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Non so se questa storia è
già stata scritta. So solo che ho fatto un sogno e voglio trascriverlo pari pari.
Buona lettura :D
Un ragazzo osservava una ragazza.
Gli occhi di ghiaccio
seguivano i movimenti dei suoi boccoli dorati.
Balla. Anche molto bene direi.
Il corpo sinuoso della
ragazza si contorceva sotto il suono della musica.
Peccato non poter sentire cosa sta ascoltando.
La ragazza con le cuffie
continuava a muoversi davanti allo specchio con foga, quasi cattiveria.
Sicuramente saranno gli Skunk Anansie. Sicuramente sarà
Charlie Big Potato.
La ragazza, seguendo la musica,
continua a contorcersi finchè si ferma. Inizia a cantare.
Non avevo dubbi.
Il ragazzo ghignò. Continuò ad
osservare lo specchio e sospirò.
Oh, dolce ragazza... Ridotto ad osservarti dietro ad uno
specchio… Già perché tu fino a prova contraria mi odi più della morte stessa. E io? Io quando mi sono accorto di essermi innamorato di te?
Ah… Non mi riconosco neanche più, non mi sembro
neanche più un Malfoy...
La ragazza finisce di
ballare, toglie le cuffie dalle orecchie e arrossata appoggia i gomiti sul
cassettone. Si guarda nello specchio sorridendo.
Oh. Che fantastico sorriso. Già. A me
non hai mai sorriso, come potevo essermi accorto di una cosa così speciale
senza essere il diretto interessato?
“Hermione, Hermione…”
Ah, menomale. Pensavo di essere
l’unico matto a parlare da solo.
La ragazza osserva lo
specchio.
… Amo i tuoi occhi. Sono belli,
profondi… Sanno di Nutella. … Ma che sto
dicendo?
La ragazza sorride ancora.
Smetti di sorridere così. Sento gli occhi che si inumidiscono ed è segno che mi commuovo. E non è del tutto normale per uno come me.
“Oh, Hermione. Quanto sei cretina.”
Oh, no tesoro. Non puoi essere tu. La mia adorabile so tutto io, una cretina? Menti e lo sai.
“No, non cretina. Proprio
demente!”
Oh, che adorabile testona. Chissà cosa
hai fatto di tanto tremendo. Hai fatto un centimetro di meno sul tema di
trasfigurazione?
“Come puoi
anche solo immaginare che lui ti trovi attraente?”
Lui chi? Perché se la trova attraente
lo schianto. Se non la trova attraente… E’
Weasley.
“Lui, così… Bello,
affascinante, intelligente.”
… Detta così sembra
impossibile competere. Dev’essere un ragazzo stupendo, per essere entrato nel
suo emisfero.
“Lui, così… Ah.” La ragazza
sospira.
… Sono geloso. Chi è questo stolto? Chi è questo
misero? Chi è…
Delle lacrime scendono dal
volto del ragazzo.
Non puoi averla. Non hai mai potuto. E allora perché brucia
così tanto?
“Non posso averlo. Non ho
mai potuto. E allora perché fa così male?”
Quanto hai ragione piccola
dentona. Siamo sulla stessa barca. Se non altro, non
ti vedrò tra le braccia di nessuno.
“Che
tu sia Dannato Malfoy! Perché devi essere così tremendamente
bello ed allo stesso tempo così impossibile?”
Cosa?... Eppure sembra
proprio il mio nome quello che la mezzosangue ha detto velocemente.No, non può essere. Mi sono sbagliato.
E’ venuta così.
Probabilmente la continuerò… Ma il mio sogno si
fermava qua. Chissà… La notte porta consiglio :D
Diciamo che la notte ha portato un po’ di consigli quindi… :D Continuo
:P
Diciamo che la notte ha
portato un po’ di consigli quindi… :D Continuo :P
Hermione era sempre nella
sua stanza, di nuovo con gli occhi fissi sullo specchio.
Dannata mezzosangue! Ripeti! Ripeti se hai il
coraggio! Cioè… Ripeti, non ho sentito bene, ripeti, voglio essere sicuro che
tu abbia detto il mio nome!
“… Malfoy, Malfoy… Dannato
furetto! L’unico modo per starti vicino è… Offenderti!”
