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di itspaola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wish. ***
Capitolo 2: *** Who am I? ***
Capitolo 3: *** Photos. ***
Capitolo 4: *** Welcome back! ***
Capitolo 5: *** Teen Choice Awards. ***
Capitolo 6: *** Explanations. ***
Capitolo 7: *** First step: Wolverhampton! ***
Capitolo 8: *** Walk in the park. ***
Capitolo 9: *** Second step: Holmes Chapel. ***
Capitolo 10: *** I’m different from them! ***
Capitolo 11: *** What's next step? ***
Capitolo 12: *** Third step: Doncaster! ***
Capitolo 13: *** «Ops..» «Ciao..» ***
Capitolo 14: *** Goodbye Harold! ***
Capitolo 15: *** Fourth step: Mullingar. ***
Capitolo 16: *** «I need you.» ***
Capitolo 17: *** «Niall!» ***
Capitolo 18: *** Niall, where are you? ***
Capitolo 19: *** Nobody knows you. ***
Capitolo 20: *** Niall’s past. ***
Capitolo 21: *** Finally, part of something. ***
Capitolo 22: *** Summer love. ***
Capitolo 23: *** Strange dream. ***
Capitolo 24: *** Seemed so real. ***
Capitolo 25: *** I'm pregnant! ***
Capitolo 26: *** Are you jealous? ***
Capitolo 27: *** I'm in love with you. ***



Capitolo 1
*** Wish. ***






1. Wish.




"I wanna stay up all night and jump around until we see the sun. I wanna stay up all night and find a girl and tell her she's the one.."
 

 
«Julieee!» la porta della mia stanza si apre di colpo. Mi volto, staccando la musica che scorreva dentro le mie cuffiette.
Scocciata, rispondo. 
«Che vuoi mamma?» nessuno doveva interrompermi quando ascoltavo musica, soprattutto quando avevo le cuffiette. Era una cosa fastidiosa.
«Se non l'hai ancora notato, sono le sei passate e devi andare a lavoro!» annuisco. «Io vado a fare la spesa, ci vediamo stasera!» detto questo esce sbattendo la porta.
Poso le mie cuffiette nella borsa, insieme al cellulare ed esco da casa.
Direzione: bar.
Sì, lavoravo in un bar. Avevo diciotto anni e ci lavoravo da, ormai, un anno. Mi pagavano dieci sterline a settimana, e non potevano andare bene per una ragazza che voleva guadagnare per affittare un appartamento nella periferia di Londra.
La situazione mi andava bene all'inizio, ma ora quei soldi per me erano davvero pochi.
Dovevo guadagnare di più per poter diventare una cantante.
Sì, era il mio sogno, ma qualsiasi cosa me lo impediva.
Primo, i miei genitori. Mia mamma mi ripeteva sempre che non dovevo farmi castelli in aria, mio padre diceva che dovevo cercarmi un lavoro serio e che cantare era solamente un divertimento.
Secondo, a scuola mi hanno sempre presa in giro. I miei compagni mi dicevano sempre che avevo una voce da gallina, che cantare non faceva per me.
Ma loro non capivano che quelle parole mi ferivano più di qualsiasi gesto.
Dovevo essere forte. Avevo diciotto anni finalmente.
Io, Julie Anderson, avrei realizzato il mio sogno un giorno, e sarei stata la ragazza più felice della terra.

 
Arrivata al bar, salutai la mia amica-collega Charlie e, una volta posata la borsa, mi legai il mio grembiule bianco alla vita e mi posizionai dietro al bancone.
Iniziai ad uscire i bicchieri dalla lavastoviglie e posarli uno ad uno dentro un armadietto.
«Hey Julie, lì c'è un tavolo vuoto, vai a pulire tu?» annuii sorridendo.
Presi il vassoio con una pezza e mi avvicinai a quel tavolo.
Sembrava esser passato un uragano. Certi individui si sentivano a casa loro? Penso che nemmeno a casa loro lasciavano cartacce a destra e a manca, coca-cola versata sul tavolo e altra robaccia varia. A cosa servivano i cestini?
In silenzio iniziai a pulire, e il posacenere, posto al centro del tavolo, era pieno di sigarette, ancora fumanti. L'odore del fumo mi dava il voltastomaco.
Una volta finito di pulire, presi il vassoio e mi voltai di scatto, purtroppo buttando il contenuto addosso ad un signore, che poteva avere più o meno una cinquantina d'anni.
«Mi scusi!» presi un tovagliolo e iniziai a pulirgli il giubotto. Il signore mi prese il polso e mi  strattonò.
«Ammettilo che l'hai fatto apposta!» ma che cavolo? Lo fissai attentamente: era tutto ubriaco.
«No, si sta sbagliando. Mi lasci stare il polso per favore.» riuscii a dire in un sussurro. Mi stava facendo male, tanto male.
Cercai con lo sguardo Charlie, che mi vide e andò a chiamare John, il capo, che corse subito in mio soccorso.
Il signore mi lasciò e io mi massaggiai il polso e, scossa, mi sedetti su una sedia lì vicina. Charlie mi si avvicinò.
«E' meglio se vai a casa.»
«Ma no, devo lavorare.»
«No, faccio io il tuo turno. Ti vedo.. scossa. Vai tranquilla, parlerò io con John!» le sorrisi, presi la borsa e andai fuori.
 
Ecco perché odiavo lavorare in quel bar. Correvo il rischio di imbattermi in persone fuori di sè, nonostante l'orario.
Volevo assolutamente cambiare.
Mentre tornavo a casa, presi le cuffiette, le infilai alle orecchie e premetti play alla mia playlist preferita, ovviamente One Direction.
Ecco, io volevo essere proprio come loro. Chissà cosa si provava a stare su un palco, avere milioni di fan in tutto il mondo, firmare autografi, essere fermato e fotografato in continuazione. Un po' li invidiavo, ma solo un pochettino. In fondo loro avevano realizzato il mio stesso sogno. Speravo un giorno di poterlo realizzare pure io, e raggiungere la mia assoluta felicità.
Mi piaceva il modo in cui coinvolgevano la gente, la loro simpatia, la loro bellezza, la loro semplicità e la loro stupidità, il modo con cui regalavano un sorriso alla gente.. 
'Magari potessi averle io tutte queste cose' pensai.
 
 
Aprii la porta di casa e mi trovai di fronte mio padre che passava per andare in cucina. Si voltò verso me.
«Quante volte ti ho detto che non devi stare con quelle cuffiette nelle orecchie?»
Cos'è che mio padre non capiva della parola diciottenne? 
Potevo fare ciò che volevo.
«Mica ti fanno del male!» dissi acida. No, non avevo un buon rapporto con lui.
«Fanno del male a te. Dammi quelle cuffiette!» mi fece il segno con la mano.
«No. Mi servono!» feci per salire in camera mia, ma mio padre fu più agile a bloccarmi dal polso, strattonarmi e staccarmi le cuffiette dal mio cellulare, arrivando persino a romperle.
Rimasi incredula davanti quel gesto. Cosa aveva contro la musica? Cosa aveva contro il mio sogno? 
Salii in camera mia senza dire niente, chiudendo la mia porta a chiave. Diedi un calcio abbastanza forte alla porta e mi stesi sul letto, ma solo per poco, perché la tenda che copriva la mia finestra iniziò a muoversi, a sventolare leggermente. Mi alzai per chiudere la finestra, ma lo spettacolo che mi  si presentò davanti gli occhi me lo impedì.
C'era un cielo stellato.
 
Rimasi lì a fissare le stelle come un'ebete. Poi una in particolare attirò la mia attenzione: era una stella cadente.
Come una bambina piccola chiusi gli occhi, ed espressi il mio desiderio.
Infine, soddisfatta, mi misi sotto le coperte.






**

ALOAAAAAAH!



Saaalve, sono di nuovo qui a rompere con una nuova fan fiction. Si, dato che 'Beside him.' è quasi giunta al termine.
Volevo dire solo una cosa: non ho ancora letto fan fiction come questa che sto scrivendo io, e se ne esiste una, mi scuso, ma non era mia intenzione copiare le idee a qualcun'altro.
Detto questo fatemi sapere se ne vale la pena continuare o meno; lasciatemi qualche recensione che sia più lunga di 10 parole, eh!.
Un bacio a tutte.


itspaola.

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Capitolo 2
*** Who am I? ***





2. Who am I?


 


Il materasso del mio letto sembrava più morbido del solito e le coperte ancora più calde.
Che bella sensazione!
Un raggio di sole fastidioso mi costrinse ad aprire gli occhi di botto, si era già fatta mattina.
La prima cosa che vidi fu uno specchio enorme.
Uno specchio enorme?
Che cavolo ci faceva uno specchio enorme nella mia misera camera?
Mi strofinai meglio gli occhi. Sì, era proprio uno specchio enorme.
Mi alzai di scatto e mi guardai intorno: non avevo più quel misero letto a una piazza, ma bensì un matrimoniale, poi c’era una finestra, mi avvicinai ad essa e la vista che mi si presentò davanti non fu un palazzo di cemento, ma un’immensa distesa di acqua e giurai di aver visto in lontananza la Statua Della Libertà.
Sì, sicuramente stavo sognando.
Chiusi gli occhi e mi diedi un pizzicotto sul braccio, ma mi provocò solo grande dolore perché quando riaprii gli occhi era tutto come avevo lasciato. Lo specchio enorme, il letto matrimoniale e la distesa d’acqua.
Mi guardai allo specchio e mi sorpresi del mio taglio di capelli, del mio corpo esile.
Mi spaventai leggermente.
Sì, leggermente.
Che cavolo stava succedendo?
Uscii dalla camera e iniziai a chiamare mia madre, mio padre.. mi ritrovai in un corridoio, quindi dedussi che ero in un hotel.
Possibilmente i miei genitori avevano organizzato una vacanza a sorpresa, mi avevano rapito durante la notte e mi avevano portata qui a New York!
Magari!
No, escludevo quest’ipotesi.
Forse avevo sbattuto la testa e non mi ricordavo di essere nata a New York e che la mia vita a Londra era tutto un sogno.
Impossibile, amavo Londra più di qualsiasi cosa!
Così, esclusi pure quell’ipotesi.

Scesi nella hall. C’era un signore dietro un bancone che appena mi vide, sorrise.
Che caccio sorrideva? Io ero in preda al panico.
«Mi scusi, dove mi trovo?»
«Signorina, già di mattina fa questi scherzi?» continuava a sorridere.
«Signorina? Scherzi? Eh? No, scusi, non so dove mi trovo. Lei mi può aiutare per favore?»
«Non starò ai suoi giochi pure oggi. Ho tanto da fare!» prese una pila di fogli, ma io diedi una manata al bancone così forte che l’uomo si voltò spaventato.
«Mi dica dove mi trovo! Non credo sia difficile dirmi il nome della città!» alzai leggermente la voce.
«Julie, che ti prende?» una voce dietro di me mi fece voltare.
Chi era quel signore? Era abbastanza robusto a causa dei suoi muscoli, portava una maglietta a maniche corte nera e dei jeans neri, per non parlare delle scarpe.. nere.
E poi.. come faceva a sapere il mio nome? Eh?
Lo squadrai bene.
Ma.. ma.. hey, aspettate un attimo!
Quello era Paul, il manager dei One Direction.
«P-Paul?» okay, non sentivo più le gambe. Se c’era lui vuol dire che i One Direction erano lì.
Inspira ed espira.
«Oddio, ci sono i One Direction nel mio stesso hotel!» lui mi guardò male. «Ti giuro Paul, che se mi porti da loro starò buona buona affianco a te. Sai, è il mio sogno poterli incontrare, davvero. Portami da loro ti pre-»
«Julie, calmati! Che ti prende? Chi sono questi One Direction? Smettila di dire cose assurde!»
«Dai, Paul, dimmi che stai scherzando! E poi come fai a sapere il mio nome? E che ci faccio a New York?» mi guardò sconvolto e si avvicinò a me, prendendomi per le spalle.
Perché stavo facendo tutte quelle domande? Mi sentivo strana, in una vita che non era la mia.
Il senso di panico aumentò dentro me.
«Dove mi trovo? Chi sono?» domandai in un sussurro, con le lacrime pronte ad uscire dai miei occhi.
Mi allontanai dai due uomini e tornai nella mia presunta camera.
Mi buttai nel letto a piangere, ma Paul entrò subito e si sedette vicino a me.
«Che ti prende Julie?»
«Mi spieghi chi sono? Che ci faccio a New York? Sto sognando? Perché mi conosci?»
«Ma non ti ricordi niente?» chiese sconvolto.
«Non mi guardare in quel modo, sembrerò una pazza scappata dal manicomio, ma credimi che sono più sconvolta di te! Dimmelo ti prego!» mi asciugò le lacrime e iniziò a parlare, dopo un sospiro.
«Tu sei Julie Anderson, sei diventata famosa un anno fa. Hai un sacco di fan che ti amano, hai vinto un disco d’oro, con un sacco di copie vendute. Io sono Paul, il tuo manager.»
Io, famosa?
Dai, ci sono le telecamere nascoste vero? Sono dietro l’armadio, dietro lo specchio enorme?
E Paul.. dai, non può essere il mio manager!
«Dimmi che stai scherzando!» dissentì. «Non posso essere famosa! Ieri sera ero rientrata a casa dopo essere stata quasi aggredita al bar!»
«Bar? Quale bar?»
«Londra, lavoro in un bar! Ieri sera sono stata quasi aggredita da un uomo ubriaco e..»
«Julie, ascoltami. Credo che sarebbe meglio se oggi rimani a riposare. Sì, è la cosa migliore.» parlò più con se stesso che con me.
Scossi la testa. «Dove dovremmo andare?»
«Hai un’intervista tra quindici minuti.»
Intervista? Quindici minuti? Oh mio Dio.
Continuò «Non credo sarebbe il caso oggi. Sarà meglio rimandare a un altro giorno.»
Sì, forse sarebbe stato meglio. Detto questo si congedò e io rimasi lì, a cercare qualcosa da fare. Avrei dovuto cercare informazioni su questa Julie Anderson, cioè volevo dire me!
Suona parecchio strano eh!
Mi avvicinai alla scrivania e presi quel portatile e quasi non mi cadde a terra quando notai che era molto simile a quello che utilizzava Louis. Mmh..

‘Google’
‘Julie Anderson’


Mi uscirono un sacco di ricerche. Wow, non sapevo che fossi così famosa!
‘Julie Anderson – Wikipedia’
Odiavo Wikipedia, ma era il solo modo per scoprire qualcosa in più su di me.

‘Julie Anderson (Londra, 15 Gennaio 1994) ha partecipato alle selezioni della terza edizione di X Factor UK, vincendola. Dopo essere diventata famosa grazie al talent show ha firmato un contratto con la Syco Music e la Sony Music. Il suo primo album, ‘Up All Night’ …’

Che cosa? Il mio primo album? UP ALL NIGHT? No, non può essere.
Quasi non scoppiai a ridere.

‘… ha avuto molto successo, piazzandosi per primo in quasi tutte le classifiche internazionali.
Qualche mese fa è stata candidata ai Video Music Awards in ben due categorie ‘Best Song’ e ‘Best Video’, vincendo proprio in tutte e due le categorie.’


Oddio, ma sono così brava? Mi meraviglio di me stessa.
Cliccai sul link ‘Up Al Night’ e sì, era proprio il cd dei One Direction, con le stesse tracce. Che strano.. non poteva essere vero, no!
Tornai nella pagina di ricerca e digitai ‘One Direction’.
L’unica cosa che mi uscii fu ‘Forse cercavi Una direzione.’
Ma è serio?


Assurdo. Non esistevano!
Niall, Louis, Harry, Liam e Zayn non potevano essere solo frutto della mia immaginazione.
Non potevo essermi immaginata tre anni di One Direction!







AIEEEEEAAAAH!


Salve a tutte! Sì, sono tornata!
Ho notato che sono state in poche a recensire il primo capitolo, se non piace la chiudo :c

Comunque passando al capitolo: qui Julie sembra un po' pazza AHAHAH poverina.
Secondo voi cosa succederà? 
Inoltre i One Direction sono famosi solamente nel primo capitolo, dopo di che sono very normal people (?) lol e spunteranno andando avanti con la storia, quindi se li volete recensite in tante! u.u

Buona giornata a tutte, io torno a studiare letteratura cwc


itspaola.

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Capitolo 3
*** Photos. ***





3.
 Photos.




 
L'indomani mi svegliai con un forte mal di testa. Speravo di tornare nella mia cameretta e invece ero sempre lì, in quella lussuosa stanza d'hotel.
Paul bussò delicatamente alla porta ed entrò con un vassoio, pieno di cose buone.

 «Buongiorno piccola!» okay, mi dovevo abituare, era facile no?
«Buongiorno a te Paul.. mmh, quante cose buone che mi hai portato!» guardai quel vassoio con un'espressione sognante. Nella mia vita normale, a stento bevevo mezza tazzina di caffè con un biscotto a colazione.
«Ti ho portato ciò che mangi sempre a colazione! Preferisci prendere sempre un cornetto vuoto e una tazza di cioccolata calda, ma stamattina ho deciso di portarti anche delle fette biscottate con la marmellata ai frutti di bosco, un po' per cambiare.»
«Grazie Paul, amo la marmellata!»
Mi guardò soddisfatto!
Tra un morso ed un altro feci a Paul una serie di domande, le cui risposte potevano tornarmi utili.
«Dimmi un po’, com'è il mio rapporto con i fan?»
«Sei fantastica. Trovi sempre il tempo per firmare autografi e scattare foto. Ai concerti li ringrazi sempre e su twitter rispondi sempre a tutti, o quasi.. Per loro sei un idolo.»
Il mio pensiero andò ai One Direction, sempre se non erano frutto della mia immaginazione.
Loro erano più o meno così, escluso il fatto che rispondevano raramente su twitter.
«Dovrebbero fare così gli One Direction..» sussurrai.
«Ancora mi devi spiegare chi sono questi One Direction.»
«Inutile spiegartelo, a quanto ho capito non esistono. Ma sono i miei idoli.»
«Tu hai bisogno di uno psicologo cara.» uscì, blaterando quella frase.
Non avevo bisogno di uno psicologo, stavo benissimo con me stessa, solo che qualcuno mi aveva giocato questo brutto scherzo.
Io avevo solamente desiderato di essere una cantante..



Occhiali da sole, cappello in testa e borsa a tracolla.
Paul mi aveva detto che non mi vestivo né troppo sportiva, né troppo elegante. Mi aveva detto ‘come dicono i tuoi fan, il tuo look è favoloso, sei una figa assurda!
Scoppiai a ridere. Mi piaceva il mio look, ceh.
Avevo promesso a Paul che sarei tornata per pranzo, in hotel. Adesso volevo solo farmi un giro per la città.
Appena uscii dall'hotel una ragazzina mi fermò.
«Julie? Ommioddio! Ti prego possiamo fare una foto?» passava di lì per caso, o forse no.
Avrei tanto voluto avere anche io la fortuna di questa ragazzina, con i One Direction ovviamente. Non li avevo mai incontrati e vivevo pure a Londra; è un paradosso.
«Certamente!» la abbracciai, lei diede la macchina fotografica a una signora, forse era sua madre, che felice scattò la foto.
Mi ringraziò e andò via insieme alla madre.
Finora non c'era nulla di male a scattare una piccola e innocente foto.
Continuai la mia passeggiata verso il Central Park.
Mi fermarono due volte gruppi di ragazzini che cercavano disperatamente di fare una foto con me, altri cercavano di non svenire.
«Hey calmi ragazzi.» sorrisi, perché anche io avrei fatto così.
Abbracciai tutti ad uno ad uno.
Mi piaceva questa mia presunta vita.
Li salutai e dissi loro che ci saremmo visti in giro!
Andando verso il Central Park passai davanti un edicola, purtroppo o per fortuna il giornalaio mi riconobbe.
«Julie Anderson?» annuii sorridente «Mia figlia parla sempre di te a casa! Potresti fare un autografo per lei?» mi porse un giornalino, che sicuramente avrebbe portato a sua figlia.
«Certo, ma secondo me anche a lei piaccio!» la buttai sullo scherzo, ma evidentemente avevo azzeccato, perché il giornalaio abbassò lo sguardo evidentemente imbarazzato!
«Beh, mi piace la tua musica!» sorrisi e presi il pennarello che mi aveva dato e firmai quel giornalino.
Lo guardai bene.. hey, ma quella in copertina ero io!
«Ma sono io quella!» dissi sorpresa.
Mio Dio, faceva uno strano effetto vedermi in copertina! Non per vantarmi, ma ero bellissima.
«Sì, sei tu!»
«Posso prenderne una copia?» annuì felice.
«Certo, questa copia te la regalo!» oh, che bel gesto.
«Grazie mille, adesso mi scusi ma devo andare!» ci salutammo ed entrai definitivamente al parco.
Mi sedetti all’ombra di un albero, su una panchina, e iniziai a sfogliare la rivista.

“Julie Anderson in cima alle classifiche!” e c’ero io con il ‘mio’ cd in mano.
Sfogliai ancora le pagine.

“Love story in vista per la nostra Julie? No, nulla da fare. La nostra star è molto impegnata sul lavoro per pensare all’amore.”

“Tanto amore per i fans!” 
e c’ero io in una foto, che firmavo autografi ad una live session, immagino.

Quindi non frequentavo nessuno, meglio così.
Alla fine non scrivevano cose cattive su di me.
Mi piaceva essere famosa.

A un certo punto mi si avvicinò un uomo con un registratore in mano.

«Salve signorina Anderson! Sono Thomas, un giornalista della rivista ‘Pop Star*»
Mi alzai dalla panchina e mi tolsi gli occhiali.
«Salve.»
«Cosa ci può dire della sua permanenza qui a New York? Quanto tempo alloggerà in hotel?»
«Sono qui per.. ehm.. un’intervista importante.. immagino! Non so quanto tempo rimarrò qui, sarà questione di giorni. Poi beh.. dipende tutto dai miei impegni!»
«Oh bene bene, e dimmi pure: non ti vediamo mai uscire con un ragazzo, non hai tempo per l’amore?»
«Solo l’amore per i fan!» sorrisi, soddisfatta della mia risposta.
Avevo lasciato spiazzato il giornalista. Guardai l’orologio «Adesso mi scusi, ma devo proprio andare, arrivederci!»
«Arrivederci signorina Anderson!»

Okay, i giornalisti non mi piacevano! No, proprio no.

Mi incamminai verso l’hotel, ma un altro gruppo di ragazzine mi fermò e fui costretta fermarmi più del dovuto a firmare autografi e a scattare foto.
«Quando comincerai il tuo tour?» una ragazzina sui dodici anni mi lasciò spiazzata, cosa le dicevo?
«Ehm.. il tour? Eheh, ancora con il mio manager dobbiamo, ehm.. completare alcuni dettagli uhm.. sì. Spero presto comunque!» sorrisi e le firmai un foglio bianco.
«Spero di riuscire a prendere il biglietto! L’ultima volta non ci sono riuscita.»
Okay, avevo avuto la stessa situazione per un concerto dei One Direction, con l’unica differenza che non gliel’ho detto di persona, ma solo tramite un stupido computer, non ricevendo una risposta!
«Sì, lo troverai su!» le sorrisi; non potevo essere così famosa in poco tempo.
Okay, i One Direction erano diventati famosi in pochissimo tempo grazie anche al loro fascino, ma soprattutto alle loro voci, ma io? Io ero una cantante/cantautrice - solista – e non avevo la bellezza di cinque ragazzi.
«Hey Julie, mi potresti seguire su twitter? Ci provo sempre ma non leggi mai i miei tweet!»
«Scrivimi il tuo nick su un foglio!» le sorrisi. Era una ragazzina, forse coetanea alla prima. Aveva degli occhioni verde smeraldo fantastici, mi intenerii.
Lei presa dall’euforia, scrisse col pennarello il suo nick su un foglietto e me lo diede, tutta tremante. La abbracciai e poi mi scusai con tutti perché ero in ritardo per il pranzo e Paul mi aspettava.
Firmai gli ultimi autografi e andai via.



Arrivata davanti l’hotel, sentii vibrare qualcosa nella mia borsa!
Hey ma.. avevo un iphone 5.
Un iphone 5 nella mia borsa! Come ho fatto a non accorgermene?
Per poco non lo buttai a terra dall’emozione.
No, ma ci rendiamo conto? Non avevo più quello schifo di LG Cookie viola, ma quello splendore di iphone.
Okay, sicuro che stavo sognando! Ma non avevo tempo per provare se era un sogno o meno. Dovevo vedere chi mi aveva cercata.
Così sbloccai lo schermo e.. avevo un nuovo messaggio.

Danielle: “Hey, che fine ha fatto la mia amica? Manchi qui, torna presto! D. xx”


Rimasi paralizzata davanti quello schermo!
«Signorina, si sente bene?» chiese uno dei miei presunti bodyguard.
«S-Sì, tutto bene!»


Danielle?
Chi era Danielle?





Pop star: sicuramente esite come rivista, ma il nome l'ho messo a casaccio! AHAHAH







**


HOOOOLAAA!



Salve ragazze! Come va? 
Sono tornata qui a postare :') 
Era anche ora.
Allooora. Questo è un altro capitolo incentrato su Julie, niente Uan Dairecscion per un po' anche se ci sono vari accenni, come sempre lol
Uhm, poi? Ah, sì. Il messaggio di Danielle. 
Secondo voi chi è Danielle? Idee? Ipotesi?
Ditemi tutto nelle recensioni e.e ci tengo.
Ringrazio tutte le ragazze che hanno perso un po' di tempo per leggere questa fan fiction, siete fantastice :')


Come sempre:

Twitter: @hiwilljam

Adesso vado che sto morendo di sonno.

Au revoir, 

itspaola.

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Capitolo 4
*** Welcome back! ***





4. Welcome back!



Quando rientrai in camera, dopo aver finito di pranzare, mi buttai nel letto e rilessi quel messaggio milioni di volte.
Chi era Danielle? Non potevo credere che era quella Danielle, era troppo impossibile.
Risposi.

“Chi sei?”
La risposta non tardò ad arrivare.

Danielle: “Spero tu stia scherzando! Hey, il successo ti ha dato alla testa! Sono Danielle, vedi che mi offendo!”
“Scusami, è che ultimamente mi sono successe troppe cose!”
“Spero belle! Dai, racconta che voglio sapere!”

Beh, che potevo fare? Dovevo dirle tutto, o forse no.
Per messaggi mi avrebbe presa per pazza.
“Te lo dirò di presenza, chiederò a Paul di prenotare un biglietto per Londra.. perché sei a Londra vero?”
Danielle: “Certo, va bene, allora ti aspetto. Fammi sapere! Ciao babe.”

Okay, avevo seriamente intenzione di andare a Londra, però da sola.


«Paul, ho bisogno di chiederti un favore enorme!» smise di leggere il foglio che aveva tra le mani e mi guardò, togliendosi gli occhiali da vista.
«Dimmi tutto!»
«Potresti prenotare un biglietto per Londra? Solo andata per il momento.»
«Sei impazzita?»
«No Paul. Okay, forse in questi due giorni posso esserti sembrata una pazza uscita dal manicomio, e ci può stare. Però ho bisogno di quel biglietto. Sono.. scombussolata, ho bisogno di tornare a Londra, di capire alcune cose.»
«E con le ospitate, le interviste e tutto il resto?»
«Io.. avevo pensato di.. prendere una pausa!»
«Ma tu sai cosa significa una pausa, dopo un anno dal tuo successo? Perdita di fanCompreranno in pochi i tuoi cd. Non farai cd per un bel po’. Fallimento. E’ questo che vuoi?»
«Non sto dicendo che lascio la mia carriera da cantante, ti sto chiedendo solo una pausa. Ho bisogno di chiarirmi le idee. Per favore Paul.» lo supplicai. Ci fu un attimo di silenzio.

«E va bene.. tra un po’ ti prenoto il biglietto!» corsi verso di lui e lo abbracciai.
«Grazie Paul, davvero!» e poi tornai in camera.


Verso sera, Paul entrò in camera mia.
«Ho trovato un solo biglietto in base ai tuoi bisogni e..»
«Quando parto?» lo interruppi, ma Paul mi guardò severo.
«Dicevo.. ho trovato un solo biglietto, e partirai domani pomeriggio da qui! Un taxi ti porterà all’aeroporto.»
«Grazie Paul!» corsi di nuovo ad abbracciarlo.
«Basta, basta abbracci -rise- mi raccomando: stai attenta, perché sarai completamente sola, il che per una cantante famosa è insolito. Tieni il cellulare acceso perché per qualsiasi cosa ti chiamo..»
«Paul, ma queste raccomandazioni di solito non si fanno prima di partire?» scoppiammo a ridere. «No, dai scherzo. Starò attenta per tutto, e.. credo che non sarò sola.»


Accesi il pc, mi collegai a twitter e scrissi: "Hey ragazzi, buongiorno/buon pomeriggio/buonasera ovunque voi siate. Vi scrivo per dirvi che per il momento prendo una pausa dal lavoro – tranquilli, tornerò presto in scena con un nuovo tour, ma per il momento devo sistemare alcune cose nella mia vita – vi amo tutti. “

Preparai la valigia e andai a letto.


 
**


Ero appena atterrata all’aeroporto di Londra.
Ero da sola, senza guardie e senza manager.

Ero in quella che doveva essere la mia città.

Presi un taxi e mi feci lasciare nella via della mia presunta casa.
Pagai, scesi e una volta che il taxi andò via, andai a suonare al campanello di quella casa.

Aspettai un po’.
poi mi aprì una signora che non avevo mai visto.
«Sì?» mi disse, aveva in braccio un bambino che piangeva.
«Che ci fa in casa mia?»
«Abito qui ormai da quindici anni! Ragazzina, ti sei persa? Cerchi qualcuno?»
«Qui abitava la famiglia Anderson.. che fine ha fatto?»
«Guarda, non so cosa tu stia cercando.. ma questa casa l’ha fatta costruire mio marito quindici anni fa e ..»
«Okay, ho capito!»
E’ possibile che non ricordavo nulla? I miei genitori dov’erano?
La signora chiuse la porta e mi incamminai verso il bar, dove andavo a lavorare.


Entrai, avevo sempre la mia valigia in mano, ed era ingombrante.
Così una volta entrata, mi sedetti subito nella prima sedia che vidi.
Una ragazza mi si avvicinò.
Era Charlie! Almeno lei c’era.
«Charlieee.» lei mi guardò in modo strano.
«O-oddio. Julie?» lasciò il vassoio su un tavolino e corse ad abbracciarmi.
«Mi sei mac-»
«Sono la tua più grande fan!» ah, ecco. Mi sembrava strano.
Cosa pretendevo? Quella mia vita non esisteva più, forse non era mai esistita. Ma com’è che non ricordavo la mia audizione ad xfactor, le esibizioni e tutto il resto?
«Oh.. » le sorrisi solamente.
«Cosa ci fai qui a Londra? E’ un sogno, non ci credo.»
«Credici invece –sorrisi- sono venuta risolvere una piccola questione personale, nulla di che.»
«Cosa prendi? Offre la casa.»
«Oh.. ehm.. solo un bicchiere d’acqua grazie.» non avevo fame, ero solo molto assetata.
«Prima di andare.. non è che mi potresti fare un autografo?» mi chiese imbarazzata e poi mi porse il suo block-notes e la penna.
Era così buffa la situazione, lei era quasi la mia migliore amica..
Mentre lei andò a prendere il mio bicchiere d’acqua, io le feci l’autografo e ripensai ancora in che situazione mi trovavo.
Era alquanto assurda, davvero!
«Ecco a te.»



Danielle: “Dove sei? Arrivata a Londra?”
Riposi.
“Sì, sono arrivata da poco.”   
Okay, ogni volta che pensavo che stavo messaggiando con Danielle mi sentivo strana, cavolo.
Danielle: “Io sono al parco, raggiungimi! xx”


Uscii dal bar, portandomi quella valigia enorme dappresso.
Camminai per quelle strade, come se le conoscessi da una vita, e in effetti era così.


Entrai al parco e camminai, fino a quando non vidi una ragazza seduta su una panchina, all’ombra di un albero.
Riccia, magra.
Era Danielle.
Il mio cuore perse un battito, era pur sempre la fidanzata di Li… ah no, non esisteva nemmeno lui.
Mi avvicinai.
«Hey..» lei vedendomi, si avvicinò e mi abbracciò.
Mi cadde la valigia a terra, perché presa alla sprovvista e non ricambiai l’abbraccio, solo perché ero leggermente paralizzata.
«Scu-scusa..» lei mi guardò e capì.
«Vieni qui!» mi fece sedere accanto a lei, nella panchina. «Dai, non mi guardare con quella faccia.»
«Adesso pure tu mi prenderai per pazza? Ti pr-prego, no!»
«Tranquilla, mi hai già raccontato tutto.. ti credo! Insomma, siamo amiche no?» non avevo resistito e mentre ero in attesa che salissi in aereo le ho dovuto raccontare tutte cose, almeno si sarebbe preparata alla mia pazzia.
«Ecco, questa ancora la devo capire.»
Iniziò a raccontarmi che ci conoscemmo ad xfactor, durante la prima puntata. Lei si stava esibendo e dopo la sua esibizione dovevo entrare io. Io ero agitata, e mentre lei tornava dietro le quinte e io stavo per salire sul palco, sbattemmo.
«Uh, mi ricorda tanto Louis ed Harry..» mi guardò male. «Scusa, mi riferisco sempre ai famosi One Direction, tutto frutto della mia immaginazione!» dissi ironica e lei scoppiò a ridere.


Mi squillò il cellulare.
«Scusa un attimo, è Paul!»
Mi alzai e mi allontanai un po’.

«Pronto, Paul? Non riesci a stare un attimo senza me, eh!» sentii una risata dall’altra parte del telefono.
«Julie! Allora, sei già arrivata?»
«Sì, sono con Danielle..»
«Oh, bene bene. Comunque ti chiamavo per dirti che domani verrò anche io a Londra.»
«Come mai?» non voleva di certo venire a controllare ciò che facevo, no? No.
«Mi hanno chiamato e mi hanno detto che sei stata candidata ai Teen Choice Awards!»
«Oh cavolo, davvero?» ero parecchio emozionata perché li seguivo sempre in tv e ci sarei voluta salire anche io un giorno su quel palco, era il mio sogno.
Già, era.. perché a quanto pare ero famosa e ci sarei salita davvero.
«Sì sì, per questo domani sarò lì per sbrigare alcune faccende. Tu non preoccuparti, mi farò vivo io.»
«Va bene, allora ci vediamo domani!»
«Un bacio piccolina!»
Riattaccò.


Tornai da Danielle.
«Era Paul.» dissi con un sorriso a trecentosessanta gradi.
«Cosa voleva?»
«Sono stata candidata per i Teen Choice Awards!»
Mi abbracciò, e stavolta ricambiai, skst.
«Sono felicissima per te, tesoro!»

Parlammo un altro poco. Poi Danielle mi propose una cosa.
«Senti Julie..»
«Dimmi.»
«So che non hai ancora prenotato l’hotel, non è che ti andrebbe di dormire a casa mia. Sono sola e mi farebbe piacere se tu restassi con me, sempre se tu vuoi..»
«Ohw, è una richiesta bellissima. Accetto volentieri!»
«Allora, dai! Cosa stiamo aspettando? Casa mia ti aspetta.» scoppiò a ridere e la seguii.
Era così bella quando rideva.
No tranquilli. Sono etero!




**

SAAAAALVE!



Si, accetto i pomodori in faccia e il vostro odio.
Non aggiorno da 20 giorni circa e mi scuso per questo, ma la scuola mi ha tolto un sacco di tempo e le ha fatto compagnia pure la fantasia (?)
Ma sono tornata con questo.. uhm.. capitolo, sì, chiamiamolo così.
Allora qui si capisce che i genitori non sono a Londra (ma li ha i genitori? Uhm..) e Charlie non è la sua collega/migliore amica ma una sua più grande fan.. eheh!
Cosa vi aspettate dal prossimo capitolo? Dai, fatemi sapere in molteee. 
Amo tutte le ragazze che hanno recensito e tutte le ragazze che leggono ma non lasciano tracce :')

Scappo a scrivere il capitolo di 'Beside him.' che nemmeno quella aggiorno da tanto AHAHA çç
Ah, ultima cosa: se volete passate a leggere/recensire la mia one shot su Niall - Thanks, you saved me.


