Ad occhi aperti...

di Calice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Spero ancora.. ***
Capitolo 2: *** Profumo di Vaniglia... ***
Capitolo 3: *** Collezionista di Storie ***
Capitolo 4: *** Cannella e Cioccolato, Vaniglia e Camomilla ***



Capitolo 1
*** Spero ancora.. ***


Chapter 1

Chapter 1

 

Lo guardai ancora una volta prima di abbandonarmi ai ricordi...

Rumore di  ferraglia, sangue, molto, troppo, ricopriva tutto, sirene della polizia, grida, orrore, occhi chiusi,  forse per sempre, l'ambulanza, infermieri, barelle, la scena, una moto, un camion, le parole insistenti di conforto, compassione, non ce l'ha fatta! destino? no, qui il destino non c'entra,  compassione? Non esiste la compassione per un pazzo ubriaco che uccide per gioco.. Se lo meritava! Ma lui, no. Rabbia. Altra scena, altro luogo: l'ospedale, medici dappertutto, la porta, la sala d'aspetto, una, due, tre ore... quanto ci volete far aspettare ancora! Urlo impazzito contro una di quelle infermiere, vuole una camomilla? Te la sputo in faccia una camomilla! Un chirurgo, il verdetto, coma profondo, ce la farà, dice, poco convinto, ce la farà! Si, come no, quando mai un dottore ti dice le cose come stanno? Mi sto laureando in medicina e un coma è un coma, profondo... difficile che si risvegli. Sono un tipo ottimista di natura ma so per esperienza che è inutile convincersi che tutto andrà bene quando invece stai nella profonda m***a...

E' ipocrisia e io non sono un ipocrita per quanto bugiardo...

Non ci riesco...

Sai Apollo mi mancano le litigate con te...

 Svegliati! Fallo per me e se non per me per mio padre o forse dovrei dire nostro padre, fratellino acquisito! Ci manchi, trova la forza per tornare a scherzare e a ridere come noi l'abbiamo trovata per aspettare e farci coraggio. Vengo da te quando posso e spero di poter sentire ancora una volta la tua voce dirmi fratello e vedere i tuoi occhi aprirsi ancora. Ormai tutti quelli dell'ospedale si sono affezionati a te e ogni giorno sei sommerso di lettere che ti augurano guarigione... Sono sicuro che quando ti smuoverai da quel letto di ferro salteranno tutto dalla gioia! Sono stati come una seconda famiglia in questo periodo.. Ora vado. Ho un esame tra poco.. augurami buona fortuna!

                                                                                                                                                                          

                                                                                                                                                                              Tornerò...

                                                                                                                      Baron

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Capitolo 2
*** Profumo di Vaniglia... ***


Profumo di Vaniglia

 

Ecco!  Lo sapevo! E io che mi lamento quando Dream aggiorna tardi! E lei ha anche una marea di fan fic! Io non ne riesco a portare avanti una! Ahh, me tapina! Va bene… so che nel chappy precedente non si è capito molto ma spero di poter rimediare con questo qui… (scrivi malissimo! ndVoi) Daiiii, non sono proprio cosi male!(AH,NO?) OK,forse un pochettino…muhhheee (Si, ma ora non piangere) VA BEEENE!:)(Come che ti sei già ripresa?) Qualcuno doveva pur presentare la ficcy, no?

 

Guardò irritata il cellulare che squillava insistentemente... l'avrebbe volentieri buttato giù da un ponte se ne avesse avuta l'opportunità. Guardò il nome sul display e riattaccò in faccia al destinatario. Cacciò un urlo quando sgomenta si accorse dell'orario... "AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH! Tsugumi mi ucciderà questa volta, poco ma sicuro!" si mise a correre per le strade della città senza pensare alla gente che intorno a lei la guardava in malo modo. Si fermò con il fiatone accanto ad un edificio di pietra grigia con una grande scalinata bianca e salì di corsa le scale. Era l'Hamilton Halley Hospital, l'ospedale più famoso della regione. Tsugumi era stata ricoverata per la sua gamba che si era rotta cadendo per le scale e Silvia le aveva promesso (mano sul cuore) di venirla a trovare e di essere puntuale. Guardò per un attimo l'insegna che campeggiava sopra di lei"HHH" ovvero le iniziali dell'ospedale e sotto l'infinita lista di reparti nei diversi piani: neurologia, cardiologia, ottica, dermatologia..."Puoi stare più attenta!"le disse una ragazza che aveva urtato violentemente facendola finire a terra. Portava i capelli morbidi e lisci di uno strano rosso biondo raccolti in una coda alta con pochi ciuffi che le sfuggivano prepotentemente dalla pettinatura ai lati del volto e due grandi occhioni verdi come l'erba d'estate. Si rialzò elegantemente con movimenti sinuosi che Silvia invidiava tanto alle modelle della tv e tolse della polvere posatasi sul vestito spazzolandolo delicatamente con le mani piccole, esili. Dai suoi movimenti si notava una grazia innata e una femminilità che poche ragazze possedevano senza eccedere. Una spruzzata di lentiggini stava sul nasino alla francese e sugli zigomi alti che la rendeva molto particolare, la pelle era pallida e bianca forse troppo, tanto sembrava fosse eterea e trasparente. Aveva un buon profumo, come di vaniglia che entrava dolce e fresco nelle narici. Ad occhio e croce doveva avere la sua stessa età, constatò la biondina, solamente era molto più carina di lei, pensò un pò gelosa della bellezza dell'altra. Ciò che colpiva di più in lei non era però il viso scavato e il sorriso dolce, gentile ma il corpo: era magrissima e si potevano quasi contare le costole sotto il vestito bianco panna e corto dalle spalline sottili color avorio che indossava, chiunque l'avesse guardata avrebbe pensato che non mangiava da giorni e forse aveva ragione. "Scusamiscusamiscusami!""fa niente!"disse quella rialzandosi da terra"piacere,io sono Cassie""Silvia"rispose lei con una punta di imbarazzo"Oh mamma mia, devo scappare! Scusami ancora e piacere mio di averti conosciuta Cassie"urlò lei che già correva. Guardo la porta davanti a sè con un misto di indecisione e confusione... nella fretta si era dimenticata qual'era il numero di stanza di Tsu! Si mosse verso la maniglia e si bloccò. E se avesse disturbato qualcuno? Oh, al diavolo! Intanto ci avrebbe provato. Toccò il freddo metallo con la sua mano sottile e delicata e si avvicino ad un separè grigio. Dietro c'era un ragazzo. No, decisamente quello non era la sua amica Rosenmaier... tutto il suo corpo era attaccato a delle macchine ed era completamente dipendente da loro. Sembrava abbronzato e da quel che si poteva vedere dalla camicia che aveva indosso era altletico e muscoloso, la corporatura di un atleta. Lo guardò più da vicino. La pelle era abbastanza scura e lucente solcata da un lato da una profonda cicatrice a x che solcava il viso. I capelli erano rossi come il fuoco e ribelli, morbidi al tatto ed estremamente belli notò la ragazza quando si sedette accanto al letto e iniziò quasi per un riflesso incondizionatamente a toccare delle ciocche di capelli di quel ragazzo sconosciuto. Non sapeva come mai, ma era riluttante a lasciare quella stanza e soprattutto il suo occupante per andare dalla ragazza tedesca. Continuò a toccarlo per poi scendere lentamente sul volto a seguire i lineamenti per poi posarsi sulle palpebre. Desiderò che quegli occhi si aprissero, di poter vedere bene il loro colore e le loro sfumature. Desiderò ascoltare il suono della sua voce e lo immaginò nella sua vita di tutti i giorni come si comportava, cosa aveva visto e cosa era successo perchè si ritrovasse li, in quella stanza immersa nell'oscurità e senza nemmeno una punta di colore. Annusò l'aria e nelle narici sentì forte un delicato profumo di vaniglia che sapeva di aver già odorato ma non ricordava dove... All'improvviso alzò lo sguardo, era talmente rapita dal viso dell'addormentato che non aveva notato sul comò accanto al letto di ferro una marea di lettere e di fogli colorati che sembravo chiamare in una pioggia di lacrime, parole e sorrisi sempre lo stesso nome "APOLLO!"e sussurravano in una monotona litania la stessa frase "Apollo svegliati!". Lo mormorò anche lei e lo chiamò. Provo il forte istinto di scappare via (infondo doveva ancora passare dalla sua migliore amica) ma venne sopraffatta dalla curiosità. Prese tra le mani una di quelle lettere. Era un foglio di block-notes strappato velocemente da un quaderno a quadretti. Poche righe, un nome e la sensazione di star facendo qualcosa di sbagliato. Poggiò di nuovo quel foglio e vide per terra un vaso con degli splendidi fiori che prima (troppo assorta nei suoi pensieri) aveva fatto cadere."Che maldestra!"si disse e iniziò a raccogliere un bellissimo fiore colorato, ne vide un altro lo raccolse e si fermò guardandolo: era un fiore di vaniglia, meraviglioso e dal suo caratteristico profumo dolciastro. Tra le foglie c'era un bigliettino giallo come il sole con scritto in un bellissima e semplice calligrafia"A te Apollo. Tua Cassandra Deava". Non lesse oltre e riprese la sua borsa. Lo guardò ancora ma non si risedette e iniziò a canticchiare una canzone. Il canto era la cosa che più adorava e quando poteva si estraniava da tutto a da tutti pensando alle note, alla melodia, alle parole, all'emozioni che l'autore doveva aver provato scrivendole. Solo musica...