Oh, mia dolce donzella. Ci sei arrivata? E’ lo stesso
modo in cui l’ho pensata io in questi ultimi mesi… Allora avevo sentito giusto!
… La storia è impossibile però… Che male ci sarebbe a provare?
La ragazza si volse velocemente. Rimise a
posto il suo lettore babbano di musica. Rumori di passi venivano dalle scale.
“Lavanda… Calì. Finita la
lezione di Divinazione?”
“Certo Hermione” disse
Lavanda “E fortunatamente è finita anche la giornata… E stasera… Pigiama
party!”
Mph! Immagino quanto sei contenta mio dolce amore, di
mescolarti con due oche del genere!
Il ragazzo continuava a
stare seduto sul letto. Si alzò per andare a cena e poi, con una velocità
inaudita e qualche sguardo fugace alla ragazza da lui amata, si diresse
nuovamente verso i sotterranei. Arrivato nella sua stanza da prefetto si
spogliò dalla divisa e si mise il pigiama.
Vai! Sono pronto. Voglio far parte anche io di questo
pigiama party… Sebbene nessuno lo sappia…
Si mise a guardare lo
specchio che si trovava davanti a lui. Lo specchio incantato, comprato da Magie
Sinistre, mostrava una stanza vuota di un dormitorio femminile. La solita.
Quella di Hermione e delle sue compagne. Già. Perché anche se Hermione era un
prefetto, aveva deciso di rimanere nella stessa stanza, pur “odiando” le
compagne pettegole. Disparità tra compagne sicuramente. Hermione aveva sempre
odiato queste cose. E forse era proprio per questo che il biondo serpeverde se
n’era innamorato.
Tre ragazze rientrarono
nella stanza ridacchiando, facendo volare le loro divise sui letti. Gli occhi
del ragazzo come al solito fissi sul corpo di lei, così perfetto.
… Ma sei sempre stata così, mia dolce Hermione? O io,
povero stupido, non mi sono mai accorto della tua bellezza?
Infatti, se inizialmente il
biondo serpeverde aveva messo lo specchio incantato solo perché era cotto della
ragazza per il suo cervello, presto aveva scoperto quanto la ragazza fosse
perfetta sotto tutti i punti di vista.
Le ragazze si erano già
messe in pigiama e tutte e tre si erano poste in terra. Una di loro aveva
vicino a se cibarie varie, mentre la dolce Hermione deteneva le bibite.
Sempre la solita puritana.
Il ragazzo sorrise. Fece
apparire delle patatine babbane e iniziò a sgranocchiarle non appena le ragazze
iniziarono a parlare.
“Dai su Hermione… Dicci chi
è che occupa i tuoi pensieri!”
“Oh, andiamo Calì… Il
compito di Trasfigurazione di mercoledì occupa i miei pensieri al momento!”
“Uhh… Si, come no!”
“Lavanda, sono più che
sincera. Sapete che non ho misteri per voi due!”
Piccola bugiarda… Beh, non lo direi neanche io a
Blaise… Ma sono dannatamente contento!
“Dai Hermyyy!”
“Calì, stoppati! Primo: non
mi chiamare Hermyyy. Secondo: nessun ragazzo è nei miei pensieri al momento
perché Terzo: nessuno ha i requisiti ottimali per farne parte!”
Requisiti fondamentali? Forse so come avvicinarla…
Sentiamo sentiamo…
“Mh, e come deve essere il
tuo principe azzurro?”
“Innanzitutto se non è
azzurro mi fa un piacere… Io odio il colore azzurro!”
Svia l’argomento, si… Dimmi come vuoi che io sia…
Potrei cambiare per te!
“… Mh, dolce ma neanche
troppo. Quando c’è bisogno insomma… Che sappia farmi ridere. Che sia tenero ma
solo con me. Che abbia occhi solo per me. Che mi completi…”
La ragazza sospirò. Avrebbe
voluto un Malfoy così.
“Uh, ma lo vuoi molto
particolare… Esiste un ragazzo così?”
Non esiste… Ma potrebbe.
Eccomi qua. Diciamo che ho
già in mente come poter continuare e la cosa mi fa felice… D’altronde è la mia
prima fic e non sapevo come continuarla… Fino a stanotte! Infatti il sogno ce
l’avevo in testa da tanto e per fortuna il mio cervelletto ha lavorato :D
Innanzitutto devo fare dei
ringraziamenti. A chi ha letto e commentato, davvero grazie, perché non
immaginavo neanche lontanamente che qualcuno leggesse :D
Grazie gemellina, DamaArwen88, mars, ninny, Sherazade.
