Una nuova vita

di fantastycgirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Guai in arrivo ***
Capitolo 2: *** La calma prima della tempesta ***
Capitolo 3: *** Strade parallele ***
Capitolo 4: *** Una situazione complicata ***
Capitolo 5: *** Notte insonne ***
Capitolo 6: *** Dove i problemi vengono a galla. ***
Capitolo 7: *** La mano della fortuna ***
Capitolo 8: *** Never Lake ***
Capitolo 9: *** Blu profondo ***
Capitolo 10: *** Dove le cose si mettono male. ***



Capitolo 1
*** Guai in arrivo ***


Guai in arrivo

Capitolo: 1)Guai  in arrivo!!!

 

Piccola nota  : questa fanfiction si colloca dopo due anni dalla fine della seconda serie di Sonic X  e per facilitarne la lettura , farò un punto della situazione: Sonic, Tails, Knuckles, Amy, Cris ,Cream e Cheese hanno distrutto i Metarex sfruttando la potenza del Master Emerald ; grazie al sacrificio di Cosmo, una loro amica e, in ultimo, di Shadow il riccio  (rivale di Sonic), riescono a ripristinare la vita dei pianeti distrutti dai Metarex: mentre di Cosmo rimane solo un seme,di Shadow si pensa che sia morto ma in realtà dalle parole di Eggman (vitale nemico di Sonic in fine schieratosi con lui  contro i Metarex) si capisce che è ancora vivo ma in chissà quale angolo dello spazio. Intanto i protagonisti (compresa Rouge la ladra)  tornano su Mobius, il pianeta di Sonic. Notate bene che, avendo esaurito tutta la sua energia, il Master Emerald ora è a pezzi e quindi inutilizzabile da Knuckles, il suo guardiano. Questa fanfic sarà moooooooooolto lunga, quindi chi la legge deve armarsi di pazienza , ciò non significa ke  sarà noiosa . Ed ora, bando alle ciance…

 

 

 

 

 

 

L’odore dell’erba bagnata era sempre stato uno dei motivi per i quali adorava camminare ore ed ore,specialmente la mattina presto, nel boschetto vicino alle Mistic Ruins.

Quella mattina in particolare, già all’alba gironzolava tranquilla lì attorno. Arrivata vicino al solito gruppetto di salici, si sedette per ammirare il paesaggio….

“Strano.” pensò “Siamo in piena estate, eppure già cadono le foglie …”

Infatti, dinanzi a lei, un tappeto rosso e oro si stendeva per tutto il boschetto, facendo un netto contrasto con l’azzurro limpido del cielo mattutino.

“Se trovassi dei funghi potrei farci uno stufato”disse tra sé e sé “Sono sicura che Tails lo apprezzerebbe…da quando ha progettato quel nuovo radar non esce dalla sua officina neanche per mangiare, ma di certo un bel pranzetto lo distoglierebbe da quell’aggeggio.”

Così cominciò a cercare lì attorno e ,senza che se ne accorgesse, in poco tempo si spinse fino al fiume. Raccoglieva i funghi che, a suo parere, sembravano più invitanti e ogni tanto si fermava per posarli all’ombra di un grande faggio. Ad un certo punto Amy udì uno strano rumore, come se qualcosa di enormemente grosso fosse esploso… Facendo cadere tutti i funghi che aveva in mano, corse subito lì. Con lo sguardo percorse tutta la lunghezza del ruscello, fino a quando non notò che sulla sponda opposta, qualche metro più giù, qualcuno stava seduto, trafficando con uno strano aggeggio. Incuriosita, passò dall’altro lato del fiume e ,con cautela,  si avvicinò ma senza farsi vedere.

A: “E’ un ragazzo!”

Infatti, un giovane stava lavorando vicino a quella che le sembrò il relitto di una moto enorme, evidentemente cercando di ripararla al meglio. Amy si accorse di essersi avvicinata ancora di più quando lo sentì parlare…

“Maledizione! Ti va proprio ora a fare i capricci?” stava dicendo “Dovevo dimenticare gli attrezzi oggi che il motore praticamente è esploso…non potevi resistere per un altro paio di chilometri? E pensare che la città è a quattro passi da qui…”.Infuriato, di scatto si voltò come per cercare qualcosa e fu allora che  notò che qualcuno lo stava osservando.

Accortasi di essere stata scoperta, subito Amy si affrettò a dire: “Non ti stavo spiando!Ho sentito un rumore enorme e sono venuta a vedere e…”

Il ragazzo si alzò, evidentemente intenzionato a raggiungerla. Era un riccio di colore azzurro, e portava i capelli volutamente in disordine. I suoi occhi di un celeste chiarissimo (esaltati dalla tuta da meccanico nera che indossava) si strinsero in uno sguardo sospettoso mentre le si avvicinava. Intimorita, Amy fece per fare dietro front e correre a casa, ma lui, notando ciò, la trattenne per un braccio e la costrinse a voltarsi e a guardarlo…solo allora Amy si rese conto che ora sul suo viso c’era un sincero sorriso.

“Non volevo spaventarti” le disse lasciandole il braccio “E’ solo che non mi aspettavo di vedere nessuno qui”

Amy provò a dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscì solo un mugolio…fino ad un attimo prima sembrava che quel tipo volesse aggredirla, ed ora le parlava amichevolmente!

Vedendo che non rispondeva, lui continuò: “Stavo andando in città, ma la mia moto si è rotta…come se non bastasse, con me non ho nessun attrezzo …li ho lasciati tutti a casa mia”

Riacquistato l’uso della parola, Amy si affrettò a rispondergli:

A: “Se vuoi so io come fare…”

“Tu?” rispose lui ridendo  “non hai l’aria di essere una meccanica”

A: “Non in questo senso!” disse, riprendendosi all’improvviso, scocciata del fatto che ridesse di lei “Il fatto è che un mio caro amico…”

“Almeno sono riuscito a farti parlare” la interruppe lui “Ti sei convinta ora del fatto che non mordo?”

Sorridendo imbarazzata e sorpresa dal suo comportamento, lei disse:

A: “Mi spiace tanto!E’ solo che a quest’ora del mattino di solito in giro non c’è nessuno…stavo facendo due passi qui vicino quando ho sentito uno strano rumore…”

 “Era quella lì”  disse lui, accennando con la testa alla moto qualche metro più dietro  “Il motore si è surriscaldato…stavo per saltare in aria!”

A: “Adesso capisco…” in realtà, quando aveva sentito quel fracasso, il suo primo pensiero era andato a Eggman  “ Se vuoi posso chiedere ad un mio amico di aggiustartela”

“ Non sai che grande favore mi faresti!” disse lui sollevato “E dimmi un po’…questo tuo amico abita molto lontano?”

A: “No,ma lascia la tua moto qui… verrà Tails  a occuparsene, ne sono sicura, non occorre portarla a casa sua. E comunque puoi stare tranquillo…conosco tutti quelli che abitano nei paragi, e ti  assicuro che qui non ci sono ladri”

“Fantastico! Se mi dici dove abita …vorrei parlarci”

A: “Se vuoi ti  ci accompagno io, sarei dovuta andarci comunque oggi…dovresti aspettare un attimo però, devo andare a prendere una cosa…”

“Fa con comodo.”disse lui con un sorriso a trentadue denti.

Subito, Amy si fiondò sotto il grande faggio dall’altro lato del fiume. Ci si inginocchiò sotto e mise in un fazzoletto la maggior parte dei funghi che prima aveva raccolto. Correndo a perdifiato e stando attenta a non farseli cadere, ritornò da lui.

“Eccomi”disse con il fiatone.

Iniziarono a camminare lungo un sentiero e ben presto uscirono dal fitto del bosco. Oramai il sole era alto e un’aria frizzante rendeva il tragitto più piacevole. Lui, notando che reggeva tra la mani un fagotto, in un ulteriore tentativo di fare conversazione, le chiese :

“Quello è il motivo per il quale oggi ti sei alzata all’alba?”

A: “Non proprio…” disse aprendo il fazzoletto e mostrandogli il contenuto “li ho raccolti per quell’amico di cui prima ti ho parlato. E’ un genio,e come tutti i cervelloni si cura più dei suoi studi che di se stesso!”

“Se non ho capito male, hai intenzione di cucinare questi funghi  per lui…”le rispose, guardando i funghi con apprensione.

A: “Esattamente…qualcosa non va?”

“Il fatto è che se non sbaglio alcuni di questi …beh…”

A: “Alcuni di questi,cosa?”

“Mi sembra di ricordare che quelli rossi sono velenosi!”

Fermandosi di botto, terrorizzata Amy guardò i funghi che aveva in grembo come se avessero tradito la sua fiducia.

A: “E adesso che ci faccio?”urlò isterica “Tanta fatica per nulla…e ora dovrò anche trovare qualcos’altro da cucinare!”

E invece no…basta che butti quelli velenosi…anzi dà a me, ci penso io!”

E senza neanche aspettare risposta le prese di mano il fagotto e  cominciò. Dopo alcuni minuti e gettati molti funghi le restituì quelli rimasti e disse:

“Sei fortunata, ce ne sono ancora abbastanza per la cena del tuo amico…come hai detto che si chiama?”

A: “Tails e …oh!, a proposito, io mi chiamo Amy!”

 Lui le tese la mano: “Piacere Amy, io invece sono Zaccaria, ma gli amici mi chiamano solo Zac ”

 

 

 

 

 

Eppure non capisco!”

Tails stava seduto ad un tavolo nel suo laboratorio, circondato da un numero sterminato  di cip e attrezzi. Con la testa china sul suo lavoro, aveva passato tutta la notte a cercare di capire cosa non andasse

“Mi sembra strano, questo radar lo abbiamo usato durante il nostro viaggio nello spazio, e non ci ha mai creato problemi!”disse tra sé e sé “Ora invece sembra che qualcosa interferisca con il segnale, ma come può possedere un energia superiore a quella degli smeraldi del Caos? Se solo Sonic li avesse tenuti con se avrei potuto analizzare meglio la loro carica elettromagnetica…perché diavolo ha lasciato che si disperdessero un’altra volta?” Infuriato si alzò e si tolse i guanti da lavoro. Con la testa carica di pensieri guardò fuori della finestra, alla disperata ricerca di un’idea geniale. Erano ormai parecchi giorni che non vedeva più nessuno: Sonic si era messo in viaggio per una meta sconosciuta tre giorni prima, e da allora non aveva ricevuto più sue notizie…Cream e Cheese  erano andati al mare con Vanilla per il week-end… e Knuckles naturalmente era su Angel Island a…

Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?” disse, battendosi una mano sulla fronte “Potrei chiedere a Knuckles uno dei frammenti del Master Emerald! La sua struttura è identica a quella degli smeraldi e , dato che ora che è a pezzi, non penso farà tante storie…”. Conosceva bene il guardiano e dubitava che, qualunque fosse stato lo stato della pietra, avrebbe lasciato che la analizzasse senza problemi. “Comunque tentar non nuoce!” disse per farsi coraggio, e subito si diresse correndo verso il Tornado X  .Volando, sarebbe andato e tornato in meno di tre ore, possibilmente con uno dei frammenti del Master Emerald…

Completamente dimentico dell’appuntamento preso il giorno prima con Amy, accese il motore e decollò.

 

 

 

 

 

 

“ Aria di tempesta ”

In piedi  sulla parte più alta dell’altare, Knuckles osservava perplesso il cielo color grigio da più di un’ora. Con lo sguardo perso nel vuoto, pensava a come quella mattina si fosse svegliato tranquillo, senza la minima preoccupazione e senza la minima idea di quello che sarebbe successo di li a poco…

Come è possibile che il tempo sia cambiato così velocemente?” pensava “Eppure stamattina all’alba il cielo era limpido, non c’era neanche un filo di vento…queste nuvole

 si sono formate nel giro di  un’ora, ne sono certo! Ma come? Siamo in piena Estate…”

In realtà aveva già da tempo notato che qualcosa attorno a lui non andava: alberi che non fiorivano, ma che anzi perdevano già le foglie…venti che soffiano dalla parte opposta…notti gelide e umide come quelle invernali …

Un lampo squarciò il cielo dinanzi a lui, e subito ne seguirono altri ancora. La loro luce lo riscosse dai suoi pensieri ma non lo sorpresero più di tanto, perché gia da prima aveva immaginato che sarebbe venuto a piovere. Nonostante la forte pioggia continuò imperterrito a guardarsi attorno. “Senza dubbio c’è qualcosa che non va” pensò “Ma cosa?Il clima dell’isola è sempre stato  perfetto da quando sono qui! Se continua a peggiorare con questa velocità il freddo finirà col distruggere la vegetazione…”e, preoccupato, si voltò verso il bosco dietro di lui: le chiome degli alberi si piegavano inermi al forte vento, ma riuscivano ancora a reggere senza cedere alla sua violenza.

