As long as you love me.

di girlswag
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. -Please, stop this pain ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.
- 12 Gennaio 2010

Correvo, correvo e correvo.
Non mi sarei fermata davanti a nessuno e a niente, dovevo arrivare in quell’ospedale,
dovevo andare dal mio migliore amico e nessuno mi avrebbe fermata.
La pioggia cadeva sul mio viso, ero completamente fradicia,
era tutto ricoperto d’acqua a terra e in piu’ c’erano le mie lacrime che scendevano.
Scendevano, scendevano e facevano male. Continuavo a correre, dovevo essere la e non potevo andarmene.
Arrivai a quell’ospedale, non sapevo dove andare e nemmeno in che camera fosse non sapevo che cosa dovevo fare.
“Mi scusi.. la prego mi aiuti” – fermai un infermiere con due cartelle in mano, lui mi guarda e si ferma, io piangevo come una matta
“Cosa succede signorina? Si sente male? Le devo chiamare un medico?”- io piangevo e lo presi per le maniche della camice che indossava
“No, devo andare da un mio amico. Non so in che camera sia, ma la prego devo andare da lui.. mi aiuti”-
l’uomo mi prende la mano e mi porta alla reception, si mette al computer e mi guarda
“Come si chiama il suo amico?”
“Si chiama Justin… Justin Bieber” – lui mi guarda e fa una faccia strana, io non sapevo che cosa fare.
Non poteva essere morto.
“E’ nella stanza 312, venga la porto io!” – si alza e mi porta con calma verso la camera, si trovava quasi infondo a un corridoio al quale si poteva accedere a un altro corridoio aprendo una porta, arrivo davanti alla camera 312.
L’infermiere apre.
Eccolo, steso in quel letto fermo e immobile.
“La lascio sola con lui, se ha bisogno sa dove trovarmi” – annuisco. L’infermiere chiude la porta, io mi avvicino a lui il mio migliore amico, freddo come il ghiaccio e immobile.
Era una scena terrificante.
Accarezzai il suo viso con dolcezza, il mio dito percorreva il contorno del suo viso con la delicatezza piu’ assoluta.
Ero li con lui, come lui c’era stato per me ogni momento della mia vita.
“Ehi Juss, sono qui. Sono qui per te, non ti preoccupare io sto bene. Non sto piangendo te l’avevo promesso no?”- vedo lui che si muove, io li che lo fissavo incredula come se un sogno si stesse realizzando improvvisamente. Apre gl’occhi mi guarda, una sua mano molto lentamente accarezza il mio viso
“Sei qui.” – sussurra leggermente, io mi avvicino a lui e gli faccio un sorriso annuendo, le lacrime scendono sul mio viso bagnandolo
– “No, non piangere”
“Non ci credo che sei qui, non ci credo che hai aperto gl’occhi Justin”- lui fa un piccolo sorriso e io lo guardo, aveva quegl’occhi così belli e io lo guardavo.
“Avvicinati.” – mi avvicinai con il viso al suo lui con quella poca forza che aveva uni le sue labbra alle mie,
mi chinai ancora di piu’ su di lui per non fargli sprecare le forze e lui mi diede un bacio dolce e delicato. Mi allontanai leggermente,
ero sempre stata innamorata di lui, ormai da una vita intera e finalmente lo ha capito.
“Non te ne andare” – mi sussurrò dolcemente, io gli faci un sorriso tenero e sincero, anche allo stesso tempo imbarazzato e intimorito
“Non vado da nessuna parte, però devo andare a fare una telefonata”- mi allontano da lui e sento che mi stringe la mano.
“Torni subito, vero?” – io annuisco sorridendogli, lascio la sua mano e esco dalla stanza.
Prendo il cellulare e vedo che in quel punto non c’era campo. Mi allontano sempre di piu’ dalla stanza,
dovevo chiamare la mia amica per farmi coprire così non avrebbe mai scoperto nessuno che ero andata via senza dire niente per vedere Justin.
“Alex” – diventai di pietra improvvisamente, mi girai lentamente e vidi il mio peggior incubo, era li che mi fissava.
“Patrick” – no, non poteva essere! No adesso cosa faccio?
“Sei una bambina disubbidiente, ti avevo detto di stare a casa!”- mi dice con aggressività, io avevo paura ero pietrificata.
