera, tengo molto e spero di averlo reso nel migliore dei modi e di avervi soddisfatto (anche per farmi perdonare questa mia lunga assenza...).

ringrazio Penny Black per i bei commenti e AnnyPervinca, le ultime due che mi hanno recensito, e ovviamente tutte le persone che mi seguono sempre e che mi hanno recensito dall'inizio.

alla prossima

marty

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Capitolo 19
*** il giorno dopo ***


cap 19 nvu

Il giorno dopo

 

“Ginny!!!! è mattina sveglia!” la voce squillante di Miriam riempiva l’intera stanza, svegliando tutte le ragazze. “dai lasciale stare! Aisleen è arrivata tre ore fa…” le disse Demelza. “beh, se la signorina vuole fare le ore piccole col suo fidanzato non sono affari miei! Soprattutto quando non ci ha detto che usciva con Christopher!” rimbeccò Miriam. Ginny si alzò e vide il suo vestito buttato sul comodino, le scarpe lanciate vicino al letto di Demelza e i collant che pendevano dal suo letto. “che ore sono?” bofonchiò. “le nove e mezza!” rispose Miriam. Ginny si ributtò sotto le coperte con un gemito. “Miriam!! Ho dormito solo cinque ore!!”

“beh sono più che sufficienti!”

“si può sapere perché ci hai svegliate a quest’ora?”

“ma perché ovviamente io e Demelza vogliamo sapere subito tutti i particolari di ieri sera!” esclamò Miriam. “diciamo che a me non sarebbe cambiato niente se avessimo aspettato fino all’ora di pranzo…” obbiettò Demelza. Miriam alzò gli occhi al cielo. “dammi cinque minuti per svegliarmi e capire dove sono e chi sono…” borbottò Ginny, stiracchiandosi e si alzò per avviarsi in bagno. Pian piano le immagini della sera prima cominciarono a scorrerle davanti agli occhi: Neville con i suoi movimenti maldestri, il ballo con Lee e alla fine Micheal… al pensiero di ciò che era successo col ragazzo, Ginny si sentiva strana e le venivano i brividi. Forse si era spinto un po’ troppo oltre nei suoi confronti… ma, stranamente, le aveva fatto piacere. Anche se pensava che rivederlo nei corridori della scuola sarebbe stato imbarazzante…

La porta si aprì di scatto e Miriam sgattaiolò dentro il bagno, sotto lo sguardo stupefatto di Ginny.

“Mi’..ci sarei io in bagno!” disse Ginny.

“Sì, ma io non sono come Dem! Ho bisogno di sapere…” si lamentò Miriam.

 Ginny sorrise allo sguardo ch Miriam le stava facendo e cedette. “ok..  comincia con le tue domande..”

Per Miriam fu come un invito a nozze. “dai oltre che con Paciock  con chi sei stata?” chiese subito.

“chi ti dice che sia stata con qualcun altro?” chiese Ginny.

“primo, una ragazza carina come te deve aver per forza rimorchiato qualcuno” disse Miriam sorridendo “secondo… te lo si legge in faccia! Dai racconta, racconta!”

Ginny si accinse a raccontare, e la storia venne raccontata varie volte, e ogni volta i commenti erano sempre gli stessi. “wow, ma allora vi siete quasi baciati!” esclamò Hermione: lei era quarta persona a cui Ginny aveva parlato. “quasi” sottolineò la rossa. “ma è magnifico!” disse l’amica. Ginny si strinse tra le spalle. “mica tanto…”

“pensi ad Harry?” chiese Hermione. Perché quella ragazza sapeva sempre tutto?

“già… magari fosse stato lui ad invitarmi a ballare…”

“non ti aspettare qualcosa del genere da Harry e Ron… sono due ragazzini e ieri sera l’hanno dimostrato…”

“perché che è successo? Ieri sera li ho persi completamente di vista… beh ho visto solo ballare Harry e Calì, ma solo all’inizio…” disse Ginny pensierosa.

“si ed è stata l’ultima volta che è entrato in pista!”

“ma come?” esclamò Ginny, sbalordita. Scusa, ad un ballo che altro doveva fare oltre che ballare?

“già. Hanno ballato solo il primo pezzo e poi si sono andati a salire vicino a tuo fratello e Padma… calcola che Ron non ha ballato nemmeno un secondo con Padma, è stato tutto il tempo seduto imbronciato…”

“imbronciato? Perché?” chiese Ginny. Hermione esitò. “ecco… abbiamo avuto una specie di battibecco…” disse

“beh sai che novità, te e Ron litigate sempre…” disse Ginny.

“sì, lo so… ma questa volta è stato diverso… è proprio un cretino tuo fratello…” borbottò Hermione. “dai racconta..” la esortò Ginny, ormai curiosa. “beh, mi ha fatto una storia assurda per il fatto che sono uscita con Viktor!” esclamò la ragazza. Ginny si illuminò. “questa si chiama gelosia mia cara…” disse in tono canzonatorio. Hermione arrossì violentemente. “no, ma che dici?! Non si tratta di questo…”

“e allora di cosa?”

“dice che stavo fraternizzando con il nemico e che stavo complottando contro Harry… cosa che non farei mai e poi mai, per nessun ragazzo al mondo… io voglio che Harry vinca il torneo, non Viktor…”

“beh, è ovvio… continuo a vergognarmi di essere sua sorella…”

“comunque mi ha continuata ad insultare finchè non me ne sono andata! È riuscito veramente a rovinarmi la serata, ti giuro…”

“mi dispiace troppo…”

“non ti preoccupare non è colpa tua…”

“ma come è andata a finire?”

“beh, non mi ha lasciato in pace neanche quando sono tornata in dormitorio!” esclamò Hermione, la voce tremante di rabbia repressa. “sono rientrata dopo di lui, e lui era lì nella sala comune e mi ha chiesto perché ero tornata così tardi e gli ho detto di farsi gli affari suoi… alla fine la cosa è degenerata e ci stavamo urlando in faccia… e alla fine sono esplosa… e gli ho detto ciò che veramente pensavo…”

“cioè?”

“che al prossimo ballo… mi invitasse invece di considerarmi come ultima spiaggia…”

La voce di Hermione si spezzò. “mio fratello è proprio cretino…” commentò Ginny, ripetendosi.

“mi ha dovuto rovinare la serata! Non lo sopporto quando fa così!” esclamò Hermione “e la sai una cosa? Viktor è mille volte meglio di lui! Mi ha trattata tutta la serata come se fossi una regina! Da Ron non ho mai sentito uscire una parola gentile, mai… e la sai un’altra cosa? Mi ha chiesto di vederci oggi… e ci andrò!”

“fai bene… lascialo perdere…”

“e tu anche!”

“io cosa?” chiese Ginny confusa.

“tu anche uscirai con Micheal!”

“tu sei pazza! A me non piace!”

“beh prova a conoscerlo… e dimentica Harry… quei due non capiscono proprio niente di ragazze… Ron è un idiota nel vero senso della parola… Harry… è stupido, troppo stupido e soprattutto cieco!”

Ginny ridacchiò. “calmati Hermione…”

“no, non mi calmo! A stare ad aspettare due cretini… quando ci sono tanti ragazzi carini e che veramente sono interessati a noi!”

“a stare ad aspettare due cretini?” disse Ginny, sciogliendosi in un sorriso malizioso. Hermione diventò ancora più rossa. “no, no non è come sembra…”

“e invece sì…”

“no io parlavo in senso metaforico…”

“sì sì…”

“comunque io oggi pomeriggio mi vedo con Viktor, che a Ron piaccia o no!”

 

*

 

Il pomeriggio, Ginny si ritrovò con i suoi compagni  di classe nel parco, come facevano ogni pomeriggio, quando non avevano da studiare. Dei suoi amici solo lei, Aisleen e Grace erano andate al ballo e stavano raccontando a tutti come si era svolta la serata. “vedi? Gracie è andata con un altro ragazzo al ballo? Anthony è rimasto tutta la sera in sala comune con me..” disse John a Miriam, felice della sua vittoria sulla ragazza, un po’ meno del fatto che sua sorella fosse andata al ballo senza che lui potesse tenerla d’occhio. “è solo questione di tempo! Siete tutti ciechi, non le vedete proprio le cose che avete davanti agli occhi..” rispose Miriam serafica. Ma in effetti anche Ginny trovava strani Grace e Anthony: di solito erano molto affiatati insieme, praticamente inseparabili, mentre ora si tenevano un po’ alla larga l’uno dall’altra, come se avessero litigato…

“ehi Ash!” un ragazzo molto alto, dai capelli scuri si era avvicinato al gruppo e Aisleen era subito scattata in piedi. “ciao Chris…” lo salutò radiosa, senza arrossire minimamente e gli andò incontro. Lui la salutò posandole un breve bacio sulle labbra. “ragazzi, lui è Chris… il mio ragazzo…” disse Aisleen, appena si staccarono, leggermente rossa in volto. I ragazzi lo salutarono. “beh noi andiamo… ci vediamo dopo..” disse la ragazza, intrecciando le sue dita con quelle del Corvonero e avviandosi verso il lago. “hai capito la nostra piccola Ash!” commentò John. “ed è pure un bel ragazzo…” sottolineò Demelza. “ e il tuo cavaliere, Grace?” chiese Miriam con un sorriso angelico. John la guardò di traverso, ma Miriam gettò un’impercettibile occhiata ad Anthony, che era improvvisamente molto concentrato su un filo d’erba. “oh… è un ragazzo della mia casa, del quinto anno… James Harper… molto simpatico, mi sono trovata molto bene con lui…” disse Grace tranquillamente. Questa volta anche Ginny guardò Anthony, e lo vide torturare il filo d’erba. “e.. state insieme?” chiese Miriam, con lo stesso tono di prima. Anthony smise di tormentare l’erba e rimase immobile. “dai Miriam, sono affari suoi…” intervenne Ginny, avendo ormai capito i sentimenti di Anthony. “era solo una domanda! Siamo tutti amici qui, no?” esclamò Miriam. Ginny la guardò storto, capite ormai le intenzioni dell’amica. “beh… non lo so, ecco…” balbettò Grace, evitando di guardare il fratello e (almeno secondo Ginny) Anthony. “dai cambiamo discorso! Ho capito che ieri sera c’è stato il ballo, ma esisterà anche un altro argomento di conversazione, spero!” esclamò Demelza, salvando Grace.

 

*

 

“indovina chi è?”

Due mani coprivano gli occhi scuri di Ginny, accompagnata da una voce dal tono divertito.

Ginny si liberò e si voltò per guardare chi era ad averla privata per quei pochi istanti della vista. “micheal!” esclamò

“ciao Ginny, come va?” chiese lui sorridendo divertito.

“tutto bene grazie.. non mi aspettavo di vederti qui… che ci fa un Corvonero vicino all’entrata delle torre di Grifondoro?”

“cercava di incontrare la gentil dama dalla chioma fiammante con cui aveva ballato la sera prima, praticamente sparita dalla circolazione…”

“non sono sparita, sono stata nel parco con gli altri…” esclamò in fretta la ragazza.

“beh, spero solo non sia stato un modo per evitarmi, visto il modo in cui ci siamo lasciati ieri sera…” disse lui, guardandola negli occhi. Ginny arrossì un poco al ricordo della sera prima. “spero che ti sia divertita. Io sono stato benissimo.” Disse lui.

“sì, è stata una bella serata…” rispose lei, evasiva.

“spero di passare un po’ di tempo insieme. Sai per conoscerci un po’ meglio… mi sei un sacco simpatica…”

“grazie… tu un po’ meno…”

“ma dai… non mi dire che non ti ho fatto divertire…” disse lui ridendo.

“mi ero divertita più prima…” disse lei.

“con i mille ragazzi che ti sei baciata dietro gli alberi, immagino..”

Ginny avvampò. “già!” esclamò con aria altezzosa “non credo che potrai arrivare mai ai loro livelli…”

“possiamo fare una prova…” disse Micheal, malizioso.

“no, grazie..” disse lei e fece per andarsene, ma lui la bloccò. “dai… non mi negare la tua presenza…”

“perché non dovrei?”

“perché mi sei simpatica… voglio vederti ancora.. anche come amici…”

La guardava con gli occhioni blu spalancati, supplichevoli.

“beh, penso che ogni tanto ti degnerò del saluto…” disse lei in tono ironico. Il volto del ragazzo si illuminò di un sorriso.

“io vado… spero di incontrarci in giro!”

“ciao…”

Ginny salì nella torre di Grifondoro e si lasciò cadere su una delle poltrone rosse, vicino al fuoco. Subito dopo il buco del ritratto si aprì un’altra volta e ne uscì una Hermione trafelata, con le guance rosa acceso. “Ginny, Ginny!” esclamò appena la vide e si sedette vicino a lei. “calmati, respira..” disse Ginny ridendo. Hermione chiuse gli occhi e riprese fiato. “mi ha baciata.” Sussurrò.

“cosa?!” esclamò Ginny.

“mi ha baciata!” ripeté la ragazza, ridendo.

“ma è fantastico!” esclamò Ginny abbracciandola.

“già… è fantastico…” disse Hermione in tono sognante. “è stato un bel pomeriggio…”

“che avete fatto?”

“siamo stati vicino al lago, dove c’è la loro nave… mi ha detto un sacco di cose carine… nonostante la sua aria da burbero è davvero un tipo dolce… non come Ron che è un cretino e nient’altro…”

“sì ma basta con Ron…”

“già hai ragione! E tu e Micheal…”

“non ci baceremo mai, non per Harry, semplicemente perché non mi piace…”

“se lo dici tu…magari col tempo…”

“no”

“ok, ok… era solo per parlare…”

“mi ha chiamato bambina e mi prende sempre in giro! Un tipo così non mi interessa proprio…”

Pensare a Micheal la irritava. La sera la prima l’aveva trattata come se fosse una bambina, e oggi aveva fatto altrettanto. Ma lei aveva tredici anni e mezzo, e non le andava di essere trattata così.

Il buco del ritratto si aprì di nuovo ed entrarono Ron ed Harry. “ciao!” le salutarono e le ragazze risposero al saluto con poco entusiasmo. Si sedettero accanto a loro e cominciarono a parlare del più e del meno.

“divertita ieri sera al ballo, Ginny?” chiese Harry.

“sì.. un sacco…” rispose Ginny. “tu?”

“beh, diciamo che non è stata proprio una serata eccezionale…”

“certo, la ragazza che voleva invitare stava con un tipo alto e biondo…” sghignazzò Ron, gettando Harry nell’imbarazzo. “beh, almeno lui ha ballato…non è rimasto tutto il tempo seduto come uno sfigato” commentò tagliente Ginny. Harry ed Hermione scoppiarono a ridere, mentre Ron arrossiva. “senti chi parla! Guarda che sei andata al ballo con neville!” esclamò Ron.

“e allora? È un ragazzo molto simpatico!” esclamò Hermione.

“tu stai zitta! Vai a ballare un altro po’ con il nemico, traditrice!”

“sai una cosa? Ci vado davvero!” esclamò hermione, sparendo nel buco del ritratto. Ron si alzò e si diresse nei dormitori maschili. “sono sempre i soliti quei due…” disse Harry.

“eh già…”

“sempre a beccarsi! Dopo un po’ diventano insopportabili…”

“immagino”

Rimasero in silenzio per un po’.

“sono contenta che ti sia divertita… avevo visto che neville ti aveva pestato i piedi, ma penso che abbia recuperato…” disse Harry.

“sì… mi sono trovata molto bene con lui…”

“senti io vado a calmare Ron… ci vediamo.”

“ok… ciao!”

Ginny rimase seduta sul divano, immersa nei suoi pensieri, senza rendersi conto che da lì la sua vita stava cominciando realmente a cambiare…

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Capitolo 20
*** boccioli e voli di farfalle ***


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Boccioli e voli di farfalle

 

Dal ballo del ceppo, Ginny aveva preso a frequentare Micheal Corner abbastanza frequentemente. Inizialmente se lo trovava affianco nei momenti più inaspettati e la cosa era abbastanza seccante: sembrava avesse imparato a memoria tutti i suoi orari e capitava spesso di trovarselo fuori dalle aule al termine delle lezioni, oppure poco prima che iniziassero.

“ma hai preso a pedinarmi?” gli chiese Ginny quando se lo trovò davanti l’aula di pozioni.

“più o meno”

“ma tu le lezioni non ce l’hai mai?”

“vabbè anche se arrivo due minuti dopo non è un problema… e poi ormai è l’unico modo per vederti, visto che non ti va di uscire con me…”

“se mi tratti come se fossi una bambina…”

“ma lo sai che scherzo. Dai la prossima giornata ad Hogsmeade possiamo andare a farci una Burrobirra…”

“si vedrà”

“come amici. Per farci due risate…”

“signorina Weasley” li interruppe Piton  “immagino che i tuoi incontri amorosi siano molto intensi, ma se non entri immediatamente in classe non potrai averne per il resto per il resto dell’anno scolastico visto la punizione che ho intenzione di infliggerti…”

“professore non è colpa sua sono io ad averla fermata” intervenne Micheal.

“beh, la stessa cosa vale per te, Corner” disse ed entrò in classe.

“ci vediamo dopo. Buona lezione” disse Micheal e Ginny corse subito nell’aula e si sedette subito vicino ad Aisleen.

“insistente” commentò Aisleen, riferendosi a Micheal.

“già. Anche troppo” disse Ginny.

“non hai proprio intenzione di dargli una possibilità?”

“beh, penso che la prossima gita ad Hogsmeade la passerò con lui” rispose Ginny “ma come amici, niente di più. Alla fine non è così antipatico.”

“dai infatti è carino! Ti viene a prendere alla fine di tutte le lezioni…”

“signorina Weasley, cinque punti in meno per Grifondoro per aver parlottato in classe.” Esclamò Piton, mettendo così fine alla loro conversazione.

 

*

il primo finesettimana ad Hogsmeade era qualche giorno dopo la seconda prova. Ginny aveva assistito alla seconda tappa del Torneo Tremaghi insieme a Micheal ed era proprio lì che aveva deciso di passare la giornata ad Hogsmeade con lui. Infatti il Corvonero non l’aveva presa in giro quasi mai ( tranne per alcune battute dalle quali Ginny si era difesa molto bene), e l’aveva fatta divertire e dimenticare per un attimo che suo fratello, la sua migliore amica ed Harry erano sotto al lago, in balìa di Avvincini e di tutti i mostri che vi abitavano.

“a che ora ci incontriamo domani?” le chiese Micheal, il giorno prima del week end dedicato ad Hogsmeade. “facciamo alle dieci in sala grande?” propose Ginny.

“perfetto! Mi troverai lì domani mattina…”

“micheal”

“sì?”

“che non me ne debba pentire” disse Ginny, guardandolo seriamente.

“ti pare? Non te ne pentirai, ci divertiremo un sacco!”

“lo spero”

“dai non essere così pessimista… fidati di me”

 

*

 

Quella mattina era molto assolata; finalmente il vento gelido che aveva accompagnato tutte le settimane precedenti aveva smesso, e il clima era finalmente mite.

“ehi Ginny” Micheal la salutava venendo le incontro. Uscirono fuori parlando del più e del meno, con il sole che riscaldava i loro volti. Ad Hogsmeade passeggiarono un po’ tra le vetrine, non entrando in nessun negozi.

“entriamo qui” disse Micheal indicando la vetrina di Strachy e sons, un negozio di abbigliamento.

“mmm… non mi servono vestiti in questo momento”

“vabbè ma giusto per dare un’occhiata”

“ok, entriamo”

Si diressero subito al reparto di accessori, perché Micheal voleva un paio di guanti.

“ma l’inverno sta finendo” obbiettò Ginny.

“sì, ma un paio di guanti in più fanno sempre comodo… e poi qui fino ad Aprile il freddo non da tregua”

Si divertirono a provare sciarpe e cappelli di ogni tipo.

“questo ti sta benissimo” disse Micheal, indicando il berretto blu che Ginny si stava provando.

“sì è carino..”

“prenditelo, dai”

“ma l’inverno è finito…”

“ritornerà” disse Micheal sorridendo.

“vabbè dai… non mi serve” disse, poggiandolo sullo scaffale.

I due andarono a mettersi in fila in silenzio per pagare i guanti di Micheal. “se vuoi aspettami fuori.” Le disse Micheal.

“ok… ti aspetto sulla panchina”

“sì…”

Ginny si sedette fuori, rivolta verso il sole tiepido. Era veramente una bella giornata, il primo annuncio di primavera che il cielo le stava regalando, e se lo voleva godere fino alla fine. Per ora ancora non si era pentita di aver accettato di uscire con Micheal, anche perché si stava comportando da amico e non la stava mettendo in imbarazzo in nessun modo, come invece era accaduto al Ballo.

Il suono di uno scampanellare di campanelle annunciò la porta che si apriva. Ginny non aprì gli occhi nemmeno quando sentì una presenza sedersi accanto a lei. Quando li aprì trovò Micheal con due pacchetti, uno dei quali tendeva verso di lei. “aprilo” disse, sorridendo incoraggiante. Ginny prese il pacchetto. “ma…”

“niente ma, aprilo”

Ginny aprì la busta riluttante e tirò fuori ciò che sapeva che essa conteneva.

“il cappello” disse.

“ti piaceva, ho voluto prenderlo.. poi ti stava bene, era uno spreco lasciarlo lì…”

“quanto costa?” chiese Ginny, tirando fuori il borsellino dalla borsa.

“se te lo dicessi, che regalo sarebbe?” le chiese Micheal.

“ma oggi non è il mio compleanno…”

“vabbè non ci deve essere un’occasione speciale per fare un regalo ad un’amica…”

“ah, da quando siamo amici?”

“beh… da adesso?” chiese lui speranzoso.

Ginny rise. “grazie comunque… non dovevi…”

“figurati…”

Ripresero la loro passeggiata. “in teoria avrei voglia di qualcosa…” disse Micheal “che ne dici di madama Rosmerta? Ci prendiamo due Burrobirre”

“sì, ma è una giornata troppo bella per rinchiuderci là dentro…”

“sai cosa possiamo fare? Prendiamo le bottiglie e le portiamo fuori! Ci mettiamo sul prato vicino la Stamberga Strillante…” disse Micheal.

“buona idea! Vado a prendere le Burrobirre”

“aspetta! E i soldi?” la fermò lui.

“non ci deve essere un’occasione speciale per fare un regalo ad un amico” disse lei, sorridendo.

“sì ma tu sei una ragazza…”

“eh no. Sono un’amica e basta, e tra amici i regali si fanno… senza distinzioni di sesso…” disse la ragazza ed entrò nel pub. Quando riuscì si avviarono verso la collinetta, vuota come al solito per le leggende legate alla Stamberga Strillante. “qui è tranquillo” disse Micheal sedendosi sul prato. Si sedette anche Ginny e passò al ragazzo le due bottiglie. Micheal prese la bacchetta e le aprì con un incantesimo. “dove lo hai imparato?” chiese Ginny. “Terry, un mio compagno di Casa. Lui ne sa un sacco di questo genere di incantesimi utili…”

“io pensavo che dovevamo aprirle manualmente…”

“meno male che esiste Terry, non so se  ne sarei in grado senza un apribottiglie…”

“io sono capace! Fred e George ne sanno un sacco di questi trucchetti babbani…”

“poi me lo insegni”

“però tu mi devi insegnare l’incantesimo di Terry”

“affare fatto!”

I due cominciarono a sorseggiare le Burrobirre in silenzio. “un giorno ti presenterò i miei amici… magari usciamo tutti insieme” disse Micheal interrompendo il silenzio. “già… e anche io i miei”

“intendi anche il trio Potter-Granger-Weasley?”chiese Micheal. Ginny alzò le spalle. “sì anche loro sono miei amici, tranne Ron che è mio fratello…” disse  “ma io loro non li frequento molto. Non ti piacciono?”

“no, no… li conosco, abbiamo un sacco di lezioni in comune… no, te lo chiesto perché ti vedo un sacco di volte con la Granger…”

“eviterei di uscire con loro però: se Ron ci vede insieme, chissà che storie potrebbe fare…”

“ma noi siamo solo amici…o no?”

Ginny arrossì. “certo che siamo amici, stupido! È che Ron potrebbe fraintendere…”

“ah ok… capisco…”

Il sole cominciava a farsi alto e l’ora di tornare al castello si avvicinava.

“è stata una bella mattinata” disse Ginny quando furono nel Parco.

“sì… vedi che possiamo essere amici?”

“già… hai ragione”

Erano vicino al lago, l’acqua cristallina che creava delle piccole onde che si infrangevano vicino ai loro piedi. Micheal si chinò e prese qualcosa da per terra. “oh… il primo fiore dell’anno” disse Ginny, guardando nella mano del ragazzo. Lui si voltò verso di lei, si avvicinò al suo volto, lasciandola per un secondo senza fiato, e le sistemò il bocciolo tra i capelli. “forse il cappello non lo puoi portare… ora è tempo di questi” disse. Ginny lo ringraziò sorridendo. Dopo quel momento di tenerezza si incamminarono al castello, continuando a parlare, il sole che si perdeva in mille riflessi ramati nei capelli della ragazza, e piccole farfalle, prime visitatrici di quel  giorno di sole, volavano tra loro, insinuandosi tra le loro dita ancora troppo lontane, frammenti della calda primavera che da lì a poco sarebbe arrivata.

angolo autrice

eccomi... questo capitolo è dolcissimo! spero vi piaccia!

un grazie speciale ad  annypervinca che sta recensendo ogni mio capitolo! alla prossima

Marty

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Capitolo 21
*** pettegolezzi ***


cap 21 nvu

Pettegolezzi

 

“dai perché mi devi mentire, siamo amiche!! Perché non mi dici cosa c’è tra te e Micheal?”

Erano un po’ di giorni che Miriam perseguitava Ginny con questa storia: aveva abbandonato per un po’ il triangolo James-Grace-Anthony, ma ovviamente non riusciva a stare senza impicciarsi degli affari altrui e così la sua nuova vittima era proprio la piccola Weasley. Ginny non riusciva a capire come ancora non aveva perso la pazienza ma era sicura che se l’amica non allentava la corda si sarebbe trovata affatturata. “mi, te l’ho già detto un centinaio di volte” disse la ragazza, mentre attraversava il buco del ritratto per andare a colazione “micheal è un buon amico, tutto qui. Non so come devo dirtelo...”

Miriam parve abbastanza delusa dalla risposta dell’amica e la seguì in silenzio fino alla sala grande. Ginny cercò con lo sguardo Hermione e la trovò, circondata da una miriade di gufi. “ma quante lettere ha ricevuto questa mattina?” esclamò.

“beh saranno tutte del suo moroso nordico…oppure della sua nuova fiamma” disse Miriam.

“nuova fiamma?” chiese Ginny.

“il nostro caro quarto campione! Rita Sketeer ha dedicato l’intera prima pagina del Settimanale delle Streghe alla nuova coppia!” rispose Miriam. “possiamo dire che la Granger abbia buon occhio! Prima Viktor Krum, e ora ha fatto questo nuovo acquisto! In effetti non avevo mai notato che anche Harry Potter non è veramente niente male…” e concluse il suo commento con un’occhiata molto interessata al ragazzo in questione. Ginny non ci vide più dalla rabbia e alzò gli occhi al cielo, esasperata. “possibile che tu non abbia altro pensiero in testa?!” esclamò “sempre a pensare alla vita sentimentale degli altri! Comincia a farti un po’ gli affari tuoi e a pensare alla tua vita” Miriam era stupefatta ma non aspettò a rispondere. “sono solo una ragazza curiosa e più attenta di tutti voi che sembra camminiate con gli occhi chiusi…”

“beh, non sono affari tuoi come decidono di vivere la propria vita le altre persone!”

“non è questione di scelta di vita! Vi comportate come se foste dei ragazzini tutti quanti! Tutte queste bugie… non riesco a capire perché uno si debba vergognare a dire che gli piace qualcuno…”

“una persona può anche non sentirsi pronta! Oppure deve tenere la cosa segreta perché si deve difendere da gente come te, impicciona e insensibile!” le parole le erano esplose dalla bocca, senza neanche rendersene conto. Miriam rimase di sasso, per la prima volta senza parole. Poi il suo volto cambiò, trasformandosi in una maschera di rabbia e delusione. “pensavo che mi conosceste! Ma se pensate questo di me bene, andatevene al diavolo tutti quanti, non ho più nulla da spartire con nessuno di voi!” esclamò e scappò verso le scale. Ginny era talmente arrabbiata che non tentò nemmeno di fermarla e si diresse verso la tavolata di Grifondoro. Cercò nuovamente Hermione con lo sguardo ma vide solo Ron ed Harry seduti soli con le lettere della ragazza. “buongiorno” li salutò Ginny. “ciao” disse Harry mentre Ron leggeva una delle lettere di Hermione aggrottando le sopracciglia. “ron, sono tue quelle lettere?” chiese Ginny incuriosita. Lui scosse la testa. “no sono di Hermione… brutta storia…”

“cosa è successo?” chiese la ragazza sedendosi vicino ai due amici. “non so se segui il Settimanale delle Streghe” disse Harry. “mmm, Miriam ha l’abbonamento e ogni tanto lo leggo anche io con lei” disse Ginny anche se il pensiero della compagna le istigava un vago istinto omicida. “beh ultimamente Rita Skeeter ha scritto delle… delle cose su Hermione ed Harry…”

“e Krum” aggiunse in fretta Harry.

“Hermione ed Harry?” chiese stupita Ginny.

“già… è stata anche la nostra reazione” disse Harry. “ma purtroppo non quella di tutte le lettrici del settimanale…

“hanno cominciato a riempire Hermione di lettere di insulti e minacce… pensa che l’ultima conteneva pus di bubetubero puro! Hermione è dovuta scappare in infermeria con le mani coperte di piaghe…”

“oh poverina! Mi dispiace…”

“sì ma se l’è cercata” la interruppe Ron “doveva evitare di stuzzicare Rita Skeeter”

“beh, invece ha fatto bene, quella donna è schifosa…”

“forse ha ragione Ron” disse Ginny “tanto Rita Skeeter non cambierà mai, piace al pubblico. A questo punto è meglio farsi gli affari propri. Ne ha rovinate di vite quella donna”

Ron annuì ma Harry non era d’accordo. “bisogna fargliela pagare! Ci sta rovinando la vita a me ed Hermione… per non parlare di quello che ha già fatto ad Hagrid!”

“già, ho letto l’articolo… davvero orribile” mormorò Ginny.

“appunto io non ne posso più di vedere la gente mortificata per colpa della lingua biforcuta di quella donna!” disse Harry infuriato e si alzò dalla sedia. “andiamo Ron, dobbiamo andare a Cura delle Creature Magiche. Ci vediamo, Ginny”

“ciao”

Ginny non si sedette al tavolo e andò direttamente alla sua prossima lezione, Pozioni. Arrivata nel sotterraneo incrociò lo sguardo da Miriam, che era già arrivata e si era massa ad un banco da sola. La guardò con uno sguardo rabbioso ma Ginny la ignorò completamente e si sedette ad un altro banco. Dopo arrivarono Demelza e Aisleen. La prima si sedette vicino a lei, mentre l’altra tentò di sedersi vicino a Miriam che la cacciò in malo modo, lasciando la ragazza dai lunghi capelli corvini abbastanza perplessa. “che ha Miriam?” chiese Demelza ad Aisleen. “non lo so… mi metto vicino a Colin” disse Aisleen e andò a mettersi qualche banco più avanti. “abbiamo litigato” mormorò Ginny alla compagna e le spiegò come era andata la storia. “mmm, capisco. Beh si, in effetti Miriam a volte esagera” disse Demelza. L’arrivo del professor Piton mise fine alla loro conversazione, cominciando a scrivere il titolo della pozione che avrebbero dovuto fare e la lista degli ingredienti. Era una pozione abbastanza complicata e le tenne abbastanza occupate, tanto da non permetterle di chiacchierare. Alla fine delle lezione Miriam uscì di corsa dal sotterraneo, evitando così tutti i suoi compagni. “che succede a Miriam? Le ho chiesto se mi prestava un po’ di radici e lei me le ha quasi tirate, senza rivolgermi una parola!” disse John avvicinandosi alle tre ragazze. “lei e Ginny hanno litigato” rispose Demelza. “e come mai?” chiese Anthony, che si era avvicinano a loro insieme a Colin. “le ho detto che era un’impicciona” disse Ginny tranquillamente. “e perché si è così offesa? Io glielo dico almeno tre volte al giorno” chiese John. “forse Ginny è un pochino più diretta di te” gli rispose Aisleen. Ginny si sentì arrossire. “a quanto pare è meglio non farti arrabbiare…” disse Colin, ridacchiando “ce ne vuole per far arrabbiare Miriam…”

Ginny si sentiva un pochino in imbarazzo ma non era disposta a dimostrarlo. “vabbè affari suoi! Non mi interessa se è arrabbiata!”esclamò “possiamo parlare d’altro?”

 

*

 

Ginny andò in infermeria a trovare Hermione. La ragazza aveva le mani coperte di piaghe tutte fasciate, ma Madama Chips le aveva messo una pomata miracolosa che le stava lentamente guarendo. “c’è gente proprio stupida al mondo” sospirò Ginny all’amica.

“già… che rottura. Ne avrò per un po’ di tempo. Piano piano la gente si stuferà.” Disse Hermione.

“ma ci sono così tante streghe innamorate di Harry?” chiese Ginny.

“beh è famoso in tutto il mondo magico… credevi di avere l’esclusiva?” rispose la ragazza, sorridendo. Ginny arrossì violentemente, facendo ridere l’amica. “voglio uscire! Non mi va di perdere la lezione di Hagrid… vado a farmi fare il permesso e vado e… senti una cosa” disse Hermione, diventando di colpo seria “tu… non credi ad una parola di Rita Skeeter, vero?”

Per un momento Ginny pensò di non aver capito. Quando realizzò cosa intendeva Hermione rimase sbalordita. “c-che cosa? Io…io…io non ho mai pensato…creduto…” cominciò a balbettare.

Hermione scoppiò a ridere. “dai, sto scherzando. In fondo lo sapevo che non avresti mai pensato male di me ed Harry.” disse.

“beh meno male”

“ora scappo… già ho perso troppo della lezione di Hagrid… ci vediamo!”

“ciao!”

E così Ginny si trovò nuovamente sola. Possibile che Hermione potesse aver pensato, anche solo per un istante, che Ginny avrebbe potuto credere alle menzogne di Rita Sketeer? E, soprattutto, che avrebbe mai potuto dubitare di un’amica come lei? Possibile che agli occhi degli altri fosse così vulnerabile appena si accennava alla questione Harry?  Ripensò alla sua reazione con Miriam… appena aveva nominato Harry si era infiammata… cominciava a vedere la sua passione con Harry una debolezza, qualcosa che le impediva di essere se stessa, l’allegra e spensierata Ginny che rideva con gli amici e non aggrediva le persone senza motivo. All’improvviso andò a sbattere contro qualcuno. “ehi rossa…” esclamò una voce familiare. Ginny alzò gli occhi. “oh Micheal scusa…” disse. “oh non ti preoccupare… è sempre bello incontrarti” disse lui, col suo solito sorriso “poi è da tanto che non ci vediamo…”

“già hai ragione… ma sono stata molto impegnata”

“immagino. Magari, ora che cominciano le belle giornate possiamo fare qualche altro giro ad Hogsmeade, o magari una passeggiata nel parco…”

“sarebbe splendido! Magari un sabato”

“ok! Fatti vedere più spesso”

“certamente! Alla prossima!”

Ginny si diresse verso la sua sala comune. Ecco, stare con Micheal la metteva a suo agio. La faceva ridere e la distraeva da tutti i suoi altri pensieri… come Miriam o Harry. sabato, probabilmente gli avrebbe concesso la sua seconda uscita… aveva proprio voglia di un bel bagno di sole… e di sane risate.

 

*

 

“secondo me devi parlarci.” Disse Demelza. Era passata ormai una settimana da quando Ginny e Miriam avevano litigato. La rossa aveva tranquillamente ignorato la situazione, continuando ad avere i soliti rapporti con i suoi amici. L’altra, invece, si era chiusa in sé stessa e non rivolgeva parola a nessuno, orgogliosa e testarda com’era. “è lei in torto!” esclamò Ginny.

“beh ma lei è sempre stata così. Magari può esser stata fastidiosa ogni tanto… vabbè magari spesso” aggiunse la ragazza dopo un’occhiataccia di Ginny “.. ma sai che non è cattiva! Insomma fa parte del suo carattere…” . non era solo Demelza a pensarla così. addirittura John e i ragazzi vennero a parlarle di Miriam e alla fine Ginny si decise ad incontrarla e chiarire. Non fu facile perché la ragazza era decisa ad evitarla ad ogni costo. Alla fine non riuscì più a resistere. “io capisco di essere una rompiscatole…” cominciò ma Ginny la interruppe. “anche la mia è stata una reazione esagerata. Scusa.” disse. Miriam irruppe in un pianto e le saltò tra le braccia. “scusami tu! Se lo avessi capito prima, giuro che  sarei stata più delicata…”

“capito prima cosa?” chiese lentamente Ginny.

“che ti piace Potter! Che sciocca che sono stata! Era logico che ti avesse infastidito quell’articolo…”

Ginny si sentì avvampare ma si ricompose subito. “Miriam… non ricominciare. Non mi piace Harry. è solo un amico di mio fratello.”

“ok ok la smetto! Andiamo in sala comune! Non resistevo più a non parlare con nessuno! Mi siete mancati!”

“stranamente anche tu…” disse Ginny ridendo. Non avrebbe più permesso che Harry fosse una nuvola sulla sua vita. Doveva vivere la sua vita, essere felice, ridere con i suoi amici… aveva bisogno semplicemente di ritrovare se stessa.

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Capitolo 22
*** pergamene, sole, labbra ***


nvu cap 22

Pergamene, sole, labbra…

 

“ciao Ginny! che fai?”

Era un caldo pomeriggio di fine maggio e Ginny lo stava trascorrendo in biblioteca, china, fino a quel momento, sul suo libro di Difesa Contro Le Arti Oscure. Doveva terminare un complicato tema sugli effetti della luna piena sui lupi mannari e, purtroppo, questa volta era sola: i suoi amici lo avevano già terminato e si stavano godendo il bel pomeriggio quasi estivo, lei invece era rimasta mostruosamente indietro ed ora le toccava recuperare. Scoccò un’occhiataccia al suo interlocutore, che era anche il motivo per cui aveva perso tempo invece che studiare. “chissà cosa faccio, tutta sola in biblioteca di sabato pomeriggio…” disse sarcastica.

“e dai… sono qui per rimediare…”

“a meno che tu non sia in possesso di una Giratempo, non vedo come tu possa essermi di aiuto, Micheal…”

“ta-dan!” esclamò Micheal tirando fuori un rotolo di pergamena. Ginny lo guardò perplessa.

“micheal, non ho bisogno di pergamena, grazie..”

“ma questa non è semplice pergamena! È un tema sui lupi mannari! Io conservo sempre i miei compiti, e questo ce lo aveva fatto fare Piton l’anno scorso…”

Micheal sorrideva radioso. “micheal io…” cominciò Ginny, combattuta.

“niente ma! È un regalo”

“micheal non è un regalo! È copiare”

“no mia cara, è solo consultare! Scusa cosa hai fatto fino ad ora?”

“Michael… lo sai che è diverso…”

“scusa, che differenza c’è se consulti il mio tema o un libro sui lupi mannari? Parlano della stessa cosa e non li hai scritti tu, quindi…”

Il ragazzo sorrideva malizioso ed ormai sorrideva anche Ginny. “micheal sei impossibile”

“dai, sbrigati… non vorrai perderti questa magnifica giornata?”

“dammi qualche minuto… faccio il prima possibile”

“è un problema se rimango qui con te? Giuro che non ti disturbo”

“no, no, resta pure…”

La ragazza srotolò la pergamena che le aveva dato il Corvonero e cominciò a leggere. Micheal aveva una calligrafia piccola e disordinata, molto spigolosa, esattamente il contrario della sua, tonda e un po’ grande. Si chinò sul suo foglio e cominciò a scrivere. Micheal dopo qualche minuto le prese una ciocca di capelli. “che fai?” esclamò Ginny togliendogliela dalle mani. “hai dei bei capelli” disse lui. “grazie” rispose lei “ma se fai così mi distrai, e se mi distrai devi andartene”

“ok ok, sto fermo!”

Rimasero così una ventina di minuti quando Ginny arrotolò il suo foglio e lo mise nella borsa. “perfetto! Grazie mille per l’aiuto”

“di niente, non ti preoccupare! Passiamo insieme il pomeriggio?” chiese lui speranzoso.

“beh, sei stato così paziente da aspettare che finissi di studiare che credo sia il minimo. Senti mi accompagni alla torre di Grifondoro? Poso i libri e andiamo…”

“certo! Andiamo.”

I due ragazzi uscirono dalla biblioteca e si diressero verso una scorciatoia che li avrebbe portati direttamente davanti il ritratto della signora grassa. Ginny entrò e corse a posare la borsa. Nella sala comune non c’era quasi nessuno, a parte alcuni ragazzi che si preparavano per i M.A.G.O o i G.U.F.O.  Ginny si sbrigò ad andare subito dal suo amico e scesero giù, verso il parco. Gli studenti erano tutti fuori, a godersi quella giornata di sole. “dove ci mettiamo?” chiese Ginny.

“mmm… in un posto dove non c’è troppa gente… sai non vorrei che Miriam si aggreghi a noi… o Terry e gli altri…” disse Micheal.

“come mai? Tu adori stare in compagnia…”

“non oggi. Pensa che ero rimasto nel castello nonostante non avessi da studiare… non mi andava di vedere nessuno. A parte te. Tu sei sempre la benvenuta nel mio mondo” disse. Ginny rimase in silenzio. “ecco laggiù. Andiamo lì, ai margini della foresta, vicino al lago” i due ragazzi si incamminarono. In effetti era un bel posto: era un po’ riparato, ma arrivava il sole. Forse era un po’ troppo isolato, ma forse era proprio ciò che voleva Micheal. Ginny si sedette sul l’erba, proprio dove batteva il sole, vicino alle sponde del lago. “è bello qui” disse.

“già. Ci vengo quando non mi va di vedere nessuno. Si sta bene.”

“oggi però ci sono io”

“mi fa piacere dividere questo posto con te”

Ginny non rispose e si sdraiò al sole. “che bello, finalmente un po’ di estate”

Micheal si distese vicino a lei con gli occhi socchiusi. Rimasero così per qualche minuto, poi Ginny si sedette e si slacciò le scarpe. “che fai?” le chiese Micheal, sollevando un poco la testa. “voglio bagnarmi i piedi” rispose lei, togliendo anche i calzini. “no, non lo fare!” esclamò lui.

“perché?” chiese Ginny.

Il ragazzo si mise a sedere, guardandola. “beh, perché sono sicuro che ti puzzano i piedi” rispose. Ginny lo guardò indignata per una frazione di secondo, poi lo cominciò a picchiare. “cretino! Non è vero!”

“ah ah ah… invece sì” disse lui, ridendo, mentre si riparava dai colpi della ragazza. Ad un certo punto la prese per i fianchi e cominciò a farle il solletico, in modo che fosse ora lei a difendersi da lui.

“no… dai…smettila” urlò lei, tra le risate, cadendo.

“non mi picchi più?” disse lui, non smettendo di farle il solletico.

 “sì sì… ti prego… smettila…” lui la lasciò. Ginny riaprì gli occhi e vide che lui era vicino. Molto vicino. “ti sei arresa eh?” sussurrò. Poi si chinò e le sue labbra sfiorarono quelle di lei socchiuse, togliendole lo spettro di quella risata, facendole provare una sensazione tutta nuova. Il bacio durò poco. Micheal si staccò ed osservò l’espressione della ragazza. “forse è meglio che rientriamo. Fa un po’ freddino.” Disse la ragazza rimettendosi la scarpe. Micheal l’aiutò ad alzarsi e sia avviarono verso il castello, in silenzio. “ti accompagno fino alla torre di Grifondoro?” chiese Micheal, una volta sorpassato il portone.

“sì, se ti va…”

Questa volta non presero la scorciatoia ma passarono per le scale principali, ancora deserte. Solo da un’aula venivano dei rumori. C’erano dei ragazzi, che ridevano e mormoravano incantesimi. “finalmente un’anima viva in questo castello..” mormorò Micheal. si affacciarono silenziosamente e videro Harry, Hermione e Ron. Harry e Ron ridevano, mentre Hermione cercava di farli tacere, con un grosso libro aperto sulle ginocchia.

“Staranno aiutando harry a prepararsi per la terza prova” disse Micheal. Ginny annuì. era amareggiata. Guardò Harry che avvolgeva il braccio intorno alle spalle di Hermione e le diceva qualcosa. Perché Harry poteva vivere tranquillamente la sua vita? Perché lei si ostinava a rimanere “fedele” a qualcuno che non sarebbe mai stato suo, qualcuno che non aspettava altro di poter cadere tra le braccia di Cho Chang? Micheal era simpatico, la faceva stare bene…ed era carino. E poi il pomeriggio con lui era stato bello. Anche se le costava ammetterlo, quel bacio lo desiderava anche lei, in parte. “micheal…” mormorò, infilando la mano nella sua. Micheal la strinse forte e si voltò verso di lei. Ginny si alzò in punta dei piedi e regalò al ragazzo il suo timido primo bacio. Il Corvonero, sorpreso, rispose con passione, stringendola tra le braccia. “ecco perché mi piaci tanto…” le sussurrò “tu non mi annoi mai”. si staccarono e continuarono a camminare nei corridoi deserti. Ginny si sentiva leggera come non lo era mai stata. “allora domani ci vediamo?” le disse Micheal, una volta arrivati davanti al ritratto della signora grassa. Lei annuì.

“alle dieci davanti al portone?”chiese

“ci sarò” rispose lei. Lui le scompigliò un po’ i capelli e fece per andarsene. “ah, Micheal” lo chiamò Ginny. lui si fermò e la guardò perplesso. “grazie del bel pomeriggio!” esclamò e scappò nel passaggio che la conduceva alla sua sala comune, lasciando il ragazzo con un sorriso soddisfatto.

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Capitolo 23
*** la terza prova ***


cap 23 nvu

La Terza Prova

 

Ormai Giugno era arrivato e i ragazzi non avevano più molti momenti di svago. Pure quel pomeriggio Ginny era chiusa nello studio, insieme ai suoi amici, ma cercava in ogni modo di non trascurare Micheal. “il mio ragazzo” si corresse mentalmente la ragazza: ancora non riusciva a vederlo come tale, ma sapeva che era solo questione di abitudine. “allora ricapitoliamo: per sconfiggere un Molliccio bisogna semplicemente pensare a qualcosa che faccia diventare divertente la nostra paura?” chiese Demelza, dubbiosa.

“se scrivi così prenderai una T sicuramente!” le rispose John con fare saccente.

“beh a me in questo momento interessa il concetto, non la forma!” rispose lei.

“comunque ti mancava la formula magica: è Ridikkulus.” Le disse Aisleen.

“qualcuno sa dirmi di che colore deve essere una Pozione Restringente?” domandò Colin

“mmm…blu?” disse Anthony, poco colpito.

“no, deve essere verde acido” disse sicura Miriam mentre sfogliava un libro di incantesimi. “Ginny mi aiuti con gli Incantesimi Rallegranti? Sono proprio negata…”

“si ma devi aspettare stasera… oggi pomeriggio Micheal mi da una mano con Astronomia…” rispose Ginny assorta. “si ma studiate… non è che passate il tempo in altro modo?” disse John sghignazzando. “cretino!” lo rimbeccò Ginny.

“guarda che ti abbiamo visto tutti mentre pomiciavi con il brunetto di Corvonero nei corridoi…” disse Anthony, anche lui con il sorriso malizioso. Beh, in effetti lei e Micheal non avevano fatto molta attenzione… in quei giorni si baciavano spesso. In realtà doveva stare attenta ai suoi fratelli, ma per il momento avevano avuto parecchia fortuna. “beh non c’è niente di male!” rispose lei.

“già, siete solo gelosi! Magari vorreste che pomiciasse con voi!” disse Demelza, in difesa dell’amica. I ragazzi rimasero senza parole e tornarono a concentrarsi sui libri.

 

*

“allora… Marte fa una rotazione completa intorno al Sole… cioè volevo dire compie una rivoluzione in seicentottantasei giorni… Giove… mmm…dieci? No… undici anni… uffa, odio questa materia!”

Ginny non ne poteva più: stava studiando da ora e la sera l’aspettavano gli incantesimi rallegranti con Miriam. Era proprio stanca. Micheal sorrideva come sempre. “mmm… allora Marte, Giove… Saturno… saturno ci mette… vent’anni? Micheal…” aggiunse severa “.. mi dovresti aiutare. E quel sorriso cretino non mi aiuta affatto…”

“dai, saturno ha un periodo di rivoluzione di ventinove giorni…”

“mi devi aiutare! Non rispondere al posto mio…”

Per tutta risposta Micheal le prese il volto tra le mani e cominciò a baciarla. Ginny non oppose resistenza. Dopotutto, i baci di Micheal erano molto più inebrianti di Astronomia…

“ehi piccioncini!” una voce li interruppe. Ginny si staccò immediatamente da Micheal per guardarsi in giro. Era Lee Jordan.

“ciao Lee…” balbettò Ginny.

“Jordan”  disse Micheal, scocciato.

“allora ho fatto una buona azione a farvi conoscere…” disse Lee. Ginny sorrise “eh già..” rispose “cosa fai qui?”

“oh mi preparo per gli esami… voi continuate a fare ciò che stavate facendo.. studiare e altro…”

Strizzò gli occhi in direzione della piccola Weasley. “ah lee…”

“non ti preoccupare, piccola, non dirò niente a nessuno dei suoi fratelli…”

Ginny sorrise di nuovo “grazie” disse ancora.

“buonanotte!”

Ginny e Micheal erano di nuovo da soli. Micheal l’attirò di nuovo a sé. “allora.. dicevamo?” disse e la baciò di nuovo. “micheal.. mi manca la rivoluzione di Nettuno…” mormorò lei.

“centosessantacinque anni… dai ora me li concedi cinque minuti?”

Ginny cedette. E i minuti non furono solo cinque.

 

*

“ehi Ginny!”

La ragazza si voltò. Erano i suoi fratelli gemelli, Fred e George. “Ginny cosa c’è? Sei sbiancata…” chiese Aisleen preoccupata. In effetti Ginny era preoccupata: e se Lee avesse detto ai due gemelli che aveva visto la loro dolce sorellina baciarsi con un ragazzo?

“ehi che è quella faccia?” chiese George. Ginny si ricompose subito. “niente. Stanchezza da esame” disse, sperando che il suo colorito fosse tornato il solito. “andati bene immagino” disse Fred

“si, penso proprio di si” rispose Ginny.

“senti ci sono mamma e Bill di là… vieni con noi a salutarmi?”

“mamma e Bill? Che ci fanno qui?” chiese la ragazza stupita.

“sono venuti per Harry… sai, dovevano venire i parenti di ogni campione… beh, sicuramente gli zii di Harry non sarebbero potuti venire, quindi…”

“ah è vero! Si, vengo con voi” disse Ginny “ragazzi ci vediamo dopo” si rivolse ai suoi amici, che la salutarono.

Harry era con sua madre e suo fratello e sembrava veramente felice. Doveva essere stato un colpo per Harry, sapere che sarebbero venuti i famigliari dei campioni: lui era solo al mondo, chi sarebbe venuto? Ma Molly aveva sempre trattato Harry come il suo ottavo figlio… era normale che sarebbe venuta, in vece dei signori Potter. Non avere una famiglia doveva essere veramente strano: lei, non riusciva proprio ad immaginarselo. Casa sua era sempre affollata, suo padre era affettuoso e comprensivo, la mamma amorevole e severa,  entrambi sempre presente per tutti i sette ragazzi.

“Harry, la terza prova si avvicina… preoccupato?” chiese Fred. Il ragazzo alzò le spalle, ma non rispose. “Fred! Non stressarlo! È ovvio che sia preoccupato…” disse Molly, abbracciando il ragazzo, con fare materno.

“oh, non ha motivo di esserlo” disse Hermione “questa volta sa cosa lo aspetta, e si è preparato al meglio, vero Harry?”

Harry annuì. “Hermione ha ragione: lei e Ron mi hanno aiutato moltissimo, e credo di essere pronto”

“beh, io ho fatto più che altro da cavia…” disse Ron.

“non avresti potuto avere una parte migliore… ti si addice alla perfezione!” sghignazzò George.

“smettetela! Sia io che Ron abbiamo aiutato moltissimo Harry…” disse Hermione, ponendo fine alla discussione. Ginny guardò l’orologio. Le tre. Ora dell’esame di Pozioni. “ehm io vado. Ho l’esame di pozioni tra pochissimo” esclamò Ginny alzandosi dal tavolo. “oh caspita… l’esame di Antiche Rune inizia tra cinque minuti!” esclamò Hermione, impanicata, alzandosi così veloce che fece quasi cadere Ron a terra. Tutti si alzarono per andare a fare i rispettivi esami, lasciando soli Bill, Molly ed Harry.

 

*

 

“mmm…sono un disastro con le pozioni…” mormorò affranta Demelza, uscendo dal sotterraneo dopo due ore di esame. “perché la mia pozione era fucsia? Uffa, doveva essere verde…”

“acido, per la precisione…” disse Colin. “la mia era verde, però mi pareva che tendeva più al giallo…”

“mah, forse avrai tagliato male le radici ma il risultato è lo stesso… forse non prenderai il massimo” disse Miriam, l’esperta in pozioni del gruppo.

“odio pozioni” mormorò John, la cui pozione era diventata blu elettrico.

“ehi andiamo su, fra poco inizia il banchetto!” li incitò Aisleen.

“finalmente la Terza prova! Chissà cosa devono fare…” disse Demelza.

“ah spero qualcosa di pericoloso! Adoro l’adrenalina…” disse Anthony.

“ehi, ci sono vite in ballo!” esclamò Aisleen.

“già! Ed uno di loro è anche un mio amico!” ricordò Ginny.

“e anche mio! Voglio vedere se eri tu là in mezzo se avevi voglia di adrenalina…” intervenne Colin.

“ehi calma! Da spettatore voglio divertirmi…” si difese Anthony.

 

*

Ginny e i suoi amici si sistemarono sugli spalti del campo di Quidditch, insieme ai suoi amici. Oltre al suo solito gruppo si erano uniti a loro Micheal, Grace e Christopher. “abbiamo scelto degli ottimi posti!” disse Miriam, sedendosi tra John e Grace. “ma tanto non vedremo un granchè…” disse Colin, accennando alle immense siepi che ricoprivano il campo. “vabbè, intanto se si riuscirà a vedere qualcosa, qui ne avremo la possibilità” disse Aisleen, sistemandosi in braccio al suo ragazzo.

Micheal provò ad avvicinare il suo volto a quello di Ginny, ma lei si scansò. “che fai?” le chiese perplesso il ragazzo.

“che fai tu, piuttosto!”

“forse ti è sfuggito, ma stiamo insieme…”

“lo so! Ma ci sono i miei fratelli ovunque…ne abbiamo già parlato”

Micheal sbuffò, ma si limitò a passarle un braccio, molto discretamente, dietro la schiena, e Ginny accettò il compromesso.

“per chi tifate?” chiese Miriam.

“Harry!” esclamò subito Ginny. “sì anche io! Mi pare un bravo ragazzo… se lo merita!” disse Demelza. Aisleen annuì “sì poi ne ha passate veramente tante…”

“ma non bisogna tifare per lui per questo! È un ragazzo coraggioso e pieno di talento! Lui mi ha salvato dal Basilisco, due anni fa…” disse Colin.

“già, anche a me…” mormorò Ginny, sentendo un’ondata dell’antica paura addosso.

“sì, in effetti Potter mi sembra un’ottima scelta… per non dimenticare poi che è un Grifondoro!” esclamò John. “macchè Potter! Cedric Diggory è il vero campione di Hogwarts! Ed è un Tassorosso!” esclamò Grace, indicando il suo stemma.

“ancora con questa storia! Harry è campione esattamente come Cedric!” disse Ginny.

“sì ma anche io tifo Cedric! È così carino…” disse Miriam.

“signore e signori” annunciò Ludo Bagman, la voce ampliata per magia. Tutti si voltarono ad ascoltarlo “sta per iniziare la Terza prova del torneo Tremaghi, la prova finale!...”

“finalmente!” disse Christopher.

“al primo posto, abbiamo, alla pari” Ginny, Demelza e Aisleen lanciarano un’occhiataccia a Grace e Miriam “Cedric Diggory ed Harry Potter, entrambi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!”

“forza Harry!!” gridò Ginny, in mezzo al frastuono della folla.

“vai Cedric!” urlò Grace.

La terza prova ebbe inizio. I quattro sfidanti si addentrarono nelle strade tortuose ed oscure del labirinto.

“buona fortuna” mormorò la piccola Weasley, mentre Harry si addentrava con passo sicuro, nelle siepi.

 

“Fleur Delacour, è stata recuperata dalla professoressa McGrannit. L’accademia di Beauxbatons è ufficialmente fuori gara.” Annunciò Ludo Bagman poco dopo. I ragazzi si sporsero meglio per vedere il corpo della ragazza adagiato su una barella.

“cosa le sarà successo?” mormorò preoccupata Aisleen.

“chissà che creature pericolose ci sono lì dentro” disse Christopher, stringendo Aisleen.

Harry, pensò Ginny, preoccupata.

“ehi, un campione in meno! Ora se la giocano solo Hogwarts e Durmatrang!” esclamò eccitato Anthony.

“come sei insensibile!” lo rimproverò Aisleen.

“ha ragione Anthony. Fleur sapeva cosa l’attendeva, doveva prepararsi meglio. Questa è una gara!” disse John.

“è una cosa spaventosa questo torneo…” mormorò la ragazza.

 

 

“squalificato anche Viktor Krum!” urlò Ludo Bagman. “signore e signori, ora è in gioco solo Hogwarts! Vincerà Cedric Diggory, oppure il tanto criticato Harry Potter?”

“forza Harry!” gridò Ginny insieme a tutta la casa di Grifondoro. Doveva vincere Harry…

doveva…

 

 

una luce fortissima illuminò il labirinto. “che cosa succede?” gridarono in molti. “altri suqlificati?” chiese Christopher. Videro la McGrannit correre verso Albus Silente e gli altri professori e dire qualcosa.

“che cosa succede?” disse Aisleen, spaventata.

“non lo so… anche la McGrannit è preoccupata…” rispose Demelza alzandosi in piedi per vedere meglio. Si alzò anche Ginny ma non riusciva a vedere niente. Riuscì a vedere solo Ron ed Hermione, che erano sinceramente preoccupati e guardavano in direzione di Silente.

“io voglio andare a vedere…” disse Ginny ma Micheal la fermò.

“sarà qualche trucchetto del torneo, rilassati…” le disse.

“ma se tutti i professori sono preoccupati!”

Vide la McGrannit e Vitious entrare di corsa nel labirinto mentre Piton parlava con Albus Silente, lontano dagli altri.

“lasciami… vado un attimo da mia madre e i miei fratelli… forse loro ne hanno capito qualcosa… torno subito!” si divincolò da Micheal e corse più in basso, da Ron ed Hermione.

“sapete che cosa sta succedendo?” chiese ai due ragazzi.

“non si sa… parlavano di una passaporta…” disse Ron.

“una passaporta?” esclamò Ginny.

“ma non era prevista! Qualcuno ha trasformato la coppa in una passaporta…” disse Hermione pallidissima.

“e Cedric ed Harry sono stati trasportati via! Non c’è traccia di nessuno dei due…”

“harry non doveva partecipare a quel torneo! Come ha potuto permetterglielo Silente!” urlò Hermione, scoppiando in lacrime “i sogni! La cicatrice! Torna tutto!”

“vuoi dire che…” balbettò Ron.

“per forza! Dopo il marchio nero! È Lui! Per forza!”

“cosa state dicendo…” mormorò Ginny.

“lascia perdere Ginny…” disse Ron, mentre abbracciava Hermione. Ma Ginny sbottò “no, io non lascio perdere! Voglio bene anche io ad Harry e voglio sapere cosa sta succedendo!”

“ginny ti prego vai! Ora non possiamo dire nulla… e magari poi ti allarmiamo per niente! Hermione sta esagerando… ti vengo a chiamare io, appena so qualcosa…” Ron la guardò con i suoi grandi occhi azzurri e alla fine la ragazza cedette e tornò al suo posto, a fianco a Micheal.

“hai saputo qualcosa?” le chiese John.

“si parla di una Passaporta…”

 

 

Qualche ora dopo…

Una luce illuminò  il prato, davanti l’ingresso del labirinto e due sagome erano lì, distese sull’erba.

Ginny vide la Coppa Tremaghi ed Harry aggrappato ad essa. In una frazione di secondo si era precipitata sulle scale insieme a tutti gli altri.

“morto…”

“cosa succede?”

“qualcuno è morto…”

“…è morto…”

“che cos’ha?”

“..morto…”

Bisbiglii, urla, arrivavano al cuore di Ginny come gelide lame. Non poteva essere morto, Harry Potter non poteva essere morto…

Si fece spazio nella folla, cercando di spingere con il suo piccolo corpo, ma non era abbastanza forte, ma doveva esserlo, doveva vederlo, non poteva essere morto, non poteva, non poteva…

“è morto!”

“è morto!”

Cedric Diggory…”

“…morto…”

L’urlo che squarciò la notte, che spense le stelle.

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Capitolo 24
*** all'indietro ***


nvu cap 24

All’indietro

 

Ginny richiuse dietro di sé la porta di legno. Fece girare la chiave nella serratura per due volte e appoggiò la schiena, chiudendo gli occhi. Fece un paio di respiri profondi e li riaprì. La sua immagine riflessa nello specchio del bagno dell’espresso di Hogwarts la guardava. Non era diversa dal solito; o almeno, quella mattina, appena sveglia, aveva cercato di comportarsi nella maniera più normale possibile. Aveva indossato la sua divisa, si era pettinata più accuratamente di quanto facesse normalmente, anche se non c’era nessuna occasione speciale. Forse pensava che se esteriormente era ordinata non si sarebbe visto come era sconvolta realmente. Non si era mai sentita in quel modo. Le pareva che tutto scivolasse via e che la sua mente non riuscisse più a fermare nulla. Come se fosse una bimba al mare, che cercava di fermare l’acqua con le mani. Respirò ancora. Doveva rimanere calma, restare lucida…

 

 

“è morto Cedric Diggory!” urlavano le voci intorno a lei, mentre tutti si spintonavano, per vedere meglio.

“un campione è morto”

Ginny cercò di sovrastare le altre persone, ma minuta com’era non le era possibile. Così si intrufolò tra la gente e riuscì a raggiunger Micheal che era un po’ più avanti.

“Micheal… è vero?” chiese la ragazza.

“si” rispose lui gravemente e l’abbracciò. A Ginny non pareva vero: un ragazzo morto, morto ad Hogwarts…

“Harry Potter è sopravvissuto però” disse Micheal “ho visto Malocchio Moody che lo portava al castello… chissà cosa è successo”

“Harry sta bene?”

“sì, ma sembrava sconvolto. Beh, è normale. Chissà cosa può essere successo…” disse il ragazzo addolorato. Ginny si strinse di più a lui e chiuse gli occhi.

 

I ragazzi furono mandati nel castello. Nessuno parlava più di tanto, ma ognuno aveva negli occhi quella muta domanda: cosa è successo nel labirinto?

Tutti i ragazzi, sia quelli di Hogwarts che quelli delle scuole straniere erano riuniti nella sala grande, seduti ai grandi tavoli in legno. John aveva momentaneamente lasciato il tavolo di Tassorosso per andare dalla sorella, che piangeva sulla sua spalla. Anche Micheal e Christopher avevano lasciato la loro Casa per stare con le rispettive ragazze. Aisleen piangeva in silenzio, appoggiata al petto di Christopher che aveva lo sguardo fisso nel vuoto. Nessuno aveva voglia di parlare. Ma nessuno si rendeva conto di cosa stava succedendo.

“ragazzi, dovete salire ognuno nella propria sala comune. I prefetti vi accompagneranno” il piccolo Professor Vitous si era avvicinato a loro. Pian piano tutti i ragazzi della sala si alzarono e si separarono.

“ci vediamo dopo” disse Micheal a Ginny, sfiorandole la mano. Lei si unì ai suoi compagni e cominciò a salire verso la torre.

 

 

Ginny sospirò. Erano cambiate tante cose in così poco tempo.

 

“colui-che-non-deve-essere-nominato?” squittì spaventata Miriam.

“è assurdo…” disse Anthony.

“non è possibile…” disse John, passandosi una mano tra i capelli.

“ma siamo sicuri?” chiese Aisleen, incerta.

“certo! Lo ha detto Silente… e di lui dobbiamo fidarci.” Rispose Ginny, anche se avrebbe dato tutto quello che aveva per non crederci.

“e poi Harry dice che lo ha visto tornare.” Sussurrò Colin.

“beh ma hai visto cosa ha scritto Rita Skeeter…” disse Anthony. “insomma, se lo ha confermato un medico del San Mungo…”

“io non credo alle stupidaggini di quella donna!” esclamò Colin, infuriato “io credo ad Harry, che sinceramente reputo un buon amico e non ha mai dato segni di follia”

“Rita Sketeer cerca solo di fare scandali” disse Demelza “e anche io credo che Harry sia un ragazzo tranquillo”

“fidati Anthony. Passa tutte le estati con mio fratello, ti posso garantire sulla sua salute mentale” disse Ginny, un po’ seccata. Anthony sospirò “io non so più a cosa credere! Il Torneo Tremaghi che lancia un concorrente in più, Crouch che scompare misteriosamente e ora questo! Cedric Diggory morto, ucciso da Tu-Sai-Chi! Il ministero nega, Silente afferma! Io non so più cosa pensare, a chi credere! Scusami tanto se sono un attimo confuso! Perdonami, se non sono come Ginny Weasley, che sa sempre ciò che è giusto e ciò che è sbagliato!” esclamò. Poi voltò le spalle agli amici, scappando su per le scale. “scusalo Ginny… da quando Cedric è morto… Anthony è veramente sconvolto. Sai che non ti avrebbe attaccata così” disse John, guardando l’amica.

“no, certo…”

“vado da lui. Spero si calmi un po’…” disse il ragazzo, e salì nel dormitorio maschile.

“conosceva Cedric” disse Demelza “suo padre e il signor Diggory sono colleghi in ufficio e sono molto amici. Ha passato le estati a giocare a Quidditch con lui”

Nessuno sapeva cosa dire. Non c’era veramente nulla da aggiungere.

 

Riprese a respirare. Diede un ultima occhiata alla sua immagine ed uscì dal bagno. “eccoti, finalmente!” esclamò Miriam, vedendola arrivare. “stavamo decidendo su come organizzare le vacanze” le disse Aisleen, seduta come al solito vicino a Christopher. “E a che conclusione siete arrivati?” chiese Ginny, sedendosi vicino a Demelza. “ beh nostro padre sta costruendo una di quelle enormi vasche babbane… le pisine o come diavolo si chiamano…” disse John.

“piscine” lo corresse Demelza.

“si, quelle… beh siete tutti invitati!”

Tutti erano entusiasti dell’idea. “uffa, basta che non organizzate quando non ci sono! Io vado in Italia, al mare per alcune settimane…”

“meno male!” esclamò John, prendendosi una spinta da Miriam. “cretino!”

"scusa sono solo sincero!"

"invece so benissimo che senza di me non sapete stare..."

"se lo dici te..."

 

"quest'estate non sarà come le altre..." aveva sospirato Molly Weasley, mentre andava verso i cancelli di Hogwarts accompagnata dai figli, prima di rispartire verso casa. Ginny era rimasta in silenzio. "cosa succederà?" chiese Ron. La donna accarezzò la testa del suo figlio più piccolo, anche se ormai alto più di lei. "cambieranno un pò di cose" rispose dolcemente "ma l'importante è che restiamo tutti uniti". Fred passò un braccio attorno le spalle della madre "hai sette figli su cui contare" le disse.

"nessuno sarà mai solo... non abbiamo mai avuto modo si rimanere soli nella nostra famiglia, neanche a volerlo, perchè dovrebbe accadere ora?" disse George. Molly sorrise, ma i suoi occhi erano umidi. "diventerà tutto così difficile..." mormorò. in un momento di silenzio si asciugò gli occhi colmi di lacrime e rivolse un sorriso ai ragazzi. "beh, ci vediamo tra pochi giorni... non mi fate preoccupare"

"..soprattutto voi due..." disse con un cipiglio severo rivolto ai due gemelli.

"tranquilla ma'"

"faremo onore al nome Weasley, come sempre"

"e... state vicino ad harry... non opprimetelo, non fategli troppe domande... ma fatelo sentire... in famiglia."

E, mentre diceva questa frase, a Ginny parve che il suo sguardo si fosse posato proprio su di lei. Ma forse era stata solo un impressione, perchè sua madre guardava Ron, che annuì.

"facciamolo venire da noi subito" disse il ragazzo.

"purtroppo non si può. Silente ha detto che deve andare per un pò dai suoi zii"

"ma perchè? sono delle persone orrende" esclamò Fred .

"Silente dice di avere le sue buone ragioni. Dobbiamo fidarci di lui."

 

"ragazzi, io vado a cercare Ron..." disse Ginny, alzandosi dal suo posto. "seee, ammettilo che vai da Micheal" esclamò Miriam, ridacchiando.

"sì, andate a sbaciucchiarvi in qualche scompartimento vuoto, eh?" disse John. Grace alzò gli occhi al cielo, sospirando. "scusalo Ginny. cerco di dimenticare ogni giorno che è mio fratello." disse.

"non ti preoccupare, ne so qualcosa di fratelli imbarazzanti" disse Ginny sorridendo e uscendo dalla porta. In realtà non cercava ne Ron nè Micheal. Solo che aveva bisogno di qualcuno... ma non sapeva neanche di chi. sapeva solo che quello scompartimento stava diventando troppo stretto e lei doveva uscirne. Per forza.

Camminando era arrivata a quello scompartimento, quello di cui probabilmente aveva bisogno, quello che stava cercando. Tra le tendine tirate vide la testa cespugliosa di Hermione, che mostrava un barattolino ai suoi due migliori amici, che la osservavano stupefatta, mentre lei diceva qualcosa. Ad un certo punto scoppiarono a ridere tutti e tre. Ginny li guardò, e subito ritrasse la sua mano, che si era adagiata sulla maniglia. Nonostante l'amicizia che la legava ad Hermione, alla fratellanza con Ron e l'indiscusso affetto che provava per Harry, non riusciva a penetrare quella gigantesca bolla che quei tre formavano su di loro. Sua madre si sbagliava. Harry non aveva nessun bisogno di lei. Lui la sua famiglia ce l'aveva.

Con il cuore pesante si voltò, e si imbattè nell'alta figura di Micheal.

"io e te ci riusciamo ad incontrare solo in questo modo, eh? o ti prendo alle spalle o non c'è possibilità di vederti" disse lui.

"scusami" sussurrò la ragazza, poggiando la testa sul suo petto.

"giornata pesante, eh?" disse lui, accarezzandole i capelli.

"ultimamente lo sono tutte"

"senti, per evitare i tuoi fratelli" disse Micheal "andiamo in quello scompartimento... stiamo un pò io e te"

"non chiedo di meglio" disse la ragazza sorridendo e insinuando le sue dita fra le sue. Forse non era di harry che aveva bisogno in quel momento. Forse i suoi passi non l'avevano condotta a quello scompartimento. "forse mi hanno condotta proprio qui" pensò, mentre appoggiava la sua testa sulla spalla di lui, le dita intrecciate, con le sue parole dolci che cullavano la sua anima, rendendola leggera.

 

angolo autrice

grazie di cuore a tutti coloro che mi seguono e mi recensicono... e mi scuso anche per il mio ritardo! ma immagino capirete... lo studio ci prende più o meno a tutti.

spero questo capitolo sia di vostro gradimento. purtoppo non posso promettere aggiornamenti veloci, ma farò tutto il possibile, come sempre!

grazie mille a cippotta91, la tua recensione mi ha fatto veramente piacere, sono contenta che la mia storia e il mio modo di scrivere ti piacciano... spero di non aver deluso le tue sapettative con questo capitolo!

alla prossima!!!!

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Capitolo 25
*** trasloco ***


cap 25 nvu
capitolo 25

trasloco


Il viaggio verso la Tana fu diverso dal solito. I ragazzi cercarono di mantenere la loro solita allegria ma, lentamente, le voci si affievolirono e il silenzio regnò nell'abitacolo della vecchia automobile che il Ministero aveva "prestato" al signor Weasley. Come seppero in seguito i ragazzi, il Ministero non aveva dato a loro padre la macchina come faceva di solito, come premio per la buona condotta di quegli anni e per essere un dipendente stimato da tuttti (o quasi...), proveniente da un'ottima famiglia. No, questa volta non era un favore: il signor Weasley avrebbe dovuto pagare quel "favore" con una piccola somma che avrebbero preso direttamente dallo stipendio. Piccola somma che per la loro famiglia era fondamenetale. Scesero dalla macchina in silenzio e il signor Weasley, con un rapido movimento della sua bacchetta, spedì i bauli dei ragazzi nelle loro stanze. La cosa sorprese tutti, poichè loro padre era dell'idea che queste piccole cose le dovevano fare da soli, alla Babbana: lo riteneva molto educativo. senza dare spiegazioni, Arthur Weasley si diresse verso la casa con l'andatura stanca e pesante.

                                                                         *

"Dov'è Percy il perfetto?" chiese Fred, mentre si sedevano a tavola. La sua domanda causò una reazione veramente incomprensibile da parte dei loro genitori: Arthur si voltò dall'altra parte, fissando ostinatamente fuori dalla finestra. Molly buttò le patate nel piatto di Ron con più violenza di quanta ce ne fosse bisogno e andò subito verso i fornelli dove la sentirono distintamente soffocare un singhiozzo.
i ragazzi si guardarono attoniti. "ma si può sapere cosa sta succedendo?" chiese Ron, nervoso.
"dov'è Percy?" ripetè ostinato Fred "non gli sarà successo qualcosa?"
"arriverà" disse suo padre.
"e allora qual'è il problema?" chiese Ginny. I suoi genitori non risposero. Molly cominciò a condire l'insalata, con molta foga.
"mamma?" la chiamò Geroge.
"vostra madre è molto stanca, e io anche, smettetela con queste domande" disse Arthur, senza guardarli.
"no, non la smettiamo! sono settimane che ci tenete nascoste delle cose!" esclamò Ron.
"prima la mamma ci dice tutte quelle storie sui cambiamenti... e ora non volete dirci nulla? " gridò George. "George, non alzare la voce" lo rimproverò la madre.
"io la alzo se non ci dite ciò che sta succedendo! non siamo più dei bambini"
"il fatto che voi due siate maggiorenni non significa niente... non potete sapere tutto...."
"fermi!" esclamò loro padre. Tutti rimasero in silenzio, anche se i quattro ragazzi non ne capivono il motivo. una delle sette lancette del grande orlogio che era in cucina si era mossa. Era quella di Percy, che da "lavoro" era passata su "viaggio" e...
"eccolo" sussurrò Molly. la figura alta e magra di Percy Weasley entrò in cucina. Era diventato molto più magro rispetto a prima e gli occhiali erano troppo grandi, così come gli abiti. "bentornati fratelli" disse in tono pomposo ai quattro ragazzi. Non rivolse neanche uno sguardo ai genitori. "vuoi sederti a tavola? Ci sono le patate, l'insalata e..." disse timidamente la madre ma il ragazzo la ignorò completamente e si smaterializzò, probabilmente diretto in camera sua. I fratelli minori erano ammutoliti dalla scena e guardarono sbalorditi Molly Weasley accasciarsi su una sedia e cominciare a piangere a dirotto. "quando è troppo, è troppo" disse il signor Weasley, alzandosi in piedi di scatto e smaterializzandosi anche lui. I ragazzi sentirono loro padre urlare e Percy urlare di rimando, oggetti sbattuti e i singhiozzi di loro madre diventare più forti. "mamma..." mormorò Ginny, passandole un braccio intorno alle spalle. Poi udirono il "plop" di una smaterializzazione, seguito dal rumore di una porta sbattuta e i passi di qualcuno che scendeva le scale. Arthur Weasley si sedette di nuovo al suo posto. "mangiamo" disse, e nessuno disse una parola per tutta la cena.

                                                                                                                                                                                                *
Ginny era nella sua cameretta. Aveva dato la buonanotte a tutti, nonostante quello non fosse il suo solito orario, ed era salita in camera. Sua madre aveva provveduto a svuotare il suo baule ed era tutto in ordine. si spogliò e si mise la camicia da notte, anche se non aveva nessuna intenzione di mettersi a dormire. Cosa stava succedendo a Percy? cioè sapeva che era un imbecille, lo era sempre stato, ma mai era arrivato a questi livelli. E mai aveva sentito urlare suo padre in quel modo, neanche quando Fred e George avevano cercato di far stringere a Ron un Voto Infrangibile..
"posso entrare?" era Ron che si affacciava timidamente nella sua camera. "accomodati pure" fece Ginny, facendogli posto sul letto. Ron si sedette vicino alla sorella. "me la ricordavo più grande questa stanza" disse Ron.
"forse perchè eri più basso, l'anno scorso"
"già"
i due rimasero in silenzio. Due sonori "plop" interruppero il loro silenzio e si ritorvarono cn Fred e George per terra, davanti a loro. "dovete perfezionare la vostra materializzazione" disse Ron.
"stai zitto tu" disse Fred massaggiandosi la spina dorsale "allora, c'è un pò di posto sul letto della nostra adorata sorellina?"
"se ci stringiamo c'entriamo tutti e quattro"
i quattro fratelli si sedettero, anche se erano un pò stretti.
"voi ci avete capito qualcosa stasera?" chiese George.
"no..." rispose Ginny.
"tranne che Percy è un gran cretino" disse Ron.
"quello già si sapeva..." rispose Fred.
"si ma ha dimostrato di essere peggio di quello che credevo..."
"quello sì..."
"è tutto così strano" disse Ginny "prima il ritorno di voi-sapete-chi, ora Percy e mamma e papà così strani..."
"per non parlare delle urla di papà contro Percy" disse Fred "non aveva mai urlato contro Percy"
"papà non urla mai. Di solito urla mamma"disse Ron
"e sicuramente non avevo mai sentito sgridare Percy" disse George.
Qualcuno bussò alla porta. Era la signora Weasley. "oh.. siete tutti qui?" disse stupita.
"già" rispose Ron.
"chiacchiere tra fratelli. Sai, è bello confrontarsi la giornata con i propri fratellini prima di andare a dormire" disse Fred, sorridendo.
"è un modo speciale e affettuoso di darsi la buonanotte" disse George, con un'espressione che non ingannava nessuno. Soprattutto non la signora Weasley che, cosa che sorprese i ragazzi, non indagò oltre. "mettetevi a dormire. domani ci aspetta una giornata faticosa."disse.
"perchè? è solo il primo giorno di vacanza!" esclamò Ginny.
"Dovete preparare le vostre cose. Dopodomani partiamo."
I volti dei quattro ragazzi si tramutarono i quattro espressioni entusiaste.
"evvai! Ci voleva proprio una vacanza!" esclamò Ron.
"papà ha vinto un'altro gruzzolo alla lotteria?" chiese George.
"ma dove andiamo? Di nuovo in Egitto da Bill? non mi dispiacerebbe, mi sono divertito troppo lì" disse Fred.
"perchè non andiamo al mare? Ho proprio voglia di abbronzarmi..." propose Ginny.
Partirono subito con idee e proposte sul luogo della loro vacanza, quando Molly li interruppe. "no ragazzi... non si tratta di nessuna vacanza" disse, con una strana espressione triste. I ragazzi rimasero in silenzio. "e dove andiamo allora?" chiese Ginny. La madre prese la sedia vicino la scrivania e l'avvicinò al letto dove erano seduti i suoi figli e si sedette con un sospiro.
"sapete tutti cosa è successo alla fine della terza prova, vero?" chiese. I tre ragazzi annuirono. "bene, questo fatto... cambia un pò la situazione. Dovete sapere che anni fa, quando voi-sapete-chi era al potere e voi eravate molto piccoli, anzi, non eravate neanche nati,era tutto molto difficile. Non sapevi chi ti fosse amico o chi fosse un nemico, chi era sotto la maledizione Imperius e chi era una spia. Insomma il mondo magico era nel caos"
"alcune persone contro le arti oscure si riunirono. Bisognava combattere, non si poteva stare con le mani in mano davanti a quella catastrofe. Nacque così l'Ordine della Fenice, una società segreta fondata da Silente. Io e tuo padre ci unimmo subito. Eravamo ancora giovani, pensate, ero incinta di Charlie! Ma molti di noi erano così giovani."
"Il compito di questa società era cercare di fermare in ogni modo colui-che-non-deve-essere-nominato e i suoi seguaci. E ora che è tornato... la società è di nuovo aperta."
Molly fece una pausa. "e perchè dobbiamo partire?" chiese Ron.
"beh, dovremmo nasconderci, zuccone, lo sanno tutti che siamo i più grandi "traditori di sangue" che ci siano. I mangiamorte ci cercheranno subito per farci fuori" disse Fred.
"non è così semplice, Fred. Ci trasferiremo al nostro quartier generale. Lì ci saranno altri componenti dell'Ordine."
"possiamo fare parte anche noi dell'ordine?" chiese George. La signora Weasley si accigliò "non essere sciocco George. Siete solo dei ragazzi..."
"io e George siamo maggiorenni!" disse Fred.
"Non discutete. Finchè andate a scuola non siete adulti. E non voglio continuare questo discorso" disse la donna con un tono che conoscevano fin troppo bene. Si alzò dalla sedia. "Ma mamma Harry? Gli avevamo promesso di farlo venire da noi!" esclamò Ron. "Verrà anche lui. Non ora, un pò più avanti. Quando lo dirà Silente." rispose la madre e uscì dalla stanza.
"Voi-sapete-chi è appena tornato e già ha rovinato i miei programmi per le vacanze!" sbottò Ginny.
"perchè che programmi avevi?" chiese George.
"John e Grace mi avevano invitato da loro! Loro padre ha fatto una piscina in giardino..." rispose Ginny.
"già, e io volevo far venire Harry ed Hermione da noi..." disse Ron.
"sicuramente sarà meglio a questo Quartier Generale che alla Tana..." disse Fred.
"cerchiamo di vederla in maniera positiva! magari questo quartier generale non è così male..." disse George.
"saremo comunque chiusi in una casa" sottolineò Ginny
"vabbè sono dettagli" tagliò George.
"ha ragione Ginny, sicuramente non potremo mettere piede fuori di casa tutta l'estate" disse Ron lugubre.

*

I bauli erano tutti pronti. Ginny aveva scritto una lettera frettolosa ai gemelli Evans, inventandosi una scusa per declinare il loro invito. Una cosa i suoi genitori l'avevano messa in chiaro: l'Ordine della Fenice era una faccenda segretissima. "Ron, ho parlato con Silente" aveva detto Arthur il giorno prima "Hermione può venire già da domani. Harry dovrà aspettare un pò"
"perchè?" aveva chiesto Ron.
"Silente dice di avere le sue buone ragioni. Dobbiamo fidarci di lui" aveva risposto il padre.
Era per questo che accanto al baule di Ginny c'era acnhe quello dell'amica. Hermione era molto preoccupata per Harry. Diceva che secondo lei era un male tagliarlo fuori così: era solo ed era molto frustrato dopo la morte di Cedric. Ne aveva passate troppe e il tutto si cominciava a far sentire. "lo sentiamo noi il cambiamento" aveva detto la ragazza "figuriamoci Harry, che ha vissuto da poco delle esperienze terribili!"
"e in più non so se hai letto la Gazzetta" aveva continuato "credo che Harry non abbia letto nulla e spero che continuerà a farlo perchè quegli articoli non lo farebbero certo star meglio..."
La sera le due ragazze avevano chiacchierato per molte ore nella cameretta di Ginny. "Krum? Lo hai più sentito?" chiese Ginny, facendo arrossire Hermione.
"Viktor? si lo sento... siamo amici di piuma"
"nulla di più?"
"nulla di più"
"sicura?"
"si. sai lui abita pur sempre in Bulgaria... e poi... si è simpatico, è un bravo ragazzo ma non è proprio il mio tipo ideale. Mi ci sono messa giusto così, mi attraeva solo un pò, niente di serio"
"oppure per far ingelosire qualcuno"
"io non ho nessuno da fare ingelosire"
"a me viene in mente un ragazzo imbranato e molto alto, con due grandi occhi celesti"
Hermione arrossì ancor più violentemente "e dimmi... te e Micheal?"
"noi andiamo benissimo. Sto proprio bene con lui. é il mio raagzzo ideale."
"come fai ad esserne così sicura?"
"io con lui sto bene, mi fa ridere e mi fa stare bene. è un ragazzo speciale"
"sono contenta per te... ma..."
"ma?"
"harry?"
Ginny rimase in silenzio. Harry? "beh, mettiamola così" disse Ginny "io sto con Micheal. Mi piace. Sto benissimo con lui e non cerco nessun altro. Sono felice"
"era quello che volevo sentire" disse Hermione, con un sorriso.


Angolo autrice
Questo capitolo è stato un pò difficile. spero che vi piaccia, perchè io ne sono abbastanza soddisfatta!
per  Cippotta91 e LaRose
grazie per i complimenti! sono contenta che vi piaccia il mio modo di scrivere. in effetti era proprio quella l'immagine che volevo ricreare... quella di una "bolla" sopra quei tre! li ho sempre visti così, rispetto al resto di Hogwarts.
alla prossima!

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Capitolo 26
*** Grimmuld Place ***


cap 26 nvu

Grimmuld Place 

 

“ecco fatto, ho finito” disse Hermione, mettendo un punto per concludere la lettera che stava scrivendo. Ginny si affacciò verso il letto dell’amica.

“non ti pare un tantino corta?” chiese. Non aveva mai pensato di poter fare un’affermazione del genere su qualcosa scritto da Hermione Granger.

“beh, ho scritto l’essenziale… e quello che potevo” disse la ragazza, con un sospiro “Harry sarà furioso”

“ci credo, non sa niente, è rinchiuso dagli zii…”

“sì, ma non è colpa nostra! La sicurezza è fondamentale. Quando sarà qui anche lui capirà”

“e quando verrà? Non capisco quest’ostinazione di Silente! Voglio dire, è già Agosto…”

“lo so Ginny, ma dobbiamo fidarci di lui…”

Ginny si sdraiò sul suo letto. Si era lamentata molto per quell’estate rinchiusa in una casa non sua, buia e sinistra, con un elfo domestico pazzo che insultava tutti e il quadro di una vecchia arpia che non faceva altro che sbraitare. Poi si era anche arrabbiata con Ron ed Hermione quando aveva scoperto di Sirius Black. Lei sapeva solo che era un criminale pazzo, un seguace di Tu-Sai-Chi e che era fuggito da Azkaban con l’intento di uccidere Harry. E invece si era rivelato un amico, innocente e addirittura il padrino di Harry! Non capiva perché non avessero potuto dirle una cosa del genere, sicuramente non sarebbe andata a dirlo al Ministero o a qualcun altro.

Si era sentita una stupida, nonostante non fosse la sola a non saperlo. Però era diverso per lei… era o non era la migliore amica di Hermione? E anche la sorella di Ron. Quindi, tra tutti suoi fratelli era quella più legata a loro. Non era neanche tanto più piccola, aveva un anno in meno di loro!

Era stanca di questi segreti, non ne poteva più. Era stufa che la considerassero solo la “sorellina di Ron”. Era anche lei qualcuno. E se il loro club era così “esclusivo” da non poterla ammettere… beh ne avrebbe fatto a meno volentieri! La sua vita era piena, aveva un sacco di amici e un ragazzo. L’amicizia con Hermione l’avrebbe mantenuta, era troppo importante. Ma non avrebbe più provato ad entrare nel loro mondo. Lei un mondo suo ce l’aveva, non ne aveva bisogno di altri.

 

*

 

Ginny, sei invitata ufficialmente a casa nostra, l’indirizzo lo trovi segnato sulla busta! Facci sapere il prima possibile!

Gracie e John

Ciao Ginny, come va? Ho saputo che non verrai da Grace e John… immagino avrai programmi migliori! Ci vediamo a Settembre.

Aisleen

Oh Ginny non vedo l’ora di vederti ho tante di quelle cose da raccontarti! Sono riuscita ad incastrare un paio di giorni da Grace e John, credo che ci vedremo lì! A presto

Miriam

Oi Gin! Non indovinerai mai! per il mio compleanno i miei mi regaleranno un manico di scopa! So che non sarò in squadra, ma magari l’anno prossimo… perché non facciamo le selezioni insieme?

Ah, ho saputo che non vieni da John e Grace. Mi dispiace moltissimo. Solo quella svampita di Miriam non lo sapeva ma l’ho informata io oggi. Un bacione

Demelza

 

Aveva tantissime lettere dei suoi amici, tanto che la madre l’aveva rimproverata, dicendo che troppi gufi attirano l’attenzione. Così ora non poteva sentirli nemmeno. E non poteva sentire neanche Micheal.

Micheal. Fino a quando era rimasta alla Tana, si erano mandati tantissime lettere; lui era spiritoso, allegro, dolce… il solito Micheal. Ora le loro lettere erano diminuite parecchio. Sperava di poterlo incontrare a Diagon Alley per lo shopping scolastico. Lui era rimasto molto male quando gli aveva detto che probabilmente non si sarebbero visti per tutta l’estate.

Ginny Weasley non vedeva l’ora che quella tetra e afosa estate fosse finita.

 

*

 

Ma nonostante fosse abbastanza insoddisfatta e malinconica non lo dava a vedere. Anzi, era l’anima della casa. Si impegnava al massimo nelle pulizie con straordinaria energia, faceva ridere tutti prendendo in giro Ron o partecipando agli scherzi con i gemelli, aiutava la madre nelle piccole faccende e aveva fatto amicizia con molte delle nuove persone che arrivavano nella sua vita. Aveva imparato a conoscere Sirius Black, un uomo divertente e brillante quanto i suoi occhi cerulei. Aveva stretto amicizia con Ninfadora Tonks, un metamorfo mago, che divertiva tutti con le sue strambe trasformazioni e con i suoi modi maldestri e impacciati.

“ragazzi ecco la nostra nuova invenzione” disse George, entrando nella stanza dove Ron ed Hermione stavano giocando a scacchi, sotto lo sguardo di Ginny.

“che cos’è?” chiese quest’ultima.

“shhhh!” la azzittì Fred, chiudendo la porta.

“gli adulti non devono saperlo” disse George.

“soprattutto Lei”

“il nemico principale”

“che provocata può diventare peggio di Voi-Sapete-Chi…”

“vostra madre?” chiese Hermione, inarcando le sopracciglia.

“già” sospirò Fred “ancora non capisco perché non lo accetta. Insomma, abbiamo dimostrato che ci sappiamo fare queste cose.”

“e qualcuno ha dimostrato quando andare al Ministero sia da deficienti”

“Percy?” chiese Hermione.

“già… nome in codice Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato due.”

“non perché il suo nome metta il terrore, ovviamente…”

“ma perché su mamma ha lo stesso effetto della cipolla” disse Ginny.

“comunque, qual è questa nuova invenzione?” chiese Ron.

“eccole!” disse George, tirando fuori dei fili color carne. “e.. cosa sarebbero?” chiese Hermione.

“Orecchie Oblunghe” rispose fiero Fred.

“a cosa servono?” chiese Ron.

“sono qualcosa di straordinario” disse George “provatele”

Porse ad ognuno uno di quei fili. “e.. cosa dobbiamo fare?” chiese Ginny.

“beh dovete infilarle nelle orecchie e…”

“infilarle nelle orecchie?!” esclamò Hermione “io non mi fido, questo è uno dei vostri soliti scherzi!”

“che malfidata” disse Fred.

“chissà perché” disse Hermione, tra i denti.

“le proveremo prima noi…” disse George. Prese uno di quei fili e se lo infilò nell’orecchio e pose l’altra estremità sulla porta chiusa. Non successe nulla.

“dai provatele!” esclamò Fred.

“hai avuto la tua prova, no, Hermione? Non mordono” disse George. La ragazza, riluttante, prese uno di quei fili. Ginny infilò subito il suo nell’orecchio. “ehi… ma si sente tutto!”

“già” disse Fred “non è magnifico?”

“sensazionale” disse Ron, non appena ebbe provato anche lui.

Stettero tutti e cinque in silenzio, a sentire quello che dicevano gli adulti dall’altra parte della porta.

“allora, chi è di guardia domani?” chiese qualcuno che riconobbero come Remus Lupin.

“mmm.. Mundungus” disse la voce di Arthur Weasley.

“e voi vi fidate di lui?” esclamò Sirius Black.

“sono d’accordo con Sirius. È pericoloso dare un compito del genere a Mundungus” disse la signora Weasley.

“Molly, è l’unico ad avere il turno scoperto… non so chi altro potrebbe andare” osservò Lupin.

“Mandate me!” esclamò Sirius.

“Sirius sai benissimo che non puoi muoverti di qui…” sospirò Arthur.

“sapete tutti che ho un ottimo travestimento! E penso che dovrebbe essere mio questo compito!”

“Sirius sai quali sono gli ordini di Silente. Ci andrà Mundungus.” Disse Lupin, ponendo fine alla conversazione.

“vado a chiamare i ragazzi. Il pranzo è pronto” disse Molly, interrompendo il silenzio.

“via, via nascondete le Orecchie Oblunghe” esclamò Fred.

Pochi secondi dopo la signora Weasley entrò nella stanza. “cosa stavate facendo?” chiese sospettosa.

“niente” disse Fred.

“giochiamo a scacchi” rispose Ron.

“mmm… va bene. Scendete è pronto” disse la donna e uscì dalla stanza.

“è proprio irriconoscibile” sospirò George. La signora Weasley da quando era cominciata l’estate aveva perso almeno cinque chili e non era più severa come un tempo. Sembrava sempre persa nei suoi pensieri ed era apprensiva come non lo era mai stata. Aveva fatto una scenata pazzesca a Fred che, tirando un libro a George, aveva beccato Ron, lasciandogli un piccolo livido sulla fronte, per esempio, cosa che normalmente si sarebbe risolta con un paio di urla sul fatto che gli oggetti non bisogna tirarli, certamente non con Molly che tirava fuori una cassetta del pronto soccorso e fasciava la testa di Ron!

 

*

Era un noioso pomeriggio d’estate e i ragazzi giacevano con Sirius nel salone, stanchi per l’enorme mole di lavoro svolto quel giorno.

“Sirius, ci spieghi cosa ci tenevano i tuoi in questa casa?” esclamò Fred.

“non sai mai cosa puoi aspettarti, da una fattucchiera come quella” rispose Sirius, facendo cenno al quadro all’ingresso.

“quanto manca per finire le pulizie?” chiese Ginny.

“solo due piani e la soffitta. Fantastico, no?” rispose Ron ironico.

All’improvviso una grande luce irruppe nella stanza e tutti scattarono in piedi, le bacchette sguainate. Era un patronus “Harry Potter è stato aggredito dai dissennatori”  disse “avvertire subito Silente e formare una squadra da mandare a Little Whingihg” disse e uscì.

“harry è stato aggredito?” esclamò Ron. Sirius balzò subito per le scale. “Molly!” urlò.

“che cosa è successo?” strillò la signora Weasley, correndo verso Sirius.

“Harry è stato aggredito. Bisogna subito contattare Silente”

Molly inorridì, portando le mani alla bocca. Subito, però, tirò fuori la bacchetta ed evocò un Patronus a forma di colomba, che si lanciò immediatamente dalla finestra.

“e cosa facciamo?” esclamò Ginny.

“dobbiamo aspettare” disse la donna.

“vado io da Harry” disse Sirius.

“no, Sirius devi rimanere qui” disse ferma la signora Weasley.

“no, non rimango qui! Il mio figlioccio è in pericolo”

“non devi uscire di casa”

“non mi frega un accidente di cosa devo fare! Io vado”

“Sirius, smettila! Comportati in maniera ragionevole”

“MI STO COMPORTANDO IN MANIERA RAGIONEVOLE” urlò l’uomo, infuriato “VOGLIO ANDARE DA HARRY, HO PROMESSO A JAMES CHE MI SAREI OCCUPATO DI LUI, NON POSSO ABBANDONARLO ORA”

“così peggiorerai le cose! Silente manderà una squadra, Harry è al sicuro”

Sirius non le rispose e puntò la bacchetta contro il suo petto, e si trasformò in un cane nero.

“Sirius, no!” esclamò la donna mentre Sirius correva verso la porta. “Sirius! PIETRIFICUS TOTALUS!”

L’incantesimo colpì in pieno il grosso cane nero, che cadde a terra, innaturalmente irrigidito.

I ragazzi fissarono sbalorditi la madre. “non dovevo farlo” sussurrò Molly, la voce che tremava. “ma siamo tutti in pericolo. Non possiamo perdere tempo in.. in…” e scoppiò a piangere. Ginny si avvicinò alla madre e passò un braccio intorno alle sue spalle.

“occupatevi di Sirius” disse, rivolta ai fratelli e ad Hermione “io sto un po’ con mamma”. Portò la madre in cucina e la fece sedere su una sedia.

“preparo un the” disse, versando dell’acqua in un pentolino.

“grazie tesoro” disse la madre, che si era un po’ ripresa “in questi casi ci vuole proprio un bel the”

“mi dispiace per come mi sono comportata con Sirius” riprese la donna “è un bravo ragazzo e vuole bene ad Harry, lo so. Ma a volte è così avventato. Se esce di qui e lo catturano.. non esiteranno a sottoporlo al Bacio. Io l’ho fatto per lui”

“lo so mamma” disse Ginny dolcemente “e lo sa anche lui.”

“io capisco che rimanere sempre chiusi qui dentro può essere difficile, soprattutto per un ragazzo come lui. Però arriverà il momento in cui tutti potremo uscire di casa. Anche lui.”

Un’altra grande luce entrò dentro la cucina. Era un altro Patronus, a forma di donnola. “Silente è stato avvertito” disse la voce di Arthur “Harry sta bene, solo che ci saranno ripercussioni al ministero. Tra qualche giorno lo porteremo al Quartier Generale. Non fate uscire Sirius e nessun altro di casa”

Molly e Ginny tirarono un sospiro di sollievo. “vado a dirlo agli altri” disse Ginny e lasciò sola la madre. Nell’altra stanza i ragazzi avevano tolto l’incantesimo da Sirius, che però era ancora trasformato. Sembrava avesse uno sguardo molto depresso. “Sirius trasformati per favore” disse Ginny “dovrei dirvi una cosa”

Il cane non si mosse. “Sirius, quando parlo mi piace guardare in faccia le persone, quindi, per favore, trasformati”

Sirius si ritrasformò. “che c’è?” esclamò secco.

“mamma ha avvertito Silente” disse calma. “papà ci ha risposto…”

“ah, perché Silente non si poteva degnare neanche di mandare un Patronus, vero?” la interruppe Ron, furioso.

“l’importante è sapere come sta Harry” disse Hermione.

“Harry sta bene” disse Ginny “ma papà dice che ci saranno ripercussioni al ministero…”

“ripercussioni al ministero?” esclamò Sirius avvicinandosi molto a Ginny“che significa?”

“papà non lo ha detto…”

“sciocca ragazzina! Dovevi chiederglielo!” l’aggredì Sirius, prendendo la ragazza e stringendole le spalle. Ginny riusciva a vedere i suoi occhi celesti, accesi dalla follia.

“ehi, lasciala subito!” esclamò Ron.

“ahia!” urlò Sirius. Fred gli aveva lanciato addosso una fattura. “Ginny, stai bene?” chiese.

Lei annuì. Gli occhi di Sirius l’avevano spaventata.

“Sirius, la devi smettere di aggredire così le persone.” Disse George, serio. “è una situazione difficile per tutti. Non bisogna perdere la testa.” Sirius guardò i ragazzi, poi il suo sguardo si pose sulle spalle di Ginny. Senza dire una parola, salì le scale e si ritirò in camera sua.

 

*

 

“domani andrà una squadra da Harry, a prelevarlo dagli zii in tutta sicurezza” disse Arthur Weasley, a cena.

“meno male. Finalmente potrà sapere cosa succede” disse Ron, sollevato.

“già. L’unico problema sarà quell’udienza che dovrà affrontare al ministero, ma se si attengono alle loro stesse leggi non dovrebbe essere espulso. In effetti si è trattato solo di magia difensiva” disse Arthur.

“beh, quindi è tutto ok. Non possono espellerlo” disse Fred.

“purtroppo non è così semplice…” disse Arthur “dov’è Sirius? Non cena con noi?” chiese.

“ha detto che non aveva fame” disse Hermione. Ginny si alzò dal tavolo.

“Ginny, non hai mangiato troppo poco?”

“sto apposto così, mamma. Sono piena come un uovo!” disse Ginny con un sorriso “ho sonno vado subito al letto”

Salì le scale e si chiuse in camera sua. Era molto stanca effettivamente. Si spogliò per mettersi subito il pigiama. Ricontrollò una lettera che stava scrivendo a Micheal. Era misera, ma non sapeva cosa poteva scrivere. Non poteva raccontargli nulla delle sue vacanze, così era costretta ad inventare. Gli aveva scritto che era a casa di Zia Muriel e non faceva niente di speciale tutto il giorno. Ma non sapeva cosa scrivergli. Non le piaceva mentire.

Qualcuno bussò alla sua porta. “avanti” disse Ginny, immaginando fosse Ron. Invece era Sirius.

“ciao Ginevra” la salutò.

“ciao” disse lei. Lui entrò chiudendo la porta. “cosa stai facendo?” le chiese.

“scrivevo una lettera ad un mio amico.”

“il tuo ragazzo?”

“già” disse lei, senza arrossire. Seguì qualche istante di silenzio. “senti, scusa” disse all’improvviso Sirius, burbero “per come mi sono comportato prima”

“figurati. Siamo tutti nervosi in questo periodo. E stare chiusi qui dentro senza poter fare qualcosa di utile di certo non aiuta”

“è quello che dico anche io. Sono anni che sono recluso, Ginevra. Ho passato anni rinchiuso in una cella di Azkaban… stare qui è certamente meglio ma è sempre prigionia…”

Ginny annuì. “beh almeno tu sai qualcosa” disse “noi stiamo rinchiusi qui invece di goderci l’estate e non possiamo sapere nulla! E Harry è segregato a casa di quei Babbani orribili senza sapere neanche che esista l’Ordine della Fenice!”.

“lo so che non è giusto. Ma fra un po’ sarà qui anche lui…”

“sarà furioso”

“e ha ragione. Il comportamento di Silente nei suoi confronti è inspiegabile. Forse si sarà divertito ad affrontare i Dissennatori”

“deve aver passato proprio un’estate terribile se è stato contento di essere attaccato da due Dissennatori!”

Sirius sorrise. “devo andare a scusarmi anche con tua madre. È un po’ troppo apprensiva, ma ciò che ha fatto lo ha fatto per il mio bene”.

“si mamma si preoccupa sempre per tutti”.

Sirius fece per uscire, ma alla porta si bloccò. “ma senti… a te non piaceva Harry?”

Ginny sgranò gli occhi. E lui come diavolo faceva a saperlo? Per un secondo sperò che entrasse Voldemort in persona e sgretolasse uno ad uno i suoi fratelli impiccioni.

“scusa se sono indiscreto…” si affrettò a dire Sirius.

“no, no non ti preoccupare” disse Ginny, ostentando un sorriso a trentadue denti “Si mi piaceva molto Harry. Ma erano solo i sogni di una ragazzina ed Harry non mi ha mai calcolata più di tanto. Per lui sono solo la sorellina del suo migliore amico”

“ah capisco… peccato però”

“Perché?”

“sai mi sareste piaciuti come coppia… fisicamente, mi avreste ricordato molto James e Lily. Ma tu sei completamente diversa da Lily… ed Harry non è esattamente come era James alla sua età”

Gli occhi di Sirius erano velati da un’ombra di malinconia. Ginny cercava di cancellare dagli occhi l’immagine di lei ed Harry, l’immagine della loro coppia…

“Buonanotte Ginny Weasley”.

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Capitolo 27
*** rabbia ***


cap 27 nvu

Rabbia

 

“E COSì VOI NON ANDATE ALLE RIUNIONI, BELLA ROBA! MA ALMENO SIETE QUI, NO?”

“CHI HA DOVUTO SUPERARE DRAGHI E SFINGI E TUTTE QUELLE ALTRE SCHIFEZZE L’ANNO SCORSO? CHI HA VISTO LUI CHE TORNAVA? CHI HA DOVUTO SFUGGIRGLI? IO!”

“IMMAGINO CHE VI SIATE FATTE DELLE BELLE RISATE, VERO, TUTTI RINTANATI QUI INSIEME”.

Ginny era quasi caduta dal letto per lo spavento. Quella era sicuramente la voce di Harry, anche se era un po’ diversa: era più profonda, più da uomo… e arrabbiato come Ginny non l’aveva mai visto.

Lo sapeva che avrebbe reagito così, era comprensibile. La sua estate doveva essere stata peggiore della loro. Molto peggiore.

Rinchiuso dai Babbani, senza vedere e sentire i propri amici, senza avere notizie dal mondo magico, dopo le esperienze terribili che aveva passato poche settimane prima. Beh, Ron ed Hermione non si dovevano lamentare. Era tanto che Harry non gli avesse tirato qualcosa addosso. A giudicare da quelle urla, ci stava quasi.

Andare anche lei nella camera, oppure no? L’immagine evocata da Sirius la sera prima, ancora la scombussolava un po’. Ogni volta che le tornava in mente cercava di scacciarla, cercando di sovrapporle l’immagine di Micheal, di lei e Micheal, le loro risate, i momenti passati da soli in biblioteca o in angoli appartati della scuola. “Micheal mi vuole bene. Io voglio bene a lui. Stiamo benissimo insieme.” Si disse, per convincersi. Prese le sue lettere, guardò le sue parole, le battute brillanti e le frasi dolci. Aveva un ragazzo che un sacco di ragazze le invidiavano, ed era proprio l’ideale. Insomma, basta lamentarsi, no? Si guardò allo specchio e sfoggiò il suo sorriso migliore. Si sistemò i lunghi capelli rossi ed uscì dalla stanza. Beh, era maleducato non andare a salutare il migliore amico di suo fratello, giusto?

 

*

 

“ora fila in camera tua!” le ordinò la madre, dopo averla spintonata in cucina. Ginny Weasley era schiumante di rabbia. Perché i suoi fratelli potevano sapere tutto e lei no?

“sono rinchiusa qui dentro da un mese anche io, perché non posso sapere niente!” urlò alla madre.

“Sei troppo piccola Ginny”

“Non sono piccola! Ho quattordici anni e Ron ed Harry ne hanno solo quindici….”

“Non mi importa niente! Tu non sentirai nulla di quello che verrà detto lì dentro!” strillò Molly Weasley e cominciò a scendere le scale.

“Non è giusto!” urlò Ginny “siete… siete…io…” non era da lei balbettare, ma era furiosa.

“Ginevra Weasley, smettila di urlare o ti rinchiuderò in quella stanza fino a domani mattina!” e Molly se ne andò, lasciando Ginny sola. La ragazza chiuse con forza la porta. Era stufa del comportamento di sua madre. Era troppo! La porta si riaprì “non sbattere le porte, Ginny, te l’ho sempre detto!” . Era sua madre. Ancora.

“vattene” sibilò la ragazza con rabbia. “Ginny, non è questa la maniera di rispondere a tua madre”

“smettila di trattarmi come se avessi cinque anni! Non sono più la tua bambina! Non ho bisogno della protezione di nessuno! I miei fratelli sono lì sotto, ad ascoltare il motivo per cui siamo rinchiusi in questa casa maledetta e io qui. Ho quattordici anni.”

“sei più infantile di quello che pensavo. Lo faccio per te, ti sto solo proteggendo come vorrei fare con gli altri! Smettetela di cercare di fare gli adulti quando non ne siete in grado!” esplose la madre, vicina alle lacrime “credete che si tratta di un gioco? Pensi che ci stiamo divertendo? Non riesco a capire perché uno cerca di tenervi il più possibile lontano dai guai e voi non fate altro che cercarli!”. La donna uscì dalla stanza. Ginny richiuse la porta.

Non gliene importava un accidente delle stupidaggini che diceva sua madre. Protezione, pericoli… erano tutti nei guai comunque, no? Voldemort era tornato che sapesse o no cosa stava succedendo lui c’era comunque. Sapere l’avrebbe solo aiutata. Perché gli adulti non riuscivano a capire cose tanto logiche?

 

*

 

“Ginny” era Hermione, rientrata in camera “sei sveglia?”.

“Certo” sibilò Ginny, irritata. Pensava che fosse andata a dormire come le aveva ordinato la mammina? La piccola dolce Ginny. Peccato che lei non era né piccola né dolce. Nessuno riusciva a farselo entrare in testa…

“immaginavo” disse Hermione con una risatina “mi metto la camicia da notte e ti racconto tutto”.

Hermione! Come aveva fatto un idiota come Ron a trovare una ragazza così speciale! Capiva sempre tutto al volo.

“non ci hanno detto granchè” cominciò la ragazza, entrando nel letto della piccola Weasley “hanno raccontato ad Harry ciò che già sapevamo. Però Sirius è riuscito a dirci qualcosa di più”

“cioè?”

“Harry ha chiesto quali fossero i piani di Tu-Sai-Chi. Dicono che sia alla ricerca di un’Arma…”

“e che se ne fa di un’arma? Voglio dire lui è già potentissimo”

“non ci hanno spiegato che genere di arma è. Sicuramente non un semplice incantesimo” sospirò Hermione “non ne ho proprio idea. Insomma, per uccidere, far soffrire, e comandare le persone ha già le Maledizioni Senza Perdono…”

“di che altro può aver bisogno?” si chiese Ginny.

“non lo so Ginny” sussurrò Hermione “davvero non lo so…”

 

*

 

“Ginny, ieri sera ti sei comportata molto male” le disse sua madre mentre erano da sole in cucina.

“non mi sembra proprio” rispose la ragazza. “ti sembra normale come ti sei rivolta a me?” le chiese Molly. Ginny la guardò “e a te sembra normale come vengo trattata io?” le rispose. Prese il bricco del latte e lo portò al tavolo. I suoi fratelli scesero, con Harry ed Hermione. “Allora, cosa c’è per colazione?” esclamò Ron.

“già, ho una fame” disse Fred.

“Hey mamma, le salsicce le hai fatte?” chiese Geroge.

“Stavate ancora parlando di ieri sera?” sussurrò Hermione all’amica.

“sì. Non la finisce più. Tanto non le chiedo scusa!” le rispose Ginny, sedendosi vicino a lei. li raggiunsero Tonks, Sirius e Lupin e Molly non fece più parola sugli avvenimenti della sera prima.

Dopo la colazione i ragazzi si precipitarono fuori dalla stanza, mentre le ragazze insieme a Lupin e Sirius rimasero in cucina, ad aiutare. “Allora, ieri sera hai tirato fuori una bella grinta, non c’è che dire…” disse Sirius, rivolto alla rossa.

“già” rispose Ginny “di solito è molto utile”

“sì, ma hai trovato un degno avversario” sorrise Sirius, facendo cenno verso Molly.

“non la chiamerei grinta, e non mi complimenterei. Ginny ieri sera si è comportata da villana, anche se di solito è piuttosto beneducata. L’influenza di Fred e George…” disse la signora Weasley, scuotendo la testa.

“io non sono influenzata da nessuno! Questo è il mio carattere” ringhiò Ginny.

“beh, fa sempre comodo avere della grinta! Così la tua Ginevra non si farà mettere mai i piedi in testa da nessuno…” disse Lupin con un sorriso.

“..e soprattutto dai maschietti” disse Tonks, con aria maliziosa “ a proposito, come sei messa a ragazzi? Un bella ragazza come te…”

Ginny stava per rispondere, quando Molly intervenne “ragazzi! Cara Tonks, Ginny è poco più di una bambina! Ai ragazzi ancora non ci pensa! È ancora alle prese con una cotta per Harry, ma una cosa molto lontana dall’amore!” disse, ridacchiando. Questo era troppo.

“va tutto molto bene, Tonks” disse la ragazza, a voce alta “ultimamente ne sento una paio. A proposito volevo chiederti un consiglio, mammina, non mi vengono le mestruazioni da un paio di mesi sai cosa può essere? Forse è dovuto a quell’incredibile notte di passione avuta nella stanza delle Necessità con i due battitori di Corvonero. O c’era anche il portiere di Tassorosso? Ah, dovrei smetterla di fumare quella roba…”

La madre era visibilmente scandalizzata, mentre Sirius rideva a crepapelle. “Ginevra… ti sembrano cose da dire?!” esclamò Molly.

“dai… era solo una battuta Molly…” disse Tonks, ridendo anche lei.

“mamma la devi finire di trattarmi come una bambina. Come vedi non lo sono più.” Disse Ginny uscendo dalla cucina, seguita da Hermione. “Forse sei stata un po’ esagerata. È sempre tua madre” disse la ragazza.

“la deve smettere. Non sono una bambina.” Ribadì Ginny “dove sono gli altri?”

“andavano in salone”.

“raggiungiamoli”.

 

*

“ehi Hermione, già sveglia!” disse Ginny mentre si svegliava.

“come posso dormire?” rispose la sua compagna di stanza, con aria preoccupata “Harry è al ministero.. sotto processo…”

“lo sai che se la caverà. Lui se la cava sempre”.

“Oh Ginny, questa volta è diverso! Vogliono screditarlo, faranno di tutto…”

“si devono attenere alle leggi e lo sai meglio di me”.

“mi pare che mandare dei Dissennatori in un quartiere babbano non sia previsto dalle nostre leggi!” esclamò la ragazza. Ad un certo punto si spalancò la porta e un ragazzo alto e magro irruppe nella loro camera.

“RON!!! Sono… sono mezza nuda!” strillò Hermione, arrossendo violentemente.

Ron rimase impalato sulla porta. “ehm.. scusa..” disse e se ne andò, le orecchie molto rosse.

“cretino” sussurrò Hermione, riprendendo a vestirsi.

“beh è abituato che a casa può entrare quando vuole in camera mia” disse Ginny.

“dovrebbe imparare a bussare! Non è un bambino e neanche noi!” esclamò Hermione stizzita “dai preparati, così possiamo sentire se qualcuno ha notizie di Harry”.

Sotto non c’era quasi nessuno. Passarono in silenzio davanti al quadro della mamma di Sirius per entrare in cucina, dove c’era Molly, i gemelli, Sirius e Ron che appena vide Hermione cominciò a fissare molto intensamente le salsicce che aveva davanti, le orecchie scarlatte. La ragazza si sedette tra Ginny e Sirius senza degnarlo di uno sguardo. “allora ma’… notizie dal ministero?” chiese Fred, rompendo il ghiaccio.

“ancora nulla. Speriamo bene” disse la madre, preoccupata.

“andrà benissimo. Harry se la cava sempre!” esclamò George, ripetendo ciò che Ginny aveva detto ad Hermione. La piccola Weasley ne era sicura: Harry ce l’avrebbe fatta. Ci avrebbe potuto scommettere tutti i suoi averi.

 

*

 

“ce l’ha fatta, evviva!” ruggì Ron, appena Harry ritornò dal ministero. Fred e George presero Ginny e la trascinarono in una danza di vittoria.

“ce l’ha fatta, ce l’ha fatta, ce l’ha fatta…” cantavano tutti e tre in coro. Era fatta, Harry avrebbe passato un altro anno ad Hogwarts con tutti loro! La notizia la rendeva molto allegra.

“Fred… George… Ginny finitela!” li azzittì la madre e mandò Harry in cucina a mangiare qualcosa.

E se vado a congratularmi? Sono l’unica che ancora non gli ha detto una parola? Pensò Ginny. con un sorriso si diresse verso la cucina. Harry era seduto al tavolo, da solo… con Ron ed Hermione. Sussurravano tutti e tre qualcosa, come al solito. Per un attimo si era illusa che la vita che stava vivendo a Grimmould Place fosse quella vera, e che ad Hogwarts avrebbe frequentato Harry, Hermione e i suoi fratelli. Ma non era così. alla fine, che harry fosse stato assolto o meno, lei non avrebbe fatto mai parte della sua vita. E ormai lo aveva accettato.

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Capitolo 28
*** ... finalmente, casa! ***


cap 28 nvu

…finalmente, casa!

 

Ginny, Harry, Ron, Hermione e Luna scesero dalla carrozza nera. Il tempo era grigio e ormai era sera. Ginny non aveva raggiunto nessuno dei suoi amici in treno e aveva passato il viaggio con Harry, Luna e Neville. I suoi amici, incontrati alla stazione, avevano accettato la sua scelta, Micheal era un po’ contrariato.

“non ci vediamo da due mesi e tu mi dici che vuoi fare il viaggio in treno con Potter e quei due sfigati?” le chiese incredulo.

“Non sono due sfigati!” rispose la ragazza “sono miei amici!”.

“sbaglio o Paciock ti aveva invitato al ballo, l’anno scorso?” le chiese Micheal.

“Per Neville sono solo un’amica! Anzi la sorella di un suo amico” precisò Ginny “non essere geloso…”

“e perché c’è anche Potter? Non sta con la Granger e tuo fratello?”

“loro sono nella cabina dei Prefetti…”

“ah e poverino, non può rimanere da solo…”

“smettila di fare lo stupido, Mike!” esclamò Ginny “Harry è stato da noi tutta l’estate! È un amico di famiglia, mi dispiace lasciarlo da solo…”

“però non ti dispiace lasciare da solo me, a quanto vedo”.

“tu non sei solo” rispose la ragazza “ci sono tutti i tuoi amici. Abbiamo un anno intero per stare insieme!”

Micheal sbuffò. “va bene. Come vuoi. Ci vediamo ad Hogwarts. Ciao.”

E Ginny ancora non lo aveva visto. Lo avrebbe incontrato nella Sala Grande, ma le dispiaceva iniziare l’anno con una litigata. Camminò insieme agli altri fino alla sala grande che li accoglieva come sempre, con la luce calda delle candele e quella armoniosa delle stelle.

“Ginny! ehi Ginny!” una voce la chiamava si girò e vide tutti i suoi amici, dai quali corse immediatamente. Quanto gli erano mancati, nei giorni di prigionia a Grimmauld Place! Erano molto cambiati: Colin Canon era un po’ più alto, Miriam abbronzatissima, Aisleen aveva un nuovo taglio di capelli, Demelza invece li aveva  molto più lunghi, John era cresciuto di almeno dieci centimetri e Anthony si era fatto crescere un po’ di barbetta che, a quanto pare era l’argomento di discussione.

“conciato in questo modo sembri proprio una capretta!” aveva detto Aisleen ridacchiando.

“altre ragazze hanno detto che sto molto bene!” rispose Anthony.

“con altre ragazze intendi Grace immagino!” aggiunse Miriam, pettegola come al solito.

“la smetti di mettere sempre in mezzo mia sorella quando si tratta di Anthony?” esclamò scocciato John.

“ooooh vedo che anche tu cominci a captare i segnali…”

“ma va al diavolo…”

Fisicamente erano cambiati, ma erano in fondo sempre gli stessi!

“Ginny quanto stai bene con i capelli così lunghi!” esclamò Aisleen “sei bellissima!”

“eh sì, con questa in giro chi riuscirà più a rimorchiare!” esclamò Miriam.

“come se prima ci riuscivi!” le rispose John, prendendosi uno schiaffo sulla nuca.

“ehi sono solo dei capelli!” esclamò Ginny.

“fossero solo quelli! Hai molti occhi puntati addosso cara, fidati”

“ma smettila Miriam! Non siamo neanche entrate a scuola e già cominci!” esclamò Ginny ridendo, sedendosi a fianco a John.

“e poi Ginny è fidanzata! Non credo che le interessino altri occhi se non quelli di Micheal!” disse Demelza.

“fidanzata è un parolone…” disse Ginny.

“vabbè, vi vedete, state insieme, mettila come ti pare ma la sostanza è quella” disse Aisleen.

“a proposito, te e Christopher come andate?” chiese Ginny, per cambiare argomento.

“benissimo!” disse lei con un sorriso radioso “abbiamo passato una bella estate”

“ha imbucato pure lui da noi”disse John.

“dai, vi è stato simpatico a tutti!” esclamò Aisleen “te, lui, Anthony e Colin avete passato tutto il tempo insieme! Non me lo lasciavate mai…”

“che accollo che sei Ash” disse Miriam “lascialo un po’ respirare!”

“io  non sono un accollo!” rispose Aisleen, offesa “e mi pare che respiri benissimo!”

“sei troppo possessiva…”

“e tu critichi troppo! La nostra storia va avanti benissimo senza i tuoi consigli!”

“dai, non litigate…” disse Demelza.

“infatti! Non mi va di iniziare così quest’anno…” disse Colin.

Ginny si voltò verso il tavolo di Corvonero. Micheal le dava le spalle. Era ancora offeso, lo sapeva. Ma avrebbe trovato il modo per farsi perdonare, subito dopo il banchetto…

 

*

 

Appena si alzò dalla tavolata individuò subito la figura alta di Mike e lo seguì fino al corridoio. Certa che non ci fosse nessuno dei suoi fratelli in giro corse da lui e gli coprì gli occhi con le mani.

“indovina chi è?” chiese, ridacchiando. Lui tolse le mani piccole di lei da suo volto, e si girò.

“ora hai tempo per me? O c’è qualcun altro che non puoi lasciare solo?” le chiese, sarcastico. Eh sì, l’episodio sul treno gli bruciava ancora.

“no, in teoria adesso sarei libera” disse lei. Lui non rispose ma le lanciò uno sguardo irritato.

“dai, smettila” disse lei “guarda che è dispiaciuto pure a me lo sai?”

“ma perché non sei venuta con me? Ti volevo presentare Terry e gli altri…”

“beh avrò altre occasioni, no?”

“sì ma non riesco a capire perché sei così legata a luii e ad Hermione Granger! Insomma sono gli amici di tuo fratello, no? Non condividono mai niente con nessuno e non mi pare che tu faccia parte del loro trio! Per una volta Harry Potter può pure rimanere solo, non ha bisogno di avere sempre un Weasley intorno!” esclamò Micheal “ non è che se tu rimani sola c’è Potter a tenerti compagnia! Ma io ci sono” la sua voce si addolcì “io ci sono sempre per te” prese le mani di lei e le strinse tra le sue, grandi e calde. “Mike lo so…” disse lei appoggiando la testa sul suo petto. “mi hai perdonata?” disse lei, guardandolo con i suoi grandi occhi scuri. “ma certo!” esclamò lui, stampandole un bacio sulle labbra.

Rimasero così per un po’, parlando e baciandosi di tanto in tanto. “forse è ora di andare in dormitorio…” disse Ginny.

“per essere una Grifondoro sei un po’ troppo prudente!” sussurrò lui abbracciandola più forte.

“è che ora Ron è Prefetto” disse “se facesse la ronda?”

“beh è ora che conosca il ragazzo della sorellina”

“no!” esclamò lei staccandosi da lui “assolutamente no!”

“perché? Stiamo insieme da cinque mesi!”

“lo so, ma lui non capirebbe… e neanche gli altri” disse lei “prova a capirmi, sono l’unica ragazza, ho sei fratelli maggiori! Sono gelosissimi… soprattutto Ron.”

“beh, potrei cercare di farmi amico i tre rimasti ad Hogwarts…”

Ginny ridacchiò “lascia perdere!”.

“vabbè, ora che non ci sono però…” disse e tirò a sè la ragazza, baciandola appassionatamente. Ginny si ritrovò tra Micheal e il muro e cominciò a baciarlo anche lei, le mani incrociate dietro la nuca del ragazzo. Mike allentò un pochino la presa e posizionò una mano su una gamba della ragazza, e cominciò a salire, sotto la gonna. Ginny si bloccò un attimo.

“che c’è?” mormorò lui. Ginny stava per rispondere quando un fiotto di luce li investì.

“Ah Ginny, sei tu” disse la voce di Hermione.

“Hermione che ci fai qui?” esclamò Ginny, sollevata perché Micheal aveva ritirato la sua mano.

“voi che ci fate qui! Dovreste essere nel dormitorio!” disse la ragazza, severa. Ginny si voltò verso Micheal “a domani, allora?” lui annuì e la salutò con un bacio. Ginny andò da Hermione e andò con lei verso la torre si Grifondoro. “dovete stare attenti” la ammonì l’amica “se incontravate Malfoy o qualche professore…”

“lo so, ma avevamo litigato.. dovevo farmi perdonare…”

“ciò non implica che tu debba permettergli di metterti le mani dove vuole!” esclamò Hermione. Ovviamente Hermione vedeva sempre tutto. “Non è per farmi perdonare che stava facendo quello che hai visto” disse Ginny “lo stava facendo da solo! E io stavo per bloccarlo…”

“ah ok!”

“mi credi così stupida?”

“no, no.. è che a volte noi ragazze siamo un po’ deboli…”

“beh, non io. Ho imparato ad essere forte.”

“lo so. Si vede” disse Hermione con un sorriso. Le due ragazze si divisero davanti le porte dei loro dormitori. “buonanotte”

“anche a te. A domani”

Ginny entrò nella porta del dormitorio del secondo anno.

“finalmente! Dove ti eri cacciata?” esclamò Demelza.

“sei sparita!” disse Aisleen.

“ero con Mike…” disse Ginny.

“e non ti hanno beccata?” esclamò Miriam.

“in realtà sì, mi ha beccato Hermione…”

“ah beh, tanto siete amiche” disse Demelza.

“ma, piccola Ginny, che facevi sola con Micheal in corridoio a quest’ora?” chiese Miriam maliziosa.

“secondo te?” le rispose Ginny e le altre cominciarono a ridere. Ginny in realtà non ci trovava molto da ridere. Quello che era successo nel corridoio l’aveva un po’ turbata. Sapeva che sarebbe successo prima o poi, ma lei aveva da poco compiuto quattordici anni… beh era un po’ presto forse. Era la prima volta che stava con un ragazzo, la prima volta che veniva baciata… e nessuno si era azzardato a metterle le mani da nessuna parte, o almeno non ancora! Sicuramente lui era stato con tante altre ragazze, e cose del genere le aveva già fatte… ma lei era diversa! Ed era, anche se odiava ammetterlo, ancora piccola. Almeno per certe cose.

 

*

 

Le prime lezioni furono stancanti. Già dal primo giorno non vedeva l’ora che venisse l’ora di cena per poter stare con Micheal in santa pace.

“i professori quest’anno stanno dando i numeri” si lamentò Micheal “già cominciano a rompere con i G.U.F.O… e li abbiamo a Giugno!”

“beh, sai che sono gli esami più importanti che avremo…”

“sì lo so, ma ti pare stressarmi già da ora?”

“poi sono tutte storie le tue! Lo sai che sei uno dei più bravi del quinto anni…”

“modestamente…”

Prese la ragazza tra le braccia. “non qui… i miei fratelli…” disse lei. lui aprì la porta di un’aula vuota e vi entrò con Ginny. “qui siamo soli…” disse lui, sorridendo.

“già…” disse lei. lui cominciò a baciarla e la fece sedere sulla cattedra. Ginny si bloccò di nuovo, quando lui cominciò ad esplorare sotto l’orlo della gonna. “cosa c’è?” chiese lui. Ginny sospirò “con quante ragazze sei stato prima di me?”

“non molte. Forse cinque o sei… boh.”

“beh e immagino che con loro facevi le stesse cose che fai con me…”

“beh insomma. Senti, ma dove vuoi arrivare?”

“che io ancora non me la sento.”

“non te la senti a fare cosa?”

“quello che hai in mente tu!” esclamò lei, imbarazzata.

“e cosa avrei in mente?” chiese lui, beffardo. Ginny gli diede un pugno sul petto “idiota! Lo sai! Non mi sento ancora pronta… al sesso, o roba del genere…”

sesso o roba del genere?!” esclamò lui, scoppiando a ridere “io non voglio fare sesso con te! Cioè”

Aggiunse, vedendo che Ginny aveva cominciato a replicare “mi piacerebbe, ma non ora! È presto per noi due! Siamo insieme da cinque mesi, ma è come se fosse uno… un giorno lo vorrei… ma quando lo vorrai tu! A dire il vero non ci stavo neanche pensando…”

“ma scusa… provi a mettermi le mani sotto la gonna!” esclamò lei, scioccata.

“beh, non vuol dire che il tuo corpo non mi attrae” sussurrò lui, accarezzando la coscia della rossa “sei molto bella Ginny, e non ti metterò fretta, se tu non vuoi.”

Stettero un altro po’ nell’aula, poi uscirono. “senti un po’” disse Micheal, all’improvviso “ma tu non eri quella che si era baciata decina di ragazzi dietro agli alberi?” chiese beffardo.

“si, e allora?” disse lei.

“e ti disturbano un paio di carezze?” chiese lui. Ginny arrossì. “cretino!” esclamò.

“piccola ingenuotta” disse lui, prendendole il viso tra le mani e stampandole un bacio.

“scemo” sussurrò lei.

“piccionciniiii!” urlò John, da lontano. Ginny gli mostrò la lingua.

“John sei proprio infantile, lasciali stare…”

“e tu sei proprio una piaga, Miriam”

“cretino!”

Ginny sorrise. “mi sento a casa” disse, rivolta a Micheal.

“meno male che però i tuoi veri familiari non ci sono…” disse lui.

Già. Fred, George e Ron avrebbero potuto rovinare il suo piccolo mondo felice. Ma per ora, lei era ancora la piccola Ginny Weasley per loro, che arrossiva al minimo sguardo e che nessuno notava mai… e per ora era un’ottima copertura.

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Capitolo 29
*** offese ***


nvuuuu

Offese

 

Finalmente quel giorno il quarto anno di Grifondoro avrebbe avuto la tanto attesa lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Ormai avevano sentito i parecchi commenti negativi da parte delle altre classi, ma erano tutti curiosi di come effettivamente fosse Dolores Umbridge. Ginny e i suoi amici arrivarono presto in aula e furono molto stupiti di come la trovarono: non sembrava una stanza dove allenarsi con incantesimi e fatture, ma piuttosto un lezioso salottino di una sessantenne amante dei gatti. Era tutto rosa (colore che in quella scuola era stato visto solo a San Valentino, quando Allock aveva lanciato tutti quei cuoricini fucsia in Sala Grande) e i banchi erano disposti in tre file ordinate, senza che ci fosse spazio per la pratica. Confusi, i ragazzi si sedettero: Ginny prese il posto a fianco a Miriam al secondo banco, dietro di loro c’erano Anthony e John e davanti Demelza ed Aisleen. La professoressa era seduta alla cattedra.

“Buongiorno, ragazzi”

“buongiorno, professoressa” risposero in coro, a disagio.

“bravi bambini. Ora andate a pagina uno e leggete il primo capitolo. Appena avrete finito sono disponibile per rispondere ai vostri dubbi” disse lei, con una vocetta leziosa ed infantile.

“non faremo pratica?” chiese John, incredulo.

“no, signor…?”

“Evans. Per tutto l’anno non faremo nemmeno una fattura?”

“no signor Evans, basta la teoria”

“ai G.U.F.O chiedono anche la pratica!”

“non mi sembra che voi quest’anno abbiate gli esami”

“ma…”

“cinque punti in meno per grifondoro, signor Evans!” esclamò la donna, soddisfatta “ora andate a pagina tre del libro…”

“non facciamo incantesimi?” bisbigliò Miriam.

“da una che appende facce di gatti in un aula cosa puoi aspettarti?” sussurrò Ginny.

“ehm ehm” la professoressa Umbridge tossì “voi del secondo banco, signorine…?”

“Miriam Cohen” rispose Miriam

“Ginevra Weasley”

“bene, vi tolgo  tre punti ciascuno per aver parlottato in classe. La prossima volta pensateci bene. Andate al primo capitolo”

Colpevoli, le due ragazze cominciarono a leggere.

Passarono dei minuti in silenzio “ma questo è un libro per bambini!” mormorò Miriam.

“shhh! Vorrai togliere altri punti a Grifondoro?” sussurrò Anthony da dietro.

Miriam lo ignorò ed alzò la mano. La umbridge la osservò sorpresa.

“sì, signorina Cohen?”

“professoressa, temo che il mio testo sia sbagliato”

“non credo, cara. L’ho visto è del tutto identico al mio”

“allora professoressa ha sbagliato lei: il livello del libro è troppo basso”

Nella classe si diffuse un mormorio stupefatto.

“non mi pare che lei sia un funzionario qualificato del Ministero per poter giudicare il livello di un libro di testo, signorina Cohen” esclamò l’insegnante “altri cinque punti in meno per Grifondoro!”

La classe protestò “non è possibile! Non si può neanche dire una parola in questa classe!” esclamò la ragazza.

“non in questo tono mia cara! Torna a leggere, un po’ di cultura può farti sempre bene”

“mi rifiuto di sprecare il mio tempo in una lettura inutile! Io quest’anno voglio imparare qualcosa, non è un momento qualsiasi! Mai abbiamo avuto bisogno più di adesso di imparare questa materia!” esclamò Miriam. Il resto della classe non fiatava più. Ginny l’aveva riempita di calci tutto il tempo, ma non poteva non ammirare l’amica per il suo coraggio.

“perché, signorina Cohen? Che momento particolare è mai questo?” chiese la professoressa, un sorriso falso disegnato in volto.

“Lo sa benissimo” disse Miriam a voce bassa “sa cosa è successo a Cedric Diggory”

“diggory è stato vittima di un tragico incidente…”

“io credo a Silente ed a Harry Potter! E sento il bisogno di sapere come proteggermi, una volta lì fuori!” esclamò Miriam, rossa in volto per la rabbia.

“punizione, signorina Cohen!” abbaiò la Umbridge “e ricorda: le ragazzine saccenti non sono mai piaciute a nessuno! Rischiano di rimanere zitelle

Miriam aveva gli occhi lucidi “come lei!” disse, con aria di sfida.

“punizione per l’intera settimana. L’aspetto alle nove in punto. Puntuale”.

Miriam si alzò dal suo posto e con gli occhi pieni di lacrime di rabbia lasciò l’aula. Tutti erano rimasti scioccati dal comportamento di Miriam che era sempre stata ligia alle regole e durante le lezioni faceva solo guadagnare punti alla loro casa.

“professoressa, non può offendere così una ragazza! Miriam stava solo dicendo la sua opinione…”

“cinque punti in meno per grifondoro, Evans”

“ma cosa? Non si può nemmeno parlare?!”

“no, signor Evans. Ora continuate a leggere il capitolo”

John si sedette rabbiosamente. Ginny era sconcertata: la situazione era peggiore di quel che credeva.

*

I ragazzi non videro Miriam in giro per i corridoi, e non la videro nemmeno a pranzo.

“quella professoressa è terribile!” mormorò Aisleen.

“già” disse sconsolato Colin.

“non si doveva permettere di trattare così Miriam!” esclamò John, furioso “la prossima volta l’affatturo!”

“ma dov’è?” chiese. Gli altri alzarono le spalle.

“forse in bagno” disse Demelza. Ginny andò in bagno per vederer se l’amica era effettivamente lì. E infatti Demelza aveva ragione.

“oh eccoti” le disse.

Miriam si asciugò in fretta gli occhi, ma si vedeva comunque che aveva pianto.

“dai Miri, lo sappiamo tutti che è solo una vecchia rospa… e poi chissene frega dei punti…”

“mi ha umiliato” disse, con voce dura “mi ha umiliato davanti a tutta la classe”

“e tu ti sei difesa benissimo!”

“ma rimane sempre che mi ha chiamato zitella! Come si permette?!”

“John era arrabbiatissimo” disse Ginny. Miriam rimase un attimo in silenzio.

“John?” mormorò, incredula.

“si, proprio lui! Dovevi sentire come le ha risposto!”

“e da quando mi difende? Lui è il primo che mi chiama zitella!”

“si ma lui lo fa in modo affettuoso” disse Ginny  “scherza, lo sai benissimo. Ora esci, che voleva venire a cercarti”

Il volto di Miriam venne illuminato da un nuovo e strano sorriso e seguì l’amica fuori dal bagno.

 

*

La sera Ginny si dedicò completamente ad Hermione. Aveva proprio bisogno di chiacchierare con lei.

“è tremenda, veramente tremenda. Miriam ci è rimasta vermente male”

“si ma deve stare attenta. Come Harry. Pure lui è in punizione. È meglio non parlare troppo”

“ma come? Ti rendi conto che non sapremo niente quest’anno su come difenderci?”

“lo so questo  è il piano del ministero”

“beh, sicuramente non possiamo stare con le mani in mano!”

“no, hai ragione… ma forse” disse Hermione, con un nuovo scintillio negli occhi “ma forse ho un’idea!”

“hermione, quando hai quello sguardo mi fai paura…”

“ho un’idea geniale, Ginny!”

“sentiamo”

“possiamo fare un gruppo di Difesa contro le Arti Oscure! Con qualcuno che ci insegni come prottegerci!”

“e chi?”

“beh io avrei in mente qualcuno…”

“i professori non sarebbero d’accordo…”

“non i professori! Harry! Chi meglio di lui?! Con quello che ha affrontato! Ha affrontato Tu-sai-Chi in persona il primo anno, il Basilisco il secondo” Ginny arrossì al ricordo “tutti quei Dissennatori il terzo! E poi il Torneo l’anno scorso! Il problema sta nel convincerlo…”

“e trovare chi starà a sentirlo! La maggior parte della gente lo considera un pazzo oppure ha paura di mettersi contro il Ministero…”

“qualcuno c’è, fidati! Intanto io, te, Ron, Neville…”

“Fred, George, Luna, Colin…”

“beh, non siamo pochi! E sicuramente troveremo qualcun altro!” esclamò hermione, eccitata.

“tu diffondi alla voce, ma solo a persone fidate… io ne parlerò con altri… e parlerò con Ron, insieme lo riusciremo a convincere… spero”.

Continuarono a parlare per un po’, poi si diedero la buonanotte e andarono ognuna nel proprio dormitorio. Ginny guardò le sue amiche, tutte profondamente addormenate. Chi di loro avrebbe avuto il coraggio di entrare nel gruppo? Ma soprattutto, poteva fidarsi di persone che conoscevano così poco harry?

 

 

Angolo autrice

Non uccidetemi, vi prego. Lo so il ritardo è immenso e spero che questo capitolo non abbia deluso nessuno. Ho bisogno di un cosniglio da tutte voi: faccio entrare nell’e.s Miriam e gli altri (senza essere fedele alla vera trama del libro) oppure mi mantengo alle parole della Rowling? A voi la parola!

