Lo Spettro dell'Ala Ovest

di Arwen_Undomiel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le persone cambiano ***
Capitolo 2: *** L'Uomo dell'Albero Morto ***
Capitolo 3: *** Il Mistero ***
Capitolo 4: *** I sogni e i ricordi ***
Capitolo 5: *** Pensieri in libertà ***
Capitolo 6: *** Da questa sera nulla sarà più come prima ***
Capitolo 7: *** L'eterno rancore di un amicizia smarrita ***
Capitolo 8: *** Nuova vita ***



Capitolo 1
*** Le persone cambiano ***


Capitolo 1


Le persone cambiano

Il Castello della Terra degli Elfi era bianco e immacolato, atorno alle Torri Delle Nebbie, volavano indisturbate le Sacre Aquile Bianche, solo i loro richiami invadevano gli immensi spazzi erbosi della Contea di Elendhil. Il Sole, solo ora iniziava a fare capolino dietro le alte montagne innevate. Nessuno si era ancora destato dal lungo sonno che la notte concilia ai dormienti. Solo un sagoma, veniva innondata dai tenui raggi dell'Alba. Un Elfo, dai lunghi capelli biondi e dalle iridi azzurre come l'acqua di un fiume, era affaciato su di un candido balcone del Castello,e osservava silente l'Alba dei Tempi.
Qualcosa però era estraneo a quel mattino, l'Elfo infatti notò uno strano lucchio provenire dal cono di luce d'un raggio. Il luccichio si fece più vicino e intenso, ormai era un baliore, una vampata di luce. L'Elfo si coprì gli occhi con il dorso della sua mano afusolata, quando la tolse tutto ciò che riuscì a vedere, fu l'Oscurità... ma nei suoi meandri infiniti Ella nascondeva, un oggetto di grande valore, che solo colui che, degno, avrebbe potuto scorgere in quel vortice buio : l'Anello del Destino.



<< é una strana storia, senza dubbio ... >> disse Hermione, sopra pensiero, mentre chiudeva il libro. << Non ne sarei così sicura ... >> le rispose Ginny. << Cosa intendi dire ? Non crederai veramente a queste fandonie ?! >> . << E perchè non dovrei crederci? Dopo tutto sulla base di una Leggenda c'è sempre un pò di verità ... me lo hai detto tu stessa! >>
<< Sì, è vero ... ma non alla base di simili sciocchezze, non vedo il motivo per cui il Proffessor Ruff ci abbia assegnato un compito così assurdo ... >>
<< Cioè quello di ricercare notizie e Leggende sull'Antica Dinastia Elfica ? >>
<< Esatto ... >> concluse Hermione, intingendo la punta della Piuma nell'inchostro nero e iniziando il riassunto del Racconto appena letto. Ginny la guardò scrivere, per alcuni minuti, poi si decise, doveva chiederle se Harry provava qualcosa per lei, era stufa di vivere nel Limbo dell'angosci, così si fece forza e gli e lo chiese senza timore alcuno: << Hermi ... posso farti una domanda ? >>. La ragazza, alzò il capo e guardò l'amica dai capelli rossi, e le rispose mielosa: << Certo dimmi >>. Ginny fece un profondo respiro, e disse in un sussuro: << Harry, che tu sappia, prova qualcosa per me? >>
<< Io ... non sò, con me di questo genere di cose non si confida ... dovresti chiedere a tuo fratello, forse tra maschi si parlano di più. Sai in questo ultimo periodo, la nostra amicizia si è un pò allentata ... >>
<< Ho notato ... non fa niente, secondo te uqlaè il motivo per cui non siete più amici come prima? >>
<< Non te lo sò dire, probabilmente è causa dell'età, questo è il nostro ultimo anno a Hogwarts, come tu di certo sai, e in confronto agli altri anni siamo maturati ... ora sia Harry che Ron hanno ben altro per la testa >>
<< E a cosa potrebbero pensare, se non ad avere una ragazza ? >>
<< Non lo sò Ginny, sono dei ragazzi, cosa ne posso sapere io, cosa gli frulla per il cervello. Di certo non penseranno agli esami ... al contrario di me, che sto impazzendo! >>
<< Sì, che tu stia impazzando lo visto, infatti non fai altro che studiare. Perchè non ti prendi una pausa, dopo tutto, questi fatidici Esami sono fra 2 Mesi, hai ancora tempo ! >>
<< Già, ma chi ha tempo non perdi tempo ! >> concluse nuovamente Hermione, per poi rimettersi a scrivere. Ginny la fissò intensamente, aveva ragione, sia Harry che Ron erano cambiati dall'anno scorso, dopo tutto quello che hanno passato ..., pensò, ma qualcosa dentro di lei le diceva che qualcosa sarebbe accaduto e molto presto. Dopo più di un quarto d'ora la ragazza ormai stufa di starsene lì a fissare Hermione,la congedò e se ne andò dalla Biblioteca, lasciamdo l'amica nella più totale solitudine.
Hermione, non fece altro che pensare alla conversazione fatta pochi istani fa. Aveva notato fin dall'inizio dell'anno dei cambiamenti nell'animo di Ron, ma non se l'aspettava di vedere anche Harry, cambiato, maturo ... Proprio lui, che tal volta era così ingenuo ... di Ron me lo sarei aspettato, non poteva rimanere un'Idiota per sempre, ma Harry ... quasi non lo riconoscevo più quanto lo rivisto a Diagon Alley ...
Io stavo camminando, accanto ai miei Genitori, per la via principale, quando non scorsi dall'esterno del'Emporio Magico, i folti capelli rosso fuoco di Ron e quelli neri e arruffati di Harry. Attesi la loro uscita dal negozio, ma appena mi furono davanti capii che qualcosa in loro era cambiato. Ron mi salutò con un elegante e amichevole "Ciao " , invece del solito e patetico "Ciao, Hermi! ". Harry, al contrario, prima di salutarmi mi guardò, come se non mi avesse riconosciuta, poi con un sorriso mi saluto, anch'egli con un "Ciao" non che, non mi avesse mai salutato con un semplice "Ciao", ma, mi colpì la sua voce, era profonda, d'adulto e non più da ragzzino timoroso e presuntuso.
Poi anche il resto del tempo trascorso con loro, mi fece capire la loro netta maturazione. Durante le lezioni, non stavano più a dormicchiare come negli anni passati, non che prendessero appunti, intendiamoci bene, ma nemmeno giocherellavano, ascoltavano semplicemente la Lezione ( Fatta eccezione per Storia della Magia, durante quelle ore dormivano, veramente). Di cose in seguito, ne accaderò molte, che mi colpirono, ma più di tutte fu quella relativa alla passeggiata sul lago ... Erano ormai passate 5 settimane dall'inizio della Scuola, era sera ... io ed Harry stavamo passeggiando in riva al lago, potevamo stare fuori solo fino alle 21, ed erano già le 20:30. Lui voleva parlarmi di Ron, e di ciò che gli aveva raccontato la scorsa sera nel Dormitorio maschile, prima di andare a letto. Mi disse che Ron aveva una cotta per me, e che non si osava a confessarmelo, così, satndo alle parole di Harry, lui avrebbe preso l'iniziativa di venirmelo a dire in segreto, in modo tale, che io, se fossi stata innamorata di Ron, avrei potuto dichiarargli il mio amore. Alla fine confidai a Harry che sinceramente non ero sicura dei sentimenti che provavo per l'amico, e così lui, al termine della conversazione, mi chiese di non svelare a Ron del nostro incontro e , in particolar modo, di ciò che avevamo parlato. Questo fatto, concretizzò le mie ipotesi su Harry ... è davvero cambiato ... e in effetti, è cambiato in meglio, ora lasciando perdere il lato psicologico e caratteriale, è cambiato anche fisicamente ... si è fatto più carino, una volta l'ho visto a torno nudo, durante un'allenamento di Quddithc e devo ammetere che non era niente male ... poi anche il viso è cambiato, ora ha dei lineamenti più netti, non più da bambino, poi i suoi occhi, sono davvero speciali, il tenue verde che gli aveva caratterizzati degli anni pasati è svanito, ora sfoggiano, un profondo verde smeraldo ...

Ma cosa sto dicendo ?! Hermione, non ti sarai innamorata di Harry ?! No, no ... ora pensiamo a scrivere ...
disse a se stessa, dopo aver ripercorso le vicende degli scorsi mesi.
Hermione uscì dalla Biblioteca solo all'ora di cena. Prese la pergamena su cui aveva scritto, la mise nella bosra e di diresse verso la Sala Grande.