 

Feel these four walls closing in

Face up against the glass

i'm looking out mmmm

"Is this my life?"

I'm wondering

it happened so fast

how do i turn this thing around?

is this the bed i chose to make

There's greener pastures

I'm thinking about mmmm

wide open spaces far away..all i want is the wind in my hair

To face the fear

but not feel scared

 

Era una delle sue canzoni preferite... l'aveva cantata per farsi ammettere nella sua scuola di musica e l'avrebbe ricordata sempre impressa nell'anima.Anche lei avrebbe voluto andarsense e sentire soltanto il vento nei capelli.

 

wild horses i wanna be like you

Throwing caution to the wind , I'll run free too

wish i could recklessly love like i'm longing too

I wanna run with the wild horses

Run with the wild horses

 

Correre libera come i cavalli selvaggi nelle praterie sconfinate, insieme a loro e con il vento...

 

I see the girl i wanna be

Riding bareback

carefree along the shore

if only that someone was me

jumping head first

headlong without a thought

To act and damn the consequence

how i wish it could be that easy

But fear surronds me like a fence

I wanna break free

 

Voleva essere libera finalmente come si sentiva pochi attimi prima accarezzando la pelle di quel ragazzo e il suo profumo di bosco. Tanto era concentrata nella sua canzone da non sentire la porta alle sue spalle aprirsi e quell'ormai familiare zaffata di vaniglia solleticarle il viso.

 

all i want is the wind in my hair

To face the fear

but not feel scared

 

Recklessly abandoning myself before you

I wanna open up my heart

tellin' you how i feel

 

Finì il suo pezzo e si voltò incontrando il viso di Cassie. Sorrise ancora una volta imbarazzata e irritata, non sapeva davvero il perchè ma quella ragzza riusciva a metterle una tensione e una soggezzione incredibili! Non sopportava però di essere stata sorpresa a cantare, semplicemente non le piaceva farlo davanti agli altri... Non aveva mai cantato davanti a nessun'altro che non fosse la sua maestra di canto, la donna che più ammirasse, Celiane, forse anche per questo i suoi le facevano pesare questa cosa e non condividevano la sua passione. Le era sempre dispiaciuto ma ora era riuscita a farlo davanti a lui, forse grazie alla consapevolezza che non poteva sentirla. Cassie la guardo dapprima sorpresa, poi ammirata "Sei molto brava! Te l'hanno mai detto?", Silvia arrossi di botto, non era abituata ai complimenti... L'altra si girò verso il letto e cominciò ad accarezzare il volto del ragazzo "Apollo ha fatto anche a te un certo effetto, vedo" constatò rivolgendosi alla biondina. Si avvicinò di più all'orecchio del ragazzo e iniziò a parlargli "Catturi l'attenzione anche se non vuoi Amore, penso sia la tua condanna e la tua benedizione". Disse l'ultima frase quasi sussurrando ma Silvia senti distintamente la parola Amore. Provò una strana sensazione come di rabbia o di odio e tentò subito di scacciarla via. Cominciò a sentirsi terribimente fuori posto e fece per andarsene quando Cassie, improvvisamente conscia della sua presenza, la chiamò. "Che ne dici di venire a pranzo con me? Ti devo chiedere un favore! PLEEASEE!" la guardò con occhioni da cucciolo e Silvia si chiese come poteva allo stesso tempo odiarla e sentirla amica, vicina, cosi accettò. Era un modo come un altro per stare fuori casa il più possibile.

 

Cercherò di aggiornare il prima possibile e spero possa piacere la storia (ne dubito!ndVoi) Non avete nient’altro da fare che gli uccellacci del malaugurio? Cmq la canzone è “Wild Horses”di N.Bedingfield…

CERCASI PERSONAGGIO DI AQUARION COME COMMENTATORE! Sapete Dream si è presa Apollo, Laica ha preso Silvia, Himi ha avuto sia Apollo che Apollonius e io? Mi sento tanto solaaaa!!!

 

SPAZIETTO RECENSIONI!!!(quasi quasi mi dimenticavo!)

 

Clover: GRAZIE!!! Te lo mai detto che ti adoro!!?? Ah, no? Vabbè allora TI ADORO!!!

 

krystal86: THANKS!! Eh si, poveretto ma prima o poi succederà che… che…

 

Roby: Hai davvero ragione su questo, ho fatto un inizio un po’ ingarbugliato ma è questo il bello! Bisogna sciogliere la matassa! Chi è davvero Cassie? Cos’è accaduto ad Apollo? Solo un semplice incidente? E cosa centra Silvia in tutto questo?

