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Nuova storia, questa volta un classico, Jane Austen e il suo ultimo romanzo: Persuasione.
Il mio preferito in assoluto… sì, malgrado io lo adori ho
osato distruggerlo e riscriverlo! XD
Spero che vi piacerà la storia e se non avete letto l’originale
ve lo consiglio.
Buona lettura!
Persuasione
Prologo: Una promessa
spezzata
Il generale Lopez era un uomo che aveva avuto grandi
soddisfazioni dalla vita, una carriera militare impeccabile, un matrimonio
favorevole e una certa notorietà nell’alta società. Solo uno era stato il suo
fallimento, non aveva avuto un erede, un figlio maschio che, lui aveva sognato,
seguisse le sue orme. Quando la levatrice gli aveva comunicato che la Signora
Lopez aveva partorito una bambina aveva fatto una smorfia e sentendo le forti
urla provenienti dalla piccola aveva deciso che non se ne sarebbe curato. La
bambina era cresciuta e malgrado i numerosi successi che portava a casa in
tutti gli ambiti femminili in cui si cimentava il generale Lopez non le
prestava la più piccola attenzione. Un pomeriggio la piccola portò a casa una
lettera con i complimenti della sua insegnate di pianoforte e andò a
consegnarla fiera al padre, l’uomo, forse per una disattenzione momentanea, la
lesse e poi, ricordandosi la sua presa di posizione, disse solo:
“Un pianoforte non serve in guerra! Sai forse tirar di spada?
O sparare a duecento piedi di distanza colpendo il bersaglio?” Le riconsegnò la
lettera e tornò ai suoi affari. La bambina, che dal padre aveva preso
un’innegabile orgoglio e una forte coscienza delle proprie capacità decise, sebbene
avesse solo dieci anni, che avrebbe reso suo padre orgoglioso.
La via le era stata indicata e la piccola Miss Lopez decise
di non discostarsene più. Suo padre desiderava un guerriero? Ebbene lei glielo
avrebbe dato.
A sedici anni era una provetta cavallerizza, sparava con
facilità con qualsiasi arma le venisse presentata e nessuno avrebbe avuto da
ridire sulla sua tecnica alla spada.
Il generale che quasi si era dimenticato di avere una figlia,
se la ritrovò un giorno davanti, la ragazza indossava un guanto e portava un
paio di pantaloni, ma quello che stupì l’uomo fu la spada che sua figlia gli
porse.
“Cosa significa tutto ciò?” Aveva chiesto il generale ma la
ragazza aveva assunto la posa che il maestro le aveva insegnato e poi senza
preavviso aveva attaccato il padre. Il generale Lopez fu dapprima incredulo,
poi stupito, infine estasiato. Per la prima volta guardò davvero sua figlia, i
suoi fermi occhi scuri, la mascella decisa e fiera, i capelli corvini e
ribelli. Era la sua copia giurata, un misto di fierezza, forza e sfrontatezza.
“Non potrò mai farti entrare nell’esercito… ma se ritieni di
avere il coraggio e la fermezza giusti posso far sì che tu entri in marina, lì
sono meno formali, non baderanno al fatto che sei una donna.” La ragazza che, per
la prima volta in tutta la sua vita, aveva visto gli occhi del padre
illuminarsi nel guardarla, aveva sorriso e annuito.
Tre mesi dopo, malgrado le proteste della madre, era partita,
una nave la stava aspettando.
Santana Lopez ora era capitano di vascello e in nome di sua
maestà il re d’Inghilterra combatteva le navi francesi in tutti i mari del
globo. Ed era brava, il miglior capitano che un marinaio potesse desiderare,
era dura e severa, sprezzante e feroce, ma quando il nemico si avvicinava lei
rimaneva immobile sotto il fuoco ad incitare i suoi uomini, quando bisognava
arrembare era la prima a gettarsi tra le spade dei nemici e quando la battaglia
era vinta, perché lei non ne aveva mai persa una, passava tra i feriti con
parole di conforto e d’orgoglio, per loro e i loro compagni.
Questa donna fiera e coraggiosa però nascondeva un segreto,
una sconfitta, una ferita che non aveva mai raccontato a nessuno, se non forse
ai suoi fedeli compagni, capitani di vascello come lei. A Santana Lopez avevano
spezzato il cuore.
Era successo durante una delle pause tra un ingaggio e
l’altro, quando era ancora un tenente e aspettava di essere assegnata su una
nuova fregata. Sua madre le aveva suggerito di raggiungere un loro cugino nella
campagna del Somerset e lei, visto che i suoi amici
capitani erano tutti per mare, aveva accettato. Era rimasta a terra per due
mesi, due mesi in cui aveva scoperto cosa volesse dire amare, il suo amore era
stato ricambiato, delle promesse erano state scambiate per poi venire
disilluse. Il tenente Lopez aveva ricevuto l’ordine di ingaggio ed era tornata
a Londra, da allora le sue prede erano aumentate notevolmente, così come la sua
furia e la sua fama.
Dieci anni dopo essersi arruolata, all’età di ventisei anni,
tornava a terra, la guerra con Napoleone era finita e la maggior parte dei
capitani poteva tornare alle loro famiglie. Santana Lopez tornava a casa
ricoperta d’onore, gloria e fama, oltre che con un notevole patrimonio, l’unica
cosa da fare ora era trovare un matrimonio vantaggioso e accasarsi. Cosa che la
giovane aveva tutte le intenzioni di fare.
Ora vi chiederete voi, cari lettori, quale animo può essere
così grande da attirare l’attenzione e poi l’amore di una giovane di comprovata
abilità, intelligenza e bellezza? Ebbene, vi illudete se credete che si tratti
di un avventuriero, di un crudele essere pronto a giocare con il cuore di una
donna. Perché questa anima altri non era che la giovane, bella e dolce, Brittany Susan Pierce.
Questa giovane ragazza proveniva da una nobile famiglia dello
Somersetshire, suo padre altri non era che Sir Walter
Pierce di Kellynch Hill, baronetto e fiero di
esserlo, padre altresì di due fanciulle, la più giovane, Rachel
era convolata a felice nozze con Finn Hudson, un
giovanotto erede di una famiglia borghese ma con buone finanze, e la maggiore Elizabeth, era dedita, come il padre, alla celebrazione di
se stessa. Brittany aveva sofferto più delle sorelle
per la perdita della madre, lei di animo così sensibile, incapace di sfruttare
la propria bellezza, come invece faceva Elizabeth o
di far pesare il proprio matrimonio e i propri diritti come Rachel,
era rimasta schiacciata, quasi ignorata dal padre che la reputava troppo poco
bella o dal carattere troppo debole. Aveva però trovato nella migliore amica
della madre, Lady Emma Pillsbury, una madrina attenta
e sincera.
Quando Santana Lopez era giunta per far visita al cugino se
ne era innamorata all’istante, così come era stato per il capitano. Dal primo
sguardo le loro anime si erano riconosciute e mai vi era stato amore più
sincero e sicuro.
Forse era stata l’esuberanza della gioventù, forse la purezza
di sentimenti mai provati prima ma tra le due ragazze non vi era stata paura o
attenzione alle usanze, si erano amate, passando insieme settimane di pura gioia.
La stessa esuberanza che l’aveva fatta cadere, senza
titubanza, tra le braccia di Santana, aveva poi fatto sì che la ragazza, troppo
esaltata da ciò che provava per trattenere il segreto, andasse a raccontarlo
alla sua fedele protettrice e amica, Lady Emma. La donna ne era rimasta
alquanto stupita.
Badate bene, lettori, questa donna non era crudele, solo
estremamente prudente e forse eccessivamente ligia alle regole, fatto sta che
quando Brittany venne da lei, ebra d’amore, ne smorzò
fino a spegnerne del tutto l’esaltazione. Ben presto, con perseveranza e
coscienza di fare solo la cosa migliore per la sua protetta, la donna l’aveva
convinta a separarsi da Santana, adducendo come motivazione le regole della
società e le aspettative della sua famiglia. Già era disdicevole che si
trattasse di un capitano della marina, ma che non fosse finanziariamente ben
solida e in più che fosse una donna, era inaccettabile. Almeno per Brittany che proveniva da una nobile famiglia e che
meritava molto meglio, secondo l’opinione di Lady Emma.
Quando la rottura era avvenuta Santana, che aveva aperto il
suo cuore con la sicurezza della gioventù e la certezza di averlo riposto in
mani sicure, ne era rimasta distrutta, ma aveva sopportato il colpo e deciso
che mai più avrebbe ceduto.
E Brittany? Quell’animo sensibile
che aveva ceduto alle parole di colei che considerava una seconda madre? Lei si
pentì delle sue parole nell’istante stesso in cui le ebbe pronunciate ma erano
state dette e Santana era partita, per non tornare mai più.
Note
Il prologo ci racconta gli antefatti ma… davvero non si vedranno
mai più? ;-)
Per chi volesse protestare che una donna non poteva entrare
in marina nell’ottocento… ebbene si tratta di un mondo leggermente alternativo!
XD
Fatemi sapere se questa mia ultima fatica vi piace!
E se siete arrivati fino a qui già vi ringrazio! ;-)
Al prossimo capitolo e se sarete ispirati dal tema
ottocentesco per i vostri disegni o opere in generale sarò felicissima di
inserirli!
Capitolo 2 *** Uppercross e i nuovi abitanti di Kellynch Hall ***
Mini capitolo… ma entriamo nella storia! ;-)
Buona lettura!
Primo capitolo: Uppercross e i nuovi abitanti di Kellynch
Hall
Brittany osservava i camerieri spostare bauli
e stendere teli. Stavano lasciando la loro casa, la casa in cui era cresciuta,
in cui aveva conosciuto l’amore di sua madre. La lasciavano perché il titolo di
cui suo padre amava tanto fregiarsi non portava loro un centesimo, anzi, aveva
reso l’uomo vanesio e scialacquatore. Brittany aveva
tentato di sanare i loro debiti con un’attenta gestione del patrimonio, ma le
mani del padre erano bucate, così come quelle di Elizabeth
che lo incitava e lo aiutava nello sperpero. Era rimasta solo una cosa da fare,
lasciare la propria casa e affittarla. Quando aveva finalmente fatto accettare
l’idea al padre aveva proposto alcune possibilità per una più modesta e meno
dispendiosa residenza, ma Elizabeth aveva proposto Bath
e gli occhi del padre avevano brillato. Brittany
sapeva quando perdeva una battaglia, le perdeva tutte, infatti fu deciso per
Bath, una città che era dispendiosa per sua stessa esistenza. Luogo termale di
villeggiatura per la buona società. Così Kellynch
Hall era stata affittata ad un generale in pensione.
Il rumore di carrozze la distrasse dai suoi pensieri,
raggiunse l’esterno dove i valletti stavano caricando i numerosi bagagli di Elizabeth e del loro padre.
“Brittany, per favore, porta i nostri
saluti a tutto il vicinato. Sono così dispiaciuta di non poterlo fare di
persona, ma di certo non possiamo arrivare tardi a Bath, siamo già stati
invitati a numerose cene!” Le disse Elizabeth salendo
sulla carrozza,
“Oh, Elizabeth cara” Rise suo
padre, “Di certo non potremmo comunque partecipare a tutte!” Era chiara la sua
eccitazione, amava essere atteso e ricercato. Fecero appena un cenno di saluto
a lei mentre se ne andavano.
Brittany avrebbe raggiunto Rachel ad Uppercross per passarvi
alcune settimane. Aveva accettato con gioia quella possibilità, non amava Bath,
le sue feste noiose, il protocollo, gli inviti.
Quando anche le sue valigie, molto più modeste, furono pronte
venne un calessino a prenderla per portarla fin dalla sorella.
Il cottage in cui abitavano Rachel
e la sua famiglia era più modesto della residenza abitata dai suoceri ad Uppercross, e decisamente non sontuosa quanto Kellynch Hill, ma a Brittany
piaceva molto. Con un sospiro pensò che avrebbe potuto essere casa sua se
avesse accettato la mano di Finn Hudson, ma non aveva
potuto, quel gentile ragazzo non meritava di essere solo apprezzato e non amato
e Brittany sapeva che cosa fosse l’amore. Sua sorella
Rachel aveva avuto meno scrupoli, aveva acconsentito
con buona grazia e ora si ritrovava con due figli e una certa agiatezza, anche
se a lei non sembrava bastare visto le continue pressioni che faceva al marito
affinché chiedesse denaro ai genitori. Brittany
sapeva bene quanto sua sorella fosse ambiziosa e forse quel matrimonio con il
tranquillo Finn non era stato il più indicato.
Entrò nel cottage e trovò sua sorella sdraiata sul divano, la
coperta tirata su fin sotto il mento e un panno umido sulla fronte,
“Oh, Brittany… sei arrivata
finalmente, credo di stare davvero male!” Brittany le
si avvicinò, conosceva sua sorella a sufficienza da sapere quanto amasse essere
melodrammatica, probabilmente era sana come un pesce,
“Mi dispiace… credi di riuscire ad alzarti e fare due passi?
Così magari andiamo a trovare i tuoi suoceri…”, La donna abbassò il panno con
fare teatrale, era bravissima in quello,
“Sai forse due passi non mi farebbero male…”
“Certo che no, anzi, ti tornerebbe un po’ del tuo naturale
colorito.”
“Esatto e poi sono tornati Quinn e Kurt, di sicuro avranno
voglia di salutarmi.”
Quinn e Kurt erano i due figli minori dei signori Hudson, di
età più vicina rispetto al fratello maggiore Finn,
erano vivaci e pieni dell’esuberanza dei giovani, oltre al fatto che erano
appena tornati da Londra pieni di entusiasmo per tutto ciò che avevano visto e
fatto.
Non appena le videro giungere i due giovani si precipitarono
fuori di casa accogliendo sicuramente con maggiore enfasi Brittany
che la loro parente Rachel.
“Miss Brittany! Quanto rimarrete ad
Uppercross? Oh vi prego ditemi che sarà a lungo” Le
chiese Kurt,
“Pensavo due mesi… poi dovrò raggiungere mio padre a Bath”
“Due mesi! Ma è così poco.” Protestò il giovane mentre le
accompagnavano all’interno della Casa Grande, dove fu accolta con affetto anche
dai genitori dei ragazzi.
I giorni trascorsero con velocità e serenità per la giovane,
che sapeva come gestire le follie da diva della sorella e che era benvoluta da
tutti gli abitanti della casa. Un giorno però mentre sorseggiavano un the
chiacchierando fu sollevato un argomento che era alquanto penoso per la
ragazza,
“Oggi dovrebbero arrivare gli affittuari di Kellynch Hall, dico bene cara?”
“Sì… oggi.” Disse lei abbassando lo sguardo,
“Sarà penoso per te, vero piccola?”
“Non molto, in fondo è un eroe di guerra e sono sicura che
saprà gestire la casa nel modo migliore…”
“Un eroe di guerra?” Chiese subito interessata Quinn, “Sapete
il suo nome?”
