Something about us

di Peddy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Forse è perchè sono innamorato ***
Capitolo 3: *** Ti amo ***
Capitolo 4: *** Il post di un bacio ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti! Mi ero promessa di scrivere una ff e finalmente l’ho fatto! Protagonista principale di questa storia è il mio personaggio, cioè inventato da me, ne ho inventati anche altri, ma naturalmente non mancheranno tutti gli altri, bhe forse non tutti…

Spero che vi piaccia! Naturalmente aspetto i vostri commenti, critiche e suggerimenti!!
Ciao a tutti e BUONA LETTURA!!

P.S.: Il titolo della ff (piuttosto banale, devo ammetterlo! ^__^) mi è stato ispirato dalla bellissima canzone dei daft punk.

 

Something about us

Prologo

 

-Signori, stiamo per atterrare all’aeroporto di Hokkaido. Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza-, disse la voce dell’hostess, diffondendosi attraverso il microfono in tutto l’aereo.

Hilary, che fino a quel momento era stata profondamente immersa nei suoi pensieri, con lo sguardo intento ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino, si riscosse immediatamente ed allacciò svogliatamente la cintura di sicurezza.

Ancora poco, e sarebbe stata a casa sua, a Hokkaido. Ancora gli sembrava impossibile di aver preso veramente quella decisione. Una decisione drastica, ma alla fine l’unica realmente possibile. Non poteva andare avanti come aveva fatto negli ultimi mesi, la situazione era diventata decisamente insostenibile.

Lasciare Amburgo era un po’ come subire una sconfitta…aveva giurato a se stessa che non si sarebbe arresa di fronte a nessuna difficoltà, e per anni aveva lottato contro di tutto e contro tutti con le unghie e con i denti.

 

L’aereo cominciò ad atterrare lentamente. Hilary si sentì immensamente sollevata, quando l’hostess  annunciò che il viaggio era terminato, e si avviò immediatamente verso la scaletta per scendere. Sentire sul suo viso la fresca brezza del venticello pomeridiano le diede una piacevole sensazione di benessere. Sembrava di sentire un profumo familiare…il profumo di casa.
-Bentornata a casa, Hilary-, disse piano, rivolta a se stessa, e per la prima volta dall’inizio del suo viaggio, un lieve sorriso si disegnò sulle sue labbra.

Hilary entrò in casa silenziosamente. Le faceva uno strano effetto rimettere piede nella propria abitazione dopo tanto tempo. Non  era mai tornata in Giappone, da quando l’aveva lasciato. Guardò l’orologio. Automaticamente, si domandò che ore fossero in Germania, e cosa stesse facendo lui in quel momento. Era inutile, continuava a pensarci, anche se si ripeteva ogni istante che doveva dimenticarlo, lui e tutta la Germania. Chissà se aveva saputo che era partita…aveva detto a poche persone di aver deciso di lasciare per sempre la Germania l’ allenatore aveva fatto l’impossibile per convincerla a rimanere, dicendogli che era la migliore che avesse mai avuto, ma nulla la poteva tenere in quel luogo.

Dopo aver sistemato tutte le sue cose nell’armadio decise di farsi una doccia. Mentre si stava spogliando però, i suoi occhi caddero su una fotografia accanto al comodino. Era una fotografia di qualche anno prima, che la ritraeva insieme alla Groondwald. Era stato meraviglioso, così finì per richiedersi cosa stava facendo lui. Non lo sapeva, visto che era sparito da un po’.

Finita la doccia si vestì rapidamente e si avviò al campo di calcio, dove si stava allenando suo fratello.

Quando arrivò, ebbe come la sensazione che il tempo fosse tornato indietro…erano tutti quanti lì, come una volta,correre allegramente dietro un pallone, senza sentire la fatica, senza accorgersi del tempo che passava, spensierati e allegri come se dalla vita non si potesse desiderare nient’altro. Provò un’acutissima fitta di nostalgia, e per un attimo si soffermò a chiedersi come sarebbe stata la sua vita se non avesse mai lasciato il Giappone, se non avesse mai deciso di trasferirsi in Germania…domande inutili, non era possibile ormai cambiare quel che era stato. Tutto quello che poteva fare era guardare avanti, e sforzarsi di voltare pagina.

 

Il gioco si fermò poco dopo, quando Philip notò una figura famigliare, dai lunghi capelli castani mossi dal vento e suoi occhi castani che stranamente sembravano più scuri di quanto si ricordasse…

Gli ci volle comunque qualche istante per rendersene veramente conto, anche perché gli sembrava impossibile che fosse veramente lei…cosa ci faceva lì, a Hokkaido? Non doveva essere ad Amburgo? Eppure…no, non si stava sbagliando, era sicuramente lei!
-Hilary!-, la chiamò a gran voce, mentre tutti i compagni di squadra si voltavano nella direzione dello sguardo del compagno, sorpresi.
-Hilary?!-, ripeté Tom meravigliato. Poi notò la ragazza che li stava osservando da poco distante. –Eh sì, è proprio lei!-
Hilary sorrise, e si avvicinò ai suoi vecchi amici.
-Come state? !-, domandò con voce allegra.

In quel momento arrivarono anche Patty, Amy e  Jenny.
Philip fu il primo a raggiungerla, e l’abbracciò fortemente –Che sorpresa! Non ci aspettavamo certo di vederti qui!-
-Ma
dicci, sei venuta qui per una vacanza?-, gli domandò Bruce, incuriosito dall’arrivo inatteso della amica.