All’improvviso il rombo di un motore sovrastò i lampi. Tails era arrivato non senza difficoltà su Angel Island, e stava tentando di atterrare dove riteneva il terreno fosse più compatto.

Avendolo sentito, Knuckles volse lo sguardo verso l’alto e riconobbe il Tornado X. Subito gli corse incontro cercando di non farsi travolgere dal forte vento  e non appena arrivato su una piana li vicino aspettò che Tails planasse verso il basso.

“Tutto bene?” chiese il volpino.

“Non saprei…stavo pensando a cosa potrebbe causare questo tempaccio…”rispose Knuckles. Guardò interrogativo le nubi nere, quasi come se si aspettasse una risposta da loro.

“Si, beh…che ne dici di farlo in un posto un po’ più asciutto?”

Notando solo ora che Tails era completamente fradicio, disse : “Come preferisci…”e lo condusse in una grotta  poco lontano.

 

 

 

 

Una misteriosa figura  sfrecciò sul prato verde lasciando dietro di sé una  luminosa scia blu.

Sotto la pioggia  già da un bel po’, Sonic correva  senza sosta per arrivare il più in fretta possibile a casa del suo amico Tails. Nel frattempo,  pensava a cosa gli avrebbe detto per farsi perdonare di essere sparito così all’improvviso e di non essersi  più fatto vivo. Sorridendo divertito al pensiero della ramanzina che gli avrebbe fatto Tails al riguardo, aumentò ancora di più la velocità perché la pioggia in faccia, all’inizio piacevole, cominciava a dargli fastidio e perché non poteva muoversi come avrebbe voluto per paura di scivolare.

Gli sembrava che quella settimana lontano da casa fosse durata un millennio: mentre correva, guardava felice i paesaggi a lui tanto cari, gli alberi sotto i quali di solito riposava spensierato, le case illuminate del villaggio dentro le quali la gente si era rifugiata per sfuggire alla furia del vento e della pioggia. In una di quelle casine, ne era sicuro, Amy stava sorseggiando una cioccolata calda in compagnia di Vanilla e Cream, magari lamentandosi del fatto che non l’aveva portata con lui e parlando di come avrebbero recuperato quei preziosi giorni quando finalmente sarebbe tornato. Quasi gli dispiaceva di essere partito, ma visitare la città gli era , senza dubbio, piaciuto molto anche perché il caos e le luci di quell’ambiente gli avevano riportato alla mente i momenti trascorsi nella città di Cris sulla Terra: alla lunga però, quella situazione aveva cominciato a stancarlo parecchio e aveva deciso di ritornare a casa. Adesso, l’unica cosa che desiderava era ritrovare al più presto la compagnia dei suoi amici.

Un lampo squarciò il cielo ormai completamente nero e il fulmine toccò terra proprio nel punto in cui prima era Sonic. Fermandosi a guardare i disastri che quel tempaccio stava provocando, rise al pensiero di Knuckles in piedi sull’altare sotto tutta quella pioggia, a tentare di tenere il più possibile all’asciutto i frammenti del suo prezioso Master Emerald.

“Sto arrivando!” disse tra sé e sé .Con uno scatto oltrepassò un paio di colline e sparì dalla vista alla velocità della luce.

 

 

 

 

 

“Corri!”

Zac stava trascinando dietro di sè Amy tenendola per la mano. Quando il temporale era cominciato, loro erano ancora a metà strada. Avevano corso sotto tutta quell’acqua per un bel po’ di tempo, senza riuscire a trovare un riparo.

Amy tentava con tutte le sue forze di tenergli dietro, ma lui era troppo veloce per lei e sentiva che presto le sue gambe avrebbero ceduto.

 “Non potremmo fermarci sotto un’ albero?” gli chiese senza fiato, cercando di sovrastare con la voce il forte vento.

Z: “Sarebbe troppo pericoloso! Ci sono troppi fulmini… e se colpissero l’albero?”

A: “Lo so, ma io non ce la faccio più!”

Z: “La casa del tuo amico è ancora lontana?”

A: “No, un’altra cinquantina di metri…”

Z: “Allora cerca di resistere!”

Con l’ennesimo strattone, la tirò per tutto il sentiero, fino a quando non scorsero finalmente la casa di Tails. Desiderando con tutte il cuore che fosse lì, Amy si scaraventò sulla porta e cominciò  a bussare quanto più forte poteva.

A: “Perché non ci apre?”

Z: “Qui non c’e nessuno!La casa è deserta…le luci sono tutte spente!”rispose lui, guardando attraverso la finestra.

A: “Tails sul retro ha un laboratorio, potremmo provare ad entrare da lì…”

Z: “Allora sbrighiamoci!”

Corsero sul retro e,con grande sollievo, si accorsero che la porta era aperta. Si fiondarono all’interno della casa e, sfiniti, si accasciarono alle pareti. Quando finalmente ebbero ripreso fiato, Amy andò a cercare qualcosa con cui asciugarsi mentre lui accendeva il fuoco.

A: “Prendi questa” disse, porgendogli un’ asciugamano.

Z: “Mille grazie…conosci molto bene la casa, ci vieni spesso?”

A: “ Si ” rispose lei, sedendosi vicino a lui dinanzi al fuoco “Tails è un mio caro amico, trascorriamo molto tempo insieme…”

Z: “E’ anche lui un riccio come te?”

A: “No, è una volpe a due code…”

Z: “Avrei dovuto capirlo quando mi hai detto che è un genio…hai idea di dove si sia cacciato?”

A: “Proprio non saprei” disse lei. Ora che il peggio era passato, si sentiva un po’ scocciata per il fatto che non si fosse fatto trovare all’appuntamento “Forse ha avuto qualche impegno improvviso…”   

Z: “Sei sicura non gli dia  fastidio che tu abbia fatto entrare un estraneo in casa sua? Infondo…”

A: “Sta tranquillo, Tails è la persona più disponibile di questo mondo: quando gli avrò spiegato come sono andate le cose non farà obbiezioni. Piuttosto, che ne dici di una bella cioccolata calda? Io sto morendo di freddo…”

Z: “Sai preparare anche i dolci?” disse lui con una smorfia.

A: “Certo…la cosa ti sorprende?”

Z: “No. E’ solo che pensavo…devi essere davvero molto legata a questo tizio, insomma…passate molto tempo insieme, cucini per lui…non è che ti piace?”

Amy si voltò verso di lui così velocemente che si fece male il collo.

“Certo che no!” disse massaggiandoselo “Te l’ho detto…Tails e io siamo grandi amici, niente di più.”

Z: “Questo significa che non hai un ragazzo?”

La domanda la colse così di sorpresa che impiegò un po’ di tempo prima di rispondere. Per non far notare il suo imbarazzo, con calma cominciò a preparare gli ingredienti per la cioccolata e , solo quando ebbe finito, rispose: “Esattamente”

Z: “Lo sapevo. Se no stamattina non saresti stata sola…di certo ti avrebbe tenuto compagnia.”

A: “Tu invece?”

Z: “Neanche io…in realtà da poco però. Ci siamo lasciati  questa estate.”

A: “Mi spiace…”

Z: “A me no” disse con un sorriso “Se non avessimo litigato, non sarei partito, e quindi non avrei conosciuto te.”

Nei cinque secondi che le ci vollero per registrare quelle parole, Amy si chiese se dovesse rispondere o no: magari la stava solo prendendo in giro…Alla fine si decise.

A: “Non ti…”

TOC-TOC

Qualcuno stava bussando alla porta. Subito, Amy si staccò dai fornelli e corse ad aprire.

A: “Tails, che fine hai fa…Sonic!”

Z: “Chi?”

Sonic entrò dalla porta fradicio e con i capelli più disordinati del solito. Come se nulla fosse, si voltò verso Amy e disse:

“ Come va, Amy? Che ci fai a casa di Tails?”

A: “Niente di che…” Sonic era tornato al villaggio così come era partito, ossia senza dire niente a nessuno. Furiosa, Amy lo fulminò con lo sguardo: “Finalmente ti fai vivo!”

S: “Sono andato a fare un giretto…” disse  entrando.

A: “Un giretto lungo tre giorni???

S: “Mi sembra di si, tre o quattro…”disse, con aria noncurante “Non mi hai ancora detto che co…”

Le parole gli si  fermarono in bocca. Ora guardava con sguardo educatamente curioso Zac che, da parte sua, ricambiava. Quest’ ultimo, aveva ascoltato in silenzio tutto il discorso tra lui ed Amy, ed era giunto alla conclusione che quello doveva essere proprio Sonic, il famoso riccio blu che aveva salvato Mobius almeno un centinaio di volte. Mai avrebbe pensato di incontrarlo di persona, tanto meno in un paesino di campagna come quello…e invece eccolo lì dinanzi a lui…per non parlare del fatto che sembrava conoscere molto bene Amy!

A: “Oh si…” disse Amy, ricordandosi solo ora che c’era anche lui “ Zac, questo è Sonic. Anche lui è un caro amico di Tails…”

Z: “Piacere”disse, porgendo la mano.

S: “Benvenuto” disse Sonic stringendogliela “Non ti ho mai visto da queste parti…”

Z: “Infatti non sono di qui. Fino ad ora ho vissuto a Metal City, ma è da un po’ che penso di venire a vivere in campagna. I miei genitori vivevano in una casetta qui da qualche parte…penso che mi sistemerò lì.

S: “Conosci Tails?” disse, lanciando uno sguardo furtivo a Amy.

Z: “Beh ecco…non proprio…”

Accorgendosi che era in difficoltà e per evitare che dicendo qualcosa di inopportuno facesse andare Sonic su tutte le furie, Amy intervenne subito.

“Ho portato io Zac qui.”disse “ Stamattina si è rotta la sua moto, e quando l’ho visto ho pensato che Tails gliel’avrebbe riparata senza problemi, così…”

S: “Pensavo fossi un meccanico…” la interruppe Sonic, accennando alla tuta che indossava Zac.

Z: “Lo sono. E’solo che per la riparazione mi occorrono degli attrezzi che ora non ho: sono venuto qui solo per dare un’occhiata al posto, così non ho portato tutte la mie cose.”

S: “Se è così sei fortunato: Tails in questo genere di cose è un mago!”

Z: “Me lo ha detto anche Amy, per questo mi ha portato qui.”

S: “A proposito…” Sonic si rivolse ad Amy  “Sai come mai Tails non c’è?”

A: “Non saprei…io e Zac siamo entrati dalla porta del laboratorio!Pioveva a dirotto e così abbiamo preferito entrare piuttosto che aspettarlo sotto la pioggia…ma sono sicura che è uscito di fretta e furia! Le sue cose sono ancora tutte in disordine e poi non è mai venuto meno a un impegno! Stasera dovevo cucinare per lui…”

S: “Forse” disse Sonic con un ghigno “è per questo che è sparito!”

A: “Per tua informazione, io sono un’ottima cuoca!”

Z: “Adesso che ci penso…Amy, non mi stavi preparando una cioccolata?”

A: “Cos…oh!Scusa, hai ragione!” si volse infuriata verso Sonic “E’ tutta colpa tua! Sei sempre il solito, mi hai distratta! E poi, perché non mi hai detto che saresti partito?Sarei venuta con te…sarebbe stato così bello fare un viaggio solo io e te…”

“Mi spiace, non volevo disturbarvi” disse Sonic, facendo finta di non aver sentito l’ultima frase.

Z: “Io e Amy stavamo facendo due chiacchiere vicino al fuoco. Parlavamo di…”

A: “Zac, ecco la tua cioccolata! Bevi prima che si freddi, OK???

Il suo tono era talmente perentorio che Zac non ci pensò neanche a contraddirla, e così rimase per un po’ nel silenzio, chiedendosi perché mai Amy avesse reagito a quel modo.

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** La calma prima della tempesta ***


Rieccoci

Rieccoci! Sappiate che la storia non procederà sempre così lentamente: ho introdotto dei nuovi personaggi e perciò per ora sono costretta a dilungarmi sulla loro caratterizzazione ma state tranquilli, il bello arriverà presto!

“Allora non hai idea di dove sia la casa dei tuoi genitori?”

“No”

La pioggia era finita e il cielo si era finalmente schiarito: il sole era ormai tornato a splendere cocente come non mai.

