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di CurlyOrFree
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa farai, se molli tutto? ***
Capitolo 2: *** I need a superhero. ***
Capitolo 3: *** Non dovresti, sai? ***
Capitolo 4: *** Food and Music. ***
Capitolo 5: *** Chi é il tizio biondo? ***
Capitolo 6: *** Quando vuoi rivedermi chiamami. ***
Capitolo 7: *** What doesn't kill you... ***
Capitolo 8: *** A casa mia alle 5:15. ***
Capitolo 9: *** Polaroid. ***



Capitolo 1
*** Cosa farai, se molli tutto? ***


Mi chiamo Samantha. Per gli amici Sam. A dire la verità, ormai tutti mi chiamano Sam, anche se odio questo soprannome. É ridicolo, non é adatto a una ragazza, lo odio. Lo odio. Ma torniamo a me. Ho 17 anni, ma la mia storia comincia molto prima. Quando avevo 15 anni, un tumore portò via mio padre. Rimasi sola con mia madre Zoe e mio fratello Andrew, che aveva 7 anni. Senza mio padre mi sentivo persa: lui mi capiva, mi aiutava, mentre mia madre stava dietro mio fratello. A 15 anni mi innamorai di Jake, un mio compagno di classe. Era bello, alto, con i capelli color miele e gli occhi marroni. Era così bello che mi sentivo in imbarazzo a guardarlo, temevo di rovinarlo. Non ho mai avuto un bel rapporto con lui: stava con quelle facili, con le ragazze che aprono le gambe ogni volta che respirano. Cioé sempre. *Flashback* "Hey Jake, che ne diresti se stasera venissi da te? Ho sentito che i tuoi non ci sono. Ti farei divertire." Eccola. La puttana più grande della scuola. Io camminavo goffamente per i corridoi, e ascoltavo con disprezzo quelle parole. "Jess, stasera viene Erika. Libera la casa per domani sera e trovati qualcosa di sexy. Io penso al resto, puttana." Le trattava sempre così: sfruttate per una notte e poi lasciate nel dimenticatoio. Non é crudele? Dio, ma é così bello! Ecco, mi avvicino. Gli chiederò se può prestarmi il libro. Non é molto, ma é un inizio. "Jake, senti, scusa, non é che mi..." Sento che il rossore mi riempie la faccia. Che imbarazzo. Prima di finire la frase, lui apre la bocca. E parla. "Dimmi Samantha, cosa vuoi che faccia? Tutto quello che vuoi. Un ditalino? Andiamo in bagno. Vieni." Era gentile anche quando parlava di cose... imbarazzanti. "Veramente, Jake, volevo il tuo... libro. Letteratura. Ho perso il mio." Tutto il corridoio mi fissa. Jake mi fissa sconcertato e poi scoppia in una fragorosa risata. Tutto il corridoio ride. Vorrei solo che la terra mi inghiottisse. "Vattene, verginella. Non ti darò mai niente. A meno che tu non mi chieda di mettert..." Prima che finisca la frase, scoppio a piangere. Corro nel corridoio, evitando la gente che rideva e mi scherniva. *Fine del flashback* Adesso ho 17 anni. Lavoro. Mantengo la mia famiglia. Ho smesso di andare a scuola quando i miei compagni di classe capirono qual'é il mio lavoro. Non mi vanto del lavoro che faccio, ma mi permette di andare avanti, e quindi continuo. Diciamo che, per il mio aspetto e la mia età, era l'unico modo di guadagnare bene e in fretta. I primi giorni furono difficili, ma ora sono brava. A 16 anni, iniziai. La sera uscii, dicendo a mia madre che avevo il turno di notte in negozio. Bugia. Mi cambiai in fretta nell'atrio: minigonna e top con una giacca leggera. I capelli castani coprivano la mia terza di seno e quindi li spostai di lato. Mi truccai velocemente e poi corsi in strada, attirando le occhiate di tutti i passanti. Arrivata nella zona dove lavoravo, mi passarono il primo cliente: un ragazzo di 15 anni, inesperto come me. Ci trovarono una camera. Un letto e in piccolo bagno. Ero pentita della mia scelta. Ma andò tutto liscio: alla fine mi dette 60 sterline. Ero felice. Tornai a casa tardi con 120 sterline, ma il peggio venne il giorno dopo. Qualcuno doveva avermi visto mentre andavo a lavoro. Avevano scoperto che ero una prostituta.

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Capitolo 2
*** I need a superhero. ***


Un anno dopo l'episodio del libro di Jake, il mio aspetto cambiò. I brufoli scomparvero e il seno iniziò a diventare importante, diventai più alta e magra. Non avevo più parlato con il mio ragazzo ideale. Quindi, lo fece lui. *Flashback* -"Hey Sam" -"Sì? Oh sei tu." Sono abbastanza distaccata? Aiuto. -"Senti, volevo sapere..." Si sta avvicinando. A me. A Samantha Lewis. Cazzo. -"...se io decidessi di venire da te stasera... per un'oretta... a fare del vero sesso... mi faresti uno sconto?" Sbam. Ecco, "sbam" descrive il rumore del mio libro sulla sua faccia. -"Come ti permetti? Figlio di puttana!" Ok, mi stavo scaldando. Mi ha offesa. Uno sconto? Chi si crede di essere? -"Calma Sam, scherzavo, pagherò il prezzo intero..." -"Stai zitto! Cosa pensi, che io sia una prostituta?" Sono diventata brava a parlare di prostitute e troie e puttane senza ridere o arrossire. -"Zitta tu, puttana, che le foto le hanno viste tutti. Quanto prendi?" Di nuovo. Arrossivo di nuovo. E la gente nel corridoio rideva. Mi hanno beccata. Merda. -"Stammi lontano. Non toccarmi. E tutti voi! - gridai indicando le persone vicine - Provate a fare una parola di questo e siete finiti. Da buttare. Vi farò passare la voglia di vivere." Che sto dicendo? Aiuto. Aiutoaiutoaiuto. -"E come?" Una voce si alzò dalla massa di persone. -"Succhiandocelo così forte da strapparcelo?" Risata generale. Un anno fa avrei pianto. Ma non ora. Ero determinata a vincere nella vita. Anche se ero una prostituta di 16 anni. -"Idiota. Non ho intenzione di perdere il mio tempo con voi. Addio." *Fine del flashback*/ Così lasciai la scuola. Anche se ogni tanto Jake mi torna in mente. Era bello. Così bello da star male. Un giorno mi passò accanto, mentre camminavo normalmente per strada. -"Sam?" Fece lui. -"Cazzo." Ecco, questa voce é la mia. -"Hey" la sua voce si fece più sensuale. Quel suono mi fece accaponare la pelle, era bellissimo. Avvicinò la bocca al mio orecchio. '"Mi sei mancata" disse sottovoce, con la voce più dolce che riusciva a fare. -"Dammi il tuo numero" continuò, allungando le mani fino ad arrivare al mio sedere. -"Se capito nella zona dove lavori ti faccio uno squillo. Capito, troia?" Mi irrigidii. Continuava a tastarmi il sedere, sussurrando cose che preferisco non riportare. -"Sei proprio un bastardo, sai?" Dissi. La mia voce era tagliente, non impacciata come quella che avevo a 15 anni. Jake si allontanò. -"Voglio solo vedere cosa sai fare, e voglio farti stare bene per una notte." -"Vuoi farmi stare bene?" La mia voce si fece più fredda. E tagliente. Lui si allontanò ancora. '"Dov'eri quando ero sola? Quando avevo bisogno di qualcuno? Puttaniere. Stammi lontano. Fanculo. Ti amo. Stronzo." -"Hai detto qualcosa di carino, in mezzo a tutti quegli insulti." Poi accennò un sorriso. Dio, amavo quando lo faceva. Rimasi a guardarlo in silenzio. Poi, mi voltai. Iniziai a correre: mi infilai in un vicolo e mi nascosi dietro a un cassonetto. Sentivo i suoi passi dietro di me. -"Ferma! Samantha! Ferma, puttana!" Il mio respiro si fece più veloce mentre sentivo i passi avvicinarsi. -"Oh, eccoti qua. Vieni, dai." Tese la mano verso di me. Che nascondiglio perfetto. Mi ha trovata in 10 secondi. Afferrai la sua mano. Che sbaglio enorme. Mi sbatté al muro. -"Che genio. Nascondersi in un vicolo. Povera Sam, é sempre la solita scema." Mise una mano sul mio seno e strinse leggermente. Poi allungò l'altra mano sul mio sedere, e si aprì un varco tra il tessuto dei pantaloncini e la mia pelle. Cercò di scostarmi le mutandine, e c'era quasi, se non fosse che alzai rapidamente il ginocchio e colpii la "zona sensibile" in mezzo alle gambe. Un grido di dolore. Un'imprecazione. Non vidi più Jake. E iniziai a fumare. Per lo stress? La paura di incontrarlo di nuovo, date le minacce che mi aveva sussurrato all'orecchio? Non lo so. In due mesi, arrivai a fumare 14 sigarette al giorno. Poi, venni salvata. Da un angelo. La parte migliore di tutta la mia vita. Dove sarei, senza di lui? Probabilmente, al cimitero.

