And Then There Were None

di kannuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo stupro ***
Capitolo 2: *** Il dollaro ***
Capitolo 3: *** Achtung, Kitten... ***
Capitolo 4: *** Debiti e Crediti ***
Capitolo 5: *** Jeremy ***
Capitolo 6: *** Una bella cosa... ***
Capitolo 7: *** L'incantesimo ***
Capitolo 8: *** ... e nessuno ne restò ***
Capitolo 9: *** Il patto valido ***
Capitolo 10: *** La possessione ***
Capitolo 11: *** La festa ***
Capitolo 12: *** The Portrait of a Lady ***
Capitolo 13: *** Flashmob ***
Capitolo 14: *** Marcel ***



Capitolo 1
*** Lo stupro ***


Uno, due, tre... quattro... cinque... sei... sette... set-te... se... sette...

Caroline si immobilizzò sulla vittima. Il suo corpo esile ebbe un rapido scattino e la vista si ottenebrò di colpo. Inghiottì più aria che poté e d'istinto puntò le mani contro il torace, abbassando leggermente la testa. Quando finì, sospirò tirando indietro una ciocca di capelli. Le ginocchia, nude sul terreno brullo del bosco, mostrarono piccole lacerazioni che si chiusero appena Caroline si rialzò dal corpo della vittima. La testa ondeggiò, la vampira chiuse gli occhi e si sforzò di ritrovare l'equilibrio. Tirò giù il vestito e indietreggiò di un passo.

Almeno slegami...”

Poteva farlo. O poteva lasciarlo legato alla base dell'albero con i jeans calati poco oltre le natiche. Caroline lo guardò - non in viso, mai in viso – girò attorno al tronco e strappò via la corda che lo immobilizzava.

Le braccia di Klaus ricaddero formicolando ai lati della testa. Era la seconda volta che succedeva. La seconda volta che Caroline lo 'usava' a quel modo e lo lasciava agonizzante in una pozza di desiderio. Klaus si mise a sedere, tirando i jeans verso l'alto. La notte era fredda e umida e gli ghiacciava il ventre dolorante per l'eccitazione inespressa. Non essere più un vampiro aveva i suoi svantaggi, ora. Katherine gli aveva cacciato di forza la cura in gola.

Prima di morire.

E sì, ci aveva messo un po' a fare effetto.

Klaus si inginocchiò sul terreno, premendo su se stesso per calmare le fitte lancinanti che risalivano lo stomaco e correvano giù nelle gambe. Non era facile, il suo corpo non rispondeva più come prima. Di fronte alla novità, reagiva come quello di un adolescente che si risveglia bagnato dopo una polluzione notturna.

Non che gli fosse mai successo, se ci ripensava a mente fredda.

Klaus si rialzò lentamente quando credette di aver raggiunto un buon grado di controllo. Il cuore sembrava sempre volergli uscire dal petto e un'ansia sorda gli stringeva la gola. Risistemò i vestiti e inghiottì. La corda giaceva alla base dell'albero. Caroline si preoccupava sempre di immobilizzarlo in modo che non potesse toccarla. Si assicurava che non potesse muovere liberamente il bacino. Prendeva quel che voleva, incurante dei suoi bisogni e appena finito scompariva all'orizzonte. Non diceva una parola, non lo guardava mai negli occhi, si preoccupava solo di se stessa. Che era più o meno quello che aveva fatto lui, fino ad una settimana prima. Il pugno di Damon lo sentiva ancora nello stomaco. Non era sembrato vero, al vecchio Salvatore, di giocare ad armi pari. Un paio di ematomi non volevano andarsene e i segni di unghie, sotto l'ombelico, gli ricordavano la prima volta che Caroline l'aveva braccato e immobilizzato. Le tremavano le mani mentre gli slacciava la cintura. L'aveva graffiato. Aveva chiesto scusa. Per il graffio, non per altro.

Klaus si ritrovò di fronte la propria abitazione. Infilò le chiavi nella toppa e aprì la porta. Il salotto era vuoto, un'unica luce accesa in un angolo della stanza a rischiarare l'oscurità della notte che penetrava dalla finestra chiusa.

Bekah?”

Klaus si mise in ascolto ma non sentì alcun rumore provenire dalle stanze al piano superiore. Girò attorno al divano e vi si buttò sopra, fissando il soffitto e poi il caminetto spento. L'eccitazione, soppressa a fatica, perdurava, lo torturava ma non fece nulla per porre fine al supplizio. Chiuse gli occhi e lanciò a terra un cuscino che lo infastidiva. Poi lo riprese e lo strinse contro lo stomaco, girando su un fianco.

Ma era sempre stato così difficile?

***

Caroline uscì dalla doccia e si asciugò i capelli, ricordando di tamponarli, invece di strofinarli.

Caroline teneva molto al suo aspetto. Fin da quando aveva avuto memoria, aveva chiesto il meglio a se stessa e anche quando Liz la incitava a 'prendersi una pausa', Caroline andava dritta per la sua strada come un soldato in battaglia. Forse esagerava e, da una settimana a quella parte, poteva dire con certezza che stava camminando su una china pericolosa. Ma il passo era saldo e le braccia ben allargate per mantenere l'equilibrio.

Ora era lei, la più forte.

Caroline aveva rifiutato di prendere la cura. Non si poteva dire che la tenessero a distanza, ma di certo non capivano la sua scelta. Elena e Bonnie erano trasecolate, Damon se n'era infischiato e Stefan aveva assicurato che ci sarebbe stata sempre una dose per lei, in caso avesse cambiato idea.

Caroline non avrebbe cambiato idea.

Solo una persona fra tutte aveva capito.

L'unico che non poteva avere, ma poteva prendere tutte le volte che voleva. Ora poteva farlo, era lei la più forte. Ora non ne aveva più paura, ma si assicurava che non arrivasse a sfiorarla.

Caroline si morse il labbro inferiore. Tecnicamente, era uno stupro. La Reginetta di Mystic Falls, la direttrice delle feste, la queen bee del liceo in piena sessione finale di studi, si dilettava a stuprare uomini nel bosco per smaltire la tensione.

Uomini!, sbuffò. Un uomo. Sempre lo stesso. Tyler stava tornando a casa e presto tutto quello sarebbe cessato. Avrebbero ripreso le loro vite e Caroline l'avrebbe rivisto vagare per le vie di Mystic Falls con lo sguardo perso e la frustrazione che gli faceva stringere i pugni, le nocche sanguinanti sotto la benda elastica. Era stata quel medicamento a farla scattare. La dimostrazione che Klaus Mickealson era umano a tutti gli effetti. La certezza di non correre alcun pericolo.

***

Rebekah era rincasata facendo un gran fracasso, stordita dall'alcool che ora saliva alla testa ben più velocemente di prima. Si era unita ai silenziosi festeggiamenti dei Salvatore, persi come lei dalla novità, e poi si era costretta a camminare in linea retta per tornare a casa. Era stato un vero spasso, comportarsi come una ragazza normale. Damon le aveva fatto notare che il suo bel visino non sarebbe rimasto inalterato nel tempo, presto avrebbe avuto i capelli bianchi e le rughe, e Rebekah aveva sentito il cuore esploderle nel petto e d'istinto l'aveva abbracciato. Lei aveva abbracciato quel verme di Damon Salvatore che si era approfittato della sua ingenuità e del suo bisogno di amore.

Potevano seppellirla l'ascia di guerra, ora?

Rebekah aveva annuito, lasciandolo con una cameratesca pacca sulla spalla. Aveva pagato la sua parte, baciato Stefan su una guancia – ehi, si facevano grandi concessioni, quella sera! - e aveva ciondolato sulla via di ritorno guardandosi attorno. Il cielo era terso e pieno di stelle. Rebekah si era sentita piccola piccola e aveva sorriso, girando su se stessa come una trottola.

Che sbaglio!

L'alcool era salito tutto insieme, annebbiandola. Rientrando, era inciampata nel mobiletto – gli aveva fatto notare più di una volta che era una sciocchezza metterlo lì, ma Nik non aveva voluto ascoltarla - aveva battuto il ginocchio soffocando un gridolino, era saltellata fino al divano e l'aveva trovato occupato.

Perché dormiva lì quando aveva un comodo letto quasi king size nella sua stanza? Rebekah scivolò lo sguardo lungo il polso, fino alla fasciatura. Per la rabbia di essere stato giocato da Kat, aveva tirato un pugno al muro e si era quasi rotto le ossa.

Becky...”

Il tuo fottuto mobiletto domani lo brucio” lo avvertì massaggiando il ginocchio e sedendo sul bracciolo del divano per sfilare gli stivali. Rebekah gli lanciò un'occhiata quando si alzò facendole spazio e stropicciando gli occhi.

Fa pure...”

Che hai?”

Niente...”

Non è niente.”

Klaus scosse la testa, posando i gomiti sulle ginocchia. “Dove sei stata?”

A festeggiare.”

Klaus annuì e si mosse in avanti per accendere il camino. “Elijah vuole prendere la cura.”

Ne abbiamo ancora?”

L'ex vampiro scosse la testa, tormentando i ciocchi di legno con le molle. “E' nelle mani dei tuoi amici... chiedi a loro.”

Che brutto tono! Rebekah si umettò le labbra, preoccupata. “Nik, che succede?”

Se gliel'avesse detto, ci avrebbe creduto? Ma poteva dire una cosa del genere a sua sorella? E da quando parlava di se?

La ragazza calpestò il tappeto a piedi nudi e si inginocchiò alle sue spalle. Il fuoco prese forma nel camino, illuminando il viso assente di Klaus.

Lo sai che puoi appoggiarti a me, se hai un problema.”

Non ho alcun...”

La voce del ragazzo si esaurì e un brutto sospiro esalò dalla gola contratta. Rebekah se lo ritrovò addosso di colpo, perse un po' l'equilibrio e, attonita, gli strinse le braccia attorno alle spalle, sfiorandogli i capelli. Poteva sentire i loro cuori battere ritmi diversi, ma entrambi erano accelerati e...

Lasciami!”

Rebekah ricadde a sedere, quando Klaus la spinse via. Era abituata ai suoi scoppi d'ira improvvisi ma quello era diverso dagli altri. Conteneva tutta la sua disperazione.

Non commiserarmi!” esclamò con voce contorta, strofinando la benda elastica su una guancia bagnata di lacrime.

Rebekah lo guardò allontanarsi e, quando si punse le mani con le crine del tappeto, si accorse del terriccio e delle foglie secche sul divano. Era stato di nuovo nella cripta?



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Capitolo 2
*** Il dollaro ***


Ciao ragazze! Innanzitutto, grazie per i commenti, anche quelli molto brevi che mi sono arrivati per posta. Ho voluto provare qualcosa di diverso, cimentandomi in un personaggio che non amo moltissimo: Bonnie. Non prometto di restare nel personaggio, ma ci proverò. Il titolo della storia è la versione inglese di 'Dieci Piccoli Indiani' di A. Christie ( letteralmente: E alla fine non ne rimase nessuno). Si riferisce alla cura, ovviamente. Restano Tyler, Caroline e Elijah. Faranno tutti e tre il grande passo? I prossimi capitoli saranno leggermente più lunghi del primo, scritto di getto (as usual ^^) sull'autobus andando e tornando da lavoro. Seguo il filo della serie: Jeremy resta morto e Stefan e Rebekah sono ancora vicini. Buona lettura!


"Sono per me?"

"Ho mai regalato fiori a mia sorella?"

"No, mai."

Il viso scuro di Elijah testimoniava la poca voglia di trovarsi nuovamente a Mystic Falls e il dolore per la recente perdita fraterna lo rendeva più silenzioso del solito. "Kol" mormorò, muovendo appena il polso.

Rebekah ci aveva provato. Era palese che quei fiori fossero per una bara. Annuì e prese la giacchetta, chiudendosi la porta alle spalle. “E' bello rivederti.”

Elijah la studiò. Non aveva perso il sobbalzo del suo cuore nel rivederlo, la felicità soffusa sul viso e il calore delle labbra quando l'aveva baciato sulla guancia. “Mi sei mancata anche tu.”

Rebekah infilò la mano sotto il suo braccio, come un tempo. Rabbrividì. Si sentiva debole e di malumore, negli ultimi giorni. “Nik è strano. Più strano del solito. E' frustrato ed io non so come aiutarlo.”

Lascialo venire da te.”

E a lei chi ci pensava? Rebekah si strinse addosso al fratello. “Vuoi davvero farti venire i capelli bianchi?”

Sì.”

Elijah si fermò ai piedi della tomba e depose accuratamente i fiori su di essa. Rebekah intrecciò le dita fra le sue e recitò in silenzio l'unica preghiera che ricordava. Il vampiro le passò un braccio sulle spalle. “Non voglio perdere anche te” bisbigliò sulla sua testa. Rebekah si lasciò abbracciare, anche se sentiva le costole scricchiolare. Squittì di rimando e il fratello allentò la presa. Ora la guardava come si guardava un oggetto strano, incantato dalla sua trasformazione. Era tornata la ragazzina di un tempo che si entusiasmava per un nonnulla, prima che l'orrore li travolgesse.

Ho paura che Nik ti chieda di morderlo...”

Non accadrà.”

Caroline potrebbe farlo...”

Caroline Forbes non aveva preso la cura? Elijah girò gli occhi sulle due figure ammantate di nero che camminavano piano sul prato. Rebekah li individuò con la coda dell'occhio e voltò appena la testa. “Anche l'assassina di nostro fratello ha perso una persona cara. Jeremy è morto.”

***

Non ce la faceva. Elena spinse la mano contro la bocca e i fiori caddero a terra. Girò su se stessa e Damon li raccolse e li depose accuratamente sulla lapide di Jeremy Gilbert. Il ragazzo era molto amato, non c'era più uno spazio libero. Udiva Elena singhiozzare disperata alle sue spalle e vedeva i due fratelli Mikaelson a poca distanza da loro. Entrambi listati a lutto, entrambi storditi dalla perdita. Alzò una mano, in cenno di saluto ma solo Rebekah rispose. Damon temette per la vita di Elena, quando Elijah avanzò verso di loro.

Salvatore.”

Per favore, non è il momento...”

Il vampiro lo guardò appena e scivolò silenzioso alle spalle di Elena, aggirandola cautamente. Il bel viso della ragazza era accartocciato dal dolore, le lacrime erano scivolate lungo il collo e dalla sua bocca contratta fuoriusciva un suono lamentoso che non accennava a diminuire. Non aveva più respiro ma continuava a piangere. Quando lo vide, per un momento si fermò, singhiozzò un 'mi dispiace' impercettibile e il vampiro annuì, stringendole una spalla. Erano vittime degli eventi, avevano subito perdite da entrambi i lati. “E' finita.”

Elena non capì. per un momento credette che fosse lì per ucciderla, lo guardò dritto negli occhi e il vampiro ritirò la mano. “E' rimasta un po' di pozione magica anche per me?”

***

Klaus gettò la maglietta per terra, infilò il naso sotto quella che aveva appena indossato e sospirò. I suoi vestiti erano maleodoranti, lui stesso aveva un odore intenso in ogni parte del corpo ma aveva appena fatto la doccia, e non capiva da dove provenisse quello strano sentore. Tutti i suoi vestiti erano andati. Calciò il mucchietto informe e urlò il nome della sorella due volte. Ma non c'era mai, quella ragazza? A quale lavanderia si servivano, di solito? Perché quella sciocchezza sembrava un problema insormontabile, ora?

***

Quella parte era facile. Bianchi con bianchi, neri con neri. Klaus guardò il proprio carico e sogghignò. Se la sarebbe cavata con un lavaggio unico. Scaricò il bucato scuro nella lavatrice e chiuse lo sportello, ficcando le mani in tasca. Beh, niente monetine? Quegli affari accettavano le monetine e lui aveva solo un dollaro di carta. L'ex vampiro schiaffeggiò la mano con la banconota. E ora? Il cartello consigliava di non abbandonare il proprio bucato per evitare brutte sorprese...

Una mano femminile dalla pelle brunita infilò una monetina dritta nella fessura, digitò il programma e la macchina partì con un sibilo.

La prima volta è sempre difficile.”

Klaus gettò un'occhiata gelida all'unica strega che aveva osato disobbedirgli e le porse la banconota con un gesto stizzito. “Un Mikaelson paga sempre i propri debiti.”

Bonnie intascò la banconota, rimpiangendo l'atto cortese di cui si era macchiata. “Rilassati, sei più teso dell'elastico delle mutande.”

Klaus fissò gli slippini rosa che stava piegando e riponendo nella propria cesta e si schiarì la voce. “Quanto ci impiega...”

Un'ora, più o meno.”

Un'ora? A saperlo avrebbe portato da leggere o un tablet. Doveva restare lì a fissare la lavatrice per un'ora?!

Se non ti ipnotizza, ti rilassa” dichiarò la ragazza prendendo la cesta piena di vestiti.

Gli leggeva nel pensiero? Klaus la osservò muoversi verso la porta. Che imbranata, non sarebbe mai riuscita ad aprila col gomito! Si staccò dal tavolo e le girò intorno, spalancandola con una smorfia sarcastica. “Madame.”

Non disturbarti” mormorò, altezzosa.

Klaus alzò gli occhi al cielo ma questi ricaddero istantaneamente sugli slippini rosa che svettavano in cima al bucato pulito. Bonnie seguì la direttrice dello sguardo e tutto il suo viso espresse un'incontrollabile ma muta sorpresa.

Tu diresti che ho un cattivo odore?” domandò tenendo bassa la voce.

Bonnie lo fissò, inclinando piano la testa.

Ho sempre avuto quest'odore?”

La ragazza alzò il mento e inspirò l'aria fra loro. “Mi dispiace, sento solo odore di detersivo.”

Klaus mugolò fra se e la sospinse fuori. “Ora?”

Vampiro o umano, era sempre pazzo. “La trasformazione sta influendo sul tuo corpo, il cambiamento è minimo.”

Quindi non ho sempre avuto quest'odore...”

No.”

Klaus ringhiò, tirando indietro la testa. “Oh, cazzo... lo sapevo!”

Ne conosceva un'altra con la mania dell'igiene e sapeva che la risposta era una sola. “Sei ok.”

Il ragazzo ci credette poco, mugolò qualcosa di intellegibile e tornò nella lavanderia. Bonnie spostò la cesta da un braccio all'altro e inspirò l'aria pulita e tersa di una giornata ventosa. Il cuore batteva velocemente nel petto e uno stupido sorrisetto non voleva saperne di abbandonarla. Le risate che si sarebbe fatta con Caroline, quella sera, sarebbero entrate nella storia!

***

Ne è rimasta solo una dose e l'abbiamo destinata a Caroline.”

Ma Caroline vuole restare così com'è! Un Originale in meno al mondo, invece, rende tutti più felici. Rende me più felice e non dimenticare che Elena ha ucciso suo fratello e potrebbe essere in pericolo di vita!”

Stefan e Damon si guardarono negli occhi per un lungo momento, ognuno mantenendo la propria posizione.

Dobbiamo interpellarla lo stesso. Tu trattieni gli ospiti.”

I due fratelli si separarono. Stefan si diresse verso casa di Caroline e la trovò vuota. Il martedì andava a correre al parco, ricordò grattando un orecchio. Erano le otto di sera e la cancellata del parco era chiusa. Stefan girò la macchina in direzione del bosco. Se non era al parco, era nel bosco.

***

Caro...”

Shh...”

Il corpo di Klaus sobbalzò su e giù ed un incendio di sensi ridusse la coscienza ad un minuscolo puntino nero, mentre il bianco esplodeva nella sua testa e defluiva nella carne morbida che lo avvolgeva. Caroline non si fermò ma le unghie che gli conficcò nel petto espressero tutta la sua irritazione. Klaus ansimò, spalancando la bocca per il dolore. La vampira si fermò e, sguainate le zanne, lo aggredì, strappandogli un altro grido che si esaurì in un lamento che Caroline ridusse ad un mugolio, quando premette il palmo della mano sopra la bocca. “Non farlo mai più...” sussurrò nel suo orecchio, lappando il sangue fuoriuscito dalla ferita. “Mi hai capito?”

Klaus mosse appena il capo. L'orgasmo incontrollato e la perdita di sangue dal collo l'avevano mandato ko.

Caroline avvicinò la bocca alla sua e gli leccò le labbra. Il ragazzo cercò di spostarsi, cercò di raggiungere la sua bocca ma la testa ricadde indietro. “Slegami...”

Credi di migliorare la situazione, se ti slego?” sussurrò restando accucciata sul suo petto.

Se vuoi essere scopata come si deve... slegami!” sibilò fissandola dritto negli occhi.

Caroline titubò per un istante, poi sorrise. “No, grazie” ridacchiò raddrizzando la schiena. “Ne ho avuto abbastanza, per oggi. La prima volta scemo tu, la seconda, scema io.”

Caroline risistemò i vestiti, sentendo il suo sguardo addosso.

Se vuoi essere scopata come si deve

Se vuoi essere scopata

Se vuoi

Tyler sta tornando in città. Non ho più bisogno di te” annunciò lapidaria, strappando i legacci che lo bloccavano e frugandosi nelle tasche.

Klaus osservò un dollaro di carta fluttuare fino a terra, vicino ai suoi piedi. No, non stava...

E' la banconota che hai dato a Bonnie in lavanderia, oggi pomeriggio.” ridacchiò. “Le donne parlano... dovresti stare più attento a quel che dici. Comunque, non vali di più.”

Un dollaro. La sua prestazione obbligata valeva un dollaro. Klaus si sentì definitivamente umiliato, inghiottì lo sconforto e solo quando si accorse di essere solo, prese la testa fra le mani, stringendo gli occhi per la frustrazione.

***

Tutta la sua pelle scottava e continuava ad avere i brividi, un mal di stomaco lancinante e la testa sul punto di esplodere. “Credo di essermi beccata l'influenza” annunciò Rebekah con un brontolio dimesso. Elijah aggrottò la fronte. L'ultima volta che si era ammalata, aveva rischiato di morire. Le tastò la fronte e si scurì. “Il numero della guardia medica?”

Damon lo fissò, chiedendosi se stesse scherzando. “Per qualche linea di febbre?”

La sua costituzione è sempre stata debole.”

Ho freddo...” borbottò la ragazza coprendo gli occhi con il braccio.

E lui aveva una fidanzata singhiozzante e in lutto di cui prendersi cura. Ma perché Stefan non si sbrigava a tornare?! Damon lanciò una coperta al vampiro che venne distesa sulla malata, adocchiò la macchina ferma sul vialetto e alzò gli occhi al cielo. “Ce ne hai messo di... ma che cazzo succede, stasera?!”

Dammi una mano a portarlo dentro e non chiedere.

Quel non chiedere era stato cerchiato e sottolineato. Damon passò il braccio di Klaus oltre la spalla e lo sentì gemere. “Che fai, ti lamenti?”

Stefan gli rifilò un'occhiataccia. Era stato pestato, morso e chissà che altro.

Bekah ha l'influenza” disse Damon, muovendo ironicamente il mento. “Abbiamo chiamato la guardia medica... così da un'occhiata anche a questo qui.”

Klaus crollò sul divano e non si mosse per un buon minuto in cui sembrò svenuto. Elijah fissò il fratello e girò lo sguardo interrogativo su Stefan.

L'ho trovato nel bosco. Mi sono limitato a caricarlo in macchina” si giustificò chinandosi su Rebekah. “Ciao.”

Ciao...”

Hai freddo?”

La ragazza scosse debolmente la testa quando le accarezzò i capelli. Il mondo era offuscato e avvolto su se stesso. Rebekah non riconobbe l'identità dell'interlocutore. Stefan trattenne la mano sui capelli della ragazza e il suo cuore ebbe uno strano sobbalzo. “Prendete del ghiaccio dalla dispensa e del disinfettante. Lui dobbiamo spostarlo. Se il medico lo vede, chiamerà la polizia e non credo voglia rilasciare una dichiarazione” disse indicando Klaus, immobile sul divano gemello.

