Amy's Street

di tatarella20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Battery ***
Capitolo 2: *** Testament ***
Capitolo 3: *** The First ***
Capitolo 4: *** Depresion's Day ***
Capitolo 5: *** Talent Scout ***
Capitolo 6: *** Germany ***
Capitolo 7: *** The School ***
Capitolo 8: *** Who's him? ***
Capitolo 9: *** Twin's Kaulitz ***
Capitolo 10: *** Me and Love ***
Capitolo 11: *** The Rain of Eyes ***
Capitolo 12: *** The Photography ***
Capitolo 13: *** The Disaster ***
Capitolo 14: *** The End ***



Capitolo 1
*** Battery ***


Note dell’Autrice: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo

 

Battery

 

 

 

Il rullo delle bacchette sulle casse si sentiva poco da lontano, ma quando il piede faceva risuonare la cassa grossa era come su tutto intorno si creasse un vuoto e in quel momento il solo rumore che si sentiva era sordo e forte!

 

E’ bellissimo suonare la batteria ti dà soddisfazioni che la chitarra o il piano non ti danno minimamente, sei l’anima di tutti, sei tu che detti il ritmo, sei tu che decidi come deve andare e in ogni istante può essere tutto diverso, sconvolgendo i piani di chi ti sta attorno!

 

Puoi andare veloce oppure frenare il ritmo e dargli un suono melodico e avvolgente, o se no puoi far tremare le pareti con un ritmo rock tremendo per chi come i miei amici amava la dolce melodia del piano o della chitarra!

 

Alla batteria sono arrivata gradualmente,inizialmente suonavo la chitarra, avevo 4 anni quando la presi in mano per la prima volta e in un anno sapevo suonare, in accordi per chitarra classica, The wild Boys dei Duran Duran, ero fantastica a 5 anni con questa chitarra enorme che facevo divertire parenti e amici.

 

In quell’anno conobbi anche la mia migliore amica Alessia la cui voce era un idillio per tutti quelli che l’ascoltavano!

 

Negli anni successivi decisi di sperimentare il piano lo suonai per 5 anni, ma nel frattempo conobbi la batteria, tutto grazie al mio professore di piano!!!

 

Eh si! Lui era un amante del rock e sapeva bene come far risuonare per tutto il quartiere la melodia della batteria!

 

Un giorno mentre la suonava entrai in casa e mi misi ad ascoltarlo! Stava suonando Still Waiting era uno spettacolo, e mi innamorai di questo incredibile strumento!

 

Quel giorno il piano passo in secondo ordine e la chitarra in terzo, inizia a suonare la batteria, il professore mi chiamava Little Dark Lady avevo 11 anni....

 

 

 

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Capitolo 2
*** Testament ***


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Il Testamento

 

 

 

Un giorno il professore, ebbe un incidente mortale!

 

Un incidente, che poi si scopri in seguito, voluto...

 

Tutti sapevano che era un uomo depresso, e noi alunni avevamo solo accentuato la sua depressione...

 

La sua casa fu data alla parrocchia, era una delle sue richieste, scritte e poste sul tavolo della cucina prima di uccidersi...

 

All’apertura del testamento furono convocati i genitori dei suoi alunni e quindi anche i miei...

 

Eravamo figli di operai e nessuno di noi poteva permettersi di comprare lo strumento che suonavamo...

 

Così appena il testamento fu aperto il notaio:

 

“All’attenzione del Sig.Bonaventura,

 

e dei signori presenti all’apertura del tale testamento;

 

Bandoni

Ricocevi

Sammarudo

Lolazino

Pasquali (i miei)

 

genitori dei miei adoratissimi alunni.

 

Dono come mio ultimo regalo i miei strumenti musicali ai Sig.Bandoni, la Chitarra per il loro figlio Andrea, ai Sig.Ricocevi il mio adorato Pianoforte per la piccola Laura, ai Sig.Sammarudo il mio Sax per il loro Vittorio, ai Sig.Lolazino l’Arpa per l’adorabile Gioia e ai Sig.Pasquali la mia amatissima Batteria per la loro splendida figlia Tania.

 

I motivi per queste mie scelte sono ben noti ai rispettivi genitori, sono convinto che i loro figli avranno una vita meravigliosa nel mondo della musica è per questo che ho voluto regalare loro le cose più importanti della mia vita terrena.

 

Inoltre la mia casa chiedo che venga data alla parrocchia  e che in essa venga istituita una scuola di musica in modo che i miei alunni e altri ragazzi volenterosi di imparare la musica lo possano fare senza dover costringere i genitori a spendere eccessivamente.

 

Alla mia famiglia non voglio lasciare nulla, semplicemente perché quando avevo bisogno di loro nessuno mi è venuto ad aiutarmi.

 

Con questo concludo ringraziando voi tutti.

 

Arrivederci

 

Domenico Scattori”

 

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Capitolo 3
*** The First ***


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The First

 

 

Passarono sei mesi da quando morì il mio adorato prof, e passarono sei mesi da quando avevo smesso di suonare, in me si era creato un blocco psicologico, e non avevo più voluto prendere in mano nessuno strumento, ma la batteria mi guardava da lontano ed era come se mi cercasse, voleva essere suonata.

 

Ma io non potevo, quel blocco psicologico era lì e mi tormentava, continuavo a entrare e uscire dalla mia stanza senza considerare la batteria, che ormai era coperta di polvere e che richiedeva un assoluto bisogno di essere rimessa in moto....

 

Mi ci volle l’aiuto dell’Alessia per riprendere a suonare....

 

Stava piovendo a dirotto, eravamo in casa e stavamo discutendo su chi dei My Chemical Romance e dei Green Day avesse scritto la canzone più bella, ma entrambe sostenevamo canzoni diverse, io ovviamente per i My Chemical Romance, lei per i Green Day....

