The Camellia's star

di Anima Evans
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La camelia - Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** La stella azzurra - Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Primo giorno insieme - Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Gentilezze e scortesie - Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** I nostri vitali pezzi di vetro - Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** La nostra missione - Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Una camelia può profumare - Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Amorevoli lacrime - Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** La camelia stellata - Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** La camelia - Capitolo 1 ***


Ore 9.00 Arrivo alla Shibusen TSUBAKI

 

Quella mattina mi alzai prestissimo dopo una notte insonne, mi lavai la faccia con dell' acqua gelida ed indossai gli indumenti che mi avevano mandato per posta, erano delle giacche e dei pantaloni verdi militari e con degli anfibi. Quando fui pronta chiusi la casa dove abitavo e lasciai le chiavi al proprietario, ormai non mi servivano più. Una volta arrivata nella piazza vicino casa mia, raduno per la partenza, incontrai un ragazzo con una cartellina e una lista infinta che mi chiese il mio nome

«Nakatsukasa Tsubaki»


Dissi sorridente e mi disse di attendere gli altri studenti che pian piano riempirono la piazza. Quella mattina partimmo presto per la Shibusen, avevo una paura tremenda ma in fondo sapevo che li era il miglior luogo dove potevo stare, ero cosi emozionata! Caricai la valigia sulla corriera che portava a Death city e mentre tutti salutavano amici e parenti, io leggevo un libro. Già, io non avevo nessuno da salutare. Comunque il viaggio fu abbastanza lungo ma trovai il modo di occupare il tempo, leggendo e mangiando qualche snack oppure dormendo recuperando un po’ del sonno perduto la sera precedente. Quando arrivammo finalmente scesi e mi sgranchì le gambe ma poi una donna alta un metro e sessantacinque circa, occhi verdi e capelli corvini corti, dal fisico minuto mi diede un cartellino adesivo con su scritto

“Weapon”

«Arma…»

Lessi traducendo il testo sulla targhetta che mi attaccai al petto e la stessa donna mi disse di non preoccuparmi dei bagagli e solamente di salire le scale che appena le guardai pensai a quante erano, tantissime! Comunque ero mossa da una curiosità che mi rodeva l’anima cosi le feci quasi di corsa e quando arrivai ero senza fiato. Mi guardai intorno e vidi moltissimi ragazzi e ragazze come noi ma con scritto

“Master”

Sulle loro maglie, erano i maestri d’armi. Nonostante cercai e cercai con nessuno trovai affinità, con alcuni parlai anche ma senza successo cosi aspettai un po’, magari il mio master era in ritardo…
Mano a mano passava il tempo e le coppie si formavano e lasciavano l’ingresso libero accalcandosi ai lati del grande spiazzo. Tutto ad un tratto mi accorsi di essere rimasta sola e sospirai sconsolata

*forse la Shibusen non fa per me…*

Pensai ma poi senti delle urla, venire dal cielo ed era un ragazzo, nonostante l’altezza vidi chiaramente i suoi capelli azzurri, un tono piu chiari del cielo e urlava frasi incomprensibili. Era incredibile ma una scarica elettrica mi passò per tutto il corpo, era lui il mio maestro e l’avevo trovato. Cosi quando finì di parlare applaudì, ero divertita ma anche contenta di conoscerlo.

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Capitolo 2
*** La stella azzurra - Capitolo 2 ***


Ore 9.00 lo show alla Shibusen BLACK STAR

Quella mattina, come tutte del resto, mi alzai in ritardo e dopo essermi lavato e sistemato apri la finestra della mia camera

« YAHOOOOO CIAO DEATH CITY!»

Dissi urlando e cosi andai a prepararmi la colazione mentre guardai ancora la divisa intonsa, per cercare un arma. Gia perche io a differenza di Maka non avevo ancora un arma.

«un dio come me non ha bisogno di un’arma…ma d’altronde…se non la trovo il sommo shinigami potrebbe infuriarsi….»

Ragionai a voce alta cosi senza pensarci la infilai quando poi mi resi conto che sul petto c’era scritto

“Master”

E cosi dissi

«ma che roba è!! Io sono Black star e sono piu forte di un dio!!!»

E risi quando poi mi resi conto dell’ora e dissi

« sarà meglio andare, le armi saranno gia arrivate a quest’ora»

E cosi trangugiai una tazza di caffè e che mi ustionò la lingua

«accidenti che maleee!!»

Dissi ma non avevo tempo e cosi chiusi il mio appartamento e infilai le chiavi sotto lo zerbino per poi correre come un razzo a scuola. Erano le dieci e mezza e io mi affrettai verso il tetto, le armi erano arrivate ed era il momento di farmi notare da tutti…di iniziare lo show e cosi salì sul tetto e soprattutto sullo spuntone che sbucava di piu dal teschio centrale della Shibusen, era una bella mattina frizzante e senza una nuvola in cielo e potevo sentire il venticello fresco delle montagne che circondano la scuola. Cosi dopo aver preso un respirone dissi

« SALVE A TUTTI! PER QUEI POCHISSIMI CHE NON MI CONOSCONO SONO IL GRANDE BLACK STAR E SONO PIU GRANDE DI UN DIO!! »

E risi sguaiatamente mentre vedevo la gente andarsene o comunque spostarsi ma non me ne preoccupai

« CHE C’E’, SIETE SPAVENTATI DALLA MIA GRANDEZZA? CAPITA ANCHE A ME LA MATTINA QUANDO MI SPECCHIO MA NON TEMETE IO SONO GRANDE E VI RENDERO’ LA GIORNATA MIGLIORE CON IL MIO RADIOSO SORRISO!!»

Quando riguardai giù non c’era più rimasto nessuno, potevo vedere tranquillamente i ciottoli dell’ingresso ma c’era un puntino nero che si faceva notare perche stava…applaudendo…Cosi guardai se eravamo soli e con un solo balzo scesi giu piombando di fronte a lei. Era una ragazza ed era piu alta di me, con lunghi capelli neri e occhi blu, abbastanza formosa e mi guardava con un bel sorriso che ricambiai e solo dopo notai il suo cartellino

“Weapon”

Non potevo crederci, era un arma e mi sforzai di immaginarla ma nulla da fare, comunque la mia anima divenne piu attiva in sua presenza e sentivo una grande forza.

*Che sia per caso questa ragazza la mia arma?*

Pensai e poi subito dopo la guardai meglio negli occhi e pensai

*decisamente si.*

Pensai soddisfatto. Finalmente l’avevo trovata!

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Capitolo 3
*** Primo giorno insieme - Capitolo 3 ***


E si incontrarono, cosi per caso e inaspettatamente eppure erano già in sintonia.

«Come ti chiami?»

Chiese Black star e lei rispose

«Io sono Tsubaki Nakatsukasa…»

Disse lei sorridendogli

«Io sono Black star…»

Disse lui stringendogli la mano e sorridendogli di rimando.

*è uno strano tipo ma infondo non dovrebbe essere male…*

Pensava lei

*è molto carina e pure gentile…stiamo a vedere*

Pensava lui. Ormai era giunta l’ora di pranzo e cosi dal portone della Shibusen apparve il Sommo Shinigami che allegro disse

«EILAAAAAAA!! EILA! Benvenute armi, questa è la scuola di specializzazione Shibusen e sono lieto di accogliervi! Noto con piacere che tutte le armi hanno trovato un maestro, mi raccomando mantenete sempre la vostra anima in sintonia….è molto importante! Ed ora potete anche andare a rifocillarvi all’interno del istituto e successivamente potete scegliere una missione in bacheca! Spero di rivedervi presto!»

E scomparve dentro la scuola. Successivamente tutte le armi e i maestri entrarono ed ad accoglierli c’era un buffet con ogni ben di dio possibile sul lungo tavolo , ovviamente black star
prese tutto in porzioni doppie mentre Tsubaki non toccò quasi cibo. Cosi mentre il suo maestro d’armi si abbuffava, lei chiese

«Abiteremo insieme?»

E lui bevendo un po’ d’acqua per deglutire il boccone disse

«Ma certo! Vedrai sarà bello abitare insieme, anche perché io sono un dio!»