Come al solito, all'ora di cena, la Sala Grande pululava di studenti, tutti ordinatamente diviso nei tavoli delle loro rispettive Case di appartenenza. Hermione si diresse verso in tavolo dei Grifondoro, posò la borsa accanto a ella, e si accomodò sulla lunga panca di legno. Davanti a lei, dalla parte opposta del tavolo, sedeva Harry e Ron, immersi in una discussione, appena videro la ragazza, la salutarono educatamente, proprio come quel giorno a Diagon Alley. Harry dopo alcuni istanti, durante i quali Ron si era messo a parlare con Lee Jordan, chiese ad Hermione: << Sei stata fino all'ora di Cena in Biblioteca? >>. La ragazza, presa alla sprovvista, gli rispose sorpresa: << Ehm ... Sì, perchè? >>. Harry le rispose tranquillamente: << No, così ... sei preoccupata per gli esami vero? >> << Sì ... non ho la più pallida idea di ciò che ci chiederanno! >> << Non ti agitare, dopo tutto mancano ancora 2 mesi, vedrai che qualcosa ce l'ho comunicheranno, non chiuerti in Biblioteca passa un pò di tempo con n-- >> ma non fece in tempo a finire e Ron per sbaglio, a causa di un movimento brusco, gli laciò un interà sorsata d'acqua da un bichiere, innondandogli completamente il viso: << Grazie, Ron ... peccatto che siamo a 20 gradi sotto zero! E sai l'acqua in questo periodo dell'anno non è piacevole riceverla in faccia ! >> . Ron lo guardò amutolito, poi trattenendo un mezzo sorriso, gli rispose sommesso: << Scusa, non l'ho fatto apposta, davvero! é colpa di Lee che mi ha spinto, dai non prendertela ... >> ecco guarda, prese la bacchetta e pronunciò un incantesimo, che all'istante Harry. Il ragzzo dai capelli corvini, lo guardò stupito poi posò lo sguardò al proprio bichiere, l'amico non fece in tempo a reclamare ( << Harry, no ... mi dispiace! >> ) che si ristrovò il viso gocciolante d'acqua. << Questa me la paghi Harry! >> proferì Ron sputacchiando acqua sul proprio piatto, mentre prendeva un'intera caraffa d'acqua, ma una voce alle sue spalle lo parallizzò, nell'atto di lancire l'acqua, era il ...
<< Proffessor Piton ! Quale buon vento la porta al tavolo dei Gifondoro? >> gli chiese Ron posano delicatamente la caraffa sul tavolo e sorridendo affabile al'Insegnante. << Tolga quel suo stupido ghigno, da viso, signo Weasley! 15 punti in meno ai Grifondoro, grazie alla sua innata tendenza a fare domade stpude! >> rispose Piton scocciato. Harry ed Hermione protestarono: << Ma Professore non stava facendo nulla! >> disse Hermione << Non può togliercì 15 punti! Guardì quello che fanno i Serpeverde! >> disse Harry. Piton girò il suo naso insolitamente lungo e arcuato verso il tvaolo dei Serpeverde e vide Malfoy che tirava mollicche di pane a una studentessa dai lunghi capelli biondi della Casa dei Corvo nero, ma non ci fece caso e si voltò all'istante verso Harry: << Non sono affari sui Potter! Ammeno che Il Preside non abbia assegnato la Casa da me preseduta a qualch' un altro! Ma non è così ! Qindi, stia zitto, e altri 15 punti in meno! >>. Harry guardò Hermione che taceva sommessa, poi guardò Piton, che con un ghigno risoluto, si girò, facendo svolazzare il suo lungo mantello nero, anandosene vesro l'uscita. Ron rimase a bocca aperta, poi disse infuriato: << Maledetto! Meno male che il prossimo anno, non ci sono! >>. Sia Harry che Hermione sorrisero.
Ma in realtà Ron, non era contento di lascaire Hogwarts, sì, certo significava, niente più Piton, ma significava anche addio Hermione. Lui l'amava troppo, e non poteva lasciarla ...Se solo avessi il coraggio, di confidargli ciò che provo per lei ... pensò ...Dopo tutto non dev'essere così difficile ... basta andar lì, e dirgli la verità ... il più e dirgliela ... Per Harry è tutto più semplice, lui ha già fatto pratica con Cho, gl anni scorsi, l'ha persino baciata, io non ho mai baciato una ragazza ... non sò neppure come si fa ... Però, Hermione si è fatta davvero carina, quando lo vista a Diagon Alley, da perfetto idiota, lo salutata con un semplice e stupido "Ciao". Harry mi dice sempre che un pò gli piaccio ... ma non sono sicuro che sia la verità, Harry non se ne intende di sentimenti, quando si era messo con Cho, bè ... è stato un vero e proprio fallimento. Eccola, lì davanti a me che chiacchiera con il mio migliore amico, di lei mi piace tutto, i suoi capelli biondi, gli occhi ... il sorriso, la voce ... dall'anno scorso è cambiata, prima sì, mi piaceva, ma mai come adesso, sì è fatta più alta, più bella ... anche il suo carattere è cambiato, ora non è più una ragzzi viziata e secchiona, com'era al primo anno ... ne è passato di tempo ... qualche volta penso che Harry cerchi di soffiarmela, ma poi mi ricordo che lui non è il tipo, non lo farebbe mai ... ma certo che no, lui non la ama, e poi Hermione preferirebbe sicuramente a lui ! Già, Ron, cosa ti viene in mente ! Lui è ... è ... beh ... è e basta ! Non ci pensare, deciso, domani le dirò tutto, questa sera ne parlerò con Harry, lui sparà darmi degli adeguati consigli ... Ora è meglio che mangio ... altrimenti svengo al solo pensiero di ciò che mi aspetta domani ... è sì, sono proprio cotto ..., pensò fra se, poi prese forchetta e coltello, e inizò a mangiare l'arrosto che gli era comparso sul piatto.
La cena finì verso le 20, Ron si alzò subito dopo Harry ed Hermione. La ragzza propose ai due di fare una passegiata nei Giardini del Castello, siccome era ancora presto. I due acconsentirono. Ron continuava a pensare a ciò che poteva dire ad Hermione l'indomani, poi stufo, di vivere nel limpo dell'angoscia, posò la propria mano sulla spalla di Harry, proferendo in un sussurro: << Harry ... ti posso parlare? >>. L'amico lo guardò perplesso poi acconsentì, e i due si rifugiarono dietro un Faggio, lontano da orecchie indiscrete. Ron prese fiato e disse: << Devo dire ad Hermione, ciò che provo per lei! Non ce la faccio più ... aiutami! >> e scrollò Harry, prendendolo per gli avambracci. Il ragazzo, lo guardò con le sue iridi verdi, poi cercando di calmare l'amico: << Ron, calmati! Non c'è il caso che mi ammazzi! Diglielo ... >>
<< Non posso, non ci riesco ... ! >>
<< Ce la farai! Basta che non la scaraventi e la agiti, come stai facendo con me! >> << é ovvio che non lo farò! >>concluse, Ron lasciando andare l'amico. Harry si stirò la divisa, sulle spalle e poi insieme a Ron raggiunse Hermione, la quale era seduta in riva al lago, silente. Harry sussurò a Ron: << Adesso? >>
<< No! Doamani! >>. Harry fece un profondo respiro d'assenso e si sedtte ad un lato della ragazza: << Va tutto bene Hermione? >> le chiese cortesemente. << Sì, ho solo freddo >> gli rispose arrosendo ... Brava Hermi, così lui ti da il suo mantello ... pensò, ma il risulatato fu un'altro. << Tieni, prendi il mio ... >> disse Ron, posando sulle spalle della ragazza il proprio matello. Hermione fu colpita dall'atto dell'amico, quel gesto così amoroso per lei fu una grande novità. Prese il mantello nero per le due estremità e lo stinse a se, era caldo e soffice ... ma avrebbe preferito di gran lunga quello di Harry ....
Tornarono solo alle 21 al Castello. Si congedarono con uno stupendo "Buona notte" da parte di Harry, che fece venire un brivo alla ragazza, ormai era ovvio, lo amava.
I due ragazzi, raggiunto il Piano dedicato ai Dormitori maschili, salirono ancora qualche gradino, della turbinosa Scala a Chioociola, fino a quando non furono d'innanzi ad una porta d'ebano con su scritto in caratteri d'Argento "Studendi del 7° Anno" . Enrtarono. Il Dormitorio Maschile non aveva nulla di particolare, i soliti letti a Castello di un rosso granata, erano disposti orizzontalmente per tutta la stanza, accanto ad ognuno di essi oltre al Baule dell'alunno, era posto un piccolo comodino fornito di due cassetti, e sulla sua superfice era predisposta e si gillata, una candela bianca.Un pò più in la dei letti, c'erano due finestre, l'una davanti all'altra, erano molto grandi, caratterizate da dei vetri colorati. Al centro della stanza, vi era un camino circolare che ricordava vagamente un termosifone, era nero e rosso, e di tanto in tanto si sentivano scoppiettare dal suo interno dei cocci di legno. I due, si sedettero su propri i letti e si infilarono il pigiama. Fecero tuuto in silenzio e attenti al minimo rumore, poichè, anche se era buio, si potevano notare le sagome dei loro compagni che dormivano nella grossa ,tra cui Sean Finnigan e Neville Paciock, i quali ronfavano rumorosamente. Ron diede la buona notte a Harry e si addormentò, mentre l'amico si distese sul letto, mise le mani dietro la nuca,e fece un profondo respiro, ma non si addormentò. Non aveva sonno, fissava solamente il soffitto bianco. Non poteva fare a meno di pensare a ciò che sarebbe accaduto alla fine dell'anno scolastico, non gli andava di lasciare i gli unici amici che aveva. E poi pensava a Ron e ad Hermione ... Sono una bella coppia, peccato che lui non si faccia avanti ... Hermi mi è sembra abbastanza lusingata dall'azione di Ron, poco fa ... spero solo che non si aspettasse che Io, le ofrisse il mantello ... altrimenti, chi lo sente Ron? E poi tanto, lei non mi piace, si è una slpendida ragazza, intelligente, carina ... ma non mi attira sinceramente ... non fare lo stupido Harry! Non sai nemmeno tu cosa ti attiri! ... sì hai ragione ... sono un caso disperato, dopo Cho non ho avuto più nessuna ... tante volte ho pensato di riprovarci con lei, ma ogni volta che tentavo, facevo un buco nell'acqua! Quanto vorrei trovarmi qualcuno ... certo che Ginny si è fatta più carina, non ha più quall'aria sbarazzina e ingenua, ora si è fatta davvero carina, quasi più di Hermione ... ma a quanto ne so , le piace Malfoy ... da come parlo sembro un Don Giovanni! Ah ... è meglio pensare agli esami, la McGrannit ha detto che sono sulla buona strada per diventare un Auron, se solo riuscissi ad aplicarmi di più in Trasfigurazione ... ma come diavolo si fa a trasfigurare un Gatto in una freccia? Solo Hermione c'era riuscita, e Ron lo aveva trasformato in un coda con una punta, io ... bhe lasciamo stare ... è meglio che dormo ora o domani non mi sveglio, fra due giorni ho pure la partiIiTtAaAa ... pensò mentre sbadigliava, per poi addormentarsi definitivamente ...


Arwen_Undomiel

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Capitolo 2
*** L'Uomo dell'Albero Morto ***


