Princess of the Water

di Kurrin Bright
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'attesa grigia ***
Capitolo 2: *** Comandante Mari ***
Capitolo 3: *** Partenza per la missione ***
Capitolo 4: *** Il triste ricordo di Lucy ***
Capitolo 5: *** Il foglietto dei ricordi ***
Capitolo 6: *** Una piccola performance ***



Capitolo 1
*** L'attesa grigia ***


Il pomeriggio era passato come il vento quando soffia e Ivan non era ancora tornato.

Mari appoggiò lentamente la mano sul vetro della finestra e vide il suo riflesso mescolarsi con il cielo nuvoloso.

I suoi lunghi capelli neri, gli occhi che erano uno un piccolo oceano racchiuso in una pietra preziosa e la sua espressione neutra forse non si sposavano con quel paesaggio però la ragazza adorava i giorni nuvolosi, anche se sapeva che potevano significare l'arrivo di una burrasca.

Non era una tipa da giorni solari, aveva spesso il bisogno di ritirarsi dalla vita e dalle persone per andare dall'acqua, l'essere non vivente che Mari amava di più.

Era una gran chiaccherona, nella mente.

Il suo cervello catturava quello che la circondava e iniziava a dipingere quadri di pensieri, concreti e astratti, e sotto questo laboratorio aveva dimora la sua fragilità.

Rein, il suo adorato Marill, saltellava vicino alla ragazza e anche esso si mise a fissare la sua figura immersa nelle nuvole.

 

«Ho paura che sia successo qualcosa a papà.» Mormorò Mari al pokémon.

«Capisco che era in missione ma non mi hanno detto che doveva durare così tanto, ormai sono le sette in punto…» Continuò.

Rein continuò a guardare l'amica umana che sbatteva gli occhi tristi e la sua giovane mano che accarezzava la finestra.

«Forse dovremo chiedere ad Alice, che dici?» Propose lei.

La cugina di Mari, Alice, era una delle reclute più giovani del Team Idro.

Aveva quindici anni, un anno in più di Mari ma tutti dicevano che ne dimostrava quasi diciotto.

Era alta oltre il metro e settanta, aveva i corti capelli dorati sempre legati dalla fascia dell'organizzazione, gli occhi, piccoli e color terriccio, scrutavano sempre la gente e i paesaggi attorno.

Mari l'ammirava per il carattere forte e ottimista, opposto alla sua fragilità paranoica.

 

Un rumore secco e veloce interruppe la solitudine di Mari e Rein, era Alice.

«Mari…» Sbuffò la bionda col fiatone.

«Alice, papà è tornato?» Chiese la cugina.

«Devi venire subito!» La giovane recluta prese il braccio di Mari e la portò all'ingresso della base correndo per le scale.

La moretta sentì la sua paranoia parlarle, qualcosa era successo a suo padre, lei tentò di non ascoltarla, ma la preoccupazione era troppo forte.

 

Attraversate le scale le due ragazze e il pokémon videro le reclute Idro davanti all'ingresso.

Ivan era tornato, accompagnato dai due idrotendenti Alan e Ada, il primo un uomo basso e pelato, la seconda una donnetta con un cespuglio rossiccio come capigliatura.

«Papà!» Esclamò a squarciagola Mari, nessuno la sentì, l'uomo respirava a malapena e si copriva l'addome sanguinante col braccio.

«Che diavolo sta succedendo Alice?» Chiese alla cugina raccogliendo tutte le briciole di disperazione che la circondavano.

«Dicono che è ferito…» Mormorò Alice.
«È grave?» 

La recluta sospirò «Sarà meglio andare a parlare con lui quando ti daranno il permesso, non ne ho idea.»

Mari si girò, le voci delle reclute si mescolavano nella sala, osservava le loro facce, tutte espimevano la stessa cosa: era grave.

 

Dopo un po' una di loro uscì dalla stanza del comandante e si avvicinò alla ragazza. 

«Se vuoi vedere tuo padre vieni.» 

Lei corse nella stanza e aprì la porta.

«Papà, cosa ti è successo?» Mari si inginocchiò davanti al letto del padre, si morse le labbra per la preoccupazione.

«Mari…» Fu l'unica cosa che Ivan riuscì a sussurrare.

«Ti prego, non ora.» Singhiozzò sua figlia.

Le lacrime, piccole come perle e salate come l'acqua del mare si accumolarono nei suoi occhi color zaffiro.

«Non ti preoccupare.» Fece l'uomo allungandole la mano.

«Dovrai prendere il mio posto come comandante Idro.»

 

«Cosa???» Urlò Mari con gli occhi distesi sul volto stupito.

«Non posso papà, non ho neanche l'età per essere una recluta qualsiasi, anche se hai fiducia nella mia esperienza coi pokémon io non posso diventare comandante!»

Ivan sospirò guardando gli occhi bagnati della ragazza. «Ho fiducia anche nelle tue capacità, fallo per il nostro desiderio.»

Mari alzò il capo al soffito lasciando che le lacrime la accarezzassero «Espandere le acque…» 

«Lo farò.» Bisbigliò.

La sua testa cadde sul letto e si lasciò trasportare dai mille pensieri che navigavano nella sua testa.

 

 

 

Note dell'autrice (Cosa hai scritto???)

Salve! Dopo tanto tempo ecco una fic sui pokémon, questa volta a più capitoli!

L'ispirazione non so precisamente da dove mi è venuta, sinceramente, però quando mi va voglia di scrivere io lo faccio!

Il nome della protagonista (ovviamente) è legato al plurale di "mare" quindi si legge come si scrive.

