It's destiny

di taisa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vieni con me ***
Capitolo 2: *** La stanza del nulla ***
Capitolo 3: *** Incontro dalle sfumature arancioni ***
Capitolo 4: *** Diversi significati di un oggetto ***
Capitolo 5: *** Lo specchio dell’anima ***
Capitolo 6: *** Ha ognuno il proprio destino ***



Capitolo 1
*** Vieni con me ***


I

IT’S DESTINY

*

Vieni con me

*

Il famelico ragazzino si adagiò una mano sul suo stomaco rigonfio osservandolo con aria ingenua.

Restò in quella posizione per alcuni secondi prima di decidersi a richiamare l’attenzione della sua compagna si viaggio “Ehi Bulma, ne hai altri di quei cosi?” le chiese osservando la giovane stravaccata su un divano della capsula a forma di casa, intenta a cambiare canale di quella che lei aveva chiamato televisione.

“No, sono finiti” rispose distrattamente lei senza distogliere lo sguardo dallo schermo.

Il bimbo scimmia sbatté le palpebre per un paio di volte prima di esibirsi in un “Ma io ho ancora fame” lagnoso e supplichevole.

Bulma sbuffò, alzando solo leggermente il capo per incrociare lo sguardo del giovane che la stava accompagnando nella sua avventura “Insomma Goku! Ti sei appena mangiato un intera confezione di gelati, dopo esserti spazzolato metà del frigorifero! Non sei ancora sazio?!” gli urlò contro mostrandogli le fauci,

Goku la guardò con tutta tranquillità, senza minimamente scomporsi, curvò la bocca in un espressione dubbiosa tornando a guardarsi lo stomaco “Era meglio se andavo a caccia di qualche lupo” si lamentò infine non contento di ciò che aveva, per così dire, riempito il suo stomaco.

La ragazza fece una smorfia di disgusto osservando il compagno di viaggio nauseata dai suoi gusti alimentari “Come fai a mangiare quella roba?” domandò senza realmente essere interessata ad un eventuale risposta.

Goku allargò il suo sorriso genuino nella direzione dall’altra “Il mio nonnino mi ha insegnato a cucinarli. Sono buoni sai?” la informò con l’acquolina in bocca all’idea di assaggiare quei manicaretti.

“Non m’interessa” si affrettò a liquidarlo la ragazza “Piuttosto muoio di fame! Te l’ho già detto!” ribadì stomacata tornando al suo sceneggiato televisivo ribadendo a sé stessa il suo personale odio per i bambini.

Il ragazzino tornò ad assumere un’espressione interrogativa “Che tipa strana” mormorò tra sé non comprendendo la sua reazione.

Sospirò, ancora senza capire, mentre il suo sguardo vagò per la stanza soffermandosi sulle tre sfere raccolte sino a quel momento, ed adagiate su un tavolino.

La sua paffuta mano andò a sfiorare la sfera legata alla sua cintura, e con lei erano quattro.

“Senti Bulma” la richiamò nuovamente, ottenendo in risposta un sonoro sbuffo e uno svogliato “Cosa c’è ancora?!” da parte della ragazza.

Il bimbo dalla lunga coda la fece attendere un secondo prima di riprendere a parlare “Quanto manca ancora prima della prossima sfera?” le chiese osservando il sacchetto contenente il suo piccolo tesoro.

Bulma lo guardò per alcuni istanti concedendogli, infine, tutta la sua attenzione.

Si alzò dal divano, dopo aver spento la TV, dirigendosi verso il tavolino, sulla quale le altre erano adagiate, ed afferrò quello strano radar che usava per rintracciare le preziose pietre.

Cominciò a maneggiarlo, mentre il curioso Goku si avvicinò a lei alzandosi in punta di piedi per osservare i suoi movimenti.

“Tra due giorni dovremmo giungere in un villaggio” spiegò abbassando lo sguardo verso il suo goffo compagno d’avventura.

Goku sbatté le palpebre ancora una volta, appoggiò le mani sul tavolo osservando le altre “Perché vuoi chiedere al Drago di avere un ragazzo?” chiese curioso tornando a guardare la ragazza che avvampò visibilmente.

“E…ecco io…” balbettò lei in imbarazzo, mentre il suo piccolo ascoltatore aspettava impaziente una risposta facendo fare alla sua, singolare, coda dei movimenti ondulatori.

Bulma si adagiò le mani al volto “Perché a ogni ragazza piacerebbe avere un cavaliere che la protegga sempre” disse con aria sognante, mentre il simpatico bimbo si limitò a porsi mille interrogativi.

“Bè, se vuoi posso proteggerti io” pronunciò infine dopo essere giunto alle conclusioni.

“Come?” gli chiese incredula ragazza abbassando lo sguardo verso di lui.

Goku allargò il suo gioioso sorriso “Eh sì, visto che sei una creatura debole ed indifesa posso proteggerti” concluse battendosi una mano sul petto “Io sono forte lo diceva anche il mio nonnino” si vantò fiero.

Bulma lo guardò meravigliata per alcuni istanti scoppiando, successivamente, in una fragorosa risata “Non dire sciocchezze Goku, questo non vuol dire avere un ragazzo” disse una volta terminata la sua risata.

Goku andò in confusione incrociando in modo buffo le braccia, altrettanto buffa fu la sua espressione disorientata mentre reclinava la testa nel tentativo di capire “Ma tu hai detto…” cercò di dire.

“So cos’ho detto, ma non è la stessa cosa” rispose vaga la ragazza adagiandosi le mani sui fianchi.

Il bambino tornò a guardarla con aria perplessa, non capiva proprio dove fosse questa differenza, lui avrebbe scelto le fragole, se non altro era meno complicato come desiderio.

Bulma assunse nuovamente la sua aria sognatrice “Avere un ragazzo è qualcosa di diverso. Con un ragazzo puoi parlare, puoi coccolarti, e poi…” la colorazione porpora che assunse non aiutò a chiarire le idee al suo nuovo compagno d’avventura.

Ancora non aveva capito quale fosse la differenza.

Dopo varie deduzioni mentali decise che avrebbe rinunciato a capire, l’unica spiegazione possibile era “Sei proprio una ragazza strana tu” constatò infine facendo tornare con i piedi per terra la giovane.

“Non sono IO ad essere strana!!” gli sbraitò contro contribuendo ad avvalorare la strampalata teoria del bambino scimmia.

Bulma decise che era inutile discutere con lui di cosa volesse dire avere un ragazzo, era ancora troppo piccolo per capire.

Con un sospiro e un leggero scuotere del capo si avviò verso quella che era la sua stanza.

Goku la guardò allontanarsi sbattendo le palpebre “Dove vai ora?” chiese ingenuo con sguardo interrogativo.

La ragazza si fermò ad un passo dalla porta girandosi leggermente a guardarlo “A dormire, si è fatto tardi” spiegò adagiando nervosa la mano sul pomello della porta.

“Ah! Posso dormire con te?!” domandò il bimbo esibendosi in un nuovo sorriso.

Quella strana richiesta fece andare su tutte le furie la ragazza dai capelli azzurri “Non se ne parla neanche!” tuonò innervosita.

Goku curvò la bocca in un’espressione triste “Perché?” chiese prima di tornare a sorridere “Ho capito!” esclamò poi attirando la curiosità dall’altra “Non te le tolgo più le mutandine” concluse additandola.

Bulma cambiò nuovamente colorito, diventando ora di un rosso vivo, “Cosa stai dicendo!!! Non puoi dormire con me e basta!!” proruppe nervosa entrando nella stanza e sparendo dietro la porta che fu sbattuta con violenza.

Eh no! Le era bastata la figuraccia fatta col vecchio porco un paio di giorni prima! Non avrebbe permesso a quel singolare bambino di rifare una cosa del genere!

Pertanto chiuse la porta a chiave.

Goku si limitò a guardare la porta, alzò le spalle “Perché si è arrabbiata?” chiese a sé stesso osservando il suo piccolo giaciglio sistemato poco distante.

*

Quella piccola casa, uscita da una capsula, e situata appena al di fuori della foresta, ed aveva, ormai da qualche ora, spento tutte le luci.

Il silenzio regnava nella valle, e in quel silenzio la nebbia scese leggera avvolgendo tutto ciò che circondava, inclusa quella piccola casa.

*

I suoi passi riecheggiavano leggeri mentre lui camminava con naturalezza in quel posto che non gli era famigliare.

Senza nessuna paura, o esitazione, continuava a guardarsi attorno e a camminare in quello strano luogo.

“C’è nessuno?!” urlò per farsi sentire adagiandosi entrambe le mani accanto alla bocca.

Non ottenne risposta, pertanto non interruppe il suo cammino.

Immerso nella semioscurità continuava a focalizzare l’ambiente nella quale si trovava per studiarne la struttura.

“Benvenuto…Son Goku” si presentò improvvisamente una voce.

Il bimbo si guardò attorno estraendo prontamente il suo bastone, legato con cura alla sua schiena “Chi sei?” chiese ora sull’attenti guardandosi attorno e constatando che oltre a lui non vi era nessun’altro in quel luogo.

“Io sono ciò che sai e ciò che non sai. Sono il tuo passato, il tuo presente, ed il tuo futuro. Sono la tua guida e i tuoi timori” rispose la voce che si stava lentamente facendo più chiara.

