My big explosive pakistan wedding.

di _maliksblazer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Zayn, what is this? ***
Capitolo 2: *** Screams and flying kebabs. ***
Capitolo 3: *** I'm your personal kebab-boy. ***



Capitolo 1
*** Zayn, what is this? ***


grosso esplosivo 1
 Zayn, what is this?

Non c'è niente di più deprimente di alzarsi alle cinque di mattina per aprire il locale. E per di più piove. Non che a Londra ci sia sempre il sole, anzi, ritieniti fortunato se lo vedi far capolino da dietro una nuvola. Mi chiamo Zayn Malik, ho 20 anni e la mia famiglia gestisce da generazioni il più noto ristorante pakistano Malik's Deli e la nostra specialità è il kebab. Mio padre aveva deciso che appena finito l'obbligo scolastico mi avrebbe messo a lavorare. Infatti eccomi qua. Un kebabbaro ventenne, single e circondato sempre e costantemente dalla sua bizzarra famiglia. Mio padre, Yaser Malik, è un fiero pakistano. Lui dice che un buon pakistano deve avere una moglie di religione musulmana, generare milioni di bambini pakistani (dei quali i maschietti dovranno lavorare nell' "azienda" di famiglia) e infine onorare sempre il Pakistan. Sono venticinque anni che abita nel Regno Unito ma si può sentire lontano mille chilometri che il suo accento non è del tutto migliorato. Quanto a mia madre, Tricia Malik, anche lei pakistana, è una donna molto attiva e cucina molto bene. L'unico difetto? Non sa contenersi. Esagera nel cibo, nel parlare, nei suoi gesti. La cosa non da fastidio solo a me, ma anche ai clienti che spesso sono costretti a sorbirsi i suoi battibecchi con Soraya, mia zia, nonchè sua sorella. C'è anche mia sorella maggiore Doniya, la preferita di tutti. E' studiosa, diligente. Insomma, una vera palla. Poi c'è Waliyha. Sarà pakistana di origini, ma ha una mentalità tutta inglese ed è d'accordo con me sul fatto che 'pensare pakistano' sia molto imbarazzante e non necessario. Infine c'è la mia sorellina più piccola, Safaa. A lei non importano le origini di una persona, è molto affettuosa. Forse troppo. Ma ritorniamo a me e alla mia schifosa mattinata di inizio novembre.
-Zayn- dice mio padre dopo avermi squadrato da capo a piedi.
O no, ci risiamo.
-Hai pensato a quelo che ho deto?-
-Si papà-
-Devi sbrigarti a trovare una moglie. In giorno d'oggi è dificile trovare ragaza musulmana disposta a sposarsi. E poi sei così...- esita.
-Brutto?- continuo io.
-Già!- esclama lui, iniziando a gesticolare -guardati con quei capeli tuti su ochi e queli ochiali. Sembri persona con problemi mentali. Forse fisico esere unica cosa buona-
Ti voglio bene anche io. Esco dalla macchina e tiro su la serranda del locale. Giro le chiavi nella toppa della porta, accendo le luci. Ormai viene tutto da sè, meccanicamente. Aspettiamo che arrivino le otto, quando i clienti cominciano ad arrivare e ad essere affamati. Mi siedo su una sedia vicino alla finestra e inizio ad osservare le goccie di pioggia che scorrono sul vetro. E se mio padre avesse ragione? Se non mi sposerò mai e morirò vergine? So che sembra assurdo ma per noi medio orientali è molto importante avere una famiglia. E poi non voglio rimanere a lavorare qui per sempre. Preferirei trovarmi un lavoro indipendente, libero. Ma so che la mia famiglia non sarebbe d'accordo. E quando c'è di mezzo lei, è difficile pensare in grande. Soprattutto se è una famiglia pakistana.
 