Lo sguardo di Hilary si rabbuiò immediatamente a quella domanda. Non voleva parlarne con nessuno.

-Beh, ecco…a dire il vero, sono tornata per restare-, disse, sforzandosi di utilizzare un tono di voce il più possibile naturale.
I ragazzi sgranarono gli occhi per lo stupore. Per un attimo pensarono che Hilary stesse scherzando, ma la sua espressione non era quella di una che stava scherzando.

Iniziarono tutti a farle domande, e lei rispondeva vagamente.

 

Patty sospirò. Era evidente che qualcosa non andasse, l’amica si stava comportando in modo piuttosto strano. Ma era altrettanto evidente che Hilary non aveva intenzione di parlarne, e quindi era del parere che per il momento fosse meglio lasciar perdere. Se e quando avesse voluto, sarebbe stata lei a confidarsi. Fece un gran sorriso nel tentativo di smorzare la tensione che si era venuta a creare all’interno del gruppo.
-Su, lasciate perdere…che ne dite di fare una piccola pausa invece? Visto che non siamo state di la a cucinare per nulla!- Hilary fece un sorriso, mentre le ragazze a turno l’abbracciavano. Patty non era per niente cambiata, sapeva sempre come sdrammatizzare le cose, sembrava che tutto fosse tornato come ha quei tempi felici, ma un’ombra famigliare, fin troppo, oscurò il suo sorriso.

- Ciao Benji!- Esclamò, guardando il ragazza che era uscito proprio in quel momento dagli spogliatoi…Aveva la sua divisa da nazionale, come del resto tutti gl’altri e ancora il suo cappello, che mai nessuno sarebbe riuscito a portargli via, era difficile dire che espressione avesse in quel momento visto che i suoi occhi erano nascosti dalla visiera del cappello, ma era comunque chiaro che, Benji non poteva crederci!

 Lei li? Cosa ci faceva? perché era tornata? Aveva forse mollato tutto? La conosceva bene e non avrebbe mollato tutto così! La Germania era il suo futuro…o forse era diventato il suo passato? E se era così di chi era la colpa…

Di chiunque fosse la colpa non ebbe il coraggio di guardarla in faccia, come accadeva da molto tempo.

- Ciao Hilary!- riuscì finalmente a dire mentre si metteva il guanto…

  Tutti fecero la pausa e chiacchieravano allegramente, e si erano divertiti un sacco a prendere in giro il povero Bruce. Hilary sembrava felice, tuttavia, tutti quanti si erano accorti che, la loro cara amica Hilary aveva qualcosa che non andava; Jenny qualche volta  aveva tentato di parlarle, ma con scarso successo:
"Non ti preoccupare Jenny, sto bene, sono solo un po' stanca..."
aveva risposto Hilary con un tono decisamente poco convincente, quindi, visto l'umore dell'amica, non aveva voluto insistere. L’aveva fatto non solo perché era sua amica, ma anche perché vedeva Philip preoccupato e non le era mai piaciuto vedere così il suo ragazzo.

Per quanto riguardava Benji invece, fu l’unico a non rivolgerle parola. Poi finalmente arrivò l’ora di iniziare ad allenarsi e le quattro ragazze tornarono all’interno dello stabile.

 

- Allora Ily, è per via di Benji?- Le chiese Amy, sicura di aver azzeccato.

Hilary abbassò lo sguardo…

- Infatti, è proprio così!- Non poteva più tenersi tutto dentro, ma non riusciva a trovare le parole giuste…l’aria dentro lo stabile la stava soffocando così uscì e andò a sedere sulla panchina dove fu raggiunta immediatamente dalle sue amiche.

- Su dai parlaci…ti sentirai meglio!- Insistete Amy.

- Se non trovi le parole prova a raccontarci come è iniziato?-Chiese Patty…

Hilary fece un sospiro e poi un lieve sorriso.

- Sì! Avete ragione su tutto!- sospiro - Ricordo perfettamente il giorno in cui tutto ha avuto inizio…-

 

Continua


Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Forse non vi sembrerà strana e forse non vi è piaciuta, ma aspetta il prossimo capitolo.

 Aspetto tanti commenti!! Un bacione a tutti!!
 

 

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Capitolo 2
*** Forse è perchè sono innamorato ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!  Lo so che mi ero promessa di scrivere una ff e che finalmente l’avevo fatto! E so anche che è passato molto tempo dalla pubblicazione del primo capitolo ma ora sono tornata più decisa che mai e vi metto subito in guardia…non mi fermerete mai!

Ho apportato una piccola modifica al primo capitolo vi consiglio di rilegerla… Mi sono permessa di mettere al fondo la risposta alle vostre critiche spero non crei troppi problemi…un bacione e

BUONA LETTURA

 

Something about us

Capitolo 1:

 …Forse è perché sono innamorato…

 

Hilary Callaghan era arrivata alla Groondwal School. Indossava la sua nuova divisa scolastica. Anche la sua migliore amica Mary Anne Ballak, indossava una semplice divisa scolastica verde ma era comunque splendida e aveva un'aria sofisticata.

- Ciao Ily!- Salutò Mary avvolgendo l'amica in un abbraccio nonostante si fossero incontrate il giorno prima.

- Ciao- le rispose.- Che caldo...solitamente fa più freddo il primo giorno di scuola.-

 

Non erano ancora le 8.30 e il primo sole di settembre emanava una luce intensa, quasi estiva. L'aria era afosa e non c'era un filo di vento.

