Don't forget me, Harold.

di xhelloidols
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We were just in love. ***
Capitolo 2: *** Chapter two. ***
Capitolo 3: *** Chapter three. ***
Capitolo 4: *** Chapter four. ***
Capitolo 5: *** Chapter five. ***
Capitolo 6: *** Chapter six. ***
Capitolo 7: *** Chapter seven. ***
Capitolo 8: *** Chapter eight. ***



Capitolo 1
*** We were just in love. ***


Cominciò tutto tra i banchi di scuola.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri,invece erano già passati quattro anni.
Era un martedì e l'anziana professoressa di matematica stava tenendo la sua solita lezione di matematica, talmente interessante che istigava gli 'spettatori' al suicidio.
Si muoveva da un lato all'altro della cattedra di legno bianco, a volte sbattendo i suoi grassi fianchi contro gli spigoli dell'antico mobile, ma nonostante tutto continuando a spiegare con la sua voce acuta e fastidiosa. Poi d'un tratto, mentre avevo lo sguardo perso nella leggera pioggia che bagnava silenziosa Holmes Chapel, sentii un oggetto di piccole dimensioni sfiorarmi la spalla destra, per poi ricadere debolmente sulla superficie del banco di legno. Presi tra le mani il bigliettino piegato accuratamente in quattro lati e lo aprii stendendolo delicatamente sul banco con fare misterioso: se la professoressa mi avrebbe scoperto,sarebbe stata la fine.
'Alla fine delle lezioni,aspettami sul piazzale della chiesetta di fronte alla scuola. Ci conto,Bluerose. Harry Styles'.
Mi voltai verso il banco dietro al mio, occupato da Styles, che sorrideva spostandosi i ricci sul lato destro del viso. Gli accennai un timido sorriso e mi voltai nuovamente verso la professoressa, fingendo di mostrare attenzione alle sue parole, che dentro alla mia testa si tramutavano in un fastidioso ronzio.
Non vedevo l'ora che la campanella suonasse e quando finalmente il suo suono stridulo si diffuse nella stanza, un sorriso di gioia si dipinse sul mio volto.
Così mi alzai di scatto dalla seggiola arrugginita, misi tutti i libri nella cartella e dopo essermi infilata il cappotto nero, uscii da scuola, dirigendomi verso il piazzale della piccola chiesetta di Holmes Chapel, esattamente di fronte al nostro istituto.
Ero nell'ansia più totale: avevo solo quindici anni, non avevo mai avuto approcci di nessun tipo con i ragazzi ed Harry non mi era mai stato del tutto indifferente.
Insomma, chi poteva resistere a quegli occhi così verdi e a quel sorriso, quel sorriso così..non c'erano parole per descriverlo, ma ogni volta che esplodeva sul suo viso, io non capivo più nulla e mi trasformavo nell'essere più stupido e impacciato del pianeta, se non dell'universo.
Poi lo vidi arrivare, i capelli ricci coperti dal cappuccio del giubbino e lo zaino in spalla, si avvicinava a me e quel sorriso che tanto mi mandava in confusione esplose sul suo volto e sentii le guance dipingersi di un rosso fuoco.
'Ciao Bluerose, grazie per essere venuta.' disse schioccandomi un bacio sulla guancia e coprendomi con il suo ombrello. Dio mio, volevo sprofondare dalla vergogna.
'Figurati, che devi dirmi di bello allora?' gli chiesi tentando di assumere un'aria più tranquilla e pacata possibile.
'Allora..ecco..oddio..io volevo chiederti se ti andava di uscire qualche volta con me, così..per conoscerci un po' meglio, dici che è una brutta idea?' mi chiese con aria speranzosa, gli occhi si dipinsero di un verde ancora più acceso e le fossette che aveva ai lati delle guance si accentuarono sempre di più.
'No, non credo che sia una brutta idea,anzi.' gli dissi sorridendo.
Fu quello il giorno in cui iniziò tutto quanto. Dopo circa un mese decidemmo di ufficializzare la nostra 'relazione' e dopo un anno eravamo la coppia più unita di tutta Holmes Chapel.
Avevamo entrambi compiuto i sedici anni ed io dentro di me avevo la certezza che non ci saremmo mai lasciati. Lui era stato il mio primo tutto: il mio primo bacio, la mia prima volta, il mio primo amore. Poi un giorno, mentre me ne stavo spaparanzata sul letto con un libro di letteratura sul cuscino, quando il campanello suonò deciso.
Mi precipitai giù dalle scale e corsi ad aprire: mi trovai di fronte Harry che mi venne incontro abbracciandomi e sollevandomi da terra, ridendo come un pazzo.
'Harry che è successo?' gli chiesi quando mi riportò a terra.
'Ho finalmente trovato il coraggio amore, vado ai provini di xfactor a Londra, ci vado, ci vado!' disse schioccandomi un bacio sulle labbra, mentre una lacrima di gioia gli cadeva sulla guancia.
'Oddio, non ci credo!' dissi scoppiando a piangere dalla felicità. 'Ce la farai Harry,  realizzerai il tuo sogno, ne sono sicura.' gli dissi saltandogli al collo.
'E io voglio che tu venga con me e la mia famiglia, voglio averti lì dietro con me, ti prego.' mi disse puntando le sue iridi verdi nei miei occhi bagnati di lacrime.
'Ok,Harry, ci sarò, te lo prometto.' dissi schioccandogli un altro bacio sulle labbra.


Qualche mese dopo eravamo tutti immersi in una fila che non sembrava finire più, sotto il sole cocente.
Io, Gemma ed Anne, indossavamo tutte e tre maglie in onore di Harry, che se ne stava rigido ed immobile appoggiato ad una ringhiera.
'C'è qualcosa che non va Harry?' chiese Anne, notando la preoccupazione del figlio.
'Sto andando a decidere della mia vita,mamma: questa audizione può farmi rimanere Harry, il ragazzo riccio di Holmes Chapel, o Harry Styles, il cantante. E ho paura di non farcela.' disse abbassando lo sguardo verso l'asfalto bollente.
'Tu ce la farai,Harry. Le persone che ti amano credono in te.' dissi sollevandogli il volto con due dita. 'Ti amo' gli dissi e quelle parole si trasformarono in un sussurro.
'Anchio, con tutto il cuore.' disse stringendomi forte al petto.
Qualche ora dopo eravamo dietro alle quinte di un enorme studio televisivo. Migliaia di persone vagavano per dei lunghissimi corridoi, c'era un caos enorme lì dietro.
'Harry Styles' urlò dai bordi del palco una ragazza dai lunghi capelli neri. Harry a quel suono scattò dritto in piedi e si voltò verso la ragazza.
Mi lanciò uno dei suoi più bei sorrisi e scomparve dietro al sipario.
Cantò Isn't she lovely? e si prese due sì : uno da Simon Cowell e uno da Nicole Scherzinger.
Quando Harry scese da quel palco non sapeva quello che sarebbe accaduto.
Scese da quel palco con un enorme sorriso e l'inconsapevolezza che da lì a pochi giorni sarebbe stato incluso in una band con altri quattro ragazzi e con quei quattro ragazzi avrebbe scalato non solo le classifiche inglesi, ma quelle di tutto il mondo. Cominciò a capire che la sua vita sarebbe cambiata quando durante le sue esibizioni con i One Direction venivano acclamate da milioni di persone, lo capì quando le persone lo fermavano per strada con ammirazione per un autografo o una foto e quando, una volta fuori dal talent show cominciarono ad ottenere un successo che nemmeno i Beatles avevano mai raggiunto.
E io, cominciai a capire quello che stava succedendo, quando con le lacrime agli occhi e la valigia tra le mani, Harry si appostò di fianco alla porta di casa Styles, salutando la sua famiglia che gli augurava un 'buon tour'. Poi si piazzò di fronte a me, stringendomi forte tra le sue braccia e sussurrandomi all'orecchio che mi amava con tutto se stesso e trattenendo le lacrime mi prometteva che sarebbe tornato presto e nulla sarebbe cambiato.
Passarono tre anni da quel momento e quella fu l'ultima volta che vidi Harry Styles.