“Non mi avresti mai dato il permesso… se te l’avessi chiesto.”- lui mi tira uno schiaffo, io abbasso la testa e trattengo le lacrime a fatica.
“Adesso tu vieni a casa con me”- dice prendendomi il polso, io mi mollo e lo osservo con uno sguardo di sfida.
“No, devo andare dal mio migliore amico” – mi guarda ancora piu’ arrabbiato.
Mi prende di peso. – “No, Patrick lasciami andare! Devo andare da Justin” – lui non mi molla, io gli do i pugni sulla schiena. Lui sembrava impassibile.
“Justin!”- urlai con tutta la voce che avevo. Ma niente, nessuno e nulla che mi aiutava. Patrick mi carica in macchina, io piango disperatamente.
“Da domani abiteremo in un’altra città, ci trasferiamo!”- lo guardai incredula della sua affermazione.
No, non potevamo andare via da li, c’era Justin dovevo stare con lui. Non potevo.
“No, Patrick non possiamo andare via.”- lui mi guarda e si mette a ridere come un matto, io avevo gl’occhi rossi dal tanto piangere.
“Ma secondo te seguo gl’ordini di una ragazzina? Una ragazzina come te! Non ci pensare nemmeno! Non mi fai pena anche se stai piangendo, non mi fai proprio pena Alex. Adesso partiamo la decisione è presa!”- io continuavo a piangere disperatamente,
continuavo a versare lacrime sul mio viso, sento che un suo dito che mi solleva il viso obbligandomi a guardarlo.
– “Non mi fai pena, smettila di piangere e cresci!”- abbasso di nuovo la testa. Sapevo che se sarei scappata lui mi avrebbe picchiata,
dovevo seguire i suoi ordini ero minorenne ed ero sotto la sua tutela.
Piangevo.
Non avrei mai piu’ rivisto Justin. Non avrei mai piu’ rivisto il mio migliore amico.
Mi chiamo Alexandra Queen, figlia di Robert Queen e Helen Parker, i miei genitori sono morti.
Prima mio padre e mia madre si è risposata con Patrick, il mio patrigno e poi è morta mia madre.
Io sono andata in custodia a Patrick e da quel momento la mia vita è diventata uno schifo.
Come dicevo mi chiamo Alessandra Queen e non sarò mai felice nella mia vita.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. -Please, stop this pain ***


Capitolo 1 - Please, stop this pain La mia cognizione del tempo non esisteva, tutto per me era uguale. Nessuna sfumatura e nemmeno un sentimento vero, i sogni di una bambina chiusi in un cassetto e dimenticati, ormai non esistono piu’. Quella bambina che giocava con le bambole, sorrideva e amava la sua vita. Dov’è? E’ solo un ricordo. Nei miei pensieri gioco ancora con le bambole e spero ancora di andare sull’isola che non c’è, ma ormai ho diciotto anni e non mi posso permettere di fare questi pensieri. Erano passati anni, mesi, giorni, minuti e secondi. La mia vita di un tempo non esisteva piu’, non vedevo mai quelle persone sincere che una volta mi chiamavano per nome e nemmeno quel ragazzo che una volta chiamavo migliore amico. Nessuno si era mai chiesto dov’ero andata a finire? Nessuno si era mai chiesto che cosa mi fosse successo? Nemmeno una lettera. Nemmeno un messaggio. Nessuno che mi avesse mai aiutato, ero scappata così tante volte che alla fine mi facevo trovare io, perché non avevo piu’ voglia di correre via. Ero nella mia stanza, spoglia muri grigi e tristi, una scrivania piena di libri nuovi e mai aperti. Una televisione che accendevo sempre, ma non ascoltavo mai. Ascoltavo la televisione solo quando parlavano di lui, si lui. Lui il mio ex migliore amico, adesso cantante di fama internazionale. Lui si sarà sicuramente dimenticato di me, ma io non mi sono mai dimenticata di lui. “Alex” – sento la voce di Patrick salire su per le scale, perché era a casa che cosa voleva da me ancora. – “Alex apri la porta subito!” “No!”- gli urlo contro, non volevo aprire quella porta sapevo che mi avrebbe fatto del male come al solito, quei lividi facevano ancora male sul mio corpo. “Alex, apri questa porta immediatamente!”