My love is not a joke

di rekla992
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Meeting ***
Capitolo 2: *** Letter ***
Capitolo 3: *** Father ***
Capitolo 4: *** Prison ***
Capitolo 5: *** Invitation ***
Capitolo 6: *** Rendez-vous ***



Capitolo 1
*** Meeting ***


dedicata ad I promise,con tutto l'affetto di cui sono capace





Mi chiamo Emily Reyes, sono al terzo anno della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e...sono follemente innamorata di un ragazzo.

 

Non so come si chiami, che anno frequenti, non so proprio niente di lui.

 

Ha i capelli di un bell' arancione vivo, come i mandarini, ha gli occhi marroni come le nocciole. E, io , almeno secondo i miei canoni di bellezza, lo trovo bellissimo.

 

Forse è stato tutta colpa di quell'incontro.

 

Stavo andando in biblioteca, era appena finita la lezione di Pozioni del professor Piton, era tutto in via vai di studenti, quando qualcuno mi urtò e mi fece cadere i libri che tenevo in mano.

 

-Dannazione!-esclamai, seccata per quell'inconveniente.

 

Mi chinai per raccogliere i libri, ma sbattei la testa contro la nuca di qualcun altro.

 

-Scusami!Volevo solo aiutarti a raccogliere i libri-

 

Era lui.

 

E mi ha appena parlato.

 

-Scusami tu- dico io, con voce bassa.

 

Adesso lui sta raccogliendo i miei libri e io sono lì a guardarlo con una faccia da fessa.

 

Mi porge i libri e mi sorride.

 

-Grazie- sussurro.

 

E, subito dopo, me ne vado di filata in biblioteca.

 

Perché l'ho fatto?

 

Sono stata così stupida. Cosa avrà pensato di me? Di sicuro che sono una ragazzina che non riesce a tenere una conversazione e che pensa solo a studiare.

 

Sì, questo avrà pensato.

 

Ma chi non lo pensa?

 

E' da allora che penso a quel ragazzo, eppure siamo della stessa casa, anche lui è di Grifondoro, eppure non lo vedo mai nella Sala Comune, sarà che passo la mia maggior parte del tempo a studiare in biblioteca e oltre ad alcune persone non conosco nessuno.

 

Ormai è passata quasi una settimana da quell'incontro. E ho un tremendo desiderio di rivederlo.

 

E' la prima volta che penso così ad un ragazzo e la cosa mi fa sentire un po' strana.

 

Mentre sto facendo questi pensieri, vengo distratta proprio da lui. E' solo, cammina con le mani nelle tasche.

 

E' lui, ne sono sicura.

 

Faccio un respiro profondo per mettermi coraggio, ma poi rimango ferma, indecisa, se andare o no.

In fondo, chi sono io per lui? Una semplice ragazza che ha aiutato una volta, forse, non si ricorderà neanche di me.

 

Mentre mi sono decisa ad andargli incontro noto una ragazza che gli si avvicina: è bella, ha i capelli neri, lucenti, occhi azzurri, con la sciarpa della casa dei Tassorosso.

 

Chiacchierano e sorridono insieme, e io speravo di andare a parlargli? Magari è anche la sua ragazza...

 

Cado nello sconforto e mi dirigo a grandi passi in biblioteca, quando lo noto che mi passa davanti, senza accorgersi di me...eppure ero certa che stesse parlando con quella ragazza!

 

 

 

 

Nota dell'autrice:

piacere a tutti! Questa è la mia prima long su Harry Potter...visto che io adoro Fred ( ma anche George) non potevo non scrivere una ff su di loro.

Spero che il primo capitolo vi piaccia.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Letter ***






-Ecco finalmente i gemelli Weasley! Fred, George ho bisogno di parlare con voi!- urla un ragazzo di fianco a me, prima che entri nella scuola.

Sono uguali, sono gemelli e si chiamano Fred e George Weasley.

Ma adesso il dubbio è: chi è quello che parlava con la ragazza dei Tassorosso? E,sopratutto chi è quello che mi ha aiutato l'altra settimana? Fred oppure George?

'Devo dirlo assolutamente a Jane' mi dico, come ridestandomi da un sogno.

Jane è la mia unica e migliore amica, oltre a Peter. Peter è un ragazzino del secondo anno, un po' rompi palle, ma abbastanza simpatico.

Mi diressi a grandi passi verso alla biblioteca, dove ero sicura ero sicura di trovare la mia migliore amica....infatti, eccola, lì, china su un libro, a studiare.

-Ho capito chi è, o meglio, chi sono- esclamo, felice, sedendomi di fronte a Jane.

-Chi?-domandò lei, interdetta.

-Come chi? Il ragazzo di cui ti ho parlato tutta la scorsa settimana!-

-Ah, intendi George!- dichiarò lei, con aria vittoriosa.

