Lottare per sopravvivvere

di Holly 8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tic tac...Tempo scaduto ***
Capitolo 2: *** Rapporto a rischio ***
Capitolo 3: *** La goccia che fa traboccare il vaso ***
Capitolo 4: *** La luce in fondo al tunnel ***
Capitolo 5: *** Angeli: Istruzioni per l'uso ***
Capitolo 6: *** Destini incrociati ***
Capitolo 7: *** Ellie, radio telefono Angelo ***
Capitolo 8: *** Rapimento ***
Capitolo 9: *** Fuoco e Segreti ***
Capitolo 10: *** Agonia (prima parte) ***
Capitolo 11: *** Il passato a volte ritorna ***
Capitolo 12: *** Agonia (parte due) ***
Capitolo 13: *** Operazione Salvataggio (parte uno): C’è sempre qualcosa nascosto in ognuno di noi. ***
Capitolo 14: *** Operazione salvataggio (parte due): Ancora un minuto! ***
Capitolo 15: *** “Lottare per sopravvivere” ***
Capitolo 16: *** Ritorno alla normalità? No, non c’è niente di normale in tutto questo! ***



Capitolo 1
*** Tic tac...Tempo scaduto ***


                                                             Capitolo 1

                                                Tic tac …  Tempo scaduto


L’enorme pendolo del salotto iniziò a scandire i battiti, uno due tre. I nostri tre sguardi si incrociarono, fu Dean a parlare “E mezza notte!” il suo tono di voce era freddo e vuoto aveva capito che non c’erano più possibilità di salvarlo!Ogni giorno per un’ anno intero Io e Sam lo avevamo passato cercando ogni tipo di soluzione libri di magia nera, stregoni streghe, medium e ogni singolo demone ci capitasse tra le mani ma niente!Eravamo in quella casa per uccidere Lilith ma lei non c’era!Ci aveva mandati al macello e non avevamo via di scampo. “Cerbero!Non possiamo restare qui!Andiamo al piano di sopra!”  Sam aveva ripreso il controllo della situazione. Potevo sentire gli ululati e i ringhi di quel cane infernale fin dentro le ossa!Avevo paura ma non era una paura che mi apparteneva, Nell’ultimo anno di vita di Dean tante cose erano cambiate il rapporto fraterno,si erano scambiati i ruoli! Sam proteggeva Dean da se stesso e Dean faceva le ricerca e usava di più il cervello!Invece per me non fu lo stesso,ogni giorno che passava tenevo Dean sempre più lontano. Qualcosa in me non andava, lui aveva degli incubi e li avevo anch’io, lui aveva visioni spaventose le avevo anch’io. Tutto ciò che Dean vedeva e provava e sentiva si ripercuoteva irrimediabilmente su di me!Mio padre Bobby si era accorto che c’era qualcosa che non andava e ogni giorno mi chiedeva sempre la stessa cosa: “Sei sicura di stare bene?!” e io gli rispondevo sempre allo stesso modo “Si papà sto bene!Non preoccuparti!”“Eleanor!Sarò anche vecchio ma non sono stupido!Vedo che qualcosa che non va!” “Ti ho detto che sto bene!E non sei tanto vecchio!” Tenersi tutto dentro è sbagliato ma raccontare ciò che mi accadeva forse era peggio!Dovevamo preoccuparci di come salvare Dean solo questo era importante!Arrivati al piano di sopra bloccammo la porta e le due finestre e alloro base versammo del sale! “Non reggeranno a lungo!” Dean si era arreso! Sapeva che non ne sarebbe uscito vivo qualunque cosa avessimo fatto lui era spacciato! Ma io no in circostanze normali solo lui avrebbe visto il Cane Infernale ma avevamo un asso nella manica e lo sapevo soli io.  “Falla finita!Io non mi arrendo!Non ti farò sbranare da quel Cane!Fosse anche l’unica cosa che faccio!”  “Dean!Ellie haagione!Tu non morirai oggi!” Il cerbero era dietro la porta che ringhiava e affondava i suoi artigli nel parquet. All’improvviso la porta si spalanco e ci si presento davanti lei con quei suoi occhi bianchi “Ciao ragazzi!Tempo scaduto Dean!Sono venuta a riscuotere ciò che mi spetta!” Io e Sam ci mettemmo davanti a Dean per fargli da scudo! “Dov’è il Cerbero?!”Sam era in attesa di una risposta da parte del fratello passavano i secondi ma lui non rispondeva e dovetti farlo io “Alla sinistra della Puttana!”  e addio all’effetto sorpresa!“Riesci a vederlo!” A Sam brillavano gli occhi come se si fosse reso conto di avere una piccola speranza di salvare Dean! “Si!E devo dire che non è un bello spettacolo!” Lilith si intromise ne dialogo muto tra me e Sam “Allora la leggenda è vera!pensavo fosse solo una storiella per alleviare il dolore dei condannati!” Allora non era la prima volta che succedeva ma perché! “Che cosa significa?!” Avevo gli occhi di lei puntati addosso ed era una sensazione spaventosa, era come se il male ti entrasse dentro l’anima e cercasse di strappartela via. “Semplice dolcezza!Tu e quel bel visino avete un legame!Un legame profondo che va ben oltre la superficie!Sai di solito i romantici la chiamano …” Non feci finire la frase a Lilith “L’anima di fiamma gemella!”  “Già!Sai quasi mi si scioglie il cuore ovviamente se ne avessi uno!Hahahaha!”  la sua risata mi faceva venire i brividi! “Salutate Dean per l’ultima volta!Attacca bello!” Accadde tutto in pochi secondi,Lilith scaravento Sam dall’altra parte della stanza inchiodandolo al muro .Io rimasi davanti a Dean ero rimasto l’ultimo ostacolo fra i Cerbero e Dean. “Non così in fretta bastardo!” Avevo soltanto un coltello lui dalla sua aveva tre teste con una sfilza di denti lunghi e affilati e degli artigli affilati come rasoi!Mi lancia verso il cane con tutta la forza che avevo ma non servi a nulla con zamba mi spezzo un braccio e dai graffi inizio a sgorgare sangue. “No!Lasciala e me che vuoi!Sono qui vieni a prendermi!” Dean aveva catturato l’attenzione del Cerbero che si era voltato verso di lui. “Dean!“No Dean!”  Potevamo soltanto gridare il suo nome non potevamo fare altro. Prima guardo Sam e gli disse “Non smettere di combattere con le tue forze!E prenditi cura di lei!promettimelo Sam?” “Si Dean te lo prometto!” Poi si girò verso di me, mi guardò con tutto l’amore che poteva darmi in quel momento “Mi dispiace!Mi dispiace tanto io ero troppo orgoglioso per accorge mene!Io ti amo!Mi perdoni?”  “Si Dean!Ti amo anch’io!” Si volto verso il cane e chiuse gli occhi! In un istante il Cerbero gli fu addosso e gli squarcio il petto le sue urla riecheggiavano nella stanza mischiate al sangue e a i versi disumani del Cane infernale urla dolore sangue una sequenza di minuti infiniti poi ad un tratto silenzio! Era tutti finito. Il cane sparì e Lilith si avvicino a Sam “O povero piccolo Sam non piangere!” Sam era pieno di dolore misto a rabbia“Avanti uccidimi!Tanto è quello che hai sempre voluto!” Lei non se lo fece ripetere due volte,alzo il braccio vero l’alto e una luce bianca invase la stanza .Quando la luce si dissolse lei era scomparsa e Sam scivolo dal muro atterrando sulle ginocchia. Io avevo strisciato sul pavimento verso il corpo inerme di Dean e anche Sam si avvicino. Piangevamo entrambi abbracciando il corpo ormai freddo:Ripetevamo il suo nome in continuazione senza avere mai una risposta!Non so quanto tempo passo ma all’improvviso qualcosa risuono in me un grido disperato “Sam! Eleanor!Aiutatemi!Qualcuno mi aiuti per favore!”  nella mia mente si materializzo l’immagine di Dean appeso con ganci e catene sopra una strapiombo che non aveva fine. Senti le forze mancarmi e sprofondai nell’oscurità con ancora quel’immagine inquietante negli occhi. Si sentivano urla di dolore voci di persone che imploravano pietà ai propri carnefici!Quel posto emanava odore di sangue e paura era allo stesso tempo caldo e freddo!Una voce sovrastava le altre era piena di odio rabbia!Allungai una mano come se con quel gesto potessi annullare la distanza tra me e quella voce. Non so come ma raggiunsi la voce,ma non era una voce era un’ anima, legata ad una ruota dove veniva dilaniata tagliata scavata in modi che non potevo immaginare. La prima cosa che pensai di fare fu quella di cercare di dare sollievo  a quell’anima quindi cercai il suo volto. Vidi i suoi occhi ero di un verde smeraldo “Dean! Dean!” Sentì due braccia afferrarmi e una voce che mi chiamava: “Ellie! Svegliati e solo un incubo!” Mi sveglia di colpo e Sam mi guardava preoccupato: “Va tutto bene? Ti va di raccontarmi cos’hai visto?” Se avessi sognato un vampiro che mi dissanguava o un licantropo che mi mangiava gli lo avrei raccontato di sicuro! Ma non gli avrei mai detto che avevo sognato Dean all’inferno! Anch’è perché tutto quello che avevo visto non era un sogno ma era reale!Qualcuno lo stava torturando d’avvero. “No!” Sapeva che gli stavo nascondendo qualcosa, ma perché aggiungere altro dolore a quello che già esisteva. Per giorni gli unici rumori che si sentivano a casa Singer erano le mie urla nel cuore della notte e quello di bottiglie di birra e whisky  che veniva aperte e appoggiate su ogni superficie stabile. Tutti eravamo distrutti ma nessuno quanto lo ero io!Con il passare delle settimane il mio “ problema” diventava sempre più ingestibile all’inizio i sogni duravano pochi minuti poi diventavano ore, ero come se qualcuno o qualcosa volesse che io rimanessi li! Dopo due mesi di sono ad intervalli Sam  decise di riprendere a cacciare. “Ho deciso di dare la caccia a Lilith!Vieni con me?”  Dopo due mesi passati sui libri senza risultati sembrava la soluzione giusta ma era il motivo ad essere sbagliato.“No!Io non vengo!Tu la vuoi trovare per vendicarti!perché in cuor tuo sai che non lo possiamo salvare!” “Motivo in più per cercarla e ucciderla!”“E una volta che l’avrai uccisa non cambierà niente!Quel vuoto che senti dentro non si colmerà!E dopo cosa farai cercherai un altro demone gli darai la caccia sperando che ti dia un po’ di sollievo da tutto questo dolore!Be mi dispiace ma sappi che non sarà così!”  Il suo viso cambiò espressione passando dalla rabbia alla consapevolezza. “Non dici sul serio?” “Sam!Non guarderò morire anche te!” “Non ho detto che voglio morire!” Forse era vero ma lui non voleva essere salvato dal dolore che provava. “Ma non vuoi essere salvato!” Rimanemmo a fissarci per qualche secondo poi fu lui a smuovere qualcosa in me: “Io!Pensi che  mi faccia piacere vederti in queste condizioni!Pensi che non mi sia accorto!Tu hai gli incubi ogni singola notte!Ellie!Gli ho fatto una promessa che non riesco a mantenere perché ti rifiuti di parlare!”Sam aveva ragione! Ma come potevo dirgli ciò che vedevo e sentivo ogni notte .Non volevo raccontargli niente,mi rimaneva una sola scelta.”D’accordo vengo  con te.” Papà non era convito della nostra scelta ma rimanere li non ci aiutava, ma tenendomi occupata non avrei avuto visioni o incubi. Avevamo deciso di partire la mattina dopo!
Avevamo appena finito di caricare l’Impala,Sam stava chiedendo il portabagagli E Bobby inizio con le sue raccomandazioni: “Ragazzi!State attenti!E per qualsiasi cosa chiamate!A Sam tienila d’occhio non so per quanto reggerà!” “Sta tranquillo!Non gli  succederà niente promesso!” Fu il mio turno “Ellie,Sta attenta ok!” Non mi abbracciava spesso ma se lo faceva significava che era preoccupato d’avvero. “Si,non ti preoccupare,starò bene.” Mentivo più a me stessa che a lui. Mi incamminai verso la macchina, non mi ero mai seduta sul sedile anteriore dell’ Impala e in realtà non mi ci volevo nemmeno sedere! Sam mi aspettava con lo sportello aperto dalla parte del guidatore. “Ellie..”  Sentendomi chiamare alzai la testa e gli feci un sorriso per tranquillizzarlo e aprii lo sportello.
 
Dopo una ventina di minuti di viaggio decisi di chiedergli dov’ eravamo diretti! “Sam!Dove stiamo andando?”  Mi rispose senza togliere lo sguardo dalla strada. “Scottsdale.Credo di avere una pista!” mi voltai verso di lui. “Arizona!E un viaggio lungo!”Una pista a quattro stati di distanza. Forse avrei dovuto chiedergli se voleva il cambio a metà strada in modo da tenermi occupata per evitare di dormire ma optai per non dirgli nulla e misi a guardare fuori dal finestrino.
 
Non so quanto tempo eravamo in viaggio e fu lui a rompere quell’eterno silenzio “Ellie.Posso farti una domanda?” “Si certo!” “Cosa sogni?”  “Sam.Tutto ma non questo!” “So di non essere lui..Ma puoi fidarti di me!Non puoi tenerti dentro tutti!Posso aiutarti!”  Decise di accostare la macchina sul ciglio della strada sotto dei lampioni. Scesa dalla macchina per venire dalla parte del passeggero e apri la portiera si abbasso alla mia altezza e mi guardò con il suo sguardo da cucciolo “Hey cosi non vale!” Mi fece un sorriso e decisi di scendere dalla macchi mana e mi appoggiai allo sportello posteriore. Lo guardai dritto negli occhi e feci un respiro profondo prima di dirgli una parte della verità. “Gli incubi riguardano la morte di Dean!ogni volta che mi addormento rivivo quel momento!” Non gli avrei detto altro. Rimase a fissarmi per qualche secondo poi si avvicino a me e mi strinse in un abbraccio e mi disse “Andrà tutto bene!C’è la faremo insieme!” Lui forse si ma io presto o tardi sarei impazzita. Alzai il viso “Ok!Ma adesso è meglio se ripartiamo o non arriveremo mai ha destinazione!”  
Avevo la testa appoggiata al finestrino e il sonno cominciava a farsi sentire, e Sam decise di accendere lo stereo della macchina. E le note di You Shook Me All Night Long. “Ma cosa.. L’hai messa tu?” “No la cassetta era già inserita!” Dean aveva ascoltato quella canzone la notte prima di morire. “Hey stai bene?” “Si..e solo che..e la mia canzone preferita!” Mi appoggiai al sedile chiudendo gli occhi e una lacrima inizio a scendermi lungo la guancia. Era cosi buoi e faceva tanto freddo l’aria era irrespirabile c’erano tante voci che si sovrapponevano ma una voce mi arrivo al cuore come una scossa. “No... Per favore lascialo ti prego.. Dean!“Ellie!Ellie!Svegliati!Sei al sicuro!Apri gli occhi per favore!” Sam mi guardava spaventato io ero sudata e avevo freddo e non riuscivo a respirare!Mi ci volle qualche minuto per riprendermi. Non eravamo più in macchina ma in una stanza di Motel. “Dove siamo?”  “Siamo a Layton nello Utah.Tieni bevi.”  Mi porse un bicchiere d’acqua.“Grazie.” Mi alzai dall’ letto e andai a sciacquarmi la faccia e mi guardai allo specchio i segni della mancanza di sonno iniziavano a farsi evidenti. Mi asciugai la faccia e uscii dal bagno. “Va tutto bene?” “O dio Sam no! non sto bene!Non sto bene per niente!O paura di dormire perché so cosa mi aspetta se chiudo gli occhi!Mi sembra di impazzire! E ne io ne te possiamo fare qualcosa per evitarlo!” “Sono soltanto preoccupato per te!Questa situazione ti sta uccidendo!Possibile che tu non te ne sia resa conto!” “ O no io lo so benissimo!Come so benissimo che uccidere Lilith non riporterà in vita Dean e non cancellerà tutto il dolore che stiamo provando!” Non mi ero resa conto di essermi messa ad urlare e nemmeno che avessi iniziato a piangere,mi accasciai a terrae lasciai che le lacrime prevalessero su tutto.
 