- Freddo? Forse al Polo Nord!- Replicò Mary - A proposito, hai un aspetto magnifico! Non trovo giusto che voi abbiate la divisa scolastica più bella della nostra...-

 

La Groondwal School aveva infatti due differenti divise una verde per gli studenti comuni e una per gli studenti che facevano parte del gruppo sportivo della Groondwal era quindi speciali. La differenza delle divise consisteva nei colori, i primi avevano la divisa maglia e gonna verde per le femmine e per i maschi verdi erano i pantaloni e la giacca, sotto avevano una maglia bianca, e i secondi maglia bianca fiocco rosso spento e gonna grigia per le ragazze o pantaloni e giacca grigi, e una maglietta bianca

 

-Grazie, anche tu.- Rispose Hilary

 

Mary sembrava una modella. Era alta e qualsiasi ragazza si sarebbe lasciata morire di fame pur di avere un corpo come il suo. lei, invece, mangiava di tutto ed era convinta che dieta era sinonimo di suicidio. Aveva dei morbidi capelli scuri mossi da alcune leggere onde che cadevano fin oltre alle spalle. dovunque andasse la gente si voltava a guardarla, e il fatto era che Mary sapeva di essere una bellissima ragazza e ciò le piaceva.

Mary non giocava a fare l'incredula quando qualcuno le rivolgeva un complimento, anzi, lo accettava senza finti imbarazzi, e non si lamentava mai del proprio aspetto. Ma non si poteva di certo dire che era piena di sé. Viveva la sua bellezza con semplicità e ne capiva i vantaggi.

 

Hilary invece si considerava una ragazza normale, con i capelli castani scalati fino alle spalle, gli occhi scuri, era comunque abbastanza alta, ma differentemente da Mary, Hilary ogni volta che qualcuno le faceva un complimento arrossiva...

 

Le due amiche entrarono nella scuola, ma frequentando sezioni diverse si fermarono davanti alla scale che portavano alle aule che si trovarono al ripiano superiore.

 

- Bhe che fai? vai in classe, Ily?- Chiese Mary.

- Hum...devo parlare con il mister ci vediamo dopo nella pausa pranzo...- Rispose Hilary

- a dopo- aggiunse ancora Mary che si voltò per proseguire, ma si fermò all'improvviso, spalancando la bocca. Hilary si girò verso la direzione dello sguardo dell'amica e  vide un ragazzo sulla scalinata. Mary si girò verso di lei con gli occhi spalancati... - sta venendo qui!- capì Hilary dal movimento delle labbra di Mary.

Hilary alzò le spalle.

 

Il ragazzo si avvicinò con calma e tanta sicurezza, che si poteva leggere chiaramente nei loro occhi, in molti si erano girati a osservare la scena. Lui sorrise alle due ragazze.

 

- E' questa la direzione per l'ufficio della manager della Groondwal?- chiese il giovane.

- Buon giorno Karl!- esclamò Hilary sorridendo al kaiser.

- Allora Ily! Sarai ancora tu la nostra manager?- chiese il ragazzo che accompagnava il kaiser

- Purtroppo dovrò ancora sopportarti- Rispose Hilary con un sorrisino sarcastico a Benjiamin Price.

 

I due si conoscevano solo da qualche mese, da quando la scuola era finita e Hilary era stata richiesta per essere la manager della Groondwal e lei aveva accettato volentieri, mentre Hilary conosceva Karl da un periodo più lungo

 

- Se mai, sono io che ti dovrò sopportare....- rispose altrettanto sarcasticamente Benji.

- No sarò io quello che dovrò subire entrambi, e la cosa non è piacevole…- esclamò Karl

- Bhe, dovremmo andare dal mister ora, se non mi sbaglio ci sta aspettando…- esclamò Benji leggermente imbarazzato…

- Credo anche io - Ribatté Hilary altrettanto imbarazzata

- Ho capito, ho capito volete cambiare discorso…- esclamò sorridendo Karl mentre aveva iniziato a camminare lentamente e alzando le mani…Benji fu il primo a raggiungerlo mentre Hilary rimase altri cinque secondi a salutare Mary che era rimasta a testa bassa per tutto il tempo della discussione, poi anche Ily raggiunse gl’altri.

 

Ogni giorno dopo la scuola Hilary si recava al campo di allenamento della Groondwal per seguire dettagliatamente ogni giocatore, si occupava dei tempi della perfetta catalogazione dei vari documenti, si occupava della salute dei giocatori e ogni tanto anche dei problemi di cuore.

 

La sera verso il tramonto spesso Benji e Karl continuavano l’allenamento sfidandosi ai rigori, e alcune volte tutta la squadra tornava la sera dopo cena ad allenarsi tenuti sott’occhio da Hilary, che non si stancava mai di guardare i calciatori allenarsi e certe volte scherzare.

 

Una sera però Hilary tornò a casa leggermente prima per via di una telefonata molto importante, e diede il compito di chiudere agl’ultimi due rimasti…Benjiamin Price e Karl Schneider che si stavano sfidando ai rigori era come al solito, tiri dal limite dell’area di rigore.

Benji si preparò alla parata e Schneider tirò uno dei suoi più potenti e sicuri tiri, ma il portiere non riuscì a parare.

Benjiamin si alzò da terra dopo il tuffo con l’aiuto di Karl.

 

- Hum, complimenti Karl! Sbaglio o ti vedo più concentrato?- Chiese Benji al amico.