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Capitolo 2
*** Chapter two. ***


Tre anni dopo.

Era una giornata di marzo e il sole filtrava debole tra le foglie degli alberi di Holmes Chapel.
Le strade grigie erano totalmente deserte, ma del resto ad Holmes Chapel non era una novità.
Avevo ormai da poco compiuto i diciannove anni e associavo la mia cittadina ad una gabbia che non mi permetteva di muovermi e perfino di respirare. Avevo il bisogno e la necessità di evadere da quella prigione, così chiamai mia madre in cortile per parlargliene, per l'ennesima volta.
Ci accomodammo sulla nostra storica panchina di legno posizionata sotto le fronde degli alberi mosse dal vento e così presi parola.
'Mamma, io non ce la faccio più a stare qui. Holmes Chapel non è il posto per me, non lo è mai stato. Io ti voglio un bene immenso ma in questo paesino sento di non poter trovare la mia strada.'
Notai che mia madre non aveva gli occhi fissi in un punto ben preciso , ma al contrario aveva lo sguardo perso nel vuoto, un ombra di tristezza le copriva le iridi azzurre.
Poi frugandosi nel taschino del grembiule da cucina estrasse una bustina di carta bianca e me la porse.
La acchiappai con aria interrogativa, non sapevo che cosa potesse contenere. Poi la aprii e rimasi senza parole: un biglietto aereo per Londra. Solo andata. Domani.
'Oddio mamma..' le dissi mentre una lacrima calda percorreva una linea ben precisa sulla mia guancia. 'Non ci credo, mi sembra impossibile..' dissi abbracciandola di scatto.
'E' giunta l'ora che tu prenda il volo,piccola mia.' disse accarezzandomi la fronte. 'Mi sono occupata già di tutto: vivrai dalla zia Rose e lavorerai da lei come babysitter per sua figlia, Michelle.'
La zia Rose era una donna piena di soldi, con una villa pazzesca nel centro di Londra e una figlia di circa dodici anni a cui non riusciva a badare, per via dei suoi numerosissimi impegni di lavoro.
'Grazie mamma, mi mancherai tantissimo.' le dissi stringendomi forte contro il suo petto.

La mattina seguente sembrò arrivare in un battibaleno e in men che non si dica mi ritrovai di all'aereoporto con una valigia tra le mani e gli occhi pieni di lacrime,mentre stringevo mia madre forte contro al petto.
'Vai a cercarlo.' mi sussurrò all'orecchio. La guardai con aria interrogativa, mentre le lacrime cadevano prepotenti dagli occhi.
'Harry. Vai a cercarlo.' a quelle parole le lacrime si dimostrarono incontrollabili, non riuscivo a placarle in nessun modo.
'No mamma, non lo farò.' dissi mentre mia madre mi raccolse una lacrima dalla guancia.
'Si invece. Ora vai, o perderai l'aereo. Divertiti piccola mia, buon viaggio.' mi disse schioccandomi un bacio sulla fronte.
Qualche minuto dopo mi trovavo già sull'aereo e guardavo Holmes Chapel allontanarsi dal finestrino ed inconsapevolmente la salutai appoggiando i polpastrelli sul vetro.

Poco dopo mi ritrovai all'aereoporto di Londra e appena scesa dall'aereo venni accolta da un fottutissimo cartellone che mi fece venire la voglia di risalire sull'aereo e di tornarmene a casa.
One Direction in tour! E la faccia di Harry piazzata al centro e dipinta da quel suo fottutissimo sorriso. Abbassai lo sguardo e continuai la mia corsa, con la convinzione che la mia persecuzione fosse appena cominciata.
'Bluerose, Bluerose!' sentii chiamare, così mi voltai e vidi una bambina bionda e magrolina corrermi in contro, per poi abbracciarmi di scatto.
Doveva essere Michelle, pensai.
'Michelle, che bello vederti!' dissi accarezzandole i biondi capelli lunghi fino alle spalle.
'Anche per me è bello vederti, ora però andiamo a casa, c'è qui l'autista di mamma!' disse sorridendo e saltellando contemporaneamente.
'E la mamma non c'è?' le chiesi mentre saltellando ci avviavamo verso l'auto.
'Oh..la mamma è al lavoro..come al solito.' mi rispose, con un velo di tristezza negli occhi vispi e blu.
Dopo una quindicina di minuti arrivammo nella casa, o meglio, nella reggia.
Un imponentissima struttura si presentò di fronte a me e mi mancarono le parole quando la vidi.
Entrammo in un enorme corridoio dalle pareti celesti, adorno di bellissimi quadri e vasi che dovevano costare un occhio della testa.
'Vieni ti mostro la mia cameretta!' disse Michelle prendendomi per una mano e conducendomi in una stanza dalla porta rosa.
Appena entrammo per poco non mi venne un infarto. Harry. Harry ovunque. Harry sulla parete di destra, Harry sulla parete di sinistra, Harry sul soffitto. Mi dovetti sedere ai bordi del letto per non cadere a terra.
'C'è qualcosa che non va? Non ti piacciono gli One Direction?' disse notando che qualcosa nel mio sguardo era cambiato.
'No, sono molto bravi. E' che ho avuto un calo di pressione!' dissi mostrando un leggero sorriso.
Poi la porta d'un tratto si spalancò mostrando una donna dal fisico perfetto avvolto da un abito nero che le arrivava fino alle ginocchia e i capelli color biondo cenere raccolti in uno chignon austero: mia zia Rose.
'Ciao Zia Rose!'
'Ciao Blue, ti sei fatta proprio una donna meravigliosa!' disse schioccandomi un sonoro bacio sulla guancia.
'E ho una sorpresa anche per te, piccola mia!' disse sfilando dalla borsa una busta sulle tonalità del rosa.
'Per me?' disse Michelle con gli occhi che le luccicavano.
'Per te e Bluerose!'
Poi Michelle cacciò un urlo che, credo, mi bucò un timpano.
'ODDIO MAMMAAAAA, NON CI CREDO, SONO DUE BIGLIETTI PER UN MEET AND GREET FACCIA A FACCIA CON I ONE DIRECTION!'
'Si piccola mia, ma visto che io non posso accompagnarti ci penserà la tua cuginetta Bluerose!'
Volevo ricevere una pugnalata dritta nel cuore. Oppure svegliarmi da quell'incubo maledetto. No, non poteva essere vero.