#Loveyouall.


itspaola.

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Capitolo 5
*** Teen Choice Awards. ***






5. Teen Choice Awards.
In questo capitolo è presente Perrie e sono nominate le Little Mix.




Dopo la notizia di Paul, cercai di informarmi sui possibili candidati.

«Danielle, non è che potresti prestarmi il tuo computer per favore?»
«Certo, prendilo pure.. è lì, sulla scrivania. Io vado a lavare i capelli!»
E sparì dalla mia vista.

Andai a prendere il computer, aspettai che si accendesse e mi collegai.
Entrai nel sito dei TCA e cercai i candidati.
Li lessi ad uno ad uno.
Appena lessi ‘Little Mix’ cacciai un urlo così forte che mi sentii pure Danielle, infatti uscì dal bagno con la tovaglia nella testa e corse in camera.
«Che succede?» domandò preoccupata.
«Ehm.. ehm.. ho letto i candidati ai Teen Choice Awards..»
«Chi hai trovato?»
«Le Little Mix!» non mi trattenni dalla felicità. Mi guardò male. «Okay, lo so, sono così scema, ma non posso crederci! Ho sempre sognato di incontrarle, ovviamente dopo i One Direction!»
Questo voleva dire solo una cosa.. ZAYN!
Chissà se in questa vita stavano insieme..
Seguii Danielle in bagno. La aiutai a pettinarsi i capelli.
Amavo i suoi capelli: lunghi, ricci, il mio sogno.
Era uno spasso pettinarli.

«Ma.. tu le conosci bene le Little Mix?»
«Ho fatto un ballo su una loro esibizione ad xfactor.. direi che siamo conoscenti!»
«E quindi sai se sono fidanzate..» domandai maliziosa.
«Questa tua.. perdita di memoria, chiamiamola così, mi fa seriamente paura. Certo, Perrie è fidanzata –dimmi con Zayn, dimmi con Zayn, dimmi con Zayn- con un ragazzo che si chiama Zayn!»
«AAAAAAAAAAAAHHH!»
«Ma che urli?» mi guardò sconvolta.
«Zayn, Zayn..»
«Zayn cosa?»
«E’ un componente dei One Direction.. oddio, non ci credo!»
«Quello scemo?» scoppiò a ridere.
Evidentemente non era tanto diverso da Zayn che conoscevo solamente io. Annuii.
«E’ totalmente rimbecillito, però quando vuole è il ragazzo più dolce del mondo, specialmente con la sua ragazza..» sì, era proprio uguale al mio Zayn!
«Potresti descrivermelo fisicamente?»
Presi la schiuma, e iniziai a buttarla qua e là sui suoi meravigliosi capelli.
«E’ un po’ più alto di te, ha i capelli neri e un ciuffo chilometrico, ha degli occhi color del cioccolato e dai.. è simpatico.»
«Viene dal Pakistan?»
«Sì, ma vive a Bradford!»
Bingo!
Era lui, ne ero certa.
Presi il fono ed iniziai ad asciugarglieli.



Dopo 3 giorni.


Ero abbastanza agitata, Paul era accanto a me che cercava di tranquillizzarmi, ma con scarsi risultati.
Mi dovevo esibire davanti a un sacco di persone, non potevo assolutamente crederci. Era tutto un sogno, me lo sentivo.
Sbuffavo e mi toccavo la pancia, avevo troppa ansia.
«Hey, rilassati!» alle mie spalle vidi spuntare Danielle. Scese tranquillamente le scale e salimmo in macchina di Paul.


Una volta arrivati sul posto, scendemmo dalla macchina.
C’era molta confusione fuori dall’edificio, così entrammo da un cancello secondario.
Okay, calmati Julie.
«Paul, cosa dovrei cantare io?»
«One Thing» okay, non mi ero ancora abituata a quella situazione e sentire quel titolo di canzone mi fece venire i brividi.
«O-okay.»
Entrammo nel backstage e c’era un via vai di persone, avevo riconosciuto qualcuno di famoso, ma a causa della mia troppa ansia e dei piccoli giramenti di testa non riuscivo a riconoscerli bene.

Mi avvicinai con Danielle al piccolo buffet che avevano allestito poco più in là e stavo per prendere un bicchiere di succo d’arancia, quando la mia mano si posò su un’altra mano e la ritrassi.
Alzai lo sguardo e incontrai gli occhioni di Perrie.
«Oh Gesù!» mi stavo seriamente sentendo male.
«Julie?» mi richiamò.
«Oh mio Dio, Perrie, sei proprio tu?» ora svengo, me lo sento. «Ho sempre sognato di vederti! Non sai quanto. Sono una tua fan.»
La ragazza mi guardò divertita «Anche io sono una tua fan!»
«Okay, Perrie Edward è una mia fan, è uno scherzo, vero?» mi sventolai la mano davanti al viso.
«Hey, stai bene? Sembra che tu non mi abbia mai vista.» sorrise.
«Ciao Perrie..» alle mie spalle –ma spuntava sempre dietro di me quella ragazza?- spuntò Danielle.
«Hey, Danielle, come stai?»
«Tutto bene, tu? Vedo che ti sei scontrata già con Julie..»
«Sembra che non mi abbia mai vista.» scoppiò a ridere.
No, ti prego! Non mi prendere in giro pure tu! E’ vero non ti ho mai vista, che posso farci?
«Beh, in effetti è un po’ così..» cercò di spiegare Danielle.
«Cos.. oh, mi stanno chiamando, devo salire sul palco. Ne parliamo dopo!»
«In bocca al lupo!» dicemmo all’unisono io e la riccia.
Poi mi guardò con un sopracciglio alzato.
«E’ fantastica dal vivo.» il cuore mi batteva fortissimo.

«Hey Julie – Paul mi raggiunse – dopo le Little Mix salirai tu!»
Annuii.
Dopo di loro? Che vergogna. Non sarei mai stata all’altezza.
Non sarei mai stata all’altezza di affrontare un pubblico così vasto.
«Hey, ce la farai!» mi leggeva per caso nel pensiero? Annuii pure a lei e mi ascoltai la performance delle ragazze. Mi sedetti su un divanetto lì vicino e aspettai la fine.
L’ansia mi stava divorando a poco a poco e no se sarei rimasta viva.

Dopo svariati minuti, le ragazze scesero dal palco e un tizio si avvicinò a me, dandomi il microfono e dicendomi che dopo le parole del presentatore dovevo salire sul palco.
Guardai le mie mani: tenevano un cilindretto nero, alias microfono.
Era un microfono vero, le mani mi tremavano.
«Vai, Sali!»

Fui spinta direttamente al centro del palco.
Alzai lo sguardo e ad accogliermi ci fu un caloroso applauso accompagnato da fischi (ovviamente positivi).
Non mi sentivo più le gambe, ero sicura di averle ancora?
Mio Dio.
Cercavo di sorridere, ma ciò che usciva era una smorfia, stupida.
Il pubblico aspettava me.
Aspettava un accenno alla canzone, una nota, una parola.

Iniziai a cantare. Contrariamente a quanto pensavo, la mia voce non tremò. Sembrava una cosa naturale, qualcosa che facevo già da tempo.
Stavolta sorrisi davvero.
Sorrisi a quelle ragazze in prima fila che allungavano le braccia per farsi notare.
Sorrisi a quelle persone che puntavano su di me un obbiettivo.
Sorrisi a tutte le persone che mi guardavano dal fondo della sala, cercando di sentire e vedermi.

Mi scatenai, e pensate un po’: feci pure il balletto con le braccia al momento del ‘na na na na’.
Era una bellissima sensazione, mi sentivo libera, leggera, completa.
Era la mia musica.
In realtà non sapevo se definirla proprio mia, ma in quel momento lo era.
La base della canzone finì e con essa anche le parole.

«Grazie a tutti.» sussurrai. Tutti urlarono, applaudirono.
Ero felicissima, avevo dato il massimo e il meglio di me stessa.

Tornai nel backstage e ad accogliermi c’era una Danielle e un Paul sorridenti, seguiti a ruota da Perrie.
Mi abbracciarono.
«Bravissima, davvero!»
Si complimentarono e ringraziai. Ero davvero lusingata da tutto questo.


«Senti Perrie.. per caso stasera c’è anche il tuo ragazzo?»
Mi guardò fintamente male e poi rispose «Sì, che per caso ci vuoi provare?» mi chiese, chiudendo a due fessure gli occhi.
«Ma n-no. Voglio solo conoscerlo..»
«Haha tranquilla, scherzavo. Aspetta che lo vado a chiamare, era qui fino a cinque minuti fa.» e così si avvicinò al ragazzo di spalle che era vicino al buffet. Quello si girò e il mio cuore perse un battito, forse due.. o forse smise di battere.
Si avvicinarono, a passo lento. Sembrava la scena a rallenty, o forse era la mia immaginazione?
Chiusi gli occhi e li riaprii dopo un secondo. Respirai profondamente e ..
«Ecco, Julie lui e Zayn. Zayn lei è Julie..»
Mi guardò e sì, non sentii più il mio cuore, stavolta seriamente.
«Ciao, piacere sono Zayn, il suo ragazzo.» mi sorrise.
Era identico al mio Zayn.
«P-piacere mio.»
«Hey. Sbloccati!» mi sussurrò Danielle.
«Okay, non ce la posso fare. Non è da me mantenere questa calma. Ti sarei saltata addosso in altre circostanze.»
«Viva la sincerità.» esclamò divertito Zayn. Perrie fece un colpo di tosse.
«Senza offesa Perrie, è che la storia è molto lunga. In teoria conosco Zayn da due anni, più o meno..»
Perrie guardò prima Zayn, il cui sguardo era abbastanza confuso, e poi me.
Danielle se la rideva.
«Come scusa? Io non ti conosco.»
«Appunto.. per questo ho detto che è una storia lunga. Lasciate stare. Mi ha fatto molto piacere vederti, Zayn.. spero di.. vederti presto.»
Cazzo, era il mio idolo no?








**


Buonaseeeera pipol (?)
Eccomi qui ad aggiornare, nonostante nel capitolo precedente ho avuto pochissime recensioni ewe
Perché? Non vi piace la storia?

Non mi soffermo più di tanto perché muoio dal sonno, quindi che posso dire riguardo questo capitolo?
Prima esibizione davanti a un pubblico, incontra Perrie, incontra Zayn.. la gelosia di Perrie mi fa morire, a voi no? No, okay ahah
Secondo voi cosa succederà?
Fatemi sapere nelle recensioni, un bacio. 



itspaola.

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Capitolo 6
*** Explanations. ***






6. Explanations.




Mi allontanai da loro, mi sentivo così fuori dal mondo.
Mi sentivo incompresa, sembravo una pazza, avevo bisogno di chiarire quella situazione, ma non capivo come.
Mi sedetti su una sedia, lontano da tutti. Mi misi lì, a pensare. Pensare così intensamente che non sentii che Perrie, Zayn e Danielle si erano avvicinati a me.
Alzai lo sguardo.
«Hey..» a parlare era Zayn. «Non so come tu faccia a conoscermi, però.. ti va se andiamo a bere qualcosa e me ne parli con calma?» mi sorrise.
«Non capiresti. Voi non capireste.» mi sentivo stranissima.
«Posso provarci.» non smetteva di sorridere. Guardai le altre due ragazze che cercavano di convincermi con lo sguardo.
Ci pensai un attimo. «Va bene, avverto Paul!»
«Tranquilla, ci ho pensato io a questo!» disse Danielle sorridente. Ricambiai il sorriso e mi prese per mano, facendomi alzare.



In quel pub c’era silenzio, non c’era quasi nessuno, ed era meglio così.
Prendemmo un tavolo, comunque appartato, e ci sedemmo.
Il cameriere si avvicinò e prenotammo quattro bicchieri d’acqua.
«Non so nemmeno da dove cominciare..»
«Da dove vuoi tu.»
Perrie e Zayn si misero comodi, intenti ad ascoltare la mia storia.
Presi un respiro profondo. «Vedete, io mi trovo in una vita non mia. Io non sono una cantante famosa!»
«Ma che stai dicendo?» disse sorpresa Perrie.
«Lo so, adesso mi prenderete per pazza. Ma io sono seria, io abito in una casa a Londra, che ora a quanto ho visto è occupata da una famigliola. Fino a tre giorni fa ero lì, lavoravo in un bar, sognavo di diventare come i One Direction.. e a proposito, tu Zayn sei un componente di questo gruppo..»
«Non ho mai sentito nominare qualcosa del genere..»
«Ecco, appunto.. però nella mia vera vita tu insieme ad altri quattro fantastici ragazzi, mi avete completata. Ho sempre sognato di incontrarvi, di ascoltare qualche vostra canzone dal vivo. Di vedere i vostri occhi pieni di luce.»
«Magari fossi famoso..»
«Io sono convinta che tu lo sei..» nella mia testa forse?
«In questa vita no.» disse quasi dispiaciuto.
«Mi sento così confusa..»
«Quindi ricapitolando.. un giorno ti ritrovi in una vita non tua, amata da milioni di fans.. mentre la tua vera vita è a Londra, a lavorare in un bar..»
«Esatto..» sussurrai.
«Okay, è un po' complicato da capire.» disse Perrie confusa.
«Non ti reputo una pazza però..» gli sorrisi.
«G-Grazie.» andai ad abbracciarlo, titubante.
 «Ho sempre desiderato abbracciarti.» gli confessai, sussurrandoglielo.
Lui si irrigidì, ovviamente non è una cosa normale sentirselo dire da una ragazza sconosciuta, lo comprendevo.
Mi scusai con lo sguardo, lui mi tranquillizzò sorridendomi.
«E adesso cosa vorresti fare?» mi chiese Perrie.
Sospirai. «Non lo so, non ne ho idea! Intanto sono venuta qui a Londra, mi sono presa una pausa dalla mia vita da cantante famosa..»
«Sì, ho letto su twitter..» mi bloccò Perrie. «Perché non provi a cercare gli altri ragazzi? Hai detto che sono cinque no? Zayn già l’hai trovato..ti mancano gli altri quattro…»
Era una bella idea, ma non era così facile. Chissà dove abitavano gli altri quattro.. chissà se abitavano negli stessi paesini.
«Fosse facile..» sospirai, portandomi le mani nei capelli. Guardai poi l’orologio del bar.. «Danielle, si è fatto un po’ tardi.. ti spiace se torniamo a casa?»
«Certo che no. Andiamo.» la ragazza si alzò, seguita poi da me e la coppietta.
«E’ stato un piacere incontrarti Zayn.. adesso noi andiamo. Ciao.» li salutai con un sorriso.
«Hey Julie..» Perrie mi fermò un attimo «Pensa a quello che ti ho detto, potrebbe esserti d’aiuto.» annuii.
«Grazie mille, buonanotte.» e uscii definitivamente dal bar insieme alla ricciola.



Una volta arrivate a casa..
«Cosa ne pensi dell’idea di Perrie?»
«Non lo so.. ci devo pensare su!»
Si tolse le scarpe e si legò i capelli in una coda.
Ci sedemmo sul divano.
«Io però non ho capito una cosa.»
«Lo farei anche io al tuo posto!» ridemmo.
«Sono seria.. cosa c’entro io con tutta questa storia? Insomma.. chi e cosa ero io nella tua vita?»
Sorrisi. «Una ragazza che stava con uno dei miei idoli e una ballerina fantastica. Speravo di vederti qualche volta, mi sei sempre stata simpatica, senza conoscerti.»
«Ero la ragazza di uno dei cinque ragazzi?» mi chiese incredula.
«Sì.. si chiama Liam, è un bel ragazzo. Nella mia vita stavate benissimo insieme. Tu poi però lo hai lasciato una volta per la troppa distanza che si era creata tra voi; tra il tuo lavoro ed io suo, avete deciso di rimanere in ottimi rapporti..» le spiegai.
«E.. com’era fisicamente nella tua vita?»
«Davvero un bel ragazzo, occhi color del cioccolato, un piccolo ciuffetto sparato in aria, muscoloso, da ragazzo faceva boxe. Una volta si è tagliato i capelli per beneficienza ed è nato senza un rene. Adesso però, fortunatamente, ce li ha entrambi!»
«Tu mi fai paura ragazza! Sai vita, morte e miracoli di questo ragazzo.»
«Eh già.. -sospirai- comunque adesso vado a letto, ci vediamo domani!»
Mi diede un bacio sulla guancia e io salii le scale per entrare nella mia camera.
Mi chiusi all’interno e mi sdraiai sul letto.
Cominciai a pensare, come sempre.


Andarli a cercare uno ad uno?
Era da pazzi! E poi da sola? Non se ne parlava. Chissà che vita facevano ognuno di loro, se erano gli stessi ragazzi che vedevo in foto.
Possibilmente il biondino irlandese non era biondo realmente, il ricco dagli occhi azzurri probabilmente aveva gli occhi color del cioccolato. Liam possibilmente faceva boxe (?) e Louis.. Louis.. boh.
Non osavo pensarci.

Però ero dannatamente curiosa di vederli, di conoscerli, di capire che fine aveva fatto la mia vita, di capire che fine avevano fatto i One Direction, i cinque ragazzi che mi avevano cambiata e fatto amare il mondo della musica.
Volevo scoprire chi erano veramente. Cosa facevano.
La curiosità mi stava mangiando viva.



Mi alzai dal letto, corsi in camera di Danielle e mi avvicinai con cautela al suo letto.
«Hey Dani, svegliati.» gli strattonai delicatamente il braccio «Dani, Dani!»
«Che c’è? –si girò a guardare la sveglia, erano appena le due- Ma sei pazza?»
«Shhh, non urlare. Devo dirti una cosa!»
«Sentiamo!» si mise comoda sul letto.
«Ci sto!»
«A fare cosa?»
«Accetto la proposta di Perrie!»











**


S-salve. *si nasconde dai pomodori*
Scusate, scusate, scusate. Ho ritardato parecchio nel postare, ma sono stata talmente occupata in questi giorni, e la fantasia non mi è stata molto di aiuto. Ho dovuto fare pure i preparativi per il concerto di domenica e quindi... ma non mi va di parlarne qui, perché so che ci sono ragazze che ci stanno male!
Oggi però, grazie all'aiuto di cha_Directioner ho saputo come completare il capitolo, applauso a lei *clap-clap*
Bene, torniamo a noi! Ricordate come ci siamo lasciati nello scorso capitolo? La nostra Julie incontra Zayn.
In questo capitolo Julie prova a spiegare la sua storia e Perrie le fa quella splendida proposta di andare a cercare gli altri ragazzi; alla fine, dopo varie titubanze Julie accetta!
Che succederà secondo voi?
Keep calm and RECENSIIIITEEE!
Ne aspetto tante eh!
Bacioni a tutte. 



itspaola. 

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Capitolo 7
*** First step: Wolverhampton! ***




7. First step: Wolverhampton

 
 
 
 
Avevamo ormai prenotato il viaggio.
Ne avevamo parlato con Perrie e Zayn e sarebbero stati disposti a partire con me e Danielle.
Mi avrebbero aiutato nella ricerca degli altri quattro ragazzi.
Erano davvero fantastici.
 
Io e Danielle eravamo sul taxi, che ci stava portando in aeroporto.
Nessuna delle due parlava, evidentemente anche lei, come me, era agitata.
Non osavo pensare al momento in cui avrei visto tutti i ragazzi.


 
**

 
«Dove dobbiamo andare?» chiesi, guardandomi a destra e a sinistra.
C’era un viavai di persone, chi partiva e chi arrivava.
Bambini che non ce la facevano più ad aspettare il proprio aereo seduti, persone che chiacchieravano tra di loro..
«Intanto mi sa che dobbiamo aspettare quei due.. come al solito sono in ritardo!» disse sbuffando.
«Andiamo a sedere lì!» dissi sghignazzando.
Continuavo a guardarmi intorno, prima d’ora non ero mai partita, ovviamente prima di questa mia strana vita da cantante famosa.
 
Mi sentii picchettare sulla spalla. Mi voltai spaventata.
«Julie?» una ragazzina era lì davanti a me, con un foglio e una penna in mano, con la macchina fotografica attaccata al polso, che penzolava a destra e a sinistra.
«Ciao!» risposi, con molto entusiasmo forse.
«Puoi farmi un autografo?» presi il foglietto in mano e con molta pazienza cercai di fare quella che era la mia firma; non sapevo ancora come dovevo autografare un foglio. Un po’ come Harry: lui all’inizio firmava con Harry Styles .
«Possiamo fare pure una foto?»
«Certo!» la abbracciai e chiesi a Danielle se poteva scattarla.
La ragazzina mi ringraziò e andò dalla madre, che la stava chiamando.
Beh, nella vita dei personaggi famosi capitano queste cose no?
Mi persi nuovamente con lo sguardo e in lontananza vidi due ragazzi correre nella nostra direzione. Misi a fuoco ed erano Perrie e Zayn, che si sbracciavano per farsi vedere da noi.
Io e Dani scoppiammo a ridere.
Si avvicinarono col fiatone.
«I soliti ritardatari.» sbuffò divertita Danielle.
«Non ci posso fare nulla se si è portata mezza casa d’appresso.»
«Non è vero. E’ stata colpa tua che ci hai messo tre anni a piastrarti quel ciuffo!» 
Ci guardammo tutti e quattro e scoppiammo a ridere.
«Andiamo?» prendemmo le valige,  andammo a fare il check-in, e salimmo sull’aereo.
Ci sedemmo tutti e quattro vicini, allacciammo le cinture, spegnemmo i cellulari e osservammo le hostess che spiegavano le norme di sicurezza.
Ma poco mi importava di quello che stavano spiegando. Avevo un solo pensiero.
 
Si accesero i motori e.. l’aereo decollò.
«Agitata?» mi chiese premurosamente Perrie.
«Un poco..»
«Inizierai a dare un senso alla tua vita da…oggi!» Danielle mi strinse la mano.
Mi rilassai.
Già, avrei scoperto chi era in realtà Liam, e in seguito chi erano i ragazzi.


 
**

 
Il viaggio durò pochissime ore.
Accompagnati da un taxi, arrivammo in hotel.
«Che camera avete?» chiese Zayn.
«Noi la 101 voi?»
«103»
«Dai, siamo vicini!» esclamai entusiasta.
Prendemmo l’ascensore e arrivammo al terzo piano.
L’hotel era favoloso: corridoio con pavimento rosso, mura giallo pesca e i lampadari erano qualcosa di unico. Emanavano una luce pazzesca.
Io e Danielle entrammo nella nostra camera e.. rimasi lì, scioccata.
Era stupenda. Letto matrimoniale, una porta-finestra che faceva entrare molta luce, il bagno, tavolo con la tv di sopra e un mega specchio.
Cavolo, era la seconda volta che mi capitava di vedere tutto questo lusso.
La prima era stata a New York.
 
Posai la valigia vicino al letto.
«Che si fa?»
«Io vorrei..andare in giro!»
«Non sei stanca?»
«No, ho solo voglia di andare in giro, a cercare Liam.»
«Ma non sappiamo da dove cominciare..»
«Va beh, in ogni caso ne approfittiamo per visitare la città!»
Sorrise, annuendo.
 
 
Dieci minuti dopo io, Danielle, Perrie e Zayn eravamo in giro per la città, c’era molta confusione, guardavo ogni singola persona, sperando di trovare quel dolce volto di Liam, i suoi occhioni..
Ma niente da fare, avevamo girato anche i negozi.
«Quanto abbiamo da girare ancora? Io ho fame..»
Sorrisi, in quel momento mi ricordava molto Niall. Era sempre lui nel gruppo ad avere una fame assurda, non osavo immaginare quanto mangiava in un giorno.
Per me quel ragazzo era speciale, lo sentivo molto vicino a me.
Chissà se l’avrei mai trovato in futuro.. se avrei incontrato i suoi occhioni azzurrissimi, se avrei toccato i suoi capelli biondi che amavo, se lo avrei mai abbracciato.
Andai in depressione.
Tutti se ne accorsero.
«Hey Julie, che ti succede?» sospirai.
«Julie, qualunque cosa tu stia pensando in questo momento… lascia perdere, riuscirai a portare la missione a termine e sarai la ragazza più felice della terra.» ancora non mi capacitavo del fatto che Danielle mi capisse. Come faceva?!
«Grazie Dani!» la abbracciai.
Andammo in hotel a pranzare.


 
**

 
Finito il pranzo, andammo tutti in camera a riposarci, il pisolino pomeridiano ci voleva per forza, anche perché quella mattina mi ero alzata alle tre, perché non potevo più dormire. Troppa ansia.
 
Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi.
 
‘Siete meravigliosi’
‘Voi siete i fan migliori del mondo, grazie a tutti.’
‘Siete pazzeschi’
 
Aprii gli occhi di botto.
No, non poteva essere.
Avevo sognato le loro voci, solo quelle, nessun volto, nessun paio d'occhi.
E poi urla di ragazze.
Non potevo crederci, ma quelli erano proprio loro. Ne ero certa.
 
«Hey Julie, che ti succede?» mi volto verso Dani, scovolta.
«Li ho sognati.»
«Sei pallida in viso, li hai visti?»
«No, ho sentito solo le loro voci.»
Mi passai una mano sulla fronte.
Iniziavo a preoccuparmi, riguardo la mia sanità mentale. 
«Ti va di andare a prendere un po' d'aria? Così smetti di pensarci!» annuii.
 
Circa quindici minuti dopo ci trovammo nel bar vicino l'hotel.
Perché così tanto tempo? Perché Zayn si era addormentato e non si voleva alzare dal letto.
Il solito.
Salutammo e chiedemmo un tavolo appartato..non per vantarmi, ma ero pur sempre una ragazza famosa.
E così ci sedemmo.
Mentre aspettavamo il cameriere, parlammo.
 
«E così mi hai sognato!» disse malizioso Malik, ricevendo una gomitata dalla sua ragazza e un'occhiataccia divertita da parte mia.
«No, idiota. Ho sognate te.. con i ragazzi. Ma non vedevo il vostro viso, sentivo solo le vostre voci. Dio, una meraviglia..» 
«Sì sì, modestamente..» si vantò Zayn, che ricevette stavolta una gomitata da parte mia.
Ridemmo tutti e quattro.
Picchiettavo le dita sul quel tavolo di legno.
 
«Salve, cosa volete ordinare?» fissai ancora quel tavolo, ma con gli occhi spalancati, ero scioccata.
Mi voltai verso il presunto cameriere: all star, pantoloni della tuta larghi, grembiule attaccato in vita, tshirt bianca e.. degli occhioni color del cioccolato che mim fissavano, in attesa di una mia risposta.
Non avevo sentito male, quella voce era la sua.
Quel ragazzo era Liam. Ce l'avevo a due centimetri da me.
Non sentii più il cuore, le mani che prima erano poggiate sul tavolo, le portai davanti la bocca.
«Signorina, si sente bene?» mi domandò preoccupato.
«L-Liam..»












**
Cause I'm just a teenage dirtbag, beeeeibiii..

(l'avete letta la traduzione? E' sconvolgente ahahah)



Okay, scusate l'enorme ritardo, ma la scuola miè finita solamente ieri, e prima ho pensato a recuperare alcune materie.. speriamo bene! *incrocia le dita*
Anyway, sono tornata con questo capitolo.. uhm.. direi schifoso. Nella mia testa me lo sono immaginato diversamente. Ma okay.
Qui il quartetto parte e va a Wolverhampton (signori e signore, ho saputo scriverlo ahah), gira per l'intera città e non trova Liam, sogna le loro voci e infiiine nel bar vicino l'hotel lo incontra. Che succederà nel prossimo?
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Fatemelo sapere nelle recensioni, però con più di 10 parole eh lollino.
Ringrazio tutte quelle ragazze che leggono  e recensiscono, e anche quelle ragazze che leggono silenziosamente.
Al prossimo!


xtommosmile.

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Capitolo 8
*** Walk in the park. ***



8. Walk in the park.


 


Liam continuava a fissare me e i miei compagni di viaggio, mentre io non facevo altro che fissare i suoi occhioni marroni. Si chiamava Liam vero? Non credo che in questo momento mi stava prendendo per una pazza malata?!
«C-chi sei?» lo vidi sconvolto. Che avevo mai detto di male?
«Ehm.. io..» che gli dicevo adesso?
«Nessuno mi chiama mai così..» perché come si chiamava? Non poteva essere.
«Scusa, io.. ti ho scambiat..» sotterratemi.
«Io mi chiamo James, Liam è il mio secondo nome.» quindi non avevo sbagliato totalmente.
«Oh, io..» che cosa potevo dire? Ero rimasta magicamente senza parole.
Mi si era formato un groppo in gola.
«Come fai a sapere il mio nome? Ci conosciamo per caso?»
«Io sì..» non volevo che mi prendeva per  pazza pure lui.
«Ma tu sei.. Julie?!» rimasi scioccata. Liam James Payne… o meglio James Liam Payne mi conosceva, conosceva il mio nome. Potevo morire, sì, ora.
«S-sì, sono io!»
«Mia sorella ascolta sempre le tue canzoni.. Se sa che sei venuta qui inizia a sclerare –sorrisi- po-potresti fare un autografo per lei?» così impacciatamente sfogliò il suo block notes in cerca di un foglio bianco e uscì dal suo grembiule una penna. La presi e lasciai la mia impronta su quel foglio.
«Grazie mille» sorrisi nuovamente.
«E così tu mi conosci.. come fai?»
«La storia è un po’ lunga.. ti va se stasera usciamo?» domandai. «Una semplice passeggiata al parco..» specificai, non volevo fraintendimenti.
«Dovrei lavorare..»
«Sei proprio come ti immaginavo!» dissi pacatamente.
Vidi la sua espressione corrucciata, era confuso, glielo si leggeva negli occhi, e si portò pure una mano sulla testa. «Lunga storia, ti spiego stasera!»
Lo salutai con la mano e poi andammo via dal quel bar.
Una volta usciti da lì, Danielle mi si affiancò sconvolta, con lo sguardo perso nel vuoto.
«Che succede?» mi affrettai a chiedere.
«Q-quello era L-Liam?»
«Sì!» sorrisi.
«Ed io ero probabilmente, ipoteticamente, fidanzata con quel figo da paura?»
«Hey, calma i tuoi ormoni!» e scoppiamo tutti a ridere.



**


Mi ero preparata per andare al parco, speravo vivamente che Li.. ehm.. James, si presentasse, anche perché era abbastanza importante per me, fargli sapere l'ipotetica vita, fargli conoscere i suoi ipotetici compagni di viaggio, fratelli e colleghi.

Entro nel parco e inizio ad incamminarmi, ero abbastanza riconoscibile, ma non importava se qualcuno mi fermava per strada: quella cittadina era abbastanza tranquilla.
Guardavo insistentemente l’orologio del telefono, il tempo sembrava non passare quando invece a me sembrava passata un’eternità.
Vedevo coppiette felici che si tenevano per mano, passeggiare tranquillamente, oppure stare seduti sotto un albero a bearsi della bellezza del tramonto.
Poi c’erano quelle mamme disperate, che cercavano di richiamare l’attenzione dei propri figli, inutilmente, che in realtà stavano trascorrendo il loro tempo a fare l’altalena oppure a rincorrersi.
Che bambini spensierati.
«Julie!» a portarmi alla realtà ci pensò.. James.
Okay, suonava strano chiamarlo in quel modo, ma dovevo sforzarmi. Mi voltai e gli sorrisi.
«Ciao James, alla fine sei venuto!»
«S-sì, mi hai incuriosito e volevo saperne di più..»
«Vieni, andiamo per di qui..» così ci incamminammo, senza una meta precisa.
Iniziai a raccontare la mia storia buffa ed incredibile, stentava anche lui a crederci.
Gli raccontai dei One Direction, del fatto che io ero loro fan e che mi ero ritrovata ad avere un cd tutto mio, ma con le loro canzoni. Che anche loro come me avevano partecipato ad xfactor e che, diversamente da me, erano arrivati terzi. Solo che in quella vita lui non si chiamava James, cioè in realtà sì, ma quello era il suo secondo nome, mentre tutti lo chiamavano Liam.
Poi gli raccontai che gli altri quattro ragazzi non erano solo compagni di band, ma anche dei fratelli e dei migliori amici. Che avevano già fatto due tour, che avevano visitato molte città e che erano sempre presenti per i fans.
«Il ragazzo che ieri era con me.. Zayn, fa parte di questo gruppo..» dissi con lo sguardo trasognante. 
«Oh capisco.. stento crederci, però..»
«Lo so, molto probabilmente mi starai prendendo per pazza, e okay, ci sta –sghignazzai- però mi trovo in questa strana situazione e non so più come uscirne.»
Annuì, ma non era ancora convinto. Non volevo che cambiasse idea, ma volevo fargli sapere ciò che provavo in quel momento.
C’era un’ultima cosa da dirgli.
«Hai presente quella ragazza riccia, che ieri era di fianco a me? Non so se l’hai notata..»
«Certo, come si fa a non notarla?! Ha dei capelli bellissimi.» sorrisi.
«Ecco, c’è una cosa che devi sapere..»
«Dimmi!»
«Lei, nella vita di cui ti ho parlato, è la tua ragazza! Non te lo sto dicendo chissà per che cosa, ma solo perché lo volevo mettere in chiaro, e..»
«Hey, tranquilla..» si avvicina a me e goffamente mi abbraccia.
Liam James Payne mi stava abbracciando.
James Liam Payne.
Va beh sì, quel ragazzo troppo bello che avevo davanti ai miei occhi mi stava abbracciando. Stava abbracciando Julie Anderson.

«Ti va un gelato?»
«Sì, anche perché devo dirti ancora un’altra cosa!»
Così, sorridenti, ci incamminiamo verso una gelateria. Entrammo e scegliemmo i gusti.
«Offro io.» mi schiaccia l’occhio e io sorrido, timida.
Andiamo a sederci in uno di quei tavolini lì vicino.

«Io sono venuta qui, per cercare te.. e adesso che ti ho trovato, volevo andare a cercare gli altri tre, l’ho presa come una missione.. ti andrebbe di venire con me, e gli altri?»
«I-io? Con voi?» esita un attimo «Ho troppi impegni, l’università, il lavoro..» certo, poteva avere pure la ragazza. «Tranquilla, non sono fidanzato!» scoppia a ridere. Come ha fatto a capire ciò che stavo pensando?
«Leggi per caso nel pensiero tu?» assottigliai la vista.
«Può darsi..» continuava a ridere. «Quanto dovremmo stare via?»
«Beh, un bel po’, fin quando non trovo tutta la band..»
«Io.. non.. non posso abbandonare l’università..»
«Quindi.. il tuo e un no?» tornai seria.
«Devo vedere.. devo farti sapere ora?»
«No, però domani pomeriggio partiamo.. entro domani mattina mi fai sapere?»
Annuisce. «Ci possiamo scambiare i numeri?» chiede innocentemente.
«Hey, non è che ti stai inventando tutto per avere il mio numero?»
«Tu non sai di cosa sono capace, ragazza!» era serio quando lo diceva.
«Sei serio?» domandai a bassa voce e quasi preoccupata.
«No, sciocchina –scoppiò a ridere. Mi inebriai della sua risata così splendida. Nella mia vera vita quanto avrei dato per vederlo ridere? Tanto. E adesso ce l’avevo a pochi centimetri da me. Stavamo scherzando insieme. Era tutto surreale, non poteva essere. – Non sono quel tipo di ragazzo!»
«Lo so.» lo fissai. «Dammi il tuo cellulare.» così, mi passò il suo cellulare e composi il mio numero, mi feci uno squillo da sola e salvai il suo numero.
«Grazie.»
«Ma no, grazie a te per avermi ascoltata, per aver passato con me un intero pomeriggio. Sarà stato palloso.»
«Ma non dirlo nemmeno per scherzo, invece. Sei davvero una ragazza simpatica, e credo che seguirò di più la tua musica..»
«Ruffiano.» scoppiai a ridere.
«No dai, sono serio..» guardò poi l’orologio. «Adesso devo andare, devo cucinare per mia sorella, i miei non ci sono a casa.»
«Okay, allora ci sentiamo domattina»
Annuì «Vuoi che ti accompagni in hotel?»
«No, grazie mille, lì sotto c’è Zayn.» ci voltiamo verso un ragazzo moro, che stava entrando in un tabacchino.
«Okay, allora ti lascio nelle sue mani. Ciao bellezza.» mi schiocca un bacio sulla guancia e va nella direzione opposta a quella mia.
Mi tocco la guancia, rimanendo immobile per alcuni secondi.
Poi ritorno in me e raggiungo Zayn.