 Karl ci rifletté un po’ su…alzo le spalle ma non rispose…Benji capì…

 

In quel periodo Karl sembrava molto ma molto più concentrato, il motivo non si sapeva, ma non importava questo era un bene per la squadra e non avrebbe potuto nuocerle in alcun modo. Ma lo stesso Karl dentro di se si sentiva confuso…si sentiva confuso perché non riusciva a capire il perché di questa concentrazione.

 

I due giocatori lasciarono il campo e tornarono sulla strada per casa…parlarono di calcio per tutto il tempo fino al ponticciolo, attraversato completamente le loro strade si dividevano…Karl si fermò proprio in mezzo al ponte a guardare i riflessi oro e arancio sull’acqua del fiumiciattolo che scorreva li sotto.

 

- Hey Karl! Non mi hai ancora risposto…- Esclamò Benji appoggiandosi al muretto del ponte in verso opposto a quello di Karl,  e guardando l’amico con la coda dell’occhio.

- Bhe a essere sincero non capisco neppure io…io sono concentrato è vero, ma non proprio sul gioco…penso a lei e così riesco a giocare meglio…come dire è come una musa…- Esclamò Karl mentre il tramonto riusciva a colorare d’oro persino gl’occhi blu del giovane capitano della nazionale tedesca.

Benji chiuse gl’occhi e sul suo volto si formò un sorrisino come se fosse già a conoscenza di tutto.

- E così…- si fermò un attimo – Dietro c’è una lei…- finì. Karl si limitò ad annuire

- E questa lei ti fa da musa ispiratrice…- continuò il portiere ricevendo un altro annuimento.

Ci un momento di silenzio.

- Forse è perché sono innamorato…- disse poi Schneider

- E così sei innamorato di Hilary Callaghan, la nostra manager…-

- Lei mi fa sentire così strano leggero ma concentrato…ogni goal che faccio è per lei…Benji mi sento strano…- rispose non chiedendosi di come avesse fatto a capire

- Su Karl…andiamo a casa…ci vediamo più tardi…- Disse Benji alzandosi e cambiando discorso.

Percorsero il ponticciolo e ognuno andò per la sua strada…

- Benji…- lo chiamo Karl ma Benjiamin non si girò nemmeno alzò la mano e continuò il suo tragitto facendo intendere al kaiser che non avrebbe detto nulla a nessuno soprattutto a Hilary.

 

Continua


Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!  Vi lascio a qualche anticipazione…

- Tu sei innamorato di Hilary vero?-

[…]

- Pronto

- Benji mi ha baciata…

[…]

- Hilary io ti amo!-

[…]

- Ragazzi si è preso una pausa, per un po’ di tempo non verrà più agli allenamenti…[…] Hilary dove stai andando?!-

- Mi scusi mister!-

 

Tutto questo e molto, ma molto altro nel prossimo capitolo intitolato:

TI AMO

 

Volete un consiglio leggete il prossimo capitolo sarà ricco d’emozioni e non dimenticate le recensione belle o brutte che siano….approposito:

 

@    Rossy: Spero che la tua curiosità non sia passata….

@     Clata: Spero di averti dato un po’ di notizie in più ma senza svelare troppo per quello c’è il prossimo capitolo… 

 

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Capitolo 3
*** Ti amo ***


Eccomi qui, tornata a scrivere per voi…ecco il seguito di…

Eccomi qui, tornata a scrivere per voi…ecco il seguito di…

 

Something abut us

Capitolo 2:

Ti amo

 

I giorni erano passi tranquilli, uno dopo l’altro.

Uno uguale all’altro.

La mattina a scuola, poi allenamenti, poi a casa, poi altri allenamenti, non obbligatori, e infine a casa e poi il giorno successivo, sempre le stesse cose.

Benji aveva mantenuto la sua promessa, e non aveva detto nulla a Hilary, ma aveva notato che alcune volte Karl si soffermava su di lei…e forse non gli dava tutti i torti.

Era veramente bella. Aveva sempre un’aria concentrata sugli allenamenti nei suoi occhi si riusciva a vedere il fuoco della passione per quello sport, I capelli lunghi fino alle spalle lisci e castani come I suoi occhi mossi da quel venticello la facevano sembrare ancora più bella, e la sua magnifica divisa scolastica le stava d’incanto…

 

- Benji! Benji! Allora Price, cosa stai facendo?! Ti vuoi concentrare sul gioco o no?!- Era la voce severa dell’allenatore che lo aveva richiamato dopo aver visto che si era completamente incantato a guardare Hilary che non lo aveva nemmeno guardato per seguire l’azione del Kaiser che ora era solo davanti al portiere, Karl scagliò uno dei suoi più potenti tiri, ma la palla si diresse fuori dallo specchio della porta, una bella azione sprecata…l’allenatore fermò il gioco e mise termine agli allenamenti…

 

Erano tutti dentro gli spogliatoi a cambiarsi…Benji era seduto sulla panca, mentre si stava allacciando la scarpa. Karl che si era già cambiato guardava fuori dalla piccola finestra Hilary che stava risistemando i palloni al loro posto.

 

- Ci vediamo domani capitano!- salutarono gli altri giocatori della Grundwald, lui ricambiò il saluto e poi insieme a Benji si avviarono a casa. Karl non proferì parola fino al ponte dove si limitò a salutare il compagno e proseguire a casa ancora silenziosamente.

