Damned.

di Niall is my kryptonite
(/viewuser.php?uid=213070)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologue. ***
Capitolo 2: *** chapeter one. ***
Capitolo 3: *** chapter two. ***
Capitolo 4: *** chapter three. ***



Capitolo 1
*** prologue. ***


                                   “DAMNED”

Non è strano? Spesso pensi di poter trovare una via d'uscita in tutto. Pensi di poter semplicemente scappare senza affrontare le difficoltà. Pensi che gli scheletri che ti porti dietro da una vita un giorno o l'altro spariranno, lasciandoti vivere quella vita semplice e perfetta che tutti desiderano dal momento in cui vengono messi al mondo.

C'è chi nasce per soffrire moderatamente e chi per venire straziato dal dolore. C'è chi avrà successo, fama, soldi, donne, ma troverà sempre una scusa per sentirsi incompleto.

La felicità dell'uomo è irraggiungibile. È come iniziare un puzzle di sogni e speranze sapendo di non avere tutti i pezzi per terminarlo.

Credo che la gioia sia relativa all'attimo. Relativa ad un bacio. Un segno d'affetto. C'è chi si accontenta di avere la salute. Persone che stanno bene anche solo sapendo di avere un amico accanto.

Poi ci sono io.

Io che non posso scappare dal destino. Io condannata alla solitudine. Troppo pericolosa per meritare amore, ma troppo poco per meritare rispetto. Chiamatemi mostro, strega, pazza. I superstiziosi preferiscono non mettersi in bocca il mio nome. Damned: ecco il nomignolo più gettonato. E tu, sei abbastanza coraggioso per pronunciare il nome del demone che tutti vedono in me? Si? bene, sono Grace. Grace Sullivan.

Benvenuto nel mio inferno.


Salve, sono giorgia. questa direi che è una delle ff più
strane che mi sia mai passata per la testa, e avevo taanta voglia di pubblicarla.
spero che troviate interessante almeno il prologo. fatemi sapere che ne pensate
in una recensione magari. c:
un bacio, aggiorno presto.
-Giorgia. x

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** chapeter one. ***


Chapeter one.

Erano appena le due del pomeriggio e a giudicare dall'erba appiattita sotto il peso del mio corpo, ero sdraiata su quel prato da almeno un paio d'ore. Più precisamente da quando la pioggia aveva iniziato a rinfrescare l'aria lasciando che la mia pelle si beasse delle carezze lasciatevi dalle gocce d'acqua.

Schiusi appena gli occhi cercando di scorgere il paesaggio circostante e, con un po di fatica, riuscii a mettermi a sedere. Avevo il corpo intirizzito dal freddo e dall'umidità, ma la cosa non mi disturbava più di tanto. Strofinai velocemente la stoffa dei jeans con il palmo delle mani per riattivare la circolazione, per poi cercare di riscaldare le dita nelle tasche della lunga giacca verde militare che portavo sempre nei giorni più cupi. Il vento cominciò a soffiare impetuoso facendomi scompigliare disordinatamente i capelli biondo cenere. Decisi di alzarmi da terra per tornare all'appartamento di zia Candeys, quando un o scricchiolio di passi sugli aghi di pino mi fece bloccare il respiro.

-Grace, non ti è mai passata la passione per i boschi a quanto pare.- sentii la bocca dello stomaco contorcersi al suono di quella voce profonda. Che ci faceva nel bosco? Che fosse tornato a prendermi?

-Zayn..- asserii cercando di non far trasparire il terrore che mi stava lentamente assalendo. -c..cosa ci fai qui?- puntai lo sguardo nei suoi occhi dorati. Sembrava che tante piccole fiamme lampeggiassero a tratti nei suoi occhi, donandogli quel fare misterioso che affascinava e incuteva timore al tempo stesso. Sembrava che dietro a quelle iridi colorate ci fossero celati segreti talmente tanto grandi da farne sentire il peso e la gravità anche solo guardandole. Smisi di fissarlo e posai lo sguardo lontano, verso la città avvolta dalla nebbia. -Direi nulla di speciale, piccola. Prendila come una visita di cortesia. Diciamo che ci tenevo a vederti straziata dal dolore... purtroppo sembra che tu stia resistendo abbastanza, per il momento.- un ghignò colorò la sua espressione glaciale. Scossi la testa avvicinandomi a lui. Un passo dopo l'altro. Alzai la testa per poi soffocare una risatina sommessa.

