La grande magia

di Mizar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando i desideri si avverano ***
Capitolo 2: *** Fantasmi a colazione ***
Capitolo 3: *** Chi trova un amico trova un tesoro ***
Capitolo 4: *** Vivo morto o X ***
Capitolo 5: *** L’interrogatorio ***
Capitolo 6: *** Lulù alla riscossa ***
Capitolo 7: *** Lui chi è? ***
Capitolo 8: *** Ops... ***
Capitolo 9: *** 31 ottobre 1981 ***



Capitolo 1
*** Quando i desideri si avverano ***


DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.



La grande magia

ovvero quando i desideri si avverano


Tu il sogno più sognato e più proibito che mai...
(Eros Ramazzotti)



Prologo


La guardava a occhi sgranati, le guance accese di un insolito rossore, le mani sudate.
Il sogno della sua vita, il suo santo Graal, la sua Pietra filosofale era tra le sue mani.
Stava tutto lì, tra quelle parole spigolose vergate su vecchia pergamena, l’inchiostro sbavato dal tempo, le macchie di muffa che lo rendevano, in alcuni punti, quasi illeggibile, ma quelle poche righe facevano la differenza tra una triste e inutile vita e l’eterna felicità…


il sogno più sognato


Era l’ennesima giornata che trascorreva nei solai di Villa Malfoy in cerca dell’Orcrux che quell’impedito mentale di Lucius aveva perduto.
Ormai aveva passato al setaccio metà di quelle chilometriche soffitte, tra ragni, topi e ributtante ciarpame, ma del prezioso manufatto non aveva visto nemmeno l’ombra.
“Solo un facilone come Voldemort poteva affidare una parte della sua anima a Vanesio Malfoy, il mago più inaffidabile dell’intero Mondo Magico”, sbuffò irritato Severus, richiudendo la centesima cassa muffita piena di vecchie lenzuola tarmate.
“E pazienza se avesse nascosto l’anima in un phon, una piastra per capelli, una spazzola, roba sacra per Lucius, invece nooo, lui la sistema in un diario e poi pretende che quel semianalfabeta lo custodisca con estrema cura! E ci si meraviglia che abbiamo perso la guerra?” continuò inferocito, tergendosi il sudore con un fazzolettone bianco.
“Severino hai trovato quel maledetto diario?” pigolò Lucius, riemergendo sudato e spettinato da un enorme armadio a muro dalla parte opposta della stanza.
“No” rispose asciutto Piton lanciando un’occhiata di biasimo all’amico e alle ragnatele che ornavano la sua bionda chioma.
“Lo so che dovevo averne cura come di un figlio, ma Narcissa ha la mania dell’ordine e chissà dove lo ha cacciato” singhiozzò Malfoy.
“E, naturalmente, lei non rammenta dove lo può essere…”
“Secondo te posso spiegargli cosa sto cercando? Parliamo di un diario maledetto che ho portato in una casa in cui viveva un bambino piccolo!!! ”
“Sarà questo che spiegherai all’Oscuro domani sera?”
“Severino smettila di mettermi ansia, magari non si accorgerà nemmeno che ne manca uno”, si lagnò Lucius disperato.
“Fossi in te non ci conterei troppo”.
Un lampo di terrore attraversò gli occhi di Malfoy che si ributtò nell’armadio con nuova lena.
Sacramentando anche Severus si rimise al lavoro.
Lo attendeva un altro baule, ma questa volta aprendolo non si trovò davanti chili di pizzi ingialliti o infeltriti abitini da neonato.
Sembrava fosse lo scrigno di un mago ed era pieno di libri antichi che a un’ispezione più accurata vennero identificati come manuali di magia molto avanzata.
Un rotolo di pergamena dall’aria vetusta attrasse la sua attenzione e, una volta che lo ebbe srotolato, rimase letteralmente di ghiaccio.
Con la bocca improvvisamente arida lesse il manoscritto.
Il mago che aveva steso quella formula garantiva di poter viaggiare nel passato, anche se solo con lo spirito, e rivivere in prima persona gli avvenimenti “audientes sonitus, spirans odorem, sicut homines prsesentium”.
Non riusciva crederci.
Se quello che leggeva era vero avrebbe potuto rivedere ancora la sua Lily, riascoltare la sua dolce voce, gioire della sua risata argentina, inebriarsi ancora del suo profumo…
Guardingo girò lo sguardo attorno, Lucius e gli elfi erano ancora nell’armadio a muro.
Svelto infilò il manoscritto sotto la palandrana e poi risigillò il baule contrassegnandolo con un incantesimo, in modo di avere il tempo di controllarlo con più cura in un prossimo futuro, poi ricominciò le ricerche, sperando di sbrigarsi il prima possibile.

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Capitolo 2
*** Fantasmi a colazione ***