“No in verità non ho voluto saperlo… una sciocca e inutile
remora.” Brittany sorrise e la signora Hudson che
aveva intavolato l’argomento disse,
“Domani Mr Hudson andrà a trovarli,
sapete: i doveri di un buon vicino, vi dirà subito se sono persone degne della
vostra meravigliosa casa.” Brittany gli annuì e la
donna sorrise. L’argomento fu archiviato con nient’altro che un po’ di
dispiacere.
Ma l’indomani, mentre Brittany
passeggiava con Rachel furono raggiunte da un Kurt
alquanto sovraeccitato,
“Papà è tornato, abbiamo un invito per una cena dal generale
Lopez!” Il cuore di Brittany si fermò. Divenne
pallida e dovette stringersi con forza al braccio di Rachel
che troppo presa dalla notizia scambiava frasi con Kurt, lei non ne udì neppure
una. Lopez, perché proprio quella famiglia? Perché non poteva essere altri che
la sua. Quanti Lopez erano generali? L’avrebbe rivista? Avrebbe incrociato di
nuovo i suoi occhi? Cosa avrebbe provato?
Era tornata al cottage con l’animo in subbuglio, incapace
anche soltanto di parlare. Rachel era a Londra per
completare gli studi l’estate in cui lei aveva conosciuto Santana, quel nome
per lei non significava nulla.
“Sei pallida Brittany… non ti senti
bene?”
“No… andrò a riposare in camera mia…”
“Ma come? Stanno per raggiungerci Quinn e Mr
Hudson, ci racconteranno tutto del generale Lopez e di sua moglie!”
“Porgi loro le mie scuse.” Le disse solo allontanandosi in
fretta.
Otto anni, era passato così tanto tempo, non una lettera, non
una parola tra loro due, Brittany aveva seguito i
suoi successi sulle gazzette della marina, sussultando ogni volta nel leggere
il suo nome.
E ora… l’avrebbe rivista. Perché Brittany
lo sapeva, se i suoi genitori erano venuti ad abitare a Kellynch
Hall lei vi sarebbe venuta per forza. Si ricordava ancora di quell’estate
passate nel Sommerset? Si ricordava di lei?
Note
Si incontreranno dunque… o almeno così sembra credere Miss Brittany. Ma Santana la ricorda ancora? Secondo voi?? ;-)))
Sono davvero piccolini come capitoli… perdonatemi… ma la
storia vuole così! ;-)
Buona lettura!
Secondo capitolo: Il
Capitano Santana Lopez
“Miss Brittany, vi sentite bene?”
“Sì…” Mentì lei, non si sentiva affatto bene, il suo timore
più grande era appena stato confermato, il generale era accompagnato dalla
moglie e dalla figlia. Figlia che stava al centro di tutte le conversazioni del
cottage e della Casa Grande.
“Come avete detto che si chiama padre?” Chiese Quinn,
“Santana Lopez”
“Che nome suggestivo!” Disse Kurt gli occhi che come quelli
della sorella brillavano,
“E di sicuro avrà un sacco di amici capitani di marina come
lei, che verranno a trovarla…” Fece notare Quinn,
“Già” Improvvisamente tutti trovavano la marina interessante,
vi era persino una gazzetta della marina appoggiata sul tavolino, probabilmente
vi avevano cercato il nome della giovane.
“E com’è padre?” Chiese ancora Quinn,
“Oh la vedrete stasera, posso dirvi che è una ragazza
particolare, al principio era stupito di vederla in uniforme, ma poi, la sua
garbatezza, la sua affabilità e le sue capacità dialettiche mi hanno
conquistato, è senza dubbio una donna dal grande fascino.” Ad ogni affermazione
Brittany si sentiva morire un po’ di più, lei
ricordava quella giovane, come apparisse forte e sfrontata quando in realtà era
dolce e bisognosa di affetto.
“Che abito indosserete Miss Brittany?”
Le chiese Kurt,
“Oh… io non ci ho ancora pensato…” Già perché quella sera
c’era la festa organizzata dal generale e lei era stata invitata.
“Se ti servono suggerimenti conta pure su di me.” Lei gli
annuì tentando un sorriso che uscì alquanto stiracchiato, l’avrebbe rivista e
non in un futuro prossimo ma lontano, no, quella sera stessa.
Kellynch Hall, tra tutte le tenute
d’Inghilterra, tra tutte le tenute del Sumerset,
perché i suoi genitori avevano scelto quella? E poi ovviamente l’avevano
costretta a raggiungerli, perché dove poteva andare se non dai genitori ora che
era libera dagli obblighi della marina? Eppure quel luogo era per lei un
tormento, no, non provava più nulla per quella ragazza di cui a malapena
ricordava il volto, però sapere che si era mossa tra quelle mura solo qualche
giorno prima la… infastidiva. Si era sentita sollevata nello scoprire che i
proprietari si erano recati a Bath, lontano dal Sumerset,
evitandole qualsiasi sgradevole incontro.
Santana indossò la giacca, malgrado ormai non fosse più
costretta all’uniforme della marina aveva scoperto i mille vantaggi degli abiti
maschili e non aveva nessuna intenzione di rinunciarci.
La aspettava una gradevole cena con i vicini che suo padre
aveva invitato. Aveva tutta l’intenzione di divertirsi, perché era libera e
alla ricerca di un marito.
“Allora Brittany sei pronta?” La
chiamò Rachel, Brittany era
ancora in sottoveste, indecisa tra l’abito verde e quello blu. Mentre si
osservava allo specchio notò come l’acconciatura che tratteneva i suoi capelli
biondi si fosse sfatta mentre lei infilava e sfilava gli abiti. Iniziò a
sistemarsi i capelli con risultati ben più che scarsi. Un urlo la fece
immobilizzare, poi reagì, afferrò una veste da camera e la indossò mentre
correva lungo le scale.
Il più piccolo dei figli di Rachel
si era fatto male, una lussazione alla spalla. Il medico fu chiamato e nella
piccola famiglia del cottage si scatenò una discussione. Rachel
voleva restare con il figlio, ma non sopportava l’idea di non andare alla
festa. Finn desiderava che sua moglie restasse con il
piccolo ma al contempo voleva andare alla festa e conosceva a sufficienza Rachel per sapere che non lo avrebbe lasciato andare se lei
non avesse potuto andarci.
“Rimango io” Si sentì dire Brittany
e improvvisamente tutta la tensione svanì dal suo corpo, non l’avrebbe vista.
Così fu deciso e Brittany rimase
accanto al bambino mentre Rachel e Finn raggiunsero gli abitanti della Casa Grande e poi in
carrozza si diressero verso Kellynch Hall.
Il mattino dopo l’entusiasmo era alle stelle, tutti non
parlavano d’altro che della festa, della sontuosità del ricevimento, della
gentilezza dei padroni di casa e poi di lei. Brittany
aveva mormorato il suo nome, nel buio della notte, aveva sospirato nel leggerlo
in silenzio, per otto anni nessuno altro lo aveva pronunciato, e ora, non
passavano dieci minuti senza che fosse citata.
“Miss Brittany!” Finn era entrato nella stanza,
“MrFinn,
non c’eravate a colazione, siete uscito presto?”
“Il capitano Lopez mi ha invitato per una battuta di caccia,
abbiamo usato i suoi fucili, ma volevo mostragli uno dei miei, vado a
prenderlo…” Le fece un cenno con il capo e uscì dalla stanza chiamando il
servitore. Brittany era rimasta gelata, credeva di
aver scampato il pericolo…
“MrFinn,
dove…” La porta si era aperta e quando Brittany si
era voltata lei era lì. Santana Lopez, in pantaloni e giacca scuri, i capelli
legati in una semplice coda, sul viso gli anni e il mare avevano cambiato ben
poco, stessi occhi profondi, stesse labbra dolci, stesso naso perfetto.
“Buongiorno Miss Brittany” Le disse
e fece male, perché il suo tono era lontano, la sua voce che sapeva essere così
calda e avvolgente ora era fredda e impersonale.
“Ten… Capitano Lopez…” Sbatté le
palpebre nell’errore, ma la donna non fece mostra di averlo notato.
“Capitano, oh eccovi qua, guardate, il fucile di cui vi
parlavo.” Finn era arrivato e tese il fucile alla
donna che sorrise, sorrise e prese l’arma per poi uscire con l’uomo fornendo
opinioni e paragoni tra le loro armi da fuoco. Aveva sorriso, perché non era
infastidita o arrabbiata o qualsiasi altro sentimento. Santana Lopez aveva
dimenticato, non la odiava nemmeno più ora per lei era a malapena un vago
ricordo, un errore della gioventù archiviato e sepolto. L’indifferenza con la
quale l’aveva salutata, l’indifferenza che aveva provato nel trovarsela davanti
all’improvviso, quando a lei erano tremate le gambe, quell’indifferenza era
l’unica cosa che restava del loro passato.
Si erano viste, si erano guardate, non c’era più niente.
Brittany si guardò attorno felice, le piaceva
la musica, le piacevano i balli,
“Miss Brittany,
venite vi presento mia cugina…” L’uomo le aveva preso la mano e portata verso
una figura intenta a discutere con un uomo. Indossava l’uniforme blu della
marina e teneva i capelli in una coda, quando si era voltata Brittany aveva sentito il suo cuore sussultare,
“Miss Brittany
Pierce, il tenente Lopez”. I loro occhi si erano incontrati e il tenente aveva
sorriso. Quel sorriso che lei aveva all’istante imitato e che non avrebbe mai
potuto dimenticare.
Note
E’ fatta, si sono riviste e… solo un cuore ha palpitato.
Brittany sembra la sola ad avere ancora
sentimenti, mentre il Capitano Lopez prova solo fredda indifferenza, come si
può ora sopportare una simile situazione?
Al prossimo capitolo! Grazie mille a tutti e tutte!
Capitolo 4 *** Caccia al cervo sotto il temporale ***
Buona lettura!
Terzo capitolo: Caccia
al cervo sotto il temporale
Dopo quel primo incontro ce ne n’erano stati altri che
probabilmente aveva notato solo lei, perché Santana le badava appena, era
cortese, sì, la salutava e poi andava da qualche altra parte, a ridere delle
battute di Quinn o a complimentarsi con Kurt per un completo particolarmente
elegante. Solo una volta aveva fatto un accenno al loro passato ed era stata
una battuta. Erano a tavola e il signor Hudson aveva chiesto a Santana se
intendeva trovare marito.
“Assolutamente, ora che sono libera dai miei obblighi verso
la marina ho l’intenzione di trovare un buon marito!”
“E quali qualità reputate come buone?” Aveva chiesto Kurt,
gli occhi che brillavano,
“Oh… direi la sicurezza di un opinione e la forza di
mantenerla. Per il resto, amerò sinceramente ogni uomo che sappia dimostrarmi
che il suo cuore è sincero.” Due frecciate a lei, Brittany
ne era sicura, aveva abbassato la testa e resistito al desiderio di alzarsi per
andarsene.
“Brittany?” Si riscosse dai suoi
pensieri e guardò la sorella, “Ti ho chiesto se venivi a fare una passeggiata”,
“Certo, volentieri…” Sapeva che Santana era a caccia con Finn e temeva di vederla comparire in ogni momento, così si
alzò felice di quella possibilità di evasione.
“Devo chiederti un opinione… io e Finn
siamo in contrasto.” Brittany si preparò alle parole
della sorella, era pronta a tutto, ma non a quello, “Credo che presto avremo i
Lopez come parenti” Sussultò impallidendo, ma Rachel
non lo notò, raramente badava ai sentimenti degli altri, “E su questo concordiamo
io e Finn, e immagino non sia sfuggito neppure a te…
ma il problema è che io credo che il capitano Lopez abbia una predilezione per
Kurt, mentre Finn…” Arrossì e si avvicinò di più a
lei, “Beh lui crede che sia Quinn ad aver attirato l’attenzione del capitano”
Scosse la testa, “Credo che Finn sia influenzato
dallo scalpore creato dal matrimonio tra Lady Ellen e quell’australiana…” Si
strinse nelle spalle, “Tu cosa ne pensi?” Brittany
era passata da un bianco porcellana ad un rosso porpora e ritorno. Rachel la guardava in attesa e lei iniziò a farfugliare
qualcosa quando fu salvata da un rumore di zoccoli. Rachel
guardò verso la strada e poi sul suo volto si disegnò un sorriso.
“Capitano Lopez! Pensavo che foste andati a caccia più a
Sud…” La ragazza montava un potente stallone nero che teneva a bada solo con le
ginocchia e una mano, mentre nell’altra teneva il fucile,
“Vostro marito ha avvistato un cervo questa mattina e credeva
che fosse venuto da questa parte…”
“Un cervo?” Protestò Brittany, era
sì confusa e imbarazzata, come ogni volta che incrociava la ragazza, ma non
apprezzava che si andasse a caccia, in particolare non di cervi, sapeva che
ogni animale aveva lo stesso diritto di vivere, ma i cervi erano così nobile e
belli…
Santana sorrise,
“Non lo prenderemo, ormai è lontano.” Brittany
alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi e vide il sorriso sparire dalle sue
labbra mentre gli occhi la fuggivano. Un secondo rumore di zoccoli precedette
l’arrivo di Finn, un grande sorriso sulle labbra,
sembrava felice malgrado la caccia fosse stata infruttuosa.
“Oh, Rachel, Miss Brittany, siete a passeggio?”
“Sì, anche se il tempo sta peggiorando…” In effetti il cielo
si stava velocemente scurendo.
Finn annuì alla moglie poi guardò
Santana,
“Potremmo tentare di aggirarlo sulla collina… magari si è
attardato a brucare l’erba fresca vicino alla pozza d’acqua…”
“Sì, magari riusciamo ad ucciderlo, vorrei proprio abbellire
il salone di Kellynch Hall e avete detto che il
nostro cervo ha un palco invidiabile.” Rachel guardò Brittany perplessa, conosceva l’opinione della sorella
sull’argomento, ma la ragazza a quelle parole abbassò lo sguardo rimando in
silenzio. Se lo meritava, qualsiasi offesa, qualsiasi dolore Santana volesse
infliggerle lei lo avrebbe accettato in silenzio, perché meritava ogni parola
dura.
Le salutarono e spronarono i cavalli,
“Brittany, è la prima volta che non
ti vedo scattare come una molla per difendere i tuoi preziosi animali”, un
tuono salvò Brittany ancora una volta, “Torniamo a
casa, prima che arrivi il temporale…”,
“Tu vai… io faccio ancora due passi, ti dispiace?”
“Rischi di prenderti l’acqua”
“No, non andrò lontano, solo pochi passi…”
“Fai come vuoi, ci vediamo a casa.” Rachel
si incamminò con passo rapido verso il cottage, mentre Brittany
finalmente sola poté lasciare cadere le lacrime di cui aveva tanta voglia di
liberarsi. Non aveva ancora pianto e ora lo fece, senza trattenere i singhiozzi
cercando, inutilmente, di liberarsi del dolore profondo che la attanagliava ogni
volta che il suo sguardo si posava su Santana e i suoi occhi la fuggivano.