Arrivò a casa, sua madre era in cucina che stava preparando la cena, mentre sua sorella Maria la stava aiutando…

- Mamma, sono tornato!- disse, mentre saliva le scale per andare in camera, gettò la cartella nella sua stanza e s’infilo in bagno a farsi una bella doccia nonostante se ne fosse fatto una prima.

 

Apri lentamente l’acqua e le gocce iniziarono a scendere lungo il suo corpo, mentre nella sua mente ripercorrevano le immagini del primo giorno in cui la conobbe, fecero subito amicizia e lei aveva un’aria strana, triste come se avesse lasciato qualcosa d’oscuro nel suo passato.

 

Effettivamente non sapeva molto del suo passato a parte che aveva viveva in Giappone e che prima di trasferirsi definitivamente in Germania era stata in Inghilterra, in America e in Francia, dove aveva conosciuto grandi campioni, da LeBlanck a Diaz.

 

Finita la doccia, andò in camera dove si cambiò, poi rimase a guardare il soffitto e il resto della sua stanza, poso lo sguardo su una foto con Hilary e Benji le persone a cui teneva di più. S’immerse nei suoi pensieri fino a, quando sua madre non lo chiamò per dirgli che era pronta la cena.

 

Si stava facendo sera, mentre Benji non sapeva nemmeno lui dove stava andando, ma non aveva proprio voglia di stare in casa. Era quasi arrivato all’incrocio dove solitamente si divideva da Karl.

 

- Benji! Benji!- Una voce femminile lo stava chiamando ci penso bene e riuscì a identificare la voce di Hilary, si girò e la vide arrivargli di corsa incontro, quando lo raggiunse si fermò, sembrava aver fatto una lunga corsa ma non sembrava affatto affaticata…

- Hey Benji è da un po’ che ti chiamo ma non mi rispondevi…sei diventato sordo per caso?- Chiese lei, ci volle un momento prima che lui le rispondesse, era strano che qualcuno gli parlasse in Giapponese dopo tutto quel tempo…forse anche perché non aveva avuto molte occasioni di parlare da solo con lei e quindi era più strano del solito.

- Hey benji?!- Esclamò Hilary visto che lui non le rispondeva.

- Ah! Scusa Hilary! E’ un po’ strano ritornare a parlare con qualcuno in Giapponese faccia a faccia dopo così tanto tempo…- Rispose finalmente lui

- Ti capisco…anche per me è un po’ strano!- Disse sorridendo Ily. –Ma nello stesso tempo anche piacevole no?!- Aggiunse. Benji annuì.

- Ma come mai qui?- Chiese Hilary guardando l’amico incuriosita

- Ero solo uscito a fare una passeggiata, e tu invece?-

- Bhe faccio un po’ di corsa come al solito…- Hilary usò tanta naturalezza che lasciò Benji completamente spiazzato.

- E da quand’è che tu corri?- Chiese Ben

- Da sempre! Comunque mi manca poco, arrivo fino al parco e ho finito…!-

- Fai un bel po’ di strada…-

- Lo so…diciamo che non mi piace stare a casa a fare niente, senti, ho voglia di un gelato ti va di venire con me?-

- Hemm…ok…-

- bene, c’è una gelateria fantastica nel parco-

 

I due si avviarono verso il parco correndo, con grande stupore di Benji, Hilary non sembrava stanca o affaticata, come se avesse percorso tutta quella strada a piedi. Attraversarono il ponte e svoltarono a destra continuarono a percorrere la strada fino all’entrata del parco.

L’entrata era molto bella, un arco ti dava il benvenuto, internamente era un bellissimo parco verde percorso da una stradna fatta da grossi sassi che spicavano stupendamente sul prato all’inglese. La strada arrivava nella zona centrale dove spuntava un piccolo bar con poche persone, più in la, un bellissimo laghetto artificiale.

 

Benji e Hilary si accomodarono ad un piccolo tavolo per quattro e aspettarono la cameriera che prese le ordinazioni e le portò quasi subito, i due parlarono del più e del meno risero e scherzarono, commentarono molto i vari campioni che Benji aveva incontrato in quegli anni, parlarono del Giappone e dei suoi campioni e Benji capì di quanto quella ragazza ne sapesse di calcio…

- Ma senti Hilary, per quale motivo hai accettato di diventare la nostra manager? Potevi iscriverti in una squadra femminile…-

Hilary ci pensò su un momento, non voleva dire la vera motivazione

- Preferisco gestire e poi non sono moto brava a giocare, anzi faccio proprio pena…sai come si dice no?! Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare…-

 La serata fu piuttosto divertente, ma venne l’ora di tornare a casa e così fecero.

 

Ognuno quella sera tornò a casa con dei pensieri felici, per ognuno di loro fu come tornare a casa per anche solo poche ore.

 

Il giorno seguente sembrò tornato tutto uguale a prima, Benji e Karl tornarono a casa insieme e parlarono come il solito, ma Benji non disse nulla a Karl della serata passata con Ily, sapeva che Karl si sarebbe arrabbiato molto e preferì non dire nulla.

Poi il solito ponte, Karl precedeva di pochi passi l’amico.

Improvvisamente si girò di scatto sorprendendo il portiere…

- Sii onesto Benji…- Questa domanda stupì molto Benji che rimase quasi pietrificato dallo sguardo del Kaiser Karl.

- Tu sei innamorato di Hilary vero?-

 

Affermare che Benji fosse innamorato della manager era una parola grossa…e nemmeno a lui venne minimamente in mente quelle parole, lui innamorato di Hilary la  cosa era molto strano…moltissimo…

 

- No!- rispose Benji titubante.