Si, lo so che tutti voi preferivate Mary (pr: meri) ma io lo preferisco così XD

Quanto al Marill, Rein…beh, vuol dire pioggia!
Spero vi sia piaciuta, ci ho messo l'anima per scriverla ^^"
Se avete qualcosa da dire o da criticare lasciatelo pure in una recensione :)

Alla prossima!

 

CrystalHika

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Capitolo 2
*** Comandante Mari ***


Mari uscì dalla stanza tendendo le mani fredde dentro le morbide tasche.

Una volta varcata la porta il viso buffo e triste allo stesso tempo di Rein la guardava, la ragazza guardò in basso e studiava il pokémon distratta.

Distratta da suo padre, distratta dal suo nuovo compito e da tutto quello che poteva capitarle una volta uscita dalla base.

Spostò la testa di lato e vide Alice con le spalle al muro, le cugine comunicavano con gli sguardi, poi iniziarono le parole.

«Hai sentito tutto, vero?» Chiese Mari con la voce quasi spenta.

La bionda rispose con un cenno e poi smise anche lei di mandare messaggi con gli sguardi, «Hai idea di cosa significa essere il capo di un'intera organizzazione?»

«Lui conta su di me, posso deludere l'organizzazione, ma non l'uomo che mi ha fatto scoprire l'oceano e l'importanza di queste ambizioni, non posso fare altro.»

Mari spostò lo sguardo verso la camera da letto, come se stesse per indicare il padre.

 

La notte passò come tutte le altre, in modo totalmente indifferente nonostante le nuvole di pensieri che annebiavano la testa della ragazza.

Mari fu svegliata da un lieve raggio di sole, sapeva benissimo che nel suo piccolo universo il giorno non passava come la notte.

Dopo essersi svegliata andò da Alice per parlarle e cambiarsi.

«Ne sei proprio sicura?» Chiese la cugina.

«Te l'ho già detto, non ho altra scelta!» Esclamò Mari sistemandosi la bandana blu.

«Ti ha lasciato anche i suoi pokémon…» Commentò distrattamente la recluta.

I suoi abiti erano identici a quelli del padre, giacca e pantaloni grigio fumo e quella bandana che attirava tanto un po' tutti.

Alice continuava a guardarla, agli occhi di molti vedere una ragazzina vestita in quel modo e soprattutto perché era a capo di un gruppo di uomini e donne.

«Andiamo allora.» Fece la bionda, Mari annuì e volse lo sguardo verso Rein.

«È meglio se torni nella pokéball.»

 

Con quell'uniforme lei si sentiva totalmente una persona diversa, fragile e insicura come era sempre stata, ma questa persona non era Mari.

Quelle due parole: "fragilità" e "insicurezza" erano le parole che la rovinavano, non le permettevano di andare avanti.

Arrivate all'ingresso della base le ragazze non passarono di certo inosservate.

Tutte le reclute studiavano la nuova e giovane leader, immobile davanti all'ingresso.

I due Idrotendenti, Alan e Ada, aprirono la porta della sala e anche loro si misero a fissare la ragazzina.

«Sei pronta?» Chiese la donna dai capelli rossi, come se avesse a che fare con il vero capo del Team Idro.

«Si…» Mormorò Mari, tentando di farsi sentire il meno possibile dal disagio.

Ada fece con la mano il segno di uscire e la ragazza obbedì.

 

Alice si mise a fissare la figura della cugina allontanarsi e provò una strana pietà nei suoi confronti.

Mari, "la ragazza silenzio", ora era costretta a comandare il team più ambizioso di Hoenn.

Ora la sua anima piangeva per il padre che rischiava di morire.

Ora il suo corpo si muoveva quasi roboticamente verso il destino.

«Buona fortuna, Mari…»

 

Note dell'autrice (ne siamo sicuri? Ne siamo capaci?)

Ciao! Beh, oggi ho poche parole da buttar fuori XD

Ringrazio _Nobody_ che ha messo questa storia tra le seguite ^^

Pubblicherò un capitolo a settimana quindi abbiate pazienza eh ;)

Alla prossima!

 

CrystalHika

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Capitolo 3
*** Partenza per la missione ***


«Okay! È il momento di andare.» Annunciò l'idrotendente Ada.

«Va bene.» Annuì con voce bassa Mari.

«Una volta a bordo del sottomarino ti spiegheremo meglio la missione.» Disse la donna studiando la nuova leader.

La ragazza tirò fuori le mani dalle morbide tasche, camminò lentamente studiando il rumore dei suoi passi ed entrò nel sottomarino, seguita dai due.

«Te starai nella cabina pilotaggio vicino alla recluta che guida questo mezzo, non ti preoccupare, basta stare zitti e immobili. Poi tutto andrà per il meglio.» Era la voce cupa di Alan, il secondo idrotendente.

Chiedere di stare zitta a Mari era come chiedere ad un filo d'erba di essere verde, spesso parlare per lei era una frustazione

Lei acconsentì e si sedette sul secondo posto di comando.

Sospirò: attendeva il conducente del sottomarino.

Una voce maschile veolce e forte allo stesso tempo interruppe la solitudine della cabina.

 

«Eccomi qua! Scusate il ritardo.» Si scusò.

«Sei sempre in ritardo Leo!» Borbottò Ada sbattendo i piedi.

«Vai alla tua postazione e non dire altro.» Ordinò Alan.

La voce era di Leo, un ragazzo sulla ventina d'anni, vestito come una recluta qualsiasi, aveva i capelli biondi e gli occhi di un verde intenso e misterioso, da lontano sembravano due salvie.

Le braccia si rivelarono robuste e la sua espressione era decisa, gentile e pronta a tutto.

Lui entrò nella cabina di guida stiracchiandosi le braccia, abbassò lo sguardo e vide la giovane leader.