«Hey Zayn.» si volta.
«Ciao splendore!» mi dà un bacio in guancia.
«Vi siete per caso messi tutti d’accordo e avete partecipato all’associazione CFMJ
«Cioè?» chiese divertito.
«Come far morire Julie..» dissi seria. Lui scoppiò a ridere e mi contornò le spalle con il suo braccio.
«Torniamo in hotel vah..»












**

'and we'll dance all night to the best song eveeeer..'


Buonaseeeera splendorii. Eccomi qui. Dovevo aggiornare qualche ora fa, ma.. mi sono distratta con l'uscita del trailer ufficiale di 'This is us' e della notizia dell'uscita del singolo 'Best song ever' (che vi ricordo che da stanotte si può scaricare).
Cooomunque, dopo aver fatto pubblicità ai ragazzi lol è arrivato il momento di parlare del capitolo..
Alloora, questo capitolo è interamente dedicato a Juliam, secondo voi Liam accetta o no? :)
Lasciatemi tante recensioni, eh!
Voglio ringraziare ogni singola persona che legge, che recensisce, che inserisce la storia nelle seguite/preferite/ricordate.
Grazie grazie grazie ♥
Siete la meraviglia, tengo molto a questa storia.


Twitter: @hiwilljam


xtommosmile.

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Capitolo 9
*** Second step: Holmes Chapel. ***



9. Second step: Holmes Chapel.

 


Quella mattina la sveglia suonò molto presto.
Erano appena le sei e stavo ancora aspettando la chiamata di Li.. James.
Non voleva chiamarmi all’ultimo secondo vero? Spero di no.
Mi giravo e rigiravo nel letto, avevo anche caldo.
Poi una suoneria strana mi fece voltare di scatto verso il comodino.
Ma che razza di suoneria era? Chi l’aveva cambiata?
Lasciai perdere e risposi alla chiamata.
«Ciao James!»
«Ciao bella. Dormivi? Ti ho disturbata?»
«No, affatto. Mi sono svegliata presto oggi.»
«Meno male, ero indeciso se chiamare ora o più tardi..» sorrisi. «Comunque ho fatto la mia scelta..»
«Cosa hai deciso?»
«Che.. vengo. La tua storia mi ha incuriosito, vorrei conoscere i miei presunti amici.»
«Liam..» ero presa dalla gioia.
«James, per favore..»
«Con me puoi fare un’eccezione per favore?» domandai.
Dall’altro capo del telefono sentii una risata, me ne beai «Va bene, va bene. Solo tu però.»
Portai il pugno in aria, come segno di vittoria (?) «Grazie mille, anche per il fatto di aver accettato. Davvero.»
«A patto che il viaggio me lo pago io però.»
«No, non se ne parla proprio. Ti ho offerto io di venire con noi e..»
«Julie, ti prego.»
«Okay, okay. Ma solo questo eh!»
«Va bene.» scoppiò a ridere.
«Ti mando un messaggio tra un po’. Ciao!» e riattaccai.

Mi alzai dal letto e andai a svegliare Danielle, che sembrava essere entrata in coma.
Sghignazzai, quando vidi il suo viso leggermente schiacciato contro il cuscino e la bocca semiaperta.
Non volevo svegliarla, ma dovevo.

Una volta in piedi e ben sveglie, accendiamo il computer e prenotiamo quattro biglietti dell’autobus per Holmes Chapel, sì.. la prossima tappa sarebbe stata proprio quella, e sì, solo quattro persone, perché Perrie sarebbe dovuta tornare a Londra, per un’ospitata in radio.

“Vediamoci sotto il mio hotel tra… dieci minuti! A dopo. x”

Posai il cellulare dentro la tasca dei jeans e chiudemmo le valige.
Scendemmo nella hall.
«E allora ci dobbiamo proprio salutare eh?» dissi dispiaciuta a Perrie.
«Eh sì, ma tornerai presto a Londra vero?»
«Spero di sì.. devo portare a termine la mia ‘missione’» scoppiammo tutti a ridere.
«Okay, allora ciao, fate buon viaggio e..occhio a Zayn per favore!» disse fintamente seria.
«Lo terrò d’occhio.»
«Amore grazie per la fiducia eh!» disse quasi offeso Zayn, per poi scoppiare a ridere.
Poi la coppietta si apparta un attimo e io e Danielle vedemmo Liam entrare dalla porta principale, con una valigia.
Lo salutai con la mano, e aiutai a portare la sua valigia vicino le nostre.
Perrie andò via e noi rimanemmo ancora un po’ lì, nei divanetti.
Liam aveva intrapreso una discussione con Zayn e sembravano essere in sintonia, nonostante Zayn fosse un tipo chiuso e aveva conosciuto Liam da qualche ora.
Sorrisi a quella scena. Le cose stavano andando come dovevano andare, loro si dovevano conoscere.
Guardai l’orologio e sgranai gli occhi.
«Ragazzi, mi spiace interrompere le vostre discussioni, ma.. dobbiamo andare. Ci aspetta l’autobus!» così uscimmo dall’hotel e ci dirigemmo alla fermata più vicina.
Il bus non tardò ad arrivare.


**


Dopo un’ora circa arrivammo ad Holmes Chapel ed era veramente un paesino tranquillo, le mie aspettative erano state soddisfatte.
«Wow» esclamò entusiasta Danielle «Verrei ad abitarci subito qui!»
«Concordo, anche se la mia Bradford è unica!» annuimmo tutti.
«Adesso cosa dovremmo fare?» chiese insicuro Liam:
«Sarà meglio andare in hotel a posare le nostre cose e..»
«..e poi ci dividiamo per andare a cercare questo.. Harry!» completò la mia frase Danielle.
Ormai sapeva che il mio unico scopo non era un semplice relax in giro per il Regno Unito, ma ero ben determinata a cercare tutti i ragazzi.
Una volta trovati tutti i ragazzi, non so cosa avrei fatto sinceramente; magari sarei tornata a cantare e mi sarei rassegnata al fatto che la mia era una vita da cantante, che lo è stata sin dal principio. E’ possibile che ho sbattuto la testa da qualche parte e non lo ricordo.
C’era da impazzire!

Andammo a posare le valige in camera e poi ci dividemmo.
Vagavo per le stradine di Holmes Chapel e mi venne la brillante idea di passare dal panificio dove ipoteticamente doveva lavorare Harry.
Entrai, e un buon profumo di pane investì le mie narici, e mi venne l’acquolina in bocca.
«Salve!» salutai la donna dietro il bancone, aveva un’aria simpatica e gentile.
«Ciao.» mi rispose.
«Lavora qui per caso Harry?» domandai impacciata.
«Sei la sua fidanzatina?» mi domandò con sguardo malizioso.
Ma magaaari..
«Oh no, no! Non lo conosco.. cioè un po’ sì.. oh, è una storia lunga!»
«Tranquilla, stavo scherzando! –mi rispose, facendomi rilassare- Comunque oggi è il giorno libero di Harry.. dovrebbe essere in giro..»
«Okay, grazie mille dell’informazione. Mi può dare un poco di pane?» ne approfittai, la mia pancia brontolava.
Pagai, mi diede la busta piena di panini piccoli… e buoni!

“Ancora nulla, voi l’avete trovato? x” mandai un messaggio a Danielle.

Continuai a camminare per quelle stradine, nessuno finora mi aveva riconosciuta, e forse era meglio così perché stavo davvero bene ed ero abbastanza rilassata, ma non dovevo perdere la concentrazione.
Ad un certo punto alzai il mio sguardo dalla busta ormai quasi vuota e vidi in lontananza un ragazzo ricciolino, magro, alto, jeans neri attillati e t-shirt bianca.
«Harry?!» sussurrai a me stessa.
Va beh, poteva anche essere suo cugino..
Poi però abbassò la testa, fece un movimento agile e con le mani si portò il ciuffo di lato.
Cazzo, quello era Harry!

«Harry!» urlai.
Il ragazzo di girò, mi guardò di sfuggita e cominciò a correre.
WTF?
Cominciai a correre pure io.
«Harry, aspetta!» era troppo veloce, dannazione!
Ero sempre stata una frana in educazione fisica, e questo ne era la prova. Cercai di correre più veloce, prendendo grande quantità di aria.
Ma quanto correva quel ragazzo?!
«Harold Edward Styles!» urlai ancora.
Stavolta il ragazzo si bloccò di colpo, permettendomi di raggiungerlo, ero col fiatone.
Si era sentito sgridato per caso? Pensai.
Si voltò. Eravamo lì, a fissarci. Occhi verdi, i suoi, nei miei azzurri, la sua bocca aperta per prendere fiato.
Era bellissimo.
«Julie Anderson?» chiese sorpreso «C-come fai a sapere il mio nome? E soprattutto, per intero?»
«Storia lunga?! –dissi sarcastica- Hey ma.. stai tremando?»
«Non capita tutti i giorni di trovarsi il proprio idolo davanti..» potevo dire lo stesso.
«Sono il tuo idolo?» domandai scioccata.









**

Hello peopleeee!
Sono tornata, e stavolta prima del solito -solo perché avevo il capitolo pronto. lol
Ed ecco qui, l'altro ragazzo è Harry che è pure fan di Julie! 
Cosa succederà ora tra i due? Uhm.
Fatemi sapere nelle recensioni cosa ne pensate del capitolo :)
Ci tengo molto, lo sapete!
Vorrei ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente, mi date tanta forza per continuare, davvero.
Love you.

See ya soon.

Se volete parlare con me, @hiwilljam ! (non mordo mica)


xtommosmile.

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Capitolo 10
*** I’m different from them! ***



10. I’m different from them!






Okay, ero l’idolo di Harry Styles, uno dei miei idoli.
Bella battuta!
«Ti-ti posso abbracciare?» domanda, stava quasi per piangere.
Okay, no non era una cosa normale, assolutamente no!
Io volevo abbracciarlo.. così mi avvicino a lui e mi stringe a sé. Quel contatto.
Cavolo, l’ho sempre sognato. Non potevo ancora crederci! Ero tra le braccia di Harry Styles.
«Non ci posso credere.. Julie Anderson nel mio paesino.. è un sogno!»
«No.» dico divertita e sconvolta, insieme.
«Oddio, cosa sei venuta a fare qui?» domanda con un sorriso a trecentosessanta grandi.
«Sono venuta a cercarmi!»
«Cavolo, non dirmi che ho vinto quel concorso a cui ho partecipato due giorni fa! No, non può essere, credevo mi mandassero un’e-mail e..» sembrava una macchinetta. Era molto diverso dall’Harry che conoscevo io. Quel ragazzo per dire una cosa ci stava anni! Sorrisi a quel pensiero.
«Hey Harry! Harry! Calmati! –dissi divertita- Non hai vinto nessun concorso.. cioè in realtà non lo so se hai vinto! –dissi confusa, gesticolando- se hai tempo posso spiegarti..»
«In realtà stavo andando a fare le prove con i miei amici –interessante- Vuoi venire?»
«Sarebbe un onore!» e così, affiancata a lui, ci incamminammo verso il luogo delle prove.
«E così suoni in una band..»
«Sì, sono il cantante!»
«E scommetto che la band si chiama White Eskimo..»
«C-come fai a saperlo?»
Mi guardò sconvolta, io mi limitai solo a sorridere, divertita dalla situazione.


**


Arrivammo davanti l’entrata di un garage.
«Suoniamo qui!» esclamò entusiasta Harry. Sorrisi.
Bussò: tre colpi a quell’ammasso di ferro.
«E’ un segno di riconoscimento» mi spiegò ed io scoppiai a ridere.
«C-che ridi?»
«No, è che queste cose le ho viste fare nei film»
«Ti spiegherò dopo..» continuò a sorridere. Il più bel sorriso che avevo mai visto.
Un ragazzo, che forse aveva la stessa età di Harry, venne ad aprirci, e rimase sorpreso nel vedermi.
«Non sapevamo che eri in compagnia Styles!»
«Non ci crederete mai, ma.. l’ho incontrata per strada»
«Salve a tutti –salutai imbarazzata- sono Julie!» tutti mi fissarono a bocca aperta e poi posarono lo sguardo su Harry.
«Ma è quella Julie?» ed Harry annuì energicamente ed io mi sentivo ancora più in imbarazzo. Volevo sotterrarmi.
«Wow, Harry ci ha parlato molto di te, vieni accomodati» il ragazzo biondo mi indicò una sedia di fronte al microfono. Mi ci sedetti e li fissai.
«Comunque io sono Will» si presentò il ragazzo che venne ad aprirci. Ecco, lui doveva essere il ragazzo che accompagnò Harry ai provini di Xfactor.
Ricordo che Harry non voleva affatto cantare, ma che il suo unico scopo era quello di suonare il basso.
Che stupido! Meno male che Will gli ha fatto scoprire la sua meravigliosa voce..
Ma torniamo a noi.
«Ed io sono Haydn» mi tese la mano. «Io, Harry e Will siamo amici da molto tempo.» mi sorrise.
«Ed io invece sono Nick, piacere.» teneva un basso in mano, quindi suppongo era il bassista.
Mannò, dai, davvero?
«Loro per me sono come fratelli..» spiegò Harry.
Tutti annuirono.
«Dai ragazzi, abbiamo l’onore di avere Julie con noi, le facciamo vedere cosa sappiamo dare?» disse sicuro Harry. E così tutto annuirono, e ognuno andò nella propria postazione.
Iniziarono a suonare, erano davvero bravi e la voce di Harry.. beh, quella la conoscevo benissimo, faceva venire i brividi, e credetemi se vi dico che stava uscendo una lacrima dal mio occhio destro. Non so perché, forse perché quello che stavo passando era assurdo, avevo troppa calma di fronte ai miei idoli e poi, cavolo, la voce di Harry mi rilassava.
I ragazzi si accorsero della mia lacrima e si fermarono.
«Hey stai bene?» domandò preoccupato Harry.
«Se facciamo così schifo potevi dircelo prima, così evitavamo tutto questo!» sdrammatizzò Haydn.
«No, ragazzi, siete davvero bravi, solo che mi sono venuti in mente dei ricordi e… mi sono rattristita!» i ragazzi cercarono di farmi ridere, e ci riuscirono alla grande.


Poi continuarono a suonare e io mi divertii insieme a loro.
Mezz’ora dopo finirono le prove e si sedettero tutti nel divanetto accanto a me.
«Ti sarai chiesta perché prima mi sono messo a correre.. mi avrai preso sicuramente per pazzo.» scoppiammo tutti a ridere.
«Sì, solo un po’!»
«Vedi, come tu stranamente sai, noi siamo i White Eskimo, e purtroppo o per fortuna siamo molto conosciuti come gruppo in tutta Holmes Chapel e nei dintorni. Le ragazze della nostra scuola impazziscono ogni volta che ci vedono, in paese a volte iniziano a pedinare e la cosa è inquietante» spiegò Harry.
«Pensa che una volta una ragazza si è nascosta nel cespuglio qui vicino al garage solo per avere una foto con Harry» spiego Will. Scoppiammo a ridere «Impazzite..» sussurrò esasperato Harry. «Per questo abbiamo messo il segnale di riconoscimento..» concluse la sua spiegazione.
«Adesso tutto mi è più chiaro.» gli sorrisi.
«Dio, ti sto intrattenendo più del dovuto, magari avevi di meglio da fare..»
«No, ero venuta per cercare te –esitai un attimo- non è che verresti a cena nel mio hotel?! Devo spiegarti molte cose..» sì, suonava decisamente male, ma avevo solo quest’occasione!
«Io? Con te, in hotel? A cena?» domandò sorpreso Harry.
«Sì, ovviamente se puoi.. tranquillo, non siamo soli» gli feci l’occhiolino e poi mi sorrise e accettò.
Così salutai i tre ragazzi, e io ed Harry ci incamminammo verso l’hotel.

“Ho trovato Harry, stiamo venendo in hotel, iniziate a prenotare la cena. x”

Inviai il messaggio e poi fissai Harry.
Avevo il mio idolo al mio fianco e stavo respirando regolarmente, il che normale non è affatto. Invece Harry sembrava preoccupato, agitato, sconvolto.
Camminava con le mani dentro le tasche dei jeans e non fiatava,
«Hey, mica ti mangio –dissi divertita- rilassati!» gli passai una mano nella schiena per tranquillizzarlo.
A quel tocco rabbrividimmo tutti e due.
Così ritrassi la mano.


«Eccoci arrivati» indicai poi l’entrata dell’hotel, salimmo gli scalini ed entrammo.
Fummo accolti da un’ondata di calore e me ne beai.
«Vieni, i miei amici sono già a tavola» entrammo nella sala da pranzo e ci sedemmo nel tavolo insieme agli altri. «Ragazzi, lui è Harry, Harry loro sono Danielle, Zayn e Liam!» li indicai a uno a uno.
«Molto piacere» esclamarono all’unisono.
Iniziammo a mangiare e a volte Danielle mi lanciava occhiate come per dirmi ‘carino il ragazzo’. Eh, lo so che era carino, come si fa a non notarlo?!
Era abbastanza silenzioso, ma Liam e Zayn cercavano di metterlo a suo agio, erano fantastici quei ragazzi. Poi Danielle gli chiese «Allora Harry, sei fidanzato?» lui esitò un attimo e non rispose, ma si alzò dalla sedia.
«Scusate..» e andò via di lì.
«Ho detto qualcosa di male?» disse dispiaciuta Danielle.
Io mi alzai e lo seguii.
Ma dove caspita er andato?
Lo trovai seduto nelle scale che portavano al piano superiore.
«Harry, tutto bene?» domandai seriamente preoccupata. Lui annuì incerto «Sai che non ti credo vero? –gli tesi la mano- dai, vieni con me e mi racconti tutto» lui la afferrò e si alzò, seguendomi.
Uscimmo nel giardino dell’hotel e ci sedemmo su un muretto, gambe incrociate e faccia a faccia. «Allora?»
«Facciamo una cosa: tu mi spieghi perché sei qui e io poi ti dico la mia storia.» così presi un respiro profondo e iniziai, per la terza volta, a raccontare la situazione in cui mi trovavo. Anche lui stentava a crederci, ma rimase in silenzio a  fissarmi. Ascoltava ogni singola parola che gli dicevo.
Finii di raccontare, non mi aveva interrotta un attimo e poi lui appoggiò la schiena al muretto, stendendosi completamente, e guardando il cielo stellato.
«Invece la mia vita fa schifo..» lo guardai incredula, prima che continuasse a parlare «.. mi hanno sempre preso in giro. Sono diverso da loro, sto molte volte in disparte per questo, gli unici che mi hanno accettato per come sono, sono stati Will, Haydn e Nick. Ho solo loro come amici, pochi ma buoni»
«In che senso diverso?» esitò un attimo prima di parlare.
«Insomma, non so perché te lo sto raccontando, sei il mio idolo però e sento che di te mi posso fidare, la tua musica mi ha aiutato molto» sorrisi e lui prese un respiro profondo, per poi continuare «Ecco, vedi.. io .. io sono gay!» lo fissai.
Nessuno dei due fiatò più. Non c’era nulla da dire, lo sentii singhiozzare.
«Hey..» sussurrai «Vieni qui..» lui si tirò su.
«Scusami, sto piangendo davanti a te..» con un gesto abile si asciugò il viso.
«Tranquillo, non ti vergognare e non te ne fare una colpa.. –gli sorrisi- e ricorda che non sei solo!» lo abbracciai.
In quel momento sentivo di farlo, ed ero stranamente tranquilla. Vedevo Harry come un fratello che non ho mai avuto. 










**

BUONASEEEERA PEOPLEEEEE!


I'm here for you ♪
No, okay.
Ecco qui il capitolo! Qui è spiegato il motivo del comportamento strano di Harry. 
Inoltre Harry si dichiara, e dice di essere gay. (spero che per questo non perda lettrici, insomma.. non può essere in tutte le fan fiction il bello e quello figo che se la fa con la protagonista!).
Comunque sono felice che questa fan fiction, nonostante sia strana, piaccia a voi! Davvero, ci metto il cuore.. vorrei che la leggessero più persone, ma non so proprio come fare :c
Ringrazio tutte le persone che passano a leggerla e che lasciano una piccola recensione, graziegraziegrazie! siete  meravigliose.
Cosa vi aspettate dal prossimo capitolo? Collaborate? :D voglio vedervi attive, vipregoviprego!
Purtroppo vi avverto che non aggiornerò prima di domenica prossima, devo partire. çç

Al solito, mi trovate su twitter!

Baci, xtommosmile.

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Capitolo 11
*** What's next step? ***



11. What's next step?
 
 
 
Harry quella sera mi ha raccontato un pò della sua famiglia, di sua sorella, del divorzio dei suoi genitori.. aveva parlato così tanto che una volta entrato in camera mia si era addormentato. Sembrava un bambino piccolo quando dormiva, non che mi ero soffermata per più di cinque secondi a fissarlo, però dovevo comunque svegliarlo e.. mi dispiaceva farlo, era così bello!
«Harry?!» cercai di svegliarlo nel miglior modo possibile «Hey Harry, svegliati!» in un batter d'occhio mi ritrovai immersa in due pozze verdi, e diventai un peperoncino a causa della troppa vicinanza al suo viso.
«Ehm.. buongiorno.» mi passai una mano tra i capelli.
«B-buongiorno -si guardò intorno e si stropicciò un occhio- oddio, mi sono addormentato qui?» mi limitai ad annuire. «Cavolo, non ho avvertito mia madre, chissà.. sarà in pensiero per me!» prese il cellulare dal comodino e compose un numero, portò il telefono all'orecchio e iniziò a parlare «Pronto?! Mamma, buongiorno.. sì, scusami solo che..» mi fece segno con il dito per dirmi 'a dopo' e uscì dalla camera. Io mi guardai attorno e mi sedetti a peso morto sul letto disfatto.
Harry Styles aveva dormito nella mia stessa camera. Non era vero, non poteva esserlo.
Poco dopo rientrò Harry, e si sedette  di fianco a me.
«Oggi vi  offro io la colazione -disse- mia madre ci sta aspettando!»
«Oh, grazie, ma non è un disturbo? E poi oggi non dovresti lavorare?»
«Non è nessun disturbo e no, non devo lavorare, oggi è sabato!»
 
Tempo di dieci minuti ed eravamo tutti quanti in strada, diretti  verso casa Styles. Mi ero innamorata di questo paesino!
Non so, mi metteva allegria, mi faceva rilassare, anche solo sentire il nome 'Holmes Chapel' mi faceva sentire bene, ditemi che sono normale..
 
Arrivammo a destinazione e una signora, che poteva essere la sorella gemella di Harry, venne ad aprirci.
Mora, occhi azzurri e un fisico perfetto.
Harry andò ad abbracciarla, le diede un bacio in guancia e poi ci presentò.
«Loro sono Liam, Zayn, Danielle e, non ci crederai, Julie Anderson!» mi indicò.
«Oh che cosa bella! L'idolo di mio figlio... insieme a mio figlio, ha la camera piena dei tuoi poster! -sorrise, mettendo in imbarazzo Harry, e pure me- Dai, entrate, non state lì impalati.» così entrammo e un buon profumo di uova e pancetta ci accolse. Ci accomodammo attorno al tavolo e Anne ci lasciò soli.
«Harry..» lui alzò lo sguardo nella mia direzione.
«Sì?!»
«Qua ci voleva la pernacchia» esclamò fintamente dispiaciuto Zayn.
«Sei sempre il solito!» e scoppiammo tutti a ridere.
«No, seriamente, noi tre dovremmo partire al pi presto per cercare gli altri due ragazzi, del gruppo di cui ti parlavo ieri sera.» annuì.
«Quindi?»
«Mi chiedevo se ti andrebbe di venire  con noi.. Sarà questione di poco tempo, spero..»
«Ow, sarebbe bellissimo, una specie di avventura, no?»
«Più o meno..»
«Mi piacerebbe venire.. ho sempre sognato di viaggiare con i miei amici, ma non ho mai avuto l'occasione..»
«Questa potrebbe esserlo!» gli sorrisi e lui ricambiò. «Quindi accetti?»
«Dovrei parlarne con mia madre.. ma credo non ci dovrebbero essere problemi..»
«Evvai, un altro ragazzo nel gruppo!» esclamò entusiasta Zayn, ed Harry mi ringraziò con gli occhi.
Poi Anne entrò in cucina e il figlio le spiegò la situazione e lei non esitò a dirgli sì.
«Grazie signora, è molto importante per me che ci sia Harry!» lui andò ad abbracciarla e ci alzammo dal tavolo.
«Grazie per la colazione!» ringraziò Danielle.
«Era tutto buonissimo» aggiunse Liam.
«Ah, troppo gentili ragazzi! Tornate quando volete, gli amici di Harry sono i benvenuti» sorrisi e ci avviammo verso la porta d'uscita.
«Hey Julie.. -mi bloccò dal polso- possiamo farci una foto?» disse imbarazzato.
«Ma certo!» presi il cellulare dalla tasca e  lo misi davanti a noi e con la fotocamera interna scattai la foto. Harry aveva gli occhi lucidi, insomma anche io avrei fatto così davanti a loro.
«Grazie Harry!» gli diedi un bacio sulla guancia.
«Ci sentiamo in qualche modo?»
«Guarda twitter ogni tanto!» gli feci l'occhiolino e andai via insieme agli altri.
Tenevo ancora il cellulare in mano, così entrai su twitter e scrissi due cose.
La prima fu un tweet: "Buongiorno/Buon pomeriggio/Buonasera ovunque voi siate. Come state? Se tutto va secondo i miei piani, tornerò in scena molto presto! xx"
 
La seconda volta, caricai la foto con Harry: "Con un fan speciale, grazie @Harry_Styles #alotoflove"

 
Poi riposai il telefono in tasca e tornammo in hotel, dove ci riunimmo nella mia stanza.
«Allora, la prossima tappa?» chiese Zayn.
«Suppongo..»
«Doncaster!» esclamai.
«Per trovare...?» chiese Danielle.
«Louis.» dissi con gli occhi lucidi.











**
4 DAYS TO GOOOO.... !


Buongiorno/Buon pomeriggio/Buonasera (in base a che ora voi state leggendo quest capitolo! lol)
Finalmente sono tornata dalla mia vacanza e sono moooolto in ansia per il video di Best Song Ever. Non posso immaginare che video sarà dopo aver visto Liam, Niall ed Harry conciati in quel modo ahahah crepo.
Anyway, dopo aver pensato un po' al capitolo, ho postato questo ehm.. purtroppo ho dovuto bloccarlo qui, perché non potevo scrivere altro. Il prossimo sarà più bello, spero :)
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Ringrazio ogni singola persona che si è messa a leggere la mia storia e l'ha recensita, siete tutte meravigliose <3

Al prossimo, love you all.


xtommosmile. 

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Capitolo 12
*** Third step: Doncaster! ***


Holaaa, vi chiedo cortesemente di leggere il capitolo con attenzione. Vi è un piccolo particolare che verrà spiegato nei capitoli a seguire. Grazie :)


12. Third step: Doncaster!





“Grazie a te per la sorpresa! @JulieOfficial sei la migliore, l’ho sempre detto.”


Il tweet di Harry mi aveva fatta svegliare di buon umore; sono stata tutta la notte pensando.
E se non li trovassi tutti?
«Buongiorno splendore!» mi disse Danielle.
«Ciao Dani!» le sorrisi.
Mi stropicciai gli occhi e mi stirai.
«Pronta per partire?»
«Sì, anche se ho un brutto presentimento!»
«Andrà tutto bene!» mi sorrise, dandomi forza.
«Grazie!» mi alzai e andai a sciacquare il viso.
Poi tornai in camera, dove trovai Danielle al pc, sicuramente intenta a cercare qualcosa riguardo Doncaster.


Toc toc.

Ci voltammo verso la porta e poi andai ad aprire.
«Buongiorno ragazze! –era Zayn- Avete per caso una piastra?»
«Zayn, guardaci!» a volte quel ragazzo era così tonto.
Ci fissava.
Prima me, poi Danielle. Poi me, e dopo Danielle.. non riuscendo però ad arrivare a ciò che volevamo dirgli.
Continuava a non capire.
«Zayn, siamo entrambe ricce!» spiegò Danielle e scoppiammo a ridere.
«Scusate ragazze, ma mi sono svegliato con questi capelli orribili e…»
«Prova a mettere un po’ di gel.» gli consigliai.
«Sei un tesoro! Grazie.» mi prese il viso, mi avvicinò a sé e mi diede un bel bacio sulla guancia.
E dannazione! Ancora non mi ero abituata, vacci piano!
Gli sorrisi e andò via, poi chiusi la porta.
«E chi lo capisce!» esclamai divertita.


Ci ritrovammo poi tutti e quattro giù, al ristorante,a fare colazione.
Avevo appena finito la mia bella tazza di latte e mi ero alzata dalla sedia.
«Dove vai?» chiese Liam.
«Vado da Harry.»
«Ti accompagno io.» disse Zayn.
«Ow, ma non c’è bisogno!»
«Una bella fanciulla non si lascia mai da sola!» esclamò Liam.
Voleva farmi morire, io lo so.
«Ok, ok, andiamo!» gli sorrisi.
Mi prese a braccetto, gesto inaspettato, e ci incamminammo verso casa Styles.
Non mancarono le persone che mi fermavano, che volevano far foto.
«E’ il tuo ragazzo?» chiese un tizio, alludendo a Zayn.
«No –sorrisi- è un mio amico!» per fortuna non approfondì l’argomento.

Quasi vicino casa di Harry, incontrammo proprio il sottoscritto, che veniva verso la nostra direzione.
«Ciao Harry!»
«Ciao Julie, Zayn..» sorrise.
«Che ci fai in giro?»
«Stavo venendo da te, mi ero informato sul tuo hotel!»
«Non si fa, chi ti ha dato il permesso? Io ho bisogno di privacy!» dissi convinta, per poi scoppiare a ridere.
«Noi stavamo venendo invece da te!» parlò Zayn al mio posto.
«Oh, davvero?»
«Sì, stiamo per partire!»
«Quindi, oh.. ehm, mi accompagnate a prendere la mia valigia, e poi saluto mia madre!»


Dopo tre quarti d’ora eravamo tutti sul bus, destinazione Doncaster!
Ancora il brutto presentimento non se n’era andato, e la cosa mi spaventava un po’!
Ma non dovevo pensarci. Sarebbe andato tutto perfetto, tutto secondo i miei piani.
E se fosse andata al contrario?
Non lo so.
Non lo so cosa avrei fatto. Ma ormai era diventato il mio unico obbiettivo al momento.


**


Passate circa tre ore, mettemmo piede a terra, finalmente.
Non mi andava più di stare su quel bus, l’autista non era molto normale, superava le macchine a velocità assurde, facendo sbandare il mezzo.
Un pazzo!
«La prossima volta prendiamo l’aereo» dissi scioccata.
Arrivammo, tempo niente, in hotel, dove posammo le valigie.
«Quindi, mi ripeti chi stiamo cercando qui?» mi chiese Zayn mentre camminavamo nel corridoio.
Anche quell’hotel non era niente male.. era molto luminoso.
«Stiamo cercando Louis, Louis William Tomlinson» risposi sorridente.
Io ho sempre creduto che il suo nome intero appartenesse ad un principe, e in effetti ci somigliava ad un principe.
I suoi occhi azzurri, il colore chiaro della sua pelle, i capelli sempre disordinatamente sistemati, il suo modo di vestire.. l’ho sempre considerato come il mio migliore amico, una persona con cui parlare, confidare i propri segreti, anche scherzarci.. ma purtroppo non l’ho mai potuto fare tutto questo, e si sa perché.
«Woo» sussurrò Harry.
Vero, Harry.
Non sapevo come si sarebbe comportato in mezzo a tutti questi ragazzi. Speravo solo di non ritrovarmelo morto –letteralmente, si fa per dire. Sorrisi al solo pensiero.
Mi chiedevo come avrebbe reagito alla vista di Louis, insomma era un bel ragazzo..
Mi affiancai ad Harry «Io e te poi dobbiamo parlare.» gli sussurrai. Lui annuì solamente, pensieroso e forse anche un po’ preoccupato.

Data l’ora, scendemmo al ristorante a mangiare.
Lì parlammo un po’.
«Da dove possiamo iniziare a cercarlo?» chiese Harry.
«Insomma, non abbiamo una foto.» continuò Danielle.
«E’ impresso nella mia testa!» dissi.
Datemi l’Oscar per questa esclamazione, vi prego.
«Secondo te lavora? Studia?» domandò Liam.
«Non ne ho idea.. potrebbe fare recitazione?» dissi incerta.
Ricordo che lui al liceo faceva recitazione, il suo prof diceva che era molto bravo. Poteva essere che adesso fosse diventato un attore, chi può dirlo?
«Quindi iniziamo dai teatri?» annuii.
Ultimammo il nostro pranzo e poi, come una scolaresca in gita, uscimmo dall’hotel, alla ricerca di un teatro e, di conseguenza, alla ricerca di Louis.

Mi guardavo intorno, io amavo viaggiare, visitare posti nuovi.
Anche Doncaster era una cittadina molto bella, dovevo ammetterlo.
Le case tutte in mattoncini rossi, grandi finestre e il vialetto.
Le strade erano affollate, ma non troppo.

«Hey Julie, lì c’è un teatro!» esclamò Zayn, come se avesse vinto un premio.
«Ow, proviamo ad entrare.»
Così entrammo tutti lì dentro; non c’era molta luce, e si sentiva in lontananza una strana musichina, come una ninna nanna. Se fossimo stati in una casa di paura mi sarei subito spaventata. Ma lì, in quel teatro, stava a significare che c’era qualcuno, così passai avanti io, lasciando gli altri dietro, chi all’entrata e chi mi seguiva.

«C’è nessuno?» scostai una tenda ed entrai in una piccola stanza.
Lì c’era una signora anziana che stava leggendo.
«Mi scusi..» dissi imbarazzata.
La donna alzò lo sguardo e mi guardò dalla testa ai piedi, poi mi sorrise.
«Dimmi..»
«Io.. ehm, stavo cercando un certo Louis.. so che abita in questa cittadina.. non so..»
«Louis?» la donna ci pensò su.
Quell’attesa mi stava mettendo troppa ansia.
Allora, lo conosceva o no, dannazione?
«No, mi spiace, non conosco nessun Louis.» disse quasi dispiaciuta.
«Ok, la ringrazio.» e uscii di lì.
Primo teatro, fuori.

Dopo aver avvertito gli altri, continuammo a cercare un altro teatro.
Entrammo, stavolta in un teatro molto più carino del primo: era illuminato, molto direi, all’entrata c’era la biglietteria, e la sala era separata dall’entrata da una tenda rossa.
Mi avvicinai alla biglietteria e dentro c’era un signore.
«Mi scusi, mi serviva un’informazione.»
«Mi dica pure signorina..»
«Sto cercando un certo Louis, Louis Tomlinson, lo conosce per caso?»
Ci pensò anche lui, facendomi salire l’ansia a mille. «Conosco la famiglia Tomlinson, e pure il ragazzo.. però qui non c’è. Se esci di qui, a circa 500 metri c’è un teatro, molto piccolo direi, non si riconosce da fuori, sembra più una scuola a dir la verità.. in realtà è un orfanotrofio, è lì che spesso va Louis a lavorare.»
Un orfanotrofio.
Louis.
Afferrato il concetto.
«Okay, grazie mille!» gli sorrisi e mi congedai.
Secondo teatro, fuori.