Bacioni a tutti

Marty

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Capitolo 30
*** Solo persone fidate ***


cap 30
Solo Persone Fidate

"ehi... sei sparita ultimamente..."
era Micheal, che le circondava la vita con un braccio, il naso nei suoi lunghi capelli rossi.
"non qui!" esclamò lei, divincolandosi dalla stretta del ragazzo. Lui la lasciò, sbuffando.
"sai, a volte vorrei che stessimo insieme come due persone normali, non come due ladri.." disse.
"beh, dovevi pensarci prima di metterti con una ragazza con sei fratelli maggiori!" replicò lei stizzita.
"dai non ti arrabbiare..."
"no, non mi arrabbio, da fastidio anche a me questa situazione... non ci riusciamo mai a vedere!"
"eh è colpa mia, con i G.U.F.O devo studiare ogni momento!"
"ma oggi è venerdì! perchè non ti prendi una pausa?"
"mmmm... va bene! ci vediamo stasera, facciamo dopo cena.. fatti trovare fuori dalla Sala Grande!"
"ok! a dopo!"
Micheal se ne andò, diretto verso i sotterranei, lei invece si avviò verso il secondo piano, dove aveva lezione di Trasfigurazione.
"Ginny!" Hermione la chiamò arrivando di corsa "ne ho parlato con Harry e ha accettato!"
"accettato cosa?" le chiese la ragazza.
"di insegnarci a combattere, ovviamente!" esclamò Hermione, entusiasta.
"ah sì..." Ginny si era completamente dimenticata del discorso di lei ed Hermione, in fondo era da tantissimo che non parlavano e l'argomento era rimasto a quella sera.
"te ne eri dimenticata, vero?" chiese Hermione, delusa.
"in realtà sì... sai ne abbiamo parlato quasi un mese fa, non ci ho più pensato, scusa..." si giustificò Ginny, imbarazzata.
"tranquilla... beh ho organizzato un incontro alla Testa di Porco, per sabato, per parlarne! sto diffondendo la voce... solo a gente fidata, però! non vorrei che la Umbridge ne venisse a conoscenza!"
"ok, ci sarò"
"ah, se vuoi invita anche Micheal..."
"daccordo.." rispose lei "e i miei amici di Grifondoro?" chiese Ginny. Hermione esitò
"solo se sono veramente, molto, molto fidati Ginny... ricorda che una bella parte di loro ha genitori che lavorano al Ministero..."
"anche papà ci lavora!" esclamò Ginny "vabbè comunque... vedrò!"
"ok! ci vediamo sabato allora!"
"contaci!"
Hermione girò sui tacchi e corse verso il terzo piano, dove aveva lezioni di Incantesimi. Ginny entrò in aula e si sedette a fianco a John che le aveva lasciato un posto libero vicino a lui.
"di solito a Trasfigurazione non stai vicino a Miriam?" bisbigliò Ginny.
"mi ha cacciato! non so perchè, ma voleva stare al banco da sola!"
"mah..."
guardò Miriam: era un bel periodo che evitava gli altri e nessuno aveva capito perchè: avrebbe cercato di tirarle fuori tutto quella sera... prima dell'appuntamento con Micheal!
*
ma non fu lei a scoprire il segreto di Miriam, ma John, con le sue maniere rudi e schiette.
"che cazzo ti ha fatto quella megera!" urlò John, strattonando Miriam per la manica della divisa.
"lasciami in pace John, non ti riguarda!" strillò Miriam, divincolandosi dalla presa.
"NON MI RIGUARDA?" ruggì il ragazzo "non mi riguarda?! ma io l'ammazzo a quella... quella..."
John era fuori di sè dalla rabbia, Ginny non lo aveva mai visto in quello stato. intorno a loro si era formato un capannello di curiosi.
"tu non fai un bel niente, a parte gli affari tuoi!" gridò la ragazza, sconvolta.
Ginny scansò alcune persone e si avvicinò a loro, preoccupata: John teneva Miriam per un braccio, forte e lei cercava di liberarsi con ferocia, i capelli ricci del tutto fuori controllo.
"Evans! signorina Cohen! che cosa sta succedendo? Evans lascia subito la signorina Cohen!" abbaiò la professoressa Mc Granitt, stupefatta nel vedere quella scena. John però non mollò Miriam e la trascinò davanti all'insegnante.
"mi dica se questo è normale!" esclamò il ragazzo furibondo. con uno strattone, alzò la manica della camicia della ragazza e mostrò il polso nudo di Miriam alla professoressa. l'insegnante la guardò sbalordita.
"signorina Cohen.. cosa è successo?"
Miriam con un movimento brusco si liberò finalmente di John e si ricoprì il polso.
"niente professoressa. è una cosa privata." mormorò.
"non è vero che è una cosa privata" sibilò John.
"non ti riguarda! fatti gli affari tuoi!"
"è stata la Umbridge, professoressa" disse John. Miriam gli scoccò un'occhiata rabbiosa.
"Evans... ne sei sicuro?" mormorò la McGrannit.
"sicurissimo. è da quando è stata in punizione con lei che ha quella scritta."
"signorina Cohen.. vieni con me" disse la professoressa e trascinò la ragazza nel suo studio.
"John!" lo chiamò Ginny "John cosa...?"
"quella schifosa" sibilò lui "la Umbridge"
"cosa le ha fatto?"
"l'ha ferita... io, io non so con cosa ma l'ha fatto. ha un segno, ieri l'ho vista che sanguinava. è una scritta incisa nella pelle...dice le ragazze saccenti non piacciono a nessuno."
"è orribile" mormorò Ginny.
"chi cazzo è quella? me ne frego che è l'Inquisitore Supremo, io la disintegro" disse con rabbia il ragazzo.
"che modo perverso di punire la gente è mai questo? se lo sapesse Silente..."
Fu in quel momento che Ginny pensò che Miriam  e John sarebbero potuti essere le persone fidate di cui parlava Hermione.
*
"rossa..." Micheal la chiamava dall'interno di una aula vuota. Ginny sorrise e lo raggiunse. lui la aspettava seduto sulla cattedra, i capelli bruni che gli ricadevano un po' sulla fronte, dandogli un'aria trasandata. la ragazza si avvicinò e lui la accolse tra le sue gambe, stampandole un bel bacio.
"è tanto che non stavamo così" disse lei.
"già"
"mi mancava" sussurrò lei, il volto nascosto nel suo petto.
"si vede, di solito non ti lansci andare in smancerie" disse lui. lei si spostò.
"non sono smancerie!"
"beh, comunque di solito non sei molto dolce"
"oh mi hai stancato, stai sempre o a criticarmi o a lamentarti" esclamò Ginny scansandosi da lui infastidita "sai che ti dico? me ne vado, passa il venerdì sera da solo!"
si voltò ma lui la fermò subito. "dai, scherzo lo sai... rimani."
Ginny si fermò e con uno strattone si liberò della presa di Micheal.
"sono dolce, anche se non sempre" affermò "sono una ragazza, non un maschio!"
lui rise "non ne dubito!"
"non ridere!" esclamò lei, arrabbiata "non mi prendi mai sul serio!"
"ma sì che ti prendo sul serio!" disse lui.
"non si direbbe! non capisci niente di me! sono dolce ma non sempre, mi arrabbio facilmente e piango di rado. forse non sono femminile quanto tu vorresti, ma se te devi prendermi solo come una amico.. beh può finire qui!"
Micheal era sbalordito "ma che stai dicendo! a me tu piaci.. queste cose che mi hai detto le ho capite da un pezzo! io sono fatto così: mi piace scherzare e prendere in giro, non mi puoi cambiare!"
"bene, almeno ci siamo chiariti" borbottò lei, sedendosi sulla cattedra. Micheal era davanti a lei e la baciò.
"pace?"
lei sorrise. lui si avvicinò ancora di più a Ginny, stringendola a sè. "sei molto femminile, Ginny"
Lei si appoggiò a lui, e sentì che cominciava ad accarezzarle la schiena, mentre la baciava. le mani del ragazzo cominciarono a passare dalla schiena alla pancia , salendo sempre più su, verso il seno di Ginny. quando la ragazza si accorse che Micheal era arrivato più o meno dalle parti dello stomaco, si scansò e con un sorriso esclamò:
"volevo dirti una cosa!"
in effetti gliela doveva dire qualcosa.
"mmm... sentiamo" disse lui, mettendosi a malincuore le mani in tasca.
"a te piace come insegna la Umbridge?" chiese. Lui sgranò gli occhi.
"cioè, tu hai interrotto quello che stavamo facendo... per parlare della Umbridge?!"
"non solo di lei!" si giustificò Ginny.
"possibile che mentre ci baciamo ti viene in mente quella vecchiaccia?! comunque no, perchè?"
"perchè stiamo organizzando un gruppo segreto di Difesa Contro le Arti Oscure! per imparare a difenderci! vuoi partecipare?"
"è un'idea tua?" chiese Micheal.
"no, di Hermione Granger"
"ah beh se è lei ad insegnare c'è da fidarsi, è un genio"
"non sarà lei ad insegnare" disse in fretta Ginny.
"ah no?" chiese lui "e chi?"
"Harry" rispose lei "è stata un'idea di Hermione! sai l'anno scorso ha imparato molto, poi avendo visto TU Sai Chi tornare e essendogli scampato, di nuovo..."
"ve bene, va bene... vengo anche io!"
Ginny era stupita. sinceramente si aspettava un "no".
"bene.. il primo incontro è domani mattina alla Testa di Porco... se conosci qualcun'altro di interessato... è il benvenuto, ovviamente!"
Strano, perchè non era entusiasta dal fatto che il suo ragazzo volesse entrare in un gruppo con lei e fare un'attività insieme?
"ok! ho giusto un paio di persone in mente.. ma chi altri siamo?"
"ehm, io, te, Hermione, Harry, Ron, Fred e George..."
Micheal sbuffò "anche i tuoi fratelli?" chiese.
"certo! lo sai che Harry sta a casa nostra tutte le estati, che rapporto pensi che abbia con loro?" chiese Ginny.
"quindi dobbiamo fare finta di essere solo amici tutto il tempo?" esclamò il ragazzo.
"non fare finta di essere amici" disse Ginny "solo non dobbiamo baciarci o abbracciarci, tutto qui"
"tutto qui? ah dai, se si tratta di questo, in fondo sono cose che i fidanzati non fanno mai insieme" ribattè lui, sarcastico. Ginny lo guardò severamente.
"dai, vabbè... mi adatterò!" disse, stampandole un bacio sulla fronte "almeno abbiamo un'altra occasione per stare insieme!"
Ginny sorrise. quando voleva Micheal sapeva essere davvero adorabile.
passarono un'altra oretta da soli, poi si salutarono.
"domani vediamoci prima dell'incontro, così ci facciamo prima un giro insieme ad Hogsmeade, ok?"
"ok! a domani!"
"a domani, Ginny! buonanotte!"
*
Ginny tornò in sala comune. era tardi e non c'era ormai nessuno, solo poche persone, tra cui Hermione, che sferruzzava allegramente qualcosa di indefinito.
"ciao Hermione... cosa stai... ehm... creando?" chiese Ginny.
"ciao Ginny! è un berretto per elfi domestici, sto diventando abbastanza brava, vuoi farne uno anche tu, se vuoi ti insegno..." esclamò la ragazza soddisfatta.
"ehm, in realtà ci ha già pensato mamma" disse Ginny, pensando alle disastrose lezioni di cucito che le aveva impartito la madre da bambina "non sono molto ferrata"
"come è andata con Micheal?" chiese Hermione.
"oh benissimo! abbiamo passato una bella seratina!" esclamò Ginny, allegra.
"e... senti... immagino avete avuto altro da fare ma per caso, gli hai accennato di domani?" chiese Hermione esitando.
"sì, glil'ho detto! ha accettato e ha detto che porta altri due amici che secondo lui sarebbero molto interessati..." rispose Ginny.
"ottimo! sono contenta! così me lo fai conoscere... e lo introduci ai tuoi fratelli" disse Hermione a bassa voce. Ginny sbuffò "non lo accetteranno mai..."
"beh ci devi provare, non potete nascondervi per sempre!"
"lo uccideranno, per loro sono solo la loro cara, dolce, piccola sorellina..."
"si ma tu in tutto questo sei sempre una ragazza di quattordici anni, è giusto che tu abbia un ragazzo..."
"per loro no, lo sai che sono...sono.."
"gelosi e iperprotettivi?"  suggerì Hermione.
"no, trogloditi e sottosviluppati!" esclamò Ginny, scoppiando a ridere insieme all'amica.
dopo un altro po' di sane chiacchiere tra amiche, Ginny andò su in dormitorio. Miriam continuava ad essere  silenziosa, e non la degnò di uno sguardo.  Demelza la accolse invece con il suo solito sorriso, mentre riordinava le sue cose e piegava i suoi maglioni e le chiedeva della serata trascorsa. L'altra anomalia era Aisleen, che rientrò dal bagno, imprecando. Aisleen non imprecava mai, non alzava mai la voce e non diceva mai niente di volgare.
Insomma, eccenzion fatta per Demelza, in quella stanza succedeva qualcosa di strano.
"mia madre!" sbottò Aisleen "non la sopporto più!"
"cosa è successo da farti agitare tanto, tesoro? ancora critiche su Chris?" chiese premurosa Demelza.
"non solo! ora rompe pure su come passo le mie giornate e con chi!" esclamò.
"in che senso?" chiese Miriam.
"senti qua: mia cara Aisleen, segui le regole dettate dall'inquisitore supremo, so che non è simpatica ma è meglio che non ti cacci nei guai.... non frequentare Harry Potter e la sua cerchia, rischiano di traviarti e di allontanarti dalla tua strada che ti condurrà dritta al Ministero.. so che la figlia di Arthur Weasley è tua amica, sta attenta, sono ottime persone ma purtroppo hanno scelto brutte compagnie... è un'idiota, si è fatta rincretinire dal ministero!" esclamò Aisleen, strappando la lettera "io al Ministero non voglio lavorarci! La Umbridge la odio e non voglio seguire le sue regole! Harry Potter non lo conosco ma mi pare un ragazzo a posto! e te Ginny..." guardò l'amica, arrossendo "scusala ti prego. Sai che ti adoro. mia madre è stupida" disse la ragazza. Ginny sorrise "non ti preoccupare Ash. Almeno ha detto che siamo brave persone!"
aisleen abbozzò un sorrisino triste. Ginny si cominciò a cambiare per la notte. nonostante le amiche si stavano dimostrando affidabili.. non voleva invitarle domani. sarebbe andata solo lei, con Micheal. poi avrebbe invitato anche loro. Sapeva che sarebbero stati in grado tutti di mantenere il segreto, ma voleva prima capire bene di cosa si trattava, vedere chi c'era, poi, se fosse stato il caso, avrebbe invitato gli altri.

Angolo Autrice
ok... fa schifo! non mi uccidete...
non mi piace com'è venuto questo capitolo ma era necessario che ci fosse... ed è stato il  meglio che sono riuscita a fare!
Scusate anche il ritardo, ma ultimamente non sono molto ispirata!
a Malterio: e pensare che le tue sono state le prime storie che mi hanno appassionata!Anche io adoro Ginny, è sicurmante uno dei miei personaggi preferiti! grazie dei complimenti...alla prossima!
Un bacione a tutte!!

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Capitolo 31
*** L'Esercito di Silente ***


cap 31
L'esercito di Silente

La prima riunione dell'esercito di Silente era andata, ed ora il gruppo era ufficiale: nonostante molti problemi, causati ovviamente da Dolores Umbridge, il gruppo era andato avanti. la riunione non era stata male e i suoi compagni di gruppo li conosceva in bella parte: Harry, Hermione, i suoi fratelli, Colin e il fratellino, Dennis, Luna, Lee Jordan, Neville, Dean Thomas, Katie Bell, Angelina Johnson, Alicia Spinnet, Calì Patil, Lavanda Brown, quella svampita di Cho Chang e, ovviamente, il suo ragazzo, Micheal. il gruppo era divertente e interessante, e lei non vedeva l'ora di dimostrare a tutti che dietro la sua piccola figura si nascondeva una strega potente  e grintosa. Lei ed Hermione avevano pensato che forse non era prudente far venire gli amici di Ginny, non ancora almeno. "li conosco veramente poco, Ginny" disse Hermione "non so se fidarmi... soprattutto ora che è diventata una cosa illegale.."
In effetti anche Ginny riteneva che fosse meglio non fargli rischiare: meno gente era coinvolta, meglio era.
"senti.. ho detto a Ron di te e Micheal" disse Hermione, imbarazzata.
"davvero?" rispose Ginny, sorpresa.
"beh, anche tu volevi che lo sapesse no?"
"si infatti, meno male che ci hai pensato tu, a Micheal la faccenda del nascondersi non piace molto..."
"l'ha presa come credevi" le disse Hermione, con voce piatta.
"geloso?"
"molto. odia Micheal"
"immaginavo. vabbè, ora è informato. io della mia vita faccio ciò che voglio!"
"è rimasto molto stupito del fatto che non ti piace Harry" disse Hermione, disinvolta "ed Harry ha capito perchè ora gli parli senza arrossire"
Ginny sgranò gli occhi "lui... lui si era accorto..."
Hermione rise "Ginny, se ne sarebbe accorto anche un cieco!"
Ginny si mise ad osservare il paesaggio che si intravedeva dalle vetrate, con una lieve traccia dell'antico rossore in volto.

*
"la prima lezione si terrà alle otto. vieni al settimo piano. abbiamo trovato un posto perfetto" le disse un giorno Hermione "ci penso io a spargere la voce agli altri. ci vediamo dopo!"
la stanza era fantastica, Ginny non ne aveva idea di cosa fosse. non l'aveva mai vista prima.
"uau, come hanno fatta a renderla così?" disse meravigliato Micheal, che era accanto a lei.
"questo è il posto che abbiamo trovato per le lezioni" disse Harry, un pò nervoso "e... ehm.. direi che vi piace"
"è fantastico" esclamò Cho Chang. che schifosa, sta li solo a leccargli i piedi, per non dire altro, pensò Ginny irritata.
"Bene. ho pensato alle prime cose che dovremmo fare e... sì, Hermione?" disse Harry. Hermione aveva alzato la mano, come sempre.
"secondo me dovremmo eleggere un capo" disse.
"Harry è il capo" rispose Cho, guardandola come se fosse scema. ma che vuole quella, Hermione ha il diritto di pensare ciò che vuole e di dirlo, Ginny non la reggeva, era così cretina.
2secondo me dovremmo fare delle elezioni, sono più formali e gli conferiranno una certa autorità" rispose pronta Hermione "chi pensa che Harry dovrebbe essere il capo?"
Ovviamente, tutti alzarono la mano.
"bene, ora dovremmo trovare un nome per la squadra... un nome aumenterebbe l'unità del gruppo" spiegò Hermione, allegra "ci sono proposte?"
"potremmo chiamarci Lega Anti-Umbridge?" chiese speranzosa Angelina.
"o il Gruppo il Ministero della Magia é deficiente" suggerì Fred.
"penso sarebbe meglio un nome che non faccia capire cosa stiamo facendo" rispose Hermione, lanciando un'occhiataccia a Fred.
"Esercitazioni Segrete?" propose Cho "in breve ES, così nessuno capirà di cosa stiamo parlando"
fantasia portami via, pensò Ginny.
"sì, ES va bene" esclamò la ragazza, vitale "però facciamo che sta per Esercito di Silente, visto che è quello l'incubo peggiore del Ministero, no?"
tutti approvarono, e, dopo aver formalizzato la cosa, Harry cominciò con la sua prima lezione.
la prima lezione era dedicata all'incantesimo Expelliarmus, uno degli incanti di difesa più utili nei duelli. si disposero subito in coppie, e Micheal l'attirò subito verso di sè.
"che c'è?" le chiese, visto che Ginny non era andata subito da lui "volevi andare con qualcu'altro?"
"no, no tranquillo" disse lei, tirando fuori la bacchetta "dai fatti sotto!"
"tranquilla ci andrò piano con te p..."
"Expelliarmus!" esclamò Ginny, facendo saltare in aria la bacchetta del suo ragazzo, visibilmente sorpreso. Ginny gli rivolse un gran sorriso "dicevi?"
"hai visto, che gentiluomo? mi sono lasciato disarmare!"
"mmmm, si si..."
"dai, ora al mio tre! uno, due, tre!"
Ma ancora una volta l'incanto di Ginny arrivò prima di quello di Micheal. E ciò successe varie volte e Ginny era molto soddisfatta di questo, soprattutto perchè Harry le aveva rivolto un sorriso di apprezzamento.
Sono contenta perchè in questo momento lui è il mio maestro, no? é normale essere felici se l'insegnante è fiero dei tuoi progressi, no? Si disse, mentre si lasciava disarmare da Micheal. Aveva bisogno che il suo orgoglio maschile venisse un po' risanato.
"sei tu che mi innervosisci, prima mi riusciva!" l'inconfondibile voce di Cho Chang si stava esprimendo con il suo solito tono lagnoso. Ginny si distrasse e Micheal la disarmò. La ragazza si stava rivolgendo ad Harry, uno sguardo (finto) di rimprovero.
"andava bene" rispose il ragazzo impacciato "cioè, no, faceva schifo, ma so che ti riesce, ti ho osservato da laggiù...".
la ragazza rise. Ginny, infuriata, lanciò un potente incantesimo disarmante su Micheal, che lo fece cadere a gambe per aria "Ahia! Ginny, ma che ti è preso?!" esclamò il ragazzo. Ginny corse da lui e lo aiutò a rialzarsi "scusami tanto, mi sono distratta, perdonami" gli disse, preoccupata. Lui sorrise, come sempre "tranquilla non mi sono fatto niente... ma se vuoi farti perdonare sul serio, un bacetto non ci starebbe male..." Ginny lo guardò severa.
"scherzavo, scherzavo... ci sono i tuoi fratelli..."
Ginny gaurdò con la coda dell'occhio Harry e Cho, che ridacchiavano insieme ad una frase detta da Luna. ridicola, pensò Ginny. Cho Chang non le era simpatica e non solo perchè Harry ne era stracotto,anche perchè di lui non me ne importa nulla, non la reggeva e basta, così piagnucolona, e con quel fare da gatta morta...
"ci vediamo stasera?" le chiese Micheal, a lezione finita.
"lo sai che noi del quarto anno non possiamo stare in giro fino a tardi... già sto sforando"
"mi è piaciuto molto stare a lezione insieme a te. é bello fare un'attività insieme"
"già è quello che penso anche io!"
Camminarono un'altro po', le mani intrecciate.
"giro di qui, così arrivo direttamente alla Torre, sono molto stanca. Buonanotte Micheal"
Il ragazzo le diede un leggero bacio sulle labbra "buonanotte, Bellissima"
"e questa galanteria?" le chiese Ginny, ridendo.
"lo dico solo perchè è vero! sei bellissima e sono contento che tu sia la mia ragazza!"
"buonanotte Micheal"
"buonanotte Ginny"
*
Ginny salì nella Sala Comune dove trovò Hermione, che l'aspettava.
"sola?" chiese Ginny.
"si Harry e Ron sono andati a dormire" disse Hermione. Si sedettero sul divanetto vicino al camino. Ginny sbadigliò.
"stanca?" chiese Hermione.
"da morire" rispose Ginny.
"ti è piaciuta la lezione?"
"un sacco! quel cretino di Micheal non mi è riuscito a disarmare praticamente mai! lui dice che lo ha fatto apposta... e io glielo lascio credere!" disse Ginny, con una risatina.
"sì, anche io e Ron! abbiamo litigato tutto il tempo poer questo motivo! a volte è proprio stupido"
"voi non fate altro che litigare per queste stupidaggini!" esclamò Ginny "sembrate due fidanzati!"
Hermione arrossì "no, è che tuo fratello è proprio cretino..." borbottò. Ginny non rispose.
"il gruppo non è male. siamo ben assortiti" disse Hermione, una volta svanito l'imbarazzo.
"sì, solo che quella Chang non la reggo proprio! è così finta..."
Hermione cominciò a giocarellare nervosamente con un ricciolo bruno che le ricadeva sul viso.
"L'ho notato anche io" disse Ginny con voce incolore.
"notato cosa?" chiese Hermione, mentendo.
"Hermione non sei proprio capace a dire bugie" sospirò Ginny "ho visto. l'ho vista."
"si, ma non è nulla di certo..." provò Hermione.
"Lui le va dietro da una vita. Lei ora pare molto interessata. Cosa c'è di non certo?"
Hermione sospirò "secondo me Cho è molto confusa.."
"secondo me non così tanto. ci ha provato spudoratamente con Harry, stasera!" esclamò Ginny.
"beh, l'ho notato anche io, in effetti. è innegabile".
"già"
"però Ginny, è giusto che anche Harry abbia una vita" disse Hermione "insomma, tu hai Micheal.. e questo non è proprio un bel periodo per Harry, se Cho può farlo felice..."
"ma come fa quella a far felice qualcuno!?" sbottò Ginny.
"neanche a me sta così simpatica. ma se ad Harry piace..."
"ma cos'ha di bello quella? si, è carina ma non ha altro!"
"in fondo tu neanche la conosci"
"è finta, tutto qui, si vede lontano un chilometro, così triste.."
"è molto diversa da te, Ginny, ma non vuol dire che non sia simpatica! non ha passato prorpio una bella estate! tu ragioni così solo perchè lei piace ad Harry!" disse Hermione. Ginny si alzò "io vado a letto. sono molto stanca. buonanotte" Ginny corse via, su per le scale che portavano al suo dormitorio. Se lui piacevano ragazze come Cho Chang, era proprio vero: lei ed Harry non sarebbero mai,mai,mai potuti essere una coppia. E doveva rassegnarsi a questa idea.

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Capitolo 32
*** Quidditch ***


32
Quidditch
Ginny era rimasta esterreffata quando aveva saputo che suo fratello Ron aveva preso il posto di Oliver Baston nella squadra di Quidditch. Lo aveva saputo da Fred e George che, come al solito, lo stavano prendendo in giro.
"Beh Angelina era veramente disperata. Ha confidato sul fatto che Ron viene da una famiglia di buoni giocatori" le aveva spiegato George.
"speriamo bene. non è tanto che Ron sia negato... non ha molto talento, questo è vero, ma se la può cavare discretamente come portiere, però.." aveva detto Fred, lasciando in sospeso la frase.
"il suo problema sono i nervi" la completò Ginny "eh già, lo so bene".
"e il fatto è che i Serpeverde non gli lasceranno scampo! come farà nelle partite?!"
il gran giorno era arrivato, la partita era quel giorno e Ron era sempre più nervoso.
"come ti senti?" gli chiese Ginny, a colazione.
"è solo nervoso" rispose Harry per lui.
"beh, è un buon segno!" esclamò Hermione, sorridente "anche agli esami non si rende mai neinte se non si è un po' nervosi!"
"ciao" disse una voce sognante alle loro spalle. i quattro si girarono e si trovarono davanti Luna Lovegood con in testa un cappello a forma di testa di leone, che esplicitaca per quale squadra la ragazza tenesse. "faccio il tifo di Grifondoro" sottolineò con un sorriso "guardate cosa fa..." disse, toccando il cappello con la bacchetta. dalla bocca del leone uscì un sonoro ruggito che fece trasalire la gente vicina.
"bello vero?" esclamò la ragazza "volevo mettergli un serpente in bocca, ma non ho avuto tempo. comunque... forza Ronald!"
e se ne andò. Ginny rimase altri pochi minuti col trio, poi si alzò e disse ad Hermione che si sarebbero viste in tribuna. In Tribuna la aspettavano i suoi amici, ovviamente, ma anche Micheal e i suoi amici Terry e Anthony.
"anche voi per Grifondoro?" chiese Ginny.
"già!" rispose Anthony Goldstain, che si era seduto vicino a Miriam e a John.
"certo! non si può tifare per le Serpi!" esclamò Terry.
Micheal si strinse alla sua ragazza e le passò un braccio dietro alla schiena "i tuoi fratelli sono tutti e tre in campo, no?" le sussurrò.
"già, questa volta siamo liberi" disse lei, stampandogli un bacio sulle labbra.
"è la prima volta che vi vedo baciare!" esclamò Miriam "sarebbe bello avere un ragazzo con cui baciarsi durante una partita di Quidditch!"
"secondo me non avresti problemi a cercartene uno" le disse malizioso Anthony Goldstain.
"beh, se lui vuole venire io lo aspetto!" rispose Miriam, con un sorriso.
la partita finì a favore di Grifondoro, grazie ad una spettacolare mossa di Harry che aveva recuperato il Boccino D'oro molto velocemente. Era stata una mossa molto astuta, perchè i Serpeverde, da carogne che erano, avevano fatto di tutto per rendere a Ron la partita impossibile e ci erano riusciti, visto come aveva giocato.
I ragazzi si stavano disperdendo per il parco, verso il castello: Demelza, Aisleen, Colin e Terry discutevano della partita e del comportamento della tifoseria Verdeargento, Anthony e grace chiacchieravano isolati come al solito e Miriam e Anthony Goldstain parlavano animosamente, mentre John era dietro a tutti, da solo. Micheal intrecciò la mano con la sua "secondo me potremo cominciare a fare delle uscite a quattro tra un po'" ridacchiò il ragazzo.
"ah sì?"
"Miriam ed Anthony non me la raccontano giusta.."
"quanto sei prematuro! si sono conosciuti ora!"
"conosco Anthony da quando sono nato! fidati"
"mmm, non lo so..."
*
appena Ginny e gli altri arrivarono in sala comune si accorsero che c'era qualche problema: Angelina era infuriata e urlava contro Fred, George ed Harry.
"cosa è successo?<2 chiese Ginny ad Hermione.
"espulsi, tutti e tre" rispose la ragazza.
"che cosa? e perchè?"
"hanno piacchiato Malfoy. Lui aveva insultato i tuoi genitori e la madre di Harry. E la Umbridge ovviamente ne ha approfittato."
Le spiegò tutta la vicenda e lei rimase sbigottita. andò a dormire  poco dopo Fred e George.
"hai visto?" esclamò Demelza, appena entrata in dormitorio "mi dispiace un sacco per loro"
"già, è orribile" disse Ginny "squalificati a vita"
"e poi poverini! è stata tutta colpa di Malfoy e la sua banda!" esclamò Aisleen.
La porta del dormitorio si aprì ed entrò Miriam, raggiante.
"domani ho un appuntamento!" esclamò la ragazza.
"con Anthony Goldstain?" chiese Ginny.
"sì! mi ha chiesto di uscire domani, e io ho accettato!"
"andate ad Hogsmeade?" chiese Demelza.
"sì! solo io e lui"
"ma vi siete conosciuti solo oggi!" esclamò Aisleen.
"beh, non credo che mi stupri nella Stamberga Strillante!" rispose Miriam.
Ginny e Demelza risero.
"dai Ash, tu sei troppo rigida, alla fine escono solo" disse Demelza.
"pensatela come volete! io con Christopher ci sono andata con i piedi di piombo e come vedete stiamo ancora insieme! ormai è quasi un anno" disse lei.
"vabbè ma io mica mi ci voglio sposare con Anthony!" esclamò Miriam "uscire è anche un modo per conoscerci Ash"
"sarà.."
Aisleen si alzò e si chiuse in bagno. "ehi Ginny" chiamò Demelza.
"dimmi"
"non per fare l'avvoltoio... ma visto quanto ti piace il Quidditch, perchè non provi ad entrare in squadra ora che ci sono tre posti vuoti?"
Ginny non ci aveva minimamente pensato. "ecco...non so se sarei all'altezza"
"ma si che lo saresti! mi prometti che ti presentarai alle selezioni? secondo me saresti una cercatrice perfetta!"
Ginny pensò ai cercatori che conosceva, Harry, Malfoy, Cho (uno strano impulso omicida si impadronì di lei) avevavno tutti una caratteristica che li accomunavano a lei: un fisico leggero e scattante. pensò a lei stessa con indosso la divisa di grifondoro che strappava il Boccino da sotto il naso di Cho Chang...
"beh, credo che ci proverò" disse Ginny "ma tu mi dovrai accompagnare!"
*
Il giorno delle selezioni Ginny si presentò in campo, agitata: solo Demelza sapeva quali erano le sue intenzioni, non lo aveva detto nemmeno a Micheal. si presentò insieme ad una piccola ragazzina del secondo anno dalle lunghe trecce bionde, di nome Julia Grant e un ragazzo alto e magro del terzo anno che credeva si chiamasse Jeremy Smith.
"allora la prima è Grant Julia" la  piccola si avvicinò ad Angelina e al resto della squadra, tremante. salì in sella alla scopa e si librò in aria, leggera. "Smith Jeremy" il ragazzo si sollevò in aria, traballando "e Weasley Ginevra" Ginny scattò in aria, sotto gli occhi sorpresi di Ron.
Fecero qualche giro di campo: Julia volava molto bene mentre Jeremy era un totale disastro, tanto che Angelina era sull'orlo delle lacrime. Fu liberato il boccino. Jeremy pareva totalmente in alto mare e la sfida era solo tra Ginny e Julia. Alla fine, in un testa a testa che spuntò Ginny, fu scelto il nuovo Cercatore di Grifondoro.
"complimenti Ginny, hai volato benissimo!" esclamò Ron, volandole vicino "quando hai imparato?"
"sono anni che uso le vostre scope senza farmi vedere!" disse Ginny "visto che voi non mi avete fatto mai giocare!"
"eh già... ma hai imparato ugualemente benissimo!"
"grazie!"
"bravissima Ginny! Ti aspettiamo Mercoledì per gli allenamenti" disse Angelina, lanciandogli una divisa.
Ginny era soddisfatta di sè stessa. Si voltò e vide Demelza, che si era alzata dalle tribune e le era corsa incontro. "ce l'hai fatta!" esclamò la ragazza, abbracciandola.
"sì, sono felicissima!" esclamò Ginny.
Guardarono le prove dei battitori, alle quali partecipava pure Anthony, il loro compagno di Casa, e per il quale,ovviamente, tifavano.
"allora per la prova di Battitore abbiamo Kirke Andrew, Jack Sloper e Anthony Steward" annunciò Angelina. purtroppo per Anthony la prova non andò molto bene e se ne andò amareggiato dal campo, salutando con un cenno del capo le due amiche.
"andiamo nel dormitorio, si sta facendo tardi" disse Demelza.
"io mi dovrei incontrare con Micheal, voglio dargli la buona notizia" disse Ginevra. Si salutarono e Ginny si diresse verso la torre di Corvonero, e si sedette ad aspettare davanti alla porta che conduceva alla loro Sala Comune.
"ciao Ginny, questa non è la tua torre" le disse una voce sognante che lei riconobbe per quella di Luna Lovegood.
"già, lo so, sto aspettando Micheal Corner"
"se vuoi vado a chiamarlo io" si offrì lei.
"grazie mille Luna, te ne sarei molto grata"
"vado, Buonanotte"
"buonanotte".
dopo qualche minuto la porta si riaprì e ne uscì il suo ragazzo. "ehi Ginny, che ci fai qui? tra poco scatta il coprifuoco per te.." disse il ragazzo. Non sembrava così entusiasta di vederla.
"ti volevo dire una cosa, ma se eri impegnato me ne vado..." ribattè lei.
"no, no resta pure... mi hai preso alla sprovvista, tutto qui. Dimmi allora, cosa è successo per farti salire fino a quassù?" chiese, amabile.
Ginny prese un bel sospiro: "beh, sono la nuova Cercatrice di Grifondoro!".
Micheal rimase sorpreso "non sapevo sapessi giocare a Quidditch!" esclamò.
"ho sei fratelli, sono cresciuta a pane e Quidditch!" rispose Ginny, sorridendo.
"ah già" rispose lui "quindi Cercatrice, come Cho" disse lui.
"Cho?" esclamò la ragazza.
"sì, è la Cercatrice della mia casa, la conosci viene all'E.S con noi"
"ah sì" rispose lei, fingendo di essersi appena ricordata il suo volto "la conosci bene?"
"abbastanza" rispose lui, alzando le spalle "ci parlo spesso, è simpatica"
"beh, forse avrò occasione di conoscerla, magari prima di una partita contro di lei" rispose Ginny, con un sorriso falso "beh, ora vado a letto, se mi trovano in giro a quest'ora finirò certamente in punizione! A domani"
E scappò via. Perchè all'improvviso il nome di Cho Chang era ovunque? Harry era innamorato di Cho, Micheal era un suo amico, partecipava all'E.S, giocava a Quidditch nel suo stesso ruolo, Hermione le diceva di non giudicarla in fretta... che avevano tutti? Cosa aveva Cho Chang per essere sulla bocca di tutti?
Disse mogia la parola d'ordine alla Signora Grassa ed entrò nella sua Sala Comune, dove la accolse niente meno che Lee Jordan.
"ciao Lee! che fai?" chiese Ginny, con voce stanca.
"mmm, niente di che, aspettavo solo la nuova Cercatrice di Grifondoro" rispose lui, sorridendo "congratulazioni, me lo ha detto Angelina"
"grazie, sono molto soddisfatta anche io" rispose lei, sededosi su una delle poltrone rosse davanti al camino, insieme a Lee.
"così finalmente un'altra Cercatrice" esclamò Lee "tra te e Cho Chang ve la batterete, carine come siete..."
Ginny scattò in piedi. Ma da quando quella dannata ragazza esisteva? PErchè tutti non potevano fare a meno di nominarla?
Lee la osservava stupito "Ehi piccola, se ho detto qualcosa che non va io..."
"no, no Lee, tranquillo... voglio andare a dormire"
"ok, ok... a domani!"
Ginny salì su. Cosa aveva Cho Chang che lei non aveva? Beh, inanzitutto aveva sedici anni, giocava nella squadra di Corvonero da un secolo, era carina ed era stata la fidanzata di uno dei ragazzi più popolare della scuola... ma tolto tutto questo era insignificante! Insomma, che aveva di sostanza? nessuno la conosceva perchè era particolarmente intelligente, o perchè era molto brava in una determinata materia, o era molto simpatica o aveva idee tutte sue che rispettava. Cho Chang era solo bella e una brava Cercatrice? Se bastava quello per farsi notare da Harry Potter Ginny era sulla buona strada, sicuramente avrebbe fatto valere il suo ruolo nella squadra e per la bellezza...beh, non aveva un ragazzo che l'aveva appena riempita di complimenti?
Per Ginny Weasley era tempo di cominciare a brillare.

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Capitolo 33
*** Vischio ***


cap 33
Vischio
Ginny era appoggiata al muro, i muscoli non ancora del tutto rilassati per i duri allenamenti di Quidditch, infreddolita; Micheal la baciava con lentezza, tenendola per i fianchi e stringendola a sè dolcemente. Si staccarono, lei appoggiò la testa sulle sue spalle,lui cominciò ad accarezzare i suoi lunghi capelli rossi. Ginny stava bene.
Le dispiaceva che a volte pensava ancora ad Harry: Micheal non se lo meritava proprio. era così carino con lei, premuroso, la rendeva felice. In realtà parlo di harry solo perchè mi dà fastidio che piace ad una ragazza, pensò Ginny e questa ragazza è pure ricambiata! In realtà mi piace Micheal però è normale che ancora penso un po' a lui, insomma, è stato il mio pensiero fisso per quanto? tre, quattro anni? é difficile cambiare le proprie abitudini..
Spinta da questi pensieri era sempre più carina nei confronti di Micheal, gli voleva veramente bene, ed era contenta di stare con un ragazzo come lui, che sapesse farla ridere e farla arrabbiare, riempirla di complimenti e prenderla in giro.
*
"stasera ci vediamo all'E.S., vero?" chiese Ginny al suo ragazzo.
"ah, è stasera? Non mi ricordavo..." disse Micheal.
"sì, Harry ha detto che è l'ultima riunione prima delle vacanze..." disse Ginny.
"uhm... beh sì, ci vedremo lì, certamente!"
Lui prese la sua mano e la strinse "mi mancherai durante le vacanze" disse Ginny.
"anche tu! Cosa farai?"
"oh, torno a casa. la solita rimpatriata di tutta la famiglia, Forse mancheranno solo i miei fratelli più grandi.. e ci sarà anche Harry, come sempre"
"ormai lo avete adottato"
"più o meno. Lui non ha un'altra famiglia, a parte la nostra" Rispose Ginny, con un velo di tristezza nella voce "e poi è il migliore amico di mio fratello, è stato tanti anni compagno di squadra di Fred e George, i miei genitori lo adorano..."
"e per te Ginny? Per te cos'è esattamente Harry Potter?"
La voce di Micheal aveva una sfumatura diversa dal solito: era più dura, irritata. Colse Ginny totalmente impreparata.
"sai, non so se hai capito ma è un amico di famiglia!" esclamò lei "e poi lui mi ha salvato la vita quando avevo undici anni! Mi sorprende che tu non lo sappia, lo sa tutta la scuola!".
Non le andava di tirare in ballo quella vecchia storia, ma era uscito. Ovviamente non erano solo quelli i motivi del suo affetto per Harry Potter, però lo avevano aumentato di certo. Ciò che era successo nella Camera dei Segreti, poi, li aveva uniti ancora di più.
Micheal era visibilemente imbarazzato "hai ragione... me ne ero dimenticato"
"beato te" rispose freddamente Ginny, incrociando le braccia. Ci fu qualche istante di silenzio.
"ci vediamo stasera, Micheal" disse Ginny. Si voltò di scatto e, a passo svelto, si mischiò al resto degli studenti di Hogwarts.
*
Andò da sola alla Stanza delle Necessità quella sera. Non si era data appuntamento con Micheal o con nessun altro. Quando entrò vide che non c'erano ancora molte persone a parte Angelina, Katie ed Alicia, il gruppetto di Tassorosso, Cho e la sua amica riccia e, ovviamente, Ron, Hermione ed Harry. La sala era decorata con dei strani ciondoli e del vischio. Ginny sbuffò alla vista della pianta: un altro pretesto per Micheal per farla impazzire! Sarebbe stato il momento in cui Micheal avrebbe cercato di chiarire a tutti la loro storia, con un gesto molto esplicito.. ma lei lo avrebbe impedito. Come sempre. Non voleva che i suoi fratelli sapessero, anche se ormai, a quanto le aveva detto Hermione, Ron lo sapeva.. però non se la sentiva di compiere gesti del genere davanti a loro!
Arrivò anche Micheal in sala, insieme ai suoi amici di Corvonero. Non andò subito da lei, ma rimase a chiacchierare e a sghignazzare con Anthony. Lei se ne infischiò completamente e andò da Neville e si mise a chiacchierare con lui.
"ciao Neville, come va?"
"Ciao Ginny! Tutto bene, tu?"
"Anche io bene! Come passerai le vacanze?"
"andrò dalla nonna, come ogni anno.. sai la solita rimpatriata di famiglia. Immagino anche tu"
"già, anche io, genitori e fratelli al completo!"
"almeno hai qualcuno della tua età con cui stare! Io passerò le vacanze con dei vecchi! Sai che noia!"
Ginny si trovava molto bene con Neville: era timido e impacciato ma se gli concedevi i suoi tempi sapeva stupirti!
"come ti sembra l'E.S?" chiese il ragazzo.
"fantastico! davvero utile direi.. sto imparando un sacco di cose!"
"già anche io! Harry è un ottimo insegnante! pensa che prima non ero in grado di padoneggiare l'Expelliarmus, mentre ora lo uso senza difficoltà! E anche l'Incantesimo di Ostacolo! Però ho ancora dei problemi con gli Schiantesimi..." disse Neville.
Ginny vide con la coda dell'occhio Micheal che la salutava, ma aveva ancora voglia di chiacchierare con Neville, quindi fece finta di non averlo visto.
"Se vuoi ti posso aiutare io! Padroneggio compleamente lo Stupeficium!"
"davvero Ginny? Lo faresti veramente?"
"Certo! Possiamo vederci dopo le vacanze, magari un pomeriggio, dopo le lezioni!"
"Sarebbe veramente meraviglioso!"
"Bene, allora ci mettiamo d'accordo quando torniamo dalle vacanze..."
"chiedo scusa" disse Micheal, con voce aspra. Si era avvicinato senza che nessuno dei due se ne accorgesse.
"Ciao Micheal" lo salutò Neville, gentile.
"Paciock" rispose lui, freddamente. Il silenzio durò pochi secondi.
"Va bene, io vado Ginny. Ci vediamo dopo"
"Ciao Neville".
Ginny si voltò verso il suo ragazzo. "Ciao" le disse lui.
"perchè lo hai trattato così? Che ti ha fatto Neville?" chiese la ragazza, sbalordita.
Micheal si irrigidì "perchè ti interessa tanto come viene trattato Paciock?"
"intanto ha un nome, cioè Neville. E poi è un mio amico, io non tratto i tuoi amici così!"
"io con i miei amici non ci vado ai balli" sibilò lui, gelido "e programmi anche di uscire con lui dopo le vacanze! Perchè non sei rimasta con lui l'anno scorso!"
Ginny spalancò gli occhi "non ci credo. Sei geloso"
"Geloso io? Di Paciock? Andiamo.." esclamò lui, sprezzante.
"mi pare proprio così"
"io non sono geloso di lui però non mi sta bene che la mia ragazza esca ancora con uno che l'ha invitata al Ballo del Ceppo!"
"Guarda che io e Neville siamo semplicemente amici"
"Non è così. Se lui ti ha invitata vuol dire che ti considerava un minimo carina e magari sperava in un bacio. Io non esco più con Morag McDougal!"
Ginny inarcò le sopracciglia "E chi sarebbe questa Morag McDougal?"
"la ragazza che avevo invitato al ballo del Ceppo"
"e dov'era quando hai invitato me?"
"Avevamo litigato ed è andata a consolarsi con uno spilungone di Durmstrang. Ma comunque ora non ci uscirei mai, neanche per darle ripetizioni di Pozioni!"
Micheal era molto arrabbiato. "vabbè ma Neville e io siamo solo amici, mi ha invitato solo perchè nessuna aveva accettato di andare con lui"
"e tu perchè ci sei andata?"
"per non essere scortese"
Il ragazzo si infilò le mani in tasca, sciogliendosi in un sorrisetto che sembrava un ghigno. Ginny incrociò le braccia e si voltò dall'altra parte. Micheal la faceva proprio infuriare! aveva tanti buoni propositi, entrata in quell'aula, e invece...
girò sui tacchi e fece per andarsene, ma lui la fermò "e ora dove vai?"
"lontano da te. Perchè ti comporti così? Sei odioso!"
"E tu perchè invece di venire a salutarmi hai continuato a chiacchierare con un altro?"
"potevi venire tu!"
"ma anche tu!"
Ginny sbuffò. "dai non litighiamo a Natale" disse Micheal.
"non è ancora natale"
"senti, si sono geloso, ok? mi da fastidio vederti con latri ragazzi ok?" esclamò Micheal, esasperato "chiunque essi siano".
Ginny vide che Harry stava cominciando al lezione e un capannello di persone si stava riunedo attorno a lui. "Senti ne parliamo dopo, ok?  Sta iniziando!" disse Ginny e andò verso gli altri, mettendosi vicino ai ragazzi di Tassorosso.
"Bene" esclamò Harry "ho pensato che questa sera potremmo ripassare le cose che abbiamo già fatto, perchè è l'ultimo incontro prima delle vacanze e non ha senso cominciare qualcosa di nuovo, visto che non ci vedremo per un po'..."
"non facciamo nulla di nuovo? a saperlo non venivo..." brontolò Zacharias Smith, alla destra di Ginny.
"Allora ci spiace che Harry non ti abbia avvisato!" escalmò Fred, ad alta voce, facendo ridere molti.
Si disposero a coppie. Ginny cercò con lo sguardo Luna, Lee o qualcun altro con cui fare coppia ma Micheal le se parò davanti immediatamente.
"Allora, sguaina la bacchetta, piccola Ginny" disse, tirando fuori la sua. Ginny la tirò fuori, riluttante. Si esercitarono sull'incantesimo d'Ostacolo e lei come al solitò brillò per la sua abilità. Questa volta non si lasciò colpire dagli incanti del suo compagno, era ancora arrabbiata. Finita la lezione Ginny si era un po' calmata, e anche Micheal, o almeno così sembrava. 
la sala si stava lentamente svuotando e Ginny cercava Micheal con lo sguardo, visto che l'aveva lasciata per chiedere una cosa ad Anthony. Fu quello il momento in cui il suo cuore fece un tuffo, che quasi le uscì dal petto: vide Hermione trascinare fuori Ron ed Harry che si voltava verso Cho, avvicinandosi titubante. La ragazza, con gli occhi sbarrati, si rese conto che erano solo loro tre e che ormai Harry era alle spalle della Corvonero, al centro della stanza. Il fiato le cominciava a mancare, sapeva cosa sarebbe successo di lì a poco, e il suo cervello le dava solo due possibili cose da fare: cominciare ad urlare o scappare il più velocemente possibile. Il suo lato razionale prevalse, e i suoi passi non furono uditi da nessuno.
*
Si appoggiò ad una parete, tremante e col fiatone. Aveva corso come una pazza, senza una meta. Si doveva incontrare con Micheal, in teoria, ma era troppo agitata. Harry e Cho. era successo. Beh, doveva succedere. Si erano baciati, Ginny ne era sicura. Che altro potevano fare da soli nella Stanza delle Necessità? In realtà potevano fare molto altro, ma scacciò subito quell'ipotesi dalla mente: Harry non aveva mai baciato nessuno, figurati se aveva fatto sesso! L'unica ragazza con cui era uscito era Calì Patil, appuntamento non andato neanche tanto bene...
Ad un certo punto un fascio di luce le illuminò il volto, accecandola.
"Ma tu sei la Weasley!" esclamò una voce familiare. Ginny sollevò la sguardo e si trovò davanti uno degli amici di Corvonero di Micheal, Anthony Goldstain, il prefetto di Corvonero. "già, sono io" borbottò lei.
"Tranquilla non ti faccio mettere in punizione!" esclamò lui "Ti devi vedere con Mike, giusto?"
Ginny annuì.
"Bene allora seguimi, ti sta aspettando due piani più sotto!"
una rampa di scale più tardi, Anthony cominciò a chiacchierare con lei come se la conoscesse da una vita "Senti Miriam che ti dice di me?" chiese.
Ginny scrollò le spalle "niente... siete usciti qualche tempo fa, giusto?"
"Si... e non ti ha detto niente?"
"no, solo che si è divertita"
Anthony annuì pensieroso. "ma secondo te le piaccio?"
"Si" rispose sincera.
"E perchè ha fatto di tutto per non farsi baciare?" chiese. Questa notizia prese Ginny in contropiede. "Ehm... forse perchè dopo un appuntamento è un po' troppo presto?" disse lei.
"Le altre ragazze ci sono sempre state!" esclamò lui.
"Miriam non è le altre ragazze! Ci vuole per conquistarla è molto sicura di sè e si ritiene molto importante... sarà una bella sfida! Ma sono sicura che la spunterai."
"sarà... ecco, Micheal ti aspetta in quell'aula vicino alla nostra torre! Buon divertimento" aggiunse malizioso. Ginny si avviò verso la torre ma da dietro un'armatura, a fianco l'aula dove doveva entrare, sbucò una ragazza bassina con lunghi capelli neri: Cho Chang. Aveva gli occhi rossi ed era molto sorpresa di trovarsi davanti qualcuno a quell'ora. "Tu sei una Grifondoro. Che ci fai qui?" chiese, con voce roca. Sembrava che avesse pianto. buon segno, sicuramente, pensò Ginny, malignamente, non piangi se ti metti con un ragazzo. "Tranquilla Cho, è la ragazza di Mike, si vede con lui" disse Anthony.
"Ah. La ragazza di Micheal Corner, dici?" disse lei "non sapevo ne avesse una. Non me lo aveva detto"
"Beh, ora ne sei informata" rispose Ginny "ed è pure un bel po' che stiamo insieme"
Cho la guardò meravigliata "Bene. Vado a dormire. Buonanotte a tutti" disse e andò verso la sua sala comune. Ginny entrò nell'aula dove Micheal l'aspettava seduto su un banco.
"Finalmente! Dove eri finita?" esclamò.
"Mi ero persa" mentì lei.
"Fa niente. Vieni qui, le mie braccia ti attendono."
Ginny andò da Micheal e si accocolò tra le sue braccia. Non le andava di contiunare la discussione di prima, di parlare di Neville o Morag McDougal e nenache di iniziare una discussione si Cho Chang, che a quanto pareva aveva a che fare con i ragazzi che più occupavano i suoi pensieri. Ma dopo dieci minuti di coccole il pensiero di Cho Chang si fece così insistente che divenne nervosa.
"Che cos'hai?" le chiese lui.
"Ho incontrato Cho Chang" disse lei.
"E allora?" chiese Micheal.
"Non la reggo" sbottò Ginny.
"Perchè? La conosci?" domandò il ragazzo.
"Siete amici?" chiese Ginny invece di rispondere. Lui alzò le spalle "Sì, più o meno, è una ragazza simpatica e stiamo nella stessa Casa. Ogni tanto facciamo due chiacchiere"
"Se siete amici perchè non le hai detto che stiamo insieme?"
"Non dico tutto ai miei amici, non sono come voi ragazze che vi raccontate sempre tutto..."
"Anthony e Terry lo sanno. Perchè lei no?"
Micheal rimase un po' spiazzato "Beh lei non è amica come lo sono loro. Ti ho detto che ci faccio solo due chiacchiere ogni tanto. Abbiamo finito con questo terzo grado? Possibile che ogni volta che siamo soli deve finire così?" esclamò, visibilmente irritato "se sei nervosa per motivi tuoi non prendertela con me! Oggi è già la seconda volta che litighiamo!"
Ginny rimase basita. "non mi frega niente di Cho, di Morag e di qualunque ragazza conosco! Sto con te e basta."
Lei sorrise "lo so" e lo abbracciò. Finse che fosse quello il suo problema, la gelosia. Ma in fondo il suo problema non erano Micheal e Cho e neanche Micheal e Morag: sapeva che lui era cotto di lei e si fidava. Il suo problema era Cho. Ed Harry. Anzi, Cho ed Harry.


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Capitolo 34
*** Minuti ***


cap 34
Minuti


Ginny stava ritornando alla torre di Grifondoro scortata da Anthony, per avere una copertura semmai qualche altro Prefetto l'avesse incontrata. Non parlarono molto e Ginny si ritirò subito alla Torre. La Sala Comune era ancora abbastanza piena, in fondo non era tardi ed era stato l'ultimo giorno di lezione. Nel solito angolo davanti al camino riconobbe la capigliatura cespugliosa di Hermione e quella rossa di Ron ma non andò da loro, anche se aveva molta voglia di sentire che Harry era stato bidonato da Cho CHang. Ma si sarebbe fatta raccontare i dettagli quando sarebbero andati a Grimmauld Place per Natale. Si fermò un po' a chiacchierare con Miriam e Demelza e poi decise di andare in dormitorio e mettersi a letto.
"sì, vai, noi ti raggiungiamo dopo!" esclamò Demelza.
"c'è già Ash di sopra!" disse Miriam.
Aisleen già dormiva profondamente. Ginny si stava spogliando quando cominciò a chiedersi se veramente Cho aveva rifiutato Harry. In teoria se ciò non fosse dovuto doveva essere contenta, no? Invece la ragazza aveva gli occhi arrossati, come se avesse appena pianto.. eppure non riusciva a darsi pace: qualcosa era successo in quella stanza, se lo sentiva.
Era meglio che lo chiedevo subito ad Hermione, pensò Ginny a malincuore.
Si era appena messa a letto quando Miriam irruppe nella stanza e si fiondò su di lei.
"Non mi hai chiesto ancora niente di Anthony!" esclamò, imbronciata.
"Mi ha già detto tutto lui!" ridacchiò Ginny "mi ha chiesto se ti piaceva"
"e tu cosa le hai risposto?"
"di si"
"oh no! dovevi dirgli che non ero convinta ancora..."
"perchè scusa? Se non fai altro che parlare di lui!"
" si ma lui non lo deve sapere!! devo fare un pochino la preziosa no?"
"mmm, se lo dici tu" disse Ginny, rannicchiandosi sotto le coperte.
"secondo te devo uscirci di nuovo? e devo baciarlo se ci riprova?"
"dipende come ti senti te"
"non vorrei che pensi che sono una facile!"
"fidati che già non lo pensa.."
continuarono così per una mezzora, poi Miriam si decise ad andare dormire, anche perchè Demelza non ne poteva più delle loro chiacchiere e aveva minacciato di fatturarle entrambe se non la piantavano. Ginny si addormentò subito. Ma la sua notte durò poco.
*
"Signorina Weasley... signorina Weasley, svegliati per favore"
Una luce si accese nella stanza circolare, irrompendo tra le tende del suo letto a baldacchino che qualcuno aveva aperto. Aprì gli occhi ne si trovò davanti la professoressa Mc Granitt, avvolta in una vestaglia scozzese.
"professoressa cosa succede?" sentì la voce assonnata di Aisleen, nel letto a fianco al suo.
"Tranquilla signorina Summers, non ti riguarda, continua a dormire... signorina Weasley, è essenziale che ti alzi!"
"Sono sveglia.. cosa è successo?" chiese Ginny, mettendosi a sedere.
"Potter ha avuto... un sogno. Riguarda tuo padre"
"Un sogno?" chiese Ginny confusa.
"Non un normale sogno... ha visto tuo padre, ferito. Devi venire immediatamente con me nell'ufficio del preside. I tuoi fratelli Fred e George li ho già svegliati, e Ronald e Potter sono già dal professor Silente. Non c'è tempo per vestirsi, prendi la vestaglia e andiamo."
Ginny infilò le pantofole e la vestaglia e seguì la professoressa giù dal dormitorio. Nella sala comune c'erano Fred e George che le aspettavano, scompigliati come la sorella e in pigiama.
"Professoressa ma è sicura che nostro padre è ferito sul serio?" chiese George.
"Il professor Silente ha già controllato. é tutto vero, lo hanno portato al San Mungo"
Ginny sentì il suo cuore fermarsi.
"Mamma lo sa?" chiese Fred.
"sicuramente, l'orologio..." disse Ginny, cercando con tutta se stessa di non pensare all'orologio di sua madre, con la lancietta del padre fissa su "Pericolo di morte". Ginny non aveva mai visto nessuna lancetta su quel punto dell'orologio e sperava di non doverle mai vedere.
"Ah già, l'orologio..." disse Fred, incupendosi.
"Ma ora cosa facciamo?" chiese George.
"Andrete a Grimmuald Place, voi e Potter" disse la McGranitt, fermandosi davanti a due Gargoyle in pietra.
"Api Frizzole!" esclamò e le due statue si spostarono, mostrando una scala a chiocciola.
Ginny si ricordava dello studio del preside, perchè già una volta ci era stata, sempre con Harry. Erano brutti ricordi, ma la spaventava di più ciò che l'attendeva.
*
Tutto era avvenuto così velocemente che Ginny nemmeno se ne rese conto. Avevano avuto la conferma che loro padre era stato ferito e Silente li aveva spediti a Grimmould Place, loro quattro e Harry. Furono catapultati sul pavimento polveroso del Quartier Generale e accolti da Krecher, come al solito poco carino nei loro confronti. Ginny era ancora sdraiata per terra quando arrivò Sirius, che cacciò l'elfo in malo modo e aiutò subito l'unica ragazza ad alzarsi.
"che cosa succede?" chiese. I suoi abiti emanavano un vago odore di alcool e di chiuso, e sul suo viso cresceva, incolta, la barba scura "Phineaus Nigellus mi ha detto che Arthur è stato gravemente ferito..."
"chiedi ad Harry" disse Fred.
"sì, vorrei sentire anche io" aggiunse George.
Ginny rivolse il suo sguardo al ragazzo, spettinato più del solito e molto pallido.
"é stato... come una specie... ho avuto una... visione" mormorò lui, con voce roca "ho visto vostro padre, in un corridoio lungo..." e cominciò a raccontare. Era visibilmente nervoso, e anche Ron aveva una faccia strana, oltre che preoccupata.
"la mamma è qui?" chiese Fred a Sirius, quando Harry finì di raccontare il suo sogno.
"probabilemente non sa ancora nulla, l'importante era mandarvi qui senza che la Umbridge si intromettesse. Immagino che ora Silente abbia mandato qualcuno da Molly..." rispose Sirius.
"dobbiamo andare al San Mungo" esclamò Ginny "Sirius, se ci presti dei mantelli..."
"Aspetta non potete andare!" disse Sirius.
"certo che possiamo, è nostro padre!" protestò Fred, ribelle.
"e come farete a spiegare come lo sapevate prima della moglie?"
"e che differenza fa?" esclamò George, alzando la voce.
"molta, perchè non vorrete far sapere a tutti che Harry ha questo genere di visioni, vero?"
esclamò Sirius, arrabbiato "avete idea di come il Ministero potrebbe usare delle informazioni del genere?"
"beh potremmo averlo saputo da qualcun altro, non necessariamente da Harry" intervenne Ginny.
"e da chi?" ribattè Sirius, guardando la ragazza con i suoi occhi chiari "Sentite le circostanze sono già abbastanza sospette senza che voi sappaite dell'accaduto due secondi dopo... potreste danneggiare seriamente il lavoro dell'Ordine..."
"E chi se ne frega dell'Ordine!" urlò Fred.
"Papà sta morendo!" gridò George.
Ginny a quella frase sussultò. Papà non sta morendo, papà non sta morendo..
"Vostro padre stava lavorando per l'Ordine e non vi ringraziereste se intralciaste i piani!" esclamò Sirius "Non capite... ci sono cose per cui vale la pena morire.."
Ginny sentì che quel poco calore che aveva in corpo le stava scivolando via.
"è facile dirlo, per te rinchiuso qui, non mi pare che stai rischiando il collo!" gridò Fred, con rabbia. L'atmosfera diventò ancora più gelida di quello che era.
"lo so che è difficile" disse Sirius dopo un momento di silenzio "dobbiamo stare qui almeno fino a quando non avremo notizie di vostra madre".
Ginny usò le poche forse che le erano rimaste per accasciarsi su una sedia. Non piangeva, come sempre, ma l'espressione che avevano i suoi occhi era peggio delle lacrime. I gemelli si sedettero vicino a lei, abbandonando ogni tenatativo di ribellarsi.
"Bene" disse Sirius "Beviamo qualcosa mentre aspettiamo.. Accio Burrobirre!"
Alcune bottiglie arrivarono sul tavolo, con un rumore sordo. Ginny prese la sua, già stappata da un colpo di bacchetta di Sirius, e fece un piccolo sorso. La dolce bevanda le riscaldò tutto il corpo minuto, ma non abbastanza da cancellare quell'ombra gelata che sentiva dentro di sè. Tutti bevvero in silenzio per un pò. Non riusciva a togliersi dalla mente il racconto di Harry.. il serpente, suo padre solo, insanguinato, morente... aveva un'immagine precisa in mente: suo padre, disteso a terra in un lago di sangue. Aveva paura come non ne aveva mai avuto, ma insieme a quella era invasa anche da un'ondata di rabbia. Se papà muore, pensò, 
non avrò pace finchè Voldemort e tutti i suoi seguaci saranno morti. Li stanerò, ovunque si trovino. Fu Harry che, appoggiando di malgrazia la sua bottiglia, li riportò tutti al presente, insieme ad una lingua di fuoco apparsa a mezz'aria una manciata di secondi dopo, dalla quale cadde un rotolo di pergamena bruciacchiato, insieme ad una lunga piuma dorata, probabilemente di fenice.
"Fanny!" esclamò Sirius. Prese la pergamena e la lanciò a George, che lo lesse ad alta voce:
"papà è ancora vivo. Sto andando al San Mungo. Restate dove siete. Vi darò notizie appena posso. Mamma".
"Ancora vivo..." mormorò "Ma se dice così..."
Passarono in silenzio altri lunghi minuti. Sirius propose di andare a dormire ma Ginny e i fratelli lo guardarano male. Ginny prese un ultimo sorso di Burrobirra e poi posò la boittiglia sul tavole definitamente. Tirò su le gambe e le cinse con le braccia, rabbrividendo. Senza la bevanda si rendeva conto di quanto fosse gelida l'aria, nonostante il fuoco nel camino. Fissava le fiamme con sguardo assente. Pensava solo a suo padre. Alle bambole babbane che gli regalava spesso da bambina e con le quali lei aveva sempre giocato molto poco, non avendo nessuna compagna di giochi e preferendo la caccia agli gnomi con i fratelli. Le aveva tutte in un baule sotto il letto e ne era molto gelosa: suo padre era sempre così contento quando gliele regalava, addirittura ci giocavano insieme, lui, la mamma, a volte anche Ron, senza farsi vedere da Fred e George.
"Ginny, vieni a vedere cosa ti ha portato papà dal lavoro?" lei correva docile dai suoi genitori, i capelli corti legati in due codini sbarazzini, guardando felice l'ennesima bambola tra le sue mani, di pezza o di plastica, sempre femmine, con vestiti variopinti e pettinature diverse.
La sua preferita era quella che le portò quando aveva sette anni, più o meno: aveva i capelli rossi come lei ma erano ricci e lunghi, gli occhi verde speranza, brillanti.
"Grazie papà" diceva sempre, col suo sorriso sdentato "giochiamo insieme?"
"Ma certo!" esclamava il padre gioviale, seguito dalle prese in giro di Fred e George. Ma lui se ne infischiava. Era così facile rendere felice quella piccoletta. Si sedeva nella sua cameretta, sul tappeto, inventando avventure bellissime per le bambole, o facendo da genitori a quelle più piccole.
Un sonoro schiocco riportò Ginny al presente. La mamma era tornata.
"Guarirà" disse sfinita "Sta dormendo. Più tardi andremo a trovarlo"
Ginny saltò in piedi dalla sedia e, insieme a George, corsero ad abbaracciare Molly. Finalmente era finito l'incubo!

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Capitolo 35
*** Palline di Natale ***


cap 35 nvu
Palline di Natale


Ginny aveva sempre amato il Natale. A Natale sono tutti più allegri, tutti hanno più tempo di ridere e parlare, la fredda aria invernale è riscaldata dal profumo della cannella, della vaniglia e dell'uvetta e illuminata dalla luce delle candele. Quest'anno, pero', non era il suo Natale. Ginny si guardò intorno sconsolata: quella casa triste e buia intristiva anche lei. Poi papà non era lì ma chiuso in ospedale, la madre faceva su e giù per il San Mungo e non aveva tempo per nessuno, Charlie e Percy non si sarebbero visti, Hermione non c'era e Harry si era rinchiuso in camera, senza più parlare con nessuno e innervosendo Ron. Ginny non aveva voglia neanche di fare l'albero di Natale, cosa che le era sempre piaciuta tantissimo. 
"Ginny?" Ron entrò nella sua stanza e si buttò nel suo letto.ù
"Non si bussa più?" chiese Ginny, raccogliendo anche lei le gambe sul letto e abbracciando le sue ginocchia. Ron, per tutta risposta, sospirò.
"Non so come far parlare Harry. Ho scritto ad Hermione, abbiamo bisogno di lei"
"ah, sì?" rispose Ginny, acida.
"Già, lei è l'unica che potrebbe aiutarci a convincere Harry che non è posseduto da Tu-Sai-Chi"
"Immagino" disse Ginny "Beh, viene? Non era andata in montagna a fare quello sport con i genitori? Quello con le travi di legno ai piedi..."
"già ma dice che, vista la gravità della situazione, può anche lasciare i suoi da soli e venire qui per Natale.."
"Bene" esclamò Ginny "Basta che questa situazione finisca, perchè io non ci sto a passare un Natale del genere! Senza papà, senza mamma, con metà dei nostri fratelli e oltretutto Harry che fa l'incompreso! Già questo Natale fa abbastanza schifo"
"Eh già. Ti capisco.. Pure a me mancano le feste che passavamo a casa. Ma quest'anno è così e dobbiamo rassegnarci. Almeno papà sta bene"
Ginny sospirò "Già quello sì" disse "ma Harry che si comporta in questo modo non lo sopporto! Vorrei potergli parlare"
"Non credo che servirebbe a qualcosa. Nessuno le può capire veramente, forse Silente"
"Allora sei stupido anche tu!"
"No, perchè?"
"Va bene, lascia stare! Non vedo l'ora che arrivi Hermione, almeno lei capisce qualcosa!" esclamò lei, alzandosi dal letto "Senti scendiamo e aiutiamo Sirius a rallegrare questa casa: per ora mi pare che sia l'unico veramente disposto a farlo!". Se Harry o qualcun'altro non si sarebbe deciso a considerarla, lei non era disposta ad elemosinare un briciolo di attenzione. Anche se in realtà era lei l'unico modo per far stare un po' meglio Harry, finchè non ci fossero arrivati da soli, lei non avrebbe mosso un dito. Esisteva anche lei, aveva avuto esperienza con la magia oscura e con Voldemort. Era ora che capissero che Ginny Weasley aveva voglia di combattere il male come gli altri, e ne era in grado almeno quanto i suoi fratelli.
*
Ginny trovò Sirius che, canticchiando, faceva levitare dei grossi scatoloni.
"cosa c'è lì dentro?" chiese.
"Le decorazioni natalizie!" esclamò Sirius, allegro.
"Uau! non sapevo che una delle più oscure famiglie di maghi festeggiasse il Natale" disse Ginny.  Sirius rise "no, quelle le ho buttate, queste le hanno portate tua madre e Tonks"
"ah sì, riconosco quella stella" disse Ginny indicando una stella dorata che spuntava dal cartone.
"Sono anni che non passo Natale con qualcuno, in una casa" esclamò Sirius "spero che questo vada bene. Sì, insomma.. tuo padre sta meglio, siamo tutti riuniti, spero solo che Harry si rallegri un po'.."
Ginny sbuffò. Sirius le rivolse uno sguardo interrogativo.
"Lui, Ron e gli altri sono dei deficienti! é tutta qui la faccenda."
"Perchè? Cosa è successo?"
"Niente. Meglio non parlarne, ci arriveranno da soli, o almeno spero."
"Mmmm, va bene. Vieni mi aiuti a decorare?"
"certo!"
Scesero giù insieme, cantando Tu Scendi Dalle Stelle, allegramente.
"oh, che bello vedere qualcuno allegro!" esclamò la signora Weasley, guardandoli "Vi aiuterei io con le decorazioni, ma.."
"non ti preoccupare mamma! Tu pensa ai fornelli!" esclamò Ginny "Quando dimettono papà?" chiese la ragazza "Per natale ci sarà?"
La madre fece un sorrisino triste "eh no, per Natale no, Ginny.. ma andremo da lui" disse. L'allegria di Ginny sfumò un po'. Natale senza papà, senza Charlie, Percy, la Tana.
Sirius le mise un braccio intorno alla spalla "Dai, aiutami a colorare un po' questa casa. Molly mi ha detto che ti è sempre piaciuto fare l'albero" disse.
"sì... ma perchè qui c'è un albero?" chiese Ginny.
"Beh certo! Me lo sono fatto portare da Mundungus! é enorme, lo devi vedere assolutamente!" disse gioviale. Ginny apprezzava che Sirius cercasse di tenerla su e sapeva benissimo che per lui questo era un Natale importante. Quindi decise di mettere da parte la tristezza e cercare di essere allegra come sempre.
Non furono solo loro a decorare la casa: si aggiunsero anche Ron, Fred e George e aiutò un pochino anche Molly. Harry non si fece vedere. A detta di Ron si era rifugiato nella stanza di Fierobecco. Ginny cominciò ad appendere delle palline di vetro blu, facendo finta di ignorare ogni discorso su Harry.
"quando arriva Hermione? Le vacanze iniziano oggi ufficialmente, no?" chiese Sirius a Ron.
"Dovrebbe arrivare tra poco. Mi ha detto che non partiva più con i genitori e che sarebbe arrivata qui con il Nottetempo" rispose il ragazzo.
"Meno male! Non vedo l'ora!" esclamò Ginny.
"Sì, speriamo che almeno lei riesca a tirare giù Harry" disse Fred "ultimamente è più depresso di Mirtilla Malcontenta!"
*
Hermione arrivò accolta dalle urla della madre di Sirius e gli insulti di Kreacher. Ma non bastò questo a cancellarle il sorriso.
"Allora, come sta vostro padre?" chiese la ragazza, mentre abbracciava George.
"Sta meglio, ma non lo dimetteranno presto" rispose Fred.
"A Natale andremo al San Mungo a trovarlo" disse Ginny.
"sono contenta che stia meglio! Deve aver passato un brutto momento.. e anche voi" disse.
"già" disse Ron "ma il peggio è passato!"
"vieni Hermione, vieni a posare le valigie in camera mia, sarai stanca dopo il viaggio" disse Ginny.
"Ti aiuto io!" si offrì premuroso Ron, prendendole la valigia.
"Grazie Ron" disse, stupita, Hermione.
"Di niente" rispose lui, con le orecchie rosse.
Quando furono in camera i due fratelli cominciarono a raccontargli di ciò che avevano sentito su Harry.
"Andiamo, mi pare impossibile che Harry sia posseduto da Voldemort!" esclamò Hermione, facendo trasalire Ron.
"Beh, che ne sai? Vede quello che fa, cosa potrebbe essere?" chiese Ron.
"Non lo so, ma Ginny aveva dei buchi di memoria quando è stata posseduta, Harry non mi pare che li abbia.." disse la ragazza pensierosa.
"Ginny?" chiese il ragazzo.
"Ginny! non ti ricordi che è stata posseduta quando andava al primo anno?" chiese Hermione "non dirmi che non è venuto in mente a nessuno di chiedere un parere a te?" esclamò, rivolta a Ginny.
"No, a nessuno. Come al solito non sono calcolata" rispose lei, sollevando le spalle.
"certo che tra te e Harry non so chi è più stupido!" esclamò Hermione, voltandosi verso Ron "dov'è quel cretino? vado a parlargli"
"è di sopra, nella stanza di Fierobecco" rispose Ginny.
"Ginny, scusa.. me ne ero dimenticato.." mormorò Ron.
"lascia perdere. Basta che finisce questa storia!" disse la ragazza.
La ragazza salì da Harry mentre i due fratelli l'aspettavano in camera di Ron ed Harry.
"Spero tu riesca a tranquillizzarlo. Harry sta passando un brutto periodo, è da quest'estate che non è più lui" disse Ron.
"Sì, si vede. Ma non ha senso chiudersi in se stesso! Se avesse parlato prima sarebbe stato più semplice, l'avremmo calmato e a quest'ora stavamo decorando la casa tutti insieme!"
"Sì, hai ragione.. e che non ci ho proprio pensato.. cioè, voglio dire, tu sei l'unica che può realmente aiutarlo"
"Non ti preoccupare Ron. Capita di dimenticarsi eventi capitati tanti anni fa" rispose la sorella, anche se non la pensava esattamente così. Lei, a volte, gli incubi ancora li aveva, ora più che mai. Lei aveva conosciuto un Voldemort giovane ma già malvagio, e sapere che lì fuori c'era la sua versione adulta e ancora più crudele la spaventava. Ma queste paure le teneva per sè, le servivono per essere più forte, le serivivono per aiutarla nella lotta per la pace e per la libertà, a cui tutti avevano accesso tranne lei.
Entrarono Harry ed Hermione. Harry sembrava molto stupito nel vederli. Hermione si sedette accanto a Ginny.
"come ti senti?" chiese hermione ad harry.
"bene" rispose lui.
"oh, andiamo, non mentire, Ron e Ginny dicono che ti stai nascondendo da quando siete tornati dal San Mungo."
"ah sì, dicono questo?" chiese Harry, torvo.
"Beh, è vero!" sbottò Ginny, per niente imbarazzata "Non ci guardi nemmeno in faccia!"
"siete voi che non guardate me!" ribattè harry.
"beh, forse vi guardate senza incrociarvi" disse Hermione, con un sorrisetto.
"spiritosa" borbottò harry.
"Dai, smettila di fare l'incompreso, mi hanno raccontato di ciò che avete sentito con le orecchie oblunghe..."
"ah tutti a parlare di me, come al solito"
"in realtà volevamo parlare con te, Harry" disse Ginny "ma tu ti nascondi da quando siamo tornati!"
"non volevo parlare con nessuno" rispose harry.
"beh, sei proprio stupido" esclamò Ginny. Sentiva la rabbia ribollire dentro sdi sè, non riusciva a trattenerla "visto che io sono l'unica persona che tu conosca che sia mai stata posseduta da Tu-Sai-Chi, e potrei dirti cosa si prova!"
Harry la fissò imbambolato. Tempo fa Ginny sarebbe arrossita, ma quel tempo era finito.
"l'avevo dimenticato"
"beato te" mormorò Ginny.
"Mi dispiace" disse Harry. Sembrava Sincero "Secondo te... potrei essere stato posseduto?"
"Ricordi tutto ciò che hai fatto? Ci sono momenti di vuoto in cui non sai cosa hai fatto?" domandò Ginny. Le piume di gallo. La vernice sui vestiti. Le scarpe bagnate.
"Ginny perchè sei andata nel bagno di Mirtilla Malcontenta?" era Miriam, le veniva incontro da lontano. Era al secondo piano.. cosa ci faceva lì?
"Io...Io.." balbettò Ginny.
"Qui è sempre tutto bagnato, guarda come ti sei conciata! Gli altri erano tutti occupati?"
Ginny non sapeva cosa dire "Sì.. Sì erano tutti occupati. Non ce la facevo più"
Miriam sorrise "Capisco. Andiamo che tra poco scatta il coprifuoco!"
"Ma sono solo le quattro!" esclamò Ginny. Miriam la guardò spalancando gli occhi "Ginny ti si è fermato l'orologio? Sono le sei e mezza!"
Non era possibile. "Ah, già forse sì.." Dov'era finito tutto il tempo?
Ginny rabbrividì. Era stato orribile.
"No" rispose Harry.
"Allora Tu-Sai-Chi non ti ha mai posseduto" disse Ginny, con leggerezza "io avevo buchi di ore intere! Mi trovavo in alcuni posti senza sapere come ci ero arrivata".
Harry la guardò sollevato. Ginny era contenta di averlo rincuorato e che finalmente era stata considerata da lui e da Ron.
*
Harry cominciò ad aiutarli a decorare la casa e tutti furono contenti di questo. Ginny prese una scatola di palline colorate, da mettere sull'albero e cominciò a decorarlo da sola. Fred e George avevano fatto un'incantesimo ad i festoni che avevano cominciato ad avvolgere Ron, Bill rideva insieme a Sirius, la madre li rimproverava. Insomma era quasi come essere a casa.. o quasi. Ora che l'allegria aveva contagiato gli altri aveva abbandonato lei. Era per questo che se ne stava in disparte.
"ciao" Ginny trasalì.
"oh.. Harry. Non ti avevo visto.." disse lei.
"scusa se ti ho spaventata" disse lui in fretta.
"No, no, non ti preoccupare" disse lei, tirandosi indietro i capelli. Seguì un momento di silenzio.
"Sono diventati lunghi" disse Harry.
"cosa?"
"i capelli. I tuoi. Sono.. Lunghi"
"Ah già.. si sono lunghi" altro silenzio. Non sapeva che dirgli.
"Come va con il tuo ragazzo.. Micheal?"
Domanda inaspettata "Bene.. almeno finora. Sono sparita senza dirgli niente"
"non è stata colpa tua"
"lo so. Ma non è carino comunque. Ma mi farò perdonare"
Di nuovo silenzio. Ginny si chinò per prendere un'altra pallina dallo scatolone.
"E te e Cho? Come va?"
Harry arrossì "come fai a sapere di me e Cho?"
"beh, è impossibile non notarlo" ribattè lei. Si stava per far scappare che lei aveva visto che rimanevano soli. Ma era una cosa che nnon gli avrebbe mai detto.
"b-bene. Ma anche io sono andato via senza dirle niente. Non è carino"
Ginny sorrise "già" disse, e appese una pallina verde sull'albero. I capelli le erano andati di nuovo tutti davanti, ma lei non li tirò indietro. In realtà ci fece caso solo quando Harry vi accostò una pallina rossa.
"guarda, è dello stesso colore dei tuoi capelli!"
"già è vero. come questa è dello stesso colore dei tuoi occhi!" esclamò Ginny, indicando la pallina verde che aveva appena appeso. I due si guardarono in faccia e scoppiarano a ridere.
"ma che stiamo facendo?" esclamò lui.
"sembriamo due bambini!" disse lei, tra le risate. Quando le risate finirono fu Harry a parlare
"Grazie Ginny. Sei stata davvero fondamentale. Te ne sono grato.. senza di te.."
"Ma figurati! Ho fatto ciò che dovevo fare! Ricordati che c'è sempre qualcuno con cui parlare.. anche se non sono Ron o Hermione."
"me ne ricorderò. Grazie mille Ginny"
"Di niente, Harry".

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Capitolo 36
*** Passioni ***


cap 36
Passioni

Gennaio passò con una velocità sorprendente e arrivò in fretta Febbraio. La scuola diventava sempre peggio: la Umbridge contiunava a creare nuovi decreti, sempre più rigidi, che rendevano sempre più difficoltosa la vita di studenti e professori: dopo essersi presa il potere di punire i ragazzi senza interpellare i direttori delle Case, e aver cominciato a mettere in verifica vari professori senza il consenso del Preside,  era diventato più faticoso vivere. La Umbridge aveva il fiato sul collo di tutti e mancava poco che prendesse tutti i poteri di Silente in persona. Nonostante questi problemi c'era chi viveva la scuola come se nulla fosse cambiato, anzi, con il sorriso sulle labbra. Miriam Cohen era più che allegra.
"Anthony mi ha portato sul lago, siamo stati ore a parlare, sul serio! Mi ha fatto così tanto ridere! E sapete una cosa, mi ha fatto anche il regalino di Natale! Non me lo aspettavo, è stato dolcissimo!"
"E cosa ti ha regalato?" chiese Demelza.
"Ancora non lo sai? Lo ha ripetuto almeno trenta volte!" esclamò Aisleen.
"Una scatoletta rosa, con dentro dei marshmellow e in mezzo un pacchettino che conteneva una catenina con un ciondolino a forma di cuore! Non è bellissimo?" esclamò la ragazza, sognante.
"Bello, dei marshmellow? Ecco perchè la gonna ti va così stretta!" esclamò John, che le aveva raggiunte. Miriam gli scoccò un'occhiata furente.
"Non sono ingrassata!" esclamò.
"Se lo dici te, quei fianchi mi sembrano un po' pienotti..."
"Deficiente!" strillò Miriam.
"Cicciona!" esclamò John, ridendo, beccandosi una gomitata da parte di Demelza.
"A te Ginny, cosa ti aveva regalato Micheal?" chiese Ginny. Lei in tutta risposta le alzò il gomito, facendo vedere un braccialetto fatto a catenina, con un ciondolo a forma di stella. Tralasciò i dettagli del pacchetto: il suo era stato una scatoletta azzurra, piena di cioccolatini. Inutile dire che quella volta, Micheal era stato privo di fantasia e aveva copiato il suo amico. Almeno si era ricordato che lei preferiva il cioccolato alle caramelle!
"é molto bello!" commentò Aisleen.
E dello stesso negozio di quello di Miriam, pensò Ginny. Quando era tornata ad Hogwarts aveva litigato con il ragazzo per varie cose: per non averlo avvertito, per non avergli scritto e per il fatto che non indossava il suo bracciale. Lei si era scusata e aveva cominciato ad indossare il braccialetto,e si era inventata una storia per giustificarlo ai fratelli. Tutta quella storia era pesante.
*
Ena mattinata ventosa; Ginny e le sue amiche si erano svegliate presto per via degli spifferi gelidi. "Fa così freddo, dobbiamo dire alla McGrannit che queste finestre hanno bisogno di una sistemata" disse Demelza, mentre si vestiva.
"Un semplice incanto di Manutenzione dovrebbe risolvere questo problema" disse Aisleen, pratica.
"Se ne conosci qualcuno.." disse Ginny.
"Meglio dirlo alla McGrannit. Non vorrei rischiare di dormire senza finestre!" esclamò Miriam. Mise la sua catenina d'oro e si voltò verso lo specchio, per sistemarsi i lunghi ricci castani.
"Finiscila! Stai benissimo e non sfigurerai davanti al tuo Corvonero!" scherzò Demelza.
"Lo so!" esclamò Miriam, sicura di sè come sempre. Le quattro amiche scesero giù a colazione e si incontrarono davanti al ritratto con Dean Thomas e Seamus Finnigam.
"Prima le signore!" disse Dean, sorridendo alle ragazze.
"Soprattutto quando sono così belle!" aggiunse Seamus.
"Grazie mille!" esclamò Demelza e passò avanti, seguita dalle compagne.
Si sedettero nel solito angolo del tavolo, dove c'erano già Colin e John.
"anche voi vi siete svegliati presto?" chiese Ginny.
"Già. Colin voleva che lo aiutassi con un paio di incantesimi" disse John, mentre si riempiva il piatto di salsiccie che erano di fronte a Miriam.
"ah, vedo che hai messo il collare al collo!" disse, accennando al ciondolo che la ragazza aveva indossato.
"stupido! è una catenina, ed è stupenda!" ribattè lei.
Il battibecco fu interrotto dalla posta: davanti a loro si posarono tre gufi uno per John, uno per Miriam e l'ultimo per Aisleen.
"Hai fatto l'abbonamento al Profeta, John?" chiese Colin.
"Già, di questi tempi meglio tenersi informati" rispose lui, dando un po' di briciole al gufo affamato.
"Oh Ginny, guarda: Anthony mi ha mandato un messaggio!" esclamò Miriam eccitata.
"Che bisogno c'è, siete ad un tavolo di distanza!" rispose lei. John ridacchiò.
"Oh non capite nulla di romanticherie!" sbuffò lei.
Un esclamazione improvvisa interruppe la loro discussione. Si affacciarono per vederne la fonte e videro Hermione che mostrava la Gazzetta del Profeta agli sguardi confusi di Harry e Ron che divennero immediatamente attenti.
"Cosa è successo?" chiese Demelza.
"John, apri il giornale!" ordinò Ginny e lui eseguì subito. In prima pagina c'era un titolo a caratteri cubitali che diceva:
EVASIONE DI MASSA DA AZKABAN
IL MINISTERO TEME CHE SIRIUS BLACK SIA
IL "PUNTO DI RIFERIMENTO"
PER GLI EX MANGIAMORTE
Sotto c'erano le foto e i nomi degli evasi, e Ginny conosceva quasi tutti loro nomi: fremette di rabbia quando vide il nome di Antonin Dolohov, colui che le aveva strappato il diritto di conoscere i fratelli di sua madre, Gideon e Fabian Prewett, e quello di Bellatrix Lastrange che, come aveva scoperto quel Natale, aveva sottratto a Neville il diritto di avere una famiglia. Sapeva che erano dei pericolosi sostenitori di Voldemort, e oltre che la rabbia sentiva nascere dentro di lei la paura. Aisleen, John e Miriam parevano agitati quanto lei. Demelza e Colin avevano capito la gravità della situazione anche se non conoscevano bene la fama degli evasi, essendo cresciuti in famiglie completamente babbane.
"dopo l'evasione di Sirius Black due anni fa, c'era da aspettarselo" disse John.
"Azkaban non è più sicura come un tempo" mormorò Miriam.
"Forse è stato Black ad aiutarli, è stato il primo ad evadere, avrà scoperto un modo" disse Aisleen.
"Sì, poi qui dicono che Bellatrix Lestrange è sua cugina!" intervenne Colin.
A Ginny sarebbe piaciuto intervenire per proteggere Sirius ma, purtroppo, erano solo lei, Harry, Hermione e i suoi fratelli a conoscere la verità ed era troppo rischioso dirlo a qualcun'altro, anche se fidato.
"E verrano anche loro qui a scuola?" squittì Aisleen, terrorizzata.
"perchè dovrebbero? Penso che cercheranno Tu-Sai-Chi, no?" disse Miriam.
"Per Harry Potter! Magari vogliono vendicarsi su di lui, come voleva fare Sirius Black!" rispose la ragazza.
Ginny si trattenne dallo sbuffare scocciata. "Non credo che cercheranno Harry. Penso che vorranno arrivare subito da Voi-Sapete-Chi. Venire qua ad Hogwarts è rischioso, è troppo ben protetta" disse.
"Ha ragione Ginny. Black era uno squilibrato" disse John.
"Non che questa Bellatrix sembri stare tanto bene!" disse Demelza, accennando alla foto sul giornale. In effetti la donna aveva uno sguardo da folle, che Ginny non aveva mai visto in nessuno. Aveva anche un qualcosa che le ricordava Sirius, nello sguardo, forse proprio quel lampo di follia animalesca che le illuminavano gli occhi, che erano comunque così differenti da quelli del cugino. Scacciò via quel pensiero: Sirius non era un pazzo e non aveva niente in comune con quella strega, se non la parentela.
*
Nei giorni che seguirono il clima si fece ancora più rigido. Era entrato un nuovo decreto in vigore, che vietava agli insegnanti di dare agli studenti informazioni che non fossero strettamente pertinenti alle loro materie. Gli studenti si sentivano sempre più soli e in pericolo, e fu per questo che molti dei ragazzi che partecipavano alle lezioni dell' E.S migliorarono notevolmente. Cresceva il bisogno di imparare a cavarsela da soli, visto che gli adulti non volevano e non potevano aiutarli. Neville era migliorato talmente tanto da risultare uno dei più bravi del corso: era nata in lui una determinazione che prima non aveva mai mostrato di avere. Anche Ginny era decisa a migliorare ancora di più, e riusciva a padroneggiare gli incantesimi ancora meglio di prima. In realtà si rese conto di quanta forza e determinazione mettesse nel suo lavoro solo quando buttò a terra Micheal con un potente sortilegio scudo.
"guarda che non stiamo lottando davvero!" le ricordò lui, acido, rialzandosi in piedi.
"scusa, non me ne sono resa conto" si scusò la ragazza.
"Ah sì? Beh è un po' di tempo che non te ne rendi conto!"
"Cosa?"
"Se vuoi far vedere a tutti quanto sei potente, beh, congratulazioni, ci sei riuscita!"
"Ma sei impazzito? Mi impegno soltanto!"
Ginny era stupita del comportamento di Micheal, ma ormai era da un po' che si comportava così.
"Beh, continuiamo ad allenarci, ne parliamo fuori, non voglio dare spettacolo qui dentro" disse Ginny. Lui riprese la bacchetta in mano e lanciò un Sortilegio Scudo senza avvisarla, che la fece barcollare un po'.
"Scusa" disse lui, per niente pentito. Ginny fece finta di niente e continuò ad allenarsi come prima.
All'uscita parlarono un po' di quello che era accaduto, anche se Micheal sembrava riluttante a continuare la discussione.
"Senti, è inutile continuare questa discussione" disse lui "Ti sei fatta prendere la mano, tutto qui, io ho sbagliato a reagire in quel modo. Pace?"
Ginny si ritrovò a fingere per l'ennesima volta nella loro relazione. Sapeva benissimo che il problema di Micheal era un altro. Non riusciva a capire quale fosse il suo nei confronti del ragazzo, però.
"Senti, che facciamo a San Valentino?" chiese Micheal. San Valentino! Come si poteva pensare ad una festa del genere quando c'era tutto quel tumulto nel mondo?
"Ho visto che ci hanno programmato un'uscita ad Hogsmeade. Ci andiamo, giusto?" continuò lui.
"sì certo!" rispose Ginny.
"Ho in mente una bella sorpresa" disse lui, sorridendo.
"Basta che non andiamo da Madame Piediburro! Me ne ha parlato Aisleen, che è stata portata lì dal suo ragazzo, e a quanto pare è un posto fin troppo lezioso" si raccomandò Ginny.
"Ah sì, conosco quel posto, di solito molte ragazze ci vogliono andare.. ma sapevo che tu non eri quel tipo di ragazza!" disse Micheal "No, ti porterò in un posticino carino, ti piacerà".
All'improvviso Ginny si ricordò di una cosa molto spiacevole. Almeno per Micheal.
"Oh no.. domani non posso venire!"
"Perchè?" le chiese Micheal, accigliato.
"Angelina ha prenotato il campo di quidditch! Ho l'allenamento tutta la mattina, non posso mancare.."
Lui sbuffò "Era un giorno speciale.. Vorrà dire che verrò a prenderti all'ora di pranzo, ok?"
"va bene! Ti aspetto al campo"
La prese per i fianchi e le stampò un lungo bacio sulle labbra. Un bacio che non ricambiò molto. perchè continuava a sorvolare sui problemi? Perchè lo faceva anche Micheal? Ricambiò il bacio del ragazzo, accantonando le sue domande, di nuovo.
Quando la ragazza tornò in dormitorio trovò Hermione ad aspettarla.
"Non riusciamo più a vederci" esclamò Hermione.
"In bagno non conta?" chiese Ginny, sorridendo. Si sedette vicino a lei.
"Tu e Micheal avete litigato, oggi?" chiese Hermione. Ginny annuì.
"Abbiamo fatto pace però"
"Litigate spesso" obbiettò Hermione.
"Siamo diversi." puntualizzò Ginny "Non lo so, Hermione, io e lui stiamo bene insieme. Ma mi sento come se ci stessimo allontanando. Però, allo stesso tempo, sento che lui è perfetto per me. Non lo so, forse è solo che stiamo insieme da molto tempo e stiamo crescendo"
"Probabilmente. L'importante è che tu sia felice" disse l'amica. Aveva un'aria strana.
"Guarda se mi devi dire che Harry e Cho si sono baciati, lo so" esclamò Ginny.
"Ah! davvero?" chiese Hermione.
"Quindi stanno insieme?"
"Sì" mormorò la ragazza.
"E escono domani?"
"certo"
"Io e Micheal no"
"Ma come!? mi avevi detto che avevate fatto pace"
"Ho gli allenamenti"
"Ah.. giusto.. comunque" Hermione sorrise "Harry domani avrà due appuntamenti!"
Ginny strabuzzò gli occhi "Cosa?!"
"Uno con Cho. L'altro con me e Luna"
"Ma che cosa significa?"
"te lo spiegherò domani. Per ora è top secret. Volevo solo stuzzicarti" disse Hermione sorridendo. Si alzò in piedi "Beh, io direi di andare a dormire. Domani hai gli allenamenti"
"e mi lasci così? Dai, sono troppo curiosa!"
"Te lo dirò domani!"
*
Il giorno dopo fu la prima a svegliarsi e si vestì in fretta, per evitare di dover parlare con le altre. In realtà non era così dispiaciuta di non passare San Valentino con il suo ragazzo. Amava il Quidditch, e non avrebbe perso un allenamento per nulla al mondo! Micheal, Hermione, Miriam non potevano capirla. Il Quidditch la faceva sentire esattamente come voleva essere: libera. Le piaceva volare e sentire i capelli volare al vento, le piaceva allenarsi e dare il massimo ogni giorno, le piaceva tornare in dormitorio, la sera, stanca, con le guance accese per il vento freddo ma consapevole di aver dato il meglio di sè in una cosa che amava. Prese il suo vecchio manico di scopa, che era appartenuto a Charlie, accarezzò il legno vecchio e scheggiato, e si avviò verso lo spogliatoio: non c'era ancora nessuno, perciò si sedette un po' fuori, nelle tribune, a guardare il cielo, sereno, ottimo per il Quidditch. Ginny Weasley metteva sempre passione e impegno in ciò che amava sul serio: era così per le lezioni di Incantesimi, le riunioni dell' E.S e per il Quidditch. Amava anche scrivere, ma aveva smesso dopo la brutta avventura con Tom Riddle. In fondo, non era male come San Valentino: non lo stava passando con il suo amore?
Mentre i suoi compagni di squadra arrivavano, un dubbio, esploso all'improvviso come un fulmine in quel cielo sereno, le attanagliò la mente: Micheal Corner era veramente una sua passione? E perchè, allora, non vi si dedicava con lo stesso impegno con cui rivestiva tutto ciò che, più profondamente, amava?


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Capitolo 37
*** Fine Dei Giochi ***


cap 37 nvu
Fine dei giochi

Ginny scese dalla scopa, sotto la pioggia battente, l'umore nero come le nubi che ricoprivano il cielo. Mai visto un allenamento così raccapricciante. Ron non aveva parato praticamente niente, i Battitori si erano schiantati l'uno contro l'altro, facendo in modo che Katie Bell rimanesse scoperta e venisse colpita da un Bolide che la puntava da un po'. Alla fine, Angelina era molto depressa e si avviò agli spogliatoi senza aspettare gli altri.
"è la squadra peggiore che Grifondoro abbia avuto negli ultimi anni" borbottò il capitano.
"Se ci fosse stato Oliver, lo avremmo ritrovato impiccato nelle docce" disse Alicia, amareggiata.
"Tu non sei male" disse Angelina a Ginny "sono gli altri il problema"
"beh, Harry era molto meglio di me" disse Ginny.
"Ma anche tu sei brava, Ginny. Veramente. Sono i ragazzi il problema" disse Katie.
"Guarda Ron non sarebbe neanche così male, se avesse un po' di fiducia in sè stesso", disse Angelina.
Ginny e Ron si avviarono mestamente verso la Sala Comune, per mangiare qualcosa prima di infilarsi sotto la doccia. Al tavolo di Grifondoro trovarono Harry ed Hermione che chiacchieravano tra loro.
".. Sto solo cercando di farti capire come si doveva sentire in quel momento" stava dicendo Hermione. Parlavano di ragazze, come spesso accadeva in quel periodo, quindi di Cho.
"dovresti scrivere un libro, con la traduzione di tutte le scemenze che dicono le ragazze, così le potremmo capire" disse Ron, mentre si sedeva di fronte ai due ragazzi, vicino alla sorella.
"Già" disse Harry, guardando alle loro spalle. "COme è stato l'allenamento?"
"Terribile" rispose Ron.
"Ma dai, non sarò stato così orribile" Disse Hermione, guardando Ginny.
"Invece sì" rispose la ragazza "Tremendo. Angelina è quasi scoppiata a piangere.."
I due fratelli si alzarono per andare a farsi una doccia. Ginny vide in lontananza Micheal, seduto tra Terry e una ragazza dai lunghi capelli neri che non conosceva. Non l'aveva notata ed era tutto intento a ridere e scherzare con i due compagni di casa.
"Forse è meglio che mi ritiri" borbottò Ron, distraendo Ginny dai suoi pensieri.
"Ma no, tu sei bravo Ron, ti agiti troppo" esclamò Ginny "Devi fregartene degli spettatori"
"Fred e George mi prenderanno in giro per sempre.. non dovevo presentarmi alle selezioni"
"ma loro prendono in giro chiunque, Ron! Tu ridici su, no?" Passò un braccio intorno alle spalle del fratello. Arrivarono così fino al ritratto della Signora Grassa, ma lì si separarono.
"Fidati di te stesso" disse Ginny a Ron. Poi disse la parola d'ordine ed entrò nel buco, desiderando ardentemente una doccia bollente.
*
Nonostante le buone parole, la partita fu un disastro: Ron non parò nulla, i due battitori non combinarono altro che guai. Appena Ginny vide il riflesso dorato del Boccino lo acchiappò, in modo di terminare velocemente quel supplizio, senza pensare al punteggio. Angelina non aveva neanche la forza di arrabbiarsi: aveva ormai lasciato perdere, sapeva che la sua strada era un completo fallimento e che lei sarebbe stata ricordata come il peggior capitano che Grifondoro avesse mai avuto e le parole di consolazione delle sue amiche non servivano a nulla.
"Kirke e Sloper non sono proprio capaci!" esclamò lei, rabbiosa, rimasta sola con le ragazze "Ma Ron! Io lo so che ha il gioco nel sangue, è solo il nervoso!"
"Lo so, Angie, ma vincesse la paura e tirasse fuori il talento" disse Alicia "possiamo anche fare a meno dei battitori, ma il portiere.."
"Di fiducia gliene abbiamo data tanta" obiettò Katie.
"Lui vorrebbe ritirarsi" confessò Ginny " anche se Angelina ha ragione, a casa non fa così schifo, gioca piuttosto bene, non è un campione, ma è nella norma"
"Infatti lui non si ritirerà! Ce la farà! Per forza!" esclamò Angelina.
"Anche perchè non ci sono altri candidati" disse Alicia. Le ragazze si avviarono verso la  torre di Grifondoro e si divisero. Micheal non l'aveva cercata. Starà festeggiando con la sua casa, ovviamente, visto che se Grifondoro si toglieva di mezzo, la coppa per Corvonero era praticamente assicurata. A volte non aveva parole per l'insensibilità del suo ragazzo, sarebbe stato carino se fosse stato con lei a farle forza.
Nella sala comune reganava un'aria tetra, e non parlava quasi nessuno. Nessuno le salutò quando entrarono. Angelina, a quella vista, emise un singhiozzo e scappò nel dormitorio e Alicia e Katie la seguirono. Ginny rimase lì, depressa.
"Bella presa" le disse Harry, avvicinandosi con un sorriso incoraggiante.
"Ho avuto fortuna" rispose la ragazza "Il cercatore di Tassorosso ha starnutito nel momento sbagliato, tutto qui. Comunque, quando tornerai in squadra..."
Harry sospirò "Ginny, sono squalificato a vita" rispose secco.
"Sei squalificato finchè la Umbridge rimane a scuola" disse Ginny con un sorrisetto "c'è una bella differenza. Comunque, quando tornerai, proverò a segnarmi come Cacciatrice. é un ruolo che preferisco, tanto Angelina e Alicia l'anno prossimo se ne vanno".
Entrambi guardarono verso Ron: era stato soprattutto lui la causa della sconfitta.
"Angelina non gli permette di abbandonare la squadra. Dice che ha il gioco dentro" disse Ginny, guardando tristemente il fratello. Harry non rispose. Si avvicinarono Fred e George.
"Non ho nemmeno la forza di prenderlo in giro" disse Fred "Certo che quando ha mancato il quattordicesimo.."
Fred non aveva tutti i torti, Ron era tremendo. Loro lo conoscevano bene, sapevano che era terribilmente insicuro, e i rsponsabili erano loro, i suoi fratelli. Ma loro non potevano farci niente: la sua insicurezza, Ron la doveva vincere da solo, era la sua battaglia.
*
Il clima scolastico si incupì profondamente dal momento il cui uscì il Cavillo che conteneva un'intervista che Harry aveva rilasciato a Rita Skeeter. La Umbridge divenne ancora più spietata e raggiunse il massimo quando tolse la qualifica di insegnante a Sibilla Cooman, la professoressa di divinazione. Ormai la sua autorità, anche se non ufficialmente, stava superando quella di Silente in persona. Non si poteva più parlare con i professori, non si poteva più leggere ciò che si voleva: insomma, Hogwarts da luogo libero e felice che era sempre stato era sprofondata sotto una dittatura che neanche l'aurea positiva del "miglior preside che Hogwarts avesse mai avuto" riusciva a sollevarla.
Alcune cose però, cambiarono in positivo, e tra queste sicuramente lo fu la situazione di Harry Potter: il divieto della lettura della sua intervista su Voldemort aveva fatto in modo, come aveva acutamente previsto Hermione, che tutta la scuola la leggesse. Molti di quelli che avevano additato Harry come un bugiardo e un pazzo, avevano fatto un passo indietro, riconoscendo l'errore: evidentemente trovare tutta la storia, nero su bianco, raccontata senza le storpiature della Gazzetta del Profeta era stato utile. Come al solito, Hermione Granger aveva avuto l'ennesima idea geniale.
Le lezioni dell'E.S divvenero più frequentate: Seamus Finnigam e Lavanda Brown, quinto anno Grifondoro, la classe di Harry, avevano deciso di unirsi subito dopo la lettura dell'intervista.
"Quindi, ci credi che Harry ha detto la verità?" chiese Ginny al suo ragazzo, quando lo beccò che leggeva l'intervista sul Cavillo, trasfigurato in una rivista di Incantesimi. Micheal aveva un talento naturale per la Trasfigurazione.
"Ci credevo anche prima!" esclamò lui, indignato "Comunque quest'intervista... beh, diciamo che mi ha convinto di più! è veramente coraggioso.. sono contento che mi hai convinto a partecipare alle sue lezioni" le disse, e le stampò un bacio sulla guancia.
Ad Aprile le lezioni di Harry divennero ancora più interessanti: visto che tutti padroneggiavano abbastanza bene Incantesimi Scudo e Schiantesimi, aveva deciso che erano finalmente pronti per provare con i Patronus. L'entusiasmo fu generale, visto che nessuno di loro ne aveva mai evocato uno. Piano piano ci riuscirono più o meno tutti.
"Dovete cercare il vostro pensiero felice e fissarlo nella mente.. solo così potrete evocare un Patronus" diceva Harry.
"Facci vedere!" esclamò Dean Thomas.
"Sì, Harry, dacci una dimostrazione pratica!" aggiunse Calì Patil.
Harry acconsentì e, dopo qualche istante di concentrazione, con un sorriso, fece apparire un cervo argenteo, che galoppò nell'aula, fiero. La classe applaudì, entusiasta. Ginny era meravigliata: chissà che forma avrebbe avuto il suo patronus?
La prima che riuscì ad evocare un Patronus corporeo fu Hermione: un'allegra lontra scintillante che le saltellava intorno, facendola ridere di pura gioia.
Anche Cho Chang ci riuscì in fretta, e un elegante cigno volava con grazia sopra di loro.
Micheal ancora non ci era riuscito, come gran parte di loro. Ron si stava infuriando, Neville era abbastanza abbattuto.
"State tranquilli, è normale non riuscirci le prime volte, dovete scegliere il ricordo giusto.." diceva Harry, incoraggiante. Con un leggero colpo di bacchetta, Luna Lovogood fece apparire il suo protettore, una leggiadra lepre, che le saltellava intorno. Anche Ernie Mc Millan e Anthony Goldstain li fecero apparire, rispettivamente un cinghiale e un'aquila reale.
Ginny frugò nella memoria alla ricerca di un pensiero felice, il più felice che avesse: aveva già provato con il suo primo volo, a quattro anni, sulla scopa di Charlie, la volta che fece una torta al cioccolato perfetta per il compleanno di Bill, il suo primo giorno ad Hogwarts: ma non erano abbastanza felici, e il suo Patronus non accennava ad uscire fuori. All'improvviso una luce fece capolino tra le sue memorie, ripresentandole il momento in cui era stata meglio in vita sua: il suo primo anno ad Hogwarts quando, dopo che tutto si era oscurato con l'arrivo di Tom Riddle e pensava che tutto fosse perduto, aveva riaperto gli occhi e aveva trovato gli occhi verdi di Harry, faro in quella notte dalla quale temeva di non uscire mai più. Oh, quello era stato il momento più bello della sua vita, sicuramente!
"Expeto Patronum!" mormorò la ragazza, e una potente luce argentea fuoriuscì dalla strisciolina di quercia e piume di fenice che stringeva tra le mani.
Era un cavallo. Uno splendido cavallo che galoppava nell'aula, diffondendo gioia e serenità.
Ginny scoppiò a ridere per la felicità. Un cavallo, il simbolo della libertà.
"Grande Ginny, ce l'hai fatta anche tu!" esclamò Anthony, mentre la sua aquila spariva.
"Brava!" disse ammirato anche Micheal guardando il patrono argentato della sua ragazza.
All'improvviso, la porta dell'aula si aprì e si richiuse velocemente. Un piccolo elfo domestico tremante, vestito in modo molto eccentrico, era entrato e corso verso Harry, che lo guardava sorpreso.
"Dobby!" esclamò Harry "Ciao! Che ci fai qui?"
L'elfo aveva gli occhi sbarrati, e sembrava troppo spaventato per parlare. I pochi Patronus in aula svanirono, e si formò un silenzio sordo.
"Harry Potter signore.." balbettò Dobby "Io.. Harry Potter.. Dobby viene per avvertirla.. ma gli elfi domestici non possono.."
Tutti lo stavano fissando e lui si lanciò sul muro, schiantandosi. Ginny si portò una mano alla bocca, inorridita per quello che il piccolo Dobby si stava infliggendo. Harry lo agguantò con fermezza.
"Dobby' cos'è successo?" gli chiese, serio.
"Lei.. Harry Potter.. è lei.."
"Chi è 'lei', Dobby?"
Dobby mugulava, sofferente.
"La Umbridge?" disse Harry in un soffio. Ginny trattenne il respiro, così come altri ragazzi. L'elfo annuì e tentò subito di infliffersi altro dolore.
"Ha scoperto di noi? Dobby? Ha scoperto l'E.S?"
LA risposta era scritta nel volto terrorizzato di Dobby.
"Sta venendo qui?"
"Sì, Harry Potter, signore" urlò in mezzo alle lacrime. Harry si alzò di scatto.
"COSA ASPETTATE? SCAPPATE!" urlò. Ginny non fece in tempo a capirci qualcosa che si ritrovò in mezzo aad una folla spaventata che la spingeva da tutte le parti. Micheal la prese per un braccio e la trascinò verso la porta.
"Ma Harry..?"
"Ce la farà a scappare, tranquilla"
Appena usciti dalla porta Micheal cominciò a correre, trascinando Ginny.
"Devi correre! Tu hai il coprifuoco alle otto, non essendo del quinto anno!" le urlò il ragazzo. Ginny accellerò la sua corsa, mano nella mano con il ragazzo.
Dietro di loro sentirono altra gente che correva e un potente schiocco.
"Incantesimo d'Inciampo, Potter!" disse la voce strascicata di Malfoy "PROFESSORESSA! NE HO PRESO UNO!"
Ginny si fermò e fece per tornare indietro.
"No, Ginny!" esclamò Micheal trattenendola.
"Non possiamo lasciarlo lì, dobbiamo affatturare Malfoy e.."
"Non c'è tempo! Sta già arrivando la Umbridge! Ti espelleranno!"
"Non mi frega niente, non possiamo lasciarlo lì"
"Ginny se espellono anche noi, tutto il lavoro dell'ES sarà inutile, tutto il lavoro di Harry, lo capisci o no?"
Ginny si morse le labbra, perplessa.
"Ehi sono andati da quella parte!" La voce stridula di Pansy Parkinson giunse fino a loro.
Micheal afferrò la ragazza per un braccio e la trascinò dentro un'aula vuota e chiuse la porta. Ginny aveva il fiatone e si sedette su un banco.
"Ci troveranno?"
"Spero di no" disse cupo Micheal "potrebbe costarci l'espulsione. Ci tengo a finire quest'anno. Sto studiando come un matto per avere i massimi voti ai G.U.F.O"
Si mise davanti a lei e la prese per i fianchi.
"Forse non ci penseranno a controllare le aule. Andranno direttamente in Biblioteca o nei bagni" disse il ragazzo.
"Chissà Harry" mormorò Ginny, preoccupata "e gli altri! Spero siano riusciti a scappare"
"Harry se la caverà"
"Chi avrà fatto la spia?"
"Ah non lo so, non ho controllato chi fosse presente"
Ad un certo punto sentirono dei passi in corridoio: erano ragazzi, sicuramente i Serpeverde in combutta con la Umbridge!
"Dobbiamo controllare ogni aula, potrebbero essersi nascosti ovunque!" era la voce di Draco Malfoy. Ginny trattenne il fiato.
"Si stanno avvicinando!" sussurrò "Se entrano li schianto.."
"Shhhh!"
Sentivano porte che si aprivano in tutto il corridoio e i passi che si avvicinavano pericolosamente. Ginny sentiva che erano ormai dietro la loro porta, stava per prendere la bacchetta, ma Micheal la strinse a sè e cominciò a baciarla appassionatamente. Con una mano le sbottonò qualche bottone della camicetta e le mise una mano sulla coscia. Ginny rimase così di sasso che non ebbe la prontezza di reagire, nemmeno quando Draco Malfoy ,Pansy Parkinson e Blaise Zabini entrarono nell'aula.
"Oh, ma guarda! Corner, con chi te la stai facendo, ora? Ero rimasta a Morag McDougal!" esclamò la ragazza. Corner si staccò da Ginny sbuffando. Ginny cominciò a capire quale era il gioco di Micheal e guardò i disturbatori con aria scocciata.
"Salve" disse Micheal.
"Ooooh, la Weasley! Siamo passati anche ai Grifondoro, allora!" squittì Pansy, deliziata dal pettegolezzo.
"Ne avete ancora per molto? Eravamo occupati" disse il ragazzo.
"Che ci facete qui?" esclamò Malfoy, con fare autoritario. Micheal gli lanciò un'occhiata divertita "Mi pare evidente, Malfoy".
"Fate parte anche voi della banda di Potter?"
"banda di Potter?"
"Oh, la Weasley mi ha capito benissimo" disse Malfoy, guardando la ragazza con arroganza.
"La Weasley, come la chiami tu, non frequenta nessuna banda. E sicuramente nessuna banda di Potter. Ti pare che stiamo frequentando una banda?"
"Ora no, ma..."
"Possibile che due persone di case diverse non possono avere un posto dove pomiciare in santa pace?!" esclamò Micheal.
"Siete accaldati. Sembra che abbiate corso" obiettò Zabini.
"E la Weasley è tutta spettinata" disse Pansy.
"Credo che tutti siano un po' accaldati o scomposti, in certe situazioni" disse Micheal, e ammiccò verso Ginny, che solo allora si rese conto di avere la camicetta ancora sbottonata. Diventando rossa quanto i suoi capelli si abbottonò in fretta la scollatura, sperando che i due Serpeverde non avessero visto troppo.
"Vedo" disse freddamente Zabini, fissando Ginny.
"Beh per sicurezza, forse sarebbe meglio chiamare la Umbridge"
"Chiamatela pure. Guarda che baciarsi in un aula vuota non è contro le regole" disse Ginny, tirando indietro i lunghi capelli rossi.
"La Weasley ha ragione. La Umbridge non la prenderà molto bene se la chiamiamo solo per due che stavano pomiciano" disse Zabini ad un Malfoy furioso.
"Bene. Ma intanto tolgo venti punti a Grifondoro e venti a Corvonero" disse e uscì, insieme ai due compagni, sbattendo la porta. Ginny trasse un sospiro di sollievo.
"ce la siamo cavata. Sei un genio"
"Modestamente. E tu che volevi partire subito con un duello!"
"Però non dovevi sbottonarmi la camicetta!"
"Era per dare un tocco più realistico alla cosa.."
"Si, ma mi si è visto tutto!" esclamò Ginny, arrossendo.
"Ma dai, te ne ho sbottonati due, non sono riuscito a vedere nulla neache io, purtroppo..."
"Micheal! Ne abbiamo già parlato.."
"Sì, sì, lo so, lo so.."rispose lui. Rimasero in silenzio per un po'.
"Però è stato divertente! Hai visto che facce hanno fatto?"
"Sì, ho visto anche quella della Parkinson, lo avrà già detto a tutta la scuola"
"Ah già, i tuoi fratelli..Senti" disse, improvvisamente serio. Ginny si voltò a guardarlo.
"Che c'è?"
"penso sia ora di rendere pubblica la nostra storia"
"Tanto ci avrà già pensato Pansy Parkinson" rispose lei "Chissà cosa è successo ad Harry".
Micheal sbuffò "Senti ti riaccompagno alla torre di Grifondoro" disse, secco.
"Ci so arrivare da sola, grazie" rispose lei, più fredda del ragazzo.
"senti una cosa, ti pare normale che mentre sto parlando di noi due, devi mettere in mezzo Harry Potter?" sbottò "Mai avuta una ragazza come te"
"Beh, meno male"
"Sì, ma se ogni tanto ti comportassi come le altre non sarebbe male!" esclamò lui "Sai sarebbe bello, ogni tanto, andare in giro mano nella mano, poter fare cose romantiche, baciarci davanti a tutti... sai, a volte mi sembra di non avere una ragazza, ma un amico"
"Sapevi quando ci siamo messi insieme come ero fatta!" urlò Ginny, irritata e ferita.
"Potresti provare a cambiare almeno un pochino, se vuoi bene a qualcuno!" esclamò Micheal "Me ne vado alla torre di Corvonero. Mi dispiace che questa serata sia finita così" disse Micheal. Accarezzò la ragazza, che però non si mosse.
"Andiamo, scusa, sai che sono nervoso, è un periodo difficile.."
Ginny non rispose e corse via dall'aula, arrabbiata. Come si permetteva a dirle quelle cose? Micheal era solo un ragazzino viziato, voleva sempre avere ragione lui e vincere su tutto. Beh, con lei aveva trovato pane per i suoi denti: non era una delle tante, non pendeva dalle labbra di nessuno, tanto meno dalle sue. E se la considerava un maschiaccio solo perchè voleva un ragazzo non solo per baciarlo e venerarlo, ma anche per poterci parlare e divertire, allora non sapeva proprio che razza di persona aveva frequentato. Borbottò la parola d'ordine alla signora grassa e entrò nella torre di Grifondoro, con il morale a terra.
"Ginny!"
Hermione le saltò addosso e l'abbracciò "tutto a posto? Non ti hanno presa?"
"No, no.. Io e Micheal abbiamo inventato una scusa plausibile" Le faceva male, ricordare ciò che era successo nell'aula. Da un momento di perfetta intesa e serenità, erano precipitati in un abisso.
"Anche Corner si è salvato? Hai visto qualcun'altro?" chiese Lee Jordan, che era lì con Hermione, insieme ad altri membri dell'E.S.
"Harry.. Harry lo ha preso Malfoy"
Hermione si portò le mani sulla bocca.
"C'era anche la Umbridge, e altri di serpeverde.."
"Quel bastardo spione!" esclamò Ron con rabbia "Se mi capita sotto mano io.. io.."
"Harry se la caverà" disse Fred "Silente farà di tutto per aiutarlo"
"Non possono espellerlo! Non dopo quello che ha fatto per noi!" esclamò Neville.
"ma come ha fatto ha scoprirlo?" chiese Lavanda.
"Qualcuno ha cantato, è ovvio" disse George.
"é stato sicuro Zacharias Smith!" esclamò Calì Patil "Non faceva che criticare.."
"O quel Micheal Corner" borbottò Ron.
"No, non è stato lui, era sconvolto quanto noi" lo difese Ginny. Rimasero un po' in sala comune, poi mano mano andarono a dormire. Ginny non aveva sonno, rimase immersa in una poltrona rossa, a fissare il fuoco.
"Ginny, non hai sonno anche tu?" la voce gentile di Lee Jordan interruppe i suoi pensieri.
"Non ho sonno" disse Ginny.
"é stata una brutta serata" approvò Lee.
"Orribile" mormorò Ginny.
"Mi piaceva l'E.S" disse Lee "mi dispiace. Spero solo che non espellano Harry"
Ginny non rispose, era preoccupata per il ragazzo e si sentiva in colpa per non essere intervenuta. DIsse i suoi pensieri a Lee, che le sorrise.
"Ginny, non potevi intervenire, lo sai, per Harry sarebbe stato molto peggio se succedeva qualcosa anche te, il tuo ragazzo aveva ragione"
Ginny sbuffò a sentir chiamare Micheal "il suo ragazzo".
"Scusa, Micheal Corner non è il tuo ragazzo?" chiese Lee.
"Diciamo. Abbiamo litigato nell'aula in cui ci siamo nascosti. Siamo molto, forse troppo, diversi" sospirò la ragazza.
"Non conosco bene Micheal Corner, però mi pare un bravo ragazzo. Ha moltissimi amici e passa spesso da una ragazza all'altra, da quello che so" disse pensieroso "stava con una mia amica di Tassorosso, Annabel Pullman, più di un anno fa, e mi ha sempre detto che è molto alla mano, molto intelligente e fa morire dal ridere"
"Questo sì, però io sono totalmente diversa da lui. Abbiamo interessi e valori diversi. E poi se la prende subito, vuole sempre vincerla su tutto. Va beh, io vado a letto, altrimenti domani non mi sveglio"
"sì anche io. Comunque non ci pensare troppo. Farete pace, sicuramente! buonanotte!"
E le diede un bacio sulla fronte. L'ultima volta che Lee l'aveva baciata sulla testa era qualche anno fa, la prima volta che era venuto alla Tana, l'estate tra il primo e il secondo anno dei gemelli. Ginny aveva nove anni, i capelli corti legati in due codini sbarazzini e sulle guance un'allegra spruzzata di lentiggini, e si era trovata subito a suo agio con quel ragazzino, e aveva passato l'estate a giocarci insieme. Era contenta che quell'amicizia si era conservata in quegli anni.
"Buonanotte Lee" disse con un sorriso.

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Capitolo 38
*** Forza ***


cap 38 nvu

Forza



Era tutto finito. L'esercito di Silente aveva finito con le sue riunioni clandestine, a quanto pareva per la bocca larga di Marietta Edgecombe, l'amica di Cho Chang. Oltre a questo, Silente aveva perso la sua carica e, visto che le catastrofi non arrivano mai da sole, la Umbridge aveva preso il suo posto. Hermione aveva raccontato per filo e per segno tutto ciò che le aveva raccontato Harry.

"Sono contenta che la mia maledizione abbia funzionato" disse orgogliosa la ragazza.

"Sei stata formidabile" esclamò ammirata Ginny.

"Si ricorderà per un bel po' che deve mantenere la bocca chiusa. Anche se, forse, non è stata colpa sua.."

"Che vuoi dire?"

"Beh, da una parte sono convinta che non abbia agito del tutto di testa propria. Insomma, che magari fosse sotto Imperio o Veritaserum.."

"Potrebbe essere, ma sinceramente non mi è mai sembrata molto entusiasta delle lezioni.." obiettò Ginny.

"hai ragione anche te" approvò Hermione, con un sospiro "Senti, vado a studiare. Ci vediamo stasera"

"A dopo!"

Gli alunni del quinto anno erano tutti presi dallo studio in quel periodo. Anche il suo ragazzo lo era. In effetti non lo vedeva da un paio di giorni, cioè dalla loro ultima litigata. Ginny sapeva benissimo che stava usando la scusa dello studio per evitarla e lei non aveva intenzione di cercarlo, per il momento. Si ritrovava molto spesso da sola, in quel periodo: Hermione studiava come tutti quelli del quinto anno (anzi, molto di più), Miriam era occupata con Anthony, così come Aisleen con Christopher. Demelza stava cercando disperatamente di recuperare la materia in cui andava peggio, cioè Trasfigurazione, e passava molto tempo in biblioteca con una ragazza del sesto anno di Corvonero, molto ferrata nella materia e amica da alcuni anni di Dem. Anche i ragazzi erano spariti, e Lee Jordan studiava per i M.A.G.O. Ma a Ginny, quel po' di solitudine, non dispiaceva così tanto. Così, si rannicchiò su una poltrona e cominciò a leggere un libro, staccando la mente dai suoi pensieri.


*

Un brivido di freddo la riportò alla realtà. Non se ne era resa conto, ma si era addormentata profondamente, e ormai la Sala Comune era deserta, e il camino era spento. Doveva essere molto tardi. Tese le gambe per sgranchirle. Sì, era proprio ora di andare a letto. Si alzò dalla poltrona quando si accorse di non essere sola. Dean Thomas era lì, sulla poltrona davanti alla sua, e la guardava.

"ben svegliata" disse, con un sorriso gentile. Aveva un pesante tomo di Incantesimi tra le mani, e una candela che galleggiava a mezz'aria era la sola luce che illuminava la stanza.

"Che ore sono?" chiese Ginny.

"L'una e mezza"

"E sei ancora sveglio? Ci tieni un sacco allo studio!"

"è che non sono un granchè con gli Incantesimi. E devo alzare la mia media, per ora sono appena sufficiente.. vorrei arrivare almeno ad Oltre Ogni Previsione" disse il ragazzo.

"Beh, sono sicura che ce la farai, manca ancora tanto agli esami" disse Ginny. Silenzio.

"Ehm, allora vado.." disse Ginny ma lui la fermò.

"Scusa ma.. io... ti volevo chiedere.. non ho mai avuto l'occasione di farlo.. ti andrebbe di uscire con me, un giorno di questi? Così, per conoscerci meglio.."

Ginny stava per rispondere ma Dean la interruppe "So che sei fidanzata, ma io vorrei solo stringere amicizia con te.. se ti va, insomma.. se ti fa piacere.. se.."

Ginny sorrise "Sì, anche a me andrebbe di conoscerti meglio. Ne parliamo un altro giorno, va bene?"

"certo! Buonanotte Ginny, grazie della compagnia"

"buonanotte Dean!"

*


La mattina dopo Ginny si svegliò di buonumore. Scese in Sala Comune e vi trovò Dean Thomas, già pronto nella sua divisa, con il solito libro di incantesimi tra le mani. Appena scese dalle scale, lui sollevò lo sguardo dal libro e le sorrise.

"Buongiorno!" esclamò.

"Buongiorno" rispose lei.

"Stai scendendo per colazione?"

"Sì.."

"Perfetto! Scendiamo insieme, ho una fame.."

"Veramente dovevo scendere con le mie amiche.." disse Ginny, titubante.

"Ho visto Miriam e Demelza scendere cinque minuti fa, penso ti aspettino lì" disse lui innocentemente "se ti da fastidio scendere insieme, o se da fastidio al tuo ragazzo, io..."

"No, no, figurati! Siamo compagni di Casa, è logico che mangiamo insieme, ogni tanto!" rispose Ginny in fretta. La prossima volta che Dem si sveglia tardi, col cavolo che l'aspetto, pensò tra sè e sè, mentre scendeva con Dean, che le stava parlando dell'ultimo incantesimo che Vitous aveva spiegato.

"..è incredibile, mi confondo sempre, in Incantesimi sono proprio una schiappa, me la cavo meglio in Trasfigurazione, il che è assurdo, ma è così..."

Arrivarono in Sala Grande e si sedettero al tavolo di Grifondoro, Dean tra Seamus Finnigam e Calì Patil, Ginny tra Miriam e Demelza.

"Brave, potevate aspettarmi!" esclamò Ginny.

"Gin, non è per cattiveria, ma ti abbiamo chiamato, non ti svegliavi!" si scusò Demelza.

"Sì, e sai che Dem ha sempre fame come un lupo.." disse Miriam, indicando l'amica che si stava mettendo doppia porzione di bacon.

"Non siamo tutti a dieta come te!" rimbeccò Demelza, facendo cenno allo yogurt magro che l'amica stava mangiando. Miriam arrossì furiosamente. Ginny sbirciò al tavolo di Corvonero: Micheal era seduto vicino ad Anthony e a Cho Chang. Sembrava che non l'avesse vista, e lei si ripromise di non cedere alla tentazione di cercarlo.

*

In quei giorni notò che la presenza di Micheal diminuiva e aumentava quella di Dean Thomas, che aveva cominciato anche a venirla a prendere dopo gli allenamenti, ogni tanto. Faceva le cose con cura, non si era mai fatto trovare proprio in campo, ma in qualche corridoio. Ginny non capiva se lo faceva per evitare di scatenare la gelosia di Micheal o quella di Ron, o semplicemente per non dare vita a nuovi pettegolezzi. La sua discrezione, comunque, era molto apprezzata dalla ragazza e anche la sua intuitività. E inoltre non era neanche invadente, cosa di cui Micheal, invece, era un campione.

Solo che lei non era una stupida, e sapeva benissimo che l'interesse di Dean Thomas nei suoi confronti non era semplicemente a scopo di amicizia. E appena ne ebbe l'occasione, mise le cose in chiaro.

"Non riuscirò mai a prendere Oltre Ogni Previsione in Incantesimi! Mi dovrò accontentare di Accettabile" disse una sera Dean.

"perchè non cerchi qualcuno che ti dia ripetizioni?" suggerì Ginny. Al ragazzo si illuminarono gli occhi.

"In effetti ho già una persona in mente!"

"Chi?"

Lui si sciolse in un sorriso: "Tu"

"Io?" esclamò Ginny sorpresa e confusa.

"Miriam Cohen mi ha detto che sei bravissima in Incantesimi, e quindi mi chiedevo se, qualche sera, io e te..."

"Dean" lo interruppe Ginny tranquillamente.

"Sì?" disse lui.

"Sai benissimo che io sono del quarto anno"

Dean ammutolì.

"Senti" cominciò Ginny, con tutta la delicatezza di cui era capace "ho un ragazzo. Micheal. Sto bene con lui. Se vuoi possiamo essere amici. Niente di più"

Dentro di sè sentiva una voce che le gridava di smetterla di mentire a sè stessa, una volta tanto, che non vedeva l'ora che Micheal la lasciasse perchè non lo sopportava più. Ma, per l'ennesima volta, mise a tacere la sua coscienza.

Dean sospirò "Amici" disse. Si avviarono verso la loro Sala Comune, e Ginny si domandava quand'è che avrebbe cominciato a far parlare il suo cuore, invece che la mente.

*

Sul campo di Quidditch Ginny sfogava tutte le sue energie e si impegnava al massimo. Angelina era molto orgogliosa di lei.

"Sei la migliore, davvero, se non avessi te sarei caduta in depressione.. Questa squdra fa schifo, non vinceremo mai la partita contro Corvonero.." disse sconsolata la ragazza.

"Non bisogna mai perdere la speranza" disse Ginny, ripetendo ciò che sua madre diceva sempre.

"Sarà, ma la vedo difficile"

"Beh, noi non ci arrenderemo! Voglio schiacciare i Corvonero!" Ginny era molto determinata, voleva vincere la partita a tutti i costi. Non sapeva bene quale fosse il motivo: forse per fare un dispetto a Micheal, per far piangere Cho, per vendicarsi di Marietta che aveva fatto in modo che l'E.S venisse sciolto, o forse perchè si sentiva carica e piena di energia come non mai, e non vedeva l'ora di sfogarla. L'allenamento, però, finì molto presto: da quello che aveva capito, Jack Sloper si era colpito da solo con la mazza, e Ron lo aveva dovuto accompagnare in Infermieria. Una catastrofe che aveva mandato Angelina su tutte le furie prima, in depressione poi.

Al ritorno dal campo, la fermò Gazza, dandole un enorme pacco avvolto in carta marrone. Sul bigliettino sua madre augurava ai figli buona pasqua, e diceva di essere prudenti e comportarsi bene, come al solito. In un post scriptum alla fine, scriveva che tra le uova di Pasqua c'erano anche quelle per Harry e Hermione, di dargliele e non mangiarele (quest'ultimo avvertimento era rivolto a Ron). Così Ginny si avviò verso la biblioteca, dove sicuramente erano sia Harry che Hermione, come tutti gli studenti del quinti anno, con i capelli nella peggiore delle condizioni, sperando, allo stesso tempo, di incontrare e di non incontrare Micheal. Il Corvonero non c'era ma c'era Harry. Lo chiamò, anche se lui sembrava non la sentisse.

"Harry, hey, mi senti?"

"Eh?" Harry riemerse dai suoi penieri "Ciao" la salutò, spostando i libri, per farle spazio "Come mai non sei all'allenamento?"

Ginny si sedette vicino a lui "è finito, Jack Sloper si è colpito da solo con la sua mazza e Ron lo ha accompagnato in Infermeria" sospirò. "Comunque è arrivato un pacco che ha superato i controlli della Umbridge" appoggiò il pacco sul tavolo.

"Uovo di Pasqua da parte di mamma" disse Ginny "Ce n'è uno anche per te.. tieni.." tirò fuori un bell'uovo di cioccolato e glielo porse: era molto bello, decorato con piccoli boccini d'oro di glassa. Sua mamma era sempre stata un asso in cucina. Guardò Harry che era impallidito di colpo.

"Stai bene, Harry?" sussurrò la ragazza, preoccupata.

"sì, sto bene" rispose lui, brusco.

"Sembri molto giù, ultimamente" disse Ginny "se provassi a parlare con Cho.." insistette, cercando di essere comprensiva, anche se non capiva ancora cosa ci trovasse Harry in quella cretina.

"Non è con Cho che ho bisogno di parlare" disse Harry in fretta. Ginny era sorpresa: si erano lasciati?

"E con chi allora?" chiese lei, innocentemente.

"Io..." Harry abbassò la voce e si avvicinò a lei "in realtà vorrei parlare con Sirius. Ma è impossibile" disse e scartò l'uovo, lo ruppe e ne mangiò un pezzo. Ginny era molto più ottimista di Harry.

"beh.." disse, lentamente "Se proprio vuoi parlarci, possiamo trovare un modo.."

"Con la Umbridge che controlla posta e camini? Ma andiamo, è impossibile!"

"Quando sei cresciuta con Fred e George" disse Ginny "dopo un po' cominci a credere che, se hai abbastanza fegato, tutto è possibile".

Harry la guardò, sembrava sollevato, e le sorrise.

"CHE COSA CREDETE DI FARE?!" un urlo interruppe il momento.

"Oh acci.." bisbigliò Ginny "mi ero scordata.."

Madama Pince continuò urlare mentre loro, dopo aver radunato le loro cose, cominciarono a scappare.

"CIOCCOLATO IN BIBLIOTECA?! FUORI, FUORI!!!"

I due corsero fuori mentre i libri di Harry li picchiavano sulla testa.


*

Ginny prese a cuore il problema di Harry e, appena ne ebbe occasione, si rivolse a Fred e George.

"beh, potremmo aiutarlo. Non è difficile" disse Fred.

"Dovreste trovare un diversivo per distrare la Umbridge" disse Ginny.

"Si ma i camini sono controllati" disse George.

"Non quello della Umbridge" ribattè la sorella "se voi create un po' di scompiglio, lui si potrebbe intrufolare nel suo ufficio.."

"Ottima idea sorellina. La nostra influenza comincia ad avere un certo effetto su di te" disse Fred, orgoglioso.

"e Percy che credeva che avrebbe avuto un certo ascendente su te e Ronnie" disse George.

"Beh con lui un po' ci è riuscito, è un prefetto"

"che delusione che è stato"

"un colpo al cuore, mi sono sentito offeso"

"Te non fare brutti scherzi l'anno prossimo, sorellina"

"già, non vorrei il quarto prefetto in famiglia"

"sarebbe uno scandalo.."

"ehi! La finite? Sbaglio o stavamo creando un piano?" li interruppe Ginny.

"Ah già, il piano" disse George, come se se ne fosse ricordato in quel momento.

"Credete di riuscire a distrarre la Umbridge?" chiese Ginny.

"E hai ancora dei dubbi?" esclamò Fred, offeso.

"certo che ci riusciremo" disse George.

"Vedrai, abbiamo in mente qualcosa di sensazionale"

"Parleremo con Harry per definire il piano" la assicurò George.

"grazie ragazzi" disse Ginny.

*

Tutto andò in maniera perfetta. Almeno per Harry. Fred e George avevano ridotto un corridoio in un gigantesca palude ma erano stati beccati.

"vi sembra divertente trasformare un corridoio in una palude?" strillò la Umbridge, rivolta ai gemelli.

"Mmm, sì, molto divertente" rispose Fred tranquillo.

Gazza si avvicinò, felice come nessuno lo aveva mai visto.

"Ho trovato il modulo, signora Preside, l'ho trovato.." gracchiò, sventolando una pergamena "ho anche la frusta pronta.. se posso procedere subito.."

Quel vecchio pazzo vuole frustare Fred e George pensò Ginny, infuriata, ci deve solo provare..

"benissimo Argus. Voi due scoprirete presto cosa accade a chi combina guai nella mia scuola.."

"sa una cosa?" replicò Fred "credo proprio di no" si voltò verso il fratello.

"george, credo abbiamo raggiunto l'età per interrompere la nostra carriera accademica"

"Condivido in pieno" rispose George, disinvolto.

Cosa diavolo hanno in mente? Pensò Ginny, preoccupata. I suoi fratelli erano imprevedibili.

"è arrivata l'ora di mettere alla prova il nostro talento nel mondo reale, non credi?"

"Assolutamente"

Levarono le bacchette e esclamarono all'unisono: "accio scope!"

Le scope arrivarono davanti a loro, lasciando la Umbridge basita ed infuriata.

"a mai più rivederci" disse Fred, salendo sulla sua scopa.

"non si disturbi a mandarci sue notizie" esclamò George, a cavallo della sua.

"A chi servisse una palude portatile, si presenti al numero novantatre di Diago Alley, la nostra nuova sede!"

"Sconti speciali a chi giura di volersi liberare di quella vecchia megera!" aggiunse George, facendo cenno alla Umbridge.

"FERMATELI!" urlò la professoressa, ma nessuno ci riuscì, i gemelli erano già in alto.

"Falle vedere i sorci verdi anche per noi, Pix!" disse Fred al poltergeist, che si inchinò ai gemelli. Detto questo Fred e George sfrecciarono verso il portone tra gli applausi. Ginny era orgogliosa dei fratelli e batteva le mani talmente forte da spellarsele. Anche se sapeva che, arrivati a casa, se la sarebbero dovuti vedere con un avversario ancora più terribile della Umbridge, loro madre, sicuramente infuriata come mai lo era stata. Però, i suoi due fratelloni, le sarebbero mancati tanto. Ora doveva impegarsi a prendere, con tutti gli altri, il loro posto, e rendere la vita della Umbridge un vero e proprio inferno.


Angolo autrice

Lo so, il ritardo è enorme, e so che molti saranno delusi dal fatto che Ginny e Micheal ancora non si sono lasciati! fidatevi, il momento tanto atteso avverrà molto presto! Un bacione e un grazie a tutti quelli che recensiscono e mi seguono!

Marty

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Capitolo 39
*** Grifondoro Contro Corvonero ***


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Grifondoro Contro Corvonero


Il giorno della tanto attesa partita tra Grifondoro e Corvonero era arrivata. Ginny si svegliò carica di energia e molto determinata. Quello era uno scontro molto importante per lei e ce l'avrebbe messa tutta per vincere. Si vestì con la sua divisa rosso e oro e si legò i capelli in una lunga coda. Giù incontrò Lee Jordan.

"allora, leonessa? Pronta per vincere?" la salutò.

"Ci puoi scommettere! Mi sento carica!" rispose lei.

"Così si fa, Weasley! Esci fuori e combatti! Fai mangiare polvere a quei maledetti Corvonero, e soprattutto alla faccia di quell'imbecille che ha fatto la spia alla Umbridge!" disse Lee con rabbia.

"farai il cronista come al solito?" chiese Ginny.

"Sì" sospirò Lee "anche se senza Fred e George non è la stessa cosa. Ma nulla è più lo stesso"

Ginny gli passò un braccio attorno alle spalle "Mancano anche a me. Mancano a tutti"

"Sai, con loro c'erano sempre novità, sorprese. Ti divertivi se avevi i gemelli Weasley come migliori amici e compagni di casa. Ora Hogwarts sembra.. sembra che abbia perso colore, ecco"

"Mancano solo pochi mesi Lee e sarai fuori anche tu"

Si sedettero a fare colazione insieme ad Angelina, Alicia e Katie. Ron era in disparte dal resto della squadra, stava mangiando con Harry e Hermione.

"tanto giochiamo solo per giocare. Non abbiamo speranze di vincere la coppa" stava dicendo amareggiata Alicia, accarezzandosi i suoi lunghi capelli biondi.

"Mai perdere la speranza Al" le disse Lee, seduto tra lei e Ginny.

"Che speranza abbiamo? Siamo praticamente ultimi in classifica!" disse Katie.

"già! A causa di quei tre imbecilli.." disse Alicia, alludendo a Ron e i due battitori.

"Ron non è male" esclamò Angelina "il suo problema sono i nervi, sono sicura che è un ottimo giocatore"

Ginny era grata ad Angelina, lei era l'unica a dare fiducia a suo fratello, ma sperava vivamente che Ron riuscisse a superare il suo blocco e a dimostrare finalmente quanto valeva.

Le tre Cacciatrici si alzarono per andare allo spogliatoio, lei rimase indietro con Lee. Passando davanti al tavolo di Corvonero gettò uno sguardo verso Micheal e notò che la fissava. Lei distolse subito lo sguardo dalla tavolata e affrettò il passo.

"hey.. non sarai più gentile con i Corvonero per via di Corner, vero?" le chiese Lee, sorridendo.

"No, non ti preoccupare per questo" rispose lei, senza il minimo imbarazzo "sarò molto più combattiva del solito"

"Mmmm.. problemi d'amore?"

"Diciamo. Ma non solo."

"Vinci per noi, piccola"

"Ovvio Lee"

Lee la prese tra le braccia e le diede un bacio sulla testa. Ginny rimase stupita, lei e Lee non avevano mai avuto rapporti fisici più intimi di una scompigliata di capelli.

Un colpo di tosse alle loro spalle li fece separare. Era Micheal.

"Io vado. La McGrannit mi aspetta in tribuna" disse Lee "In bocca al lupo Ginny. Battili tutti"

"Contaci!" rispose lei, sorridendo e Lee andò via. Ginny si voltò ad affrontare il suo ragazzo.

"Ciao" disse.

"Invece di andartene via con Jordan potevi pure fermarti a salutare" disse lui.

"Tu non potevi farlo?"

Micheal si mise le mani in tasca e guardò da un'altra parte.

"Allora pronta per la partita?" disse, ignorando la domanda di prima.

"certo. Vi stracceremo"

"Certo, come al solito devi mettere in mostra le tue capacità" rispose freddo. Ginny rimase senza parole, ferita.

"perchè devi fare così?" sussurrò lei "che cosa ci sta succedendo?"

Micheal la guardò con uno sguardo triste "Io.. io.. mi dispiace.. io.. non volevo farti del male"

"lo hai fatto" disse lei, con un filo di voce.

"Ginny.. io non lo so.. scusami.. vai a giocare.. impegnati al massimo, e gioca una bella partita, ok? Io.. ti guarderò" le sfiorò le dita e andò via. Ginny rimase immobile. Micheal era cambiato negli ultimi tempi.. provava rancore verso di lei. Non capiva perchè, che cosa gli avesse fatto. Pensò ad un anno fa, a come erano felici. Micheal le sembrava un ragazzo speciale. Ginny sospirò, prese il suo manico si scopa e si avviò verso il campo. Tra pochi minuti sarebbe iniziata la partita e lei voleva giocarla al meglio, lasciando la sua vita e i suoi problemi fuori dal campo.


*

L'aveva preso. Lei, Ginny Weasley, la semplice sostituta di Harry Potter, aveva strappato la vittoria per Grifondoro, acchiappando il Boccino d'Oro proprio sotto il naso di Cho Chang, una delle cercatrici più brave della scuola. Quando mise le sue dita attorno alla piccola pallina dorata gli occhi della Corvonero le avevano lanciato uno sguardo stupefatto e di collera allo stesso tempo, per poi scoppiare a piangere di rabbia. Ginny fu subito travolta dai suoi compagni di squadra, che la riportarono giù in un unico, grande abbraccio. A terra fu travolta da un'ondata di tifosi rosso-oro: John, Miriam, Demelza, Aisleen, Anthony, Grace, Lee, Dean.. cercò Micheal con lo sguardo ma non c'era. Lo vide distante dalla folla, dopotutto, la sua squadra aveva perso. Sgusciò via dalle persone che la circondavano per andare verso di lui: voleva chiarire, voleva chiedere, voleva capire..

Sperava che fosse tutto passato, che lui si scusasse, l'abbracciasse e festeggiasse con lei. Il suo entusiasmo si spense appena gli fu vicina, il sorriso le scivolò dal mondo: non sembrava che Micheal avesse voglia di festeggiare.

"Ciao Mike.." mormorò la ragazza.

"Ciao. Complimenti per la partita. Bella presa"

Era gelido come la neve.

"grazie" rispose lei.

"Non si sa cosa avete dato a tuo fratello, comunque. Non aveva mai parato un tiro, invece oggi.." commentò Micheal, acido.

"cosa vorresti dire?" chiese Ginny, minacciosa.

"niente, lascia stare" rispose lui, mettendosi le mani in tasca e guardando da un'altra parte. Ginny cominciava a perdere la pazienza. La malinconia e la tristezza che l'avevano pervasa all'inizio stavano svanendo per essere sostituite dalla rabbia.

"Micheal, basta" esclamò all'improvviso "sono mesi che va avanti così, prima davi la colpa ai G.U.F.O, alla stanchezza, ora cosa c'è?"

Le sue amiche, probabilmente, in un momento come quello avrebbero versato fiumi di lacrime, ma lei no. Crescere con sei fratelli maschi l'aveva temprata, e piangeva molto di rado.

"se è finita dimmelo, senza tanti giri di parole, senza prendere in giro mio fratello.."

"No, Ginny, non è così, non è come pensi.." si affrettò a dire lui, guardandola.

"Qual'è il problema allora? Nessuno mi ha mai preso in giro e non sarai tu il primo.."

"nessuno vuole prenderti in giro.."

"Allora muoviti, lasciami. Facciamola finita"

Lui la guardò con uno sguardo strano "ma cosa stai dicendo? Dai piccola, lasciamo perdere.." disse lui, prendendola tra le braccia. Avvicinò il volto al suo e sfiorò le sue labbra con un bacio. Ginny sentì la sua lingua spingere, ma lei serrò le labbra e non partecipò al bacio.

"No micheal" disse "voglio sapere cosa c'è"

Lui non rispose, ma la lasciò andare.

Lei si arrabbiò.

"Dimmi cosa c'è, dimmi qual'è il problema, abbi il coraggio di affrontarmi!" quasi lo urlò.

"Possibile che non te ne accorgi?" esplose lui "siamo troppo diversi, abbiamo priorità diverse, frequentiamo persone diverse. Abbiamo bisogno di cose diverse.."

Lui le prese le mani.

"Tu sei una ragazza fantastica, Ginny.. forte, bella, coraggiosa.. indipendente. Ma io ho bisogno di altro, capisci? Io ho bisogno di una ragazza che abbia bisogno di me, docile.."

"Docile?"

"Sì.. non so spiegarti.. ma tu non mi hai mai messo al primo posto, c'era sempre qualcuno più importante, o qualcosa. Non sei mai stata dolce nei miei confronti, non ci hai nemmeno provato. Sei sempre stata.. rigida con me, non ti sei mai lasciata andare e stiamo insieme da tanto ormai. Io ho cambiato delle cose mie per te, tu no, sei sempre rimasta ferma nelle tue idee, in te stessa"

"Non mi sono lasciata andare, Micheal? Non sono abbastanza "docile"? Troppo rigida? Non ho cambiato nulla per te? Cosa vuoi dire?"

"sai, se quella volta, in quell'aula, ti fossi lasciata sbottonare quei bottoni della camicetta, e mi avresti fatto vedere qualcosina di più, non sarebbe stato male, per quello che è il tuo ragazzo da un anno!" sbottò lui. Ginny era sbalordita.

"solo perchè... non sono voluta.. andare più avanti?" esclamò la ragazza.

"beh, ovviamente non solo per quello, ma ha contribuito parecchio, aggiunto al resto. Credo che siano problemi risolvibili, alla fine accetto le tue scelte, anche se non le condivido.."

"ti sbagli Micheal. Qui non c'è niente di risolvibile. Io e te non siamo fatti per stare insieme, questo è evidente."

"No dai piccola, non esagerare.."

"Non sto esagerando. Lo vogliamo tutti e due, lo sai benissimo, e visto che non hai il coraggio di farlo, lo farò io: è finita, Micheal. E a proposito" gli disse, rivolgendogli uno sguardo duro "non chiamarmi "piccola"" dette queste parole, Ginny fece per andarsene.

"Ah, ok, fai come vuoi" urlò Micheal, schiumante di rabbia "vai dal tuo Potter! Forse da lui ti farai chiamare "piccola", forse con lui sarai più docile e ti farai sbottonare quella camicia, e magari anche altro.."

Ginny si fermò. Si girò e tornò dal ragazzo.

"Cosa hai detto?" sibilò.

"Mi hai sentito"rispose lui.

"Non mettere in mezzo Harry in questa storia" disse la ragazza, gli occhi scuri emanavano bagliori.

"Ah, certo, il tuo caro Harry"

"Lui non c'entra niente con noi, non c'entra niente con me.."

"E invece è lui il centro dei nostri problemi! Cosa pensi che io sia un cretino?" esclamò Micheal, rosso per la collera "pensi che non l'abbia notato come eri nervosa, il giorno che Cho e Potter sono rimasti da soli nella Stanza delle Necessità? Il tuo astio contro Cho? La tua allegria quando si sono lasciati? Dai adesso negalo.. quella che ha preso in giro qualcuno sei tu! Hai preso in giro te stessa e anche me.."

"Micheal non è così. Smettila di cercare scuse. Quello che hai detto all'inizio è più che sufficiente. Ci vediamo." Ginny si voltò definitivamente e si allontanò dal ragazzo.

Micheal rimase fermo per una manciata di secondi "tanto lo sai anche tu" sussurrò e si voltò anche lui, diretto verso il campo di Quidditch. Ginny lo guardò andarsene. Probabilmente una bella cinesina aveva bisogno di essere consolata.. carina, docile, bisognosa di un ragazzo che la protegesse: era esattamente il tipo ideale di Micheal. Ginny era contenta di non esserlo lei. Si avviò verso il castello ma si imbattè subito in Lee Jordan.

"Ciao Lee" lo salutò lei, con un sorriso.

"Ciao piccola! Non sei a festeggiare? Hai appena sconfitto Corvonero! Mica una squadretta!" esclamò lui.

"A qualcuno la mia vittoria non è piaciuta.." disse lei amaramente. Guardò verso il campo di Quidditch, vide due sagome troppo vicine..