Fantasmi a colazione



Era notte fonda quando finalmente Piton varcò la soglia della sua casa in Spinner’s End.
Era stanco, sudato e sporco, ma prima della doccia e del meritato riposo aveva ancora una missione da compiere: mettere al sicuro la preziosa pergamena trafugata nel pomeriggio, in attesa di trovare il coraggio per compiere la magia.
Scelse come nascondiglio l’urna cineraria di zio Pellegrino, la quale aveva un doppio fondo a cui si accedeva con un bottone nascosto nel coperchio, ma non ve la lasciò per molto.
Un paio d’ore dopo, visti i falliti tentativi di prendere sonno, la recuperò e svelto recitò l’incantesimo terminandolo con un sapiente colpo di bacchetta.
Un vortice luminoso lo avvolse e Severus si ritrovò sospeso sul soffitto di una camera sconosciuta a rimirare Lily che dormiva mezza nuda in un grande letto vuoto, le lenzuola attorcigliate tra le lunghe gambe, i capelli che come un drappo di fuoco si aprivano sul cuscino.
Il cuore dell’uomo perse un battito.
Era proprio come la ricordava: giovane, fresca e bellissima.
Levitando s’avvicinò al letto e il suo profumo lo avvolse, riportandogli alla mente dolci ricordi.
Lacrime di felicità inondarono i suoi occhi e, preso da desiderio, allungò la mano per toccare la spalla nuda della ragazza, ma un grido belluino lo fece trasalire.
Sulla porta della camera, in mutandoni e canottiera, era apparso Potter che reggeva tra le braccia un buffo bambinello spettinato, semi affogato da un enorme biberon di latte.
I due ragazzi si guardarono negli occhi e poi il bambino cominciò a strillare a pieni polmoni, mentre l’immagine di Severus iniziava lentamente a dissolversi.
Lily, destata da tutto quel putiferio, aprì languidamente gli occhi e con un gesto pigro della mano ammutolì il figlio con un Muffliato.
“James è inutile che me lo porti in camera, stanotte la belva tocca a te; io l’ho tenuto ieri sera!” mugugnò sbadigliando.
“L-Lily…c-c-c’era il f-fantasma di M-M-Mocciosus sopra il letto” balbettò il Malandrino con gli occhi da folle e i capelli ancora più sconvolti del solito.
“Ti ho detto mille volte che non voglio ti faccia le canne mentre tieni nostro figlio” ringhiò la sposina, ormai desta e in assetto di guerra.
James si precipitò in soggiorno e si tuffò nel camino continuando a reggere in braccio Harry che piangeva senza il sonoro.
Una fiammata verde e si ritrovò nella camera da letto di Sirius e Remus i quali, ignari di avere un pubblico, stavano esibendosi in una performance che sarebbe stata giudicata un filino eccessiva anche da Tinto Brass.
Subito dietro lui arrivò Lily e il suo grido di raccapriccio mise in serio pericolo le coronarie dei due padroni di casa, che già si immaginavano vittime di un attacco dei Mangiamorte.
“Zotico depravato, ti sembra questo il modo di accogliere gli ospiti”, strillò la rossa a un Sirius, ignudo e sgomento, che le si era parato davanti con la bacchetta sguainata.
“Cazzo, Lily, mi spieghi cosa ci fai con tutta la famiglia nella mia camera da letto alle tre di notte???” alitò questi con la tachicardia.
“Chiedilo a quel mentecatto del tuo migliore amico” s’indispettì la ragazza indicando con sdegno James accasciato su un pouf a frange dorate.
Sentendosi tirato in causa Potter s’erse in tutta la sua altezza e gonfiando il petto cercò di spiegare che il fantasma di Mocciosus aveva infestato la loro casa.
“James, amico mio, te l’aveva detto che quella roba era un tantinello forte” sospirò Sirius a fine racconto, accendendosi una sigaretta.
“Non ero sotto l’effetto della marijuana ”, si risentì Potter offeso, mentre Lily strappava Harry dalle braccia paterne e spalancava le finestre, guardando Black con fiero cipiglio.
“Giuro che l’ho visto e sono certo che era lui! Anche se traslucido come Nick quasi senza testa, il suo naso era riconoscibilissimo! Volava sopra il letto di mia moglie come un condor! Ohhhh che orrida visione!!!”
“James, non puoi aver visto lo spettro di una persona ancora viva”, lo riprese pacatamente Remus, facendo apparire una cappa aspirante sopra la testa di Sirius.
“Lo so, razionalmente lo capisco, eppure vi giuro che è così!” gridò il ragazzo portandosi le mani al capo in un gesto di autentica disperazione.
“Magari è defunto proprio questa notte” si intromise Sirius conciliante, sbuffando nell’aspiratore una boccata di fumo e guadagnandosi l’ennesima occhiataccia di Lily.
“Non sperarci”, sospirò Potter, “lo sai che la gramigna non muore mai”.
“Non dite sciocchezze”, intervenne Remus, dando un buffetto sulla nuca del suo compagno.
“James, Lily, adesso io e Sirius andremo a casa vostra per un controllo, mentre voi alloggerete qui da noi, nella stanza degli ospiti.

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Capitolo 3
*** Chi trova un amico trova un tesoro ***


Chi trova un amico trova un tesoro



Mentre nel passato i Malandrini cercavano di tranquillizzare i Potter, nel presente Severus s’era risvegliato sul pavimento della saletta con il cuore ancora in tumulto per quell’incredibile viaggio nel tempo.
Era così felice che non vedeva l’ora di ripetere l’esperienza e stava già per pronunciare l’incantesimo quando una voce si fece sentire alle sue spalle.
“Severino, allora non sei morto?” piagnucolò Malfoy arrivando di corsa dal bagno con una salvietta imbevuta d’acqua e aceto.
“Lulù, cosa ci fai qui alle tre di mattina” trasecolò Piton.
“L’Oscuro ci ha chiamato un’ora fa, ma tu non rispondevi e allora mi ha mandato a cercarti. Quando ti ho visto steso sul pavimento mi è preso un colpo”, disse Malfoy portandosi teatralmente una mano al petto.
“Credevo che L’Ordine della Fenice ti avesse attaccato! Ti scuotevo ma tu rimanevi freddo, rigido, come morto” singhiozzò, in preda ai postumi della paura.
“Severino, ti prego, raccontami cos’è successo!”
In condizioni normali mai a Severus sarebbe uscita una parola di bocca, ma quella mattina la normalità s’era andata a fare friggere nel momento stesso in cui aveva capito che Lily non era più perduta e allora fece una cosa assolutamente impensabile: con occhi languidi e guance pudicamente rosee spifferò il suo segreto a Lucius.
“Cioè, fammi capire”, mormorò Malfoy meditabondo alla fine del lungo racconto.
”Tu puoi tornare indietro nel tempo?”
“Sì, anche se solo con lo spirito”.
“Ma deve essere uno spirito che si vede bene se Potter ha schiamazzato a quel modo”.
“Penso di essere visibile come lo sono i fantasmi di Hogwarts”.
A Lucius vennero le lacrime agli occhi.
“Severino, io sono il tuo migliore amico dai tempi della scuola, quello più affezionato a te, il più fedele”, dichiarò accorato sgranando gli occhioni azzurri così amati dalle sue fans.
“Sai che ti considero il fratello che non ho mai potuto avere e nel momento del bisogno ti sono sempre stato al fianco, ebbene, in questo momento la mia vita è letteralmente nelle tue mani.
Stasera il Lord mi ha intimato di consegnargli il diario entro domani, ma io non ho la più pallida idea di dove sia finito”, ululò ormai in preda ad un attacco isterico.
“Se tu potessi tornare indietro nel tempo e chiedere al Lucius d'allora di mettere il diario nella cassaforte io potrei recuperarlo”.
Severus acconsentì.
Il periodo in cui era accaduto lo scambio dell’Orcrux coincideva con quello appena visitato, perciò dopo aver parlato con il giovane Malfoy avrebbe potuto fare una capatina dalla sua Lily.
Subito venne spedito un Patronus a Voldemort, millantando un attentato dell’Ordine della Fenice per giustificare l’assenza dei due e poi, mentre Lucius era ancora intento a baciargli le mani, Severus pronunciò la grande magia.
Apparve il vortice luminoso e in un attimo Piton si ritrovò sospeso nell’atrio di Villa Malfoy.
Si diresse verso la scala galleggiando lentamente nell’aria, con l’intenzione di raggiungere il giovane Lucius nella sua camera al terzo piano.
Per puro caso scoprì che battendo le braccia come un uccello la sua velocità aumentava parecchio, così cominciò a sbracciarsi utilizzando il mantello come ali.
L’erede dei Malfoy s’era svegliato presto quella mattina.
Uno stimolo insopprimibile lo aveva convinto a lasciare le comode coltri di seta e la mogliettina addormentata per raggiungere la stanza da bagno sita a metà del corridoio.
Dopo aver espletato le “formalità” stava tornando verso la camera quando dalla tromba delle scale si materializzò un orrido volatile.
“Ahhhhhhhhh il mostro” ululò il ragazzo prima di cadere privo di sensi sulla moquette a pelo alto.
Intanto l’uccellaccio s’era avvicinato e la prima cosa che vide Lucius riprendendo i sensi fu il fantasma del suo migliore amico che galleggiava sopra la sua testa.
“Severino mio, chi fu l’assassino?” gridò disperato portandosi le mani al petto.
“Non sono morto” ebbe appena il tempo di rispondere Piton prima che un nuovo svenimento ottenebrasse i sensi del purosangue.
Parecchi malori dopo Severus era riuscito a spiegare il fatto a Malfoy ed il ragazzo aveva riposto con cura il diario maledetto nella cassaforte del suo studio.
“Severus, allora Voldemort vincerà la guerra?” chiese gioviale Malfoy, sfregandosi le mani.
“Purtroppo no, Lucius” sospirò Piton.
“Scusa, mi hai appena detto che nel futuro lui è ancora il capo dei Mangiamorte ?”
“E’una lunga storia, Lucius, ti basti sapere che entro la fine del mese, per colpa della profezia che gli rivelai, lui perderà tutti i suoi poteri”
“Quindi le azioni della Voldemort s.p.a. che ci ha obbligato a comprare diverranno cartastraccia???”
“Temo proprio di sì”
“Sciagura e rovina, ho metà del patrimonio investito! Ma tu non puoi cambiare il passato, che so magari dicendo al tuo doppio di non raccontare la profezia?”
“In questo periodo avevo già raccontato tutto al nostro capo e la magia, non so per quale motivo, mi riporta sempre a quest’anno”.
“Allora non ci sono speranze?”
“Presumo di no”
“ Severino sei sempre un amico! Darò ordine alla banca di vendere le azioni già da stamattina e, per ringraziarti dell’ insider trading, farò vendere anche le tue”.
Andandosene da Villa Malfoy, Severus era meditabondo.
A lui della caduta dell’Oscuro non importava nulla, ma stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di salvare la sua Lily da morte certa.
“Forse un modo c’è” sussurrò con un enigmatico sorriso cominciando a svanire.
Poco dopo si materializzò nel corridoio di casa Potter.
Con cautela s’accostò alla porta della camera, ma invece di trovare la seducente Lily ignuda sul letto si ritrovò ad ammirare Sirius e Remus che provavano la posizione numero ventidue del kamasutra.
Il grido di raccapriccio del fantasma riecheggiò nella stanza, strappando un’imprecazione a Black.
“Insomma, ma è mai possibile che non si possa fornicare in pace da nessuna parte senza che qualcuno ci giunga alle spalle gridando?”, bofonchiò scocciato, coprendo le nudità sue e quelle del compagno con il lenzuolo.
“Cosa ci fate voi due nel letto della mia donna?” ringhiò Severus, svolazzando in cerchio sopra le loro teste.
“Lo spettro” rantolò Remus additandolo, “James aveva ragione”.
“Ma che spettro e spettro, questo è sicuramente un trucco.
Pussa via Mocciosus ” gridò Black arrabbiatissimo,cercando di colpirlo con la bacchetta.
Il Piton d’aria esplose in una roca risata, vedendo la bacchetta che lo trapassava da parte a parte senza ferirlo e rise ancora di più quando vide Sirius sbilanciarsi e piombare giù dal letto.
“Incapace”, gli mormorò all’orecchio prima di dissolversi nell’aria.