Esiste una soluzione più veloce.” Elijah slacciò il polsino della camicia, ma Damon lo fermò immediatamente. “Se si toglie la vita, tornerà come vampiro.”

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Capitolo 3
*** Achtung, Kitten... ***


Klaus aprì gli occhi e il dolore lancinante che gli attraversò la faccia e tutto il corpo, lo fece ansimare ed imprecare.

Lo vedi? Sta bene.”

Damon lasciò il polso di Elijah e il vampiro dovette ammettere che 'i vecchi metodi' dovevano essere accantonati. Girò attorno al divano, entrando nel campo visivo del malconcio ospite. “Cosa è successo?”

Quando era arrivato, Elijah, e perché non l'aveva avvertito? “Niente...”

Ti hanno aggredito?”

Sono... inciampato...”

Suonava di stronzata lontano un miglio. Damon inviò un paio di messaggi, si assicurò che Elena avesse compagnia mentre si attardava con quei due imbecilli e lo scrutò velocemente. “Ti hanno preso alle spalle mentre eri intento a pisciare?”

Klaus abbassò la mano sulla cintura slacciata. Deglutì un 'sì' menzognero e la rabbia crebbe insieme al ricordo dell'aggressione. Il licantropo era arrivato alle spalle e il primo colpo era calato sul trapezio, stordendolo quel tanto che bastava per mandarlo a terra. Dalla forza e la velocità dei colpi, era certo che Tyler non avesse preso ancora la cura. Era stato clemente, in verità. Se fosse toccato a lui, si sarebbe assicurato di ucciderlo o storpiarlo definitivamente.

Chi ha morso?”

La domanda lo riportò a terra, fra i dolori lancinanti. Klaus mugolò un 'non lo so' e Stefan fissò Elijah: sì, suonava anche a lui di bugia.

Ripeterò la domanda una volta sola.”

Sorrideva, Elijah. Si divertiva. Klaus raccolse la saliva in bocca e gliela sputò in faccia. Elijah lo afferrò sotto il mento. Un simile comportamento nascondeva una verità orribile che avrebbe cercato di seppellire in tutti i modi. Le pupille si allargarono e restrinsero, implacabili. “Chi ti ha morso?”

L'umiliazione, suo eterno spauracchio. “Caroline.”

Perché?”

Essere umani era orribile. Erano così deboli... “Non l'ho soddisfatta.”

Il gelo calò nella stanza e lo stupore attraversò i tre uomini. Elijah si umettò le labbra. Gli scappava da ridere. “Chi ti ha pestato?”

Tyler.”

Li ha beccati insieme” annunciò Damon sogghignando. “Nei boschi a fare sesso come i ragazzini...”

Non sai un cazzo!” rantolò sbarazzandosi della presa sotto il mento. “Nessuno di voi... argh...”

Nik... non urlare...”

Rebekah riemerse dalla coperta e Klaus la notò solo in quell'istante. Il viso rosso, gli occhi febbricitanti ridotti ad una fessura... chissà come trovò la forza di arrancare nel poco spazio che li separava. “Chiamate un medico...” farfugliò toccandole il viso e le labbra. “Ha la febbre alta...”

Damon lasciò ricadere la tendina della finestra e si mosse verso la porta. “E' arrivato. Portatelo via, è solo d'impiccio.”

Bekah ha bisogno di me!” disse offeso, mentre Stefan lo caricava sulle spalle, dirigendosi verso il piano superiore. “Non farla morire... ti ammazzo se la fai morire...” rantolò ed Elijah lo guardò con aria di compatimento. Certi cose non cambiavano mai.

***

Un vampiro Originale non bussa alla tua porta se non ha un favore da chiederti. Bonnie batté le lunghe ciglia scure due volte e avanzò verso Elijah, mostrando completo disinteresse per la visita improvvisa. “Sì?”

Rebekah ha l'influenza e non sta reagendo alle medicine.”

Il suo fisico si sta adattando lentamente.”

Sta morendo.”

Non era dispiaciuta. A dirla tutta, non gliene importava un fico secco di quei tre. “Non sono una guaritrice, non posso aiutarti.”

Non vuoi aiutarmi.”

Bonnie inclinò di poco la testa. Sotto la scorza di ghiaccio, era ben preoccupato. “Dammi un motivo per farlo.”

Non mi viene in mente nulla.”

Bonnie posò la mano sulla porta e indietreggiò. “Lo immaginavo.”

Per favore?

La ragazza si fermò, incredula. Credeva di comprarla con quel supplichevole 'per favore?'

Ti prego?

Elijah, supplicare non è mai servito a niente con voialtri.”

Lo sto chiedendo a livello personale. Noi due non abbiamo mai avuto screzi da appianare. Mia sorella sta morendo e Klaus è stato pestato a sangue, stanotte. Se vuoi godere della sua sofferenza, recati a casa dei Salvatore e guarda tu stessa.”

Solo pestato? Bonnie mugolò di gola e un sorrisetto le aprì le labbra. “Abbiamo il nome del picchiatore? Potrebbe ricevere un bel regalo di Natale, quest'anno..”

Tyler.”

Ci avrebbe pensato Caroline, al regalo. “Dove si trova Rebekah, in questo momento?”

A casa, sto badando a lei.”

E chi bada a te?” domandò ed Elijah sospirò debolmente. “Mi aiuterai?”

Cercherò qualcosa nel libro degli incantesimi...” sussurrò. “Una pozione contro la pazzia?”

Per me o per Klaus?”

Klaus è irrecuperabile.”

Per lui ci vuole una camicia di forza.”

La vuoi mentale o fisica?”

***

Falle bere quest'infuso ogni due ore. Fa schifo e puzza come tutte le pozioni che funzionano.” Bonnie infilò le mani nelle tasche, occhieggiando l'interno dell'abitazione. “Per la pazzia non ho trovato nulla. Posso farla perdere, ma non posso renderla al proprietario.”

Grazie lo stesso” mormorò il vampiro, osservando l'ampolla ripiena di liquido scuro.

Se la temperatura non si abbassa, chiamami.” Bonnie tornò in macchina, perplessa. Ogni volta che si avvicinavano ai Mikaelson, finivano in un film alla Hellzapoppin'! Guidò fino a casa dei Salvatore e quando smise di suonare il campanello, si rese conto che la parte più meschina di lei voleva vederlo strisciare nei propri escrementi.

Hai saputo?”

Ho saputo.”

Stefan e Bonnie scambiarono un sorrisetto, poi il ragazzo la lasciò entrare. “Poi sedarlo mentre lo ricucio?”

Soffre?”

Abbastanza.”

Bonnie si umettò le labbra, birichina. “Posso farlo soffrire di più?”

***

Il divertimento scemò in parte, rovinandole il buonumore. Tyler ci era andato giù pesante e Bonnie si stupì che fosse ancora vivo. “Non potevi portarlo all'ospedale?”

Ha una costola incrinata e devo cucire la ferita sopra di essa. Tienilo fermo.”

Bonnie lo studiò, steso su letto e seminudo. La maglietta era stata tagliata via ma indossava ancora i jeans. “Non lo tocco, il verme” mormorò portando le braccia dietro la schiena. “Non ci penso proprio.”

Si rifiuta di perdere conoscenza. Poi almeno...”

Sbattergli qualcosa in testa?” mormorò laconica e Klaus aprì gli occhi in quel momento. “Mandala via...” rantolò girando la testa verso Stefan. “Non la voglio qui... Urgh!”

Sta fermo.”

Klaus grugnì fra i denti e Bonnie lo studiò, le palpebre socchiuse. Quando decise di averne abbastanza di gemiti e imprecazioni, salmodiò a bassa voce e Klaus si voltò di scatto. “Chiudi quella boccaccia, strega!”

Bonnie bisbigliò ancora e la pesantezza gli aggredì il corpo. Klaus combatté la sensazione con tutte le sue forze. La ragazza si zittì e avanzò verso di lui, posando un ginocchio sul letto e chinandosi in avanti. “Se tua sorella vive, lo dovrai a me” sussurrò guardandolo dritto negli occhi. Klaus strinse le labbra, furioso, sollevandosi sui gomiti. “Elijah...”

Lui sa quando è il momento di smetterla!” esclamò puntando una mano sul torace e spingendolo di nuovo giù. “Ora sta fermo. Non ha finito con te.”

Neppure io ho finito con te, strega...” sibilò afferrandole la gola. “Te l'ha raccontato... ha riso di me... argh!!!” Una scarica elettrica gli attraversò il cervello e Klaus fu costretto a lasciarla andare. Umiliato l'ennesima volta per mano di una donna. Le avrebbe uccise, tutte e due...

La prossima volta ti rendo impotente” bisbigliò dolcemente. Non ho idea di cosa tu stia dicendo e non me ne importa un fico secco.”

Caroline... aveva il mio dollaro in tasca...”

Caroline conosceva la sua disavventura con la lavatrice, nient'altro. Il dollaro l'aveva perché, odiando gli spiccetti, le chiedeva sempre un cambio cartaceo.

Ti ha fatto ridere, strega?!” Klaus la trafisse con un lungo sguardo che si esaurì in uno stupore di dolore che gli tolse il respiro. La bocca si contrasse in una smorfia e quando ricadde ansimando sui cuscini, Stefan annunciò che il punto critico era stato superato. Beh, era stato come morire di nuovo. Le lacrime scivolarono ai lati delle tempie e Klaus fissò il soffitto, desiderando perdere conoscenza in quel momento. Le dita di Bonnie si posarono sulla fronte. Udiva la sua vocetta nell'orecchio e sentiva il corpo farsi sempre più pesante e languido. La strega sciorinava un incantesimo e a lui veniva un'erezione? Essere umani faceva sempre più schifo.

***

Come sta?”

Dorme ancora. Stai cucinando?!”

Bonnie abbassò il coperchio sulla pentola e lo guardò, stupita. “Vuoi continuare a mangiare panini per il resto della tua vita?”

Stefan scosse la testa e strinse le labbra, appoggiandosi al ripiano sgombro di piatti e pentole. “Non riesco a capire se sta mentendo o meno...”

A proposito di Caroline?” domandò tamponando le mani bagnate su un asciughino.

Elijah l'ha soggiogato ma la verità può essere espressa in molti modi.”

E' un nostro problema?” continuò con voce leggera, lavando le stoviglie sporche. “Non mi interessa e non voglio saperne nulla.”

***

Quei due avevano spazzolato lo stufato con una voracità sconosciuta al genere umano. Bonnie li guardava a turno, allibita e un po' disgustata. Sperò la dispensassero dall'eventuale ruttino di approvazione e, per sua fortuna, mantennero un certo contegno fino alla fine del pasto.

Ora posso morire felice...” Damon sospirò, allungando le gambe sotto il tavolo. “Ce ne dici se ti assumiamo come cuoca fissa?”

Bonnie gli rifilò un'occhiataccia, adocchiò il messaggio appena arrivato e si stupì di se stessa. Due su due. “Rebekah sta meglio, la febbre sta passando” disse mostrando il messaggio a Klaus che era rimasto silenzioso per tutto il tempo a rimestare con il cucchiaio la zuppa. L'ex vampiro annuì e mandò giù un po' di minestra. “Ha uno strano sapore...”

Ora li senti, i sapori.”

Non mi piace” decretò, posando il cucchiaio. “Nessuna offesa per la cuoca.”

Sai quanto me ne importa” sussurrò la ragazza rispondendo al messaggio.

***

Il suo odore lo disgustava e non riusciva a concentrarsi su quel che aveva nel piatto, distratto dal sentore di sudore, terriccio del bosco, umori propri ed estranei. Klaus inclinò la testa e l'acqua della doccia lo inondò, finendogli in bocca. Il detergente schiumoso eliminò il groviglio di odori e lasciò la pelle pulita e profumata, sebbene in molti punti fosse ammaccata. La faccia era gonfia e quell'occhio nero ci avrebbe messo una vita a guarire. Il ragazzo indugiò sotto l'acqua tiepida, si appoggiò alle mattonelle fresche e rilassò la schiena, portando una mano all'altezza delle costole. Faceva un po' fatica a respirare. Il graffio sotto l'ombelico era ancora lì. Chissà se le sarebbe ancora piaciuto farlo, ridotto in quel modo. Klaus uscì dal bagno e si bloccò di fronte a Bonnie che sembrava essere lì da tempo. Appena incrociò il suo sguardo, mise via il cellulare.

Caroline si sta comportando male con te?”

Klaus aggrottò la fronte ma smise di farlo appena un dolore acuto gli trafisse il volto. “Te ne frega qualcosa?”

La ragazza alzò velocemente le sopracciglia. Sospirò come se ne avesse abbastanza di lui e guardò il corridoio vuoto. “Pura curiosità.”

Attenta, gattina. Di curiosità si muore.

Gattina? Bonnie strangolò un risolino isterico. “Caroline è bravissima a far saltare i nervi altrui. Avanti...” sussurrò arricciando il naso. “Soddisfami.”


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Capitolo 4
*** Debiti e Crediti ***


E allora? Anche se mostrasse tutti i sintomi della vittima di abusi, non me ne fregherebbe niente...” Caroline parlò svogliatamente, girò una pagina di In Style e rosicchiò il laccio di fragola. “Sai quante calorie ha quest'affare?”

Non puoi ingrassare.”

Che fortuna, eh?”

Aveva notato qualcosa di diverso, una sorta di segreta soddisfazione che non voleva condividere con nessuno. Non era un comportamento da Caroline, che era usa sbandierare ai quattro venti le proprie conquiste. Però le cose migliori sono quelle proibite.

Mi stupisco l'abbia detto a qualcuno” borbottò concentrandosi su una rubrica. “E' debole, in fondo. Non fa più lo spaccone da quando è tornato umano.”

Lo stai punendo?”

La vampira sorrise, diabolica. “Ho appena iniziato.”

Scoparlo nel bosco ti sembra una punizione?!”

Lo porto al limite e me ne vado. Per un uomo, è letale.”

L'espressione di Bonnie fu incommentabile. La ragazza grattò la fronte e tirò indietro una ciocca di capelli. “L'hai morso?”

La prossima volta sarà più accorto.”

Bonnie la fissò, attonita.

Che c'è? Cosa?!” esclamò la vampira saltando a sedere e mettendo da parte la rivista. “Ora che Tyler è tornato la smetterò!”

Tyler l'ha pestato a sangue.”

Caroline allargò le mani. “Prendi le sue difese?! Ma se lo odi!”

Bonnie picchiettò i polpastrelli fra loro. Aveva uno strano concetto di decenza, quella ragazza. “La smetterai davvero?”

Passerò ad altro. Agguati all'uscita dei locali, dissanguamenti improvvisi...” elencò allegra. “Elijah ha assunto la cura?”

No.”

Quel no smorzò l'entusiasmo di Caroline. “Ah...”

Tyler l'ha picchiato così tanto che Elijah ha pensato bene di cedere un po' del suo sangue per farlo guarire. Spera che non muoia nelle prossime ore” mentì per testare la sua reazione. “Ma che ti è saltato in mente?” sussurrò abbassando la voce di colpo.

Caroline accavallò le gambe e la guardò, dubbiosa. “Hai l'opportunità di essere la più forte e non sfoghi i tuoi istinti più brutali e primitivi?”

E' un gioco di potere?” tentò ancora, pur di dare una spiegazione al marasma che le vorticava dentro.

La vampira la indicò col laccetto smozzicato. “Centro.”

Sei forte, sei bellissima ed intelligente! Che altro vuoi?”

Caroline sogghignò. “Esattamente questo. Voglio che tutti lo sappiano e lo ricordino sempre!”

Perché?”

Che gusto c'è nell'essere la migliore, se nessuno se ne accorge?!”

***

Il seme della follia germogliava a Mystic Falls come la gramigna in primavera. Caroline si comportava come il Klaus di una settimana prima. Bonnie calciò un sassolino dal terreno e si fermò, percependo una presenza dietro di se. Jeremy!, pensò voltandosi di scatto e restando brutalmente delusa. Jeremy era morto e la folata di vento freddo che le aveva accarezzato il collo, era dovuta all'arrivo silenzioso di Elijah. Bonnie sospirò e si costrinse ad affrontare una nuova conversazione. “Come sta Rebekah?”

E' debole e rifiuta il cibo, ma la febbre è calata quasi del tutto. Ti ho riportato l'ampolla.”

La strega la intascò e guardò oltre il suo gomito. Chi le impediva di fare una magia ed evocare il fantasma di Jeremy?

Ho un debito con te...”

... e un Mikealson paga sempre i suoi debiti” mormorò la ragazza fra i denti, pensando già agli ingredienti da utilizzare. “La prima volta è gratis.”

Ad un'altra occasione, allora” mormorò estraendo la fialetta di cura dalla tasca. “In un'altra forma.”

Elijah, aspetta” bisbigliò. “Ho un dubbio morale da assolvere.”

***

Sei conciato peggio di me... va a dormire...”

Sei sicura? Vuoi che resti...”

Vai...”

Klaus le sfiorò i capelli e la ragazza gli spostò la mano. Era il suo modo per dirgli che apprezzava l'interessamento ma che doveva togliersi di torno. Dormire presupponeva sdraiarsi. Sdraiarsi lo costringeva ad uno sforzo non indifferente, nelle sue condizioni. La costola lesa gli troncava spesso il respiro e ogni volta che si specchiava in una superficie lucida, rabbrividiva per le condizioni del volto. Quattro punti di sutura sullo zigomo sinistro – gentilmente offerti dal servizio assistenza medica Salvatore&Co - il labbro spaccato e la tonalità viola che aveva assunto gran parte del lato destro del mento, si erano portati via tutto il suo fascino. Tyler aveva insistito parecchio, su quella parte. Si era assicurato che Caroline non venisse ulteriormente distratta dalla sua presenza. Klaus zoppicò fino al salotto e si appoggiò alla poltrona. Doveva vederla, anche solo per un minuto. La porta principale si aprì, mentre prendeva la sua sconsiderata decisione. Elijah lo aggirò in silenzio e sbirciò nella camera di Rebekah. Klaus ebbe la riprova che non si fidava di lui. “Esco...” rantolò. Ma uscire significava infilare la giacca per non prendere freddo. A malapena riusciva muovere le spalle...

Dove vai?”

Che ci faceva a casa sua, la strega, se aveva chiarito il disprezzo per la genia Mikaelson? “A fare una passeggiata...”

In queste condizioni?”

Klaus stese il braccio come a dire che non gli importava e che non doveva disturbarlo. Parlare gli faceva dolere la mandibola.

Caroline non ti amerà mai. Ti sta solo usando per affermare la sua superiorità.”

Ma lo credeva stupido?

Hai perso la lucidità insieme alle zanne. Se Tyler vi scopre insieme, stavolta non si limiterà a pestarti” sibilò come se si trovasse alle sue spalle, in attesa di strappargli il cuore dal petto. “Ti ucciderà.”

Avverando il desiderio di molte persone. Compreso il tuo” farfugliò come se avesse una patata in bocca. Quel dente traballava, e prima o poi si sarebbe staccato.

Io voglio vederti contorcer in un inferno di dolore, è diverso.”

Non ho colto la sottigliezza del tuo animo, perdonami.”

Il sapore di sangue in bocca lo disgustava. La guancia si era lacerata internamente. Klaus si chiese quando sarebbe guarita. “Dobbiamo sempre litigare, tu ed io...” Litigare presupponeva un interesse che non aveva. Bonnie serrò le labbra per non insultarlo e il ragazzo ne approfittò per zoppicare via.

Il cuore è il tuo!”

Klaus si fermò, colpito a tradimento.

Esisteva, dunque, un argomento che neppure lui poteva ignorare o trattare con leggerezza. “L'hai mai baciata, almeno?”

Il viso di Klaus si scurì e dall'unico occhio aperto, trapelò ira e frustrazione. Quella strega era talmente irritante che non riusciva… non riusciva... a respirare... che gli stava...

Bonnie sgranò gli occhi, osservando il repentino tracollo fisico dell'ex vampiro.

Klaus la guardò, spaventato. La stanza si allargava e si ristringeva, non aveva più equilibrio. Cadde sulle ginocchia e pensò che era finita. La strega Bennet aveva riscosso il credito.

Bonnie saltò in avanti, gli posò una mano sul torace all'altezza del cuore, una sulla gola e, d'istinto, Klaus l'afferrò, accorgendosi di non riuscire a piegare granché le dita.

Aveva la pelle gelata e tremava come una foglia. Bonnie sussurrò a mezza bocca e una sensazione corroborante lo invase, rallentando il battito e allungando il respiro che si era pericolosamente accorciato. Vacillò come un bambino alla carezza della madre, costringendo la ragazza ad afferrarlo. Il primo istinto fu quello di allargare le braccia e godersi la 'musata' sul pavimento. Non era così buona, in fondo. “Elijah, vieni qui!” esclamò, un po' alterata dalla pressione del corpo contro il suo. Bonnie cercò di non respirare nelle sue immediate vicinanze, mentre il vampiro accorreva in soccorso.

Che gli hai fatto?”

Ho impedito un attacco di panico” spiegò lasciandolo andare fra le braccia del fratello. Bonnie scrollò le mani come se fossero sporche e strofinò la clavicola che era stata solleticata dai capelli dell'ex vampiro. Non avrebbe mai compreso i gusti di Caroline. “Ne ha mai avuti, prima d'ora?”

E' successo, in passato.”

E come risolvevate le crisi?”

Non ci è dato conoscere la magia operata da Esther” decretò adagiandolo sul letto. Era crollato psicologicamente, fra lo stress della trasformazione inversa e la tirannia di Caroline. Bonnie restò sulla soglia della camera. Perché indugiava? Avanzò di un passo e sembrò che l'oscurità l'avvolgesse. Frugò nella tasca interna del giubbotto e gli passò un'ampolla di fattura diversa dalla precedente. “Questo aiuta a rimarginare le ferite. Fa schifo come tutte le pozioni che funzionano.”

Perché?”

Dipende dagli ingredienti.”

Aveva eluso la domanda ma Elijah non ambiva ad irritarla. Guardò il fratello che giaceva supino sul letto, udì il suo respiro penoso e sospirò. “Quanto ti devo?”

Non lasciarlo andare nel bosco... e metti una bistecca, su quell'occhio.”

Non sopporta più l'odore di sangue” mormorò e Bonnie non riuscì a credere a quel che aveva appena udito.




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Capitolo 5
*** Jeremy ***


Se n'era andato troppo presto.

Le si spezzava il cuore ogni volta che si trovava davanti alla tomba di Jeremy. Bonnie spazzolò le foglie morte ed eliminò i fiori che avevano perso di freschezza, sostituendoli con tanti mazzi nuovi. Posò la mano sulla croce di marmo e le lacrime gocciolarono direttamente sul nome e la data di nascita. Le sue formule magiche potevano riportarlo in vita. Non sarebbe mai stato il suo Jeremy, ma un demone dell'oscurità. Strinse le braccia attorno allo stomaco e trattenne i singhiozzi più a lungo che poté, inginocchiandosi sull'erba verde e chiedendo perdono per non aver saputo fare di meglio.

***

Tre mazzi di fiori, uno accanto all'altro.

Tre fratelli Mikealson rimasti in vita.

Eri un piccolo stronzo e mi irritavi, ma eri pur sempre mio fratello” borbottò seduto sull'erba, la schiena addossata al marmo gelido della lapide verticale. Klaus piegò le gambe e strappò un filo verde, arrotolandolo su se stesso. “Dovevi sempre fare di testa tua, se mi avessi dato retta...”

Un pianto di donna, accorato e inconsolabile, gli arrivò alle orecchie, portato dal vento. Klaus salì sulla cima della collina e guardò la vallata disseminata di tombe. Chi stava piangendo? La nonna, un amico scomparso? Arrivò alle spalle di Bonnie e lesse il nome sulla lapide. Il fidanzato? “Quando è successo?”