“Siete bellissima!” Le disse,
facendola arrossire, “Adoro guardarvi, adoro i vostri occhi, cambiano colore
più velocemente del mare e mai il mare mi ha emozionato come quando guardo i
vostri occhi.” Brittany alzò lo sguardo, avevano le
dita intrecciate, sentiva il cuore batterle all’impazzata nel petto. “Brittany…” Mormorò Santana, era la prima volta che toglieva
il miss, si avvicinò a lei e chiuse gli occhi sfiorandole le labbra.
Un rumore di zoccoli le fece rialzare lo sguardo. Rimase a
bocca aperta mentre davanti a lei si stagliava un meraviglioso cervo. Si
fissarono per un lungo istante, l’animale non aveva paura, forse era solo
curioso. Brittany spalancò gli occhi immobilizzata
quando mise a fuoco chi c’era dietro l’animale. Santana aveva imbracciato il
fucile e lo stava puntando. L’istante sembrò cristallizzarsi, tutti e tre
rimasero immobili, poi Santana abbassò l’arma. Un tuono risuonò nel cielo e lo
stallone della ragazza scartò di lato nitrendo e facendo fuggire il cervo.
Brittany si alzò in piedi e la pioggia la
investì. Santana era a una decina di metri da lei, la pioggia che la inondava
eppure non si muoveva. Alla fine ripose con cura il fucile e le si avvicinò per
poi tenderle la mano. Il cuore di Brittany sobbalzò.
Poi le loro dita furono allacciate di nuovo.
Con forza Santana la tirò sulla sella davanti a lei. Brittany le si appoggiò contro respirando di nuovo il suo
profumo, sapeva che non avrebbe dovuto e si aspettava qualche commento dalla
ragazza, ma le avvolse le braccia attorno al corpo e chiuse gli occhi. Poteva
sentire il lento battere del suo cuore, che nella sua mente sovrastava anche il
rumore torrenziale della pioggia che continuava a cadere su di loro.
“Oh Dio Brittany! Te l’avevo detto
che ti saresti bagnata!” Sentì il corpo di Santana separarsi dal suo e si
ritrovò da sola sulla sella, Finn la afferrò
facendola scendere.
“Grazie…” Sussurrò, ma Santana era rivolta verso Rachel che le aveva detto di entrare per asciugarsi,
“No, vi ringrazio, ma tornerò a casa, più bagnata di così non
è possibile.” Risalì in sella agile e dopo un cenno di saluto a Finn e Rachel si allontanò al
trotto.
Note
Ancora assenza di sguardi e molti silenzi… Brittany soffre e Santana… non lo sappiamo, esprime poco o
niente.
Al prossimo capitolo, grazie mille a tutte, che leggete e
sopportate questi minuscoli capitoletti!
Capitolo 5 *** Giuramenti rispettati e giuramenti infranti ***
Buona lettura!
Quarto capitolo:
Giuramenti rispettati e giuramenti infranti
Kellynch Hall era nel pieno della sua
bellezza. Le luci lungo il viale illuminavano la facciata elegante, invitando
gli ospiti ad entrare. Brittany osservò la sua casa,
non era cieca ai difetti della sua famiglia, ma le provocava comunque una fitta
di delusione notare come ora Kellynch apparisse più
viva e bella che mai. I signori Lopez avevano arredato la casa con semplicità
ed eleganza e senza dubbio con carattere.
“Spero che non vi dispiaccia troppo entrare in casa vostra
come ospite…” Le disse gentile la signora Lopez,
“Oh, no, è un piacere vedere come l’avete riportata alla
vita!” Le rispose sincera ottenendo in cambio un sorriso, che le provocò un
tuffo al cuore, se Santana aveva preso quasi tutto dal padre, il sorriso dolce
era della madre.
“Venite, vi presento mio marito.” Le prese la mano
accompagnandola verso il generale che era intento a conversare con Mr Hudson e Santana, “Caro” Lo chiamò lei sorprendendola
per l’eccessiva famigliarità che dimostrava con il marito. L’uomo si voltò,
occhi scuri e capelli neri, pelle ambrata, come la figlia,
“Ti presento Miss Brittany Pierce,
figlia del baronetto Pierce che ci ha affittato la casa…” l’uomo fece un
piccolo inchino,
“Piacere di conoscervi, Miss Brittany.
Questa è mia figlia, che visto il tempo che ha trascorso dai nostri vicini,
avrete già conosciuto”
“Ci conoscevamo già, da tempo…” Disse però Santana mentre Mr Hudson rideva scusandosi con il generale per aver
sequestrato sua figlia.
“Come cara?” Chiese la madre, sorpresa,
“Anni fa, quando sono venuta a trovare il vostro cugino, Miss
Brittany ed io siamo state presentate…”, Brittany era sorpresa, era la prima volta che ammetteva di
averla già conosciuta.
“Davvero? Non ne avete mai parlato” Si intromesse Rachel che doveva aver sentito le ultime frasi.
“Sì.” Disse solo lei,
“Capitano!” La donna si voltò con un sorriso sulle labbra che
fece male a Brittany, “Danzate con me?” le chiese
Quinn prendendola già per mano,
“Volentieri” Le disse lei seguendola sulla pista da ballo.
Brittany era seduta accanto alla signora Hudson
e la signora Lopez, osservando le coppie ballare, sembravano divertirsi molto,
quando la musica finì Santana ritornò verso di loro.
“Capitano Lopez, ora dovete ballare con me!” La inseguì
Quinn, che reclamava la quinta danza visto che Kurt ne aveva avuto diritto a
cinque.
“Portare i pantaloni ed essere una donna mi permette di
danzare con voi e vostro fratello, ma non mi da più
energie”, Santana sorrideva mentre Quinn le si avvicinava inclinando la testa
con un’espressione supplichevole,
“Voi, Miss Brittany, non danzate?”
Le chiese allora la Signora Lopez,
“No…”
“Non ha mai voluto dire perché, ma si tratta di una promessa”
Spiegò Quinn,
“Già, sicuramente uno spasimante” Aggiunse Kurt. Brittany arrossì e la signora Lopez le posò la mano sulla
sua,
“E’ un peccato, sono sicura che siete una meravigliosa
ballerina!”,
“Lo è” Disse una voce, Brittany
alzò lo sguardo su Santana che per una volta la guardò,
“Avete danzato con il capitano? Non è una ballerina
meravigliosa?” Chiese Quinn,
“E’ stato tempo fa, non credo che Miss Brittany
lo ricordi ancora… danziamo?” Chiese poi Santana prendendo la mano a Quinn che
rise felice trascinandola al centro della pista.
Rideva, perché era felice, stare tra
le sue braccia era la cosa più bella al mondo.
“Amo danzare con voi”
“Ma non c’è neppure la musica”
Protestò lei anche se con il sorriso sulle labbra,
“Siete voi la musica” Santana aveva
gli occhi che brillavano nel guardarla, e Brittany
sapeva che stava per farlo ancora, chiuse gli occhi mentre la donna la baciava
dolcemente. Aveva atteso a lungo prima di riuscire a vederla di nuovo da sola.
“Non credo che potrei danzare con
nessun altro al mondo, non dopo aver danzato con voi.” Le disse lei, a pochi
centimetri dalle sue labbra, facendola ancora sorridere,
“Allora anche io non danzerò più con
nessun altro” Promise Brittany non ci furono più
risposte, le loro labbra erano allacciate e i loro cuori battevano all’unisono.
“Mi ha stupito sapere che tu conoscevi già il capitano Lopez”
Rachel la guardava perplessa mentre sulla carrozza rientravano
a casa,
“Era ancora un tenente… è stato tanto tempo fa… tu eri a
Londra.”
“Ma non ne hai mai fatto cenno! E neppure lei…”
“Te l’ho detto, è stato tanto tempo fa.” Chiuse lei forse un
po’ troppo fermamente perché Rachel la guardò sempre
più perplessa, poi sgranò gli occhi,
“Non mi dire che vi siete contese un uomo?!” Rachel fece una smorfia, “Capisco che tu non ne abbia più
voluto parlare.” Rachel sembrava soddisfatta, sicura
che la sua ipotesi fosse giusta e reputando la sorella incapace di rivaleggiare
con il capitano Lopez, che aveva tutte le qualità di questo mondo e che aveva
nella famiglia Hudson solo ammiratori.
“Dovrò scriverlo a Elizabeth e a
nostro padre…” Brittany impallidì, Rachel non c’era in quei giorni, non sapeva l’evidente
disprezzo che aveva ricevuto Santana dalla sua famiglia, “Sempre se ci sarà
ancora posto nella lettera…” Aggiunse e Brittany si
rilassò, sua sorella era prolissa nello scritto come nell’orale, e visto che
poteva portare avanti una conversazione da sola per ore era tutto detto.
Erano due giorni che non vedeva Santana, il che era una
specie di miracolo, visto la frequenza con cui l’aveva incrociata malgrado
tutta la sua buona volontà. Stava leggendo un testo di poesie quando Kurt e
Quinn fecero irruzione,
“Oh dite di sì!” Chiese supplicante Kurt,
“Dovete dire di sì!” Aggiunse Quinn,
“A cosa?” Chiese curiosa Rachel,
“Il capitano Lopez va a Lyme per
vedersi con dei capitani suoi amici e ci ha invitato, ma mamma dice che ci
possiamo andare solo se venite anche voi e Finn.” Rachel sorrise battendo le mani,
“Lyme? Ho sempre desiderato andarci.”
E Brittany capì che sarebbero andate,
“Oh ma è meraviglioso! Vado a dirlo a mamma” Disse subito
Kurt uscendo dalla stanza mentre Quinn sorrideva,
“Miss Brittany, voi ci siete già stata?”
Brittany scosse la testa. Avrebbe conosciuto i suoi
amici… ma non poteva essere più difficile che conoscere i suoi genitori no? O
forse sì? Perché se di sicuro i suoi genitori non sapevano di lei, forse i suoi
amici sì… forse l’avrebbero disprezzata per come aveva trattato la loro amica.
Il mattino dopo erano in viaggio, lei era nella carrozza
insieme a Rachel e Quinn mentre Finn,
Santana e Kurt cavalcavano all’esterno. Brittany
poteva sentire il giovane che chiacchierava con Santana facendola ridere. Da
quando Rachel le aveva messo quella pulce
nell’orecchio aveva osservato con maggiore attenzione la ragazza, era attenta e
gentile verso i due giovani, forse sorrideva un po’ troppo a Quinn e lodava
eccessivamente Kurt ma non ne era innamorata, Brittany
ne era sicura, i suoi occhi non brillavano come avevano brillato per lei. Ma
questo non voleva dire niente, avrebbe potuto sposare Kurt e forse persino
Quinn, anche se di certo avrebbe creato un certo scalpore, e questo perché non
credeva più nell’amore.
“Non capisco…” Brittany
teneva la testa bassa, non aveva il coraggio di guardare in quegli occhi delusi
e pieni di dolore, “Brittany, ditemi che non mi state
dicendo quello che credo mi stiate dicendo…”,
“Io… non posso… noi, questa storia…
non ha futuro…”
“Brittany,
io vi amo!” Lo disse e le prese le mani, “Vi prego, ditemi che mi amate anche
voi, vi prego…”,
“Io vi amo, come non ho mai amato e
mai amerò qualcuno.” Santana aveva sorriso e le aveva sollevato il volto
guardandola,
“E allora la nostra storia ha un futuro,
noi siamo il nostro futuro.” Brittany aveva scosso la
testa,
“Non posso…” Le aveva lasciato le
mani abbandonandola lì, gli occhi persi, le spalle basse, le braccia
abbandonate lungo il corpo. Se ne era andata e non si erano mai più viste.
Note
Santana prepara forse il disgelo? Ammettere di averla
conosciuta è un passo avanti? Ma poi balla con Quinn…
E la nostra piccola Brittany? A lei
rimane solo il dovere di rispettare promesse che sembrano non avere nessun
valore agli occhi di Santana che ha visto spezzare la promessa del loro amore.
Ora si va a Lyme! Il mare potrà
cambiare qualcosa?
Lyme era una piccola cittadina famosa per
la sua villeggiatura estiva, ma ora, in autunno vi erano solo i residenti fissi
e i pochi ai quali il medico aveva prescritto l’aria del mare. Santana la
conosceva bene, vi aveva passato più di una licenza infatti era lì che
risiedeva la famiglia di uno dei suoi migliori amici, NoahPuckerman, capitano di fregata.
“Lopez!” l’urlo richiamò l’attenzione di tutta la compagnia e
Santana corse incontro ad un giovane alto e muscoloso, che senza badare
all’etichetta la prese tra le braccia stringendola. Le presentazione furono
presto fatte e alla compagnia si aggiunse anche il capitano Blaine,
in visita come loro al Capitano Puckerman.
Quando il nome di Brittany fu
pronunciato non ci fu nei due amici il più piccolo segno di riconoscimento e
ancora una volta Brittany soffrì, era stata dunque
così poco importante? Non era valsa neppure la menzione della sua esistenza?
La cena era stata organizzata alla locanda in cui avevano
preso le camere e Brittany aveva mangiato quasi in
silenzio fino a quando non udì le parole pronunciate da Santana,
“Prendete l’amore… un chiaro esempio di creazione artificiosa
dei poeti.”
“Oh, non mi dite che non credete nell’amore.” Protestò Kurt,
“Sono d’accordo con voi capitano, non che non creda
nell’amore, ma di certo i poeti ne danno una visione distorta” Disse subito
Quinn lanciando a Santana un sorriso smagliante,
“Dunque non avete mai amato?” Sentì le parole sfuggirle di
bocca ma Brittany con coraggio alzò lo sguardo
fissandolo su Santana.
“No” Le rispose lei senza distogliere, per la prima volta,
gli occhi dai suoi,
“Non ci credo” Scosse la testa Rachel,
ma sembrava che tutta l’attenzione di Santana fosse su di lei, i suoi profondi
occhi scuri erano fissi nei suoi,
“Non ho mai amato, le infatuazioni della giovinezza non
valgono certo il nome di amore.” Brittany fu colpita
da ogni singola parola ma non abbassò lo sguardo, non più. Santana poteva
essere ferita, poteva odiarla o persino trovarla indifferente, ma mai le
avrebbe permesso di svilire quello che avevano provato.
“Potrete mentire a voi stessa, ma io non vi credo.” Disse
sicura generando una serie di sguardi stupiti da tutto il tavolo.
Santana sentì quelle parole ma non trovò in lei una risposta,
quegli occhi azzurri erano arrabbiati, arrabbiati con lei. Mai Brittany aveva avuto uno sguardo simile. Con un piccolo e
assolutamente involontario tuffo al cuore Santana capì che stava difendendo il
loro amore. Quella rabbia, quella decisione derivavano dalla volontà di
difendere il loro passato.
Si voltò verso Rachel sorridendo,
“Non conoscevo questo lato di vostra sorella” Rachel passava lo sguardo da Brittany
a Santana e nel sentirsi interpellata si soffermò su quest’ultima,
“Non lo conoscevo neppure io.” Affermò stupita.
Santana sorrise di nuovo poi spostò l’argomento su altri temi
ma ogni tanto i suoi occhi tornavano su Brittany e la
vide sempre intenta a fissare il piatto a testa bassa. Ma non era per vergogna
o timore, no: era furiosa.
