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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Vieni con me *** Capitolo 2: *** La stanza del nulla *** Capitolo 3: *** Incontro dalle sfumature arancioni *** Capitolo 4: *** Diversi significati di un oggetto *** Capitolo 5: *** Lo specchio dell’anima *** Capitolo 6: *** Ha ognuno il proprio destino ***
Il famelico ragazzino si
adagiò una mano sul suo stomaco rigonfio osservandolo con aria ingenua.
Restò in quella posizione per
alcuni secondi prima di decidersi a richiamare l’attenzione della sua compagna
si viaggio “Ehi Bulma, ne hai altri di quei cosi?” le chiese osservando la
giovane stravaccata su un divano della capsula a forma di casa, intenta a
cambiare canale di quella che lei aveva chiamato televisione.
“No, sono finiti” rispose
distrattamente lei senza distogliere lo sguardo dallo schermo.
Il bimbo scimmia sbatté le
palpebre per un paio di volte prima di esibirsi in un “Ma io ho ancora fame”
lagnoso e supplichevole.
Bulma sbuffò, alzando solo
leggermente il capo per incrociare lo sguardo del giovane che la stava
accompagnando nella sua avventura “Insomma Goku! Ti sei appena mangiato un
intera confezione di gelati, dopo esserti spazzolato metà del frigorifero! Non
sei ancora sazio?!” gli urlò contro mostrandogli le fauci,
Goku la guardò con tutta
tranquillità, senza minimamente scomporsi, curvò la bocca in un espressione
dubbiosa tornando a guardarsi lo stomaco “Era meglio se andavo a caccia di
qualche lupo” si lamentò infine non contento di ciò che aveva, per così dire,
riempito il suo stomaco.
La ragazza fece una smorfia
di disgusto osservando il compagno di viaggio nauseata dai suoi gusti
alimentari “Come fai a mangiare quella roba?” domandò senza realmente essere
interessata ad un eventuale risposta.
Goku allargò il suo sorriso
genuino nella direzione dall’altra “Il mio nonnino mi ha insegnato a cucinarli.
Sono buoni sai?” la informò con l’acquolina in bocca all’idea di assaggiare
quei manicaretti.
“Non m’interessa” si affrettò
a liquidarlo la ragazza “Piuttosto muoio di fame! Te l’ho già detto!” ribadì
stomacata tornando al suo sceneggiato televisivo ribadendo a sé stessa il suo
personale odio per i bambini.
Il ragazzino tornò ad
assumere un’espressione interrogativa “Che tipa strana” mormorò tra sé non
comprendendo la sua reazione.
Sospirò, ancora senza capire,
mentre il suo sguardo vagò per la stanza soffermandosi sulle tre sfere raccolte
sino a quel momento, ed adagiate su un tavolino.
La sua paffuta mano andò a
sfiorare la sfera legata alla sua cintura, e con lei erano quattro.
“Senti Bulma” la richiamò
nuovamente, ottenendo in risposta un sonoro sbuffo e uno svogliato “Cosa c’è
ancora?!” da parte della ragazza.
Il bimbo dalla lunga coda la
fece attendere un secondo prima di riprendere a parlare “Quanto manca ancora
prima della prossima sfera?” le chiese osservando il sacchetto contenente il
suo piccolo tesoro.
Bulma lo guardò per alcuni
istanti concedendogli, infine, tutta la sua attenzione.
Si alzò dal divano, dopo aver
spento la TV, dirigendosi verso il tavolino, sulla quale le altre erano
adagiate, ed afferrò quello strano radar che usava per rintracciare le preziose
pietre.
Cominciò a maneggiarlo,
mentre il curioso Goku si avvicinò a lei alzandosi in punta di piedi per
osservare i suoi movimenti.
“Tra due giorni dovremmo
giungere in un villaggio” spiegò abbassando lo sguardo verso il suo goffo
compagno d’avventura.
Goku sbatté le palpebre
ancora una volta, appoggiò le mani sul tavolo osservando le altre “Perché vuoi
chiedere al Drago di avere un ragazzo?” chiese curioso tornando a guardare la
ragazza che avvampò visibilmente.
“E…ecco io…” balbettò lei in
imbarazzo, mentre il suo piccolo ascoltatore aspettava impaziente una risposta
facendo fare alla sua, singolare, coda dei movimenti ondulatori.
Bulma si adagiò le mani al
volto “Perché a ogni ragazza piacerebbe avere un cavaliere che la protegga
sempre” disse con aria sognante, mentre il simpatico bimbo si limitò a porsi
mille interrogativi.
“Bè, se vuoi posso
proteggerti io” pronunciò infine dopo essere giunto alle conclusioni.
“Come?” gli chiese incredula
ragazza abbassando lo sguardo verso di lui.
Goku allargò il suo gioioso
sorriso “Eh sì, visto che sei una creatura debole ed indifesa posso
proteggerti” concluse battendosi una mano sul petto “Io sono forte lo diceva
anche il mio nonnino” si vantò fiero.
Bulma lo guardò meravigliata
per alcuni istanti scoppiando, successivamente, in una fragorosa risata “Non
dire sciocchezze Goku, questo non vuol dire avere un ragazzo” disse una volta
terminata la sua risata.
Goku andò in confusione incrociando
in modo buffo le braccia, altrettanto buffa fu la sua espressione disorientata
mentre reclinava la testa nel tentativo di capire “Ma tu hai detto…” cercò di
dire.
“So cos’ho detto, ma non è la
stessa cosa” rispose vaga la ragazza adagiandosi le mani sui fianchi.
Il bambino tornò a guardarla
con aria perplessa, non capiva proprio dove fosse questa differenza, lui
avrebbe scelto le fragole, se non altro era meno complicato come desiderio.
Bulma assunse nuovamente la
sua aria sognatrice “Avere un ragazzo è qualcosa di diverso. Con un ragazzo
puoi parlare, puoi coccolarti, e poi…” la colorazione porpora che assunse non
aiutò a chiarire le idee al suo nuovo compagno d’avventura.
Ancora non aveva capito quale
fosse la differenza.
Dopo varie deduzioni mentali
decise che avrebbe rinunciato a capire, l’unica spiegazione possibile era “Sei
proprio una ragazza strana tu” constatò infine facendo tornare con i piedi per
terra la giovane.
“Non sono IO ad essere
strana!!” gli sbraitò contro contribuendo ad avvalorare la strampalata teoria
del bambino scimmia.
Bulma decise che era inutile
discutere con lui di cosa volesse dire avere un ragazzo, era ancora troppo
piccolo per capire.
Con un sospiro e un leggero
scuotere del capo si avviò verso quella che era la sua stanza.
Goku la guardò allontanarsi
sbattendo le palpebre “Dove vai ora?” chiese ingenuo con sguardo interrogativo.
La ragazza si fermò ad un
passo dalla porta girandosi leggermente a guardarlo “A dormire, si è fatto
tardi” spiegò adagiando nervosa la mano sul pomello della porta.
“Ah! Posso dormire con te?!”
domandò il bimbo esibendosi in un nuovo sorriso.
Quella strana richiesta fece
andare su tutte le furie la ragazza dai capelli azzurri “Non se ne parla
neanche!” tuonò innervosita.
Goku curvò la bocca in
un’espressione triste “Perché?” chiese prima di tornare a sorridere “Ho
capito!” esclamò poi attirando la curiosità dall’altra “Non te le tolgo più le
mutandine” concluse additandola.
Bulma cambiò nuovamente
colorito, diventando ora di un rosso vivo, “Cosa stai dicendo!!! Non puoi
dormire con me e basta!!” proruppe nervosa entrando nella stanza e sparendo
dietro la porta che fu sbattuta con violenza.
Eh no! Le era bastata la
figuraccia fatta col vecchio porco un paio di giorni prima! Non avrebbe
permesso a quel singolare bambino di rifare una cosa del genere!
Pertanto chiuse la porta a
chiave.
Goku si limitò a guardare la
porta, alzò le spalle “Perché si è arrabbiata?” chiese a sé stesso osservando
il suo piccolo giaciglio sistemato poco distante.
*
Quella piccola casa, uscita
da una capsula, e situata appena al di fuori della foresta, ed aveva, ormai da
qualche ora, spento tutte le luci.
Il silenzio regnava nella
valle, e in quel silenzio la nebbia scese leggera avvolgendo tutto ciò che
circondava, inclusa quella piccola casa.
*
I suoi passi riecheggiavano
leggeri mentre lui camminava con naturalezza in quel posto che non gli era
famigliare.
Senza nessuna paura, o
esitazione, continuava a guardarsi attorno e a camminare in quello strano
luogo.
“C’è nessuno?!” urlò per
farsi sentire adagiandosi entrambe le mani accanto alla bocca.
Non ottenne risposta,
pertanto non interruppe il suo cammino.
Immerso nella semioscurità
continuava a focalizzare l’ambiente nella quale si trovava per studiarne la
struttura.
“Benvenuto…Son Goku” si
presentò improvvisamente una voce.
Il bimbo si guardò attorno
estraendo prontamente il suo bastone, legato con cura alla sua schiena “Chi
sei?” chiese ora sull’attenti guardandosi attorno e constatando che oltre a lui
non vi era nessun’altro in quel luogo.
“Io sono ciò che sai e ciò
che non sai. Sono il tuo passato, il tuo presente, ed il tuo futuro. Sono la
tua guida e i tuoi timori” rispose la voce che si stava lentamente facendo più
chiara.