Mari si girò di scatto, nervosa, conoscere nuove persone all'inizio per lei era sempre preoccupante, non sapeva mai cosa può pensare di te uno sconosciuto.

«Sei la figlia di Ivan, giusto?» Chiese Leo.

La ragazza era preoccupata, si sentiva schiacciata dalla timidezza.

 

«Si.» Fece lei, era tutto quello che riusciva a rispondere.

«Io mi chiamo Leo, nonostante ho solo ventitre anni guido quest'oggettino per le missioni del Team Idro.» Si presentò il ragazzo.

«Vuoi che ti spieghi meglio la missione di oggi? Non credo ti abbiamo detto molto.» Chiese con la sua espressione gentile e decisa.

«Va bene… grazie!» Rispose Mari facendo un sorrisetto.

Leo prese fiato e iniziò: «Ci dirigeremo ad una grotta a Ceneride, tecnicamente bisogna entrare passando per la città ma verremo immediatamente scoperti, ma per fortuna i nostri colleghi hanno scoperto un passaggio segreto sottomarino!»

-Non ci posso credere! Un passaggio sottomarino!- Pensava Mari, un'esclamazione come quella non l'avrebbe mai gridata in pubblico anche se la tentazione era forte.

Temeva di apparire disinteressata, per poi venire considerata una "maleducata", così la definivano molte persone, tra cui Ada e alcune reclute.

Tutto questo per pura timidezza.

Fece un altro lieve sorriso, segno di indicare a Leo di continuare.

 

«Una volta lì raccoglieremo informazioni sul mitico pokémon Kyogre! Abbiamo aspettato a lungo questa missione dato che ultimamente in mare ci sono un sacco di pokémon ad ostacolarci, ma questa volta è quella buona!» Continuò entusiasmato.

«E come fai a saperlo?» Chiese la ragazza, elettrizzata dalla curiostà.

Leo fece un respiro profondo e si sedette sulla sedia destinata al conducente del sottomarino.

«La maggior parte dei pokémon acquatici è attiva la notte, e ora è pieno giorno! Poi, una volta raccolte le informazione necessarie le esamineremo nei laboratori e si vedranno i risultati.»

Mari fece un cenno per indicare che aveva capito tutto.

«E ora si parte!» Annunciò la recluta.

Si sentì il rumore dei motori e lo sguardo di Mari si era spostato sull'oblò.

Tutto attorno a lei si era dipinto di blu, i suoi occhi si concentravano su quel colore.

Esso dava vita al mare, a molti dei suoi pokémon e persino agli occhi della ragazza, che studiavano quel blu appassionante.

Così attraente, profondo, rillassante, misterioso…

Questi e molti, troppi, altri aggettivi rendevano quel blu ipnotizzante, ma allo stesso tempo irrealistico.

 

Mari venne svegliata da quella specie di estasi a causa della voce di Leo e dal rumore del sottomarino.

«Siamo arrivati!» Annunciò il ragazzo.

Lei si alzò guardando gli idrotendenti uscire, Alan camminò verso la leader, era evidente, doveva dirle una cosa.

«Ascolta, te dovrai restare qua a fare da guardia, il motivo è semplice: i pokémon che ti ha affidato Ivan sono i più forti che l'organizzazione possiede e in caso di pericolo te, che sai usarli meglio di molte reclute, userai essi per difendere te stessa e il sottomarino, nella grotta ci sono solo Zubat, hai capito?» Disse.

Mari annuì, anche se per un po' di tempo avrebbe avuto la sua amata solitudine il fatto di avere un incarico del genere la preoccupava.

«Inoltre…» Continuò l'idrotendente frugando dalla tasca dei pantaloni.

«Questo è il mio PokéNav, in caso di emergenza ESTREMA fai il numero di Ada o di Leo e arriveremo subito qua ad aiutarti.»

«Va bene, Alan.» Rispose Mari.

«Buona fortuna! Comandante!» Esclamò l'allegro Leo.

"Comandante"… essere chiamati così per Mari non era il massimo, si sentiva a disagio, tuttavia il Team Idro, reclute, idrotendenti ma soprattutto suo padre…

Tutti contavano su di lei e guai se li avrebbe delusi.

 

Note dell'autrice (Su questo ho i miei dubbi)

Salve… ancora una volta non riesco a fare un capitolo decente ma almeno questo è di lunghezza NORMALE.
Inutile dire che questa volta ho voluto soffermarmi un po' più sulle descrizioni, con scarsi risultati.

Ringrazio come al solito TUTTE le persone che finora mi hanno recensito: _Nobody_, Silver Star e SoulShining.

Se c'è qualcuno che legge e basta lo considero comunque, eh ;) (voglio vedere quanti ce ne sono)

Il nome Leo è tutto un omaggio al mio gatto ciccione, tigrato, pigro ma soprattutto magnone!

L'anello mancante tra Garfield e Snorlax tecnicamente XD

A presto!

 

CrystalHika

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Capitolo 4
*** Il triste ricordo di Lucy ***


Mari uscì dalla barca correndo e stiracchiando le braccia, finalmente poteva respirare aria pulita! 

Tirò fuori Rein dalla poké ball che esultò felice e si mise a correre in giro, voleva assaporare tutto quello che le carezze della brezza marina potevano dare.

«Stai calmo, Rein!» Esclamò la ragazza, in fin dei conti anche a lei piacevano gli spazi aperti, da brava claustrofobica che era.

Respirò profondamente, si tolse la bandana color zaffiro e infine si sedette vicino al sottomarino, stava per immergersi un'altra volta nel suo profondo oceano di pensieri. Un oceano immenso, accogliente e tranquillo, come una casa, che cullava Mari fino a farla addormentare. Rein le saltò in grembo guardando il suo sguardo distratto.