“Miss Brittany” La richiamò una
voce e lei si voltò, “Dove andate a quest’ora, se posso chiedere?” Brittany sorrise al Capitano Puckerman,
“Mi hanno detto che non c’è nulla di più bello che un’alba
sul mare, volevo approfittarne” Il capitano sorrise,
“Mi permettete di farvi da giuda?”
“Siete molto gentile” L’uomo le porse il braccio e Brittany vi si appoggiò. Il Capitano era un uomo forte e
gioviale, che la intrattenne raccontandole le sue avventure per mare. Rimase in
silenzio solo mentre osservavano il sole sorgere, facendo scaturire mille
sfumature tra il cielo e il mare.
“Meraviglioso…” Disse solo Brittany
osservando quello spettacolo,
“Un giorno una persona mi disse che c’era solo un altro
spettacolo altrettanto degno” Brittany si voltò a
guardarlo con un sorriso,
“Di cosa si trattava?” Chiese, il Capitano Puckerman si voltò a sua volta incatenando il suo sguardo,
“Gli occhi della donna che gli aveva spezzato il cuore.” Brittany sussultò,
“Mentite, non esiste un uomo così romantico…” Cercò di dare
un tono scherzoso alle sue parole ma il Capitano non si fece ingannare,
“Non ho mai detto che si trattava di un uomo e credo che
voi…”
“Puck!” Il richiamo interruppe le parole del Capitano,
entrambi si voltarono sorpresi verso il molo dove si stagliava una sola figura.
Santana li raggiunse velocemente,
“Miss Brittany, fa freddo al
mattino, dovreste coprirvi di più.” Le disse come saluto poi guardò il suo
amico, “Dobbiamo parlare”.
Brittany osservò i loro sguardi, c’era forse
della rabbia nella voce di Santana? Era la prima volta che indicava di
preoccuparsi per lei, fosse anche solo il notare il suo abbigliamento.
“Vi lascio da soli allora” Disse, era arrabbiata, con Santana
per l’indifferenza che le aveva mostrato fino a quel momento e per le sue
parole la sera prima e poi era furiosa con se stessa perché vederla comparire,
sentire la sua voce le faceva ancora accelerare il cuore. E non era giusto, no,
Santana Lopez non meritava più il suo sentimento, si era considerata colpevole,
aveva accettato di passare per instabile ed insicura nei sentimenti ma almeno
non aveva mai negato ciò che aveva provato, mai.
“Aspettate…” Brittany era arrivata
ad uno scalino particolarmente alto, il lungo abito le impediva di muoversi con
facilità e il Capitano Puckerman l’aveva aiutata a
scenderlo, ora fu la mano di Santana a tendersi verso di lei, “Vi accompagno
alla locanda” Mormorò, gli occhi che però sfuggivano i suoi,
“Sono assolutamente in grado di raggiungerla da sola.” Disse
lei poi ignorò la sua mano e risalì gli scalini.
Si mosse rapida, impedendo a se stessa di voltarsi. Perché
aveva paura di quelo che avrebbe visto. Se si fosse
voltata avrebbe trovato gli occhi scuri di Santana? La stava guardando o il suo
era stato un mero atto di cortesia di cui era stata felice di essere esentata?
Strinse i denti: doveva smetterla.
Santana la guardò a lungo, sperando e temendo che si
voltasse, ma quando la giovane dai capelli d’oro sparì tra le vie di Lyme si voltò verso il suo amico.
“Cosa stavi facendo?” Lo aggredì,
“Voleva vedere il sole sorgere sul mare, qualcuno le aveva
detto che era una spettacolo meraviglioso, mi sono offerto di accompagnarla, il
molo è scivoloso e si può cadere”, Santana strinse gli occhi nel guardarlo e
lui continuò, “Non capisco perché la cosa ti interessi, è chiaro che non provi
più nulla per Miss Brittany”.
“Infatti” Mormorò lei, poi si voltò a guardare il mare.
Ricordava le ore passate a raccontare a Brittany
quanto fosse bello e mutevole e pericoloso…
Aveva chiuso il suo cuore, per sempre, nessuno poteva più
farvi breccia.
“Sei sicura di averla dimenticata?” Chiese Puckerman e lei tornò a guardarlo,
“Sì, non conta più nulla, non è più nulla.” E allora perché
sentiva quel sordo dolore nel petto al solo pensiero che non aveva voluto
prendere la sua mano? Perché vederla sfuggire il suo sguardo la faceva
soffrire?
A pranzo quel giorno vi era una strana atmosfera. Kurt e
Quinn si adoperavano come sempre nelle chiacchiere e nelle risate, aiutati da Rachel, dai capitani e da Finn,
eppure mancava colei che fino a quel momento era sempre stata al centro di
tutte le conversazioni. Santana Lopez era cupa e silenziosa. Rispondeva a
monosillabi e quando il pranzo terminò si scusò e sparì nelle sue stanze
lasciando la compagnia. Brittany non poté evitare di
notare gli sguardi che passavano tra Puckerman e Blaine, come se i due giovani amici conoscessero l’origine
di quel strano comportamento.
“Dite che il Capitano sta poco bene?” Chiese Quinn quando
Santana si fu allontanata,
“Temo che abbia la testa occupata…” Accennò Blaine,
“Spero che la sua famiglia stia bene” Disse subito Kurt,
“Non preoccupatevi, sono sicuro che entro questa sera avrà
risolto i suoi problemi” Disse Puckerman sorridendo,
cambiando poi rapidamente argomento.
Brittany si chiese se il motivo di quel
comportamento strano fosse stato l’argomento di cui sembrava avere così urgenza
di parlare con il Capitano Puckerman quella mattina
stessa.
I suoi dubbi però li tenne per se, non ritenendo opportuno
farne menzione e ritenendo poco saggio chiedere a Puckerman
che sembrava intenzionato a parlare in maniera molto diretta con lei al molo,
cosa che la spaventava oltre ogni dire.
Il pomeriggio passò con la solita allegria e l’unico fatto
strano a parte la mancanza di Santana, fu il momentaneo appartarsi tra Rachel, Finn e Puckerman di cui Brittany non
riuscì ancora una volta ad indovinare il movente.
Brittany scese per cena leggermente in
ritardo. Il piccolo ritardo era stato causato da un incontro con un giovane.
Miss Brittany non ne avrebbe neanche notato
l’elegante vestito o il bel portamento se lo sconosciuto non si fosse bloccato
nel vederla. I loro sguardi si erano incrociati per un istante. L’uomo aveva
fatto un cenno con il capo e lei lo aveva imitato, erano sconosciuti non ancora
presentati, scambiarsi un saluto sarebbe stato inappropriato eppure Brittanyaveva creduto per un istante che lui
le avrebbe rivolto la parola. Poi il momento era passato, lui le aveva sorriso
e se ne era andato.
“Vi abbiamo dovuto aspettare” Le fece subito notare sua
sorella Rachel lanciandole un occhiata spazientita.
“Perdonatemi” Disse lei,
“Non c’è nulla da perdonare.” Brittany
che era arrossita a quel rimprovero alzò lo sguardo su Santana. Si stava ancora
illudendo? Il suo tono era forse stato leggermente più morbido del solito?
“Siete scesa…” Mormorò, permettendosi di parlarle, le mani e
il cuore che tremavano per la paura di una risposta secca,
“Sì, volevo passare con voi quest’ultima cena prima di
partire…” Brittany rabbrividì, le sembrava che nella
stanza ci fossero solo loro due, i loro sguardi erano allacciati, quelle parole
giunsero tentennanti, leggere, eppure furono dolci come il miele per le
orecchie di Brittany che fece un passo in avanti
verso di lei. Poi il loro vero significato raggiuse finalmente il cervello
della ragazza,
“Partite?” Chiese,
“Il Capitano ha degli affari urgenti, ce lo stava spiegando
prima che tu arrivassi” Intervenne Rachel. Santana
sbatté gli occhi e poi distolse lo sguardo da lei.
“Esatto, partirò domani mattina, mi dispiace dover accorciare
a questo modo la vostra gita a Lyme.” Il tono di
Santana era tornato normale e il capitano guardava ora l’intera compagnia. Le
proteste di Quinn e Kurt si fecero subito sentire ma Brittany
non vi badò, stava per partire e lei presto avrebbe raggiunto Bath. Non
l’avrebbe più vista.
Qualche giorno prima ne sarebbe stata se non contenta almeno
sollevata, probabilmente quella stessa mattina sarebbe stato il sollievo a
dominare sulle sue sensazioni a quella notizia, ma ora, ora che era stata
sfiorata dalla sua voce dolce, ora che i suoi occhi l’aveva guardata con un
briciolo del calore di un tempo non era più sicura di non volerla più vedere.
Si sedette lontana da Santana e per la prima volta credette
di scorgere del disappunto nei sui occhi nel vedere Quinn e Kurt appropriarsi
dei due posti accanto a lei.
Quella sera dovette davvero concentrarsi nel seguire la
conversazione, i suoi occhi erano tutti tesi a cogliere segnali che temeva
essere solo il frutto della sua fantasia. Era un caso che dopo cena Santana si
rifiutasse di giocare a carte finendo così per sedersi accanto a lei? Era stato
solo un mero scherzo della sua immaginazione quando le loro mani si erano
sfiorate? Forse il destino si divertiva con lei se per la prima volta Santana
rifiutò di danzare con Quinn e Kurt per ascoltare invece pazientemente Finn, rimanendo ancora una volta accanto a lei?
La mente di Brittany era in
subbuglio quando raggiunse la sua stanza, riuscì con difficoltà ad
addormentarsi e quella notte dopo tanto tempo la sognò.
“Leggete ancora per me” Le chiese, la
testa appoggiata al suo grembo gli occhi chiusi. Santana osservò il contrasto
che formavano i capelli biondi di Brittany contro la
sua uniforme blu, delicatamente passò le mani lungo il suo viso, per poi
perdersi nei suoi morbidi capelli.
Gli occhi della ragazza si aprirono il
sorriso che illuminava il suo volto,
“Non leggete?” Santana sorrise ma
rimase in silenzio, il cuore che batteva veloce, “Cosa c’è?” Le chiese allora Brittany che aveva colto il suo turbamento.
“Vi amo” Mormorò allora Santana e il
suo cuore tremò, come mai aveva fatto in battaglia o nella sua vita, mentre
aspettava la reazione della ragazza alle sue parole.
Note
Molti avvenimenti! L’aria marina sembra aver davvero
influenzato Santana! Ma non solo lei, Brittany ne ha
avuto abbastanza della gelida freddezza del Capitano Lopez e si è ribellata… Le
conseguenze? Brittany immagina tutto o Santana ha
davvero aperto per la prima volta gli occhi?
Al prossimo capitolo che sarà lunedì… buon week-end a tutti!
Perdonatemi se non risponderò ai commenti prima di lunedì, ma non potrò
accedere a internet…
Gli improvvisi impegni del capitano Lopez imposero a tutti
una sveglia mattutina. Malgrado ciò Quinn insistette ed ottenne un ultima
passeggiata fino ai moli.
Brittany che era riuscita a dormire per poche
ore notò che anche Santana appariva stanca e stranamente silenziosa, l’aveva
guardata una sola volta ed era stato quando, uscendo dalla locanda in cui erano
ospiti, avevano incontrato di nuovo il giovane sconosciuto che le aveva
sorriso, intento a partire. Il giovane aveva fatto un elegante inchino e poi le
aveva di nuovo rivolto uno sguardo che avrebbe potuto apparire sfrontato o
inadeguato in un’occasione più formale.
“Non c’è niente di più bello del mare!” assicurò Quinn
sorridendo all’indirizzo del capitano Lopez che annuì, anche se appariva
distratta.
Quinn non si lasciò fermare da quell’evidente mancanza di
attenzione ed invece ridendo invitò Santana a raccontarle quando avesse visto
il mare più bello.
“Guardate!” Disse poi notando una vetrina che esponeva dei
graziosi cappellini. Quinn era una ragazza intelligente e vivace e questa volta
fu il suo secondo tratto ad avere la meglio, senza badare al rumore della
carrozza che si avvicinava attraversò la strada.
“Ferma!” Santana tese il braccio, il cocchiere tirò le redini
ma era troppo tardi. Quinn fu spinta a terra, colpita da uno dei possenti
cavalli da tiro. La compagnia rimase pietrificata ad osservare con orrore il suo
corpo immobile poi Brittany reagì.
“Presto, chiamate un medico!” Disse mentre raggiungeva
correndo la ragazza.
“Vado io” Disse subito Finn,
“No, Capitano Puckerman, conoscete
la città, andate voi, Finn tu porta via Kurt!” Il
ragazzo infatti era immobile al lato della strada sul volto un’espressione
sconvolta.
Mentre dava ordini Brittany si era
piegata su Quinn,
“E’ spuntata all’improvviso, io non l’ho vista!” Iniziò il
cocchiere. Brittany lo ignorò invece si rivolse a Rachel,
“Respira, starà bene…” Non ne era sicura, ma Quinn non
sembrava avere fratture, anche se cadendo doveva aver battuto la testa visto il
taglio sulla fronte che iniziava a perdere sangue.
“Cosa… cosa posso fare?” Santana era accanto a lei, mentre
guardava impotente il corpo di Quinn,
“Datemi il fazzoletto” Santana obbedì sciogliendo il
fazzoletto bianco che portava al collo e consegnandoglielo. Brittany
tamponò la ferita,
“La giacca per favore, deve rimanere al caldo” Santana se la
sfilò in fretta rimanendo in camicia nell’aria fredda della mattina e poi la
appoggiò con attenzione sul corpo della ragazza.
Rachel accanto a loro sembrava incapace di
fare alcunché e lo stesso valeva per il cocchiere che continuava a ripetere di
non averla vista e che gli dispiaceva.
Brittany li ignorò mentre osservava il viso
pallido di Quinn che rimaneva priva di coscienza. Poi la mano di Santana si
chiuse sulla sua. Solo allora Brittany si rese conto
che stava tremando.
“Andrà tutto bene, hai agito al meglio” Le sussurrò Santana e
lei allora alzò gli occhi per guardarla il suo corpo che smetteva di tremare in
quella presa sicura.
“Stanno arrivando!” Intervenne Rachel
che doveva aver visto il capitano Puckerman tornare
con il medico.
La mano di Santana lasciò la sua, ma un attimo prima che Rachel parlasse c’era stato un sorriso sulle sue labbra, un
sorriso velato da preoccupazione, ma che aveva comunque contenuto un pizzico
dell’antico calore.
Il dottore si era pronunciato cautamente, Quinn poteva
risvegliarsi presto, ma poteva anche non essere la stessa di prima. Ora che la
ragazza era nella camera della locanda e la sua situazione appariva stabile
bisognava decidere chi di loro avrebbe portato Kurt dai genitori, spiegando al
contempo la situazione.
Santana sarebbe andata, i suoi impegni le chiedevano di
partire e Uppercross era di strada, oltre al fatto
che lo riteneva suo dovere ma su chi, oltre a Kurt, l’avrebbe accompagnata la
discussione era aperta. Brittany si teneva in
disparte mentre Rachel discuteva con Finn. Non voleva che lui se ne andasse e al contempo non
riteneva Brittany adeguata a rimanere, infondo non
aveva nessun legame di parentela con Quinn.