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Capitolo 4
*** Vivo morto o X ***


Vivo morto o X



Non appena Lucius s’accorse che Severus stava aprendo gli occhi lo assalì con un fuoco di fila di domande.
“E’ andato tutto bene? Hai trovato il mio doppio?Il diario è al sicuro?”
Un po’ rintronato Piton rispose affermativamente e tutte le domande e consigliò all’amico di rientrare a casa e guardare in cassaforte.
Lucius si precipitò al camino e pochi istanti dopo appariva tra le fiamme del camino del suo studio.
Con passo malfermo s’appresso alla pesante cassaforte di ferro e con un incantesimo l’aprì.
Il diario era posato sul primo ripiano.
“Grazie, grazie, grazie”, sussurrò tra le lacrime sbaciucchiandolo, mentre le sue spalle si sgravavano dal peso della colpa.
Quella sera, durante la cena settimanale dei Mangiamorte, poté consegnarlo al fantasma del Lord, che lo ringraziò chiamandolo fedele servitore.
Intanto nel passato Remus, Sirius e James stavano pattugliando il quartiere di Spinner’s End, decisi a controllare lo stato di salute di Severus.
“La casa sembra disabitata, siamo sicuri che sia dentro?” chiese Potter addentando un panino al prosciutto che Sirius aveva comprato al bar vicino.
“Probabilmente starà ancora dormendo, sono appena le sette” rispose Black a bocca piena.
“Possibile che alle sette di mattina faccia già così caldo”, si lagnò ancora James, schiacciando col palmo di una mano una zanzara.
“Ragazzi, basta fare casino! Questo è un appostamento non il pic-nic di fine anno scolastico”, li redarguì Remus spuntando dalla siepe di ibisco selvatico che separava il cortile dei Piton dalla strada.
“Hai ragione amorino mio, ma è una tale noia stare qui senza fare nulla”, sospirò Black con gli occhioni da cucciolo sgridato.
Sapeva che Remus non poteva resistere ai suoi bronci e infatti, come da copione, il licantropo lo abbracciò ridacchiando, sotto lo sguardo schifato di James.
“Si può sapere cos’avete voi due? Siete forse in calore?”, sbuffò irritato.
“La tua è tutta invidia perché la rossa, dopo che è nato Harry, ti ha buttato tra i rottami”, ghignò Sirius, malizioso, sbaciucchiandosi soddisfatto con Remus.
Il rumore di una porta che si apriva troncò la discussione e i tre videro Severus uscire a passo baldanzoso.
Svelti si nascosero sotto il mantello dell’invisibilità e cominciarono l’inseguimento.


