Il Male Catodico

di Daleko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nel mulino che vorrei... ***
Capitolo 3: *** ...non preferiresti dei deliziosi cereali Cheerios? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO



Quel pomeriggio, non diverso da tanti altri, Cordelia era impegnata a recensire brutalmente FF sui One Direction, quando sentì un vociare dall'altra parte della stanza. Si voltò: la sorella aveva accesso il televisore.
«Abbassa il volume!» sbottò Cordelia, di malumore. L'altra nemmeno le rispose.
«Ti ho detto… Di… Abbassare… IL… VOLUME!» urlò all'improvviso, alzandosi di botto dalla sedia. La piccola strillò, saltando giù dal letto e correndo fuori dalla stanza, alla ricerca della mamma.
La ragazza la guardò andare via, scuotendo la testa. Poi si diresse verso la fonte di rumore. «Maledetto televisore» mormorò fra sé, cercando il telecomando fra le coperte del letto sfatto.

«Heilààààà…» sentì d'un tratto alle sue spalle. Si spostò una ciocca di capelli castani dal volto, girandosi a guardare. La voce veniva dalla TV.
«Ma cos…» Cordelia si avvicinò al televisore, aggrottando la fronte.

Un urlo.


* * * *


«…e mi ha sgridato di nuovo! Non vuole farmi guardare la tivvù!» piagnucolò la bambina, tirando la veste della madre. «Sì, sì, valle a dire di smetterla altrimenti vengo e mi arrabbio» le rispose la donna, impegnata ad annaffiare le piante. La piccola tornò nella cameretta correndo, aprendo la porta con un sorriso.
«MAMMA HA DETTO CHE… Uh?»
Si guardò intorno.
«Sorellona? Dove sei?»

Il televisore era spento.

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Capitolo 2
*** Nel mulino che vorrei... ***


Capitolare Uno
Nel mulino che vorrei...


Cordelia si guardò intorno. Si trovava in un campo di grano; sgranò gli occhi e, con tranquillità, sbottò un «ma dove cazzo sono?».
«Bonjour finesse!» disse una voce alle sue spalle. Cordelia si voltò, spaventata. Una fata la guardava, sospesa a mezz'altezza. Aveva intenzione di urlare/imprecare/fuggire, ma a quella vista si intenerì. «Owww, sei Trilly?» chiese con la voce da demente, solitamente riservata ai cuccioli.
«Ma quale Trilly dei miei stivali! Sono DALEKO1!» esclamò compiaciuta la fatina.
«Ahm... Ehm... Sì... Certo» mormorò a disagio Cordelia, voltandosi dall'altra parte. «Qual è il tuo nome, invece?» chiese a sua volta alla ragazza. «Cordelia, in ogni caso... Dove mi trovo?» chiese nuovamente. «Beh, non si capisce?» domandò a sua volta la fata, con una capriola. «NEL MERAVIGLIOSO MONDO DEL MULINO BIANCO!» urlò quindi, spalancando braccia e gambe in una perfetta X.
Cordelia sbatté le palpebre un paio di volte fissando il mulino che, in effetti, dava bella mostra di sé al centro del campo.
«...e cosa ci faccio, qui?» chiese nuovamente, con meno convinzione. «Come cosa ci fai qui! Colazione, no?» rispose la fata, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. «Ah» disse semplicemente l'altra, non sapendo cosa rispondere.

Si incamminarono, quindi, verso il mulino. «Ma quindi è una cosa tipo... Io dico cosa voglio e quella compare?» chiese Cordelia, facendosi spazio tra le spighe di grano. Daleko la guardò in cagnesco, sbattendo freneticamente le ali per stare al suo passo. «Se mi tiri fuori un "nel mulino che vorrei c'è un divano e Sasha Grey" ti affogo nel fiume» rispose, continuando a guardarla male. Cordelia si chiese come avrebbe potuto forzarla a stare sott'acqua se era poco più grande di una mosca obesa, ma preferì non indagare.

Dopo pochi minuti, arrivarono all'entrata del mulino. La porta si aprì magicame… Ah, no. L'aveva aperta
«ZORRO!!!!» esclamò in un urletto da fangirl Cordelia, saltellando istericamente. «OH MIO DIO! OHMMMIODHHIOOOH! MA IO SONO UNA TUA GRANDIIIIFFFIMA MFFMF» urlò finché poté, ritrovandosi d'un tratto con un flauto in bocca2.
«Mmphpfh… Mmhmh… Buono.. Gfaffie» disse masticando, mentre l'uomo annuiva. «Buongiorgio Dalì! È una nuova?» chiese alla fatina, che andò ad appollaiarsi sulla gallina appollaiata3.
«Sì, mi annoiavo e sai com'è…» indirizzò un occhiolino all'uomo, che annuì.

