You can take my heart.

di Rey_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The meeting. ***
Capitolo 2: *** In the clouds. ***
Capitolo 3: *** Little troubles. ***



Capitolo 1
*** The meeting. ***


1:  The meeting.

                
 


“Oh, andiamo Niall. Lascia vincere anche gli altri!” si lamentò per l’ennesima volta Louis, dopo che il suo amico l’aveva ancora battuto alla play. Niall sorrise sotto i baffi, stringendosi innocentemente nelle spalle.
“E’ impossibile che tu vinca contro di me, mettiti l’anima in pace” gli disse, sorridendo beffardo. Louis alzò gli occhi cristallini al cielo e posò il suo joystick.
“Allora gioca da solo” sibilò, mollandolo lì e cominciando a smanettare con il cellulare. Il biondino sbuffò.
“Codardo”
“Spaccone” rispose al volo il moro, facendogli una smorfia.
“Perché state litigando?” si intromise improvvisamente Zayn, facendo il suo ingresso nella stanza con la sua solita camminata lenta e decisa e il suo sguardo indifferente.
“Niall bara”
“E Louis non è capace a perdere” replicò al volo Niall all’accusa dell’amico, facendogli una smorfia che il moro ricambiò immediatamente.
Zayn ridacchiò, sprofondando nella poltrona con il suo libro.
“Siete due idioti” commentò infine, con una scrollata di spalle.
Niall alzò gli occhi al cielo, ignorandolo. Da quando aveva cominciato ad uscire con Perrie, ancora non gliel’aveva però presentata ufficialmente, sembrava aver messo la testa a posto e non riusciva a pensare ad altro.
Le giornate passate ad infastidire Liam erano ormai un lontano ricordo e Niall inorridiva ogni volta che pensava che anche lui un giorno avrebbe potuto fare la fine dei suoi amici: innamorati e completamente assenti.
Sembrava che fossero perennemente in un altro pianeta, sempre con la testa tra le nuvole e quel sorriso da ebete stampato sulla faccia.
Rabbrividì e pensò che se l’amore l’avrebbe reso così, allora preferiva mille volte rimanere solo e spensierato senza dover dipendere disperatamente da qualcuno.
No, non si sarebbe mai innamorato.
A volte si sentiva solo, si, soprattutto quando i suoi amici si dedicavano alle loro ragazze e lo mollavano per stare con loro, ma lui aveva il suo cibo e la sua chitarra.
Con quella sarebbe sempre sopravvissuto, senza altri problemi.
L’unico che si salvava era Louis, che non cambiava mai, ma che rosicava troppo quando perdeva alla play, praticamente sempre.
Quindi si ritrovavano a bisticciare ad ogni partita. A volte Niall aveva anche pensato di lasciarlo vincere, ma poi non ci sarebbe stato gusto: era divertente vederlo diventare rosso dalla rabbia, le guance che gli si gonfiavano e il nervosismo che lo rendeva irritabile.
“Allora, che facciamo ragazzi?” si intromise Liam con il suo solito sorriso dolce stampato sulla faccia; era quello che probabilmente aveva stregato Cher e lui, ovviamente, non smetteva mai di usarlo a suo piacimento, anche per farla cedere durante le loro quasi inesistenti discussioni e per averla sempre vinta.
“Aspettiamo che tornano Harry e Jenny e finalmente mangiamo” rispose Niall, mettendosi teatralmente la mano sullo stomaco, interpretando il suo ruolo da perenne affamato. I ragazzi ridacchiarono e Zayn scosse la testa sconsolato.
“Cher non torna?” chiese Louis, rifilando un’occhiataccia a Niall, che rise tra se e se, per poi guardare Liam, che però non fece in tempo a rispondere perché fu interrotto dalla voce di Cher che era appena tornata a casa.
“Ciao, ragazzi” salutò tutti, con un sorriso stanco.
“Ehi, com’è andata?” scattò in piedi Liam, prendendola tra le braccia e scoccandole un bacio sulle labbra.
Niall distolse immediatamente lo sguardo, facendo una smorfia.
Ecco il primo che se ne tornava nel suo mondo.
I due si ritirarono in un angolo del salotto a parlottare tra loro, Liam l’espressione preoccupata, Cher abbattuta. Era facile intuire il problema; da una settimana era tornata in città Danielle, la strega che non solo aveva tolto due anni di spensieratezza al suo amico, ma era anche tornata per continuare a rovinargli la vita quando finalmente sembrava aver trovato la felicità.
Non l’aveva mai sopportata, ma i suoi commenti non avevano mai fatto tentennare Liam, per questo lui era stato ben felice di potergli dire: ‘te l’avevo detto’, quando lei si era rivelata ciò che lui pensava che fosse fin dall’inizio.
Poi però gli era toccato il compito di consolarlo, perché quella stronza l’aveva veramente ridotto una merda.
La vacanza che per primo aveva appoggiato a Liam, dove aveva trovato Cher, si era rivelata poi l’unica medicina al cuore spezzato del suo migliore amico.
Chiodo scaccia chiodo, no?
I suoi pensieri furono interrotti dallo sbattere della porta d’ingresso e dalla voce squillante di Jenny.
“Siamo a casa!” urlò, facendo automaticamente sorridere Niall. Quella ragazza era adorabile, e a lui era andata a genio solo al primo sguardo. Senza considerare il fatto che lei sapeva tutto di loro ancora prima di conoscerli, era entrata in sintonia con lui quasi subito, capendolo e sintonizzandosi sulla sua lunghezza d’onda, con i suoi sorrisi e le sue battute che non facevano mai ridere nessuno.
Niall si alzò per raggiungere gli altri in cucina, dove avrebbe finalmente messo a tacere il suo stomaco brontolante, ma si bloccò sul posto quando notò qualcuno mai visto prima accanto a Jenny.
Se ne stava in silenzio, mezza nascosta dietro di lei, le guance rosse e lo sguardo basso.
Niall piegò un po’ la testa di lato curioso, e spostò lo sguardo su Jenny, che gli sorrise al volo.
“Ragazzi, lei è la mia amica Cat” presentò la ragazza, che arrossì sotto lo sguardo di cinque persone puntato su di lei.
Harry le sorrise incoraggiante, evidentemente già si erano conosciuti e lei ricambiò, con uno più timido.
“Miao” commentò Louis, con la sua solita espressione divertita. Jenny alzò gli occhi al cielo, mentre Cher ridacchiava.
“Sei sempre il solito idiota” lo riprese Zayn, facendosi poi avanti per porgere la mano alla ragazza.
Niall, immobile sul posto, si limitava a fissarla in silenzio.
Era un po’ bassa, con curve deliziose al punto giusto che la rendevano desiderabile da chiunque, nonostante l’orribile divisa scolastica, ma Niall non si era accorto di quello.
Non riusciva a smettere di fissare il suo viso, così delicato e femminile, incorniciato da capelli svolazzanti tendenti al rosso.
Quando lei alzò improvvisamente gli occhi su di lui, un sorriso timido sulle labbra, sussultò, preso in contropiede dalle sue iridi azzurre, quasi del colore del ghiaccio.
Sotto agli spruzzi di lentiggini intorno al naso, un delizioso rossore le colorò le guance, e Niall sentì il suo cuore perdere un colpo, per poi ripartire a correre più veloce del solito, come faceva soltanto quando saliva sul palco e cantava per le sue fan.
Si stupì di questa reazione, mentre le orecchie cominciarono a fischiargli e i suoi occhi sembravano intrappolati da quelli della ragazza. Non riusciva a distogliere lo sguardo e non l’avrebbe fatto per nulla al mondo, se Jenny non avesse preso Cat per mano, distrendola e facendo liberare finalmente gli occhi dai suoi.
Niall si voltò, cercando di riprendere fiato e respirando profondamente, sotto lo sguardo confuso di Louis, mentre il cuore gli rimbombava nelle orecchie.
Jenny cominciò a presentare Cat ai ragazzi e a farle vedere la casa, ridendo con lei e snocciolando qualcuna delle sue patetiche battute alle quali, con grande sorpresa di Niall, Cat rideva.
Ma la cosa che lo sorprese di più era che quando la risata cristallina della ragazza gli arrivava alle orecchie, lui si sentiva morire, il cuore che prendeva il volo e le gambe che sembravano di gelatina.
Cher doveva avergli attaccato la febbre, il raffreddore e qualsiasi cosa aveva avuto la settimana scorsa, non c’era altra spiegazione.
“…e lui è Niall” concluse Jenny, indicandolo a Cat con un gran sorriso. Lui sembrò risvegliarsi e si sforzò di sorridere, porgendole la mano, leggermente sudata, e sussultando al contatto con la sua, piccola e delicata.
“Ciao” sussurrò, sentendo caldo. Cat arrossì e gli sorrise, quasi uccidendolo.
“E ora, andiamo tutti a mangiare!” esclamò Cher, portandogli di nuovo via Cat, prendendola a braccetto.
“Si, così facciamo contento Niall” si aggiunse Harry con una risata e con uno sguardo complice, al quale Niall ricambiò con un debole sorriso, ancora scosso dalle milioni di emozioni che l’avevano travolto in soli due minuti.
Sembrò tornare in se, ignorando il fatto che per la prima volta si era dimenticato di avere fame e che in cucina lo aspettava il suo pranzo. Non era mai successo prima, per questo evitò di pensarci per non aumentare ulteriormente la sua preoccupazione.
Doveva stare male, molto male.
“Niall, che ti prende?” bisbigliò Liam, avvicinandosi e guardandolo curioso.
“Perché? Sto benissimo” la voce gli uscì piuttosto acuta, cosa che fece preoccupare ancora di più il suo amico.
“Sei tutto rosso” commentò, guardandolo attentamente. Niall deglutì rumorosamente, passandosi energicamente una mano tra i capelli, per cercare di calmarsi in qualche modo.
Possibile che quella ragazza dovesse fargli quello strano effetto?
“Si, infatti. Vado a prendere una boccata d’aria” annunciò freneticamente.
“Una boc…Ma, Niall, dobbiamo mangiare!” esclamò stupito Liam, strabuzzando gli occhi e attirando l’attenzione su di loro. Lui distolse immediatamente lo sguardo e scrollò le spalle imbarazzato.
“Si, voi iniziate. Io vi raggiungo tra un attimo” borbottò, uscendo a grandi passi, non prima però di aver lanciato un ultimo sguardo verso Cat, che lo guardava curiosa.
Con il cuore in gola, uscì all’aria aperta imponendosi di respirare e di tornare in se.
Passarono esattamente cinque minuti, tempo che impiegò per regolarizzare il respiro e tornare piano piano in se stesso, che il rumore della porta di ingresso lo fece sobbalzare.
Quando si voltò, tutti i suoi sforzi di tranquillizzarsi andarono all’aria, incrociando gli occhi azzurri di Cat. Sentì il suo cuore perdere un battito e si voltò di scatto, accucciandosi il più possibile sullo scalino, per permetterle di passare.
Con un’occhiata fugace, lei lo superò, e si avviò verso la macchina con la sua camminata un po’ traballante ma che Niall trovava incredibilmente tenera.
Il suo cuore perse un colpo, quando realizzò che lei se ne stava andando e si rese conto che non poteva permetterlo, non senza averci parlato nemmeno una volta.
Si alzò di scatto, guidato dall’istinto, il cervello momentaneamente andato, e la chiamò.
“Ehi, Cat!” esclamò, sentendosi strano al solo pronunciare quel nome.
Il viso sorpreso di Cat spuntò fuori dal finestrino e Niall si sentì vagamente in imbarazzo, mentre si avvicinava a passo titubante verso la macchina, non rendendosi conto che lei non sarebbe andata da nessuna parte, perché quella era la macchina di Harry.
“Non ti fermi a pranzo?” si sforzò di chiederle, sentendosi le tempie pulsare sotto il suo sguardo cristallino e indecifrabile.
Poi lei si aprì in un bellissimo sorriso, mettendo in mostra una fila perfetta di denti, che gli fece tremare il cuore e fece spuntare automaticamente un sorriso sollevato sul suo viso.
“Certo, mi ero dimenticata il cellulare” rispose lei, mostrandoglielo e saltando giù dalla macchina, barcollando un pochino. Dopo aver ripreso l’equilibrio, rossa di vergogna, chiuse lo sportello e si voltò nuovamente verso di Niall, sorridendo ancora.
“E tu? Mangi o te ne stai seduto sulle scale tutto il giorno?” le chiese lei, con un vago sorrisetto divertito.
Niall sembrò rilassarsi al suo tono di voce allegro e leggero, e scrollò le spalle.
“Credo che mangerò, se non voglio essere divorato dal mio stesso stomaco” replicò con un gran sorriso.
Cat scoppiò a ridere, una risata cristallina che risuonò fino all’angolo più profondo del cuore di Niall, e poi scosse la testa.
“Avevo sentito voci che dicevano di quanto tu fossi perennemente affamato”
“Sfortunatamente non posso smentirle” rispose, sentendosi finalmente rilassato e sorridendole di nuovo, come se non potesse farne a meno.
“Allora entriamo, non voglio sentirmi in dovere di recuperare i tuoi resti” scherzò lei, facendo una piccola smorfia e arricciando il naso.
Niall rise, la prima vera risata di quella giornata, e le fece segno di seguirlo, facendola passare avanti a lui per poi raggiungerla e adattare il passo al suo.
Rientrarono in casa in silenzio e raggiunsero i ragazzi, lanciandosi un ultimo sguardo complice e un sorriso che, per l’ennesima volta, fece accelerare il battito del cuore di Niall, prima di sedersi e dedicarsi al loro pranzo, distratti dagli altri ragazzi.
Niall, di nuovo nel suo mondo, sentì piano piano scivolare via la tensione che gli aveva stretto lo stomaco fino a quel momento, e ricominciò a scherzare e a sorridere come suo solito.
Nonostante questo, sentiva che c’era qualcosa che non andava in lui, ma non capiva esattamente cosa gli stava succedendo.
Sapeva solo che c’era una vaga sensazione che lo metteva in allarme e gli consigliava di iniziare a preoccuparsi.