Goku sciolse la sua posa di guardia
“Ohhh…certo che sei proprio un mucchio di cose” constatò esterrefatto lasciando
interdetta persino la misteriosa voce che, per un istante, sembrò esitare.
“Come fai a ricordarle
tutte?” chiese poi ammirato da qualcosa che sembrava tanto importante.
La voce balbettò qualcosa che
non risultò essere udibile dal suo, impaziente, interlocutore “Non ha
importanza chi sono” cercò di rimediare infine riprendendo compostezza.
“Vieni con me Son Goku, ti
mostrerò ciò che devi sapere” decretò la voce, ormai chiaramente femminile,
mentre una piccola scalinata fu illuminata proprio davanti al bambino.
Goku ripose la sua arma ed
annuì “Va bene” acconsentì.
*
Un passo, poi l’altro, e
ancora un passo.
Un passo, poi l’altro…
Così procedeva mentre le
gambe le tremavano ogni volta che la pianta del suo piede toccava il suolo.
E ad ogni passo il suo capo
roteava nella speranza di capire in quale luogo si trovasse, senza però
riuscirvi.
Un passo…
Stretta tra le spalle
continuava lentamente a camminare, mentre dentro di sé si domandava come
potesse tornare a casa.
“Tu sei Bulma Brief, giusto?”
le domandò improvvisamente una voce che la fece sussultare.
La ragazza balzò sul posto
chiedendosi se, in quell’inquietante oscurità, esistesse un nascondiglio sicuro
per la sua incolumità.
“C…chi sei?” balbettò
guardandosi nervosamente attorno, “Io sono ciò che sai e ciò che non sai. Sono
il tuo pas…” “Non sarai un maniaco spero” lo interruppe lei crucciando lo
sguardo.
La voce, che Bulma percepì
subito appartenere ad un uomo, sembrò innervosirsi a causa della brusca
interruzione.
“Non dire idiozie assurda
ragazzina!” sbottò il misterioso interlocutore della ragazza “Abbi rispetto per
ciò che sono!” le urlò innervosito contro.
Bulma si guardò nuovamente
attorno “Esattamente cosa sei?” chiese nuovamente, ora meno spaventata.
La voce sbuffò sonoramente,
evidentemente poco incline nel doversi ripetere “Non farmi perdere la pazienza!
Vieni con me e lo scoprirai” tagliò corto stufo di quall’assurdo dialogo.
“Non mi farai del male vero?”
chiese ancora per conferma la giovane.
Ancora un borbottio seccato e
la voce riprese il suo normale tono “Vedi di darti una mossa!” la riproverò
illuminando un singolare corridoio che conduceva chissà dove.
Bulma deglutì e dopo
l’ennesima indecisione decise di seguire il sentiero che la voce le stava
indicando.
“Dove stiamo andando?”
chiese il piccolo Goku saltellando allegramente e guardandosi attorno.
“Un attimo di pazienza e lo
scoprirai” lo tranquillizzò la voce che non lo abbandonava un secondo.
Il bambino dei monti Paoz
percorse tutte le scalinate, e senza fermarsi un secondo stava seguendo le
indicazioni della sua evanescente accompagnatrice che accendeva le luci ad ogni
svincolo da intraprendere.
Goku si guardò attorno “Che
strano posto” affermò dopo svariati minuti di cammino.
“Questo è un castello”
spiegò solamente la voce, causando un espressione confusa sul volto del piccolo
“Un castello?!” esclamò guardandosi attorno “Il mio nonnino mi aveva detto che
esistono posti così, ma pensavo fossero diversi” spiegò smettendo di saltellare
e cominciando a camminare in modo più normale e tranquillo.
Passò un attimo di silenzio
“Tuo nonno doveva essere una brava persona” suppose la voce, mentre il piccolo
annuì.
“Il mio nonnino era una
persona in gamba, mi ha insegnato a combattere e mi ha detto che devo essere
sempre gentile, soprattutto con le ragazze” assentì.
“E’ una buona cosa Son
Goku, è sempre bene essere gentile con le ragazze” concordò l’altra con tono
compiaciuto.
Goku sembrò per un attimo
dubbioso, si fermò sul posto guardandosi attorno suscitando la curiosità della
voce “Cosa ti prende?” gli chiese cercando di intuire le sue intenzioni.
Il bambino fece una piccola
smorfia “Se non ti vedo come faccio a fare pat pat?” chiese cominciando a
porsi delle domande.
“Pat pat?!?” domandò
spiazzata l’interlocutrice, Goku annuì “Sì, per capire se sei un maschio o una
femmina” ci pensò un po’ su “Io sono un maschio” spiegò additandosi.
Seguì un secondo di
silenzio.
“Io sono il nulla, ma se
vuoi possiamo dire che sono una donna” chiarì infine la voce.
Goku rise “Ahah quindi non
hai il pisellino?” concluse soddisfatto delle sue deduzioni.
“Uhm…no” rispose interdetta
l’altra evidentemente sconcertata dallo strano atteggiamento del bambino, che
continuava a ridere divertito “Ho capito, quindi sei come Bulma” continuò
ancora.
La voce tacque per altri
secondi “Bè…sì” rispose infine.
“Quindi con te devo essere
gentile…proprio come diceva il mio nonnino” stabilì il selvatico bimbetto.
L’entità rise, risuonando
la sua risata negli anfratti del castello.
Goku tornò a guardasi
attorno “Cosa c’è da ridere?” chiese ingenuamente.
“Sei un ragazzino
simpatico, mi piaci” ammise la voce, e il bimbo sorrise “Anche tu sei simpatica”
concordò sorridendo a trentadue denti.
“Bene, vogliamo
proseguire?” chiese ora la misteriosa interlocutrice appena smise di ridere.
Goku annuì fermamente “Sì”
rispose riprendendo il suo cammino.
*
“Ehi tu! Dove mi stai
portando? Sei sicuro di non essere un maniaco?” domandò scettica la ragazza
mentre continuava a reggersi le spalle.
Un ennesimo sbuffo risuonò
tra i corridoi metallici che stavano percorrendo “Smettila di parlare a vanvera
assurda ragazzina!” la insultò la spazientita voce che la seguiva.
Bulma restò un secondo in
silenzio “Se è così perché non ti fai vedere?” chiese con un’espressione
sospetta e preoccupata.
“Io sono il nulla, non sono
un entità visibile” spiegò restando sul vago.
La giovane si fermò sul
posto e si adagiò le mani ai fianchi “Se sei il nulla come fai a parlare?! Non
dovresti nemmeno averla una voce!” constatò aggrottando le sopracciglia.
“Se è per questo gradirei,
di gran lunga, poter non sentire in questo momento” brontolò sarcastica la voce
maschile.
Un secondo di silenzio
precedette la sfuriata della ragazza “Se non ti fai vedere come faccio a fidarmi
di te?!” chiese additando il vuoto che aveva davanti.
“Non credo tu abbia altra
scelta. O preferisci restare in un posto che non conosci?” le fece presente
l’entità.
Bulma sembrò ragionarci un
attimo su, si guardò attorno notando i lunghi cunicoli di metallo che la
precedevano “A proposito dove siamo?” chiese infine alzando lo sguardo.
“Questa è una base” disse
solo l’individuo, “Che genere di base?” chiese nuovamente la ragazza tornando a
guardarsi attorno.
“Diciamo militare” restò
sul vago l’altro “Ora andiamo assurda ragazzina, è tempo di muoversi” ordinò
allontanandosi leggermente.
Bulma pesò un piede al
suolo “Io non sono un’assurda ragazzina! Si dia il caso che ho un nome,
mi chiamo Bulma, hai capito?! Bulma!!” sbraitò al vuoto.
“So come ti chiami Brief,
ma la cosa non mi riguarda. Ora muoviti, non ho tutta la giornata!” rispose
irremovibile facendosi sempre più lontana e spegnendo la luce nel corridoio
nella quale la ragazza stava ancora sostando.
Bulma osservò la luce
muoversi poco più in là, e dopo un paio di secondi si mise a correre per
raggiungerla “Ehi aspettami!!” urlò lanciandosi all’inseguimento.
*
La luce si spense
all’improvviso lasciando il piccolo Goku al buio “Ehi dove sei adesso?” chiese
guardandosi attorno.
“Non temere Son Goku, sono
qui” parlò la misteriosa donna accendendo un’altra luce, questa volta più
intensa che illuminò una grossa sala.
Goku si ritrovò al centro
di essa, e con curiosità si guardò attorno “Dove siamo adesso Vocina?”
chiese alzando lo sguardo, “Vocina?” chiese la donna piuttosto sorpresa.
“Sì, Vocina” rise “Visto
che non so il tuo nome ti chiamerò Vocina. Non ti piace?” affermò sorridendo
allegro.
Si grattò la nuca senza
smettere di ridere “Anche perché ho già dimenticato cosa sei” confessò ridendo
divertito.
Una piccola risata fece
percepire al ragazzino il divertimento della misteriosa entità “Va bene allora,
chiamami pure Vocina” confermò la voce.
Goku annuì “Grazie” disse
poi tornando a guardarsi attorno, e notando, solo ora, diverse porte che
circondavano l’intera sala “A cosa servono tutte queste porte?” chiese il
curioso bimbo.
“Lo scoprirai a suo tempo”
rispose misteriosamente Vocina, mentre Goku si limitò a fissare la porta davanti
a sé.
“Ah! Ho capito!” affermò
infine “Devo combattere contro degli avversari, vero?!” disse poi speranzoso.
A Vocina sembrò triste
troncare il suo entusiasmo “Mi dispiace Son Goku, ma non è così” rispose
causando nel bambino una delusione visibile dal suo sguardo “Ah” mormorò
chinando leggermente il capo.