 

Himi87: (me che stende un tappeto rosso) SONO STATA RECENSITA DA HIMI! SONOSTATARECENSITADAHIMISONOSTATARECENSITADAHIMI!!!(ok, è andata completamente! AMBULANZA!!)

 

laicachan: (Fatemi finire i commenti!!!)(me che stende un altro tappeto rosso) SONO STATA RECENSITA DA LAICA! SONOSTATARECENSITADALAICASONOSTATARECENSITADALAICA!!!( AMBULANZA!!)

 

baby_dark: Ecco l’aggiornamento ma scusa se ci ho messo tanto! Una lumaca è più veloce di me!

 

Hanon Hosho(Haimon): aspetta di vedere ciò che succederà ad Apolluccio quando si risveglierà!(sempre SE si risveglierà!)

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Capitolo 3
*** Collezionista di Storie ***


Collezionista di Storie

Collezionista di Storie

 

 

Ciao!!  Avete visto che sono già tornata? Come sono contenta! Voi siete contenti?(Per niente!) Non ho chiesto a te ma ai miei adoratissimi lettori! (Perché tu hai dei lettori?) Ahhh! Certo che sei noiosa! (Io?!!!! Poi... non mi presenti?) Ah si, lei è la mia sorellina curiosa, egocentrica e tutto pepe! (Ahhh! Mi presento da sola! Io sono la perfettissima, meravigliosissima, intelligentissima…) Eh mò, non esageriamo piccoletta! (COSA VORRESTI DIRE!) Niente o mia perfettissima, esageratamente vulcanica, tremendamente chiacchierona, permalosissima cuginetta |Ma non avevi detto che era tua sorella?ndVoi| E’ talmente pestifera che potrebbe essere mia sorella ma le voglio un sacco di bene! (Grazie Charlie!) Mi chiama Charlie quindi abituatevi, lei è Martina ma, per me, è Rebecca (Questa pazza che scrive la fan fic ha deciso di mettere come commentatori i suoi familiari quindi aspettatevi un invasione stile”I Robinson”) Che carino che è quel cartone! (Lasciamo stare!) Vabbè ecco per voi un nuovo capitolo di “Apri gli occhi” in prima lettura su EFP!

 

"Sono sicura che sei curiosa."

"Cosa?"Silvia alzò lo sguardo dal suo frappè al cioccolato sorpresa. "Mi correggo" esclamò la ragazza davanti a lei "Tu stai morendo dalla curiosità!".

La biondina s'irritò ancora di più. Che cosa voleva dire quella Cassie e come sapeva che non poteva più trattenersi da farle le mille domande che le ronzavano in testa? Stava lì, tranquilla, sorridente, sorseggiando con aria serena il suo frappè alla vaniglia... Non accorgendosi quasi che Silvia si stava intanto facendo prendere da un attacco isterico. "Dovresti imparare a controllarti" la apostrofò invece "le tue parole, i tuoi gesti, le tue espressioni vogliono dire qualcosa per gli altri... Molto spesso queste cose si ignorano ma, essendo stata educata fin da piccola a riconoscerle, ci faccio molto caso." L'altra si passò una mano dietro all'orecchio come per rimettere a posto una ciocca sfuggita alla pettinatura, abbassò gli occhi e osservò bene la rossa, seduta su quella sedia in vimini del bar con le gambe accavallate sembrava più una principessa che una semplice infermiera. Si, perchè lei era un'infermiera (o almeno questa era mezza verità) secondo quanto aveva detto a Silvia durante il tragitto dall'ospedale. "Per esempio" continuò "con quel gesto ti mostri curiosa, impacciata e nel frattempo imbarazzata e irritata". Ed era esattamente come si sentiva la giovane in quel momento..."Come ci riesci...?" Silvia si lasciò sfuggire una domanda che avrebbe fatto meglio a tenersi per sè e lo sapeva bene. "Vedi?" le rispose invece la ragazza "queste semplici parole mi hanno fatto capire di aver colpito nel segno. Sei stata molto sincera ma ricordati che non si vive di sincerità". Raccolse la borsa per pagare ma Silvia la bloccò: voleva che Cassie parlasse. "Incontrandoti la prima impressione che ho avuto era che sei una ragazza sincera. Ricorda bene Silvia De Alisia perchè ora ti darò consigli molto importanti" prese un foglio e una penna e iniziò a scrivere.

Quando ebbe finito lo accartocciò e lo appoggiò sul tavolo di legno di ciliegio. "Non so perchè ci siamo incontrate nè perchè ora sono qui con te ma so che sento di doverti raccontare la mia storia e quella di Apollo. Dopo tu mi racconterai la tua. Infondo nessuno fa più niente per niente, no? Un legge importante da prendere in considerazione: per ricevere qualcosa bisogna dare in cambio qualcos'altro del medesimo valore a meno che..."

"A meno che..."prosegui Silvia che ormai pendeva dalle sue labbra.

"A meno che non s'incontri una persona come Lui..." si fermò e riprese di scatto il suo racconto "Io colleziono favole, le più belle, tragiche, a lieto fine, di amicizia, di amore, avventurose: fa che la tua non sia da meno".

"Devo...devo iniziare io?"chiese incerta la prima. L'altra ragazza la degnò di uno sguardo in tralice, quindi Silvia prese un bel sospiro e cominciò a parlare "Sono Silvia De Alisia, ma questo mi sembra di avertelo già detto. Ho quasi 18 anni e frequento il..."."Senti non ti sto facendo un intervista, nè sei ad un esame orale quindi smettila di essere cosi nervosa non ne vedo la ragione" la interrusse Cassie "Inoltre... rilassati! Non ti ho chiesto che crema hai messo ieri sera e non voglio sapere cosa hai mangiato stamattina a colazione perciò...". La biondina annuì.

Aveva recepito il messaggio.