Molte ore e chilometri dopo…


“E’ tutto il giorno che seguiamo Mocciosus e io comincio ad essere stanco” sbuffò Sirius indispettito, arrampicandosi per un’erta e assolata stradina di campagna.
“Uno che cammina con questa lena non mi sembra morto abbastanza per fare il fantasma. Lo sapevo che quel cervo deficiente aveva comperato il fumo da Patil. Quante volte te lo devo ripetere James, quella è roba troppo forte per una mammoletta come te!”.
“Sirius!” inorridì Lupin, “ James è un padre di famiglia e poi Lily non gli permetterebbe mai di fumare marijuana!”
“Seeee, Lily non permetterebbe questo, Lily non gli lascerebbe fare quello, però gli appioppa sempre i turni di notte con quell’assatanato di bambino che urla come una sirena. Se il povero Prong ha avuto un momento di debolezza è comprensibile, sono mesi che non chiude occhio!”
A quelle accorate parole James insorse.
"Anche se non dormo per colpa di Harry sono un padre responsabile e non mi faccio le canne, brutto cagnaccio disgraziato. Il fantasma l'ho visto davvero e anche voi!"
"Io non ho visto nessun fantasma, è stata solo un'allucinazione dovuta alla caduta dal letto", mugugnò Sirius.
“Dal letto ci sei caduto dopo e comunque il fantasma l’ho visto anch’io che non mi faccio certo le canne” s'indignò Lupin.
“Comunque hai ragione, Paddy, Severus non è certo morto se sgambetta così. Probabilmente abbiamo avuto un’allucinazione collettiva. Propongo di arrivare in cima al pendio e poi smaterializzarci a casa”.
Sirius sorrise felice, già pregustando la ripresa delle interessanti attività della notte prima, quando da lontano vide una sagoma inconfondibile avvicinarsi a Piton.
Alle sue spalle anche Remus e James si accorsero del nuovo arrivo e a tutti e tre passò immediatamente la voglia di andarsene.
Un minuto dopo, protetti da una fitta siepe di bossini, i ragazzi ascoltavano Silente parlare con il presunto Mangiamorte.
“Severus, in questi giorni ho consultato la mia veggente di fiducia. Lei è certa che entro la fine di ottobre succederà qualcosa di molto importante per gli esiti della guerra. Come ti ho già detto la volta precedente le profezie non sono precise al cento per cento, perciò non so cosa sarà questo fatto. Conto su di te per avere informazioni sul nemico”.
“Certamente, professore, ma si ricordi che tutto ciò è per il bene di Lily, perché lei la protegga”
Silente assentì e poi si smaterializzò, lasciando il giovane da solo.
“Non fidarti di quel manipolatore! Ti schiavizzerà promettendoti di salvarla, ma alla fine la lascerà morire” gridò una voce dall’alto e, fluttuando lentamente, apparve dal bosco lo spettro di Severus.
Il giovane Piton lanciò un urletto poco virile.
“Chi sei?” alitò pallido come un cencio.
“Sono te stesso” continuò il fantasma, “e sono qui per avvertirti. Lily morirà il 31 ottobre di quest’anno per colpa di Peter Minus!”
“Minus? Quel ragazzo cicciottello e incapace che segue sempre James?” chiese esterrefatto il giovane Piton.
“Sì, lui è una spia e quando quel deficiente di Potter lo sceglierà come custode segreto li farà ammazzare. Sopravvivrà solo quella piattola di bambino che, non si sa come, è immune alla maledizione verde”.
“Il mio erede non è una piattola e io non sono un deficiente” ruggì James, sbucando dalla siepe con la bacchetta spiegata.
“Expelliarmus”, gridarono in coro i due Severus, disarmandolo in un momento e mandandolo a gambe all’aria.
“Petrificus Totalus” intervenne Remus e, con un colpo di bacchetta, pietrificò il fantasma facendolo cadere a terra con fragore, mentre Sirius immobilizzava l'ex compagno di scuola.
Più tardi, dopo aver imbottigliato lo spettro in un vasetto vuoto di nutella -debitamente ingrandito- che James aveva tirato fuori da una pattumiera non lontana, cominciò l’interrogatorio.
“Chi sei, o sarebbe meglio dire cosa sei?” chiese tenendolo sotto tiro con la bacchetta.
“Sono Severus, razza d’impedito, non ce li hai gli occhi?”
“Tu menti” lo apostrofò torvo il licantropo, “il nostro compagno di scuola è qui con noi e non ha né le tue rughe, nè la tua stazza”.
Piton s’indignò.
“Se pensi che nella mia epoca tu sia messo tanto meglio ti sbagli di grosso” sbuffò feroce.
“Cosa vuoi dire?” lo incalzò Sirius torvo.
“Secondo voi cosa posso mai voler dire? Il cervello ce l’avete o era un optional troppo costoso per le vostre mamme?
“Credo che lui stia cercando di dirci che viene dal futuro” interloquì il giovane Piton, guardando con fiero cipiglio Black che prendeva a calci il barattolone di nutella.
“Perché sei qui?” chiese Remus
“Per salvare il culo di quel disgraziato di Potter”
“E da quando in qua tu sei così affezionato a James da prenderti persino il disturbo di tornare nel passato per aiutarlo?” ringhiò Sirius guardandolo con sospetto.
“Da quando ha sposato la mia ragazza! E visto che con la sua scarsa intelligenza finirà per farla morire ammazzata ho pensato bene d’intervenire”.
“Lily non è la tua ragazza” ululò James con la bava alla bocca, puntando la bacchetta verso il vaso.
“Fermati, così lo libererai” lo bloccò il licantropo.
James si ricompose, ma rimase a fissare con astio il fantasma mentre Sirius, per consolarlo, gli batteva la mano sulla spalla.
“Sta mentendo, James, il nostro Peter non ci tradirebbe mai!!!” sussurrò al suo orecchio.
“Anch’io la penso come te, Sirius, però tutti sappiamo che all’interno dell’Ordine c’è una spia!” sospirò Potter meditabondo.
“Ce l’abbiamo davanti la spia” gridò Black puntando la bacchetta sul giovane Piton.
“Sì, ma io sono la spia a vostro favore” si difese quello, guardando con commiserazione i due Grifoni.
“Credo abbia ragione lui, ragazzi, lo avete sentito Silente”.
“Piton potrà forse incantare un vecchio preside prossimo alla pensione, ma noi sappiamo bene che la sua anima è nera fino al midollo” ringhiò Sirius sdegnato.
“Seeee, se io sonno marcio cosa sono i tuoi parenti? Mollaci Black perchè sei patetico”.
“Calma ragazzi” intervenne Remus, acchiappando per un braccio il compagno, poco prima che i due s’accapigliassero.
“Forse il fantasma non ha mentito e, giusto per stare sul sicuro, sarebbe meglio andare da Silente alla sede dell’Ordine della Fenice”.

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Capitolo 5
*** L’interrogatorio ***