EHM, CIAO.
Allora, come posso spiegarvi questa pazzia?
Vadiamo...mi sono resa conto che nella ff
Coming back with you Nialler era l'unico rimasto solo e, visto che da ingrato non si accontenta di me ùù, ho sfornato questa sorta di spin off.
Non sarà molto lunga, quindi non preoccupatevi, circa sei o sette capitoli, credo.
Comunque, per chi non sa di cosa sto parlando, leggetevi la ff sopranominata e capirete :)
Spero vi piaccia.
Come sempre tanto amore.
Sara.




 

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Capitolo 2
*** In the clouds. ***


2: In the clouds.
 
 


“Mi dici che diavolo ti prende? Non sento la tua voce da non so quanto tempo!” esclamò Louis, buttandosi sul divano accanto a Niall, che strimpellava distrattamente la sua chitarra da un’ora buona.
Erano giorni che non riusciva a concentrarsi su niente, non faceva altro che estraniarsi, con la sua chitarra, e suonava e pensava.
I ragazzi lo guardavano preoccupati in silenzio, chiedendosi che fine avesse fatto il loro amico sempre allegro e con la risata facile.
E cosa ancora più preoccupante, aveva perso alla play contro Louis. Inizialmente, dopo le prese in giro del diretto interessato durate quasi un’intera giornata, avevano tutti pensato che fosse per quello.
Ma sapevano che lui non era un tipo che portava rancore o cose del genere, quindi non riuscivano a capire per quale motivo fosse così assente.
Lui lo sapeva, ma non l’avrebbe mai ammesso per nulla al mondo.
Il fatto era che il suo pensiero volava sempre e inevitabilmente nella stessa direzione, stampandogli in testa la fotografia di quel viso paffutello e simpatico che l’aveva totalmente stregato.
“Si, lo so” si sforzò di rispondere all’amico, che lo guardava esasperato. Incrociò i suoi occhi azzurri e si lasciò scappare un mezzo sorriso.
“Oh, finalmente un segno di vita!” esclamò lui alzando le braccia al cielo. Niall si limitò a stringersi timidamente nelle spalle, riprendendo a strimpellare la sua chitarra.
“Capisco che non ti succede spesso di perdere, ma così è esagerato” borbottò poi, incrociando le braccia al petto. Niall si lasciò scappare un sorrisetto, scuotendo lentamente la testa e decidendo di lasciargli credere quello che voleva: di certo era meglio di dirgli che se era completamente assente era a causa di quel visetto simpatico e quel paio di occhi azzurri che gli invadevano la mente ogni trenta secondi, perché li aveva anche contati.
Lui provava a pensare ad altro, a concentrarsi su alte cose, ma bastava un attimo di distrazione e la sua testa tornava di nuovo li, da lei.
L’aveva completamente stregato e lui non riusciva a farsene una ragione, perché lui non provava quelle cose, l’unica cosa che gli interessava era la musica, nient’altro.
Almeno questo era quello che continuava a ripetersi per non rischiare di andare nel panico.
“Okay, come vuoi, continua pure con il tuo mutismo. Poi non lamentarti se nessuno vuole più parlare con te” sbottò Louis, lanciandogli un’occhiataccia.
Niall, come al solito, tentò di eclissare i suoi pensieri e di concentrarsi sul presente, anche se gli riusciva dannatamente difficile.
“Scusa, Lou” si sforzò di mormorare, mettendo la chitarra da parte e lanciando uno sguardo sinceramente dispiaciuto all’amico. Louis sembrò rilassarsi e si aprì in un sorriso soddisfatto.
“Ragazzi, è tornato!” esclamò. Gli altri ragazzi, quelli che lui poteva quasi considerare fratelli, entrarono nella stanza tutti visibilmente sollevati.
“Oh, era ora!” esclamò Zayn, buttandosi sul divano accanto a lui.
“Pensavamo di averti perso per sempre” si aggiunse Liam. Niall scoppiò a ridere.
“Esagerati…” mormorò in imbarazzo. Harry schioccò la lingua e scosse i ricci, per poi cercare di sistemarli con le mani.
“Scherzi? Non ti avevo mai visto stare in silenzio per più di venti secondi di seguito” esclamò sbalordito. Niall si strinse nelle spalle, senza niente con cui ribattere.
“Okay, qui c’è bisogno di svago” riprese Harry, alzandosi e afferrando Niall per un braccio, aiutandolo a fare lo stesso. Lui lo guardò confuso.
“Non permetterò che tu passi un altro minuto qui dentro come un monaco di clausura. Accompagnami a prendere Jenny” gli disse, lo sguardo che non ammetteva repliche. I ragazzi annuirono e lui alzò gli occhi al cielo.
“Harry, sto bene, davvero. Non ho bisogno di immergermi in una folla di studenti e ragazzine pronte a saltarmi al collo, per quanto siano adorabili”
Harry scosse categoricamente la testa e stringendo le labbra continuò a trascinarlo.
“Non mi interessa. Hai bisogno di prendere un po’ d’aria, non ti fa bene stare chiuso in casa o sparirai diventando pallido come un fantasma” puntualizzò. Niall sbruffò e cominciò ad assecondare i movimenti dell’amico, perché sapeva che quando si metteva una cosa in testa non c’era verso di fargli cambiare idea e perché, in fondo, sapeva anche lui che aveva un disperato bisogno di uscire da quella casa e di svagarsi, mettendo a tacere i pensieri.
 
 
 