Ciao bellezze, sono tornata a spaccarvi le palle con una nuova ff ** Che ne pensate? Bluerose ed Harry si stanno per incontrare dopo tre lunghi anni di silenzi. Ma perché Harry non si è più fatto vivo con Bluerose? Man mano che la storia proseguirà lo verrete a sapere! Nel frattempo attendo vostre recensioni bellezze e buona festa della donna xxx

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Capitolo 3
*** Chapter three. ***


'No Zia Rose, io non posso accompagnare Michelle dai One Direction,davvero non posso'.
Sentivo il cuore battermi a mille dentro al petto, tentavo di respirare tranquillamente ma il risultato consisteva in un fiatone che non mi permetteva di parlare correttamente.
A quelle parole Michelle scoppiò in lacrime.
'Bluerose non puoi farmi questo, è il mio più grande sogno. Li seguo da quando sono saliti sul palco di xfactor ed è da lì che io sogno di incontrarli.'
Ma Michelle non sapeva del motivo per cui io non potevo accompagnarla. Nessuno, oltre a mia madre e alla famiglia di Harry lo sapeva.
Che reazione avrei avuto nel vedere Harry? E lui cosa avrebbe provato nel vedermi?
Io avevo un terribile dubbio che mi perseguitava dagli ultimi tre anni a venire: e se lui non si fosse ricordato di me? Con tutte le belle ragazze che si era fatto negli ultimi tre anni, magari aveva rimosso quel periodo di vita che avevamo trascorso insieme.
Il solo pensiero mi mozzava il respiro. Perché io non avevo mai avuto la capacità di dimenticarlo e purtroppo nemmeno di odiarlo. Eppure avrei avuto sconfinati motivi per farlo, per odiarlo con tutta me stessa.
Poi il mio sguardo incontrò quello di Michelle, pieno di lacrime. Il cuore mi si spezzò nell'incontro di quei due grandi occhi blu impregnati di lacrime, così mandai affanculo tutte le ragioni del mondo, ragioni che mi bloccavano da ben tre anni e cedetti finalmente, avrei portato la mia cuginetta dai One Direction e di conseguenza da Harry.
E cosa avrei fatto una volta di fronte a lui? Sarei rimasta impassibile.
Gli avrei sorriso, gli avrei chiesto come proseguisse la carriera e avrei finto di essere la ragazza più felice del mondo, nascondendo l'immenso taglio ancora sanguinante che mi portavo dentro da tre anni a questa parte. E lui avrebbe creduto che io fossi forte, come una roccia, quando in realtà con una folata di vento sarei potuta cadere ai suoi piedi come una debole piuma.
'Va bene, andiamo dagli One Direction.' dissi, mostrando un tono duro che non mi apparteneva. Ma si sa: quando le persone vengono deluse e deluse ancora, esse cambiano.
Esse cambiano in un qualcosa che in fondo non appartiene loro, ma si trasformano in esseri dalla corazza impenetrabile, in tal modo che nessuno possa più spezzare il loro cuore. Non un' altra volta.
A quelle parole Michelle mi saltò letteralmente al collo come una piccola scimmiettina felice ed io sorrisi a quell'immagine. Almeno Harry e i suoi amici avrebbero reso felice Michelle, loro erano il suo sogno ed io non ero nessuno per metterle i bastoni tra le ruote.
'L'incontro è domani ragazze, fatevi belle e stendeteli tutti e cinque.' disse sorridendo, per poi uscire dalla stanza richiudendosi con eleganza la porta alle spalle.
Mh, benissimo, pensai. Avevo ventiquattro ore per prepararmi psicologicamente e anche se lucidavo per bene la mia corazza in tal modo che essa non venisse distrutta, mi sentivo così fragile, come se alla prima folata di vento sarei caduta a terra, in mille pezzi.
Quella sera andammo a dormire nelle rispettive camere. Dormire era davvero una parola grossa, considerando che la mia mente continuava ad elaborare milioni di pensieri senza una fine, come la mia storia con Harry del resto. Ci eravamo fatti tante promesse quando nelle giornate di primavera ci stendevamo in cortile con il viso rivolto verso la luce.
'Noi due staremo sempre insieme' , 'Io ti amo con tutto me stesso.' Quelle parole rimbombavano forte dentro me quella notte, ma sembravano solo parole e pensare che io una volta, molto tempo fa, a quelle parole ci credevo, ci credevo con tutta me stessa.
Passai la notte a girarmi e rigirarmi nel letto, forse chiusi occhio per cinque minuti, massimo per dieci. E il giorno finalmente arrivò, me ne accorsi dai deboli raggi di sole che penetravano dalle fessure della finestra. Mi stiracchiai debolmente e quando realizzai che il grande giorno era arrivato sentii lo stomaco contorcersi in una morsa letale e il mio corpo fu dominato da brividi gelidi.
'Bluerose Bluerose, il grande giorno è arrivato!' disse Michelle saltellando in pigiama sul mio letto.
Sorrisi debolmente e la invitai ad andare a cambiarsi, del resto non poteva presentarsi dai suoi idoli in quello stato. E nemmeno io del resto. Così sciolsi i capelli biondo cenere, indossai un paio di jeans chiari, una maglietta delle stesse tonalità e un paio di converse.
Qualche minuto dopo fummo pronte per uscire, salimmo in auto e una decina di minuti arrivammo di fronte ad un grande studio discografico.
Ci fecero entrare, sentivo il cuore esplodere e ci fecero sedere in una piccola sala d'attesa.
Poi entrarono: prima Niall, poi Louis, seguito da Zayn, Liam ed..Harry.
Michelle corse incontro a tutti e cinque abbracciandoli e loro, sorridenti, ricambiavano il suo affetto. Io ebbi solo la forza di rimanere a guardare la scena, imperterrita.
Poi Harry alzò gli occhi nella mia direzione. Una lacrima gli corse veloce sulla guancia e i suoi occhi verdi rimasero spalancati e pieni di lacrime.
'Hei tu, fai come la piccola Michelle, non essere timida!' disse Louis venendomi incontro e abbracciandomi. Ricambiai il suo abbraccio e tentai di assumere l'aria più tranquilla possibile. Dentro? Mi sentivo soffocare. Abbracciai tutti, poi mi ritrovai di fronte ad Harry.
'B-bluerose' disse balbettando.
'Harry.' dissi io a mia volta tentando di trattenere le lacrime.
'Cosa?? Voi vi conoscete?' disse Michelle notando la nostra conversazione.
'Appunto, vi conoscete?' chiese Zayn con aria interrogativa.
'Oh si. Siamo amici di vecchia data.' dissi io accennando un falso, falsissimo sorriso.
'Bluerose, puoi uscire un attimo? Devo parlarti.' mi disse Harry, sempre mostrando un' aria sconvolta.
'Non c'è nulla che ci dobbiamo dire,Harry. Se ci fosse stato qualcosa di così urgente saresti venuto a farmelo presente tre anni fa, non credi?' gli sussurrai all'orecchio.
Lui abbassò lo sguardo e si pulì da una lacrima che gli era rimasta sulle ciglia.
'Tu non puoi capire Bluerose,davvero. Non puoi capire.' disse puntandomi le sue iridi verdi negli occhi.
'Io capisco benissimo invece, Harry.' dissi voltandomi verso Michelle e dandogli le spalle, ma lui mi prese per un polso e mi portò fuori dalla stanza.
'Cosa c'è Harry? Dimmi perché fai questo ora.'
'Perché ci sono tante cose che tu non sai, Bluerose. Io non ti avrei mai lasciato così di mia spontanea volontà.'
'Infatti hai agito involontariamente,Harry. Avevi finalmente realizzato il tuo sogno ed io ero solamente un pezzo del puzzle che ormai non ti serviva più. Ma potevi lasciarmi un messaggio, farmi una chiamata, mandarmi una mail, dicendomi di non cercarti, che tra noi era finita. Invece te ne sei andato dicendomi che mi amavi e che saresti tornato presto.
Ho aspettato ogni singolo giorno da tre anni a questa parte, ogni singolo giorno aspettando un tuo ritorno, un ritorno che non è mai avvenuto.'
Scoppiai a piangere a quelle parole, perché fu come percorrere gli ultimi tre anni: tutti quei pianti, tutti quei messaggi senza risposta, quelle attese senza lietofine.
'Non avrei mai voluto che tu versassi nemmeno una lacrima per me.' disse quelle parole singhiozzando, poi scoppiò a piangere.
'E allora saresti potuto tornare da me.'