 

Il suo sguardo poi cadde sulla batteria:

 

-“Suonami Famous Last Words”-mi disse mentre fissava la batteria

-“No, non me la sento”-dissi io abbassando lo sguardo

-“Lo sai che poi perdi la mano?!”-continuò lei

-“Non m’interessa, probabilmente l’ho già persa”-le risposi

-“No non è vero! Dai fallo per me, suonami qualcosa e io te la canto”-m disse

-“Posso provarci....”-mi arresi io

 

Inizia ad avvicinarmi ad essa, lo sgabellino era posizionato correttamente le bacchette erano impolverate, ma appena le ripresi in mano fu come se si fosse spolverata completamente........

 

Due rulli, le due casse erano superfunzionanti.........

 

Un colpo alla cassa grossa, e l’Ale si prese un infarto...

 

Mi bastò un ripasso veloce e un riscaldamento ancora più veloce e le mie mani si muovevano sulle casse e sui piatti come se non avessi mai smesso di suonarla.....

 

Ero ancora depressa ma in me cera qualcosa che stava reagendo, ed era la passione per la musica!

 

Ricominciai a suonare quasi tutti i giorni, e l’Ale ogni tanto mi accompagnava con la voce. L’unica cosa che dovevo ancora superare, era il classico blocco dello scrittore, in passato avevo scritto delle canzoni bellissime, forse da bambina, ma che a me piacevano tanto!

 

Un giorno però mi svegliai, era piena estate, alle 8 di mattina faceva già un caldo allucinante, era assurdo stare fuori, e dopo aver fatto tutti i lavori, mi misi ad armeggiare con la batteria, venne fuori, “Stupid”, una canzone orrenda, metal, ma che per me era un grande obbiettivo…

 

Da quel giorno riuscii a scrivere solo canzoni brutte, metal, punk, nessuna che potesse essere suonata e cantata decentemente, ma insistevo, perché sapevo che un giorno avrei raggiunto qualche risultato….

 

Questo risultato avvenne dopo tre mesi di prove su prove, stancanti, e che non avevano risultati sull’Ale, ma che su di me erano bombe a mano…

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Capitolo 4
*** Depresion's Day ***


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Depression’s day

 

 

Il bello della mia vita iniziò quando conobbi la Silvia e Sara, due grandi amiche dell’Alessia, loro erano rispettivamente bassista e chitarrista entrambe sentivano la musica scorrergli nelle vene al posto del sangue, nel loro genere non avevo sentito suonare così bene nessuna ragazza….

 

Quando mi conobbero la mia vita era un totale casino, completamente sbandata, senza nessun appoggio e ancora concentrata ad uscire dallo stato di depressione in cui mi ero infilata…

 

La cosa positiva era che avevo ricominciato ha scrivere canzoni, ma non canzoni come quelle dei Take That, canzoni tipo Marylin Manson, mia madre aveva paura…

 

Solo tre mesi dopo ricominciai a scrivere la prima canzone dopo sei mesi di depressione!

 

“Little Angel” dedicata al mio professore divenne il mio cavallo di battaglia!

 

La suonavo con la grinta di un leone, senza cantare le parole!

 

Un giorno però mentre la suonavo entrarono in casa le ragazze, l’Ale prese in mano lo spartito, lesse le parole e iniziò a canticchiarla, erano accordi solo per batteria e voce, e cantarla per l’Ale fu un’impresa, non aveva le note giuste, ma con un po’ di pazienza venne fuori la nostra prima canzone, che rimase batteria e voce, senza l’aggiunta di basso e chitarra!

 

Little Angel non aveva nulla di Rock, quel Rock che piaceva a me, era una semplice storia d’amore, che non finiva bene! Ma che stava facendo impazzire chi la sentiva!

 

I nostri primi fans furono i nostri genitori, ci ascoltavano divertiti e a volte ci prendevano pure in giro!

 

Fu così che usci da quella nuvola di depressione che mi ero creata intorno…

 

Il nome del nostro gruppo cambiava continuamente, e a volte tornavamo su delle vecchie opzioni che magari avevano riscosso un po’ di successo!

 

Ci chiamavamo Little Stars!

 

Eravamo piccole io avevo 13 anni come la Sara, la Ale 15 anni e la Silvia 14 anni!

 

Suonavamo ai party dei maggiorenni, alle manifestazioni!

 

E fu lì che un talent scout rimase colpito!

 

 

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Capitolo 5
*** Talent Scout ***


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Talent Scout

 

 

 

Noi eravamo agitatissime dietro il palco!

 

E’ vero avevamo alle spalle manifestazioni, e apparizioni sporadiche in qualche party, ma non ci era mai successo di suonare davanti a più di due mila persone!

 

Quando ci chiesero la nostra partecipazione, accettammo immediatamente, e ogni tanto ci guardavamo in faccia tra di noi e ci chiedevamo se stava veramente succedendo!!

 

E come ad ogni manifestazione importante tra il pubblico c’era un Talent Scout, si chiamava

Kevin Sticher, non era Italiano anche se parlava meglio di noi!

 

Kevin era arrivato all’inizio della manifestazione e aveva ascoltato una decina di altri gruppi, alcuni più conosciuti, altri un po’ meno e altri ancora per niente!

 

Noi eravamo undicesimi e Kevin aveva l’impressione che nessuno in quel concerto valeva la sua presenza!

 

Noi salimmo sul palco, e Kevin stava uscendo dalla sala!

 

Poi:

 

One, two….

 

One, two, three…

 

La mia batteria si fece sentire per tutta la sala….

 

E Kevin s’immobilizzò….

 

Sentii Little Angel di spalle

 

La voce dell’Ale era calda e la mia batteria era più delicata che mai….

 

Fu un’esibizione che ammutolii la platea, nessuno fiatava….

 

Era una sensazione pazzesca, io e l’Ale sole sul palco, e il resto delle persone in un silenzio sacro che ascoltava queste ragazzine…

 

Kevin era rimasto affascinato dal ritmo che avevamo, nessuno si era mai azzardato a comporre una canzone batteria e voce, era impensabile trovare la giusta coordinazione tra le due cose!

 

Ma noi eravamo riuscite anche in questo!!

 

Le due canzoni che facemmo sentire successivamente erano tendenti al Rock che cercavo disperatamente!

 

Destiny…

Jump for me!

 

Fecero ballare tutti in platea!