“Harry, perché diavolo mi hai fatto venire qui?” si lamentò Niall per l’ennesima volta, imbronciandosi e lanciando un’occhiataccia ai ragazzi che si affrettavano ad uscire dalla scuola.
Aveva il cuore che batteva veloce e sapeva il perché: Harry gli aveva chiesto di accompagnarlo a prendere Jenny e, mentre si avvicinavano alla scuola il suo pensiero era volato a Cat, collegando che andava a scuola con lei, e realizzando che l’avrebbe di sicuro rivista.
Era incredibilmente impaziente, ma non poteva farlo vedere, perché sapeva che ad Harry non gli ci sarebbe voluto niente a decifrare i pensieri che neanche lui riusciva a capire.
Facile; Harry ci era già passato, e lo stava vivendo anche con Jenny, mentre lui non riusciva a dare un nome a quello che sentiva in quel momento.
“Perché avevi bisogno di prendere un po’ d’aria, sono giorni che non esci di casa” ripeté Harry per la milionesima volta, riscuotendolo dai suoi pensieri e sorridendo, perché Jenny era appena uscita dalla porta.
Niall sentì il cuore schizzargli in gola, quando notò la chioma di ricci svolazzanti che saltellava accanto ad una più che sorridente Jenny.
Quest’ultima si alzò sulle punte dei piedi, in cerca…e si illuminò in un sorriso quando notò i due ragazzi che la stavano aspettando accanto alla macchina di Harry, a debita distanza.
“Ciao” squittì Jenny, raggiungendoli quasi correndo e catapultandosi tra le braccia di Harry, che rise sorpreso. Niall alzò gli occhi al cielo non riuscendo suo malgrado a trattenere un sorriso, mentre venivano raggiunti da Cat, con un sorriso timido stampato sulle labbra.
A Niall fischiarono le orecchie e tutte le sensazioni che aveva sentito la prima volta che l’aveva vista risalirono a galla.
“Ciao” si sforzò di salutarla, perché i due piccioncini erano ormai nel loro mondo, e un silenzio imbarazzante era calato tra di loro.
Cat, le mani intrecciate davanti a se, alzò gli occhi cristallini su di lui, sorpresa, e arrossì violentemente.
“C-ciao” balbettò, abbagliandolo con un sorriso. Il sorriso che spuntò sulle labbra di Niall era altrettanto luminoso, sincero e quasi emozionato.
Aveva il cuore a tremila e cominciava a giragli la testa.
Quando Harry e Jenny tornarono sulla terra, lui sospirò e si accorse che gli stavano mancando le forze perché per tutto il tempo aveva smesso di respirare.
“Oh, ragazzi, vi dispiace se ve la porto via?” chiese Harry, stringendo un braccio intorno alla vita di Jenny, che gli sorrise complice. Niall impallidì e Cat aprì la bocca sorpresa, senza dire niente.
“Niall, accompagna Cat a casa, ci vediamo più tardi” aggiunse Jenny, prendendo dalla tasca dei jeans di Harry le chiavi della macchina e lanciandogliele.
“Ma, io…”
“A dopo!” cinguettò lei, facendogli l’occhiolino e mandando un bacio con la mano a Cat, per poi prendere Harry sottobraccio e allontanarsi velocemente con lui, senza neanche lasciargli il tempo di assimilare quello che stava succedendo.
Si voltò verso di Cat, che boccheggiava rossa dalla testa ai piedi, e si costrinse a sotterrare la sua aria timida e ad ignorare il suo cuore che non la voleva smettere di correre veloce; ormai era lì, tanto valeva sfruttare l’occasione.
“Quei due non me la raccontano giusta” borbottò, sorridendole. Lei ricambiò al volo e si schiarì la gola, passandosi una mano tra i ricci e cercando di darsi un tono.
“Già, quando Jenny fa quella faccia significa che c’è qualcosa sotto”
Niall non poté replicare a quell’affermazione, perché non aveva fatto per niente caso a Jenny, aveva guardato solo Cat.
“Hai fame?” le chiese improvvisamente, cambiando radicalmente discorso e portandolo su un argomento che l’avrebbe messo a suo agio.
Il sorriso di Cat si allargò.
“Si”
“Allora andiamo a mangiare, io sto morendo” propose lui, lasciandosi andare ad una risata liberatoria. Cat si unì a lui e annuì.
“Okay, stomaco brontolante” scherzò lei, ammiccando alla sua pancia, che si stava lamentando rumorosamente e sicuramente anche lei l’aveva sentita.
Niall si sentì avvampare e ricambiò il sorriso timido di Cat. Si incamminarono, ignorando anche loro la macchina, camminando vicini e sorridendosi di tanto in tanto.
“Allora, quanto tempo è che conosci Jenny?” la buttò li lei, notando di come Niall fosse impacciato e esitante ad aprire un qualsiasi discorso.
Lui la guardò, abituandosi piano piano al battito del suo cuore che non voleva smettere di accelerare, e le sorrise.
“Dall’estate scorsa. Con i ragazzi siamo andati in vacanza dove abitava lei e…il resto penso tu lo sappia” abbozzò un sorriso.
Cat annuì.
“Si, mi ha raccontato di Harry, di come la facesse innervosire e di come poi si sono innamorati. Sono carini insieme, vero?” chiese, puntando gli occhi su di lui.
Lui scosse lievemente la testa, tornando alla realtà.
La parola ‘innamorati’ sulle sue labbra a cuore l’aveva distratto.
“Si. Si vogliono veramente bene” commentò impassibile, cercando di capire cosa gli passava in quel momento nel cervello. Cat annuì di nuovo, scoraggiata dalla sua risposta fredda e distaccata, e si ammutolì, intrecciando le mani davanti a se.
Continuarono a camminare in silenzio mentre Niall si malediceva mentalmente per essere così incredibilmente impacciato e per non riuscire a comportarsi in modo normale come avrebbe voluto.
“Scusa, Cat” mormorò improvvisamente, arrossendo. Lei alzò gli occhi su di lui, confusa. Lui sbruffò e incrociò il suo sguardo.
“Sono un idiota e non so cosa mi prende. Di solito non sono così scorbutico, davvero” tentò di giustificarsi. Il sorriso di Cat diventò vagamente soddisfatto, mentre si stringeva innocentemente nelle spalle.
“Lo so, io…Credo di sapere un po’ come sei fatto” abbozzò, arrossendo di nuovo. Lui si rilassò, ricordandosi che lei era una loro fan, quindi non doveva farsi conoscere più di tanto, perché lei sapeva già abbastanza su di lui.
Sorrise, il peso sul petto più leggero, e le aprì la porta della pizzeria dove erano appena arrivati, facendola entrare.
“Allora parlami un po’ di te, a questo punto io non ho niente da dirti” la incalzò, sedendosi ad un tavolo abbastanza appartato. Lei arrossì all’istante, distogliendo lo sguardo e cominciando a farneticare qualcosa, attorcigliando e poi sciogliendo le dita, nervosa.
Niall continuò a sorridere, senza staccarle gli occhi di dosso, e lei, dopo avergli lanciato un’occhiata di sottecchi, si strinse nelle spalle e con uno sbuffo cominciò a parlare.
Gli raccontò della sua vita, della sua famiglia mezza disastrata, delle sue passioni, di tutto quello che le passava per la mente.
Lui la ascoltava, senza riuscire a smettere di sorridere, il cuore che perse un colpo quando si rese conto che lei, pur conoscendolo a malapena, lo stava accontentando raccontandogli tutta la sua vita e una vaga speranza che lei già si fidasse di lui lo fece arrossire improvvisamente e il suo sorriso si allargò in un modo così esagerato che cominciò a sentire male alle guance.
Mentre gli stava spiegando come i suoi fratelli più piccoli avessero distrutto il loro cd che si era comprata dopo mesi di attesa, e di come lei poi li avesse rincorsi per tutta la casa rischiando di rompersi l’osso del collo rotolando giù per le scale, una domanda gli sorse spontanea e lui non riuscì a fermarla prima che arrivasse alle labbra.
“Chi ti piace di noi?” si lasciò sfuggire, mordendosi la lingua mezzo secondo dopo, rendendosi conto di essersi lasciato trasportare dai propri pensieri.
