Gone too soon.

di sheisafighter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologue. ***
Capitolo 2: *** chapter one. ***
Capitolo 3: *** chapter two. ***
Capitolo 4: *** chapter three. ***
Capitolo 5: *** chapter four. ***
Capitolo 6: *** chapter five. ***
Capitolo 7: *** epilogue. ***



Capitolo 1
*** prologue. ***


Gone Too Soon

 
prologue.
 
 
 
 
L'autunno era sempre stata la stagione preferita di Harry.
Adorava camminare sulle foglie secche, facendole schricchiolare leggermente, mano nella mano con il suo Louis.
Gli alberi colorati di un rosso tendente all'arancione gli davano un senso di pace.
Per di più, quelli del parco vicino casa erano davvero belli. O almeno così la pensava Harry.
Louis, invece, odiava l'autunno. Lo odiava da quando una pioggia autunnale, che sembrava più una che si ha nel bel mezzo di dicembre, aveva fatto sbandare l'auto del suo fidanzato. 
Lo odiava da quando Harry era andato via e non era più tornato.
E ora, dopo un anno, lo odiava ancora di più.
Camminava con una mano nella tasca mentre nell'altra teneva una rosa rossa. 
Sospirò leggermente, sorpassando il bar dove inizialmente incontrava il riccio, raggiungendo dopo pochi minuti il cimitero di Londra.
Si bloccò davanti all'entrata, incerto. Si morse il labbro, sentendo gli occhi pizzicare, per poi lasciare che le lacrime scivolassero lungo le sue guance leggermente arrossate dall'aria abbastanza fredda della giornata.
Prese un lungo respiro, varcando il cancello e avanzò verso l'area est del posto. Non aveva mai voluto andarci fino a quel giorno.
Si inginocchiò davanti al pezzo di marmo freddo,  posandovi la rosa ed asciugandosi subito dopo le lacrime con la manica della felpa.
Aveva gli occhi rossi e gonfi. Un po' a causa delle occhiaie, un po' per aver pianto tutta la notte.
"Hey, amore." disse con un filo di voce.
Tirò leggermente su col naso e si sedette per terra, incrociando le gambe. 
Avrebbe passato tutta la giornata lì, con il suo Hazza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
AUTHOR'S SPACE:
Tadaaaaaaan!
Chiara is back with a new fan fiction.
Lo so, questo prologo è minuscolo ma sono soddisfatta, dai u.u
No, non è vero. Mi fa schifo. ç_ç Ma mi hanno detto di pubblicare quindi eccomi qui :D
Ho cancellato anche quella su Niall alla fine. Sono un caso perso! ç_ç 
Siate clementi, è la mia prima Larry.
Spero di riuscire a finirla e di non abbandonarla come ho fatto con le altre. 
*dà testate all'armadio come Dobby* 
Sì, la morte è l'unica cosa su cui scrivo decentemente. :°D
Cercherò di aggiornare una volta a settimana. Cercherò. Ci provo, giuro.
Onestamente non so quanto sarà lunga questa fan fiction, cosa ne uscirà fuori manco lo so. :°D
Oddio lo spazio autore è più lungo del prologo lololol. Vabbuò, dai...
Grazie a Franci per il titolo della ff lol.

Love u all,
Elle.
 
 
 

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Capitolo 2
*** chapter one. ***


Gone Too Soon


 
chapter one.



 
Onestamente, stare lì faceva stare ancora più male Louis.
Sapere che sotto quel terreno umido c'era il suo Harry gli faceva venire i brividi. E gli ricordava anche del vuoto che c'era dentro di sé da un anno a questa parte.
Non sapeva neanche perché fosse lì. Avrebbe potuto alzarsi, pulirsi i pantaloni e tornarsene tranquillamente a casa.
Ma nonostante ciò non si mosse di un millimetro e mantenne lo sguardo fisso sulla foto.
Deglutì leggermente, pensando intanto a qualcosa che potesse aiutarlo a far passare il tempo.
E Louis, da bravo masochista che era, scelse il modo più doloroso per farlo passare in fretta: ricordare.
Abbassò lo sguardo sulle proprie mani e cominciò a giocherellare con la manica della felpa.
"Ricordi quando ci siamo conosciuti, Hazza?" alzò nuovamente gli occhi verso il pezzo di marmo, accennando un sorriso che sparì subito dopo "Eravamo al liceo..."
 