-No, Fred-

-Sì, va beh, intanto sono uguali-

-TU li conosci?- chiedo alla mia migliore amica, evidentemente irritata.

Avevo passato tutta le settimana a chiedermi, a cercare, in qualche modo di sapere anche solamente il suo nome e lei- la mia migliore amica- sapeva esattamente come si chiamavano.

-Beh- dice, improvvisamente, abbassando la voce- se anche tu fossi innamorata del Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro e avessi assistito a tutte le partite avresti sicuramente notato  che i Battitori sono i ragazzi che hai incontrato- mi spiega lei.

Ah, già Jane è innamorata di Oliver Baston, il capitano della squadra della nostra Casa fin dal primo giorno in cui è entrata a Hogwarts.

Io, sinceramente, non ho mai capito cosa ci trovasse in uno come lui; certo è un ragazzo carino ma, per quelle poche volte con cui ci ho parlato mi è sembrato un tipo abbastanza antipatico.

-Cosa studi?. Domando, curiosa, per cercare di cambiare discorso.

-Pozioni, capitolo 13- risponde, con voce assonata dalla lettura.

-Ah...l'ho già studiata, è abbastanza facile- dico- Buono studio!- le auguro.

-Dove vai adesso?-

-A farmi un giro...- rispondo, in tono vago.

Mi incammino verso il dormitorio, nella speranza di incontrare Fred.

E, infatti, eccolo lì, insieme a suo fratello che parlano e scherzano tra di loro.

Ed ecco che il dubbio della volta prima si ripresenta: dovrei andare a parlargli? Dovrei andare a presentarmi? E che cosa gli direi?

'Piacere, sono Emily Reyes, la ragazza che hai aiutato l'altra settimana, volevo sapere il tuo nome, solo per curiosità, sai...'    

No! Farei una pessima figura! Magari riderebbe anche di me..

Proprio in quel momento un gufo mi si avvicina, volando dolcemente, per darmi una lettera di...mio padre!

Ma mio padre non dovrebbe essere in...

-Hey, ma hai le mani di burro!- esclama uno dei gemelli, che si avvicina a me.-Ogni volta che ci incontriamo fai cadere qualcosa!-

Non mi ero neanche accorta che avevo fatto cadere, per la seconda volta, i libri di scuola.

Lo guardo, ma non lo vedo, riesco a pensare solo alla lettera che mio padre mi ha spedito..

-Te li raccolgo io, è inutile che ti scomodi- mi dice in tono scherzoso.

-Scusa, io..- e mi affretto ad aiutarlo.

-Grazie mille-

-Di niente, comunque, visto che non ci siamo presentati l'altra volta io sono Fred. Fred Weasley-

-Piacere. Io sono Emily Reyes-

-Ti va di restare qui con noi?- mi domanda.

-Mi dispiace, devo andare...- dico, in tono di scuse.

E mi dirigo velocemente verso il nostro dormitorio, mentre una sola domanda affolla la mia mente: perché mai mio padre avrebbe dovuto scrivermi?


Nota dell'autrice
Salve a tutti!
Avevo detto che avrei pubblicato il prossimo capitolo nel week-end, ma non ho saputo resistere :3
Comunque..spero vi sia piaciuto anche il secondo capitolo^^
Qual è la vera identità del padre della nostra protagonista? Cosa dice la lettera? Incontrerà di nuovo Fred? Tutto questo lo saprete nel prossimo capitolo:)
Ringrazio clara125, fly to the sky e Caitlin Believe per le loro recensione nel capitolo precedente.
Ringrazio anche chiunque abbia inserito la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate
un bacio e al prossimo capitolo
Rekla<3



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Capitolo 3
*** Father ***






Entrata nella Sala Comune, vengo salutata da Hermione, una mia compagna di corsi. E' tra le più brave della classe, insieme a me.

Salgo le scale, per entrare nella stanza delle ragazze del mio anno, tenendo ben stretta la lettera di mio padre.

Dopo essermi accertata che nessuno è nella stanza, mi siedo sul mio letto e apro la lettera, non sapendo il perché mio padre mi abbia scritto.

“Emily,
lo so che non vuoi parlarmi né scrivermi ma, ti prego, leggi questa lettera.
Ti scrivo dalla prigione, ma non voglio né il tuo perdono né che tu creda alla mia innocenza.
Voglio solo parlarti, non c'è un motivo preciso ma, ti prego, accetta.
Se sei d'accordo manda un gufo con la risposta, io, intanto, contatterò il Professor Silente.
Spero in un a presto,

Tuo padre”


Mi coricai sul letto, mi era venuto un improvviso mal di testa.

Perchè dovrei accettare?

'Perché non dovresti accettare?' dice una vocina dentro di  me.

Perché lui ha ucciso mia madre!