Lei voleva una storia mozzafiato, lei gli avrebbe dato una storia che le aveva mozzato il fiato."Appartengo ad una famiglia molto ricca. Mia madre e mio padre guadagnano circa il quadruplo di quanto guadagni un grande dirigente d'azienda. Mio fratello ed io siamo cresciuti nella bambagia con tutti gli agi che la nostra vita ci procurava. Tutti ci guardavano con tanto d'occhi. Come sono fortunati! esclamavano invidiosi. La nostra non era vita. Era tutto già definito prima della mia nascita. Dovevo essere dolce, gentile, tranquilla, recitare la parte che mi era stata assegnata come sul palco di un teatro, sempre sotto i riflettori di un musical con accanto persone che aspettano solo un errore, uno sbaglio. Dovevamo vivere per il massimo, con il massimo, pensando solo al massimo, dando il massimo e ricevendo il massimo. La nostra vita non contemplava fallimenti" si concesse una pausa per un momento e continuò "Fu un fulmine a ciel sereno quando i miei genitori dalla vita perfetta si accorsero che la loro figliola non era eccezionale come credevano. Era..." e fece una smorfia schifata "cosi... quotidianamente normale. Solo una ragazza normale. E da quel momento iniziarono le nostre disgrazie. Ti sei mai accorta come sia facile riversare la colpa delle nostre azioni sugli altri?! Fare... Come si dice?" ebbe una specie di illuminazione "Oh, si! Fare scarica-barile. Dare il peso degli sbagli sugl'altri è cosi semplice... Mio padre inizio a perdere soldi e ritenne naturale che io fossi la causa del suo stress. Quindi mi mandò in collegio per molti anni... Quando tornai scoprii che mia madre e mio padre avevano divorziato e naturalmente anche questo era inconsapevolmente merito mio: i due vivevano sotto lo stesso tetto come due estranei e lo fanno tutto ora. Mio fratello che prima mi considerava la sua dolce sorellina adesso mi rivolge a stento la parola e quando mi parla lo fa in terza persona, formalmente. Non è tutto. Non torno più a casa se posso, vado a dormire da amiche o da parenti e ormai pratico più sport di qualsiasi ragazza vivente: mi servono scuse per stare via" per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare guardò in faccia Cassie che sincera le chiese "E da quando hai iniziato a cantare?"... Non se l'aspettava... Di sicuro non se l'aspettava. Era sicura che la rossa le avrebbe fatto domande che tutti facevano tipo "E tu come ti senti?" o anche "Hai fatto qualcosa per cambiare la situazione?". Lei no. Era passata a tutt'altro discorso come se, tutto quello che aveva raccontato, non avesse importanza e che il fatto che per la sua famiglia neanche esistesse fosse cosa di poco conto. Si trovò colta alla sprovvista da questa domanda ma iniziò a parlare a ruota libera come ad una vecchia amica..."Ho iniziato a cantare a 12anni, anche se amavo farlo già da prima, la mia voce si sarebbe rovinata. Ho iniziato quando ho conosciuto la mia professoressa di Canto Celiane Nicholson: la donna più dolce, gentile e tenace che avessi mai incontrato. Nella sua vita ha avuto molte difficoltà sia economiche, sia familiari e cosi per pagare le spese dell'università ha iniziato ad insegnare. Mi ha sempre ripetuto che per fare qualcosa bene ci vuole impegno, determinazione e forza di volontà. La mia famiglia non era d'accordo su questa mia passione (allora ancora ci parlavamo) ma non mi è mai importato. Amo le sue lezioni, amo cantare: l'unica cosa con cui mi posso esprimere e con cui posso sentirmi libera, per andare in un posto dove non importa la tua famiglia, nè cosa fai per vivere, dove nessuno sa niente di te e puoi riniziare una nuova vita. Dove non importerebbe a nessuno se hai una casa o un posto che ti appartiene perchè infondo cantando sono le persone che ti appartengono"

Senza rendersene conto iniziò ancora una volta a cantare e la melodia e le parole erano così struggenti che anche la dolce Cassie si unì a lei.

 

Zingara

Qui nessuno sa niente di me

Zingara

E' la strada la madre mia

Zingara, Zingara

Non si sa come amo né chi

Zingara, Zingara

La mia mano sa tutto di me

 

La prima strofa. Si accorse che anche la rossa stava cantando con lei e si sorprese nel sentire quanto fosse melodiosa la sua voce e stonò quando ripensò con una punta di gelosia che non c'era niente che non andasse in lei. Come se le avesse letto nel pensiero la ragazza le sussurrò "Aspetta di sentire la mia storia..."

 

Mia madre amò tanto la Spagna

Come se fosse il suo paese

Amò i briganti di montagna

Sui monti dell'Andalusia

Sui monti dell'Andalusia

Io non ho più padre né madre

Ed è Parigi il mio paese

Ma sopra un mare immaginario

Viaggio e me ne vado via

Sui monti dell'Andalusia

 

"Per me è la stessa cosa" sorrise amaramente la biondina "Io non ho più padre né madre ma, al contrario della protagonista della canzone il mio paese è ovunque".

 

Zingara

A nessuno io parlo di me

Zingara

Quale vita è la vita mia

Zingara, Zingara

Chi lo sa dove andrò e con chi

Zingara, Zingara

La mia mano sa tutto di me

 

Piedi nudi, lontana infanzia

Sopra i monti laggiù in Provenza

Per gli zingari il mondo è grande

Il mondo è grande

E continuo ad andare avanti

Fino ai limiti più distanti

Con gli zingari in capo al mondo

In capo al mondo

 

Anche lei sarebbe riuscita ad andare in capo al mondo con la sua musica e forse un giorno sarebbe riuscita a riappacificarsi con la sua famiglia... Improvvisamente  la ragazza accanto a lei smise di cantare e le fece finire la canzone da sola… La guardava felice e al contempo triste. In quel momento la biondina seppe che finché non le avesse raccontato qualcosa di sé non sarebbe mai riuscita a capire Cassie.

 

E c'è

In Andalusia

Un fiume che

Mi tocca il cuore

E c'è

In Andalusia

Un cielo che

È l'aria mia

 

Zingara

Qui nessuno sa niente di me

Zingara

E' la strada la madre mia

Zingara, Zingara

Non si sa come amo né chi

Zingara, Zingara

La mia mano sa tutto di me

 

La mia mano sa tutto di me

 

La canzone finiva e cosi anche il loro incontro. Cassie raccolse la borsa da terra e guardò negli occhi Silvia. Lei ricambiò la sguardo e le disse tagliente "Non mi racconti la tua storia?! Come hai detto tu, no? Non si fa niente per niente ed ora voglio la tua storia" aveva usato un tono deciso, quello di chi non ammette repliche."Io mantengo sempre le promesse. E ti prometto che te la racconterò" anche lei aveva usato lo stesso tono della De Alisia "Ora scusami ma devo andare". Sorrise felice come una bambina e continuò "E non fare quella faccia che ti vengono le rughe!". Se gli sguardi potessero uccidere quello di Silvia probabilmente avrebbe ucciso la povera Cassie che intanto correndo più del vento se l'era data cortesemente a gambe levate...

Sì guardo intorno sconsolata. Quella pazza non le aveva neanche detto il luogo e l'ora in cui incontrarsi!! Notò però il piccolo foglietto che la pazza sopracitata aveva accartocciato accanto al frappè lasciato a metà e sopraffatta dalla voglia di sapere cosa c'era scritto lo apri delicatamente e lo lesse. Era scritto in una bellissima ed elegante calligrafia in blu

"Cara Silvietta! Allora hai visto che avevo ragione?! Tu muori dalla curiosità di sapere la mia storia! Peccato che non sarà oggi... Pensavi che questa pazza esaurita non ti desse il luogo e l'ora in cui incontrarci? Vabbè, certo che lo pensavi. Prima però ti devo dare alcuni consigli: te li avevo promessi no?

 

Lesson Number 1!

Uno sguardo vale mille parole. Le parole possono ingannare, ma il nostro atteggiamento, i nostri gesti e le nostre espressioni facciali non possono mentire. Tutto questo viene considerato lo specchio dei nostri sentimenti. La prima impressione che si riceve da un’altra persona è dovuta, per oltre il cinquanta per cento, all’effetto provocato dal suo portamento. Non ha importanza se si è più o meno consapevoli del significato dei segnali inviati dal corpo -l’impressione ricevuta è più che sufficiente per il nostro intuito. Serve capire e interpretare questi indizi. Sia in noi stessi che negli altri.  