Sono in un mega ritardo nel postare ma ho avuto una grande difficoltà nello scrivere questo capitolo, ero stata assalita da una specie di blocco che non mi permetteva di scrivere come vorrei t.t
Questo è il risultato, infatti non sono soddisfattissima, spero che a voi piaccia, sperando per il prossimo capitolo mi esca qualcosa di meglio.
Mi scuso in anticipo se il capitolo non rispetterà le vostre aspettative, bacetti lol.

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Capitolo 4
*** Chapter four. ***


Harry's point of view.

E dopo quelle parole rientrò nello stanzino, io la seguii, la testa bassa, il cuore a pezzi.
'Forza Michelle, credo che i ragazzi abbiano da fare ora.' disse spostandosi una ciocca dei lunghi capelli biondo cenere dietro all'orecchio.
'Pff, ma mi stavo così divertendo!' disse a gran voce Michelle, facendo scoppiare a ridere tutti i presenti nella stanza.
''Grazie di tutto ragazzi, siete stati carinissimi!' disse Bluerose abbracciando tutti i ragazzi, per poi arrivare di fronte a me, farmi un cenno con il capo ed uscire dalla stanza, con la mano di Michelle intrecciata nella sua. Le due uscirono dalla stanza e d'istinto io mi lasciai cadere su una poltrona blu di velluto, insieme ai miei mille pensieri.
'Che ti succede Harry?' chiese Zayn sorseggiando un succo d'arancia.
'E' vero Zayn, da quando Harry ha visto quella ragazza sembra..cambiato, per non dire rimbambito.' disse Louis sghignazzando.
'Non dite cretinate ragazzi, sto benissimo.' dissi abbozzando uno dei più falsi sorrisi che mi era mai capitato di accennare.
'Ora però sono stanco, ho bisogno di riposare, a domani ragazzi.' dissi uscendo dalla stanza e andando a sdraiarmi nel letto del camper del tour.
Mi portai le coperte fin sopra al viso e chiusi gli occhi, poggiando i polpastrelli sulle palpebre, con la voglia di estraniarmi dal mondo intero.
Mentre l'oscurità dominava la visione delle mie pupille mi passarono davanti delle scene che avevo tentato di rimuovere, non perché non fossero stati dei bei momenti, anzi.
Ma quei ricordi erano per me come lame affilate, tagliavano.
Mi passarono per la mente tutti quei pranzi alla domenica in casa di mia madre, i nostri baci mentre sdraiati sull'erba progettavamo il futuro, la nostra prima volta e i suoi occhi impauriti prima di spogliarsi, seguiti a quella sensazione che finalmente fosse mia, non per quanto riguarda un fattore fisico, sentivo che le nostre anime si erano finalmente intrecciate e credevo che nulla le avrebbe mai spezzate. Non potevo nemmeno immaginare quello che le avessi fatto passare negli ultimi tre anni, ma nemmeno lei poteva immaginare il perché ero stato spinto a farle perdere le mie tracce.
Se ami una persona lasciala libera. E io l'amavo, l'amo tutt'oggi.
Ma lei non sapeva e forse non avrebbe mai saputo cosa mi aveva spinto a lasciarla, senza nemmeno una lettera, una chiamata, una mail.
Quei pensieri mi accoltellavano, poi sentii la porta del camper aprirsi, una leggera luce invase la stanza e Louis fece il suo ingresso nell'abitacolo.
'Voglio stare solo Lou, davvero.'
'Potrai ingannare gli altri, ma non me Styles.' disse accomodandosi per bene sulla sedia di fronte al letto. Mi rizzai rigido sul letto a quelle parole, incrociai le gambe e gli chiesi cosa volesse intendere con quelle parole.
'Parlami di quella ragazza, di quella Bluerose. Perché ti ha fatto quell'effetto quando l'hai vista?'
'Perché prima di XFactor io e Bluerose stavamo insieme, da circa due anni. Ci eravamo promessi tante cose, lei era convinta che io fossi quello giusto, il principe azzurro. Invece l'ho delusa, l'ho fatta soffrire ed inevitabilmente mi odia.'
'E per quale motivo ti odia?' disse Louis con aria interrogativa.
'Perché sono sparito. Nel nulla. Quando siamo partiti in tour ero partito promettendole che sarei tornato, dicendole che l'amavo. E invece sono sparito, senza lasciarle nessuna traccia.'
'E perché non sei più tornato da lei a Holmes Chapel?'
'Per salvarla.'  dissi abbozzando uno sguardo triste verso terra.
'Non sono affari miei Harry, quindi non ti chiederò di più. Ti dico solo una cosa.' disse estraendo una felpa rosa da una borsina. 'La piccola Michelle ha lasciato qui questa, hanno lasciato ai manager l'indirizzo di casa. Hai un ottima scusa per tornare da Bluerose, no?' disse dandomi il cinque.
'Non credo di avere il coraggio di raccontarle tutta la verità, Louis.'
'La ami, Harry?'
'Sì.' risposi con un sussurro.
'E allora vai.'