"Aaaah, la Chang aveva bisogno di essere consolata.." commentò Lee "un momento, ma chi è quel ragazzo, non sarà..."

"Micheal Corner"

"ma" disse Lee "non era il tuo ragazzo?"

"Ora non più. Tanto meglio. Ti va di fare due passi?"

"certo"

Camminarono per un po', l'uno di fianco all'altra.

"Quel Micheal Corner" borbottò Lee "Ron aveva perfettamente ragione su di lui. Come fa a preferire una rammollita come Cho Chang ad una ragazza come te? Tu almeno sei piena di vita.."

"grazie Lee.. ma avevamo già dei problemi da un po'. Non è solo colpa sua" disse Ginny.

Lee la guardò: "se vuoi parlare, io ci sono sempre, anche se in questo periodo ci siamo visti poco"

"Micheal era così geloso che non potevo neanche parlare con altri ragazzi£ disse lei, ricordando le sue sfuriate.

"beh, è normale. Anche io, se avessi una ragazza come te, avrei costantemente paura di perderla"

"Guarda che non ho bisogno che mi riempi di complimenti. Non serve consolarmi, dopo come mi ha trattata oggi, uno come lui meglio perderlo che trovarlo".

Ginny si aprì con Lee e gli raccontò della loro ultima conversazione, senza parlare di Harry, ovviamente. Non voleva destare anche i suoi sospetti. Lee rimase sbalordito.

"Come ha potuto trattarti così, quel verme?" ringhiò il ragazzo "Ginny, hai avuto tutte le ragioni del mondo ovviamente. Sei troppo speciale per stare con un essere così viscido.. se Fred e George sapessero cosa voleva fare..."

"alla fine la colpa non era solo sua. Anche io ci ho messo di mio" non poteva fare a meno di pensare alle parole di Micheal. Forse era stata lei a far soffrire lui. "Una volta era anche praticamente il mio migliore amico"

Lee l'abbracciò "Un migliore amico lo avrai sempre, piccola"

"Lo so" rispose lei, sapendo di potersi fidare di Lee Jordan.






Lee annusò i capelli della ragazza. L'odore dolce, fiorito che sprigionavano era la sua droga, non poteva farne a meno. Ginny Weasley era una ragazza eccezionale, ma sapeva che per lei non sarebbe mai stato altro che il migliore amico, un fratello maggiore, il diario segreto.



Angolo Autrice

Ed ecco il colpo di scena! Non posso dirvi come andrà a finire questa storia ma assicuro coloro che mi seguono per la mia fedeltà al libro: non stravolgerò la trama, state tranquilli! spero che il capitolo vi sia piaciuto, è molto importante per me, conisderando che è il primo in assoluto che ho scritto (anche se l'ho dovuto leggermente cambiare) saluti a tutti e grazie a tutti coloro che mi seguono e recensiscono! A Ninilumus_93 hai visto? non ho abbandonato la storia, tranquilla! Spero che continuerai a seguire e molte grazie per i complimenti, incoraggiano sempre! alla prossima!

Marty





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Capitolo 40
*** Non Ancora ***


cap 40 nvu

Non Ancora


Lee Jordan e Ginny Weasley si trovavano ancora nel parco, nei pressi della capanna di Hagrid, lontano dalla folla esultante dei Grifondoro.

"è il tuo momento. Dovresti essere con loro" disse Lee all'amica. Ginny alzò le spalle.

"Sei la loro eroina. Vai" l'esortò il ragazzo, accarezzando lievemente le punte dei lunghi capelli rossi della ragazza.

"Non mi va" disse Ginny con amarezza "non si accorgeranno nemmeno che non ci sono"

"Dubito che non cercheranno la Cercatrice della squadra, colei che ha portato Grifondoro ad un'improbabile vittoria" disse Lee, sorridendo, mentre lasciava andare i capelli della ragazza "vai. Divertiti. Non farti rovinare la giornata da quell'idiota. L'hai detto tu, no? Uno così meglio perderlo che torvarlo".

Lee sfiorò appena le dita candide dell'amica, poi le avvolse con le sue, stringendo la sua piccola mano. Ginny sorrise all'amico, e strinse di ricambio.

"grazie Lee"

"di nulla piccola. Ora va, buttati nella mischia"

Lasciò andare le mani della piccola Weasley, la sorella dei suoi migliori amici, e la guardò correre via, i lunghi capelli fiammanti che le ballavano intorno. Nessuno sapeva quanta forza gli ci era voluta a lasciare quella stretta. Vide la ragazza avvolta da braccia festanti, essere sollevata e portata in trionfo verso il castello. Riuscì a scorgere un sorriso gioioso in quei grandi occhi scuri, e questo era ciò che a Lee importava: non voleva più vedere la sofferenza in quegli occhi.

"Ehi Lee, non vieni a festeggiare?"

Lui si limitò ad annuire e andò dai suoi compagni di casa, come se nulla fosse successo. Nessuno sapeva che la sua piccola festa l'aveva già avuta, che quella manciata di minuti in compagnia di Ginny Weasley, quello sfioramento di dita, quel sorriso di graditudine rivolto a lui, solo a lui, era tutto ciò che Lee desiderava, per quella giornata.


*

Ginny venne portata in trionfo fino alla torre di Grifondoro, insieme agli altri componenti della squadra, dove qualcuno era riuscito a procurare del cibo e delle bevande per improvvisare un banchetto (non si sapeva bene chi fosse stato, vista l'assenza di Fred e George, ma effettivamente, se ci fossero stati loro ci sarebbe stata molta più roba). Appena Angelina riuscì a raggiungerla l'abbracciò con tutte le sue forze "Ginny, sei stata magnifica.. Fred e George sarebbero stati fieri di te!". Ginny riuscì a divertirsi nonostante il pensiero fisso di ciò che era successo con Micheal, ma si rese conto che la rottura non le faceva male come il previsto. Anzi, era più sollevata che dispiaciuta, non contando le offese che il ragazzo non aveva esitato a pronunciare. La cosa che la feriva più di tutte era ciò che aveva detto su Harry. Che Micheal l'avesse capita meglio di quanto si fosse capita lei stessa? Forse era lei il problema, era lei ad aver trattato male lui? In lontananza vide Dean Thomas, che si avvicinava verso di lei, con due bottiglie di Burrobirra e un sorriso amichevole. Scacciò via i pensieri tristi e smise di sentirsi in colpa: Micheal si era comportato male con lei, le aveva detto delle cose orribili e aveva cercato anche di far ricadere la colpa su di lei! Sorrise a sua volta a Dean e si avvicinò a lui: semplicemente, aveva bisogno di compagnie più gradevoli e simpatiche. Micheal, negli ultimi tempi era diventato un musone, giusto con Cho Chang poteva mettersi!

"Complimenti per la partita, sei stata formidabile, una presa fantastica.."

"Grazie Dean!"

"Non so come hai fatto, sei stata eccezionale, allo stesso livello di Harry"

"Mmmm, non lo so, in realtà questo ruolo non fa per me"

"Cosa ti piacerebbe essere?"

"Cacciatrice!"

"Anche io vorrei essere Cacciatore! Nonostante sia un Natobabbano ho imparato in fretta a giocare a Quidditch, quando vado da Seamus l'estate giochiamo per ore.."

"L'anno prossimo avremmo l'opportunità di segnarci, Angelina e Alicia se ne vanno.."

Chiacchiere normali, con gente normale: in quel momento voleva solo quello.


*

"Hermione! Ieri non ti ho vista per niente.." disse Ginny, la mattina dopo, appena vide l'amica.

"Oh.. beh.. sai, poco prima che la partita finisse siamo andati a ripassare, io e Harry. Sai, i G.U.F.O sono vicini, e Harry aveva proprio bisogno di qualche lezione extra di pozioni.." rispose Hermione, un po' evasiva.

"è così indietro da non poter partecipare ai festeggiamenti per la vittoria?" chiese Ginny, sospettosa.

"Sai com'è Harry! L'odio per Piton lo porta ad andare male nella sua materia... a volte è così testardo! Comunque.. bella partita! Avete vinto, congratulazioni.. non me ne intendo molto, ma so che sei stata molto brava"

"grazie mille Hermione" disse lei "beh, ho una notizia da darti: io e Micheal ci siamo lasciati!"

Hermione la guardò con un volto dispiaciuto "Oh Ginny, mi dispiace tanto.." disse.

"A me no"

Hermione strabuzzò gli occhi, sconcertata "Come a te no?"

"Già"

Ginny raccontò come erano andati i fatti all'amica, che si dimostrò comprensiva come sempre.

"Comunque credo che sia meglio cominciare a frequentare nuove persone.."

"Aspetta Ginny, non credi che stai facendo le cose troppo in fretta?"

"Non ho mica detto che voglio mettermi con il primo che capita!"

"Sì, ma a quanto pare non vuoi nemmeno concederti una pausa!"

"Esagerata, non ho detto questo.."

"Beh, più o meno. Non vuoi lasciarti degli spazi vuoti per non pensare ad Harry, capisco, però..."

Al nome di Harry Ginny si irrigidì all'istante.

"Hermione, credevo che almeno tu l'avevi capito. Harry non mi piace più. È vero, inizialmente mi ero messa con Mike per dimenticarlo, ma sono riuscita nell'intento. Se sto con un ragazzo è perchè voglio starci"

L'ora di andare a lezione era arrivata, e le due amiche si separarono. Ginny corse verso il sotterraneo ma purtroppo arrivò comunque in ritardo.

"Signorina Weasley, la lezione è iniziata da cinque minuti, quindi ritengo opportuno togliere cinque punti a Grifondoro" disse Piton in tono mellifluo. Ginny borbottò delle scuse e si andò a sedere vicino a Demelza. Seguire la complicata lezione servì alla ragazza a non pensare più alla conversazione con Hermione.

*

Dean cominciava a farsi trovare sempre più spesso nei luoghi che Ginny era solita frequentare e lei non lo scansava più: le faceva piacere fare due chiacchiere con quel ragazzo dai modi gentili, anche se era un po' troppo appiccicoso. La mattina la aspettava ai piedi della scala a chiocciola del dormitorio femminile per accompagnarla a colazione, tanto che ormai le sue amiche avevano preso l'abitudine di scendere da sole. Era ormai passato un mesetto da quando lei e Micheal si erano lasciati, e Ginny non era affatto triste. Vedeva il ragazzo che faceva lo scemo con Cho Chang e non le dava assolutamente fastidio, addirittura li aveva salutati con un sorriso un giorno che le erano passati davanti mano nella mano.

"Da quando ti sei lasciata con Micheal Corner hai molti occhi puntati addosso" le aveva detto un giorno Miriam "non che prima non ne avessi, ma ora ho notato che sono molto più... come dire? Attenti"

Era vero, molti ragazzi avevano notato che Ginny Weasley era diventata molto carina e lo dimostravano certi sguardi che la ragazza riusciva a cogliere solo ora. Addirittura avevano cominciato a salutarla in corridoio persone di cui non sapeva neanche il nome!

Con l'avvicinarsi dell'estate, però, i corridoi di Hogwarts comiciarono a svuotarsi: gli studenti del quinto e settimo anno si erano trasferiti tutti in biblioteca a studiare per gli esami imminenti. Però Dean trovava sempre un po' di tempo da passare con Ginny e a lei questo, segretamente, cominciava a fare piacere. Loro due erano sempre gli ultimi ad andare a dormire.

"Quanto hai studiato oggi?"

"Mmmm... tanto... più o meno cinque ore.."

"E che materie?"

"Oggi abbiamo fatto Trasfigurazione e Pozioni.. spero che vadano bene gli esami"

"Sono sicura che andrai benissimo"

"Alla fine le materie in cui ho più problemi sono Incantesimi e Storia della Magia.."

"Beh, penso che l'unica persona che abbia mai seguito Storia della Magia sia Hermione.."

"Già! La vedo sempre che prende appunti.. beata lei, non so come ci riesce!"

Dean aveva lentamente avvicinato le sue dita alle sue, sfiorandole delicatamente. Ginny lo lasciava fare.

"Dovresti applicarti di più" mormorò Ginny "Storia della Magia. Alla fine serve solo un po' di impegno.."

"E una buona dose di caffè" scherzò lui, guardandola negli occhi. Ginny si sentì arrossire. Era tanto che non arrossiva. Le dita di Dean le stavano accarezzando il polso. Lei sentiva emozioni che da molto tempo non provava. E le piaceva.

"Ehm ehm" Lee Jordan apparve nella sala comune, interrumpendoli con un colpo di tosse. Dean si allontanò subito da Ginny.

"ehi giovani! Cosa ci fate ancora svegli?" chiese il ragazzo, sedendosi sul divano, vicino a Dean.

"quattro chiacchiere prima di andare a dormire" disse Ginny.

"Già, dopo una giornata di studio, ci vuole proprio" esclamò Dean.

"Eh già, hai proprio ragione Dean..." disse Lee. Rimasero in silenzio per un po', finchè Dean non annunciò che andava a dormire.

"Buonanotte Dean. Ci vediamo domani mattina" disse Ginny con un sorriso. Rimasero solo lei e Lee.

"Allora.. vedo che stai bene" cominciò Lee.

"Mai stata meglio" rispose Ginny "ti ringrazio per quello che hai fatto dopo la partita. Sei stato davvero carino"

Lee sorrise "figuarati.. è il minimo"

Il silenzio calò nuovamente tra di loro. Ginny si alzò "Forse è meglio che io vada a letto.."

Lee le prese il polso "rimani ancora un po'.. ti va?"

Ginny si risedette sulla poltrona. "solo per cinque minuti" disse.

Lee prese un bel respiro "non aspetti tempo tu, eh?" chiese con un ghigno. Ginny inarcò le sopracciglia: "cioè?"

"Ho visto come ti guarda Dean Thomas.."

"è un bravo ragazzo, è un po' che ci frequentiamo, da prima che mi lasciassi con Micheal"

"senti Ginny, non voglio impicciarmi della tua vita" disse lentamente "ma non stai facendo le cose troppo in fretta? Non va bene buttarsi così in una nuova storia.."

Ginny sbuffò.

"e se poi ti facesse soffire come Micheal? Pensaci bene..."

"Lee" lo interruppe lei "sai quanti fratelli maggiori ho? Sei. Non me ne serve un altro. So quello che faccio, e Micheal non mi ha fatto soffrire. Io sto benissimo! Sono pronta ad un nuovo ragazzo, se lo voglio!"

Ginny si era alzata in piedi, di nuovo. Lee la prese per i polsi e l'attirò a se, con forza. Ginny, sorpresa da quel gesto, cadde addosso al ragazzo. I loro volti erano molto vicini, la ragazza sentiva il fiato caldo del ragazzo su di lei.

"Sei pronta davvero?" le chiese Lee, in un sussurro. Ginny non rispose, il cuore le batteva furiosamente contro le costole. Lee avvicinò le sue labbra alle sue, Ginny non oppose resistenza. Si sfiorarono delicatamente. Lui abbandonò i polsi della ragazza e mise le sue mani sulla sua schiena, stringendola a se. Intanto con la lingua forzò le labbra socchiuse di Ginny, e riuscì a entrarvi. Ginny partecipò al bacio, finchè non si rese conto di ciò che stava facendo. Si divincolò dalle braccia del ragazzo e scappò in dormitorio, senza dire una parola ma con il cuore a mille.


*

Lee era senza parole. Non sapeva dove aveva preso il coraggio, non sapeva perchè, ma lo aveva fatto. Il momento che aspettava da anni era finalmente arrivato, e lui non era felice, era spaventato ed atterrito: probabilmente l'aveva persa per sempre. Con il cuore pesante si decise ad andare in dormitorio anche lui, non pensare a come quella ragazza fosse scivolata così dalle sue dita. Ed era colpa sua.


*

Ginny non capiva cosa era successo, e come poteva essere successo. Lee Jordan. Un bacio. Un bacio vero. Si girava e rigirava, più confusa che mai. Lei non piaceva a Lee Jordan. Era un'amica, e lui era un amico. Il migliore amico di Fred e George. Il ragazzino gentile che, quando veniva da loro, non l'escludeva e la faceva partecipare a quei giochi "non da femmine". Si rigirò nel letto, agitata. Come gli era potuto saltare in mente? Doveva parlargli.

Si addormentò, con la speranza che la notte le avrebbe portato consiglio.


*

La mattina dopo Ginny, arrivata alla conclusione più logica e sensata, andò a cercare Lee. Era sabato, quindi non aveva lezione. Lo trovò in biblioteca, che studiava. Appena la vide, si alzò dal suo tavolo e la raggiunse.

"Lee, dobbiamo parlare" disse lei.

"Sì, Ginny, io..." cominciò lui, ma Ginny lo interruppe.

"Senti, ho capito cosa è successo ieri sera. E ti ringrazio"

Lui la guardò confuso "cosa?"

"Lo hai fatto per farmi capire. Per farmi capire che mi devo calmare un attimo e non gettarmi a capofitto nella prima storia che mi capita." disse Ginny con un sorriso gentile "e sai, è stato illuminante. Sarò più cauta. Non è ancora il momento. Per vivere bene una storia bisogna riflettere e non avere fretta. Grazie Lee"

Lui la guardava ancora con uno sguardo stupito. Poi ghignò "sono contento che ti sia stato utile, piccola. Buona giornata Ginny, io devo tornare sui libri. Ci vediamo stasera" disse e se ne andò.


*

Lee si sedette al suo tavolo, arrabbiato. Prese la sua piuma e la spezzo nel pugno. Non aveva capito niente. Da una parte era meglio così. Ginny Weasley non era destinata a lui, e lo sapeva bene. Prese la bacchetta e con un incantesimo non verbale riparò la sua piuma. Fosse bastato quell'incanto a riparare la ferita che bruciava dentro di lui.


*

Ginny continuò a vedersi con Dean Thomas, ingenuamente allegra. Lui continuava ad avvicinarsi a lei sempre di più. Una sera, soli in Sala Comune, Dean le si era avvicinato più del solito, accarezzandole sempre le mani. Ginny sapeva cosa stava per succedere e mise in chiaro le cose.

"Dean" mormorò la ragazza, quando lui ebbe avvicinato troppo il volto al suo.

"Sì?" sussurrò lui.

"Siamo troppo vicini"

"Lo so"

La sensazione che provava era diversa da ciò che aveva provato con Lee. Lei voleva quel contatto. Ma non doveva.

"Dean, non si può" disse lei in un respiro. Lui si allontanò dal suo viso.

"Non ancora" mormorò la ragazza. Da sopra la scala a chiocciola un ragazzo dai riccioli rasta osservava la scena depresso. Non sarebbe mai stata sua.



Angolo Autrice

Eh già. Ginny non ha capito i sentimenti che Lee prova per lei. E non li capirà mai. Lo vede come un amico, e sempre sarà così. Come promesso, sarò fedele alle parole di J.K Rowling, come al solito.

Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì! Ringrazio chi lascia delle recensioni (sempre graditissime) e chi continua a seguire questa storia! Alla prossima

Marty

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Capitolo 41
*** Azione ***


cap 41
Azione

Finalmente i G.U.F.O erano iniziati e gli studenti del quinto anno erano tutti molti impegnati negli ultimi ripassi e crisi di nervi varie. Calì Patil una sera in sala comune era scoppiata a piangere a dirotto, gridando che sarebbe stata bocciata perchè troppo stupida, visto che l'incanto CambiaColore le riusciva male. Hermione Granger era intrattabile ed era meglio mantenerla a distanza: se le si rivolgeva una minima parola, si rischiava di essere colpito da uno dei suoi libri, oppure, se le si avvicinava troppo, cominciava a riempirti di domande incomprensibili. Anche Dean Thomas era molto nervoso e passava tutta la giornata in biblioteca senza rivolgere la parola a nessuno. Ginny, invece, aveva finito i suoi semplici esami di fine corso, ed erano andati molto bene, così passava quelle prime giornate calde sulla riva del lago, con i suoi compagni, o meglio, quei pochi amici non ancora fidanzati. Miriam e Anthony e Aisleen e Christopher si erano appartati sull'altra sponda del lago, intenti a baciarsi. Ginny era con Demelza, Colin e John, a lanciare sassi nel lago.
"Visto? Il mio ha rimbalzato dieci volte!" esclamò contenta Demelza.
"Dilettante! Il mio almeno diciotto" si vantò John.
"Sì, vabbè"
"è vero!"
"sapete dov'è Anthony?" chiese Colin.
"Io non l'ho visto" disse Ginny.
"Mmmm, neppure io, l'ultima volta l'ho visto a pranzo" disse Ginny.
John era pensieroso "ultimamente spariscono tutti.."
"Ash e Miriam sono molto impegnate, a quanto vedo.." disse Demelza, ridacchiando. Il volto di John si oscurò. "Ma perchè Miriam si è messa con quel Goldstain? È un imbecille colossale" esclamò.
"perchè, lo conosci?" chiese Ginny, inarcando le sopracciglia.
"Abbastanza per giudicarlo" rispose John "è quel tipo di persona che basta un'occhiata, per inquadrarla"
Il ragazzo prese un sasso e lo lanciò con forza sull'acqua. "nemmeno un salto" disse Demelza.
Alcuni ragazzi di Tassorosso passarono proprio di lì in quel momento e Ginny riconobbe una ragazza bionda, Erin Hopkins, amica inseparabile di Grace Evans. Era strano che in quel gruppo di persone non ci fosse anche lei, visto che era vacanza.
"Erin, dov'è Grace?" chiese John, che evidentemente aveva avuto gli stessi pensieri di Ginny. Erin sembrava nervosa.
"é rimasta in dormitorio.." disse.
"E perchè? Non sta bene?" chiese John, per niente convinto.
"Aveva caldo, voleva stare un po' al fresco.." disse lei, evasiva.
"Erin, ti conosco da un sacco di tempo, non mi inganni. Perchè non vuoi dirmi dov'è mia sorella?"
"Te l'ho già detto, è in Dormitorio.."
"Mi state nascondendo qualcosa"
"Non è vero!"
Erin si voltò seccata e se ne andò via con il suo gruppo di Tassorosso. John era ancora più nervosa di prima. Demelza fece per aprire bocca ma John la interruppe "Di Miriam ne basta una! So benissimo quello che vorresti dire, ma non è così!" esclamò, e se ne andò verso il castello, infuriato.
"Sarà, ma secondo me qualcosa di strano c'è" disse Demelza.

*
La sera a cena i ragazzi del quinto anno mangiavano con i libri aperti sul tavolo: a mezzanotte c'era l'esame di Astronomia e stavano tutti ripassando nomi di satelliti e orbite di pianeti. Ginny scorse Dean che snocciolava i nomi dei satelliti di Giove al suo amico Seamus Finnigam, che li ricontrollava sul libro di testo. Lei era seduta con i suoi compagni e tra loro regnava uno strano silenzio. Il cattivo umore di John era palpabile, e il fatto che nè Anthony, nè Grace si erano ancora fatti vivi non lo miglioravano affatto. Guardava in direzione del tavolo di Tassorosso in continuazione, ma il posto vicino ad Erin continuava ad essere vuoto.
"Ci sono problemi, John?" chiese Miriam. John rispose con un grugnito.
"Mmm, Grace non è ancora a cena.. il suo incontro deve essere durato molto, allora.." disse la ragazza con un sorrisetto soddisfatto. John la fissò.
"quale incontro?"
"Oh, io non lo so di preciso, ma una mia amica,  Kathleen Rubbers, compagna di Grace, mi ha detto che si è vista con un ragazzo"
"Chi?"
"Io non rivelo i segreti delle mie amiche!" esclamò Miriam con un ghigno "sbaglio o sei sempre stato te a dirmi che mi devo farmi gli affari miei?"
"Senti, smettila, o ti giuro che..."
Il litigio fu interrotto da Grace Evans, che correva furtiva verso il suo tavolo. John si alzò dal tavolo e corse da lei.
"Povera Grace" sospirò Aisleen. John era una furia, ma Grace lo aveva scansato immediatamente. Lui tornò al tavolo "L'aspetto al varco" disse, sedendosi. I ragazzi del quinto anno erano già spariti tutti.
*
"Con chi sei uscita?"
"Non sono affari tuoi"
"CON CHI SEI USCITA?"
"NON SONO AFFARI TUOI!"
John e Grace litigavano furiosamente in un corridoio. Ginny, Miriam, Demelza, Aisleen e Colin erano lì, e assistevano alla scena impotenti.
"Grace, dimmi chi cavolo è"
"La cosa non deve interessarti! Esco con chi mi pare"
"Perchè non vuoi dirmi chi è? Lo conosco?"
"Io non ti dirò niente" esclamò Grace arrabbiata.
"Se lo conosco dimmi chi è" gridò John. In quel momento arrivò Anthony.
"ciao ragazzi.. che succede?" chiese, gioviale, ma quando vide John furente e Grace quasi in lacrime cambiò espressione.
"Cosa è successo?" chiese lentamente. John si avventò su di lui.
"Sei stato tu ad uscire con mia sorella? Sei stato su, lurido schifoso.."
"John! Lascialo!" gridò Grace, cercando di tirar via il fratello.
"Ehi, che vuoi?" esclamò Anthony.
"Non sono uscita con lui!"
"Evans! Cosa diavolo sta succedendo?" era la professoressa McGrannit.
John lasciò andare Anthony. "Ti ho avvertito" sibilò.
"Signor Evans e signor Stewart! I duelli alla babbana non sono ammessi ad Hogwarts" esclamò la professeoressa mentre i due si separavano "quindici punti in meno a Grifondoro a testa! E doamni vi voglio nel mio ufficio per mettervi in punizione. Signorina Evans" disse rivolgendosi a Grace "ti consiglio di tornare immediatamente al dormitorio di Tassorosso. E voi" si rivolse agli spettatori "vi voglio nella torre di Grifondoro tra cinque minuti".
I ragazzi tornarono nei loro dormitori, avviliti.
"Miriam ma tu sai se Grace e Anthony sono usciti realmente insieme?" chiese Ginny, quando furono nel loro dormitorio. La ragazza sospirò.
"Kathleen mi ha detto che era uscita con un ragazzo. Non lo sapeva neanche lei chi fosse. Grace ha fatto le cose per bene. Forse lo sa solo Erin"
"John era veramente arrabbiato. Ho paura che il rapporto tra lui e Anthony si sia rovinato per sempre" mormorò Aisleen.
"Ti pare che perdono un'amicizia come la loro per una sciocchezza del genere?" esclamò Demelza. Ginny si chiese se Ron avrebbe litigato con Harry per lei, se sarebbe stato disposto a perdere il suo migliore amico seolo perchè era uscito con sua sorella. Sorrise al pensiero: Ron era capace di tutto, per difenderla, ma credeva che, vederla con il suo migliore amico sarebbe stato sicuramente meglio che cederla ad un altro. Beh, Ron si sarebbe dovuto rassegnare, perchè lei e Harry, a quanto pareva, non erano destinati.
Quelle furono le ultime ore tranquille, prima che le cose cominciassero, di colpo, a cambiare.

*
Era notte inoltrata quando gli alunni del quinto anno, rientrati dall'esame di Astronomia, tornarono in dormitorio, facendo un baccano incredibile. Ginny e le sue compagne si svegliarono per quel tumulto e si affacciarono dalla scala a chiocciola in vestaglia.
"Cosa è successo? Com'è tutto questo casino?" chiese Miriam. Tutti gli studenti di Grifondoro stavano scendendo in Sala Comune.
"Scendiamo anche noi" disse Aisleen. Giù tutti erano attorno a Dean Thomas e Semaus Finnigam che stavano raccontando cosa era successo.
"Stavamo facendo l'esame e ad un certo punto vediamo quattro figure che si avvicinano alla capanna di Hagrid, una delle quali riconoscibilissima.."
"cioè la Umbridge" specificò Dean con rabbia.
"ad un certo punto si cominciano a sentire delle esplosioni fortissime, e tutti puntiamo i telescopi verso giù.."
"beh, c'era Hagrid, circondato da cinque persone che tentavano di schiantarlo, ma con scarso successo.."
"Hagrid ha sangue di gigante, è praticamente impossibile schiantarlo" disse Miriam.
"Già, infatti non ci erano riusciti" disse Seamus.
"Hanno schiantato addirittura il cane, quei bastardi" ringhiò Dean "A quel punto Hagrid ha perso il controllo"
"e cosa ha fatto?" chiese Katie Bell.
"Spero abbia ucciso la Umbridge" disse John.
"Purtroppo no" disse Seamus "è intervenuta però la McGrannit"
"Ma l'hanno schiantata. Così, senza preavviso. Vigliacchi" Dean era nero, come tutti i Grifondoro.
"Dalla finestra del dormitorio abbiamo visto che la portavano via" disse Anthony "Da lì si sentiva tutto"
"Spero madama Chips possa fare qualcosa per lei" disse Demelza preoccupata.
"Sicuramente, madama Chips ha sempre un rimedio per tutto" disse Angelina.
"Hagrid comunque è scappato. Almeno lui non sono riusciti a prenderlo" disse Seamus.
"Meno male" disse Lee.
"Almeno lui si è salvato. Odio la Umbridge" disse Ginny.
"A chi lo dici" mormorò John.
I ragazzi rimasero svegli fino notte inoltrata. Solo alle quattro si decisero ad andare a dormire, sebbene tutti frastornati.
*
La storia della professoressa McGrannit aveva già fatto il giro della scuola. La maggior parte di studenti era dispiaciuta per lei ma non mancarono anche i commenti maligni dei serpeverde.
"Quella vecchia befana" stava dicendo Draco Malfoy, insieme ai suoi inseparabili compagni Tiger e Goyle "finalmente ce la siamo tolta dalle scatole"
Demelza, stupendo tutti, si scagliò contro di lui.
"Che cosa hai detto, stupido damerino?" ringhiò.
"Ehi, giù le mani, Mezzosangue" rispose lui, allontanandosi.
"Non sei molto originale con gli insulti, Malfoy" rispose lei, sprezzante "Non dire mai più niente sulla McGrannit, non devi neanche osare pronunciare il suo nome"
"Altrimenti?"
"Altrimenti te la vedrai con noi" disse Ginny, sfoderando la bacchetta.
"Che paura!" disse Malfoy "Una mezzosangue e la sorella di Weasley.. sto tremando"
"Dovresti" ringhiò Demelza, con la bacchetta che sprigionava scintille rosse.
"Ragazze, andiamo, non ne vale la pena" disse Miriam e allontanò le due amiche.
Miriam e Demelza tornarono in dormitorio, mentre Ginny andò verso il bagno delle ragazze, al primo piano. Uscendo da lì incontrò Luna Lovegood, con la sua solita aria trasognata.
"Ciao Luna! Come stai?" disse Ginny, allegramente. Le era sempre stata molto simpatica Luna, a dispetto delle sue stravaganze.
"Ciao Ginny! Io sto bene.. ci siamo viste poco ultimamente.." disse lei.
"Eh già, sono stata molto impegnata"
"Lo so, ti vedevo con Micheal. Ho visto che vi siete lasciati. Mi dispiace"
"Tranquilla, io sto bene. Cosa mi racconti?"
"Niente di nuovo, papà ha avuto molto successo con l'articolo di Harry, sono molto contenta. Ha aumentato le vendite. Sai, la gente a volte è così ottusa che non riesce a vedere le cose reali che ha davanti agli occhi, come che Harry ha sempre detto la verità o che siamo sempre pieni di Nargilli.."
"Hai ragione, dovremmo essere tutti un po' più aperti"
Camminarono insieme finchè non sentirono delle urla da un'aula.
"SE CREDI CHE POSSA FAR FINTA DI NON AVER VISTO.."
"Anche Sirius ha detto che dovevi assolutamente bloccare la mente!"
Erano Harry e Hermione.
"BEH, IMMAGINO CHE LA PENSEREBBE IN UN ALTRO MODO, SE SAPESSE QUELLO CHE HO APPENA.."
Ginny aprì di scatto la porta. I tre si voltarono di scatto.
"ciao" disse Ginny, esitante "abbiamo riconosciuto la voce di Harry. Che cos'hai da urlare?"
Ultimamente Harry urlava spesso.
"Non sono affari tuoi" rispose lui. Non si aspettava una risposta così rude.
"Non c'è bisogno che usi quel tono con me" rispose lei gelida, alzando le sopracciglia, come era solita fare quando era contrariata "Mi chiedevo solo se potevo aiutarti"
"Beh, non puoi"
"Sei davvero scortese, sai" osservò Luna, leggendo nei pensieri di Ginny. Harry soffocò un'imprecazione.
"Un momento!" disse Hemione "Harry, loro possono veramente aiutarci!"
Tutti la fissarono, Ginny si chiedeva ancora cosa stava succedendo.
"Ascoltate, Harry dobbiamo scoprire se Sirius ha lasciato veramente il Quartier Generale.."
"L'ho visto!"
"Si, lo so, ma ti supplico Harry, prima di scaraventarci a Londra dobbiamo controllare se Sirius è ancora al Quartier Generale. Se non c'è giuro che non cercherò di fermarti, verrò con te e farò tutto ciò che è necessario per salvarlo" Hermione era disperata.
"Ma Voldemort lo sta torturando ORA!" urlò Harry.
"E se fosse tutto un trucco? Dobbiamo controllare!"
"Ma come facciamo?"
"Useremo il camino della  Umbridge" rispose Hermione "faremo in modo di allontanare tutti dal suo ufficio.. e Ginny e Luna possono fare da palo.. se volete, ovviamente"
"Per me va benissimo" disse Ginny, anche se ancora voleva capirci qualcosa.
"Quando parlate di 'Sirius' vi riferite a Stubby Boardman?" chiese Luna.
Nessuno le rispose.
"Ok, ok ma facciamo in fretta" disse Harry in tono aggressivo.
Hermione e Ron cominciarono a creare qualche piano per distrarre la Umbridge. Ron si offrì di avvertirla di persona e convincere Pix a combinare qualche disastro, in modo di allontanarla.
"Dobbiamo tenere gli altri studenti lontani, però" disse Harry.
"Io e Luna potremmo metterci ai due capi del corridoio" propose Ginny "e avvertire gli altri che il corridoio è pieno di Gas Strozzante"
Hermione la guardò sorpresa. Ginny scrollò le spalle "prima di andarsene, Fred e George volevano farlo davvero" disse.
"bene, quindi io e te Harry entreremo nell'ufficio della Umbridge, e tu parlerai con Sirius".
Harry corse a prendere il mantello dell'invisibilità. Hermione si sedette su un banco, esausta.
"Hermione, cosa diamine sta succedendo?" chiese Ginny.
"è lungo da spiegare" rispose Ron "Harry ha avuto una specie di visione.."
"Ha visto Voldemort attaccare Sirius. Nell'Ufficio Misteri" continuò Hermione.
"Una visione come quella in cui ha visto papà?" chiese Ginny.
"Credo di sì" rispose Ron.
"Allora potrebbe essere vero!"
"Sì, Ginny, ma è più probabile che sia un trucco per attirare Harry lì.. Voldemort fa questo genere di cose, come quando ha portato te nella Camera dei Segreti. Lo conosce, tutto qui"
Andarono verso il corridoio dove c'era l'ufficio della Umbridge. L'azione aveva inizio. Ginny e Luna si misero alle postazioni decise. Le ragazze svolsero molto bene il loro compito, tanto che gli studenti non passavano più di lì. Ad un certo punto, un gruppo di grossi serpeverde si avvicinò a loro. Era la squadra di Inquisizione. Ginny mise una mano sulla bacchetta, nascosta nella tasca della divisa.
"Cosa fate qui?" abbaiò una grossa ragazza.
"Il corridoio è pieno di gas strozzante" disse Ginny, fingendo un tono esasperato "lo abbiamo detto già ad un centinaio di persone. Dovete fare il giro"
"togliti di qui, lurida traditrice del tuo sangue" esclamò un altro Serpeverde.
"Se vuoi morire, avanti" disse Ginny, spostandosi.
"La Umbridge ha avvertito che ci sono degli intrusi nel suo ufficio. Loro c'entrano sicuramente qulacosa" disse un altro Serpeverde.
"Se qualcuno è passato di qui non credo respiri ancora" continuò Ginny.
"smettila di dire idiozie, carina, non c'è nessun gas"
"La Umbridge ha preso Potter! Prendete anche loro!"
La ragazza che aveva davanti fece per prendere la bacchetta ma Ginny fu più veloce e la disarmò. Lanciò un incantesimo d'Ostacolo su un altro serpeverde e cercò di correre verso Luna. Warrington le fu quasi addosso, ma qualcuno gli lanciò un Pietrificus Totalus e lo bloccò.
"Neville!" esclamò Ginny, sollevata.
"scappate!" urlò lui.
"Luna, via da lì!" gridò Ginny.
Luna cominciò a correre verso di loro, ma una ragazza Serpeverde del sesto anno l'acchiappò.
"Luna!" gridò Neville, ma fu colpito dalla grossa massa di Warrington, che qualcuno aveva liberato dall'incanto.
Ginny era corsa verso l'amica "lasciala andare!" Il corridoio si stava cominciando a riempire, Ginny vide con la coda dell'occhio Tiger che trascinava Ron.
"LASCIATE STARE MIA SORELLA!" urlò Ron "GINNY SCAP.." non potè finire la frase perchè qualcuno, con un incantesimo lo imbavagliò.
Ginny era l'unica ancora libera ma una grossa ragazza serpeverde bloccò anche lei.
"lasciami!" gridò lei, dimenandosi, ma era troppo piccola per liberarsi di una gigante del genere. Tutti e quattro vennero trasportati, imbavagliati, nell'ufficio della Umbridge. Ginny continuva a cercare di prendere a calci i piedi della Serpeverde.
"è inutile dimenarti tanto roscia! Ora sarai espulsa" ghignò la ragazza.
La Umbridge aveva preso Harry e Hermione era inchiodata al muro da Millicente Bulstrode. Malfoy teneva tra le dita la bacchetta di Harry, con un ghigno beffardo stampato in faccia.
"bene bene" disse la Umbridge soddisfatta "a quanto pare ad Hogwarts non rimarrà più neanche un Weasley"
Malfoy rise e Ginny lo guardò con odio. Oh no, non l'avrebbero espulsa. La Umbridge cominciò a interrogare Harry. Aveva capito che cercava di comunicare con qualcuno dell'Ordine, e ovviamente i suoi sospetti principali erano rivolti verso Albus Silente.
"Non è affar suo con chi parlo" ringhiò Harry.
"Molto bene signor Potter" rispose lei, irrigidita "ha rifiutato di collaborare con le buone. Non ho altra scelta.. Draco! Chiami il professor Piton"
Malfoy corse subito fuori dalla stanza. L'ufficio era silenzioso, apparte i gemiti dei ragazzi imprigionati. Ginny continuava a prendere a calci la ragazza, visto che le sue braccia erano bloccate. Lei strinse ancora di più e Ginny temeva che gliele rompesse, ma non si arrendeva. Draco Malfoy rientrò con Piton.
"Voleva vedermi, Preside?"
"Avrei bisogno di un altro po' di Veritaserum, professore"
"ho finito la mia scorta. Le ho dato l'ultima boccetta per interrogare Potter. Spero non l'abbia consumato tutto. Le ho detto che bastavano tre gocce"
La Umbridge arrossì.
"beh, me ne serve altra. Me la può preparare?"
"Certo, ma ci vorrà un mese" rispose Piton.
"Un mese?" strillò lei incollerita. Piton fissava Harry e lui fissava l'insegnante di ricambio, intensamente. Ginny ci capiva sempre di meno. Prima che se ne andasse Harry gridò: "Ha preso Felpato! Ha portato Felpato nel luogo dov'è nascosta!"
Piton affermò di non capire cosa Harry volesse dire, e la Umbridge lo cacciò via infuriata. Ginny non sapeva se Piton avesse capito, ma a lei era chiaro ciò che Harry voleva dire.
"Benissimo, non mi rimane altra scelta" mormorò la Umbridge. Tirò fuori la bacchetta "è lei che mi costringe Potter. Io non vorrei. Mi costringi ad usare la Maledizione Cruciatus"
A Ginny mancò il respiro
"NO!" gridò Hermione "professoressa.. è illegale"
La Umbridge la ignorò. Aveva un'espressione strana, sembrava euforica.
"Anche madare Dissennatori a Little Whinging è illegale, ma Cornelius ha apprezzato molto..."
"è stata lei?" esclamò Harry.
"Qualcuno doveva agire. Dovevamo chiuderti la bocca. Oggi non riuscirai a scamparla, Potter" disse la professoressa.
"No!" urlò di nuovo Hermione "Harry.. dobbiamo dirglielo!"
"No!" gridò Harry. Ginny non capiva che intenzioni avesse Hermione.
"Tanto te lo tirerà fuori comunque.. a cosa serve resistere?" scoppiò a piangere disperata, coprendosi il volto.
"bene bene" disse compiaciuta la Umbridge e scaraventò Hermione su una poltrona. Ginny era allibita. Come era possibile che Hermione volesse tradirli?
Hermione stupì tutti. Si inventò una storia incredibile che parlava di Silente che aveva commissionato agli studenti la costruzione di una fantomatica arma da usare contro il Ministero. La Umbridge si bevve la storia e portò Harry e Hermione fuori da lì, diretti alla Foresta Proibita.
Era ora di entrare in azione.



Angolo Autrice
Ciao! In questo periodo sono molto veloce a postare.. ho molto tempo libero! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! grazie a tutti quelli che mi seguono e a quelli che mi lasciano recensioni: mi danno una spinta in più! bacioni a tutti
Marty

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Capitolo 42
*** Lotta e Fuga ***


cap 42 nvu

Lotta e Fuga


Malfoy era appoggiato elegantemente vicino alla finestra, giocherellando con la bacchetta di Harry. Sorrideva soddisfatto, anche se era un po' risentito dal fatto che la Umbridge non lo aveva portato con lei, Harry e Hermione nella Foresta Proibita. Un po' annoiato si voltò guardare i prigionieri, imbavagliati e bloccati dai Serpeverde.

"Che immagine pittoresca" disse "Sarà molto bello non avere più tutti questi Grifondoro in giro per il castello"

"Io sono di Corvonero" disse Luna, l'unica a non essere nè bloccata, nè imbavagliata.

"è la stessa cosa" disse Malfoy.

"Non mi sembra" disse lei, candida "Oh, forse la tua mente è stata attaccata dai Gorgosprizzi! Sai, quando si avvicinano troppo, le persone cominciano a non riconoscere sfumature o altre piccole cose. Se avessi i miei Spettrocoli, potrei dirti se te ne vola qualcuno vicino"

"ma cosa diavolo stai dicendo?" ringhiò Malfoy, mentre Ron rideva da sotto il suo bavaglio.

"Oh, nel numero scorso del Cavillo mio padre ha pubblicato un articolo dove ne ha parlato molto chiaramente.."

"Draco, è Lunatica Lovegood. Dice idiozie dalla mattina alla sera" disse un altro Serpeverde. Ginny si era riuscita a liberare dal bavaglio.

"Luna non dice idiozie. Al contrario tuo, Malfoy"

All'improvviso Ron, diede una gomitata nello stomaco al ragazzo che lo manteneva che lo lasciò andare per un secondo, ma tanto bastò al ragazzo per sfuggirgli completamente. Si strappò il bavaglio dalla bocca e tirò fuori la bacchetta.

"Non provare neanche a guardare mia sorella" ringhiò, puntandola contro il Serpeverde. Poi la puntò verso Ginny e schiantò la ragazza che la teneva, così che anche la sorella fosse libera.

"Grazie Ron!"

Tiger lasciò andare Neville per intervenire contro Ron che si stava lanciando contro Malfoy, ma Luna, con un abile incantesimo d'Ostacolo riuscì a salvare il ragazzo. Neville si tolse anche lui il bavaglio. "Esercito di Silente!" gridò, con la bacchetta alzata. Intanto un altro grosso serpeverde cominciò con lui un duello alla babbana, riempendo il povero Neville di pugni.

"Impedimenta!" gridò Ginny, lanciando un Incantesimo tanto potente da gettare il ragazzo su una libreria e farlo svenire. Malfoy, intanto, si era sottratto alla mira di Ron e gli lanciò alle spalle una Fattura Gambemolle.

"Codardo, ad attaccare alle spalle!" gridò Ginny, ma non riuscì a colpirlo con il suo incantesimo. Nel frattempo, Neville aveva lanciato un potente incantesimo d'Ostacolo su Tiger, per poi Schiantarlo e Luna aveva schiantato la ragazza che l'aveva fatta prigioniera.

"Non lasciarli scappare!" urlò Malfoy all'altro Serpeverde rimasto in piedi. Draco puntò la sua bacchetta verso Ginny, che si protesse con un potente Scudo. Intanto Ron si stava occupando insieme a Neville e Luna del regazzo, che dava però filo da torcere.

"Chissà che fine farà il tuo caro Potter" sogghignò Malfoy rivolto a Ginny "magari sarà stato divorato da qualche lupo mannaro nella Foresta.."

"Quanto sei ridicolo Malfoy" disse Ginny, cercando di Schiantarlo.

"Mi ricordo bene della tua filastrocca Weasley.. com'era? Occhi verdi di rospo in salamoia o qualcosa del genere.. che opera d'arte!"

"Ma ti rendi conto di quanto fai pena?" Non riuscì nemmeno a Disarmarlo. Era fin troppo agile. Ma lei non demordeva.

"Non sta insieme a te, eh? Non ti ha voluta.. forse è stato proprio a causa di quella canzoncina.."

Fu in quel momento che Ginny usò il suo Incanto migliore, la Fattura Orcovolante.

"Che cosa mi hai fatto?" ululò Malfoy, il volto ricoperto di esserini neri, mentre galleggiava in mezzo alla stanza. Con un colpo di bacchetta Ginny recuperò quella di Harry, mentre Neville aveva preso quella di Hermione, da una schiantata Millicent Bulstrode.

"Sei stata il massimo, Ginny!" si congratulò Ron, mentre la sorella le dava la bacchetta di Harry.

"Non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo andare nella Foresta" rispose Ginny, asciugandosi il sangue che usciva da dei graffi che le erano venuti durante la battaglia.

"Noi non dobbiamo fare nulla. Andrò solo io"

"Che cosa? E perchè?"

"Perchè sì, sono il più grande.."

"Guarda che ci passiamo solo pochi mesi!" rispose Neville.

"E mi pare che non hai lottato da solo!" esclamò Ginny.

"Tutti quanti facciamo parte dell'Esercito di Silente" disse Luna "abbiamo scelto di lottare"

Ron sbuffò "Ginny, Luna, voi rimanete qui, siete troppo piccole.."

"Non se ne parla neppure" rispose Ginny.

"Ci passiamo solo un anno, Ronald. Sei coperto di Gorgosprizzi anche tu?"

Ron sembrava irritato "E va bene, venite tutti e tre.. sbrighiamoci!"


*

Non fu facile trovare Harry e Hermione.

"Ma dove sono finiti?" esclamò Ron, facendo saltare un cespuglio.

"Qui sembra che ci sia appena passato qualcuno!" disse Neville, indicando una specie di sentiero.

"perfetto! Proviamo a seguire questa traccia" disse Ron. Camminarono per un bel po'. Ron stava diventando parecchio nervoso.

"Ron, cosa c'è?" chiese Ginny.

"è che io conosco questa strada" borbottò Ron.

"E dove porta?" domandò la sorella.

"In un posto dove il nostro caro Hagrid ha fatto in modo che crescesse una bella colonia di Acromantule" rispose lui, con un brivido. Ginny sogghignò: conosceva bene il terrore che aveva Ron per i ragni.

"Forse l'intenzione di Hermione era di far divorare la Umbridge da qualche ragno" disse Ginny.

"Hermione non conosce quel nido" disse Ron "quando io e Harry siamo andati a visitare il caro, dolce Aragog lei era pietrificata in Infermieria. Non capisco..."

Camminarono ancora un po' finchè non sentirono dei rumori ben poco rassicuranti e delle grida.

"Andiamo, sono loro!" gridò Ron e cominciò a correre verso il punto da cui provenivano le urla.

Sentirono degli zoccoli allontanarsi e poi il silenzio.

"Erano i Centauri!" esclamò Neville, terrorizzato.

Si sentivano delle voci.

"Non possiamo fare niente senza bacchette" stava dicendo Hermione "e comuque, Harry, come pensavi di arrivare fino a Londra?"

"Proprio quello che ci stavamo chiedendo anche noi" disse Ron, sbucando dai cespugli insieme agli altri. Harry e Hermione erano l'uno vicina all'altra, in piedi e all'erta. Il loro aspetto era orribile: i vestiti erano strappati in vari punti ed erano coperti di sangue.

"Allora" disse Ron, lanciando la bacchetta a Harry "che cosa avevi in mente?"

"come avete fatto a liberarvi?"

"Qualche Schiantesimo e Incantesimo di Disarmo, Neville ha tirato fuoi un bell'Incantesimo di Ostacolo" rispose Ron "ma Ginny è stata il massimo: ha sistemato Malfoy con una Fattura Orcovolante superba. Che fine ha fatto la Umbridge?"

"Un branco di centauri l'ha portata via" rispose Harry.

"E vi hanno lasciato andare?" chiese Ginny stupita.

"Non volevano ma li ha sistemati Grop" disse Harry.

"Chi è Grop?" chiese Luna.

"Il fratellino di Hagrid" rispose Ron "Harry cosa hai scoperto dal camino? Sirius è stato preso da Tu-Sai-Chi oppure..."

"Sì" rispose Harry "Ma sento che è ancora vivo. Solo che non so come raggiungerlo in tempo.."

"Beh, volando, no?" disse Luna con tono pratico.

Harry ne fu molto irritato "Allora, non faremo nulla, se in quel faremo ti ci metti anche tu. E comunque Ron è l'unico ad avere una scopa, quindi.."

"Io ce l'ho una scopa!" intervenne Ginny.

"Sì, ma tu rimani qui" ribattè Ron.

"Chiedo scusa, ma quello che succede a Sirius importa anche a me!" rispose Ginny, decisa.

"Tu sei troppo.." cominciò Harry ma Ginny lo bloccò "Non sono troppo piccola Harry, visto che tu avevi tre anni meno di me quando hai lottato la prima volta contro Tu-Sai-Chi, ed è grazie a me che Malfoy è bloccato nell'Ufficio della Umbridge.."

"Sì ma.."

"Ricordati che facciamo tutti parte dell'E.S" ricordò Neville "Era per prepararci a combattere Tu-Sai-Chi, no? O era solo un gioco?"

"No, certo che no.."

"Allora verremo anche noi. Vogliamo aiutarti" disse Neville.

"Giusto" annuì Luna allegramente.

Harry e Ron si scambiarono un'occhiata.

"va bene, ma tanto non sappiamo come arrivare a Londra" disse Harry, scoraggiato.

"Non avevamo risolto già questo problema?" insistette Luna.

"Senti Luna, non so come volare senza una scopa.."

"Non è l'unico mezzo!" replicò lei tranquilla.

"Si magari il Ricciocorno Schiattoso.." borbottò Ron.

"No, il Ricciocorno Schiattoso non sa volare" rispose Luna "ma loro sì, e Hagrid ci ha detto che sono ottimi per i lunghi viaggi"

Harry si voltò di scatto verso il punto indicato da Luna. Anche Neville e sembrava che vedessero seriamente qualcosa. Ginny si voltò ma non vide assolutamente nulla.

"Sì" bisbigliò Harry. Ginny non capiva cosa avessero visto.

"Sono quelle bestie pazzesche che assomigliano ai cavalli?" chiese Ron "quelli che non puoi vedere se non hai visto morire qualcuno?"

Ora Ginny aveva capito: era ovvio, avrebbero usato i Thestral! Hagrid aveva detto che ce ne erano molti intorno al castello.

"Ce ne servono tre" disse Hermione, piuttosto decisa anche se molto scossa.

"Quattro" la corresse Ginny, accigliata.

"In realtà, mi pare che siamo sei" aggiunse Luna, tranquilla.

"Non dire sciocchezze, non possiamo andare tutti" esclamò Harry.

"Perchè no?" esclamò Neville.

"Guarda che sei sono meglio di tre. Potremmo aiutarvi" disse Luna.

"Io voglio salvare Sirius! E non dire che sono troppo piccola, perchè mi pare proprio di aver dimostrato di sapermela cavare tranquillamente da sola"

Harry alla fine si arrese "e va bene" sbottò "venite, fate come volete, ma devono arrivare altri Thestral..."

Ginny non si faceva fregare ."Tranquillo che arriveranno" lo assicurò.

"E cosa te lo fa credere?" rimbeccò lui, infastidito.

"Te ed Hermione siete ricoperti di sangue, nel caso non te ne fossi accorto" disse Ginny "e Hagrid usa carne cruda per attirarli no?"

Harry non aveva niente da risponderle, ma si voltò a guardare un punto nella foresta, e Ginny capì che le sue affermazioni erano esatte.

"D'accordo, intanto io e Ron prendiamo questi due, voi ed Hermione ci raggiungete.."

"Io non resto qui!" protestò Hermione, furiosa. Harry stava facendo troppo l'eroe per i suoi gusti, pensò Ginny. Erano tutti in grado quanto lui di affrontare i pericoli!

"Non c'è bisogno" disse Luna, con un sorriso "se ne stanno avvicinando altri.."

Harry si voltò e sbuffò: evidentemente era vero, altri Thestral si stavano avvicinando.

"E va bene!" esclamò "Sceglietene uno e salite!"

Harry toccò qualcosa di invisibile davanti a lui e lo accarezzò. Poi, goffamente, vi si issò sopra. Vedere un ragazzo a cavalcioni a mezz'aria era veramente strano. Neville e Luna fecero lo stesso: Neville molto salì con molta difficoltà, mentre Luna si sedette all'amazzone con movimenti molto aggraziati su quell'essere invisibile. Ginny, Ron ed Hermione, ovviamente non sapevano come fare e Luna si offrì gentilmente di aiutarli. Era strano toccare qualcosa che non si poteva vedere: aò tatto il Thestral ricordava molto un cavallo, sicuramente anche nelle dimensioni. Avevano un pelo molto liscio. Ginny si aggrappò forte a quell'essere che in un attimo partì. Era velocissimo e gli occhi le lacrimavano. Si strinse ancora di più al suo destriero. Era incredibile volare a quella velocità e a quell'altezza senza poter vedere su cosa era! In un attimo si lasciarono indietro Hogwarts e la foresta, e piano piano le montagne cominciarono ad abbassarsi e le foreste a diradarsi, sostituite dalle campagne.

"è proprio strano!" gridò Ron, ed effettivamente capiva cosa intendeva: era un viaggio da brividi, qualcosa di mai provato prima. Ma in realtà preferiva la scopa. La luce del giorno venne sostituita dal crepuscolo, l'aria si faceva sempre più fredda e Ginny si sentiva il volto congelato, sentiva le labbra ghiacciata e gli occhi le bruciavano, ma non osava chiuderli. Senza preavviso il suo Thestral cominciò una picchiata verso terra e lei vi si aggrappò ancora più forte. Non vedeva l'ora di essere a Londra, sulla terraferma. Appena arrivò a terra tirò un sospiro di sollievo. Era alla destra di Harry, che era appena sceso. Scese giù con tutta la grazia che si può avere quando si scende da un cavallo invisibile. Era sollevata. Si ripromise di non riprendere mai più un Thestral.

"E adesso dove andiamo?" chiese Luna, l'unica che non sembrava per niente sconvolta, ad Harry.

"Da questa parte" disse lui e portò tutti ad una vecchia cabina telefonica.

"dentro!" esclamò, imperioso. Ginny e Ron ubbidirono subito, poi entrarono anche Neville, Hermione e Luna. Una voce femminile chiedeva il loro nome e il loro compito. Harry glieli disse, con una certa fretta, e diede ad ognuno di loro un cartellino che il telefono aveva stampato. Ginny guardò il suo: Ginny Weasley, Missione di Salvataggio. La cabina cominciò a scendere sotto terra, come un ascensore. Si ritrovarono nell'Atrium, che era deserto. Harry tirò fuori la bacchetta e attese, prima di uscire.

"Il Ministero della Magia vi augura una piacevole serata" disse la voce che prima gli aveva chiesto i nomi. La porta della cabina si spalancò ed Harry ruzzolò fuori, seguito da Luna e Neville. L'unico suono che si sentiva era lo scroscio della grossa fontana al centro dell'Atrium. Le era già capitato di entrare nell'Atrium, insieme alla mamma, le pareva strano vederlo così vuoto e silenzioso. Le sembrava strano però: possibile che non ci fosse un guardiano? Era possibile che erano riusciti ad entrare così facilmente, in un posto dove di solito le regole erano molto rigide? I sei ragazzi si avviarono verso i grandi ascensori dalle grate dorate, che conducevano agli uffici. Entrarono tutti in uno. Ginny non era andata mai oltre il Secondo Livello, dove c'era l'ufficio del padre. Questa volta, Harry premette il pulsante numero nove. Scesero molto in basso, fino a quando l'ascensore si fermò.

"Ufficio Misteri" li avvertì la solita voce fredda. Il corridoio era anch'esso deserto. Harry si voltò verso di loro. "Beh, ci siamo" disse "forse sarebbe meglio.. se qualcuno rimanesse qui, di guardia.."

Ci provava di nuovo.

"Anche se rimanessimo, come facciamo ad avvertirti in caso di pericolo?" chiese Ginny, inarcando le sopracciglia "potresti essere ovunque"

"Veniamo con te, Harry" disse Neville.

"Avanti!" esclamò Ron. I sei ragazzi si fermarono davanti ad una lucida porta nera. Quella si spalancò da sola, appena Harry la sfiorò. In silenzio il ragazzo avanzò, e gli altri lo seguirono, i passi leggeri come un respiro.




Angolo Autrice

Grazie mille a tutti quelli che seguono e recensiscono!! mi aiutate sul serio, poi in questo periodo ho veramente tanta ispirazione! Spero sia piaciuto anche questo capitolo! Vi avverto già che anche il prossimo parlerà di lotta, ma credo riuscirò a incastrare tutta la parte del Ministero in un capitolo solo. Quante cose cambieranno dopo per la nostra Ginny, eh? Buona lettura, fatemi sapere il vostro parere sul capitolo!

Bacioni

Marty

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Capitolo 43
*** Ufficio Misteri ***


cap 43 nvu

Ufficio Misteri


Erano in una stanza circolare, con tante porte tutte uguali. Era tutto nero, sia le pareti che le porte e non c'era altro, nè finestre, nè mobili di alcun genere.

"Qualcuno chiuda la porta" borbottò Harry. Neville obbedì e furono nell'oscurità più totale. L'unica cosa visibili era un gruppo di piccole fiamme azzurre sulle pareti. Ad un certo punto la stanza cominciò a ruotare su stessa. Ginny, spaventata, si aggrappò al braccio del fratello, spaventato quanto lei.

"che cosa succede?" chiese Ron, non appena la stanza si fu fermata.

"Credo serva a non farci più trovare la porta da cui siamo entrati" disse Ginny.

"E ora come faremo?" chiese Neville, agitato.

"Per ora non ha importanza" disse Harry "dobbiamo solo ritrovare Sirius.."

"Non chiamarlo, però!" esclamò Hermione, ansiosa, avvinghiata al suo braccio.

"da che parte andiamo?" chiese Ron.

"Non ne ho idea" rispose Harry, nervoso "nei miei sogni varcavo direttamente la porta davanti a me.. entravo in una stanza che.. che scintilla, tipo. Dobbiamo provarene qualcuna, ma sono sicuro che quando me la ritroverò davanti la riconoscerò"

Harry si avvicinò alla porta che aveva di fronte a lui e l'aprì, tenendo la bacchetta alzata. La stanza che avevano davanti era illuminata ed era lunga e rettengolare. Era vuota, a parte delle scrivanie e una grossa vasca di cristallo al centro. Era piena di un liquido verde scuro e dentro galleggiavano delle cose bianche, forse dei pesci.

"Che cos'è?" chiese Ron.

"Non lo so" rispose Harry, facendo capire che non era quella la stanza che cercavano.

"Pesci?" mormorò Ginny. Da una parte, ci sperava.

"Larve di Aquavirius!" esclamò Luna.

"No" disse Hermione, avanzando per vedere meglio "sono cervelli"

"E a cosa servono?"

"Non lo so.."

"Usciamo di qui" intervenne Harry "Non è la stanza giusta"

Ritornarono nella stanza circolare ed Hermione segnò la porta con una X fiammeggiante. Appena la chiusero la stanza riprese a girare. Harry aprì un'altra porta a caso. Questa stanza era più grande della precedente ma meno illuminata. Il centro era concavo ed era circondata da panche di pietra, come un anfiteatro. Al centro si trovava una piattaforma rocciosa sulla quale si ergeva un arco di pietra, antico e molto rovinato, chiuso da una tenda logora. La cosa strana era che la tenda si muoveva, come scossa da una corrente d'aria, che però, in quella stanza priva di finestre, non c'era.

"Chi c'è?" esclamò Harry, saltando su una panca più in basso.

"Attento!" lo avvertì Hermione. Harry continuò a scendere fino alla piattaforma. Si era avvicinato al velo, e a quel punto Hermione e Ron scesero di corsa. Ron aggirò la piattaforma e andò dall'altra parte.

"Harry" chiamò Hermione "andiamo, questo posto non mi piace" era molto spaventata. Ginny e Neville erano rimasti più in alto, ma cominciarono a scendere anche loro. Per quanto spaventata, anche Ginny non riusciva a staccare gli occhi dall'arco, e provava l'impulso di avvicinarsi.

"Andiamo, Harry?" ripetè Hermione, più decisa.

"Sì" mormorò Harry, senza muoversi "sento delle voci, là dietro. Nessuno le sente?"

"Io li sento" disse Luna, ormai di fianco ad Harry "c'è qualcuno là dietro"

"Là dietro?" ripetè Hermione "è solo un arco, non c'è posto per nessuno, e non c'è nessuno! Dai Harry, smettila, andiamo via" lo afferrò per il braccio, ma lui non si mosse.

Ginny non riusciva a staccare gli occhi dal velo e scendeva sempre di più.. Harry aveva ragione.. le sentiva anche lei. Erano delle voci, la chiamavano..

Qualcuno la prese per un braccio e tornò in sè: era Hermione che la stava trascinando verso la porta.

"Che cosa credi che fosse?" le chiese Harry.

"Qualcosa di pericoloso, sicuramente" rispose Hermione, segnando anche quella porta. La stanza circolare girò di nuovo, ma Ginny era ancora troppo scossa per farvi caso. Cervelli galleggianti, veli che si muovevano da soli, stanze che ruotavano.. che cosa li aspettava ancora?

Harry provò ad aprire un'altra porta, ma era bloccata. Hermione provò ad aprirla con un incantesimo, ma fu tutto inutile.

"Lasciamo perdere questa porta" disse pratica e la segnò con una X.

"Chissà cosa c'era" mormorò Neville.

"Spero non qualcosa di peggio di ciò che abbiamo già visto" disse Ginny.

"Sicuramente era qualcosa di peggio" disse Ron.

Harry provò ad aprire ancora un'altra porta, che si aprì subito.

"è questa!" esclamò "ne sono sicuro"

"Non so se esserne contento" sussurrò Neville a Ginny. La stanza era sicuramente più rassicurante delle altre: brillava e luccicava da ogni angolo. Una volta abituati alla luce si resero conto di essere circondati da orologi, sveglie, clessidre e pendoli di ogni genere. Un costante ticchettio riempiva la stanza. La luce proveniva da una gigantesca campana di vetro al centro della stanza. Ginny guardò la campana: al centro esatto c'era un uovo, che si schiudeva e diventava un piccolo colibrì, per poi ritornare uovo.

"Guardate!" esclamò, indicando la campana agli altri. Era una cosa straordinaria, e lei non riusciva a distoglierne gli occhi.

"Muovetevi!" ordinò brusco Harry.

"Tu hai perso tutto il tempo che volevi con quell'arco!" replicò lei, indispettita, ma lo seguì ugualmente.

"è questa!" disse Harry, indicando un'altra porta. Ginny tirò fuori la bacchetta, come tutti gli altri. Sentì il cuore accellerare i battiti. Harry aprì la porta.


*

La nuova stanza era molto grande, le pareti erano alte come quelle di una cattedrale, ed era piena di scaffali, contenenti delle piccole sfere che emanavano una flebile luce. Era più fredda rispetto alle altre, ed era illuminata da quelle piccole fiammelle azzurre, come nella stanza circolare. Harry fece qualche passo e sbirciò in un corridoio.

"La fila era la novantasette" sussurrò Hermione. Ginny sentiva la paura invaderla, ma si fece coraggio e avanzò insieme agli altri. Le file erano numerate e la loro era la cinquantatre. Avavnzarono verso destra, con le bacchette pronte. L'unico rumore era il loro respiro.

"Novantasette" disse Hermione. Non c'era nessuno.

"Più avanti" disse Harry "laggiù in fondo" andarono avanti ma il posto era deserto.

"Harry" mormorò Hermione.

C'era solo il silenzio.

"Potrebbe essere qui" disse Harry, controllando.

"Harry" ripeté Hermione.

"Cosa c'è?" l'aggredì lui.

"Non credo che Sirius sia qui.."

Nessuno parlò. Harry teneva lo sguardo basso.

"Harry" chiamò anche Ron.

"Che c'è?" ringhiò Harry.

"Hai visto questa?" chiese, indicando lo scaffale.

"C'è il tuo nome scritto qua.."

Ron stava indicando una delle sferette polverose. Si avvicinarono.

"Il mio nome?" chiese Harry. Un'etichetta polverosa sotto la sfera, con una data di circa sedici anni prima, diceva:


S.P.C a A.P.W.B.S

Oscuro Signore

e (?) Harry Potter

"che ci fa il tuo nome laggiù?" chiese Ron. La faccenda si faceva sempre più preoccuapante e Ginny aveva l'orrenda impressione di essersi cacciati in un guaio più grande di loro.

"I nostri nomi non ci sono" insistette Ron. Ginny alzò gli occhi al cielo: è normale, lui è Harry Potter, no? Quale nome, meglio del suo, poteva stare in un luogo come quello, e accanto a quello di Tu-Sai-Chi, per giunta?

"Harry non toccarla" esclamò all'improvviso Hermione.

"Perchè no? C'è il mio nome, giusto? Perciò mi riguarda.."

"Non farlo Harry" esclamò Neville, terrorizzato.

"C'è il mio nome" ripetè Harry. Avvicinò le mani alla sfera, e la circondò con le dita. Ginny trattenne il respiro. Ma non accadde nulla. Gli si avvicinarono, per esaminare quello strano oggetto.

All'improvviso, una voce strascicata e familiare risuonò alle loro spalle.

"Molto bene, ragazzo. Ora voltati lentamente e dammela"


*

A Ginny sfuggì un gemito di terrore: dodici figure nere li puntavano con le loro bacchette. I ragazzi si strinsero, sfoderando anche le loro.

"dammela Potter" disse la voce, che Ginny riconobbe per quella di Lucius Malfoy "dammela"

"dov'è Sirius?" chiese Harry. I Mangiamorte risero.

"L'Oscuro Signore sa sempre tutto!" esclamò una voce femminile.

"Dammi la profezia Potter" insistette Malfoy, a voce bassa.

"Voglio sapere dov'è Sirius!"

"voglio sapere dov'è Sirius" gli fece eco la donna, con una vocetta infantile e fasidiosa. I Mangiamorte si strinsero intorno a loro.

"Lo avete catturato" disse Harry "è qui"

La strega lo sbeffeggiò di nuovo, facendo ridere gli altri Mangiamorte.

"non ancora.." sentì sussurrare Harry, presumiblimente a Ron.

"ma sentitelo! Dà gli ordini agli altri mocciosi, come se avessero qualche speranza contro di noi.." esclamò la donna.

"Oh Bellatrix, tu non conosci Potter" Disse Malfoy, con un ghigno "Potter adora fare l'eroe!"

Gli altri Mangiamorte risero.

"Adesso piantiamolo con i giochi, Potter, e dammi la Profezia"

"Voi avete preso Sirius" insistette Harry "è qui, lo so"

"è ora che impaari la differenza tra i sogni e la realtà" disse Malfoy "Dammi la profezia, o useremo le maniere forti"

Quindi quella sferetta polverosa era una profezia?

"Noi siamo pronti" disse Harry, alzando la sua bacchetta. Anche loro fecero la stessa cosa. I Mangiamorte, però, non li colpirono, nonostante Ginny si aspettasse un attacco.

"Dammi la profezia, e nessuno si farà male" insistette Lucius Malfoy, anche se sembrava che stava per perdere la pazienza. Harry rise.

"Se io vi do questa profezia voi ci lascereste andare? Come se niente fosse, eh?"

"Accio profez..." gridò un Mangiamorte ma Harry si protesse con un Sortilegio Scudo.

"Oh, sa giocare il piccolo Potter" disse la strega, con quella vocetta infantile "bene.."

"No, TI HO DETTO DI NO!" urlò Lucius Malfoy "Se la rompi..."

Per i Mangiamorte quella profezia era fondamentale. Era solo per quella che ancora non li avevano attaccati. La donna si tolse il cappuccio e Ginny riconobbe la strega che aveva visto sulla Gazzetta del Profeta, quella evasa da Azkaban: Bellatrix Lestrange aveva lo stesso volto scavato e occhi folli, incorniciato da ricci ribelli corvini.

"hai bisogno di farti convincere?" mormorò, diretta ad Harry "benissimo" esclamò "prendete la più piccola, che guardi mentre la torturo" gli occhi folli si poggiarono proprio su di lei, così come quelli degli altri Mangiamorte. Strinse la bacchetta: era pronta a combattere. Gli altri le si erano stretti attorno e Harry le si parò davanti.

"Se vuoi attaccare uno di noi, dovrai distruggere questa profezia, e non credo che il tuo capo sarà molto contento, no?" Bellatrix non distoglieva lo sguardo da lui, furibonda.

"allora, spiegatemi di che profezia si tratta" disse Harry, tranquillo. I Mangiamorte rimasero stupiti.

"Come di che profezia.." esclamò Bellatrix "Stai scherzando, vero Potter?"

"No" rispose Harry "Perchè Voldemort ci tiene tanto?"

Un mormorio rabbioso di diffuse tra i Mangiamorte.

"Tu osi.." sussurrò Bellatrix.

"Già, non ho problemi a dire Vol.."

"Zitto!" gridò Bellatrix "Non osare pronunciare il suo nome, con le tue luride labbra di Mezzosangue.."

"Guarda anche lui è un Mezzosangue, non ve lo ha detto?"

Hermione emise un gemito spaventato. Anche Ginny si rendeva conto che Harry stava giocando con il fuoco.

"Suo padre era un Babbano, anche se la madre era una strega.."

"STUPEF.."

"BELLA, NO!"

Malfoy bloccò la strega, e mandò l'incantesimo su uno scaffale. Si spaccarono molte sfere, dalle queli uscirono figure evanescenti, che sussurravano.

"NON ATTACCATE!"

"Come ha osato.."

"ABBIAMO BISOGNO DI QUELLA PROFEZIA"

Le figure evanescenti sparirono e così i loro mormorii.

"Allora, ancora non mi avete spiegato cos'ha di tanto speciale questa profezia" disse Harry.

Stava cercando di guadagnare tempo.

"Non giocare con noi, Potter" ringhiò Malfoy.

"Non sto giocando!" esclamò Harry.

"Silente non ti ha mai detto che il motivo per cui hai quella cicatrice è nascosto qui dentro?"

Era veramente lì? Era per quella stupida sfera che Voldemort dava la caccia ad Harry?

"Ecco perchè non ti sei mai precipitato qui.."

Ginny sentiva dei movimenti alle sue spalle.

".. mi sembrava strano.." continuava Lucius Malfoy.

"Quando Harry dice ora" le bisbigliò Neville.

"Ma davvero?" stava chiedendo Harry.

"..spacca gli scaffali"

"Perchè dovevo prenderla io?"

"solo gli oggetti della profezia possono toccarla, e ovviamente il Signore Oscuro non può piombare nel Ministero, anche se questo continua ad ignorare il suo ritorno.."

"E a cosa gli serve una profezia su di me?"

"Su entrambi.. non ti sei chiesto come mai il Signore Oscuro ha tentato di ucciderti quando eri solo un neonato?" Harry rimase in silenzio, evidentemente rifletteva sulle parole del mangiamorte. Ginny si teneva pronta.

"qualcuno ha fatto una profezia su Voldemort e me?" ripetè piano "E mi ha fatto venire a prenderla per lui?"

"Molto bene Potter, il Signore Oscuro sa che non sei uno scioc.."

"ORA!" urlò Harry.

Ginny gridò "REDUCTOR!" come fecero anche gli altri. Colpì lo scaffale in pieno e le sfere cominciarono a ruzzolare giù, tutte insieme, rompendosi e facendo uscire quelle figure perlacee. Cominciò a correre più in fretta che poteva, a fianco a lei vedeva solo Luna e Ron.

"Stupeficium!" sentì gridare Hermione, ma non si voltò per vedere se l'incantesimo aveva fatto centro, cercava solo di correre più veloce che poteva.

"Correte!" urlò Ron, superando lei e Luna. Videro una porta davanti a loro e vi si tuffarono dentro.

"Dove sono gli altri?" esclamò Ginny, non vedendo Harry, Hermione e Neville.

"Non lo so.. spero stiano bene.." disse Ron. Sentirono dei passi dietro la porta.

"Stanno arrivando!" gridò Ginny, terrorizzata e in quel momento la porta si spalancò e loro ricominciarono a correre.

"Di qua!" urlò Luna e aprì un'altra porta e vi si buttarono dentro. Gridarono: in quella stanza non c'era nè pavimento nè gravità ed erano tutti sospesi in aria.

"Dove siamo finiti?" esclamò Ron.

Intorno a loro c'era solo il buio e delle sfere colorate che galleggiavano come loro.

"é il Sistema Solare!" esclamò Ginny "Sono i pianeti!"

All'improvviso la porta si aprì e quattro Mangiamorte si precipitarono dentro.

"Sono laggiù!" gridò uno di loro.

"Stupeficium!" gridò Ginny e ne schiantò uno.

"Ci sa fare la mocciosa!" esclamò un altro, cercando di colpirla a sua volta, ma con scarso successo: Ginny schivò con agilità il colpo, galleggiando verso Nettuno.

Vide Luna cercare di disarmarne un altro.

Un mangiamorte nuotava verso Ginny.

"Piccola, te non mi scappi.." e la puntò con la bacchetta.

"NO!" ruggì Ron "EXPELLIARMUS!"

Il Mangiamorte perse la bacchetta e guardò il ragazzo in cagnesco.

"PIETRIFICUS TOTALUS!" gridò Luna e ne pietrificò uno che tentava di attaccarla.

Un altro, con un movimento rigido id Bacchetta colpì Ron con un raggio arancione. Lui rimase immobile per qualche secondo.

"Ron!" gridò Ginny. Non poteva essere..

All'improvviso il ragazzo ridacchiò.

"Ooooh, stiamo galleggiando nello spazio.. ahahah..."

era diventato strano, lo sguardo era folle.

"Uuuuh guarda sorellina... quello è Giove.. quello è Marte... ahahahah..."

"Ron che cosa ti sta succedendo?"

Luna cominciò a duellare conl'ultimo mangiamorte rimasto, e lo Schiantò.

"Cosa gli è successo?"

"Lunatica.. ciao Lunatica.. ahahah.. guarda lì c'è la Luna..."

"Ginny, attenta!" gridò Luna. Ginny si voltò: il Mangiamorte Disarmato le aveva afferrato la caviglia.

"Tu adesso vieni con me, ti useremo per convincere Potter" ghignò l'uomo.

"No!" gridò Ginny, scalciando.

"Reductor!" urlò Luna, puntando verso Plutone. Ma sbagliò la mira. Ginny sentì un dolore fortissimo alla caviglia, ma almeno il mangiamorte, per lo spavento, l'aveva lasciata.

"PIETRIFICUS TOTALUS!" gridò Luna e pietrificò anche lui.

"Ginny.. Ginny scusa, come stai?" esclamò la ragazza, avvicinandosi all'amica che non riusciva a parlare per il dolore.

"Dobbiamo andarcene da qui.. cercare gli altri.." mormorò Ginny.

"Ti aiuto io!" disse Luna, passandosi un braccio della ragazza sulla spalla. Ron galleggiava allegramente attorno ai pianeti.

"Ron vieni con noi" disse Luna.

"Uuuuh, c'è Mercurio, c'è Urano..."

"Ron, dobbiamo muoverci"

"Ciao Lunaticaaa.. ahahah stiamo volando.. ahahah"

"RON, SMETTILA DI FARE IL CRETINO E VIENI CON NOI!" urlò Ginny.

"ooooh, la piccolina si è arrabbiata, no no no Ginny, non si urla, mamma lo dice sempre.."

Ma le seguì, anche se fu difficile tenerlo dietro. Qualcosa di scuro gli usciva dalla bocca e Ginny si accrse orribilmente che era sangue. Cosa avevano fatto a suo fratello? Sarebbe tornato normale?

Spalancarono una porta e si ritrovarono nella stanza dei Cervelli.

"Ron!" gridò Harry "Ginny! State tutti bene?"

"Harry" disse Ron, ridacchiando "Come sei buffo.."

Harry era confuso "Ginny.. cosa è successo?"

Ginny non ebbe la forza di rispondere e scivolò a terra, ansimando e stringendosi la caviglia.

"credo se la sia rotta.." disse Luna e spiegò ad Harry come erano andati i fatti.

"Dobbiamo andare via di qui" disse Harry "Luna porta Ginny, io porterò Ron.."

Luna annuì e fece per prendere Ginny, ma lei non voleva essere di peso a nessuno e protestò, dicendo che poteva tranquillamente camminare. Si alzò in piedi ma barcollò e Luna la prese al volo.

"No Ginny, non puoi" disse Harry, prendendo Ron "Ora andiamo via di qui.."

Si avvicinarono ad una porta quando se ne aprì un'altra e sbucarono fuori tre Mangiamorte, guidati da Bellatrix Lestrange.

"Prendeteli!" gridò e si scagliarono verso di loro.

I ragazzi si tuffarono nella porta e la sigillarono.

"Li abbiamo in pugno!" gridò un Mangiamorte al di là della porta.

"Aiutatemi a sigillare tutte le porte!" urlò Harry. Luna e Neville si affrettarono, Ginny non poteva muoversi ed era a terra. All'improvviso una porta si spalancò e Luna venne schiantata. Erano rimasti solo Harry, lei e Neville.

"Prendete Potter!" strillò Bellatrix.

"Ehi Harry, in questa stanza ci sono un sacco di cervelli, lo sapevi? Ahahah.."

"Levati di mezzo Ron.."

"Guarda, non sono buffi? Accio cervello"

"Ron, no!" gridò Ginny. Il cervello schizzò fuori dalla vasca e si librò verso Ron mentre cominciavano ad uscirne dei tenatcoli colorati.

"guarda Harry, toccalo, è stranissimo... ahahah.."

"NO!" gridò Harry, inorridito "non farlo!"

troppo tardi: i tentacoli avevano cominciato a ricoprire le braccia del ragazzo.

"No, non mi piace.. basta.." borbottava Ron, mentre Harry cercava di aiutarlo.

"Soffocherà!" gridò Ginny, terrorizzata. Poi vide un Mangiamorte che la puntava e uno zampillo rosso che usciva dalla bacchetta. Non fece in tempo a proteggersi che tutto fu buio, e lei cadde giù, nell'oscurità.

*

"Ginevra, mi senti?" qualcuno la teneva per le spalle. I suoi occhi faticavano a riaprirsi e il suo corpo era tutto un dolore. Cosa era successo?

"Sì" mormorò lei.

"Non posso fare nulla per la caviglia ora, ma ci penserà Madama Chips.. dov'è Harry?"

"Io.. io non lo so"

"Restate qui. Non vi muovete per nessuna ragione."

Ginny aprì gli occhi: era Silente che la sosteneva.

"Fermi qui. Qualcuno vi verrà a riprendere" disse e uscì dalla stanza.

"Luna! Stai bene?" esclamò Ginny voltandosi verso l'amica, che era sdraiata ancora per terra.

"Insomma.." rispose lei. Ginny si guardò intorno: Ron ridacchiava ancora in un angolo, Hermione era ancora svenuta e i cervelli galleggiavano ancora pigramente nella loro vasca. Al di là della porta si sentivano i rumori della battaglia. Ginny fece per alzarsi ma era tutto inutile: doveva solo aspettare che qualcuno li venisse a prendere. All'improvviso si spalancò la porta ed entrò Bellatrix, con un sorriso folle sulle labbra. Corse verso l'altra estremità della stanza, ignorando i ragazzi a terra. La porta si riaprì ed entrò Harry il suo volto una maschera di rabbia. Bellatrix scagliò una maledizione e la vasca dei cervelli si rovesciò e inondò la stanza del liquido verde. I cervelli cercarono di attaccare Harry ma lui se ne liberò con un "wirgardium leviosa" Con un balzo superò Ginny e Luna e ignorò Ginny che cercava di chiamarlo. Non aveva occhi che per Bellatrix e i due uscirono dalla stanza, lasciandoli di nuovo soli. Si riaprì la porta e Ginny si aspettava altri Mangiamorte, invece erano Lupin e Neville.

"Neville!" esclamò sollevata "stai bene, sei vivo!"

"Voi come state?" chiese l'ex professore.

"Hermione non si è più risvegliata" disse Ginny, con le labbra che tremavano "Ron e lì, ma si comporta in modo strano e Luna è a terra, ma sta bene, parla.."

"Tu come stai?"

"Io.. bene credo.. mi ha risvegliata il professor Silente, ma ho la caviglia rotta, almeno credo"

Lupin le tastò gentilmente la caviglia. Ginny emise un gemito di dolore.

"Sì, è rotta, ma Madama Chips te l'aggiusterà in un attimo" guardò Ron e Hermione "cosa è successo a quei due?"

"Sono stati i Mangiamorte, sono stati colpiti da qualche incantesimo.." Lupin andò subito da Hermione.

"è viva ma è stata colpita da un potente Sortilegio Oscuro. Madama Chips potrà fare qualcosa anche per lei, non credo ci sia bisogno del San Mungo.. vi riportiamo ad Hogwarts.."

"Come vanno le cose là fuori?"

"Abbiamo catturato tutti i Mangiamorte, ma Bellatrix è scappata.."

"è passata di qui, insieme ad Harry"

"Silente è andato a recuperarlo. Stai tranquilla Ginny"

"ma cosa è successo? Perchè Harry era così arrabbiato?"

Lupin sospirò e chinò il capo.

"Bellatrix Lestrange ha ucciso Sirius" mormorò, con voce rotta. Ginny sentì gli occhi riempirsi di lacrime ma non pianse. Serrò le labbra con forza e non disse nemmeno una parola. Lupin le mise un braccio attorno le spalle. Ginny vide una lacrima scivolargli sulla guancia incavata. Poi arrivarono gli altri dell'Ordine: c'era Kingsley, Malocchio Moody e una Tonks piuttosto scossa.

"Vi riportiamo al castello" mormorò Tonks, accarezzando la testa di Ginny.

"Ma Harry.."

"Harry vi raggiungerà tra poco. È con Silente" disse Kingsley. Malocchio le tese un vecchio cappello.

"é una passaporta" disse sbrigativo "prendetela.. la ragazza svenuta la porteremo noi"

"Vengo con voi io" disse Tonks. Ginny, Luna, Neville, Ron e Tonks si aggrapparono al vecchio cappello. Ginny provò il famigliare strappo vicino all'ombelico e in un secondo si ritrovò nell'Infermieria di Hogwarts, dove li aspettava Madama Chips.

"mettetevi a letto, voi tre" disse sbrigativa a Luna, Ginny e Neville. Con un colpo di bacchetta sisetemò la caviglia di Ginny e riparò il naso di Neville.

"Tu, vieni qui con me" prese Ron e lo sistemò su un altro lettino. Frugò nell'armadietto dei medicinali e gli diede una pozione. Appena la bevve il ragazzo tornò normale. Madama Chips gli applicò uno speciale unguento sulle vesciche provocate dal cervello.

"Dormirete tutti qui stanotte" ordinò la donna. Poco dopo arrivò Lupin con Hermione svenuta e l'Infermiera si occupò di lei, in un area riservata. Sopraffatti dalla stanchezza, e forse anche a causa di un intruglio alla camomilla che gli aveva rifilato Madama Chips, i quattro ragazzi caddero in un sonno profondo.


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Capitolo 44
*** La Seconda Guerra Comincia ***


44

La Seconda Guerra Comincia


La mattina dopo Ginny, Luna e Neville poterono già lasciare l'infermieria. Ron e Hermione dovevano rimanere lì ancora un po'. Hermione si era svegliata da poco e loro, prima di lasciare l'Infermieria, volevano vederla.

"La prego Madama Chips, solo per cinque minuti!"

"No, quella ragazza ha subito un attacco Oscuro molto pericoloso! È ancora troppo debole, potrete venire a trovarla più tardi" i tre ragazzi furono costretti a tornare nel castello.

"Sembra che manchiamo da una vita" disse Ginny.

"Mentre invece sono passate meno di ventiquattro ore" disse Neville.

"Quante cose sono cambiate, in così poco tempo" sospirò Luna. Entrarono in Sala Grande, che sicuramente era piena per la colazione.

"Ehi! Sono loro!" gridò qualcuno.

"Erano con Potter al Ministero!"

Ginny, Luna e Neville rimasero sbalorditi nel vedere una folla di gente accerchiarli.

"Ginny! Ginny!" Demelza, Miriam e Aisleen le saltarono addosso, in un unico abbraccio.

"eri sparita, non ti abbiamo visto tornare in dormitorio.." disse Miriam.

"Non sapevamo chi avvertire, senza la McGrannit.." esclamò Aisleen.

"Ci hanno detto che eravate al Ministero.." disse Demelza.

"Ehi, lasciateli respirare! Scommetto che stanno morendo di fame!" esclamò Dean Thomas, mentre abbracciava Neville. Andarono ai loro tavoli, Ginny e Neville a quello di Grifondoro e Luna a quello di Corvonero. Cominciarono a raccontare ciò che era successo, ma la Gazzetta del Profeta li aveva preceduti.

"E così è tornato" mormorò Calì.

"Potter ha sempre detto la verità" disse Anthony.

"Io non avevo dubbi!" esclamò Colin.

Dopo la colazione Ginny, Neville e Luna tornarono in Infermieria. Hermione stava molto meglio e le raccontarono tutto ciò che era successo mentre era svenuta. Alla notizia della morte di Sirius scoppiò a piangere.

"è orribile" mormorò Ginny.

"Harry come sta?" chiese appena si fu ripresa.

"Non lo abbiamo ancora visto" disse Neville.

"Credo che oggi verrà qui" disse Luna.

Più tardi Harry venne a trovarli. Sul suo volto parevano essere trascorsi cent'anni di dolore. Era seduto sul letto di Ron e ascoltava in silenzio Hermione che leggeva la Gazzetta del Profeta.

"Ora non scrivono più che sei un pazzo visionario, eh?" commentò Hermione, dopo aver letto ad alta voce l'ennesimo articolo sul ritorno di Voldemort. Harry annuì senza dire una parola. Nei suoi occhi si leggeva una profonda tristezza.

"Infatti ora non fanno che riempirti di complimenti!" esclamò Ron, mangiandosi la dodicesima cioccorana, presa dall'enorme pacco che gli avevano mandato Fred e George. Ne prese un'altra manciata e ne passò qualcuna a Ginny e Neville. Ginny scartò la sua ed estrasse la figurina. Morgana. Ne aveva almeno quindici di lei, da piccola era la sua preferita. Mise la figurina in tesca e staccò con un morso la testa della rana.

"Allora" chiese Hermione, chiudendo il gionale "che succede a scuola? Novità" la domanda era rivolta a Ginny, Luna e Neville.

"Vitious ha eliminato in un attimo la palude di Fred e George" disse Ginny "Ma ne ha lasciato un pezzettino.."

"Perchè?"

"secondo me l'ha lasciata come monumento a Fred e George" esclamò Ron, con la bocca piena di cioccolato.

"Ron, mastica prima di parlare, ti prego" lo rimproverò Hermione, disgustata. Ginny sorrise.

"quindi con il ritorno di Silente è tornato tutto alla normalità?" riprese Hermione.

"Già" rispose Neville.

"Gazza non è molto felice" disse Luna.

"già" bisbigliò Ginny "dice che la Umbridge era la cosa migliore che fosse capitata ad Hogwarts!"

Si voltarono tutti verso un lettino poco distante dai loro: la Umbridge era seduta e fissava il vuoto, con aria persa. I vestiti e i capelli erano ancora tutti in disordini, pieni di foglie e macchiati di terra. Chissà cosa le avevano fatto i Centauri, nella Foresta Proibita!

"Madama Chips dice che è sotto shock!" sussurrò Hermione.

"Secondo me sta solo tenendo il broncio" disse Ginny, con un sorriso molto alla Fred e George.

"Reagisce, però, se fai così" disse Ron e imitò il suono degli zoccoli dei cavalli. Subito la donna si guardò intorno terrorizzata. Hermione e Ginny sghignazzarono, cercando di nascondersi sotto le lenzuola.

"A proposito di centauri, che farà Fiorenzo?" chiese Ron.

"Insegnerà insieme alla Cooman" rispose Luna.

"Anche se sarebbe bello sbarazzarci di quella vecchia impostora e della sua inutile materia" esclamò Ron.

"Come fai a dire una cosa del genere? Dopotutto, abbiamo scoperto che esistono vere profezie.."

Hermione si interruppe e guardò Harry, che si era voltato dalla parte opposta.

"Peccato che si sia rotta" mormorò la ragazza.

"Già" concordò Ron "ma almeno neanche Tu-Sai-Chi saprà mai.. ehi, Harry, dove vai?"

Harry si era alzato in piedi e si era avviato verso la porta.

"vado a salutare Hagrid. Dovrebbe essere tornato" disse, con tono incolore.

"oh, va bene! Salutacelo tanto" disse Hermione. Harry agitò la mano in segno di saluto e uscì. Hermione sospirò.

"Non l'ho mai visto così a pezzi" disse.

"Ci credo! Sirius era tutto ciò che gli rimaneva della sua famiglia" disse Ron.

"Scusate, ma esattamente, che rapporti aveva Harry con Sirius Black?" chiese Luna.

"Era il migliore amico dei suoi genitori e il suo padrino. Tutte le accuse fatte su di lui erano false" spiegò Ginny.

"E non aveva niente a che fare con la musica" domandò Luna. Tutti la guardarono.

"No.. non credo.." disse Hermione.

"Mmm, devo dirlo a papà" disse Luna, pensierosa "sai, credavamo che lui e Stubby Boardman fossero la stessa persona, invece.."

Tutti la ignorarono, anche se ad ognuno sfuggì un sorriso.


*

Nemmeno ventiquattro ore e tutto era cambiato. La McGrannit era tornata, un po' malandata, ma era di nuovo lì e i Grifondoro l'avevano accolta festante. L'aria ad Hogwarts era in generale più serena, con si nuovo Silente alla sua guida e Hagrid era stato accolto come un eroe da gran parte degli studenti, che erano soprattutto Grifondoro. Miriam Cohen e Anthony Goldstain si erano lasciati, perchè, a detta di lei lui era troppo noioso, e a detta di lui, lei era troppo rompiscatole.

"E sono vere entrambe le cose!" commentò Demelza, sghignazzando.

Il misterioso cavaliere di Grace non era stato rivelato e lei e il fratello si parlavano ancora a monosillabi, quando si parlavano. Anthony era ancora offeso per la reazione spropositata avuta da John e da come era stato trattato. John, dal canto suo, non rivolgeva la parola neanche a lui, sebbene si fosse dichiarato innocente.

"Non si fida di Anthony e per me ha ragione" disse Miriam "l'ho sempre detto che tra quei due c'è qualcosa"

Ma Grace ed Anthony non sembravano particolarmente affiatati insieme, anzi, Ginny non li vedeva insieme da una vita. Ma la cosa le interessava di meno di prima. Oltre ad alcune cose cambiate, molte erano rimaste le stesse: Calì e Lavanda non facevano altro che spettegolare, Lee Jordan faceva un po' il cascamorto e un po' l'amico con le tre Cacciatrici di Grifondoro e i Serpeverde e i Grifondoro continuavano ad odiarsi reciprocamente. Il mondo andava avanti come se nulla fosse, ma in quella manciata d'ore tutto era cambiato: nubi nere si intravedevono all'orizzonte.

"se siamo insieme nulla può farci del male" era Luna, che le si era avvicinata, insieme a Neville.

"è vero" mormorò Ginny, sorridendo all'amica "nessuno deve rimanere più solo"

Guardò i due amici: non godevano di molto rispetto a scuola e non avevano molti amici, ma Ginny sentiva che, da quel momento in poi, qualcosa li legava tutti e tre, così come erano legati Harry, Ron ed Hermione. Nessuno doveva più rimanere solo.

"possiamo essere un trio anche noi" disse.

"Facciamo una promessa: che qualunque cosa succederà ci sarà sempre l'uno per l'altro" esclamò Neville.

"Ottima idea Neville" disse Luna allegra.

"Ci sto!" esclamò Ginny.

Nessuno sarebbe rimasto più solo. Ora più che mai, avevano bisogno di essere uniti.


*

Passando davanti la biblioteca, vide una figura solitaria, che non si stava godendo il sole estivo come il resto della scuola. Dean Thomas sedeva da solo ad un tavolo, ricurvo su qualcosa. Ginny si avvicinò di soppiatto e sbirciò oltre le larghe spalle del ragazzo. Non stava studiando. Era chino su un grande foglio bianco e stava disegnando qualcosa.

"Cosa disegni?" gli sussurrò nell'orecchio la ragazza.

"Ciao Ginny" bisbigliò lui, sorridendole. Ginny gli si sedette accanto.

"è solo uno schizzo" mormorò lui "è il Lago Nero. Ho delle sorelle più piccole che non hanno poteri magici e mi sentono sempre parlare del castello e della magia, e vorrebbero tanto vederlo. Così, in questi anni, ho fatto qualche disegno.."

"Sei molto bravo" disse Ginny, colpita.

"Grazie" rispose lui "in realtà questo non è un granchè, le sfumature non sono fatte bene, e le proporzioni.."

"per me è perfetto" disse lei. Silenzio. Ginny e Dean erano molto vicini.

"So cosa è successo al Ministero" mormorò Dean "sei stata molto coraggiosa"

"grazie, ma era mio dovere andare"

"Già.. al posto tuo avrei fatto lo stesso"

Ginny prese la mano del ragazzo. Lui la guardò sorpreso.

"Ti ho pensato molto, ultimamente" disse, guardandolo negli occhi "Non so se è il momento giusto oppure no. Però mi piaci. E non credo ci siano momenti giusti, per queste cose, quindi.."

Dean si avvicinò al suo volto.

"Quindi?"

"Quindi.."

Lo baciò. Lui rispose al bacio con dolcezza.


*

Tornarono alla torre di Grifondoro, mano nella mano. Non voleva più nascondersi. Che Ron la vedesse pure, lei lo avrebbe tranquillamente affrontato. Gli eventi appena trascorsi l'avevano fatta diventare più forte di quanto già non lo fosse. L'aver avuto la morte ad un passo le aveva fatto capire l'importanza della vita e delle piccole cose quotidiane: non voleva perdersi più nulla.

"Peccato che ora arriva l'estate" disse Dean "mi sarebbe piaciuto stare ancora qui con te"

Ginny sorrise "abbiamo ancora tre giorni"

"troppo pochi" sospirò il ragazzo.

Dean le fece vedere altri suoi disegni: ne aveva una cartella piena e a lei faceva piacere guardarli. Quando era piccola amava anche lei disegnare, ma non era mai stata brava quanto Dean. La sua scrivania da bambina era sempre stata piena di fogli e di colori. Ma amava di più scrivere e infatti aveva sempre tenuto un diario segreto, fino alla disavventura con Tom Riddle. Lo disse a Dean.

"Io disegno da sempre, ma un'altra cosa che ho sempre amato è il calcio!"

"Il calcio?" chiese Ginny.

"Sì.. è uno sport Babbano, è come per voi il Quidditch.."

partì in quarta a spiegare le regole del calcio e Ginny era molto interessata.

"Certo, il Quidditch è sicuramente più divertente ed emozionante, ma devi vedere i Babbani in uno stadio di calcio"

"Mi piacerebbe vedere una partita! Anche se mi sembra un po' noioso.."

"No, è divertentissimo! Poi se calcoli che i Babbani non hanno scope magiche.."

"Ah già! Devono accontentarsi di quello che hanno!"

"Esatto! Se un giorno venissi da me ti insegnerei! Anche le mie sorelle adorano il calcio, gliel'ho insegnato io, potresti conoscerle"

"Quanti anni hanno?"

"sono entrambe più piccole di me, ma non hanno poteri magici, o almeno non per ora.. comunque la più grande, Daisy ha tredici anni, Jade dieci, mentre la più piccola, Martah, ha cinque anni"

"E nessuno delle due ha poteri magici?"

"No, o almeno nessuna ne ha mai manifestati.. per Daisy e Jade è tardi, forse Martah, ma non lo so.. i miei sono entrambi Babbani"

"Quindi tu sei l'unico ad avere poteri magici?"

"A quanto pare, sì"

Dean le stava molto simpatico. Le sarebbe piaciuto davvero andare da lui l'estate, conoscere le sue sorelle e i suoi genitori, giocare a calcio e a Quidditch. Chissà se quell'estate sarebbe stato possibile!

La mamma le aveva scritto, a lei e Ron, dopo essere stata informata di ciò che era accaduto al Ministero. Oltre ad averli rimproverati ed essersi accertata che stessero bene li aveva rassicurati anche sul fatto che quell'estate l'avrebbero passata alla Tana, visto che ormai Grimmould Place non era più un luogo sicuro.

"Provaci a venire da me. Solo un giorno. Due mesi sono lunghi" le aveva sussurrato Dean, un pomeriggio che avevano passato da soli.

"Ci proverò" rispose lei "te lo prometto"

"Potrei venire io" suggerì Dean. Ginny sorrise "meglio di no. Sai che ho sei fratelli maggiori, no? Ti schianterebbero non appena ti siedi a fianco a me!"

"Già" ridacchiò Dean "ma io so difendermi!"

"Charlie alleva draghi e Bill è uno Spezzaincantesimi. E poi ci sono Fred e George che sono.. Fred e George. E Ron, lo conosci. Chi vuoi affrontare per primo?"

"Mmmm, non lo so.." disse lui e la prese tra le braccia, stringendola con dolcezza "per ora preferisco pensare al presente.."

La baciò. Con dolcezza e con forza. Ginny rispose al bacio. Con sincerità e con scioltezza. Accarezzò i suoi corti capelli corvini, facendo scendere la sua mano fino alle spalle. Lui fece scendere le sue lungo la schiena di lei, stringendola ancora di più al suo corpo.


*

L'ultimo giorno di scuola era arrivato. Ginny e le sue compagne di dormitorio stavano preparando i loro bagagli, nella confusione più totale.

"Ash, questo è tuo?"

"Dem, quelli sono miei!"

"Ma che dici? Sono miei!"

"No, cara, nell'etichetta c'è scritto il mio nome"

"Ginny, hai visto le mie scarpe?"

"Saranno sotto al letto con tutte le altre"

"Sei un disastro, Dem!"

Una volta finiti i bauli il dormitoio aveva un aspetto più vuoto e più triste. "Ci vediamo l'anno prossimo, caro, vecchio letto" disse Demelza.

"Meno male che la Umbridge se ne è andata! Quest'anno è stato terribile" disse Miriam.

"Già! L'anno prossimo tornerà tutto come prima" commentò Ginny.

"Ginny, mi hanno detto che hai una nuova fiamma" disse Miriam, maliziosa.

"Di già?" esclamò Aisleen, sorpresa.

"Come fai a saperlo?" chiese Ginny.

"Cara, ormai dovresti saperlo, ho le mie fonti. E so anche chi è il ragazzo in questione.."

"mmm.. sentiamo"

"Il nostro caro Dean Thomas, quinto anno Grifondoro. Me lo ha detto Seamus"

"Allora, è vero?" chiese Demelza.

"già! Ma ci frequentiamo da un po', solo che ufficialmente stiamo insieme da due giorni" confessò Ginny.

"Quante cose sono successe nella tua vita in tre giorni, Gin! Tra il Ministero, la fine di un anno e un nuovo ragazzo!" commentò Aisleen. L'inizio di una nuova era, disse Ginny, nei suoi pensieri.


*

Mancava poco al banchetto e Ginny scendeva da sola. Sulla scala tra il terzo ed il secondo piano, un altro incontro l'attendeva. Lee Jordan.

"Non ti sei più fatta vedere" le disse.

"Gli eventi mi hanno travolta" rispose lei.

"Già. Ho saputo. So anche che ti sei fatta valere"

"Modestamente"

"Sei la degna sorella dei tuoi fratelli" sorrise lui.

"Sono anche meglio di tutti loro. Forse tranne di Bill e Charlie" rispose lei. Si appoggiò alla ringhiera, accanto a lui. Le scale cominciarono a spostarsi, collegandoli ad un altro corridoio.

"Quanto mi mancherà questo posto" mormorò Lee.

Ginny gli prese una mano e la strinse, solidale. Lui ricambiò la stretta.

"Ho aspettato Lee. Avevi ragione, non ero pronta. Ma ora lo sono" mormorò Ginny "Sto con Dean Thomas"

Lee non rispose.

"Sei veloce, a riprenderti." disse poi.

"sai" disse Ginny, esitante "quando ho comprato la mia bacchetta, da Olivander, mi disse di cosa era fatta. Piuma di fenice e quercia. E mi disse che le fenici hanno il potere di rinascere dalle proprie ceneri. Forse sono un po' come la fenice. Mi riprendo in fretta e divento più forte di prima"

"beh, sei anche rossa, quindi della fenice riprendi anche i colori" disse lui, ironico, facendo sorridere la ragazza.

"Sono pronta davvero, Lee"

Lui si voltò verso di lei: il suo sguardo scuro era duro e fiero. Deciso.

"Lo so. L'ho sempre saputo" sussurrò lui. Si avvicinò al suo viso. Lei non si mosse, e non distolse gli occhi dai suoi. Forte e decisa, come sempre. Lee sentiva il profumo dei suoi capelli, lo stordiva. Si avvicinò ancora di più. Lei non chiuse gli occhi. Le loro labbra si sfiorarono. Di nuovo. Ma lei era immobile. Lee si allontanò da lei.

"Spero che non ti faccia soffrire. E che sia quello che cerchi" le disse, con un sorriso.

"Lo spero tanto anche io"

Lee le accarezzò i capelli. "Non accontentarti mai, Ginny" le disse. Poi le diede le spalle e se ne andò.

*


Chissà quando ci rivedremo Ginny. Chissà se sarà tutto uguale. Chissà se sarai davvero innamorata di qualcuno. Chissà se io sarò ancora innamorato di te.

Non mi accontenterò mai, Ginny. Seguirò il mio cuore in ogni mia scelta. Spero che anche tu farai così.

Spero che troverai qualcuno che ti faccia provare ciò che io provo per te.

Spero che ti farà sorridere come ti farei sorridere io.

Spero che sarete felici.

Spero di esserlo anche io.

*

Era strano essere di nuovo tutti lì, sul binario del treno diretto a Londra. La locomotiva scarlatta li attendeva lì, come ogni anno, sbuffando nuvole di vapore bianco.

Sul treno Ginny non stette su un vagone fisso. Si divese un po' tra i suoi compagni di corso, Dean e Hermione e gli altri.

"Ginny, quest'anno non vogliamo scuse: devi venire da noi!" le ordinò John. Grace brillava per la sua assenza nello scompartimento, così come brillava il silenzio di Anthony.

"Ci proverò ragazzi, ma non sarà facile" promise Ginny, consapevole di essere già al secondo invito quell'anno. Anche Dean le ribadì il suo invito.

"Mi mancherai un sacco"

"Dean, stiamo insieme solo da qualche giorno!"

"Magari fossero stati di più"

"Magari quando mi conoscerai meglio mi detesterai"

"Mmmm, non vedo l'ora di scoprirlo"

I baci di Dean erano morbidi e avevano il sapore del miele.

"Mi scriverai?"

"certo! Ron mi presterà Leo, il gufo di famiglia non è affidabile"

"Ah, quel piccolo gufetto.."

"L'ho chiamato io così!"

"Immaginavo"

Dopo un po' si separarono e Ginny andò da Hermione, Harry e gli altri e rimase fissa lì. Harry e Ron giocarono un bel po' con gli scacchi magici, Neville accarezzava la sua Mimbulus Mimbletonia, Ginny leggeva l'ultimo numero del Cavillo, regalatole da Luna, e Hermione leggeva, come sempre in quel periodo, la Gazzetta del Profeta.

"Non è ancora cominciata, ma manca poco.." mormorò tetra.

"Ehi, Harry!" bisbigliò Ron, rivolto al suo migliore amico, accennando al vetro della porta. Cho Chang e la sua amichetta spiona stavano passando proprio lì davanti. Appena incrociò gli occhi di Harry abbassò lo sguardo e fuggì via.

"Quindi, come vanno le cose tra voi due?" chiese Ron.

"Non vanno. Ci siamo lasciati"

"io.. ho sentito che si vede con un altro" disse Hermione cauta, guardando Ginny. Era stata lei a riferirle la notizia. Harry non sembrava addolorato. Anzi, pareva abbastanza indifferente alla notizia.

"Beh, meglio per te Harry. Ti serve una ragazza più allegra!" commentò Ron. Per una volta suo fratello diceva qualcosa di azzeccato.

"Sarà allegra con qualcun altro" rispose Harry, con una scrollata di spalle.

"Con chi esce, adesso?" chiese Ron ad Hermione.

"Con Micheal Corner" rispose Ginny con semplicità.

"Cosa?" esclamò Ron, guardandola "ma non ci uscivi tu?"

"L'ho mollato. Era diventato così musone dopo la sconfitta di Corvonero, che l'ho mollato e lui è corso a consolare Cho" La realtà era un po' più complicata, ma era meglio tacere. Ron era felicissimo della notizia.

"ben fatto Ginny" esclamò "l'ho sempre detto che era un imbecille! Basta che la prossima volta.. scelga.. ehm meglio"

"Beh, ho scelto Dean Thomas, ti sembra meglio?" disse lei, mentre era risprofondata nella lettura del Cavillo.

"Che cosa?" esclamò il fratello. Ginny non gli badò.

La stazione di King's Cross arrivò puntuale come sempre. Sulla banchina la mamma, il papà, Fred, George e un gruppo dell'Ordine li aspettavano con un sorriso.

"Ron, Ginny" esclamò la madre, abbracciandoli forte. Ginny ricambiò la stretta calorosa della madre e poi corse a salutare gli altri.

"Ti portiamo noi il baule sorellina" disse Fred.

"Ron può tranquillamente portarselo da solo"

"Mi siete mancati!" esclamò Ginny abbracciandoli. Era bello essere di nuovo in famiglia.




Angolo Autrice

Sono tornata! Allora, vi è piaciuto questo capitolo? Io ho amato l'ultimo incontro tra Lee e Ginny.. sono così adorabili insieme, mi sto innamorando di questa coppia! Per quelli a cui piace, vi avverto che sto scrivendo una piccola Fic, di un solo capitolo, su loro due! Spero vi piacerà!

Allora, abbiamo finito con L'Ordine della Fenice e ci avviciniamo al Principe Mezzosangue. Quante cose attendono la nostra Ginny!

Un grazie di cuore a chi recensisce e segue!

A presto

Marty


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Capitolo 45
*** Troppe Donne ***


cap 46 nv

Troppe Donne


Finalmente si erano ristabiliti alla Tana: dopo la morte di Sirius, Grimmould Place non era più un posto sicuro, visto che il parente di Sirius più prossimo era proprio Bellatrix, sua cugina in primo grado, e quindi, per varie leggi magiche, la casa poteva essere diventata sua.

"Non ne siamo sicuri" aveva detto Arthur "ma il rischio è troppo grosso"

Tornare alla Tana aveva reso felici tutti quanti: dopotutto, casa è sempre casa. Oltretutto, la casa si era svuotata: Bill e Charlie mancavano già da molto, Percy non si faceva più vedere lì dall'anno prima e i gemelli avevano affittato un appartamento che condividevano a Diagon Alley, sopra il loro negozio di scherzi. In più loro padre aveva ricevuto una promozione, portando altra gioia nella famiglia.

"Meno male! Un po' di soldi ci servivano!" esclamò Ron.

"Perchè non ci prendiamo una bella vacanza?" suggerì Ginny.

"Grande idea!" commentò Ron.

"Andiamo al mare!"

"Ragazzi, non esageriamo adesso.." disse Arthur, bonario "io devo lavorare, il Ministero è nel caos.."

"..e poi non mi sembra il momento di pensare alle vacanze! Ora che Voi-Sapete-Chi è tornato.."

disse Molly.

"era così per dire!" disse Ron. I due ragazzi non insistettero.

Un'altra notizia arrivò qualche giorno dopo, attraverso un gufo dall'aria elegante. Fu Ginny ad intercettarlo, stupita e prese il rotolo di pergamena che esso portava. Era legato da un nastrino di raso, rosa. "Mamma, c'è una lettera strana qui" urlò la ragazza. La signora Weasley entrò anche lei in cucina e guardò sospettosa il gufo e la sua posta.

"Dai, aprila" disse alla figlia che srotolò la curiosa lettera.

"è la calligrafia di Bill!" esclamò Ginny.

"Leggi ad alta voce, tesoro" disse Molly, mentre cominciava a preparare la colazione.


"Cari mamma, papà, Ron e Ginny,

Come state? Io sono qui, a Parigi con Fleur, siamo stati parecchio impegnati con la banca ma finalmente ci hanno dato un po' di riposo. La buona notizia è che siamo di ritorno in Inghilterra, visto che dovremo lavorare a Londra per un po'. E qui c'è una notizia ancora più grande: io e Fleur verremo alla Tana per un po', visto che ormai si è un po' svuotata. Vi dobbiamo dare una grande notizia!

A tra poco.

Vostro Bill "

Ginny lesse inorridita le ultime righe.

"Dammi qua" esclamò Molly, strappando la lettera dalle mani della figlia. La lesse in fretta anche lei e poi si sedette, con il volto enormemente preoccupato.

"Oh no" mormorò "troppi 'noi'. Troppo entusiasmo"

"Troppi 'Fleur'" disse Ginny "perchè la vuole portare qui a casa?"

Fleur e Bill si erano conosciuti qualche anno prima ed avevano cominciato ad uscire insieme l'anno scorso.

"non se la vorrà sposare?!" strillò la ragazza.

"Ginny, non alzare la voce. Certo che non se la vorrà sposare! Ti pare! Stanno insieme da così poco.."

"E perchè la vuole portare a casa? Non l'ha mai portata finora"

"Per farcela conoscere! Comunque non l'abbiamo mai vista"

"Vista sì, purtroppo" borbottò Ginny.

"Beh non giudichiamo prima di conoscere!" disse in fretta Molly, mentre friggeva una quantità industriale di salsicce. Ginny stava già giudicando la ragazza dal nastrino rosa e la pergamena profumata. E non le piaceva. E quel profumo di lavanda le faceva schifo.

*

"Avremo un ospite tra un po'" esclamò Ginny, entrando all'improvviso nella camera di Ron.

"Ehi, Ginny, sei impazzita? Mi sto vestendo!" urlò un Ron in mutande. Ginny alzò un sopracciglio.

"Sei mio fratello e le tue mutande non mi interessano"

"Beh, allora bussa, la prossima volta!"

Ginny si sedette sul letto del fratello, mentre il ragazzo si finiva di vestire.

"Comunque, Hermione mi ha scritto anche a me, arriva la prossima settimana"

"Non mi riferivo a lei.."

"E chi allora? Harry deve stare ancora un po' dai suoi zii.."

"Neanche a lui"

"E allora chi? Quella Miriam o Demelza, le tue amiche? Oppure" esclamò, diventando rosso "non avrai intenzione di invitare Dean, vero? Beh, non te lo permetterò. E neanche papà. Non ci provare Ginny, o io.. io"

"Calma, Ron non è il mio ragazzo che deve venire, ma la ragazza di Bill"

Ron spalancò i suoi occhi celesti. Aveva sempre invidiato quegli occhi chiari.

"N-non vorrai d-dire.."

"Fleur Dealcour. Già, la francesina che hai provato ad invitare al Ballo del Ceppo e che ha declinato l'invito senza una parola e con questa espressione" disse Ginny, assumendo un'espressione disgustata. Ron le tirò un cuscino, che lei schivò con facilità, rosso come un peperone.

"I-io.. i-io.."

"beh, io ti ho avvertito! Mamma ha già preparato la colazione, ti conviene sbrigarti a scendere" disse Ginny e scese giù in cucina.

"Ron si è svegliato?" chiese Molly.

"Sì, si stava vestendo, adesso scende"

"Gli hai dato la notizia?"

"Sì. Dove dormirà Fleur? Con Bill?"

"Con Bill? Certo che no! Mica sono sposati!" esclamò Molly, indignata.

"Pensi che Bill non abbia mai dormito con lei? Ha già convissuto con delle ragazze!" disse Ginny. La madre arrossì "Beh, non in casa mia"

"Andiamo mamma.."

"Io e tuo padre non abbiamo mai dormito insieme prima del matrimonio" disse lei.

"Sì, erano altri tempi, secoli fa, ora le cose sono un tantino diverse, pensi che lui e Fleur non abbiano mai fatto..."

"Ginny! Ti sembrano cose di cui parlare!" esclamò Molly, imbarazzata "ora smettiamola con questi discorsi ed aiutami ad apparecchiare, spero che Ron si sbrighi a scendere"

Ron scese poco dopo e cominciarono a fare colazione.

"Allora, dove sistemeremo Fleur?" chiese Ginny.

"Eh già, dove la mettiamo?" chiese Ron a bocca piena.

"In camera di Percy" rispose Molly.

"Mmmm, è molto vicina a quella di Bill e Charlie.." disse Ginny, maliziosa. Molly le lanciò un'occhiataccia.

"E quando verrano Harry e Hermione? Hermione verrà tra poco." disse Ron.

"Beh, Hermione potrà dormire con me, come sempre" disse Ginny.

"E per Harry.. Beh, potremmo sistemare la camera di Fred e George. Ormai non abbiamo più problemi di spazio" disse Molly, con una nota di malinconia.

Dopo la colazione Ron e Ginny andarono sulla collina, a fare una piccola partita di Quidditch uno contro uno. Ginny pensò che solo poco tempo fa' lei non aveva il permesso di giocare con i suoi fratelli. Le sembrava un secolo fa.


*

Fleur e Bill arrivarono in tarda mattinata, mano nella mano. Fleur aveva un enorme baule blu, lucido, che la seguiva, ad un palmo da terra. I capelli biondi, quasi argentati, erano legati in un elegante chignon. Ron la fissava inebetito. Anche il signor Weasley aveva un'espressione un po' estatica. Ginny pestò un piede al fratello, in modo che tornasse in sè.

"Oh Bill, tesoro mio, sei tornato!" esclamò Molly, abbracciando il figlio.

"Ciao mamma!" esclamò il ragazzo "mamma, papà, Ron, Ginny, lei è Fleur"

"Enchantèe" disse Fleur.

"Entrate, entrate, sarete stanchi" esclamò Arthur, facendoli entrare in casa.

"Fleur alloggerà nella vecchia camera di Percy" disse Molly a Bill, che in un colpo di bacchetta fece sparire il grosso baule.

"Tu devi essere Jinnì, la sorollina di Bill" disse Fleur, sorridendo verso Ginny "Sei très jolie! Molto graziosa" le disse dandole un buffetto sulla guancia. Ginny sentì Ron trattenere una risata.

"E tu sei Ron. Mi ricordo di te, al Torneo Tremaghi. Eri nel lago con la mia sorollina Gabrielle"

"Eh già" disse Ron, imbarazzato.

"E sei anche amico di Errì. Dov'è lui?"

"è ancora dai suoi zii, ma arriverà presto" disse Arthur.

"Oh, sono molto felisce di rivedrlo. È molto corascioso, ha salvato Gabrielle, anche se non era suo ostascio" disse la ragazza. Ginny roteò gli occhi alla faccia di Ron che l'ascoltava inebetito. Sarebbero state delle lunghe settimane.


*

Ginny adorava Bill con tutta sè stessa. Era sempre stato così. E anche lui adorava lei. In fondo era la sua sorellina, l'unica in mezzo a tutti quei ragazzi. Fin da piccola aveva sempre odiato le fidanzate di Bill, tranne Lena, quella che aveva in Egitto. Le era dispiaciuto che si erano lasciati, l'avrebbe tollerata come cognata. Ma Fleur era insopportabile. Da quando suo fratello era arrivato non era mai potuta stare un po' da sola con lui. Voleva raccontargli un po' di cose, della sua avventura al Ministero, dell'esito degli esami, di Dean.. ma niente, Fleur gli stava appiccicata come una cozza.

A cena la signora Weasley cercò di dare il meglio di sè, tirando fuori i suoi piatti migliori, ma lei mangiò pochissimo, cosa che irritò Ginny, non sapeva neanche lei bene il perchè. Forse perchè aveva l'aria.. disgustata?

"Jinnì" la chiamò ad un certo punto. Ginny si voltò verso la donna, con un sorriso forzato.

"Come fai a mongiare queste cose!" esclamò "sono troppo pesonti per una ragazza"

Tutti guardarono stupefatti Fleur: Ginny era sempre stata quella che mangiava di meno in famiglia e anche in quel caso aveva davanti a sè un piatto normale, quindi nessuno capiva l'appunto di Fleur.

"Dovresti mongiare di meno. Una ragazza non deve mongiare queste cose. Non hai paura di ingrassore? Io a sedisci anni non mangiavo così. A questa età bisogna stare attenti alla forma"

Ginny si stava innervosendo.

"Non ho mai avuto paura di ingrassare" rispose.

"Ginny ha sempre avuto un fisico molto snello, Fleur. E non ha mai mangiato tanto" intervenne la signora Weasley.

"E poi Ginny è una sportiva. Mi hanno detto che sei entrata nella squadra di Quidditch di Grifondoro, vero?" disse Bill, facendole l'occhiolino.

"Già! Cercatrice, ho sostituito Harry!"

"Il Quiddisch è uno sport poco femminile e pericoloso" proclamò Fleur "Ti verranno delle gambe enormi Jinnì" Ginny stava per rispondere a tono quando la madre le ordinò di prendere il dolce, probabilmente per salvare la serata. Dopo il dolce, sul quale ebbe nuovamente da ridire la bella francese, lei e Bill si alzarono in piedi, mano nella mano.

"Mamma, papà, Ron e Ginny" disse Bill "dobbiamo fare un annuncio, anche se avremmo preferito che ci fossero tutti.."

"Tutti chi, Bill?"

"Intanto ci aggiungiamo noi due! È rimasta la torta, ma'?"

Fred e George erano comparsi in giardino e andarono a salutare subito Bill e Fleur, per poi sedersi con il resto della famiglia.

"Bene.. ora che siamo un po' di più.. Fleur e io dovremmo farvi un annuncio"

Ginny e la madre si lanciarono una breve occhiata, molto significativa.

"Ci sposiamo! L'anno prossimo!" disse, con un enorme sorriso, stringendo Fleur, sprizzante di gioia anche lei.

"Che splendida notizia, Bill! Tanti auguri!" esclamò Arthur, andando ad abbracciare la futura nuora.

"Auguri, Bill!" esclamò Ron, dando una pacca al fratello.

"Ti sei incasinato la vita, Bill" esclamò George.

"Comunque tanti auguri!" disse Fred.

Ginny fissava il bicchiere davanti a lei. Vide sua madre assumere un sorriso molto finto per andare ad abbracciare i futuri sposi. La ragazza cominciò a sparecchiare. Non voleva quella ragazza stupida nella sua famiglia. Suo fratello meritava di più. Molto di più. Una più intelligente, più simpatica. Ok, era bella, non poteva negarlo. Bellissima. Ma era anche odiosa. Non glielo avrebbe permesso.


*

Fleur aveva rapidamente invaso la casa. Non solo la camera di Percy che ora odorava di lavanda e rose, ma tutto il resto. Aveva lasciato un libro di ricette leggere francesi in cucina, un implicito invito alla signora Weasley a cambiare il suo menù, cosa che non era accaduta: Molly aveva infatti ignorato il libro e continuava a farlo con estrema naturalezza. Ma Fleur non si era fermata alla cucina e alla stanza che le era stata assegnata, aveva invaso anche il bagno. Una mattina Ginny non aveva più trovato nè i suoi prodotti nè quelli della madre ma solo un milione di boccette dai nomi francesi. Sì trattenne dallo spaccarle con un incantesimo e si diresse in camera di Fleur.

"Fleur? Posso entrare?"

"Uh? Sì Jinnì, ontra" Ginny entrò e trovò Fleur che si studiava il viso allo specchio.

"Non trovo più le mie cose in bagno. Ma in compenso ho trovato le tue." disse, cercando di controllare la rabbia.

"Oh, quelle? Ma perchè usi quelle cose? Devi usare altri prodotti per la perle, usa i miei.."

"No, Fleur. Dove sono le mie cose?"

"Ma non sono di qualità"

"Non mi interessa. Per favore, dimmi dove sono"

"Nello scaffale in basso. Il vostro bagno è petite, non c'è spasio per le mie cose. Ma dovresti curare di più la tua pelle.."

Ginny non l'ascoltò e uscì dalla camera, diretta a passo di marcia in bagno. Prese tutti i prodotti della loro ospite e li spostò, di malgrazia, sulla finestra e rimise le sue cose al loro posto. Oltre ad impossessarsi degli spazi, Fleur cercava di cambiare le abitudini della famiglia Weasley e criticava tutto e tutti. Per lei il giardino era troppo grande, la cucina troppo grassa, si faceva colazione troppo presto e si cenava troppo tardi, gli gnomi erano volgari e le galline antiestetiche. E poi criticava pure le persone della casa, ma soprattutto Ginny e Molly. "Non lo fascio per cattiveria, i miei sono solamonte consigli" si giusticava. La signora Weasley si mostrava paziente, ma Ginny no. Non la sopportava e glielo dimostrava. E il fatto era che lei e sua madre se la dovevano sorbire ogni giorno, visto che suo padre stava tutto il giorno al ministero e Bill alla Gringott. E Ron non era di aiuto, visto che appena la vedeva perdeva la facoltà di parlare.

"sei contenta di averla come nuora, eh?" stuzzicava Ginny la madre.

"Ginny!" la rimproverava lei.

"Jinnì, secondo me quella maglia è troppo da maschio, dovresti mettere qualcosa di più femminile.."

"Jinnì sei così carina, très jolie, veramonte.."

La trattava come se fosse la sua sorellina minore! Ma lei non aveva undici anni e non aveva intenzione di essere sua amica. Voleva che Bill cambiasse idea, che ragionasse. Ma non aveva mai il modo di parlare da sola con lui.

"Ehi, Ginny, c'è posta per te" Ron le porse un voluminoso rotolo di pergamena "chi è?" chiese, sospettoso.

"Non sono affari tuoi" rispose tranquillamente Ginny.

"è Dean, riconosco il suo gufo!" esclamò Ron.

"Esci fuori! Voglio leggere la sua lettera in pace"

Spinse fuori il fratello e chiuse la porta. Finalmente qualcosa di buono! Srotolò svelta il rotolo di pergamena che ne rivelò un secondo. Lo prese e rimase senza fiato: era un disegno. Un grande acquarello che la ritrarreva. Era lei, seduta sulla riva del lago con aria persa nel paesaggio, e un piede che sfiorava l'acqua immobile. Era bellissimo. Dopo averlo contemplato prese l'altra pergamena, che era una lettera scritta con la piccola calligrafia di Dean.


Cara Ginny,

come stai passando le vacanze? Io sono qui, a casa con i miei genitori e le mie sorelle. Non mi diverto moltissimo, ma sto bene. Mi manchi tu, ovviamente. Sarebbe bellissimo se potessi venire, anche solo per un giorno. Le mie sorelle non vedono l'ora di conoscerti, soprattutto Daisy e Jane, quelle più grandi, che già parlano di te come loro cognata! Perchè non provi a convincere i tuoi a lasciarti venire? Anche solo per un pomeriggio (anche se mi piacerebbe che restassi per la notte..), solo per stare un po' insieme! So che sarà difficile, visto la situazione che si è venuta a trovare, con Tu-Sai-Chi e i Mangiamorte che semino terrore da tutte le parti! Ma tu.. provaci! Alla fine, la mia è una famiglia babbana, non dovremmo correre troppi pericoli!

Spero ti piaccia il mio disegno! L'ho fatto pochi giorni prima di lasciare Hogwarts, ti avevo visto lì sul lago e non ho potuto a meno di farlo.

Ti penso spessissimo, e non vedo l'ora di vederti. Mi manchi.

Rispondimi presto, tuo

Dean

Ginny ripiegò la lettera con cura e la mise in uno dei suoi cassetti. Ne aprì un altro dove prese un rotolo di Magiscotch e attaccò il magnifico disegno vicino al letto. Le mancava Dean, come le mancava Hogwarts in generale! Non vedeva l'ora di tornarci.


*

Hermione sarebbe arrivata il giorno dopo e Ginny era molto felice di avere con sè la sua amica, con la quale avrebbe passato le ore a sparlare di Fleur, o Flebo, come l'aveva soprannominata.

"Questa situazione non mi piace" borbottò Ron.

"Eh sì, non la sopporto più neanche io, quella è una vera vacca" disse Ginny.

"Non mi riferivo a Fleur!" rispose Ron.

"E a chi?" chiese la sorella.

"Siete troppe!" esclamò lui. Ginny lo guardò, non capendo. "Siete troppe donne! Per la prima volta sono in minoranza.. Te, mamma, Fleur ora anche Hermione.. mi farete impazzire!"

"Quanto sei stupido!" rispose la ragazza, stizzita.

"Cambiando discorso.. chi ha fatto quel disegno in camera tua?" chiese Ron.

"Io" rispose Ginny, sapendo benissimo che il fratello aveva riconosciuto lo stile di Dean.

"Non è vero, è stato Dean!"

"Se lo sai perchè me lo chiedi?" chiese Ginny.

"Quando lo ha fatto?"

"Gli ultimi giorni ad Hogwarts.. è bravo, vero?"

"sì, bravissimo, ma per averlo fatto deve averti guardato parecchio.."

Sì, il disegno di Dean era praticamente perfetto dalle pieghe del vestito alle sfumature di rosso dei suoi capelli. Ma era anche vero che era estrememente dettagliato: aveva disegnato addiritura lo smalto che aveva alle unghie dei piedi, la cicatrice che le era rimasta sulla caviglia dopo la lotta al Ministero e il microscopico neo che aveva sulla mano destra da quando era nata. In effetti, Ron aveva ragione: doveva averla osservata parecchio per aver fatto un disgno così perfetto.

"beh, Dean è un grande osservatore e ha occhio per i dettagli, come tutti gli artisti" lo giustificò Ginny.

"Sì, ma la smettesse di guardare troppo mia sorella" borbottò Ron, a denti stretti. Ginny alzò gli occhi al cielo: con Ron era una causa persa.

*

Rimanevano spesso in casa solo lei, la mamma, Ron e Fleur. Bill e Arthur erano sempre al lavoro o in giro per l'Ordine. A quanto pareva, invece, la Gringott aveva concesso un lungo periodo di pausa a Fleur.

"Probabilmente perchè non la sopportano neanche lì" aveva commentato Ginny, mentre era da sola con la madre. Molte volte Arthur e Bill non rientravano nemmeno per l'ora di cena. Molly era molto tesa e nervosa quando il marito e il figlio non avvertivano che tardavano. Ma era comprensibile che la donna fosse molto nervosa, lo erano tutti in quel periodo: le cose erano cambiate molto e in fretta. La Tana era ormai un via vai di membri dell'Ordine, e ogni volta che arrivava qualcuno doveva essere identificato con una domanda segreta. Il vecchio orologio in cucina, che aveva una lancetta per ogni membro della famiglia, le aveva posizionate tutte su pericolo mortale, e ciò non serviva ad alleggerire la tensione.Molly sfogava la sua tensione sull'unica figlia femmina, che l'ascoltava pazientemente. In realtà era perennemente preoccupata anche lei, ma aveva i nervi più saldi della madre. Fleur invece canticchiava allegra, camminando a passo di danza e lasciando una scia di lavanda e rosa ad ogni suo passaggio.

"Almeno mette un po' di felicità" la giustificava Ron.

"Posso cuscinare io questa sera, signora!" si era proposta Fleur, una sera che erano solo loro e Bill e Arthur tardavano.

"Ti ringrazio, cara, ma preferisco pensarci io" le aveva risposto Molly, nervosa come sempre.

"Ma io volio fare qualcosa!"

"Fleur, non ti preoccupare.." intervenne Ginny. Era una sera che Molly era particolarmente agitata. Non si era fatto sentire nessuno tutto il giorno "vieni di là, magari potresti darmi una mano.." disse, trascinando Fleur fuori dalla cucina, cercando di inventarsi qualcosa da fare. Ogni sera andava così.


*

Ginny non riusciva a dormire. Papà non era tornato. Neanche Bill. L'attesa era frustrante. Non era abituata a tutto quello. Alla mamma che faceva cadere i piatti, a Ron che scriveva lettere ogni giorno, a cenare senza papà, a dover fare quelle stupide domande di riconoscimento. Non era nemmeno abituata ad avere un'altra donna in famiglia in realtà. Se doveva essere così era contenta di non avere sorelle. Perchè Bill aveva scelto quella cretina? Bill era.. Bill! Il migliore da sempre!

"Oh Bill, sei tornato!" era la mamma. Ginny scattò in piedi. Accese la luce e uscì dalla sua stanza, a piedi nudi.

"Passata bene la giornata? Fleur dorme?"

"Sì, dormono tutti.. io vi ho voluto aspettare.."

"Non dovevi preoccuparti. Papà sarà qui a momenti"

"Ti riscaldo il pollo, caro"

"Grazie mamma, ci voleva proprio, ho una fame da lupi"

Faceva freddo, e Ginny non se la sentiva di scendere senza un maglione. Così tornò in camera a prendere una felpa.

"..caro, volevo parlarti di una cosa.."

"Dimmi mamma. Ti ascolto"

Ginny si fermò all'inizio delle scale, la felpa di Bill addosso.

"Volevo parlarti di Fleur.."

"è splendida, non è vero? È una ragazza meravigliosa, sono fortunato ad averla trovata..."

Cretino, pensò Ginny.

"Sì, è proprio una bella ragazza, tesoro, ma.. sei sicuro che..insomma, che sia adatta a te?" chiese Molly. Ginny trattenne il fiato. Bill non rispose.

"Insomma Bill, hai sempre frequentato molte ragazze, molte ragazze bellissime e intelligenti.. e non sono mai durate tanto, e mai nessuna ce l'hai presentata come fidanzata.."

"Questa volta è diverso. Fleur è diversa. Io sono diverso" rispose Bill, piano "ci frequentiamo da molto tempo.."

"tesoro, un anno non è niente.."

"Fleur non è una delle tante" disse Bill, fermo "la stimo moltissimo, è una ragazza formidabile e sono certa che è la ragazza adatta a me"

"siete così diversi.."

"Già mamma siamo diversi ma lei è perfetta. Stiamo bene insieme e l'estate prossima ci sposeremo"

"Bill, fate le cose in fretta perchè c'è la guerra e avete paura di non avere tempo.. ti capisco benissimo, è stato così anche ai miei tempi, le coppie non aspettavano.."

"Come te e papà"

"Voi non siete come me e papà! Io e papà siamo fatti l'una per l'altro, voi non avete niente in comune!"

"L'ho portata qui per farvela conoscere! Tu non le dai una possibilità! Sei superficiale mamma, e la stai giudicando troppo in fretta. Ma fattene una ragione: l'anno prossimo io e Fleur ci sposeremo, che ti piaccia o no!"

"Ci sono tante ragazze più adatte a te! Pensa a Tonks.."

"Tonks è simpatica e le voglio bene ma io amo Fleur! Amo lei e voglio passare la mia vita con lei. Adesso vado a dormire, e non voglio più sentire questi discorsi!" sentì i passi pesanti di Bill salire le scale e Ginny si fiondò in camera sua, per non farsi scoprire. Si mise subito a letto, senza togliersi la vecchia felpa. Era fatta. Bill non avrebbe mai lasciato Fleur. Si sarebbero sposati. Quella strega glielo avrebbe portato via. Si raggomitolò sotto le coperte, stringendo forte le ginocchia al petto. Bill le diceva sempre che sembrava un gatto, quando si raggomitolava così. Il peso che aveva dentro non spariva. Avrebbe riperso suo fratello. Doveva accadere, lo sapeva che prima o poi si sarebbe sposato.. ma perchè con lei?


*

L'arrivo di Hermione, accompagnata da Ninfadora Tonks, fu accolto con gioia, anche le la Metamorfomago non sembrava molto felice. Ginny era molto contenta di avere la sua migliore amica, così come Ron. Molly era molto felice di avere lì la sua nuora ideale. Ma Tonks non era la solita Tonks: non aveva i capelli rosa e i vestiti sgargianti, non rideva e non faceva facce buffe. Era anzi, molto triste.

"Credo sia per Sirius" disse Hermione a Ron e Ginny "era suo cugino, si sente in colpa per non essere riuscita a sconfiggere Bellatrix, probabilmente.."

"Povera Tonks" mormorò Ginny "forse frequentare un ragazzo la tirerebbe un po' su! Dovremmo presentarle qualcuno!" propose.

"E chi?" chiese Ron.

"Nostro fratello" rispose Ginny.

"Charlie? Non abita un po' troppo lontano?"

"No! Bill, ovviamente!"

"Bill?" chiese perplessa Hermione "ma non sta con Fleur?"

"E allora? Magari scopre che Tonks è l'amore della sua vita, non quell'oca..."

"Ginny, hanno annunciato il loro fidanzamento.." rispose Ron.

"Beh in amore tutto è possibile, no?"

"No Ginny, Bill ci tiene davvero a Fleur" disse Ron realsitico "e poi, quale uomo sano di mente si innamorerebbe di Tonks quando c'è Fleur in giro?"

"Superficiale!" esclamò Hermione irritata "la gente non si innamora solo per dei bei capelli! Si innamore per le qualità interne di una persona, per il carattare.. per.." a quel punto arrossì e non disse più nulla.

"Insomma Fleur potrà essere bellissima fuori, ma dentro non ha nulla! È stupida quanto una gallina.."intervenne Ginny.

"Non la conosci nemmeno!" esclamò Ron.

"Oh, prendi subito le sue parti solo perchè è carina! Non la conosci nemmeno tu! È un'idiota, a Bill piace solo perchè è mezza Veela!"

"Siete tutti uguali! A voi basta un bel viso.."

"..e un bel corpo.."

"Non ve ne importa nulla di un bel cervello!"esclamò Hermione.

"Non parlarmi di cervelli" disse Ron, sfregandosi le cicatrici lasciate al Ministero"E comunque si che conta una bella testa! Se poi ci sta anche un bel viso e un bel corpo è anche meglio, no?"

"idiota!" esclamarono le due ragazze, andandosene.

"Io lo sapevo che tutte queste ragazze mi avrebbero portato solo guai" borbottò Ron "spero che Harry arrivi subito".

*

"Ron è un idiota!"

"Già! Anche Bill!"

"Guardano solo la bellezza"

"Imbecilli"

Le due ragazze erano arrabbiatissime.

"Quella cretina francese! Che diamine ci trova in lei Bill!" esclamò Ginny.

"E Ron! Solo perchè è bionda, bella.." fremette Hermione.

"Sai cos'è? È che sono tutti così! Secondo me anche Dean sbaverebbe dietro di lei.. ci deve solo provare.."

Hermione rise.

"e se facessimo una pozione per riempirla di brufoli? Tipo la fattura che hai fatto a Marietta Edgecombe.."

"Ginny.. sei tremenda"

"Secondo Bill la lascerebbe! Tanto gli piace solo perchè è carina.."

"Ne sei sicura?" chiese Hermione.

"No" ammise Ginny, con un sospiro. Aveva smesso, ormai. Mentire a se stessa era una cosa che apparteneva al passato.



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Capitolo 46
*** Convivenza ***


cap 46

Convivenza


Ormai Ginny si era rassegnata. Si era rassegnata al fatto che il suo scaffale nel bagno sarebbe stato riempito di bottigliette francesi, che avrebbero spodestato i suoi prodotti. Si era rassegnata alla puzza di lavanda nella stanza di Percy, agli sbaciucchiamenti in salotto, a Ron che sbavava dietro a quell'oca. Si era abituata ai rientri notturni di suo padre e di Bill, ai continui via vai di gente dell'Ordine, alla perenne tensione che era in casa, all'orologio con le lancette puntate costantemente su pericolo mortale. Aveva quasi accettato l'idea che Fleur sarebbe diventata sua cognata. Ma non poteva accettare quello che stava accadendo.

"CHE COSA?" urlò Ginny.

"Shhhh" l'azzittì la mamma "non è sicuro"

"Non accetterò MAI"

"Tesoro, Bill ci tiene molto, lo sai, e anche Fleur"

"Non mi importa! Soprattutto non mi importa che Flebo ci tenga!"

"Non ti scaldare tanto! Non è nulla di ufficiale.. solo che di solito.. sai, la tradizione"

"Beh, non mi importa della tradizione. La romperò. Dopotutto non è la prima volta, non sono la prima Weasley femmina da generazioni?"

"Ginny, questo non c'entra niente.."

"Non farò la damigella! Ve lo potete scordare! E poi, mettere un vestito scelto da quella! Mai!"

Molly sospirò "Fleur ancora non mi ha detto nulla, quindi inutile discutere. Vai a cambiare il letto di Fred, Harry arriverà in giornata, vorrei farlo dormire in delle lenzuola pulite. E non chiamare Fleur in quel modo. Sarà tua cognata, accetta l'idea"

"Ma se non l'hai accettata nemmeno tu!"

"Non essere impertinente e fai quello che ti ho detto"

Ginny salì nella camera dei gemelli, infuriata.

"Che è successo?" chiese Hermione, che l'aveva seguita.

"Dovrò fare da damigella al matrimonio di Bill e Fleur! Ma non lo farò!"

Ginny mise il lenzuolo pulto sul materasso di Fred. Hermione l'aiutò a sistemare gli angoli.

"Beh, non te lo aspettavi? Sei l'unica sorella dello sposo!" rispose logica Hermione.

"Non ci avevo pensato, sinceramente. Ero occupata a pensare ad un modo per sabotare il loro matrimonio"

"Bill ci rimarrà male se ti rifiuti" disse Hermione. Ginny sbuffò, mentre sistemava i cuscini.

"Beh, non è ancora detto. Mamma pensa di sì, ma magari decidono di avere solo la sorella di Fleur come damigella.."

"Ne dubito" rispose Hermione, sistemando la coperta "tua madre ti ha detto a che ora arriva Harry?"

"In giornata. Non lo sa di preciso"

"e.. ti ha detto se è arrivato.. qualche gufo?" Hermione era nervosa e si torturava le mani.

"Gufo? No, non mi pare.." disse Ginny, poi realizzò "aaaah.. quei gufi.."

"Dovrebbero arrivare.. in questi giorni.." balbettò Hermione.

"Mamma ha detto a Ron che arriveranno in questa settimana, o almeno dovrebbero.."

"QUESTA SETTIMANA?" strillò Hermione "COME SAREBBE QUESTA SETTIMANA?!"

"Ogni anno è così. Arrivano sempre verso la fine di Luglio" rispose Ginny, con una scrollata di spalle.

"E tu che ne sai?"

"ne ho visti arrivare cinque, per ora" disse Ginny. Hermione era in preda ad una crisi isterica.

"Sono stata bocciata in tutto, lo so, lo so!" singhiozzò la ragazza sedendosi sul letto. Ginny la guardò perplessa.

"Ginny! Hermione! Cosa sta succedendo?" la signora Weasley si era materializzata in camera di Fred e George "ho sentito delle urla.. Hermione cara! Cosa succede?" chiese, amorevole, sedendosi accanto alla ragazza.

"Crisi pre-risultati G.U.F.O" spiegò Ginny. Molly annuì comprensiva: Percy aveva fatto anche di peggio e Bill aveva parlato a monosillabi fino all'arivo dei risultati.

"Cara.. Sei molto intelligente e hai ottimi voti.. avrai fatto il massimo anche questa volta"

"Il mio massimo non è sufficiente! Sarò stata bocciata ad Antiche Rune, lo so! E il compito di Aritmanzia era difficilissimo.. Ho fatto un casino ad Incantesimi, e ho sbagliato la pozione e.."

Molly continuò a rassicurarla, e Ginny a trattenersi dal ridere. Quando Hermione si fu calmata e scappò in bagno per sciacquarsi il viso, Molly tirò un gorsso sospiro.

"La convivenza è dura, ragazza. Se Hermione ha intenzione di fare così fino all'arivo delle lettere e Fleur che continua a starmi dietro e rintontirmi di chiacchiere.." tirò un altro gran respiro "Sono contenta di aver avuto una sola figlia in questo momento" girò su se stessa e si smaterializzò.


*

Harry arrivò in piena notte, senza che nessuno se ne accorgesse, tranne la mamma, che era in piedi, come al solito, ad aspettare il marito. Per Ginny la giornata era già cominciata male: la cara Fleur aveva sviluppato un certo attaccamento nei suoi confronti, cosa che, ovviamente, non aveva contribuito a migliorare il loro rapporto, almeno secondo Ginny.

"Fleur si sta affezionando a te,Ginny" le aveva detto Bill, con un sorriso ebete "vorrebbe essere per te non solo un'amica, ma anche una sorella maggiore"

A questa frase la ragazza rispose con un sorriso forzato per niente convincente, mentre si tratteneva dallo scappare in bagno a vomitare. Con questo nuovo obiettivo in testa, la bella francese stava sempre intorno a Ginny, cercando di fare la sorella maggiore, cosa che Ginny non le aveva mai richiesto.

"Jinnì, puoi parlare di tutto avec moi, se hai bisogno di un consiglio.."

"No, grazie Fleur"

"Se vuoi ti presto la mia lozione per capelli, li rende brillonti e setosi, la mia sorellina Gabrielle la vuole sempre.."

Anche quella mattina era piombata in camera sua, dandole consigli non richiesti.

"Ponsi che a Bill piascerò con i capelli legati, o sono meglio sciolti?" chiese, quando ebbe terminato i consigli per lei.

"Io credo che a Bill piaci in ogni caso" disse Ginny, mordendosi le labbra.

"Disci? Effettivamente sono sempre bellissima!"

"Sonti dopo ti va di aiutarmi a scegliere i vestiti per oggi? Tu consoci Bill sai cosa può piacere. A Gabrielle piace tonto aiutarmi, quindi penso anche a te.."

Ginny non rispose e scappò non appena la ragazza entrò in bagno.

"hai già salutato Harry?" le chiese Molly.

"Quando è arrivato?" chiese Ginny.

"Stanotte.. credo si sia svegliato, vado a preparargli la colazione. È in camera di Fred e George"

Ginny salì le scale, in fretta per non essere seguita da Flebo.

"..non può essere peggio della Umbridge, no?" stava dicendo Harry, probabilmente a Ron ed Hermione.

"Io conosco qualcuno che è peggio della Umbridge" disse tetra Ginny, aprendo la porta della stanza.

Harry era in pigiama e ancora a letto, Ron ed Hermione erano seduti ai due lati del letto "Ciao Harry" lo salutò.

"Che cos'hai?" le chiese Ron.

"è lei, mi sta facendo impazzire.." si lamentò la ragazza, sedendosi anche lei sul letto di Harry.

"Che cosa ha fatto, stavolta?" chiese Hermione, comprensiva.

"è come mi parla, come se fossi una ragazzina che sogna di diventare come lei.."