«Posso dirti una cosa Rein?» Chiese l'allenatrice.

«Riril!!» Annuì il pokémon con uno dei suoi soliti versetti che lei trovava così simpatici.

«È che il conduttore del sottomarino, Leo, mi ha guardata in modo strano mentre spiegava la missione… cioè…» Mari si bloccò, doveva ancora trovare le parole per completare quell'assurdo puzzle che era il suo discorso. Rein inchinò la testa verso sinistra, come per incoraggiare l'amica umana a continuare, lei lo accarezzò con tutto l'affetto che nutriva per il pokémon, e ogni giorno cresceva sempre sano..

«Voi pokémon siete proprio strani! Capite perfettamente quando vi si dice una cosa e non parlate la lingua degli umani, chissà perché…» Disse con un sorriso.

Dopodichè ripose la mano nella morbida tasca e continuò il discorso.

«Comunque, è che sembrava quasi volermi ipnotizzare, con quegli occhi color smerado… ho quasi paura che si sia innamorato di me!»

Rein sbattè gli occhi e la osservò stupito. Mari diceva sempre che era la ragazza più asociale e odiabile del mondo, si chiedeva sempre come mai qualcuno avrebbe dovuto innamorarsi di lei.

 

All'improvviso un urlo interruppe la solitudine della ragazza e del pokémon. «AAAAHHH!!!»

Da lontano si vedevano le figure di Alan e Ada correre verso il sottomarino accompagnati da un Leo zoppicante con macchie rosso vino sulle gambe.

«Cosa è successo?» Chiese la leader, con la sua solita aria di paranoia. Ancora una volta magari sarebbe successo qualcosa di terribile, magari il simpatico e gentile conduttore sarebbe morto dissanguato, ma anche se sopravvivesse magari poteva rimanere a letto per un sacco di tempo, come suo padre.

Il ragazzo zoppicava lentamente e si inginocchiò gemendo dal dolore.

«Quella dannatissima grotta! Dopo che abbiamo esaminato alcuni dipinti sulle pareti è iniziato a crollare tutto e una roccia ha ferito la gamba a Leo.» Spiegò Alan.

«Non preoccupatevi, sto bene, riesco a camminare abbastanza decentemente, però fa un male cane!» Borbottò il giovane.

«Pff… quasi peggio della grotta dove si era ferito Ivan! Il motivo per cui spesso ci sono cadute di massi non è noto, di sicuro centrano qualcosa i pokémon abitanti. E tu, "leader", non dici nulla?» Fece Ada, spostando lo sguardo freddo su Mari. Sul suo viso si accese un'espressione imbarazzata. Tante erano le cose che la ragazza avrebbe voluto rispondere…

 

"Senti, non ho bisogno di dire qualcosa per essere dispiaciuta, grazie!" 

"Faresti meglio a preoccuparti anche te per prima, così dai il buon esempio e dimostri di essere una persona migliore!"

"Non rompere, gallinaccia che non sei altro!"

 

Tutte a frullare nella mente di Mari, ma nessuna riuscì ad uscire da quella bocca sigillata con il cemento.

«Zitta Ada, piuttosto… andiamo sul sottomarino! Metterò una benda e poi partiremo!» Esclamò Leo alzandosi, sbuffando.

Gli idrotendenti e la leader annuirono, Rein invece tornò nella poké ball.

 

Il viaggio fu esattamente come quello di andata, Leo concentrato sui comandi e Mari ipnotizzata dal blu del mare.

«Mari… ti vedo turbata, qualcosa non va?» Chiese gentilmente il ragazzo.

«Non ti offenderai, v-vero?» Fece Mari iniziando a diventare rossa dalla vergogna.

«E perché dovrei? Dimmi!»

«È che spesso tu mi guardi in modo strano e…»

Lui iniziò a sospirare, gli occhi verdi iniziarono a tremare e le palpebre tentavano di coprirli.

La giovane era preoccupata, aveva acceso la tristezza di quegli occhi bellissimi, era tutta colpa sua, come al solito, da questa non si sarebbe salvata con un perdono qualunque. Eppure sapeva che poteva rischiare chiedendo. Complimenti vivissimi Mari! pensò.

«Il fatto è che mi ricordi tantissimo una persona… Lucy…»

«Lucy? Chi è?» Chiese Mari incuriosita.

«Era la mia sorella minore, ora ti racconto.»

Lei annuì, pronta ad ascoltare, lui invece sospirò, prese fiato e iniziò a raccontare…

 

«Io e lei vivevamo assieme a nostro padre nella città di Porto Alghepoli, nostra madre era morta qualche anno prima.

Tu e Lucy eravate uguali, avevate gli stessi capelli neri e gli stessi occhi di un azzurro quasi irreale, anche di carattere: Lucy era molto timida e si apriva solo con me, ma aveva una volontà di ferro.

Il nostro passatempo preferito era andare in giro assieme al nostro Marshtomp, ad allenarlo e a divertirci con gli altri ragazzi, anche loro erano giovani allenatori, proprio come lo eravamo noi.

Un giorno ricordo che solo noi eravamo nella spiaggia e mentre aspettavamo gli altri allenavamo il nostro amico, passammo ore da soli, tanto che Marshtomp si era evoluto in Swampert.

Noi non avevamo medaglie, quindi potevamo controllare i pokémon solo fino ad un certo punto, Swampert infatti non ci ascoltò più: attaccò Lucy e me con una mossa, non so se era Surf, Idropulsar, Idropompa o qualcosa simile dato che non conosceva nessuna di queste mosse, ricordo solo che era un fortissimo getto d'acqua che ci spazzò via e a quel punto persi i sensi.