 

E noi che eravamo sul palco ci divertivamo con loro!

 

Alla fine del mini-concerto ci fu un applauso che durò sette minuti esatti!

 

Avevamo fatto la nostra entrata nel mondo della musica che contava veramente!

 

Kevin ci raggiunse nel camerino!

 

Bussò alla porta e nell’entrare rimasi a bocca aperta per il fascino che emanava, aveva circa 30-35 anni non di più!

 

Si presentò:

 

-“Lieto di conoscervi, io sono Kevin Sticher”

-“Molto piacere” -rispondemmo noi tutte in coro…

-“Sono un Talent Scout alla ricerca di gruppi emergenti che possano portare la nostra casa discografica a livelli eccelsi in tutto il mondo!”

 

Mentre parlava entrarono i nostri genitori e rimase immobile a guardarli, così stupito ci guardò e disse:

 

-“Ma quanti anni avete?”

-“Bhè semplice!”-rispose mia madre-“Mia figlia Tania e la Sara hanno 13 anni, Alessia ha 15 anni e  la Silvia ha 14 anni! Perché??”

-“Siete minorenni??Scusate forse ho sbagliato camerino!!”

-“Ma lei chi stava cercando precisamente??”- chiese la Maria Rosa  

-“Le Little Stars!”

-“No, non ha sbagliato camerino!Sono loro le Little Stars”-disse la Stefania

 

Ci guardò con occhi sgranati, secondo lui era impossibile che delle ragazzine così giovani possano far ammutolire un platea suonando e cantando tre canzoni di cui una batteria e voce, cosa che non aveva mai sentito nella sua carriera di Talent Scout…

 

Ci sorrise, sorpreso e disse:

 

-“Scusate la mia faccia sorpresa…non credevo che fossero così giovani!Comunque se mi volete perdonare vorrei parlare di affari con il vostro manager!Dove posso trovarlo??”

 

Fu così l’inizio della nostra carriera!!

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Capitolo 6
*** Germany ***


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Germany

 

 

 

Con la conoscenza di Kevin le nostre vite cambiarono improvvisamente…

 

Tutto quello che avevamo intorno si trasformò in successo, ogni nostro movimento era seguito a vista, facevamo parte delle classifiche italiane, e non sapevamo ancora cosa ci stesse aspettando nel futuro, eravamo ricercatissime da tutte le parti!

 

Passarono tre anni!

 

Ogni anno che passava era un successo, macinavamo fan da tutte le parti d’Italia, e finalmente potevo scrivere le canzoni che preferivo, con il mio ritmo Rock!

 

In seguito la casa discografica per cui lavorava Kevin ci diede la possibilità di incidere il nostro primo disco…

 

Ma c’era un problema dovevamo trasferirci a Berlino perché era la sede della casa discografica, il problema, erano i nostri genitori!

 

Secondo loro eravamo troppo piccole, e forse tutti i torti non c’e li avevano!!

 

Per i primi tre mesi si opposero con tutte le loro forze, ma la nostra band aveva bisogno di essere esportata all’estero!

 

Così a malincuore si arresero!

 

La Kindergarten Discography iniziò i preparativi per il nostro arrivo in Germania, io l’Ale e la Silvia conoscevamo un po’ di tedesco perché lo studiavamo con l’insegnante privata, ma non eravamo delle grandi oratrici!

 

Appena arrivammo a Berlino, dopo aver sistemato le cose burocratiche e l’assicurazione, con la casa discografica, ci misero davanti un foglio, dove c’erano tutti gli indirizzi di studio di Berlino che potevamo seguire!

 

Rimanemmo spiazzate, ci guardammo tra di noi sgranando gli occhi:

 

-“Che cos’è?” -chiedemmo noi a Kevin

-“Dovete scegliere la scuola che più vi piace!!”-rispose lui sorridendo

-“Perché non possiamo continuare a studiare privatamente?”-chiese Sara

-“Semplice- disse Kevin- perché la casa discografica vuole che impariate il tedesco, e che relazioniate con i ragazzi tedeschi!Siete giovani avete bisogno di rapporti interpersonali per andare avanti!”

-“Ma io non ricordo neanche più che cosa è una scuola”-disse la Silvia

-“Ecco perché ci tornerete!”-ci rispose lui ridendo sguaiatamente

 

Fregate, eravamo fregate!

 

Ero nel panico completo, dovevo decidere una scuola, con la certezza di andarci da sola, perché le proposte che ci fecero erano tutte diverse tra di loro, noi dovevamo essere separate!

Su questo foglio beffardo, c’era la domanda di ammissione e c’era la lista di sei scuole da scegliere, mi guardavano ed io non sapevo che fare…

 

Lista scuola da scegliere:

 

-Linguistico

-Socio Psico Pedagogico

-Geometra

-Ragioneria

-Alberghiero

-Informatica

 

Non so come feci a sceglierlo, in quella lista due cose mi piacevano, la psicologia, e l’informatica!

 

Ci pensai due giorni…

 

Scelsi il Socio Psico Pedagogico!

 

Come se la mia mano fosse stata guidata dal destino!

 

 

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Capitolo 7
*** The School ***


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The School

 

 

 

L’estate passò in fretta non solo per noi!

 

Dall’altra parte di Berlino appena trasferiti nella capitale, quattro ragazzi tedeschi stavano chiacchierando in macchina mentre si dirigevano negli studi della Universal, anche loro ricevettero il nostro stesso foglio...

 

Era una cosa pilotata dalla casa discografica, dovevamo conoscerci obbligatoriamente!

 

Nel frattempo l’estate passò, e arrivò il momento di tornare a scuola, entrai normalmente in classe, e mi mesi nell’ultima fila…

 

Accanto a me si mise un ragazzo, era alto, magrissimo, ed era vestito completamente di nero, da vero rocker, portava un cappello con visiera, mi aveva fatto impressione perché aveva il viso pallidissimo, ma era bello!

 

Il suo nome era Andreas era un tipo solitario, non parlava con nessuno era la mia immagine al maschile!