Ok questo è il primo capitolo!appena riesco pubblico il secondo!! lo so che e un pò' lungo però più corto non lo potevo fare!

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Capitolo 2
*** Rapporto a rischio ***


Eravamo a Scottsdale da quasi una settimana e le cose non andavano bene per niente. Niente andava bene! “Allora!Ricapitolando." "Noi siamo qui da una settimana lei non si è vista!" "Forse la tua fonte ci ha fregato!” Dissi a Sam mimando la frase con le classiche virgolette “No." "Ha detto che sarebbe venuta qua!” Non sollevò il volto dallo schermo del portatile. “A davvero!Mi sembra che qualcuno stia giocando al gatto con il topo!” mi guardo e poi abbasso lo schermo “Che vuoi dire con questo?” Non gli sarebbe piaciuta per niente la mia risposta, ma me l’aveva chiesto lui quindi non avrei usato tanti giri di parole. “La tua fonte chiama e ci dice dov’è Lilith"! Noi partiamo, e quando arriviamo a destinazione, lei non c’è. E noi ci ritroviamo davanti ad un paio di cadaveri. "Non ti ha mai sfiorato il pensiero che lei sappia dove siamo e cosa facciamo?” Come sospettavo, non gli piacque la mia esposizione dei fatti. La sua espressione passa da curiosità a furente nel giro di pochi secondi. Non l’avevo mai visto così arrabbiato. “Non sono stupido!” “So quello che faccio.” “Non metterei in pericolo le nostre vite!” “Tanto meno la tua!” Non si era accorto di aver iniziato a urlare. La sua voce riecheggiava nella stanza. Ed io inconsapevolmente iniziai a indietreggiare. “Va bene ho capito.” “Smetti di gridare per favore.” Non si era reso conto della distanza che c’era fra noi. Il suo viso cambio espressione si sentiva in colpa per la reazione che ha avuto. “Scusa.” “Non volevo spaventarti.” “Adesso cosa facciamo?” “Io esco a dare un’occhiata in giro.” “Tu ricontrolla se c’è sfuggito qualcosa!” Ci vollero sette ore per riordinare e controllare gli spostamenti di Lilith. Fu inutile. Ogni conclusione era un vicolo cieco. La mancanza di sonno non mi aiutava per niente. Ero soprappensiero quando all’improvviso sentii qualcuno armeggiare con la serratura. Mi alzai di corsa per impugnare la pistola dal comodino e spensi la luce. Mi nascosi dietro il muretto che separava la cucina dai letti. In pochi attimi la luce si accese e uscii allo scoperto. “Abbassala sono io!” ma per fortuna nessun mostro solo Sam. “Cazzo!” “Mi hai fatto venire un infarto!” “Hai.” Non mi diede il tempo di finire la frase. “Mi sono dimenticato le chiavi: ” “Potevi bussare!” “Pensavo dormi.” Fui io a interromperlo stavolta. “Non dire quella parola!” “L’ho rimossa dal mio cervello!” Gli voltai le spalle, e andai a rimettere la pistola su comodino. Mentre alzavo la testa, mi ritrovai a guardare la mia immagine riflessa allo specchio! Ed era decisa messa male. Avevo gli occhi gonfi, la faccia smagrita e un colorito che faceva invidia anche a un cadavere! All’improvviso la mia immagine sparì e ciò che comparve era qualcosa di notevolmente spaventoso. Dean legato alla ruota. Dilaniato in modi che nessuno si può lontanamente immaginare. Sembrava che il tempo si fosse fermato. Poi l’immagine si dissolse. E il mio stomaca non resse e mi diressi in bagno chiudendo la porta a chiave. Il mio stomaco rigetto quel poco di cibo che avevo ingerito. Mi lavai i denti e usci dal bagno. Tenevo la testa bassa e andai a sbattere contro Sam che si era messo dietro la porta. Questa era stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Siediti!” Il suo tono non annetteva repliche. “Adesso tu risponderai a tutte le mie domande senza obbiettare!” Non avevo via di scampo, questa volta sarebbe stato difficile dribblare la domanda che alla fine sarebbe arrivata. “Da quanti giorni non dormi?” A questa potei rispondere sinceramente. “ Tre giorni.” “ E da quando hai i flash back?” Lui pensava che vedessi sempre la stessa cosa ma si sbagliava di grosso. “Non ricordo di preciso.” “Un paio di giorni forse di più!” Poi si voltò e inizio a riempire le sacche. Qualcosa era andato storto! “Fammi indovinare.” “Lei non c’è!” “Hai trovato un altro demone che ha confessato, tu l’hai ucciso e adesso dobbiamo sparire?” “Si!” “ Falla finita!” “Il tuo sarcasmo non aiuta!” Non aggiunsi altro, il nostro rapporto era già abbastanza rischio. Mise nel bagagliaio la mia borsa e Sam lo chiuse. “Sali in macchina." "Arrivo subito.” “Ok.” Attraverso la strada e andò alla tavola calda. Torno in dietro con un bicchiere. Non avrei mai guidato la macchina di Dean per nessuna ragione al mondo. “Caffè!” “Devo guidare?” Sul suo volto apparve un sorriso a trenta sei denti “No!" "devi dormire!” C’era qualcosa di diverso adesso. Dean non urlava più. Stava sussurrando qualcosa al demone che lo stava torturando. Poi lo liberò dalle catene di quel arnese infernale. Hai suoi piedi apparve una nebbiolina nera con delle sfumature arancioni che risaliva lentamente sul suo corpo. Il demone torno di nuovo, ma non era da solo c’era una donna con lui. La legò. Poi guardo Dean che sollevo un coltello e inizio a torturarla. Cercai di urlare ma dalla mia bocca non usci alcun suono. Volevo che tutto questo finisse, cercavo di andare via ma non ci riuscivo. Era come se qualcuno mi costringesse a guardare. Il demone porto un’altra anima. Persi il conto di quante salirono sulla ruota. Dean alzo il viso e guardò verso l’alto e lo feci anch’io. C’era una luce, bianca che si avvicinava sempre di più e avvolse tutto. I miei occhi facevano fatica ad aprirsi avevo la bocca secca, mi sentivo spossata. Cercai di muovere le gambe ma erano indolenzite. “Dove siamo?” La mia voce era un sussurro ma abbastanza forte perché Sam sentisse. Lo vidi irrigidirsi “Siamo a poche miglia da Pontiac.” Perché stavamo andando li! “Perché stiamo..” Non riuscì ha finire la frase. Mi addormentai di nuovo. Quando mi svegliai, ero sdraiata sopra un letto. Mi sollevai a sedere e guardai Sam appoggiato alla cucina con una tazza in mano. In quel momento il mio cervello ebbe un’illuminazione. Mi alzai e andai dritta da lui e gli dissi. “Sam!” “Hai messo il sonnifero nella camomilla?”

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Capitolo 3
*** La goccia che fa traboccare il vaso ***


Non si sentiva in colpa per quello che aveva fatto. Anzi ne era quasi divertito. “E dai non ti arrabbiare!” “Guarda il lato positivo, Hai dormito per trentasei ore!” Per me non c’era stato niente di divertente, trentasei ore di “Tortura visione” senza interruzione pubblicitaria. “Soprattutto niente incubi!” Era davvero convito di non aver fatto niente di male, aveva pensato davvero di avermi fatto un favore. La mia rabbia esplose. “E propri qui che ti sbagli!” Il suo viso cambiò espressione, passò da divertito a quello preoccupato. “Che stai cercando di dire?” “Che li ho avuti comunque!” “Più cercavo di svegliarmi più non ci riuscivo!” “Tu non hai idea di quello che hai fatto!” Appoggiò la tazza sul tavolo e mi venne in contro. Aveva la sua espressione da cucciolo triste e spaventato e cerco di giustificare il suo gesto. “Io volevo solo aiutarti, non farti del male.” Il tentativo non era stato dei migliori, anzi era stato proprio un fallimento. “Sam.” “La prossima volta che vuoi aiutarmi chiedimelo.” “Adesso se vuoi scusarmi, ho bisogno di prendere un po’ d’aria.” M’infilai le scarpe poi la giacca e anche lui. Voleva venire con me. Avevo bisogno di pensare e farlo con Sam che mi seguiva, non sarebbe stato facile. “Voglio stare un po’ da sola.” Sembrava restio sul volermi accontentare ma lasciò stare. Io mi defilai senza guardarmi le spalle e uscii dal Motel. Mentre camminavo lungo la strada principale, iniziai ha riflettere su tutto quello che era accaduto negli ultimi mesi. Ero stanca e confusa, non avevamo risolto niente. E forse non lo avremmo mai fatto. C’era qualcosa di sbagliato in tutto questo! Dare la caccia ha Lilith era sbagliato perché avremmo finito solo con il farci ammazzare. Io avevo sbagliato pensando che tutto questo mi avrebbe aiutato. Invece mi aveva trascinato in un baratro che non aveva fondo. Mi fermai davanti ad una vetrina a guardare la mia immagine riflessa. E mi resi conto c’era qualcos’altro oltre a me. Un uomo con un impermeabile beige ed emanava un senso tranquillità quasi in reale, appoggiava la mano sull’avambraccio di Dean. Mi voltai di scatto presa dal panico, ma non c’era nessuno. Pensai fosse solo la mia immaginazione, ma una parte di me sperava profondamente che fosse reale. Forse quell’uomo sarebbe riuscito a dargli la pace e a salvarlo dalla perdizione. Il mal funzionamento di un lampione mi ridesto dai miei pensieri, alzai il viso giusto il tempo di accorgermi che non era l’unico ad aver quel problema.”Demoni”. Mi guardai attorno e notai dei magazzini dismessi. E mi resi conto di essere finita nella zona industriale. Cercai la pistola dietro la schiena sotto il giubbetto di pelle ma l’avevo dimenticata al Motel. Decisi di tornare in dietro ma fu troppo tardi. La porta del magazzino di fronte a me si stava per aprire. Mi accostai sul lato del magazzino il più lontano possibile dalla luce. Se mi avessero visto, sarei sicuramente morta. Mi maledii per essere uscita senza telefono e pistola. Non li avrei di certo uccisi ma sarei riuscita a scappare. “Vieni fuori!” “Sappiamo che sei li!” Ero in pratica fottuta. La mia parlantina non mi avrebbe salvato la vita! Uscii allo scoperto. Erano in due. Uno possedeva un ragazzo di circa di vent’anni l’altro un uomo di circa quarant’anni ed era ben vestito. Fu il giovane a parlare. “Garda, guarda un po’ chi c’è!” Cercavo di mostrarmi più sicura possibile. Non gli avrei reso cosa facile. Alzo il braccio, mi ritrovai inchiodata al muro senza potermi muovere. “Che ci fai qui tutta sola in questo?” Lo guardavo dritto negli occhi non avrei mai distolto lo sguardo. “Volevo farvi a pezzi!” Una risata a dir poco inquietante gli usci dalle labbra. Si avvicino a me e mise una mano intorno al collo e inizio a stringere. “ Divertente!Ma sei disarmata!” Mi mancava l’aria, stavo annaspando e lei stringeva sempre di più. “Lasciala!” Fu il demone ben vestito a parlare. “ Sai chi è?” Il demone più vecchio sorrise. “So benissimo chi è!” “Ma non abbiamo il tempo di giocare, perciò lasciala e andiamocene!” Quello giovane mi mollò, mi accascia a terra, mi afferrò per i capelli e disse “Non finisce qui!” E sparirono. Rimasi a fissare il punto dov’erano scomparsi e iniziai a piangere. Poi i lampioni ricominciarono a lampeggiare e le lampadine esplosero. All’improvviso il vicolo si riempie di luce. Era bianca come quella che avevo visto nel mio ultimo incubo, accompagnata da una voce. Poi il buio mi avvolse. ***Sam*** Erano passate cinque ore da quando aveva lasciato il Motel. Avevo provato a chiamarla ma aveva dimenticato il cellulare. La cosa peggiore era che aveva lasciato anche la pistola. Cosa che mi aveva fatto agitare ancora di più. Provai anche a fare un paio di giri in torno al Motel, sperando che non si fosse allontanata ma non la trovai. Mi restava soltanto una cosa da fare, chiamare Ruby. “Ciao Sammy!” “Ruby devi farmi un favore!” Aspettavo una sua risposta, girai su me stesso e me la ritrovai davanti. “Devi aiutarmi ha cercare Ellie!” Incrocio le braccia al petto, scocciata. “Mi hai fatto venire qua per cercare la ragazzina?” Ero già nervoso e il suo atteggiamento non mi aiutava. “Senti!” “E in grado di cavarsela da sola!” Ero arrivato al limite della sopportazione e sbottai “No non è così!” “E uscita cinque ore fa!” “Senza telefono e pistola!” “E ci troviamo in una città piena di presagi demoniaci!” “Quindi per favore aiutami ha trovarla!” Abbassò le bracci e cambiò espressione. “D’accordo va bene!” Girammo per tutta la città chiedendo ai passati e hai proprietari se l’avessero vista ma niente. Era come se fosse scomparsa nel nulla. Decidemmo di tornare al Motel. Sperando di trovarla li. Se fosse stato così, gli avrei fatto una predica che non si sarebbe mai dimenticata. “Mi dispiace Sammy!” Non sapevo più cosa fare speravo soltanto che non fosse morta. Qualcuno busso alla porta. Guardai Ruby e andai ad aprire. Mi ritrovai Dean davanti. Lo trascinai dentro la stanza e lo inchiodai al muro puntandogli il coltello alla gola. “Che cose sei tu?” “Sono io Sammy!” “Sono Dean!” Mi allontanai da lui Gli dissi di alzare una manica della giacca e gli graffiai il braccio con il coltello, usci del sangue. Passai al sale e poi all’acqua santa ma niente. Era davvero lui. Ci abbracciamo. Ruby si schiarì la voce “Scusate!” “Ma credo di dover andare!” Mi voltò verso di lei. “Si ok va bene!” “Ti chiamo io.” Non avevo pronto un nome. “Kristy!” Mi voltai verso Dean che si guardava in torno, sapevo cosa stava per chiedermi. “Dov’è Ellie?”

