Adele

di Nikkina Cullen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodici ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


-     Non mi vuoi più bene!
Sapevo benissimo di starmi a comportare come una bambina ma era più forte di me proprio all’accademia non ci volevo andare.
-     Smettila sai benissimo che lo facciamo proprio per il tuo bene invece.
Carlos la pensava in modo diverso da me.
Io infatti credevo che non mi fosse necessaria un istruzione scolastica dopo tutto ciò che avevo appreso dal mio tutore e i suoi collaboratori.
Avevo ucciso uno dei vampiri più temuti del nostro mondo grazie ai loro insegnamenti.
E mandarmi all’accademia mi sembrava solo un modo di sbarazzarsi di me per un bel po’.
Mi sentivo come un umano il primo giorno di asilo quando non vuole staccarsi dalla gonna della madre per andare a conoscere altri bambini come lui.
Dove era la fregatura di tutta quella situazione?
Ecco quale era il mio pensiero più frequente.
-     Non ci voglio andare all’accademia lo sai benissimo!
Ripetei quasi come fosse una cantilena già detta mille altre volte e lo era davvero in realtà.
-     E questo non dipende da me lo sai benissimo!
Ecco la risposta automatica di Carlos.
Già era cosi che andavano le nostre discussioni da un bel po’ ormai.
Da quando appunto mi aveva dato la bellissima notizia secondo lui.
-     Non capisci che si vogliono prendere solo il merito di ciò che tu hai fatto con me?
Risposi io sperando che il suo orgoglio potesse essermi a favore.
-     Non succederà mai questo è una cosa talmente popolare tra di noi che nessuno crederà a questa storia che stai montando solo per farmi innervosire e non mandarti all’accademia.
Ecco la mia ultima cartuccia sparata in malo modo che non aveva per niente scalfito il mio avversario, avevo miseramente fallito anche con quella.
Frustata da ciò che mi stava accadendo, non potei fare altro che iniziare a preparare le valigie che ormai erano vuote in stanza da settimane, nella speranza che potessi solo riporle da dove erano state prese.
Riempire quelle maledette valigie era il segno tangibile che potevo anche aver ucciso un vampiro temuto in tutto il mondo, ma della vita in se per se non avevo proprio capito niente.
Le valigie si riempirono in poche ore ma io comunque restai sveglia tutta la notte perché sapevo che ciò che mi attendeva il giorno dopo sarebbe stato per me terrificante.
Pensai per tutta la notte ad un piano di evacuazione ma niente di ciò che mi venne in mente, sembrava potesse fare al mio caso, ormai ci ero dentro e dovevo iniziare a ballare.
Tutt’altro affare furono invece i perché’ non volevo andare all’accademia che mi ronzarono nella mente per tutta la notte come lame taglianti che mi sfracellavano il cervello.
Un perché ad esempio era la mia poca voglia di socializzare con i miei coetanei.
Avevo vissuto per anni con tre vampiri e un cacciatore professionista quindi il mio stile di approccio al mondo esterno era pari allo zero.
I vampiri se ne stavano per i fatti loro attenti a non far incavolare il loro protettore per niente al mondo.
Nel loro mondo erano considerati la feccia poiché avevano tradito i loro simili quindi di vita sociale non se ne parlava proprio anche se raramente spuntava qualche vampiro come loro alla porta di casa nostra che voleva seguire il loro stesso esempio ma veniva subito spediti all’accademia di rianimazione per casi come i loro.
Carlos invece era un tipo poco sociale di suo quindi di conseguenza anche io mi ero abituata al suo stile di vita.
Se c’erano dei vampiri che volevano avere tra le mani Elia, Brenna e Ryan, c’era anche un gruppo di cacciatori che non vedeva di buon occhio la legge, chiamata legge bontà da loro, che in pratica cambiava radicalmente il vecchio protocollo del cacciatore poiché se prima uccidevano e basta vampiri, dalla legge bontà in poi invece dovevano prima capire chi o cosa avevano davanti a loro e avere le prove che quel particolare vampiro aveva infranto il patto scritto e firmato tra i vampiri come Elia, Brenna e Ryan e i cacciatori come Carlos.
Io d’altronde da quando avevo ucciso Ramirez, ero agli arresti domiciliari poiché Carlos e i tre vampiri avevano avuto paura fin da subito che qualcuno dei suoi alleati potesse venire a cercarmi per vendicare la morte del vampiro.
Ecco il motivo per il quale credevo che mi stessero affibbiando in quella scuola, proprio per levarsi dall’ inghippo che mi si era venuto a creare intorno.
-     Non vi giudico per ciò che state facendo ma almeno non ce l’abbiate voi con me se non vi manderò nessuna cartolina dal luogo sperduto dove mi state mandato.
Queste furono le mie ultime parole prima di abbracciare tutti e quattro e partire verso la mia nuova destinazione.
Loro erano il mio concetto di famiglia nonostante tutto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Sarà un esperienza fantastica, fu il mio ultimo pensiero prima di varcare la soglia della scuola che mi avrebbe accolta tra le sue mura per i 9 mesi successivi.
Sperai che quel pensiero positivo potesse soffocare tutti i motivi che mi spingevano a mollare tutto e ad andarmene da quell’edificio prima che potesse essere troppo tardi.
Non me ne andai.
Appena posai entrambi i piedi nell’atrio mi vennero ad accogliere due membri del comitato studentesco.
-        Sei Adele?
Mi chiese uno dei due prendendomi una delle valigie da in mano.
Io annuii.
-        Benvenuta nella nostra scuola allora!
Mi disse l’altro prendendomi la mano che l’amico mi aveva liberato.
Mi stupì la loro reazione quasi felice nell’accogliermi nel loro piccolo mondo fatto di pietre epocali attaccate al muro e ovviamente stile di castello ottocentesco.
Loro lo notaro.
-        Come puoi non essere famosa dopo aver ucciso uno dei vampiri più temuti di questo mondo?
Sorrisi quasi stanca ma almeno compresi quell’euforia iniziale nei miei confronti.
Ero la cacciatrice per loro più famosa di tutti i tempi.
La prima donna ad uccidere un vampiro millenario inserito al secondo posto nella lista dei cattivi.
Quando vivevo con Carlos e i vampiri avevano adottato la politica di non farmi montare la testa per ciò che mi era successo, quindi, a parte gli arresti domiciliari, nessuna cosa era cambiata radicalmente nella mia vita rispetto a prima che conficcassi il paletto nel cuore di Ramirez.
In quella scuola sembrava che il protocollo adottato dalla mia famiglia fosse cambiato.
E non mi dispiaceva affatto.
Era senza alcun dubbio un fattore che mi avrebbe permesso di crearmi amicizie in tempi molto corti rispetto ad una cacciatrice sconosciuta nella mia stessa identica situazione.
Non mi sbagliai.
I due ragazzi mi dissero infatti che c’era anche un fan club dedicato a me in quelle mura.
Promisi a me stessa e ai due cacciatori che appena avrei potuto sarei passata da loro a fare un saluto.
Mi fecero vedere tutto il complesso prima di arrivare alla mia stanza.
Vidi le aule dove avremmo tenuto le lezioni di teoria.
Vidi la zona palestra dove ci saremmo addestrati.
Vidi la mensa dove avremmo mangiato colazione, pranzo e cena.
Vidi la biblioteca che mi sovrastò con i suoi ben 10.000 volumi inseriti in enormi scaffali.
Vidi la zona relax dove avremmo passato il tempo libero.
E tutto mi sembrava troppo enorme per me solamente.
Quasi mi venne un giramento di testa a pensare a quell’enormità.
Poi arrivammo finalmente alla mia stanza.
Sorpresa?
L’unica cosa che avevo chiesto nella rabbia di quei giorni trascorsi dopo aver ricevuto la notizia della mia iscrizione a quella scuola non era stata accolta.
Avevo una compagna di stanza, purtroppo.
L’immensità di quei luoghi si annullò in un nano secondo.
-        Siete sicuri che questa sia la mia stanza?
Chiesi ad entrambi i cacciatori, cercando di non mancare il rispetto alla ragazza che mi guardava come se fossi un poster di Johnny Depp.
-        Si assolutamente.
Risposero entrambi in coro.
Mi trattenni dallo sbuffargli in faccia come avrei fatto invece se al posto loro ci fosse stato Carlos e promisi a me stessa che quella cosa me l’avrebbe pagata cara.
La ragazza titubante si avvicinò a noi tre e mi tese la mano destra.
-        Piacere di conoscerti Adele, mi chiamo Mariah e prima che tu me lo chieda, si i miei genitori sono fan della cantante da cui prendo il nome.
Mi disse scocciata.
Non gli e lo avrei di certo chiesto ma mi fece simpatia di impatto quella cacciatrice.
Io ovviamente le strinsi la mano ma non ebbi il tempo di dire niente di carino nei suoi confronti come ad esempio dirle che era un bel nome il suo.
-        È un onore averti come compagna di stanza.   
Infatti aggiunse lei subito dopo abbracciandomi.
Il resto del primo giorno all’accademia lo trascorsi con Mariah e i suoi amici che come da brevetto mi accolsero da eroina come fece chiunque mi incontrò, ovunque mi dirigessi quel giorno ed ebbe il coraggio di avvicinarsi a me, stringermi la mano e presentarsi.
-        Non riusciamo a placare il nostro entusiasmo nell’averti qui, figuriamoci quello degli studenti.
Mi disse addirittura un insegnante che incrociai quel giorno nei corridoi, quasi scusandosi dell’accoglienza calorosa che tutta l’accademia mi stava riservando.
Quando finalmente ebbi modo di recarmi di nuovo nella mia stanza a fine giornata ebbi modo di riflettere su ciò che mi era successo durante quella giornata e pensai alle prime parole sussurrate appena entrata nella scuola, infatti, il primo giorno era stato davvero un’esperienza fantastica, tutto sommato.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