“Miss Brittany potrebbe venire con
me” Suggerì allora Santana intervenendo nella conversazione, “Così che sia voi che
vostro marito potrete rimanere qui accanto a Miss Quinn”. Rachel
rimase in silenzio per un istante mentre valutava l’idea, poi annuì,
“Va bene”.
Così quando ormai era pomeriggio inoltrato fu chiamata una
carrozza e Brittany, Santana e Kurt vi salirono. Il
ragazzo era pallido e ancora sconvolto, ma aveva parlato a lungo da solo con il
capitano Blaine ed ora sembrava più tranquillo. Brittany non aveva parlato molto con il più giovane degli
amici di Santana, ma aveva capito subito che era un animo sensibile e di sicuro
era riuscito a dire a Kurt le parole giuste offrendogli il conforto di cui
aveva bisogno.
Raggiunsero Uppercross in tarda
notte, il viaggio era stato lungo, ma erano state pochissime le parole
pronunciate, Kurt si era assopito e Santana osservava pensosa il paesaggio non
offrendo a Brittany altro che il suo profilo altero e
concentrato. Sembrava preda di pensieri di certo non piacevoli.
Avvisati i genitori Santana si congedò rapida lasciando a
loro la cura di Kurt che stava abbracciando la madre. Brittany
che si teneva in disparte fu raggiunta dal Capitano che le fece un cenno
indicandole di seguirla.
Non appena furono sole Santana si voltò a guardarla, rimase
in silenzio per un istante e Brittany si rese conto
che era la prima volta in assoluto che loro due rimanevano sole,
improvvisamente il suo cuore prese a battere più veloce.
“Cosa farete ora?” Chiese Santana, ma malgrado la domanda
potesse suonare brusca era stata posta in maniera quasi dolce,
“Non hanno più bisogno di me, immagino che i signori Hudson
partiranno per Lyme domani mattina e io raggiungerò
Lady Emma, poi assieme a lei andrò da mio padre a Bath”, una piccola smorfia si
disegnò sul volto di Santana al nome di Lady Emma Pillsbury
di cui non aveva dimenticato l’intervento, però poi disse solo,
“Bath? Se non ricordo male odiate i ricevimenti formali in
cui si passeggia, ci si mette in mostra e non si danza…” Brittany
sorrise appena, felice che ricordasse quel particolare di lei, “Anche se voi
non danzate più…”. Aggiunse Santana quasi sussurrando,
“No, non danzo più.” Disse Brittany
poi alzò la mano, sapeva che non poteva, eppure desiderava ardentemente, come
mai prima, accarezzare quel volto che aveva tanto amato e che amava ancora.
Prima che potesse portare a termine il gesto però Santana fece un passo indietro
allontanandosi,
“Arrivederci” Disse solo poi chinò appena la testa prima di
voltarsi e andarsene. Gli stivali che risuonavano appena sul pavimento.
L’avrebbe più rivista?
Il capitano Lopez non era mai fuggita davanti ad una sfida,
non aveva mai ceduto davanti al pericolo, aveva sfidato tempeste e abbordaggi,
aveva aspettato senza muoversi davanti alle bordate dei cannoni francesi,
eppure ora fuggì, fuggì perché il suo cuore batteva rapido, troppo rapido.
Aveva permesso a se stessa di perdersi nell’azzurro infinito
degli occhi di Brittany, aveva visto di nuovo il suo
sorriso e quello era stato troppo. Era la prima volta che le sorrideva di
nuovo, niente a che vedere con i sorrisi che ricordava, ma era bastato. Il suo
cuore che lei credeva ormai una fortezza imprendibile aveva tremato. E sapeva
che se le avesse permesso di sfiorarla allora sarebbe stata di nuovo persa.
Santana salì nella carrozza che li aveva riportati da Lyme. Era confusa e in tumulto, non voleva più provare
quello che aveva provato, non poteva più permettersi di soffrire ancora. Brittany le aveva spezzato il cuore, l’aveva distrutta.
Eppure ora, per la prima volta, si permise di ricordare, ricordare le sue
labbra, ricordare il modo in cui i suoi occhi si illuminavano quando la vedeva,
il modo in cui il cuore di Santana sobbalzava nel sentire le dita della ragazza
intrecciarsi alle sue.
Aveva mentito agli Hudson, non aveva delle urgenti
commissioni, semplicemente Puckerman era stato
avvisato che la famiglia di Uppercross si aspettava
una dichiarazione da parte sua, a quanto pare erano indecisi su chi avesse conquistato
il suo cuore, se Quinn o Kurt, ma erano certi che le sue attenzioni erano più
che evidenti. Era stata così cieca, così sciocca, nel tentativo di essere
fredda e dura con Brittany aveva favorito il sorgere
di simili congetture. Le era rimasto solo un’opzione, andarsene, abbandonare la
compagnia e sperare che la lontananza e il silenzio da parte sue mettesse a
tacere per sempre simili pensieri.
Raggiunse la nuova casa dei genitori ed ancora una volta non
riuscì a non ricordare che quella era la casa di Brittany,
lì si erano conosciute, lì si erano amate. Perché per quanto avesse potuto
negarlo lei aveva amato Brittany con tutta se stessa
e forse, forse ora poteva credere che era stato lo stesso per la ragazza.
Mentre saliva gli scalini la testa bassa prese una decisione,
aveva promesso a se stessa che non avrebbe più sofferto e ora decise cosa
doveva fare.
Note
E finalmente abbiamo dato un’occhiatina a quello che pensa
Santana! Era ora… anche se… cosa ha deciso?
Quinn ha avuto un brutto incidente e questo ci ha offerto un
piccolo momento per Santana e Brittany ora però si
separano davvero… si rivedranno? Tanto lo sapete già! ;-)
Come aveva detto al capitano Lopez, Brittany
l’indomani si recò da Lady Emma con cui passò due settimane ricevendo solo una
lettera da Rachel che la informava che Quinn si era
svegliata e che lei e Finn erano tornati a casa,
mentre i signori Hudson erano rimasti con la figlia aspettando che stesse
sufficientemente bene per tornare ad Uppercross.
Rimanere quelle due settimane dalla sua cara amica fu
piacevole, Lady Emma era una donna sensibile e attenta e malgrado Brittany sapesse che aveva notato che qualcosa era successo
e che lei glielo stesse tacendo non fece domande aspettando che la sua protetta
ne parlasse volontariamente. Cosa che Brittany non
era pronta a fare.
Due settimane dopo si diressero a Bath.
Era rimasta lontana dal padre e dalla sorella per due mesi,
ma quando la videro vollero solo aggiornarla su tutto ciò che avevano fatto in
sua assenza, senza indagare in alcun modo su come fosse andato il suo soggiorno
ad Uppercross, se non per qualche vago accenno.
Furono ovviamente addolorati di scoprire delle delicate
condizioni in cui versava Miss Quinn, ma la loro partecipazione al dolore della
famiglia Hudson durò fino al momento del pranzo, cioè all’incirca per dieci
minuti. Brittany sapeva che non erano malvagi, erano
solamente terribilmente superficiali.
Bath era esattamente come la ricordava, le vie erano occupate
dall’alta borghesia e dalla bassa nobiltà, i primi che guardavano con
adorazione ai secondi che magnanimi permettevano loro di ammirarli. Il
baronetto Pierce era uno dei più fieri in quello, malgrado la sua posizione fosse
davvero di pochissimo più alta di quella dei borghesi che tanto disprezzava. Brittany però scoprì subito che c’era un certo giovanotto
che non era affatto disprezzato dalla sua famiglia, anzi, sembrava essere
diventato in poco più di due settimane il favorito in quella casa. Non si
parlava d’altro, di come vestisse elegante, del modo delizioso che aveva di
porre le domande e della sua infinita gentilezza verso Elizabeth.
Brittany doveva ammettere che provava un
certa curiosità per il giovane che aveva così totalmente conquistato suo padre
ed Elizabeth in genere così presi da se stessi da
notare con difficoltà gli altri. Così quando le fu annunciato che lo avrebbe
conosciuto a cena la sua curiosità ne fu piacevolmente soddisfatta.
Non mise particolare cura nel suo abbigliamento e quando
scese per la cena fu immediatamente rimbrottata dal padre che deplorò la
mancanza di eleganza del suo semplice abito azzurro. Ma Brittany
era avvezza a quel genere di osservazioni e di sicuro non avrebbe permesso a
quel dettaglio di guastarle la cena, che sperava, malgrado la presenza dei sui
famigliari, essere piacevole.
Aspettando il loro ospite Brittany
si isolò dalla fremente eccitazione che pervadeva suo padre ed Elizabeth per permettersi di leggere la corrispondenza che
era appena giunta da Lyme. Le condizioni di Quinn
stavano migliorando anche se si temeva che non potesse più camminare, ma solo
il tempo avrebbe potuto dirlo. Non era però quell’allarmante notizia ad aver
attirato l’intera attenzione di Brittany, ma quella
piccola riga sulla visita, a sorpresa e molto gradita, del Capitano Lopez.
“E’ stata così gentile da passare
allungando di molto la sua strada e questo solo per portare i suoi saluti e i
suoi auguri di pronta guarigione alla cara Quinn.” Scriveva sua sorella Rachel, che così continuava: “Il Capitano Lopez è rimasta appena una mezza giornata ma è chiaro che
le sue intenzioni sono sempre più evidenti, io e Finn
ci aspettiamo di averla presto come parente.” Dovette rileggere quelle
righe una decina di volte, tanto da saperle a memoria il suo cuore che si
stringeva dolorosamente, la previsione di una tranquilla cena che svaniva
davanti a lei.
Mentre ancora la sua mente era invasa da quella tremenda
notizia vide suo padre e sua sorella alzarsi, solo allora si rese conto che era
stato annunciato il loro ospite. Si alzò leggermente tremante e si voltò.
Malgrado Brittany si trovasse in
uno stato di profonda tensione e dolore per quella riga scritta con tanta
tranquillità da sua sorella dovette comunque rimanere sorpresa dalla persona
che si ritrovò davanti.
“Questa è la seconda delle mie figlie, miss Brittany Susan Pierce, Brittany
ti presento Mr Evans” La presentò suo padre,
ricordando le buone maniere Brittany accennò ad un
piccolo inchino mentre il giovane la osservava meravigliato e chiaramente
colpito,
“Ho già avuto il piacere di incontrare vostra figlia, non oso
sperare di essere ricordato da lei, ma le nostre strade si sono già incrociate,
due settimane or sono, a Lyme.”
“Ricordo” Il giovane le sorrise ancora,
“Mi onorate”,
“Siete stato a teatro ieri?” Intervenne subito Elizabeth infastidita dall’attenzione che il suo preferito
concedeva a colei che riteneva così inferiore a se stessa.
Brittany era rimasta colpita dalla
coincidenza, ma il riferimento a Lyme aveva riportato
i suoi pensieri a colei che generalmente li dominava tutti. Santana pensava
davvero di chiedere la mano a Quinn? Non lo credeva possibile eppure… aveva
forse mal interpretato gli ultimi piccoli gesti che le erano stati indirizzati?
Forse Santana aveva solo mutato il suo atteggiamento freddo in una cauta gentilezza
consapevole che presto avrebbero potuto avere spesso a che fare in quanto
legate da una futura parentela, anche se lontana.
La cena non riuscì a sollevare il suo morale, malgrado fosse
lei al centro dell’attenzione del loro ospite che si premurò di non escluderla
da nessun argomento, chiedendo la sua opinione e mostrandosi gentile e
premuroso.
Quando infine lo salutarono Brittany
tornò nelle sue stanze con l’idea di aver conosciuto un giovane simpatico.
Se non fosse stata tanto turbata dalle parole di Rachel avrebbe forse notato che gli sguardi e i sorrisi che
il giovane Sam Evans dirigeva a lei erano bel più che gentili, il ragazzo era
stato colpito a Lyme e quella prima favorevole
impressione si era rafforzata in quelle poche ore. La distratta riservatezza di
Brittany occupata in pensieri dolorosi era stata
vista come delicata timidezza così in contrasto con l’esuberante egocentrismo
dei suoi parenti da spiccare come solo una gemma rara sa fare.
Sam Evans se ne andò da quella casa con il segreto convincimento
di aver trovato la futura Miss Evans e aveva tutte le intenzioni di conquistare
l’affetto della dolce e gentile Miss Brittany.
Bath era esattamente come la ricordava e malgrado la presenza
spesso salvifica della sua cara amica Lady Emma, Brittany
non sperava in altro che andarsene ben consapevole che il suo desiderio molto
difficilmente si sarebbe avverato. Suo padre ed Elizabeth
erano nel loro elemento dividendosi tra ricevimenti e feste, passavano la
maggior parte del loro tempo a casa per rispondere ad inviti e a prepararsi ad
uscire. Brittany purtroppo riusciva solo raramente ad
esimersi dal partecipare. L’unica altra consolazione era Mr
Evans che sembrava avere sempre qualcosa di divertente e simpatico da
raccontarle.
Brittany aveva capito molto velocemente di
avere a che fare con un animo a lei affine, il giovane aveva infatti mostrato a
lei un lato giocoso e divertente che teneva celato al resto della sua famiglia
e in generale alla maggior parte delle persone. Miss Brittany
era lusingata dalle sue attenzioni e dalle sue premure, come pure le era grata
del fatto che fosse l’unico che riuscisse a farla ridere e con cui poteva
condividere l’antipatia per i ricevimenti in cui si passeggiava tra le stanze,
aggiornandosi su tutti i pettegolezzi semplicemente passando da un gruppo di
conoscenti all’altro, il tutto senza neppure togliere il cappello. Questa nuova
famigliarità non era passata inosservata a sua sorella Elizabeth
che ne era offesa, avendo Brittany, a suo parere,
rubato le attenzioni che prima erano dedicate a lei. E non era sfuggita neppure
a Lady Emma che sempre attenta alla sua protetta aveva semplicemente osservato
che era un giovane gentile ed adeguato.
Brittany a quelle parole aveva riso
assicurando alla sua madrina che Mr Evans non aveva
nessun interesse per lei. Lady Emma aveva sorriso e annuito senza aggiungere
altro, la conversazione era stata archiviata e Brittany
non ci aveva più pensato, se non con un piccolo sorriso quando aveva rivisto Mr Evans.
Poi il suo mondo crollò. Era stata una giornata
sorprendentemente piacevole, Mr Evans le aveva
portate a teatro e Brittany si era divertita malgrado
Elizabeth avesse sbuffato annoiata per tutto il
tempo. Poi era tornata a casa, sul piattino della corrispondenza c’era una
lettera, una lettera indirizzata a lei.