-Pensi davvero di poter piombare qui, nella mia città, e spaventarmi con delle frasi fatte dettate dal tuo burattinaio Malik?- dissi, cercando di sminuirlo. Lo conoscevo da troppo, secoli forse. Sapevo di cos'era capace. Si sarebbe nutrito della mia paura. Non potevo lasciare che mi annientasse per così poco. Per un tremolio di voce. Per uno sguardo evitato.

Lo scorsi mentre serrava i pugni lungo il corpo. Irrigidendo la mascella e facendo pulsare la vena che percorreva il collo. -Arriverà il giorno in cui ti piegherai a noi, Sullivan. In cui ci implorerai di ucciderti, maledirai il giorno in cui non hai onorato la promessa fatta. Striscerai nel fango chiedendo perdono.- Detto questo vidi la figura del giovane sparire tra la nebbia.

Mi guardai attorno cercando di scoprire se potesse essersi nascosto dietro qualche arbusto, ma di lui non c'era traccia. Lieta della sua scomparsa mi avviai a passo svelto verso casa passando per le campagne. Avevo il fiato corto e il petto sembrava esplodermi ad ogni respiro che compievo. Non potevo fermarmi. Non ero al sicuro allo scoperto. Dovevo tornare in città. Lontano da ogni pericolo. Lontano dal mio passato.

Dopo circa una decina di minuti intravidi il portone scuro della mia abitazione. Cercando nella sacca trovai le chiavi che feci girare più e più volte nella toppa con aria affannata. Salii le scale a due a due finché non aprii anche la porta di casa.

-Z..zia?- ansimai, cercando di camuffare lo stato in cui mi aveva ridotto la corsa tra i boschi. Lei non doveva sapere dove fossi stata, le avevo promesso che non sarei più tornata in quel luogo. Quella pazza di zia Candeys aveva una fobia incontrollabile per i lupi. Da piccola viveva in una casa situata al confine tra i boschi e il paese. Un grosso lupo grigio, parecchio affamato, dilaniò il corpo del suo amato cocker davanti ai suoi occhi e da quel momento non aveva più voluto neanche sentire nominare il nome di quelle “bestiacce spietate e sanguinarie”, come la chiamava lei.

Fossi in lei, avrei venerato quell'animale. La sua bontà di spirito, dopo tutto, l'aveva portato a cibarsi di uno stupido cane, invece che una succulenta bambina. Fatto sta che mi fu severamente proibito di recarmi al di fuori della città senza il suo permesso. Vivevo con mia zia da tanto ormai, da quanto avevo neanche sei anni compiuti e i miei genitori mi avevano lasciata, perciò avevo imparato a sgattaiolare fuori dal paese senza farmi scoprire. Non so di preciso da cosa derivasse quel mio amore incondizionato per la natura. Per la solitudine. Forse in qualche modo mi sentivo di appartenere più a quel mondo. Forse perché mi sentivo più lupo che cocker. Forse perché nei silenzi degli alberi trovavo le risposte ad ogni mio dubbio e conforto ad ogni mia lacrima.

-Grace, tesoro. Dove eri finita?- la sentii raggiungermi a passo svelto per poi fermarsi ad osservare il mio aspetto con aria allarmata. -Sei zuppa fradicia, ti prenderai un malanno Gra! Va a cambiarti, ti preparo un tea alle erbe, prima che ti becchi una polmonite!- mi ordinò in tono severo. Decisi di ubbidire, c'era poco da scherzare con lei. Zayn Malik a confronto non sarebbe stato affatto spaventoso. Anche se di spaventoso, Zay, aveva davvero poco se non quel suo sguardo agghiacciante. Aveva capelli corvini e tratti del viso delicati, nascosti da un accenno di barba scura. La pelle ambrata metteva in risalto quel suo sguardo penetrante e la sua bocca piena e carnosa era il coronamento della perfezione fisica. Il suo corpo era asciutto e presentava un lieve accenno di muscoli che rendeva ancora più irresistibile. La sua sete di vendetta e il suo essere fedele al “re” sbagliato, però, lo rendeva irraggiungibile a chiunque avesse un minimo di sale in zucca.