Vocina restò un secondo in
silenzio “Andiamo Son Goku, non sei curioso di sapere cosa c’è in quelle porte?”
chiese poi cercando di risollevare il morale del bimbo che annuì.
“Bene, entra nella prima
porta” annunciò l’entità illuminando l’uscio nella quale il piccolo si sarebbe
dovuto addentrare.
*
“Insomma! Si può sapere
dove stiamo andando!!” brontolò la ragazza stringendo nervosamente i pugni.
“Non riesci proprio a
startene zitta?” rispose nervoso l’interlocutore, che ringraziò mentalmente di
essere arrivato a destinazione.
Spense la luce facendo
tornare le tenebre “Ah!! Che stai facendo?!” urlò sospettosa Bulma che si
afferrò le spalle guardandosi attorno.
“Sta calma assurda
ragazzina!” la tranquillizzò, a modo suo, la misteriosa voce facendo tornare la
luce in una zona più ampia del corridoio delimitato da alcune porta in metallo.
Bulma le osservò una ad
una, quelle porte, “A cosa servono?” chiese facendo scivolare le braccia ai
fianchi, “Lo scoprirai a suo tempo…ora entra nella prima” rispose la voce
illuminando l’entrata in questione.
La ragazza si guardò alle
spalle “Non mi farai del male, vero?” chiese ancora accigliando sospettosa le
sopracciglia.
La voce sospirò “Sono un
entità che non esiste! Come faccio a farti del male?” specificò infine
convincendo la giovane.
Deglutì “E va bene”
annunciò entrando nella prima porta, “Finalmente” parlottò tra sé l’uomo
evanescente.
Bulma si fermò davanti alla
porta che si aprì automaticamente.
Con circospezione fece un
passo oltre l’uscio guardandosi attorno.
La stanza era vuota, non
c’era nulla al suo interno, eccezion fatta per una grossa, enorme e
strana sedia, che imponente dominava la stanza.
“Siediti” ordinò l’uomo che
l’aveva seguita.
Bulma restò a fissare il
mobilio piuttosto sorpresa “Che strana sedia” disse avvicinandosi lentamente ad
essa, percorrendo quello strano tappeto rosso che portavano direttamente al
sedile.
Una volta ai piedi di
quella particolare sedia si accorse della sua altezza, soprattutto rispetto ad
una sedia normale.
Nonostante ciò decise di
provare a sedersi come le era stato detto.
“Come ci si sente ad essere
seduti lì sopra?” chiese la voce.
Bulma sembrò pensarci un
po’ “Non saprei, è una sensazione strana” rispose pensierosa adagiandosi una
mano al mento.
“Questa è una sedia che non
esiste più” spiegò l’entità, la cui voce celava una punta di malinconia.
La ragazza alzò lo sguardo
“Come sarebbe a dire che non esiste più?! Su cosa sono seduta io allora?!”
chiese sbigottita cercando di comprendere le parole del suo misterioso
accompagnatore.
“Una sedia può essere tante
cose, dipende solo da come la si considera. Spesso può essere solo un simbolo”
rispose vago l’uomo “Ora scendi, procediamo” ordinò spegnendo la luce della
stanza, segno che l’attendeva all’esterno.
*
Quella camera era
completamente vuota.
Bianca.
Non vi era nulla al
suo interno.
Un solo quadro ne ornava la
parete, il dipinto di una persona.
Goku si avvicinò all’enorme
affresco, grande quanto l’intera parete della stanza.
Adagiò delicatamente le sue
piccole, e goffe, mani sulla cornice alzando lo sguardo per vederlo meglio.
“Son Goku, questa è la
signora del castello” la presentò Vocina, mentre il bimbo strizzò gli occhi con
l’intento di guardare meglio la figura dai lunghi capelli neri che era
rappresentata nel quadro.
“Ohhh” si limitò ad
esclamare lui, poi volse lo sguardo al centro della stanza “Senti Vocina, perché
la signora del castello è stata messa qui dentro?” domandò additando il dipinto.
Vocina rise divertita
“Quella è solo una sua rappresentazione, lei non è più qui” spiegò dolcemente
dal piccolo selvaggio.
Goku sbatté le palpebre
indeciso, “Non è più qui?” le fece eco tornando al quadro.
“Esatto. Purtroppo è venuta
a mancare diverso tempo fa” spiegò Vocina in modo semplice.
“E’ morta come il mio
nonnino?” chiese ancora il piccolo ammirando l’affresco.
Dopo un secondo di silenzio
un sottile “Sì” confermò la deduzione del bambino dalla coda di scimmia.
“Ora andiamo Son Goku, ci
attendono altre stanze” lo esortò attendendo che il ragazzino si staccasse dal
quadro.
Goku annuì “Va bene”
confermò correndo verso la porta.
*
CONTINUA…
*
*
jennybrava: bene, sono
contenta che la storia ti incuriosisca
*
PiNk_ViDeL: ti ringrazio,
spero che continui ad incuriosirti anche dopo questo capitolo
*
dianatabo: allora spero che
questa storia ti piaccia ^^
*
migena: eheh, vedremo, per
ora non è dato sapere chi siano le misteriose voci
*
Me91: grazie mille, sono
contenta che il misto tra mistero e comicità ti piaccia, ma proprio come ho
detto a migena per scoprire i nomi delle misteriose voci bisognerà attendere ^^
*
Milk 92: ti ringrazio
molto, spero che anche questo capitolo abbia alimentato la tua curiosità
*
lilac: eheh, bene, vediamo
di alimentare ancora un po’ la tua curiosità allora ^^ sono contenta che
l’atmosfera così particolare ti piaccia
Capitolo 3 *** Incontro dalle sfumature arancioni ***
IT
IT’S
DESTINY
*
Incontro dalle sfumature
arancioni
*
Il piccolo ragazzo scimmia
si soffermò nell’ampio salone che dava accesso a tutte le entrate “Vocina,
senti. Perché in questo posto ci sono tante porte?” chiese osservando l’oggetto
del suo interesse.
“Ognuna di essa rappresenta
qualcosa, ognuna di esse è qualcosa che tu devi sapere, che devi conoscere”
spiegò Vocina.
Goku sembrò perplesso, si
grattò la nuca e sorrise a trentadue denti “Non ho capito nulla, ma non importa!
Se è una cosa che devo fare la farò” decretò esibendosi in una risata genuina.
Quella ristata fu seguita
da quella di Vocina che, vista la spontaneità del giovane, fu conteggiata anche
lei dalla sua limpidezza.
“Allora ti va di entrare
nella prossima porta?” chiese Vocina illuminando la seconda porta.
“Certo” rispose il
simpatico ragazzino entrando dove gli era stato indicato.
Come nella prima stanza non
vi era nulla, non vi erano quadri alla parete, ma un piccolo mobile a centro
della stanza reggeva, con eleganza, una sfera dai colori arancioni.
Una sfera del drago.
Il sorriso di Goku si
allargò appena riconobbe l’oggetto “Evviva la quinta sfera!” esclamò entusiasta
avvicinandosi per afferrarla.
“Fermo Son Goku” lo bloccò
Vocina prima che il ragazzo potesse allungare le sue mani per togliere il vetro
che la ricopriva.
Si guardò alle spalle
“Perché?” chiese ingenuo assumendo un’espressione interrogativa.
“Cosa vedi in quel vetro?”
disse l’entità, “E’ una sfera del drago” rispose ovvio il bimbo tornando a
guardare l’oggetto.
“Esatto” rispose Vocina
alimentando le perplessità dell’altro “Tu cosa sai delle sfere del drago Son
Goku?” chiese ancora.
Goku si adagiò un dito alla
bocca, alzò lo sguardo pensieroso “Mmm…non molto. Bulma mi ha detto che si può
esprimere un desiderio al Dio Drago se le raccogli tutte e sette” rispose
solamente.
“E tu cosa desideri?”
domandò Vocina, Goku alzò le spalle e sorrise come sempre, “Io voglio solo
vedere il Drago, e voglio diventare forte come il mio nonnino” rispose sincero.
Vocina rise “Potresti
chiedere al Dio Drago di diventare forte” propose la donna, ma Goku dissentì col
capo “Il mio nonnino diceva sempre che non ci sono scorciatoie per diventare
forte” si fermò un attimo, perplesso dalle sue stesse parole.
Dopo averci ragionato su
ancora un po’ sorrise “Credo voglia dire che mi devo allenare sempre con
impegno” dedusse infine tornando a sorridere.
“Ben detto Son Goku. Ora
poi prendere la sfera” acconsentì Vocina, ed il bimbo fece quanto detto.
Una volta tra le sue dita
Goku la rigirò per guardarla con attenzione, “Quante stella ha quella sfera Son
Goku?” domandò la misteriosa presenza.
Goku restò a fissarla per
qualche istante.
Con una mano la reggeva
stretta, mentre con l’altra iniziò a contare sulla punta delle sue dita.
Passarono diversi secondi
prima che il piccolo alzasse lo sguardo grattandosi la nuca con aria ingenua “Io
non so contare” ammise la sua ignoranza.
Silenzio.
“N…ne ha sette” spiegò
Vocina presa alla sprovvista dal ragazzino, solo dopo alcuni istanti cominciò a
ridere.
Goku rise con lei, e quando
entrambi smisero il bambino alzò la sfera “Posso prenderla Vocina?” chiese
infine.
“Mi dispiace Son Goku, ma
questa sfera appartiene a questo castello, ma ti prometto che non avrai
difficoltà a trovarla” spiegò Vocina al giovane.