L’interrogatorio



Silente fissava pensieroso il fantasma imbottigliato nel barattolone di nutella e il suo sguardo dubbioso non lasciava presagire nulla di buono.
“Le garantisco che sono Severus Piton” gridò questi esasperato, sperando di farsi riconoscere se non altro dal caratteraccio.
“Dici di essere Severus e di venire dal passato, ma come puoi dimostrarcelo?” chiese garbatamente il preside, sempre più sospettoso.
“Anche il tuo stesso alter ego stenta a crederlo”.
Il giovane Severus annuì vigorosamente col capo.
“Lui non mi somiglia affatto”, asserì deciso, indicandolo.
“Guardatelo! Io non sono così brutto e poi sarà almeno quindici chili più di me!”
“In effetti Mocciosus ha le sue ragioni”, intervenne Sirius, “brutto per brutto, ma quello non si guarda proprio! E poi è il doppio come stazza”.
“Zitto, rinnegato. Vedremo quanto sarai bello tu a righe zebrate!”
Sirius lo guardò stupito, non capendo a cosa si riferisse.
“Severus, devi ammettere che la tua storia non è molto credibile”, disse quietamente Lupin.
“James è un duellatore molto abile e già per tre volte ha affrontato l’Oscuro uscendone illeso”.
“La notte del 31 ottobre, quando Voldemort arriverà a Godric Hollow, lui non avrà la bacchetta.” Gridò il fantasma.
“Verrà trovata dagli Auror sul comò della camera da letto; e non avrà neppure i calzoni, giusto per farvi capire quanto sia scrupoloso e attento al pericolo che corre la MIA Lily”.
“Senza braghe??? Impossibile!!! Mocciosus, quella peste di bambino che ho generato non dorme mai e io e mia moglie non … Va bè, lasciamo perdere”, insorse James offeso da quella bassa insinuazione.
“Si vede che quella volta il pargolo dormiva”, bofonchiò Piton sprezzante, incrociando le braccia al petto.
“Forse dovremmo chiedere al fantasma qualcosa di segreto che solo il vero Severus potrebbe sapere”, s’intromise Remus, ragionevole come sempre.
“Credo sia una saggia idea”, sentenziò il preside pensieroso.
Avanti, Severus, fai qualche domanda a cui solo tu puoi rispondere”.
“Non ce n’è bisogno, darò subito la prova che non sto mentendo”, insorse il prigioniero.
“Io e Lily ci siamo messi insieme al primo anno esattamente il giorno 12 dicembre. Lo stesso giorno ci siamo scambiati il nostro primo bacio”.
“E sai che notizia” sbuffò Potter.
Tutti sapevamo che stavate insieme dal primo anno! Dicci qualcosa di più personale se vuoi essere credibile”.
“Va bene, Potter ora ti accontento. La prima volta che io e Lily abbiamo fatto l’amore è stato a capodanno del 1975 e lei era vergine”, sogghignò malizioso, mentre Lupin e Black cercavano di placare James con la bava alla bocca e la bacchetta sguainata.
“Confermo tutto” sospirò il giovane Piton.
“Se è veramente Severus tornato dal futuro allora dobbiamo credere anche alla storia del tradimento e dell’omicidio”, borbottò Silente parlando tra sé e sé.
“Non sono sicuro si possa alterare il passato, per lo meno non con troppi cambiamenti, perciò dobbiamo trovare il modo di ritoccare solo una decisione importante che influenzando gli eventi porterà a un risultato diverso. Potter, da stasera sarò io il vostro custode segreto e non accetto discussioni”.
“Va bene”, acconsentì James, ma si vedeva che aveva una fifa blu.
“Alla buon ora” sospirò soddisfatto il fantasma.
“Siete duri di comprendonio ma alla fine avete capito. Adesso potete tirarmi fuori di qua e lasciarmi tornare nella mia epoca?”
“Non ci pensare neanche”, sentenziò Silente.
“Il 31 ottobre è tra una settimana e tu rimarrai con noi per essere ben certi che non sia un trucco”.

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Capitolo 6
*** Lulù alla riscossa ***


Lulù alla riscossa



Mentre nel passato succedevano questi fatti nel presente Lucius stava andando a ringraziare Severus per il ritrovamento del diario.
Aveva scelto proprio quella sera perché sul primo canale era in programma Titanic e lui non voleva certo perderselo.
Narcissa, da vera Black, disdegnava la tecnologia babbana, ma Lucius invece sapeva apprezzarne i comfort, quali i caloriferi, l’idromassaggio e soprattutto la televisione.
Arrivato a Spinner’s End aveva trovato il suo amico steso sul letto privo di sensi.
Aveva capito subito come mai e, tranquillamente, s’era disposto ad aspettarlo, mettendosi comodo davanti alla tv.
Dopo aver versato qualche lacrimuccia sulla triste fine di Leonardo di Caprio, un po’ preoccupato per il mancato risveglio di Severino decise di provare la magia su di lui e andarlo a cercare nel passato.
Detto fatto, all’una di notte, pronunciò l’incantesimo e, dopo essere stato risucchiato dal vortice temporale, si ritrovò in una cucina buia.
Su una poltrona sonnecchiava Remus Lupin, di guardia a un enorme barattolo di nutella all’interno del quale dormiva lo spettro Severus.
“Mamma mia! Il fantasma di Severino è stato catturato da quei fanatici dell’Ordine della Fenice e mancano solo sei giorni al 31 ottobre”, pensò sgomento.
Flutuando leggero e silenzioso s’avvicinò al barattolone, ma quando provò a bussare al vetro la sua mano, come fatta d’aria, mancò la presa.
“Povero me, non posso toccare il barattolo perché sono solo una proiezione di luce”, si rammaricò sgomento.
“Svegliati, svegliati”sussurrò disperato, ma Piton dormiva della grossa.
“Sciagura e disgrazia, se non riesco a liberarlo come farà a salvare la sua Lily?” si domandò confuso, ma le sue elucubrazioni vennero interrotte dall’entrata di qualcuno.
Svelto s’appiccicò al soffitto, proprio sopra i pensili del lavandino, in modo da poter assistere alla scena senza essere visto.
Il nuovo arrivato risultò essere Sirius Black, che con una strana espressione tenera sul viso fissava il dormiente Lupin.
“Amore” sussurrò avvicinandosi alla poltrona “sono venuto a farti compagnia”.
Remus aprì gli occhi e un dolce sorriso gli illuminò il volto.
I due si abbracciarono e si baciarono sotto lo sguardo raccapricciato di Malfoy.
“E poi si lamenta che i suoi genitori lo abbiano diseredato” bofonchiò, continuando ad osservarli preoccupato.
Sirius, infatti ,dopo i baci e gli abbracci pareva ben deciso ad andare oltre, mentre Remus cercava di dissuaderlo, anche se in maniera non troppo convincente .
“Amorino non possiamo farlo qui, c’è Severus nel vasetto di nutella”.
“Dorme come un sasso, non lo senti come russa”.
“Sì, ma se si svegliasse?”
“Staremo zitti zitti”.
“Va bene, ma almeno spostiamoci da qui, siamo proprio sotto la luce”.
“Hai ragione lupacchiotto mio, andremo in quell’angolino tutto buio” sussurrò Sirius prendendo il compagno per mano e conducendolo sotto i pensili in cui stava nascosto Malfoy.
Forse fu lo spavento per l’orrido spettacolo che minacciava d’avere inizio al più presto, o forse fu per lo stress accumulato durante quella settimana, fatto sta che il sistema nervoso di Lucius non resse a tante sollecitazioni e, con un urlo degno di Belfagor, palesò la sua presenza.
“Cos’è stato” pigolò Sirius atterrito, sguainando la bacchetta.
“Sembra un altro spettro” alitò Remus guardando il fantasma di Malfoy che svolazzava impazzito sul soffitto.
“E cazzo, ma quello è Malfoy! Adesso come lo spieghiamo a Silente che abbiamo un’infestazione di Mangiamorte fantasma nel covo dell’Ordine?”
“Non lo so, ma cerchiamo di pietrificarlo al più presto prima che ne arrivino altri”, gridò il licantropo lanciando il primo incantesimo.
Sirius balzò in piedi sul tavolo e uno Schiantesimo partì rapido dalla sua bacchetta, mancando il bersaglio e andando a infrangere il vetro che imprigionava Severus.
Questi senza indugi si smaterializzò, seguito a ruota da Lucius.
In un attimo si ritrovarono nella camera da letto di Spinner’s End, finalmente in carne ed ossa.
Cos’è successo Severino, perché eri prigioniero?” volle sapere Malfoy, Piton sospirò.
“Credo di aver fatto un disastro”, mormorò rammaricato.
Volevo salvare la mia Lily e ho raccontato al mio alter ego cosa succederà il 31 ottobre. Purtroppo Potter e soci hanno sentito tutto. Mi hanno catturato e interrogato, ma quelle teste di rapa non mi hanno preso sul serio.L’unica consolazione è che adesso Minus non è più il custode segreto dei Potter, ma non sono sicuro basterà a fermare l’Oscuro”
“E’ terribile” sospirò Lucius comprensivo, allungando una pacca d’incoraggiamento all’amico.
“Non posso permettere che Lily muoia una seconda volta” gridò Piton balzando in piedi e cominciando a percorre la stanza a lunghe falcate
“Devo trovare un modo per impedirlo!”

