Piton, mi chiamo Piton...

di ravencraw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Auguri Severus... ***
Capitolo 2: *** Vecchi ricordi ***
Capitolo 3: *** Tempo di risposte ***
Capitolo 4: *** Legilimens! ***
Capitolo 5: *** La svolta ***



Capitolo 1
*** Auguri Severus... ***


Era un nevoso giorno di gennaio, la neve cadeva lenta e sinuosa imbiancando le alte guglie del castello, allegri canti tradizionali si levavano nell'aria e rimbombavano per tutto il maniero, ogni corridoio e ambulacro era addobbato a festa, fatta eccezione per i sotterranei.
Lui non voleva festoni infantili e insulsi canti nel suo territorio; Severus, camminava avanti e indietro per le sue stanze quella mattina, mentre passava a mente i suoi pensieri, era qualcosa che da anni faceva spesso per non cedere al rammarico, per non ritornare con le rimembranze a quel momento, quell'attimo che lo perseguitò fino alla sua morte, quando vide gli occhi di lei riversi all'indietro, quelle due gocce di rugiada sull'erba inspiegabilmente vuoti per una sua mancanza, quella dolce creatura gettata malamente sul pavimento in una pozza di sangue.
Aveva imparato a combattere queste sue debolezze, a costo di sacrificare ciò che in realtà lui era, l'occlumanzia gli era stata di aiuto in molti casi, ma da quando quel moccioso aveva fatto ingresso nel castello, tutto gli risultava più difficile, soprattutto quando cercava di guardarlo negli occhi con sufficienza, e constatando che assomigliasse a lei molto più di quanto avesse immaginato.
Tuttavia era una sua colpa e non poteva fare altro che sopportarla e adempire al suo compito...Passava così i giorni, nella sua solitudine cercando di portare la mente altrove e distrarsi, sfogandosi di tanto in tanto con qualche tassorosso o grifondoro.
Oggi era più malinconico del solito, per quanto cercasse di nasconderlo, era il suo compleanno e anche se non era di grande importanza, gli avrebbe fatto piacere ricevere qualche nota o augurio, anche se sapeva che li avrebbe ignorati o snobbati pubblicamente, così rassegnato andò nel suo studio per preparare la lezione odierna.
Camminava rigido e a passo sicuro come suo solito, per i tetri corridoi dei sotterranei e spingendo violentemente il portone dell'aula di pozioni entrò dirigendosi alla sua scrivania, i suoi occhi scorrevano pergamene e appunti, quando lo sguardo si posò su un pacchettino intarsiato di velluto verde con un nastro argento, il tutto accompagnato da un biglietto grigiastro con una scritta argentata a caratteri usi e sghembi:
Auguri Sev.
Il professore dapprima sorpreso e titubante, pensando a qualche tiro mancino Weasley, lanciò un incantesimo revelio, sul dono e constatato che non era stato incantato si decise ad aprirlo:
Il pacchetto conteneva una piccola scatoletta argentea che all'apertura si schiudette a sua volta, liberando una piccola cerva del medesimo materiale che con un piccolo balzo uscì dal contenitore e galoppando sulla scrivania e fatto un giro di questa, corse sul braccio dell'uomo e si tramutò in un bracciale finemente elaborato.
Un incantesimo davvero ammirevole, brillante e aggraziato....Lily.
Non poteva essere che suo, ma...
Strani pensieri si susseguivano nella sua mente in quell'istante, sapeva bene che non era possibile che lei...avesse....ma era conscio anche del fatto che nessuno avesse potuto emulare il suo stile...Sev...

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Capitolo 2
*** Vecchi ricordi ***


 
 
Aveva riflettuto a lungo su quel piccolo dono inaspettato, senza ottenere però alcuna risposta, ritenne che la cosa poteva essere più seria del previsto, decise infine di presentare la questione all'unico in grado di risolverla;
"Albus.." Disse Piton entrando veemente nello studio del vecchio mago che come suo solito se ne stava solennemente appollaiato sulla sua cattedra di legno carminio vellutata finemente.
"Severus...calmati, è successo forse qualcosa...ah proposito, buon compleanno...ti ho lasciato un pacchetto di bacchette di liquirizia fuori dallo studio, spero siano di tuo gradimento" concluse l'uomo con un tenue sorriso sghembo e ammiccando l'amico da sotto gli scintillanti occhiali a mezzaluna.
"Albus, ho trovato questo, stamane nel mio studio...." fece mostrandogli il bracciale e spiegandogli brevemente l'accaduto..
Di sua risposta Silente parve di primo acchito sorpreso...poi si fece stranamente serio e aggrottò le sopracciglia..."Lily"
"Albus...lo sai anche tu che non è possibile, lei...è...Morta!"
"questo lo so bene Severus, qualcun altro suppongo..."
" Solo noi due sapevamo....non crederai che quel sempliciotto di Potter abbia..."
"No, per quanto Harry abbia destrezza con la bacchetta, dubito fortemente che sia stato in grado...e inoltre" sorrise l'anziano "non credo sia ben disposto a farvi un regalo di compleanno..."
 