Capitolo 2

L'Uomo dell'Albero Morto

Quella notte per Hermione passò lenta e insonne, nella sua mente continuavano ad affiorire immagini,e ricordi. Pensava a Harry ... a Ron ... non sapeva chi scegliere ...
Si alzò. Aveva tutti i capelli arrufati e più increspati del solito, camminava goffa. Raggiunse il bagno, si rinfrescò, e si cambiò. Poi ancora un poco assonata andò in Sala Comune, erano appena le 7 e non c'era ancora nessuno. Si sedette su di una poltrona rossa, e si riassopì ... ma non dormiva, poteva sentire ogni minimo rumore intorno a lei, era tra il sonno e la veglia ... dun tratto davanti a lei strani volti si formarono ... era sua madre e le stava dicendo qualcosa, era in lacrime e i suoi occhi erano pieni di paura, non aveva i soliti capelli di un biondo brillante, ben tenuti , ma la contrario erano sporchi e mal ridotti, sul suo viso comparivano strani graffi sanguinolenti ... la Ragazza si svegliò in preda al panico, il cuore le batteva forte. Ai suoi piedi c'erano Harry e Ron. << Va tutto bene Hermione? Ti senti bene? >> le chiese Ron preoccupato. Ella lo guardò ansante e gli rispose tra un singhizzo e l'altro: << Sì ... sì ... credo di sì, ho solo fatto un brutto Sogno ... >>
<< Non ti preoccupare, era solo un sogno ... >> la tranquillizzò Harry, facendole un sorriso, che Hermione ricambiò serena.
Fecero colazione e andarono, insieme ai Serpeverde, alla prima lezione del giorno: Pozioni.
Scesero le turbinose scale di pietra che conducevano ai sotteranei. In quei meandri oscuri del Castello, l'ambiente agli occhi degli alunni, si presentava umido e mal concio. Sulle pareti, infatti, tra un mattone e l'altro si decomponevano dei piccoli mucchietti di muschio verde. Dai corridoi si sentivano strani odori, come quello delle pozzanghere di un'acqua stagnante e marcente, oppure il ticchettio delle gocce che cadevo sul freddo pavimento di pietra. La porta che conduceva all'Aula di Pozioni, aveva ai lati due statue a forma di serpenti, che con i loro occhi, anche se immobili all'apparenza, squadravano ogni alunno che attraversava la soglia. La stanaza era illuminita da fioche candele predisposte accanto ad ogni calderone, sul quale era segnato in caratteri d'argento il nome del proprietario. Ron si accomodò insieme ai suoi amici, davanti al corispettivo calderone. D'innanzi a loro vi era una catterda di legno consumata dagli anni, con sopra una serie di provette vuote che luccicavano alla luce delle candele. Il Professor Piton non era ancora arrivato, ma appena fece la sua entrata, il chicchiericcio degli alievi cessò e tutti ora dedicavano la propria attenzione a ciò che il Professore stava per declamare: << Per la mia felicità oggi, farete un Compito in Classe, in attesa degli Esami di fine anno. Dovrete prepare una Pozione da me precedentemente scelta: il Distillato della Morte Vivente >> poi toccò con la bacchetta la lavagna nera come la pece, alle sue spalle e su di essa apparirono le istruzioni per la preparazione della Pozione. Nell'aula ci fu un sommesso mormorio di disaprovvazione. << Ma Piton è impazzito? Nessuno ha studiato! >> sussurò Ron ad Harry e a Hermione. << Non credo che a Piton importi! >> disse Harry, mentre preparava il calderone e gli adeguati ingerdienti. << Non è difficile ... abbiamo la ricetta sulla Lavagna, di solito non c'è la dice >> proferì Hermione, mentre anch'ella preparava l'occorente. Ma dopo alcuni minuti, quanto quasi tutti erano ormai giunti a metà preparazione, il Professore aggiunse: << Mi sono scordato di informarvi che tre passaggi su 5 sono errati ... continuate pure >>. Hermione rimase a bocca aperta, mentre rovesciava delle viscere di topo nella pozione, Ron ed Harry si guardarono sbigottiti, gli mancavano solo più due passaggi al termine, e ora dovevano gettare via tutto. Ron guardò il liquido verdastro di Harry e poi il suo, prese la bacchetta, toccò prima l'uno e poi l'altro mormorando malinconico: << Ivanesco >> e il caderone si svuotò ... Le due ore di Pozione passarono lentamente. Durante le quali, mentre gli alunni cercavano (Tranne Hermione) in vano, di localizzare le fasi sbagliate della Ricetta, il Professore continuava ad entrare e ad uscire dall'Aula, infatti ogni 10 minuti veniva chiamato dalla Professoressa McGrannit, la quale appariva preoccupata e ansiosa ....
<< Come massimo mi sarò preso un 2 ... >> comunicò Ron ai due, quando uscirono dall'Aula. Hermione era pensierosa e non badò a ciò che si dissero Harry e Ron, non poteva far a meno d'immaginarsi ciò che si dicevano Piton e la McGrannit, aveva notato con quale cadenza il Professore correva fuori dall'aula a ogni chiamata da parte della Professoressa, ma non le riguardava, doveva andare alla prossima lezione, Aritmanzia.
I tre arrivati davanti a un lungo corridoio si congedarono. << Ciao Hermione, ci vediamo a Pranzo! >> disse Ron salutandola, la ragazza gli fece un cenno con una mano e un raggiante sorriso, per poi scomparire dietro ad un angolo. Ron e Harry raggiunsero la Torre di Divinazione ...
Harry aprì la botola e si accomodò, seguito da Ron su uno dei puff, rosa presenti nell'aula. Come sempre era aromatizzata da incensi nauseanti che intontivano gli alunni, assopendoli; la stanza era arredata in un modo ambiguo, infatti sparsi per l'aula c'erano, al contrario delle solite panche di legno, dei soffici puff di svariati colori, due per tavolino, i quali erano rotondi e avvolti da una tovaglia blu, con qualche stellina ricamata sugli estremi, su questi strani tavolini, quest'oggi, vi erano: una candela, un anello con un rubino o uno zaffiro, e delle carte con il dorso riccamente disegnato. La Professoressa Sibilla Cooman, entrò. Aveva addosso una svarita collezzione di Fulare, con diverse tonalità, che svumavano dal bianco al nero, i suoi capelli ricci e vaporosi, erano ricchi di perline colorate e rumoreggianti, aveva 4 o 5 collane, un paio di orrecchini che ricordavano delle grosse ruote di un carro e un paio di enormi occhiali rotondi di osso. Guardò gli alunni un pò soprapensiero e disse in tono misterioso: << Quest'oggi, miei cari ... impareremo l'arte dei Tarocchi. Questi, potranno, dopo un bel po di esperienza, rivelarvi il vostro futuro o il vostro passato, addirittura la vostra vita passata ... i Potenti Anelli che avete vi seviranno, per mescolare meglio le vostre Carte, infatti lo Zaffiro e il Rubino donano al loro portatore dei poteri Divinatori ... ora uno di voi si infilerà, delicatamente, al dito indice l'Anello e distribuirà le carte come potete vedere sul vostro Volume "I Tarocchi e il loro sapere" a pagina 192 ... il vostro compagno che avete scelto, dovrà sottoporsi alla vostra lettura, per lui leggere e interpreterete i Tarocchi sempre seguendo, con il suo aiuto, il Volume a pagina 197. Durante la vostra seduta, passerò fra i banchi e vi giudicherò o vi correggerò a dovere ... buon lavoro e che l'Occhio si Apra! >> e spalancò le braccia.
L'Insegnante oassò fra i banchi silenzionsa, fra poco sarebbe toccato il turno di Harry e Ron. << Ehm ... Harry? Sai che ti dona quell'Anello rosso? >>
<< Stai zitto, e gira la carta! >> disse Harry scocciato. Ron, in seguito girò la prima carta a destra. << Significa ... sofferenza ... no, morte ... no, quella è il teschio ... ah, sì! Vuol dire che tra poco ti verrà ... no, sì, no ... sì, sì , vuol dire che avrai una gande fortuna sia in amore che nel denaro! >>
<< Sì, sì come no ... >> disse ironico Ron, << Secondo me quell'anello ti dà alla testa.Oh! Sta arrivando la Cooman! >> e girò un'altra carta << Su dimmi che morirò, è un teschio ... dai ... su! >>. Harry frugo nel libro, e appena la Professoressa si avvicinò a loro, proferì affabile: << Tu, morirai presto, la causa non è ben definita, ma è certo che morirai, fai attenzione! Potrebbe accadere anche ora ... per esempio ... con ... il ... la candela, ti potrai bruciare, e finire al San Mungo, oppure potresti avere una grave mallattia, tipo ... la ... non sò, comunque una che non ti darebbe scampo! Fidati, i tarocchi non mentono mai! >>. Ron gli rispose fingendosi spaventato: << Già, hai ragione! Dora in poi li farò tutti i girni in Dormitorio, forse riuscirò a scampare la Morte! >>. La Cooman gli guardò sbalordita e anche il resto della classe gli guardava, al fine ella disse: << Complimenti ad entrambi! Siete veramente dotati, 30 punti a Ciascuno! E un 10 ad entrambi! >> ...

Hermione, percorse due lunghi corridoio, ma durante il tagitto, ne scorse uno che non aveva mai notato ... era un corridoi lungo e buoio, al fondo del quale vi era un grande vetrata rossa, attraverso la quale si poteva intravedere un'antico albero dai rami lunghi e sciupati dal tempo, sembravano morti e solo il leggero fruscio del vento che gli accarezzava gli donava quella nota di vita ... su uno di quei rami vi era un uomo con un cappuccio nero che gli copriva completamente il volto e un lungo matello strappato stesso colore, costui era appollaito come un animale sul ramo e si guardava intorno, come in cerca di qualcosa o di qualcuno ... era una sagoma non bene definita, ma Hermione lo ricomnobbe, doveva essere un uomo ... molto giovane ... le gambe della ragazza erano parallizzate, non riusciva a muoversi, il suo cuore batteva forte, un brivido freddo le percorse la schiena, la bocca arida ... ad un tratto la finestra si spalancò, con un tonfò e una ventata gelida si impradronì del corridoio ... al sentire di quel runore il capo dell'uomo si girò di scatto verso la ragazza, i suoi occhi color ambra luccicavano e qualcosa che ricordava un sorriso, si ulluminò sul suo volto ... i suoi occhi si fecere più sottili e intensi ... una melodia, si compose nell'aria, era tetra, la rgazza non riuscì a scorgerne le parole ... dopo alcuni attimi di terrore Hermione, sentì qualcuno travolgerla, e cadde a terra rovesciando tutti i libri sul pavimento di marmo, ella però rimase immobile distesa, con gli occhi fissi su un angolo, privo di alcuna attrazione.
<< Hermione? sei tu?Stai bene? >> gli chiese una voce famigliare. << sì, tutto bene >>, Ginny le porse una mano: << Si può sapere cosa stavi osservando? >>
<< Un corridoio, un uomo, un albero ... >>
<< Cosa? >>
<< Niente lascia stare! Andiamo a lezione ... >>
Arrivate nell'aula, Hermione e Ginny si sedettero vicine. Presero la pergamena per gli appunti e ascoltarono attentamente la Professoressa, almeno così fece Ginny, perchè Hermione, non ci riuscì ... nella sua mente continuava ad affiorare l'immagine di quella sagoma dagli occhi color ghiaccio, che la fissava ... Non riesco a togliermi dalla mente e quell'uomo ... non so chi sia ... e tanto meno ho mai visto quel corridoio e quell'albero ... chi sa da quale parte del castello si affaciava quell' immensa finestra ... ne devo parlare con Harry e Ron, loro sapranno aiutarmi ... o almeno lo spero ...sì, ne parlerò con loro e dopo chiederò informazioni alla McGrannit, lei saprà aiutarmi, di sicuro ... e poi ora, non ci devo pensare ... devo ascoltare la lezione ... altrimenti non supererò l'Esame ... su Hermione ... calmati e concentrati! disse a se stessa, e risprese a scrivere appunti.
A fine lezione la ragazza, uscì di corsa dall'aula, percorse i due corridoi, e una volta ragginte le scale che scendevano fino all'ingresso , urtò contro un ragazzo, entrambi caddero a terra d'impatto, con un tonfo. Hermione si alzò, e si girò di scatto verso il compagno, furente. Aveva la sua stessa età, capelli biondi, e occhi azzurri, ma lo stemma della Casata d'appartenenza sulla sua divisa, era differente da quello della ragazza, infatti egli faceva parte dei Serpeverde. Hermione lo guardò in volto, pronta ad una reazione o ad una battuta per unmigliarla, ma prima che lui potesse aprire bocca, ella proferì: << Malfoy! Non ho il tempo di ascoltare le tue stupide battutine sui Mezzosangue! >>. Il ragazzo la guardò sbalordito, fece un lungo sospiro e disse con una vena di maliconia, che Hermione non aveva mai sentito nelle parole di Draco, sempre così rudi e taglienti come rasoi: << Per una volta che non ti ho detto nulla, mi aggredisci? E poi se è per questo, nemmeno io sono in vena di discutere Granger ...! E ora con il tuo permesso, vorrei passare ... >>. La ragazza si scostò senza parole, lasciandolo passare.Poi scese le scale,e una volta giunta davanti all'ingresso della Sala Grande, si appogiò all'entrata, in attesa di Harry e Ron, che arrivarono da li a poco.


Arwen_Undomiel

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Capitolo 3
*** Il Mistero ***



3 Capitolo

Hermione descrisse nei minimi particolari, ciò che aveva visto ... i due rimasero al quanto stupiti dell'accaduto, nessuno prima di allora, aveva mai visto un tale corridoio e tanto meno nessuno gli aveva informati di quell'Ala del Castello. Mangiarono in fretta il pranzo, per poi recarsi alla Biblioteca e fare qualche ricerca al riguardo.
Frugaro da per tutto dagli scaffali di Leggende ai quelli della Storia Antica, ma niente. Harry stava sfogliando una pila di libri, quando all'improvviso ne chiuse uno di scatto e decretò: << é innutile che cerchiamo in questi libri, sappiamo tutti e tre dove dovremmo andare, per avere delle risposte ...! >>. Sia Ron che Hermione chiusero i Volumi e gurdarono l'amico << Hai ragione, sta notte? Usiamo il tuo mantello! >> disse Ron. << Va bene! Dopo che la Sala Comune si è svuotata >> concluse Harry. La ragazza guardava i due un pò preoccupata e proferì maliconica: << Ma, se ci vedono? Verremmo bocciati ... o nel peggiore dei casi espulsi! >> << Non preoccuparti, a quest'ora altro che bocciati o espulsi, dovremmo fare le cavie per Fred e George! Non ci capiterà niente, fidati! >> << Harry ha ragione! E poi non lo facciamo solo per curiosità, quell'uomo potrebbe essere pericoloso, dobbiamo scoprire chi sia! >> intervenne Ron, aggiungendo: << Se non ti va di venire, andremo io e Harry ... >> << Credo che farò proprio così ... anche perchè non credo ci staremo tuti e tre sotto il mantello, ormai siamo cresciuti ... >>. Harry e Ron fecero un sorriso di rimando alle parole di Hermione, che si era rattristata.
Quella stessa sera i due amici, uscirono dal Dormitorio dei Grifondoro, sotto il Mantello del'Invisibilità, diretti ... alla Sezione Poribita. Camminarono per un buon quarto d'ora, prima di raggiungere la Biblioteca. Harry guardò sulla Mappa del Malandrino, per assicurasi che non ci fosse nessuno nei paraggi, si tolse il Mantello,scoprendo anche l'amico, e disse in un sussurro: << Lascio il posto a te Ron >>.<< Grazie! >> disse Ron, guardandosi in torno sicuro di sè. Si avvicinò alla grata che divideva le due Sezioni, e l'aprì con un semplice Incantesimo. Il primo ad entrare però fu Harry seguito ovviamente, da Ron; poi si divesero.
La Biblioteca era buia e solo la luce delle due bacchette, splendeva nell'oscurità, i titoli in oro e in argento degli immensi tomi, luccicavano alla vista di quel fievole getto di luce. Davati a loro c'erano due scaffali colmi di libri antichi e impolverati, nel resto della Sala, c'erano sì, altri scaffali, con altri Tomi, ma non che interessassassero. Harry lesse molti titoli inquietanti, come: "La Civetta della Morte", "Il Sussurare del Vento", "Il Buoio della Siepe Nera", "Il Castello degli Spiriti Maledetti" .... Dopo un'ora di estenuante ricerca ,uno dei due ragazzi, trovò qualcosa, un libro nero, mal concio, con sopra dei graffi, netti e profondi, era di pelle. << Harry! Ho trovato qualcosa, guarda! >> e indicò il titolo, scritto in Rosso, sulla copertina. Harry, dopo averlo raggiunto, lesse "Lo Spettro dell'Oscurità", poi guardò l'amico sprezzante: << Ron? Cosa ti dice che sia il Libro che cerchiamo noi? >>. Il ragazzo, lo guardò intensamente per poi indicare di nuovo la copertina del libro: << Guarda il disegno. Non credi che corrisponda alla descrizione di Hermione?! >>. Sul suo dorso, infatti, subito sotto la scritta in Argento, vi era disegnato un Albero nero dai lunghi rami sottili, ai piedi di esso, c'era una figura incappucciata che guardava verso il lettore, ma non si distinguevano bene i lineamente e l'espressione, poichè in quel preciso punto del disegno, due graffi più profondi degli altri, gli coprivano il volto. I due ragazzi posarono il Volume su di un tavolo, e si sedettero. Harry, gurdò il libro con le sue iridi verdi, aveva un misto di paura e di curiosità, qualcosa dentro di lui gli diceva di non aprire quel Volume, ma non poteva, doveva aprirlo. Guardò Ron facendogli un cenno, come dire "Pronto?", l'amico annuì, facendo svolazzare i capelli rossi. Ambedue decisi e sicuri di ciò che stavano per fare, aprirono il Libro. Il vento ululò , come un gemito sordo di dolore, sulle pagine del libro comparvero due occhi penetranti, color ambra, guardarono fugacemente i due amici, per poi scomparire, lasciando spazio a delle lettere nere, che formarono un testo. Entrambi lessero a bassa voce ...