La popolarità è un arma a doppio taglio.
Lo scoprii molto presto.
Il secondo giorno presa dall’euforia di tutti del giorno prima, mi recai a colazione di buon ora mentre Mariah si stava ancora svegliando.
In sala mensa non c’era molta folla ma giusto qualche mattiniero come me quindi notai subito un gruppetto di quattro ragazze che ridevano di me.
Quando raggiunsi il tavolo dove mi ero seduta il giorno prima con gli amici di Mariah non era vuoto come quando ero entrata.
C’era un amico della mia compagna di stanza seduto di cui non mi ricordai il nome che mi indico uno dei due posti vuoti accanto a lui per sedermi, scelsi quello alla sua destra.
-        Chi sono quelle li?
Chiesi immediatamente senza preoccuparmi di non essere sentita indicando le quattro ragazze.
-        Oh quelle?
Disse lui scuotendo la testa.
-        Si credono le regine della scuola solo perché una di loro, Selena, ha battuto il vampiro più forte della scuola per vampiri.
Compresi subito tutto.
-        Quindi io sono di intralcio alla loro conquista della scuola!
Dedussi senza giri di parole.
Lui mi sorrise e annuì.
Beh c’era un interessante svolgimento della trama.
Cosa avrebbero fatto le quattro reginette pur di sedersi ancora sui loro beati troni?
Cosa avrebbero fatto a me pur di mantenere intatto il loro primato?
E io come mi sarei comportata nei loro confronti sapendo chi ero io e chi erano loro?
Di certo non ci sarebbero state rose e fiori tra di noi, questo era chiaro sia dall’espressione minacciosa con cui mi guardavano e sia dal fatto che non facevano parte del mio fan club, nessuna di loro quattro.
Decisi che nei loro riguardi avrei adottato una tecnica che mi aveva insegnato Carlos: tenere gli occhi aperti. Molto aperti.
Nel frattempo che la mensa si riempì di cacciatori, io e Selena ci fissammo entrambe con sguardo acuto come se ognuna di noi potesse leggere il segreto dell’una solo dagli occhi dell’altra.
La sfida era stata sia lanciata e sia accolta e si preparava anche un interessante battaglia che nemmeno sfuggì alla mia compagna di stanza quando ci raggiunse anche lei per fare colazione con noi.
-        Oh no, Jer l’hai avvisata?
Chiese lei immediatamente.
Il mio compagno di colazione annuì.
-        Si certo ma a quanto pare la tua amica è un osso duro quando si tratta di cose del genere.
Disse Jer a Mariah, alzando le spalle.
Di malavoglia distolsi lo sguardo posato fino a quel momento su Selena.
-        Sai che quelle lì non mi fanno paura dopo aver vissuto giorni interi con tre vampiri che si credono i più fighi del mondo.
Aggiunsi io guardando Mariah.
Dalla mia risposta ne seguì una discussione al nostro tavolo su come fosse stata la mia vita con tre vampiri e quindi ci furono domande alle quali io risposi molto ironicamente facendo anche sorridere chi ci era intorno.
Brenna mi aveva insegnato a ballare.
Elia mi aveva insegnato l’uso giusto dell’ironia.
Ryan mi aveva insegnato come rispondere in modo velato a domande poco piacevoli.
Tutti e tre mi avevano rivelato i loro segreti con cui affrontavano una battaglia.
Se avevo ucciso uno dei vampiri più temuti al mondo il merito era anche loro.
Presto molto presto arrivò il suono della campana che annunciava l’imminente inizio delle lezioni per quella giornata cosi la discussione fu interrotta per essere poi ripresa a pranzo e poi ancora a cena.
Quando finalmente dopo cena rientrai nella mia stanza ebbi l’illusione che la mia giornata era finita lì invece mi sbagliavo di grosso.
-        Ieri sera ti ho lasciato stare perché ti ho visto molto stanca ma stasera non hai scuse amica mia.
Mi disse Mariah prendendo il plaid dal mio letto e poggiandomelo tra le mani.
-        Cosa significa questo?
Chiesi io rintontita.
-        Beh ovvio si esce!
Mi rispose la solare Mariah.
Uscire? Era una parola che non sentivo più da molto tempo prima anche se le mie uscite consistevano nell’andare nel posto più vicino che vendeva sacche di sangue.
La guardai quindi perplessa.
E quando la vidi scavalcare la finestra della nostra stanza il mio sguardo si fece ancora più insicuro.
-        Cosa c’è? Non hai mai scavalcato una finestra?
La risposta sincera sarebbe stata no non lo avevo mai fatto invece per non sembrare ingenua da quel punto di vista cosa che invece ero mi uscirono altre parole dalla bocca.
-        Certo che l’ho fatto ma non capisco dove stiamo andando!
Risposi io invece.
-        Beh segui me e lo scoprirai!
Mi disse lei.
Di mala voglia la seguii sperando che la finestra non fosse troppo alta per i miei gusti da paracadutista in erba.
Fortunatamente la distanza che ci separava dal terreno non era molta e l’atterraggio quindi non mi portò complicazioni fisiche.
Seguii la mia nuova amica con un pizzico di ansia fino a giungere in una radura dove c’era un fuoco al centro e intorno alcuni dei ragazzi che avevo conosciuto il giorno prima e quel giorno stesso nelle ore di buco tra una lezione  e l’altra.
Trascorremmo una piacevole serata a raccontarci le storie della nostra vita, ovviamente, quello che avevano chiesto a me fu come ero riuscita a uccidere Ramirez nei minimi dettagli e così furono accontentati.
-        Sai credo che il gruppetto delle quattro finalmente ha trovato pane per i loro denti!
Mi disse Mariah quando rientrammo nella nostra stanza prima di chiudere occhi e dormire.
Io invece pensai al mio secondo giorno che fu molto diverso dal primo giorno perché avevo conosciuto anche coloro che non mi erano amici.