Quando avevo cinque anni mio padre fu accusato dell'omicidio di mia madre. Da allora vive in prigione, senza avere contatti con qualcuno.

Fu trovato vicino al corpo senza vita di mia mamma. Quelli del Ministero avevano scoperto che l'ultimo incantesimo della sua bacchetta era l'anatema che aveva ucciso sua moglie. Lui sostenne di essere innocente, ma le prove erano troppo schiaccianti. Perse il processo e finì in carcere.

Di sicuro vorrà parlarmi per dirmi che lui è innocente, che lui non ha ucciso mia madre...tutte balle!

Non mi accorgo che sto piangendo e, poi, perché piango?

Piango perché mio padre mi ha mandato una stupida lettera?

No, è impossibile,  e allora perché?

Perché?

-Hey, Emily...tutto bene?- sento la voce di Hermione, da dietro la porta.

-Sì, tutto bene- esclamo, asciugandomi le lacrime.

Esco dalla camera, sperando di  non trovare Hermione, ma, infatti... è lì, che mi guarda con aria indagatrice.

-Come va? Hai un'aria sconvolta...-

Sì, sì, va tutto bene, ora , per favore, dovrei fare alcune cose private- dico, in tono acido.

Forse troppo. Capisco dalla sua espressione che l'ho offesa.

Sembra che oggi tutto vada a rotoli.

Mi dirigo a grandi passi verso la guferia, ho deciso di accettare l'invito di mio padre, gli dirò che sono sicura che è stato lui ad uccidere mia madre, che è tutta colpa sua se io non ho più dei genitori: voglio vendicarmi.
   
 Sono così immersa nei miei pensieri che vado incontro a qualcuno, che per poco non cade per terra.

-Ma, dannazione...che è stato? Giuro, che..oh, ma sei tu! Sei la ragazza che ha aiutato mio fratello prima!- dice il rosso. Sembra che stia anche per aggiungere qualcos'altro, ma si trattiene.

-Sì, esatto, sono io..tu devi essere George, giusto?-

-Piacere- diciamo all'unisono, mentre ci stringiamo la mano.

-Eh, tu saresti...- fa lui.

-Signorina Reyes!- sento dire da dietro.

-Sì?- chiedo, girandomi.

E' il professor Piton, quel professore mi mette l'ansia: e adesso cosa vorrà da me?

-Il professor Silente la vuole vedere- dice, con la sua solita voce odiosa.

Dalla padella alla brace.

Sì, oggi è proprio un brutta giornata.

-Arrivo!- dico a Piton- scusa, George,  parliamo un'altra volta, okay?- domando al gemello, sorridendogli.

E non vorrei sbagliarmi, ma sembra rapito dal mio sorriso.

Entro nell'ufficio di Silente con passo malfermo.

-Allora, ha ricevuto la lettera, signorina Reyes?- mi chiede Silente, seduto sulla poltrona, che prima non avevo visto.

-Quale lettera?- domando, ingenua.

-Quella di suo padre, naturalmente-

-Sì, l'ho ricevuta- dico asciutta.

.Mi fa molto piacere saperlo,e, dunque, accetterà?- fa il Preside- No, aspetti, prima di rispondermi, devo prima dirle una cosa: non voglio che lei accetta solo per andare davanti a quel pover uomo  e rinfacciargli delle accuse infondate-

-Infondate?!- esclamo indignata- Infondate?! Ci sono delle prove schiaccianti!- urlo.

-La prego, non urli, signorina Reyes-

-Io non sto urlando! Sto solo dicendo la verità!- dico, ed esco velocemente dall'ufficio.

-Rifletta, prima di prendere la decisione definitiva- sento dire da Silente, prima che io esca.


Nota dell'autrice:
Allora, ragazzi:bentornati^^
Volevo solo dirvi che spero che anche questo capitolo vi piaccia e vorrei sottolineare che questo è stato il capitolo che ho scritto con più difficoltà, diciamo che è un capitolo di transizione.


Dal prossimo capitolo:

Ha vissuto, e sta continuando a vivere in una cella da sei metri per quattro. E per un reato che non ha commesso.

Come ho potuto solamente pensare di venire da lui e dirgli quelle cattiverie?

Mi detesto solamente per quello che ho pensato.








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Capitolo 4
*** Prison ***



“Rifletta, prima di prendere la decisione decisiva”

Risento continuamente la voce di Silente nella mia mente.

Perché ogni cosa che dica Silente, sembra che tu sia costretto a farlo?

Adesso sono, in biblioteca, che cerco di studiare, per non pensare.

-Hey, Emily!- esclama qualcuno.

Alzo gli occhi, per vedere chi è, e sono stupita di vedere Hermione.

-Chi ti ha detto che ero qua?- le chiedo, dopo che si è seduta di fronte a me.