La ragazza tirò indietro la testa, priva d'aria. Singhiozzò e passò le dita sotto gli occhi, ma per una lacrima che asciugava, altre colavano sulle guance. Lo sguardo di Bonnie si perse in un nulla a cui non poteva accedere e in cui non si sarebbe voluto perdere.

Stavate insieme?”

Bonnie batté le palpebre, le labbra socchiuse a metà di un singhiozzo. Erano stati legati ma negli ultimi tempi si erano avvicinati nuovamente... e quello più di tutto, le faceva male. Jer...

Gli occhi di Klaus percorsero i lineamenti alterati del suo viso. L'aveva visto spesso, quel dolore, sul volto degli esseri umani. “Hai bisogno...”

Bonnie scosse la testa e raccolse i fiori secchi da gettar via. Lo aggirò, tenendo lo sguardo basso. “Il cimitero chiude fra mezz'ora...”

***

Un cimitero, così come una chiesa, avrebbe dovuto effettuare un servizio H24, pensò di nuovo fermo sulla tomba di Kol. La morte si muoveva con te, si portava via gli affetti e non aveva...

Ciao, mostro!”

L'ex vampiro raggelò e si voltò piano piano. Un sorriso malizioso piegava le labbra di Caroline e non smise neppure dopo l'attento esame a cui sottopose il suo aspetto macilento. Klaus la ignorò, anche se il cuore aveva ripreso a battere come un pazzo. “Sto parlando con mio fratello, non ho tempo per te.”

Eppure ne sprechi in quantità, quando di tratta di asciugare le lacrime di Bonnie. Scopi con me e corri dietro le mie amiche?”

Lo usava come aveva sempre usato le persone... ma non si sarebbe mai sognato di sottoporla al medesimo trattamento. “Un giorno compirai un passo falso, Caroline.”

La vampira sogghignò, allegra. “Credi di farmi paura?”

Voglio il tuo rispetto, non il tuo timore.”

Stai facendo la scena. Muori dalla voglia di avermi.”

Klaus si ritrovò sospinto sotto il salice piangente. Grugnì di dolore e oppose una debole resistenza che svanì, appena Caroline lo fissò negli occhi.

Una settimana dopo

Bonnie non era una fissata con i baci, ma essendo a stecchetto da un po', avvertiva la mancanza di certe attenzioni. Inoltre, da quando le minacce erano notevolmente calate, aveva trovato tempo da dedicare a se stessa, e si era accorta delle enormi lacune in cui versava la sua giovinezza. Era difficile evitare di pensarci, se tutti i giorni Damon veniva a prendere a scuola Elena e si piantava in mezzo al parcheggio a baciarla. Qualche occhiata furtiva era scappata a tutti loro e Bonnie stessa si era accorta di spiarli, sentendosi una sporca guardona. Come poteva, Caroline, fare sesso con due ragazzi contemporaneamente? Come poteva anche solo avvicinarsi a Klaus senza vomitare la cena del Ringraziamento!, pensò con un brivido di disgusto. La malinconia le toglieva l'appetito e quel film trasmesso dalla pay tv non era un granché.

Din don

Se Elijah provava a chiederle un altro favore...

Ti avanza della pozione magica per il gobbo di Notre Dame?”

Un recinto elettrificato invisibile, l'avrebbe tenuto lontano dalla sua abitazione? “Posso prepararne un po'.”

Klaus la guardò appena, mal celando il nervosismo. “Grazie...” mormorò chiudendosi la porta alle spalle. Ora non aveva più bisogno di essere invitato ad entrare e anche Bonnie sembrò accorgersene in quel momento.

Come si prepara una pozione magica?”

Facendo molta attenzione.”

***

Forte” mormorò guardando il liquido che cambiava colore. “Anche gli effetti speciali.”

Bonnie strinse le labbra, versando il tutto in una tazza grande che spostò davanti al ragazzo. L'aspetto era migliorato ma continuava ad avere l'aspetto di un poco di buono. Lo era, pensò posando le mani sul tavolo. “Rebekah come sta?”

Klaus arricciò il naso alle volute maleodoranti e rispose con una smorfia. “Ha ripreso a mangiare.”

Bonnie richiuse i cassetti in cui aveva riposto le erbe e lavò le ciotole che aveva utilizzato per pestarvi gli ingredienti. “E tu?”

Io non faccio altro che mangiare e dormire...” rispose ingoiando un sorso di mistura magica “... e navigare sui siti porno. Alcune di quelle cose non le ho mai fatte neppure io. La gente è malata...”

Bonnie fissò l'acqua che scorreva nel lavello e diede un colpetto al rubinetto. “La mia opinione di te non fa che peggiorare.”

L'aveva detto apposta. “Verbena ne hai?”

Scendo in cantina a controllare.”

Klaus la spiò mentre si allontanava e quando fu solo, rivolse la sua attenzione alla stanza, alla vetreria lucida che giaceva in un angolo e ai contenitori con le erbe aromatiche. Mai stato a stretto contatto con una strega. Qual era il punto debole di Bonnie?

***

Bonnie si fermò sui primi due gradini della piccola scalinata che conduceva in cantina e si sforzò di ricordare. La verbena era nell'angolo in basso a destra... no, in alto a destra, pensò con cuore che le strozzava la gola. Scese velocemente la scaletta, si avventò sulla dispensa e tirò fuori un sacchetto di dimensioni medie. Sarebbe bastato per quattro infusioni, forse cinque.

Bu.”

Bonnie trasalì e lo fissò con l'intento di fargli esplodere la testa, se avesse provato ad avvicinarsi. Klaus ne capì le cattive intenzioni a pelle. “Ero solo curioso di vedere così nascondevi.”

Ho trovato la verbena. Ora preparo l'infuso, ma la prossima volta porta uno spray antistupro con te.”

Klaus sorrise, studiando una bottiglia di vino che se ne stava lì da tempo immemore, e il sorriso sembrò una smorfia sinistra, nella penombra della stanzetta. “Tyler ha ottenuto quel che voleva, me l'ha portata via.”

E quando mai era stata sua? L'ex vampiro aveva commesso lo stesso errore degli altri, credendo di poter imbrigliare Caroline. Era lei a possederli, non accadeva mai il contrario. “Allora questo non ti serve” mormorò riponendo il sacchetto e facendogli cenno di precederlo lungo la scaletta. “Puoi prenderla. Omaggio della casa.”

Quella schifezza non andava bene neppure per innaffiarci i fiori. Klaus rimise la bottiglia nella sua sede originaria. “Ho fin troppi debiti con te, strega.”

Illuso. Li aveva con tutta Mystic Falls.

Per il disturbo” borbottò infilando una mano in tasca ed estraendo un foglietto di carta piegato a metà.

Bonnie girò l'assegno sottosopra e sbiancò. Non aveva speso neppure un quarto della somma indicata! Era restia ad accettare denaro dai persecutori della sua famiglia, ma era a corto di soldi e doveva pagarsi il college.

Klaus le prese la mano e avvicinò le labbra al dorso. Bonnie lo guardò mentre sfiorava la pelle bruna col pollice. Canaglia.

La pelle era un po' screpolata sulle nocche e il palmo ancora umido d'acqua. Klaus inspirò l'odore delle erbe che aveva manipolato e il profumo sul polso.

Il tuo fascino non funziona con me” disse strappando le dita dalla presa morbida.

Il ragazzo sogghignò, ma la sua risata era triste. “Credimi, cara: non funziona più con nessuno.”

Bonnie pensò rapidamente ad una formula di protezione, ma la mente le andò in bianco e riuscì solo a scappare per le scale, frenando bruscamente di fronte a Caroline. La vampira l'aspettava davanti la porta a braccia incrociate, furibonda.

Dobbiamo proprio litigare, tu ed io?”

Bonnie aggrottò le sopracciglia, evitando di rispondere. Accompagnò la porta con eccessiva cautela e Klaus si ritrovò nella penombra. Un filo penzolava dal soffitto. Spense la luce, tanto per stare sicuro.

Tyler ci raggiunge al Mystic Grill?”

Non cambiare argomento... e non darmi le spalle!”

Bonnie si diresse in camera da letto, tenendo il mento alto. “C'è un concerto dal vivo, stasera. Credi facciano la selezione all'ingresso? Se non ci fanno entrare, li trasformo tutti in maiali grufolanti.”

Se c'era una cosa che la mandava ai matti, era essere ignorata. “Bonnie Bennet, ferma lì!”

La ragazza tirò fuori due grucce e soppesò i vestiti. “Nero sexy o rosso passione'?”

Nero. Quante volte ti ho detto di non giocare con le mie cose?”

Povero Klaus, ridotto ad un mero giocattolo sessuale.

Gli hai fatto un incantesimo?”

Ne farei uno a te adesso” sospirò buttando alla rifusa portafogli, specchietto e gloss nella borsetta. “Non ti ha soddisfatto? Ha osato ribellarsi? È scappato con i calzoni alla caviglie?”

Caroline tacque, accigliata. “Ho cercato di essere carina con lui...”

Bonnie si tappò metaforicamente le orecchie, pensando a che scarpe abbinare col vestito. “Non mi interessa sapere i dettagli della tua vita extraconiugale. Ho di meglio da fare, nella vita.”

Ho visto come guardi Elena e Damon. Non hai una vita tua e ti impadronisci di quelle...”

Se non ho una vita privata, è solo colpa vostra! Se non ho più una famiglia, è colpa del tuo amante! Se non ho più un ragazzo che mi dimostri un po' di affetto, la colpa è del mostro che l'ha ucciso!”

Le luci ondeggiarono e Caroline fece un passo indietro, spaventata.

Va via, Caroline! Va via e non mettere più piede in casa mia, accusandomi di oscenità che non ho mai commesso! Va via, o giuro sulla tomba di Jeremy che Tyler saprà tutto prima dell'alba!”

E a chi credi crederà?!”

Bonnie spalancò gli occhi e un mormorio cattivo scivolò dalle labbra e dai denti. Caroline sentì la pelle infuocarsi e una fiammella si sviluppò sul dorso della mano, facendola gridare.

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Capitolo 6
*** Una bella cosa... ***


Si era perso gran parte della litigata ma aveva sentito distintamente l'urlaccio finale. Il buonsenso gli consigliava di fuggire a gambe levate ma l'istinto più profondo, il desiderio di risolvere la situazione critica che si era creata, l'aveva già condotto fuori.

Bonnie era ferma al centro della stanza e tremava di rabbia, fissando il vuoto.

Le amiche litigano” tentò. “Litigano e poi fanno pace.”

Tu che ne sai, non hai amici!”

Ne ho avuti.”

Che le hai fatto? Era furibonda.”

Non le ho dato quel che voleva.”

Ne aveva, di fegato. Bonnie strofinò il braccio sulla guancia e lo lasciò ricadere, stringendo e aprendo le mani. “Basta” sussurrò, uscendo dalla stanza e passandogli sui piedi. Klaus la seguì incuriosito e quando la vide afferrare la giacca, un sottile timore lo invase. “Dove vai?”

Stavolta me la paga” sibilò lanciando un'occhiata colma di furore alla cerniera lampo.

La strega aveva intenzione di far scoppiare la bomba. Klaus alzò un sopracciglio, ricordando un attimo dopo di limitare i movimenti facciali. “Se la prenderà con me.”

Ed era un problema suo? Bonnie gli lanciò un'occhiata trasversale, aprendo la porta. “Non mi riguarda.”

Klaus la respinse indietro, goffamente. “Per favore.”

Spostati.”

Il ragazzo incrociò le braccia e si appoggiò all'uscio. “No.”

Bonnie sporse la mandibola in avanti. Caparbio. “Spostati!” esclamò spingendolo inutilmente da un lato, il mugugno arrabbiato di una bambina che pesta i piedi. “Spostati o sposterò il tuo cadavere!”

Se mi uccidi, tornerò a tormentarti tutte le notti.”

Nessuno torna dall'altra parte! Nessuno!” Nessuno, neppure Jeremy. O Alaric, o la nonna.

Il ritornello di tutte le streghe. Klaus si domandò cosa ci fosse di tanto spiacevole dall'altra parte.

Bonnie smise di colpirlo e la tristezza tornò più forte di prima, solleticandole la ghiandola del pianto.

I punti deboli della strega Bennet erano simili ai suoi e al resto degli esseri umani. Klaus la strinse contro di se, rischiando un aneurisma cerebrale.

Bonnie si ritrovò con la faccia affondata contro il torace e la guancia di Klaus premuta contro la sua tempia. Trattenne il respiro, tanta era la sorpresa. Raggelò, quando sentì le sue dita accarezzarle i capelli e pensò che in quella posizione poteva fargli scoppiare il cuore con un bisbiglio. Bonnie socchiuse le labbra, preparando mentalmente la formula, strisciò le dita sul pettorale sinistro e Klaus le afferrò saldamente il polso. “Non ci provare, strega” sussurrò nel suo orecchio. “Non la bevo, la recita della gattina, e non mi fido delle donne.”

Non capiva granché delle parole, se veniva distratta dal battito del proprio cuore, fisso e sordo nelle orecchie e nella gola. La paura giocò l'ultima carta e Bonnie cominciò a sussurrare.

Per ogni strega che salmodiava, un vampiro moriva, perciò Klaus fece la cosa più stupida, avventata e spaventosa della sua vita: si chinò in avanti e la baciò.

***

La litania cessò nel momento stesso in cui Bonnie si accorse di avere difficoltà a parlare. Il cuore rimbombò nel petto e le labbra si immobilizzarono sull'umida fonte di calore. Il calore si diffuse nella testa, rendendola sorda ai rumori esterni. Era un gioco garbato, una carezza. Bonnie atterrò di nuovo sui talloni. Un po' di equilibrio era svanito portandosi via la rabbia.

Era stato piacevole. Inaspettato. Il gesto di un uomo disperato. Klaus le lanciò un'occhiatina esplorativa per intuire il livello di disgusto a cui era arrivata ma giudicò saggio filarsela all'inglese e non indugiare ulteriormente. Cercò a tentoni la maniglia della porta mentre le guance di Bonnie si colorivano d'imbarazzo. Uno spiraglio di vento freddo gli gelò la nuca, si scaraventò fuori, e la strega dovette ammettere di non aver mai visto nessuno zoppicare così velocemente lontano da lei.

***

Ha cercato di darmi fuoco! E' impazzita!”

Elena aveva imparato che era bene prestare attenzione agli sfoghi di Caroline per evitare di doverla ascoltare due volte. Ruppe un cracker al formaggio dalla confezione singola e lo triturò facendo molto rumore. “Non sarebbe la prima volta che litigate...”

Ma le altre volte non ha cercato di bruciarmi viva!”

E lei non voleva entrare nelle beghe delle due ragazze. “Vuoi che le parli?”

No!”

Aveva risposto un po' troppo velocemente, segno che aveva qualcosa da nascondere.

Me la vedo io con lei...” sussurrò, a disagio e Elena fu certa che Bonnie avesse reagito per legittima difesa.

Tre giorni dopo

Nik... Nik?!”

Mh?”

Andiamo al supermarket, ti serve qualcosa?”

Andiamo chi?”

Avevano raggiunto il livello di guardia. Rebekah alzò gli occhi al cielo.

Elijah è ancora qui?”

Ma santo... la ragazza trasecolò, allargando le mani. “Avete parlato appena dieci minuti fa! Ti ha chiesto impressioni sulla vita post – cura, hai risposto 'fa schifo' e l'hai sconsigliato di assumerla.”

Ma non era successo... cinque giorni prima? Klaus alzò un sopracciglio, staccando con difficoltà lo sguardo dal tablet. Un ruga dubbiosa si formò fra le sopracciglia. Rebekah sospirò, appoggiandosi al bordo del divano nel quale era sprofondato da giorni. “Che succede?”

Niente.”

Hai messo la crema cicatrizzante sulle ferite?”

Mh...”

Era esausta per l'incuria del fratello. Ciabattò fino al bagno e quando tornò, lo trovò assorbito da Internet. “Devi prenderti cura di te stesso, non sei più invulnerabile.” mormorò alzando la maglietta sulla schiena. Klaus se la strappò via, noncurante. “Questa vita fa schifo!” urlò, sicuro che Elijah l'avrebbe udito. “Non farlo!”

Le pozioni di Bonnie funzionano davvero. Alza il braccio.”

Klaus alzò il braccio, rigido. Non udiva quel nome da tre giorni ed era ben felice di essere rimasto tappato in casa a fare la muffa. “Mi fai il solletico.”

Nik?”

Mh?”

Davvero è così orribile per te?” domandò fermando le dita sulla cicatrice che Stefan aveva ricucito mentre la strega Bennet lo teneva fermo e lo scagliava in un mondo silenzioso e incosciente. Rebekah finì di spalmare la crema e applicò una garza e un cerotto.

Mi piace dormire” borbottò mentre avvitava il tappino. “Mi piace mangiare... e sentire di nuovo i sapori...” Klaus posò il tablet sul tavolino di legno e cristallo e si voltò verso la sorella. “Mi piace sapere che sei felice.”

Non sono felice se mio fratello soffre.”

Sto facendo i capricci, mi conosci...”

E cosa facciamo quando sei triste?”

Klaus la guardò con un broncetto irresistibile. “Uccidiamo qualcuno?”

***

Non te ne servono così tanti.”

Elena posò la confezione doppia di assorbenti e spinse avanti il carrello. Un metro dopo ci ripensò e tornò indietro, dichiarando che 'non poteva perderli perché erano in offerta'. Bonnie sogghignò: Elena aveva il sacrosanto terrore di trovarsi sprovvista nel cuore della notte. Era successo ed era stato esilarante. Finché non era toccata a lei. “Credi che questo rosso sia troppo rosso?” domandò indicando il rossetto che indossava. “Forse dovrei dedicarlo alla sera...”

Avete fatto pace, tu e Caroline?”

Elena la coglieva sempre con la guardia abbassata! Appena credeva di essere fuori dall'attenzione pubblica... “No.”

Avete intenzione...”

No.”

La ragazza sospirò e spinse il carrello nel reparto successivo, sorpassò il settore dei vini, ma Bonnie si fermò nella corsia. Le aveva elegantemente detto che i suoi gusti in fatto di vini erano deprecabili... ma quella roba la usava per cucinare, pensò guardando le tante etichette. Per lei erano tutti uguali. Bonnie morse il labbro inferiore e lo risucchiò, perdendo lo sguardo nel vuoto. L'aveva baciata ed era ancora vivo per raccontarlo. Se l'avesse sbandierato ai quattro venti, che figura avrebbe fatto con i suoi amici? Ma no, non era tipo... o sì? E se Caroline lo veniva a sapere...

B?” Elena era tornata indietro, rendendosi conto che stare parlando da sola e che le persone la guardavano incuriosite. Si fermò all'ingresso della corsia e la scopri imbambolata di fronte un Lambrusco. La chiamò di nuovo e la ragazza trasalì e le guance si colorarono di rosso.

Sei indecisa? Ne capisco qualcosa, a forza di rovistare nella cantina di Damon...” mormorò senza accorgersi della sua agitazione.

Bonnie le diede le spalle, cercando di calmare i battiti del cuore.

Da pasto, da dessert? Questo va bene come aperitivo.”

Li... li stavo solo guardando...”

Elena si voltò piano piano. Posò la bottiglia nel carrello e si appoggiò alla barra orizzontale. Quando farfugliava, erano in allarme rosso.

Bonnie girò un bottone della camicetta su se stesso. Stava per staccarsi e se l'avesse perso...

B?”

La strega alzò la testa dal polsino, lo sguardo implorante.

Spingi il carrello.”

Bonnie si aggrappò alla barra gommosa e la seguì in silenzio. Elena taceva tante cose, perché lei non ci riusciva?

***

A cosa ti servono dieci vasetti di yogurt, tutti allo stesso gusto?”

Sono di marche diverse. Apri la mente, Nik. Non puoi sapere cosa ti piace, se prima non provi.”

E' yogurt mischiato ad un colorante al sapore di... oh, fa come ti pare!” esclamò e notò una vecchietta sorridere del loro piccolo screzio. “E' mia sorella” soffiò come se quello bastasse a giustificare tutto.

E' una bella cosa... una bella cosa” ripeté l'anziana. “I fratelli devono volersi bene.”

Klaus la guardò, mentre sceglieva i prodotti da acquistare. Si sarebbero ridotti così? Ciechi, mezzi sordi, tremolanti...

Giovanotto, per favore...”

Klaus seguì la direzione del dito della donna. Allungò il braccio e le passò la confezione di biscotti. La fissò, mentre la incastrava con difficoltà nel cestello con le ruote. Cosa c'era di bello nell'invecchiare e morire? Forse quella donna aveva sempre vissuto lì, non aveva mai visto il tramonto a Bangkok o i pinguini nella Terra del Fuoco. Forse non aveva mai chiesto più di quello che le era stato dato. Ma forse era stata felice.

Non lo fare” sibilò al fratello appena lo udì mormorare alle sue spalle qualcosa su un'eventuale cena di ringraziamento. “Non la prendere.”

La vecchietta traballante si allontanò e, appena si mosse, il pacco di biscotti cadde fuori dal cestello. Non se n'era neppure accorta. Aveva guardato in alto, distratta da un suono che invece proveniva dalle sue spalle. Klaus si chinò e raccolse il sacchetto. Lo guardò e poi si diresse verso le casse.

***

Voltati... no, non adesso! Voltati al mio segnale.”

Sempre chiari, i messaggi di Elena. Bonnie sbirciò lateralmente ma vide solo altre persone in fila alle casse come loro.

Ora che è distratto!” sussurrò sollevando la cassetta di Coca Cola e nascondendosi dietro di essa.

Bonnie alzò gli occhi al cielo e gettò uno sguardo a sinistra, restando di sasso. Klaus che aiutava una vecchietta con la spesa?!

Ciao!”

La bustina di pomodori le cadde a terra e Bonnie si schiantò sulle ginocchia, spaventata. Rebekah la guardò dubbiosa e persino Elijah fece una smorfia, chinandosi a raccogliere il sacchetto semi aperto. La strega lo fissò, attonita e il musetto di Elena si unì al suo. “Ma è in se?!”

La ginocchiata debole di Rebekah gli arrivò nel fianco in quel momento. La ragazza indicò l'uscita del fratello con un cenno del capo. “Ricordi quanto era legato alla nonna?”

Aveva cinque anni e aveva speso tutte le sue lacrime, quando era morta. Era toccato a lui, consolarlo. La nonna gli aveva promesso che sarebbe rimasta sempre con lui, prima di passare a miglior vita e da quel giorno, Niklaus aveva perso un po' di fiducia negli esseri umani. “Bekah, firma tu la ricevuta” mormorò scaraventando la carta di credito in mano alla sorella. “Non ho gli occhiali.”


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Capitolo 7
*** L'incantesimo ***


Oh mio dio! O mio dio!” Caroline unì entrambe le mani di fronte alla bocca e sgranò gli occhi. “E' magnifico!”

Ora sei l'unica vampira rimasta in città.”

Caroline saltellò sul proprio letto, muovendosi scompostamente. Cadde sulla schiena allargando le braccia e sospirò, socchiudendo le palpebre. “Non posso crederci... dio!”

Dio dice che Elijah ha assunto l'ultima dose delle cura.” Elena sistemò un cuscino dietro la schiena e la guardò, dubbiosa. “Tyler?”

In ritiro con la squadra di football per la partita di homecoming.

Sai a cosa mi riferisco. Se Tyler ti morde, senza più il sangue di Klaus morirai.”

Klaus. Chissà se erano guarite, le ferite. “L'hai visto di recente?”

Proprio ieri, in fila alla cassa. Aiutava una vecchietta a portare la spesa.”

Caroline scoppiò a ridere, contraendo lo stomaco. “Cosa faceva?!”