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Capitolo 3
*** Non dovresti, sai? ***


Uscii dalla palazzina delle prostitute. Mi appoggiai al muro e accesi una sigaretta. Mandai la testa all'indietro, osservando le nuvolette di fumo che uscivano dalla mia bocca. 《Non dovresti, sai?》 Senza nemmeno occuparmi di vedere in faccia chi aveva detto quella frase, gli dissi gentilmente di farsi i cazzi suoi. 《Scusa, non volevo offenderti. É che il fumo uccide. Leggi le confezioni.》 《Sì, e chi si fa gli affari propri campa cent'anni. Suvvia, fammi riposare.》 Chi si crede di essere? Una signorina non può fumare in pace? Una goccia di pioggia mi cadde sulla mano. Poi un'altra. E ancora. 《Inizia a piovere...》 Che palle, dovrò rientrare. E il biondo rimane qui, impassibile, sotto la pioggia. 《Vuoi entrare?》chiesi, con la voce più calma che avevo. 《Non spendo miei soldi così. Senza offesa.》 Arrossì leggermente. Era innocente. Somigliava a me due anni fa. Ora, io sono l'opposto. 《Tranquillo, tanto ora non ho clienti. Nessuno fa caso a quello che fanno le altre. Allora, vieni?》 Silenzio. La pioggia aumentava. 《Cazzo, qui non accenna a smettere. Su, portami dentro.》 Lo presi per mano e lo accompagnai dentro. Salimmo le scale e entrammo nella prima camera libera. Chiusi a chiave. 《Dormirai qui. Ormai é tardi.》 《Accogli così gli sconosciuti?》 《Ispiri fidicia. E poi, il mio mestiere...》 《Capito. 》 Si mise sul letto, sdraiato, guardando il soffitto. Mi avvicinai e iniziai ad aprire i suoi pantaloni. 《Che fai?》 Disse ridendo. 《Oddio, scusa. Deformazione professionale.》 Che imbaraaaaazzo. 《Se prometti di non provarci più, puoi venire qua.》 《Certo. Sicuro? Vuoi dormire con una sconosciuta?》 《Mi ispiri fiducia》disse sorridendo. Mi feci spazio tra le coperte, e iniziammo a parlare. 《Come ti chiami? Sono così stanca che non te l'ho nemmeno chiesto.》 《Niall. Tu?》 Niall. Bel nome. 《Samantha. Chiamami Sam. Ho 17 anni.》 《Ok, Sam. Perché hai 17 anni e fai la prostituta?》 Zac. Odio questa domanda. 《Mio padre é morto. Sono sola con il mio fratellino e mia madre. Ecco perché.》 Niall fece una strana faccia. Sembrava che si sentisse in colpa per la domanda. 《Scusa. I-io non volevo...》 《Tranquillo. Non é niente. Tu? Quanti anni hai?》 《Quasi 18. Ho un lavoro part-time.》 《Figo.》 《Come va a scuola? Cosa studi?》 Mi morsi il labbro. Scuola? 《Ho smesso. Hanno scoperto che ero una... una...》 mi veniva da piangere. Tratteni le lacrime, mentre pensavo a Jake. 《Hey hey hey, non era mia intenzione. Non piangere.》 Dio, Jake. Jake. Torno indietro al giorno del vicolo, del libro, alla prima volta che lo vidi. E scoppiai a piangere. 《Sam.》 Jake. Jake. Dove sei? 《Sam.》 Jake. Nella mia mente, lo sto inseguendo. Nella realtà, sono sul letto. E piango. 《Sam! Calmati!》 Mi misi a sedere. Niall fece lo stesso. Riuscì a calmarmi, tenedomi una mano sulla spalla, senza badare al fatto che avevo solo un top con una vistosa scollatura. 《C'é qualcosa di sbagliato in me.》 《Sam. Calmati. Dimmi perché.》 Non so perché lo feci, ma iniziai a parlare di Jake e di quanto fosse bello e stronzo. E bello. Bellissimo. 《Ho visto il suo lato peggiore, ma continuo a pensare che sia il meglio. Perché?》 Ricominciai a piangere. Niall mi abbracciò dolcemente, cercando di calmarmi. Nessuno mi aveva più abbracciato. 《Sam, dimenticalo. Ti rendi conto da sola che non ti merita. Perché continui a starci male?》 《Forse sono io che non lo merito.》 Andiamo, sono le due di notte e parlo del mio grande amore con uno sconosciuto. Si può essere messi peggio di così? 《Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti. Sam? Mi ascolti?》 《Non ho bisogno di nessuno.》 Sono stanca. 《Ho bisogno di dormire. Niall, spengi la luce?》 Si alzò e premette sull'interruttore. 《Grazie.》 Sussurrai, così piano che faticai a sentirmi. 《Dormi. Sam.》 Buio totale. Mi svegliai la mattina dopo. Niall dormiva accanto a me. 《Niall. Sono le otto.》 《Devo andare a lavoro. Ciao Sam. Ci vediamo.》 Stava uscendo. Aveva dormito con i vestiti, quindi uscì e via. 《Niall!》 Uscii di scatto dalla porta. Aveva ragione lui. 《Ho bisogno di qualcuno.》 Sussurrai. 《Fammi venire con te.》 Essere una prostituta aiuta ad essere sfacciate. 《Sam...》la sua voce era calma. Gentile. 《Ti prego.》 Sembrava più una supplica che una normale richiesta. Alla fine acconsentì. 《Dove lavori?》 《In un negozio. Faccio il commesso in quel negozio di dischi, film e gadget, hai presente l'HMV? 》 《Uh uh. Posso restare un pò lì? Guarderò i dischi.》 《Se riusciamo ad arrivarci, va bene. Taxi!》 Entrammo nel taxi. Niall disse l'indirizzo al tassista, e partimmo. 15 minuti dopo, eravamo ad Oxford Street. Camminammo fino all'HMV. 《Eccoci. Sam? Stai bene?》 Probabilmente ero impallidita. Ma no. Ero spaventata. Iniziai a tremare. Mi veniva da vomitare. 《Sam? Stai tremando? Sam!》 Niall sembrava preoccupato per me. Mi avvicinai a lui. Presi la sua mano, e sentii come una sensazione di sicurezza. 《Sam.》 La sua voce era preoccupata. Indicai con il dito una persona, in mezzo alla folla. Jake. Perché deve rovinare sempre tutto? Ma é bellissimo. 《É Jake? Sam, quello é Jake?》 Annuii. Avevo paura di incontrarlo di nuovo, ed eccolo là. Da solo. Probabilmente mi vide, perché accelerò il passo. 《Merda.》 Imprecai. Ero decisamente spaventata. Iniziavo ad avere freddo, anche se era estate; mi veniva da vomitare, tremavo, ero pallida, mi si fermava il respiro ad ogni passo che faceva verso di me. 《Ni-Niall, a-aiuto. Ho paura. Ha provato a stu-stu-》 Non riuscivo a finire la parola. Ma Niall capì comunque. 《Vieni dentro. Non può farti niente.》 Prese il mio braccio e mi tirò dentro. Contemporaneamente, sentii la voce roca di Jake.

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Capitolo 4
*** Food and Music. ***