I due rimugginarono in silenzio, contemplando il gioiello di ottima fattura, non una però compariva su quegli intarsi...
Gli occhi di Silente parvero prendere vita...levò rapido la bacchetta con le lunghe dita ossute, un piccolo tocco e una fioca luce si sprigionò dal bracciale facendolo diventare improvvisamente gelido e bianco e soprattutto rivelando su di esso una scritta, una sola parola:
Papà.
 
"Eloquente direi..." cominciò il vecchio,
"Albus,...non crederai...insomma, non crederai che abbia figli immagino" Interruppe l'altro con tono di stizza,
"Non ho mai detto questo Severus, ero solo sorpreso..incantesimo troppo complicato per essere stato elaborato da uno studente...e anche da qualche professore immagino..." disse facendo l'occhiolino all'amico dato che nemmeno lui aeva risolto l'arcano, che indispettito si compose nellla sua lunga veste nera incrociando le braccia e allargando il broncio...
"Oh, non ti sarai mica offeso ora, dopotutto sei un pozionista...hai per caso parenti o..."amici" si cui io non so nulla?..."
"Albus...ti prego,...non farai sul serio...da quando lei se n'è...andata....io non mai amato nessun altro...non ho mai intessuto relazioni...sarrebbe stato deplorevole e controproducente nei nostri piani...."
"Immagino di sì Severus,...ma il bracciale parla....E se fosse...che"
"Albus! non starai pensando per caso...."
"Bhe, un tempo vi amavate esatto?..."
"Sì, ma non abbiamo mai...cioè..." le pupille di Piton si ridussero a Capocchie di spillo e la sua bocca si spalancò in una buffa smorifia...c'era un ricordo....
"Severus...c'è qualcosa....che desideri dirmi?..."
" Devo andare,...con il tuo permesso prenderei anche il pensatoio..."
 
 
 
La neve scendeva fitta e pareva non dasse tregua, sarebbe stato difficile per chiunue raggiungere il castello in quel momento, ma incespicando di tanto in tanto, con passo sicuro, una figura incappucciata avanzava nella algida piana verso la scuola.
 
"E ora...basta chiacchiere, vedo nei vostri occhi una certa trepidanza per il lavoro svolto dagli elfi in cucina questa sera...e senza indugi, vi auguro buon appetito" concluse il preside e subito gli studenti si fiondarono sulla tavolata imbandita a festa, sotto gli occhi divertiti della Sprite che aveva allevato con amore quelle zucche appena servite e lo sguardo inorridito di Piton;
"Filious, passami lo sciroppo di cardamomo per favore" chiese Hagrid allungando un braccio e rovesciando la vellutata addosso al professor Vitious, il quale grugnì uno stridulo "Idiota!".
 
Per il resto la cena si svolse tranquillamente e in allegria...anche se al tavolo dei grifondoro non mancavano di certo le discussioni sullo strano comportamento di Piton in quegli ultimi giorni...
 
"Harry,...secondo me c'è sotto qualcosa! " fece titubante e pensierosa Hermione,
"No...Herm, a me sembra scorbutico come al solito" disse ruminando un Ronald Weasley intento a ingurgitare tutto ciò che gli capitasse a tiro e favorendo le scommesse di Neville e Colin su quanto avesse potuto reggere.
"Harry era silenzioso, sapeva...o sentiva che in qualche modo Hermione aveva ragione....aveva notato che durante le lezioni di pozioni Piton non lo aggrediva più di tanto, ma lui aveva altre grane a cui pensare...come la Umbridge per esempio...
 
"Non mangia nulla Severeus?...la vedo strano...non sarà per via di Mercurio che è entrato nella dodiciesima casa....
Piton, non sapeva se fosse più irritato dalle idiozie della Cooman o per quello che era capitato....
Rifletteva su quel ricordo di continuo, anche se ogni volta che lo vedeva, una morsa gli stringeva il cuore...