E rise mentre Tsubaki ridacchiava imbarazzata dato che li guardavano un po’ tutti. Mangiarono e chiacchierarono un po’ anche se non toccarono mai il tasto della famiglia e forse era meglio cosi. Tsubaki, membro della famiglia Nakatsukasa dove tutti sono armi demoniache ha cercato di accontentare il fratello maggiore Masamune che frustrato dall’abilità della sorella di cambiare forma in più armi ha iniziato ad odiarla cosi da farlo diventare un kishin e spingendo lei ad entrare alla Shibusen. Black star invece è stato portato alla Shibusen dal professor Sid; il ragazzo discende da una famiglia di assassini spietati chiamata “Il clan della stella” dove White star, suo padre, ne era il capo. Loro uccidevano su commissione ma non risparmiavano vite innocenti cosi facendosi una fama pessima. Shinigami li sterminò tutti salvando il piccolo black star che allora aveva pochi anni. Cosi lo crebbero e lo addestrarono facendolo diventare un combattente eccellente. Ma ovviamente i due erano all’oscuro di tutto questo. Comunque poi si alzarono e si affrettarono per andare alla bacheca della scuola dove c’erano un sacco di cartellini neri con su delle targhette che segnalavano una nuova missione oppure se era stata portata a termine o se era stata prenotata. Tsubaki guardò pensierosa il cartellone per poi dire

«Black star, guarda… c’è una missione qui vicino….il kishin si chiama Al Capone e ha mangiato un sacco di anime…sta cercando una strega per ingrandire il suo potere»

E anche il ragazzo si avvicinò

«Benissimo! Allora domani andiamo li e lo facciamo fuori!!»

Disse lui entusiasta per poi sentire una voce femminile

«Black star…ma che accidenti urli!?»

Era Maka, figlia dell’attuale falce della morte del sommo Shinigami. Era alta poco o più di Black star e aveva i capelli biondi legati in due codini, occhi verdi bottiglia e fisico minuto. Era vestita come al solito con un golfino giallo che nascondeva una camicia, gonnellina a scacchi rossa e nera e cravatta a strisce verdi. Il ragazzo notò che non era sola ma c’era Soul con lei, lui aveva una felpa nera e giallo ocra con dei pantaloni rossi e una fascia tra i capelli con varie toppe per decorazione. Aveva gli occhi color cremisi e i capelli bianchi, il sorriso mostrava i suoi denti appuntiti. I due si diedero il cinque

«Allora niente di interessante?»

Chiese Soul e lui disse

«Si si abbiamo già deciso e voi?»

Chiese e Maka rispose

«Noi ci riposiamo…siamo ancora acciaccati dall’ultima missione»

Poi spostò lo sguardo su Tsubaki e disse sorridendole

«Tu chi sei?»

E lei imbarazzata disse

«Sono l’arma di Black  star….mi chiamo Tsubaki…piacere»

Concluse e Maka disse in tono amichevole

«Io sono Maka e lui è la mia arma, Soul.»

E lui le sorrise a malapena mentre Tsubaki ricambiò il sorriso. Poi per la Shibusen si udì una voce uscire dai megafoni

«le armi arrivate oggi sono pregate in giornata di mandare un biglietto con la loro residenza quindi si invita i maestri a far prendere visione gli alloggi»

E cosi Black star disse

«Dobbiamo andare…ci vediamo domani forse! Ciao Maka, ciao Soul»

e Tsubaki rispose

«Ciao ragazzi a presto»

E loro li salutarono con la mano mentre i due si avviarono verso casa.

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Capitolo 4
*** Gentilezze e scortesie - Capitolo 4 ***


La casa di Black star che sarebbe stata la futura casa di Tsubaki non era molto lontano dalla Shibusen e infatti in meno di 10 minuti furono a casa.

«Eccoci quaaa!! Sentiti onorata di entrare nella casa di un dio come me!»

Appena entrò Tsubaki notò che la casa era una tipica giapponese come tutti si immaginerebbero ma oltre ad essere disordinatissima aveva un odore…vissuto. Cosi disse al ragazzo

«Black star ma non hai qualcuno che viene a pulire? Non so…tua mamma per esempio…»

Il sorriso smagliante del ragazzo si afflosciò all’improvviso e disse togliendosi le scarpe per poi dirigersi serio in camera sua

«Lo spazzolone e la scopa sono in bagno, io sono un dio…non pulisco è umiliante. »

Disse con un tono serio e stizzito per  poi chiudersi in camera sua, un comportamento veramente strano per i gusti di Tsubaki che comunque pensò

*Meglio pulire…infondo devo viverci anche io…e poi devo fare la spesa…immagino che il frigo sia vuoto…*

E dopo aver pulito per più di due ore l’appetito era cresciuto sempre di più quindi la ragazza decise che era venuto il momento di darsi un minimo di decoro e poi andare a fare la spesa, si sciacquò le mani e il viso per poi raccogliere i capelli in una cipolla dismessa e poi andare alla porta del ragazzo e dire

«Black star…io vado a prendere qualcosa da mangiare…preferisci qualcosa in particolare? »

Ma dalla camera del ragazzo non ci fu risposta

*Iniziamo bene…*

Pensò la ragazza e cosi uscì di casa per poi dirigersi in città, era ancora giorno e il sole mandava un leggero tepore, la ragazza sperava di poter tirare su un po’ Black star, anche se non sapeva cosa avesse, con il suo piatto preferito….ma qual era il suo piatto preferito? A questo non aveva pensato… ma non si scoraggiò e si diede da fare per trovare gli ingredienti per una buona cena. Fortunatamente Tsubaki sapeva cucinare abbastanza bene e quindi iniziò prendendo del pollo, dell’insalata e della salsa di soia e poi degli spaghetti di riso e dei pomodori. Avrebbe fatto del pollo in salsa di soia con dell’insalata e dei noodles con della zuppa al pomodoro .

*Un po’ insolito ma semplice…a chi non piace?*

Pensò la ragazza allegra e una volta preso il necessario tornò a casa quando poi vide dei dango in una vetrina, avevano un aspetto bellissimo e come se non bastasse avevano per decorazione delle codette azzurre e nere e alcuni minuscoli biscottini di zucchero.

*Bene stasera abbiamo anche il dolce….*

Pensò e non ci pensò due volte ad entrare nel negozio a comprarli ma si imbatté in due strane ragazze: una più alta con lunghi capelli biondo cenere ed occhi azzurri con una corporatura longilinea mentre l’altra più bassa aveva i capelli corti e biondissimi e i soliti occhi azzurri ma la sua corporatura era più formosa rispetto a quella che doveva essere sua sorella, la sola cosa che le accumunava era l’abbigliamento in stile cowboy. La ragazza formosa si agitava in tutto il negozio

«Sorellona guarda quanti dolci! Mi verrebbe voglia di divorarli tutti! »

Disse entusiasta sfoggiando un bel sorriso da mettere subito allegria mentre la ragazza più grande disse

«No Patty, dobbiamo andare Kid ci aspetta e lo sai che se non siamo puntuali inizia a dare di matto, piuttosto hai preso il cioccolato fondente per lui? »

E la ragazza bionda, che a quanto detto si chiamava Patty, disse

«Si Liz eccolo qui. E ora andiamo dai! »

Disse trascinandola fuori e per sbaglio si urtarono e le ragazze dissero in sincrono

«Scusa! »

E scapparono via. Tsubaki scosse leggermente la testa e sorrise per poi finalmente poter acquistare i tofu dango.

*Chissà se piaceranno a Black star…meglio affrettarsi! *

Cosi quando uscì dal negozio tsubaki si affrettò fuori e corse a casa contenta. Quando tornò si tolse le scarpe e si mise ai fornelli a preparare la cena ansiosa di vedere la faccia di Black star.

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Capitolo 5
*** I nostri vitali pezzi di vetro - Capitolo 5 ***


Il ragazzo si rifugiò in camera sua come faceva sempre, sapeva di aver risposto male alla ragazza e che lei era ignara riguardo alla sua famiglia ma il solo pensiero di quella stirpe assassina lo faceva rabbrividire. Chiuse la porta a chiave e si buttò sul letto, la sua camera era la stanza più grande, dopo il soggiorno, ma era la più disordinata con tutto ovunque.
Sulla scrivania oltre ai suoi vestiti ed autografi vari c’era il suo ipod e lo mise a tutto volume iniziando a fare delle flessioni a terra

*Uno, due, tre…mi dispiace Tsubaki…sei, sette, otto, tu non sai niente di me… dieci, undici, dodici…perdonami ma non voglio che quel sorriso sparisca…. Diciotto, diciannove, venti….*

E continuò cosi per buona parte del pomeriggio fino a far tremare il braccio con cui reggeva il proprio peso e dove ormai di fronte a lui c’era una piccola pozzanghera del suo sudore, aveva il fiatone e infatti si alzò stiracchiandosi per poi guardare la porta

*Tsubaki….*

Quando aprì andò subito in sala e vide che oltre ad essere pulita e in perfetto ordine non c’era nessuno, nessun biglietto…niente. Si tolse l’ipod dalle orecchie e lo collegò allo stereo più grande.

«Deve tornare, io sono un dio e nessuno può sopravvivere senza il mio radioso sorriso! »

Disse Black star sorridendo e cosi si diede da fare e sistemò la sua camera che acquisì abbastanza spazio per mettere sia il suo letto che quello di Tsubaki. Inoltre fece un po’ di posto nel suo armadio e le lasciò dei cassetti liberi per sistemare le sue cose e lo stesso fece in bagno. Ci volle un oretta circa per sistemare tutto e poi il campanello.