Il fatto era che sapere che lei li aveva sempre ascoltati cantare, che aveva ascoltato lui  cantare, l’aveva spinto a chiedersi cosa provava sentendo le loro voci e chi tra loro cinque fosse il suo preferito perché, per quanto le loro fan insistessero che li amavano tutti e cinque, lui sapeva che ognuna di loro ne aveva uno per il quale il cuore batteva più forte. E lui voleva assolutamente sapere chi era quella persona per Cat.
Lei si interruppe a metà frase, incrociando i suoi occhi azzurri confusa. Niall si schiarì la gola e si lasciò scappare un sorrisetto nervoso.
“Insomma, è una domanda un po’ indiscreta, ma…” tentò di recuperare. Cat sembrò capire, perché arrossì, a disagio.
“Tu sei nostra fan, no?” chiese stupidamente, perché lei glielo aveva appena detto.
“Si”
“Ecco, di solito ogni fan ha un preferito tra di noi” si spiegò gesticolando animatamente, mentre il colorito delle guance di Cat si faceva ancora più scuro, “Qual è il tuo?” chiese infine, espirando rumorosamente.
Cat sbiancò tutto insieme e si coprì il viso tra le mani.
“Oh, ti prego” mormorò con una risatina nervosa. Niall sembrò rilassarsi leggermente e rise insieme a lei.
“Avanti, dimmelo. Non mi offendo” le promise, pensando però l’esatto contrario. Cat gli lanciò un’occhiata tra le dita e abbassò le spalle, come se reggessero un peso troppo pesante per lei.
“Niall…” mormorò, con le mani ancora sul viso. Con una risatina Niall si sporse verso di lei e le afferrò le mani, costringendola a rivelare la sua espressione più che imbarazzata.
Al contatto, una fitta di desiderio schizzò su per lo stomaco di Niall, che decise di ignorarla per concentrarsi sul delizioso rossore che colorava di nuovo le guance di Cat.
Lei sbatté le palpebre più volte, mordendosi il labbro inferiore e incastrando gli occhi di Niall con i suoi.
“Perché ti interessa?” chiese, sviando l’imminente risposta. Niall si sentì punto sul vivo ma fece finta di niente, aprendosi in un sorriso furbetto e scrollando le spalle.
“Curiosità”
Cat sbruffò e fece per coprirsi di nuovo il viso con le mani, ma Niall glielo impedì, stringendo le mani tra le sue e sentendosi andare a fuoco.
Ma aveva deciso di ignorare tutte quelle sensazioni, voleva prima avere una risposta alla sua domanda.
“Dai, dimmelo. Non ti prenderò in giro e giuro che manterrò il segreto” le promise con un sorriso convincente, mentre il cuore gli rimbombava nelle orecchie.
Lei sbruffò e gli lanciò un’occhiataccia, arrendendosi senza più trovare una via di fuga.
“Beh, ecco, il primo che ho notato è stato…Zayn” confessò, distogliendo lo sguardo e avvampando. Niall si sentì morire, una scossa fastidiosa che gli fece tremare il cuore, e si sforzò di deglutire.
Ma Cat non aveva ancora finito.
Presa da un coraggio che non sapeva neanche lei di avere, incrociò di nuovo lo sguardo di Niall, incatenando gli occhi con i suoi, senza dargli via di scampo.
“Credo sia normale, dato il fatto che è il primo che ti salta all’occhio per la sua bellezza perfetta” continuò, “Però poi mi sono accorta di te e lui è passato in secondo piano” disse velocemente, senza prendere fiato tra una parola e l’altra e rendendo la frase quasi indecifrabile, ma il cuore di Niall sentì per le sue orecchie.
Quel ‘poi mi sono accorta di te’ rischiò di farlo morire ancora di più di quando aveva pensato che lei avesse una cotta per Zayn, e un sorriso automatico gli spuntò sul viso.
Cat deglutì di nuovo e si nascose dietro le sue mani, lasciate libere dalla statua che era diventato Niall.
“Avevi detto che non mi avresti preso in giro” gli ricordò lei, con una vaga nota di accusa nella voce. Lui scosse velocemente la testa, tornando alla realtà e sentendosi incredibilmente leggero.
“Ehi” mormorò con ritrovata dolcezza, riprendendole la mani e scostandole dal suo viso “Non nasconderti”
Lei gli lanciò un’occhiata piena di imbarazzo e lui le sorrise.
“Di cosa ti vergogni?” le chiese. Lei sbarrò gli occhi, così come la bocca.
“Oh, andiamo. Ti ho appena detto che mi piaci e mi chiedi di cosa mi vergogno?!” esclamò, per poi chiudere gli occhi e sbruffare.
“Dannazione, l’ho fatto di nuovo” sibilò. Niall si morse il labbro per evitare di scoppiare a ridere; era troppo esilarante e decisamente adorabile.
“Beh, penso sia normale. Insomma, a tutte voi piace uno di noi” tentò di tirarla su di morale, ma dall’occhiata che lei gli lanciò capì di non essere affatto riuscito nel suo intento.
“Si, ma non credo che vengano tutte a sbattertelo in faccia” replicò lei, arrossendo ancora di più. Niall arricciò il naso.
“Sono stato io a chiedertelo” le ricordò. Lei alzò gli occhi al cielo.
“Si, e io come un idiota mi sono fatta incantare da quei tuoi begli occhi azzurri e ho sputato fuori la verità”
Si bloccò, schiaffeggiandosi la fronte.
“Non c’è niente da fare, non riesco a chiudere questa boccaccia” borbottò poi, scura in viso. A quel punto Niall non riuscì più a resistere e scoppiò in una risata leggera, un po’ divertita, un po’ emozionata.
“Non preoccuparti, a me fa piacere” le assicurò lui. Lei lo guardò alzando un sopracciglio e lui si sentì in dovere di ricambiare.
“Davvero” confermò. Poi vedendo che lei lo guardava ancora con quell’aria scettica, prese fiato e diede voce ai suoi pensieri.
“Okay…tu sei stata sincera con me, io lo sarò con te. Anche tu mi piaci, Cat” le rivelò senza tanti giri di parole. Lei boccheggiò, sbarrando gli occhi, mentre Niall tutto ad un tratto si sentì più leggero per quella rivelazione fatta anche a se stesso.
“Wow” commentò lei, lo sguardo perso nel vuoto. Niall ridacchiò e si alzò, porgendole la mano.
“Dai, andiamo. Non vorrei rubarti troppo tempo”
“Già. Ho una marea di cose da studiare” riuscì ad articolare lei, alzandosi quasi meccanicamente, evidentemente con la testa ancora da un’altra parte.
Niall rise di nuovo e lei guardò prima i suoi occhi, poi la mano che le tendeva, per poi passare di nuovo agli occhi.
Niall sentiva come se quello fosse il momento della verità: se lei gli prendeva la mano, allora significava che quelle strane e sconosciute sensazioni che provava in sua presenza in qualche modo erano ricambiate. Se non lo faceva, poteva anche dichiararsi perso.
Lei gli sorrise, mordendosi il labbro inferiore, e con timidezza prese la sua mano, che in confronto alla sua era grande e calda.
Il cuore di Niall fece una capriola e lui strinse la presa, ricambiando il sorriso e trascinandola fuori, dove nuvole nere minacciavano di scaricare pioggia da un momento all’altro.
Infatti, nel giro di due minuti si ritrovarono a correre sotto la pioggia, mano nella mano, diretti alla scuola dove avevano lasciato la macchina.
Salirono alla svelta, infreddoliti e zuppi dalla testa ai piedi.
Si guardarono e dopo due secondi di silenzio tombale scoppiarono a ridere come due cretini, scuotendo la testa e schizzandosi a vicenda.
“Ti porto a casa, prima che ti prenda una polmonite” riuscì a dire Niall, dopo essersi calmato. Cat annuì e si sporse tremando per accendere il riscaldamento, proprio nello stesso instante in cui lo faceva Niall e, come succede in tutti i film, le loro mani si incontrarono, seguite all’istante dai loro occhi.
Si sorrisero e Cat si ritirò all’istante, stringendosi le braccia al corpo mentre Niall metteva in moto e partiva.
“Mi sono divertito” mormorò dopo un po’, per spezzare in qualche modo quell’imbarazzante silenzio. Cat non lo guardò, ma lui vide l’angolo delle sue labbra sollevarsi in un sorriso.
Dopo qualche altro momento di silenzio si strinse nelle spalle e, ignorando il cuore che gli martellava furioso nel petto, ormai cominciava a farci l’abitudine, cominciò a canticchiare sottovoce, facendo si che il sorriso di Cat si allargasse ancora di più.