 
 
 
 
 
Louis quel giorno avrebbe preferito restare a casa, avvolto nel piumone e, pur avendo 17 anni, stare accoccolato al petto di sua madre.
Aveva avuto il test di chimica e, non avendo studiato, sapeva che si sarebbe beccato una F e una ramanzina da parte della genitrice e del suo insegnante.
Aveva fatto scena muta quando la sua professoressa di inglese gli aveva chiesto di parlare di Shakespeare. Ma non perché non sapeva, no, ma perché era troppo timido e chiuso per riuscire a parlare davanti ai suoi compagni di classe. 
Forse era questo che lo bloccava nel relazionarsi con gli altri. O forse sei solo uno sfigato con gli occhiali e i capelli penosi, Louis, così si ripeteva mentalmente.
Aveva solo due amici: Niall e Liam. Si conoscevano dall'asilo ed erano inseparabili.
Sbuffò, prendendo la sua roba e uscendo dalla classe di francese e si diresse verso il suo armadietto, posando i libri, per poi dirigersi alla mensa.
Il pranzo era sempre stato il suo incubo. Lo odiava, lo odiava sul serio. Non gli piaceva mangiare.
Entrò in mensa, guardandosi intorno e cercando i suoi due migliori amici, trovandolì poco dopo seduti ad un tavolo in fondo a destra.
Prese qualcosa da mangiare, solo perché il suo stomaco brontolava così tanto da far paura, e raggiunse Niall e Liam.
Li salutò, sedendosi al tavolo e poi prese a mangiare lentamente.
La fine del pranzo era ancora più traumatica. Gente su gente e Louis odiava stare tra troppa gente.
Stava sgattaiolando per l'ennesima volta fuori dalla sala ma qualcosa doveva andare storto per forza. 
Andò a sbattere contro qualcuno, finendo per atterrare col fondoschiena sul pavimento. 
"Cazzo, che dolore" mormorò, maledicendosi mentalmente. 
Non alzò neanche lo sguardo per vedere contro chi avesse sbattuto ma, quando quel qualcuno gli tese la mano, dovette guardarlo. 
E Louis credette di star sognando. Perché davanti a lui c'era un ragazzo dagli occhi verdi che incantavano chiunque e con un sorriso mozzafiato.
Pensò che non ci fossero occhi più meravigliosi, che quei ricci ribelli gli stavano così bene che credeva fossero stati fatti apposta per lui e che quelle fossette sulle guance rischiavano di farlo morire da un momento all'altro.
"Serve una mano?" chiese gentilmente il ragazzo davanti a sé. Sussultò appena nel sentire la sua voce e annuì lentamente. 
Louis si fece coraggio e afferrò la mano del ragazzo, alzandosi in piedi.
"Scusa amico, non ti ho visto" aggiunse il riccio.
"Fi - figurati. Avrei dovuto stare attento." Finalmente riuscì a spiccicare parola.
Il ragazzo riccio gli sorrise nuovamente.
"Io sono Harry, comunque."
"Io sono Louis, piacere." 
 
 
 
 
 
 
"Dio, avrai pensato che ero proprio una checca." ridacchiò, aggiustandosi meglio gli occhiali sul naso e passandosi poi la mano tra i capelli.
Quella giornata sarebbe stata lunga. 
Sapeva che, una volta tornato a casa, la voragine dei suoi pensieri lo avrebbe risucchiato e si sarebbe perso nei ricordi. 
Aveva cercato di soffocarli, di nasconderli in una parte remota della sua testa e quando ci era quasi riuscito, erano tornati a tormentarlo.
Ma si sa, chi pensa è destinato a ricordare, e chi ricorda si allontana sempre di più dalla felicità.
Ma forse Louis non voleva essere felice, non poteva. Non senza Harry.
Sì, Louis era decisamente troppo masochista.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
AUTHOR'S SPACE:
Heilàà geeente.
Ecco qui il primo capitolo! Vi piace? Lasciatemi una recensioncina, dai, fatemi felice çwwwwç
Un enorme GRAZIE a Gaetano, che mi ha aiutato un casino per questo capitolo e senza di lui
sarebbe finito una merda LOL (Diciamo che la fine l'ha scritta lui lololol)
Ringraziatelo, dai e.e
Vi lascio, su.
Bacibaci,
Elle.
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** chapter two. ***


Gone Too Soon
 
 
chapter two.
 
 
 
 
Alzò gli occhi al cielo che si era dipinto del colore dei suoi pensieri, neri da quando era arrivato lì, poi rivolse gli occhi al suolo.
Prese a giocherellare con la manica della felpa, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore mentre cercava di trovare qualcosa da raccontare al suo Hazza.
"Hey, Haz... Ti ricordi la festa di Lukas?"
 
 
 