-Deduzione- dice lei, con aria vaga.

-Senti, Hermione...mi dispiace per prima, è solo che è una brutta giornata-

-Accetto le tue scuse- mi risponde Hermione- Allora, cosa stai studiando?-

-Rune antiche-

E il pomeriggio passa così, Hermione che mi aiuta a studiare, e io, grazie a lei, riesco a non pensare a mio padre.

Dovrei andare a cenare, ma non ne ho voglia, così vado direttamente al dormitorio, in camera.

E' ora di riflettere.

Mi cambio e mi metto sotto le coperte; ripenso ai giorni in cui mia madre era ancora in vita, e di come eravamo una famiglia unita e felice, prima che succedesse quello che è successo. E ritengo che, forse, dovrei provare ad essere felice, come lo ero una volta, anche se ormai mia madre non c'è più.

Forse- e sottolineo la parola forse- ho sbagliato sul conto di mio padre.

Con questi ultimi pensieri per la mente, mi addormento.

* * *
Appena sveglia, mi vesto e mi dirigo a grandi passi verso la Guferia, decisa a scrivere la lettera a mio padre; tanto oggi è sabato e non ci sono lezioni.

Prendo pergamena e penna e scrivo con la mia solita scrittura un po' svolazzante:
“D'accordo. Se va bene, ci vediamo oggi pomeriggio,
Emily”


Ripiego la pergamena, la lego alla zampa di un piccolo gufo grigio e lo faccio volare via, verso mio padre.

Ovviamente, mio padre non è rinchiuso ad Azkaban, ma in un carcere minore, e non ha- per fortuna- i Dissenatori.

Esco dalla Guferia, alla ricerca di Silente; parli del diavolo...e spuntano le corna, come direbbero i Babbani.

-Professor Silente!- esclamo, cercando di attirare la sua attenzione.

-Sì, signorina Reyes?- fa il preside di Hogwarts; il suo sguardo indagatore mi scava dentro, facendomi salire l'ansia.

-Volevo chiederle un permesso d'uscita per oggi pomeriggio- chiedo gentilmente, cercando di non far trapelare la mia ansia.

-Ma certo, molto volentieri- mi risponde, senza fare nessuno cenno a mio padre- le lo farò avere per l'ora di pranzo, adesso, perché non va in biblioteca? Penso che ci sia una persona che la stia aspettando- e se va, dirigendosi a passo marziale verso il suo ufficio.

Chi cavolo mi starà aspettando in biblioteca?!

“Ma secondo te, chi sarà? Fred, ovviamente!” sussurra una vocina sarcastica dentro la mia mente.

Al pensiero che Fred Weasley mi aspetti in biblioteca, i battiti del mio cuore stanno aumentando a mille e il rossore mi invade le guance.

Prendo un bel respiro profondo e faccio, in qualche modo, che le mie gambe si muovano verso il luogo, che pare, stia passando molto tempo in questo periodo.

Entrata in biblioteca, cerco con aria persa, i capelli rossi di Fred, ma non lo vedo e non sento la sua voce che mi chiama.

Che Silente mi abbia fatto uno scherzo? Possibile che anche i Presidi delle scuole si devono divertire in qualche  modo? Non oso immaginare come si diverte Piton...

E che non sia Fred la persona che mi sta aspettando? Dopotutto Silente non ha precisato che fosse...
Sto cominciando a diventare paranoica.

Non ho tempo di fare altre ricerche che la campanella per l'inizio del pranzo inizia a suonare; allora, mi dirigo con malavoglia verso la Sala Comune.

Quando entro, vedo che Peter e Jane si sono già seduti e si stanno abbuffando.

-Ciao ragazzi- dico, sedendomi vicino a loro.

-'iao 'mily- mi rispondo all'unisono.

Sento il fruscio di ali sopra la mia testa e noto che stanno arrivando i gufi per la posta.

Due gufi vengono verso di me: uno lo riconosco, è quello con cui ho mandato la lettera a mio padre, e l'altro non ho la più pallida idea di chi sia.

Apro la prima lettera:
13 Ottobre
Io, Albus Silente, preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts autorizzo la studentessa Emily Reyes, di poter andare dove le pare per il pomeriggio di oggi.
Albus Silente”



Vorrei aprire anche l'altra ma vengo interrotta da due ragazzi con i capelli rossi che si vengono a sedere di fianco a me.

-Ed eccola qua la nostra bellissima ragazza! Chi è il fortunato che oggi ti ha raccolto i libri?- mi chiede, scherzosamente uno dei due.

-Nessuno- rispondo, cercando di mettere al tono della mia voce il loro stesso umorismo.

-Peccato- dice l'altro, ridendo.

Passo uno dei più bei pranzi della mia vita: ridendo e scherzando con delle persone meravigliose e di una, di cui sono innamorata follemente.