Sta ritrovando la sua umanità” mormorò Elena, paziente. “Dicevi che c'era del buono in lui... come vedi, non ha deluso le tue aspettative.”

Ti prego!” esclamò tornando a sedere. “Bonnie ha composto le sue scuse? Quanto ancora mi farà aspettare?”

E' ben decisa sulle sue ragioni, qualunque esse siano.”

Non le aveva raccontato niente? Caroline aggrottò la fronte, posò le braccia sulle ginocchia piegate e la guardò, maliziosa. “Se ti dicessi che ho fatto una cosa molto brutta ai danni di Klaus...”

... ti farei un applauso e ti chiederei di farlo di nuovo” mormorò Elena fissandola negli occhi. “E di nuovo e di nuovo.”

Per questo era la sua migliore amica. Perché se la intendevano a meraviglia.

***

Ce l'hai, l'innamorata?”

Klaus sogghignò, intinse il biscotto nella cioccolata calda e lo sgranocchiò. Scosse la testa in cenno negativo e una briciola cadde dal labbro finalmente rimarginato. Solo una lieve ferita rosata ne deturpava il disegno perfetto. Gliel'aveva detto Katinka, a tredici anni. Labbra perfette per baciare. E lui ci aveva sempre creduto.

Arriverà” decretò allungando un tovagliolino al ragazzo. “Devi solo pazientare.”

Klaus rise un'altra volta. “Era tutto buono, signora Smith.”

Tutto buono!” soffiò la vecchietta con un gesto di stizza e malinconia. “Una volta preparavo pranzetti splendidi per il mio Charlie...”

Il cane? Il figlio? Il marito?

L'unico uomo che abbia mai amato... che il Signore mi perdoni... ero così innamorata di lui.. era di stanza, durante i bombardamenti... la divisa da infermiera mi stava un gran bene... se l'è portato via un rosso...”

L'ex vampiro seguì il piccolo segno della croce che la vecchia fece con le dita e annuì, mostrando comprensione. “Mi spiace.”

Oh, è passato così tanto tempo” si schermì per l'ennesima volta. “Prendi un altro biscotto. Portali via. Offrili ad una bella ragazza. Sono troppo duri per i miei denti, ma sono fatti col cuore... e le cose fatte col cuore non vengono mai rifiutate.”

***

La vecchia signora Smith era rimasta indietro con i tempi. Offrire biscotti ad una ragazza!, pensò ridendo e guardando il sacchetto che aveva preparato per lui. Rebekah l'avrebbe accusato di metterla all'ingrasso, se le portava anche quelli. Klaus si avvicinò al primo cestino lungo la strada e stese il braccio, esitante. Però...

Le cose fatte col cuore non vengono mai rifiutate.

Li avrebbe mangiati a colazione, pensò, ritirando la mano. Uh?

'ccidenti! Ahia!”

Maledizione! Si era scatenata un'altra volta! Bonnie trattenne l'impulso di grattare la fronte che le prudeva con le mani sporche di grasso della bicicletta. Sospirò e mugolò, frustrata per la propria inettitudine.

Devi condurla e girare piano il pedale o non si aggancerà mai.”

Oh, perfetto! Anche il saputello che le avrebbe detto cosa fare, invece di aiutarla! Bonnie alzò la testa, parando il sole con la mano e stando attenta e non macchiarsi. Raggelò e desiderò essere mille miglia lontano dal marciapiede della First Avenue di Mystic Falls.

Quel ferrovecchio non avrebbe mai passato la revisione, se fosse stata obbligatoria per le biciclette. Klaus posò il sacchetto per terra e forzò il pedale. Tirò su le maniche e Bonnie lo osservò mentre si industriava a litigare con la ruota dentata al posto suo.

Vuoi un consiglio da un estraneo? Comprane un altra, questa è arrivata...”

Non siamo proprio estranei.”

Klaus si bloccò con le dita sul cambio. Alzò gli occhi sulla ragazza e poi li riportò sulla ruota. Ripararla bicicletta era questione d'orgoglio, ormai. “Come va?”

Il solito.”

Bonnie si umettò le labbra e girò lo sguardo sul sacchetto, chiuso con un fiocchetto graziosissimo. “Un regalo?”

Sono biscotti fatti in casa. Sono buoni, assaggiane uno.”

Biscotti! Bonnie sentì la salivazione aumentare. Era digiuna dalla sera prima, aveva dimenticato il pranzo a casa e la mensa non offriva granché. Sciolse il nastrino dopo aver pulito accuratamente le mani. Ne sgranocchiò uno, mugolando di piacere. “Sono buonissimi!”

Perché sono fatti col cuore. Tutte le cose fatte col cuore riescono... ma porc! Riparata!” esclamò drizzando le spalle. “Provala.”

Sto mangiando i biscotti” dichiarò con la bocca piena. “Li hai fatti tu?”

Klaus le gettò un'occhiata di compatimento. “Passata, la tristezza?”

Torna a tradimento” dichiarò chiudendo il sacchetto ed indicandolo con un cenno del mento. “Qualcuno ti vuole bene...”

Na, le ricordo il suo primo amore.”

Bonnie batté le palpebre. Di chi stava parlando?

***

Le persone si interessano di te quel che basta per sanare la propria curiosità, ma non vogliono penetrare troppo a fondo nell'animo umano. Si annidano parecchi demoni, laggiù... nessuno ascolta, tutti parlano... parlano anche quando non hanno niente da dire... è orribile...”

Bonnie annuì debolmente, le labbra strette attorno alla cannuccia di un milk shake, il viso fra le mani e i gomiti sul tavolino di un caffè appena aperto, trovato per strada. Klaus tamburellò piano le dita sulla superficie liscia e fissò la vetrata arrossata dal tramonto. “Non hai qualcuno che ti aspetta, a casa?”

Mia madre se n'è andata quando ero piccola e mio padre... beh, non sono mai andata molto d'accordo con lui” sussurrò grattando piano la cute fra i capelli. “Preferisco stare sola.”

Nessuno vuole stare solo” mormorò girando lo sguardo sulla strega. “Credi di essere felice...”

Non lo credo e non lo sono” lo interruppe fissando le mani strette. Bonnie incrociò le dita e vi posò contro la bocca. “E tu sei felice?”

Stordito. Frustrato, nostalgico” elencò immergendo il viso nel tramonto. “Aggiungine qualcuno tu, sono stanco di piangermi addosso.”

Allora smettila.”

Ci sto provando...”

Cosa te lo impedisce?”

Klaus aprì gli occhi e la guardò con un sorrisetto velato. “Me stesso.”

***

Grazie per averla riparata.”

Klaus si inchinò con uno svolazzo ironico, fece per prenderle la mano ma ci ripensò e la contorsione si concluse con una buffa – e dolorosa - torsione del busto.

Bonnie saltò in sella alla bicicletta, diede due pedalate e la catena partì di nuovo. Klaus alzò gli occhi al cielo. Era la riprova che le cose sapeva solo romperle!

***

Il sole era ormai tramontato e le strade erano deserte. Per fortuna! Aveva scongiurato un eventuale incontro con Caroline che le avrebbe procurato non pochi grattacapi, pensò guardandosi di nuovo intorno. “Non devi accompagnarmi a casa...”

E' piena di tipacci, questa città. Te ne cammina uno affianco e non te ne sei neppure accorta” ironizzò e Bonnie sorrise, mascherando la contrazione della guancia. “So difendermi.”

Klaus si fermò e la ragazza andò avanti di tre passi, prima di fermarsi a sua volta.

Di fronte un grande pericolo, gli uomini reagiscono in maniera ambigua” cominciò, esitante.

Stava parlando del bacio. Bonnie guardò il fondo della strada, poi si voltò. “Volevo solo immobilizzarti, non ucciderti.”

Klaus annuì. Teneva le mani infilate in tasca e tutto il suo essere era dominato dal battito del cuore. Alzò il palmo destro in cenno di saluto e girò su se stesso. Cosa c'era che lo infastidiva? La sua indifferenza. L'aveva liquidato come un fatto di poco conto...

Devo fare un incantesimo, vuoi aiutarmi?”

Un incantesimo?

L'ex vampiro tornò sui suoi passi e la squadrò, dubbioso.

Bonnie abbassò lo sguardo sul cestello della bicicletta e dondolò sulle gambe. “Voglio vedere Jeremy e ho bisogno di un vincolo su questa terra. Non è pericoloso per te...”

Per te sì?”

Bonnie mosse appena la testa. “Mh...”

Sì? Poteva perdersi e voleva farlo lo stesso?

Voglio dirgli addio.” Bonnie fagocitò le labbra e tornò a spingere la bicicletta fino alla rimessa dell'abitazione. Klaus la seguì a corta distanza. “Ti aiuto” mormorò quando Bonnie infilò le chiavi nella porta di casa. “Rasserenati, la disperazione toglie le forze.”

***

Bello. Belle le candele, bello il cerchio magico... Klaus inspirò l'aria profumata di incenso e si scoprì molto rilassato. La guardò mentre studiava il libro di magie, osservò i movimenti delle dita, le labbra che ripetevano a bassa voce le parole magiche e un sorrisetto scemo gli spianò i lineamenti. Scivolò al suo fianco mantenendo le gambe incrociate e spiò le scritte. Mise le mani sulle sue spalle e la tirò indietro, scostando la ciocca di capelli che ricadeva da un lato. Bonnie lo fissò, perplessa e incredula.

Mi fai ombra” si giustificò, alzando il libro. “Latino! Niente di più semplice da...”

Bonnie gli tolse il libro di mano ed espirò, alterata. “Torna al suo posto.”

Mi annoio.”

Ho quasi finito” dichiarò aggrottando la fronte. Non riusciva a concentrarsi se le alitava sul collo!

Klaus raggiunse la paste opposta del cerchio e sbuffò. “Ora cosa devo fare?”

Stare zitto!”

***

Non era un esperto di magie, ma era evidente che non stava andando bene, quell'incantesimo. Si era abituato all'odore di incenso e non era più stordito come prima. Solo stanco. Parecchio stanco, pensò stentando a tenere gli occhi aperti. Bonnie gli aveva detto che l'avrebbe usato come ancora su questo mondo, non aveva parlato di svuotarlo della forza vitale. La strega gemette all'improvviso e quando tremò, spalancò gli occhi, lucidi di lacrime. Klaus non ebbe dubbi che l'avesse trovato. Bonnie ansimò e lo guardò fisso per qualche secondo, prima di avventarsi sul libro e sfogliare avidamente le pagine. “Tu sei bravo ad entrare ed uscire dagli ospedali...” mormorò con voce roca. “Ho bisogno di sangue, tanto sangue...”

Per...?”

Bonnie infilò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e non rispose, scorrendo le scritte del libro magico. Klaus strisciò verso di lei - aveva le gambe addormentate e gli formicolava tutto il corpo – la sfiorò e si accorse della pelle gelata e sudata al tempo stesso. Tirò via il libro e lo gettò da un lato. Bonnie lo fissò come se avesse commesso un atto orribile. Si avventò sul tomo e l'ex vampiro la bloccò. “Vuoi riportarlo in vita, vero? Ogni strega che ho incontrato ha sconsigliato l'impresa.”

Io non sono una strega qualsiasi!” esclamò, arrabbiata. “E tu non puoi fermarmi!”

Posso eccome” sibilò afferrandole la gola e la nuca in una presa che la destabilizzò. “Una sola sillaba magica e ti rompo il collo, gattina.”

Bonnie lo fissò, ansimando di rabbia. “Non puoi farmi questo!”

Le sue identiche parole, pronunciate in un momento di rabbia e dolore nel salotto dei Gilbert. “Non hai idea di quel che posso fare, adesso...” sibilò alzandole il mento tanto che Bonnie sentì un dolore correre per la muscolatura. “Nessuno torna dall'altra parte, è chiaro?” soffiò, minaccioso. “Da retta alle tue sorelline e trovati un altro ragazzo.” Klaus la lasciò andare di scatto e Bonnie ricadde contro il divano. “Ciò che è morto, deve restare morto.”

Proprio lui pronunciava parole simili?! Bonnie trasecolò, divertita. “Se ti fosse data la possibilità di tornare com'eri...”

Potevo, dovevo, volevo!” esclamò con un sogghigno. “Che ti ha detto, il tuo ragazzo, per farti incazzare tanto?”

Bonnie arrossì. “Non vuole più vedermi, è arrabbiato con me...”

Lo resusciti per litigarci meglio? Voi donne siete geniali.”

Cosa ne sai tu dei sentimenti?! Hai smesso di fare il vampiro una settimana fa!”

Klaus socchiuse le palpebre e il viso si compose in uno di quei sorrisetti irritanti e accondiscendi che Bonnie detestava tanto.

Potrei farti la lista delle persone che ho perso, ma non voglio tediarti con un racconto fatto di solitudine, disperazione, noia e morte” sussurrò, pacato. “Dormici su.”

Tu mi aiuti a fare questa cosa ed io ti faccio tornare vampiro...” sussurrò, decisa. “E' una transazione conveniente per entrambe le parti.”

Klaus la studiò, valutando l'offerta sul tavolo. “Parli una lingua intrigante, gattina.”

Fai venire i brividi” soffiò, prendendo il libro e sfiorando la copertina intarsiata, alzando lo sguardo sul ragazzo inginocchiato su di lei.

Mi piacciono le streghe mercenarie. Hanno sempre un prezzo che non puoi permetterti” mormorò sfilandole il libro dalle mani. “Un bacio per suggellare il patto?”

Le reazioni di Klaus erano imprevedibili e del tutto terrificanti. “Una stretta di mano non è sufficiente?” domandò, perdendo terreno.

Sfidi la morte e temi il bacio di un povero essere umano?” sussurrò sfiorandole la mandibola e la cornice del labbro inferiore. Bonnie sentì le palpebre farsi pesanti e le labbra aprirsi sotto la carezza. Il cuore sembrava voler annunciare al mondo la sua viva esistenza e il languore che ristagnava nel ventre la stava uccidendo. Girò la testa, mordendo l'interno della guancia.

D'accordo, una stretta di mano” mormorò accondiscendente. “Strega...”

Bonnie lo guardò di sfuggita, immobile e col respiro trattenuto.

Tu sì che sai far sentire un uomo desiderato” ridacchiò, alzandosi in piedi con un gemito di dolore. “Di curaferite da dado dieci, ne hai ancora?”


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Capitolo 8
*** ... e nessuno ne restò ***


Normalmente Elena non gradiva ricevere visite 'antiche', ma se ti piombava in casa un ex vampiro sul calar della sera con un racconto da brivido, eri costretta ad ascoltare e ordinare una pizza extra per cena. Perché gli ospiti inattesi, in fondo, erano ospiti.

***

Non mangi?”

Ho lo stomaco chiuso...”

Klaus addentò l'ultima fetta di pizza e lasciò ricadere la crosta nel piatto. “Ti verrà.”

La mia migliore amica sta cercando di resuscitare mio fratello... l'ultima cosa a cui penso è mangiare!” esclamò agitata, schizzando verso la porta quando Damon arrivò con i rinforzi, ovvero una seconda pizza calda di forno.

Non credere alle bugie dell'uomo con il naso rotto” l'avvisò passandole un braccio dietro le spalle e baciandola sulla fronte.

Klaus ingoiò un sorso di birra e li guardò. “Stucchevoli.”

Sei tu, l'intruso. Mi dicono che la strega ha svappato.”

Sta cercando di resuscitare Jeremy...” biascicò Elena agitata. “Hanno stretto un patto...”

Ma non la mano. Non vale senza stretta di mano” chiarì l'ex vampiro con un sorrisetto. “Se scende a compromessi con me, è disperata.”

Damon lo guardò appena, mentre tagliava a fette la pizza. “E cosa ti ha promesso?”

Klaus sorrise, il ragazzo lo guardò apertamente e mollò la rondella nel cartone. “Ti promette l'immortalità e corri a dircelo?! Il lupetto ti ha pestato un po' troppo, deve aver toccato il cervello!”

Prima cosa, non sono corso...” iniziò, allegro. “Ho dormito fino a mezzogiorno e tagliato l'erba del prato.”

Ma che bravo” soffiò Damon scaraventando un piatto in mano ad Elena che addentò timidamente la punta della fetta.

Credevo foste stanchi di funerali e veglie” mormorò guardandosi intorno ed individuando la fotografia di Elena e Jeremy insieme. “Trovatele un ragazzo.”

Elena scambiò uno sguardo con Damon, quando vide come osservava la cornice.

La smetterebbe di stronzeggiare con formule magiche e pozioni, se avesse un minimo di distrazione...” borbottò con la bocca affondata nel palmo della mano. “E' un patto idiota, una strega morta non serve a niente e non mi rifornisce di curaferite miracolose.”

Bonnie fa questo per te?” azzardò Elena, cauta. “Non ci ha detto niente...”

E' la strega più cara del mercato ma vale ogni singolo centesimo che ho sborsato” ammise. “Sapeva l'avreste giudicata...” Klaus fissò Elena dritta in viso e la indicò con l'indice “... con quello sguardo lì, cuoricino.”

La ragazza batté le ciglia e fissò Damon, perplessa. “Scusa... ma Bonnie ti detesta...”

Ha pena di me, è differente. Trovatele un giocatore di football arrapato, le passeranno tutte le paturnie!” esclamò abbandonando lo sgabello. “Grazie per la cena.”

Un attimo!” Elena lo aggirò ponendosi fra lui e la porta. “Bonnie non esce con i ragazzi della squadra di football.”

Visto il quoziente intellettivo, non me ne stupisco. La conversazione non deve essere delle migliori.”

La ragazza lo fissò con un sorrisetto appena accennato e l'ex vampiro scosse drammaticamente la testa. “Ragazza, quel che chiedi è follia...” ridacchiò immaginando le reazioni sconsiderate di Caroline e l'orrore sul viso di Bonnie ad un falso corteggiamento. “No.”

A scuola posso tenerla d'occhio io...”

E cosa dovrei fare, sentiamo? Appostarmi dietro le sue finestre e spiarla mentre è in casa da sola?”

L'hai fatto un mucchio di volte!” esclamò Damon con la bocca piena. “Sei un guardone!”

Klaus lo linciò con un'occhiata e non lo degnò di risposta.

Bonnie è interessata alla storia antica e sappiamo che nessuno ti batte, nel campo...” tentò di nuovo Elena. “Parla con lei, per favore...”

Parlando si scoprivano un sacco di cose. “Ora ragioniamo, donna” mormorò allungando la mano che Elena strinse repentinamente. “Ma scordati che la porti al ballo.”

E' fra un sacco di mesi!”

Hai capito quel che intendo.”

Il giorno dopo

Uno screzio con l'innamorata?”

Quella donna voleva accasarlo a tutti i costi. “Non ho la ragazza.”

Arriverà.”

E dieci! Klaus mise in infusione la bustina da tè nella ceramica da quattro soldi della vecchia signora Smith e attese, osservando la donna lavorare a maglia una coperta. “Mia nonna ricamava” mormorò, certo che la vecchietta, sorda come una campana, non l'avesse udito. “Mi nascondevo nel suo letto quando pioveva e avevo paura dei tuoni...”

La donna contò le maglie e andò avanti con una velocità consistente per le dita rattrappite dall'artrosi.

Mi voleva bene... poi è morta e non c'è stato più nessuno che mi dicesse 'ti voglio bene'” concluse preparando le due tazze. “Il suo tè, signora Smith!”

La vecchietta uscì dal trance in cui era caduta e si sbarazzò del lavoro a maglia, posandolo nella cesta piena di gomitoli. “Sei un bravo ragazzo, un bravo ragazzo” ripeté e Klaus si chiese se lo dicesse per abitudine o per convincerlo che, in fondo in fondo, lo fosse davvero.

***

Strappalacrime.”

Caroline, bravissima nel rovinare il suo momento di relax pre-serale. Klaus si fermò, prendendo un respiro. “Mi segui?”

Lo vedeva uscire da casa di Bonnie in piena notte, vedeva la macchina ferma nel vialetto dei Gilbert e lo scopriva a prendere il tè al circolo degli anziani. Chi non l'avrebbe pedinato?

Tyler non ti soddisfa e hai bisogno di importunare sconosciuti per strada?”

Non sei gentile con me.”

Non voglio esserlo.”

La biondina gli mostrò la punta della lingua e imboccò la sua direzione. “Dove vai?”

A spiare una certa strega, pensò fermandosi di nuovo. Non aveva la scusa per presentarsi a casa di Bonnie di punto in bianco e non gli veniva in mente nulla. Guardò Caroline e inclinò la testa, malizioso. “Vuoi passare un po' di tempo insieme, dolcezza?”

La vampira aggrottò la fronte, priva di ilarità. “Non mi piace vederti girare attorno alle mie amiche.”

Non si trattava di gelosia, pensò smettendo di sorridere. “Afferrato.”

Tu stai cercando un modo per tornare indietro” mormorò avvicinandosi e conficcando lo sguardo nel suo. “Non mentirmi.”

Sono pieno di verbena” sussurrò con un gran sorriso e Caroline si staccò da lui, irritata. “Non puoi soggiogarmi.”

Posso pestarti fino a farti sputare la verità” dichiarò, soave.

Ma così sarò costretto a correre da Bonnie per una delle sue pozioni miracolose...” sussurrò accarezzandole la guancia con il dorso delle dita. “Queste uscite di denaro stanno finanziando il suo college.”

Caroline batté le palpebre e gli scacciò la mano, sorpresa. “Lei...”

Affari, mia cara. Semplici affari.”

Caroline ci credette perché voleva crederci.

Sei più tranquilla, ora?”

Mh, no” mormorò con una smorfietta dubbiosa “Ti tengo d'occhio.”

Klaus sorrise, l'afferrò per il braccio e la tirò verso di se. “Mi avanzano cinque minuti.”

Mi sono annoiata abbastanza a scuola” rispose, liberandosi della stretta. “Ci vediamo in giro.”

So essere molto fantasioso, se mi si lascia campo libero.”

Caroline sogghignò e tornò a voltarsi con una piroetta. “Non è per il sesso, tesoro...”

... è la sensazione di potere che ne ricavi, a darti l'orgasmo.”

Non diciamolo a nessuno” sussurrò con aria cospiratrice. Caroline gli strizzò l'occhio e schizzò via.

Klaus grattò la nuca e lasciò ricadere il braccio. Il suo fascino aveva subito un drammatico tracollo verticale.

Ora che ci penso...”

Klaus smorzò un sorriso e si voltò verso la bionda vampira. “Avanzano cinque minuti anche a te?”

***

Due foglie... no... una foglia... uff!

Bonnie scosse la testa per schiarirsela e l'emicrania lancinante la fece mugolare. Quando bussarono alla porta, fu lieta di avere la scusa per mollare l'incantesimo che non le stava riuscendo. Il problema era il sangue mancante ma non poteva dissanguare l'eventuale venditore di scope elettriche... o sì?, si domandò con un sorrisetto interno. “Ciao. Avevamo un appuntamento e l'ho dimenticato?”

Elena strinse le labbra e quando Bonnie vide Damon dietro di lei, pensò al peggio. “Sei incinta?!”

Sei scema?!” esclamò oltrepassando la soglia. “Che stai facendo?!”

Merda, le candele in terra!

B...”

Bonnie le gettò uno sguardo dimesso “dobbiamo parlare, lo so...”

*/*

Non stiamo uscendo...”

Scopate e basta?”

Damon, non sei d'aiuto!”

Il ragazzo sorrise allegramente ad Elena. “Non volevo dare una mano, infatti!”

Stavo facendo un incantesimo e mi serviva un vincolo.”

Traduzione?”

Ho usato l'energia di Klaus per mantenere il contatto fra questo mondo e l'altro” bisbigliò guardando Elena. “Ho visto Jeremy... Klaus te l'avrà detto.”

La brunetta annuì, triste. “Come sta?”