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Capitolo 4
*** La luce in fondo al tunnel ***


                                  
                                                                                ***Dean e Sam***
 
 Mi stavo guardando in torno, quando notai la pistola di Ellie sul comodino. Qual cosa non andava.“Dov’è Ellie?” Sam esitava nel rispondermi, mi stavo innervosendo. Non era da lei uscire disarmata, “Sam!” “Lei dov’è?” Il suo viso mostrava i segni del panico. “Non lo so!” “Ieri pomeriggio abbiamo avuto una discussione ed è uscita!” Mi passai le mani fra i capelli. “L’ho cercata ovunque ma è come se fosse sparita!” Gli avevo chiesto di fare due cose continuare a combattere e proteggere Eleanor. E lui l’aveva persa. “Una piccola discussione?” “Ha lasciato qui la pistola Sam!” “Questo significa che non sta bene!” Ero furioso. “Questo lo so!” “Non sta bene dal giorno in cui tu..” Lasciò cadere la frase. Non era facile pronunciare la parola “inferno”.“Ok aspetta frena!” “Che cosa vuoi dire?” Si sentiva davvero in colpa per non sapere dove fosse. “E difficile da spiegare.” “ A degli incubi terribili a mala pena mangia, resta sveglia per giorni!” “E silenziosa!Si tiene tutto dentro!” Per la prima volta mi pentii di aver fatto quella scelta. Mi ero venduto l’anima senza pensare a lei. Ed era stato Sam a pagarne le conseguenze. “Maledizione!” “Dobbiamo trovarla!” “Tu resta qui, io a cercarla!” Mi stavo avviando, ma Sam mi afferrò per un braccio. “So che sei preoccupato!” “Ma se dovesse vederti, potrebbe reagire male!” Aveva ragione. Da quello che mi aveva raccontato, non vivevano una bella situazione. E lei non avrebbe retto il nostro incontro. “Va bene d’accordo!” “Riportala qui per favore!”
 
Quando ripresi coscienza, mi accorsi di non essere più nel vicolo, ma in una strana stanza, e a guardarla non era per niente male. Scacciai quei pensieri futili. Dovevo chiamare Sam per fargli sapere che stavo bene, almeno avrebbe smesso di preoccuparsi e mi avrebbe fatto una ramanzina infinita. Mi alzai dal letto e notai che non c’erano finestre. Allora cercai la porta ma nemmeno quella. Sentivo di non essere da sola. “C’è qualcuno qui?” Un attimo dopo ci fu un leggero spostamento d’aria “Scusa se ti ho portato qui!” “Ma ho bisogno di parlarti!” Era l’uomo della vetrina. “Chi sei tu?” Da come si muoveva e parlava non aveva intenzione di uccidermi. “Il mio nome è Castiel!” “Sono un angelo del Signore!” Ero chiusa in una stanza chi sa dove, con un tizio che mi diceva che era un angelo. “Ok!” “Sono ufficialmente fuori di testa!”  Piego la testa da un lato cercando di capire la mia reazione. “No, non lo sei!” “Ma sei speciale!” “Tutto ciò che hai visto provato e sentito!” “Sono cose reali!” Quindi aveva salvato Dean. “Quindi tu hai..” “Salvato Dean?” “Si!" "E per questo che sei qui!” Ok non ero diventata pazza! Il problema sarebbe stato spiegare a entrambi cosa mi era accaduto. Forse Sam mi avrebbe creduto!  Dean? Era come spiegare a un bambino di dodici anni che Babbo Natale esiste davvero. “Che cosa vuoi dire?” Ero sicura che dichiarasse la verità quindi decisi di ascoltare. “Devi raccontargli quello che ti è successo!” “Quel legame che vi unisce è molto importante!” “Dovete restare insieme, fidarvi l’una dell’altro!” Io annui con la testa. Tutto ciò che stava accadendo, non poteva essere reale. Castiel si era accorto della mia perplessità, si avvicino. “Ellie!” “Dean è vivo.” Appoggiò due dita sulla mia fronte, mi ritrovai nel vicolo. Quando arrivai al motel, notai che l’Impala non era nel parcheggio. Non che fosse una novità!  Entrai nella stanza e mi appoggiai di spalle alla porta, chiusi gli occhi e inspirai profondamente poi rilasciai l’aria mi staccai dalla porta. Dovevo chiamare Sam per fargli sapere che ero sana e salva. Il telefono squillava, ma dopo poco scattò la segreteria. Chiusi la chiamata. Guardai la mia immagine riflessa allo specchio appeso alla parete, non avevo una bella cera. Mi resi conto che non cera solo la mia immagine reflessa. Mi voltai. Dean era in piedi a qualche metro da me che mi fissava.“Ciao piccola!” Andai da lui e lo abbracciai . Iniziai a piangere e buttai fuori tutto il dolore accumulato in quei quattro agonizzanti mesi. “Hey.” “Calmati, va tutto bene!” “Sono qui!” Non era una reazione normale la mia e lui lo sapeva. Mi allontanò, e inizio a guardarmi dalla testa hai piedi. Presi un respiro profondo e gli dissi:“Io ti ho visto all’inferno!” “So cosa ti hanno fatto!" “ E anche... ” Sapeva cosa stavo per dirgli, si voltò dandomi le spalle. Io gli presi la mano e lo guarda continuando a parlargli. “Lui ha detto che puoi fidarti di me!” “Qualsiasi cosa mi dirai!” "E che il nostro rapporto è molto importante!” Sembrava perplesso. “Lui chi scusa?” Forse mi avrebbe creduto.“L’uomo che ti ha salvato!” “Non è proprio un uomo!” “E un angelo!” Inizio a camminare avanti in dietro per tutta la stanza. Lo feci sedere sul letto. “Senti, so che può sembrare assurdo!” “No anzi detta così e assurda!” Non sapevo più cosa fare!Non avevo immaginato potesse essere così complicato da spiegare. “Non sono uscita di senno!” “Devi fidarti di me!"Gli raccontai tutto. E durante quel periodo non mi aveva mai interrotto. “Ok". "Ora sia tutto!” Si alzo dal letto. “Ellie!” “Perché un angelo avrebbe dovuto salvarmi?” Non sapevo cosa rispondergli, nemmeno io avevo una risposta. “Non lo so!” “Forse dovremmo chiederglielo!” Fummo interrotti da Sam che entrava. “Sei qui!” “Per fortuna stai bene!” “Mi dispiace per quello che ho fatto!” In fondo un po’ era anche colpa mia se forse gli avessi detto qualcosa, non lo avrebbe mai fatto. “Dispiace anche a me!”Sapeva di aver interrotto qualcosa. “Va tutto bene?” “Non proprio!” “Devo dirti un paio di cose!” Cambiai un po’ la versione dei fatti, la parte che riguardava l’inferno doveva rimanere tra me e Dean. “ Un angelo ti avrebbe salvato!” Dean non ci credeva molto “Sempre che sia stato un angelo!” “Potrebbe essere stato un demone!” “Comunque non abbiamo indizi!” Invece uno lo avevamo ed era sul suo braccio. Dovevo dirglielo ma non mentre c’era Sam nella stanza. “Andiamo da Bobby forse può aiutarci!” Chissà se papà sapeva di Dean. Fu Sem a chiederlo. “Bobby sa che sei tornato?” “Si!" "È lui che mi ha aiutato a rintracciarvi!” Sam inizio a preparare i bagagli. “Inizio a caricarli in macchina!” “Vi aspetto giù!” Avevo il via libero. “Dean!” “Alza la manica del braccio sinistro!” Mi guardò perplesso ma lo fece. Ed eccola li, l’impronta della mano. “Questa è l’impronta di una mano!” “Come facevi a saperlo?” Gli sorrisi. “L’ho visto mentre ti salvava!” Adesso avevamo un indizio da cui partire.
 
Chiedo hai lettori silenziosi di lasciare anche solo poche righe per farmi sapere cosa ne pensano.E ringrazio molto le mie due sostenitrici Concy_93_ e Nerea V.

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Capitolo 5
*** Angeli: Istruzioni per l'uso ***


Raccontare a mio padre quello che mi era successo non era stato facile. Lui pensava che la cosa potesse essere plausibile.  Dean e Sam continuavano a discutere sull’angelo e del perché l’ho avesse salvato. Io sorridevo mentre li guardavo e mio padre continuava a sbuffare perché non li sopportava più “O li fai smettere tu o lo ci penso io!” Tutto questo mi era mancato. “Ancora un minuto!” ma mi guardò male. Così fui costretta a farli smettere. “Ok Simon e Simon * e ora di mettersi al lavoro!” Sulla scrivania di papà c’erano almeno una decina di libri sull’argomento angeli, ci sarebbero volute ore ma non avevamo altro su cui lavorare. Dean aveva notato la pila di libri. “Vuoi scherzare!” Papà non sollevò gli occhi dal libro. “Inizia a leggere se vuoi riuscire a scoprire qualcosa!” “La stessa cosa vale per voi altri!” Ognuno di noi prese un libro e si sistemo per leggere. Dopo un po’ Dean decise che era meglio farsi un riposino. Mentre lo guardavo, pensavo che se l’ho meritasse dopo tutto quello che aveva passato. Avevo letto tutto il libro senza trovare niente di utile oltre a quello che già sapevo. Quando vidi Sam prendere le chiavi della macchina. “Stai uscendo?” Sembrava che l’avessi colto alla sprovvista. In quattro mesi non gli e lo avevo mai fatto notare, ma adesso era diverso. Avevamo un caso, la resurrezione di Dean. “Ho bisogno di un po’ d’aria e di sgranchirmi le gambe!” Allora perché prendere la macchina. Non aggiunsi altro, non era il caso di mettere a discutere. Presi un altro libro Ma nemmeno in quello c’era qualcosa di utile. Poi Bobby si alzò dalla sedia. “Hai trovato qualcosa?” Stava prendendo un altro libro dalla libreria. “Forse si!” “Devo controllare una cosa, torno subito.” E salì al piano di sopra. Dean dormiva ancora, così decisi di andare in cucina a preparare il caffè. Mentre lo facevo, iniziai a riflettere su tutto quello che era accaduto. E che fosse solo frutto della mia immaginazione. Due mani che mi toccavano i fianchi avevano interrotto i miei pensieri. “Ciao!” mi girai e gli appoggiai le braccia sulle spalle, incrociai le dita delle mani dietro al suo collo. “Ciao.” “Lo sai, che è rischioso quello che stiamo facendo!” Lui sorrideva e mi guardava negli occhi. Poi mi baciò. “Lo so!” “ Finché non ci vede nessuno, siamo al sicuro!” E ci baciammo di nuovo. Volevo sapere una cosa. “Dean!” Lui mi mise un dito sulle labbra per non farmi parlare. “Mi ricordo cosa ti ho detto.” “ E la risposta e si!” “Ti amo!” Ci baciammo di nuovo. Fummo interrotti da dei passi pesanti sulle scale. Bobby aveva una vecchia scatola in mano. Si soffermo a guardarci. “Va tutto bene!” Dean non era bravo ad accampare scuse dell’ultimo minuto. Fui io a rispondere. “Si!” “Che c’è lì dentro?” C’era mancato poco. Non volevo che mio padre staccasse la testa a Dean. “Materiale per un incantesimo di evocazione.” Non potevamo evocare un angelo in casa o non avremmo più avuto una! “Papà non possiamo evocarlo qui!” Dovevamo trovare un posto sicuro, dove fare l’incantesimo. E il granaio in disuso era un buon posto. Dean si accorse che Sam aveva preso la macchina e lo chiamò. “Dove sei?” “No, niente!” “Bevine una anche per me!” Non gli aveva detto quello che avevamo intenzione di fare. Bobby era perplesso. “Perché non gli e l’hai detto?” “Perché così almeno uno di noi si salverà!” Non mi piaceva come si stavano mettendo le cose. Di segreti c’è ne erano già stati troppi aggiungerne altri non aiutavano per niente. Iniziammo a raccogliere tutto ciò che ci sarebbe servito. Le luci iniziarono a tremare e sentivo la sua voce. Non saremmo andati al granaio. Aveva deciso di comparire nel salotto. “E lui!” “Sta arrivando!” Dean e Bobby iniziarono a far vagare i loro sguardi per tutta la stanza cercando di prevedere da dove potesse arrivare.  Non servi a nulla. Appena si materializzo appoggiò le dita sulla fronte di Bobby che si accascio a terra. Dean si mise davanti a me per farmi da scudo. “Ciao Dean!” “Io sono Castiel un angelo de Signore.” Mentre l’Angelo si presentava, Dean guardava papà sul pavimento. “Che cosa gli hai fatto?” La sua voce tremava ma il suo sguardo cercava di essere il più duro possibile. “Starà bene!” “Non preoccuparti.” Castiel fece un passo in avanti e Dean cercò di spingermi più in dietro. “Non voglio farle del male!” “Tu è Eleanor siete importanti!” “Dio a dei progetti per voi.” La cosa non mi piaceva per nulla. Perché a Dio servirebbero degli esseri umani quando a degli angeli? “ Mi avrebbe salvato perché a bisogno di noi!” “Io non sono un eroe!” “Non meritavo di essere salvato!” Forse per lui era così, ma per era l’opposto. Per me era un eroe e meritava di essere salvato. Mi avvicinai e gli strinsi la mano. Lui mi guardò negli occhi. E fu Castiel a dar voce ai miei pensieri. “ A quanto pare c’è qualcuno che la pensa diversamente!” Dean strinse di più la sua mano in torno alla mia. Come se pensasse che da un momento all’altro dovessi sparire. “Perché anche lei?” Castiel prese un respiro profondo e poi disse. “Perché Dio vi ha destinato l’uno all’altra!” Alla fine ci ritrovavamo sempre a lottare con il destino. Dean era sempre più nervoso, se avesse perso il controllo, gli avrebbe sparato. “Sei allergico alle risposte dirette!” “Che cosa significa?” Castiel sembrava perplesso sull’affermazione fatta da Dean. “Tu non credi che Dio esista.” In effetti, Dean non era molto credente.“Diciamo che credo si sia dimenticato del genere umano.” “I demoni, e altre creature uccidono persone innocenti, lui non muove un dito per impedirlo!” L’espressione di Castiel cambiò. Il suo volto era rabbioso e un fulmine squarcio il cielo. La luce creata da esso proietto delle ali nere sulla parete alle spalle dell’Angelo. Le luci avevano iniziato a tremare di nuovo. Si avvicino a passo veloce verso di noi, Dean lasciò la mia mano e mi spinse indietro. L’angelo lo afferrò per il colletto della camicia e gli disse. “Mi ha chiesto di salvarti ed io l’ho fatto!” “Ma non sfidarmi!” “Posso rispedire la tua anima all’inferno!” “Perciò porta un po’ di rispetto!” Avevamo appena assistito a un po’ d’ira divina ed era stato spaventoso. Castiel tornò al centro della stanza e si rivolse a me. “Quando sarà il momento, avrai le tue risposte!” E poi sparì. Dean si voltò verso di me. In quel momento dentro di me inizio a crescere una brutta sensazione. E a pensarci bene forse non le volevo più quelle risposte. Qualunque cosa fosse accaduta sarebbe stata più grande di noi.
 
 

* Simon e Simon telefilm poliziesco omonimo andato in onda negli anni ottanta.