《Sam!》 Mi fermai. Jake mi faceva paura, ma era bellissimo. Per fortuna, Niall mi tirò dentro il negozio. 《Non scapperai di nuovo. Nossignore. Non da me.》 Si avvicinava lentamente. Mi irrigidii. Ero terrorizzata. Mi squadrò dalla scollatura alla fine della minigonna. 《Brava, una gonna, mi hai facilitato il lavoro.》 《Jake ti prego》 piagnucolai. Cercavo Niall, ma era andato a mettersi la divisa. Mi aveva detto "arrivo subito". Sentii la mano di Jake prendere la mia nuca. Mi trascinò in bagno. Cercavo di liberarmi, ma era troppo forte. Vidi dei capelli biondi in mezzo ai clienti. 《Niall!》 Provai a gridare, ma ero troppo spaventata. Mi uscì un gridolino, ma con la musica del negozio e il rumore che facevano i clienti non si sentì niente. Adesso, Niall si guardava intorno, spero che mi stesse cercando. 《Vieni tesoro-Jake entrò nel bagno e mi trascinò con lui-divertiamoci un pò》 Non volevo farlo con lui. Ma ero troppo spaventata per fare qualcosa. 《Niall!》 Riuscii a gridare. 《Idiota》 mugugnò Jake. Mi alzò la gonna e osservò compiaciuto le mie mutandine azzurre. 《Vediamo di toglierle, eh?》 Iniziò lentamente ad abbassarle. Avvicinò la mano alla mia apertura. Mise un dito. Gemetti. Ero spaventata. 《Sam?》 La voce di Niall! Forse prima che Jake facesse qualcos'altro Niall mi avrebbe salvata. 《Andiamo al sodo allora.》 Tre dita. Quattro. Con la mano libera, si abbassò i pantaloni. 《Tutto tuo.》 Disse mentre aveva ancora addosso i boxer. Allontanai la testa. Lui mi prese la mano e la avvicinò alle sue mutande. 《Niall!》 Gridai di nuovo mentre gemevo per le dita di Jake. 《Sam!》 Niall aveva capito in quale bagno eravamo. Prese il passpartout che aveva in tasca e aprì la porta. Rimase fermo. La mano di Jake era ancora lì, e la mia era su di lui. Io ero in lacrime. 《Vuoi una denuncia?》 La sua voce era calma. Come al solito. 《Chiudi, biondo. Non vedi che la signorina sta per-》 《Lasciala. Figlio di puttana.》 Alzò una mano, che cadde pesantemente sulla faccia del mio Jake. Jake tolse la mano. Si tirò su i pantaloni. 《Bastardo.》 Si tamponò il naso sanguinante con la maglietta, poi uscì. Si lavò le mani e la faccia. 《Sam, finiremo un'altra volta.》 Raggelai. 《Non ci contare, Jake. Ti denuncerò, se ci riprovi. Ma oggi parlerò con in tuoi genitori. Mi conoscono, e porterò Niall con me. Chissà come saranno felici a sapere quello che hai fatto?》 Per la prima volta, vidi Jake irrigidirsi. Iniziò a sudare. Sapevo bene che l'unica cosa che lo spaventava era suo padre. 《Non ti toccherò mai più. Giuro. Se ti vedo, cambio lato della strada. Ti prego, non dire niente. Ti prego.》 Iniziò a piagnucolare. Avevo ottenuto quello che volevo. Mi rivestii in fretta e mi sciacquai. Jake era ancora davanti allo specchio a piagnucolare e a pulirsi. 《Forza Sam, ti riaccompagno a casa.》 《Non c'é nessuno adesso...》 《Allora resterò con te.》 Quella frase mi rassicurò. 《Grazie-sussurrai-per quello che hai fatto. Grazie.》 Lo abbracciai. Aveva proprio ragione. Io ho bisogno di qualcuno. E Jake non era il ragazzo per me. Avevo bisogno di un "amico" per capirlo. Niall sorrise. Strinsi la sua mano. 《Sei il mio unico amico. Ti devo tutto.》 Mi scappò una lacrima. Mi sentivo bene. Niall era con me, e Jake aveva promesso di non farmi niente. Ma appena misi il piede fuori dalla porta, mi accasciai a terra. 《Sam!》 La sua voce fu l'ultima cosa che sentii. 《Sam? Come ti senti?》 Ero sdraiata su un letto. Non era il mio letto. 《Niall! Dove sono?》 《Sei a casa mia. Sei svenuta, e il medico mi ha consigliato di portarti a casa. Non so dove abiti, quindi...》 《Ho fame.》 Rise. Aveva una bellissima risata. Uscì dalla camera e tornò poco dopo con una tazza di cioccolata e un pezzo di torta. 《Mmh, questa torta é buonissima. Grazie.》 《Vuoi che ti porti a casa?》 《Si, grazie. Grazie. Grazie.》 Poi scoppiai a piangere. Ero un tornado d'emozioni. Mi circondò con il braccio. Ebbi un sussulto. Era così innocente e carino. Uscimmo di casa 10 minuti dopo. Lo guidai fino a casa mia. 《Niall.》 Eravamo arrivati, ma non volevo stare da sola. 《Vuoi... salire? Ti prego.》 Arrossì. 《Va bene.》 Sorrisi. Lui sorrise. Salimmo le scale e lo feci entrare in casa. Iniziarono a tremarmi le gambe. 《Dov'é camera tua?》 《I-in fondo. Sinistra.》 Mi prese in braccio, e mi lasciò sopra il letto. Sistemò il cuscino e mi coprì con il lenzuolo. 《Vu-vuoi venire sul letto?》 《Mmh, giusto cinque minuti.》 Sorrise. Aveva un bel sorriso. Si sdraiò accanto a me. Rimanemmo così per una decina di minuti, poi la fame ebbe la meglio. 《Niall, ho fame. Di nuovo.》 《Uh uh, che si fa?》 《Sai cucinare?》 《Non molto. Ma posso aiutarti.》 《Grazie. Vieni in cucina?》 Sorrisi. Adesso mi sentivo meglio. 《Allora, facciamo i pancakes. Sono facili, vedrai.》 《Io ci provo, male che vada ordino qualcosa.》 《Shh. Allora, servono: farina, burro, latte e uova. Mi prendi la farina? É nella credenza.》 《Allora, dev'essere questa... merda!》 Mi voltai. La farina ricopriva tutto il pavimento vicino al biondino. 《Oddio, Sam, scusa, sono inciampato, scusa ancora, non volevo, oddio...》 《Calmati-dissi sorridendo-ne ho altra.》 《Sono una frana, scusa》 Preparammo i pancakes. Niall mi fece i complimenti: devo ammettere che erano veramente buoni. Ormai erano le quattro del pomeriggio. Il tempo era passato in fretta. 《Guardiamo un film? Se puoi restare...》 《Certo! Cosa c'é?》 Alla fine decidemmo di fare un pò zapping tra i vari canali, perché non c'era niente di carino. 《Sai-iniziò a dirmi timidamente- ti meriti di meglio. Intendo, non dovresti fare quello che fai. Sei una brava persona, non ti dovresti rovinare così.》 Oddio, era così dolce. Nessuno mi aveva mai rivolto delle parole così gentili. 《Grazie-risposi sorridendo- ma non saprei cosa fare.》 《Dovresti pensarci. Meriti di più.》 Verso le sei andò via. Alle sette arrivo Andrew con mia madre. Quando andai a dormire, trovai un foglio sopra il cuscino. "Se hai bisogno, chiamami" e un numero di telefono. "Niall" pensai. Mandai un messaggio: -"domani lavori? Sam x" -"Entro alle 9:30. N x" -"A che ore stacchi?" -"Alle 14" -"Vengo da te alle 13:50" -"Perfetto xx" Iniziavo a sentire qualcosa. Non amore, né attrazione fisica, ma solo una voglia di vederlo. Era gentile, simpatico, mi tirava su di morale anche se non mi conosceva per niente. Ora nella mia mente non c'era più Jake. C'era lui.

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Capitolo 5
*** Chi é il tizio biondo? ***