Goku sciolse la sua posa di guardia “Ohhh…certo che sei proprio un mucchio di cose” constatò esterrefatto lasciando interdetta persino la misteriosa voce che, per un istante, sembrò esitare.

“Come fai a ricordarle tutte?” chiese poi ammirato da qualcosa che sembrava tanto importante.

La voce balbettò qualcosa che non risultò essere udibile dal suo, impaziente, interlocutore “Non ha importanza chi sono” cercò di rimediare infine riprendendo compostezza.

“Vieni con me Son Goku, ti mostrerò ciò che devi sapere” decretò la voce, ormai chiaramente femminile, mentre una piccola scalinata fu illuminata proprio davanti al bambino.

Goku ripose la sua arma ed annuì “Va bene” acconsentì.

*

Un passo, poi l’altro, e ancora un passo.

Un passo, poi l’altro…

Così procedeva mentre le gambe le tremavano ogni volta che la pianta del suo piede toccava il suolo.

E ad ogni passo il suo capo roteava nella speranza di capire in quale luogo si trovasse, senza però riuscirvi.

Un passo…

Stretta tra le spalle continuava lentamente a camminare, mentre dentro di sé si domandava come potesse tornare a casa.

“Tu sei Bulma Brief, giusto?” le domandò improvvisamente una voce che la fece sussultare.

La ragazza balzò sul posto chiedendosi se, in quell’inquietante oscurità, esistesse un nascondiglio sicuro per la sua incolumità.

“C…chi sei?” balbettò guardandosi nervosamente attorno, “Io sono ciò che sai e ciò che non sai. Sono il tuo pas…” “Non sarai un maniaco spero” lo interruppe lei crucciando lo sguardo.

La voce, che Bulma percepì subito appartenere ad un uomo, sembrò innervosirsi a causa della brusca interruzione.

“Non dire idiozie assurda ragazzina!” sbottò il misterioso interlocutore della ragazza “Abbi rispetto per ciò che sono!” le urlò innervosito contro.

Bulma si guardò nuovamente attorno “Esattamente cosa sei?” chiese nuovamente, ora meno spaventata.

La voce sbuffò sonoramente, evidentemente poco incline nel doversi ripetere “Non farmi perdere la pazienza! Vieni con me e lo scoprirai” tagliò corto stufo di quall’assurdo dialogo.

“Non mi farai del male vero?” chiese ancora per conferma la giovane.

Ancora un borbottio seccato e la voce riprese il suo normale tono “Vedi di darti una mossa!” la riproverò illuminando un singolare corridoio che conduceva chissà dove.

Bulma deglutì e dopo l’ennesima indecisione decise di seguire il sentiero che la voce le stava indicando.

*

CONTINUA…

*

*

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Capitolo 2
*** La stanza del nulla ***


IT

IT’S DESTINY

*

La stanza del nulla

*

“Dove stiamo andando?” chiese il piccolo Goku saltellando allegramente e guardandosi attorno.

“Un attimo di pazienza e lo scoprirai” lo tranquillizzò la voce che non lo abbandonava un secondo.

Il bambino dei monti Paoz percorse tutte le scalinate, e senza fermarsi un secondo stava seguendo le indicazioni della sua evanescente accompagnatrice che accendeva le luci ad ogni svincolo da intraprendere.

Goku si guardò attorno “Che strano posto” affermò dopo svariati minuti di cammino.

“Questo è un castello” spiegò solamente la voce, causando un espressione confusa sul volto del piccolo “Un castello?!” esclamò guardandosi attorno “Il mio nonnino mi aveva detto che esistono posti così, ma pensavo fossero diversi” spiegò smettendo di saltellare e cominciando a camminare in modo più normale e tranquillo.

Passò un attimo di silenzio “Tuo nonno doveva essere una brava persona” suppose la voce, mentre il piccolo annuì.

“Il mio nonnino era una persona in gamba, mi ha insegnato a combattere e mi ha detto che devo essere sempre gentile, soprattutto con le ragazze” assentì.

“E’ una buona cosa Son Goku, è sempre bene essere gentile con le ragazze” concordò l’altra con tono compiaciuto.

Goku sembrò per un attimo dubbioso, si fermò sul posto guardandosi attorno suscitando la curiosità della voce “Cosa ti prende?” gli chiese cercando di intuire le sue intenzioni.

Il bambino fece una piccola smorfia “Se non ti vedo come faccio a fare pat pat?” chiese cominciando a porsi delle domande.

“Pat pat?!?” domandò spiazzata l’interlocutrice, Goku annuì “Sì, per capire se sei un maschio o una femmina” ci pensò un po’ su “Io sono un maschio” spiegò additandosi.

Seguì un secondo di silenzio.

“Io sono il nulla, ma se vuoi possiamo dire che sono una donna” chiarì infine la voce.

Goku rise “Ahah quindi non hai il pisellino?” concluse soddisfatto delle sue deduzioni.

“Uhm…no” rispose interdetta l’altra evidentemente sconcertata dallo strano atteggiamento del bambino, che continuava a ridere divertito “Ho capito, quindi sei come Bulma” continuò ancora.

La voce tacque per altri secondi “Bè…sì” rispose infine.

“Quindi con te devo essere gentile…proprio come diceva il mio nonnino” stabilì il selvatico bimbetto.

L’entità rise, risuonando la sua risata negli anfratti del castello.

Goku tornò a guardasi attorno “Cosa c’è da ridere?” chiese ingenuamente.

“Sei un ragazzino simpatico, mi piaci” ammise la voce, e il bimbo sorrise “Anche tu sei simpatica” concordò sorridendo a trentadue denti.

“Bene, vogliamo proseguire?” chiese ora la misteriosa interlocutrice appena smise di ridere.

Goku annuì fermamente “Sì” rispose riprendendo il suo cammino.

*

“Ehi tu! Dove mi stai portando? Sei sicuro di non essere un maniaco?” domandò scettica la ragazza mentre continuava a reggersi le spalle.

Un ennesimo sbuffo risuonò tra i corridoi metallici che stavano percorrendo “Smettila di parlare a vanvera assurda ragazzina!” la insultò la spazientita voce che la seguiva.

Bulma restò un secondo in silenzio “Se è così perché non ti fai vedere?” chiese con un’espressione sospetta e preoccupata.

“Io sono il nulla, non sono un entità visibile” spiegò restando sul vago.

La giovane si fermò sul posto e si adagiò le mani ai fianchi “Se sei il nulla come fai a parlare?! Non dovresti nemmeno averla una voce!” constatò aggrottando le sopracciglia.

“Se è per questo gradirei, di gran lunga, poter non sentire in questo momento” brontolò sarcastica la voce maschile.

Un secondo di silenzio precedette la sfuriata della ragazza “Se non ti fai vedere come faccio a fidarmi di te?!” chiese additando il vuoto che aveva davanti.

“Non credo tu abbia altra scelta. O preferisci restare in un posto che non conosci?” le fece presente l’entità.

Bulma sembrò ragionarci un attimo su, si guardò attorno notando i lunghi cunicoli di metallo che la precedevano “A proposito dove siamo?” chiese infine alzando lo sguardo.

“Questa è una base” disse solo l’individuo, “Che genere di base?” chiese nuovamente la ragazza tornando a guardarsi attorno.

“Diciamo militare” restò sul vago l’altro “Ora andiamo assurda ragazzina, è tempo di muoversi” ordinò allontanandosi leggermente.

Bulma pesò un piede al suolo “Io non sono un’assurda ragazzina! Si dia il caso che ho un nome, mi chiamo Bulma, hai capito?! Bulma!!” sbraitò al vuoto.

“So come ti chiami Brief, ma la cosa non mi riguarda. Ora muoviti, non ho tutta la giornata!” rispose irremovibile facendosi sempre più lontana e spegnendo la luce nel corridoio nella quale la ragazza stava ancora sostando.

Bulma osservò la luce muoversi poco più in là, e dopo un paio di secondi si mise a correre per raggiungerla “Ehi aspettami!!” urlò lanciandosi all’inseguimento.

*

La luce si spense all’improvviso lasciando il piccolo Goku al buio “Ehi dove sei adesso?” chiese guardandosi attorno.

“Non temere Son Goku, sono qui” parlò la misteriosa donna accendendo un’altra luce, questa volta più intensa che illuminò una grossa sala.

Goku si ritrovò al centro di essa, e con curiosità si guardò attorno “Dove siamo adesso Vocina?” chiese alzando lo sguardo, “Vocina?” chiese la donna piuttosto sorpresa.

“Sì, Vocina” rise “Visto che non so il tuo nome ti chiamerò Vocina. Non ti piace?” affermò sorridendo allegro.

Si grattò la nuca senza smettere di ridere “Anche perché ho già dimenticato cosa sei” confessò ridendo divertito.

Una piccola risata fece percepire al ragazzino il divertimento della misteriosa entità “Va bene allora, chiamami pure Vocina” confermò la voce.

Goku annuì “Grazie” disse poi tornando a guardarsi attorno, e notando, solo ora, diverse porte che circondavano l’intera sala “A cosa servono tutte queste porte?” chiese il curioso bimbo.

“Lo scoprirai a suo tempo” rispose misteriosamente Vocina, mentre Goku si limitò a fissare la porta davanti a sé.

“Ah! Ho capito!” affermò infine “Devo combattere contro degli avversari, vero?!” disse poi speranzoso.