Il pranzo finisce ed io mi dirigo verso la Sala Comune dei Grifondoro, per prepararmi.

Dopo essermi preparata mi guardo allo specchio e vedo una ragazza con i capelli biondi e mossi, abiti Babbani, e molto sicura di sé: esattamente come non mi sento in questo momento.

Esco da scuola, tenendomi stretta la lettera del permesso di uscita di Silente; prendo un taxi babbano, che mi porta al carcere in cui è rinchiuso mio padre David.

Un carceriere mi viene incontro e mi chiede- Desidera?-

-Desidero vedere il prigioniero David Reyes- dico, in tono sicuro.

-Prego- e mi fa strada, finché non arrivammo ad una cella, come le altre.

Mi fece entrare, io presi un bel respiro per darmi forza e mi feci avanti.

E vidi.

Vidi in quale posto mio padre vive. E ne fui sconvolta.

Ha vissuto, e sta continuando a vivere in una cella da sei metri per quattro. E per un reato che non ha commesso.

Come ho potuto solamente pensare di venire da lui e dirgli quelle cattiverie?

Mi detesto solamente per quello che ho pensato.



Nota dell'autrice:
Buonasera a tutti! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Posto adesso, aspettando che trasmettono Harry Potter.
Ringrazio tutte le persone che hanno commentato lo scorso capitolo e chi ha inserito la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite: grazie a tutti!

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Capitolo 5
*** Invitation ***




-Sei qui- dice mio padre, seduto di fronte a me.

-Sono qui- rispondo io.

-Sono felice che tu sia venuta, vieni, siediti pure- esclama lui, indicando una sedia di legno, vicino al suo letto spartano.

Mi siedo e nell'aria si crea un silenzio teso.

-Ti devo dire una cosa- inizio io, prendendo un bel respiro profondo-non so sei stato veramente tu a uccidere la mamma o chi l'abbia fatto, ma vorrei provare a riprendere il nostro rapporto da quando l'abbiamo interrotto. Sei d'accordo?- gli chiedo, senza sapere perché abbia detto quelle cose.

Mio padre mi guarda stupito, forse si aspettava che gli rinfacciassi che fosse lui la causa della morte di Rachel, mia madre.

-Oh, Emily!- esclama lui, tentando un abbraccio, ma si ferma di colpo, dopo aver ricevuto una delle mie tante occhiatacce; avevo detto che ero pronta a riagganciare i rapporti, non ad abbracciarlo o cose simili.

-Allora? Sei d'accordo o no?- chiedo di nuovo, impaziente.

-Certo!- risponde lui. Sembra felice, forse per la prima volta dopo la morte di mia madre.

-Ora- dico, tornando seria- perché hai voluto che venissi a trovarti in carcere?-

Mio padre sospira pesantemente e si rimette a sedere -Ogni anno, normalmente, ogni detenuto viene sottoposto ad una visita medica...- sembra che non riesca più a parlare, così lo incito a continuare.
-Beh, i dottori mi hanno trovato una malattia incurabile, morirò da qui a pochi mesi-

-Mi dispiace- dico, spostando lo sguardo per terra.

Mi sento insignificante: mio padre ha voluto che venissi a trovarlo per dirmi che sta per morire, ed io, all'inizio l'ho trattato come se non fosse mio padre, non volendo un suo abbraccio.

-Oh, papà, mi dispiace tanto...scusami- esclamo, in tono rammaricato e correndo ad abbracciarlo.

-Scusami, scusami, scusami....- continuo a ripetere, come se dicendolo salvassi mio padre dalla morte.

-Shh, va tutto bene- mi sussurra mio padre, accarezzandomi dolcemente la schiena.

Annuisco e ritorno a sedermi sulla sedia di legno mezza rotta.

-Allora, come ti trovi a Hogwarts?-mi chiede lui, cercando di farmi di distrarre, anche se dovrebbe essere lui a distrarsi.

E il pomeriggio passa così, io e lui, che ridiamo e scherziamo, come se tutto sia tornato come una volta, ma so, che non potrà mai accadere perché la morte farà di nuovo parte della mia vita e quella della mia famiglia.

I “brutti pensieri”, come gli avrebbe chiamati mia madre fanno parte di nuovo della mia mente, ma mio padre mi fa un'altra domanda- Hai per caso un ragazzo a scuola?- dritto al punto, mio padre, sempre senza tanti preamboli.

-No- rispondo, abbassando gli occhi per terra.

-Come no? Non hai un ragazzo? Silente mi aveva detto che...- esclama sorpreso, ma si ferma all'improvviso, certo di aver detto troppo.

Silente ha detto a mio padre che io ho un ragazzo? E, sopratutto, quale persona dovrebbe essere il mio ragazzo? Ma Silente non si potrebbe farsi gli affari propri una volta ogni tanto?