Non avrei continuato
senza i vostri commentino :D
E un sentito
grazie anche a SweetSin.
E’ grazie a lei che ho iniziato a scrivere, leggendomi tutti d’un fiato i primi
40 Capitoli de “Il Ritratto”.
Il biondastro se ne stava seduto sul letto a rimuginare
Il biondastro se ne stava
seduto sul letto a rimuginare. Aveva un aria veramente
impegnata, lo sguardo fisso su quello specchio che non rifletteva più
ciò che si trovava nella stanza di Hermione ma che
era come ‘rotto’ dato che non rifletteva neanche la stanza del serpeverde. Aveva disincantato lo specchio momentaneamente.
Non riesco a pensare altrimenti. Le rotelle girano a
vuoto.
Sebbene avesse fatto
progetto di pensare, non riusciva a immaginare il modo
in cui egli potesse avvicinarsi alla grifoncina mora.
Non ha bisogno di ripetizioni in pozioni. Non va alle
feste. Se ci andasse non la potrei invitare perché penserebbe a un’imboscata. Devo trovare un modo…
Nel frattempo la mora camminando,
pensava a come fare per dimenticare il dannato furetto.
“Se non posso averlo, meglio
non farmi strane idee” disse a voce alta la ragazza mentre
camminava senza meta. Si trovò senza accorgersene nei sotterranei. Vicino all’entrata
della sala comune dei Serpeverde. Rise senza
accorgersene.
Certo. Non ci penso e dove vado a finire?
Nel frattempo il ragazzo se
ne stava sul letto e continuava a pensare. Dalle sue labbra poi si levò una
canzone, orrendamente babbana ma allo stesso tempo
così… Sua. Cantare quella canzone lo rilassava e allo stesso tempo lo faceva
pensare. La mora la cantava spesso, nella sua camera. E
così piano piano aveva iniziato a cantarla anche lui.
Aloooone… Brothers…
La ragazza sussultò. Quella
era la sua canzone preferita. Ed era babbana. Com’era possibile che un serpeverde
cantasse una canzone babbana, per quanto bella
potesse essere?
Aloooone… Sisters…
Velocemente si allontanò dai
muri della casata così tremendamente opposta alla sua.
Eppure… Sembra proprio la voce di Malfoy.
Era arrivata ora di cena.
Sguardi fugaci dei due ragazzi lasciavano intendere che ci fosse qualcosa.
Ma cosa c’era se non odio da parte di lui?
Cosa c’era se non odio da parte di lei?
Così gli appartenenti alle
case dei due ragazzi che si osservavano silenziosamente non davano peso alla
cosa. E intanto, mentre un biondo Slytherin
si alzava, una mora Gryffindor faceva lo stesso. Le
due figure si scontrarono vicino alla porta per uscire dalla sala Grande.
“Granger.”
“Malfoy.”
“Guarda che mi potrei
sciupare, non mi guardare troppo altrimenti potrei
pensare male!”
“Oh, a dire il vero mi hai
levato le parole di bocca. Era proprio la stessa cosa che volevo dirti io.”
“Oh, andiamo Granger. Neanche nei tuoi sogni più reconditi!”
… Ma nei miei sicuramente
si!
“Oh, andiamo furetto. Non
era uno sguardo minaccioso il tuo. Sembrava avessi visto un gattino
abbandonato…”
“Su, Granger,
sei tu quella C.R.E.P.A.,
salviamo gli animali e tutto il resto. E poi io non
osservo nessuno come se osservassi un gattino abbandonato!”
“Mah, sarà Malfoy…”
… A dir la verità pensavo
più a una Venere, che ad un gatto abbandonato… Non credo mi faccia lo stesso
effetto.
“Oh, Malfoy,
ci sei? … Non è da te smettere di offendermi! Mi lasci vincere così? Ti stai
rammollendo!”
“Granger
ti dirò… Non ho voglia di perdere tempo in queste
cavolate. Penso che andrò nella mia stanza a rilassarmi un po’…”
E così dicendo il biondo si allontanò dalla sala
comune. Ma mentre lo faceva, un mugolo sommesso si
levò dalle labbra sottili del ragazzo.