Goku guardò la sfera e la
ripose al suo posto “Va bene, se lo dici tu sono sicuro che la ritroverò”
affermò sorridendo.
*
“Entra nella seconda
stanza” ordinò l’uomo illuminando l’ingresso designato.
Bulma restò immobile per un
secondo, infine decise di percorrere il breve tratto che la separava dall’uscio.
Come nel primo caso, anche
questa porta si aprì automaticamente davanti agli occhi della ragazza.
Al contrario dell’altra,
però, ciò che vide non era il vuoto.
Davanti a lei un ambiente
esterno, non sembrava nemmeno più di essere all’interno di una base
militare.
Impossibile sapere se fosse
un effetto ottico, o la realtà, ma quella stanza sembrava non avere fine.
L’idea era quella di uno
spazio sconfinato, talmente vasto da riempire l’intera vallata, o addirittura
l’intero pianeta.
Bulma restò a fissare il
panorama dai colori invertiti per diversi istanti.
La bocca dischiusa con
stupore, e gli occhi passavano centimetro per centimetro tutto il prato che
aveva davanti a sé.
“Dove siamo?” riuscì a
farfugliare infine, ancora intenta a capire quanto fossero i suoi occhi a
giocarle degli scherzi.
“In un luogo lontano”
rispose enigmatica la voce, Bulma mise il broncio, stufa delle risposte
insensate dell’altro.
Dopo uno sbuffo,
incrociando le braccia con stizza, si guardò attorno alla ricerca di colui che
continuava a parlarle “Senti un po’ tu…ti decidi a dir…” i suoi occhi ricaddero
su qualcosa tra le pareti rocciose che aveva di fronte.
Deglutì avvicinandosi a
quell’unica macchia arancione nell’intera stanza.
“Ahhhhh” esclamò appena
riconobbe l’oggetto “Una sfera del drago!!” esultò poi correndo verso di essa.
Solo quando fu a pochi
passi si accorse che quella sfera non aveva le stesse dimensioni delle altre.
Quella sfera era enorme.
“E’ grandissima!” non poté
fare a meno di dire la giovane accovacciandosi accanto alla sfera, allungò un
dito per toccarla facendola leggermente oscillare.
La guardò meglio
cominciando a contare le stelle che vi erano incise “Una” affermò infine.
La voce restò in silenzio,
quasi stesse attendendo qualcosa.
Bulma non diede bado a
quello strano silenzio, afferrò la sfera con entrambe le mani e la sollevò dal
suolo, restando sempre rannicchiata al suolo.
Mentre sentiva la
superficie liscia della sfera sotto le sua dita si accorse che qualcosa stava
gocciolando.
Qualcosa che ne ricopriva
la superficie.
Solo dopo pochi secondi si
accorse di cosa fosse quello strano liquido.
Con uno scatto lasciò
cadere la sfera tirando calci al terreno per allontanarsi da essa,
“S…sangueeee!!” urlò schifata alla sola idea di averlo toccato.
“Ti da fastidio il sangue
assurda ragazzina?” tornò a parlare la voce facendola sobbalzare.
Dopo essersi pulita la mano
in un vicino stagno strinse il pugno mostrandolo al vuoto “E’ ovvio che mi da
fastidio! È una cosa nauseante!” sbraitò con una smorfia di disgusto.
“Non va affatto bene…il
sangue non può essere evitato. Esso scorre dentro di noi. Esso è la vita, ma per
quanto si lotti esso sgorga fuori dai nostri corpi, e le cause possono essere
molte. Non devi essere nauseata da esso” parlò enigmatico l’uomo facendo
assumere alla giovane un’espressione sorpresa.
Bulma tornò a guardare la
sfera accanto “Cosa vuol dire?” domandò confusa.
“Non ha importanza”
commentò nuovamente l’entità “Proseguiamo” aggiunse poi.
La ragazza tornò a guardare
il vuoto “E la sfera?!” chiese tornando all’oggetto bramato.
“Quella non è la sfera che
cerchi…non ora” concluse indecifrabile.
*
Son Goku aveva compreso la
procedura.
Doveva entrare nelle porte
ed ascoltare cosa Vocina avesse da dirgli, nulla di più.
Così, quando adagiò la sua
piccola mano sul pomello della terza porta, si stupì che Vocina gli proibì di
accedervi.
“Perché?” chiese il bimbo
curvando la bocca verso il basso.
“Son Goku, tu sai cos’è una
promessa?” domandò Vocina mentre il bambino allontanò la mano dalla maniglia.
Annuì con fermezza “Sì, il
mio nonnino diceva sempre che le promesse vanno mantenute” affermò sorridendo.
“Molto bene, allora se fai
una promessa devi fare in modo di portarla a compimento. Per qualunque cosa”
insistette la presenza evanescente.
Goku sembrò pensarci su,
poi sorrise nuovamente “Ho capito, vuoi che ti faccia una promessa” affermò
riaccendendo il sorriso.
Vocina non rispose
immediatamente, “No, non è a me che devi promettere” stabilì solo dopo alcuni
secondi, confondendo maggiormente il bimbo scimmia, “A chi devo promettere
allora?” chiese perplesso.
L’entità rise “A nessuno,
non ora. Quando sarà giunto il momento, però, dovrai promettere, intesi?” disse
con voce solenne.
Goku fissò il vuoto per un
istante, sorrise ed annuì “Va bene, manterrò le mie promesse” confermò
avvicinandosi alla quarta porta.
Non prima, però, di aver
udito un lieve canticchiare proveniente da quella appena superata.
*
Bulma aprì la terza porta
sul suo cammino, ed ancora una volta restò sgomenta nell’osservare ciò che aveva
davanti, “Ma questa…” mormorò sommessamente “E’ casa mia!” esclamò riconoscendo
all’istante i mobili della stanza.
Una camera da letto, una
delle tante in quell’enorme casa.
Istintivamente corse verso
la finestra, la prima che vedeva in quel luogo misterioso.
Sì, non c’erano dubbi, era
proprio casa sua, infatti il prato che dava all’ingresso fu ciò che si presentò
ai suoi occhi.
Bulma si voltò di scatto
“Che razza di posto è questo?!” chiese esterrefatta, “Devi dirmelo tu questo…non
avevi detto che è casa tua?” rispose l’entità.
La ragazza mise il broncio
“Sì, ma…” provò a protestare guardandosi attorno, “Sentiamo, assurda ragazzina,
che stanza è questa?” chiese ancora l’uomo in tono serio.
“E’ una delle camere per
gli ospiti” spiegò incrociando le braccia, “Ospiti” disse solo la voce generando
un’espressione sospettosa da parte della giovane.
“Proseguiamo” disse poi, la
misteriosa presenza, senza aggiungere altro.
*
CONTINUA…
*
*
Lefteye: ti ringrazio, sono
contenta che l’andamento della storia ti piaccia, e spero di aver mantenuto viva
la tua curiosità
*
PiNk_ViDeL: grazie, e spero
che l’aggiornamento sia stato abbastanza rapido
*
dianatabo: sono contenta
che ti piaccia l’atmosfera che ho creato
*
Beverly Rose: grazie per i
complimenti, sono contenta che la storia ti piaccia
*
migena: eheh, chissà se le
tue supposizioni sono giuste o sbagliate, io non dico nulla ^^, ma sono contenta
che t’incuriosisca
*
Sweet Memole 87: è
divertente per me sperimentare nuovi stili e nuovi tipi di storia ^^ ora vedremo
se le tue supposizioni sono esatte. Soprattutto ti ringrazio, sei sempre
gentilissima
*
lilac: uh uh uh qualcuno
sta cominciando ad armeggiare con una certa sfera vedo, chi lo sa chi lo sa,
vedremo quanto l’hai sintonizzata bene ^^. Vaneggiamenti a parte mi fa piacere
che l’atmosfera sia quella di mistero.
*
Me91: tutte domande
legittime direi, ma temo dovrai aspettare per avere delle risposte, sono
contenta che questa storia ti appassioni ^^
Capitolo 4 *** Diversi significati di un oggetto ***
IT
IT’S
DESTINY
*
Diversi significati di un
oggetto
*
“Ti piace combattere Son
Goku?” chiese Vocina appena il bimbo varcò la soglia della nuova porta senza
dargli il tempo di esplorarla.
Il giovane bambino dalla
lunga coda annuì “Sì, molto” confessò con un sorriso cominciando a far roteare
gli occhi nel luogo che si presentò davanti a sé.
Ciò che scorse non fu il
vuoto che aveva visto nelle precedenti stanza.
Davanti a lui si erigeva un
intera struttura, ma il bambino selvatico non si chiese come essa potesse stare
in una singola stanza.
Si limitò ad ammirare
quella strana pedana che dominava l’intera camera.
I suoi occhi
s’illuminarono, e la sua coda cominciò ad ondulare dietro la sua schiena, le sue
gambe fecero un passo in avanti emozionato all’idea di poter salire su quello
strano posto.
Non sapeva nemmeno perché,
non sapeva cosa fosse, non ne aveva mai visto uno in vita sua, eppure qualcosa
lo stava spingendo verso di essa, lo stava attirando.
“Aspetta Son Goku” lo
richiamò l’entità, costringendo il ragazzino a bloccarsi, a fatica, pochi passi
prima di raggiungere la pedana.
Goku non si girò,
continuava a fissare gli enormi blocchi di cemento davanti a sé, “Ti ricordi,
vero, cos’è una promessa?” ribadì Vocina.
Il bambino sembrò,
lentamente, distogliere l’attenzione dalla struttura.