Aveva aperto con un po’ di apprensione la missiva, di cui
aveva indovinato il mittente dalla calligrafia. L’apprensione era però sparita
dalle prime righe quando sua sorella le aveva assicurato che Quinn stava
divinamente, che camminava e mostrava di nuovo la vivacità di un tempo: “E non vi sorprenderà scoprire da dove
deriva questa miracolosa ripresa. Siamo stati informati che presto Quinn
cambierà cognome e sono sicura che non abbiate bisogno che io vi scriva quale
sarà il suo futuro nome.” Il cuore di Brittany
era sprofondato, con fatica, la mano che tremava, aveva letto le successive
righe: “Presto saprai tutto dalla diretta
interessata, stiamo infatti tutti preparando le valigie, presto saremmo a Bath
per comprare l’abito da sposa.”
Era corsa in camera sua lasciando che le lacrime scendessero
sul suo volto, incapace di fermarle, incapace di smettere di soffrire. Il suo
cuore avrebbe voluto fermarsi, perché ora che aveva iniziato a sperare di
nuovo? Non avrebbe dovuto illudersi, eppure sapeva che non avrebbe cambiato
nulla: sapere che Santana avrebbe sorriso a qualcun altro avrebbe baciato ed
abbracciato qualcuno che non era lei le avrebbe procurato dolore comunque. Un dolore
sordo ed insopportabile.
Era sicura che l’indomani non sarebbe riuscita ad alzarsi e
invece lo fece, obbligò se stessa a scendere per colazione ricevendo l’ennesimo
rimbrotto per il suo eccessivo pallore dal padre. Annunciò che presto Rachel e la famiglia Hudson sarebbero venuti a Bath ma
omise, come se dirlo ad alta voce lo avrebbe reso più vero, il motivo di
quell’inaspettata venuta. I giorni passarono e malgrado non potesse fare a meno
di provare un costante dolore riuscì a nasconderlo a tutti e a mostrarsi calma
come sempre. Solo Mr Evans sembrò notare qualcosa
tanto che si fece ancora più assiduo nelle sua attenzioni.
Come succedeva spesso da quando era arrivata a Bath tre settimane
prima Mr Evans la stava accompagnando in città,
“Siete gentile ad accompagnarmi, sono sicura che avevate
impegni più interessanti”
“Accompagnarvi è di sicuro di maggiore interesse per me” Brittany sorrise,
“Ho l’impressione che vi burlate di me, quando mai comprare
cappelli per signore è considerato interessante per un gentiluomo?”
“Era mio dovere, sono stato io ad invitarvi al concerto
costringendovi, di conseguenza, a comprare un cappellino adeguato” Il tono
giocoso del ragazzo fece ancora sorridere Brittany ma
prima che avesse il tempo di rispondere una fitta pioggerellina iniziò a cadere
sulle loro teste, “Presto!” Le disse lui guidandola sicuro verso un negozio,
“Aspettatemi, andrò a cercare una carrozza così che io possa accompagnarvi
asciutta e immacolata a casa”
“Ma così sarete voi a bagnarvi!”
“Miss Brittany, bagnarmi è il
minore dei mali, se vi ammalate non potrò più godere della vostra compagnia e
allora sì che il mio cuore sarebbe spezzato!” Brittany
rise mentre lui si toglieva il cappello con un inchino per poi uscire sfidando
la pioggia.
Brittany si mise ad osservare il negozio in
cui era finita ma quando il campanello del negozio risuonò si voltò e incrociò
un paio di occhi scuri e profondi, molto sorpresi.
Note
Cambio di scenario… nuovo personaggio! Sì, lo so: non Sam! E
invece sì! ;-)
Notizia bomba… Quinn si sposa e ora? Di chi sono gli occhi
scuri e profondi che hanno incrociato lo sguardo di Brittany?
Quella sera di tre settimane prima il Capitano Lopez aveva
capito una cosa, la sua felicità era stare accanto a Brittany.
L’unico modo per smettere di soffrire era arrendersi a quella semplice verità.
Santana Lopez aveva preso una decisione difficile, si sarebbe
presa del tempo prima di correre a Bath, ne aveva un profondo desiderio, non
per beneficiare delle cure termali o della mondanità, ma per vedere lei, per
capire cosa provasse Brittany. Tre settimane per
darsi il tempo di riflettere, aveva agito d’impulso la prima volta dichiarando
il suo amore, ora era più matura, avrebbe atteso di essere sicura.
Per occupare il suo tempo era persino tornata a Lyme anche se sapeva che poteva essere un errore, ma non le
importava, l’immobilità la tormentava e l’idea di ripercorrere i luoghi in cui
erano state insieme l’ultima volta l’attirava come una calamita. Alla fine con
suo grande sollievo erano passate le tre settimane e lei aveva potuto spronare
il proprio cavallo verso Bath.
Ma una volta giunta era stata presa dall’ansia e dalla paura,
non era più così convinta di voler rivedere Miss Brittany,
temeva di essere disillusa, temeva di essere respinta ancora. Perché il tempo
passato nel suo continuo pensiero nel ricordo dei suoi sorrisi, dei suoi baci,
dei suoi luminosi occhi azzurri le avevano fatto capire che mai, nemmeno per un
istante, aveva smesso di amarla. Aveva chiuso il suo cuore per un semplice
motivo, sapeva che nessun altro avrebbe potuto essere amato da lei quanto lei
aveva amato Brittany.
Ed ora era lì, davanti a lei.
Brittany sentì lo stomaco attorcigliarsi
mentre incrociava quegli occhi scuri. Il silenzio si protrasse per un tempo che
parve infinito poi Brittany riuscì a dire:
“Capitano Lopez…” quelle semplice parole sembrarono rianimare
anche Santana che piegò la testa,
“Miss Brittany, non mi aspettavo vi
incontrarvi…”,
“Immagino che io debba congratularmi con voi” Brittany sentì la rabbia avvolgerla, non avrebbe permesso a
Santana di umiliarla ancora, sarebbe stata forte.
“Oh…” Santana sembrò sorpresa dal suo tono e forse
dall’argomento, pensava che non ne avrebbero neanche fatto cenno? “Sì, sono
molto felice anche se sorpresa dalla notizia” Brittany
permise allo stupore di filtrare nella sua espressione, cosa intendeva con
sorpresa? “Ammetto di non aver notato nessuno dei segnali che lasciano
presupporre ad un sentimento più profondo”. Brittany
la guardò tra lo sconcertato e lo scioccato, “Ma probabilmente le settimane
passate insieme devono aver avvicinato due anime che altrimenti non si
sarebbero riconosciute”. A quel punto Brittany aveva
bisogno di capire,
“Di cosa state parlando?” Santana la guardò di nuovo
sorpresa,
“Credevo mi aveste fatto le congratulazioni per il prossimo
matrimonio…”
“Il vostro matrimonio!” Intervenne lei forse con tono troppo
forte. Gli occhi di Santana si sgranarono,
“No, no, certo che no!”
“Come?” Chiese allora Brittany
mentre il suo cuore riprendeva a battere rapido,
“Non sono certo io ad aver chiesto la mano di Miss Quinn! E’
una ragazza sicuramente amabile ma…” Si interruppe, trattenendo parole che Brittany non si permise di immaginare, “Il Capitano Puckerman ha passato con lei molto tempo mentre lei era
immobilizzata a letto e tra i due è nato un forte sentimento che ha spinto il
mio amico a chiedere la sua mano.”
“Il Capitano Puckerman?” Chiese
ancora Brittany, Santana sorrise, poi annuì,
“Sì, presto saranno a Bath…”. Brittany
si permise di osservare il volto della ragazza addolcito da quel sorriso.
“Miss Brittany?” Distolse gli occhi
dal Capitano Lopez posandoli su Mr Evans che non
aveva neppure sentito entrare. Il giovane si voltò stupito verso Santana,
notando il suo abbigliamento maschile.
“Mr Evans, il Capitano Lopez” disse
Brittany ricordando le buone maniere,
“Piacere” Disse Mr Evans togliendosi
il cappello. Era bagnato fradicio e di certo voleva portare Brittany
a casa,
“Capitano… questa sera c’è un concerto alla Music Hall…
ricordo che amate la musica…” Santana annuì piano e Brittany
non poté pretendere altra promessa, non con un invito così velato. Mr Evans le tese il braccio e lei lo prese, gettò un’ultima
occhiata al Capitano e poi uscì per raggiungere la carrozza che li aspettava.
La pioggia poteva cadere da un cielo grigio e cupo, ma il
cuore di Brittany cantava.
Quella sera Miss Brittany mise
particolare cura nel suo abbigliamento tanto da ricevere un complimento dal
padre. Ma nemmeno nel notare lo sguardo ammirato di Mr
Evans quando il giovane arrivò con la carrozza per accompagnarli tutti al
concerto si placò la sua agitazione.
Aveva il timore che il Capitano Lopez non si presentasse.
Quasi non sentiva le allegre chiacchiere di Mr Evans mentre cercava tra la folla la figura elegante di
Santana. Poi la vide. O sarebbe meglio dire che si videro perché i loro sguardi
si incontrarono e un sorriso nacque sulle loro labbra, appena accennato, ancora
timido ed insicuro, ma pur sempre un sorriso.
Santana raggiunse il suo gruppo chinando la testa verso Sir
Walter ed Elizabeth per poi tornare a guardare lei,
“Siete venuta” Disse semplicemente Brittany,
“Sì” Le rispose lei, come se quel monosillabo potesse
contenere molto di più che un assenso.
“Capitano Lopez dico bene?” Santana sbatté le palpebre
notando solo in quel momento Mr Evans,
“Mr Evans” Disse lei con un cenno
di saluto,
“Anche voi amate la musica quanto Miss Brittany?”
Chiese lui con un sorriso,
“Sì” Questa volta l’ermetica risposta aveva qualcosa di
freddo e scostante, Brittany cercò subito il suo
sguardo chiedendosi cosa l’avesse improvvisamente irritata.
“Brittany, Mr
Evans, venite dobbiamo salutare la nostra parente” Brittany
lanciò uno sguardo verso il padre che al colmo della maleducazione aveva
interrotto la conversazione. Era umiliante il modo in cui suo padre ignorava il
Capitano Lopez.
Santana fece loro un cenno con la testa per poi allontanarsi
e mescolarsi di nuova tra la folla. Brittany la
guardò mortificata per l’atteggiamento della sua famiglia, come era possibile
che non riuscissero a vedere quanto fosse meravigliosa quella ragazza? Gli
Hudson ne erano rimasti affascinati e colpiti come era, agli occhi innamorati
di Brittany, più che normale, perché non ero lo
stesso per le persone che più di chiunque avrebbero dovuto apprezzarla?
“Cosa ne pensate?”
“Come?” Brittany tornò a
concentrarsi su Mr Evans che aveva completamente
dimenticato.
Dovettero salutare e scambiare banalità con altri gruppi poi
finalmente il pubblico fu chiamato a sedersi.
Con grande dispiacere di Brittany
non riuscì a far sì che accanto a lei ci fosse un posto libero, ma fu felice
nel notare che dalla sua postazione poteva vedere benissimo Santana. Accanto a
lei si sedette Mr Evans, che malgrado la sua evidente
distrazione continuava imperterrito a parlarle.
Il concerto ebbe inizio ma Brittany
riuscì a mala pena a sentire le prime note, perché poi vide Santana scattare in
piedi e allontanarsi, senza neanche sapere cosa stesse facendo la imitò.
Dovette quasi correre per riuscire a raggiungerla alla porta.
La musica risuonava anche nell’atrio che a parte loro due era deserto.
“Capitano!” La richiamò, Santana si voltò a guardarla, i
guanti bianchi stretti in un pugno, “Trovate il concerto così scadente già
dalle prime note?”, Santana rimase in silenzio aprì la bocca poi un rumore
attrasse l’attenzione di entrambe, si voltarono, Mr
Evans le stava raggiungendo.
“Non c’è nulla qui per me” Disse solo il Capitano Lopez una
luce strana negli occhi, si voltò e uscì dal palazzo.
“Va tutto bene?” Le chiese Mr Evans
e Brittany sorrise. C’era una sola spiegazione, il
Capitano Lopez, Santana, era gelosa. Gelosa di lei.
Ora che quell’idea pazza e meravigliosa era comparsa nella
sua mente il sorriso si allargò ancora sul volto di Brittany.
Doveva solo farle capire che non aveva nessun motivo di essere gelosa, che solo
per lei il suo cuore batteva.
“Sì, non dovevate uscire”, Mr Evans
sorrise,
“Ecco, vedete… ammetto che è da qualche giorno che spero di
rimanere solo con voi.” Brittany si irrigidì
all’istante,
“Cosa…?” Mr Evans le prese la mano,
“So di essere l’unico a farvi sorridere, so che vi rendo
felice, e questo rende felice anche me. Le mie intenzioni non possono essere
state fraintese, io vi amo, Miss Brittany e vorrei
che voi diventaste mia moglie.” Brittany aprì la
bocca ma non vi uscì parola, era troppo stupita da quella dichiarazione, come
poteva dirgli che c’era una persona che poteva farle scoppiare il cuore dalla
gioia anche solo sorridendole? Come poteva spiegargli che questa stessa persona
poteva scatenare in lei mille emozioni solo sfiorandole la mano? Sarebbe stato
crudele dirgli che lui era assolutamente insignificante rispetto a Santana? Che
non vi era in lui niente che potesse, ai suoi occhi, competere con il Capitano?
Sapeva che quelli erano pensieri ingiusti e che era stata lei ad essere così
superficiale da non capire le intenzioni di lui. Era stata troppo presa dai
propri pensieri su Santana per accorgersi che le attenzioni di Mr Evans erano eccessive e pensare che era stata anche
avvisata da Lady Emma. Non avrebbe mai avuto il più piccolo dubbio, ma in
particolare ora che aveva visto il modo in cui Mr
Evans spariva quando nella stanza c’era Santana non riusciva proprio a capire
come lui potesse anche solo sperare di colmare il divario. Era ingiusta e lo
sapeva, ma aveva sofferto troppo per preservare nel suo cuore l’amore per
Santana e trovava in qualche modo offensivo che qualcuno potesse credere di
poter prendere quel posto nel suo cuore.
“Mr Evans io sono lusingata ma…” Il
ragazzo alzò la mano bloccandola con un sorriso,
“Non voglio una risposta ora, pensateci, quando sarete pronta
a darmi una risposta sarò felice di chiedere a Sir Walter la vostra mano.”
Brittany di nuovo fu sul punto di parlare ma Mr Evans le tese il braccio per ricondurla nella stanza e a
lei non rimase che seguirlo in silenzio.
Note
Allora… sì, mi sono un po’ lasciata andare contro il povero
Sam! D'altronde ha osato arrivare a chiedere la mano a Brittany!!
XD
Ma parliamo di Santana, finalmente sappiamo cosa prova! Sì,
il suo amore è ancora lì ma teme che non sia lo stesso per Brittany
e ora con Sam che si mette in mezzo la questione si fa più difficile! Ma almeno
ci siamo liberati del problema Quinn! ;-)
Brittany? Brittany
ha capito! E questo è tutto quello che conta!
Cosa succederà ora? Le carte di sicuro non sono ancora sul
tavolo, le due fanciulle non si sono ancora parlate… dobbiamo aspettare!
Vi ringrazio se siete giunte a questo capitolo malgrado io
abbia messo il Prezzemolo-Sam! ;-)
Al prossimo capitolo! Ciao ciao e ancora grazie, davvero!