Il giorno dopo mi svegliai prestissimo. Sapevo bene che Niall avrebbe finito alle 2 del pomeriggio, ma volevo essere bellissima. E, soprattutto, volevo trovare un lavoro decente. Durante la notte avevo deciso di mollare la prostituzione e cercare di farmi assumere in una pasticceria. Anche questa decisione la devo a lui, naturalmente. Verso le 9:10 uscii di casa: i capelli castani leggermente mossi erano sciolti, mi ero messa un ombretto dorato che esaltava il verde dei miei occhi, ma mi ero vestita molto semplicemente, con una maglia a righe e dei pantaloncini corti di jeans chiaro. A Londra ci sono tantissime pasticcerie: almeno una avrà bisogno di una mano, no? Entrai in quella più vicina. 《Buongiorno.》 《Salve cara, come posso aiutarti?》 《Vorrei parlare con la proprietaria.》 《Vieni nel mio ufficio, tesoro.》 Era una donna bassa, con i capelli tinti di un rosso accecante abbinato al colore degli occhiali. 《Volevo sapere... avete bisogno di un'aiuto pasticcera? Una fattorina? Qualunque cosa?》 La donna-che si chiamava Rose- pensò un pò, sospirò, e poi rispose con un semplice "siamo al completo, pasticcino." Provai in un'altra. E in un'altra. E ancora. Ancora. Ancora. 《Salve. La proprietaria?》 《Sono io. Di cosa ha bisogno?》 《Ho bisogno di un lavoro.》 Mi veniva quasi da piangere. Potevo finalmente smettere quell'orribile lavoro, e tutte le porte mi venivano sbattute in faccia. 《Sì, ho bisogno di un'aiutante. Puoi provare per un'oretta?》 Mi stampai un sorriso sulla faccia. Finalmente. Due ore di giri in pasticceria erano finalmente serviti. 《Certo. Ah, mi chiamo Sam.》 《Ciao Sam. Io sono Emily.》 Mi passò un grembiule e mi portò in cucina. Mi disse un paio di cose da fare, mi diede delle ricette, mi chiese di servire qualche cliente, di infornare o sfornare le torte, di decorare dei deliziosi cupcake. 《Sei brava. Ti prendo in prova. Torna domani e ti spiego tutto.》 《O-ok. A domani, Emily.》 Uscii di corsa. Che ore erano? Le 13:20. Rientrai e presi un paio di cupcake: sarebbero serviti da introduzione per la grande notizia che avrei dato a Niall. Camminai fino all'HMV, e arrivai cinque minuti prima che finisse il turno. 《Niall! Andiamo al parco?》 Ero felicissima. Un pò per il lavoro e un pò per lui. 《Calma calma calma. Quale parco?》 《Sant-James? Che ne dici?》 《Mh, direi di sì. Prendiamo la metro?》 《No, il Bus. Così ci godiamo la giornata.》 Andammo alla fermata e ci inoltrammo nel verde parco. Trovammo una panchina e gli porsi la scatolina con i cupcake. 《Devo dirti una cosa.》 《Dimmi.》 《Prima apri la scatola.》 La aprì e mi guardò accigliato. 《Li hai fatti tu?》 《Ah-ah. Ma non é questa la cosa importante.》 Non capiva, continuava a guardarmi accigliato. Aggrottò le sopracciglia e sospirò. 《Dimmelo tu, non ci arrivo.》 《Ho lasciato il lavoro.》 Sbarrò gli occhi. 《Sei impazzita?》 Pensavo che sarebbe stati felice. Ma invece no. Iniziò a dirmi che dovevo essere pazza, che la mia famiglia aveva bisogno del mio aiuto, che ero stata una sciocca e lasciarlo... Iniziai a ridere. 《Niall-iniziai, cercando di trattenere le risate- come puoi pensare che io abbia mollato tutto? Ho solo cambiato lavoro!》 Mi slanciai verso di lui e lo abbracciai. 《É grazie a te che ho iniziato a lavorare da Emily! Grazie, davvero.》 Strinsi più forte le braccia intorno a lui. 《Emily?》 《Lavoro in una pasticceria. Da "Emily's sweeties", hai presente? Questi sono i miei primi cupcake. Ti piacciono?》 Morse un cupcake. 《Lo dicevo che cucinavi bene. Sono buonisssimi.》 Era da tanto che non ero così felice. Parlammo per un pò nel parco, poi lo invitai a casa mia. Mamma era a lavoro e quindi ero da sola a casa. Come al solito. 《Hai pranzato?》 《Non ancora.》 《Andiamo a casa mia, preparo qualcosa , ok?》 《Vai. Taxi?》 《Andiamo a piedi, che i soldi non mi bastano.》 《Offro io.》 《E taxi sia!》 Arrivati a casa, mi resi conto che non c'era quasi niente da mangiare. 《Niall, ci sono solo delle lasagne precotte. Ti vanno?》 《Si, va bene.》 《20 minuti in forno. Perfetto.》 Andammo in camera mia. Ci sedemno sul letto e iniziammo a parlare. Ero veramente felice. Mi sentivo quasi ubriaca. Forse per quello feci quello che feci. Stavo tranquillamente parlando con Niall, quando iniziai a sentirmi strana, come se qualcosa mi bruciasse dentro. Così mi sporsi in avanti. E lo baciai. Devo averlo sorpreso, perché rimase rigido per un paio di secondi. Poi si ammorbidì, e ricambiò il bacio. Quando mi staccai, iniziai a ridere. Lui iniziò a ridere. Ridemmo per un pò, raccontandoci cose a caso . Presi la mano di Niall e la strinsi. Lui cercò la mia faccia con la mano libera e mi accarezzò. Poi, annusò l'aria. 《Non senti odore di bruciato?》 《Odore di bruciato?》 《Già.》 《Ommerda diocristo, le lasagne!》 Corsi in cucina mentre sentivo la risata di Niall riempire la casa. Rientrai in camera con un barattolo di gelato. 《Le lasagne sono, come dire, carbonizzate. Gelato?》 Niall rise ancora più forte e prese un cucchiaino. Non era un grande pranzo, ma era già qualcosa. 《Scusa per prima.》 《Cosa?》 《Il bacio. Non so cosa mi sia preso. Scusa.》 《Figurati.》 Iniziai a ridere. Praticamente, oggi non ho fatto altro che ridere e fare casino. Ma va bene così. Poi iniziai a raccontare qualche annedoto, e ero così presa che, mentre agitavo le mani mimando qualcosa, feci volare un pezzo di gelato dritto sulla polo rossa di Niall. 《Oddio, scusa, mi sono fatta prendere dal racconto.》 《Ehm, fa niente, sul serio...》 《Tieni-dissi andando verso l'armadio-prendi questa.》 Gli lanciai una maglietta bianca. 《Oh. Grazie.》 Lo accompagnai al bagno e aspettai che si fosse cambiato. 《Rimani ancora?》 《Si, ho il pomeriggio libero. Ho lavorato la mattina, ricordi?》 《Già. Io mi riposerei un pò. Vieni?》 Mi misi sotto il lenzuolo e lo invitai a venire sotto. Tentennò per qualche secondo, poi si avvicinò e si sdraiò. Lo abbracciai, sentivo il bisogno di sentirlo vicino. Mi mise il braccio intorno al collo, e dopo poco mi addormentai. 《Sam. Saaaaaam. Sam!》 《Uh? Andrew? Andrew!》 Mi tappai con il lenzuolo, anche se ero vestita. 《Chi é il tizio biondo nel letto?》 《Tizio biondo? Nel letto? SAM!》 Quando sentii la voce di mia madre raggelai. Sentii i suoi passi per il corridoio. 《Niall. Abbiamo dormito più del previsto. Niall... svegliati. Cazzo, svegliati!》 《Ancora cinque minuti.》 《Sono le cinque e mezza.》 《Occazzo.》 《Mamma, il tizio parla! E dice parolacce! Maaaaamma!》 Oddio, é in questi momenti che odio mio fratello. 《Chi é?》 《Mammiiiiinaaa, lui é Niall. Il mio migliore amico. Te ne avevo parlato, giusto?》 《Si, me lo ricordo. Dormivate o facevate altro?》 《Mamma!》 Che imbarazzo. Perché a me? 《Mammaaa, Sam ha detto anche lei una parolaccia. Non si dice!》 《Andrew, esci.》 《Signora, io ho finito il turno alle 14, ho mangiato un cupcake al parco, ho mangiato un gelato e ho dormito. Le lasagne sono bruciate.》 Diedi una gomitata al tizio-biondo-che-dice-parolacce. 《Ho dormito, mamma. Ero stanca. Pensavo di svegliarmi prima, ma avevo bisogno di dormire.》 Sospirai. 《Ti credo, Sam. Ma quando inviti gente a casa, avvertimi.》 《Si mamma.》 《Grazie, signora Lewis. Adesso dovrei andare.》 Niall uscì e dovetti sopportare un lungo interrogatorio da parte di mia madre. Poco male. Tanto, ormai Niall l'avevo baciato.

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Capitolo 6
*** Quando vuoi rivedermi chiamami. ***