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Capitolo 3
*** Tempo di risposte ***


Piton dopo la cena, si diresse subito nelle sue stanze, sentiva la necessità di stare da solo, anche più del solito...
Non era uso ad adoperare troppe volte la bacchetta, soprattutto per cose che poteva benissimo fare con il solo utilizzo delle mani, ma ora come ora si sentiva abbastanza debole e voleva evitare inutili sforzi, fece fluttuare la bacinella di bronzo fin sopra la scrivania e si sedette a contemplarla sofferente per qualche secondo, poi prese coraggio, svuotò una provetta dal contenuto argnteo all'interno di questa e vi immerse il volto.
Fu come precipitare nel vuoto anche se alla fine invece di schiantarsi al suolo dopo una caduta di parecchi metri, atterrò in piedi in una stanza che poteva benissimo essere l'aula di una scuola, e difatti lo era, dato che si era appena materializzato nella sua mente circa 20 anni prima.
La realtà che lo circondava era lievemente sfocata e di un tono pastello tanto gradevole quanto insolito, v'erano studenti di serpeverde e grifondoro che uscivano dalla stanza, mentre all'interno di questa rimasero solo due giovani;
lui, magro e alto con capelli neri e untuosi lunghi fino alle spalle e il naso adunco seppur ancora proporzionato, portava una cappa nera con l'araldo dei serpeverde, quasi non si riconobbe in quel giovane sorridente con occhi corvini e scintillanti;
lui aveva invece dei lunghi capelli rossi che rilucevano ad intermittenza tra la fioca luce delle candele, aveva due occhi verdi come smeraldi ed era una grifondoro, la più bella ragazza che avesse mai visto.
I due chiacchieravano amichevolmente anche se nei loro occhi era evidente la sensazione di rammarico per qualcosa accaduto in passato ma che avevano imparato ad accettare; poi un bacio...inatteso, rubato all'altro, si strinsero.
La scena si materializzò in una camera dove i due si amavano in preda alla passione, poi le lacrime e la presa di coscienza dello sbaglio, l'eccessiva uguaglianza e paradossalmente la troppa diversità dei due caratteri, due cerbiatte, un leone e una serpe....
una pallida e fredda luce, lui la obliviò e la riaccompagnò nella sua stanza, amichevolmente la salutò non sapendo che fosse l'ultima volta in cui l'avrebbe rivista viva.
Forse è qui che lui cominciò a essere un personaggio secondario della sua storia e come tale a perdere l'onniscienza sul racconto, forse, anzi...ne era più che certo, che quella notte passione tanto forte quanto ingenua, non sia terminata lì, ed ella per nove mesi abbia portato in grembo il frutto del loro amore, un amore voluto ma troppo ribelle per essere dominato;
fu così che in un tepido giorno del 1980 lei diede alla luce un bambino, lo nascose al mondo, affidandolo ad una nutrice...nessuno lo avrebbe mai saputo, o così sperava.
Severus, ritornato con la mente nella sua camera, più pallido e stanco di prima, con mille tarli per la testa, si abbandonò sul letto e pianse: questa era la terza volta che piangeva in tutta la sua vita e sempre per la stessa persona.
Voleva una risposta, ma con tutto se stesso la temeva, se la sua paura più grande in quel momento fosse stata solo una triste realtà...
 
 
La neve aveva smesso di cadere a notte inoltrata, proprio quando al portone principale del castello, qualcuno rintoccò tre colpi.
Silente stava ascoltando della musica da camera nel suo studio mentre rifletteva su chissà quali bizzarrie escogitate dalla sua mente originale, quando un uomo entrò nel suo studio:
era alto e magro, quasi spigolosi, aveva dei capelli talmente neri da risultare violacei, due zigomi incavati e una mascella squadrata, ma la cosa che saltava subito all'occhio erano gli occhi, verdi come una campagna in primavera inoltrata, risaltati da due labbra sottili e contratte.
Silente lo guardò da sopra gli occhiali e accennò un lieto sorriso, "Ben arrivato Trefor...immagino tu abbia accettato il posto come insegnante di numerologia che ti avevo proposto..."

