The Duchess looking at the sky.

di OldWord
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Castello di Chenonceau (Valle della Loira) Francia 1585 ***
Capitolo 3: *** Il Gran Duca Ferdinando. ***
Capitolo 4: *** Fine delle trattative ***
Capitolo 5: *** Addio Francia e buongiorno a te Italia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


    Finalmente in quella notte così limpida qualcuno gli spiegava cos’erano quelle meravigliose luci che galleggiavano nel nero più assoluto. La spiegazione era distaccata e in essa non vi era niente che richiamasse la fantasia, tuttavia a lei piaceva sapere. Ella si stava lentamente perdendo dentro quelle parole che richiamavano solo enti  matematici e geometrici, pronunciate da un uomo che sapeva benissimo non essere colui che doveva amare. 

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Capitolo 2
*** Castello di Chenonceau (Valle della Loira) Francia 1585 ***


Castello di Chenonceau ( Valle della Loira) Francia 1585

Sul viso della donna vigeva da giorni una nota triste e sconsolata che Cristina non si era fatta sfuggire, sua nonna era sempre stata una signora buona e allegra la cui gentilezza l’aveva posta sul gradino più alto del cuore della ragazza. Dopo l’ennesimo sospiro, Cristina non riuscì più a trattenersi « Nonna cara, cosa vi affligge? Sono giorni che vi vedo triste». Allibita dalla velocità e dal tono delle parole della giovane cercò di sviare i sospetti « Cara, tranquilla credo sia solo stanchezza non ti preoccupare.. Per me » rispondendo così non riuscì a nascondere l’irrequietezza. La giovane la guardava come se si aspettasse la vera risposta, non riuscendo più a mentire disse « Cristina, è giunto ormai il momento che tanto temevo. Sono arrivate lettere da parte del Ferdinando de' Medici dove ti chiede in sposa. Io non ho osato rispondergli ».  I pensieri di Cristina si fermarono per qualche istante, dopo di ché il caos. Una domanda dopo l’altra si incastrava nella mente di lei; chi era quest’uomo? Perché voleva sposarla in età così avanzata? Si sarebbe dovuta separare da sua nonna? Le girava la testa. Il nome, Ferdinando de' Medici, le era famigliare. Pensando ricordò essere un cardinale, un cardinale che chiede una moglie?! « Tesoro stai bene?! » vennero interrotti così i suoi pensieri. Sapeva di dover rispondere « Si, sto bene » disse con voce tremante, più a se stessa che a Caterina « Non riesco a capire perché un cardinale voglia me come moglie, ho vent’anni, pensavo d’essere ormai esonerata da questo tipo di vita ». La regina cercava di resistere alle lacrime « Tu vuoi sposarti? Se questo è quello che desideri io non mi opporrò in nessun modo, il gran duca è un ottimo partito » disse. La risposta fu pronta in poco tempo « Io non voglio sposare un uomo che nemmeno conosco e neppure amo ».  Caterina rimase in silenzio a pensare per qualche minuto, era così orgogliosa della risposta ricevuta. Dopo di ché concluse « Organizzeremo un incontro, se ti piacerà sapremo cosa fare in situazione contraria cercherò di tenerti qui con me ».
Una sensazione di sollievo pervase la ragazza, sapeva di potersi fidare. Quel pomeriggio lo passò a intervistare ogni persona del palazzo che avesse anche solo una piccola informazione sul suo possibile futuro marito. Ciò che ricavò fu solo il perché non era più al servizio di Dio; dopo la morte dei suoi parenti il casato aveva bisogno di un erede e da questo la sua rinuncia verso la chiesa. Inaspettatamente cresceva in lei una curiosità e una irrequietezza nei riguardi dell’incontro, ancora ipotetico, fra lei e Ferdinando. Sarebbe stato buono con lei? Colpo di fulmine al primo sguardo? Non conosceva neanche il suo aspetto. Decise di parlarne con l’unica persona coetanea che conosceva a palazzo: Alexandra, figlia di un servitore di suo nonno. In lei riscontrava l’idea di amica; era esuberante e allegra con la sincerità, anche crudele, che faceva di lei una persona di cui fidarsi. Si diresse verso le scuderie, li vi trovò una ragazza intenta a spazzolare la coda di un magnifico arabo color grigio chiaro. « Buongiorno, Alle! Come stai ? » disse tutto sorridendo. « Ehi tutto bene.. E tu? Quel sorrisone mi insospettisce, hai delle novità? Dimmi tutto » proprio la risposta che voleva. Prese una spazzola e iniziò ad aiutare l’amica « A dir il vero non so perché mi è venuto da sorridere. Mia nonna mi ha appena comunicato che c’è un fiorentino che desidera sposarmi, non so bene cosa pensare. Ho paura, ma penso che la curiosità abbia il sopravvento ». La spazzola dell’Alexandra cadde a terra, in un lampo afferrò Cristina e la strinse forte forte « Evviva ti sposi!! Sono così felice per te. Oh santo cielo è una super notizia! ». Dopo aver calmato l’amica uscirono dalla stalla e si sedettero sotto un gazebo per raccontarle tutto per bene. Alla fine del discorso Cristina le porse le domande che l’assillavano « Sei sicura che andrà tutto bene? Se non gli dovessi piacere? E se è una persona cattiva come mio nonno? ». « Uno: come si può non amare un piccolo amore come te!? E due: mi hai detto che se non lo vuoi sposare tua nonna penserà a farlo sparire. Non ti preoccupare troppo » la risposta fu schietta e la ragazza non volle ascoltare obiezioni. Erano ormai le sette quando salutò la confidente così si diresse a cena e infine nelle proprie stanze. Rincuorata dalle parole ricevute dalle persone a lei care decise di non caricarsi troppo di preoccupazioni. Nella notte di un giorno tutt’altro che leggero Cristina di Lorena ventenne si ritrovò per la prima volta a fantasticare sul suo principe azzurro fino quando non si addormentò.
 