-Ma ci sarà almeno un ragazzo che ti piace?- chiede lui, insistente .

Sento il rossore che mi invade le guance e, tenendo gli occhi incollati perennemente , rispondo- Beh..in verità un ragazzo ci sarebbe: si chiama Fred-

-Weasley?- fa lui.

-Sì, esatto. Perché?- dico, sorpresa che mio padre conosca il cognome di Fred.

-Oh, niente- risponde lui, in tono vago.

Poso lo sguardo sull'orologio da parete della cella e vedo che sono le otto di sera, se me andassi adesso arriverei giusto in tempo per la cena a Hogwarts, ma non voglio lasciare da solo mio padre così deciso di mangiare con lui.

-Mangi qua?- mi chiede mio padre, seguendo il mio sguardo.

-Se non ti disturbo, ovviamente-

-Ovvio che non mi disturbi! Ma preferirei che tu ritornassi a scuola, sai, a Silente avevo detto che ritornavi per cena-

-Okay- dico, alzandoci per salutarci con un lungo abbraccio, mio padre si toglie dall'abbraccio per primo e mi porge un pacchetto colorato -Non credevi che mi sarei dimenticato del tuo compleanno, eh?-

-Grazie mille, papà!- dico, ritornando ad abbracciarlo.

-No, non scartarlo adesso, fallo al giorno del tuo compleanno- esclama, frenando il mio desiderio.

-Allora..ci vediamo- dice, con un moto di tristezza.

-Sì, ci vediamo- confermo io e chiamando il carceriere che mi accompagnato un paio di ore fa, anche se sembra che siano passati anni.

Il carceriere viene ad aprire la cella e mi porta fuori, all'aperto.

Chiamo un taxi babbano, che mi porta fino a scuola.

Entro nell'atrio di Hogwarts, e vengo subito raggiunta da una voce fin troppo familiare – Hey, Emily!-

Fred.

E' lui. E mi vuole parlare, almeno credo.

Mi corre incontro e lo vedo da solo: strano, di solito lui e suo fratello gemello stanno sempre insieme; chissà cosa vorrà chiedermi.

-Ciao Emily- inizia lui, con tono nervoso,e non mi da neanche il tempo di rispondergli che continua il suo discorso- volevo chiederti, ma solo se vuoi, se domani, volessi venire con me, magari anche con George ma cercherò di non farlo venire con noi...sì, insomma se volessi venire con me a Hogsmeade?- mi chiede lui.

Oddio. Fred Weasley mi ha appena chiesto di uscire.

Dovrei accettare? “Ma certo che devi accettare, stupida! Ti piace o no quel ragazzo?” esclama una vocina irritante nella mia testa.

-Certo, con piacere- gli rispondo, sorridendogli.

-Davvero? Ti va veramente di venire? Lo so che non ci conosciamo molto bene, ma questo è un'occasione per conoscerci meglio, non credi?- mi richiede, sempre nervoso e come se non avesse capito la mia risposta affermativa.

-Fred...ti ho detto che va bene- gli ripeto.

-Oh, sono veramente contento!- esclama lui, abbracciandomi velocemente e poi andarsene come era arrivato.

Nota dell'autrice:
Sono in enorme ritardo e spero che mi perdoniate:)
Comunque volevo dirvi che il prossimo sabato/domenica non posso aggiornare perché sono in Francia dal 3/04 :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Vorrei ringraziare le persone che hanno commentato il capitolo precedente e chi ha inserito la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite: grazie a tutti!
Ah, vorrei chiedere ai lettori che sanno fare un banner di contattarmi perché io non ho ancora capito come si fanno:(

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Capitolo 6
*** Rendez-vous ***


N. B: negli scorsi capitoli avevo accennato che la storia si stesse svolgendo a novembre, invece adesso ho cambiato idea, quindi siamo ad ottobre...no, okay è un cambiamento da nulla, ma mi sembrava giusto farvelo notare. Detto questo vi auguro buona lettura e spero che il capitolo vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me scriverlo.


Dopo aver cenato, con un mezzo sorriso stampato in faccia, risalgo nel dormitorio delle ragazze del mio anno e mi metto sotto le coperte, appena dopo aver sistemato nel baule il regalo di mio padre.

Non riuscivo a crederci! Fred Weasley mi ha appena invitato ad uscire. Domani. Ad Hogsmeade. Solo noi due.

Sembra che il mio sogno più grande si sia finalmente realizzato! Avevo passato quasi un mese a pensare a lui e adesso lo stesso ragazzo mi aveva chiesto di uscire: è superfluo dire che sono al settimo cielo.

Ma...dopodomani è il mio compleanno...chissà se Fred lo sa...ma come potrebbe? In fondo non sono una delle sue migliori amiche e, oltretutto ci conosciamo da pochissimo.