La festa di Lukas Thompson, già.
Liam e Niall, i suoi due migliori amici, l'avevano pregato per un'intera settimana, dicevano che quella festa era troppo importante per mancare.
Louis cercò di evitare di andarci inventandosi mille scuse. Disse di dover studiare, di essere impegnato a fare da baby sitter alle sue sorelle, ma la verità era che non voleva proprio andarci.
Ci sarebbe stata metà scuola, la maggior parte tutti quelli popolari e fighi e Louis non faceva parte di quelle due categorie.
Alla fine si era fatto completamente trascinare. In fondo non aveva nulla da fare e passare una serata fuori casa, lontano dalle pesti che vivevano con lui, non poteva far altro che bene.
E, mentre Niall e Liam avevano scelto con cura i loro vestiti, Louis aveva semplicemente indossato una maglietta a righe e un jeans.
"Chi diamine mi noterà?" aveva risposto ai suoi amici, quando gli avevano chiesto perché fosse vestito come se dovesse andare a scuola.
E infatti fu così. Nessuno lo notò, ma questo perché si era messo in un angolo con un bicchiere di vodka pieno fino all'orlo a guardare la gente che c'era attorno a lui e per una volta il volume della musica era più alto di quello dei suoi pensieri.
Ma quando realizzò che forse sarebbe stato meglio restare a casa iniziò a muovere la gamba nervosamente, preso dalla noia.
Si alzò poco dopo dal divanetto su cui era seduto e si fece spazio tra la miriade di gente.
"fanculo Liam. E fanculo Niall." mormorò, dirigendosi verso la cucina di quella casa che aveva visto solo due volte in tutti quegli anni.
Camminava con lo sguardo fisso sul suo bicchiere ancora mezzo pieno fin quando non andò a sbattere contro qualcuno, rovesciandosi il liquido addosso.
"Merda!" esclamò ad alta voce.
Alzò lo sguardo e vide un paio di occhioni verdi che poche settimane prima lo avevano fatto andare fuori di testa.
"Hey, Louis! Scusa amico, non volevo combinare questo disastro."
Louis sbuffò, dando un'altra occhiata alla macchia sulla propria t-shirt per poi fare spallucce.
"Non importa, tanto la serata non può mica andare peggio di così.."
Il riccio gli circondò le spalle con un braccio, sorridendogli.
"Avanti, Lou, divertiamoci! La serata è appena iniziata!" esclamò.
 
 
 
 
Rabbrividì al ricordo della prima volta che Harry lo aveva chiamato ‘Lou’ e si ricordò delle migliaia di emozioni che la voce roca di Harry aveva scatenato pronunciando quel nomignolo.
Si fermò a metà, non finendo di raccontare come se fosse una storia per bambini quel ricordo che faceva anche fin troppo male, e si tolse gli occhiali.
Prese a strofinarsi piano gli occhi, che gli facevano leggermente male, mentre realizzava che si era già perso nei ricordi.
Ed era già troppo tardi per tornare indietro ed evitare altro dolore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
AUTHOR'S SPACE:
Et voilàà!
Scusate per il ritardo! Sono stata via da casa e non ho potuto aggiornare.
E scusatemi anche per il capitolo schifoso e corto. A me, onestamente, non piace.
Vabbuò, capita.
Comunque questa mi sa che sarà una mini long. :)
Un enome GRAZIE alle nove persone che hanno messo questa storia tra le preferite, alle due che l'hanno messa tra le ricordate
e alle dodici che l'hanno messa tra le seguite.  VI ADORO.
E ovviamente sempre grazie a Gaetano che mi sopporta sempre e mi dà consigli per i capitoli. 
Alla prossima,
Elle.

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Capitolo 4
*** chapter three. ***


Gone Too Soon

chapter three.
 
 
La testa cominciava a far male, forse per il troppo pensare.
E poteva sentire le fitte di dolore nel petto aumentare sempre di più.
"Ricordo che da quella sera siamo diventati inseparabili. Certo, c'erano sempre Niall e Liam e poco dopo si è aggiunto a noi anche Zayn, ma tra me e te c'è sempre stato un rapporto diverso. Sentivo che era un legame molto più forte di quello che avevo con Niall e Liam. 
E sai quando ho capito di essere completamente fottuto? Quella sera, Harry. La sera in cui abbiamo fatto l'amore per la prima volta. Ho capito che quello non era semplice sesso... Almeno per me. E non sapevo se essere terrorizzato o meno." prese un piccolo respiro prima di continuare.
"Ma alla fine se non l'avessi voluto anche tu, non l'avresti fatto, no?"
 
 
 
 
Erano le diciassette e nove minuti quando Harry chiamò Louis.
"Pronto?"
"Lou, vieni da me? Serata tra migliori amici." 
Louis riconobbe subito la sua voce.
"Hazza, ho il test di storia domani..."
"Eddai, Boo, fai contento il tuo Hazza a cui manchi tanto!" supplicò il riccio.
Harry poteva quasi sentire Louis sorridere dall'altra parte del telefono.
"Oh, fanculo il test. Sono da te tra dieci minuti, Styles."
 