Ora Sonic, Amy e Zac erano fuori, seduti sotto un’ albero, aspettando che finalmente tornasse Tails. Era pieno pomeriggio.

L’ interrogatorio su Zac e sulla sua vita era andato avanti per ore: Sonic non gli aveva dato un minuto di tregua. Per questo Amy aveva proposto di uscire a fare due passi tutti insieme: sperava che l’aria aperta aiutasse ad alleggerire l’atmosfera tesa che si era creata. Non ci mise molto però a capire che era tutto inutile: quei due continuavano a parlare tra di loro ignorandola completamente.

S: “Potremmo chiedere a Vanilla, lei abita qui da molto più tempo di noi e di sicuro saprà darci qualche dritta…”

Z: “Ti ringrazio, ma posso cavarmela da solo. Amy, mi fai da guida?”

A: “Io?”

Z: “Si tu…mia zia mi ha descritto molto bene la casa,sono sicuro che la riconoscerei subito!”

A: “Ma te l’ho detto…stasera io e Tails dovevamo…”

Z: “Stiamo aspettando da ore, ma lui non si è ancora fatto vivo! Facciamo un giro e poi stasera ritorni qui, che ne dici?”

A: “Oh beh…se la metti così…Sonic vieni anche tu?”

S: “No, preferisco fare una corsetta qui attorno.”

A: “Volevo che mi raccontassi cosa hai fatto in città…”

S: “Magari un’altra volta, ok? Allora Zac…”si volse verso di lui con un sorriso “io e te dobbiamo ancora parlare di un paio di cose, quindi non sparire!”

Z: “Contaci!”

E senza un’ altra parola, Sonic sfrecciò via, lasciando Amy e Zac soli ancora una volta.

Z: “Si va?”

A: “Se proprio insisti…”In realtà Amy avrebbe preferito correre da Sonic e convincerlo a tenerle compagnia, ma con Zac nei paraggi aveva l’impressione che avrebbe concluso ben poco.

Si incamminarono. Amy decise di portarlo al villaggio lì vicino, sperando con tutto il cuore che una di quelle casine fosse quella che cercava e ,così, di toglierselo di torno. Purtroppo, non appena scorse il gruppetto di abitazioni, Zac si fermò di botto e cominciò a guardarsi intorno come in cerca di qualcosa.

A: “C’è qualcosa che non va?”

Z: “Sai, mia madre mi raccontava sempre che dalla finestra della sua stanza si vedeva la sponda di un lago…era così vicino che di notte sentiva il rumore del vento che soffiava sulla sua superficie. Io però qui attorno non vedo nessun lago…”

A: “Questo prima non me lo hai detto!” Non era arrabbiata, ma preoccupata. E se il lago di cui parlava era…?

Z: “Scusami, non ci ho pensato…che tu sappia qui attorno c’è un lago?”

A: “A dire il vero ce ne sono due: si chiamano Great Lake e Silent Lake…”

Z: “Qual è il più vicino?”

A: “Silent Lake è a un’oretta di cammino da qui, ma penso che…”

Z: “Allora andremo lì, altrimenti non riuscirai a tornare in tempo per preparare la cena a Tails…”

Amy rimase sorpresa da queste parole: seppur non si conoscessero ancora bene, Zac si preoccupava che arrivasse in tempo ad un appuntamento; lei, invece, tentava di liberarsi di lui solo perché le aveva detto una frase carina…Vergognandosi di se stessa, si voltò verso di lui e disse:

A: “Scusami per stamattina, non volevo essere sgarbata. Il fatto è che…”

Z: “Il fatto è che Sonic ti piace proprio tanto, giusto?”

Lei non rispose subito: si stava chiedendo come avesse fatto a capirlo così in fretta. Alla fine disse:

A: “E’ così evidente?”

Z: “Diciamo che il tuo comportamento non ti aiuta a nasconderlo.” e ,dato che Amy chinò la testa imbarazzata, continuò: “Guarda che non c’è niente di cui vergognarsi…”

A: “Non mi vergogno per quello, ma del perché ti ho trattato così male. Il fatto è che quando mi hai detto quella …quella cosa…insomma,quando stavamo davanti al camino…mi sono imbarazzata,ecco…”

Z: “E perché scusa? Guarda che è la verità…sono contento di averti conosciuta. Venendo qui avevo paura che sarei rimasto solo, invece in un baleno ho incontrato già un sacco di persone simpatiche…e poi mi piace parlare con te: sembri una ragazza sincera, il che è molto raro, credimi!”

Amy gli sorrise raggiante.

A: “Sarà meglio sbrigarci, o il sole calerà prima che tu riesca a trovare la casa…”e si mise in marcia. Senza riuscire a trattenersi, Zac sorrise a sua volta e la seguì di corsa.

A pochi chilometri da li, in una casina appena fuori Knothole, Rouge stava cercando freneticamente qualcosa. Guardando in un enorme e massiccio armadio a dodici ante,

lanciava dietro di se senza interruzione tutto quello che le capitava a tiro. La stanza era grande e circolare, con un letto a due piazze nel mezzo e ogni sorta di comodità: sul lato opposto all’armadio c’era un divano tutto rosa dall’aria soffocante, il pavimento era disseminato di pouf a forma di cuore e , guardando attentamente, si potevano scorgere almeno una ventina di cuscini sparsi negli angoli più improbabili.

R: “Vorrei tanto sapere dove l’ho messo!”

Era in pigiama, senza trucco e decisamente infuriata.

R: “Quel medaglione è del colore dei miei occhi, ci ho messo un sacco di tempo a rubarne uno come quello…e ora sembra sparito!”

Si guardò intorno sconsolata e subito dopo si alzò di scatto.

“Beh, prima o poi dovrà saltare fuori… meglio che ora mi vesta. Voglio andare a dare un’occhiata a quella cassaforte blindata a Mercia City, da quello che ho capito dovrebbe essere piena di gioie…”

SBAM, SBAM, SBAM!

Si voltò d’ istinto e tese le orecchie cercando di sentire qualcosa, anche se non sapeva cosa. Era evidente che qualcuno aveva appena buttato giù la porta di casa sua e stava salendo le scale molto in fretta, a giudicare dal fracasso che faceva. Subito Rouge spense la luce e spiccò un salto, nascondendosi sopra il letto. Ben attenta a non fare alcun rumore, rimase in attesa che accadesse qualcosa: sarebbe stato troppo pericoloso affrontare faccia a faccia qualcuno che avrebbe potuto rivelarsi anche molto più forte di lei. Dopo pochi istanti, qualcuno aprì con circospezione la porta: il buio evidentemente doveva dargli fastidio, perché cominciò a tastare le pareti in cerca dell’interruttore. Rouge, che al buio vedeva benissimo, notò con piacere che l’intruso non era né alto né grosso e, non appena fu sicura che non la vedesse, gli piombò alle spalle.

In quel momento lui accese la luce e in men che non si dica si ritrovò immobilizzato con le spalle al muro. Si dimenava nel tentativo di liberarsi ma era inutile: lei gli teneva saldamente

bloccati braccia e gambe. Ci volle un po’ prima che la smettesse ma, alla fine, si tranquillizzò e rimase fermo, affannando per lo sforzo che aveva fatto.

“ E’ così che tratti gli ospiti?” disse, in un coraggioso tentativo di intavolare un discorso nonostante la situazione non fosse delle migliori .

“ Non mi sembra di averti mai invitato.” rispose lei, esterrefatta dalla sua faccia tosta. “E se non ti sbrighi a dirmi cosa cercavi in casa mia ti assicuro che questa stanza sarà l’ultimo posto che vedrai!”Afferrò la sua gola in segno di avvertimento e cominciò pian piano a stringere, fino a che…

“D’ACCORDO! D’ACCORDO!Lo farò, ma prima lasciami! Mi stai soffocando…”. In effetti stava diventando pericolosamente rosso e parlava a stento.

“Sei entrato di soppiatto in casa mia e pretendi che io ti lasci andare?!?!?!Cosa ti dice la testa?”

“Hai detto di voler sapere cosa cercavo qui…”

Avrebbe voluto terrorizzarlo ancora per un po’, ma era troppo curiosa di sapere perché mai quel tipo era lì. Lo lasciò e lui cadde a terra ansante, massaggiandosi il collo arrossato. Approfittando di quel momento, Rouge indietreggiò per guardarlo meglio alla luce: era una volpe. Dietro di lui una lunga coda metà bianca metà nera volteggiava frenetica e,osservandolo più attentamente, si accorse che anche il resto del corpo era così: le orecchie erano una bianca e l’altra nera, così come le braccia e le gambe. Solo il busto era di un uniforme grigio metallico.

“Mi avevano detto che eri pericolosa, ma non pensavo così tanto.”

Lei lo guardò ma non disse nulla: aspettava che arrivasse al punto.

“So che ora non mi crederai, ma sono venuto per parlarti di una cosa importante. Ho un problema che solo tu puoi aiutarmi a risolvere…” guardò Rouge come se temesse che da un momento all’altro lei gli saltasse addosso ma, quando vide che non si mosse, continuò “ Sono mesi che cerco qualcuno in grado di procurarmi quello che mi serve…così un po’ di tempo fa ho chiesto consiglio a un amico e lui mi ha detto che qui a Knothole viveva la persona che fa al caso mio.”

“Come fai a dire che quella persona sono io?” chiese Rouge guardandolo di sottecchi.

“Non ho tirato a indovinare…sei l’unica ladra qui attorno, no?”

Lei gli voltò le spalle e prese a camminare attorno al letto, dicendo: “Quindi il tuo amico ti ha detto che sono una ladra e dove abito…un tipo molto informato”

“Allora sei tu? Sei Rouge la ladra?”

Lei si girò per guardarlo: sul suo volto c’era una speranza talmente palese che la fece arrossire. Per evitare che se ne accorgesse si appoggiò alla finestra e guardò fuori.

“So che ho sbagliato” disse lui a voce molto bassa “ Non dovevo irrompere in casa tua in questo modo. Anche io sarei furioso al tuo posto. Ma sono certo che se solo mi lasciassi spiegare…io…non sono una persona cattiva…”

Rouge guardava dalla finestra le sagome degli alberi senza realmente vederle. Dal tono della voce sembrava dispiaciuto…e che non fosse cattivo l’aveva capito benissimo da sola: avrebbe potuto aggredirla per tutto quel tempo che gli aveva dato le spalle, ma non lo aveva fatto. Si sedette sul divano e finalmente lo guardò in faccia: “Sono Rouge, si…tu invece?” disse, nel tono più amichevole che le riuscì.

Lui le sorrise.

“Andreas”

“Ok Andreas” Rouge battè con la mano sul divano, facendogli segno di sedersi vicino a lei “Raccontami tutto e…scusa per il disordine” Gli fece l’occhiolino e indicò il pavimento coperto di vestiti “Se avessi saputo che avrei avuto ospiti avrei messo un po’ in ordine…o almeno mi sarei vestita!”

“Stai benissimo, credimi” disse lui, e le si sedette accanto.

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Capitolo 3
*** Strade parallele ***


A: Zac guarda!  da qui già si vede …

Silent Lake, infatti , lì vicino già brillava alla luce fievole del tramonto e le ombre scure degli alberi mossi dal vento si riflettevano nell’acqua ,  donando a quel panorama un non so che di magico.   Una casina dal tetto rosso spiccava tra tutti quei colori autunnali. Amy e Zac arrivarono al vialetto che stava di fronte alla casa ma non si avvicinarono.

Z: È lei ! sono sicuro… è il preciso quadretto di cui parlava mia zia Ann.  E poi nei dintorni non ci sono altre case mi sembra . Non vedo l’ora di entrare, una delle stanze da quel che so è praticamente sulla sponda del lago. Amy tu sembri pratica del posto, chi abita qui vicino? Devo assolutamente sapere se qualcuno conosceva mia zia , così potrei essere sicuro che è questa.

A: Nessuno mi spiace… ma secondo me dovremmo andare anche a Great Lake, sai ? Ci sono un sacco di casine lì vicino e magari la casa di tua zia potrebbe essere una di quel… ehi ma che fai???? Torna qui !

Zac si era avvicinato alla casa e con fare furtivo spiava dalle finestre .

Z: Cerco di capire come entrare! Poi la tua idea non mi sembra un granchè… scusa tu non devi tornare per cena dal tuo amico Tails ?  non ce la farai mai se mi accompagni all’altro lago … comunque ho deciso, spacco un vetro e entro dentro. Ora mi serve solo un sasso bello grosso …

Quelle parole fecero  agitare Amy , che con fare  nervoso  gli si avvicinò rapidamente. Ma che tipo esagerato questo ragazzo, pensava .