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Capitolo 6
*** Destini incrociati ***


Dean sollevo Bobby e lo sistemò sul divano. Sam non era ancora tornato. Dean provò a chiamarlo un paio di volte, ma scattava sempre la segreteria. La visita inaspettata di Castiel non aveva dissolto i nostri dubbi, ne aveva creati altri. Dean andò all’armadietto degli alcolici e tirò fuori una bottiglia e due bicchieri. Non mi piaceva bere per attutire i problemi. Stavolta avrei fatto un’eccezione. “Dean.” “Che cosa facciamo adesso?” Prima di rispondermi buttò giù il whisky “Quello che abbiamo sempre fatto!” “E poi rivolgiamo i nostri sguardi al cielo, aspettando la rivelazione angelica!” Una volta avrei riso a quella battuta ma questa volta no. “Guarda che non è divertente!” “Ed io non sto ridendo!” Mi riempì il bicchiere, una, due, tre volte. Non era da me e Dean mise una mano sul bicchiere.“ Sbaglio, o eri tu a dire che il giorno dopo la sbornia i problemi ci sono comunque.” Lo guardai, gli feci un leggero sorriso, e appoggiai il bicchiere sul tavolo.“Sì.” Bobby iniziava a riprendere coscienza. “Buon giorno Principessa!”  Lanciai un occhiataccia a Dean. “Sta zitto idiota!” Raccontammo a papà di Castiel. Sam rientro pochi minuti dopo e gli spiegammo l’accaduto. “Quindi l’unica cosa certa e che Castiel esiste.” “E che Dio a un progetto!” Dean ed Io avevamo omesso la parte che ci riguardava. Mio padre ci guardava in modo sospettoso come se sapesse che gli nascondevamo qualcosa.  “Be in ogni caso dobbiamo aspettare che si faccia vivo di nuovo.” “Sam vai di sopra a riposarti ne hai bisogno!” Non se lo fece ripetere “Si hai ragione!” “Notte ragazzi.” Dean ed io cercammo di defilarci ma non fu così “Non cos’ in fretta Bonnie e Clyde!” Sam si giro in dietro e disse “Che avete combinato?” Gli risposi con il sorriso migliore che avevo. “Non né o idea!” “Ok. Notte Ellie.”  Si voltò e riprese a salire le scale. Dean ed io rientrammo in salotto e ci chiudemmo le porte scorrevoli alle spalle. “Allora.” “Che altro vi ha detto l’Angelo?” Eravamo con le spalle al muro. Dean ed io ci guardammo per degli interminabili secondi. Fu lui a parlare “Bobby.” Mio padre divenne furente. “Dean!” “Con tutte le ragazze che ci sono al mondo, dovevi scegliere proprio lei!” La questione era un po’ più complicata. “Mi dispiace!” “Questo legame non dipende solo da noi!” “Che cosa vuoi dire con questo?” “C’è di mezzo il paradiso!” Papà ebbe una specie d’illuminazione. “Siete destinati l’uno all’altra!” “Si!” “Ellie ha cercato di restarmi lontana, ma ha peggiorato le cose!” Distolse lo sguardo da Dean per rivolgerlo verso di me. “Potresti spiegarti meglio?”  Non gli avrei detto dell’inferno.  “Ecco hai presente il Karma?” “Il risultato e lo stesso!” Non sembrava molto convinto. “Si ragazza so cos’è il Karma!” “E come funziona, quindi tu hai visto Dean l’inferno?” Usare il Karma come esempio non era stata una buona idea. Il mio silenzio era eloquente e anche una conferma. “Ellie!” “Bambina, avresti dovuto dirmelo!” Avrei tanto voluto farlo ma mio padre non era in condizione di aiutarmi. “Che cosa avrei dovuto dirti!” “Ciao papà io vedo Dean l’inferno!” Sentimmo un rumore dietro la porta. Sam aveva ascoltato la conversazione di nascosto.“Sam!” “So che sei li!” “Perciò puoi anche entrare!” Sam entrò nel salotto.“Perché non mi hai mai detto niente!” Avevo una semplice e reale conclusione. “Perché non si può spezzare in nessun modo!” “ E adesso scusate ma ho bisogno di strare da sola!” Mi avviai a grandi passi verso l’uscita. Dietro di me sentivo dei passi. Sapevo benissimo di chi fosse. Camminai per una decina di minuti tra i vecchi rottami dell’auto. Lui mi aveva seguito senza dire una parola ed io non lo volevo mandare via. Mi fermai e mi appoggiai al cofano di una Mustang o quello che ne restava. Dean mi abbraccio ed io appoggiai la testa sul suo petto. Avevo mille dubbi su me e Dean e sapevo anche c’è ciò che provava poteva non essere reale.“ Ellie!” “Io sento quello che provi.” “E ti amo perché sono io a volerlo!” “Non perché qualcuno mi obbliga a farlo!” E a quanto pare mi sbagliavo. La mia risposta fu semplice. “Grazie.” Tra le sue braccia mi sentivo protetta. “Possiamo restare così ancora un po’?” Su le sue labbra apparve un sorriso. “Sì.” “Tutto il tempo che vuoi.”  Non durò quanto avrei voluto. Sam spuntò da dietro una catasta di auto e si schiarì la voce. “Allora.” “Me lo avreste detto tra un incontro clandestino e l’altro vero?” Era giunto il momento che li lasciassi parlare. “Vi lascio soli.” Mi avviai verso casa. Sperando che Cip e Ciop non si prendessero a pugni.
 
 
                                                                                  ******Dean e Sam*******
 
Io ed Ellie non avevamo ancora capito come gestire la situazione e non sarebbe stato facile spiegarlo a Sam. “Si!” “Ma solo quando Castiel l’avesse chiarito a me e a lei.” “Dean!” “ E Ellie!” “Non è una ragazza conosciuta in bar!” Non aveva sentito tutta la conversazione. “Non è una cosa passeggia!” “Dura tutta la vita!” La sua espressione era perplessa. “Una parte del legame e nostra l’altra la decisa Dio!” Ora iniziava a capire. E si rilassò.“Come iniziato tutto questo?” “Sono stato io Sammy.” “Gli stavo disinfettando una ferita e l’ho baciata.” “Sapevo di non doverlo farlo, ma qualcosa in me diceva che era giusto.” “E dal quel momento è cambiato tutto.” L’avevo baciata perché quel giorno aveva rischiato di morire. E in qui momenti avevo la sensazione che il mondo mi crollasse sotto i piedi. “Dean!” “Pensi che sia un idiota!” “Questa cosa finirà male!” “E tu lo sai!”“Pensi che muoia come la mamma e Jessica?” “Be non succederà!” “Azazel e morto!” “Non penso che la cosa possa esserti sfuggita perché eri presente!” Era troppo tardi per preoccuparsi. Ormai c’era dentro fino al collo e in questo lavoro non si può tornare in dietro. “Lei lo sa!” “Chi?" "Ma di cosa stai parlando?”“Lilith sa di questa cosa!” “E non penso che se ne dimenticherà tanto presto!” Mi rendevo conto solo adesso di aver perso parte di una conversazione il giorno della mia morte. “Merda!” “E tutto quello che sai dire!” “Scusa tanto!” “Ero concentrato sul quel coso infernale che mi avrebbe fatto a pezzi!” Mi era sfuggito qualcosa di importate e pericoloso!L’ennesima stronzata alla Winchester, che si andava ad aggiungere all’elenco di quelle già fatte in precedenza!“Dean!” “Castiel deve darci qualche risposta!” “prima che qualcuno si faccia male!” Sam aveva ragione. “Sai fratellino!” “Ho una brutta sensazione!”

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Capitolo 7
*** Ellie, radio telefono Angelo ***


Avevo lasciato Sam e Dean a parlare ed io dovevo chiedere scusa a mio padre per la reazione che avevo avuto prima.“Papà!” “Mi dispiace per prima!” “Sta tranquilla!” “Cerca di fidarti della tua famiglia!” Era un buon consiglio! “Hai trovato qualcosa oltre a quello che già sappiamo!”“No niente!” Eravamo tenuti in scacco da un angelo con l’impermeabile. Papà torno al suo libro. Ed io decisi di preparare qualche sandwiches.Stavo rovistando nel frigorifero quando sentii una voce. “Papà hai detto qualcosa?” Bobby alzò la testa del libro che stava leggendo.“No!” “Ellie ti senti bene!” Le voci nella mia testa continuavano ad aumentare!“Non lo so..” “Io..” Più le voci aumentavano più il dolore diventava insopportabile. Mi accascia a terra urlando dal dolore. “Mi sta scoppiando la testa!” Papà si avvicino a me e mi sollevò leggermente. “Ellie!” “Che cosa hai?” “Voci..” “Ci sono delle voci nella mia testa!” Mi tenevo il capo con le mani. Iniziai a gridare di nuovo. Dean e Sam sentendomi urlare erano corsi in casa.“Ragazzi!” “Datemi una mano a tenerla ferma!” Dean mi fermava la testa, Sam i piedi e Bobby le braccia! “Ellie!” “Riesci a sentirmi!” “Dean..” “Falle smettere ti prego..” “Bobby!” “Che significa?” “Sente delle voci!” Dopo alcuni minuti quelle iniziarono a diminuire fino a cessare completamente. Lasciandomi un gran mal di testa. Dean mi prese in braccio e mi mise sul divano.“Hey piccola!” “Tutto bene?” “Io non lo so!” Mi sentivo come se qualcuno mi avesse preso a martellate, la testa. “Quello che so e che parlavano in una lingua antica.” “Ripetevano sempre la stessa frase.” Bobby inizio a prendere dei vecchi tomi polverosi dalla libreria. Sam occupò posto alla scrivania e iniziò a spulciare uno dei libri. E Dean sembrava sul punto di esplodere.“Ragazza, sei abbastanza lucida da rispondere ad alcune domande?” “Papà!” “Soffro di mal di testa non sono ubriaca!” “Aramaico?” Ecco cosa intendeva con il farmi delle domande. “No!” “Greco?”“No papà!” Avevo letto tutti i libri che c’erano in casa e quello che avevo sentito non era in nessuno di quei testi. Dopo più di un’ora di continui no si arrese. “Ok mi arrendo!” “Abbiamo passato in rassegna ogni singola lingua di questo pianeta!” “Resta un’unica opzione,Quelle che hai sentito non erano voci umane!” E non era confortate. La cosa che mi preoccupava di più in quel momento era Dean, non aveva mai parlato si limitava a fissarmi e basta.“Fantastico!” “Quindi qualcosa o qualcuno ha deciso di farmi impazzire!” Non ci restava altro che cercare le creature che avessero le capacità di entrare nella mente delle persone e trovare il modo di fermarle. Dean si alzò dalla poltrona prese le chiavi della macchina. “Io vado a compre l’aspirina.” Lo guarda e annui con la testa. “Adesso?”“Sam!” “Il mal di testa non se ne andrà da solo!” Sam non replico e Dean usci. Sam sapeva che l’aspirina era una scusa per uscire e andare a chiudersi in bar a bere. “ Ellie!” “Sai che era una scusa vera?” Poteva anche sembrare cosi, ma in realtà non era una scusa. “Non è una scusa!” “E andato davvero a comprare l’aspirina!” Spalancò la bocca dallo stupore. E quando si riprese, disse: “Come fai a saperlo?” “Anzi lascia perdere non lo voglio sapere!” Meglio così per tutti perché non sarebbe stato facile da spiegare. Avrei dovuto chiedere a Castiel se era normale sentire lo stato d’animo di Dean a qualche chilometro di distanza. Sempre se si sarebbe fatto vedere di nuovo!Per cercare di rilassarmi un po’ guardai fuori dalla finestra e iniziai a provare di nuovo quel senso di tranquillità che Castiel mi aveva fatto provare la prima volta che lo avevo visto. E fu in quel momento che capi. “Sono una cretina!” Papà e Sem alzarono la faccia dai libri. “Ho capito!” “Ci sarei dovuta arrivare prima!” Si scambiò sguardo interrogativo e fu mio padre a parlare per primo. “Ok ragazza potresti illuminare anche noi?” “Angeli!” “Le voci che ho sentito erano le loro!” “E lo hai capito guardando fuori dalla finestra!” “È in parte si!” “Sam vieni fuori un attimo!” Non ero molto stabile sulle gambe e quindi barcollai un po’ “Vacci piano!” “Non seiWonder Woman!” Appena riacquistai un po’ di stabilità ripresi a camminare e andammo fuori."Che cosa senti?” “Gli uccellini che cantano!” “Non in quel senso!” “Come ti senti dentro!” Sembrava scettico ma chiuse gli occhi lo stesso e prese un bel respiro. Nessuno dei due parlava. Dopo un paio di minuti riapri gli occhi e mi disse: “E questo che hai sentito la prima volta che hai visto Castiel!” “Si!” E rientrammo in casa. “Allora Sen sei!” “Hai avuto la rivelazione?” “O ma come sei spiritoso papà!” “Si!” “L’ha avuta.” “Sono gli angeli.” “Ellie, devi chiamare Castiel!” Sapevo che me l’avrebbe chiesto ma non spettava a me. “Non posso farlo!” “Non è qui per me ma per Dean!” “E lui che lo deve chiamare!” Sembravano perplessi dovevo condividere con loro ciò che credevo.“Sono sicura che Castiel sia l’Angelo Custode di Dean!” Mentre riflettevamo tutti sulla mia teoria, Dean tornò a casa sobrio e con l’aspirina. “Whao che silenzio!” “Mi sono perso qualcosa d’interessante?” Bobby e Sam mi guardarono come per dirmi “Tua tua la teoria, tua la bomba da sganciare!”  “Dean.” “Forse e meglio se ti siedi!” Lo guardavo dritto negli occhi senza mai distogliere lo sguardo. Appoggiò il pacchetto sul tavolino e mi si sedette di fronte. “Le voci che ho sentito sono degli Angeli.” “C’è un'altra cosa, credo che Castiel sia il tuo Angelo custode.” Non aveva ancora detto una parola “si” limitava a fissarmi. Po all’improvviso si alzò e guardò il soffitto e disse. “Castiel!” “Sono Dean porta le tue chiappe qua giù subito!” Non appena fini di parlare l’Angelo apparve al centro del salotto, facendo volare per tutta la stanza e i fogli sulla scrivania di mio padre. “Si Dean?” Bobby e Sam rimasero a bocca aperta. “Mi spighi come funziona Radio Angelo?” Castiel sposta lo sguardo da Dean a me e piegò la testa da un lato come se volesse studiarmi meglio. “Non deve essere sta molto piacevole.” “No!” “Non l’ho è stato per niente!” “Castiel!Ti ho fatto una domanda!” Dean si stava innervosendo e non era mai una cosa buona. L’Angelo si voltò di nuovo verso di lui. “Sì.” “Le nostre voci le continuerà a sentire.” “Ogni qualvolta riguardino voi o l’Apocalisse.”  A quella parola la stanza calò nel silenzio più assoluto era come se le parole di Castiel avessero fermato il tempo. Le parole di Castiel continuavano a ronzarmi in testa e cercavano di svegliare qualcosa nei meandri più provo fondi della mia memoria e fu in quel preciso momento che capì il significato delle voci. “Il primo sigillo ha ceduto!” “E adesso al suo tocco cadranno tutti uno dopo l’altro.” “ Alla fine lui camminerà sulla terra come un Uomo!” Avevo quattro paia di occhi puntati addosso. Castiel si avvicinò a me e si abbasso alla mia altezza. Fu Dean a parlare per primo. “Apocalisse Apocalisse!” “I Quattro cavalieri e la benzina a 5$ al litro?”  “Si Dean!” Castiel aveva risposto a Dean senza neanche guardarlo. “Ellie.” “Sai cosa significa vero?” “Si Castiel!” “Qualcuno vuole liberare Lucifero.” L’Angelo con l’impermeabile si avvinò a Dean e gli disse: “Non muovetevi da qui per nessuna ragione finché io non sarò tornato.” Dean annui,Castiel sparì com’era apparso. Bobby si alzo e inizio a recuperare libri dagli scaffali. “A fantastico!” “E io che pensavo che la cosa peggiore fosse la vostra relazione!” “Ragazzi è ora di leggere!” “Dobbiamo essere preparati a tutto!” Papà consegno ad ognuno di noi un libro “L’apocalisse di Giovanni.” Un sorriso amaro spuntò sulle mie labbra e appoggiai il libro sul tavolino “Quel volume non si leggerà da solo!” “O credimi papà che quello che c’è nella mia testa e già sufficiente!” Fu Sam a parlare dopo essersi ripreso dallo schok delle parole di Castiel. “Intendi dire che hai memorizzato Il Libro delle Rivelazione?” “Si è non è la versione per turisti!”