Di nuovo quella canzone! Allora
era lui!
La
ragazza osservò il ragazzo allontanarsi. Un barlume di speranza nei suoi occhi.
Allora… Era umano. Ascoltava musica babbana. E straordinariamente era attratto da quella canzone così
come lo era lei!
Si, lo so, c’ho messo un pochino… Ma sto andando avanti
da sola, i miei sogni mi hanno abbandonato L Beh ragazze, continuo a ringraziarvi per i commenti…
Non credevo davvero che la mia storia piacesse… Sono convinta che se avesse un
altro pairing non sarebbe così altamente interessante
:D
Grazie
ancora a gemellina, HermyKitty,
Sherazade, mars, LucyLight, Shavanna, Princess of Darkness,
DamaArwen88, _AqUaPrInCeSs_
e 8marta8. E’ veramente un gran
piacere per me, essendo questa la mia prima fan fiction, che così tante persone
la trovino interessante! E
soprattutto che qualcuno la abbia messa addirittura tra i preferiti! Ancora
grazie!
Come vorreste che
continuasse la storia? Naturalmente un’idea già ce l’ho…
Ma se avete in mente qualche colpo di scena… Ben accetto :D
Mi scuso se non ho specificato il nome della canzone che Dracuccio stava
cantando… Ma era proprio “Charlie Big Potatoes” degli
Mi scuso se non ho specificato il
nome della canzone che Dracuccio stava cantando… Ma era proprio “Charlie Big
Potato” degli Skunk Anansie, la stessa che Hermione stava ballando come una
scalmanata nel primo capitolo… :D E ora cerco di continuare, dato che a lavoro
mi sono venute un sacco di belle ideuccie… E tenterò di accondiscendere a tutte
le vostre richieste, oltre ad allungare un po’ i capitoli con descrizioni
varie!
La ragazza camminava per il corridoio verso la sua sala
comune. Lo sguardo era fisso sulle sue scarpe. Non perché fossero interessanti
o altro, ma Hermione quando pensava non guardava davanti a se. Fissava le sue
scarpe che lentamente la portavano verso “casa”.
Hermione pensava.
Pensava a come fosse difficile evitare il biondo, e a come
fosse impossibile che lui avesse cantato a squarciagola una delle sue canzoni
preferite. E poi insomma, non si parlava di Streghe Stragavarie ma di un gruppo
babbano, gli Skunk Anansie.
Quasi non si accorse di essere arrivata davanti al ritratto
della Signora Grassa e quando questa gli chiese la parola d’ordine, Hermione
non sollevò neanche lo sguardo, bisbigliò due parole che neanche un mago
sarebbe riuscito a sentire ed entrò nella fessura che il quadro sorpreso aveva
aperto.
Appena la ragazza entrò in camera non potè fare a meno di
girarsi verso lo specchio. Lo sguardo sempre perso nel vuoto, i lineamenti
leggermente tesi e la bocca inespressiva. Era così che appariva Hermione
Granger sotto i suoi occhi, riflessa in quello specchio.
Poi un’immagine le si liberò in testa. L’insopportabile
furetto che andava a comprare un cd babbano in un negozio di musica babbano.
Senza accorgersene sorrise tra se, dandosi mentalmente della cretina.
Nello stesso istante il ragazzo rimuginava su quello che era
accadeva. Nella sua testa, nel suo cuore, nella sua stanza e in quella di
Hermione. Infatti aveva notato il mutarsi dell’espressione della ragazza. Dalla
più totale assenza di movimento dei muscoli del suo viso, a un sorriso che
illuminava tutta la stanza e, neanche a dirlo, il cuore del ragazzo.
Uff. Dannatamente difficile.
Poi il ragazzo, come guidato da una forza invisibile, si
alzò dal letto con un balzo e corse giù verso la sala Comune della sua casata.
Nella stanza drappeggiata di verde argento, davanti al camino
acceso si trovava un ragazzo. Un bel ragazzo moro, con gli occhi color cobalto
che al momento erano impegnati a guardare fuori dalla finestra. Pioveva,
normale per una serata di Novembre. Ma non era come si poteva pensare. Non
stava osservando il tempo, Zabini. Stava pensando al suo incarico. All’incarico
che lui trovava difficilissimo e che la Professoressa Mc Granitt di comune
accordo con il professor Piton gli avevano assegnato. Sbuffò. La penna che
aveva tra le mani girava senza senso su un foglio bianco, candido. Mentre il
ragazzo sembrava essersi fissato sul tappino della penna tutto mangiucchiato,
una capigliatura bionda gli apparve davanti.