- avevo così paura. Avevo due possibilità, o aprivo la porta e mi facevo picchiare o non la aprivo ma mi avrebbe picchiato ancora di piu’, perché sarei dovuta uscire in ogni caso. “Adesso apro” – scendo dal letto e vado verso la porta, la apro e io mi allontano. Vedo che entra arrabbiato e aggressivo, io non sapevo che cosa fare solamente sapevo che mi avrebbe fatto del male. “Cosa vuoi Patrick?” – lui rimane in piedi, mentre io a fatica mi siedo su letto e lo guardo terrorizzata dal suo sguardo freddo e orribile. “Ho delle novità! Sai il tuo amico…Quel ragazzino che conoscevi tanto tempo fa?”- rimango in silenzio, annuisco terrorizzata, lui fa un piccolo sorrisetto sulle labbra e poi mi fissa come se volesse uccidermi. – “Sua madre è amica di Parker” – Parker è la nuova compagna del mio patrigno che lo vede come un Dio, solo che lei non sa che mi fa del male o cose del genere. Lei mi vuole bene, per me c’è sempre solo che ogni volta che mi vede un livido nuovo mi tocca inventarmi che sono caduta dalle scale o che mi sono presa una botta contro un mobile. Non voglio farla soffrire, non se lo merita è troppo una brava ragazza. “Non lo sapevo… Parker non me ne aveva mai parlato” “Non mi interessa.. comunque da domani andremo a vivere nella sua casa...”- lo guardo e non capivo ancora che cosa centrasse Justin e Pattie in tutta questa storia – “Ah e verrà anche Justin a stare li.. essendo che lei ha una stramega villa” “No.. io non ci vengo” – mi da uno schiaffo sul viso, io mi giro e trattengo le lacrime dal dolore “Adesso ci vieni sgualdrina?”- io abbasso la testa e annuisco, non potevo dire di no – “Bene metti dentro lo scatolone e poi lo porti giu’! Che sia chiaro deve essere tutto in ordine” “Ma per quanto tempo staremo la?” “Per un bel po’!”- esce dalla mia camera e chiude la porta sbattendola, io crollo sul letto piangendo disperatamente, non ero mai stata così male. Dopo avermi portata via da Justin, adesso mi vuole portare nello stesso posto dove abita lui? Non ha senso. Perché mi deve fare così male? Come avrò il coraggio di guardare Justin in faccia dopo tutto quello che è successo? Piangevo disperatamente, ogni parte del mio corpo mi faceva male e non sarebbe mai cambiata questa cosa. “Per favore, ferma questo dolore” – urlo con le lacrime che scendono delicatamente sul mio viso. Faceva così male, il cuore non reggeva piu’. *PARTE JUSTIN* Ero nella macchina, guardavo fuori il paesaggio e contemplavo quelle nuvole grigie nel cielo. Erano così belle. “Justin, ti devo dire una cosa?”- mi girai verso mia madre e la guardai attentamente,sembrava che mi dovesse dire qualcosa di grave ma non capivo che cosa “Dimmi mamma” – gli dissi guardandola negl’occhi, lei si mette vicina a me e mi guarda negl’occhi “Justin a casa della mia amica Parker non ci saremo solo noi, ma anche il suo nuovo compagno con una ragazzina che è la sua figlia adottiva” “E allora che problema c’è mamma?” “Quell’uomo è Patrick e la ragazza è Alexandra.. ti ricordi della tua amica quando avevi diciotto anni? Lei”- la guardo sbalordito, come era possibile? Alexandra? La ragazza che mi è sempre piaciuta? No, lei era andata via. Era scomparsa. “Vuol dire che non è scappata via o scomparsa.. si era semplicemente trasferita …” “Si …” “E vivremo con lei?” “Si … mi dispiace te l’avrei voluto dire prima”- io abbasso la testa e mi allontano da mia madre, mi avvicino al finestrino. Avrei vissuto con la mia ex migliore amica che non ho mai dimenticato. Avrei vissuto con la ragazza che avevo baciato per la prima volta a quattordici anni mentre ero in ospedale. *SPAZIO NARRATRICE* Ecco a voi il primo capitolo di questa grande storia, spero che vi piaccia. Lei soffre tanto e non sopporta piu’ la sua vita. Lui rimane sconvolto dalla nuova notizia, perché è ancora innamorato di lei. Che cosa succederà nel prossimo capitolo? Scopritelo.

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