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Capitolo 4
*** Legilimens! ***


La mattina giunse svelta, un tepido sole si levava a oriente illuminando la bianca piana e la foresta facendole scintillare, anche il castello si ergeva in tutta la sua secolare maestosità; Durante la colazione il professor Silente si alzò da tavola e interruppe le allegre chiacchiere schiarendosi la voce:
"Sonorus!,...Chiedo scusa a tutti gli studenti per questa interruzione, ma mi sembrava doveroso, in quanto rettore della scuola fare gli oneri di casa, è con grande piacere che vi presento il professor Trefor Winklemann, il vostro nuovo docente di numerologia magica"
Vi furono sporadici applausi di circostanza e qualche imbarazzante colpo di tosse forzato, poi il giovane docente prese parola:
"Grazie Albus, bene...non credo ci sia molto da dire se non esprimere il mio immenso onore nel poter insegnare in una delle più prestigiose scuole di magia e stregoneria del mondo, credo che sarà un anno accademico proficuo e pieno di soddisfazioni per tutti" Concluse con una voce bassa ma limpida e mostrando uno smagliante sorriso che ipnotizzò metà delle studentesse.
 
"Numerologia?...ah questa sì che è una materia interessante!..."
"Zitto Ronald!, non hai mai capito la bellezza di questa materia, l'armonia dei numeri magici e le bellezze astrali..."
"mah...se lo dici tu...a me sembra solo la versione giovane e spensierata di Piton"
Ci fu una risata al tavolo dei grifondoro, ma Harry ebbe come una scarica di fronte a quella battuta, effettivamente assomigliava realmente a Piton...potrebbe benissimo essere suo parente...ma forse era solo esausto e la sua mente vagava troppo e Piton non doveva preoccuparlo più di tanto...eppure quel giovane aveva un non so che di familiare..
 
Anche tra i serpeverde le chiacchiere non erano da meno:
"Draco, tu lo conosci?"
"Tiger...sei idiota o cosa?, mi spieghi come diavolo faccio a conoscerlo?"
"Scusa, è che assomiglia a Piton e pensavo..."
"E da quando in qua pensare è stato il tuo forte...continua a ingozzarti chiudi la bocca!"
Eppure, anche Malfoy aveva lo stesso dubbio, anche se non lo avrebbe mai ammesso..
 
"Non voglio inutili ciarle durante quest'or.."
"Professor Piton?, posso parlare un momento"
"Minerva" annuì l'uomo...
"Vi avverto,...se durante la mia assenza qualcuno di voi non rimane al suo posto ad applicarsi con abnegazione allo studio degli esercizi, farebbe bene a prenotarsi un letto al San Mugo...sono stato chiaro?"
I due professori camminarono per i corridoi senza proferire parola, arrivarono nell'ufficio del preside dove la McGranitt si congedò da lui che salì la scala a chiocciola e fece il suo ingresso nello studio:
"Albus..."
"Ah, eccoti Severus..non ti ho visto a colazione oggi, quindi supponevo non avessi ancora avuto il piacere di conoscere il nuovo professore di Numerologia, il signor Winklemann"
"Piton, mi chiamo Piton" fece Severus voltandosi verso il nuovo collega;
Lo vide , questo, sommato allo stress accumulato durante gli ultimi giorni fu troppo...Piton cadde sul posto in un tonfo sordo privo di sensi.
"Severus..Severus!...diamine!...non è da te svenire in queste circostanze" fece giocondo il preside.
Piton si levò di scatto una volta ripreso conoscenza, si divincolò a forza dall'infermiera che lo stava aiutando e prendendo per il colletto il professor Winklemann si diresse nei sotterranei.
 
"Qual'è il tuo nome" fece con tono freddo...
"Wink...w...Winklemann Trefor"
Lo schiantò al muro con forza e gli puntò la bacchetta alla tempia
"Ascoltami bene...non ho intenzione di giocare...Qual è il tuo vero nome?"
"Trefor...Trefor Evans"
"Legilimens!"
 
Tutto appariva così confuso...scene di vita si susseguivano rapidamente...immagini di un bambino in fasce levato alla madre che piangeva...aveva i capelli rossi...e dolci occhi verdi...poi fu la volta di un vivace bambino di 5 o sei anni con un vecchio mago dal vestito scarlatto e la barba lunga..."Albus...credi che sia opportuno dirlo al padre?"
"Lily...temo non sia il momento...mi occuperò io di tutto"
Poi comparve la scuola di Durmstrang, Karkaroff...punizioni e torture...ma anche gratificazioni con l'arte delle pozioni..."
 
"Basta!..." Piton si ritrasse dal giovane sofferente e in lacrime...non sapeva cosa fare...
 