Bonnie alzò debolmente le spalle, mordendosi le labbra. “E' nel limbo insieme a tutti gli altri...” bisbigliò sentendo gli occhi inumidirsi. “Mi spiace, non sono riuscita a fare di meglio...”

Elena scosse la testa, adombrata. “Non cercarlo più. Se il legame si fosse rotto...”

E' per questo che ho usato Klaus. Ha troppo bisogno di me per lasciarmi andare... sono la rifornitrice ufficiale di pozioni magiche della famiglia Mikealson.”

Spero tu ti faccia pagare per questo” borbottò Damon alzando gli occhi dai vasetti colorati della cucina.

Profumatamente. Premendo un po', posso estendere l'incantesimo a due persone...” azzardò guardando Elena che restò imbambolata a fissarla. “Vuoi vederlo?”

La ragazza fece un cenno positivo senza pensarci e Damon la guardò. “No, Elena.”

E' mio fratello. Voglio vedere mio fratello!” esclamò con voce rotta. “Non puoi impedirmelo.”

E se lei muore durante l'incantesimo? Se il vincolo si spezza? Resteresti per sempre un po' di qua e un po' di là.”

Elena lo fissò, combattuta.

I morti devono restare morti” insistette.

Voi non potete dirci cosa fare!” esclamò Bonnie indignata e in difesa dell'amica. “Come vi permettete di decidere per noi?”

Damon girò lo sguardo sulla strega e strinse gli occhi, irritato. “Klaus ha ragione. Hai bisogno di farti una bella scopata, tesoro.”

Mystic Grill, sera

Caroline sospirò e strinse la radice del naso. Aveva esagerato. Aveva perso il controllo e l'aveva quasi dissanguato. Il sangue non era edulcorato dalla verbena e scendeva in gola troppo facilmente. L'aveva guarito, facendogli bere il proprio, e gli aveva imposto di dimenticare e tornare a casa. Nervosa, guardò l'orologio. Avrebbe dovuto assicurarsi di legarlo ed imbavagliarlo, invece...

Tutto bene?”

Sì, perché?”

Tyler le posò davanti una birra appena aperta. “Continui a guardarti intorno.”

Le ragazze sono in ritardo” mentì. “Vado in bagno.”

Ma c'era appena stata, in bagno. Tyler le afferrò il polso e Caroline lo tirò via, ferendolo con un'occhiata mortale che lo spaventò.

***

"Solo, il povero negretto in un bosco se ne andò...” Klaus girò la corda su se stessa a mo di nodo scorsoio, la lanciò oltre il ramo dell'albero e vi passò la testa attorno. “Ad un pino s'impiccò..." sussurrò sogghignando come un matto. “E nessuno ne restò!"


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Capitolo 9
*** Il patto valido ***


Ehi, avaracce di commenti! Neppure una recensione per sapere se la storia sta piacendo o meno? ^^
Buona lettura!


Gentilmente offerte dal Mystic Grill!”

Caroline brandiva quattro birre appena aperte con aria birichina. Elena si vergognò al posto suo. “Le hai sottratte dal magazzino?”

Ma lascio una buona mancia, giuro!” esclamò accostando la sedia al tavolo. “Ciao, B.”

La strega rispose in tono dimesso al saluto festoso. La jena aveva banchettato, pensò distogliendo lo sguardo.

Che succede?”

Ho fatto un sogno” rispose sbrigativa. “Nulla di che.”

E cosa succedeva nel tuo sogno?”

La ragazza scosse la testa e appoggiò le labbra all'imbocco della bottiglia. “Morivo.”

Ho sognato la stessa cosa, strega!”

Bonnie lo vide stampato a fuoco sul viso cinereo di Caroline. La sua sedia fu tirata bruscamente indietro e non ebbe neppure il tempo di mettere in ordine tre parole che Klaus l'aveva già morsa. Elena la vide restare a bocca aperta, atterrita, notò il segno del nodo scorsoio sul collo, gridò meccanicamente a Caroline di scappare e appena Tyler fu in piedi, Klaus si sbarazzò di Bonnie e si avventò su di lui. Elena vide il braccio entrare e uscire alla rapidità della luce, osservò il cuore di Tyler battere un'ultima volta e quando riuscì a voltare la testa, aveva già raggiunto la bionda vampira, sconvolta per l'uccisione del ragazzo.

Caroline non disse nulla, non mosse un muscolo ma ebbe la certezza che sarebbe morta dopo atroci sofferenze.

***

E' scomodo...”

Sta zitta, sto pensando a cosa farci con te.”

Klaus tamburellò le dita sulla gamba, guardandola attentamente. Quel tavolaccio delle torture rubato alla Santa Inquisizione era tornato proprio utile.

Caroline inspirò e fece tintinnare le catene, rabbiosa.

Non fare rumore. Bekah sta dormendo.”

Caroline caricò un urlaccio e Klaus la fulminò con un'occhiata. I polmoni della ragazza si sgonfiarono con una risata isterica. “Come si dice... occhio per occhio, tesoro...”

Ce l'ho già, la ragazza” dichiarò tirando giù la gamba e rimettendosi in piedi. Le girò intorno, tenendo le mani dietro la schiena. Poi allacciò un bottone della camicetta e accomodò il colletto. Caroline si irrigidì all'istante.

Rilassati” sussurrò con un minuscolo sorriso.

Dove vai?”

A fare una passeggiata. C'è una luna magnifica stasera” spiegò con tono leggero. “Rimugina sui tuoi errori.”

***

Fa male?”

Bonnie rabbrividì quando Elena passò sul morso il cotone ricolmo di disinfettante. Una fitta scivolò lungo il braccio e la schiena. “Mi avrà attaccato la rabbia quel pazzo...”

Elena abbassò le braccia, mettendo via le ganze sterili. “Non credo volesse ucciderti. Gli serviva sangue per completare la trasformazione.”

E perché aveva morso lei e non Elena o una qualsiasi altra persona del locale o sulla strada del locale? Voleva vendicarsi, e la sola idea di dover ricominciare tutto da capo, l'atterriva. Due lacrimoni scesero lungo le guance della ragazza ed Elena le strofinò le spalle.

Tyler è morto...”

E Caroline era stata rapita. Elena l'abbracciò e si accorse solo in quel momento di quanto tremasse. “E' la reazione al morso. Ora passa.”

Mi ha colto di sorpresa... non sono riuscita... a...”

Va tutto bene, tesoro.”

Era tornato vampiro chissà in quale stupido modo, e non avrebbe mantenuto fede ai patti! Nemmeno gliel'aveva stretta, quella dannata mano, e Klaus era uno di parola! “Non c'è nessuno che possa fermalo, non c'è più una sola goccia di cura!”

L'hai già fermato, puoi farlo di nuovo.”

Quel tracollo nervoso non se lo aspettava da Bonnie. Il campanello suonò ed Elena pensò che Damon fosse finalmente arrivato.

*/*

Si imparavano un sacco di cose, spiando l'interno delle abitazioni. Klaus grattò il collo e fece un passo indietro quando Elena spalancò la porta, restando a bocca aperta.

Davvero? Senza nemmeno domandare chi è?” la sgridò serio serio. “E se fossi stato un pazzo maniaco assassino?”

Elena batté le palpebre non capendo l'umorismo della battuta. Klaus schioccò le labbra, rinunciando ad allentare la tensione. “La strega è in casa?”

Dov'è Caroline?”

In punizione.”

E la punizione consisterebbe nel...” Elena abbassò un po' il mento, guardandolo negli occhi “... renderle la pariglia?”

Tzè, le piacerebbe!” ridacchiò frugandosi nelle tasche e lanciandole un mazzo di chiavi. “Portala via. La sola vista mi infastidisce.”

Elena afferrò le chiavi e lo guardò, incredula.

E non fare rumore, Bekah sta dormendo.”

Elena annuì e corse verso la macchina. Mise in moto e un istante dopo Klaus non la vide più. Restò sulla soglia, impossibilitato ad avanzare. “Vieni fuori, parliamo un po'.”

Di cosa vuoi parlare?!” esclamò la strega arrabbiata, saltando via dalla poltroncina in cui era raggomitolata. “Hai ucciso Tyler e rapito la mia amica!”

Il tonfo del suo sangue nelle vene gli accarezzò le orecchie. Gli faceva saltare tutte le valvole, quella streghetta. “Licenza poetica. Mi fai entrare o no, strega mercenaria?”

Non sarebbe potuta rimanere tappata in casa per sempre. Era dolorante per il morso, ma non così debole da non riuscire ad affrontarlo. “Strega, hai detto bene.”

Eccola che ricominciava a cantilenare! Klaus allungò la mano che sbatté contro il muro invisibile. “Non ho cattive intenzioni e non ho detto che non ti aiuterò nel tuo incantesimo!”

Il patto non è valido, se non ti stringo la mano.”

Fallo, per l'amor di dio!” esclamò, esausto e spaventato da un'eventuale incantesimo a suo danno.

Vieni dentro” bisbigliò e Klaus si sentì tirare in avanti da una mano invisibile, finì ginocchioni sul pavimento e non riuscì a muovere un solo muscolo. Bonnie chiuse la porta e ci si appoggiò contro. “Posso ucciderti solo muovendo un dito, ricordalo.”

Lo ricordo, lo ricordo...”

Come hai fatto...”

Caroline mi ha aggredito, ho colto un'occasione che non si sarebbe ripresentata. La riserva idrica è contaminata di verbena e le sacche di sangue dell'ospedale sono edulcorate a loro volta. Tu sei l'unica l'unica fonte pura della città. Scusa gattina, avrei preferito fare diversamente...” rantolò e Bonnie lo lasciò andare dopo un altro lunghissimo momento di dolore.

Dovrai chiedermi qualcos'altro per bilanciare il patto” mormorò allungando la mano. E Caroline doveva imparare a tenere a bada i suoi impulsi sessuali, pensò arrabbiata con l'amica.

Tutto quello che voglio ce l'ho già o posso prenderlo con le mie forze.”

Lo faresti senza chiedere nulla in cambio?”

La vecchina che mi regala i biscotti...”

Bonnie trasecolò. Klaus che compiva un gesto disinteressato?!

Posso noleggiarti come fidanzata per due ore?”

***

Rimuginare sui suoi errori. Tzè! Caroline si morse l'interno della guancia e sorrise, sinistramente.

Ce l'ho già, la ragazza.

Si era tradito, il grand'uomo.

La vampira girò la testa verso la porta principale e quando vide apparire Elena, sogghignò. “Non fare rumore, Rebekah sta dormendo...” ridacchiò muovendo le braccia incatenate. “Slegami.”

Per favore” sussurrò provando tutte le chiavi del mazzo.

Quella più rugginosa e antica” suggerì indicandola con gli occhi. “L'hai lasciato solo con lei?”

Elena aprì la serratura e i bracciali scattarono. Caroline mosse i polsi in circolo.

Bonnie lo sta tenendo a bada...”

Povera illusa!, pensò rigirandole un'occhiata di compatimento. “Ma non hai capito che hanno organizzato tutto insieme?!”

Non hanno una relazione. Bonnie a malapena lo sopporta.”

Quanto sei ingenua!” Caroline batté le mani sulle cosce, Elena le fece cenno di abbassare la voce e la bionda vampira scrollò la testa, frustrata.

Che succede...” Rebekah comparve stropicciandosi gli occhi, spettinata e con un pigiama di una taglia più grande. “Che fate qui... e perché quell'affare è di nuovo fra i piedi?”

Caroline saltò giù dal tavolo delle torture e la indicò con la testa ad Elena. “Spiegaglielo tu cosa sta succedendo.”

*/*

Non hanno una relazione.”

Ah, beh! Se lo diceva Elijah cambiava tutto! Caroline lo guardò dall'alto in basso. “Sei sexy con gli occhiali.”

Trovo anche io.”

Caroline sorrise maliziosa e gli strizzò l'occhio. Rebekah scosse la testa e i due codini in cui aveva legato i capelli si mossero buffamente. “Nik non è in grado di nascondere l'interesse per una donna troppo a lungo.”

Non è ancora tornato” gli fece notare Caroline, ironica.

Sono le tre. E' l'orario di punta, per i vampiri!” esclamò Rebekah a difesa del fratello. “Hai perso il tuo giocattolino e ti risenti? Potevi essere più carina con lui!”

Ma si può dire una stronzata del genere...” sibilò la vampira ed Elena mosse appena il capo. “Beh, ormai è andata. Tu hai avuto quello che volevi, Klaus ha avuto quello che voleva...”

Ha ucciso Tyler!”

Sono stanca di piangere i miei amici, Caroline!” urlò Elena, all'improvviso. “Sono stanca di te e dei tuoi atteggiamenti da primadonna! Dovevi evitare di stuzzicarlo!”

Caroline arrossì di rabbia e fagocitò le labbra, prima di abbandonare la stanza a grandi passi. “Non siete invitati al funerale!”

Il giorno dopo

Aveva il suo vestitino da brava ragazza, aveva ripassato le regole del galateo a tavola ma era finita sul set di 'Ai confini della Realtà'.

Un po' di tè, cara?”

Grazie, signora Smith” mormorò con un cenno della testa e un sorriso indeciso che non voleva saperne di nascere o morire.

E' una brava ragazza” disse per l'ennesima volta. Klaus sollevò gli occhi al cielo e annuì ampiamente, trattenendo una risata.

Te l'avevo detto che sarebbe arrivata...”

Una fortuna inaspettata” dichiarò e Bonnie non perse il suo tono ironico. Inclinò la tazza, indecisa se gettargli sull'inguine il tè bollente, poi sorrise e soffiò sul liquido ambrato.

Come vi siete conosciuti?”

Perché dare un dispiacere alla povera vecchina raccontandole la verità? “Mi ha aiutato a riparare la bicicletta...”

... e le ho offerto i suoi biscotti” concluse il diretto interessato con un sospiro compiaciuto.

Bravo, bravo ragazzo” ripeté e Bonnie si strozzò col te. Klaus la fulminò con un'occhiataccia.

Erano molti buoni, signora Smith. Potrei avere la ricetta?” domandò la ragazza posando la tazza semivuota.

Le cose migliori” dichiarò la vecchietta prendendole la mano “sono fatte col cuore. Non hai bisogno di una ricetta speciale, ne trovi a bizzeffe su un libro di cucina... tu sai cucinare, cara?”

Me la cavo” sussurrò lanciando un'occhiata sbilenca al vampiro.

Bonnie è bravissima a preparare pozioni d'amore. E' così che mi ha conquistato” disse all'improvviso, prendendole la mano e portandola alle labbra. “Mi ha stregato.”

Bonnie irrigidì le dita, in difficoltà. “La mandragola non cresce in questa zona.”

Comincio a sospettare che le tue spezie aromatiche ne contengano un po'” mormorò guardandola attentamente. Bonnie lo fissò a sua volta e il cuore ebbe un altro sobbalzo.

Ho fatto una coperta.”

La vocetta della vecchia signora Smith si infilò nello spazio fra i due ragazzi. Bonnie ritirò la mano appena Klaus allentò la presa, e la nascose sotto il gomito opposto. Il vampiro la guardò e poi si rivolse alla donna con un sorriso smagliante. “Posso vederla?”

***

L'ha fatta per me, perché non dovevo accettarla?”

Bonnie fece una smorfia e girò la testa verso le vetrine. “Ma quante bugie le hai raccontato? Povera donna, ingannata anche sul letto di morte...”

Lascerò una recensione negativa sul sito delle fidanzate a noleggio.”

Le hai fatto credere di essere quello che non sei. Un bravo ragazzo! Ne avrai uccise più tu, di persone, di un'epidemia di colera in Cina!”

L'ho visto anche io, quel film.”

Bonnie puntò le mani sui fianchi e alzò le sopracciglia. “Tocca a te. Dove sono le mie sacche di sangue?”

Calma, gattina. Non posso svuotare il frigorifero di Mystic Falls senza creare sospetti, devo allargare il raggio d'azione.”

Allargalo” sussurrò con una lunga occhiata indiscreta. “Hai una settimana.”

Non darmi scadenze” ringhiò passando la coperta arrotolata da un braccio all'altro. “Sei stata brava, non mi aspettavo una simile recitazione. Ci ho quasi creduto, quando hai detto di essere 'presa da me'.

Oh, ma io sono presa da te” sibilò col cuore che batteva forte. “Non mi lasci altra scelta!”

Sai perché mi è piaciuto, quel film?”

Bonnie sospirò, annoiata. “Per le scene macabre nel sanatorio?”

Klaus sogghignò e le girò intorno. “Alla fine, lei si innamora.”

Bonnie rabbrividì quando sfiorò il cerotto sul collo col respiro. “Alla fine, lui muore.”

Il vampiro si fermò di fronte a lei e le sfiorò il mento. “Però, prima l'ha avuta.”

La strega sollevò le sopracciglia, divertita dalla sua arroganza. Il bacio la colse di sorpresa, tirò indietro la testa ma Klaus la riportò deciso verso di se. Accarezzava, mordicchiava lascivamente e appena Bonnie si accorse di ricambiare, la lasciò.

Ora il patto è valido” mormorò con voce roca. “Quante sacche devo trovare?”


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Capitolo 10
*** La possessione ***


Una settimana dopo

Ogni generazione nasceva una strega in grado di rompergli le palle fino alla morte! Klaus passò la mano nei capelli e saltò in piedi, attirando lo sguardo incuriosito di Rebekah. “Ma dove vuoi che siano? Nel mio congelatore!” esclamò nel telefono. “Hai idea della portata della tua richiesta, gattina?!”

Gattina. Rebekah chiuse il libro di geometria e aprì quello di storia.

Eppure sono famoso per i miei repentini cambi d'umore, strega...”

Strega. Rebekah picchiettò la matita sul libro e lo guardò di sottecchi.

Puoi farlo qui, il tuo rituale! Il congelatore non posso spostarlo... finiscila tu!” soffiò bloccando il tramestio della matita della sorella che lo guardò con una smorfia tragicomica. “Candele ne abbiamo?” sussurrò coprendo il microfono con la mano.

Non da rituale magico” lo prese in giro mordendosi le labbra.

Klaus attaccò, alzando gli occhi al cielo. “Tu vai al cinema, domani stasera.”

Non posso restare a guardare?”

No. Neppure io resterò a guardare. Mi fa impressione vedere la gente tornare in vita. Non è naturale” disse e Rebekah fece finta di non averlo mai udito.

Avete disseppellito il corpo di Jeremy?”

E' nella lista di cose da fare” borbottò collegandosi ad Internet dal tablet.

Rebekah dondolò sulla sedia e tirò indietro il collo. “Se Elena lo verrà a sapere, le si spezzerà il cuore.”

Da quando sei così sentimentale?”

Se ti dessero l'illusione di far rivivere Kol e Finn...”

E chi li rivuole indietro... due rompicoglioni...” soffiò distratto, grattando la tempia.

Nik, perché la stai aiutando?”

Abbiamo fatto un patto.”

Rebekah guardò prima la testa riccioluta del fratello, poi il soffitto ed infine la minuscola candela aromatica che ondeggiava placida sul suo tavolo. “Bonnie ti piace.”

E' una mercenaria, si vende al migliore offerente” mormorò, completando l'ordine rapido.

Esattamente il tuo tipo di donna. Traditrice, infida...” elencò divertita. “Dolce, allegra, simpatica...”

... ossessionata dall'ex fidanzato” concluse stirando la schiena. “La solitudine fa fare cose stupide.”

Nik?”

Che c'è, ora?”

Invitala ad uscire.”

***

Din don!

Oh... che mal di testa...

Bonnie riemerse dal sonno profondo che l'aveva invischiata, lottò per tornare a terra e quando aprì gli occhi, vide il libro degli incantesimi aperto accanto alla ciotola d'incenso e le candele spente sul pavimento. Pigiò le mani sulla fronte e voltò sulla schiena, nascondendo i piedi infreddoliti sotto la coperta della signora Smith.

Din don din don din don!

Bonnie gemette e caracollò fino alla porta. Ci mise un po' a mettere a fuoco il visitatore e quando lo fece, una smorfia le arricciò il viso. “Hai smarrito la strada di casa?”

Hai una brutta cera, gattina.”

Allora non guardarmi” sussurrò stringendo le tempie fra le mani e trascinandosi di nuovo fino al divano. “Perché sei venuto?”

Klaus sgusciò in casa e vide i resti dell'ultimo incantesimo sparsi su tutto il pavimento. “L'intenzione era quella di invitarti a cena per un ultimo pasto, visto che domani sarai sicuramente morta...” iniziò alzando una piuma di struzzo da terra. “Hai spennato un uccello?”

Bonnie brontolò e si voltò su un fianco, tirando la coperta fin sulla testa.

Klaus si sbarazzò della piuma lasciandola fluttuare. Era smagrita, pensò. Aveva le guance scavate e i capelli sembravano senza vita. Aveva abusato della magia.

Ho trovato un modo per viaggiare senza bisogno di giubbotti di salvataggio...” biascicò. “L'ho quasi convinto a darmi una possibilità...”

Quante volte...”

Nove...”

Ogni volta che lo incontrava, lo spirito del piccolo Jeremy le succhiava la linfa vitale. Qualora fosse morta, si sarebbe appropriato del suo corpo. Klaus la voltò verso di se e la testa di Bonnie ciondolò, priva di conoscenza. Il vampiro la guardò, soppesando una decisione. Se ne sarebbe pentito, pensò avvolgendola nella coperta e prendendola in braccio. Oh, quanto se ne sarebbe pentito!

***

E' disidratata e credo non si nutra da giorni.”

Meredith non la finiva più di scrivere, tastare e auscultare. Klaus la guardò, torvo. “Morirà?”

Ma no...” sussurrò iniettandole un liquido in vena. “Torno a controllarla nel pomeriggio. Quando la flebo di salina finisce, sostituiscila con questa. Contiene sostanze nutritive.”

Come faccio a tenere buona una strega che tenterà di squagliarmi le parti intime, appena scoprirà cosa è successo?” sospirò, accompagnandola alla porta.

Meredith lo guardò da capo e piedi, sorridente. “Sei il suo tutore legale?”

No.”

Il suo ragazzo?”

Klaus sogghignò, divertito. “Solo l'azionista di maggioranza della sua carriera universitaria.”

Allora sei fottuto” decretò calpestando lo stupido zerbino in cocco messo lì, chissà quando, da Rebekah. “Non farla agitare.”

Appena si fosse svegliata, tutta Mystic Falls l'avrebbe sentita urlare. Klaus pensò bene di creare una rete di scudi umani da frapporre fra se e la 'furia nera'. “Elena, cara... ho bisogno dei tuoi servigi” soffiò nel cellulare.

Tre giorni dopo

Nonna...”

Shh... sono qui... dormi...”

Elena le accarezzò i capelli finché non si riaddormentò. La ragazza ritirò la mano e una consistente ciocca di fili neri rimase impigliata fra le dita... e c'era della terra... ma da dove... Elena raggelò e tornò a guardarla. Era pallida, smunta e senza forze. Ogni volta che si svegliava, rantolava un nome a caso e subito sveniva.

Come sta?”

Erano i capelli e la terra ad impedirle di rispondere. Li mostrò a Rebekah e la ragazza spalancò gli occhi come lei. “Prima almeno si svegliava... sono due giorni che non riesce a prendere conoscenza...”

Le streghe la stanno punendo per aver abusato della magia.” Klaus si fermò all'ingresso della stanza, due nuove tele sottobraccio e una manciata di colori a olio in tasca. Quell'aleggiare di morte a pochi passi dallo studio, gli riattivava il lato creativo. Posò le tele contro il muro ed entrò nella stanza, accigliato. Annusò l'aria inspirando profondamente. “Sta andando in decomposizione” annunciò, macabro.

Elena lo guardò a bocca aperta. “Ma è viva, respira!”

Non è lei, è tuo fratello” borbottò avvicinandosi al letto e tirando via la coperta. I tatuaggi di Jeremy erano comparsi sulle braccia. “La sta possedendo.”