«Arrivo! »

Disse ma davanti non trovò nessuno, solo un fagotto con altre cose come dei piatti in più, due o 3 bicchieri in più e qualche coperta e un biglietto

“Prendi queste cose…ti serviranno. S”

Il ragazzo sapeva benissimo di chi era quel bigliettino, era del professor Sid, colui che l’aveva cresciuto e accudito insieme a Shinigami da bambino. Il ragazzo non perse tempo e portò subito tutto in casa sistemando tutto per bene per Tsubaki. Dopo di che fece un bel sospiro e andò in camera sua ma stavolta si ributtò sul letto e crollò dal sonno. Quando si svegliò era già pomeriggio inoltrato e il sole tingeva il cielo di un color rosso sangue, un odorino arrivava alle narici di Black star e il suo stomaco brontolò tanta era la fame. Apri la fame e la
ragazza stava facendo i piatti

«Ah ehm…ciao. Hai fame? »

Chiese lei imbarazzata, lui disse sorridendo

«Accidenti Tsubaki sembra tutto buono! »

Poi si avvicinò a lei e disse prendendo il suo piatto

«La prossima volta che esci dimmelo per favore…ero preoccupato. »

Disse insolitamente premuroso ma poi appena seduto disse

«Yahoo chissà che bontà! Tsubaki prendi le posate ho fame! »

Ovviamente lo fece apposta per far si che lei si accorgesse di tutto, i bicchieri e le posate in più e infatti se ne accorse e sorrise dolcemente

*Queste prima non c’erano, ne sono sicura…grazie black star.*

Pensò rigirando il bicchiere azzurro con le bollicine nel palmo della sua mano.

«Certo, tieni Black star. »

Disse porgendoglielo e mettendo anche il suo sulla tavola, era simile a quello del ragazzo ma il suo era rosso con le bollicine. Poi fu la volta delle posate e quelle del ragazzo erano grandi e quasi grezze mentre le sue decisamente più semplici ed esili. Mangiarono tutto quello che la ragazza aveva preparato per cena e dopo di che proprio lei disse

«Ho una sorpresa! »

E aprì il frigo dove tirò fuori i dango e il ragazzo rimase piacevolmente sorpreso

« Oooh che belle, spero siano anche buone…»

E lo erano tanto che lui ne divorò 3 su 5 ma tsubaki non se la prese anzi gli avrebbe dato tutti i dolcetti pur di renderlo felice. Dopo che ebbero mangiato calò il silenzio…Tsubaki lavò i piatti e Black star faceva qualche esercizio ma poi disse

«Tsubaki…»

E la ragazza si girò per guardarlo negli occhi turchesi che solo ora si accorgeva che il ragazzo aveva e lo ascoltò

«Volevo…volevo chiederti scusa….non ho mai avuto un arma e tanto meno una ragazza come tale. Scusa. »

Lei lasciò perdere per un secondo i piatti e si girò completamente verso di lui

«Oh no non devi preoccuparti, io sono stata troppo invadente…scusami Black star…»

Il ragazzo sospirò come per rassegnarsi, sapeva che la ragazza si sarebbe sempre addossata la colpa quindi disse

«Io sono in bagno…ti avviso quando ho finito cosi puoi sistemarti…»

E cosi sparì in bagno, si spogliò e si fece una doccia rilassante. Intanto Tsubaki finì di lavare i piatti e dopo essersi asciugata le mani, notò i suoi bagagli in camera di Black star, entrò e notò che il ragazzo aveva pulito tutto minuziosamente e aveva lasciato aperto l’armadio e i cassetti aperti per lei, l’ennesimo gesto di muta gentilezza. Lei sistemò tutta la sua roba ordinatamente e stese anche i due futon che stavano piegati nello spazio sotto la sua roba, nell’armadio. Poi senti la porta aprirsi e il ragazzo si presentò con solo un asciugamano legato in vita facendo diventare rossa la ragazza che notò il suo fisico scolpito nonostante l’altezza minuta

«B-Black s-star»

Lui all’inizio non capì ma poi ci arrivò e disse

«Oddio perdonami, mi vesto e ti lascio il bagno! »

Detto ciò il ragazzo prese un pantaloncino leggero e una canotta e dopo essersi vestito in 5 minuti usci dal bagno lasciandolo libero per Tsubaki, anche la ragazza fece una doccia e si rilassò totalmente, era stata una giornata stressante. Anche lei però fece lo stesso errore del ragazzo uscendo con i capelli sciolti e umidi e fasciando il corpo sinuoso in un asciugamano, quando lui la vide gli sanguinò il naso

«T-tsubaki m-ma p-perché non t-ti s-sei vestita!? »

Domando lui mentre lei preoccupata gli asciugava il sangue dal naso con un fazzolettino di carta e diceva

«Tutto bene? »

Ma niente da fare, continuava a sanguinare cosi lui gli diede una sua maglietta  e gliela passò dicendo

«Non hai il pigiama? »

E lei disse

«No…a casa mia dormivo in intimo…e non ho avuto il tempo di comprarlo…»

Ammise lei timida e lui disse

«Ok intanto mettiti questa, è di un dio trattala come tale, domani compreremo un pigiama. »

E cosi la ragazza lo ringraziò e si mise la sua maglietta e le mutandine, la maglia le copriva al massimo il sedere lasciando scoperte le sue gambe lunghe.

«Meglio? »

E il ragazzo annuì mentendo spudoratamente, Tsubaki era molto bella. Poi si misero finalmente a dormire, beh in realtà non ci riuscirono cosi dandosi le spalle e parlando sottovoce il ragazzo disse

«Tsubaki…dormivi? »

E lei disse

«No….perché? »

E lui iniziò sospirando

«La mia famiglia…beh io mi sono comportato da idiota per quella cosa su mia madre…»

E lei lo interruppe

«Oh Black star…»

Ma lui continuò

«No ti prego, fammi parlare…io provengo da una lunga stirpe di assassini conosciuta come il Clan della Stella. Il clan era conosciuto come un gruppo di assassini che hanno fatto qualsiasi cosa per denaro, uccidendo molte persone innocenti, che ci hanno resi tristemente famosi in vari luoghi. A causa delle loro azioni, l'intero clan è stato sterminato da Shinigami, che mi accolse quando ero  ancora un bambino. Chi mi ha cresciuto è stato il professor Sid Barett. E lui mi ha fatto diventare quello che sono oggi, ma ovunque vada tutti mi incolpano per tutto quello che il Clan della Stella ha fatto in passato. Tuttavia io non ho alcun rancore per la perdita del mio clan, perché so che i miei genitori conducevano una vita misera e spregevole e alla fine hanno pagato per questo. Io non sono come loro, io sono un dio e non farei mai queste cose, io voglio trascendere gli dei. »

La ragazza sentì tutta la storia di black star con un magone in gola, era inconcepibile che un ragazzo cosi sorridente e spavaldo, avesse un passato cosi brutto

«Inoltre…»

Continuò lui

«Sei la prima persona a cui io lo abbia detto. Dobbiamo essere una cosa sola, meglio parlare non ti pare? »

Disse lui e Tsubaki trattenne a stento le lacrime, era onorata di quello che lui aveva detto eppure erano poche ore che si conoscevano. Poi fu il suo turno

«Hai ragione…e a tal proposito anche io voglio dirti di più su di me. Io faccio parte del clan dei Nakatsukasa, una nota famiglia di armi demoniache giapponesi. Posso trasformarmi in più armi ninja. Per di più io sono definita la “ Camelia” , il fiore senza profumo e dalla fioritura silenziosa ed ho un fratello maggiore che si chiama Masamune che devo trovare. »

Il ragazzo aveva mille domande ma non ne fece nemmeno una per rispettare la sua partner, se voleva dirgli qualcosa sapeva che lui era li e comunque non gli doveva nessuna spiegazione. Dopo di che la ragazza continuò

«Anche per me è la prima volta che dico certe cose e Black star…sono contenta di averle dette a te, il mio maestro d’armi. »

Lui sorrise e disse poi

«Oook è ora di dormire, domani devo essere brillante e non posso permettermi notti brave. Buonanotte Tsubaki…»

Disse aspettando la risposta della ragazza che arrivò nell’immediato

«Buonanotte Black star.»

Ed entrambi caddero in un sonno profondo e per la prima volta dopo tanto tempo, sereno.