"è così piena di sè" sospirò Hermione.

"Lasciatela in pace, state esagerando" ribattè Ron.

"Bravo, prendi le sue parti, come al solito" esclamò Ginny "tanto lo sappiamo che sei pazzo di lei!"

Harry aveva un'espressione confusa "ma di che state..."

Fu interrotto, da una persona che entrò all'improvviso. Ovviamente quella persona non poteva essere altri che Flebo, con un vassoio in mano ed un sorriso a trentadue denti. Scosse indietro i capelli, col suo solito pavoneggiarsi. Che visione patetica.

"Arrì, da quanto tompo" disse, con voce roca, altro ovvio tentativo di apparire ancora più sexy davanti a due sedicenni che non avevano mai toccato una donna. Tentativo riuscitissimo, scena molto penosa. Anche la signora Weasley la guardava contrariata.

"Non c'era bisogno, Felur, stavo per farlo io! " esclamò irritata.

"Nessun disturbo" disse Fleur. Posò il vassoio sulle gambe di Harry e lo baciò sulla guancia, facendolo arrossire. Che vacca, pensò Ginny, infiammandosi.

"Sono così contonta di rivederti, Arrì. Ti ricordi di Gabrielle, mia sorella? Non fa altro che palare di te, sarà felisce di rivederti.."

Oh, una MiniFlebo non avrebbe potuto sopportarla!

"è anche lei qui?" chiese Harry.

"No,no.. ma non lo sai?" chiese, lanciando un'occhiataccia a Molly.

"è appena arrivato" borbottò lei.

"Io e Bill ci sposiamo!" esclamò, con un altro enorme sorriso. Ginny distolse lo sguardo, fissando la parete opposta.

"congratulazioni" balbettò Harry, preso alla sprovvista. Evidentemente Ron non lo aveva avvertito. Fleur lo baciò di nuovo.

"Bill mi ha portata qui per conoscere la sua familia, peccato che qui non c'è molto da fare, a meno che non ti piasciono le galine! Buona colasiòn Arrì!"

Fece una stupida piroetta e uscì dalla stanza, chiudendo la porta.

"Bah!" borbottò la mamma.

"Mamma la odia" spiegò Ginny ad Harry.

"Non è assolutamente vero!" esclamò la signora Weasley "Solo che si sono fidanzati troppo in fretta!"

"mamma si conoscono da un anno" intervenne Ron, sempre pronto a difenderla. Aveva ancora la faccia inebetita.

"Non è molto! È successo per il ritorno di Tu-Sai-Chi, ovviamente! Tutti hanno paura di non avere più tempo! Era così anche ai miei tempi, fughe d'amore ovunque.."

"Come te e papà" aggiunse Ginny, maliziosa.

"Beh, noi eravamo fatti l'uno per l'altra, perchè aspettare" esclamò Molly "mentre loro.. beh.. lei.."

"è una vacca" completò Ginny annuendo vigorosamente "Beh, forse è solo per il suo gusto per l'avventura che Bill ha perso la testa per Flebo.. non è nemmeno lui una persona così concreta.."

"Smettila di chiamarla così Ginny. Harry, mangia finchè la colazione è calda" disse Molly e uscì dalla stanza. I maschi della camera sembravano ancora rintronati, dopo il passaggio di Flebo, Ron sprattutto. Idioti.

"Non ci si abitua, vivendoci insieme?" chiese Harry all'amico.

"Sì, ma se ti appare così all'improvviso.." rispose Ron. Hermione e Ginny si scambiarono un'occhiata molto eloquente.

"Patetico!" esclamò Hermione rivolta a Ron, sedendosi il più distante possibile da lui.

"Vorresti veramente averla intorno per sempre?" esclamò Ginny incredula. Lui, per tutta risposta, alzò le spalle.

"Beh, la mamma lo impedirà, continua a far venire a cena Tonks, vorrebbe che Bill si innamorasse di lei, magari dico io.." rimbeccò la ragazza, arrabbiata, cercando di credere anche lei in quella piccola speranza.

"Non funzionerà mai" rispose Ron "Nessuno si innamorebbe di Tonks quando c'è Fleur in giro!"

"è mille volte più simpatica di Flebo!" rispose Ginny.

"ed è più intelligente, è un'Auror!" esclamò Hermione.

"dai, non è così stupida, in fondo è stata scelta per il Torneo Tremaghi" ricordò Harry. Hermione lo guardò amareggiata "Harry, non ti ci metterai anche tu!"

"Ti piace come Flebo dice 'Arrì', vero?" lo canzonò Ginny, sprezzante.

"Assolutamente no!" rispose in fretta Harry "Stavo dicendo solo che Flebo.. cioè Fleur.."

"è meglio Tonks, senza dubbio!" esclamò Ginny "almeno fa ridere"

"Non ultimamente" obiettò Ron "sembra un fantasma"

"Quanto sei insensibile! In fondo era suo cugino!" sbottò Hermione, guardandola con aria truce. Harry abbassò gli occhi.

"Si conoscevano appena" disse Ron "le loro famiglie non si erano mai incontrate"

"Si ma lei si sente in colpa, crede che sia lei la responsabile, perchè era stata sconfitta da Bellatrix, e se invece Tonks fosse riuscita a farla fuori.."

"Che ragionamento assurdo!" esclamò Ron, scuotendo la testa.

"è il senso di colpa dei sopravvissuti" spiegò Hermione "Lupin ha tentato di convincerla, ma è molto depressa! Ha addirittura problemi con le Metamorfos, i suoi poteri sono stati danneggiati dallo shock"

Tonks era diventata sfuggente, non era la ragazza allegra di una volta. A Ginny mancava molto e le dispiaceva per lei.

"Non sapevo potesse accadere" mormorò Harry. La porta si aprì nuovamente.

"Ginny, vieni giù ad aiutarmi con il pranzo" sussurrò la signora Weasley

"Ma sto parlando con loro!" rispose Ginny.

"Subito!" sibilò la donna, e scese sotto.

"Mi vuole solo perchè non vuole rimanere sola con Flebo!" esclamò Ginny, sbuffando. Si alzò e mulinò i lunghi capelli rossi, e camminò pavoneggiandosi fino alla porta, pavoneggiandosi a più non posso, in una perfetta imitazione di Flebo.

"Sbrigatevi anche voi a scendere!" disse imperiosa e uscì dalla stanza. In cucina, per fortuna, non c'era traccia di Fleur e così ne approffitò per continuare con la sua imatazione. Sua madre si lasciò sfuggire un piccolo sorriso quando la vide.

"Salve siniora Weaslì, qui non sce nionte da fare se non ti piasciono le galine" disse la ragazza alla madre.

"Smettila, potrebbe sentirti" disse la madre, ridendo ancora.

"è così ridicola" sospirò Ginny "come hai fatto a liberartene?"

"L'ho mandata fuori a prendere qualche verdura.."

Fleur tornò proprio in quel secondo. "Ecco qui, siniora Weasley, ho preso tutto"

"Grazie Fleur, cara"

Ginny fece una linguaccia alla ragazza, che venne però intercettata dalla madre che la fulminò.

"Ginny metti i bicchieri a tavola" disse la donna, passandole i bicchieri con un Incantesimo di Levitazione.

"Non capisco perchè non puoi farlo tu, visto che puoi usare la bacchetta" disse Ginny.

Prima che la madre potesse rispondere intervenne Flebo.

"Oh Jinnì, mi ricordo quando ero anche io una ragasina e volevo tonto fare le majie come maman. Mi ricordi la mia sorelina Gabrielle, anche lei vorrebbe tonto fare majie. Ma arriverà il momonto anche per te, quando sarai gronde"

"Guarda Fleur che ho quindici anni!" esclamò Ginny, irritata "e tra due anni potrò usare la bacchetta liberamente!"

"Ne avrai quindici fra qualche giorno" le ricordò la madre. Ginny la fulminò ma la sua ira fu interrotta da un'Hermione che era piombata in cucina, molto agitata e con un occhio nero.

"Hermione cara! Cosa ti è successo?" esclamò la signora Weasley.

oribile" commentò Fleur.

"I gufi.. i gufi.." balbettò la ragazza, in un attacco isterico.

"Cara, siediti che ti sistemo l'occhio, poi mi dici cosa è successo" disse Molly, facendo sedere la ragazza.

"Hermione, i gufi ancora non sono arrivati" disse Ginny.

"Sicura? Hai controllato?" chiese Hermione, febbrilmente.

"Hermione, me ne sarei accorta se fossero arrivati" disse la signora Weasley, prendendo un libro e provando degli incantesimi guaritori sulla ragazza "strano non funziona, e pure ha sempre funzionato.."

"E stato un piccolo cannocchiale di Fred e George" balbettò Hermione.

"Forse lo scherzo consiste nell'essere permamente" disse Ginny.

"CHE COSA? Deve andarsene, per forza!" strillò Hermione.

"Sì, troveremo un modo sicuramente" la rassicurò Molly. Erano scesi anche Ron ed Harry in quel momento e guardavano preoccupati la loro amica, che camminava su e giù per la stanza borbottando tra sè e sè.

"Ho fatto un disastro in Antiche Rune, lo so.. e Incantesimi, pensavo fossi andata bene ma ripensandoci.. Aritmanzia, lì ho sbagliato tutto, lo so.. bene sarò bocciata almeno in sette materie.. anzi no, che dico? Sono stata bocciata in tutto..."

"Hermione, stai zitta, avrai i tuoi dieci Eccezionale, c'è altra gente che può essere nervosa.." esclamò Ron.

"Stai zitto te, so di essere stata bocciata in tutto!" strillò Hermione isterica.

"Ma smettila.." rispose Ron. A Ginny veniva da ridere, ma non lo fece: Hermione l'avrebbe fatta a pezzi. Un urlo all'improvviso annunciò l'arrivo dei tre gufi e i tre ragazzi corsero alla finestra, agitati. Ovviamente Hermione non era stata bocciata in nessuna materia, e Ron ed Harry avevano avuto entrambi una discreta pagella. Harry aveva preso Eccezionale in Difesa Contro le Arti Oscure, cosa di cui Ginny era sicurissima. E anche quella era fatta!


*

La convivenza con Harry e Hermione andava benissimo: per la prima volta Ginny non si sentiva esclusa dal loro trio, anche se non mancavano i momenti che i tre si isolassero a parlottare. Ma rispetto agli anni passati, le cose erano molto migliorate. Erano sempre loro quattro, insieme: Giocavano a Quidditch due contro due, prendeva in giro Flebo con Harry e Hermione, dormiva con Hermione e chiacchieravano fino a tardi. L'esperienza al Ministero li aveva uniti: ora anche Harry (Hermione già lo sapeva) sapeva che lei non era una ragazzina piccola ed era forte e coraggiosa. I momenti divertenti alla Tana erano sempre accompagnati da momenti di rabbia, tensione o paura: una litigata per Fleur, una con la mamma, notizie di morti o sparizioni erano ormai pane quotidiano. Ginny fu costretta a rinunciare all'invito di Dean, senza neanche parlarne con i genitori. Dean accettò la sua scelta, sapendo quanto poteva essere pericoloso, anche se con dispiacere. Uno spiraglio di luce arrivò quando la madre annunciò che dovevano andare a Diagon Alley. Ginny sperava di incontrare lì Dean e i suoi amici del suo corso. Scrisse in una frettolosa lettera la data e l'ora in cui sarebbe stata a Diagon Alley e sperò che gli arrivasse in tempo. Diagon Alley era molto cambiata, e Ginny non era stupita di ciò, visto che Bill già le aveva raccontato di come fosse diventata triste e grigia. Ma era inevitabile che ciò accadesse e Ginny ne era tristemente consapevole. Lì si divisero: Harry, Ron e Hermione andarono con Hagrid da Madama McClan perchè avevano bisogno di divise nuove. Ginny andò con i suoi in libreria, visto che la divisa dell'anno prima le andava bene (non era cresciuta di molto, anzi, con suo rammarico era l'unica a non essere alta in famiglia!). Al Ghirigoro incontrò un po' di persone che conosceva: Hannah Abbot, che la salutò allegramente, Terry Boot, che l'abbracciò appena la vide e Colin Canon con il fratellino Dennis. "Come hai passato le vacanze, Ginny? Harry è da te?"

"Sì, come ogni anno. Tu hai passato una bella estate?"

Un incontro che la rese felice fu quello con Miriam Cohen.

"Ginny! Ginny!" la salutò strillando e le saltò addosso.

"Ehi Miri.." disse Ginny.

"Non ci vediamo da un secolo!" esclamò. Non l'aveva superata di altezza, solo che aveva i ricci scuri molto più lunghi ed era come al solito abbronzatissima "quelli sono i miei, e quella è la mia sorellina, Rachel. Andrà ad Hogwarts anche lei, quest'anno!"

Ginny vide una bambina eccitata, con gli stessi ricci di Miriam, ma più corti.

"Spero sia a Grifondoro anche lei! Hai incontrato qualcuno del nostro corso?"

"Solo Colin"

"Aisleen è venuta secoli fa a fare acquisti e anche John. Di Anthony e Demelza non so nulla"

"Nemmeno io"

"Non mi sono mossa da casa quest'anno, almeno non in Inghilterra. Siamo stati ad Israele. Tu ccosa hai fatto?"

"Qui, come al solito"

"Dean lo hai sentito? Lo sai, ho incontrato Seamus ma Dean non c'era"

"Sì, lo sentito spesso. Te e Anthony Goldstain?"

"è finita da un pezzo, non ci siamo più sentiti! Scusa ma devo andare. Ci vediamo al Binario nove e tre quarti!"

"Ok! Ciao!"

Ginny si riunì ai suoi genitori e si diressero verso il negozio di scherzi di Fred e George. Non vedeva l'ora di entrarci, era curiosa di vedere l'operato dei suoi fratelli. Rincontrati con Ron, Hermione, Harry e Hagrid si avviarono verso l'edificio colorato. Ovviamente anche l'interno era meraviglioso: Fred e George erano nati per quel genere di cose, e il negozio era magnifico, ci si trovava di tutto: dalle classiche Bacchette Magiche Finte, alle Penne Autocorreggenti, dalle Merendine Marinare ai Filtri d'Amore. E oltretutto era pienissimo: gli studenti di Hogwarts stavano facendo rifornimento prima di partire per la scuola. Si divisero subito: Ron sparì tra gli scaffali delle Merendine Marinare, Harry nel retro con Fred e George e Ginny ed Hermione rimasero a contemplare quelli che Fred aveva chiamato 'Sognisvegli Brevettati'. Dopo un po' spuntò Fred, seguito da Harry.

"Ragazze, qui dietro ho una collezione che potrebbe interessarvi" disse Fred con voce maliziosa. Ginny ed Hermione lo seguirono fino ad una vetrina piena di prodotti rosa shocking, circondata da ragazze ridacchianti.

"Filtri d'amore, i migliori sulla piazza" disse Fred.

"Funzionano?" chiese Ginny, scettica, sollevando un sopracciglio.

"Ma certo, fino a ventiquattro ore! Dipende dal peso del ragazzo.."

"..e il fascino della ragazza, ovviamente" continuò George, appena arrivato "Ma a nostra sorella non li vendiamo" aggiunse, serio "Visto che hai già cinque ragazzi dietro.."

"Qualunque cosa abbia detto Ron è una cavolata" disse Ginny, tranquilla "questo cos'è?" chiese indicando un vasetto rosa, tanto per cambiare discorso.

"Annullaforuncoli" rispose in fretta Fred "è vero che stai con un certo Dean Thomas?"

"Sì, è vero. Ed è uno solo, non cinque. Quelle cosa sono?" chiese ancora, indicando delle adorabili palle di pelo rosa, che rotolavano in una gabbietta, emettendo dei buffissimi versi.

"Puffole Pigmee, hanno fatto un sacco successo" disse George "Che mi dici di un tale Micheal Corner?"

"Roba vecchia, l'ho mollato secoli fa, non mi piaceva" rispose Ginny accarezzando una di quelle piccole bestioline "Quanto sono carine!"

"Molto, sì" rispose Fred "Senti, non è che ti dai troppo da fare con i ragazzi?" Ginny scattò e si voltò a guardarlo con le mani sui fianchi. No, quell'anno era decisa a non nascondersi se voleva stare con un ragazzo. Non voleva che con Dean fosse la stessa storia di Micheal.

"Non sono affari tuoi" disse, ferma "Ti sarei grata se la semttessi di raccontare in giro i fatti miei!" aggiunse inviperita contro Ron, che era appena arrivato. L'attenzione di tutti si spostò dalla sua vita privata e lei ne fu grata. Quell'anno sarebbero cambiate molte cose. Avrebbe avuto con Dean una relazione serena e normale. Ormai aveva quindici anni! Aveva un ragazzo e non voleva nasconderlo, almeno non a scuola. La giornata si concluse con tutto il necessario acquistato e un piccolo regalo per Ginny, cioè una tenera Puffola Pigmea rosa, che faceva le fusa alla sua nuova padroncina, che l'aveva battezzata "Arnold". Ad Hogwarts mancava poco, e Ginny, come ogni anno, non vedeva l'ora di salire sulla locomotiva scarlatta.

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Capitolo 47
*** Un'Ottima Fattura Orcovolante ***


cap 47 nv

Un'Ottima Fattura Orcovolante


Il resto dell'estate scivolò in fretta. In poco tempo Ginny si ritrovò a fare la lotta con il suo baule, cercando di fare entrare tutto: le ampolle, il mantello, la divisa, i libri di testo, le scorte per pozioni, le calze..

Quell'anno erano solo lei e Ron a partire, non contando Harry e Hermione. Le sembrava strano, ma era anche molto rilassante. Fecero colazione con calma e, altra novità, trovarono ad aspettarli delle auto del Ministero.

"Sono le misure di sicurezza per Harry" spiegò il padre "Ci saranno anche degli Auror, alla stazione.."

"Ci sarà anche Tonks?" chiese Ginny.

"Temo di no, passerotto" le rispose Arthur.

I genitori li avrebbero accompagnati alla stazione, Bill e Fleur sarebbero rimasti a casa.

"Ginny.. ti devo dire una cosa al volo, vieni un attimo" era Bill, che chiamava la sorella dal salone.

"Vai, c'è ancora tempo, il tuo baule e Arnold li abbiamo già caricati in auto" le disse la madre, con un sorrisetto furtivo. Ginny la guardò con aria interrogativa e andò dal fratello.

"Dimmi Bill" disse lei.

"Bene, non ci vedremo fino a Natale, credo. Ti volevo chiedere una cosa" disse, nervoso.

"Cosa c'è?" chiese la ragazza.

"Beh vedi, io e Fleur saremmo molto felici se tu.. accettassi di fare la damigella, l'anno prossimo" disse. Ginny rimase a bocca aperta "mamma te lo ha detto..?" esclamò, senza fiato. Avrebb ucciso sua madre, appena ne avrebbe avuta l'occasione.

"Beh, sì, me lo ha accennato" disse lui "ma me lo potevo immaginare da solo. So che non ti piace Fleur, ma è una brava ragazza e spero (anzi, sono sicuro) che col tempo l'apprezzerai. Ci tengo molto che tu faccia la damigella. È davvero importante per me." la guardò, con i suoi grandi occhi scuri, così simili ai suoi. Sembrava un cerbiatto ferito, quando faceva così. E Ginny non sapeva dirgli di no.

"E va bene.. ma se sembrerò una bomboniera, scordatelo!" disse, sbuffando. Bill ridacchiò.

"Fleur ha un ottimo gusto, tranquilla" disse.

Ginny alzò un sopracciglio. Bill le scompigliò i capelli.

"Buon viaggio e buon anno Ginny. Stai attenta ai ragazzi. Mi hanno informato su un certo Micheal e un certo Dean.."

Ginny alzò gli occhi al cielo "Bill, ti prego, non mettertici anche tu, hai avuto un'infinità di ragazze.."

"Ma tu sei la mia sorellina!" protestò lui. Ma le sorrise "Diverititi. Ci vediamo a Natale" le fece l'occhiolino, e lei ricambiò, con un sorriso. Poi si tuffò tra le sue braccia. Non era cambiato niente.


*

Hermione e Ron si staccarono dal gruppo, appena salirono sul treno, diretti allo scompartimento dei Prefetti. Harry mise una mano sulla spalla della ragazza.

"Cerchiamo un posto?" le chiese, gentile.

"Oh, mi dispiace, ma ho detto a Dean che avremmo viaggiato insieme" rispose Ginny, con un sorriso.

"Giusto.. a dopo!" rispose il ragazzo. Ginny si voltò e andò avanti, cercando il suo ragazzo. Non sarebbe stata con i suoi amici, anche perchè sapeva che quell'anno sarebbero stati tutti separati: Anthony e John non si parlavano ancora, Grace stava con gli altri Tassorosso. Miriam stava con la sua sorellina e che con Demelza, e probabilmente Aisleen sarebbe stata con Chris.

"Ginny!" Dean l'abbracciò da dietro. Era cresciuto tantissimo durante l'estate.

"Che bello rivederti" disse lui, e la baciò, stringendola forte. Ginny si dovette alzare in punta dei piedi per poter ricambiare il bacio.

"Vieni.. il nostro scompartimento è questo.. ci sono anche gli altri.."

La prese per mano e la condusse in uno scompartimento poco più avanti. Dentro c'erano tre persone che Ginny conosceva: Seamus Finnigam, Calì Patil e Lavanda Brown, tutti del sesto anno di Grifondoro.

"Ciao! Ragazzi, vi presento Ginny!"

"Piacere!" disse Seamus "ma la conosciamo già.."

"Sei la sorella più piccola di Ron, vero?" chiese Lavanda, con un risolino.

"Sì" rispose Ginny, perplessa.

"Perchè non ce la presenti per quello che è, Dean?" chiese Seamus.

"Cioè?" chies Dean.

"La tua ragazza, scemo! Lo sappiamo tutti ormai!" sghignazzò Calì.

"Visto che lo sapete perchè dirvelo?" disse Dean con un sorriso, sedendosi vicino a Seamus. Ginny si sedette accanto a lui. Dean le prese una mano e la strinse forte.

"Allora, che si dice in giro?" chiese a Seamus a Ginny, tanti per cominciare una conversazione.

"Niente di che, in realtà. Estate abbastanza piatta" rispose Ginny.

"A chi lo dici.. ora che è uscito fuori che Voi-Sapete-Chi è tornato sono tutti più agitati.." disse Seamus.

"Già! Mio padre è impazzito! Io e Padma non siamo potute uscire per tutta l'estate!" si lamentò Calì "pensate che non voleva che tornassimo ad Hogwarts!"

"Non esiste luogo più sicuro di Hogwarts" disse Ginny, ripetendo le parole di suo padre.

"Sì, ma dopo le cose successe quest'estate.." rispose Calì.

"Avete sentito della zia di Susan?" chiese Lavanda.

"Sì, che cosa orribile.." mormorò Dean.

"è sparito anche Olivander" disse Ginny.

"E Florian Fortebraccio. Chissà perchè" disse Seamus.

Lo scompartimento si aprì ed entrarono alcuni ragazzi.

"Ciao ragazzi! Vi va se stiamo qui per un po'?" erano altri membri dell'E.S: Ernie McMillan, Hannah Abbot, Susan Bones e Zacharias Smith.

"Certo! Se ci stringiamo c'entriamo tutti!" esclamò amichevole Seamus. Hannah e Susan si sedetter a fianco a Ginny, Ernie e Zacharias di fronte a lei, vicino a Lavanda e Calì.

"Allora di che parlate?" chies Hannah.

"Niente di che" rispose Calì, dopo un momento di imbarazzo. Non volevano riprendere il discorso di prima davanti a Susan.

"Parlatene pure. Ne parlano tutti. Posso stare a sentire" rispose Susan, con voce fioca "anzi, mi fa bene" ma nessuno ebbe il coraggio di continuare il discorso.

"è vero che eri al Ministero con Potter?" chiese Zacharias Smith, con la solita voce arrogante, rivolto a Ginny. L'attenzione fu immediatamente su di lei.

"Quando?" rispose tranquillamente Ginny.

"Come quando?" ribattè Smith.

"Sì, quando. Di recente no, non ci sono stata"

"Sai benissimo quando intendo! A Giugno!" esclamò irritato Smith. Era ciò che Ginny voleva ottenere. Non lo sopportava.

"Ah sì.. sì, c'ero anche io" rispose la ragazza.

"E allora?"

"Allora cosa?"

"Cosa è successo al Ministero, quella sera?"

Ginny sbuffò. "Avrai letto i giornali, immagino." rispose.

"Sì" rispose lui.

"Beh, ti avranno detto tutto quello che volevi sapere". Non voleva raccontare più di ciò che era uscito sulla Gazzetta del Profeta.

"Sulla Gazzetta non hanno detto molto. Hanno parlato solo di Harry, mentre in realtà c'erano anche Hermione e Ron.." disse Ernie.

"E te e Neville" completò Seamus.

"In realtà c'era anche Luna Lovegood" aggiunse Hannah.

"Visto? Sapete tutto" disse Ginny.

Zacharias Smith sbuffò "Smettila! È sicuramente successo qualcosa che i giornali non hanno saputo ma che tu sai"

"Ehi, non rivolgerti a lei così" ringhiò Dean. Smith lo ignorò "Perchè non vuoi dirci cosa è accaduto quella notte?"

"Non sono affari tuoi" rispose Ginny, cominciando a scaldarsi.

"Zacharias, lasciala stare!" esclamò Hannah.

"Perchè? Volete sapere tutti cosa è successo al Ministero, no?"

"Che c'entra! Se non le va di raccontarlo, non le va! Non puoi costringerla!" rispose Susan.

"Dai, Weasley. O vuol dire che non c'eri? Oppure che Potter non è così un eroe come sembra?" disse Smith, con un ghigno. Fu in quel momento che Ginny capì che Smith sarebbe stato zitto in un solo modo. Tirò velocemente fuori dalla tasca la sua bacchetta e in un attimo Smith si ritrovò per aria, ricoperto di piccoli mostriciattoli. Oh, adorava le Fatture Orcovolanti, e le riuscivano anche veramente bene.

"Signorina, la pregherei di seguirmi" disse la voce di una adulto, alle sue spalle. Ginny si voltò e si ritrovò davanti un uomo anziano molto grasso, che la osservava con aria divertita e interessata.

"Fattura Orcovolante, eh?" chiese, guardando Smith.

"Sì" rispose Ginny, che non immaginava che si sarebbe presa già una punizione. Insomma, non era neanche iniziato l'anno! Fred e George sarebbero stati fieri di lei! Beh, in ogni caso, ne era valsa la pena!

"Non ne vedevo di così perfette da anni! Mi segua signorina.."

"Weasley. Ginevra Weasley"

"oh, Wealsey! La figlia di Arnold, del Ministero, giusto?"

"Arthur" lo coresse.

"Oh, certo, Arthur! Bene, mi segua nel mio scompartimento, ci sono anche altri suoi compagni, faremo un piccolo pranzo.."

Gli altri ragazzi la guardarono sbalorditi. Ginny alzò le spalle e seguì l'uomo, perplessa.


*

Nello scomparimento c'erano già altre persone: un ragazzo grosso e alto di Grifondoro che non conosceva, un altro magro di Corvonero che non aveva mai visto e Blaise Zabini, di serpeverde, che guardava tutti dall'alto in basso. Quando vide Ginny spalancò gli occhi e strinse le labbra, come infastidito. Ginny si sedette. Non capiva cosa dovesse fare lì. Dopo un po' entrarano altre due persone, Harry e Neville. Ginny fu molto contenta di vederli. Dal discorso che l'uomo fece (che si rivelò essere il professor Lumacorno, probabilmente il nuovo insegnante de Difesa Contro Le Arti Oscure) Ginny capì il perchè di quella piccola riunione: Lumacorno cercava persone "speciali" o "interessanti", solitamente persone imparentate con persone influenti (come quel Mclaggen) o che erano famose di per sè (come Harry). Lei non era nulla di tutto questo, ma il professore sottolineò che era stata invitata per la sua meravigliosa fattura e per il suo carattere. Beh, meglio che essere invitati perchè si conosceva gente famosa o perchè la propria madre era una "donna scarlatta", come le chiamava la mamma. Zabini non aveva fatto che fissarla tutto il tempo, e Ginny immaginava che fosse perchè lei non faceva parte di una famiglia influente. Avrebbe tanto voluto spedirgli una Fattura Orcovolante anche a lui! Quando la riunione finì fu molto sollevata.
Si divise subito da Neville ed Harry e andò a cercare Dean e rimasero da soli in uno scompartimento fino all'arrivo ad Hogwarts. Chiacchierare con lui era un piacere. E anche baciarsi con lui era estremamente piacevole.
"Uau" sussurrò lui quando si staccarono, vicinissimo al viso della ragazza, che era seduta sulle sue ginocchia "meno male che se ne sono andati gli altri" Ginny lo ribaciò. Lui partecipò con entusiasmo, tenendola su un fianco. Ginny sospirò. Dean le piaceva veramente tanto.


*

Ad Hogwarts Ginny si mise seduta vicino a Dean e Seamus. Il suo gruppo era diviso: Anthony e Colin erano da una parte, Miriam, Demelza e Aisleen erano vicine a Calì e Lavanda. John era vicino a Miriam ma non parlava con nessuno. Scrutava torvo sua sorella, che rideva tranquilla con le sue amiche di Tassorosso. Possibile che non si erano chiariti? Ron e Hermione erano visibilmente preoccupati per l'assenza di Harry. Dove diavolo si era cacciato?

"Ginny, hai visto Harry quando sei scesa dal treno?" le chiese Ron.

"No, l'ultima volta che l'ho visto è stato dopo il pranzo con Lumacorno" disse Ginny "appena usciti ci siamo divisi, lui è andato dalla parte opposta con Neville.."

"Sì ma poi non so cosa doveva fare, si è messo il Mantello dell'Invisibilità ed è sparito" continuò Neville che era seduto davanti a Ginny.

"Il Mantello dell'Invisibilità?" chiese Hermione, attenta. Lei e Ron si scambiarono una breve occhiata. Ginny immaginò che sapevano qualcosa.

"Beh.. starà qui a momenti.." disse Ron, incerto.

"Guardate! Inizia lo Smistamento!"

Ginny si sporse a guardare tutti quei piccoli maghi tremanti che aspettavano incerti la loro sorte. Scorse tra di loro la piccola Rachel Cohen, la sorellina di Miriam, che tremava in un angolo, guardando la McGrannit che stava srotolando la pergamena.

"Andrews Julie!"

Una piccola streghetta con le trecce bionde salì tremante la scale e si sedette sullo sgabbello. La McGranitt le pose il Cappello sulla testa, che le coprì anche gli occhi. Dopo circa un minuto il Cappello urlò:"Corvonero!" e la ragazzina si alzò sollevata e corse alla sua tavolata, tra gli applausi.

"Bennet George!"

"Tassorosso!"

"Black Syria!"

"Serpeverde!"

"Chapman Andrew!"

"Corvonero!"

"Cohen Rachel!"

La piccola Rachel tremò tutta. Prese un bel respiro e corse verso il cappello. Era agitatissima. Ginny si voltò verso Miriam e le fece l'occhiolino.

"Non mi interessa che venga a Grifondoro, basta che si trovi bene" disse Miriam.

Dopo circa due minuti il Cappello diede il suo esito:

"Grifondoro!"

"Sìììì!" urlò Miriam, mentre la sala batteva le mani e Rachel correva verso la sorella.

"Oh Miri, sono così contenta, stiamo insieme!" esclamò Rachel "il cappello era indeciso se mandarmi a Tassorosso, ma poi ha detto che sarebbe meglio mandarmi a Grifondoro!"

"Brava Rachel!" esclamò Miriam.

Alla fine dello Smistamento Harry si presentò: sembrava molto arrabbiato ed era coperto di sangue.

Sentì Hermione trattenere il respiro.

"Santo cielo, cosa diavolo ti è successo?" esclamò Ron, mentre Harry si sedeva tra lui e Hermione.

"Cosa? Perchè, che ho?" chiese Harry.

"Sei coperto di sangue!" esclamò Hermione "vieni qui.." con un incantesimo lo ripulì dal sangue rimasto.

"Grazie mille.. il mio naso, com'è?" chiese Harry.

"Come è al solito.. perchè? Cosa è successo?" chiese Hermione, ansiosa.

"Niente.. vi racconto dopo.." borbottò Harry. I soliti misteri. Ginny si voltò verso Dean, che le sorrise e le stampò un lieve bacio a stampo. Ginny rimase stupita di quel gesto così spontaneo. Non era come con Micheal, con il quale doveva calcolare ogni minimo gesto. Non si sarebbe nascosta stavolta. Sorrise al ragazzo e gli accarezzò la mano. Lui ricambiò. Il banchetto finì presto e dovettero ritirarsi nella torre. Dean e Ginny si allontanarono dal folto gruppo di studenti più piccoli e presero una piccola scorciatoia. Ma non lo fecero per arrivare prima. Dean la fece appoggiare al muro e cominciò a baciarla con passione.

"mi sei mancata.." le sussurrò all'orecchia.

"anche tu.." disse lei in un soffio. Si attardarono per poco e salirono alla Torre mano nella mano. La maggior parte degli studenti si era già ritirata nei dormitori.

"Buonanotte Ginny" disse Dean, baciandola sulla fronte. Ginny rientrò nel vecchio dormitorio dove trovò le sue compagne.

"Non ci siamo nemmeno salutate!" brontolò Demelza quando la vide.

"Lo so mi dispiace tanto!" esclamò Ginny.

"Fa niente! Abbiamo tutto l'anno per stare insieme!" disse Aisleen, sorridendo.

"Mi siete mancate!" disse Demelza.

"Io ho già fatto il pieno di gossip!" esclamò Miriam.

"Di già?" esclamò Ginny, ridacchiando.

"Calì e Lavanda sono ottime informatrici!" disse Miriam. Ginny rise insieme alle altre, anche se dentro di se pensava che ci fossero cose più importanti da discutere che i pettegolezzi del castello. Era pure vero, però, che a quindici anni non si poteva parlare solo di cose serie, quindi, dedicare un po' di tempo prima di andare a dormire a chiacchiere futili era decisamente rilassante.



  Angolo Autrice
Che bello, sono arrivata a 135 recensioni! Sono contenta che la storia vi piaccia! Ora, spero che questo capitolo non abbia deluso nessuno, è un po' cortino, purtroppo anche il prossimo lo sarà.. un bacione a tutti! Spero di riuscire ad aggiornare entro la prossima settimana!
ps anche se non rispondo a tutte le recensioni (eh lo so.. sono un po' troppo pigra) le leggo e mi fanno tantissimo piacere!

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Capitolo 48
*** Ricordi ***


cap 48 n


Ricordi


Come già sapevano, quell'anno sarebbe stato estremamente tosto. I professori, già dal primo giorno, non fecero altro che parlare dei G.U.F.O, mettendoli sottopressione.

"Quest'anno non sarà come gli altri.."

"I G.U.F.O richiedono molto impegno.."

"Solo i migliori hanno la speranza di farcela.."

"Questi esami saranno decisivi per il vostro futuro.."

"Ci stanno già caricando di compiti, non ho nemmeno il tempo di respirare" si lamentò Demelza, dopo il terzo giorno di lezione. Era vero, il finesettimana si avvicinava, e già si preannunciava un Sabato in biblioteca.

"Un metro di pergamena sulla Pozione della Pace! Dobbiamo esercitarci sugli Incantesimi di Appello! Un saggio sugli incantesimi Evanescenti! Sono troppe cose!" si lamentò Aisleen.

"E non siamo ancora andati a Difesa Contro le Arti Oscure! Piton ci caricherà di sicuro" disse John.

Era strano pensare che quegli esami avrebbero influenzato così seriamente il loro futuro: Ginny non aveva la minima idea di cosa fare da grande. Non ci aveva mai pensato molto. Anche se, nel suo futuro, continuava a vedersi in sella ad una scopa.

"Io anche all'inizio non sapevo cosa fare" le disse Dean, la sera "sai, vivendo con i Babbani non hai molte idee dei lavori magici. Però la McGrannit mi ha consigliato di guardare gli opuscoli del San Mungo, e così o deciso di fare il Medimago. La strada sarà molto lunga e difficile, ma spero di farcela"

"Io non ho proprio idee" disse Ginny.

"Ti verranno. Hai ancora tempo" le disse Dean, abbracciandola "Chissà il mio vero padre che cosa faceva.." mormorò il ragazzo.

"Il tuo vero padre?" chiese Ginny, sbalordita.

"Già.. solitamente non ne parlo volentieri. Mio padre ci ha lasciati quando ero molto piccolo. Non si è più visto. Mamma si è risposata con un Babbano e ha avuto le mie sorelle.. io voglio bene al marito di mamma, per me è mio padre. Ma avrei voluto conoscere il mio vero padre. Mamma dice che era un uomo eccezionale, ma è sparito nel nulla. Non ne ha più saputo nulla."

"Mi dispiace.." disse Ginny con dolcezza.

"Mamma non ha mai saputo se lui è un mago. Se l'è cominciato a chiedere quando mi è arrivata la lettera da Hogwarts. Io sono sicuro che lo è."

Ginny lo abbracciò. Lui la strinse forte al suo petto. Ginny si sarebbe addormentata volentieri così.


*

Quella mattina sembrava promettere una buona giornata. E invece fu particolarmente negativa. Uscendo dall'aula di Incentesimi e dirigendosi da sola verso quella di Trasfigurazione (si era attardata per parlare un attimo con il professore) incontrò una delle ultime persone che aveva voglia di vedere: Micheal Corner. Non era cambiato molto durante l'estate, apparte i capelli, che erano un po' più lunghi. Entrambi si bloccarono nel corridoio, incapaci di qualsiasi azione. L'ultima volta che si erano visti non era stato piacevole, visto che si erano lasciati e lui le aveva lanciato degli insulti molto pesanti, e poi si era andato a consolare tra le braccia di Cho Chang, circa due minuti dopo che avevano rotto. Ma Ginny, non si lasciò intimidire più di tanto, e, a testa alta come sempre, riprese a camminare.

"Ciao Micheal" disse, con voce neutra, passandogli a fianco. Fu lui a prenderla per un braccio e fermarla.

"Ginny.." disse, senza guardarla neglio occhi. Lei, invece, mantenne lo sguardo sul suo volto.

"Dimmi Micheal" disse. Micheal mollò la presa, e alzò lo sguardo.

"Scusa" disse, umilmente. Ginny non rispose. "sono stato un verme. Non ti meritavi quelle parole. Scusa" Ginny rimase ancora in silenzio. "Sei una brava ragazza e sono stato molto bene con te. Vorrei che rimanessimo amici"

"Cho ti ha mollato, non è così?" chiese lei, questa volta glaciale.

"Sì" ammise Micheal "Ma da un bel po'. Non è per questo che ti ho cercata. Volevo chiederti solo scusa"

"Ti sei comportato veramente male" disse Ginny.

"Lo so" rispose Micheal. Il tempo passava. Non poteva fare tardi dalla McGranitt.

"Ci vediamo in giro, Micheal" disse Ginny e lo sorpassò, lasciandolo di stucco. Entrò in aula cercando di farsi notare il meno possibile e si mise subito al primo posto vuoto che trovò, cioè vicino ad Anthony.

"Signorina Weasley, sei in ritardo. Cinque punti in meno per Grifondoro" la rimproverò la McGrannit, severa.

"Mi scusi" borbottò Ginny. Anche quando stavano insieme Micheal le faceva sempre fare tardi a lezione. Dei ricordi dal sapore dolce le riaffioravano nella mente. Il Ballo del Ceppo. I pomeriggi vicino al lago. Il loro primo bacio. Le ore, la sera, a cercare di studiare Astrologia insieme, che tutto facevano meno che studiare. Ginny sorrise, di nascosto, senza badare alla spiegazione della McGrannit. Ma il resto le venne in mente: le incomprensioni, le sfuriate, l'invidia e la gelosia di Micheal, quelle parole, pesanti, urlate al vento come se nulla fosse. No, forse era troppo presto per perdonarlo.

O era un momento troppo perfetto e troppo sbagliato, per cominciare a pensare ai suoi, di errori?

La verità aveva un gusto troppo amaro per lei, che in questo momento era fin troppo abituata allo zucchero.

"Signorina Weasley, provi a far Evanescere questa lumaca"

Ginny si scosse dai suoi pensieri e si concentrò sull'animale che la professoressa aveva sulla sua cattedra. Pronunciò l'incantesimo e la lumaca saprì senza lasciare nessuna traccia.

"Perfetto, Weasley. Ti sei guadagnata i cinque punti che avevi perso prima"

Ginny sorrise e si risedette al suo posto, scansando i pensieri di prima. Era meglio seguire la lezione. Ovviamentee, però, non era finita lì: uscita dall'aula di Trasfigurazione, imboccò una piccola scorciatoia per arrivare in fretta a Difesa Contro le Arti Oscure. Ma si imbattè in qualcosa che assolutamente non avrebbe mai voluto vedere.

Anthony e Grace si baciavano con furia, nascosti dietro un arazzo. Anthony teneva le mani salde sui fianchi di lei, mentre la ragazza aveva una mano sulla spalla di lui e l'altra tra i suoi folti capelli biondo-rossicci. Ginny non sapeva cosa fare: era paralizzata. Loro, però, la notarono quasi subito.

"Oh per Merlino!" esclamò Grace allontandosi subito dal ragazzo.

"Ginny.." esclamò Anthony "io.. io.."

"Non devi spiegare nulla a me" disse in fretta Ginny. Non ci poteva credere, Miriam aveva sempre avuto ragione.

"Da quanto dura questa storia?" chiese.

"Da un bel po'" confessò Grace.

"E perchè non l'avete detto a John, quando vi ha praticamente scoperti?"

"Perchè è troppo geloso!" esclamò Grace "non voglio che si metta in mezzo"

In fondo, Ginny capiva perfettamente l'amica, avendone sei di fratelli, alcuni dei quali particolarmente invadenti e ossessivi.

"Ho capito, ma ormai vi aveva scoperto. Non ha senso il vostro comportamento" disse Ginny "Te Grace, fregatene se vuoi stare con un ragazzo hai tutto il diritto di starci. Il problema è che ora il guaio è fatto"

"gliel'ho detto io ad Anthony di mentire" disse Grace, colpevole.

"E io non ho intenzione di scusarmi con lui" esclamò Anthony "mi ha trattato malissimo senza sapere i fatti, ha tirato subito le conclusioni senza che spiegassi"

"Però ci ha visto giusto" gli ricordò Ginny.

"Ginny, ti prego, non dirlo a John" la supplicò Grace. La ragazza si trovava in una situazione spinosa anche lei, adesso. Anthony, Grace e John erano tutti e tre suoi amici. Doveva dire la verità a John e tradire la coppia, oppure tradire John nascondendogli tutto?

"Infatti glielo dovete dire voi" disse Ginny "ora è meglio che andiamo in classe, Ant, Piton ci aspetta"

Non poteva biasimare Grace, in effetti, in fondo anche lei aveva nascosto, l'anno scorso, la sua relazione con Micheal ai fratelli. Però, ad un certo punto, aveva deciso che potevano anche saperlo, ma avrebbe provveduto a non farsi mai beccare in intimità. Hermione si era sentita in dovere di rivelare il tutto a Ron, e in fondo era giusto. Quindi avrebbero fatto bene a rendere pubblica la loro relazione, perchè lei non voleva perdere la sua amicizia con John.


*

La giornata si concluse con un'altra scena che Ginny non avrebbe voluto vedere. Era a cena, seduta vicino ad Aisleen, Miriam e Demelza che discutevano di un tipo carino del settimo anno si Tassorosso che Harry si sedette accanto a lei, accompagnato come al solito da Ron e Hermione. Nessuno dei tre diede segno di averla notata, troppo impegnati in un'animata discussione che Ginny non potè fare a meno di sentire, avendo notato la faccia sempre più sdegnata dell'amica.

"dillo che ho imbrogliato!" esclamò Harry.

"Beh, non è stata esattamente opera tua" ribattè Hermione, acida.

"Ha solo seguito delle istruzioni diverse dalle nostre, Hermione. Avrebbe potuto essere una catastrofe, invece lui ha corso il rischio ed è andato bene" disse Ron "magari avesse dato a me Lumacorno quel libro, nel mio nessuno ci ha scritto niente..."

Ginny era rimasta pietrificata dall'orrore. Libro. Scritte di un personaggio misterioso. Le rivenne in mente un vecchio diario nero consumato e una piccola ragazzina sciocca ed ingenua che vi riversava il suo cuore. Donandolo all'essere più oscuro mai esistito, Lord Voldemort, e rischiando di far perdere la vita ad Hermione, ad Harry e la propria.

"Un momento" intervenne Ginny. Harry trasalì e si voltò verso di lei "ho sentito bene, Harry? Hai preso ordini da qualcosa che qualcuno ha scritto in un libro?" era arrabbiata e anche molto preoccupata. I ricordi le tornavano in mente, nitidi come quegli incubi che ogni tanto la tormentavano la notte. Harry parve leggerle nel pensiero.

"Ma no" tentò di rassicurarla "è una cosa completamente diversa dal diario di Riddle, Ginny, è solo un vecchio manuale su cui qualcuno ha appuntato qualcosa.."

"ma tu fai quello che dici?" insistette la ragazza.

"Ho solo provato dei suggerimenti scritti ai margini, fidati, non c'è nulla di strano.."

Ginny lo guardò nei suoi occhi verde chiaro. Erano sinceri, come sempre, e lei lo sapeva. Si fidò di lui.

"Però Ginny potrebbe avere ragione" esclamò Hermione "facciamo qualche controllo"

Ginny scivolò via dal tavolo senza finire la sua cena e senza farsi vedere da nessuno. Andò nel primo bagno che trovò e vi si chiuse. Le tremavano le gambe.

"Calma Ginny...calma.." trasse un lungo respiro.


"Io non voglio.. non voglio.."

"adesso sei mia, piccola Ginny, e farai ciò che voglio.."

"n-no"

"Prendi la vernice e scrivi un messaggio di addio sul muro. Non uscirai mai più dalla Camera.."

"N-NO! NO!"

"Inutile che ti dimeni, non hai scelta. Il tuo caro Harry ti raggiungerà e morirà con te. Non è romantico?"


Pensare che anche Harry poteva essere vittima dello stesso orrore l'aveva fatta stare male. Ma Harry non era stupido, e se diceva che in quel libro non c'era niente di strano lei ci credeva. Si fidava di lui. Si fidava di lui da quando aveva riaperti gli occhi, in un momento in cui era certa che non avrebbe mai più rivisto la luce, e aveva visto queglio occhi verdi, limpidi, semplici e sinceri, a cui si era aggrappata con tutta se stessa. Sapeva che si sarebbe salvata, perchè lui era con lei. Tirò un altro respiro profondo. Gli occhi di Harry erano lì, davanti a lei.

Le gambe non le tremavano più.


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Capitolo 49
*** Pluffe e Confessioni nel Bagno delle Ragazze ***


cap 50n

Pluffe e Confessioni nel Bagno delle Ragazze


Il freddo cominciava ad avanzare e già un'aria frizzante tirava nel Parco. Alle prove per la squadra di Grifondoro avrebbe dovuro mettersi un maglione.

"Ginny!" la chiamò all'improvviso Demelza, le guance rosse e i capelli spettinati. Sicuramente aveva corso.

"Ti devo dire una cosa" disse.

"Dimmi" rispose Ginny.

"Mi sono segnata ai provini per la squadra di Grifondoro!"

"No! Scherzi?" esclamò Ginny, felice.

"No, non scherzo!" esclamò Demelza. Ginny l'abbracciò "in che ruolo ti sei segnata?"

"Cacciatrice!"

"Anche io! Dai, giocheremo insieme, che bello!"

"Non essere precipitosa! Ancora non so se vengo presa, non ho mai giocato prima in una squadra.."

"Secondo me sarai bravissima! Hai una tua scopa?"

"Papà me ne ha regalata una, quest'estate, nonostante sia Babbano e non ne sa molto.. però ha visto i miei voti ed era molto soddisfatto.. mi sono un po' allenata in una collina isolata"

"Se vuoi possiamo provare insieme, prima dei provini!"

"Magari! Un po' di ripasso mi farà solo bene!" disse Demelza, contenta. Molta gente si era segnata al provino del Quidditch: anche Dean e Seamus si erano segnati, Ron, come l'anno scorso, e addirittura Anthony.

"La squadra di Grifondoro quest'anno è molto popolare. Si è segnata praticamente tutta la Casa" esclamò Ginny.

"Già, visto che c'è Harry Potter come Capitano. Oltre ad essere il Prescelto è diventato molto carino" commentò Miriam. Ginny la fulminò.

"Credo che la gente si sia candidata per il Quiddtch, non per il Capitano" commentò Ginny acida.

"Ah sì? Credi che una come Romilda Vane si sia candidata per il Quidditch, vero?" rispose Miriam.

"Romina chi?" chiese Demelza.

"Romilda Vane. È un'oca, come praticamente tutte quelle del quarto anno di Grifondoro. Si sono candidate tutte. E sicuramente non si sono candidate per il Quidditch"

"Beh non ne sei sicura, magari sono appassionate di sport oltre che essere stupide.." disse Ginny

"Ginny, ho sentito Romilda Vane in bagno parlare con Chloe Stander. Intanto parlavano di metteri una minigonna per il provino e di quale ombretto usare. E poi ho sentito un discorso molto particolare su Filtri d'Amore dei Tiri Vispi Weasley e un pacco di Cioccocalderoni.. ti sembrano persone interessate al Quidditch?" chiese Miriam, logica.

"Effettivamente.." disse Demelza.

"Voglio venire a guardare anche io i provini.. chissà se incontro qualche tipo carino" disse Miriam, mentre entravano nel sotterraneo di Pozioni. Dovettero preparare una pozione molto complicata che solo Miriam riuscì a preparare decentemente.

"Complimenti signorina..."

"Cohen, signore, Miriam Cohen"

"Molto bene signorina Cohen, un preparato eccellente!"

"è che Pozioni è una delle mie materie preferite" disse Miriam, con un sorriso compiaciuto.

"E si vede signorina Cohen!" esclamò gioviale il professore "Mi dica, chi sono i suoi genitori? Non conosco nessun Cohen.."

"Mio padre è Babbano, signore" rispose Miriam "ma mia madre è una strega, ma è di origini Babbane. Si chiama Leah Bargman"

"Beh, allora il suo è talento naturale!" esclamò entusiasta il professore. Come Ginny, anche Miriam ricevette un invito ad una serata dei preferiti di Lumacorno.

"Ovviamente, miss Perfezione non poteva non ricevere l'invito!" commentò acido John.

"John, non c'è bisogno di essere acido con tutti solo perchè sei arrabbiato con Anthony e Grace!" esclamò Demelza "noi non ti abbiamo fatto niente!"

"sì lo so.. scusate" disse John, vergognandosi "ma questa storia mi manda in bestia"

"Hey, ti sei segnata anche tu per la squadra?" era Dean, che l'aveva vista da lontano e le era corso incontro.

"già, quest'anno punto al ruolo di Cacciatrice. Anche la mia amica Demelza si è iscritta" disse Ginny, indicando la sua amica.

"Anche tu? Sempre come Cacciatrice?" le chiese Dean.

"Già. Spero di essere presa, non ho mai giocato seriamente a Quiddtch, visto che i miei sono babbani" rispose Demelza.

"Idem" rispose Dean "beh in bocca al lupo a tutte e due. Ci siamo segnati anche io e Seamus!"

"E io verrò preso di sicuro, è una vita che gioco a Quiddtch!" disse Seamus "arrendetevi.."

"Lo so che non verrò mai presa.. non ho esperienza" mormorò delusa Demelza a Ginny, quando rimasero sole. Seamus l'aveva un po' terrorizzata.

"Dem, sono sicura che sarai bravissima! Anche Harry non aveva esperienza, ma è diventato Cercatore al primo anno!" le disse Ginny "e poi l'esperienza si fa sul campo, non a casa. Mica hai una squadra a casa tua!"

Demelza fece un timido sorriso "Dici?"

"certo! Dai, domani pomeriggio mi fai vedere quello che sai fare!"

"Ok"

L'indomani pomeriggio Ginny e Demelza andarono di nascosto al campo di Quidditch, perchè Demelza voleva essere solo lei e l'amica. Demelza stupì Ginny: era molto agile e veloce, e volava con estrema naturalezza, come se non facesse altro che volare da quando era nata!

"Dem, sei bravissima!" le disse Ginny.

"Non è vero, non quanto te!" disse Demelza "proviamo qualche passaggio"

Anche con la Pluffa in mano Demelza si rivelò un'ottima giocatrice, molto precisa e veloce.

"Sei veramente brava!"

"Non esageriamo.."

"Smettila di fare la modesta, lo sai anche tu!"

"Speriamo.. ma mi serve ancora allenamento"

"Ci alleneremo qui tutti i giorni a quest'ora"

"Perfetto!"

Alla fine dell'allenamento trovò Dean ad aspettarla.

"Vi lascio soli!" disse Demelza, con un sorrisetto malizioso, e se ne andò verso il castello.

"Allenamento prima dei provini?"chiese il ragazzo.

"Già" disse Ginny, mentre metteva via la scopa.

"Perchè non mi hai chiamato? Potevamo allenarci insieme" disse Dean.

"Demelza è un po' insicura e voleva allenarsi solo con me" spiegò Ginny. Dean l'attirò verso di sè, prendendola per i fianchi.

"Non è che non vuoi che entro nella squadra?" le sussurrò.

"Ti pare? Sarei contentissima di giocare con te" rispose lei, baciandolo sulle labbra. Ma sapeva benissimo che erano poche le probabilità che sia lei, Dean e Demelza fossero i prossimi tre Cacciatori. Dovevano essere molto fortunati!

"Poi sono contento che sia Harry ad essere il Capitano" disse Dean "voglio dire, se lo merita. Dopo l'anno scorso.. e poi mi sono sempre trovato molto bene con lui, è un ragazzo a posto"

"Sì, sono sicura che ci troveremo bene con lui come Capitano"rispose Ginny, guardando il campo. Non vedeva l'ora che arrivasse il giorno dei provini. Aveva una gran voglia di volare!


*


La mattina dei provini era limpida ma non troppo soleggiata. Condizioni perfette per il Quidditch.

"Veniamo a vedervi e faremo il tifo per voi!" esclamò Aisleen, rivolta a Ginny, Demelza e Anthony.

"Tu Anthony per cosa provi?" chiese Miriam.

"Battitore" rispose lui. John soffocò una risata.

"Beh, che vuoi?" ringhiò Anthony.

"Non credo che tu abbia il fisico" disse John, guardandolo sprezzante. Anthony era molto magro e alto, di certo non aveva il fisico del Battitore, che di solito avevano più muscoli.

"Mi pare che tu non provi per nessun ruolo" rispose Anthony.

"A me il Quidditch non interessa" rispose John.

"Dì che non sai giocare, fai prima"

"Smettetela, siete insopportabili" intervenne Colin.

"Beh, io vado da solo" borbottoò Anthony e andò avanti, senza aspettare nessuno. Gli altri andarono in silenzio verso il campo.

"Ragazze, in bocca al lupo!" esclamò Aisleen, abbracciandole entrambe.

"Crepi" risposero Demelza e Ginny e andarono verso gli altri aspiranti giocatori. Erano una marea!

Harry divise i ragazzi in gruppi da dieci per fare un test iniziale di volo. Fu un'ottima idea: metà delle persone che si erano presentate furono scartate, perchè non sapevano volare.

Ginny guardò con diapprovazione il gruppo di Romilda Vane, che non faceva altro che ridacchiare ed Harry ebbe il buonsenso di cacciarle subito.

"Bene, ora si avvicini chi vuole provare per il ruolo di Cacciatore, cominceremo da voi" gridò Harry. Ginny, Demelza, Dean e Seamus si avvicinarono, insieme a molte altre persone tra cui riconobbe Katie Belle, del settimo anno.

"Bene. In sella alle scope, al mio via lancerò la Pluffa e iniziate!"

"Buona fortuna" le sussurrò Dean alla sua destra.

"Anche a te" rispose Ginny, guardando Harry con aria determinata. Harry fischiò nel suo fischeitto e lasciò andare la grossa palla rossa che aveva in mano. Ginny fu la prima a prenderla e sfrecciò direttamente agli anelli, schivando i Bolidi (che vagavano senza Battitori). Segnò subito. Sentì lo sguardo compiaciuto di Harry sulle sue spalle ma non si deconcentrò e continuò a volare come meglio sapeva fare. Il goal successivo lo segnò Katie Bell, che era un'esperta giocatrice. Anche Demelza era molto brava, fu l'unica a non farsi mai colpire dai Bolidi. Dopo una mezzoretta di gioco Harry soffiò di nuovo nel fischietto per farli scendere a terra.

"bene ho elementi sufficenti per fare una selezione" disse il Capitano "Per dare il punteggio per prima cosa ho valutato l'abilità nel volare, poi il numero di goal segnati, infine l'agilità nello schivare Bolidi e avversari. La mia scelta è questa: Ginny Weasley, Katie Bell e Demelza Robins. Ginny ha segnato diciassette goal ed è stata la migliore nel volo. Katie ha segnato quattordici goal e anche se è stata colpita un paio di volte dai Bolidi ha un'ottima capacità nel volo. Demelza ha segnato nove goal, ma non è mai stata colpita nè da Bolidi nè da avversari. Dean e Seamus, che hanno segnato sette e cinque goal, possono entrare nelle riserve"

Le tre nuove Cacciatrici si abbracciarono entusiaste.

"Sono sicura che saremo un'ottima squadra" esclamò Katie.

"Non ci posso credere, sono stata presa!" strillò Demelza, abbracciando Ginny. Si avviarono verso gli spalti, dove Miriam e Aisleen le aspettavano festose, vicine ad Hermione, Calì e Lavanda. Si sedettero con loro per vedere gli altri provini, e si avvicinò anche John.

"non vedo l'ora di vedere la figuraccia di quello sbruffone" disse John. Aisleen gli piazzò una bella gomitata tra le costole.

"piantala! Sei veramente antipatico!" esclamò. Però le previsioni di John non furono sbagliate. Anthony non giocò male, ma non era adatto al ruolo di Battitore e alla fine venne scartato anche lui. Vennero scelti Jimmy Peaks e Ritchie Coote, del terzo anno. Non erano bravissimi ma avevano fatto un provino migliore di molti altri.

"Quel Coote è carino" disse Miriam.

"Troppo alto" ribattè Calì.

"Forse anche troppo magro" osservò Aisleen.

"Ginny e Demelza, ora che fate parte della squadra, dovrete combinarmi un appuntamento" disse Miriam.

"Quando lo conosceremo potremmo provarci" disse Demelza, con un sorriso.

"Zitte che ora scelgono i Portieri!" esclamò Lavanda con un gridolino eccitato.

"E da quando ti interessa il Quidditch?"le chiese Hermione, accigliata.

"Ehm.. da un po'" rispose Lavanda, arrossendo.

"Vado a mettemi un po' più avanti.. da qui non vedo niente!" disse Hermione, alzandosi in piedi.

"E da quando a te interessa il Quidditch così tanto?" chiese Calì.

"Oh beh, uno dei miei migliori amici sta facendo il provino e l'altro è il Capitano, quindi.." disse la ragazza e andò avanti. Ginny sperava che Ron passasse le selezioni, ma si ricordava fin troppo bene le prestazioni pessime del fratello.

"Le nuove cacciatrici, in campo, per favore, per la selezione dei Portieri!" gridò Harry. Demelza e Ginny si alzarono e corsero in campo, insieme a Katie. I Portieri non erano molti, per fortuna.

"In sella alle scope!" ordinò Harry e i giocatori obbedirono.

"ora, tirerete cinque rigori per portiere" spiegò il Capitano "chi ne para di più diventa Portiere, è molto semplice"

I primi portieri furono tremendi, soprattutto perchè molto piccoli. Ginny vide però che Harry non era dispiaciuto di questo, visto che sperava che fosse Ron ad entrare in squadra. Se tutti i Portieri erano così, sarebbe entrato di sicuro.

"Cormac McLaggen" chiamò Harry. Un ragazzo alto e robusto entrò in campo, con aria spavalda. Aveva il fisico perfetto per un Portiere.

"Iniziate!"

La prima a tirare fu Katie, ma il suo tiro fu intercettato senza difficoltà. Così come gli altri tre. L'ultimo tiro fu di Demelza e McLaggen lo mancò, lanciandosi nella posizione opposta. Ginny non capì perchè era successo, il tiro di Demelza non era così difficile, gli altri erano stati più complicati. Perfino il ragazzo sembrava non capire cosa fosse successo.

"Ron Weasley!" chiamò Harry. Il ragazzo salì sulla scopa, tremante. La faccia aveva assunto una vaga tonalità di verde. Ginny scosse la testa. Era vero, suo fratello non era mai stato un asso sulla scopa, ma non faceva così schifo. Aveva le carte in regola per farcela, se solo non fosse sempre così agitato. Ginny decise di non essere parziale, e di giocare regolarmente. Era suo fratello, ma non voleva rendergli il gioco facile. Era giusto che si comportasse in maniera leale. Ma non fu necessario aiutarlo. Ron parò da solo tutti e cinque i tiri (anche uno particolarmente difficile di Demelza). "Sei stato bravissimo Ron!" gridò Hermione, correndo dalle tribune, con un sorriso radioso. Ron era entusiasta. La squadra era completa e sorridevanno tutti ad Harry. Decisero insieme i giorni degli allenamenti. Ginny era proprio soddisfatta! Le piaceva la nuova squadra.

"Peccato che non sono riuscito ad entrare" disse Dean, mentre tornavano al castello.

"Beh, per un soffio, dai! Almeno sei nelle riserve!" disse Ginny, incoraggiante.

"Non immaginavo che Demelza fosse così brava! Per non aver mai giocato, deve avere proprio il Quidditch nel sangue!"

"Sì, in realtà non me lo aspettavo neanche io.."

Continuarono a parlare di Quidditch fino al castello, fino a quando non trovarono un'aula vuota e ci si infilarono, per avere un po' di intimità e scambiarsi un po' di tenerezza, per festeggiare l'entrata di Ginny nella squadra. O perlomeno, quella era la scusa.


*

Era tardo pomeriggio e Ginny e Dean stavano passeggiando insieme per il castello, quando vennero interrotti dal professor Lumacorno.

"Signorina Weasley! Che piacevole sorpresa! Sei andata a vedere i provini della squadra di Grifondoro, stamattina?" chiese.

"Già, e sono entrata nella squadra come Cacciatrice" rispose Ginny.

"Ah, complimenti, complimenti! Se volessi continuare con questa carriera ho un mucchio di contatti influenti.. Gwenog Jonas, il Capitano delle Holyhead Harpies, era una mia allieva e siamo rimasti in amicizia.. potrei parlarle di te, fra qualche tempo.."

"Sarebbe magnifico, professore." lei adorava Gwenog Jones, era il suo idolo! Era bravissima e tifava da sempre per la sua squadra.

"Splendido, splendido.. stasera organizzerò un piccolo incontro, sai, per pochi intimi, e gradirei moltissimo averti, insieme al signor Potter e la signorina Granger, che credo che tu conosca"

"Sì, li conosco bene" annuì Ginny.

"Perfetto! E ovviamente ci sarà anche la signorina Cohen, che ho già avvertito..Allora ci vedremo stasera, nelle mie stanze, per le otto! Mi raccomando puntuale! Arrivederci, Finnigam" quest'ultimo saluto era diretto a Dean, che aveva ignorato per tutto il tempo.

"Non sa neanche come mi chiamo!" esclamò Dean.

"Non si ricorda i nomi di molte persone" si inventò Ginny.

"Ci andrai stasera?"

"Per forza. Non mi va molto, ma credo che sarò costretta"

Dean si era rabbuiato un po', e non parlò fino alla Sala Grande. A cena si separarono: lui mangiò con Seamus, mentre Ginny si sedette con Demelza, Miriam e Aisleen. Anche in Sala Comune non lo cercò: se si voleva far vedere, sarebbe venuto lui. Si sedette sulla sua poltrona preferita a giocare con il suo piccolo Arnold per un po', aspettando il momento di dover scendere da Lumacorno. La sensazione di sentirsi osservata la costrinse a voltarsi, aspettando di trovare Dean che la guardava dall'altro capo della stanza. Invece no, vide solo Harry, Ron e Hermione che discutevano seduti ad un tavolo. Si alzò dalla poltrona e andò in dormitorio, per posare Arnold al sicuro da Grattastinchi, e prepararsi per la serata.


*

"Come dici che sarà questa serata?" le chiese Miriam, mentre scendevano dal dormitorio.

"Una noia da morire" rispose Ginny "c'è praticamente solo gente antipatica"

Si fermarono in Sala Comune, ad aspettare Hermione.

"Eccomi!" scese cinque minuti dopo "ho fatto tardi perchè mi sono persa in chiacchiere con Ron e Harry.."

"Buonasera, ragazze! Anche voi dal vecchio Luma?" era Cormac McLaggen, che era davanti al ritratto della Signora Grassa.

"Già" rispose Miriam.

"Complimenti per l'entrata in squadra, Weasley. E mi complimento con te anche per l'entrata di tuo fratello, si intende"

"Perchè, scusa, complimentati con lui" rispose Ginny. Con la coda dell'occhio vide improvvisamente Hermione diventare scarlatta.

"Non fare la finta tonta" ringhiò McLaggen "l'ultimo tiro che hai fatto, era una palla facilissima, l'hai fatto apposta!"

"Veramente è l'unico tiro che ha quasi mancato!" rispose freddamente Ginny. I due continuarono a guardarsi in cagnesco fino a che Miriam non li interruppe.

"Faremo tardi! Vogliamo andare?"

"Puoi anche fare un'altra strada" disse Ginny, rivolta al ragazzo.

"Invece la farò con voi. Vorrei approfondire un po' la conoscenza con Granger"

"Cosa?" esclamò Hermione, trasalendo al suono del suo nome.

"Granger sono anni che siamo nella stessa Casa e non ci siamo mai presentati"

"Ehm.. io.. ora so chi sei" balbettò Hermione.

"Sì, ma vorrei conoscerci meglio, non so se mi spiego.." disse, passandole un braccio sulla spalla.

Hermione sbiancò.

"Sì, ti sei spiegato benissimo, McLaggen" esclamò Hermione, togliendo il suo braccio dalle sue spalle "ma per favore tieni le mani al posto loro"

"E voi due? Anche se te Weasley hai causato la mia esclusione dalla squadra, non sarebbe male passare a chiamarci per nome.. Cohen? Tu che ne pensi?"

Ginny non credeva che fosse possibile avere tanta faccia tosta.

"Non sei il mio tipo" rispose diplomaticamente Miriam.

"Mi fai semplicemente schifo. E comunque sono già impegnata" rispose Ginny.

"Prima dite di no, ma poi tornate tutte!"

"Speraci!" rispose Miriam.

Per fortuna erano arrivati allo studio di Lumacorno. Ginny, Hermione e Miriam si sedettero il più lontano possibile da McLaggen, che cominciò a provarci con Melinda Bobbin, una bella ragazza, famosa perchè i suoi genitori erano proprietari di una grossa casa farmaceutica, del settimo anno di Corvonero.

"Che essere spregevole" commentò Miriam. La serata consisteva nello stare seduti su soffici pouf e divani, con dei dolci e stuzzichini vari a rispondere alle varie domande del professore, che riguardavano soprattutto le loro famiglie.

"Allora, signorina Weasley, parlaci un po' della tua famiglia.. tuo padre lavora al ministero, no? Di che si occupa esattamente?" chiese Lumacorno a Ginny.

"Papà lavora nell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. Ha ottenuto la promozione quest'estate"

"Splendido, splendido.. è una gran brava persona Arthur, non lo conosco bene, ma ho sentito parlare di lui, la vostra è una famiglia molto onesta"

Ginny sentì qualcuno sbuffare, ed era sicura che era quell'idiota di Zabini.

"E so che hai anche un fratello al Ministero, Percival, mi pare si chiami, che è addirittura assistente del Ministro in persona"

"Già, ma ho anche molti altri fratelli" aggiunse in fretta Ginny. Non voleva parlare di Percy.

"Perbacco! Qualcun'altro al Ministero?"

"No, ma Bill lavora alla Gringott, Charlie studia i draghi in Romania e Fred e George hanno aperto un negozio di scherzi a Diagon Alley"

"Aha, i Tiri Vispi Weasley, le loro bacchette finte sono fantastiche, semplicemente geniali! Gran bella famiglia, la tua!"

"Grazie professore, anche se non tutti la pensano come lei" rispose Ginny, guardando Zabini negli occhi "vero, Zabini?" disse, in tono provocatorio "dai, perchè non dici al professore che consideri la mia famiglia feccia, eh?"

"Su, su, signorina, non facciamo affermazioni affrettate" disse il professore, per evitare liti "signorina Granger, i tuoi genitori sono babbani, no?"

"Sì, signore" rispose Hermione.

"E dimmi, cara, che posizione occupano nella società babbana?"

"Sono dentisti. Dei medici che si occupano della salute dei denti e delle gengive. Nel mondo dei babbani è un ottimo mestiere"

"Splendido! Un po' come i nostri Medimagi!"

"Esattamente"

La serata procedette un po' così, e Ginny fu molto sollevata quando terminò. Al ritorno in Sala Comune lasciò andare avanti Miriam e fermò Hermione, con la scusa di andare in bagno.

"Sei stata strana tutto il giorno"

"No, non è vero.."

"Non sei riuscita a guardare in faccia McLaggen quando parlava del provino"

"è una tua impressione.."

"Ed è stato molto strano che McLaggen non sia riuscito a parare quell'ultimo colpo.. molto, molto strano.."

"beh, forse era un tiro difficile.."

"E tu eri molto vicina al campo.. a portata di bacchetta"

"Ma non è vero, ero molto distante"

"Hermione! Dimmi la verità o ti tengo chiusa qua dentro tutta la notte!"

"E va bene, e va bene" si arrese la ragazza "ho Confuso McLaggen"

Ginny rimase a bocca aperta.

"Harry ha fatto la tua stessa faccia" disse Hermione, inarcando un sopracciglio.

"Non c'è altra faccia da fare" rispose Ginny "Hermione, tu, il Prefetto di Grifondoro, sempre così rispettosa delle regole.."

"Lo so, ma quello è uno sbruffone! Ha parlato male di te e Ron tutto il tempo, non lo sopportavo! È stato meglio così" esclamò la ragazza. Era molto rossa in faccia e si mordeva le labbra "E poi" mormorò "ci tenevo che Ron entrasse nella squadra"

Ginny le sorrise, anche se Hermione non la guardava in faccia. Lei lo sapeva da un pezzo, veramente, che Hermione teneva a suo fratello non solo come amico. Il suo sguardo, soprattutto negli ultimi anni, era più brillante quando c'era lui o quando parlava di lui. Era la prima volta, però, che ammetteva che teneva a Ron.

"Lo so" rispose Ginny "tu vuoi molto bene a Ron"

"Sì" sussurrò Hermione.

Le due amiche rimasero in silenzio per un po'. Fu Hermione a romperlo.

"Sai.. Ron non mi ha mai degnato di uno sguardo, ma in realtà non si era mai interessato molto alle ragazze. Ma ora che ho visto che qualcuna è interessata a lui" nel dirlo, strinse le mani, rendendo bianche le nocche "ho capito quanto ci tengo a lui, veramente. Non voglio perderlo. Non voglio che qualcuna me lo porti via"

Era strano sentire Hermione parlare di Ron in quel modo. Ma in fondo, Ginny lo aveva sempre saputo che sarebbe andata a finire così.

"Anche lui tiene molto a te" mormorò, abbracciandola "Non lo perderai".

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Capitolo 50
*** Baci e Maledizioni ***


cap 50 nv

Baci e Maledizioni


La prima uscita ad Hogsmeade era ormai arrivata, e Ginny non vedeva l'ora di rividere il paese. Aveva promesso a Dean che avrebbe dedicato tutta la giornata a lui, ed era felice di farlo. Purtroppo, però, il tempo non era dei migliori: Ginny si alzò la mattina prestissimo per il rumore del vento fuori dalla finestra. Le altre non si mossero: Demelza continuava a dormire con la bocca e le braccia spalancate, Aisleen era raggomitolata su un fianco e respirava piano e Miriam abbracciava il cuscino con un'espressione beata sul volto. Ginny sapeva che non si sarebbe mai riaddormentata, così si alzò per andare in bagno, a farsi una lunga doccia bollente. Usò lo shampoo che le aveva regalato la mamma, e che le ricomprava sempre da quando era bambina. Lei lo adorava, anche se non sapeva esattamente quale profumo avesse: fiori freschi, di questo era certa, ma non una categoria precisa. Fiori semplici e selvatici. Altro che i costosi flaconi di Flebo. Si pettinò con cura i lunghi capelli, con un pettine di legno a denti larghi, nel tepore del bagno del dormitorio. Non faceva tutto questo perchè si doveva vedere con Dean, ma semplicemente per sè stessa. Le piaceva prendersi cura del suo corpo, con piccoli semplici gesti, però curare i suoi capelli era la cosa che amava di più. La rilassava. Pensò a sua mamma, a quei gesti che una volta, quando lei era ancora una bambina, compiva lei: la lavava, la pettinava e parlavano, occupavano il bagno per ore, era il loro momento, l'unico momento in cui i maschi non erano ammessi.


"Che cosa fate là dentro tutto quel tempo?" brontolò Fred.

"Sì, come fate a passare delle ore chiuse in bagno?" esclamò George.

"E perchè chiacchierate tanto?" chiese Ron.

"Cose da donne" rispondeva la mamma, facendo l'occhiolino a Ginny.

"Già. Voi non potete capire" aggiungeva Ginny, sentendosi donna in tutta la sua piccola persona.


Erano cambiate tante cose. La mamma era triste, preoccupata, aveva mille pensieri per la testa. Ginny era cresciuta. E lei non aveva tempo per starle vicino, soprattutto da quando la guerra era riniziata. Ginny doveva cavarsela da sola, come quei fiori selvatici di cui amava tanto l'odore.


*

Ginny si mise il mantello e il berretto di lana grigia che le aveva fatto la mamma, con guanti e sciarpa coordinati. Infilò i piedi in degli stivali e uscì, per incontrarsi all'uscita del castello con Dean, che si fece attendere cinque minuti. Non era mai preciso. La salutò con un bacio e poi si avviarono insieme agli altri studenti al controllo di Gazza.

"Dove andiamo?" chiese Ginny.

"Con questo freddo, mi chiuderei subito ai Tre Manici di Scopa per una Burrobirra bollente" disse Dean.

"Andiamo" rispose Ginny. Dean le prese la mano e camminarono così. Il locale era come al solito affollato, ci stava praticamente tutta la scuola.

"Prendi una Burrobirra anche tu?"

Ginny annuì e il ragazzo andò al bancone a fare le ordinazioni. Lei si guardò intorno, per cercare se c'era qualcuno che conosceva, ma sapeva che era troppo presto per incontrare qualcuno: Aisleen e Chris erano sicuramente a scambiarsi smancerie da Madame Piediburro (Ash era il tipo da fare queste cose, anche se non voleva ammetterlo), Miriam e Demelza avevano un appuntamento al buio con due ragazzi carini di Tassorosso. John e Colin volevano farsi un giro da Zonko, mentre Anthony non aveva detto nulla a nessuno, anche se Ginny credeva che aveva approffitato di una giornata in cui John non era nel castello per passare del tempo con Grace. Vide però Katie Bell, con una sua amica del settimo anno di Tassorosso. Ginny la salutò con la mano e lei ricambiò.

"Eccomi qui" esclamò Dean, posando due enormi boccali sul tavolo.

"Grazie mille!" disse Ginny. Brindarono, ridendo e cominciarono a chiacchierare.

"Ginny, ti sei sporcata" disse Dean, dopo che la ragazza ebbe posato il boccale.

"Dove?"

"..qui" il ragazzo si sporse verso di lei, e le baciò il naso, togliendole la schiuma che le era andata a finire sopra.

".. e anche qui" mormorò, scendendo sulle labbra.

"Sono proprio un disastro, eh?" scherzò Ginny.

"Eh già, se non ci fossi io"

"Dove altro mi sono sporcata?"

Dean stette al gioco e cominciò a baciarla un po' dappertutto: sul naso, sulle guance, sul collo..

"Forse stiamo dando un po' troppo spettacolo" disse Ginny.

"Forse dovremmo starcene un po' più appartati" mormorò Dean, malizioso.

"Per una volta che stiamo ad Hogsmeade godiamoci il posto!" esclamò Ginny, bevendo un altro lungo sorso dalla sua Burrobirra.

"Sì, mica intendo tornare al castello! Perchè non andiamo in qualche altro pub? Qui è troppo incasinato! Magari cerchiamo qualcosa di più intimo.."

"Non Madame Piediburro, ti prego!" gemette Ginny.

"No, non quello! Ne conosco un altro, un po' più tranquillo, vedrai, ti piacerà.."

"Mmm, senti non ho voglia di chiudermi in un altro pub, voglio farmi un giro.."

"ma fa freddo!"

"Ma io voglio fare qualche giro per negozi!"

Dean non sapeva rifiutarle niente. Di solito, nessuno sapeva rifiutarle niente, tranne sua madre.

"Ok" accettò, rassegnato. Fecero un giro in un negozio i vestiti, dove Dean si comprò un paio di guanti nuovi (Ginny insistette per pagarglieli, ma lui non cedette), poi entrarono in cartoleria, dove Ginny doveva rifornirsi di piume e inchiostro (Dean, di nascosto, le comprò un magnifico inchiostro che cambiava colore a seconda del suo umore!) e poi si rinchiusero da Mielandia, dove entrambi fecero una gran scorta di dolci. Carichi di cose, decisero di tornare al castello, visto che faceva veramente troppo freddo per stare all'aperto.


*

"Ginny, hai saputo?" era Demelza, che le correva incontro nel castello.

"Cosa è successo?" chiese Ginny, che era raggomitolata sul divano a scaldarsi, a fianco a Dean.

"Katie, Katie Bell.." disse Demelza, con voce tremante "è in infermieria"

"Cosa le è successo? Niente di grave, spero" disse Dean, subito serio.

"è stata maledetta, non so come, a Hogsmeade"

"Che cosa? Come è successo?" esclamò Ginny. L'ultima volta che aveva sentito di un ragazzo ad Hogwarts maledetto era al suo primo anno, e dietro c'era lo zampino di Voldemort.

"Non si sa di preciso.. stava con un'amica di Tassorosso, una certa Leanne, che è sotto shock, e i professori hanno impedito che la riempissero di domande" disse Demelza "dicono che c'era anche tuo fratello con lei"

"Mio fratello? Che ci faceva Ron con Katie e quell'altra ragazza di Tassorosso?" chiese Ginny, stupita.

"Non solo lui. C'era anche Harry Potter e Hermione Granger"

Perchè esserne stupita? Se ad Hogwarts c'erano dei guai, quei tre ne erano sempre dentro fino al collo.

*

Parlò con Hermione che però non seppe dirle molto. Le raccontò un po' come erano andate le cose, della collana maledetta ma niente di che.

"Non si sa nulla su chi sia il colpevole. Mi pare strano che qualcuno voglia aggredire Katie" disse Hermione.

"Già"

"E poi non credo che sia opera di uno studente! Come avrebbe fatto a portare una collana maledetta ad Hogwarts? No, è stato qualcuno di esterno, sicuro."

In effetti, Hermione aveva ragione, come sempre.

"Parlando d'altro.. hai sentito della festa di Natale di Lumacorno?" chiese Hermione.

"Veramente no, visto che ogni volta che c'è una cena con lui, Harry organizza un'allenamento di Quidditch" disse Ginny, divertita, visto che lei e Harry ridevano sempre come matti al pensiero di Hermione stretta tra Zabini e McLaggen.

"Oh, è proprio un vero amico" borbottò lei "me ne ricorderò la prossima volta che mi chiede gli appunti di Trasfigurazione.." cambiò tono "Comunque credo che alla cena di Natale dovrete venirci per forza! Lumacorno la organizzerà in modo che veniate.."

"Che fortuna" commentò Ginny sarcastica.

"La cosa positiva è che possiamo portare degli ospiti" disse Hermione.

"Perfetto! Dirò a Dean di venire, ne sarà felice"

"Anche io pensavo di portare qualcuno.."

"Fammi indovinare: Ron?"

Hermione arrossì. "Pensi che sono stupida?"

"Perchè dovrei pensarlo? Ti piace!" disse Ginny.

"Sì, lo so, ma non so lui.. se io non gli piaccio? Forse mi considera solo un'amica.. l'amica secchiona da cui copiare i compiti!"

"L'amica secchiona che lo ha accompagnato in milioni di avventure, l'amica secchiona con cui passa tutte le vacanze estive, l'amica secchiona a cui ha regalato un profumo che è stato ORE a scegliere, l'amica secchiona che ha quasi ucciso quando è andata al ballo con un altro" elencò Ginny

"e secondo te non gli piaci? Hermione, sei la strega più intelligente che conosco, mi cadi su queste cose?"

"Smettila! Sai che non è sicuro!" esclamò Hermione. Ginny alzò gli occhi al cielo.

"ok, Hermione.. io vado a letto!"

"Va bene! Ci vediamo domani mattina" disse lei, imbronciata. Ginny le sorrise.

"Andrà tutto bene! Direte sì e passerete una bella serata.. magari vi troverete insieme sotto il vischio.."

Hermione arrossì violentemente "Ginny! È troppo presto.." ma, mentre lo diceva, sorrideva compiaciuta.


*

Come previsto da Ginny, Dean fu molto felice dell'invito. Glielo disse la mattina stessa, a colazione.

"è fantastico Ginny.. grazie per avermi invitato"

"E chi altro dovevo invitare, scusa? Sei o non sei il mio ragazzo?"

"In effetti.."

"Potevo invitare qualcun'altro, quindi? A saperlo.."disse la ragazza, con un sorriso malizioso. Dean si fece di colpo serio.

"No. Tu sei solo mia" disse. Poi sorrise "ci sarà da divertirsi. Non vedo l'ora"

"Mmmm io non tanto. Non sono un granchè come eventi, sinceramente" disse Ginny "la maggior parte di gente è noiosa e piena di sè, come quel McLaggen o quella Melinda Bobbin. Se non fosse per Harry, Hermione e Miriam mi sarei già uccisa, durante quei mortori!"

"Ma dai, non credo che siano così noiosi! Sono sicuro che ci divertiremo"

"Se lo dici te"

Ginny ricominciò a splamare la marmellata d'arance su di un toast. Non capiva perchè Dean ci tenesse tanto ad essere invitato alle cene di Lumacorno.

"Ci vediamo oggi pomeriggio?"

"Non posso" rispose Ginny, addentando il suo toast "Allenamento di Quidditch"

"Ah già" disse Dean "non ci vediamo fino a stasera"

"Purtroppo no"

"Ci vediamo troppo poco"

"Insomma, secondo me ci vediamo abbastanza"

"Invece no, facciamo tutte cose diverse, non abbiamo attività in comune" disse Dean "siamo di anni diversi, quindi frequentiamo corsi e persone diverse. Tu poi fai parte del Lumaclub.."

"Ti prego, non chiamarlo così, è orribile" gemette Ginny.

"Beh, quello che è. Poi fai parte anche della squadra di Quidditch. Hai le giornate occupate da attività che non includono me!"

"E che devo fare?" chiese Ginny "il tempo libero lo passo con te!"

"è poco" borbottò Dean, imbronciato. Ginny si sporse e gli diede un lieve bacio sulle labbra.

"Vado a lezione. A stasera"

"Buona giornata"

Molte ragazze (compresa Aisleen) trovavano molto bello che il proprio ragazzo volesse passare più tempo con loro. Ginny, però, aveva bisogno dei suoi spazi, e il tempo che passava con Dean le sembrava abbastanza. Mica dovevano vedersi ogni momento della giornata, no?


*

Gli allenamenti di Quidditch che avevano avuto finora erano stati molto divertenti per lei. Lei, Demelza e Katie avevano formato un bel trio, si capivano al volo e funzionavano benissimo insieme. Jimmy e Ritchie erano divertenti e spiritosi e mettevano allegria ad ogni allenamento. E poi c'era Harry, simpatico e carismatico, non faceva pesare a nessuno gli allenamenti. Ron non era bravissimo e si innervosiva facilmente, soprattutto perchè sapeva di essere l'anello debole della squadra. Harry era paziente, perchè Ron era il suo migliore amico, gli voleva bene e voleva offrirgli una possibilità. Ginny era anche lei sicura che Ron sapesse giocare meglio di così: era vero che non era un fuoriclasse, ma meglio sicuramente di come giocava quando si avvicinava una partita.

"Come faremo senza Katie, Capitano?" chiese Demelza ad Harry.

"Demelza chiamami Harry! Siamo compagni di casa e ci passiamo a malapena un anno!" esclamò Harry. Demelza arrossì furiosamente "d'accordo Harry.."

"comunque sì, dobbiamo cercare un altro Cacciatore, non possiamo giocare così, anche se mi dispiace un sacco per Katie.."

"Già, ci dispiace a tutti" disse Jimmy.

"Chi chiamerai?" chiese Ginny.

"Chi è andato meglio alle selezioni. Voi cominciate con un giro di riscaldamento. Ginny, se non torno in fretta, comicia a far fare tu gli esercizi"

"Ok!"

Harry tornò da solo, ma non disse nulla riguardo al nuovo Cacciatore, tranne che si sarebbe presentato agli allenamenti del giorno seguente. Ma Ginny lo seppe in anteprima la sera stessa.

"Ginny! Non immaginerai mai quello che è successo!" esclamò Dean, appena la vide.

"Cosa?" chiese Ginny, in tono distaccato.

"Harry mi ha chiamato! Sostituisco Katie! Non è splendido?"

Ginny, improvvisamente, si ritrovò senza niente da dire. Non è che non fosse contenta, anzi, le faceva piacere che Dean fosse in squadra con lei. Ma il campo lo aveva visto sempre come una cosa sua, da non condividere con lui. Non sapeva perchè, ma da una parte la presenza di Dean le era molto sgradita.

"è bellissimo, Dean" mentì con un sorriso.

"Ci pensi? Altro tempo da passare insieme!"

Ginny lo abbracciò. Dietro le spalle delle ragazze vide Harry, che andava a sedersi a cena insieme a Ron e Hermione. Sospirò.


*

Parlando tecnicamente, Dean era molto bravo. Lui, Ginny e Demelza funzionavano bene insieme. Harry era molto soddisfatto. Il solo problema rimaneva Ron. A Ginny non faceva pena e non voleva facilitargli il lavoro: Demelza non era d'aiuto, visto che gli dispiaceva vederlo in difficoltà e gli tirava palle facili. Ginny non era gentile ed era convinta che per aiutare concretamente suo fratello, bisognava scuoterlo, magari con aggressività. Lei, infatti, lo trattava come se fosse un portiere avversario, e non gli risparmiava nessun tiro. Ron, invece di impegnarsi, si arrabbiava ancora di più, vedendosi sconfitto dalla sorella: Ginny gli leggeva negli occhi l'invidia e il rancore che serbava da anni. Doveva essere brutto, vedersi sempre secondo a tutti. Ginny voleva bene a suo fratello, ma era ora che cominciasse a reagire. Ron si agitava sempre di più, tanto che mollò un pugno ad una sfortunata Demelza, che gli si stava avvicinando per calmarlo.

"è stato un incidente Demelza, scusa non volevo, davvero!" urlò Ron alla compagna, che sanguinava. Ginny planò accanto all'amica.

"Sei un idiota, Ron, guarda come l'hai conciata!" esclamò.

"Dai, Ginny, non essere così severa.."

"E sei un'idiota anche tu, Dem!"

"Ragazze, ci penso io" disse Harry, atterrando accanto a loro. Tirò fuori la bacchetta e la puntò verso il labbro di Demelza, che smise di sanguinare "Ginny, non dire a Ron che è un idiota, non sei tu il Capitano.." le disse.

"Lo so, ma mi sembravi troppo occupato per dirglielo, e io ho pensato che qualcuno dovesse.."

Harry cercò di mantenere la sua aria severa, ma Ginny gli vide un sorriso che lottava per spuntare.

L'allenamento procedette. Fu un allenamento disastroso, ma Harry li congedò con frasi rassicuranti. Quando furono da sole nello spogliatoio Ginny decise di fare un bel discorsetto alla sua compagna.

"Demelza, sei troppo buona con Ron. Così non lo aiuti"

"Ma mi fa pena! Poverino, è solo molto nervoso"

"Sì, lo so, ma se non lo scrolliamo un po', non se ne esce!"

"Come dici tu.. ma non ce la faccio!"

"Beh, provaci, se ci tieni un minimo a vincere la Coppa!"

Ginny si lavò e cambiò in fretta e uscì prima dell'amica. Pensava di riuscire ad arrivare al castello da sola quando si trovò davanti Dean.

"Con quei capelli così lunghi ci metterai una vita ad asciugarli!" disse.

"è molto che mi aspetti?" chiese Ginny.

"Un po'. Ma avevo previsto questo tempo, data la tua chioma. Mai pensato ad una scorciatina?"

"Mi sembri mia madre! Mi piacciono così" rispose lei, mentre entravano nel castello e si dirigevano verso la loro solita scorciatoia.

"E piacciono molto anche a me"

Si erano fermati nel corridoio. Ginny era appoggiata al muro, e Dean si era avvicinato a lei, accarezzandole i lunghi capelli, che ormai le arrivavano alla vita.

"Sei bellissima"

Dean cominciò a baciarla, e lei ricambiò, con entusiasmo.

"Che grinta" sussurrò lui, quando si staccarono.

Ginny abbozzò un sorrisetto "non ti piace?" chiese, maliziosa.

"Che cosa?" sussurrò lui "mi piace da impazzire. Tu mi piaci da impazzire, Ginny Weasley"

Ricominciarono a baciarsi, con più passione di prima. Dean la prese per i fianchi e la strinse ancora di più a lui. Ginny lo abbracciò forte, continuando a baciarlo. Non c'era un rumore intorno a loro. Circondati da un silenzio denso, continuavano a baciarsi, certi che il mondo fosse scomparso, certi che fossero gli unici nel castello.

"Ehi!" una voce, lontana, fece tornare il mondo intorno a loro. Si separararono immediatamente. Ginny si girò. Era Ron.

"Cosa?" chiese al fratello. Non aveva un'espressione allegra. Anzi, sembrava imbestialito. Vicino a lui c'era anche Harry, che fissava anche lui la scena, impiertito.

"Non mi piace vedere mia sorella che pastrugna la gente in pubblico!"

Pastrugna? Dove diavolo l'aveva pescata una parola del genere?

"Questo corridoio era deserto, finchè non siete arrivati voi due!" rispose Ginny.

"Ehm.. dai, Ginny" questa era la voce di Dean, tanto nervoso da balbettare "andiamo in.. sala Comune"

Aveva paura di suo fratello? Patetico!

"Vacci tu" ringhiò la ragazza "io devo dire due parole al mio caro fratello"

Dean non se lo fece ripetere due vole e se la diede a gambe. Avrebbe dovuto far due chiacchiere anche con lui.

"Bene" cominciò Ginny, scuotendo i capelli "chiariamo questa faccenda, Ron. Con chi esco e cosa ci faccio sono solo affari miei"

"No, invece" esclamò Ron, infuriato "Sono affari miei eccome!"

"Ah sì? Non mi sembra proprio!"

"E invece sì! Non voglio che la gente in giro dica che mia sorella è una..."

"Una cosa?" urlò Ginny, sfoderando la bacchetta "Una cosa, di preciso?"

Era infuriata, offesa. Come poteva suo fratello dirle una cosa del genere?

"Non voleva dire niente, Ginny.." intervenne Harry, cercando di rimediare alle terribili parole di Ron.

"Invece sì!" urlò lei, contro Harry "Solo perchè non ha mai baciato nessuno, solo perchè il bacio èiù bello lo ha ricevuto da zia Muriel.."

"Sta' ZITTA!" urlò Ron.

"Col cavolo! Sei patetico Ron! Se andassi in giro a pomiciare un po' anche tu non ti darebbe così fastidio che lo facciano tutti gli altri!"

Ron aveva estratto la bacchetta, Ginny aveva in mano la sua.

"Cosa diavolo stai dicendo?" esclamò Ron "Solo perchè non lo faccio in pubblico...."

Ginny scoppiò in una risata sprezzante: "Ma dai, e chi baci? Forse hai una foto di zia Muriel sotto il cuscino.."

L'incantesimo la colse impreparata. Non la prese per un pelo. Harry scaraventò Ron contro il muro, arrabbiato.

"Non fare il cretino.." lo sentì dire.

"Harry ha baciato Cho Chang!" urlò Ginny, vicina, ormai, alle lacrime, che ricacciava eroicamente dentro "E Hermione ha baciato Viktor Krum! Sei l'unico a comportarti come se fosse una cosa disgustosa, ed è perchè hai l'esperienza di un dodicenne!"

Scappò via. Era arrabbiatissima. Si chiuse nel primo bagno che trovò e scoppiò a piangere. Era tantissimo che non succedeva.

Suo fratello l'aveva offesa. Lei non era una di quelle. Che male c'era a stare con un ragazzo? Non era più una bambina, da tanto ormai. Non ci poteva fare niente se aveva già avuto esperienze e lui no. Andò vicino al lavandino e si sciacquò il viso. Era ancora un po' rosso. Non fece in tempo ad uscire dal bagno che vi entrò Hermione.

"Ginny! Ti stavo cercando"

"Oi eccomi qui. Dimmi tutto" disse Ginny.

"Sei rossa in viso. Hai pianto?" chiese Hermione, scrutandola.

"Nervosismo. Ho litigato con quel cretino di Ron"

"Cosa? Perchè?"

"Mi ha beccato mentre mi baciavo molto appassionatamente con Dean e mi ha fatto una scenata"

"Oh, mi dispiace, che cosa ti ha detto?"

"Non parliamone" disse Ginny con un sospiro "Mi rovino solo l'umore. Dimmi ciò che volevi dirmi"

"Non è importante.."

"Muoviti!"

"Ok, ok.. è Ron"

"Me lo aspettavo" disse Ginny "dai, dimmi"

"Gli ho chiesto di venire alla festa di Lumacorno, con me" disse lei, con un gran sorriso "e.. beh, ha accettato, molto voleniteri direi"

"Sono contenta per te, anche se non capisco cosa ci trovi in lui" disse Ginny "Allora, come siete rimasti?"

"In che senso?"

"Insomma ci andate come amici o come coppia?"

"Uhm.. non lo so.. come amici, credo"

"Che diventeranno una coppia"

Hermione arrossì "è tutto così strano.. sono felicissima, non vedo l'ora che venga la festa.. Non so come ci comporteremo! Voglio dire, è la prima volta che usciamo insieme in questo senso! E se capitiamo sotto il vischio? Avrà il coraggio di baciarmi?"

"Se così sarà, farai un favore a tutti"

"Perchè scusa?"

"Niente, lascia perdere. Torniamo in sala comune"


*

La partita contro Serpeverde si avvicinava e gli allenamenti facevano schifo. Ovviamente il problema era Ron che ignorava Ginny e Dean e maltrattava tutti gli altri. E in più non parava nemmeno una palla.

"..sei una deficiente, non sai tenere un pallone in mano, come credi che si pari un tiro del genere, ritirati dalla squadra che è meglio.." stava sbraitando contro Demelza, l'unica che cercava di avvicinarsi. I suoi nervi non ressero, tanto da farla scoppiare a piangere.

"Sta zitto e lasciala in pace!" intervenne Jimmy Peaks, volando a fianco della ragazza. Ginny gli avrebbe lanciato volentieri una bella fattura Orcovolante.

"BASTA!" urlò Harry, sfrecciando verso Ron e Demelza "Jimmy, metti a posto i Bolidi, Demelza, riprenditi, hai giocato benissimo come sempre e Ron.." non terminò la frase "L'allenamento è finito! Andate a cambiarvi!"

Evidentemente Harry voleva parlare a Ron da solo.

"Ron ha esagerato oggi" disse Dean a Ginny, mentre gli altri andavano agli spogliatoi.

"Sì, ma io volevo dire due parole anche a te" si voltò verso di lui, con le mani sui fianchi e uno sguardo minaccioso "ti sei comportato malissimo ieri"

"Io?!" chiese lui, incredulo.

"Sì tu. Sei scappato via come un coniglio! Non che io abbia bisogno dell'aiuto di qualcuno per difendermi, ma sarebbe stato carino avere il tuo sostegno"

"Era una questione tra te e tuo fratello, io non mi dovevo immischiare" rispose Dean.

"Era arrabbiato perchè ci stavamo baciando!"

"Quanto è esagerato!" sospirò Dean.

"Come se tu non saresti geloso, se trovassi una delle tue sorelline che bacia qualcuno!"

"Sono troppo piccole!"

"Daisy quanti anni ha?"

"Quasi quattrodici"

"Uh che strano, il mio primo bacio l'ho dato alla sua stessa età!"

"Va bene, non mettiamo in mezzo queste cose" disse Dean "scusa, mi sono comportato male. Hai ragione"

"Vado da Demelza. Avrà bisogno di essere consolata"

Ginny andò nello spogliatoio e vi rimase per un po', dicendo all'amica parole di conforto. Quando uscirono, Dean non c'era più.


*

La partita contro Serpeverde e, nonostante Ginny non avesse troppe speranze sull'esito, andò meglio di come pensasse. Il tempo era ottimo, Serpeverde aveva mandato in campo parecchie riserve, e Ron aveva giocato splendidamente! Non sapeva perchè, ma era riuscito a parare ogni Pluffa ed era diventato ad ogni tiro più sicuro di sè. Quando era di buon umore, Ron era completamente un altro giocatore, doveva ammetterlo. Serpeverde non segnò nemmeno un punto, mentre lei, Demelza e Dean ne segnarono parecchi. L'unica cosa negativa era Zacharias Smith, che faceva da commentatore e criticava ogni mossa dei Grifondoro. Quanto rimpiangeva Lee! Alla fine della partita gli si era schiantata addosso con la sua scopa, facendolo quasi morire d'infarto!

"Signorina Weasley, spiegami cosa diavolo hai fatto?" la sgridò la McGranitt.

"Scusi professoressa, ho dimenticato di frenare!" rispose Ginny mentendo allegramente. Sentì Harry scoppiare a ridere. Lo vide sgusciare dall'abbraccio della squadra e venire verso di lei, con un sorriso.

"Sei stata fenomenale!" le disse e l'abbracciò forte. Si lasciarono subito e lui andò subito da Ron.

"Su in sala Comune si fa festa!" urlò Dean "me lo ha detto Seamus! Ginny, Demelza, andiamo!"

Prese in braccio la sua ragazza e la baciò, davanti a tutti.

"Dean!" esclamò lei, ma lui la portò in braccio fino alla Sala Comune, ridendo come un pazzo.

La Sala Comune era tutta rosso e oro. C'erano litri di Burrobirra e cibarie varie.

"Ecco a voi Ginevra Weasley, Demelza Robins e Dean Thomas, alucni degli eroi di questa fantastica vittoria!" urlò Seamus, mezzo ubriaco, quando entrarono. Poco dopo di loro entrò anche Ron, che fu subito travolto da Lavanda Brown.

"Oh Ron, sei stato bravissimo, eccezionale, straordinario! Io non resisto più!" gli prese la faccia tra le mani e cominciò a baciarlo di gusto. Ron ricambiò con entusiasmo, senza nessuna vergogna. Ginny lo guardò a bocca aperta. "Da quando a Ron piace Lavanda?" le chiese Dean, con una Burrobirra in mano.

"Non ne ho idea"

Ginny si discostò dalla festa. Cercava Hermione. Lo aveva visto? Quello schifoso.. doveva uscire con lei! Cosa diavolo stava facendo?

"Ehi Arnold! Cosa ci fai qui?" prese in mano la sua Puffola Pigmea, che vagava per la Sala, con Grattastinchi che lo inseguiva. Vide in lontananza Harry, che si guardava intorno.

"cerchi Ron?" gli chiese "è laggiù, quello schifoso ipocrita"

Evidentemente Harry ancora non aveva visto la scena perchè guardò l'amico stupefatto.

"Deve affinare un po' la tecnica, non credi? Sembra che le stia mangiando la faccia!" commentò Ginny "Bella partita, Harry" gli sfiorò il braccio e lui le sorrise. "vado a prendere un bicchiere di Burrobirra" disse Ginny e si allontanò da lui. Hermione non si era vista. Sperava tanto che lei non avesse visto Ron. Ma purtroppo, era sicura che non era così.


*

Vide Hermione molto più tardi. Erano già andati quasi tutti a dormire, ma lei era rimasta sveglia, ad aspettarla. Aveva un aspetto distrutto: i suoi capelli erano più crespi e scarmigliati del solito, i suoi occhi e il suo volto rossi e tremava leggermente.

"Hermione!"

La ragazza si voltò a guardarla. Le labbra le tremavano.

"Oh, vieni qui" esclamò Ginny e l'amica si precipitò da lei.

"Io.. io" singhiozzò la ragazza.

"Non devi dire niente" le sussurrò Ginny "so cosa è successo"

"perchè lo ha fatto?" disse Hermione, tra le lacrime "p-perchè?"

Ginny non sapeva cosa risponderle. Perchè i ragazzi sono stupidi, sono immaturi. Perchè le cose non vanno sempre come vogliamo. Perchè ai migliori capitano sempre le cose peggiori.

No. Parole sentite e risentite. Hermione non aveva bisogno di questo. Lei lo sapeva già.

"Lo avevo invitato" mormorò Hermione "Lo avevo invitato. Significava una sola cosa. E lui lo sapeva" ricominciò a piangere. Ginny le accarezzò i capelli.

"Come si fa a sopravvivere a questo? Come si fa ad andare avanti? Come si fa a superarlo?"

Ginny sorrise "i ruoli si sono invertiti, Hermione" disse. Anche Hermione fece una specie di sorriso.

"Ti dirò quello che hai sempre detto a me: non pensarci, vai avanti, fai vedere quella che sei veramente. Vivi la tua vita, Hermione. Non possiamo stare ferme ad aspettarli. Tanti giorni felici, tanti bei momenti indimenticabili ci stanno solo aspettando. Dobbiamo solo viverli"

Hermione si asciugò il volto.

"Questa volta sei tu a parlare al plurale, Ginny" disse Hermione, ricordandole una conversazione avuta dopo il ballo del Ceppo.

"La vita sta ancora aspettando anche me" mormorò Ginny "ma intanto vivo ciò che per ora mi viene offerto" con questa risposta si avviò verso il dormitorio.

"Grazie Ginny. Grazie per esserci sempre" disse Hermione e l'abbracciò.

"Grazie anche a te, per esserci sempre stata" rispose Ginny.

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Capitolo 51
*** La Festa di Lumacorno ***


cap 51 nv

La festa di Lumacorno


La festa di Lumacorno si avvicinava. Ginny era un po' preoccupata per Hermione: chi avrebbe invitato ora che Ron stava con Lavanda? Era troppo orgogliosa per venire da sola e Ginny le avrebbe impedito di rifiutare l'invito. Doveva solo trovare qualcuno disposto ad uscire con lei. Ginny voleva parlarle, ma beccarla era impossibile, visto il suo orario fitto.

"Lavanda è molto entusiasta di tuo fratello" le disse Dean, a colazione "Non sapevo le piacesse, non mi ricordo che lei e Ron abbiano mai avuto un gran rapporto. Seamus non è molto felice di questa nuova coppia"

"E com'è?" chiese Miriam, che era seduta vicino a Ginny, interessata al pettegolezzo.

"Al quarto anno lui e Lavanda sono stati insieme per un po'" raccontò Dean "però poi lei lo ha lasciato all'inizio del quinto anno. Non ha mai specificato il perchè"

"E a Seamus piace ancora?" chiese ancora Miriam.

"In realtà no" rispose Dean "però vederla con un altro, per di più un suo compagno di dormitorio, ovviamente non gli fa piacere"

"Io spero che la storia con Lavanda renda Ron meno nervoso" disse Demelza "il pugno sul labbro me lo ricordo ancora bene"

"Sarebbe l'unica cosa positica di questa faccenda" rispose Ginny. Già era condannata ad avere Fleur come cognata, e ormai si era rassegnata, ma Lavanda Brown non l'avrebbe accettata. Si voltò e, qualche posto più in là vide Ron con una specie di polipo dai capelli lunghi e mossi attaccato alla faccia e un Harry con una faccia tra lo schifato, l'annoiato e il disperato. Hermione non c'era. Probabilmente si svegliava la mattina un'ora prima per non incontrare Ron e Lavanda.

"Ginny, andiamo, abbiamo Difesa Contro le Arti Oscure, se arriviamo tardi Piton ci uccide" esclamò Aisleen, mentre gli altri si alzavano.

"Ci vediamo dopo" Ginny salutò Dean. L'aspettava una lunga giornata.

Arrivarono prima del professore in classe. Ginny si sedette vicino a Demelza, come al solito, Anthony vicino a Colin e, cosa stranissima, Miriam lasciò sola Aisleen per mettersi vicino a John. Aisleen guardò malissimo l'amica e andò a sedersi da sola, offesa. Per tutta la lezione parlottarono, incuranti del fatto di essere in classe con Piton (cosa che gli costò dieci punti in meno a Grifondoro). Dopo la lezione si comportarono normalmente, come se tutto fosse tranquillo. Anzi, John era di nuovo cordiale e sorridente, nonostante c'era anche Anthony con loro.

"Ma che gli hai detto?" sussurrò Ginny a Miriam.

"Niente, perchè?" rispose lei.

"Qualcosa devi aver fatto, non lo vedevo così allegro da mesi"

Miriam non rispose e Ginny capì che c'era qualcosa di strano sotto. Fu distratta da una chioma cespugliosa seduta su una finestra, con un grosso libro dal titolo in Rune. Hermione!

"Hermione!" Ginny corse verso l'amica "Come va?" chiese, titubante. Hermione si voltò e le rivolse un largo sorriso.

"Splendidamente!" rispose la ragazza.

"Splendidamente?" chiese Ginny, non capendo cosa succedeva all'amica, che erano giorni che piangeva chiusa in bagno e evitava tutti.

"Già! Non ti pare una bellissima giornata, oggi?" Adesso che ci pensava, vedeva un luccichiò strano negli occhi di Hermione, quasi folle.

"Hermione, ti senti bene?"

"Te l'ho detto! Sto benissimo!" esclamò la ragazza.

"Ok" disse Ginny, pensando che Hermione fosse impazzita "senti, ma alla fine ci vieni alla festa di Lumacorno? È domani sera"

"Certo che ci vengo!" rispose Hermione "e ho anche un accompagnatore!"

"Grande!" rispose Ginny, che non ci stava capendo nulla "Sono contenta per te! Chi è il fortunato? Tanto chiunque è meglio di Ron.."

"è Cormac McLaggen" disse Hermione.

"Scusa? Credo di non aver sentito bene"

"Hai sentito benissimo"

"Ok, allora ritiro ciò che ho detto prima" rispose Ginny "sicuramente Ron è meglio di quel pallone gonfiato. Ora spiegami perchè? Sei impazzita per caso? Come può piacerti quell'imbecille?"

Hermione non rispose.

"Avevo preso in considerazione anche Zacharias Smith" disse con voce bassa. A quell'affermazione Ginny stava per esplodere. Ma all'improvviso capì, e capì quello strano luccichio negli occhi di Hermione. "Ho capito.." disse lentamente.

"Che ne pensi?" chiese Hermione, ansiosa.

"Che è un'idea geniale" disse Ginny "oh, sarà gelosissimo! Gliela devi far pagare, fai benissimo!"

"Dici?"

"Ma certo! E poi lui neanche ci sarà alla festa e quindi sarà tutta la sera sulle spine, non sapendo cosa state facendo! Oh è geniale, è geniale! Se lo merita!"

Hermione sorrise e chiuse il suo libro "Meno male che mi appoggi. Harry non mi guarderà più in faccia, quando lo saprà"

"è un maschio. Ci metterà un po' di più, ma ti capirà anche lui"

Hermione scoppiò a ridere "ma sì, mi capirà.."

"Hai già un vestito per la serata?"

"Mamma me ne ha mandato uno bellissimo!"

"Allora sei pronta! Fallo rosicare!"

"Ovvio!"

*


"Ginny, Ginny!" Ginny si voltò, aspettandosi di vedere Aisleen, Demelza o Miriam. Invece si trovò davanti Grace. "Ciao Grace" le sorrise Ginny.

"Ciao! Ho una novità!" esclamò la ragazza.

"Dimmi"

"Lumacorno mi ha invitata alla festa di Natale!" esclamò Grace "Ci siete anche te e Miriam, vero?"

"Sì!" rispose Ginny.

"Allora ci divertiremo un mondo! Ne sono sicura. Ci vieni con Dean?"

"Sì, vengo con lui. Immagino tu porti Anthony.."

"Già! Sai, una sera che ho l'opportunità di non incontrare John.." disse Grace "la sua gelosia è insopportabile"

"Ne so qualcosa di fratelli gelosi" rispose Ginny "Ma ancora non sa che vi state frequentando?"

"In realtà no. Ma glielo dirò. Però devo farlo io, forse quando torneremo a casa per Natale" all'improvviso si bloccò "Miriam dirà qualcosa secondo te? Sai quant'è chiacchierona.."

"Non nego che gongolerà parecchio quando lo scoprirà, visto che fa pronostici su voi due dal primo anno" disse Ginny "ma sa tenere la bocca chiusa, quando vuole"

"Beh meno male!" esclamò Grace sollevata "sai, credo se la notizia arrivasse alle orecchie di John attraverso Miriam si arrabbierebbe ancora di più"

Ginny si liberò in fretta di Grace e si avviò di corsa verso Incantesimi e fu lì che una scena che la fece innervosire inverosimilmente le si parò davanti. Era Luna Lovegood, con due grossi Serpeverde del loro anno vicino a lei. Sicuramente non avevano buone intenzioni.

"Ah è così, dici che siamo pieni di Gorgosprizzi?"

"Ma cosa diavolo sono i Gorgosprizzi?"

"Non ne ho idea"

"Se provaste i miei Spettrocoli potreste vederli anche voi" consigliò premurosa Luna.

"Non ti conviene prenderci in giro Lunatica"

"Quello non è il mio nome" rispose Luna, con un cipiglio severo.

"è l'unico nome che può avere una pazza come te, Lunatica"

"Già, te e quello strambo di tuo padre"

Ginny non poteva non intervenire.

"Ehi, il suo nome è Luna" esclamò, avvicinandosi a gran passi. I due grossi Serpeverde puntarono gli occhi su di lei.

"Uh, la piccola Wealsey, che paura" sghignazzò uno di loro.

"Lo sai che ti sei fatta veramente carina?"

"Chiedi subito scusa a Luna" ringhiò Ginny.

"Oh, e perchè dovrei farlo?"

"L'abbiamo solo chiamata come è giusto chiamarla"

"è lunatica, pazza, quindi perchè non chiamarla così?"

"Lei non è pazza" sibilò Ginny "è migliore di molte altre persone, compresi voi due. Sicuramente molto più intelligente. Quindi non chiamatela mai più in quel modo"

Il più grosso si avvicinò a Ginny con fare minaccioso.

"Oho, sto tremando di paura" finse di piagnucolare.

Ginny sguainò la bacchetta.

"Chiedile scusa"

"Non ci penso nemmeno"

"Ehi, Mark" intervenne l'altro Serpeverde "si dice sia un'ottima lanciatrice di fatture Orcovolanti"

"Non ho paura di una piccola traditrice del suo sangue" rispose lui.

"Neanche io di un pallone gonfiato" ringhiò la ragazza. Puntò la bacchetta contro i due ragazzi e, prima che potessero dire un'altra parola, gli lanciò contro una delle sue fatture Orcovolanti. I due vennero sbalzati in aria, ricoperti di minuscoli e orribili mostriciattoli.

"Facci subito scendere!"

"Aiuto!"

"Chiedete scusa a Luna"

"Scusa, scusa" piagnucolò uno dei due, quello che aveva parlato di meno "ti prego facci scendere"

"Come si chiama?"

"Luna!" esclamò Mark.

"Quindi?"

"Scusa Luna! Ora basta, facci scendere!"

Ginny e Luna guardarono i due divertite. "Secondo me vi farà bene stare lassù un altro po'" disse Ginny. Lei e Luna scoppiarono a ridere. Fecero per andarsene ma poi Ginny si voltò, e con un veloce movimento di bacchetta e un Finite Incantate sussurrato, fece cadere a terra i due Serpeverde, con un tonfo appositatamente premeditato.

"Grazie Ginny. Sei stata molto carina" le disse Luna.

"Luna, siamo amiche. Era il minimo che potessi fare" disse Ginny.

"Anche Neville lo dice spesso" disse Luna "che siamo amici, intendo. Chiacchieriamo spesso"

"Ci mettiamo vicine ad Incantesimi?"

"Va bene!"

*

Mancava solo un giorno alla festa, e tutta Hogwarts non parlava d'altro.

"Con tutte le cose a cui bisognerebbe pensare, la gente ha solo in testa quello stupido ballo!" si lamentò un giorno Ginny con Dean.

"Non si può mica pensare sempre a cose brutte o tristi" disse Dean "ogni tanto è un bene pensare a cose divertenti come una festa"

"E la cosa che mi da fastidio e che non si fa altro che parlare degli altri" esclamò Ginny.

"La gente è curiosa" disse Dean facendo spallucce "io non ci vedo niente di male"

"Io invece sì. Siamo circondati da superficiali"

"Sei troppo radicale" la rimproverò bonariamente Dean.

La persona che più interessava tutti era, ovviamente, Harry Potter. Tutte le ragazze di Hogwarts si chiedevano chi avrebbe invitato al ballo, visto che si vociferava che ancora non aveva invitato nessuno.

"Non capisco che cosa aspetta" disse Dean "può avere tutte quelle che vuole"

"Magari non gli interessa nessuna" ribattè Ginny.

"Anche se fosse è meglio che si sbriga" mormorò Dean "ho sentito Calì dire che Meredith Sullival, Romilda Vane e Chloe Stander parlare di modi poco ortodossi per farsi invitare da Harry alla festa"

"Che oche!" ribattè Ginny stizzita "Harry troverà sicuramente qualcuna meglio di loro!"

Con chi Harry andasse alla festa le stava molto a cuore. Non per niente, era il migliore amico di suo fratello, il suo Capitano e ormai un buon amico anche per lei!

"Sì, Harry dovrebbe seriamente sbrigarsi" le disse Hermione "gliel'ho detto, gli ho parlato anche delle voci che si sentono nei bagni delle ragazze ma niente. Dice che non c'è nessuna che vuole invitare. Mi sembra così strano"

"Perchè? Magari non gli piace davvero nessuna" esclamò Ginny.

"Sì, forse.. ma lo vedo distratto, quando si affronta questo argomento. Forse gli piace qualcuna che non può avere"

"E chi? Gli sbavano tutte dietro" ribattè Ginny, alzando un sopracciglio, con aria sdegnata.

"Magari qualcuna già impegnata" suggerì Hermione.

"Non dirmi che gli piace ancora Cho Chang!" esclamò Ginny. Odiava quella piagnucolona.

"Non credo. Ma non lo so. Harry è così riservato" rispose Hermione. Dopo di questo cambiarono radicalmente argomento, cominciando a parlare dei loro vestiti e acconciature che avevano in mente per la serata. Ginny si chiedeva chi avrebbe invitato Harry per la serata. Avrebbe invitato di nuovo Calì, come amica? Avrebbe alla fine ceduto alle lusinghe di Romilda Vane? Oppure aveva intenzione di riprovarci con Cho? La sera stessa della festa di Lumacorno ebbe la risposta, dalla voce, sempre ben informata, di Miriam Cohen.

"Avete sentito? Harry Potter ha finalmente trovato una ragazza per la festa!"

"Era logico, è un ragazzo così carino e popolare" commentò Aisleen.

"Con chi va?" chiese Ginny.

"Non ci crederete mai! E lui poteva andare con chi voleva!" esclamò Miriam.

"Dai spara, chi è la fortunata?" chiese Demelza.

"Luna Lovegood, del nostro anno ma di Corvonero!" disse Miriam "Avete presente chi è?"

"Quella ragazza un po'... particolare? Bionda?" chiese Aisleen.

"Esattamente!"

Ginny fu molto contenta della notizia. Era contenta per Luna, che incontrò lì a poco e sembrava molto emozionata "Non sono mai andata ad una festa con un ragazzo, come amica" le disse "sono sicura che ci divertiremo tantissimo"

"Ci sarò anche io, con Dean. Ci vedremo sicuramente lì"

Ginny andò a prepararsi con calma. Tirò fuori dal baule un vestito blu che lei e la mamma avevano comprato durante l'estate. No, doveva essere sincera. Non era felice solo perchè Luna era stata invitata alla festa. In un angolo nascosto del suo cuore, era contenta che Harry non avesse invitato una ragazza che gli piaceva sul serio, con cui voleva fare coppia.


*

Miriam si era preparata prima di lei ed era già uscita. Si chiedeva con chi avesse appuntamento, ma le interessava poco.

"Ginny, sei.. sei bellissima" disse Dean, appena la vide. Il suo vestito era elegante molto semplice, stile impero, con la gonna non troppo lunga. Aveva legato i capelli con una coda alta e dai lobi le pendevano un paio di orecchini lucenti, "gocce di luna" come li aveva definiti sua zia Muriel quando glieli aveva regalati, che le rendevano il volto ancora più bello, truccandolo con toni così leggeri che non l'appesantivano, ma la rendevano un po' più donna. Ai piedi, questa volta, aveva optato per un paio di scarpe col tacco, anche se non altissimo. Ginevra Weasley aveva un aspetto femminile ed aggraziato per natura, e non aveva bisogno di più di ciò che Madre Natura le aveva donato per dimostrarsi tale.

Baciò lievemente il suo ragazzo, incurante del lucidalabbra, e si avviarono insieme allo studio di Lumacorno. Vide in lontananza Harry e Luna: lei aveva un vestito argentato di paillettes e i capelli sciolti.

"Perchè Harry è uscito proprio con Lunatica Lovegood. Guarda come si è conciata" esclamò Dean, ridacchiando "E meno male che è uno dei ragazzi più popolari della scuola!"

Ginny fu molto irritata per quell'affermazione.

"Primo si chiama Luna" sibilò "secondo è una ragazza molto intelligente e molto simpatica, è normale che Harry ci sia voluto uscire, visto che è simpatico ed intelligente anche lui. Terzo, questa sera è davvero molto carina! Purtroppo sei troppo ottuso per capire uno stile diverso dal tuo, magari un po' più originale. E comunque è una mia amica!"

Dean guardava Ginny con uno sguardo incredulo, ma non rispose. Ginny nemmeno continuò la discussione.

"Vado a prendermi qualcosa da bere" disse lui. Ginny non lo seguì. Quando voleva Dean era proprio un cretino.

"Ginny! Sei bellissima!"

era Hermione, che le sorrideva radiosa. Lei aveva sempre i capelli ricci, sciolti e un vestito rosso un po' scollato ma molto carino. Anche lei aveva indossato i tacchi, un po' più alti di quelli di Ginny.

"Anche tu Hermione! Peccato che Ron non ti possa vedere! Creperebbe di invidia!"

Hermione arrossì.

"Come va con McLaggen?"

Hermione alzò gli occhi al cielo e si avvicinò all'amica.

"Una noia da morire! Non fa altro che parlare di lui, delle sue spettacolari parate a Quidditch. Uffa, non lo sopporto più. Ma" aggiunse, illuminandosi all'improvviso "ne è valsa veramente la pena"

"Dai, racconta"

"Ron mi ha sentito raccontare a Calì del mio appuntamento" disse Hermione "e si è addirittura staccato da Lavanda! Dovevi assolutamente vedere la sua faccia! Era livido!"

"Ben gli sta" commentò Ginny.

Si separarono in fretta e Ginny andò da Miriam, che le veniva incontro con il suo vestito rosa shocking.

"Ginny! Guarda un po' chi è uscito dalla tana!"

"Miriam, santo cielo.." borbottò una voce maschile. Ginny sgranò gli occhi. Era John.

"Visto? È stupita anche lei, visto che sono secoli che non partecipi più alla vita sociale" esclamò Miriam.

"Io credo che abbia fatto quella faccia perchè è strano vederci uscire insieme" disse John.

"Oh, Ginny, non fare pensieri strani, ovviamente usciamo solo come amici" esclamò la ragazza.

"Certo. Anzi, come compagni di classe" aggiunse John, beccandosi una gomitata da Miriam.

In realtà non era per nessuno dei due motivi, ma perchè Ginny sapeva che quella sera Grace aveva deciso di portare Anthony alla festa. Così rispose con un risolino stupido, non sapendo che dire. Doveva trovare Grace e avvertirla. Ma fu Grace a trovare loro. La vide da lontano, con il suo splendido vestito verde scuro scollato e un collana luccicante al collo, con il volto del tutto rivolto verso Anthony. Ridevano spensierati, le teste vicini, i nasi che quasi si sfioravano. Ma non fu solo Ginny a vederli: John e Miriam erano come pietrificati, i volti rivolti verso la coppia. John fece cadere il suo boccale di Burrobirra, facendo rumore. Grace si voltò lentamente verso di loro. Appena li vide il suo volto cambiò espressione: da quel sorriso beato che aveva prima passò a degli occhi spalancati dall'orrore.

"I-io" balbettò la ragazza. Anthony rimase impassibile, vicino a Grace.

"Mi fate schifo" gli sputò addosso John, con la voce che tremava di rabbia.

Grace aveva gli occhi lucidi di lacrime. Cercò di avvicinarsi al fratello, che la scansò con un gesto secco.

"Mi hai mentito" sibilò lui "per tutto questo tempo, mi hai solo raccontato un mucchio di frottole. Pensavo che quello che facesse schifo fosse lui" e accennò verso Anthony "mentre invece la peggiore sei tu. E tu sei mia sorella"

"Non te l'ho detto perchè sapevo che ci saresti rimasto male" disse Grace, ormai vicina alle lacrime "Ovvio che ci sarei rimasto male!" esclamò John "ma lo avrei accettato, dopo un po'. Ma mentire così, nascondermi tutto... È la cosa peggiore che potessi fare, Grace. Non ti avvicinare" disse, scansandola di nuovo "non ti voglio vedere. Vattene che non ti voglio sentire"

"John, ti prego.." singhiozzò Grace.

"Dovevi pensarci prima" disse John "bene, me ne vado io"

John si diresse a gran falcate verso l'uscita dello studio di Lumacorno.

"John, aspetta!" gridò Miriam. Poi si rivolse verso Grace e Anthony, guardandoli con estrema freddezza "Vi siete comportati malissimo. Vergognatevi"

"Oh, non venirci a farci la predica" sbottò Anthony. Miriam non rispose e corse dietro John.

"Ve lo avevo detto" gli disse Ginny.

"Sono stata una stupida" disse Grace "voglio andarmene"

"Ti accompagno alla tua Sala Comune" si offrì Anthony.

"No, no.. ti prego, lasciami sola" singhiozzò Grace "ti prego" e scappò via anche lei.

Antnony sospirò.

"Seguila" gli suggerì Ginny. Lui non se lo fece ripetere due volte. Non sapeva come sarebbe finita. John ci era rimasto malissimo, soprattutto per la bugia. La ragazza si avvicinò al tavolo con i buffet e si riempì il piatto di qualche stuzzichino e qualche tartina con la crema di zucca.

"Hey ciao" Ginny si voltò. Un ragazzo alto di Tassorosso le sorrideva.

"Ciao" rispose Ginny.

"Come va?"

"Tutto bene, grazie"

"Sono Steve Taylor. Gioco come Portiere nella squadra di Tassorosso"

Ginny lo osservò meglio: un biondino slavato, con gli occhi chiari, alto e dal fisico possente. No, non lo aveva mai visto, altrimenti se ne sarebbe ricordato, carino com'era.

"Ginny Weasley, Cacciatrice di Grifondoro" si presentò "non eri in squadra, l'anno scorso?"

"No" rispose il ragazzo "sei del quinto, giusto?"

"Sì. Tu?"
"Settimo. Ti va di bere qualcosa insieme, su quei divanetti laggiù" chiese lui, ammiccando "sono abbastanza appartati..."

Che sfacciato! Stava per dirgliene quattro (anche se effettivamente era davvero carino) quando sentì un braccio posarsi sulle spalle.

"Salve.. Dean Thomas, Cacciatore di Grifondoro. Sesto anno e suo" accennò verso Ginny "ragazzo. Dicevi?"

"Non sapevo uscissi con qualcuno" disse Steve rivolto a Ginny.

"Io.." cominciò Ginny ma fu interrotta da Dean.

"Beh, ora lo sai" sbottò "aria"

"Chi ti credi di essere, io non mi muovo" disse minaccioso il ragazzo.

"Sparisci e non avvicinarti più a lei" ringhiò Dean.

"Altrimenti?"

"Altrimenti te la vedrai con me"

Steve sbuffò divertito "Ciao Ginny. Ripassa quando ti sarai stufata dei ragazzini" disse, e sparì tra la folla.

"Non rivolgerle mai più la parola!" urlò Dean. Ginny gli diede una gomitata.

"Dico, ma sei fuori? Ci stanno guardando tutti!"

"Che guardassero! Che capissero che nessuno ti si deve avvicinare!"

"Non c'è bisogno che mi fai la guardia, so badare a me stessa"

"A me non sembra proprio"

"Beh, non mi puoi vietare di fare due chiacchiere con qualcuno! Dopo che tu mi hai lasciata sola, poi!"

"Io faccio quello che voglio! Sei la mia ragazza, io non voglio che frequenti altri ragazzi che non siano chi dico io!"

"Non mi ha mai dato ordini nessuno e non sarai tu il primo a farlo!" rispose Ginny, arrabbiata.

"Io non voglio mai più vedere queste scene" esclamò Dean, arrabbiato anche lui "io non voglio vederti con altri ragazzi! È una cosa che mi manda in bestia!"

"Non ho intenzione di chiudermi in un convento!"

"Nessuno te lo ha chiesto"

"Mi pare proprio di sì, invece"

"Sei impossibile! Puoi mettere da parte un po' te stessa per fare qualcosa che ti dico io?"

"No, Dean, te lo scordi. Non puoi decidere chi devo o non devo frequentare"

"Posso eccome"

"Sai che ti dico? Me ne vado? Rimani qui da solo!"

Girò sui tacchi e se ne andò anche lei. Arrivò davanti alla Signora Grassa da sola. Dean non l'aveva seguita.



Angolo autrice

Salve a tutti! Spero sia piaciuto a tutti questo capitolo! Le cose tra Dean e Ginny si cominciano ad incrinare. Sarà lui il problema o sarà perchè lei si è accontenta e in realtà il suo cuore batte per qualcun altro? Lo vedremo tra qualche capitolo!

Non so se qualcuno di voi lo ha notato, ma nel capitolo precendete, "Baci e Maledizioni" ho inserito una piccola parte dove Ginny parla del suo shampoo preferito.. Quella descrizione sta ad indicare l'origine del profumo di fiori che Harry sente nel Filtro d'Amore che Lumacorno aveva nella sua aula. Questo profumo viene citato molto spesso ne "il principe Mezzosangue" quindi volevo trovare un modo per inserirlo anche io, e visto che Ginny non mi sembra una ragazza che mette i profumi, ho pensato che collegare questo odore di fiori allo shampoo era la scelta più indicata per il carattere del personaggio.

Al Prossimo capitolo!

Marty



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Capitolo 52
*** Natale ***


cap 52 nvu

Natale


Le vacanze di Natale sarebbero iniziate il giorno successivo, e Ginny stava preparando il baule per la partenza imminente. Era sola con Hermione in dormitorio.

"Quindi non vieni neanche per un paio di giorni?" le chiese Ginny, mentre piegava i maglioni con la magia.

"No, Ginny" rispose Hermione "Non posso. Lo sai"

"Vabbè vieni come mia invitata, mica la sua.." protestò Ginny, mentre osservava i suoi maglioni depositarsi in una morbida pila nel baule.

"Ho bisogno di non vederlo per un po'. Non ce la faccio a stare sotto il suo stesso tetto" mormorò Hermione "e poi voglio vedere mamma e papà"

"Come vuoi" disse Ginny " Harry però verrà"

"Harry non ha altri che voi" disse Hermione con delicatezza "e poi è stato carino. È passato prima da me, ha cercato di convincermi come hai fatto tu e poi mi ha detto che, se volevo, lui rimaneva al castello con me. Ovviamente gli ho detto di no"

"Ti vuole molto bene" osservò Ginny.

"Sono come una sorella per lui" rispose Hermione, con un sorriso. Prese la bacchetta anche lei e piegò la biancheria di Ginny e la stipò, in un attimo, in un angolo del baule.

"Beh, hai finito. Quando partite?"

"Stasera stessa"

"Io aspetto domani mattina. Mamma e papà saranno felicissimi di vedermi. È tanto che non passiamo un Natale insieme a casa!"

"Sentiamoci però" disse Ginny.

Hermione rise "Ginny, sono solo due settimane!"

"Sì, ma sono due settimane con Flebo" le ricordò Ginny, roteando gli occhi "A proposito, chissà in quale stanza la faranno dormire.."


*

Aveva evitato tutto il giorno Dean, e non aveva intenzione di cercarlo per salutarlo. Era meglio non vederlo, dopo ieri sera, e sperava vivamente che lui non la trovasse. Sarebbe stato meglio avere semplicemente un bel periodo di pausa. Magari le cose si sarebbero risolte da sole. Andò subito allo studio della McGranitt: avrebbero usato il suo camino per arrivare in tutta sicurezza alla Tana, invece dell'Espresso di Hogwarts. Vide davanti a lei Harry.

"Ciao Harry!" lo salutò lei, allegramente.

"Oh! Ciao Ginny" rispose lui, come riemerso dai suoi pensieri.

"E Ron? Dov'è?"

"Si stava ancora salutando con Lavanda" rispose Harry "era imbarazzante, aspettarlo"

"Già, posso capire"

Ron arrivò poco dopo e partirono tutti e tre per la Tana.

"Prima le signore" disse Harry, con un sorrisino e lei entrò per prima nel camino.

"Buon Natale Professoressa" disse Ginny.

"Buon Natale anche a te, signorina Weasley" rispose la McGrannit "su, sbirgati, che poi tocca a Potter e Weasley"

"La Tana!" urlò la ragazza e si ritrovò in un attimo nel camino di casa sua.

"Oh Ginny!" la accolse con uno strillo e con un abbraccio stritolatore.

"Oh... ciao mamma" balbettò Ginny.

"Oh, per fortuna stai bene!"

"Certo che sta bene mamma, mica è dovuta venire a piedi!" rispose l'inconfondibile voce di Fred.

"Fred!" esclamò Ginny "George!" si liberò dall'abbraccio della mamma e si fiondò dai gemelli.

"Ehi piccola! Che ci racconti?" chiese George.

"Hogwarts è sempre la stessa?" chiese Fred.

Poco dopo arrivarono anche Harry e Ron e vennero anche loro travolti dalla signora Weasley.

"E la cara Hermione? Perchè non è venuta?" chiese Molly. Ron arrossì furiosamente in zona orecchie.

"I suoi genitori hanno insistito per farla tornare a casa" intervenne Harry, convincendo la signora Weasley.

"Bene, andate a sistemare le vostre cose, io vado a preparare per stasera" disse la signora Weasley e tornò indaffarata in cucina. I tre ragazzi presero i loro bauli e cominciarono a trascinarli per le scale.

"Ginny!" la chiamò George.

"Cosa?" rispose Ginny.

"Al tuo baule ci pensiamo noi!" disse Fred e con un colpo di bacchetta fece sparire il baule della sorella.

"Grazie mille!"

"E di cosa? Sei la nostra sorellina!"

Ginny abbracciò i gemelli e gli diede ad ognuno un bacio sulla guancia. Salì le scale saltellando e corse nella sua cameretta, che la madre aveva ripulito e riordinato. Il suo baule era già lì. Sentiva Harry e Ron trasportare i loro con fatica, e sorrise tra sè e sè: a volte, era positivo essere donna!

Si tolse la divisa di Hogwarts e si mise uno dei caldi maglioni di sua madre e scese giù in cucina.

"Mamma, hai bisogno di aiuto?" chiese, servizievole.

"Non per ora, Ginny, ma domani sì" rispose la madre.

"Papà quando torna?"

"Mmm, dovrebbe tornare tra poco" disse Molly, scurtando l'orologio.

"Mettiamo domani mattina l'albero?"

"Sì, credo di sì, lo andranno a prendere i tuoi fratelli"

Ginny si sedette al tavolo e la madre fece altrttanto. "Quest'anno anche Remus rimane con noi a Natale" disse Molly.

"Meno male, più siamo meglio è" rispose allegra Ginny.

"Dormirà nella stanza di Percy, ovviamente avrà una camera tutta per sè, non mi pare cortese fargliela dividere con qualcuno, dopotutto è un uomo adulto.."

"Certo mamma"

"Quindi Bill dormirà con Fred e George, Harry e Ron nella cameretta di Ron"

"Bill ora dov'è?"

"è ancora in Francia dai genitori di Fleur" rispose Molly.

"A proposito, Fleur dove la mett..." stava dicendo Ginny ma si bloccò orripilata. La mamma stava facendo finta di guardare da un'altra parte.

"Mamma"

"Sì tesoro?"

"è escluso"

"Ginny, cara, cerca di essere ragionevole"

"è fuori discussione"

"Ginny non ci sono alternative"

"Io non voglio dividere la stanza con Flebo!" strillò.

"Smettila di fare i capricci, sei l'unica ragazza, è logico che dormirà con te"

"Io torno ad Hogwarts"

"Tu non torni da nessuna parte signorina, le cose sono state decise così e basta"

Ginny si alzò dal tavolo e se ne andò in camera sua, sbattendo i piedi. Si rimangiava tutto: essere l'unica femmina in una famiglia era proprio una disgrazia.


*

Riscese solo all'arrivo di suo padre.

"Papà!" esclamò, gettandosi tra le sue braccia.

"Ginny! Mi sembri cresciuta!" disse il papà.

"A me sembra la solita tappa" disse George, scompigliando i capelli della sorella.

Ginny gli fece una smorfia.

"Hai finito di strillare?" chiese Fred, mentre salutava il padre.

"Se vuoi comincio con te" rispose Ginny.

"No, no lasciamo stare"

"Qui non vedo ancora nessuna decorazione!" esclamò Arthur.

"Le possiamo fare stasera?" chiese Ginny.

"Ovvio!" rispose il padre, sedendosi su una vecchia poltrona.

"Fred, George, Ron e Harry!" chiamò la ragazza "andate a prendere un abete!" ordinò.

"Per chi ci hai preso, per dei taglialegna?" rispose George.

"O per i tuoi schiavi?" chiese Ron.

"Non pretenderete che io vada a prendere un albero tutta sola e indifesa!" esclamò Ginny indignata

"siete o non siete i miei fratelloni?" chiese, con quegli occhioni dolci che faceva quando le faceva comodo.

"Allora, andiamo?" esclamò Harry, dopo aver distolto gli occhi dal viso di Ginny.

"Andiamo" borbottò Ron.

I quattro ragazzi si incamminarono verso fuori.

"Vi voglio bene!" esclamò Ginny.

"Quando fa quegli occhi non le si può dire di no" sentì dire Ron ad Harry. E Ginny poteva giurare di aver sentito Harry mormorare "vero"

Tornarono poco dopo, pieni di neve e di aghi di pino. Portarono insieme l'albero al centro del salone, sotto gli ordini di Ginny. Arthur osservava la scena divertito insieme a Molly.

"Ron, per favore, vai a prendere gli scatoloni con gli addobbi"

"Puoi farlo anche tu!"

"Ma io non ci arrivo"

"Potrebbe farlo qualcuno che può usare la magia.."

"Vado io, Ginny" si offrì Harry "dove sono?"

"In soffitta, ma sarebbe meglio che ci andasse qualcuno che conosce bene la casa.."

"Tranquilla, posso farcela" sorrise Harry e salì di sopra.

"Vengo anche io, mi pare che gli scatoloni sono più di uno" disse Ron e salirono insieme.

Portati gli scatoloni tutti i suoi fratelli si dileguarono, compresi i suoi genitori. Le sarebbe toccato decorare il salone da sola. Tanto meglio: era l'unica ad avere un minimo di senso artistico ed amava da sempre decorare la casa.

"Ginny, ti serve aiuto?" le chiese Harry, mentre toglieva il Magiscotch da uno scatolone.

"No, tranquillo, queste cose posso farle da sola" rispose lei con un sorriso.

"Ma mi fa piacere aiutarti" insistette Harry.

Harry si inginocchiò vicino a lei, davanti allo scatolone.

"Da cosa cominciamo, dai festoni, dalle luci o dalle palline?"

"Io direi di mettere prima le luci" disse Ginny e insieme cominciarono a cercare le minuscole lucette. Evidentemente Harry era abituato ad altre tipi di decorazioni perchè sembrava molto stupito.

"Perchè quella faccia?" chiese Ginny, ridacchiando.

"Ehm.. dove sono le luci?" chiese, confuso.

"Qui dentro" disse la ragazza, prendendo una piccola scatola di latta rossa.

"Lì?" chiese Harry, sempre più confuso ma anche curioso. Lei sorrise, enigmatica. "Avvicinati" sussurrò. Harry avvicinò il suo volto al suo.

"Di più" mormorò Ginny, tenendo la scatoletta all'altezza del suo mento. Harry la guardò negli occhi e non si mosse. Ginny gli fece un lieve cenno col capo e lui si fece più avanti, lentamente.

"Così?" bisbigliò Harry "Va bene?"

Era a pochi centimetri da lei. Non erano mai stati così vicini.

"Sì" sussurrò. Harry la guardava in un modo strano. Non l'aveva mai guardata così, prima di quel momento.

"Sei sicura?" chiese lui.

"Sì" rispose lei non lasciando i suoi occhi, senza aver capito il perchè di quella domanda, senza pensare ad una risposta, urlando dentro di lei milioni di 'sì' senza una specifica, una logica, una valida ragione. Le sue mani tremarono mentre Harry si accostava ancora di più a lei. Un movimento di troppo, una vibrazione in più, la piccola scatola tra le mani di Ginny si scoperchiò e milioni di minuscole lucette riempirono la stanza, facendo balzare Harry all'indietro per lo spavento.

"Ma che cosa..?" esclamò, sorpreso. Ginny rise.

"Queste sono le luci degli alberi natalizi dei maghi" spiegò Ginny.

"Io sono abituato ad altre luci" disse Harry, guardando le lucette che gli galleggiavano vicino la testa. Aveva una faccia buffissima.

"E come facciamo a metterle sull'albero?" chiese.

"Di solito ci pensa chi può usare la magia" rispose Ginny "vado a chiamare mamma e papà"

"ma è così bella questa stanza così" disse in fretta Harry "guarda"

Il vecchio salone dai divani malconci era nella penombra, illuminato solo da quelle piccole luci, a metà tra lucciole e fate. Sembrava un altro salone, così.

"Hai ragione" disse Ginny "Ma come facciamo a decorare l'albero? Le luci vanno sempre messe per prime"

"Beh facciamo qualcos'altro. C'è solo l'albero da fare?"

"No, ci sono tutte le decorazioni per le pareti, le ghirlande"

"Bene attacchiamo quelle" disse Harry. Si alzò in piedi e tese la mano verso la ragazza, per aiutarla ad alzarsi. Ginny la prese.

Attaccarono ghirlande per la stanza per tutto il tempo come se non fosse successo nulla. Scherzavano, ridevano come sempre.

Era stato un sogno?

Harry aveva il suo sorriso gentile di sempre. Quell'espressione strana con cui l'aveva guardata prima era scomparsa.

Era stato solo un sogno?

"Ehi.. bisogno di aiuto da qualcuno che può usare la magia?" era George, che entrava in salone insieme al gemello.

"Sì, le luci! Non sappiamo come fare senza magia" disse Ginny. Fred risolse in un secondo il loro problema e si offrirono di aiutarli a finire di decorare l'albero, anche se in realtà facevano solo disastri e rallentavano il lavoro, insieme a Ron ed Harry. Alla fine aveva decorato l'albero solo Ginny.

"Manca un bel puntale!" esclamò Ginny "potremmo fare un fiocco.."

"No, Ginny, so io cosa potremmo fare" disse Fred,

"Cioè?"

Ma Ginny non potè sentire la risposta di Fred perchè la madre l'aveva chiamata per aiutarla a preparare le camere per gli ospiti. Ma sapeva che il ghigno malefico dipinto sui volti dei due gemelli non prometteva niente di buono.

*

Bill, Fleur e Remus arrivarono la mattina della Vigilia, mentre Harry e Ron erano impegnati ad aiutare la mamma con la cena e Ginny a finire di rassettare le camere da letto. Fleur aveva una valigia enorme e un beauty case, entrambi dello stesso fucsia.

"Ginny, tesoro, fai vedere a Fleur dove può mettere le sue cose" disse il padre, con un sorriso.

"Certo papino" rispose lei, con un sorriso forzato "Vieni Fleur, credo che la strada te la ricordi.."

Lei e la mamma avevano incastrato una brandina per Fleur abbastanza lontana dal letto di Ginny, non come quando veniva Hermione, che le appiccicavano.

"Carina la stansa, Jinnì" commentò Fleur.

"Grazie" borbottò Ginny.

"C'è anche uno specchio gronde" disse Fleur, ammirandosi nello specchio a figura intera appeso al muro, che Ginny aveva fatto appendere solo due anni prima.

"Sì. Se vuoi puoi mettere in questo cassetto le tue cose" disse e le indicò il cassetto più in basso della sua cassettiera "E per le cose più grandi, ti ho riservato uno spazio nel mio armadio"

"Ti ringrasio molto"

"Di niente. Io vado di là, ci vediamo giù"

La cena di Natale fu piacevole, nonostante la presenza di Flebo, che stava appiccicata a Bill come una cozza. Dopo cena Ginny stette tutto il tempo a giocare a SparaSchiocco con Fred e George. Con la coda dell'occhio vide Ron che fissava avido Fleur e Bill che si baciavano. Una scena pietosa, come sempre. Ginny sperava che quello di Ron fosse solo un periodo che si sarebbe concluso presto. Harry, invece, era intento a discutere con Lupin e con suo padre. Non le aveva più rivolto la parola da quando erano rimasti da soli in salone.

*

La mattina di Natale, Ginny si svegliò con la consueta calza gonfia di regali ai piedi del letto. Guardò Fleur, che ancora dormiva, con una mascherina di seta rosa sugli occhi. Non l'aveva sentita rientrare in camera. Probabilmente aveva passato una piacevole serata da sola con Bill. Ginny prese la calza e la svuotò sul letto. Scartò per primo il regalo della mamma, che si rivelò essere il solito maglione fatto in casa. Quest'anno per lei lo aveva fatto grigio e rosa e a Ginny piaceva molto. Quando vide un pacchetto con la calligrafia di Dean rimase quasi sorpresa; si era quasi dimenticata di lui in quei giorni! Meno male che aveva spedito il suo regalo appena arrivata a casa! Lo scartò e si rivelarono essere un paio di graziosi orecchini, nè troppo vistosi nè troppo eleganti, da poter mettere tutti i giorni. Ci aveva azzecato in pieno. Ginny se li mise subito addosso e cominciò a scartare gli altri regali. Un grande pacco ai piedi del letto, incartato con carta blu lucida la incuriosì subito e lo prese con entrambe le mani. Non era troppo pesante. Senza leggere il biglietto lo scartò. Dentro c'erano vestiti: un paio di jeans alla moda, come quelli che aveva Aisleen, una maglietta carina da mettere tutti i giorni tranquillamente, un paio di ballerine viola che poteva mettere con i Jeans e la maglia e, infine, un vestito elegante. Lo tirò fuori stupita: era di seta, beige, le copriva a malapena il ginocchio. C'erano anche delle scarpe con tacco alto, abbinate. Era tutto stupendo, ma chi mai le aveva regalato quelle cose?