A: Ma che dici????  Dai andiamocene , tanto per la cena di Tails è tardi… poi guarda , ho proprio la sensazione che questa casa non sia quella giusta sai? E io su queste cose ci prendo sempre! Su su , muoviamoci prima che cali il sole del tutto…

Z : Senti , mi ci vogliono soltanto un paio di minuti ok?  Se è casa della zia ci saranno ancora le sue cose, così tu puoi tornartene a casa subito e io posso cominciare a sistemarmi , tanto il vetro lo riparo semmai domani mattina !

E così dicendo , agguantò un sasso enorme e fece per lanciarlo nel vetro ma Amy con rapidità  gli bloccò il  braccio .  Lui la guardò esterrefatto , mentre lei cercava di togliergli la pietra dalla mano.

Z:  Amy che ti prende ? dai  come faccio a sapere se la casa è questa o no? Non c’è nessuno a cui chiedere!

A: Sicuro , ma tu non pensi che spaccare un vetro darebbe fastidio a chi ci vive dentro?

Z:  E chi ci potrebbe vivere in questo posto sperduto scusa?

A: Io , per esempio … in questa casa ci abito io, ecco !

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Quando Tails arrivò a casa sua , l’ultima cosa che si aspettava di trovare era tutto quel disordine.  Cucina e tazze sporche , gli asciugamani buttati  sul tavolo e il pavimento bagnato di fango e pioggia .  Per di più , mancava quello che invece si aspettava di trovare : lo stufato che Amy doveva preparargli .  Eppure doveva essere stata lì , perché nessuno a parte lei entrava in casa sua se lui non c’era , e dal retro per giunta . Ma che diavolo era successo lì dentro?

Per un momento pensò a qualche situazione spiacevole , ma poi realizzò che se Amy aveva avuto il tempo di cucinarsi qualcosa, non doveva poi avere avuto chissà che problema . Gli balenarono nella mente un altro paio di ipotesi , ma tutto quel disordine lo disturbava . Allora scacciò dalla mente quei pensieri  e si mise a riordinare , ripromettendosi di andare subito dopo a casa di Amy a controllare come stesse .

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Andreas e Rouge erano seduti sul letto della sua stanza .  Vicinissimi , perché  lei adorava mettere gli altri a disagio . Questo le dava sempre un certo vantaggio.  Ma quel tipo aveva i brividi e si vedeva . Sorrideva ma era pallido di ansia . Meglio alleggerire l’atmosfera, pensò lei , altrimenti questa faccenda andrà per le lunghe .

R: Un posticino tranquillo questo , no?

A: Oh si... certo … anche se pensavo che una ladra ricercata in tutta Mobius avrebbe preferito un posto quasi deserto. Se non sbaglio a qualche chilometro da qui c’è un villaggio ...

R:  Anche se lo venissero a sapere , non mi creeranno nessun problema quelli del villaggio. Non ci vengo quasi mai, e poi hanno troppo da fare a coltivare tulipani e a raccogliere funghi per il bosco . Poi la casa è nascosta bene… la tua fonte deve essere uno bene informato sui miei spostamenti. Uno dei miei “colleghi ”  forse?

Lui sorrise , ma si capiva che trovava quella domanda fastidiosa . Non sarebbe stato intelligente  ammettere di avere conoscenze tra i criminali . Ma il fatto stesso che lui era lì con lei era la prova di questi contatti . E quella donna , per quanto all’apparenza sembrasse più vanesia che pericolosa , era pur sempre una ladra pericolosa , che non avrebbe gradito una bugia . L’ultima cosa che voleva era farla arrabbiare .

A: Si , ma se non ti dispiace tralascerei il suo nome.

Però! Pensò  lei . Questo tipo sa il fatto suo. Avrebbe potuto risponderle con una prevedibilissima bugia , ma non lo aveva fatto . Un’ ottima mossa…  ma inutile. La curiosità di sapere cosa volesse da lei  glie l’avrebbe fatta ignorare del tutto  .

R: Stasera sono di buon umore. Poi a ben pensarci non è che mi interessi molto… finchè il mio indirizzo non arriva alla polizia.

A: Non accadrà .

R: Lo spero , perché in quel caso il primo che andrei a cercare saresti tu , e mi dispiacerebbe . Adesso usciamocene un po’ fuori .

Il sole era quasi tramontato , e lei finalmente poteva starsene all’aperto senza problemi . Non aveva chiesto se per lui era un problema,  perchè la cosa  non le interessava e perché se lui voleva qualcosa , doveva capire presto che era lei a dettare le condizioni . Sempre.

Tirava una leggera brezza . Era un classico tramonto autunnale , di quelli che piaceva tanto alla gente romantica. E romantica sarebbe davvero stato quel momento, pensò Rouge , se con lei ci fosse stato lui. Ma non era così, e si concentrò su Andreas per allontanare quella sensazione di malinconia che l’aveva presa di repente.

R: Allora , Andreas … cosa vuoi da me di preciso?

A: Devi rubare una cosa per me .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Una situazione complicata ***


<< Come scusa???? >>

Zac guardava Amy esterrefatto e divertito allo stesso tempo , mentre lei quasi gli stava stritolando un braccio. Non credeva alle proprie orecchie … ma accidenti , perché tutto quel mistero ? Forse Amy non voleva che lui scoprisse dove abitava?

Z : Amy se magari mi lasci il braccio , possiamo parlare come due persone normali in  una posizione normale eh???

A: Ok ok . Hai ragione scusa . Ma tu ricorda che stavi per spaccarmi un vetro!

Z: Se tu me lo dicevi prima che questa era casa tua , io non avrei tentato di irrompere dentro come un ladruncolo!  Scusa ma perché mi hai fatto perdere tutto questo tempo quando sapevi benissimo che questa non poteva essere casa di mia zia? Se pensi che sia uno di quei tipi invadenti , che sarei venuto a tormentarti tutti i giorni a casa tua ti sbagli !

A: No no … macchè figurati . Mica per questo ! Poi a me piace avere intorno gente …

Z: E allora che ti è preso ?

A: Senti … è una storia lunga. Entriamo a cenare e intanto ti racconto, che ne dici?

Z: Data la fame che ho… dico che ti perdono per avermi quasi staccato il braccio , basta che mi cucini alla svelta qualcosa! Magari anche un dolcino eh?

                                                  ___________________________________________

<< Tails ! Tails ci sei ? >>

Sonic  era entrato nell’officina di Tails . Erano secoli che non vedeva il suo amico , e a quanto pareva il destino aveva voluto che nemmeno quella sera si incrociassero . Cosa strana , pensò Sonic , perché sapeva con certezza che Tails stava lavorando a qualcosa  e si era aspettato di trovarlo lì  a darsi da fare .  Poco male , sarebbe ritornato l’ indomani mattina . Andò in cucina a prendere una Cola  , quando attaccato al frigo trovò un biglietto di Tails :

Amy , se sei tornata a cercarmi sto andando a casa tua … raggiungimi , e in fretta perché sto morendo di fame! ”

Giusto , Amy glie lo aveva anche detto . Lei  e Tails dovevano cenare insieme quella sera . E se si sbrigava, sarebbe  riuscito a rimediare anche lui qualcosa .  Con un lampo blu , sparì all’istante .

                                                 _________________________________________________

<< Credo che immaginerai perché non sia sorpresa! >>

Rouge  sorrise ad Andreas , nascondendo alla perfezione una certa delusione . Che cosa inaspettata , chiedere a una ladra di rubare qualcosa!  Ma riflettendoci su , dipendeva anche dal cosa avrebbe dovuto rubare per lui .

A : Si ma se mi dai un attimo , sono sicuro che troverai  interessante la faccenda che sto per raccontarti.

R : Hai tutta la notte e io sono di buon umore .

A: Allora seguimi .

La precedette lungo la strada che portava alla foresta Soltar .Dopo circa un’ora videro Angel Island, che fluttuava sospesa proprio lì sopra. Si rifletteva nelle acque profonde e scure del laghetto. Tutto era immerso nel silenzio assoluto e non c’era anima viva a parte loro due . Lui puntò l’indice verso il cielo .

A: Lo sai cosa c’era un tempo vicino all’altare che si erge a protezione del Master Emerald ?

R: No . Ma immagino che tu stia per dirmelo !

A: Beh c’era un tempio . Un favoloso, immenso e ricchissimo tempio . Ma un bel giorno , il suo guardiano decise di fare il colpo grosso . Ora io non sono un tipo che ci crede a queste faccende di divinità onniscienti e vendicative , ma prima che lui finisse di pensarci tutto il tempio sprofondò nella terra , e sparì . 

R: Credo di averti già capito… Se questo tempio c’è mai stato davvero , lo troverò stanne certo . Ma io cosa ci guadagno?

A: Tutto quello che troverai lì dentro ...e ti sarò debitore di un favore. Nella vita non si può mai sapere, non credi?

R: In pratica non hai nulla da offrirmi in cambio  ... Ora perché non mi dici finalmente cosa vuoi che rubi per te?

A:  L’altra metà di questo.

Tirò fuori dalla tasca quello che le sembrò un medaglione . Era completamente coperto di antiche rune che non riuscì a leggere da quella distanza , ma era sicura che fossero le stesse incise sulle mura delle Mystic Ruins .

A: Te l’ho detto . Non posso offrirti nulla ma ti assicuro che li dentro troverai delle ricchezze immense e potrai farci quello che vuoi. Voglio l’altra parte di questo . Quella che ho io da sola non vale niente.

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Tails arrivò a casa di Amy giusto in tempo per sentire un profumino niente male che proveniva dalla cucina . Poi la riconobbe. Era la zuppa di funghi…o meglio , la sua zuppa di funghi! Quella che Amy avrebbe dovuto preparargli per cena . Ma la cosa importante era che lei fosse a casa sua. Si avvicinò alla porta e la sentì parlare con qualcuno …

Z: Andiamooo… quanto tempo ci vuole? Dall’odore si direbbe che è pronto!

Era la voce di un ragazzo??? Chiedendosi chi diamine fosse , Tails bussò. Sentì Amy che gli andava ad aprire.

A: Tails! Che ci fai in giro a quest’ora?

T: Cosa? Ma tu ti ricordi che stasera dovevi prepararmi la cena?

A: Si certo che me lo ricordo, ma tu non c’eri quando sono venuta da te! Dove ti eri cacciato durante quella tempesta?

T: Te lo spiego dopo … comunque chi c’è in casa con te?

Entrò , e vide un riccio maneggiare piatti e posate vicino la cucina. Qualcosa gli diceva che era quel tizio la causa di tutto il subbuglio che aveva trovato in casa sua . Quando si accorse della sua presenza, Zac si voltò e gli andò in contro sorridendo .

Z: Ciao! Tu devi essere Tails!

Esterrefatto , Tails rivolse uno sguardo interrogativo a Amy . Quel tizio conosceva il suo nome! Lei guardò prima lui e poi Zac . Ma decise di ignorare del tutto quello sguardo indagatore, e si mise ad apparecchiare .

A: Perfetto , direi che ora ci siamo tutti. Ceniamo!

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Notte insonne ***


Sonic sfrecciava verso casa di Amy , quando nei pressi di Angel Island sentì la voce calda e familiare di Rouge. Insieme alla sua c’era quella di un maschio che al contrario non conosceva….parlavano concitati tra loro.  Si fermò senza nemmeno accorgersene, e tese le orecchie in ascolto.

R: Allora siamo d’accordo. Mi hai detto tutto?

A: Direi di si. Quanto tempo credi ti ci vorrà per recuperarlo?

R: Non è che tu mi abbia dato molte informazioni...  ho altri progetti al momento, che non posso trascurare… quindi non saprei.

A: Se mi facessi vivo tra una settimana ?

R: Non vuoi che ti venga a cercare, eh?

A: No no ti sbagli! Io ecco ….. hai detto che …

R: Ovviamente non vuoi che si scopra che hai a che fare con me!  Comunque fra una settimana mi va bene. Ma non ti assicuro che mi troverai qui, caro.

Stava architettando qualcosa, tanto per cambiare. Ma Sonic si chiese da quando in qua Rouge lavorasse anche su commissione. Doveva essere qualcosa di interessante davvero, se aveva catturato la sua attenzione. Un enorme gioiello? Un tesoro? Ma in quel momento aveva altro per la testa.  Lo avrebbe detto l’indomani a Knuckles per metterlo in guardia, ma ora doveva andare da Tails. Cercando di non lasciarsi sopraffare dai pensieri, corse via.