A Vocina sembrò triste troncare il suo entusiasmo “Mi dispiace Son Goku, ma non è così” rispose causando nel bambino una delusione visibile dal suo sguardo “Ah” mormorò chinando leggermente il capo.

Vocina restò un secondo in silenzio “Andiamo Son Goku, non sei curioso di sapere cosa c’è in quelle porte?” chiese poi cercando di risollevare il morale del bimbo che annuì.

“Bene, entra nella prima porta” annunciò l’entità illuminando l’uscio nella quale il piccolo si sarebbe dovuto addentrare.

*

“Insomma! Si può sapere dove stiamo andando!!” brontolò la ragazza stringendo nervosamente i pugni.

“Non riesci proprio a startene zitta?” rispose nervoso l’interlocutore, che ringraziò mentalmente di essere arrivato a destinazione.

Spense la luce facendo tornare le tenebre “Ah!! Che stai facendo?!” urlò sospettosa Bulma che si afferrò le spalle guardandosi attorno.

“Sta calma assurda ragazzina!” la tranquillizzò, a modo suo, la misteriosa voce facendo tornare la luce in una zona più ampia del corridoio delimitato da alcune porta in metallo.

Bulma le osservò una ad una, quelle porte, “A cosa servono?” chiese facendo scivolare le braccia ai fianchi, “Lo scoprirai a suo tempo…ora entra nella prima” rispose la voce illuminando l’entrata in questione.

La ragazza si guardò alle spalle “Non mi farai del male, vero?” chiese ancora accigliando sospettosa le sopracciglia.

La voce sospirò “Sono un entità che non esiste! Come faccio a farti del male?” specificò infine convincendo la giovane.

Deglutì “E va bene” annunciò entrando nella prima porta, “Finalmente” parlottò tra sé l’uomo evanescente.

Bulma si fermò davanti alla porta che si aprì automaticamente.

Con circospezione fece un passo oltre l’uscio guardandosi attorno.

La stanza era vuota, non c’era nulla al suo interno, eccezion fatta per una grossa, enorme e strana sedia, che imponente dominava la stanza.

“Siediti” ordinò l’uomo che l’aveva seguita.

Bulma restò a fissare il mobilio piuttosto sorpresa “Che strana sedia” disse avvicinandosi lentamente ad essa, percorrendo quello strano tappeto rosso che portavano direttamente al sedile.

Una volta ai piedi di quella particolare sedia si accorse della sua altezza, soprattutto rispetto ad una sedia normale.

Nonostante ciò decise di provare a sedersi come le era stato detto.

“Come ci si sente ad essere seduti lì sopra?” chiese la voce.

Bulma sembrò pensarci un po’ “Non saprei, è una sensazione strana” rispose pensierosa adagiandosi una mano al mento.

“Questa è una sedia che non esiste più” spiegò l’entità, la cui voce celava una punta di malinconia.

La ragazza alzò lo sguardo “Come sarebbe a dire che non esiste più?! Su cosa sono seduta io allora?!” chiese sbigottita cercando di comprendere le parole del suo misterioso accompagnatore.

“Una sedia può essere tante cose, dipende solo da come la si considera. Spesso può essere solo un simbolo” rispose vago l’uomo “Ora scendi, procediamo” ordinò spegnendo la luce della stanza, segno che l’attendeva all’esterno.

*

Quella camera era completamente vuota.

Bianca.

Non vi era nulla al suo interno.

Un solo quadro ne ornava la parete, il dipinto di una persona.

Goku si avvicinò all’enorme affresco, grande quanto l’intera parete della stanza.

Adagiò delicatamente le sue piccole, e goffe, mani sulla cornice alzando lo sguardo per vederlo meglio.

“Son Goku, questa è la signora del castello” la presentò Vocina, mentre il bimbo strizzò gli occhi con l’intento di guardare meglio la figura dai lunghi capelli neri che era rappresentata nel quadro.

“Ohhh” si limitò ad esclamare lui, poi volse lo sguardo al centro della stanza “Senti Vocina, perché la signora del castello è stata messa qui dentro?” domandò additando il dipinto.

Vocina rise divertita “Quella è solo una sua rappresentazione, lei non è più qui” spiegò dolcemente dal piccolo selvaggio.

Goku sbatté le palpebre indeciso, “Non è più qui?” le fece eco tornando al quadro.

“Esatto. Purtroppo è venuta a mancare diverso tempo fa” spiegò Vocina in modo semplice.

“E’ morta come il mio nonnino?” chiese ancora il piccolo ammirando l’affresco.

Dopo un secondo di silenzio un sottile “Sì” confermò la deduzione del bambino dalla coda di scimmia.

“Ora andiamo Son Goku, ci attendono altre stanze” lo esortò attendendo che il ragazzino si staccasse dal quadro.

Goku annuì “Va bene” confermò correndo verso la porta.

*

CONTINUA…

*

*

jennybrava: bene, sono contenta che la storia ti incuriosisca

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PiNk_ViDeL: ti ringrazio, spero che continui ad incuriosirti anche dopo questo capitolo

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dianatabo: allora spero che questa storia ti piaccia ^^

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migena: eheh, vedremo, per ora non è dato sapere chi siano le misteriose voci

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Me91: grazie mille, sono contenta che il misto tra mistero e comicità ti piaccia, ma proprio come ho detto a migena per scoprire i nomi delle misteriose voci bisognerà attendere ^^

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Milk 92: ti ringrazio molto, spero che anche questo capitolo abbia alimentato la tua curiosità

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lilac: eheh, bene, vediamo di alimentare ancora un po’ la tua curiosità allora ^^ sono contenta che l’atmosfera così particolare ti piaccia

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Capitolo 3
*** Incontro dalle sfumature arancioni ***


IT

IT’S DESTINY

*

Incontro dalle sfumature arancioni

*

Il piccolo ragazzo scimmia si soffermò nell’ampio salone che dava accesso a tutte le entrate “Vocina, senti. Perché in questo posto ci sono tante porte?” chiese osservando l’oggetto del suo interesse.

“Ognuna di essa rappresenta qualcosa, ognuna di esse è qualcosa che tu devi sapere, che devi conoscere” spiegò Vocina.

Goku sembrò perplesso, si grattò la nuca e sorrise a trentadue denti “Non ho capito nulla, ma non importa! Se è una cosa che devo fare la farò” decretò esibendosi in una risata genuina.

Quella ristata fu seguita da quella di Vocina che, vista la spontaneità del giovane, fu conteggiata anche lei dalla sua limpidezza.

“Allora ti va di entrare nella prossima porta?” chiese Vocina illuminando la seconda porta.

“Certo” rispose il simpatico ragazzino entrando dove gli era stato indicato.

Come nella prima stanza non vi era nulla, non vi erano quadri alla parete, ma un piccolo mobile a centro della stanza reggeva, con eleganza, una sfera dai colori arancioni.

Una sfera del drago.

Il sorriso di Goku si allargò appena riconobbe l’oggetto “Evviva la quinta sfera!” esclamò entusiasta avvicinandosi per afferrarla.

“Fermo Son Goku” lo bloccò Vocina prima che il ragazzo potesse allungare le sue mani per togliere il vetro che la ricopriva.

Si guardò alle spalle “Perché?” chiese ingenuo assumendo un’espressione interrogativa.

“Cosa vedi in quel vetro?” disse l’entità, “E’ una sfera del drago” rispose ovvio il bimbo tornando a guardare l’oggetto.

“Esatto” rispose Vocina alimentando le perplessità dell’altro “Tu cosa sai delle sfere del drago Son Goku?” chiese ancora.

Goku si adagiò un dito alla bocca, alzò lo sguardo pensieroso “Mmm…non molto. Bulma mi ha detto che si può esprimere un desiderio al Dio Drago se le raccogli tutte e sette” rispose solamente.

“E tu cosa desideri?” domandò Vocina, Goku alzò le spalle e sorrise come sempre, “Io voglio solo vedere il Drago, e voglio diventare forte come il mio nonnino” rispose sincero.

Vocina rise “Potresti chiedere al Dio Drago di diventare forte” propose la donna, ma Goku dissentì col capo “Il mio nonnino diceva sempre che non ci sono scorciatoie per diventare forte” si fermò un attimo, perplesso dalle sue stesse parole.

Dopo averci ragionato su ancora un po’ sorrise “Credo voglia dire che mi devo allenare sempre con impegno” dedusse infine tornando a sorridere.

“Ben detto Son Goku. Ora poi prendere la sfera” acconsentì Vocina, ed il bimbo fece quanto detto.

Una volta tra le sue dita Goku la rigirò per guardarla con attenzione, “Quante stella ha quella sfera Son Goku?” domandò la misteriosa presenza.

Goku restò a fissarla per qualche istante.

Con una mano la reggeva stretta, mentre con l’altra iniziò a contare sulla punta delle sue dita.

Passarono diversi secondi prima che il piccolo alzasse lo sguardo grattandosi la nuca con aria ingenua “Io non so contare” ammise la sua ignoranza.

Silenzio.

“N…ne ha sette” spiegò Vocina presa alla sprovvista dal ragazzino, solo dopo alcuni istanti cominciò a ridere.

Goku rise con lei, e quando entrambi smisero il bambino alzò la sfera “Posso prenderla Vocina?” chiese infine.