"Colui o colei, che vedranno l'Oscurità, di codesto corridoio che voi tanto cercate, attenderà in vano a Luce, poichè la vista dello Spettro è presagio di Morte, e nulla la può ingannare. Un cosuglio vi darò ... e una leggenda vi narrerò"Egli dimora lì da tempi immemorabili malefico essere dai lunghi vestiti laceri e dagli occhi color Ambra... e non serve altri che se stesso, bevendo avidamente il sangue dei giovani, ogni essere vivente era suo cibo, e il suo vomito era l'Oscurità. Poco importavano a egli delle leggi delle le Magie o di altri oggetti costruiti dalla mente o dalla mano; egli non desidera altro che la morte dell'altrui mente e corpo, e per se stesso vita e sazietà, solo finchè nè alberi nè oscurità l'avranno più potuto contenere. Ma quel desiderio è ancor lungi dall'averarsi, e da tempo ormai egli è affamato laggiù nel suo covo, mentre l'Oscuro Signore si ingigantiva e luce ed esseri viventi abbandonavano i Paesi. Egli desidera ardentemente carne dolce ... come quella di coloro che preschitti dal Fato, hanno letto codesto Libro e intravisto l'Oscuro corridoio e Lo Spettro senza Volto dell'Ala Ovest ...

Un rumore provenì dall'altra stanza, qualcun'altro stava girovagando per la Biblioteca. Harry e Ron rimasero per qualche istante in silenzio osservando il libro, poi come se si fosserro risvegliati da un lungo sonno, si guardarono albiti, poi all'unisono si voltarono verso l'atrio in cerca di qualcuno. Si alzarono di scatto, si coprirono con il mantello e corsero via, lontano dalla biblioteca. Guardarono attentamente la Mappa del Malandrino in cerca di qualcuno ... ma tutti i corridoi e le scale erano deserte, senza la minima traccia di vita. Raggiunsero la Torre dei Grifondoro e arrivati nella Sala Comune, già da prima senza mantello, senza alcuna parola salirono le scale a chiocciola ritrovandosi nel Dormitorio Maschile, entrambi si coricarono sui propri letti senza fiatare. Harry non smetteva di pensare alle parole di quel Libro, cosa volevano dire? Non poteva esistere una simile creatura...o sì ... pensò No, non esiste...

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Capitolo 4
*** I sogni e i ricordi ***



Capitolo 4

I sogni e i ricordi

<< Ginny! Ginny! Aspetta! >> disse Hermione rincorrendo l'amica, << Hai sentito? Mercoledì andiamo insieme a voi in Gita! >>
<< Sì ho sentito Hermi, ma non ho ancora capito bene dove andiamo...! >> << Andiamo a visitare un Castello, simile a Hogwarts...la McGrannit ha detto che si trova in una località chiamata Bastnagas, sinceramente non ne ho mai sento parlare...ma credo che mi farò un pò di cultura di quel luogo, prima della partenza >>
<< Brava, io invece non ne ho prorio voglia...ho un casino di pensieri in testa, senza pensare a delle ricerche exstra. Ah, proposito, non ti è capitato più niente riguardante a quell... >>
<< ...corridoio? No, Ginny, più niente, sebra che sia scomparso, probabilmete è stata una mia allucinazione, troppo studio o troppi prblemi... >>
<< A quanto ne so, Ron, non la pensa così...ieri me ne parlava,...ha detto che dovresti fare attenzione, di solito i Libri della Sezione Proibita non mentono mai...e poi non è un buon segno vedere simili cose, Hermione devi stare attenta, io non voglio perdere la mia Migliore Amica! >> disse buttandosi addosso a Hermione abbraciandola. << Non essere ridicola Ginny, certo che non mi perderai sono solo fandonie, nulla più! >> la rassicurò Hermione, abbraciandola a sua volta.
..........
La Sala Comune, dopo cena, pululava ancora di studenti pieni di energia, intenti in qualsiasi attività anche exstra scolastica. Harry era seduto sulla sua poltrona preferita, intento a leggere un libro assegnatogli dal Proffesore di Difesa contro le arti Oscure, Ron scarabbocchiava su di una pergamena ed Hermione sfogliava dei Volumi riguardanti alla gita che avrebbero fatto due giorni dopo.
Verso le undici, quando ormai la Sala si era quasi del tutto svuotata, e i tre avevano abbandonato le loro occupazioni precedenti, decisero di riposarsi e di parlare un pò tranquillamente senza il terribile e rimbombante vociare degli Alunni del Primo anno, che torturavano Hermione, per chiederle delle informazioni sulla Scuola, Ron per vendergli degli articoli di dolciumi che avrebbe potuto farseli mandare dai suoi Fratelli ed Harry per farsi raccontare le avventure che aveva assaporato in quegli anni, naturalmete sia lui che Ron si rifiutavano categoricamente di rispondere alle richieste dei bambini ("Marmocchi pestifiri"come gli definiva Ron).
Dalla finestra, ad un tratto, si udirono dei ticchettii, provocati da qualcosa di consistente che tamaburellava sul vetro. Harry, il quale si era quasi completamete assopito, si girò verso la vetrata, e vide un paffuto e arrufato Barbagianni, fare capolino dall'altra parte; senza dire una sillaba, si alzò e andò ad aprire la finestra. Il volatile, entrato nella stanza fece un giro intorno al lampadario, per poi atterrare sul tavolino davanti alle tre poltrone su cui erano seduti i tre amici. Ron si sporse verso di esso, e sfilò dalla zampa artigliata dell'uccello, un foglietto arrotolato alla meno peggio con un nastro rosso. Lo aprì e sgranò gli occhi alla vista del contenuto. << Cosa c'è Ron? >> chiese Hermione accortasi dell'espressione dell'amico. << é Lupin! da quando ci scrive? >> disse il ragazzo in risposta. << Non lo sò...certo è strano...>> mormorò la ragazza << Leggi! >>. Ron si schiarì la voce e iniziò a leggere :
Ciao ragazzi! Come state? Vorrei solo informarvi di alcuni avvenimenti, che sono giunto a sapere. Sò, che fra due giorni andrete a fare un Viaggio di Istruzione a Bastnagas, come credo che Hermione saprà, è un Paese ricco di leggende,...comunque credo che vi divertirete. Ho anche saputo dell'Incontro di Hermione, volevo avvertirvi che non è una cosa da sottovalutare, quando io ero ancora a Scuola, avevo sentito dire di un corridoio del genere e di un ragazzo che lo aveva visto. Alcuni giorni dopo, questo è morto in modo atroce, i Professori non ci hanno mai detto nulla, mi ricordo che questo ragazzo di nome Maicoel Toterwhite, su di un braccio, aveva uno strano simbolo a forma di occhio, mi pare...fate attenzione comunque. Ah...ho una buona notizia per tutti voi, in particolare per Harry, riguarda qualcosa che è accaduto al Ministero due anni fa, ma prima di darvi questa notizia vorrei esserne certo, quindi vi lascio.

Saluti, Remus J. Lupin


<< Cosa avrà voluto dire? >> chiese Ron finendo di leggere la lettera e osservando i due << Non lo sò...possibile che sia venuto a conoscenza di ciò che ha visto Hermione? >>
<< é possibile se ha detto che quella Storia esistese veramente.... >> intervenne Harry acciliato,
<< Dovremo parlarne con Silente! >>
<< Già... >>disse Hermione in fine << Ma non credo che sta storia sia vera, probabilmete Lupin l'avrà sentita così...sapete i soliti pettegolezzi o chiacchiere della Scuola >>
<< é difficile da pensare Hermione, di solito Lupin non dice le cose a vanvera...e poi Ron, non credo che sia neccesario avvertire Silente...in questo periodo, lo visto molto impegnato, probabilmente a causa di ciò che sta succedendo nel mondo magico >> proferì Harry, pensieroso.
Ron, guardò prima Hermione e poi Harry, chinando poi il capo verso la lettera che ancora stringeva nelle mani, e lesse: << ...riguarda qualcosa che è accaduto al Ministero due anni fa...secondo voi a che cosa si riferiva? >>
<< Non lo sò Ron, l'unico evento particolare accaduto due anni fa al Ministero è stata la morte di Sirus...ma non credo che riguardi quello >>
<< Che ne sai Hermione, non è possibile che non siamorto? >>
<< Certo che è possibile...ma è anche assurdo...probabilmete si stava riferendo alla Profezia... Ron >>
______
Harry si alzò, e andò verso la finestra. La spalancò e appoggiò i gomiti sul dvanzale di marmo, non gli andava di sentir parlare di Sirius, sì, ormai erano passati due anni, ma quell vuoto nel suo animo, non accenava a riempirsi, si era fatto una ragione, da tempo della morte del padrino, e non intendeva riaprire quella ferita. Fece un lungo sopsiro, mentre osservava il parco buio, solo la tenue luce della Casa di Hagrid faceva capolino nell'oscurità di quella notte, così buia.
Hermione l'osservò a lungo, e dopo che Ron, stanco, gli aveva congedati, si avvicinò a Harry cauta e disse in un sussurro: << Non riesci ancora a dimenticarti di Sirius vero? >>. Il ragazzo si girò verso di lei sedendosi sul davanzale, aveva la testa china, ma quando iniziò a parlare con la ragazza l'alzò e disse, con tono malinconico: << Non voglio dimenticarlo, e non lo farò mai, solo che ogni volta che sento pronunciare il suo nome mi torna in mente quella notte...se solo io non fossi andato in maledetto posto! A quest'ora sarebbe vivo! >>
<< Io non intendevo....scusa Harry.... Ormai quello che è stato è stato, non ci puoi fare nulla, devi fartene una ragione >>
<< Ragione, sembra facile...la cosa che mi turba di più è il fatto che io sia l'unico a rammaricarmi e a rammentare ancora Sirius, tutti quelli che lo conoscevano sembra che se ne freghino e che, come hai detto, lo abbiano dimenticato >>
<< Se ti riferisci a me e a Ron, ti sbagli...almeno da parte mia, io Sirius non lo mai dimenticato, se non ricordi bene, anche io gli ero amica, e lo conoscevo, se non proprio come te, però gli volevo bene... >>. Harry sospirò ignorando Hermione, la quale abbasò lo sguardo e disse turbata: << Scusa...io, non...Buona notte >> e fece per andarsene, quando il ragazzo la fermò posandole una mano sulla spalla.
____
Hermione sentì un calore divampare dentro di sè, in passato non gli avrebbe fatto lo stesso effetto di allora essere toccata da Harry se pur fosse solo sulla spalla. Mille pensieri si materializzarono nella mente della ragazza..."Cosa vuole? E ora cosa faccio? Magari vuole baciarmi, no, troppo bello e poi Ron se la prenderebbe. Cosa vuole dirmi? Solo uno "scusa" tutto lì...ma se mi baciasse, adesso mi giro e mi bacia, no, non, lo farà...santo cielo, calma..!" .