"Spero ti piasciano queste cose. Le ho viste in una boutique di Parigi e io ho ponsato che sarebbero state perfette per toi"

Ginny si voltò verso Fleur, a bocca aperta.

"Tu.."

"No, non solo io. È anche da parte di Bill" disse Fleur.

"Io.. io non ti ho regalato niente.." disse Ginny.

"Fa nionte" disse Fleur "tu sei la mia damijella, no? Dovevo regalarti qualcosina"

"Io.. grazie, Fleur"

Fleur cominciò a scartare i suoi regali. La mamma non le aveva fatto il maglione. Doveva aspettarselo. Ginny si mise i suoi vecchi jeans e il nuovo maglione della mamma e scese giù, a fare colazione.

"Buon Natale!" esclamò, appena arrivata.

"Buon Natale, Ginny!" le rispose Remus "che bello vedere tutta questa allegria!"

"Mi piace il Natale"si giustificò la ragazza.

"è giusto" rispose Arthur ridendo e scompigliando i capelli della figlia "a chi non piace il Natale?"

Sia Lupin che suo padre avevano un nuovo pullover fatto a mano. La mamma, addirittura, aveva un cappello da strega con dei piccoli diamanti sopra!

"Un regalo di Fred e George!" esclamò Molly, tutta felice.

Fleur e Bill erano in un angolo a sbaciucchiarsi. Ginny li guardò torva: Fleur le aveva pure regalato dei bei vestiti, e aveva cominciato a fare la carina con lei, ma ancora non le piaceva. E sicuramente non meritava ancora uno dei maglioni di sua madre. E poi, era sicura che quei vestiti li avesse pagati Bill.

Si sedettero tutti insieme a tavola per il pranzo. Ginny era tra Fred e George e davanti a lei c'erano Harry e Ron. Harry non la guardava.

"Harry, hai un verme nei capelli" esclamò Ginny, ridendo, e si sporse per torglielo.

"Grazie Ginny" disse lui.

"Orribile" rabbrividì Fleur, seduta vicino a Ron.

"Già" rispose Ron "Un po' di salsa, Fleur?"

Nella fretta di aiutarla, Ron fece rovesciare la salsiera. Con un colpo di bacchetta Bill rimise tutto a posto.

"Sei un pastisciòn, come quella Tonks" disse Fleur, ridendo con la sua risata cristallina.

Ginny guardò disgustata Fleur che imboccava Bill. Non c'era niente da fare, suo fratello era andato.

"Arthur!" esclamò sua madre, portandosi le mani sul cuore, gli occhi sbarrati rivolti alla finestra.

"Molly, cosa c'è?" chiese preoccupato il marito.

"è..è Percy"

"Che cosa?"

Tutti si voltarono verso la finestra. Ginny si alzò in piedi, per vedere meglio. Era sicuramente Percy, ma non era solo.

"Arthur.. è con il Ministro"

Ginny si sporse ancora di più. Lo aveva visto talmente tante volte sul giornale da poterlo riconoscerlo subito: Rufus Scrimgeur era nel loro giardino e stava entrando in casa loro insieme a Percy che era rigido come uno stoccafisso.

"Buon Natale, madre" disse.

"Oh Percy!" singhiozzò Molly, gettandosi tra le sue braccia.

"Scusate l'intrusione" disse il Ministro, schiarendosi la voce "Ma io e Percy ci trovavamo per lavoro nelle vicinanze e Percy non ha resistito.."

A Ginny non sembrava che Percy sprizzasse di gioia all'idea di essere a casa.

".. ci tratteniamo solo per cinque minuti! Farò un giro del giardino mentre vi salutate con Percy.. qualcuno ha voglia di farmi fare un giro? Per esempio, quel ragazzo laggiù ha finito, se vuole, può fare una passeggiata con me.."

Stava indicando Harry. Era ovvio. Vide suo padre muoversi nervoso. Anche lei aveva il piatto vuoto, poteva chiamare lei. Percy non voleva salutare nessuno di loro e loro non erano lì per caso: evidentemente il Ministro aveva voglia di fare due chiacchiere con Harry, per spingerlo dalla parte loro. Dopo tutto quello che avevano fatto l'anno prima contro di lui? Ridicolo.

"Va bene" rispose Harry, alzandosi in piedi "è tutto ok" disse rivolto ad Arthur e Lupin, che volevano intervenire. Si mise la giacca e la sciarpa e uscì in giardino con il Ministro. Ci fu un momento di tensione.

"Oh Percy, mi fa così piacere vederti.. mangia qualcosa, tesoro mio, c'è ancora un po' di tacchino, il dolce.."

Cominciò a fare un piatto super abbondante per Percy, che era ancora in piedi.

"Dai, Perce, siediti.. Mi sembri ancora più magro"

Percy si sedette, ma era sempre rigido.

"Oh sì. Perce aveva proprio voglia di venire a trovarci" sussurrò Ron a Ginny, Fred e George.

"Già" bisbigliò George.

"Solo mamma ci crede" disse Ginny.

"Guarda come la tratta! Come se fosse una sconosciuta" mormorò Fred, guardando la scena pietosa che aveva davanti.

"Madre.."

"Tesoro, mi hai sempre chiamato mamma"

"Ok m-mamma... Non ho fame"

"Oh" disse Molly dispiaciuta "Hai già mangiato? Ma ti prego, assaggia qualcosa"

"Non lo ingozzare, Molly" disse Arthur "Allora Perce, come va il lavoro?" chiese, in un tentativo di cordialità.

"Bene, come al solito. Lo sai" rispose freddo Percy.

"Se non ti va di parlare, Perce, perchè sei venuto qui?" esclamò Fred, irritato.

"Solo per rovinarci il pranzo?" esclamò Ginny.

"Fred! Ginny!" li rimproverò la mamma.

"O solo per far restare soli Harry e Scrimgeur?" disse Ron.

"Il Ministro, Ronald" disse Percy.

"Vattene al diavolo" sibilò Ron.

"Smettetela! Non vedete vostro fratello da tanto tempo! Lui è venuto a trovarvi e lo trattate così?" li sgridò la madre.

I quattro non dissero più nulla, per non far innervosire Molly.

"Allora Perce, dicci, come va il lavoro?"

"Lo sapete, come va" rispose.

"E.. il resto? Come va, in generale? La casa e tutto?" cinguettò lei, imperterrita.

"Il mio appartamento va bene. E la mia vita anche."

"Non lo sopporto! Sta trattando malissimo mamma!" sussurrò Ginny ai fratelli.

"Che verme" commentò George.

"Occupo una gran posizione al Ministero, come sapete. Mi sono fatto strada da solo, con le mie capacità" disse Percy, nel suo solito tono pomposo "non sono un fallito, io".

Fu in quel momento che il piatto stracolmo di roba gli esplose davanti, riempendogli la faccia di purè e tacchino. George, Ginny, Fred e Ron scoppiarono a ridere di gusto. Percy si alzò di scatto, indignato e furibondo, e guardò malissimo i fratelli minori.

"Io.. io.."

La porta si riaprì ed Harry rientrò in casa, con il volto soddisfatto. Percy se ne andò senza salutare e sbattendo la porta. Molly scappò di sopra, piangendo. Arthur sospirò e andò in cucina. Gli altri rimasero immobili.

"Vado dalla mamma" disse Ginny ma Lupin la fermò.

"No, Ginny" le disse "lasciala sola. Ha bisogno di sfogarsi"

Ginny obbedì e si risedette sulla sedia.

"Beh, facciamo qualcosa" disse Fred.

"Che ne dite di sparecchiare e lavare i piatti?" disse Bill "sicuramente rallegrerebbe la mamma"

I gemelli risposero con una smorfia identica, molto eloquente.

"Va bene, ci penso io, con la magia non ci metterò molto" disse il maggiore, alzandosi.

"Fascio io Bill, mon amour" cinguettò Fleur "sai che sono brava con gli incantesimi domestisci"

"No, tesoro, faccio, stai tranquilla" disse Bill, con un sorriso enorme.

"No, no, sono quasi tua moglie, devo farlo io!" insistette lei, sbattendo le ciglia. A Ginny veniva da vomitare.

"Lo faremo insieme, ok?" disse Bill "siamo una coppia. Dobbiamo collaborare"

I due alzarono le bacchette all'unisono e spedirono tutti i piatti in cucina, dove andarono ridacchiando.

"Abbiamo perso Percy e abbiamo perso Bill" mormorò George.

"Probabilmente anche Charlie" aggiunse Ron.

"Chi sarà il prossimo?" chiese tetro Fred.

"Probabilmente Ron" ribattè maligna Ginny. Harry ridacchiò e Ron arrossì.

"Ah, è vero, Ron ha la fidanzatina.."

"Chiudete il becco!" esclamò Ron.

"Già, Ronnie è suscettibile sull'argomento" disse George, ridendo. Facevano finta di niente ma tutti erano dispiaciuti per come era finito quel pomeriggio. Ginny pensava che il Natale dell'anno prima sarebbe stato l'ultimo in cui aveva visto la mamma in lacrime. Invece no. Sperava che quello dell'anno prossimo sarebbe stato migliore.


*

Quella era una di quelle notti in cui non si poteva dormire. La mamma singhiozzava ogni tanto e il papà sussurrava parole che lei non riusciva a sentire. Ron russava forte dalla soffitta, e si sentiva fino alla sua cameretta. Fleur parlava nel sonno in francese fittissimo. Insomma, era impossibile addormentarsi. Scese giù piano, senza accendere le luci, a piedi nudi. Una camomilla forse l'avrebbe aiutata?

Non l'avrebbe sentita nessuno.

Poi fu lì, in salone, la sorpresa: un goffo rigonfiamento di coperte, una mano che pendeva dal divano, un respiro lento, tranquillo. Chi si era addormentato laggiù? Forse Fred? O George? Sicuramente Bill, i gemelli probabilmente non gli davano pace. Ma non sentiva il profumo di Bill. Questo che sentiva era più dolce. In punta di piedi corse verso il divano consumato e alzò un lembo della coperta.

Non era Bill.

Non era Fred.

Non era George.

Era Harry.

Le sue labbra erano strette in un broncio, un braccio era sotto il cuscino, mentre l'altro penzolava a un centimentro da terra. I capelli erano più spettinati che mai. Ginny si inginocchiò accanto a lui e gli accarezzò i capelli. Harry non si mosse.

Quanti pensieri pesanti turbavano quella testa scompigliata?

Le sue dita scesero fino alla cicatrice a forma di saetta, e la sfiorarono con delicatezza. Lui, nel sonno, sussultò e Ginny allontanò di scatto la mano. Si alzò in piedi e, in silenzio come era arrivata, corse in camera sua, senza la camomilla.

Era per caso impazziata? Che le era preso, in quei giorni? Perchè tutte quelle attenzioni per Harry?

Forse perchè si frequentavano di più.. o forse stava esagerando. Era semplicemente più aperta di prima, e visto che Harry non le piaceva più, lo trattava come trattava John, Anthony, Neville. Sì, era convinta, con lui si comportava esattamente come si comportava con tutti gli altri. Harry era per lei solamente un amico.

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Capitolo 53
*** Buon Compleanno ***


cap 53 nvu

Buon Compleanno



Le vacanze di Natale erano già finite e Ginny, Ron ed Harry erano tornati ad Hogwarts. Era bello essere di nuovo al castello, anche se era meno bello aver lasciato la mamma tra i singhiozzi. Hermione li accolse appena arrivati, ma ignorava ancora Ron. Lui ne sembrava dispiaciuto, ma appena entrato in Sala Comune fu rapito da Lavanda Brown, e non ebbe molto tempo per pensare ad Hermione.

"C'è un tavolo libero laggiù" propose Harry "vieni con me e Hermione, Ginny?"

Ginny stava per rispondere quando si ricordò che doveva vedersi con Dean assolutamente, vista che non si era fatta praticamente sentire per tutte le vacanze.

"Mi dispiace" rispose la ragazza "ma ho un appuntamento con Dean. Ci vediamo dopo"

Lasciò Harry e Hermione al tavolo e si addentrò nella folla di Grifondoro che si godevano le ultime ore senza lezioni. In realtà non aveva un appuntamento con il suo ragazzo, ma sapeva di dover essere lei a cercarlo. Lo trovò quasi subito, era seduto su un divano insieme a Seamus e a Calì Patil.

"Ciao" disse lei, appena li vide.

"Oh Ginny" esclamò lui e si alzò in piedi "ciao. Sei tornata"

"Stasera stessa" rispose la ragazza.

"Facciamo due passi?"

"Ok"

Non è che c'era tanto da passeggiare in realtà, visto che il coprifuoco sarebbe scattato a breve, ma oltrepassarono ugualmente il buco del ritratto.

"Passate delle belle vacanze?" chiese Ginny.

"Sì, siamo stati molto bene, grazie. Ci siamo divertiti un sacco, ho passato veramente un bel Natale. Te?"

"Le solite cose. Però sono stata bene anche io" con la mente ritornava a quel pomeriggio passato a fare l'albero di Natale con Harry, e a quelle lucine che avevano riempito la stanza e ad Harry che le si avvicinava a lei. Sì, era stata bene, ma forse quello non era qualcosa da raccontare a Dean.

"Si vede che ti sei divertita" disse il ragazzo, non guardandola.

"In che senso?" chiese Ginny.

"Beh evidentemente ti sei divertita così tanto da non aver tempo di mandare nemmeno due righe al tuo ragazzo. Tranne per quella lettera striminzita che mi hai mandato a Natale. Tra parentesi, molto, molto impersonale. Quanti giorni prima l'avevi scritta? Guarda, meglio che non mi rispondi"

"Guarda che sono stata impegnata, dovevo studiare, avevo un sacco di gente per casa, la fidanzata di mio fratello, amici dei miei.."

"E Harry"

"Sì, anche Harry. Senti era un casino, sono stata impegnata non ho avuto tempo.."

"Non cercare scuse. Ammetti le tue colpe"

"Quali colpe? Per una settimana in cui non ci siamo sentiti?"

"Un po' di più"

"E tu credi di esserti comportato bene l'ultima volta che ci siamo visti?"

"Perchè, che ho fatto?"

"Come, che hai fatto?!" esclamò Ginny incredula.

"Quella in torto eri tu!"

"Anche tu, hai reagito male, mi hai giudicata e non ti è interessato chiarire la situazione prima che partissi"

"Tu invece continui a fare ciò che mi manda in bestia!"

"Cioè?"

"Frequenti troppi ragazzi" sibilò lui.

"Sono circondata da uomini" rispose lei.

"beh evita di frequentarli"

"Ma perchè? Sono amici, solo amici"

"Harry Potter non è solo un tuo amico!"

Ginny rimase spiazzata "Ah, così ora è lui il problema"

"Sì, lo è. E tu ci passi tutte le vacanze insieme. Non sopporto questa storia"

Ginny trasse un lungo respiro "Dean, lo conosci. Sai che lui e Ron sono inseparabili, non posso impedire a mio fratello di invitarlo a casa sua. E poi lo adorano tutti a casa mia. E io e lui siamo solo buoni amici e compagni di squadra, non è mai stato niente di più"

"Sei una bugiarda" rispose Dean.

"Come, scusa?"

"Ti piaceva Harry" disse.

"Che cosa.. chi, quando..?"

"Me lo hanno detto Calì e Lavanda. Sbavavi dietro ad Harry fin da ragazzina. Io non mi ricordo, ma a quanto pare è vero"

"Ero piccola, Dean" disse Ginny, sollevata "ero una ragazzina, mi ero presa una cotta per l'amico di mio fratello maggiore. Una sciocchezza, dai. Si tratta di secoli fa"

Dean non rispose.

"Non penserai che mi piaccia ancora?" chiese Ginny, incredula "Dai, non è possibile! Ho frequentato altre persone prima di conoscere te! Se pensavo ancora a lui non lo avrei fatto, no?"

"Con quanti ragazzi sei uscita?" chiese Dean.

"In realtà non con molti.. sono andata al Ballo con Neville, ma non ci siamo nemmeno baciati, e poi sono stata con Micheal Corner. Niente di più. Te lo giuro."

"Ti credo" disse in fretta Dean.

"E non c'è nulla con nessuno di loro. Tu invece? Con quante ragazze sei uscito?" chiese Ginny.

"Solo con una. Una di Corvonero, del mio stesso anno, Lisa Turpin. Siamo stati spesso vicini ad Incantesimi, l'ho invitata al Ballo del Ceppo, ci siamo baciati e siamo stati insieme per un po'. Ci siamo lasciati all'inizio dell'anno scorso. Non faceva molto per me"

Perchè la notizia la lasciava del tutto indifferente?

Stettero ancora un po' insieme fino al coprifuoco. Si erano un po' chiariti, ma Ginny continuava a sentire una fastidiosa sensazione, come se la sua vita, ultimamente, le andasse stretta.


*

"Ho parlato con John e con Grace. Non si sono parlati fino a Natale. Poi John ha cominciato a risponderle quando lo chiamava e si sono un po' chiariti" Miriam sapeva sempre tutto.

"Quindi è tutto ok ora?" chiese Demelza. Erano tutte e quattro a fare colazione in Sala Grande.

"Più o meno. Beh, almeno si parlano" rispose Miriam.

"E tra Anthony e John?" chiese Aisleen.

"Diciamo che siamo arrivati ad un rapporto civile" disse una voce dietro di loro. Era John, sceso anche lui per colazione.

"Oh ciao.. non sapevo che.." esclamò Aisleen, arrossendo per essere stata colta a spettegolare.

"Non sapevi che facessi colazione?" chiese ironico John "allora, dove posso sedermi?"

"Anche qui, John.. il posto vicino a me è libero" disse Miriam, appoggiando a terra la sua borsa.

"Grazie" John si sedette e cominciò a riempirsi il piatto di salsicce.

"Quindi è tutto ok, John?" chiese Ginny.

"Più o meno sì" rispose il ragazzo "certo abbiamo dovuto mettere delle regole.."

"Che regole?" chiese Demelza.

"Giusto per la normale decenza" rispose John.

"Insomma, John, diciamo che sei un dittatore spietato" era Anthony, che si sedeva anche lui a tavola "le tue regole sono un tantino esagerate, non so se io e Grace riusciremo a rispettarle"

"Guarda che non siamo ancora amici" sibilò John "posso riprendermi mia sorella quando voglio, anche a costo di segregarla in casa"

"Dai non ricominciate" intervenne Aisleen.

"Non puoi pretendere che non la baci entro i confini di Hogwarts e Hogsmeade, e che non stiamo troppo vicini quando ci troviamo dalle parti dei dormitori di Grifondoro e Tassorosso!" esclamò Anthony.

"Dai, vi ho concesso di tenervi per mano" disse John, sarcastico "mi pare già troppo"

Anthony spalancò gli occhi e fece per rispondere ma intervenne Demelza.

"John, che lezione abbiamo in prima ora?" e con questa domanda si cambiò radicalmente il discorso.


*

Gennaio e Febbraio passarono velocemente: il castello era sommerso dalla neve, ed erano costretti a girare per i corridoi della scuola con il mantello, la sciarpa e i guanti. Gli allenamenti di Quidditch, poi, erano terribili: per quanto Ginny amasse il volo, era impossibile essere felici di stare a cavallo di una scopa, a dieci metri di altezza con nove gradi sotto lo zero! Molti allenamenti, infatti, vennero annullati a causa del tempo, soprattutto dopo che Demelza fu rinchiusa in Infermeria da Madama Chips a causa di una bronchite fortissima.

"Aspettate che faccia un po' più caldo, prima di ricominciare con gli allenamenti, e prendete tutti il mio Decotto Tiramisù prima che vi ammaliate!" li ammonì l'infemiera.

"Ragazzi, credo che sia meglio sospendere per un po' gli allenamenti" disse Harry alla squadra "Senza Demelza e con questo freddo è inutile, rischio solo di mettere k.o l'intera squadra. Magari proviamo a vedere come sarà il tempo la settimana prossima"

Anche senza allenamenti, Ginny era impegnatissima: i G.U.F.O si avvicinavano e i professori pretendevano sempre di più. A fine Gennaio Aisleen fu la prima del Quinto Anno ad avere una crisi nervosa per il troppo stress. Scoppiò a piangere durante la lezione della professoressa Sprite, urlando di essere certa di non passare nemmeno un esame. Fu portata in Infermeria, scortata da Miriam, a prendere qualcosa che le calmasse i nervi.

"Gli esami devono essere presi sul serio, ma senza esagerare. Con la tensione a mille non combinerete nulla di buono" li avvertì l'insegnante.

"Sì, anche io era un sacco preoccupato prima degli esami. Ma alla fine sono andato bene, basta studiare e non agitarsi durante le prove" disse Dean a Ginny un pomeriggio.

"parli facile te, che li hai già fatti!" rispose Ginny.

Anche lei era molto nervosa, soprattutto con lui.

"Non c'è bisogno di essere così acida" rispose Dean calmo.

"Senti, devo finire il tema per Piton e devo ripassare Pozioni, non ho tempo per chiacchierare" esclamò Ginny.

"Devo studiare anche io, non sei l'unica" rimbeccò Dean.

"Allora studia e non mi interrompere" rispose Ginny. Dean prese la sua borsa e andò a sedersi ad un altro tavolo, insieme a Seamus. Al tavolo a fianco al loro vide Hermione che la guardava in modo severo. Ginny abbassò il volto sul suo enorme rotolo di pergamena. Sapeva che questa sera le sarebbe toccata una lunga chicchierata con la sua migliore amica.


*

"Allora? Che cosa succede?"

Ginny e Hermione erano sole nel dormitorio delle ragazze del Sesto anno. Lavanda era da qualche parte con Ron e Calì era insieme ad un tipo del settimo anno. Non si sarebbero viste per un po'.

"Niente, stavo studiando e lui continuava a chiacchierare. Non lo capisce che a Giugno ho gli esami più importanti della mia vita?" esclamò Ginny.

"Sai che non mi riferisco solo ad oggi. Vi ho sentito litigare, l'altra volta"

Ginny sospirò "sì, in realtà abbiamo qualche problema" ammise.

"Ti va di parlarne?"

Ginny si sedette sul letto di Hermione "in realtà non c'è molto da dire. Di solito sto bene con lui, è un ragazzo bravissimo, gentile e divertente, ma abbiamo idee diverse su molte cose. Abbiamo sempre un po' bisticciato, ma è un po' che non facciamo altro che litigare. Pensavo che alla festa di Lumacorno avessimo raggiunto il culmine, ma ci siamo più o meno chiariti, e pensavo che le cose andassero meglio. Non lo so, Hermione, non capisco cosa ci succede"

"Non è che siete un po' stufi l'una dell'altro?" chiese Hermione.

"Può essere.. ma forse sono solo io il problema, sono io a rendere le cose difficili, com'era con Micheal, ora è con Dean" mormorò Ginny.

"Magari non hai ancora incontrato il ragazzo giusto per te?" suggerì Hermione "senti, secondo me è inutile accellerare le cose: aspetta, vedi come va con lui più avanti, magari le cose migliorano"

"Non lo so, Hermione. Vediamo come andranno le cose"

*

Gennaio scivolò via veloce e arrivò Febbraio, che si portò via il ghiaccio e la neve lasciando intorno un'aria cupa e umidiccia. Ginny non faceva altro che stare in biblioteca, avvolta in una delle sciarpe di lana di sua madre. Le cose andavano un po' meglio tra lei e Dean. Non litigavano più da parecchio, o almeno non facevano litigate serie. Forse non avevano nessun pretesto per litigare. O almeno, Ginny non ne aveva nessuno. Dean era sempre molto dolce, non faceva altro che abbracciarla, tenerla per mano e baciarla. Forse voleva che tutto tornasse a posto.

"Sono contento che non stiamo più litigando. Non mi piace litigare con te" le disse una sera.

"Perchè, con gli altri ti piace?" chiese lei, scherzosamente.

"No, certo che no" rispose Dean con un sorriso "ma con te mi piace ancor meno"

La baciò, lento e delicato. Lei rispose al suo bacio, socchiudendo le labbra e avanzando un po' con la lingua, fino ad incontrare la sua. Lui perse di colpo la sua dolcezza e cominciò a baciarla con forza, quasi con rabbia, e Ginny rispose con la stessa violenza. Dean lasciò la nuca della ragazza e fece scendere le sue dita tra i suoi capelli, arrivando fino alle punte, e scendendo poco più giù, sui fianchi. La strinse ancora di più a sè, spingendo sui fianchi. La fece sedere su un tavolo, spingendola, e Ginny si ritrovò con lui in mezzo alle sue gambe, che passava una mano dai fianchi alla coscia, sopra la gonna, che le era scivolata sopra il ginocchio. Non chiese nessun permesso, non si fermò un attimo ad aspettare un consenso e infilò la mano, prepotentemente sotto la gonna della ragazza, accarezzando avidamente quella pelle nivea. Non diede il tempo a Ginny nemmeno di pensare che afferrò un seno della ragazza, stringendolo tra i polpastrelli, per poi affrettarsi a cercare i bottoni della camicetta.

"Ehi!" esclamò Ginny, spingendolo con forza "Lasciami subito!"

Lui la lasciò immediatamente.

"Scusami... perdonami.. non so cosa mi abbia preso" balbettò lui.

"Idiota!" ringhiò Ginny.

"Scusa.. hai ragione, questa volta, sono un cretino.. io non dovevo.."

"Guarda che non sono la tua bambolina! Queste sono cose che si decidono insieme, si stato scorretto"

"Ti ho chiesto scusa, ok?"

Ginny sbuffò "Mi hai colta alla sprovvista. Non sapevo cosa fare"

"Sono stato troppo impulsivo.. solo che tu mi piaci veramente tanto.. e sei così bella.."

Ginny lo baciò su una guancia "Magari ne parleremo un'altra volta, ok?" sussurrò. Dean annuì, mortificato.

"Buonanotte Dean"

Sul futuro di lei e Dean era sempre più confusa. Che cosa le prendeva? Dean era carino, dolce anche se a volte un po' (anzi, un bel po') rompiscatole e non le dispiaceva passare del tempo con lui. E, fino a poco tempo fa, aveva anche pensato che non le sarebbe dispiaciuto se Dean avesse osato un po' di più, come aveva fatto quella sera. Ma ora, pensare solo che Dean potesse sfiorarla la faceva sentire a disagio. Che cosa le stava succedendo? Perchè era cambiata così di colpo? Tornò di corsa in Sala Comune, senza aspettare Dean, e, appena passato il ritratto della Signora Grassa, si imbattè in Harry.

"Oh.. ciao Ginny" la salutò Harry.

"Ciao Harry! Come va?"

"Tutto bene.. senti ti dovevo chiedere una cosa"

"Dimmi pure"

"Ultimamente hai ricevuto qualche invito da Lumacorno?"

Ginny rimase un po' sorpresa dalla domanda "ultimamente no, per fortuna. Ti mancano le festicciole del Lumaclub, eh, Harry?" rise e rise anche lui, un po' nervosamente.

"No no, non mi mancano affatto" disse "Un'altra cosa, Mercoledì ricominciano gli allenamenti di Quidditch. Vedi di non mancare"

"Ci sarò senz'altro! Non vedo l'ora"

"E dillo anche a Demelza e Dean.. a Mercoledì, allora"

"Buonanotte Harry"

"Buonanotte"

*

Anche Febbraio passò velocemente, ma Ginny e i suoi compagni nemmeno se ne accorsero. Davanti a loro vedevano un unica cosa, cioè gli esami, e non l'estate e le vacanze come gli altri anni, e quindi il tempo che passava velocemente non era un sollievo per loro.

"Non ce la faremo mai! Manca pochissimo agli esami!" si lamentò Demelza.

"Sì, mancano esattamente centododici giorni alla data della prima prova" disse Miriam, mentre sfogliava il suo Manuale d'Incantesimi.

"Che COSA?!" strillò Demelza, facendo voltare tutta la Sala Comune "e tu come lo sai?"

"So contare, Dem. Oggi è il primo Marzo, quindi.."

"Oddio, è vero, ma è pochissimo cosa sono cento giorni.."

"centododici" sottolineò Miriam.

"Devo assolutamente mangiare. Scendiamo a colazione. Ginny, muoviti o svengo"

"Volevo aspettare che scendesse mio fratello. Oggi è il suo compleanno, volevo fargli gli auguri" disse Ginny.

"Dai glieli farai a colazione. Ash è già scesa insieme a John, Colin ed Anthony"

A colazione Ginny incontrò anche Dean, insieme a Seamus.

"Buongiorno" la salutò il suo ragazzo.

"Buongiorno Dean. Hai visto Ron?"

"Ron? Sì era ancora in dormitorio, con Harry. Si stavano ancora vestendo. Com'è lo cerchi?"

"Oggi è il suo compleanno, volevo fargli gli auguri e vedere se gli era piaciuto il mio regalo"

Dean si sbattè la mano sulla fronte "Diamine.. era oggi il compleanno di Ron! Non gli ho fatto gli auguri, che cretino.."

"Neanche io! Sono proprio un imbecille!" esclamò Seamus.

"Glieli farete quando scende" suggerì Ginny.

"Sì, ma che figura, stiamo in stanza insieme da sei anni" disse Dean, sedendosi e cominciando a riempirsi la tazza di cereali "ce lo siamo sempre ricordati"

"Proprio quest'anno che compie diciassette anni"

Purtroppo Ron ed Harry non si fecero vedere a colazione, ma arrivò una Lavanda Brown furiosa.

"Ehi Lavanda, cosa succede?" chiese Dean.

"Quell'imbecille di Ron!" esclamò lei "volevo dargli il mio regalo ma lui mi è passato davanti senza degnarmi di uno sguardo, insieme a quel cretino di Harry e mi ha detto che doveva andare a conoscere Romilda Vane! E Harry rideva!"

Dean e Seamus scoppiarono a ridere fragorosamente.

"Non ridete!" strillò Lavanda "è una cosa seria!"

Anche Ginny stava trattenendo a malapena una risata.

"Lavanda, ti stavano prendendo in giro sicuramente!" la rassicurò Seamus.

"Io non credo che Ron sia interessato a Romilda, non la conosce nemmeno" disse Ginny.

"Infatti diceva che Harry doveva presentargliela!"

"Cosa doveva fare Harry?" chiese Hermione, che era appena arrivata e si era seduta vicino a Ginny "mi sono persa qualcosa?"

"Non ti sei persa niente!" esclamò Lavanda, rossa in viso, ma Seamus la interruppe "Ron vuole che Harry gli presenti Romilda Vane!"

"Che cosa?! E da quando?" esclamò Hermione.

"Evidentemente da questa mattina" disse Dean.

"Ma dai, Harry non sopporta Romilda, e lei non fa altro che provarci con lui.. come può piacere a Ron?" chiese Hermione.

"Infatti a Ron non piace nessuna ragazza, tranne la sottoscritta!" sottolineò Lavanda.

"E poi così all'improvviso! Dai, Ron non ci ha mai nemmeno parlato con Romilda" esclamò Ginny.

"Beh, non sarebbe la prima volta che Ron si mette con ragazze che nemmeno conosce" disse Hermione, bevendo il suo the. Lavanda parve non aver colto la frecciatina.

"Comunque, ragazze, Romilda Vane è seduta poco più avanti. Evidentemente Harry e Ron ti hanno fatto uno scherzo, Lavanda" disse Dean, indicando Romilda che effettivamente stava facendo colazione con le sue amiche. Lavanda andò a sedersi con Calì, lontana da loro.

"Comunque, dove si sono cacciati Harry e Ron? Non è da Ron saltare così la colazione" disse Hermione.

"Già. Poi proprio oggi che è il suo compleanno" disse Ginny, pensierosa.


*

"Signorina Weasley!" la professoressa McGrannit correva verso di lei, agitata.

"Cosa succede professoressa?" chiese Ginny, che stava passeggiando con Miriam.

"Tuo fratello Ronald è in Infermeria"

"Cosa è successo?"

"è stato avvelenato. È molto grave, ho chiamato anche i vostri genitori"

"Che cosa?!" esclamò Ginny, inorridita "Come è successo?"

"Ti spiegherà tutto il signor Potter.. Vai, io vado a cercare la signorina Granger. Signorina Cohen, se vedi la signorina Granger avvertila di andare subito in Infermeria"

"Certo!"rispose Miriam.

Ginny non se lo fece ripetere due volte e corse verso l'infermieria. Davanti la porta trovò Harry.

"Harry!" esclamò, col fiatone. Lui trasalì "Ginny.."

"Cosa è successo?" ripetè lei "Come sta Ron?"

"Non lo so, Madama Chips non mi fa entrare" rispose il ragazzo.

"Ma come.."

"Siamo andati da Lumacorno per prendere un antitodo per un filtro d'amore che Ron aveva bevuto.."

"Un filtro d'amore?"

"è una lunga storia.. era destinato a me, in realtà. Romilda Vane mi aveva regalato di Cioccocalderoni, ma io sapevo che erano pieni della pozione, e non li ho mangiati e mi sono dimenticato di buttarli, e tuo fratello ha creduto fossero per il suo compleanno.."

"Ho capito"

"beh, insomma, dopo che ha bevuto l'antidoto da Lumacorno, il professore ha stappato una bottiglia di vino per festeggiare e Ron ne ha bevuto per primo, ed è diventato tutto blu, meno male che c'era un bezoar, gliel'ho ficcato in gola.."

"Harry! Ginny!" urlò Hermione, arrivando anche lei di corsa "mi ha chiamato la McGranitt! M-mi ha d-detto.."

Hermione scoppiò in singhiozzi. Quando si fu un po' calmata Harry raccontò anche a lei l'accaduto, e quando ebbe finito, la ragazza scivolò a terra, pallidissima, e si sedette appoggiata al muro, senza più dire una parola, in attesa. Neanche Ginny e Harry parlavano più. Madama Chips non li fece entrare per ore, e non dava nessuna notizia di Ron.

"Sono sua sorella, sua SORELLA! devo sapere!" urlò Ginny, quando Madama Chips le richiuse per l'ennesima volta la porta in faccia. La ragazza diede un pugno alla doppia porta, con l'unico risultato di un dolore sordo alle nocche. Fred e George le avavno cercato di insegnare a fare a pugni da quando era piccola. Le avevano spiegato come stringere le dita e lanciare il pugno senza farsi male alle nocche. Se ne dimenticava sempre però. In questo era come molte altre ragazze. Si sedette vicino ad Hermione. Dopo poco Harry le si sedette vicino.

"Andrà tutto bene, Ginny. Ne sono sicuro" sussurrò Harry. Ginny sospirò e strinse le ginocchia al petto. Non poteva far altro che aspettare.

*

Madama Chips li fece entrare solo in serata. "Guarirà" gli disse. Hermione trasse un gran sospiro e Ginny la vide stringere la mano di Harry, che ricambiò la stretta. "è molto debole, però. Ora sta dormendo"

"Possiamo vederlo?" chiese Harry.

"Sì, ma non svegliatelo. Deve riprendersi"

I tre ragazzi entrarono nell'Infermeria. Tutti i letti erano vuoti, tranne uno, in fondo alla sala.

"Ron" sussurrò Hermione, in un gemito soffocato e si avvicinò al letto, quasi di corsa. Ron aveva un aspetto orribile: era pallidissimo e aveva le occhiaie violacee. Il volto era ancora un po' bluastro, ma sembrava riposare tranquillo. Hermione si sedette a fianco del ragazzo, fissandolo con gli occhi sbarrati.

"Ma chi può essere stato?" chiese Ginny, rivolta ad Harry "voglio dire, chi mai vorrebbe attaccare Ron?"

"Mi pare assurdo" commentò Harry "e poi Lumacorno.."

"Già! Lumacorno! No, non può essere stato lui"

"Sì, neanche io lo penso"

Una manciata di minuti dopo apparvero Fred e George.

"Abbiamo saputo" disse Fred, appena li vide.

"Come sta?" chiese George.

"Si riprenderà" rispose Ginny, abbracciandoli entrambi "ma è ancora debole"

"Come è successo? Ci hanno detto che c'eri anche tu, Harry" disse Fred.

"Sì" rispose Harry.

"Gli ha salvato la vita" disse Ginny.

"In realtà io ho solo.." cominciò Harry ma Ginny lo interruppe "Stai zitto, lo hai salvato e basta"

"Sì, ma"

"Niente 'ma', se non c'eri tu Ron probabilmente non era in questo letto a quest'ora" rispose lei, con voce decisa.

"Come al solito Harry è stato molto eroico, ma questa non è una novità" li interruppe George "ha già salvato metà nostra famiglia"

"A me ancora no! Harry mi devi salvare la vita, altrimenti mi offendo" esclamò Fred.

"La prossima volta che sarai in pericolo, lo farò" disse Harry, con un sorriso.

"Povero Ron. Ha veramente una brutta faccia" disse George, guardando il fratello minore.

"Già. Sembra più brutto del solito" disse Fred, cercando di ironizzare.

"In effetti non è stato il miglior compleanno di Ron" aggiunse George, cupo.

"Avremmo voluto dargli il nostro regalo in circostanze più allegre"

"Magari ad Hogsmeade.. eravamo lì per dare un'occhiata a Zonko, stavamo pensando di comprarlo.."

Parlarono ancora di Ron e del modo in cui era stato avvelenato, facendo mille congetture. Purtroppo chi avesse avvelenato quella bottiglia di vino era un mistero, l'unica cosa che sapevano era che quella bottiglia non era destinata nè a Ron, nè al professor Lumacorno.

"Il bersaglio potevi essere tu" disse George, rivolto ad Harry.

"Non credo, perchè Lumacorno dovrebbe avvelenarlo? Lo adora" rispose Ginny "comunque Harry ha detto che il professore voleva regalarla a Silente. Forse era lui la vittima"

"Allora il colpevole non conosce bene Lumacorno" intervenne per la prima volta Hermione "chiunque lo conosce sa che era molto probabile che si tenesse per sè una cosa tanto ghiotta!"

"Er-mi-one" gracchiò Ron. Tutti lo guardarono ma era ritornato a dormire. Ginny vide Hermione fissarlo con gli occhi lucidi. Poco dopo arrivarono anche i signori Weasley, ancora profondamente scossi, che si fiondarono subito su Harry, per ringraziarlo. Poco dopo Harry, Hermione e Hagrid (che era arrivato da poco, per avere notizie di Ron) se ne andarono, per lasciare i Weasley tra di loro.

"Pensi che sia meglio riportarli a casa, Arthur?" chiese Molly, guardando Ron.

"Molly, ne abbiamo già parlato" rispose Arthur "Hogwarts è il luogo più sicuro per Ron e Ginny"

"Io non voglio andarmene e neanche Ron" disse Ginny.

Molly sospirò e si avvicinò al suo ragazzo più piccolo, sedendosi al posto lasciato vuoto da Hermione.



Angolo Autrice

Spero che questo capitolo vi piaccia! So benissimo quale capitolo state aspettando (lo sto aspettando anche io!) ma abbiate un po' di pazienza, siamo molto vicini. Grazie per continuare a seguirmi, baci a tutti!

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Capitolo 54
*** Non Sono Una Principessa ***


cap 54 nvu

Non Sono Una Principessa



La mattina dopo Ginny venne letteralmente assalita mentre faceva colazione.

"Ginny ho saputo di Ron!" esclamò Demelza, arrivando con la sua solita irruenza e rovesciando il succo d'arancia di Ginny "Oh scusa!"

"Tranquilla" disse Ginny e con la bacchetta asciugò il piccolo disastro "già, è ancora in infermeria"

"Ma come sta?"

"Ieri non ci ho potuto parlare, dormiva. Oggi passerò a trovarlo dopo le lezioni, se vuoi puoi venire con me"

"Mi farebbe molto piacere. Sicura che non gli da fastidio?"

"Ti pare? Siete compagni di squadra!"

Non fu solo Demelza a chiedere di Ron. La notizia si era sparsa in fretta e tutti volevano saperne di più. Ma la maggior parte degli studenti erano concentrati sulla partita di Quidditch imminente: Grifondoro contro Tassorosso. Ginny già pregustava una bella vendetta da prendersi nei confronti di Zacharias Smith. Intanti Ron migliorava di giorno in giorno, ma Madama Chips aveva già detto che non avrebbe potuto assolutamente giocare a Quidditch.

"Peccato" disse "avrei voluto dare una bella lezione a Smith"

"Ci penseremo noi, tranquillo" lo rassicurò Ginny.

Quella sera stessa Harry informò la squadra su chi avrebbe sostituito Ron.

"Sarà Cormac McLaggen" disse, rassegnato.

"Non quel pallone gonfiato!" esclamò Ginny.

"Già, proprio lui.. non avrei voluto, ma è l'unico Portiere disponibile"

"Dai mi metto io in porta, sono sicuramente più brava di lui" disse Ginny.

"Sicuramente saresti bravissima, ma la tua corparatura non è delle più adatte" rispose Harry sorridendo "McLaggen copre i pali mettendosi semplicemente davanti"

"Certo è un gorilla!" esclamò Ginny e Harry scoppiò a ridere, divertito.

"La volete finire voi due? Dovremmo allenarci!" esclamò Dean seccato.

"Oh Dean hai ragione.. in sella alle scope, cominciamo, McLaggen ci raggiungerà a momenti.."

Ginny si mise a cavallo sulla sua scopa e si lanciò nel cielo buio.

"Ciao Weasley, vedo che ora siamo in squadra insieme.."

Era McLaggen che le si avvicinava a cavallo della sua scopa.

"McLaggen vai agli anelli!" urlò Harry.

McLaggen era una vera piaga: criticava tutti i giocatori, dava consigli non richiesti e ci provava con le ragazze senza ritegno.

"Se ti si avvicina di nuovo lo Schianto!" sibilò imbestialito Dean, a fianco a Ginny.

"Tranquillo che lo Schianto prima io" rispose la ragazza. Dean sfrecciò via, prendendo la Pluffa che gli passava Demelza. Anche Ginny ricominciò a giocare.

"Avete fatto tutti un buon lavoro" disse Harry a fine partita "solo che, McLaggen, gli ordini e i consigli li do io, io sono il Capitano, occupati degli anelli e basta"

"Mi pare che me ne occupo già egregiamente" rispose lui.

"Mi pare che non hai parato neanche uno dei miei tiri" ringhiò Ginny.

"Vedi, cerca di stare un po' più attento, invece di guardare ciò che fanno gli altri! Voi tutto bene, ragazzi, Jimmy, vedo che hai migliorato la mira e hai superato quel piccolo problema che avevi sulla sinistra, ottimo.."

Dopo qualche altra parola se ne andarono tutti a cambiarsi.

"Torniamo insieme?" chiese Dean a Ginny.

"Sai che ci metto più di te, vai a letto" gli consigliò Ginny.

"No no, ti aspetto.."

"Dai, davvero, sei stanco.."

"Resto io con la Weasley se vuoi, Thomas"

"Vai a farti fottere, McLaggen!" rispose Dean.

"Dai, sono sicuro che si divertà più con me"

"McLaggen mi fai schifo!" rispose Ginny. Poi si rivolse a Dean "calmati"

"Ti aspetto qui" disse Dean, e si sedette su una panca. Ginny sospirò e rientrò nello spogliatoio delle ragazze. Dean era un po' ossessivo. Non si fidava nè di lei, nè degli altri ragazzi. Quando finì di cambiarsi Dean era ancora lì, da solo.

"Non c'era bisogno" disse Ginny ma lui non le rispose.

"Non vedo l'ora che Ron si riprenda. Non sopporto McLaggen"

"Già. A proposito, come sta? Domani io e Seamus vorremmo passare a trovarlo"

"Sta molto meglio!"

"Meno male! Lavanda dice che lo trova sempre addormentato"

"Davvero?" chiese Ginny, sorpresa.

"Già.. beh, sarà ancora debole, immagino"

"Penso di sì" disse Ginny, pensando alla quantità industriale di Cioccorane che Ron si era mangiato ieri pomeriggio, non proprio da convalescente. Si diedero la buonanotte e andarono ognuno nel proprio dormitorio.


*


Il giorno della partita contro Tassorosso Ginny si ritrovò a scendere sola con Hermione.

"Come vanno le cose con Dean?" chiese Hermione.

"Il solito.. così e così. Te che mi dici?"

"Di cosa?"

"Di te e Ron?"

"Io e Ron?"

"Tu e Ron. Avete fatto pace, ormai, no?"

"Sì, io.. ehm.. diciamo.. dopo l'incidente mi sono un po'.. intenerita, ecco" borbottò lei, diventando di un bel rosa acceso.

"Ah sì.. e non tu non c'entri niente col fatto che ogni volta che Lavanda Brown va in Infermeria lui fa finta di dormire?" chiese Ginny, con un ghigno malefico.

"Io? Cosa c'entro io?"

"Guarda che quell'aria sa svampita non ti si addice proprio!"

"Forse lui si è stufato di lei"

"Chissà, forse ha capito che in piazza c'è qualcuno di meglio"

Hermione non rispose ma aveva un bel sorriso stampato in faccia. Arrivarono allo stadio e lì si divisero.

"In bocca al lupo Ginny!"

"Crepi!"

Ginny andò subito negli spogliatoi ed entrò nella porta della parte delle ragazze, dove c'era già Demelza.

"Come la vedi la partita di oggi?" le chiese Demelza.

"Non male. Almeno fa bel tempo e i Tassorosso non sono un avversario tosto"

"Anche io sono abbastanza positiva"

Le due ragazze uscirono dallo spogliatoio, giò pronte e incontrarono McLaggen, Jimmy, Ritchie e Dean che stavano entrando in quello maschile.

"Dov'è Harry?" chiese Ginny. Dean alzò le spalle.

"Starà arrivando. Noi intanto andiamo a cambiarci"

Ginny e Demelza rientrarono nello spogliatoio, tanto per sedersi in attesa dei ragazzi.

"Dove diamine è finito Harry?!" esclamò Ginny, nervosa.

"Forse è andato a trovare Ron" suggerì Demelza.

"Ok, ma mancano dieci minuti all'inizio della partita!" si lamentò la ragazza.

I minuti passavano ma nessuno veniva a chiamarle.

"Magari si sta cambiando ora"

"Senti, mancano due minuti, devono sbrigarsi!"

Ginny si alzò in piedi e uscì dal suo spogliatoio per entrare come una furia in quello maschile.

"Dove cavolo è Harry?" sbraitò, rivolta ad un Dean e ad un McLaggen in mutande e calzini di spugna.

"Ma sei matta?!" strillò McLaggen, come una donnetta.

"Ma voi state ancora così?!" esclamò Ginny, per niente in imbarazzo.

"Esci e chiudi quella porta!" urlò McLaggen.

"Mancano due minuti, datevi una mossa!"

"E tu vuoi chiudere quella porta?"

"tante storie per delle mutande!" escalmò Ginny, alzando gli occhi al cielo e facendo ridere Dean. Uscì dallo spogliatoio e chiuse la porta. In quel momento arrivò Harry, tutto trafelato.

"Harry!" esclamò Ginny, accigliata "dove diavolo eri finito?"

"Ho incontrato Malfoy" si giustificò lui. Ginny la reputò una scusa molto strano, ma in fondo Harry non era mai stato nella norma.

"E allora?"

"Volevo sapere perchè lui era solo al castello, mentre tutti sono qui"

"Che te ne importa di quello che fa Malfoy, scusa?"

"Lascia perdere" disse Harry evasivo e corse a cambiarsi. Dalla porta dello spogliatoio uscì McLaggen che andò subito da Ginny.

"Allora, ti è piaciuto lo spettacolo, eh?" le chiese.

"Quale spettacolo?" chiese Ginny.

"I miei pettorali non hanno mai lasciato indifferente nessuna ragazza"

Ginny alzò un sopracciglio, incredula "io non ho visto l'ombra di un pettorale"

"ah sì?"

"O almeno, non ho visto l'ombra di un pettorale da uomo" rispose la ragazza. McLaggen diventò rosso di rabbia.

"Sai una cosa, Weasley? Visto che tu hai visto me dovresti come minimo ricambiare e farmi vedere qualcosa di te, giusto? Magari potresti scoprire i pettorali anche tu"

"Non ti affatturo giusto perchè non ci sono altri Portieri disponibili" rispose Ginny "vergognati"

"Ginny" era Dean, appena uscito dallo spogliatoio con Harry "McLaggen, gira a largo" intimò al ragazzo.

"Ti ha detto qualcosa?" sussurrò a Ginny quando il Portiere si fu allontanato.

"Si vantava come al solito" mentì la ragazza. La squadra uscì dallo spogliatoio, diretti nel campo.

"è un'ottima giornata" esclamò McLaggen "Peaks, Coote, volate contro sole, così non vi vedranno arrivare e.."

"MCLAGGEN, IL CAPITANO SONO IO E IO DICO Ciò CHE BISOGNA FARE!" ruggì Harry, azzittendo il Portiere. Nonostante fosse una frana, tutti quanti rimpiangevano Ron. I Tassorosso erano una squadra non troppo forte ma Ginny si ricordò che, almeno da quando lei era ad Hogwarts, per un motivo o per un altro, Grifondoro non aveva mai vinto una partita contro di loro. Però era fiduciosa, la squadra era forte: lei, Demelza e Dean erano degli ottimi cacciatori, Jimmy e Ritchie erano diventati bravini, McLaggen, per quanto detestabile, era un Portiere esperto e Harry.. beh, Harry era Harry. In realtà il talento più grande di McLaggen era innervosire tutta la squadra.

"Robins, cerca di prendere qualche Pluffa, diamine! Non vedi che ti muovi come un elefante?!" sbraitò McLaggen contro Demelza, che si era scansata di malgrazia dalla traiettoria di un Bolide.

"Ma se ho appena segnato due reti!" esclamò Demelza.

"Sei comunque goffa come una papera"

"Non mi sembra proprio.."

"McLaggen, con le tue inutili chiacchieri ti sei fatto segnare un goal!" ululò Ritchie.

Grifondoro era comunque in testa, ma quel che faceva McLaggen non era per niente produttivo. La squadra cercava di fare del suo meglio come al solito e la partita stava andando abbastanza bene, anche se con qualche errore ogni tanto.

"Weasley ma sei deficiente?!" l'apostrofò McLaggen quando le cadde la Pluffa.

"McLaggen, vuoi stare attento a quello che dovresti fare tu invece di guardare quello che fanno gli altri?" urlò Harry, andando verso di lui.

"Senti chi parla!" rispose McLaggen, furente. Harry ritornò alla ricerca del Boccino, e McLaggen agli anelli. Ginny e Demelza segnarono altre due reti, portando in netto vantaggio la squadra. Se Harry prendeva in fretta il Boccino avrebbero vinto senza problemi, con un bel vantaggio.

Purtroppo anche Tassorosso segnò, portando la squadra gialla e nera in vantaggio. McLaggen non valeva niente nè come persona nè come Portiere.

"Se Harry prende il Boccino subito vinciamo comunque" le urlò Dean.

"Intanto noi pensiamo a recuperare il vantaggio!" rispose Ginny e segnò un'altra rete.

"Oh guardate" esclamò Luna con voce pacata, dal megafono che era appartenuto a Lee Jordan "Il portiere di Grifondoro si è preso una delle mazze dei Battitori! Chissà magari è una nuova tecnica.."

Ginny vide Harry scattare, furente e sfrecciare verso il Portiere, che maneggiava la mazza da Battitore come un gorilla.

Fu un attimo. McLaggen non colpì il Bolide ma colpì la testa di Harry, con forza inaudita. Ginny vide l'immagine come al rallentatore: Harry immobile, sulla scopa, per poi accasciarsi, lentamente. L'urlo agghiacciante di Demelza e Jimmy e Ritchie, che con prontezza, erano riuscito a prenderlo appena prima che scivolasse dalla sua scopa. Ginny e Demelza schizzarono verso il loro Capitano, scendendo verso terra.

"Fate largo, lasciatelo respirare!" era la McGranitt che correva verso di loro.

"Frattura Cranica" senteziò Madama Bumb, dopo averlo esaminato un momento. La McGrannit fece apparire una barella e si occupò personalmente ad accompagnarlo in Infermeria.

"La vittoria va a Tassorosso" gridò Madama Bumb. Grifondoro non poteva giocare senza il Cercatore, e la vittoria venne stabilita a tavolino. La squadra rosso e oro si avviò mogia verso gli spogliatoi.

"Povero Harry, spero stia bene" disse Demelza.

"Ma certo! Madama Chips lo rimetterà in sesto in un attimo" la rassicurò Ritchie.

"McLaggen, sei un idiota" ringhiò Ginny "è tutta colpa tua, non vedo l'ora che torna Ron"

"Dai, ho dato un po' di brio alla partita! Dai, non ditemi che non è stato divertente, vedere Potter che cadeva a terra come un pupazzo!"

"Ma ti ha dato di volta il cervello?" urlò Jimmy.

"Non c'è stato niente di divertente!" strillò Demelza.

"Vuoi farci vedere come scivoli bene te da quindici metri di altezza?" ruggì Ginny.

"Smettetela, è lui che è un tonto" fece l'imitazione di Harry che scivolava dalla scopa. Soltanto una persona rise, ma smise subito quando la sua ragazza si voltò per guardarlo in cagnesco.

"Ma sei scemo? Cosa c'è da ridere?" sibilò Ginny a Dean.

"Ma dai, puoi farti colpire da un metro di distanza?" esclamò Dean, ricominciando a ridere.

"Sei un idiota!" urlò Ginny "sei proprio un imbecille lo sai? Pensavo fossi un po' più intelligente!"

"Anche io lo pensavo di Potter"

Ginny se ne andò, furente, sbattendo la porta dello spogliatoio femminile. Dean la stava irritando sempre di più.

Dopo che si fu cambiata Ginny non aspettò Dean ma se ne andò direttamente al castello, a passo svelto, rimurginando sulla stupidità di Dean. Non ci poteva credere. Gli era sempre stato simpatico Harry, cosa voleva da lui adesso? Ridere per quella caduta.. non si rendeva conto che Harry si sarebbe potuto ferire ancor più gravemente. Senza accorgersene si era ritrovata davanti l'Infermieria. Le sue gambe l'avevano portata direttamente fin lì. Chissà come stava Harry..

"Signorina Weasley! Immagino tu sia qui per tuo fratello" esclamò Madama Chips, vedendola.

"Io.." già. C'era anche Ron in Infermeria. "Sì.. sono venuta a salutare Ron, se possibile" disse, mentendo.

"Entra pure, è sveglio"

Ginny entrò nella grande sala bianca.

"Ehi Ginny" la salutò Ron, mentre scartava una Cioccorana "sei qui per Harry?" chiese.

"No!" esclamò Ginny, troppo in fretta "voglio dire sì, anche per lui, volevo sapere come stava.. ma volevo passare anche da te ovviamente"

"Puoi vederlo da solo" disse Ron, indicandole il letto a fianco al suo. Harry era disteso tra le lenzuola bianche, senza gli occhiali, con un turbante di bende sulla testa "non si è ancora svegliato. Madama Chips dice che si dovrebbe svegliare entro stasera"

"è stata una gran brutta botta" disse Ginny, sedendosi sul letto di Harry.

"Già. Mi dispiace per Grifondoro. Non ci voleva questa sconfitta"

"Vabbè, vinceremo la prossima. L'importante è che Harry stia bene"

"Tranquilla per quello. Ne ha viste sicuramente di peggio!"

"Beh, quello sì"

"Quindi McLaggen non è un Portiere tanto migliore di me.." disse Ron, guardandola furtiva.

"Sei mille volte meglio tu di quel gorilla!" esclamò Ginny, sincera "lo odiamo tutti. Tu non ci hai mai fatto perdere, a l'ultima partita hai giocato benissimo!"

Ron aveva un sorrisetto compiaciuto. Ginny allungò la mano per rubare una Cioccorana del fratello.

"Giù le mani!" l'ammonì lui.

"Ehi, ne hai un migliaio!" si lamentò la ragazza.

"Ne sono rimaste solo diciotto!"

"E allora, Lavanda te ne porta tantissime ogni mattina!"

"Sì ma manca ancora tanto alla mattina, no?"

"Non puoi mangiarti diciotto cioccorane in un pomeriggio!"

"Tu dici?"

"Spero che avrai mal di pancia tutta la notte"

"Anche se fosse, sono in un'Infermeria"

"Spero ti riempa di brufoli!"

"Madama Chips risolverà anche questo"

"Egoista! Dammene una!"

"Noo!"

"Shhhh! Sveglierete Potter!" intervenì Madama Chips, dal suo studio "Signorina Weasley se sento un altro rumore sarò constretta a mandarti via!"

"Vabbè, prendine una" disse alla fine Ron, lanciando una Cioccorana alla sorella che l'afferrò al volo "che cronaca fantastica! Luna è il massimo"

"Sì, è stata divertente" disse Ginny, pensierosa "sai dov'era Harry prima della partita?" chiese all'improvviso.

"è passato di qui" rispose Ron "perchè?"

"è arrivato tardissimo in campo. Dice che doveva vedere cosa faceva Malfoy"

"Malfoy?!" esclamò Ron.

"Sì.. che gli importa dove va Malfoy?"

"Harry è fissato con Malfoy ultimamente" rispose Ron, evasivo. Ginny rimase altri cinque minuti e poi venne cacciata da Madama Chips. Vide Dean che imboccava la solita scorciatoia insieme a Demelza. Ginny fece il giro più lungo.


*

La mattina dopo Dean le venne incontro con un largo sorriso.

"Che vuoi?" esclamò Ginny, quando lo vide.

"Ancora arrabbiata per ieri?" chiese Dean, gli occhi al cielo.

"è inutile che fai quella faccia!" rispose Ginny.

"Ok.." disse Dean "vuoi che ti chieda scusa?"

"Non è a me che dovresti"

Dean alzò le spalle "lo sai che è quasi un anno che stiamo insieme?"

"Ah sì?" rispose Ginny.

"Non dirmi che non te ne eri accorta"

"In realtà mi stavo chiedendo come faccio a sopportarti da un anno" rispose lei.

Dean sorrise "come faccio io a sopportare te, vorresti dire"

Ginny alzò le spalle.

"Senti, so che spesso litighiamo, ma tu sei speciale, davvero speciale per me. Volevo solo ricordartelo"

Ginny si mordicchiò il labbro. Non sapeva cosa rispondere.

"sei una ragazza fantastica. Ti voglio davvero bene" disse lui, un po' impacciato. Lei non aveva parole. Lo baciò, per rispondergli. Quando le parole non ci sono, un bacio è un amabile e semplice trucco per sostituirle.

"Io ora vado a lezione! Ci vediamo!" esclamò e scappò via. Con Dean c'erano troppi alti e bassi e lei sentiva che non li reggeva più. Il giorno prima l'avrebbe preso a schiaffi, poi diventava carino e dolce. Forse il problema era che lei non sapeva cosa voleva? Chi era il ragazzo giusto per lei? Dean a volte era perfetto: non si faceva mettere del tutto i piedi in testa come Micheal, il che le piaceva molto. Non le faceva sempre avere ragione e tra loro c'era sempre un bel confronto. Oltretutto non le metteva le mani addosso ogni momento, altra cosa che non le dispiaceva. E comunque si era sempre dimostrato molto gentile, simpatico e carino, non poteva negarlo. Solo che a volte era così iperprotettivo, la trattava come se non sapesse fare le cose da sola e avesse bisogno di qualcuno che la difendesse. E oltretutto, a volte dimostrava una stupidità fuori dal normale! E a volte riusciva a diventare così banale e noioso..

"Secondo me Ginny tu i problemi te li cerchi da sola" le disse Hermione, dopo che Ginny le aveva elencato i difetti di Dean "Dean lo conosco da anni, mi era sempre sembrato un bravo ragazzo! Tu lo fai sembrare un mostro!"

"Non fa per me, Hermione! Forse starebbe meglio con una ragazza un po' più... come dire?"

"Semplice?"

"Forse sì.."

"Se la pensi così, mollalo! Che aspetti?" le rispose Hermione, con fare ovvio.

"Io.."

"Non mi dire che non hai il coraggio!"

"No, non è quello.. non sono sicura che lo voglio lasciare.."

Hermione sorrise "non metterti fretta. Sono sicura che quando arriverà il momento saprai cosa fare"

Rimasero un attimo in silenzio.

"Sai" disse all'improvviso Hermione "ieri ho detto ad Harry che te e Dean avete litigato perchè lui ha riso di Harry quando è stato colpito da McLaggen"

"Perchè gliel'hai detto?"

"Non lo so, mi è uscito.. beh, comunque mi è parso molto interessato"

"Ovvio. Se litighiamo noi due potrebbe avere dei problemi nella squadra, no?"

"Stessa identica spiegazione che mi ha dato Harry" rispose Hermione.

"Scusa, ma perchè me lo stai dicendo?"

"Niente così. Per parlare" disse Hermione "Senti, ora devo scappare che devo studiare. Pensa bene a quello che ti ho detto prima!"


*


Passarono altre settimane e Ginny trovava sempre più noioso passare del tempo con Dean. Passavano molto tempo da soli e Ginny cominciava a non avere più niente da dirgli. Lui parlava molto invece, ma nulla di quello che diceva riusciva ad interessare minimente Ginny.

"Dean... e se andiamo a letto?" propose Ginny, una sera.

"A letto?"

"Sì, ho sonno, e tra poco dovremmo stare in Sala Comune"

"Come fai ad avere già sonno?"

"Sono molto stanca" rispose lei, evasiva "su, andiamo"

Dean la seguì, imbronciato. Ginny voleva solo liberarsi di lui al più presto.

"Grugnocorto Svedese" dissa la ragazza alla Signora Grassa.

"Esatto!" rispose il ritratto e si spostò per farli passare. Come al solito sentì Dean che la spingeva, come se dovesse aiutarla a camminare.

"Non spingermi, Dean, per favore" sospirò Ginny, seccata "lo fai sempre, santo cielo, so benissimo camminare da sola.."

"Hai anche le visioni, ora? Guarda che non ti ho toccato" esclamò lui, irritato.

"Ah no? Peccato che lo fai sempre, da quando ci siamo messi insieme"

"E qual'è il problema?" chiese lui, con aria di sfida.

"Il problema siamo io e te insieme!" le parole le vennero fuori, di botto, recluse da troppo tempo.

"Ah è così?"

"Sì" rispose lei "Dean io e te non funzioniamo, sono mesi ormai"

"Ma che stai dicendo.."

"Dean, devi ammettere che io non sono la ragazza adatta a te! Io non ho bisogno di un cavaliere, lo capisci? Non sono una delle tue sorelline da difendere, non sono una principessa da salvare! Me la sono sempre cavata da sola e continuerò a farlo. Io e te non stiamo bene insieme. Tu hai bisogno.. di un'altro tipo di ragazza, Dean"

Dean non rispose. La guardava intensamente.

"Perchè tu non vuoi un altro ragazzo, vero?" sibilò lui.

"Che cosa?"

"Niente. Tu mi piaci seriamente. Ma se credi che io abbia bisogno di un'altro tipo di ragazza.. tanto sai sempre tutto tu, vero?"

"Dean, io ti voglio bene, ma non posso continuare a fingere! Non facciamo altro che litigare, non andiamo d'accordo da tanto tempo, abbiamo idee completamente diverse su tutto.."

"Ho capito. È finita, giusto? Come al solito si fa quello che vuoi tu"

"Non metterla così.. sai benissimo che non è vero, deve andare così, Dean, lo sai anche tu, non ce la fai più a stare con me, siamo troppo diversi"

"Bene. Buonanotte Ginny" Dean si voltò, e se ne andò in dormitorio, senza voltarsi.

L'aveva fatto. Non poteva crederci. Si sentiva un po' triste e svuotata.. ma libera. Sapeva che ciò che aveva fatto era giusto. Con un po' di tempo lo avrebbe capito anche lui.

La Sala Comune era vuota. Aveva sentito qualcuno strillare, mentre parlava con Dean, ma non aveva idea di chi fosse. Salì su nel dormitorio femminile. Altri strilli.

"STAVI ROSICANDO DA MESI, ORA SARAI CONTENTA!"

era la voce inconfondibile di Lavanda Brown, che urlava in preda alla rabbia. Cosa era successo. Ginny vide la porta del dormitorio delle ragazze del Sesto anno aprirsi di scatto e vide una testa cespugliosa uscirne in fretta.

"Oh.. Ginny" disse Hermione.

"Cosa succede lì dentro?" chiese Ginny.

"Oh.. Lavanda ha appena lasciato Ron. Ed è un tantino arrabbiata con me"

"Un tantino?"

"Ci ha visto che uscivamo dal dormitoio maschile insieme. Da soli" disse Hermione.

"Cosa ci facevate nel dormitorio da soli?" esclamò Ginny.

"Niente! In realtà non eravamo neanche soli.. beh, non importa. Te? Ti ho visto che litigavi con Dean.."

"Ci siamo lasciati"

"Gran brutta serata per le coppie Weasley" commentò Hermione.

"Un po' mi dispiace" confessò Ginny "ma forse era giusto che andasse così"

Le due amiche stettero in silenzio. I singhiozzi di Lavanda si sentivano fin lì.

"Posso dormire con te stanotte? Non credo di essere ben accetta nel mio dormitorio, questa notte" disse Hermione, a voce bassa.

"Ma certo" disse Ginny. Forse il futuro iniziava proprio quella sera?


Angolo Autrice

Quante cose cambieranno dopo questa notte? Ginny e Ron si sono liberati dei loro fidanzati.. forse sono sulla strada giusta per trovare le loro mete finali? Ma, dopo questa notte, altri cambiamenti avverranno: Harry sa finalmente qual'è il suo compito.. e da qui manca poco che questa breve parentesi di pace finisca!

Allora! Soddisfatti del capitolo? Lo sapete cosa vi aspetta la prossima volta, vero?

Un bacione a tutti!!

Marty


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Capitolo 55
*** Bacio ***


cap 55 nvQuesta volta vi scrivo prima perchè il capitolo deve essere l'ultima cosa che leggete! Per prima cosa vi chiedo scusa per l'enorme ritardo! Ci ho messo un bel po' a finire questo capitolo, volevo che fosse perfetto! Ovviamente so che la perfezione non esiste, ma ci tenevo a curarlo per bene! Spero vi piaccia e siate soddisfatti!
Purtroppo sono stata sotto esame e ho dovuto studiare un bel po'! Meno male che le soddisfazioni, almeno in quel campo, non sono mancate: un bel trenta in letteratura tedesca! Ora posso dedicarmi un po' a questa storia, che amo profondamente!
Beh non vi annoio più di tanto.. correte a leggervi il capitolo, che so che in molti attendono! Baci
Marty


P.s l'ultima parte scritta in corsivo, è presa ovviamente da Harry Potter e il principe mezzosangue della nostra amata J.K Rowling
Buona lettura!


Bacio


Il fatto che Ginny Weasley fosse finalmente libera volò velocemente sulla bocca di tutti, con un certo disappunto della diretta interessata.

"Ginny, vi siete lasciati in Sala Comune! Cosa ti aspettavi?" le fece notare Miriam.

"Sì, ma non capisco perchè debba interessare ad altre persone che nemmeno mi conoscono" esclamò Ginny indignata.

"Hai mezza scuola dietro, è ovvio che interessa a tutti! Ora c'è campo libero"

"Ah beh, stanno freschi, in questo momento non ho proprio intenzione di mettermi con nessuno!"

"Perchè no? Io ho visto un tipo carino del settimo anno di Corvonero che ti guardava.."

Ginny rise. Si sentiva leggera e sollevata da quando aveva lasciato Dean.

"Dean sembra proprio depresso" sussurrò Aisleen, accennando verso il tavolo di Grifondoro.

"Ancora? Ormai è primavera!" rispose Ginny. Le due amiche la guardarono un po' confuse, mentre lei si alzava e scendeva verso il campo di Quidditch per un allenamento mattutino. Un'altra cosa positiva della giornata era che aveva appena visto Katie Bell, che ovviamente sarebbe rientrata in squadra, diminuento notevolmente le occasioni che doveva condividere con il suo ex ragazzo.

"Hei Ginny!" era Harry, che correva dietro di lei.

"Ciao Harry!"

"Penso che siamo i primi stamattina"

"Sì, credo di sè, Demelza era ancora in dormitorio"

"E Ron stava ancora mangiando!"

"Beh sì, siamo i primi"

"Hai visto Katie, giù in Sala Grande?"

"Sì, l'ho vista, è di nuovo in forma"

"l'ho fatta rientrare subito in squadra" disse in fretta Harry "spero vada bene per t.. voglio dire, per tutti, tutta la squadra, ovvio"

"A me va benissimo" rispose Ginny, facendogli l'occhiolino "e immagino anche agli altri"

"Splendido!" esclamò Harry, sollevato. Con il ritorno di Katie e Ron gli allenamenti andarono molto meglio. Ginny era più carica che mai e trasmetteva la sua energia al resto della squadra. Harry pareva molto soddisfatto degli allenamenti e della squadra in generale.

"Vinceremo contro Corvonero, me lo sento!"

"Certo che vinceremo!" rispose Ginny, sfrecciando a fianco del suo Capitano "Ron attento che questa non è una Pluffa, è un Bolide" lanciò una palla potentissima al fratello che non riuscì a pararla. Fece una buffissima imitazione di Ron mentre cercava di parare la Pluffa e sentì Harry scoppiare a ridere.

"Tu ridi, ma sicuramente quando McLaggen ti ha colpito con la mazza da Battitore non è stata meno divertente" gridò Ron ad Harry.

Ginny rispose con un'altra imitazione, che fece ridere tutta la squadra, compreso Harry.

"Ricordatevi, l'obbiettivo è superare Corvonero di almeno trecento punti, solo così vinceremo la Coppa"

"Harry ce lo hai detto almeno trenta volte!" esclamò Ginny. Harry arrossì, ma sorrise.

"Non sembri una che ha appena scaricato il suo ragazzo!" commentò Demelza quando furono da sole.

"perchè dovrei stare in dormitorio a piangere, secondo te?" chiese Ginny, inarcando le sopracciglia.

Demelza alzò le spalle "Non lo so.. non proprio"

"E allora?"

"Non sembri nemmeno dispiaciuta" le disse l'amica, guardandola negli occhi.

"beh è finita, doveva finire. Non ho nemmeno sedici anni, sai quanti ragazzi posso trovare? E comunque i ragazzi non sono la mia prima preoccupazione"

"Dean sta molto peggio di te" disse Demelza, non guardandola negli occhi.

Ginny era sorpresa "Gli hai parlato?"

Ginny vide Demelza diventare scarlatta "In realtà io.. io sì, ecco"

"Mica devi avere paura. Non è un problema per me"

"sì è veramente giù. E non dico che dovresti piangere.. assolutamente no! Solo che.. dopo tutto quello che c'è stato tra voi, non sei un po' triste? Comunque Dean è sempre stato molto carino con te, sempre gentile, mi sembravate felici insieme"

"Dem.. io e Dean non stavamo così bene insieme, non siamo adatti l'una all'altro. Troverà sicuramente una ragazza con cui starà bene"

Demelza rimase in silenzio. Ginny non aveva nessuna intenzione di parlare ancora di Dean così non ricominciò il discorso. Uscì senza aspettarla e si diresse al castello, a passo svelto. Si chiuse subito in biblioteca e si tuffò nel suo manuale di Pozioni. Era meglio concentrarsi sugli esami imminenti.


*


La maggior parte del suo tempo ormai Ginny lo passava in biblioteca. Aveva il suo posto fisso, ultimamente: un piccolo banco di legno antico, con posto giusto per una persona, di fianco ad una finestra. Molte volte si ritrovava con gli occhi fissi sul paesaggio fuori: il lago nero, le montagne, gli schiamazzi dei bambini del primo anno. L'estate per lei sarebbe arrivata tardi, quell'anno. Sbuffò sul libro di Trasfigurazione. In realtà si rifugiava lì anche per evitare gli altri. Non ne poteva più di persone che non facevano altro che interessarsi alla sua vita senza nemmeno degnarsi di conoscerla. Non sopportava più neanche Demelza, con i suoi commenti inappropriati su Dean, Miriam, con le sue frecciatine, Aisleen, che la guardava come se avesse perso il bene più prezioso esistente sulla Terra. Non sapeva bene il perchè, ma ciò che più le interessava al momento era vincere la partita di Quidditch contro Corvonero. Dopo la partita, tutto sarebbe stato diverso. Non sapeva cosa, ma ci credeva, ardentemente.


*

Le sue speranze vennero infrante pochi giorni prima della finale, in modo del tutto inaspettato. C'era un gran tumulto in Sala Grande quella sera.

"Cosa è successo?" chiese Ginny alla prima persona che vide, una ragazzina bionda di Tassorosso, probabilmente più piccola di lei di un paio d'anni.

"Un ragazzo è stato ferito!" le rispose lei.

"Chi?"

"Non lo so.. uno di Serpeverde però"

La risposta le venne, ovviamente, da Miriam Cohen, che sapeva sempre tutto.

"Draco Malfoy. A quanto pare è stato ferito da Harry Potter" le disse, in tono grave.

"Da Harry? Non può essere, non lo farebbe mai" esclamò Ginny "chi te lo ha detto?"

"L'ho sentito dire da Pansy Parkinson"

"E allora è sicuramente una cavolata!"

"No Ginny, io l'ho visto" le bisbigliò John "mi trovavo al sesto piano anche io, dovevo andare in bagno e ho visto Piton che sorreggeva Malfoy e lo portava via. Barcollava ed era tutto insanguinato, pallido come un cencio. Ho provato a chiedere qualcosa a Piton ma lui non mi ha nemmeno degnato di uno sguardo. Dopo una decina di minuti è tornato e ho visto Harry, schizzare via dal bagno, pallido anche lui, i vestiti erano sporchi del sangue di Malfoy. Era molto scioccato, però, evidentemente si è trattato di un incidente"

"Per quanto Harry detesti Malfoy non gli farebbe mai niente del genere" sussurrò Ginny. John alzò le spalle "Non so cosa sia successo esattamente in quel bagno, Ginny. Questo è ciò che ho visto"

"Sì, sì, lo so" rispose Ginny "io vado"

Ginny si ritrovò a correre per le scale, verso la torre di Grifondoro, senza quansi respirare. Doveva trovarlo.. doveva vedere Harry, parlargli..voleva sentire la sua, non le mezze verità degli altri.

Trovò Harry nella Sala Comune deserta. Tutti era a cena tranne lui e Ron ed Hermione, che gli stavano vicini, entrambi con la stessa espressione seria e preoccupata disegnata sul volto. Harry era nello sconforto più totale.

"Harry" mormorò Ginny, appena li vide.

Harry alzò lo sguardo per un secondo su di lei, poi tornò immediatamente a guardarsi la punta delle scarpe, salutandola con una specie di grugnito quasi impercettibile. Lei si avvicinò al trio e si sedette sul bracciolo di una poltrona.

"Come stai?" chiese Ginny.

"Mi sento uno schifo" rispose Harry, sempre senza guardarla "hai saputo?"

"Qualcosa.. ma vorrei sentire i fatti da te, non le voci di persone che nemmeno ti conoscono.."

"Harry e Malfoy hanno duellato nel bagno dei maschi" intervenne risoluta Hermione "e Malfoy, ad un certo punto, ha cercato di usare la maledizione Cruciatus contro Harry e lui, come contromossa, ha usato un incantesimo di cui non conosceva assolutamente gli effetti, letto nel manuale di Pozioni del fantomatico Principe Mezzosangue. A quanto pare si tratta di un Sortilegio Oscuro non molto conosciuto ma, a quanto pare, dagli effetti devastanti.. Se non c'era Piton, forse Malfoy avrebbe avuto dei danni anche più seri"

Harry non parlò ma nemmeno alzò lo sguardo.

"è andata così?" chiese Ginny ad Harry. Lui annuì.

"Ho rimediato una punizione per tutti i sabati alle dieci" disse "non potrò giocare la partita. Tu mi sostituirai come Cercatore e Dean sostituirà te come Cacciatore. Sono sicuro che giocherete benissimo, Dean funziona bene con te, Demelza e il resto della squadra.."

"va bene" disse Ginny a bassa voce. Sentì un vuoto dentro. Vincere quella partita senza Harry, non sarebbe stata la stessa cosa. All'improvviso si rese conto di quanto fosse importante la presneza di Harry nella squadra e non perchè fosse il Capitano o fosse un ottimo giocatore.. era importante per lei.

"Non dirò 'te lo avevo detto'" commentò Hermione.

"Smettila Hermione" sbottò Ron, nervoso "non lo vedi che sta già abbastanza a pezzi?"

Rimasero tutti e quattro in silenzio, senza parole.

"Beh, te lo avevo detto che in quel libro c'era qualcosa di sbagliato!" esclamò Hermione, incapace di trattenersi "Avevo ragione o sbaglio?"

"No" rispose Harry.

"Non puoi continuare a difendere quel libro, dopo ciò che ha provocato.."

"Piantala!" sbottò Harry "Il Principe ha solo copiato quell'incantesimo! Non mi ha consiglaito di usarlo, non c'era scritto 'provalo'! Magari ha solo preso un appunto, magari l'ha sentito da qualcuno, oppure è stato usato contro di lui!"

"Non ci credo" esclamò Hermione "stai difendendo.."

"Non sto difendendo ciò che ho fatto!" la interruppe Harry "Vorrei che non fosse mai successo, non avrei mai usato un incanto del genere contro nessuno, nemmeno contro Malfoy, ma non puoi incolpare il Principe, non ha senso, aveva preso un appunto per sè stesso, non per altri.."

"Quindi.."

"Quindi sì, Hermione, tornerò a prendermi il libro" esclamò Harry "senza di lui non avrei mai ottenuto la Felix Felicis, non sarei riuscito a salvare Ron dal veleno, non avrei mai..."

"..Ottenuto una fama di ottimo pozionista che non meriti!" concluse Hermione, perfida.

"Finiscila Hermione" intervenne Ginny, che ne aveva abbastanza del comportamento dell'amica. Fu l'unica volta che Harry alzò lo sguardo. Ginny vide con la coda dell'occhio uno sprazzo verde brillante rivolto verso di lei "Malfoy ha cercato di usare una Maledizione Senza Perdono contro di Harry, no? Dovresti essere contenta che avesse un'ottima contromossa!"

"Ovvio che sono felice che non sia stato Maledetto!" esclamò Hermione, colpita "Ma, Ginny, come fai a definire il Sectumsempra un buon incantesimo, è molto probabilmente Magia Oscura, guarda cosa è successo! E poi avrei pensato che, visto ciò che ha fatto alle vostre possibilità di vittoria.."

"Oh, non far finta di capire il Quidditch!" sbottò Ginny "farai solo una figuraccia!"

Harry e Ron le guardavano esterrefatti. Le due ragazze guardavano in direzioni differenti, entrambe infuriate. Nessuno disse più nulla per tutta la serata e si ritirarono in dormitorio abbastanza in fretta, senza salutarsi. Ginny era arrabbiatissima con la sua migliore amica: si era comportata da insensibile e questo non se lo aspettava da una persona come Hermione.Per di più, non pensava fosse così infantile: possibile che "rosicasse" perchè Harry prendeva voti più alti dei suoi (barando)? Ginny si mise a letto, nonostante non fossero neanche le dieci. Dopo qualche minuto sentì qualcuno bussare alla porta del dormitorio e lei si tuffò subito sotto le lenzuola, facendo finta di dormire. Chi aveva bussato ignorò l'assenza di risposta ed entrò comunque.

"Ginny!" sussurrò la voce di Hermione. Ginny la sentì entrare, chiudendo la porta.

"Guarda che lo so che sei sveglia, smettila di fare la bambina" disse la ragazza. Ginny si mise a sedere.

"Che c'è?" sbottò la ragazza.

"Come che c'è?"

"Già, che vuoi?"

"Sei proprio stupida quando ti comporti così!" esclamò Hermione.

"Tu non sei da meglio" rispose Ginny "guarda come ti sei comportata stasera!"

"Ah sì? Cosa ho fatto?"

"Sei stata un'insensibile! Non ti sei accorta di quanto Harry stesse male per ciò che è accaduto oggi!"

"Se mi avesse dato retta.."

"Beh, lo sai quanto è testardo, no? Comunque dovevi stargli vicina, visto che sei la sua migliore amica, confrontarlo e invece hai preferito rimanere a gongolare perchè avevi ragione tu! Che razza di comportamento è? Harry ha agito così solo per difendersi, Hermione, ma tu non lo hai preso nemmeno in considerazione.."

"Smettila Ginny" la interruppe Hermione, alzando la voce "tu non sai un bel niente, hai capito? Harry fa un errore dopo l'altro per la sua testardaggine e molte volte potrebbero essere fatali! Io cerco solo di aiutarlo, come ho sempre fatto! Non hai il diritto di parlarmi così!"

"Il tuo modo di aiutarlo non è stato molto costruttivo, stasera"

"è tutto l'anno che cerchiamo di impedirgli di fare cavolate, è in fissa con Malfoy dall'inizio, e guarda come è andato a finire!"

"Harry ha detto che si è difeso, Hermione"

"Sta pedinando Malfoy da Settembre!" strillò quasi Hermione "lo sapevo che sarebbe finita così, io e Ron lo abbiamo messo in guardia per tutto l'anno ma niente! Lo sapevo e lo sai perchè? Perchè nessuno conosce Harry Potter come lo conosco io, Ginny! Nemmeno tu, per quanto puoi esserne innamorata.."

"Io non ne sono innamorata!" protestò Ginny.

"Ancora? Ma andiamo Ginny: lo sei sempre stata e lo sei ancora, non credere che non lo sappia! Smettila di mentire a te stessa!"

La ragazza non rispose.

"Buonanotte Ginny" Hermione uscì dalla stanza, sbattendo la porta.

Ginny si lasciò cadere sul materasso e si girò su un fianco. Il sonno era ancora troppo lontano da lei e sapeva che avrebbe tardato di molto, quella sera, a raggiungerla.


*


La mattina della partita arrivò in fretta. Ginny era pronta e più determinata che mai. Scese in campo con il resto della squadra, che era abbastanza demoralizzata per l'assenza di Harry.

"Quando non c'è Harry le partite non vanno mai bene" disse Katie Bell.

"Abbiamo lavorato tanto per niente" commentò Coote.

"Ehi, anche l'anno scorso Harry non era in squadra ma abbiamo vinto comunque!" esclamò Ginny "avremmo voluto tutti Harry ma purtroppo non è così, ma ciò non vuol dire che non siamo un'ottima squadra! Alla fine manca un solo giocatore su sette! Lui ci ha preparato bene e sapremo mettere in pratica i suoi schemi nel migliore dei modi. Dobbiamo vincere anche per Harry, non siete d'accordo?"

Il resto della squadra era un po' più rincuorata dalle parole di Ginny.

"Bene, in assenza di Harry, sarai tu il Capitano" decretò Katie.

"Io? Sarebbe più giusto che fossi tu, Katie, hai più esperienza, sei in squadra da tanti anni.."

"Sei riuscita a risollevare il morale di un'intera squadra a terra. Questo vale più di mille partite affrontate" rispose Katie, facendole l'occhiolino.

"Io la trovo un'ottima idea! Ginny sarai il nostro Capitano, per oggi!" disse Demelza, abbracciando l'amica.

"Credo che anche Harry sarebbe più che d'accordo" concordò Ron.

Ginny vide che Dean le rivolgeva un timido sorriso. Lei ricambiò e vide il volto del ragazzo illuminarsi. "Collaboriamo oggi" gli disse Ginny, lontani dagli altri.

"Ovviamente, non voglio che Grifondoro perda" disse Dean.

"Amici?" chiese Ginny.

"Non lo so" rispose Dean "non riesco a vederti come un'amica, anche se è passato un mese"

"Allora prova a vedermi come una compagna di squadra. Nient'altro" suggerì lei. Lui alzò le spalle.

"Se vinciamo, possiamo festeggiare insieme" provò lui.

"Certo, festeggeremo tutti insieme, anche con Harry"

Dean alzò le spalle, un po' deluso. "Vado a cambiarmi. Ci vediamo dopo" disse e se ne andò.

Mentre le ragazze si cambiavano, Hermione si intrufolò nello spogliatoio.

"Ginny" disse.

"Hermione che ci fai qui?"

"Io.. volevo augurarti buona fortuna"

"Grazie Hermione" rispose lei con un sorriso, senza pensare alla discussione di qualche sera prima.

"è tutto a posto tra noi, vero?" chiese la ragazza, insicuro.

"Come sempre" disse Ginny e abbracciò con forza l'amica "grazie, Hermione"

"Per cosa?"

"Per esserci sempre.. e per capire sempre tutto!"

Le due amiche si strinsero ancora di più, poi Ginny fu costretta ad entrare in campo, con la sua vecchia scopa sulle spalle e i capelli legati in una lunga coda fiammeggianti.

"Bene.. andiamo e vinciamo" incitò i suoi compagni dietro di lei e entrò in campo. Davanti a loro marciavano i Corvonero nelle loro divise blu e bronzo. Ginny individuò subito la giocatrice con il numero sette, lo stesso di Harry e suo in quel momento: Cho Chang, la Cercatrice dei Corvonero, minuta e quasi insignificante.

"I Capitani si stringano le mani"

Ginny, in vece di Harry, strinse la mano all'alto ragazzo davanti a lei.

"In sella alle scope!" gridò Madama Bumb.

Ginny salì in sella alla scopa e, al fischio dell'arbitro, volò più in alto di tutti. La partita era iniziata. Ginny si mise subito alle costole di Cho Chang che, nonostante fosse una ragazza del tutto inutile e senza personalità, era un'ottima Cercatrice. Per di più possedeva una scopa migliore della sua, quindi non poteva permettere che vedesse il Boccino prima di lei.

La squadra di Corvonero era un'ottima squadra, e questo Ginny e i suoi compagni lo sapevano bene: abili nel gioco di squadra, sembrava quasi si leggessero nel pensiero, veloci e precisi. La prima e la seconda rete fu loro.

"Non ti preoccupare Ron, erano praticamente impossibili da parare" gli urlò Ginny, poi si avvicinò a Jimmy e Ritchie "dateci dentro con quei Bolidi"

"Tranquilla!" rispose Jimmy, mentre lanciava un Bolide verso un Cacciatore di Corvonero, colpendolo in pieno.

"Continuate così!" gridò Ginny. Il Boccino ancora non si vedeva, ma Harry si era raccomandato che lo doveva prendere solo nel momento che Grifondoro fosse stata in testa di trecento punti.

Corvonero segnò la terza rete. Trenta a zero. La partita era ancora lunga e tutta da giocare.

Fu Demelza a segnare la prima rete rosso oro, facendo tornare un po' di energia alla squadra. Subito seguì un tiro preciso e veloce di Dean, per poi essere accompagnato da un altro paio di tiri dei Corvonero. Erano Cinquanta a Venti.

Ginny, nel frattempo, ostacolava Cho Chang nella sua ricerca, tagliandole la strada e facendo continue finte. Doveva distrarla in ogni modo e aveva anche incaricato Ritchie di indirizzare qualche Bolide verso di lei.

Katie fece ben tre tiri di seguito, portando Grifondoro alla pari deglia avversari. Ciò diede un'altra carica di energia per i Grifondoro, tanto che Dean e Demelza segnarono due reti a testa, portando Grifondoro in vantaggio di quaranta punti.

"Bravissimi!" esultò Ginny, vedendo Dean e Demelza che si davano il cinque per l'ottimo lavoro di squadra. Ginny continuò a tallonare Cho, che era molto nervosa.

"Ehi, perchè non cerchi per conto tuo?" le gridò, infastidita.

"è molto più facile così" rispose Ginny. Cho tentò di accellerare ma fu quasi disarcionata da un potente Bolide. Ottimo, pensò Ginny.

La partita era arrivata a centotrenta per i Grifondoro e novanta per i Corvonero. La squadra rosso oro sembrava diventare più forte ad ogni goal. In men che non si dica Grifondoro arrivò alla bellezza di trecento punti e Corvonero era solo a centoquaranta. Per Ginny era il momento di fare sul serio. Ma Cho non era un avversario da sottovalutare, e le dava seriamente del filo da torcere. Così Ginny decise di fare una cosa che ancora non aveva mai provato e desiderava fare dalla Coppa del Mondo di Quidditch, e che per ora aveva visto fare solo da Harry: si gettò all'improvviso in picchiata verso terra, a tutta velocità, e Cho le si lanciò alle calcagna, accellerando al massimo. A pochi centimetri da terra rialzò il manico di scopa, mentre Cho, presa alla sprovvista, continuò a precipitare. Ginny alzò per un secondo lo sguardo e lo vide, lì, a dieci metri da lei: il Boccino D'Oro. Si lanciò con tutte le sue forze, ma Cho le era di nuovo dietro, con una scopa più potente della sua. Allungò le mani e inspiegabilmente davanti a sè vide gli occhi verde chiaro di Harry, con quell'espressione dura che tanto le piaceva, così convinto che ce l'avrebbe fatta.

"Ce la farò, Harry" pensò Ginny dentro di sè. Il cuore le batteva a mille, sentiva Harry vicino a lei.

Chiuse gli occhi e le sue mani presero la fredda sfera d'oro, stringendola forte.

"Quattrocentocinquanta a centoquaranta! Grifondoro vince la Coppa!"

Ciò che ci fu dopo fu solo un miscuglio di colori e di voci. Tutta la squadra le era saltata addosso, gridando e piangendo di gioia. Mai ci fu stata vittoria più improbabile: Grifodoro ce l'aveva messa tutta e aveva vinto, nel momento in cui nessuno ci sperava quasi più. Ron prese in braccio la sorella e la baciò sulla fronte.

"abbiamo vinto! Abbiamo vinto!" portò la sorella così fino alla professoressa McGrannit che consegnò loro la coppa. Ginny, essendo la Cercatrice, quindi la settima giocatrice, fu l'ultima ad avere tra le mani la Coppa. La prese con due mani e la sollevò, in alto sopra la testa, mentre i Grifondoro e gli altri che tifavano per loro esplodevano in un boato di ovazioni.


*

Non aveva mai corso in quel modo verso la Sala Comune. Seamus si era dato da fare per organizzare un festino con i fiocchi e non si aspettava altro che loro, gli eroi del giorno.

"Faremo una sorpresa ad Harry!" aveva proposto Ron e tutti avevano accettato con entusiasmo.

"Harry ancora non è in Sala" disse loro Calì Patil.

"Starà finendo la punizione. Piton lo tratterrà per le lunghe" disse Hermione.

"Noi cominciamo a festeggiare, appena arriverà gli verrà un colpo" esclamò Coote.

Una manciata di minuti dopo il ritratto si spostò e apparvero gli inconfondibili capelli neri di Harry.

"Eccolo!" gridò qualcuno. Ginny era lontana dal ritratto, ma il cuore quasi le si fermò e cercò di avvicinarsi al suo Capitano.

"Abbiamo vinto!" sentì gridare suo fratello "Quattrocentocinquanta a centoquaranta! Abbiamo vinto!"

Ginny cominciò a correre verso di lui. Lui si voltò e la vide, gli occhi verdi si illuminarono.

Ginny lo abbracciò. Lui la baciò.

Lei sorpresa, ricambiò il bacio, con forza, con tutta quell'energia che da sempre era dentro di lei, che si manifestava nei suoi potenti incantesimi, che scorreva dentro di lei dalla nascita.

Era lui che aveva sempre cercato.


Dopo parecchi istanti.. o forse mezz'ora...

o forse parecchi giorni di sole.. si separarono.


Le loro labbra, che dopo tanto si erano incontrate, si separarono. Nella Sala partirono gli applausi. Harry guardò negli occhi Ginny e poi spostò lo sguardo su quelli del suo migliore amico. Ginny sapeva che lo avrebbe fatto. Sorrise.

Anche Harry le rivolse un gran sorriso e le fece cenno al buco del ritratto. Ginny annuì e lo prese per mano. Una bella passeggiata nel parco le sembrava l'ideale. Avevano bisogno di parlare, senza dubbio.. e di altri di quei baci. Molti altri.





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Capitolo 56
*** Dopo ***


cap 56 nv

Dopo



Il buco del ritratto si aprì e Harry si spostò per far passare lei per prima. Ginny scivolò nel passaggio con grazia, seguita subito da Harry. Lui le sorrise e le tese la mano e lei la prese subito, sotto gli occhi di altri Grifondoro che non erano stati presenti al bacio.

"Harry Potter e Ginny Weasley?"

"Da quando?"

"Ma lei non stava con Dean?"

Ginny non finiva mai di sorprendersi quando notava che la sua vita era ormai di dominio pubblico.

"Usciamo?" le chiese Harry.

Lei annuì. Mano nella mano, incuranti delle occhiate e dei commenti, si avviarono verso l'uscita del castello. Non parlarono fin quando arrivarono al lago e Harry si avvicinò a lei, con l'intenzione di baciarla. Ginny si sorprese di se stessa, quando si scansò dal ragazzo. Harry la guardò con aria interrogativa.

"Forse dovremmo prima parlare.." disse la ragazza.

"Sì hai ragione" rispose Harry "beh, Hermione mi ha detto che tu e Dean vi siete lasciati.. così io.."

"Sì, è vero, ci siamo lasciati" rispose Ginny "ma cosa ti fa pensare che a me interessi tu?"

Questa affermazione lasciò Harry completamente basito. Non rispose.

"Se pensi che io sono ancora interessata a te come lo ero a dodici anni, beh, ti sbagli" rispose lei, fissandolo negli occhi.

"Io.."

"Non sono più una bambinetta stupida. Sono un'altra persona, non sbavo più per te, se è questo che avevi in mente" continuò Ginny, continuando a guardare il ragazzo con una certa fierezza "non sono come Cho Chang che piange dietro ogni angolo, non sono come Lavanda Brown che vuole solo stare appiccicata al suo ragazzo, non sono una di quelle ragazze che vive solo per il fidanzato. Se è questo che credevi che fossi, una ragazzina in piena adorazione per te, beh, hai sbagliato persona e ti conviene cercare qualcun'altra. Quella ragazzina non esiste più, io..."

"Sinceramente, io.." provò Harry.

"Se tu credi che io stia a piangere ogni sera perchè non mi hai mai degnato di uno sguardo, oppure che ancora scriva poesie idiote per te, oppure che..."

"Ginny" esclamò Harry "io non penso nulla di tutto questo.."

"Ah sì, perchè io..." fu interrotta dal fatto che Harry le tappò la bocca con le mani, ridendo.

"Sai, quando ti ho conosciuta, Ron ti ha presentata dicendo che di solito non stai mai zitta" disse Harry "beh, ora capisco cosa voleva dire! Mi fai parlare un secondo?"

Ginny si trattenne dallo scoppiare a ridere e annuì. Harry tolse le mani dalle labbra della ragazza.

"Io so come sei, Ginny, so che non sei più la ragazzina di undici anni che spariva appena arrivavo io" cominciò Harry "sei una ragazza solare, spontanea, divertente, forte e coraggiosa. Quest'anno ho avuto modo di conoscerti meglio e so che sei anche testarda e orgogliosa, e che è pericoloso contraddirti" Ginny ridacchiò "ma mi piaci così. Mi piaci da impazzire, e nonostante non sia sicuro che tu provi le stesse cose che provo io, oggi ho voluto buttarmi. Nonostante potevo venire ucciso all'istante da Ron, da te, o dai milioni di ragazzi che ti vengono dietro"

Ginny si sporse in avanti e cercò di baciare il ragazzo. Questa volta fu lui che si spostò.

"è un sì?" chiese Harry.

"E la tua era un domanda?" ribattè Ginny.

"Sì" bisbigliò Harry.

"E cosa vorresti che rispondessi?"

"Quello che vuoi davvero" rispose Harry guardandola negli occhi.

"Ciò che voglio è solo dirti 'sì'" rispose lei. I due si avvicinarono e Harry la baciò nuovamente. Ginny rispose con entusiasmo e dolcezza. In poco tempo si ritrovarono sdraiati sulla sponda del lago, abbracciati. Ginny sentiva la sabbia tra i suoi capelli, ma non le importava. In quello che le parvero una manciata di minuti il cielo era già striato di rosso, e loro erano sdraiati mano nella mano, a guardare la sera che si avvicinava, le teste vicine, incuranti di tutto. Decisero di tornare in Sala Comune solo quando videro Venere spuntare nel cielo.

Appena rientrarono in Sala Comune partirono fischi e applausi, nonostante la festa era finita. Loro due si avvicinarono a Ron e Hermione, che erano seduti su uno dei divani. Hermione gli sorrise smagliante, Ron li guardò con un'espressione seria.

"E così ora uscite insieme" gli disse, quando si sedettero.

"Già" rispose Ginny.

"E da quando?"

"Da qualche ora, più o meno" rispose Ginny.

"Harry io e te dobbiamo parlare" disse Ron, rivolto al suo migliore amico, nonostante una gomitata di Hermione.

"Direi di sì" rispose Harry.

"Perchè dovreste parlare?" chiese Ginny.

"Sono cose tra me e lui" rispose Ron.

"Se dovete parlare di me, mi riguarda!" esclamò Ginny.

"Non ti preoccupare" intervenne Harry "è giusto. Andiamo Ron?" i due ragazzi si allontanarono.

"Ci sono alcune clausole da concordare" disse Hermione all'amica, con tono ironico.

"Mica stiamo firmando un contratto!"

"Conosci tuo fratello!" rispose Hermione "ma tranquilla! È contento che usciate insieme, però ci sono delle piccole cose che vuole mettere in chiaro"

Le due ragazze risero.

"Vorrei tanto essere presente al discorso che Ron farà a Harry" disse Ginny.

"A chi lo dici!"

"Allora, sei contenta?" chiese Hermione a Ginny. Lei sorrise.

"è stato bellissimo" sussurrò la ragazza. Hermione l'abbracciò.

"Sai, non te l'ho detto, ma era da un po' che Harry era interessato a te" le confidò Hermione "lui non lo ha mai detto a me, ma ormai mi basta uno sguardo per capirlo. Come me ne basta uno per capire te"

"Non ho mai rinunciato completamente a lui" mormorò Ginny.

"Lo so"

"Come fai a saperlo? Non lo sapevo nemmeno io!"

"I tuoi occhi sono fin troppo sinceri"

"Non è che Micheal o Dean non mi piacessero, anzi. Ma.. non erano lui"

"Beh, non potevi certo aspettare che si svegliasse!"

"No, infatti. Ci ha messo un bel po'"

"Meglio tardi che mai, no?"

Ginny si girò verso Ron e Harry che si erano scambiati una stretta di mano e stavano tornando da loro. Harry aveva una faccia a metà tra il perplesso e il divertito, Ron, invece, un'espressione molto seria.

"Bene, avete il mio consenso" disse in tono solenne. Ginny vide Hermione trattenere una risata.

"Grazie Ron" rispose la ragazza ironica, alzando gli occhi al cielo. Si alzò dal divano e prese per mano Harry.

"Harry ricordati la regola 3, 4 e..." cominciò Ron.

"Scappiamo" sussurrò Harry a Ginny, e la ragazza lo trascinò via, di nuovo fuori dal buco del ritratto.

"Ragazzi, è tardi!" li ammonì la Signora Grassa "il coprifuoco scatta tra dieci minuti.."

Loro non ascoltarono le parole del ritratto, come molte altre coppie prima di loro, alla ricerca di un'aula, una stanza, o un ripostiglio, dove trascorrere qualche minuto da soli. Harry e Ginny si infilarono di corsa in una piccola aula poco distante dall'ingresso della torre di Grifondoro, dove nessuno di loro due era mai stato.

"Ron è di pattuglia stasera?" chiese Ginny ad Harry.

"No"

"Bene.."

Si sedette su un banco vuoto ed Harry subito le si avvicinò, Le mise le mani sui fianchi.

"Posso?" mormorò lui, guardandola negli occhi. Lei annuì e lui cominciò a baciarla. I baci di Harry la fecevano stare benissimo, non aveva mai provato sensazioni simili con nessun altro. Con lui si sentiva in perfetta sintonia. Pensò anche che di solito i ragazzi non erano gentili come Harry, le mani le mettevano dove gli pareva, senza chiedere nessun permesso. Era stato molto dolce.

Tornarono molto dopo il limite del coprifuoco, ma per fortuna la Signora Grassa era sveglia. Gli fece una piccola ramanzina ma li fece passare comunque.

"Solo per questa volta, la notte voglio dormire!" li rimproverò. I due passarono il passaggio, lasciandosi la mano. Harry non l'aiutò a passare.

"So che non hai bisogno di nessuno" disse lui, con un ghigno.

"E quella faccia?" chiese Ginny, insospettita.

"Beh.. io c'ero quando te e Dean vi siete lasciati" confessò il ragazzo.

"Come? Dov'eri?"

"Nel passaggio segreto per entrare qui" disse Harry.

"Ma com'è possibile? Eravamo solo io e Dean" disse la ragazza "a meno che..." all'improvviso sorrise "non mi dire che.."

"già. Ero sotto il Mantello, ti ho spinta per sbaglio.."

"Allora non era stato Dean!"

"No"

"Meno male che me lo hai detto! Vado subito a chiedergli scusa! Magari facciamo pace..."

La faccia di Harry era impagabile.

"C-che cosa?"

Ginny scoppiò a ridere.

"Che scemo che sei, ci sei cascato!"

Il volto di Harry era visibilmente sollevato. Rise anche lui, poi l'attirò a sè, prendendola per i fianchi.

"Ora che ti ho trovato non lascerò che nulla ti porti via" le disse.

"Lo stesso vale per me" sussurrò Ginny "non provare a scappare, Potter"

Si baciarono di nuovo. E di nuovo. E ancora un'altra volta...




Angolo Autrice

Lo so... il capitolo è un po' cortino e forse misero, ma per me è perfetto così! Non potevo unirlo a nient'altro.. gli altri saranno un po' più lunghi, come al solito, ve lo garantisco :)

Baci
Marty


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Capitolo 57
*** Essere Speciale ***


cap 56 nv


Essere Speciale

"Tu esci con Harry Potter e non mi dici NIENTE?!"

"MIRIAM! Sei impazzita?!"

Ginny si alzò di scatto dal letto. Era mattina presto e la sua cara compagna di dormitorio aveva trovato un bel modo per svegliarla, cioè urlarle a due centimetri dal viso.

"No, mia cara, quella impazzita sei tu!"

Aisleen e Demelza si erano ovviamente svegliate.

"Miri? Che hai da urlare tanto?" chiese Aisleen.

"Questa ragazza si è messa ieri sera con Harry Potter!" esclamò Miriam.

"Bel bacio, in Sala Comune" commentò Demelza, facendole l'occhiolino.

"Da quanto dura questa storia?" sbraitò Miriam.

"Ci siamo baciati ieri e ora stiamo insieme. Niente di più" disse Ginny semplicemente.

"Niente di più?!" urlò Miriam " ma, dico io, ti rendi conto di cosa stai dicendo?"

"Miriam!" esclamò Aisleen "la vuoi finire? Sveglierai tutto il castello.."

"Ma stiamo parlando di lei" esclamò puntando un dito contro Ginny "una delle ragazze più popolari della scuola, una ragazza che ha metà della popolazione maschile di Hogwarts ai suoi piedi.."

"Esagerata!" esclamò Ginny.

"..sta con Harry Potter, Capitano di Quidditch, membro del Lumaclub, Bambino Che è Sopravvissuto, il Prescelto.. praticamente il ragazzo più popolare di tutta l'Inghilterra.."

"Miriam stai delirando" disse Ginny, ormai in piedi e diretta verso il bagno "non esco con lui per tutte quelle scemenze che hai elencato.. anche perchè Harry non è soltanto un elenco di nomine che non si è neanche scelto da solo. È un bravo ragazzo, che tutti giudicano senza nemmeno conoscerlo"

"Mica sto dicendo qualcosa di male" la interruppe Miriam.

"Non sto dicendo questo" disse Ginny, tranquilla "solo che non ha senso tutto questo entusiasmo. Immagino che sei contenta che io stia con un ragazzo, ma per Micheal e Dean non hai fatto tutte queste storie"

"Loro non erano mica Harry Potter" esclamò Miriam.

"Vedi, è questo il punto" riprese Ginny "Harry Potter è un ragazzo come tutti gli altri"

"Beh, diciamo che Harry è speciale, rispetto ad altri ragazzi" disse Demelza "non ho mai visto un ragazzo così gentile e disponibile.."

"Si ma è un ragazzo non un eroe o qualcosa di simile" sottolineò Ginny "almeno per me. Ora, scusate, ma vado a farmi la doccia.."

In realtà, Ginny non pensava affatto che Harry fosse un ragazzo ordinario. Concordava con chiunque dicesse che era un grande mago, ma non solo per la cicatrice che portava sulla fronte, ma per il suo gran cuore, per la sua gentilezza, per la sua umiltà. Un gran mago non si misura solo dai suoi poteri magici, Hermione lo diceva sempre. Ginny sapeva benissimo, senza dar retta a quel mucchio di chiacchiere senza senso de la Gazzetta del Profeta, che non leggeva più da un paio d'anni, ritenendo un giornale molto più affidabile (e divertente) il Cavillo di Xeno Lovegood, che Harry era destinato a qualcosa di grande. Non aveva avuto bisogno di una stupida profezia per capirlo. Lo sapeva e basta, da sempre.

*

Aveva fatto prima delle altre ragazze, così scese presto per fare colazione. Harry era già lì, con Harry e Hermione.

"Buongiorno!" li salutò allegra. Si chinò su di Harry, gli stampò un lieve bacio sulla guancia e si sedette a fianco a lui.

"Ehi! Non cominciate a fare oscenità!" esclamò Ron.

"Ron, smettila! Era un bacio sulla guancia" disse Hermione, roteando gli occhi.

"Se vuoi posso baciarlo in altri modi" disse Ginny.

"No, lascia perdere, va bene così" disse Ron, cominciando a riempirsi il piatto di uova e salsiccie. Hermione riprese in mano la sua copia de la Gazzetta del Profeta e lo aprì alla seconda pagina.

"Un altro attacco dei Dissennatori" disse, sospirando "e un'altra famiglia di Babbani sterminata. Oh, c'erano anche tre bambini, di cui il più grande aveva sei anni"

"Dov'è successo?" chiese Harry, mentre poggiava il suo toast nel piatto.

"Nello Yorkshire" disse Hermione "sono ormai fuori controllo"

"Il Ministero è nel caos più totale. Non riescono a tenerli a bada" disse Ron.

"Lui, però, non si fa vedere" disse Harry, con rabbia.

"Meglio così, Harry. Il momento in cui Voldemort uscirà allo scoperto, sarà quello in cui le sue forze avranno la meglio" disse Hermione, chiudendo il giornale "Ragazzi, dobbiamo andare a Trasfigurazione, è meglio muoverci"

"Tu che lezione hai ora?" chiese Harry a Ginny.

"Io ho Incantesimi" rispose la ragazza.

"Ci vediamo per pranzo?"

"certo. Ti aspetto qui"

Harry la salutò sfiorandole lievemente le labbra "Poi, se ti va, possiamo passare un po' di tempo nel parco da soli, prima che comincino le lezioni del pomeriggio" le sussurrò in un orecchio.

"Va bene" rispose Ginny, con un sorriso. I tre ragazzi se ne andarono e lasciarono Ginny sola a finire la sua colazione. In un attimo, il posto occupato prima da Hermione, fu occupato da una ragazza dai capelli neri lunghi.

"Ciao!" la salutò, con un sorriso larghissimo e forzato.

"Ciao" rispose Ginny, perplessa.

"Mi chiamo Romilda Vane" disse lei. Il nome le ricodava sicuramente qualcosa.

"Sono del quarto anno" continuò. Ah già, era quella ragazza stupida che voleva andare alla festa di Lumacorno ad ogni costo con Harry, tanto da mandargli un Filtro d'Amore nascosto in dei cioccolatini. Patetica.

"Ti serve qualcosa?" chiese Ginny.

"Quindi te e Harry Potter state insieme?" chiese in fretta.

"Sì" rispose Ginny, esasperata dalla quantità di persone che si interessava ai fatti suoi.

"Non sapevo che ti piacesse" disse la ragazza.

"Perchè avresti dovuto saperlo? Io non ti conosco" disse Ginny, alzandosi in piedi "scusami tanto, ma devo andare a lezione.."

"No no no! Aspetta! Devo chiederti una cosa!"

"Beh, sbrigati" disse Ginny. Quella ragazza le stava antipatica.

"è vero che ha un Ippogrifo tatuato sul petto?" chiese, colta da una specie di enfasi.

"Ma chi?" chiese Ginny, non capendo di cosa stavano parlando.

"Ma come chi?! Harry Potter, naturalmente!"

Ginny non sapeva se scoppiare a ridere.

"Ovvio che ha un tatuaggio" rispose Ginny "ma è un Ungaro Spinato"

"Oh per Merlino!" strillò la ragazza "quanto è bello!!" corse via verso un gruppetto di ragazzine che appena la videro si misero a strillare come oche, facendo perdere venti punti a Grifondoro, dieci a Corvonero e dieci a Tassorosso. Quello doveva essere il "Potter Fan Club" che per tutto l'anno aveva cercato di mandargli Pozioni d'Amore e che disturbavano tutti gli allenamenti. Patetiche.

"Ehi, Ginny, andiamo a lezione?" era John, che la chiamava, insieme agli altri del suo anno.

"Arrivo!"

*

Harry la raggiunse da solo per pranzo.

"Dove sono Ron ed Hermione?" chiese Ginny, mentre il ragazzo si sedeva davanti a lei.

"Hermione doveva far vedere una cosa a Ron in biblioteca.."

"Come ha fatto Hermione ad allontanare Ron dal cibo? Per di più per andare in biblioteca?!" esclamò Ginny.

"Non credo che avesse scelta" disse Harry ridendo. Anche Ginny scoppiò a ridere.

"Povero Ron!"

Cominciarono a mangiare parlando di tutto: di quello che avevano fatto a lezione, del Quidditch, dei compiti che avevano per il giorno dopo, dei G.U.F.O di Ginny che si avvicinavano, dei terribili attentati che stravolgevano il Regno Unito in quei giorni, delle vecchie riunioni dell'E.S..

"Mi manca l'E.S. Era divertente!" commentò Ginny, mentre si serviva del dolce (budino di riso).

"In realtà anche a me! Ma ora non ne abbiamo bisogno abbiamo un insegnante più o meno valido" disse Harry "voglio dire, lo odio, ma sicuramente ci fa fare qualcosa in più rispetto alla Umbridge"

"Beh, ci vuole poco!" rispose Ginny "però sarebbe ancora utile rivedersi ed allenarsi insieme. Oltre ad essere un gruppo produttivo era bello.. oltre a imparare, ci si divertiva e ho conosciuto un mucchio di nuovi amici. E tu sei un ottimo insegnante. Ho imparato molto, grazie a te" lo guardò con un sorriso.

"Non è stato solo merito mio" disse Harry "tu sei una strega molto in gamba, ed anche molto potente. Lo avevo notato, durante le lezioni.."

Ginny sbuffò "andiamo! Non mi hai mai degnato di uno sguardo, avevi occhi solo per quella lagna di Cho Chang!"

"Ehi! Non è vero! Osservavo tutti!" protestò Harry.

"In particolar modo lei!"

"Guarda che avevo cominciato già da allora a notarti" rispose Harry "finalmente ti sei aperta e ho potuto vedere chi eri veramente! E già dall'anno scorso ho potuto vedere i segnali. Sia alle riunioni dell'E.S che alla fine, al Ministero. Sei stata molto coraggiosa"

"Lo siamo stati tutti" disse lei, con una scrollata di spalle.

"Ci facciamo un giro, prima che riniziano le lezioni?" chiese Harry.

"Ok"

Si alzarono e si diressero verso i corridoi, mano nella mano.

"E poi parli te! Non mi pare che guardassi me durante le lezioni! Chi era quel tipo con cui uscivi? Micheal Corner?"

"All'epoca sì" rispose Ginny, non curante.

"Stavi sempre con lui! Che poi, non mi stava così simpatico.."

"Ma dai! Non lo conoscevi nemmeno!"

"Perchè tu conoscevi Cho?" chiese lui, sorridendo beffardo.

"Che c'entra? Quella è una cretina, si vede lontano un miglio.. non so cosa ci trovavi in lei! Non era nemmeno così carina.."

"Sei gelosa?" chiese lui, sempre con quel ghigno stampato in faccia.

"Sei un po' presuntuoso, Potter" ribattè acida Ginny "Guarda che faresti bene ad essere geloso tu! Dean mi sembra ancora interessato.."

"Non ci provare Weasley.." la prese da dietro e la strinse a sè, premendo il suo petto sulla schiena "non mi scappi più!" Ginny si divincolò dalla stretta, per voltarsi a baciarlo con furia.

"Harry! Ginevra!" i due si staccarono all'improvviso. Ginny vide davanti a sè due persone che non avrebbe mai voluto vedersi davanti in quel genere di momenti: due professori. Per l'esattezza il professor Horace Lumacorno e il professor Severus Piton.

"Salve" disse Harry, cercando di nascondere l'imbarazzo "scusate"

"Oh, ma quali scuse ragazzo!" commentò gioviale il professor Lumacorno "siete una bellissima coppia, veramente! La Weasley è una ragazza da non farsi scappare.. veramente, ne ho incontrate poche di ragazze così energiche e vitali come lei, signorina"

"Grazie, professore" sorrise Ginny.

"Oh Severus! Non ti viene in mente qualcosa?" esclamò Lumacorno, sovraeccitato.

"No, professore" rispose Piton, inespressivo.

"Mi ricordate così tanto Lily e James! Siete identici a loro! Vero Severus? Li conoscevi anche tu, no? Se non sbaglio, andavate a scuola insieme.."

Il volto di Piton era ancora più glaciale del solito. Sembrava che un'ombra ancora più scura si fosse allargata nei suoi occhi neri.

"Non ti sembra una visione celestiale, Severus? Sembra di avere di nuovo James e Lily qui, davanti ai nostri occhi"

"Incantevole" rispose il professore, atono "Potter, per quanto possa essere diventata interessante la tua vita sentimentale, ti ricordo che non sarai esonerato per la tua punizione tutti i Sabato mattina.."

"Certo, non lo dimentico" rispose Harry, spavaldo.

"Sempre così scontroso, professore!" esclamò Lumacorno "e comunque, ancora complimenti a voi due!" i due professori se ne andarono, lasciando i due ragazzi da soli. Harry riprese nuovamente Ginny tra le sue braccia.

"Allora.. dove eravamo rimasti?" La baciò nuovamente. Ginny sorrise, socchiudendo le labbra, permettendo alla lingua del ragazzo di infiltrarsi nella sua bocca. Arrivò con una mano ai capelli scuri del ragazzo, e vi si perse, quasi aggrappandosi a quel mare corvino. Gli sembrò che quell'istante fosse infinito. Ma con Harry, ogni momento risultava sospeso nel tempo.



Per un istante, per un solo istante, aveva rivisto lui e lei.

Di nuovo. I ricordi fluivano, dolorosi e inarrestabili, rievocando

scene sepolte e sofferenti, mai dimenticate.

Un abbraccio, un bacio, una carezza, una risata, una lacrima,

un sorriso, gesti a lui negati, gesti agognati, visioni sofferte.

Come può l'amore generare l'odio, come può l'amore portare a scelte

così sbagliate, come può l'amore portare alla morte del proprio amato?

La ferita subita dall'amore negato non si potrà mai rimarginare.

Sanguina, ogni giorno, dolorosamente.

Verde, colore dell'amore, della gioia, del dolore. Il colore del suo errore.


*


Ginny ed Harry si rivedettero solo la sera, entrambi esausti. Si sedettero sul divano, da soli. Ginny si accoccolò sul suo ragazzo, con un libro in mano, che sfogliava pigramente, senza avere l'intenzione di leggerlo. Harry era immerso nei suoi pensieri.

"A cosa pensi?" chiese Ginny.

"A niente di importante" rispose Harry.

"Bugiardo" gli sussurrò Ginny.

"è vero, sono un bugiardo" rispose lui.

"Allora dimmi" disse lei "con me puoi parlare di tutto"

Harry la baciò sulla testa "Hai un buon profumo" disse lui.

"Grazie. È uno shampoo particolare. Mamma me lo compra da quando ero bambina"

Harry si avvicinò di più all'orecchio della ragazza "Sai, la prima volta in cui mi imbattei in un calderone di Amorentia, sentii degli odori particolari.."

"Ah sì?"

"Già.. erano confusi tra loro, inizialmente non riuscivo a distinguerli.. il primo che riconobbi fu quello della torta di melassa, poi quello del legno dei manici di scopa.. l'ultimo era complesso. Non riuscivo a capire dove l'avessi sentito. Era un misto di fiori freschi" Ginny sorrise guardandolo negli occhi "era l'odore dei tuoi capelli. Lo capii poco tempo dopo, e da allora, per me quel profumo è inconfondibile"

"Come sei dolce" mormorò Ginny, baciandolo, ignorando il fatto che lui aveva evitato il discorso che stava cominciando prima. Per questa volta, le andava bene così.


*


"Ginny" era Hermione, che si avvicinava a passo rapido "lo sai che ti stai comportando da irresponsabile, vero?"

Ginny non osò guardare in faccia l'amica "Hermione, io.."

"Hermione un corno! Ginny non stai dedicando abbastanza tempo ai G.U.F.O! Questi esami sono importantissimi, lo sai? Segneranno il tuo futuro! E tu non gli stai dedicando il tempo necessario"

Era assolutamente vero. Erano ormai settimane che lei e Harry stavano insieme, e non facevano altro che passare del tempo da soli, trascurando, ovviamente lo studio.

"Hermione, ho ottimi voti in quasi tutte le materie.."

"Hai detto bene! 'quasi' tutte, Ginny! Astrologia, come la mettiamo?"

"Lo sai che la odio!" gemette Ginny.

"E Storia della Magia? Qual'è la tua media?"

"Nessuno ha voti alti in Storia della Magia!" protestò la ragazza.

"Io sì!"

"Ma tu sei tu.."

"E che mi vuoi dire di Divinazione?"

"Non parlare, tu neanche la fai!"

"E se non sbaglio, sei calata un po' anche in Trasfigurazione.."

"Ok, Hermione!" esclamò Ginny "Hai ragione, devo studiare di più! Solo che.." Ginny si morse il labbro. Hermione era tanto che non glielo vedeva fare.

"'solo che' cosa?" chiese Hermione.

Ginny sospirò "A volte mi sento come se io e Harry avessimo poco tempo a disposizione" mormorò. Hermione la guardò con uno sguardo un po' triste "Non è vero, Ginny, avete tutto il tempo del mondo.."

Ginny scosse la testa "Sai meglio di me che non è così" disse "arriverà qualcosa più grande di me a portarlo via. Lui non è come gli altri. È speciale. È destinato a grandi cose" la ragazza sospirò di nuovo "so che io non potrò impedirglielo. E non voglio. Voglio solo essergli vicina in tutto questo"

Hermione non parlava.

"Per ora, non voglio perdermi nessun momento con lui. Voglio viverli tutti. Intensamente" disse Ginny "ma tu mi devi promettere una cosa"

"Dimmi"

"Se lui.. se lui un giorno dovesse allontanarmi.. prometti che gli starai sempre vicina. Che lo aiuterai"

"E se allontanasse anche me?"

Ginny scosse la testa "non potrà mai allontanare te e Ron.. voi tre siete una cosa sola. Io lo accetto"

Hermione abbracciò l'amica.

"Te lo prometto. Non lo lasceremo mai solo"


*

Purtroppo, Ginny dovette ascoltare Hermione e dedicare più tempo allo studio, dimezzando così il suo tempo da dedicare ad Harry. Almeno, i suoi sforzi furono riconosciuti: la sua media a Trasfigurazione arrivò da Accettabile ad Oltre Ogni Previsione, mentre riuscì a portare sulla sufficienza Storia della Magia e Astrologia. Sapeva benissimo che non avrebbe mai preso un G.U.F.O in Divinazione, così evitò anche di perderci tempo, maledicendosi per aver scelto quella materia idiota. Harry ogni tanto veniva a distrarla dai libri, facendo ridacchiare le sue compagne di studi.

"Dai, ti posso aiutare a studiare!"

"Harry, vattene!" lo spingeva via lei, ridendo.

"Ehi, Capitano, vuoi affrontare tu i G.U.F.O al posto nostro?" gli chiese Demelza.

"No, io ho già dato l'anno scorso" rispose Harry "ma non vi dovete ammazzare sui libri.. fa male"

"Tutte scuse, Potter" replicò Ginny "fila via"

"Dai Ginny, sono le dieci e mezza! Puoi anche chiudere i libri e dedicare del tempo al tuo moroso" le suggerì Miriam, chiudendole il libro di Pozioni "vai, te li riporto su io i libri"

"Segui questi saggi consigli" disse Harry. Ginny non se lo fece ripetere due volte e scappò via con il suo ragazzo. Vide Hermione lanciargli occhiate torve, ma lei rispose con un occhiolino. Intrecciò le sue dita con quelle di Harry, lui rispose alla stretta. Corsero su, in cima alla Torre di Astronomia, nascosti sotto il Mantello dell'Invisibilità.

"Se vuoi, possiamo ripassare gli astri" disse lui, con un sorrisetto sarcastico.

"Ottimo! Era proprio quello che volevo fare" rispose Ginny, ridacchiando. Gli prese il viso tra le mani e premette le sue labbra contro le sue. Harry l'abbracciò, stretta al suo petto.

Non te ne andare, non te ne andare..

Segreto desiderio, che non poteva essere espresso.

Perchè aveva quel desiderio?

Sapeva che, non sarebbe riuscita neanche lei a tenerlo con sè, al sicuro.

Sapeva che, Harry se ne sarebbe andato.

L'avrebbe fatta soffrire.

Ma lei amava le sfide.

Non aveva paura.

Avrebbe combattuto, per lui.

Lui era speciale.

In men che non si dica erano sdraiati a terra, vicini, mano nella mano.

"è bellissimo qui" mormorò lui. La luce delle stelle illuminava la torre più alta del castello. Era una notte senza luna. Gli occhi di Ginny brillavano come gli astri sopra di loro.

"Non sono mai stata bene con qualcuno come con te" confessò all'improvviso.

"Neanche io" rispose Harry "sono stato uno stupido.. avrei dovuto accorgermene prima"

"No, Harry" rispose Ginny "doveva andare così. Ognuno ha i suoi tempi"

"Avremmo avuto più tempo.."

"Abbiamo tutto il tempo del mondo" sussurrò Ginny. Harry non rispose. Era bello credere a quella bugia. Ginny si accoccolò su di lui. Il silenzio era rotto solo dai loro respiri.



Angolo Autrice

Questa volta sono stata più veloce e il capitolo è un po' più lungo! Che ve ne sembra? Purtroppo Harry e Ginny hanno poco tempo per vivere la loro storia.. e lo sanno già entrambi!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Alla prossima

Marty


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Capitolo 58
*** Si Combatte ***


cap 58 nvu

Si Combatte



I pochi momenti liberi che ormai erano rimasti nella sua vita scolastica, Ginny avrebbe voluto semplicemente passarli in compagnia dei suoi amici e di Harry. Con i primi, ormai, condivideva ogni istante, impegnato o no: Hermione che l'assillava perchè non doveva distrarsi, Miriam che la interrompeva mentre erano sui libri, chiedendole pareri sul nuovo ragazzo carino che aveva conosciuto, Demelza che voleva mostrarle la nuova tecnica di Quidditch che aveva scoperto, Colin che la riempiva di domande su lei e Harry. L'unico con cui non riusciva a passare abbastanza tempo era il suo ragazzo. Ogni volta che lei aveva un momento libero, lui era in punizione con Piton. Sembrava quasi lo facesse a posta, come se godesse a tenerli separati.

"è perchè mi odia, da sempre. Cerca solo di rendermi la vita impossibile" diceva Harry.

"Ora odia anche me. Non che gli fossi mai stata particolarmente simpatica, ma ora mi guarda proprio con astio.."

"è colpa mia"

Ginny fece spallucce "non importa, Harry. Non mi interessa l'opinione che Piton ha di me. Solo non voglio che ti tiene tutto il tempo nel suo studio"

"Cercherò di finire tutti quegli scatoloni nel minor tempo possibile! Mi manchi!"

Ginny lo baciò.

"Abbiamo tutta l'estate per stare insieme"

Anche questa volta, Harry evitò il suo sguardo. Anche questa volta, Ginny fece finta di non vedere il turbamento del suo ragazzo, per l'ennesima volta.


*


Gli esami erano iniziati senza che Ginny se ne accorgesse. Aveva lavorato sodo tutto l'anno e sapeva che non sarebbero andati male, solo che mai aveva avuto meno voglia si studiare che in quei giorni! La colpa era di Harry, ovviamente, anche se Hermione faceva di tutto per allontanarlo da lei, per permetterle di studiare per bene.

Le prime prove che dovette affrontare furono lo scritto di Incantesimi e quello di Erbologia. Era per entrambe le materie molto preparata, soprattutto per Incantesimi, per la quale era particolarmente portata.

Il pomeriggio dovette affrontare il tema di Pozioni e il test di Trasfigurazione, che temeva un po' di più. Confrontandosi con i suoi compagni seppe di aver argomentato abbastanza bene il tema sulla preparazione del Distillato della Morte Vivente, sebbene si fosse sbagliata sull'esatta dose delle radici di valeriana.

"Stasera ci aspetta Astronomia" rammentò agli altri Miriam.

"Non me lo ricordare!" gemette Ginny.

"Dai, ti aiuto a ripassare"

Passarono tutti insieme le ultime ore sui libri, a recitare a memoria le orbite di Mercurio e Venere. Harry passò più volte vicino al loro tavolo, ma Ginny fu costretta, suo malgrado, ad ignorarlo.

Verso mezzanotte si avviarono verso la Torre di Astronomia, dove li attendeva la professoressa Sinistra insieme all'esaminatore esterno, un vecchietto dall'aspetto talmente gracile che non si capiva come si reggesse in piedi.

L'esame fu un disastro, almeno per Ginny. Compilò la sua mappa usando per la maggior parte del tempo la sua fantasia, e sapeva che non questo non l'avrebbe aiutata ad avere il suo G.U.F.O nella materia.

Beh, tanto l'anno prossimo la mollo questa schifosa materia! Pensò Ginny mentre consegnava il suo compito, che meritava solo una bella D, magari anche sottolineata. Se non addirittura una T..

Rientrò nella Sala Comune deserta, con tutti i suoi compagni, che discutevano ancora dell'esame appena fatto.

"beh, filate a letto, che tra poche ore ci aspetta l'esame di Cura delle Creature Magiche e la pratica di Pozioni!" ricordò Miriam a tutti.

"Perchè infilare il coltello nella piaga?" gemette Anthony, ma tutti seguirono il consiglio di Miriam e andarono a dormire.


*

Il giorno dopo Ginny vide Harry solo per una manciata scarsa di minuti, prima del suo ultimo esame della giornata.

"Sto andando da Silente. Sai, una di quelle specie di lezioni che facciamo.." le disse, evasivo come al solito. Le aveva spiegato qualcosa su quegli incontri ma Ginny sapeva che non le aveva detto tutta la verità. Ma era comprensibile: probabilmente Silente gli stava insegnando magie potentissime per sconfiggere Voldemort, e non era certo un argomento da divulgare ai quattro venti, quindi non lo forzava e accettava quelle deboli bugie che a volte era costretto a raccontarle. Ginny sperava che un giorno avrebbero potuto vivere la loro storia senza barriere e senza bugie. Ma doveva avere ancora un po' di pazienza. Era certa che quel giorno sarebbe arrivato.

"Farai tardi?" gli chiese la ragazza.

"Io.. non lo so. Forse" rispose lui. Sembrava un po' agitato "Se faccio tardi, non mi aspettare sveglia. È meglio che ti riposi, ci vedremo domani sicuramente"

"Va bene" rispose Ginny "ora è meglio che vado"

"In bocca al lupo Ginny" le disse Harry, sfiorandole le labbra.

"Crepi" rispose lei, con un occhiolino. Si incamminò verso la Sala Grande, pronta per affrontare l'esame che l'attendeva. Prima di entrare si voltò: Harry era ancora lì. La salutò e le fece l'occhiolino. Era pronto anche lui ad affrontare ciò che lo attendeva.

"Buona fortuna, Harry" sussurrò Ginny, ed entrò nell'aula, domandandosi cosa aspettava Harry.


*

L'esame finì poco dopo il tramonto. Era la pratica di Incantesimi e di Trasfigurazione, e Ginny seppe di avver fatto un ottimo esame, dati i commenti entusiasti del suo esaminatore.

"Signorina Weasley, lei ha un potenziale magico davvero sbalorditivo" le aveva detto "che energia! Che grinta! Sono due fattori importanti per lanciare dei sortilegi ben fatti! Mi dispiace per i suoi eventuali avversari!"

Ginny era molto soddisfatta e non vedeva l'ora di rilassarsi in Sala Comune. Sperava che Harry fosse tornato, per passare un po' di tempo insieme prima di andare a dormire. Quando entrò in Sala Comune, il sole era ormai sparito all'orizzonte e tenui sfumature rossastre ancora dipingevano il cielo, che diventava sempre più scuro. A ovest, Venere splendeva. Era una serata bellissima.

In Sala Comune trovò Ron e Hermione, che l'aspettavano. Avevano entrambi un'espressione molto tesa e preoccupata.

"Ginny" la chiamò subito Hermione.

"Tranquilli, l'esame è andato benissimo" disse Ginny.

"Siamo contenti" disse Hermione, ma la sua ansia non si attenuò.

"Ehi, si può sapere cosa succede?" chiese Ginny. La tensione era tangibile. All'improvviso capì.

"Harry.." mormorò. I loro sguardi valevano più di mille parole. Il cuore di Ginny perse un battito.

"Dov'è? Cosa gli è successo?" sussurrò, di colpo agitata anche lei.

"Non gli è successo niente" disse in fretta Ron "è con Silente"

"Lo so, me lo ha detto oggi pomeriggio.."

"Oggi non è una delle solite loro lezioni" disse Hermione "Harry e Silente sono usciti dal castello"

"E dove sono andati?"

"Non lo sappiamo" rispose Ron. Lui non sapeva dire le bugie.

"Ron, dimmi dov'è andato" esclamò Ginny, sentendo che la collera salire.

"Ginny, non possiamo" rispose Hermione risoluta, abbandonando le bugie "possiamo dirti solo che è un posto pericoloso, ma nulla più di questo"

Non le bastava, era ovvio, ma apprezzava la sincerità di Hermione.

"Ma c'è Silente con lui" disse Ron "con Silente al suo fianco non può accadergli nulla, no?"

Apprezzò anche il tentativo di Ron di tranquillizzarla.

"Harry creda che in questo momento che Silente abbandona il castello qualcuno potrebbe attaccarci. Sai della sua ossessione per Malfoy, no?" disse Hermione. Ginny annuì "beh, lui crede che stia archittettando qualcosa, vuole che lo controlliamo. Ci ha lasciato la Mappa del Malandrino e ci ha detto di radunare i membri dell'E.S.."

"Perfetto. Sono pronta" Disse Ginny, prendendo il galeone incantato che teneva sempre in tasca, ormai per abitudine.

"E in più ci ha dato questa" disse Ron, prendendo dalla tasca un paio di vecchi calzini appallottolati.

"Calzini?"

"No, la Felix Felicis" disse Ron, tirando fuori la piccola bottiglia contenente il liquido dorato "Vuole che ce la dividiamo noi tre"

"Allora è davvero così pericoloso quello che ci attende?" mormorò Ginny. Ron scrollò le spalle.

"Non lo sappiamo Ginny. Io ho sempre creduto che Harry si sbagliasse sul conto di Piton e Malfoy. Ma dobbiamo fare come dice lui"

"Chiamiamo subito gli altri" disse Ginny. Hermione prese il suo galeone dalla tasca e lo toccò con la bacchetta. Ginny sentì immediatamente il suo galeone riscaldarsi.

"Spero che gli altri li abbiano conservati" disse Hermione. Ginny prese di tasca il suo. La scritta sopra era cambiata.

Davanti alla Sala Grande, tra un quarto d'ora.

"Speriamo lo vedano tutti" Disse Ginny.

"Su, non abbiamo tempo da perdere! Scendiamo" Disse Ron "anzi, prima bevete questa" porse alle ragazze la pozione della fortuna e ne bevvero un po' ciascuna. L'ultimo sorso lo finì lui.

"Ginny! Hermione! Ron!"

Era Neville che correva verso di loro "Non vorrei essermi sbagliato, ma ho sentito il galeone dell'E.S scaldarsi.." disse mostrando loro la sua moneta.

"Non ti sbagli, Neville. L'E.S è di nuovo riunito" disse Ginny. A Neville gli si illuminarono gli occhi.

"Non arriva nessun altro" disse Hermione.

"Non tutti avranno ancora il Galeone in tasca" le ricordò Ron.

"Beh, scendiamo in Sala Grande e vediamo chi altro c'è" disse Ginny.

"Sicuramente Luna è già lì" disse Neville. I quattro ragazzi scesero e lì trovarono solamente Luna, con la sua solita aria stralunata.

"Si ricomincia a combattere?" chiese appena li vide.

"Non lo sappiamo" rispose Hermione.

"Mi piacciono le sorprese" rispose lei "Dov'è Harry?"

"Lui non c'è stasera. Siamo solo noi, ma ci ha affidato una missione" disse Ron.

"E cioè?" chiese Neville.

"Dobbiamo controllare Malfoy e Piton" spiegò Hermione.

"E perchè?"

"Harry è convinto che stiano combinando qualcosa" disse Ginny. Hermione tirò fuori da una tasca la Mappa del malandrino e l'aprì.

"Piton è nel suo studio" disse, dopo una rapida occhiata "e Malfoy.. non lo vedo"

"Allora è nella stanza delle Necessità" disse Ron "Ginny, Neville, noi tre andiamo a pattugliare lì davanti.. Hermione, te e Luna andate a controllare l'ufficio di Piton"

Le due ragazze annuirono e si diressero verso i sotterranei, dove era l'ufficio di Piton.

"Beh, allora andiamo" disse Ron e i tre salirono verso al Stanza delle Necessità. Il corridoio era deserto. Per un po' non avvenne niente.

"Ma siamo sicuri che è qui?" chiese Ginny.

"No" rispose Ron.

"Proviamo ad entrare nella stanza" propose Neville.

"No, è meglio di no" rispose Ginny "magari Malfoy è dentro, non possiamo farci scoprire"

Dopo un'ora videro che la porta della Stanza cominciò ad apparire.

"Fate come se passeggiaste qui per caso, ma non allontanate le mani dalle bacchette" sussurrò Ron e Ginny e Neville obbedirono. La porta si aprì all'improvviso e apparve Malfoy con in mano un orrendo braccio raggrinzito. Appena li vide, prese al volo qualcosa dalla tasca e la lanciò a terra e tutto divenne buio.

"Non si vede niente!" gridò Neville, da qualche parte alla destra di Ginny.

"Lumus!" gridò Ron.

"Non funziona" gemette Ginny "Incendio!" non funzionava neanche quello.

"St.." cominciò Ginny, ma Ron la bloccò con un grido "Non lanciate Maledizioni! Potremmo colpirci tra noi!"

Ginny abbassò la bacchetta. Si sentiva terribilmente impotente. Sentiva qualcuno che camminava, più di una persona, ma non capiva dove, e la cosa la faceva impazzire.

"Andiamo verso il corridoio! Magari riusciamo a prenderli" disse e si avviò verso il corridoio, o almeno verso dove credeva fosse il corridoio. Camminò a tentoni nel buio finchè non sentì la parete e vi si appoggiò, seguendola fino all'uscita. Fu la prima ad arrivare fuori, ma non trovò nessuno.

"Harry aveva ragione" disse Ron, quando fu uscito dall'oscurità, insieme a Neville "Malfoy sta nascondendo qualcosa."

"E deve essere qualcosa di grosso" disse Neville.

"Dove potranno essere?"

"Non lo so, intanto usciamo di qui"

Corsero fuori dal corridoio, diretti ai piani più alti. Sulle scale incontrarono delle persone che non pensavano si trovasse lì: Lupin, Tonks e Bill.

"Bill! Che ci fate qui?" esclamò Ginny, contenta di vedere il fratello.

"Cosa ci fate voi fuori dalle vostre Sale Comuni, piuttosto" disse il ragazzo.

"Dobbiamo dirvi una cosa! È urgente" intervenne subito Ron e raccontò ciò a cui avevano assistito.

"Quindi Malfoy sta nascondendo qualcosa?" chiese Lupin.

"Sì, ma non credo sia qualcosa di innocuo!"

"E non era da solo! C'erano altre persone, ho sentito dei passi" disse Ginny. I tre adulti si scambiarono uno sguardo preoccupato.

"andiamo" disse Tonks.

"Aspettate" disse Ron "dove andiamo?"

"Saliamo di qui, non ci sono molte altre strade da questa parte" disse Lupin. All'improvviso sentirono dei rumori al piano di sopra.

"Voi rimanete qui" disse Bill ai ragazzi.

"No! Siamo arrivati fino qui e verremo con voi" disse Ginny.

"Non c'è tempo per discutere! Andiamo tutti" disse Tonks e salirono, diretti verso la Torre di Astronomia, dove avevano sentito dei rumori. Nel corridoio successivo trovarono ciò che cercavano: c'era un gruppo di Mangiamorte, insieme a Malfoy, tra i quali Ginny riconobber Fenrir Greyback, del quale aveva visto una foto su La Gazzetta Del Profeta.

"Bene bene, vedo che Silly non è del tutto rimbambito come sembra" sogghignò un grosso Mangiamorte biondo "ha mandato le scorte"

"Anche se" disse una Mangiamorte donna, dall'aspetto orribile "voglio vedere cosa possono farci questi ragazzini"

Tonks lanciò subito un incantesimo Non verbale che mancò di poco la Mangiamorte e cominciò la battaglia. Loro erano in maggioranza numerica, fin da subito si vedeva chi aveva il vantaggio.

"Ci servono rinforzi!" gridò Lupin, mentre atterrava Gibbon.

"Dov'è Malfoy?!" urlò Ron "dov'è quel codardo.."

"è salito sulla Torre di Astronomia! Con altri Mangiamorte" esclamò Neville e si lanciò per le scale ma venne sbalzato via.

"Neville!" Gridò Ginny, vedendo l'amico a terra.

"Deve esserci una qualche barriera" urlò Bill, mentre combatteva con Greyback "Andate a cercare aiuto, non possiamo farcela"

"Noi non vi abbandoneremo!" gridò Ginny.

"Cosa sta succedendo qui?" era la professoressa McGranitt, che non perse tempo ed entrò subito in battaglia "Weasley! Paciock! Dovreste essere nella Torre di Grifondoro!"

"Non è il momento professoressa!" rispose Ron.

Il grosso Mangiamorte biondo scagliava Maledizioni in ogni direzione. Ginny non ci stava capendo nulla. Si abbassò per evitare gli incantesimi, ma si accorse che la maggior parte evitavano da soli. Era l'effetto della Felix Felicis di Harry!

Con la coda dell'occhio vide Bill a terra con Fenir Greyback addosso. Il cuore cominciò a batterle all'impazzata. "Bill!" gridò con quanto fiato aveva in gola, ma dovette tuffarsi in un angolo per evitare una fattura. "Bill!! Aiutatelo!"

Greyback lasciò il corpo di Bill in una pozza di sangue e salì sulla Torre di astronomia insieme ad altri due Mangiamorte. Bill non si muoveva.

Ti prego fa che sia vivo, ti prego, ti prego.. pregava Ginny con tutte le sue forze.

Nessuno riusciva a muoversi dalla propria posizione, per via delle Maledizioni lanciate a raffica, e Neville era ferito. Ginny cercò di correre verso il fratello ma una Maledizione Che Uccide la sfiorò e lei venne scaraventata a terra, dalla potenza del sortilegio che l'aveva mancata, e non ci capì più nulla.

All'improvviso comparve un'altra persona. Era Piton.

"Severus!" gridò la McGranitt, sollevata "Aiutaci!"

Piton la ignorò completamente e si diresse verso la barriera e l'attraversò senza difficoltà. Lupin lo inseguì ma venne scaraventato all'indietro, come Neville.

"Ma che cosa..?" esclamò, ma dovette lanciarsi a terra per colpa di un'altro Anatema che Uccide, passatogli troppo vicino. Ginny era riuscita a raggiungere Bill, coperta da un Sortilegio Scudo. Aveva il volto coperto di sangue, era irriconoscibile.

"Bill, non morire, non morire.." mormorò lei.

"ATTENZIONE!" urlò Tonks "GETTATEVI TUTTI IN AVANTI"

Ginny si lanciò a terra, vicino a Bill, e sentì un rombo assordante alle sue spalle. Una parte del soffitto era crollato.

"La barriera è infranta! Andiamo sù!" gridò Ron, ma proprio mentre tutti quelli rimasti in piedi si lanciavano davanti, Piton e Malfoy corsero giù. Lupin e Tonks li lasciarono passare e loro scapparono. Dopo poco ritornarono Greyback e gli altri e la battaglia ricominciò. Ginny voleva solo Greyback, vedeva solo lui davanti a sè.

Voleva ucciderlo, per quello che aveva fatto a suo fratello. Una rabbia mai sentita le invadeva tutto il corpo. Si diresse verso di lui ma fu bloccata da un goffo Mangiamorte, che le aveva lanciato una Maledizione Cruciatus, che l'aveva mancata per un soffio. Gliene lanciò altre, rapidissimo, e Ginny non aveva il tempo di lanciare un contrattacco, poteva solo spostarsi per evitarle..

"Crucio..Crucio..Crucio.. non puoi ballare per sempre, carina.."

"IMPEDIMENTA!" urlò qualcuno, da lontano. Era Harry, spuntato dal nulla, con i vestiti fradici.

"Harry, da dove sei spuntato?" gridò Ginny, ma Harry non ebbe il tempo per rispondere, perchè subito si dovette spostare per evitare un'esplosione. Ginny lo perse di vista, ma lo sentì atterrare la Mangiamorte.

"è FINITA!" sentì un urlo, da lontano. I pochi Mangiamorte rimasti in piedi abbassarono le bacchette e scapparono via. Ron fece per inseguirli, ma lo bloccò Lupin "Bill" mormorò.

Ginny si era già gettata al suo fianco e gli prese il polso tra le mani.

"Batte ancora" disse, con voce tremante.

"Portiamolo in Infermeria" disse Tonks. Lupin fece comparire una barella e lui e Ron vi misero Bill.

"Cosa succederà ora.. Greyback è un lupo mannaro.. quindi.." chiese Ron, con voce spezzata.

"Non era trasformato, Ron" disse Lupin "non era trasformato.."

"Portiamolo subito da Madama Chips! Ha perso troppo sangue" disse Ginny. Si diressero verso l'Infermeria.

"Signorina Weasley, vai a chiamare Potter" le disse la professoressa McGrannit, quando furono in Infermeria "ci penserò io a contattare i tuoi genitori"

"Ma.."

"Bill starà bene" la rassicurò l'insegnante "ora va. L'ho visto che correva verso il Parco"

Ginny uscì dall'infermeria e corse verso fuori. Vide un gran gruppo di studenti che fissavano un unico punto, illuminati dalla luce spettrale del Marchio Nero sopra di loro. Allora qualcuno era morto.. Vide in lontananza la casa di Hagrid, in fiamme, ma vide anche Hagrid, nel gruppo di studenti. Immaginava che Harry fosse li. Si fece spazio tra i ragazzi, che avevano tutti la stessa espressione sconvolta.

"Ginny.." era Grace Evans. Ma Ginny la ignorò e si fece avanti. Arrivò da Hagrid e Harry, che era accucciato a terra, vicino al punto che tutti osservavano.