Doveva solo firmare e dare l’ordine di recapitare quella lettera al Gran duca di Firenze, ma qualcosa la bloccava. Caterina aveva paura, lei aveva già vissuto quello che stava per accadere alla sua amata nipote. Si illudeva di poter rifiutare la domanda del fiorentino, purtroppo era consapevole della stupidità e ingenuità delle sue speranze. Entrò nella stanza suo marito che con la solita gentilezza disse « Hai parlato a Cristina? Se non ti decidi lo faccio io. Suvvia Caterina non guardarmi in quel modo! Ferdinando è un bravo ragazzo e anche chisaiolo. La cosa più importante è che finalmente si sposi e inizi a vivere la sua vita da donna. Io la vedo qui, sempre suoi libri a studiare e scrivere. Ti sembra un comportamento adeguato ad un donna? » queste parole bruciarono nella mente della donna. Non bastava il pensiero delle nozze?! Perché doveva  parlare con il marito?! « Non è concesso ad una donna il sapere? È un privilegio maschile? Se lo è, non mi sembra ne facciate molto uso » rispose acida lei. Non temeva l’ira del marito, ormai non aveva più niente da perdere. « Con gli anni sei diventata sempre più acida nei miei confronti, che peccato. Allora cosa c’è qui? » le rispose lui con tono beffardo avvicinandosi e vedendo la lettera. La lesse e sentenziò « Un  incontro è un’ottima idea. Su cosa aspetti firma ». Il marito una volta che ella ebbe confermato ciò che aveva scritto se ne andò dicendo « Stasera mi sembra ci sia Eliot. Speriamo ci sia lei ». Parlava sempre bene delle sue puttane. Naturalmente la sua regina rispose alla provocazione « Vi auguro una buona notte e che ci sia la donna che desiderate» lei sapeva che suo marito aveva il solo scopo di farla star male, ma lei ormai verso il suo re non provava niente se non indifferenza e repulsione.
Nel momento in cui provò a immaginare Cristina sposata a Ferdinando consapevole del futuro promise a se stessa di proteggere il più possibile la ragazza dalle infelicità di un matrimonio come il suo.
 