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Capitolo 8
*** Rapimento ***


Non avevo detto più una parola “mi” limitavo a guardare un punto fisso. Non avevo toccato cibo. Sentivo lo sguardo Dean addosso ogni volta che voltava la pagina del libro. Mi risvegliai di colpo non sapevo nemmeno di essermi addormentata. Mi alzai dal divano per sgranchirmi le gambe perché ero rimasta sempre nella stessa posizione e mi guardai attorno. Non ero l’unica a essermi addormentata a quanto pare il sonno aveva prevalso sulla lettura. Andai in cucina, presi un bicchiere dalla credenza sopra il lavandino e lo riempii d’acqua. Alzai lo sguardo per guardare fuori dalla finestra quando notai un riflesso alle mie spalle, qualcuno mi mise una mano sulla bocca e mi colpi alla testa. L’ultima cosa che vidi fu il bicchiere che cadeva per terra e poi il nulla.
 
                                                                         ********** Dean**********
 
Venni svegliato dal rumore di un bicchiere rotto. Guardai il divano, Ellie non era li. Mi alzai dalla poltrona e andai in cucina e notai sul pavimento i vetri infranti del picchiere e sul bordo del lavandino c’era una polverina gialla. Demoni. “Castiel!” “Porta il tuo culo quaggiù adesso!” Le mia grida svegliarono Sam e Bobby di soprassalto. “Dean!” “Ma che diavolo ti dice il cervello!” “Succede che un demone a preso Ellie!” “Castiel mi hai sentito!” Bobby si avvicino a grandi passi verso di me ed era furioso.“Cosa?!” “Ne sei sicuro!” Non ero l’unico a non essersi accorto di niente. Sam andò in cucina “Zolfo!” “ Ci stavano controllando!” La rabbia di Bobby aumentava sempre di più.“E la cucina non ha una stramaledetta trappola del diavolo!” Castiel apparve esattamente al centro della stanza “Ti ho sentito!” Gli andai in contro puntandogli il dito “Un demone a rapito Ellie!” “Lo so!” “Ci sto lavorando!” “Ci stai lavorando!” “Cerca di farlo in fretta!” Bobby si scaglio contro Castiel come una furia “Stammi a sentire soldatino del paradiso!” “E di mia figlia che stiamo parlando!” “Perciò vedi di dirci come trovarla!” “Prima che io trovi il modo di uccidere te!” Non avevo mai visto Bobby così arrabbiato, faceva paura. Fu Sam a separarli. “Bobby calmati!” “Così non risolve niente!” Castiel puntò il suo sguardo verso la cucina e si concentrò sul lavandino. C’era un silenzio surreale rotto solo dalla squillo del mio telefono. Le note di Carry on my wayward son riempirono la stanza. “Ellie...”  “No al momento non può rispondere!” “Chi sei?” “Andiamo Dean!” “Eravamo così uniti all’inferno.” Avevo riconosciuto la voce, mi si gelò il sangue.“Alastair!” “Bravo!” “Che cosa vuoi da lei?!” “Ho sai mi servono un paio d’informazioni che si trovano nella sua dolce testolina!”“Se le torci solo un capello!” “Giro su Dio che ti faccio a pezzi!” “Non cercare di fare l’eroe!” Non sarebbe sopravvissuta a lungo!Lo avrebbe implorato di ucciderla!“Fammi parlare con lei!”Sapevo cosa gli avrebbe fatto!E io non avrei potuto impedirglielo. “No non credo!” “A Dean un'altra cosa!” “Lei avrà cercato di alleviare le tue sofferenze!” “ Ma tu non allevierai le sue!” E chiuse la chiamata. Le immagini che mi passarono per la mente erano spaventose! Di Ellie sarebbe rimasto solo il corpo, tutto ciò che la rendeva speciale, sarebbe rimasto chiuso da qualche parte in lei per sempre. Avevo i loro sguardi puntati addosso. Non sapevo come affrontare il discorso. Mi concentri su Bobby cercando le parole giuste da usare, ma fu lui a precedermi. “Senti ragazzo.” “Non sono arrabbiato con te!” “Nessuno dei presenti ha sentito qualcosa!” “Ma per favore dimmi la verità!” Presi un respiro profondo e parlai. “Il Demone che a preso Ellie, e lo stesso che ha torturato me all’Inferno!” A Quelle parole Bobby barcollò all’indietro per appoggiarsi alla scrivania, Sam si passò le mani nei capelli almeno cinque volte. Castiel si limita ad appoggiare la sua mano sulla mia spalla. Fu Bobby a prendere in mano la situazione. “Allora piumino vai e vedi di scoprire qualcosa!” “Tu spilungone vai in biblioteca e trova qualcosa su come rintracciare i demoni!” “Tu Dean resti qui e mi dai una mano!” Guardavo Bobby e mi chiedevo come facesse ad essere così tranquillo. “Siete ancora qui!” “Muovete le chiappe!” Castiel spari all’istante ed io lanciai le chiavi della macchina a Sam e si defilò. “Ok Dean sputa il rospo!” “Che cosa vuole da lei?” Avrei preferito di gran lunga parlare del rapporto tra me e sua figlia piuttosto che affrontare questo argomento. “Credo voglia sapere cosa sa dell’Apocalisse e degli Angeli!” “E non gli e lo chiederà con gentilezza!” “Quel bastardo e Picasso con il rasoio!” “Bobby anche se la salviamo..” “Lei non sarà..” Non riuscivo nemmeno a finire la frase. Iniziai a camminare su e giù per la stanza avevo mille pensieri e una solo preoccupazione. Che cosa avrei fatto dopo averla salvata. “Dean..Dean” “Hey Dean!” “Che c’è?”  Bobby doveva avermi chiamato molte volte ma ero troppo concentrato per sentirlo. “La vuoi piantare!” “Agitarti così non serve a niente!” Aveva ragione, ma io non sapevo cosa fare non sono il tipo di ragazzo che estrania i suoi sentimenti e forse non ero in grado di aiutare Ellie a superare questa cosa. “Ascolta ragazzo!” “Tu la ami?” Forse non era il momento migliore di affrontare quel tipo di discorso adesso, ma si trattava di sua figlia quindi non avevo via d’uscita. “Si!” Era la verità “Allora troverai il modo di aiutarla a superare l’accaduto.” “Ora chiama quell’idiota di tuo fratello e vedi se ha scoperto qualcosa.” Tutto sommato me l’ero cavata bene. Presi il telefono dalla tasca dei jeans e chiamai Sam. “Dean!” alzai lo sguardo verso il suo. “Se gli spezzi il cuore io, ti spezzo le gambe!” “Ci siamo capiti?!” Ecco appunto le ultime parole famose. “Si signore!” Al quarto squillo rispose. “Ciao!” “Ti prego dimmi che hai trovato qualcosa?” “Si!” “Sto arrivando!” C’era qualcosa di strano nel suo tono di voce.“Castiel è tornato?” “No ancora no!” “Sam stai bene?” “No!” “Non sto bene!” “La mia migliore amica è tenuta prigioniera da un Demone, che a quanto pare e il Gran Maestro del rasoio!” Come diavolo fa a saperlo! Insomma non può averlo letto su un libro! “Ok!” “Hai reso l’idea!” “Ci vediamo fra poco!” Mi stava nascondendo qualcosa e avrei scoperto cosa. “Bobby.” “Nel periodo in cui non c’ero, Sam si comportava in modo strano?” “Non finché è stato qui.” “Forse Ellie saprà dirti qualcosa di più!” Ricapitolando, uno salvare la mia ragazza, due uccidere Alastair, tre scoprire cosa mi nascondeva Sam.

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Capitolo 9
*** Fuoco e Segreti ***


                                                       ************Sam e Ruby***********
 
Appena salito in macchina chiamai Ruby. “Ciao Sammy!” “Come va?” “Mi serve un favore!” “Non è un favore quello che faccio per te!” “Ruby non quello!” “E un altro motivo!” Ci fu qualche secondo di silenzio. “Va bene. Dimmi!” “Puoi rintracciare una persona?” Di nuovo qualche secondo di silenzio. “Si posso!” “Chi dovrei cercare?” “Ci vediamo al granaio poco fuori città!” Chiusi la telefonata e schiacciai il piede sull’acceleratore non avevamo molto tempo. Arrivato al granaio spensi il motore della macchina e scesi dall’auto guardandomi intorno. Lei usci da dietro un albero e mi venne in contro e disse: “Sembri preoccupato.”  “Lo sono infatti!” Lei piego la testa di lato come per scrutarmi meglio. “Allora..” “Cosa posso fare per te?”“Si tratta di Ellie.”  Cambio posizione e incrociò le braccia al petto. “Hai perso di nuovo la ragazza di tuo fratello?!” Non avevo intenzione di discutere con lei. “Non l’ho persa!” “Un demone l’ha rapita ieri notte!” “Va bene.” “Aspettami qui, torno subito.” Si avviò nella direzione da cui era arrivata. Il quel posto non c’era nessun rumore a parte il soffio del vento sull’erba. Drizzai le orecchi per percepire ogni minimo rumore. Lei ritorno dopo cinque minuti con una cartina e delle candele. “Mi serve un oggetto di Ellie!” mi sfuggi un sorriso a fior di labbra cosa che a lei non sfuggi. “Perché sorridi?” “E la prima volta che la chiami per nome.” Lei per risposta scrollò le spalle. “Come si chiama il demone che l’ha rapita?” “Alastair!” Il sul suo volto calò una maschera di terrore e il suo corpo tremò leggermente. Io andai a recuperare un documento falso di Ellie nel bagagliaio dell’Impala. Poi ci avviammo al’interno del granaio. Al suo interno c’era un vecchio trattore ormai quasi del tutto arrugginito, delle cassette di plastica, un vecchio tavolo con bottiglie di vetro ricoperte di polvere. Lei appoggio la cartina sul tavolo mettendo quattro candele hai rispettivi angoli, poi le accese. Prese l’altra candela e inizio a pronunciare una formula in latino, poi accese anche quella e brucio il documento e ricomincio a ripetere le parole di poca prima. Al termine dell’incantesimo appiccò il fuoco alla cartina. Che in pochi secondi andò in fumo quasi completamente solo una piccola parte si salvò dalle fiamme. “Lei è qui!” Mi avvicinai al tavolo e guardai il punto che lei che aveva indicato. Era un paio di miglia fuori Sioux Falls. La ringraziai e andai verso l’uscita.“Sam.” “Alastair non è un semplice demone!” “Ha torturato tuo fratello all’inferno.” “ E Il maestro del rasoio!” Ora avevo capito il perché della sua razione quando avevo fatto il nome del demone. “Che cosa stai cercando di dirmi?” “Nessuno resiste a lungo quell’agonia.” “Anche se sai dov’è, non è detto che sia ancora viva.” “Io spero tanto che sia ancora viva!” Il mio telefono si mise a squillare lo tirai fuori dalla tasca e lessi il nome sul display Dean. Feci un respiro profondo prima di rispondere. “Ciao!” “Ti prego dimmi che hai trovato qualcosa?” “Si!” “Sto arrivando!” Dove controllare il più possibile la mia voce. “Castiel è tornato?” “No ancora no!” “Sam stai bene?” Il risultato però fu piuttosto scarso perché mio fratello aveva capito che qualcosa non andava.  “No!” “Non sto bene!” “La mia migliore amica è tenuta prigioniera da un Demone, che a quanto pare e il Gran Maestro del rasoio!” Mi penti subito di aver detto quella frase ma ormai era troppo tardi per rimangiarle. “Ok!” “Hai reso l’idea!” “Ci vediamo fra poco!” Chiusi la chiamata e mi voltai Ruby a lei non sfuggi la mia preoccupazione. “Non sei stato molto furbo!” “Pensi che abbia capito che gli nascondi qualcosa?”  Non lo pensavo ne ero certo.  “O paura di si!” “E mio fratello mi conosce!” Dopo aver salvato Ellie avrei affrontato Dean sperando che il tutto fosse andato bene. “Stai attento Sammy.”  Feci un cenno con la testa a Ruby e lasciai il capanno per tornare da Bobby.