 

Io in quella classe non volevo fare amicizia con nessuno, il mio mondo era un mondo fatto di poche persone, ed ero entrata a scuola con la determinazione di non fare amicizia, ma Andreas era interessante, terribilmente interessante!

 

Quel famoso destino, voleva che io  lui ci parlassimo…

 

Sulla sedia era in pratica sdraiato, durante le lezioni spesso e volentieri si addormentava e durante l’intervallo usciva sempre a fumare…

 

Io invece avevo preso il vizio di andare sul tetto a pranzare, così un giorno, inaspettatamente, arrivò sul tetto…

 

Io come sempre ero seduta sul bordo del terrazzo ascoltavo musica e mangiavo un panino, lui mi si presentò alle spalle, e disse:

 

-“Come mai sei sempre da sola?”

 

Non ottenne risposta…

 

Spuntò con il volto davanti a me e fece prendere uno spavento…

 

Mi girai e mi tolsi le cuffie del MP3!

 

-“Che vuoi?”-chiesi io scortese

-“Nulla, volevo solo ascoltare”-disse lui

-“Non credo siano affari che ti riguardano”-risposi

-“Ora capisco perché sei da sola!”-disse lui allontanandosi

-“Scusa, cosa hai detto, non ho capito bene?!”-dissi io

-“Ho detto...capisco perché sei sempre sola!!”-rispose lui

-“E io ti dico levati dalle scatole....”-dissi io

-“Ma come sei cattiva, così non troverai mai un fidanzato.....!”-disse lui

-“Sparisci!”-risposi

-“Va bene!Ciao”-disse

-“Antipatico!”-dissi io sotto voce

 

Mentre mi stavo rilassando di nuovo, mi arrivò alle spalle, togliendomi la cuffia e facendomi sobbalzare e disse:

-“E poi se continui ad ascoltare le Amy's Street, non credo che farai molta strada nella vita!”

 

Gli avrei voluto tirare un sberla...

 

Se ne andò e non lo vidi più per un po’ di tempo....

 

Le cose che mi diceva erano solo frecciatine nei miei confronti!

 

Poi un pomeriggio a fine lezione io ero come al solito sul tetto, e lui tornò…

 

Come al solito mi arrivò alle spalle, facendomi prendere paura e disse:

 

-“Mi spieghi perché ogni volta che ti parlo tu eviti di rispondermi!”

-“Forse perché le tue non sono parole, ma frecciatine”-dissi io

-“Tu mi provochi!”-disse lui

-“Cosa??”-risposi io

-“Si, sei un continuo guardarmi storto, è normale che ti tiri delle frecciatine!”-disse

-“Scusami tanto se ti guardo storto, ma vorrei vedere se una persona ti arriva alle spalle, e si permette di prenderti le cuffie del MP3!Tu come reagiresti??”-dissi

-“Lo lascerei fare....”-disse

 

Si sedette sul bordo del tetto insieme a me, mi guardò per alcuni secondi e disse:

 

-“Credevo che le Italiano fossero più carine e simpatiche!”

-“Chi ti credi di essere?”-gli risposi guardandolo male

-“Uno che di donne italiane se ne intende!”-rispose

-“AH!Fai pure il presuntuoso!?”-dissi

-“No, non sono presuntuoso, sono realista!”

 

Si allontanò senza neppure darmi la possibilità di rispondergli....

 

Era antipatico, presuntuoso, arrogante, ma era anche estremamente sexy...

 

Mi dava la sensazione del bullo, ma nei suoi occhi, non c’era niente di cattivo....

 

Era una bambino capriccioso che si divertiva a stuzzicare, tutte le persone che avevano destato la sua curiosità...

 

Solo dopo parecchio tempo avrei scoperto chi era Andreas, il vero Andreas....

 

 

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Capitolo 8
*** Who's him? ***


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Whos him?

 

 

 

Scoprii in seguito che per rimanere a scuola, usufruiva di un nome falso!

 

Lui non era la persona che mi aspettavo!

 

O meglio non aveva il nome che credevo…

 

Andreas era uno pseudonimo il suo vero nome non lo avevo ancora scoperto e soprattutto non avevo capito perché lo usasse!

 

Passarono i mesi e ogni tanto “Andreas” faceva le sue entrate, appariva sul tetto e iniziava a stuzzicarmi….

 

Poi un giorno appena rientrai in casa arrabbiata nera dopo una litigata con questo stronzo, l’Alessia iniziò a parlarmi di un gruppo di nome Tokio Hotel….

 

-“Ta, l’hai sentita l’ultima canzone dei Tokio Hotel??”-mi disse

-“Scusa la mia ignoranza ma…..chi diamine sono sti tizi??”-dissi

-“Cosa vuol dire chi diamine sono sti tizi??”-mi disse

-“Si, chi sono?Io non li ho mai sentiti….”-dissi

-“Sei la batterista delle Amy’s Street e non sai chi sono i Tokio Hotel!Ma su che mondo vivi?-disse

-“Sulla terra…”

-“No tesoro, non sulla terra…cmq se vuoi te li faccio sentire e addirittura vedere”-disse

-“No, fammeli sentire, ma vedere no grazie…!”-dissi

-“Perché non li vuoi vedere?!”-disse

-“Perché sai come la penso….dai forza fammi sentire sti tizi…”-dissi scocciata

-“Stai calma, scusa se ti ho disturbato…!Mamma, come sei nervosa…!”-disse

-“Non sono nervosa…!”-dissi

-“Si che lo sei…”-disse

-“No, ti ho detto di no….piantala di dire che sono nervosa, non è vero….!”-dissi

-“Vedi di piantarla di rispondermi in questa maniera…!”-disse lei

-“In che maniera ti sto rispondendo?!”-dissi

-“Senti lasciamo perdere…altrimenti litighiamo!”-disse

-“Ok!Hai ragione sono nervosa e ti chiedo scusa…non volevo risponderti così!”-dissi

-“E’ da quando è iniziata la scuola che ritorni a casa nervosa!Ma si può sapere che ti succede?”-disse

-“E’ tutta colpa di un cretino!”-disse

-“Ah! Per caso si chiama Andreas questo cretino?”-disse

-“E tu come fai a…?!”-dissi

 

Mi sorrise e mi fece ascoltare la più bella canzone che avessi mai ascoltato “Durch den Monsoon”.