Ma Jeremy...”

Jeremy è morto. Quello che ha incontrato era uno spettro con le sembianze di tuo fratello. Tutti sanno che gli spettri non vogliono fare gli spettri ma tornare sulla terra... deve fare davvero schifo, laggiù.”

Non possiamo iniettarle sangue di vampiro?”

E dove lo troviamo, non ce ne sono rimasti...” Rebekah tacque e guardò il fratello. “Beh, che aspetti?”

Una strega attinge forza dalla Natura, non può ricevere sangue di vampiro.”

Bonnie non è più legata alle altre streghe. Usa l'espressione o quel che cavolo è!” esclamò Elena, isterica. “Per una volta nella tua vita, puoi smettere di tirartela e aiutarla disinteressatamente?!”

Sto cercando di non farla morire, cuoricino!” ruggì. “Se non riesci a stare buona e a fornire un'idea valida, vattene!”

Elena schizzò via dalla stanza masticando uno 'stronzo' e Rebekah lo guardò, attenta. “Possiamo rallentarle il cuore...”

... e far credere allo spettro che l'ospite è morto. Spezzeremo il legame che li tiene legati e Bonnie sarà libera” mormorò a bassa voce. “Se ci sbagliamo, creeremo una strega vampiro che userà la magia nera per trasformarmi in un rospo di palude.”

Carini, i rospetti!” esclamò, legando i capelli. “Dovrai tenerla ben ferma ed essere molto veloce nel guarirla.” Rebekah salì a cavalcioni del corpo e tirò su la manica della felpa. “Tu prova a ridire che non ti piace...” sibilò unendo le dita e sollevando il gomito. “Provaci!”

Due giorni dopo

Girl, I think about you every day now...”

Klaus colpì il dipinto con una pennellata improvvisa e una lunga striscia nera macchiò l'immagine che non voleva saperne di apparire. Il vampiro la guardò con una smorfia dolorosa e pensò a come rimediare al danno provocato dalla sua furia artistica.

There is no doubt you're in my heart now...”

Anche se era caduta in una specie di coma, a conti fatti era stato un successo. Bonnie era viva, Elena era svenuta alla vista del sangue e Caroline aveva cercato di impalarlo con la stecca del biliardo, quando l'amica l'aveva avvertita della cura d'urto che avevano applicato sulla posseduta.

Said sugar take it slow and we'll come together fine...” fischiettò pulendo le mani su un straccio bagnato di trementina. Tutto stava vedere che al risveglio avesse chiesto una bistecca o una sacca di sangue. “All we need is just a little patience...” *

Che odoraccio di pesce e olio! Si era rimesso a dipingere.

Rebekah ciondolò fino alla stanza di Bonnie. Si fermò davanti la porta socchiusa ed entrò in punta di piedi. “Organizzo un casting di principi azzurri, ti va?” sussurrò sentendosi un po' stupida a parlare alla strega addormentata. “Eddai, B... non costringermi ad ordinare la bara di cristallo ai nani...” Rebekah risucchiò il labbro inferiore e la guardò ancora. “Ti prego, sta finendo le tele! Non hai idea di cosa succede quando si trova a corto di tele!” singhiozzò riducendo la voce al minimo. La spiò, sperando in un moto di compassione e ripresa ma restò delusa. Rebekah mugolò e abbandonò la stanza, affranta. “Esco...” borbottò in direzione del fratello che non diede alcun segno di aver udito. “Ho detto che esco!”

Ho sentito, non sono sordo” rispose senza voltarsi. “Sono già venute?”

Le due ragazze venivano tutti i giorni a trovarla. Elena studiava alla luce soffusa dell'abat jour e teneva la mano di Bonnie nella sua. Non la lasciava neppure per voltare le pagine. Caroline si piazzava sul lettone e parlava parlava... parlava così tanto che entrambi avevano sperato che Bonnie si svegliasse e le lanciasse un incantesimo di annodamento della lingua.

Sì...”

Quello significava relax completo per una sera? Klaus stirò pigramente la schiena e le lanciò un sorriso smagliante. “Torna molto tardi!”

***

Divano, una vasta scelta di sacche di tipo diverso e il tablet dalle batterie cariche. I piaceri della vita, pensò dondolando una gamba sull'altra. L'immortalità non gli era mai sembrata più rilassante e quel film horror faceva davvero cagare sotto ma Klaus si ostinava a guardarlo al buio e con le cuffiette nelle orecchie.

Se avesse avuto un cuore funzionante, si sarebbe fermato nell'istante in cui una manina esitante lo toccò.

Klaus inspirò e chiuse gli occhi per mantenere il controllo e non saltare alla gola del malcapitato, come l'istinto gli suggeriva di fare. Girò piano il collo e la ciocca di capelli che lo sfiorò, provocò un altro squasso di paura. Se fosse stato un gatto, l'avrebbero tirato giù dalle tende con difficoltà, pensò ingoiando un accenno di isteria.

Bonnie si guardò attorno, tenendo ben stretta la coperta attorno al corpo nudo. Svegliarsi in un luogo sconosciuto era orribile. Scoprire di essere ospite del vampiro – perché e come era finita lì? Perché era nuda? - la atterriva. Bonnie rabbrividì, completamente confusa. Era affamata, aveva la gola secca e se cercava di mettere insieme due parole magiche, queste si confondevano nella testa e svanivano dopo un attimo. La coperta lasciava fuori solo la testa e l'alluce sinistro che ritirò, appena incrociò lo sguardo del vampiro. “Perché... perché è così... buio?”

Gli occhi erano più grandi del normale e quel battito acuto nelle orecchie tradiva paura e incertezza. Per dieci secondi, la compassione si affacciò dalla porta dei sentimenti e Klaus la rispedì indietro a calci nel sedere. “Vieni, siediti.” E non farlo mai più!, pensò con la pelle d'oca sulle braccia. Le luci si accesero debolmente e aumentarono di intensità fino a stabilizzarsi. Addio serata relax, pensò chinandosi ad accendere il camino. La osservò di sottecchi mentre il fuoco aggrediva il legno.

Bonnie bisbigliò l'incantesimo per il controllo del fuoco e le candele si accesero di colpo. Sollevata, pensò che la magia non l'aveva abbandonata del tutto.

Hai fame?”

La ragazza annuì, concentrandosi sul calice colmo di liquido rosso di fronte a lei. “Stai bevendo il sangue destinato al rituale?”

Il patto è sciolto, strega.”

Bonnie trasalì debolmente, gli occhi luccicarono e la voce risuonò debole e tremolante. “Mi hai dato la tua parola...”

Quello era prima che il Casper il fantasmino provasse ad ucciderti” rispose con un bel sorriso. “Panino?”




*Patience – Guns N' Roses

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Capitolo 11
*** La festa ***


Una buona azione non vuol dire nulla!”

Il dito di Caroline tagliò l'aria due volte, rimarcando la chiusura della faccenda. Aver salvato la vita della strega non implicava uno sconto sulla pena. Klaus pensò che poteva conviverci serenamente e sorrise della sua irritazione.

Bonnie ignorò il battibecco, gli occhi fissi sui cartoni animati che scorrevano in streaming sul mini tablet di Klaus ed Elena passò il braccio sulle sue spalle, sussurrando a fior di labbra. “Vuoi tornare a casa?”

Fra poco.”

Prima doveva finire il tramezzino, aggiornarsi su American Dad e solo dopo sarebbe tornata a casa, pensò mordicchiando il pane con gli incisivi e sorridendo ad una battuta sarcastica dell'alieno Roger.

Elena la sbirciò, preoccupata. Un'esperienza di morte ti lasciava senza forze, confusa e piena di domande. Bonnie, invece, era distaccata. Come se non fosse accaduto a lei. Le stropicciò la spalla, tornando in cucina a preparare un secondo tramezzino. Caroline la seguì: il suo viso aveva la stessa tonalità di un tizzone ardente del camino. Sbuffò, si appoggiò al tavolo della cucina e batté le mani sui fianchi. Elena sorrise con un angolo della bocca, svitò il barattolo della maionese e 'caricò' il panino di Bonnie. Il primo era stato più sbriciolato che mangiato... forse sarebbe andata meglio, col secondo.

Dobbiamo restare qui ancora per molto?”

Finché non avrà finito di vedere la puntata.”

E non può vederla a casa sua?”

Un sopracciglio inarcato fu il solo commento di Elena mentre impilava i tramezzini. Caroline sbuffò e colpì una seconda volta le cosce.

***

Nell'attesa dell'arrivo delle ragazze, Klaus aveva gironzolato attorno alla strega, studiando la sua pericolosa immobilità. Era certo che, da lì a dieci minuti, avrebbe aperto i rubinetti, prendendo coscienza dell'accaduto e non aveva alcuna intenzione di asciugare lacrime o udire ulteriori piagnistei. Ad essere onesti, Bonnie non aveva mosso un dito per irritarlo. Aveva ascoltato la sua spiegazione con rassegnazione bovina e mentre Elena era sgusciata come un ninja nell'abitazione, Caroline aveva scatenato il putiferio.

Klaus si sedette sul divano gemello, sbirciando la strega che seguiva le vicende con un risolino tenue sulle labbra. Non era un riso forzato, pensò incuriosito dall'assenza di reazioni che accompagnano sempre una rinascita. Tamburellò le dita sul bracciolo piatto e cambiò seduta, accomodandosi vicino alla ragazza e allungando il braccio dietro la sua testa. Bonnie si insaccò un po' e girò il tablet per permettergli una visione migliore.

Il pesce” borbottò con la mano davanti la bocca e un labbro fra i denti.

Il pesce” ripeté cauto, preparandosi allo scoppio di lacrime e disperazione.

Klaus Heissler!” Bonnie incrociò il suo sguardo e tutto il suo viso espresse ilarità. “Klaus Heissler!”

Il vampiro scosse la testa e sospirò platealmente, riprendendosi il tablet. La strega mugolò di disappunto. “Lo stavo vedendo... dai, non è ancora finita!” esclamò allungando prima il braccio e poi tutta se stessa per raggiungere l'Ipad.

Sono stato fin troppo paziente con te” dichiarò tenendolo ben fuori dalla sua portata e proteggendosi con la spalla opposta. “Non credi sia ora di tornare a casa?”

Il broncio di Bonnie si distese piano piano. Raddrizzò la schiena e si afflosciò sulle ginocchia. “Mi hai fatto perdere il finale” mugolò lanciandogli uno sguardo colpevolizzante che non lo scalfì di un millimetro.

Klaus sorrise come a dire che 'così andava la vita' e si spostò di due centimetri verso il divano vuoto. “E portati via le tue amiche, sono stanco anche di loro.”

Elena entrò nella stanza in quell'istante, si fermò con il piatto in mano e una pila di tramezzini dentro e lo guardò, seccata. “Raccogli le tue cose” ordinò a Bonnie con un tono che non ammetteva repliche. La strega si affrettò ad obbedire e appena le due ragazze fuori fuori, Klaus sospirò di piacere, allungandosi sul divano di nuovo tutto per se. “Sii un amore, porta qui quel piatto” ordinò a Caroline che si fermò a metà di un passo.

La vampira guardò la catasta di tramezzini e subito dopo il vampiro. Sollevò il piatto e lo lasciò cadere a terra, omaggiandolo di un sorriso di scherno e odio.

Klaus sospirò e portò le braccia dietro la testa. Rebekah avrebbe avuto parecchio da pulire, l'indomani mattina...

Una settimana dopo, Giovedì

Cos'era? Un invito di compleanno?

Ti faccio mordere da mio fratello vampiro, se non vieni!”

Era stata fin troppo a contatto con Klaus per sopportare una minaccia del genere. Bonnie sventolò debolmente l'invito e annuì, infilandolo fra le pagine del quaderno. “Verrò” promise a Rebekah, guardando la data del diario. Martedì. Il martedì era il giorno della fidanzata. Dalle 17 alle 19. Quella seccatura avrebbe mai avuto termine?

Abbiamo già messo il nome sul biglietto. Non cercare di squagliartela all'ultimo!”

Di solito detestava quel piglio da sergente maggiore in Caroline, ma stavolta si trovò ad invidiarla. Aveva metaforicamente sputato in faccia a Klaus tutte le volte che l'aveva incontrato, ma letteralmente si era limitata ad una. “Contatemi nel regalo.”

Caroline sbarrò il suo nome nella lista del quaderno e si allontanò con una piroetta. Avercelo, il suo spirito di ripresa.

Il racconto che le avevano fatto era stato sufficientemente macabro da toglierle la voglia di praticare la magia. Soprattutto il pezzo della terra dei capelli!, pensò con un brivido. A sentire Klaus proveniva direttamente dalla bara di Jeremy...

Sei in ritardo.”

Bonnie sospirò per calmare i battiti improvvisi del cuore e girò un'occhiataccia al vampiro, apparso dal nulla. “Non la perdi, l'abitudine.”

Non si fanno aspettare le persone anziane. Ha ottantotto anni” rispose amabilmente, sorridendo tanto che Bonnie desiderò piantargli un paletto nel cuore. “Avevo un buon motivo!”

Che motivo?”

Lo sguardo si fece torvo e Bonnie lo distaccò di un passo. “Lo vedrai.”

*/*

Nik mi ha detto che il suo primo marito è morto in guerra... ho fatto una ricerca e ho trovato questa”

Non era il marito e non chiamarmi Nik, non siamo amici” sussurrò il nominato a bassa voce e Bonnie fece 'ssh' fra i denti, linciandolo con lo sguardo. “E' una foto del battaglione. Lo riconosce?”

Devo mettere gli occhiali, cara...” mormorò con voce tremolante. La vecchietta afferrò la cornice e l'alzò verso la luce. “Il mio Jim...” sussurrò commossa “guarda com'era bello in divisa...”

Molto bello” ammise non distinguendolo dagli altri. La vecchia donna le afferrò la mano e la strinse forte. “Mi hai reso felice, cara... tanto felice...” singhiozzò asciugandogli gli occhi in un fazzoletto pescato dal golfino. “Brava ragazza... brava...”

*/*

Non dovresti far provare certe emozioni alle signore anziane, se ci resta secca è colpa tua.”

Non accetto suggerimenti da te.”

Le hai portato la foto dell'amante ucciso da un comunista!” esclamò fermandosi in mezzo alla strada.

Bonnie lo ignorò spostando i sacchetti da una mano all'altra. “Regalo di ringraziamento.”

Lo ringraziava di cosa? I loro rapporti erano ben più tesi di prima e quelle ore di finzione, Bonnie le sopportava a malapena. Klaus guardò la busta di carta, anonima e opaca, spezzò il sigillo e tastò qualcosa di delicato e setoso. “Non credo sia della mia misura...” sussurrò ammirando la sottovestina “... e non credo sia destinata a me.”

Bonnie avvampò. Aveva confuso le buste! “Quello è per il fidanzato del mercoledì e venerdì” mormorò imbarazzata, scambiando i pacchetti.

Un custodia per il tablet? Bonnie aveva un affaire amoroso? Da quando? “Grazie.”

Rebekah sta preparando la festa di compleanno a casa vostra” disse sbirciandolo di sottecchi. “Te ne vai fuori dai piedi, vero?”

Non resterei neppure pagato” confermò con un sorriso placido. “Metti quello, sotto il vestito?”

Non so ancora cosa indosserò” brontolò, arrossendo. “E' la festa di Rebekah, non la mia.”

Bonnie non festeggiava come gli altri, se ne stava buona in un angolo a sorseggiare ponce e ballava solo con le sue amiche, rendendo impossibile ai ragazzi avvicinarla. Klaus la guardò, inclinando la testa. “Tu metti quello, metti un vestito ed io ti farò divertire” sussurrò girandole casualmente intorno.

Divertire... come?! Prima rendeva evidente che non voleva averla fra i piedi e poi faceva lo scemo con lei? “Hai sbagliato ragazza. Quella che cerchi è bionda, esile e ti odia a morte” dichiarò, soave, anche se la promessa scompigliava il sangue. Bonnie si sforzò di stare buona e regolarizzare il battito del cuore. Succedeva, dopo un'esperienza di morte come quella che aveva vissuto. L'istinto le diceva di fare le cose più stupide e insensate per dimostrare al mondo di essere viva, perciò aveva indossato la gonna per due giorni di fila. Bastava e avanzava, no? Non si sarebbe divertita con Klaus. La sola idea provocava una strana reazione fisica che la metteva a disagio.

Come si può impedire ad una goccia d'acqua di asciugarsi?"

Bonnie lo guardò, interrogativa. Klaus sorrise, facendo un passo indietro. “Non vale se cerchi su Google.”

Sabato

Mezzanotte e mezza. Bonnie si guardò intorno, nascosta nel suo angolino. Elena, in tiro da far paura, era piantata in mezzo al salotto a ballare con Damon, Caroline stava facendo fuori il barile di birra e Rebekah era nel mezzo di una scommessa di qualche genere. Bonnie posò la bottiglietta semi vuota di birra sul caminetto e si accorse che i divani di pelle erano scomparsi. Mica scemo. Li aveva fatti sparire. Con tutte le sue amiche occupate, poteva filarsela all'inglese...

Come impediamo alla goccia di asciugarsi?”

Il soffio caldo dietro la nuca la fece rabbrividire. Bonnie trattenne il respiro e si bloccò. “Tu non sei stato invitato...”

Mi sono imbucato” mormorò restando alle sue spalle a bearsi del battito impazzito del cuore. “Bel vestito.”

Grazie.”

Sono qui da più tempo di quel che credi e ti ho osservato. Quella birra sarà diventata calda, ormai. Ancora in lutto per il fidanzato?” Una minuscola contrazione delle ciglia di Bonnie e Klaus capì d'aver detto qualcosa di troppo.

Non voglio avere altri problemi con Caroline...”

Caroline? Klaus la guardò, incuriosito. La vampira non la smetteva con le prove di forza: aveva sfidato tutta la squadra di football e in quel momento, era impegnata in un braccio di ferro contro il quaterbak che aveva preso il posto di Tyler. “In che modo Caroline dovrebbe essere un problema?”

Diventerà un mio problema se non la smetti di girarmi intorno.”

Non giro intorno, sono proprio dietro a te. Fermo.”

Non importa quanto lei ti odi. Sei suo, per partito preso e possesso carnale.”

Gli piaceva come suonava l'ultima parte. “Tu parli sempre una lingua deliziosa, gattina...”

Niente 'gattine' con me. Niente 'cuoricini', niente 'dolcezze'” sibilò col cuore in gola. “Patti, favori, transazioni di denaro... non c'è altro fra noi.”

Ho solo detto che hai un bel vestito” mormorò pacato, sgusciando di fronte a lei.

Bonnie lo guardò negli occhi, tenendo il punto fino all'inesorabile conclusione. “Come impediamo alla goccia di asciugarsi?”

La gettiamo in mare. Se non ti lasci un po' andare, non resterà più niente di te” soffiò scrutandola dall'alto in basso.

Bonnie sentì un pugnale che penetrava fra le scapole e girava piano. “Io lo amavo e non sono stato in grado di proteggerlo” sussurrò sentendo un peso dentro svanire col suo sfogo. “Non sono... non ho...”

... fatto nulla per aiutarlo? Ci hai provato, hai quasi perso la vita per lui. Non ti basta?”

Bonnie risucchiò le labbra, sentendosi di nuovo debole e inutile. “Ho aiutato te...”

Ho nove vite come i gatti.” Klaus fece spallucce e le porse la mano. “Vieni, ti mostro un dipinto.”

*/*

Era bello, pensò guardando la donna ritratta seduta di fronte al fuoco. Il busto a tre quarti e le guance luminose trasmettevano una tristezza rischiarata dalla speranza. Bonnie si avvicinò, mordendo l'interno delle labbra. Più la guardava, più le veniva voglia di toccarla. “Vuole uscire dal quadro” mormorò sfiorando la superficie asciutta.

Da quell'idea anche a me” ammise, restando alle sue spalle e scostando una ciocca di capelli dal collo.

Bonnie chiuse gli occhi quando la baciò. Inclinò il collo e seguì la carezza delicata delle sua labbra. Klaus la voltò verso di se, infilando le mani sotto i capelli e accarezzandola tanto dolcemente che Bonnie si sentì in trappola e di colpo le mancò l'aria.

Davvero un bel vestito...” bisbigliò sfiorandole le labbra con le proprie. Klaus la baciò e Bonnie senti distintamente che qualcuno, dentro di lei, le faceva lo sgambetto. “Ma che fai...” rantolò abbassando la testa. Il cuore era andato. Batteva, non batteva. Batteva troppo forte, poi sembrava spegnersi e riprendere più forte di prima.

Doveva girarci intorno, non poteva andare dritto al punto. Bonnie era celebrale, al contrario di Caroline. Doveva stuzzicarle la mente, non solo il corpo. Klaus la spinse contro la scrivania e la sollevò, guadagnando punti in altezza. L'afferrò sotto le ginocchia e la tirò duramente verso di se. Il piacere si irradiò in ogni angolo del corpo e Bonnie singhiozzò, inclinando la schiena per sfuggire al vampiro. Non poteva muovere il bacino e il vestito si era sollevato tanto da mostrare il bordino scuro delle mutandine. Afferrò l'orlo e lo tirò giù, sorda al richiamo del corpo. Klaus la lasciò fare, beandosi della sua timidezza. Non udiva alcuna preghierina protettiva uscire dalla sue labbra e la cosa si faceva interessante. La sua pelle era serica, liscia sotto le dita, pensò passando i polpastrelli sulla coscia scoperta che si ricoprì di pelle d'oca. Bonnie ansimò, tenendo bene stretto il tessuto. Essere a stecchetto da un po', non giustificava quell'esplosione di sensi incontrollati. Però... le sue... le sue mani sotto... il vestito...

Dimmi cosa vuoi.”

Bonnie trasalì internamente e lo guardò, spaventata a morte.

***

Era timida anche dietro una porta chiusa. Klaus si deliziò delle sue carezze tremanti, delle richieste appena accennate e ne approfittò a piene mani, prendendo tutto quello che poteva e concedendole libertà assoluta. Era una salita difficile, ma non per questo scoraggiante. Era stata sofferta, sudata, rimandata e negata. Soddisfarla sarebbe stata una sfida: Bonnie rifiutava di lasciarsi andare e premere troppo sarebbe stato poco raffinato. In fondo avevano tutta la notte, pensò prendendola alla larga, circumnavigandola affinché cedesse le armi, messa alle strette dal desiderio. Si infilò fra le sue gambe e la baciò. Mentre era distratta dalle sensazioni piacevoli, Bonnie si ritrovò presa e immobilizzata. Ansimò e il vampiro si fermò, studiando attentamente le emozioni che le passavano sul viso. “Sei mia...” sussurrò accarezzandola e posando la fronte contro la sua. “Lasciami entrare...” bisbigliò insinuante, muovendo appena il bacino. Si mosse di colpo e Bonnie urlò. Lo fece una seconda volta e le unghie penetrarono nelle braccia. Le richieste cambiarono di nuovo e il vampiro fu lieto di trovarsi d'accordo con la strega, per una volta.


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Capitolo 12
*** The Portrait of a Lady ***


Oh dei... sto per morire...”

Una vaga traccia di curiosità alterò i lineamenti distesi del vampiro. Posò il bicchiere pieno di sangue sul tavolino basso accanto al divano e smorzò un sorrisetto derisorio: aveva voluto fare l'umana e ora si beccava il ciclo mestruale.

Rebekah infilò i libri nello zainetto e allo stesso tempo digrignò i denti per i crampi. “Vado da Bonnie” annunciò con voce dolorosa. “Ha preso un altro brutto vuoto in algebra... è la seconda volta che il preside la convoca nel suo ufficio” borbottò la ragazza controllando l'interno dell'astuccio. “Ci alterniamo con Elena per darle una mano a recuperare, ma è più il tempo che passa a guardare il vuoto che a fare gli esercizi.”