                                                   _____________________________________________

Nonostante fosse notte inoltrata, Amy stava servendo il thè. Dopo cena , era un’abitudine a cui non avrebbe mai rinunciato . E con tutta la pioggia che aveva preso la mattina ci stava benissimo .

T : Io col latte , grazie .

A: Si si lo so … Zac tu?

Z: Niente thè grazie.

A: Prendilo e basta!

E Zac non poté fare a meno di berlo . Amy poteva diventare violenta in un secondo,  lo aveva capito benissimo da come torreggiava su Tails . Decise di non fare storie. Ma quella situazione più andava avanti e più diventava inverosimile per lui . Insomma , quelli che aveva davanti erano due autentici eroi! Questo pensiero dovette trasparirgli sul volto .

T : Tutto bene? Mi sembri a disagio ….non ti devi preoccupare , oggi non è una di quelle giornate in cui Amy prende a martellate la gente.

Tails gli sorrideva cordiale . La cena era trascorsa tranquilla , avevano chiarito il mistero del disordine in casa sua e lui lo aveva gentilmente invitato a portargli la sua moto rotta il giorno dopo . Glie l’avrebbe aggiustata in un baleno .

Z : Se lo dici tu! Ma non pensavo a quello...  Riflettevo sul fatto che anche gli eroi ogni tanto si riposano , ecco! Insomma , ve ne state tranquilli in una casetta a cenare e chiacchierare, chi l’avrebbe detto.

A: Ma parli di noi due quando dici eroi? Vabbè, non possiamo mica andarcene sempre in giro a sconfiggere il male, a difendere i deboli e così via!

T : Zac, quello che Amy sta cercando di dire , credo, è che fortunatamente in questo periodo non c’è stato granché bisogno del nostro aiuto . In effetti , tutta questa tranquillità è quasi allarmante . Non ci siamo abituati!

Z: Un po’ come la calma prima della tempesta , insomma.

T: Esatto . E dopo stamattina sono ancora più sicuro che questa calma non durerà molto ...

A: Che vuoi dire? Senti Tails , perché non mi spieghi dov’eri finito ? Vorrei capirci qualcosa .

T: Ne possiamo parlare domani mattina Amy, non ti preoccupare.

Allarmarla in quel momento sarebbe stato inutile, pensò Tails. E forse non c’era granchè di cui allarmarsi nemmeno. Quella mattina Knuckles gli aveva solo detto che da alcuni giorni lo Smeraldo Gigante aveva cominciato a illuminarsi all’improvviso quando meno se lo aspettava, come se in qualche modo stesse recuperando tutta la sua energia.  Ma rimaneva in mille pezzi. E Tails aveva collegato l’attività sospetta dello Smeraldo a quei dati sballati, a quella carica magnetica che appunto da alcuni giorni registrava e che faceva impazzire i suoi radar. Ma poteva benissimo trattarsi di una coincidenza.

Fortunatamente per lui, Amy non ebbe il tempo di rispondergli perché senza nemmeno bussare Sonic entrò in casa.

S: Buona sera a tutti, ragazzi! Zac sei ancora dei nostri  vedo!

A: Sonic!!! Che bellezza, sei venuto a trovarmi!

S: In realtà ho trovato il biglietto a casa di Tails,  stavo cercando lui.

A: Bhè non è una cosa carina da dirsi.

S: Tails usciamo un attimo? Ti devo parlare!

Z: Dai amico, dovresti cenare prima. Qui noi siamo ancora mezzi morti dopo la cenetta perfetta che ci ha preparato Amy … uno stufato pazzesco. Anche se non sa scegliere gli ingredienti, si  è rivelata un’ottima cuoca.

S: Lo so amico.  Amy cucina spesso per me.

T: Sonic, Zac ha ragione sai? Possiamo benissimo parlare domani mattina. Ora vorrei solo riposarmi, ho avuto una giornataccia. O devi ripartire subito?

A: Ma nemmeno per sogno!!!!  Sonic si ferma per almeno una settimana,  vero?!?!?!? Non è arrivato nemmeno da un giorno! Giusto?! Giusto Sonic?!?!

S: Si si Amy, infatti. Tranquillizzati! Non ho intenzione di ripartire per il momento… e nemmeno tu, Zac, a quanto ho capito!

Z: Esatto. Anzi in realtà ho anche trovato un posticino in cui stabilirmi.

S: Che bellissima notizia! In che città ?

Z: No no in realtà mi stabilisco qui.

S: Al villaggio! Fai bene, la gente è sempre gentile e fantastica . Ti troverai benissimo.

Z: In realtà intendo proprio qui qui. A casa di Amy.

Sonic e Tails si guardarono esterrefatti. Erano senza parole entrambi, e guardarono Amy aspettando una spiegazione.

A: Bhè in effetti…. Ecco, questa casa a quanto pare era di sua zia. Quando sono arrivata io, al villaggio mi hanno detto che era disabitata da moltissimo tempo e credevano che nessuno ormai sarebbe tornato a viverci. Allora mi ci sono stabilita senza pensarci troppo.

T: Ho capito… ma come pensate di risolvere la faccenda? Chi di voi due rimane qui?

Z: Per il momento rimaniamo entrambi.

S: L’avevamo capito…. Ma “per il momento” potrebbe diventare un tempo lunghissimo. Puoi sempre andartene in città…

Z: Non sopporto più il caos della metropoli! Poi l’aria di campagna ha quel non so che di speciale.

S: Bhè la situazione in campagna è questa. Qui le case o te le costruisci o niente.

Z: A dire la verità non saprei nemmeno da dove si comincia a costruire una casa. Potrei stare qui da Amy almeno fino a quando…

S: Oh, ma sono sicurissimo che Tails ti darà una mano! potreste cominciare anche domani, credo… E per facilitare la cosa, lo potresti ospitare da te, Tails, no? Così non sarebbe costretto a fare tutta la strada di qui al villaggio ogni giorno!  Non ti pare ?

T: Ma certo!!! Puoi stare da me tutto il tempo che vuoi  Zac. Poi siamo quasi colleghi, la convivenza potrebbe essere interessante, no? Magari mi puoi dare una mano con il radar che sto costruendo.

Z: Certo certo. Allora è deciso, domani mattina appena mi hai aggiustato la moto vado in città a prendere le mie cose e tra un paio di giorni mi trasferisco da te Tails. Amy senti, dato che ormai è quasi l’alba che ne dici di uscire e aspettare che il sole sorga?

A: Io vorrei proprio andare a dormire, in realtà.

Sprecare un alba romanticissima con Zac? Ma stiamo scherzando? Pensò Amy tra sé. E poi Sonic era proprio lì a portata di mano. Se solo fosse riuscita a liberarsi di Zac e Tails anche solo per un’oretta!

Z: Eddai! Poi dopo tutto quello che è successo ieri pensi che riusciresti a dormire? A me non sembri stanca. Accompagnami, da solo non ci voglio andare.

E la trascinò fuori casa. Sonic e Tails rimasero soli e perplessi.

T: Allora, cosa te ne pare della situazione?

S: Non mi piace per niente. Questo tipo è invadente. Ma alla prima apparizione di Eggman, sono sicuro che se la darà a gambe.

T: Ehm… io in realtà parlavo della situazione in generale, non di questa situazione.  Eggman non si fa vivo da un sacco di tempo… questi temporali non sono normali…. l’aria carica di elettricità fa impazzire la mia strumentazione …  tutto questo non promette nulla di buono, ti pare?

S: Non avevi detto che volevi parlarne domani mattina?

T: Sonic, adesso è domani mattina. E poi non volevo discutere davanti a Amy. 

S: Ho capito. E per il futuro, sarebbe meglio non parlare anche davanti a Zac. Ancora non mi fido di lui.

T: Si , va bene. Comunque, più tardi andiamo su Angel Island.

S: E perché?

T: Devi assolutamente parlare con Knuckles. Se il mio sesto senso me la racconta giusta, sta per accadere qualcosa….qualcosa di grosso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Dove i problemi vengono a galla. ***


Non molte ore dopo , il  mattino seguente arrivò e  Tails riparò come previsto la moto di Zac in un baleno.  Fuori casa sua, l’aria estiva unita al prato già ricoperto di foglie regalava un’atmosfera tranquilla ma strana, in cui lavorare era stato piacevolissimo. Zac scrutava sorpreso il cielo e gli alberi  già da un po’ ormai.

Z:  Tails, qui da voi il tempo fa sempre come gli pare?

T: No non direi… questo autunno così precoce ci ha sorpresi tutti.

Tails alzò a sua volta la testa e si guardò  intorno preoccupato . Tutto stava piano piano morendo attorno a loro. La caduta delle foglie e le piogge erano arrivate  prepotenti, come se la natura non avesse l’energia per affrontare la naturale e auspicabile estate… ma tutto questo neppure gli sembrava davvero autunno.

Z: Bhè allora che ne dici?  È pronta?  posso partire, direi, no?  

Zac interruppe il corso dei suoi pensieri , ma forse fu meglio così. La sua moto era pronta.

T: Si si , certo, è pronta. Tra quanto pensi di tornare?

Z: Un paio di giorni o giù di li…

T: Perfetto così ti faccio trovare una stanza libera… per svuotare gli armadi mi ci vorrà del tempo, ma cercherò di fare spazio alle tue cose e ai tuoi attrezzi. Anche se volendo puoi appoggiarti al mio laboratorio, ci trovi di tutto, te l’ho detto!

Z: Si ho visto… quando dici di tutto non scherzi! Comunque non so ancora come ringraziarti…

Zac si guardò intorno con aria sconsolata. Quel posto aveva qualcosa di magico e malinconico. Sapeva che quei due giorni non sarebbero passati mai abbastanza in fretta. Si avvicinò a Tails e tese la mano.

Z: Allora ci vediamo Tails… credo che  passerò a salutare Amy prima di partire per Metal City.

Tails gli strinse la mano. Zac gli sorrise , indossò il casco e mise in moto. Il motore fragoroso rimbombò prepotente nell’aria. Tails gli si avvicinò con fare soddisfatto e appoggiò una mano sulla moto. << Allora che te ne pare, eh ? >>  gli chiese.

Z: Fantastica, come se fosse nuova! Ti devo un enorme favore… ma forse te l’ho già detto.

Salutò Tails con un ultimo gesto della mano e andò. In moto e col sole la strada per la casa di Amy gli parve brevissima . Arrivò al lago in un attimo e entrò  dritto di filato senza prendersi la briga di bussare. Oramai si sentiva di casa… e in fondo quella era davvero casa sua!

Z: Amyyyyyyy!  Io sto partendo!  Vuoi che ti porti qualcosa dalla città quando torno?

Cercò in cucina, ma era vuota.  Provò a richiamarla, ma non rispose nessuno. Poi  andò nella stanza accanto e la trovò li, sdraiata sul divano evidentemente crollata dal sonno la notte precedente. Le si avvicinò pentendosi di aver urlato come un matto, ma fortunatamente nulla sembrava poterla disturbare. Infondo era mattina presto, poteva benissimo lasciarla dormire… Prese carta e penna dal tavolino lì vicino e scrisse:

“ Carissima Amy, volevo salutarti e dirti che ci rivedremo  tra un paio di giorni ma tu stai dormendo alla grande. Mi aspetto un’altra bella cenetta insieme quando torno ok? A presto, tuo Zac.

PS: Sei adorabile quando russi. ”

Sorridendo compiaciuto all’idea che quando si sarebbe infuriata leggendo lui non sarebbe stato a portata di martello, appoggiò il foglio sul tavolo e uscì, stando ben attento a non fare altro rumore.

                                                           ___________________________________

Sonic sfrecciava a tutta velocità verso casa di Tails. Per quanto lui gli avesse detto di non preoccuparsi, aveva dormito inquieto quelle poche ore dopo l’alba che aveva avuto a disposizione. Scacciare certi pensieri delle volte era difficile anche per un tipo leggero come lui. In alcuni momenti si ritrovava con sua stessa sorpresa a combattere tra il desiderio di avventura e quello di tranquillità. E sarebbe stato difficile affrontare quei momenti da solo. Avvistò finalmente la casa di Tails, e lui era proprio lì fuori ad armeggiare con qualcosa, tanto per cambiare.

S: Hey Tails!

T: Hey Sonic! Come va? Non mi aspettavo di vederti arrivare così presto!