Hi, beautiful peolpe!
Oggi sto troppo asfeosdkowck perchè ho scoperto una cosuccia :3
C'è un tizio nuovo a scuola, che dovrebbe avevre la mia stessa età perchè fa il terzo, la classe davanti alla mia, però sembra molto più grande...
comunque, mentre chiacchieravo con una prof. troppo forte che abbiamo in comune, indovinate un po'?
Ho scoperto che è pakistano e che...*rullo di tamburi* fa di cognome MALIK.
Cioè, ci stiamo rendendo conto?
Vabbè che probabilmente 'Malik' è tipo 'Rossi' quì da noi, un cognome che hanno quasi tutti, però, oh, pensate se è un parente alla lontana.
Cazzo, ho un Malik a scuola!
Calcolate che non ho fatto altro che sorridere come un ebete tutto il giorno, e poi ha gli occhi molto simili a quelli del nostro Jawi, scuri e molto, molto profondi :Q__
Però il mio cuore batte solo per il biondino, sia chiaro questo uu
Anche se è più piccolo çç
So, torno in me e smetto di spiattellarvi fatti di cui non vi interessa minimamente uu
Che ne dite del capitolo?
Insomma, non trovate che Nialler sia dolciosissimo? :3
Sembra che vada tutto alla perfezione, vero?
Ehehehe (dovrebbe essere una risata malefica), se l'avete pensato fino ad adesso smettete di farlo e ricordatevi di chi è la storia che state leggendo c.c
Ora scappo, vado a studiare, e a cercare di convincere le persone che mi conoscono che non sono da rinchiudere in un manicomio.
No, davvero.
Sono una persona completamente normale.
CIAO!






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Capitolo 3
*** Little troubles. ***


3:  Little troubles.
 
 


“You'll never love yourself
half as much as I love you
You'll never treat yourself
right darlin' but I want you to
If I let you know I'm here for you
Maybe you'll love yourself
like I love you, oh”