“Mi dispiace Son Goku, ma questa sfera appartiene a questo castello, ma ti prometto che non avrai difficoltà a trovarla” spiegò Vocina al giovane.

Goku guardò la sfera e la ripose al suo posto “Va bene, se lo dici tu sono sicuro che la ritroverò” affermò sorridendo.

*

“Entra nella seconda stanza” ordinò l’uomo illuminando l’ingresso designato.

Bulma restò immobile per un secondo, infine decise di percorrere il breve tratto che la separava dall’uscio.

Come nel primo caso, anche questa porta si aprì automaticamente davanti agli occhi della ragazza.

Al contrario dell’altra, però, ciò che vide non era il vuoto.

Davanti a lei un ambiente esterno, non sembrava nemmeno più di essere all’interno di una base militare.

Impossibile sapere se fosse un effetto ottico, o la realtà, ma quella stanza sembrava non avere fine.

L’idea era quella di uno spazio sconfinato, talmente vasto da riempire l’intera vallata, o addirittura l’intero pianeta.

Bulma restò a fissare il panorama dai colori invertiti per diversi istanti.

La bocca dischiusa con stupore, e gli occhi passavano centimetro per centimetro tutto il prato che aveva davanti a sé.

“Dove siamo?” riuscì a farfugliare infine, ancora intenta a capire quanto fossero i suoi occhi a giocarle degli scherzi.

“In un luogo lontano” rispose enigmatica la voce, Bulma mise il broncio, stufa delle risposte insensate dell’altro.

Dopo uno sbuffo, incrociando le braccia con stizza, si guardò attorno alla ricerca di colui che continuava a parlarle “Senti un po’ tu…ti decidi a dir…” i suoi occhi ricaddero su qualcosa tra le pareti rocciose che aveva di fronte.

Deglutì avvicinandosi a quell’unica macchia arancione nell’intera stanza.

“Ahhhhh” esclamò appena riconobbe l’oggetto “Una sfera del drago!!” esultò poi correndo verso di essa.

Solo quando fu a pochi passi si accorse che quella sfera non aveva le stesse dimensioni delle altre.

Quella sfera era enorme.

“E’ grandissima!” non poté fare a meno di dire la giovane accovacciandosi accanto alla sfera, allungò un dito per toccarla facendola leggermente oscillare.

La guardò meglio cominciando a contare le stelle che vi erano incise “Una” affermò infine.

La voce restò in silenzio, quasi stesse attendendo qualcosa.

Bulma non diede bado a quello strano silenzio, afferrò la sfera con entrambe le mani e la sollevò dal suolo, restando sempre rannicchiata al suolo.

Mentre sentiva la superficie liscia della sfera sotto le sua dita si accorse che qualcosa stava gocciolando.

Qualcosa che ne ricopriva la superficie.

Solo dopo pochi secondi si accorse di cosa fosse quello strano liquido.

Con uno scatto lasciò cadere la sfera tirando calci al terreno per allontanarsi da essa, “S…sangueeee!!” urlò schifata alla sola idea di averlo toccato.

“Ti da fastidio il sangue assurda ragazzina?” tornò a parlare la voce facendola sobbalzare.

Dopo essersi pulita la mano in un vicino stagno strinse il pugno mostrandolo al vuoto “E’ ovvio che mi da fastidio! È una cosa nauseante!” sbraitò con una smorfia di disgusto.

“Non va affatto bene…il sangue non può essere evitato. Esso scorre dentro di noi. Esso è la vita, ma per quanto si lotti esso sgorga fuori dai nostri corpi, e le cause possono essere molte. Non devi essere nauseata da esso” parlò enigmatico l’uomo facendo assumere alla giovane un’espressione sorpresa.

Bulma tornò a guardare la sfera accanto “Cosa vuol dire?” domandò confusa.

“Non ha importanza” commentò nuovamente l’entità “Proseguiamo” aggiunse poi.

La ragazza tornò a guardare il vuoto “E la sfera?!” chiese tornando all’oggetto bramato.

“Quella non è la sfera che cerchi…non ora” concluse indecifrabile.

*

Son Goku aveva compreso la procedura.

Doveva entrare nelle porte ed ascoltare cosa Vocina avesse da dirgli, nulla di più.

Così, quando adagiò la sua piccola mano sul pomello della terza porta, si stupì che Vocina gli proibì di accedervi.

“Perché?” chiese il bimbo curvando la bocca verso il basso.

“Son Goku, tu sai cos’è una promessa?” domandò Vocina mentre il bambino allontanò la mano dalla maniglia.

Annuì con fermezza “Sì, il mio nonnino diceva sempre che le promesse vanno mantenute” affermò sorridendo.

“Molto bene, allora se fai una promessa devi fare in modo di portarla a compimento. Per qualunque cosa” insistette la presenza evanescente.

Goku sembrò pensarci su, poi sorrise nuovamente “Ho capito, vuoi che ti faccia una promessa” affermò riaccendendo il sorriso.

Vocina non rispose immediatamente, “No, non è a me che devi promettere” stabilì solo dopo alcuni secondi, confondendo maggiormente il bimbo scimmia, “A chi devo promettere allora?” chiese perplesso.

L’entità rise “A nessuno, non ora. Quando sarà giunto il momento, però, dovrai promettere, intesi?” disse con voce solenne.

Goku fissò il vuoto per un istante, sorrise ed annuì “Va bene, manterrò le mie promesse” confermò avvicinandosi alla quarta porta.

Non prima, però, di aver udito un lieve canticchiare proveniente da quella appena superata.

*

Bulma aprì la terza porta sul suo cammino, ed ancora una volta restò sgomenta nell’osservare ciò che aveva davanti, “Ma questa…” mormorò sommessamente “E’ casa mia!” esclamò riconoscendo all’istante i mobili della stanza.

Una camera da letto, una delle tante in quell’enorme casa.

Istintivamente corse verso la finestra, la prima che vedeva in quel luogo misterioso.

Sì, non c’erano dubbi, era proprio casa sua, infatti il prato che dava all’ingresso fu ciò che si presentò ai suoi occhi.

Bulma si voltò di scatto “Che razza di posto è questo?!” chiese esterrefatta, “Devi dirmelo tu questo…non avevi detto che è casa tua?” rispose l’entità.

La ragazza mise il broncio “Sì, ma…” provò a protestare guardandosi attorno, “Sentiamo, assurda ragazzina, che stanza è questa?” chiese ancora l’uomo in tono serio.

“E’ una delle camere per gli ospiti” spiegò incrociando le braccia, “Ospiti” disse solo la voce generando un’espressione sospettosa da parte della giovane.

“Proseguiamo” disse poi, la misteriosa presenza, senza aggiungere altro.

*

CONTINUA…

*

*

Lefteye: ti ringrazio, sono contenta che l’andamento della storia ti piaccia, e spero di aver mantenuto viva la tua curiosità

*

PiNk_ViDeL: grazie, e spero che l’aggiornamento sia stato abbastanza rapido

*

dianatabo: sono contenta che ti piaccia l’atmosfera che ho creato

*

Beverly Rose: grazie per i complimenti, sono contenta che la storia ti piaccia

*

migena: eheh, chissà se le tue supposizioni sono giuste o sbagliate, io non dico nulla ^^, ma sono contenta che t’incuriosisca

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Sweet Memole 87: è divertente per me sperimentare nuovi stili e nuovi tipi di storia ^^ ora vedremo se le tue supposizioni sono esatte. Soprattutto ti ringrazio, sei sempre gentilissima

*

lilac: uh uh uh qualcuno sta cominciando ad armeggiare con una certa sfera vedo, chi lo sa chi lo sa, vedremo quanto l’hai sintonizzata bene ^^. Vaneggiamenti a parte mi fa piacere che l’atmosfera sia quella di mistero.

*

Me91: tutte domande legittime direi, ma temo dovrai aspettare per avere delle risposte, sono contenta che questa storia ti appassioni ^^

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Capitolo 4
*** Diversi significati di un oggetto ***


IT

IT’S DESTINY

*

Diversi significati di un oggetto

*

“Ti piace combattere Son Goku?” chiese Vocina appena il bimbo varcò la soglia della nuova porta senza dargli il tempo di esplorarla.

Il giovane bambino dalla lunga coda annuì “Sì, molto” confessò con un sorriso cominciando a far roteare gli occhi nel luogo che si presentò davanti a sé.

Ciò che scorse non fu il vuoto che aveva visto nelle precedenti stanza.

Davanti a lui si erigeva un intera struttura, ma il bambino selvatico non si chiese come essa potesse stare in una singola stanza.

Si limitò ad ammirare quella strana pedana che dominava l’intera camera.

I suoi occhi s’illuminarono, e la sua coda cominciò ad ondulare dietro la sua schiena, le sue gambe fecero un passo in avanti emozionato all’idea di poter salire su quello strano posto.

Non sapeva nemmeno perché, non sapeva cosa fosse, non ne aveva mai visto uno in vita sua, eppure qualcosa lo stava spingendo verso di essa, lo stava attirando.

“Aspetta Son Goku” lo richiamò l’entità, costringendo il ragazzino a bloccarsi, a fatica, pochi passi prima di raggiungere la pedana.

Goku non si girò, continuava a fissare gli enormi blocchi di cemento davanti a sé, “Ti ricordi, vero, cos’è una promessa?” ribadì Vocina.