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Capitolo 7
*** Lui chi è? ***


Lui chi è?



Remus e Sirius guardavano orripilati i frammenti del barattolo di nutella sparsi sul pavimento della cucina.
Del fantasma di Severus non c'era più nemmeno l'ombra.
“Amorino, credo che siamo nei guai” sospirò Black, sgomento.
“Non ci rimane che chiamare Silente e costituirci”, mormorò depresso il licantropo.
“Tu sei matto!Quello ci scuoia se scopre che abbiamo fatto fuggire il fantasma di Mocciosus”
“Non credi se ne accorgerà comunque, quando tra una settimana tornerà dal suo viaggio?” sbuffò sdegnato Remus.
“Tu ti arrendi troppo facilmente, ragazzo mio. Adesso riaggiustiamo il barattolo, ci infiliamo dentro Peter travestito da Mocciosus e poi avvisiamo James. Tanto è garantito che il pipistrello tornerà dov’è Lily e non appena mostrerà il suo brutto muso Potter lo catturerà, lo imbottiglierà e ce lo manderà via camino, e noi saremo salvi”.
“Sirius, lo sai vero che ti amo?” disse pacato il licantropo, guardando il suo compagno.
“Però, anche se ti amo, penso che tu sia del tutto rincitrullito! Ma secondo te Silente è cieco??? Come può scambiare Peter per Severus???”
“Cieco no, ma ha già una certa età e poi faremo in modo che non s’avvicini troppo al barattolo, distraendolo con qualcos’altro?”
“E con cosa?”
“Tu fingerai di sentirti male. Lo sai che si preoccupa sempre troppo per la tua salute”.
Remus sospirò arreso.
L’idea continuava a sembrargli stupida, ma non gli veniva in mente nulla di meglio così, qualche giorno dopo, quando Silente ritornò in sede lo trovò disteso sul pavimento di cucina con un rivolo di finto-sangue che gli colava dal naso.
Nel barattolo un Piton più basso e grasso del normale seguiva la scena atterrito.
“Cos’è successo” chiese sollecito il preside, guardando quello strano spettro.
“Era qui per il turno di guardia e poi all’improvviso ha avuto una crisi licantropica ed è crollato a terra” scricchiolò Minus, cercando di imitare il vocione baritonale di Severus.
“Bisogna chiamare subito i soccorsi” si preoccupò il docente tastando il polso del malato e chiedendosi cosa mai fosse una crisi licantropica.
“Adesso mando un Patronus a…” ma le parole gli morirono sulle labbra quando, preceduto da una nuvola di fumo nero, apparve Lord Voldemort.
“Come ti ho promesso sono venuto per vedere il fantasma”, esordì imperioso fissando Silente.
“Spero che non sia un altro dei tuoi sporchi trucchi altrimenti i miei Mangiamorte faranno saltare in aria tutto il covo”, aggiunse freddamente.
Con due falcate sicure s’avvicinò al barattolo e fissò sospettoso il povero Minus, che s’era fatto piccino, piccino.
“Per essere un fantasma mi pare molto in carne”, dichiarò assottigliando gli occhi.
“Severus, scopriti il viso”, ordinò deciso sguainando la bacchetta.
A quel punto il povero Peter ebbe uno svenimento, mentre Remus miracolosamente si riaveva e scattava in posizione di attacco a bacchetta sfoderata.
“Tradimento”ululò il Lord osservando il rubicondo viso di Peter e la parrucca nera che giaceva come un cespuglio appassito sul fondo del barattolo.
“Mangiamorte a me!!!”
In un lampo la stanza si riempì di neri figuri, mentre dalla porta entravano correndo Frank Paciock, i gemelli Prewett, Arthur Weasley e gli altri membri dell’Ordine.

Intanto nel presente ...

Severus stava viaggiando in metropolvere per tornare a Londra.
La settimana era stata un vero calvario.
Lord Voldemort lo aveva convocato in Transilvania per una missione importantissima e il povero mago, sorvegliato a vista dal capo, non era riuscito a smaterializzarsi nel passato neppure un momento.
Preso da disperazione aveva contattato Lucius via gufo e lo aveva implorato di vigilare su Lily al posto suo, ma non si poteva dire fosse tranquillo.
Stanco e preoccupato si materializzò tra le fiamme del suo camino a Spinner's End e la prima persona che vide fu Malfoy, spaparanzato in poltrona davanti alla tv.
“Severino, alla buon ora!” lo accolse abbracciandolo.
“Lei come sta?” chiese Piton ansioso.
“Bene. E’ nascosta in una casetta segreta a Godric Hollow, sorvegliata a vista del giovane Severino che praticamente vive accampato nella siepe del loro giardinetto. Per proteggerla meglio ho anche convinto il mio alterego a controllare a vista Voldemort, in modo da conoscere per tempo ogni suo movimento. Siamo in una botte di ferro, amico mio, ma stasera verrò comunque con te nel passato”.
A quelle parole Piton si commosse. Lulù era davvero il suo più caro amico

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Capitolo 8
*** Ops... ***


Ops...