Quella sera sembrava andare tutto per il verso giusto.
Avevano fatto quello che facevano di solito. Mangiato, giocato alla xbox, bevuto qualche birra in più del solito ed ora erano entrambi sul divano a ridere per chissà quale cazzata.
Louis con la testa sulle gambe di Harry e quest'ultimo con la mano nei soffici capelli dell'amico. 
Per come si comportavano, molte volte li avevan presi per fidanzati e chi non sapeva del loro rapporto se li avesse visti in quel momento avrebbe sicuramente affermato che fossero una coppia.
Louis chiuse gli occhi, godendosi le carezze di Harry. Mugolò piano.
"Cristo, Haz, questo è il paradiso."
Il riccio rise. 
"Se questo è il paradiso allora non hai proprio visto niente..." disse, con un sorrisetto furbo sulle labbra.
Il più grande aprì nuovamente gli occhi, rivolgendogli uno sguardo confuso ma curioso di sapere a cosa si riferisse il suo migliore amico.
Si alzò dalle sue gambe ed inarcò un sopracciglio.
"Che intendi?"
Harry, in tutta risposta, poggiò la mano sulla guancia di Louis, accarezzando piano la morbida pelle mentre lo guardava arrossire appena.
Ridacchiò prima di attirare a sé il ragazzo e premere le labbra sulle sue.
Louis spalancò gli occhi, colto alla sprovvista.
Che diamine stava facendo? Erano migliori amici, non potevano baciarsi!
Eppure non si staccò dalle labbra del più piccolo. Non sapeva cosa gli stesse prendendo in quel momento.
Si avvicinò di più, poggiando la propria mano su quella grande di Harry. 
Chiuse gli occhi, sciogliendosi appena, e ricambiò il bacio. 
Il riccio si staccò appena dal bacio pochi secondi dopo, prendendo Louis per mano e portandolo su con sé, in camera da letto.
Poco dopo la camicia di Harry finì sul pavimento ed insieme ad essa anche la maglietta di Louis.
In seguito anche i pantaloni di entrambi e per finire anche la biancheria.
Forse era solo colpa delle birre o forse lo volevano entrambi da troppo e ne stavano semplicemente approfittando. Sta di fatto che quella sera divennero per la prima volta una cosa sola.
Corpi sudati, mani intrecciate,  Harry dentro Louis.
 
 
Il mattino seguente Louis si svegliò in un letto non suo.  
Andò quasi in panico ma poi realizzò che era in camera di Harry.
Guardò la sveglia sul comodino che segnava le undici e venti minuti. Aveva saltato la scuola e non gliene poteva fregar di meno.
Rabbrividì leggermente e poco dopo si ricordò di essere completamente nudo. 
Il sangue nelle vene gli si gelò immediatamente e le immagini della sera precedente gli stavano passando tutte davanti agli occhi. 
'Cristo, non può essere vero' pensò, passandosi una mano sul viso.
Il rumore di passi risvegliò il castano dal suo stato di trance. Poco dopo trovò Harry davanti a sé, con addosso soltanto i boxer, che gli sorrideva.
Ricambiò il sorriso, non muovendosi dalla comoda posizione che aveva trovato.
"'Giorno, Lou." disse, recuperando velocemente i pantaloni della tuta dalla sedia.
"Buongiorno." 
Scacciò via l'imbarazzo ed osservò il riccio, senza pensare che appena dodici ore prima aveva fatto sesso col suo migliore amico.
Per la prima volta pensò che Harry era davvero bellissimo.
Ora tutto aveva senso. Ora capiva cosa intendevano le cheerleader a scuola.  Ora capiva cosa intendeva Harry con quel 'non hai visto proprio niente'.
Harry Styles era famoso per il suo essere il 'dio del sesso' e lui non poteva che vantarsi.
Ma quello che era successo poche ore prima, a parere di Louis, era qualcosa che andava decisamente oltre il divino. 
"Dormito bene?" chiese il riccio.
"Più che bene, direi." 
Gli rivolse un sorriso furbo, stiracchiandosi poi appena.
Il più piccolo tirò un paio di boxer puliti al ragazzo, ridendo.
"Sì, anche io. Fatti una doccia, nel frattempo preparo la colazione."
Era tutto così confuso nella mente di Louis. Erano migliori amici e avevano fatto sesso eppure non c'era traccia di imbarazzo tra di loro.
Scosse il capo, scacciando quei pensieri, e si alzò dal letto solo quando Harry uscì dalla stanza.
Corse in bagno e fece una doccia veloce,  indossare i pantaloni e poi scendere in cucina dove trovò il suo amico intento a fare pancakes.
Si sedette al tavolo, guardandolo fare mentre pensava e ripensava a cos'era successo. Era sconvolto.
'Forse è meglio non pensarci per ora.' pensò il castano, una volta che Harry gli posò davanti un piatto pieno di pancakes appena cucinati.
 
 
 
"E mi ricordo le facce di Niall e Liam quando ho raccontato cos'avevamo fatto. M ricordo di come mi evitavi..." sospirò appena.
 