Ciao bellezze, sono ancora in ritardo lol.
Questo è un capitolo di transizione: infatti dal prossimo succederanno delle cose incredibili che vi toglieranno il fiato, vi faranno piangere, urlare e il tutto contemporaneamente (?) ahah.
Alla prossima bellezze, vi ringrazio per le numerose e dolcissime recensioni, siete dolcissime sjhfg x

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Capitolo 5
*** Chapter five. ***


Harry.

Diedi a Louis una pacca sulla spalla, poi uscii dal camper ed m'infilai in auto, mettendola in moto qualche secondo dopo.
Osservavo le mie mani rigide sul volante e notai che ogni tanto venivano scosse da un leggero tremolio, vibrazione che percepivo nello stomaco, vibrazione che irrigidiva i miei nervi come fossero corde di violino. La salivazione era praticamente inesistente e mi sentivo l'essere più insicuro del pianeta, mentre le strade di Londra correvano veloci al di fuori del finestrino.
Avrebbe capito le mie ragioni? Era tempo che Bluerose scoprisse la verità, era tempo che io mi liberassi dall'enorme peso che mi pugnalava il cuore da anni, era giunto il momento di lasciare che i miei sentimenti prendessero finalmente vita e il tutto mi rendeva dannatamente nervoso. Ma quel pomeriggio avevo letto qualcosa nei suoi occhi. Lei voleva farmi credere che avesse superato la nostra storia, che io fossi solamente un capitolo chiuso e impolverato della sua esistenza: come un libro ben nascosto nell'angolino di una libreria, un libro privo di copertina. Ma i suoi occhi dicevano altro quel pomeriggio: vedermi le aveva spezzato le ali e demolito le convinzioni.
Poi arrivai di fronte alla casa dell'indirizzo che Louis mi aveva segnato, feci un bel respiro profondo e m'incamminai nel vialetto ghiaioso, con la piccola felpa rosa tra le mani.
'Hello Kitty.' pensai sorridendo notando il disegnino al centro della maglietta.
Arrivai finalmente di fronte alla porta, respirai profondamente un' altra volta e lasciai che le nocche sfiorarono la superficie legnosa della porta, prima due, poi tre volte.
Poi ecco che comparve sulla soglia, i lunghi capelli biondi fino alle spalle e una sciarpa verde attorno al collo. Poi quegli occhi azzurri come l'oceano mi guardavano stupiti, a tratti umidi.
'Michelle ci ha lasciato la sua felpa di hello kitty, così ho pensato che fosse giusto riportargliela.' dissi e le mie parole sembrarono trasformarsi in lievi sussurri, che si scioglievano nell'aria.
Bluerose acchiappò frettolosamente la felpa, pronunciò un freddo 'ok' e tentò di richiudersi la porta alle spalle, ma d'istinto la bloccai, piazzandomi ad una distanza pericolosa dal suo viso.
Di scatto lei portò il suo sguardo verso il suolo, era in imbarazzo e questo mi tagliava: un tempo al mio fianco si sentiva al sicuro ed ora era fredda e distaccata. Come darle torto.
'Guardami Bluerose, guardami. ' dissi sollevandole il viso con due dita, in tal modo che non potesse sfuggire al mio sguardo. ' Sono io. Harry.  Non sono un'altra persona, guardami negli occhi.'
Per qualche secondo si perse nel mio sguardo, come per riesumare il nostro passato, per trovarne i pezzi nelle mie pupille.
Poi distolse lo sguardo lasciando che una lacrima le cadesse sulle ciglia, per poi scorrere sul suo viso angelico.
Scacciai quella lacrima con le dita, poi Bluerose prese parola: 'Io non vedo il ragazzo di tre anni fa, non lo vedo più. Vedo un bellissimo ragazzo che ha realizzato il suo sogno, ma non il mio Harry.'
'Consentimi di spiegarti, sediamoci attorno ad un tavolo, parliamone Bluerose, concedimi almeno questo.'
Bluerose si scostò dall'ingresso, permettendomi di entrare in casa.
'Michelle è da una sua amica, deve raccontarle dell'accaduto.' disse sorridendo.
Sghignazzai a quelle parole, poi entrambi ci sedemmo attorno ad un tavolo di legno, l'uno di fronte all'altra.
'Non si possono riassumere tre anni attorno ad un tavolo, Harry.' disse visibilmente in difficoltà. Dimostrava di esserlo quando cominciava a giocherellare con le mani.
'Non pretendo di farlo. Ma attorno ad un tavolo si può parlare.'
'Io non ho bisogno di molti giri di parole Harry. Voglio solo sapere.. perché. Perché mentre ti aspettavo piangendo tu non sei tornato da me.' lo disse con lo sguardo basso.
Il momento della verità era arrivato. Ora o mai più, gridava una vocina nella mia testa.
Proprio mentre stavo per prendere parola un rumore spaventoso si diffuse nella stanza, un' esplosione.
D' un tratto l'aria fu avvolta da una polvere soffocante che non mi permetteva di vedere e di respirare affannosamente.
Mi ritrovai scaraventato a terra, con un forte dolore alla schiena e gli occhi impregnati di polvere. Cominciai a tossire senza sosta e tentai di abituarmi a tutta quella polvere: non vedevo Bluerose.
Tentai di reggermi in piedi e quando ci ero quasi riuscito cominciai a scorgere delle fiamme rosse provenienti dalla stanza di fianco: stavano per avvolgere tutto.
Strattonai il mio corpo affaticato nella direzione in cui credevo si trovasse Bluerose, cominciai ad urlare il suo nome per quanto la tosse me lo permettesse, poi la vidi.
Era a terra, priva di conoscenza ed era bloccata da un asse di legno precipitata dal soffitto.
Mi avvicinai al suo corpo inerme e tentai di spostare l'asse posizionata sulle sue gambe. Era troppo pesante. La presi per le braccia, ma non riuscivo a spostarla. Le fiamme si stavano avvicinando sempre più a noi, così con un urlo disperato strattonai il corpo di Bluerose fuori dalle macerie, prendendola poi tra le braccia. In qualche modo riuscii a trasportarla fuori dall'abitazione. Ricordo solo che mi accasciai sull'asfalto, il viso di Bluerose sul mio petto. Poi, quasi privo di conoscenza, vidi in lontananza delle luci e delle sirene avvicinarsi a noi, dopo l'oscurità mi avvolse.