Titubante si voltò annuendo
“Sì, me lo ricordo” confermò poi recuperando l’attenzione per la sua
accompagnatrice.
“Qualunque promessa farai
fai in modo di mantenerla, in qualunque situazione. Qualunque circostanza. Anche
a distanza di tempo, molto tempo” parlò la voce rendendo il piccolo Goku
piuttosto confuso.
Dopo alcuni secondi decise
di annuire nuovamente, “Ricordati sempre, Son Goku, che devi mantenere anche le
promesse della quale ti sei dimenticato, perché esse possono essere importanti”
disse con tono severo Vocina.
Ciò non impensierì il
bimbo, la quale aveva tutt’altra preoccupazione “Vocina, senti. Come faccio a
mantenere una promessa se l’ho dimenticata?” domandò giustamente con una smorfia
confusa.
“Non temere, c’è sempre un
modo per richiamare alla memoria ricordi perduti” rispose la donna dopo alcuni
secondi di silenzio “Ora puoi salire sulla pedana, giovane guerriero” affermò
meno solenne.
Goku non se lo lasciò
ripetere, con uno scatto si voltò correndo verso il luogo che aveva attirato la
sua attenzione.
*
Appena aprì quella porta,
Bulma, ebbe una sgradevole sensazione.
Quel luogo era tetro, ma
aveva in sé qualcosa di famigliare, come se dovesse conoscerlo ad ogni costo.
In metallo, come l’intero
edificio ad eccezione delle stanze, ma di un metallo in qualche modo diverso.
Era, apparentemente, meno
freddo, meno glaciale, eppure era…triste.
“Cosa aspetti assurda
ragazzina? Entra” ordinò la voce esortandola a fare il passo che le avrebbe
permesso di esplorare quello strano luogo.
“Io…” farfugliò indecisa
osservando uno strano pilastro al centro della struttura, “Muoviti, non farmi
perdere tempo” si lamentò l’entità spronandola a compiere quel passo.
Bulma lo fece.
Entrò con circospezione
deglutendo sonoramente.
La luce che si accese non
come tutte le altre, essa era rossa.
“C…che posto è questo?”
chiese preoccupata con le gambe, quasi, tremolanti.
“Lo temi?” chiese la voce
nel suo usuale tono asettico, Bulma scosse la testa “N…no…cioè, non lo so”
mormorò cominciando ad addentrarsi in quella stanza.
Silenzio.
I passi lenti della ragazza
rimbombavano, silenziosi, tra le pareti.
“Dimmi, assurda ragazzina,
hai paura della morte?” chiese gelido l’altro facendo sussultare la giovane dal
capelli azzurri.
Bulma sgranò gli occhi
guardandosi preoccupata attorno “Cosa vuol dire? Vuoi farmi del male?! Se è così
sappi che conosco una persona che mi proteg…” “Taci! E non dire assurdità!” la
interruppe l’entità facendola sobbalzare, “Rispondi semplicemente alla mia
domanda” ordinò poi con severità.
Strinse i denti e deglutì,
si guardò attorno, poi tornò ad osservare un angolo imprecisato verso l’alto “E’
ovvio! Chiunque ha paura di morire soprattutto se è una ragazza giovane ed affa…”
“Chiunque?” fu interrotta nuovamente dalla misteriosa entità.
“Bè, penso di sì” confermò
lei tornando a roteare le pupille, “Perché sei convinta che tutti non
abbiano paura di morire?” chiese enigmatico come sempre l’uomo.
Bulma strinse i pugni “Mi
sembra logico! Perché qualcuno dovrebbe voler morire?” “Ci sono molte ragioni
per cui la morte può essere affrontata a testa alta. Ti stupiresti di quante
motivazioni possano esistere” spiegò la voce.
“Ecco perché temi il
sangue, temi che la vita possa sgorgare via con esso” riprese lasciando la
ragazza al centro della stanza in presa ai suoi pensieri.
“E’ normale!” proruppe la
giovane “Non si può rinunciare per sempre alla propria vita, per qualunque
ragione!” sbottò aggrottando le sopracciglia.
Per la prima volta la voce
rise, “Proprio tu parli?! Proprio tu che conosci le sfere del drago?” le ricordò
facendo addolcire lo sguardo della ragazza “Sei ancora troppo superficiale per
capire il loro reale potere” affermò mentre la luce nella stanza tornò quella di
sempre.
“E’ per questo che sei
un’assurda ragazzina” confermò la fantomatica presenza, “Cosa?!” protestò
innervosita la giovane, “Usciamo” ordinò poi l’uomo.
Bulma si guardò attorno,
quell’ordine non se lo lasciò ripetere due volte.
*
Come aveva fatto con le
precedenti stanza, Goku, aprì lentamente la porta con quella curiosità tipica
dei bambini, e nel suo caso accentuato da quell’ingenuità che lo caratterizzava.
Il suo volto, si delineò
un’espressione un po’ delusa appena si accorse che, la camera nella quale era
appena entrato, non era elettrizzante come la precedente.
Costretto, volente o
nolente, a scendere da quella pedana aveva sperato che le seguenti camere gli
avrebbero riservato altrettante sorprese, ma ciò non si rivelò esatto.
“Qualcosa non va?” chiese
Vocina, avendo notato l’espressione amareggiata del giovane, piccolo, guerriero.
Goku restò a fissare la
stanza, quasi completamente vuota, per alcuni secondi “Non mi piace questa
stanza…” mormorò onesto.
“Per quale motivo non ti
piace?” domandò nuovamente la fantomatica presenza, Goku si grattò la nuca e
riprese a guardarsi attorno “Non c’è nulla” rispose afflitto.
“Guarda meglio” lo invitò a
fare Vocina dopo alcuni secondi di silenzio.
Il bimbo dalla lunga coda
annusò l’aria in un gesto quasi animalesco, “Ah” esclamò poi avendo sentito
l’odore di qualcosa di estraneo.
Guardò in quella direzione
correndo verso ciò che aveva sentito, e ciò che vide lo lasciò di stucco.
“Una sfera del drago!”
annunciò appena raggiunse la sfera nascosta in uno degli angoli della grande
stanza.
Face due passi verso di
essa, poi si ricordò.
Fermandosi si voltò
indietro, quasi stesse parlando con una persona lasciata davanti all’ingresso,
“Posso?” chiese prima di proseguire oltre.
“Certo, prendila pure”
confermò Vocina dal suo misterioso punto di osservazione.
Goku riprese la sua corsa
avvicinandosi infine alla piccola sfera, non la raggiunse.
Si fermò prima, in quanto,
già a pochi passi da essa, l’aveva riconosciuta “E’ la sfera del mio nonnino!”
esclamò appena si accorse della quattro stelline incastonate nel magico sasso.
Istintivamente la sua mano
scivolò alla sua cintura per constatarne la presenza.
Sì, lei c’era, era lì.
Non si pose ulteriori
domande sullo strano sdoppiamento dell’unico ricordo del suo amato nonno.
Le corse incontro
afferrandola con entrambe le mani, per osservarla meglio.
Solo quando la tirò su si
accorse che essa non era l’unico oggetto nella stanza.
Sbatté incuriosito le
palpebre osservando quel misterioso cappellino agganciato alla, così detta,
sfera.
“Ehi Vocina, c’è qualcosa
attaccato a questa sfera” urlò guardandosi alle spalle, sempre parlando a
qualcuno di immaginario sulla soglia della porta.
“Mmm…” rispose affermativa
“Dimmi, Son Goku, cos’è?” chiese a sua volta facendo nuovamente voltare il
bambino verso l’oggetto che pendeva dalla pietra.
Goku alzò ingenuamente le
spalle “Un cappello” rispose portandosi l’oggetto oltre la testa per guardarlo
da sotto.
“Posso toglierlo?” chiese
poi tornando a voltarsi, “No, questa sfera non è più tua. Solo il legittimo
proprietario ti può dare il permesso di toglierla” rispose l’entità.
Il ragazzino tornò alla
contemplazione dell’oggetto, lo fissò ancora, ed ancora una volta tornò a
voltarsi “Però sembra la sfera del mio nonnino” affermò abbassando le braccia
tozze.
“Quella è la sfera
di tuo nonno, ma tu l’hai data ad altri” confermò Vocina.
Goku strizzò gli occhi più
che mai confuso, la sua sfera era saldamente legata alla sua cintura, o no?!
Ripose al suolo ciò che
reggeva tra le mani, e ancora accucciato davanti ad essa, si sfilò il
sacchettino dalla cintola.
Estrasse la sua sfera e la
confrontò con quella che aveva davanti.
Erano identiche.
“Ci sono due nonnini” fu la
conclusione alla quale giunse il giovane selvaggio.
Vocina rise “Sì, ma solo
uno ti appartiene” gli ricordò divertita “Ora andiamo Son Goku. Dobbiamo
proseguire” aggiunse poi attendendo una reazione dal ragazzo.
Goku volse lo sguardo verso
la porta, annuì e si alzò riponendo al proprio posto la sua preziosa sfera,
infine lasciò la stanza.
*
Era ancora piuttosto
turbata dalla stanza precedente.
Fu un vero sollievo, per
lei, constatare che la nuova stanza aveva ripreso le sfumature del totale vuoto.
Come in ogni stanza, però,
vi era un dettaglio che la distingueva dalle altre.
In questo caso un piccolo
lettino, una culla, era situata al centro del bianco infinito di quel luogo.
Bulma la guardò con
riluttanza, non aveva un particolare amore per i bambini.