Seguimmo le indicazioni di quel signore.
Non era difficile, dovevamo solo seguire questa strada, e arrivare all’orfanotrofio.
A un certo punto però mi venne un dolore, non so precisamente dove, ma tra la pancia e il petto e mi fermai di botto.
«Che ti succede Julie?» si allarmò Danielle.
«Ehm, nulla.»
Presentimento. Brutto, direi.
Non mi era passato affatto. E la cosa non mi piaceva.
«Non ti credo. Dimmi cos’hai!»
Quattro paia di occhi mi stavano fissando «Quel brutto presentimento ce l’ho ancora.» sussurrai.
«Lo troveremo.» disse deciso Liam.
Zayn mi si avvicinò e circondò la mia vita col suo braccio, permettendomi così di poter continuare a camminare, e io, col mio braccio, mi aggrappai a lui.
Presi un respiro profondo e continuammo la nostra piccola avventura.

Dopo cinque minuti arrivammo in questo orfanotrofio, suonai al campanello e mi aprii una ragazza.
«Salve..»
«C-ciaao!» disse imbarazzata.
La ragazza, portava grossi occhiali neri, aveva gli occhi azzurri e delle lentiggini sotto gli occhi, e i suoi capelli erano rossi. «Posso aiutarvi?»
«Sì, in realtà stavamo cercando un certo Louis Tomlinson, mi hanno detto che potevo trovarlo qui.»
«Non c’è.» il mio cuore perse un battito.
«Come no?»
«No, chi siete voi?» il mio cuore perse un altro battito.
«Siamo, degli amici. La storia è un po’ lunga..»
«Dai, entrate.» la ragazzina ci permise di entrare.
A un certo punto un gruppo di bambini ci venne incontro, urlando di gioia.
«Scusateli, non sono abituati a ricevere persone qui.»
Ci accomodammo nel divano del salotto, e mentre Danielle, Zayn e Liam giochicchiavano con i bambini, Harry stava seduto poco distante da me, ed io parlavo con la ragazza.
«Io sono Mary. Sono la sua vicina di casa, lo conosco da molti anni ormai, in realtà lui non abitava qui prima, ma a Holmes Chapel. Vengo a lavorare qui, dopo la scuola. A volte mi aiuta Louis a sistemare casa, è molto simpatico ed è un bene per i bambini. Inoltre mi aiuta anche a montare spettacolini per il fine settimana.»
«Quindi Louis lavora qui!» dissi con un poco di speranza.
«No, non più.. da qualche mese..»
Che significava?
«P-perché?»
«Se n’è andato..» oddio.
Ripeto, oddio.
No, non poteva essere vero.
La mia faccia in quel momento era triste, spaventata, e scioccata allo stesso tempo.
«..cioè, è andato a studiare all’università.»
Dirlo prima no, vero? Avevo pensato al peggio, porca trota.
«Cavolo, mi hai fatto prendere un colpo.. –mi portai una mano sul petto- .. oh, quindi studia.. dove?»
«A Manchester.»


**


«Grazie mille Mary»
Salutammo la ragazza, che oltre ad essere timida era anche molto simpatica.
Una volta chiusa la porta alle spalle, tornammo in hotel.
«Visto? Quando ho un brutto presentimento non sbaglio mai..» sorrisi amaramente.
Un po’ mi dispiaceva non averlo trovato qui a Doncaster, ma dall’altro canto avevo ancora la speranza, forse non molta, di poter vedere e trovare finalmente Louis, e quindi arrivare a completare i quattro quinti della mia missione, e non potevo che esserne felice.











**

.. NEVER IN YOUR WILDEEEEST DREEEEAMS.


Ma quanto può essere così bello e spontaneo il video di Best Song Ever? Eh, eh? Lo amo, stop.
Anywaaay, dopo quasi due settimane e cinque pagine di world, eccomi FINALMENTE a postare il dodicesimo capitolo.
Julie ha un brutto presentimento, e alla fine il presentimento ha ragione (?) perché i ragazzi non trovano Louis. Quindi sono costretti ora a partire per Manchester per trovare Louis.
Come già scritto a inizio pagina, questo capitolo contiene un piccolo particolare che verrà spiegato nei capitoli seguenti. Siete stati attenti? Lo spero :)
Ringrazio ogni singola persona che ha perso un po' di tempo per leggere il capitolo precedente, e tutta la storia. Ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate.
Ringrazio pure i lettori silenziosi, fatevi sentire qualche volta eh!
Adesso vado, ciao belliii 

Ps. Facciamo un applauso alla nostra Mary, presente nel capitolo!  (Hey Depp_ te l'avevo detto che ti facevo comparire in questo capitolo! AHAHAHA)


xtommosmile.
 

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Capitolo 13
*** «Ops..» «Ciao..» ***



13. «Ops..»
        «Ciao..» 
 

 

 
 
C'ero io.
In un luogo chiuso, e tenevo in mano qualcosa.
Intorno a me c'erano tavoli e sedie, forse ero in un bar oppure in un ristorante.
Poi vidi un ombra, avvicinarsi sempre più a me, mi prese il polso e me lo strattonò. Faceva male, tanto. Mi voltai a guardarlo, ma non vedevo il suo viso.
"Vai a casa, ci penso io qui" una voce, femminile forse.
Chi era?
Ad un tratto mi ritrovai dentro un altro edificio.
Una casa, forse era casa mia. E poi, ancora una volta, un uomo, senza volto, si avvicinò a me, prese le cuffiette che avevo alle orecchie e le ruppe.
Corsi su per delle scale, entrai dentro una stanza, forse la mia, e trovai la finestra aperta.
Una folata di vento mi investì.
«Julie..» eh?
«Julie sveglia, stiamo quasi per arrivare.»
A riportarmi nel mondo reale ci pensò, al solito, Danielle.
Eravamo sull'autobus, mi ero addormentata.
E quel sogno? Cosa stava a significare? 
Si complicava tutto e io non ci capivo più niente.
Dove mi trovavo in quel sogno? Chi erano quei due uomini?
«Di già? -annuì- Ma quanto ho dormito?»
Guardò il suo orologio «Mah, più o meno un'ora e mezza.»
«Come se non avessi dormito stanotte..» sussurrai divertita.
 
 
Dopo poco scendemmo, era una città bellissima, senza dubbio.
La mia testa andò subito a Louis.
"Studia all'Università di Manchester.." mi aveva informato Mary, la vicina di casa di Louis.
Beh, come si faceva a non conoscere l'Università di Manchester? Era la più grande università a sito unico del Regno Unito. Ci sono entrata solo una volta lì dentro, ed è immensa: ha quattro facoltà (medicina, ingegneria, scienze umane e scienze naturali). Io amavo le scienze umane, e se il mio istinto non mi tradiva, Louis poteva studiare in questa facoltà.. insomma, comprendeva anche la musica, quindi..
Guardai l'orario del mio telefono, ed erano appena le undici del mattino. Eravamo a inizio giugno, e di conseguenza potevamo trovare l'Università aperta.
Così iniziai a camminare.
«Julie?» mi chiamò Zayn. Mi voltai come per dire 'si?!' «Dove stai andando?»
«All'università..»
«No, è dall'altra parte..» affermò divertito Liam, indicandomi la strada di fronte a noi, e quindi dal lato opposto a dove stavo andando io.
«Emm, no, è di qui.» risposi convinta io.
Liam mi si avvicinò, mi prese per le spalle e mi spinse nella direzione in cui mi diceva lui.
«Fidati del tuo caro Liam.» tutti scoppiammo a ridere, anche se stavo facendo la finta offesa.
Anche in quel momento avevo il brutto presentimento, e se non riuscivo a trovarlo nemmeno qui?
Ma che problemi mi facevo?
Mary mi aveva detto che studiava qui, e io l'avrei trovato.

 
«Certo che ti stai impegnando molto..» parlò dopo un po' Zayn.
«..si vede che ci tieni davvero.» continuò Harry.
Annuii felice.
Harry mi fissava. «Che hai da fissare?» chiesi divertita.
«Qualche volta canterai per me?» sorrisi.
«Certo, ogni volta che vorrai.» improvvisamente mi si avvicinò e con un gesto veloce mi baciò la guancia.
Insomma, se ne stava approfittando. Anche io ne avrei approfittato se mi fossi trovata i miei idoli, come era capitato a lui. Voi non lo avreste fatto?
 

«Certo che qui è immenso..» constatò Danielle.
«Tranquilla, vi porterò nella strada giusta!» esclamò convinto Liam, sorridendole.
«Sì, ma.. James Liam Sonounnavigatore Payne, quanto manca?» chiese Zayn, facendomi ridere.
«Praticamente… -svoltammo un angolo- …siamo arrivati!» indicò l’edificio davanti a noi e si portò le braccia al petto.
«Wooo!» ci fu stupore da parti di tutti quanti.
«E’ bellissima.» esclamò Danielle. «Me lo sognavo di studiare in un posto del genere..»
«Hai rag..-!»
«Julieee!»
Ci voltammo e trovammo due ragazzine con i telefonini in mano, come se avevano visto un Dio greco sceso in terra.
Ma le ragazzine non dovrebbero essere a scuola a quest’ora?, pensai.
«C-ciao!» esclamai titubante.
«Siamo le tue più grandi fan, io sono Caroline e lei è la mia migliore amica Stacy.» disse la più alta tra le due, tutta pimpante.
«Possiamo fare una foto con te?» domandò la più bassa, invece.
«Dobbiamo aggiornare il nostro blog su di te!» 
Un blog? Su di me?
«A-vete un blog, su di me?» chiesi un po’ perplessa.
«Certo, chi tra noi ragazze non ne ha uno!?» disse ovvia, sempre la più bassa.
Annuii incerta e mi avvicinai alle ragazze.
Il resto dei ragazzi se la rise e si allontanavano a poco a poco.
«Zayn, caro, potresti fare una foto?» domandai beffarda.
«Eh? Io? Ceeerto.» prese la macchina fotografica e si posizionò davanti a noi.
Click.
«Grazie mille Julie!» ringraziarono.
Le salutai e andarono via, e mentre camminavano nella strada opposta a dov’ero io sentii: «Adesso rosicheranno le altre..»
«Ma che terribili!» dissi scioccata agli altri.
«E’ fatto così il mondo dei cantanti.»
Purtroppo lo sapevo, anche il mondo dei miei One Direction era fatto da queste tipo di fan. Patetiche, davvero.
Adesso potevamo proseguire la nostra avventura.

 
«Julie, vai tu dentro?»
Annuii. «Liam, mi accompagni tu, visto che conosci il posto meglio di me, sicuramente?»
«Lo so, sono molto ricercato, mi vogliono tutti. Di solito non accetto, ma per te, piccola, faccio un’eccez-..»
«Sì sì, ma cammina adesso!» dissi. Scoppiammo tutti a ridere, compreso lui.
Ma quanto era simpatico Liam? Tanto.
 
Entrammo dentro quell’immenso edificio, era davvero una bella scuola.
Dovevamo solo trovare la facoltà di musica, ma credo che non avremmo fatto così, era veramente troppo immensa.
C’erano alcuni ragazzi lì, era molto pericoloso per me, farmi vedere così troppo in pubblico, però avrei chiesto e sarei stata attenta.
 
Un gruppo di ragazzi passò affianco a noi. Liam, in caso, era lì a proteggermi.
«Scusate, ragazzi.» loro si voltarono.
«Sì?» mi sorrisero.
«Per caso conoscete un certo Louis Tomlinson?» i ragazzi ci pensarono, poi mi rispose un biondino.
«E’ il migliore amico della ragazza che sta in classe con me!» si fece avanti.
«Lo conosci bene? Sapresti dirmi in che facoltà studia?»
«Mmh, se non sbaglio studia in facoltà delle scienze umane. In giro per la scuola dovrebbe esserci questa ragazza di cui stavo parlando prima.. si chiama Hannah, è bionda!»
«Grazie mille!» li ringraziai, salutai e mi incamminai per i corridoi.
 
Dopo svariati minuti trovai una ragazza bionda, di spalle.
«Hey, scusa, sei Hannah?» la ragazza si voltò e mi sorrise.
«J-Julie?» ok, solita routine.
«Sì sì, sono io.» sorrisi.
«Che bello vederti, che ci fai qui?»
«Sto cercando un certo Louis Tomlinson e mi hanno detto che tu sei sua amica.. sai dove posso trovarlo? E’ qui a scuola?»
«Sì, sono la sua migliore amica, ma oggi non è venuto a scuola..» disse dispiaciuta.
«Oh, dove lo posso trovare?»
«Di solito va al parco.. non puoi sbagliarti, è piccolissimo e si trova qui vicino!»
«Lo conosco!» disse Liam ad un tratto.
«Ok, mi ci porta lui» dissi divertita ad Hannah. «Grazie mille, ciao!»
La ragazza ci salutò e tornò a parlare con le sue compagne.
Invece, io e Liam uscimmo fuori, dagli altri.
Ci guardarono speranzosi.
«Allora?» chiese Harry.
«Niente da fare. Oggi non è all’università. Però ho incontrato la sua migliore amica e mi ha detto che posso trovarlo al parco, quindi.. che stiamo aspettando? Andiamo.»
«Ci guida sempre Sonounnavigatore Payne?» disse sempre Zayn.
«Certo, ovviamente.» 
Erano uno spasso quei ragazzi, lo dico col cuore.
 
 
Hannah aveva ragione, il parco era piccolissimo, entrammo e ci dividemmo ugualmente.
Harry e Zayn vennero con me, mentre Liam e Danielle andarono da un’altra parte.
Quei due non me la contavano giusta.
«Me lo puoi descrivere questo ragazzo?» chiese Zayn.
«E’ un po’ più bassino di te, ha i capelli castani e gli occhi a..»
«..azzurri come il mare.» sussurrò Harry.
Io e Zayn ci voltammo a fissarlo, perplessi.
Come faceva a saperlo?
«Come lo sai?» chiesi. Lui, come se fosse uscito da una trance, alzò lo sguardo e mi rispose.
«Eh, no.. ho tirato a indovinare!» disse quasi spaesato.
Ci guardammo intorno, ma non c'era nemmeno l'ombra di questo Louis.
«Guardate, ci sono le pozzanghere.» disse Harry ed iniziò a saltare, per schivarle. Sembrava un bambino a cui viene regalato un nuovo giocattolo, era di uguale felicità. Mi piaceva vederlo così sorridente: il suo sorriso era qualcosa di meraviglioso, unico e prezioso. Ne ha uno sempre per tutti.
«Dai, Harry, smettila, quei bambini laggiù ti stanno guardando male..» disse con le lacrime agli occhi Zayn.
«Me ne frego, mi sento così bene..» Harry teneva le braccia aperte, come se fossero delle ali. 
«Harry, attento!» come non detto.
Harry andò a sbattere contro un ragazzo, schiena contro schiena.
«Ops..» Harry si sistemò la maglietta. E lo guardò.
«Ciao..» l'altro ragazzo gli sorrise.
Cazzo.
Adesso muoio.
Non ci posso credere, è successo. 
I miei feelings. Si sono conosciuti così, e adesso si erano scontrati, alla stessa maniera. Posso morire felice?
Adesso vi spiego perché così tanta enfasi: faccio o facevo parte delle larry shipper, conosciute come quel gruppo pieno di psicopatiche e false directioners, che pensano solamente alla sessualità dei due.
Ma tralasciamo.
«T-ti ho fatto male?»
«No, tranquillo!»
Harry si allontanò da lui e si mise affianco a me.
«Lo-Louis?» chiesi.
«Sì, sono io!» mi sorrise.
«Finalmente l'abbiamo trovato!» esclamò felice Zayn, portando le braccia al cielo.
«Stavate cercando me?» chiese sorpreso, indicandosi.
«Sì, insomma.. la storia è un po' lunga, probabilmente se te la racconto mi prenderai per pazza, ma è la verità.»
«Quale storia?»
«Hai del tempo per ascoltarmi?»
«Sì, andiamo in quella gelateria a sederci, così nel frattempo mangiamo!» disse divertito.
Entrammo nella gelateria e ci sedemmo ad un tavolino e iniziai a raccontare.

 
**
 
 
«Wow, e così sei tu la famosa Julie di cui tutti i giornali parlano?» annuii. «La tua storia è così.. così strana.»
«Lo so, stento a crederci pure io» risi.
Inviai un messaggio a Danielle, dicendole di raggiungerci nella gelateria.
«E così hai avuto l'intenzione di cercare tutti.. certo che sei stata abbastanza forte.. ceh, sei arrivata fino a me. Quindi te ne manca solo uno da cercare, giusto?»
«Già, spero di trovarlo presto.»
«Dove starebbe questo ragazzo?»
«Irlanda.. Mullingar.»
«Ci abita mia nonna lì.» esclamò entusiata.
«Lui potrebbe esserci d'aiuto Julie..» mi disse sicuro Zayn.
Louis poteva, anzi.. doveva venire con noi, a prescindere se conosceva il posto o meno.
Avrei completato la mia missione, li avrei trovati tutti, finalmente, e poi.. avrei dato un senso alla mia vita -forse.
«Ti andrebbe di venire con noi?» chiesi, speranzosa.
Vidi Harry fissarmi intensamente, come se volesse dirmi qualcosa che non recepii. E Zayn aspettava la sua risposta, come me.
Sentimmo la porta della geleteria aprirsi, ed entrarono Liam e Danielle, che appena mi videro, ci raggiunsero.
«Ciaaao, Louis giusto?» disse Danielle.
Si presentarono e poi presero delle sedie e si misero vicino a noi.
 
«Sì.» ci voltammo verso verso il ragazzo che aveva appena parlato.
«Cosa?»
«I miei sono fuori per lavoro e le mie sorelle sono da alcuni parenti per l'estate. Io sono grande e vaccinato, quindi vengo con voi!» la voglia di abbracciarlo era forte, ma mi trattenni.
«Grazie Louis, grazie grazie grazie!»
 

**

 
Ci salutammo all'uscita del parco, e ci demmo appuntamento per l'indomani mattina al mio hotel.
«Sono davvero felice di averlo trovato!» esclamai.
«La tua missione sta venendo a termine.» disse Liam, felice quanto me.
Ci incamminammo verso l'hotel.
 

«Julie -mi voltai, era Harry, che fino a quel momento non aveva fiatato- dopo devo parlarti..»
Che doveva dirmi?













**

SAAAAAALVE PIPOOOOOL.


Sì, sono ancora viva.
Scusate l'enorme ritardo, ma sono senza connessione e adesso sono connessa dalla rete di mio cugino (tenkiuuuu!).
Cooomunque, passiamo al capitolo. E qui i nostri personaggi hanno trovato il nostro caro Louis, o meglio..Harry l'ha 'trovato' AHAHAH povero.
Louis accetta di partire con loro, ma.. non pensate che saranno tutte rose e fiori! Mica la mia storia è monotona..
Basta, non parlo più. 
Ringrazio le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente, siete dimunuite? ): cos'è che non vi è piaciuto? Ci son rimasta un po' male, ma capita. Spero questo sia meglio..
Anyway, adesso vado.
Baci a tutti.


xtommosmile.

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Capitolo 14
*** Goodbye Harold! ***



14. Goodbye Harold!







Mi trovavo nella stanza insieme ad Harry.
Mi doveva parlare –aveva detto- ed ero presa dall’ansia.
E se si era pentito di esser venuto con me, con noi?
Avevo notato da un po’ Harry strano..
Gli altri erano saliti nel terrazzo dell’hotel per ammirare le stelle: Louis ci aveva detto che era la serata perfetta per esprimere i nostri desideri.
«Dimmi» dissi guardandolo e cercando di infondergli più sicurezza possibile.
«Ecco..» si sedette sul mio letto «..io conosco Louis da molti anni. Viveva vicino casa mia, le nostre famiglie si conoscevano, fino a quando..»
Non ci credo, si conoscevano, non capisco il motivo per cui Harry non me l’ha detto.
«Fino a quando..?» lo incitai a parlare.
«Fino a quando i suoi genitori lo portarono via da me..» abbassò lo sguardo.
«Oh, posso sapere il perché?» rialzò i suoi occhioni verdi.
«Io e Louis passavamo molto tempo insieme, praticamente stava sempre a casa mia.. –fece una pausa- poi un giorno, sua madre vide che avevamo dei comportamenti diversi e strani, secondo lei, pensò di separarci. Suo figlio stava cambiando, non era più lo stesso, diceva, e pensò che la causa fossi io..»
«Non siete rimasti in contatto?» domandai dispiaciuta.
«No, io non sapevo nemmeno che Louis se ne fosse andato.. Mia madre aveva parlato con la sua, e questa le ha riferito che aveva detto a Louis che io non volevo più vederlo.» sua madre si era comportata proprio male. «.. insomma, lui pensò seriamente che non volessi vederlo più e così non ci sentimmo più..»
«Adesso capisco il tuo disagio..»
«Non mi ha nemmeno riconosciuto.. si è scordato del suo vecchio migliore amico..» i suoi occhi ormai erano diventati dei pozzi d’acqua, si torturava le mani e mi dispiaceva vederlo così.
«Mi dispiace, vedrai che le cose si sistemeranno.. magari questa mia avventura vi farà chiarire.. chi lo sa!» lo abbracciai forte.
Era davvero molto fragile, e non è molto bello essere abbandonati dal proprio amico.
«Grazie, speriamo!» mi guardò e gli asciugai una lacrima che, birichina, era uscita dal suo occhio.
«Dai, adesso vai a lavarti la faccia, se no gli altri pensano che ti abbia riempito di botte!» dissi. Harry rise e mi stampò un bacio sulla guancia, prima di chiudersi in bagno.
Subito dopo entrarono tutti gli altri, viva il tempismo!
«Avete finito di parlare?» chiese premurosamente Liam.
«Sì sì, tranquilli! Harry è in bagno.» sorrisi e poi li guardai uno ad uno: Liam si sedette nel bracciolo del divano, accanto al quale stava seduta Danielle, Zayn si buttò a peso morto sul mio letto e Louis si affiancò a Danielle nel piccolo divano.
Per me quella stanza poteva essere un castello, non ero abituata a tutto quel lusso.
Harry uscì dal bagno e si bloccò appena vide tutti.
«Hey, questi tizi qui hanno occupato tutti i posti disponibili..» cercai di togliergli quella tensione che gli si vedeva in faccia.
«Vuol dire che mi metterò qui!!» si avvicinò a me, che ero seduta ai piedi del letto, e si sedette a terra, poggiando la schiena nelle mie gambe.
«No, ma fai con comodo eh?!» dissi, provocando le risate di tutti.
«Ma io sono privilegiato!» disse, guardandomi con quei suoi occhioni; come resistergli?

Calò il silenzio, che venne subito dopo spezzato da Louis.
«Sai, -disse rivolto ad Harry- mi ricordi un mio vecchio amico!»
Oh cavolo!
Fissai Harry, che guardò Louis preoccupato. Gli misi involontariamente una mano sulla spalla. Era agitato, lo vedevo dal suo repiro farsi man mano irregolare.
«A-ah.. davvero?» chiese nervoso.
«Sì, si chiamava Harold, ma io lo chiamavo Haz!» sorrise. Harry alzò lo sguardo verso di me, che voleva fare? Glielo voleva dire?
«Louis, io..» prese un bel respiro «Ecco, vedi.. –abbassò lo sguardo- il ragazzo di cui parli.. sono io!»
Ci fu subito silenzio, nessuno fiatava, credetti quasi che più nessuno respirasse.
Zayn alzò la schiena dal materasso e guardò Louis, Liam e Danielle, che invece erano di fronte a me, fissarono Harry.
Poi successe tutto velocemente: Louis –furioso- si alzò di scatto, aprì la porta e la richiuse con una forza incredibile, che mise quasi paura.
«Harry, seguilo!» gli suggerii.
Così si alzò e seguì Louis.
«Ma che succede?» domandò Danielle scioccata e spaesata, un po’ come tutti gli altri.
«Allora..» incrociai le gambe e iniziai a raccontare.


Harry.



Era una reazione normale la sua, no?
In fondo credeva che io non volessi più vederlo, no?
Avevo fatto bene a dirglielo?
Sì, avevo fatto bene, era la cosa migliore da fare se dovevamo proseguire l’avventura insieme.
Uscii in fretta dalla camera e scesi giù. Ma dove cavolo era? Non mi ricordavo fosse così veloce.
Uscii dall’hotel: adesso andavo a destra o a sinistra?
Aah, dannazione! Così verso destra, sperando di aver indovinato la direzione giusta.
Corsi ancora, fino a quando non vidi una figura davanti ai miei occhi.
Presi fiato e lo inseguii.
«Louis!» lo chiamai. «Louis, aspetta!» arrivai a bloccarlo dal polso.
«Lasciami stare!» si voltò verso di me e nei suoi occhi leggevo rabbia.
Rabbia tenuta dentro in questi quattro anni.
«Io.. lasciami spiegare!»
«Non c’è nulla da spiegare Harold!» mi si gelò il sangue nelle vene. Non l’avevo mai visto così freddo, soprattutto nei miei confronti.
«N-non mi hai mai chiamato così!» dissi preoccupato e triste.
«E’ così che ti chiami, no?» disse, per poi voltarsi e ricominciare a camminare.
«Louis!» urlai.
«Che vuoi?» si voltò, stanco di vedermi –forse. «Adesso tutto d’un tratto ti è venuta la voglia di vedermi?»
«Non mi è mai passato per la testa di non volerti più vedere!»
«Perché non mi hai telefonato? Nemmeno un messaggio..»
«Tua madre me l’ha impedito!»
«Cosa c’entra mia madre?»
«E’ stata lei ad allontanarti da me.. è stata solo colpa sua, ti ha fatto credere cose che..»
«Non mettere in mezzo mia madre eh!» dissi a denti stretti.. si stava incazzando.
«Mi sei mancato in questi anni Boo..» lo vidi irrigidirsi.
«Non mi chiamare Boo.. tu.. tu non puoi capire quello che ho passato negli ultimi anni.. ho passato notti insonni pensando di essere sbagliato! Pensando che tu non mi volessi al tuo fianco.. stavo anche prendendo una brutta strada, ero riuscito pure a dimenticare.. e adesso ritorni tu, come se nulla fosse e mi torna lo stesso dolore di tanti anni fa.. come se non fosse mai andato via.. ma sai una cosa?! Ora sono più forte, sono stato anni a creare barriere con tutti e di certo non sarai tu a farle crollare di nuovo.. stavolta quello ferito dalla battaglia ne uscirai tu, non io. Addio Harold!»
Si allontanò da me, fino a scomparire dalla mia vista.
Se n’era andato.. per la seconda volta! Era davvero seccato.
Mi aveva detto addio e ho sentito qualcosa spezzarsi, rompersi dentro di me.. come quando cade una bottiglia di vetro a terra e si rompe in mille pezzi. Il suo addio era stato una pugnalata allo stomaco.
Stavo male. Anzi, doppiamente male!
Doppiamente?
Sì, doppiamente, perché stavo pensando a Julie e alla sua missione! Se Louis avesse cambiato già idea? Se non avesse avuto più voluto partire con noi? La missione di Julie non sarebbe arrivata a concludersi, lei ci sarebbe stata male.. e io mi sarei sentito in colpa, una merda!
Che schifo! Mi sentivo proprio così.
Girai i tacchi e tornai in hotel con le lacrime agli occhi. Mi sentivo completamente inutile, un buono a nulla!

Julie.
 


Adesso gli altri sapevano tutto. Sapevano della sessualità di Harry, del suo passato e quello di Louis.
Sapevano ogni cosa, era giusto così.
«Chissà cosa hanno passato in questi anni..» esclamò Danielle e tutti annuimmo.
«Quando torna Harry, mi raccomando, niente domande!» esordii.
Poi ognuno si appartò per i fatti propri, fino al ritorno di Harry.
Si aprì la porta di scatto ed entrò un ragazzo riccio, dall’aria triste e gli occhi consumati dal pianto. Harry non stava proprio bene.
«Hey com’è andata?» Domandai preoccupata. Subito sentii tre paia di occhi fissarmi.
Ops, avevo detto niente domande.
Harry mi guardò e io aggiunsi dopo «No, scusa!»
«Scusatemi voi, ma sono.. stanco e.. e vorrei andare a letto. Buonanotte!» detto questo passò il divano, arrivò di fronte ad una porta, che aprì, e si ci chiuse dentro. Era la camera comunicante alla mia.
«Va beh ragazzi, stasera è andata così.. Sono abbastanza stanca anche io.»
«Sì, io scendo un attimo al bar a prendere un poco d’acqua. Buonanotte!» Liam si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia.. dopo di che uscì.
«Io chiamo un attimo Perrie e poi vado a letto. Buonanotte bellezze!» disse a me e Danielle. E così pure Zayn uscì.
«Buonanotte tesoro.»

Liam.
 


Scesi giù al bar, per fortuna era ancora aperto. Si avvicinò una ragazza e mi chiese di cosa avessi bisogno.
«Ciao, volevo una bottiglietta d’acqua.» le sorrisi.
«Arriva subito!» scomparì dietro una porta e tornò dopo pochi secondi. «Ecco a te.» mi sorrise. Cercai qualche spicciolo nella mia tasca da dare alla signorina «Non preoccuparti –poggiò la sua mano delicata sul mio braccio- offre la casa!» mi fece l’occhiolino.
Rimasi interdetto. Poi la salutai e mi incamminai verso la camera, ma..
«Hey, adesso ci provi pure con la barista?» una voce delicata interruppe il mio cammino e i miei pensieri. Mi voltai e trovai Danielle appoggiata alla parete.
«No, era lei che ci stava provando con me!» risi. «Nessuno può resistere al mio fascino evidentemente!» mi atteggiai, provocando la risate di Dani.
«Divertente Payne. Davvero! Hai mai pensato di fare il comico?» fece finta di asciugarsi una finta lacrima provocata da altrettante finte risate.
Il suo sorriso provocò il mio.
«No, sono una frana con le battute..» mi passai, imbarazzato, una mano dietro la testa.
«Posso immaginare..»
«Heeey, io mi offendo facilmente.»
Danielle rise e mi passò affianco, cercando di tornare in camera.
«Certo che stasera la situazione non è stata bellissima eh..» cercai di prolungare la mia discussione con lei. Si voltò.
«Già.. mi spiace per Harry.. ma anche per Louis! Credo che non lo meritavano..»
«Hai ragione.. pensi si sistemeranno le cose?» domandai.
«Io credo di sì.. a questo punto dipende tutto da Louis, a quanto ho capito.» annuii.
Poi il mio sguardo cadde sul suo pigiama, davvero carino devo dire. Era pieno di orsacchiotti, carini e coccolosi.
«Adesso vado a letto.. Buonanotte!» mi sorrise.
«Buonanotte!» ricambiai il sorriso. «Ah.. Danielle..» lei si voltò.
«Dimmi..»
«Carino il tuo pigiama!» gli feci l’occhiolino, lei imbarazzata entrò nella stanza e io sorrisi tra me e me.
Era davvero carina.








**
SAAAAAALVE BELLA GENTEEE, LA VOSTRA SCRITTRICE PREFERITA E' QUI PRESENTEEE.



No, ok.
Sono tornata in anticipo? in ritardo? in tempo? Boh, fatto sta che ho aggiornato.
Come avrete notato, ho inserito i pov.. che adesso diventano essenziali per i nostri personaggi.
Anywaaay, parliamo del capitolo. Qui si scopre tutto il passato di Harry, e di conseguenza di Louis. Adesso voglio chiarire una cosa: i due NON stanno insieme. Sono, anzi, ERANO migliori amici.. poi è successo quello che successo.
Adesso Harry si sente in colpa e pensa che questa sua litigata con Louis possa ripercuotersi  sulla missione della nostra protagonista. Sarà così? Voi cosa ne pensate?
Pooi, abbiamo il pov di Liam. Che dolcezza ahaha 
Boh, cosa vi aspettate dal prossimo? Ditemelo nelle recensioni ♥ CI TENGO.

Ma sbaglio o le lettrici sono diminuite? Mi sono ritrovata pochissime recensioni :( c'è qualcosa che non vi piace più della storia? Ditemelo lo stesso.
Poi ringrazio infinitamente chi segue assiduamente (?) questa storia e l'ha inserita nei preferiti/ricordati/seguiti.
Vi amo tutte.



xtommosmile.

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Capitolo 15
*** Fourth step: Mullingar. ***



15. Fourth step: Mullingar.
 

 
“Si avvisano i signori passeggeri che l’aereo diretto a Mullingar partirà fra tre minuti.”



Io, Harry, Zayn, Liam e Danielle eravamo seduti in aeroporto, in attesa del nostro aereo, appunto diretto a Mullingar.
Louis?
Louis, mi aveva contattata e mi aveva detto che aveva cambiato idea, non voleva più partire; diceva di avere un altro impegno, ma infondo sapevo il vero motivo per il quale non voleva partire con noi.. Harry.
Beh, Harry non parlava più come prima, si era chiuso in se stesso. Rivedere Louis e litigarci non era stato un bene per lui. Si era riaperta una ferita, profonda. Stava proprio male. Cercavamo di tirargli su il morale, ma niente lo faceva ridere, o comunque star meglio.
Si sentiva in colpa. Pensava che fosse colpa sua, ma invece non era così, era stata solo una decisione di Louis non partire con noi. In effetti c’ero rimasta un po’ male, non lo volevo dare a vedere, avrei fatto stare ancora più male Harry, e non volevo.

Prendemmo i nostri bagagli e iniziammo a salire sull’aereo.
Speravo che Louis se la pensasse e spuntasse all’improvviso, con la sua valigia, impacciato, con i capelli scombinati.. e invece no. Mi stavo illudendo.
Le porte si chiusero, prendemmo posto e l’aereo decollò.



**


«Hey Julie, svegliati, siamo quasi arrivati.» mi svegliò delicatamente Zayn.
Mi ero addormentata?
Dannazione, la sera precedente non avevo chiuso occhio a causa dei singhiozzi di Harry. Era tremendamente sensibile e.. l’ho detto che ci stavo male?
Annuii a Zayn e mi voltai alla mia destra, dove si trovava Harry, con le cuffiette alle orecchie e lo sguardo perso nel vuoto. Apparentemente sembrava stesse guardando il paesaggio sottostante, ma io sapevo che stava pensando a qualcosa.. o a qualcuno.
Gli strinsi la mano, lui si voltò e gli sorrisi. Cercai di trasmettergli più sicurezza e serenità, ma non ci riuscii del tutto. Mi aveva sorriso, è vero, ma era un sorriso triste, quelli che più odio vedere.
L’aereo atterrò e noi scendemmo.
«Ed eccoci arrivati a Mullingar!» esclamò entusiasta Liam. Io annuii solamente, sorridendogli.
Eravamo proprio a Mullingar e mi stavo avvicinando man mano alla fine della mia missione, ma.. c’era qualcosa che mi bloccava..
Louis non era con noi e quel piccolo presentimento che sentivo giorni fa era tornato a lacerarmi il petto, a confondermi le idee e a farmi cadere in depressione.
Sospirai profondamente e uscimmo dall’aeroporto.
Non ero mai stata in Irlanda, ma a quanto pare Julie la cantante sì.
Notai un cartellone attaccato ad un’insegna che diceva ‘Julie Anderson in concerto’ e poi c’era scritta la data e l’ora. Woow. Quindi presto avrei avuto un concerto qui.. bene.
Appena attraversammo la strada vidi e sentii un gruppo di persone urlare.
«Julieee. Oddio, è lei!» si stavano avvicinando, troppo velocemente per i miei gusti.
Oddio, sembrano inferocite!
Schiamazzi a destra e a sinistra.
«Eccole in arrivo solo per te Julie..» mi sussurrò Zayn.
Il mio gruppetto si allontanò e invece le persone urlanti mi accerchiarono.
Mi chiedevo solo una cosa: come diavolo facevano a sapere dove mi trovavo? Insomma, scrivevo solo alcuni tweet e.. ecco, i miei tweet avevano la posizione!
Brava Julie, complimenti!
Dannazione a me!