Forse Jane gli ha detto del mio compleanno e mi ha invitato per farmi una sorpresa.

Mi rigiro nel letto: devo smettere di essere paranoica e poco dopo cado dolcemente nelle braccia di Morfeo.

*  *  *


Dormo di più di quanto dovrei, infatti vengo svegliata non con tanta gentilezza da Jane che mi sussurra all'orecchio, per farsi udire solo da me- Ma oggi non dovevi avere un appuntamento con qualcuno?-

Esco di scatto dal letto e mi preparo velocissimamente (credendo di essere in ritardo), poi, corro di sotto, nella Sala Comune di Grifondoro e mi ritrovo davanti il ragazzo più bello che abbia mai visto: Fred Weasley.

Si vede che mi sono preparata molto velocemente e Fred, in tono scherzoso esclama- Non credevo che facessi questo effetto alle ragazze! Ma penso che sia stata tutta colpa di Percy...dopo andrò a ringraziarlo, ovviamente se non mi uccide prima, visto lo scherzo che gli ho fatto..-

Io non so cosa rispondere, così sorrido e basta. Lui, sempre ironico mi dice- Cosa c'è il gatto ti ha mangiato la lingua? Non è che anche questa volta è colpa di Percy, vero? Di solito tutti cadono a terra dal ridere alla mia prima battuta-

-Beh, io sono una ragazza un po' diversa dalle altre-

-Sì, l'ho notato. Andiamo a fare colazione?- mi domanda, a cui rispondo affermativamente e ci dirigiamo insieme verso la Sala Grande per il pasto più importante, dopo lo spuntino di mezzanotte secondo le teorie di Fred.

Fred mi presenta al suo migliore amico, Lee Jordan, il ragazzo che fa la telecronaca alle partite di Quidditch.

Dopo una bella colazione abbondante ( uova, bacon, succo di zucca, porridge e molti altri cibi sostanziosi) la McGranitt chiama i ragazzi dal terzo anno in su che hanno il permesso di andare a Hogsmeade; tra quei nomi ci sono anche quelli di Fred e me.

Insieme, sotto la guida vigile di Gazza e della sua “dolce gattina”, ci dirigiamo a Hogsmeade a piedi.

Arrivati, tutti i ragazzi si dividono ed entrano nei vari negozi; anche io e Fred ci stiamo incamminando quando una voce femminile ci ferma e una ragazza dalla pelle scura dai capelli neri ci viene incontro.

-Ciao Angelina- la saluta il ragazzo di fianco a me, in tono gelido, come se non fosse contento di vederla. Ma lei non sembra capirlo e lo stritola in un abbraccio, in cui vorrei intervenire, visto che Fred è mio.

No, okay...dire che è mio è un po' troppo, dato che non stiamo ancora insieme e, sopratutto non so se gli piaccio.

Comunque, resta un dato di fatto che Fred ha invitato me e non quella...Angelina.

Dopo aver abbracciato Fred, mi rivolge un'occhiata piena di gelosia e risentimento, a cui rispondo con uno sguardo carico d'odio; lo diceva sempre il mio prozio, morto al San Mugo, prima di amare una persona, odiala poi vedi se ti vuole bene veramente.

-Piacere, sono Angelina e, come Fred ti avrà già accennato, la sua ragazza- si presenta, enfatizzando sulle ultime tre parole.

-Io, invece, sono Emily- dico, stringendole la mano mentre guardo di sottecchi Fred, che però evita volontariamente il mio sguardo.

Ma come ha potuto invitarmi ad uscire, facendomi credere che io avessi qualche remota possibilità con lui? Ma come ha potuto, e sopratutto come ha osato?!

Mi giro di lui, decisa a dirgliene quattro, ma vengo fermata dalla sua voce, che rivolgendosi alla sua “ragazza”, dice-  Io non sono il tuo fidanzato. Quante volte te lo devo ripetere?-

Angelina sussulta, per il tono troppo alto della voce di Fred.

-Oh, andiamo Freddie...- esclama la ragazza, tentando un bacio, ma lui la respinge e quasi la fa cadere a terra.

-Me la pagherai, Fred Weasley! E lei chi è? Un'altra delle tue ragazze che molli dopo una settimana?- urla l'altra, massaggiandosi il piede.

-Vieni, Emily, andiamocene via- mi sussurra Fred all'orecchio e cingendomi la vita con un braccio, mi porta dentro al locale 'I tre Manici di Scopa'.

-Vado a prendere due burrobirre, tu, intanto, siediti a quel tavolo laggiù- ed indica un tavolo un po' isolato dagli altri.

Mi vado a sedere, e poco dopo vengo raggiunta da Fred che si siede di fronte a me e mi porge un boccale colmo di burrobirra.

-Grazie- sussurro.