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Capitolo 6
*** La nostra missione - Capitolo 6 ***


Il tempo passò veloce e Black star e Tsubaki continuavano il loro allenamento. Conobbero nuove tecniche e nuovi compagni come Soul, Maka, Death the Kid, Liz e Patty con cui condivisero non solo una bella amicizia ma anche combattimenti anche molto serie come quello fra Black star e Kid nel primo giorno di scuola di quest’ultimo. La loro convivenza andava più che bene e ognuno rispettava gli spazi degli altri ma purtroppo l’unico neo rimaneva l’andamento scolastico perché nonostante qualche progresso in fatto di tecniche e strategie, non avevano preso nemmeno un anima. Nemmeno all’ ultima missione, ossia quella contro Al Capone che c’era l’opportunità di catturare 99 uova di kishin e l’anima di una strega nulla fu portato a buon fine. I due avevano vinto ma Black star non se la sentì di prendere ne le anime dell’intero clan ne l’anima della strega dato che era solo una bambina. Quando un giorno Tsubaki passò davanti al tabellone dei combattimenti insieme a Black star vide quel nome che ormai gli avevano dato gli altri a “lui”e impallidì ma non poté dir nulla perché il ragazzo disse

«Tsubaki guarda che roba! Fantastico un uovo di kishin molto potente! Il suo valore si aggira addirittura sulle 45 uova, dobbiamo andarci!»

La ragazza guardò il ninja preoccupata, insomma quello era il suo scopo e le parve quasi di usare il ragazzo per il suo fine. Tuttavia dovevano anche pensare al loro percorso scolastico e quella era un occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire. Cosi disse

« Ok, ma dobbiamo parlare con il sommo Shinigami per avvertirlo che è nostra…»

E mentre disse questo staccò la medaglietta con la scritta “new” sulla missione, era un segnale alle altre armi e alle altre falci che quella missione specifica era probabilmente già presa o magari in contrattazione. Entrarono nella camera della morte e davanti al suo specchio c’era il sommo Shinigami che guardava Death City e gli comunicarono la loro decisione, lui guardò Tsubaki e chiese a Black star di aspettare fuori

«Masamune, la lama incantata sembra voler diventare un kishin....ti rendi conto di cosa ti aspetta? Non sarà facile.. »

Ma lei era oltremodo decisa, voleva bloccare Masamune a tutti i costi e cosi rispose al sommo Shinigami

«Non ho scelta e anche se ci fosse sceglierei solo questa soluzione, ucciderò Masamune anche a costo della vita. »

Ma il sommo Shinigami era saggio e sapeva leggere bene nell’anima delle persone  anche le loro più intime paure.

«E black star che dice? »

E lei ovviamente si incupì. Non aveva mai detto nulla a Black star di suo fratello e della sua famiglia e quello che aveva detto era veramente molto poco, come avrebbe reagito il ragazzo a quella notizia? Avere a  che fare con un uovo di kishin era già un oltraggio e una cosa poco raccomandabile figuriamoci esserne parenti. Cosi sincera rispose

«In realtà non sa ancora nulla, ma lui si fida ciecamente di me. »

Il dio della morte guardò la ragazza e disse ancora

«Come non potrebbe…comunque andatevi a preparare per la missione, partirete subito. »

E Tsubaki lasciò la camera della morte. Subito Black star chiese cosa le avesse detto ma lei lo liquidò dicendo che gliel’avrebbe detto dopo la missione e non mentì, semmai fossero tornati incolumi glielo avrebbe detto sicuramente. Prepararono il minimo indispensabile, fecero colazione e partirono in direzione di Ari, il villaggio delle spine che era situato a sud a pochi chilometri da Death city anche se sembrava veramente fuori dal mondo. Era un posto arido nonostante fosse in mezzo alla foresta, la gente era rintanata nelle case ed erano per di più contadini ed allevatori ma non era questo quello che stupì i ragazzi ma piuttosto i tetti delle case e tutto ciò che era esterno , oltre a sembrare abbandonato, aveva degli spuntoni simili a spine appunto, persino la loro divinità dalla forma strana aveva 4 grandi spine quasi a formare una croce. Black star e Tsubaki si guardavano intorno e il ragazzo chiese

«Perché un posto cosi desolato suscita l’interesse della lama incantata? »

E la ragazza disse

«Non lo so, forse le anime semplici e ingenue come quelle di questa gente sono anche più propense alle paure e per la lama incantata è più facile possederle. »

E lui quasi scocciato ma per nulla meravigliato disse

«Ah ecco…mi pareva strano»

Tsubaki aveva un groppo in gola, non riusciva più a trattenersi e sentiva che doveva delle spiegazioni al ragazzo cosi prese il coraggio a due mani e disse

«Black star, devo dirti una cosa riguardo la lama incantata…»

E lui annoiato disse

«Ah si e cioè? »

Poi girò lo sguardo e rimase sorpreso da una scultura

«Ma che diavolo…?»

E corse verso lo strano oggetto lasciando ovviamente Tsubaki con un palmo di naso che poté solo rincorrerlo. Poi si arrampicò proprio sulla scultura che gli abitanti consideravano una divinità e urlando come suo solito disse

« YAHOOOOO ECCO A VOI BLACK STAR IN SCENAA!! »

E lei tentò come sempre di farlo scendere dicendo

«Attento Black star potrebbe rompersi e potresti farti male…»

Ma lui e il suo ego erano molto più grandi e più prorompenti della volontà della ragazza e infatti continuò come se non l’avesse sentita e urlò

« SIETE ONORATI CHE UNA STAR COME ME SIA VENUTA NEL VOSTRO SQUALLIDO VILLAGGIO!? »

E lei con un minimo di volontà in più disse

«Black star smettila…»

Ovviamente aveva attirato l’attenzione ma in negativo e i paesani non tardarono ad arrivare e gli intimarono di scendere da li e lui obbedì ma solo per accusarli uno per uno di essere la lama incantata ma ovviamente non era cosi e Tsubaki tentava di scusarsi e di tirarlo via da quell’imbarazzo ma poi un ragazzo guardò la spalla del ninja e disse

«Quella stella… perché siete tornati? Volete ammazzarci tutti!? »

E un vecchio indicò la spalla del ragazzo e disse

«Quel tatuaggio….tu sei un sopravvissuto del Clan della Stella! »

Improvvisamente Black star si fece serio e Tsubaki capi il perché, infondo lui gli aveva spiegato le sue origini ma non capiva veramente come la gente poteva prendersela con lui dato che non aveva fatto nulla ma solo per un tatuaggio. Resta il fatto che questa gente era anche bigotta e ovviamente anche se il ragazzo era innocente ai loro occhi risultava un serio criminale e un pericolo. Il giovane tirò una moneta al ragazzo che la prese al volo e poi continuò

«Voi del Clan della Stella siete disposti a tutto per denaro, quindi andatevene! »

E poco a poco la folla venne fuori dalle case con mazze, sassi, pentole e tutto ciò che poteva essere un arma o essere tirato contro.

«Maledizione anche qui…»

Commentò a bassa voce Black star mentre Tsubaki lo guardava preoccupata, come era possibile che questa gente a distanza di anni potesse ricordare ancora tutto quel massacro ma soprattutto come fanno a collegarlo a Black star che fino a quel momento non aveva mai visto quella gente e quel villaggio? Poi una goccia bagnò il terreno e la gente ci iniziò a tirare addosso sassi e bastoni e cosi ci ritirammo nella foresta sui rami di un grande albero. Ovviamente la cosa andava a loro svantaggio

«Merda, si è anche messo a piovere e io non so rilevare l’onda delle anime come Maka ma posso basarmi solo sui cinque sensi e con questa pioggia è praticamente impossibile rilevare la lama incantata. »

Disse Black star cercando di aguzzare la vista sul villaggio mentre Tsubaki lo guardava pensando all’accaduto e lui se ne accorse

«Stai pensando a quello che è successo prima? »

E lei rimase sorpresa anche ripensandoci non c’era nulla da stupirsi, Black star non era stupido ma comunque provò a mentire dicendo

«Oh…no niente affatto…»

E lui disse ancora

«Non mentirmi…so che lo  pensi…»

E a quel punto era inutile mentire, aveva capito tutto cosi disse il suo pensiero

«Però…alla fine la gente odia Black star e beh… Ecco non lo trovo giusto. »

Ma lui trattenne una risata e disse

«Ma non dire stupidaggini! Almeno sono stato al centro dell’attenzione, yahoo! »

Lei lo guardò ancora e pensò se quella fosse una tattica per non pensare alla sua famiglia, se Black star stava male del fatto che non si fosse mai scrollato quel appellativo di “assassino” che dalla nascita gli apparteneva e forse proprio per questo cercava di comportarsi come un esaltato. Ripensando a questo Tsubaki tentò di ridirgli al ragazzo di Masamune

«Black star…c’è una cosa di cui ancora non ti ho parlato…»

Ma lui la interruppe dicendole

«Non sei obbligata a dirmi niente. »

Lei lo guardò con stupore, anche perché non capitava mai che Black star la interrompesse per dire una cosa cosi seria. Poi continuò