S: Voglio chiarire questa faccenda appena possibile in realtà! Comunque tu puoi anche prima finire qui se preferisci …

Indicò con un cenno della testa  tutta la strumentazione sparsa lì attorno.

T: No no, non sto lavorando a nulla… in realtà ho appena finito. Questa è solo la roba che mi serviva per riparare la moto di Zac. È partito poco fa.

S: Beh fantastico allora!

Lo strano tono con cui lo disse non sfuggì a Tails.

<< Sai, proprio non capisco cosa ti dia tanto fastidio di lui… >> disse a Sonic , scrutandolo per vedere come reagiva << Dico davvero, a me sembra un tipo ok! >>

S: No, intendevo dire fantastico,  possiamo andare su Angel Island senza aspettare oltre, no?

T: Ah … si certo.  Ma credo che dovremmo prima avvisare Amy. Ieri ha detto che voleva venire con noi.

S: D’accordo… io ti aspetto qui.

T: Ma guarda che devi andarci tu!

S: Come? E perché scusa?

T: Perché il sottoscritto  non può fuggire alla velocità della luce se lei tenta di prenderlo a martellate, ed è quello che accadrà se ci vado io e non tu.

Senza nemmeno dargli occasione di rispondere, si rimise a sistemare i suoi strumenti. Capendo di non avere altra scelta, Sonic schizzò verso est diretto a casa di Amy.  Giunto sul vialetto, la chiamò aspettandosi di vederla  uscire correndo per saltargli addosso come suo solito, però non successe niente… allora andò cauto ad una finestra, ma non vide ombra di movimento all’interno della cucina . Entrò in casa e annusò il familiare odore di viole nell’aria.  Si guardò intorno e alla fine la vide lì nel salotto, che dormiva sul divano ancora vestita con la faccia  sprofondata nel cuscino.  Sorrise tra sé e si guardò intorno cercando qualcosa con cui coprirla. Fu allora che il suo sguardo cadde su un foglietto appoggiato sul tavolino lì vicino, con su scritto “ Per  Amy ” . Lo prese e lo lesse con sempre più attenzione, dopodiché lo appallottolò e lo gettò fuori della finestra con uno scatto della mano. Si abbassò e fece per prenderla in braccio, ma sentendo il suo respiro ovattato e lento si rialzò. Stava dormendo profondamente, svegliarla per portarla sul letto sarebbe stato un vero peccato, anche perché preferiva che stesse fuori da qualsiasi cosa avrebbe saputo quella mattina. Così andò a prendere una coperta e glie la appoggiò addosso… era meglio che niente, si disse. Uscì e tornò da Tails.

                                                ___________________________________

Sull’ altare del Master Emerald,  Knuckles se ne stava  in piedi  e a braccia incrociate preoccupato. Col capo chino e gli occhi chiusi, a chiunque sarebbe venuto spontaneo pensare che stesse dormendo, ma in realtà un torrente di dubbi gli attraversava la testa. Il suo compito era proteggere il Master Emerald, e lui aveva appreso come farlo… sapeva come controllarne l’immensa potenza ma … come aggiustarlo? Mai gli aveva sfiorato la mente l’ipotesi che un giorno lo smeraldo gigante sarebbe potuto andare in mille pezzi. E a nessuno prima di lui nemmeno, perché questa eventualità non gli era mai stata presentata in alcun modo da suo padre né da altri. Erano passati quasi due anni dalle lotte contro i Metarex, e lui fino a quel momento aveva vigilato e atteso con fiducia che in qualche modo lo smeraldo si sarebbe ripristinato. Ma nulla era accaduto , e il tempo era trascorso invano portandosi via la sua speranza che le cose potessero sistemarsi da sole. Solo nelle ultime settimane, i frammenti del  master Emerald avevano incominciato a illuminarsi all’ improvviso  quando meno se lo aspettava, e insieme a questo strano evento erano arrivate le tempeste e l’autunno. Ma non solo… lo poteva sentire  nel vento, l’aria si faceva sempre più carica di energia e di elettricità ogni notte che passava. Sia che le due cose fossero collegate o no, decise che  toccava a lui trovare un modo per riparare lo smeraldo e togliersi quel dubbio.  Ma per quanto si appellasse ai suoi più lontani ricordi, non gli era venuto in mente nulla di utile allo scopo. Improvvisamente, udì in lontananza il Tornado . Alzò la testa e ignorando il dolore dovuto al collo indolenzito aguzzò lo sguardo verso l’alto, e vide Sonic e Tails apprestarsi ad atterrare su una radura non molto lontana da li. Il suo umore migliorò repentinamente. Forse in tre sarebbero riusciti a trovare una soluzione.

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** La mano della fortuna ***


<< Mmmmmmm… dunque…. vediamo…. >>

La mente di Sonic era del tutto vuota in quel momento.  Ben poco ne sapeva della razza degli Echidna, e altrettanto poco ne sapeva della loro storia, a parte quella piccola parte che aveva vissuto insieme a Knuckles.  Comunque nulla di buono gli sarebbe potuto venire in mente, se l’argomento era riparare il Master Emerald.  Lui , Tails e Knuckles  stavano ragionandoci su da ore, ormai. Su Angel Island pian piano la luce calava sempre più: il tramonto era ormai prossimo.

S: Quindi  voi davvero credete  che questo strano tempo sia collegato al fatto che lo smeraldo è rotto da troppo tempo?

T: Te l’ho detto… sembra un’ipotesi  fattibile. Se si ripristinasse potremmo toglierci  questo dubbio.

S: Knuckles infondo questo enorme coso è tuo… se magari ci pensi e poi ci fai sapere?

K: NO! Questa faccenda non riguarda solo me…  ma l’intero pianeta.  Quindi ti darai da fare anche tu, in un modo o nell’altro. Continua a spremerti le meningi!

S: Umpf comunque ascolta,  ieri notte ho visto Rouge.  Proprio al lago qui sotto. Stava confabulando qualcosa con uno strano tipo e da quel che ho capito sta per mettere a segno qualche colpo.

K: Davvero non capisco perché mi dovrebbe interessare.

S: Perché aveva in mano un medaglione enorme come quelli che indossano i vostri capi più anziani… ne ho visto uno addosso a tuo padre anni fa , mi pare.

K: Ma ne sei sicuro?

S: Si … abbastanza direi. C’erano sopra le vostre  rune … le vedo incise sull’altare del Master Emerald tutte le  volte che vengo qui, e quelle erano uguali. Ovviamente non so leggerle quindi non ho idea di cosa ci fosse scritto, quindi non chiedermelo.

K: Fantastico…  sei di grande aiuto! Chi c’era con lei ?

S: Mi spiace amico ma non l’ho visto bene in faccia… era notte fonda e non potevo avvicinarmi di più o mi avrebbero visto.  Tu hai qualche idea?

K: Non lo so… accidenti adesso  ci mancava solo quella ladra !     

T: Knuckles ascolta… io sinceramente non ho nessuna idea riguardo lo smeraldo… ma penso che magari nel mio laboratorio potrebbe venirmi  in mente qualcosa .  Ti teniamo aggiornato, ok?

                                                  _____________________________________

 

Svegliarsi il tardo pomeriggio non era precisamente l’ideale. Amy  si staccò dal divano quasi al tramonto con la faccia gonfia e gli occhi lucidi. Stiracchiandosi, si guardò intorno e si rese conto che c’era ancora tutto il disordine della sera precedente. Sconfortata a quella vista, decise di ignorarlo del tutto e andarsene a fare due passi, approfittando dell’assenza di Zac per godersi un’oretta almeno di pace e silenzio.  Non era assolutamente abituata ad avere sempre gente intorno, e la solitudine in un certo senso  le si addiceva di più della vita sregolata  che Zac era abituato a fare in città, ma lei a quei ritmi non resisteva.  Adorava Knothole anche per questo. La Grande Foresta offriva sempre qualche posto in cui rifugiarsi per stare soli con se stessi. Proprio passeggiando in una delle sue infinite radure avvistò con sua enorme sorpresa Sonic steso a occhi chiusi sull’erba.  Il suo primo istinto fu quello di saltargli addosso, ma si trattenne. In quei due giorni lui l’aveva a stento degnata di un paio di parole… e in quel momento non aveva tutta quella voglia di vederlo fuggire da lei alla velocità della luce per l’ennesima volta.  Così decise:  fece  dietrofront  il più silenziosamente possibile e si incamminò , ma Sonic sfortunatamente  udì i suoi passi.

S: Heyyyyy Amy!

A: Oh ! Ciao Sonic… !

S: Che stai facendo? Adesso quando mi vedi te la dai a gambe?

A: Chi io? No no quello sei tu! Io non ti avevo nemmeno visto da qui, l’erba è così alta…!

S: Ma davvero?? Io ho avuto l’impressione che tu prima ti sia avvicinata pensa un po’.

A: Ti sbagli. Comunque ti lascio solo con i tuoi pensieri, ci vediamo!

Sbalordito, assolutamente senza parole, Sonic rimase fermo a guardare Amy mentre lei scompariva nel fitto della foresta.    << Donne!  >> pensò tra se e se.

                                           _______________________________________________

 

Rimasto solo, Knuckles  non fece altro che camminare avanti e indietro per ore e ore  con gli occhi fissi al suolo e le braccia incrociate. Avrebbe affrontato una cosa per volta…

<< Ho anche altri problemi ma non le permetterò di depredare i nostri tesori, su questo può  giurarci.>>  Sapeva che Rouge poteva diventare  pericolosa  quando voleva … ma anche fantastica.  Maledizione, se solo si fosse decisa a lasciare lui e lo smeraldo in pace! Ora tutta quella faccenda  del medaglione … ma non avrebbe potuto trovare o rubare un bel nulla , si disse, perché lei non aveva la benché minima  idea di dove fosse situato il vecchio tempio in rovina. Lui si, perché glie lo aveva raccontato moli anni prima suo padre, ma lei non avrebbe potuto risalire in alcun modo alla sua posizione.  Quindi Rouge si era davvero lanciata alla cieca in un colpo? Insomma , non era da lei. Per niente. Ma forse, riflettendo,  lei aveva già pensato di tentare di estorcergli qualche informazione a riguardo. Quindi sarebbe dovuta andare a parlargli…

Knuckles sospirò. Impossibile. Rouge non sarebbe mai andata a parlargli , almeno non dopo tutto quello che era successo un mese prima.  Decisamente non sarebbe tornata su Angel Island  nemmeno per tutto l’oro del mondo. E forse lei voleva rubare le ricchezze che erano state dei suoi antenati  proprio per vendicarsi, perché sapeva benissimo quanto lo avrebbe fatto infuriare. O forse lo avrebbe fatto  perché infondo non era altro che una ladra , e lui doveva smetterla di sentirsi in colpa per quello che si erano detti.  Doveva smetterla di pensarci, e presto.

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Never Lake ***


Era una notte senza stelle e Never Lake brillava alla sola luce della luna.  Amy non riusciva a distogliere lo sguardo dalla superfice luccicante delle sue acque.  Ci era arrivata per caso, camminando a lungo persa nei suoi pensieri.  Si era pentita di aver voltato le spalle a Sonic due secondi dopo averlo fatto. Poteva essere l’occasione per stare sola con lui, che cretina !

« Ragazzina, non dovresti essere a letto a quest’ora?  »

Amy si voltò per capire da dove provenisse quella voce, ma l’aveva già riconosciuta.  Le ci volle un po’ , ma alla fine nel buio vide chiaramente Rouge, appoggiata ad un enorme salice che le sorrideva con quella sua faccia irritante.

A: Che vuoi?

R: Calma calma! Che modi sono questi? Non si saluta nemmeno adesso?

A: Tu smettila di chiamarmi ragazzina.

R: Perché cosa saresti? Comunque non mi hai risposta… non dovresti essere a letto?

A: Io faccio quello che mi pare. Cosa c’è, la mia presenza ti disturba?

R: Ma figurati.

Si avvicinò alla riva del lago. Quando fu finalmente sotto la luce della luna Amy notò che Rouge era in tuta .

A: Ti alleni a quest’ora?

R: No, avevo soltanto voglia di farmi una nuotata! Ti unisci a me?

A: No grazie … l’acqua è gelida. Ma cosa cerchi qui ?

R: L’acqua fredda fa bene alla pelle sai? Poi te l’ho appena detto, ho solo voglia di farmi una nuotata.

A: E ti aspetti che io ci creda?

R: Mi aspetto solo che tu ti tolga di torno.

A: Non avevi detto che la mia presenza non ti crea problemi?