Sdraiato in una strana angolatura, le braccia aperte, gli occhi chiusi, la veste bagnata, sporca e in disordine, un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca. Albus Silente era morto, e la vista di quella scena raggelò Ginny. Thor, a fianco di Hagrid, cominciò ad ululare.

"Vieni Harry" sentì dire da Hagrid, che singhiozzava "Non puoi restare qui.."

"No" rispose Harry. Ginny si avvicinò a lui e infilò una mano nella sua. Era fredda. Lui, senza opporre resistenza, si alzò. Con delicatezza lo guidò verso il castello. Lui era in una specie di trance. Tutti li guardavano. Come al solito Ginny li ignorò. Harry sembrava non vedesse nessuno.

"Andiamo in Infermeria"

"Non sono ferito"

"Lo ha detto la McGranitt. Sono tutti lì"

Harry sembrò risvegliarsi.

"Ginny.. chi.. chi altro è morto?"

"Nessuno dei nostri, tranquillo" disse lei, la voce rotta.

"Ginny.. ho visto il Marchio Nero, e Malfoy mi ha detto che ha scavalcato un corpo. E tu sei.. sei coperta di sangue.."

"Non è mio" disse Ginny "Malfoy ha scavalcato Bill. Ma lui non è morto, no.."

"Sei sicura?"

"Certo.. è... è.." Ginny non riusciva a parlare. Sentiva la gola secca "è.. è un po' rovinato, tutto qui. Greyback lo ha aggredito. Non avrà più lo stesso aspetto.. quelle.. quelle ferite.. sul volto.. ma lui non era trasformato.. non era trasformato, no, ma è un lupo mannaro.. ci.. ci saranno delle conseguenze"

Si accorse di tremare leggermente. Ma doveva essere forte. Bill era vivo, era vivo, era vivo, doveva pensare solo a quello. Harry le strinse la mano.

"C'erano altri corpi.."

"Neville è in Infermeria, ma si riprenderà completamente, Vitous è stato steso, ma sta bene. È morto un Mangiamorte, ma non è stato ucciso dai nostri.. Harry, se non avessimo avuto la Felix, saremmo morti tutti! Le maledizioni ci mancavano.."

Arrivarono in Infermeria. Neville era disteso su un letto, addormentato. Ron, Hermione, Luna, Tonks e Lupin erano attorno ad un altro letto, dove c'era Bill. Tutti guardarono Harry, con espressione preoccupata.

"Stai bene, Harry?" chiese Lupin, avvicinandosi.

"Io..sì, sto bene. Bill?"

Ginny si avvicinò al fratello. Gli avevano lavato via il sangue dal viso ma era comunque irriconoscibile. Grosse ferite gli squarciavano il volto. Madama Chips gli stava applicando una crema sulle ferite. Ginny accarezzò la mano del fratello con dolcezza.

"Non può curarlo con un incantesimo?" chiese Harry all'infermiera.

"No, nessun incantesimo può curarle" rispose Madama Chips "ho tentato di tutto, non esiste cura per i morsi dei lupi mannari"

"Ma non c'era la luna piena" obiettò Ron "Non era trasformato.. Bill non diventerà un.. lupo mannaro, vero?"

Tutti guardarono Lupin.

"Non credo che diventerà un lupo mannaro" rispose Lupin "Ma quelle sono ferite maledette, ci sarà qualche forma di contagio. È improbabile che guariscano del tutto e Bill, ora potrebbe avere delle caratteristiche da lupo"

"Ma Silente dovrebbe conoscere qualcosa, no?" esclamò Ron "dov'è ora? Bill ha lottato per suo ordine! Dovrebbe essere qui.."

Loro ancora non lo sapevano.

"Ron.. Silente è morto" annunciò Ginny.

"No!" esclamò Lupin, sconvolto. Tonks ed Hermione si misero le mani sulla bocca, in un identico gesto disperato e incredulo.

"Come? Cosa, come.. che è successo?" balbettò Tonks.

"è stato ucciso da Piton" disse Harry "io c'ero, eravamo sulla Torre di Astronomia, eravamo appena tornati. Siamo atterrati lì perchè avevamo visto il Marchio.. Silente era debole, molto debole, ma deve aver capito che era una trappola perchè mi ha immobilizzato sotto il Mantello dell'Invisibilità. Poi è arrivato Malfoy e lo ha Disarmato.."

Hermione gemette.

"Sono arrivati altri Mangiamorte, poi anche Piton. È stato lui. Con l'Avada Kedavra"

Madama Chips scoppiò in singhiozzi. Ginny le fece cenno di fare silenzio: fuori dalla finestra, nel parco, si sentiva una melodia bellissima, quasi ultraterrena, ma allo stesso tempo dolorosa e straziante, che riempiva la notte buia attorno al castello. Era il canto di una fenice. Della fenice. Fanny.

La professoressa McGrannit entrò in Infermeria, interrompendo quel momento di silenzio, il volto graffiato e la veste rovinata.

"Ho avvertito Arthur e Molly. Arriveranno a momenti" disse. Poi si rivolse ad Harry "Harry, cosa è successo? Hagrid mi ha detto che.. che eri con..con lui, quando è successo. Dice che il professor Piton è coinvolto.."

"è stato lui. Piton ha ucciso Silente" disse Harry, brusco. Alla McGranitt si offuscarono per un momento gli occhi. Poi, con un gemito, ondeggiò e Ginny si premurò di spingere una sedia dietro la professoressa, in evidente stato di shock. Madama Chips l'aiutò a sedersi.

"Lui si fidava.. tutti ce lo chiedavamo" mormorò "lui si fidava, non voleva sentire nulla contro di lui.. Piton.. non.. non posso crederci"

"Era un Occlumante molto abile" disse Lupin.

"credevo che Silente sapesse qualcosa di Piton che noi ignoravamo per fidarsi in quel modo"

"Qualcosa gli avrà detto, per convincerlo" disse Tonks.

"Io lo so" intervenne Harry "Piton ha passato a Voldemort l'informazione che lo ha indotto a dare la caccia a me e ai miei genitori. Quando sono morti, Piton ha dichiarato di essere pentito e dispiaciuto per la loro morte, dicendo che non aveva capito cosa stava facendo.."

"Ma come ha potuto fidarsi, Silente? Piton ha sempre odiato James!" esclamò Lupin.

La McGranitt e Lupin spiegarono ad Harry come erano andate le cose in sua assenza. Ginny non ascoltava. Aveva occhi solo per Bill.

"Andrà tutto bene Ginny" le sussurrò Ron "Bill guarirà, è forte, lo è sempre stato. Ti ricordi quando mamma lo ha beccato che giocava a Quidditch nonostante la varicella?"

Ginny si appoggiò al fratello, con un sorriso. Ron l'avvolse in un abbraccio. Quando ebbero finito Lupin e la McGranitt anche Ginny, Ron, Luna ed Hermione raccontarono la loro versione dei fatti ad Harry. Alla fine del loro racconto entrarono altre persone nell'Infermeria: Arthur, Molly e Fleur. Fleur aveva il viso sconvolto dal terrore. Ginny la fissò con astio. Quell'espressione non le piaceva. Voleva lasciare Bill perchè non era più bello come una volta? Non lo avrebbe fatto soffrire, questo no: Ginny era pronta a distruggerla.

"Arthur.. Molly.."

"Bill!" sussurrò la signora Weasley, oltrepassando gli altri per avvicinarsi al figlio. Lo baciò sulla fronte, dove vi era ancora del sangue, e lo accarezzò con dolcezza materna "Oh Bill"

"è stato Greyback?" chiese Arthur "Ma non era trasformato, vero? Cosa succederà a Bill?"

"è un caso strano, forse unico" disse Lupin "è probabile che ci sia qualche forma di contagio. Non sappiamo come sarà il suo comportamento al suo risveglio"

La signora Weasley cominciò a spalmare l'unguento sulle ferite del figlio. Ma Ginny continuava a fissare Fleur, che fissava Bill agghiacciato. Per quanto non la voleva in famiglia, non voleva che Bill soffrisse a causa di quella vacca.

"Non mi importa del suo aspetto" disse Molly, che non aveva occhi che per Bill, tra i singhiozzi "ma era un b-bambino così bello.. sempre stato.. c-così carino. E stava p-per sposarsi.."

Ginny lanciò uno sguardo di puro odio a Fleur. Perchè non se ne andava? Non c'entrava più nulla con loro.

"Stava? Come sarebbe stava per sposarsi?" esclamò Fleur. Molly alzò per la prima volta lo sguardo da Bill per guardare la ragazza.

"Beh..penso.."

"Ponsa che Bill non mi amerà più?" continuò Fleur "solo per quei morsi?"

"No, non volevo dire che.."

"Mi amerà, invesce! Ci vuole altro per impedire a Bill di amarmi!"

"Sì, ne sono certa" balbettò Molly "pensavo che.. visto come lui.. come.."

"Ponsa che io non lo amerò più? O magari lo spera?" esclamò, in collera "Non importa il suo aspetto! Io e Bill ci amiamo! Io sono abbastonsa bella per entrambi! Quelle scicatrici saranno solo il segno del courage di mio marito! Dia qui! Fascio io!" strappò dalle mani della signora Wesley l'unguento e lo cominciò a spargere sulle ferite del fidanzato. Ginny era esterrefatta quanto la madre. Allora Fleur lo amava davvero..

"La nostra prozia Muriel ha una bellissima tiara, fatta dai folletti" disse la signora Weasley, guardando Fleur con uno sguardo nuovo "è molto preziosa e Muriel ci tiene moltissimo. Ma lei è molto affezionata a Bill quindi penso che te la presterà, per il matrimonio. Starà molto bene con i tuoi capelli"

"Grazie" rispose Fleur, rigida "sono scerta che sarà deliziosa"

E poi le due donne scoppiarono in pianto e si abbracciarono. Ginny guardò la scena sconvolta. Si scambiò uno sguardo perplesso con Hermione. Poi sentì un'altra cosa che la lasciò sorpresa.

"visto? A lei non importa.. possiamo farlo anche noi"

"è una cosa diversa.. Bill non sarà mai come me.. io sono troppo pericoloso, troppo vecchio, troppo povero per te. Ti meriti di meglio"

Erano Tonks e Lupin.

"A me non importa!" replicò Tonks "io voglio te" prese Lupin per la veste.

"Ho sempre pensato che la tua posizione sia ridicola, Remus" disse Molly, sorridendo con dolcezza "lei vuole te"

"Ma non è questo il momento per parlarne. Silente è appena morto.." disse Lupin.

"Nessuno sarebbe più felice di Silente a sapere che c'è un po' più d'amore nel mondo" disse la McGranitt. Chiamò Harry e lo portò nell'ufficio di Silente. Poi uscirono tutti dall'Infermeria, lasciando la famiglia Weasley e Fleur da soli. Luna ed Hermione si erano avvicinate al letto di Neville.

"Dobbiamo avvertire anche gli altri di quanto è successo" disse Molly.

"Tanto dovranno venire comunque. Per il funerale di Silente" disse Arthur. Poi si rivolse agli altri due figli "voi due come state? Ho saputo che avete combattuto bene"

"Stiamo bene. Niente di rotto" rispose Ron. Arthur li abbracciò entrambi.

"Senza Silente.. cosa ne sarà di questa scuola?" chiese Molly.

""Penso che la McGranitt e gli altri professori stiano discutendo proprio di questo" disse Arthur. Ginny si avvicinò alla finestra. Il Parco era deserto. Sapeva che sarebbe cambiato tutto. Davvero, questa volta. Doveva avere solo la forza di affrontarlo.



Angolo Autrice

Eh sì, aspetta un anno del tutto diverso a Ginny e gli altri. Ora ci aspetta solo un ultimo capitolo del Principe Mezzosangue, poi passerò finalmente ai Doni della Morte. Purtroppo, come sapete tutti, la prima prova che dovrà affrontare la nostra Ginny sarà proprio la rottura con Harry. Ma avrà la forza di reagire.. come sempre, dopotutto!

Spero che questo capitolo vi piaccia e che mi lasciate un sacco di recensioni!

Bacioni a tutti

Marty

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Capitolo 59
*** Ti Amo. Basta Questo, No? ***


cap 59 nv

Ti amo. Basta questo, no?



Gli ultimi giorni ad Hogwarts Ginny li passò sempre con Harry, Ron ed Hermione. Le giornate erano bellissime, il sole illuminava costantemente il cielo sempre azzurro, faceva caldo e l'aria aveva il sapore frizzante dell'estate. Gli esami erano finiti, ed erano tutti senza compiti. Ma mai aveva avuto così freddo come in quel caldo Giugno. La morte di Silente, la battaglia, le ferite di Bill avevano scosse lei e gli altri nel profondo. Anche se non erano accadute solo cose brutte: Tonks e Lupin si erano fidanzati ufficialmente, e avevano annunciato che presto avevano intenzione di sposarsi.

"Tonks, come hai potuto nascondermi una cosa del genere?" le chiese Ginny. Tonks le fece un occhiolino, come risposta "Cosa dovevo dirti? Solo ora la cosa è ufficiale"

Ginny l'abbracciò "Sono contenta per voi! Hai già scelto il vestito?"

"Una cosa alla volta!" disse Tonks, ridendo "una cosa è certa: sarà totalmente anticonvenzionale. Ho escluso il bianco, l'avorio e tutta quella roba lì. Pensavo ad un bel verde o rosso acceso. A mia madre prenderà un colpo!"

"Io la trovo una splendida idea!" esclamò Ginny.

"Trovo però, un po' irrispettoso parlare in questi toni qualche giorno prima del funerale di Silente" mormorò Tonks, il volto offuscato da un velo di tristezza.

"Tonks, non ti ricordi cosa ci ha detto la McGranitt?" le disse Ginny "nessuno sarebbe stato più felice di Silente a sapere che c'è un po' più d'amore in questo mondo"

Tonks sorrise, i suoi capelli diventarono di un bellissimo rosso acceso.

"Hai proprio ragione" rispose, con un sorriso "allora, ti piacerebbe essere la damigella?"

"Non mi dire che farai anche tu un mega matrimonio con damigelle e tutte quelle robe?" esclamò Ginny, sgranando gli occhi "già Bill mi ha messo in trappola con questa storia.."

"Ovvio, farò un super matrimonio, pieno di fiori, petali di rosa e damigelle con pomposi vestiti rosa" esclamò Tonks, ridendo.

"Il rosa no, Tonks, starebbe malissimo con i miei capelli, come ha sottolineato mademoiselle Delacour"

Le due scoppiarono a ridere di gusto.

"No, il nostro matrimonio sarà piccolo e semplice, con una manciata di invitati" fece Tonks "spero solo di non inciampare nel vestito, anche se è molto probabile che accadrà. Povero Remus, come farà con una moglie sbadata come me!"

"Sarai la moglie migliore per Remus" le disse Ginny "lui ti ama, no? Basta questo"

"Già. Basta questo" mormorò Tonks.


*

Il risveglio di Bill era atteso da tutti con una certa ansia: sarebbe stato quello il momento in cui avrebbero saputo se poteva continuare a condurre una vita normale oppure se aveva preso le caratteristiche da lupo che tutti temevano. Come aveva detto Lupin, il suo caso era raro, forse unico, quindi nessuno poteva prevedere come si sarebbe comportato. Per fortuna al suo risveglio sembrava il solito vecchio Bill, divertente come al solito.Ginny, Harry, Ron ed Hermione andavano in Infermeria almeno due volte al giorno.

"Bill, sicuro che non vuoi mangiarmi?" gli aveva detto Fred, quando lo aveva visto. Lui e George erano accorsi subito appena avevano saputo delle ferite del fratello e della morte di Silente. Avrebbero alloggiato ad Hogsmeade, alla Testa di Porco, fino al giorno del funerale.

"Sai che saporaccio?" aveva risposto Bill "anche se, adesso che mi ci fai pensare ho veramente una fame... da lupo"

"Cosa vuoi mongiare, tesoro mio?" gli chiese Fleur, premurosa.

"Le tue braccia candide, sarebbero l'ideale" rispose Bill, con voce tenebrosa. Prese il braccio di Fleur e lo riempì di baci, facendo ridere la ragazza.

"Basta, vi prego! Non in pubblico!" commentò Ginny, un po' seccata.

"Ho fame sul serio, però. Vorrei una bella bistecca"disse Bill, lasciando Fleur.

"Dirò all'infermiera di fartene portare una" disse Fleur, servizievole, e andò all'ufficio di Madama Chips.

"Poco cotta, tesoro. Come le fai tu!" le disse Bill.

"è fantastica" fece Bill, rivolto soprattutto a Ginny "è una ragazza eccezionale. Non molte mi avrebbero accettato.. in queste condizioni"

"tu non hai niente di diverso!" esclamò Ginny, contrariata.

"potrei essere pericoloso. Nessuno sa quello che potrà succedere, alla prima luna piena"

"Non era trasformato, Bill, tu non sei un vero lupo" gli ricordò Ron.

"Ma cosa sono?" mormorò il ragazzo "non sono un vero lupo, ma qualche caratteristica l'avrò ereditata, no? È una prova di grande coraggio, accettarmi"

"Non è courage è l'amour" era Fleur, appena ritornata dallo studio di Madama Chips "io non ti lascerò mai, Bill, mon amour. Noi due ci amiamo, no? È tutto quello che conta. Non mi importa dei pericoli.. ti sarò sempre viscino."

Detto questo si chinò sul volto del fidanzato e lo baciò sulle labbra rovinate.

"è meglio che usciamo" sussurrò George rivolto agli altri. I ragazzi uscirono dall'infermeria, chiudendo piano la porta.

"dovrò abituarmi all'idea che la sposerà sul serio" sospirò Ginny.

"dai non è così male" disse Harry. Ginny gli lanciò un'occhiataccia "bruttissima, però" aggiunse. Ginny scoppiò a ridere. Infilò la sua mano in quella di Harry. Lo vedeva sempre più distante, da quando era successo. Ma lei lo sapeva. Lo sapeva da sempre.


*

Ginny ed Harry passarono pochi momenti completamente soli. Di solito con loro c'erano sempre Ron ed Hermione. Ormai erano in quattro, non più solo il trio. Questa sarebbe stata una cosa che, una volta, avrebbe fatto enormemente piacere a Ginny. Ma sapeva che sarebbe durata ancora per poco. La sera prima del funerale, stettero un po' da soli, seduti sulle scale, fuori dalla torre di Grifondoro. Nessuno dei due diceva una parola.

"La scuola è già finita. Non mi sembra vero" mormorò Ginny. L'Espresso di Hogwarts sarebbe partito l'indomani, un'ora dopo la fine del funerale.

"Mi mancherà, questo castello" disse Harry, lo sguardo perso nel vuoto.

"Beh, a Settembre saremo di nuovo qui, no?" disse Ginny, debolmente. Harry non rispose.

"Non chiuderanno la scuola. Silente non avrebbe voluto" disse Ginny.

"Lo so" rispose Harry "Hogwarts non sarà più la stessa, senza di lui"

Ginny non rispose, ma appoggiò la testa sulla spalla di Harry.

"Non sei solo, Harry. Non lo sarai mai"

Gli diede un bacio sulla guancia e si alzò in piedi.

"Andiamo a dormire?" gli chiese.

"Io rimango giù ancora per un po', in Sala Comune con Ron ed Hermione"

"Allora ti auguro già la buonanotte. Sono stanchissima, è un po' che non dormo bene" disse la ragazza. Harry la baciò sulle labbra.

"Buonanotte Ginny"

"Buonanotte.."

Nel dormitorio neanche le altre ragazze aveva tanta voglia di parlare. La morte del preside aveva colpito tutti gli studenti. Non solo per il fatto che Silente era un personaggio molto amato e apprezzato da tutti, ma perchè il fatto che nella scuola, un posto sempre considerato sicuro, ci fosse stato un omicidio di quel calibro. È vero, era già successo che qualcuno morisse tra quelle mura, Mirtilla Malcontenta: ma era successo tanti anni prima, ed era stata uccisa da un mostro, non da un Mangiamorte. Per di più, da un traditore, da un professore della scuola.

"Chiuderanno Hogwarts?" chiese Demelza, più al buio che alle compagne.

"Non possono farlo" mormorò Miriam "Non c'è luogo più sicuro di Hogwarts"

"Tu dici?" ribattè Aisleen alquanto scettica "non so se hai notato cosa è appena successo?"

"Tuo fratello come sta, Ginny?" chiese Miriam.

"Sta meglio, grazie" rispose Ginny "ma è ancora in Infermeria"

Era stata proprio Miriam a trovarla quella notta, distrutta, sporca, stanca, fuori dall'Infermeria, quando era ormai quasi mattina. L'aveva portata nella torre di Grifondoro senza farle domande, l'aveva aiutata a lavarsi e a mettersi a letto. Ginny era grata all'amica, soprattutto per non averle chiesto nulla come avrebbe fatto di solito. Il giorno dopo le aveva raccontato tutto di sua spontanea volontà.

"Mia mamma non vorrà mai che torni qui" disse Aisleen.

"é pazza. Sarai più sicura qui che a casa" rispose Demelza.

"Io sono tutto quello che le rimane. Papà è morto tanti anni fa. È logico che vuole mantenere unita ciò che le resta della nostra famiglia" esclamò Aisleen.

"è inutile fare questi discorsi. Non sappiamo nemmeno se la scuola sarà aperta l'anno prossimo" disse Miriam "per ora so solo che voglio dormire. Sono stanca morta"

"Anche io" aggiunse Ginny, che non vedeva l'ora di raggomitolarsi tra le coperte, con Arnold, la sua Puffola Pigmea, vicino "Buonanotte a tutte!"

Si girò per trovare una posizione comoda e trovò il piccolo Arnold che già ronfava. Il sonno arrivò da lei in pochissimo tempo, senza che neanche se ne accorgesse.


*


La mattina dopo, Ginny si alzò di buon'ora per fare i bagagli, che non aveva nemmeno iniziato.

"Cosa si mette ad un funerale magico?" chiese all'improvviso Demelza "mi è capitato di andare ad un funerale babbano, ma non credo sia la stessa cosa. Da noi, di solito, si usa vestirsi di scuro"

"Io non ho mai partecipato ad un funerale magico" disse Miriam "mio padre è Babbano e anche io ho solo esperienze di funerali babbani"

"Io, purtroppo, esperienza ne ho" disse Aisleen "di solito ci si veste di scuro anche da noi, magari con abiti eleganti. Mia madre non la pensa così, però. Lei si è vestita di bianco al funerale di mio padre e ha vestito così anche me. Dice che il nero non è un colore adatto ad un funerale, è abbastanza triste così"

"Forse, però, quando si tratta di un funerale di questa portata è meglio mettere semplicemente un colore scuro. Non necessariamente nera" aggiunse poi, tirando fuori dal suo baule ordinatissimo un abito molto semplice, blu. Tutte le ragazze seguirono il suo consiglio e misero un abito da cerimonia, di colore scuro.

La Sala Grande non appariva tanto diversa dal solito, nonostante l'assenza delle solite divise. Gli studenti indossavano comunque un abito scuro. Alcune professoresse, o donne più anziane provenienti dal Ministero o da altre scuole come Madame Maxime, avevano anche un velo scuro sul volto, o un cappello discreto. La grande sedia del Preside era vuota, così come quella di Hagrid.

"Ragazze, ci vediamo dopo" disse Ginny, e si andò a sedere vicino ad Harry, Ron ed Hermione. Il tavolo era, come sempre, pieno delle più squisite prelibatezze. Ma nessuno aveva molta voglia di mangiare. Nemmeno Ron, che aveva il piatto pieno di pietanze ma erano tutte intatte. Ginny guardò Harry, alla sua sinistra: il piatto era lucido, vuoto e il suo sguardo era perso, altrove. Ma tutti avevano qualcosa di strano nel volto. Hermione aveva gli occhi lucidi e non parlava: giocava con la forchetta nel piatto, rimsecolando delle briciole di una fetta di pane che aveva fatto a pezzi con aria smarrita.

Il funerale incombente di Silente rendeva la sua morte più reale. Ginny aveva quasi paura di trovarsi davanti alla bara. Sapeva che in quel momento avrebbe realizzato tutto: che uno dei maghi più grandi mai esistiti non c'era più. Che una grande persona era stata uccisa da un mero traditore. Che uno dei più grandi difensori della pace e della serenità se n'era andato. Che tempi oscuri erano lì, al di fuori da quelle mura, ad apettarli.

La professoressa McGranitt si era alzata in piedi dal suo posto al tavolo dei professori. Ginny diede una gomitata ad Harry che pareva non essersene accorto. Anche lui si voltò verso l'insegnante, come tutti i presenti nella Sala. La professoressa trasse un lungo respiro.

"è quasi ora" disse, con voce atona "Seguite i Direttori delle vostre Case. Grifondoro, dietro di me"

Tutti si alzarono dalle panche e si misero in fila, quasi senza parlare. Ginny era vicino ad Harry, Ron ed Hermione dietro di loro. I professori li condussero all'aperto, verso il lago. Era una bella giornata, il sole caldo le illuminava i capelli di riflessi ramati. Il silenzio era rotto soltanto dai loro passi sull'erba e il canto degli uccellini, ignari del fatto che il loro allegro cinguettio stonava con l'atmosfera grigia che pervadeva l'aria, che quasi rendeva più triste quel momento. La professoressa McGranitt e gli altri direttori delle Case (Lumacorno in vece del vero direttore della Casa di Serpeverde, Piton) li portarono davanti al lago, dove erano state sistemate centinaia di sedie, tutte rivolte verso una tavola di marmo, talmente bianca da risultare splendente ai raggi del sole estivo. Harry, Ginny, Ron ed Hermione si sistemarono su una fila accanto al lago, all'estremità. Molte delle sedie erano già state occupate, dalle moltissime persone che sarebbero state presenti alla cerimonia. Ginny ne riconobbe una buona parte: c'era Kingley, vestito di viola scuro, il Ministro della Magia Scrimgeour insieme a Cornelius Caramell e Dolores Umbridge, alla fila riservata per quelle che in genere sarebbero state considerate le persone importanti, mentre per Albus Silente le persone più importanti tra i presenti sarebbero stati sicuramente i suoi studenti e i docenti, amici e colleghi da una vita. Ginny riconobbe, tra i politici, anche suo fratello Percy, che non vedeva da quella penosa visita a Natale. Lo guardò con astio: sapeva che non avrebbe salutato nessuno di loro, nemmeno i loro genitori che era lì, tra i componenti dell'Ordine, nemmeno Bill, che era arrivato nel parco sorretto da Fleur. Qualche posto dietro di loro c'erano Tonks e Remus Lupin, vicini, mano nella mano. I capelli di Tonks erano di nuovo fucsia. Ginny vide una vecchia signora che guardava la chioma della ragazza con evidente disapprovazione. Tonks era di nuovo felice, nonostante il lutto che investiva tutti loro.

Le sedie venivano occupate rapidamente: c'era Tom, il padrone del Paiolo Magico, Gazza insieme a Madama Pince, il barista della Testa di Porco, Malocchio Moody e persone che Ginny non aveva mai visto. Addirittura Ginny intravide il luccichio perlaceo dei fantasmi, che erano usciti dal castello a dare l'estremo saluto al più grande preside che Hogwarts avesse mai avuto. Quando tutti ebbero trovato il loro posto cominciò una musica, bellissima e tristissima, la più strana che Ginny avesse mai udito. Si girò per cercare la fonte di quella melodia ultraterrena e capì che veniva dall'acqua del lago: erano il popolo acquatico, le sirene e i tritoni che abitavano quegli abissi.

"Là dentro" sussurrò la ragazza all'orecchio di Harry, che cercava anche lui la fonte di quella musica. Gli occhi di Harry si persero tra le acque. Ginny gli dovette dare un colpetto per farlo tornare alla realtà, dove Hagrid stava lentamente risalendo tra le sedie, il volto coperto di lacrime e tra le braccia, avvolto in un velluto viola coperto di un cielo di stelle dorate, il corpo di Albus Silente. L'enorme stazza di Hagrid non lasciava immaginare quanta delicatezza e dolcezza ci fosse nel suo corpo. Portava il preside con la stessa amorevole attenzione e tenerezza che avrebbe usato una madre per prendere in braccio il proprio bambino appena venuto alla luce.

Ginny sentì Hermione trattenere un gemito al suo fianco, le guance rigate di lacrime, e anche lei si ritrovò a piangere silenziosamente, senza nè la forza, nè la voglia di trattenersi.

Hagrid posò Silente sulla lunga lastra di marmo. Il preside sembrava più piccolo di quanto le era mai parso da vivo, forse per la differenza tra lui e Hagrid, che lo aveva tenuto tra le braccia. Soffiandosi il naso, Hagrid tornò al suo posto, in ultima fila, dove lo aspettava il suo gigantesco fratellastro, Grop.

Un ometto dalla semplice veste nera si era avvicinato alla tavola dove vi era adagiato Silente. Era il cerimoniere, che cominciò il suo discorso, un elenco di tutte le qualità del professore, l'Ordine di Merlino, Prima Classe, membro onorario del Winzegamot.. grande contributo intellettuale, grandezza di cuore, nobiltà di spirito..

Anche le sirene ed i tritoni erano affiorati dall'acqua per ascoltare l'estremo saluto. Con la coda dell'occhio, Ginny osservava Harry e lo vide voltarsi di scatto, quando le lacrime erano cominciate a formarsi negli occhi, ricacciate indietro con eroico coraggio. Guardava verso la Foresta. Ginny gli accarezzò lievemente la mano, ma lui non parve essersene accorto. Sapeva a cosa pensava. Pensava a quanti erano morti per lui, a come tutte le persone che gli volevano bene finivano sempre male, a quanto fosse ingiusto che la gente perdesse la propria vita per salvare la sua. A come doveva allontanarsi da tutti, per evitare che ancora altri si facessero del male. Ginny lo sapeva. Lo sapeva da sempre. Il momento stava giungendo.

Il cerimoniera aveva finito il suo discorso. Si scostò dalla grande tavola bianca, e si sedette al suo posto. Nessun altro si alzò per parlare.

Poi, in molti urlarono. La lastra di marmo sulla quale Silente giaceva era ricoperta di grandi fiamme candide, splendenti. Divennero sempre più alte, il loro fumo diretto nel cielo azzurro. Quando scomparvero, il corpo non c'era più: una tomba bianca era apparsa, e Silente, finalmente, riposava.

Altre grida si levarono quando anche i centauri, nascosti nella Foresta, diedero il loro omaggio, lanciando frecce, lontano dalla folla. Ginny si voltò verso gli alberi, ma erano già scomparsi, così come il popolo acquatico, che era già tornato negli abissi.

Ginny non piangeva più. Il tempo era scaduto.

Harry si rivolse a lei. Lei lo guardò, senza lacrime, senza sorrisi.

Lo sapeva.

"Ginny" cominciò lui "ascolta" mormorò, a voce bassissima. La gente cominciava ad andarsene, il funerale era finito. Loro erano fermi nella folla in movimento.

"Non possiamo più stare insieme. Dobbiamo smettere di vederci"

Quanto era prevedibile. Perchè sapeva sempre prima di lui ciò che avrebbe detto?

"è per qualche stupida, nobile ragione, vero?"


Lo so cosa mi dirai. L'ho sempre saputo

Sei sempre il solito, Harry Potter.


"Queste ultime settimane con te.. sono state.. come vivere la vita di un'altra persona" disse "Ma io.. non posso. Noi non possiamo. Devo fare delle cose.. da solo"


Il tuo destino ti attende. Io lo so. Non ti tratterrò

qui, anche se vorrei..


"Voldemort usa le persone a cui i suoi nemici tengono. Ti ha già usata una volta, perchè sei la sorella di Ron. Pensa a quanto è più grande ora, il pericolo.. lo scoprirà, tenterà di arrivare a me, attraverso te"


Sono pronta a correre il rischio. Sapevo

che stare con te era una sfida. Non ho paura.


"E se a me non importasse?" chiese Ginny, con forza


Non ho paura, Harry. Combatterei per te.

Darei la mia vita mille

volte per te.


"Importa a me" rispose Harry "Come mi sentirei se questo fosse il tuo funerale.. e fosse colpa mia?"


Lo so che devo lasciarti andare. E lo farò,

anche se affronteri Voldemort in persona pur di

starti accanto.


Me ne sono resa conto solo ora che te ne stai andando.

Ti amo. Basta questo, no?


Ginny distolse lo sguardo dai suoi occhi. Il lago era così bello.

"Non ho mai rinunciato veramente a te" disse "Mai. Hermione mi aveva consigliato di vivere la mia vita, frequentare altri ragazzi, di lasciarti perdere per un po'. Non riuscivo a dire una parola quando c'eri tu, ricordi? Lei pensava che mi avresti notata se fossi stata un po' più.. me stessa"


Sei qui con me. E anche se sarai lontano,

non rinuncerò mai a te. Mai.


"Astuta quell'Hermione" commentò Harry "Vorrei essermi svegliato prima.. avremmo avuto più tempo.. forse anni.."

"Ma tu eri troppo occupato a salvare il mondo magico" disse lei, con una mezza risata "Beh.. non sono sorpresa. Sapevo che non saresti stato contento se non fossi andato a caccia di Voldemort. Forse è per questo che mi piaci tanto"

Harry non ebbe la forza di sostenere il suo sguardo. Si voltò e si allontanò da lei. Ginny non pianse. Sapeva di fare la cosa giusta. Doveva lasciarlo andare. Sapeva che per lui sarebbe stata ancora più difficile se lei si fosse messa in mezzo. Harry doveva andare in contro a quel destino che era stato disegnato per lui quando aveva un anno: doveva sconfiggere Voldemort, annientarlo. E Ginny doveva farsi da parte: solo in quel modo l'avrebbe aiutato nella sua battaglia, per quanto lei avrebbe voluto combattere al suo fianco.

In fondo, era fiera di lui. Era questo il ragazzo di cui , se ne rendeva conto solo in quel momento, si era innamorata. Combattivo, coraggioso. E lei non l'avrebbe cambiato con nessuno, per quanto la facesse soffrire.


Vai. Non ti costringo a restare qui, al sicuro.

Fai quello che devi fare.

Mi fido di te.

Devi fare ciò che è giusto.

Ciò che è nella tua natura.


Il parco ormai era completamente vuoto. Doveva sbrigarsi a risalire anche lei. A momenti l'Espresso di Hogwarts sarebbe partito. Sicuramente i bagagli erano già al loro posto.

Quell'estate sarebbe stata ancora più diversa delle altre. Bisognava prepararsi a combattare. Il buio era solo al di là di quei cancelli, ad attenderla. Le rimanevano ancora solo pochi attimi di pace.


Ma non sarebbe stata a casa ad aspettare, no.

Non era quel genere di ragazza.

Avvrebbe combattuto.

Avrebbe fatto tutto quello che poteva fare.

Era forte. Lo era sempre stata.


"Non sei solo, Harry. Combatteremo tutti. Per un mondo migliore"

Sorrise al cielo azzurro, mentre si voltava per rientrare nel castello. Sorrise, fiduciosa, a quel destino avverso che incombeva. Sorrise, con sfida, a quella guerra che ormai era alle porte, che portava via tutto, che seminava distruzione al suo passaggio, ma che non poteva distruggere quel filo dorato che legavano tra loro le persone: l'amore.





Angolo Autrice

Salve a tutti! Spero non mi abbiate atteso per troppo tempo! Questo capitolo è stato molto difficile da scrivere, devo ammetterlo. Spero vi sia piaciuto comunque, però!

Il prossimo capitolo è già in cantiere e vi avverto: sarà il più lungo che abbia mai scritto! Spero di non aver esagerato e di non annoiarvi troppo! Non so quando riuscirò a postare.. ma intanto spero vi godrete questo!

Baci a tutti

Marty




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Capitolo 60
*** Madri, Figli e Missioni Pericolose ***


cap 60 nv

Madri, figli e missioni pericolose



Era già passato un anno, da quando la Tana era diventato il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice. Ormai Ginny ci aveva fatto l'abitudine: le facce, sempre diverse, che trovava ogni giorno in cucina, erano ormai collegate ad un nome ed un cognome. I discorsi macabri erano ormai la normalità. Si parlava di morti, torture ed Inferi tutti i giorni.

Il mondo magico era nel caos. La morte di Silente era stato solo il primo passo nell'ascesa di Lord Voldemort. Si stava infiltrando ovunque, come una nube tossica spinta dal vento.

Il viaggio in treno per arrivare da Hogwarts a Londra, volò via in un soffio. L'Espresso di Hogwarts era più vuoto del solito, visto che molti dei genitori avevano portato via in anticipo i propri figli dalla scuola. Ginny, infatti, non aveva avuto problemi a trovare uno scompartimento vuoto. Non aveva voglia di avere compagnia. Per quanto avesse accettato la scelta di Harry, non poteva impedirsi di essere depressa. Passarono a trovarla solo Neville e Luna, e i due ragazzi erano l'unica compagnia che Ginny aveva voluto. Non voleva vedere Hermione, assolutamente. Non le andava di parlare di Harry. O di se stessa. Alla stazione li attendeva la mamma, come al solito. Era già arrivata da Hogsmeade, ovviamente. Li abbracciò con più forza del solito, e poi si era subito diretta verso Harry.

"Ti aspettiamo il prima possibile"

"Lo spero, signora Weasley" aveva risposto lui, con la sua solita cortesia. Poi si voltò verso Ron ed Hermione e li abbracciò entrambi.

"Beh, ci vediamo presto, no?"

"Certo" aveva risposto Ron, dando una pacca sulle spalle dell'amico.

"Ecco i miei genitori! Ci sentiamo prestissimo" disse Hermione, e andò da Ginny, per salutarla.

"Ehi, tra poco mi trasferisco da voi. Come al solito"

Ginny annuì.

"Ginny.." disse Hermione.

"Forza Ron, Ginny, dobbiamo andare. Vi aspetto alla macchina"disse la signora Weasley, allontanandosi con i bauli.

"A presto, Harry" lo salutò Ron.

Harry gli rivolse un cenno con il capo. Ron guardò Ginny. Evidentemente era in attesa.

"Ciao Ginny.. ci si vede presto" disse Harry. Ginny annuì.

"Ciao Harry"

Harry si voltò per raggiungere i suoi zii. Ron si voltò stupito verso la sorella.

"Ma cosa.."

"Ron! Ginny! Vi volete sbrigare?!" era la signora Weasley, tornata indietro per venirli a prendere.

"Andiamo" disse in fretta Ginny e si incamminò verso la madre, a passo svelto, seguita dal fratello.

"Ginny? Mi puoi spiegare?"

"Ti dico a casa" tagliò corto la ragazza. Glielo avrebbe detto, ma con calma. Li aspettava una vecchia macchina del Ministero, con tanto di autista dal volto scorbutico.

"Com'è questo lusso?" chiese Ron.

"La promozione di tuo padre ha avuto i suoi benefici. Lui non poteva venire" rispose Molly. La macchina era piccola e puzzava di vecchio, ma era meglio di niente. Ginny si sedette a fianco al fratello e la madre sul sedile anteriore. La macchina correva veloce tra il traffico di Londra, sicuramente con l'aiuto di un pizzico di magia.

Arrivati a casa Ginny cercò subito una scusa per chiudersi in camera sua.

"Sono stanchissima mamma" disse.

"Ti vedo pallida tesoro. Sicura di non avere la febbre?"

"è che sono un po' di notti che non dormo bene. Vorrei dormire per un paio d'ore, poi scendo direttamente per la cena"

In effetti, era vero. Dopo la battaglia e la morte di Silente non era riuscita a chiudere occhio per più di due ore di fila. Le stesse immagini le tornavano in mente appena chiudeva gli occhi: quei raggi di luci verdi, i Mangiamorte, il Marchio Nero, Bill in quella pozza di sangue, Silente sdraiato sul prato, morto.

"Vai a riposarti, piccola. Ti chiamo io quando è pronta la cena" disse la madre, appoggiando il palmo della mano sulla fronte della figlia, per sentire la temperatura "no, non scotti. Hai solo bisogno di riposo" disse, guardandola con tenerezza. Ginny salì le scale ed entrò nella sua cameretta. La mamma l'aveva pulita e messa in ordine. Aprì il secondo cassetto della sua cassettiera, dove di solito metteva i pigiami e le magliette e le felpe smesse dei suoi fratelli, che usava spesso per stare comoda in casa. Trovò una vecchia felpa di Ron, che non metteva più da almeno due anni perchè gli era troppo piccola. A lei stava almeno due volte. Le arrivava fino a metà coscia, sembrava quasi un vestito. Si guardò allo specchio e le venne un po' da ridere: sembrava una bambina. La porta della sua cameretta si aprì di scatto. Ron, con la sua solita irruenza.

"Ciao Ron" lo salutò lei, non smettendo di studiarsi allo specchio.

"Cosa è successo?"

"Quando?" chiese Ginny.

"Ginny" esclamò Ron. Chiuse la porta e si avvicinò alla sorella "perchè te e Harry vi siete salutati così?"

"Preferivi un bel bacio lungo, immagino" rispose Ginny. Ron non le rispose e si sedette sul suo letto.

"Non vuoi metterti qualcosa sotto quella felpa? Che, a proposito, è mia"

"Qualcosa tipo?"

"Dei pantaloni"

"Ma ce li ho!" disse Ginny, sollevando l'orlo della felpa e mostrando dei vecchi shorts.

"Se tu quelli li chiami pantaloni! A me sembrano mutande" disse Ron.

"Guarda che le ragazze portano delle mutande molto più piccole" disse Ginny. Vide Ron arrossire.

"Senti, non cercare di distrarmi" esclamò "me lo dici? Cosa è successo tra te e Harry? Pensavo andasse tutto bene.."

"E invece ci siamo lasciati. Qualche ora fa'" rispose Ginny "Sei contento? Ora te ne puoi anche andare"

Ron non si mosse dal letto.

"Ma perchè vi siete lasciati? Harry mi sembrava felice con te.. la prima volta da secoli che mi sembrava un ragazzo come tutti gli altri, senza il peso del mondo sulle spalle"

"Appunto, Ron" mormorò Ginny "Harry non è come tutti gli altri.. ha altre cose, davanti a lui, prima di.. di poter vivere la sua vita"

Ron sembrò capire. Ma probabilmente sapeva tutto meglio di lei.

"Ginny.. Harry ti vuole bene. E per quanto mi dia fastidio vedere mia sorella con un ragazzo, ero contento che stavate insieme. Non è colpa di nessuno se è finita.. conosci Harry. Ora ha.. delle cose da fare"

"Lo so" disse Ginny "ora te ne puoi andare? Voglio dormire, sono stanca morta"

Ron si alzò dal letto della sorella e si avvicinò a lei.

"Se hai bisogno di me, sono ad un piano più in alto" disse Ron.

Ginny sorrise "grazie Ron"

Ron uscì dalla stanza, chiudendo piano la porta. Ginny si avvicinò alla finestra e chiuse la tenda, impedendo alla luce di entrare e poi si buttò sul letto, sprofondando nel cuscino.


*


Quando si svegliò il sole era già tramontato. Aveva dormito almeno due ore e molto profondamente. Si sentiva rigenerata. Si sedette e si stiracchiò: era ancora un po' stanca, ma si sentiva decisamente meglio.

"Ah, Ginny.. ti sei svegliata? Come ti senti?" era la mamma, appena entrata in camera.

"Decisamente riposata" rispose la ragazza.

"Sono contenta, tesoro" disse la madre, con un sorriso "hai ripreso anche un po' di colorito. Fra un po' è pronta la cena. Scendi appena ti va"

"Vuoi che venga ad aiutarti?"

"Questa sera siamo solo noi, ho tutto sotto controllo. Ti ringrazio, Ginny cara"

Ginny scese in cucina: Ron era già li e aiutava la mamma ad apparecchiare.

"Papà arriverà a momenti" disse la signora Weasley, senza riuscire a nascondere un velo di angoscia nella sua voce "ultimamente, lo trattengono sempre fino a tardi in ufficio.."

Si voltò in fretta verso i fornelli a rimescolare la zuppa. Ron prese il pane e lo affettò con un colpo di bacchetta.

"Non avre più la Traccia addosso deve essere uno spasso" disse Ginny.

"è fantastico" disse Ron, attirando verso di sè i cucchiai.

"Sì ma non significa che bisogna sventolare la bacchetta per ogni stupidaggine" disse Molly.

"Io, l'anno prossimo, lo farò" disse Ginny.

"Intanto prendi i piatti con le mani, tesoro, e mettili a tavola" disse Molly. Ginny obbedì. Arthur arrivò quando tutto era pronto, e come al solito dovettero chiedergli la parola d'ordine, per sapere se fosse lui o un impostore. Quella era una parte davvero frustrante.

"Bentornati ragazzi" li salutò Arthur, allegramente.

"Mettiti seduto, caro, ti faccio subito il piatto" disse Molly, premurosa.

"Andato bene il viaggio?"

"Tutto bene come al solito, papà. Il treno fa sempre lo stesso giro" rispose Ron.

"Hai visto Bill oggi?" chiese Molly.

"Da domani torna qui. Stasera rimane nell'appartamento di Remus. Questioni di sicurezza" disse Arthur.

Molly si sedette a tavola e cominciarono a cenare. Come al solito era tutto ottimo.

"Più tardi passeranno Kingsley e Malocchio, dobbiamo discutere sulle disposizioni per l'arrivo di Harry qui. Ron, Hermione arriva domani, la porterà qui Tonks"

"Perfetto" disse Ron.

"Dobbiamo cominciare anche a discutere sulle misure di sicurezze da adottare per il matrimonio di Bill e Fleur, caro, ormai manca poco" gli ricordò Molly.

"Hai ragione, tesoro, io e Kingsey ne parleremo stasera"

Finirono di cenare arrivarono Kingsley e Malocchio. Molly li fece accomodare in salotto, insieme ad Arthur.

"Molly, fai venire i ragazzi. Ormai, ci sono dentro anche loro" disse Kingsley. La signora Weasley protestò debolmente.

"Molly, tesoro, ormai anche Ron è maggiorenne" le ricordò Arthur.

"Ma Ginny.."

"Non possiamo escluderla per sempre. È grande anche lei, anche se ha solo sedici anni"

"Quindici. Ha ancora quindici anni" disse la madre, ma li fece entrare comunque.

"Stiamo discutendo su come Harry arriverà qui" spiegò loro Arthur.

"Abbiamo già un piano" disse Malocchio "ma abbiamo bisogno di molte altre persone"

"Che genere di piano?" chiese Ron.

"Richiederà un sacco di persone, almeno tredici" disse Kingsley.

"Tredici?!" esclamò Molly.

"e un bel po' di Pozione Polisucco" aggiunse Malocchio.

"A proposito, Molly cara, domani ci saranno un bel po' di persone a cena" disse Arthur.

"Il piano è segretissimo, e ancora dobbiamo discutere bene i dettagli" disse Kingsley "l'idea è di trasportare in sette posti diversi sette Harry Potter"

"Quindi sei persone dovranno trasformarsi in Harry?" esclamò Ginny.

"Sei intelligente, ragazza" disse Malocchio

"E chi lo farà?" chiese Ron.

"Per questo si accettano volontari" disse Malocchio.

"Eccomi" esclamò Ron.

"anche io!" disse Ginny.

"No! Siete impazziti?" urlò la signora Weasley "due dei miei figli in una missione del genere! Ve lo proibisco"

"Molly, Ronald è maggiorenne" tagliò corto Kingsley "Ron, sapevo si poteva contare su di te"

"Anche Bill, Fred, George e Fleur si sono già offerti Molly" disse Arthur.

"E io" si intromise Ginny.

"Te lo scordi, signorina"

"Ginny tu sei veramente troppo piccola. Non puoi combattare. Hai ancora addosso la Traccia" disse Arthur. Ginny non ci aveva pensato.

"Tu starai a casa con tua madre. C'è bisogno che qualcuno gestisca le Passaporte ma ovviamente tua madre non può fare tutto da sola. È un compito importante anche questo, per ora non puoi fare di più" disse Kingsley, con la sua voce calma e rassicurante.

"Domani sera verranno gli altri per discutere meglio. Noi andiamo. Ci vediamo domani sera"

I due uscirono dalla casa, accompagnati da Molly e Arthur. Nonostante non fosse tardi Ginny e Ron salirono subito sopra. Mentre Ginny si cambiava per andare a dormire, Ron bussò alla sua porta, ma entrò senza aspettare che la sorella rispondesse.

"Non ti Smaterializzi come Fred e George?"

"Non mi piace granchè" borbottò Ron "evidentemente non sono molto portato"

Ginny si voltò per infilarsi la camicia da notte. Non le andava che suo fratello la vedesse completamente nuda, ma ormai aveva imparato che alla Tana non avrebbe mai avuto un po' di privacy.

"Ehi potevi dirmi che dovevi cambiarti!" esclamò Ron, imbarazzato.

"Sei tu che entri senza bussare" rispose lei.

"Ho bussato"

"Ma io non ti ho detto che potevi entrare!"

Ginny, ormai vestita, si sedette sul letto. Ron si sedette vicino a lei.

"Sarà una missione pericolosissima" disse Ron, riferendosi a ciò che avevano detto Kingsely e Malocchio.

"Spero non vi accada niente. La mia famiglia è per metà là fuori e io sarò a casa ad aspettarvi. È terribile"

"Ehi, sai che siamo forti! Non ci accadrà nulla" disse Ron, con un sorriso poco convinto.

"Non tornerete a scuola, vero?" chiese Ginny. Non era proprio una domanda, era più un'affermazione.

"Lo so Ron"

"Sì, Ginny, non torneremo" rispose lui "io, Harry ed Hermione dobbiamo fare delle cose"

"Tutti e tre?"

"Sì, tutti e tre"

"Potrei venire con voi. So combattere, sono forte negli Incantesimi e nelle Fatture.."

"Ginny non si può. Saremo solo noi tre"

"Potrebbe esservi d'aiuto, una persona in più"

Ron sospirò "non sappiamo neanche quello che dobbiamo fare, Ginny. Sarà una missione pericolosissima, ci troveremo davanti a cose che nemmeno ci sogniamo.."

"Ma che dovete fare?"

Ron sospirò di nuovo "Non sappiamo tutto, ma non posso dirti quello che so. Mi dispiace, Ginny, ma meno gente sa di questa storia e meglio è"

Si alzò dal letto, con espressione stanca e rassegnata.

"Come farai ad andartene? La mamma lotterà con tutte le sue forze!"

"Ho un piano. Te ne parlerò domani. Vado a dormire, buonanotte"

Nel giro di una serata, Ginny aveva sentito fin troppe volte le parole "piano", "missione" e "pericoloso". La sua vita stava cambiando radicalmente.


*

Hermione arrivò la mattina dopo, da sola. La vide entrare nel giardino, scortata dalla signora Weasley. L'arrivo della ragazza rallegrò un po' Ginny. Scese subito in cucina, per accogliere l'amica. C'era anche Ron, che faceva colazione in mutande e canottiera.

"Ron sta arrivando Hermione!" gridò Ginny. Vide il fratello diventare paonazzo, probabilmente perchè gli era andato di traverso un pezzo di salsiccia. Nonostante tutto, si alzò dalla sedia e corse al piano di sopra, per vestirti.

"Vedi di non morire soffocato, che servi per la missione dell'Ordine" gli gridò la sorella. Per risposta, Ginny ricevette un grugnito indistinto che sapeva di insulti. Proprio in quel momento entrarono la madre ed Hermione.

"Ciao Ginny! Dov'è Ron? La sua colazione è ancora lì" chiese Molly.

"Oh, è andato a rendersi presentabile" rispose Ginny. Vide Hermione trattenere una risatina.

"Bene. Preparo dei toast, so che non mangiate uova e salsiccia la mattina. Ginny, prendi intanto il burro e la marmellata"

"Arancia o mirtilli?" chiese ad Hermione.

"Mirtilli"

"Io arancia"

Prese i due barattoli e la scatolina del burro e li poggiò sul tavolo. Sua madre, con la magia, aveva già preso il bricco di latte, il the e il succo d'arancia.

"Prendi i piatti, i bicchieri e le posate, tesoro"

"Posso aiutare anche io, signora Weasley"

"Oh, no cara, sarai stanca, sei appena arrivata"

"Mi sono Smaterializzata, ci ho messo un secondo"

"Oh, è vero, dimentico sempre che ormai siete grandi e potete usare la magia"

Hermione, con un fluido movimento di bacchetta e un Incantesimo Non Verbale prese le cose che aveva detto la signora Weasley e le fece posare sul tavolo. Le due ragazze si sedettero a fare colazione. Poco dopo scese anche Ron.

"Ciao Hermione, ben tornata" disse. Ginny notò che si era messo una camicia particolarmente pulita, e probabilmente si era immerso nel profumo.

"Ciao, Ron" lo salutò Hermione.

"Da quando metti le camice per fare colazione?" chiese Ginny. Adorava stuzzicare il fratello.

"Tu stai zitta" bofonchiò lui, arrossendo.

"Questo è il modo di andare vestiti! Finalmente, ormai sei grande, Ron, devi vestirti più a modo" esclamò la signora Weasley, con gli occhi che brillavano. Le orecchie di Ron arrossirono ancora di più.

"Ormai sei proprio un uomo" aggiunse, commossa. Ginny scoppiò in una risata.

"E tu, signorina, che ti metti le felpe vecchie dei tuoi fratelli e quei pantaloni striminziti? Sei grande anche tu, dovresti cominciare a vestirti un po' più da donna"

"Mi piace vestirmi così" puntualizzò Ginny.

"Beh, stasera cerca almeno di coprirti le gambe, visto che abbiamo ospiti a cena" sbottò la madre.

"Verrano quelli dell'Ordine?" chiese Hermione, mentre Ron si sedeva, un po' meno rosso.

"Già. Dovrete discutere del piano super segreto per portare via Harry" disse Ginny, con una smorfia.

"Credo di sì" rispose Hermione, molto seria. Dopo la colazione le due ragazze si ritirarono nella cameretta di Ginny, per sistemare le cose di Hermione.

"Puoi prendere, come al solito, il terzo cassetto e la parte destra dell'armadio" disse Ginny, mentre si buttava sul suo letto. Hermione, però, non tirò fuori le cose.

"Ginny, va tutto bene?"

"Lo sai?" chiese lei.

"Sì lo so"

"Te lo ha detto Harry?"

"No, ma lo conosco. Sapevo che l'avrebbe fatto"

"E infatti lo ha fatto. Io e Harry non stiamo più insieme. Fine della storia"

"Ma tu come stai?"

Ginny sospirò. Ormai, era tanto tempo che aveva smesso di mentire, soprattutto ad Hermione.

"Vorrei dirti che sto bene, ma non è così. Solo che accetto la sua scelta. Non la condivido, certo, ma l'accetto" rimpensare a quel giorno in riva al lago, dopo il funerale di Silente, le faceva male. Ma la faceva sentire peggio pensare a tutti quei bei momenti passati insieme, sempre vicino a quel lago.

"Sapevo che sarebbe finita così. Harry deve andare a caccia di Voldemort e lo deve sconfiggere, è il suo destino. E questo lo so non per una stupida profezia o per quello che dice la gente, lo so da quando ho conosciuto Tom Riddle ed Harry mi ha salvato la vita. Sapevo che mi avrebbe allontanato, che avrebbe cercato di tenermi lontana dai rischi. Forse è per questo che.. beh, che lo amo"

Distolse gli occhi da Hermione, per posarli sul paesaggio fuori dalla finestra. Era una bella giornata estiva. Sarebbe stata perfetta per giocare a Quidditch.

"Oh Ginny.. è la prima volta che sento dirtelo" esclamò Hermione.

"Che senti dirmi cosa?"

"Che lo ami" sussurrò la ragazza.

"Me ne sono accorta solo quando mi ha lasciato" rispose Ginny, senza guardarla "non ho mai provato niente di simile prima d'ora"

Guardò Hermione. La guardava con tenerezza.

"Ginny, sono sicura che Harry provi lo stesso sentimento per te, è per questo che sta cercando di proteggerti"

"Non gliel'ho detto" mormorò Ginny "Non potevo dieglielo. Gli avrei solo reso tutto più difficile. Lui non è ancora pronto per questo"

Fece una pausa.

"Io sono pronta a lottare. Sono sicura che dovrò farlo, anche qui, lontano da voi" disse lei, con una punta d'amarezza. Ovviamente, Hermione se ne accorse.

"Non è una gita di piacere. Dobbiamo essere solo noi tre"

"Io so combattere"

"Questo non lo metto in dubbio. Ma non puoi venire"

"Ma dove andrete?"

"Questo non te lo so dire. E non ti posso dire altro, Ginny, nessuno deve sapere quello che dovremo fare, nessuno, neanche le persone che ci sono più care"

Dopo quest'ultima frase, Hermione scoppiò in singhiozzi. Ginny guardò l'amica sbalordita.

"Hermione.." balbettò, ma la ragazza non smetteva di piangere.

"Non sai c-cosa darei per poter r-restare qui. Cosa darei perchè la m-mia vita t-tornasse quella di p-prima.. o s-s-semplicemente per avere ancora una famiglia che che... che mi ama, che mi aspetta, che non vuole che me ne vada"

Ginny non capiva cosa l'amica le stesse dicendo. Aspettò che Hermione si calmasse.

"Hermione, cosa è successo?"

Hermione tirò un respiro e si asciugò le lacrime con un lembo della sua maglietta.

"Scusami, non dovevo fare così.."

"Tu puoi fare quello che vuoi!"

"è che.. noi non possiamo parlare, punto. Se tu sapessi.. saresti in pericolo, capisci? Se tu e Harry stesse ancora insieme, tu saresti in pericolo. Voldemort ti rapirebbe per ricattare Harry.. e ovvimamente lui non ti abbandonerebbe mai! Si consegnerebbe a Voldemort pur di liberarti, ma questo non servirebbe, ti ucciderebbe comunque"

"Questo lo so! Ma siamo in pericolo comuque, tutti sanno quanto la mia famiglia sia collegata ad Harry"

"Ma è diverso Ginny! Se alcune cose si possono evitare.. io ho cancellato la memoria dei mie genitori per proteggerli"

Ginny ci mise un po' per capire l'ultima frase di Hermione.

"Non hanno più il loro nome, non sanno che hanno una figlia e si stanno per trasferire in Australia" disse tutto di un fiato Hermione "a quest'ora avranno già comprato i biglietti dell'aereo"

la ragazza tirò un lungo respiro "Sono ufficialmente orfana" le labbra le tremarono.

"Hermione.."

"Ora sono al sicuro da ogni pericolo proveniente dal mio mondo" disse "e.. e se dovesse succedermi qualcosa.. non ne soffriranno"

Non ricominciò a piangere. Ma Ginny l'abbracciò comunque.

"Scusa.. io sto qui a parlarti delle mie stupidaggini quando tu hai problemi veri.."

"Non sono stupidaggini, Ginny" rispose Hermione "Spero solo che tutto torni alla normalità, e che riusciremo finalmente a vivere la nostra vita come due ragazze di diciassette e sedici anni qualunque"

"Quasi diciotto, per te" sottolineò Ginny "sei proprio vecchia"

"Ehi!" esclamò Hermione, tirandole un cuscino, che Ginny schivò al volo. Poi si alzò dal letto.

"Perchè non chiamiamo Ron e facciamo una partita a Quidditch? Facciamo voi due contro di me, dai"

"Ma.." protestò Hermione, mentre Ginny la costringeva ad alzarsi.

"Dai, vedrai che ci divertiremo!"


*

La sera la signora Weasley apparecchiò per molte persone, aiutata da Ginny ed Hermione.

"Dobbiamo cominciare a riordinare la altre stanze" disse Molly "domani mattina. Si fermeranno molte persone a dormire qui, avremmo bisogno di posto. I signori Delacour dormiranno nella nostra stanza, ovvio, io e Arthur in salone.. Fleur e la sorella staranno comode in camera di Percy, lei è così piccola.. Bill e Charlie staranno bene in camera di Bill, voi due e Ron ed Harry siete sistemati.."

"Percy non viene, vero mamma?" chiese Ginny

"Non ha ancora risposto all'invito" rispose lei "non credo si voglia perdere il matrimonio di suo fratello, no? Verrà sicuramente"

Ginny alzò gli occhi al cielo. Sapeva benissimo che Percy non sarebbe mai venuto, e sinceramente lei era contenta così, solo che non voleva rovinare l'umore alla mamma.

A cena vennero veramente molte persone: c'erano Kingsley, Malocchio, Remus, Tonks, Bill, Fleur, Fred, George, Hagrid e Mundungus Fletcher, che Ginny aveva visto l'ultima volta a Grimmauld Place.

"Ehi sorellina, non ci si vede da secoli!" la salutarono Fred e George.

"Combatti anche tu?"

"Purtroppo no" rispose Ginny "dicono che sono troppo piccola.."

"Beh, hanno ragione" rispose Fred "anche se, lo dico sempre, la taglia non è garanzia di potenza"

"Vorrei vedere Tu-Sai-Chi alle prese con le tue Fatture Orcovolanti!"

Ginny scoppiò a ridere.

"Secondo me sarebbe quello il segreto per sconfiggerlo"

"Vi immaginate Voldemort con un sacco di spiritelli attaccati in faccia?" esclamò Ginny.

"Ginny, non dire quel nome!" la rimproverò la madre.

"Già Ginny, esistono nomi più appropriati per lui" disse George.

"Che ne dici di Nasomonco?"

"O Invertebrato Oscuro?"

A Ginny uscivano le lacrime per le risate. Fred e George erano sempre gli stessi.

"Smettetela non siete divertenti! E venite a tavola" li richiamò la signora Weasley. I gemelli risposero con un saluto militare e si sedettero ai loro posti. Ginny si sedette vicino ad Hermione e Bill. Le sue ferite non erano cambiate affatto, ma ormai si era abituata a vederlo in quello stato.

Dopo la cena cominciarono i discorsi seri.

"Abbiamo un piano per portare Harry qui da noi. Come sapete Harry è protetto a casa dei suoi zii finchè è minorenne" disse Kingsley "quindi, il piano è trasportarlo qualche giorno prima che compie diciassette anni"

"Manca già poco tempo" ringhiò Malocchio "dobbiamo sbrigarci"

Kingsley spiegò il piano: prevedeva che sette persone si trasformassero in Harry con la Pozione Polisucco. Sarebbero partiti da casa di Harry, tutti insieme e con vari mezzi di trasporto che non prevedevano l'uso della bacchetta. Ovviamente ogni Harry sarebbe stato scortato da un membro dell'Ordine.

"L'idea dei sette Harry Potter è stata di Mundungus" disse poi Kingsley.

"è un'idea geniale" disse Tonks, con Lupin che annuiva.

"Ci servono ovviamente sette volontari che si possano trasformare in Harry"

"Io direi che devono farlo i più giovani" disse Malocchio Moody "così verranno affiancati da un membro dell'Ordine più esperto"

Nessuno trovò nulla da ribattere.

"E quali mezzi di trasporto useremo?" chiese il signor Weasley.

"credo che le scope siano le più adatte" disse George.

"Dovremmo trovare anche altri mezzi, per chi non ha dimestichezza con le scope" rispose Lupin

"Sfido a trovare una scopa in grado di reggermi!" esclamò Hagrid.

"Intanto cercherei i sei volontari pronti a trasformarsi in Potter!" abbaiò Moody. Le mani di Hermione e Ron saettarono in aria, così come quelle di George, Fred e Bill. Anche Tonks e Fleur si proposero subito.

"Bill, Ninfadora, voi non vi trasformerete" disse Moody "ma scorterete uno dei ragazzi"

"Ne manca uno però. Sono solo cinque" notò Bill.

"Il sesto sarà Mundungus" rispose Malocchio.

"i-i-io?" balbettò Mundungus.

"Già, tu. E sarò io a controllarti" disse Moody, minaccioso.

Finirono per definire i dettagli del piano. Poi Molly servì il dolce e arrivò l'ora di andarsene. Prima però di uscire, Tonks prese Ginny da parte.

"Ginny"

"Dimmi Tonks"

"Io e Remus ci sposiamo!"

"Lo so questo, Tonks" rispose Ginny.

"Domani"

Ginny rimase un attimo sorpresa.

"Come domani? Dove..?"

"Non abbiamo invitato nessuno, Ginny" disse Tonks "sarà una cerimonia molto semplice, ci saranno solo i miei genitori. Il vestito, comunque, è viola!"

Ginny l'abbracciò "congratulazioni.."

"Dora! Dobbiamo andare" la chiamò Lupin. Tonks fece un occhiolino a Ginny e uscì con il marito.

Le dispiaceva non partecipare al matrimonio di Remus e Tonks. Quel pensiero le fece venire in mente un'altra persona che sarebbe stata dispiaciuta di non essere presente alla cerimonia. Remus Lupin era il suo ultimo legame con i suoi genitori. Anche Ginny aveva sentito qualche storia sull'amicizia tra James Potter, Sirius, Remus e Codaliscia, ormai servo di Voldemort. Harry le aveva raccontato qualcosa.

Harry. Tornava sempre in mente.

Harry che l'aveva lasciata. Harry che se ne andava. Harry, che non le permetteva di venire. Che la voleva proteggere. Harry, che sarebbe sparito, per chissà quanto tempo, a fare qualcosa di pericoloso. Non sapeva se poi lo avrebbe rivisto.

Si nascose in camera sua, con qualche scusa debole. Hermione non c'era, probabilmente era con Ron a parlare della loro fuga. Già.

Non doveva essere d'intralcio, per quanto le costasse fatica. Si stavano sacrificando tutti. Bisognava solo pensare al bene per tutti. Accostare la propria felicità, per provare ad avere un futuro migliore.


*

Ginny non aspettò Hermione sveglia. Si era addormentata molto presto. Quando si svegliò trovò l'amica vicino a lei, che dormiva nella sua brandina. Ginny si alzò senza svegliarla e uscì dalla stanza. Quella mattina, la casa era un po' più piena: Fred, George, Bill e Fleur erano rimasti a dormire. La mamma aveva disposto le cose in modo che Bill e Fleur dormissero separati. Era così all'antica: Ginny sapeva che come al solito avevano passato la notte insieme, Bill aveva puntato la sveglia mezz'ora prima di quella della madre ed era tornato nella sua Smaterializzandosi, come al solito. Ginny lo aveva beccato spesso: la camera del fratello era proprio sopra la sua e sentiva il 'Pop' della Materializzazione.

Quando scese in cucina non trovò solo la mamma, ma anche Ron, Fred, George e loro padre.

"Com'è tutti così mattinieri?" chiese Ginny, ma tutti la ignorarono. A quanto pare stavano discutendo seriamente.

"..voi siete fuori di testa! Io ve lo proibisco" stava sibilando Molly Weasley.

"non puoi impedirci niente, mamma. Se Ron, Hermione ed Harry lo vogliono fare sono affari loro. Sono maggiorenni" le ricordò George.

"Harry ha sedici anni"

"Per qualche giorno" le ricordò Ron.

"Non potete andarvene! Dovete tornare a scuola! Arthur, fa qualcosa! Impedisci questa follia" la signora Weasley si voltò verso il marito, che però, aveva un'espressione dispiaciuta e decisa insieme.

"Molly, Ron ha fatto la sua scelta. È grande ed è giusto che le faccia. Sappiamo tutti che Harry avrà un ruolo particolare in tutta questa storia. È giusto che Ron ed Hermione vogliano aiutarlo"

"Ma"

"No, Molly. Aiuterò Ron"

Il dolore gli deformava la faccia. Ginny aveva voglia di correre e stringerlo.

"No, no, no!" urlò la signora Weasley "TI CHIUDERò A CHIAVE IN CAMERA SE NECESSARIO, SONO TUA MADRE, NON PUOI FARLO.."

"Mamma.." intervenne Ginny. La madre si voltò subito verso di lei, la prese per un braccio e l'attirò a sè.

"Ginny diglielo tu che non deve farlo, che deve rimanere anche per te"

"Mamma lui deve andare. Harry ha bisogno di lui. Se potessi, andrei anche io"

"TU ANDRAI A SCUOLA O RESTERAI IN QUESTA CASA, SEI MINORENNE"

"LO SO MAMMA!" urlò Ginny, l'unica nella casa a riuscire a tener testa alle urla della madre.

"Molly, io ho detto la mia parola" disse Arthur, mentre le due donne si calmavano "Fred, George, Ron, qual'è il vostro piano? Come copriremo Ron?"

"Il demone" disse Fred "Sarà lieto di aiutarci"

"Sarà lui Ron"

"Ron con la Spruzzolosi"

"A parte che somiglia a Ron anche senza.."

"Ehi!"

"Saliamo di sopra e vediamo cosa fare" i due gemelli e il padre si smaterializzarono.

"Ehm.. io credo che prenderò le scale" disse Ron.

Molly si diresse verso il giardino con passo deciso e con un brontolio che a Ginny parve chiaramente un "Non sa ancora Smaterializzarsi e vuole salvare il mondo! Roba da non credere".

Molly Weasley sarebbe stata un vero osso duro.


*

Il giorno dell'arrivo di Harry era sempre più vicino e Molly era sempre più nervosa. Interrogava a sorpresa Ron ed Hermione, per avere anche un minimo indizio sulla loro missione. Un giorno aveva provato a mettere alle strette anche Ginny. Le aveva teso un trabocchetto mandandola a dare il cibo alle galline, cosa che lei detestava. Avrebbe volentieri avvelenato tutti quei maledetti polli. Forse era un istinto omicida che le era rimasto quando Tom Riddle l'aveva costretta a strangolare i galli di Hagrid. Le facevano semplicemente schifo, tutto qui.

"Ginny tra te e Harry.. c'è sempre stato qualcosa in più dell'amicizia, vero?"

Ecco, quella era una cosa che le faceva preferire curare le galline.

"No, mamma.."

"Andiamo, certe cose una mamma le capisce" le disse Molly, in tono dolce "lo so che tra voi c'è sempre stato un legame speciale"

"Veramente fino a qualche anno fa', io gli sbavavo dietro e non spiccicavo parola se c'era lui, e lui non mi considerava" disse Ginny.

"Ma so che ora c'è qualcosa, Ginny. Lo capisco" insistette lei "e sono così contenta, sai. Quanto mi piacerebbe che lui entrasse effettivamente nella famiglia. Sai, sarei contenta di un vostro futuro matrimonio.."

"Mamma.."

"Immagino che lui non ti voglia abbandonare.."

"Mamma non è come pensi. Smettila di dire queste cavolate" esclamò Ginny, nervosa "non so cosa vuoi farmi dire, ma io non so nulla! Lasciami in pace"

"Eh no, voi dovete finirla, non potrete nascondervi per sempre!"

"Siamo grandi, lo vuoi capire?! Ci devi lasciare in pace! Papà lo ha accettato! Io l'ho accettato! Lo abbiamo accettato tutti! Rassegnati!"

"NON MI POSSO RASSEGNARE!" urlò Molly "SONO VOSTRA MADRE, NON POSSO LASCIARE CHE ANCHE UNO SOLO DEI MIEI FIGLI VADA VERSO LA MORTE CERTA"

"Non puoi tenerci sotto le tue ali per sempre, mamma!" esclamò Ginny "Stiamo lottando per il futuro, per il nostro e per quello delle future generazioni, lo vuoi capire?"

"Ci sono persone più grandi, più esperte, che possono occuparsi di quello che deve fare Harry, non deve essere per forza lui con Ron ed Hermione."

Ginny scosse la testa "Mamma.. è sempre stato così. Deve essere lui. Non.. non sarebbe Harry, altrimenti.. "

"Ma.."

"Io me ne vado" tagliò Ginny. Buttò il sacco con il cibo delle galline a terra e tornò verso la Tana, lasciando la mamma da sola.

I giorni seguenti, comunque, la mamma non demordeva, ma aveva capito che neanche Ginny era stata informata del piano del Trio, quindi l'aveva lasciata perdere.

"Mamma sta diventando insopportabile" commentò Ron "non lo accetterà mai"

"Beh, sarà costretta a farlo, no? Come tutti" ribattè Ginny, un po' acida.

"Non c'è bisogno di farci sentire in colpa. Ci pensa già tua madre" le aveva detto Hermione, una volta sole in camera.

"Scusa. A volte non so cosa mi prende" disse Ginny.

"Lo so. So che è difficile per voi lasciarci andare.. ma anche per noi è difficile lasciarvi e non dirvi tutta la verità"

"Abbiamo solo paura" disse Ginny "paura che vi succeda qualcosa e che noi saremo qui a casa, come al solito, impotenti, ad aspettare le persone che amiamo senza avere la possibilità di fare qualcosa di concreto per loro. Come domani, per l'arrivo di Harry"

"Ginny" mormorò Hermione "l'avere qualcuno che ti aspetta a casa è una forza in più per arrivare prima. Lo dice sempre la mia mamma. Guardare la finestra e vedere la luce sempre accesa, mette forza e speranza in colui che è costretto a starvi lontano"


*

Il giorno era arrivato. Si sarebbero incontrati tutti alla Tana. Poi, si sarebbero Smaterializzati tutti in sei luoghi diversi, dove avrebbero preso i mezzi (scope e Thestral) per arrivare a Privet Drive. Hagrid si sarebbe mosso direttamente dalla Tana, con una moto volante a due posti.

Molly e Ginny avrebbero aspettato a casa, da sole.

"Siate prudenti" si raccomandò la signora Weasely.

"Tranquilli! Torneremo tutti interi" esclamò Fred.

Partirono tutti. Alla madre e la figlia non rimaneva che aspettare i rispettivi amori, i fratelli, i figli, gli amici..

Erano tutte e due agitate, come è ovvio, ma nessuna delle due voleva darlo a vedere. Ginny non parlava tanto, mentre Molly non faceva che chiacchierare, quasi da sola.

"Sai, Ginny, pensavo di fare lo stufato per stasera che ne pensi? Forse fa troppo caldo, non so, devo fare una cosa veloce per tante persone..."

".. ho chiamato i fiorai ed è tutto a posto per i fiori! Fleur è molto organizzata e precisa su cosa vuole, il suo matrimonio sarà tutto bianco e oro, vogliamo milioni di rose bianche, sarà splendido, tesoro.."

"Hai piegato la biancheria Ginny? E il letto per Harry è rifatto?"

"Ginny, tesoro, uno di questi giorni dobbiamo andare a fare la prova per il vestito con Fleur, la madre e la sorellina, è già tardissimo.."

Quello, era un pensiero che la distraeva un po' dal presente. L'idea di una bella gita con Flebo, Flebo senior e Flebo mini non l'entusiasmava affatto.

Si rannicchiò su una sedia. Aspettare la innervosiva. Avrebbe preferito essere fuori a combattere. Era preoccupatissima.

"Ginny" era sua madre, che le passava un braccio intorno alle spalle, con dolcezza "se la caveranno. Mi fido di loro"

Era strano, di solito era lei a rassicurare sua madre, negli ultimi tempi.

Molly prese un pettine di legno, a denti larghi e cominciò a pettinare i lunghi capelli della figlia, che erano già senza nodi. Essere pettinata in quel modo delicato la rilassava. Rilassava Ginny e anche sua madre.

"Sai Ginny" mormorò lei "Sono tempi difficili. Ti faranno diventare grande più in fretta di quello che avrei voluto per te. Stai diventando una donna forte Ginny. Più forte di me"

"Non è vero mamma"

"Sì, Ginny. Sono così orgogliosa di te"

La mamma posò il pettine e l'abbracciò.

"Non piangere" disse Ginny.

"Non lo farò" rispose la madre.

"Sai, dovremmo farlo più spesso" disse Ginny, con un sorriso "invece di litigare"

Anche la mamma sorrise "Sono d'accordo con te"

Una luce sconvolse la calma. Le due donne si alzarono di scatto, per andare a vedere cos'era.

Una vecchia lattina arrugginita era apparsa in giardino.

"è una delle passaporte" esclamò Ginny "ma non c'è nessuno"

"è quella di Ron e Tonks" sussurrò Molly "erano loro i primi"

Molly tremò.

"Avranno avuto un contrattempo" disse Ginny "Chi.. chi sono i prossimi?"

"Papà e Fred"

La mamma tornò dentro casa. Ginny la seguì.

"Quanto tempo è passato?"

"Un'ora. Era stabilito così" mormorò Molly "La pozione Polisucco dura un'ora, solitamente. Considerando che si saranno presi almeno un quarto d'ora per parlare con Harry, un'ora era più che abbondante per arrivare qui"

"Avranno perso tempo in qualche modo, mamma" tentò Ginny, per rassicurarla "un'ora non è niente, in fondo. Vedrai, arriveranno il prima possibile"

Un'altra luce illuminò in giardino e le due corsero di nuovo fuori. Era una vecchia scarpa da tennis sporca, buttata sul prato. Fuori, solo i grilli, che cantavano senza sosta.

"Forse un'ora era veramente troppo poco" mormorò Molly "Forse è per questo..perchè non è possibile.. il piano era sicuro"

"Sì, mamma, era un piano perfetto, nessuno poteva immaginarselo.."

Ginny lo diceva anche a sè stessa. Non voleva credere che qualcuno avesse cantato. Non voleva neanche immaginare che fosse successeo qualcosa di male a qualcuno di loro.

Dovevano solo aspettare. Ancora.

"Rientriamo dentro. Fa freddo" disse secca sua madre. Lei obbedì. Era una bellissima serata senza un filo di vento, reduce di una giornata afosa. Ma Ginny aveva comunque la pelle d'oca. Le sarebbe piaciuto salire di sopra a prendere un maglione, ma l'idea di abbandonare la cucina le sembrava sbagliata, e da un lato la terrorizzava.

Doveva restare lì.

Non chiese alla mamma chi erano i prossimi. Meglio non saperlo.

Altra luce, molto più forte delle altre due, questa volta accompagnata da più rumore.

Ginny gridò. Si accorse che lo fece anche sua madre. C'era qualcuno in giardino.

Nuovo scatto, nuova corsa. Era arrivato davvero qualcuno.

Erano Harry (o almeno credeva fosse veramente lui) e Hagrid.

"Harry! Harry! Sei veramente tu? Cos'è successo? Dove sono gli altri?" gridò la signora Weasley.

"Come sarebbe? Gli altri ancora non sono qui?" chiese Harry, alzandosi barcollando e lanciando per terra una piccola spazzolina d'argento, che doveva essere la Passaporta.

"I Mangiamorte ci stavano aspettando" disse Harry "ci hanno attaccato quasi subito. Lo sapevano.. e non so cosa è successo agli altri, io.. io.. mi dispiace, ci hanno inseguito in quattro, ma siamo riusciti a fuggire e poi ci ha raggiunto Voldemort"

La mamma era bianca come uno straccio.

"Per fortuna state bene, voi" disse, con voce atona, ma strinse Harry in un abbraccio caloroso.

"Molly.. per favore, avresti del Brandy?" chiese Hagrid. La signora Weasley entrò in cucina. Ginny sapeva che stava facendo un enorme sforzo per trattennere le lacrime.

Harry guardò Ginny.

"Dovevano arrivare prima Ron, Tonks, papà e Fred ma sono arrivate solo le loro passaporte" disse Ginny "tu e Hagrid dovevate essere i terzi. Ora dovrebbero arrivare Lupin e George, tra qualche minuto"

Ginny guardò Harry: era stanco, distrutto, sporco. Sembrava proprio reduce da una brutta battaglia. E il suo sguardo perso e preoccupato non migliorava di certo il quadro. Lei, che ormai sapeva vedere dietro a quelle iridi verdi, vedeva il cuore gonfio e sofferente di un ragazzo che ne aveva passate troppe.

La signora Weasley ritornò con il liquore per Hagrid, che si attaccò direttamente alla bottiglia.

"Mamma!" gridò all'improvviso Ginny: un'altra luce si era illuminata nel buio, diventando sempre più grande. Erano George e Lupin.

Ma non andava bene, no, non andava affatto bene, Ginny lo aveva visto subito: Lupin sorreggeva suo fratello, che era bianchissimo e aveva gli occhi chiusi, la maglietta e un lato della testa inondati mostruosamente di sangue che continuava a colare copiosamente, da un punto che Ginny non riusciva a definire.

Harry scattò in avanti prima che lo facesse lei, e aiutò Lupin a portare George in casa. Quando furono in casa Ginny fu costretta a trattenere il fiato.

A suo fratello mancava un orecchio.

Sulla testa c'era un foro.

Solo un foro.

La madre si era subito chinata sulla testa del figlio, con la bacchetta in mano. Non tremava e gli occhi erano solo per il suo bambino.

Sua mamma aveva sempre curato tutte le loro ferite.

Era bravissima in questo.

Ce l'avrebbe fatta, come al solito.

Dietro di lei sentì qualcuno che si allontava, che veniva trascinato, forse in cucina, ma si inginocchiò vicino a George e gli pulì un po' di sangue dal viso, mentre la madre faceva incantesimi che Ginny conosceva bene, li aveva usati tante volet con loro, ma a volte mormorava parole che non aveva mai udito, da suono misterioso e antico.

"Ehi, mollalo!" era Hagrid. Aveva lasciato lì la bottiglia di brandy. L'odore del liquore e quello del sangue si erano mischiati in uno strano miscuglio.

Di là si sentivano frasi e sballottamenti.

"Ecco qui.. ho fermato il sangue.." mormorò Molly.

"E.. l'orecchio?" chiese Ginny.

"Non posso farglielo ricrescere.. questa è Magia Oscura"

Con la bacchetta, aspirò tutto il sangue sulla faccia di George.

"Aiutami Ginny, lo sistemiamo meglio" Ginny lo prese per le gambe e aiutò la mamma a metterlo più comodo sul vecchio divano. La mamma fece apparire un cuscino e glielo mise con delicatezza sotto la testa.

"Cosa diavolo credevi di fare, eh?" era ancora Hagrid, che urlava in cucina. Poi si sentì il rumore di legno spezzato.

"Hagrid avrà tentato di sedersi" disse Molly.

Ginny accarezzò il volto del fratello.

"Sai forse avrà bisogno di una coperta" disse la madre e ne fece apparire una che adagiò sul figlio "e di una Pozione Rimpolpante, quando si sveglierà, doverei averne una piccola scorta, le avevo preparate in anticipo, non sono difficili"

Altre voci si unirono a quelle di Harry, Hagrid e Lupin in cucina.

"Sono arrivati Kingsley ed Hermione" disse Ginny.

"Spero che stanno bene, tutti e due" disse Molly. Ginny percepì il tremolio di ansia nella sua voce, dovuto all'assenza di gran parte della sua famiglia.

Entrò Harry in salotto.

"Come sta?" chiese.

"è stato tagliato con la Magia Oscura, non posso farlo ricrescere. Ma ho fermato l'emorragia. Poteva andare peggio" rispose la signora Weasley.

"Erano Kingsley ed Hermione?" gli chiese Ginny.

"Sì"

"Meno male. Almeno loro, sono arrivati"

I loro sguardi si incrociarono. Avrebbe voluto buttarsi tra le sue braccia e farsi stringere, nonostante la presenza di sua madre. Dalla cucina si sentì un gran rumore.

"Togliti di mezzo Kingsley, fammi vedere subito mio figlio, se ci tieni alla pelle"

Suo padre urlava fuori di sè. Irruppe con violenza in salotto, pallido, sudato, stravolto, con Fred alle sue spalle, bianco, ma entrambi illesi.

"Oh Arthur!" urlò Molly e scoppiò in singhiozzi.

Il signor Weasley si accasciò vicino a George. Fred guardava il gemello con sguardo incredulo e terrorizzato. Ginny non aveva mai visto Fred in quelle condizioni.

George si mosse.

"Come ti senti, Georgie?" sussurrò la signora Weasley, accarezzandolo.

"Romano" rispose lui in un mormorio.

L'espressione di Fred e quella di Ginny divennero terrorizzate nello stesso momento. Cosa voleva dire?

"H-ha avuto qualche danno al cervello?" balbettò Fred.

"Romano" ripetè George, aprendo gli occhi "Dai, Fred, romano.. come il foro. Hai capito? E poi sarei io quello con i danni al cervello"

Tutti ripresero un po' di colorito.

"Tra tutte le battute che esistono sulle orecchie scegli proprio la più schifosa? Sei patetico" esclamò Fred. Molly ricominciò a singhiozzare.

"Dai mamma, almeno ora potrai distinguerci" disse George, cercando di sorridere "ciao Harry. Sei quello vero?" chiese rivoltò ad Harry.

"Sì" rispose Harry.

"Beh, perlomeno ti abbiamo portato tutto intero. Gli altri dove sono?"

"Non sono ancora tornati, George" rispose la madre. Il sorriso del ragazzo svanì.

Ginny vide Harry farle un cenno. Lo seguì fuori.

"Non capisco perchè Tonks e Ron non arrivano, dovrebbero essere da zia Muriel, non abita lontano da qui" disse lei. Harry non rispose. Ginny sapeva che provava paura, come la provava lei.

Gli strinse la mano. Anche Hagrid, Kingsley, Lupin ed Hermione erano in giardino. Si unirono a loro, in attesa.

Poi, apparve una scopa sopra di loro.

"Eccoli!" strillò Hermione.

Erano Tonks e Ron. Lei scese per prima, e si buttò tra le braccia di Lupin. Lui scese zoppicando, era pallido quanto George, stordito.

"State bene" borbottò ed Hermione gli si lanciò addosso, stritolandolo in un abbraccio.

"Credevo.. credevo" balbettò sul suo petto.

"Sto benissimo" disse lui, battendole dei colpetti sulla schiena.

"Ron è stato straordinario, ha Schiantato un Mangiamorte, dalla scopa, dritto in testa, una cosa praticamente impossibile.."

"Sul serio?" esclamò Hermione, con ancora le braccia attorno al suo collo.

"Sempre questo tono sorpreso" si lagnò lui e si liberò dall'abbraccio bruscamente, lasciando Hermione avvilita "Siamo gli ultimi?"

"Mancano Bill e Fleur e Mundungus e Malocchio" rispose Ginny "Vado a dire a mamma e papà che stai bene, Ron.."

Corse dentro più in fretta che poteva.

"Mamma! Papà" urlò "Ron è Tonks sono arrivati e stanno bene!"

"Sia ringraziato il cielo" esclamò la mamma, con il volto più sollevato. Il marito l'abbracciò.

"Tonks dice che è stato un grande in battaglia" sottolineò Ginny.

"E bravo il piccolo Ronnie" disse Fred "si è ripreso da quando gli ho trasformato il suo orsacchiotto in un ragno, eh? E tu mamma che dicevi che sarebbe rimasto traumatizzato a vita"

La madre gli diede uno scappellotto ma sorrise.

"Andiamo a salutarlo" disse Arthur e di diressero verso il giardino, seguiti da Ginny.

Quando videro Ron lo abbracciarono.

"Grazie per i nostri figli" dissero, rivolti a Remus e Tonks.

"Non essere sciocca, Molly" rispose Tonks.

"Come sta George?" chiese Lupin.

"Perchè, cos'ha?"chiese Ron, allarmato.

"Ha perso.."

Ma la frase fu interrotta da un grido: era apparso un Thestral, con Bill e Fleur sul suo dorso.

"Oh Bill, stai bene!" urlò la signora Weasley. Corse verso di lui, ma il figlio l'abbracciò senza calore.

"Malocchio è morto" annunciò. Fleur annuì, con il volto coperto di lacrime. Calò il gelo tra tutti.

"Lo abbiamo visto" continuò Bill "è successo quasi subito, lui e Mundungus erano vicino a noi. Voldemort ha puntato dritto contro di loro, e sa anche volare, Mundungus si è fatto prendere dal panico, Malocchio ha cercato di fermarlo ma lui si è Smaterializzato..e.. Voldemort ha colpito Malocchio e lui.. lui è morto. Non abbiamo potuto fare niente, li avevamo addosso.."

"è ovvio che non potevate" cercò di tranquillizzarlo Lupin. Ginny non poteva crederci: Malocchio Moody, il famoso Auror, così coraggioso, morto..

Rientrarono tutti in salotto dove c'erano Fred e George, che ridevano insieme sul divano.

"Che c'è?" chiese Fred, vedendoli entrare con le facce scure "chi..?"

"Malocchio" rispose il padre "morto"

Entrambi avevano un'espressione spaventata in volto. Tonks si sedette su una sedia in un angolo, a piangere: tutti sapevano che Malocchio era stato il suo mentore, e gli era molto affezionata. Ginny lo sapeva, ogni volta che ne parlava le brillavano gli occhi, lei era la sua protetta. Bill distribuì dei bicchierini di Whisky Incendiario a tutti coloro che avevano partecipato alla missione.

"A Malocchio" disse e tutti bevvero il liquido ambrato. Dopo aver bevuto tutti avevano un colorito più roseo.

"Dicevi che Mundungus è scappato?" chiese Lupin, appoggiando il bicchiere vuoto sul tavolo.

"Sì" rispose Bill "ma so cosa state pensando, ma Mundungus non può averci tradito. Se vi ricordate è stato proprio Mundungus a suggerirci l'idea dei sette Harry, e i Mangiamorte non ne sapevano niente, anzi, quando hanno visto che eravamo così tanti erano confusi. Se fosse stato Mundungus a fare la spia, perchè non avrebbe rivelato la parte fondamentale del piano? È scappato perchè si è spaventato alla vista di Voldemort, tutto qui, lui non voleva venire dall'inizio"

"Voi-Sapete-Chi si è comportato come Malocchio aveva previsto, pensava che Harry viaggiasse con gli Aurur più esperti, si è gettato subito su Malocchio, poi su Kingsley.." disse Tonks, che ormai aveva distrutto il fazzolettino che aveva in mano. Ginny le diede il suo pacchetto.

"Grazie Ginny, sei un tesoro" sussurrò lei, con un debole sorriso.

"Qualcuno ha rivelato la data a un estraneo, comunque, come fascevano a sapere che avremmo spostato Arrì questa notte?" chiese Fleur. Scrutò tutti torva. Ginny non riusciva a credere che tra loro ci fosse un traditore. Chi di loro avrebbe mai venduto Harry a Voldemort? I singhiozzi di Hagrid infrangevano il silenzio che si era creato.

"No" esclamò il Mezzogigante con forza "se..se qualcuno ha detto qualcosa.. se lo è lasciato sfuggire, ecco. Non è colpa sua"

"Dobbiamo fidarci l'uno con l'altro.. io mi fido di tutti voi. Nessuno in questa stanza mi venderebbe mai a Voldemort" intervenne Harry, guardandoli tutti.

"Ben detto Harry!" esclamò Fred.

Bill e Lupin uscirono, dopo una breve discussione con la signora Weasley, per recuperare il corpo di Malocchio, o quello che ne era rimasto, almeno. Ginny si buttò su una poltrona, insieme a tutti gli altri: all'improvviso, si sentiva come dopo un allenamento di Quidditch di otto ore.

L'unico in piedi, era Harry.

"Dovrei andare con loro" disse, riferendosi a Lupin e Bill.

Ovviamente venne bloccato da tutti, con parole ragionevoli. Ginny vedeva Harry: era frustrato e si sentiva terribilmente in colpa e tutte quelle parole, su cosa Malocchio avrebbe voluto o non voluto, non facevano altro che farlo stare peggio.

Ginny avrebbe voluto confortarlo ma non poteva farlo. Pensava che Harry avesse bisogno solo di riprendersi.

Uscì fuori in giardino a prendersi una boccata d'aria.

"Povero Harry" mormorò Hermione, che era vicino a Ginny.

"Vai da lui" le disse Ginny "ha bisogno di te e Ron. Solo voi due potete fare qualcosa per lui in questo momento"

Hermione annuì. Fece un cenno a Ron e lui capì al volo. Si alzarono entrambi ed uscirono. Nessuno li fermò.

"Ehi Ginny, che ne pensi? Sono ancora più bello di Fred?" le chiese George.

"Non credo proprio, Forge" disse Fred.

Ginny sorrise "Sicuramente sei più bello di prima" rispose lei.

"Visto Fred? Questo vuol dire che sono più bello di te!"

"Non dire cavolate.."

Bill e Lupin tardarono a tornare. Rientrarono Harry, Ron ed Hermione.

"Ragazzi, Ginny, andate a dormire, è meglio" disse Arthur. Tonks si era addormentata sul divano, insieme a Fleur.

"Sì è meglio andare" disse Hermione. Anche Fred e George si unirono a loro. Ron aiutò Fred a trasportare George, che non aveva molte forze per la notevole perdita di sangue. In camera Hermione raccontò a Ginny della battaglia.

"Non lo avevo mai visto Ginny" le disse, con voce tremante "Voldemort. È stato su di noi poco, ha capito subito che non ero io Harry. È spaventoso Ginny. È la paura in persona. Ti auguro di non trovartelo mai davanti Ginny.. io.."

Ginny l'abbracciò.

"Hermione, hai bisogno di dormire. Tutti ne abbiamo bisogno. Svuota la mente e dormi"

Hermione si sdraiò sotto le lenzuole.

"Certe immagini non spariranno tanto facilmente da davanti ai miei occhi" mormorò Hermione.

Ginny spense la luce ma ci mise un po' per addormentarsi. Sentiva che l'amica era sveglia vicino a lei, ma non parlarono. Il dolce cantare dei grilli la cullò per qualche ora, fino a che cedette alla stanchezza e si addormentò. Era sicura che Hermione avrebbe chiuso gli occhi solo quando i grilli sarebbero stati sostituiti dalle cicale.


Angolo Autrice

Questo capitolo non mi convince tantissimo.. spero che però a voi piaccia!

Il prossimo capitolo è in fase di stesura, ma vi avverto che potrei dividerlo in due, non sono sicura.. vorrei che il capitolo del matrimonio sia separato da quello dei preperativi.. vedremo cosa uscirà fuori!

Alla prossima, e.. recensite numerosi!

Baci

Marty


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Capitolo 61
*** Diventare Adulti ***


cap 61 nvu

Diventare Adulti



L'arrivo di Harry scatenò ancora di più la signora Weasley nel disperato tentativo di scoprire cosa avevano in mente lui, Ron ed Hermione e di dissuaderli da qualunque idea fosse. Voleva a tutti costi che ritornassero a scuola, al sicuro, a completare la loro istruzione magica. Visto che aveva passato settimane ad attaccare solo Ron, Hermione e Ginny, ora dedicava la maggior parte del tempo ad assediare Harry. Ma neanche Harry rivelò nulla, così Molly Weasley archittettò un nuovo piano che consisteva nel tenere i tre ragazzi separati il maggior tempo possibile. Guardando la tenacia di sua madre, Ginny cominciava a pensare che in realtà si assomigliavano molto più di quanto aveva mai creduto.

"La mamma è convinta che tenendovi separati e impedendovi di tramare qualcosa riuscirà a ritardare la vostra partenza" disse una sera Ginny ad Harry, mentre apparecchiavano la tavola.

"E cosa crede che qualcun altro ucciderà Voldemort, mentre noi siamo qui a mettere le posate e preparare biscotti?" borbottò lui.

Ginny si sentì per un momento senz'aria e il suo cuore perse un colpo. Harry si voltò verso di lei, preoccupato. Evidentemente non lo voleva dire.

"Allora è questo?" sussurrò "è davvero questo che vuoi fare?" sussurrò.

"Io.. stavo scherzando, Ginny" rispose lui in fretta.

Non è vero, pensò lei. Si guardarono. Era da tanto che non erano da soli, a così stretto contatto.

Da Hogwarts, dal parco. Da quegli ultimi giorni di baci, carezze e risate. Di pace.

Sobbalzò all'arrivo di suo padre, Bill e Kingsley. Cominciò a piegare i tovagliolini di carta, allantonandosi in fretta da Harry, con gli occhi fissi sul tavolo. Harry si era messo a parlare con suo padre. A cena, ovviamente, si trovò a fianco a lui. Erano troppi per la loro tavola ed erano fastidiosamente stretti. Nonostante il poco spazio, Harry non la sfiorò mai. Ginny sapeva bene che in quel momento se solo si fossero sfiorati con il gomito starebbe stata bene. Ma era grata ad Harry che non lo avesse fatto.

Dopo il pranzo sua madre li mise subito a lavoro e questa volta la tenne lontana da Harry, che era stato mandato fuori a dare da mangiare alle galline. Ginny doveva ancora trovare un modo per farle sparire senza dover ricorrere alle vecchie abitudine di Tom Riddle.

"Io mamma cosa devo fare?" chiese Ginny, con voce annoiata.

"Tu vieni con me, Fleur ci deve far vedere i modelli degli abiti da damigelle"

"Ma, no dovevamo andare a Diagon Alley?" chiese dubbiosa Ginny.

"è un po' pericoloso, Ginny cara" rispose Molly "Fleur ha ordinato i modelli e sono arrivati direttamente qui. Li sistemerò io e la madre di Fleur, per farveli stare su misura"

Andarono nella vecchia camera di Percy. Ginny pensò che non ci entrava da secoli. Era sempre stata piuttosto buia e polverosa, piena zeppa di libri noiosi. Quando aprì la porta si rese conto di quanto le cose fossero cambiate: Percy aveva portato via tutte le sue cose quando se ne era andato, libri compresi, e la camera sembrava più spaziosa e luminosa. La camera era ora invasa da una miriade di prodotti di bellezza (visto che Ginny aveva tassivamente vietato a Fleur, l'anno prima, di metterli in bagno) dai trucchi ai profumi, di scarpe e borse e l'aria sapeva di rose e orchidee, il profumo di Fleur.

"Oh eccovi qui!" trillò la ragazza. Le trascinò dentro e chiuse la porta.

"Non sciè la tua amica 'Ermiòn? Lei può vedere il vestito prima, se vuole.."

"Oh, Hermione sta rassettando la mia camera, voleva tanto aiutare" disse Molly "tra poco vado a darle una mano, volevo prendere le misure di Ginny, per vedere se c'è qualche cosa da sistemare"

Sia Fleur che Molly avevano un'espressione entusiasta. Ginny un po' meno.

"Beh, dove sono questi vestiti?" chiese.

Fleur saltellò fino all'armadio e tirò fuori un lungo abito, coperto da un telo bianco. Sua madre tolse il velo con la bacchetta e mostrò l'abito a sua figlia.

Ginny dovette ammettere che Fleur aveva veramente buon gusto. Il vestito che aveva scelto per lei era molto bello: era lungo fino al ginocchio, con delle bretelline sottili ed una scollatura profonda. Era fatto di seta d'oro pallido.

"Provalo" esclamò Fleur. Ginny si tolse la vecchia t-shirt di Fred e i suoi jeans per mettere quella meraviglia. E le stava bene. Veramente molto bene. Lo leggeva negli occhi luccicanti di Fleur e sua madre. Sapeva che entro pochi secondi sarebbero partiti gli urletti, e infatti così accadde.

"Oh la mia piccola Ginny!" singhiozzò sua madre, ad un volume molto elevato "Sei così bella.. così grande..e.."

Ginny si guardò allo specchio. Sì, effettivamente le stava benissimo.

"Oh, sapevo che ti sarebbe stato bene!" cinguettò Fleur "ora dobbiamo solo sistemare i capelli.. io direi sciolti, ma un po' mossi.."

"E le scarpe?" chiese la signora Weasley.

Fleur prese una scatola bianca dall'armadio e l'aprì. Dentro c'erano dei sandali dorati, molto luccicanti, con il tacco un po' alto.

"Non sono un problema i tacchi, vero Jinnì?" chiese Fleur.

"No, li so portare" rispose Ginny. Si sfilò le sue scarpe e indossò quelle che le porgeva Fleur e fece qualche passo.

"Sì, non li dobbiamo abbassare" disse Fleur "sei capasce a camminarsci" sembrava quasi incredula.

Ginny aveva voglia di risponderle male ma si trattenne. Dopotutto mancava poco al matrimonio, doveva essere gentile solo per un altro paio di giorni.

Ginny si guardava ancora allo specchio. Era raro che avesse dei vestiti così belli, e guardarsi vestita così le faceva un certo effetto.. chissà come l'avrebbe trovata Harry..

All'improvviso si sentiva a disagio, come se il vestito le andasse stretto. Doveva toglierlo e anche subito.

"..Gabrielle avrà un modello simile, ma sonsa la scollatura.." stava dicendo Fleur alla signora Weasley.

Faceva caldo.

"Posso toglierlo?" esclamò all'improvviso Ginny. Senza aspettare risposte si tolse in fretta il vestito e lo riconsegnò a Fleur, per poi infilarsi i suoi abiti normali. Se ne andò via dalla camera, senza sentire sua madre che le ordinava di fare qualcosa come al solito. Si chiuse in fretta in bagno, girando due volte la chiave nella serratura.

Lei e Harry non stavano insieme. L'aveva lasciata per intraprendere la missione più pericolosa che fosse mai esistita.

Vedersi vestita da damigella la faceva pensare ad un altro matrimonio.

Uno al quale non aveva ancora partecipato.

Il suo. Il loro.

I fiori, il giardino, lo champagne, il riso, i confetti, il bianco le comparvero in mente. La musica, le risate, il blu, il vecchio, le scarpe, lei, il suo sorriso, il suo velo e lui, il suo lui, che l'aspettava, che le sorrideva, che aveva le stesse iridi verdi di Harry.

Lei ed Harry. In procinto di unirsi per sempre.

Sarebbe accaduto tutto ciò?

Ginny non aveva mai avuto grandi fantasie sul suo matrimonio. In realtà, non ci aveva mai pensato. Ora, invece, l'immagine di lei, vestita di bianco le si era fissata nella mente.

Avrebbero avuto questa possibilità, lei ed Harry?

Lo voleva. Forse era troppo giovane, forse era la guerra che la spingeva ad essere più grande e a fare pensieri troppo grandi per lei, ma lei voleva lui, lui e nessun altro. Per sempre.

Sapeva che lui se ne sarebbe andato. Non voleva trattenerlo. Ma voleva avere la certezza che sarebbe stata sua, e di nessun altro, per sempre.

Forse sapeva cosa doveva fare. Si guardò allo specchio e deglutì. All'improvviso si sentiva piccolissima.

"GINNY, NON AVEVI DETTO CHE VOLEVI DARMI UNA MANO?! DOVE SEI FINITA!?"

lo sbraitare di sua madre la fece trasalire. In un secondo, girò al contrario la chiave e scappò giù in cucina, come una bambina obbediente.


*

Ginny non voleva parlare con nessuno della sua idea. Sapeva che chiunque, anche la sua migliore amica, avrebbe disapprovato, quindi voleva evitare di parlarne. Non voleva che qualcuno cercasse di dissuaderla, o le mettesse strani pensieri in testa, o paure assurde. Era pienamente consapevole di quello che faceva. Cioè, di quello che voleva fare. Ed era più che decisa.

Tutti e quattro i ragazzi andarono a letto presto, quella sera. I signori Delacour e la piccola Gabrielle, per i quali avevano lucidato la casa, non senza proteste, arrivavano l'indomai mattina e loro avevano lavorato tutto il giorno, e la signora Weasley già li aveva avvisati che ci sarebbe stato molto da fare anche la mattina prima che arrivassero i tre ospiti.

"Ma perchè non sono andati in albergo?" borbottò Ron, beccandosi un sonoro scalpellotto dalla madre.

"Se vi azzardate a farmi fare una brutta figura passerete l'estate più brutta della vostra vita" sibilò la signora Weasley contro i due figli, ma in realtà rivolta anche ai figli più grandi, assenti. Ginny e Ron evitarono accuratamente di risponderle. Ginny si ritirò in camera sua poco prima dell'amica. Aprì il cassetto della biancheria e la osservò con cura. Altra cosa su cui non si era mai soffermata a guardare più di tanto. Di solito era sua madre a comprarle reggiseni e mutandine e si accorse che tutta la sua biancheria era estremamente ordinaria e semplice. Aveva bisogno di qualcosa di più femminile, assolutamente. Di quel tipo di cose che metti solo in determinate occasioni..

"Non ti avevo vista salire" disse Hermione, entrando in camera.

"Mmm, sì, sono stanca morta" disse Ginny, chiudendo il cassetto. Si lanciò direttamente sul suo letto, sprofondando la testa nel cuscino.

"Tua madre ha detto di puntare la sveglia alle sette e trenta" disse Hermione.

"Non mi sveglierò mai a quell'ora" gemette Ginny.

"Devi per forza" rispose Hermione con dolcezza "oltretutto dobbiamo anche organizzarci per il compleanno di Harry, che è dopodomani. Dopotutto, diciassette anni sono importanti.."

Ginny annuì.

"Cosa pensavi di regalargli?" chiese Hermione.

Ginny scrollò le spalle, improvvisamente ammutolita.

"Io ho comprato, prima di venire uno Spioscopio" continuò la ragazza "sai, quello che aveva prima era un po' malandato e poi, nella nostra missione, potrà esserci utile.."

"Io ho deciso di farlo. Con lui" esclamò Ginny, tutto d'un fiato. Hermione rimase un attimo di stucco.

"Cosa, scusa?" fece, dopo un momento.

"Hai capito!" esclamò Ginny.

"Ginny, non credo che.."

"Voglio fare qualcosa che mi leghi a lui. Per sempre" disse Ginny, con forza "non so se.. se io e lui potremo mai finire con lo sposarci, Hermione. Ma io in questo momento so che non voglio altri che lui! Ora.. o mai più, no?"

Hermione sospirò "Sai, nella Prima Guerra molti ragazzi hanno ragionato in questo identico modo. Guarda i tuoi genitori o quelli di Harry: si sono sposati tutti a quanti anni? Diciannove, venti? Più o meno la nostra età. È la Guerra che fa fare queste scelte avventate, le persone hanno paura di non avere abbastanza tempo. Ma Ginny, non si può vivere con questo ragionamento"

Ginny non rispose. Si era raggomitolata sul suo letto. Hermione si sedette vicino a lei.

"Avremo tanto tempo, dopo che sarà finita questa Guerra, non fare scelte che non faresti normalmente.."

"Ma questo che stiamo vivendo non è normale" esclamò Ginny, con forza "l'orologio della mamma ce lo ricorda ogni giorno, ogni giorno potrebbe essere l'ultimo. E se alla fine, se mai ci sarà una fine, o io o Harry non ci fossimo più? E se la Guerra durasse per decenni, ed io e lui fossimo divisi per altrettanto tempo?"

Si alzò e si sedette a gambe incrociate sul suo letto, guardando negli occhi la sua amica.

"Harry è importante per me. Sono pronta a donare tutta me stessa a lui. Io sono consapevole di questa mia scelta, Hermione. Sono sicura che non me ne pentirò mai"

Hermione sospirò di nuovo "beh, so bene che se hai in testa una cosa è difficile farti cambiare idea, ma.."

"No, Hermione" la interruppe Ginny "niente 'ma'. So quello che faccio, e in fondo non è la fine del mondo. Amo Harry e lo conosco da una vita. Dovrebbe essere la situazione ideale in cui perdere la verginità" Si infilò sotto le coperte. Anche Hermione fece lo stesso.

"Stai attenta" le disse "e prendi le precauzioni"

A Ginny sembrava un po' stizzita.

"Senti, è la mia vita" sbottò "sai anche tu che alla fine non è una scelta così sbagliata! Ho sedici anni, e molte ragazze lo fanno a sedici anni"

"So benissimo che Harry sarebbe il ragazzo giusto per te" disse Hermione "ma questo è un momento sbagliatissimo per fare scelte irreversibili! So che non te ne pentiresti, ma.. non sarebbe meglio godersi il momento senza avere il peso di Lord Voldemort e di una Guerra sulle spalle? Senza che Harry sia impegnato a salvare il mondo? Un momento in cui sarete davvero adulti?"

"Esisterà mai questo momento?"

"Certo che sì, Ginny" esclamò Hermione "e non devi mai, mai, smettere di crederci! Se perdiamo la speranza, è finita!"

Ginny si voltò.

"Ginny, promettilo! Quando noi.. quando noi non saremo qui, non devi mai perderere la speranza! Me lo prometti, Ginny?"

"Sì" mormorò lei debolmente. Ma Hermione non disse altro.

Un'altra sera che si addormentarono con l'amaro in bocca.


*

I signori Delacour arrivarono alle undici in punto, ma gli abitanti della Tana erano svegli da molto prima, grazie ad una frenetica signora Weasley.

Dopo un'ultima lucidata e spolverata, varie urla e insulti, la casa parve praticamente perfetta alla signora Weasley e concedette ai quattro ragazzi venti minuti di relax in giardino, servendogli addirittura una limonata ghiacciata.

"Non mi dire che sono arrivate le vacanze!" esclamò incredulo Ron.

"Ti piacerebbe" rispose Ginny, sorseggiando la sua bibita.

Era andato il signor Weasley a prendere la piccola famiglia francese. Fleur era molto emozionata: era tanto che mancava da casa, e non vedeva l'ora di vedere i suoi genitori e la sua sorellina.

"Sarà così contonta Gabrielle" stava dicendo "non vede l'ora di vedere Arrì Potter"

Ginny vide Harry arrossire leggermente.

Questa ragazzina si stava già rivelando più odiosa della maggiore.

"Andate a sistemarvi, prima che arrivino" ordinò la madre "Ron, per l'amor del cielo, hai i calzini spaiati! Harry, tesoro, prova a pettinarti i capelli, ti prego.. e Ginny, te l'ho detto un centinaio di volte, togliti subito quella vecchia felpa di Bill e quei pantaloncini striminziti, e vai a metterti qualcosa di più femminile! Ti ho lasciato qualcosa sul letto.."

i tre ragazzi salirono sopra. Ron borbottava qualcosa di indistinto sui francesi.

Ginny scartò subito i vestiti che la madre le aveva lasciato, visto che probabilmente andavano di moda negli anni venti, e scovò qualcosa di pulito e femminile nell'armadio, cioè un vestitino a maniche corte viola, che le arrivava sopra il ginocchio, molto comodo per stare in casa (anche se preferiva mille volte le vecchie felpe dei fratelli).

"Eccoli finalmente" borbottò Ron "lo strazio è finito" aggiunse, riferendosi al maniacale bisogno di ordine e pulizia della madre negli ultimi giorni.

"o è appena iniziato?" disse Ginny.

La signora Delacour era una Flebo invecchiata e Gabrielle una Flebo da piccola. Non c'era un granchè da commentare. Era molto più interessante il signor Delacour, che era basso e grassottello. I suoi geni avevano avuto poca voce in capitolo nel formare il corredo genetico della sua progenie. Probabilmente, c'era poco di negativo in questo.

I signori salutarono la signora Weasley baciandola sulle guance e la piccola si avvicinò a lei e l'abbracciò. Sciolto l'abbraccio gettò all'indietro i capelli in una perfetta imitazione della sorella maggiore e lanciò uno sguardo ardente ad Harry. Ginny tossicchiò incredula.

Aveva ragione, quella mocciosa era a dir poco odiosa.

"Entrate, entrate, vorrete sicuramente una tazza di the" stava dicendo il signor Weasley.

"Ma fa troppo caldo, Arthur" disse Molly "ho preparato una brocca di the freddo"

"Oh, meraviglioso!" cinguettò la signora Delacour.

Quel pomeriggio, Ginny, Hermione, Ron ed Harry furono finalmente un po' libri. I signori Weasley erano impegnati a conoscersi megli con i signori Delacour e Gabrielle si era appiccata a Fleur, parlottanto fitto fitto in francese. Ron, Harry ed Hermione fuggirono dalla casa il prima possibile, con la scusa di dare da mangiare alle galline. Ginny non sapeva bene cosa fare.

"Ginny.. puoi venire un momento?"

Era Bill, che la chiamava dalla sua stanza al piano di sopra. Ginny salì subito.

La stanza di Bill e Charlie era sempre stata la più grande. C'erano due letti gemelli e due piccole scrivanie, entrambe vicino alla finestra, che dava sul cortile. Sopra il letto di Charlie c'erano ancora i suoi vecchi poster di Quidditch e il vecchio drago di peluche che gli aveva cucito la mamma quando era piccolissimo, ed ormai era vecchio e scucito. Sul comodino di Bill c'erano un paio di libri (aveva sempre amato leggere prima di andare a dormire) di avventura e di storia e una foto di Fleur. Il resto della stanza era occupato da una piccola libreria, piena dei libri di Bill, ovviamente, visto che Charlie non era mai stato un vero amante della lettura.

"Dimmi, Bill" disse Ginny, entrando nella camera. Suo fratello era davanti all'armadio spalancato.

Ginny chiuse la porta.

"Volevo farti vedere il mio completo per il matrimonio. L'ho comprato ieri, quando siamo andati a ritirare i vestiti per te e Gabrielle"

Ginny si sedette sul letto di Charlie, in attesa.

Bill tirò fuori un completo dal suo armadio e lo mostrò alla sorella.

"Che te ne pare?" chiese.

"Così non posso giudicarlo! Mettilo" rispose Ginny.

"Ho paura di sporcarlo" rispose lui, titubante.

"Non sembri lo sposo, ma la sposa" esclamò Ginny, roteando gli occhi "Sei un mago, si o no? Un colpo di bacchetta e sparisce qualunque macchia"

Bill sorrise divertito.

"Va bene, me lo metto" disse. Si spogliò e indossò il completo che aveva preso dall'armadio. Ovviamente stava benissimo, come al solito.

"Che ne dici?" chiese Bill.

"Stai benissimo, come sempre" rispose Ginny "all'occhiello? Cosa metterai?"

"Mmm.."

"Beh, io direi che ti devi rifare al tema scelto da Fleur" consigliò Ginny "Una bella rosa bianca. Che ne dici?"

"Beh, io sinceramente non me ne intendo di fiori" rispose Bil "ma se farà felice Fleur farà felice anche me"

Ginny storse il naso "sei diventato banale e sdolcinato" lo rimproverò. Bill le scompigliò i capelli "voglio vederti il giorno del tuo matrimonio! E anche il tuo caro Harry.. sarà più banale di me" esclamò Bill.

Ginny era sbiancata.

Non per il fatto che la sua vita privata fosse di dominio pubblico, quello no. Ormai c'era abituata.

"guarda che si vede lontano un miglio, eh" la canzonò il fratello "a parte che mi aveva accennato qualcosa mamma.. da quanto tempo state insieme?"

"Non stiamo insieme" rispose Ginny semplicemente.

"Dai, è inutile mentire" disse Bill, sedendosi a fianco a lei "non fate altro che guardarvi! È cotto per te!"

"Non sto mentendo. Non stiamo insieme.. almeno, non più"

Bill si fece all'improvviso serio.

"Ti ha fatto del male, Ginny? Ti ha fatto soffrire in qualche modo?" si alzò in piedi "Io lo uccido, altro che Voldemort.."

"No!" esclamò Ginny "non mi ha fatto niente.. diciamo che.. il corso degli eventi ha cambiato un po' le cose. Che.. per la mia sicurezza, sarebbe stato meglio che fossimo lontani"

Bill si risedette.

"Ma io sto bene" aggiunse in fretta "quando sarà finita questa maledetta guerra.. allora, se ci saremo ancora, potremo pensare al nostro futuro"

"Ginny, ci sarete, tutti e due" disse Bill "vi sposerete, se ancora lo vorrete, tra molti, molti, molti anni, dopo che avrà passato qualche test.."

"Quali test?" chiese Ginny, divertita.

"Queli che deve superare chiunque si avvicina alla mia sorellina" disse lui "e ovviamente, dovrete aspettare almeno fino ai trant'anni.."

"Bill!"

"Magari trentacinque.. sai, ci vuole maturità, in queste cose"

"Tu non hai trentacinque anni!"

"Io non ho fratelli maggiori iperprotettvi"

Ginny gli fece una linguaccia e poi si alzò in piedi.

"bene, ora vado giù, penso sia troppo tempo che non faccio niente, la mamma avrà sicuramente trovato qualcosa da farmi fare"

"Non ti stancare troppo! Ricorda che sei la mia damigella"

Ginny gli fece l'occhiolino.

"Tranquillo! Per il tuo matrimonio sarò fresca e pimpante come sempre!" gli schioccò un bacio su una guancia e scese giù di corsa.

"Ginny, tesoro, potresti dare una spazzata in camera mia?" la mamma era di nuovo all'attacco.

"Certo mamma" mormorò Ginny, con gli occhi al cielo.


*


Per il compleanno di Harry non si sarebbero fatti grandi festeggiamenti, o almeno così desiderava il festeggiato. Aveva pregato la signora Weasley di non disturbarsi troppo, anche perchè il giorno dopo ci sarebbe stato il matrimonio di Bill e Fleur e già stava lavorando troppo. Molly Weasley aveva accettato qualche compromesso, ma era comunque intenzionata a festeggiare il compleanno di quello che, ormai, considerava il suo ottavo figlio, in modo decoroso.

"Diciassette anni non si compiono tutti i giorni!" aveva esclamato, mentre cercava qualche ricetta nel suo grosso ricettario.

"Neanche dieci, dodici, quindici.." aveva risposto Ginny. Molly le scoccò un'occhiataccia.

"A diciassette anni si diventa maggiorenni, e questa è una cosa che capita una volta sola nella vita" agginuse la donna, convinta "cosa potrei preparare, vediamo..." e ritornò a sfogliare il suo ricettario, completamente assorta.

"Sai" riprese, senza distogliere gli occhi dal libro "pensavamo di regalare anche a lui un orologio"

Ginny sapeva bene che era tradizione regalare un orologio ad un mago quando diventava maggiorenne, ma sapeva anche che gli orologi costavano molti galeoni.

"In realtà non ce lo possiamo permettere" sospirò la donna, chiudendo il ricettario e poggiandolo al tavolo "ma Harry è come un figlio per me e tuo padre, quindi è giusto che abbia un orologio come quello che hanno avuto Ron e gli altri"

"E quindi?" chiese Ginny, non capendo cosa la madre volesse dirle.

"Pensavo di regalargli il vecchio orologio di tuo zio Fabian" disse la madre "te lo ricordi? L'ho sempre conservato nel loro cassetto.."

In soffitta c'era una vecchia e consumata cassettiera, i cui cassetti erano troppo rovinati per poterla usare. Nonostante con la magia sarebbe diventata come nuova non era mai stata utilizzata, ed era lì in soffitta. Ogni cassetto costudiva i ricordi della famiglia Weasley: vecchi album di fotografie, le prime scarpette di Bill, i quaderni di Percy, il vecchio orsetto di Ron, il primo vestitino di Ginny, assolutamente rosa confetto (nonostante stesse male con i suoi capelli, avrebbe aggiunto Fleur). C'era l'ultimo cassetto, che non veniva mai aperto e tutti sapevano che lì erano conservati alcuni oggetti appartenuti a Fabian e Gideon, i fratelli della mamma morti tanti anni prima, assassinati da un Mangiamorte, Dolohov. Sapeva che per sua madre quegli oggetti erano molto cari e quanto fosse doloroso separarsene.

"Fabian ne sarebbe stato contento, ne sono sicura" disse Molly.

"Sono sicura che Harry ne sarà felicissimo, mamma" disse Ginny.

"Forse ci rimarrà male, è un po' vecchio e ammaccato.."

"Secondo me, per lui sarà il ragalo più bello che ha mai ricevuto" rispose la ragazza. Molly sorrise e ritornò ai fornelli.

All'arrivo delle francesi Ginny fuggì rapida in giardino. Una Flebo si poteva sopportare ma tre assolutamente no.

Hermione, Ron ed Harry non si erano ancora visti in giro, il signor Weasley era a lavorare e Bill era uscito di mattina presto con il padre di Fleur. Ginny si sedette sul prato, che la madre aveva fatto crescere ordinato e curato in occasione del matrimonio del figlio, che si sarebbe celebrato in giardino. La ragazza non ricordava, infatti, che quell'erba fosse così soffice e, soprattutto, così priva di polvere.

Mancavano solo due giorni al matrimonio, un solo giorno al compleanno di Harry. Quanti ne mancavano alla partenza del Trio? Tre, quattro? Una settimana? Qualche ora?

Si strinse le ginocchia. All'improvviso sentiva freddo, di nuovo.

Dei passi, dietro di lei.

Hermione si sedette vicino a lei.

"Come va?" le chiese.

"Va" rispose Ginny.

"Sei ancora convinta?" chiese Hermione.

"Al cento per cento" rispose Ginny "sono sicura che non me ne pentirò"

"Harry non morirà" sbottò Hermione, seria.

"Io non l'ho mai detto" rispose Ginny, colpita dalla durezza delle parole dell'amica.

"Non ci credi abbastanza"

"Lo so che non morirà, sono più che sicura che alla fine trionferà lui"

"Allora smettila di comportarti come se avessi una manciata di ore davanti a voi! Siamo giovani, abbiamo tutta la vita davanti, Ginny"

"Siamo in guerra, Hermione! Secondo me, l'unica che non l'ha capito sei tu!" esclamò Ginny "e ammetti che i rischi ci sono! Quando partirete noi non sapremo più niente di voi! Scusa se cerco di vivere questi ultimi giorni, diciamo, normali"

La signora Weasley interruppe la discussione delle due ragazze, chiamandole per piegare gli asciugamani puliti e preparare il letto di Charlie, che sarebbe arrivato il giorno dopo.

"Ti ha fatto vedere il vestito da damigella, Fleur?" chiese Hermione.

"Sì, l'ho anche provato, è molto bello" rispose Ginny. Con un colpo di bacchetta, Hermione fece tutto quello che avevano da fare in un secondo. Rimasero in silenzio per un po'.

"Sai Hermione" cominciò Ginny "sono sicura che andrà tutto bene, che voi tornerete e che abbiamo ancora anni magnifici davanti a noi. Ma io, ora, voglio solo fermare il tempo, con lui, prima che parta, prima che saremo di nuovo separati. Ma ho bisogno della tua approvazione. Con o senza, io lo farò comunque"

Ginny guardò negli occhi l'amica. Era testarda, coraggiosa, non si sarebbe fermata davanti a nulla. Ma senza il consenso di Hermione, sapeva che sarebbe stata dura fare ciò che voleva fare.

"Lui è il ragazzo giusto per te" mormorò Hermione "se volete fare questo passo.. beh, non ve lo impedirò"

A Ginny quelle parole bastavano. Scese a grandi passi le scale, con il cuore un po' più leggero e la mente con mille paure.


*

La mattina del trentuno luglio era luminosa e limpida. Ginny si svegliò con un raggio di sole che le solleticava il volto, come al solito. Hermione non era nella sua brandina. Probabilmente era già sgattaiolata in bagno. Ginny si alzò dal letto e spalancò la finestra. L'odore di erba tagliata e di fiori riempì la sua stanza.

Quel giorno Harry entrava nel mondo degli adulti.

Quel giorno Ginny era disposta a seguirlo.

Si guardò al suo solito specchio. Perchè quella mattina si sentiva più piccola di quello che era?

Hermione rientrò all'imporvviso in camera. Ginny notò che era già vestita.

"Ah, ti sei svegliata?" chiese "io comincio a scendere, muoio di fame. Ti aspetto?"

"No, vai pure" rispose Ginny "ci metterò un secolo a vestirmi"

Hermione le fece l'occhiolino.

"Scegli un bel completino!" le sussurrò maliziosa.

"Hermione!" esclamò Ginny.

"Dai, sto scherzando! Beh, allora io scendo"

Hermione chiuse la porta e Ginny si scaraventò sulla sua cassettiera e la svuotò completamente, alla ricerca di qualcosa di minimamente decente e che la facesse sembrare un po' più donna. Poi corse in bagno, buttando praticamente a terra Ron, e si lanciò sotto la doccia. Quando fu pronta si accorse di non essersi portata i vestiti e, maledicendosi, corse di nuovo in camera sua.

"Se potessi usare la magia, tutto sarebbe più semplice" borbottò, mentre prendeva una t-shirt pulita e un paio di jeans corti, senza buchi nè rammendi. Si guardò allo specchio: non era proprio una donna a tutti gli effetti, aveva un grosso livido sul ginocchio destro (ma quando se l'era fatto? Forse litigando con Ron..), le unghie mangiate e i capelli ancora bagnati. Ma era lei stessa. Forse ad Harry sarebbe bastato.

Sentì che tutti erano giù, per colazione, compreso Harry. Ginny si stava finendo di pettinare i capelli, che, con il calore di quella mattinata, già erano quasi asciutti.

Non aveva paura.

Beh, forse solo un po'.

Ma era normale, no?

Lo amava. Era giusto che andasse così.

Voleva essere sua soltanto e voleva che lui fosse suo, per sempre.

Nonostante la distanza.

Nonostante il tempo.

Come le aveva ricordato la mamma, stava crescendo in fretta. Doveva diventare adulta per affrontare ciò che l'aspettava. Forse era il modo più facile per reggere tutto, per non crollare. La bambina che disegnava cuori con il pastello rosso accanto alla foto di Harry Potter non c'era più, o almeno, era nascosta bene.

Davanti allo specchio c'era una ragazza forte, dura e decisa.

Decisa a diventare donna.

Dei passi del suo pianerottolo. La voce acuta di Hermione, il balbettio di Ron. Probabilmente c'era pure Harry con loro.

Tirò un respiro.

Aprì la porta.

Come aveva immaginato, erano tutti e tre lì davanti.

"Harry, vieni dentro un momento?"

Era ora. Doveva dirglielo.

Hermione prese Ron per un gomito e lo trascinò via. Harry entrò nella sua stanza. Ginny chiuse piano la porta.

Harry guardava un po' tutto, tranne lei. Ginny si rese conto che era la prima volta che entrava nella sua stanza. Non c'erano state occasioni prima. Nè, tanto meno, qualche motivo specifico.

Ginny lo guardò negli occhi. Altro gran respiro.

"Buon Compleanno" disse.

"Sì.. grazie" balbettò lui.

Continuava ad evitare il suo sguardo. Ginny lo sosteneva con fierezza.

"Bella vista" mormorò Harry. Ginny si trattenne dal sospirare e lo ignorò completamente.

"Non sapevo cosa regalarti" disse.

"Non c'era bisogno di un regalo.."

Avrebbe voluto urlargli contro, questa volta, ma lo ignorò di nuovo.

"Non sapevo cosa ti sarebbe servito" disse "Qualcosa che avresti potuto portare con te"

La guardò per un attimo. Lei si avvicinò. Non tremava. Era serena. Era giusto.

"Quindi ho scelto qualcosa che ti faccia pensare a me, sai, nel caso incontrassi qualche Veela mentre sei in giro a fare quel che fai"

Era fiera di lui. Lo sarebbe stata sempre.

Lo amava alla follia.

"Le possibilità di uscire con delle ragazze saranno scarse, ad essere sincer" rispose lui.

"è proprio quello che speravo" sussurrò e lo baciò con forza, come mai lo aveva baciato prima.

Non l'aveva calcolato. Voleva prima parlargli, spiegargli cosa voleva fare, magari darsi un appuntamento per quella sera..

Lui rispose al bacio con passione, prendendola dietro la nuca e attirandola a sè, con le dita perse tra i suoi capelli.

Ginny lo strinse di più e insistette con la lingua. Le labbra di Harry si dischiusero, si incontrarono, la mano di Harry scivolò lungo la sua schiena, più giù delle punte dei suoi capelli..

Non c'era nessuno sulla faccia della Terra, a parte loro due.

La porta si spalancò. I due si separarono di scatto.

Era Ron. Hermione non era riuscito a trettenerlo.

In quel momento, Ginny li odiò. Entrambi.

"Oh.. scusate" disse Ron, per niente dispiaciuto.

"Ron!" protestò Hermione.

Calò il silenzio.

"Beh, buon compleanno Harry" disse Ginny, atona. La magia era finito. Harry era di nuovo perso nei suoi pensieri e stava di nuovo affogando tra le sue paure, i suoi doveri.

Lei doveva stare lontana. Lui doveva andare a combattere. Stop.

Harry si voltò verso di lei, ma non c'erano parole. Ginny si voltò le spalle. Voleva solo urlare e sbattere la porta. E piangere, magari. Ogni tanto, poteva anche farlo.

"ci vediamo dopo" mormorò Harry. Sentì i ragazzi uscire e chiudere la porta. Ginny si sedette sul letto. Dopo qualche minuto di silenzio, preso il cuscino e lo lanciò con rabbia contro l'armadio. Scivolò a terra, e sentì, per la prima volta da tempo, le lacrime che scorrevano sulle sue guance. Le asciugò con rabbia. Sentì il vetro scricchiolare paurosamente. Si voltò: la sua ira aveva causato una crepa. Avrebbe chiesto ad Hermione di ripararla, dato che lei non poteva fare magie. Doveva calmarsi.

Doveva lasciarlo andare. Si sarebbero ritrovati dopo la guerra, come lui aveva deciso. Si tolse le scarpe, con un calcio. Quella maledetta guerra. Odiava Voldemort e i suoi Mangiamorte. Stavano distruggendo la sua vita. Avrebbe lottato anche lei, con tutta se stessa, per riprendersela.



Angolo Autrice

Eccomi! Sto andando un po' lenta, ma non voglio fare capitoli lunghi come l'ultimo, quindi questo, che nasceva come capitolo unico, l'ho spezzato! Il prossimo parlerà, ovviamente del matrimonio di Bill e Fleur e della fuga di Harry, Ron ed Hermione. Spero vi piacerà e vi sia piaciuto anche questo capitolo!

Saluti a tutti e godetevi le vacanze, voi che avete finito scuola! Io, purtroppo, vedo davanti a me sono esami!!

baci a tutti

Marty






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Capitolo 62
*** Il Matrimonio ***


cap 62 nvu

Il Matrimonio



Il giorno del matrimonio di William Arthur Weasley e Fleur Isabelle Delacour era finalmente arrivato. La sveglia suonò molto prima del solito. Lì per lì, Ginny non riusciva a capire perchè la sveglia suonasse quando fuori era ancora praticamente buio, poi si voltò verso il suo calendario e guardò quell'orribile macchia rosa shocking che s'illuminava come un semaforo che era comparsa il giorno prima. Fece un gemito e ficcò la testa sotto il cuscino. L'adorabile sorellina di Fleur si era sentita subito a suo agio in casa Weasley, sebbene non avesse le scale di marmo, i cespugli di roses blanches in jardin e non venissero serviti croissant all'albicocca la mattina. Correva da una stanza all'altra e soprattutto senza bussare o chiedere permessi e tutti le permettevano di fare tutto perchè era così carina. Ovviamente Ginny era l'unica a ritenerla una ragazzina insopportabile, ma doveva sopportarla per forza. E così la tenera, dolce bambina, armata di pennarelli fluorescenti dai mille colori, aveva tempestato tutti i calendari della casa (compreso quello di Ron, che non cambiava il mese dal primo Gennaio) con cuori giganti e rigorosamente rosa intorno alla stessa data, il primo Agosto, il giorno del matrimonio dell'amata sorella maggiore. Sul calendario di Ginny aveva anche aggiunto una simpatica nota "Bill+Fleur=Amour". Ginny non aveva potuto cancellare per non sentire le urla pazzesche della ragazzina, di cui aveva dato prova pochi giorni prima, quando stavano facendo le prove generali dei vestiti da damigella e lei aveva cominciato a pretendere delle scarpette con il tacco uguali a quelle di Jinnì. Non era stata accontentata (Fleur riteneva che fosse di cattivo gusto che una ragazzina sotto i quattordici anni portasse i tacchi), e aveva lottato eroicamente, facendo scappare a gambe Arthur e il signor Delacour. Per farla contenta, Fleur le promise che le avrebbe prestato il suo bracciale di perle, e questo mise fine ai capricci. Se possibile, Gabrielle era più eccitata di Fleur, la signora Weasley e la signora Delacour messe insieme e non faceva altro che parlare del matrimonio, tranne che con Ginny, per la quale provava una vaga antipatia, ovviamente ricambiata.

"Secondo me, ha notato che Harry ti guarda in un certo modo.." le aveva detto Hermione, visto che era palese che Gabrielle aveva una cotta per il ragazzo, da quando l'aveva salvata dal lago al quarto anno.

"Mi dispiace, ma Harry ha salvato prima me" aveva risposto Ginny, facendo ridere l'amica.

Tornando a quella mattina, Ginny non aveva nessuna intenzione di alzarsi dal letto, ma sapeva che da un momento all'altro sarebbe arrivata sua madre. Si alzò e svegliò anche Hermione. Le due ragazze avevano fatto le ore piccole la sera prima, per chiacchierare di ciò che era successo (anzi, che non era successo) tra Ginny ed Harry. C'era stato tanto da dire.


"Mi dispiace, Ginny, non sono riuscita a trattenerlo" si lamentò Hermione.

Ginny scrollò le spalle "Tranquilla. Ti ringrazio comunque"

Hermione si sedette sul letto a fianco all'amica, entrambe in camicia da notte.

"Allora?" chiese.

"Ci siamo baciati. Un bacio molto intenso a dire la verità" Ginny si sdraiò sotto le

coperte. Hermione fece lo stesso "dovevamo parlare, volevo spiegargli la mia idea, ma

non ce l'ho fatta. Abbiamo detto un paio di parole e ci siamo baciati. Poi lo sai

anche tu. Harry non mi si è avvicinato tutto ieri sera. L'ho tentato,

forse sono stata un tantino scorretta, ma lui è tornato sulla sua decisione.

In fondo, lo amo anche per questo. Lui è così. Deve salvare prima il mondo. In fondo, è

sempre Harry Potter"

"Sei delusa? Volevi.. che succedesse qualcosa di più?" chiese Hermione.

Ginny sospirò. Era una domanda difficile, in quel momento "Sai, Hermione? In

realtà, preferisco che sia andata così. Avremo tutto il tempo del mondo per farlo,

no? E per fare altre mille altre cose, come baciarci, ballare, viaggiare,

fare cenette romantiche e regali stupidi a San Valentino"

sorrise "ora ci credo davvero"


"Ginny, che ore sono?" chiese Hermione, con la voce impastata di sonno.

"L'ora di alzarci, probabilmente" rispose Ginny, senza tirare fuori la testa da sotto il cuscino. La porta si aprì di scatto, facendo entrare la luce elettrica dritta sui loro volti. Hermione mugugnò, infastidita.

"Ragazze, è ora di alzarvi, o perderete il vostro turno in bagno" le chiamò la signora Weasley.

"Hermione, vai prima te.."

"No, Ginny, vai tu.."

"Muovetevi!" sibilò la signora Weasley "altrimenti faccio andare Ron e Charlie prima di voi.."

Le due ragazze, dietro questa minaccia, si alzarono immediatamente, e corsero in bagno insieme. Fecero appena in tempo a lavarsi e ad usare i prodotti che Fleur aveva preso per Ginny ("sei la mia damijella, sarai perfetta) cioè un olio per capelli importato dal Marocco, all'olio di Aragan e di camelia, e una crema per la pelle che la rese luminosissima in un attimo, e un prodotto che aveva regalato ad Hermione ("crema lisciante istantanea, cinque secondi") che la signora Weasley cominciò a bussare "Tocca a Gabrielle e Fleur, sbrigatevi!"

Le due ragazze fuggirono in camera con solo gli asciugamani addosso. Per fortuna i ragazzi dormivano tutti. La signora Weasley aveva predisposto le cose in modo che le donne avessero accesso al bagno per prime, dato che ci mettevano molto di più a prepararsi. La mamma aveva già tirato fuori i loro abiti e le loro scarpe e li aveva appesi alle ante degli armadi.

"Ancora non mi hai fatto vedere il tuo vestito" disse Ginny.

"Ora te lo faccio vedere! È uno degli ultimi acquisti che ho fatto con mamma e papà a Londra" rispose Hermione. Si vestirono entrambe. Il vestito di Hermione era lilla, la gonna svolazzante e la scollatura squadrata e le scarpe con un tacco alto quanto quello di Ginny. La crema di Fleur aveva fatto miracoli e i capelli di Hermione, di solito crespi, erano lisci e luminosi.

Si vestirono e pettinarono per poi passare al trucco e agli accessori. Ginny mise dei graziosi orecchini d'oro e madreperla, pendenti, regalo di zia Muriel di secoli fa, ed Hermione dei graziosi orecchini a goccia, con una perla.

"Sono di mia mamma" disse "i suoi preferiti. Me li doveva dare per i diciotto anni, appartenevano a mia nonna. Ovviamente me li ha dovuti dare in anticipo. Mi aveva detto di metterli per il matrimonio del fratello di Ron, sapeva che sarebbero stati perfetti con questo vestito"

"Per i diciotto anni? Non i diciassette?" chiese Ginny.

"Nel mondo babbano si diventa maggiorenni a diciotto anni" spiegò Hermione.

"Ma dai! Che cosa strana!" esclamò Ginny "comunque tua mamma aveva ragione: ti stanno benissimo"

Hermione sorrise. Poi si voltò e prese una cosa dal suo beauty-case. Tirò fuori un piccolo sacchettino di stoffa blu scuro.

"Aprilo" disse.

Ginny guardò il pacchetto "Hermione, il mio compleanno è tra dieci giorni"

Hermione scrollò le spalle "regalo anticipato?"

Ginny prese il sacchetto e tirò i legacci. Dentro vi era un braccialetto molto semplice, con dei ciondoli in madreperla e di legno.

"è bellissimo Hermione" esclamò Ginny.

"Non metterlo oggi, Fleur ti ucciderebbe. Ma mettilo quando io partirò"

Ginny l'abbracciò.

"Io.. io non ho il tuo regalo di compleanno, ora"

"beh, il mio compleanno è molto più distante" rispose Hermione. Prese la sua borsetta di perline dal letto "hai finito di prepararti?"

"Sì" Ginny ripose con cura il braccialetto dell'amica in un cassetto e uscì dalla camera. Si trovarono davanti la mamma con zia Muriel a braccetto. Molly non aveva un'espressione particolarmente allegra.

"Ciao, zia Muriel" la salutò Ginny allegramente.

"Buongiorno signora" salutò educatamente Hermione. La vecchia squadrò da capo a piedi la nipote.

"Dio mio, Ginevra, questo vestito è troppo scollato, sembri una sgualdrina!" gracchiò.

"Muriel!" esclamò la signora Weasley, indignata "non è vero, tesoro, stai benissimo"

"Oh, certo che sta bene, Molly, ha sangue Weasley nelle vene, e noi Weasley abbiamo un fascino innato" abbaiò la donna "la ragazza ha preso dal ramo mio della famiglia, è chiaro"

Ginny riteneva che essere paragonata a zia Muriel non era esattamente un complimento.

"Comunque, non è colpa tua, se sembri una prostituta minorenne così conciata"

"Grazie zia" disse Ginny, sorridendo ironica.

"ma è colpa della sposa. Si vede che è francese, qui mi sembra tutto volgare.."

Detto da lei, poi, che con il suo vestito rosa e le sue piume di struzzo in testa era l'apoteosi della volgarità..

"Ragazze, scendete, noi stiamo portando la tiara a Fleur" disse la mamma, sovrastando la voce della zia.

"va bene, signora Weasley" rispose Hermione.

"Ah, quella è la figlia dei Babbani?" domandò la vecchia signora "Perchè si mette dei tacchi così alti, se non è capace? Brutto portamento e caviglie secche!"

La signora Weasley trascinò via la vecchia arpia, verso la stanza di Fleur.

"Carina tua zia" commentò Hermione.

"Adorabile" rispose Ginny. Gli ospiti erano tutti in giardino.

"Beh, io esco, vado a cercare Harry e Ron" disse Hermione "chissà che aspetto avrà Harry.."

Harry, per forza di cose, aveva dovuto prendere la Pozione Polisucco e cambiare identità, per la festa.

"Non lo so, ma sarà uno dei miei cugini, quindi presumo che avrà i capelli rossi" rispose Ginny, con una scrollata di spalle.

"Io li vado a cercare. Tu dovrai entrare con la sposa e Gabrielle, no?"

"E anche Monsier Delacour. Evviva" disse Ginny, per niente entusiasta.

"Dai, cerchiamo di divertirci oggi" esclamò Hermione "ci vediamo tra poco"

Hermione uscì dalla cucina e Ginny salì al piano di sopra. Le scarpe erano comodissime, nonostante il tacco alto, grazie ad uno geniale incantesimo di Hermione. Sembrava di avere le scarpe da ginnastica! La ragazza entrò nella camera di Fleur, che era molto affollata.

"Oh Jinnì! Sei favolosa!" esclamò Fleur.

"anche tu" rispose Ginny, ed era sincera. Fleur era semplicemente splendida nel suo abito bianco, e per quanto dicesse zia Muriel, Ginny non riusciva a trovare niente di volgare in lei. La sua bellezza era semplicemente abbagliante.

"Merci" trillò lei. La signora Delacour, piangeva in un angolo, sorretta dalla signora Weasley.

"Penso che sia meglio andare" disse Molly.

"Chiamo mio marito.. deve accompagnarla.. la nostra bambina è ormai grande!" singhiozzò la signora Delacour e uscì dalla stanza. Dopo poco ricomparve con il marito e scesero tutti in cucina, pronti per fare la loro entrata nel tendone allestito per la cerimonia.

"Noi ci andiamo a sedere" disse Molly, e accompagnò zia Muriel e la signora Delacour fuori, in giardino.

"Allors, andiamo" disse Fleur, la voce tremante dall'emozione. Il signor Delacour aprì la porta.

Ginny e Gabrielle precedettero la sposa, camminando a passi piccoli come le aveva imposto Fleur. Tutti gli invitati si voltarono a guardarle. Ginny intravide la madre e il padre, che sorridevano, felici, Hermione, che le fece l'occhiolino e zia Muriel, che probabilmente aveva qualcosa da ridire. E poi, vide Harry, anche se non era precisamente lui. Era stato trasformato in un ragazzo grassoccio dai capelli rossi, che non aveva nulla a che vedere con lui, ma che Ginny riconobbe lo stesso. L'espressione era proprio quella dell'Harry che amava. La guardava, incantato.

Si voltò verso l'altare dove c'erano Bill e Charlie, che gli faceva da testimone, entrambi con una rosa bianca all'occhiello. Bill era visibilmente emozionato. Ginny gli fece un sorriso d'incoraggiamento. Gli sarebbe stata a fianco fino alla fine.

":. devo dire che il vestito di Ginevra è troppo scollato"

La voce di zia Muriel era incofondibile. Ginny si guardò intorno e incrociò lo sguardo di Harry, che le sorrideva, forse un po' malizioso. Probabilmente aveva sentito zia Muriel. Gli fece un occhiolino e si voltò verso l'altare, cove il cerimoniere aveva già cominciato a parlare.

"Siamo qui riuniti per celebrare l'unione di due anime fedeli..."

"Vuoi tu, William Arthur, prendere Fleur Isabelle..?"

Ginny sentiva la mamma singhiozzare.

"Vuoi tu, Fleur Isabelle...?"

Anche la signora Delacour piangeva. Ginny era sicura che gran parte delle donne presenti in sala si erano commosse (ovviamente, non zia Muriel), compresa Hermione.

"..dunque io vi dichiaro uniti per sempre"

Il mago alzò la bacchetta sopra le teste di Bill e Fleur e fece cadere una pioggia di stelle d'argento su di loro, mentre i due novelli sposi si univano con un bacio. Il tendone esplose in una marea di applausi, mentre campanelle d'oro e uccellini univano al tumulto il loro suono delicato.

"Signore e signori, in piedi!"

Il tendone si trasformò in un enorme gazebo ed una pista dorata si allargò sotto i loro piedi. Le file ordinate di sedie si trasformarono in tanti piccoli tavolini ed una banda musicale entrò marciando, insieme ai camerieri, carichi di cibi e bevande. I due sposi vennero letteralmene assaliti dalle persone che volevano fargli gli auguri e Ginny scappò appena in tempo, trascinandosi la piccola Gabrielle.

"Dove sono maman e papa?" le chiese.

"Ehm.. non lo so"

"E dov'è Arrì? Io volio ballare con lui" esclamò, lanciandole uno sguardo che a Ginny sembrò di sfida. Non avevano rivealto a Gabrielle il nuovo volto di Harry, perchè era troppo piccola, e poteva farsi sfuggire qualcosa con qualche invitato. Questo fatto aveva reso Ginny soddisfatta, ma durò poco, quando si rese conto che stava per entrare in competizione con una bambina, e sarebbe stata una cosa abbastanza patetica.