Iniziò a suonare il telefono. 《Chi diavolo é alle... OMMIODDIO sono le 5 di mattina! Un messaggio...》 Sbloccai il telefono. Accidenti a me, che non l'avevo messo in silenzioso. Niall? Cosa c'era di tanto importante da dirmi? "I miei ti vorrebbero conoscere. Vieni a pranzo? Tranquilla. Nxx" "Idiota stavo dormendo. Quandi si sveglia mamma ti dico. S x" Mi riaddormentai prima di aver ricevuto una risposta. La mattina, a un'ora decente, andai da mamma a chiedere. 《Mammina, i genitori-sottolineo GENITORI- di Niall vogliono sapere se posso andare a pranzo da loro. Posso?》 Occhi dolci. Su mamma, su mamma, dai... 《Va bene. Ma non dovevi lavorare?》 《Nel pomeriggio!》 《Va bene, allora vai pure.》 Corsi in camera a rispondere a Niall. Poi, iniziai a pensare a come vestirmi. Visto che i genitori c'erano, niente di esagerato, ma neanche di banale... alla fine mi misi una maglietta a righe (le adoravo) e un paio di jeans non troppo corti. Verso le undici uscii di casa e passai dalla pasticceria: presi un semifreddo al cioccolato a un pò di pasticcini. Mi sembrava un'idea carina, visto che ci lavoravo. La casa di Niall non era molto lontana, quindi ci andai a piedi . Quando arrivai, mi aprì Niall: da dietro vedevo la testa della madre che cercava di vedermi. Entrai e i genitori mi fecero sedere in salotto. Poi, iniziarono le domande. 《Come ti chiami, cara?》 《Sam. Cioé, Samantha.》 《Oh, che nome adorabile! Io sono Maura. Lui é Bobby.》 《Oh, piacere. Ah, ho portato questi...》 Dissi porgendo il pacco a Maura. 《Cosa sono?》 《Un semifreddo e dei pasticcini. Li ho presi alla pasticceria dove lavoro.》 《Aw, cara, non dovevi disturbarti! Ma vieni, vieni in cucina, é pronto!》 Niall era quasi più imbarazzato di me. I genitori erano simpatici, anche se più che altro parlavo con Maura, e il pranzo era delizioso. 《Allora, Sam, come hai conosciuto Niall?》 Cosa dico? Ero una prostituta e mi sono ritrovata vostro figlio a farmi la predica per una sigaretta, ha dormito da me e mi ha salvata da uno che mi voleva stuprare? 《A... lavoro. All'HMV. Dovevo trovare un disco, e poi sono svenuta... mi ha aiutata.》 Sorrisi guardandolo. Lui mi sorrise, un sorriso piccolo e timido, ma tanto tenero. 《Oh, cielo, sei svenuta? E lui? Cos'ha fatto?》 《Mi ha portata qui. A casa vostra, ed é rimasto con me finché non mi sono sentita bene.》 Suonava bene? Speriamo... 《Oh, non ci aveva detto niente. Niall!》 《Mamma! Basta con le domande!》 Grazie al cielo, Niall, pensavo che avrei dovuto rispondere ad altre mille domande. 《Certo, scusa, sono solo curiosa...》 《Sì mamma, ok, io sono apposto, quando arriva il dolce chiamaci. Sam?》 Mi fece cenno di seguirlo. Mi alzai, ringraziando Maura e Bobby, e lo seguii fino alla sua camera. 《Scusali, é che é da molto che non porto ragazze in casa, e quindi...》 Sentii una fitta al cuore. É da molto? Quindi, sul letto dove mi sto per sedere si sono sedute altre ragazze? E forse non solo sedute? Le domande che faceva Maura non erano solo per me? Ma certo, cosa pensavo, che Niall non avesse mai avuto nessuno? In fondo, lo speravo. 《Sam? Tutto bene?》 Perché sono così emotiva quando c'é lui? 《Tutto apposto-dissi, alzando la testa e fingendo un sorriso- che facciamo mentre aspettiamo che i tuoi abbiano finito?》 Su, Niall, se non sono la prima capirai cosa intendo. Su, avvicinati, forza. 《Ti volevo dare una cosa...》 Si alzò. Che faceva? Lo aveva detto anche alle altre? 《L'ho presa per te... spero che ti piaccia...》 Basta pensare alle sue ex. Cosa dovrebbe dire lui, visto che ero una prostituta? Bisogna dimenticare e perdonare. Il pacco era incartato con una bella carta lilla, tenuta ferma da un bel nastro viola scuro. 《Oh... il viola é il mio colore preferito.》 《Lo so》 sussurrò. Sciolsi il fiocco e tolsi delicatamente la carta. Trovai una scatola di cartone, nera, e per un attimo ci ripensai. Cosa ci poteva essere dentro? Mi feci coraggio e la aprii. Dentro c'era un'infinità di cose. Iniziai con calma a guardarle tutte. Una rosa rossa. Un piccolo ricettario di dolci. Un quadernino viola. Una penna. Una collana con un quadrifoglio argentato. Stavo seriamente per scoppiare a piangere. Perché quei regali? Cosa avevo fatto per lui? Presi la rosa e la tolsi dalla scatola. Aprii il ricettario, guardando velocemente le ricette. Presi la collana e me la misi al collo. Poi, presi quaderno e penna. Volevo ringraziarlo, ma le parole mi si fermavano in gola. Quindi, avrei scritto qualcosa sul quadernino. Quando lo aprii, però, la prima pagina era già occupata da una scritta. "Cara Sam, sono timido, penso che tu te ne sia accorta, quindi scriverò qua. La rosa viene dal negozio di fiori di mia madre. La collana con il quadrifoglio mi ricorda l'Irlanda, e ti porterà fortuna. Il ricettario ti potrebbe servire a lavoro. La penna e il quaderno servono per scrivere quello che non vuoi dimenticare. Ti voglio bene, Niall" Le ultime parole erano scritte con una calligrafia incerta. Mi voltai, e vidi che anche Niall era vicino alle lacrime. Forse perché non stavo reagendo, ero ferma, immobile. Fredda. Così lo abbracciai. Iniziai a piangere, perché mi sentivo così piccola, così stupida. 《Ti voglio bene anch'io》sussurrai tra una lacrima e l'altra. 《Mi piaci》dissi poi, a voce un pò più alta, per essere sicura che sentisse. Mi strinsi forte a lui, per essere sicura che non mi lasciasse. Ma non reagiva. 《A-anche tu》 disse poi 《mi piaci. Tanto. Più di quanto pensi.》 Mi strinse, mentre diceva le ultime parole. Mi staccai da lui. Lo guardai, in lacrime, e lui mi guardò, e ci guardammo, per poco, finché lui non si sporse in avanti e premette le labbra sulle mie. Lasciai che la sua lingua incontrasse la mia, e lasciai che le sue mani raggiungessero la mia schiena, per stringermi a sé. Quando ci staccammo, ne desideravo un'altro. Ma non mi sarebbe bastato. Volevo lui. Forse, mi ero innamorata. 《Niall? Sam? C'é il dolce!》 Tempismo perfetto. Lo guardai mentre mi sistemavo e tentai di trattenere una risata. Andammo in cucina a mangiare il dolce e i pasticcini. Quando li vidi, realizzai che dovevo andare a lavoro. 《Che ore sono?》 《Le due e trentacinque, cara, perché?》 《Alle tre e venti devo andare a lavoro!》 Non volevo fare tardi il primo giorno. 《Ti accompagno io.》 Perfetto. Che dici, Niall, un altro bacio me lo daresti prima di entrare a lavoro? 《Forza Niall, tra poco Sam deve andare! La accompagni sì o no?》 《Ma sì mamma, calmati...》 《Forza! Uscite!》 Era simpatica, anche se un pò invadente. Ringraziai entrambi, e poi uscimmo. 《Niall?》 《Sì?》 《Ti volevo solo ringraziare... per i regali. E per tutto.》 Sorrisi. 《Figurati.》 Era diventato leggermente rosso. 《Autobus?》 《Autobus.》 Lo presi per mano e lo trascinai su per le scale del bus. Adoravo salire al piano di sopra, e guardare tutti e tutto. Trovammo due posti liberi in cima. Tenevo Niall per mano e guardavo fuori. Eravamo fidanzati? Insomma, ci siamo baciati, ci siamo detti a vicenda "mi piaci" , ma in sostanza? Non capivo. Non ero sicura di voler stare con lui. Non lo conoscevo da molto, ma era come se lo avessi sempre conosciuto. Lasciamo tempo al tempo? Mi faccio avanti? Intanto, sono arrivata. La pasticceria era là. 《Devo scendere.》 《Ah, ok. Arrivo.》 Mi sentivo... vuota. Che entusiasmo, certo, niente "buona fortuna" o "poi dimmi come é andata". Era freddo. Mi avviai a testa bassa verso l'entrata. 《Sam...》 Girai pigramente la testa. Niall era davanti a me. Mi prese la testa tra le mani e abbassò la testa, premendo le sue labbra sulle mie. Mi allontanai da lui dopo poco. Ero confusa, non capivo se lo faceva solo per soddisfarmi. 《Sam?》 Mi guardò con aria interrogativa. 《Devo... devo andare. Ci sentiamo.》 Ero delusa. Da me stessa. Mi stavo innamorando di nuovo della persona sbagliata? 《Chiamami quando esci, ok?》 《Forse. Cioé, io...》 《No, ho capito. Quando vuoi rivedermi chiamami.》 Perché sono così cretina? Perché dico sempre le cose sbagliate? Niall si stava allontanando da me. Forse sono fatta per stare da sola? Presi il telefono, volevo solo mandargli un messaggio. Un semplice "scusa". Ma il mio cervello ha scritto quello che non avevo intenzione di dire.

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Capitolo 7
*** What doesn't kill you... ***