 
Niall si sentiva al settimo cielo mentre cantava quella canzone. Non solo amava ogni singola parola, perché sapeva quanto anche se semplice poteva rendere felice qualsiasi ragazza, ma perché solo il fatto di trovarsi in quella sala prove con i suoi amici a fare quello che più amava fare lo rendeva felice.
O forse era tutto una conseguenza a quello accaduto il pomeriggio prima, che gli aveva impedito di chiudere occhio per tutta la notte e chi gli faceva vedere tutto più luminoso e semplice.
Sentiva ancora la sensazione della mano di Cat stretta nella sua e sorrise, stringendo automaticamente la mano a pugno per non lasciarla scivolare via.
“Eeee, stop!” urlò uno dei produttori, Edwin, interrompendo i suoi pensieri e riportandolo alla realtà. Guardò i ragazzi entusiasta, trovandoli però visibilmente stanchi e scocciati.
“Ragazzi, un attimo di pausa. Ma cosa diavolo vi prende oggi? Non sembrate voi” sbottò Edwin, alzando le braccia al cielo esasperato, mentre tutti i ragazzi sospiravano di sollievo. Harry si affrettò a schizzare fuori dalla stanza, neanche soffrisse di claustrofobia, seguito appena dopo da Liam, che andò immediatamente a rifugiarsi tra le braccia di Cher, che assisteva alle prove.
Niall posò delicatamente la sua chitarra a terra e lanciò un sorriso smagliante a Louis, che sedeva senza forze sulla sedia accanto alla sua.
“Smettila di abbagliarmi con quel tuo sorriso, mi fanno male gli occhi” mugugnò, coprendosi la faccia con il braccio. Niall ridacchiò, per niente scalfito dal muso del suo amico e dal silenzio pressante di Zayn, che quel giorno era particolarmente nervoso.
Uscì dalla stanza e, quando vide che c’erano solo Liam e Cher persi nel loro mondo, si preoccupò.
“Dove diavolo è andato Harry? Dobbiamo continuare a provare!” sbottò, interrompendo i due e rimediando un’occhiataccia dal suo amico che dire che lo fulminò è dire poco. Lui gli sorrise timidamente, mentre rispondeva alla sua domanda rimproverandolo con lo sguardo.
Nel frattempo anche gli altri due uscirono dalla sala prove, tutti e due visibilmente provati, mentre Niall non riusciva a stare un attimo fermo e non riusciva a capire perché anche loro non erano entusiasti come lui: cavolo, stavano cantando! La cosa che amavano fare e per la quale si erano conosciuti, diventando una specie famiglia.
Quando Cher fece notare questa differenza tra i ragazzi, che si reggevano ancora in piedi per miracolo, e Niall, che in quel momento stava saltellando impaziente, Louis se ne uscì con una frase che lo fece bloccare all’istante.
“Deve entrarci una ragazza, perché non l’ho mai visto così euforico” borbottò Louis, riportandolo alla realtà. Niall sentì il sangue colorargli le guance e il cuore aumentare il battito, così come faceva ogni volta che il suo pensiero correva a Cat.
Sembrò come se gli si seccasse la lingua, e non riuscì a replicare al volo, così che i ragazzi si voltarono tutti di scatto verso di lui, sorpresi.
“Beccato!” esclamò Liam, avventandosi su di lui. In quel preciso instante, Niall capì di essere fottuto. Forse avrebbe potuto fra credere a Liam che era un’idiozia, forse sarebbe riuscito a convincere anche Zayn. Ma lì con loro c’era Louis, e Louis era un tipo che non si arrendeva facilmente, e solitamente le sue intuizioni erano sempre giuste, proprio come questa volta.
“Ooh, voglio sapere tutto” dichiarò, scattando, dimenticandosi all’istante di tutta la sua stanchezza. Niall sentì il sangue colorargli le guance, mentre veniva assalito dai ragazzi.
“Si, anch’io” si aggiunse Liam.
“Come si chiama?” chiese Zayn.
“Come l’hai conosciuta?”
“Quanti anni ha?”
“Perché ancora non ce l’hai presentata?”
“Come la metterai con le fan che ti amano perché sei l’unico rimasto single? Anzi, eri” quell’ultima frase confusa di Zayn lo fece risvegliare e tentò di calmare le pettegole in cui si erano trasformati i ragazzi alzando le mani davanti a se.
“Andateci piano, ragazzi, non succede niente di tutto questo” balbettò deglutendo rumorosamente, sentendosi andare a fuoco.
Il fatto era che l’improvviso desiderio che potesse rispondere a tutte quelle domande l’aveva assalito, ma la verità era che non poteva, e per questo sentì lo stomaco contorcersi.
E poi, non avrebbe sopportato i commenti dei suoi amici che, anche se magari non sarebbero stati negativi, la loro indole spiritosa e pronta a prenderlo in giro sempre l’avrebbe sicuramente irritato.
Non per questo era l’unico rimasto solo, primo perché non voleva passare anche lui tutti quei momenti difficili e frustranti in cui le loro fan li avevano messi alle strette e avevano torturato le loro ragazze, e poi perché non voleva deluderle.
Scuotendo la testa si rese conto che si stava facendo tanti film senza neanche averne la ragione; aveva solo pranzato con Cat e lei gli aveva detto che gli piaceva, punto.
Quella simpatia sarebbe potuta essere anche attribuita solo all’amicizia, niente e nessuno gli assicurava che sarebbe potuto esserci qualcosa di più.
“Si, certo, certo” mormorò divertito e allusivo Louis, dandogli di gomito. Niall lo guardò male.
“Ma non eri stanco tu?” borbottò.
“Dai ragazzi, lasciatelo stare” intervenne Cher, facendogli l’occhiolino e prendendo per mano Liam, trascinandolo via da Niall, finalmente.
Lui protestò, ma lei lo zittì subito con un bacio, che gli fece momentaneamente dimenticare tutto il resto del mondo.
Ecco, una cosa che non sarebbe mai voluto essere era quella: dipendente e completamente in balia di una ragazza.
Aveva sempre la sua dignità e un cervello con cui pensare!
I ragazzi non avevano intenzione di smettere con le loro domande finché Niall non avesse almeno lasciato intendere qualcosa, ma per sua fortuna venne salvato da Edwin, che li richiamò in sala prove e li costrinse a riprendere anche se Harry non era ancora tornato.
Niall ringraziò che non fosse lì, perché aveva il vago presentimento che lui avesse capito qualcosa, dato il fatto che il giorno prima lo aveva incastrato portandolo con se per poi lasciarlo solo con Cat.
Non che poi gli fosse dispiaciuto, ma almeno avrebbe voluto essere avvisato per non trovarsi completamente impreparato.
Riprese a cantare, leggermente turbato e meno entusiasta di prima e, dato il fatto che fino a quel momento era stato lui a trascinare avanti le canzoni impedendo ai ragazzi di mettere in atto un completo disastro, con la sua distrazione peggiorarono tutti e i produttori cominciarono a sbruffare e a bloccarli mille volte riempiendoli di commenti che non si avvicinavano neanche lontanamente a complimenti.
Quel giorno era un vero disastro.
Quando finalmente tornò Harry, Edwin lo accolse con un alzata di braccia al cielo e con un “Finalmente la rock star si è decisa a tornare!”.
Ma Harry non fece caso al suo sarcasmo amaro, lo ignorò completamente, troppo perso nei suoi pensieri.
Niall si chiese quale fosse il motivo per quell’espressione totalmente sulle nuvole, dato il fatto che fino ad un’ora prima era solo scocciato che non ci fosse Jenny li con loro, mentre ora sembrava confuso, spiritato, e non riusciva a concentrarsi neanche su mezza strofa.
“Okay, basta, basta! Andatevene a casa, ho capito che oggi non si conclude niente!” sbottò Edwin, l’ennesima volta che Harry dimenticò il suo pezzo. Gli altri produttori gli uscirono dietro borbottando, lasciando i ragazzi da soli.
“Hazza, che ti prende?” bisbigliò Niall verso il suo amico. Lui alzò gli occhi persi su di lui e scosse i ricci, stringendo le labbra.
“Niente, voglio solo tornare a casa” mormorò.
“Beh, finalmente ci riusciremo, non vedo l’ora di buttarmi sul letto e dormire fino a domani mattina” borbottò Zayn, uscendo a grandi passi seguito da Liam che, come di consueto, si precipitò da Cher.
Finalmente tornarono a casa e Niall, dopo aver battuto Louis all’ennesima sua sfida, dovette infilarsi dritto sotto le coperte, perché inspiegabilmente cominciava a sentire freddo e a tremare.
In un lampo di genio si misurò la febbre e scoprì che la sua temperatura era leggermente alterata.
Così, finalmente solo, poté ricominciare a pensare a Cat. Si chiese in che condizioni fosse, dato il fatto che attribuiva quell’improvviso malore alla loro corsa sotto la pioggia. Quando aveva accompagnato Cat fino alla porta di casa si era accorto di come tremasse dal freddo, i vestiti completamente bagnati, e improvvisamente sentì uno strano sentimento che gli attanagliò lo stomaco, come se fosse…preoccupazione.
La cosa era buffa, perché lui non si preoccupava mai per nessuno, neanche per se stesso, ma in quel momento voleva assolutamente sapere come stava, per non doversi sentire in colpa.
Ma la verità, la cosa che lo spinse di più ad afferrare il cellulare, era che aveva un disperato bisogno di risentire la sua voce.
Ma preferiva non pensare a questo, per non cominciare a dare di matto.
Con un sorrisetto soddisfatto per la mossa smaliziata con cui le aveva chiesto il numero, in un momento in cui aveva mandato a farsi fottere la timidezza, cominciò a fissare la pagina bianca dei messaggi, pensando e ripensando a cosa potesse scriverci.
Aveva realizzato che forse chiamarla sarebbe stato un azzardo troppo grande, per questo decise di accontentarsi di un messaggio, gli bastava sapere che lei stava pensando a lui almeno in quel momento.
 
La nostra fantastica corsa sotto la pioggia a prova di record ha dato i suoi frutti: febbre a 38. Tu stai bene? Niall.
 
Lo inviò, prima che cominciasse a leggerlo e rileggerlo pensando che poteva fare di meglio; in quel momento si sentiva tanto una ragazzina preda della sua prima cotta, e non voleva assolutamente aggravare la situazione.
In sintesi era quello che voleva sapere, perché spremersi le meningi per cercare di migliorare quella frase basilare e lasciare intendere mille significati?
No, non si sarebbe spinto a tanto.
La risposta arrivò dopo pochi minuti e la sensazione che provò quando il cellulare suonò, gli fece capire che poteva prendersi in giro e negare quanto voleva, ma la realtà dei fatti era quella: stava impazzendo e non poteva farne a meno.
 