 

Come ti comporti quando quando parli con gli altri? Gesticoli? Guardi negli occhi il tuo interlocutore? I nostri gesti rivelano se stiamo ascoltando e siamo interessati, o se la nostra mente é altrove – nonostante le nostre parole (come mi succede sempre durante le lezioni a scuola). Il fatto di non saper sostenere lo sguardo altrui rivela insicurezza o perfino arroganza. Ma bisogna fare attenzione – uno sguardo troppo intenso, può sembrare una provocazione. E’ poi importante anche la posizione delle mani. Se mantieni le braccia conserte, crei un muro che ti separa dagli altri. Se congiungi le mani dietro la schiena o le metti in tasca puoi dare l’impressione di voler nascondere qualcosa. E se ti tocchi il collo o il viso mentre parli, comunichi immediatamente insicurezza – come se non fossi del tutto certa di ciò che vai dicendo in quel preciso momento. Lo stesso vale per la persona con cui parli. Per tutti conta sempre la prima impressione e non è necessario che sia una buona impressione ma che sia L'Impressione. A volte devi dire quello che gli altri vogliono sentirsi dire e comportarti in base a chi ti trovi davanti basandoti sul suo carattere, su quello che fa, dice o pensa. Non credere che sia falsità questa… Non ti accorgi che, ormai, per molti è un abitudine: guardati intorno! Credi che il cameriere che ci ha servito fosse veramente felice come mostrava? Pensaci bene. Non è quello il suo lavoro? Sorrideva davvero? Che cosa ne possiamo sapere noi? Non può essere considerata come falsità. Infondo rifletti (perfino per un cameriere) è il suo lavoro mentire 

Ahh! Quasi dimenticavo! Mi piacciono i Post Scriptum..!

PS: 16:00 Cafè Leon (So che anche tu mi hai mentito o meglio, so che mi hai nascosto parte della verità quindi... un ultimo avvertimento per il nostro prossimo incontro! Muoviti di meno mentre parli, non sei brava a mentire)"

Che matta! E' davvero lunatica... Chi la capisce è bravo. Silvia sorrise raggiante e ridacchiò. Presto o tardi avrebbe saputo tutto e non ci sarebbero state più incomprensioni... In compenso avrebbe anche dovuto raccontare il resto della sua storia a quella folle di Cassie. Si alzò e si mise il giubbotto quando... "AHHHHHHHHHHHHH! Tsugumiiii!  Mi sono completamente dimenticata di lei!".

 

(Sentite io gliel’ho detto che con quella scrittura non si capisce niente ma, a lei piaceva! E, per inciso, è la persona più testarda che io conosca!) E’ adatta a Cassie! (Si ma, i lettori, ammesso che tu abbia dei lettori, non capiscono niente!) REBECCAAA!!! (Dimmi.) A cuccia! (Woof woof!) Brava cucciola! Vuoi un biscotto? (Anche due! Anche tutta la scatola!) Pozzo senza fondo! (Non è vero!) si che è vero piccoletta! (non sono piccoletta!!) si, è vero… tu sei grande solo quando ti fa comodo! (ho preso da te Charlie…) ma sentila, hai sei anni! (si ma, tu mi adori! Mi hai messo per prima in questa fan fic!) beh, hai ragione… ti adoro mostriciattola!

La colonna sonora di questo chappy è, comunque, “Zingara” del famoso musical “Notre Dame de Paris” ed ora…..

 

SPAZIETTO RECENSIONI (Perché qualcuno ti recensisce!????) REBECCAAA!!! (Dimmi.) A cuccia!

 

Laicachan: Laica!! Ma io ti adoro!!! Te l’ho già detto che ti adoro!?? Davvero ti piace??!  Sono cosi contenta che ti piaccia la mia storia!!! (ma che fai ti dai le risposte, peraltro sbagliate,da sola??) Beh, come puoi vedere tengo per il prossimo chappy l’identità di Cassie (Che poi non era cosi odiosa come sembrava…) Rebeccaa! Non mi dire che stai con quella pazza di Cassie! Povera Silvia!

 

Himi87: Thank you Himie e grazie mille! Cassie è… è… (te lo dico io chi è!) No, non glielo dire! (ma come avevi detto che glielo dicevi?) Si, però… Ci ho ripensato, va bene? (lo sai che sei svitata tale e quale a quella schizzata di Cassie) certo che lo so! Sono stata io a crearla, ricordi?(mi sembrava!)

 

Dreamer21: STENDETE I TAPPETI! SUONATE LE TROMBE! INCHINATEVI! DREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENS… (è completamente andata!! Se devi dire qualcosa fai in modo che si capisca!) LA GRANDE DREAM REGINA DELLE AU MI HA RECENSITO! UAOOOOOOO! SVEEEEEEENGOOOOOO… (mi sa che devo andare a prendere i sali…)

 

Ringrazio immensamente chi ha messo la fan fic fra i preferiti ovvero baby_dark, Dreamer21, laicachan, miettajessica, Millennia Angel e mistica88 (sai che mi piace moltissimo il tuo nick mistica?! ) ehi, lo stavo per dire io!!! (mi piace anche quello di millennia angel) ricopiona! (antipatica!) frega-battute! (no, tu frega-battute!) REBEECCAAA! (Dimmi.) A cuccia! (Woof Woof!)

Un grazie gigantesco anche a chi legge soltanto!

 

Adesso anticipazioni! (nel prossimo chappy conosceremo la storia di Cassie!) ma va?! Che anticipazione è questa?! Vabbè ci penso io!

 

"Una famiglia numerosa, la mia. Preferisco addossare a loro la colpa di tutto ma, so che non è cosi. Ed infondo se non fosse successo niente non avrei conosciuto Apollo e ringrazio ogni giorno per questo. E' stato lui a salvarmi. Se non mi fossi persa nell'abisso di oro colato che sono i suoi occhi d'ambra probabilmente sarei..." Cassie smise di parlare per un attimo e Silvia giurò di aver visto una lacrima affacciarsi dagli occhi verde-bottiglia della ragazza ma poi si ravvedette. Lei semplicemente non piangeva. Mai. E questo è quanto.

"Possibile che..."

 

(Ma come lasci solo questo pezzettino…? Come puoi essere cosi sadica!!) Io non sono cattiva… è che mi disegnano cosi! (Si vabbè… Il prossimo chappy invitiamo anche Vale a commentare questa schifezza?!) Non è una schifezza! O meglio è… una schifezza ma, smetti di ricordarmelo cucciola pestifera! Va beneeee, la prossima volta invitamo anche Titta, contenta?

 

Baci

     Charlie o Piccola Ferr!

     E (Rebecca o Martina!)

