Whiz kid force

di Francy1993
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La gita al fiume ***
Capitolo 2: *** Sei mesi dopo ***



Capitolo 1
*** La gita al fiume ***


Prologo - La gita al fiume
 
  1. La nostra storia parte da una ragazza di nome Giulia. Giulia è una ragazza come tante altre, ha 16 anni, tante idee e tanti progetti per la testa, non si fa notare particolarmente a scuola, preferisce rimanere in dispare e osservare ciò che le accade intorno. Ma forse è meglio che vi descriva Giulia anche fisicamente perchè possiate capire bene: ha i capelli castani acconciati con un semplice caschetto di media lunghezza, occhi anch'essi castani coperti sempre dagli occhiali, per la sua età è normale sia di altezza (1.68m) che di peso (60kg), nemmeno per quanto riguarda i vestiti si fa vedere, sempre con dei jeans e una polo. Come tutte le ragazze della sua età va a scuola, non è un genio ma nemmeno una fannullona, per quanto le piaccia la scuola non le piace studiare quindi si impegna quel poco per raggiungere la sufficienza e un pochino di più nelle materie che le piacciono. Non ha molti amici, non vuole molti amici, preferisce quei pochi che sa che le vogliono bene anche se purtroppo lei vuole bene a tutti, quello è il suo più grande difetto a suo dire: si affeziona troppo alle persone e poi quando queste la deludono ci rimane male, le era già successo con i suoi compagni di classe e spera non le succeda più così cerca di affezionarsi meno possibile alle persone.
    Il migliore amico di Giulia si chiama Davide, è di un anno più grande di lei, sono molto amici. Davide è bassino, mingherlino, con capelli corti, neri e gli occhi altrettanto neri, contrariamente a Giulia, Davide è leggermente pazzello e gli piace farsi notare così ne inventa ogni volta una diversa. Nonostante le loro differenze si vogliono un gran bene e Giulia sarebbe pronta a dare la sua vita per difenderlo, ma non avrebbe mai pensato di doverlo fare realmente.
    Quel giorno Giulia e Davide avevano deciso di fare una passeggiata al fiume e dopo aver inforcato le loro bici si avviarono e andarono al fiume, la giornata trascorse tranuilla, mangiarono e passeggiarono tutto il pomeriggio assistiti dal tempo che decise di essere loro amico e di non scaricare su di loro la pioggia.
    Al crepuscolo decisero che era ormai ora di tornare a casa e si avviarono per il seniero che li avrebbe portati in città, mentre tornavano indietro si imbatterono in un uomo strano: nonostante fosse caldo portava un pesante cappotto color verde militare, un cappello da pescatore e un passamontagna che copriva il volto. Visto l'uomo sospetto i due amici non ebbero bisogno di parlare, velocizzarono il ritmo per potersi allontanare prima possibile, ma qualcosa non andò nel verso giusto.
    Giulia sentì un tonfo, si girò e vide la bicicletta di Davide a terra, alzò lo sguardo in cerca dell'amico e vide che l'uomo l'aveva afferrato per la gola poi con orrore si accorse di un'altra cosa: l'uomo non aveva mani, dal cappotto spuntavano due orrende chele color bronzo. Il terrore assalì Giulia, non sapeva cosa fare, l'istinto le diceva di scappare, mettersi in salvo e chiamare aiuto, ma qualcosa dentro di lei la fermava, non era la paura, no, era la consapevolezza che nel caso se ne fosse andata per Davide non ci sarebbero state speranze. Mentre cercava di capire cosa fare un urlo la destò dai