R: Si, ma le tue chiacchiere mi stanno irritando parecchio! Quindi o taci, o sarò costretta a darti una lezioncina.

E dallo sguardo che le lanciò si capiva che non scherzava, ma ci voleva ben altro per spaventarla. Rouge era ormai immersa fino ai fianchi e l’acqua ghiacciata sembrava non procurarle alcun fastidio. Si tuffò.

« Guarda che tanto da qui NON ME NE VADO!  »

Amy le gridò dietro ma Rouge non sentì nulla perché era già sott’acqua.  Quella ladra andava tenuta sotto controllo, perché Amy era sicura che stesse tramando qualcosa. Decise che sarebbe rimasta lì fino a quando non fosse riemersa, senza sapere che avrebbe aspettato  a lungo prima di rivederla ancora.

                                          _____________________________________________

 

Sonic sentì distintamente l’urlo di Amy provenire dal folto della foresta. Perché urlava? E soprattutto perché diamine era ancora in giro a quell’ora di notte? Si diresse verso la voce, ma la sentiva  ancora lontanissima da lui. Allora con un balzo salì sulla cima di un albero e finalmente la vide, sulla riva di Great Lake. Corse lì e le scivolò alle spalle, senza che lei nemmeno se ne rendesse conto.  Le toccò un braccio e lei si voltò di scatto ma non abbastanza veloce da vederlo perché lui si era già dileguato.

A: Chi c’è????

Era spaventata. Benissimo, pensò Sonic . Un po’ di paura le avrebbe fatto davvero bene.  Le si avvicinò ancora una volta alla schiena e le sussurrò all’orecchio << Buh! >>

Un brivido immenso le percorse la schiena e Amy terrorizzata si girò e lo vide.

A: Sonic! Sei tu! Mi hai fatto prendere un colpo ! Co-come mai  ancora da queste parti?

S: Ma non volevi che rimanessi  almeno una settimana?

A: Si … si certo!

S: Sicura? Perché ultimamente davvero non si direbbe! Comunque cosa ci fai in giro a quest’ora ?

A: Nulla, facevo due passi qui … poi è sbucata Rouge, ha detto che voleva solo farsi una nuotata ma io non le ho creduto, e sono rimasta qui a controllare perché di quella non mi fido.

S: Rouge eh… ma adesso dov’è?  non la vedo.

A: Si è immersa cinque minuti fa più o meno. Stavo aspettando che riemergesse ...!

S: E cosa vorresti fare quando riemerge, sentiamo.

A: Bhè… a dire il vero nulla… te l’ho detto voglio solo tenerla d’occhio!

S: Ci penserò io a questo. Tu tornatene a casa, ok?

A: Perché scusa? Anzi posso rimanere a farti compagnia!

S: Cosa? No Amy tu è meglio se …

A: Allora mi accompagni! Tanto non credo che Rouge uscirà presto e tu non puoi mica tuffarti quindi…

Lo trascinò per il braccio con successo per un bel po’ di metri, e quando ormai lontani dal lago Sonic smise di opporre resistenza Amy allentò la presa.  Stava traboccando di gioia, finalmente era rimasta sola con lui! Da quanto tempo ci sperava?

S: Adesso puoi anche lasciarmi la mano no?

A: No!

S: Oh andiamo ti accompagno ti accompagno ma molla la presa!

A: Spariresti in due secondi quindi scordatelo.  Anzi…

Amy gli si avvicinò ancora di più e si strinse forte al suo braccio. Non poteva fare a meno di sorridere, una passeggiata al chiaro di luna con Sonic era un evento più unico che raro, e lei non se lo sarebbe lasciato sfuggire .

S: Ma almeno lo sai dove stiamo andando?

In effetti … no. Amy non aveva la più pallida idea di quale fosse la direzione per casa sua. Si fermò all’istante e si guardò attorno. Il buio rendeva ogni albero ancora più uguale all’altro, e non riusciva a riconoscere alcun sentiero da seguire. Ma come diavolo ci era arrivata lì????

S: Beh?

A: Ehm… è che non mi ricordo quale strada ho fatto per arrivare!

S: Perfetto, quindi adesso tu mi lasci e io salgo su un albero per avvistare Knothole ok?

A: Ma nemmeno per sogno! Tu come hai fatto ad arrivare al lago?

S: Guardando dall’alto!

A: Non ci credo!

S: Ti ho sentita gridare e dato che  non ci vedevo un bel niente non sapevo come raggiungerti, allora sono salito su un albero e ti ho vista vicino al lago, ma da qui sotto senza nemmeno un poco di luce non saprei come tornare al villaggio!

A: Allora eri preoccupato per me!

S: Dai Amy mi ci vuole un attimo, così tu te ne torni a casa e io a dormire.

A: NO! Facciamo prima due passi insieme e poi ti lascio andare dove vuoi ok?

S: Non mi lasci molta scelta mi pare…

A: Benissimo, allora mentre camminiamo perché non mi racconti dove sei stato durante il tuo ultimo viaggio?

S: Ma non sei stanca di sentire sempre parlare di lotte e  di problemi?

A: Niente affatto. Anzi ormai è da un po’ di tempo che Eggman non si fa vivo e sto cominciando a stancarmi di tutta questa tranquillità.

S: Non dirlo. Piuttosto dovresti seriamente smetterla di andartene in giro di notte e pensare a startene buona in un bel posticino lontano da qui, nemmeno Knothole ormai  è un posto sicuro… prima lo era, ma  adesso tutti sanno dove si trova .

A: Ma qui ci sono tutti i miei amici. E la mia casa… poi cosa farei tutto il tempo in un posto sperd… oh!

Le luci delle case scintillavano nitide e scostanti attraverso la foresta ormai meno folta. A quanto pareva erano più vicini al villaggio di quello che pensavano . Che sfortuna.

S: Fantastico! Da qui in poi puoi andare da sola.

A: Perché invece non vieni a cenare a casa mia? Ti preparo qualcosa di buono e finiamo il discorso…

S: Avrei una cosa da controllare Amy.

A: Vuoi tornare al lago! E se nel frattempo  Rouge se n’è andata, non vorrai mica stare di guardia tutta la notte?

Non era quello che voleva fare lei? Quella ragazza era incredibile. Una delle persone più scostanti e testarde che Sonic avesse mai conosciuto in vita sua, ma nonostante questo non poté fare a meno di sorridere al suo sguardo speranzoso.

A: Allora?

S: Facciamo che continuiamo un altro giorno eh?

Amy gli lasciò il braccio. Non poteva certo costringerlo ad andare con lei, specialmente se doveva andare a controllare i movimenti di quella ladra. Fece di tutto per non far trasparire la tristezza dal suo volto, ma sapeva che la voce l’ avrebbe tradita se avesse parlato, allora in silenzio annuì e si avviò da sola . Sonic si voltò verso la direzione del lago. Doveva tornare a controllare ma lasciare Amy gli dava una stretta allo stomaco. L’occasione di cenare insieme si sarebbe ripresentata… o forse no. Maledizione, possibile che ogni volta che ritornava in quel posto ci fosse sempre qualche problema? Poi quella faccenda riguardava Knuckles … e d’altronde Knuckles poteva benissimo non venire mai  a sapere che lui aveva visto Rouge… no. Non poteva nasconderglielo. E doveva tornare a  Never Lake a monitorare la situazione.

S: Amy! Amy aspetta un attimo!

Amy sentì con un tonfo al cuore la voce di Sonic chiamarla, allora rallentò ma non si fermò. Lui la raggiunse all’istante e le cominciò a parlare mentre continuava a camminare.

S: Ti fermi un attimo?

A: Cosa c’è adesso?

S: Non puoi fare l’offesa. Non ti ho fatto niente.

A: Non sto facendo l’offesa.

S: Si invece. È tutto il giorno che mi tratti male. Quello offeso dovrei essere io.

Amy accellerò il passo all’istante. Allora lui c’era rimasto male per come lo aveva piantato in asso quel pomeriggio. Ma non era comunque nulla in confronto a come si sentiva lei.

S: Non puoi fare così. Dai fermati.

costretto a trattenerla per un braccio e lei gli lanciò il più truce dei suoi sguardi.

S: Lo sai che devo andare.

A: Si lo so.

S: Allora non fare così.

A: Non sto facendo NULLA! Io me ne stò tornando a casa e basta, come mi hai chiesto tu. Non ti posso trascinare per i capelli per costringerti a stare con me, ormai l’ho capito da un sacco. Quindi ciao.

S: Tanto non ti lascio se prima non ti calmi.

A: Io sono calmissima e tu dovresti davvero andare.

S: Si, dovrei …

Ma non c’era un vero motivo, una sola valida ragione nella sua testa che lo convincesse a lasciare Amy ancora una volta. La prese per le spalle e la costrinse a guardarlo in faccia. Le sorrise .

S: … ma il fatto è che adesso ho fame e non mi va più !

A: CCosa?

S: Si muoviamoci, non ho mangiato nulla tutto il giorno.

A: Ma dici sul serio?

« Serissimo »  le rispose ammiccando. Una volta tanto, poteva fingere di non avere visto nulla e godersi qualche ora senza pensieri;  avrebbe pensato l’indomani al da farsi.

 Dallo sguardo scettico con cui continuava a guardarlo capì che Amy ancora non credeva alle sue parole, allora con un movimento veloce la prese in braccio.

A: C-Che fai?

S: Tieniti forte. Mi sono stancato di questo posto …adesso si corre !

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Blu profondo ***


Era stata una pessima idea. Decisamente.

Immergersi in piena notte nel lago, senza qualcosa che le permettesse di respirare sott’acqua o di vedere un po’ più che ad un palmo  dal proprio naso era stato un errore da dilettante. Rouge fu costretta a risalire dopo nemmeno dieci minuti, furibonda con se stessa per il tempo perso inutilmente.  Ma cosa le aveva detto la testa? Che andandoci di notte di sicuro non avrebbe corso il rischio di imbattersi in Knuckles, ecco cosa. E anche questa era stata un’idea stupida perché tanto sapeva che lui per nessun motivo si sarebbe allontanato dallo smeraldo o da Angel Island, quindi il suo era un timore ingiustificato. Quel tipo era capace di farle fare le cose più stupide, maledizione. Non gli avrebbe permesso di condizionare un’altra volta i suoi piani , ma il solo pensare a lui le procurava una dolorosa stretta al cuore che le impediva di ragionare come si deve. Tirò fuori il medaglione dalla tasca e fissandolo si rese conto che infondo non era poi tanto bello, ma aveva comunque bisogno di concentrarsi su qualcosa che non fosse Knuckles, e la ricerca dell’altra metà faceva proprio al caso suo.  Avrebbe continuato l’indomani, con l’attrezzatura e l’umore giusto.

                                                       ______________________________________

 

« E poi? »

Dopo aver quasi dato fondo a tutto quello che c’era in dispensa e in frigo, Sonic stava raccontando a Amy  tutto quello che aveva fatto durante il suo ultimo viaggio.

S: Te l’ho detto, poi mi sono fermato al loro villaggio per un paio di giorni. Il tempo di riprendermi dopo tutto quel macello.

A: Quindi quei lupi non si sono fatti più vivi?

S: Gli avevamo dato una lezione con i fiocchi … con il gruppo così decimato non avrebbero potuto rifarsi vivi, i Lawar sono dei guerrieri fortissimi li avrebbero fatti a pezzi.

A: Non avevo mai sentito nominare questa tribù..

S: Nemmeno io Amy. Vivono oltre le montagne, mi sono imbattuto nel loro villaggio così per caso. Sono stati molto ospitali con me anche se stavano passando un momentaccio. Alcuni dei loro cuccioli erano stati rapiti e ormai non li vedevano da giorni, poi per fortuna siamo riusciti a recuperarli  . Quei codardi hanno avuto quel che meritavano. C’è un'altra fetta di torta?

 « Ti è piaciuta? »  Amy si catapultò in cucina , ritornando immediatamente con una  fetta enorme . «Se tornassi qui più spesso la potresti mangiare sempre. Anzi, potremmo pranzare e cenare insieme tutte le volte che vuoi!  Lo sai vero?? ». Si sporse pericolosamente dalla poltrona, guardando radiosa Sonic che invece non sembrava curarsi d’altro che della torta. «  Sarebbe magnifico, magari qualche volta potremmo fare un picnic insieme sulla sponda del lago! »

S: Ti piace proprio il lago eh? Ma non ti annoia startene lì tutto il tempo?

A: No. Mi ricorda tanto Mercia. Quando io e mio cugino Rob eravamo bambini ci andavamo spesso e quin… scusa ma tu che ne sai?