 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Era una serata come le altre, io e Mariah avevamo raggiunto gli altri amici alla nostra solita radura dopo la cena e la stavamo trascorrendo in modo piacevole con tutti loro.
Tra una chiacchiera e l’altra, tra una critica ad un docente e una risata genuina, l’urlo ci spiazzò tutti quanti.
Cosa stava succedendo?
Fui la prima ad alzarmi per andare nella direzione da dove l’urlo proveniva.
Eravamo dei futuri cacciatori quindi tutti mi seguirono.
Man mano che ci avvicinavamo alla fonte le urla ci facevano accapponare la pelle sempre di più ed era chiaro che qualunque cosa stesse strillando con quanto fiato aveva in corpo non era assolutamente umano.
Andavamo molto cauti perché sapevamo che ci sarebbe stata una battaglia qualsiasi cosa fosse ad attenderci ed eravamo disarmati.
Poi tutto si chiarì davanti ai miei occhi. E non solo davanti ai miei occhi.
-        Che diavolo state facendo?
Ebbe il coraggio di dire Mariah.
Ed erano parole giuste che avrei detto anche io stessa se non fossi stata paralizzata per la prima volta in tutta la mia vita vedendo un gruppo di cacciatori distruggere un vampiro.
Nel gruppo di cacciatori c’erano anche Selena e le sue amiche che ci guardarono con un espressione molto dura quasi a vergognarsi di noi e della nostra reazione.
-        Cosa ha fatto quel vampiro?
Ebbi finalmente il coraggio di dire io.
-        Beh è semplicemente un vampiro!
Mi rispose Selena con rabbia.
Il vampiro urlò.
-        E cosa significa tutto questo?
Chiese Mariah insolitamente fuori di se.
-        Non lo vedi? Stiamo facendo giustizia! La giustizia che voi cacciatori senza alcuna dignità avete distrutto!
Disse un ragazzo che avevo solo intravisto in qualche lezione che avevamo fatto.
-        Ethan qui ci sono delle regole e una delle regole è non usare la propria forza per distruggere esseri innocenti. Cosa ha fatto questo vampiro per meritarsi una punizione del genere? Non ho bisogno di risposte sciocche perché già lo so che non ha fatto niente!
Disse Mariah andando a salvare quel poverino da una sorte ingiusta.
Io la seguii.
-        Ma guardate ecco la vostra eroina preferita che aiuta una pazza a salvare un’anima dannata!
Cosi Selena commentò la mia azione.
Ma nessuno dei nostri amici le dette retta, solo le solite tre megere risero a quella considerazione.
-        Non farti provocare!
Mi sussurrò Mariah mentre stavamo liberando il vampiro.
E io mi stavo abbastanza arrabbiando.
-        Adele sei tu?
Mormorò il vampiro che cercava di mettere a fuoco il mio viso a fatica.
-        Si sono proprio io, ci conosciamo?
Chiesi più alterata del solito.
-        Si sono amico di Ryan, sono passato da casa vostra una volta!
Mi rispose lui.
Per me tanto bastava a definirlo innocente.
Non era del mio stesso avviso ovviamente il gruppo di cacciatori che lo aveva attaccato.
E nemmeno a dirlo anche Selena era d’accordo con i suoi amici che guardandomi sghignazzava con le sue amiche come se avesse appena vinto un oscar a mio discapito.
Io e Mariah nel frattempo avevamo liberato il vampiro che si era già rifugiato nel gruppo dei nostri amici.
-        E ora che ci avete levato il divertimento cosa si fa? Qualcuna di voi due vuole prendere il suo posto?
Disse il ragazzo di nome Ethan.
-        No ma voglio battermi ora con Selena!
Risposi io, provocando lo stupore di tutti i presenti. A causare colpi di scena ero la numero uno, su questo nessuno ebbe dubbi.
-        No non puoi è irregolare combattersi fuori dalla scuola.
Ignorai le parole della mia amica che mi mettevano in guardia e mi voltai verso Selena.
-        Allora che fai? Accetti?
Le chiesi con tutta la rabbia che mi poté uscire in quel momento.
-        Le regole lo proibiscono!
Rispose lei alzando le spalle.
-        Al diavolo le regole stavate torturando un vampiro solo per gioco, quando valgono le regole solo quando lo dite voi?
Ribadii io furiosa.
Avevo comunque fatto centro. La mia rivale non si sarebbe tirata indietro dopo le mie parole.  
-        Ok combatterò contro di te io non ho paura ne delle regole e ne di te!
Mi rispose Selena.
-        Adele ti prego!
Cercò di dissuadermi Mariah ma ormai la mia mente era catapultata allo scontro che ci sarebbe stato a breve.
Ci posizionammo proprio dove un attimo prima c’era il vampiro che si stava dimenando in cerca di uno spiraglio di libertà.
Entrambe ci osservavamo ma nessuna delle due voleva scoprire e attaccare fino a che non lo feci io.
Se non vuoi diventare agnello lupo ti devi fare.
Mi diceva sempre Carlos.
E io volevo assolutamente essere il lupo in quello scontro.
Ci stavo anche riuscita poiché Selena le stava prendendo di santa ragione da me, ma ad un tratto mani fredde si posarono su di me e iniziarono ad allontanarmi dal mio bersaglio.
-        Adele ferma!
Mi intimò una voce sicuramente da vampiro.
-        Se non vi fermate entro cinque secondi chiamo la preside della vostra scuola!
Sapevo anche io che non ne sarebbe venuto niente di buono da quelle parole.
Cosi smisi di dimenarmi dalle sue braccia e cercai di calmarmi.
-        Ok bene cosi!
Mi fece eco il vampiro.
-        Allora qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?
Aggiunse subito dopo rivolto a tutti i presenti.
-        Loro stavano torturando uno dei vostri quando noi abbiamo sentito le urla e siamo accorsi ad aiutarlo!
Spiegò Mariah al vampiro.
Anche lui restò di ghiaccio a quelle parole.
-        Mi tocca chiamare per forza la preside a questo punto!
Riuscì a dire sforzatamente.
 