“AAH!”
“Gh… Blaise andiamo, non ti avrò mica fatto paura!”
“Dra, mannaggia… Se non sapessi che hai le movenze di un
felino, avrei creduto ad una smaterializzazione!”
“Dai, Blaise, ho sceso le scale di corsa, non mi hai
sentito perché eri tra le nuvole. Ma fortunatamente per te sono qua adesso!”
“Ehm, si, Draco, sono contento che tu sia qua ma non so
come potermi dire fortunato dato che mi hai quasi provocato un infarto!”
“… Su, Zab, sono la soluzione a tutti i tuoi problemi!”
“… Mh. Mi prendi per pazzo se ti dico che non ti sto
capendo?”
Il biondo sogghigno, davanti ad uno stupito Zabini.
“Qual è il compito che ti ha dato la Granitt?”
“Mhh… Dato che sono un ragazzo di grande abilità, nonché
dotato di un gran cervello…”
“Si, dai, vai avanti!”
“Si insomma, mi ha detto di cercare qualcosa con cui
avvicinare le quattro case di Hogwarts. Anche se ha specificato di avvicinare
Serpeverde e Grifondoro.”
A quel punto il biondo strattonò il moro e lo trascinò
letteralmente via dalla sedia su cui era seduto.
“Dra, Dra, calmatiiii! Dove mi stai portando, per Salazar!
Non vedi che sono già in pigiama?”
Il biondo sorrise e con un fiato rispose.
“Ma come dove andiamo? Dalla McGranitt. E con l’idea che
ho avuto ci guadagnamo sicuramente una cinquantina di punti, se riusciamo
nell’intento!”
“Ma a me non vuoi dire niente? Che hai in mente?” chiese
nel frattempo il moro, che si stava vestendo velocemente sotto consiglio
dell’amico.
“Vedrai. E non preoccuparti. Avrai tutto il merito.”
E io probabilmente… avrò il mio.
Due ragazzi camminavano velocemente verso la stanza della
professoressa. Era presto, ma Zabini aveva comunque paura che, disturbandola,
si sarebbe arrabbiata e avrebbe tolto punti alla casata. D’altro canto, era
fuori dopo il coprifuoco. Draco invece era più tranquillo. D’altronde era un
Caposcuola e il coprifuoco non era certo nei suoi pensieri. E poi, aveva avuto
quella grande idea, il suo piano andava attuato fin da subito.
Arrivati davanti alla dimora della professoressa,
esitarono a bussare. Un gatto andava lentamente loro incontro. Appena era a
distanza di due metri dai due ragazzi, si trasmutò in una donna. Lei, la
professoressa.
“Ragazzi, buonasera. Non è tardi per essere ancora a
zonzo?”
“Uh, professoressa, a dir la verità cercavamo proprio
lei.”
“Zabini, devo immaginare che sia per il compito che le ho
assegnato all’inizio dell’anno scolastico.”
Draco sorrise. Cavolo. Gli ci erano voluti dieci minuti e
aveva tirato fuori un’idea super, e Zabini in due mesi non era riuscito a tirar
fuori niente? Scosse la testa e la volse in su, per guardare negli occhi
accigliati della donna.
“Ehm, si professoressa. Zabini ci ha pensato talmente a
lungo che, dopo avermi raccontato ciò che aveva in mente ha fatto voto di non
dirlo più a nessuno. Sono qua per questo io, per raccontarle cosa la mente
astuta di Blaise ha partorito.”
“Bene ragazzi. Vi vedo talmente motivati che sono convinta
che l’idea sia perfetta.”
La donna, che fino a quel momento aveva parlato coi
ragazzi davanti alla sua porta, girò i tacchi e iniziò a camminare verso
l’ufficio del preside.
“Ehm professoressa?” disse uno sconvolto Zabini.
“Si, Zabini?”
La donna si era fermata ed aveva girato solo leggermente
la testa, in modo che i ragazzi fossero invitati a seguirla.
“Ma non vuole sapere cosa abbiamo in mente?”