Le otto sono arrivate velocemente e i primi clienti stanno arrivando. No ok, sono soltanto Doinya e i miei tre nipotini pakistani. Quattro se aggiungiamo quello che sta nel ventre di mia sorella. Iniziano a correre per tutto il locale.  Rido sotto i baffi mentre osservo la scena. Sono troppo vivaci. Quei tre diavoletti sono proprio l'anti-Doinya. E' buffo vedere mia sorella che gli rincorre dietro come un'ossessa, dato che è molto apprensiva.
-Ciao zio Zayn!- viene ad abbracciarmi il più piccolo, Samir.
-Ehi campione, come va?- gli chiedo.
-Zayn, ascolta- si avvicina mia sorella mentre cerca di trattenere Ali e Mohammed -sono passata per dirti che domani vengono a pranzo i genitori di Omar, dì a papà di preparare due primi, due secondi e qualche kebab, capito? Due primi, due secondi e qualche kebab!-
-Ho capito va bene!- rispondo scocciato.
-Ma cosa hai? Ma che ti prende?- mi chiede in tono arrogante.
-Che cosa prende a te semmai, sei sempre scazzata, nemmeno avessi il ciclo!-
-Si ok ok hai ragione tu... ricordati: due primi, due secondi...-
-...E qualche kebab, d'accordo!-
Mia sorella non mi risponde. Nel prendere la borsa che ha poggiato sul ripiano di marmo, casca un foglio. Lo raccoglie da terra.
-Cos'è questo?- dice mostrandomelo.
Non rispondo.
-Zayn, cosa è?- mi chiede urlando.
Glielo strappo dalle mani.
-Accidenti calmati però, ciao!- dice uscendo dalla porta e trascinando i bambini dietro di sè.
Non la saluto. Da quando ha partorito il primo figlio non è più la stessa. Forse è il sesso che le fa male.
-Zayn, buta fuori spazatura!- mi urla papà dalla cucina.
Prendo i sacchetti dell'immondizia e mi dirigo fuori, dove la pioggia si è calmata, ma aleggia ancora il tipico vento freddo di Londra.
Riprendo il foglio che ho leggermente stropicciato e lo riapro.
"Scuola delle Belle Arti di Londra" c'è scritto.
Non lo avevo trovato per caso. Di nascosto sono andato all'università a prendere questa brochure con l'intenzione di farlo vedere ai miei genitori. Il mio sogno sarebbe quello di completare gli studi, magari diventare insegnante di arte. Amo disegnare. Devo cercare di convincere mio padre a farmi disegnare un nuovo menù per il ristorante. Potrei fare anche un corso di informatica per aiutare i miei genitori con i conti del locale tramite computer, invece di fare il cameriere. Stringo nelle mani quel pezzo di carta. Ho deciso. Stasera parlerò con mio padre

ciao a tutti :)
nuova fanfiction, spero vi piaccia, non credo che durerà molti capitoli ma tentar non nuoce :)
ditemi cosa ne pensate, un bacio darcy x



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Capitolo 2
*** Screams and flying kebabs. ***


grosso esplosivo 2
Screams and flying kebabs.
-Mamma, sono arrivato!- urlo dalla soglia di casa.
-Oh, belo mio Zayn!-
Dalla porta della cucina esce mia madre che mi abbraccia calorosamente, manco fossi andato in Afghanistan per sei mesi.
-Dove è tuo padre?- chiede guardandosi intorno.
-E' rimasto ancora un po' in negozio... c'è una cosa di cui vorrei parlarti-
-Parlami, figliolo- dice mettendosi a sedere.
Prendo una sedia e mi metto davanti a lei. Poi le porgo la brochure.
Se la rigira tra le mani e legge un po'.
-Oh Zayn- dice restituendomi quel pezzo di carta -a me piacerebe molto, ma tuo padre non sarebe d'accordo-
-Lo so, ti prego aiutami- la supplico.
-Facciamo così: ora finisco di preparare kebab, poi a cena se ne parla, va bene?-
-Ok- rispondo miseramente.
Mi alzo e torno su in camera mia. Mi sdraio sul letto. Prevedo già urla e kebab volanti stasera.