Passarono solo quattro giorni dall’invio della lettera e la risposta giunse in Francia.
Illustre regina sono lusingato dell’invito da voi proposto e accetto volentieri. Sappiate che qualunque giorno voi scegliate io sarò li per incontrare quella che ritengo e spero sia la mia futura moglie. Nonostante ciò le chiedo gentilmente di anticipare i tempi il più possibile così che io sia in grado di preparare Firenze all’arrivo della sua nuova e splendida Duchessa. La villa medicea attende con ansia il suo ingresso in essa. […]
Nella mente della regina quelle parole sembravano altezzose e le sembrava che al duca importasse solo di vedere una donna nella sua casa. Nessuna parola della lettera lasciava trasparire un vero interesse a incontrare Cristina pareva più una visita di controllo. Rabbia cresceva nella regina. Tutt’altra reazione ebbe il marito che si sbrigò a decidere una data e a inviare una risposta a Ferdinando. L’unica che non sapeva come reagire alla lettera era la probabile futura moglie. Il desiderio di vedere il duca cresceva ma anche lei, come Caterina, aveva intravisto nelle parole usate uno strano tono di irriverenza nei suoi confronti. Il pensiero che un uomo si potesse innamorare di lei la faceva sentire felice, ma l’idea di un possibile mostro la spaventava. Liquidò il problema pensando di essere solo nervosa e si diede della bambina da sola.
La data inviata venne accettata. Tra sole due settimane i due probabili futuri sposi si sarebbero incontrati. 

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Capitolo 3
*** Il Gran Duca Ferdinando. ***