Il bambino sembrò, lentamente, distogliere l’attenzione dalla struttura.

Titubante si voltò annuendo “Sì, me lo ricordo” confermò poi recuperando l’attenzione per la sua accompagnatrice.

“Qualunque promessa farai fai in modo di mantenerla, in qualunque situazione. Qualunque circostanza. Anche a distanza di tempo, molto tempo” parlò la voce rendendo il piccolo Goku piuttosto confuso.

Dopo alcuni secondi decise di annuire nuovamente, “Ricordati sempre, Son Goku, che devi mantenere anche le promesse della quale ti sei dimenticato, perché esse possono essere importanti” disse con tono severo Vocina.

Ciò non impensierì il bimbo, la quale aveva tutt’altra preoccupazione “Vocina, senti. Come faccio a mantenere una promessa se l’ho dimenticata?” domandò giustamente con una smorfia confusa.

“Non temere, c’è sempre un modo per richiamare alla memoria ricordi perduti” rispose la donna dopo alcuni secondi di silenzio “Ora puoi salire sulla pedana, giovane guerriero” affermò meno solenne.

Goku non se lo lasciò ripetere, con uno scatto si voltò correndo verso il luogo che aveva attirato la sua attenzione.

*

Appena aprì quella porta, Bulma, ebbe una sgradevole sensazione.

Quel luogo era tetro, ma aveva in sé qualcosa di famigliare, come se dovesse conoscerlo ad ogni costo.

In metallo, come l’intero edificio ad eccezione delle stanze, ma di un metallo in qualche modo diverso.

Era, apparentemente, meno freddo, meno glaciale, eppure era…triste.

“Cosa aspetti assurda ragazzina? Entra” ordinò la voce esortandola a fare il passo che le avrebbe permesso di esplorare quello strano luogo.

“Io…” farfugliò indecisa osservando uno strano pilastro al centro della struttura, “Muoviti, non farmi perdere tempo” si lamentò l’entità spronandola a compiere quel passo.

Bulma lo fece.

Entrò con circospezione deglutendo sonoramente.

La luce che si accese non come tutte le altre, essa era rossa.

“C…che posto è questo?” chiese preoccupata con le gambe, quasi, tremolanti.

“Lo temi?” chiese la voce nel suo usuale tono asettico, Bulma scosse la testa “N…no…cioè, non lo so” mormorò cominciando ad addentrarsi in quella stanza.

Silenzio.

I passi lenti della ragazza rimbombavano, silenziosi, tra le pareti.

“Dimmi, assurda ragazzina, hai paura della morte?” chiese gelido l’altro facendo sussultare la giovane dal capelli azzurri.

Bulma sgranò gli occhi guardandosi preoccupata attorno “Cosa vuol dire? Vuoi farmi del male?! Se è così sappi che conosco una persona che mi proteg…” “Taci! E non dire assurdità!” la interruppe l’entità facendola sobbalzare, “Rispondi semplicemente alla mia domanda” ordinò poi con severità.

Strinse i denti e deglutì, si guardò attorno, poi tornò ad osservare un angolo imprecisato verso l’alto “E’ ovvio! Chiunque ha paura di morire soprattutto se è una ragazza giovane ed affa…” “Chiunque?” fu interrotta nuovamente dalla misteriosa entità.

“Bè, penso di sì” confermò lei tornando a roteare le pupille, “Perché sei convinta che tutti non abbiano paura di morire?” chiese enigmatico come sempre l’uomo.

Bulma strinse i pugni “Mi sembra logico! Perché qualcuno dovrebbe voler morire?” “Ci sono molte ragioni per cui la morte può essere affrontata a testa alta. Ti stupiresti di quante motivazioni possano esistere” spiegò la voce.

“Ecco perché temi il sangue, temi che la vita possa sgorgare via con esso” riprese lasciando la ragazza al centro della stanza in presa ai suoi pensieri.

“E’ normale!” proruppe la giovane “Non si può rinunciare per sempre alla propria vita, per qualunque ragione!” sbottò aggrottando le sopracciglia.

Per la prima volta la voce rise, “Proprio tu parli?! Proprio tu che conosci le sfere del drago?” le ricordò facendo addolcire lo sguardo della ragazza “Sei ancora troppo superficiale per capire il loro reale potere” affermò mentre la luce nella stanza tornò quella di sempre.

“E’ per questo che sei un’assurda ragazzina” confermò la fantomatica presenza, “Cosa?!” protestò innervosita la giovane, “Usciamo” ordinò poi l’uomo.

Bulma si guardò attorno, quell’ordine non se lo lasciò ripetere due volte.

*

Come aveva fatto con le precedenti stanza, Goku, aprì lentamente la porta con quella curiosità tipica dei bambini, e nel suo caso accentuato da quell’ingenuità che lo caratterizzava.

Il suo volto, si delineò un’espressione un po’ delusa appena si accorse che, la camera nella quale era appena entrato, non era elettrizzante come la precedente.

Costretto, volente o nolente, a scendere da quella pedana aveva sperato che le seguenti camere gli avrebbero riservato altrettante sorprese, ma ciò non si rivelò esatto.

“Qualcosa non va?” chiese Vocina, avendo notato l’espressione amareggiata del giovane, piccolo, guerriero.

Goku restò a fissare la stanza, quasi completamente vuota, per alcuni secondi “Non mi piace questa stanza…” mormorò onesto.

“Per quale motivo non ti piace?” domandò nuovamente la fantomatica presenza, Goku si grattò la nuca e riprese a guardarsi attorno “Non c’è nulla” rispose afflitto.

“Guarda meglio” lo invitò a fare Vocina dopo alcuni secondi di silenzio.

Il bimbo dalla lunga coda annusò l’aria in un gesto quasi animalesco, “Ah” esclamò poi avendo sentito l’odore di qualcosa di estraneo.

Guardò in quella direzione correndo verso ciò che aveva sentito, e ciò che vide lo lasciò di stucco.

“Una sfera del drago!” annunciò appena raggiunse la sfera nascosta in uno degli angoli della grande stanza.

Face due passi verso di essa, poi si ricordò.

Fermandosi si voltò indietro, quasi stesse parlando con una persona lasciata davanti all’ingresso, “Posso?” chiese prima di proseguire oltre.

“Certo, prendila pure” confermò Vocina dal suo misterioso punto di osservazione.

Goku riprese la sua corsa avvicinandosi infine alla piccola sfera, non la raggiunse.

Si fermò prima, in quanto, già a pochi passi da essa, l’aveva riconosciuta “E’ la sfera del mio nonnino!” esclamò appena si accorse della quattro stelline incastonate nel magico sasso.

Istintivamente la sua mano scivolò alla sua cintura per constatarne la presenza.

Sì, lei c’era, era lì.

Non si pose ulteriori domande sullo strano sdoppiamento dell’unico ricordo del suo amato nonno.

Le corse incontro afferrandola con entrambe le mani, per osservarla meglio.

Solo quando la tirò su si accorse che essa non era l’unico oggetto nella stanza.

Sbatté incuriosito le palpebre osservando quel misterioso cappellino agganciato alla, così detta, sfera.

“Ehi Vocina, c’è qualcosa attaccato a questa sfera” urlò guardandosi alle spalle, sempre parlando a qualcuno di immaginario sulla soglia della porta.

“Mmm…” rispose affermativa “Dimmi, Son Goku, cos’è?” chiese a sua volta facendo nuovamente voltare il bambino verso l’oggetto che pendeva dalla pietra.

Goku alzò ingenuamente le spalle “Un cappello” rispose portandosi l’oggetto oltre la testa per guardarlo da sotto.

“Posso toglierlo?” chiese poi tornando a voltarsi, “No, questa sfera non è più tua. Solo il legittimo proprietario ti può dare il permesso di toglierla” rispose l’entità.

Il ragazzino tornò alla contemplazione dell’oggetto, lo fissò ancora, ed ancora una volta tornò a voltarsi “Però sembra la sfera del mio nonnino” affermò abbassando le braccia tozze.

“Quella è la sfera di tuo nonno, ma tu l’hai data ad altri” confermò Vocina.

Goku strizzò gli occhi più che mai confuso, la sua sfera era saldamente legata alla sua cintura, o no?!

Ripose al suolo ciò che reggeva tra le mani, e ancora accucciato davanti ad essa, si sfilò il sacchettino dalla cintola.

Estrasse la sua sfera e la confrontò con quella che aveva davanti.

Erano identiche.

“Ci sono due nonnini” fu la conclusione alla quale giunse il giovane selvaggio.

Vocina rise “Sì, ma solo uno ti appartiene” gli ricordò divertita “Ora andiamo Son Goku. Dobbiamo proseguire” aggiunse poi attendendo una reazione dal ragazzo.

Goku volse lo sguardo verso la porta, annuì e si alzò riponendo al proprio posto la sua preziosa sfera, infine lasciò la stanza.

*

Era ancora piuttosto turbata dalla stanza precedente.

Fu un vero sollievo, per lei, constatare che la nuova stanza aveva ripreso le sfumature del totale vuoto.

Come in ogni stanza, però, vi era un dettaglio che la distingueva dalle altre.

In questo caso un piccolo lettino, una culla, era situata al centro del bianco infinito di quel luogo.

Bulma la guardò con riluttanza, non aveva un particolare amore per i bambini.