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Cannella e Cioccolato, Vaniglia e Camomilla ***


Canella e cioccolato, Vaniglia e Camomilla

Canella e Cioccolato, Vaniglia e Camomilla

 

Stavamo dicendo?! Ah si, la storia di Cassie! Scusate ma questo capitolo mi è uscito peggio del solito e pensare che avevo quest’idea da un’eternità! (Charlie! Non dovevi studiare per l’interrogazione che quella ti lincia?!) Si ma… (ma…) Non mi va! (sei incorreggibile!) lo so! In questo capitolo c’è una new entry! La mia grandissima sorellona Vale! |Ciaoooo! Cm va?| Valeeeee già che ci sei mi dai una mano cò fisica? |te pareva! Va bene ma tu metti a posto la camera!!!| Ricattatrice! |Si chiama”Intelligenza Commerciale” cara mia!| Si chiama “Ricattare le Sorelline Più Piccole” |come mai sei piccola solo quando ti fa comodo?!| Vabbè passiamo al capitolo… ecco a voi “Cannella e Cioccolato, Vaniglia e Camomilla” (dove li trovi sti nomi?! Sembra che stai a preparà un dolce!)

 

Dopo aver opportunamente chiesto scusa un milione di volte alla povera Tsugumi che l'aveva aspettata per lungo tempo Silvia tornò a casa... Era troppo stanca per fare qualsiasi cosa. Si svestì, prese un asciugamano e si infilò dentro la doccia. L'acqua le faceva scivolare via di dosso tutte le preoccupazioni, tutti i pensieri come se fossero inesistenti. Era una sensazione stupenda. Solitamente appena entrata iniziava a cantare una canzone che amava per potersi rilassare. Questa volta no. C'erano solo lei, l'acqua e quel ragazzo che continuava a rivedere nella sua mente. Apollo. Mormorò il suo nome, assaporandolo e sentendolo con ogni fibra del suo essere. Come faceva sempre prima di uscire da quella cabina, scrisse sul vetro, appannato dalle nuvole di vapore, il suo nome ed apri l'anta. Le gambe quasi le cedevano come impossibilitate a reggere il suo peso e reclamavano soltanto riposo. Si allungò sul divano e neanche il tempo di pronuciare "Solo un attimo..." si addormentò.

Si svegliò con un tremendo torcicollo. Aveva freddo. Tanto. Troppo. Ok, aveva incredibilmente freddo. Era come se un vento gelido le fosse entrato in corpo e lei continuava a tenerlo indosso. Prese una coperta e si fece una camomilla. Mise tre cucchiani di zucchero e la bevve tutta in un sorso. Sorrise mentre iniziava a tremare visibilmente. Si toccò il polso, dopodichè la fronte. Scottava. Solo un pensiero le attraversò la testa. Doveva andare da Cassie. Febbre o non febbre.

 

Arrivò all'entrata di Cafè Leon alle 3:30. Tirava vento e pioveva. Si era messa circa quattro strati di vestiti eppure le sue mani erano gelide e la mente vuota. Portava un basco nero con la visiera sopra i capelli sciolti ed il suo viso era quasi completamente coperto da una sciarpona a righe multicolore. Indosso aveva un bellissimo maglione nero con lo scollo a barca e dei jeans stretti chiari che le fasciavano le gambe.

Ai piedi aveva degli stivaletti bassi e teneva stretta a sè, sopra un lungo cappotto nero che arrivava alle caviglie, la sua fidata e gigantesca borsa colorata simile a quella di Mary Poppins (ci metti di tutto e non ci trovi mai niente! ce l'ho anch'io una borsa cosi!!ndm/ Non hai una borsa cosi, ne hai mille cosi!! Sei fissata con le borse, i cappelli e le sciarpe!!! ndVale).

Impossibile... fino al giorno prima splendeva il sole! Osservò bene quello strano bar e ne rimase sorpresa. Era molto elegante e nel contempo vivace. C'erano piccoli tavolini rotondi bassi di legno chiaro all'entrata coperti da bellissime tovaglie bianche con ricami blu oltremare e argento. Su ogniuno di questi erano deposti un piccolo sasso grigio e levigato con sopra il numero di tavolo dipinto con inchiostro turchese e una conchiglia differente a seconda del numero. Al posto delle sedie semplici si trovavano poltrone ricoperte da cuscini blu notte ricamati con le costellazioni. Entrò. L'interno del cafè era ancora più bello... Le pareti erano tappezzate si scaffali stracolmi di libri. L'intero locale ne era pieno. Infatti oltre a quel primo piano ce n'era un secondo a cui si accedeva per mezzo di una scala a chiocciola di legno di ciliegio. Non esistevano finestre ma solo enormi vetrate che davano sul bellissimo paesaggio dei monti e dei boschi della città. Più che un bar assomigliava molto ad una biblioteca o ad una libreria e Silvia riuscì, solo dopo ad un'attenta scansione del posto, ad individuare il bancone delle bevande dove scorse Cassie seduta ad intrattenere un animata conversazione con il barista dalla pelle scura che, mentre preparava drink, leggeva un libro sul calcio e fingeva di star intraprendendo un azione difficilissima. 

La ragazza si avvicinò a Cassie con l'ovvia intenzione di sorprendere la rossa ma il tentativo fallì quando il ragazzo dirottò l'attenzione su di lei.

"Ma chi è questa bella biondina?"esclamò a voce alta "Vuoi da bere tesoro?!"le chiese sfacciatamente."Togli i tuoi occhi assatanati dalla mia amica, maniaco!" rise Cassie "Cara Silvia, questo è Pierre, più opportunamente conosciuto come Il Pervertito del Leon!".

"Dici così solo perchè sei pazza di me, piccola. Chi disprezza, compra!" ribattè lui facendo il finto offeso."Si, Pierre, è come dici tu..." lo lasciò stare quella "Intanto porta a me e a questa nuova cliente le specialità del locale: per me, Vaniglia e Camomilla, per lei..." ci pensò un attimo e poi rispose senza esitazione "Cioccolato e Cannella".

"Ottima scelta" sussurrò il moro, diede un ultimo sguardo alle ragazze e iniziò a preparare quello che avevano chiesto. "A dire la verità non conoscevo questo posto... Mi piace. E'fantastico!"iniziò Silvia guardandosi intorno."Sono contenta che tu ne sia rimasta colpita. Sai, è di Apollo". La ragazza sgranò gli occhi e poi ritornò composta.

"Mi devi raccontare la tua storia" si rivolse a Cassie "e tu devi finire la tua" continuò per lei la ragazza.

"Questa volta però comincio io"

Vide Silvia appoggiare i gomiti sul bancone di legno e chiudere gli occhi.

Era pronta.

La rossa chiuse gli occhi. Anche io sono pronta, pensò decisa e si convinse a parlare.

"Una famiglia numerosa, la mia. Preferisco addossare a loro la colpa di tutto ma, so che non è cosi. Ed infondo se non fosse successo niente non avrei conosciuto Apollo e ringrazio ogni giorno per questo. E' stato lui a salvarmi. Se non mi fossi persa nell'abisso di oro colato che sono i suoi occhi d'ambra probabilmente sarei..." Cassie smise di parlare per un attimo e Silvia giurò di aver visto una lacrima affacciarsi dagli occhi verde-bottiglia della ragazza ma poi si ravvedette Lei semplicemente non piangeva. Mai. E questo è quanto.