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Capitolo 10
*** Agonia (prima parte) ***


                                                           Capitolo 10
                                      

Mi risvegliai in una stanza buia e fredda con la schiena riversa sul pavimento e la testa mi girava. Feci dei respiri profondi per cercare di ricordare com’ero finita li. L’ultimo ricordo che avevo era di guardare fuori dalla finestra della cucina e qualcuno alle mie spalle. Il buio non mi permetteva di capire se c’èra qualcun altro con me. “C’è qualcuno?” Ma non ricevetti alcuna risposta. “Fantastico!” “Almeno non mi mangerà nessuno!” Avevo una sola possibilità per farmi trovare chiamare Castiel. Lui poteva trovarmi e portarmi via da li. “Ok ... Castiel!” “Sono Ellie se per caso riesci a sentirmi potresti tirarmi fuori da qui e portarmi a casa?” Senti dei passi avvicinarsi. “Pregare non ti salverà!” Il mio cuore perse un battito. Cercavo di risultare il più convincente possibile anche se quella voce mi metteva i brividi. “Chi sei?” “Qualcuno che renderà la tua vita un inferno..”  Il suo tono era inquietante, cercavo di allontanarmi da quella voce ma l’oscurità non mi aiutava per niente. “Non puoi scappare da me..” “Vedo e sento la tua anima.” “E devo dire che mi piace.” “ E diversa da tutte quelle che ho visto..” “ Credimi nel corso dei secoli ne ho viste milioni..”  In qui momenti mi passavano davanti agli occhi immagini che non avrei mai dimenticato. E capii chi avevo di fronte. Un rivolo di sudore freddo mi scese lungo la schiena, facevo fatica a deglutire la saliva e il mio corpo fu scosso da tremiti. “Alastair.”  “Sorpresa!” Chiusi gli occhi, ero nella merda fino al collo.  “Che cosa vuoi da me?” Anche se era assurdo chiedergli cosa volesse da me poiché lo sapevo benissimo. “Credo di averla già sentita una frese del genere.” “Da un amico in comune..” “Anzi a pensarci bene è più di un amico per te..” All’improvviso il mio corpo s’immobilizzò di colpo come se fossi stata immersa in una vasca di cemento a presa rapida. La mia voce era poco più di un sussurro. “Dean..” “Sei brava!” “Stai tranquilla!” “Lui non è qui!” “Al momento quella che m’interessa sei tu!” Tirai un respiro di sollievo pensando che lui era al sicuro. Alastair inizio a camminare nella direzione opposta alla mia. E dopo aver percorso cinque o sei passi fermò, dopo ci fu uno scatto e la luce dei neon invase la stanza. Dovetti chiudere gli occhi perché la luce era troppo intensa e poi li riaprii. A pochi metri da me c’era un lettino con corde di cuoio e un lungo tavolo con attrezzi di ogni genere e di alcuni non immaginavo nemmeno l’esistenza. Avevo iniziato a indietreggiare senza nemmeno accorgermene arrivai in fondo alla stanza e avevo le spalle al muro. Iniziai a cercare una via d’uscita ma non c’erano ne porte ne finestre. Anche se mi avessero salvato, non sarebbe finita comunque. “Si comincia dolcezza!” Si avvicino a pochi passi da me, sollevò il braccio e il mio corpo inizio a salire verso l’alto senza staccarsi dalla parete. Non volevo urlare, non volevo dargli la soddisfazione. Lui in tutta risposta allargò le lebbra in un ghigno beffardo e inizio a chiudere la mano. Il dolore inizio ad aumentare era come se qualcuno mi stesse stritolando. Urlai di dolore, e dalla mia gola non usci solo la voce ma anche sangue. Alastair abbassò il bracco ed io precipitai a terra. Si avvicino ancora di più, si abbasso alla mia altezza e mi afferrò i capelli costringendomi ad alzare il viso verso di lui. “Questo e solo l’inizio!” “Credimi!” Sempre tenendomi per i capelli mi trascino fino al lettino. Cercavo di liberarmi dalla sua presa ma più lo facevo più il dolore aumentava. “Certo che ne hai di coraggio..” “Se fossi in te mi arrenderei..” “Più ti agiti più farà male..” Mi sollevo di peso, m’inchiodò al lettino mentre le cinghie di cuoio si chiudevano in torno alle caviglie i polsi, la fronte. “Credo sia giunto il momento di togliere il superfluo..” Alastair prese dal tavolo un coltello passò un dito sulla lama per controllare che fosse affilato. Sollevò un lembo della camicia che indossavo e con unico movimento tagliò la camicia e me la strappo via. Poi fu la volta dei pantaloni. Posò il coltello sul tavolo e sollevò la mano, Due fasce di cuoio mi bloccarono il bacino e il seno in una morsa che non aveva uscita. “Perfetto!” Alastair fece vagare il suo sguardo su tutti gli attrezzi che aveva sul tavolo e impugnò un coltello con, una lama lunga e dentellata. Si avvicino per sussurrarmi all’orecchio. “Credo che questo sia il momento di pregare..”  E affondo il coltello nella mia carne, lasciai andare un urlo misto a dolore e paura mentre una lacrima rigava la mia guancia.

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Capitolo 11
*** Il passato a volte ritorna ***



                                                          *******Dean******
 
Ricominciai a camminare su e giù per la stanza. Quando sentii un fruscio d’ali e Bobby imprecare. “Maledizione!” “Castiel non puoi bussare!” Castiel sembrava non capire l’affermazione ma si scusò comunque. “Scusa.” “So dov’è!” Se sapeva dov’era perché non l’aveva riportata a casa. “ Fammi capire!” “Tu sai dov’è ma l’hai lasciata li?” “Non sarebbe stato difficile!” “ Ti teletrasportavi dentro la liberavi e la riportavi qui!” Sembrava sentirsi davvero in colpa per non averla salvata. “In realtà Dean è un po’ più complicato!” “Io li non posso entrare! Nessun Angelo può entrare!” “E ci sono parecchi demoni a controllare l’esterno!” “E come se fosse..” Fu io ha finire la frese “Una prigione!”  Castiel si limitò ad annuire. Dopo la mia affermazione calò il silenzio, che fu interrotto dall’arrivo di Sam. Che entrò dicendo: “Bobby hai una cartina dello stato?”  Lui aprii un cassetto della scrivania e tirò fuori la cartina. Tutti ci avvicinammo e Sam indico il punto dove si trovava Ellie. Era in mezzo al nulla, la cartina in quel punto era verde il che significava che era un capo da coltivazione. “Ma sei sicuro?” “Insomma non c’è niente.” E guardai l’Angelo con l’impermeabile. “Il posto è quello.” “C’è una fabbrica.” Bobby sembrò capire cosa ci fosse realmente in quel posto. “Non è una fabbrica!” “E un mattatoio in disuso!” Alastair non poteva scegliere un posto migliore visto che era un macellaio. Non volevo aspettare un minuto di più. All’improvviso sentii una strana sensazione e portai una mano all’addome. Mi mancava il fiato come se avessi trattenuto il respiro per una quantità di tempo infinita. La mia azione non posso inosservata e Sam mi appoggio una mano sulla spalla. “Dean.” “Ti senti bene?” Non ero io stare male. Era lei. Era Ellie. “Riesci a sentirla vero?” Annui a Castiel e feci dei respiri profondi.“Ok gente il piano e questo!” “Spariamo a raffica, la troviamo e c’è ne andiamo!” Non sembravano molto convinti e mio fratello non esitò nel farmelo sapere. “E tu questo lo chiami un piano Dean?” “A me sembra una follia!” “Quel posto e pieno di demoni!”  Si in effetti Sam aveva ragione, era una follia. C’era qualcosa di diverso in lui, lo vedevo dal suo sguardo. Bobby si alzò e si rivolse a Castiel. “Quanti sono?” Castiel gli rispose senza esitare.“Una decina.” “Ma forse di più.” Fantastico un esercito di demoni a protezione di un pazzo psicopatico. Bobby mi si parò davanti. “Sono troppi per noi tre!” “Senti Dean so che quello che sto per dirti non ti piacerà” “Dovremmo chiedere aiuto a..” Non gli lasciai il tempo di concludere la frase. “No” “Non l’ho faremo!” Ma Bobby non accettò un no come risposta.“Dean per favore!” “So che tu e lui non..” “Fallo per lei!” Lei aveva una vita prima di conoscere me e Sam, scuola amici un “ragazzo” noi arrivavamo e andavamo. Sapeva chi eravamo cosa facevamo e si fidava di noi. Aveva perso la madre in modo atroce, sapeva che un “Mostro cattivo gli e l’aveva porta via. Aveva capito che i “mostri delle favole” erano veri, imparò a non avere paura. Cercava di vivere una vita normale anche se di normale in torno a lei non c’era molto.
                                                               * Flash Bach *

Io e Sam arrivammo a casa di Bobby in tardo pomeriggio e parcheggiammo la macchina vicino alla rimessa. Subito dopo arrivò un altro auto. E scese un ragazzo pressappoco dell’età di Sam. Ero convinto di averlo già visto. Lasciai che ci oltrepassasse prima di chiedere a mio fratello chi fosse. “Hey Sammy!” “Chi è quel tizio?”  Sam mi guardava come se avessi dimenticato qualcosa nel forno. “Dean!” “Quello e Dylan Evans!”  “Il ragazzo di Ellie!”  Accompagnò la parola ragazzo con le virgolette. Il che significava che il sentimento era a senso unico. Casa che mi piaceva visto la reputazione di qui tre. “I fratelli Evans sono passati qua”  e non era una frase cordiale visto il casino che avevano combinato per uccidere un Wendigo! Volevo ascoltare la conversazione che sarebbe avvenuta dentro la rimessa e quindi feci segno a Sam. Ma non era d’accordo e gli feci segno due minuti con le dita. Lui scosse la testa e alzo gli occhi al cielo.“Allora che fine hai fatto?” Devo dire che come approccio non stato dei migliori. “Ho cavolo!” “Scusa e che ho avuto da fare!” io Sam ci scambiammo uno sguardo di comprensione. Ellie aveva dato buca a Dylan per venire con noi. “Come gli ultimi tre fine settimana!” Stavano per litigare e lui non ne sarebbe uscito bene conoscendo Ellie. “Be si visto il lavoro che facciamo!” Io avevo capito dove Dylan voleva andare a parare se cercava di tenersela stretta aveva sbagliato strategia. E l’avrebbe allontanata di sicuro. “O si come salire su un Impala del 67 ogni volta che il telefono squilla!” Mai toccare quel tasto per nessuna ragione. “Non ricominciare con questa storia!” “E assurdo!” “Sono io ha decidere della mia vita!” “Be Ellie forse è giunto il momento di scegliere!”
                                          
                                                                * Fine Flash Bach *

E scelse noi! Lei era diventa parte della famiglia. Perche la famiglia non è solo un legame di sangue. Una famiglia lotta, soffre e ride insieme, questo è essere una famiglia e lei lo aveva fatto. E non avrei mai permesso a nessuno di separarci per nessun motivo. 

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Capitolo 12
*** Agonia (parte due) ***



                                                   

Sangue, grida di dolore, lacrime, paura e Alastair, non c’era altro intorno a me. Non sapevo da quanto tempo fossi li, forse giorni oppure settimane. Volevo soltanto che finisse ma non me l’avrebbe mai concesso. “Ciao principessa..” “Allora..” “Con cosa iniziamo oggi?” Il suo sguardo era malefico e inquietante. Inizio a far scivolare le dita sui vari attrezzi e ne scelse uno, un coltello con una lama di circa cinque centimetri, molto affilata. Si avvicino a me e mi mostro il coltello e mi disse; “Oggi iniziamo con lo scalfire la superficie, fino ad arrivare in profondità.” Appoggio il coltello al mio braccio destro e inizio ad incidere la carne, sentii il sangue iniziare a sgorgare lungo la ferita. Dalla mia bocca non usci un suono anche se il bruciore e il dolore erano lancinanti. E Alastair non era felice tutto ciò. “Non resisterai a lungo!” “Prima o poi urlerai!” “Tutti lo fanno!” Ripete la stessa operazione un’altra volta, cercavo di concentrarmi su Dean per attenuare il dolore. “O ma Dai che cosa patetica!” “Davvero pensi che funzioni!” E il terzo taglio non tardò ad arrivare solo che stavolta ci mise più pressione e non scalfì solo la mia pelle ma anche i muscoli sottostanti e non potei più trattenere più la mia voce. Urlai con tutta la forza che avevo. Voleva farmi a pezzi e lo avrebbe fatto lentamente. “Visto!” “Basta premere nel modo giusto ed ecco che si ottiene ciò che si vuole!” Si sposto sul lato sinistro e strinse la cinghia in torno al braccio. Sapevo il perché, stringendola avrebbe rallentato il flusso del sangue impedendo così che morissi dissanguata.  Porto il suo viso a pochi centimetri dal mio.  E mi disse: “Cosa sanno gli Angeli?” Lo guardavo negli occhi senza mai distogliere lo sguardo. Da me non avrebbe ottenuto niente anche se mi sarebbe costata la vita. Non avrei mai tradito la mia famiglia e nemmeno Castiel. “Vai all’inferno figlio di puttana!” Non era stata una frase ad effetto ma era quello che pensavo in quel momento. E in un modo o nell’altro sarei stata io a rispedircelo. Dalla sua bocca usci una risata malefica. “Su questo hai ragione.” “Ma non ci andrò da solo!” “Ti trascinerò laggiù con me!” “Fosse anche l’ultima cosa che faccio!” Si allontano dal mio viso con un ghigno inquietante alzo il coltello in modo che lo vedessi e poi taglio di nuovo. E di nuovo dalla mia bocca uscirono urla di dolore accompagnate da lacrime. Ando avanti a tagliare, incidere e scavare per ore. Si fermava soltanto per ripetermi la stessa domanda a cui io mi ostinavo a non rispondere. Non avevo più voce avevo la gola secca e mi faceva male ogni centimetro del mio corpo. E Alastair non accennava a volersi fermare. All’improvviso il demone si bloccò appoggio il coltello sul tavolo e si pulì le mani con uno straccio. Si voltò verso di me e disse: “Abbiamo visite!” Poi si voltò completamente dandomi le spalle. Dopo pochi istanti si apri la porta ed entro qualcuno. “Mia signora!” La sua voce aveva un intonazione diversa come se la persona che avesse davanti fosse pericolosa. “Alastair.” “Hai ottenuto le risposte che mi servono?” Il mio cuore sembrava aveva preso a pulsare freneticamente, sapevo a chi apparteneva quella voce. Lilith. Alastair esitava nel rispondere o forse stava cercando le parole giusto per non farla infuriare. “Mi occorrono ancora pochi minuti, mia signora.” Lei avanza di qualche passo verso il suo servitore. “Questo non è un gioco!” “Non è nemmeno il momento di vendicarsi!” “Trova il modo di farla parlare prima che sia io a giocare con te!” A quelle parole mi resi conto che Alastair aveva due motivi per torturami Radio Angelo e Dean. La teoria era semplice non puoi torturare lui, tortura chi ama!Alastair si inchinò e Lilith lascio il locale. Si avvicino di nuovo a me e con una mano mi strinse il volto in modo che lo potessi vedere bene in faccia. “Hai sentito il capo!” “E meglio che inizi ha collaborare!” “O di te rimarranno soltanto piccoli brandelli di carne, te lo posso assicurare!” Ma nel suo tono non c’era solo odio c’era qualcos’altro lo notavo dai suoi occhi era come si fosse accorto di non avere più tempo. Forse avevo capito il perché Lilith non era venuto soltanto per dirgli di sbrigarsi ma perché stava arrivando qualcuno. Loro stavano arrivando e io non sarei sopravvissuta a questo. Che io fossi morta o no Alastair avrebbe vinto comunque. Dean avrebbe passato il resto della sua vita a sentirsi in colpa per quello che mi era accaduto e in nessun modo lo avrebbe dimenticato. E la tortura ricomincio di nuovo solo che questa volta ci andò giù pesante,ora non erano solo gambe e braccia sanguinar ma anche l’addome e il petto. Ogni taglio era sempre più doloroso, ad ogni taglio una parte di me moriva lentamente, ad ogni goccia di sangue che perdevo un ricordo scivolava via e non sarebbe tornato mai più. Ed ad ogni battito il mio cuore rallentava e prima o poi si sarebbe fermato senza ripartire più, ad ogni lacrima Dean iniziava a sparire, tutto iniziava a sparire, diventava sempre più buio. Poi la voce del mio carnefice sussurrò al mio orecchio: “Non finisce qui.”  E poi tutto fini e le tenebre mi avvolsero.
 