Si fermò a pochi passi dall’ingresso voltandosi al suo fianco con l’intento di dialogare con la sua misteriosissima guida “Non dirmi che c’è un bambino lì dentro” brontolò con voce contrariata.

“Non sperare che sia io a dirtelo. E non sperare, neanche, di uscire da qui senza aver prima guardato cosa c’è dentro” le rispose irremovibile la presenza che la stava seguendo.

La ragazza fece una smorfia, chiaramente poco contenta, ed infastidita si avvicinò all’oggetto che era costretta ad esplorare.

Appena raggiunse la culla sbirciò dentro.

Fu felice di constatare che non vi era nessun marmocchio ululante, ma fu altrettanto sorpresa di vedere ciò che vi era adagiato al suo interno, una spada.

Inarcò un sopracciglio sospettosa, poi si voltò “Che ci fa una spada dentro una culla?” chiese giustamente sorpresa.

“Certe cose non sono mai come sembrano” rispose col solito mistero l’entità.

Bulma si adagiò le mani ai fianchi crucciando lo sguardo “Vuol dire che non è una spada?” domandò facendo roteare gli occhi.

“Dipende da come interpreti la spada…o la culla. Sembra che per te una culla rappresenti un bambino, ma cosa rappresenta una spada?” disse l’entità rigirandole la domanda.

La giovane sembrò contrariata, sorse la bocca “Perché non mi rispondi mai come si deve!” si lamentò “Rispondi e basta” la zittì l’altro.

Bulma sospirò e tornò a guardare il contenuto della culla, ci pensò alcuni istanti, poi finse d’impugnarne una con entrambe le mani.

Fece roteare le braccia imitando un combattimento “Mi sembra uno di quei guerrieri dei film” rispose continuando a muoversi in un immaginario duello.

Alcuni istanti di silenzio precedettero la risposta dell’entità “Appunto” mormorò quasi tra sé.

Bulma smise di recitare e guardò in un punto indefinito “Come?!” chiese cercando di capire “Andiamo” fu l’unica risposta che ottenne.

La ragazza sbuffò, ma appena rimase, nuovamente, al buio decise che era meglio muoversi.

*

CONTINUA…

*

*

Sweet Memole 87: temo che dovrai continuare a soffrire allora, perché, come anche tu stessa hai detto, sono tutti interrogativi che verranno svelati alla fine ^^

*

LeftEye: ti ringrazio, infatti è proprio questo il motivo per la quale li alterno tra loro. Chissà se la tua illuminazione su Vegeta e Chichi risulterà corretta

*

lilac: eh sì, lo sai che mi diverto ^^, soprattutto se devi “usare la sfera”, e sai anche che non ti risponderò eheh a parte questo ti ringrazio per i complimenti, mi fa piacere che la lettura risulti piacevole anche se la trama non è ancora del tutto comprensibile ^^

*

migena: per l’epilogo dovrai aspettare prima di scoprirlo, e vedremo se le tue certezze verranno confermate, intanto ti ringrazio molto per i complimenti, mi fa piacere che le mie storie ti piacciano

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Me91: alle carote?! Ahah, non ci avrei mai pensato ^^ a parte questo sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero ti piaccia anche questo

*

Beverly Rose: ti ringrazio per i complimenti, sono contenta che la storia ti piaccia ^^, anche se mi piacerebbe sapere le tue supposizioni

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Capitolo 5
*** Lo specchio dell’anima ***


IT

IT’S DESTINY

*

Lo specchio dell’anima

*

Gli occhi del bambino s’illuminarono appena vide l’interno di quella singolare stanza “Wow” esclamò ancora a bocca spalancata.

Si voltò cercando la misteriosa entità, additò ciò che aveva davanti agli occhi “E’ come la mia nuvola d’oro!” disse tornando poi a guardare il grosso ammasso giallo, “Sono nuvole, ma sono molto diverse dalla tua nuvoletta” spiegò Vocina.

Goku si avvicinò velocemente all’ingombrante cumulo di nuvole che riempivano l’intera stanza, con slancio si buttò sul primo mucchio.

Dolorosamente si accorse che al contrario della sua piccola nuvola su queste era impossibile sedersi.

Fu il suo povero sedere a farne le spese, dritto sul pavimento in una dolorosa caduta “Ahia” mormorò assumendo una smorfia di dolore.

Ancora una volta si girò a parlare al vuoto, “Non è come la mia nuvoletta” constatò infine.

Vocina restò per un attimo in silenzio “E’ quello che ti ho detto prima” gli ricordò, ma il selvatico ragazzino non stava già più ascoltando.

Si alzò massaggiandosi la parte lesa e senza dar retta alla misteriosa accompagnatrice decise di assaggiare ciò che aveva davanti.

Il risultato fu una smorfia accompagnata da una linguaccia in segno di disgusto “Bleah, è troppo dolce!” si lamentò.

L’entità restò in silenzio, sorpresa dalla strana reazione del bimbetto.

Goku si voltò nuovamente additando l’ammasso giallo “Ah, senti Vocina. Queste nuvole non sanno volare, e non si possono mangiare…allora a cosa servono?” chiese con aria ingenua.

Passarono alcuni secondi di silenzio, seguiti a una leggera risata, “Queste sono solo nuvole” spiegò solamente.

Il bambino si voltò nuovamente verso il cumulo giallo che gli sostava davanti “Davvero?!” chiese in un primo momento d’indecisione “Che strano non le ho mai viste di questo colore” affermò poi con un largo sorriso.

“Esse non appartengono a questo luogo” rispose enigmatica Vocina.

Goku continuò a sorridere “Non ho capito bene, ma se lo dici tu ci credo” rispose guardando prima sopra poi sotto l’ammasso galleggiante.

“Ascolta Son Goku, vedi altro in questa stanza?” chiese la voce tornando ad una tonalità seria.

Il bimbo dalla lunga coda tornò dalla sua esplorazione sottostante facendo riemergere la testa nel giallo che si estendeva nella stanza.

Roteò il capo per guardarsi attorno, “Ah!!” esclamò additando un punto oltre le nuvole “Lì c’è qualcosa” rispose additando ciò che sembrava essere un letto.

Un letto a due piazze, un letto disfatto solo da un lato, l’altro era intatto.

“Avvicinati” gli ordinò l’evanescente presenza, Goku annuì e si mosse per raggiungere il giaciglio.

Si mosse tra le nuvole, percorse tutta la stanza, ma quando alzò nuovamente lo sguardo verso il suo obbiettivo esso era sempre nello stesso punto.

Si guardò indietro accorgendosi che anche la porta era rimasta al punto di partenza.

Sembrava non essersi mosso di un solo passo.

“Ehhhh, perché non riesco ad arrivare?” chiese al vento tornando ad osservare il letto.

“E va bene!” esclamò determinato cominciando a correre in direzione di esso, eppure sembrava che quel letto si allontanasse sempre da lui.

“Lascia stare Son Goku. Non arriverai mai a raggiungerlo” lo fermò Vocina interrompendo la corsa del piccolo selvaggio.

Goku si fermò voltandosi verso la porta, sempre alla stessa distanza, “Ma tu mi hai detto di avvicinarmi” si lamentò additando l’oggetto della discussione.

“Anche se ti ho detto così non potrai mai approssimarti più di tanto. Siete troppo lontani” stabilì Vocina, mentre Goku restò a fissare il letto con aria confusa, mentre la sua bocca si curvò verso il basso con disappunto.

“Vieni, andiamo in un’altra stanza” decretò infine l’entità.

*

“Mi prendi in giro?!” sbottò la ragazza additando nervosamente l’interno della stanza, “Questo è un letto!” brontolò nuovamente guardandosi attorno sospettosa.

“Non è che tu…” insinuò afferrandosi entrambe le spalle “Dacci un taglio assurda ragazzina! Ti ho già detto che sono un entità che non esiste, non potrei farti male…neanche volendo” la fece, infine, tacere l’uomo.

“Invece di dire idiozie, dimmi cosa vedi” ordinò seccato dopo un sonoro sbuffo.

Bulma si guardò attorno, nulla di strano, una normale camera da letto.

Due armadi, due comodini, due tavoli, un solo materasso al centro della stanza e dalle lenzuola completamente disfatte.

“E’ una camera doppia” rispose aggrottando le sopracciglia, mantenendo sempre un’aria sospettosa, “Guarda meglio assurda ragazzina, cos’altro vedi” la incitò a guardar meglio il suo interlocutore.

Bulma strizzò gli occhi, cos’altro avrebbe dovuto vedere?!

Sbuffò facendo roteare le pupille all’interno della stanza, “Ah ma questa!!” si accorse infine avendo notato solo ora la finestra, che era sicura non fosse lì già da prima.

Come aveva fatto in una delle precedenti stanze si affacciò velocemente osservando l’esterno.

“Questa è camera mia!” esclamò successivamente avendo riconosciuto la visuale che dava sul giardino posteriore della casa.

Si voltò all’interno della stanza, cercando con gli occhi la persona che non c’era, “Cosa vuol dire tutto questo?! Chi sei tu veramente? Cosa ne hai fatto delle mie cose?” urlò contrariata.

“Io non ho fatto nulla” si giustificò subito l’uomo “La domanda è, cosa ne hai fatto tu?” le rigirò la domanda.

Bulma alleggerì lo sguardo, guardandosi attorno con più circospezione “Io?” domandò poi decisamente spaesata.