«Non so cosa ti leghi a Masamune però è un nemico e dobbiamo sconfiggerlo giusto? Quindi adesso pensiamo a questo quando poi sarai più in pace con te stessa, ascolterò cosa hai da dirmi. »

La ragazza si domandò come diavolo aveva fatto a capire le sue emozioni, il suo animo, la sua paura. Non erano i sensi da ninja ne il fatto che fosse la sua arma…questo era il carattere di Black star nei suoi confronti. Lo guardò negli occhi turchesi e la ragazza disse

«Va bene…»

Per lui era un muto grazie e cosi ricambiò per un secondo lo sguardo per poi distoglierlo verso l’orizzonte e notare, forse per togliersi dall’imbarazzo

«Piove sempre più forte…»

E un tuono echeggiò per la valle ed entrambi guardarono la pioggia cadere quando un urlo che proveniva dal villaggio arrivò all’orecchio del ragazzo che disse

«Ci siamo…andiamo! »

E Tsubaki non poté far altro che seguirlo ed entrambi corsero il più in fretta possibile verso il villaggio e quando arrivarono videro il giovane che impugnava una katana dalla lama scura e subito il ragazzo gli rifilò un calcio in faccia allontanandolo dal giovane e urlò

«SEI TU LA LAMA INCANTATA! »

E poi lo guardò sul viso, il ragazzo aveva come dei tatuaggi tribali neri su tutto il corpo e gli occhi erano totalmente neri fatta eccezione per gli iridi e le pupille rosse. Il ragazzo si chiese

«Ma che succede non è lo stesso ragazzo di prima.. »

 e Tsubaki gli andò a fianco e rispose ai suoi dubbi mentre la pioggia cadeva ancora incessantemente.

«La lama incantata ha il potere di possedere l’anima di chi la impugna. »

Lui la guardò stupito per il fatto che fosse cosi sicura e perché non credeva a quello che vedeva ma lei continuò e disse

«Di solito le anime di un arma e di un maestro d’armi sono in sintonia ma la lama incantata è sola e si impossessa dell’anima di chi la brandisce poi il suo corpo e infine ne divora l’anima…»

La ragazza guardò con uno sguardo speranzoso ma preoccupato il ragazzo perché ormai quello che aveva di fronte era Masamune, avrebbe voluto chiedergli il perché fosse arrivato a quel punto ma non poteva, non ora. Poi il ragazzo attaccò dicendo con voce sicuramente più adulta per la sua età

«Sei tu…»

E loro evitarono il colpo saltando in sintonia ed essendo suo fratello Tsubaki sapeva il suo punto debole e spiegò il piano al ragazzo

«Black star, la lama incantata non può controllare l’onda di due anime contemporaneamente per cui se riesci ad inviare l’onda della tua anima al ragazzo a quel punto Masamune mollerà la presa e poi ci penserò io. »

Poi Tsubaki saltò e si trasformò in una kusari-gama e lui era pronto per la battaglia e nella solitudine di quando si trasformava in arma Tsubaki disse

«Sono entrata alla Shibusen per dare la caccia alla lama incantata e adesso probabilmente mi sto servendo di te Black star…»

E lui parò un colpo di katana con la catena della sua arma e disse

«Tsubaki, ti conosco troppo bene per pensare che le cose possano effettivamente stare cosi…un arma e il suo maestro si aiutano sempre a vicenda…»

E poi scansò il ragazzo mentre la ragazza rimaneva sorpresa, ancora quella gentilezza e quella fiducia spassionata, senza ombra di dubbio e senza fare domande. Lui si fidava ciecamente di lei e anche se lei lo stava usando a lui non importava perché se quello la rendeva felice l’avrebbe fatto. Inoltre lui aggiunse

«Ti assicuro che puoi contare su di me più di quanto tu faccia adesso. »

Lei non aveva veramente più parole per definire quello che provava per lui ma una sola parola gli usci per esprimerlo

«Grazie. »

E poi si fece comandare via via nel combattimento mentre Masamune non solo lo attaccava controllando il corpo del ragazzo ma anche l’ombra e potevano solo fregarli con la velocità ma durò poco perché scivolò facendosi un dolore cane al sedere ma il nemico non si perdeva in chiacchiere e l’ombra lo attaccò  ma lui la evitò per un soffio. Tsubaki cambiò forma diventando una spada ninja e lui riuscì ad evitare l’ombra ma quella si ramificò infilzando il ragazzo ferendolo. Il sangue gli colava sulle braccia, sul petto e sulla faccia. Solo successivamente quando Tsubaki si trasformò in una kusari-gama di nuovo ed evitarono un paio di attacchi poterono dire

«Eco dell’anima! »

Ed i loro pensieri diventarono uno solo come il loro corpo, ciò che Tsubaki pensava lo pensava anche Black star, era una sintonia perfetta. Cosi Tsubaki si intrecciò formando una stella e la riempi con la forza della sua anima, quello era l’attacco shield star e intanto il ragazzo si lanciò verso la lama incantata e scagliò contro di lui la forza della sua anima cosi Masamune uscì dal corpo del ragazzo del villaggio che svenne tra le braccia di Black star mentre lei riassunse forma umana e prese la spada incantata diventandone cosi la padrona. Entrambi sapevano che ora la battaglia era solo tra Masamune e Tsubaki e Black sta può solo starle vicino. Lei si inginocchiò a terra e poi un battito accelerato e l’anima di Tsubaki iniziò a macchiarsi di rami neri e poi un urlo straziante. Black star mise il ragazzo a terra e guardò la ragazza con uno sguardo speranzoso dicendogli

«Tsubaki, torna da me sana e salva. »

E poi si inginocchiò di fronte a lei come a farle da guardia pronto per proteggerla e starle vicino qualsiasi cosa fosse successo ma in cuor suo pregava che lei tornasse da lui, anche in fin di vita ma doveva tornare perché senza di lei era terribilmente solo e se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
 

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Capitolo 7
*** Una camelia può profumare - Capitolo 7 ***


Black star era rimasto impietrito davanti a tsubaki che era incosciente di tutto quello che succedeva, i paesani ne approfittarono e iniziarono a prendere a bastonate il ragazzo facendolo mettere seduto e lui accusò tutti i colpi, non voleva assolutamente lasciare sola la sua arma nonostante il sangue ora colasse sul suo viso, sulle sue scarpe e gli tingeva di rosso i capelli azzurri. Nel frattempo nella lama incantata il paesaggio era a dir poco spettrale, una mezza luna nera colava sangue dalla bocca e anche il cielo andava da un rosa tenue ad un rosso sangue e macchiata da delle ramificazioni o meglio delle ombre man mano si avvicinava l’orizzonte, a terra c’era acqua torbida ma che rifletteva il cielo donando una sfumatura rossa anche ad essa e tsubaki iniziò a pensare per non farsi sopraffare da Masamune

*Sono all’interno della lama incantata…dove sei? *

E poi ai suoi piedi rotolò una palla rossa ma che lei ignorò

*Per possedere la mia anima devi prima attaccarmi…*

E poi alle sue spalle una voce profonda e maschile parlò ad alta voce

«Possedere la tua anima? No…io la divorerò cosi com’è, sai sono lieto di rivederti Tsubaki»

Dopo che si tolse l’enorme cappello, lei salutò il giovane che gli somigliava cosi tanto ma al contrario di lei sembrava smunto e quasi malsano data la colorazione della sua pelle grigiastra, gli occhi erano vuoti e i capelli erano di un nero spento. Il ragazzo la guardava senza esprimere nessuna espressione

«Ciao fratello. »

Ed entrambi con la forza delle loro anime fecero apparire le loro armi, per Tsubaki la kusari-gama e per Masamune la katana e si misero in guardia, fu la ragazza a fare la prima mossa e corse verso di lui cercando di fenderlo con la lama ma lui la parò e le prese il volto sollevandola e dicendole

«Sei debole…sei come il fiore che ha il tuo stesso nome, la camelia. Un fiore che non ha profumo…»

Poi la prese per la coda di cavallo e le mise la faccia nell’acqua nel tentativo di soffocarla

«Sboccia silenziosamente senza farsi notare, perfino il modo in cui appassisce è lugubre e miserabile…»

Ma quando vide che la ragazza non demordeva allora la ferì al fianco destro e la scaraventò via facendola ruzzolare per 4 o 5 volte

«Un fiore insignificante. Penso che se fossimo nel mondo esterno saresti già morta»

Mentre Masamune parlava lei ebbe l’opportunità di valutare il danno e mise una mano sulla sua ferita, era profonda e grondava sangue e lei ne ebbe terribilmente paura e naturalmente il ragazzo se ne accorse

«Sento la tua anima tremare, hai forse paura di morire? »