Klaus spinse la lingua nella guancia e scorse il dito sul tablet, ignorandola deliberatamente. Rebekah mosse la mandibola e chiuse il quaderno con gli appunti che aveva trascritto in bella copia. “Ora che non hai più bisogno delle sue pozioni per guarire, l'interesse è svanito magicamente” sussurrò strappando un'occhiata al fratello che si limitò a guardarla senza che le emozioni trasparissero sul suo volto.

Non trovo interessante speculare sulla vita privata della strega.”

Mah... sono stata una stupida a pensare che ci fosse qualcosa fra voi” annunciò allentando il bottone dei jeans. “Le emozioni umane mi hanno dato alla testa, perdonami.”

Klaus si scansò, quando la sorella impresse un bacio derisorio sulla guancia e l'allontanò con una spallata. “Stai cercando di farmi piacere la strega?”

Ti piace già.”

Il vampiro mantenne la posizione per qualche minuto, finché Rebekah non si riversò fuori casa assieme alle sue emozioni umane, poi posò i piedi a terra e puntò le mani sulla seduta del divano. Le relazioni le divideva in semplici e complicate e le complicate, in demoralizzanti e catastrofiche. Aveva mischiato affari e sentimenti – lui che li teneva da parte per i secoli bui – e non era neppure certo di aver svolto al meglio il suo compito. Bonnie gli aveva resisto fino alla fine e questo la diceva lunga sul piacere che ne aveva ricavato. Perché?, si domandò vagamente di cattivo umore. Perché non poteva mai essere semplice?

Toc toc toc

Rebekah non dimenticava mai le chiavi... ed Elijah non aveva annunciato alcuna visita. Klaus gettò una veloce occhiata alla finestra e tutto il suo corpo fu attraversato dalla pelle d'oca, prima di spalancare la porta.

Bonnie alzò lo sguardo da un angolo invisibile e lo condusse cautamente in quello del vampiro. “Ciao...”

**Venti minuti prima**

Il giorno della fidanzata era stato eroicamente boicottato per la seconda volta. Da giorni le sembrava di vivere una vita parallela che stava per esplodere sotto i piedi. Mentiva alle amiche, a se stessa, e la maggior parte del tempo lo passava in stato confusionale. Tutto attorno a lei aveva acquisito un'altra dimensione. Tutto risuonava come se fosse vivo e le stesse mandando un messaggio che non riusciva a comprendere appieno. La tomba di Jeremy era colma di fiori. Bonnie si alzò da terra con le labbra incollate, attraversò la collina a grandi passi e si fermò sotto il salice piangente. L'agitazione le aveva impedito di lasciarsi andare, e gran parte del piacere era stato soppresso dai sensi di colpa verso Jeremy e l'onnipresente voce 'cosa penseranno le ragazze'. Perché doveva essere tutto così complicato?

**

Io... sono andata via per non dover dare spiegazioni a Rebekah...”

Balle. Mi hai scaricato. Punto.”

Bonnie perse le ultime tracce di sicurezza e si bloccò a metà di una sillaba. Vide distintamente le pupille del vampiro allargarsi e restringersi e sperò che funzionasse. Non voleva più essere responsabile delle proprie azioni. “Non funziona mai...”

No” mormorò lasciando correre lo sguardo sui suoi lineamenti. Era affaticata, stanca e nervosa. Aveva voglia di baciarla di nuovo. E di averla, di nuovo. “Stai cercando di dimenticarmi con tutte le tue forze...” mormorò tirandosi indietro. “E' stato tanto brutto?”

Era impazzito?! Bonnie sgranò gli occhi, lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi.

Ed ora ti penti di averlo fatto” insistette abbassando la voce e solleticando i nervi logorati dalla tensione. Klaus sollevò lentamente la mano e la lasciò scivolare lungo il suo viso, strappandole un gemito supplichevole e confuso che riattivò il predatore sopito. L'afferrò, stringendola contro di se. “Sei mia, strega...”

Martedì

Tornerà, caro... tornerà...”

Klaus sollevò le spalle, infilò le mani attraverso la matassa rossa e le mosse su e giù, sentendosi un po' stupido. Le donne la prendevano male se espandevi la proprietà senza il loro permesso. “Ma non l'annoia sentirmi parlare di queste sciocchezze?”

E' sempre bene dire le cose ad alta voce. Suonano in maniera diversa...” mormorò la vecchietta finendo di sbrogliare il filo e riponendo il gomitolo nella cesta da lavoro.

Klaus s'insaccò nella poltroncina dalla fodera rovinata e lisa sui braccioli. La settimana di umanità doveva aver offuscato la sua capacità di giudizio. Doveva rivedere il proprio comportamento, quando si trattava di Bonnie. Non poteva portarsela a letto quando ne aveva voglia, quella femmina richiedeva impegno e pazienza... e non era molto certo di volerci riprovare: l'aveva spaventata e la strega era andata a fuoco. Letteralmente. La sua pelle era diventata rovente, l'aveva ustionato in tutti i punti di contatto e aveva dovuto buttare giù un bel po' di sangue per rimettersi in sesto. Avrebbe dovuto relegare l'esperienza ad una botta e via, ma poiché non riusciva a smettere di pensarci, Klaus aveva intuito che la cosa era andata ben al di la del sesso. Non si innamorava da secoli e quando accadeva finiva sempre male, pensò, strusciando i denti sul labbro inferiore che prudeva. Innamorarsi di una strega era deleterio per un vampiro della sua razza...

Un gatto spuntato da chissà dove catturò l'attenzione di Klaus che si voltò a guardarlo. Il micetto strofinò i fianchi su tutte le sedie, sulle sue gambe e saltò in braccio alla vecchia che lo scacciò garbatamente. Klaus l'afferrò per la collottola, sollevandolo a metà aria. Era una femmina e stava allattando.

Dimentico sempre le mie medicine” borbottò la vecchiarella e si alzò tremolando dalla poltroncina. Klaus rimise il gatto a terra, seguendolo in silenzio, fino al covo segreto delle creaturine miagolanti. Erano quattro, quasi tutte in perfetta salute. Il più emaciato e debole non riusciva a nutrirsi, scacciato dai fratelli. Aveva un non so che di familiare.

***

Sessanta su settantacinque. Stai migliorando.”

Bonnie sollevò la penna in segno di trionfo ed Elena picchiettò le dita sul tavolo per dare maggiore enfasi alla vittoria ed incoraggiarla, mentre Rebekah segnava il punteggio sul foglio. La sua media era sempre stata buona – non come quella di Caroline, a dir poco perfetta - ma sarebbero bastate un po' di interrogazioni per risollevarla completamente.

Ci meritiamo un frullato” dichiarò l'ex vampira mettendo da parte i fogli. “Nik è fuori e non tornerà fino a stasera... possiamo frullare tutta la frutta del mondo senza dover udire i suoi fastidiosi piagnistei sul rumore. Ehi, stiamo mettendo su peso, dobbiamo darci dentro con le lezioni di aerobica!”

Il mio peso è identico a prima” dichiarò Elena infilando la testa nel frigo. “Facciamo gli hot dog!”

Posso prenderlo, un chilo. Accendi la piastra mentre preparo le salse” disse la voragine nello stomaco di Bonnie

Vuoi entrare nell'abito del ballo o no? A proposito...” Rebekah puntò le mani sui fianchi e la guardò. “Tu con chi vieni?”

Lei doveva andarci con Jeremy, ma il pensiero del ragazzo morto era stato brutalmente sostituito da un'ossessione quotidiana e notturna che le riempiva i sogni di universi alternativi.

Rebekah si rese conto della gaffe e incrociò lo sguardo di Elena che fece a sua volta una smorfia. Le coppie erano fatte: Matt avrebbe accompagnato Caroline e i Salvatore le rispettive fidanzate.

Bonnie si rabbuiò e la distrazione la portò ad affettarsi un dito col coltello affilato del pane. “Ahia!”

Mettilo sotto l'acqua mentre prendo un cerotto” esclamò la biondina spalancando la porta della cucina. “Ciao, Nik! Ce li abbiamo, i cerotti?”

Rebekah l'aveva sbattuto fuori casa per studiare con le sue amiche e gli strani malumori che lo dominavano, avevano un effetto micidiale sulla creatività: appena posava il pennello sulla tela, l'immagine svaniva impedendogli di proseguire.

La tua busta si muove” Rebekah alzò le sopracciglia e si avvicinò di un passo. “Che hai là dentro, un animale?”

La cena.”

Ma la dispensa è piena e Bonnie sta sanguinando in cucina!”

Invogliarlo a fare qualcosa di molto stupido e molto pericoloso per la salute, non era un atteggiamento fraterno. Anche se... non si nutriva decentemente da mesi e la sola idea di affondarle i denti nel collo, gli provocava un'erezione marmorea. “Spiritosa.”

Non era una battuta” sussurrò sparendo nel bagno.

Klaus riconobbe tre battiti distinti: quello lontano della sorella intenta a frugare negli armadietti, quello tranquillo di Elena ed infine il più famigliare di tutti, che lo riempiva di eccitazione e malinconia. “Signore...” borbottò attraversando la cucina e spalancando l'anta del frigo

Elena si limitò a guardarlo con un hot dog conficcato nella forchetta e un panino spalmato di salse nell'altro. Klaus afferrò il bidone del latte e lo guardò con poca convinzione, sollevando piano lo sguardo sulla ragazza. Fissò il dito tagliato, i suoi occhi sgranati e indurì la mascella. Bonnie smise di succhiare il sangue che fuoriusciva dalla ferita e il cuore le finì in gola, turandole le orecchie. Klaus la guardò sfacciatamente: Elena gli dava le spalle, Rebekah borbottava alla ricerca della scatola del pronto soccorso, la preda tremante era lì di fronte a lui... sì sì, era una strega e con una strega c'era ben poco da scherzare... ma era la sua strega... pensò afferrandole il polso e succhiando il sangue sgorgato dalla ferita.

Bonnie arrossì e sgranò gli occhi, cercando di ritirare il braccio. Klaus gettò pigramente un'occhiata dietro di se – Elena era presa da altre faccende per prestargli attenzione – sorrise, la spinse contro il frigo e la baciò. Non avrebbe mai rischiato una reazione violenta di fronte le sue amiche, pensò invadendole la bocca ben poco gentilmente, mentre il pugno di Bonnie si abbatteva sulla sua spalla e poi si aggrappava al suo collo, arresa.

Abbiamo finito i cerotti normali. Puoi scegliere fra Donald e Daisy Duck.”

Bonnie trasalì, soffocando un gemito. Aveva le braccia dolorosamente vuote e l'odore del vampiro addosso... il vampiro che stava attraversando ora la porta della cucina con aria noncurante e una bustina di carta dal contenuto misterioso.

Nik, la tua busta piange. Hai raccolto un animale ferito?”

Non è ferito” mormorò strappando delicatamente la busta e rivelando il contenuto piagnucoloso, spelacchiato e tutt'ossa. Nel tempo di un battito di ciglia, Klaus vide la sorella mutare espressione.

Dove l'hai trovato?! Possiamo tenerlo?!” singhiozzò Rebekah facendo catapultare un'altra testa sull'apertura del sacchetto. “E' piccolissimo, è appena nato?!”

E' già traumatizzato dalla vita, cerca di non trapassargli le orecchie con i tuoi guaiti.”

Se non viene svezzato, morirà. La madre?”

L'ho trovato in strada. Se sai cosa fare... fallo, donna” mormorò ad Elena imbottendo il panino, mentre le ragazze uggiolavano alla vista del gattino. Era frustrata, pensò sentendo la fronte trapassata da uno sguardo oscuro, colpevolizzante ed eccitato.

Bonnie spiò le amiche intente a progettare rifugi per micetti abbandonati e ingoiò il labbro inferiore, uscendo di corsa dalla cucina.

Mh. Perché la cosa lo preoccupava, invece di fargli piacere?!

Mercoledì

Sta piangendo di nuovo. Ma che ha, è malato?”

Forse era solo triste. Klaus lo toccò cautamente con un dito. Aveva gli occhi ancora chiusi, sarebbe bastato una pressione troppo forte per ucciderlo. Il battito del suo cuore era un martellio continuo e non faceva che piangere. “Vieni costantemente nutrito e coccolato, che hai da lamentarti? Nella mia lunghissima vita ho ricevuto meno di un terzo delle attenzioni che hai avuto tu in una settimana.”

Rebekah allontanò il libro e il quaderno da se e si inginocchiò sulla scatola da scarpe che fungeva da nido per il micetto, tirandola via da sotto il muso del fratello. “Ha fame, dagli da mangiare.”

Te lo dice l'istinto femminile?”

No, lo dice l'orologio. Deve mangiare continuamente, hai sentito il veterinario. Scalda il latte e prendi il biberon. Torno a studiare, ho un compito in classe domani.”

Si ostinava a fare l'umana e poi si arrabbiava se doveva sostenere gli esami. Klaus caricò la scatola fra le braccia e la portò in cucina. Non era il primo animale che accudivano ma era di certo il più complicato. La lagnetta cessò, mentre poppava dal mini biberon bianco che Rebekah aveva comprato al negozio di animali. L'animale era intelligente e decideva da solo quando nutrirsi. Klaus lo guardò, un po' affascinato. L'istinto gli diceva di fare quel che era più giusto per la sua vita, non vagava come lui in una notte senza stelle. L'avrebbe cresciuto e poi gli avrebbe reso la libertà... ma non gatto non era come un cane, pensò quando il gattino decise di averne abbastanza e si raggomitolò in un angolo a dormire. Un gatto non potevi dominarlo e non ti garantiva fedeltà assoluta, pensò rasserenato da una strana tranquillità.

Nik, esco un attimo. Ho preso il libro di matematica di Bonnie, starà impazzendo a cercarlo dappertutto...”

Glielo porto io” mormorò, laconico. Gettò un'occhiata apprensiva al gattino e una molto minacciosa alla sorella. “Voglio trovarlo vivo, al mio ritorno.”

***

Il cosmo aveva smesso di parlare dopo averle inviato l'ingiunzione di arrendersi. L'aveva abbandonata a se stessa, non trovava più il libro di matematica e aveva anche le allucinazioni: la piantina di salvia non aveva quell'aspetto sano, la mattina precedente... o forse sì? Bonnie la guardò dubbiosa. Forse era stato il concime. O l'acqua depurata dalla verbena. Il giardino sembrava migliorare a vista d'occhio, com'era possibile...

Rebekah ti invia questo assieme alle sue scuse.”

Bonnie sentì il cuore muoversi dolorosamente nel petto, quando alzò lo sguardo dal terreno coltivato dietro la propria abitazione. Sospirò, priva di speranze di uscire dal vortice che l'aveva rapita. “E le tue scuse?”

Klaus sorrise, inclinando la testa. “O-oh... la strega è arrabbiata...”

Sei impazzito? Di fronte alle mie amiche?!” esclamò perdendo la pazienza e la lucidità. “Non puoi comportarti così...”

Posso fare tutto quel che mi pare e piace, Bonnie” sussurrò arrivandole sotto il naso e facendola indietreggiare. “Io ti voglio.”

Devo ustionarti un'altra volta?!” soffiò con voce strozzata e tutti i muscoli del corpo irrigiditi.

Klaus fece un passo indietro. Non per paura della sua magia, no... pensò con un enorme sorrise che arrivò agli occhi, velandoli di amarezza. “Tale e uguale a Caroline” mormorò osservando la reazione immediata: Bonnie sbiancò e si appoggiò al muro dell'abitazione con un tonfo che risuonò nei polmoni.

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Capitolo 13
*** Flashmob ***


Venerdì

Posso distruggere te e tutta la tua linea di sangue, se non smetti di ridere all'istante.”

La notizia era arrivata alle orecchie di Stefan in modo incompleto. Aveva compreso che c'era una novità nell'aria... non una bomba a neutroni pronta ad esplodere nel salotto di Bex! “Non sto ridendo.”

Stai giudicando.”

Stefan grattò la testa del micino e piegò le gambe, sdraiandosi sul divano. L'affarino traballante restò adagiato sul suo petto, chiuso su se stesso, per nulla curioso o intraprendente. “Come si chiama?”

Spuntino.” Klaus trascinò il dito sul tablet e mugolò internamente, percependo lo sguardo ironico del suo ex 'amico' addosso. “Mi stai giudicando un'altra volta.”

Stefan si rimangiò la presa in giro ma gli regalò un ampio sorriso sarcastico. “Non è da te.”

Non è da me cosa?” mormorò vago, concentrato su un modello di vestito da donna che Rebekah aveva indicato come la prima scelta di Bonnie. Quel colore?! Con la sua pelle e i suoi capelli, sarebbe stato come imbrattare la Gioconda di vernice spray fluorescente!

Due settimane di umanità ti hanno distrutto.”

Il vampiro girò distrattamente la testa e tornò a scorrere le pagine del sito. “Si devono fare scelte impopolari, amico mio.”

Accompagnare Bonnie al ballo è... educato da parte tua.”

Sono stato costretto.”

Stefan non ebbe dubbi sul ruolo giocato da Elena e Rebekah. Klaus mugolò un assenso, smorzando una piccola smorfia. Sarebbe stato più semplice uccidere i Cinque che convincerla a ballare con lui. Forse l'avrebbe fatto... ma solo per dimostrare di essere superiore – e migliore – di Caroline, pensò scrocchiando le dita.

Le streghe vanno pazze per i gatti, non puoi chiedere alla tua ragazza di fare una magia buona e tirarlo su di morale?”

Era capace di trasformarlo in un gatto zombie, altroché! “Non credo di essere adatto a crescere un animale. Il mio cuore non batte, come fa a sentirsi rassicurato?” domandò strappando a Stefan un'occhiata improvvisa. “Su Internet trovi tutto, c'è anche la voce 'Pensi un cattivo genitore? Scoprilo con il test.

Che scemenza...” soffiò grattandolo sotto il musetto. Però aveva ragione, quel gatto era rotto. Era triste e da quando era entrato, non aveva fatto altro che dormire. “Forse gli manca la mamma”

L'ho sottratto alla cucciolata perché non riusciva a nutrirsi. Credevo che nutrimento e cura fossero le basi di un'infanzia felice ma è evidente che non sono capace di aggiustare le cose, o di prendermi cura degli altri.”

Stefan fermò la carezza sul corpicino del micetto e non riuscì ad impedire al collo di girarsi e allo sguardo di fissarsi sul vampiro. Aveva detto ciò che aveva udito?!

Sono pronta, andiamo?!”

Era pronta dopo solo quarantacinque minuti di attesa? Migliorava, pensò Stefan alzandosi con mille precauzioni. Rebekah mugolò in direzione dell'animaletto e tutto il suo viso si compose in un'espressione che fece rabbrividire Klaus. “Scopri la taglia della tua amica” ordinò con voce funebre “e non fare quei versi. E' un gatto, non un dolcetto al cioccolato.”

Che ne vuoi sapere tu dei sentimenti? Hai mollato la lotta” dichiarò, altezzosa. “Se le invii un vestito, non lo indosserà mai.”

Lo dice il tuo istinto femminile?”

Ti ho mai detto quando sei insopportabilmente maschilista e stronzo?! Hai fatto la stessa cosa con Caroline!” gli ricordò e Klaus alzò la testa dallo schermo e la guardò, colpevole.

Penso io, al vestito. Tu mandami una mail col modello e continua a comportarti come al solito.”

Bonnie non conosce l'identità del suo cavaliere?!” Stefan lasciò andare una mezza risatina che fu seppellita dall'occhiata malevole del vampiro, venne trascinato fuori casa dalla ragazza e solo quando furono soli, scoppiò a ridere di gusto.

Non fa così ridere” borbottò Rebekah agganciandosi al suo braccio e spingendolo verso la macchina. “Credo ci sia qualcosa fra quei due.”

Un paletto di quercia bianca!”

Non dirlo a Damon! E' perfido... ecco... scommetto che l'ha già saputo anche lui” sospirò quando Stefan rispose ridacchiando al cellulare che vibrava impazzito nella tasca del giubbotto. Udì vagamente uno scroscio di risa dall'altra parte e inclinò il collo, rimirando il cielo terso. Sarebbe stata la prima e l'ultima volta che si sarebbe intromessa nelle faccende del fratello. Bonnie e Klaus erano simili su tanti aspetti. Solitari, cocciuti ed bisognosi di prendersi cura di qualcuno. Ognuno a modo suo.

Liceo di Mystic Falls, Ballo dell'Ultimo Anno

Entriamo tutte insieme.”

Ma i vostri cavalieri...”

Tutte insieme!”

Rebekah lisciò le pieghe dell'abito rosso fuoco, mentre Elena la circondava a destra, superba nel suo nero profondo. Bonnie si chiese perché l'avessero costretta che prendere quell'abito assurdo e senza spalline. Non assomigliava a nessun altro indossato prima di allora: era lungo, aderente sul busto e scivolava lungo i fianchi come una carezza. Aveva una sfumatura gialla con inserti di pizzo bianco e quando Rebekah l'aveva indicato sul catalogo, aveva rabbrividito al prezzo.

Caroline?”

Sta effettuando gli ultimi controlli.”

Entriamo senza di lei?”

Che domanda! Nessuna rubava la scena a Caroline. Bonnie si fermò al centro della porta, sentendo mille sguardi addosso. Si sentiva bellissima. A disagio, ma bellissima. Il vestito svolazzava leggero fra le gambe e i capelli sciolti sulle spalle le sfioravano la schiena. Li portava così, la modella su internet che indossava un abito simile al suo. Le scarpe 'gioiello' le aveva comprate in un raptus spendereccio e non le aveva mai indossate. Bonnie sperò in un intervento divino che le garantisse solidità sui tacchi di dieci centimetri. Sarebbe stato come cadere dal primo piano, pensò con un risolino che le illuminò gli occhi.

I ragazzi sono già dentro?”

Settore rinfresco. Laggiù.”

Bonnie respirò a pieni polmoni e cercò gli amici fra la folla, seguendo Rebekah a piccoli passi. Li vide tutti insieme, fermi a guardare nella loro direzione. Ingoiò e mosse un passo avanti, finché non fu sotto le luci della sala da ballo, intimidita fino alla spina dorsale.

Abbagliante.”

Bonnie si voltò, ammutolita.

Lo sguardo d'ammirazione di Klaus la rivestì completamente, facendola fremere. Gli occhi azzurri del vampiro si fermarono sulle scarpe e risalirono veloci alla scollatura del corpetto per fermarsi, infine, sulle labbra. “Un ballo?”

Non ballo con te” farfugliò, imbarazzata. “Sono troppo scoperta per i miei gusti...”

Sei fin troppo vestita, per i miei gusti” mormorò allacciandole al polso un bracciale lavorato e piuttosto largo, al posto dei fiori. “I corsage sono per le ragazze qualunque” mormorò quando vide il punto interrogativo nei suoi occhi. “Tu sei la mia costosissima strega personale.”

Klaus le prese le mani e le braccia di Bonnie si ripiegarono in fretta, portandola a stretto contatto col vampiro. Avrebbe abbreviato la sua vita, se Caroline l'avesse scoperto, pensò. “Lasciami...”

Dillo un'altra e la mia reazione sarà violenta e immotivata” l'avvertì, sfiorandole l'orecchio con le labbra. “Non ho voglia di litigare con te, stasera.”

Che ha di diverso dalle altre?” miagolò, sperando che un problema tecnico/organizzativo – o un'unghia rotta – trattenesse Caroline il più possibile, evitandole la visione del loro abbraccio. “Che cosa devo fare per liberarmi della tua presenza?”

Balla con me.”

Ballare? Bonnie guardò in basso, cercando di capire perché le gambe rifiutassero qualsiasi sollecitazione. Era immobilizzata, tutt'uno col pavimento, nel suo stupido, bellissimo abito senza spalline. “No” soffiò premendo per farsi lasciare. Le braccia del vampiro si aprirono di scatto e Bonnie fece un passetto indietro, perdendo un po' di equilibrio.