Quando i miei occhi si aprirono ero completamente spaesato e mi accorsi che Lucy era sparita. La cercai per ore e al tramonto trovai il suo corpo dietro a uno scoglio, ho provato a sentire se respirava o se il suo cuore batteva, ma era troppo tardi, era morta.

Tornai a casa col suo corpo a cercare papà, ma non trovai nemmeno lui, ero rimasto solo.

Decisi di intraprendere un viaggio in modo da imparare meglio a come si allenano i pokémon e solo quando ho capito che erano quelli d'acqua la mia vera passione e una volta imparata l'importanza della salvaguardia del mare mi iscrissi al Team Idro…»

 

 

Note dell'autrice (certo, e io sono Tifa Lockhart… WTF?)

Non avrei MAI immaginato di inserire una storia così triste in questa storia, ma l'ho fatta.

Dedico questo capitolo alle mie lettrici principali della storia: _Nobody_ e Silver Star! (poi dedicherò un capitolo anche a tutti gli altri) ;)

Prima che finisca l'anno alla fine ce l'ho fatta a pubblicare un capitolo UNO A ZERO PER CRYSTAL! Oppan gagnam style B| (???)

Detto questo buon 2013 a tutti ^^

Ciao!

 

CrystalHika

 

*Crys chiude il computer e si spamparazza sul divano*

 

Crys: NBWHAHAHAHAHAHAHAHA!!! Ho pubblicato il capitolo 4! Ora avrò da scrivere solo shot, flash&drabble a piacere! Che bella la vita! OPPAN GAGNAM STYLE!

E ora vediamo di sfottere il Golem! VAI SPYROOOOOO!!!!

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Capitolo 5
*** Il foglietto dei ricordi ***


Mari era immobile, aveva ascoltato la triste storia come se l'avesse vissuta. Ora sotto l'allegro e spensierato Leo sapeva che cosa giaceva: la melodia malinconica della perdita di sua sorella.

La ragazza abbassò il capo decorato dai capelli neri e si mise a sospirare, i suoi occhi iniziarono a scintillare di dispiacere e il suo cuore iniziò a bussare alla porta della pietà, pregandola disperatamente pur di non farlo piangere.

«Chissà che brutto sarebbe perdere un parente, scusa se ti ho fatto ricordare così.» Sospirò Mari, sperando di venire "salvata".

«Ehi, non è colpa tua!» la calmò il ragazzo. Gli occhi verdi sembravano essersi lentamente asciugati e l'espressione del viso lentamente tornò serena, nel segno che andava tutto bene. Mari sbatté gli occhi ripetutamente, quel sorriso non la convinceva, forse Leo lo aveva fatto solo per non vederla triste.

«È solo raccontare avvenimenti del genere agli altri che mi rende triste, è una cosa che mi porto da anni ormai.» Spiegò Leo. La cosa ancora non faceva attaccare la leader alla realtà.

«Ma allora… come fai a mantenere sempre la calma e a ritornare sereno in un attimo?» Chiese.

Lui, dopo qualche secondo di silenzio acquistato per effettuare una rapida manovra, riprese «Mio nonno mi diceva sempre che quando una persona o un pokémon che a te sta a cuore si separa da te, con la morte o meno, rimane comunque perché i ricordi sfiorano qualsiasi barriera, non credi?»

 

Mari si mise a pensare. Se suo padre in quei precisi istanti avrebbe smesso di vivere lui sarebbe stato comunque vicino alla figlia? Forse solo se lei lo voleva veramente.

«Non so, il fatto è che non ho mai provato un'esperienza simile.» Disse.

«Capisco, comunque non abbatterti! Io Lucy me la sento sempre vicina, e non mi considerano di certo pazzo! Cambiando discorso… siamo arrivati!» Rispose il ragazzo.

Leo si alzò dal sedile, piuttosto goffamente a causa della ferita alla gamba e tolse la cintura con un rumore secco.

«Oggi hai tutto il pomeriggio libero! E anche io ora che ci penso, le altre reclute dovranno solo esaminare le fotografie e le scritte antiche che abbiamo trovato nella caverna.» Annunciò.

«Grande!» Esclamò Mari con un timido sorrido.

«Rill! Rill!» Gioì Rein saltellando.

 

La voce roca dell'idrotendente Alan si aggiunse all'entusiasmo. 

«Bravo il nostro Leo! Vedo che questa volta ti sei dato da fare nonostante eri fuori da questo gioiellino subacqueo! Vedrai che quei buoni a nulla degli scenziati si stupiranno di tutte queste fotografie tanto da avere gli stessi occhi di uno Spinda, te lo dico sempre che sei un bravo scippatore di tesori!» esclamò osservando le foto con aria soddisfatta.

«Scippatore di tesori?» chiese Mari, la ragazza sembrava avere un punto interrogativo invisibile stampato in faccia.

«A volte mi chiamano così, tecnicamente sono il portafortuna del Team.» Spiegò Leo sorridendo. Ancora una volta Mari non fu coinvolta del tutto da quei sorrisi, anche se non aveva la certezza del fatto che potevano essere falsi.

«Molta fortuna, ora scendiamo.» Disse Alan interrompendo la chiaccherata.

Dopo che tutti furono usciti dal sottomarino Mari tolse la bandana blu e la felpa grigia e si avviò senza farsi vedere nella spiaggia vicino al covo dell'organizzazione, accompagnata dal suo pokémon.

Era un posto quasi sperduto; regnava solo sabbia dorata, un mare splendente e un cielo chiaro. Il tutto accompagnato da qualche nuvola, dal verso starnazzante ma non sgradevole dei Wingull e dal dolce rumore delle onde. La ragazza si sedette poco lontano dall'acqua, contemplando silenziosamente il paesaggio.