La mente di Brittany era affollata
di pensieri ma la domanda di matrimonio di Mr Evans,
un evento che di solito occupa gran parte dei pensieri di qualsiasi fanciulla
in età da marito, in particolare se quell’età sta passando velocemente come era
il caso di Miss Brittany, ne occupava solo una minima
parte. Era sua intenzione infatti trovare al più presto l’occasione per
rifiutarla, gentilmente ma categoricamente. Il pensiero invece ad angustiarla e
al contempo ad inebriarla di felicità era la gelosia mostrata dal Capitano
Lopez, era consapevole di quanto fosse fiera e temeva di non riuscire a farle
comprendere quanto fosse assurdo il suo timore. Eppure sapeva che avrebbe
dovuto in ogni modo rassicurarla, farle capire che i suoi sentimenti non erano
cambiati che anzi si erano rafforzati, ora niente e nessuno avrebbe potuto
persuaderla a lasciarla andare via.
Temeva anche di non avere l’occasione di vederla ancora,
Santana era orgogliosa e fiera, Brittany rabbrividiva
ogni volta che nella sua mente si formava l’idea di aver perso la sua occasione
al concerto.
La notte passò così, ma come spesso accade il mattino, con la
sua luce, riportò in Brittany una certa sicurezza, il
Capitano Lopez non sarebbe partito subito, la famiglia Hudson sarebbe arrivata
a giorni insieme ai suoi amici capitani e lì avrebbe di sicuro avuto occasione
di vederla ancora. Mentre scendeva le scale con un sorriso sulle labbra fu
ancora più felice di vedere Lady Emma.
La donna le chiese se aveva voglia di una passeggiata e così
uscirono insieme percorrendo le vie già affollate della cittadina.
“Ditemi, il concerto è stato piacevole?” Chiese Lady Emma
dopo aver chiacchierato per un po’,
“Soprattutto interessante…”, La donna la guardò interrogativa
e Brittany si spiegò, “Mr
Evans mi ha chiesto di sposarlo.” Lady Emma sorrise, per nulla sorpresa,
“Devo dunque farvi le mie congratulazione, Mr Evans è un uomo gentile ed intelligente, dalle giuste
conoscenze e dal carattere a voi affine, sarà un ottimo marito per voi.”
“Temo di non poter accondiscendere, io non provo nulla se non
un superficiale affetto per Mr Evans che ammetto
potrebbe trasformarsi in una sincera amicizia se avessi il tempo di conoscerlo
meglio, ma nulla di più”
“Cara, l’amore crescerà assieme alla conoscenza…”
“Lady Emma, il mio cuore non potrà mai appartenergli” La
donna si fermò per guardarla, poi annuì piano,
“Sapete che voglio solo il vostro bene, se credete che non
possa rendervi felice quanto meritate allora avete ragione”. Brittany annuì mentre riprendevano a camminare in silenzio,
era indecisa sul rivelare alla sua madrina chi avesse invece il pieno controllo
del suo cuore. Non temeva di essere persuasa di nuovo, ma voleva bene a Lady
Emma e non desiderava discutere con lei.
“Questa vostra opinione non ha nulla a che fare con l’arrivo
in città del Capitano Lopez?” Brittany arrossì e Lady
Emma annuì piano, “Capisco” Disse solo poi cambiò argomento commentando il
cappellino indossato al ricevimento degli Smith da Miss Hammond.
Quando tornò a casa Brittany ebbe
la piacevole sorpresa di trovare Rachel e suo marito.
“Siamo appena arrivati, alloggiamo in Suit
Street, con noi sono venuti tutti!” Rachel era
spumeggiante, felice di quel viaggio che la portava a contatto con la vita di
società che raramente poteva frequentare a casa.
“Mi hanno supplicato di chiederti di venire subito a salutare
tutti!” Le disse ancora e a Brittany non restò che
uscire di nuovo.
Rachel non aveva esagerato, erano davvero
venuti tutti. L’appartamento preso in affitto dagli Hudson risuonava di voci e
allegria, come mai aveva fatto la casa che Brittany
aveva diviso con il padre ed Elizabeth. Kurt le venne
subito incontro salutandola con la solita esuberanza e così Quinn che Brittany ebbe il piacere di vedere rimessa alla perfezione
e con una nuova gioia negli occhi. Poi fu stretta in un abbraccio dalla Signora
Hudson e dal marito che non avevano dimenticato il suo aiuto quando la figlia
ne aveva avuto bisogno.
Era arrivata da pochi minuti quando furono annunciati il
Capitano Blaine e il futuro sposo, il Capitano Puckerman. Brittany fu felice nel
notare lo sguardo dolce e protettivo che l’uomo rivolse a Quinn, così come non
le sfuggì il sorriso forse troppo ampio che Kurt e Blaine
si rivolsero.
Entrambi mostrarono di essere molto felici di rivederla, ma Brittany dovette mordersi la lingua per non chiedere della
loro amica, il Capitano Lopez.
La casa appariva davvero in fermento, c’erano da sistemare i
bauli e da decidere ancora molte cose così Brittany
fu sul punto di congedarsi quando nella stanza entrò colei che più aveva
sperato di vedere.
Fu così che Brittany accettò di
buon grado di aiutare Quinn e Kurt a scegliere tra i vari indirizzi il sarto
migliore da cui recarsi per l’abito da sposa.
Santana era occupata a salutare la famiglia Hudson e i suoi
amici aggiornandoli e lasciandosi aggiornare sui loro recenti eventi, essendo
impossibile avvicinarla in quel caotico contesto Brittany
si sedette su un divano ascoltando i due fratelli Hudson discutere animatamente
sulla scelta migliore da fare. Lei li ascoltava solo con parte della sua
attenzione l’altra era tutta tesa a scoprire un modo per rassicurare Santana
sui suoi sentimenti. Con suo grande disappunto però il posto accanto a lei fu
occupato dal Capitano Blaine.
Quinn e Kurt si erano allontanati per parlare con la madre e
per un attimo Brittany aveva sperato che vedendola
sola Santana le si avvicinasse il Capitano Blaine
però era stato più rapido.
Santana si era dunque seduta poco lontano ed era intenta a
scrivere una lettera come le era stato richiesto dal Capitano Puckerman.
“Non è meraviglioso vedere come da un terribile incidente
possa nascere qualcosa di così bello?” Le chiese Blaine,
“Avete ragione…”
“Insomma, il mio amico e Miss Quinn non si sarebbero mai
innamorati senza quella brutta disavventura”
“Sapete cosa credo? L’amore trova sempre una via.”
“Voi dite? Eppure a volta ci sono ostacoli insormontabili…” Blaine sembrava triste ora, Brittany
abbassò la voce,
“Non importa quanti impedimenti, quante difficoltà si mettono
ad ostacolarlo se è vero amore allora nulla può distruggerlo o soffocarlo.” Blaine sorrise,
“Sembrate parlare di qualcosa che conoscete…”
“So che è impossibile smettere di amare anche quando la vita
vi si oppone e la speranza è finita.”. Erano parole importanti e Brittany lasciò lo sguardo vagare verso Santana che
concentrata componeva la sua lettera allo scrittoio senza dar mostra in alcun
modo di aver sentito.
“Spero che abbiate ragione Miss Brittany”
Le disse il Capitano Blaine poi la loro discussione
privata venne interrotta dall’arrivo del Capitano Puckerman.
Alla fine Brittany dovette
arrendersi, non era riuscita in alcuno modo a parlare con Santana, così si congedò,
sperando di avere presto una nuova occasione.
Indossò la mantellina ma quando fu sul punto di uscire una
voce la richiamò,
“Miss Brittany!” Kurt la raggiunse
con un sorriso, “Questa è per voi…” Disse prima di salutarla ed andarsene.
Brittany dovette prendere numerosi respiri
mentre riconosceva anche in quelle poche lettere la grafia di Santana: Miss B.S.P.
Uscì dalla casa con il cuore in tumulto percorse appena due
strade poi senza riuscire ad attendere oltre ruppe il sigillo.
Non posso ascoltare oltre in
silenzio. Devo parlarvi servendomi dei mezzi che ho a disposizione. Voi mi
straziate l’anima. Provo ad un tempo angoscia e speranza. Non ditemi che per me
è troppo tardi, che quei preziosi sentimenti sono svaniti per sempre. Mi offro
nuovamente a voi, con un cuore che è ancor più vostro di quando quasi lo
spezzaste, otto anni e mezzo fa. Non ho amato che voi. Posso essere stata
ingiusta, debole e piena di risentimento, ma mai incostante. Voi sola mi avete
condotto a Bath. Penso soltanto a voi, per voi sola faccio progetti per
l’avvenire… Non ve ne siete accorta? Possibile che non abbiate compreso i miei
desideri? Non avrei atteso neppure queste tre settimane, se solo avessi potuto
leggere nei vostri sentimenti, così come voi, penso, dovete aver letto in fondo
ai miei. Quasi non riesco a scrivere. Ad ogni istante odo qualcosa che mi
sopraffà. Voi abbassate la voce, ma io so distinguere le tonalità di quella
voce, laddove altri non riuscirebbero a coglierle… Creatura troppo buona,
troppo eccelsa! Voi lo credete veramente, che l’amore può superare ogni
ostacolo, che trova sempre una via. Crediate dunque che questo sentimento è
fervidamente e incrollabilmente racchiuso nel cuore di
“S.L.”
Vi alzate, devo sbrigarmi, incerta
sul mio destino.
Una parola, uno sguardo saranno
sufficienti per decidere se entrerò in casa di vostro padre questa sera, o mai
più.
Potrete facilmente immaginare che genere di sentimenti
produssero in Brittany quella lettera. Certo forse
avrebbe dovuto aspettare di essere a casa, la strada non era di certo il luogo
più appropriato per i salti e le giravolte che il suo corpo incapace di
trattenere la gioia produsse.
Un animo più pacato avrebbe forse preso il tempo di
riflettere, Brittany però, che era stata costretta a essere prudente da
giovinetta, ma crescendo aveva imparato ad essere romantica: naturale
conseguenza di un inizio innaturale, decise di tornare dagli Hudson
immediatamente.
Entrò nella casa quasi di volata,
le guance leggermente arrossate dalla corsa e dall’emozione che ancora le
faceva palpitare il cuore.
“Il Capitano Lopez?” Chiese
immediatamente cercandola tra le persone che la guardavano perplesse,
“Cara, non stai bene?” Le chiese
la Signora Hudson avvicinandosi premurosa,
“Io, sto bene… il Capitano Lopez?”
“E’ appena uscita…” Le rispose la
donna,
“Pochi istanti dopo di voi Miss Brittany” Spiegò il Capitano Puckerman
fissandola con occhi curiosi,
“Devo andare allora…” Fece un
frettoloso cenno di saluto a tutti e poi uscì di nuovo all’esterno. Si guardò
attorno senza però intravvedere la figura della donna che cercava. Si rese
subito conto di non sapere dove il Capitano alloggiasse e di non poter, senza
destare un grande stupore, rientrare per chiederlo ai suoi amici. Non le
restava che tornare a casa e sperare di avere l’occasione di rivederla quel
pomeriggio o alla sera.
Il cuore di Santana era in
tumulto, era scissa e tormentata. Aveva riversato su carta i suoi sentimenti,
si era esposta come mai prima, aveva porto ancora una volta il suo cuore e ora
aveva paura. Chiunque vedendola passare per la strada elegante e sicura non
avrebbe mai dubitato quanto invece fosse vulnerabile e fragile. La sua mente
era così distratta che i suoi piedi la condussero lì dove il cuore voleva senza
che neppure lei se ne accorgesse.
La casa del baronetto Pierce era
in una delle vie più eleganti di Bath e Santana nell’osservarla non riuscì a
nascondere un piccolo sorriso al pensiero di chi vi abitasse. Non le importava
del disprezzo per nulla celato di Sir Walter, solo l’opinione e lo sguardo di
una persona le importava.
Brittany era
uscita poco prima di lei, quindi doveva già essere giunta a casa… si era
ripromessa di lasciarle il tempo di riflettere sulle sue parole ma ora che era
lì non riuscì a resistere, aveva bisogno di incrociare i suoi occhi e sapere se
il suo futuro sarebbe stato gioia o dolore.
Bussò e fu annunciata alla
famiglia. Quando entrò notò subito l’aria eccessivamente festosa di Sir Walter poi
vide chi era l’altro ospite in casa e di nuovo percepì un sibilante moto di
gelosia.
“Sir
Walter, Mr Evans” Salutò,
“Capitano Lopez, arrivate in un
momento gioioso!” La accolse Sir Walter,
“Oh Sir Walter non so se sia il
caso di rivelare…”
“Mr
Evans sarà presto un membro della nostra famiglia!”
“Congratulazioni” Disse lei come
prevedeva la buona educazione, ma dentro di lei si stava formando un grumo di
terrore.
“La mia cara Brittany
non poteva sperare in un uomo migliore!” Continuò Sir Walter e fu come se
avesse stretto con forza il cuore di Santana che fece un passo indietro,
“State bene Capitano?” Santana non
rispose allontanandosi ancora da quella affermazione da quella che non poteva
essere una falsità giungendo direttamente da quelle due fonti.
“Perdonatemi…” Disse solo
voltandosi e uscendo dalla stanza.
“Capitano…” Era troppo, Santana si
chiese perché il destino si ostinasse così tanto a farla soffrire, perché
l’ultima persona che ora desiderava vedere era lì davanti a lei.
Sentiva le gambe che tremavano ma
richiamò l’orgoglio che l’aveva aiutata a superare già una volta quel dolore,
“Miss Brittany
le mie congratulazioni, vi chiedo solo di non fare parola con nessuno delle
frasi che scioccamente ho scritto in quella lettera, consideratela solo il
frutto di un errore passeggero. Non credo che le nostre strade si incontreranno
ancora o comunque farò in modo che sia il meno possibile per non crearvi
imbarazzo ulteriore. Addio.” Neanche lei seppe come fosse riuscita a mantenere
la sua voce fredda e come i suoi occhi non avessero ceduto al desiderio di
piangere ma senza far mostra di nessuna debolezza lasciò quella casa con
l’intima sicurezza di non metterci mai più piede.
Note
Prima di tutto: non uccidetemi! E non odiatemi! J
Sì, ho rovinato tutto con il finale… ma, abbiate fede!
Santana ha messo il suo cuore di nuovo tra le mani di Brittany e il destino, cattivo e beffardo, ha fatto sì che
prima incontrasse Sam e il padre di Brittany…
La lettera che scrive Santana è praticamente tutta di Jane Austen, la trovo semplicemente perfetta e l’ho solo
leggermente adattata.
Il prossimo sarà l’ultimo capitolo, poi un piccolo epilogo
dunque… incrociate le dita! ;-)
“… Addio.” Brittany
non riuscì a dire o fare niente, quando aveva incontrato Santana nell’atrio di
casa sua aveva creduto che finalmente il destino le favorisse. E invece quello:
un addio. Santana aveva parlato con una freddezza che l’aveva lasciata senza
parole, prima che lei avesse potuto riprendersi per protestare, per chiedere
spiegazioni la giovane era già scomparsa.