"Ti parlerò di Loro. Di come vivevano, come parlavano, in cosa credevano e cosa odiavano. Chi sono Loro? Ti basti sapere che Loro sono i miei familiari, tanti, troppi, gentili e soffocanti. Vivevamo tutti nella stessa casa stretti come sardine e ci volevamo bene. Ci chiamavano i pazzi della Deava. Facevano fatica ad arrivare alla fine del mese tanto eravamo poveri, ma convivevamo ed ogniuno dava una mano." sorrise "E' difficile essere tranquilli sapendo che forse verrai sfrattato, no? Per questo volevo andare avanti ed essere qualcuno. Sai, avere una grande famiglia può essere bello e nel contempo orribile. Certo, non ti sentirai mai sola, avrai sempre qualcuno su cui appoggiarti ed una spalla su cui piangere. Gli altri hanno di rado tempo per te oppure ne hanno troppo da soffocarti. Se cerchi un attimo per fermarti o un luogo per stare da sola non ne troverai mai uno. Cassie! Cassieee! CASSSSIIEEEE! E tu sarai costretta a dire sempre di si, ad annuire e a sorridere anche se in quel momento avresti voluto rimanere con te stessa. La mia dolce, svampita e approfittatrice nonnina che mi chiamava per qualche faccenda fingendo un terribile mal di schiena o il mio grande, presuntuoso cuginastro che mi rimproverava per qualcosa che non avevo fatto. Ma io non potevo ribattere perchè non sarei mai riuscita a fare niente contro di Loro... Mi avrebbero soltanto detto che mi avevano solo chiesto una cosa e che a me non andava di fare niente... Allora decisi di andarmene..." vide l'espressione della sua interlocutrice e si riscosse "Si, scappai di casa... e non fare quella faccia scandalizzata, lo avresti fatto anche tu se fossi stata in me! Fortunatamente feci fortuna e divenni una modella". Silvia la guardò sorpresa e ammirata. Ecco perchè aveva avuto quell'impressione alla vista di Cassie: lei era sul serio un indossatrice! "Vedi, le modelle guadagnano molto e io potevo permettermi tutto quello che volevo... In questo mondo, dove la bellezza è tutto, io non potevo essere da meno. Avevo iniziato a mangiare poco, quasi niente, spesso saltavo i pasti o al posto del cibo prendevo piccole pasticche per perdere sempre più peso. Non importava se mentre provavo i vestiti quasi cadevo a terra o se non riuscivo a reggermi sulle mie gambe: l'importante era perdere una o due taglie anche se già ero magra e deperita come un grissino. Trovavo modi per vomitare il poco che avevo messo sotto i denti e mi iscrivevo a siti che perfino incoraggiavano l'anoressia. Sapevo di non doverlo fare: avevo il viso scavato ed ero pelle e ossa. Perfino le mie compagne che facevano lo stesso dicevano che esageravo. Mi mandarono anche in una clinica, sai? Dovevano misurare il mio peso passo passo e farmi parlare con altre persone che avevano lo stesso problema... Inutile dire che parlavo già con troppe persone che avevano la malattia durante l'orario di lavoro e che non avevo nessun bisogno di fare altri incontri poichè erano state quelle persone a farmi pensare da anoressica e vivere come loro. Diciamo che mi avevano contagiato. Riguardo alle visite di controllo peso avevo imparato alcuni stratagemmi per ingannare la dottoressa che mi visitava che funzionavano a meraviglia. Stavo solo prendendo in giro me stessa e gli altri. Inoltre conoscevo molti modi per non far accorgere le persone che non mangiavo: per esempio parlavo molto e quando stavo per mettere in bocca un boccone di cibo lo interrompevo a mezz'aria cambiando argomanto, spostare l'attenzione del tuo interlocutore su qualcos'altro, facevo sembrare il mio cibo buonissimo, talmente tanto che per farlo assaggiare agli altri lo toglievo dal mio piatto e gliel'offrivo. Avevo forti capogiri, mi sentivo sempre peggio e fu allora che svenni. Successe, se non sbaglio, durante una sfilata di Prada ed io caddi per terra come morta. Quando mi risvegliai in ospedale... lo vidi e ne rimasi affascinata. Stava allungato con le braccia incrociate dietro la testa e mi guardava con quegl'occhi d'oro fuso. Dannato lui e quegli'occhi! Ricordo ancora cosa mi disse quando se ne accorse "Sai, sembravi molto la bella addormentata: fatalmente bella e terribilmente incosciente. Rimasi di sasso da quell'affermazione. Mi aiutò ogni giorno ad uscire dalla prigione che mi ero creata ed io me ne innamorai. Tu non hai mai visto il colore dei suoi occhi e tutto ciò che riesce a esprimere con un solo sguardo. Quando li riaprirà, perchè io sono certa che lo farà, capirai anche tu che cosa voglio dire. Erano contemporaneamente tristi e magnetici. Impauriti e spaventosi". Pierre portò loro due bevande calde che emanavano un buonissimo profumo e Cassandra si concesse un momento per riflettere e dare modo a Silvia di elaborare quello che aveva appreso. Perchè le interessava tanto? Infondo lei non c'entrava niente con quel ragazzo dai capelli rossi, no? La ragazza interruppe il vorticoso flusso dei suoi pensieri "Bevilo" si limitò a consigliarle. La biondina non aveva ancora toccato quella tisana, dunque prese la tazza con le mani a coppa e assaporò tutto ad un fiato il nettare che le avevano portatò... Doveva ammettere che non aveva mai visto niente di più buono: era dolce come il cioccolato e speziato come la cannella. "Devi sapere" osservò la rossa quando vide che l'apprezzava "che il Cafè Leon ha una ricetta diversa a seconda del cliente che si presenta. Il carattere si riflette sui gusti e sui timori di una persona" si spostò con nonchalance una ciocca dietro l'orecchio, gesto che, solo più tardi, la De Alisia imparò a riconoscere come d'impazienza. Prese un foglio di carta leggera che si fece prendere dal barista e iniziò a scribacchiare. Allora anche quella volta gli avrebbe dato una delle sue lezioni, rimuginò Silvia a metà fra lo scoraggiato e interessato. "Sei mancina" notò guardando la mano delicata dal polso sottile dell'amica. "Continuiamo" proclamò quella completamente assorta "Apollo mi diede l'impulso che mi serviva per continuare a vivere e staccarmi da quella sottile tanto pericolosa linea tra la vita e la morte, il giusto e lo sbagliato finchè lui entrò in coma. Era da poco uscito dall'ospedale dove l'avevo incontrato in cui era stato ricoverato per un braccio malridotto, dovuto ad una rissa scatenata per difendere la sua sorellina minore, Chibiko, dalla quale aveva riportato quella cicatrice sulla guancia. Stava tornando a casa sua quando un pazzo ubriaco passato con il rosso lo fece entrare in coma. Piansi, piansi come non avevo mai fatto in vita mia e il colore dei miei occhi si cancellò dietro le lacrime. Da allora, niente è più stato lo stesso".