Mi spogliai dei vestiti bagnati per poi infilarmi sotto il getto caldo della doccia. Quel benessere momentaneo mi avrebbe aiutato ben poco, ma mi avrebbe distratto comunque per una ventina di minuti sulla conversazione che avevo intrattenuto col moro nel bosco.

Finito quel attimo di relax, uscii indossando l'accappatoio di spugna e mi diressi in camera per poi vestirmi con degli abiti comodi e seguire mia zia Candeys di sotto in cucina.

Iniziai a sorseggiare il tea sedendomi sul divano posto sotto la finestra. Sarebbero tornati a darmi la caccia. Sentivo che il male si stava accanendo di nuovo su di me. E questa volta avrei dovuto affrontare il passato. Una volta per tutte.


saaalve, i'm back for you! 
questo è il primo vero capitolo della storia.
spero vi piaccia il Zayn sexy e tenebroso che ho in  serbo per voi! :D
COMUUUNQUE,
la trama è abbastanza complessa,
vi assicuro che sarà più comprensibile il tutto andando avanti con la storia.
Beh, spero continuiate a recensire e a leggere.
alla prossima. 
un bacio,
-Giorgia. x

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** chapter two. ***


Chapeter two.

Sorseggiai il tea per qualche minuto prima che riuscissi a vedere il fondo della tazza da cui stavo bevendo. Il freddo cominciò a farsi sentire, infiltrandosi poco a poco dalle fessure poste sotto le spesse finestre, così decisi di spostarmi da quel posto gelido e andare a rintanarmi in camera nonostante fossero solo le due del pomeriggio. Beh, diciamo che il fatto di stare interi giorni barricata in casa era esattamente ciò che facevo abitualmente. Salii con calma le scale senza neanche degnarmi di salutare zia Candeys e mi bloccai davanti alla porta della mia camera. Girai il cartellino che penzolava dal legno rendendo visibile la scritta “non disturbare”, poi entrai nella stanza chiudendo a chiave l'entrata. Avevo bisogno di ritrovare la forza per resistere. Non avrei potuto fare altrimenti. Mi avviai a passo svelto verso il letto posto al centro della mia piccola stanza dalle pareti color panna. Inginocchiandomi ai piedi di esso iniziai a frugare tra il materasso e le toghe di ferro che lo rendevano stabile, trovando poco dopo ciò che cercavo. Il mio immancabile pacchetto di chestrefield. Raccolsi da terra anche l'accendino scivolato dalla scatola bianca che ora tenevo ben stretta in mano. indossai nuovamente la giacca verde e presi una sacca scura dal pavimento mettendo dentro tutto ciò di cui avevo bisogno (Il mio mp3, un libro e le mie famigerate sigarette) e aprii a fatica la finestra accanto alla scrivania. I grandi rami del ciliegio che si erigeva nel mio minuscolo giardino sfioravano il davanzale così, come facevo ormai da anni, mi ritrovai aggrappata con le mani, a circa due metri di altezza, all'albero per poi issarmi completamente sul tronco. La corteccia mi graffiava le mani e logorava leggermente i lembi della tuta che strusciavano contro di essa, ma poco male.