 

La misi nel MP3! E la ascoltai tutto il giorno, rimasi rapita dalla voce del cantante…

 

Non avrei mai pensato che se avessi visto le foto dei Tokio Hotel avrei scoperto che il cantante era lo stronzo che tutte le mattine mi faceva accapponare la pelle per il nervoso…

 

Due settimane dopo scoprì che il vero nome di Andreas era Bill: Bill Kaulitz…

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Capitolo 9
*** Twin's Kaulitz ***


Twin’s Kaulitz

 

 

 

Il suo nome non mi diceva nulla, non sapevo chi fosse e ancora mi domandavo perché usufruisse di un nome falso per starsene a scuola….

 

Ovviamente ero una cretina…

 

Passarono i giorni e io continuavo a pensare al motivo per cui sto Bill o Andreas, o come cavolo si chiamava, usufruiva di una falsa identità….

 

“E’ un ricercato!No troppo banale….Un attore!?Lo conoscerei sicuramente!E’ un testimone di un delitto!?Ma che fantasia stupida hai Tania sù…!Pensa a cose sensate!”-continuavo a pensare ininterrottamente a questo qua, ma non capivo il motivo di tanta riservatezza…

 

Anche quel giorno ci stavo pensando, la mia mente vagava tra la mia fantasia senza che niente potesse disturbarla…

 

Tanto che mentre giravo l’angolo all’uscita della scuola, sulla strada di casa, andai a sbattere contro qualcosa di estremamente duro e caddi per terra come una stupida…

 

-“Ops!Scusa non ti avevo visto!”-disse il ragazzo

-“Non ti preoccup…!”-dissi, mentre alzavo lo sguardo rimasi incantata dalla bellezza del suo sorriso

-“Stai bene?”-mi disse mentre mi aiutava a rialzarmi

-“Si, grazie!”-dissi io completamente rincoglionita da tanta bellezza

-“Ok!Allora se stai bene…vado!Tschüs!”-disse allontanandosi

 

Aveva un viso bellissimo, era alto magro e aveva i capelli lunghi a rasta, aveva un viso famigliare ma in quel momento non ero riuscita a collegarlo con nessuno, il suo sorriso però gentile e dolcissimo mi aveva stregato….

 

Tutto il contrario di quell’infame di Bill/Andreas…

 

Non aveva nulla in comune con quello splendido ragazzo…

 

Cosa sbagliatissima perché se ci avessi pensato bene una cosa in comune c’e l’avevano, ma lo ripeto, in quel momento il mio cervello aveva perso tutte le sue facoltà connettive…

 

Passarono i giorni, e ogni tanto sbirciavo dietro gli angoli se potevo vedere questo misterioso ragazzo, ma non lo vidi più…

 

Fino a quando, sempre con la testa tra le nuvole, andai a sbattere contro un palo…

 

Caddi per terra, e alle spalle arrivò lui, mi afferrò per un braccio e disse:

 

-“Ho, scoperto che non ti piace sbattere solo contro le persone, ma anche i pali sono la tua specialità..!”-

 

Eccolo, lo splendido sorriso che in quel momento avrei voluto vedere, la mia sbadataggine mi aveva portato in una parte della città che non conoscevo, e soprattutto mi aveva sbattuta contro un palo...

 

E il mio amato destino, aveva invece fatto in modo che lui, questo splendido angelo m’incontrasse…

 

Forse avrei preferito in un momento migliore, ovvio, però lo avevo visto, e il dolore lacerante alla fronte era del tutto scomparso…

 

-“Stai bene?!”-disse sorridendo lievemente

-“Insomma!”-risposi io

 

Mi guardai intorno e dissi:

 

-“Ma dove siamo?”

-“Come dove siamo?!Mi sa che è meglio se ti accompagno in ospedale…!”-disse

-“No, lo so dove siamo, cioè….ehm!!è che non conosco la zona…sono solo sette mesi che sono a Berlino, e non so dove siamo per questo!”-dissi

-“Ah ok!Comunque qui siamo a Wannsee!Nel distretto di Steglitz-Zehlendorf  

-“Ops, Bhè io abito dalla parte opposta del distretto…A Lankwitz!”-dissi

-“E come diavolo sei finita fino a qua??”-disse

-“Non lo so proprio, la mia scuola è nel quartiere di ????????”-dissi

-“Non so cosa dirti…comunque quel bernoccolo che hai sulla fronte non mi piace per niente!”-disse

 

Sorrisi imbarazzata mentre mi guardava…

 

Stavo focalizzando il suo volto, il mio cervello finalmente aveva ricominciato a funzionare…

 

Questo splendido ragazzo mi ricordava Bill/Andreas e vi giuro che se non avesse avuto i rasta e quello sguardo da angelo, lo avrei preso per quell’infame…

 

-“Senti se vuoi ti do un po’ di ghiaccio da mettere sulla testa?!”-disse

-“No, non ti preoccupare, ora mi avvio verso casa…grazie e scusami ancora!”-dissi

-“Non ti preoccupare, l’importante è che tu stia bene!”-disse

-“Si grazie…!”-dissi allontanandomi

-“Ciao…!”-disse

 

Io mi fermai e mi voltai verso di lui, che ancora mi guardava e dissi:

 

-“Sai, se non fosse per la tua gentilezza e per la tua dolcezza, direi che assomigli fisicamente a un mio compagno di classe…ma appunto, solo fisicamente, perché caratterialmente siete il giorno e la notte!”-sorrisi e me ne andai senza dargli il tempo di replicare

 

Nel frattempo che mi allontanai il misterioso ragazzo, si rivolse a suo fratello che da qualche istante campeggiava dietro di se:

 

-“Spiegami come fai a detestarla?”

 

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Capitolo 10
*** Me and Love ***


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Me and Love

 

 

 

Non so come avevo fatto ad arrivare in quel quartiere di Berlino, forse il famoso destino mi aveva guidato…

 

Non lo so….