“Oh, si Zabini. Lo voglio sapere talmente tanto io, che
immaginate come sarà curioso Albus Silente!”
Il sangue si raggelò nelle membra del moro. Non si sentiva
convinto, d’altronde non sapeva affatto cosa avrebbe dovuto inventarsi. Ma
quando girandosi verso l’amico vide un luccichio negli occhi dello stesso, si
decise a seguire l’insegnante.
“Menta piperita”
I tre entrarono nell’ufficio del preside. Fanny se ne
stava appollaiata come al solito sul suo trespolo e al passaggio di quello
strano trio era intenta a lisciarsi le piume.
“Ragazzi cari… Malfoy, che magnifica pettinatura! E tu,
Zabini… Che fantastica pelle!”
… Mi chiedo ancora se il vecchio faccia uso di qualche
sostanza magicamente illegale…
“A cosa devo la vostra visita?”
La McGranitt sorrise e si avvicinò alla cattedra del
preside.
“Oh, beh, ricordi quello di cui avevamo parlato alla fine
dell’anno scorso? Beh, Zabini anzi Malfoy adesso ti dirà come risolvere questo
tremendo conflitto che c’è tra le nostre due migliori casate.”
Lo sguardo del preside si fece interessato e poi si volse
verso Malfoy.
“Ebbene, Malfoy. Che cosa avevate in mente?”
“Beh, preside… Una recita.”
Mh, si lo so sono dannatamente cattiva ma ho volutamente
concluso il capitolo così :P
Ancora grazie a tutte! Come vedete ho cercato di
descrivere di più, di allungare i capitoli… E ci ho pensato un po’ più del
solito :D
AAAAAAH! Sono dannatamente in ritardo lo so :D Mi farò perdonare!!
Ah, naturalmente alcuni pezzi di questo capitolo sono presi
dalla… recita. :D
Il vecchio
preside sussultò alle parole del ragazzo. Si sistemò meglio gli occhialetti a
mezzaluna sul naso e poi tornò a guardarlo.
“Recita,
Signor Malfoy?”
“Recita,
Signor Preside. Precisamente Zabini aveva pensato a un qualcosa di Shakespeare.”
Il preside sorrise.
“Oh, no. Niente Macbeth. Ci ero quasi cascato. Troooppe
morti ragazzi, non ve lo posso concedere, c’è il rischio che vi avvelenate sul
serio, che vi pugnalate alle spalle… Anche se poi sembrerebbe tutto più
realistico…”
Mentre il
vecchio rimuginava, la professoressa guardava il biondo con il suo solito
cipiglio.
“Già. Per
un attimo anche io avevo pensato che i signori avessero avuto una idea interessante.” Sospirò e si allontanò lentamente
dalla scrivania.
“Zabini, Malfoy, seguitemi. E’
arrivata l’ora per voi di tornare nelle vostre stanze.”
Blaise
guardò Draco speranzoso. No, non era possibile. Un Malfoy non si arrende. E infatti
nel suo viso si era liberato un ghigno, neanche troppo malefico.
“Signor preside, a dir la verità Zaini non pensava
minimamente a Macbeth. Si, devo ammettere che anche
nella tragedia che ha scelto lui ci sono dei morti ma beh, Shakespeare…
Insomma, mi trovi qualche tragedia che non sia una
tragedia!”
Alle parole
del ragazzo il preside ,che aveva ancora una certa
aria pensierosa, si scosse e tornò a guardare il ragazzo. Anche
la donna tornò dietro la scrivania, vicino al collega.
Tutti e tre
lo guardavano curiosi.
Uff, in effetti è banale ma… Fa sempre il suo
effetto no? E poi… GH!
Il ragazzo
inspirò a fondo e poi, aprendo lentamente le labbra e con gli occhi fissati su
nessuno dei tre disse ciò che gli altri aspettavano di sentire. La sua recita.
Sarebbe stata la sua recita.
“Romeo e Giulietta. Mi pare ovvio. E come protagonisti, come le ho detto…”
“Uh, io
scommetto che sarebbe fantastico lei Malfoy nei panni
del protagonista. Ribelle ma romanticone…”
Eppure, giurerei di aver visto a questa donna gli occhi a cuoricino…
“Si, in effetti professoressa non posso darle torto. E come
Giulietta sarebbe perfetta qualsiasi delle grifone!...