E lei lo guardò con uno sguardo determinato ma ancora attraversato da un bagliore di tenerezza, lei voleva fermarlo perché ancora tentava di farlo rinsavire e lui lo sapeva perfettamente e si rifiutava di guardarla e lui urlò

« SMETTILA…è COLPA TUA SE SONO RIDOTTO COSI. »

Intanto fuori nel mondo esterno la gente si accaniva ancora su Black star ma lui era concentrato solo su Tsubaki sperando che tornasse da lui

*Tsubaki questo è il tuo show…non farti sopraffare*

Tsubaki intanto combatteva ma Masamune le chiese

«Come mai usi solo la kusari-gama hai paura di me? Potresti trasformarti nella lama ninja o in una bomba fumogena…»

Ma poi capì, Tsubaki non combatteva sul serio perché provava pena per lui e lo fece imbestialire inferendole una ferita profonda alla spalla facendola finire ancora a terra a causa del dolore e della forza d’urto

«Tu puoi farlo, io no e lo sai perché? Tu hai ereditato tutto mentre io…ho solo questa katana»

Poi con la lama della spada le fece un taglietto sulla guancia dicendole

«Sono stato sempre riempito di attenzioni ma in realtà gli facevo pena e questo sei stato tu a farmelo capire…»

Il sangue le colava sulla sua guancia ma lei ancora non smetteva di provare affetto per lui ma ovviamente Masamune, cieco di follia,interpretò male quel suo sguardo e si coprì gli occhi

« NON GUARDARMI CON QUEGL’OCCHI NON COMPATIRMI! METTEVI SEMPRE DA PARTE I TUOI SENTIMENTI E TI PRENDEVI CURA DI ME… è INSOPPORTABILE! »

E le ombre avvolsero il ragazzo ma poi i separarono in attesa di istruzioni

«Ti ucciderò Tsubaki. Prendetela»

E le ombre presero Tsubaki per le caviglie, per i polsi, per la vita e per il collo e iniziarono a stringere, lei si sentiva ormai morire e l’ultimo pensiero che ebbe fu proprio lui

«Black star…»

Disse con un filo di voce e , incredula, senti come un eco lontano la sua risposta

«Tsubaki, ricordi la mia esibizione alla cerimonia di benvenuto alla shibusen? Io me la ricordo benissimo…»

E lei rivide il ricordo che ovviamente le aveva cambiato la vita ma il ragazzo continuò

«Quel giorno hai assistito alla mia esibizione fino alla fine, ora tocca a me assistere alla tua…»

Poi quello che prima picchiava Black star andò verso Tsubaki e alzò il bastone contro di lei dicendole che doveva andarsene ma il ragazzo si alzò e gli bloccò il bastone

«Ehi moccioso…se osi un'altra volta toccare questa ragazza anche solo con un dito, io ti ammazzo. »

Ed era molto convincente considerando il suo passato, beh almeno questo penso quel ragazzo e infatti tutti si fermarono e non ebbero il coraggio di toccare ne lui ne la ragazza. Intanto lei ignara era ancora prigioniera di Masamune e lui disse con finto magnanimo

«Non hai qualcosa da dire?>>

Ma Tsubaki sembrava quasi attendere la sua fine e guardava il vuoto respirando ancora la poca aria che l’ombra permetteva alla sua gola stretta di respirare. Poi con una nota spazientita Masamune disse

«Sei un fiore senza profumo dopotutto…resterai in silenzio fino alla fine?>>

Poi ci fu un pensiero che fece Tsubaki e che poté vedere anche Masamune, forse un vago tentativo di lei di farlo rinsavire. Erano nella loro casa, piccoli al massimo potevano avere 6 e 8 anni e lui chiese a lei a cosa volesse giocare ma lei rigirò la domanda a lui e infatti Masamune disse che per una volta doveva decidere lei e cosi lei disse che voleva giocare a palla…ma non era vero. L’aveva detto per far piacere a lui e questo fece imbestialire ancora il ragazzo che le puntò la spada e le disse

«Ora la tua anima è mia…addio.>>

E la trapassò da parte a parte all’altezza dello stomaco, con la katana. Lei emise un sospiro e si accasciò sulla spada mentre le ombre la sostenevano ancora  a peso morto per poi poggiarla sulla spalla del fratello, non era morta…non ancora ma sentiva la vita sfuggirle via. Ci fu ancora quel pensiero, Masamune che le diceva di prendere la palla ma lei non la prese, ovviamente perché non riusciva proprio a giocare a quel gioco cosi piccola com’era e la palla andò vicino ad un cespuglio di camelie facendone cadere una e lei la guardò per poi prendere il gioco ma quando si girò Masamune era adulto e la rimproverava di sentirsi superiore nei suoi confronti e di godere del suo autocompiacimento ma poi da dietro al cespuglio spuntò lui. Black star prese il piccolo fiore caduto e quasi riprese sia lei che Masamune dicendo

«Ti conosco troppo bene per pensare che le cose possano effettivamente stare cosi>>

E poi la piccola Tsubaki non c’era più ma c’era la Tsubaki di ora ma era sola e ci fu una ripresa. Tsubaki alzò la testa e sussurrò

«Ti sbagli.>>

Lui risentendo la sua voce  la scaraventò a terra ma dopo due ruzzoloni la ragazza si alzo in piedi in guardia e urlò

«TI SBAGLI! TI SBAGLI TI SBAGLI TI SBAGLI!>>

Adesso Tsubaki faceva sul serio e Masamune lo sapeva, forse per la prima volta iniziava ad avere paura

«Ti fermerò fratello anche a costo della vita!>>

E nella mano di Tsubaki si materializzò la lama ninja e si preparò a colpire e lui disse

«È completamente inutile, è soltanto una messa in scena sei soltanto un fiore insignificante che non ha alcun profumo!>>

Ma lei subito ribatté decisa

«Ti sbagli, non sono un fiore insignificante! Qualcuno mi ha insegnato che…>>

E subito le venne in mente Black star e le sue piccole attenzioni, quella sa fiducia incondizionata nei suoi confronti

«Anche una camelia…»

E si rese conto solo in quel momento quanto per lei fosse importante perché era per merito suo che lei non si era arresa

«Anche una camelia può profumare! »

Detto ciò Masamune ormai furioso scagliò su di lei le ombre che lei squarciò con la lama uccidendole sempre se cosi si poteva definire. Arrivò fino a lui e una forza d’urto potente fece muovere l’acqua in tormento ma la lama della katana la trapassò stavolta all’altezza del cuore. Fuori Black star si rese conto di ciò perché Tsubaki alzò la testa e lui la chiamò ma lei scomparve nella lama e lui disse

«No! Non è possibile! »

Aveva voglia di piangere ma era tanto tempo che non lo faceva che non si ricordava nemmeno più come si facesse, poi si girò e strappò dalle mani di un cittadino il bastone con cui lo picchiava in precedenza e picchiò la lama ormai abbandonata a terra e ad ogni colpo diceva

«Bis…bis…bis»

Si accaniva cosi tanto , non accettava l’idea di perderla ma Tsubaki non aveva perso e Masamune lo seppe anche toccando l’anima della sorella e al posto del foro della lama ne usci una camelia e il ragazzo ammise

«Ho capito quello che volevi dire…»

Poi l’aria si riempì di petali rossi e il corpo di Masamune scomparve poco a poco

«Tsubaki è come la camelia, un fiore senza profumo? No…mi è bastato toccarle l’anima per capirlo, profuma moltissimo. »

E si dissolse del tutto, il cielo e l’acqua divennero azzurri e limpidi con qualche nuvola inoffensiva. Tutto in quell’ambiente infondeva pace e tranquillità proprio come la personalità della ragazza. Apri gli occhi e prima che poté scomparire disse a Masamune con tono tenero

«Fratello mio…»

E poi tutto ciò che rimase in mano a Tsubaki fu l’anima di suo fratello che era rossa…ormai un uovo di kishin. La strinse e pianse, non voleva arrivare certo a quel punto. La mangiò intera e con le lacrime agli occhi fino a che non la finì e intanto Black star si accaniva ancora sulla lama dicendo bis. Poi Tsubaki riapparve e Black star caracollò all’indietro guardando la ragazza stupito, non aveva nemmeno un graffio.