"Non so nemmeno questo, Gabrielle" rispose Ginny "ma se vieni con me, cerchiamo i tuoi genitori"

"Tu vuoi solo tenermi lontano da Arrì! Sai che se mi vede si innamorerà di me!" disse lei, altezzosa.

Era anche impertinente.

"e sci fidanzeremo e sposeremo, e avremo tanti enfants.."

"Penso sia illegale" disse Ginny.

"Cosa?" Gabrielle non aveva capito. Parlava molto poco l'inglese.

"Ecco i tuoi genitori!" esclamò Ginny e si liberò di quella bambina petulante, che andò verso un gruppo di francesi, che non erano i suoi genitori, ma Ginny credeva fossero parenti. Comunque le interessava ben poco.

Cercava Hermione, ma era difficile trovarla, in mezzo a quella confusione. Vide sua madre e suo padre ballare rispettivamente con il signor Delacour e la signora Delacour, e Bill e Fleur, che ballavano abbracciati al centro della gazebo. Finalmente, la ragazza vide una faccia amica.

"Luna!" esclamò. L'amica stava ballando, o almeno così Ginny credeva, da sola: girava in tondo, ad occhi chiusi, facendo ondeggiare le braccia. Si fermò quando sentì la voce di Ginny.

"Ciao Ginny" la salutò "è stata una bellissima cerimonia, non trovi?"

"Sì, veramente bella. Hai un bellissimo vestito, Luna"

Luna era vestita di un giallo splendente e aveva un girasole tra i capelli. La gonna era larga e arrivava fino al ginocchio. Era stravagante come al solito, ma a Ginny piaceva il suo stile, sempre particolare e personale.

"Grazie Ginny! Anche il tuo è molto bello. Vuoi unirti a me? Sto cercando di ballare, ma qui è pieno di Gorgosprizzi.."

"Ti aiuto a cacciarli via, se vuoi"

"Oh, grazie Ginny, sarebbe davvero molto carino da parte tua"

Ginny cominciò ad imitare i movimenti di Luna. Si sentiva osservata, ma non le importava, perchè si stava divertendo. Dopo che, secondo Luna, i Gorgosprizzi se ne furono andati, cominciarono a ballare quasi normalmente. Ginny vide con la coda dell'occhio anche Ron ed Hermione, che ballavano poco più in là: suo fratello era molto impacciato, ma nonostante questo sia lui che Hermione avevano l'aria di divertirsi, anche se entrambi un po' imbarazzati.

"Quando decideranno quei due ad ammettere cosa provano l'uno per l'altra?" chiese Luna.

"Ce lo chiediamo tutti quanti" rispose Ginny.

All'improvviso, Ginny sentì qualcuno prenderla dai fianchi ed attirarla a sè. Si voltò, infuriata, quando si trovò gli occhi scuri di Lee Jordan. Rimase a bocca aperta, sorpresa e felice.

"Credevi che mi sarei perso il matrimonio di Bill?!" esclamò il ragazzo. Ginny gli saltò addosso e l'abbracciò.

"Fred e George non mi avevano detto niente!"

"Ginny io vado da papà, ci vediamo dopo" disse Luna, e fluttuò verso il padre, vestito in tinta con la figlia.

"A dopo!" le urlò Ginny. Poi si rivoltò verso Lee.

"Che cosa fai, ora? Non ci sentiamo da secoli"

"Sono molto impegnato, sono anche io una spia dell'Ordine, adesso" disse il ragazzo "Ho sentito poco anche Fred e George, che a proposito, hanno appena rimorchiato due splendide bionde francesi.."

"Non capirò mai come fanno, ne trovano sempre più carine" disse Ginny. Lee scoppiò a ridere.

"Sei veramente splendida"

"Grazie! Mia zia mi ha detto che sembro una sgualdrina"

"Ho sentito qualche commento sulla tua scollatura, in effetti"

"Credo l'abbiano sentito tutti"

"Sempre così simpatica tua zia. La prima volta che mi ha visto mi ha chiesto quante ore fossi rimasto al sole"

"Vecchia megera"

"Ehi, siamo ad un matrimonio! Per giunta, di una francese.."

"Ti va di ballare?" chiese Ginny.

"Ma certo!"

Lee portò una mano sul fianco della ragazza, e cominciarono a ballare, con allegria ed energia. Danzarono per un bel po', poi Lee propose di andare a bere qualcosa, e Ginny accettò. Si sedettero ad un tavolino vuoto e subito un cameriere li rifornì di champagne e Burrobirra.

"Se mamma mi vede bere ancora questa roba mi uccide" disse Ginny, mentre prendeva un calice luccicante "Si è raccomandata di bere un solo bicchiere di champagne, per il brindisi. Dice che sono troppo piccola per l'alcool"

"Dai, ormai hai sedici anni" disse Lee "un paio di bicchieri di champagne non ti fanno niente. Per tua madre sarai sempre piccola"

"Esattamente"

Brindarono e bevvero dai loro calici.

"Come sono andati i G.U.F.O?" chiese Lee.

"I risultati stanno tardando, quest'anno" rispose Ginny "con tutto il casino dell'ultima volta.."

"ah, già, è vero"

"Ma arriveranno in settimana"

Cominciarono a chiacchierare del più e del meno. Per Ginny era sempre stato un piacere parlare con Lee, da quando era bambina. Era sempre stato paziente e gentile, l'ascoltava e la faceva ridere.

"Ho sentito della tua relazione con Harry" le disse Lee.

"Meno male che non sentivi mai i miei fratelli!" protestò Ginny.

"Appena li ho visti mi hanno aggiornato sulle cose importanti"

"Comunque ci siamo lasciati"

"Accidenti" esclamò Lee "Come ha potuto? Pensavo fosse un tipo a posto.."

Ginny scrollò le spalle.

"Esattamente per questo, Lee" rispose. Lee capì che era meglio non chiederle altro. Ci fu un attimo di silenzio tra loro, in cui Lee buttò giù quello che probabilmente era il suo quinto calice di champagne.

"E te invece.. qualche ragazza?" chiese Ginny.

"Niente di serio, in realtà" rispose lui "Angelina di me non vuole proprio saperne.."

"è dal primo anno che ci provi, Lee!"

"Appunto! Dovrebbe darmi almeno il 'premio fedeltà'"

Ginny scoppiò a ridere.

"Ma se balliamo un altro po'?"

"Ai suoi ordini"

Le mise una mano sul fianco e l'avvicinò a sè, forse con troppa irruenza, e cominciò a ballare, trascinando praticamente la ragazza.

Era un po' brillo, effettivamente.

La stringeva a sè con forza, ma a Ginny non dava fastidio.

Anche se, forse, avrebbe dato fastidio ad Harry. Lo cercò tra la folla ma questa volta non lo vide.

Dov'era? Con qualche Veela? Con Ron ed Hermione, a progettare la loro fuga?

Si era quasi dimenticata del progetto dei tre. In quel momento le sembrava di vivere in un altro mondo, normale: suo padre che faceva fare una giravolta alla madre, la quale rideva, felice. Bill che baciava con dolcezza Fleur, che era il ritratto della felicità. Charlie che chiaccherava in un angolo con Hagrid, Tonks che ballava stretta a Remus, Ron che pestava i piedi ad Hermione che, nonostante questo, sorrideva raggiante. E lei, stretta a Lee. Se tutto fosse stato normale, probabilmente sarebbe stata stretta ad Harry.

"Cosa guardi?" sbottò all'improvviso Lee "ti vedo distratta.."

"No, niente.."

"Sì, come no" la lasciò di scatto "senti, io mi vado a sedere"

Ginny lo seguì perplessa.

"Non ti senti bene?" chiese.

"No, mi sento benissimo" borbottò lui, sedendosi su una sedia, mentre un calice gli si riempiva magicamente di champagne.

"Pensi sempre a lui, eh? Non cercare di negarlo" disse, con un sorriso amaro.


Quando stai con me

i tuoi pensieri sono sempre rivolti

a qualcun altro.. non mentirmi, Ginny.

Ti prego, non lo fare.

Harry Potter è nei tuoi pensieri da prima

che tu lo conoscessi.

Sei più facile da leggere di quanto pensi.


"Non è vero" esclamò Ginny.

"Lo stavi cercando con lo sguardo. Pensa ad altro, Ginny, non esiste solo lui al mondo"

"Che ne sai te?" si infiammò la ragazza "che cavolo ne sai tu? Sparisci per un anno, non mi hai mandato nemmeno un gufo, e pretendi di sapere qualcosa?"

"Sono stato impegnato, Ginny"

"Anche gli amici richiedono impegno"

"Già.."

Scolò un altro bicchiere di champagne.

"Non dovresti bere tutta quella roba, forse" disse lei, con le braccia incrociate.

"Reggo bene l'alcool. Non sono un ragazzino" rispose lui. Sospirò "dai, dimentichiamo tutto. È una bella festa e io sono felice di averti rivisto"

Ginny si sedette a fianco a lui.

"Mi fanno male i piedi" disse, non sapendo cosa dire. Per tutta risposta, Lee la prese tra le braccia e la portò in pista. Avevano messo su un lento.

"con questo i piedi non dovrebbero farti male" disse e la strinse a sè.

Ginny si sentiva stranamente a disagio.

Non rispose.

"Lee, io non sono impegnata ufficialmente.. ma in realtà lo sono. Non so come dirlo.."

Non dirlo, no?


"Io e te siamo solo amici" disse Lee "da sempre, no? Che problema c'è se balliamo un po'?"

Ginny non potè rispondere perchè una luce argentea piombò nella pista. Era un Patronus, il Patronus di Kingsley.

Tutti si fermarono. Anche la musica cessò.

"Il ministero è caduto" disse la lince, con la voce di Kingsley "Scrimgeour è morto. Stanno arrivando"

L'immobilità durò un secondo. Poi il movimento scoppiò all'improvviso: Arthur tirò fuori la bacchetta, zia Muriel strabuzzò gli occhi, Hermione scattò in piedi, Lee non la lasciò. E scoppiò il panico: chi urlò, chi si Smaterializzò, chi sfoderò le bacchette. I colori erano tutti mischiati, la gente si muoveva, suoni, rumori. Lee e Ginny erano fermi. Entrambi sfoderarono le bacchette.


*

Figure nere apparirono nella folla di colori. Era iniziata.

I lampi si mischiavano, incantesimi oscuri erano confusi con quelli buoni. Ginny cominciò ad attaccare.

"Lee!" urlò e lanciò un preciso Schiantesimo al Mangiamorte dietro di lui.

Cadde a terra.

Fuori uno.

O almeno, era a terra, per il momento.

La gente scappava, spingeva, lottava. Lee era vicino a lei e lanciava incantesimi con grazia e precisione.

"Stupeficium"

"Protego!" esplose Ginny.

"Non mi sfuggirai per sempre, carina" sibilò la figura incappucciata. Ginny lanciò un incantesimo Expelliarmus che lo mancò.

Fu colpito da un altro incantesimo, che lo buttò a terra.

"Ginny, mettiti al sicuro!" era Tonks, che lottava con ferocia "Vattene!"

Ginny si allontanò e trovò la piccola Gabrielle che piangeva, sotto un tavolo. Con uno scatto, corse verso di lei e le lanciò un Incantesimo di Protezione.

"Dove sono i tuoi genitori?"

Lei non rispose e continuava a frignare.

Non vedeva Ron, Hermione ed Harry.

"Stai tranquilla, ora sei al sicuro"

"Gabrielle!" la signora Delacour arrivò di corsa e prese la bambina tra le braccia.

"La porti via!" le disse Ginny e scappò al centro della battaglia. Lanciò una Fattura Orcovolante ad un Mangiamorte che stava attacando Lee alle spalle e con un Expelliarmus lo disarmò.

"Ginny! Ginny!" sua madre, il volto deformato da lacrime di terrore, la prese per un braccio.

"mamma!"

"Stai vicino a me"

La lotta era vistosamente a loro vantaggio. Erano di più e non ci misero tanto a metterli alla fuga. Più che altro, sembrava che loro stessi avessero deciso di andarsene.

"Ginny! Molly!" Arthur corse verso di loro e le abbracciò. La sua veste era strappata, e perdeva sangue dall'avambraccio sinistro "state bene!"

"Papà, il tuo braccio"

"Oh, è solo un graffio"

Molly, con un incanto, lo riparò in un batter d'occhio.

"Gli altri ragazzi? George? Era ancora debole.."

"Stanno tutti bene, Molly" rispose Arthur "qualche ferito, ma niente di grave.. è finita"

Gli invitati erano quasi tutti scomparsi. C'era solo la famiglia Weasley, Lupin, Tonks, Hagrid, Lee e una manciata di membri dell'Ordine.

"Dobbiamo subito andare a casa, non c'è tempo da perdere" era Lupin "Potrebbero tornare"

Scortarono tutti alla Tana. Arthur gettò l'Incanto Fidelus sull'abitazione, del quale sarebbe stato lui stesso il Custode Segreto. Intanto Tonks aveva gettato intorno all'area altri incantesimi protettivi.

"Arthur!" urlò Molly "Arthur! L-loro.."

Scoppiò in singhiozzi.

"Molly! Cosa è successo?" il marito accorse subito dalla moglie.

"Non ci sono più.. non ci sono più!"

Ginny comprese subito di chi stava parlando la madre. Le mancò il respiro.

"Ron.. Ron non c'è! E neanche Hermione.. e-e-e... Harry.."

Se ne erano andati.

"Come, non ci sono?" esclamò Bill.

"Lo stavano preogettando da un po'" disse Fred "Se ne sono andati"

La casa sprofondò nel silenzio, rotto solo dai singhiozzi di Molly.

"Molly, se ne dovevano andare. Hanno una missione da compiere.." le disse Arthur. Lei non rispose neanche e se ne andò in cucina.

"Che genere di missione?" chiese Lee.

"Non lo sappiamo" rispose Lupin "gli è stata assegnata da Silente"

Un mugolio interruppe la conversazione: Tonks era diventata improvvisamente pallida.

"Dora!" scattò Remus e accorse da lei, prendendola poco prima che si accasciasse al suolo "Dora! Stai bene?" la spostò subito sul divano. Fleur corse in cucina e ricomparve poco dopo con un bicchiere d'acqua e con Molly.

"Bevi, ti farà bene" le disse. Tonks prese il bicchiere e lo bevve tutto d'un sorso.

"Grazie Fleur" mormorò.

"Dora, ti sei stancata troppo" le disse il marito.

"Sto benissimo"

"Vai a distenderti di sopra, Tonks" le disse Molly "Ginny, accompagnala in camera tua"

"Ma io.." protestò Tonks.

"è un ordine" esclamò Molly. Aiutò la ragazza ad alzarsi e Ginny la portò sopra.

"Tra poco ti porto una pozione.."

Ginny portò Tonks in camera sua. Vedere la brandina di Hermione le fece un effetto strano. Lei non c'era più. Non aveva lasciato praticamente niente: Ginny si era accorta solo in quel momento che Hermione aveva tolto dall'armadio gran parte dei suoi vestiti. Sulla scrivania c'era un suo ombretto, dorato, che le aveva prestato perchè si abbinava al suo vestito da damigella.

"Tonks, come ti senti?" chiese Ginny, alla donna che era sdraiata sul suo letto.

"Molto meglio, tua madre si preoccupa troppo"

"Eh, a chi lo dici" rispose Ginny. Si sedette sul suo letto e tolse le scarpe con un calcio.

Molly entrò in camera molto in fretta, con un calice pieno di un liquido rosa pallido, che profumava di fragole.

"Questa è perfetta, per il tuo stato" disse Molly, premurosa.

"Ma quale stato" balbettò Tonks.

"Sei impazzita, a metterti a combattere nelle tue condizioni!" la rimproverò Molly "E non mentirmi, ho avuto sette figli, riconosco i sintomi!"

Anche Ginny realizzò.

"Tonks, stai per avere un bambino?" esclamò.

"Beh, in teoria volevo tenerlo ancora segreto" rispose lei "ma sì, sono incinta"

Ginny scoppiò in un gridolino entusiasta e l'abbracciò. Per un momento le preoccupazioni, la guerra, Harry erano spariti.

"Che bella notizia!" esclamò "Remus lo sa?"

"Sì" rispose lei con un sorriso. Solo in quel momento Ginny si era accorta che Tonks, in effetti, era diversa dal solito: la sua pelle era più luminosa, il suo sorriso era più radioso.. come aveva potuto non accorgersene?

Tonks bevve il suo calice fumante.

"ci voleva proprio, una bella notizia" sospirò Molly.

"devi dirlo assolutamente a tutti!" esclamò Ginny.

"No Ginny, non si dice mai di aspettare un bambino nel primissimo periodo di gravidanza" intervenne la madre "è il periodo più delicato.."

"Oh, mamma, ancora con queste sciocchezze? Una bella notizia risolleverebbe il morale a tutti" protestò Ginny.

"No, Ginny, è meglio di no" mormorò Tonks, all'improvviso triste. La ragazza si alzò dal letto. Si sentirono dei passi sulle scale.

"Dora, dobbiamo andare.. presto" disse Remus.

"Ciao Ginny, ciao Molly. Spero di rivedervi presto" disse Tonks e, con la mano nella mano di Remus scesero giù per le scale. Altri passi sulle scale, frettolosi.

Era Arthur.

"Stanno arrivando" sibilò.

Molly strinse a sè Ginny.

"Tenetevi pronte.. non ci faranno niente, siamo Purosangue.. cercano Harry"

Con il volto pallido le due donne scesero giù, con Arthur. Molly non lasciò Ginny.

La ragazza era terrorizzata ma non aveva intenzione di darlo a vedere.

Si unirono in salone agli altri membri della famiglia, compresi i Delacour. L'attesa era spietata ma non durò molto.

Un boato li avvertì del loro arrivo.



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Capitolo 63
*** Posta Via Gufo ***


cap 63 nv


Posta Via Gufo




I Mangiamorte arrivarono subito, dato che erano ancora senza protezione, a causa della repentina caduta del Ministero. Buttarono giù sedie e spaccarono vetri, il tutto mescolato a risate diaboliche.

"Allora, Weasley, cosa si festeggiava qui?" latrò uno di loro. Prese un calice di champagne, e lo vuotò tutto in un sorso.

"Roba di lusso, vedo" disse "non eravate degli straccioni?"

Ancora risate, prive d'allegria. Arthur non rispose.

"Cosa volete?" chiese, mantenendo la calma.

"Cosa vogliamo?" sibilò uno di loro. Sfoderò la bacchetta e con un rapido movimento, fece cadere a terra Arthur, dolorante. Molly urlò.

"Papà!" gridò Fred.

"Non osare rivolgerti a noi così, feccia" sputò il Mangiamorte.

Ginny vide un rivolo di sangue scivolare lento dalla bocca del padre.

"Lasciatelo in pace" intervenne Bill "stavamo festeggiando il mio matrimonio. Niente di più"

La signora Delacour e la piccola Gabrielle singhiozzavano in un angolo.

"Oh, questo è il giovane che ha incontrato Grayback" disse in tono mellifuo il Mangiamorte.

"Diteci dove si trova Potter" ringhiò uno di loro.

"Non lo sappiamo" rispose George "non era qui"

"Ovviamente" sibilò il primo Mangiamorte. Si rivolse agli altri: "Perquisite questa topaia!"

Alcuni Mangiamorte salirono di sopra.

"Il mio figlio più piccolo, Ronald, è ammalato di Spruzzolosi" esclamò all'improvviso Molly "non vi conviene avvicinarvi alla sua stanza"

Ginny non poteva credere alla forza di sua madre.

"è l'amico di Potter. Ronald Weasley" sussurrò un Mangiamorte.

"Bene, donna, allora è proprio da quella stanza che inizieremo"

I Mangiamorte si ritrassero subito.

"Che cosa disgustosa"

"Beh, Potter non è qui"

"Cominciamo con l'interrogatorio"

Molly strinse a sè Ginny.

"Non dire una parola" le sussurrò.

Ginny vide trascinare in un'altra stanza suo padre e Bill. Avrebbe voluto tapparsi le orecchie, ma non poteva. Sentiva i lamenti soffocati di suo padre, sentiva il rumore di percosse a mani nude. Sentiva sua madre gemere ad ogni rumore.

Quando uscirono Bill sorreggeva il padre, che aveva un occhio nero.

"Oh, Arthur" gemette Molly e accorse da lui.

Fu la volta dei gemelli e del signor Delacour. Durò un po' di meno.

"Ora le donne"

"No!" gridò il signor Delacour.

"Ci avete interrogato abbastanza! Non sappiamo dove sia Harry" esclamò Fred.

Fleur e Molly si alzarono, fiere, ed entrarono nella stanza.

"Anche tu, carina" disse un Mangiamorte, rivolto a Ginny.

La ragazza si avvicinò.

"No, Ginny!" gridò il padre, con le poche forse che gli erano rimaste "è ancora piccola.. non è neanche maggiorenne"

"Papà, no!" esclamò Ginny "vengo" disse rivolta ai Mangiamorte. Temeva che se non avesse seguito subito la mamma e Fleur si sarebbero sfogati sul papà.

"Brava ragazzina" disse un Mangiamorte, viscido. Ginny non lo degnò di uno sguardo ed entrò nella stanza.

Sua madre sbarrò gli occhi appena la vide. Fleur dovette sorreggerla.

I Mangiamorte erano lì, con le bacchette in mano.

Loro erano disarmate.

Ginny pensò ad Harry.

Non tremare, Ginny.

"Ma che bella sposa. Il nostro Sfregiato ha scelto bene" rantolò uno di loro accennando a Fleur, che indossava ancora il suo abito bianco.

Gli altri risero.

Fleur non li degnò di uno sguardo.

Uno di loro le si avvicinò, acacrezzando con gli occhi ogni centimetro del suo corpo, con sguardo quasi famelico. Fleur gli lanciò un'occhiata piena di disgusto e di rabbia che avrebbe allontanato chiunque da lei. Per la prima volta, Ginny scorse nei suoi lineamenti quelli della Veela arrabbiata, inumani e feroci.

"Harry non è qui" disse Ginny, prima che i Mangiamorte cominciassero a parlare "Non si è fatto vedere per tutta l'estate"

Non sapeva da dove stava prendendo tutto quel coraggio.

"Vedo che tu arrivi subito al sodo" rispose uno dei Mangiamorte "Ma devi parlare solo quando vieni interrogata"

Un minimo movimento di bacchetta le procurò una scottatura sul braccio destro. Faceva male.

"No!" esclamò Molly "vi prego.. è ancora una bambina.."

"Taci, donna!" il medesimo segno comparve sul braccio della signora Weasley.

"Dov'è, Potter?" ringhiarono.

"Non lo sappiamo" esclamò Molly, senza abbassare lo sguardo "lo abbiamo invitato al matrimonio di mio figlio e non si è presentato. Non ha risposto nemmeno all'invito. Non sappiamo dove sia"

"Non avete sue notizie?"

"Nessuna. Mio figlio Ronald, compagno di scuola di Harry Potter non ha sue notizie da quando è tornato da Hogwarts. E, malato com'è, non sarebbe in grado di ricevere posta"

I Mangiamorte scrutarono Molly, che era impassibile. Sembravano convinti delle sue risposte.

"E tu, ragazzina" abbaiò uno di loro, quello che aveva scottato il braccio di Ginny e la madre "conosci Potter?"

"è un amico di mio fratello. L'ho visto qualche volta a scuola" Ginny cercò di essere convincente come sua madre. Doveva esserlo.

"Forse lei sa qualcosa.. dovrebbe avere la stessa età di Potter, e a quanto ci risulta appartiene anche lei a Grifondoro" disse uno dei Mangiamorte. Quanto avrebbe voluto, Ginny, che si levassero quelle maschere, per vedere negli occhi quegli esseri schifosi ed avere un volto da odiare..

"Sarebbe meglio interrogarla da sola"

"NO!" urlò Molly, perdendo per un attimo il controllo di sè stessa "è più piccola di Harry, è ancora minorenne, non sa nulla, non sa assolutamente nulla.."

"Io ed Harry non ci siamo praticamente mai parlati" rispose Ginny "ho un anno in meno di lui, non frequento la sua classe"

Più convincente di così non poteva essere.

"Non hai mai sentito che parlava di qualcuno.. di una fuga?"

"Mai" rispose Ginny.

I Mangiamorte parevano convinti.

Ginny fu grata al fatto che probabilmente non erano molto intelligenti.

Quanto avrebbe voluto avere la sua bacchetta..

"Non c'è niente da fare qui" ringhiò uno di loro "Potter ha fatto le cose per bene. Nessuno sa che fine ha fatto"

Come erano arrivati se ne andarono. Fecero esplodere i vetri, ruppero un'altra sedia e se ne andarono, tra risa malvagie.

"Siamo stati fortunati" sussurrò Bill. Molly corse in cucina e ritornò con un piccolo barattolo blu e si diresse dal marito.

"Ti metto questo, Arthur.."

"Sto bene, Molly"

Fece sedere il marito e spalmò l'unguento dall'odore acre sull'occhio del marito, che perse un po' della sfumatura violacea procurategli dai Mangiamorte. Si asciugò con una manica il sangue ancora fresco sul mento.

"Jinnì"

Fleur si era avvicinata alla ragazza, sfiorandole il braccio.

"Fammi vedere il tuo brascio.."

"Cosa?! Ginny è ferita?" scattò Bill.

"Che cosa?!" ruggì Arthur alzandosi in piedi, facendo cadere la sedia.

"Arthur, calmati!"

Ginny si era dimenticata della bruciatura sul braccio. Se ne ricordò solo nel momento che Fleur gleila sfiorò. Faceva veramente male.

La donna le spalmò sopra un unguento che aveva un forte odore di menta. Subito sentì sollievo.

"Va melio?" chiese Fleur, gentile.

"Sì.. grazie, Fleur"

"Quegli schifosi" ringhiò Bill "devono solo riprovarci ad avvicinarsi a chiunque di noi"

La famiglia di Fleur se ne andò qualche ora dopo. La piccola Gabrielle era visibilmente provata: non aveva più detto una parola, e i genitori avevano pensato che era meglio tornare subito in Francia, prima che i Mangiamorte rendessero difficile varcare i confini.

Anche Bill e Fleur lasciarono in fretta la Tana.

"Oh, Bill.. il vostro viaggio di nozze!" disse Molly.

"Lo faremo quando i tempi saranno migliori" rispose il figlio.

"La cosa più importante è che siamo insieme. Finalmonte uniti" rispose Fleur, con un sorriso splendente.

"Ci rivedremo il prima possibile" disse Bill. Prese la mano di Fleur, la strinse forte e i due si Smaterializzarono.

Fred e George rimasero per la notte. Non se la sentivano di lascire soli i genitori e li aiutarono a rimettere a posto la casa e a lanciare nuovi incantesimi di Protezione.

Cenarono tutti e cinque insieme, con gli avanzi della festa.

"Cosa farete? Manderete Ginny a scuola?" chiese Fred.

"Dobbiamo vedere come si mettono le cose" rispose Arthur.

"Perchè?" chiese Ginny.

"Se Tu-Sai-Chi si è impossessato del Ministero si sarà impossessato anche di Hogwarts, visto che Silente non c'è più"

"Ginny rimarrà a casa con noi" rispose dura Molly "non metterà piede al castello"

Nessuno osò dire altro.

Andarono a letto presto.

Ginny, sola in camera sua, pensava ad Harry, Ron ed Hermione. Dove erano andati? Stavano bene? I Mangiamorte li avevano trovati?

Si addormentò, pensando al fatto che, da domani, nulla sarebbe stato più come prima


*

Si svegliò presto, quella mattina, nonostante avesse avuto un sonno agitato.

Bill e Fleur si erano veramente sposati?

Zia Muriel aveva veramente criticato la sua scollatura?

Harry, Ron ed Hermione erano veramente fuggiti?

Scese giù in cucina dove trovò sua madre, da sola. Fred e George, le disse, erano dovuti andare a Diagon Alley, ad aprire il negozio.

"Siamo in piena emergenza, non dovrebbero aprire il negozio!" esclamò furibonda Molly, mentre metteva davanti a Ginny una tonnellata di toast "dovremmo stare qui, uniti! E anche tuo padre, è andato a lavoro!"

Prese la marmellata d'arancia e il burro, e verso il latte nella tazza della figlia.

"Hai sentito qualcuno?" chiese Ginny.

"Sì" sospirò la madre "Bill e Fleur si sono sistemati nella nuova casa, Charlie ha passato la notte da Remus e Tonks e ripartiva per la Romania questa mattina.."

"Si sa qualcosa di.. loro?"

Molly si voltò.

"Nessuno ha loro notizie" rispose "nè negative.. nè positive"

Prese un toast e vi spalmò una dose abbondante di burro e di marmellata.

"Mangia" disse.

Ginny diede un piccolo morso al toast: la mamma vi aveva messo troppo burro, e a lei non piaceva. Ma non era il caso di farla innervosire.

"è già arrivato il giornale?" chiese Ginny.

"No, ancora no" rispose Molly "la posta è in ritardo questa mattina"

Si sedette anche lei, davanti alla figlia e prese un toast. Era strano vedere la mamma che faceva colazione con lei: di solito si svegliava prima di tutti e, a parte in alcune occasioni, quando loro si svegliavano lei aveva già mangiato e stava preparando la colazione per i figli.

"mamma" chiese all'improvviso Ginny "secondo te, arriveranno i risultati dei miei G.U.F.O?"

Molly non fece in tempo ad aprire bocca che due gufi sfrecciarono in cucina. Uno, era il solito gufo de la Gazzetta del Profeta, con il giornale. L'altro, era un gufo reale di Hogwarts.

Molly diede uno zellino al gufo del giornale che volò via subito, mentre Ginny liberò l'altro dal pesante rotolo di pergamena che aveva legato alla zampa. Aprì subito la lettera.


GIUDIZIO UNICO PER I FATTUCCHIERI ORDINARI


Voti di promozione: Eccezionale (E)

Oltre Ogni Previsione (O)

Accettabile (A)


Voti di bocciatura: Scadente (S)

Desolante (D)

Troll (T)


GINEVRA MOLLY WEASLEY HA CONSEGUITO:


Astronomia: D

Cura delle Creature Magiche: O

Incantesimi: E

Difesa contro le Arti Oscure: O

Divinazione: A

Erbologia: O

Storia della Magia: A

Pozioni: O

Trasfigurazione: E


Ginny guardava ancora sbalordita i suoi esami: aveva preso otto G.U.F.O! L'unica materia in cui era stata bocciata era stata Astronomia, ma quello se lo aspettava.. ma era riuscita a strappare una A a Storia della Magia! E a Divinazione, che non si ricordava nemmeno se avevano un libro (in fondo, Fiorenzo non ne aveva mai usati, che lei si ricordasse). Il cuore le battè forte quando vide quelle due piccole E, ad Incantesimi e a Trasfigurazione. Sapeva di essere andata bene a quegli esami, ma addirittura una E..

"Allora, fammi vedere" disse Molly, sorridendo affettuosa. Ginny le passò la pergamena e la madre lesse in fretta.

"Otto G.U.F.O! E due 'Eccezionale'!" esclamò la madre e abbracciò la figlia "Sono orgogliosa di te! Sei stata bravissima"

"Grazie"

"Non vedo l'ora di dirlo a tuo padre! Sarà felicissimo! La nostra piccolina!"

diede un bacio alla ragazza e attaccò la lettera sopra una dispensa.

"La deve vedere subito! Oh, e devo mandare un gufo a Bill, sarà così orgoglioso di te.."

"Peccato che non posso tornare ad Hogwarts" disse Ginny "e continuare gli studi. Con questi voti, avrei potuto prendere qualsiasi M.A.G.O"

Molly le fece un sorrisino triste.

"Magari sarà solo per quest'anno, Ginny" disse "Non credo che molta gente tornerà ad Hogwarts, sarà sicuramente in mano ai Mangiamorte"

"Lo so, mamma" disse "Non si può tornare lì"

Pensare al castello le metteva una certa malinconia. I passaggi segreti, la torre di Grifondoro, il capo di Quidditch.. le sarebbero mancati parecchio.

Prese la Gazzetta del Profeta e lesse la prima pagina. Nessuna notizia. Forse i cambiamenti erano meno rapidi di quanto credeva.


*

Le novità non tardarono molto ad arrivare: aspettarono solo qualche giorno ed arrivarono via gufo. Le lesse prima sua madre, che per poco non si strozzò con il the.

"Arthur!" gridò "Arthur!"

Ginny era ancora a letto ma si svegliò, spaventata. Lei e suo padre si scontrarono nel corridoio. Lui aveva ancora la schiuma da barba sul volto.

"Cosa succede?" esclamò.

"Non lo so, è la mamma che urla giù"

Tutti e due corsero in cucina.

"Leggi!" gridò Molly, con il giornale in mano "sono impazziti.. mia figlia rimane qui, nessuno me la porterà via, non possono farlo"

Arthur prese il giornale e lui e Ginny lessero l'articolo.


HOGWARTS, NUOVO ORDINE DEL MINISTERO: FREQUENZA OBBLIGATORIA PER TUTTI I GIOVANI MAGHI E STREGHE


"Non possono farlo" mormorò Arthur.


Il Ministero decreta che, da questo momento in poi, tutti i giovani maghi e le giovani streghe, saranno tenuti OBBLIGATORIAMENTE a seguire i corsi di formazione nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Per essere ammessi a tale privilegio, dovranno sostenere un esame per certificare il proprio Stato di Sangue (leggere a pagina 3, per ulteriori informazioni).


L'articolo continuava, ma Arthur aveva già chiuso il giornale, disgustato.

"Questo è il primo passo" mormorò.

"Quindi i Nati Babbani.. non potranno più frequentare Hogwarts?" chiese Ginny, orripilata.

"Peggio ancora. Verrano sottoposti ad una specie di censimento, e chi non riuscirà a dimostrare di avere qualche parente mago nell'albero genealogico sarà accusato di aver rubato la magia... e beh, immagino non gli aspetti una bella sorte"

Ginny pensò ai suoi amici nati babbani, che quell'anno non avrebbero rivisto Hogwarts. Un brivido la scosse.

"Ginny, tu non andrai. Ti nasconderemo da qualche parte, fuggiremo"

"Molly, non possiamo farlo. Ci troveranno e sarà molto peggio"

"Ma.."

"Mamma, non puo' accadermi niente ad Hogwarts! È vero, non c'è Silente, ma ci sono sempre gli altri professori, no?" disse Ginny, per tranquillizzarla.

"Minerva, Vitious e gli altri non permetteranno che sarà torto un solo capello ai ragazzi" disse Arthur.

"Ma c'è Severus Piton!" gemette Molly "quell'uomo ha ucciso Silente, non posso permettere che mia figlia dorma sotto il suo stesso tetto"

Ginny rabbrividì al solo pensiero. No, in realtà non voleva tornare ad Hogwarts neanche lei, non perchè avesse paura, ma perchè non sapeva se sarebbe stata in grado di trattenersi dal lanciare una Fattura Orcovolante a quell'essere untuoso di Piton. Ma doveva tranquillizzare la mamma, visto che a quanto pareva non aveva scelta: era obbligata a tornare al castello.

"Questa sera parleremo con Minerva, sicuramente lei saprà darci qualche consiglio" concluse Arthur "probabilmente sarà lei la prossima Preside di Hogwarts"

A questo Ginny ancora non aveva pensato: la McGranitt sarebbe diventata sicuro Preside! In fondo, finora era stata la Vice Preside, no? Quindi era logico che Silente avesse passato la carica a lei!

"ma sì, mamma, con la McGranitt al comando non abbiamo niente da temere" esclamò Ginny "probabilmente caccerà quel pipistrello di Piton dalla scuola.."

Per la prima volta, la madre non la corresse mentre chiamava di un professore senza pronunciarne il titolo. Annuì distrattamente, e ritornò alle sue faccende, immersa nei suoi pensieri. Arthur aspettò che Molly se ne andasse e poi si rivolse alla figlia:

"Ginny, promettimi che qualsiasi cosa succederà, e se tu dovrai tornare in quel castello, non farai sciocchezze, siamo intesi?"

lo sguardo del padre era fermo.

"Papà, ma cosa.."

"Ginny sai benissimo di cosa sto parlando. Hogwarts non è lo stesso posto di un tempo. Non puoi permetterti passi falsi, c'è in gioco molto di più di una punizione.. ci siamo capiti?"

Aveva detto tutto questo bisbigliando. Non voleva che la mamma sentisse.

"Ti reputo abbastanza grande per capire ciò che sto cercando di dirti. Non ho paura di spaventarti: hai bisogno di avere paura, altrimenti compirai delle sciocchezze irreparabili: a scuola probabilmente assisterai a cose terribili ed ingiuste, assisterai a lezioni orribili e sentirai cose tremende: non dovrai reagire."

"Papà.."

"Ne parleremo meglio quando saprò di più" disse lui. Si alzò e le scompigliò i capelli, come se non fosse accaduto nulla. Ginny corse in camera sua. Non fece neanche in tempo a buttarsi sul suo letto che sentì un picchiettare sulla finestra: era un piccolo gufo grigio, che Ginny riconobbe subito come il gufo di Demelza, che le aveva regalato il papà l'anno prima!

Si affrettò a prendere la lettera che teneva tra le zampe. Srotolò la pergamena e riconobbe subito la disordinata calligrafia dell'amica.


Cara Ginny,

immagino che anche tu abbia letto i giornali questa mattina, e immagino anche che sai cosa sto per dirti. Hogwarts non è più un posto per me. Noi Nati Babbani non siamo più ammessi, e non solo nella scuola, ma nel Mondo Magico. Devo fuggire, Ginny, ma il realtà lo so da prima che i giornali lo rendessero noto. Sapevo che una volta morto Silente, il Male non ci avrebbe messo molto ad attaccare tutte le istituzioni, e sapevo che i primi a pagarne le conseguenze saremo noi, i Nati Babbani.

I miei genitori e i miei fratelli ancora non lo sanno, non li voglio spaventare e non li voglio rendere complici in alcun modo: so benissimo che se gli dicessi cosa sto per fare non mi permetterebbero mai di andarmene da sola.

Ho scritto anche a te per ultima, perchè sapevo benissimo cosa avresti fatto anche tu, non mi avresti lasciata andare via oppure saresti venuta con me, mettendoti in pericolo. Beh, non permetterò che nessuno si metta in pericolo a causa mia!!!

Quest'ultimo anno, a scuola, è stato bellissimo, mi mancherà ogni cosa. Spero che un giorno si rimetta ogni cosa al suo posto, e potremmo passare un altro anno così meraviglioso insieme.

Sono certa che sarà così, Ginny. Sono sicura che il Bene trionferà sul Male, che il nostro (anzi, il TUO) Harry riuscirà a sconfiggere Lord Voldemort e ognuno di noi tornerà alla propria vita. Credici anche tu, Ginny. È importante.

Ginny, mi mancherai immensamente e non smetterò mai di pensarti: sei la prima persona del mondo magico che mi ha fatto sentire come una di voi dal primo momento, nonostante le mie origini, di cui in ogni caso continuo ad essere fiera! Sei la prima persona che mi ha accettato così come sono, con la mia goffaggine e la mia timidezza, e sei la prima ad avermi dato una possibilità di riscattarmi! Se ora sono quella che sono lo devo soprattutto a te!

Ora devo andare! Emily e Paige vogliono che giochi con loro con le bambole! E visto che è l'ultimo giorno che sono qui, le accontenterò. Sono contenta che Emily, che ha compiuto undici anni qualche settimana fa, non ha ricevuto nessuna lettera da Hogwarts! Meglio così! Almeno si risparmia questa sofferenza.

Salutami la McGranitt. Mi mancherà anche lei. Ma lo sai che alla fine ho preso "O" a Trasfigurazione?! Ti rendi conto? Sono sicura che la McGranitt è fiera di me!

Ti voglio bene, Ginny. Questo non è un addio. Ci rivedremo presto.

Baci

Demelza

Ps Avverti tu Miriam, John, Aisleen, Grace e Anthony. Colin già lo sa, deve partire anche lui.


Ginny non piangeva. Buttò la lettera a terra, arrabbiata. Desiderava solo avere davanti a sè quella cretina di Demelza e strozzarla, e urlarle con quanto fiato in gola una marea di insulti. Dove diamine credeva di andare, da sola? Era ancora minorenne, aveva la Traccia addosso! Era impazzita, forse? L'avrebbero presa.

Ripensò a Demelza, l'amica che l'aspettava sempre con un sorriso cordiale e la faceva sempre divertire. Le veniva in mente la sua goffaggine e la sua timidezza, ma anche com'era cambiata negli ultimi anni, diventando più sicura di sè, più concreta e attenta.

Demelza era nata il sedici Novembre, quindi era minorenne solo per qualche mese ancora. Ginny sorrise: sapeva che l'amica ce l'avrebbe fatta.

E così, la guerra entrò, senza chiedere il permesso a nessuno, interrompendo, squarciando, cambiando in modo indissolubile quelle che una volta erano le loro vite.


*

Ginny passava molto tempo da sola, in quei giorni. I suoi genitori e i suoi fratelli erano tutti molto impegnati: il padre passava tantissime ore al Ministero, la mamma aveva sempre da fare con i membri dell'Ordine che facevano avanti e indietro per casa loro, i fratelli impegnati nei loro lavori e nelle loro missioni tranne Ron, che nessuno sapeva dove si trovava. Ginny non passava un giorno senza pensare a lui ed a Hermione ed Harry. E quel giorno, la solita Gazzetta del Profeta la costrinse a pensarci ancora di più.

"MAMMA!" urlò all'improvviso.

La mamma non parve sorpresa del suo urlo.

"L'ho già visto, tesoro"

"Non è possibile.."

In prima pagina c'era una foto enorme del volto di Harry, con sotto una precisa didascalia:


RICERCATO COME PRINCIPALE SOSPETTATO DELLA MORTE DI ALBUS SILENTE


Sotto c'era la cifra della ricompensa per chi lo avesse consegnato al Ministero, e la cifra era talmente alta che probabilmente sarebbe bastata a mantenere cinque generazioni, e qualche riga piena di sciocchezze, in cui veniva dimostrato come Harry fosse stato sempre un potenziale assassino, pericoloso e disturbato.

"Tu-Sai-Chi sta agendo per bene" disse Molly "agisce di nascosto, nell'ombra e cerca di manipolare il resto della popolazione"

"Harry starà malissimo quando lo leggerà" mormorò Ginny.

Se ne andò in camera sua, visto che a breve sarebbe cominciata la solita riunione dell'Ordine a cui non era ammessa, portandosi dietro il giornale. Guardò bene la foto di Harry: non era tanto recente. Probabilmente era dell'anno prima, quando erano andati all'Ufficio Misteri. Strappò la pagina e prese la foto. Gli occhi di Harry ricambiavano il suo sguardo.

"Dove sei, Harry?" sussurrò "perchè non mi hai fatto venire? Grazie a te, andrò ad Hogwarts che è diventata una scuola anti-babbana! Complimenti, e meno male che volevi proteggermi!"

All'improvviso si rese conto che stava parlando ad alta voce con una foto e si sentì una completa idiota. L'Harry nella foto fece un sorrisino.

"Beh, forse parlo con una foto perchè il mio ex ragazzo se ne è andato, portandosi via mio fratello e la mia migliore amica! E mi sento terribilmente sola"

Lo stava rifacendo. Si buttò sul letto, con la faccia nel cuscino. Se non se ne andava subito da lì sarebbe sicuramente impazzita.


*

La Gazzetta del Profeta aveva nuovamente rovinato le giornate di tutti: Ginny si era svegliata con le solite urla di sua madre, era corsa di sotto preoccupata e aveva trovato i suoi genitori che discutevano animatamente sulla prima pagina. Questa volta, l'articolo era ancora più sconcertante degli altri: Severus Piton era stato eletto nuovo Preside di Hogwarts.

"Quell'uomo ha ucciso Silente! Non può sedere alla sua cattedra!"

"è inaudito, voglio parlare con la McGranitt, dovrà saperne qualcosa"

Ginny, credeva che ormai non si sarebbe sorpresa più di niente. E invece, dovette ricredersi quando lesse l'articolo.

"Ma.. non si può fare qualcosa?" chiese

"Purtroppo no" rispose Arthur "evidentemente Albus Silente lo aveva designato come suo successore.. anche se non riesco a capirlo, mi sarei aspettato Minerva"

"Albus si è sempre ciecamente fidato di Piton" gli ricordò Molly "non si aspettava certamente un tradimento simile! Evidentemente aveva scelto lui perchè è più giovane di Minerva.."

"è fin troppo giovane" puntualizzò Arthur "potrebbe esserci lo zampino di Tu-Sai-Chi. Anzi c'è sicuramente: con Piton preside, Hogwarts è nelle mani dei Mangiamorte"

"Ma nessuno se ne rende conto?" chiese Ginny.

"Nessuno sa niente, Ginny" rispose la madre "Tu-Sai-Chi sta agendo nell'ombra. Siamo in pochi ad avere informazioni sulle sue manovre"

Rumori in cucina.

"Oh, Kingsely è già qui" esclamò la signora Weasley "Ginny, tesoro, puoi..?"

Ginny non la lasciò nemmeno finire e si alzò dalla sua sedia e andò di sopra. Ormai aveva imparato la solfa. Chiuse la porta. La foto da ricercato di Harry la guardava dalla scrivania. Ginny gli lanciò uno sguardo torvo.

"Probabilmente avrai saputo già tutto" disse la ragazza con un sorriso amaro "E sai una cosa? Non portandomi con te non mi hai messo affatto al sicuro! Ah no, caro mio! Perchè Hogwarts pullulerà di Mangiamorte quest'anno! Così t'impari a non farmi venire a caccia di Tu-sai-chi con voi"

Harry continuava a sorridere. A Ginny la cosa irritava sempre di più.

"Appena torni se non ti ha ucciso lui lo farò io!" strillò e voltò la foto contro la parete.

"Ginny, è successo qualcosa?" era suo padre, che era corso in suo soccorso. Probabilmente aveva urlato davvero.

"Niente papà, parlavo da sola" rispose lei. Lui la guardava con uno sguardo preoccupato che non usava da quando era uscita dalla Camera dei Segreti. Non lo biasimava.

"Dovevi dirmi qualcosa?"

"Sì.. ma tu stai bene?"

"Certo papà, mi annoio"

Lui parve un pò più rassicurato.

"beh.. abbiamo notizie! Ottime notizie!"

Arthur le raccontò che Remus era riuscito a rintracciare Ron, Harry ed Hermione. Stavano bene ed erano al sicuro ma non era riuscito ad estorcergli nulla sui loro progetti.

"Cosa credeva? Non li hanno detto finora!" esclamò Ginny. Proprio non li conoscevano.

"Beh, l'importante è che sappiamo che sono vivi, no?" sospirò lui, accarezzando la testa di sua figlia "e che stanno bene"

Rimasero così, seduti sul letto di Ginny.

"Sai, nonostante avrei voluto che Ron fosse rimasto qui al sicuro, sono orgoglioso della sua scelta" disse Arthur "sta facendo qualcosa di nobile, e sono fiero di lui"

"Ron ha sempre fatto scelte di cui essere orgogliosi" rispose Ginny "a volte è un testone e un rompiscatole, e vorrei tirargli qualcosa ogni volta che apre bocca.. ma sono fiera che sia uno dei miei fratelli"

Il signor Weasley sorrise e uscì dalla stanza. Probabilmente si stava per mettere a piangere. Oh sì, mancavano tutti terribilmente anche a lei. Era vuota la casa senza di loro. Aveva già provato questa sensazione, quando tutti erano ad Hogwarts o a lavoro e lei no. La situazione era simile, ma aveva delle sfumature completamente diverse: la paura di non rivederli, l'ansia di sentire i loro nomi tra quelli dei deceduti, l'interrogativo di ogni sera, dove erano, cosa facevano, come stavano, tutto velato dall'ombra della preoccupazione. Come stava passando Bill i suoi primi giorni da sposato, tra i regali di nozze e i richiami dell'Ordine? E Charlie, tra i maghi stranieri, a cercare alleati? Fred e George, per quanto avrebbero tirato avanti a Diagon Alley? Percy, quell'idiota, si sentiva ancora così al sicuro dalla parte del nemico? E Ron, dov'era, cosa aveva intenzione di fare?

E lei, Ginny Weasley? Sarebbe tornata a scuola che non era più un luogo sicuro? Vedeva il terrore negli occhi della madre, l'ansia in quelli del padre e li capiva: per la prima volta nella loro vita non potevano fare niente per mettere al sicuro i loro figli. Neanche lei, la più piccola.

Rivoltò nuovamente la foto e sospirò. Harry sorrideva. Ginny ricambiò con un sorrisino triste.


*

Il giorno dopo Ginny ricevette l'ennesimo gufo, ma da chi non si aspettava. Era un gorsso allocco, dall'aria sdegnosa, che le consegnò il rotolo di pergamena con aria solenne. Per un momento pensò che Percy si era preseo un nuovo gufo (l'atteggiamento era simile), ma poi riconobbe la grossa calligrafia disordinata di Neville Paciock.

Considerava Neville un buon amico, e da quando erano andati insieme al Ballo del Ceppo si fermava sempre a chiacchierare con lui, e le faceva sempre fare due risate. Oltretutto, dopo ciò che era successo al Ministero due anni prima, il loro rapporto era diventato più confidenziale, ma era la prima volta che le spediva una lettera.


Cara Ginny,

come stai? Immagino non benissimo, visto quello che sta succedendo! Nonna mi ha raccontato quello che è successo al matrimonio di tuo fratello, sono contento che stiate tutti bene, come vedi, mia nonna è informata benissimo!

Ci aspetta un duro anno ad Hogwarts, penso avrai letto sul Profeta delle belle novità! Purtroppo molti dei nostri amici non ci saranno per farci compagnia: ho sentito Dean, e non tornerà, e penso nemmeno Demelza e Colin. Peccato.

Ho un sacco di idee per quest'anno scolastico, e non vedo l'ora di dirtele! Sono sicura che le troverai interessanti!

Ti vorrei dire un sacco di cose, ma non posso scriverti tutto via lettera, sai bene il motivo! Tanto ci incontriamo il primo Settembre al binario Nove e Tre Quarti, no? Ho già accennato a Luna.

A presto, sperando che le tue vacanze proseguino bene!

Baci

Neville

p.s ricordati di portare il Galeone!


Non sapeva quante lettere avesse ricevuto in quel periodo, ma quella era l'unica, insieme alla sua pagella, che l'aveva fatta sorridere. La lettera era un po' criptata, ovviamente, per il rischio intercettazioni, ma Ginny aveva capito abbastanza. Neville aveva qualche idea in mente per rendere quel tetro anno scolastico un po' più movimentato e divertente, e lei avrebbe certamente pertecipato. Certo, la promessa fatta al papà un po' la faceva sentire in colpa.

"Non fare sciocchezze... non reagire.."

Beh, purtroppo non sapeva ancora se avrebbe potuto mantenere la promessa, doveva prima vedere che cosa l'aspettava al castello.

Aprì un cassetto e tirò fuori il galeone stregato da Hermione, quello che serviva per le riunioni dell'E.S. Non lo aveva mai lasciato, lo aveva sempre conservato in una tasca, nonostante sapeva che le riunioni erano finite. Le dava una sorta di sicurezza. Sapeva da quando aveva deciso di far parte di quel gruppo, da quando aveva deciso di accompagnare Harry al Ministero, da quando era sopravvissuta a Tom Riddle che il suo compito non era quello di stare ferma senza reagire, ma quello di combattere.

"Mi dispiace papà" sussurrò, e mise il Galeone in tasca.

Aveva scelto.


*

Agosto volgeva al termine. Per la prima volta da sei anni, Ginny non era per niente entusiasta di tornare a scuola. Non aveva nemmeno fatto il suo solito conto alla rovescia vicino al letto.

Era strano essere l'unica che doveva andare ad Hogwarts. Sapeva che sarebbe successo, prima o poi, come le era successo di essere l'unica a non andarci. Ma era troppo tardi.

Mancava qualche giorno alla partenza, e lei radunava i suoi libri. Entrò suo padre.

"Ginny" disse, dopo aver chiuso piano la porta. "io ti ho già parlato l'altra volta" si sedette sul suo letto. Ginny sapeva già cosa voleva dirle.

"Sei grande e le cose le capisci, vedi ciò che sta succedendo. Ti ricordi cosa ti ho detto...?"

"Sì, di stare tranquilla e fare la brava bambina quando starò al castello" rispose lei, roteando gli occhi.

"Ginny, non è.."

"Non è un gioco, sì papà, lo so.."

"No, non lo sai. Tu non ne hai idea" sbottò lui "Sei giovane, troppo giovane, siete tutti giovani" si mise la mano tra i pochi capelli che aveva. A Ginny sembrò molto più vecchio.

"noi abbiamo vissuto già tutto questo, è stato terribile. Ma almeno prima potevamo proteggervi. Eravate piccoli, tu sei nata pochi mesi prima della sconfitta di Tu-Sai-Chi, e vi tenevamo con noi, al sicuro. Ora, non lo possiamo più fare. Siete tutti lontani e sono riusciti a strappare persino te, la più piccola, dalla nostra protezione. Siete tutti dei ragazzi, e i ragazzi fanno cose avventate.."

"Papà, anche tu eri un ragazzo" lo interruppe la figlia "e la mamma era una ragazza, quando tutto è iniziato. Eravate giovani anche voi. Ma, nonostante le cose avventate, siete riusciti comunque a vincere, o sbaglio?"

Il padre non rispose.

"Papà" Ginny decise di essere il più sincera possibile. Sapeva che con lui poteva farlo. Che doveva farlo. "Ti prometto che starò attenta, ti prometto che non mi caccerò nei guai. Ma non posso prometterti che starò ferma a guardare. Sai che non posso. Sarei una bugiarda se lo facessi, e io non lo sono"

Arthur fece un sorrisino amaro, guardando davanti a sè "Beh, almeno sei stata sincera" disse "Ma Ginny, non basta. Lo sai che non basta. Io non posso stare con il pensiero di te, da sola, in quella scuola che pullulerà di Mangiamorte..."

"Anche tu potresti stare fermo a guardare, al sicuro" esclamò Ginny "Ma non lo fai, fai parte dell'Ordine e ti metti tutti i giorni in pericolo! Io anche sto tutti i giorni con il pensiero che ti possa accadere qualcosa, quando vai al Ministero, che è pieno di Mangiamorte quanto Hogwarts"

"Ma è diverso"

"No, non lo è" lo guardò negli occhi, uguali a quelli di Ron. Una morsa le strinse lo stomaco "sai che non lo è"

Il padre sospirò ma non rispose.

"Se tu eri al mio posto, ti saresti comportato nello stesso modo" disse la ragazza, a voce più bassa "non dico che andrò a cercarmi i guai, sono abbastanza matura per non farlo. Sono grande, papà, lo hai detto tu. Voglio solo combattere per quello che è giusto. Esattamente come te, come la mamma.. come Ron."

Arthur la guardò negli occhi "Sei uguale a tua madre" disse "Siete due forze, e se avete in mente qualcosa è impossibile dissuadervi"

Ginny sorrise.

"Ho dei figli splendidi" disse "Ginny, stai attenta. Potrei cercare di impedirti con la forza di fare quello che vuoi fare. Ma cosa posso fare? So che sarebbe inutile. Dico solo che mi fido di te. Mi fido ciecamente"

Le diede un bacio sui capelli, come faceva quando era bambina, si alzò e uscì dalla stanza. Ginny sentiva il Galeone nella sua tasca, lo aveva sentito per tutto il tempo che aveva parlato con suo padre. Avrebbe combattuto, con tutta la sua forza, per Malocchio Moody, per Demelza, per Hermione, per Ron, per Harry. Per la mamma. E per il suo papà.




Angolo Autrice

Sì, so bene che mi odiate. Il mio ritardo è stato CLAMOROSO e il capitolo non è nemmeno un granchè. Sarà che la sessione autunnale mi ha stremata, sarà che ero poco ispirata ma su questo capitolo ci ho lavorato tantissimo.

Spero vi piaccia, anche solo un pochino.

Alla prossima

Marty


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Capitolo 64
*** Hogwarts Riserverà Sempre Un Posto Per Loro ***


cap 63 nv

Hogwarts riserverà sempre un posto per loro


Per la prima volta in sei anni, Ginny non aveva aspettato con allegria in rientro ad Hogwarts. Più che altro, era stato molto strano ritrovarsi a casa sola con i genitori, ed essere l'unica a dover andare al castello. E cosa ancora più insolita, erano i disperati tentativi della mamma di non farla partire.

Ginny non era molto felice, ma era in qualche modo stranamente euforica: non sopportava più quelle giornate monotone in casa sua, aveva voglia di uscire, e di entrare finalmente in azione. E poi, la lettera di Neville qualche settimana prima della partenza, le aveva dato una certa dose di energia e di speranza. Non vedeva l'ora di vedere lui e Luna e vedere cosa avevano in mente.

Ormai il suo baule era pronto, i libri, gli ingredienti per le pozioni erano stati comprati da Fred e George che glieli avevano portati qualche sera prima della partenza. Per Ginny era stato triste non poter fare il solito giro di acquisti a Diagon Alley, ma sapeva che Diagon Alley non era più il luogo allegro di una volta.

"Ormai sembra quasi Nocturn Alley" aveva detto George.

"E quasi tutti i negozi sono chiusi"

"Noi cercheremo di resistere più che possiamo"

"è pericoloso, ragazzi, sarebbe meglio che chiudete.." disse la mamma.

Fred alzò le spalle "per ora ci hanno chiesto solo la Certificazione di Sangue, e visto che siamo Purosangue ci hanno lasciato in pace. Ma sappiamo che è solo questione di tempo, la nostra famiglia è fin troppo in vista"

Avrebbero accompagnato anche loro Ginny e la mamma a King's Cross. Il papà si era preso un giorno di permesso.

"Papà, non era necessario" aveva protestato la ragazza.

"La vostra sicurezza è la cosa più importante" aveva ribadito lui. Si sarebbero mossi con la Materializzazione Congiunta. Nessun altro membro dell'Ordine sarebbe venuto.

La sera prima del primo settembre cenarono tutti insieme, senza però Bill. La mamma aveva preparato una cena alla buona, ma si era impegnata per fare uno dei dolci preferiti di Ginny, crostata di mele con crema e cannella.

"Allora, Ginny, immagino farai vedere i sorci verdi ai Mangiamorte ad Hogwarts" esclamò Fred, dopo essersi spazzolato la sua terza porzione di torta.

"Impegnati con le tue Orcovolanti, Ginny"

"Ti daremo anche qualcosa dei nostri scherzi, devi riuscire a rifilare una Pasticca Vomitosa a Piton"

"No, meglio un Filtro d'Amore" esclamò Ginny "Magari lo riesco a far innamorare di Gazza"

"Ottima idea, sorellina"

"dovresti..."

"NO!" urlò all'improvviso Molly, sbattendo un pugno sul tavolo. Tutti ammutolirono "vi è dato di volta il cervello? Non mettetele in testa certe idee! Ginny deve stare tranquilla a scuola!"

"Mamma, noi stavamo scherzando" disse Fred, serio "ma tu pensi davvero che Ginny starà zitta e buona a scuola?"

"sì, lo penso davvero, non è stupida.."

"appunto che non lo è non starà ferma! Mamma, Ginny non è una bambina"

"Che cosa diavolo centra?"

"C'entra eccome, come voi lottate, se sarà necessario lotterò anche io!" esclamò Ginny.

"Ginny.." la richiamò Arthur.

"Vedi Arthur, non è abbastanza matura, non possiamo lasciarla andare, dobbiamo fuggire, andare all'estero, sono sicura che i genitori di Fleur ci nasconderanno..."

"Mamma, accetta la realtà, cavolo!"

"FRED WEASLEY"

"Sono George"

"NON TI AUTORIZZO A PARLARMI COSì!"

"Finitela tutti quanti!" urlò il padre. Arthur Weasley non urlava mai. L'ultima volta che Ginny lo aveva sentito urlare, era stato contro Percy "basta con questi discorsi. Ginny andrà ad Hogwarts e non farà niente di niente contro i Mangiamorte. E non voglio sentire nient'altro su questa storia"

"Ma.."

"Niente ma, Fred. È la mia ultima parola"

Nessuno disse più nulla. Ginny si alzò per sparecchiare, e sua madre fece lo stesso. Con la bacchetta fece sparire tutti i piatti direttamente nel lavello, con irruenza. Un paio si ruppero. Arthur li riparò con un gesto stizzito della bacchetta.

"Vi consiglio di andare a letto presto. Domani la sveglia suonerà prima del solito" disse. Si alzò e andò in soggiorno. Nessuno lo seguì.

Ginny andò a letto presto, tanto la situazione era fin troppo tesa per rimanere alzata. Ma sapeva benissimo, che non appena si fosse messa sotto le coperte, sarebbero arrivati i due gemelli. Infatti, si era appena sdraiata che sentì lo schiocco della Smaterializzazione.

"Lo sapevo" disse, all'oscurità, sedendosi "ormai siete diventati prevedibili"

Accese la lampadina sul suo comodino e Fred e George apparvero alla sua vista.

"Quella ad essere imprevedibile sei tu, sorellina" disse Fred "hai ascoltato papà? Vai già a letto?"

Ginny scrollò le spalle "Non c'è motivo di restare in piedi"

"Parlare con i tuoi fratelloni preferiti non è già un buon motivo?"

"Chi ti ha detto che siete i miei preferiti?!"

"Semplice intuizione"

Ginny si concesse una risata. Ma poi tornò seria.

"Avete esagerato con mamma. Non è un bel periodo per lei"

"Non è un bel momento per nessuno" disse George sedendosi sul letto.

"Ma deve guardare in faccia la realtà"

"Siamo tutti e sette grandi e ognuno ha scelto la sua strada. E lei non può fare niente per impedircelo"

"Immagino che tu non vorrai stare ferma a guardare, ad Hogwarts"

"No, certo che no!" esclamò Ginny, con forza.

"Vedi, sei proprio una Weasley" disse George con un sorriso.

"Anche la mamma, parla tanto, ma all'età tua avrebbe fatto la stessa identica cosa!" aggiunse Fred.

"Sì, e lei lo sa benissimo che non starò ferma a guardare ma non riesce ad accettarlo" esclamò Ginny "ha paura per noi"

Ultimamente Ginny aveva messo su un po' di buon senso, a volte non si riconosceva. E quel buon senso molto spesso si scontrava con ciò che era. Comprendeva la mamma e comprendeva il padre, ma rimaneva sempre quella parte di lei, quella parte che la rendeva così simile ai gemelli, che le diceva di tapparsi le orecchie quando parlavano i suoi genitori e di lanciarsi nei rischi e nei pericoli.

"Quando ha proposto di nascondersi dai Delacour mi ha veramente spaventato" disse Fred.

Ginny e George risero.

"Ha spaventato anche me" disse Ginny "pensa a dividere la stanza con Gabrielle!"

"Mi dispiacerebbe molto per te" disse George.

"Non credo saremmo durate un'ora"

"No, le avresti lanciato un'orcovolante dopo dieci minuti"

"No, è solo una bambina! Avrei trovato altri sistemi per sbarazzarmene.." disse, con un ghigno.

"Dormite qui, stanotte?" chiese.

Loro annuirono.

"Anche se Chantal, una delle cugine di Fleur aveva chiesto di rivedermi, stasera, era a Londra per un colloquio di lavoro.." disse Fred.

"Ti ha chiesto di rivedervi solo perchè pensava che fossi io!"

"Ehi, Lobo Solitario, nessuno può confonderti con me!"

"Nessuna resiste al fascino della mia storia avventurosa di come ho perso l'orecchio.. hai visto bene come Giséle mi guardava.."

"Peccato che ti ha guardato solo per dieci minuti!"

"Ma se abbiamo anche ballato!"

"Immaginazione.."

Ginny rideva. Averli a casa era sempre un'ottima cosa, soprattutto quando l'atmosfera era così cupa!

Degli scricchiolii fuori dalla porta.

"La mamma!" bisbigliò Fred. Con uno schiocco si Smaterializzarono. Un secondo dopo si aprì la porta. Non c'era stato bisogno dell'annuncio di Fred per sapere chi stava camminando sul pianerottolo: anni di riunioni segrete nelle varie camerette e conseguenti ispezioni di Molly Weasley aveva reso il suo passo inconfondibile a tutti e sette i suoi figli.

"Oh" disse, sorpresa ma sospettosa "credevo di aver sentito i tuoi fratelli qui dentro.."

Ginny alzò le spalle.

"Sono sola" disse.

"Bene" rispose sua madre brusca "dormi. Domani dovrai svegliarti presto"

"Sì mamma, come tutti gli anni da quando sono nata!" esclamò Ginny. In effetti, da quando era nata ogni anno almeno uno dei suoi fratelli andava ad Hogwarts il primo settembre.

All'improvviso l'espressione della mamma cambiò, e si fece più dolce.

"Tesoro" disse "Domani potresti avere un'altra scelta. Potremmo preparare comunque i bagagli, e mandarti da zia Muriel, o da Apolloine, ancora meglio.."

"Mamma, no" rispose Ginny secca "lo sai"

Molly strinse le labbra e non rispose.

"Farò il mio dovere ed andrò ad Hogwarts. Come tu, papà, Bill, Charlie e Fred e George fate parte dell'Ordine, e come Ron è partito per aiutare Harry!"

Molly sospirò. Sembrava molto stanca. Si strinse nella sua vecchia vestaglia rosa. Da quando Fleur le aveva detto che le donne con i capelli rossi non potevano indossare indumenti rosa l'aveva ritirata fuori e la indossava sempre, soprattutto quando la ragazza era alla Tana. Lei affermava che la usava ancora perchè vi era molto legata, visto che era stato un regalo di suo marito nel primo Natale in cui avevano sette figli, ma Ginny sapeva benissimo che la metteva solo per fare un dispetto a Fleur.

"Beh, mamma, vorrei andare a dormire! Buonanotte!" disse Ginny e si sdraiò sotto le coperte.

"Buonanotte" sussurrò la madre e chiuse la porta. A Ginny parve di sentire un singhiozzo soffocato, ma lo ignorò. Si voltò verso il muro, e si addormentò con un peso sul cuore, ma consapevole di aver fatto la scelta giusta.


*

Primo Settembre. Era il giorno che amava di più, insieme al suo compleanno e ad Halloween.

O almeno scriveva così in uno dei suoi infiniti diari segreti che scriveva da bambina. Ora non era più una bambina, ma quei tre precisi giorni dell'anno continuava a viverli con affetto. O almeno, finchè in ognuna di quelle date era stata offuscata da una nube. Il suo primo Halloween ad Hogwarts aveva scritto il primo messaggio per Tom Riddle sulle mura della scuola. Il suo ultimo compleanno lo aveva passato senza i suoi fratelli e senza Harry ed Hermione, per la prima volta da anni. E questa mattina del primo Settembre era la prima volta che si svegliava senza allegria. Sembrava essere solo uno spettatore di quella insolita mattina: il suo baule era già pronto, Arnold era sulla sua spalla, sua madre non aveva dovuto cucinare la solita tonnellata di salsicce, e aveva dovuto preparare due soli panini, senza sbagliare, per una volta, i gusti della figlia. Senza caos e senza fretta si avviarono tutti e cinque verso King's Cross e vi arrivarono in un attimo, con la Materializzazione. Ginny si era Smaterializzata con il papà.

Il Binario Nove e Tre Quarti era meno affollato del solito, visto che i Nati Babbani costituivano comunque un numero consistente ad Hogwarts e molte persone erano probabilmente fuggito all'estero. E non voleva pensare a quelle famiglie alle quali era accaduto qualcosa di terribile..

Anche l'atmosfera era completamente diversa dal solito. I volti non erano tutti felici, le madri non piangevano lacrime di gioia: una cupa nuvola nera veleggiava sui volti di tutti.

Vide una bambina con due treccine bionde, sicuramente del primo anno, piangere e gridare mentre i genitori la mettevano sul treno. Non era l'unica a fare scene del genere.

Ma vide anche chi si aggirava tutto tronfio in mezzo a quell'aria cupa. E ovviamente avevano le divise dei Serpeverde.

Fred e George le portarono sul treno il baule, servizievoli.

"Stai attenta tesoro" disse Molly "e stai attenta a non perderti Arnold"

Il piccolo Arnold aveva l'abitudine di nascondersi nei posti più strani. L'estate prima Ginny aveva smontato tutta casa per cercarlo e minacciato vari membri della famiglia. Alla fine era nascosto nella cesta della biancheria sporca.

Molly diede un buffetto alla bestiolina viola e cominciò a singhiozzare.

"Oh mamma.."

"N-no... n-n-non vi preoccupate. Sto... sto b-b-b-bene"

Ginny ed Arthur si guardarono.

"Mamma starò attenta" disse la ragazza "è solo Hogwarts.."

La mamma cominciò a piangere più forte.

"..ci sono i professori, non permetteranno che ci succeda nulla!"

Molly cercò di ricomporsi, con scarso successo. Suonò il fischio di partenza e i gemelli scesero dal treno.

"Ti abbiamo messo il baule nello scompartimento di Neville e Luna!" le disse George.

"Ci ha detto Neville che ti doveva raccontare delle cose.." continuò Fred.

"Fai la brava sorellina.."

"..ubbidisci ai professori, non infrangere le regole..."

"..non baciare ragazzi in pubblico.."

"GEORGE!"

"CHE COSA?!" esclamò il padre, a voce talmente alta che si voltarono parecchie persone.

"Stava scherzando, papà" disse in fretta Ginny.

"Lo spero bene!" borbottò lui.

Abbracciò i suoi genitori e salì sul treno, nel momento in cui le porte si stavano chiudendo.

"Ricordati quello che ti abbiamo detto!" urlò Arthur.

"Stai attenta Ginny, non cacciarti nei guai" le ricordò la mamma.

Il treno si mosse e Ginny continuò a salutare i suoi fratelli e i suoi genitori dalla finestra, finchè non scomparvero.

La ragazza si voltò, alla ricerca dello scompartimento dove stavano Luna e Neville. Ma incontrò subito due persone che conosceva.

"Ginny!" era Miriam, insieme ad Aisleen.

"Oh, che bello rivederti!" esclamò Aisleen, abbracciandola.

"Ciao ragazze" le salutò Ginny.

"Vieni al nostro scompartimento! Ci sono John, Anthony e Grace che ci aspettano.."

"Pensa quanto è nervoso John!" sussurrò Miriam con il suo solito sorrisetto malizioso.

"stavamo cercano proprio te e speravamo di trovare Colin e Demelza.."

"Loro non torneranno" disse in fretta Ginny "mi ha scritto Demelza, un po' di tempo fa. Sono fuggiti"

Aisleen e Miriam avevano la stessa faccia dispiaciuta, ma non sorpresa.

"Sapevamo che non li avrebbero fatti tornare, ma sono contenta di sapere che almeno non sono stati catturati. Non si sono proprio presentati al Censimento?" chiese Aisleen.

Ginny scosse la testa.

"Abbiamo avuto un po' tutti dei problemi quest'anno. I miei genitori sono entrambi maghi, ma in realtà papà è un NatoBabbano. È dovuto fuggire anche lui" disse Miriam.

"Oh, non lo sapevo! Miriam, mi dispiace tanto" esclamò Ginny. Non aveva mai chiesto nè a Miriam nè a nessun altro di loro il loro Stato di Sangue, perchè non aveva mai dato importanza a questo genere di cose.

"Già.. Rachel ha pianto per giorni, non voleva tornare a scuola"

"A me non hanno fatto problemi, mia madre è una strega e lo era anche papà" disse Aisleen "immagino tu non abbia avuto problemi, la tua è una famiglia Purosangue molto in vista"

"Già, ma nessuno di noi ne va orgoglioso" rispose Ginny "papà continua ad affermare di avere sicuramente Babbani nel nostro albero genealogico.."

Le ragazze risero.

"Gli altri tutto ok?" chiese Ginny.

"Oh sì" rispose Miriam "John e Grace hanno il padre Babbano, ma la madre è una strega, quindi sono a posto ed Anthony è purosangue"

"Meno male!" disse Ginny "sentite, io vado un po' da Neville e Luna, che mi avevano chiesto per primi di andare nel loro scompartimento.. ci vediamo dopo, eh?"

"A dopo!"

Ginny dovette cercare per un po' lo scompartimento di Neville e Luna, perchè non aveva pensato di farsi dire dai suoi fratelli dov'era esattamente. Praticamente in ogni scompartimento che apriva c'era qualcuno che la conosceva e la invitava ad entrare. La cosa le faceva piacere, fino a quando non capì che la gente la invitava o per sapere dov'era Harry, che ancora nessuno aveva visto sul treno, o per sapere se era single. Ginny non rispose a nessuna di queste domande, e fu molto sollevata quando riconobbe il volto familiare di Neville e la chioma bionda di Luna.

"Ciao ragazzi!" li salutò allegramente.

I due la accolsero con un enorme sorriso.

Erano più o meno sempre gli stessi: Neville con la sua Mimbulus Mimbletonia e Luna immersa nella lettura del Cavillo.

"Come avete passato l'estate?" chiese Ginny, sedendosi a fianco a Luna.

"Io e papà non abbiamo potuto fare le nostre ricerche sul Ricciocorno Schiattoso, papà è stato sempre a lavorare.Ci tiene molto a diffondere la verità su quello che sta accadendo, e ci tiene a sottolineare il suo totale appoggio ad Harry" rispose Luna, orgogliosa.

"Fa bene!" rispose Neville "anche se forse dovrebbe stare un po' attento, di questi tempi"

Luna scrollò le spalle "Il nostro giornale è una finestra sulla verità"

Neville fece uno sguardo scettico.

"La mia estate non è stata un granchè" disse Neville, cambiando discorso, poichè era difficile definire i Ricciocorni schiattosi la realtà, per quanto bene volesse a Luna "in realtà, non vedevo l'ora di tornare al castello"

"Penso che una cosa del genere quest'estate l'hanno pensata solo i figli dei Mangiamorte" mormorò Ginny.

"Non mi fraintendete" disse subito Neville "ovviamente preferivo la Hogwarts di prima.. ma penso che ci potrà essere da divertirsi, quest'anno"

Ginny e Luna si guardarono.

"Cosa intendi?" chiese Ginny.

"Beh, avete intenzione di stare a guardare?" sussurrò Neville, serio.

"Assolutamente no"

"Lo immaginavo" disse Neville, con un sorrisetto. Si frugò in tasca e tirò fuori il galeone di Hermione.

"Hai intenzione di reclutare nuovi membri dell'E.S?" chiese Ginny. Neville sospirò.

"Sai, ci ho pensato tutta l'estate" disse "ero sicuro che Harry ed Hermione non sarebbero potuti tornare ad Hogwarts, e che Ron, ovviamente, sarebbe rimasto con loro. E pensavo a come sarebbe stata Hogwarts senza loro tre.. in fondo, sono stati loro a cominciare a ribellarsi alla Umbridge! Senza di loro, cosa avremmo fatto? Insomma ho pensato... che qualcuno doveva fare quello che loro avevano già fatto: ribellarci e dare una speranza a tutti! E ho pensato.. che forse Hogwarts ha bisogno di un nuovo trio di ribelli. E.." fece un'altra piccola pausa "magari potremmo essere noi tre"

Le due ragazze lo guardarono in silenzio.

"Beh, in fondo noi tre eravamo con loro al Ministero!" esclamò Neville "li abbiamo aiutati! Non è un'idea così folle, se voi non siete d'accordo, va bene, andrò avanti da solo, non mi interessa, non posso sopportare tutto questo!"

"Neville" disse Ginny, sorridendo "è ovvio che siamo d'accordo con te!"

"Allora si ricominciano le riunioni? Evviva!" esclamò Luna.

Neville si rilassò.

"Intanto io direi di vedere qual'è l'esatta situazione ad Hogwarts" disse Ginny "poi procederei con l'attacco principale. Faremo vedere i sorci verdi a Piton!"

Passarono gran parte del viaggio a pianificare. Ginny pensava contiunamente ad Harry, era inevitabile: sentiva come se avessero preso il suo posto e quello di Ron ed Hermione, e la cosa da una parte la intristiva, dall'altra l'elettrizzava.

Il viaggio fu piacevole, anche se quella tranquillità venne interrotta varie volte. Romilda Vane irruppe nello scompartimento prima della signora del carrello, per capire se Harry e Ginny stavano ancora insieme e se Harry era tornato a scuola.

"Ma secondo te una persona con una taglia da diecimila galeoni sulla testa può andare liberamente in giro?!" esclamò Ginny e cacciò la ragazza, sbattendo forte la porta.

"Non hai risposto se te e Harry state ancora insieme!" la sentirono strillare fuori, ma Neville chiuse anche le tendine.

Calò il silenzio.

"No, non stiamo insieme" sbottò Ginny, rivolta a Neville e Luna.

"Oh.. Ginny, mi dispiace" balbettò Neville.

"è un peccato. Eravate una bella coppia. Ma sono sicura che appena tutto questo sarà finito, tornerete insieme" disse Luna, con la sua solita tranquillità.

Ma quando finirà tutto questo? Si chiese Ginny, guardando fuori dal finestrino. Quando?


*

Il treno si fermò, molto prima della stazione di Hogsmeade. Le luci si spensero, e gli studenti attesero, nell'ignoto.

"Cosa succede?!" esclamò Ginny.

Videro una figura incappucciata salire sul treno.

"Credo che sia ovvio" rispose Luna "cercano Harry"

Nei corridoi c'era il caos.

"Cosa succede?"

"è tutto buio!"

"Siamo arrivati?"

Le luci si riaccesero e Ginny vide chiaramente una figura adulta in fondo al treno, che camminava lentamente, avvolta in un mantello nero. Apriva tutti gli scompartimenti, sbattendo le porte, e illuminando i volti degli studenti con le bacchette.

"Si aspettano davvero che Harry abbia preso l'Espresso per tornare a scuola?" sussurrò Ginny, incredula.

"A quanto pare non sono molto intelligenti" borobottò Neville.

L'uomo arrivò anche da loro.

"Nomi" disse, imperioso.

"Luna Lovegood, Neville Paciock, Ginevra Weasley" rispose Luna.

Lo sguardo del mago si posò su Ginny.

"Sei tu la Weasley?" abbaiò. Ginny annuì.

Lui la squadrò di nuovo.

"Dovrebbe esserci un altro Weasley su questo treno"

"è malato" rispose Ginny "dovreste saperlo, avete controllato di persona, a casa mia"

Il mago non le rispose e se ne andò, sbattendo la porta dello scompartimento.

"Non sono molto educati questi Mangiamorte" disse Luna.

"Perfetto, abbiamo appena appurato che oltre ad essere crudeli, i nostri nuovi docenti e politici non sono nè intelligenti, nè educati" esclamò Ginny con amarezza "prevedo che quest'anno scolastico sarà estremamente utile"

"Insomma" continuò la ragazza "va bene per noi, che siamo agli ultimi anni, ma pensa a quei bambini, di undici, di dodici anni, che arrivano qui, emozionati, che si aspettano di imparare a far volare oggetti, vedere dei fantasmi e giocare a Quiddicth in un ambiante allegro e divertente, come hanno sempre immaginato!" la rabbia stava prendendo il sopravvento "invece troveranno queste.. queste.. non so nemmeno se definirle persone, che li faranno immergere nellle Arti Oscure e gli inculcheranno idee sulla superiorità dei Purosangue. Non è Hogwarts questo! E farò in modo che lo sappiano"

Si buttò sul suo sedile.

"Ginny noi lotteremo" disse Neville "lotteremo per noi stessi, per Harry, Ron ed Hermione, per tutti quelli che si sono dovuti nascondere da questo regime assurdo e anche per quei bambini dei primi anni, per fargli scoprire cos'è veramente Hogwarts"

"E non vi scordate" aggiunse Luna "che non siamo soli. Penso che Vitous, la McGranitt e la professoressa Sprite la pensano allo stesso nostro modo"

Fuori era completamente buio. Sicuramente Hogwarts era vicina.


*

Videro dal finestrino la banchina familiare della stazione di Hogsemade. Ma appena scesero, seppero che, nonostante l'enorme figura di Hagrid stagliata nel buio, tutto era profondamente diverso. Un'aria gelida li pervase, facendoli tremare e aggrapparsi l'uno all'altro: le cupe figure dei Dissennatori veleggiavano in alto, poco lontani dagli studenti.

Pensa a qualcosa di felice, pensò Ginny. Ma quegli esseri immondi rubavano qualunque scintilla di gioia o di speranza dai loro cuori. Ginny aveva freddo, e tutto ciò che di triste le era accaduto, tornava nella sua mente, con immagini nitide e dolorose che susseguivano davanti ai suoi occhi senza alcun ordine.

Tom Riddle che usciva dal diario... George senza un orecchio e un lato della testa senguinante..

Bill con il volto sfregiato, sdraiato nel letto dell'Infermieria.. Ron avvelenato, il viso bianco.. le urla di suo padre, solo con i Mangiamorte.. le sue mani, sporche del sangue di George, del sangue di Bill..

"Primo anno!" gridò Hagrid "primo anno, seguitemi.."

Ginny non riusciva a camminare. Si sentiva affogare.

Hagrid la tirò per un braccio, con forza.

"Pensa ad Harry!" le sussurrò "è la nostra speranza"

Ginny lo guardò e negli occhi buoni del Mezzogigante, rivide Harry, quell'Harry felice che prendeva il the con Hagrid, il suo primo amico.

La nebbia si diradò.

"Grazie Hagrid" rispose Ginny. Hagrid sorrise e le porse un pezzetto di cioccolata. Cominciò a chiamare di nuovo i bambini. Ginny non aveva mai visto degli studenti del primo anno così spaventati. E non sembrava fossero spaventati dall'enorme mole di Hagrid.

Il castello sembrava sempre lo stesso: le solite candele, il solito freddo, i soliti fantasmi.

"Ci vediamo dopo" dissero Ginny e Neville a Luna, che andò a sedersi al tavolo dei Corvonero. I due Grifondoro si sedettero vicini, al loro tavolo, tra il gruppo del settimo e del sesto anno.

Appena si sedettero tutti li guardarono, ma ben presto Ginny si accorsero che guardavano soprattutto lei.

"Ron sta male" disse subito "ha la Spruzzolosi.."

Calì, Seamus e Lavanda annuirono.

"E.. anche Harry ed Hermione?" chiese in un sussurro Seamus. Tutti e quattro sapevano benissimo la realtà.

"Diciamo di sì" rispose Ginny.

Ginny si guardò intorno e vide che le tavolate delle Case erano molto meno affollate del solito, tranne quella di Serpeverde, che sembrava essere diventata la più numerosa.

"Qualcuno ha sentito gli altri?" sussurrò Calì "intendo, chi non è tornato"

"Demelza e Colin sono fuggiti" rispose Ginny.

"Anche Dean" bisbigliò Seamus.

Smisero di parlare non appena videro i bambini del primo anno entrare in fila indiana dietro la professoressa McgGranitt, nella Sala Grande. Erano pochi e avevano la faccia spaventata, tranne alcuni, che andavano in giro con espressione trionfante.

"Scommetto che quelli sono piccoli futuri Serpeverde" disse Neville, non curando di abbassare la voce "guarda le facce!"

Ginny passò lo sguardo sulla tavolata degli insegnanti. Vide Vitous parlottare con la Sprite alla sua desta, la professoressa Cooman con lo sguardo perso nel vuoto e Hagrid, che non aveva il suo solito sorriso bonario, dietro tutta quella barba. E comunque, tutto aveva un aspetto diverso: la Sala Grande aveva un aspetto più gelido del solito, nonostante in realtà era sempre la stessa.

La sedia del Preside era ancora vuota, e Ginny si accorse solo in quel momento che i posti alla destra e alla sinistra erano occupati da due volti nuovi: li riconobbe vagamente, erano un uomo e una donna e c'erano anche loro la sera in cui era morto Silente. Probabilmente uno era il nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, che ormai era una barzelletta, visto che la scuola era occupata dalle forze del Male, e l'altro Ginny non aveva idea di cosa potesse insegnare. Una materia da Mangiamorte, probabilmente.

Piton era arrivato, quasi fluttuando, come un gigantesco pipistrello. Si sedette al posto di Silente e non rivolse la parola a nessuno.

"Quel.. quel..." borbottava Neville, in preda alla rabbia.

"Lo so" rispose Ginny "non dovrebbe essere seduto lì"

"Shh! Sta iniziando lo Smistamento!" esclamò Miriam.

"Tanto, saranno quasi tutti Serpeverde" disse John, annoiato "spero che si sbrighino, muoio di fame"

A Ginny, in quel momento, il ragazzo le ricordò tanto Ron.

Vide la McGranitt alzarsi in piedi, con una pergamena più corta del solito.

"Bode Nolan"

"Corvonero"

Il piccolo Nolan, un ragazzino dai capelli biondo scuro e il volto pieno di lentiggini si andò a sedere alla tavolata blu. Ginny vide Luna applaudire educatamente.

"Bole Leo"

"Serpeverde"

Ginny si alzò in piedi e fischiò, mentre la tavolata di Serpeverde esplodeva in un applauso.

"Clarke Eloise"

"Tassorosso"

"Davis Simon"

"Corvonero"

"Dougal Malcom"

"Serpeverde"

"Flint Albert"

"Serpeverde"

"Ford Celia"

"Serpeverde"

Ginny contiunava a fischiare, e a lei si erano uniti anche Neville, John e molti altri Grifondoro.

"Mai visti tanti Serpeverde allo Smistamento" borbottò Anthony.

"E non so se avete notato, siamo alla F e nemmeno un Grifondoro!" esclamò Lavanda.

Le parole di Lavanda furono profetiche, perchè "Harris Abigail", una bambina alta e magra con la frangetta castana scura, fu la prima nuova Grifondoro, e fu l'unica tra i bambini del primo anno a togliersi il cappello e lanciare uno sguardo di sfida ai tavoli di Serpeverde.

"Quella bambina sa il fatto suo!" esclamò Ginny, applaudendo molto forte.

"oh, è sicuramente molto Grifondoro" borbottò Miriam "impavida e impulsiva. Ottime qualità, di questi tempi"

A Ginny quelle parole le fecero tornare in mente Hermione, che probabilmente avrebbe detto la stessa cosa, e una nuova stretta strinse il suo cuore.

Lo Smistamento non durò molto, e alla fine i bambini andarono a finire per gran parte a Serpeverde, come aveva predetto John. Quando la professoressa McGranitt si alzò per rimettere il Cappello Parlante al suo posto, Piton si alzò in piedi, per fare il solito discorso di inizio anno del Preside.

"Bentornati ad Hogwarts" disse "sono veramente onorato di ricoprire questa carica, quest'anno, seppur addolorato per la scomparsa del nostro Preside"

"Bugiardo!" esclamò Ginny, tra il brusio che si era sollevato, soprattutto al tavolo dei Gridondoro. Miriam le diede una gomitata tra le costole.

"Ma sei impazzita?" bisbigliò "ti ha sentito sicuramente!"

"Meglio così" rispose Ginny.

"Ho il compito di informarvi delle nuove regole che vigeranno in questo castello" continuò Piton, come se niente fosse successo "per prima cosa, i Dissennatori, come accadde quattro anni fa, saranno ospiti fissi nell'area intorno al castello, per tenere lontano visitatori indesiderati.."

Quali, pensò Ginny visto che quelli più indesiderati si trovano già qui dentro?

"Oltretutto, quest'anno sarà impedito qualunque torneo di Quidditch e saranno sciolte le varie associazioni studentesche"

Esplose un boato di proteste, da tutti i tavoli stavolta.

"Non è giusto!" esclamò Seamus "questa volta avrei sicuramente fatto parte della squadra!"

"Ovvio, ormai non c'è più nessuno" rispose Calì, malignamente.

Per quanto Ginny amasse il Quidditch, sapeva che era meglio così. Forse sarebbe stato troppo doloroso giocare senza Harry, Ron, Demelza e Katie.

".. e anche le gite ad Hogsmeade sono tutte annullate, per motivi di sicurezza"

Le proteste continuavano ma Piton le ignorò.

"E ora diamo il benvenuto ai nuovi componenti del corpo docenti di Hogwarts, Alecto Carrow, che insegnerà Babbanologia, che da quest'anno sarà una materia obbligatoria per tutti, e Amycus Carrow, il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure"

I nuovi insegnanti furono accolti da pochi applausi, che venivano dal tavolo di Serpeverde. Il tavolo di Grifondoro non si mosse nemmeno, gli altri tavoli fecero qualche applauso poco convinto.

"Babbanologia materia obbligatoria?!" esclamò John "mio padre è Babbano! So tutto sui Babbani!"

"Vorrà dire che avrai almeno una materia con Eccezionale" lo punzecchiò Anthony.

"Anche noi, Miri! Papà è un NatoBabbano!" esclamò Rachel, la sorella minore di Miriam, del terzo anno di Grifondoro.

"Sì, ma credo che questa Carrow ci spiegherà cose che noi non sappiamo riguardo ai Babbani" mormorò Miriam. Ginny notò che serrava i pugni con forza.

"E ora" la voce di Piton si alzò magicamente "come saprete, le regole del mondo magico sono molto cambiate, così anche quelle di questa scuola. Ci sono cose che non sono più tollerate e persone che sono diventate indisiderabili" sottolineò l'ultima parola, con la sua voce melliflua "e lo saranno anche quelle che sono in contatto con i sudetti maghi o streghe"

Ginny vide chiaramente che lo sguardo di Piton si era posato sulla tavola di Grifondoro, e aveva la netta impressione che avesse guardato soprattutto lei.

Piton finì di parlare e iniziò il buffet, che Ginny non gradì come al solito. Era amareggiata, Hogwarts non era più il luogo di una volta, e si sentiva sola.

Subito dopo la cena furono spediti nei loro dormitori. Passò il solito ritratto della Signora Grassa e la solita calorosa esplosione di rosso e oro che ricopriva la Sala Comune la fece sentire subito a casa.

"Almeno qui, la Magia Oscura non può arrivare" disse a Neville, sedendosi nella sua poltrona preferita. L'ultima volta che era stata su quella poltrona era stata con Harry, rannicchiata su di lui, davanti al fuoco..

Altra stretta al cuore.

Dov'era?

Dov'erano?

La Sala Comune era spaventosamente vuota.

"Non possiamo accettarlo" disse Neville "ad Hogwarts la Magia Oscura non dovrebbe essere da nessuna parte! Neanche nell'angolo più remoto"

Vide il piccolo Arnold, che rimbalzava verso di lei. Lei lo accolse tra le sue mani e lui si infilò sotto il maglione. Ginny sorrise.

"Ecco, sorridi" disse Neville "perchè questo è solo il primo giorno! E ci aspetta un anno duro, forse il più duro che abbiamo mai affrontato"

"E cosa c'è da sorridere?" chiese Ginny.

"In realtà non molto" riflettè Neville "ma se già ci scoraggiamo ora, come ci arriviamo a Giugno?"

"Anche te hai ragione.." rispose Ginny "beh, vedremo domani cosa ci aspetta! Vado a dormire"

"Buonanotte"

"A domani, Neville"

Salì su nel dormitorio. Ailseen e Miriam erano già su.

"Il letto di Demelza" mormorò Aisleen.

"Potevano almeno toglierlo" esclamò Miriam, con rabbia "lo fanno solo per farci soffrire di più! Per farci notare chi non può stare con noi"

"è meglio che ci sia" rispose Ginny "un posto per Demelza, per Colin, per Harry, Hermione e gli altri ci sarà sempre, ad Hogwarts"

"Sai, avevo pensato che non potessero levare i letti" disse Aisleen "i dormitori li forma la magia del castello stesso nonappena il Cappello Parlante fa lo Smistamento. Per Hogwarts loro hanno diritto a quel posto, qualunque legge emani il Ministero. Hogwarts riserverà sempre un posto per loro"

"Hai sicuramente ragione" disse Miriam "se avessi Storia di Hogwarts a portata di mano, controllerei subito. Domani farò un salto in biblioteca"

Per Ginny quello fu troppo. Si chiuse in bagno, con la scusa di voler fare un bel bagno caldo per rilassarsi prima di andare a dormire.

Il giorno dopo sarebbe stata una giornata dura, ed era meglio non pensarci. Cercò di chiudere la mente ed evitare di pensare, perdersi dai caldi tepori della vasca, ma purtroppo le era impossibile.

Pensava a Colin, che probabilmente con suo fratello Dennis erano in qualche bosco, con quella tenda di cui le aveva parlato quando erano al primo anno, con cui lui e la sua famiglia facevano un campeggio la penultima settimana di agosto, ogni anno. Pensava a Demelza, a quante volte sarebbe inciampata nelle radici degli alberi, o quante volte sarebbe arrossita se qualcuno le faceva un complimento, magari nascosta nella Londra babbana, tra tutte quelle persone che l'abitava. Pensò anche a Dean, si erano lasciati ma ovviamente gli voleva bene, e sperava che avesse trovato un posto sicuro. E ovviamente a Ron, Hermione ed Harry.

Dov'erano?

Cosa facevano?

Perchè non mi hanno permesso di andare con loro?

Perchè non mi hai portata con te?



Quando uscì dal bagno, Miriam e Aisleen erano già addormentate.Aisleen aveva le guance rugate di lacrime. Ginny prese il pigiama e cadde a terra un foglietto stropicciato.

Il volto di Harry, sotto la scritta "Indesiderabile Numero Uno" la guardava, con il solito sorriso tranquillo. La mise sotto il cuscino, e si sdraiò a letto, lo sguardo fisso sul letto di Demelza.


"Per Hogwarts loro hanno diritto a quel posto, qualunque legge emani il Ministero. Hogwarts riserverà sempre un posto per loro".


Angolo Autrice

Lo so, sto aggiornando con estrema lentezza ma non è colpa mia, ve lo assicuro! Purtroppo la vita universitaria è stressante e pesante!

Spero che il capitolo, però, vi sia piaciuto!

baci a tutti!

Marty




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Capitolo 65
*** Primo Giorno ***


cap 64 nvu

Primo Giorno



Il primo giorno ufficiale, Ginny si svegliò molto carica. La notte l'aveva riempita di energia, nonostante aveva dormito poco e il suo sonno era stato affollato da sogni strani ed ansiosi. Aveva pensato tanto, inizialmente con il morale a terra, per poi farsi pervadere da una rabbia bruciante, che alla fine aveva ceduto alla lucidità e le aveva lasciato addosso la voglia di combattere, che l'aveva subito resa scattante. No, non avrebbero vinto: Ginny era nata per combattere, e non sarebbe stata zitta a guardare. Non sapeva ancora a cosa andava incontro, ma non vedeva l'ora di trovarsi a faccia a faccia con i Carrow e con Piton.

Sarebbe stata quello che Harry era stato contro la Umbridge: avrebbe dato il tormento a quegli usurpatori finchè non sarebbero tornati strisciando dal buco dal quale erano usciti.

Scese a colazione e si sedette vicino a Neville tra quelli del settimo e del sesto anno.

"La McGrannit mi ha consegnato gli orari" disse Miriam appena si sedette e distribuì delle pergamene a ciascuno di loro.

"Che materie hai scelto, Miri?" chiese Aisleen all'amica.

"Più o meno tutto. Ovviamente non avrei scelto Babbanologia, ma visto che sono obbligata.."

"A proposito, chissà come sarà" esclamò Seamus "sarò il primo della classe, dato che papà è Babbano, so tutto sui Babbani.."

"Ma dove vivete?" esclamò Miriam "davvero pensate che sarà la normale Babbanologia?!"

"No, certo che no" rispose Ginny.

"Ovviamente ci insegneranno come odiare i Babbani, distinguerli dai maghi e cose così" disse Calì Patil.

"Che schifo" mormorò Lavanda.

"Cosa hai ora?" chiese Ginny, sbirciando sull'orario di Neville.

"Incantesimi, seguito da un'ora di buco e poi Erbologia" rispose lui "i Carrow non li vedo fino a Mercoledì.. tu?"

"Oggi pomeriggio" rispose Ginny.

Spalmò il burro e il miele sul suo toast e gli diede un morso.

"Buongiorno" una voce velata li sorprese alle loro spalle.

"Buongiorno Luna" rispose allegra Ginny, riconoscendo l'amica.

"Oh, ecco un sorriso, finalmente" esclamò Luna "questa mattina non faccio altro che vedere musi lunghi in giro per i corridoi.."

"Ci credo.." borbottò Neville.

"Io non vi capisco: siamo tutti insieme e fuori c'è un bel sole caldo. Perchè siete tutti tristi?"

"Stai scherzando, spero!" esclamò Neville.

"Stai andando a lezione?" chiese Ginny a Luna.

"Sì, devo uscire per andare a Cura delle Creature Magiche, e sono molto felice che fuori è una bella giornata" rispose la ragazza "ci vediamo dopo"

Luna saltellò via, i lunghi capelli che le ballavano dietro la schiena.

"Ok, voglio bene a Luna e mi sta simpatica, ma è pazza" esclamò Neville.

"Non è vero!" rispose Ginny "non è pazza! Io sono pienamente d'accordo con lei"

Neville la guardò come se si fosse appena messa a saltare sul tavolo dei professori.

"Siamo in guerra, la scuola è cambiata e ci aspettano lezioni in cui ci spiegheranno come torturare i Babbani. Dimmi cosa c'è da essere allegri?"

"Il sole? E il fatto che non siamo soli. Ti sembrano cose da poco?" rispose Ginny.

Neville affondò la forchetta nel suo bacon e non rispose. Ginny guardò al tavolo degli insegnanti. Piton non c'era.

"Ginny, dobbiamo andare" esclamò Miriam.

"Aspetta! Non sono ancora arrivati i gufi!" disse Aisleen.

"è vero! Come mai ancora non sono arrivati?" chiese Lavanda.

"Le lezioni stanno per iniziare, non voglio fare tardi il primo giorno" gemette Miriam.

"Miriam, non si è ancora alzato nessuno" disse John.

"Sapete che la McGranitt è intransigente con i ritardatari!"

"A me non interessa, io aspetto un gufo" disse ostinata Aisleen.

"Guardate che la McGranitt è ancora seduta, insieme a tutti i professori" esclamò Anthony.

"Sì, ma comunque è strano che i gufi siano in ritardo" disse Neville "Anche io ne stavo aspettando uno, sicuramente la nonna mi ha inviato qualcosa che mi sono dimenticato.."

All'improvviso il solito storno di gufi entrò nella Sala Grande. Ginny riconobbe immediatamente Errol, che volava affaticato in mezzo agli altri volatili, con una busta legata alla zampa.

"Lo sapevo che mi ero dimenticato il manuale degli incantesimi!" esclamò Neville, scartando il pacchetto inviatogli dalla nonna.

Ginny accolse Errol, e gli diede una manciata di cereali che lui gradì immensamente. Ginny prese la busta e notò che era già aperta: era indignata e arrabbiata, ma non sorpresa. Era prevedibile che avrebbero intercettato le lettere di ogni singolo studente, ed era sicuramente la causa del ritardo della posta, ma non si aspettava che non si sarebbero nemmeno degnati di farlo di nascosto: la sua busta era stata palesemente aperta, e la lettera dentro era spiegazzata.


Cara Ginny,

spero sia andato bene il viaggio in treno e che ti siano piaciuti i panini che ti avevo preparato. Come hai trovato Hogwarts? I tuoi amici stanno bene?

Noi tutto bene. Papà va a lavoro tutte le mattine e torna sempre più tardi e manchi molto ad entrambi, la casa è più vuota senza di te.

Ron sta molto male e mi sto occupando personalmente delle sue cure, visto che è altamente contagioso, ed io sono immune dalla spruzzolosi, visto che l'ho avuta da bambina, come ti ho raccontato.

Rispondimi presto alla lettera, sono ansiosa di sapere come sia andato il tuo primo giorno.

Un abbraccio fortissimo

Mamma

P.S. Papà, Fred e George ti mandano mille baci.

La lettera era misera, ma Ginny sapeva bene che sua madre non poteva parlarle liberamente, e la lettera sembrava quasi rivolta ad un estraneo, e in effetti lo era: Molly stava scrivendo consapevole del fatto che le sue parole non sarebbero state lette solo dalla figlia ma anche da occhi estranei.

"Aisleen, sei la persona che riceve più posta al mondo, secondo me!" esclamò John, ridendo.

Davanti ad Aisleen posavano due gufi, e una piccola civetta, che Ginny riconobbe come la civetta che Aisleen aveva ricevuto per il suo dodicesimo compleanno.

"Mi pensano in molti" rispose lei, le guance pallide si erano colorate di un vago rosa.

"Immagino che la lettera più lunga sia di Chris.. riconosco quella grafia sottile.." disse Miriam.

Aisleen arrossì del tutto e non rispose, ma si infilò le sue lettere nella borsa.

"Andiamo" esclamò stizzita, ma ancora rossa.

"Devo andare. Ci vediamo dopo" Ginny salutò Neville e andò con i suoi compagni del sesto anno verso l'aula di Trasfigurazione. La McGranitt doveva essere veramente fiera di loro visto che erano stati ammessi tutti alla sua classe, addirittura Demelza, che con la sua goffaggine aveva sempre avuto parecchi problemi con la materia, che richiedeva concentrazione e precisione.

Facevano la lezione con i Tassorosso, quindi sarebbero state due ore tranquille.

"Buongiorno ragazzi" li salutò l'insegnante, appena entrata in classe "sedetevi al vostro posto, la lezione dovrà iniziare al più presto, abbiamo poco tempo"

I ragazzi si sedettero al loro posto. Ginny era sola, visto che mancava la sua compagna di banco, Demelza. Vide che anche i Tassorosso erano diminuiti: di solito erano sei femmine e tre maschi, quell'anno erano solo un ragazzo e tre ragazze.

La professoressa McGranitt aveva notato la cosa, ma non commentò, e cominciò a fare lezione, come se nulla fosse. Ovviamente la spiegazione si rivelò molto complicata, ma Ginny già sapeva che il sesto anno, nonostante le ore di buco e le materie in meno, era molto pesante. Alla fine della lezione la McGranitt.

"Signorina Weasley" la chiamò, mentre sistemava alcune pergamene.

"Voi andate, ci vediamo ad Erbologia" disse Ginny ai suoi compagni e si avvicinò alla cattedra.

"Mi dica, professoressa" disse, garbata.

"Ho saputo di Ronald" disse, continuando a sistemare distrattamente la cattadra "mi chiedevo come stava"

Ginny era sicura che lei sapesse la verità, ma sapeva anche di dover continuare a recitare.

"Non molto bene, professoressa" rispose Ginny "mi ha scritto la mamma proprio stamattina e mi ha detto che non migliora"

"Purtroppo la sua è una malattia che lo costringerà a lungo lontano da qui"

"Esattamente"

La McGranitt alzò lo sguardo e la guardò, da sopra i piccoli occhiali rettangolari.

"Puoi andare" disse "Non vorrei farti fare tardi alla prossima lezione. Salutami i tuoi genitori quando li senti"

"Lo farò. Buona giornata, professoressa"

"Buona giornata anche a te"

Ginny fece per andarsene ma all'ultimo si fermò e si rivoltò verso l'insegnante.

"La saluta Demelza. Demelza Robins" disse "l'ho sentita questa estate, e..."

La professoressa fece uno scatto e con un rapido gesto di bacchetta chiuse la porta dello studio.

"Weasley!" bisbigliò "sei impazzita?"

"Io.."

La professoressa le si avvicinò "Siamo costantemente spiati, te ne rendi conto? Non hai visto la tua posta stamattina"

"Non possono essere ovunque!" esclamò Ginny.

"Infatti, non lo sono" rispose la professoressa McGranitt "ma ci sono delle persone che sono, ovvimanente più sorvegliata delle altre, e credo che tu sappia benissimo con quale criterio scelgano le persone su cui concentrarsi"

Ginny non rispose. Sapeva bene che lei era una dei "sorvegliati speciali", così come lo era certamente la McGranitt.

"Ma io non parlavo di..."

"Sssshhh!" la zittì l'insegnante "anche parlare dei contatti con le persone che sono fuggite per non sottoporsi al Censimento è pericoloso" guardò la ragazza con un'aria triste "Ho sentito comunque quello che mi hai detto. La piccola Robins e gli altri ragazzi che quest'anno non sono qui mi mancano anche a me. Sono cose che non dovrebbero mai esistere in una scuola"

"Professoressa.."

"Ora va'" la interruppe "non devi arrivare tardi a lezione"

Ginny esitò ma poi andò via, con il morale sotto terra.


*

La vita sembrava quasi quella normale al castello, ma nell'aria c'era qualcosa di estremamente diverso. Lo leggeva negli occhi tristi dei suoi compagni, che pensavano ai compagni che non erano tornati al castello o alle loro famiglie divise o in pericolo. Lo leggeva anche negli occhi di chi gongolava di quella storia, come i Serpeverde, con i quali avrebbe condiviso la lezione di Erbologia per il resto dell'anno. E purtroppo, essendo stata l'ultima ad entrare nella serra, non aveva nessuno dei suoi compagni Grifondoro come compagno di banco e fu cotretta a mettersi vicino ad una Serpeverde dai lunghi capelli biondi, di cui non sapeva nemmeno il nome.

"Sparisci" le sibilò contro.

Ginny la ignorò e si sedette comunque.

"Ti ho detto di sparire" ripetè la ragazza.

"Vedi altri banchi vuoti?" rispose Ginny "Guarda che sono meno contenta di te"

"Non mi interessa che non ci siano altri banchi" esclamò la ragazza "Una Traditrice del Suo Sangue come te merita solo di stare per terra.."

"E una serpe come te merita solo di strisciare a terra" rispose Ginny "ma mi sembra che sei seduta su un banco. Quindi siamo pari, non ti sembra?"

La ragazza diventò rossa di rabbia "Io e te, pari? Non osare insultarmi così, Weasley"

"Casomai mi sono insultata da sola, ad essermi messa al tuo stesso livello. A proposito non conosco il tuo nome e non ho idea di chi diavolo tu sia, ma vedo che tu conosci il mio, o almeno il mio cognome. Non ti sembra che mi hai già messo tu stessa su un gradino più alto del tuo?"

"Ti sta dando dei problemi, Cassy?" chiese una ragazza, dietro di loro, una Serpeverde dai boccoli castani.

"è solo una sporca Traditrice del suo Sangue!" esclamò stizzita la bionda "ah, ma te la farò pagare!"

"Io aspetto" disse Ginny, con aria si sfida.

"Buongiorno a tutti" entrò la professoressa e mise fine ai battibecchi. Ma la ragazza bionda, che Ginny scoprì chiamarsi Cassiopea Grey, sicuramente Purosangue, le diede filo da torcere durante la lezione, con dispetti di tutti i tipi, dal rovesciare il suo calamaio al buttarle a terra la piuma, quasi fossero delle ragazzine del primo anno. Ginny decise di non abbassarsi al suo livello e la ignorò completamente, consapevole del fatto che l'avrebbe fatta infuriare ancora di più. Ginny fu molto sollevata quando la lezione finì, ma non fece in tempo ad uscire dalla serra che si ritrovò distesa sul terriccio, la bocca impastata di terra.

"Come avevo detto? Quello è il posto che merita una traditrice del suo sangue: in mezzo alla polvere"

I Serpeverde ridevano. Cassiopea le aveva fatto un incantesimo che le aveva bloccato le gambe, per questo era caduta senza inciampare su nulla, e ancora non riusciva ad alzarsi. Doveva essere molto abile, per essere già in grado di usare gli Incantesimi Non Verbali.

"Finite Incantetem" sentì la voce di Miriam che la liberava dall'Incantesimo.

"Ohoh, interviene la Mezzosangue" esclamò la ragazza castana "Dov'è tuo padre, Cohen? Dicono che ha dovuto nascondere il suo brutto muso sotto qualche pietra"

"Non chiamarla così" urlò John, a fianco dell'amica.

"Non osare nominare mio padre" gridò Miriam. Ginny si alzò e si mise al suo fianco, la bacchetta sguainata. Il gruppetto di Serpeverde fece lo stesso.

"Che cosa succede?!" la professoressa Sprite era tornata nella serra, probabilmente qualcuno l'aveva avvertita "mettete subito via le bacchette!" Subito, ho detto" I ragazzi misero tutti la bacchetta in tasca ma continuarono a guardarsi torvi.

"Tornate al castello" esclamò, severa "e non fatemi prendere provvedimenti"

I ragazzi si divisero. I Serpeverde se ne andarono prima.

"Come ti senti?" chiese Miriam a Ginny.

"Furiosa" rispose lei, pulendosi il volto con la manica. Con un piccolo incantesimo tolse lo sporco dai vestiti e dalle ginocchia "Se non interveniva la Sprite, non so cosa avrei fatto"

"Forse è stato meglio così" rispose Miriam "ci saremmo messi nei guai già dal primo giorno"

"Sai cosa conta, di questi tempi mettersi nei guai" esclamò John "Non aspettarti che starò a guardare per tutto l'anno.."

"No, certo che no.." sospirò Miriam, mentre tutti e tre camminavano verso il castello "Dove sono Aisleen e Anthony?"

"Erano andati prima che succedesse tutto questo casino" disse John. I due compagni infatti li aspettavano al tavolo di Grifondoro, dove Ginny notò anche Neville e gli altri del settimo anno.

Raccontarono subito dello scontro con i Serpeverde.

"Mmm, si comincia bene!" esclamò Seamus Finnigam.

"Da voi, è successo qualcosa?" chiese Aisleen.

"Niente degno di nota" rispose Calì, scrollando le spalle.

"Dopo pranzo cosa avete?" chiese Lavanda.

"Babbanologia. Con la Carrow" rispose mesto John.

"Noi per fortuna abbiamo Cura delle Creature Magiche con Hagrid!" disse Neville.

"Babbanologia con i Corvonero! Per fortuna, non avrei sopportato altre ore con i Serpeverde" esclamò Ginny, sbirciando sull'orario di John.

"Tanto, questa giornata peggio di così non può andare" esclamò Miriam.


*

Ginny non aveva idea di dove fosse l'aula di Babbanologia e conosceva ben poche persone che avessero frequentato il corso, anche gli anni prima. Di solito non era una materia molto gettonata, solo suo padre aveva tanto insisto perchè la scegliesse come corso facoltativo, ma lei aveva preferito fare Cura delle Creature Magiche. Entrarono in un aula abbastanza stretta e con poca luce, per via di pesanti tende che coprivano le finestre. Ginny individuò subito Luna Lovegood e si sedette vicino a lei. Dietro di loro c'erano John e Miriam, che stavano già battibeccando.

"Che ne pensi, cosa ci aspetterà in questa lezione?" chiese Ginny a Luna.

"Oh, sono sicura che sarà interessantissima" rispose Luna "sono così curiosa di sentire le bugie che verranno dette qui dentro!"

"Anche io" rispose Ginny.

Alecto Carrow si fece aspettare una decina di minuti e poi entrò in aula, muovendo lentamente le piccole gambe della tozza figura. Per un momento voltò la testa verso i ragazzi e gli rivolse uno sguardo di superiorità e si sedette alla cattedra.

"Buon pomeriggio" disse. La sua voce era gracchiante e fastidiosa "questo corso è obbligatorio solo da quest'anno, quindi molti di voi non l'avranno frequentato, suppongo"

I ragazzi annuirono distrattamente.

"Chi di voi ha già frequentato il corso?" gracchiò la strega.

Qualche mano si alzò. Ginny individuò la mano di Aisleen e due tra i Corvonero. Notò che anche loro erano diminuiti: si ricordava che erano cinque ragazze e cinque ragazzi, pari, e ora vedeva solo Luna e altre due ragazze e tre dei maschi.

"Tu" Alecto Carrow indicò con un dito tozzo una ragazza di Corvonero, con i capelli neri, lunghi e lisci "Come ti chiami?"

"Phoebe Murphy" disse, a voce alta.

"Dorme vicino a me" sussurrò Luna a Ginny "Legge tanto e porta gli occhiali quando sta nel dormitorio"

"Bene signorina Murphy" disse l'insegnante "illustra ai tuoi compagni qual'è stato il programma affrontato finora con l'insegnante che mi ha preceduta"

Phoebe la guardò sospettosa.

"La professoressa Burbage" cominciò "ci ha illustrato gli usi e i costumi del mondo Babbano, parlando dei loro mezzi di trasporto, facendoci vedere l'abitazione tipo e i loro impieghi. Inoltre ci ha elencato le varie festività del loro mondo e le loro culture, e.."

"E ti è sembrato interessante, questo programma?" la interruppe la donna.

"Sì" rispose la ragazza "molto interessante"

"E ti è piaciuto?" chiese. Aveva l'aria leggermente incredula.

"Sì" rispose Phoebe, confusa. Evidentemente si aspettava un bel voto per aver riassunto meticolosamente ciò che aveva spiegato l'insegnante di prima.

"Bene" disse la Carrow "bene. Siediti. Immagino vi abbia parlato anche dei rapporti tra il mondo magico e il mondo babbano."

I ragazzi che avevano alzato prima la mano annuirono.

"Tu" indicò Aisleen che sussultò. Era molto timida ed odiava parlare davanti a tutta la classe "spiega alla classe quello che vi ha detto la professoressa Burbage a proposito"

Aisleen deglutì "ci ha detto che non bisogna discriminare o aver paura dei Babbani, ma che bisogna convivere in pace con loro, che in realtà non sono così diversi da noi..."

"Che assurdità" sbottò la Carrow "Bene, dimenticate tutto quanto! Questo corso vi aprirà gli occhi sulla verità.."

"Per prima cosa voglio che compiliate la pergamena che avete sul banco

Ginny abbassò gli occhi e vide una pergamena che era appena apparsa.


Questionario


  1. Cognome

  2. Nome dei genitori (e frateli)

  3. Lavoro dei genitori (e frateli)

  4. Stato di sangue della tua famiglia


Ginny non era solo disgustata ma anche stupefatta. Inanzitutto, quel "questionario" sembrava essere stato scritto da un bambino di sei anni, vista la calligrafia (e gli errori: "fratelli" con una "l"), e la Carrow non si era neanche degnata di camuffare un po' il vero scopo della pergamena, magari mischiando le domanda sulla famiglia con alcune sui corsi frequentati e i G.U.F.O ottenuti, o cose del genere.

"Avete dieci minuti per riconsegnarlo" gracchiò l'insegnante.

"Siamo obbliagati a compilarlo?" chiese John.

"Oh, sì"

"Perchè?" chiese un ragazzo di Corvonero "cosa c'entra con la sua materia?"

"Chi non lo compila riceverà un castigo" strillò la Carrow.

Ginny vide Luna che cominciava a scrivere. A malincuore, intinse la sua piuma nella boccetta d'inchiostro. Alla fine la professoressa ritirò tutte le pergamene Appellandole e si mise a leggerle, una ad una, impiegandoci anche molto.

"Bene" disse "occorre fare una piccola divisione"

Furono costretti ad alzarsi dai loro posti e l'insegnante dispose i banchi in due file: una davanti e l'altra dietro, in fondo alla classe. Ginny, Luna, Anthony, Aisleen, Pheobe Murphy e Derek Blanchard, di Corvonero, furono messi in prima fila, mentre Miriam, John, Meredith Blackburn, Nathan Lawrence e Leonard Puckett furono messi in fondo all'aula.

"Perchè ci ha diviso così?" chiese Meredith Blackburn.

Il volto della professoressa si sciolse in un ghigno malvagio.

"Non si mischia mai il marcio con il buono" rispose "una prima scrematura è stata fatta, mandando via i Babbani da questa scuola, la seconda la sto facendo ora. Solo chi ha il sangue pure ha l'onore di poter apprendere i nobili segreti delle arti magiche.. e voi" e accennò ai ragazzi in fondo all'aula "non siete veri maghi. Siete maghi a metà"

"Che cosa?!" esclamò John, alzandosi in piedi di scatto "io sono un mago a tutti gli effetti"
"Sei John Evans, giusto? Beh, nella tua pergamena affermi che tuo padre è Babbano, o sbaglio?"

"Non c'entra niente, sono in grado di fare magie, la mia bacchetta mi ha scelto.."

"Non lo metto in dubbio, ma il tuo sangue è comunque sporco" esclamò la professoressa "per essere un vero e proprio mago dovresti avere lo stesso albero genealogico della signorina Ginevra Weasley"

"Ehi" intervenne Ginny "io non ho mica scritto il mio albero genealogico là sopra"

E certamente non lo so a memoria, pensò la ragazza.

"Non c'è bisogno di scriverlo, visto che i Weasley sono tra le famiglie più pure.."

"Beh, papà afferma di avere sicuramente cugini Babbani in famiglia" sottolineò Ginny con fierezza.

La Carrow rimase sconcertata da quella affermazione.

"e tu ne andresti...fiera?" chiese, gli occhi ridotti a fessure.

"Certo!" rispose Ginny, senza abbassare lo sguardo.

Gli occhi della strega si tramutarono in due fessure infuocate.

"Mio cugino è babbano!" esclamò uno dei Corvonero, Leonard Puckett.

"Ci sono mele marce nelle migliori famiglie.."

"Ehi Steve non è marcio, ci passo tutte le estati.."

"Anche io ho una cugina di terzo grado Babbana!" esclamò Aisleen.

"Lo è anche la cugina di mia nonna.."

Era evidente che i ragazzi volevano prendere in giro l'insegnante, e che la situazione stava degenarando.

"Basta!" strillò la Carrow "smettete di dire assurdità, mocciosi ingrati, traditori del vostro sangue..."

"Altrimenti?" chiese beffarda Phoebe. Ginny e gli altri scoppiarono a ridere.

"Riceverete un castigo!"

"Solo perchè sono orgogliosa di avere Babbani in famiglia?"

"Punizione, Murphy!" esclamò la strega, serafica "ci vediamo stasera, nel mio studio. E venti punti in meno per Corvonero. Vedremo chi avrà voglia di ridere.."

"Non può punire una persona così!" interevenne John "non è contro la legge avere parenti Babbani"

"Ci sarai anche te nel mio studio, stasera, Evans" aggiunse la Carrow, con un sorriso perverso sul volto "Non è contro la legge? Forse ancora per poco"

Forse i ragazzi capirono che era meglio non tirare oltre la corda. Si sedettero e l'insegnante tornò dietro la cattedra.

"Quello che vi ha appena detto la signorina Murphy" disse "dimenticatelo" si voltò verso il muro e con la bacchetta chiuse ancora di più le tende, in modo che non entrasse un filo di luce nell'aula. Si illuminò la parete davanti a loro. La Carrow voleva mostrargli delle diapositive, e la prima fu una scena raccapricciante di una donna, vestita con una tunica medievale, che bruciava sul rogo, con il volto deformato dal dolore e una ventina di uomini intorno, che la guardavano con odio e soddisfazione.

"Ecco qui" disse la Carrow "questa era la fine imposta alle streghe dai Babbani, quelli di cui siete tanto orgogliosi"

"Le donne, ma anche gli uomini, giudicati in possesso di magia, morivano tra atroci sofferenze, e con loro, veniva sterminata l'intera famiglia. Anche bambini innocenti, furono messi sul rogo"

"è per questo motivo che la Comunità Magica deve vivere, ancora oggi, nel terrore. È giusto, che i maghi debbano vivere segregati in piccole comunità, e soprattutto, debba lasciare liberi di scorrazzare, quei mostri, o addirittura accoppiarsi con loro?"

"Il mondo magico dovrebbe schiacciare quello dei Babbani, e riprendersi la libertà che gli è stata da sempre privata. I babbani, rozzi e invidiosi da sempre, hanno torturato e ucciso milioni di innocenti, milioni di maghi, solo per il loro disprezzo e la loro invidia per il nostro essere superiori.."

Oltre che ad essere un mucchio di stupidaggini, la lezione non era per niente seguibile, pensava Ginny. Una mano fece capolino dal fondo della classe, e Ginny era pronta a scommettere che era quella di Miriam.

"Mi scusi" disse "vorrei dire una cosa"

La Carrow roteò gli occhi.

"Parla, ma spero non sia niente di stupido"

"Abbiamo parlato con il Professor Ruf di questo argomento, al terzo anno" disse "e la sua versione dei fatti, che è quella storicamente accertata, è un pò discordante con la sua"

"I Babbani non hanno quasi mai catturato vere streghe o maghi, nelle cosidette 'cacce alle streghe', nel Medioevo, e qual'ora ne avessero catturata una, non riuscirono mai ad ucciderla, in quanto la strega in questione avrebbe usato un semplice incanto che avrebbe reso il dolore del rogo un semplice solletico, addirittura piacevole. Nella maggior parte dei casi i Babbani hanno ucciso altri Babbani, ritenndoli in possesso della Magia. E sicuramente questi massacri non erano dettati dall'invidia, ma dalla semplice paura, dato che, da che mondo è mondo, molti Maghi si sono presi gioco dei Babbani, uccidendone molti solo per divertimento, o per l'assurda pretesa dell'essere superiori. Come, tra l'altro, accade anche oggi, seppur sono passati molti anni dal medioevo, e i nostri cervelli dovrebbero essersi evoluti"

Miriam aveva parlato velocemente e usando magari un linguaggio un po' più forbito, per gettare nella totale confusione Alecto Carrow, cosa riuscita benissimo.

"Venti punti in meno per Grifondoro" rispose lei serafica, e si voltò per mettere un'altra diapositiva.

John stava per ribattere ma Miriam gli diede una gomitata tra le costole.

Luna prese la penna in mano e cominciò a scrivere sulla sua pergamena.

"Ma che fai?" sussurrò Ginny "prendi appunti?"

"Esattamente"

"Perchè?"

"Documenti per papà" rispose Luna.

Ginny sorrise.

"Ti dispiace se io non mi scomodo tanto?"

"Tranquilla, bastano i miei"

Ginny mise la sua piuma e la sua pergamena nella borsa e si mise a guardare tranquillamente verso la lavagna, a braccia incrociate, sperando che la Carrow la vedesse. Se la vide o no, non le disse niente comunque, ma Ginny avrebbe giurato che le aveva lanciato uno sguardo di fuoco, ad un certo punto. Finita la lezione, uscì di corsa dall'aula e se ne andò con Luna verso la Sala Grande. Dovevano assolutamente vedere Neville e raccontargli quello a cui avevano assisitito.

A cena si sedettero tutti e tre insieme al tavolo di Grifondoro, molto presto, prima che arrivassero gli altri.

"E quindi vi ha fatto una bella lezione di storia" commentò Neville.

"Un mucchio di cavolate" disse Ginny.

"Ho spedito tutto a papà" disse Luna.

Neville aggrottò le sopracciglia.

"Dovresti stare attenta"

"Perchè?"

"La posta è sorvegliata, lo sai benissimo"

"Ho solo mandato gli appunti della prima lezione a mio padre! Cosa c'è di male?"

"Neville ha ragione, bisogna agire con cautela" disse Ginny.

"Infatti ho accompagnato il tutto con una bella lettera entusiasta in cui spiegavo a papà come fossero interessanti i nuovi corsi" sorrise Luna. Poi si avvicinò ai due ragazzi e sussurrò: "un giorno di questi papà farà uscire un articolo sul nuovo regime ad Hogwarts, gli sto solo fornendo il materiale necessario"

"Un'ottima idea" rispose Ginny "tutti devono sapere cosa sta accadendo qui dentro!"

"Papà è d'accordo con noi, è pronto a dargli filo da torcere e sostenere Harry apertamente"

Tutti e tre rimasero in silenzio per un instante, ovviamente il pensiero rivolto a tre persone.

"Dove saranno?" chiese Neville.

Ginny alzò le spalle.

"Staranno bene e staranno architettando qualcosa contro Voi-Sapete-Chi" rispose Luna "Torneranno presto e vincitori, ne sono sicura"

Ginny sorrise. Era all'improvviso stanca e aveva freddo.

"Come primo giorno di lezioni è stato abbastanza tosto. Ma non vedo l'ora di trovarmi davanti i Carrow"

"Io non ho intenzione di prendere nemmeno un appunto delle cretinate che dicono" esclamò Ginny "e agli esami gli consegno il foglio completamente bianco. Questo è il minimo"

Era meglio non pensare a loro.

Rimasero un po' al tavolo, poi si unirono anche gli altri. John non era con loro.

"Sta scontando la punizione?" chiese Ginny.

"Già" disse Aileen.

Ma John non si vide a cena. Erano quasi le nove, e le nuove regole imponevano di essere nelle Sale Comuni a quell'ora. Salutarono Luna e salirono nella Torre di Grifondoro.

"Comincio ad essere preoccupata" disse Miriam, guardando nervosamente l'orologio "è passato da un pezzo il coprifuoco. Io vado dalla McGranitt"

Senza aspettare il parere di nessuno scattò e andò verso la Signora Grassa.

"Miriam, ti metterai nei guai!" le urlò Anthony, ma era tardi, Miriam era già uscita.

"è impazzita?!" esclamò, rivolto agli altri.

"Lasciala stare" intervenne Aisleen.

"Ma la scopriranno sicuro!"

"Non possiamo farci niente" disse Aisleen, accasciandosi su una poltrona.

"Dobbiamo andare a fermarla" esclamò Ginny.

"No" rispose Aisleen, decisa "fermi qui e lasciatela stare. Miriam sa quello che fa"

"Non è vero" ribattè Anthony.

"E invece si" rispose Aisleen "è peggio se vi mettete nei guai anche voi due. Per favore"

Ginny si sedette, non del tutto convinta. Dopo poco, ritornò Miriam, in compagnia di John.

"Tutto ok?" chiese Aisleen, andando subito da loro "non vi hanno scoperto, vero?"

Miriam fece di no con la testa.

"Per un pelo" borbottò John.

"Cosa è successo?" chiese Ginny.

"Diciamo che il metodo educativo dei Carrow è molto particolare" disse John, e poi gemette di dolore. Ginny notò che si teneva un braccio.

"John.."

"è tutto ok"

"Dobbiamo dirlo alla McGranitt" esclamò Miriam.

"Si può sapere cosa è successo?" esclamò Neville, appena accorso sulla scena "cosa ti ha fatto?"

John si sedette su una poltrona.

"Siamo rimasti in aula, io e Phoebe, e ci ha fatto aspettare un bel pò. Si è fatta portare la cena e ha mangiato davanti a noi, fissandoci" rabbrividì "una scena disgustata, se aveste visto come mangiava il pollo.."

"Possiamo immaginare" tagliò corto Aisleen, disgustata.

"è per questo che ci abbiamo messo tanto. Poi Phoebe le ha ricordato che il coprifuoco scattava alle nove, e che era meglio sbrigarsi... e così ci ha chiamato e ci ha fatto avvicinare al camino, e lei è venuta e ci ha detto di alzarci la manica della divisa. Io le ho detto di no, che non l'avrei mai fatto, e anche Phoebe si è messa a strillare.. e lei ci ha minacciato che non avrebbe esitato ad usare la Maledizione Cruciatus, non avevamo scelta.."

John si interruppe.

"Ma cosa.. cosa vi ha fatto?" chiese Anthony, orripilato.

John si sbottonò la manica della camicia e la sollevò. Aisleen saltò su, lanciando un urlo.

Il braccio di John era tutto bruciacchiato, come se qualcuno lo avesse colpito con un tizzone ardente.

"Ha detto che questo è ciò che i Babbani facevano ai maghi" disse John "se dopo aver provato cosa avevano dovuto soffrire ci piacevano ancora così tanto ed eravamo così orgogliosi ad averli in famiglia"

"A Phoebe è andata meglio. Si è messa ad urlare così tanto quando ha visto ciò che mi stava facendo, che la Carrow le ha dato un ceffone da sbatterla per terra, ha sbattuto la testa ed è quasi svenuta, e io mi sono avventato contro la professoressa, non ci ho visto più, e così mi sono preso anche quello che spettava a Phoebe.."

Nessuno disse una parola, disgustati.

"Dovresti andare da Madama Chips" sussurrò Miriam.

"No" rispose John "vado a dormire. Domani ci andrò"

Si alzò in piedi e andò verso il dormitorio, senza dire una parola a nessuno. Anche gli altri andarono a letto, troppo orripilati per dirsi qualcosa.

"Non posso stare a guardare" sussurrò Ginny, rivolta all'unico che era rimasto, Neville "questo è peggio della Umbridge"

"Il reclutamento deve avere inizio" disse Neville "il prima possibile".

Decisero che ne avrebbero parlato l'indomani, quando avrebbero visto Luna. Probabilmente sapeva già dell'accaduto, visto che Phoebe Murphy era una sua compagna di dormitorio.

Quando Ginny salì, vide le sue compagne a letto. Nessuna aveva voglia di parlare, Miriam aveva la faccia voltata verso la parete, Aisleen faceva finta di dormire.

Ginny trovò tra le sue coperte la sua Puffola Pigmea, che dormiva beata. Si rannicchiò vicino a lui e prese la foto di Harry sotto il cuscino.

Cosa faceva, dov'era? Se lo chiedeva in ogni momento, ma non sapeva rispondersi. Cosa avrebbe fatto se era ad Hogwarts? Probabilmente quello che stavano facendo ora: avrebbe risposto ironicamente come Phoebe, avrebbe lottato come John, avrebbe contrastato i Serpeverde come aveva fatto lei. E se c'era Hermione, avrebbe risposto esattamente come aveva fatto Miriam con Alecto Carrow. E Ron, avrebbe fatto la stessa cosa che aveva fatto John, avrebbe dimenticato logica e magia e si sarebbe avventato su quella strega a mani nude.

Sì, Harry, Ron ed Hermione non c'erano. Ma forse, avrebbero potuto farcela anche loro. In fondo, non erano così diversi. La voglia di ribellarsi stava già cominciando ad uscire, ad Hogwarts. Ed era solo il primo giorno.



Angolo Autrice

Ok.. non biasimo chi non mi sta più seguendo.. ultimamente aggiorno con grandissimo ritardo! Purtroppo, con l'inizio dell'anno accademico, con lezioni, esami, esoneri... non ho più tempo di fare niente! e pure, mi rilassa tanto mettermi al pc e scrivere..

Il capitolo è un po' lunghetto, lo so.. spero abbiate la forza di leggerlo ( e se siete arrivati a leggere fino a qui, direi proprio di si).

Un bacione a tutti, e spero di aggiornare prestissimo!

Marty

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Capitolo 66
*** Ed è Solo L'Inizio ***


cap 67 nv


Ed è solo l'inizio



"Ginny! Neville!"

I due ragazzi erano appena usciti dal ritratto della Signora Grassa, e avevano trovato l'inconfondibile figura di Luna Lovegood, con tanto di collana di tappi di Burrobirre e orecchini a forma di ravanello, ad aspettarli davanti al passaggio per la Torre di Grifondoro.

"Luna!" esclamò Neville "Come mai sei qui?"

"Glielo sto chiedendo più o meno da un'ora" intervenne la Signora Grassa "è una ragazza molto gentile, ma purtroppo senza parola d'ordine.."

"La ringrazio comunque della compagnia, Signora" disse Luna rivolta al dipinto.

"Non c'è di che, cara! Passa più spesso a trovarmi!"

Ginny e Neville si scambiarono un'occhiata, confusi.

"Luna" esordì Neville "non sei salita qui solo per parlare con la Signora Grassa, vero?"

"Abbiamo passato una piacevole oretta insieme" rispose la ragazza "comunque, in realtà sono qui per voi due"

"Spara" disse Ginny.

Luna tirò fuori dalla borsa un giornale.

"Mio padre mi ha appena inviato il nuovo numero del Cavillo" esclamò, con un enorme sorriso "E mi ha segnalato un articolo molto interessante, posto in seconda pagina"

"Non riguarda i Ricciocorni, vero?" chiese Neville.

"No, quelli sono in sesta pagina" rispose Luna"io e papà abbiamo un accordo, che quando un articolo riguarda Harry o comunque i nostri, me lo contrassegna con un piccolo fulmine giallo. E guardate"

Indicò un articolo vicino al quale era disegnato il piccolo simbolo. In meno di un millesimo di secondo, i due Grifondoro si avventarono sul giornale.


Ministero della Magia nel Caos

Ignoti liberano i Natibabbani e li salvano dal Censimento


"Che cosa?!" strillò Ginny, facendo voltare parecchi ragazzini del secondo anno, appena usciti dal buco del ritratto "Che cosa volete? Muovetevi, andate a fare colazione!" sbraitò, e gli studenti scapparono di corsa.


Londra, Ministero della Magia. Quella che era stata una tranquilla giornata lavorativa si è trasformata in un incubo per il nuovo governo, più o meno a metà mattina.

Mentre tutto scorreva tranquillamente, mentre i dipendenti si recavano nei loro uffici, ed altri scendevano nei sotterranei a tortur... ehm, ad interrogare delle persone innocen... cioè, quei brutti ladri di magia, qualcuno si è introdotto nell'edificio ed ha liberato quei maghi... ehm, babbani ladri di magia, come preferite. Questa notizia non la troverete nella Gazzetta del Profeta, che a quanto pare pubblica solo ciò che vogliono i nuovi padroni, ma a questo, cari lettori, siete già abituati, visto che la cara Gazzetta ha sempre taciuto sulle grandi verità, come l'esistenza dei Ricciocorni Schiattosi o il Complotto Zannamarcia.

Chi sarà il misterioso salvatore? Chiunque sia, e probabilmente tutti noi stiamo pensando ad un'unica persona, che stimiamo e di cui ci fidiamo, lo ringraziamo. Pur essendo nascosto da tempo, ormai, con questo gesto ci ricorda che la luce della speranza non è mai spenta, e che dobbiamo credere in lui.

Fidatevi di lui.


"Voi pensate davvero..?" chiese Neville.

"Ma certo, papà non inventa mai niente!" esclamò Luna.

"Sicuro non è un'azione da Ordine della Fenice" disse Ginny "solo qualcuno impulsivo e nobile come Harry poteva fare una cosa del genere"

Il sorriso di Ginny arrivava da una parte a l'altra. Harry. Harry stava bene. Harry c'era.

"Ma.. cosa ci facevano al Ministero?" chiese Ginny. La missione di Harry non era quella di liberare i Natibabbani. Sapeva benissimo qual'era.

"Forse non sono stati loro" disse Neville.

Quanto le sarebbe piaciuto chiedere informazioni a qualcuno della sua famiglia! La mamma, il papà, Bill, sicuramente sapevano qualcosa, ma forse non avrebbero potuto dirle niente. Fred e George! Da loro due avrebbe sicuro saputo qualcosa! Ma era impossibile contattarli, Ginny lo sapeva. Rischiava solo di mettere in pericolo l'intero Ordine.

A colazione diffusero la notizia, ma ne parlarono solo con chi era veramente fidato. Tutti vollero leggere la copia del Cavillo di Luna, che si rivelò essere l'unica copia del castello.

"Dì alla tua amica che io mi faccio l'abbonamento!" disse John a Ginny, dopo che aveva letto l'articolo "a parte le cose su Ricciocorni il resto è veramente roba seria.."

Miriam lesse l'articolo con interesse, ma fu soprattutto contenta per i Natibabbani che erano riusciti a scappare. Dopotutto, anche suo padre lo era.

"Quindi secondo voi c'entra qualcosa Harry Potter?" sussurrò.

"Penso proprio di sì" rispose Ginny "Solo lui potrebbe fare una cosa del genere"

Si sentiva piena d'orgoglio per Harry. Possibile che fosse così meraviglioso?

"Dovremmo fare qualcosa per sostenerlo" esclamò Miriam.

Ginny fu stupita della proposta, soprattutto da Miriam, che da quando l'anno era iniziato aveva cercato di evitare di esporsi a rischi.

"Tipo?" chiese.

"Non lo so.. qualcosa per sostenere lui e la battaglia contro Tu-Sai-Chi! Questa cosa mi ha fatto, diciamo risvegliare" disse, prendendo in mano il giornale "stiamo qui dentro, tutti tristi e senza speranza, quando lì fuori c'è gente che rischia la vita e combatte per noi! Guarda cos'ha fatto Harry! E noi stiamo qui a sentire le stupidaggini che ci dicono i Carrow, ed a sopportare i loro abusi. Io non ci sto più. Dovremmo prendere esempio da lui, ribellarci, come faceva Harry ai tempi della Umbridge. E dovremmo far vedere a loro che noi abbiamo ancora una speranza e la sosterremo sempre"

Ginny era molto grata a Miriam per quelle parole.

"Se si organizza qualcosa.. contami" disse.

"Sarai la prima ad essere chiamata" rispose Ginny.

"Sai, questo gesto di Harry mi ha veramente colpita" disse Miriam "insomma, ha una taglia da diecimila galeoni sulla testa e sicuramente i suoi piani sono ben altri.. eppure ha rischiato tutto, per salvare quelle persone"

"Harry è fatto così"

"E per questo lo ammiro molto"

Quell'unica copia del Cavillo si diffuse molto in fretta, e molti vennero a chiederle di Harry, e molti altri chiesero a Luna un abbonamento alla rivista.

"Il momento si sta avvicinando" sussurrò Neville a Ginny "L'E.S può cominciare il reclutamento"


*

All'ora di pranzo, il Preside, si degnò finalmente di farsi vedere. Arrivò, avvolto nel suo mantello nero camminando veloce, come se andasse di fretta.

"Ho un annuncio da fare" disse, con voce atona "silenzio"

Il chiacchiericcio diminuì.

"Da questo momento in poi i docenti Alecto e Amycus Carrow, saranno i nuovi responsabili della disciplina"

Le proteste esplosero dal banco degli insegnanti. Ginny vide la McGranitt, fuori di sé.

"Tutti gli insegnanti sono obbligati a denunciare a loro qualunque comportamento sbagliato degli studenti" disse "saranno loro ad impartire la giusta punizione. Gli altri professori non ne hanno più il potere"

La McGranitt si alzò in piedi. Ginny vide che aveva la bacchetta in mano, dalla quale uscivano delle scintille rosse. Ma Vitius la prese per un braccio e la fece risedere.

"Un'altra nuova regola è che la rivista il Cavillo, non è più ammessa nel castello"

"No!" esclamò Neville ad alta voce, tra il brusio nato tra i tavoli di Grifondoro, Corvonero e Tassorosso. Senza salutare e senza ulteriori spiegazioni, Piton abbandonò la Sala Grande. Ginny gli lanciò un'occhiata di puro odio.

"Non sopporto che occupi il posto di Silente" esclamò Ginny "non è giusto"

Non era giusto.

Avrebbe voluto rincorrerlo e urlargli il suo disgusto e il suo odio. Il fatto che non si facesse mai vedere in giro per il castello non faceva altro che alimentare la sua rabbia. Che diamine faceva tutto il giorno? Stava da Voldemort? Creavano insieme nuovi piani per seminare guerra e distruzione, per distruggere famiglie?

No, non lo accettava. Per Ginny Piton non era il Preside di Hogwarts e non lo avrebbe mai accettato come tale.


*

La lezione di Amycus Carrow non si rivelò migliore di quella della sorella. Se non altro, era più movimentata e probabilmente più pericolosa. Amycus era più diretto di Alecto, e aveva messo subito in chiaro le sue posizioni e le sue intenzioni per il corso, che sarebbe diventato solamente Arti Oscure. I Serpeverde erano in fibrillazione. Ginny vide gli occhi di Harper, un ragazzo di Serpeverde che giocava nella squadra di Quidditch della sua casa, brillare di un luccichio sinistro. La ragazza, dal canto suo, realizzò che quell'anno avrebbe portato a casa una valanga di T, ed era sicura che la mamma non le avrebbe detto niente. Chiuse direttamente il libro, riavvolse la sua pergamena e mise nella borsa inchiostro e piuma: non erano necessari alle lezioni dei Carrow.

La cosa, però, non sfuggì ad Amycus. Le lanciò un'occhiata di fuoco, ma continuò a parlare alla classe. Ma Ginny vide qualcosa di strano in quello sguardo: le sembrava di averlo già visto, da qualche parte. Probabilmente in qualche foto segnaletica, ormai secoli fa'.

"Sapete qualcosa delle cosidette Maledizioni Senza Perdono?" chiese l'insegnante.

"Imperio, Crucio e Avada Kedavra" rispose prontamente Miriam "il loro uso è vietato dal Ministero"

"Sono cose che non ci interessano" tagliò corto Amycus "anche perchè sarà il primo argomento che tratteremo. Qualcuno di voi sa i loro effetti?"

I ragazzi annuirono. Miriam fece per aprire bocca ma Amycus l'interruppe.

"è inutile che continui a rispondere, tanto non darò punti a Grifondoro" disse.

"Tanto vale allora non venire in aula" rispose John.

"Chi è assente ingiustificato riceverà una severa punizione"

"Non lo avrei mai detto" borbottò John.

Miriam, per la prima volta da quando era iscritta ad Hogwarts, mise anche lei via i libri nella borsa, tremando di rabbia.

"Dimenticate tutto ciò che avete fatto finora, con gli altri professori" esclamò Amycus "questa qui non è più quella ridicola materia di Difesa! Qui vi insegneremo a gestire le Arti Oscure, dalle Maledizioni ai Sortilegi"

"Bella roba" borbottò Ginny "Non vedo l'ora di iniziare"

"Inizieremo dalle tre Maledizioni elencate dalla saputella qui davanti" disse, accennando a Miriam "Chi vuole fare qualche prova?"

"In che senso, professore?" chiese Harper.

"Nel senso che non starò qui a perdere tempo" esclamò lui "qui si farà pratica, essenzialmente"

"Ma professore, non è vietato fare uso delle Maledizioni Senza Perdono?" esclamò Aisleen. Era strano che Aisleen intervenisse a lezione, essendo solitamente molto timida. Ginny si voltò verso di lei, e vide che era molto più pallida del solito, e aveva un'espressione quasi spaventata.

"Chi sei?" abbaiò lui.

Aisleen trasalì "Aisleen McQueen" balbettò.

"McQueen, eh?" esclamò lui "Forse ti va a te di fare una prova, eh?" nel suo tono aveva qualcosa di beffardo, e guardava Aisleen con uno strano sguardo, sembrava quasi famelico. Ginny non capiva e guardò Aisleen, che era scossa da un leggero tremore.

"Vieni qui" ordinò lui.

"Ash, se non te la senti non andare, non può obbligarti" le sussurrò Ginny.

Aisleen deglutì ma si alzò e andò alla cattedra.

"Molto bene, signorina McQueen" disse lui, guardandola mentre avanzava verso di lui "vediamo un po'"

Non volava un fiato in classe. Nessuno sapeva cosa aspettarsi.

"Come ho già detto, voglio partire con le Maledizioni senza Perdono" disse, ripetendosi. Poi si voltò verso Aisleen "Su, tira fuori la bacchetta"

Aisleen fece come le venne ordinato.

"Sapete tutti cosa fanno queste Maledizioni, se non siete così deficienti come sembrate" esclamò "ma pochi di voi le hanno viste in pratica. Vero signorina Weasley?"

Ginny alzò le sopracciglia. Perchè era così sicuro che lei le avesse viste?

"Sì, professore?" disse lei.

"Immagino ti ricordi bene di queste Maledizioni" disse lui.

Improvvisamente, ricordò. Era lui il Mangiamorte che aveva tentato di Cruciarla ripetutamente, a Giugno, e che era stato colpito da un Incantesimo di Harry. Come aveva potuto scordarsi quella brutta faccia? Forse perchè in quel momento aveva ben altro da pensare, con Bill disteso a terra in una pozza di sangue, Silente morto..

"Insomma" disse lei, con un sorriso strafottente "nessuno è mai riuscito a colpirmi"

Il volto di Amycus venne deformato da una smorfia di rabbia.

"Vieni qui" ringhiò "vediamo se la smetti di fare la spiritosa"

Ginny si alzò con tranquillità e raggiunse Aisleen. Si voltò verso la classe e notò che era divisa in due fazioni contrastanti: i Serpeverde, che guardavano la scena eccitati e i Grifondoro, divisi tra paura e rabbia.

Ginny frugò nella tasca e tirò fuori la bacchetta.

"Non ne avrai bisogno" esclamò il professore.

"Non mi interessa" rispose Ginny.

"Mettila via!"

"No!"