Si fermò a pochi passi
dall’ingresso voltandosi al suo fianco con l’intento di dialogare con la sua
misteriosissima guida “Non dirmi che c’è un bambino lì dentro” brontolò con voce
contrariata.
“Non sperare che sia io a
dirtelo. E non sperare, neanche, di uscire da qui senza aver prima guardato cosa
c’è dentro” le rispose irremovibile la presenza che la stava seguendo.
La ragazza fece una
smorfia, chiaramente poco contenta, ed infastidita si avvicinò all’oggetto che
era costretta ad esplorare.
Appena raggiunse la culla
sbirciò dentro.
Fu felice di constatare che
non vi era nessun marmocchio ululante, ma fu altrettanto sorpresa di vedere ciò
che vi era adagiato al suo interno, una spada.
Inarcò un sopracciglio
sospettosa, poi si voltò “Che ci fa una spada dentro una culla?” chiese
giustamente sorpresa.
“Certe cose non sono mai
come sembrano” rispose col solito mistero l’entità.
Bulma si adagiò le mani ai
fianchi crucciando lo sguardo “Vuol dire che non è una spada?” domandò facendo
roteare gli occhi.
“Dipende da come interpreti
la spada…o la culla. Sembra che per te una culla rappresenti un bambino, ma cosa
rappresenta una spada?” disse l’entità rigirandole la domanda.
La giovane sembrò
contrariata, sorse la bocca “Perché non mi rispondi mai come si deve!” si
lamentò “Rispondi e basta” la zittì l’altro.
Bulma sospirò e tornò a
guardare il contenuto della culla, ci pensò alcuni istanti, poi finse
d’impugnarne una con entrambe le mani.
Fece roteare le braccia
imitando un combattimento “Mi sembra uno di quei guerrieri dei film” rispose
continuando a muoversi in un immaginario duello.
Alcuni istanti di silenzio
precedettero la risposta dell’entità “Appunto” mormorò quasi tra sé.
Bulma smise di recitare e
guardò in un punto indefinito “Come?!” chiese cercando di capire “Andiamo” fu
l’unica risposta che ottenne.
La ragazza sbuffò, ma
appena rimase, nuovamente, al buio decise che era meglio muoversi.
*
CONTINUA…
*
*
Sweet Memole 87: temo che
dovrai continuare a soffrire allora, perché, come anche tu stessa hai detto,
sono tutti interrogativi che verranno svelati alla fine ^^
*
LeftEye: ti ringrazio,
infatti è proprio questo il motivo per la quale li alterno tra loro. Chissà se
la tua illuminazione su Vegeta e Chichi risulterà corretta
*
lilac: eh sì, lo sai che mi
diverto ^^, soprattutto se devi “usare la sfera”, e sai anche che non ti
risponderò eheh a parte questo ti ringrazio per i complimenti, mi fa piacere che
la lettura risulti piacevole anche se la trama non è ancora del tutto
comprensibile ^^
*
migena: per l’epilogo
dovrai aspettare prima di scoprirlo, e vedremo se le tue certezze verranno
confermate, intanto ti ringrazio molto per i complimenti, mi fa piacere che le
mie storie ti piacciano
*
Me91: alle carote?! Ahah,
non ci avrei mai pensato ^^ a parte questo sono contenta che lo scorso capitolo
ti sia piaciuto e spero ti piaccia anche questo
*
Beverly Rose: ti ringrazio
per i complimenti, sono contenta che la storia ti piaccia ^^, anche se mi
piacerebbe sapere le tue supposizioni
Gli occhi del bambino
s’illuminarono appena vide l’interno di quella singolare stanza “Wow” esclamò
ancora a bocca spalancata.
Si voltò cercando la
misteriosa entità, additò ciò che aveva davanti agli occhi “E’ come la mia
nuvola d’oro!” disse tornando poi a guardare il grosso ammasso giallo, “Sono
nuvole, ma sono molto diverse dalla tua nuvoletta” spiegò Vocina.
Goku si avvicinò
velocemente all’ingombrante cumulo di nuvole che riempivano l’intera stanza, con
slancio si buttò sul primo mucchio.
Dolorosamente si accorse
che al contrario della sua piccola nuvola su queste era impossibile sedersi.
Fu il suo povero sedere a
farne le spese, dritto sul pavimento in una dolorosa caduta “Ahia” mormorò
assumendo una smorfia di dolore.
Ancora una volta si girò a
parlare al vuoto, “Non è come la mia nuvoletta” constatò infine.
Vocina restò per un attimo
in silenzio “E’ quello che ti ho detto prima” gli ricordò, ma il selvatico
ragazzino non stava già più ascoltando.
Si alzò massaggiandosi la
parte lesa e senza dar retta alla misteriosa accompagnatrice decise di
assaggiare ciò che aveva davanti.
Il risultato fu una smorfia
accompagnata da una linguaccia in segno di disgusto “Bleah, è troppo dolce!” si
lamentò.
L’entità restò in silenzio,
sorpresa dalla strana reazione del bimbetto.
Goku si voltò nuovamente
additando l’ammasso giallo “Ah, senti Vocina. Queste nuvole non sanno volare, e
non si possono mangiare…allora a cosa servono?” chiese con aria ingenua.
Passarono alcuni secondi di
silenzio, seguiti a una leggera risata, “Queste sono solo nuvole” spiegò
solamente.
Il bambino si voltò
nuovamente verso il cumulo giallo che gli sostava davanti “Davvero?!” chiese in
un primo momento d’indecisione “Che strano non le ho mai viste di questo colore”
affermò poi con un largo sorriso.
“Esse non appartengono a
questo luogo” rispose enigmatica Vocina.
Goku continuò a sorridere
“Non ho capito bene, ma se lo dici tu ci credo” rispose guardando prima sopra
poi sotto l’ammasso galleggiante.
“Ascolta Son Goku, vedi
altro in questa stanza?” chiese la voce tornando ad una tonalità seria.
Il bimbo dalla lunga coda
tornò dalla sua esplorazione sottostante facendo riemergere la testa nel giallo
che si estendeva nella stanza.
Roteò il capo per guardarsi
attorno, “Ah!!” esclamò additando un punto oltre le nuvole “Lì c’è qualcosa”
rispose additando ciò che sembrava essere un letto.
Un letto a due piazze, un
letto disfatto solo da un lato, l’altro era intatto.
“Avvicinati” gli ordinò
l’evanescente presenza, Goku annuì e si mosse per raggiungere il giaciglio.
Si mosse tra le nuvole,
percorse tutta la stanza, ma quando alzò nuovamente lo sguardo verso il suo
obbiettivo esso era sempre nello stesso punto.
Si guardò indietro
accorgendosi che anche la porta era rimasta al punto di partenza.
Sembrava non essersi mosso
di un solo passo.
“Ehhhh, perché non riesco
ad arrivare?” chiese al vento tornando ad osservare il letto.
“E va bene!” esclamò
determinato cominciando a correre in direzione di esso, eppure sembrava che quel
letto si allontanasse sempre da lui.
“Lascia stare Son Goku. Non
arriverai mai a raggiungerlo” lo fermò Vocina interrompendo la corsa del piccolo
selvaggio.
Goku si fermò voltandosi
verso la porta, sempre alla stessa distanza, “Ma tu mi hai detto di avvicinarmi”
si lamentò additando l’oggetto della discussione.
“Anche se ti ho detto così
non potrai mai approssimarti più di tanto. Siete troppo lontani” stabilì Vocina,
mentre Goku restò a fissare il letto con aria confusa, mentre la sua bocca si
curvò verso il basso con disappunto.
“Vieni, andiamo in un’altra
stanza” decretò infine l’entità.
*
“Mi prendi in giro?!”
sbottò la ragazza additando nervosamente l’interno della stanza, “Questo è un
letto!” brontolò nuovamente guardandosi attorno sospettosa.
“Non è che tu…” insinuò
afferrandosi entrambe le spalle “Dacci un taglio assurda ragazzina! Ti ho già
detto che sono un entità che non esiste, non potrei farti male…neanche volendo”
la fece, infine, tacere l’uomo.
“Invece di dire idiozie,
dimmi cosa vedi” ordinò seccato dopo un sonoro sbuffo.
Bulma si guardò attorno,
nulla di strano, una normale camera da letto.
Due armadi, due comodini,
due tavoli, un solo materasso al centro della stanza e dalle lenzuola
completamente disfatte.
“E’ una camera doppia”
rispose aggrottando le sopracciglia, mantenendo sempre un’aria sospettosa,
“Guarda meglio assurda ragazzina, cos’altro vedi” la incitò a guardar meglio il
suo interlocutore.
Bulma strizzò gli occhi,
cos’altro avrebbe dovuto vedere?!
Sbuffò facendo roteare le
pupille all’interno della stanza, “Ah ma questa!!” si accorse infine avendo
notato solo ora la finestra, che era sicura non fosse lì già da prima.
Come aveva fatto in una
delle precedenti stanze si affacciò velocemente osservando l’esterno.
“Questa è camera mia!”
esclamò successivamente avendo riconosciuto la visuale che dava sul giardino
posteriore della casa.
Si voltò all’interno della
stanza, cercando con gli occhi la persona che non c’era, “Cosa vuol dire tutto
questo?! Chi sei tu veramente? Cosa ne hai fatto delle mie cose?” urlò
contrariata.
“Io non ho fatto nulla” si
giustificò subito l’uomo “La domanda è, cosa ne hai fatto tu?” le rigirò la
domanda.
Bulma alleggerì lo sguardo,
guardandosi attorno con più circospezione “Io?” domandò poi decisamente
spaesata.