C’è chi mi chiedeva foto, autografi, chi mi diceva di seguirlo su twitter, chi invece mi chiedeva se stavo bene, mentre altri non vedevano l’ora di sentirmi in concerto.
Dopo una buona mezz’oretta, mi scusai e li salutai cordialmente.
Era davvero faticoso essere un personaggio famoso. Però se era questa la vita che volevo, dovevo accettarlo.
Ma lo volevo veramente?
Prendemmo un taxi.
Il tassista mi riconobbe e mi chiese un autografo per i suoi figli. Durante il tragitto mi raccontò che i suoi figli mi avevano seguito ad xfactor, mi avevano pure votata.. volevano tanto venire ad uno dei miei concerti, ma il suo lavoro non glielo permetteva e non aveva mai avuto la possibilità di portarli e renderli felici. La madre era morta alla nascita della seconda figlia e da allora la loro vita è diventata troppo difficile.
A sentire le sue parole mi si strinse il cuore, e buona com’ero gli dissi che potevano venire al concerto qui a Mullingar, gli avrei dato i pass, così li avrebbe resi doppiamente felici.
«Grazie mille –al tassista scappò una lacrima- davvero, sei un angelo. I miei figli hanno ragione e sono felice di supportarli e..»
«..e soprattutto sopportarli!» disse Zayn.
Tutti scoppiammo a ridere.

«Ecco, questo dovrebbe essere l’hotel, a pochi metri si trova il centro..» ci informò il tassista, indicandoci l’edificio di fronte a noi.
«Grazie mille!» lo ringraziammo.
«Grazie a te Julie..» mi sorrise, chiusi lo sportello e sgommò via.
«Sei davvero un tesoro.» esclamò Danielle.
«So cosa vuol dire quando i genitori dicono che non possono portarti al concerto dei tuoi idoli, senza avere un aiuto.. mi si è stretto il cuore sentendo la sua storia e non ho potuto fare a meno di aiutarlo..» sorrisi inconsciamente.
Dopo di che entrammo in hotel.


 
Louis.


Non ero partito. Avevo rifiutato la proposta di Julie. Perché?
Forse per la presenza di Harry.
Quel ragazzo non poteva tornare nella mia vita; era diventato ormai un estraneo ai miei occhi e forse anche al mio cuore. Forse.
Ero felice senza di lui.
Ma ero al settimo cielo quando stavo con lui.
Mentre tornavo a casa, pensavo ai suoi occhi verde smeraldo, in cui la prima volta mi ci persi totalmente. Sono stati la prima cosa a colpirmi di quel ragazzo. Poi le sue braccia e le mani. Quando stavo male, veniva da me e mi abbracciava.. mi faceva sentire al sicuro, come nessuno aveva mai fatto, nemmeno mio padre.. per Harry era un padre.
Ad un certo punto cambiai totalmente pensiero, appena misi piede in casa.
Con mia madre non avevo un buon rapporto e volevo, a questo punto, chiarire la situazione che si era creata quattro anni fa. Chissà se avrebbe avuto il coraggio di mentirmi, o se invece a mentirmi era stato proprio Harry.
«Oh, sei tornato.» disse, girandosi verso di me e pulendosi le mani sul suo grembiule, ormai sporco di farina.
«Devo chiederti una cosa.» dissi freddo. Mi sedetti sulla sedia lì vicino e la guardai negli occhi. Quegli occhi così simili ai miei, ma allo stesso tempo così diversi.
«Dimmi.» smise di fare ciò che stava facendo e si sedette di fronte a me, poggiando poi le mani sul tavolo e incrociando le dita fra di loro.
«Ho incontrato Harry ieri.» la sua espressione in viso era preoccupata? «Abbiamo avuto, purtroppo, modo di parlare.. Mi ha detto che non ha mai voluto allontanarsi da me.. mi riferisco a quattro anni fa, quando ce ne siamo andati da Holmes Chapel.» si stava torturando le mani. «Mi ha detto che sei stata tu ad inventarti tutto, è vero?» ero impassibile. Lei distolse il suo sguardo dal mio.
«Louis, io..»
«Voglio la verità, per favore.» se Harry aveva ragione, allora tutto sarebbe stato il motivo per cui io e mia madre avevamo litigato.
«Non volevo che passassi tutto il tuo tempo con lui, eravate piccoli, estranei a quello che sareste diventati.. così io e tuo padre abbiamo pensato di separarvi..»
«Dei perfetti estranei, ecco cosa siamo diventati. Tu non ti rendi conto, Harry per me era tutto, stavo bene con lui. Mi rendeva felice, ogni scusa era buona per scherzare.. era un buon migliore amico.. Sei stata un mostro mamma, un mostro! Non pensavo che mia madre potesse arrivare a tanto..»
«L’ho fatto per il tuo bene, Louis..» disse con la voce spezzata.
«Quale bene mamma? Ho passato quattro anni d’inferno.» sbattei le mani sul tavolo.
«Calmati..»
«Calmati un corno. Non hai mai accettato nulla della mia vita! Mi chiedo perché stia ancora in questa casa..» detto questo feci per andarmene.
«Hey, perché queste urla?» chiese mia sorella Fizzy, scendendo dalle scale.
«Vaffanculo!» e uscii definitivamente di casa.
Mia madre, le mie sorelle e tutta la mia famiglia.. non avevano mai accettato nulla della mia vita, quando dissi di provare qualcosa per i ragazzi mi presero per pazzo, mi portarono addirittura da uno psicologo.
Cosa c’è di sbagliato in tutto questo?
Perché non mi capivano?
Avrei dovuto prendere una decisione, e pure subito.
E so che qualunque decisione avrei preso, sarebbe stata quella giusta. Sì, ne sono sicuro.








**

Credo che non dovrei avere nemmeno il coraggio di presentarmi. çç
E' passato più di un mese, dall'ultima volta che ho aggiornato e.. e.. mi faccio tremendamente schifo. Ma da quando è iniziata la scuola non ho avuto un attimo di pace, credetemi, già la prima settimana avevo i compiti da fare a casa. Assurdo. çç Poi la fantasia se n'è andata un po' in vacanza e non ho potuto continuare il capitolo.
Anyway, cosa ne pensate del capitolo? Fa schifo, lo so çç ho fatto del mio meglio però. Secondo voi, la decisione di cui parla Louis qual'e? A proposito di Louis, si scopre che ha problemi in casa, con tutte le persone che gli stanno intorno. Poverino çç
Fatemi sapere tutto nelle recensioni, ci tengo çç spero di non aver perso nessuna lettrice!
Baci.


xtommosmile.



RICORDO CHE E' TUTTO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA, QUINDI SE GIA' DUE PROTAGONISTI DELLA STORIA SONO GAY NON ARRABBIATEVI. 

 

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Capitolo 16
*** «I need you.» ***



16. «I need you.»
 

 
Stavolta non ci mettemmo subito a cercare Niall.
Ci riposammo, in modo da avere le menti lucide e un po’ più di energie addosso.
Chissà dove si trovava Niall, chissà cosa faceva Louis.. e a proposito di Louis.
Avevo appena preso il mio cellulare, mi ero collegata su twitter e Louis mi aveva cercata per messaggi privati.
“Hey Julie, come va?”
“Ciao Louis, siamo arrivati ieri a Mullingar.. tu, piuttosto, come stai?”
“Sto.. una merda. Ma credo sia normale..”
“Mi spiace..”
“Senti.. volevo chiederti una cosa! Potresti darmi il tuo numero? Non mi va di parlarne qui..”

Così, gli diedi il mio numero e ricevetti la sua chiamata dopo qualche secondo.
«Hey, dimmi pure..»
«Credo tu sappia cosa è successo l’altra sera, tra me ed Harry e.. sono stato uno stupido. Non gli ho creduto, non ho creduto alle parole del mio migliore amico e adesso sto veramente uno schifo.»
«Perché non cerchi di chiarire con lui? Dovresti chiedergli scusa, sai?»
«Si, lo so. Non è che mi aiuteresti?»
«Non mi intrometto in queste cos-..»
«No no, tranquilla, tu devi solamente dirgli di rimanere in hotel, ok?»
«Va bene.. allora ti aiuterò. Quando devo fare tutto ciò?»
«Sto aspettando il mio aereo diretto proprio a Mullingar.. quindi questione di tre ore e sono lì. Ci sentiamo su twitter, adesso devo chiudere. Ciao bella.. e grazie!»

Perfetto. Louis stava venendo qui, e se non fosse stato per Harry che era appena entrato nella stanza, avrei esultato dalla gioia. Così mi trattenni.
«Hey, che succede?»
Era distrutto, nonostante avesse dormito.
«Nulla, penso ancora al litigio, tra me e Louis.»
«Si sistemerà tutto. Stai tranquillo!» mi alzai dal letto e andai ad abbracciarlo. Mi lasciò un bacio sulla guancia ed arrossii.
«Ti dovrebbero fare una statua, sai?» mi sorrise.
«Come mai?» lo guardai sorpresa e divertita allo stesso tempo.
«Perché mi sopporti. E’ da quando ci siamo conosciuti che ascolti le mie lamentele, i miei problemi e.. ne sono felice. Non ho mai trovato nessuno come te, davvero! »
«Sei speciale tu, Harry.» lo abbracciai di nuovo. In quel momento aveva bisogno di qualcuno, ed io ero lì pronta a sostenerlo, ascoltarlo e a consolarlo se ce ne sarebbe stato il bisogno.



Louis.



Avevo preso la mia decisione. Harry mi mancava da morire. Non volevo allontanarlo un’altra volta da me.
Avrei accettato pure le sue lamentele, ma mi sarei scusato ugualmente. Era giusto così.. poi sarebbe toccato a lui perdonarmi o meno. Aveva vinto lui, la battaglia e forse pure la guerra.
Tutti i muri che mi ero creato in questi anni erano crollati alla vista di quei due splendidi smeraldi.
Non avrei perso l’occasione di stare con lui, l’ho già detto che mi mancava?
Avevo deciso di raggiungere il gruppo di Julie a Mullingar, avrei chiarito con Harry, e sarei stato meglio. In più avrei aiutato Julie con la sua ‘missione’.

L’aereo era appena atterrato nell’aeroporto di Mullingar, e non vedevo l’ora di parlare con Harry, dirgli quanto ero stato stupido.. avrei voluto recuperare tutto il tempo perso.  
 

Julie.


“Sono arrivato.. cinque minuti e sono in hotel!”

Okay, Louis era arrivato a Mullingar e dovevo trovare una scusa per lasciare Harry in stanza, e quest’ultimo non mi rendeva la situazione facile, dato che voleva andare in giro per negozi.
Dovete sapere che Harry voleva farmi un piccolo regalino per la mia estrema pazienza e per averlo sopportato.
«Harry non c’è bisogno del regalo.. Io lo faccio volentieri. Sei.. sei mio amico, no?» gli sorrisi.
«Volevo solo fare qualcosa per te, per ricambiare!» disse imbarazzato. Quando si imbarazzava mi veniva solo voglia di stringerlo in un abbraccio e non staccarmi più.
«Qualcosa la puoi fare per me!» ci pensai su.
«Cosa?» i suoi occhi si illuminarono.
«Rimani in hotel!»
«Ma.. ma.. perché?»
«Fidati di me!» gli dissi. Gli sorrisi ancora una volta. «Tornerò quando sarà il momento, ok? Fidati di me.» gli ripetei.
«Io ho paura!» disse sgranando gli occhi.
«Stai tranquillo!» lo abbracciai e poi, una volta preso il mio cellulare, uscii dalla stanza.
Scesa nella hall, avvertii subito Liam e Zayn di non disturbare Harry, solo che non capirono il motivo.. Non parlai. La risposta ai loro dubbi arrivò subito: Louis entrò impacciato e in un primo momento non mi vide.
Guardai gli altri due e solo allora capirono il motivo della mia richiesta; in seguito mi voltai vero Danielle che sorrideva ed era felice quanto me.

«Ciao Louis!» gli andai incontro e lui felice e sorpreso di vedermi lasciò il suo enorme zaino, che tenenva sulle spalle, e mi abbracciò. Non lo avrei mai detto. Okay, Louis mi stava abbracciando e non avevamo nemmeno troppa confidenza!
«Finalmente sei arrivato –continuai- Harry stava diventando insopportabile. Mi ci è voluto un sacco per convincerlo a rimanere in camera!»
«Non è cambiato di una virgola..» esclamò pensieroso.
Annuii. «Dai, vai da lui..» gli sorrisi e gli augurai buona fortuna.
Salì di corsa le scale e guardai verso la sua direzione con un sorriso a trentadue denti.
«Hey bella addormentata..» mi richiamò Zayn. Distolsi lo sguardo e fissai le tre persone sedute nei divanetti e mi avvicinai.
«Dove stai andando?»
«In realtà non lo so.. che ne dite di andare in giro?» tutti annuirono.
Così presi a braccetto Danielle e seguite da Zayn e Liam, uscimmo dall’hotel.


Harry.


Aprivo e chiudevo i cassetti presenti in stanza, facevo avanti e indietro, mi sedevo e poi mi alzavo, mi guardavo allo specchio e mi sistemavo i capelli. Sembravo un pazzo.
Ma Julie mi aveva detto che dovevo aspettare in hotel. Poi ad un tratto sembrava che fossero scomparsi pure Zayn e Liam.

Sentii lo scatto della porta, mi voltai.
«Finalmente sei tornat… ma che.. Louis!!»
«Ciao Harry..» lo fissai.
Poggiò lo zaino, fissandomi, a terra. E poi cercò di avvicinarsi a me.
«Che ci fai qui? Io non ho intenzione di litigare, non.. non sono dell’umore giusto!»
«No, io..» si portò la mano dietro la testa e imbarazzato abbassò lo sguardo.
Mi era mancato vederlo arrossire di botto. «So che forse non avresti mai pensato di trovarmi qui e..»
«E’ stata Julie a farti venire qui, vero? Era stanca di vedermi triste, non è così? Perché io sono insopportabile e..»
«Smettila Harry, non dire fesserie. Ho detto io a Julie che stavo venendo qui. Harry, ieri io.. io ho parlato con mia madre.. devi sapere che non abbiamo un buon rapporto..» abbassò lo sguardo e si grattò la fronte. «..le ho chiesto se quello che mi avevi detto era la verità..»
«Perché ovviamente non mi hai creduto, vero?» mi voltai verso la finestra.
«Harry, io ti credo. Mi ha confermato tutto. E’ stata lei a creare questo casino tra noi, solo lei. Non.. non pensavo sarebbe arrivata fino a questo punto.» mi voltai nuovamente.
Mi credeva? Credeva alle mie parole. Oh, Louis.. «Perdonami, ti prego.»
«Non puoi venire qui, su due piedi, dopo la sfuriata dell’altra notte e chiedermi scusa, dirmi che avevo ragione. Louis, io non ho un cuore di pietra, io sono debole, io crollo in un istante, mi affeziono troppo.. Louis, tu eri il mio punto di riferimento e quando sei andato via mi sono sentito perso.. come faccio a perdonarti?»
«Lo so che per te è difficile.. io sono solo un cretino, non dovrei meritare nemmeno il tuo perdono. Harry, lo capisco.. sono venuto qui comunque per dirti che ho capito che ho sempre sbagliato e che.. se avrai mai l’intenzione di perdonarmi sarò qui, io aspetto, ok?»


Louis.


Cercai di avvicinarmi a lui. Harry non aveva intenzione di aprire bocca.
D’un tratto sembrava avesse perso la parola, così continuai a parlare.
«Scusami Harry, scusami per non averti creduto. Per molto tempo ho pensato che tu non volessi più passare del tempo con me, col tuo migliore amico. Ma vedi, io tengo a te, sei importante. E la tua assenza in tutti questi anni ha pesato molto sulla mia vita. Mi è mancata una persona che mi aiutasse nel momento del bisogno, e che gioisse con me durante i bei momenti.. mi è mancata una persona che mi appoggiasse in tutte le mie scelte.. ho bisogno di te, capisci? Perdonami, ho reagito male.. ma l’ho fatto perché pensavo che tu mi avessi dimenticato..» cercai di prendergli la mano, ma.. si allontanò da me.
Solo in quel momento capii che forse il mio tempo lì era sprecato, che dirgli tutte quelle cose non era servito a nulla. Così feci un passo indietro, girai le spalle, presi il mio zaino e aprii la porta della stanza. Lo guardai un’ultima volta: teneva ancora lo sguardo basso.
Harry, sarai sempre nel mio cuore, pensai.

Uscii da quella stanza. Avevo perso il mio migliore amico. Girai a destra e andai verso la mia camera. Inserii la chiave e..
«Louis, Louis!» mi sentii abbracciare.
Non ci credevo. Mi stavo immaginando tutto. Non poteva essere Harry il ragazzo che mi stava abbracciando. Fino a qualche secondo fa sembrava ben disposto a non parlarmi.
Mi voltai e con lo sguardo chiesi spiegazioni.
«Non voglio averti di nuovo lontano da me. Ho riflettuto sulle tue parole, e ciò che hai provato tu, l’ho provato anche io. Io ho bisogno di te. Rivoglio con me te e tutte le tue battute squallide. Il tuo arrossire improvviso, il tuo disordine e le tue fantasie. Louis, non andartene.»
«Mi hai perdonato?»
«Ti ho già perdonato dall’inizio.»









**

THAT YOU MAKE ME STROOONG!

(ma avete sentito tutto Midnight Memories? E' assolutamente fantastico *-*)

Salve genteee, si ho pure il coraggio di tornare qui su efp e postare questo bruttissimo capitolo!
Scusate il mio enorme ritardo, ma tra scuola e vari impegni non ho potuto scrivere e postare il capitolo. Purtroppo mi è venuto fuori questo 'capitolo', anche se in testa avevo altro, ma okay.
Anyway, qui abbiamo Louis che torna insieme alla combriccola (?), che chiede scusa ad Harry ed Harry che lo perdona.. aw, i miei Larry *-* ok, va bene. Comunque dovete pensare che sono qui migliori amici. Non mi attaccate. Inoltre, nessuna traccia di Niall.
Adesso cosa vi aspettate dal prossimo? Spunterà il biondino? O dovremmo aspettare ancora un po'?

Volevo ringraziare il mio ragazzo per avermi dato l'ispirazione per la parte finale AHAHA e poi tuuutte le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo!
Credo che mi stia dilungando un po' troppo. Al prossimo.
Au revoir.



xtommosmile.


 

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Capitolo 17
*** «Niall!» ***


17. «Niall!» 
 
 


Julie.


Io, Liam , Zayn e Danielle rientrammo in hotel.
Speravamo vivamente che quei due avessero chiarito una volta per tutte. Insomma, da quel che avevo capito Louis per Harry era un punto di riferimento, una persona su cui contare, forse la più importante. Non potevano non chiarire!
Salimmo le scale ed arrivammo nella nostra super camera.
Aprii e trovai i due seduti a terra. Ma che ci facevano buttati lì per terra?
«Che ci fate li per terra?» diedi voce ai miei pensieri.
I due si guardarono e scoppiarono a ridere. «Insomma, non vi piacevano le sedie, o il letto?» continuai.
«Devi sapere che il nostro tempo lo passavamo così, ci buttavamo per terra e ci confidavamo, scherzavamo.. solo così!» confessò Louis. Guardai Harry che annuiva sorridente.
«Siete strani ragazzi, ve lo dico col cuore!» scoppiammo tutti a ridere.
«Bene, adesso credo sia meglio andare a letto..»
«Dove credi di andare?» domandai.
«Nella mia camera a dorm..»
«No! Tu dormirai con noi.. e non accetto no!»
«Ma..» misi Louis in difficoltà. Non volevo che passasse la notte da solo, non gli sarebbe costato nulla dormire insieme a noi.. la camera era abbastanza grande per contenere tutti: i privilegi di chi è famoso.
«Okay, vado a prendere il mio zaino e torno.» sorrise e scomparve dalla mia vista.
Andai da Harry e lo abbracciai.
«Sono felice che abbiate chiarito!»
«Ed io che pensavo che l’avessi mandato qui, perché non mi sopportavi più!» ammise imbarazzato.
«Ma sei scemo? Non avrei mai potuto fare una cosa del genere! Tu sai che io ci sono!» lo guardai e gli scoccai un bacio sulla sua guancia rossa.
«Heey, ci siamo pure noi per te, Harry!» ci voltammo verso Zayn, Daniell e Liam che ci fissavano sorridenti. Allargai le braccia e ci stringemmo tutti in un abbraccio.
«Ehm..» mi staccai un secondino notando un Louis imbarazzato davanti la porta.
«Avanti, unisciti pure tu Louis!» gli sorrisi. «Grazie, grazie a tutti!» continuai, sussurrando.



L’indomani mi svegliai con una strana carica addosso. Avevo tanta voglia di cercare Niall. Chissà dov’era quel biondino!
Dopo aver fatto colazione, ci dividemmo per andare a cercare Niall e così Harry e Louis andarono verso la strada principale di Mullingar, Danielle e Liam al parco, infine io e Zayn andammo nella parte piena di bar, poteva trovarsi lì a fare colazione, chissà.



Danielle.


Stavamo camminando ormai da due ore e del biondino non c’era traccia. Ma sicuro che esisteva? Capivo la voglia di Julie di trovarlo, ma se stavolta fosse stato frutto della sua immaginazione? Se Niall davvero non esisteva?
«Secondo te questo Niall esiste?» domandai a Liam che stava guardando alla sua destra.
«Secondo me sì, io credo a Julie. Insomma, la storia mi è sembrata un po’ strana sin dall’inizio, ma le credo, capisco che non mente dai suoi occhi..»
«Già..» sorrido. Ad occhi estranei, Julie poteva sembrare una pazza esaurita, ma non lo era.
«Che ne dici di prenderci un gelato e riprendere poi le ricerche?» mi propose.
«Va bene!» accettai e poi entrammo in una gelateria lì vicino.


«Questa accoppiata di gusti mi piace da morire!» disse.
«Cosa hai preso?»
«Fragola e pistacchio.»
«A me il pistacchio non piace molto, io prendo poi solo un gusto e in questo caso amarena.»
«Certo, tu non puoi prendere più di un gusto.. –lo guardai curiosa- .. poi ingrassi!» disse scoppiando a ridere.
«Cosa hai osato dire?» lo minacciai, puntandogli il cono di gelato davanti la faccia.
Alzò le mani, in segno di resa «Ok, ok. Mi rimangio tutto, ma allontana quel cono dalla mia faccia!» scoppiai a ridere e continuai a mangiarlo e poi lo guardai: dovevo vendicarmi. «Cosa guardi?» continuò.
«Nulla, ti è solamente colato un po’ di gelato sulla tua maglietta bianca.» lui ci cascò, guardò giù ed io, abilmente, gli spiaccicai il gelato sul naso.
«Cosa. Hai. Osato. Fare?» chiese, scandendo bene le parole e guardandomi in cagnesco.
«Chi, io? Nulla!» dissi.
«Ti conviene scappare!» buttai il gelato ormai rovinato in un cestino lì vicino e iniziai a correre.
Per fortuna non ero una schiappa nella corsa. Corsi, corsi, corsi.. poi mi stancai e mi voltai.
«Liam?» avevo il fiatone e quello scansafatiche non era più dietro di me ad inseguirmi. Che fine aveva fatto? «Liam?» chiamai nuovamente, con un po’ più di fiato. «Dove sei finito?» guardai a destra e a sinistra.
«Buu!» saltai in aria.
Liam spuntò dietro di me, prendendomi dai fianchi. Mi voltai verso di lui e ci ritrovammo i visi a pochissimi centimetri di distanza.
«Vedo che non hai più il gelato sul naso.. se ne vuoi ancora basta chiedere..» risi.
«No, ma mi vendicherò.. stanne certa!» fissò i suoi occhi sui miei.
«Sei scemo!»
«E tu sei bellissima!» disse serio. I nostri respiri tornarono ad essere regolari, dopo la corsa. Cosa aveva appena detto? Avevo sentito bene? Aveva detto che ero bellissima, l’aveva appena detto a me. Il suo viso si stava per avvicinarsi al mio..
«Mammaaa.. mammaaa..» sentimmo urlare un bambino e così ci voltammo verso la sua direzione.
Come rovinare un momento bellissimo.
Ci avvicinammo al bambino. «Hey piccolo..» disse Liam. «Perché piangi?»
Il bambino ci guardò, i suoi occhi erano pozze d’acqua «Ho perso la mamma –singhiozzava pure- stavo giocando con altri bambini, ma mi sono allontanato.»
«Vieni con noi? Ti aiutiamo a cercare la mamma» dissi con dolcezza.
«Io non vengo con gli sc-sconosciuti..»
Liam rise e poi parlò «Hey ometto, io sono Liam, piacere. E la ragazza accanto a me è Danielle! Tu come ti chiami?»
«Jack..» tirò su col naso.
«Adesso non siamo più degli sconosciuti!» gli sorrisi.
Il bambino mi porse la sua mano e io gliel’afferrai. Io e Liam ci guardammo imbarazzati e iniziammo a cercare la mamma di Jack.


Harry.


Io e Louis camminavamo ormai da due ore, ma di Niall nemmeno l’ombra. Davanti a me stava Louis, lo guardavo e pensavo a me. Ero tornato ad essere completamente felice.
Lui si voltò e mi sorprese a guardarlo.
«Che guardi?» chiese sorridente.
«Stavo guardando te.. pensavo!»
«A che pensavi?» chiese curioso.
«Che sono felice di aver chiarito con te. Ti giuro, prima sentivo un peso che se solo ci ripenso..»
«Non ci ripensare, adesso sono qui, siamo qui.. e pure io sono felice!» mi diede un pizzicotto sulla guancia. Poi tornammo a cercare il biondino.
Mentre camminavamo, mi voltai verso una vetrina e fissai ciò che era esposto.
«Oddio..» sussurrai, ma Louis mi sentì lo stesso.
Si avvicinò a me per vedere ciò che avevo visto io «Che hai visto?»
«Quel cappello.. lì in Inghilterra non si trova facilmente.. va a ruba, ed io non ho mai potuto né provarlo, né comprarlo!» vidi Louis fissare il cappello, poi me.. esitò.
«Magari un giorno lo avrai!» mi sorrise.


Julie.


«Julie, io non ce la faccio più, mi fanno male i piedi!»
«Sei uno scansafatiche Zayn, la tua ragazza ha un gran fegato per stare appresso a te!» gli dissi divertita.
«Sì, ti voglio bene anche io Julie!» ridemmo insieme.
«Controlliamo qui e poi, giuro, torniamo in hotel.»
«Va bene, questa è l’ultima piazzetta che controlliamo..» mi guardai intorno.
C’era un sacco di gente che passeggiava ed era quasi ora di pranzo.
Tirai su tutta la cerniera della felpa, tirava un po’ di freschetto lì.
«Julie?» mi chiamò Zayn.
«Mmh..»
«E se questo Niall non esistesse? Se non riusciamo a trovarlo?» chiese, com’era giusto che fosse.
«Niall esiste, io me lo sento. Riusciremo a trov..» guardai un punto ben preciso.
Fuori da un bar stava seduto un tizio biondo, con una chitarra.
«Che succede?»
«Mi sa che abbiamo trovato Niall!» dissi entusiasta, avvicinandomi al ragazzo felice.


«Niall!» non ci vedevo più dalla tanta gioia.








**

I'M HALF A HEART WITHOUT YOOOOU..



Salve people. Sì, ho il coraggio anche per tornare ad aggiornare questa storia.
Non me ne ero dimenticata, mi sono solamente incavolata col pc, a quest'ora avevate letto il capitolo per Natale (volevo farvi un regalo, aw, ma non mi è riuscito çç), ma purtroppo mi si è cancellato tutto quanto a causa di un blackout çç poi una non deve imprecare!
Ma va beh, l'importante è che ho postato!
Alloooora, sembra che la nostra Julie abbia trovato Niall, voi che ne pensate? Io non posso dire nulla, vi dico solamente che ho già pronti gli schemi del capitolo 18, 19, 20.. ma non so quando riesco a pubblicarli: la scuola mi prende un sacco di tempo, purtroppo ):
Adesso vi lascio che vado a cena.
Ringrazio tutte le persone che hanno recensito il capitolo precedente ♥ siete fantastiche!

Se volete contattarmi, mi trovate qui:
Twitter: hiwilljam

La storia la sto pubblicando anche nella mia pagina fb (clicca qui!), se qui non potete recensire, commentate lì!


xtommosmile.

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Capitolo 18
*** Niall, where are you? ***



18. Niall, where are you?






«Niall!» urlai ancora una volta.
Non potevo credere di aver trovato Niall.

Lasciai Zayn lì dov’era e corsi verso il ragazzo.
Gli picchiettai la spalla e il ragazzo si voltò. Non potete capire la mia espressione: diventò di colpo un misto tra la delusione, la rabbia, la confusione, la tristezza.
Quel ragazzo non era il mio biondino.
«Niall? Chi è Ni..? Julie?» urlò.
«N-no ti prego. Non urlare!» sussurrai.
«Oddio, c’è Julie Anderson qui!» urlò una ragazzina poco distante da lì.
Di colpo mi trovai accerchiata da un sacco di persone che chiedevano foto e autografi.
Zayn dove sei?’, pensai.
Avevo perso tutte le forze, vi giuro. Ero straconvinta di aver trovato Niall, finalmente. E invece tutte le mie fantasie crollarono lì, proprio davanti a me.
Sentii quasi il mio cuore sgretolarsi.
«Julie ti prego, una foto!»
«Un autografo, ti prego!»
Nella mia testa c’era solo una confusione di parole, che per me in quel momento non avevano senso. ‘Zayn, aiutami!’, gli chiesi aiuto mentalmente.
«Ragazzi, basta! Fatela respirare.» sentii una voce familiare.
Zayn.
Chiusi leggermente gli occhi.
«Julie, Julie.» mi sostenne, prima che cadessi a terra. «Andate via, basta! Dobbiamo andare!» aspettò che tutte le persone si allontanassero. «Julie, tutto bene?» mi strinse la vita, e io aggrappai il braccio al suo collo per sorreggermi meglio.
«N-non era Niall quello?»
«No.» dissi semplicemente.
Sembravo essere alla fine della mia missione, sembravo averlo trovato, e invece…
«Torniamo in hotel, dai!»


Quando rientrammo in hotel, vedemmo Liam e Danielle nella hall che aspettavano noi.
«Ragazzi, finalmente siet… Julie, che ti è successo?» si avvicinò preoccupata Danielle. Mi prese il viso tra le mani.
«Era convinta di aver trovato Niall, ma è stata assalita da un sacco di persone e si è sentita male..» parlò Zayn al mio posto.
«Povera piccola, ma quindi Niall l’hai trovato?»
«No, ho scambiato un altro biondino con la chitarra per Niall!» dissi debolmente.
«Mi dispiace..» disse seriamente dispiaciuta.
«Mi sa che.. questo Niall non esiste veramente..» dissi afflitta. Mi staccai dal collo di Zayn e feci per salire in camera.
«Non mangi? Harry e Louis sono in sala da pranzo già!»
«Non ho fame, mangiate voi per me!» forzai un sorriso.
Detto ciò salii in camera definitivamente e mi misi sotto le coperte. Sembravo malata.
Non posso credere che Niall non esista. Io non posso essermi immaginata tutto quanto.
Niall esiste, ma se non fosse a Mullingar? Se fosse in un altro posto? Sì, ma dove?



Harry.



Io e Louis eravamo già seduti a tavola e stavamo aspettando Liam, Danielle, Julie e Zayn.
«Chissà se lo hanno trovato!» dissi pensieroso, più a me che a Louis.
A un tratto vedemmo Liam, Zayn e Dani raggiungerci.
«Julie?»
«Si è sentita male ed è salita in camera!» disse preoccupato Liam.
«L’ha trovato Niall?» chiese Louis.
«No. Ha perso le speranze. Si sta convincendo che questo Niall non esiste. Inoltre è stata assalita dai fan.. stava per svenire.» disse Zayn, ricordando l’accaduto.
Mi alzai dalla sedia, preoccupato, e sotto gli occhi curiosi dei miei compagni salii al piano superiore per raggiungere Julie, la mia Julie.
Aprii la porta e non sentii nessun rumore. C’era silenzio. Poi un singhiozzo e poi ancora silenzio. Il mio occhio cadde sul letto matrimoniale e la vidi lì, coperta dal piumone.
«Hey..» sussurrai. Lei cercò di trattenere i singhiozzi, ma non ci riuscì. Mi sedetti accanto a lei e le accarezzai la spalla.
«Tesoro, che succede?» domandai seriamente preoccupato.
Mi faceva male vederla in quello stato. E ora che ci faccio caso, è la prima volta che la vedo così fragile, in lacrime. Distrutta dalla sua stessa vita. Di solito è sempre così solare, incoraggia tutti, così determinata.
«Non ne voglio parlare!» sbiascicò.
«Ma piangere non serve a nulla piccoletta!» sorrisi. «Io sono qui. Sono qui per aiutarti, così come tu hai aiutato me.»
Lei si voltò sul fianco sinistro, guardandomi negli occhi. Vedere quei suoi occhi azzurri pieni di lacrime mi fece male, mi si strinse il cuore. Le diedi un bacio in fronte.
«A te non è mai capitato di trovarti fuori luogo?»
«A volte sì.» si limitò a dire.
Io mi sentivo proprio fuori luogo. Stavo stretta in un corpo che sembrava non essere mio, vivevo una vita che non era la mia. Ma com’era possibile? Io non ricordavo nulla, e questo mi provocava un dolore lancinante alla testa, volevo urlare, piangere –lo stavo già facendo-, sfogarmi con qualcuno, ma nessuno poteva capirmi realmente. Insomma, a chi è capitata una cosa del genere? A nessuno. Ero l’unica pazza.
Harry continuava ad accarezzarmi la testa, facendomi calmare, e forse un po’ ci stava riuscendo, ma dentro.. dentro quella tempesta non cessava, quella tempesta si faceva sempre più incessante. Qualcuno doveva pur placarla.
«Adesso prova a calmarti. Io.. io sento che questo Niall esiste.» disse convinto.
«Se non sono più convinta io che esista, come puoi esserlo  tu, che non lo hai mai vist—ehm immaginato?»
«Io ci credo e basta. Solo una sensazione! Adesso asciugati quelle lacrime, hai degli occhi bellissimi, pensa se i tuoi fan ti vedessero in questo stato..» mi sorrise, un sorriso sincero. Apprezzavo quello che stava facendo.
Toc toc.
A un certo punto entrarono tutti gli altri, e piano piano, ad uno ad uno, si buttarono nel lettone vicino a me. Che cuccioli!
«Hey piccoletta, come stai?» chiese Zayn.
«Meglio!» guardai Harry, sorridendo debolmente.
«Vogliamo vederti sorridere!» aggiunse Liam.
«Allora lo farò!» sorrisi a tutti.

A un certo punto sentii il mio cellulare squillare.
Mi guardai intorno: dove cavolo lo avevo buttato?
 «E’ lì sul tavolino, te lo prendo io!» disse Louis.
«Grazie mille!» me lo porse e poi risposi senza controllare il mittente.
«Pronto?»
«Julie? Sono Paul, scommetto che hai risposto senza controllare chi era!»
«Ehm.. sì!» risposi, quasi sullo scoppiare a ridere.
«Ti conosco fin troppo bene! –rise, poi tornò serio- Allora, come procede lì?»
«Diciamo.. male. Non riesco a trovare l’ultimo ragazzo.. ma ce la faremo!»
«Vedrai che lo troverai! Ti chiamavo per ricordarti che domani hai un concerto lì, non scordarlo, ti prego!» oh vero, il concerto.. lo stavo completamente dimenticando.
Dannazione!
«Okay! Grazie per avermelo ricordato!»
«Se non ci fossi io.. –si vantò e poi rise- Mi troverai lì, ok?»
«Va bene, allora ci vediamo domani! Ciao Paul!»
«Ciao piccoletta!» chiusi la chiamata.
Ma che avevano tutti che mi chiamavano piccoletta?