Il Gran Duca Ferdinando

Quante stelle in cielo quella notte, Cristina amava osservare gli astri. Non capiva il suo forte interesse per delle piccole lucine che dopotutto non servivano a molto. Era brutto da pensare, ma per lei le stelle non avevano una vera utilità infatti la notte serve il più oscura possibile e se proprio la si vuole illuminare con una luce così fioca cosa vuoi che cambi!? Eppure non riusciva a non perdersi in quel mare di inutilità. In suo unico pensiero da ben due settimane aveva come argomento il giorno dell’incontro e anche in quel momento  la sua mente era a Firenze. In realtà era diverso perché il giorno tanto immaginato sarebbe giunto al termine di quella oscurità, e con l’alba anche Ferdinando avrebbe varcato l’entrata del palazzo ducale. Per la tensione non riusciva ad addormentarsi, non sapendo cosa fare si ricordò del libro di Copernico lasciato in sospeso dopo la grande notizia. Senza farsi scoprire sgattaiolò per il castello fino ad arrivare nella grande biblioteca. Una stanza ai suoi occhi piena di meraviglie, passava li io suoi pomeriggi sia di svago che di studio con i vari insegnanti scelti da sua nonna. Guardando tra i vari scaffali pieni di volumi individuò il libro, preso in mano ebbe la sfortuna di sedersi sulla grande poltrona e di leggere fino a che il sonno la prese.
« Santo cielo Cristina! Cosa ci fai qui?! È mattina sta per arrivare e tu sei qui in biblioteca! Santo cielo svegliati e va a prepararti » la voce era quella dell’Alexandra.  « Oddio dove sono?! E che ci fai tu qui?! » le rispose la ragazza quasi urlando per lo shock della sveglia. L’amica le rispose ridendo « Ero andata in camera tua, volevo augurarti buona fortuna e non ti ho trovato. Ho fatto due più due e sono venuta qui. Che faresti senza me?! ». « Io senza di te sarei persa! Grazie mille » le disse arrossendo per l’imbarazzo e come un fulmine lasciò la stanza. Correndo più veloce che poteva arrivò nelle sue stanze pensando non essersi fatta vedere da nessuno, sbagliato. Appena aprì la porta vide la regina seduta sul letto con un espressione abbastanza arrabbiata sul viso, la ragazza riuscì solo a dire « Scusami, non riuscivo a dormire ».
La ragazza era accerchiata da tre donne che cercavano di sistemarle al meglio il vestito nuovo e i suoi selvaggi capelli da lettrice di libri sonnambula, così l’aveva chiamata la nonna. Il vestito era rosso con ricami in oro sulla scollatura, alla fine delle maniche e nella parte finale della gonna. Per fortuna non aveva le maniche a sbuffo che lei tanto odiava e tantomeno aveva quella specie di collare che irritava il collo. Naturalmente la fortuna con cui tanto si complimentava era sua nonna che conosceva la sua cara nipote. Il tessuto era morbido e leggero;  una volta terminato di vestirla le donne se ne andarono, era splendida e si sentiva tale. Le tre cameriere avevano raccolto i lunghi capelli mori in una coda di cavallo intrecciandoli con nastri dello stesso colore del vestito e con dei fiorellini bianchi. Il vestito aveva il corpetto stretto che risaltava il fisico della ragazza e il suo colore risaltava la pelle abbronzata e il colore dei capelli. Guardandosi più volte allo specchio Cristina si sentiva bella, bella non come una bambina con le guancie rosse ma come una donna che sta per prendere in mano il suo futuro. Sperava che anche il duca la pensasse come lei.
« Sei bellissima. Sei pronta? Sarà qui a momenti » Caterina emozionata come la nipote la distolse dallo specchio. « Grazie mille. Sono pronta, andiamo» fu la risposta.
  Come ogni rispettabile principe azzurro Ferdinando arrivò su un cavallo bianco con un portamento impeccabile e aria spavalda. Al suo seguito c’erano vari vassalli e una carrozza che conteneva gli averi per il viaggio e dove probabilmente il duca aveva passato il suo tempo fino a cinque minuti fa. All’entrata del ducato vi era il re entusiasta con un sorriso che non stentava a nascondere alla moglie, la regina con un sorriso stentato solo per non dar soddisfazione al marito e la merce da controllare a fianco della regina che cercava di ricordarsi come respirare in modo normale. Ferdinando scese da cavallo, fece un inchino ai sovrani e baciò la mano di Cristina la quale alzando lo sguardo finalmente lo vide. Un uomo alto con i capelli castano chiaro riccioli, gli occhi marroni e con baffi e pizzetto dello stesso colore. Un uomo con una quarantina d’anni, ma affascinante e con un bel sorriso. Sembrava avere uno sguardo buono e Cristina cominciò a respirare senza pensarci troppo.