 
Louis si appoggiò con la schiena al muro, sbuffando sonoramente. 
"Sono un cretino, sul serio."
Niall cacciò la testa fuori dal suo armadietto e guardò il suo amico con uno sguardo confuso.
"Come cazzo ho potuto caderci così? Dovevo saperlo che ero solo un altro gioco per lui. Mi aveva avvisato Liam."
Già, gliel'aveva detto Liam di non viaggiare con la fantasia. Harry era Harry. Imprevedibile, intollerante alle relazioni e all'amore.
Il biondino sospirò, chiudendo l'anta dell'armadietto.
"Lou... E se provassi a non pensarci?" In tutta risposta Niall ricevette un'occhiataccia da parte del suo migliore amico. 
Il più grande si guardò intorno, notando una chioma riccia dall'altra parte del corridoio.
"Ci vediamo dopo, Nialler!" esclamò il ragazzo, staccandosi dal muro e incamminandosi verso Harry.
"Harry, Harry!" esclamò il moro a voce alta.
Quest'ultimo, notando il ragazzo, prese a camminare in direzione della sua classe. 
Voleva continuare ad ignorarlo, anche se sapeva che non doveva farlo. 
Harry Styles per la prima volta nella sua vita non sapeva come comportarsi con una persona con cui era andato a letto meno di una settimana prima.
E anche se provava ad ignorarlo, sapeva che con Louis non era stato solo sesso, no, per niente. Aveva provato qualcosa quella sera.
Per di più era un uomo ed era il suo migliore amico, l che lo spaventava il doppio.
Ma c'era qualcosa nei baci di Louis, nelle sue mani tra i ricci di Harry, nei suoi occhi, che lo faceva letteralmente impazzire.
Il riccio tremò leggermente al solo ricordo di quel mercoledì sera.
No, fanculo, non posso pensare queste cose, pensò il ragazzo.
"Harry!" lo chiamò nuovamente, avanzando velocemente verso di lui e raggiungendolo poco dopo.
Gli afferrò il braccio, bloccandolo.
"Haz..."
Lui si voltò, guardandolo impassibile.
"Cosa vuoi, Louis?" sputò fuori bruscamente.
"Parlarti."
Harry lo guardò ancora impassibile, per poi scoppiare a ridere.
"Non abbiamo niente da dirci. Sta' lontano da me, Louis."
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
AUTHOR'S SPACE:
HELLOOOOOOO THE END IS NEAAAR! *canta*
Ciao meraviglie! 
Mi sorprende il fatto che dovrei aggiornare una volta a settimana e invece pubblico continuamente :c
Come se vi dispiacesse.
Btw, spero vi sia piaciuto il capitolo precedente e che vi sia piaciuto anche questo *v* 
Carino Hazza alla fine, vè?
Ricapitolando: Fanno sesso, non si vedono per 4-5 giorni, tornano a scuola e Louis cerca di parlargli maa
Harry lo manda letteralmente a cagare perché si sta cagando sotto dalla paura, non si parlano per un mese. (?)
Okay, sì, può andare. 
Evitatemi, sto delirando :c
Mi fate contenta con delle recensioncine? Pls. *fa labbruccio*
Alla prossima.
Love u all,
Elle.

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Capitolo 5
*** chapter four. ***


Gone Too Soon
 
chapter four.
 

 
 
Le fitte di dolore al petto erano sparite, ma il groppo in gola era sempre lì.
Non sarebbe andato via fin quando non avrebbe smesso di ricordare.
"Ricordo che le tue parole mi colpirono come un secchio d'acqua gelida. Non riuscivo a capire il tuo comportamento. Prima vieni a letto con me, poi mi detesti. O meglio, disprezzi. Perché, sì, il tuo sguardo esprimeva disprezzo, schifo." Si bagnò le labbra con la punta della lingua e poi riprese a parlare.
"Mi sentivo... perso. Non sapevo più cosa fare o pensare. Ero convinto che le cose potessero andare alla grande tra di noi dopo quella sera e contemporaneamente avevo paura, perché eri il mio migliore amico.  Ma avrei dovuto aspettarmi un comportamento del genere, no? Alla fine ero io il gay dichiarato, tu eri sempre stato con ragazze ed era normale la tua reazione... Sono stato sciocco, scusami Haz."
 
 
 
 
Un mese. Era già passato un mese da quando Harry non gli rivolgeva più la parola.
Gli aveva chiesto di stargli lontano e Louis l'aveva fatto. E ora sentiva la mancanza del suo migliore amico.
"Che palle." Sbuffò, per l'ennesima volta quella mattina, continuando ad infastidire il professore con le sue continue lamentele.
"Che palle, cristo." mormorò, ancora una volta. 
"Tomlinson, fuori dalla mia classe!" Il professore lo rimproverò, ormai palesemente furioso.
Si alzò in silenzio, infilò le mani nelle tasche dei jeans e uscì dalla classe, chiudendosi la porta alle spalle.
Si appoggiò con la schiena al muro e tenne lo sguardo basso, perdendosi nei pensieri.
Fu quando si sentì afferrare il braccio che uscì dallo stato di trance in cui era entrato. 
Sobbalzò dallo spavento e alzò lo sguardo: Harry. 
Che cosa voleva adesso? 
Stette in silenzio fin quando entrarono nel bagno dei maschi ed Harry lo trascinò in un cubicolo, facendolo poggiare contro la porta con molta poca grazia.
"Ma cos-" si affrettò a chiedere spiegazioni ma il più piccolo gli posò un indice sulle labbra per zittirlo.
Louis rabbrividì a quel contatto, dandosi, subito dopo, mentalmente dello stupido.
"Zitto. Stai zitto. E' difficile ed è già tanto che io sia qui e ti stia davanti. Non complicare la situazione." 
Louis lo guardava confuso. Di che diamine stava parlando?
E, come se gli avesse letto la mente, Harry diede la risposta alla sua domanda.
Gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
Louis era come paralizzato. Non se lo aspettava, per niente.
Pochi istanti dopo si sciolse, chiudendo gli occhi e perdendosi nel bacio. 
Si aggrappò alla maglietta del più piccolo, attirandolo di più a sé, e lo tenne vicino come per non farlo andare via mentre le mani di Harry erano ormai nei capelli di Louis.
Era uno di quei baci poco casti, ma disperati e allo stesso tempo pieni di dolcezza. 
Si erano mancati, forse fin troppo.
Harry lasciò le labbra di Louis solo quando sentì il bisogno di ossigeno ma, se avesse potuto, lo avrebbe baciato per sempre.
Poggiò la fronte contro quella del più grande e sospirò leggermente, mentre gli circondava la vita con le braccia.
Louis aprì gli occhi, continuando a stringere il tessuto della maglietta tra le dita.
"Fanculo, Tomlinson. Non puoi sconvolgere la mia vita in questo modo."
Louis sorrise semplicemente.
 