Che ne so… Anche la Wesley!”
Bleeeeeh! No, io la sorella di Lenticchia non la voglio!
“Beh, in effetti professoressa non posso darle torto, ma come
Giulietta avrei in mente la sua alunna preferita.”
A quelle
parole la donna guardò stupita il ragazzo.
“Oh. La
signorina Granger?”
“Esatto professoressa. Naturalmente dovremmo fare delle
prove, però devo ammettere mio malgrado che la trovo espressiva in qualsiasi
frangente, quindi sarebbe perfetta anche se dovesse recitare solo con i gesti.”
La donna
sorrise.
“Bene Malfoy.”
La ragazza
passeggiava per i corridoi. Erano passati due giorni da quando aveva scontrato Malfoy che cantava e non riusciva a capacitarsene. In
pratica, se prima era nei suoi pensieri per il novantanove per cento al giorno, negli ultimi tempi il cento era assicurato.
Camminava e
pensava, i soliti libroni nella cartella pesante e lo sguardo in avanti, il
portamento fiero da mezzosangue. La professoressa McGranitt le andò incontro.
“Oh,
Signorina Granger. Abbiamo bisogno di lei per un
compito extrascolastico.
Oh. Wow. Strano.
“Una recita
Signorina Granger. Mi hanno richiesto di chiamarla
per il ruolo di protagonista e… Beh, le ammetto che non è accettato un rifiuto.”
La ragazza
sospirò. Con uno sguardo misto tra il se-proprio-devo
e lo-faccio-volentierissimo si accinse a seguire la
donna, chiedendole naturalmente su cosa fosse
incentrata la recita.
“Vedrai”
rispose la professoressa sorridendo.
Le due
figure si avvicinavano alla Stanza delle Necessità. Non ci fu bisogno che Hermionepensasse a qualcosa. La McGranitt la portò dentro con se
quasi coprendole il viso.
Quando una HermioneGranger
stupita entrò nella stanza, un Silente sorridente e una McGranitt sovra eccitata si stavano sedendo su due
sedie fatte apparire in quel momento. La scenografia davanti alla quale si
trovava era stata fatta da Silente in persona, che si era preso a cuore la
preparazione della recita.
Nella
stanza si trovava anche qualcun altro. Ansioso di poter entrare in scena nel
momento migliore. Speranzoso che la ragazza fosse brava come
lui si immaginava. Gli occhi gli brillavano mentre la osservava arrossire.
“Io… Ehm.
Professore, può spiegarmi cosa faccio qua?”
“Giulietta.
Cara, ti prego. So che conosci Shakespeare a memoria.
A braccio, qualsiasi monologo di Giulietta ti venga in mente, lo voglio vedere.
Grazie” disse il vecchio preside sorridendo beato.
La ragazza
sospirò. Poi assunse uno sguardo tenero, allo stesso tempo triste. Era proprio vero, poteva recitare anche senza parlare. Aprì
le labbra e, sbattendo una volta le palpebre, iniziò con il suo monologo
preferito.
O Romeo, Romeo!
Perché sei tu Romeo?
Rinnega tuo padre; e rifiuta il tuo
nome: o, se non vuoi, legati solo in giuramento all'amor mio, ed io non sarò
più una Capuleti.
Il tuo nome soltanto è mio nemico:
tu sei sempre tu stesso, anche senza essere un Montecchi.
Che significa "Montecchi"?
Nulla: non una mano, non un piede,
non un braccio, non la faccia, né un'altra parte qualunque del corpo di un uomo.
Oh, mettiti un altro nome!
Che cosa c'è in un nome?
Quella che noi chiamiamo rosa, anche
chiamata con un'altra parola avrebbe lo stesso odore soave; così Romeo, se non
si chiamasse più Romeo, conserverebbe quella preziosa perfezione, che egli
possiede anche senza quel nome.
Romeo, rinunzia al tuo nome, e per esso, che non è parte di te, prenditi tutta me stessa!
Uh, la mia parte preferita. Sarà
meglio entrare in scena e dimostrarle che valgo qualcosa!
Il ragazzo
biondo, senza farsi vedere, si avvicinò alla ragazza e le bisbigliò in un
orecchio la sua parte.
Io ti piglio in parola: chiamami
soltanto amore, ed io sarò ribattezzato; da ora innanzi non sarò più Romeo.