«Eccomi Black star…»

E lui stupito disse con poca voce

«Tsubaki…»

E lei continuò come se non avesse parlato

«Ho incontrato mio fratello. »

E lui quasi per non sentire o per non tradire le sue emozioni disse

«Sono felice di rivederti, tutto a posto?>>

Con aria di superiorità e lei con fin troppa calma rispose

«Ma certo>>

Black star conosceva Tsubaki e guardandola disse

«Davvero è tutto a posto?>>

E lei con la stessa calma di prima disse

«Davvero, tutto a posto.>>

Ma la sua mente parlava

*No non lo è…*

E infatti al ragazzo non  convinceva per niente questa calma apparente e  presto il sorriso di Tsubaki sfiori in un espressione triste

*Oh no non piangere…ah Tsubaki…volevi farmi fesso? Andiamo io sono un dio!*

Pensò lui e per tirarla su sorrise e protese le mani verso di lei aprendo le braccia

«Vieni qui forza!>>

E lei rimase stupita e lo guardò con aria interrogativa e lui continuò

«Permetti a Black star di abbracciarti!>>

Lei rimase ancora stupita ma dei grossi lacrimoni le uscirono dagli occhi e si rese conto che Black star l’aveva sempre difesa non solo con l’anima dandole sostegno ma anche con il corpo dato che era pieno di sangue

*Oh mio dio…Black star…io…io…*

E Tsubaki scoppiò in lacrime buttandosi tra le braccia del ragazzo

«Black star, mi dispiace!>>

E lui la guardò , non toccandola per farla sfogare e anche perché voleva godersi quella sensazione di tempesta passata che ora calmava la sua anima e poi lei disse singhiozzando

«Black star che ti hanno fatto? Sei coperto di sangue…>>

E solo allora lui la strinse a se e le carezzò la testa dicendole

«Non preoccuparti per me..>>

Ma poi qualcuno ricominciò con le bastonate e lo prese alla sprovvista facendogli venire un bernoccolo enorme

«AHIAAAA!! BRUTTO DEFICIENTE!>>

E scaraventò via quell’essere veramente fastidioso e Tsubaki rimase a bocca aperta. Il ragazzo di cui Masamune si era impossessato si sveglio e Black star disse

«È ancora vivo? Bene. »

Poi ricominciarono a dirgli di andarsene e lui stiracchiandosi annoiato disse

«Questi zoticoni sfigati sono davvero fastidiosi…»

Poi si batté la mano sul sedere e disse

«Smettetela di rompere e baciatemi il culo! Avete paura di un nemico che neanche esiste, imbecilli! »

Ovviamente tutti andarono su tutte le furie e cacciarono via a pedate sia lui che la ragazza

«Andiamo via! »

Disse Tsubaki correndo con lui allarmata, ma black star aveva l’ultima parola

«Chi ci mette più piede in questo schifo idioti! »

E scapparono via tornando alla Shibusen

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Capitolo 8
*** Amorevoli lacrime - Capitolo 8 ***


Al ritorno alla Shibusen i ragazzi si fecero medicare e poi Shinigami li convocò nella sala della morte una volta rifocillati. Stavano andando nella sala della morte quando lui chiese alla ragazza

«Tsubaki, ora che hai sconfitto la lama incantata sarai ancora la mia arma?»

Entrambi si fermarono e si guardarono negli occhi, per Tsubaki la risposta era fin troppo ovvia

«Ma certo! »

E lui sorrise allegro e sollevato disse

«Evviva! »

Una volta arrivati nella camera della morte ad attenderli c’erano Maka, Soul, Liz, Patty, Kid, Stein e ovviamente il sommo Shinigami che diedero il ben tornati a tutti e black batté il cinque con soul e disse

«Salve ragazzi! »

E anche Tsubaki abbracciò le ragazze quando Shinigami disse

«Avete acquisito la vostra prima anima! Complimenti! »

E Stein prese la parola dicendo

«Ora Tsubaki dovrebbe aver acquisito la modalità di Masamune ma non ne sono sicuro…»

E Black star ovviamente prese la ragazza per mano e disse

«Tsubaki modalità lama incantata! »

Ovviamente lei obbedì ma capì subito che qualcosa non andava e infatti la forza dell’anima di Black star fu azzerata in meno di 2 secondi facendolo svenire

«Black star! »

Disse lei preoccupata poggiandosi la testa del ragazzo sulle ginocchia e facendogli aria con un ventaglio

«Che tonto…»

Commentò Soul e Stein disse

«Beh probabilmente Black star ancora non sopporta bene l’energia che la lama incantata richiede…»

E lui commentò

«Io sono sempre un era avanti…»

Successivamente i ragazzi organizzarono una festa in loro onore a casa di Kid dato che era più grande e spaziosa e mangiarono e si divertirono da morire. Una volta tornati a casa i ragazzi ancora non avevano sonno e mentre Black star faceva le flessioni Tsubaki si pettinava i capelli allo specchio

«Sono contenta dei progressi che stiamo facendo vero? »

E lui disse

«Oh si, ma che ti aspettavi sono un Dio e sono invincibile! YAHOO! »

E lei disse

«Zitto! Sono le 2 ormai è molto tardi…»

E lui disse

«Oh già…scusami. »

Poi calò un silenzio imbarazzante e nessuno dei due sapeva come riempire quel vuoto che era sempre più consistente.

«Oggi ho avuto paura di perderti…»

Ammise Black star e lei rimase stupita

«Immagino, mi dispiace di averti fatto spaventare ma avresti poi cambiato partner no? »

E lui si avvicinò a lei facendola arrossire guardandola negli occhi e disse

«Pensi davvero che era per quello la mia paura? Non avrei preso nessuna…»

Ammise lui per poi dire guardando la finestra

«Probabilmente sarei impazzito e sarei diventato come mio padre…un assassino sanguinario, avrei preso Masamune e l’avrei fatto a pezzi. »

Lei lo guardò e quel piccolo uomo era veramente tenero ma anche forte, quei muscoli non erano solo nel suo corpo ma anche nella sua anima e lei non sapeva come ma se ne sentiva attratta. Arrossì ma si alzò per poi abbassarsi alla sua altezza e abbracciarlo da dietro

«Black star…grazie. »

Lui le carezzò le braccia e disse

«E di cosa mi ringrazi? Hai fatto tutto tu, era il tuo show…»

Ma lei ribatté gentile

«Se tu non me l’avessi permesso non ci sarebbe stato nessuno show e probabilmente nemmeno una coppia…come me e te. »

E gli carezzò i capelli azzurri un po’ scompigliati color del mare.

«Sai cosa penso, che nemmeno se fossi morta e fossi entrata a far parte del corpo di Masamune ti avrei dimenticato. Non lo credo possibile. »

Poi lo lasciò e lui improvvisamente senti freddo, quelle braccia potevano veramente far cosi effetto su di lui? Nessuno si era mai comportato come Tsubaki faceva con lui. Gli batteva il cuore all’impazzata ed era arrossito senza nemmeno accorgersene. Si girò e lei era nel suo letto che probabilmente riposava e cosi si avvicinò e le chiese.

«Tsubaki…»

E lei aprì gli occhi e si trovò un oceano turchese che erano i suoi occhi e quella pupilla dalla forma strana, come di una stella

«Dimmi…»

Disse lei e lui la sollevò dalla nuca facendola mettere seduta continuando a guardarla

*è bellissima…e la stavo per perdere…*

Lei vide la preoccupazione nei suoi occhi e chiese

«Oh Black star tutto a posto? Cosa ti angoscia? »

Lui non rispose ma si avvicinò ancora di più a lei che lo guardò stupita e sobbalzò di sorpresa, lui gentile disse

«Non muoverti. »

E poi posò le sue labbra su quelle della ragazza, prima in maniera delicata e poi sempre più incisivo quasi disperato, tsubaki intanto si sentiva morire a causa del suo cuore che galoppava ad una velocità inaudita fino a che il bacio finì e lei poté aprire gli occhi e guardò il ragazzo toccandogli le guance

«Black star tu stai…»

Lui si toccò la guancia che lei gli lasciò libera e si accorse che era bagnata, diede un rapido sguardo al viso di lei pensando che fosse Tsubaki a piangere invece no

*ma queste sono…lacrime…*

Lui era un fiume in piena, le lacrime non si fermavano più e si vergognava da morire lo si vedeva nella sua postura e anche come singhiozzava. Cosi lei prese il suo viso tra le mani e lo
baciò ancora non solo sulla bocca ma sulle guance, sulle palpebre, sulla fronte, sul naso insomma ovunque le fosse concesso. Poi prese il suo fazzoletto e gli asciugò le lacrime

«Ehi dai, un dio non piange mai vero? »

E lui sorridendo tirò su con il naso e annuì e disse

«Meglio andare a letto…Buona notte Tsubaki…»

E lei sorrise dicendo

«Buona notte Black star…»

Durante la notte gli prese la mano intrecciandola con quella di lui  e si addormentò in un sonno profondo, il giorno dopo non sarebbero andati alla Shibusen quindi avrebbero avuto la giornata libera.