Harry fece pressione sulla spalla della ragazza e si spostò davanti ad ella, e disse abbasando il capo sommesso:<< Scusa, è solo che...sinceramente non riesco ancora a farmene una ragione... scusa ancora, buona notte Hermi >>
Hermione rimase a bocca aperta, completamente delusa: << Non...non...fa nulla...buona notte... >> e andò verso i Dormitori Femminili.
.......
Una pioggia scrosciante, divorò il castello quella notte. In lontanaza si sentivano i rumori delle porte che sbatteva e il fischiare del vento all'esterno.
Il sonno di Ron ,man mano che la temptesta sfogava la sua ira, si faceva sempre più tormentato, tantè che continuava, ormai da ore, a girasi nel letto, senza prendere sonno. Pensava a Hermione e a quello che gli sarebbe successo...
Ad un tratto il vento ululò più forte che mai, e la finestra del Dormitorio, si spalancò, frantumando i vetri. Il ragazzo si alzò dal letto, era buio e non trovò immediatamente la bacchetta, cercò di individuare il tavolino, per afferarla, ma non fece altro che peggiorare la situazione, infatti, un'altra folata di vento invase la stanza, facendosì che le lunghe tende del letto a baldacchino, coprissero il volto del mal capitato, facendolo cadere al suolo. Ron, però durante la caduta, mise davanti a se le mani, le quali si posarono di getto sulle schegge del vetro, penetrandogli nella pelle, il ragazzo trattenne un urlo, non gli andava di svegliare i compagni, per qualche taglietto. " Certo che hanno il sonno profondo, da non sentire sto baccano!" pensò, mentre cercava di rielzarsi. Appena fu in piedi un baliore lo illuminò, era la luce della Luna che splendeva raggiante nel cielo, Ron le rivolse un sorriso e mormorò sottovoce: << Almeno la tempesta si è placata...ahio! >> si guardò le mani, una scheggia particolarmente grossa e appuntita gli aveva attraversato il palmo della mano. All'improvviso, un misto di paura e sgomento avvolse il ragazzo, il quale iniziò a tremare, anche se contro la sua volonta, dalla mano colava un vivo fiotto di sangue rosso. La luce della Luna come se non fosse mai esistita si spense, lasciando Ron nuovamente al buio, la mano incominciava a farsi sentire dolorante. Il ragazzo si voltò verso la finestra priva di vetri...una figura seduta era disegnata sul davanzale, a pochi metri da lui. Aveva un lungo mantello lacero e il capo coperto da un cappuccio, lunghi capelli bianchi gli scendevano sulle spalle, come una cascata di acqua gelida; l'uomo girò il capo verso Ron, e gli occhi color ambra lo travolsero...e un sussorro acuto provenì dalle labbra bianche della figura: Non essere sciocco ragazzo, non illuderti di salvarti...ora che anche tu hai visto colui che nessuno deve mai scorgere....ma prima della tua morte, dal tuo animo verrà rubata colei che tanto ambisci...spezzandoti il cuore...ma puoi fermarmi, donandomi le lacrime di cristallo di una persona, che un dì vedrai su di un albero...e tu, l' ucciderai, privandolo di ciò che più ama e che non ha mai assaportato prima di questo luogo..
......
Ron si mise a sedere sul letto, tirando un urlo acuto. Harry era accanto a lui insieme a Neville, entrambi preoccupati per la salute dell'amico: << Cosa ti è successo? >> gli chiese Neville. << E che ne sò...era un sogno...un incubo! Credevo di essermi fatto male alle mani ma non... >> e si osservò le mani bloccandosi. Sul lenzuolo caddero alcune gocce di sangue, e un lungo pezzo di vetro era conficcato nel palmo della mano di Ron.



Fine capitolo!
grazie a tutti per le recensioni! Per me sono davvero importanti grazie! E commentate anche questo capitolo! Grazie! ^^

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Capitolo 5
*** Pensieri in libertà ***


Capitolo 5
Pensieri in libertà

La giornata era cupa e fredda, il cielo bianco, indeciso sul da farsi, non sapeva se far nevicare o se regalare una giorno di angoscia e tristezza agli Studenti di Hogwarts, che si accalcavano per salire sulle scheletriche, carrozze nere, trainate da dei Cavalli, anche se non per tutti, invisibili.
_________
<< Ron, stai bene? Non dovresti sforzare quella mano…! >>
<< Hermione, riesco ancora a portare una valigia! >>
<< Scusa…è solo che…mi sento in colpa, credevo che quel “essere” era stato soltanto un sogno, una mia allucinazione… >>
<< Non sentirti in colpa Hermi, e poi tu, non potevi farci niente…comunque, io, oltre a quel maledetto vetro, sto bene. Ve lo raccontato quello che mi ha detto…era solo un avvertimento >>
<< Sì, Ron… >>
<< Dai, ragazzi, non ci pensiamo ora … >>
<< Giusto Harry, a quello Spettro ci penseremo domani! >>
<< Credo…molto prima di domani Ron… >> mormorò Harry a se stesso.
Hermione si mise seduta davanti a Ron, il quale era vicino ad Harry. Durante tutto il tragitto, la ragazza non poteva far a meno di osservare Ron, si sentiva estremamente in colpa, non riusciva a farsi una ragione di quello che gli era accaduto “Meno male che non è successo a Harry….” Pensò “Altrimenti non me lo sarei mai perdonata, Ron è una cosa, Harry un’altra…sì, certo per Ron mi dispiace e tutti il resto…ma non posso negare di avere un debole per quel ragazzo, che ora sta osservando il paesaggio al di là del finestrino…i suoi occhi, i suoi capelli…il suo viso, tutto per me ha un fascino, pure i suoi modi di fare…quando dorme, sembra un peluche, un angelo…ha un viso tenero e sognatore, ma nello stesso tempo deciso e caparbio, come del resto il suo carattere…qualche volta appare deciso e pure arrogante, però se qualcuno a cui gli sta a cuore, piange o ha qualche problema, sa consolarlo, con la sua voce…le sue labbra…chissà se un giorno le sfiorerò…”. Anche ella si girò verso il finestrino e iniziò a fissare il paesaggio, deserto e cupo, sognando ad occhi aperti l’amore tra lei e Harry.


La carrozza percorse strade sterrate, strette e tortuose, che di tanto in tanto facevano sobbalzare leggermente i passeggeri, a causa di alcuni massi, che le ruote calpestavano. Ormai la pioggia cadeva fitta sul paesaggio, facendo scivolare lentamente le sue gocce sulla superficie fredda del vetro. All’interno i passeggeri dormivano sonni tranquilli, in attesa del fatidico arrivo a Bastnagas .


Nella carrozza al centro della lunga fila, un ragazzo biondo, dal viso malizioso e affabile, fissava con le sue iridi azzurre, gli alberi che si susseguivano ai margini della strada. Nessuno avrebbe mai pensato che Draco Malfoy in qualche modo fosse una persona sensibile, e perfino egli non ci avrebbe mai creduto fino a qualche settimana fa, quando ricevette quel Gufo, dalla sua famiglia, dove sua madre, Narcissa Malfoy, lo informava dell’incarico di suo padre e del rischio che incombeva sulla sua famiglia, se avesse fallito. Per un attimo Draco, alla vista della lettera e dopo aver letto la notizia, si sentì riempire il cuore di orgoglio, e come sempre andava a pavoneggiarsi in giro, fino a quando non comprese la vera gravità della situazione, suo padre rischiava di morire insieme a sua madre, se avesse fallito, quella missione così importante per l’Oscuro Signore…
Disegnava distrattamente un cerchio sul vetro appannato dal suo caldo respiro, Tigel e Goyl dormivano davanti a lui, senza il minimo pensiero o problema. Il disegno si fece più chiaro eera sì un cerchio, ma al centro vi era disegnato un volto, quello di una ragazza. ”Ma per quale assurdo motivo, mi comporto così…non è da un Malfoy, mi sono rammollito non c’è dubbio, a forza di frequentare sti due, sono diventato un buono a nulla pure io…non credo che mio padre si farebbe prendere dall’angoscia in questa situazione, ma che ci posso fare, io sono diverso e solo adesso lo capisco…per anni ho creduto di essere come lui, invece no . Mi sto perfino per innamorando di una Grifondoro…quella Pàtil…assurdo, non ci posso credere…eppure non posso fare a meno di pensare a lei…quest’anno lo vista solo un paio di volte, ma mi è bastato, quella ragazza è davvero perfetta, il suo viso…tutto…se solo non fosse così irraggiungibile, lei una Grifondoro e io un Serpeverde…. Ma dopo tutto la speranza è l’ultima a morire…sono impazzito…

In un’altra carrozza una ragazza dagli occhi chiari e dai lunghi capelli biondi, contemplava senza alcun interesse le scarpe di Ginny, seduta davanti a lei. Anche la stessa Calì, pensava a qualcuno…a due ragazzi, a dirla tutta…uno aveva i capelli neri , quasi sempre spettinati e ribelli, occhi di un verde penetrante, e una fama da eroe…l’altro occhi azzurri, capelli biondi e dal viso malizioso e attraente, dalla fama di presuntuoso e maligno Serepeverde… ma Calì Patil non sapeva chi scegliere..era andata con Harry al ballo del Ceppo, ma non si era divertita, ma da quel giorno molte cose sono cambiate, lui è diventato diverso…e le rivolgeva la parola, era così carino con lei “ Già carino…ma anche Draco, non è male, anzi…io lo trovo attraente….ma Ginny poco fa mi ha rivelato che ora Malfoy è il suo obbiettivo…dopo aver chiesto a Hermione di Harry e lei gli ha sempre risposto vagamente…beh si è resa conto che ad Hermione piace Harry…ma io sono gelosa, accidenti! E ora, sono pure gelosa di Ginny! A lei non deve piacere Draco, piace a me..ma mi piace pure Harry…non è possibile…di questo passo impazzirò…devo decidermi..non so neppure se io piaccio a qualcuno…” pensò, toccandosi i lunghi capelli.


Il viaggio durò quasi per tutta la giornata, arrivarono a Bastnagas verso sera. Le carrozze si fermarono e un tumulto di alunni scesero. Alcuni avevano gli occhi ancora semi chiusi, probabilmente si erano appena svegliati. Harry, Ron ed Hermione, avevano i visi assopiti, sembrava che non capissero nemmeno dove si trovavano. I Professori raggrupparono gli alunni per Casa e per anno, indirizzandoli a gruppi verso l’Albergo, dove avrebbero passato la notte .
Harry, Ron, Neville e Sean avevano la camera insieme numero 809 al piano inferiore, mentre Hermione, Ginny e Calì erano al piano superiore nella stanza numero 907.