 

Dovevo solo smetterla di essere tra le nuvole….

 

Passarono i giorni, finalmente la Universal aveva deciso di iniziare l’incisione del nostro disco e per colpa di questo impegno rimanemmo assenti da scuola per tre settimane…

 

Ero riuscita a comporre le canzoni pensando a quello che mi stava succedendo…

 

Erano 15 splendide canzoni, rinchiuse in rock e alcune in ritmi più soft, ma che si avvicinavano finalmente al MIO rock…

 

Il CD venne pubblicato tre mesi dopo…

 

E iniziò quello che tutti speravamo, cioè la scalata delle classifiche tedesche…

 

Eravamo ancora inesperte, ma il talento non mancava…

 

Così la Universal ci propose di incrementare il nostro successo incidendo una canzone che potessero piacere anche al pubblico mondiale, e non solo a quello tedesco…

 

Mi diedero tempo tre mesi per incidere altre 15 canzoni, che potessero bucare le radio e schizzare sulle classifiche…

 

Non fu facile, i miei continui battibecchi con quello stronzo di Bill, e il fatto di non aver più rivisto il misterioso ragazzo, mi avevano portato al classico blocco dello scrittore…

 

Poi un martedì di fine febbraio a un mese dalla consegna, mentre ero come sempre sul tetto della scuola, a prendermi quei pochi raggi di sole invernali, e mentre mi stavo concentrando sulla canzone, Bill mi sorprese alle spalle, non so da quanto era lì, ma mi accorsi di lui solo quando il suo dito, si allungò su una frase del mio foglio…

 

-“E’ brutto come la stai impostando!Non si riesce a capire il senso…”

 

Mi voltai di scatto…

 

A due passi dal mio volto cera lui…bello!lo ammetto… ma con il suo solito sorriso arrogante…

 

Affascinante con i suoi profondi occhi scuri, mi guardava…

 

Quel momento lo conoscevo bene, mi era già successo, rimanere lì a fissarsi, con il cuore che inizia a palpitare come un dannato, con le guancie che diventava un fuoco…

 

Era il momento che precedeva il bacio…

-“Cosa?”

 

Mi distaccai da quel momento, non volevo che le cose precipitassero, tra di noi cera odio e non poteva assolutamente sfociare in passione, sarebbe stato un disastro…

 

-“Intendevo, che la frase così scritta, non rende!”-disse

 

Discutemmo come al solito per tutta l’ora, dimenticandoci di quello che stava per succedere pochi minuti prima, oltre a discutere, mi diede consigli utili, e così riuscii a finire l’ultima delle 15 canzoni che mi erano state richieste…

 

Se ne andò…

 

Lo rividi in classe, ma nemmeno si degno di rivolgermi la parola, due perfetti estranei…

 

Mentre uscivo da scuola, il ragazzo misterioso, era appoggiato al pilastro del cancello, appena mi vide arrivare, si stacco da esso e mi fece un gesto di saluto…

 

Io sorrisi lievemente, mi fermai davanti a lui e gli dissi:

 

-“Ciao, cosa fai qui?”

-“Mi sono accorto che non ti ho ancora chiesto come ti chiami!”-disse

-“Ed è solo per questo che sei qua?”-dissi

-“No è anche per chiederti di uscire...magari ti faccio conoscere il quartiere!?”-disse

-“Ok!”-dissi

-“Ah, io mi chiamo Tom, piacere di conoscerti...!”-disse

-“Piacere Tania!”-dissi

 

Gli sorrisi, era la seconda volta che una persona oggi mi faceva arrossire…

 

Ci allontanammo insieme…

 

Non mi accorsi che Tom, si voltò verso un ragazzo e sorrise sarcasticamente…

 

Bill mentre ci guardava allontanarci si rabbuiò e abbassò la testa, continuando a camminare…

 

Io come al solito non mi ero accorta di nulla…

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Capitolo 11
*** The Rain of Eyes ***


ka

The Rain of Eyes

 

 

 

Il tetto della scuola, era più solitario del solito…

 

Oppure ero io ad essere solitaria più del solito…

 

Dopo quell’intera giornata passata con Tom e dopo quello che era successo, mi aspettavo di risentirlo e di rivederlo, ma non è stato così…

 

Il panino che stavo mangiando era diventato salato, le lacrime che mi scendevano non rispecchiavano più il mio carattere…

 

-“Ma guarda chi c’è?”-disse una voce alle mie spalle

 

Mi voltai e vidi l’ultima persona che avrei voluto vedere dopo tre giorni passati di merda a continuare a guardare il cellulare e vedere se Tom mi avesse risposto, invano…

 

-“Che cosa vuoi!”-dissi, con la voce che tradiva il mio tentativo di rimanere fredda

-“Niente, passavo qui per caso!”-disse

-“Bill vattene,sei l’ultima persona che ho voglia di vedere oggi!”-mi voltai di scatto verso di lui, e rimasi immobile, lo stesso sorriso di Tom, identico…

-“Perché mi guardi cosi?”-disse

-“In che modo ti sto guardando?”-chiesi io rigirandomi verso il panorama che si vedeva da quel punto del tetto…

-“Non lo so, ma è come se ti avessi sconvolto!”-disse

 

Mentre lo diceva si mise a sedere accanto a me, e proprio in quel momento una lacrima, mi scivolò sulla guancia, l’aveva vista!

 

Mi prese il viso con la mano e lo voltò verso di lui:

 

-“Guardami!”-disse

-“Perché, non hai una bella faccia, non c’è motivo per cui debba guardarti…!”-dissi

-“Ho detto guardami!”-disse, e lo disse in modo cattivo

 

Lo guardai dritto negli occhi, e lui lasciò il mio viso, rivolgendo il suo sguardo prima verso il piazzale del tetto, e poi sulle sue mani…

 

-“Perché piangi?”-disse

-“Non sto piangendo…!”-dissi

-“Avanti smettila, di mentirmi, cavolo…Me ne sono accorto, non sono così stupido!”-disse

 

Aveva alzato di nuovo la voce, ed era più minaccioso di prima, mi faceva paura…

 

-“Problemi sentimentali…va bene!Adesso non posso neanche avere una vita sentimentale che tu continui a rompere…”-dissi, alzando la voce scocciata.