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Capitolo 9
*** La camelia stellata - Capitolo 9 ***


Quella era una mattinata di sole molto cocente e Tsubaki si stava mettendo il costume e sciogliendo i capelli, con Black star dopo colazione avevano deciso di andare al mare cosi mentre lui metteva l’impensabile nelle borse lei ne approfittò per vestirsi e preparare panini, bibite e vari bento dato che il ragazzo sembrava un pozzo senza fondo. Una volta usciti e aver chiuso casa presero la corriera che l’avrebbe portati alla spiaggia e dato che entrambi non avevano mai visto il mare erano elettrizzati e Black star urlò salendo in piedi sul suo sedile

«YAHOO NON VEDO L’ORA DI FARMI UN BEL BAGNO RINFRESCANTE!»

E Tsubaki disse

«Anche io ma siediti Black star ci guardano tutti! »

E lui ribatté

«E LASCIALI GUARDARE! TUTTI DEVONO AMMIRARMI PERCHÉ SONO IL GRANDE BLACK STAAAR! »

E poi rise sguaiatamente mentre lei con pazienza chiedeva scusa a tutti per il disturbo. Una volta arrivati e aver piantato l’ombrellone Black star andò subito a buttarsi in acqua mentre Tsubaki si metteva la crema protettiva, lui non ne aveva bisogno o comunque l’avrebbe messa più tardi. Prima di entrare la ragazza si concedette un secondo per guardare quello specchio d’acqua azzurro e limpido mentre qualche onda le bagnava i piedi e lei costatò che era fresca. Vide Black star nuotare felice e sorrise contenta, poi lo vide avvicinarsi e appena usci urlò

«Tsubaki andiamo! »

E lei disse

«No Black staaaar! »

Ma il ragazzo già l’aveva presa in braccio e trascinata a forza e la buttò  in acqua. Quando lei riemerse rise a crepapelle e disse

«Ti faccio vedere io! »

E lo schizzò d’acqua e ovviamente anche lui fece lo stesso. La giornata passò e la sera andarono a bere qualcosa nel piccolo bar del mare. Tsubaki indossava un vestito lungo che si legava dietro il collo, azzurro con dei fiori di ibisco rossi e Black star una camicia bianca con dei pantaloni neri, per entrambi infradito nere. Ordinarono 2 cocktail leggeri , consci che il giorno dopo sarebbero tornati alla shibusen.

«Black star ti stai divertendo ? »

E lui rispose

«Oh si alla grande! »

E risero e ancora quel silenzio imbarazzante e lei chiese

«Senti riguardo a ieri sera…»

Ma lui arrossì di botto e disse

«Dimentica tutto. »

Lei rimase spiazzata non sapendo che lui si stava riferendo alle lacrime, era convinta che si riferisse anche al loro bacio e si rattristò

«Ok…»

Ammise ma lui non capi minimamente cosa poteva averla rattristata. Poi ci fu una gara di limbo e manco a dirlo Black star ci partecipò invitando anche la ragazza che declinò l’invito. Mentre lui era distratto prese il cellulare e compose il numero di Maka e la supplicò di andarla a prendere. Menomale che Maka aveva preso il patentino e cosi in sella alla moto di Soul le due ragazze tornarono alla shibusen, ovviamente Maka chiese dove fosse Black star ma lei deviò la domanda dicendo che l’avrebbe raggiunte ma lei si sentiva poco bene. Una volta a casa con sorpresa di Tsubaki trovò Black star che la aspettava, lei gli passò davanti ma lui le bloccò il polso e disse

«Perché sei andata via? »

E lei riciclò la scusa detta a Maka che non era lontana dalla realtà dato l’animo basso

«Stavo poco bene e non volevo rovinarti la serata. »

Poteva sentire i muscoli di lui fremere, odiava quando mentiva e l’aveva imparato solo conoscendolo perché di lei gliene importava. Le lasciò il polso e disse

«Sbrigati con il bagno. »

E poi chiuse la porta della camera dietro Tsubaki e si preparò un the. La ragazza invece in camera di lui si spogliò e poi raccolse i vestiti e li mise nei panni sporchi

*perché Black star hai detto una cosa simile? È cosi vergognoso provare un sentimento per qualcuno forte o debole che sia? E poi io non sono qualcuno io sono la tua arma e poi mi baci e pretendi che dimentichi tutto…ma come si fa? Non posso dimenticarlo perché…beh a me è piaciuto e non nascondo che ne vorrei ancora…*

Pensò mentre preparò la vasca per poi immergersi e guardare la schiuma profumata lavarle via la salsedine e la sabbia dal corpo e dai capelli

«Uff…»

Sbuffò per poi ancora pensare

*possibile che io non sia il suo tipo? E allora chi potrebbe essere? Liz no…lo sopporta molto poco e con Patty beh sono simili ma per lei è più un compagno di merende che un ragazzo per cui provare una cotta e quindi rimane solo…Maka. Infondo lui tende sempre a proteggerla e anche quando si arrabbia lui sorride e lei ride a sua volta delle sue battute. Ma allora perché mi ha baciato? Non sarà  perché voleva… allenarsi anche in quello…immagino che altrimenti sarebbe stato imbarazzante per lui trovarsi allo sbando con lei…*

La ragazza pianse di rabbia e poi senti bussare il ragazzo che chiese

«Tsubaki tutto ok? »

E cosi si sciacquò velocemente e si asciugò mettendosi una vestaglia simile ad un kimono solo che molto corto color verde pastello con piccole camelie stampate sopra, quando usci dal bagno, aveva le lacrime agli occhi e tremava di rabbia cosi quando aprì la porta lui la guardò e disse

«Tsubaki…»

E lei gli rifilò un ceffone in piena faccia facendogli la guancia rossa che lui subito dopo si massaggiò e disse

«Perché mi hai schiaffeggiato…no dico che ti prende? »

Disse lui quasi esasperato, lei era strana e non capiva il perché e lei disse

«Devo dimenticare tutto vero? Ecco ho dimenticato ora! »

Poi finalmente lui collegò, capendo il ragionamento equivoco della ragazza e scosse la testa mentre lei cercava di sfuggire da lui che ora la abbracciava

«Lasciami! Lasciami ho detto! »

Disse lei scrollandosi ma il risultato fu che caddero entrambi sul pavimento, lei sopra di lui che prontamente la bloccò a terra rigirando le posizioni.

«Tsubaki, pesi veramente che ti avrei baciato perché mi andava? Per capriccio? »

E lei timida ammise

«No, tu mi hai baciato per Maka…saresti stato in imbarazzo se mai ti avesse colto impreparato…»

E a quel punto lui scoppiò a ridere e scrollò la testa

«Ma per favore! Quella secchiona rompipalle la lascio a Kid e poi ti sei vista? Tu sei…ehm…molto più….bella…ecco. »

Lui anche arrossì poi si guardarono, uno sguardo che era un perdono reciproco che metteva fine a qualsiasi tormento dell’anima riportandola serena, i suoi occhi turchesi e i suoi occhi blu riflessi l’un l’altra e poi ancora il contatto. Si baciarono, prima lentamente e poi con passione crescente mentre le mani iniziarono a viaggiare sui loro corpi diventati ormai incandescenti liberandoli dai vestiti. Lui baciò ogni curva burrosa di lei affondando la mano nei suoi capelli colore della notte e lei a sua volta baciò ogni spigolo del corpo di lui cesellata ad arte dallo stesso Black star carezzando con le dita il suo tatuaggio come se potesse sentire il suo fardello che ora sembrava annullarsi. Ripeterono i loro nomi con passione, in preda agli ansimi e ai gemiti che la passione gli obbligava a fare e poi iniziarono a danzare quel ballo peccaminoso andando insieme in un'altra dimensione, simile alla follia ma molto più dolce e calda. Ballarono per tutta la notte cullati dalla luna che curiosa li guardava regalandosi piacere a vicenda, senza vergogna e senza pudore di tale gesti. La mattina dopo si svegliarono nello stesso letto coperti solo dalle lenzuola e l’ennesimo bacio

«Black star…che ore sono? »

E lui guardò l’orologio sul muro e disse

«Sono le 8»

E lei granò gli occhi

«Aaah tra mezz’ora dobbiamo andare in classe! »

Ed entrambi si vestirono  talvolta incappando in errori che li fecero sorridere, poi finalmente uscirono di casa e corsero a scuola e in classe ignari quasi di essersi presi per mano e quando entrarono.

«SCUSI IL RITARDO! »

Urlò Tsubaki mentre lui come al solito disse

«ECCOMI GENTE SONO ARRIVATO! GIOITE PER IL GRANDE BLACK STAR LO SHOW STA PER INIZIARE! »

E per poco il professor Stein non lo scaraventò fuori, mentre sfilavano sotto gli sguardi della classe e anche dei loro amici. Presero posto e Tsubaki aprì il quaderno dove prendeva appunti e dentro ci trovò una camelia di carta ma che somigliava ad una stella e guardò Black star e lui le riservò un occhiolino e lei sorrise allegra. Da quel momento sarebbero stati l’uno indispensabili per l’altra, per lui la sua camelia e per lei la sua stella.

FINE

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