Aprii a fatica le palpebre, delle luci bianche m'investirono.
'Oddio Harry, grazie al cielo!' sussurrò una voce al mio fianco, seguita da altre voci che si sommarono alla precedente.
Strabuzzai gli occhi e vidi Louis, Niall, Liam e Zayn accanto al mio letto.
Mi trovavo in ospedale: d' un tratto collegai tutto, mi ricordai dell'esplosione, dell'incendio, del corpo immobile di Bluerose sul mio petto.
'B-Bluerose?' dissi balbettando.
'E' anche lei in una delle stanze qui di fianco, credo che si sia svegliata da poco.' disse Louis, ma il suo tono nascondeva qualcosa.
'Ma si sa che è successo?' dissi, sempre con un filo di voce.
'Uno degli impianti di riscaldamento è esploso, causando l'incendio.'
A quelle parole tentai di alzarmi di scatto dal letto, nonostante i ragazzi m'invitassero a rimanere disteso e a riposarmi, Bluerose l'avrei vista dopo, dicevano.
Ma non potevo aspettare. Cominciai a vagare per i corridoi dell'ospedale, poi finalmente trovai la sua stanza.
Lei era posizionata di fronte ad un enorme specchio e si fissava toccandosi il volto con aria interrogativa.
'Bluerose, grazie al cielo stai bene!' dissi io correndole incontro e abbracciandola.
'Si può sapere cosa diavolo stai facendo?' disse lei sciogliendosi dall'abbraccio.
'Bluerose, sono solo felice che tu stia bene..'
'E scusa tu saresti?' mi disse prendendo le distanze.
Non capivo.
'Come chi sono? Bluerose, non mi riconosci?'
'Non ti ho mai visto in vita mia.' disse sedendosi sul bordo del letto.


PAAAAAAAAAAAM. Colpo di scena. Dopo l'incendio Bluerose ha avuto una grave perdita di memoria.
Che ne pensate bellezze? Sono discretamente soddisfatta di questo capitolo dai, spero che vi piaccia shgdgh **
Vi aspetto belle **

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Capitolo 6
*** Chapter six. ***


Bluerose.

Francamente non ci stavo capendo nulla. Ero solo nel panico più totale, avevo il corpo avvolto da brividi spaventosi.
Così mi piazzai di fronte allo specchio di quella fottuta stanza d'ospedale e mi poggiai entrambe le mani sul viso, tentando di esplorarne le sfaccettature.
Com'era possibile che non mi ricordassi nulla del mio passato? Era successo tutto così in fretta: d'un tratto mi ero ritrovata in ospedale, avvolta da lenzuola bianche sgualcite dal tempo e il volto di un medico esattamente di fronte al mio.
'C'è stato un incendio a casa tua. Mi sai dire in che mese ci troviamo?'
 Per tutta risposta mi limitai a scuotere la la testa, nella confusione più totale. Mi sforzai, ma non avevo la più pallida idea di quale fosse la risposta.
Il dottore preoccupato aveva poi cominciato a fare domande ben più specifiche.
'Mi sai dire il tuo nome?' disse e le sue parole si trasformarono in un lieve sussurro, mentre analizzava con sguardo attento le mie pupille azzurre.
'Dottore, io.. io non lo so.'  Mi odiai in quel momento, perché nonostante gli immensi sforzi non riuscivo a ricordarmi il mio nome, nè tantomeno cosa fosse successo, non ricordavo il mio passato, chi fossero i miei genitori, se avessi una famiglia o una casa. Nemmeno quanti anni avessi. Di fronte allo specchio constatai che dovevo avere circa una ventina d'anni.
Poi d' un  tratto, mentre continuava la mia esplorazione di fronte allo specchio, nella mia stanza entrò un ragazzo riccio, che raggiante mi corse in contro abbracciandomi.
Oddio,un maniaco pensai.
Mi scostai dall'abbraccio, domandandogli chi fosse.
Lui spalancò i suoi occhi di un verde intenso e per tutta risposta gli dissi che no, non l'avevo mai visto in vita mia.
'Com'è possibile Bluerose?' mi chiese e i suoi occhi verdi si riempirono di lacrime.
'Mi dispiace tanto. Ma considera che fino a qualche minuto fa non mi ricordavo nemmeno quale fosse il mio nome, quindi.' dissi, tentando di sdrammatizzare. Come potevo scherzare su una cosa così? Non ne avevo la più pallida idea. Ma dentro morivo, morivo di paura. Forse non avrei ricordato il mio passato fino alla fine dei miei giorni, forse non avevo nessuno che mi amasse, forse ero sola.
Il ragazzo riccio si coprì il viso e si sedette sui bordi del letto d'ospedale.
'Ma come..sono Harry..'
Non sapevo che dirgli. Harry? Oddio, non riscuoteva nessun ricordo nella mia mente. Ma quando il ragazzo pronunciò quel nome una vibrazione scosse il mio stomaco: quell'Harry doveva significare qualcosa nella mia vita. Ma..cosa?
'Non preoccuparti Bluerose, vieni con me, sistemeremo tutto.' disse Harry prendendomi per la mano e conducendomi negli immensi corridoi dell'ospedale.
Correvamo nonostante le infermiere ci urlassero di non farlo, noi correvamo e basta.
Arrivammo in uno studio e un dottore, quello che mi aveva visitato precedentemente, se ne stava seduto su una sedia girevole.
Senza dire una parola Harry mi fece sedere su una sedia verdognola di fronte al medico, lui si sedette al mio fianco e poi prese parola.
'Dottore, mi dica immediatamente quello che le è successo. Senza giri di parole.' disse puntando gli occhi verdi in quelli grigi e freddi del medico.
'Signor Styles, si calmi.'
'Io non mi calmo, non è il momento di stare calmi. Non mi riconosce, non sa il suo nome, che cazzo di risposte può darmi lei?'
'Ok, ascoltatemi entrambi attentamente, signorina Bluerose, ascolti bene le mie parole.'
Annuii con un cenno sicuro della testa, intrecciando inconsapevolmente le mie dita in quelle di Harry, quasi convulsamente.
'Durante l'esplosione Bluerose ha battuto la testa ed ha avuto un impatto forte, questo le ha causato una perdita della memoria.'
'Ma è provvisoria?' chiesi io, impaziente di sentire la risposta. Pregando che essa fosse positiva.
'Dipende, ragazzi.'
'Dipende da cosa, dottore, c'è qualcosa che si potrebbe fare per farle recuperare la memoria?' chiese Harry, gli occhi inondati di lacrime.
'Sì, ma non ha a che vedere con cure mediche o ricoveri in ospedale. Bluerose deve semplicemente ritornare alle origini.'
Guardammo entrambi straniti il dottore, così si spiegò meglio.
'Lei, Harry, può aiutarla. Le mostri foto, la porti in posti che hanno significato molto per lei, le parli di lei, del suo passato, di quello che vi lega. Questo potrebbe velocizzare il processo di guarigione.'
'Lo farò dottore, farò di tutto per farle ricordare il suo passato.' disse Harry guardandomi dritto negli occhi e accarezzandomi le dita.


Harry.