Sonic si sporse a sua volta fino a guardarla in faccia. « Guarda che ti tengo d’occhio, anche se tu non te ne accorgi! Tutte le volte che torno ti ci trovo, quindi ...»

A: Ok fammi capire, quindi tutte le volte che torni vieni dalle mie parti… e come mai non ne so niente? Per caso ti nascondi?

S: Non ho detto …

A: Si che lo hai detto, e penso che torni più spesso di quello che penso. Te lo richiedo, per caso ti nascondi? E smettila di ridere!

Sonic non le rispose e continuò a fissarla, indeciso. Per fare lo sbruffone si era fregato da solo, Amy ora sarebbe stata inarrestabile. Si tirò su e si stiracchiò.

S: Bhè grazie della cena Amy!

A: Te ne vai?

« Ci vediamo in giro! » E Sonic sfrecciò fuori.  Amy non fece in tempo a raggiungere la finestra che di lui all’orizzonte non era rimasta nemmeno l’ombra .   « Ma è ancora buio ! Non si vede niente…!» Amy urlò al vento, anche sapendo che tanto lui non l’avrebbe sentita.  « Non ti cucino più NIENTE, sei terribile! »

« Perché urli??? » Sonic era giusto affianco alla finestra , e lei non se ne era nemmeno accorta. «Poi non avevi parlato di un picnic?! Come siete suscettibili voi donne»

« Pensavo te la fossi data a gambe » disse Amy arrossendo violentemente. Ormai ci era talmente abituata.

S: Io non me la do a gambe. Mai. Però ora ho da fare!

A: Ma è ancora buio pesto ! Come te ne vai in giro se non vedi un’accidenti di niente?

S: Tu non ti preoccupare d’accordo? Piuttosto mettiti a cucinare.

A: Allora domani pranziamo insieme. Lo hai detto!

S: Si si l’ho detto.

E stavolta andò via sul serio. Ma tanto Amy sapeva benissimo dove era andato.

                                                     ___________________________________________

« Sott’acqua dici?»

«Esattamente »

Tails guardò Sonic confuso .

T: Ma non potevi aspettare domani mattina?

S: No perché domani mattina vorrei dare un’occhiata al fondo del lago.

T: Ma non ti serve nessuna attrezzatura speciale. Silent Lake non è molto profondo…

S: No ma Never Lake si. Quanto sarà profondo….300? 400 metri?

T: Oh anche di più direi! Ma che devi farci a Never Lake?

S: Io niente. Ma Rouge sicuramente qualcosa. Ieri notte Amy l’ha vista lì.

T: Ho capito. Ho un piccolo sottomarino comunque…chi l’avrebbe detto non pensavo che lo avrei mai usato!

S: Benissimo. Allora lo collauderemo insieme domani mattina.

T: Questo significa che adesso mi lascerai dormire?

S: Certo amico. E anche io mi farò un sonnellino.

                                                      __________________________________________

 

L’indomani  Sonic e Tails partirono per il lago di primo mattino, poiché per portare il piccolo sommergibile con il Tornado ci sarebbe voluto un bel po’. Quando arrivarono, dopo aver sistemato le ultime cose Tails ci entrò dentro seguito con estrema riluttanza da Sonic, il quale non gradiva affatto l’idea di ritrovarsi con tonnellate di acqua sopra la testa. Ma l’interno del sottomarino era confortevole e rassicurante.

T: Iniziamo la discesa!

E in men che non si dica si ritrovarono immersi nel blu profondo dell’acqua. Il lago era stranamente immobile, privo di qualsiasi forma di vita. Soltanto ogni tanto delle lunghe e viscide alghe emergevano dal nulla contribuendo alla triste atmosfera.

S: Un posticino allegro eh?

T: Già! La strumentazione ha rilevato un alto tasso di salinità, ecco perché in giro non vediamo pesci. Adesso provo a scendere più in profondità, altrimenti non posso scannerizzare il fondale.

Sonic non rispose,  si sentiva sempre peggio. Avrebbe giurato che quel sottomarino si stesse rimpicciolendo davanti ai suoi occhi, e aveva difficoltà a respirare. Tails lo notò.

T: Tutto bene? Mi sembri pallido!

S: Sei sicuro che qui dentro ci sia abbastanza ossigeno?

T: Certo comunque tengo tutto sotto controllo. È piccolo ma è tarato per quattro persone, quindi stai tranquillo ti stai solo impressionan… ma che diavolo?!?!?!?

La strumentazione cominciò ad emettere dei bip ininterrotti. Tails cercò di capire quale fosse il problema ma era evidente che non sapeva da che parte cominciare.

T: La strumentazione sta impazzendo, qualcosa le impedisce di funzionare! Sonic credo che dobbiamo risalire, in queste condizioni non possiamo fare nulla!

S: Allora torniamo a galla! Facciamo presto.

La risalita veloce provocò ad entrambi un terribile vuoto alla testa, ma quando finalmente misero la testa fuori del sommergibile tutto passò all’istante. Sonic non era mai stato così felice di rimettere piede a terra.

T: Adesso non ho alcun dubbio… la causa dei nostri problemi è sul fondo di questo lago.

S: Già, perché ormai risolvere problemi all’asciutto era diventato noioso!

T: Senti Sonic, credo che dovresti andare da Knuckles e chiedergli di venire con noi la prossima volta.

S: Se credi che Knuckles  si allontanerà dal Master Emerald allora significa che ancora non lo conosci bene. Poi scusa quale prossima volta?

T: Domani . Dammi il tempo di sistemare un paio di cose e ritorniamo sotto.

S: Possiamo anche prendercela con più calma sai…

T: No non direi. Se questa situazione non si risolve io non posso più lavorare a un bel nulla quindi prima capiamo il problema dov’è meglio è!

S: Se la metti così …

                                         

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Dove le cose si mettono male. ***


« Comunque continui a sembrarmi pallido… »

« Ti dico che ti sbagli Amy »

E Sonic si ficcò in bocca l’ennesimo tramezzino.  Il picnic era filato più liscio del previsto: Amy si era tenuta inaspettatamente a debita distanza tutto il tempo, ma non appena l’aveva visto aveva notato il suo persistente pallore, che non era sparito nemmeno pranzando. Non sfuggiva niente a quella ragazza.

A: Almeno mi vuoi dire cos’è successo da Tails stanotte?

S: E chi te lo ha detto che sono andato da Tails?

A: Dove potevi andare, scusa? Cos’è , ti ha dato qualche brutta notizia?

S: No. Adesso smettila di pensarci.

A: Perché non vuoi dirmi niente?

S: Perché davvero non c’è bisogno che tu lo sappia. Rilassati!

Amy non ribatté, perché era evidente che lui non avrebbe parlato. Infondo era meglio così, rovinare quei minuti di tranquillità sarebbe stato un vero peccato.

A: Va bene, hai ragione la smetto. Adesso che facciamo? Ti va una passeggiata?

S: Non so te, ma io adesso mi faccio un pisolino.

E infatti si stese sull’erba, incrociando le mani dietro la testa per stare più comodo.

A: Oh andiamooo! Dai che ti costa… così ce ne stiamo un po’ noi due tranquilli da soli…

S: Amy anche così ce ne stiamo noi due tranquilli da soli.

« Giusta osservazione » e Amy si spostò verso di lui, gli afferrò con entrambe le mani la testa e se la poggiò sulle gambe. « Così almeno stai più comodo no? ». Sonic la scrutò, pensieroso, dal basso con sguardo perplesso per qualche secondo.

S: Non ti ci devi abituare. Lo sai, vero?

A: Stavolta potevi stare zitto. Lo sai, vero?

S: Mmmmmm… non saprei!

A: Ho passato tutta la mattinata a cucinare, bel ringraziamento davvero! Cosa sto facendo di male?

S: Quante storie, per il tuo amico hai cucinato in piena notte.

Amy non ci vide più dalla rabbia, e con uno scatto veloce gli prese il naso tra le dita e cominciò a torcerglielo. Sonic scattò subito su, cercando di divincolarsi dalla sua presa.

« Amy MI STAI FACENDO MALE!» i suoi occhi cominciarono a lacrimare per il dolore.

« Oh quanto mi spiace!  » Amy glie lo lasciò. «Ma come fai a essere geloso di Zac???»

« Chi sarebbe geloso? » fece Sonic, tenendosi tra le mani il naso dolorante. « Ho fatto solo un’osservazione!»

A: Un’osservazione stupida!

S: C’era proprio bisogno di distruggermi  il naso?!?!?!?!

A: Non posso averti fatto così male.

S: Guarda che non sei precisamente una fanciulla delicata e fragile!

« Concordo in pieno! »

Spuntato chissà da dove, Tails si stava avvicinando a passo veloce, sogghignando. « Si vedeva lontano un chilometro che era doloroso, Amy. »

A: Tails tu non ti impicciare!

T: Dai non te la devi mica prendere… comunque  Sonic  io sono pronto, andiamo?

A: Dove andate?

T: Dobbiamo  perlustrare il fondo di Never Lake.

«Oh ma è fantastico! Aspettate qui,  torno subito! » disse Amy, afferrando al volo il cestino del picnic e sfrecciando verso casa sua.

S: C’era proprio bisogno di dirglielo?!?!?!?!

T: Perché ? non dovevo dirglielo ? pensavo ne avessi parlato già tu!

S: Assolutamente no…. Ma tanto ormai è fatta.

Sulla riva di Never Lake trovarono Knuckles ad aspettarli a braccia conserte, scrutando il lago perplesso.

S: Credevo di non averti convinto!

K: Infatti era così. Ma non resisto un altro giorno senza fare niente, sapendo che lo smeraldo gigante è ancora in quelle condizioni!

T: Quindi ci siamo tutti? andiamo allora!

A: Ma sei sicuro che lì dentro ci entriamo tutti?

T: Sicurissimo.

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Con un terribile cerchio alla testa, Rouge si svegliò in un posto buio e terribilmente freddo. Tentando inutilmente di sollevarsi da terra, si accorse che ogni singolo muscolo le doleva. Quanto tempo era rimasta stesa lì? Era ancora bagnata fradicia…sentiva l’acqua salata bruciarle la pelle sotto la muta, ormai ridotta quasi a brandelli.  Con uno sforzo enorme rotolò su se stessa fino a ritrovarsi a guardare il basso soffitto di quella che le parve una grotta, ma non ne era sicura perché per quanto il buio non fosse un problema, gli occhi le bruciavano terribilmente. Tentò invano di alzarsi facendo leva sui gomiti…non sentiva le braccia. La testa divenne pesante e all’improvviso vide il nulla assoluto. Svenne di nuovo.

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T: Adesso siamo più o meno a metà della profondità complessiva direi.

La voce tranquilla di Tails non gli fu di conforto. Guardando fuori da un piccolo oblò, tutto a Sonic sembrava più scuro di quello che ricordava…  e quel sottomarino era così piccolo anche il giorno prima? Strinse con forza i pugni, cercando di scacciare via il pensiero di essere circondato da tutta quell’acqua.  La sola idea che sarebbero rimasti immersi per ancora più tempo della volta precedente gli aveva pietrificato gambe e braccia, ma cercò di non darlo a vedere.

« Se vuoi ti tengo la mano! » gli sussurrò Amy all’orecchio.

«Ti ringrazio Amy ma non c’è n’è proprio bisogno! »

« Oh andiamo lo sappiamo entrambi che stai male solo a vederla tutta questa acqua. »

Suo malgrado, Sonic non ebbe il coraggio di negare anche perché aveva la sensazione di essere diventato verde dalla crescente nausea. Preferì  fingere di non averla sentita, e un rumore strano proveniente dal monitor  gli venne in aiuto.

T: Ragazzi credo di avere una brutta notizia…

K/A: Cioè?

T: Lo scanner non rileva assolutamente nulla sul fondo

A: Per un momento mi hai fatta preoccupare sul serio!

T: Bhè ecco… la brutta notizia non era quella.

A: E allora?

D’improvviso alcune luci saltarono, e rimasero avvolti dalla penombra. Si voltarono tutti verso Tails.

T: Non rileva nulla perché è rotto… insomma, la strumentazione  è quasi completamente andata.

A/K:  Cooosa?

S: Ma non avevi sistemato tutto?!!?!?

T: Certo! Ma i comandi non rispondono, anche se non c’è nessun guasto! e dovremmo cominciare a risalire in superficie il prima possibile altrimenti…

K: Altrimenti cosa?

T: Altrimenti la pressione ci farà saltare in aria, ecco cosa!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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