- Non mentirmi, Benjiamin!- Karl usa dire il nome interamente dl portiere solo in occasioni importanti rare…

- Non ti sto mentendo…- Questa volta il portiere sembrava molto deciso di se…

- Allora ti piace…Non rispondere…lo so…riuscirai a non convincerti tu, ma non me…promettimi una cosa…sarà una sfida leale, e chiunque sceglierà non distruggerà la nostra amicizia…-

-Ok, lo prometto!- disse il portiere, prima che i due si separassero e ognuno si dirigesse verso casa sua.

 

A casa Benji ebbe una lunga conversazione con il suo grande amico Holly.

Parlarono del più e del meno, i due avevano tanta voglia di vedersi per le loro grandi sfide, o per giocare nuovamente insieme, ma ora, entrambi erano occupati con le proprie scuole ed era impossibile vedersi, si salutarono e Benji poté andare a dormire tranquillamente, anche se non c’era molto da stare tranquilli, il pensiero che Karl gli aveva messo in testa non lo lasciava dormire, stava nel letto a guardare il soffitto della sua camera, come quella volta, tanto tempo fa prima del confronto con Holly.

 

Passarono tranquillamente i giorni e le settimane anche se affermare che passarono tranquillamente era un po’ ecessivo, poi l’imprevedibile: Hilary finì in infermeria, si era sentita male ed era svenuta, causa la febbre alta e la fatica della corsa che fece prima degli allenamenti serali come al solito…per puro caso il dottore si era fermato per finire del lavoro e mentre stava andando via sentì la voce di uno dei giocatori chiamarlo, era Benji che la teneva tra le braccia, mentre Karl le bagnava la fronte, la portarono in infermeria e l dottore le somministrò un antibiotico per farle abbassare la febbre.

 

Karl e Benji le stettero vicini fino a, quando non si svegliò, Karl andò a chiamare il dottore lasciando i due da soli…la prima persona che hilary vide fu Benji. Gli sorrise a lo rassicurò…

 

- Ciao…-

- Ben risvegliata!-

- Da quanto sono qui?-

- Da quasi due ore-

- Sei rimasto qui tutto il tempo?-

- Bhe anche tu l’avresti fatto…-

- Sì, ma io sono la tua manager-

- E io un tuo amico…-

- Allora, grazie mille, amico mio…-

- Per così poco?!-

 

Ci fu un momento di silenzio, nessuno dei due sapeva cosa dire o fare…fu Benji ad interromperlo.

 

- Senti, io…cioè…tu…- Nel stesso momento in cui pronunciava quelle parole, Benji si era portato molto vicino a lei…

 

- Io…- sospirò lei mentre chiudeva gli occhi, ognuno dei due si trovava ad un soffio dall’altro, il bacio era quasi assicurato, quasi, perché sentirono la porta aprirsi lentamente, lei si girò di colpo e Benji tornò seduto nel giro di un millesimo di secondo.

Fu Karl ad entrare per primo, ma i suoi occhi poterono vedere quello che stava per accadere, ma non disse nulla, rimase silenzioso tutto il tempo dal momento in cui entrò al momento in cui arrivò a casa.

 

Il giorno dopo non si presentò agli allenamenti e nemmeno a quelli successivi, così come per altri tre giorni, non si vide nemmeno a scuola, poi il mister diede la notizia.

 

- Ragazzi, Schneider si è preso una pausa. Per un po’ di tempo non si presenterà agli allenamenti…- rimasero tutti sorpresi, ma il più colpito fu Benji. Hilary lo sapeva già.

Mentre l’allenatore stava parlando, Benji era immerso nei suoi pensieri e non stava nemmeno ascoltando le parole dell’allenatore, ma questo non lo notò, ma Ily sì! Si avvicinò all’amico e iniziò a fargli domande sottovoce…

 

- Tu ne sai qualcosa?- Gli chiese

- E perché dovrei?!-

- Ok…diciamo così: Tu ne sai qualcosa! Cosa?-

- Io…scusa ma non ne posso parlare qui…!-

- Bene allora!- Ily prese un paio di fascicoli e andò nell’altra stanza da sola con lui. Appoggiò violentemente le carte sul tavolo e si sedette.

- Parla….-

Benji fece un profondo respiro…

- Giorni fa, Karl mi confessò che era innamorato di una ragazza, poi anche io, dopo aver passato una bella serata con lei, capì che anche a me piace, ci promettemmo una sfida leale e che chiunque lei scelga non avrebbe rovinato la nostra amicizia. Un giorno io e la ragazza ci stavamo per baciare e lui credo che ci ha visto, perché è da allora che non lo vedo, ho provato a chiamarlo, ma lui non mi risponde, credevo fosse andato via, ma a quanto pare lui c’è…-

- Esatto….Capisco tutto, ma non posso credere che una persona possa lasciare il calcio per una sciocchezza del genere-

- Hai capito di chi si tratta?-

- Bhe, veramente no…-

- Sei tu…-

- Come? Io?-

- Si sei tu…avevo promesso che non lo avrei mai detto ma…-

Benji non riuscì a finire la frase, che Ily si era già alzata, facendo cadere la sedia ed era corsa fuori…

 

- Hilary, dove stai andando?- urlò il mister, quando vide la ragazza correre  via, veloce come un fulmine l’unica cosa che senti da parte di Ily fu:

-Mi scusi mister-

Anche Benji scappò via, per seguirla…Hilary era molto veloce, non riusciva a stare dietro…girarono tutta la città, fino ad arrivare al punto di partenza…ripercorsero la strada solita ma alla fine Ily lo trovò, era seduto sul letto del fiume sotto il ponte…scese solo Ily, Benji preferì stare in disparte…

 

- Karl…-

- Ily!- Esclamò lui alzandosi e girandosi…

- Sei uno stupido! Non puoi lasciare il calcio per una tale sciocchezza!-

Karl non capiva.