"Non voglio stare con te. Lasciami vivere da sola." Il mio cervello mi aveva fatto scrivere quelle parole, e senza nemmeno rileggerle avevo inviato il messaggio. Solo adesso, rileggendolo, mi rendo conto di come sia terribile. Capii che, senza essere nemmeno iniziata, tra noi due era finita. Parte la suoneria. Niall? "Pensavo fossi più matura, ma sei solo una bambina." Cos'ho fatto? Perché sono così stupida? Devo scrivergli qualcosa? "Scusami, ci tengo a te" Funzionerà? Risposta di Niall: "Torna a fare la puttana, almeno ti pagano." Se mi avesse investito un tir avrebbe fatto meno male. Preferirei morire. Sarebbe una soluzione? Salgo sulla finestra. Prendo un coltello. Una corda e una sedia. Ci sono così tanti modi... devo scusarmi. Ma ormai non posso rimangiarmi quello che ho scritto. Devo solo dirlo in modo diverso... Dicono che quello che non ti uccide ti rende più forte. Non é vero. Ciò che non ti uccide ti rende insicuro, diffidente e con la paura di sbagliare di nuovo. Per me Niall era importante, solo che non lo conosco da molto... sono così confusa. Meglio aspettare un pò prima di parlarne. Intanto? Accendo la radio. Merda. Ascoltare Ed Sheeran mentre sei depressa non é di aiuto. Io adoro Ed, ma non sono in vena di canzoni lente. Pensa Sam, pensa. Cosa farebbe una persona adulta? Vodka. Alcolici. Perfetto. Mi ubriacherò fino a che non sentirò più niente. Dove lo trovo qualcosa di forte? In casa, no. Ok. Idea numero uno scartata. Che ore sono? Le sei di sera. Allora: ho visto la risposta di Niall dopo il turno in pasticceria. Ho bisogno di essere salvata, e lui era la persona giusta. Ma chi mi salverà, ora che lui non c'é più? 《Devo distrarmi.》 Presi la scatola dei ricordi delle superiori per vedere cosa c'era. La aprii e trovai un foglietto azzurro. C'era una scritta... "Jake: 331 55 29 167" e poi c'erano altri numeri, di tutte le persone che conoscevo. Presi il telefono e composi il numero. Dovevo essere messa male se chiamamavo Jake. Ma peggio di così non poteva andare, giusto? 《Pronto?》 《Jake?》 《Chi é?》 《Samantha.》 《Sam? Cosa vuoi?》 《Ho litigato con Niall, e ho trovato il tuo numero, quindi pensavo che dopo quello che é successo mi avresti dato una mano...》 《Niall? 》 《Il biondo.》 《Ah capito. Cosa devo fare?》 《Vieni tra dieci minuti all' HMV.》 Cosa stavo facendo? Chiusi la chiamata. Ero fuori, decisamente. Andare all'HMV, con Jake, dopo aver litigato con Niall, e per cosa? Pensavo che facendolo ingelosire sarebbe tornato da me? Uscii in fretta e mi trovai con Jake all'HMV. Entrammo e iniziai a cercare Niall. Non lo vedevo. Eppure, ero convinta che avesse il turno serale... eccolo. Presi Jake per un polso e lo trascinai verso Niall. Iniziammo a far finta di cercare dei dischi, e nel frattempo dicevamo cose a caso, facendo finta di essere felici e rilassati. Vidi la testa bionda voltarsi verso di noi. Mi sporsi in avanti e baciai Jake. Sull'angolo sinistro delle labbra. Da lontano sembrava un vero bacio. Spero. É la cosa giusta? No. La cosa giusta é scusarsi. Ma sono troppo orgogliosa. 《Jake》sospirai. 《Sam?》 《Non era la cosa giusta da fare. Scusa se ti ho coinvolto... devo chiedergli scusa.》 Mi incamminai verso di lui, lentamente, quando ebbi l'impulso di prendere il cellulare. Feci di nuovo la cosa sbagliata. Lessi l'ultimo messaggio che mi aveva mandato. "Torna a fare la puttana, almeno ti pagano." Quelle parole rimbombavano nella mia testa. Galleggiavano nei miei pensieri e poi mi ricadevano pesantemente addosso. Faceva male, troppo male. Mi fermai. Niall era a pochi metri da me. Mi voltai di scatto e tornai da Jake. 《Andiamo-sussurrai-non ne vale la pena.》 Jake mi seguì senza dire una parola. Una volta fuori dal negozio, iniziò a parlarmi, dolcemente, come faceva quando voleva abbordare qualcuno. 《Sam, sai anche tu che é la cosa giusta da fare. Chiedere scusa, intendo. Avete sbagliato entrambi, ma se tieni a lui dovresti scusarti. Sul serio.》 Ci pensai per qualche secondo. 《Jake-disso con tono solenne-vieni a casa mia. Ho bisogno di compagnia.》 Si smette mai di sbagliare, in questa vita? Arrivammo a casa. Mamma aveva il turno di notte. Andrew era di nuovo dalla nonna. Avevo la casa libera. Dopo circa mezz'ora, eravamo ubriachi. Jake era seminudo sul mio letto, solo con i boxer. Io ero sdraiata su di lui, solo con il reggiseno (che Jake cercava di aprire, ma era troppo ubriaco per riuscirci) e con le mutande. Dopo poco riuscii a togliergli i boxer. Mi tolsi le mutandine. 《Lo vuoi davvero fare?》 Biascicò. 《Devo distrarmi》 parlavo a scatti, bruscamente. Riuscì a togliermi il reggiseno. Iniziò a tastarmi il corpo, mentre io armeggiavo con quello che si trovava sotto i boxer. Dopo cinque minuti, mi misi a cavalcioni sopra di lui. Mentre stavamo per concludere, scoppiai a ridere. Non so perché. A ruota, iniziò anche lui, e mi fece rotolare accanto a lui. Ci sdraiammo, nudi, uno accanto all'altro. 《Non ci credo-iniziò-nessuna si era mai tolta.》 Continuavo a ridere, forse per l'espressione che aveva. 《Sei l'unica che mi resiste. Che mi tratta normalmente, intendo.》 Mi fece un pò pena. Si sentiva davvero usato dalle ragazze? 《Sei carina, più di quanto lo eri a scuola. Ceniamo?》 《É presto, meglio se aspetti un pò.》 《Ho fame.》 Mugugnò. Mi alzai sospirando e tornai con del gelato. Forse lo avrebbe svegliato. Non ero pratica di questa roba, alcol e tutto il resto. 《Non ti vesti?》ridacchiò. Mi resi conto che ero ancora nuda. La cosa era imbarazzante. Molto. Mi buttai verso l'armadio e mi misi un pigiama, il primo che avevo trovato. Continuammo a mangiare il gelato, poi passammo alla pizza, poi ancora gelato. Ma era divertente. Jake, quando non ti umiliava o tentava di stuprarti, era simpatico, stavi bene con lui. Finita la "cena", lo invitai a restare a dormire da me. Accettò, bastava chiamare i genitori e dire che stava fuori. I suoi gli lasciavano fare qualunque cosa, non si preoccupavano mai. Continuammo a parlare fino alle due del mattino. Prima di addormentarmi, feci memtalmente il riassunto della giornata: era stata una vera merda. Domani sarà meglio? Chiarirò con Niall? Resterò con Jake anche domani? Dovrò andare avanti a alcol e gelato, forse ricomincerò a fumare? Quante domande. Non risposi nemmeno a una, perché mi addormentai dopo poco. La mattina mi svegliai con i sensi di colpa. Forse dovevo sul serio tornare a fare la prostituta. Allora: avevo litigato con il mio... ragazzo? Migliore amico? Amico? Ero quasi andata a letto con Jake. Doveva andare avanti per molto questa farsa? Forse dovevo scusarmi. Mi alzai silenziosamente, per evitare di svegliare Jake. Mi vestii e mangiai al volo un pezzo di pane. Svegliai Jake. Uscimmo. Il cuore mi batteva a mille. Appena fuori dalla porta, sentii una fitta allo stomaco. Salutai Jake e iniziai a correre. Verso la casa di Niall. Ogni passo mi avvicinava a lui. Cos'avrebbe fatto? Il cuore mi batteva così forte che pensavo sarei morta di arresto cardiaco. Presi mezzo chilo di gelato in gelateria e bussai alla casa di Niall. 《Sì?》 La voce di Maura. 《Oh. Sei tu.》 La sua voce era gelida, glaciale. 《Posso entrare? Per favore.》 Stavo per piangere. Strinsi tra le mani la collana che mi aveva dato Niall. Maura si scansò e mi fece entrare. 《In camera.》 Mi avviai per il corridoio, stringendo la collana e facendo attenzione al gelato. Vidi la porta della sua camera. Presi un respiro profondo e bussai. 《É aperta.》 Entrai e richiusi subito la porta. Non si aspettava di vedermi. 《Vattene. Esci dalla mia casa.》 Faceva male vederlo così aggressivo nei miei confronti. 《Ti posso spiegare tutto... non volevo...》 《Cosa ci facevi con lui?》 《Lui?》 《Jake.》 Una fitta al cuore. Dimenticavo di averlo baciato apposta davanti a lui. 《É stato un errore...》 sussurrai, la voce rotta dal pianto. 《Non volevi, é stato un errore, prendi per il culo qualcun'altro!》 《Non hai capito quel messaggio, Niall... non intendevo...》 Gettò a terra il libro che aveva in mano. 《Perché sei qui? Cosa vuoi da me?》 Le parole mi rimanevano in gola. Mi ero comportata male, come una bambina viziata. Ora basta. 《Mi dispiace... ma tengo a te, quindi ti prego, non fare così!》 Mi accasciai a terra. Non potevo reggere il suo sguardo vuoto, che mi trapassava, senza considerarmi. 《Ho portato del gelato... ti va?》 Continuava a fissarmi. 《Smettila, ti prego. Fai male.》 Piagnucolai mentre aprivo la vaschetta. 《Mi sono comportata male, lo ammetto, ma era perché non reagivi... come adesso! É stata la seconda giornata peggiore della mia vita!》 Scoppiai a piangere. Niall rise. 《É la prima? Qual'era?》 《Quando mamma mi disse che era morto mio padre.》 Non rispose. Prese una palettina e mangiò del gelato. 《Ho bevuto, Niall. Un bel pò. Scusa.》 《Cos'hai fatto con lui?》 《Ero ubriaca, e anche lui, ma non abbiamo fatto niente. Giuro.》 Era diffidente. 《Devo andare a casa. Scusa per il disturbo.》 Mi tolsi la collana. 《Tieni questa-dissi tentennante-spero ti porti fortuna.》 Uscii, sperando che come nei film Niall sarebbe uscito, correndo verso di me, chiedendomi scusa. Ma non é successo. Sento che sto per cadere di nuovo. Nella depressione, nei problemi. Dovevo andarmene.

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Capitolo 8
*** A casa mia alle 5:15. ***