                                 

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Capitolo 13
*** Operazione Salvataggio (parte uno): C’è sempre qualcosa nascosto in ognuno di noi. ***


                                                       **********Dean********
Bobby aveva ragione era giunto il momento di mettere da parte l’orgoglio e fare quella telefonata. Non avevo altra scelta. Feci un respiro profondo e presi il telefono dalla tasca dei jeans, quando una fitta al braccio mi tolse il respiro tanto che dovetti appoggiarmi alla scrivania per non cadere. Dio se faceva male. E non accennava a fermarsi. Qualcuno si avvicino alla scrivania e mi appoggio una mano sulla spalla per farmi voltare. Era Castiel. “Castiel tutto questo lo ha provato anche lei..” “Mentre ero laggiù?” Il volto di Castiel era cambiato era come se avesse iniziato a provare sentimenti che non aveva mia provato prima. “In modo un po’ diverso ma si.” Adesso iniziavo a capire che cosa ha significato per lei vedere è sentire. In tutto quel dolore c’era speranza di sapere che tutto ero reale che io fossi reale. Iniziai ha scorrere l’elenco della rubrica fino ad arrivare alla D e esitai ancora qualche secondo poi schiaccia il tasto della chiamata. Uno due tre squilli e poi la sua voce. “Che cos’hai fatto?” Possibile che fossi così prevedibile anche per uno che conoscevo appena. “Ciao! Si ma in effetti avrei da ridire su questo!” Non mi piaceva essere accusato di qualcosa che non potevo prevedere. “Senti Winchester!Lascai perdere i convenevoli!” “Cosa vuoi?” Non era amichevole il ragazzo. Non che a me stesse particolarmente simpatico, anzi a pensarci bene non lo sopportavo! “Ok..” “Si tratta di Ellie!” Come pronunciai il suo nome la chiamata si interruppe! Be quando si dice che basta una sola parola per avere l’attenzione di tutti. Mi voltai in modo che potessi vedere i loro volti. “Credo che sarà qui tra poco!” Il problema sarebbe stato spiegare a Dylan in meno possibile dandogli la spiegazione migliore. Quindi il discorso inferno era fuori discussione. “Ok ci serve un discorso che sia semplice convincente e il meno dettagliato possibile!” “Sam idee?”  Guadi Sam dritto negli occhi avevo bisogno che mi reggesse il gioco e doveva farlo alla sua maniera ossia con lo sguardo da cucciolo bastonato. “Gli diciamo la verità omettendo i particolari e cercherò di essere convincente!” Non mi bastava che provasse doveva riuscirci. Dopo qualche minuto sentii una macchina fermarsi nel cortile di casa. Sapevo benissimo chi era. “Ok ragazzi si va in scena!” Busso alla porta e Bobby andò ad aprire: “Ciao ragazzo!” e Dylan entro. “Ciao Bobby!” Ok era effettivo non lo potevo vedere ma dovevo controllarmi. Entrati nel salotto Dylan punto dritto verso di me. Lui non si era accorto di Castiel che aveva iniziato a studiarlo piegando la testa da un lato. “Lei dov’è?” Certo che non sapeva dove stava l’educazione. Feci un mezzo sorriso e gli risposi: “Non è qui!” Mi si scagliò addosso prendendomi per il colletto della camicia e spingendomi contro il muro. “Cosa gli hai fatto?” Ok forse il piano sarebbe andato a farsi benedire: “Un demone l’ha rapita!” Sam si frappose fra me e lui tanto che fu costretto a mollare la presa. Ma il genio della situazione non aveva ancora finito. “Tu gli stai rovinando la vita!” “E la cosa più assurda e che lei non se ne accorge nemmeno!” Ora stava esagerando e io non potevo sopportarlo. “Ora stammi bene ha sentire ragazzino!” “Qui non si tratta ne di te ne di me!” “Tu sei furioso con lei perché ha scelto me e Sam e non te!” Il suo volto cambio sapeva che avevo ragione e quando la gente ti sbatte la verità in faccia senza che tu gli abbia chiesto il permesso faceva male. “Vai all’inferno Dean!” Quella frase se fosse stata detta qualche mese fa avrebbe fatto più effetto ma ora era di verso: “Già fatto!” Sam e Bobby mi guardarono con gli occhi spalancati, e addio al piano a. Il problema era che non aveva un paino b al momento. E fu Sam a prendere in mano la situazione. “Senti so che avete delle divergenza!” “Ma ci serve il tuoi aiuto, c’è lo poi dare?”  Dylan posava gli occhi prima su Sam e poi si di me, forse cercava la fregatura ma se voleva che lei tornasse a casa doveva accettare. “Ok d’accordo.” Castiel non aveva mai smesso di fissa Dylan da quando era entrato il che mi faceva pensare che non era un buon segno. “Castiel!” “Vai noi ti raggiungiamo tra un’ora!” L’angelo si voltò di nuovo verso Dylan e poi torno a guadare me. “Dean!” “Tieni quel ragazzo lontano da lei!” “C’è qualcosa di strano in lui!” Ecco questa era una cosa che non volevo sentire! Se Castiel non si fidava non era un buon segno. “Fantastico!” “Ve bene ma adesso vai!” A Dylan le parole di Castiel non erano sfuggite ma sembrava non l’avessero scalfito. E nemmeno il fatto che fosse svanito nel nulla lasciando il classico spostamento d’aria. “Non chiedere e meglio per te!” Era giunto il momento di illustrare il piano. “Ok entriamo tutti insieme e poi ci dividiamo in due gruppi! Dylan, Sam e Bobby io vado con Castiel!” Sam e Bobby fecero cenno di si con la testa ma qualcuno sembrava non essere d’accordo. “Scordatelo io vengo con te!” Se stava cercando di farmi infuriare ci stava riuscendo benissimo. Ma fu Bobby a perdere le staffe per primo.  “Non stiamo giocando alla lotteria!” “Si tratta di mia figlia!” “Non è un premio in palio  chiaro!” “Quindi o accetti la cosa o te ne vai!” “ A te la scelta!” Io ancora non riesco a capire come faceva a sopportalo insomma si comportava come un bambino a cui avevano tolto il suo giocattolo preferito. Wow più chiaro di così non si può essere! Non si aspettava la reazione di Bobby quindi non poté fare altro che accettare. Saremmo andati con due auto e ben armati non sapevamo quanti erano anche se Castiel ci aveva detto che erano parecchi. Ma non erano loro a preoccuparmi era Alastair a preoccuparmi. Anche con Castiel al seguito lui era troppo potente per noi. E se fosse rimasto la ad aspettarci sarebbe stato difficile uscirne tutti quanti vivi. Stavo sistemando i fucili e i proiettili nelle secca quando un dolore mi squarcio il petto. Alastair aveva ricominciato e ci stava andando giù pesante e noi non avevamo più tempo. Cercavo di controllare il respiro non volevo che Bobby si accorgesse che le cose stavano precipitando. Il dolere passo alle gambe e alle braccia era diventato insopportabile. E Sam si rese conto che qualcosa non andava. “Dean..” “Dean Hey!” “Dean!” La sua faccia non aveva una bella espressione segno che la mia era peggio! E Bobby subito dietro di lui capì che la situazione non era delle migliori. “O maledizione!” “Forza andiamo!” Ma Dylan ci si parò davanti e non aveva intenzione di lasciarci passare. “Ok ora basta!” “Dovete spiegarmi che succede!” Ma Bobby era di altro avviso. “Levati di mezzo idiota!” “Non è il momento delle confessioni!” Ma niente da fare “Si Be io non mi muovo!” Ha fantastico ecco che ci riprovava. “Senti genio!” “Se non ci muoviamo riporteremo indietro un cadavere!” Ma ancora non si spostava. “Tu come fai a sapere che non sia già morta?” Voleva sapere la verità accomodati. “Perché se fosse morta tu avresti un proiettile in testa!” “ E fidati non sto scherzando!” “ Adesso spostati prima che cambi idea!” Dal suo sguardo capì che mi aveva creduto. Caricammo le sacche in auto e andai da Bobby. “Bobby!” “Tieni d’occhio Dylan!” “Castiel ha detto che ha qualcosa di strano!” Non sembrava sorpreso. “Va bene!” “ A Dean!” “Non fare niente di stupido!” Avevo sentito questa frase un milione di volte e mi spuntò un sorriso “Oggi no!”  E andai verso l’Impala con la frema intenzione di riportare L’amore della mia vita a casa!

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Capitolo 14
*** Operazione salvataggio (parte due): Ancora un minuto! ***


                             **********Dean***********
 
Volevo dire a Sam dei dubbi di Castiel anche perché lui e Bobby dovevano guardarsi le spalle. “Senti Sammy!” “Tieni d’occhio Paride d’accordo!” “Ha Castiel non piace!” Mi guardava come se avessi detto qualcosa di strano! “Ok va bene!” “Paride davvero?” Be che c’è è così strano io non credo. “Non dire niente!” Aveva la battuta pronta ma non volevo commenti. “E comunque l’ha letto lei non io!” Sapevo di non essere credibile, mentre lei leggeva ogni tanto mi cadeva l’occhio su qualche paragrafo. “Si certo Dean ti credo!” No non mi credeva affatto. Il tempo di scherzare era finito eravamo arrivati a destinazione. Scendemmo tutti dalle auto e mi resi conto che qualcosa non andava. “C’è qualcosa che non va!” “Non mi piace non mi piace per niente!” Castiel apparve davanti a me con il suo solito stile da invasore alieno. “Castiel!” “Maledizione!” “Finirai con il farmi venire un infarto!” Ma la sua preoccupazione era visibile anche ad un cieco! “Dean ha ragione!” “Qui c’è rimasto solo un demone!” E sapevamo benissimo chi fosse. “Ma tu che diavolo sei?” la voce di Dylan interruppe tutti i nostri pensieri. Giusto non avevamo fatto le presentazioni e non che mi andasse di farlo, ormai eravamo in campo tanto valeva giocare. “Angelo!” “non Diavolo!” “Che tu ci creda o no!” “Si chiama Castiel!” Era sconvolto! Tutti lo siamo stati all’inizio. “Esiste veramente?!” A no intervista con l’Angelo adesso no! Non era il momento! “Si!” “Come esistono demoni, vampiri, licantropi e i Wendigo!” “L’unica cosa che non esiste e Big-Foot!” “Ti avevo detto di non chiedere!” “Adesso diamoci una mossa!” Troncata la classica conversazione ci dirigemmo verso l’entrata del mattatoi. Io ero davanti a tutti e una volta entrati constatammo che Castiel aveva ragione il posto era deserto o quasi!Ci guardammo tutti un ultima volta con un gesto d’intesa e ci separammo!adesso iniziava la parte difficile! Quel posto era enorme ci avremmo impiegato ore per trovarla. I dubbi iniziarono ad insinuarsi in me, se l’avessi trovata morta cosa avrei fatto? No non potevo e non dovevo pensarci!C’era un silenzio spettrale che all’improvviso venne rotto da un urlo di dolore che mi blocco e mi fece crollare il mondo addosso. Castiel si volto e mi si parò davanti. “Corri!” “Corri più veloce che puoi!” Non gli risposi iniziai a correre. Correvo,correvo il più velocemente possibile anche se ad ogni passo i corridoi e le stanze del mattatoi sembravano non finire mai. Le sue urla mi penetravano il cuore come lame roventi e rimbombavano tra le pareti di quel maledetto posto. Dopo minuti interminabili arrivai davanti ad una porta scorrevole. Ero avvolto nel silenzio più assoluto. Niente urla di dolore nessun tipo di suono il nulla più assoluto. Perché aveva smesso? Non poteva essere morta. Insomma si le persone muoiono giusto? Ma lei non doveva, non per colpa mia. Alastair non l'aveva rapita per avere informazioni ma per vendicarsi. Nessuno era mai fuggito dall'inferno e sottratto alle sue "Operazioni" . Io si grazie ad una decisione divina ero stato liberato e ora a pagarne le conseguenze c'era Ellie. Allungai la mano e afferrai la maniglia con tutta la forza che avevo e iniziai a far scorrere la porta quel tanto che bastava per vedere all'interno. di Alastair nessuna traccia, allargai di più lo spazio e lei era li, esattamente al centro della stanza legata ad un lettino. Dio ti prego lasciami ancora un minuti per stare con lei. Lasciai la maniglia e mi avviai a grandi passi verso di lei. Era ricoperta di sangue e da alcuni tagli ne usciva ancora. Allungai una mano per appoggiarla sulla sua guancia e iniziai a chiamarla per nome. "Ellie?" "Ellie!" "Riesci a sentirmi?" "Sono io Dean." “Apri gli occhi ti prego!”
 
**********Ellie.. nel buio c’è sempre una luce che brilla.. E a gli occhi verde smeraldo*********
Mi sentivo stanca e in torno a me non c’era niente, avevo la sensazione di cadere nel vuoto. Giù sempre pi giù. Cercavo di urlare ma non avevo più voce volevo piangere ma non avevo più lacrime. Volevo solo dormire non sentire più niente! Perché quello che avevo davanti faceva paura. "Ellie?" C’era una voce nel buoi. Ma chi era Ellie. "Ellie!" Era dolce ma anche spaventata. "Riesci a sentirmi?" Si era cosi bella speciale  per me  era speciale.. Un immagine iniziò ad apparire nella mente. "Sono io Dean." Dean mi aveva trovato non si era dimenticato di me. No il mio angelo con gli occhi verdi non l’avrebbe mai fatto. “Apri gli occhi ti prego!” Si.. li aprirò.. Li aprirò per te.
 
  *****************************Dean*************************************
 
 Con uno sforzo immane lei apri gli occhi ed inizio a piangere. Non mi importava niente del fatto che Alastair potesse essere nascosto da qualche parte a godersi la scena, volevo soltanto portare Ellie via di li."Dean..." "Ho tanto freddo.." "Lo so piccola!" "Adesso ci sono io andrà tutto bene!" Non c'era niente che andava bene lei stava morendo dissanguata. E l'unica cosa a cui riuscivo a pensare e che se fosse morta avrei cercato Alastair e poi lo avrei fatto a pezzi con le mie mani non avrebbe vissuto più a lungo di lei. Iniziai a slegarla e poi cercai sollevarla sperando di farle mano male possibile, ma non ci riuscii molto bene perche dalla labbra uscirono dei gemiti di dolere. “Scusa.” Mi tolsi la giaccia di jeans e gli e la feci indossare causando altri gemiti di dolore. “Tranquilla ho fatto!” “Adesso ce ne andiamo da qui!” Stavo per prenderla in braccio quando qualcuno usci da dietro una colonna battendo le mani. “E il premio per il migliore salvataggio dell’anno va a..” “Dean Winchester!” Non poteva essere lui sarebbe stato assurdo!Castiel l’avrebbe riconosciuto. “Tu!” Altro che premio per il miglior salvataggio, mi meritavo il premio come idiota dell’anno! “Già!” “Proprio io!” “O Dean devi vedere la tua faccia in questo momento!” “E uno spettacolo meraviglioso!” Tutto quello che stava accadendo non aveva alcun senso. “Perché!” “Perché tutta questa messa in scena!” Sul suo volto si allargo un sorriso malefico che non prometteva niente di buono. “E giusto questo posso concedertelo!” “Perché so tutto Dean!” “So che sei stato all’inferno!So cos’ha visto e so anche cos’hai fatto!” “E so che lei è speciale!” “Molto speciale, sia per te che per i cuscini con le ali al piano di sopra!” “Devi capire che quello che c’è nella sua testolina ci serve! “ E in modo o nell’altro lo avremo!” Se voleva lei, prima doveva passare sul mio cadavere nessuno si sarebbe avvicinato a Ellie mai più! “Prima dovrai uccidermi!”
 