Doveva seguirla! Brittany sentiva che se non le avesse parlato subito
l’avrebbe persa per sempre, sapeva quanto poteva essere impulsiva, poteva già
essere in direzione delle stalle per montare a cavallo ed andarsene da Bath.
“Miss Brittany!”
Si voltò e incontrò gli occhi sorridenti di Mr Evans
e allora capì, come se si fosse acceso un lume, le parole e l’atteggiamento di
Santana acquisirono un senso.
“Cosa avete fatto?!” Il ragazzo la
guardò stupito,
“Perdonatemi?” Chiese,
“Cosa avete detto al Capitano
Lopez?”
“Io… vostro padre era così felice
per il nostro matrimonio che ha dovuto dirlo al Capitano…”.
Dovete ormai aver capito che Brittany era una ragazza dall’animo incline al perdono e
alla gentilezza, non aveva mai portato rancore a Lady Emma per averla persuasa
a lasciare Santana e neanche aveva mai giudicato con la giusta severità,
neppure nel silenzio del suo cuore, l’atteggiamento della sua famiglia ma ora,
ora che quell’uomo aveva forse per sempre pregiudicato la sua futura felicità
fu avvolta dalla rabbia.
“Voi! Io non vi sposerò mai!”
“Ma… io vi rendo felice…”
“Felice? Voi avete appena
distrutto la mia unica possibilità di essere felice! Sposarvi, stare con voi
non sarebbe altro che un triste ripiego, un accontentarsi di una mediocrità
quando ormai ho conosciuto cosa può essere davvero l’amore! Solo in un mondo
governato da un dio crudele e pelato una cosa simile sarebbe possibile!”
“Brittany!”
Il richiamo severo del padre che li aveva raggiunti attirato dalla sua voce
alterata la fece infuriare ancora di più,
“Padre, io non sposerò quest’uomo
e nessun altro. Solo una persona ha il mio cuore e ora andrò a prendermela, se
sono ancora in tempo.” Si voltò e sparì prima che uno dei due uomini avesse il
tempo di parlare.
Santana non poteva essere lontana,
Brittany si tese sulle scale cercando nella via, ebbe
un tuffo al cuore quando la riconobbe poco lontana, era appoggiata alla parete
di una casa. La raggiunse correndo.
“Santana!” La donna si voltò, sul
suo viso scivolavano le lacrime. Mai Brittany l’aveva
vista piangere, mai l’aveva vista così fragile e disperata,
“Vai via!” Le intimò lei mentre
cercava di nascondere il volto. Brittany scosse la
testa, non le importava dei passanti, non le importava di cosa avrebbero
pensato, invece strinse i pugni,
“Stolta, orgogliosa e sciocca!”
vide comparire lo stupore sul volto di Santana e continuò, la rabbia di prima
che l’avvolgeva ancora, “Come hai potuto credere che potessi sposare Mr Evans? Io ti amo!” Prese un respiro mentre sentiva le
lacrime iniziare a scenderle lungo il volto, aveva avuto così paura, ma ora
doveva parlare, doveva dirle tutto. “Non ho mai smesso di amarti, neppure per
un istante, neppure quando mi trattavi con freddezza, quando negavi il nostro
passato, quando avevi occhi solo per Quinn e Kurt. Mi hai fatto soffrire e io
ho continuato ad amarti e non ti permetterò di fuggire!” La guardò negli occhi,
“Non ti permetterò di odiarmi per averti lasciata ancora, ho fatto quel
terribile errore una volta e non lo ripeterò”.
Rimasero in silenzio guardandosi,
gli occhi lucidi di una persi in quelli dell’altra, poi dopo un tempo che parve
infinito Santana sorrise,
“Mi ami?” Chiese piano. Brittany arrossì ma annuì,
“Sì”,
“E non stai per sposare Mr Evans?”
“No, mai.”
“Posso… posso sperare… posso avere
l’ardire di chiedere ancora una volta la vostra mano?” La voce di Santana aveva
tentennato, sopraffatta dall’emozione ma il magnifico sorriso che si aprì sul
volto di Brittany era una risposta ben più che
sufficiente,
“Sì, mille volte sì”
“E… e questa volta non ci sarà
nulla che possa persuadervi a…”
“No, nulla potrà mai farmi
cambiare idea, perché non è la mia mente che possedete, ma il mio cuore”.
Santana lasciò che quelle parole scivolassero lentamente dentro di lei
riscaldandole l’anima, guarendo il suo cuore affranto,
“Vi amo Miss Brittany
e voglio che siate mia moglie!” Disse ora con forza tendendole la mano. Brittany ignorò quella mano tesa ed invece si gettò al suo
collo avvolgendola con le braccia per poi posare le labbra sulle sue.
Non è difficile immaginare lo
spettacolo che si svolse davanti agli esterrefatti passanti. Due fanciulle
allacciate in un bacio, perse tra le braccia una dell’altra, senza il minimo
pudore, senza la minima preoccupazione. Ci fu chi distolse lo sguardo in
imbarazzo ma la maggior parte sorrisero, perché era impossibile non vedere la
luce che pervadeva le due donne, la luce che solo un accecante amore può
emettere.
Superato il primo momento di
intensa emozione le due ragazze ripresero l’uso della ragione e del buonsenso e
contennero la loro gioia limitando almeno le manifestazioni esteriori,
“Credete che se andassi ora da
vostro padre…”
“Forse è meglio aspettare ancora
un po’… ero arrabbiata e ho usato un tono poco appropriato tra una figlia e suo
padre.” Brittany si morse un labbro e Santana
sorrise,
“Non importa, ho aspettato
numerosi anni, ora che sono sicura dei vostri sentimenti posso attendere ancora
qualche giorno.”
Passeggiavano lungo la strada le
mani allacciate, gli occhi che si cercavano in continuazione, i sorrisi che si
rincorrevano sui loro volti,
“Ho pensato di scrivervi... alcuni
mesi dopo che mi avete lasciata, ero tornata a Londra con un ingente bottino e
ho pensato che forse la mia posizione ai vostri occhi poteva essere mutata…”
“Pensate che sia stato per il
vostro patrimonio? Non nego che era parte delle argomentazioni di chi mi ha
persuaso… ma non era quello che mi aveva vinto, quanto la paura di non
bastarvi… voi eravate così coraggiosa, forte, bella… mentre io…”, Santana si
voltò a guardarla turbata,
“Voi siete ben più di quello che merito!
Mi avreste dunque risposto? Avreste risposto ad un semplice tenente di marina
che legava la sua fortuna all’infido mare oppure che avrebbe potuto non tornare
mai?”
“Avrei risposto con la gioia nel
cuore, con la felicità di essere stata, forse, perdonata” Santana scosse la
testa per poi rimanere in silenzio a lungo prima di voltarsi e guardarla,
“Non permetterò mai più che il mio
orgoglio si metta tra di noi, voi siete stata capace di mostrarmi il mio errore
e io vi ringrazio di aver perdonato la mia debolezza.”
Dimenticarono i loro impegni,
troppo intente a valutare le loro mosse e i loro errori, parlando per la prima
volta, entrambe si resero conto di quanto dolore si sarebbero potute evitare se
solo una delle due avesse avuto il coraggio e la forza di farlo prima.
Brittany scoprì
che la partenza improvvisa di Santana da Lyme era
stata causata dalla conversazione tra il Capitano Puckerman,
Rachel e Finn,
conversazione nella quale era stata sollevata la questione del certo interesse
di Santana per uno dei due figli minori dei Signori Hudson, Quinn e Kurt.
Quella notizia subito riportata a Santana l’aveva sorpresa e sconvolta, solo
allora si era resa conto di come il suo atteggiamento aveva potuto essere
frainteso. L’unica soluzione le era parsa la fuga e così aveva fatto.
Brittany le aveva
poi chiesto quando aveva capito di non aver dimenticato il sentimento che le
legava. Santana aveva sorriso chiedendole di essere più precisa nella sua
domanda, perché il suo cuore aveva sempre saputo di amarla anche se il suo
orgoglio nascondeva quella verità alla sua mente. Il Capitano Lopez aveva poi
ammesso che aveva iniziato a sospettare i suoi sentimenti quando Brittany aveva difeso il loro passato assieme, durante la
cena a Lyme.
Vinte dal tempo si separarono a malincuore
ma con la promessa di vedersi ancora quella stessa sera entrambe rassicurate
dell’affetto dell’altra si lasciarono con la felicità nel cuore.
Rientrata a casa Brittany era pronta a corazzarsi della sua felicità contro
gli attacchi del padre, ma l’uomo le lanciò solo uno sguardo offeso,
lasciandola libera di andarsene in camera sua a leggere e rileggere la lettera
di Santana e a ripensare a quel pomeriggio che era meraviglioso come solo un
sogno può essere eppure così vero da farle accelerare ancora il cuore al solo
ricordo.
Quella sera gli Hudson avevano
organizzato un piccolo ricevimento e lì Brittany
avrebbe rivisto Santana così fu la prima ad essere pronta, spinta
dall’impazienza. Dovette però attendere suo padre e sua sorella che ci misero
troppo, almeno ai suoi occhi.
Quando infine raggiunsero la casa
dei loro ospiti Brittany si separò subito dalla
famiglia scambiando solo veloci frasi con gli Hudson per poi raggiungere
Santana che l’aveva vista non appena era entrata e la aspettava elegante nel
suo completo scuro, la camicia bianca e il gilet color panna.
“Miss Brittany…”
Santana chinò la testa ma Brittany le tese solo la
mano,
“Sono otto anni e mezzo che
aspetto questo momento.” Le disse. Santana sorrise mentre comprendeva il suo
desiderio. La musica risuonava nella stanza ma nessun ballerino era ancora
impegnato nella danza, essendo l’ora troppo presta.
Santana intrecciò la mano con la
sua poi la accompagnò al centro. I musici si interruppero per un istante, le
due ragazze si guardarono sorridendo, poi le note ripresero e loro incominciarono
a danzare.
Nella mente di entrambe c’era solo
l’altra e compresero una cosa molto semplice e che eppure avevano messo così
tanto tempo a capire: quella era la felicità.
Note
E questo era l’ultimo capitolo! Tutto è tornato al posto
giusto, Brittany ha sistemato, con mia somma gioia,
Sam e anche suo padre, per poi correre da Santana e riprendersela!
Insomma, non ci resta che l’epilogo, piccolissimo, in cui
tirare le somme! ;-)
Grazie mille a tutte, chi segue, legge e soprattutto chi
prende un attimo per dirmi cosa ne pensa! Grazie grazie!
Quella sera stessa il Capitano
Lopez richiese un colloquio privato con Sir Walter, perché malgrado avessero
deciso di aspettare si erano rese conto di esserne incapaci. Fu un colloquio
tra i più brevi della storia, il capitano Lopez andò subito al punto e Sir
Walter annuì senza aggiungere altro.
La sensibilità delle due ragazze
suggerì loro di non annunciare l’evento lasciando che fosse Quinn ad essere al
centro dell’attenzione della serata, non volendola privare del suo momento.
Loro non avevano bisogno che dell’attenzione che una donava all’altra.
Lady Emma che dopo tutto era una
fine osservatrice, dovette ammettere con se stessa di aver sbagliato e nel
vedere la felicità della sua protetta sperò che quell’errore, che ora sembrava
risanato, non pesasse troppo sulla sua coscienza.
Passò appena una settimana poi fu
dato l’annuncio del prossimo matrimonio. Santana aveva già scritto ai genitori
che erano giunti a Bath il prima possibile. Brittany
aveva temuto il severo giudizio del Generale Lopez e fu immensamente felice
quando lui non appena la vide la abbracciò e le diede il benvenuto nella sua
famiglia assicurando che era sempre stato certo che nessun uomo avrebbe mai
potuto essere degno di stare al fianco di sua figlia. Perché sì, l’uomo che
aveva rifiutato la figlia femmina nei sui primi anni di età ne era poi
diventato un fervido ammiratore, il suo orgoglio era evidente ogni volta che
posava lo sguardo sulla figlia. L’affetto che entrambi i Signori Lopez avevano
per Brittany attenuò la consapevolezza di non poter
desiderare un erede.
Santana e Brittany
erano dopo tutto state le sole ad ostacolare il loro amore perché una volta che
esso fu svelato nessuno vi si oppose.
I loro silenzi furono da quel
momento solo un ricordo, era infatti impossibile vederle insieme senza che si tenessero
per mano chiacchierando tra di loro, dimentiche del mondo che le circondava,
condividendo pensieri e sentimenti. La loro unione fu per tutti simbolo di
quanto potesse l’amore avvicinare due persone di animo così diverso.
L’impulsivo e orgoglioso animo di Santana fu stemperato dal giocoso e dolce
animo di Brittany che a sua volta ne trasse beneficio
imparando a considerare il suo valore tanto esaltato dagli occhi innamorati del
Capitano Lopez.
Mai ci fu coppia più felice e
amorevole, spesso le due giovani venivano prese amichevolmente in giro per come
fossero incapace di vivere una senza l’altra. Necessità che non fu mai messa
alla prova avendo Santana lasciato la marina e amando Brittany
i viaggi a cui gli affari di Santana la sottoponevano.
Sir Walter dovette accettare la
scelta della figlia e dopo un po’ superò l’iniziale disprezzo ammettendo le
qualità del Capitano Lopez e accettandola a tutti gli effetti nella famiglia.
Infine, ricordate il povero Mr Evans? Ebbene, Brittany che
finalmente aveva coronato il suo sogno d’amore si pentì delle parole brusche
che gli aveva rivolto, parole che forse erano ingiuste, così gli scrisse una
gentile lettera chiedendo perdono e spiegando le sue ragioni. Sam Evans, avrete
capito, era un uomo gentile e buono così non ci mise molto ad accettare le
scuse e a divenire uno dei più cari amici della nuova coppia.
Potrei raccontarvi ancora di come
il loro matrimonio semplice e gioioso fu benedetto dalla presenza di tutti i
loro amici, tra cui i nuovi coniugi Puckerman. E
ancora potrei dirvi che poco tempo dopo un’altra mano fu chiesta, toccò al
capitano Blaine, racimolato tutto il suo coraggio,
recarsi da Mr Hudson… ebbene, questa sarebbe un’altra
storia e voi, cari lettori, sarete stanchi.
Non mi resta che salutarvi e assicurarvi
che neppure per un giorno, della loro lunga vita insieme, Brittany
e Santana dimenticarono di ricordarsi il loro amore.
Note
Sì, era davvero un piccolo piccolo
epilogo… direi che: e vissero felici e contente sarebbe un ottimo finale! ;-)
Quindi spazio ai ringraziamenti! Grazie, ad ognuno di voi!
Dal primo all’ultimo lettore, spero davvero che la storia vi sia piaciuta, che
vi abbia fatto passare qualche minuto piacevole in sua compagnia, perché quello
è il suo scopo, un piacevole momento! E magari… qualche emozione! ;-)
Ovviamente un grazie speciali a chi ha commentato, è un
grande piacere sapere cosa ne pensate!
Alla prossima storia… anche se non so quale e quando!