Siamo in due, ragazzo. Ho la febbre anch’io, ma almeno così potremo farci compagnia :)
 
Niall sorrise automaticamente, il cuore che gli era schizzato in gola solo alla ‘s’ dell’inizio della frase.
Qualsiasi cosa lei gli avesse detto, la reazione sarebbe stata sempre la stessa. Così, a quel punto, fece una cosa per cui se si fosse fermato a riflettere mezzo secondo in più si sarebbe dato dell’idiota.
La chiamò.
Prima che il cervello si attivasse e gli imponesse di fermarsi, schiacciò il tasto verde e portò il cellulare all’orecchio con mano tremante.
“Pronto?” gracchiò la sua voce. Niall bloccò un sospiro di sollievo e si morse il labbro per cercare di trattenere il sorriso automatico che spingeva per spuntare sulle sue labbra.
“Ciao” mormorò a bassa voce. Sentì un singulto dall’altro lato della cornetta, o forse era il suo cuore che gli rimbombava fin nelle orecchie e che gli giocava brutti scherzi.
“Niall?”
“In persona” ridacchiò.
“Oh, c-ciao” balbettò Cat, imbarazzata. Niall sentì qualcosa riscaldare la parte del corpo all’altezza del cuore e sentì un sorriso grande ed emozionato spuntargli sulle labbra.
“Come stai?”
“Beh, sono annoiata. Ho la febbre e non posso mettere piede fuori casa, sento che da un momento all’altro impazzirò” gli rispose con uno sbuffo esasperato misto al divertito. Niall ridacchiò.
“Dai, ora ci sono io a farti compagnia”. Si sbatté la mano sulla fronte non appena disse quelle parole.
Ma perché non riusciva a trattenersi e a frenare la lingua quando parlava con lei?
Sentì Cat respirare rumorosamente, mentre lui si mordicchiava l’interno guancia, nervoso.
“Meno male, allora. Perché ho un immenso bisogno di chiacchierare. Ti avviso, se mi darai il via libera non smetterò finché non mi si intreccerà la lingua, sei ancora in tempo per salvarti” lo avvisò, ridacchiando. Niall sospirò di sollievo e acconsentì a farla parlare, così che lei cominciò con il suo monologo raccontandogli di come avesse passato la giornata. Continuarono a chiacchierare per ore, anche Niall le raccontò di come fosse andata in sala prove e di come i produttori non fossero affatto soddisfatti. Cat lo rassicurò dicendogli che poteva capitare che un giorno non fossero perfetti come sempre, e Niall sentì il cuore gonfiarsi di un sentimento che si faceva sempre più potente.
Quando si diedero la buonanotte, augurandosi entrambi di guarire presto, e poi riattaccarono, Niall sentì un gelo circondargli il cuore, riscaldato solo dal pensiero che più conosceva Cat, più gli piaceva. Anche se aveva paura di quel sentimento che non riusciva neanche a nominare, perché pensava che avrebbe rovinato la sua dipendenza e l’avrebbe reso come tutti gli altri ragazzi, si ritrovò a pensare che se fosse successo con Cat, magari non sarebbe stato così male.
 
 
 