suoi pensieri, era Davide, quell'essere stava stringendo la presa. Basta, non c'era più tempo da perdere, doveva fare qualcosa. In preda alla disperazione si scagliò contro il mostro, iniziò a sferrare pugni e calci che però non sortivano alcun effetto contro di lui, servivano solo a stancarla. Il suo "nemico" si sbarazzò di lei con un solo gesto della mano, la colpì e lei fu scaraventata a terra. Giulia si alzò dolorante, non sapeva come ma avrebbe fermato quel mostro, non gli avrebbe permesso di far del male al suo migliore amico, anche a costo della sua stessa vita. Un altro urlo squarciò l'aria, quell'essere stava stringendo ancora di più, doveva fermarlo, doveva assolutamente, non poteva lasciarlo così ma come non avrebbe lasciato lui non avrebbe lasciato nessuno, nemmeno la persona che odiava di più al mondo, nessuno meritava quello. Mentre pensava questo una nuova energia si impossessava di lei, sentiva caldo, molto caldo ma non le importava, forte di questa nuova energia partì all'attacco sferrando un pugno con tutta la forza che aveva e con sua enorme sorpresa fece qualcosa, il mostro si girò verso di lei e lasciò andare Davide che nel frattempo era svenuto. Giulia lo guardò fisso, con sguardo rabbioso, poi guardò il punto nel cappotto dove aveva colpito: era bruciato. Si guardò la mano e con suo enorme stupore vide che andava a fuoco ma non le faceva male, anzi, era piacevole, non le bruciava, la confortava e le dava energia. Iniziò a sferrare più pugni possibili con la mano infuocata, il mostro rispondeva ai suoi attacchi tagliandola con le chele ma non le importava, il suo unico scopo era proteggere Davide, lottò con tutta la forza che aveva in corpo sferrando pugni a destra e a manca, alcuni andavano a segno, altri andavano tristemente a vuoto. Il tempo passò, ormai lei era stanca e anche il suo avversario iniziava a dare segni di cedimento, le erano rimaste poche energie e sferrò un ultimo pugno disperato al voltò del mostro. Andò a segno, quell'essere cadde a terra e Giulia con lui, sfinita dal combattimento.
    Non ricorda cosa accadde dopo, probabilmente svenne perchè si ritrovò con Davide che la guardava tutto preoccupato, si mise a sedere e si girò per vedere dove prima era caduto il mostro, non era rimasto niente, rivolse a Davide uno sguardo interrogativo e lui le rispose semplicemente: "mi sa che ci siamo scontrati perchè siamo entrambi caduti e svenuti".
    Giulia non capiva, la battaglia che l'aveva coinvolta sembrava così reale ma come faceva Davide a non ricordarsi niente? Penso che per il momento era meglio non dire niente consapevole che l'avrebbe presa per pazza così inforcò di nuovo la bici e si avviò col suo migliore amico verso casa.
    Il viaggio fu pieno di dubbi e pensieri "era successo realmente o se l'era immaginata?", decise di fare una prova una volta tornata a casa. Arrivata al cancello salutò Davide come al solito, mise la bicicletta a posto e andò di sopra, in camera sua, dove nessuno poteva vederla: ripensò a quel pomeriggio, a quello che era successo, a tutto ciò che aveva provato, chiuse la mano in un pugno, si concentrò e successe: la mano prese fuoco proprio come quel pomeriggio. In quel momento si rese conto che aveva un potere, un potere grande, un potere che poteva usare per il bene di tutti ma che forse proprio per il bene di tutti era meglio che rimanesse nascosto, almeno per adesso.