-“Scusa, non volevo!Mi dispiace!!”-disse

 

Abbassai lo sguardo e il groppo in gola che avevo, esplose in un lampo…

Bill mi lasciò piangere, non disse nulla, rimase lì immobile con lo sguardo perso nel vuoto…

 

Quando smisi di piangere mi confermò il dubbio che avevo…

 

-“Sai, Sabato scorso ti ho visto andare via con un ragazzo…!”-disse

-“Tom!!”-dissi sorridendo arrabbiata…

-“Non lo nominare…ti prego!Secondo te per quale motivo sono in questo stato!”-dissi, girandomi a guardarlo..

-“Tom è mio fratello!”-disse

 

Così tutto d’un fiato, lo guardai, come se non fosse una novità…

 

-“Lo sapevi?”-disse

-“No!Ma avete lo stesso viso!E ora che ti guardo meglio, hai i suoi stessi occhi!”-dissi

-“Ovviamente io sono più bello di lui!però un po’ ci assomigliamo…!Siamo gemelli!”-disse

-“Addirittura gemelli!!”-dissi

-“Si!Ma siamo completamente diversi, lui è gentile con tutti e con le ragazze è un dongiovanni, io sono un bastardo con tutti, e cerco di fare il bravo con le ragazze…!Opposti, completamente opposti…!”-disse

 

Mentre lo ascoltavo parlare, ogni tanto faceva delle battute su Tom, mi faceva sorridere…

 

Parlammo a lungo di Tom, ed ebbi la possibilità di conoscere meglio Bill, non c’era dubbio mi piaceva, non quanto Tom certo, ma aveva il fascino del mistero e della trasgressione…

 

-“Ma cosa ha fatto Tom, per farti stare così male?”-disse a un certo punto

-“E’ una lunga storia!”-dissi

-“Abbiamo tutto il pomeriggio, e se non basta anche la notte!”-disse

-“Pfui!”-dissi

-“Sono tutto orecchie!”-disse

-“Beh!Vediamo! Quel giorno uscii da scuola e appoggiato al cancello della scuola c’era Tom, ci conoscevamo da qualche giorno mi aveva aiutato a tonare a casa e altro, e quel giorno passammo un pomeriggio splendido andammo al Luna Park, a mangiare, a cenare e successivamente andammo in un pub, bevve molto…!”-dissi

-“Come al solito!Ops scusa continua, non ti volevo interrompere…”-disse Bill

-“Niente, non c’e molto altro,è finita la serata come puoi immaginare, in un motel a ore!Al mattino mi sono svegliata speranzosa, e alla sera sono caduta nel baratro, io speravo di aver trovato qualcuno di importante, ma non è stato così!Non risponde ai messaggi, alle chiamate, gli squilli, niente di niente…scomparso nel nulla!E io mi sono stufata di essere trattata come una sgualdrina, io non sono così, per tuo fratello ho perso la testa, e speravo che potesse nascere qualcosa di importante…”-dissi concludendo la storia

-“Mi dispiace!Mi scuso io per lui…!”-disse

-“Grazie Bill!Ma tu non centri nulla…”-dissi

 

Bill mi guardò e sorrise!

 

Io mi avvicinai e per ringraziarlo gli diedi un bacio sulla guancia…

 

Mi allontanai, e vidi quel sorriso meraviglioso…

 

Lo guardai bene…

 

Il suo sorriso…

 

Il suo meraviglioso sorriso, era completamente diverso dal sorriso di Tom…

 

Il sorriso di Bill era unico…

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Capitolo 12
*** The Photography ***


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The Photography

 

 

 

-“La tua canzone preferita?”-mi disse Bill

 

Ci pensai un attimo e risposi, convintissima di quello che dicevo…

 

-“Love is dead!Tokio Hotel…!”-dissi io guardando il panorama

-“Tu Bill, canzone preferita!?”-dissi

 

Anche lui ci mise un po’ a rispondermi, poi mi guardò e disse:

 

-“Little Angel! Amy’s Street!”-disse

 

Io sorrisi timidamente e continuai a guardare il panorama…

 

-“Perché proprio quella?”-chiesi

-“Beh!Direi che solo per come è composta, dovrebbe essere definita la canzone del secolo!In un inglese perfetto che da delle italiane non ci si aspetta…scusa…a parte te ovviamente…non è la classica storia d’amore!E’un tributo alla vita, ha un ritmo che solo la persona che l’ha scritta può aiutarmi a capire…!”-disse

-“Ho capito!”-dissi

 

I tempi passarono e il nostro rapporto si evolveva giorno dopo giorno, continuavamo a essere entrambi all’oscuro di chi era veramente l’altro e ogni volta che parlavamo di musica elogiavamo i rispettivi gruppi senza renderci conti con chi stavamo parlando in realtà…

 

Un pomeriggio però una ragazza, che già da parecchi mesi ci aveva riconosciuto, ci scattò una foto furtiva senza che noi ce ne accorgessimo…

 

Come al solito eravamo sul tetto, e come al solito stavamo facendo la nostra chiacchierata prima di intraprendere le lezioni pomeridiane…

 

Seduti di spalle l’uno dall’altro, appoggiati per la schiena, io stavo scrivendo una canzone, mentre Bill si stava fumando una sigaretta…

 

Sembrava un fotomontaggio ma purtroppo o per fortuna non era così…

 

Il giorno dopo tutte le testate scandalistiche e quotidiani tedeschi e i migliori siti internet, avevano la nostra foto come prima pagina…

 

Nel giro di due ore tutti 66 miliardi e più di persone sulla terra avevano visto quella foto…

 

E noi due avevamo finalmente scoperto chi era l’uno e chi era l’altro!