Gli schiantesimi volavano nell’aria portando rovina e distruzione nel covo dell’Ordine della Fenice.
Nonostante la lotta coraggiosa i combattenti di Silente erano in forte inferiorità numerica e presto vennero sopraffatti dai Mangiamorte.
Legati come salami furono portati al cospetto dell’Oscuro, per decidere della loro sorte.
“Tom, ti garantisco che non volevo ingannarti. Davvero il fantasma che viene dal futuro ci ha parlato di quello che accadrà”, sussurrò Silente al suo ex allievo.
“E allora dov’è finito questo spettro foriero di novità” lo canzonò il Lord, guardandolo con superiorità.
“Non so cosa possa essere successo durante la mia assenza, ma se vuoi mi estrarrò il ricordo dell’interrogatorio e te lo mostrerò tramite pensatoio”.
“Non mi freghi, Albus! Conosco benissimo i tuoi trucchi da prestigiatore da quattro soldi e so per certo che non mi mostrerai mai la realtà”.
“Se non crede al professor Silente può estrarre i miei ricordi”, si fece sentire Lupin.
“Ero presente quando lo spettro ci ha parlato, anzi sono stato io quello che lo ha catturato”.
Incuriosito Voldemort lo guardò.
Con quegli occhioni dolci e quel viso da bravo ragazzo Remus gli rammentava un po’ Albertino, l’unico bambino con cui aveva stretto un rapporto di quasi amicizia ai tempi dell’orfanatrofio.
Questi gradevoli pensieri lo ammansirono un poco, così decise di dare un’ultima possibilità al suo nemico di sempre e alla sua banda.
Con maestria estrasse alcuni fili argentei dal capo del licantropo, tenuto saldamente fermo da Bellatrix Black e poi, con un pigro gesto della bacchetta, fece apparire un pensatoio con schermo gigante.
Tutti si misero comodi per assistere all’evento, mentre Lestrange oscurava le finestre con le tende per avere una visione più nitida.
Il video partì con un primo piano di Sirius completamente nudo che tentava di concupiscere un compiacente Remus.
“C-credo che non siano questi i ricordi che voleva” mormorò Lupin, talmente rosso da somigliare ad un semaforo, ma Voldemort lo zittì con un imperioso cenno della bacchetta.
Nei minuti successivi i presenti assistettero ad acrobazie amorose talmente innovative che furono commentate positivamente anche dai Mangiamorte più feroci.
La performance a luci rosse terminò con l’apparizione dello spettro, tra i mormorii di disapprovazione dei presenti che lo apostrofarono come “brutto guastafeste fluttuante”.
Alla fine della proiezione, tutti udirono distintamente il Severus fatto d’aria pronosticare la caduta dell’Oscuro e la perdita di tutti i suoi poteri per causa del piccolo Potter.
“Ora capisci, Tom, perché ti ho convocato”, disse Silente pacato.
Sgomento Voldemort si ritrovò a fissare negli occhi il preside, che annuiva pensieroso.
“Questa guerra non finirà bene per nessuna delle due fazioni e tra quindici anni ci ritroveremo a combattere ancora. Sei sicuro ne valga la pena?”
“Io sono un discendente diretto di Salazar Serpeverde e credo nei miei ideali!” gridò Riddle pestando un pugno sulla tavola.
“Se ci credi così tanto allora concorderai con me che non sei la persona più adatta per guidare un governo di soli purosangue, essendo tuo padre un babbano”.
A quelle parole i Mangiamorti fissarono orripilati il Lord che si fece smorto.
“Opsss, forse che a loro non l’avevi detto?” si scusò Silente conscio della gaffe.
“Evidentemente no” ruggì Voldemort.

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Capitolo 9
*** 31 ottobre 1981 ***


31 ottobre 1981



A casa Potter il piccolo Harry ululava a pieni polmoni, più tremendo e scalmanato che mai.
Sicuramente la causa di tutti quegli strilli erano i due nuovi dentini appena spuntati e la conseguente irritazione al culetto arrivata insieme a loro, ma il risultato era una Lily stressata e un James sull’orlo di una crisi di nervi.
“James prova a preparargli un biberon di latte”, ringhiò la Evans cullando il pargolo inferocito con la grazia di uno sbattitore elettrico.
“Subito cara”, scattò Potter con una luce maligna negli occhi e un flacone di valium ben nascosto nelle tasche.
“Tu rilassati pure con un bel bagno caldo che al nostro piccolino penso io”. Alle diciotto e trenta, dopo una poppata da orco in astinenza, il diabolico fanciullo accennò a socchiudere gli occhi e subito James lo smaterializzò nella culla al piano di sopra, senza neppure controllare se avesse fatto il ruttino o se avesse bisogno di essere cambiato.
Quel silenzio e quella pace mettevano a tacere i pochissimi sensi di colpa che provavano ad affacciarsi alla sua coscienza e mentalmente ringraziò Sirius, che gli aveva dato quella meravigliosa idea (insieme al farmaco). Tutto giulivo si precipitò in bagno con l’intento di poter finalmente godere della compagnia della moglie, dopo tanta astinenza, e anche se la rossa non pareva troppo predisposta, saltò letteralmente nella vasca.
“Lillina, amore, non posso credere che finalmente noi potremo…” ma un urlaccio lo ammutolì all’istante.
Alzato lo sguardo al soffitto e si ritrovò, occhi negli occhi, col fantasma di Severus.
“Malnato d’un delinquente, è così che proteggi Lily nella serata del 31 ottobre?” gli sibilò feroce, mentre la povera ragazza sveniva dallo spavento.
Poco dopo in soggiorno, avvolto in un accappatoio rosso a boccini dorati, Potter tentava di far rinvenire la moglie e nello stesso tempo di discolparsi dalle infamanti accuse che Severus gli continuava a riversare addosso.
“Io…io non ricordavo che giorno fosse oggi. Sto sempre chiuso in casa con un marmocchio ululante e una moglie isterica. Credo che un po’ di comprensione ci vorrebbe…”
“Pezzo di delinquente, pendaglio da forca, solo un disgraziato come te può avere così poca cura della propria famiglia!” gridò ancora Severus, ma non potè continuare la sua predica perché dal camino sbucò Sirius a bacchetta sguainata.
“Che sta succedendo qui?” chiese sospettoso, osservando Lily a terra e il suo migliore amico in accappatoio.
“Con tutto quello che gli avevo raccomandato questa sera LUI stava per fare QUELLO, invece di proteggere la sua famiglia”, sbraitò lo spettro di Severus, mentre alle sue spalle quello di Lucius annuiva.
“Mi…mi ero dimenticato della data! D'altronde quando sei prigioniero in un buco come questo con un bambino che strilla giorno e notte fai fatica a mantenere la lucidità mentale”, insorse James.
“Sei un depravato, uno spostato, un…”, ma la voce del fantasma venne sovrastata dal grido di Lily che era rinvenuta.
“Severus, sei forse morto?” alitò additando lo spettro con fare melodrammatico.
“Non gliel’hai neppure detto?” ringhiò Piton fissando Potter con astio.
“Detto cosa?”chiese la rossa già sul chi vive.
“Lillina , amoruccio mio, è una storia lunga che io e Sirius abbiamo deciso di tacerti per non impressionarti … Sai sei in periodo della tua vita così delicato, sei così fragile…”
“Sputate il rospo” sentenziò la ragazza con una calma glaciale che metteva i brividi, “e vedete di essere chiari, se ci tenete alla pelle”.
Dopo le dovute spiegazioni la Evans era furente.
“Solo una banda di disgraziati come voi due poteva tacermi la verità, mettendo a repentaglio la vita mia e di tutta la famiglia”, gridò furibonda puntando alla giugulare del marito l’attizzatoio del camino.
“Lo abbiamo fatto per te, mia cara”, sospirò James, massaggiandosi l’occhio abbottato dal soprammobile che lei gli aveva lanciato addosso poco prima.
“Zitto, brutto incosciente! Se penso che invece di rimanere vigile volevi…” e presa da un nuovo attacco di rabbia cominciò a percuotere la schiena del marito con una ciabatta.
“Lily, cara, è giusto che sfoghi il tuo rancore verso questo disgraziato , mormorò il fantasma di Severus, con un sorriso a trentadue denti, “magari dopo ti potrò aiutare anch’io, ma adesso dovremmo pensare all’Oscuro, che potrebbe arrivare da un momento all’altro”.
“Per una volta sono pienamente d’accordo con Mocciosus”, alitò Sirius nascosto dietro la credenzina dove s’era eclissato per scampare alla gragnola di ciabattate.
“E’ vero, Sevvie caro, dobbiamo preparare un piano. Poveri noi, povero il mio piccino…”
“Tranquilla, luce dei miei occhi, questa volta non sarete soli e se il Lord dovesse presentarsi troverà degna accoglienza”, la rassicurò dolcemente Piton mostrando la sua bacchetta magica.
“Grazie Sevvie” gli sorrise grata Lily, scatenando la gelosia di James.
“Non sarà certo il fantasma del castello con la sua bacchetta d’aria a salvarti in caso di pericolo” ringhiò sprezzante, additando Severus.
“E’ vero” gli fece eco Sirius alterato.
“Dimentichi che noi siamo i due Auror migliori del ministero e che IO mi sono precipitato qui proprio per aiutarvi”.
“Già, come no! Adesso posso dormire tra due guanciali, con una disgrazia come te per casa ”, assentì sarcastica la rossa già pronta a un nuovo attacco, ma una testa nera che faceva capolino dalla finestra attirò la sua attenzione.
“Altolà” gridò, puntando la malefica ciabatta al vetro.
“Tranquilla cara, quello è solo il mio alter ego” disse Piton, osservando dal vetro il suo doppio spaventato a morte.
“E’ tutta la settimana che vigila su di voi, restando nascosto tra le fronde della siepe del giardino”.
“E’ vero” confermò Lucius, “e il mio sta attaccato al Lord come una zecca per poter essere informato di ogni suo movimento”.
A quell’ammissione Lily s’affacciò alla finestra per ringraziare il giovane Piton, ma invece scorse Silente che si materializzava sul vialetto di casa.
Poco dopo, seduti attorno a lui, tutti ascoltavano le notizie che il preside aveva portato.
“Chi è stato il genio che ha infilato Minus travestito da fantasma di Severus nel vasetto di nutella?” chiese con sguardo omicida osservando i Malandrini.
“Hemmm” si schiarirono la gola James e Sirius, mentre il mago li fissava sdegnoso.
“Lo immaginavo!!! Per colpa vostra per poco il piano non falliva”.
“Quale piano” chiese ansioso il fantasma di Severus, mentre tutti si facevano più attenti.
“Dopo una settimana di trattative ero riuscito a persuadere Voldemort che tenevamo in ostaggio uno dei suoi Mangiamorte venuto dal futuro con notizie sull’esito della guerra e lo avevo invitato al covo per trattare un armistizio. Quando s’è accorto che nel barattolo non c’era Piton ma Minus ha creduto fosse un trucco e ci ha scatenato addosso i suoi Mangiamorte!”
A quelle parole i ragazzi sbiancarono.
“Ci sono state molte vittime?”, alitò Lily, sconvolta.
“Grazie al Cielo no, ma vedeste in che stato è il nostro covo…Comunque alla fine tutto s’è risolto bene” continuò il preside con un sorrisetto.
“Lord Voldemort ha deciso di… Diciamo allontanarsi dal Mondo Magico e dai suoi Mangiamorte a tempo indeterminato!”
“Quindi la guerra è finita?” chiesero in coro tutti.
“La guerra è finita e voi siete salvi” affermò il preside sorridendo a Lily.
“Adesso però, voi due incoscienti”, aggiunse additando Sirius e James “, lavorerete gratis per ricostruire il nostro covo, insieme al vostro complice imbottigliato e a quell’altro finto moribondo e non accetto scuse!!!”.