 
 
  
 
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


-        Non ci posso credere! Sei da due giorni in questa scuola e già provochi una rissa?
Il giorno dopo furono convocati a scuola sia i genitori e sia i tutori degli allievi coinvolti nel massacro contro il vampiro.
-        Non ci ho visto più e ho reagito come meglio sapevo fare!
Risposi io a Carlos
-        Non si fanno queste cose a scuola e nemmeno fuori dalla scuola! Quale frase di “non si fanno risse” non hai capito dal regolamento?
-        Carlos non essere dura con lei ha solo salvato un mio studente!
Cercò di difendermi l’insegnante che aveva interrotto il combattimento la sera prima.
-        E provocato una rissa! Una rissa! Ti rendi conto della gravità della cosa? Può essere espulsa per quello che ha fatto!
Un sorriso guizzò sul mio viso.
-        Non fare quell’espressione perché se torni a casa per questa faccenda ti aspetta l’inferno!
-        Non mi butteranno fuori da qui, loro mi hanno voluto ricordi?
-        Ma questo non ti permette di infrangere il regolamento signorina!
Il più arrabbiato tra tutti i genitori e tutori era Carlos. Proprio non si aspettava una cosa del genere da me.
-        Il massimo che faranno sarà mettermi in punizione!
Continuai a dire io.
-        Si probabile e per te non è niente vero?
Alzai le spalle in segno di conferma.
-        Spero tanto che ti lasciano punire da me!
Rispose Carlos minaccioso.
Io per risposta alzai gli occhi al cielo.
-        Perché sei cosi duro con me? Ho salvato un vampiro!
Aggiunsi io contrariata dal suo comportamento.
-        E per quello ti avrei dato una stella d’oro ma quello che hai fatto dopo mi fa infuriare, non ti ho insegnato tutto quello che sai per poi usarlo contro una tua stessa compagna!
Mi rispose lui.
-        Non è una mia compagna da quando sono arrivata a scuola non fa altro che ridere di me e prendermi in giro!
Sputai io sperando che Selena e i suoi amici fossero espulsi dalla scuola per ciò che avevano fatto a John.
Nessun venne espulso comunque.
Ma venimmo puniti tutti per i seguenti motivi:
eravamo fuori dall’edificio in un orario non consono;
il gruppo di Selena venne punito per aver preso un vampiro dalla scuola dei vampiri e averlo anche torturato senza avere prove che fosse uno dei contrari alla legge bontà e infine io e Selena venimmo punite per lo scontro che avevamo fatto.
Per un bel po’ non facemmo più uscite notturne anche perché i sorveglianti erano aumentati per evitarle.
L’attrito tra me e la cacciatrice venne per un po’ messo da parte in attesa di nuove situazioni più consone per tirarlo di nuovo in mezzo.
Infatti, nessuna delle due si sarebbe arresa.
Io cercavo la vittoria che stavo riuscendo ad ottenere perché era stato evidente a tutti che io avrei vinto quel round.
Lei cercava la vendetta  per la pessima figura che aveva fatto nei miei confronti.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


Per far rodere ancora di più il gruppo di cacciatori che aveva torturato il vampiro ci mandarono a fare pulizie nella scuola per vampiri.
-        Si sente puzza di morte ovunque, che schifo!
Fu il commento di Ethan non appena mettemmo piede nell’edificio.
Io scossi la testa in segno di esasperazione.
Non mi aspettava un pomeriggio facile.
-        Ehilà!
Ecco come ci accolse John uno degli insegnati della scuola. Io mi ricordai che mi aveva difesa nei confronti di Carlos e lo abbracciai e lo ringraziai.
Ethan accanto a me si irrigidì, della serie non provare a fare lo stesso con me.
John comprese il messaggio.
E ci dette subito spazzole e secchi per andare a pulire la sala mensa.
La sala mensa non era vuota come invece ci saremmo aspettati di trovare.
A quanto pareva avremmo avuto degli spettatori mentre pulivamo l’intera sala.
-        Stai attenta Adele.
Mi sussurrò Ethan anche se era inutile poiché i vampiri ci sentivano molto meglio di noi umani.
Lo guardai dubbioso. Se erano a scuola voleva dire che erano vampiri innocui.
-        Si sa da generazioni che alcuni dei vampiri contrari alla legge bontà si infiltrano in questa scuola per cedere informazioni ai nostri nemici.
Mi spiegò lui a denti stretti.
Compresi bene ciò che voleva dire.
In mezzo a quei pochi vampiri c’era chi mi guardava con curiosità e chi mi guardava pauroso ma ci poteva anche essere un alleato di Ramirez, infiltrato nell’edificio per cercare proprio me.
Se era vero quello che diceva Ethan.
Comunque stetti con gli occhi aperti per tutto il pomeriggio che trascorremmo a scuola.
E non fui l’unica. Quei vampiri ci squadravano dalla testa ai piedi aspettando una nostra mossa falsa probabilmente che non arrivò.
-        Quindi vi mandano da noi per punirvi? Non deve essere una cosa semplice!
Disse uno di loro facendo ridere i suoi amici.
-        Sai hai un hobby interessante!
Risposi io prima che Ethan potesse fare danno.
-        Quale sarebbe?
Mi chiese lui con aria dubbiosa.
-        Ovvio prendere in giro cacciatori che puliscono la vostra mensa!
Dissi io scocciata.
-        Beh non si vedono molti dei vostri da queste parti quindi quando capita l’occasione non me la lascio sfuggire.
Mi rispose quello.
“Quello” per intenderci era l’essere più bello che avessi mai visto in tutta la mia vita.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo da tanta bellezza che non poteva essere stata data tutta ad un uomo soltanto, mi sembrava un ingiustizia colossale.
-        Adele! John mi ha detto che eri qui e non potevo non cogliere l’occasione per venirti a salutare!
Solo la voce dell’amico di Ryan riuscì a farmi smettere di guardare “quello”che mi venne incontro come fossimo vecchi amici che non si vedevano da secoli.
Io contraccambia il suo entusiasmo anche se non mi ricordavo il nome o forse non me l’aveva mai detto.
-        Comunque mi chiamo Jim e loro sono i miei amici!
Disse il vampiro indicando l’unico tavolo occupato della mensa.
Quando vide la mia espressione poco felice aggiunse immediatamente:
-        Se hanno detto qualcosa di brutto non ce l’hanno con te ma con il tuo amico!
Ci tenne a sottolineare cioè uno dei tipi che lo aveva torturato.
Annuii sorridendoli.
Quindi “quello” era un suo amico, la cosa non mi passò inosservata.
-        Lei è …
Stava per dire Jim rivolto ai suoi amici quando “quello” lo interruppe.
-        Dacci un taglio, sappiamo benissimo chi è Jim non c’è bisogno che tu lo sottolinei.
Rispose “quello” acidamente.
Avrei voluto chiedere chi era lui ma non ebbi il coraggio poiché dalla sua risposta era evidente che non era un mio fan.
Io ed Ethan continuammo con le nostre mansioni mentre di tanto in tanto scambiavo qualche parole con Jim e mi chiedevo dentro di me quale problema avesse quello con me.
Tornati alla nostra scuola finalmente io mi andai subito a chiudere in camera mentre Ethan e me lo chiese anche di unirmi a lui, andò nella zona relax.
Quando Mariah tornò finalmente in stanza potei parlare con lei.
-        Mariah tu vuoi sapere cos’è veramente l’amore?
Era una canzone della Carrey e sicuramente lei la conosceva.
-        Si ma l’importante è che non faccia soffrire.
Saggia risposta dette la mia amica.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***