 

Rein iniziò a girare in giro, voleva vedere se qualcuno era nei dintorni, sapeva benissimo che la sua allenatrice detestava quando la tanto amata solitudine veniva distrutta. Dopo essersi allontanato di almeno una decina di metri inciampò su una roccia.

Il Marill non fece alcun verso, era terrorizzato dalla sensazione di vuoto e non sapeva cosa fare. Dopo essersi rialzato si guardò intorno e capì cosa gli era successo.

Osservò la roccia che lo fece rimbalzare nella paura: era ovale, liscia come il vetro, fredda come il metallo e grossa quanto un vassoio da tè. Rein, furioso, continuava a prendere a calci la roccia con le zampette tonde, fino a quando scoprì un buco sotto ad essa.

Il pokémon curiosò dentro, non era molto profondo e si poteva benissimo vedere una scatoletta rosso rubino decorata con qualche granello di sabbia che giaceva nel fondo. Tentò di prenderla con le zampette e, lentamente, l'oggetto uscì in superficie. Chissà cosa conteneva? Magari Mari era interessata.

Saltellò allegramente fino alla ragazzina e per attirare la sua attenzione gridava con i suoi versetti striduli.

 

«Rein, che cosa c'è?» chiese lei.

«Rill! Rill!» fece il Marill mostrando la scatoletta. La giovane allenatrice si mise ad osservarla.

«Voglio proprio chiedermi dove l'hai trovata e, soprattutto, cosa contiene» così con un secco movimento della mano l'aprì.

Dentro c'era un foglio consumato dal tempo e dalle piegature con delle scritte in penna blu, Mari sembrava di avere già visto un foglio simile e la storia della scatoletta rossa la catturava ancora di più.

«Che strano… vediamo cosa c'è scritto… umh… cavolo! Ma questa è proprio la mia scrittura!» esclamò stupita.

«Rill?» fece Rein inclinando la testa.

«Ora ricordo, in un foglio avevo scritto di come eravamo diventati amici e decisi di "seppellirlo" sotto la sabbia per evitare che qualcun'altro lo leggesse! Rein, ti leggo cosa c'è scritto?»

«Mar! Mar!» Annuì il pokémon.

«Va bene…»

 

15 marzo, anno che non dico

Mi chiamo Mari, ho sei anni, tempo fa mi è successa una cosa che ora racconterò! Così quando sarò grande potrò ricordarmela per sempre.

Papà era in missione con la sua organizzazione, il "Team Idro" ed io allora ho passato il pomeriggio da sola. Però mi annoiavo, allora mi addormentai in camera mia.

Appena mi svegliai ci fu una tempesta, il cielo era tutto grigio e il mare iniziava ad agitarsi, avevo tanta paura. Sono andata fuori a vedere se papà era tornato ma non c'era nessuno e stava per iniziare a piovere, me lo ricordo benissimo.

Poi ad un certo punto ho iniziato a sentire dei versetti tipo "Rill! Rill!", pensavo che erano di qualche pokémon… e lo era davvero! Un Narbil, Marrys, Marleel… non ricordo il nome! 

Era spaventato, corse verso di me, poverino! Mi faceva così pena. Ho deciso di portarlo in casa, è bravo, non sporca, se dico che deve fare il bravo, mangia le bacche che gli do… altro? Non so.

Alice, mia cugina, mi disse che se lo volevo come amico potevo usare una poké ball, lei, che vuole già diventare allenatrice, ne ha tante di quest strane sfere.

Ne lanciai una contro di lui e dopo qualche oscillazione entrò, però volevo farlo uscire subito, non mi piaceva vederlo dentro. 

Alice mi ha suggerito di chiamarlo "Rein", all'inizio dicevo che non era un nome molto bello ma a lui piaceva, così da un Marill (ecco come si scriveva!) senza casa e abbandonato è diventato Rein.

Ormai è qualche giorno che siamo amici, mia cugina mi ha suggerito di raccontare tutto in un diario, ma a me non piace scrivere diari, mi dimentico  sempre che esistono, così ho scritto il tutto su un foglio bianco. Però non voglio che qualcun'altro sappia di tutto questo, quindi seppellirò il foglio nella sabbia e un giorno, da grande, spero tanto di ritrovarlo…

 

«Non ci posso ancora credere, tutto otto anni fa esatti!» esclamò Mari.

Rein era stato fatto prigioniero da un bizzarro vortice di ricordi, ricordava ancora tutto: la tempesta, il grigio minaccioso delle nuvole, la grande angoscia che davano i tuoni e quella bambina dai grandi occhioni blu. Nella testa del pokémon rimbombavano ancora le sue parole…

 

Non ti preoccupare piccolino! Ti proteggerò io dalla tempesta!

 

Note dell'autrice (della serie: "Ieri sera un certo Ventus mi ha invitata al ristorante cinese, ma anche no!")

E dopo tanto tempo ritorno, ebbene sì! Nbwhahahahahaha! Dedico questo capitolo alla mia carissima BlueAndManaphy che voleva tanto scoprire cosa legava Mari e Rein.

La parte del foglietto l'ho fatta semplice perché dubito severamente che una bambina usi descrizioni e/o paragoni ricchi nei suoi testi.

Del resto ringrazio le lettrici principali della storia ovvero:

- _Nobody_

- Silver Star

- Alesaphi24

E ringrazio anche PhanzonRydley che nonostante non ha mai commentato ha messo la storia nelle seguite :)

Detto questo mi dileguo, al prossimo capitolo!

 

CrystalHika

 

PS per BlueAndManaphy: Per caso la frase "Scippatore di tesori" ti ricorda QUALCUNO? :D

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Capitolo 6
*** Una piccola performance ***


«Bene.» mormorò Mari. 