“Io non ho potere, solo tu
poi aver modificato questa stanza” riprese la voce “Non porti domande
superficiali, chiediti piuttosto perché lo hai fatto” continuò con estrema
serietà.
Bulma restò in silenzio per
alcuni secondi “Ma io non…” sussurrò insicura guardando il luogo in cui si
trovava, “Non capisco cosa vuoi dire” concluse guardando in alto in cerca
dell’entità misteriosa.
“Tsk, sei proprio
un’assurda ragazzina, andiamo prima che perda la pazienza” brontolò infine
l’uomo spegnendo la luce.
*
Un’altra stanza invasa da
quelli strani cumuli gialli.
Goku si guardò attorno
sospettoso “Perché queste nuvole sono anche in questa stanza?” chiese con una
leggera smorfia.
“Queste nuvole appartengono
ad un altro luogo, e anche tu non appartieni più a questo mondo” rispose vaga
Vocina confondendo ulteriormente il bimbo.
Il ragazzino sbatté più
volte le palpebre con innocenza, infine alzò le spalle “Non ha importanza”
rispose rinunciando a capire.
“Allora ascoltami Son Goku,
cos’altro vedi?” gli chiese la donna dopo alcuni istanti di silenzio, e Goku
tornò a guardarsi attorno “Lì!” disse additando un oggetto nascosto tra le
nuvole.
Indeciso restò fermo dove
si trovava, “Puoi raggiungerlo” lo incitò la voce.
Il bambino dalla coda di
scimmia annuì, ma non andò verso quello che sembrava essere uno specchio.
Al contrario, il ragazzino
si voltò dalla parte opposta fino a raggiungere la parete alla sue spalle.
“Cosa stai facendo?” chiese
curiosa Vocina, Goku si limitò a sorridere, prese una lunga rincorsa e saltò
verso l’oggetto.
Sfortunatamente il suo
salto fu troppo alto facendo prendere al bambino il soffitto in pieno.
Goku ricadde al suolo
dolorante per la capocciata appena presa, disteso, si portò entrambe le mani sul
punto leso cominciando ad agitare le gambe “Ahia che maleeeeeeee!!!” si lamentò
sedendosi e tastando il bernoccolo che si era appena procurato.
Ricacciò dentro la lacrima
di dolore e constatò che si trovava esattamente al centro tra il punto di
partenza e quello di arrivo.
Si rimise in piedi e decise
di tornare indietro per ritentare il salto.
Un alito di vento sfiorò la
sua spalla.
“Son Goku, non c’è bisogno
di saltare per raggiungere quello specchio, ti basta camminare” spiegò l’entità.
Il bimbetto non sembrò
convinto, ma decise di fare quanto detto, cambiò la sua direzione raggiungendo
senza problemi lo specchio.
Riflesso in esso la sua
immagine, nulla di particolare, un semplice ragazzino dai capelli scompigliati,
l’aria ingenua e un po’ goffa.
Due erano le differenze,
niente coda e abiti diversi.
*
Bulma guardò l’unico
oggetto nella stanza “Uno specchio!” esclamò precipitandosi verso di esso.
Scopo, controllare la sua
acconciatura.
L’immagine che si riflesse,
però, era ben diversa dalla sua.
Bulma restò a fissare
l’immagine di quella bambina dal tutto simile a lei.
“Chi è?” chiese interdetta,
confusa da quello strano ed inspiegabile riflesso.
“Cosa c’è assurda
ragazzina? Adesso temi anche l’immagine riflessa in uno specchio?” le prese in
giro l’uomo.
Bulma aggrottò le
sopracciglia voltandosi verso il nulla alle sue spalle “Io non ho paura di un
immagine riflessa, è solo che…” disse abbassando il tono di voce sul finale
della frase, “E’ solo che?” la incalzò la presenza.
La ragazza abbassò gli
occhi tornando ad osservare lo specchio e ad osservare l’immagine della bambina
che stava compiendo i suoi medesimi gesti.
Deglutì “Bè…è una strana
sensazione” rispose incerta.
“Ti sembra così strano
guardare negli occhi una persona tanto simile a te?” chiese l’entità, Bulma
sembrò pensarci su.
“Il fatto è che quella”
additò la superficie riflettente “Quella dovrei essere io, invece è un’altra
persona” spiegò la sua inquietudine.
“Non tutto ciò che vedi è
come sembra. In parte potresti essere tu” rispose con il solito mistero
l’uomo che la seguiva.
Bulma storse le labbra
osservando nuovamente la figura fanciullesca che rifletteva i suoi movimenti, ma
non il suo volto.
Ebbe un sussulto quando la
coda del suo occhio catturò l’immagine di un uomo riflessa accanto alla bimba.
Col cuore in gola si voltò
di scatto constatando la sua solitudine nella stanza.
Tornò allo specchio, ma
esso non le mostrò altro oltre l’immagine della ragazzina.
Solo lei, per il
resto…nulla.
*
CONTINUA…
*
*
Beverly Rose: grazie mille,
sono molto contenta che la storia ti coinvolga, sei molto gentile ^^ per quel
che riguarda il cappellino, potrebbe essere di Gohan ^^
*
Sweet Memole 87: ti do un
aiutino, la culla rappresenta un bambino, la spada un guerriero, quindi un
bambino che è anche un guerriero che ha un legame con Bulma, chi ti fa venire in
mente? Per rispondere alla tua curiosità, no, non sarà molto lunga, anzi direi
che è già quasi finita, ma sull’epilogo non mi sbilancio. Per il resto un
infinito grazie ^^
*
Me91: ecco il nuovo
aggiornamento dunque ^^, sono molto contenta che la storia ti stia piacendo, non
penso di scrivere divinamente, ma ti ringrazio comunque del pensiero. Mi fa
piacere che la frase di Goku sui due nonnini ti abbia divertito ^^
*
lilac: temi che la tua
sfera si sbaglia? ^^ comunque direi che alcune cose la tua sfera le ha
indovinate, anche per quel che riguarda la culla e la spada. Infine ti
ringrazio, mi fa piacere che i miei indizi nascosti vengano a galla ^^
*
migena: non posso mica
divulgare troppe notizie prima del tempo non ti pare? ^^ Comunque sia, per le
tue supposizioni, mmm…temo di doverti dire che sei un po’ fuori strada. Stai
attenta, questa non è una “What if…?” ^^
L’ampio accesso che dava
alle porte non era più lo stesso.
La luce intensa che lo
illuminava era ora una luce fioca, talmente leggera da non permettere alla sola
figura che uscì dalla porta di vedere oltre il proprio naso.
La sua mano fu costretta ad
appoggiarsi alla parete per non rischiare d’inciampare.
Quel luogo così nero e buio
aveva qualcosa di spettrale, pertanto, quando la porta automatica alle sue
spalle si chiuse lei non poté fare a meno di sobbalzare.
“Ahhh!!” urlò spaventata la
ragazza voltandosi alle sue spalle, giusto in tempo per vedere la porta sparire
davanti ai sui occhi.
Bulma deglutì sonoramente,
e con lo sguardo andò lentamente ad osservare le altre porte…quali altre porte?!
Nessuna traccia di quegli
accessi alle tante stanze che sino ad ora aveva esplorato era più visibile.
Quella era ormai diventata
a sua volta una stanza, “Eh…ehi…che sta succedendo qui?” balbettò la giovane con
voce tremolante, evidentemente non a proprio agio.
Nessuna risposta.
“Ehi…dico a te!” urlò
ancora facendo risuonare la sua voce tra i grandi corridoi di metallo, ma ancora
non ottenne nessuna risposta.
Si guardò attorno
preoccupata, deglutì nuovamente, “Non sono scherzi da fare questi! Perché te ne
stai zitto adesso?” gridò ancora per farsi coraggio.
Passo, passo, passo.
Bulma rabbrividì voltandosi
da dove provenivano i rumori di quel leggero e regolare camminare.
“C…c’è qualcuno?!” chiamò
facendo alcuni passi in avanti.
*
I passi leggeri si fecero
sempre più vicini.
Goku si limitò a fissare il
vuoto che aveva davanti con aria interrogativa.
Non si pose domande sul
fatto che la sua evanescente compagna di viaggio lo avesse improvvisamente
abbandonato, ne si preoccupò della misteriosa sparizione delle porte.
“Ciao Son Goku” lo salutò
la figura che apparve da dove era arrivato lui stesso la prima volta.
Goku fece un cenno con la
mano “Ciao” rispose educatamente guardando la persona che aveva d’avanti con
aria interrogativa.
Sorrise “Non sai chi sono
vero Son Goku?” gli chiese avvicinandosi al bambino, Goku scosse la testa “No,
chi sei?” chiese ingenuo.
La donna sorrise nuovamente
e s’inginocchiò avanti al piccolo selvaggio “Sono Vocina” si presentò la
donna.
Il bimbo strizzò gli occhi
“Ohh” si limitò a dire senza porsi altre domande osservando la misteriosa donna
dai capelli lunghi e neri, e dagli occhi del medesimo colore.
Goku ebbe l’impressione di
averla già vista.
“Ah!” esclamò infine
additandola “Tu sei la signora messa nel muro!” stabilì sovrapponendo le
immagini.
Vocina sorrise “Esatto, io
sono la signora del castello” affermò annuendo leggermente.
Il bambino la guardò
confuso “Pensavo fossi morta come il mio nonnino” disse reclinando lievemente il
capo.
Il sorriso della donna si
fece leggermente triste “Lo sono infatti” affermò alzandosi ed adagiando una
mano sulla testa del piccolo.