Stanza numero 809

<< Harry? Sei ancora vivo? >>
<< Sì, Ron…sono vivo…ho sonno >>
<< Ma come fai ad avere sonno? Sta notte mica si dorme! >> intervenne Sean.
<< Ah no?! >>
<< No, Ron! Sta sera si va nelle camere delle ragazze! >>
<< Tu sei impazzito Sean! Io e Harry sta notte dormiamo! >>
<< Ha ragione Ron, io sta notte dormo! Tu Neville? >> << Non lo so >>
<< Neville viene con me, nelle altre camere, vero? >>
<< Ecco, io veramente…dormirei… >>
<< Siete senza speranza, vado a farmi un giro! >> concluse Sean, uscendo dalla stanza, seguito da Neville, sbattendo la porta.
Ron ed Harry si guardarono stupiti, poi Ron disse, mentre armeggiava con la bacchetta, cercando di fa uscire il vestiario dal baule: << Secondo, te ci andrà veramente? >>
<< è possibile, di Sean non c’è da fidarsi…ti ricordi l’ultima volta? È andato nella camera di Hanna… >>
<< Già è vero? Ma come diavolo si fa! >>
Harry si avvicinò a Ron, puntò la bacchetta sul baule, e una seriori di calzini e divise si appesero nell’armadio, il ragazzo lo guardò a bocca aperta << Ma come cavolo hai fatto ?! >>
Harry gli rispose in tono ironico << Sai, io i libri li apro ! >>
<< Sì, certo quanto me… >>
E dopo un’occhiata di sfida scoppiarono a ridere.


Stanza numero 907

<< Hermione sei tra noi? >> le chiese Ginny.
<< Cosa? Ah! Sì, sì ci sono! >>
<< Certo come no… >>
<< Dai dicci cosa hai! >> intervenne Calì.
Hermione si mise seduta sul letto, con le gambe incrociate e le mani su grembo, poi abbasando il volto disse, un po’ imbarazzata << Pensavo ad un ragazzo… >>
<< A , si certo…a Harry >> disse Ginny con un immenso sorriso, accomodandosi insieme a Calì accanto alla ragazza sul letto .
<< E cosa te lo fa pensare? >> << Hermione…ti conosco! Possibile, comunque che tu non gli abbia ancora detto nulla? >> << Nulla…non me la sento…e poi con questo maledetto Spet- >> ma fu interrotta da Ginny che l’azzittì con una gomitata .Calì non sapeva nulla dello spettro, poiché temevano che avrebbe potuto spargere la voce tra gli studenti .
<< Avete saputo dell’incontro a Mezza notte nella stanza di Hanna? >> chiese Calì ignorando le due.
<< Sì…ci saranno tutti maschi del Grifondoro >> rispose Hermione. << Sarebbe un’occasione, per me… >> concluse arrossendo vertiginosamente.
<< Già…per te…peccato che ci siano solo i Grifondoro! >> disse l’amica dai capelli rossi.
<< Dai Ginny qualcuno ci sarà tra i Grifo che ti piace! >> le chiese Calì, sperando dal dissuaderla dal suo amore per Malfoy.
<< Sì, certo , come no! Neville, ovvio! >>
<< Poverino! >> proferirono Hermione e Calì in coro.

Le tre ragazze, dopo aver cenato insieme al resto degli Studenti, tornarono nella loro camera, come del resto fecero anche i ragazzi, al piano inferiore. Dopo vari commenti riguardanti ai programmi serali, si assegnarono i letti, Hermione si prese quello verso la finestra, Ginny quello prima e Calì, di conseguenza, il restante accanto alla porta. I letti non erano come quelli di Hogwarts, a baldacchino, ma in puro stile Babbano. Erano disposti orizzontalmente, uno dietro l’altro accanto ai quali spiccava un’ingombrante comodino di un verde smeraldo, con sopra posato un candelabro d’ottone composto da due candele, bianche e stizzite.


Hermione, dopo, sfilò dal suo baule un largo pigiama blu, ricamato d’argento ai bordi. Se lo infilò e si sedette sulla propria branda, osservando sognante al di là della finestra. Il paesaggio era cupo, ma nulla poteva influenzare l’umore di Hermione, lei non aveva mai avuto particolari doti Divinatorie, ma in cuor suo sapeva che qualcosa sarebbe accaduto quella sera. Non aveva ancora deciso se andare alla riunione, con Ginny e Calì che invece avevano programmato la serata durante la cena, mentre lei fissava il vuoto davanti a sé. “Se andrei, magari…potrei dichiarare a Harry il mio amore, ma sarebbe impossibile, a causa di Ron….ma perché non si mette l’anima in pace, a me lui non piace, chissà quando riuscirà a capirlo! Io amo Harry! E ho poco tempo, agli esami mancano solo più 2 settimane, e poi saremo liberi! Ognuno andrà per la propria strada….Harry farà richiesta al posto di Auror e io non lo so, probabilmente Professoressa….ma non lo so, in questo momento non riesco a pensare ad altro che a Harry! Sai cosa facciamo Hermione? Sta sera andiamo, e vedremo…tanto so già cosa accadrà, io rimarrò lì, su letto seduta nella mia più totale solitudine, Harry andrà incontro a quella mongola di Calì…Ron verrà accanto a me, e ci proverà…ma perché la vita è così ingiusta! Non ci pensiamo…è meglio, e poi dovrei temere alla mia vita…non devo sottovalutare il fatto che lo Spettro potrebbe attaccarci nuovamente…spero solo che non lo faccia durante la gita…


….Ginny e Calì in tanto si erano cambiate, anche loro. La prima indossava un lungo e largo pigiama grigio, con al centro della maglia un enorme fiore azzurro, contornato di nero, probabilmente sua madre gli e lo aveva regalato, nella ricorrenza della gita. Calì, invece indossava un vestaglia, che ricordava vagamente gli indumenti della Cooman, era di un rosso Magenta, ricamato da degli strani simboli in oro….


<< Hermione? Si può sapere perché ogni istante in cui ti lasciamo tranquilla tu parti, e navighi per i tuoi pensieri? >> la interruppe Ginny, con la sua solita vocetta squillante.
<< Ora non posso più sognare? >>
<< Certo che puoi, scusa… >>
<< Non ti preoccupare, è solo che sono preoccupata, ansiosa…o insomma! Sono completamente pazza! >>
<< Lo sapevamo già, senza che tu ce lo dicessi! >>
Tutte e tre scoppiarono a ridere. Andarono a dormire verso le 21:30, ma prima programmarono la sveglia per le 24 …

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Capitolo 6
*** Da questa sera nulla sarà più come prima ***


Capitolo 6

Da questa sera nulla sarà più come prima


<< Ginny! Ginny! Sveglia! >> le urlò Calì scrollandola.
<< Sono sveglia! Pensa più tosto ad Hermione! >> << Lei è già sveglia, ci aspetta in corridoio sbrigati! >> Ginny, si alzò e dopo essersi lavata il viso raggiunse le amiche in corridoi. Era tutto buio, e le tre faticavano a distinguere gli oggetti, fino a quando non decisero di accendere le bacchette, dopo essersi accertate che non c’èera nessuna sentinella.
Dopo vari gradini arrivarono al piano inferiore, tutte e tre scrutavano i numeri delle camere, puntando la fievole luce delle bacchette sulle targhette in cerca della stanza numero 809. << Ragazze! Lo trovata! >> sussurrò Calì
<< Bene! Bussa! >> le ordinarono Ginny ed Hermione in coro.
La ragazza bussò.
Ma nessuno aprì la porta, allora Ginny scansò Calì e bussò più forte, rivolgendo lo sguardo ad Hermione. Senza accorgersi che stava bussando sulla testa Ron.
<< Ginny! >> la sgridò il fratello. << è inutile che continui a bussare, tanto tu hai la testa vuota come la mia! >>
La ragazza gli fece la linguaccia ed entrò nella stanza seguita dalle due amiche.

La camera dei ragazzi non era tanto diversa da quelle delle ragazze: l’unica vera e propria differenza era la posizione dei letti che invece di essere posti orizzontalmente erano messi verticalmente, fronte alla porta. Calì notò che stranamente era tutto in ordine, escludendo il letto di Ron sul quale, era buttati alcuni pantaloni e magliette babbane.
Harry, Neville erano seduti su di un letto intenti a giocare ai Scacchi dei Maghi. Hermione rivolse al ragazzo dai capelli corvini, una debole occhiata, ma lui non la considerò, visto che aveva ben altro da vedere….una Regina che massacrava una sua torre .
Appena le ragazze entrarono e dopo essersi accomodate su uno dei quattro letti, Calì si guardò in torno insospettita e chiese ad alta voce, come se gli e ne importasse qualcosa : << E Seamus dov’è ? >>
<< Nella stanza sopra, accanto alla vostra. È andato da Hanna… >> rispose Ron.

Dopo un quarto d’ora di silenzio,Harry e Neville smisero di giocare e insieme Ron cercarono di attaccare bottone con le ragazze. Alla fine decisero di ascoltare un po’ di musica, qualche canzone delle sorelle Stavagarie. Mentre Neville cercava di capire come funzionasse un Musicofono, Calì agguantò Harry sedendosi accanto a lui, sotto il vigile sguardo di Hermione, la quale accanto aveva Ron, che la tartassava di domande assurde. << Mangiato bene? >> le chiese il ragazzo
<< Sì bene! >> gli rispose Hermione scocciata.


In tanto mentre Ginny parlava con Neville dei loro ideali, Harry e Calì interagivano.
<< Hai visto questa settimana cos’è successo nel corridoio al terzo piano? >> gli chiese lei
<< Sì, Pix ha lo ha murato con una pianta carnivora, come sta tua sorella? >>
<< Bene, grazie…sai Harry, ti devo confessare una cosa… >>
Harry la guardò curioso e sorpreso.<< Cosa? >>
<< Tu mi… >> ma non finì la parola e baciò il ragazzo, sulle labbra.
Harry ricambiò il bacio, non si sa per quale motivo…a lui non piaceva nessuna, ma dopo tutto Calì era una delle ragazze più belle del suo corso.


Dall’altra parte della stanza Hermione era riuscita ad allontanare Ron, il quale giocava a scacchi con Neville. Finalmente la ragazza poteva stare un po’ tranquilla, non che non volesse aver Ron accanto, ma ella aveva altri pensieri, per esempio quello di avvicinare Harry, per esprimergli i propri sentimenti, una volta per tutte. Ma Hermione non aveva ancora fatto i conti con il Destino, in fatti si voltò verso Harry e lo vedi abbracciato a Calì, entrambi impegnati. La ragazza rimase allibita per qualche istante, una rabbia ribolliva dentro di lei, e nello stesso tempo un immenso sconforto la invase facendole salire le lacrime agli occhi. Si alzò di getto e corse verso la porta , che solo un quarto d’ora fa aveva attraversato con il cuore colmo di speranze per il suo ambito amore, senza immaginarsi minimamente che l’avrebbe nuovamente solcata con lo stesso identico cuore…ma spezzato.
Urtò la spalla di Harry mentre spalancò la porta, facendola schiantare contro il muro.


Ci fu un attimo di eterno silenzio nella stanza 809. Harr dopo lo scontro guardò senza parole l’uscita, per poi voltarsi verso gli astanti, incrociando i loro sguardi. Ginny si alzò dalla propria postazione diretta verso Harry e Calì. Guardò male la ragazza, proferendo tagliente << Calì! Posso immaginare quello che è successo, conosci benissimo la situazione! Mi meraviglio di te! >>
Calì si alzò, schiacciando Ginny con la sua misera altezza.
<< Cosa? Non è colpa mia se Hermione non sa farsi avanti! >>
<< è possibile! Ma ti da amica , non dovevi fargli questo! >>
<< Amica!? Ma se manco mi considera! >>
<< Lasciamo perdere! È meglio tanto con te è inutile parlare! >>
<< Fai come credi! >>
<< Si può sapere cos’è successo? >> chiesero Ron ed Harry in coro.
Ginny si voltò verso i due e disse ancora infuriata << Nulla! >>


Harry guardò il letto sul quale prima era seduto e comprese, guardò l’amico e poi l’uscio. Attese che tutti si fossero calmati. Ginny non andò da Hermione sotto l’ordine di Calì, le quali aveva fatto pace e chiarito il loro disappunto, Ron ed Neville osservavano le ragazze curiosi. Dopo pochi minuti tutti i loro occhi vennero attratti da un ritrovamento da parte di Neville di un Televisore. Siccome loro provenivano da una famiglia di Maghi non l’avevano mai visto. Harry, con po’ di pazienza riuscì ad accenderlo e approfittò della confusione e dell’eccitazione degli amici, per sgattaiolare via, verso la stanza delle ragazze, per incontrare Hermione e vedere come stava.