《Smettila!》 Niall corre via da me gridando. 《Ti prego, fermati!》 Si ferma. Io accelero, nella speranza di raggiungerlo. Lo vedo mentre toglie una pistola dalla tasca. Indossa una giacca di pelle. Tende la mano con la pistola verso di me e preme il grilletto. Cado a terra. Mi sveglio gridando. Sono sudata. Sento i passi di mia madre che si fanno più vicini. 《Sam? Tutto bene?》 《Mamma!》 Ero un bagno di sudore. Racconto il sogno a mia madre, velocemente, quasi senza respirare. 《Dovresti scusarti.》 《Ci ho provato, mamma. Ma non mi ascolta.》 Da quando é morto mio padre, racconto tutto a mia madre. L'unica cosa che non sa é tutto quello che é successo con Jake, ma non é importante. 《Se non vuole chiarire non ti merita, tesoro. O forse ci é rimasto troppo male.》 《Ci ho parlato, non mi considera! Mi guarda con indifferenza, come se non esistessi.》 《Dormi adesso. Sono le quattro di notte, e domani devi lavorare.》 《Notte mà.》 Uscì e spense la luce. Avevo paura di sognare di nuovo. Ma mi addormentai comunque dopo poco. 《Niall ti prego!》 《Lontana da mio figlio!》 La madre di Niall, Maura, lo teneva dietro di sé agitando un coltello. 《Ti prego...》 Mi accascio a terra sussurrando. 《Sam!》 La voce di Jake. 《Lo sapevo che c'era qualcosa tra di voi!》 《No, Niall, non puoi capire...》 Niall strappa il coltello dalle mani della madre e si trafigge, gettandosi in un lago di sangue. 《Niall...》 Mi sveglio di nuovo, provando a gridare, ma la voce si blocca in gola. Rimango sveglia tutta la notte, perché rischio di sognare di nuovo qualcosa del genere. Non reggerei. Sono i sogni più insensati che abbia mai fatto. La mattina seguente mi preparo per la pasticceria. Esco di fretta dopo una colazione rapida e mi trovo davanti alla pasticceria. Entro a testa bassa e m'infilo nella cucina. 《Emily?》 《Caaaara! Oggi dobbiamo fare molti cupcakes, sai? Ti aiuterò. Ah, é passato un ragazzo biondo...》 Biondo? Niall. 《Ti cercava. Ha lasciato un biglietto.》 Presi il biglietto e lessi rapidamente. "A casa mia alle 5:15" Cosa voleva? 《Sam? Dobbiamo fare i cupcakes. Portane uno quel ragazzo! É carino, vero?》 《Oh, sì, certo.》 Cosa voleva? Cosa poteva volere? 《Sam? Dobbiamo muoverci.》 《Sì, scusa. Quanti ne dobbiamo fare?》 《Venti. Prepara l'impasto, mentre io ti preparo quel che serve per le decorazioni. Ti lascio qua il foglio con le istruzioni per le scritte e tutto.》 《Ok. Emily, a che gusto?》 《Dieci classici e dieci al cioccolato.》 《Perfetto.》 《Vado di là, se hai bisogno chiamami.》 Iniziai a preparare l'impasto. Era facile, bastava mescolare tutto insieme. Misi il tutto negli stampini, e infornai il tutto. Intanto preparai la crema da mettere sopra (bastava tingere la crema bianca con i coloranti), coloravo la glassa per le decorazioni elaborate o per le scritte e svioglievo il cioccolato a bagnomaria. Una volta pronti i cupcake, iniziai a ricoprirli di crema, glassa, cioccolato, zucchero, ogni cosa: seguii le istruzioni alla lettera. Erano venuti bene, sembravano finti. Seguii anche il consiglio di Emily, e preparai due cupcake in più. Per Niall. Il gelato non aveva funzionato, forse un cupcake lo avrebbe addolcito. Finite le decorazioni, impacchettai i venti cupcake per i clienti e i due per Niall. Preparai dei biscotti e dei pasticcini, misi ogni cosa nei vassoi e li misi sul bancone. Aiutai Emily con i clienti, prendevo le ordinazioni e stavo alla cassa. Alla fine del turno andai a casa. Pranzai velocemente, mi feci una doccia e mi cambiai. Alle 5 e un quarto ero davanti alla casa di Niall. Mi feci coraggio e suonai il campanello. Aprì Maura. 《In camera.》 Uhh, che accoglienza gelida. Inizio a preoccuparmi. 《N-Niall?》 Balbettai davanti alla porta della camera. 《É aperta.》 Esattamente come l'ultima volta. Entrai lentamente, tenendo in mano i due cupcake. 《Cosa m-mi volevi dire?》 "Calma, Sam. Mantieni la calma." 《Ho trovato Jake all'HMV, stamani. Mi stava cercando. Mi ha detto tutto.》 "Ecco, ora mi uccide. Come nei sogni." 《Scusami, io...》 《Sam.》 La sua voce si era addolcita. 《Non devi scusarti. Jake mi ha detto di quanto eri giù per questo. E il bacio... era sulla guancia.》 Trattenni il fiato. 《Io...》 《Non capivo quello che intendevi, Sam... é che voi donne siete così complicate!》 Sorrise. Aveva quel sorriso che poteva illuminare tutta Londra, ma che dico, tutto il mondo! Ero innamorata. 《Ho portato queste... il gelato non aveva funzionato.》 Rise. Prese il pacchetto e afferrò un cupcake. 《Vuoi?》 Me ne porse uno. 《No, sono per te. Scusa ancora.》 Non potevo resistere ancora senza di lui. Era il mio angelo. 《Ah, tieni questa.》 Mi dette la collana con il quadrifoglio che avevo lasciato. 《Grazie》 sussurrai. Niall mi abbracciò e chiuse la collana intorno al mio collo. 《Grazie a te》 disse sottovoce. Restammo per un pò così, abbracciati, senza dire una parola. 《Niall》 《Dimmi.》 《Devo andare. Ci sentiamo domani?》 Avevo paura che dicesse "no, domani non ci vediamo, e neanche dopodomani." 《Certo, vuoi che ti accompagni?》 Tirai un sospiro di sollievo. 《No, vado per conto mio.》 Mi alzai e baciai rapidamente Niall. Pochi secondi, e poi uscii rapidamente. Quando arrivai a casa, c'era mia madre con mio fratello. 《Com'é andata a lavoro?》 《Bene, tutto bene...》 《E con Niall?》 《Tutto bene anche da lui.》 Mia madre tirò un sospiro di sollievo. 《Potresti invitarlo a cena, uno di questi giorni. Che ne dici?》 《Mh. Domani ti dico.》 《Va bene. Cosa vuoi per cena? Se non hai ancora fame, vi sistemo i letti e faccio una lavatrice...》 Era fantastica. Faceva doppi, tripli turni per portare a casa un pò di soldi e non faceva mai vedere che era stanca. 《Fai te, senti Andrew cosa preferisce.》 《Pizza?》 Supplicò Andrew arrampicandosi sullo sgabello. 《Dovrebbero essercene ancora nel freezer... eccole!》 《Hai fame ora, Andrew?》 《No. Vado in camera ok?》 《Vai pure, caro.》 Corse in camera e chiuse la porta. Lo seguii, perché era da tanto che non passavo del tempo con lui, e ora che non c'era papà... per lui era più difficile. A volte lo sentivo piangere la notte. Non sapevo cosa fare, quindi mi tappavo le orecchie. 《Andrew?》 《Sam?》 《Sono io. Posso entrare?》 《É aperta!》 Era seduto a terra, sul tappeto. 《Per te va bene se un giorno viene Niall, scusa, il Tizio Biondo a cena da noi?》 《Certo! É simpatico?》 《Molto.》 《Sam.》 《Sì?》 《Oggi una mia amica mi ha raccontato del suo cane. Un mio amico del suo gatto. Perché noi non abbiamo animali?》 《Perché gli animali costano, bisogna mantenerli, e poi non siamo quasi mai a casa...》 《Uffa!》 《Mi dispiace, ma non ce lo possiamo permettere.》 《Allora perché tutti in classe mia se lo possono permettere e io no?》 《Prova a chiedere a mamma. Forse, se la convinci...》 Uscii rapidamente. Forse Andrew voleva solo un pò di compagnia... 《Mamma?》 《Sì?》 《Andrew vuole un animale.》 《Non ce lo possiamo permettere.》 《Nemmeno un criceto? Un pappagallino, un pesce?》 《No. Dove lo teniamo? Chi gli starà dietro? E poi costa mantenere un animale.》 《Va bene.》 Sbuffai mentre tornavo in camera mia. Presi il telefono e chiamai Niall. 《Pronto?》 《Niall? Sono Sam.》 《Dimmi tutto.》 《Ti andrebbe di venire a cena da noi? 》 《Uh... quando?》 《Quando ti torna meglio.》 《Domani? Ho il turno la mattina, quindi...》 《Domani... sì, mamma c'é la sera. Allora a domani?》 《A domani. Ah, quando finisci in pasticceria?》 《Alle quattro.》 《Ti passo a prendere, ok?》 《Certo. A domani.》 《A domani, tesoro.》 "Tesoro? Mi ha chiamata tesoro?" Gettai il telefono sul letto. Guardai il cielo stellato. Era così bello... Mancava solo un giorno. Avrei rivisto Niall. Normalmente, senza doversi scusare. Mi era mancato. Sorrisi mentre tornavo in cucina. ____________Spazio dell'autrice____________ Scusate scusate ma non andava più efp :c ci ho messo un sacco a aggiornare, chiedo perdonooo *bacia i piedi*

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Capitolo 9
*** Polaroid. ***