Una volta salutati si spostarono nel giardino del palazzo, sedendosi ad un tavolo all’ombra di un albero il re disse « Allora Gran Duca come è stato il viaggio? Siete stanco? ». Ferdinando stava ancora guardando Cristina e senza scomporsi rispose « Grazie per l’interessamento sire, il viaggio è stato abbastanza leggero e sono anche riposato, dopotutto non potevo arrivare qui assonnato non credete? ».  Enrico contento proseguì nelle domande che presumibilmente si era preparato la sera prima con una delle sue sgualdrine « La politica fiorentina e il vostro ducato come si presentano in questo momento? ». “Oh no, la politica no, parleranno fino a domani” questo fu il pensiero di Cristina. « Mi scuso per la sfacciataggine della mia risposta, tuttavia vorrei rimandare la chiacchierata con voi e fare due passi con vostra nipote. Me lo permettete? » regnò il silenzio per qualche istante. Cristina arrossì e dopo essersi accorta d’aver smesso di respirare riprese fiato, poco elegantemente; a Ferdinando scappò un sorriso. La regina non capiva che cosa stesse pensando quell’uomo e questo la infastidiva; osservandolo aveva notato degli strani sorrisi quasi auto compiacenti quando incontrava lo sguardo di sua nipote ma all’infuori di ciò doveva ammettere che risultasse veramente un uomo buono.
« Certamente, dopotutto siete qua per lei. Che male c’è se volete fate pure una passeggiata. Vuoi Cristina? » la voce del re mise fine a quel silenzio imbarazzante. « Ehm.. Si si non c’è alcun problema per me » disse la ragazza rossa come il vestito che portava. I due si alzarono e si incamminarono verso i giardini in fiore. Mentre si alzava Cristina vide sua nonna e le sembrò dicesse “Buona fortuna” al ché un sorriso le comparve in viso.  
« Siete splendida, penso ve lo dicano tutti questo, vero? » disse il duca porgendogli un fiore appena colto nell’aiuola. « Grazie mille per il complimento. A dir la verità non sono abituata a questo genere di dialogo » cercava di nascondere il tremolio nella voce. Era contenta, Ferdinando le aveva fatto un complimento. Qualcosa cambiò. Il sorriso dell’uomo mutò, non era più dolce; il viso da uomo buono che l’aveva tanto rassicurata scomparve in un secondo. Cos’era successo? Aveva risposto in modo errato? Sul volto aveva un’espressione beffarda e cattiva come se per tutto quel tempo si fosse preso gioco di lei. « Allora è vero. Non ti ha voluto nessuno, dicono sia colpa di tua nonna che ti ha trasmesso il suo carattere irriverente verso gli uomini » disse ridendo il nuovo duca. Non era nel carattere di Cristina tacere, non concepiva l’idea di dover subire un insulto tale. « Come vi permettete di dire una cosa simile di mia nonna? » senza pensarci alzò la voce. L’uomo le strinse il braccio e avvicinò la bocca al suo orecchio « Io sono qui in cerca di moglie, non voglio discussioni di alcun genere. Voglio fare in fretta e tua nonna si sta opponendo troppo per i miei gusti. Ho scelto te senza alcuna intenzione particolare eri solo la più comoda, visto che il re ha una gran voglia di mandarti via. E suvvia sei carina » sibilò perfido lui. « Sei un lurido … » le tappò la bocca dicendo « Vi sembra un linguaggio da nobil donna? ».  Cristina lo morse e con rabbia disse « Io non sarò mai tua moglie sappilo ». « Ahia! Stupida vacca. Chi credi ti proteggerà?! Tua nonna?! » le gridò lui fermando lo schiaffo che voleva darle.
Lasciò la presa sulla ragazza la quale corse via piangendo dirigendosi nell’unico luogo dove si sentiva a proprio agio. Ferdinando tornò del re, con la sua maschera, dicendo d’aver intrapreso un piacevole discorso con la nipote.
La regina non gli credette. 