Il giorno dopo eravamo già pronti per uscire dall'ospedale.
Avevo organizzato tutto: avevo chiamato i ragazzi dicendo loro che mi prendevo una pausa dalla band, un mese, due, insomma il tempo necessario per aiutare Bluerose a ricordare.
Avevo avvisato la casa discografica, non erano contenti ma non m'importava, non stavo lasciando la band, stavo chiedendo del tempo.
'Forza Bluerose, torniamo a casa.' dissi, mentre con una valigia tra le mani lei salì in auto.
'Ma insomma, potresti essere uno stupratore, eppure io mi sto fidando di te. Mi hai anche detto di essere una popstar, devi essere proprio un pazzo.' disse sghignazzando e io la seguii, scoppiando a ridere.
'Holmes Chapel?' chiese lei, lo disse come se quel nome fosse sconosciuto alla sua memoria.
'Sì. La tua casa. La nostra.' le risposi, continuando a tenere le mani sul volante.


Ciao bellezze, che ne dite, vi piace?
Io sono abbastanza soddisfatta,dai. Vi avviso che i prossimi capitoli saranno molto emozionanti, molto lacrimosi ecco ahah cc:
Ripercorreremo la storia di Harry e Bluerose, usciranno emozioni contrastanti e lacrime ahah c:
Buona lettura, aspetto vostre recensioni shkxj **

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Capitolo 7
*** Chapter seven. ***


Harry.

Ogni tanto con la coda dell'occhio le lanciavo delle occhiate, mentre con lo sguardo perso era immersa nell'asfalto grigio e nel verde degli alberi.
Era come se tentasse di incastrare nella sua mente i pezzi di quel paesaggio, per provare a ricomporre il puzzle della sua vita.
Avrei solo voluto che lei ricordasse il suo passato, non si meritava di vivere ciò che stava accadendo.
Bluerose meritava il meglio che il mondo potesse offrirle, perché lei non aveva alcun male in corpo, lei era il bene, in tutte le sue forme più belle.
'Siamo arrivati.' dissi aprendole la portiera, per farla scendere dall'auto.
'Che posto è questo?' chiese poggiando i piedi sul viale di ghiaia.
'E' casa tua.' dissi sfiorandole la schiena con una mano.
Poi sulla porta d'ingresso comparve una donna sulla cinquantina, i capelli neri come la pece avvolti in una crocca morbida in fondo alla nuca : Elizabeth, la madre di Bluerose.
La donna che mi aveva sempre accolto in casa sua, per i pranzi domenicali e le serate in famiglia, la donna che in un certo senso avevo tradito.
Elizabeth cominciò a correre sul viale ghiaioso fino a raggiungere Bluerose e stringersela tra le braccia, mentre lei se ne stava rigida avvolta nel suo abbraccio.
'Piccola mia, sono la tua mamma, non mi riconosci?' disse Elizabeth mentre fredde lacrime le correvano sulle guance.
Bluerose si limitò a fare segno di no con il capo, lasciandosi trasportare dal pianto della madre.
Era troppo stress per lei, non potevo permettere una cosa del genere.
Così m'infilai tra le due donne, scansando con un movimento delicato del braccio Bluerose dalla presa della madre.
'E tu, Harry, come ti permetti di rimettere piede in casa mia dopo quello che è successo? Tu rientri nella sua vita e guarda che succede! Perde la memoria e si rovina l'esistenza! Sei nato per distruggerle il futuro!' urlò Elizabeth con tutte le sue forze e quelle parole mi tagliarono, come lame affilatissime.
Presi Bluerose per la mano e la condussi in auto, tentando di nascondere le lacrime che tentavano di fuoriuscire dai miei occhi in quel momento.
'Tranquilla, non è successo niente.' dissi accarezzandole la fronte, per poi mettere in moto verso la seconda tappa.
'Dove stiamo andando ora?' chiese mentre scendemmo dall'auto.
Ci ritrovammo di fronte alla chiesetta di Holmes Chapel, nel piazzale dove tutto ebbe inizio.
La presi per mano e la portai nell'esatto centro del piazzale, poi la fissai negli occhi.
'Qui cominciò tutto. Ero un ragazzo molto timido a quei tempi, credevo che una bella ragazza come te non mi avrebbe mai notato. Poi un giorno mi feci coraggio, presi carta e penna e ti scrissi un bigliettino, che diceva di trovarci esattamente qui, dovevo parlarti.'
'Oddio, sei stato davvero carino.' disse lei arrossendo ed io sorrisi.
'Pioveva quel giorno, c'era un'aria gelida, eravamo entambi incappucciati e sotto un ombrello dello stesso colore dell'arcobaleno. Mi dichiarai, tu eri impacciatissima, come del resto io. Poi mi hai detto sì e bhe, temevo di morire.' lei sghignazzò a quelle parole, poi ripresi parola. 'Vedi..' dissi estraendo un bigliettino dalla tasca. 'Mi porto dietro il bigliettino che ti ho scritto da tre anni a questa parte. L'ho tenuto nella tasca dei jeans ad ogni concerto, intervista ed evento in cui eravamo lontani.'
'Oh..io davvero non so che dire Harry.' aveva gli occhi lucidi mentre prendeva tra le mani quello stropicciato foglietto di carta. Poi d'un tratto li richiuse e fece un respiro affannoso.


Bluerose.

Era come se quel bigliettino mi avesse dato una scossa, che mi aveva riempito il corpo di vibrazioni.
'Ti ricorda qualcosa?' disse Harry, la speranza era impregnata nei suoi occhi verdi.
'Oh...sì. Vedo, vedo delle immagini confuse nella mia mente..oddio comincio a ricordare.' scoppiai a piangere a quelle parole, così, d'istinto, mi lanciai tra le braccia di Harry, incastrando il volto nell'incavo del suo collo. Perfino quel profumo sembrava familiare.
'Ce la faremo amore mio, te lo prometto.' disse quasi sussurrando. Poi fissandomi dritto negli occhi riprese parola. 'Ti starò accanto finché non ricorderai ogni cosa.'
Di scatto appoggiai le mie labbra sulle sue, una leggera pioggerellina cominciava a bagnare Holmes Chapel.
Sorrisi a quelle gocce di pioggia che ci sfioravano il volto.
'Come la prima volta.' sussurrò Harry, mentre dal suo viso cadde una goccia di pioggia, o forse una lacrima.
'Sei pronta per la prossima tappa?' sussurrò ridendo Harry.
'Al suo servizio Harold!' e poi entrambi scoppiammo a ridere. Le nostre risate s'intrecciarono e così fecero i nostri cuori.



Ciao bellezze
che ne dite? Spero davvero con tutto il cuore che questo capitolo vi piaccia, ci ho messo il cuore.
Vorrei davvero ringraziarvi per le tantissime e dolcissime recensioni che mi avete lasciato, siete tutte meravigliose, tutte tutte tutte.
Spero continuerete a seguirmi, grazie di cuore e dolcenotte **

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Capitolo 8
*** Chapter eight. ***


Bluerose.