-Yaser- dice mia madre a papà -Zayn vorebe dirti una cosa-
Non ha neanche alzato la testa.
-Papà- inizio timoroso -a me piacerebbe...-
-Andare in Pakistan a trovare cugini? Certo che si!- esclama lui.
-No, io...-
-Allora passare weekend dai nonni! Attento ai campi minati però!-
-Mi lasci finire la frase?- sbotto d'un tratto.
Mio padre mi guarda male.
-E' qualcosa che non riguarda Pakistan?-
-Si- dico quasi sottovoce.
Lo vedo già farsi rosso in volto.
-Parla- mi ordina severo.
-Ecco io...-
Waliyha mi guarda con sguardo preoccupato, mentre Safaa mangia tranquillamente il suo kebab, ignara di tutto.
-Vorrei andare all'università- dico tutto d'un fiato.
Silenzio di tomba.
La risata strozzata di mio padre rompe quel minuto di calma che si è creato nella stanza.
-Ho capito tuto!- esclama ridendo  -è uno scherzo! Per un atimo ho temuto che tu volesi studiare veramente! Bravo recitatore!-
-No papà, io dicevo sul serio- dico parlando con un tono di voce che mai mi sarei aspettato di rivolgere a mio padre -sono stufo di questa vita noiosa e monotona. Ho venti anni, sono adulto e pieno di sogni, di aspirazioni. Io amo disegnare, voglio fare un corso per migliorare le mie doti artistiche. Potrei disegnarti un nuovo menù, verrebbero più clienti. Potrei amministrare i beni del locale, pensaci per favore, si tratta del mio futuro!-
Yaser non risponde. Visibilmente sconvolto si dirige al piano di sopra e mia madre lo segue.
-Ragazze andate a letto, sparecchio io- dico alle ragazze.
Dopo qualche minuto sono in camera mia e sento i miei genitori urlare. E il motivo sono io.
Spero che qualcosa cambi, non resisterei ancora a lungo in questa famiglia.

Hola chicoooos (?)
scussate se ho aggiornato tardi e se il capitolo è corto, purtroppo sto passando la fase del 'blocco dello scrittore' ç.ç
Quindi, mi perdonate? Anche per l'altra mia FF (Stop the tape and rewind).
grazia alle due ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, sono state gentilissime :)
un bacio, darcy x

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Capitolo 3
*** I'm your personal kebab-boy. ***