"Codardo!...come hai potuto abbandonare tuo figlio...come hai potuto!!!"
"Io non ne sapevo nulla...Lei non mi ha mai detto niente"
"Lei è morta diamine!"
 
Si fissarono negli occhi:
verde e nero si fusero profondamente...poi si abbracciarono, Piton provava pena per quel giovane, ma anche un certo affetto...anche se era ancora sconvolto...
Sentiva al contempo però anche qualcos'altro...leggendo la sua mente aveva trovato delle lacune volontariamente rimosse o occultate...sapeva che non era tutto...

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Capitolo 5
*** La svolta ***


Erano passati due giorni dall'incontro non troppo riconciliante tra padre e figlio, i due cercavano di evitarsi il più possibile in pubblico per evitare troppi problemi e anche le voci sulla loro presunta parentela cominciavano a fugarsi per via di altri avvenimenti più importanti come la cacciata di Silente e la presa del castello da parte della Umbridge.
Trefor e Piton si incontravano durante la notte nello studio del secondo per parlare del loro passato e di Lily, anche se con grande rammarico di Severus, il figlio non la vedeva più da quando aveva circa sei anni, poichè fu preso in custodia da Silente e affidato a Karkaroff, ancora prima dell'ascesa del Signore Oscuro;
e proprio questo fu uno degli argomenti principali: il padre raccontò al figlio di come era entrato al servizio di Lord Voldemort e di quello che aveva passato perdendo la persona che più amava.
Per tutta risposta Trefor narrò delle punizioni subite da Karkaroff, dei cruenti esercizi a cui era tenuto a sottoporsi nell'esercizio delle arti oscure e di come era scappato dal castello baltico per poi giungere sino qui sotto invito di Silente...pare che entrambi abbiano commesso l'errore di fidarsi della persona sbagliata, ma quello che importava ora era essere di nuovo uniti, anche se poteva sembrare molto strano, soprattutto per uno come Piton, nutriva un forte affetto verso il figlio, forse perchè gli ricordava sè stesso da giovane, o forse gli ricordava semplicemente lei...capelli color del tramonto e occhi di giada.
Passarono altri giorni e le cose a Hogwarts non accennavano a migliorare, tutto era sotto il controllo dispotico della "signora in rosa", ma era pur vero che anche l'ordine non aveva tardato a reagire, cominciando ad allenarsi nella leggendaria Stanza delle Necessità sotto la guida del ragazzo che è sopravvissuto.
Qualcuno però non era al suo posto; mentre Piton cercava di contenere l'irritazione per la nuova direttrice, Trefor, o meglio il professor Winklemann si aggirava furtivo per il castello, monitorando i movimenti dell'Ordine che non era più così segreto, poi di notte si chiudeva nel suo studio dove rimbombavano ovattate animate discussioni e sibili inquietanti.
Severus aveva cominciato a sospettare qualcosa, ma sperava con tutto sè stesso di essere solo un po' paranoico, decise comunque di indagare e senza farsi vedere una notte, si appostò dietro l'ufficio del figlio;
Dall'interno della stanza, si udivano cigolii, poi un tenue boato, oscurato da un incantesimo probabilmente, poi dei passi...sicuramente vi era più di una persona, una voce cominciò a parlare:
"Ben fatto Trefor, ben fatto...il padrone ne sarà orgoglioso..." era untuosa e viscida, ma la cosa peggiore è che era familiare
"Zitto Codaliscia...piuttosto...sospettano nulla?"
"No nulla...ho fatto tutto a dovere.."
"Lo spero bene,...sappi che ho accettato solo per risparmiare a mio figlio un compito così pericoloso.."
"Cos'è?...hai paura Malfoy?"
"Bene, la passaporta è stata fissata a dovere e siamo riusciti ad eludere la difesa...del resto non dovrebbero esserci troppi intoppi, mio padre fa il doppio gioco per noi, non dovrebbe essere troppo complicato prendere il ragazzo e far fuori il vecchio..."
Piton era rimasto pietrificato nell'udire la conversazione, suo figlio aveva il marchio, la cosa non avrebbe dovuto poi stupirlo dato che è stato in mano di Karkaroff per anni...ma avrebbe voluto tenerlo fuori...e poi pensava che facesse il doppio gioco con l'Oscuro Signore, quando in realtà la sua fiducia era in Silente...troppi dubbi e pericoli...una cosa era sicura...ci sarebbe scappato il morto.

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