 
 
 
 
 
 
Se solo Louis si fosse concentrato, avrebbe potuto ancora sentire il sapore delle labbra di Harry sulle sue, ma preferì non farlo. 
Sapeva che gli avrebbe fatto male il doppio.
"E... E poi quel giorno ci... ci siamo fidanzati, ricordi? Ero al settimo cielo. Avevo ormai tutto quello che un ragazzo potesse desiderare. Amici stupendi, una famiglia che lo adorava e che adorava, il fidanzato migliore di tutti che amava e che lo amava." accennò un sorriso.
"Eri e sei ancora il migliore per me, Haz."
 
 
 
 
 



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
AUTHOR'S SPACE:
AAAAAAAAHHHHHH! *urla*
Ce l'ho fatta! o:
Okay, lo so, sono in ritardissimo ma ho avuto da fare. Perdonatemi. çç
Problemi col pc (sono dal pc di mio padre ora, che cosa bella *si strappa i capelli*),
ci son state le vacanze (dannata Pasqua, ti adoro solo per il cioccolato!) e problemi in generale.
Maaa tornando a noi...
Questa merdaccia è il capitoo (ma va?). 
A me, onestamente, fa cagare un po' ma la Kai e Terry (a cui dedico questo capitolo perché siete l'amore)
mi han detto che andava bene quindi eccolo quiii! Ah, e amatemi perché siete nello spazio autrice. e.e
Non ho riletto, perdonatemi anche gli errori. Spero vi sia piaciuto lo stesso. 
Me la lasciate una recensioncina? pliiiiiiis. çwç
Alla prossima.
Love yaaa,
Elle.

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Capitolo 6
*** chapter five. ***


ATTENSCION PLIS: Ascoltate 'Dark Paradise' di Lana Del Rey mentre leggete il capitolo.
Parla praticamente della vita di Louis dopo la scomparsa di Harry. 
Fate conto che sia un capitolo (?) lol No, davvero, ascoltatela e basta. Buona lettura!
 



 
 
Gone Too Soon
 
chapter five.

 
 
"Siamo stati insieme un anno e mezzo... Un anno e mezzo, capisci? Io, quello che veniva mollato dopo due giorni, un anno e mezzo con te. 
Eravamo innamorati come non mai, ricordi, Haz? Ricordi il nostro primo 'ti amo'? Io sì, ricordo tutto di noi." Prese a giocherellare con un po' d'erba ancora umida accanto a lui.
Chiuse gli occhi, sentendo i sensi di colpa crescere mentre il ricordo più brutto che aveva tornava a fargli visita. 
Non aveva neanche mai potuto metterlo da parte, non aveva mai cercato di soffocarlo come aveva fatto con tutti gli altri ricordi. 
Era colpa sua se Harry non era più con lui.

 
 