《Domani viene Niall, ok?》 《Certo tesoro. Lavori?》 《Uh uh. Mi passa a prendere lui.》 《Va bene. Vi aspetto a casa?》 《Si grazie.》 Cenammo con calma. Andrew parlava degli animali dei suoi amici e mamma cercava tutti i difetti che poteva dire. Non stavo veramente ascoltando. Ero troppo impegnata a pensare a Niall. Finita la cena, mi misi il pigiama e mi buttai a letto. Volevo essere sveglia per il giorno dopo. Mi svegliai con calma e trovai un messaggio di Niall. "Buongiorno splendore" Era la dolcezza fatta persona. Era dolce, sensibile, bello... era meglio di quanto potessi sperare. "Buongiorno a te! Mi manchi" "Anche tu" Feci colazione con calma, sdraiata sul divano, pensando a cosa fare. Dalle quattro alle otto di sera ce ne é di tempo, dovremmo fare qualcosa, no? Guardai fuori dalla finestra. Una perfetta giornata estiva. Al parco. Ci sono così tanti parchi, a Londra! Vediamo, Hyde Park o Holland Park? Holland Park. Vicino c'é anche Notting Hill, con le sue villette bianche ben curate. "Sono le nove. Dopo pranzo vado in pasticceria." Iniziai a preparare la borsa. Presi un pò di soldi e un telo, perché di solito le sdraio sono tutte occupate. Preparai i vestiti, la borsa, il pranzo, e alle 12:30 ero fuori di casa. Andai a lavoro a piedi, era una bellissima giornata. Verso le 12:45 ero da Emily. 《Tesoooooro, oggi mi dovrai dare una mano per un ordine urgente! Tutti gli altri ordini passano in secondo piano. Sono fiera di quello che ci hanno chiesto, ommioddio, é bellissimo!》 Emily aveva l'abitudine di parlare troppo. 《Cosa dobbiamo fare?》 《Oh certo, non te l'ho ancora detto! Ecco il progetto.》 Mi passò un foglio. Era una bellissima, grandissima, torta a cinque piani. 《Oddio, Emily, e dobbiamo farla in una giornata?》 《Oh, tesoro, dobbiamo finirla! Le basi sono pronte. Aiutami con le decorazioni, capito?》 Era una torta nuziale. Iniziai a ricoprirla con la pasta di zucchero bianca, mentre Emily preparava delle roselline bianche e rosa confetto. 《Venticinque roselline bianche e dieci rosa. A che punto sei?》 《Finisco di rivestire il quinto piano. Tu?》 《Mi mancano sette roselline.》 Era rapidissima. In poco tempo riusciva a fare qualunque cosa. 《Sam, puoi prendere la panna? Prendi anche la sac a pochè, con i beccucci a stella di media grandezza.》 《Serve altro?》 《Beccucci tondi fini, i più piccoli che trovi, e prepara la glassa.》 Iniziai a mescolare la glassa. 《Dimenticavo, tingi la glassa di azzurro. Fai tre diverse tonalità, e non farle troppo scure!》 Divisi la glassa in tre ciotole. Misi una palettina di colorante nella prima, due nella seconda e tre nella terza. 《Bei colori, davvero belli. Inizia le decorazioni seguendo questo schema.》 Presi il beccuccio fine e iniziai a decorare la torta. Erano decorazioni semplici ed eleganti, ricordavano delle onde. Finii di decorare la torta cinque minuti prima della fine del turno, e aiutai Emily a preparare dei pasticcini per una cliente. Finito il turno mi cambiai e uscii dalla pasticceria. Trovai Niall che mi aspettava con due biglietti per il bus. 《É una bella giornata, e visto che ti piace stare in cima...》 Presi un biglietto e lo trascinai alla fermata. 《Calma, ehi, dove andiamo?》 《Vedrai.》 Salimmo in cima al bus e mi buttai sul primo posto. 《Devo dire che mi sei mancato.》 Sussurrai timidamente. 《Anche tu. Ma non me ne ero accorto.》 Continuammo a parlare fino a Notthing Hill. 《Scendiamo!》 《Notthing Hill? Perché?》 《Seguimi.》 Corsi fino a Holland Park. 《Holland Park?》 《Scegli: destra o sinistra?》 《Mm... sinistra.》 Iniziai a correre per il sentiero a sinistra, finché non arrivammo al parchetto giapponese. C'era un laghetto e altre cose che ricordavano un giardino giapponese. Lo adoravo. 《C'ero venuto solo un paio di volte...》 《Non é grande, ma é tranquillo.》 Misi il telo a terra e mi sdraiai. Niall si sdraiò accanto a me. 《A che ore torniamo?》 《Verso le sette, così aiuto mia madre.》 《Perfetto.》 Iniziai a passare la mano dentro l'acqua del laghetto, facendo allontanare i pesciolini. 《É rilassante?》 Mi chiese Niall ridendo. 《Uh uh.》 《Vado a fare due passi. Torno tra cinque minuti.》 《Vengo anche io.》 《No, aspettami qua.》 Si allontanò da me. Cosa voleva fare? Mi girai e iniziai a guardare il cielo. Era azzurro, senza nuvole. Chiusi gli occhi. Dopo poco sentii la voce di Niall. 《Sam? Dormi?》 Aprii gli occhi e mi trovai Niall accanto con un mazzolino di fiori. 《Dove li hai presi?》 《Mentre venivamo avevo visto dei fiori colorati, intorno al sentiero.》 Sorrisi. 《Ti amo.》 Sussurrò porgendomi i fiori. Per risposta, mi buttai addosso a lui e lo baciai. Non uno di quei baci timidi, imbarazzati, ma uno di quei baci che ti sciolgono, dove senti la lingua del partner accarezzare la tua. Eravamo sdraiati sul prato, io sopra di lui, e ci baciavamo. 《Ti amo anche io.》 Dissi mentre alzavo la testa. Mi guardai intorno e vidi due ragazzi che ci indicavano ridendo. Effettivamente, la posizione poteva essere migliore, sembrava quasi che stessimo per fare... "Ah, no!" Pensai. Non avevo mai pensato che io e lui avremmo potuto fare cose simili. Mi trovai a pensare che sarebbe stato bello, però, farlo per amore invece che per soldi. Scacciai quei pensieri dalla mia mente e stampai un altro bacio sulle labbra di Niall. 《Spostiamoci-dissi pigramente-c'é troppo sole.》 Niall mi seguì per il breve tratto che ci separava da un gruppetto di alberi di pesco in fiore. 《Va bene?》 《Benissimo.》 Stese il telo a terra e si sdraiò. 《Stiamo qua tutto il tempo?》 《Potremmo andare a fare un giro a Notthing Hill. Verso Portobello Road.》 《Bella idea!》 《Ancora dieci minuti...》 Mi sdraiai e chiusi gli occhi. 《Sam?》 《Ancora cinque minuti, mà...》 《Mà? Sam, sono Niall.》 《Chi?》 《Niall.》 Mi sedetti pigramente e aprii gli occhi. 《Oh, sei tu, Niall.》 《É dieci minuti che te lo dico.》 《Penso di essermi addormentata...》 dissi sbadigliando. 《Ti sei addormentata. Andiamo?》 Mi alzai senza rispondere. Mi avvicinai al laghetto e misi la faccia nell'acqua. 《Ok ci sono. Andiamo?》 Presi la borsa e mi incamminai verso l'uscita. Una volta fuori dal parco, camminammo per venti minuti prima di trovare Portobello Road. Abbiamo sbagliato strada quattro o cinque volte, abbiamo fatto un paio di pause allo Starbucks, abbiamo chiesto ai passanti. 《Portobello Road, signore e signori!》 Gridava un vecchino ai turisti che si avvicinavano. Niall si guardò intorno, finché una bancarella attirò la sua attenzione. 《Vieni.》 Scivolammo tra la folla rapidamente, e Niall si fermò davanti a una ventina di macchine fotografiche "vintage". 《Quanto costa?》 Chiese indicando una polaroid rossa e bianca. 《Trenta sterline ed é tua. Non le vuole più nessuno, tutti fissati con la tecnologia!》 Niall osservava la polaroid mentre il vecchino continuava a declamare i prodigi delle cose vecchie. 《La prendo.》 《Vuoi qualcos'altro? La carta?》 《Tutto il necessario per fare le foto, grazie.》 《Quaranta sterline.》 Niall prese la macchina fotografica e si infilò in una stradina. 《Questo dovrebbe andare quì... no aspetta... fatto!》 Mi mostrò orgoglioso la polaroid, che aveva ripulito con un fazzoletto e che aveva sistemato. Mi prese con un braccio e scattò una foto. Vrrrrrr. Tac. La foto cade a terra. 《Sei un genio.》 《Lo so.》 Mi abbassai a prendere la foto. 《Sei venuta bene》 disse trattenendo una risata. Guardai meglio la foto. Penso che sia la foto peggiore che abbia mai fatto. 《Facciamone un'altra》. Niall prese la polaroid e scattò un'altra foto. Vrrrrrrr. 《Presa!》 Stavolta era carina. No, non carina, bellissima. La nostra prima foto. 《Che giorno é oggi?》 Chiesi. 《Uh, il 29 luglio. Perché?》 Armeggiai per un pò con la borsa finché non trovai una penna. Scrissi la data sul retro della polaroid. Mi sporsi in avanti e baciai Niall. Continuammo a camminare per Portobello Road. Mi fermai a una Jack Wills, che avevo intravisto in una strada secondaria, e comprai a mamma un rossetto che le piaceva tanto. Sulle bancarelle di Portobello, invece, comprai una macchinina di latta per Andrew. Si caricava a molla e poteva andare sia avanti che indietro. Cominciammo a tornare a casa verso le sei e mezza. 《Bus?》 《Certo.》 Mi tuffai come al solito sul primo posto del primo piano. Niall si accasciò accanto a me e scattò un'altra foto. 《Smettila!》 《No》. Ne scattò un'altra, e un'altra, e un' altra, perché quella prima era volata via. Arrivati a casa, aveva scattato quindici foto. 《Signora Lewis?》 《Oh, chiamala Zoe》. 《Tesoooro! Tutto bene? Oh, ciao Niall, io sono Zoe. Andrew! Vieni!》 《Buonasera signora Lewis》. 《Chiamami Zoe, grazie》. 《Sam!》 Gridò Andrew dal fondo del corridoio. 《Andrew!》 Niall lo guardò con tenerezza. 《Andrew? Io sono Niall》. Disse porgendo la mano. 《Ciao Niall! Sei il fidanzato di mia sorella?》 Arrossimo entrambi. 《Se a lei va bene...》 disse ridendo. 《Trattala bene.》 《Certo.》 《Oh, Andrew, ti abbiamo comprato una cosa.》 Dissi togliendo dalla tasca la macchinina. Andrew era raggiante. Da tanto non riceveva regali fuori programma. 《Anche per te.》 Porsi il pacchettino a righe rosa e blu a mia madre. Lo aprì rapidamente cercando di non rovinare la carta. 《Era da tanto che lo volevo.》sospirò. 《Grazie.》 《Sam-disse Niall in un momento di silenzio-questa é per voi.》disse porgendo la polaroid. 《Ma l'hai pagata tu... non mi sembra giusto...》 《Voglio che la tenga tu.》 《Grazie.》 Lo abbracciai. Mamma fece un rumore tipo "oowwww" e Andrew fece cadere la macchinina dal tavolo. 《Insomma, é pronto. Mangiamo?》 《Certo.》 Ci sedemmo intorno al tavolo. Sembravamo una famiglia. Era da tanto che non ci sentivamo così. 《Antipasti misti!》 《Lasagne!》 《Verdure!》 《Frutta!》 《Gelato!》 Si era data da fare. Con quella roba ci avremmo mangiato per tre giorni, non per una sera. Ma voleva fare bella figura. Si era messa un vestito abbastanza corto, rosso, con un paio di -incredibile ma vero- tacchi. Si era messa il mio rossetto e un pò di eyeliner nero. Verso le undici, Niall tornò a casa. 《Allora?》 Chiesi. 《Allora cosa?》 《Come ti sembra?》 《Carino. Simpatico, educato, sa dire la cosa giusta nel momento giusto. Mi piace.》 Tirai un sospiro di sollievo. 《Andrew? Tu che ne dici?》 《Boh, simpatico. Bella macchinina.》 Niall aveva fatto colpo. 《Ti piace la polaroid?》 《La adoro. Ne avevo una, da piccola, ma mi é cascata nel fiume.》 La presi e scattai una foto. Volevo ricordarmela quando era felice. Una bella foto di lei sorridente nel vestito rosso. 《Tieni.》 《Grazie.》 《Vado a dormire. Notte.》 《Notte.》

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