Per tutto il giorno seguente non feci altro che pensare a “quello”.
Era come se avessi una sua fotografia stampata in testa.
Ne osservavo ogni minima sfaccettatura con vorace curiosità, prima che si dissolvesse dalla mia mente, prima che qualcuno potesse rubarmela.
Mi piaceva tutto di lui.
I suoi occhi smeraldo.
Il suo naso alla francesina.
I suoi lineamenti duri ma allo stesso tempo morbidi come quelli di un bambino.
Il suo fisico muscolo ma allo stesso tempo slanciato.
Il tono della sua voce morbido ma allo stesso tempo crudo.
Era difficile anche solo provare a pensare a qualcos’altro.
Uno scorcio di paradiso mi si era aperto sulla Terra e non lo avrei mollato molto facilmente.
Allo stesso tempo mi chiedevo cosa mi stesse succedendo.
Non era da me perdere cosi la testa per un ragazzo ne tanto meno un vampiro.
Un vampiro.
Lui sarebbe vissuto per sempre mentre arrivata una certa ora io avrei tirato le cuoia.
Io ero una cacciatrice anche,e se per sbaglio avessi dovuto uccidere lui o il suo sire?
Lui sarebbe comunque morto sia in un caso e sia nell’altro.
Perché succedeva cosi!
Se uccidevi un sire uccidevi anche la sua stirpe. Ecco perché non solo mi ero fatta nemici gli alleati di Ramirez uccidendolo ma mi ero anche fatta nemica tutti quei vampiri che durante il nostro scontro avevano perso qualcuno inevitabilmente.
E ciò mi preoccupava parecchio e non solo me, motivo per cui mi avevano messo agli arresti domiciliari a casa mia.
Sperai intensamente che “quello” non avesse avuto a che fare ne con Ramirez ne con uno o una dei suoi asserviti, altrimenti potevo anche mettere sotto la voce “mai iniziata” la mia storia con lui.
Ma io volevo davvero stare con lui?
Se nei viaggi mentali mi ero immaginata un fantomatico matrimonio con lui, allora ero persa ancora prima di iniziare e io ero persa.
A fine giornata cercai di riprendermi quanto meno per svolgere le ultime commissioni che mi aspettavano prima di andare a dormire.
Mi dissi che lui non era un mio fan, il tono acido con cui aveva parlato di me, era una prova schiacciante quindi le mie speranze potevano davvero risultare vane.
Lo dovevo per forza mettere in conto, anche contro la mia volontà, nonostante tutto quel giorno mi sembrava di essere riuscita a toccare il paradiso con un dito.
NON ERA UN MIO FAN.
Me lo ripetevo di continuo anche se ogni singola parola di quella frase faceva male come piccole schegge di vetro che laceravano il mio cuore.
E fu cosi che vidi anche l’inferno.
Fuoco che bruciava qualsiasi cosa potesse travolgere.
E in un attimo aveva travolto anche me.
Perché la verità è proprio come l’inferno, ti brucia dentro qualsiasi inane speranza tu possa avere di essere felice.
-        Che ti è successo? Stamattina eri come se fossi in paradiso e ora sembra invece che hai sbagliato strada e sei finita all’inferno!
Anche Mariah si accorse del mio cambiamento, forse perché mi trascinavo come se una nuvola di pioggia perseguitasse unicamente me.
-        Non lo so cosa mi è successo!
Mentii stravolta dalla giornata appena vissuta.
Cosa avrebbe pensato di me Mariah se le avessi detto la verità?
Probabilmente avrebbe pensato che fossi una stupida.
Una storia con un vampiro non era roba semplice per noi cacciatori. Per un umana qualunque forse si, per noi invece era tutta altra faccenda.
Noi li uccidevamo i vampiri, non ci innamoravamo di loro.
Era forse la maledizione per aver ucciso uno di loro?
Arrivai a pensare anche a ciò.
-        Ehi hai sentito quello che ho detto?
Non avevo sentito una sola parola di quello che aveva detto la mia compagna di stanza ovviamente, quindi scossi la testa in segno di contrarietà. 
-        Ok lo ripeto di nuovo molto lentamente: le due scuole a fronte di quello che è successo l’altra sera hanno organizzato un ballo di pace, l’hanno proprio chiamato così, ballo di pace e consiste nell’invitare o farsi invitare da un vampiro o da un cacciatore. Le coppie devono essere per forza miste non vampiro e vampira o cacciatore e cacciatrice. Capito?
Mi spiegò lei.
-        E questo quando lo hanno detto?
Chiesi io stranita dal fatto che un evento del genere me lo fossi persa.
-        Quando tu eri nel mondo delle favole ragazza probabilmente, cioè ad ogni inizio di una nuova lezione a quanto pare.
Rispose lei alzando le spalle.
-        Non ho un abito per queste occasioni!
Dissi io anche se in realtà avrei voluto dire altro.
-        Beh se hai la carta di credito risolviamo questo problema in un attimo!
Rispose Mariah facendomi vedere subito un sito internet che vendeva abiti adatti proprio per il tipo di cerimonia alla quale avremmo dovuto presenziare noi, se ovviamente un vampiro ci avesse permesso di esserci.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***