Epilogo

Il salvataggio dei Potter e la fine della guerra magica portarono molti cambiamenti nel futuro.
Paciock e la moglie crebbero con amore il loro Neville, che non divenne il bambino goffo e imbranato che tutti conosciamo, ma un normalissimo bimbo amato e felice.
Severus non passò la vita a rimpiangere la donna amata, morta a vent’anni, ma ebbe modo di sperimentare le delizie della vita coniugale dopo che la Evans, stufa di un marito inaffidabile quale Potter, lo scelse come amante.
Così, complice il lavoro d’insegnante che li aveva portati ad Hogwarts, i due vissero felici e contenti la loro tresca amorosa che li rese genitori di due pestifere gemelline.
Naturalmente le bambine presero il cognome del marito e il povero James, ignaro di essere sempre più Ramoso, passava le notti a cullare le tre ululanti creature.
Neanche Lupin nelle peggiori notti di luna piena arrivava a fare il casino che generavano quelle tre boccucce e Sirius, che finalmente poteva dar sfogo ai suoi bollenti spiriti col licantropo del suo cuore, ringraziava Merlino tutti i giorni che i gay non potessero procreare spontaneamente.
Lucius, che prima della ritirata dell’Oscuro era riuscito a vendere tutte le azioni della Voldemort s.p.a, continuò la vita da ricco nullafacente, trastullandosi con il nobile pargolo, troppo Malfoy perché potesse piangere o sporcare pannolini.
La sua idilliaca esistenza durò fino a che un gufo anonimo avvisò Potter della tresca che si compiva alle sue spalle. Sirius, che dopo quella lettera si era ritrovato in casa il suo migliore amico in piena crisi depressiva, con annessi mostriciattoli ululanti, pensò bene di trovare una soluzione e, acchiappati i pargoli si smaterializzò ad Hogwarts, con l’intento di mollarli alla moglie fedifraga, ma vi trovò solo Piton in lacrime.
Lily, aveva vinto una borsa di studio per un dottorato sui riti magici delle popolazioni awaiane e se n’era andata insieme al professor Allock .
Al povero Severus, abbandonato da tutti con le tre belve a carico, non rimase che cercare conforto a casa dell’amico di una vita: Lucius Malfoy, anche lui rimasto single dopo che Narcisa era fuggita a Durmstrang con Igor Karkaroff.
Harry crebbe quindi insieme al piccolo Draco, devastandogli i costosi giocattoli e facendogli ogni sorta di scherzo idiota, aiutato dalle due gemelle rosse di capelli e d’animo.
Le prime parole del fanciullino biondo, pronunciate all’età di quattro anni, quando ormai tutti lo credevano muto, furono: “Vi prego, portatemi via da questa casa: voglio crescere in solitudine presso un lontano monastero del Tibet e farmi monaco.
Lucius e Severus, però, stavano benissimo insieme e, più che mai convinti che fossero solo i capricci di un bambino un po’ introverso, non lo ascoltarono, da qui spiegati i problemi psichici del giovane Malfoy.
Così vissero tutti felici e contenti e…
Che altro devo dire ancora?
Stretta la foglia larga la via
finisce la storia in allegria!
Alla prossima.

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