La ragazza
si scosse. Non si aspettava di trovarsi già un Romeo davanti e ,per giunta, il suo Romeo era il suo nemico giurato, figlio
di un mangiamorte, serpeverde,
bello da morire, occhi stupendi e tutto il resto…
“Malfoy?”
“Granger. Oh, già, scusami… Giulietta.”
“E tu saresti? Tebaldo? Il principe dei gatti?”
“No, mia
cara… Io sarei il tuo amato.”
La ragazza
arrossì, nella speranza che la finzione potesse diventare realtà. Casualmente
il pensiero era lo stesso anche per il biondino. Solo un leggero tossire li
risvegliò, dato che si erano bloccati a guardarsi negli occhi.
“Hem. Ah, bene, avete già fatto un po’ più
amicizia… Bene, le parti sono vostre. Voglio molta preparazione da parte
vostra e soprattutto, dato che siete anche caposcuola
e prefetti, voglio che siate qua anche per la scelta degli altri attori. E’ tutto, potete uscire.”
Un sorriso
si levò dalla bocca del biondo. Guardò la mora e la oltrepassò, uscendo dalla
stanza.
E prima o poi
dovrai anche baciarmi!
AH! Scusate
per il ritardo!!!... Ho cercato di fare tutto più
lungo, più corposo, adesso sapete di che “recita” si tratta… :D
Grazie per
le recensioni, come sempre utilissime!!!
AHHHHH! Scusate per l’immenso ritardo ma il lavoro, gli
amici, il tempo… Insomma, non ho potuto postare per un
bel po’! Ma eccomi di nuovo qua :D
Hermione
si trovava ancora dentro quella stanza. Rossa come un peperone. I professori
ancora davanti a lei, con in mano scartoffie varie.
Un battito.
Si, aveva perso un battito. L’averlo avuto così vicino, da
sentire il suo respiro sul lobo dell’orecchio, la voce suadente e lo sguardo
appena scorso dai capelli… Le aveva fatto perdere un
battito.
Stava
ancora sognando ad occhi aperti quando un leggero “HM” la riscosse da quello
stato.
“Signorina Granger. Le prove iniziano da subito, almeno per voi due. E
domani voglio che il suo anno della casata Grifondoro
si presenti qua, come avevo anticipato al Signorino Malfoy.”
Detto ciò,
il vecchio preside si alza e fa cenno alla ragazza di uscire.
“Che ne pensi Minerva?”
“Che sono perfetti…”
Un sorriso
attraversò le labbra della vecchia professoressa.
Il giorno
dopo, più o meno alla stessa ora, una ragazza sospirava davanti al suo
specchio.
Sospirava.
Un ragazzo
la osservava sorridente, attendendo con ansia che la ragazza prendesse la sua
borsa per andare nella sala grande, dove era stato allestito il palcoscenico
per le prove degli aspiranti attori.
“Oh, Malfoy, Malfoy…”
Perché sei tu Romeo?
Sala
Grande. Gremita di Grifondoro e Serpeverde.
Il ragazzo
biondo sorrideva al suo migliore amico mentre si avvicinavano al palcoscenico.
“Scherzi Blaise? Sei un perfetto Tebaldo!”
“Ma io
voglio essere amico tuo… Non il cugino di Giulietta… Voglio
fare Mercuzio!”
“E invece
penso che Mercuzio sia perfetto per Potter.”
Il moro
guardò stralunato il ragazzo che si trovava davanti. Il migliore amico… Potter? Evidentemente si era bevuto il cervello.
La ragazza
sorridendo parlottava con l’amica Ginny.
“Dai, potresti fare la mia nutrice… O la Signora Capuleti…”
“E io invece volevo essere Giulietta… Uffa… Ti tocca pure
quel figone di Malfoy!”
La castana
si volse verso la rossa imporporandosi in viso.
“GINNY!”
“Che c’è… Ho solo detto la verità! Hai una grande… Pluffa ecco!”
La castana sorrise. E un attimo, perché quello bastò,
si volse verso una chioma bionda e scorse degli occhi. Grigi come il mare in
tempesta…
Un altro
battito.
Scusate la
poca lunghezza di questo capitolo… Ma giuro che entro la settimana ne posto un altro!
Grazie per
chi recensisce e per chi mette la storia fra i preferiti!!