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Capitolo 2
*** Sei mesi dopo ***


Capitolo 1 - Sei mesi dopo
 
  1. Sono passati sei mesi da quella fatidica gita al fiume, da allora in Giulia molte cose sono cambiate, sia fisicamente che caratterialmente. In primis cercava di allenarsi giorno per giorno per poter controllare meglio la sua capacità, e l'allenamento dava i suoi frutti di conseguenza il suo fisico era diventato più sportivo, non era muscoloso, ma se prima era una ragazza asciutta ora era evidentemente più in forma. Come seconda cosa il suo carattere era cambiato, non sapeva come mai ma era diventata molto più decisa: prima si ritirava dentro sè stessa ed era molto timida, dopo il giorno della gita aveva notato un cambiamento radicale nel suo comportamento, ora prendeva spesso la parola, faceva valere le sue idee, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e, cosa più importante ma che inquietava abbastanza Giulia, era diventata molto più attaccabrighe, cercava lo scontro in continuazione, se qualcuno le diceva qualcosa si alzava immediatamente e gli andava contro. Quest'ultimo cambiamento a Giulia non piaceva per niente, non la faceva sentire sè stessa, era come se in quei momenti a parlare era un'altra persona, e si vergognava molto per cui cercava in tutti i modi di tenere questa sua "nuova personalità" nascosta agli altri. Anche la giornata tipo di Giulia è cambiata molto, prima andava a scuola e, tornata a casa, si dedicava allo studio, ora finito l'orario scolastico andava sempre ad allenarsi, aveva trovato un posto nascosto, dove nessuno avrebbe potuto vederla e poteva eseguire i suoi esercizi senza preoccupazioni, non aveva nemmeno più bisogno di studiare, le bastava stare attenta a scuola per ottenere voti uguali se non migliori di prima, non capiva com'era possibile, ma non le dispiaceva, così sarebbe riuscita a concentrarsi di più sugli allenamenti. In una giornata come tante altre Giulia era andata a scuola, non era successo niente di particolare, aveva rischiato di colpire un ragazzo che l'aveva provocata ma la sua personalità originale si è imposta ed era riuscita a trattenersi. Tornò a casa molto tranquilla, adagiò la cartella sulla sua scrivania, pranzò e uscì per andare al suo solito posto per gli allenamenti. Il pomeriggio trascorse senza intoppi, controllava sempre meglio la sua abilità e di questo andava molto fiera soprattutto perchè all'inizio le era risultato difficile. Ad un certo punto dal nulla apparve, proprio davanti a lei, un cerchio luminoso azzurro, era abbastanza alto, sarà stato almeno due metri, Giulia si spaventò, non sapeva cosa poteva essere, però era molto curiosa, lo era sempre stata, e la sua curiosità la portava ad avvicinarsi, voleva toccare quel cerchio per capire cosa fosse, aveva paura, non sapeva cosa poteva succedere. Si avvicinò con cautela e timore, ma la curiosità era troppa, allungò la mano e toccò il cerchio azzurro. Si sentì come strattonare, il terrore si impossessò di lei, chiuse gli occhi per paura di ciò che poteva accadere e cadde a terra, ma non era nel prato come prima, era sopra un pavimento duro, sembrava marmo. Aprì gli occhi e si alzò, era in una stanza circolare, al centro un computer con molti schermi, non ne aveva mai visto uno di quel tipo, ma era spento e sembrava che fosse inutilizzato da molto tempo. Tolse lo sguardo dal computer e lo rivolse alla parete della stanza, era totalmente bianca e in quel bianco svettavano le porte marroni. Porte marroni? Se ne accorse solo in quel momento, le contò, erano sette in tutto. Si avvicinò ad una delle porte, cercò di aprirla ma era chiusa a chiave. Osservò la porta nel suo intero e notò una scritta in alto, aveva dei caratteri che non aveva mai visto prima, nonostante questo riuscì a leggere quello che c'era scritto "Cratis", Giulia si sorprese dal fatto che riusciva a leggere cosa c'era scritto, ma ancor di più rimase basita quando si accorse che sapeva che voleva dire "Acqua". Si allontanò dalla porta chiusa e si avvicinò ad un'altra, appoggiò la mano sulla maniglia e con suo grande stupore la porta si aprì. Giulia entrò e si ritrovò in una comunissima stanza quadrata totalmente spoglia se non per la porta da cui era entrata, con le pareti dipinte di un rosso acceso, vagò per la stanza per qualche minuto ma ben presto si annoiò, avrebbe desiderato tanto dei libri che le spiegavano che cosa le stava succedendo, non fece in tempo a pensarlo che in fondo alla stanza comparve una libreria enorme con moltissimi libri. Totalmente scombussolata Giulia si avvicinò al mobile e lo toccò, come per vedere se era reale, ed effettivamente lo era, non era frutto della sua immaginazione, la libreria c'era eccome, osservò i titoli dei libri che conteneva: ce n'erano di diverse grandezze e colori, scritti in lingue diverse che Giulia incredibilmente riusciva a decifrare senza alcun problema, ne sfogliò alcuni e notò che tutti avevano in comune il fatto che parlavano di sette fantomatici "padroni degli elementi". Giulia si mise a riflettere su ciò che era appena accaduto: "Ho desiderato dei libri che mi spiegassero cosa sta succedendo ed effettivamente dei libri sono apparsi, magari questa stanza può realizzare ciò che mi serve, non resta che provare". Dopo questa breve riflessione pensò che avrebbe voluto una stanza dove dormire e nella sua testa si figurò la stanza che aveva sempre desiderato, come per magia apparve una porta alla sua destra, Giulia la raggiunse, la aprì ed entrò nella stanza che si era immaginata: una bellissima stanza rotonda, con le pareti arancioni e un letto a baldacchino a forma di cuore rosa, era la sua più grande vergogna, adorava i letti rosa a forma di cuore ma non aveva il coraggio di rivelarlo a nessuno. Tornò nella stanza principale e iniziò a pensare a tutto ciò che le sarebbe potuto servire e tutto appariva come per magia. Prese alcuni dei libri dalla libreria, li portò nella stanza, si appoggiò nel letto e iniziò a leggere.

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