Le strade di Holmes Chapel corrono veloci al di fuori del finestrino ricoperto da un leggero strato di brina. Lo pulisco con l'indice e ci disegno sopra una H e poi sorrido a quell'immagine.
'Dove mi stai portando, Harry?' gli chiesi accennando un sorriso divertito.
'Non preoccuparti, siamo quasi arrivati. E' un luogo che ha significato molto per noi.' disse senza staccare gli occhi dalla strada.
Ci stavamo avviando verso una zona abbastanza lontana da Holmes Chapel, infatti la città stava venendo pian piano sostituita dalla pianura ricca di verde, infatti degli alberi di un verde intendo costeggiavano i bordi della strada. Ebbi una strana sensazione nello stomaco: era come se quel paesaggio cominciasse a tornare familiare, mi sembrò di aver vissuto quei prati, quel cielo punteggiato di grigio e quei fiori di un azzurro intenso. Era come se stessi per completare un puzzle, un puzzle molto intricato. Ma mi mancavano i pezzi. E solo Harry poteva aiutarmi a ricomporre la figura.
'E se non ricorderò nulla per il resto della mia vita?' gli chiesi, mentre una lacrima azzurrina mi sfiorava una guancia.
'Questo non succederà, non mi darò pace finché tu, Bluerose, non ricorderai il tuo passato. E' una promessa.' disse staccando la mano dal volante per sfiorare il palmo della mia.
'E se non dovesse succedere?' dissi portando il mio sguardo verso il basso.
'Allora riscriveremo tutto da capo.' Quella frase fu come una pugnalata. Lui era disposto a riscrivere tutto dall'inizio, al mio fianco. Mi limitai a sorridere, dentro volevo piangere dalla gioia.
Avrò perso la memoria, ma non l'amore per Harry. I ricordi non li avevo più, i sentimenti non mi avevano abbandonata.
Scendemmo dall'auto, un brivido gelido mi attraversò la schiena, Harry lo notò e mi mise la giacca attorno alle spalle.
'Tu non hai freddo, Harry?' gli chiesi preoccupata.
'No, tranquilla.' disse esaltando le fossette.
Poi mi prese per mano e mi condusse in un'immensa distesa di alberi, poi arrivammo su un praticello fresco, di fronte un piccolo laghetto per la pesca.
'Sediamoci, su.' disse Harry accomodandosi sull'erbetta verde, probabilmente appena tagliata.
Lo imitai e poi presi parola. 'Forza, cosa significa per noi questo posto?'
'Accadde tre anni fa. Era sera, eri triste.'
'Perché ero triste?' chiesi interrogativa.
'Perché avevi paura. Avevi paura di perdermi. Avevo realizzato il mio sogno di diventare cantante, la gente cominciava a fermarmi per strada, per autografi, foto e interviste. E il giorno dopo sarei partito per l'Up All Night Tour, mi avrebbe portato in giro per il mondo per otto mesi. Piangevi, io ti consolavo. Dicevi che non sarei più tornato, che avrei trovato altre milioni di ragazze più belle di te.' Cominciò a ridere.
'Che ridi?' dissi dandogli una pacchetta scherzosa sul ginocchio.
'Tu non capivi,Bluerose. Non capivi che tu per me eri la più bella, io non avevo occhi che per te. Eri il mio sole, tutto iniziava e finiva con te. Tu non capivi l'importanza che avevi nella mia vita, ti sminuivi sempre, credevi di non essere mai abbastanza. E non sapevi che piuttosto di lasciarti otto mesi mi sarei dato una pugnalata nel cuore.'
Non riuscii a trattenere le lacrime a quelle parole.
Lui mi circondò con un abbraccio, io affondai il viso nell'incavo del suo collo.
'Partii. Non riuscivo a cantare, a memorizzare le canzoni, a ricordare i passi delle coreografie. Avevo sempre te in testa. Facevamo concerti e contavo le tappe che mancavano al mio ritorno, al momento in cui avrei potuto rivederti. I manager notarono questa cosa. Eravamo a New York, quella sera dopo il concerto Louis mi chiamò e mi disse che i manager avevano bisogno di vedermi, era urgente disse.' Prese fiato, poi ricominciò a parlare, le lacrime spingevano pur di uscire. 'Mi fecero sedere nel loro studio e cominciarono a farmi un lavaggio del cervello. Dicevano che se ti avessi ancora parlato, se ti avessi chiamato la band..la band avrebbe perso il contratto e i nostri sogni sarebbero morti ancora prima di sbocciare.' Cominciò a piangere, io mi limitai a tenere gli occhi sbarrati. 'Non potevo fare una cosa del genere ai ragazzi. Così i manager cominciarono col cambiarmi il numero di telefono, l'indirizzo mail, il pc.'
Una luce abbagliante si diffuse nella mia mente.
Mi rividi, più giovane, i capelli legati in una coda di cavallo ormai sciolta. Avevo un telefono tra le mani e componevo sempre lo stesso numero, come risposta sempre la stessa vocina stridula della segreteria. Poi chinavo la testa sulla scrivania e piangevo. Poi mi sedevo sul letto e cominciavo a stracciare le pagine di un diario dalla copertina azzurra, poi trovai una foto che mi dipingeva con Harry e stracciai anche quella, lanciandola poi nel camino. Osservavo la foto prendere fuoco, le lacrime mi bagnavano il viso.
D'un tratto ricordai tutto. Il primo incontro di fronte al piazzale della chiesa, il primo bacio, la prima volta, l'immensa fila fuori dagli studi di xfactor, isn't she lovely, Harry con una valigia tra le mani che mi diceva che sarebbe tornato presto. I tre anni successivi, le lacrime, la poca voglia di mangiare, la convinzione di non valere niente.
Ricordai tutto e il puzzle sembrò completarsi.

'Q-quindi tu non mi hai lasciata..' dissi, gli occhi sbarrati che tentavano di riassumere gli ultimi tre anni.
'Cosa? Tu ricordi tutto?' disse, gli occhi gli brillavano di un verde intenso.
'Oh Dio.. si..io- io ricordo tutto.. E tu.. tu non avevi smesso di amarmi..tu non avevi trovato una ragazza migliore di me..'
'No, io non ho trovato nessuno migliore di te, semplicemente perché non esiste nessuno che sia migliore di te.' disse piangendo e afferrandomi il viso tra le mani, schioccandomi poi un bacio sulle labbra, mentre le lacrime salate si immergevano nelle nostre bocche.
'Ti amo Harry, non voglio che tu mi lasci più, nemmeno per un secondo.' dissi immergendomi nelle sue braccia.
'Non lo farò, amore mio, non lo farò.' disse schioccandomi un bacio sulla nuca.


The End.

Anche questa fan fiction è giunta al termine e io mi ritrovo nuovamente qui con le lacrime gli occhi a dirvi immensi grazie.
Grazie di cuore per le numerosissime e dolcissime recensioni, grazie a tutte voi, siete state meravigliose.
Anche Bluerose ed Harry trovano un lietofine e spero che la loro storia vi abbia lasciato qualche emozione, vi abbia in qualche modo lasciato un'impronta del loro amore.
Approfitto di questo spazio per comunicarvi che è già pronto il primo capitolo di una nuova storia, che verrà pubblicata su efp nelle prossime ore.
Quindi spero di avervi tra le lettrici anche nella nuova avventura,bellezze.
Vi ringrazio ancora immensamente e alla prossima. x
Mic xx

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