L'hai voluto tu.”

Quando Klaus sorrideva in quel modo, il tuo parente più stretto moriva. Bonnie inspirò, messa alle strette. “Te ne pentirai...”

Non mi pento mai di niente.”

***

Bonnie aveva più curve, ma Caroline vinceva in altezza e sembrava una dea asgardiana, nel suo abito blu cobalto. Accompagnata da Matt, facevano una figura niente male e, come al solito, la vampira non passava inosservata. Klaus abbassò lo sguardo sulla strega e la strinse leggermente. “Sorridi, è una festa.”

Sto elencando mentalmente le spiegazioni che dovrò dare alle mie amiche ed escogitando piani di fuga da Caroline” borbottò tenendo lo sguardo fisso oltre le sue spalle e cercando di intercettare le ragazze che sembravano scomparse. Bonnie si preparò al peggio, quando Caroline abbandonò repentina le braccia di Matt. Strinse le dita attorno alle sue spalle, tanto che Klaus la guardò incuriosito e qualcosa gli suggerì di volteggiare via. Bonnie frenò col tacco per fermarne il movimento, gli inciampò addosso e bastò un secondo per cambiare il ritmo del suo cuore che risvegliò il predatore sopito. Prima era solo eccitato, ora bramoso di possederla.

Allontanati da lei!”

Klaus batté le palpebre una volta sola, muovendo appena la mascella. “Mia cara, sei uno splendore” mormorò seducente e Caroline smise di essere cortese e gentile e lo fissò con l'intento di ucciderlo.

Fa il tuo dovere di cavaliere ma fermati dove si tocca” sussurrò, sibillina.

Si da il caso che la tua amica mi piaccia molto. Ha qualcosa che manca a molte donne, in questa città: la dolcezza. Ora togliti dalla mia vista o questo vestito diventerà il tuo sudario.”

Caroline divenne livida e se era possibile, ancora più gelida e altezzosa.

E' un servizio a pagamento.”

Caroline guardò Bonnie, sospettosa. “Hai pagato per farti pagare al ballo? Sei impazzita?”

La strega mi ha noleggiato per la serata” affermò il vampiro, intrigato dalla sua bugia. “Servizio base, niente extra.”

L'extra ce l'ha addosso” mormorò indicando il vestito di Bonnie. “Sei ripetitivo e privo di fantasia. Riprenditi i soldi, ti trovo io un cavaliere decente, onesto, carino e adatto a te. Mi basta fare una telefonata e sarà qui in un lampo.” Caroline aprì la borsetta e il cellulare schizzò fuori dalla minuscola pochette. “Quanto hai sborsato per il servizio? Ciao, Clyde!”

Carol non ho bisogno che un ragazzo qualsiasi mi accompagni al ballo...” cominciò tentando di fermarla. “Care, attacca quel telefono... Care!”

Che c'è?” esclamò posando la mano sul microfono. “E' carino, ti piacerà!”

Non è Jeremy!”

Caroline la fissò in silenzio, salutò l'interlocutore e richiuse la pochette. “Uscire con costui ti aiuta a dimenticarlo?”

Mi ricorda quant'era speciale e buono.”

E hai bisogno di uscire con Klaus per ricordarlo?”

Qualcuno mi vede o sono diventato trasparente?”

Zitto tu. Sto parlando con la mia migliore amica!” Caroline inclinò la testa e incrociò le braccia, guardandola negli occhi. “Allora?

L'ho aiutato quando aveva un problema e lui ha ricambiato il favore” soffiò, seccata dalla sua insistenza, voltandosi verso il vampiro. “Che vuol dire che sei ripetitivo?” Rebekah era così curiosa di conoscere la sua taglia e quanto aveva insistito, affinché prendesse quell'abito... “l'hai scelto tu?! Nik, sto indossando un vestito che hai scelto per me?!”

Perché lo chiamavano tutti Nik, quando dovevano sgridarlo? “Il precedente era pessimo, e la tua carnagione non meritava un tale insulto.”

Bonnie illividì di rabbia e lo fissò dritto negli occhi. “Ora la mia reazione ora sarà violenta e immotivata!”

Qual è il problema? Se non ti fosse piaciuto, non ti saresti mai lasciata convincere da Rebekah.”

Non potevo permettermi di comprarlo!” esclamò focalizzandosi su un particolare: Rebekah non aveva la carta di credito, si limitava ad usare quella dei fratelli. “L'hai pagato tu!”

Klaus scosse la testa, perplesso. “E allora? Ho pagato le tue pozioni fino all'ultimo centesimo.”

Quelli erano affari! Hai comprato un servizio, non me!”

Che razza di giro mentale aveva fatto?

Bonnie tirò giù la zip nascosta dell'abito e lo sfilò, lasciandolo sul pavimento. “Puoi gettarlo nel cassonetto, il tuo vestito!” sibilò talmente arrabbiata da ignorare i fischi dei compagni di classe e marciare via in mutandine e reggiseno coordinati.

Un misto di incredulità, ammirazione e divertimento lo dominò. Non la ricorda così delineata... e non aveva dovuto farla bere per convincerla a spogliarsi!

***

B, esci dal bagno...”

Non posso, sono nuda.”

Elena contò fino a dieci, paziente. “Ti sei spogliata di fronte a tutti.”

Oh, dio! Si era spogliata di fronte a tutti! Quella scena sarebbe entrata negli annali! Bonnie picchiò la nuca contro le maioliche del bagno e mugolò sconsolata, desiderando scomparire dalla faccia della terra.

Mi dici che ti è preso?”

Il vestito l'ha pagato Klaus...”

Il vestito è un regalo di Rebekah per tutte le ripetizioni di chi...” Elena si spostò in fretta dalla porta, quando Bonnie la spalancò, furente. “E' stata una vostra idea!”

La brunetta risucchiò le labbra, sorvolando l'accusa finché poté. “Sei mia amica ed io devo dirti quel che sto per dirti...”

Bonnie sbiancò. Lo sapeva?! Elena sapeva...

Litigare con Klaus ti fa un gran bene” disse, invece, attirando tutta la sua attenzione. “Sei più attiva mentalmente.”

Rebekah entrò nel bagno, di punto in bianco, trafelata. “Ho recuperato il vestito! Ehi, siamo appena arrivate e sei già ubriaca? Caroline mi ha raccontato una scenetta niente male...”

Traditrice!” soffiò Bonnie, rifiutando di prendere l'abito. “Tu sapevi!”

Sapevo cosa?”

Calma...” sussurrò Elena ponendosi fra le due. “B, se non vuoi indossarlo, torniamo a casa e frughiamo nell'armadio.”

Non ho un vestito di riserva!” esclamò, arrabbiata con se stessa. Quando Caroline le diceva di pensare alle emergenze, lei guardava le farfalle svolazzare.

Frughiamo in tutti i nostri armadi...”

Sta solo facendo i capricci.”

Bonnie trasalì e si nascose dietro Elena, arrossendo. “Non sai leggere?! Questo è il bagno delle donne!”

Klaus sorrise, placido. Aveva notato la sagoma in gonnella sulla porta... per quello che era entrato. “Signore, ci lascereste soli?”

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Capitolo 14
*** Marcel ***


Rebekah abbandonò il locale all'istante. Elena guardò dietro di se, quando Bonnie le strinse il corpetto sulla schiena. “Non credo, no.”

Graziosissima dopplergänger che dimenticava il proprio ruolo il più delle volte... “E' la tua occasione, strega.”

L'abito le finì in testa e Bonnie annaspò sotto il tessuto.

Vuoi essere eletta Reginetta dell'ultimo anno o no?”

La Reginetta del Ballo doveva essere una e una sola: Caroline. “Non sono neppure registrata sulla lista delle coppie in gara” mormorò infilando il vestito e lasciandolo cadere attorno ai fianchi. Uff, era tutta spettinata...

Sei registrata.”

Bonnie smise di passare le dita fra i capelli e guardò Elena, interrogativa. La ragazza roteò gli occhi in direzione del vampiro con espressione eloquente.

Smettete di agire alle mie spalle!”

La musica è cambiata, gattina. Letteralmente. Rebekah ha corrotto il dj. ”

Rebekah aveva fatto... cosa?! Bonnie trasecolò. “La scaletta è intoccabile! Caroline sceglie personalmente tutte le canzoni dal primo anno di elezione!”

Ora non più.”

Non comprendeva la scelleratezza dell'atto, quel pazzoide! “Aspettami fuori, non ci vorrà molto” sussurrò in direzione dell'amica che annuì dopo una piccola esitazione.

Klaus sorrise alla brunetta e appena restarono soli, Bonnie lo aggredì. “Ti presti agli intrighi dei miei amici? Ti credevo superiore ai nostri drammi adolescenziali!”

Accompagnare una bella donna ad un ballo non è un sacrificio... e poi avevo la serata libera” mormorò, placido. “Perdi il controllo quando si tratta di Caroline.”

Non voglio morire prima del tempo!”

Sei più forte di lei. Spiegami da dove nasce questa insicurezza costante che accompagna ogni tuo respiro.”

La sensazione di essere fuori posto anche in quel momento, con quell'abito (con lui), le aggredì le membra. Provò a dire qualcosa, ma la voce si rifiutò di uscire.

Caroline che decideva per tutte loro. Caroline che a sette anni le rubava il fidanzatino, Caroline che aveva voti migliori dei suoi e una madre pronta a vantarsene...

E' migliore di me” biascicò, umiliata dalle proprie parole. “Non puoi capire, tu la conosci solo da un anno...”

L'espressione di Klaus cambiò e Bonnie lesse 'patetica' nei suoi occhi. Il giudizio la infastidì così tanto che strinse le labbra, chiudendosi a riccio. “Non giudicarmi. Sei l'unica persona...”

Sei la strega più forte e talentuosa che abbia mai conosciuto, sei bellissima eppure soffochi e mortifichi costantemente il tuo potenziale. Non hai alcuna visione esterna di te e non lasci che gli altri te lo mostrino.”

Tu?” domandò con voce tremula. “Dovrei fidarmi di te?”

Ti fidi già di me” mormorò porgendole la mano. “Ti ho persino vista nuda.”

Bonnie arrossì e ripiegò il braccio, annullando il contatto. Klaus ebbe un brusco cedimento. Inspirò e l'afferrò per la vita, stringendola contro di se. “Non credi neppure che ti desideri. Pensi che la nostra notte sia stata solo il frutto dell'eccitazione alcolica...”

Non... non avevamo bevuto...” biascicò posando le mani sugli avambracci. Klaus le accarezzò il viso, tirando indietro una ciocca di capelli e il cuore di Bonnie tuonò, al riparo del corpetto.

Secoli di esperienza mi hanno insegnato che non va mai bene quando una strega e un vampiro si avvicinano. Finisce sempre con un morto ed io non voglio morire.”

Finalmente hai capito chi comanda...” mormorò con la gola chiusa.

Non sei in grado di dare ordini neppure al mio gatto” sussurrò premendo la fronte contro la sua. “Non so prendermi cura degli altri. Non sono capace di aggiustare le cose e la mia dose di pazienza quotidiana si esaurisce appena apro gli occhi... ma posso fare uno sforzo. Per te, gattina.”

Perché...” bisbigliò roteando la testa per evitare il contatto con le sue labbra. Se lo baciava, perdeva il controllo. E se perdeva il controllo, Elena avrebbe aspettato in eterno.

Le mani di Klaus scivolarono lungo il corpetto, fino a raggiungere le spalle nude. “Non ho tutte le risposte...” sussurrò, accarezzandola dolcemente, fino a circondarle il collo con le mani. “Lasciati amare...”

LMFAO - Party Rock Anthem

Ahhhh! La canzone del flashmob!” Rebekah urlò e sollevò le mani in aria, seguita da una saltellante Elena. Il dj si era dimostrato ben disposto a cambiare programma e tutti stavano divertendosi come matti. L'abito di Elena era piuttosto ingombrante per permetterle di muoversi in un certo modo, ma Rebekah non aveva lo stesso problema, avendo scelto un modello corto. I ragazzi avevano rifiutato di unirsi alla folla danzante ma nessuno di loro ne sentiva la mancanza. Uh, le coreografie come al primo anno!

Non ci credo!” Rebekah urlò nelle orecchie di Elena, indicando il bordo della pista. “Chi gli ha insegnato i movimenti?”

Ehi, ma erano bravi davvero! Elena alzò le sopracciglia, sorridendo con tutto il viso. “Beh, il bacino lo sanno muovere...”

Detto da te può significare qualsiasi cosa!”

Elena restituì una linguaccia a Rebekah e saltellò in direzione di Damon che la prese al volo. “La tua amica è finalmente uscita dal bagno col suo bello...”

Ehi...” sussurrò Elena, circospetta. “Noi non abbiamo visto nulla, non sappiamo nulla e non ci interessiamo di nulla.”

Posso parlare liberamente?”

Ci stiamo trattenendo tutti, perché credi di essere migliore di noi?” Rebekah ingoiò un sorso di champagne e Damon fece una smorfia delle sue. “Non sto esprimendo un giudizio, ma rimarcando un dato di fatto. Quei due sono...”

... pazzi l'uno dell'altra?” dichiarò Stefan, passandolo loro i bicchieri pieni. “Tutto fatto.”

Tutto fatto cosa? Non dimenticate di votare per il Re e la Reginetta del Ballo!”

Caroline distribuì una manciata di foglietti bianchi agli amici e si guardò attorno, perplessa. “Bonnie è sparita? Non la trovo da nessuna parte.”

Prova alla toilette” suggerì Damon, rimediando una gomitata da Rebekah e un sorriso al vetriolo da Elena che stappò la penna, guardò Stefan e scrisse senza alcuna esitazione il nome della coppia vincente.

Chiunque abbia cambiato la mia scaletta musicale, merita...” Caroline mosse le labbra a vuoto, gli occhi fissi su una coppia apparsa all'improvviso. Alzò piano un dito e indicò una certa direzione, mortalmente pallida.

Quattro teste si voltarono all'unisono. Non si facevano notare per niente, pensò Damon alzando le sopracciglia. “Un outing in piena regola.”

Caroline lo fissò per un breve istante. “Qualcuno dovrebbe...”

Elena la fulminò. “Care...”

... avvertirli... devono... mantenere un certo decoro...” continuò, a disagio. “Se non vogliono essere squalificati... scusate...”

La vampira scappò via imbarazzata e Rebekah piegò le labbra all'ingiù. “Beh? Si rimane a guardare? Forza, andiamo a ballare. Adoro, i Garbage.”

Control - Garbage

Aveva le allucinazioni. Klaus ne fu certo quando una pioggerella di luci piombò dal soffitto, investendoli in pieno e risalì lungo le pareti, congiungendosi al centro con una nuova esplosione. Qualcuno gridò, più di meraviglia che di paura.

Calma gli spiriti, strega” mormorò nell'orecchio di Bonnie che di tutta risposta, si voltò e lo baciò con una tale violenza da lasciargli assaporare il sangue. Nessuno si accorgeva di niente, sembrava un effetto speciale creato ad arte. Un piccolo fuoco artificiale nero scoppiò accanto alla sua guancia ma non provocò dolore. Bonnie spinse il bacino contro il suo e la sala si illuminò di una strana colorazione rossastra che ricordava il sangue. Klaus chiuse gli occhi, stringendola tanto da udirla gemere. La luce si fece più intensa, colorata e il torrente vorticante si lanciò attraverso di lui, come un'ondata brillante. Non aveva mai provato una sensazione del genere. Era totalmente benigna... come essere accarezzati dalla propria madre. “Argh!” Klaus stritolò la camicia sotto le dita e una stilettata dolorosa lo trafisse al torace. Più cercava di combatterlo, più... “che cosa mi hai fatto...” bisbigliò sentendo le forze abbandonarlo e la vista indebolirsi. Quel dolore... lo stesso dolore... dopo che Katherine...

***

Non so cosa è successo! Stavamo parlando e ad un certo punto è svenuta!”

Rebekah sventolò la tavola periodica sul volto di Caroline mentre Elena la scuoteva e cercava di rianimarla. La porta dall'aula si spalancò e Stefan e Damon trascinarono dentro il secondo moribondo, seguiti da Bonnie che si affrettò a sbarrare l'entrata. Damon mollò poco gentilmente il corpo di Klaus a terra e stirò le pieghe della giacca. “Ora, strega” cominciò. “Ricorda esattamente le parole dell'ultimo incantesimo. Gioca a Ruzzle con le sillabe e vedi di rimetterli in piedi. Non mi va di dare spiegazioni, ne di allontanarmi in tutta fretta.”

Che cosa hai fatto a mio fratello?!”

Ester ha usato l'espressione per trasformarvi in vampiri. Io ho usato la stessa magia per riportarli in vita. Avevo bisogno di un gran quantitativo di energia e ho attinto da tutte le persone presenti nella sala.”

"Per quello non riesco a tenere gli occhi aperti?" Elena stropicciò la radice del naso soffocando uno sbadiglio. “Perché l'hai fatto?”

Bonnie evitò di rispondere e massaggiò il collo. "Noia, credo..."

Damon le sbarrò la strada, allegro. “Qualcuno dovrà dare loro molte spiegazioni, e indovina? Ti è toccata la paglia più corta, stella.”

***

L'hanno presa bene.”

Caroline ha solo avuto LA crisi isterica della storia...”

Le passerà.”

Rebekah sospirò pensando che aveva ragione Stefan. Sarebbe andato tutto bene, d'ora in avanti. Sarebbero stati una famiglia normale. “Torniamo a casa?”

Non hanno ancora annunciando il re e la reginetta.”

Rebekah alzò le spalle e sorrise, appoggiandosi al ragazzo. “Forse abbiamo qualche chance con tutte le coppie fuori gara.”

Elena e Damon stavano portando a casa Caroline (legata e imbavagliata) mentre Bonnie affrontava l'ira silenziosa di Klaus. Il suo mutismo alla notizia, l'aveva preoccupata non poco. Lo choc aveva cancellato l'uso della parola?

Qualche chance? Siamo i Tom Cruise del liceo!”

Rebekah inarcò un labbro e lo abbracciò. “Sogna, biondino...”

Molto tempo dopo

Le graduate avevano ordinato cibo, alcool e uomini in quantità. Avrebbero ridotto l'abitazione dei Salvatore uno schifo. Klaus pulì il pennello nella trementina e osservò il quadro quasi completato. Era più semplice, con una modella in carne ed ossa.

Posso vederlo?”

No.”

Vieni, stasera?”

E' l'ennesima festa in cui tutti si ubriacano e vomitano fra le azalee del giardino, non c'è nulla di nuovo” mormorò fra i denti. “Stanca?”

Un po'.”

Pausa” disse e Caroline sospirò, perdendo la posizione. Aveva la schiena e le spalle indolenzite, ma quando due mani calde la tastarono con perizia, chiuse gli occhi mugolando.

Non farci l'abitudine e non metterti cose strane in testa” mormorò conficcandole le dita nei muscoli.

Ma quali strane idee! Tu ed io abbiamo chiuso!” gli ricordò, scacciandolo con un gesto stizzoso. “Sto prostituendo il mio corpo all'arte perché Bekah...”

... si è offerta di organizzare la festa al posto tuo e non hai nulla da fare. L'hai detto mille volte.”

Non ti entra in testa, però! Per quanto tempo le terrai il muso?”

Non teneva il muso a Bonnie. Semplicemente, non voleva vederla. Klaus si inginocchiò sul tappeto sbirciando il gatto con la coda dell'occhio. Era sempre traballante e malandato e a quanto sembrava, timido (ma Caroline avrebbe intimidito anche una tigre in gabbia). “La sessione è scaduta, sei libera di prostituire il tuo corpo con qualcun altro e per qualche altra...” Un cuscino gli arrivò in faccia e ricadde sulle nappe del tappeto. Klaus sbuffò e risistemò i capelli mentre Caroline raccoglieva le sue cose, lo mandava al diavolo e giurava di non mettere mai più piede in casa sua. Utopia, pensò verseggiando il gattino che corse verso di lui. Sarebbe tornata per avere il ritratto. “Stai sempre chiuso in casa tu.” Dava sempre l'idea di cadere a pezzi da un momento all'altro, quell'animale. Klaus raccolse la scatola e uscì nel giardino, deponendola sull'erba appena tagliata. L'odore era magnifico, pieno, corroborante. Il sole non era forte ed era piacevole sonnecchiare sotto il portico. Klaus si sdraiò sul dondolo e provò di nuovo la sensazione di essere in pace. Sorrise solo quando vide il gattino alzare il musetto verso il cielo, poi, il movimento del dondolo lo assopì.

***

La sensazione dolorosa non era nuova. Klaus aprì gli occhi, ritrovandosi a contatto con il cotto del portico. Era caduto di nuovo (la terza volta in tre giorni), fortuna che non c'era nessuno...

Ti agiti nel sonno.”

Bonnie, seduta sugli scalini all'entrata, teneva in braccio Spuntino e torceva la schiena nella sua direzione con un sorrisino divertito sul viso. “Fatto male?”

No...” Mugolò strangolando una smorfia. Perché cadeva sempre sulla stessa spalla? Il sole stava tramontando e la luce aranciata filtrava fra i suoi capelli e il pelo del gattino che sembrava vagamente più vivo e curioso del solito. Saltò via dalle braccia della strega e lo raggiunse, girandogli attorno. Provò a scalare il polpaccio sinistro, rinunciò, si piegò sulle zampette e gli saltò sul bacino, tastando bene la superficie. Klaus lo lasciò fare e uno stupido sorrisetto gli piegò le labbra.

Sei ancora arrabbiato con me?”

Aveva solo tradito la sua fiducia, pensò allungando un dito e lasciandosi mordicchiare dal gattino.

Ehi...”

Klaus la guardò e Bonnie inclinò la testa, voltandosi del tutto. Occhioni e aria innocente. Stavolta era stata attenta alle lezioni di Caroline. “Scusa.”

Klaus trattenne il micino contro di se ed entrò in casa, lasciando la porta aperta. Bonnie alzò un sopracciglio e si affrettò a raggiungerlo. L'aria si fece subito pesante. Sembrava intenzionato a parlare o quanto meno, ad urlarle addosso. Klaus non fece nulla di tutto questo: avanzò verso di lei, fino a costringerla contro il muro. “Non era mia intenzione farti del male... non ti sei fidata, gattina.”

Bonnie morse il labbro superiore, trattenendo il respiro.

Cerchi disperatamente di tenermi sotto controllo. Hai così paura di me?”

Lo sguardo di Bonnie si velò e un remoto ricordo salì dal profondo del suo animo. Klaus ne seguì le evoluzione e quando la nostalgia la ricoprì, le sue labbra si mossero da sole, a diretto contatto con le sue. “Tu in cambio dell'immortalità...” sussurrò accarezzandola lungo i fianchi. “Me lo devi, gattina...”

***

Al suo risveglio non ci sarebbe stato. Al suo risveglio, avrebbe capito.

Klaus indossò la giacca, lasciando le falde aperte, attraversò il salotto e aprì il portone esterno cercando di minimizzare i rumori. “Sei infine giunto, mio buon amico.”

Non potevo certo ignorare una chiamata del mio signore.”

Mfph. Signore delle Terre di Nessuno, pensò stringendo il braccio del vampiro con un gesto amichevole.

Se posso azzardare un giudizio...”

Klaus batté le palpebre, avvicinandosi all'auto che aspettava nell'ombra del sicomoro del vialetto.

L'umanità ti dona, mio signore.”

Klaus sorrise e una scintilla maliziosa passò attraverso i suoi occhi. “Non dire stronzate, Marcel. Metti in moto questa carretta e torniamocene a casa.”


It's always darkest right before the dawn...
(Control - Garbage)


To be continued...

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