Appoggiai la testa alla dura corteccia e tirai fuori i-pod e sigarette dalla sacca. La musica, dopo poco, iniziò ad inondarmi la mente. Sfilai dal pacchetto una stecca bianca e la posizionai dietro l'orecchio destro per afferrare l'accendino. Portai la chesterfield alla bocca e la strinsi leggermente tra le labbra per non farla cadere. La rotellina si inceppò per un paio di volte, finché la scintilla diventò una piccola fiammella che accese un estremità. Inspirai a fondo ed espirai creando una piccola nuvola di fumo che si dissolse nell'aria. Era impensabile da quanto tempo ripetevo queste azioni. Andavo nel bosco quando il tempo era grigio e le caccia era chiusa, mi stendevo sul prato, e poi succedeva. La mia anima iniziava a ribellarsi alla serenità. Sentivo l'adrenalina crescere fino a farmi provare un dolore lancinante al petto. Le gambe iniziavano a tremare e l'isteria prendeva la meglio sui miei gesti. Spesso capitava che mi ferissi gravemente durante gli spasmi, ma questa era la mia punizione. La punizione che meritavo per gli sbagli causati dalla mia troppa ingenuità. Ma questa è storia vecchia ormai. Più passa il tempo più mi sento debole. Ma con l'esperienza avevo imparato a trattenere e regolare l'intensità della mia “vendetta dell'anima sul mio corpo”. Una raffica di vento fece finire a terra la mia sacca. -Merda.- grugnii infastidita dalla situazione. Iniziai a calarmi giù finché non toccai il prato con i piedi. O meglio dire col fondo schiena, vista la mia scarsa agilità. Con me cadde anche il mio amato lettore mp3 facendomi esordire con un finissimo -doppia merda.-

-Ti sei fatta male, miss. Finezza?- sentii una voce alle mie spalle. Qualcuno mi stava parlando? Non... non succedeva da un periodo così tanto lungo che strabuzzai gli occhi incredula su ciò che mi era appena stato detto. Un nomignolo? Un nomignolo dato scherzosamente? Evidentemente il tipo non era di queste parti. Mi voltai lentamente per poi intravedere una testa di capelli ricci e castani con un sorriso mozzafiato. I suoi occhi color nocciola avevano un aria divertita. Cosa che mi diede altamente sui nervi, ma mi lasciò scioccata allo stesso tempo. Qualcuno stava rivolgendomi uno sguardo. Non di terrore. Ma divertito. Il ragazzo fece un passo verso di me tendendomi una mano che io titubante afferrai. Riuscì senza fatica a rimettermi in piedi grazie al fisico imponente che aveva. -Io sono Liam e tu... e tu sei caduta.- ma era serio? Spero scherzasse, perché come battuta per attaccare bottone era abbastanza scadente. -Piacere, caduta.- risposi tendogli il gioco, astenendomi dal ridere come invece stava facendo lui fin dal primo momento in cui si era voltata. Giuro che non avevo mai notato così tanta bellezza in uno stupido umano che non fosse.. lui. Ma questo Liam lo superava di gran lunga.

-Sicura di stare bene?- asserì mettendo su uno sguardo preoccupato notando forse le mie profonde occhiaie e la pelle pallida. -Oh si, sto benissimo.. grazie.- Iniziai a raccogliere in fretta la roba che era fuoriuscita dalla borsa.

-Sai sono nuovo di qui.. stavo pensando.. beh, se ti va... e se non hai nulla da fare.. se potevi farmi da guida per un pomeriggio. Giusto per ambientarmi, ecco.- Aggiunse timidamente il castano.

Ambientarsi? In quella giungla era impossibile trovare un po' di gentilezza o spirito d'accoglienza. Io ero li da quando ero nata e non mi ero mai, e dico mai, sentita a mio agio li in mezzo a quella gente. E se stava cercando di far amicizia, beh.. era meglio che stesse alla larga da me o poteva dire addio a qualsiasi speranza di vita sociale.

-Mi spiace, in questa città sono gradita come la peste, perciò buona fortuna nel trovare un'amica meno disprezzata di me, ti assicuro che sarà molto più facile di quanto pensi.- Passai il manico della borsa dentro al braccio e filai svelta in casa col battito cardiaco alle stelle. Lo sentii ribattere con un “aspetta! Non mi hai neanche detto il tuo nome vero!” prima di chiudere il portone, con un tonfo, alle mie spalle.

Chiamami Damned se vuoi. Non merito altro nome.


Ehilàà c:
ecco il secondo capitolo, sono stata un po lenta, ma eccolo. 
Che ne dite? ci sarà rimasto male Liam? O si farà facilmente nuovi amici?
Damned. Che altro nome può mertiare  una ragazza con un passato tanto buio?
beh, solo questo. davvero.
Se vi è piaciuto lasciate una recensione. 
Aspetterò di riceverne un paio così da essere sicura che la  FF piaccia.
UN BACIO!
ah! 
se  volete  farmi domande, avere chiarimenti o conoscermi potete trovarmi qui: 
twitter
ask.fm

Giorgia. x

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** chapter three. ***


chapter three.