Silvia si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il respiro senza pensarci durante il racconto di Cassie.

L'aveva raccontato con passione e nella sua voce c'era più trasporto di quanto non volesse mostrare...

La vide incrociare le braccia sopra al tavolo ed inclinare la testa poggiata da un lato. La vide in una nuova luce: non quella di perfetta ed forte ma di fragile ed ingenua ragazza che non voleva e non poteva sopportare il peso di tutte quelle parole.

Le parole iniziarono ad accordarsi da sole e a disporsi. Infondo non c'era niente di difficile: due ragazze che hanno storie troppo tristi per essere raccontate. La prima non voluta dalla propria famiglia si rifugia in un mondo che la rifiuta, la seconda al limite della sopportazione poichè ha trovato la pace e l'ha persa un secondo dopo. Cantano senza quasi rendersene conto, senza accorgersi ma pienamente consapevoli di ciò che vanno dicendo.

 

This is the way you left me,

I'm not pretending.

No hope, no love, no glory,

No Happy Ending.

This is the way that we love,

Like it's forever.

Then live the rest of our life,

But not together.

 

Il mondo in cui gli altri le avevano lasciate. No, non stavano fingendo. Non c'era speranza, nè amore: non c'era lieto fine.

 

Wake up in the morning, stumble on my life

Can't get no love without sacrifice

If anything should happen, I guess I wish you well

A little bit of heaven, but a little bit of hell

 

This is the hardest story that I've ever told

No hope, or love, or glory

Happy endings gone forever more

 

La storia più difficile che avessero mai raccontato.

 

I feel as if I'm wastin'

And I'm wastin' everyday

 

This is the way you left me,

I'm not pretending.

No hope, no love, no glory,

No Happy Ending.

This is the way that we love,

Like it's forever.

Then live the rest of our life,

But not together.

 

2 o'clock in the morning, something's on my mind

Can't get no rest; keep walkin' around

If I pretend that nothin' ever went wrong, I can get to my sleep

I can think that we just carried on

 

Potrei far finta che niente sia mai successo, pensarono le due all'unisono. Si, come no?! Chi ci crederebbe se sono io la prima a non farlo?!

 

This is the hardest story that I've ever told

No hope, or love, or glory

Happy endings gone forever more

 

I feel as if I'm wastin'

And I'm wastin' everyday [x2]

 

This is the way you left me,

I'm not pretending.

No hope, no love, no glory,

No Happy Ending.

This is the way that we love,

Like it's forever.

Then live the rest of our life,

But not together.

 

A Little bit of love, little bit of love

Little bit of love, little bit of love [repeat]

 

I feel as if I'm wastin'

And I'm wastin' everyday

 

Sto buttando via ogni giorno, ripeterono.

 

This is the way you left me,

I'm not pretending.

No hope, no love, no glory,

No Happy Ending.

This is the way that we love,

Like it's forever.

To live the rest of our life,

But not together [x2]

 

This is the way you left me,

I'm not pretending.

No hope, no love, no glory,

No Happy Ending.

 

Questo è il modo in cui le avevano lasciate!

"Non sto fingendo, senza speranza

senza amore, senza gloria" sussurrò la prima sconcertata.

 

"Senza lieto fine" finì per lei la seconda che prese con rabbia repressa il borsellino, pagò ed uscì dal locale con la tristezza negli occhi per aver rivangato un passato che voleva lasciare dov'era. Mormorò un flebile "Ciao" ed se ne andò tra le lacrime.

 

 

Silvia chiuse le palpebre distrutta un pò per la febbre che tornava a farsi sentire, un pò per la storia che aveva ascoltato: non si poteva certo affermare che Cassie avesse una vita migliore della sua.

Era talmente afflitta che non le aveva nemmeno dato il tempo di raccontarle quello che le doveva dire della sua storia. Meglio così!

Prese il foglietto che le aveva scritto e lo mise nella tasca dei pantaloni. Non era in condizioni di assimilare i consigli che la rossa le dava.

Si fece fare un'altra tazza del Cioccolato e Cannella, salutò con un cenno e sforzandosi di sorridere Pierre il barista del Leon. Senza saperlo già stava mettendo i frutti della prima lezione impartitale da quella strana ragazza: ti puoi mostrare in un modo e sentirti uno straccio nella sottile arte del mentire.

 

La canzone di questo capitolo è “Happy Ending” di Mika! E’ così triste…

 

SPAZIETTO RECENSIONI!

 

Hanon Hosho: Hanon! Sono così contenta che ti piacciaaaaa! E certo ch puoi chiamarmi Kia! Salutami Miriel mi raccomando!

 

Laicachan: Ciao laica! Io ho una famiglia numerosa come la tua e ne conoscerai ogni membro nei capitoli di questa storia! Per ora ci sono soltanto la mia cuginetta più piccola e mia sorella maggiore ma vedrai che invasione… Sono cosi impiccioni che vengono anche qui! |come ti permetti!!| Vorresti negarlo? |ehmm…| Appunto! Cassie non era come sembrava infondo…

 

Dreamer21: O Dream! Cassie ha svelato i suoi segreti! Ma ha detto davvero tutto? Oppure no?

 

Silviatheangel: Beh, è simpatica questa prof. Di storia? Perché Cassie ha anche il suo lato pazzerello! Ha vissuto troppi dolori per mostrarsi felice con chi non conosce!

 

Mistica88: Non fa niente se non hai recensito primaaa! Puoi leggere qui cos’è successo ad Apollo! Ha avuto un incidente appena uscito dall’ospedale (se non è sfiga questa!) puoi dirlo forte Rebecca!

 

(Cavolo Charlie! I tuoi capitoli sono ogni volta più deprimenti!) Rebecca mi sa che hai ragione! Ma devi aspettare quando si risveglierà Apollo per dare una svolta alla storia! (e quando si risveglierà Sua Maesta L'Animale?) Nel prossima capitolo! (Davvero?!) forse si, forse no! (allora stavo pensando di scegliere il colore dei manifesti per il tuo funerale... Come li vuoi? Nero tomba o Viola cimitero? No, perchè... sai, il forse no non è contemplato nelle possibilità e porterà ad una tua prematura scomparsa... muhhahahahaha!) Ok, Apollo si risveglia! e per favore non mi fare la risata diabolica! metti paura! Titta senti mi fai le anticipazioni?

|sempre a me tocca il lavoro!| sei appena arrivata quindi… FAI LE ANTICIPAZIONI!

|Alloooora… Nel prossimo capitolo si sveglia Apollo!!| Ma questo già si sapeva! |Senti… devo andare a studiare Anatomia e Chimica quindi… FATTELE DA SOLA LE ANTICIPAZIONI!!!!!!!!!!|

Va beeeene non ti incavolare! C’è preso l’esaurimento nervoso da troppo studio! (La prossima volta come commentatore ci sarà anche Valentino!) ma Valentino ha due anni non può commentare! (Certo che può! Un “egghè” è Si e due “egghè” è No! E’ cosi semplice!)

 

Baci

     Charlie o Piccola Ferr!,

     (Rebecca o Martina!),

     e Valentina o Titta!

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