«Chi era?» chiese Harry.
«Era Paul, mi ha ricordato che domani ho il concerto qui a Mullingar!»
«Vero! Ma allora stasera dobbiamo festeggiare!» esclamò Louis.
«F-festeggiare? Non mi sembra il caso..» dissi insicura.
«Ma certo! Dobbiamo eccome! Che ne dire di andare in discoteca?»
«Ragazzi, io non me la sento.. non sono dell’umore giusto!»
«E se Niall si trovasse lì dentro?» chiese Danielle, convincendomi.
Sarei uscita, sarei andata in quella dannata discoteca –odiavo le discoteche più dei miei genitori, e ce ne vuole!- e avrei trovato Niall, sì.. me lo sentivo!
«Va bene!» tutti, a questo punto, mi saltarono addosso, ‘abbracciandomi’.



**



 
Avevo portato i miei compagni di viaggio in una delle discoteche più belle di Mullingar.
Non avevamo fatto nemmeno la fila: il buttafuori mi aveva riconosciuta e ci aveva fatti entrare subito. Un tizio si era finto pure mio amico!
Eravamo ormai lì dentro da tipo un’ora e la musica rimbombava nelle casse. I ragazzi lì dentro si strusciavano, ballavano a modo loro e si ubriacavano, come se quella fosse la loro ultima notte. Si stavano godendo al serata.
Liam e Danielle erano andati a ballare, Harry e Louis li avevano seguiti e Zayn invece era rimasto con me a prendere qualcosa da bere al bancone.
«Non ti piace ballare, vero?» domandai a Zayn, che stava tranquillamente seduto sullo sgabello a bere un cuba libre. Io invece stavo bevendo il mio bel bicchierino di screwdriver.
«Ho sempre odiato ballare..» disse divertito.
A me spuntò un sorriso sulle labbra: Zayn era sempre stato quello che odiava il ballo.
Ricordo quando ad facto facevano le prove e lui si rifiutava di ballare. Cucciolo che era!
«A chi lo dici!» risposi scoppiando a ridere.
Lui fissava il suo cocktail. «E’ buono?» chiesi curiosa.
«Sì, dai.. il tuo?»
«Anche!» amavo l’arancia.
«Che cos’hai?» so che c’era qualcosa che non andava.
«Mi manca Perrie..» disse fissandomi negli occhi.
«Ti prometto che la rincontrerai presto..» chi ero io per dividere una coppia? Chi ero io per pretendere che tutti quei ragazzi mi seguissero per un mio stupidissimo sogno? Loro non erano causa dei miei problemi, loro non c’entravano nulla. Dovevo lasciarli alle loro vite..
«No, non è questo. Il fatto è che non la sento spesso. E’ impegnata col suo tour. Se fossi rimasto a Londra sarebbe stata la stessa cosa, ma con un’unica differenza..»
«Quale?»
«Che li sarei rimasto da solo, qui almeno ho te e ho voi!» ow, che carino!
Andai ad abbracciarlo. Un abbraccio abbastanza spontaneo che lo sorprese: lui non era un ragazzo che esternava i suoi sentimenti e le sue emozioni. Era un ragazzo che stava più sulle sue, era abbastanza riservato.. ma con un cuore grande. Ricambiò l’abbraccio e mi sorrise.


Mi guardavo intorno, avevo finito il mio terzo screwdriver e del biondino ancora nulla. Avevo la terribile sensazione del pomeriggio. E se Niall non esisteva?
«Un altro screwdriver per favore..» chiesi al barista, che subito prese un altro bicchierino e preparò il cocktail.
«Non credi di star esagerando?» domandò preoccupato Zayn.
«Tranquillo, reggo l’alcool!» gli feci l’occhiolino.
Gli altri tornarono al bancone, erano tutti sudaticci e per questo spostai Louis che stava cercando di appoggiarsi a me.
«Prima ti fai una doccia, anche due, poi mi puoi toccare!» dissi fintamente schifata.
«Tracce del biondino?» chiese Danielle.
«No, nemmeno una..»
«Che ne dite di andare? Domani Julie ha un concerto e deve riposare.» disse Harry, con fare paterno. In effetti non aveva tutti i torti, era mezzanotte passata e io dovevo assolutamente riposare.
Così io e Zayn ci alzammo dagli sgabelli e con gli altri ci dirigemmo verso l’uscita.
Ero abbastanza triste, Niall non era nemmeno lì. Mi ero illusa un’altra volta.
Niall dove sei?

Uscimmo fuori e salutai il buttafuori, mi stava simpatico, oh!
Danielle mi abbracciò e continuammo a camminare.

«Lasciatemi stare brutti stronzi!» che maleducazione! «Mi stavo divertendo, non avete il diritto di cacciarmi.. bastardi, fatemi rientrare!»
 Ci voltammo e la scena era praticamente questa: due buttafuori avevano cacciato via un ragazzo, forse ubriaco, dalla discoteca, e quest’ultimo era accovacciato a terra e urlava contro i buttafuori, gesticolando.
Il ragazzo si alzò con fatica e si voltò nella nostra direzione.

«Che cazzo guardate!» no, non era vero!
Guardai i miei compagni sbalordita. Giuro che mi stavano mancando le forze.










**


Saaaaaaalve a tutte! Stavolta sono puntuale, credo AHAHA
Eravate tutte convinte che avesse trovato Niall, eh? Ma non è stato così. Vi siete sbagliate tutte. Non è stato così banale. Non voglio che questa storia sia banale. Quindi Niall non l'ho fatto spuntare nemmeno stavolta. Ma.. a fine capitolo cosa succede? Voglio sapere le vostre considerazioni a riguardo! Aspeto mooolte recensioni eh, ci conto! :)
Ringrazio tutte quelle che hanno recensito il capitolo precedente, siete fantastiche!

Buonanotte a tutte.


Ps. ho cambiato nome qui su efp, non sono più xtommosmile, ma itspaola :)

Contatti: twitter.

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Capitolo 19
*** Nobody knows you. ***


19. Nobody knows you.
 



Mi passai una mano sugli occhi.
Non poteva essere. Sentii il mio cuore perdere un battito e poi accelerare nella sua corsa.
Mi avvicinai lentamente.
«Julie, che fai? Andiamo!» sentivo in lontananza i ragazzi chiamarmi, ma non capivano.
Non capivano ciò che sentivo in quel momento, chi avevo davanti in quel momento.
«Niall..» sussurrai, mi mancava la voce.
Quel ragazzo si voltò verso di me e i suoi occhi si scontrarono con i miei. Erano così scuri, non erano di quel colore vivace che ero solita vedere nelle foto o in televisione. Erano così cupi, pieni di.. odio?, rabbia?
I buttafuori ritornarono dentro la discoteca e io ero, praticamente, a pochi centimetri da Niall, che a fatica cercava di alzarsi.
Rimasi colpita dal suo aspetto. Ripeto, non era come me lo immaginavo.
Aveva alcuni tatuaggi sul braccio destro e un piccolo piercing* che sporgeva dal lato inferiore delle sue labbra.
«Julie, lascialo sta-» Zayn mi si avvicinò, ma.. vedendo quel ragazzo si bloccò. «E’ Niall?» mi sussurrò, poi. Io annuii semplicemente. Mi morirono le parole in gola.
Mi sporsi verso il biondino per aiutarlo, ma con un colpo agile si spostò dalla mia presa.
«Lasciami stare!» che maleducato. Cercò di alzarsi, fece pochi passi e cadde a terra.
I ragazzi, allora, prontamente corsero verso di lui e lo alzarono.
«Chi siete? Lasciatemi stare! Cosa volete farmi?» continuava a urlare. Non era lucido, l’alcool gli aveva dato alla testa.
«Niall calm-» tentai.
«Come fai a sapere il mio nome? Lasciatemi stare!» stava diventando insopportabile. Poi una lacrima, che asciugò subito, gli solcò il viso. Evidentemente non voleva che lo vedessimo in quello stato, ma io l’avevo visto e mi chiedevo cosa c’era che non andava, che cosa gli era successo, perché si era ridotto a consolarsi con l’alcool e soprattutto perché aveva quell’aspetto. Lo ammetto, ero abituata a vederlo con un faccino pulito, la pelle limpida e leggermente pallida, tipica degli irlandesi. Lo avrei scoperto.
Forse.
Zayn lo prese in braccio e nel giro di pochi minuti cadde in un sonno profondo.


Durante il tragitto discoteca-hotel nessuno fiatò. Eravamo troppo scossi, soprattutto io.
Decisi di farlo dormire nel letto della mia camera, io avrei dormito nel piccolo divanetto accanto al letto.
Zayn, aiutato da Liam, distese il corpo del biondo sul materasso del mio letto. Niall, di conseguenza, nel sonno blaterava qualcosa che non riuscivamo a capire.
«Dai, va bene così, lasciatelo stare, possibilmente gli state facendo male.» sorrisi appena.
Tutti mi guardarono e poi alternarono lo sguardo da me al corpo di Niall.
«Così lui è il famoso Niall..» sussurrò Louis.
«Già..»
«E’ come te lo aspettavi?» domandò Danielle.
«No, assolutamente. Se avevo una foto ve la facevo vedere, era così carino.. non che ora non lo è, eh!» chiarii. In effetti era abbastanza carino, ma il biondo che aveva rapito il mio cuore era tutt’altro.
«Magari poi ci spiegherà tutto domani!» annuii.
Poi in silenzio ognuno raggiunse il proprio letto, nella propria camera.
Io presi il mio cuscino, lo misi appoggiato al bracciolo del divano.
Sentii mugugnare qualcosa dal biondino e mi voltai verso di lui.. si stava svegliando.
Carissimo, non potevi svegliarti tra qualche ora? Muoio di sonno, fammi andare a letto.
«Chi sei? Cosa ci faccio qui?» si alzò, poggiandosi sui gomiti.
«Sono Julie, mi conosci? Ti abbiamo incontrato in discoteca. Eri ubriaco fradicio e sei crollato, così ti abbiamo portato qui!» cercai di spiegare.
«Abbiamo?» chiese confuso.
«Sì, sto qui insieme ad altri ragazzi, che mi hanno aiutata a portarti qui.»
«Non avete il diritto di tenermi qui! Fatemi tornare a casa mia!»
«Perché ti comporti così? Cosa ti succede?» chiesi preoccupata.
«Non sono affari tuoi!» rispose, sgarbato. «Voglio tornare a casa!»
«Senti, dovresti ringraziarmi, anziché lamentarti. Sei un maleducato! Ti ho portato qui, ti ho aiutato, ti sto offrendo il mio letto.. non ho voglia di litigare, domani ho un concerto ed è tardi, quindi se vuoi rimanere qui okay, se no.. quella è la porta!» ed indicai la porta. Mi ero stufata del suo comportamento ed ero scoppiata.
Lui si zittì e si voltò, dandomi le spalle.
Io poi aprii l’armadio e presi una coperta da là dentro e la stesi sul divano. Poi mi avvicinai alla mia valigia e presi il mio pigiama, iniziai a spogliarmi, dando le spalle, a Niall.. cambiarmi di fronte a lui mi imbarazzava. Posai i vestiti ai piedi del divano e mi stesi su di esso, rilassando tutti i muscoli del mio esile corpo: era stata una giornata abbastanza pesante e domani lo sarebbe stata ancora di più.


**


L’indomani mi alzai presto, Niall ancora dormiva: evidentemente aveva forse capito il mio gesto. Da un lato aveva ragione, non mi conosceva, ma dall’altro questo non gli dava il diritto di comportarsi così sgarbatamente.
Scesi al bar e presi il giusto necessario per una sana colazione, per tutti  i ragazzi.
Cornetti, spremute d’arancia, cereali, uova e bacon. C’era vasta scelta.
Salii piano piano in camera, senza far cadere tutto.
Il cibo arrivò sano e salvo fino al secondo piano, bussai, sperando di trovare qualcuno sveglio nella mia stanza e così fu. Mi aprii Harry che, dopo avermi sorriso, mi aiutò con la colazione. Con mia sorpresa trovai dentro la stanza pure Louis, Danielle e Zayn.
«Buongiorno a tutti –poi mi voltai verso Niall- .. buongiorno pure a te!» i primi tre ricambiarono, tranne Niall.
Io feci finta di nulla. «Vi ho portato la colazione.» mi chiedevo dove fosse Liam.
Tutti si avvicinarono ai vassoi pieni di cibo e iniziarono a ingozzarsi.
«Liam sta arrivando.» mi rispose premurosamente Danielle, a cui rivolsi uno dei miei sorrisi migliori.
Mi voltai verso il biondo che aveva lo sguardo sui suoi jeans.
«Tu non mangi, Niall?»
«No, non ho fame.» rispose schietto.
«Avevo portato pure la colazione per te.»
«Ti ho detto che non ho fame!» il mio biondino si sarebbe divorato pure i vassoi, pensai nostalgica.
«Okay..» cercai di non peggiorare la situazione, così andai a mangiare pure io.
Liam aprii la porta della stanza e urlò un ‘Buongiorno a tuttiiii!’  ricevendo un’occhiata da Niall.
Poi si avvicinò a me, mi diede un bacio sulla guancia e mi sussurrò «E’ strano il tipetto..» annuii, non mi andava di parlarne.

Dopo aver finito la colazione…
«Adesso che avete finito la vostra sana colazione potreste spiegarmi gentilmente perché mi avete rapito?» chiese estremamente serio.
«Niall, non ti abbiamo rapito. Il fatto è che.. mi sono trovata in una situazione strana..» lui si drizzò e iniziò ad ascoltarmi, così io iniziai a raccontare la solita storia.
Gli raccontai sempre dei One Direction, della mia strana vita da cantante e il parallelismo con i One Direction, della mia missione, del fatto che avevo conosciuto prima Danielle, poi Zayn, poi Liam, in seguito Harry, Louis e mi mancava solo trovare Niall.
Quest’ultimo ad ogni mia parola corrucciava la fronte. Forse non mi credeva e non potevo non essere d’accordo. Anche io non avrei creduto a tutta quella storia!
«Non credo a tutta questa storia!» ecco, come non detto. «Mi vorresti far credere che ti trovi in un’altra vita e che ti sei messa a cercare tutti noi? Non abbocco mi spiace, qual’e il tuo secondo fine? Non ti vergogni ad andare in giro raccontando a tutti questa storia? Nessuno ti conosce, non dovresti prenderti tanta confidenza con me. Adesso lasciatemi andare a casa mia!» si alzò di scatto dal letto in cui era seduto, sotto gli sguardi scioccati di tutti. Io ero parecchio delusa, anzi.. più di parecchio. Così sconfortata mi sedetti sul letto, mentre Zayn uscì dalla stanza, forse per seguire Niall.




 
Niall.
 


Ma chi si credeva di essere lei insieme ai suoi quattro amici ridicoli?
Cinque.
Va beh, fa lo stesso. La sua storia era assurda, non potevo crederci.
Ieri sera non dovevo nemmeno rimanere qui a dormire. Stupido!
Cercai di uscire dall’hotel, ma.. «Hey Niall. Fermati!» la persona mi poggiò una mano sulla spalla ed io involontariamente – e spaventato – mi voltai tirando un pugno in pieno viso. La persona cadde rovinosamente a terra.
Che cavolo ho combinato? Lo guardai con gli occhi sbarrati. Giuro, non volevo.
Mi faccio schifo da solo. Mi guardai incredulo la mia mano, ancora chiusa in un pugno: non credevo potessi arrivare a questo punto, no. Non potevo diventare proprio come lui, non volevo e non dovevo.

pensate al piercing che ha Luke (dei 5 Seconds of Summer).





**


SALVE GENTEEEEEEE!
Sì, sono ancora qui. Purtroppo non ho potuto postare prima a causa della scuola e per il fatto che al computer ci sono stata pochissimo e nulla. Va beh, l'importante è aver postato.
Aaaanyway, ecco qui che finalmente la nostra Julie trova Niall.. ma non è come si aspettava. Perché secondo voi si comporta in questo modo? Cosa nasconde? Povero Zayn AHAHA
Recensite in taaante ♥
Vi voglio bene!


itspaola.

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Capitolo 20
*** Niall’s past. ***



20. Niall’s past.
 


Niall.


Avevo, sì e no, undici anni. Abitavo nella mia vecchia casa a Dublino. Purtroppo avevo perso mia madre, a causa di un incidente stradale –diceva mio padre, quel co….niglio di mio padre- ma io sapevo che non era affatto vero. Quella sera ero rimasto a casa a guardare la tv con mio padre, nella mia piccola stanzetta. Ad un tratto si alzò – non vedevo mia madre dalla mattina, a causa del lavoro – e uscì dalla mia stanza. Era parecchio strano.
«Papà?!» domandai confuso. Poi un esulto proveniente dalla televisione mi fece dimenticare l’espressione di mio padre. La puntata del mio cartone animato preferito era finita, ma mio padre non era ancora tornato da me. Così uscii dalla camera e andai a cercarlo, sussurrando un ‘papà’ che quasi arrivava a non sentirsi. A undici anni avevo ancora paura del buio e del silenzio, e quel corridoio era buio e silenzioso.
Mi avvicinai pian piano allo spiraglio di luce che proveniva dalla camera dei miei.
«Papà?» continuavo a chiamare. Nessuna risposta. Così sbirciai e.. in quel momento avrei tanto preferito stare nella mia cameretta a giocare con le miniature dei power rangers, quello rosso mi piaceva tanto. Le gambe tremavano e sarei caduto se solo non mi fossi tenuto allo stipite della porta.
Era stato lui, con le sue stesse mani, l’avevo visto quella sera soffocare mia madre. Ho ancora i ricordi vividi nella mia mente. Brutto mostro, come ha potuto uccidere sua moglie? Io ero sicuro che lui l’amasse tanto e il sentimento era ricambiato. Quando poi diventai più grande capii che quella sera mio padre era ubriaco, parecchio ubriaco – ma non lo giustificava, non si può giustificare un atto così meschino – Lui, però, non sapeva di questa mia conoscenza. Quando ho provato a rinfacciargli l’accaduto iniziò a picchiarmi.
«Non ti azzardare a dire in giro quello che è successo!»
«Se no?» chiesi ingenuo.
«Se no ti finisce male!»
Così iniziò a rinchiudermi in casa e spesso mi lasciava senza pranzo o senza cena.
Io cosa potevo fare? Avevo appena dodici anni, non potevo scappare, non potevo fare nulla. Non avevo qualcuno con cui parlare. E così mi sottomettevo a lui, che continuava a picchiarmi anche se non spiccicavo parola. Lui si sfogava semplicemente sul mio corpo e con il mio corpo. Ogni volta che la sua mano colpiva la mia piccola guancia il calore si impossessava del mio corpo, la guancia diventava di un rosso acceso - in contrasto con la mia pelle bianca – e piangevo in silenzio. Le sue mani erano lame per me, le ferite non solo erano fisiche, ma pure psicologiche.
Passai due anni in quello stato, fino a quando poi due agenti di polizia mi dissero che avevano trovato mio padre, morto, nel suo ufficio. Inizialmente non videro in quale stato mi trovavo, insomma.. un bambino di tredici anni, chiuso da solo in casa.. non si insospettiva nessuno? Poi in seguito, dopo alcune domande, cercai di sfogarmi e raccontai tutto a loro: mi videro parecchio traumatizzato e così mi mandarono da uno psicologo, per l’esattezza era femmina.. e inoltre mi mandarono in un orfanotrofio: ‘resterai per poco tempo’ mi dissero. Invece rimasi lì per tre anni. Poi, a sedici anni me ne andai, dicendo alla badante che me la sarei cavata da solo. Mentivo.
Con la psicologa parlai i primi mesi, poi iniziai a chiudermi in me stesso, non avevo amici e la sola cosa che potevo fare era tornare nella mia vecchia casa, prendere i pochi soldi che erano rimasti e partire. Andare via da Dublino, cambiare vita: in meglio o in peggio non lo sapevo ancora.

La mia vita cambiò in peggio, sì.
Una volta arrivato a Mullingar, sempre in Irlanda, cercai un appartamento, poi un lavoro – da cui poi fui licenziato, dopo neanche tre settimane.
Una sera andai in un disco-pub lì vicino e da lì iniziò la mia rovina.
Un gruppo di ragazzi mi videro giù di morale e mi offrirono qualcosa da bere: qualcosa in cuor mio diceva di non accettare, ma feci di testa mia e bevetti quel liquido all’interno del piccolo bicchiere. Era forte, abbastanza, ma mi era piaciuto. Così continuai a chiedere al barman quel liquido arancione. Il gruppo di ragazzi continuava a ridere e io ridevo insieme a loro, anche se non sapevo il perché. Mi sentivo sollevato, con un peso in meno.
Chiesi l’ennesimo bicchierino, ma quando mi voltai il gruppo di ragazzi non c’era più. Così, una volta uscito da lì – non era nemmeno tanto tardi – girai per quelle strade deserte del mio quartiere, ero totalmente ubriaco. Non ragionavo, avevo solo sedici anni, non reggevo molto l’alcool. In realtà, al di là di mezzo bicchiere di vodka alla fragola non ero mai andato, ma non era nulla di che.

Iniziai a blaterare parole senza senso. Urlavo e le poche persone che passavano di lì mi fissavano e, lo sapevo, provavano pena per me, un povero ragazzino ridotto uno straccio.
«Che volete? La mia vita fa schifo!» urlavo.
«Hey, hai bisogno di aiuto?» mi chiese preoccupata una coppia di giovani. Il ragazzo, che aveva parlato, mi mise una mano sulla spalla per farmi voltare, ma mi spaventati e urlai ancora «Lasciatemi stare, non toccatemi, andatevene!»
Sentivo ancora, dopo cinque anni, le mani grandi di mio padre sul mio corpo. Non mi facevo toccare da nessuno.
La coppia se ne andò senza dire nulla.


La mattina dopo mi alzai con un obiettivo ben specifico: volevo cambiare, essere più determinato, il ragazzo che non ero.
Iniziai dal mio corpo. Uscii di mattina presto dal mio appartamento e andai in un tatoo shop. Mi tatuai parecchi disegni, di più sul braccio.
«Secondo me ti starebbe bene anche un piccolo piercing sul labbro!» mi disse il tizio.
«Un p-piercing?» chiesi leggermente spaventato.
«Hai paura?» ridacchiò.
Avevo paura? Sì, molta.
«No, assolutamente!» così il tizio decise al mio posto il tipo di piercing e dopo poco tempo uscii dal negozio abbastanza soddisfatto. Mi piacevo, forse non abbastanza, ma ero okay.


Da quel momento diventai scontroso con tutti, mi costruii un muro intorno a me, difficile da abbattere. Ma ancora non mi facevo toccare da nessuno, non volevo che il passato avesse la meglio su di me.


«Hey, amico. Ci vai giù pesante!» sussurrò Zayn, toccandosi il labbro sanguinante.
Mi allarmai, non avevo mai picchiato nessuno, nonostante tutto e mi sentii uno schifo, così mi avvicinai per aiutarlo.
Gli porsi la mia mano sinistra, quella con cui non lo avevo colpito e lui la prese.
«Scu-scusami!» iniziai a balbettare, tenendo lo sguardo basso.
«Tranquillo!»
«Scusa davvero, no-non volevo!» i miei occhi si fecero leggermente lucidi.
Sentivo il muro intorno a me crollare lentamente.
«E’ tutto apposto!» si sistemò la camicia.

«Hey ragazzi, che succede?!» arrivò quella ragazza.. com’è che si chiamava?
«Julie, nulla, tranquilla!» ecco, si chiamava Julie.
«Sicuro Zayn?» domandò allarmata. «Niall che hai fatto?»
«L’ho steso!» ridacchiai. Poi mi voltai per uscire. Volevo andarmene via, via da loro. Non volevo che il mio muro crollasse così, per degli sconosciuti.

Scesi gli scalini, per poi fermarmi.
«Hey Niall, ti prego, fermati.» mi voltai verso la ragazza.
«Che vuoi?» chiesi scontroso, con le mani dentro le tasche dei jeans.
«Stasera ho un concerto qui in piazza. Mi piacerebbe che tu ci sia.. ci stai?» mi chiese speranzosa.
«Certo che no. Non verrò. Non ci sarò!» mi voltai nuovamente e mi incamminai verso il mio appartamento.
«Se cambi idea, sai dove trovarmi!» urlò.


Julie.


Vidi sparire Niall e rientrai in hotel.
«Che ha detto?»
«Non viene..» dissi «Dai, torniamo dagli altri. Devo prepararmi per stasera!»



**


«Piccola miaaa!» urlò Paul, venendo verso di me per abbracciarmi.
«Ciao Paul!» mi diede un bacio sulla fronte.
«Come stai?» nel frattempo il resto dei miei amici mi aveva raggiunta.
«Bene! Loro li conosci già – indicai Danielle e Zayn – mentre loro sono Liam, Harry e Louis.» sorrisi indicandoli.
«Piacere, sono il..»
«.. manager di Julie!» continuò entusiasta Harry. Gli si avvicinò e gli strinse la mano con tanta felicità «Io la stimo molto, è davvero un ottima persona e poi ha scoperto il mio idolo, non la ringrazierò mai abbastanza!»
«Woow! Abbiamo un fan nel gruppo!» mi fece l’occhiolino. Harry era abbastanza agitato, ma in positivo. «Però.. Harry, giusto? – il ragazzo annuì – Dammi del tu, mi fai sentire vecchio!»
«Va bene Paul!» si sorrisero e poi il mio manager si dedicò a me.
«Julie, tu devi provare, andiamo!» così ci incamminammo verso il palco, ancora in allestimento.
C’era la mia band, che non vedevo da tempo. Li salutai tutti con un caloroso abbraccio e poi iniziammo le prove. Nel frattempo i ragazzi si erano seduti sulle sedie, vicino al palco.


**


Mancavano pochi minuti  all’inizio del concerto ed ero un insieme di gioia, paura, ansia.
«Stai tranquilla!» mi sussurrò Danielle «Spacca tutto! Noi stiamo scendendo, preferiamo guardare il concerto come tutti gli altri!»
«Grazie tesoro, ci vediamo dopo! Buon concerto!» le feci l’occhiolino e salutai con la mano tutti gli altri che mi guardavano da lontano, pronti a scendere dalla scaletta laterale: mi mandarono un bacio volante e sparirono dalla mia vista.

«Trenta secondi..» mi avvertii un tecnico.
Paul mi si avvicinò e mi diede il microfono.
«In bocca al lupo» mi urlarono tutti. Dopo di che entrai in scena.

Un boato mi accolse e mi emozionai tantissimo. Mi venne quasi da piangere, ma mi trattenni.
Ero pronta a dare tutta me stessa.

«Ciao Mullingaaar! Come state? Siete carichiii?»








**


SAAAAALVE A TUTTE.

Come state? Stavolta sono in anticipo con la pubblicazione del capitolo, ma solo perché ce l'avevo già pronto AHAHA
Nel precedente capitolo ho ricevuto solo tre recensioni, non vi è piaciuto? :c Io ci tengo davvero a questa storia e se c'è qualcosa che non va, ditemelo nelle recensioni che cerco di rimediare e modificare qualcosa.
Anyway, passiamo al capitolo. Qui c'è molto del passato di Niall e abbiamo scoperto perché ha questo comportamento, povero Niall cc
Cosa pensate possa succedere nel prossimo capitolo? Stavolta aspetto tante recensioni :3
Grazie a tutte le persone che mi seguono e seguono questa storia c:
Un bacio e buon weekend ♥


itspaola.

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Capitolo 21
*** Finally, part of something. ***


21. Finally, part of something.



“.. you don’t know ohoh, you don’t know you’re beautiful. Ohoh, that what makes you beautiful!”

Il concerto si era concluso con lo stesso boato iniziale.
Guardai quella folla e i miei occhi ritornarono su quelli cristallini di Niall poco distante da me.
Sì, durante il concerto mi ero accorta della sua presenza e non potevo che esserne felice.
Significava che aveva tenuto conto del mio invito. Significava che forse non era poi così cattivo.

Ringraziai la band, ma soprattutto ringraziai il pubblico, perché senza quelle meravigliose persone non ce l’avrei mai fatta. Molte di queste si stavano già allontanando dal palco, altre invece si stavano avvicinando al backstage e al palco per ricevere una foto o un autografo.
Guardai Paul, che stava dietro le quinte, e con un colpo di testa, capì che potevo andare ad accontentare i miei fans.
Così mi sedetti sul bordo del palco, allestito lì per l’occasione, e salutai tutte quelle persone intorno a me.
«Complimenti per il concerto, sei stata fantastica!» mi disse una ragazzina.
«Grazie mille!» le sorrisi. Poi firmai il cd che teneva fra le mani e mi avvicinai a lei per scattare una foto.
E così feci per almeno una ventina di volte, poi dovetti salutarli.
Prima di sparire nel backstage guardai verso il punto in cui stava prima Niall, ma.. di quest’ultimo nemmeno l’ombra. Non ci potevo credere, se n’era andato.
Ed io che speravo che almeno si fermasse a parlarmi, che stupida che sono stata!

«Bellaaaa. Sei stata bravissima, mi sono emozionata tantissimo!» esclamò Danielle.
«Non dirlo a me!» proseguì Harry.
Di conseguenza lo abbracciai, mentre gli altri si univano a questo piccolo abbraccio.
«C’è una persona di là con Paul, vuole vederti!»
«Chi è?» chiesi mentre andavo verso la direzione che mi aveva indicato Zayn.
Il resto del gruppo mi sorrise «Allora?»
Mi voltai verso Paul e vidi insieme a lui una testolina bionda.
Era Niall, non ci potevo credere. Lo guardai negli occhi e.. per un attimo lo vidi emozionato.
«Ni-Niall!»
«Hey –si passò una mano dietro la nuca, imbarazzato- Complimenti per la serata. Sei brava!»
«Grazie. Pensavo in realtà che non venissi..»
«N-no, mi ha fatto bene venire..» sembrava molto turbato?, il suo sguardo trasmetteva malinconia, tristezza. Aveva persino gli occhi lucidi.
Così mi avvicinai a lui, chiedendo silenziosamente agli altri di lasciarci un attimo soli.
«Che succede Niall?»
«Posso raccontarti una cosa?»
«Certo..» non so cosa lo spinse a fare quello che stava facendo, ma iniziò a raccontarmi la sua storia, il suo passato, quello che era e quello che era diventato. Ascoltavo ogni sua singola parola e man mano capivo il perché dei suoi comportamenti. Niall ne aveva passate tante. Mi raccontò pure che aveva una strana passione per le chitarre elettriche e quando me lo disse sfoggiai il mio sorriso più bello e solare che potessi fare. Quella passione lo avvicinava molto al mio amato Niall.
Poi il suo sguardo finì sulle chitarre elettriche della mia band.
«Vuoi.. vuoi provarne una?» gli chiesi.
Il suo sguardo si illuminò, come lo sguardo di un bambino che si illumina alla vista di un nuovo giocattolo.
«N-no, non posso..» era molto combattuto.
«Davvero, puoi provarne una, non ti mangiano mica!» sorrisi e lui ricambiò il sorriso.
Così ci avvicinammo agli strumenti e prese la chitarra elettrica tra le sue mani.
«E’ davvero bellissima..» la sfiorò, come se fosse l’oggetto più prezioso al mondo.
Iniziò a strimpellare un po’, riscaldò le dita e poi iniziò a suonare una melodia, che non riconobbi subito, ma poi quando lui iniziò a cantare mi emozionai tantissimo e riconobbi la canzone come Stereo Heart.
Così, senza pensare, per congratularmi con lui gli toccai la spalla e Niall saltò in aria spaventato, facendo quasi cadere la chitarra. Io prontamente la afferrai dal manico.
«Hey, attento che questa costa!»
«Tanto tu non ne hai problemi a comprarne una nuova!» disse arrabbiato, cambiando subito atteggiamento.
Non capivo. Sì che avevo sbagliato a toccargli la spalla, ma lui non doveva comportarsi in questo modo.
Si alzò dalla sedia e si incamminò verso l’uscita del backstage.
«Niall!» lo richiamai. «Fermati ti prego!» gli presi la mano destra e lo feci voltare verso di me e istintivamente lo abbracciai. Sentii tanti brividi percorrermi la schiena, ma non ci feci molto caso. «Stai calmo, shh!» gli accarezzai la schiena per tranquillizzarlo. «Non è successo nulla.. anzi, scusami.»
Lui  mi guardò con i suoi occhioni «Scusami tu!» e strinse ancora di più l’abbraccio e io mi sentii in Paradiso.


Niall.


Il muro che mi ero costruito in questi anni, stava crollando, a poco a poco.
Cosa mi stava facendo quella ragazza? Nei suoi occhi vedevo la voglia e il desiderio di aiutarmi e io le ero infinitamente grato. Lo ammetto, avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse con le mie paure, che mi facesse scordare il passato e pensare a un presente e a un futuro felici e pieni di speranze.
Ma Julie come avrebbe potuto aiutarmi? L’avrei trascinata solo nella mia schifosa vita, a meno che..
«Niall.. che ne dici di passare del tempo con noi?» mi indicò un gruppetto che man mano si avvicinava verso di noi. Erano i suoi amici.
«C-con voi?»
«Sì, una serata tra amici..» affermò con un sorriso splendido.
«Va bene!» le nostre mani erano ancora unite e gliela strinsi ancora di più per farle capire la mia gratitudine nei suoi confronti.
«Hey ragazzi!» esclamò il castano dagli occhi azzurri. Non ricordavo il suo nome.
«Louis.. ragazzi!» ecco, si chiamava Louis. «Stasera ci sarà un’altra persona insieme a noi!» Julie si voltò verso di me e mi sorrise, io non feci altro che arrossire e abbassare lo sguardo.
Tutti mi fissarono e sorrisero.
«Saremo felici di averti con noi!» esclamò Zayn, il ragazzo a cui avevo dato un pugno.
 
**

Eravamo tutti quanti nella suite di Julie da un po’ di tempo ormai e quei ragazzi erano uno spasso. Louis era un tipo davvero simpatico, sparava battute squallide a destra e a manca e Liam non era da meno. Zayn era più silenzioso, così come Harry.. e poi c’era Danielle, la ragazza riccia, lei era pure una tipa molto simpatica. In quelle poche ore avevo capito che Zayn aveva una ragazza di nome Perrie, anche lei –come Julie- cantava in un gruppo. Poi Liam studiava in una università a Wolverhampton, Harry era estremamente gay, era il fan numero uno di Julie ed era il migliore amico di Louis, anche lui gay –forse tra i due c’era uno strano feeling che andava oltre l’amicizia. E poi Danielle invece era una ballerina e lavorava nel cast di xfactor uk. E tutti loro si conoscevano grazie a questa stramba storia di Julie. Dovevo crederci? Insomma, venivano da posti diversi, ognuno con una propria vita.
«Hey Niall, sei molto silenzioso, ti hanno morso la lingua?» chiese ridendo Louis.
«No –sorrisi appena- stavo pensando.» guardai Julie.
«A cosa?» chiese lei curiosa. All’improvviso sei paia di occhi iniziarono a fissarmi.
«Julie, come.. come ti trovi in questa nuova vita? Oddio, fa strano parlare in questo modo.. è una cosa fuori dal comune e..»
«Mi trovo bene –disse sorridente- All’inizio non capivo nulla, mi sembrava di stare impazzendo. Poi però ho conosciuto loro, siamo subito diventati amici e soprattutto compagni di avventura e.. –poi abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo con gli occhi lucidi- ..ho paura che tutto questo un giorno possa finire, che io possa perdere loro e.. te!»
«Aw.. Julie no!» tutti si catapultarono su di lei, abbracciandola.
Io osservai in silenzio quella scena e sorrisi amaramente. Era bello avere amici come loro e provai un po’ di invidia: io non avevo mai avuto degli amici come loro, anzi.. non ne avevo proprio mai avuti.
«Hey Niall.. vieni pure tu!» quella richiesta mi riempì il cuore di gioia. Senza pensarci due volte mi unii all’abbraccio e lì provai una sensazione mai provata prima: mi sentivo a casa, mi sentivo finalmente parte di qualcosa, parte di un gruppo. E ringraziai Julie mentalmente.