Il piccolo Rein nel frattempo era ancora immerso in quel bizzarro mondo di ricordi, dove la voce acuta della bambina dagli occhi dolci e trasparenti si confondeva con il pesante sbadiglio della ragazza che era diventata la sua allenatrice.

«Leo ha detto che abbiamo il pomeriggio libero, cosa possiamo fare?» chiese lei, sdraiandosi sulla sabbia rovente e giocherellando con la sua bandana.
«Vorrei andare a vedere papà, però gli Idrotendenti hanno detto che posso farlo solo questa sera, quindi… pensiamo…»
Mari non si mise a pensare, aspettava solo una risposta dal pokémon. Il Marill non la degnò di uno sguardo. Era incredibile, anche per un pokémon, come il tempo passava e come gli umani cambiavano. Eppure quella bambina, dentro l'allenatrice, doveva ancora esserci.

«Rein? Mi stai ascoltando o sei nel paese delle baccalghe giganti?» fece la ragazza tentando di riportarlo alla realtà.

«Rill!» rispose Rein guardandola con occhietti stupiti. Mari lo accarezzò, sorridendo.

«Pensatore!» lo rimproverò amichevolmente, dandogli una pacca sulla testa. Il pokémon ricambiò il sorriso.

«Tornando a noi: cosa possiamo fare siccome abbiamo il pomeriggio libero e papà sta riposando?» chiese ancora. 

Questa volta la ragazza poteva stare sicura, Rein non era più distratto e presto una risposta sarebbe finalmente arrivata! 

Infatti il tempo non ci mise molto e il pokémon Aquatopo ebbe un illuminazione.

«Rill! Rill!» esclamò saltellando.

«Allora, cosa aspetti? Spara!» ordinò Mari, impaziente di assistere all'ipotesi del suo Marill.

 

Rein fece un cenno con la testa e per qualche secondo rimase immobile e poco dopo dalla sua piccola bocca uscì una grossa bolla, pronta a danzare nell'aria. 

«Quello è Idropulsar!» disse la ragazza, curiosa di sapere cosa voleva trasmettere il suo amico con quel piccolo e simpatico spettacolo.

Il pokémon eseguì un rapido gesto con la zampina, accompagnato da un occhiolino. Come per dire Non è ancora finita! Dopo aver sparato violentemente nel cielo altre bolle, identiche dalla sua bocca uscì un vento gelato, pronto a raggiungere le sfere, che diventarono palle di gelo.

«Quella invece è Bora! Ehi, ho una mezza idea!» esclamò Mari con aria di vittoria. Rein però fece un versetto stridulo e la sua fronte si accurvò, questo era un Ehi tu, sii paziente! La ragazza sbuffò e si sedette goffamente, pronta ad attendere il gran finale. Tuttavia le sfere ghiacciate stavano cadendo a terra, lo spettacolino non poteva di certo finire così! La coda del Marill si illuminò di una luce argentea e iniziò a colpirle agilmente, distruggendole. Di esse erano rimasti solo piccoli cristalli di brina che scomparsero velocemente. 

Il pokémon sorrise gioiosamente ed eseguì un rapido inchino.

«Quella era Codacciaio… ci sono! Vuoi allenarti con le combinazioni, giusto?» domandò l'allenatrice.

«Rill.» Annuì Rein. 

I due erano soliti ad allenarsi inventando nuovi tipi di combinazioni. Mari fin da bambina si stupiva sempre davanti ai coordinatori esperti e ai loro pokémon, tuttavia il solo pensiero di andare ad una gara le dava i brividi, con tutte quelle persone ad osservarla!
Per lei era meglio tenere le sue creazione per se stessa e per il suo pokémon.  
Inoltre trovava la carriera della coordinatrice troppo da femminuccia viziata e antipatica, quindi non si faceva mai vedere da nessuno. 

Era la leader di un'organizzazione, doveva avere determinazione e carisma, non poteva di certo perdere tempo in queste cose, per quanto si divertiva.

«Dici? Ti ricordi la scorsa volta cosa è successo? Alice ci ha visti! Meno male che non lo ha detto a nessuno, quella.» Fece lei preoccupata.

 

Rein si diede una zampata sulla faccia, sbuffando, questa volta era un Sei sempre la solita!

«Ma sì, rischiamo!» esclamò Mari alzandosi. Era evidente che entrambi si stavano annoiando, non potevano di certo stare tutto il giorno a oziare.

La piccola creatura gioì saltellando e si mise in posizione, pronto ad iniziare.

«La combinazione che hai fatto era un po' facile, proviamone subito una un pochino più difficile.» Disse la ragazza.

«Iniziamo! Rein, usa un Idropulsar bello grande!» ordinò puntando il dito sul Marill, che obbedì all'istante lanciando la sfera d'acqua in aria.

«Bora!» urlò la ragazza ansiosa. La bolla si congelò, pronta a cadere al suolo.

«Preparati, dobbiamo fare un effetto ancora più bello di quello di Codacciaio! Ora! Usa Protezione.» 

Rein eseguì la mossa, preoccupato che la sfera di gelo potesse colpirlo. 

Essa si schiantò contro la barriera che lo proteggeva. Questa volta i cristalli erano molti di più e decoravano magicamente l'aria.

Al posto di un inchino, Mari eseguì una rapida posa di vittoria: fece saltare il suo amico pokémon in spalla ed infine tirò trionfosamente un pugno rivolo verso il cielo, il tutto accompagnato da un sorrisetto furbo ma deciso.