Il sabato sera era sempre la parte migliore della settimana, a parere di Harry e Louis.
Sarebbero usciti, si sarebbero divertiti e sarebbero tornati a casa. Si sarebbero messi a letto e si sarebbero coccolati.
Ma quella sera non andò così.
Decisero di andare nel pub al centro di Londra, quello aperto da poco ma già popolarissimo.
Si diceva fosse davvero bello. 
Una volta arrivati lì, decisero di ordinare da bere. Ma Louis, preso da un malore improvviso, lasciò Harry al bancone per recarsi al bagno.
Restò chiuso in quel bagno per ben dieci minuti, con la testa rivolta al water e il viso pallido.
Quando uscì si pulì la bocca e si lavò le mani ma prima di tornare da Harry fu bloccato da qualcuno che lo fece sbattere contro il muro e cominciò a strusciarsi addosso. 
Doveva essere decisamente ubriaco. Louis era completamente terrorizzato, non sapeva cosa fare.
Harry, d'altro canto, pensò di andare a controllare come stesse il suo fidanzato e quando vide il ragazzo strusciarsi contro il suo ragazzo sentì il cuore frantumarsi in mille pezzi.
Si fidava di Louis, come aveva potuto? 
Corse fuori dal bagno senza proferir parola. Gli avrebbe urlato contro quando sarebbero tornati a casa, sapeva contenere la rabbia.
Louis non notò Harry. Riuscì a liberarsi solo pochi minuti dopo e, una volta scollatosi di dosso il ragazzo, corse dal riccio.
"Scusa, amore, mi sono sentito male..." 
Harry gli rivolse uno sguardo carico d'odio. 
"Andiamo a casa?" chiese il più piccolo.
Louis annuì, pagò i drink ed uscirono dal pub subito dopo.
Aveva cominciato a piovere durante il tragitto e Louis odiava essere bagnato dalla pioggia.
Arrivarono poco dopo ed appena misero piede in casa, Harry non riuscì più a contenersi.
"Un malore improvviso, eh, Louis? Quante altre stronzate mi hai detto?" gli urlò il riccio.
Louis si voltò, il terrore negli occhi e il cuore che gli batteva fortissimo.
"Che stai dicendo?"
"Credi che non ti abbia visto in quel bagno del cazzo? Dimmi, com'è avere un ragazzo che ti si struscia addosso sapendo che il tuo fidanzato ti aspetta fuori?"
Voleva sparire. Harry l'aveva visto e credeva che lo stesse tradendo. 
No, questo doveva essere un incubo.
"Harry, lasciami sp-" iniziò con calma il più grande, ma fu bloccato dal ragazzo.
"No, fottiti Louis! Non voglio sentire una patetica scusa! Mi fidavo di te!" urlò, nuovamente, prima di infilarsi di nuovo la giacca e prendere le chiavi dell'auto.
"Harry dove vai?"
"Lontano da te." aprì la porta ed uscì.
No, Louis non poteva perdere Harry così. Non poteva perderlo a causa di qualcosa che non aveva fatto.
Aveva aspettato il ritorno del ragazzo per ore. 
Harry era uscito alle 22 ed erano ormai le 3 del mattino, fuori pioveva ancora e Louis non sapeva cosa fare.
Era seduto su quel divano da quando era uscito da quella maledetta porta e si sentiva in colpa, perché avrebbe dovuto fermarlo.
Ma in quel momento si era sentito impotente e disperato ed Harry non voleva nessuna spiegazione.
Sospirò, prendendo a torturarsi le mani. 
Il cellulare sul tavolino da caffé cominciò a squillare incessantemente. 
Lo prese immediatamente e rispose di fretta. Era Harry.
"Harry? Harry, amore, stai bene?" gli tremava la voce e l'ansia prese il controllo su di sé.
"..Lei è Louis?" 
L'ansia si trasformò subito in terrore. Non era Harry, era una voce sconosciuta.
"S-sì, dov'è Harry?"
"Louis, ascolti... Sono l'agente Williams. Il ragazzo che cerca, Harry, ha avuto un incidente..."
Il cuore del ragazzo si fermò per un attimo. No, non poteva essere vero. Era decisamente un incubo.
"E dov'è? Come sta? Arrivo subito!" quasi urlò, ma in quel momento non gli poteva interessare.
Si trattava di Harry, la persona che amava di più al mondo.
"I- il suo cuore è debole ma batte ancora..."
L'agente gli spiegò dove si trovavano. e Louis si precipitò fuori come un fulmine.
Corse alla sua auto e partì il più velocemente possibile.
Guidava velocemente e piangeva.
Arrivo dopo qualche minuto, lasciò l'auto sul ciglio della strada e corse da Harry.
L'auto era completamente distrutta, il  suo corpo era per terra, a meno di due metri dal veicolo, ed aveva il fronte e le labbra sanguinanti. 
L'agente gli disse di aver già chiamato un ambulanza.
"Harry, hey.. Sono io. Amore, apri gli occhi, dai. Non azzardarti a lasciarmi qui da solo, Styles."
Teneva Harry tra le braccia, tremava e singhiozzava. Gli spostò i capelli dalla fronte, stringendolo maggiormente al proprio corpo.
"No..." dalle labbra di Louis uscì solo un sussurro impercettibile.
L'ambulanza arrivò troppo tardi, Harry Styles aveva già lasciato questo mondo.
E Louis Tomlinson, invece, aveva perso tutto.

 
 
 
 
Ed ecco che tornavano le fitte di dolore al petto.
Strizzò leggermente gli occhi, cercando di trattenere le lacrime. Non doveva piangere. 
No, doveva essere forte per il suo Harry. Ma forse non voleva più essere forte.
Aveva tenuto duro per un anno e in quell'esatto momento Louis stava lasciando che il dolore lo risucchiasse, ancora una volta.
 
 
 
 
 
 




 
 
 
AUTHOR'S SPACE:
Ecco l'ultimo capitolo.
Non disperate, devo ancora pubblicare l'epilogo ewe
Sì, so di aver pubblicato appena due giorni fa ma ero ispirata :c
Probabilmente mi metteranno in carcere per omicidio dopo questo capitolo, forse. Non lo so. 
Ho scritto di notte e avevo sonno, accontentatevi.
Btw, preparatevi che l'epilogo sarà peggio, mi sa. D:
Spero vi sia piaciuto. 
Alla prossima,
Elle.

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Capitolo 7
*** epilogue. ***


Attention please anche qui: Ascoltate 'Gone Too Soon' dei Simple Plan mentre leggete.
 