Il giorno successivo, dopo lo choc iniziale, ci furono le polemiche.
Si fecero strada diverse scuole di pensiero a proposito del ballo imminente.
Infatti c’era chi era contento poiché dopo aver omesso per un po’ le serate extra scolastiche, qualcosa per movimentare il dopo cena ci voleva e non interessava se per farlo avrebbero coinvolto anche i vampiri.
C’era chi era d’accordo perché un atto del genere contro un vampiro non doveva più essere attuato da dei cacciatori che si proclamavano favorevoli alla legge bontà.
Mariah era favorevole per questo motivo.
Io invece stranamente ero tra i contrari al ballo.
-        Proprio tu che hai vissuto fino ad ora con tre vampiri, sei contraria a ciò?
Mi disse Mariah confusa.
-        È diverso Mariah. Loro e i loro sire sono favorevoli alla legge bontà quindi non mi capiterà di uccidere uno di loro anche solo per sbaglio! Cosa invece possiamo dire dei vampiri che frequentano la scuola? Questa riunione porterà solo altre problematiche e basta. Nessuno crede che un ballo come questo possa davvero salvare il mondo!
Risposi io alzando le spalle.
-        Certo che non lo salverà ma se vogliamo davvero cambiarlo se vogliamo che le cose come quella dell’altra sera non capitano più, dobbiamo essere i primi a cambiare questo mondo! Altrimenti a cosa serve tutto questo?
Mi disse invece lei.
-        A niente serve! Ci insegnano ad essere educati con il nostro nemico? A cosa serve se lo uccideremo comunque in un modo o nell’altro?
Risposi io contrariata.
-        Non ci credo hai passato un solo pomeriggio con Ethan e ti ha fatto il lavaggio del cervello! Cosa ne penserebbero i tuoi amici se potessero sentire quello che stai dicendo ora?
Mi chiese Mariah infuriata.
-        Non è Ethan il problema. Il problema vero è che mi sono innamorata di un vampiro! Capisci? Questo è il vero problema!
Dire la verità ad almeno una persona, mi schiarì tutto il marcio che dentro mi corrodeva come veleno.
-        Oh
Disse solamente la mia amica.
-        Ucciderò lui o il suo sire prima o poi e tutto questo sentimento che provo nei suoi riguardi ucciderà me.
Sputai fuori come se il veleno che mi aveva invaso potesse uscire fuori allo stesso modo.
-        Non essere così pessimista amica mia potrebbe darsi che il suo sire o lui siano favorevoli alla legge bontà e quindi non succederà mai quello che dici!
Cercò di consolarmi Mariah.
-        Ethan mi ha avvertito, dentro la scuola per vampiri ci sono infiltrati dei contrari alla legge e se lui fosse uno di questi?
Spiegai io alla mia compagna di stanza.
-        E se non lo fosse?
Cercò di tirarmi su lei.
-        È contro di me comunque!
Quindi spiegai l’esatta maniera su come lui aveva risposto a Jim dopo avermi presentato a lui e ai suoi amici.
Quelle parole mi rimbombavano in testa come tuoni senza lampi.
Non cambiai opinione riguardo al ballo, nemmeno quando ebbi il primo invito all’evento.
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***


-        Sai se non ci fosse stata la stupida regola che bisogna invitare solo vampiri e viceversa, avrei chiesto a te di venire al ballo con me!
Ethan mi scosse parecchio con le sue parole, tanto da farmi prestare attenzione a quello che diceva.
Avrei voluto tante cose in quel momento:
Primo, che “quello” si materializzasse dal nulla e mi chiedesse di andare al ballo con lui; in realtà era un pensiero che mi stava tartassando per tutto il giorno.
Due, che entrasse John da un momento all’altro e mi facesse tornare Ethan il brontolone mammifero che era dimenticandoci cosi di quello che mi aveva appena detto.
Tre, che il mio fan club si materializzasse immediatamente e mi organizzasse una festa a sorpresa.
Quattro, che qualcuno anche Jim mi venisse a salvare dalla risposta che stavo per dare, un ingenuo stupido e privo di senso “ok”.
Nessuna delle quattro cose si realizzò.
-        Ok
Risposi io.
-        Ok ti sta bene venire al ballo con me o ok per modo di dire?
Chiese lui.
-        ­ok per modo di dire.
Risposi saggiamente io.
-        Ok.
Mi disse lui.
-        Credevo avresti invitato Selena!
Dissi subito dopo io.
-        Perché lei?
Chiese lui.
-        Beh sai com’è i simili fanno comunella.
Dissi io.
-        E gli opposti si attraggono.
Rispose lui.
Ethan era attratto da me?
Potevo inserirlo nella lista delle cose di cui non mi interessava affatto ma non lo feci dopo tutto anche io ero nella stessa situazione del cacciatore.
Alzai solo le spalle come per dire “vedremo” dopo di che tornai nel mio mondo dove “quello” si era già deciso di invitarmi al ballo e io e Mariah stavamo valutando tutti i siti internet che vendevano abiti da ricevimento per comprare quello più adatto a me.
Prima o poi però devo anche dire che non fu “quello” ad invitarmi al ballo, quindi, taglio subito la testa al toro: “quello”non mi invitò al ballo.
Quando rientrai nella stanza ero stremata per la giornata di pulizie appena trascorsa, quindi, volevo solo cambiarmi lavarmi e mettermi nel letto ma c’era chi non la pensava come me assolutamente.
Mariah traumatizzata guardò prima me e poi la finestra.
Io feci lo stesso e chi ci vidi? Ovvio, due vampiri appesi al nostro davanzale, per la precisione Jim e John.
-        Vi ha fatto male vedere troppo Buffy per caso?
Chiesi io confusa mentre li vedevo arrancare per non rischiare di cadere giù.
-        Beh si sa che non siamo veri vampiri se non entriamo dalla finestra.
Mi rispose John mentre aspetta il nostro permesso per entrare in stanza.
-        Comunque un “si potete entrare” sarebbe conveniente in questo momento!
Disse Jim sbuffando.
In quel momento io e Mariah ci mettemmo a ridere come due cretine.
-        Non sapete imitare Angel alla perfezione!
Dissi io continuando a ridere e facendo loro segno che potevano entrare.
-        Grazie a Dio, stavo per cadere da un momento all’altro!
Disse invece Jim ignorando le nostre risate.
-        Come mai siete qui?
Riuscì a dire Mariah tra una risata e l’altra.
-        Per invitarvi al ballo ovviamente! Sapete come è non avevamo i vostri numeri di telefono così abbiamo fatto alla vecchia maniera.
-        Oh
Fu tutto quello che riuscimmo a dire io e Mariah.
-        Per intenderci io inviterò Mariah mentre John inviterà Adele.
Sapevo che non sarei andata al ballo con “quello” infondo a me stessa c’era una piccola parte che me lo diceva soffocata dalla vana speranza di ricevere un invito proprio da lui ma in quel momento quella piccola parte si faceva beffa di me dicendomi “ecco te lo dicevo io che non andrai al ballo con quello”, l’avrei voluta nuovamente soffocare ma la realtà era abbastanza chiara ai miei occhi per cui non ci riuscii.
Sarei andata al ballo della pace con John Sulliver.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci ***