“Ora ascoltami Son Goku, ti
mostrerò una cosa molto importante” annunciò muovendo una mano davanti a sé.
Un’immagine si materializzò
lentamente.
*
Bulma osservò l’uomo che
aveva davanti, deglutì “Chi sei?” gli chiese cercando di mantenere le distanze.
L’uomo misterioso incrociò
le braccia in apparenza seccato “Non ci arrivi da sola assurda ragazzina?”
brontolò con aria seria.
La ragazza sgranò gli occhi
“Tu…tu…non mi dire che sei la voce del maniaco!” esclamò additandolo, per poi
assumere un’espressione sospettosa “Lo sapevo che mi stavi imbrogliando” mormorò
tra sé.
L’uomo ebbe uno scatto
nervoso del volto “Ti ho già detto che non sono un maniaco. Io sono solo
spirito” le ricordò con un atteggiamento fiero.
“Eh?” farfugliò la giovane
“Questo vuol dire…che sei un fa…fan…fantasma!!!” dedusse cominciando ad urlare
come una forsennata.
Lo spirito ringhiò
frustrato “Dovresti esserne grata o ti avrei già uccisa ragazzina fastidiosa ed
irritante!” scosse la testa “Mi chiedo come faccia il destino della mia famiglia
a ricadere nelle mani di un’assurda ragazzina come te” parlottò tra sé l’uomo
riportando l’altra alla normalità.
“Come sarebbe a dire?”
chiese una volta tranquillizzatasi.
L’uomo sbuffò muovendo una
mano davanti a sé.
Un’immagine si materializzò
lentamente.
“Guarda attentamente”
ordinò il misterioso individuo dal pizzetto castano, mentre l’immagine si fece
nitida a chiara.
Quella che Bulma vide era
l’immagine di un ragazzo, un bel ragazzo.
Doveva avere all’incirca
diciassette anni, lo sguardo cupo ed imbronciato, le mani sporche di sangue. Era
adagiato alla parete di una stanza buia e di metallo.
Proprio come la base in qui
anche lei si trovava.
“Il suo nome è Vegeta, ed è
mio figlio” annunciò l’uomo tornando ad incrociare le braccia, Bulma voltò lo
sguardo verso di lui “E io cosa c’entro con questo…bel ragazzo?” chiese
interessata.
L’uomo le regalò uno
sguardo seccato “Egli è colui che porta sulle sue spalle il destino di un intero
popolo, egli è il principe di un regno che non c’è più. Il suo sangue reale
dovrà sgorgare ancora molte volte prima di potersi liberare di questo peso”
cominciò a spiegare l’entità ora visibile.
Bulma inarcò un
sopracciglio “Un principe?!” chiese interessata, mentre l’uomo la guardò
malamente “Stai ascoltando ciò che dico?” le chiese non troppo contento di
essere ignorato.
La giovane, però, continuò
a non porre troppa attenzione all’intero discorso “Questo principe dov’è
esattamente?” chiese giungendo le mani.
L’uomo sbuffò “Stammi a
sentire assurda ragazzina. Il vostro destino è intrecciato indissolubilmente. Il
tuo compito sarà quello di asciugare il suo sangue e di portarlo dentro di te.
Non sarà una cosa facile, e tu dovrai farti carico della discendenza reale”
concluse osservandola severo.
Bulma sembrò risvegliarsi
dai suoi pensieri “Stai dicendo un sacco di cose senza senso! Se vuoi che ti
capisca parla più chiaramente!” si lamentò additandolo nervosamente.
L’uomo compì nuovamente il
gesto della mano facendo sparire l’immagine, si voltò verso di lei “E’
tutto…assurda ragazzina” si congedò da lei posandole improvvisamente una mano
sugli occhi.
*
La bimba riflessa
nell’immagine stava raccogliendo dei fiori canticchiando un motivetto
sconosciuto, i lunghi capelli neri le cadevano sulle spalle e lo sguardo allegro
e solare era illuminato dalla luce del giorno, alle sue spalle un enorme
castello si sollevava maestoso.
“Chi è?” chiese incuriosito
il giovane bimbo scimmia guardando l’immagine.
La donna sospirò con un
lieve sorriso nostalgico “Lei è mia figlia Chichi” spiegò al bambino che iniziò
ad ispezionare l’immagine e la sua provenienza.
Cercò di sberciare l’altro
lato muovendo la sua singolare coda.
La donna lo guardò per
alcuni istanti, infine decise d’interrompere i suoi giochi “Ascolta Son Goku”
riprese il suo discorso facendo voltare il ragazzino verso di lei “Il tuo
destino e quello di mia figlia è legato da una promessa, per il momento sei
ancora molto piccolo, ma prima o poi ne capirai il significato” Goku annuì “
Quando quel momento arriverà fai in modo di non farle mai mancare nulla, dalle
ciò che più desidera, non una, ma due volte. Rendila felice anche se non potrai
sempre starle accanto, mi capisci?” concluse.
Goku scosse la testa e
sorrise a trentadue denti “No, non ho capito nulla, però manterrò le mie
promesse” confermò senza smettere mai di sorridere.
La donna lo guardò con
dolcezza, “Non ha importanza, quando sarai più grande capirai” disse facendo
sparire l’immagine con un gesto della mano.
Tornò a guardare il bambino
dalla lunga coda chinandosi verso di lui “E’ giunta l’ora di salutarci Son Goku.
Anch’io manterrò le mie promesse, presto tu e la tua amica troverete la sfera
dalle sette stelle” annunciò con un sorriso posandogli delicatamente una mano
sul viso.
*
Il sole estese i suoi
primi, deboli, raggi sull’intera vallata, anche quella piccola casa ne fu
lentamente illuminata. La nebbia, che l’aveva avvolta per tutte le ore di
tenebra si diradò lentamente tornando, come risucchiata, in quella piccola
foresta a pochi passi dalla casetta.
Il mattino era giunto.
*
Il rumore dei una serratura
segnalò il ritorno alla vita.
Bulma aprì la porta della
sua stanza, sbadigliò con aria assonnata cercando di ricordarsi,
inconsapevolmente, le sensazioni che aveva assaporato durante la notte.
Si grattò il capo, mentre
l’unica cosa che le tornò alla mente fu un’ultima frase sussurrata prima di
riprendere i sensi: Dovrai sopportare quest’assurda ragazzina, figlio mio.
Una frase detta a qualcuno
che non conosceva, da parte di qualcun altro ancora più misterioso.
“Ciao ciao Vocina!” sentì
farfugliare dal suolo, mente il suo sguardo si depositò sul piccolo Goku ancora
immerso in chissà quale sogno.
Imbronciò lo sguardo
adagiandosi le mani ai fianchi “Svegliati Goku, non è più tempo di dormire!”
urlò con l’intento di svegliarlo.
Bulma fece una smorfia, “Gokuuuu!”
urlò stridula facendo tornare in sé il bambino già prossimo a svegliarsi.
Il bimbo si stropicciò
stancamente gli occhi, si tirò su grattandosi il capo, “E’ ora di alzarsi” lo
rimproverò la compagna di viaggio.
Goku alzò il capo
incrociando gli occhi azzurri di lei, “Ah, ciao Bulma” la salutò regalandole un
sorriso genuino.
La ragazza storse la bocca
con stizza, mentre il piccolo selvaggio chinò il capo assumendo un’espressione
pensierosa “Mmm” mugugnò con una smorfia.
Bulma addolcì lievemente lo
sguardo squadrandolo con attenzione “Che ti prende adesso?” gli chiese sorpresa
dalla sua inusuale aria seria.
Il bambino reclinò la testa
di lato “Le promesse vanno mantenute” stabilì senza una motivazione apparente.
La ragazza lo guardò
inarcando un sopracciglio, scosse la testa stabilendo di non voler indagare
oltre i pensieri del bambino e si avvicinò al tavolo.
Afferrò il radar e lo
guardò “Forza, preparati Goku, dobbiamo andare a cercare le altre sfere”
stabilì.
Goku annuì e si alzò dal
suo, modestissimo, letto, andando ad affiancarsi alla compagna di viaggio.
La loro avventura era solo
all’inizio.
Il loro destino stava per
compiersi…
*
FINE
*
*
Forse alcune cose non sono
molto chiare, ma ho lasciato vaghi dei dettagli appositamente, diciamo che è un
“esperimento personale”.
Spero non vi abbia deluso
troppo.
*
Sweet Memole 87: spero di
salvarmi anche con questo capitolo e di non averti troppo deluso
*
Me91: come vedi manca solo
un capitolo, e temo non ce ne siano altri, ma spero che ti sia piaciuto
ugualmente. Ti ringrazio per i complimenti, sei davvero fin troppo gentile.
Comunque sono contenta che alcune cose siano chiare, mentre altre cose vanno
pensate^^
*
Beverly Rose: spero ti
abbia coinvolta fino alla fine e che sa valsa la pena di risultare tra le tue
storie preferite
*
lilac: ahah! Stavolta ti ho
fregato! Niente desideri, solo una specie di illusione. Gli specchi del capitolo
scorso raffiguravano un bambino simile a Goku, ma senza coda, e una bambina che
in parte potrebbe essere Bulma. In ogni caso ti faccio i miei complimenti, sei
stata l’unica a dirmi che le due misteriose entità non erano Chichi e Vegeta ^^
*
migena: grazie davvero,
sono contenta che ti abbia appassionato, e spero non sia stata una delusione
*
CHiBI cHU: grazie mille
anche a te, mi auguro che la letture sia valsa la pena ^^