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Capitolo 4
*** Fine delle trattative ***


Fine delle trattative

Cristina si era nascosta dietro uno dei grandi scaffali della biblioteca e stava rannicchiata a singhiozzare. Che persona orribile, spregevole e insulsa; questo pensava. Come ha potuto parlare in qual modo di sua nonna?! Dove trovava tutto quel coraggio?! Aveva tanta di quella rabbia dentro da non riuscire a smettere di tremare. Voleva urlargli contro davanti a tutti e in un primo momento pensava proprio di farlo. Non poteva far altro che pensare e ripensare a quelle parole tanto crudeli, ma una domanda le faceva paura più di tutte. Sua nonna sarebbe davvero stata in grado di proteggerla da quel mostro? Iniziava a non esserne così convinta e l’idea di sposare un individuo come Ferdinando le faceva terrore. Il re non la voleva nella sua corte e questo la rendeva una preda facile. Cristina iniziò a comprendere in che situazione si trovava.
« Ebbene Duca, mia nipote vi sembra la donna adatta a voi? » disse gongolante il re. « Oh è una donna magnifica e mi sembra anche educata penso che potrà essere la moglie ideale per me e per tutta Firenze » fu la risposta del Duca. « Signori non vorrei interrompere la vostra conversazione su mia nipote, ma vorrei sapere dove si trova. Ve lo ha detto ?  » la regina non si fidava per niente della storia di Ferdinando, voleva sentire quelle parole da Cristina. « No mi spiace. Ha solo detto che per la troppa agitazione non si sentiva molto bene e si è congedata » sospetta come risposta pensò Caterina. « Grazie per l’informazione. Ora proverò a cercarla da sola, voi potete continuare anche senza la mia presenza. Oh duca voglio avvisarla solo di una cosa: se mia nipote non vorrà lei non ci sarà alcun matrimonio » era una minaccia molto, forse troppo, ardita per una donna ma il duca non si scompose. « Non penso d’essere rifiutato e se per caso accadesse un fatto simile farò di tutto per meritarmi l’approvazione di vostra nipote. Comunque non sono affari che la riguardano, regina ». Il re intervenne « Caterina! Ti sembra il modo di trattare un ospite di tale importanza?! La perdoni Ferdinando, è solo una donna ». “ Sono solo una donna ma non ho niente in meno di voi” un pensiero che Caterina non poteva ancora esprimere. « Stiate tranquillo. Capisco la preoccupazione di una nonna » disse Ferdinando con arroganza. Dopo parole la regina se ne andò per cercare la nipote.
« Cristina ! Cristina ! Oh santo cielo dove sei?! So che sei qua dentro, sei sempre qua dentro! » urlo della regina risuonava per tutta la biblioteca. “ Oh no mia nonna mi ha trovato, non ho voglia di spiegarle ciò che è successo” pensò la ragazza. « Ciao! Scusa se sono sparita ma non ho sopportato la tensione » che balla clamorosa. « Abbiamo chiacchierato e l’ho trovato una persona un po’ particolare, tuttavia interessante » “ Certo certo, sono proprio convincente “ si disse da sola. Intanto Caterina l’aveva trovata e la esaminava attentamente; per fortuna che la ragazza era riuscita a prendere un libro e a smettere di piangere. « Stai bene? Sei tutta rossa intorno agli occhi » non sfuggiva niente alla regina « Si si, sto bene solo che per il batticuore ho pianto un pochino. Vorrei riparlare con lui ancora un po’ » “ Si per sputargli in un occhio! “« Lui ha detto qualcosa a voi? » chiese curiosa. « Niente di nuovo: sei educata e gli piaci molto » esordì Caterina. « Mi fa molto piacere » concluse nascondendo una smorfia.
Il Re e il Conte passarono il pomeriggio a parlare di politica e a farsi complimenti fasulli a vicenda mentre Caterina li ascoltava. Cristina con la scusa dell’emozione riuscì a evitare la conversazione. Arrivò l’ora di cena. Decise che doveva assolutamente riparlare con quel mostro e mettere in chiaro la situazione, ma non voleva coinvolgere sua nonna. L’idea che il re le facesse qualcosa la tormentava, lei sarebbe riuscita a difendersi da sola. Dopotutto bastava rendere evidente il fato che fosse una pessima moglie.
Arrivò l’ora di cena. « Perché non sedete vicino al duca  Cristina?! » più che un consiglio sembrava un ordine quello detto dal Re. « Si, sarei felice di avervi affianco » con un sorriso un altro ordine. “ Che schifo, ma se non lo faccio la nonna sospetterà”. « Sono felice che vi faccia piacere avermi affianco » rispose e la sorpresa vinse l’espressine dei due uomini. Per tutta la cena la ragazza cercò di sviare le conversazioni riguardanti il matrimonio e il duca , provando a fare una faccia contenta quando incrociava lo sguardo di Ferdinando. Finito il pasto li lasciarono finalmente soli nel cortile posteriore, era il momento d’agire.
« Non voglio essere vostra moglie » iniziò decisa lei. « Nessuno ha chiesto il vostro parere mi sembra » rispose lui avvicinandosi, un po’ troppo secondo la ragazza. « Basta che ne scegliate un’altra, magari a qualcuna piace l’orrido » voleva essere cattiva. « Sai, il tuo carattere mi spinge a contrastarti. Mi piace vederti arrabbiata, sembri anche convinta di riuscire nel tuo intento » il solito sorriso arrogante stava emergendo. « Tanto al matrimonio me lo chiederanno se voglio sposarti e se dicessi di no?! » dopotutto la domanda si faceva anche alla moglie. « Tu proprio non capisci?! Oggi pomeriggio abbiamo già deciso la data e se deciderai di ostacolarci il Re ti farà davvero del male, sia a te che a tua nonna. Poi chi vorrà mai una donna così scorbutica?! Credi di avere altri spasimanti oltre a me? » a queste parole Cristina si lasciò scappare un espressione di paura che Ferdinando vide. « Non farebbe mai una cosa simile » non ne era convinta. « Ah no?! I mariti picchiano le mogli ormai è una cos risaputa, non hai mai visto lividi su tua nonna?! Se tu fai la brava potrei anche decidere di evitare punizioni del genere » sapeva che tasti toccare. « Non ci ho mai pensato » disse quasi piangendo. « Su su, tranquilla non ti succederà per forza. Dovrai solo fare quello che ti diciamo di fare » si avvicino e con la mano le sfiorò i capelli, ma lei si ritrasse. « Mi sembra che tu abbia ormai capito che diventerò tuo marito » detto questo fece per andarsene, ma Cristina lo fermò. “ Dopo tutto quello che ha fatto per me, non posso rischiare che le venga fatto del male” « Se farò come dici mi prometti che non le faranno niente? Prometti che se vengo via con te mi lascerai sentirla » si odiò perché sembrava supplicasse. Ferdinando sapeva d’aver vinto « Si hai la mia parola ». La baciò. Cristina non fece in tempo a spostarsi che lui la baciò con quel sorriso tanto orribile in viso. “ Che schifo “  « Stammi lontano.. » disse piangendo. Ferdinando cercò di asciugarle il viso senza successo. Guardandolo negli occhi con tutta la cattiveria che aveva in corpo disse  « Inoltre voglio poter continuare a studiare. Voglio poter frequentare studiosi e leggere ciò che avete nella vostra biblioteca ». « Ah, se credi di poter capir qualcosa. Va bene basta che non fai capricci » rispose lui. Questa volta se ne andò davvero e Cristina rimase sola a guardare le stelle.
Aveva ottenuto la libertà di studio e l’incolumità di sua nonna, ma aveva perso la possibilità di innamorarsi. L’aveva baciata. Si odiò per non essere riuscita a spostarsi, ma giurò che la prossima volta sarebbe stata molto più vigile. Si ritirò nelle sue stanze, tuttavia quella notte non dormì. 