**


Saaaaaalve a tutte, come state?
Finalmente sono tornata con un nuovo capitolo e spero di poter aggiornare più frequentemente,  adesso che la scuola mi è finita.
Ahhh, sento aria d'estate.
Allooora, che ne pensate di questo capitolo? Mi fate sapere le vostre impressioni? Quale sarà il prossimo passo di Julie e di tutto il gruppo? Idee, sensazioni? Fatemi sapere tutto nelle recensioni.
A proposito di recensioni, volevo ringrare con il cuore tutte le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo. Ho trovato recensioni da persone nuove e questo non fa altro che rendermi felice! Siete fantastiche. Davvero.
Adesso vado, credo di pubblicare presto una one shot su Niall intitolata "Better Than Words" :)
A presto, bacioni.


itspaola.

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Capitolo 22
*** Summer love. ***



22. Summer love.
 


Julie.


I giorni passavano in fretta, e finalmente avevo trovato tutti e cinque.
Ero davvero felice. Ero felice di sapere che quei ragazzi, famosi o meno, esistevano davvero. Soprattutto il biondino.
Ho sempre avuto un debole per lui, sin dall’inizio. Non so il perché, forse per i suoi occhi così profondi che trasmettevano sicurezza, forse per il suo sorriso così semplice e trasparente che riscaldava l’anima e il cuore, o forse per il suo carattere così forte e fragile allo stesso momento.
Dopo l’ultimo episodio, Danielle aveva proposto di tornare a Londra – ovviamente tenendo conto dei miei impegni – e stabilirci tutti a casa sua, dato che era abbastanza grande.
Così eravamo partiti per quella grande città, con zaino in spalla e biglietto aereo tra le mani.

Adesso ci trovavamo seduti in salotto: tutti tranne Zayne e Danielle. Lui aveva deciso di andare a trovare la sua ragazza e non mi poteva andare che bene. Finalmente quei due si potevano vedere, sapevo quanto Perrie mancasse a Zayn. Mentre Danielle era dovuta andare a lavoro: doveva completare una coreografia.
Liam e Niall stavano parlando di tennis e di una futura partita che sarebbero andati a vedere insieme; Louis ed Harry erano andati in cucina per prendere qualcosa da mangiare. E poi c’ero io, seduta sulla sedia accanto al tavolo che guardavo tutti loro.
Ero felice di averli trovarti, di aver fatto instaurare involontariamente dei rapporti di amicizia – e forse anche di più. Però.. c’è sempre un però, c’era qualcosa che mi turbava.. era un brutto presentimento. Mi sentivo un groppo alla gola e un peso allo stomaco e non accennava ad andarsene. Mi sentivo strana. Cosa sarebbe successo adesso?
«Scusate ragazzi.. ehm io vado un attimo su.. torno tra un po’» dissi incerta.
«Julie, stai bene?» chiese premuroso Liam.
«Sì Liam, tranquillo!» e così mi dileguai salendo in camera mia, lasciando i quattro ragazzi al piano di sotto.
Entrai subito, lasciando la porta leggermente aperta – c’era stranamente caldo - e andai a guardarmi al piccolo specchio che si trovava vicino al letto.
«Julie che ti succede?» parlai con me stessa e mi toccai la faccia.
Fisicamente in realtà non avevo niente, stavo benissimo. Ma allora?

«Lo sapevo che non stavi bene..» sussultai e mi girai verso quella voce.
Era Niall.
Mi portai una mano all’altezza del cuore e «Niall.. mi sono spaventata – si fece scappare un piccolo risolino – che ci fai qui?»
«Sono venuto a vedere come stavi realmente!»
«Non so di cosa tu stia parlando..» mi allontanai dallo specchio e mi sedetti sul bordo del letto, dando le spalle a Niall. In quel momento lui era l’ultima persona che avrei voluto lì con me, non perché non mi fidassi, ma perché più stava vicino a me più non sentivo più il mio cuore e iniziavo a blaterare cose senza senso.
«Julie.. lo sai che sono l’ultima persona a cui tu puoi mentire vero?» in quei giorni, la cosa che mi aveva fatto più piacere, era il fatto che il suo carattere stava cambiando leggermente. Stava cominciando a limitarsi con gli alcoolici, mi chiedeva spesso una chitarra, gliela prestavo e cominciava a canticchiare le mie canzoni, stupendo tutti.
Tra i ragazzi aveva legato maggiormente con Liam: quest’ultimo mi aveva confidato che quando stava con lui non era lo stesso ragazzo che ci siamo trovati all’uscita dalla discoteca. I due scherzavano sempre, facevano gli scemi e credo che tutto questo riempi di gioia il cuore di Niall, visti i suoi trascorsi.
«Lo so..» sussurrai appena.
Niall si avvicinò sempre di più e si sedette affianco a me.
«Allora?» mi guardò con quei suoi occhi magnetici. Cedetti al suo sguardo e in quel momento le mie mani sembravano più interessanti.
«C’è che mi sento molto strana, ho un brutto presentimento.»
«Riesci a spiegarti perché?»
«Non lo so, è proprio questo il problema.. mi sento un peso dentro, come se da un momento all’altro dovrei essere risucchiata..» ok, il mio discorso sembrava assurdo, ma da quanto tempo è che faccio discorsi assurdi?
«Vedrai che in un modo o nell’altro questo peso passerà.» mi consigliò.
«Grazie, speriamo.» mi sorrise. «Niall…» mi sarei pentita per quello che avrei detto.
«Mmh?»
«Mi abbracci?» lui mi sorrise di più, se possibile e soddisfò la mia richiesta. Era la prima volta che ricevevo un suo abbraccio – di solito era Harry quello che mi abbracciava forte fino a non farmi respirare più – e mi sono sentita per qualche secondo tranquilla, spensierata, a casa. Il suo profumo mi invase e mi sentii davvero bene.
«Grazie anche per questo abbraccio!» stavolta lo guardai negli occhi.. non l’avessi mai fatto.
«Quando vuoi, te ne darò tre, quattro, cento, mille, infiniti.» gli diedi un bacio sulla guancia e arrossimmo entrambi. Ok, adesso stavo esagerando.



Niall.


Arrossii, come non facevo da.. da quanto? Forse non mi era mai successo.
Quella ragazza dimostrava e voleva affetto.
«Hey Nì..» mi richiamò. Mi voltai. «Io non scendo, mi metto a letto.. puoi dirlo tu agli altri?»
«Va bene, non ti preoccupare, riposati.» mi riavvicinai a lei e le lasciai un bacio sulla fronte. Avevo azzardato. Meglio andare via.
Così chiusi la porta e scesi nel salone.

«Hey amico, che è successo? Ti vedo.. scosso..» mi chiese Liam.
«Niente.. sono andato su da Julie.. e quella ragazza.. oddio non saprei spiegartelo»
«Ti piace?» tirò a indovinare con un sorrisino stampato in faccia.
«No.. sì.. forse.. non lo so.» mi portai le mani nei capelli «E’ tutta da scoprire quella ragazza» sorrisi involontariamente.
Liam non mi disse più niente fortunatamente ed io mi accasciai sul divano, buttando la testa all’indietro pensando, forse un po’ troppo.
 
 

Julie.


Cause you were mine, for the summer, now we know it’s nearly over. Feels like snow in September, but I always will remember. You were my summer love.. You always will be my summer love”


Cantavo con gli occhi chiusi, era una bella sensazione, sì, ma non sentivo le persone cantare. Così immediatamente aprii gli occhi e sentii cantare qualcun altro, la stessa frase di prima.
Che diavolo stava succedendo? Mi voltai verso il retro del palco alla ricerca di Paul, ma dov’era finito?
  La mia band continuava a suonare e a me non usciva più voce.. adesso avevo paura.








**

BUONASERA BELLEZZEEEEEEEEEEE

Come state? Finalmente sono tornata con il capitolo, e vi dico che l'ho scritto tutto oggi pomeriggio dopo un mese. Solo io posso farlo, ceh AHAHA
Comunque qui vediamo la nostra protsgonista un po' strana, molto strana.. soprattutto nella parte finale: che sarà successo? E che succederà nel prossimo capitolo? Poooi vediamo che il nostro Niall cambia un po' atteggiamento e diventa persino un cucciolotto, aw. 
Aspetto le vostre recensioni perché mi rendono super felice!
Siete fantastiche.

Se non l'avete ancora fatto e cercate una one shot da leggere, che ne dite di passare dalla mia 'Better than words'?

Baci, itspaola :)
 

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Capitolo 23
*** Strange dream. ***



23. Strange dream.

 
 
Cause you were mine, for the summer, now we know it’s nearly over. Feels like snow in September, but I always will remember. You were my summer love.. You always will be my summer love”
 

Sentivo ancora quella canzone e non ero più io a cantarla. Sentii risucchiarmi e aprii di scatto gli occhi. Avevo il fiatone, il mio petto si alzava e si abbassava ad una velocità incontrollabile, i miei occhi erano spalancati e guardavo fisso davanti a me.
Mi portai la mano sulla mia fronte e notai che ero tutta sudata, abbassai lo sguardo e la mia maglietta, che usavo come pigiama, era tutta bagnata, le coperte erano a terra e la mia stanza era quasi al buio. Quasi perché il mio cellulare continuava a squillare.
Ecco, la canzone proveniva da lì.
Guardai la schermata ed era Charlie che mi chiamava.
Tremavo, ma riuscii a prendere il mio cellulare e a rispondere.
«P-pronto?»
«Dannazione, dove sei finita? Ti aspetto da almeno due ore» rispose dall’altro lato del telefono una Charlie davvero arrabbiata.
«Oh.. ehm.. scusami. A-adesso arrivo»
«E’ tutto apposto Julie?»
«S-sì credo. Arrivo»
Chiusi la chiamata e scesi dal mio letto. Stavolta ero davvero nel mio letto, nella mia stanza, nella mia cara Londra.
Mi cambiai, aprii la finestra e feci entrare un po’ di luce.
Scesi giù e trovai mia madre in cucina. Dio, mia madre, eccola finalmente!
Lei mi guardò «Julie, finalmente ti sei degnata di svegliarti.. in questa casa non posso fare tutto io» riportatemi indietro, vi prego.
«Adesso devo andare a lavoro, ciao» mi dileguai e percorsi quella strada che non avevo mai dimenticato, stavolta non avevo le mie cuffiette a tenermi compagnia.
Che diavolo era successo? Mi ricordo dell’abbraccio di Niall, lo sentivo così vicino a me.
Non poteva essere solo un sogno. Ecco qual’era il mio presentimento. Tutto sarebbe finito, non avrei rivisto più Liam, Zayn, Harry, Niall e Louis. Non ci posso credere, è stato tutto un fottuto sogno, lo sapevo che non dovevo abituarmi troppo, lo sapevo che non dovevo affezionarmi a loro, non dovevo abituarmi agli scleri di Harry, alla dolcezza di Liam, alla simpatia di Louis, al caratteraccio di Niall e agli infarti che mi faceva prendere Zayn. Non dovevo nemmeno abituarmi all’amicizia di Danielle. Adesso non avevo nulla di tutto questo adesso, mi sentivo vuota. Ero scombussolata.
Com’era possibile?


«Hey alla buon’ora!» mi disse Charlie.
Avevo raggiunto il bar in poco tempo, mi avvicinai al bancone, presi il grembiule che mi tirò la ragazza e lo allacciai alla vita.
«Scusami davvero»
«Fortuna tua che John non è qui ancora» annuii «Guarda, lì ci sono dei clienti, vai tu a prendere le ordinazioni?» annuii nuovamente. Presi il block notes, la penna e mi avvicinai al gruppetto.
Una volta prese le ordinazioni tornai dietro il bancone, a preparare i caffè. Una volta accesa la macchinetta aspettai che il caffè fosse pronto.
Accidentalmente, prendendo una delle due tazzine, mi bruciai e la tazzina cadde a terra lasciando che tutto il liquido si spargesse ai nostri piedi.
«Fanculo!» imprecai. Mi abbassai per pulire e raccogliere tutti i cocci.
«Julie.. Julie è sicuro che è tutto apposto?»
«No, no che non è tutto apposto!» mi portai le mani tra i capelli e mi sedetti vicino la macchia del caffè e con la schiena appoggiata ad uno dei mobiletti.
«Porto le ordinazioni io, aspetta qui e ne parliamo»
Cosa le avrei detto? Mi avrebbe creduta? Mi avrebbe presa sicuramente per pazza, ma stavolta sarebbe successo davvero. Chi poteva credere alla mia storia, dai, sono realista. Era una cosa assurda. Però non poteva essere solo un sogno: io avevo sentito davvero le mie sensazioni agli abbracci dei ragazzi, avevo sentito davvero le loro voci.

Charlie tornò dopo nemmeno cinque minuti «Allora, mi racconti?»
«E’ una storia lunga e complicata, non abbiamo tutto il tempo»
«Sì, stai tranquilla» presi un respiro profondo e poi la guardai. Guardai i suoi occhi verdi e capii che era seriamente preoccupata e leggevo anche la curiosità che aveva.
Così iniziai a raccontare da quando accade quell’episodio al bar con quel tizio ubriaco. Le spiegai il mio risveglio a New York, il mio disagio, le raccontai di Paul, dei fan, dei miei concerti di Zayn, Perrie, Danielle, della mia missione, di Liam, Harry, Louis e Niall.
Quando finii di raccontare Charlie scoppiò a ridere.
«Ma sei seria? Ma tu sei proprio fissata con quei cinque.. te li sei pure sognati!» ci rimasi male.
«Sapevo che non dovevo raccontarti ciò che mi è successo.. chi può mai credermi? Nessuno» mi alzai e buttai i cocci nel cestino lì vicino. Poi iniziai a pulire il bancone.
Charlie smise di ridere «Ti è successo davvero?» la guardai, non ero mai stata così seria
«Sì Charlie, è successo tutto di colpo, non riesco a capacitarmene. Non è stato un comune sogno, non vado a raccontare i miei sogni!»
«Sì, in effetti non mi hai mai raccontato i tuoi sogni –ridacchiò- Certo che è strano però.. ti sei trovata in un’altra vita.. »
«Non ci credo ancora..»
«Vedrai che una spiegazione ci sarà.. al momento non ci pensare, c’è John!» mi sussurrò.

«Buongiorno ragazze!»
«Buongiorno a lei John» salutammo cordialmente. Poi si chiuse, come sempre, nell’ufficio a sbrigare le sue cose.
Io e Charlie ci guardammo, ma non parlammo più di quell’argomento e gliene fui grata perché seriamente mi sarei sentita stupida e non potevo parlare del mio sogno con qualcuno che non poteva capire, non per male eh.


Il locale si riempii ed erano solamente le sei del pomeriggio. Con l’arrivo dell’estate le persone aumentavano sempre di più, tutti avevano la stessa idea: andare in qualche bar a bere e a rinfrescarsi. Io e Charlie avevamo bisogno di un altro aiuto, noi due non bastavamo. Ne avremmo parlato sicuramente con John.
Ad un tratto il campanello sopra l’entrata del bar suonò, come le altre volte e non ci badammo molto. Continuammo a stare dietro il bancone. C’era caldo.
«Scusi, potrebbe portarmi un caffè per favore? Bello forte, grazie»
«Deve prima fare lo scontrino alla cassa» non guardai nemmeno in faccia il cliente, troppo impegnata  a sistemare quella dannata macchinetta del caffè.
Dopo nemmeno cinque minuti .. «Adesso potrebbe farmi questo caffè per favore? Sono di fretta»
«Senta, abbi pazienza. La macchinetta al momento non funziona, posso farti un thé o una camomilla» poi mi voltai per guardarlo negli occhi.. beh proprio negli occhi no, aveva gli occhiali da sole, ma il respiro mi si bloccò. Mi morirono le parole in gola e spalancai la bocca per la sorpresa.
Evidentemente successe la cosa pure al cliente. Ci guardammo per svariati minuti, stando in silenzio. Non so cosa provai in quel momento, sentivo solo le gambe cedermi, mi si era aperto un buco nello stomaco e il mio cuore batteva all’impazzata, sentivo solo quello.

«Imbranata, adesso la macchinetta funziona.. devi solo stare più tranquilla» disse Charlie «Adesso il caffè lo puoi fare» annuii.
«Ti po-porto subito il caffè» balbettai al cliente di fronte a me, che mi sorrise e si sedette in uno degli sgabelli di fronte al bancone.
Mi voltai e cercai di respirare nuovamente e concentrarmi sulla macchinetta. Come si faceva il caffè? Dannazione. Calmati Julie, devi solamente posizionare bene la tazzina, premere on e il caffè scende da solo… e attenta a non bruciarti!
Feci proprio così e diedi il caffè al cliente davanti a me e gli riempii pure un bicchiere di acqua.
Lui continuava a fissarmi, che aveva da fissare? Io volevo fissarlo, quando mi sarebbe capitata un occasione del genere? Avrei anche potuto chiedergli un autografo e una foto, ma non lo feci, che idiota!
«Grazie per il caffè» ci sorridemmo a vicenda. Poi lui si alzò e prima di avviarsi verso l’uscita, mi fece un cenno con la mano e mi disse «Ci vediamo presto.. Julie!»
Come diavolo faceva a sapere il mio nome?



Niall.


«Ci vediamo presto.. Julie!» dissi uscendo definitivamente dal bar. Vidi la sua faccia ed era sconvolta. Julie era il suo nome, no?
Era lei, era lei la ragazza di quello strano sogno che avevo fatto qualche ora prima.
Mi passai la mano tra i capelli: pensavo che quella ragazza non esistesse, tutto quello che avevo vissuto nel sogno era surreale. Non ero sicuramente un drogato, né un tatuato. Volevo bene a mio padre e avevo degli amici a cui volevo bene. Ma quella ragazza.. beh, era l’unica cosa positiva della mia vita in quel sogno, speravo di incontrarla da qualche parte, ma non ero affatto sicuro della sua esistenza.. fino a quel momento.
Dovevo rivederla, dovevo parlarle. In quel sogno.. sapevo di starmi innamorando di lei. Ma come si fa ad innamorarsi di una persona che si conosce da poco, o addirittura che non si conosce affatto?

Arrivai  in studio di registrazione, dove ad accogliermi vi stavano Harry, Liam, Zayn e Louis.
«Hey brò, buonasera» mi salutò Liam, seguito dagli altri.
Diedi una pacca sulla spalla a tutti e poi mi sedetti sul divano accanto ad Harry che tornò a giocare col suo cellulare.
«Nialler, hai una faccia sconvolta, per caso non hai fatto merenda?» mi chiese Louis, sempre in vena di battute.
«Ah ah, spiritoso. No, mi è successa una cosa strana» a quell’affermazione Harry posò il cellulare in tasca e mi guardò, così come fecero gli altri, con un’espressione curiosa dipinta in faccia. Così continuai «Avete presente il sogno strano di cui vi ho parlato stamattina?» tutti annuirono «Bene, prima ho incontrato Julie, la ragazza di cui vi parlavo»
Rimasero sconvolti «Dove l’hai incontrata?» mi chiese Zayn.
«Al bar qui vicino, quello all’angolo»
«L’hai sempre avuta vicina e non l’hai mai vista?»
«No, assolutamente. Non l’ho mai vista per strada» dopo un minuto di silenzio chiesi «Cosa dovrei fare?»
«Devi tornare in quel bar e parlare con lei, capire perché hai sognato proprio quella ragazza» rispose Zayn.
«Magari invitala a cena!» disse Harry, con quel suo solito sorrisino stampato in faccia.
Dopo un attimo di esitazione annuii. Avrei fatto proprio così, sarei andato fino in fondo a quella situazione.
















**

SAAAAAALVE GENTE!

Sono tornata, credo di pubblicare in tempo! Come state? Io tutto bene.
Qui la storia si fa sempre più intensa e più intrigante. In questo capitolo vediamo la protagonista che torna alla realtà (eh sì, era tutto un sogno çç) , Niall la incontra al bar e inoltre l'ha pure sognata, ha fatto lo stesso sogno di Julie. Cosa succederà?
Staremo a vedere, perché nemmeno io lo so AHAHAHA
Volevo ringraziare tutte le persone che leggono e recensiscono questa fan fiction, davvero, siete speciali!
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Baci.



itspaola.

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Capitolo 24
*** Seemed so real. ***



24. Seemed so real.
 


Quella  mattina mi svegliai prima del solito, non avevo dormito granché durante la notte. Avevo pensato al biondino, al suo sorriso: ce lo avevo a due passi da me e non sono riuscita a spiccicare una parola. Potevo realizzare finalmente il mio sogno, fare una foto con lui, scambiare quattro chiacchiere; non capita tutti i giorni di avere Niall al proprio posto di lavoro. La cosa che più mi aveva tormentata durante la notte fu il fatto che Niall sapeva il mio nome. Non ci eravamo mai visti prima, insomma.. lo avrei ricordato no? Okay che mi era successa una cosa assurda, ma.. non poteva succedere un’altra volta.
Mi sciacquai la faccia con l’acqua ghiacciata e mi sentii improvvisamente meglio: il caldo si faceva sentire stranamente lì a Londra. Mi guardai allo specchio ed ero pronta ad affrontare un’altra giornata di lavoro. Scesi in cucina e trovai al solito mia madre ai fornelli e mio padre seduto al tavolo che leggeva il quotidiano.
«Buongiorno» salutai cordialmente.
«Buongiorno a te» risposero, atoni.
Perché non si comportavano come tutte le famiglie normali?
Mi sedetti, imitando mio padre, e presi un biscotto che si trovava nella piccola ciotola aperta al centro del tavolo.
«Mamma, oggi torno presto da lavoro.. se vuoi posso andare a fare la spesa o non so.. ti serve una mano? E.. papà, non ti preoccupare, la spazzatura vado a buttarla io stamattina» magari con un po’ di gentilezza avrebbero cambiato il loro comportamento nei miei confronti.
Lei si voltò quasi sconvolta verso di me e mi osservò: puntò i suoi occhi marroni nei miei azzurri. La stessa cosa fece mio padre, che abbassò dal suo viso il giornale. Che avevano da fissare? Poi si guardarono a vicenda «Che ne hai fatto di nostra figlia? L’hai rapita?» era ancora sorpresa. Io ridacchiai, come non accadeva da tempo in quella casa.
«Chi sei tu? Cos’è tutta questa gentilezza?»
«Dai, smettetela, sono sempre io» sorrisi «Quindi?»
«Scusa, non siamo abituati alla tua gentilezza –okay, in effetti era vero, non mi ero mai comportata bene nei loro confronti e non potevo considerarmi una figlia modello- Però comunque ok, se passi dal supermarket dovresti prendermi uno scatolo di latte.. sai stasera dovrei fare il gateau di patate» la guardai e spalancai gli occhi.
«Ma è il mio preferito! Non lo fai da un sacco di tempo» le sorrisi.
«Lo so» sorrise a sua volta e si girò di nuovo per lavare gli ultimi piatti. Così istintivamente mi alzai e andai ad abbracciarla da dietro. Da quanto tempo non lo facevo? Sembravano secoli. Respirai a pieni polmoni il suo dolce profumo.
«Okay, è definitivo una versione dolce di Julie ha rapito quella acida» disse mia madre a mio padre.
Io sbuffai.
«Per quanto riguarda la spazzatura.. sì, mi faresti un favore. Adesso devo proprio scappare, ci vediamo più tardi» diede un bacio sulle labbra a mia madre e uno sulla mia fronte. Ok, mi sa che dovevo cambiare atteggiamento prima. Ridacchiai.
«Vado pure io, ciao mamma» la salutai e presi il sacco della spazzatura, le chiavi di casa e il mio telefono.
Adesso stavo proprio bene. Buttai il sacco in un cassonetto e mi diressi al bar.
E’ strano come certe situazioni possono cambiare radicalmente senza un motivo, in meglio o molto spesso in peggio. Fortunatamente avevo capito come conquistare la simpatia dei miei genitori, beh in effetti l’avevo capito dopo 18 anni, ma sono dettagli.



«Buongiorno » esclamai una volta valicata la porta d’ingresso del bar.
«Buongiorno a te dolcezza!» le sorrisi.
Mi guardai intorno e notai che il bar ancora era vuoto: meglio così, mi sarei presa un po’ di tempo per me stessa.




Niall.



Mi svegliai di buon umore quella mattina. Avevo solo un pensiero: andare a parlare con Julie.
Così mi vestii in fretta, salutai mia mamma e mi incamminai verso il locale. Non avevo nemmeno avvertito gli altri per un mio eventuale ritardo o un’eventuale assenza da lavoro, ma avrebbero capito e mi avrebbero coperto con i manager.
Arrivai di fronte al bar, aprii la porta e mi tolsi gli occhiali da sole, agganciandoli al colletto della mia maglia bianca.
Mi guardai un po’ intorno alla ricerca della piccola biondina che mi aveva sconvolto l’intera vita. E pensare che era solo un dannato sogno!
Il locale non era gremito di gente come il giorno precedente e potei parlare con la ragazza bionda, alias Julie, più facilmente.
«Buongiorno bellezza» le sorrisi. Lei alzò lo sguardo e mi fissò. In un primo momento rimase interdetta, poi si sorprese della mia presenza lì, nel suo posto di lavoro e poi, finalmente, mi sorrise.
«C-ciao Niall!»
«Possiamo parlare?»
Lei si guardò in giro «Dovrei lavorare» mi disse dispiaciuta.
«Potrei parlare col tuo capo?» annuì e mi indicò una porta alla mia sinistra.
Mi incamminai verso la porta, bussai e un Avanti mi permise di entrare nella stanza.
«Salve signore» dissi imbarazzato.
«Ooh, quale onore! Niall James Horan nel mio bar!»
«Sì, da oggi in poi passerò più spesso, posso rubarle una sua dipendente solo per oggi?»
Lui si passò la mano sotto il mento e poi mi rispose, sorridendomi.
«Solo per oggi, ma solo perché non abbiamo molta confusione eh!»
«Grazie signore, davvero gentile» così gli strinsi la mano  ed uscii di lì.
Poi tornai da Julie «Signorina si prepari, la porto fuori con me» lei arrossì e impacciata si tolse il grembiule. Poi prese il cellulare e mi si affiancò.
Per tutto il tragitto non parlammo, lei teneva lo sguardo basso, forse non sapeva cosa dire e la capivo perché nemmeno io sapevo cosa dire, o meglio non sapevo da dove iniziare il discorso.
Poi arrivammo al parco e ci sedemmo sul prato.
«Allora.. non so da dove iniziare il discorso..»
«Come fai a sapere il mio nome?» mi chiese d’un tratto «Ceh, sto parlando con il mio idolo, ce l’ho davanti e mi fa strano e mi sento idiota.. non ti ho nemmeno chiesto una foto o un autografo..» iniziò a parlare senza prendere fiato.
«Si può rimediare a tutto, stai tranquilla» le sorrisi per poi sospirare rumorosamente «E’ un po’ complicata la storia ed è parecchio assurda. Due sere fa sono rientrato tardi a casa, ho passato tutto il giorno in studio di registrazione e l’unica cosa che volevo fare era mettermi a letto e non svegliarmi più. Ero troppo stanco! –lei annuì mettendosi a ridere, e poi continuai a raccontare- E così mi misi a letto e crollai letteralmente. Ci credi se ti dico che quella notte ti ho sognata? Ho sognato di incontrarti fuori una discoteca a Mullingar, di essere un ragazzo parecchio scorbutico, pieno di tatuaggi e piercing, poi tu mi hai aiutato e ospitato nella tua stanza d’hotel e c’erano pure Zayn, Liam, Harry e Louis.. ah e pure Danielle. E col passare dei giorni siamo diventati amici più o meno..»
La sua faccia cambiò dal sorpreso al felice «Ci credi se ti dico che ho sognato la stessa cosa? Solo che io.. mi sono praticamente trovata in un’altra vita. Il mio sogno è cantare, desideravo tanto essere al posto dei One Direction, insomma.. avevate realizzato il mio stesso sogno, perciò perché non potevo realizzarlo anche io? Un giorno mi risveglio a New York. Ricordo che chiedevo a tutti notizie sui One Direction.. ma nessuno vi conosceva, che cosa assurda! E indovina un po’? Le vostre canzoni le cantavo io. I miei cd erano praticamente gli stessi vostri.. è stato un po’ come vivere la vostra vita. Da un lato è stato fighissimo perché così ho avuto la possibilità di conoscervi, anche se non in modo veritiero –disse un po’ dispiaciuta- dall’altro però mi mancava la mia famiglia, mi sentivo smarrita..»
«Sì, ricordo quando me l’hai raccontato» dissi pensieroso, mentre lei mi guardava confusa «intendo.. nel sogno» e scoppiammo a ridere, vista la situazione assurda e strana.
«Ahhh, sì. Sai qual è la cosa più assurda? Che tutto quello che ho sognato.. mi sembrava così vero..» annuii per darle ragione.
Era vero che Julie mi piaceva, ma pensavo che non potevo innamorarmi di una ragazza che non avevo mai visto e che probabilmente non esisteva nemmeno. Il mio imbarazzo, quando l’ho abbracciata nel sogno era vero, ma mi sentivo allo stesso stupido.
Quando la trattavo male, nella stanza, volevo svegliarmi, volevo dirle che non le pensavo davvero tutte quelle cose, che era tutto un sogno. E quando ho dato un pugno a Zayn? Quando mi sono svegliato gli ho subito chiesto scusa, appena l’ho visto in studio, pensando di avergli fatto seriamente male, talmente mi sembrava vero: ricordo la faccia divertita di Zayn, è stato epico.
«E’ tutto così strano, non ci posso credere che hai fatto il mio stesso sogno» si portò le mani sul viso.
«Io credo.. che forse era destino» fissò le sue iridi azzurre nelle mie.
«Tu dici? Anche ora mi sembra tutto un sogno, sto parlando con te.. mamma mia»
«Vieni qui, facciamoci una foto» così presi il mio cellulare dalla tasca e lo posizionai davanti alle nostre facce, sorridemmo e.. click.




Julie.


«Posso abbracciarti?» gli chiesi d’un tratto. Non gli chiesi nemmeno della foto, magari l’avrebbe messa su instagram o forse su twitter e così l’avrei presa da lì. Ma ciò che mi interessava davvero in quel momento era sentirlo mio, avvolgerlo tra le mie braccia, sentire il suo dolce profumo.
Lui annuì e aprì le braccia. Mi strinse forte a sé e mi sentii davvero bene, non avevo mai provato una sensazione così.. piacevole in vita mia.
Il mio cuore stava per uscire dalla gabbia toracica e batteva talmente veloce che sembrava non battesse più.
Niall era un ragazzo dolcissimo, anche nella realtà e in fondo mi faceva davvero piacere sapere che pure lui aveva fatto lo stesso mio sogno: quante possibilità c’erano che due persone sognassero le stesse identiche cose? Forse come diceva lui, era destino.

Guardò l’orologio e «Adesso devo proprio andare, i ragazzi mi hanno coperto abbastanza. Devo incidere altre canzoni» mi sorrise e Dio solo sapeva quanto era bello il suo sorriso.
«Oh, va bene –sorrisi di rimando- Io devo tornare a lavorare»
Quasi vicini al bar, Niall mi chiese «Ti va di incontrare i ragazzi, un giorno di questi?»
«Dici davvero?» dissi quasi con gli occhi lucidi.
«Sì certo. Purtroppo non possiamo portare nessuno in studio di registrazione, però magari possiamo passare a prendere qualcosa al bar» mi fece l’occhiolino.
«Certo che sì, siete i benvenuti!» dissi non smettendo un secondo di sorridere «Allora grazie mille Niall, mi ha fatto un sacco di piacere passare del tempo con te!»
«Ci rivedremo presto, ciao» mi salutò con un bacio sulla guancia e prima che si voltasse gli dissi:
«Hey Niall, il sabato è il mio giorno libero» mi fece un ok con la mano e poi mi mandò un bacio volante.
Vi prego, stavolta se è un sogno non svegliatemi!    









**

SAAAAAAAALVE PEOPLEEEE.

Come state? Avete sentito che i ragazzi hanno vinto 10 awards su 10 categorie in cui erano nominati? Beh, ovviamente sono i One Direction, non c'è storia.
Anyway, sono tornata con un nuovo capitolo e in questo capitolo Julie chiarisce con i genitori (poverini, non mi andava di farli sembrare due mostri lol) e chiarisce la situazione con Niall (che carini che sono, non pensate?)
Che ne dite di questo capitolo? Vi è piaciuto? Oppure mi ritiro dallo scrivere? AHAHAH
Fatemi sapere nelle recensioni, sapete che mi piace tanto leggere le vostre opinioni. Ringrazio ovviamente tutte le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente e grazie per le 200 recensioni a tutta la storia, siete fantastiche
#Loveyou.


Se volete contattarmi per qualsiasi cosa (per parlarmi della fan fiction, sclerare per qualcosa sui ragazzi  o semplicemente per scambiare quattro chiacchiere), potete cercarmi su twitter: @hiwilljam


Inoltre se cercate qualcosa da leggere, vi suggerisco l'ultima mia one shot su Niall (cliccate sulla foto sotto), se ovviamente non l'avete ancora letta:
Vi scrivo la trama: "
Sapete cosa? E’ facile parlare, parlare, straparlare e promettere. Questo lo sanno fare tutti. Ma invece chi sa dimostrare i propri sentimenti o i propri affetti verso qualcuno? Sono poche le persone e Niall era proprio così: parlava pochissimo, ma quando parlava lo faceva soprattutto con gli occhi e con i gesti.. e questo Amy lo apprezzava, lo apprezzava tanto."


 

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Capitolo 25
*** I'm pregnant! ***



25. I’m pregnant!
 



Non ci potevo credere che io e Niall Horan avessimo fatto lo stesso sogno. Eravamo i protagonisti dello stesso sogno, solo che lui era un ragazzo normale, mentre io ero una ragazza famosa in tutto il mondo. Era una cosa assurda, ma estremamente eccitante.

Entrai in casa e la prima cosa che feci fu salire in camera mia, accendere il pc e collegarmi su twitter. Non badai nemmeno a mia mamma che stava in cucina, infatti dopo nemmeno cinque minuti salì e bussò in camera mia. Una volta entrata mi osservò.
«Hey, non si saluta?»
«Scusa mamma» mi alzai tutta elettrizzata e mi avvicinai a lei, schioccandole un bacio sulla guancia.
«Come mai tutta questa felicità?» chiese, osservandomi bene.
«Oggi, al bar, è venuto Niall Horan mamma! Non ci posso credere..»
«Ma chi? Il biondino che sta appeso in ogni singolo centimetro della tua camera?» rise.
«Sì mamma, è stata una cosa assurda. Siamo stati un po’ a parlare e ci siamo fatti pure una foto insieme. Mi ha detto che un giorno mi farà conoscere pure gli altri ragazzi. Dio mio, sono così felice!»
«Hey hey, calmati! Respira, non mi vorrai morire, spero»
Mentre lei parlava, io entrai su instagram e andai sul profilo di Niall. La nostra foto era lì. Ci cliccai su.
«Eccola!» quasi sussurrai.
«Fa’ vedere!» mia mamma si avvicinò a me ed osservò la foto che era appena apparsa sullo schermo del pc. «Che carini che siete! Sembra anche più bello in questa foto, rispetto ai poster che hai qui in camera»
«Sì, hai ragione.. è un ragazzo fantastico!» mia madre mi sorrise.
«Sì, ma adesso scendi e aiutami a preparare la cena che tuo padre sarà qui a momenti»
Scoppiai a ridere «Un secondo e scendo» lei uscì dalla mia camera ed io feci lo screen dello schermo, incollai su paint e ritagliai la foto. Poi la salvai sul pc e la impostai come sfondo del desktop.
Sì, eravamo davvero così belli.





Niall.
 