I’m your personal kebab-boy
Mi alzo di cattivo umore. La discussione dell’altra sera mi ha fatto venire un mal di stomaco tremendo. Davvero ho tradito la sua fiducia? Pensavo potesse essere felice, fiero di me. Nelle famiglie normali i genitori vogliono che il figlio studi e sia una brava persona. Ah già, ma io sono pakistano, che culo. Non ho voglia di andare in macchina con mio padre quindi prendo la bici e pedalo verso il negozio. Sono le 10 e tutto il personale è già al lavoro: mia madre è di là in cucina e mio padre alla cassa. Manco solo io a servire ai tavoli. Mi tolgo in fretta il giacchetto e mi dirigo verso il bancone per prendere foglio e penna. Io e mio padre ci scambiamo uno sguardo che dura un millesimo di secondo prima di dirigermi verso i tavoli.
BLAKE’S  POV
-Kate, dove mi hai portata?- chiedo alla mia amica prima di entrare nel locale.
-A mangiare kebab!- esclama lei sorridendo.
La fulmino con lo sguardo.
-Sei proprio una stronza- le ringhio mettendomi a sedere.
-Ehi cosa ho fatto?-
-Kate, sono vegetariana- le dico scandendo bene l’ultima parola. Cinque anni che studiavamo insieme e ancora non se lo ricordava.
-Cazzo è vero!- esclama portandosi una mano sulla fronte –Blake mi dispiace così tanto!-
-Fa niente, mi prenderò un’insalata- dico arresa sfogliando il menù. ‘Sti pakistani, non sanno mangiare altro che kebab.  Ma un piatto di pasta no, eh?
-Scusi, cameriere!- chiama Kate con l’indice alzato verso un ragazzo.
Quest’ultimo si dirige verso di noi, con la testa bassa e un taccuino tra le mani. 
-Io volevo un kebab- 
Ma che originalità, Kate.
-A me un’insalata, grazie- dico poi porgendogli il menù.
E’ ancora intento a scrivere l’ordinazione con la testa fissa sul foglio. Quando alza lo sguardo e incontra il mio sembra visibilmente paralizzato, continuando a fissarmi. Stiamo in quella posizione per almeno cinque minuti, fino a che non sembra risvegliarsi da un lungo sonno ad occhi aperti. 
-Ehm… I-Io- inizia a balbettare.
Noi lo guardiamo perplesse.
-S-scusate- dice nervosamente – s-sono il vostro kebabbaro  personale, a-ai vostri ordini per portarvi..-
Da’ un’occhiata al foglio e poi torna a fissarci. Anzi a fissare me. 
-U-un kebab e un’insalata!- esclama sorridendo forzatamente, pieno d’imbarazzo –Ehm… volo!-
E con questa ultima affermazione se ne va. 
Kate mi guarda scioccata e poi mi scoppia a ridere in faccia.
-Ma questo ha qualcosa che non va nel cervello!- dice facendo girare l’indice sulla tempia destra.
ZAYN’S POV
“Zayn ma che ti prende?” mi domando nella mente. Mi ero messo a fissare una perfetta sconosciuta nel bel mezzo del locale. Se lo sapesse mio padre andrebbe su tutte le furie. Però non si poteva dire che non era bella. Aveva i capelli biondi lunghi e lisci e occhi di ghiaccio che ti mettevano i brividi. Mentre finiscono di mangiare la scruto ancora un po’ da dietro il bancone.
-Cameriere!- urla l’amica della bionda.
Mi dirigo di nuovo lì con il cuore che batte a mille. Continuo a guardarla, rapito dai suoi occhi.
-Vorrei un caffè- dice una voce.
-Subito-
Mi dirigo verso il bancone, prendo la caraffa con il caffè e la verso nella tazza della ragazza bionda. La sua amica mi guarda strano. 
-Vuole anche lei un po’ di caffè?- chiedo.
Scuote la testa incredula, guardando prima lei e poi me.
-No grazie- risponde solamente.
Mi allontano e mi chiudo in bagno per lasciare che qualcun altro si occupi del loro conto. Perché mi comportavo così? E soprattutto perché anche lei aveva ricambiato lo sguardo?
BLAKE’S POV
Ho gli occhi spalancati dallo stupore. Fisso la tazza con dentro il caffè che il kebabbaro mi ha versato.
-Io non gli ho detto niente- mi scuso, cercando lo sguardo di Kate.
-Beh allora dallo a me!- dice Kate. Le passo la tazza e inizia  a bere.
Guardo l’orologio che ho al polso.
-Kate è tardi devo scappare!- esclamo alzandomi velocemente e dirigendomi all’uscita del locale.
Lei mi saluta con un cenno della mano, ancora intenta a bere il suo caffè.
 
Salvee! 
Allora mi dispiace per il ritardo, però sono riuscita ad aggiornare, yeeeah (?)
Come avrete potuto notare si è aggiunto un nuovo personaggio: Blake.
Comunque ho messo “kebab-boy” perché non sapevo come si diceva kebabbaro in inglese AHAHAHAHAHAHAHAH
Ok, vi lascio e se volete recensite pure :) bacio, darcy x
p.s: ho preso spunto da un film per creare questa fanfiction, indovinate qual è ;)

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