Quando la ragazza finì di mangiare, si rivolse con un sorrisone al cioccolato verso l'uomo che la guardava incuriosito. «Com'è che ti chiami, quindi?» le chiese, distogliendo lo sguardo dai suoi denti.
«Cornelia» rispose per lei la fatina, con un'altra capriola a mezz'aria. «CORDELIA» ribatté la ragazza, guardando male la piccola-fastidiosa-luminosa Daleko che, dal canto suo, fece spallucce.
«Cornelia… Cordelia… Siamo là» buttò lì con tono annoiato, prima di uscire fuori dalla finestra.
L'uomo s'intristì. «Oh, andate già via?» chiese, guardando la fata.
«NO!»
«Sì» rispose invece Daleko, guadagnandosi un'altra occhiataccia dalla ragazza.
«Dobbiamo andare, sususu, cammina, che arriviamo tardi!» esclamò, disegnando un cerchio nell'aria. La ragazza, uscita a malincuore dal mulino (e dalla vicinanza dal flau… Ehm… Dall'uomo) si avvicinò incuriosita.
«E dov'è che andiamo?» chiese, titubante.

«Come dove» rispose la fatina, mollandole un calcio. La guardò essere risucchiata dal buco, per poi tuffarsi anche lei.
«Non è ovvio?» fu l'ultima cosa che si sentì, prima che il buco si richiudesse.

«Aaah, Rosita… Dammi un abbraccio!» disse sconsolato l'ometto rimasto solo, adocchiando la confezione di biscotti.
La gallina lo guardò incuriosita. «Cooo?»

«…che vita di merda.»







1 Si legge "Dalìko". Imparate, bambini, imparate!
2 Ovviamente parliamo della merendina. Non pensate a male, c'è il target verde!
3 Ahahahah, ho fatto la battuta! Ho fatto la battut... Ok, niente.

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Capitolo 3
*** ...non preferiresti dei deliziosi cereali Cheerios? ***


Capitolare Due
...preferirei dei deliziosi cereali Cheerios!

Si ritrovarono nel salotto di una casa ben arredata, ma a quanto pare senza nessuno all'interno. Cordelia si alzò1 mentre Daleko volò sullo scaffale della libreria, intenta a limarsi le unghie2.

«Dove siamo?» chiese la ragazza, spolverandosi i pantaloni. «Non lo so» rispose la fata in tono annoiato.
«Come non lo sai?!» si scandalizzò l'altra, guardandosi attorno. Daleko la ignorò.

Cordelia si sedette su una delle poltrone del salotto, imbronciata. «Voglio tornare a casa», si lamentò. «Non ho finito la mia recensione» aggiunse, dondolando i piedi. Daleko notò che assomigliava tantissimo ad una bambina.
«...non ho nemmeno sloggato. Sono rimasta connessa. Erika si infurierà» continuò a borbottare fra sé. La fata continuava ad ignorarla.

«INSOMMA, CHE CAZZO CI FACCIAMO QUI?! IO HO DA FARE! DEVO STUDIARE! DEV ciao bambini, questo è uno spazio pubblicitario aggiunto dall'autrice a causa dell'alta quantità di noia che provocava il discorso della protagonista psicotica. E anche delle parole brutte & cattive, direi. Dato che è stato piuttosto lungo, divaghiamo con qualcosa di più divertente.


Dora la bambina simpatica, interessante e soprattutto intuitiva


Quattro graziosissimi e intelligentissimi pupazzi colorati

«MI STAI ASCOLTANDO?!»

Il fidanzato della bambina poco sopra

«TI FACCIO A PEZZETTINI!» urlò furiosa Cordelia, saltando dalla poltrona. Cercò3 di afferrare Daleko saltellando su e giù, ma la fatina si era messa al sicuro molto, molto in alto.
Ad un tratto, si sentì picchiettare alla finestra. Ambedue si voltarono, dimenticando per un istante cosa stesse succedendo. Entrò un'ape, sorreggendo a fatica una scatola di cereali. «@!24/&(3 !)=734@ e tutta la loro famiglia, ∞Çà4"£I! che non sono altro, loro e 'sti é*_é43)"=£ di cer.. Oh!» esclamò d'un tratto l'ape, accorgendosi che eravamo già in stanza a fissarla. Alché lei alzò la scatola verso la ragazza, ritrovando il sorriso. «Ehm, com'era? Ah, sì... Non preferiresti dei deliziosi cereali Cheerios?» chiese con ancora il sorriso smagliante. Cordelia le rivolse uno sguardo indignato. «NO!» esclamò, nuovamente irata. «Voglio prendere quella

ONE, TWO, THREE, FOUR
CAN I HAVE A LITTLE MORE


e strapparla in mille pezzi! Ti schiaccio! Ti mangio! Ti...»

Non riuscì a finire la frase, perché la fatina le disegnò un cerchio attorno.


«AAAAAAAAAAAAAAAAA........» urlò, precipitando. Daleko le si gettò al seguito, ignorando l'apetta.

Dopo pochi secondi, Mark lasciò cadere la scatola di cereali. Cacciò da sotto il pungiglione l'erba e le cartine, preparandosi una canna4.
«Che vita di merda», bofonchiò.




1 Sì, era a terra. E allora?
2 Oh, ma che palle che siete. Sì, aveva una limetta della sua statura, ok?
3 Invano, eheh
4Ah, i bambini non sono ancora andati a dormire? Ops.

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