- Cosa?- Chiese lui.

- Benji mi ha detto tutto…non prendertela con lui, però…l’ho obbligato io a parlare...-

 

Karl rimase in silenzio, ma poi decise di dirle quello che provava.

 

- Hilary, io ti amo-

 

Ily si sedette accanto a dove stava lui prima e guardò il cielo stellato.

 

- Karl…sinceramente, non ti posso capire, lasciare il calcio per amore, per me poi…questa cosa mi fa infuriare! Inoltre sono confusa, non so che fare...chi scegliere, ho bisogno di tempo per capirlo, quindi ti prego, tu torna a giocare e torniamo tutti amici come prima, quando avrò capito vi comunicherò tutto…ora ti prego, vai a casa e doma mattina vai dal mister digli che vuoi ricominciare a giocare…-

 

Karl rimase un po’ a guardarla e poi finalmente fece come richiesto e se ne andò a casa, Ily non si mosse da lì.

 

- Hey, credevo che eri caduta nel fiume…- Disse Benji scendendo e andando vicino a lei, ma non ricevette risposta…vide chiaramente una lacrima bagnarle il volto.

L’abbracciò.

- Hey!-

Ily scoppiò in un pianto senza limiti…

- Principessa fessa…- Benji sapeva che suo fratello la chiamava così fin da quando era bambina…lei fece un lieve sorriso…

- Dai! Ti ho già fatto sorridere, su smettila di piangere…- la stretta di lei si fece più forte…

- Su guardami e smettila di piangere…-lei esegui gl’ordini…

- Sei stupenda anche quando piangi…-

- Grazie…- un altro sorriso sulle sue labbra…

 

Lui si avvicinò lentamente al suo volto e come quella volta ognuno sentiva il respiro dell’altro questa volta, però le loro labbra si erano toccate. Questa volta si erano baciati. Ily smise di piangere…era una cosa meravigliosa…l’attimo durò molto a lungo e poi lui si abbassò per farla salire in spalle…

 

- Su che ti porto a casa…- lei salì e andarono a casa.

 

La prima cosa che fece fu telefonare a Mary…

 

- Pronto- Rispose l’amica dall’altra parte della cornetta.

- Benji mi ha baciata…-

 

Continua

 

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto…Vi lascio ancora qualche anticipazione:

 

[…]

- Con chi andrai al ballo? Chi sarà il fortunato? Benji o Karl-

- Io andrò con…-

[…]

- Ho preso la mia decisione…-

 

Questo e altro nel prossimo capitolo intitolato:

Il ballo e la decisione

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Capitolo 4
*** Il post di un bacio ***


Eccomi qui, tornata dopo tantissimo tempo a continuare questa storia, ma ecco per voi il seguito di…

Eccomi qui, tornata dopo tantissimo tempo a continuare questa storia, ma ecco per voi  il seguito di…

Spero che vi piaccia, la storia si fa sempre più curiosa…

 

Something abut us

Capitolo 3: Il post di un bacio

La telefonata con Mary, fu lunga.

Per Hilary non fu difficile raccontarle tutto nei minimi particolari, si ricordava tutto alla perfezione...mentre lo raccontava le sembrava di sentire ancora il suo caldo abbraccio, il suo dolce profumo e il suo dolce tocco…il suo calore…

Non lo avrebbe mai scordato, quello era stato il bacio più bello della sua vita…della sua NUOVA vita…

Il giorno dopo non fu facile sostenere lo sguardo pesante di Karl. E l’indifferenza di Benji, non era affatto d’aiuto alla povera Hilary, che non sapeva se dirlo o no al capitano della Groundwald…fino quel momento non aveva pensato alle conseguenze…

Da li a qualche giorno ci sarebbe stato il ballo scolastico e Hilary non sapeva chi avrebbe scelto tra i due se entrambi le avessero chiesto di andarci con loro.

Non era affatto una situazione facile…a chi avrebbe potuto chiedere consiglio, Mary era decisamente parziale,  e suo fratello era fuori discussione…troppo geloso e protettivo.

Sua zia l’avrebbe sicuramente detto a sua madre, e sua madre non tollerava ragazzi se questi erano legati al calcio…era proprio nei pasticci.

 

- Fammi indovinare…Stai pensando a chi dirai di sì, quando ti inviterà al ballo di settimana prossima?- Disse Mary distogliendola dai suoi pensieri.

Hilary sospiro.

Non era facile nascondere le cose a Mary per lei, Hilary era come un libro sempre aperto.

E anche questa volta come tutte le altre, aveva indovinato.

Aveva notato che Hilary aveva avuto l’aria assente per tutto il giorno, e nonostante tutti i suoi tentativi di distrazione non ci era riuscita.