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Capitolo 5
*** Addio Francia e buongiorno a te Italia ***


Addio Francia e buongiorno a te Italia

Il conte finalmente aveva lasciato il castello e l’aria, secondo il parere di Cristina, era tornata respirabile. I preparativi per il matrimonio erano stati definiti dalle uniche persone che in questa storia avevano voce in capitolo, re e futuro sposo. Pochi mesi la separavano dal fatidico “si” che singhiozzando avrebbe detto in una chiesa estranea, in un paese estraneo e ad un uomo che avrebbe preferito  che rimanesse solo un estraneo. « Cristina! Scendi dalle nuvole e vieni a fare una passeggiata con me! » “la solita Alle” pensò Cristina mentre scendeva dall’amaca. « Dolce come sempre nello svegliarmi dalle mie fantasie eh » disse appena raggiunta la ragazza. « Oggi è una così bella giornata. Non la vuoi passare con me? Ho delle novità » Alexandra era tutta un sorriso e in effetti era una bella giornata di sole. Dopotutto quell’essere era andato via portandosi dietro il cattivo tempo. « Che novità ?! Così mi insospettisci » Cristina le diede corda e così iniziarono una passeggiata che in realtà non aveva nessuna metà particolare. « Ebbene, rullo di tamburi, ho un ragazzo! » si percepiva dal tono di voce la voglia della ragazza di dare questa notizia al mondo. « Sono così felice per te! Chi è? È buono ? Com’è ? Me lo farai conoscere? » le domande a raffica erano già partite e nulla poteva fermale. « Santo cielo, calmati. Si chiama Christopher l’ho conosciuto da poco. Sembra una persona molto buona e io come aspetto lo trovo stupendo » iniziò con le risposte. “ Si merita il meglio questa ragazza “  l’unico pensiero che attraversava la mente di Cristina. « Quindi sei al settimo cielo. Spero di conoscerlo prima di partire » in quelle parole c’era una nota di tristezza. « Certo, finalmente abbiamo entrambe il ragazzo. L’unica differenza è che tu sai già di poterlo sposare, che fortuna. ». Fortuna?! Non riusciva a trovarla questa grande fortuna. « Alle io odio quell’uomo! » non riuscì a trattenersi. « Come? Cristina lo devi sposare, devi dirlo che non vuoi! » “ingenua alle” pensò la ragazza. « Senti, mi ha minacciato e lo sanno tutti che mio nonno non mi vuole assolutamente qui! Come posso fare qualcosa?! Non voglio mettere a disagio mia nonna » replicò lei. « Per favore spiegati » chiese Alexandra con tono pietoso.
Le spiegò e raccontò ogni cosa detta e ascoltata riguardante Ferdinando. Le raccontò del primo incontro, delle minacce e di quel orrendo bacio. Infine Alle non riuscì a dir altro che: « Mi dispiace tanto ». Rimasero insieme ancora per molto quel giorno parlando del più a del meno. Certo non mancò il turno dell’Alle di raccontare la storia di Christopher e si vedeva proprio l’amore nelle parole che diceva. Cristina rideva sempre tantissimo in compagnia dell’amica e questo la portò lontana dai suoi problemi.
 