La luce della luna filtrava dalle finestre, illuminando il viso di Hermione, seduta su di una poltrona. Ad un tratto la porta dell’ingresso provocò un leggero cigolio. Dietro ad essa, faceva capolino il viso di Harry: << Va tutto bene? >>
<< Come fa ad andare tutto bene? >> gli rispose la ragazza, con voce tremante, abbassando il capo
<< Non lo so…cosa ti è preso perché te ne sei andata ? >> disse Harry, sedendosi sul trespolo della poltrona accanto a lei
<< Perché sei venuto?! Non eri insieme a Calì ? >>
<< Già…ma volevo sapere come stavi >> << Sto bene, non lo vedi? Torna da lei! Cosa ci fai ancora qui?! >> si accalorò Hermione, alzandosi e facendo sobbalzare il rgazzo
<< A me non sembra che stai bene! E poi calmati, non c’è il caso che ti agiti, solo perché mi interesso di te >> << Tu ti interessi di chi?! Se davvero ti importasse qualcosa di me…non l’avresti fatto… >> << Fatto cosa? >> << è inutile… >> << Si può sapere - ora capisco…è per il bacio… >>
Hermione arrossì violentemente, accomodandosi sul letto mentre si torceva le man, dall’agitazione di quel momento…”Non ci posso credere…l ’ha capito, ma tanto?! Così ho solo complicato le cose…e ora perderò pure la sua amicizia…” pensò tristemente.

Harry si alzò e andò verso l’amica, con il capo chino e sommesso: << Io non…non, so che dire… >>
<< Non dire nulla Harry…tanto ormai la nostra amicizia è sfumata >> concluse la ragazza
<< Non dire sciocchezze. È solo che io non…non lo sapevo, non mi hai mai detto nulla… >>
<< Sì, è vero…ma tanto cosa avrebbe cambiato? >>
<< Non lo so…Ma non ti preoccupare, noi rimarremo comunque amici, non ti preoccupare >>


Hermione sorrise, ed entrambi si avvicinarono per poi abbracciarsi. Ma appena si lasciarono i loro sguardi si incrociarono…Harry poté leggere a fondo i sentimenti da parte della ragazza, i suoi occhi parlavano chiaro. Da lì a pochi istanti le loro labbra si sfiorarono delicatamente.
Nulla poteva infrangere quel magico sogno, Hermione era al settimo cielo, la sua mente sgombra da qualsiasi preoccupazione, era in paradiso…
…quel momento interminabile che partì da un bacio, degradò trasformandosi in leggere carezze di dolci labbra sul collo…

Uno scricchiolio annunciò l’entrata di qualcuno dall’uscio…un ragazzo dai capelli rossi fissava Harry e Hermione a bocca aperta, il viso paonazzo di rabbia….
Ron si sentì sprofondare nel pavimento, quella per lui non era Hermione e quello non era il suo migliore amico Harry…era solo uno stupido e un cretino. Senza fare un passo oltre disse, con voce tremante: << Harry…tu,tu, sei anzi io…non… >>
<< Ron posso spiegare! >> proferì Harry imbarazzato e supplichevole
<< Non mi spiegherai più niente e neppure tu Hermione >> la interruppe prima che la ragazza potesse aprire bocca << Ho capito! Lo sapevo, intuivo! Ma non credevo che tu Harry mi tradissi così! Mi sono pure confidato con te! Sei un bastardo! >>
Disse Ron infuriato girando sui tacchi e sbattendo la porta.
Hermione rimase ammutolita, senza dire nulla, per lei andava bene…ma non voleva che l’amicizia tra Harry e Ron si spezzasse e così andò a chiamare Ginny.
Harry, invece non si mosse..si sentiva un verme…a lui manco piaceva Hermione, Ron era il suo unico amico…”sì certo, torneremo amici” pensava…ma lo sapeva fin troppo bene che nulla sarebbe mai più stato come prima tra loro due e ormai tra lui e Ron si era eretto un muro impenetrabile…che sarebbe durato per sempre…”Da questa sera nulla sarà più come prima…” pensò tristemente.


Pochi istanti dopo la porta si aprì nuovamente, ma non c’era Ron…era:
<< Professor Piton! >>
<< A letto Potter! Subito! Grenger, Weasley, Calì! In camera e 150 punti in meno a testa per I Grifondoro! E domani di filato a Hogwarts! >>




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Capitolo 7
*** L'eterno rancore di un amicizia smarrita ***



L'eterno rancore di un'amicizia smarrita


Hogwarts era completamente deserta, non c’erano i soliti studenti che schiamazzavano per i corridoio o che correvano da una parte all’altra del castello, un silenzio spettrale vagava per le aule…solo nella torre dei Grifondoro una sagoma trascinava il suo lungo mantello sul dorso della pietra, e scrutava ogni singolo oggetto con i suoi profondi occhi color ambra…in cerca di qualcosa che desiderava, che voleva strappare ad un’anima… tutta la notte precedente attraversò muri e vagò per aule e corridoio…in cerca di colei che desiderava…ma non trovò nessun’anima in grado di saziarlo…ma in quello stesso istante, il profumo della dannata divampò nella sua fredda anima vuota e subito dopo… un cigolio, un’assordante rumore che gli fece capire che era ritornata…lo Spettro si voltò verso la porta sorridendo…

Il portone si spalancò e la luce del sole illuminò il mosaico sul pavimento dell’Ingresso.Un tonfo assordante invase lo spazio infinito di quel luogo. Cinque grosse e pesanti borse caddero sul pavimento di pietra. Harry, Ron, Hermione, Ginny, Calì e Neville erano nuovamente giunti a scuola. Avevano tutti un viso stravolto e imbronciato, in particolare Ron, il quale viaggiò insieme a Calì e a Neville, lontano da Harry. Le tre ragazze sbuffarono all’unisono mentre Calì si lamentava di com’ era stato traumatico il viaggio: << Guardate la mia camicetta! È completamente rovinata! >> disse prima di riceversi una gomitata sullo stomaco da Ginny.
<< Fantastico! Noi qui e gli altri in gita! >>
<< Io in gita mi annoiavo… >> << Tu forse sì Neville, ma qualcun altro si è divertito e parecchio! >> << Ron smettila! >> intervenne Hermione, azzittendo il ragazzo.
Dietro di loro, infatti, trotterellava il Professor Vitious.

Il viaggio d’istruzione per gli altri studenti venne prolungato di tre giorni, i quali se per la maggior parte di Hogawarts significavano più divertimento, per i cinque ritornati alla scuola, significavano altri tre giorni di solitudine e tormento. Ginny infatti incominciava a non sopportare più gli atteggiamenti scontrosi e burberi che ogni giorno Harry e Ron si lanciavano con occhiate fulminati. Lei aveva cercato, insieme a Hermione di parlare con i due per farli ragionare, ma entrambi non avevano intenzione di porre fine a quell’infinito litigio. Ormai la situazione era chiara ed era inutile negare l’evidenzia, il famoso trio si era diviso: Hermione si rinchiuse come un riccio nel dormitorio femminile, Ron in quello maschile ed Harry in Sala Comune. Tuttavia, nonostante i vari problemi sentimentali, nessuno di loro si era scordato dello Spettro, allontanandosi da Hogwarts si erano lasciati il problema alle spalle, ma ora che erano tornati…
La mattina del penultimo giorno di “castigo” era luminosa e calda. Timidi raggi attraversarono i vetri colorati delle finestre colorando i freddi pavimenti di pietra con le loro sfumature, Harry e Neville stavano passando sotto un’enorme vetrata al piano inferiore, quando un grido acuto, gli risvegliò dal loro tepore, facendoli sobbalzare.
<< Co-co-s’è stato? >> chiese Neville, diventato pallido all’improvviso
<< Non lo so ma proveniva dal piano di sopra, andiamo! >>
Raggiunto il 4 piano trovarono Hermione e Ron accasciati a terra, privi di conoscenza. Harry si fiondò sui due preoccupato, e con l’aiuto di Neville cercò di destarli ma inutilmente…sembravano morti…le loro mani erano fredde, ghiacciate e i loro volti banchi come lenzuoli, gli occhi strabuzzanti, colmi di terrore. Harry si voltò verso il lungo corridoio accanto a lui, e con le profonde iridi verdi lo scrutò…una sagoma nera fluttuava nella loro direzione, incappucciata da un manto corvino, e lunghi capelli biondi gli cadevano sulle spalle, il capo era chino…ma quando fu a pochi metri dal ragazzo l’essere si alzò di scatto scoprendo gli enormi occhi color ambra, che fissavano impassibili i due.
<< Non, oggi…non domani…
non fra un mese, e nemmeno fra un anno…ma
allo scoccare del dì che si unisce alla notte più oscura,
tu o vile essere, insieme al duo che nascerà, ti unirai, dando vita al triangolo
che tanto da me ambito, ormai da troppi anni, secoli, mesi, ore, minuti…
Voi…mi libererete da questa maledizione…
Le vostre anime vagheranno per gl’Inferi ardendo di dolore..
Fra sette anni…tornerò a prendermi ciò che mi appartiene…
>>
E così dicendo, in tono malevolo, si voltò scomparendo alla vista dei due ragazzi, i quali allibiti e spaventati da quelle parole, si guardarono negli occhi…


Un bagliore di luce accecante penetrò nella stanza, invadendo il viso di un ragazzo smagrito, con dei crespi e arruffati capelli neri. Un grugnito di disapprovazione per la troppa luce, fu il primo suono della giornata che ecchegiò in quella angusta stanza di un alloggio Londinese. Il ragazzo si alzò e barcollando ancora assonnato si diresse verso il bagno. I suoi occhi riflessi sullo specchio erano spenti e privi di ogni emozione, quella notte per l’ennesima volta aveva sognato quello strano incontro che aveva vissuto nei suoi ultimi giorni di scuola, ad Hogwarts. Gli mancava tanto quel luogo, ma in particolare i suoi amici: Hermione e Ron, la prima durante il loro addio, gli promise che si sarebbero tenuti in contatto , che non si sarebbero assolutamente persi di vista dimenticandosi…ma ciò non avvenne, Harry non ricevette mai nessuna notizia da parte sua, per quanto riguardava Ron, invece quel giorno non ci fu nessun addio, ma un semplice cenno del capo, la sua amicizia dopo la gita, era svanita, entrambi i ragazzi si guardavano in cagnesco, ignorando le suppliche di Hermione, la quale li incoraggiava a far pace, ma inutilmente…
Erano passati ormai 2 anni, dall’ultimo incontro con lo Spettro, Harry non ricordava molto. Dopo le parole del fantasma si ritrovò sdraiato sul lettino dell’Infermeria, circondato dai propri amici…fu soltanto, un sogno…una visione…
Harry se ne andò dai Dursley appena finita la scuola, contro il parere di Silente il quale fece trasferire l’intera famiglia Dursley nello stesso condominio un cui viveva Harry. Ogni mattina il ragazzo si sveglia prestissimo, per andare al Ministero della magia, di solito rimaneva nella sua cuccetta, assegnatali appena fu nominato Auror, ma la sera prima non si senitva molto bene, e così preferì tornarsene a casa, approfittando della quiete da parte dei Mangiamorte.
Si vestì in fretta, infilandosi un paio di Jeans e una maglietta alquanto logora, infilò il mantello nella borsa, e scomparì destro alla porta, richiudendola accuratamente a chiave. Al piano inferiore, come nel resto del condominio, le luci erano ancora del tutto spente e si sentivano i vicini che russavano. Harry riusciva a vedere a stento i gradini di marmo, e per poco non cadde dalle scale.
Ginuto in strado, si guardò intorno e senza farsi notare, si infilò in un angolino di una viuzza alquanto sporca, transennata da una serie di bidoni di spazzatura, si nascose dietro a uno di quelli e con un sonoro << Puf >> scomparve, sotto gli occhi di un topolino.