Non riusciva a darle consigli, infondo Mary aveva una cotta per Karl dall’età di 6 anni, quando frequentavano la stessa classe alle elementari, e non riusciva a dirle di andarci con Karl, ma non riusciva nemmeno a dirle di non farlo…

 

- Sai, io nella tua situazione…Ci andrei con tuo fratello! Peccato solo che tuo fratello ora si trovi in Giappone…- Sospirò lei. – Mi è venuta un’ idea magnifica! Visto che uno dei tuoi problemi è che Karl, lo conosci molto di più rispetto a Benji, che ne dici di chiamare tuo fratello e farti dare qualche notizia su di lui!- Aggiunse poi con gl’occhi sgranati.

- Non ci penso nemmeno! Mio fratello?! Ma sei completamente impazzita…quello se scopre che mi interessa Benji, prima fa fuori lui e poi me!- Esclamò Hilary, in panico.

 

Quando rientrò a casa sua zia stava guardandola televisione su un servizio sportivo sul calcio Giapponese le fece tornare in mente, qualcosa.

Subito si precipitò al telefono e compose un numero…una serie di numeri come tante, ma quella era speciale…

Il segnale di libero del telefono scandiva i secondi, e se invece di rispondere lei avesse risposto LUI…Aveva agito senza pensare…quante volte sua zia le aveva detto di pensare prima di agire?

 

Però, la cosa più strana di quella situazione era che le fu strano tornare a pensare a lui…erano mesi con non ci pensava…ma come spesso accadeva dopo tempo che non pensi a qualcuno, arriva sempre qualcosa che te lo fa tornare in mente.

 

Era in quei momenti che avrebbe tanto voluto prendere un pallone da calcio e sfogarsi facendo un tiro più forte che poteva.

Ma non poteva…una promessa era una promessa, o tutte o nessuna!

Una domanda le venne poi spontanea…Chissà come se la stavano cavando le sue amiche ora? Magari anche loro avrebbero tanto voluto tornare a giocare.

 

- Pronto, casa Sullivan, chi parla?- Rispose qualcuno, ma non era affatto la voce delicata e femminile che Hilary aveva sperato sentire…

- Buona sera, sono Hilary Callaghan, posso parlare con Jennifer?- Chiese lei, decidendo che l’indifferenza era l’arma migliore in questo caso.

- Hilary Callaghan?! Hilary! Ciao sono io…Roy!- Esclamò la voce al di la della colletta.

 

Le sue preghiere non erano state ascoltate e Lui aveva risposto al posto di Jenny.

Non riuscì a dire parola, il suo cuore stava battendo all’impazzata…sarebbe morta d’infarto da li a poco…

 

Ci furono circa trenta secondi di silenzio dove a Hilary venne più volte in mente di mollare giù il telefono, ma poi finalmente qualcuno rispose.

 

- Ciao Roy…- Esclamò con la voce tremante

- Allora Ily, a cosa devo l’onore di questa telefonata?- Chiese l’altro.

- Volevo parlare con tua sorella, mi pare di avertelo già detto…- Rispose lei cercando la sua freddezza dal più profondo strato sentimentale che aveva.

- Già già…allora te la passo…-

 

Quando la voce scomparve dall’altra parte della cornetta, Hilary, riuscì a tirare un respiro di sollievo

 

- Ciao Ily! Che bello sentirti dopo così tanto tempo! Allora raccomanda, come va nella cara Amburgo…?- Esclamò Jenny, ma solo quando capì di non poter pretendere risposta aggiunse: -Ah…mi dispiace che…se lo sapevo non gli avrei fatto rispondere scusa…-

- Ciao Jen! Non preoccuparti troppo è tutto ok?…avrei però bisogno di parlarti…e anche urgentemente…ci possiamo vedere? Faccio un salto a Parigi, prendo il primo aereo ok?-  Hilary, senti trenta secondi di completo silenzio e poi un unico grido di gioia.

 

La gioia della voce di Jennifer, riuscì a calmarla un po’, e il giorno successivo riuscì meglio ad affrontare il fatto che se stava per andare da LUI.

Ma era il caso di parlarne con Benji e o con Karl…

Va bene con uno dei due doveva pur parlarne…ma Chi Benji o Karl?

 

No! Stava proprio esagerando. Non poteva tirarsi così tanti problemi anche per quello!!!

 

- Hilary! Corri veloce a cambiarti che dobbiamo andare da Freddy!-

- Da chi dobbiamo andare?- Chiese Hilary rivolta alla zia

- Sei diventata anche sorda adesso? Da Freddy! Muoviti!- Le ordino la zia. E i suoi ordini non si potevano discutere…

 

Velocemente si cambiò, indossando un mini paio di pantaloncini di Jeans, una canotta a collo alto, sopra mise un cappotto lungo poco al disopra delle ginocchia e cappello molto francese.

Sua zia la stava aspettando in macchina, e non ebbe il tempo di sistemarsi il trucco, per nascondere il pallore che l’aveva colpita dal momento della telefonata con Roy.

 

La casa di Freddy, e cioè anche quella di Benji era completamente illuminata, ogni finestra aveva la luce accesa.

Guardando l’ora sulla macchina il suo volto riuscì a prende un colore differente.

A quell’ora Benji doveva essere al solito allenamento serale…solo lei, probabilmente, li aveva saltati.

 

Sua zia squillò il campanello della porta della villetta celeste, e poco dopo, si aprì anche se lentamente.

Gl’occhi di Hilary, impiegarono circa 10 o 15 secondi per mettere ben a fuoco, la figura che le era apparsa d’avanti.

 

CONTINUA

 

Ecco fatto, spero vi sia piaciuto un grossissimo bacio a tutti…

Commentate numerosi.

Peddy

 

 

 

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