"Venti punti in meno per Grifondoro!" urlò. A Ginny dei punti non interessava, e non credeva che a qualcun altro interessassero. Non accennò ad ubbidire. Amycus Carrow era schiumante di rabbia.

"Punizione, Weasley!" esclamò "domani, nel mio studio. E ora, ti faccio vedere io.."

Si voltò verso Aisleen "Tu" sbraitò "Qual'è l'incanto della Maledezione Cruciatus?"

Aisleen era confusa "L'incanto.. c-cosa?"

"La formula magica, razza di zucca vuota" strillò il professore.

Aisleen esitò di nuovo.

"Non sei figlia di Auror, eh?" chiese, beffardo di nuovo "non saranno molto fieri di te, eh?"

Aisleen gli rivolse uno sguardo di puro odio. Per una volta Ginny vide svanire la sua timidezza.

"Crucio" disse a voce bassa.

"Più forte!"

"Crucio!" esclamò Aisleen.

"Ah allora lo sai, eh?" esclamò lui, disgustosamente deliziato, aveva di nuovo quell'espressione famelica "Vedi la signorina Weasley davanti a te?"

Aisleen annuì.

"Voglio che tu esegua quella Maledizione su di lei, visto che ha tanto voglia di provarla"

Ginny non riusciva a sentire nulla del caos che era scoppiato in classe. Non poteva credere a quello che stava succedendo, alla richiesta del professore

"SILENZIO!" urlò lui.

"McQueen, non abbiamo tutta la giornata"

"è impazzito?!" come al solito, la voce di John si alzò sopra la classe.

"Non lo può fare!" era sicura fosse Miriam.

"McQueen" ripetè lui. Aisleen si voltò verso di lui.

"No" disse decisa.

"Come?"

"Non lo farò"

"Altri venti punti in meno per Grifondoro"

"Non credo ce ne siano più, quindi è inutile che continuate a levarceli" disse Anthony, dal fondo della classe. Amycus lo ignorò, stranamente.

"Non osare disubbidire ad un mio ordine, signorina McQueen" minacciò la ragazza.

"Non può chiedermi una cosa del genere!" esclamò Aisleen "non posso Maledire una mia amica!

Anzi non posso Maledire e basta, non mi importa di quanto mi costerà.."

La situazione stava degenerando.

"Tu farai ciò che dico! Qui comando io"

Aisleen strinse le labbra e incrociò le braccia. Non rispose.

"Bene" sbraitò Amycus "bene. Io devo andare avanti con la lezione. E se tu non vuoi collaborare.. farò tutto da solo"

Prese la bacchetta talmente velocemente che nessuno fece in tempo ad intervenire.

"Crucio!" urlò, sul volto un ghigno selvaggio, puntando la bacchetta contro Aisleen.

Videro la ragazza piegarsi a terra, e urlare. Urlava senza riprendere fiato, dimenandosi, sdariata a terra, fuori di sè.

Successero molte cose, in un solo momento. Ginny scattò, la bacchetta in mano ed urlò con quanto fiato aveva in gola un incantesimo. John si era lanciato, insieme ad Anthony sull'insegnante, e Miriam era accorsa dalla sua amica.

"Ash.. Ash... mi senti? Stai bene?"

Ginny corse subito anche lei. Aisleen aveva perso i sensi.

"Bisogna portarla in Infermieria"

"Weasley! E voi due! Siete nei guai!" urlava dimenandosi il professore, intrappolato in una perfetta Fattura Orcovolante.

"Qualcuno mi aiuti!" sbraitò rivolto ai Serpeverde. Pochi secondi dopo Ginny fu tirata via dal corpo dell'amica.

"Togli quello stupido Incantesimo" sibilò Harper, tenendola per un polso "o ti spezzo le tue stupide ossicine" strinse ancora di più la presa. Ginny non si perse d'animo e gli mollò un calcio, in un punto molto intimo. Harper si accasciò a terra, urlando per il dolore.

"Questa me la paghi, Weasley!" ululò il ragazzo.

"Portiamola in Infermeria" disse Ginny a Miriam.

"Ci pensiamo noi" Anthony e John sollevarono l'esile figura di Aisleen, e la trasportarono in Infermieria, seguiti da Miriam e Ginny. Madama Chips li guardò con occhi sbarrati.

"Santo cielo" esclamò, mentre i ragazzi adagiavano Aisleen su un letto "Cosa è successo?"

Ginny raccontò per filo e per segno ciò che era accaduto a Difesa Contro le Arti Oscure. Madama Chips era scioccata.

"Non pensavo si arrivasse a tanto.." mormorò, sconvolta "Albus non lo avrebbe mai permesso"

Poi si rivolse ai ragazzi "se potete aspettare fuori, devo visitare la ragazza"

Ginny, Miriam, Anthony e John si sedettere fuori dall'Infermieria, ad aspettare. Erano tutti e quattro piuttosto sconvolti.

"Pensavo di aver visto tutto, dopo Babbanologia" disse John.

"A quanto pare, il peggio doveva ancora venire" mormorò Anthony.

"Qualcuno dovrebbe avvertire la McGranitt" disse Ginny "deve saperlo, Ash appartiene alla sua Casa.."

"E anche noi tre, che siamo tutti e tre in punizione con quel simpaticone" esclamò John.

"La McGranitt ci ucciderà" gemette Ginny.

"Beh, almeno non avrà questa soddisfazione Amycus Carrow" rispose Anthony.

John ridacchiò.

"Miriam, stai bene?" chiese all'improvviso Ginny, all'amica, che era pallida quanto Aisleen. Anche i ragazzi si interessarono subito a lei.

"Forse è meglio che chiediamo a madama Chips di darle qualcosa" propose Anthony.

"Sto bene" tagliò corto Miriam "Sono.. solo sotto shock"

"Lo siamo tutti"

Miriam sospirò.

"Mi dici perchè diavolo se l'è presa subito con te?" chiese John, rivolto a Ginny "Insomma, se l'è presa con Ash perchè gli aveva risposto, ma tu cosa avevi fatto? Ok, gli hai risposto male, ma prima lui ti ha detto una cosa strana.."

"L'ho notato anche io" intervenne Miriam.

Ginny non sapeva cosa dire. Loro non sapevano esattamente cosa fosse successo, la sera in cui era morto Silente. Ma immaginò che non importava più così tanto quella segretezza, con loro. Ormai non aveva più senso.

"La sera in cui è morto Silente" sussurrò "c'è stata una battaglia.. e c'ero anche io. E c'era anche lui. Amycus Carrow"

"Che cosa..?"

"Ha provato a colpirmi con la Maledizione Cruciatus, ma non ci è riuscito"

I tre ragazzi la guardarono ad occhi spalancati.

"Ginny! John! Miriam! Anthony! Cosa ci fate qui?" era Neville Paciock.

"Ciao Neville" lo salutò Ginny.

"Cosa ci fate qui?" ripetè. Fu Miriam a spiegare ciò che era successo a lezione.

"Non ci posso credere!" esclamò Neville, a voce alta.

"Shhh!" lo zittì Miriam.

"Non credevo che.."

"..che si arrivasse a tanto?" completò la frase Anthony.

"Esatto" rispose Neville, sedendosi a fianco a Ginny.

"Credo ci dovremmo abituare" disse Miriam.

"Però abbiamo avuto l'onore di riempire di pugni Amycus" esclamò John, rivolto ad Anthony "non mi frega niente di un'altra punizione.."

"Ehi, dimenticate la mia fattura Orcovolante?!" esclamò Ginny "sarà ancora appeso al soffitto..£

"Avete preso a pugni Amycus Carrow?" esclamò Neville "e tu gli hai lanciato una Fattura Orcovolante?"

I tre annuirono.

"Siete stati veramente forti.." rise Neville.

"Oh, il momento migliore è stato quando Ginny ha dato ad Harper un calcio nei testicoli!" esclamò Miriam. Tutti e cinque scoppiarono a ridere. In quel momento la porta dell'Infermieria si aprì, e uscì Madama Chips.

"Madama Chips, come sta Aisleen?" chiese subito Miriam.

"Meglio" rispose Madama Chips "non c'è bisogno che rimanga in Infermieria la notte, ma credo che voglia rimanere qui per qualche altra ora"

I ragazzi annuirono.

"Possiamo vederla?" chiese John.

"Meglio non troppi visitatori alla volta" rispose l'Infermiera "è troppo spossata"

"Andate voi due" disse Anthony, rivolto a Ginny e Miriam "sicuramente vorrà vedervi"

Ginny e Miriam entrarono mentre i ragazzi si diressero verso la Sala Grande, parlottando tra loro. Aisleen era seduta sul suo letto e fissava un punto imprecisato oltre le sue amiche.

"Ciao Ash" la salutò Miriam "come ti senti?"

Aisleen alzò le spalle. Non aveva tanta voglia di parlare e si vedeva lontato un chilometro.

"Ho avvertito la McGranitt" disse Madama Chips "sarà qui a momenti, vuole sapere bene cosa è successo"

Aisleen annuì ma non disse altro.

Ginny e Miriam non sapevano cosa fare. Aisleen era veramente giù e loro non capivano veramente quale fosse il motivo.

"Ehi, Ash" disse Ginny "non permetteremo più che ti faccia del male"

"Non è compito vostro" disse Aisleen, parlando per la prima volta "devo difendermi da sola"

"Non potevi difenderti" rispose Miriam "ti ha colpito all'improvviso"

Aisleen non rispose e rientrò nel suo mutismo. All'improvviso entrò la professoressa McGranitt.

"Signorina McQueen!" esclamò "si può sapere cosa è successo?"

Ginny e Miriam raccontarono tutto.

"Signorina Weasley!" esclamò alla fine del racconto "tu, Evans e Steward.. siete degli incoscenti!"

"Professoressa dovevano intervenire!" esclamò Miriam.

"Lo so" rispose l'insegnante "avete ragione, perfettamente ragione, ma Hogwarts non è più il luogo sicuro di una volta!" sospirò "come ha reagito il professor Carrow?"

"Ci ha tolto un'infinità di punti e messo in punizione" disse Ginny, con un'alzata di spalle "a me, John ed Anthony"

La professoressa McGranitt scosse la testa.

"Ora avrei bisogno di parlare da sola con la signorina McQueen. Andate a cena"

Le due ragazze salutarono l'amica, che ricambiò solo con un'accenno e si avviarono verso la Sala Grande.

"Non so se hai notato la faccia di Amycus Carrow quando ha chiamato Ailseen" disse Miriam.

Sì, Ginny lo aveva notato eccome. Sembrava quasi famelico.

"è stato strano" rispose Ginny.

"Sì, e il fatto che i suoi genitori siano Auror? Io non ne sapevo niente" esclamò Miriam "so che suo padre è morto quando era piccolissima, e non ho mai pensato di chiederle quale lavoro facesse.. ma insomma.. potrebbe essere morto nel periodo in cui c'era ancora Tu-Sai-Chi"

"Tu dici che..?"

"Che magari è stato ucciso proprio dai Mangiamorte!" sussurrò Miriam "altrimenti non si spiega la reazione di Amycus"

Ginny non ci aveva proprio pensato. Magari il padre di Aisleen era membro dell'Ordine della Fenice! Doveva chiederlo al padre, appena sarebbe tornata a casa, magari per Natale.

Al tavolo per la cena le aspettavano Anthony, John, Neville e altri Grifondoro ansiosi di sapere ogni dettaglio del loro scontro con Amycus.

"è anche venuto qui per dirci della punizione" disse Anthony.

"Quindi?"

"Domani sera, alle sette in punto nel suo studio"

"Fantastico" commentò tetra Ginny.

"E sono già a due" esclamò John "dopo avermi arrostito il braccio, cosa vorranno farmi"

Tutti risero, solo Miriam rimase seria.

"Guarda che qui non c'è niente da scherzare" esclamò, furibonda.

"E dai, Miriam" rispose John.

Miriam strinse le labbra e non disse nient'altro.

"Ehi John!" Phoebe Murphy correva al tavolo di Grifondoro, insieme a Luna. Non aveva una fascia al braccio come John, ma in compenso aveva un grosso bernoccolo sulla fronte "si dice che hai ricevuto un altra punizione!"

"In realtà non solo lui.." puntualizzò Anthony.

"Già, Amycus è peggio di Alecto" rispose John.

"Che cosa?! Un'altre punizione?! John!" era Grace, accorsa dal tavolo di Grifondoro.

"Anche io e Ginny" sottolineò Anthony.

"Siamo ancora a quota uno, non siamo abbastanza popolari" disse ironica Ginny. Anthony rise.

"Dov'è Aisleen?" chiese Luna.

I volti dei Grifondoro si rabbuiarono, e Miriam raccontò per filo e per segno ciò che era successo.

Erano tutti pietrificati.

"Equesto è solo l'inizio" mormorò Neville. Il suo sguardo si incrociò con quello di Luna e Ginny. In un'unica occhiata si intesero alla perfezione.


*

Quel calore famigliare nascosto in un angolo remoto della tasca del pigiama. Avvolti nei mantelli, corsero, senza scarpe, per non fare rumore, nella notte. La rabbia e la speranza li avevano condotti a questo. Adrenalina e ricordi dolorosi. Barattoli di vernice e macchie sui pigiami. Altri ricordi. Risate e paura.


Neville pensava ad Harry, Ron ed Hermione. Harry sarebbe stato fiero di lui. Loro avrebbero fatto la stessa cosa, ne era certo. Non sarebbero stati di certo con le mani in mano in quella situazione.


Luna sorrideva. Le piaceva il castello di notte. E quelle scritte avrebbero regalato un sorriso a tutti gli altri, l'indomani. Il giallo è il colore della felicità, lo diceva sempre papà, e lei stava usando solo quello.


Ginny si ricordava di quando aveva già fatto una cosa del genere, ma non per sua scelta. Si svegliava il giorno dopo confusa e spaventata, senza capire da dove arrivassero quelle macchie di

vernice. Ora invece sapeva benissimo cosa stava facendo e ne andava fiera.


La mattina dopo erano ovunque, scintillavano alla luce del sole. Erano colorate, più luminose possibili. Impossibile non notarle. Come cancellarle.


Esercito di Silente, il reclutamento è ancora aperto.

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Capitolo 67
*** Ci Siamo Anche Noi ***


cap 67 nv

Ci Siamo Anche Noi



"Qualunque associazione studentesca è sciolta da questo istante" Piton aveva cominciato la mattinata con un discorso a tutta la scuola. Era livido di rabbia "e se scoprirò chi è stato a fare una bravata del genere, non la passerà liscia"

Ginny era contenta di vedere la rabbia nel volto di quel verme. Più potevano farlo arrabbiare, meglio era. Ed era sicura che rivedere il nome di Silente ovunque non lo aveva fatto stare bene. Dopotutto era il suo assassino.

"Tra gli oggetti proibiti, da questo momento rientrano anche i barattoli di vernice. Le perquesizioni saranno aumentate ad una volta al mese"

Prevedibile, tant'è che Ginny, Luna e Neville avevano provveduto a rovesciare la loro vernice nel bagno di Mirtilla Malcontenta.

"Chiunque verrà trovato fuori dal proprio dormitorio, oltre l'orario di coprifuoco, subirà una dura punizione della quale se ne occuperanno direttamente i professori Alecto e Amycus Carrow"

Altra cosa su cui nessuno aveva il minimo dubbio. L'ultima affermazione fece ricordare a Ginny che quel giorno l'aspettava un bel pomeriggio in compagnia di Amycus Carrow. Evviva.

"Siete stati voi, vero?" sussurrò Seamus Finnigam, a Ginny e Neville "ti ho sentito rientrare, stanotte.."

"Non qui!" sibilò Neville.

"Quando si ricomincia?" intervenne Calì, sempre a voce bassissima.

"Zitti, ne parliamo dopo" rispose Ginny "così diamo troppo nell'occhio"

"Comunque, riprendete i galeoni di Hermione" disse Neville. I ragazzi annuirono.

Ginny lanciò un'occhiata al tavolo dei professori. Piton se n'era andato, li aveva degnati troppo della sua preziosa presenza, e i suoi scagnozzi se n'erano andati con lui. La McGranitt, Lumacorno, la Sprite, Hagrid e Vitous discutevano tra loro.

Ginny e gli altri del suo anno avevano Cura delle Creature Magiche quella mattina, e Ginny ne era contenta: voleva vedere Hagrid.

"Ehi, poi ci devi spiegare bene questa storia" le disse Aisleen, mentre erano nel Parco per andare alla capanna di Hagrid "di questo 'E.S'"

Lei e Miriam erano state svegliate in piena notte da Ginny, che rientrava. Avevano fatto domande, milioni di domande, e Ginny le aveva dato una breve spiegazione. Loro si erano accontentate solo perchè era notte fonda, l'avevano aiutata a togliere le macchie di vernice dalla divisa, e le avevano fatto giurare che la mattina dopo avrebbe raccontato tutto.

"Quindi ne sai qualcosa? Di quelle scritte, intendo" le chiese subito John.

"Certo che ne sa qualcosa! È stata lei!" rispose Miriam.

"Che cosa?!" esclamò Anthony.

"Grande!" si complimentò John.

"Non da sola! Con Neville Paciock e Luna Lovegood" aggiunse Aisleen.

"Quindi, cos'è questo Esercito di Silente?"

"Sicuramente ne voglio fare parte!"

"Anche io!"

"Calma" rise Ginny "vi spiegherò tutto.."

Dal Lago Nero alla Capanna di Hagrid Ginny riuscì a riassumere la storia dell'E.S ai suoi amici. Ovviamente ne furono subito entusiasti.

"Dove diavolo devo firmare?!" ruggì Johh.

"Zitto, non deve saperlo tutto il mondo" lo rimproverò Aisleen.

"Io voglio solo mettere il mio nome in quella lista"

Ginny frugò nella sua borsa e tirò fuori la pergamena.

"Per ora segno il vostro nome qui, alla prima riunione firmerete sulla pergamena ufficale.."

"Quindi, chi segno?"

"Che razza di domanda è, Ginny?! Ovviamente tutti e quattro!" rispose Anthony.

Ma lo sguardo di Ginny si posò su Miriam, che era stata abbastanza taciturna. Cosa insolita, per Miriam Cohen.

"Non vuoi unirti?" le chiese Ginny.

"Ti pare che non vuole unirsi?!" esclamò John.

"Sì, mi unisco" rispose Miriam, accigliata "ma mi sarei iscritta anche due anni fa"

Tra di loro calò il gelo.

"Miriam.. capisco cosa vuoi dire" disse Ginny lentamente "era diverso. Era tutto più difficile.."

"è inutile girarci intorno" la interruppe Miriam "non ti sei fidata di me. E non mi pare di non averti mai dimostrato da quale parte stavo"

Miriam era diretta, e lo era sempre stata. E Ginny sapeva bene che le parole dell'amica erano vere. "Miriam, quanto la fai lunga" esclamò John "per una volta le cose le puoi prendere anche alla leggera!"

"Tu stai zitto!" esclamò lei, arrabbiata "non c'entri niente!"

"Se vuoi partecipare, partecipa, senza fare tante storie"

"Non capisci niente!" strillò lei, e se ne andò verso la capanna di Hagrid, senza aspettare gli altri.

"Ci parlerò dopo con lei" disse Ginny.

"Se sarai ancora viva, visto che ci aspetta un bel pomeriggio con Carrow" le ricordò Anthony.

"Senti Ginny.." disse John "e se dicessi di questo gruppo a Phoebe?"

"Chi è Phoebe?"

"Phoebe Murphy, Corvonero. Ti ricordi, è intervenuta alla prima lezione di Babbanologia.."

"Ah sì" disse Ginny, ricordandosi "è del nostro anno"

"Esatto"

"Se pensi che possa interessarle, perchè no?"

"Perfetto" disse lui, con un largo sorriso "e penso di avvertire anche Grace, sicuro le interesserà.."

"Ci penso io ad avvertire Grace" intervenne Anthony "la vedo di sicuro più io.."

"Non vi vedo spesso insieme" disse Aisleen.

"Beh certo, certe cose non le facciamo in pubblico.." rispose Anthony con un sorrisetto, e schivò subito il prevedibile pugno di John.

"Che cosa non fate in pubblico, eh?!" esclamò John "Anthony io ti ammazzo! Giù le mani da mia sorella!"

Anthony era scappato, tra le risate di Aisleen e Ginny.

"Non parteciperà mai alle riunioni, lo ucciderò prima" disse John.

La lezione di Hagrid fu divertente e piacevole. Lui era una delle poche facce amiche rimaste, tra gli adulti.

"Ginny, come stai?" le chiese il Mezzogigante, stritolandola in uno dei suoi enormi abbracci.

"Abbastanza bene, in realtà"

"Hai sentito i tuoi..? Ron è guarito?"

Le fece l'occhiolino.

"No, Ron starà a letto ancora per molto" rispose la ragazza.

"Hai un po' di tempo? Ti offro una tazza di the.."

"Molto volentieri"

La punzione con Carrow era prevista per le sei. Aveva ancora un po' di tempo.

"è strano, eh" disse Hagrid "senza di loro, intendo.."

Ginny annuì. Ci pensava tutti i giorni.

"Erano anni che vedevo quei tre gironzolare qui intorno.." ridacchiò "sempre con aria sospetta, sempre alla ricerca di qualcosa. Mi mancano"

"Mancano a tutti, Hagrid"

Hagrid frugò nelle sue enormi tasche e tirò fuori un qualcosa che assomigliava ad una tovaglia, ma poi Ginny si rese conto che era un fazzoletto gigante.

"Ogni volta che ci penso.. perchè lo hanno fatto? È p-pericoloso.."

Ginny si alzò e cercò di abbracciare Hagrid, anche se le sue piccole braccia potevano ben poco.

"Sai che se la cavano" gli disse "Hermione non permetterà che quei due si mettano nei guai.."

Vide un sorriso spuntare nella barba aggrovigliata di Hagrid.

"Quell'Hermione" ridacchiò "Sì, con lei sono al sicuro.."

"E anche Harry e Ron non sono scemi" aggiunse Ginny, anche se non era del tutto sicura su suo fratello.

"Faranno grandi cose, quei tre" disse Hagrid, orgoglioso "lo so da quando li ho visti tutti e tre insieme la prima volta, quando cercavano notizie su Fuffi.."

"Fuffi?" chiese Ginny.

"Il mio cane a tre teste.. ah, una lunga storia, ma penso che tuo fratello te l'abbia raccontata, tu non c'eri ancora.."

Sì, Ron le aveva parlato di uno spaventoso cane a tre teste, nascosto in un corridoio, e lei aveva avuto gli incubi per una settimana. Ma aveva omesso il dettaglio del suo nome. Sicuramente, sapendo che si chiamava 'Fuffi' lo avrebbe trovato meno spaventoso, e le avrebbe risparmiato lunghe nottate.

"Sì, qualcosa mi ha raccontato.." disse sorridendo. Ron le mancava tanto.

"Deve essere dura, per te" disse "è la prima volta che sei sola senza i tuoi fratelli"

"Oh, me la cavo" rispose "ormai non sono più una bambina"

"E immagino che senza Harry.." a Ginny parve di scorgere un sorrisetto malizioso.

"Quindi lo sai anche tu?"

"Mica vi nascondevate, qui nel parco!" ridacchiò. Ginny si sentì arrossire, per la prima volta da anni.

"Oh, non vergognarti! Sono contento che quel boccalone di Harry si sia accorto finalmente di te!" esclamò "sei la ragazza giusta per lui! E insieme mi ricordate tanto James e Lily.."

"Ce lo ha detto anche Lumacorno" secoli fa, avrebbe aggiunto. Quando Silente era ancora vivo. Quando Harry era ancora lì. Quando era tutto più luminoso.

Guardò l'orologio. Doveva andare.

"Devo scappare. Amycus Carrow mi aspetta"

Hagrid strabuzzò gli occhi "Cosa?!"

"Punizione" rispose lei.

"GINNY WEASLEY" ruggì lui "perchè? Cosa hai combinato? Quelli sono pericolosi!" aggiunse, a voce più bassa.

"Non ho fatto niente! Mi sono solo difesa!"

"Sei uguale al tuo fidanzato" esclamò lui "ma Hogwarts non è più un luogo sicuro. Devi stare attenta, Ginny, quelle non sono brave persone.. oh, quando lo saprà tua madre.."

"No!" esclamò Ginny "non glielo dire, ti prego.."

"Lo devo fare!"

"Si preoccuperà inutilmente"

Hagrid sospirò.

"Stai attenta"

"Lo farò! Buona serata, Hagrid!"

Ginny corse via: voleva evitare di arrivare tardi, per non dare modo ad Amycus di aumentare la sua posizione. Trovò John ed Anthony ad attenderla. I tre si avviarono verso lo studio di Amycus Carrow, dove avrebbero scontato la loro punizione. L'ultima volta che Ginny era entrata nell'ufficio del docente di Difesa Contro le Arti Oscure, c'era la Umbridge, e la stanza era completamente rosa con innumerevoli gatti disegnati ovunque. C'era entrata anche prima, quando c'era Remus, e l'ufficio aveva un aspetto molto più consono ad uno studio. Ora aveva una vaga idea di cosa trovarci.

"Siete pronti?" chiese Anthony.

"Ovvio" rispose John.

Ginny bussò alla porta, ma non aspettò la risposta e l'aprì direttamente.

Carrow non era solo.

"Buonasera" disse, con un largo sorriso, mostrando denti gialli e anneriti. Ginny non nascose una smorfia di disgusto. Che non sfuggì allo sguardo di Gregory Goyle e Vincent Goyle.

"entrate" disse e i tre Grifondoro ubbidirono.

"Questi due giovanotti mi hanno chiesto di approfondire l'argomento affrontato ieri in classe" disse Carrow, indicando i due Serpeverde "e voi li aiuterete"

"Non potevo immaginare punizione peggiore" rispose Ginny "aiutare quei due trogloditi con in compiti! Ci vorrà l'intera nottata, per fargli entrare una cosa in testa.."

John e Anthony scoppiarono a ridere.

Carrow li ignorò. Ripensandoci dopo, Ginny avrebbe capito che anche quello era un segnale di ciò che stava per accadere.

"Come si dice? Prima le signore. Infondo, noi Serpeverde siamo dei gentiluomini, non è vero ragazzi?"

Tiger e Goyle sghignazzarono. Ginny avanzò, con tutta la spavalderia tipica di un Grifondoro.

"Allora, dove sono questi c..."

"EXPELLIARMUS!" urlò Tiger e Ginny, impreparata, si trovò in un attimo Disarmata.

"CHE COSA..?" ruggì John, ma vennero Disarmati anche lui ed Anthony.

"è UNA TRAPPOLA"

"SCHIFOSI, LURIDI.."

"Crucio!" urlò Carrow. Questa volta Ginny non aveva la bacchetta, nè la Felix, ad aiutarla. E neanche Harry. Il dolore la colpì all'improvviso, inesorabile. Non aveva mai provato un dolore simile, ed era al di là di quanto potesse sopportare. Pugnali infuocati le si fondevano nella carne, le penetravano le ossa, non tralasciavano nemmeno un brandello di pelle.

Basta che finisce... qualunque cosa, basta che finisce.. voglio morire..

Come si può sopravvivere a questo..?

All'improvviso tutto cessò, non sapeva dov'era o chi era. Era su qualcosa di freddo, forse era morta. Delle risate, intorno a lei, le fecero ricordare dov'era. Si alzò. John ed Anthony erano accanto a lei.

Ai piedi di Carrow e Tiger e Goyle si sentiva impotente.

"Abbiamo fatto bene a insonorizzare la stanza" disse Carrow. I due serpeverde scoppiarono in una risata maligna.

"Strillava come una scimmia"

Ginny gli lanciò uno sguardo di puro odio, a tutti e tre.

Non aveva voce.

A dire il vero, non sapeva se aveva ancora aria nei polmoni.

O se era in grado di respirava.

"Ginny.. stai bene?" le chiese John.

"Ora puoi dire di averla provata direttamente sulla tua pelle, Weasley" ghignò Amycus "andatevene"

Ginny fece per andarsene ma non riusciva a reggersi sulle sue gambe. Altre risate.

"Ti aiutiamo noi" le disse Anthony, prendendola per un braccio.

"Ce la faccio.."

"Invece no" disse John, e la portarono via, sorreggendola. Uscirono dall'aula senza salutare.

"Sto bene.. sarete distrutti anche voi.." bofonchiò Ginny.

"Noi siamo stati Maledetti da Tiger e Goyle" disse Anthony "per quanto crudeli, la loro Maledizione non arrivava ai livelli di Carrow"

"Ginny, a te lui ti ha puntato" disse John "non sarebbe stato contento finchè non ti avesse Maledetto personalmente"

Si sedettero u una panchina. Il corridoio era deserto.

"Bella domenica" disse Ginny.

"Vuoi andare da Madama Chips?"

"No.. sto bene"

John si frugò nella tasca della divisa "Tieni.. la tua bacchetta"

Le porse la strisciolina di legno.

"Grazie" rispose la ragazza, e la prese. Il calore famigliare dell'oggetto la fece stare subito meglio.

Ginny era ancora incredula a quello che aveva dovuto subire: solo nella sua classe, quattro persone erano state colpite dalla Maledizione Cruciatus. E quanto era passato dall'inizio della scuola? Qualche settimana?

"Anthony! Ginny! John!" era Neville "vedo che siete ancora tutti interi.." poi, vide le loro facce "..o almeno così sembrava.." aggiunse "cosa vi è successo?"

"Maledizione Cruciatus" rispose Anthony "ci va giù leggero Carrow, eh?"

"Che COSA?!" gridò Neville. Ginny notò che il suo volto era sbiancato tanto da diventare simile alla cera.

"A me ed Anthony alla fine è andata bene" disse John "ci hanno Maledetto Tiger e Goyle, che non sono ancora molto esperti.."

"ma promettono bene"

"..Ginny è stata Maledetta da Carrow"

Gli occhi di Neville si posarono sull'amica, che gli fece un sorriso stanco. Neville non sorrideva. Aveva gli occhi sbarrati.

"..Ti ha Maledetto? Lui?"

"Sai bene che non vedeva l'ora di farlo" rispose Ginny. E ce l'aveva fatta, pensò Ginny, in modo subdolo e meschino, ma ce l'aveva fatta.

La rabbia prese possesso del suo corpo: come aveva osato, quel viscido Mangiamorte farle una cosa del genere? Ginny giurò a sè stessa che si sarebbe vendicata, che appena si fossero trovati ad armi pari, non avrebbe avuto nessuna pietà.


*

La storia che Ginny era stata Maledetta da Carrow e John ed Anthony addirittura da Tiger e Goyle fece in fretta il giro della scuola.

"Sai come sono Calì e Lavanda.." si giustificò Neville, che ne aveva parlato con i suoi compagni.

"Non ti preoccupare.." lo rassicurò Ginny.

"Ginny!" Aisleen, Miriam e Luna corsero da lei "come stai? Abbiamo saputo.."

"Ancora viva" rispose lei con un sorrisetto.

Grace accorse dal suo ragazzo.

"Mi sono preoccupata tanto" miagolò, abbracciata ad Anthony.

"tranquilla" le disse, dandole un bacio sulla fronte "non è successo niente"

Per una volta John non li notò, troppo occupato a pavoneggiarsi con Phoebe Murphy, che era subito accorsa da lui.

"Queste scene sono vomitevoli" commentò seccata Miriam, riferendosi ad entrambi i gemelli Evans.

"Miriam" disse subito Ginny "senti, mi dispiace.."

"Tranquilla" intervenì Miriam "ha ragione John, dovrei prendere le cose più alla leggera, ogni tanto. Mi è solo dispiaciuto sapere che due anni fa non ti fidavi del tutto di me"

"Non è che non mi fidavo.."

"Ginny, è comprensibile" la interruppe Miriam "non eri tu a capo dell'organizzazione" l'abbracciò, e Ginny ricambiò l'abbraccio, felice.

"Solo che voglio che mai più tu abbia motivo di non fidarti al cento per cento di me"

"Te lo prometto" disse Ginny, sincera.

"Ora, quando inizieranno le.. tu-sai-cosa?" chiese Miriam, all'amica "non vedo l'ora!"

"Prestissimo"

Non riusciva a distrarsi, però. Bruciava di rabbia per quello che aveva dovuto subire. Non tanto per il dolore fisico ricevuto, ma per il modo in cui era arrivato, per non aver potuto difendersi. Il trovarsi in ginocchio a terra, senza bacchetta, ai piedi di un Mangiamorte l'aveva fatta sentire impotente, ed era tornata per un secondo ad avere undici anni, quando raccontava i suoi segreti a Lord Voldemort. Per la prima volta da quando Harry l'aveva lasciata, aveva un'assurda voglia di piangere. Sgattaiolò senza farsi vedere in dormitorio e riprese la foto di Harry, sempre sotto il cuscino.

"Non sono una debole" gli disse. Harry la guardava, serio, ma non diceva una parola. Ginny sospirò. Doveva rialzarsi e combattere, come sempre.

Si sdraiò nel suo letto e si rannicchiò. Si accorse di essere veramente a pezzi. Chiuse gli occhi.


*


Si svegliò a notte fonda, o forse la mattina molto presto. Aveva ancora addosso la divisa, ma qualcuno aveva pensato a coprirla, probabilmente Aisleen. Si spogliò e si mise la camicia da notte. Uno strano calore nella tasca della vestaglia la bloccò. Sapeva cos'era.

All'improvviso era sveglissima, e cominciò a frugare nella tasca.

Prese il galeone falso di Hermione. Scottava.

Venerdì, Stanza delle Necessità.

Sorrise. Guardò la foto di Harry, che era lì, adagiata sul cuscino, e vide che sorrideva anche lui.

Si cominciava.


*


"Scusa se abbiamo deciso senza di te" le disse subito la mattina dopo Neville "ma ci siamo trovati così a parlarne"

"Non c'è problema Neville" lo assicurò Ginny. Ultimamente un sacco di gente si scusava con lei per stupidaggini.

"Luna dice che il giorno migliore per le riunioni segrete è il Venerdì, non ho voluto approfondire ma mi fido di lei.."

"Mi fido anche io. Sono sicura che andrà tutto bene"

Stavano passeggiando per i corridoi, in pieno pomeriggio. Fuori pioveva ed era una brutta giornata. E soprattutto, era solo Mercoledì.

"Ieri sono stata una stupida" disse lei all'improvviso.

"Perchè, cosa avresti fatto?" chiese Neville.

"Mi sono comportata come una ragazzina" esclamò lei "come una debole! Sono scappata così, senza dire niente a nessuno, ma avevo paura di scoppiare a piangere"

"E cosa c'è di male?" chiese il ragazzo "Non è strano versare qualche lacrima ogni tanto. E soprattutto non è da deboli"

Ginny sospirò "ieri mi sono sentita.. debole. Ecco, debole. Indifesa, e soprattutto incapace di difendermi"

"Ginny, come potevi sentirti? Quello schifoso ti ha teso una trappola infame.." esclamò arrabbiato

"Tu non sei una debole, capito? Probabilmente sei la persona più coraggiosa che io conosca!"

"Neville, non dire stupidaggini.."

"Non sono stupidaggini, accidenti! Sei forte, non hai paura di niente! Non sei debole, cavolo!" la guardò negli occhi "Sono anni che ci conosciamo, ed ero con te l'anno scorso, e anche al Ministero due anni fa'.. e non hai mai vacillato un secondo! Diavolo, cosa darei io per un po' del tuo coraggio.."

"Ehi, tu sei coraggioso!" esclamò Ginny. Neville alzò le spalle.

"Non lo so se sono coraggioso, non sono mai stato capace a fare le cose a testa alta come te, o Harry" disse "So solo che non sopporto le ingiustizie, e voglio combattere per ciò che è giusto. E non ho paura di affrontare le conseguenze"

"E questo come lo chiami?" chiese Ginny, dolcemente.

"Non lo so.. ma non mi sento così coraggioso. Io sono solo Neville" rispose lui.

"L'unica cosa che mi distingue da te è che io sono impulsiva" disse lei "così come Harry. E spavalda, oh sì. Ma questo non significa che ho più coraggio di te"

Neville alzò di nuovo le spalle.

"Ginny" disse "se ti senti demoralizzata, o triste non è questione di debolezza.. è solo che sei umana! E hai bisogno di un abbraccio da un amico!"

L'abbracciò forte. Ginny notò solo in quel momento che era diventato parecchio più alto di lei. Ma ormai, lo erano tutti.

"Ehi.. mi stai stritolando!"

"Scusa" Neville la lasciò.

"Allora, ti senti meglio?"

"Si! Ti ringrazio!"

"Non dire mai più di essere una debole, ok? Altrimenti io cosa dovrei essere?"

"Guarda che neanche te sei debole!" esclamò Ginny. Neville non rispose di nuovo.

"Avverti John e gli altri di venerdì!"

"Contaci"

Lei, Neville e Luna organizzarono tutto per il meglio. Decisero l'ora e Luna escogitò un modo per arrivare alla Stanza della Necessità senza farsi vedere.

"Mantelli dell'Invisibilità" disse semplicemente.

"Solo Harry lo aveva, ricordi?" le chiese Neville.

"Sì, ma possiamo crearlo uno noi" rispose Luna "con un incantesimo di Disillusione ben piazzato. Certo, non durerà negli anni, ma per il momento può bastare"

"Luna sei geniale!" esclamò Neville, ammirato "non ci avevo pensato! Sei la nostra Hermione!"

"Non i definirei così" rispose Luna, pensierosa "io ed Hermione siamo totalmente diverse"

"Ciò non toglie che sei intelligente"

"In realtà, sono solo aperta a tutte le possibilità"

"Ragazzi, potrei farmi mandare qualcosa da Fred e George" disse Ginny "l'anno scorso hanno aperto un nuovo reparto al negozio, con tutta roba per Difesa delle Arti Oscure.. potrebbero tornarci utili!"

"Ottima idea" acconsentì Neville "poi ci dici quanto gli devi"

"Non sono mica Ron, io!" esclamò Ginny "non farebbero mai pagare un centesimo alla loro dolce sorellina.. soprattutto per il nostro progetto! E soprattutto se non vogliono trovarsi appesi come salami, pieni di mostriciattoli!"

Luna e Neville risero.

"Bene quindi per ora basteranno i mantelli invisibili.. qualcuno sa fare un Incantesimo di Disillusione decente? Non guardate me!" disse Neville.

"Su me stessa non ne sono in grado" disse Ginny "ma credo che con un po' di esercizio riuscirei a rendere invisibile un mantello"

"Ci hai già provato?" chiese Neville.

"No.. ma se sono capaci Fred e George, sono capace anche io!"

"Io sono capace" disse Luna "se volete, vi insegno io.."

"No, lasciate perdere" rispose Neville "io brucerei il mantello, probabilmente.."

"Sono sicura che imparerai anche te, senza avere l'ansia dei voti" insistette Luna.

"E se mai dovessi bruciare un mantello" aggiunse Ginny "Io so come spegnerlo"

Neville sorrise "dove recuperiamo tanti mantelli? Io ne ho uno vecchio che posso utilizzare"

"ne basta uno per coppia" disse Ginny.

"Io anche ne ho uno vecchio.. e chiederemo agli altri se ne hanno qualcuno anche loro" disse Luna "e se non bastassero.. ne prenderemo qualcuno in prestito dalla lavanderia"

"Magari dei Serpeverde" disse Neville, sorridendo.

"Che schifo, io una cosa indossata da Tiger non me la metto!" esclamò Ginny "sai che puzza?"

I due ragazzi risero.

Tutti gli altri ragazzi collaborarono subito con entusiasmo: Miriam e (con disappunto della riccia) Phoebe si offrirono per aiutare Luna e Ginny a rendere i mantelli invisibili, John e Seamus per rubarli dalla lavanderia. Per quanto riguardava la creazione di nuovi galeoni falsi, nessuno era in grado di fare un incantesimo simile.

"Accidenti" commentò Miriam "possibile che una ragazza del quinto anno sia riuscita a fare una cosa del genere? Questo va molto al di là del livello M.A.G.O"

"Hermione è Hermione" rispose Neville.

"Come facciamo, ora?"

"L'importante è che per ogni dormitorio ci sia almeno un galeone" disse Ginny "chi ce l'ha avvertirà, con discrezione, i suoi compagni"

Un galeone per ogni dormitorio c'era, così, per il momento, erano a posto. Ginny la sera stessa scrisse una lettera, molto criptata ai suoi fratelli. Sperava solo che non venisse intercettata dalla madre, che probabilmente avrebbe capito tutto. Poi si ricordò che Fred e George ormai vivevano a Diagon Alley, e non c'era possibilità che la mamma leggesse la loro posta!


Ciao Fred, ciao George,

come state? Spero tutto bene e che il vostro negozio vada bene! Mi mancate ogni giorno di più!

Qui ad Hogwarts mi diverto molto, quasi come due anni fa', e i nuovi corsi sono molto interessanti! Peccato che non stia molto bene! Mi serverebbero un po' delle famose medicine di mamma.. e avevate promesso che me le avreste mandate voi! Per favore, fate il prima possibile!

Un abbraccio grande,

vostra Ginny

P.S. Come sta Ron?


Si erano messi d'accordo su una sorta di codice che avrebbero utilizzato, se lei avesse avuto bisogno di qualche loro prodotto! "medicine" stava per i loro prodotti, e il riferimento a due anni fa', faceva intendere che serviva qualcosa per sabotare il nuovo regime. E ovviamente, la domanda su Ron era solo per sapere se avevano qualche novità.

Era sicura che avrebbero capito la sua lettera e collaborato! Si fidava di Fred e George (e forse era l'unica).


*

Venerdì mattina arrivò la pronta risposta da Fred e George.


Ciao Ginny!

Siamo contenti che ti stia divertendo ad Hogwarts! Ma ci dispiace che non ti senti benissimo.. la settimana prossima ti manderemo un po' di medicine che ci manda direttamente mamma! È preoccupata per la tua salute, quindi non ti spaventare quando vedrai arrivare una tonnellata di medicine! Te le dobbiamo mandare noi, perchè Errol è troppo vecchio per fare uno sforzo simile!

Per Ron nessuna novità. Non gli si può avvicinare nessuno, ed è ancora lontano dalla guarigione. Non vediamo l'ora di potergli fare di nuovo i nostri scherzi!

Un bacione grande!

Gred e Forge

p.s mamma ti manda anche dei vestiti.


"Cosa dicono?" bisbigliò Neville.

"Che l'ordine arriverà in settimana" rispose Ginny "e a quanto pare ci manderanno anche i mantelli, ma credo non troppi, sennò sarebbe sospetto se mia madre mi mandasse venti mantelli!"

"Potrebbero mandarne a me, firmandosi con il nome di mia nonna"

"Ottima idea, glielo scrivo subito"

Ormai era diventata brava a scrivere delle lettere criptate. Quanto avrebbe voluto saper far parlare il suo Patronus, come faceva suo padre! Avrebbe dovuto chiedere a Tonks di insegnarglielo, magari durante le vacenze di Natale.

"Allora, è stasera" disse Neville.

"sì, e non vedo l'ora" rispose Ginny.

L'appuntamento era alle cinque e un quarto, poco dopo la fine dell'ultima lezione. Sarebbero arrivati poco alla volta. Ginny, Luna e Miriam aveva provveduto ad incantare abbastanza mantelli, e quasi tutti erano coperti. I primi ad andare furono Ginny, Luna e Neville, per testare la situazione. E la Stanza la fece apparire Neville.

"Bene, così dovrebbe essere perfetta" borbottò "non dovrebbe trovarci nessuno"

Quando entrarono si accorsero che era uguale a quando si esercitavano quando c'era Harry. Solo che era più.. accogliente. Era più grande, e oltre i libri di Difesa, i libri e gli strumenti contro le Arti Oscure, c'erano dei divani comodi con un camino, un tappeto e dei cuscini.

"è diversa" commentò Ginny, guardandosi intorno.

"Sembra una Sala Comune" disse Luna "a cosa hai pensato?"

"Ho pensato che questo sarà non solo un luogo per esercitarsi" rispose Neville "ma anche.. non so, un rifugio.. un posto dove scappare per stare bene.."

"dove sentirsi a casa" completò Luna.

Neville annuì "esatto"

"Mi piace!" esclamò Ginny.

"Si sta bene, qui" aggiunse Luna "sei stato bravo, Neville"

Il ragazzo arrossì.

"Ehi.." la voce di Miriam risuonò nella stanza.

"Non avevo mai visto questa stanza!" era Aisleen. Si tolsero il mantello, e lo appesero ad un appendiabiti a fianco a loro.

"è diversa!" esclamò Seamus, guardandosi intorno.

"è più grande!" esclamò Susan Bones.

"Ehi, ma io mi ricordo di essere entrato da questa porta" disse John, appena entrato "ma.. ma non era così.."

"Cambia a seconda delle necessità" gli disse Ginny.

"Ah.. allora capisco.." disse John.

"Che tipo di necessità avevi?" chiese Anthony.

"Tu, stai lontano da me" esclamò John "ancora non ti ho perdonato per prima.."

"Anthony, ma non ci siamo entrati anche noi due, una volta" chiese Grace, prendendo per un braccio il suo ragazzo "ma era più piccola.."

"Beh, non avevamo bisogno di chissà quale spazio.. ma quel divano c'era" rispose Anthony. Grace ridacchiò.

"IO TI DISINTEGRO!" ululò John.

Tutti scoppiarono a ridere. Si accomodarono sui divani, le poltrone ed il tappeto. Erano più di quelli che Ginny credeva. Riconobbe alcuni dei vecchi volti dell'E.S.

"Chi parla?" chiese Ginny, rivolta a Neville e Luna. Entrambi gli rivolsero uno sguardo eloquente.

"Bene" disse la ragazza "allora, molti di voi hanno già partecipato a queste riunioni" una bella parte di gruppo annuì "e quelli che è la prima volta che vengono, immagino sappiano già di cosa si tratta" Vide l'altra parte del gruppo annuire, e una mano alzata. Era Phoebe Murphy.

"Sì?" disse Ginny.

"Faremo difesa anche qui?" chiese.

"Certo!" rispose la rossa "ma io, Neville e Luna avevamo anche un'altra idea.."

"Sarebbe?"

"Diciamo che vogliamo opporci al nuovo regime.."

Scoppiò un boato. Ginny immaginò che era un sì.

"Era ora!" urlò John.

"Mandiamo via quei due cretini!" urlò Micheal Corner.

"Non vogliamo un Mangiamorte come Preside!" esclamò Hannah Abbot.

"Ora che non c'è più Harry.." chiese Ernie "chi sarà il capo?"

"Che domande!" intervenì Miriam "loro tre, no?" e indicò Ginny, Luna e Neville.

"Se va bene per tutti..." disse Luna.

Tutti assentirono.

"Ovvio, l'idea è stata vostra" disse Calì.

"Ma nessuno è qui per comandare.." disse Neville.

"Sì, ma serve a tenere il gruppo unito" insistette Ernie "è solo per avere.. un riferimento.."

"Allora, con cosa cominciamo?" chiese una Tassorosso che Ginny riconobbe del suo anno, ma di cui non ricordava il nome.

"Io direi di fare una lista, come quella che aveva fatto Hermione" disse Ginny "che dovrete firmare tutti"

"Sarà stregata, come quella di Hermione?" chiese Anthony Goldstain.

"Ci ricordiamo tutti cosa accadde a Marietta.." aggiunse Micheal Corner.

"Beh, se lo meritava!" esclamò Padma Patil.

"Cosa le è successo?" chiese Miriam, interessata.

"Fece la spia alla Umbridge" disse Terry Steeval, con rabbia.

"E appena ha spifferato tutto, le è apparsa sulla faccia una serie di enormi brufoli, che dicevano 'SPIA'" continuò Hannah Abbot, soddisfatta.

"Quell'idiota" commentò Ernie.

A Ginny era piaciuta tantissimo quell'idea di Hermione.

"Geniale!" esclamò Miriam, colpita "Hermione è la strega più intelligente che esiste, probabilmente"

"Probabilmente è così" rispose Neville

"Ma io credo.." intervenne Luna, riprendendo il discorso di prima "che in questo caso non ci sia bisogno di nessuna stregoneria, perchè credo che nessuno di voi può essere dalla parte dei Carrow"

"Luna ha perfettamente ragione" aggiunse Neville "chi è d'accordo?"

Tutti alzarono la mano. Ginny fu grata per questo, visto che non aveva idea di come fare quel genere di stregoneria. Ma Hermione, dove accidenti le imparava le cose? Harry e Ron erano molto fortunati ad averla con loro! Ginny prese un foglio, apparso magicamente nella Stanza, e firmò. Lo passò a Neville e firmò anche lui, così come Luna. Tutti firmarono, senza la minima esitazione. Questa volta era diverso. Sapevano tutti qual'era la parte giusta dove stare, tutti avevano paura, ma questa volta era necessario fare qualcosa, fregarsene delle regole e ribaltare quel regime. Le regole di Hogwarts erano già state infrante quando degli assassini avevano oltrepassato quelle mure. Era compito loro, quello di combattere, per riportare un po' di giustizia, per rispetto di quel castello. Per rispetto dei loro insegnanti, di Silente, di loro stessi.

Per Harry, Ron ed Hermione. Per fargli sapere che non erano i soli a lottare.


Esercito di Silente

Per Hogwarts

Per tutti coloro che non sono potuti tornare

Per tutti coloro che stanno lottando.


Hogwarts non sarà mai la sua scuola.









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Capitolo 68
*** La Spada Di Grifondoro ***


cap 68

La Spada di Grifondoro



Settembre diede velocemente spazio ad Ottobre. Le giornate di sole divennero sempre più rare, ma quando c'erano regalavano paesaggi mozzafiato. La natura intorno al castello si era colarata delle classiche tinte dell'autunno e l'aria era più fredda. L'estate era solo un ricordo. Anche se Ginny, sinceramente, ricordava ben poco di come fossero stati i paesaggi quell'estate, nè se fosse stato particolarmente caldo. Quell'estate, era stata la più strana di tutte, così com'era stato quel primo mese a scuola. Ma ora era contenta.

Le riunioni dell'E.S erano cominciate. Avevano reagito. E questa volta non era solo questione di allenamento, per un futuro oscuro che li attendeva. Quel futuro era arrivato, più ostile di quello che chiunque di loro si sarebbe mai aspettato. Quelle nubi nere si erano intrufolate nelle loro vite, dividendo famiglie e amici. Erano arrivate fino ad Hogwarts, quel luogo dove chiunque aveva trovato un rifugio, una casa, un letto. Degli amici. Una famiglia.

Questa volta, l'E.S non era solo un gruppo di studenti che studiavano insieme e si esercitavano. Ginny aveva capito che quel gruppo era qualcosa di diverso. Era quello che Hogwarts non era più: un rifugio, una casa. Una famiglia.

Fred e George avevano mandato alla sorella una valanga di roba del loro negozio e ne mandavano anche a Neville. Uscire di nascosto si stava rivelando una passeggiata. Per quanto pericolosi, i Carrow si stavano rivelando anche piuttosto stupidi, ed era facile raggirarli. Era Piton quello più pericoloso, ma per fortuna non si faceva mai vedere in giro.

Le loro riunioni procedevano alla grande. Avevano fatto un bel ripasso di tutto quello che gli aveva insegnato Harry, per far recuperare ai nuovi arrivati. Ma più che altro avevano riso, chiacchierato e, soprattutto, architettato nuovi modi per ribaltare il regime Caorrw-Piton. In realtà, per ora non stavano esattamente ribaltando il regime.. diciamo che davano un po' di grattacapi ai due Mangiamorte.

I muri erano più colorati che mai, parole di speranza e di scherno rilucevano bei corridoi. Sempre più spesso i sotterranei dei Serpeverde puzzavano del tipico odore acre delle Caccabombe e le aule dei Carrow erano spesso vuote, dato che tutti i membri dell'E.S usavano le fantastiche Merendine Marinare di Fred e George per interrompere le loro lezioni.

I Carrow schiumavano di rabbia. Nonostante la loro evidente stupidità, avevano capito che un gruppo di studenti aveva organizzato un gruppo clandestino, ma non capiva come facevano a riunirsi senza farsi vedere o come uscivano di notte dai rispettivi dormitori. Avevano ovviamente qualche sopetto, ma ancora nessuna prova. Avevano aumentato la vigilanza però, creando un gruppo di Serpeverde che li aiutavano nelle pattuglie. Erano Tiger, Goyle e altri grossi Serpeverde che non avevano l'aria particolarmente intelligente. Ginny vide che persone come Zabini o Nott non avevano preso parte alle pattuglie: troppo snob, evidentemente, anche per fare gli zerbini dei Mangiamorte. E ovviamente neanche Draco Malfoy. Ginny si ricordò all'improvviso di Malfoy, pensando che non l'aveva praticamente mai visto da quando era iniziata la scuola. Strano che si fosse perso l'occasione di Cruciarla, l'altra volta. Ormai non ci capiva più niente.

I Carrow erano diventati più spietati che mai, e le loro punizioni erano spesso corporali. Sempre più ragazzi andavano in giro con i volti gonfi o le braccia fasciate.

"A quanto pare, la Maledizione Cruciatus è andata fuori moda" aveva borbottato John, sistemandosi una fasciatura provvisoria che gli aveva fatto Miriam. Era un'altra delle loro riunioni, e avevano appena finito di allenarsi sugli Schiantesimi.

"Meno male!" aveva risposto Hannah Abbot.

"Oggi mi hanno mandato da Piton" disse cupo Neville, che non aveva parlato molto quella sera. Tutti si voltarorano verso di lui.

"E quando avevi intenzione di dircelo?!" esclamò Ginny.

"Cosa ti ha fatto?" chiese Hannah, preoccupata.

"Cosa hai combinato?" gli chiese invece Micheal Corner. La domanda di Micheal era molto appropriata, visto che Neville era quello che dava più filo da torcere ai Carrow. Rispondeva spesso male, e difendeva gli altri, e i Carrow non lo sopportavano.

"Le solite cose" disse lui, con un'alzata di spalle.

"Ha risposto ad Alecto Carrow, a Babbanologia" disse Calì.

"Beh, come al solito" intervenne Ernie.

"Infatti, ma evidentemente lei non ne poteva più, visto che ha continuato a rispodere anche dopo che lo aveva punito!"

"Ben fatto, Neville!" si complimentà John.

"E quindi? Cosa ti ha fatto Piton?" insistette Luna.

"Mi sembri tutto intero" disse Seamus.

"Maledizione Cruciatus?" chiese Anthony Goldstain.

"Niente di tutto questo" rispose Neville "non mi ha torturato"

Tutti avevano la stessa identica espressione stupefatta.

"Penso sia stata la stessa faccia che ho fatto io"disse Neville "mi ha solo un po' insultato, neanche tanto, ma in realtà ha insultato di più la Carrow.."

"Eh?!" esclamò Ginny.

"Sì, calcola che l'ha cacciata via subito ed ha cominciato con me"

"nemmeno una Maledizione?" chiese Lavanda.

"No"

"Un taglietto? Un pugno, un oggetto scaraventato.."

"Niente di niente"

"E che cosa ti ha detto?" chiese Miriam.

"Ha cominciato a dire che ero un idiota, così come tutti i miei compagni e che dobbiamo finirla con le nostre bravate" rispose Neville "ma io non mi sono stato zitto"

"Sei impazzito?!" strillò Calì.

"Che cosa vuol dire che non sei stato zitto?" gridò Hannah.

"Ma non ti rendi conto che quello ha ucciso Silente? È pericoloso!" esclamò Susan.

"Sei un completo idiota!" esclamò con rabbia Seamus "hai veramente intenzione di farti uccidere?"

"Non ce l'ho fatta a stare zitto.."

"Hai scelto il momento sbagliato per fare l'Harry Potter della situazione!" Seamus era livido di rabbia. Aveva perso il suo migliore amico e Neville era tutto ciò che gli rimaneva. Anche Ginny pensava che Neville era impazzito, ma non poteva fare a meno di ammirarlo, così come aveva sempre ammirato Harry.

"Mi pare che è tutto intero, no?" rispose Ginny a Seamus.

"Sì ma poteva ammazzarlo! Ha ucciso Silente, non si farebbe problemi ad uccidere uno studente.."

"State zitti un attimo!" esclamò Padma Patil "fateci sentire cosa gli ha detto!"

"Gli ho detto che era un assassino, e che non meritava di essere lì. Non guardatemi così" esclamò, rivolto al gruppo "vederlo lì, con il quadro di Silente dientro di lui, la spada di Grifondoro.."

Ginny si ricordava di quella spada, dell'elsa lucente e dei rubini grandi come uova che la ricoprivano. Era arrivata ad Harry, in un momento in cui aveva dimostrato di essere un vero Grifondoro, quando l'aveva salvata nella Camera dei Segreti. Hermione le aveva raccontato un po' di quella spada, che si offriva solo ai valorosi Grifondoro. Piton non era nè valoroso, nè un Grifondoro.

La spada aveva scelto Harry.

"Quella spada è di Harry" disse Ginny, piano.

"Cosa?" chiese Neville.

"è di Harry!" esclamò la ragazza "ha scelto lui! Appartiene a lui!"

Il fatto che la spada fosse tra le grinfie di Piton la faceva impazzire di rabbia.

"La spada di Grifondoro appartiene a qualunque valoroso Grifondoro dimostri di meritarla" disse Miriam.

"Quindi di certo non a Piton!" esclamò Neville.

"Ovvio!" esclamò Miriam.

"Magari gli sarebbe servita, nel suo viaggio.." disse Luna, pensierosa.

"A cosa può servire una spada?" esclamò Anthony "pensi che Harry sconfiggerà Tu-Sai-Chi in un duello di scherma?"

"è sempre la spada di Grifondoro, sicuramente avrà dei poteri speciali, come il diadema di Crovonero!" rispose la ragazza.

"A qualunque cosa serva, sicuramente non deve averla quell'essere viscido di Piton, ma un degno Grifondoro" disse Neville.

"Giusto!" esclamò Ernie McMillan "anche se non sono un Grifondoro, trovo che Piton non sia degno di avere quella spada! Appartiene ad Harry, ha scelto lui e basta"

Silente aveva lasciato ad Harry quella spada, glielo aveva detto Hermione, ma Scrimgeour non aveva voluto che l'avesse. Se Silente gliel'aveva lasciata, doveva esserci un motivo! Luna aveva ragione, probabilmente gli serviva per fare qualcosa.. anche se Ginny non aveva idea di quale utilità potesse avere una spada contro Voldemort. Ma quella non era una qualunque spada, e lei ne aveva avuto la prova davanti ai suoi occhi.

"Dobbiamo prendere la spada" disse, piano.

"Cosa?!" esclamò Miriam.

"Dobbiamo prendere la spada!"

"Ho sentito, non sono sorda" rispose Miriam "sei impazzita?"

"Ginny ha ragione, quella è la spada di Grifondoro! Non può essere nelle mani di un Serpeverde viscido come Piton!!" esclamò John.

"E poi è di Harry" disse Hannah.

"Siete consapevoli che sarà impossibile entrare nell'ufficio del Preside per rubare un manufatto storico così importante?" chiese Terry.

"Non chiamarlo 'Preside'" esclamò Phoebe.

"Comunque, Preside o no, è un Mangiamorte!" esclamò Lavanda "e il suo ufficio sarà protetto da Incantesimi vari..."

"Niente è impossibile" disse Luna "potremmo farcela"

Tutti la guardarono.

"Se nomini la parola 'Nargilli'.." cominciò Anthony Goldstain.

"Non avevo intenzione di nominarli!" esclamò lei "anche perchè, in questo caso, non c'entrano niente! Dico solo che con un po' d'astuzia, un buon piano e molto coraggio potremmo farcela. Mi offro per andare"

"Ovviamente anche io" disse Ginny.

"E anche io" aggiunse Neville.

Anche gli altri sembrarono d'accordo, chi più chi meno. Si salutarono, si stava facendo tardi e più tardi era, più rischiavano di farsi scoprire. Quando furono nella loro torre Ginny e Neville cominciarono ad elaborare il piano.

"Siamo pazzi, lo sai?" disse Ginny all'amico.

"Sì" rispose lui.

"è un suicidio"

"è per Harry"

Neville alzò lo sguardo e incrociò quello della ragazza.

"Non pensi sia inutile, vero?"

"No.. no, no.." rispose lei "penso che sia giusto.."

"Come facciamo a far arrivare la spada ad Harry?"

"Non lo so.. Ma basta che non ce l'abbia lui. Non lo sopporto"

Era passata l'una. Ginny aveva sonno.

"Vai a dormire" le disse Neville, quasi leggendole nel pensiero "ci penseremo domani".


*


Con l'aiuto di Luna organizzarono tutto a puntino. Lei, Ginny e Neville sarebbero saliti fino all'ufficio del Preside per prendere la spada. Seamus, Padma, John, Miriam, Ernie ed Hannah facevano la guardia nel corridoio. Susan, Micheal, Aisleen, Anthony, Grace, Calì e Phoebe avevano il compito di distrarre le guardie.

Ginny si rendeva conto che non stavano facendo una cosa veramente utile. Ma era veramente necessario. Avevano tutti una grande scorta di prodotti dei Tiri Vispi Weasley: qualche Mantello Invisibile, una manciata di Polvere Buiopesto Peruviana e un ottimo intervento di Pix che, dietro richiesta di Ginny (per la quale provava abbastanza rispetto, essendo la sorella di Fred e George) aveva cominciato ad imbrattare lavagne di vernice e allagare i corridoi, bastarono per confondere e distrarre i Carrow e i Serpeverde loro aiutanti. Ginny, Luna e Neville riuscirono ad introdursi nell'ufficio, che, ovviamente era vuoto. Si erano assicurati che Piton venisse chiamato dai suoi scagnozzi per aiutarli a placare il caos che regnava di sotto. Ci volle un po' per torvare la parola d'ordine, in realtà. Cominciarono a sparare parole a caso, e alla fine Neville disse 'Silente', e il gargoyle che proteggeva l'ufficio li lasciò passare. Erano tutti e tre stupiti ed irritati per il sarcasmo e la sfacciataggine del loro ex professore di Pozioni, ma non potevano perdere tempo. Entrarono nella stanza. Ginny era già stata nell'ufficio del Preside, quando c'era Silente, e rimase stupita nel ritrovarlo identico a quando c'era il vecchio Preside, a parte l'assenza di Fanny la fenice. Piton non lo aveva personalizzato, non aveva messo oggetti ripugnanti o libri oscuri. Diede un'occhiata ai ritratti dei Presidi, sopra la scrivania. Il suo sguardo si fermò su Silente, ma lui continuò a dormire, come tutti gli altri.

"Ecco la spada" sussurrò Luna "è molto bella"

"Sarà protetta da incantesimi" disse Neville.

"Ma dobbiamo provarci" Ginny prese la bacchetta e mugugnò un paio di Incantesimi che dovevano rivelare qualche sortilegio protettivo, o almeno così credeva. Li aveva trovati in un libro in biblioteca.

Non rivelarono niente.

"Sei sicura che funzionano?" chiese Neville, dubbioso. Ginny scrollò le spalle e si avvicinò alla teca di vetro. La spada luccicava. Sollevò con facilità la protezione di vetro e l'appoggiò di lato. La prese. Non accadde nulla. Si voltò verso i due amici.

"Non è successo niente" disse.

"Presto, andiamo via di qui" esclamò Neville.

"COME OSATE?!" un urlo nella stanza apparentemente vuota, li fece trasalire "Come osate rubare al Preside, sciocchi!"

Era Phineas Nigellus, Ginny lo riconobbe subito, visto che aveva passato un'estate nella sua vecchia casa, a Grimmuld Place.

"La spada è di Harry, non è di Piton!" rispose lei.

"Ginny.. andiamo via.." gli disse Neville.

"Non sai quello che fai.."

"E invece lo so benissimo!"

"Sciocca ragazza.."

"Ginny!" protestò Neville "Andiamo, forza"

Si voltarono verso la porta, pronti a correre per le scale a chiocciola.

"Oh" un gemito sommesso uscì dalla bocca di Luna.

Ginny sentì un brivido percorrerle la spina dorsale.

"Pensavate davvero di farla franca?" sibilò Severus Piton.


*

Il professore era livido di rabbia. Era tanto che Ginny non lo vedeva così da vicino. Era brutto come sempre, solo che aveva occhiaie più profonde e un colorito sul verdognolo. Probabilmente, lavorare a tempo pieno per Voldemort era molto stancante.

Solo ora si accorse che il Galeone bruciava, nascosto nella tasca del mantello. Come diavolo avevano fatto a non sentirlo?

"Come avete osato" disse il Preside "intrufolarvi nel mio ufficio e rubare.."

"Quella spada non è sua!" esclamò Ginny.

Gli occhi vuoti del professore si posarono su di lei.

"Ah, Weasley" disse "avrei dovuto scommettere che c'entravi te.. Hai cominciato a fare anche te l'eroina, data l'assenza della figura del tuo prezioso Potter?"

Fece una specie di ghigno. Ginny stava per rispondere ma una gomitata di Luna la fece stare zitta.

"Bene" disse Piton "Cinquanta punti in meno a testa" esclamò "e una punizione, ovviamente, una punizione esemplare"

Andò dietro la scrivania, e diede le spalle ai ragazzi. Ginny era sicura che stesse prendendo qualche strumento di tortura, anche se non capiva perchè, dato che la Maledizione Cruciatus era semplice, veloce e sicuramente efficiente.

"Andrete a svolgere del lavoro per Hagrid, nella Foresta Proibita. Domani notte" disse, sempre dandogli le spalle.

Non potevano crederci. Piton si voltò.

"Quelle espressioni sulla vostra faccia non fanno altro che evidenziare ancora di più la vostra stupidità." disse, mellifuo "D'altronde, ero già consapevole della vostra scarsa intelligenza, dato che sono statp vostro insegnante, e ciò che è accaduto questa notte lo dimostra. Il signor Gazza vi riaccompagnerà ai vostri dormitori"

Lo videro frugare nella tasca del mantello.

"E ovviamente" esordì.

Ginny sentì Neville irrigidirsi.

"Ovviamente scriverò ai vostri genitori per informarli dell'accaduto"

Il braccio del ragazzo si rilassò. Evidentemente si aspettava una Maledizione.

Si avvicinò a Ginny, e le strappò la spada dalle mani.

"Questa la riprendo io, signorina Weasley. O devo chiedere un permesso speciale al caro signor Potter?"

Prese la spada, e la riposò nella teca. In quel momento arrivò Gazza e li scortò ognuno nei propri dormitori, quindi i tre non poterono parlare. E comunque, non c'erano parole per descrivere quello che era appena accaduto.

Quando Neville e Ginny varcarono il passaggio della Signora Grassa, una folla inattesa li attendeva.

Tutti i membri dell'Esercito di Silente (quindi tutti i ragazzi del settimo e del sesto anno) di Grifondoro li attendevano.

"Siete vivi!" ruggì John.

"State bene? Eravamo preoccupatissimi, abbiamo provato a contattarvi con i galeoni.." esclamò Calì.

"Cosa vi è successo? Cosa vi ha fatto?" chiese preoccupato Seamus.

Ginny e Neville si guardarono.

"Siamo in punizione" disse semplicemente Neville.

"I Carrow?" balbettò Aisleen.

"No, è questo il bello... siamo in punizione con Hagrid!"

"Che cosa?!" esclamò Anthony "Era Piton, quello che avete incontrato? Siete sicuri?"

"Beh, almeno è una bella notizia" disse Lavanda, sorridendo sollevata.

"è strano, però" disse Ginny.

"Voi tutto ok?" chiese Neville.

"Sì.. abbiamo visto i Carrow in giro, ma erano troppo occupati.." disse Calì, ridacchiando.

"Decisamente!" rise anche Aisleen.

"Pix ha combinato un disastro" disse Anthony "penso che domani nessuno potrà fare Pozioni. Lumacorno troverà una bella sorpresa"

"Mi dispiace per lui, non è un cattivo professore" disse Miriam.

"Certo se fai parte del suo gruppetto" rimbeccò John.

"Comunque i sotterranei sono completamente sommersi dall'acqua" disse Seamus "i Serpeverde dovranno salire praticamente a nuoto"

Scoppiarono tutti a ridere. Ginny si immaginò Cassiopea Grey e Pansy Parkinson che arrivavano a lezione con i vestiti e i capelli fradici.

"E i Carrow sono furibondi" aggiunse Anthony.

"Cosa è successo?" chiese Ginny.

"Diciamo che è stata una serata divertente, per noi" disse Aisleen.

"Micheal Corner è stato un grande! Ha lanciato una manciata di Polvere Buiopesto, e loro non ci vedevano più, e abbiamo cominciato a lanciargli decine di Caccabombe" raccontò Calì, ridendo.

"Spero si facciano una doccia, stasera" aggiunse Aisleen.

"E Phoebe, ha dato un calcio ad Alecto da sotto il mantello invisibile, e l'ha fatta cadere addosso al fratello" esclamò Anthony "e hanno cominciato ad azzuffarsi tra loro"

"è stata una scena esilarante" commentò Calì.

"E Ash ha, diciamo, firmato l'atto" aggiunse Anthony.

"Ho scritto sul muro 'L'esercito di Silente continua a combattere'" disse la ragazza.

"Ragazzi, siete stati magnifici!" commentò Neville. Fece un lungo sbadiglio. Era tardi.

"Andiamo a dormire" disse Miriam, alzandosi. Si diedero la buonanotte, Ginny, Miriam, Aisleen, Calì e Lavanda salirono insieme nel dormitorio femminile.


*

La mattina dopo era per fortuna Sabato, e quindi avevano un po' più di tempo per dormire. Si alzò tardi e scese nella Sala Grande con gli altri. Luna li attendeva all'ingresso.

"Buongiorno" disse, sorridendo "i Carrow hanno un aspetto orribile"

"Sai che novità" disse Neville "non sono mai stati carini"

"E ancora non avete visto l'intera casata Serpeverde" ridacchiò Luna.

Appena entrarono, tutti i ragazzi dell'Esercito scoppiarono in una risata fragorosa. I Serpeverde avevano un aspetto orribile.

"Ah, mi sono dimenticato di dirvelo" sussurrò Anthony "Phoebe ha imposto uno speciale incantesimo, in modo che i Serpeverde non possano nè asciugarsi, nè tantomeno lavarsi, per ventiquattro ore. Ogni tentativo è inutile"

Ginny vide Cassiopea, Pansy e le altre ragazze lanciargli uno sguardo di puro odio. Puzzavano, erano sporche e bagnate per l'intero sabato. Dieci a dieci, Pluffa al centro, pensò Ginny. Salutò con la mano e un sorriso raggiante le ragazze di Serpeverde, mulinando, alla Fleur Delacour, i suoi lunghi capelli puliti. Se gli sguardi potessero incenerire una persona, Ginny sarebbe stata sicuramente ridotta ad un mucchietto di cenere.

"Wealsey! Paciock! Nel mio uffico, subito"

La voce inconfondibile di Minerva McGranitt, deformata da una nota vibrante di rabbia, li chiamava. Neville e Ginny si voltarono verso l'insegnante, che era dietro di loro.

"Possiamo fare almeno colazione?" chiese Ginny, e il suo stomaco fece un cupo brontolio, quasi a sottolineare la sua urgenza.

"Ho detto subito" ordinò la donna, perentoria. I due ragazzi la seguirono, consapevoli della loro sorte.

La McGranitt camminava a passo talmente spedito che dovettero quasi correre per starle dietro.

"Il professor Piton mi ha riferito ciò che è successo questa notte" disse, appena furono nel suo ufficio.

Neville chinò la testa, colpevole.

"Mai mi sarei aspettata un atto così irresponsabile e così stupido da due miei studenti"

Le fremevano le narici. Ginny avrebbe scommesso che da lì a poco le sarebbe uscito del fumo, come ad un drago.

"Vi rendete conto del rischio che avete corso?" continuò l'insegnante "per che cosa poi? Cosa dovevate farci con quella spada?"

"La spada è di Harry" rispose Ginny.

"La spada di Grifondoro può presentarsi a qualunque valoroso Grifondoro" rispose l'insegnante "so che Silente l'aveva lasciata in eredità al signor Potter, e so che a lui era arrivata nella Camera dei Segreti, anni fa', ma il ministero ha fatto in modo che non gli venisse consegnata. Comunque, non credo che gli sarebbe stata così utile, qualunque cosa stia facendo. E non vedo come voi tre (sì, so anche della signorina Lovegood) potevate fargliela avere"

"Professoressa, come ha detto quella spada è di proprietà di qualunque valoroso Grifondoro! Non è giusto che ce l'abbia Piton" esclamò Neville.

"Capisco, Paciock, ma non è una cosa per cui vale la pena rischiare tanto"

Notarono entrambi l'assenza del rimprovero, per essersi riferiti ad un professore con il giusto appellativo.

"Ora andate, avrete fame. Ho già informato dell'accaduto i vostri famigliari"

Ginny e Neville borbottarono un saluto e fecero per andarsene.

"Questo genere di comportamenti non mi fanno sentire l'assenza di Potter, Weasley e la signorina Granger" disse Minerva McGranitt. Ginny non l'aveva guardata in faccia, ma era sicura che sul suo volto ci fosse un velo di malinconia.

"Mamma mi ucciderà. Non mi sorprenderei di ricevere una Strillettera come quella che ricevette Ron, al mio primo anno"

"O come quella che ricevetti io al terzo anno" ridacchiò Neville "no, credo che mia nonna non mi rimproverà, questa volta"

"Beato te" rispose Ginny. Sua madre l'avrebbe strangolata, appena l'avrebbe avuta tra le mani. Comunque, meglio morire per mano sua che per mano dei Carrow, ovviamente.

Non fecero in tempo ad infalarsi qualcosa in bocca, che una pesante manata sulla spalla li fece quasi strozzare.

"Hagrid!" strillò Ginny, una volta tornatele il respiro. Neville tossiva e sputava uova sul piatto di una schifata Lavanda Brown.

"Ti avevo detto, di non cacciarti nei guai!" esclamò il Mezzogigante "ma visto che sei la fidanzata di Harry Potter non potevi darmi retta, no!"

"L'hai detto" rispose sorridendo la ragazza.

"E te Neville, eh? Sei sempre stato un tipo a posto, tranquillo.. ti metti a fare casino proprio quando dovresti startene buono! Farai prendere un colpo a tua nonna!"

"Nonna è forte" rispose Neville.

"Beh, vi è andata bene. Starete con me stasera. Come ai vecchi tempi, eh Neville? Ti ricordi, la nostra gita nella Foresta, con Ron, Harry e quel cretino di Malfoy.."

"Come dimenticarlo" rispose il ragazzo con amarezza.

"Vi vengo a prendere alle nove, in Sala Grande"

"A stasera" disse Ginny.

"Sempre con questo sorriso da furbetta, eh?" ridacchiò Hagrid, scompigliandole i capelli.


*

Per quel week-end non c'erano riunioni dell'E.S. Si erano dati molto da fare, venerdì, ed era meglio non rischiare ulteriormente. E poi, il sabato sera, i tre capi, Ginny, Neville e Luna erano impegnati a scontare la loro "punizione". Hagrid fu gentile come al solito e in realtà si fecero un mucchio di risate. Ginny non era mai stata nella Foresta di notte, ci era stata solo quella volta che fuggirono per raggiungere Sirius al Ministero, ed era solo pomeriggio, e non aveva fatto caso a quanto in realtà fosse inquietante. Era davvero buia e sinistra, e gli scricchiolii intorno a loro gli ricordavano perennemente che non erano soli e che non c'erano nemmeno persone intorno a loro. Le fronde degli alberi coprivano completamente il cielo, e le levigature dei tronchi le sembravano dei volti minacciosi, nascosti nell'ombra. La figura di Hagrid e quella di Thor, però, la rassicuravano, come la luce che la mamma le metteva in camera sua quando era molto piccola, e aveva paura del buio, anche se troppo orgogliosa per ammetterlo. Luna, a fianco a lei, appariva serena e tranquilla. Anzi, si guardava attorno con aria deliziata.

"è bello" sussurrò la ragazza, come se avesse letto nei pensieri di Ginny "mi piace"

Ginny vide Neville scuotere la testa, rassegnato.

"Qui non si vede nulla, Luna" rispose Ginny "solo buio"

"Non guardi con attenzione" rispose la Corvonero "la vedi la luce della luna che illumina qui cespugli laggiù? Sembrano d'argento. Oppure non senti questo suono?"

"Io sento solo scricchiolii probabilmente causati da orridi animali che abitano qui dentro" mormorò Neville.

"Ehi! La Foresta è abitata da creature molto amichevoli!" esclamò Hagrid.

"E i ragni che hanno incontrato Ron ed Harry al secondo anno?" chiese Ginny.

"Quella è la famiglia di Aragog!" rispose Hagrid, poi tirò su con il naso "povero amico mio. Ha avuto una lunga vita e Harry e il professor Lumacorno mi hanno aiutato a dargli un funerale decoroso.."

"Eh?!" esclamò Neville.

"Zitti! Perchè non vi godete questo suono?"

"Ma quale suono, Luna.."

"Se fai silenzio lo sentirai!"

Ammutolirono tutti e quattro. Ginny provò a concentrarsi, ed andare oltre i rumori minacciosi. Sentiva il respiro forte di Thor, poi il vento, che produceva cupi sibilii tra i rami. Il suono diventava quasi piacevole, e poi chiuse gli occhi, e sentì qualcos'altro insieme al vento, un piccolo gorgogliare, argenteo e piacevole. Respirò a fondo, degli odori a cui prima non aveva fatto caso o che dava per scontati le riempirono i sensi, terra, erba, foglie, forse qualche frutto, poi qualcosa di selvatico, e mirtillo, forso il profumo dello shampoo di Luna..

Era un ruscello, quel suono nascosto, ma c'erano ruscelli nella Foresta Proibita?

"Hagrid!" chiese Ginny, interrompendo il silenzio "c'è un ruscello, da queste parti?"

"Sì" rispose il Mezzogigante "Altrimenti non ci sarebbero tanti animali e tante piante, qui. Da quelle parti si trovano spesso gli unicorni, e anche le mamme con i cuccioli.."

A Ginny e Luna brillarono gli occhi.

"Ti prego, andiamo! Voglio vedere un unicorno, non l'ho mai visto!" lo supplicò Ginny.

"Anche a me piacerebbe vederne uno" disse Luna.

"Basta che non fate baccano! A loro piace il silenzio.."

"Ma è pericoloso Hagrid? Non ci sono.. ragni giganti, o cose simili?" chiese Neville.

"I ragni abitano molto più giù" rispose Hagrid.

La risposta non parve tranquillizzare il ragazzo.

Il ruscello era più vicino di quello che pensavano. In quel punto, la Foresta non era nè minacciosa, nè pericolosa. Era bella.

"Se stiamo calmi e tranquilli potrebbero avvicinarsi" sussurrò Hagrid. Si nascosero dietro dei cespugli ed aspettarono.

Arrivarono in fretta, in realtà. Ginny trattenne il fiato. Erano stupendi. Ce n'erano tre, uno grande e due puledri. L'adulto era di un bianco splendente, abbagliante, con il grande corno caratteristico d'oro, come gli zoccoli. I puledri, invece, erano d'oro puro, e non avevano ancora il corno.

Ginny non si era accorta che Luna si era alzata in piedi, finchè non l'aveva vista vicino al ruscello, dov'erano i tre animali. L'unicorno adulto alzò lo sguardo, curioso, ma non si allontanò. La ragazza si avvicinò di più e tese una mano verso l'unicorno, e questo le si avvicinò, permettendole di accarezzarle il muso. Luna si frugò in una tasca, e tirò fuori delle zollette di zucchero, che l'animale mangiò con gusto.

"Incredibile" borbottò Hagrid "mai visto niente del genere"

Ginny sapeva qualcosa sugli unicorni. Sapeva che erano timidi e sospettosi, e non si avvicinavano agli umani.

Anche i puledri si avvicinarono a Luna, e lei gli diede altro zucchero. L'idillio finì quando Neville inciampò e fece troppo rumore. I tre unicorni fuggirono, veloci come il vento.

"Erano una mamma con i cuccioli" disse semplicemente Luna, agli amici.

"Hai talento!" esclamò Hagrid "Ti piacciono gli animali, eh?"

"Sì, moltissimo" rispose lei.

"E a loro piaci tu! Non ho mai visto niente del genere.."

Uscirono dalla Foresta. Era tardi, anche se non era ancora finito l'orario di punizione.

"Venite dentro, vi faccio una tisana e poi tutti a dormire" esclamò Hagrid, e li fece accomodare nella sua capanna. Ginny apparecchiò la tavola, mentre Luna grattava le orecchie a Thor.

"Sapete, avere voi tre qui mi fa pensare di avere ancora Harry, Ron ed Hermione" esclamò Hagrid "vedi, Neville, su quella sedia si sedeva sempre Ron.. e Hermione era quella che mi aiutava ad apparecchiare, e Harry stava spesso con Thor.."

Ginny sorrise. Hagrid mise un grosso piatto colmo di biscotti, sul quale Neville si avventò subito, affamato.

"Pensate a cosa potrebbe farci Piton se scorpiresse che invece di stare a lavorare nella Foresta, stiamo qui a prendere the e biscotti!" esclamò Neville.

"Mah, è strano, comunque" borbottò Hagrid.

"Cosa?" chiese Luna.

"Sinceramente, mi è parso strano quando Piton ha detto che dovevate sbrigare del lavoro con me. Insomma, nella Foresta non c'è niente da fare ultimamente, e lui lo sa, o almeno credo. Le dispenze delle Pozioni sono piene, o comunque Horace non mi ha chiesto niente.. Ovviamente non ho detto niente, ero contento che vi avesse affidato a me, so come puniscono le persone quei due mentecatti.."

Si voltò a guardare dalla finestra, verso il castello.

"Una volta, queste cose non si sarebbero nemmeno immaginate, qui dentro" disse Hagrid, in un soffio.


*

La lettera della mamma aveva tardato, ma Ginny sapeva benissimo che sarebbe arrivata. Vide Errol planare affaticato verso di lei, e fu sollevata nel vedere che tra le zampe non aveva una Strillettera. Diede da mangiare al gufo e aprì la pergamena.


Ginny,

ho ricevuto una lettera da Minerva in persona. Sei nei guai fino al collo, signorina, io e tuo padre moriamo di preoccupazione ogni giorno e tu passi le tue giornate a fare sciocchezze, rischiando ben più di una punizione! Da te non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere, ti sei comportata da incoscente, ti credevo più matura!


La lettera continuava ben oltre.

"La mamma ha ricevuto la notizia?" chiese Neville. Ginny annuì.

"è fuori di sè"

"Si calmerà"

Ginny scrollò le spalle.

"Tua nonna? Ha detto qualcosa?"

Neville tirò fuori dalla tasca una pergamena spiegazzata.

"In realtà no.. anzi. Ha detto di essere fiera di me!"

Gli occhi del ragazzo si erano illuminati. Ginny sorrise: sapeva che Neville non aveva nessun altro che la nonna, e che teneva molto al suo giudizio. Era sempre vissuto nell'ombra di amici più coraggiosi o dei genitori, giustamente famosi, e ora aveva cominciato ad uscire allo scoperto, e tutti stavano scoprendo chi era veramente Neville Paciock.

Ginny accartocciò la lettere dalla mamma e la buttò nel suo piatto, tra le briciole dei suoi toast. Non capiva niente. Ma non ci aveva sperato. Sua madre la riteneva solo una bambina, e perciò la sua unica preoccupazione era proteggerla. Ma non era così. Ginny a volte avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, ritornare ad avere sei anni, stare a casa con mamma e papà, senza preoccupazioni. Ma non lo era. Era grande, e i giochi erano finiti. Da molto tempo.



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Capitolo 69
*** Il Dono Di Luna ***


69efp

Il Dono di Luna


La prima neve era arrivata presto, quell'anno. Era una notte dei primi di Dicembre, e mentre Miriam le medicava la mano sinistra, ricoperta di tagli, Ginny si era ritrovata a fissare la finestra, senza vederla davvero. Fu Aisleen a farle notare che nevicava.

"Voglio sapere cosa dirà tua madre, quando vedrà tutte queste cicatrici" esclamò Miriam, quando ebbe terminato il suo lavoro.

"So che Flebo dirà che 'è solo il segno del mio courage" rispose lei, sorridendo.

"Chi?!"

"Mia cognata.. Fleur Delacour, te la ricordi, no?"

"Ah sì.. Beauxbatons"

"Esattamente"

A proposito, chissà come se la cavavano Bill e Fleur.

Li avrebbe rivisti a Natale?

Bill le scriveva una volta al mese, ma le sue lettere erano impersonali e povere di informazioni. Con il nuovo regime era tutto quello che poteva avere, e immaginava che Bill fosse troppo impegnato per perdere troppo tempo a scrivere messaggi criptati per lei. Aveva sentito Charlie giusto all'inizio della scuola, e i suoi genitori una volta ogni due settimane. Fred e George si facevano sentire abbastanza, soprattutto per i rifornimenti per l'E.S.

"Qual'è il prossimo attacco dell'E.S?" chiese Aisleen.

"Immagino le solite scritte sui muri" rispose Ginny.

"Dovete spiegarmi perchè rischiate tanto per delle scritte!" ribattè acida Miriam.

Ginny sospirò. Miriam era dalla loro parte, ovviamente, ma era quella che si preoccupava di più per la loro sicurezza. Le ricordava così tanto Hermione.

"Miri, quelle scritte servono" rispose semplicemente "servono a tenere alto l'umore delle persone, danno speranza e fanno sorridere. Non ti sembra abbastanza?"

Con il concludersi del primo trimestre, Carrow aveva annunciato, con uno strano luccichio negli occhi che dal secondo semestre avrebbere cominciato con nuove attività formative.

"Che genere di attività?" chiese Cassiopea Grey, di Serpeverde.

"Uniremo la pratica all'educazione" rispose Amycus "da Gennaio, vi eserciterete con la Maledizione Cruciatus e la Maledizione Imperius su chi se lo merita"

"E chi è che se lo meriterebbe?" chiese John Evans, senza alzare la mano.

"Ad esempio, persone come te, che finisci in punizione una volta a settimana" ringhiò il professore. John scrollò le spalle, con fare insolente. Ginny vide Miriam alzare gli occhi al cielo. Per fortuna Amycus non la vide.

Per la prima volta da quando era entrata ad Hogwarts sentiva la necessità di tornare a casa. Per quanto si divertisse con il resto dell'E.S a fare le loro bravate, aveva bisogno di sentirsi a casa. Per il momento, aveva bisogno di una pausa dalla guerra.

Dopo la lezione assistette all'ennesimo battibecco tra Miriam e John.

"La devi smettere di comportarti così, non è modo di affrontare le cose! Sembri un ragazzino del secondo anno, spavaldo e incoscente!"

"Quanto la fai lunga, Mì!"

"Ma vuoi capirlo che rischi troppo, non è un gioco, qui non c'è in rischio solo la Coppa delle Case!"

"Dovrei stare zitto a guardare?"

"Non ho detto questo.."

"Dovevo stare seduto al mio posto quando quel pazzo ha aggredito Ash?"

"Non l'ho detto!"

"E cosa diavolo stai dicendo?"

"Semplicemente di risparmiarti bambinate inutili!"

"Io trovo che quello che sta facendo John sia semplicemente ammirevole" si intromise Phoebe Murphy. Ginny, Anthony e Aisleen, che stavano assistendo al litigio, si voltarono verso di lei.

"Ho lezione dopo di voi" spiegò, rispondendo alle occhiate interrogative dei Grifondoro.

"è solo coraggioso! Ed è solo da lodare il suo comportamento"

"Tu questo lo chiami coraggio?" esclamò Miriam, stizzita.

"Precisamente"

"Cara, questa è spavalderia, imprudenza, immaturità, ma sicuramente non è solo questione di coraggio!"

"Parli così semplicemente perchè tu non hai il suo coraggio, e probabilmente non agiresti come lui per non rovinare la tua bella media"

"Ma chi sei per parlarmi così?!" ruggì Miriam "Non ho il coraggio? Tu non mi conosci! Parla quella che ha fatto la secchiona con la Carrow il primo giorno, sperando di poter mantenere la sua sfilza di 'E' in Babbanologia!"

"Guarda che nemmeno tu mi conosci.."

"Oh sì, non mi serve molto per inquadrare una come te!"

"Ah sì? Cosa vorresti dire?"

"Ragazze, basta!" esclamò Aisleen, supplichevole "stiamo attirando l'attenzione di tutto il piano!"

Miriam lanciò un'occhiata di fuoco a Phoebe, ma seguì il consiglio di Ash.

"Che diamine vuole? Che ne sa lei?" sbraitò rivolta a Ginny ed Ash, una volta in Sala Comune "Non mi conosce e non sa niente di John! Io.. cioè noi conosciamo John, siamo noi i suoi amici, lei da dove diavolo è spuntata?!"

"Penso che sia un po' che.. che si frequentano" rispose Ash.

"E allora? Noi lo conosciamo da sei anni! Sai cosa significa?"

Il quadro della Signora Grassa si spostò ed entrò John, infuriato, seguito da Anthony, che aveva uno sguardo preoccupato.

"Mi spieghi che cos'hai?" esclamò.

"Sono solo preoccupata!"

"Smettila, ok? Non sei mia madre!"

"Lo so, tranquillo"

"No, non mi sembra. Sono mesi che non fai altro che fare prediche a tutti, mi hai stancato. Prima te la prendevi con Ginny, ora con me, ma mi hai rotto. La Miriam che conoscevo io era quella che si faceva valere con la Umbridge, non una piagnucolona che non fa altro che rimproverare gli altri. Torna in te, oppure lasciami in pace!"

Per un momento, Ginny credette che Miriam lo avrebbe schiaffeggiato. Invece, le fremettero le braccia per un momento, ma poi si girò e si diresse verso il buco del ritratto, e uscì.

"Non credi di aver esagerato?" sibilò Ash.

"No" rispose John, senza guardarla.

"Guarda che lo fa per noi!"

"Non mi interessa" rispose lui "tornasse in se"

"John sei troppo duro con lei" intervenne Ginny "sono tempi difficili per tutti, ognuno sta reagendo in un modo diverso.. lei è fatta così.."

"è questo il punto!" esclamò John "quella non è Miriam Cohen!"

Senza dire altro, anche lui si diresse nel dormitorio.

"Ha ragione, però" disse Anthony.

"Ma come, ha ragione?" esclamò Aisleen "non capite proprio, vero? Miriam è spaventata, ha visto suo padre scappare via per nascondersi quest'estate, ha visto la sua casa perquisita dai Mangiamorte, si è dovuto occupare di tutto lei, perchè sua madre non ha retto lo stress e sua sorella è troppo piccola! Dite tanto che non è più lei, ma evidentemente non la conoscete! Lei si prende troppe responsabilità, e per quanto Miriam è una delle persone più forti e coraggiose che conosco, questo è troppo anche per lei!"

"L'unica è rimanere uniti" disse Ginny "non bisogna arrivare a questo.. è ciò a cui mirano i Mangiamorte e i Carrow! Ci vogliono soli, e separati.. insieme siamo più forti"



*


"Non pensavo sarebbero arrivati a tanto" esclamò avvilita Calì Patil.

"Io invece me lo aspettavo proprio" rispose Micheal "il passo era breve"

"Sì ma.. farci esercitare con le Maledizioni! Sui nostri compagni!" esclamò, disgustata, Lavanda Brown "è.."

"..orribile" completò Padma Patil.

"..disgustoso" aggiunse Seamus.

"terribile" terminò Anthony Goldstain.

"Ragazzi, questa riunione sarebbe per salutarci prima delle feste" disse Luna "dovremmo lasciare i brutti pensieri fuori dalla porta, almeno per questa volta"

Era una delle ultime riunioni dell'E.S. Hannah Abbot ed Ernie McMillan si erano intrufolati nelle cucine e si erano fatti dare dagli elfi qualche dolcetto. Quella sera non si sarebbero esercitati e non avrebbero pianificato nulla. Avevano solo voglia di stare insieme e, magari, sentire quel po' di quello spirito natalizio che mancava.

La Stanza delle necessità aveva, però, cercato di aiutarli. Erano comparsi delle decorazioni e Ginny e Luna si erano divertite tantissimo ad usarle. Era stato l'unico momento davvero allegro di tutto il mese. Anche se, pensare al Natale precedente, faceva soltanto male..

Ultimamente Neville era riuscito recuperare anche una vecchia radio e, grazie alle indicazioni criptate di Fred e George (talmente criptate che si erano dovuti mettere tutti insieme per cercare di capire cosa diavolo volessero dire, e ci erano arrivati solo grazie a Phoebe Murphy) erano riusciti a sintonizzarsi su Radio Potter, un canale gestito interamente da Lee Jordan e vari componenti dell'Ordine, come Kingsely e Lupin, che dava loro innumerevoli informazioni su cosa succedeva fuori. Si sentivano meno soli, sentendo quelle voci familiari, ma, purtroppo, spesso gli davano notizie spiacevoli.

Radio Potter e il Cavillo erano il loro solo, veritiero, contatto con il resto del mondo, e con l'Ordine della Fenice.

"Ragazzi questa è l'ultima riunione prima delle vacanze, probabilmente" disse all'improvviso Neville, alzandosi in piedi.

"Vuoi fare un discorso, Neville?" esclamò Seamus.

"No!" rispose Neville, arrossendo "volevo solo.. solo dire qualcosa"

"Spara!" lo incitò Anthony.

"Ecco.. volevo ringraziarvi. Senza di voi, non so come sarebbero stati questi mesi.."

"Lunghi e tetri" rispose John.

"Tristi" aggiunse Grace.

"spero che al ritorno dalle nostre case, saremo più uniti e più forti di prima"

"Chi tornerà" aggiunse Phoebe, con una nota di tristezza. John si voltò di scatto verso di lei.

"Che cosa..."

"Mamma e papà non vogliono che io torni" rispose lei.

"In realtà, nemmeno i miei" disse Calì "ma non credo possano tenermi a casa. Ormai c'è la legge"

"Ma, quindi dici che i tuoi genitori ti porteranno via dall'Inghilterra?"

"Se possono, sì.." rispose Phoebe "ma non credo ci riusciranno.. dovevano pensarci prima, ora è praticamente impossibile varcare i confini. E poi" fece una pausa "io voglio restare" aggiunse, quasi a bassa voce. Per qualche motivo arrossì.

"Devi restare!" ruggì John "come faremmo senza di te?"

Phoebe lo guardò, ancora più rossa.

"Staremmo benissimo anche senza di lei" Ginny sentì distintamente Miriam al suo fianco.

"Sbaglio o nonostante questo clima di ansia e paura sta sbocciando qualcosa, qui?" esclamò Anthony.

Phoebe, se possibile, diventò ancora più rossa.

"Fatti gli affari tuoi" esclamò John.

Grace ridacchiò.

"Comunque" riprese Neville "volevo dirvi.. si Seamus, ora la smetto.. mi mancherete!"

"Via, come siamo sdolcinati" esclamò Seamus, facendo ridere gran parte dei presenti.

"Ci mancherai anche tu" esclamò Hannah Abbot, alzandosi in piedi e abbracciando Neville. Lui, imbarazzato, rispose all'abbraccio della ragazza, passandole un braccio intorno all'esile corpo.

"Quanto sarebbe felice Silente, di tutto questo?" sussurrò Luna nell'orecchio di Ginny. Lei si voltò e abbracciò forte l'amica.

"Ti voglio bene" le disse.

"Anche io"

"Non capisco cosa stia succedendo" esclamò Terry.

"è il Natale, vecchio mio. Abbracciamoci tutti!" esclamò Anthony Goldstain e abbracciò l'amico.

"Ehi.. non mi starai portando sotto il vischio, vero?"

"Ahahahah"

"E meno male che non c'era il clima natalizio" esclamò Luna, indicando dietro le sue spalle. Dietro c'erano Phoebe e John che si baciavano, incuranti di ciò che era intorno a loro. Prima di essere felice per loro Ginny cercò con lo sguardo Miriam, ma non la trovò.

"Ora non potrà più permettersi di dirmi niente!" sentì dire a Grace, probabilmente ad Anthony.

"Penso che la tua amica ci sia rimasta male" disse Luna a Ginny.

"Lo so"

"Sai, ho sempre pensato che John e Miriam fossero come Ron ed Hermione" disse Luna "si ritorveranno anche loro"

"Ma Ron ed Hermione non stanno insieme"

"Hanno ancora bisogno di tempo"

Quando Ginny e Aisleen tornarono in camera, quella sera, trovarono Miriam sotto le coperte.



*

Ultimamente quella che se la passava male, era Luna. I Carrow l'avevano presa di mira da un po' di tempo. Evidentemente anche i Mangiamorte avevano cominciato ad abbonarsi al Cavillo. Ma nonostante stesse in punizione cinque sere su sette, Luna era, come al solito, di ottimo umore.

"Le vendite vanno così bene, papà è felicissimo" disse un giorno "e se è felice lui, sono felice anche io"

Mancava davvero poco a Natale, e Luna aveva entrambe i polsi e le mani fasciata, e sul volto aveva un numero preoccupante di tagli. I professori erano preoccupati per la sua incolumità, ed era stata più volte convocata dalla McGranitt.

"Luna, tuo padre sa di quello che ti sta succedendo?" le chiese Ginny. La ragazza scrollò la testa.

"Dovresti dirglielo"

"Non voglio che si preoccupi"

"Si preoccuperà quando ti vedrà conciata in questo modo!"

"Voi non state messi meglio di me"

Ginny e Neville si guardarono: il ragazzo aveva un grosso taglio sulla guancia e zoppicava, mentre invce Ginny aveva un braccio fasciato.

"Dovete stare tranquilli" disse Luna "papà sarà fiero di me! Non vedo l'ora di rivederlo"

Ginny e Neville, ma in realtà anche Luna, sapevano che la ragazza finiva così spesso in punizione a causa di ciò che scriveva il padre sul Cavillo. Sosteneva Harry in modo aperto e chiaro, ma i ragazzi avevano paura delle conseguenze che ciò avrebbe potuto avere su Luna.

"Phoebe è così felice" disse Luna, cambiando radicalmente discorso "a quanto pare John Evans le piace davvero, non la smette mai di ringraziarmi per averla fatta entrare nel gruppo"

"Sì, e Miriam di maledirmi" mormorò Ginny "possibile che le persone pensano ancora a queste sciocchezze?"

Neville e Luna la guardarono in sottecchi.

"Che c'è?" sbraitò lei "è vero! Sono tutte stupidaggini, nessuno pensa a ciò a cui dovrebbe pensare davvero, tipo la guerra!"

"Per fortuna" rispose Luna "Non si può pensare alla guerra tutto il giorno, no?"

"Ginny, che ti succede?" chiese Neville "è un bene che le persone si distraggano un po'! È Natale!"

Ginny sbuffò "Natale! Non è Natale!"

"Si che lo è"

"No, non è vero! Non è Natale!"

"Ginny, non sei in te.."

"Tu adori il Natale, poi.."

"Quest'anno non c'è"

Ginny serrò le labbra. Non rispondeva alle lettere di sua madre da settimane. Non sapeva più cosa inventarsi. Non voleva rimanere ad Hogwarts, ovviamente, ma non voleva nemmeno andare a casa.

"Ginny, basta" esclamò Luna "non puoi pensare sempre e solo a combattere. Non c'è solo quello"

"Ah no?"

"No, e lo sai!" continuò Luna "è giusto che ci sia qualcuno che pensa a cose frivole come i ragazzi o il Natale. Servono anche queste cose ad essere forti contro il male"

Ginny sospirò.

"Ha ragione lei, e lo sai" disse Neville.

"Come fai?" esclamò Ginny, rivolta all'amica "come fai a mantenerti allegra? Quando i Carrow se la prendono con te tutti i giorni, quando vedi le persone torturate.."

"Dobbiamo mantenerci felici."

"Perchè?!" urlò Ginny.

Erano soli nel corridoio. Ginny era prossima alle lacrime.

"Perchè è il solo modo di sconfiggerli" disse Luna, sorridendo "l'unico modo per far sparire l'oscurità è accendere la luce, no? L'unico modo per sconfiggere i Dissennatori è rivivere ricordi felici. C'è un denominatore comune in tutto questo, o sbaglio?"

Ginny provò a fare un sorriso, ma le uscì solo una strana smorfia.

"Dai, venite con me" esclamò Luna. Prese sia Ginny che Neville per la mano.

"Dove?" chiese Neville.

"Fidatevi!"

"Ma.."

"è l'ultimo giorno! Le lezioni sono finite, domani si torna a casa.. oggi non avremo problemi!" rispose Luna.

Neville e Ginny seguirono l'amica, senza fare altre domande e si ritrovarono davanti alla stanza delle necessità. Luna cominciò a fare avanti e indietro davanti al muro, sotto lo sguardo dei due amici, che sapevano benissimo cosa stava facendo.

La porta comparì e prima di aprirla, Luna si voltò verso Neville e Ginny.

"Chiudete gli occhi!" ordinò. I due obbedirono.

Luna li prese di nuovo per mano e li condusse dentro la Stanza.

"Aprite!"

I due Grifondoro aprirono gli occhi e Ginny non potè fare a meno di sciogliersi in un sorriso.

Davanti a loro c'era un albero di Natale gigantesco, vero. Ginny respirò l'odore che sprigionava a pieni polmoni: profumo di abete, di caminetto acceso e di cannella.

Nel camino scoppiettava il fuoco, e vicino ad esso c'erano degli immensi scatoloni.

"Lì dentro cosa c'è?" chiese Neville, indicandoli.

"Ma è ovvio, no?" ridacchiò Luna "palline, luci, festoni.. tutto il necessario!"

Anche Neville si sciolse in un sorriso.

"è il mio regalo di Natale per voi! Anzi" si corresse Luna "il nostro. Mio e della Stanza"

"Io.. io.."

"Non devi dire nulla Ginny" disse Luna "l'unica cosa che dovresti fare è contattare gli altri.. credo che dovremo fare un'ultima riunione, prima delle vacanze"

"Un'altra ultima riunione?" ridacchiò Neville, cercando il suo galeone.

"Diciamo più.. una festa"

In poco arrivarono tutti: John e Phoebe arrivarono mano nella mano, al fianco di Grace e Anthony.

Hannah ed Ernie arrivarono con le braccia colme di biscotti allo zenzero, alla cannella e cioccolato.

Tutti furono entusiasti alla vista dell'albero di Natale.

"Ora sì che è Natale!" esclamò Padma Patil.

"Ho un'altra sorpresa per tutti voi!" esclamò Luna, tirando fuori un'altra scatola.

"E quella?!" chiese Neville.

"Questa è opera mia!" rispose Luna "ci sono i miei regali di Natale per voi!"

Si mosse un mormorio nel gruppo, tra l'imbarazzato e il curioso.

"Luna.. nessuno di noi ha pensato a fare dei regali" balbettò imbarazzata Aisleen a nome di tutti.

"Non importa!" disse Luna "I regali non si fanno per riceverli.. e poi sono sciocchezze!"

"Allora, questa scatola è per i ragazzi e quest'altra per le ragazze.. apritele!"

Tutti insieme si tuffarono sui due scatoloni. In quello dei ragazzi c'era una serie di cappelli da Babbo Natale, che tutti si infilarono con entusiasmo. In quello delle ragazze, invece, c'erano una sfilza di braccialetti, fermacapelli, ciondoli e orecchini.. tutti fatti con una piccola bacca di agrifoglio, qualche fogliolina e un campanellino.

"Sono bellissimi, Luna!" esclamò Phoebe, agguantando subito un braccialetto e mettendoselo al polso.

Ginny si stupì guardando Padma, Calì e Lavanda, da sempre fissate con la moda, mettersi le due gemelle un fermaglio alla fine della treccia e Lavanda un ciondolo.

"Grazie Luna" Aisleen abbracciò la ragazza, con i suoi nuovi orecchini che le scintillavano ai lobi.

Anche Miriam e Ginny scelsero gli orecchini.

"Si abbinano con i miei capelli!" esclamò Ginny, scuotendo la testa per far suonare i campanellini.

In quel clima di festa e allegria addobbarono tutti insieme l'albero di Natale, e per qualche ora, lasciarono fuori dalla porta la guerra, la morte e la disperazione.


*

Per la prima volta da anni, tutti gli alunni di Hogwarts, nessuno escluso, lasciarono il castello per le vacanze natalizie.

"è la prima volta che sono felice di lasciare questo posto!" esclamò Miriam, mentre insieme ad Aisleen, Ginny e la sua sorellina, Rachel, si avviavano verso le carrozze che le avrebbero portate all'Espresso di Hogwarts.

"Lo stesso vale per me" disse Aisleen.

"Anche se Natale non sarà lo stesso, senza papà" sospirò Rachel. Miriam le strinse la mano.

La neve era caduta abbondante, nella notte, e arrivarono nelle carrozze con calze e scarpe fracide.

Arrivate nel treno andarono subito a cercare uno scompartimento vuoto.

"Miri, io vado con le mie amiche!" disse Rachel, indicando due ragazzine del secondo anno di Grifondoro.

"vai, ci vediamo dopo!"

Trovarono uno scompartimento vuoto.

"John ed Anthony?" chiese Aisleen.

"Inutile aspettarli: staranno facendo i piccioncini con le loro ragazze" esclamò Miriam, acida, chiudendo con forza la porta.

"Ehm.. si può?"

Neville e Luna facevano capolino dalla porta appena chiusa da Miriam.

"Oh..ehm... certo!" balbettò Miriam, correndo subito ad aprirla "Scusate.. non vi avevo visto! Non era per voi che avevo chiuso.."

"Tranquilla Miriam, sappiamo benissimo che il tuo astio è rivolto ad un giovane moretto e la sua ragazza dai lunghi capelli neri.." disse Luna.

Miriam arrossì ancora di più ma nessuno osò ridacchiare.

"Ehm.. quando arriva il Carrello dei dolciumi? Muoio di fame!" disse Neville, per cambiare radicalmente discorso, cosa che fu ben accolta da tutti, soprattutto da Miriam.

"è vero! Muoio di fame!" esclamò Miriam, con la voce un pò più acuta del solito.

La Signora non si fece attendere molto, e Aisleen, Neville, Miriam e Luna spesero grosse somme, svuotando metà carrello.

"E cosa venderò agli altri? Mi manca ancora mezzo treno! Mi costringete a Moltiplicare il tutto!"

sospirò la Signora, andando via.

"Ginny prendi qualcosa!" la invitò Neville.

Conoscevano tutti i problemi finanziari di Ginny, e in quegli ultimi tempi erano anche peggiorati, dato che il padre lavorava sempre meno.

"Ragazzi, tranquilli, non ho fame"

"Mica le Cioccorane si mangiano per fame" esclamò Aisleen, ficcandogliene in mano una "forza!"

Neanche metà viaggio e avevano già le pance piene. Ogni tanto venivano a fargli visita qualche altro membro dell'Esercito di Silente. Lavanda, Calì, Padma, Seamus, Terry Boot,Anthony Goldstain e Micheal Corner si intrattenerono poco, dando a vedere che stavano molto bene anche solo tra loro. Ernie, Hannah e Susan stettero per una buona oretta, e saccheggiarono un po' dei loro dolciumi. Le nuove coppie non si fecero vedere per niente.

"Meglio così. Se non sanno far altro che pomiciare, possono stare anche per conto loro" esclamò Miriam.

"Oh Miriam, ogni scusa è buona per parlare di loro!" esclamò Aisleen.

"che cosa?! Non è vero!"

"Miriam, dai, ammettilo, sei.."

Un forte scossone non fece terminare la frase di Aisleen.

"Ma cosa...?!"

Il treno frenò di colpo, tanto che Ginny volò direttamente in braccio a Neville, che le era di fronte, ed Aisleen si ritrovò addosso a Miriam.

Le luci si spensero, e il treno non si mosse più, nel buio totale.

"Neville, scusa.."esclamò Ginny, cercando di divincolarsi.

"Tranquilla, non sei pesante"

"ma che succede?!" esclamò Miriam.

All'improvviso il buio diventò ancora più totale, tant'è che non si distinguevano nemmeno le forme.

"Questo non è un buio normale" esclamò Luna.

"è Polvere Buiopesto Peruviana!" disse Miriam.

"Ma chi.."

Ginny cercava la bacchetta, ma non riusciva a trovarla. Probabilmente l'aveva lasciata nel mantello.

Sentirono dei rumori, uno schiocco.

"La porta!"

"Chi va là!"

"Chi sei?"

"è quella lì.. quella bionda.."

"INCARCERAMUS!"

"Lasciatela in pace!" urlò Ginny "Luna! LUNA!"

"LUNA!!" ululò Neville.

"GINNY!"

Ginny provò a strisciare, ma aveva perso ogni senso dell'orientamento, in quell'oscurità.

"LASCIATELA!"

Prese una caviglia, abbastanza grossa da essere quella di un uomo, oppure quella di Neville. Ma il calcio che ne seguì, le tolse ogni dubbio. Sbattè la testa a qualcosa e per un attimo non sentì più nulla.

"Non intralciarmi.. ce ne sarà anche per te, lurida traditrice del tuo sangue.."

"Lasciala stare!"

Il dolore alla testa era aumentato. Ginny si sentiva svenire.

"LUNA!" la voce di Miriam... o di Aisleen?

"Lasciatemi! LASCIATEMI!" era Luna, la voce diversa dal solito. Ginny non aveva mai sentito Luna urlare..

Era buio, Ginny non sapeva dov'era, nè chi c'era intorno a lei.

Minuti dopo (o ore? O secondi? O anni interi?) l'oscurità scomparve. Ginny era a terra, ma Miriam le teneva la testa alzata.

"Oh Ginny! Stai bene?"

Ginny si alzò senza rispondere. Sentiva qualcosa di appicciocoso colarle sul lato destro della testa.

"Dov'è Luna?"

"Ginny, vieni qui, sei ferita.."

"Dov'è Luna?"

"Non c'è!" strillò Miriam "l'hanno portata via"

La ragazza si lasciò cadere su un sedile e scoppiò in un pianto disperato.

"che cosa..?"

"Ginny siediti, dobbiamo medicarti.." disse Aisleen.

"Sto bene.."

"No, non stai bene, stai sanguinando"

"Sto be.."

"GINNY, SIEDITI, CAZZO!" ruggì Neville. Le tre ragazze lo guardarono. Miriam smise di singhiozzare. Ginny si sedette e lasciò che Aisleen le pulisse la ferita.

Non dissero una parola per un bel po', finchè la porta dello scompartimento non venne aperta da John, Anthony, Phoebe e Grace.

"Ragazzi.. sapete cosa è successo?" chiese Anthony.

"Ginny! Sei ferita!" esclamò John.

"Luna.. Luna non è con voi?" domandò Phoebe.

Aisleen raccontò ogni cosa.

"Hanno rapito Luna?" mormorò la Corvonero, con le labbra che tremavano. John le passò un braccio intorno alle spalle, e la strinse a sè.

"Dovevamo aspettarcelo" disse Neville "l'avevano presa di mira da troppo tempo, e il padre non nascondeva da che parte era.."

"Povera Luna" disse Aisleen.

"Spero che stia bene.."disse Anthony.

"Come fa a stare bene, scusa? È in mano ai Mangiamorte!" esclamò Miriam, scoppiando di nuovo in lacrime. Grace l'abbracciò.

L'ultimo barlume di luce, la scintilla della speranza che Luna dava ad ognuno di loro, era sparito con la loro amica e compagna di battaglia.



Angolo autrice
Non so chi ancora mi segue, non so chi ancora vorrà seguire questa storia che va avanti da troppo tempo.
Ok, sono imperdonabile. Quanto sarà, un anno che non aggiorno?
Oddio, sono veramente imperdonabile.
Ma l'ispirazione non è a comando. Va e viene. è stato un anno un po' complicato, e mi è mancata la forza di continuare a scrivere. Ora, forse, il cielo è un po' più limpido, forse è il momento giusto per ricominciare a scrivere.
Nel frattempo, mi scuso con tutti quelli che hanno aspettato i miei aggiornamenti. Spero che questo capitolo ripagherà le attese.
Saluti a tutti e buona lettura!
Marty

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Capitolo 70
*** Passato, Presente, Futuro ***


70nvu

Passato, Presente, Futuro



"No, no, NO!" urlò Ginny.

L'oscurità si era diradata, di Luna neanche una traccia. Ginny, Neville e gli altri avevano perlustrato tutto il treno, senza trovare traccia dei Mangiamarte, com'era ovvio.

Il treno era ripartito, il giorno era tornato. Luna non c'era.

"Non è possibile" mormorò Neville, passandosi le mani tra i capelli "non è possibile!"

"Io so chi potrebbe sapere qualcosa!" esclamò Ginny. Prese Neville per un polso "vieni con me!"

Trascinò letteralmente il ragazzo verso la parte iniziale del treno, dove di solito si trovavano i Serpeverde.

"Che diavolo avete intenzione di fare?" strillò Miriam, ma Ginny non le rispose nemmeno, accecata dalla rabbia.

"Neville, cosa sta succedendo?" Seamus, Calì, Lavanda, Padma, Anthony Goldstain, Micheal e Terry erano appena sbucati da uno scompartimento, unendosi a quella specie di corteo che si era formato.

"Luna! È stata rapita" esclamò Phoebe.

"Stiamo andando dai Serpeverde" disse asciutta Ginny.

Estrasse la bacchetta, e spalancò la porta del vagone in cui gran parte dei Serpeverde si riunivano.

Cassiopea Grey con la sua amica castana Cordelia Thompson, Pansy Parkinson, Daphne Greengrass con la sorella Astoria (di un anno più piccola di Ginny), Tiger, Goyle, Zabini., Theodore Nott e Draco Malfoy.

"Che ci fai qui, Weasley?" esclamò Cassiopea.

"Ti sei portata tutto il corteo? I Mezzosangue qui non sono inclusi" sghignazzò Cordelia.

"Ma nemmeno la feccia come te" aggiunse Pansy.

Ginny puntò contro di loro la bacchetta.

"Che diavolo credi di fare, Weasley?!" esclamò Tiger.

"Cosa sapete?" ringhiò la ragazza.

"Di che stai parlando?" chiese Theodore Nott.

"Dov'è Luna?"

I Serpeverde si guardarono.

"Voi lo sapete!" urlò Ginny. Dalla sua bacchetta uscirono scintille.

"Metti via la bacchetta" sibilò Cassiopea.

"Parlate, luride Serpi"

"EXPELLIARMUS!" urlò, a tradimento, Cordelia.

"PROTEGO!"rispose, pronta Ginny, facendo apparire un forte scusa tra i suoi amici e i Serpeverde.

"Non ne sappiamo niente" esclamò all'improvviso Draco Malfoy.

"Verranno a prendere anche te, Weasley" esclamò Cassiopea, in una risata malvagia "e anche tutti voi"

"Ginny, lasciali stare" Miriam, come al solito, cercava di calmare le acque "tanto non sanno nulla.. figurati se sono così importanti da essere messi al corrente di certe cose"

Ginny abbassò la bacchetta, ricondotta alla ragione dall'amica.

"Ha ragione Miriam, andiamo" disse Neville, prendendo l'amica per mano, cosa che non sfuggì alle ragazze Serpeverde.

"Uh, Weasley, come hai fatto a sostituire Potter con quello sfigato di Paciock?" esclamò Pansy "non che Potter fosse questo granchè.. ma Paciock!"

Le ragazze continuarono a sghignazzare. Ginny chiuse la porta.

Si sentiva impotente. E quell'attacco di rabbia verso i Serpeverde era stato inutile e infantile, lo sapeva benissimo. Doveva solo sfogarsi, ma aveva messo inutilmente in pericolo i suoi amici.

Per fortuna era andata bene. Nessuno si era fatto male.

Ma Luna non c'era. La sua assenza aveva formato un vuoto incolmabile.

Micheal diede un forte pugno su una parete. Il rumore la riportò alla realtà.

"Micheal!" squittì Lavanda.

"Come si sono permessi a fare una cosa del genere ad una ragazza come Luna?" sibilò "avrei spaccato la faccia ad ognuno di quegli schifosi Serpeverde"

"Non sono stati loro" gli ricordò Padma.

"Ma avete visto le loro facce? Le loro risate?" esclamò il ragazzo "non saranno stati loro e probabilmente, come ha detto Miriam, non ne sanno niente perchè sono delle nullità. Ma sono stati i loro genitori, i loro parenti.."

Earno tutti in un unico scompartimento, sebbene non ci fosse posto. Alcuni erano seduti anche a terra ma non volevano separarsi. Phoebe era seduta sulle gambe di John, appoggiata al suo petto. Lacrime silenziose le scendevano sulle guance. Ginny era raggomitolata vicino al finestrino e guardava fuori, senza parlare. Aveva cominciato a piovere.


*


Possibile che quel maledetto baule fosse più pesante di quando era partita a settembre? Nonostante metà dei suoi averi fosse rimasto ad Hogwarts? Era perchè ormai era troppo abituata ad usare la bacchetta per ogni necessità? O forse erano stati quei tre mesi al castello che l'avevano svuotata di ogni forza?

"Ragazzi, fatevi sentire in questi giorni" li supplicò Miriam, mentre facevano la fila per scendere dal treno.

"Ma certo, come sempre" rispose Aisleen.

"Perchè non si sbrigano? Voglio scendere da questo maledetto treno!" sbottò Ginny.

Nessuno aveva realizzato a pieno quello che era successo. O forse nessuno voleva pensarci.

"Ci rivedremo, non è vero?" sussurrò Miriam, dando vita ad un pensiero che era nella mente di tutti. Tutti distolsero lo sguardo "Non è vero?"

"Io e Grace torneremo, te lo assicuro" disse John.

"Anche io! Voglio combattere" disse Anthony.

"Mamma vorrebbe che rimanga a casa" rispose Aisleen "Ma tornerò. Te lo prometto, Miri"

"Non che abbiamo molta scelta" disse Phoebe "La presenza è obbligatoria"

"Per i minorenni" sottolineò Aisleen.

Fuori dal treno li attendeva una Londra scura e fredda. Ginny riconobbe subito i suoi genitori, che la aspettavano, ansiosi. Si sorprese di vederli entrambi sulla banchina.

"Ragazzi, ci sentiamo" disse rivolta ai suoi amici "Buon Natale a tutti"

"Buon Natale, Ginny"

"Ci sentiamo il prima possibile" le disse Neville.

Ginny sorrise e andò dai suoi genitori, che le stavano venendo incontro.

"Ginny!" esclamò la mamma, abbracciandola.

"ciao mamma!" disse lei, ricambiando l'abbraccio. Sentiva che la madre era dimagrita ancora "sei tutta intera! Ma sei dimagrita così tanto..e la testa! Cosa hai fatto..?"

"Mamma sto bene!" si sciolse dall'abbraccio.

"Buonasera signori Weasley" li salutò Neville.

"Buonasera caro! Sei dimagrito tanto anche tu.." gli disse la signora Weasley.

"State bene ragazzi?" chiese il signor Weasley, dopo aver abbracciato la figlia, rivolto a tutti gli amici di Ginny.

"Più o meno.." rispose Miriam.

"Siete i compagni di corso di Ginny?" chiese Molly.

"Tutti tranne noi" rispose Grace, indicando se stessa e Phoebe "io di Tassorosso e lei di Corvonero"

I ragazzi si presentarono ai genitori di Ginny.

"Aisleen McQueen?" esclamò Arthur Weasley dopo che Aisleen si fu presentata "tuo padre..."

"Sì" lo interruppe Aisleen, abbassando lo sguardo.

Arthur le mostrò un sorrisetto dispiaciuto "Lo conoscevo.. Conoscevo Zach.. grand'uomo.. gran bravo ragazzo.. e gli assomigli, anche se hai molto di tua madre.." esitò "lei come sta?"

Aisleen alzò le spalle, a disagio "sta bene" rispose "ma non verrà qui. Mi viene a prendere mio zio"

Ginny conosceva Aisleen, e vedeva che la ragazza non aveva voglia di parlarne. Evidentemente lo intuì anche Arthur che si rivolse agli altri ragazzi.

"Voi? Avete qualcuno che vi viene a prendere?"

"Sì, sì, siamo a posto"

"Io e Rachel dobbiamo scappare.. altrimenti perdiamo il treno" esclamò Miriam, prendendo per mano la sorellina.

"Ragazze andate da sole con i mezzi babbani?" chiese preoccupata Molly.

"Siamo abituate.. nostro padre è Babbano di nascita.." spiegò Miriam.

"Conosco anche tuo padre.. Isaiah, giusto?" chiese Arthur. Miriam annuì.

Si salutarono tutti. Ginny seguì i genitori fuori dalla stazione. Suo padre aveva caricato il baule sul carrello e procedeva a passo spedito.

"Papà.. Luna.."

"Lo sappiamo già, tesoro" rispose il padre, con voce grave "è per questo che siamo venuti entrambi.. ma è meglio non parlarne qui"

Ginny annuì.

Fuori da King's Cross li aspettava una vecchia macchina, ovviamente modificata da Athur.

"Di questi tempi è il mezzo più affidabile.. e l'unico non sorvegliato" disse Molly "appena arriviamo a casa devo disinfettarti quel brutto taglio.."

"Tranquilla ci ha già pensato Ash" rispose Ginny "a proposito.. perchè conosevi il padre di Ash?"

"Tanti conoscevano il padre della tua amica" rispose Arthur, serio "e molti lo conoscono di fama. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona.. una persona eccezionale, anche la moglie"

Arthur girò la chiave nel quadrante e mise in moto l'auto. Si girò e uscì dal parcheggio in retromarcia. L'auto scivolava velocemente nel traffico londinese, aiutata dai vari incantesimi che Arthur vi aveva applicato.

"C'è stato un episodio a scuola.. che riguardava Ash.."

"Quando sei stata punita da Amycus Carrow?" la interruppe tagliente la madre "sei stata un'incoscente, Ginny, tu non sai.."

"Non possiamo parlarne dopo?" esclamò esasperata la ragazza, volgendo gli occhi al cielo.

"No, signorina ne parliamo ora! Lo capisci che quei due sono pericolosi?"

"Me ne sono accorta"

"E allora perchè ti comporti da irresponsabile?"

"Io non posso stare zitta a guardare!" esclamò Ginny "e comunque non ho bisogno di comportarmi da irresponsabile, loro puniscono chi vogliono e come vogliono, anche senza una scusa! E quel giorno già mi aveva puntato! Sia me che Aisleen!"

Raccontò del primo giorno di Arti Oscure, lo sguardo famelico di Amycus Carrow su di lei e sulla sua amica.

Però omesse il fatto che avevano usato una Maledizione Senza Perdono su di lei. Non era sicura che la madre avrebbe retto.

"Chi era il padre di Aisleen?" chiese Ginny alla fine del suo racconto.

"Lei non ve ne ha mai parlato?" chiese Molly. Ginny scosse la testa.

"La tua amica si trova in una situazione molto delicata. Ovvio che non vuole parlarne" disse Arthur.

"I Carrow se la prendono spesso con lei senza motivo.. Ash è molto riservata e di solito non si nota molto in classe.. però vorrei capire perchè quei due se la prendono così con lei" disse Ginny "con me se la prendono perchè io non sto zitta, e perchè sono una Weasley, quindi ha un senso.. Mi sono fatta delle idee, immagino che i genitori di Ash facessero parte dell'Ordine.. ma allora perchè non ho mai visto la madre? Cioè, se avesse partecipato alle riunioni avrei almeno saputo.."

Arthur sospirò.

"Sai Aisleen vive una situazione simile sia a quella di Harry che a quella di Neville.." rispose Arthur.

"In che senso?"

"I genitori di Aisleen erano molto giovani a quell'epoca.. ed erano due maghi formidaboli, entrambi Auror, entrambi prediletti da Malocchio Moody. Zacharias era un Babbano di nascita, ma aveva frequentato Hogwarts e tutto.. Moira discende da un'antica stirpe di maghi irlandesi. Insomma erano giovani, attivi.. ovviamente fecero subito l'ingresso nell'Ordine della Fenice"

"Moira continuò a combattere anche quando era incinta" intervenne Molly "Ti ricordi, Arthur? Non si fermava un secondo.. la vedevi, sempre pronta ad andare in missione, nonostante il pancione"

"Sì, è una donna straordinaria, una delle più forti che abbia mai conosciuto.. lei e Zach erano innamoratissimi, le missioni le facevano sempre insieme, erano una squadra, non solo una coppia. Hanno riempito le celle di Azkaban, quei due. Come puoi immaginare, si fecero molti nemici.."

Il padre si rabbuiò.

"Quando Moira partorì fu l'unico momento in cui non potè partecipare a tutte le missioni" disse Molly "ci provava sempre in realtà, non era il tipo che se ne stava a casa.."

"Moira e Zach erano in una situazione difficile. Soprattutto dopo la Caduta di Tu-Sai-Chi i Mangiamorte erano fuori controllo. Volevano vendetta e volevano sapere che fine aveva fatto il loro signore. Beh, sai cosa è successo a Frank e Alice Paciock, giusto? A Zach e Moira successe qualcosa di molto simile.."

"La loro casa venne accerchiata. Presero subito di mira Zach, per torturarlo, per far parlare la moglie. Ma la realtà era che volevano semplicemente ucciderlo, e forse avrebbero ucciso anche Moira e la bambina, se non fosse arrivato Malocchio Moody.

"Malocchio.."

"Già. Tutto ciò successe dopo ciò che era accaduto a James e Lily e anche dopo il fatto di Frank e Alice. Malocchio sapeva benissimo che i prossimi sarebbero stati loro"

"Non uccisero semplicemente Zach. Lo.. fecero a pezzi. Davanti agli occhi della moglie e della figlia, per fortuna troppo piccola per ricordare certe immagini"

"Non erano solo Mangiamorte, quelli che attaccarono i McQueen. C'erano degli altri seguaci di Tu-Sai-Chi tra loro, diciamo di rango inferiore. Tra cui anche i tuoi nuovi insegnanti.."

"Non si limitarono ad usare la magia. Soprattutto con Moira. Oltre ad ucciderli.. volevano umiliarli nel profondo. Quando Malocchio arrivò.. non c'era più speranza per Zach. E la scena che si trovò davanti fu.. raccapricciante. Zach era morto... i Mangiamorte stavano a guardare e gli altri si stavano occupando di Moira.. e della bambina"

"Hanno fatto qualcosa ad Aisleen?"

"Per fortuna Malocchio è arrivato in tempo"

"E.. la mamma?"

"A lei hanno fatto qualcosa di non umano.. nemmeno gli animali si comportano così"

"Arthur.."

"Non scenderò nei dettagli, ma sappi che è stata torturata e umiliata oltre i limiti umani. Devi sapere che Moira è una donna bellissima. L'hanno sfigurata, distrutta interiormente ed esteriormente. Quando Malocchio è arrivato, è riuscita a salvarla per poco. Così come la piccola Aisleen, che era finita nelle mani di Bellatrix Lestrange.."

"Fu lì che li catturarono tutti. Moira non si riprese più"

"Vuol dire.. che è nelle stesse condizioni dei genitori di Neville?" chiese Ginny.

"No.. ma non è tornata più la stessa. Non è più uscita di casa, ha abbandonato la carriera. Vive nella paura. Silente dovette lottare molto per farle mandare la figlia a scuola"

"Non credo che Moira sappia esattamente chi ci sia a comandare ad Hogwarts. Ormai si è allontanata dal mondo magico da molto"

Ginny era sconvolta. Aveva una gran voglia di vomitare.

"Aisleen sa.. tutto?"

"Per quello che conosco Moira sì, sicuramente le avrà detto tutto"

Ginny si accasciò sul sedile. Così anche Aisleen era come Harry e come Neville. Voldemort aveva negato anche a lei la possibilità di una vera famiglia. Era una sopravvissuta. In quei momenti, Ginny pensava a quanto era stata fortunata lei, ad avere ancora entrambi i genitori, e una famiglia così grande.


*

La casa era vuota e silenziosa, tranne per il demone nella camera di Ron, che gemeva e faceva rumore.

"Oh, quando fa così è insopportabile" sbottò Molly.

"Dai, se Ron fosse davvero a letto con la Spruzzolosi probabilmente si sarebbe comportato nello stesso modo" disse Ginny, facendo sfuggire ad entrambi i genitori un piccolo sorriso.

"Sono così contenta di averti a casa" disse la mamma, accarezzandole la testa.

"Anche io" rispose la ragazza, sincera.

"Quest'anno saremo pochi a Natale.. Bill e Fleur preferiscono passarlo da soli.. sai, è il loro primo Natale da sposati"

Ginny fece una smorfia.

"Charlie non riuscirà a venire, sicuramente, ma Fred e Geroge ci saranno. Ho invitato anche Remus e Ninfadora.."

Il volto di Ginny si illuminò "Davvero verranno?"

"Spero proprio di sì, tesoro!"

"Come sta Tonks? Si vede la pancia?"

"Eh sì, è bella rotonda.. il bambino dovrebbe nascere ad aprile!"

Era così bello che in mezzo a tanto orrore potesse succedere ancora qualcosa di bello, come la nascita di un bambino.

"Ora vai a sistemarti, tra mezz'ora è pronta la cena.. penso saremo solo noi tre, Fred e George non fanno in tempo"

La cena era come sempre ottima, solo che era strano essere solo loro tre, dopo tanto tempo.

"Papà.. avete saputo qualcosa di Luna?" chiese Ginny.

Arthur sospirò.

"Purtroppo no.. sappiamo solo che era questione di tempo. Xenophilius si è esposto troppo"

"Lo so.."

"Ma sono sicura che Luna sta bene.. è una ragazza forte" disse Molly.

"Non pensate che..."

"No Ginny, non dirlo nemmeno per scherzo"

"Non è questo il metodo dei Mangiamorte" disse Arthur "L'hanno rapita perchè vogliono qualcosa dal padre, per minacciarlo. Se volevano ucciderla, lo avrebbero fatto subito, sul treno"

Ciò non tranquillizzava Ginny.

"E.. avete notizie di Ron, Hermione e Harry?" chiese, a bruciapelo.

Arthur e Molly si guardarono. La donna abbassò lo sguardo.

"Nulla di recente" disse Arthur "le ultime notizie risalgono a quest'estate, quando sono stati rintracciati da Lupin. Poi zero totale"

"La cosa buona è che almeno non ci sono brutte notizie" mormorò Molly.

"E per il resto? Succede qualcosa? È morto qualcun altro?"

"Ginny, ora basta" disse la madre "perchè non ti fai un bel bagno caldo? Vieni, ti accompagno"

Per una volta Ginny non si oppose. Si sentiva all'improvviso stanchissima, tant'è che pensava che la madre avesse messo della Pozione Sonnifera nella sua zuppa.

La madre le preparò la vasca da bagno, riempendola fino ll'orlo di acqua calda. Mosse la bacchetta per far formare la schiuma e le bolle.

"Ecco qui cara.. tu immergiti, puoi stare quanto vuoi, tra poco ti porto una camicia da notte pulita e la biancheria"

La mamma uscì dal bagno lasciandola sola. Ginny si tolse in fretta i vestiti, li lasciò a terra e si immerse subito nella vasca. Ma purtroppo, i brutti pensieri non poteva lasciarli fuori.

Harry, Ron ed Hermione, lontani, chissà in quale stato.

Bill, che aveva deciso di passare il Natale senza di loro.

Luna in mano ai Mangiamorte.

La guerra che infuriava.

La triste storia della famiglia di Aisleen.

Ginny si immerse completamente sotto l'acqua e aprì gli occhi. Un poco le bruciavano, per via del sapone, ma era così rilassante, stare lì sotto, sdraiata, completamente nuda e nel completo silenzio. Forse era l'unico modo per cacciare i brutti pensieri.

Sentì la porta aprirsi, e, convinta che fosse la madre con la biancheria pulita si alzò dalla vasca.

Ma non era la mamma.

"Ehm.. ciao"

"è da parecchio che non ci si vede"

I gemelli erano davanti a lei. E lei era in piedi, nuda, nella vasca.

"FUORI!!!!!" urlò con quanto fiato in gola, e i due si smaterializzarono in un secondo.

Beh, la magia era rovinata, quindi decise di uscire direttamente, quando si riaprì di nuovo la porta.

"MA CHE PROBLEMA AVETE?!" urlò Ginny, comprendosi con l'asciugamano, ma si trovò davanti sua madre.

"Ginny, perchè urli così?"

"Quei due idioti.." borbottò lei "avevi detto che non venivano"

"Ci hanno fatto una sorpresa"

"Mi hanno fatto una sorpresa"

"Ci penso io a parlargli" disse Molly "dai, voltati, ti pettino i capelli e ti sciolgo i nodi"

Ginny si sedette sullo sgabello e la madre cominciò a pettinarla.

"Era tanto che non lo facevo.. e si vede! Non pensi di tagliarli?"

"NO!" esclamò Ginny.

"Che problema avete in questa casa con i capelli lunghi?!"

Quando uscì dal bagno, in camicia da notte e in vestaglia, si diresse come una furia verso i fratelli, che erano giù in salone.

"Scusa Ginny!" disse subito Fred.

"Non pensavamo fossi nuda" aggiunse George, sogghignando.

"In ogni caso ero in bagno!"

"è che volevamo salutarti!"

Ginny si sciolse in un sorriso e si tuffò su di loro, che l'accolsero a braccia aperte.

"Quanto mi siete mancati!"


*

Lei, Fred e George rimasero a parlare tutta la notte, in camera di Ginny. I due ragazzi le raccontarono tutto quello che sapevano di ciò che succedeva fuori, ma anche loro avevano poche notizie. Le raccontarono anche del negozio di scherzi, che andava sempre bene, sebbene le vendite fossero leggermente calate.

"Ma è una cosa momentanea" disse George.

"Siamo sicuri che appena questa guerra finirà la gente avrà più voglia di fare scherzi" completò Fred.

"Ma ad Hogwarts gli aquisti sono sempre alti, vedo"

"Oh si, i vostri prodotti sono fondamentali" disse Ginny "a proposito, un regalino di Natale per l'Esercito di Silente sarebbe gradito"

"Ma certo!"

"Abbiamo già pensato a tutto"

Ginny gli raccontò di come procedeva la vita ad Hogwarts.

"Mmm, sì, qualcosa sappiamo" disse Fred "però sentire la testimonianza. Cavolo, la vita ad Hogwarts è diventata davvero pesante"

"però vi state comportando bene. Noi avremmo agito nello stesso identico modo"

"E anche Harry, Ron.. forse anche Hermione"

"Beh, Hermione non so. Non avrebbe approvato sicuramente la missione della Spada"

"Però dovete continuare così. Combattere"

"Sì, ma.. non si scherza con i Carrow" disse Ginny "cioè, dobbiamo stare attenti. Le punizioni sono spesso corporali.. addirittura si arriva alla Maledizione Cruciatus"

Fred e George annuirono.

"Siete riusciti a connettervia Radio Potter?"

"Sì, certo.. ci è voluto un po' ma ce l'abbiamo fatta. Ci sentiamo meno soli.. anche se ci piacerebbe sapere qualcosa su Harry.."

"Purtroppo nulla.. sono letteralmente scomparsi"

"Da una parte meglio.. come non sappiamo noi dove si trova non lo sa nemmeno Tu-Sai-Chi"

"Quello sì.."

Era contenta che i fratelli erano rimasti con lei tutta la notte. Sapeva che se rimaneva da sola avrebbe riaffrontato tutto.

*


Bill si fece vedere per una breve visita la vigilia di Natale.

"Sono super impegnato, ma un saluto alla mia sorellina preferita non potevo negarlo" disse, con un gran sorriso.

"Sono la tua unica sorella" gli ricordò Ginny.

"Vieni qui e fatti stritolare un po'"

Ginny si tuffò nelle braccia del fratellone.

"Rimani per pranzo, caro?" chiese Molly.

"No, mamma, oggi pomeriggio sono impegnato"

Molly se ne andò in cucina, lasciando i due fratelli da soli in salone.

"Fatti vedere.. mi sembri più grande e più piccola allo stesso tempo"

Ginny fece una risatina "In che senso, Bill?"

"beh, sei dimagrita.. gli elfi sono in sciopero ad Hogwarts?" provò a scherzare.

"E in che senso ti sembro più grande?" chiese la ragazza.

"Nel senso che non sei più una bambina.. lo si vede dal tuo corpo, dal tuo sguardo.. dalle cicatrici"

Ginny guardò a terra. Sapeva che le stava arrivando una ramanzina anche da lui.

"Io non posso pensare che ti facciano questo.. che quella.. feccia.. ti possa anche solo sfiorare con un dito"

Bill strinse i pugni con forza.

"Essere qui inermi e sapere che voi ragazzi non siete al sicuro.. sapere che non posso fare nulla per difenderti.. è frustrante"

"Bill, so difendermi da sola"

"No, Ginny" esclamò lui "guardati! Guarda quello che è successo alla figlia di Lovegood! Non potete difendervi da questo"

Ginny non sapeva cosa dirgli.

"Come sta Fleur? Come vanno le cose a casa?" chiese, per sviare il discorso.

"Bene" Bill fece un piccolo sorriso "nonostante la guerra e le preoccupazioni.. nella nostra casa abbiamo trovato anche il nostro piccolo angolo di paradiso. Non vedo l'ora di portartici, sta sul mare, ti piacerebbe tantissimo"

"Fleur è fantastica. Lavora sodo, compie le sue missioni, sistema la casa e mi fa sempre trovare una bistecca al sangue, la sera. Non mi fa mancare nulla e io cerco di essere l'uomo migliore del mondo per ripagare quello che lei mi da"

"Non hai bisogno di sforzarti. Lo sei!" esclamò Ginny.

Lui fece un sorrisino triste "ci provo.. ma so che lei meriterebbe di meglio"

"Ma non dire stupidaggini!" disse Ginny "e poi lei ti ama! Lo ha dimostrato in un sacco di modi"

"Sai.. all'inizio Fleur non mi piaceva.." confessò esitando. Il fratello ridacchiò.

"Sono offuscato dall'amore, probabilmente, ma ti conosco bene! E vedevo le tue smorfie!"

Ginny fece un sorrisino imbarazzato.

"Sì ma ha dimostrato di essere degna di te. È coraggiosa, è bella, è intelligente.. ed è forte."

"Sono contento che hai imparato ad accettarla" disse Bill, abbracciando la sorella "fidati di me"

"Io mi fido di te" disse Ginny "e ti scuso"

"Per cosa?"

"Per il fatto che mi abbandoni a Natale!" Ginny fece finta di mettere il broncio.

"Ti prometto che avrai un bellissimo regalo!" le disse il fratello.

"Deve essere davvero stupendo, per un affronto del genere!" esclamò la ragazza.

Bill se ne andò via poco prima di pranzo. Ginny fu impegnata tutto il giorno a decorare la casa e ad aiutare la mamma in cucina. La sera arrivarono tutti gli ospiti. Fred e George arrivarono con uno scoppiettio di fuochi d'artificio, facendo infuriare la mamma.

"Siete impazziti?! Ringraziate il cielo che Tonks non è ancora arrivata! È incinta, certi spaventi possono fare male al bambino, mi chiedo dove avete il cervello!"

L'arrivo dei due futuri genitori, mise allegria a tutti. Tonks era rotonda e radiosa, Remus sembrava meno malandato e il suo sorriso era più luminoso. Si teneva stretto alla moglie, come se lei fosse la sua ancora di salvezza.

"Ginny!" strillò Tonks e stritolò la ragazza "Quanto tempo! Sei sempre più bella, anche se troppo magra!"

"Buon Natale, Ginny" la salutò l'ex professore, cordiale.

"Buon Natale a tutti e due!"

Tonks trascinò letteralmente Ginny sul divano, mentre Remus era in cucina a chiaccherare con i signori Weasley e i gemelli.

"Che bello vederti.. così!" esclamò Ginny "come ti senti?"

"Mai stata così bene" rispose la donna "mi sento sempre felice.. anche se alterno un po' l'umore. Ho varie crisi di pianto, di rabbia, di panico, di fame.. ma la maggior parte del tempo sono.. solo felice!"

"Beh, si vede!"

"Anche se questo biricchino qui dentro mi fa un po' di scherzetti!"

"In che senso?"

"Per esempio ho sempre voglia di torta di zucca, non mangerei altro! Oppure il fatto che ormai le mie Metamorfosi le comanda praticamente lui!"

"Dici sul serio?"

"Oh sì.. i miei capelli, ultimamente, sono perennemente blu! Va a periodi"

Ginny rise.

"Sarà un maschietto?"

"Oh, beh, questo non lo so!" rispose la donna, mettendosi entrambe le mani sulla pancia "Mamma dice che sarà sicuro un maschietto, mentre secondo Remus sarà una femmina.. L'unica cosa che so, è che da dei calci potentissimi!"

"Oh! Posso sentirlo?"

"Accomodati!"

Ginny posò, esitante, le mani sul ventre di Tonks. Era più duro di quanto si aspettasse.

"Aspetta" sussurrò la futura mamma. All'improvviso Ginny avvertì un movimento, all'interno della pancia di Tonks. Era un calcetto.

"Oh!" esclamò Ginny.

Era una sensazione stranissima pensare che dentro la donna che aveva davanti stava crescendo un altro essere umano, un'altra vita, un bambino che dava calci e cambiava i capelli della mamma.

"è la cosa più strana del mondo" sussurrò la ragazza.

"è una forza, eh?" disse Tonks.

"Sì.."

All'improvviso i capelli di Tonks divennero blu cobalto.

"Gli piaci!" esclamò, con una strizzatina d'occhi.

Ginny sorrise. Non aveva mai pensato ai bambini e quelle cose lì, ma toccare quella pancia le aveva fatto uno strano effetto. Non sapeva cosa le stava succedendo, ma sentiva delle emozioni che mai aveva provato e che non riusciva a spiegare. Solo una era chiara.

La paura.

Quella pancia era il futuro, un futuro che forse avrebbe toccato anche lei prima o poi.. e che non sapeva se le sarebbe stato possibile.

La guerra avrebbe potuto portarle via ogni possibilità.

"Non vedo l'ora di conoscerlo" disse la ragazza, continuando ad accarezzare il pancione di Tonks.

"Anche io"

"Posso.. Sentirlo?"

Tonks annuì e Ginny posò l'orecchio sulla pancia. Sentiva il battito del cuore della donna, calmo, rilassato, e il piccolo bambino, che continuava ad agitare gli arti verso il viso di Ginny.

"Ciao piccolino, è la zia Ginny che ti parla.. Non ti conosco ma ti voglio già bene! Appena riuscirai a reggerti in piedi ti insegnerò a volare!"

Tonks rise, e accarezzò i capelli della ragazza.

"Sarai una zia fantastica!"

"Ma questo lo so già!"

*


La notte di Natale non è una notte come le altre. Quando sei bambino, sai che dentro la tua casa sta succedendo qualcosa di speciale, mentre tu sei rannicchiato sotto le coperte. Sai che ogni scricchiolio, ogni luce, ogni rumore, fanno parte della magia della festa. E la notte di natale non è mai silenziosa, non è mai buia. Racchiude suoni, profumi, luce, speranze, sogni, amore.

Quella notte di Natale Ginny sognò. Sognò Harry, baci, serenità, certezze. Sognò qualcuno che non sapeva se avrebbe mai incontrato, ma che in realtà già conosceva da sempre, e sentì un movimento dentro di lei.

Si svegliò, nel cuore della notte, senza ricordare nulla di ciò che aveva sognato. Una luce, però, brillava fioca sulla sua scrivania. Si alzò, facendo scricchiolare la solita asse del pavimento.

Lì, sulla scrivania, il Galeone incantato di Hermione luccicava debolmente.

La speranza non era svanita.

Luna era viva, e stava comunicando con loro.





Angolo autrice

Ringrazio tutti coloro che ancora hanno la forza e la tenacia di seguirmi! Questo capitolo è tutto per voi e spero che abbia soddisfatto le vostre aspettative! Vi meritate un premio per la vostra costanza!

Spero di tornare il prima possibile con un nuovo capitolo!

Baci a tutti e buone vacanze!

Zmarz

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