“Io non ho potere, solo tu poi aver modificato questa stanza” riprese la voce “Non porti domande superficiali, chiediti piuttosto perché lo hai fatto” continuò con estrema serietà.

Bulma restò in silenzio per alcuni secondi “Ma io non…” sussurrò insicura guardando il luogo in cui si trovava, “Non capisco cosa vuoi dire” concluse guardando in alto in cerca dell’entità misteriosa.

“Tsk, sei proprio un’assurda ragazzina, andiamo prima che perda la pazienza” brontolò infine l’uomo spegnendo la luce.

*

Un’altra stanza invasa da quelli strani cumuli gialli.

Goku si guardò attorno sospettoso “Perché queste nuvole sono anche in questa stanza?” chiese con una leggera smorfia.

“Queste nuvole appartengono ad un altro luogo, e anche tu non appartieni più a questo mondo” rispose vaga Vocina confondendo ulteriormente il bimbo.

Il ragazzino sbatté più volte le palpebre con innocenza, infine alzò le spalle “Non ha importanza” rispose rinunciando a capire.

“Allora ascoltami Son Goku, cos’altro vedi?” gli chiese la donna dopo alcuni istanti di silenzio, e Goku tornò a guardarsi attorno “Lì!” disse additando un oggetto nascosto tra le nuvole.

Indeciso restò fermo dove si trovava, “Puoi raggiungerlo” lo incitò la voce.

Il bambino dalla coda di scimmia annuì, ma non andò verso quello che sembrava essere uno specchio.

Al contrario, il ragazzino si voltò dalla parte opposta fino a raggiungere la parete alla sue spalle.

“Cosa stai facendo?” chiese curiosa Vocina, Goku si limitò a sorridere, prese una lunga rincorsa e saltò verso l’oggetto.

Sfortunatamente il suo salto fu troppo alto facendo prendere al bambino il soffitto in pieno.

Goku ricadde al suolo dolorante per la capocciata appena presa, disteso, si portò entrambe le mani sul punto leso cominciando ad agitare le gambe “Ahia che maleeeeeeee!!!” si lamentò sedendosi e tastando il bernoccolo che si era appena procurato.

Ricacciò dentro la lacrima di dolore e constatò che si trovava esattamente al centro tra il punto di partenza e quello di arrivo.

Si rimise in piedi e decise di tornare indietro per ritentare il salto.

Un alito di vento sfiorò la sua spalla.

“Son Goku, non c’è bisogno di saltare per raggiungere quello specchio, ti basta camminare” spiegò l’entità.

Il bimbetto non sembrò convinto, ma decise di fare quanto detto, cambiò la sua direzione raggiungendo senza problemi lo specchio.

Riflesso in esso la sua immagine, nulla di particolare, un semplice ragazzino dai capelli scompigliati, l’aria ingenua e un po’ goffa.

Due erano le differenze, niente coda e abiti diversi.

*

Bulma guardò l’unico oggetto nella stanza “Uno specchio!” esclamò precipitandosi verso di esso.

Scopo, controllare la sua acconciatura.

L’immagine che si riflesse, però, era ben diversa dalla sua.

Bulma restò a fissare l’immagine di quella bambina dal tutto simile a lei.

“Chi è?” chiese interdetta, confusa da quello strano ed inspiegabile riflesso.

“Cosa c’è assurda ragazzina? Adesso temi anche l’immagine riflessa in uno specchio?” le prese in giro l’uomo.

Bulma aggrottò le sopracciglia voltandosi verso il nulla alle sue spalle “Io non ho paura di un immagine riflessa, è solo che…” disse abbassando il tono di voce sul finale della frase, “E’ solo che?” la incalzò la presenza.

La ragazza abbassò gli occhi tornando ad osservare lo specchio e ad osservare l’immagine della bambina che stava compiendo i suoi medesimi gesti.

Deglutì “Bè…è una strana sensazione” rispose incerta.

“Ti sembra così strano guardare negli occhi una persona tanto simile a te?” chiese l’entità, Bulma sembrò pensarci su.

“Il fatto è che quella” additò la superficie riflettente “Quella dovrei essere io, invece è un’altra persona” spiegò la sua inquietudine.

“Non tutto ciò che vedi è come sembra. In parte potresti essere tu” rispose con il solito mistero l’uomo che la seguiva.

Bulma storse le labbra osservando nuovamente la figura fanciullesca che rifletteva i suoi movimenti, ma non il suo volto.

Ebbe un sussulto quando la coda del suo occhio catturò l’immagine di un uomo riflessa accanto alla bimba.

Col cuore in gola si voltò di scatto constatando la sua solitudine nella stanza.

Tornò allo specchio, ma esso non le mostrò altro oltre l’immagine della ragazzina.

Solo lei, per il resto…nulla.

*

CONTINUA…

*

*

Beverly Rose: grazie mille, sono molto contenta che la storia ti coinvolga, sei molto gentile ^^ per quel che riguarda il cappellino, potrebbe essere di Gohan ^^

*

Sweet Memole 87: ti do un aiutino, la culla rappresenta un bambino, la spada un guerriero, quindi un bambino che è anche un guerriero che ha un legame con Bulma, chi ti fa venire in mente? Per rispondere alla tua curiosità, no, non sarà molto lunga, anzi direi che è già quasi finita, ma sull’epilogo non mi sbilancio. Per il resto un infinito grazie ^^

*

Me91: ecco il nuovo aggiornamento dunque ^^, sono molto contenta che la storia ti stia piacendo, non penso di scrivere divinamente, ma ti ringrazio comunque del pensiero. Mi fa piacere che la frase di Goku sui due nonnini ti abbia divertito ^^

*

lilac: temi che la tua sfera si sbaglia? ^^ comunque direi che alcune cose la tua sfera le ha indovinate, anche per quel che riguarda la culla e la spada. Infine ti ringrazio, mi fa piacere che i miei indizi nascosti vengano a galla ^^

*

migena: non posso mica divulgare troppe notizie prima del tempo non ti pare? ^^ Comunque sia, per le tue supposizioni, mmm…temo di doverti dire che sei un po’ fuori strada. Stai attenta, questa non è una “What if…?” ^^

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Capitolo 6
*** Ha ognuno il proprio destino ***


IT

IT’S DESTINY

*

Ha ognuno il proprio destino

*

L’ampio accesso che dava alle porte non era più lo stesso.

La luce intensa che lo illuminava era ora una luce fioca, talmente leggera da non permettere alla sola figura che uscì dalla porta di vedere oltre il proprio naso.

La sua mano fu costretta ad appoggiarsi alla parete per non rischiare d’inciampare.

Quel luogo così nero e buio aveva qualcosa di spettrale, pertanto, quando la porta automatica alle sue spalle si chiuse lei non poté fare a meno di sobbalzare.

“Ahhh!!” urlò spaventata la ragazza voltandosi alle sue spalle, giusto in tempo per vedere la porta sparire davanti ai sui occhi.

Bulma deglutì sonoramente, e con lo sguardo andò lentamente ad osservare le altre porte…quali altre porte?!

Nessuna traccia di quegli accessi alle tante stanze che sino ad ora aveva esplorato era più visibile.

Quella era ormai diventata a sua volta una stanza, “Eh…ehi…che sta succedendo qui?” balbettò la giovane con voce tremolante, evidentemente non a proprio agio.

Nessuna risposta.

“Ehi…dico a te!” urlò ancora facendo risuonare la sua voce tra i grandi corridoi di metallo, ma ancora non ottenne nessuna risposta.

Si guardò attorno preoccupata, deglutì nuovamente, “Non sono scherzi da fare questi! Perché te ne stai zitto adesso?” gridò ancora per farsi coraggio.

Passo, passo, passo.

Bulma rabbrividì voltandosi da dove provenivano i rumori di quel leggero e regolare camminare.

“C…c’è qualcuno?!” chiamò facendo alcuni passi in avanti.

*

I passi leggeri si fecero sempre più vicini.

Goku si limitò a fissare il vuoto che aveva davanti con aria interrogativa.

Non si pose domande sul fatto che la sua evanescente compagna di viaggio lo avesse improvvisamente abbandonato, ne si preoccupò della misteriosa sparizione delle porte.

“Ciao Son Goku” lo salutò la figura che apparve da dove era arrivato lui stesso la prima volta.

Goku fece un cenno con la mano “Ciao” rispose educatamente guardando la persona che aveva d’avanti con aria interrogativa.

Sorrise “Non sai chi sono vero Son Goku?” gli chiese avvicinandosi al bambino, Goku scosse la testa “No, chi sei?” chiese ingenuo.

La donna sorrise nuovamente e s’inginocchiò avanti al piccolo selvaggio “Sono Vocina” si presentò la donna.

Il bimbo strizzò gli occhi “Ohh” si limitò a dire senza porsi altre domande osservando la misteriosa donna dai capelli lunghi e neri, e dagli occhi del medesimo colore.

Goku ebbe l’impressione di averla già vista.

“Ah!” esclamò infine additandola “Tu sei la signora messa nel muro!” stabilì sovrapponendo le immagini.

Vocina sorrise “Esatto, io sono la signora del castello” affermò annuendo leggermente.

Il bambino la guardò confuso “Pensavo fossi morta come il mio nonnino” disse reclinando lievemente il capo.