 

All'improvviso un rumore secco e continuo colpì le spalle della ragazza, non c'era dubbio: un battito di mani. Si girò preoccupata, i suoi pensieri iniziarono a sparare nel vuoto tutte le ipotesi possibili su chi poteva essere lo spettatore ma solo una abbracciò la realtà; Leo.
Tutta quella soddisfazione si tramutò frettolosamente in imbarazzo e la paranoia della ragazza aveva vinto, quel rosso che tingeva le sue guance poteva essere solo il colore della vergogna e della sconfitta.
 Le sue braccia penzolavano, molli e immobili, come quelle di una bambola e il suo stomaco si agitava all'interno del corpo mordendo se stesso.

«C-che cosa ci fai tu qui??» chiese, balbettando.

«Ero di passaggio.» Si giustificò il ragazzo grattandosi la schiena con la mano. Lei non sapeva cosa dire, era solo avvolta dal desiderio di sprofondare per terra.

«Scusa se ho assistito, raramente ho visto degli allenatori e dei pokémon esibire coordinazioni, nonostante le gare ad Hoenn sono molto comuni.» Disse lui.

Mari lo osservò; le mani di Leo iniziarono a giocherellare assieme all'ansia, le labbra venivano mordicchiate con rapidità. Il tutto decorato con un sorriso rovesciato. Era abbastanza evidente che era dispiaciuto di averla fatta imbarazzare così tanto.

«Non fa niente.» Rispose la giovane leader sorridendo. Il ragazzo mise a posto il braccio e anche lui incurvò le labbra all'insù, andava tutto bene, per fortuna.

«Come va la tua ferita?» domandò.

«Non era poi così grave, lo ammetto. Tuttavia ho provato a correre e a salire le piccole scale del sottomarino e mi faceva un male tremendo!» spiegò Leo.

«Perché allora non ti siedi qui, sulla sabbia? È calda, ma non scomoda!» lo invitò Mari. Lui annuì e si accomodò, sdraiandosi sul grande tappeto dorato.

Rein fece una rapida corsetta verso il biondo e lo guardò con una faccia buffa, ma allegra, come per dargli il benvenuto nella piccola compagnia.

 

«Senti Mari…» disse Leo.

«Sì? Cosa c'è?» domandò la ragazzina. Chissà questa volta cosa il simpatico conducente voleva dire o chiedere.
Prima di sparare tutte le ipotesi più assurde aspettò la sua risposta.

«Sei piuttosto brava nelle combinazioni assieme a Rein, anche se potete tranquillamente migliorare! Che ne dite di partecipare ad una gara?» propose. 

«Non saprei proprio. Il solo pensiero di andare ad una gara mi spaventa, con tutta quella gente…» Mari lanciò le prime parole che passarono nella sua testa.

«Però partecipare a spettacoli e gare pokémon è un modo per superare l'insicurezza e la paura del pubblico, non credi?»

Lei non sapeva cosa rispondere, in fin dei conti Leo aveva ragione. Ma era davvero quella l'occasione di affrontare i suoi problemi? Figuriamoci.

«Sì, ma… la leader del Team Idro ad una gara? Ti immagini una persona con un incarico come il mio partecipare ad un evento simile?» fece, stirando i muscoli delle gambe dalla tensione.

«Bah, ma non è questione di professione! Questa è questione di pokémon!» la incoraggiò lui. 

I pensieri della ragazza si spensero, ora quel che contava erano le parole che sarebbe stata in grado di dire. Anche se, forse, era prossima ad una figuraccia. 

Ora però era arrivato il momento in cui doveva arrangiarsi da sola.

«Di pokémon? Nel senso che l'unica cosa che conta è il legame con essi e la bravura con cui si sa addestrarli?»

«Esatto!» esclamò lui con un rapido schiocco di dita.

Forse, dopotutto, non era un passatemo così da femminuccia scontrosa fare dei giochi, anche simpatici, con le mosse del proprio Marill. 

 

 

Note dell'autrice (Datemi un pizzicotto, vi prego)

*Crys risale da un pozzo* Nbwhahahahahaha! E io risorgeròòòòò… già fatto xD Emh, no, ero nel pozzo solo per simboleggiare la mia rinascita, yeah!

Vi chiedo scusa per quanto riguarda le combinazioni. Ho poca fantasia in queste cose, alcune saranno ripetitive nel corso della storia, vi avviso!

Mari parteciperà presto ad una gara, questo fatto non è un caso. Proprio con una gara conoscerà gli eroi principali della serie Advance e la storia inizierà a prendere il suo lato decente e insieme fermeranno gli scopi loschi che il Team Idro non si aspettava :D

Capitan Ovvio: Hai appena spoilerato!

Crys: D: è vero! NUUUOOOH! *si suicida con la Masanume* Aspettate, io sono immortale! Non posso suicidarmi! DOPPIO NUUUOOOH!

Ho scritto questo capitolo ascoltandomi per bene e a manetta le musiche del videogioco Final Fantasy X per PS2, ah… calmano l'anima! :)

Vorrei tanto farci una bella giocata ora, ma non posso ç_ç devo andare a flauto traverso xD
Comunque sia se vi interessa posso darvi i titoli di qualche bella OST! ;)

Questo capitolo lo dedico nientemeno che ad AleSaphi24, la terza recensitrice principale della fic :')  

Perdonate anche il fatto che il capitolo è leggermente più corto rispetto al precedente e a molti errori di battitura dovuti allo stress! Sono stanca morta.

Un grosso "grazie" lo do a tutti i recensori principali tra cui

- _Nobody_ (anche se è tanto che non la sento)

- Silver Star

- AleSaphi24 (citata prima)

E anche a tutti i lettori silenziosi! Oggi vi ho scocciati fin troppo quindi me ne vado.

Alla prossima (mancheno, gne gne è_é)

 

CrystalHika

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