 


 
Gone Too Soon
 
   
epilogue.   
 
 
Tenne il capo chino, il ciuffo che gli copriva la vista, e lasciò che le lacrime scorressero lungo le sue guance ancora arrossate.
Il pensiero di essere stato lì, immobile, e guardarlo uscire da quella porta lo tormentava da un anno.
Louis viveva col dolore e coi rimpianti da quella dannata sera.
Cercò di trattenere i singhiozzi ma fu inutile. Passò almeno mezz'ora prima che si calmasse un po'.
Si asciugò le guance, alzando il capo e guardando la fotografia del riccio.
"Mi faccio la stessa domanda tutte le notti: perché non hai combattuto quella sera, Harry? Perché mi hai lasciato solo?  
E' stato fottutamente difficile ricominciare senza te."
Parlava con un tono basso, quasi aveva la voce roca. Il groppo in gola cresceva sempre di più e in quel momento gli rendeva il tutto ancora più faticoso.
Ma Louis si costrinse a continuare. 
Quello che stava per dire ad Harry era come una confessione. Quelle cose non le ammetteva nemmeno a se stesso, eppure ora era lì che stava per dirle.
"La colpa è mia, Harry, perché avrei dovuto fermarti e dirti che avevi frainteso, che quel ragazzo era completamente ubriaco e che amavo soltanto te. 
Forse non mi avresti creduto comunque, mi avresti urlato contro lo stesso che era solo una semplice scusa ma almeno ti avrei detto la verità.. Ma probabilmente lo dico solo per convincere me stesso." accennò un flebile sorriso.
Rimase in silenzio per un po'. Per dieci minuti forse. O magari quindici. 
"Mi manchi." disse, improvvisamente.
"O meglio... Mi manca tutto di te, Haz. La tua risata, le tue fossette, il colore dei tuoi occhi.
Mi manca trovarti a fare i pancakes prima di andare a scuola e mi manca il tuo 'buongiorno' sussurrato con la tua voce ancora più roca da appena sveglio.
Mi manca baciarti e fare l'amore con te. Mi manca passare interi pomeriggi sul divano a guardare stupidi film e tirarci i pop corn addosso.
Mi manca stringerti al mio petto quando hai gli incubi o hai freddo e coccolarti di sera, a letto, dopo una lunga giornata. Ora il letto sembra troppo grande e troppo vuoto. E il buco dentro me si allarga sempre di più." la sua voce si affievolì leggermente sull'ultima frase.
"A volte sento ancora il peso del tuo corpo sul materasso accanto a me ed il profumo dei tuoi capelli sul cuscino..." deglutì piano.
"Ti sento persino cantare ancora sotto la doccia al mattino." ridacchiò nervosamente, prima di andare avanti. 
"Fa male, Hazza. Fa male da morire. Ma sai cosa? Non mi importa, o almeno cerco di convincermi che non mi importi, perché ogni giorno che passa è un giorno in meno per raggiungerti. Non sarà più lo stesso senza di te qui, lo sai? E' già da un anno che non è più lo stesso. Diamine, dovevamo passare tutta la vita insieme, invecchiare, Harry!" tirò su col naso. 
Credette quasi di impazzire e le parole ormai gli uscivano automaticamente.
"...Il punto è che credo semplicemente che tu te ne sia andato troppo presto."
Sospirò leggermente e alzò la manica della felpa, guardò l'orologio che aveva al polso per poi tornare a volgere lo sguardo al pezzo di marmo freddo.
Erano passate ore e non se n'era accorto. Era decisamente tardi.
Sospirò nuovamente, prima di schiarirsi la voce e riprendere a parlare.
"Devo andare, Hazza. Devo riprendere a studiare, preparare la cena.. Stasera ci saranno i ragazzi, sai? E poi devo dar da mangiare a Darcy.
No, non è una bambina. Non potrei crescere una bambina senza te. E' una gattina ed è bellissima, sai? Mi ricorda te con quei suoi occhioni. Dai, vado sul serio. Ti ho annoiato abbastanza per oggi. Vengo a trovarti di più, okay amore?" 
Cercò nuovamente di sorridere, ma tutto ciò che uscì fu una smorfia. 
Si alzò da terra e si pulì i pantaloni prima di prendere a camminare ma si fermò subito dopo, per poi voltarsi ancora una volta.
"Oh, Harry?" chiamò, pur sapendo che non avrebbe ricevuto nessuna risposta.
"Ti amo. Sempre."
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
AUTHOR'S SPACE:
Ecco qui, è finita.
Mi spiace un po'. *tira su col naso*
E' la mia prima mini long larry e sono riuscita a finirla per la prima volta! ç_ç
Mi scuso se l'epilogo fa schifo lol
Okay, torniamo alle cose serie.
Voglio ringraziare chiunque l'abbia letta. Significa molto per me.
Non importa se siete stati lettori silenziosi, mi basta sapere che l'avete letta. 
Grazie a chi l'ha messa tra le preferite/seguite/ricordate.
GRAZIE. GRAZIE MILLE.
Vi amo tuttttttti. 
Alla prossima fan fiction,
Elle.

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