Finalmente dopo tanta attesa, il giorno del ballo arrivò.
Io e Mariah avevamo fatto già gli acquisti per la nostra serata e ridevamo dei nostri amici che ancora non erano riusciti ad invitare una vampira prede dal terrore della loro risposta.
Insomma se loro erano i cacciatori del domani non ci aspettava una bella generazione se non riuscivano ad invitare una vampira ad un evento come quello.
D’altro canto vampiri come John avevano la mano per cose del genere dato che erano vissuti da umani in un secolo, dove c’era un ballo per ogni evento si potesse immaginare, quindi erano avvantaggiati da quel punto di vista.
Mentre i cacciatori erano solo adolescenti in preda dalle loro problematiche giovanili non ancora risolte e di certo sarebbe stato difficile per loro salire su una finestra per invitare al ballo le loro dame.
Io avevo anche tutt’altri pensieri.
Quello sarebbe venuto al ballo?
E chi avrebbe invitato lui, dato che si era già sparsa la voce che io ci sarei andata con John?
Come si sarebbe vestito per l’evento?
E io sarei stata gelosa della persona che lo avrebbe accompagnato?
Probabilmente si.
Dire che mi avrebbe rovinato il ballo, era dire poco, ma perché avevo accettato l’invito di John?
Perché io andavo a quel maledetto ballo?
-        Sei solo nervosa amica mia, vedrai che tutto andrà bene!
Mi disse Mariah per calmarmi la sera del grande evento mentre lei si preparava e io ero andata in crisi.
-        Non sono fatta per queste cose io!
Risposi io scuotendo la testa.
-        Sei solo nervosa perché è il tuo primo ballo!
Disse invece Mariah avvalorando la sua tesi.
-        Vedrai che una volta passata la tensione ti divertirai proprio come tutti noi!
Aggiunse subito dopo.
Feci un bel respiro poiché era inutile contraddirla ancora, probabilmente non avrebbe capito il mio pensiero.
Io ero già pronta mentre lei si stava ancora truccando.
Questa la diceva lunga sulla mia voglia di partecipare a quell’evento.
Non potevo però annullare tutto, non sarebbe stato leale nei confronti di John quindi anche di malavoglia partecipai comunque alla festa, armata solo del mio sorriso migliore.
I nostri cavalieri non ci fecero aspettare molto, fu la mia compagna di stanza a farci fare tardi.
-        L’attesa ne è valsa la pena.
Fu il commento di Jim quando vide la sua accompagnatrice che si vantava del suo look, come un pavone con la sua coda aperta.
-        Sei bellissima anche tu.
Mi disse John.
-        Grazie.
Risposi io timidamente accennando un sorriso compiaciuto, non ero del tutto estranea ai complimenti.
Quando arrivammo in palestra non era più esattamente la palestra che avevo visto quella stessa mattina, mi sembrava un luogo completamente diverso da quello che di regola frequentavo per gli allenamenti.
Era tutto color rosa tanto che il soffitto marrone non si vedeva quasi più.
I tavoli erano rosa.
Le sedie erano rosa.
Tutto era rosa per intenderci.
Chi aveva scelto per il ballo un colore come quello?
Non mi fu difficile indovinarlo.
Poco dopo il nostro arrivo infatti ecco arrivare quattro beote vestite dello stesso rosa degli ornamenti, dei tavoli e delle sedie.
Ma non fu quello a portarmi allo choc, no, fu vedere l’accompagnatore di Selena che mi provocò uno choc totale.
Indovinate, indovinate chi si era portato al ballo Selena?
Si proprio quello avete capito benissimo.
Non ero l’unica che l’aveva adocchiato.
Non ero l’unica che lo aveva preso in considerazione come partner al ballo.
Ma ero l’unica che non aveva nemmeno provato ad invitarlo mentre lei lo aveva fatto.
Ero sicurissima che un essere come lui non sarebbe mai venuto al ballo con una tipa come Selena altrimenti voleva dire che io avevo sbagliato ad inquadrarlo.
E se mi ero davvero sbagliata nei riguardi di quel vampiro?
Forse aveva capito tutto dall’esperienza dei suoi secoli e mi voleva mettere in guardia dicendomi con quel gesto che non ero fatta per uno come lui.
O forse stavo solo vaneggiando io per colpa dello choc.
Fatto stava che la realtà era quella: io ero andata al ballo con John, mentre, Selena era andata al ballo con quello.
-        Tutto bene?
Mi chiese John riportandomi alla realtà.
Il deejay, dato che la sala si stava riempiendo, aveva iniziato a mettere su qualche lento.
-        Si tutto bene. Balliamo?
Volevo fare qualsiasi cosa, piuttosto che stare lì ferma a guardare loro due insieme, piuttosto che mettermi a piangere in quel momento stesso se ancora li vedevo insieme. John mi accontentò, mi prese per mano e mi portò quasi al centro della pista improvvisata.
Avrei voluto intraprendere una discussione interessante con il mio accompagnatore ma mi veniva da chiedere solo una cosa e non era proprio il caso di accostare amore e vampiro nella stessa frase.
Un vampiro innamorato era un vampiro più morto del solito.
E io lo sapevo benissimo per tutte le volte che mi ero trovata a consolare i miei amici perché inevitabilmente avevano dovuto abbandonare la persona amata perché non potevano confessarli la loro vera natura, fosse un compagno o una compagna o un amico il discorso non cambiava.
I vampiri erano immutabili per ciò dovevano inventare scuse su scuse per allontanarsi dagli umani che non potevano sapere la verità.
Josh mi avrebbe esposto un concetto che conoscevo fin troppo bene.
Ed era uno dei motivi per cui ritenevo la mia sbandata per quel vampiro assurda e impossibile.
Certo io sapevo della loro esistenza da quel punto di vista non mi avrebbe dovuto mentire ma rimaneva sempre il fatto che io ero umana e lui non lo era più.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Capitolo Undici ***