Finalmente Ron aveva raggiunto i suoi sospirati vent’anni e queste significava la promozione al livello più alto presente nella scala gerarchica dell’Ufficio Misteri e quindi aumento di stipendio, cioè niente più genitori in giro per casa, si sarebbe preso un appartamento a Londra, magari con un suo amico. Non faceva altro che pensare a quell’imminente giorno in cui avrebbe deciso chi si sarebbe stato a dividere quell’alloggio con lui; dal termine della scuola non si era fatto molti amici, anzi erano sempre gli stessi. C’èra Neville che però viveva ancora come un lattante con la sua nonna, poi Semeus ma era troppo idiota, a parere di Ron ovviamente, secondo lui la persona più adatta era Hermione, che si era stabilita ad Hogwarts a causa della sua professione di Insegnante. Ogni volta in Ron affioravano i bei momenti passati con i suoi vecchi amici. “Harry” gli mancava sentire quel nome anche se il rancore non si era ancora dissolto con il tempo. “Non ci pensare! Se le voluta lui è un falso!” pensò Ron mentre si materializzava nell’atrio del Ministero davanti alla fontana…

Qualche susseguirsi di POP fece rimbombare l’ala ovest del Ministero e i due ragazzi si ritrovarono faccia a faccia, dopo 3 lunghissimi anni, entrambi a capo chino… il loro sguardo si incrociò, un attimo di silenzio inavase la loro mente, un minuto, un solo istante bastò, per richiamare l’immagine dei loro visi, che si erano stampati da quell’ultimo addio, nei loro ricordi… ora quella stessa figura, quella stessa foto era cambiata… un silenzio la cambiò, entrambi avevano le labbra secche, una semplice scintilla d’amicizia sfiorò il loro petto…gli occhi si scrutarono…nulla però trapelò e la fiammella si spense smarrendosi nel mattino perpetuo dei loro giorni…

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Capitolo 8
*** Nuova vita ***


Nuova pagina 1

Capitolo 8

 

Nuova vita

 

 

Ron senza neanche accorgersene si ritrovò a percorrere il corridoio che lo conduceva al suo ambiente lavorativo, probabilmente i suoi piedi erano talmente abituati a quel percorso, che non c’era neanche il bisogno di imporgli un comando che  conducevano il ragazzo direttamente alla meta prefissata. Giunto davanti alla porta d’ingresso, Ron si scostò una ciocca di capelli fiammeggianti dal viso, sfiorò la maniglia levigata, e la girò su se stessa. Un clic’ presagì la sua imminente apertura.

I dipendenti dell’Ufficio Misteri appena entrati, non trovavano d’innanzi a loro una stanza circolare, tappezzata da una serie di porte identiche tra loro, bensì solo 7 porte, ciascuna delle quali conduceva ad un determinata sezione. Il ragazzo avanzò verso la porta centrale quella color ebano, su di essa vi era scritto in graziosi caratteri d’argento “ Sezione 7 “. Ron sfilò dalla propria tasca la bacchetta e puntandola con sguardo serio, verso la serratura inesistente disse con voce flebile << Alhomora Mortis >>, su un punto imprecisato della porta apparve una lucina azzurra, che poi ad un tratto divampò, inghiottendo l’intero asse di legno. La porta svanì e il vent’enne si immerse in quel bagliore accecante scomparendo.

 

 

Un’altra serratura invece veniva aperta in un altro luogo. Dei profondi occhi color nocciola scrutavano attenti, una serie di bambini indaffarati nel prendere appunti. L’ambiente era lo stesso di dieci anni fa, l’aula di Antiche Rune, non era cambiata minimamente, fatta eccezione per l’insegnate.

<< Professoressa? >> chiamò un fanciullo dall’ultimo banco, aveva gli occhi scuri e una folta chioma di capelli neri, alzò la mano mingherlina e l’agitava per farsi notare.

<< Dimmi, Metew >> rispose la donna che ora apriva un armadietto di legno, posto dietro la cattedra

<< Ma lei conosceva il famoso Harry Potter? >>

<< Come? Non sono domande da fare, ora. Ripassate la lezione che tra poco interrogo! >>

<< Scusi… >>

Ma la professoressa non diede risposta. Si voltò e si accomodò sulla sedia d’innanzi alla scrivania. Aprì un cofanetto di metallo e ne estrasse una pergamena impolverata, dalla quale proveniva un forte odore di muffa. La donna sorrise, e un fiotto di luce le illuminò il viso: aveva circa vent’anni, capelli castani e ricci, occhi grandi e color nocciola, sguardo furbo e intelligente, portava un paio di occhiali ovali dalla montatura dorata. La Professoressa accarezzò delicatamente la pergamena, ora si poteva notare la foto incollata su di essa: vi erano tre ragazzi di circa 17 anni che salutavano animatamente, uno aveva dei corti capelli rossi e un viso pieno di lentiggini, l’altro un paio di occhiali neri e rotondi occhi smeraldini e dei folti capelli ribelli color dell’ebano, al centro dei due fanciulli si stagliava la figura di una ragazza della stessa età, capelli castani chiari, occhi color nocciola e con lo stesso sguardo sorridente che ora l’insegnate esprimeva riguardando dopo tanto tempo quell’immagine. Voltò il foglio e tre firme erano ricamate con dell’inchiostro nero, anche se un po’ sbiadite erano ancora ben visibili:

 

Ron Weasley    

                         Harry Potter

                                                Hermione Granger

 

<< Professoressa? >>

<< Sì Miriam ? >>

<< Non capisco cosa significa Promessa? >>

<< Vuol dire Promessa… >>

<< Grazie ! >>

<< Prego…ah! Miriam? >>

<< Sì ? >>

<< Interrogata >>

La fanciulla guardò di sbieco la Professoressa Granger  augurandole ogni malattia o piaga possibile.

 

Dopo circa mezz’ora la campanella suonò puntuale, e una bolgia di studenti si precipitò verso la l’immensa

Sala Grande, nella quale attendevano immobili e fumanti una sequenza di prelibatezze inaudite, di ogni tipo. In pochi istanti i lunghi corridoi si svuotarono, e la professoressa Granger  mise in ordine i propri libri depositandoli nella sua valigetta verde acido che porta sempre con se come una specie di orribile animaletto da compagnia.

La donna silenziosamente uscì dall’aula chiudendola accuratamente a chiave, con un doppio giro verso sinistra e uno verso destra.

I suoi passi echeggiavano nei lunghi corridoi marmorei costeggiati da un inquietante colonnato del medesimo materiale. Hermione era abituata a quella tetra sensazione di paura, ma quel giorno era più forte.

Una nebbia invase lo spazio che la circondava….la donna non riusciva più a vedere nulla oltre il suo naso….

Un passo dietro di se

Una mano bianca si posò candidamente sulla spalla della Professoressa

<< Aaaaaaaaahhh !! >> gridò con tutto il fiato che aveva in gola mentre la mano imputridita le cingeva la vita ed un’altra le tappava la bocca, soffocandola in un soffio. Hermione iniziò a vedere il buio l’oscurità, e una terribile sensazione di paura la invase, spezzandole i muscoli che si lasciarono trasportare da quell’essere ignoto.

 

Una porta cigolante si aprì, lentamente, come spostata da un leggero venticello. Un ragazzo fece capolino al di là della medesima porta.

<< Cosa fai lì Potter ?! >>

<< Niente signor Wood >>

<< Bene, allora entra no?! Bah…i giovani >>

Harry entrò timoroso nell’aula, rispettava e temeva in signor Wood, dopo tutto era il suo capo, ovvero il Capo responsabile Auror, colui che se ti veniva a chiamare era per due semplici motivi: o venivi scelto per una missione suicida o ti licenziava. Jonas Wood lavorava come Auroror da ben 37 anni, era un uomo burbero e barbuto, grosse cicatrici profonde tagliavano il suo viso testimoniandone le avventure, solitamente in dosava un grosso mantello nero e blu, che ricordava un’enorme tendone da salotto, intonandosi malamente ai due capelli scuri, che gli rimanevano in testa.

<< Mi ha fatto chiamare? >> chiese Harry timido

<< Secondo te? >>

<< …. >>

<< Ovvio! Se no, non saresti qui ! >>

<< Giusto >> disse il ragazzo pensando “ Potresti aver voluto vedermi così perché volevi qualcuno che ti sopportasse , idiota! “

<< Allora: un insegnante ad Hogwarts è stata rapita da chi sa quale diavoleria, e tu la ritroverai se no…. Sarai licenziato. >>

Prese fiato

<< Hai tempo tre settimane…ecco la scheda della donna rapita. E ora…. >>

<< Sì ? >> disse Harry prendendo la scheda dalle mani di Wood.

<< Levati dai piedi ! >>

Harry senza fiatare ubbidì. Giunto fuori si appoggiò alla porta e sbuffò << Idiota tenda pelata! >>

<< COOOOSA? >> tuonò dall’ufficio Wood

Harry si staccò dalla porta e si allontanò correndo verso la propria nicchia. Durante la corsa una foto uscì dalla pergamena abbruttita, ora a terra giaceva una piccola donna bruna e riccia con in mano un librò verde che sorrideva estasiata. L’Auror si voltò, guardò in direzione della foto e la raccolse con un lento movimento. Gli occhi color smeraldo si corrucciarono, piccole rughe si mostrarono sulla sua fronte, Harry cercò di ricordare quel volto, era così famigliare…. Poi aprì la pergamena e lesse ad alta voce << Hermione Granger >>.

La pergamena cadde a terra.

L’Auror guardò stupito il vuoto davanti a sé, sussurrando << Hermione … ?!

 

<< Granger! >> sbraitò una donna << Non puoi sparire così! >> disse mettendosi le maniera i capelli grigi.

<< Vedrà, il Ministero si è mobilitato, e manderanno al più presto un loro dipendete Auror, specializzato in questo genere di cose >> disse un uomo, dal lungo naso dirigendosi verso l’uscio della Presidenza

<< Severus? >>

<< Dimmi Minerva >>

<< Cosa farebbe Albus ? >>

<< Manterrebbe la calma >>

La Mc Grannitt annuì solennemente poi disse << Dì alla Profferessa White di sostituire Hermione, e…. disponi istruzione che d’ora in poi gli studenti dovranno recarsi in Sala Grande e nelle loro Case sotto la sorveglianza dei loro Prefetti e dei Professori disponibili, in oltre gli alunni non potranno uscire dall’aula per alcun motivo, se non scortati anche nel Parco, mai da soli! Non sappiamo con chi abbiamo a che fare… >>

<< Molto bene lo comunicherò tramite un annuncio in Bacheca >>

<< E..io tramite un Sonorus >>

Piton annuì ed uscì. Non amava la Professoressa Mc Grannit, da quando Silente era partito, le cose ad Hogwarts andavano di male in peggio, forse le responsabilità erano troppo, ma appena succedeva qualcosa di più impegnativo, invece di una semplice punizione per un alunno maleducato, Minerva andava in crisi e non sapeva più come cavarsela.

Piton sopirò, la Granger era un’ottima Professoressa anche se, quel tono da “Io so tutto” lo irritava parecchio. “Del resto è come Potter, quello….sì che era un bel elemento! “ pensò l’uomo mentre camminava silente per i corridoi che portavano al suo ufficio “ Eppure, ho sempre dovuto aiutarlo, nonostante ciò andasse contro il mio volere, Silente ha sempre voluto aiutarlo! Sempre! Ma cosa ha lui che gli altri non hanno, un padre idiota e narcisista, una madre ficcanaso che è morta insieme al marito perché hanno fatto i furbi, e poi? E poi il mondo acclama questo Harry Potter, per cosa? Solo perché i genitori sono morti per mano di tu sai chi, sarebbero sopravvissuti se non avessero voluto fare gli eroi! Poi tutti si lamentano, < ma potevano essere ancora vivi ! > Certo, se fossero stati al loro posto come una semplice famiglia normale! “. Piton arrivò davanti al proprio ufficio, ed aprì la porta di noce, provocando un leggero cigolio. L’uomo sbuffò e disse << Bene, se Potter verrà ad Hogwarts per la sua Fidanzatina, troverà un’amara sorpresa >> e sorrise malizioso.

 

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