Lui sospira pesantemente, passandosi una mano tra i capelli rossi e inizia a parlare- Emily..volevo chiederti scusa per prima, Angelina certe volte è molto...possessiva nei miei confronti, anche se non siamo mai stati insieme, te lo giuro- dice, cercando il mio sguardo, ma che evito.

-E come faccio a sapere che non ha ragione lei?- chiedo; forse non si aspettava questa domanda perché passa un po' tempo prima che mi risponda -Hai mai dovuto fidarti ciecamente di qualcuno, senza fare domande? Beh..con me è così-

-Sarà difficile: non riesco a riporre fiducia nelle persone che a malapena conosco- dico, scacciando via i brutti ricordi con un impercettibile cenno del capo.

-Ti prego- ribadisce Fred, prendendomi una mano tra le sue- dammi solo questa giornata in cui puoi chiedermi qualsiasi cosa e poi, lascio a te la scelta se continuare a frequentarci o no-

Fino a quel momento non avevo staccato gli occhi dal tavolo e, quando lo faccio e il mio sguardo incontra i suoi occhi azzurri, non ho scelta: devo accettare.

I suoi occhi, il suo sguardo nel mio mi hanno catturata come fa una trappola del cacciatore con la sua preda.

-D'accordo- dico- ma ad un patto: le domande me le fai tu-

Un lento sorriso gli appare sulle labbra, e mi fa la prima domanda- Cosa ti piace?-

-Leggere, scrivere...stare in mezzo alla natura, stare in una stanza piena di sconosciuti e osservare le loro abitudini, ma ho anche tante altre passioni-

-Cosa? Ti piace scrivere?- esclama lui, un po' scioccato e con gli occhi fuori dalle orbite.

-Sì. E' così che strano che a una ragazza piaccia scrivere?- domando io, con un mezzo sorriso sulle labbra; oramai abituata alla reazione delle persone quando dico che adoro scrivere.

-Perché ti piace?- mi chiede, curioso.

-Perché scrivendo ho la possibilità di essere libera, attraverso la scrittura posso far capire alle persone delle particolarità del mio carattere, che a persone in carne e ossa non riuscirei mai a rivelare-

-Non credo di capirti, ma...la bevi la tua burrobirra? Perché, per me, sprecare il cibo è il peccato più grande che si possa fare- dice, mantenendo sempre la sua ironia.

-No, bevi pure...- rispondo, avvicinandogli il boccale.

Dopo che Fred si è scolato in solo sorso un intero boccale di burrobirra, usciamo e lui mi fa un fare un “giro turistico” del villaggio, a cui non presto molta attenzione;  l'unica cosa che ho per la testa in questo momento è Fred, la sua voce, i suoi occhi, i suoi movimenti, i suoi capelli che si muovono dolcemente alla brezza leggera che c'è in questo mese dell'anno.

In quel momento mi rendo che mi sono innamorata di lui, e adesso spero solo in una cosa: che mi ami anche lui allo stesso modo.

Dopo una giornata passata in giro per i negozi di Hogsmeade è arrivata la sera ed è giunto il momento di ritornare ad Hogwarts.

Ma per me è giunto anche il momento di rispondere alla domanda di Fred.

Lo amo, e in questo momento provo solo quello: amore. E non si può dire di no all'amore.

Faccio in modo che rimaniamo in fondo alla fila di ragazzi di ritorno dalla gita, prendendo un bel respiro profondo inizio a parlare- Fred, accetto-

-Accetti cosa?-

-Accetto la tua offerta di continuare a frequentarci, se per te va bene, naturalmente-

-Tu accetti? Davvero?...Non voglio che poi ci ripensi e io..- dice Fred, in un tono che non gli ho mai sentito.

Annuisco soltanto, e quel gesto lo porta ad stringermi in un abbraccio di cui non vorrei mai separarmi.



Nota dell'autrice:
prima di tutto mi voglio scusa re per l'immenso ritardo e spero che mi perdoniate leggendo il capitolo dell'appuntamento di Emily e Fred.
Ma Fred? Avete visto quanto è tenero il mio Fred?...da notare che mi sto facendo i complimenti da sola, visto che il capitolo l'ho scritto io.
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto, perché mi sono impegnata molto a scriverlo.
Vorrei ringraziare I promise per avermi dato supporto tutte le volte che l'ispirazione era andata a farsi benedire:)
Poi, ringrazio tutte le persone che hanno commentato il capitolo precedente e chi ha inserito la mia storia tra una delle tre liste.
Allora..prima che qualche fan di Angelina cominci a insultarmi, volevo dire che, sì, non la sopporto perché prima ci prova in continuazione con Fred e poi, quando lui muore, si sposa con George, dimenticando improvvisamente di essere innamorata di Fred.
Dopo questo sfogo, vi saluto e vi mando un bacio.

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