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Capitolo 15
*** “Lottare per sopravvivere” ***


                                  ********************Dean*******************


Si avvicino di qualche metro verso di noi. Avevo Ellie in braccio e non potevo usare il fucile. Dovevo rimetterla sul lettino non avevo altra scelta. La appoggiai di nuovo sul lettino e lei mi afferro il braccio. La guardai negli occhi aveva paura che la lasciassi di nuovo. Mi abbassai per baciarle la fronte e le dissi: “Andrà tutto bene.” “Non gli permetterò di farti del male.” Perché le cose dovevano andare sempre così! Perché doveva soffrire! Lei non aveva fatto niente di male. C’era una cosa che non riuscivo a capire, aveva avuto centinaia di occasioni per farle del male perché arrivare a tanto! Potevo soltanto chiedere a lui. “C’è una cosa che non capisco!” “Perché in questo modo!” “Hai avuto tante occasioni per farle del male ma questo e troppo anche per uno come te!” “Perché?” Il suo atteggiamento era cambiato mentre gli e lo chiedevo, forse avevo centrato il punto. “Non ci arrivi vero!” “Eppure non è difficile!” “Tu ci sei sempre stato tu!” “Per lei” “Tutto per lei ruotava in torno a te!” “Te lo ricordi quando le hai detto del patto Dean?” “O io si!” “Poteva urlarti contro prenderti a pugni e invece niente!” “ Non ha mai smesso di avere fiducia in te! “ E sai qual è la cosa che mi da più fastidio e che aveva ragione Ellie!” “ Ti considera un eroe!” “ Il suo eroe!” “E io non riesco a sopportarlo!” Era una follia tutto questo era folle. Lui non era un essere umano. Perché nessun essere umano poteva collaborare con i demoni per arrivare a tutto questo. “Tu! Tu hai detto i demoni come fare!” “ Eri sul retro della casa! “Ecco perché Ellie guardava fuori dalla finestra!” “Ti ha visto!” Aveva lasciato cadere il bicchiere per svegliarci ma non avevamo fatto in tempo. “Cosa speri di ottenere?” “Se lei muore non resterà niente!” tutti avremmo perso qualcosa! Una figlia, un’ amica, l’amore. “ Voi avrete perso qualcosa!” “ Io no!” “Io non posso perdere qualcosa che non ho mai avuto!” Ed ecco il punto! Voleva che morisse! Voleva che la guardassi morire. Nessuno dei due parlava si sentiva soltanto il respiro affannoso e pesante di Ellie. Io e Dylan ci squadravamo in attesa che uno dei due facesse una mossa. Più pensavo alle sue parole più capivo che qualcosa non quadrava. I demoni non fanno mai niente se non hanno qualcosa in cambio. E fu allora che capii che cosa Dylan aveva realmente ottenuto. “No! Non puoi averlo fatto!” Sul suo volto comparve il sorriso più compiaciuto che avessi mai visto ed era orribile. “Ci sei arrivato finalmente!” “Cominciavo a pensare che non avresti mai capito!” inizio ad avvicinarsi lentamente verso di noi. Io strinsi con tutta la forza che avevo il fucile e lo puntai verso di lui. “Sul serio Dean!” “Non vorrai mica farlo!” Erano proiettili di sale non l’avrei ucciso ma lo avrei rallentato. “Primo non serva a niente!” “Secondo non sono un demone!” Detto questo mi scaravento dall’altra parte della stanza con un gesto della mano e persi il fucile che fini vicino hai suoi piedi. Lo fece scivolare a qualche metro da lui facendo in modo chi io non ci arrivassi. No non era un demone e questo lo avevo capito anche se un po’ tardi ma c’ero arrivato! Mi diede le spalle e si avvio verso il lettino. Non gli e lo potevo permettere e tutto questo doveva finire! Dopo tutto quello che le era successo non poteva sopportare anche questo. Iniziai a sollevarmi con difficoltà visto il colpo era stato forte e mi aveva stordito. Una volta in piedi presi la rincorsa e mi lanciai verso di lui travolgendolo. Finimmo entrambi a terra! “Perché devi sempre rendere le cose difficili!” “Vuoi spiegarmelo Dean?” La risposta era semplice: “Bisogna lottare, per permettere alla persona che ami di vivere!” “Ti basta come risposta!” Ma a lui la risposta non piacque e con un movimento della mano mi mandò a sbattere contro una colonna. Il mio sguardo venne attirato da dei movimenti lenti e faticosi dietro Dylan. Ellie stava lentamente cercando di scendere giù dal lettino cercando di fare meno rumore possibile, ma perché? Il fucile era troppo lontano anche per lei. Poi ebbi un flash nel mio giubbotto c’era la pistola! Ma nelle sue condizioni avrebbe dovuto avvicinarsi il più possibile a Dylan se volva sparargli, l’unica cosa che potevo fare era dargli più tempo possibile senza farla scoprire e senza farmi uccidere. Se si fosse accorto di lei l’avrebbe sicuramente colpita o peggio. Dovevo farlo parlare, “Quindi sei uno stregone!” “ E da quanto tempo lo sei?” Una volta finito tutto avrei dovuto dire a Ellie di scegliersi degli amici migliori! Insomma non è carino spacciarsi per chi non si è! “Vuoi che ti racconti la mia storia?” “Ok tanto stai per morire quindi perché non farlo!” Si Bé di sicuro qualcuno sarebbe morto ma non sarei stato io! “Ho duecento anni!” “Anno più anno meno!” “Ho visto cose che nemmeno tu immagini!” “Guerre,carestie morte, o vagato per miglia esplorato continenti!” “Poi sono arrivato a Sioux Falls e o visto lei!” “Aveva qualcosa di diverso!” “ma per avvicinarmi a lei dovevo interpretare la parte di un suo amico quindi ho fatto un incantesimo ed ecco qui Dylan l’amico d’infanzia!” Non potevo crederci aveva uno stregone come vicino e nessuno di noi si è mai accorto di niente. Mi sollevai da terra e con uno sguardo veloce guardi nella direzione di Ellie per vedere dove fosse. Si stava sollevando con l’aiuto della colonna a pochi metri da noi. Dylan si avvicinò a me e mi afferro per il colletto e inizio ha sollevarmi di peso lungo la colonna. Ellie si era appoggiata con la schiena per cercare l’equilibro ed estrasse la pistola. O adesso o mai più. “Tu non arriverai a domani credimi!” Aveva capito che lo stavo sfidando. “Cosa pensi di fare Dean?” “Vorresti spararmi?” Le sue ultime parole famose! “Io no!” “Ma lei si!” In quel momento si rese conto dell’errore che aveva commesso. Mi lasciò andare e si volto verso Ellie. Che prese un respiro profondo e sparò. Dylan cadde all’indietro a peso morto!Ellie l’aveva centrato in piena fronte. Fece un passo avanti, però le sue gambe non ressero allo sforzo e cedettero, si ritrovò sulle ginocchia e poi i suoi occhi si chiusero e resto del suo corpo inizio lentamente a cadere sul fianco sinistro. Mi alzai di scatto e la presi al volo impedendogli di battere la testa sul pavimento della stanza. Le tolsi la pistola dalle mani! E la sollevai leggermente. Respirava a fatica e il battito era debolissimo. Sapevo cosa stava per succedere e chiamai Castiel con tutte le forze che avevo. “Castiel!” “Ti prego non morire..!” “Ho bisogno di te!” “Castiel maledizione!”            

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Capitolo 16
*** Ritorno alla normalità? No, non c’è niente di normale in tutto questo! ***


                                                           **************Dean*************
Casa Singer 3 giorni dopo.

Castiel aveva salvato Ellie per un pelo. L’aveva guarita fuori ma non dentro, per quello ci sarebbe voluto tempo molto tempo. Ma non era quello il problema principale da risolvere ce nera un altro. Trovare il demone che aveva il contratto di Ellie. Non sapevamo quanto tempo avesse e questo non ci aiutava affatto. Stavamo elaborando un piano per tenerla al sicuro e non avevamo molte soluzioni. Facevamo i turni per sorvegliarla. Mentre io Bobby e Sam cercavamo una soluzione Castiel la controllava. Era passati tre giorni da quando l’avevamo riportata a casa ma non si era ancora svegliata. Io stavo iniziando a pensare che non si sarebbe mai svegliata. E la cosa peggiore e che lei del patto non sapeva niente. Bobby era frustrato, io ero una bomba pronta per esplodere e Sam cercava di controllare che nessuno di noi crollasse. Mi alzai dal divano per andare a controllore Ellie e a dare il cambio a Castiel. Quando Bobby decise di esordire con una frase che mi spavento a morte. “Dovremmo dirlo a Ellie!” Proprio un bel momento per perdere del tutto il senno! “Bobby!” “Ma sei impazzito!” “Ne a è già passate abbastanza!” Mentire non era la soluzione giusta ma in questo caso lo avrei fatto anche se per me non sarebbe stato facile. “Dean!” “E vuoi mentirgli, fino a quando qui bastardi non verranno a prenderla?” Era sua figlia ed era giusto che si preoccupasse e che facesse di tutto per proteggerla ma questo era troppo. E non potevo intromettermi nel rapporto padre-figlia. “Bobby, pensaci bene.” Era l’unica cosa che potevo fare e dire. Mi avviai verso le scale quando trovai a metà della rampa Castiel che mi guardava con un lieve sorriso. “Castiel, va tutto bene?” L’angelo ricominciò a percorre il resto della scala e si fermò di fianco a me, mi disse: “Si, per quanto possa concernere la situazione!” “C’è qualcuno che vuole vederti.” “Ellie.” Ellie era in piedi in cima alla scala e mi guardava. In quel momento il peso che sentivo dentro iniziava a sparire lasciando spazio a qualcosa di diverso una sensazione che non provavo da mesi. Iniziai a salire le scale senza distogliere lo sguardo da lei, arrivato in cima la guardi negli occhi, non brillavano più erano spenti. Allungai il braccio per accarezzarle la guancia con la mano, lei chiuse gli occhi e inspirò profondamente poi li riapri e gli dissi: “Ciao piccola.” Lei in risposta si avvicino a me e mi abbraccio e io non potei fare altro che abbracciarla a mia volta. Scosto la testa dal mio petto e inizio ha sollevarsi sulle punte, io mi avvicinai a lei. Quando le nostre bocche s’incontrarono tutto quello che ci circondava spari in quel momento contavamo solo noi due. Anche se qualcuno al piano di sotto decise che era durato abbastanza a lungo. “Scusate!” “Ma qualcuno qui vorrebbe abbracciare sua figlia!” “Ciao bambina!” Così fummo costretti a separarci e lei scese le scale non molto ferma con le gambe tanto che dovette appoggiarsi allo corrimano per non cadere. A quanto pare la “Magia” aveva iniziato a perdere colpi. Era una delle poche volte in cui vedevo Bobby togliersi il cappello!Poi tocco a Sam abbracciarla e salutarla. “Ciao scheggia!” “Ben tornata!” L’ultima volta che Sammy aveva chiamato scheggia Ellie fu quando mi aveva rubato i fumetti di Batman da sotto il letto per disegnarci sopra. Dove parlare con Castiel da solo. Sam e Bobby andarono alla scrivania e Ellie si sdraio sul divanetto guardando un punto fisso. Mentre io feci cenno a Castiel di andare in cucina. “Cosà non ha funzionato nel tuo abracadabra?” Sembrava un po’ perplesso forse cercava di interpretare il termine abracadabra. “Non so cosa sia un abracadabra!” “I miei poteri non posso curare i suoi stati d’animo.” “E nemmeno gli effetti della vicenda.” “Solo tu e il tempo potete farlo!” “Starà bene.” A questo non credevo. “Non starà mai bene Castiel!” “Non è una cosa che si dimentica!”Ma a quanto pare lui la pensava in modo diverso. “Dean.” “Le..” No! Tutto ma non questo! “Non ti azzardare a dire che le vie di nostro signore sono infinite!” “Perché giuro che questa volta ti prendo a calci!” Non volevo prendermela con lui! Mi aveva tirato fuori dalla fossa e non era giusto che mi accanissi contro di lui. “Castiel io non..” “Sta tranquillo, so che sei arrabbiato!” “Cerca solo di non farti sopraffare dagli eventi.” “Questo e solo l’inizio.” E con il suo solito tono melodrammatico sparì lasciandomi solo con i miei pensieri. Sarebbe stata una lunga notte e preparare del caffè sembrava una buona idea. Ellie si era alzata dal divano e si mise a contemplare il soffitto come se fosse in trans. Radio Angelo aveva deciso di entrare in azione ed ecco perché Castiel si era congedato velocemente. Tutti eravamo concentrati su di lei e cercai di attirare la sua attenzione chiamandola. “Ellie.” Continuo ha fissare il soffitto come se non mi avesse sentito. Abbassò lo sguardo e disse: “Il sacro giorno dei tre, sarà macchiato dalle lacrime e dal sangue dell’anima più pura. La prima anima oscura porterà  dolore e morte. L’innocente giacerà  su una lastra di pietra bianca, quando la fredda lama del pugnale trafiggerà il suo cuore, l’oscurità calerà sul mondo” Già come verso non era piacevole ma sentirlo pronunciare da lei era peggio. Dopo che ebbe finito usci dalla trans e inizio a barcollare e cadere in avanti. Non ero molto distante quindi riuscii ad impedirgli di cadere e la portai sul divano. “Perché per una volta non ci sono rose e fiori e animali che scorrazzano felici nella foresta!” Lei sorrise. “Sono felice che qualcuno almeno l’abbia trovata divertente!” Anche se non c’era niente per cui essere allegri! Sam e Bobby iniziarono a cercare il passo sull’libro delle Rivelazioni. Non ci sarebbe voluto un genio per capire che si trattava dell’Apocalisse. “Qui non c’è nessun riferimento a quello che a detto!” A fantastico perfetto decisamente un’altra schifosa notizia. C’era solo una persona che avrebbe potuto darci spiegazioni. “Soldatino!” “Qui sotto c’è bisogno del tuo angelico aiuto!” “Perciò di dispiace portare il tuo alato fondo schiena in mezzo a noi!” Tutti iniziammo a guardarci in torno in attesa che facesse il suo arioso ingresso ma questo non avvenne, ciò significava che la cosa era più grave del previsto e sapevamo tutti il perché! “A quanto pare dovremmo arrangiarci!” “Se qualcuno a intuito qualcosa può liberamente farsi avanti!” Ma nessuno aveva idea del significato di tutto il verso eccetto la parte dell’anima. Bobby si alzò dalla scrivania e si sette a fianco alla della figlia. “Ellie, so che non vuoi, dovresti ripetere tutto parola per parola.” Certo una non può dimenticarsi una frase del genere e nemmeno io “Il sacro giorno dei tre, sarà macchiato dalle lacrime e dal sangue dell’anima più pura. La prima anima oscura porterà  dolore e morte. L’innocente giacerà  su una lastra di pietra bianca, quando la fredda lama del pugnale trafiggerà il suo cuore, l’oscurità calerà sul mondo.” Avevo tutti i loro sguardi puntati addosso. “Che c’è?” “Anch’io ho un cervello!” “E so come funziona!”

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