Qualche giorno dopo, quando il campanello suonò, Niall ringraziò mentalmente chiunque fosse dall’altro lato della porta, perché lo stava salvando dall’assurda monotonia di quel pomeriggio.
Louis era uscito con Harry per cercare di distrarlo dal suo assurdo litigio con Jenny. Assurdo perché dopo due giorni i due ancora non si erano rivolti la parola e Niall non riusciva a capacitarsi di come due ragazzi innamorati come loro riuscissero a non guardarsi negli occhi per così tanto tempo.
Non che lui sapesse così tanto dell’amore; non l’aveva mai provato sulla sua pelle. Ma aveva visto, vissuto, grazie alle esperienze dei suoi amici, che due ragazzi innamorati non riescono a fare a meno l’uno dell’altra.
Beh, quanto meno era evidente che entrambi stavano una merda, perché ogni volta che si incrociavano per la casa tremavano e faticavano ad alzare lo sguardo, forse per questo Jenny si era chiusa in camera neanche fosse una suora di clausura e ne usciva soltanto per andare a scuola e mangiare.
Comunque, Niall in quel momento si stava annoiando a morte perché Liam era perso nei suoi pensieri e Zayn era tutto impegnato a chiacchierare al telefono, mentre lui cercava di distrarsi canticchiando qualche canzone strimpellando la sua chitarra, ma il silenzio intorno a lui era quasi assordante e lo innervosiva.
Il fatto era che smaniava per uscire e andare in un determinato posto, ma sapeva che non avrebbe avuto giustificazioni e non poteva presentarsi li e dirle semplicemente ‘avevo voglia di vederti’. Sarebbe stato da idioti e terribilmente patetico da parte sua.
Per questo quando si affrettò ad andare ad aprire la porta e si ritrovò il viso che agognava di vedere da tre giorni davanti non poté credere ai suoi occhi.
Probabilmente rimase imbambolato per un tempo indefinito, fissandola in silenzio e chiedendosi se fosse veramente lei o se fosse solo frutto della sua immaginazione.
Ma dato il fatto che lei aveva le gote e il naso rosso, gli occhi lucidi, tossicchiava e cercava di tenere fermi due bambini identici che saltellavano tirandola per le braccia, lui si decise a credere che era veramente lei, perché se fosse stata la sua contorta immaginazione a fargli quello scherzo, lei sarebbe stata sola, con un bellissimo sorriso sul viso, e gli si sarebbe buttata tra le braccia appena lui avesse aperto la porta.
Ah, ma che pensieri faceva?
Lei ricambiò il suo sguardo curiosa e piegò un po’ la testa di lato quando capì che Niall non accennava a dire una parola, troppo sorpreso e imbambolato dai suoi occhi.
“Mi fai entrare o rimango qui fuori a congelarmi?” gli chiese lei accennando una risata. Niall si diede uno schiaffo mentalmente e sembrò risvegliarsi.
“Oh, si, certo, scusa, ciao” farfugliò frettolosamente, scostandosi di lato per lasciarla passare. Quando lei lo superò, le loro braccia si sfiorarono e la pelle di Niall ebbe un fremito che gli fece sobbalzare il cuore.
Accidenti!
Ancora non si capacitava del fatto che quella ragazza avesse quello strano effetto su di lui, non riusciva a capire il perché, né tantomeno trovare un modo per evitarlo.
Lei ridacchiò, un suono che fece sospirare Niall come un idiota, e si trascinò dietro i due bambini.
Niall sembrò accorgersi di loro e li guardò sorridendo.
“Chi sono questi bei bambini?” le chiese, chinandosi su di loro per salutarli con un bel sorriso. I bambini ridacchiarono e cominciarono a toccargli le guance e i capelli.
Cat sospirò e tentò di trattenerli, ma a Niall non davano fastidio quelle attenzioni; adorava i bambini e poi loro erano così simili a lei  che lui avrebbe permesso loro di fargli quello che volevano.
“Sono le due pesti che oggi mi tocca portarmi dietro. Scusa se sono piombata qui, ma…volevo sapere come sta Jenny” gli disse Cat con voce preoccupata.
“Oh”. Niall si rialzò, scatenando le proteste dei bambini e strinse le labbra.
“Non posso risponderti a questo, si è chiusa in camera da quando è tornata da scuola e non è più uscita”
Cat sospirò tristemente.
“Vorrei parlarle, ma non credo che con loro…” lasciò la frase in sospeso e Niall la rassicurò con un sorriso.
“Oh, tranquilla. Ci pensiamo noi ai bambini, tu cerca di far tornare Jenny in se, non ce la faccio più a vederli entrambi così tristi” le disse, quasi pregandola con lo sguardo. Lei gli sorrise, grata, e lasciò le mani dei bambini, che sostituirono all’istante la sorella con il suo nuovo amico.
“Grazie, Niall, ti devo un favore” mormorò, ma lui quasi non colse le sue parole, perché il modo in cui lei aveva pronunciato il suo nome lo distrasse.
Sulle sue labbra sembrava un nome bellissimo e pieno di significato.
Appena un secondo dopo aver formulato quei pensieri, pensò di essere un completo idiota. Si limitò a sorriderle e poi trascinò i bambini in salotto, dove Liam e Zayn lo guardarono più che sorpresi, mentre Cat saliva silenziosamente le scale dritta in camera di Jenny.
Appena lei fu scomparsa dalla sua visuale, il cuore di Niall riprese ad andare ad un ritmo normale, anche se sapere che lei era a pochi metri da lui lo elettrizzava rendendolo stranamente euforico.
“Ciao!” esclamò Liam, guardando i due bambini che sorridevano guardandosi intorno. Poi spostò lo sguardo curioso su Niall, che si strinse nelle spalle.
“Sono i fratellini di Cat” spiegò. L’espressione confusa di Liam si accentuò, mentre Zayn assumeva quell’aria pensierosa che significava che stava riflettendo su qualcosa di oscuro.
“L’amica di Jenny. E’ venuta a trovarla e ha chiesto se possiamo tenere d’occhio i bambini” precisò, arrossendo. Liam arricciò le labbra, per niente convinto dalla spiegazione veloce di Niall, ma venne distratto da uno dei bambini che si aggrappò ai suoi pantaloni per attirare la sua attenzione.
“Tu sei attaccato al muro della cameretta di Cat” annunciò con voce allegra, piegando un po’ la testa di lato, mentre l’altro fratello ridacchiava.
Liam scoppiò a ridere, mentre il bambino passava in rassegna anche gli altri volti dei presenti, corrucciando le labbra quando i suoi occhi si posarono su Niall, che si sentì arrossire.
Il bambino lo indicò.
“Anche tu ci sei. Tu più degli altri” annunciò, arricciando le labbra. Niall si sforzò di deglutire, mentre i ragazzi si lanciavano sguardi ammiccanti e pieni di sottintesi.
Era questo che non voleva Niall: che i ragazzi sospettassero qualcosa e che, ancora peggio, cominciassero di nuovo a fargli domande e a immischiarsi in quella che per Niall era semplicemente una sensazione sconosciuta a cui non dare ancora molto credito, soprattutto perché non sapeva se fosse ricambiata.
Liam, come sempre, sembrò accorgersi del disagio dell’amico, e prese un bambino per mano, facendolo sedere sul divano accanto a lui. Gli sorrise, scompigliandogli i capelli rossicci e facendo spuntare una piccola smorfia divertita su quel musetto innocente.
“Tu come ti chiami, piccolo?” gli chiese con voce dolce.
“Io sono Dustin. Mentre lui è Matty” annunciò, indicandogli il fratellino che nel frattempo stava mostrando il suo triangolo a Zayn, che ridacchiava probabilmente assalito da qualche piacevole ricordo.
“Ti piace la chitarra, Dustin?” chiese ancora Liam, scambiandosi un’occhiata complice con Niall, che gli sorrise. Il bambino annuì e guardò Niall titubante, arrossendo leggermente.
“Allora vai vicino a Niall, ti insegnerà a suonare” gli disse sottovoce, facendo accendere un lampo di meraviglia negli occhi azzurri del piccolo.
Dustin lanciò un’occhiata di sottecchi a Niall, ancora titubante, così il biondino si decise a fargli segno di avvicinarsi, mettendo su il suo sorriso dolce e convincente.
“Non così forte!” esclamò Zayn, che nel frattempo si stava divertendo ad insegnare a suonare il triangolo all’altro bambino, che sembrava molto concentrato nell’impresa.
Zayn scoppiò a ridere quando lo strumento gli scivolò di mano, facendolo imbronciare ancora di più.
“Sei proprio un disastro con i bambini” commentò Liam, scuotendo la testa divertito. Zayn scacciò il suo commento con un gesto veloce della mano e riprese a ridacchiare, cercando di posizionare bene il triangolo nelle manine di Matty.
“Dai, suona qualcosa!” esclamò Dustin, sventolando una mano davanti al viso di Niall per attirare l’attenzione e agitandosi sul divano, come se non riuscisse a stare fermo.
Niall arrossì, non sapeva perché ma davanti a quegli occhi così azzurri e grandi si sentiva in soggezione, e cominciò a strimpellare qualche nota, accennando qualche frase di una delle loro canzoni.
Il bambino trillò in una risata e batté le mani, entusiasta. A Niall scappò un sorriso, mentre continuava a cantare e a suonare, convinto del fatto di essere riuscito ad attirare l’attenzione di un bambino, facendolo stare calmo e seduto accanto a lui.
Peccato che non aveva considerato il fatto che l’attenzione dei bambini vola da un argomento all’altro molto facilmente, per questo non ci volle molto ai ragazzi a perdere il controllo e a ritrovarsi con due piccole teste rosse che correvano per tutta la casa. Zayn cercò di fermarli un paio di volte, ma poi lasciò perdere, perché gli sembrava idiota correre per tutta la casa dietro a quei marmocchi che si nascondevano dappertutto.
Niall aveva già il mal di testa, ma i bambini non la volevano smettere di urlare e cantare, accompagnati dal triangolo suonato da uno di loro, per niente nel modo giusto e che rischiava di spaccargli i timpani.
Liam, vile e codardo, appena aveva visto le brutte si era ritirato in camera sua, con la scusa che doveva chiamare il padre.
Dopo vari tentativi di cercare di riportare la calma, i ragazzi lasciarono perdere e Zayn, stremato, annunciò che non avrebbe mai fatto figli in vita sua, se poi fossero diventati così. Niall ridacchiò e cercò di ignorare le urla, continuando a suonare, e concentrandosi sul pensiero che se stava sopportando quel piccolo inferno, era perché al piano di sopra c’era una persona che presto sarebbe tornata a portare l’ordine in quella stanza, e sperava anche nel suo cuore.
Così si estraniò nel suo mondo, vagando con i pensieri, per questo quando sentì Cat scendere le scale a piccoli passi, il cuore gli schizzò in gola e si guardò furtivamente intorno, vergognandosi già delle occhiate curiose e allusive dei ragazzi, Liam che era appena tornato per cercare di dare una mano ai suoi due amici.
Niall cercò di fare finta di niente, come se non si fosse accorto che la persona che gli causava quel forte batticuore e le guance rosse non stesse scendendo le scale per raggiungerli.
Non voleva che loro pensassero che fosse già perso, ci teneva al suo orgoglio, così, quando la ragazza li raggiunse in salotto e si schiarì la gola per attirare l’attenzione, lui non alzò nemmeno lo sguardo dalla sua chitarra, anche se sapeva che così facendo si stava solo che mettendo il bastone tra le ruote da solo.
 



 
 






I’m sorry, so che questo capitolo praticamente non finisce, ma l’ho dovuto dividere altrimenti sarebbe uscito trooooppo lungo e palloso.
Per questo cercherò di aggiornare presto, sempre che riceva qualche recensione, perché a quanto sembra non ci sono molte persone che seguono questa mini fan fiction, quindi mi sembra quasi inutile portarla avanti.
Sarò esagerata ma, anche se sarà breve e sicuramente non supererà i dieci capitoli, mi ruba un sacco di tempo, che io potrei utilizzare per scrivere altro.
Quindi ditemelo; se è inutile che io vada avanti, mi fermo qui.
Basta saperlo, insomma.
Comunque,
CIAAAAO! :D
Calcolate che oggi ho tipo litigato con la madre lingua di inglese perché lei continuava ad insistere che il simbolo dell’Irlanda è il quadrifoglio.
Ma cazzo! Lo vuole sapere meglio di me?
E’ il trifoglio. TRIfoglio.
Ho avuto la mia vittoria personale quando le ho sbattuto in faccia una foto di Nialler in cui si vedeva la sua collana con il trifoglio e si è ammutolita.
In quel momento mi sono sentita potente uù
Poi, sono troppo dshaoaxnkas perchè il biondino mi ha sorriso **
Vi spiego: stavo scendendo le scale e, guarda caso, la mia amica mi ha spinto accanto a lui, che stava appena uno scalino sotto al mio.
Non so perché ma lui si è girato verso di me e mi ha beccato che lo stavo guardando tutta imbarazzata e…ha sorriso!
E cosa ancora più carina, ha una mini fossetta sulla guancia.
Cioè, posso resistere io?
No, ditemelo voi se è possibile **
Bene, ora sparisco e vado a pallavolare (?).
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Tanto, tanto amore.
Sara.




  

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