 

I nostri manager ci costrinsero a ritirarci da scuola, la casa discografica indusse una sala stampa, e spiegò la situazione…

 

Su tutti i giornali ricorreva una sola frase “Bill e Tania finalmente si parla di Love story!”…

 

I giornalisti iniziarono a rincorrerci come matti, eravamo il nuovo circo mondiale, tutti i giornalisti volevano solo noi due…

 

E fummo costretti a rintanarci in casa come topi…

 

Da quel maledetto giorno io e Bill non ci siamo più incontrati…

 

 

 

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Capitolo 13
*** The Disaster ***


The Disaster

 

 

 

Nella vita ci sono tante cose che vorresti che non succedessero mai…

 

Di solito la prima è separarti dai tuoi affetti…

 

E le altre non mi metto neppure ad elencarle perché diventerebbe un elenco infinito…

 

Ma nella mia famiglia la cosa più importante era evitare di finire negli scandali…

 

E quella foto scattato insieme a Bill sul tetto della mia scuola, aveva rovinato per sempre la mia vita…

 

I giornali, le televisioni e internet, soprattutto, sembrava che vivessero per quella foto, che ancora dopo mesi e mesi di smentite e di querele da parte della Universal Music, faceva parlare di se…

 

Nei primi giorni, cioè quando apparve la foto per la prima volta, pubblicata su un giornale scandalistico il titolo era:

“Finalmente l’amore…!”

 

Poi con il passare dei giorni i titoli cambiavano continuamente, addirittura su un giornale c’era un titolo che diceva:

“Chi è l’uomo e chi è la donna?”

 

Che venne successivamente condannato per lesioni morali…

 

Venne fuori un casino, per quella foto si era mosso il mondo, e quella ragazzina, quella Sandy, aveva fatto i soldi, tipo Paris Hilton, solo che lei aveva fotografato noi, e valevamo molto di più…

 

E per colpa sua io e Bill non ci siamo più visti…

 

Passarono sei mesi da quella maledetta foto…

 

Eravamo costrette a studiare a casa, e in quel momento eravamo impegnate nell’incisione di un nuovo album: “Photography”.

 

Quel giorno ero distrutta, così da sola, decisi di uscire dalla sala registrazioni e prendermi un caffè, appena mi richiusi la porta alle spalle, e inizia ad avviarmi per il corridoio, un gruppo di persone girò l’angolo e mi venne incontro, ci incontrammo a metà corridoio, io proseguii dritto, ma mi accorsi di essere osservata, mi voltai…

 

Il suo sorriso, meraviglioso, mi stava guardando, non era cambiato per niente, tranne per i capelli, più sparati…

 

Si avvicinò, e si fermò davanti a me…

 

-“Che bello rivederti…!”-disse

-“Hai ragione, è bellissimo!”-dissi io, probabilmente gli sarò sembrata una stupida perché ero in trans, lo guardava come se avessi visto un Dio sceso in terra…

-“Come stai?”-disse

-“A parte che mi mancano le nostre chiacchierate e le nostre bisticciate e che sono distrutta pe il lavoro, bene, non mi lamento…Tu?”-dissi

-“Più o meno bene, a volte mi sento in gabbia poi reagisco e inizia ad andare meglio!!”-disse

-“Come mai sei qui?”-chiesi io

-“Sto iniziando a registrare il nostro nuovo album, tu??”-disse

- “Pure io!”-dissi

 

Da lontano, si sentii la voce di Tom che chiamava Bill:

-“Bill che stai facendo, muoviti che dobbiamo andare!”

 

-“Arrivo, solo un istante!”-rispose Bill

 

-“Beh, devi andare…!”-dissi

-“Si, mi dispiace non poter continuare a parlare!”-disse

-“Non ti preoccupare, ci rincontreremo…!”-dissi

-“Ok!Ciao…!”-disse, e avvicinandomi mi diede un bacio sulla guancia e si allontanò

 

Non l’ho più rivisto…

 

 

 

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Capitolo 14
*** The End ***


The End

 

 

 

Quando pensi ad una persona di solito la immagini, ricordi il carattere, la fisicità…

 

Per me non è così, quando penso a Bill, penso, ai miei sentimenti, a quello che mi dava, come mi faceva sentire, e a tutte le volte che abbiamo litigato…

 

Ora che sono tornata in Italia, e che la mia carriera di batterista è finita ci penso sempre più spesso…

 

Quando so che sono in concerto evito di prendere i biglietti, non so quali siano le loro ultime canzoni, non so più nulla sui Tokio Hotel, ho smesso di viverli…

 

La fine!

 

Da quando siamo tornate in Italia, la mia vita è andata a rotoli, la Universal non poteva più seguirci e abbiamo cercato in tutti i modi di emergere da sole, a non ci siamo più riuscite…

 

Il tempo di fare tre serate in un pub e la nostra carriera si è spenta definitivamente…

 

Per colpa di quella foto siamo passate dalle stelle alle stalle senza nemmeno accorgercene, il nostro manager si è licenziato e noi abbiamo smesso di suonare…

 

Le nostre vite si sono divise, ognuno di noi è tornato a fare quello che faceva prima…

 

Ed io sono sprofondata di nuovo nella disperazione più totale…

 

Sono caduta nel baratro insieme alle Amy’s Street…

 

La mia vita era finita completamente finita…

 

Passarono i tempi, e uscii di nuovo dal tunnel della depressione, ricominciai a scrivere canzoni, e le mandavo alle varie case editrici, senza nessun risultato…

 

Poi un pomeriggio di fine novembre mi arrivò un strana telefonata…

 

Di cosa si trattasse??

 

Non vi è dato sapere…

 

Vi dico solo, che sono tornata a vivere…

 

Se le Amy’s Street sono scomparse. Io esisto ancora…

 

 

N.B: Ciao a Tutti…questa è la fine della mia storia, spero vi sia piaciuta!! Lo so è finita male!!! Ma non escludo la continuazione…perciò se volete che io continui a scrivere e a colmare i vostri dubbi, recensite e fatemi tutte le domande che volete! E se volete datemi consigli su come continuarla!! Io continuerò solo se queste domande e questi consigli mi porteranno delle idee buone per la continuazione di Amy’s Street!!Aspetto le vostre idee! Baci Tatarella20 a Presto…

 

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