Passarono settimane, Ferdinando dettava ordini tramite lettere settimanali dove scriveva ciò che la futura moglie doveva imparare. Usanze, costumi ed etichetta che venivano dall’Italia erano all’ordine del giorno negli studi di Cristina severamente sorvegliata dal sovrano. Nulla doveva impedirgli di scacciarla dalla Francia.
« Santo cielo, non respiro dentro a questo vestito! » urlò Cristina mentre le dame le provavano il vestito da sposa. « Non ti lamentare, dovrai portalo solo una volta e per poco. Resisterai » solita voce gentile del re. « Sei stupenda nipote mia » questa era la nonna invece. « Domani partirai per Firenze e vogliamo essere sicuri che nulla vada storto. Dovrai essere impeccabile! » “Non ne posso più di queste frasi re da strapazzo” pensò la ragazza mentre si sfilava il vestito bianco. Non che il vestito non le piacesse, anzi era bellissimo, ma l’occasione non era certo delle più allegre. « Verrai con me nonna? » chiese più rivolta ad Enrico che a Caterina. « Certo che verrà. Verrò anch’io, così potremo tenerti d’occhio ».  « Calmatevi sire, non farò niente che possa recarvi danno! » il tono però non presupponeva ciò che le parole esprimevano.
Era il momento. Cristina sapeva di dover dire addio alla sua amata biblioteca, ai suoi amati giardini e ai sui amici. Ormai era giunto il momento di partire per l’Italia. Fece un gesto di saluto poco prima di salire sulla carrozza e le sembrò che qualcuno davvero la salutasse. Dopotutto la Francia è stata casa sua per molti anni.
Durante il viaggio Cristina passò il tempo in carrozza a chiacchierare con sua nonna e a leggere. Valigie fatte, documenti firmati e merce in consegna tutto secondo i piani.
 L’ingresso a Firenze fu magico. Guardando fuori dalla finestra la ragazza vedeva negozi di tutti i generi e una vivacità tra la gente che la lasciò senza parole. Sentiva musica e canti un po’ ovunque, aveva voglia di scendere e stare in mezzo a loro. Purtroppo la carrozza arrivò a destinazione. Un palazzo bellissimo  ma ad attenderla all’interno c’era il suo odiato futuro marito. Scese dalla carrozza e si diresse all’entrata dove inciampò e cadde a causa di  un pennello. « Ahio, iniziamo bene » disse la ragazza seduta a terra. « Mi scusi vostra grazia, colpa mia! Il pennello mi è caduto mentre trasportavo il materiale per un dipinto. La prego mi perdoni » parole molto veloci che provenivano da un ragazzo moro che le corse incontro. Il pittore le porse le mano come aiuto per rialzarsi senza sapere cosa sarebbe accaduto solo aver lasciato cadere quel pennello.
 

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