Il sorriso della donna si fece leggermente triste “Lo sono infatti” affermò alzandosi ed adagiando una mano sulla testa del piccolo.

“Ora ascoltami Son Goku, ti mostrerò una cosa molto importante” annunciò muovendo una mano davanti a sé.

Un’immagine si materializzò lentamente.

*

Bulma osservò l’uomo che aveva davanti, deglutì “Chi sei?” gli chiese cercando di mantenere le distanze.

L’uomo misterioso incrociò le braccia in apparenza seccato “Non ci arrivi da sola assurda ragazzina?” brontolò con aria seria.

La ragazza sgranò gli occhi “Tu…tu…non mi dire che sei la voce del maniaco!” esclamò additandolo, per poi assumere un’espressione sospettosa “Lo sapevo che mi stavi imbrogliando” mormorò tra sé.

L’uomo ebbe uno scatto nervoso del volto “Ti ho già detto che non sono un maniaco. Io sono solo spirito” le ricordò con un atteggiamento fiero.

“Eh?” farfugliò la giovane “Questo vuol dire…che sei un fa…fan…fantasma!!!” dedusse cominciando ad urlare come una forsennata.

Lo spirito ringhiò frustrato “Dovresti esserne grata o ti avrei già uccisa ragazzina fastidiosa ed irritante!” scosse la testa “Mi chiedo come faccia il destino della mia famiglia a ricadere nelle mani di un’assurda ragazzina come te” parlottò tra sé l’uomo riportando l’altra alla normalità.

“Come sarebbe a dire?” chiese una volta tranquillizzatasi.

L’uomo sbuffò muovendo una mano davanti a sé.

Un’immagine si materializzò lentamente.

“Guarda attentamente” ordinò il misterioso individuo dal pizzetto castano, mentre l’immagine si fece nitida a chiara.

Quella che Bulma vide era l’immagine di un ragazzo, un bel ragazzo.

Doveva avere all’incirca diciassette anni, lo sguardo cupo ed imbronciato, le mani sporche di sangue. Era adagiato alla parete di una stanza buia e di metallo.

Proprio come la base in qui anche lei si trovava.

“Il suo nome è Vegeta, ed è mio figlio” annunciò l’uomo tornando ad incrociare le braccia, Bulma voltò lo sguardo verso di lui “E io cosa c’entro con questo…bel ragazzo?” chiese interessata.

L’uomo le regalò uno sguardo seccato “Egli è colui che porta sulle sue spalle il destino di un intero popolo, egli è il principe di un regno che non c’è più. Il suo sangue reale dovrà sgorgare ancora molte volte prima di potersi liberare di questo peso” cominciò a spiegare l’entità ora visibile.

Bulma inarcò un sopracciglio “Un principe?!” chiese interessata, mentre l’uomo la guardò malamente “Stai ascoltando ciò che dico?” le chiese non troppo contento di essere ignorato.

La giovane, però, continuò a non porre troppa attenzione all’intero discorso “Questo principe dov’è esattamente?” chiese giungendo le mani.

L’uomo sbuffò “Stammi a sentire assurda ragazzina. Il vostro destino è intrecciato indissolubilmente. Il tuo compito sarà quello di asciugare il suo sangue e di portarlo dentro di te. Non sarà una cosa facile, e tu dovrai farti carico della discendenza reale” concluse osservandola severo.

Bulma sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri “Stai dicendo un sacco di cose senza senso! Se vuoi che ti capisca parla più chiaramente!” si lamentò additandolo nervosamente.

L’uomo compì nuovamente il gesto della mano facendo sparire l’immagine, si voltò verso di lei “E’ tutto…assurda ragazzina” si congedò da lei posandole improvvisamente una mano sugli occhi.

*

La bimba riflessa nell’immagine stava raccogliendo dei fiori canticchiando un motivetto sconosciuto, i lunghi capelli neri le cadevano sulle spalle e lo sguardo allegro e solare era illuminato dalla luce del giorno, alle sue spalle un enorme castello si sollevava maestoso.

“Chi è?” chiese incuriosito il giovane bimbo scimmia guardando l’immagine.

La donna sospirò con un lieve sorriso nostalgico “Lei è mia figlia Chichi” spiegò al bambino che iniziò ad ispezionare l’immagine e la sua provenienza.

Cercò di sberciare l’altro lato muovendo la sua singolare coda.

La donna lo guardò per alcuni istanti, infine decise d’interrompere i suoi giochi “Ascolta Son Goku” riprese il suo discorso facendo voltare il ragazzino verso di lei “Il tuo destino e quello di mia figlia è legato da una promessa, per il momento sei ancora molto piccolo, ma prima o poi ne capirai il significato” Goku annuì “ Quando quel momento arriverà fai in modo di non farle mai mancare nulla, dalle ciò che più desidera, non una, ma due volte. Rendila felice anche se non potrai sempre starle accanto, mi capisci?” concluse.

Goku scosse la testa e sorrise a trentadue denti “No, non ho capito nulla, però manterrò le mie promesse” confermò senza smettere mai di sorridere.

La donna lo guardò con dolcezza, “Non ha importanza, quando sarai più grande capirai” disse facendo sparire l’immagine con un gesto della mano.

Tornò a guardare il bambino dalla lunga coda chinandosi verso di lui “E’ giunta l’ora di salutarci Son Goku. Anch’io manterrò le mie promesse, presto tu e la tua amica troverete la sfera dalle sette stelle” annunciò con un sorriso posandogli delicatamente una mano sul viso.

*

Il sole estese i suoi primi, deboli, raggi sull’intera vallata, anche quella piccola casa ne fu lentamente illuminata. La nebbia, che l’aveva avvolta per tutte le ore di tenebra si diradò lentamente tornando, come risucchiata, in quella piccola foresta a pochi passi dalla casetta.

Il mattino era giunto.

*

Il rumore dei una serratura segnalò il ritorno alla vita.

Bulma aprì la porta della sua stanza, sbadigliò con aria assonnata cercando di ricordarsi, inconsapevolmente, le sensazioni che aveva assaporato durante la notte.

Si grattò il capo, mentre l’unica cosa che le tornò alla mente fu un’ultima frase sussurrata prima di riprendere i sensi: Dovrai sopportare quest’assurda ragazzina, figlio mio.

Una frase detta a qualcuno che non conosceva, da parte di qualcun altro ancora più misterioso.

“Ciao ciao Vocina!” sentì farfugliare dal suolo, mente il suo sguardo si depositò sul piccolo Goku ancora immerso in chissà quale sogno.

Imbronciò lo sguardo adagiandosi le mani ai fianchi “Svegliati Goku, non è più tempo di dormire!” urlò con l’intento di svegliarlo.

Bulma fece una smorfia, “Gokuuuu!” urlò stridula facendo tornare in sé il bambino già prossimo a svegliarsi.

Il bimbo si stropicciò stancamente gli occhi, si tirò su grattandosi il capo, “E’ ora di alzarsi” lo rimproverò la compagna di viaggio.

Goku alzò il capo incrociando gli occhi azzurri di lei, “Ah, ciao Bulma” la salutò regalandole un sorriso genuino.

La ragazza storse la bocca con stizza, mentre il piccolo selvaggio chinò il capo assumendo un’espressione pensierosa “Mmm” mugugnò con una smorfia.

Bulma addolcì lievemente lo sguardo squadrandolo con attenzione “Che ti prende adesso?” gli chiese sorpresa dalla sua inusuale aria seria.

Il bambino reclinò la testa di lato “Le promesse vanno mantenute” stabilì senza una motivazione apparente.

La ragazza lo guardò inarcando un sopracciglio, scosse la testa stabilendo di non voler indagare oltre i pensieri del bambino e si avvicinò al tavolo.

Afferrò il radar e lo guardò “Forza, preparati Goku, dobbiamo andare a cercare le altre sfere” stabilì.

Goku annuì e si alzò dal suo, modestissimo, letto, andando ad affiancarsi alla compagna di viaggio.

La loro avventura era solo all’inizio.

Il loro destino stava per compiersi…

*

FINE

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Forse alcune cose non sono molto chiare, ma ho lasciato vaghi dei dettagli appositamente, diciamo che è un “esperimento personale”.

Spero non vi abbia deluso troppo.

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Sweet Memole 87: spero di salvarmi anche con questo capitolo e di non averti troppo deluso

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Me91: come vedi manca solo un capitolo, e temo non ce ne siano altri, ma spero che ti sia piaciuto ugualmente. Ti ringrazio per i complimenti, sei davvero fin troppo gentile. Comunque sono contenta che alcune cose siano chiare, mentre altre cose vanno pensate^^

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Beverly Rose: spero ti abbia coinvolta fino alla fine e che sa valsa la pena di risultare tra le tue storie preferite

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lilac: ahah! Stavolta ti ho fregato! Niente desideri, solo una specie di illusione. Gli specchi del capitolo scorso raffiguravano un bambino simile a Goku, ma senza coda, e una bambina che in parte potrebbe essere Bulma. In ogni caso ti faccio i miei complimenti, sei stata l’unica a dirmi che le due misteriose entità non erano Chichi e Vegeta ^^

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migena: grazie davvero, sono contenta che ti abbia appassionato, e spero non sia stata una delusione

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CHiBI cHU: grazie mille anche a te, mi auguro che la letture sia valsa la pena ^^

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