Ma che voleva quel Liam da me? Insomma, ce ne sono di ragazze in questa città, perchè doveva chiedere proprio ad una tizia stramba , che stava appollaiata un albero, di uscire? Naturalmente sono io che esagero. Insomma aveva solo bisogno di fare un giro per ambientarsi, ma stare con me avrebbe creato solo guai a quel ragazzo. Voltai l'angolo del corridoio e trovai zia Candeys davanti all'appendi abiti di legno in sala da pranzo. Stava uscendo.

 

 

-Grace, sistema casa e preparati la cena. Io vado a trovare George, non torno stasera.- vidi il suo sguardo rabbuiarsi e la sentii sospirare. Mi salutò, poi infilò la lunga giacca di renna e scomparve dietro la porta. Dio che tristezza vederla così. “vado a trovare george”. Suo marito. O meglio Ex marito? Insomma, la morte non dovrebbe sciogliere ogni legame tra chi era ancora vivo e chi aveva subito la perdita? “finchè morte non vi separi” ma per zia Candeys quella vana promessa non aveva alcun significato. Nemmeno la morte avrebbe mai potuto dividerli. Dopo la scomparsa dell'ormai anziano compagno era cambiata. Era diventata scontrosa e i suoi occhi color rame non avrebbero più emanato quel dolce bagliore di 'casa' che donavano un tempo.

Sospirai e mi passai una mano tra i capelli. Bussarono alla porta, per poco non presi un infarto. Chi era adesso? Osservai dallo spioncino la figura davanti all'entrata e una testa riccioluta si impadronì della visuale. Sorrisi. Spalancai la porta.

-HAZZA!- saltai in braccio al ragazzo dinnanzi a me.

-Grace, piccola.- sentii la sua risata inondarmi le orecchie. Dio, quanto era perfetto quel suono. Lo sentii stringermi più forte le braccia intorno alla vita e sollevarmi di poco dalle assi del pavimento della veranda facendomi compiere una piccola giravolta per poi lasciarmi ricadere con un balzo a terra. Harold Edward Styles. O per meglio dire Harry, per gli amici Hazza. Unica, e dico UNICA, persona con cui avessi un vero e proprio rapporto umano. Forse perchè eravamo cresciuti assieme, o forse per il fatto che anche lui si fosse messo contro chi mi perseguitava, lui non si era mai separato da me. Sempre uniti. Bisogna ammettere che la sua fama era tanto nota quanto la mia. Il bello e dannato. Direi come me, no? Forse togliendo il primo aggettivo.

-Mi fai entrare? C'è la racchia?- disse alludendo a mia zia. Mi sbattei il palmo della mano sulla fronte e scossi la testa. -Via libera, Styles.- Mi sorpasso senza troppi complimenti e corse al piano di sopra. Aveva ormai diciannove anni, ma di cervello era sempre il solito bambino di tanti anni fa, che si divertiva a tirarmi i capelli e giocare con i lego a casa mia. Ai bei tempi c'erano ancora i miei. Sorrisi al ricordo di quel bambino dai capelli riccioluti e gli occhi grandi e incredibilmente verdi. Amavo il sorriso del bambino nei miei ricordi. Le fossette appena accennate e quei piccoli dentini che sfoggiava fiero in una smorfia divertita. Quello sguardo così pieno d'allegria era davvero raro ormai. Penso che per ora lo riservasse solo a me. Anche lui esattamente come la sottoscritta aveva perso ogni ragione per stare bene, da quando aveva deciso di mettersi contro alle persone sbagliate.

Aprii la porta della mia camera e lo ritrovai disteso sul mio letto a fumare una delle mie sigarette.