Il ballo continuò come previsto anche se una parte del mio mondo si era fermato all’improvviso e la mia paura più grande si era realizzata.
Vederli insieme era doloroso quanto una serie di pugni nello stomaco, senza nessuna sosta.
Perché avevo perso la testa proprio per lui?
John ed Ethan sarebbero stati meno dolorosi da quel punto di vista, ma sarebbe stato anche fin troppo semplice no?
E si sapeva perfettamente che l’amore non era una cosa semplice.
Chi diceva il contrario era solo un folle!
O almeno l’amore per un vampiro era una cosa folle.
Io ero folle quindi?
Era ciò che pensavo di me quando per quasi tutta la serata non feci altro che osservare quello in compagnia di Selena, mentre ballavano o si accostavano al tavolo del buffet oppure semplicemente erano seduti al loro tavolo mentre parlavano tranquillamente.
Mi sentivo anche una stalker sinceramente.
Ma mi accorsi che anche lui  che per più di un paio di volte anche lui guardava verso la mia direzione e i nostri occhi cosi si erano incrociati.
Cosa mi stava dicendo solo con lo sguardo?
Lasciami perdere?
Oppure anche lui sarebbe voluto venire al ballo con me?
Perché mi guardava?
Si ero completamente folle arrivati a quel punto.
-        Ehi è lui per caso?
Mi chiese Mariah ad un tratto.
Io quasi cadì dalla sedia a quella domanda ma non mi chiese come aveva fatto ad indovinare. Era più palese di quello che credevo.
Annuii disperata. In quel momento mi accorsi anche che i nostri cavalieri non era seduti al tavolo con noi.
Mariah comprese perfettamente il perché.
-        Questo è solo un ballo ricordi? Non vuol dire niente il fatto che lui sia venuto con lei.
Cercò di rincuorarmi lei.
Lo sapevo perfettamente ma come si stavano evolvendo le cose non volevo esserne troppo speranzosa.
Quindi annuii comunque di nuovo perché avevo paura che parlando mi mettessi a piangere come avevo cercato di non fare fino ad allora.
Oltre ad essere folle e stalker mi sentivo anche molto stupida.
Per tutti i motivi che avevo espressamente pensato fino a quel momento.
I nostri cavalieri tornarono al tavolo con i drink in mano anche per me e la mia amica.
Io e Mariah con uno sguardo ci intendemmo che non avremmo più preso quel discorso fino ad almeno la fine della serata.
Purtroppo non avevo previsto che non solo Mariah si era accorta del mio comportamento. I maschi vampiri sono diversi da quelli umani.
-        Sei tornata in mezzo a noi a quanto vedo!
Mi disse John vedendomi sorridere con la mia amica.
-        Sono sempre stata qua.
Cercai di mentire io ma non mi riuscì bene.
-        E Gabriel dove lo hai lasciato l’ultima volta che lo tenevi sott’occhio?
Ai ai ai
Certo avevo scoperto come si chiamava quello ovvero Gabriel ma John si era accorto anche che mi piaceva.
Acuto vampiro, molto acuto.
Dovevo ulteriormente mentire?
E a cosa sarebbe servito?
-        Si ti sei accorto di tutto a quanto vedo!
Risposi io timidamente.
-        Adele non è difficile capirti come sembra.
Mi disse lui sottovoce.
-        Beh forse hai ragione tu.
Risposi io alzando le spalle, anche se in quel momento sarei voluta essere a tre metri sotto terra per la vergogna.
-        Stai attenta a quel vampiro, è un nuovo dalle nostre parti quindi quasi nessuno lo conosce bene e noi apriamo abbastanza gli occhi per questi particolari casi perché …
-        Potrebbe essere un traditore, lo so, Ethan mi ha già anticipato questa parte di discorso!
Dissi io un po’ scocciata.
-        Sai che potrebbe essere qui per ucciderti?
Aggiunse John per nulla divertito dalla mia risposta.
-        Se cosi fosse allora troverà pane per i suoi denti John!
Risposi alzando di nuovo le spalle. Era una bugia ma la dissi in modo cosi convincente che persuasi anche lui.
-        Bene cosi ti voglio vedere!
Disse John sorridendomi.
Dopo qualche canzone disco che in pochi ballarono, il ballo giunse al termine.
I nostri cavalieri ci accompagnarono alla nostra stanza.
E tutto finalmente finì.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodici ***


Riassunto della serata:
Io ero andata al ballo della pace con John, mentre, quello era andato con Selena.
Quello finalmente aveva un nome Gabriel.
Dovevo aggiungere altro?
Si purtroppo.
Ma non mi andava di pensarci troppo in quel momento dato che ci avevo già riflettuto per tutta la notte precedente.
In breve comunque se avessi dovuto catalogare la mia storia l’avrei messa nella sezione storie tragiche senza alcun dubbio.
Premio di consolazione?
Era una storia tragica già prima che lui potesse essere un eventuale assassino venuto a scuola per uccidermi.
Altra cosa importante: dovevo lavorare sul mio rapporto viso/espressioni,poiché non potevo essere un libro aperto dove tutti potevano leggere di me quello che li pareva.
Il giorno dopo del ballo malgrado non ci fossero lezioni io ugualmente e chi come me centrava in qualche modo con il motivo vero per cui si era creato quell’evento ero comunque in punizione quindi mi aspettavano le solite pulizie da fare un po’ nella nostra scuola un po’ nella scuola dei vampiri.
Sperai di essere mandata nuovamente nella scuola per vampiri.
L’avevo già detto di essere folle ma volevo assolutamente vedere Gabriel, per capire tante cose in un solo nano secondo?
No mi ci voleva più tempo per capire chi era davvero, non mi si poteva svelare la verità in un nano secondo ma lui me lo avrebbe permesso?
La verità.
Dicono che la verità fa sempre soffrire, sperai che nel mio caso ci fosse un eccezione a quella regola.
 Mi armai di tanta speranza e mi fiondai in palestra dove ci avrebbero assegnato le mansioni da svolgere.
Mariah mi raggiunse e si mise al mio fianco tanto sapevamo che non ci avrebbe accoppiato nemmeno per quella volta, anche se avevamo provato a metterci separate per finire poi insieme.
Infatti come non detto, mi aspettava un pomeriggio difficile quando scoprii che la mia compagna sarebbe stata Selena per quel pomeriggio.
Quando sentimmo i nostri nomi messi insieme come al solito ci squadrammo dalla testa ai piedi entrambe e quasi allo stesso tempo sbuffammo infelici per la decisione raggiunta dai nostri insegnanti.
Se volevano far scatenare una terza guerra mondiale, lo stavano facendo nel modo giusto.
Una cosa positiva di tutta la faccenda però c’era, cioè mi avevano assegnato alla scuola per vampiri e se c’era Selena con me probabilmente avrei avuto più possibilità di vedere Gabriel o magari anche parlarci.
Non tutto il male viene per nuocere, pensai ad una delle massime preferite di Elia.
Non ci salutammo ne ci abbracciamo quando ci dirigemmo verso l’edificio io e lei perché se fossimo state anche ad un solo millimetro di distanza sicuramente sarebbe ripreso il match che John e i suoi avevano interrotto qualche sera prima.
Nessuna di noi due però voleva allungare oltre il consentito il castigo che ci avevano messo per ciò che avevamo fatto precedentemente, quindi, ci scrutavamo a distanza senza dire una parola mentre Selena messaggiava con una delle sue amiche, non potevo pensare che stesse messaggiando  proprio con Gabriel, anche se le avrei voluto fare una miriade di domande su di lui in quel momento mi trattenni ricordandomi che mi era nemica.
Quando giungemmo alla scuola di vampiri John ci accolse come sua usuale abitudine.
A me mi abbracciò, mentre, a Selena la salutò solamente stringendole la mano.
-        Se volete vi lascio soli piccioncini!
Fu quello che aggiunse lei allontanandosi da noi due.
Io guardai John e feci respiro esasperato.
-        Vedi cosa mi tocca oggi pomeriggio?
Gli dissi seccata indicando Selena che prendeva le distanze.
-        Se vuoi vi metto separate.
Mi disse lui facendomi un occhiolino.
E addio alla possibilità di incontrare Gabriel quindi scossi la testa e proseguii la dove Selena aveva lasciato le sue invisibili tracce.
Sperai che anche Gabriel seguisse quelle tracce.
E se fosse stato ciò un’arma a doppio taglio?
Già potevo vedere Gabriel ma lui avrebbe trascorso del tempo con Selena, la sua accompagnatrice del ballo.
Come avrei reagito io vedendoli di nuovo insieme?
Non potevo competere con i ragazzi quando si trattava dover confrontarmi con Selena.
Lei era davvero una bella ragazza.
Questo lo dovevo ammettere anche se non mi piaceva affatto farlo.
Forse dopotutto non era stata una grande cosa positiva quella di venire alla scuola di vampiri con Selena.
Desiderai sbagliarmi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 

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