«Ragazziii» entrai nel piccolo salottino.
«Oh, eccoti finalmente! Pensavamo che quella ragazza ti avesse mangiato» disse sarcastico Louis.
«No, tranquilli» dissi con un sorriso a trentadue denti e mi sedetti accanto a Liam, sul divano.
«Allora, com’è andata con Julie?» chiese cordiale Liam, che si girò verso di me per sentire tutta la storia.
«E’ una ragazza davvero timidissima, è una nostra fan e le ho promesso che un giorno le farò conoscere gli altri quattro ragazzi» dissi, facendo il segno delle virgolette sull’ultima frase.
«Eccone un’altra» disse Zayn.
«Che vorresti dire?» domandai confuso, fissandolo.
«Sarà un’altra delle nostre fan che si inventano cose del genere per fare colpo su di noi e incontrarci.. Dai Niall, com’è possibile che tu e lei avete fatto lo stesso sogno? E’ umanamente impossibile»
Le sue parole un po’ mi ferirono. Tutti lo fissarono «Zayn, abbiamo sognato le stesse identiche cose.. e ciò che diceva lei, io lo confermavo.. era tutto vero quello che diceva.. Per una volta sono felice di aver incontrato una persona come Julie..»
«Ma nemmeno la conosci» ribatté Zayn.
«E’ vero, non la conosco, ma mi sono bastate poche ore passate con lei per stare bene. Zayn, forse per una volta c’è una ragazza interessata davvero a me. Tu sai cosa ho sognato, sai cosa provavo quando stavo accanto a lei» feci il segno delle virgolette anche su quest’ultima frase.
«Ma quello era solo un sogno Niall. Svegliati, ti prego. Magari quella ragazza è diversa da quella del tuo sogno..»
Strinsi le mani a pugni, facendo diventare le nocche bianche. Forse Liam si accorse di questo gesto ed è per questo che parlò «Zayn, è meglio se la finisci qui»
«Io la conoscerò, ok? Io andrò da lei, tutte le volte che posso.. e voglio farle conoscere voi quattro, se ti va bene ok.. se no puoi stare benissimo in camera tua!»
Mi alzai dal divano ed uscii da lì dentro infuriato. La cosa che non mi andava giù era il semplice fatto che ero stufo di vedere sempre Zayn fare colpo sulle ragazze. Non ero geloso, alla fine ci tenevo a quel ragazzo, ma mi dava semplicemente fastidio il fatto che faceva di tutta l’erba un fascio. Il mio sesto senso mi diceva che Julie non era una ragazza approfittatrice, anzi.. forse tutt’altro. Quella ragazza mi piaceva perché sembrava così sincera e pura.

Arrivai a casa e mi fiondai in camera mia. Mi era passata pure la fame e ce ne voleva per uno che mangiava praticamente a tutte le ore!
Accesi il mio pc e lo poggiai sulle gambe, mi collegai un po’ su twitter e lessi un paio di tweet da parte di qualche fan.
C’erano molte persone che mi chiedevano chi era la ragazza della foto che avevo postato su instagram, altre che mi chiedevano come stavo, altre invece mi dicevano cose poco carine. Risposi a qualcuno e poi, improvvisamente, beccai un tweet di una ragazza –suppongo- che mi diceva che ero esattamente come si immaginava e che aveva passato delle belle ore in mia presenza. Così intuii che quella fosse Julie. Cliccai sul suo nick e vidi il suo profilo: aveva una mia foto come icon e una chitarra come header. Forse ero il suo preferito. A quel pensiero sorrisi e per un attimo mi feci passare la rabbia che provavo dentro.
Controllai ancora il suo profilo, notando che molte volte aveva provato a farsi seguire sia da me che da tutti gli altri ragazzi, così l’accontentai e cliccai su follow. Poi, preso dalla voglia di sentirla, le mandai un messaggio privato.

Eccoti, adesso ci seguiamo a vicenda. Grazie per le ore passate insieme :)”

Non sapevo cosa scrivere e in quel momento mi sentii un idiota. Non mi ero mai sentito così. Che mi stava succedendo?
Spensi il computer, lo posai sulla scrivania e tornai a letto, passando un po’ del tempo sul mio iphone.
Vidi che c’era un messaggio, così lo aprii. Era da parte di Zayn.

Hey Niall, so che sei arrabbiato con me, ma volevo dirti che ho sbagliato a dirti quelle cose. Sono stato un idiota. Scusami!”

Wow, Zayn che chiedeva scusa. Probabilmente gli altri ragazzi gli avevano fatto il lavaggio del cervello. Sorrisi e pensai davvero che fosse stato idiota a comportarsi in quel modo.
“Solo che pensavo mi appoggiassi. E.. sì, sei un idiota haha ! Strano, ma inizio a tenerci a quella ragazza. Scuse accettate!”
 “Io ci sono Niall, quando vuoi andare da lei.. andiamo! :)”



Mi alzai dal letto, aprii la porta della stanza e camminai nel lungo corridoio. Arrivai nella stanza vicino al bagno e poi risposi al messaggio di Zayn.
Apri la porta idiota!”

Così si sentii uno scatto, la porta si aprii e vidi la faccia di Zayn con su un’espressione abbastanza confusa. Io invece mi fiondai su di lui e lo abbracciai. Gli volevo bene, per me era come un fratello e non ce la facevo a stare per più di qualche ora arrabbiato con lui.
Zayn era parecchio orgoglioso e quando chiedeva scusa significava solo una cosa: che ci teneva veramente.
«Sono perdonato?» mi sorrise.
«Sì, solo se andiamo giù in cucina e mi prepari un mega panino con prosciutto e maionese» mi guardò esterrefatto.
«Tu non cambi mai!» scoppiamo entrambi a ridere e scendemmo giù in cucina.

Mentre Zayn era intento a preparare due panini –sì, gli avevo trasmesso un po’ di fame-, Liam si avvicinò a me e mi chiese se avevamo chiarito.
«Sì, gli voglio troppo bene per stare arrabbiato con lui» sorrisi involontariamente.
«Ecco a teee!» arrivò Zayn col panino, dopo di che si buttò nel divano accanto a me e iniziamo a mangiare.
Poi Harry prese parola «Quando conosceremo la ragazza che ha rapito il tuo cuore?» io arrossì violentemente, pensando a Julie come una mia ipotetica ragazza.
«Non so, quando piacerebbe a voi.. tranne il sabato, perché non lavora!»
«Che ne dici di domani?» mi sorrise Zayn.
«Vorresti conoscerla domani?» ero davvero grato a Zayn, aveva capito subito.
«Sì, sempre se vuoi eh»
«Certo che sì, ma vi avverto –mi alzai e indicai ognuno di loro col dito- guai a voi se la guardate più del dovuto! Lei è mia, intesi?» dissi serio.
«E chi te la tocca!» disse Louis, poi scoppiammo tutti a ridere.
«Grazie ragazzi, davvero!»
Erano fantastici. I migliori amici che non ho mai avuto.



Julie.



Una volta finito di apparecchiare la tavola, sentii uno scatto alla porta, segno che mio padre era rientrato.
Gli andai incontro e lo abbracciai.
«Buonasera mie donzelle» disse mio padre e io e mamma scoppiammo a ridere.
Ci mettemmo a tavola e iniziammo a mangiare. Raccontai a mio padre di Niall, del nostro incontro e della foto: non sembrava, ma era pure lui felice per me.
Dopo un po’ vidi mia madre toccarsi nervosamente le dita e fissava a scatti mio padre. C’era qualcosa che non andava?
«Mamma, stai bene?» mi fissò.
«Come mai me lo chiedi?» mi fissò.
«Ti vedo un po’ nervosa, c’è qualcosa che non va?»
«Io e tuo padre dobbiamo dirti una cosa Julie..»
Li fissavo. «Ditemi pure»
Cosa poteva essere? Avevano problemi con il lavoro? Avevano bisogno di soldi?
«Aspetto un bambino» o forse dovevamo trasferirci?
Il mondo si fermò, o forse era una mia impressione. Per un attimo non sentii il ticchettio dell’orologio o il rumore del frigorifero.
«Aspetta.. ho capito bene?» la guardai incredula.
Mio padre prese, poi, la mano di mia madre «Sì Julie, aspetto davvero un bambino» mi disse poi felice.
Mia mamma era ancora giovane e un bambino poteva permetterselo.
Ricordo che spesso, da piccola, ripetevo ai miei che non mi piaceva stare sola, che volevo qualcuno con cui giocare, magari un fratellino o una sorellina. Avevo sempre immaginato la mia vita in compagnia di qualcuno e, forse, finalmente tutti i miei sogni potevano avverarsi.
«Oddio.. ma quando l’hai scoperto?»
«Quasi una settimana fa, non te l’ho detto subito perché non ero sicura, so quanto ti sarebbe piaciuto avere un fratellino e.. beh» disse imbarazzata.
«Beh, meglio tardi che mai no? –sorrisi- Sono davvero felice per voi, non so cosa dire.. oddio..» mi alzai dalla sedia e con le lacrime agli occhi andai ad abbracciare forte i miei e sussurrai «Tanti auguri allora»
Poi mi alzai, misi il mio piatto e il mio bicchiere nella lavastoviglie, salutai i miei genitori e salii in camera.
Mi buttai nel letto e mi immaginai la casa riempita dai pianti e dalle risate della piccola o del piccolo, dai giocattoli. Avrei uscito tutti i miei peluche, avrei giocato con lei o lui e me ne sarei presa cura, come un figlio. Ero davvero felicissima. Non vedevo l’ora che nascesse.

Ad un tratto sentii un blip proveniente dal mio cellulare. Così mi allungai per staccare il cellulare messo in carica e lo presi tra le mani, lo sbloccai e notai due notifiche di twitter. Aprii la prima e notai che Niall mi aveva seguita.
«Oh cazzo» sussurrai «Niall mi ha seguita, non ci credo, è un sogno»
Fissavo la scritta ti segue come se fosse la cosa più bella in quel momento, come la cosa più preziosa al mondo. Avevo un sorriso da ebete.
Poi mi calmai un attimo e vidi che qualcuno aveva mandato un messaggio privato: così lo aprii e notai pure questa volta che era da parte di Niall. Le mani mi tremavano, il cuore martellava dentro al mio petto e dovetti chiudere gli occhi per rilassarmi un attimo. Li riaprii subito dopo e lessi il messaggio: era stato bene con me, mi aveva ringraziata!
Buttai il telefono sul letto che, rimbalzando,  finì per terra.. ma me ne fregai e saltai per tutta la stanza. Con la mia goffaggine però urtai con il mio braccio il mobile accanto alla porta e cadde un libro a terra. Così mia madre preoccupata salì e aprì la porta.
«Che succede? Tutto apposto?»
«Sì, scusa se ti ho fatta preoccupare.. stavo solo ballando per la stanza e ho sbattuto!»
«Perché stavi ballando?» chiese curiosa.
«Niall, mi ha scritto su twitter!»
«A quel ragazzo tieni così tanto vero?»
«Sì, è un ragazzo davvero meraviglioso.. e il fatto che mi abbia scritto mi rende felice!»
Sghignazzando e scuotendo la testa, mia madre uscì e io tornai sul mio letto, dopo aver ripreso il povero cellulare caduto a terra.


“Ti voglio bene Niall”, risposi.
Non so perché glielo scrissi, ma lo sentivo dentro e volevo bene davvero a quel biondino.
Felice mi misi il pigiama e poi sotto le coperte rilassandomi.














**


BUONASEEEERA GENTE!

Come state? Sono tornata con questo nuovo capitolo dove vediamo i nostri Ziall che litigano, ma poi fanno pace (carrrrini loro ) e poi la nostra protagonista che sclera per Niall e scopre che sua mamma è incinta.. finalmente può avere il fratello o la sorella che desidera da tempo! 
Cosa ne pensate eh? Lo so che non ci sono cose importanti in questo capitolo, infatti nel prossimo capitolo i ragazzi si incontrano, cosa succederà? Staremo a vedere, non lo so nemmeno io AHAHAHA
Volevo ringraziare al solito le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo A MASSIVE THANK YOU.
Un bacio.



itspaola. 

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Capitolo 26
*** Are you jealous? ***







26. Are you jealous?

 
 
 
Niall.


«Non l’ho mai visto così tanto tempo guardarsi allo specchio» sentii dire da Louis.
«Louis, ti ho sentito!» urlai dalla mia stanza.
Sì, in fondo era vero: non passavo mai molto tempo davanti lo specchio, ma quello era un giorno, per così dire, importante. Avrei rivisto Julie e le avrei fatto conoscere gli altri quattro ragazzi. Passai un altro po’ di gel sul mio ciuffo biondo e andai dai miei amici che mi stavano aspettando in salotto. Stavano ridendo.
«Sicuramente non posso battere Malik» feci l’occhiolino in direzione del moro che cercò di vantarsi, ma non ebbe il tempo perché Liam lo fermò sul tempo.
«Non cercare di vantarti perché ti taglio il ciuffo» infatti disse. Tutti scoppiamo a ridere.
«Allora, andiamo?» dissi impaziente. Annuirono. «Mark ci seguirà a distanza, nell’eventualità!» li avvisai della presenza del mio bodyguard.

Dopo circa dieci minuti a piedi arrivammo al bar e vidi che era parecchio pieno, ma nessuno si curò della nostra presenza, anche perché erano tutti uomini adulti a cui sicuramente non importava di cinque ragazzi –tra l’altro famosi. Mi voltai verso il bancone e non trovai il sorriso di Julie, ma quello di una, suppongo, sua collega.
«Ehm, scusa..» la ragazza alzò lo sguardo verso di me e in un secondo cambiò la sua espressione scocciata a una più raggiante e felice.
«Tu sei Niall!»
Io annuii. «Sì, c’è per caso Julie?»
«Non è ancora arrivata –si voltò verso l’orologio dietro le sue spalle- dovrebbe essere qui a momenti però..» mi sorrise, cordiale.
«Va bene, grazie.. quando arriva le dici che siamo seduti in quel tavolo laggiù?» indicai il tavolo che avevano già occupato Louis, Harry, Liam e Zayn.
«Oh.. certo, glielo dirò!» la ringraziai e raggiunsi gli altri ragazzi.
Non vedevo l’ora di vederla, mi mancava già.
Ieri sera mi aveva detto che mi voleva bene, ma non sono arrivato a risponderle perché sono crollato col telefono sulla mia faccia. E comunque, qualsiasi cosa le avrei detto sarebbe stata fuori luogo o troppo affrettata.


Guardavo pazientemente l’entrata, in attesa di Julie e nel frattempo tamburellavo con le dita sul tavolo.
«Hey amico, stai calmo! Sembra che tu debba andare a sposarti» disse Harry.
«Sì, lo so.. è che..» ero in difficoltà. Era la prima volta che mi capitava una cosa del genere.. di solito mi piaceva stare in mezzo alle ragazze, non in quel senso ovviamente, non ero mica un puttaniere. Però mi piaceva passare del tempo con loro, ero a mio agio, parlavo un po’ di tutto e non mi sono mai vergognato o imbarazzato in loro presenza.
«Tranquillo Niall, non devi dare spiegazioni a nessuno»
Poi la vidi entrare, con i suoi capelli lunghi e biondi, un po’ disordinati. Si affrettò a raggiungere la sua collega, baciarle una guancia, posare la sua borsa, mettere il grembiule e raggiungere il nostro tavolo.
Forse la sua collega non le aveva detto che c’eravamo noi, era forse troppo tranquilla.


Quando ci fu vicina, alzò lo sguardo e si bloccò un secondo. Come mi bloccai pure io: era bella pure con quella tuta grigia che gli contornava il suo corpo minuto.
«C-ciao Niall!» balbettò. Poi guardò gli altri e gli altri guardarono prima lei e poi me, sorridendo.
«Ciao Julie» dissi, sorridendole.
«N-non pensavo che venissi oggi. Oddio, mi sarei preparata psicologicamente e..» cercò di dire, tutta imbarazzata.
«Stai tranquilla, i ragazzi volevano conoscerti! – poi mi voltai verso i ragazzi – Ragazzi, lei è Julie..» la salutarono con la mano e lei ricambio, più imbarazzata di prima.
«Niall ci ha parlato molto di te e così abbiamo deciso di venire qui a conoscerti» disse gentilmente Liam, al solito suo.
«Sì, volevamo sapere di chi si era i..» accennò Harry, che si bloccò subito ricevendo una mia pedata. Innamorato: non so se ero innamorato, forse era presto per provare un sentimento talmente forte da rendermi felice e riempirmi il cuore, però con quel sogno sembrava che conoscessi Julie da più tempo, il tempo necessario per provare certi sentimenti.
«Volevamo sapere chi era la ragazza di cui tanto parlava.. ci ha raccontato il sogno, ecco» cercò di rimediare Louis.
«Oh, ehm..»
«Non essere timida!»
«Scusate, non pensavo che Niall lo facesse davvero.. io..»
«Beh, grazie per la fiducia eh!» dissi sarcastico.
«Il fatto è che non mi sembra proprio vero.. oddio..» si mise una mano sulla fronte e cercò di calmarsi. «Potete.. potete farmi un autografo?» pose agli altri ragazzi il suo block notes e la sua penna. Mentre gli altri lasciavano la loro firma sul piccolo foglio, mi voltai verso Julie e la vidi sorridere a trentadue denti, le brillavano gli occhi e guardava con ammirazione i suoi idoli. Io ero pure il suo idolo e ciò mi rendeva felice e speciale.
«C-cosa ordinate?» chiese, prendendo un respiro profondo, come se fosse appena uscita da una lunga apnea.
«Io un caffè» disse Zayn, che fino a quel momento non aveva fiatato: chissà che pensava.
«Fanne due» si aggiunse Liam.
«Per me un cappuccino» disse Harry, seguito poi da Louis.
«Per me solo una spremuta all’arancia» dissi tranquillo.
«Ti tieni informa?» scherzò ed io non potei fare altro che guardarla stupito: insomma, fino a cinque minuti prima sembrava essere imbarazzata, mentre adesso scherzava pure.
La sua domanda provocò le risate degli altri ragazzi. Io non risposi, ma le feci semplicemente un occhiolino, che in realtà non stava a significare nulla, forse serviva solo a tranquillizzarla.
«Okay, torno subito con le vostre ordinazioni.»

La ragazza tornò dietro al bancone a preparare il tutto ed io mi voltai verso gli altri.
«Allora?» chiesi un parere ai ragazzi, sfregando le dita le une con le altre.
«Non ha parlato molto, però..» iniziò Harry.
«E’ molto carina come ragazza» continuò Zayn. Gli sorrisi e mi voltai verso Julie che riempiva nel frattempo il vassoio.
«Magari potrei chiederle di stare qui con noi» dissi, dando voce ai miei pensieri.
«Ma.. deve lavorare Niall, non vorrai mica farla licenziare» disse Liam, ragionando sulla situazione.
«Lo so, però.. –ci pensai su- ..magari le chiederò di stare con noi alla fine del suo turno»
Sentii i risolini dei ragazzi: okay sembravo ridicolo perché volevo passare a tutti i costi il tempo con Julie, ma era più forte di me, davvero!
«Ecco a voi!» Julie pazientemente diede ad ognuno la sua ordinazione, ricevendo in cambio cinque “grazie”.
«Hey Julie, ti va di rimanere un po’ con noi?» le chiese Harry.
Ma come? Fino a cinque secondi prima mi avevano detto di lasciarla stare e adesso Harry le chiedeva di stare con noi? Fulminai il riccio con lo sguardo.
«Io? Con voi?» chiese entusiasta «Ehm.. sì, okay, però non adesso. Dovrei lavorare!» disse dispiaciuta.
«Certo, ci mancherebbe altro. Se vuoi aspettiamo la fine del turno!»
«Ma ho appena iniziato, magari avete altro da fare!»
«Julie, vieni qui!» la chiamò il suo capo.
«Ragazzi, facciamo così: tornate qui domani ok? Magari ci organizziamo meglio. Adesso devo proprio lavorare»
«Oh.. va bene, allora a domani!»
«Ciao ragazzi» e così si girò e tornò al bancone dal suo capo, mentre io continuavo a guardarla. Dire che c’ero rimasto male era dire poco. Pensavo rimanesse con noi, ma.. cosa pretendevo?
I ragazzi mi fissarono «Che avete da fissare?» girai la cannuccia nel mio bicchiere, la buttai sul tavolo e bevvi la spremuta d’arancia rimanente all’interno del bicchiere.
«Mi spiace!» disse davvero dispiaciuto Harry.
«Dovevi stare zitto. Fino a pochi minuti fa mi avevi detto di non proporle niente, arrivi tu e la fai scappare»
Mi alzai di scatto, lasciando i ragazzi dietro di me e uscendo dal locale.



Julie.


Che cosa avevo fatto? Ero scema o cosa? I ragazzi mi chiedevano di passare del tempo con loro e io che faccio? Rimando l’uscita? Sì, sto proprio fuori.
Vidi Niall uscire dal bar senza i ragazzi. Che se la fosse presa?
Cazzo cazzo cazzo. Non poteva essersi seccato.
Con la scusa di andare a pulire uno dei tavoli, mi allontanai dal bancone e mi avvicinai al tavolo dei ragazzi.
«Che è successo con Niall?»
«Julie, mi dispiace tanto. Non volevo metterti paura, se così possiamo chiamarla. Cioè, non volevo costringerti a uscire con noi se non volevi..» iniziò a parlare Harry.
«No, no.. Harry cosa stai dicendo? Certo che voglio uscire con voi, quale ragazza sana di mente non vorrebbe?, ma.. adesso non mi sembra il caso, sono appena arrivata a lavoro e non voglio farvi perdere del tempo prezioso».
«Sarebbe stato un piacere per noi uscire con te» annuii.
«Potete dire a Niall di cercarmi quando può? L’ho visto un po’ seccato..»
«Certo Julie» mi sorrise Liam «Allora noi andiamo, buon lavoro!» continuò.
Così i ragazzi si alzarono ed uscirono dal bar.
Io sospirai, tornando dietro al bancone.


**


Ero tornata a casa da un’ora ormai e di Niall nessuna traccia. Così pensai di cercarlo io.
Hey, come mai oggi sei scappato via senza salutare?”

Chiusi il computer e scesi giù in cucina per cenare. Il solo pensiero che Niall fosse arrabbiato con me o deluso da me, mi faceva sentire un peso dentro.
«Hey Julie, come mai questa fretta di mangiare?» chiese mio padre.
Finii di bere la cocacola e poggiai il bicchiere sul tavolo «Devo vedere se Niall mi ha risposto!»
«Il biondino, eh?» mi fece l’occhiolino mia madre.
«Mamma, per favoreee» dissi imbarazzata. Non ero ancora abituata a parlare apertamente con i miei genitori.

Li salutai e corsi in camera. Andai su twitter e trovai la risposta: “Avevo un impegno
Niente segno di punteggiatura, niente faccine. Era ancora online perché stava retwittando varie cose, così gli risposi.
Non ti credo, ci sei rimasto male perché non sono uscita con voi?
No, alla fine eri impegnata col lavoro, no?
Sì, appunto. Liam ti ha detto che aspettavo un tuo messaggio?
Sì, ma .. non avevo voglia di cercarti!
Ah okay…
Non pensavo se la sarebbe presa per così poco..
“Julie, sei ancora online?” mi chiese dopo dieci minuti.
“Sì..”
“Mi dispiace, sono un cretino. Non è vero che avevo un impegno e non è vero che non volevo cercarti, solo che.. a volte gli amici ti dicono una cosa e ne fanno un’altra e me la sono presa..”
“Cosa è successo?”
Così mi raccontò di Harry.
“Hey, ma sei per caso geloso?” scrissi, ridendo appena.
“No, certo che non sono geloso. Solo che.. Julie, io sono affezionato a te e avevo voglia di passare del tempo con te!” mi intenerii.
“Biondo, non ti libererai di me. Anzi, al più presto ti aspetto al bar qualche giorno di questi, devo raccontarti una cosa bellissima!”
Volevo renderlo partecipe della mia vita e raccontargli della gravidanza di mia madre e della mia felicità immensa nell’avere un fratello o una sorella: pure io ero molto affezionata a Niall –forse anche grazie al sogno. Sentivo di provare per Niall qualcosa che andasse oltre al rapporto idolo-fan e, in un certo senso, mi faceva piacere la reazione che aveva avuto al bar, era una sorta di gelosia, grazie alla quale io potevo capire che il sentimento poteva essere reciproco.
Così, gli diedi la buonanotte e mi addormentai col sorriso sulle labbra.
Niall, Niall, Niall, cosa mi hai fatto?







**


EVERYBODY WANNA STEAAAL MY GIIIIIRL.


Saaaaaalve. Lo so, in teoria non mi dovrei nemmeno presentare qui su efp dopo due mesi di assenza, ma.. SCUSATEMI: tra il blocco dello scrittore e la marea di compiti non ho avuto il tempo di postare qui. So anche che dopo tutto questo tempo avrò perso anche molti lettori, e questo mi dispiace :(
Anyway, l'importante è che sono qui e.. lo so, non è un bel capitolo, ma si comincia a capire qualcosa (che forse qualcuno di voi aveva già capito!). Adesso non so quando aggiornerò, perché quest'anno purtroppo o fortunatamente sono d'esami e mi viene difficile dedicare del tempo alla fan fiction, ma ci metterò un po' di impegno.
Ringrazio tutte
Adesso torno a fare matematica. Baci

Mi trovate su twitter: @hiwilljam



itspaola.

 

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Capitolo 27
*** I'm in love with you. ***



 
27. I’m in love with you.




Niall.



«Hey Niall, davvero scusami! Mi sono lasciato prendere la mano, non volevo farti arrabbiare..» Harry continuava a ripetermi quelle cose ormai da un’ora, ma l’avevo già perdonato: insomma, non potevo arrabbiarmi per una sciocchezza, solo che volevo vedere fino a che punto sarebbe arrivato! «Se mi perdoni giuro che ti accompagnerò ogni giorno da Nando’s, ti preparerò tutti i piatti che vuoi e..»
«Harry, Harry.. basta ti prego!» dissi tra le risate «Ok, ho capito! Sei già perdonato!» lui per risposta si fiondò su di me e mi abbracciò. Io ricambiai l’abbraccio «Si, ma adesso alzati da me che non sei un peso piuma!» tutti ridemmo e ci dirigemmo verso la sala registrazione. L’incisione stava andando bene e noi eravamo soddisfatti del risultato che ne stava venendo fuori.
Riguardo Julie, l’avrei vista nel pomeriggio, doveva dirmi questa cosa importante e io morivo di curiosità: chissà cos’era!



**


Appena finimmo di mangiare, salutai i ragazzi e raggiunsi Julie al bar.
Il campanello all’ingresso suono, entrai e andai subito al bancone, dove Julie mi guardava sorridente. “Arrivo subito!” mi mimò con le labbra, dopo di che sparì dietro una porta e si avvicinò a me senza grembiule e con un sorriso che andava da una parte all’altra del suo meraviglioso viso.
«Buon pomeriggio bellezza!» le schioccai due baci sulle guance e lei arrossì.
«Buon pomeriggio a te, biondo! Andiamo?» mi chiese e così la presi sottobraccio e uscimmo di lì.
«Come stai?» mi affrettai a chiedere e ci dirigemmo verso il parco attraverso una strada meno popolata.
«Adesso bene –mi sorrise- mi stavo annoiando al bar e non vedevo l’ora di uscire! Tu invece?»
«Anche io sto bene, sai? Con i ragazzi stiamo finendo di incidere il nuovo album e sono felicissimo!»
«Pensa io» mi disse, esaltata. Spesso dimenticavo che era una nostra fan, ma non era una mia colpa, lei non mi dava modo di pensarlo: lei mi reputava un ragazzo normale e io reputavo lei una ragazza normale. Si era instaurato tra noi questo strano rapporto, tra l’altro grazie a un sogno assurdo e non potevo essere altro che felice, perché davvero: lei era una ragazza fantastica, con lei non mi annoiavo mai, aveva sempre il sorriso sulle labbra e l’amavo.
Cosa?
No, che sto dicendo?
Scossi la testa e tornai ad osservarla: quel pomeriggio portava una canotta fucsia, dei pinocchietti neri e delle scarpe da tennis.. posso dire che era meravigliosa vestita pure con la tuta?
Dio, stavo proprio delirando, ma.. come si può non innamorarsi di una ragazza come lei?
«Ehi, Niall?» mi ridestai e la guardai negli occhi. Oh, quegli occhi erano così verdi che.. boh, mettevano così tanta tranquillità, mi ricordavano l’Irlanda, quei prati infiniti vicino la mia vecchia casa, o il parco dove andavo a giocare da piccolo..
Erano di un verde scuro e profondo e..
«Terra chiama Niall, ripeto.. Terra chiama Niall!» ancora una volta mi ridesta dai miei stupidi pensieri e scoppiai a ridere insieme a lei.
«Scusami..»
«A che pensavi?» mi chiese ingenuamente.
Pensavo a te, alla tua bellezza, alla tua semplicità, ai tuoi occhi e al tuo sorriso. «Ai prati dell’Irlanda..» invece risposi e mi sentii un idiota. Che risposta era? Datemi un muro, adesso.
«Ti manca?» sorrise. Ti prego, smettila di sorridere.
«Un po’ si..» che discussione assurda. Lei annuì e si sedette sulla panchina di fronte a noi ed io la seguii.

«Allora, cosa mi dovevi raccontare?» le chiesi ad un tratto.
Lei mi prese le mani «Sai, mia mamma è incinta! Sono così felice, sono sempre stata figlia unica e desideravo tantissimo avere un fratello o una sorella.. e finalmente posso averlo. Ti rendi conto?» mi disse, mostrando tutta la sua dentatura: era bellissima, l’ho già detto?
D’istinto la abbracciai e le dissi che ero felice per lei. Le brillavano gli occhi, doveva essere davvero felicissima.
«Tua madre dev’essere così giovane»
«Qualche volta te la farò conoscere» mi disse entusiasta.
«Ne sarei davvero felice»
«Sarà più felice lei –ghignò- ti conosce.. va beh, come potrebbe non conoscerti? C’è la mia camera piena di vostri poster, le ho fatto vedere pure la foto che abbiamo fatto l’altro giorno. Sarebbe da pazzi non conoscerti e..» stava parlando troppo ed io d’istinto avvicinai le mie labbra alle sue e la baciai. In quel momento le sue labbra mi sembravano una calamita e aveva attirato le mie. Erano così morbide e sapevano di fragola, e a me piacciono le fragole.



Julie.



Okay, Niall mi stava baciando.
Niall James Horan, membro della boyband più famosa del pianeta, mi stava baciando. Va bene che non lo dovevo considerare come una persona famosa, ma.. come potevo non pensarci? Lui era da sempre stato il mio tutto, mi ero così affezionata a lui, tanto da sognarlo e adesso mi ritrovavo su questa panchina a baciarlo. Le sue labbra erano così morbide. Mi mise una mano sulla guancia, cercando di approfondire il bacio, ma non lo fece: si staccò subito dalle mie labbra e ad un tratto mi sentii quasi vuota.
Rimasi immobile a guardarlo.
«N-Niall» ero felicemente sconvolta.
«Scusami, non dovevo farlo, ma.. tu stavi parlando tanto e l’unica cosa che ho pensato di fare è stato baciarti»
«L’hai fatto solo per questo, vero?» dissi in modo amaro: io avevo sentito altro in quel piccolo bacio. Forse avevo capito di piacere a Niall e non potevo essere che felice.
Si portò la testa tra le mani «No, no. Cioè anche.. ma..» rialzò lo sguardo su di me e sospirò «Julie.. prendimi per pazzo ma..»
«Cosa Niall?» chiesi incerta.
«.. ma mi hai fottuto completamente il cervello! –risi- Io credo.. di essermi innamorato di te. Non so esattamente quando è successo, forse mentre ti sognavo ero già innamorato di te. Mi ero innamorato della tua gentilezza, ma non pensavo potesse esistere una persona come quella Julie. Poi ho conosciuto te al bar e.. ho scoperto che non solo eri reale, ma che avevi fatto il mio stesso sogno.. E allora ho pensato che è stato il destino a farci incontrare. Poi ti ho conosciuta bene e ho visto che eri tale e quale alla Julie del sogno e il mio sentimento verso di te è cresciuto» prese fiato mentre il mio cuore iniziò a scalpitare «Ho cercato di reprimerlo, perché pensavo fosse una cosa stupida provare un sentimento verso una persona conosciuta in un sogno, ma.. non posso reprimerlo perché ogni giorno non vedo l’ora di vederti, non vedo l’ora di vederti sorride o farti sorridere, mi viene sempre voglia di baciarti, di stringerti a me..»
Io iniziai a piangere, dalla gioia eh «Oh Niall..»
«Julie, perché piangi? Ho detto qualcosa di male?» disse seriamente preoccupato.
Gli presi la mano e la poggiai sulla parte sinistra del mio petto. Il cuore batteva forte e non voleva calmarsi. Lui capì e sorrise «Niall, io ti ho sempre considerato parte di me.. e averti conosciuto sul serio per me è stato bellissimo, un sogno.. per me questo qui è un sogno» risi «Io provo.. le stesse.. identiche.. cose» continuai e scandii bene le parole.
«Io.. credo di amarti!» dicemmo all’unisono, ridemmo e subito dopo mi prese il viso con le sue mani calde e mi baciò, di nuovo. Picchiettò con la sua lingua sulle mie labbra per avere un bacio più approfondito e io glielo concessi. Non so quanti minuti passarono, ma non ero mai stata così bene, mi sentii al settimo cielo. Ci staccammo, ci guardammo negli occhi e mi abbracciò: mi tenne stretta tra le sue labbra. «Sei speciale Julie» mi sussurrò nell’orecchio e tantissimi brividi attraversarono la mia schiena. Sapevo che non eravamo ancora niente io e lui, ma lì capì che non avrei desiderato altro che stare con lui, tra le sue braccia.



Mi riaccompagnò a casa ed entrai felice, chiusi la porta e appoggiai la schiena lì.
«E’ quello Niall?» mia mamma sbucò all’improvviso dalla cucina e mi fece saltare in aria.
Sgranai gli occhi «Mamma, ma che?»
«Vi ho visti dalla cucina –mi fece l’occhiolino- E’ carino quel ragazzo!» arrossii di botto e annuii.
«Sì, è un ragazzo speciale» sussurrai.
«Signorina, voglio conoscerlo!» dietro mia madre sbucò mio padre e mi morsi il labbro, che avesse visto pure lui?
«V-ve lo farò conoscere.. Sono sicura che andrete molto d’accordo, è un patito per lo sport, specie per il football!» risi.
«Inizia a piacermi!» disse, sorridendo, mio padre.
Annuii «Adesso, p-posso salire su in camera?»
I miei genitori scoppiarono a ridere «Certo!» poi loro si ritirarono in cucina ed io salii di corsa in camera e venni “accolta” dalla bellezza dei poster di Niall.
Avrei voluto urlare dalla gioia, baciare ogni singolo poster: ehi, non prendetemi per pazza, voi cosa avreste fatto al mio posto?
Il telefono mi vibrò e controllai il messaggio appena ricevuto.
Il cuore tornò a battermi veloce appena lessi che il mittente era Niall.

“Mi manchi già :( buonanotte piccolina. N. xx”

Okay, okay. Respira Julie. Ha scritto che gli manco. Mi a pure chiamata “piccolina”. Ha messo due ics alla fine del messaggio!
Vi prego, se non è un sogno questo ditemi cos’è?!

“Anche tu :( buonanotte a te, biondo!  J. xx”

Misi il pigiama, poi misi il cellulare sottocarica e mi buttai felice a letto. Non potevo credere che era davvero successo. Non potevo credere che sarei diventata l’ipotetica ragazza di Niall Horan.
Piansi di nuovo dalla gioia e con l’immagine di Niall in testa mi addormentai.










**

BUOOOONASERA PIPOOOOL



Come state? Sono tornata presto eh! Ho trovato un attimo di tempo per scrivere il capitolo e l'ho subito postato.
In questo, ho fatto succedere un sacco di cose e sono felice di questo, non mi andava di prolungare la storia. Ma quanto sono teneri Niall e Julie? Boh, io li shippo insieme AHAHA voi no?
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo un sacco.
Ringrazio le persone che hanno recensito il capitolo precedente: poche ma buone. Sappiate che vi amo
Bene, non ho nient'altro da dirvi, quindi.. buon sabato sera a tutti!
Baci.



itspaola.

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