-Cosa diamine stai facendo Harry? Getta quella merda. Non voglio perdere anche te, sai?- Saltai sul materasso e tentai disperatamente di riprendere la stecca che aveva rubato dal pacchetto delle mie chesterfield. -Spero tu stia scherzando, non sono più un tredicenne ormai, dolcezza.- mi spinse in modo scherzoso per allontanarmi. Cosa c'era da ridere? Avrebbe potuto prendere il vizio. Non volevo di certo questo. Ero ormai dipendente, e sinceramente ripensandoci, essendo anche io nella stessa situazione del riccio, capii che quello era il modo migliore per scaricare la tensione.

-non sto giocando. Questa finiscitela, ma non toccare mai più il mio “bottino”.-

Sorridemmo entrambi alla mia affermazione e lui disteso sul mio letto continuò ad aspirare senza che lo interrompessi.

Era quasi ipnotico fissarlo in quella sequenza di gesti.

Le sue grandi dita stringevano l'involucro bianco di carta che conteneva il tabacco e la portavano alle labbra piene e leggermente arrossate. Il movimento del braccio faceva contrarre i muscoli del bicipite e le labbra a contatto col filtro gli si increspavano attorno. Ogni volta che ispirava il fumo socchiudeva delicatamente le palpebre beandosi di quell'attimo i piacere intenso ed espirando nuvole bianche dalle narici schiudeva le labbra in un sorriso accennato.

Se c'era qualcosa di migliore che fumarsi una chesterfield era vedere Harry che fumava una chesterfield.

-Mi stai fissando, Gray. Sei inquietante.- disse prendendomi in giro mentre spegneva il mozzicone in un bicchiere d'acqua. -Da quando è vietato fissarti? E poi non sono così inquietante. Mi ero solamente incantata.- sbuffai. Mi andai a posizionare di fronte allo specchio e prendendo una spazzola iniziai a pettinare i lunghi capelli biondo cenere. -Allore, ancora non mi hai detto il perchè di questa visita a sorpresa.- iniziai il discorso. Non che non mi facesse piacere ricevere le visite del mio migliore amico, solo che mi sembrava davvero strano che si fosse avvicinato tanto alla mia casa. Non era un posto sicuro per lui, se chi ci dava la caccia ci avesse trovato insieme, non avrebbe esitato a farci fuori entrambi in un colpo solo. -Avevo bisogno di ricordare il perchè della mia decisione di rischiare la vita ogni giorno. E più ti vedo, sorellina, più capisco perchè ci tengo a vederti viva. E poi i dolori al petto si stanno facendo più frequenti. Spesso sono così solo da cercare un po d'amore tra le braccia di qualche ragazzo che si sente solo tanto quanto me.- ammise alzandosi dal letto per poi abbracciarmi da dietro. Mi abbandonai al contatto col so corpo. Il calore umano mi era mancato così tanto da dimenticare quanto amassi i suoi abbracci. Presi ad accarezzargli un braccio e iniziai a giocare con le sue dita. -sorellina.. non sono più una bimbetta si cinque anni sai?- osservai con fare ovvio. Rise. -Di tutta la mia frase hai notato solo quel nomignolo?- Scosse la testa in modo sconsolato. -Sei una causa persa, dolcezza.- constatò.

Sapevo benissimo a cosa alludesse. Harry era bisex, ma spesso preferiva gettarsi tra le braccia di qualcuno che, secondo lui, potesse proteggerlo almeno per una notte. Un uomo forte, magari. Ma non era così. Nessuno poteva salvarci, o almeno è ciò che ci fanno credere. E il mio petto si fa pesante, ed il respiro corto, ogni volta che penso che qualcuno possa violare il corpo di mio fratello non di sangue, solo per passare una notte in compagnia. Perchè solo io posso proteggerlo e amarlo quanto dovrebbe meritare. Solo io.



salve gente ouo
questo è il capitolo numero tre.
ho davvero parecchie idee in mente, e se voltete sapere come va a finire,
vi consiglio di non perdervi neanche un capitolo.
spero vi sia piaciuta.
fatemi sapere in una recensione cosa ne pensate.
grazie se lo fate. un bacio.
-Giorgia. x :)

per qualsiasi domanda o per sapere quando aggiornerò potete seguirmi su twitter o su ask.fm

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1638691