It's only you and me

di CHAOSevangeline
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incubo. ***
Capitolo 2: *** Cambiamenti. ***



Capitolo 1
*** Incubo. ***



It's only you and me.
Perché è così, non è vero, Misaki?


1 – Incubo

 

 
“Me ne vado.”
Quella frase riecheggiò a vuoto nella mente di Misaki, senza dargli modo di fare qualcosa per fermarla.
Non era riuscito a farsi scivolare addosso quelle parole e ora si ritrovava solo nello scenario buio dell’incubo che lo stava perseguitando da tutta la notte.
Sentiva il suo corpo agitarsi nel letto, ma non riusciva a trovare la forza di svegliarsi per porre fine a quella tortura. Voleva gridare e a dire il vero non era nemmeno sicuro di non averlo effettivamente fatto; sentiva la gola bruciare.
« Misaki, calmati. » una voce lo raggiunse e fu come uno spiraglio di luce nel luogo più buio dell’universo.
Spalancò gli occhi e la bocca, prendendo un respiro profondo che si mescolò a un singhiozzo a metà tra la tristezza e il sollievo.
Aveva davanti l’unica persona che poteva desiderare in quel momento; i capelli scuri scompigliati per il sonno a cui era stato bruscamente strappato a causa del continuo agitarsi del compagno di stanza, gli occhi appena stretti per l’assenza degli occhiali e la fastidiosa luce della bajour: non c’era dubbio che Saruhiko fosse davvero lì.
Lo chiamo sussurrando e sentendo gli occhi che si facevano sempre più lucidi. Non si era mai lasciato andare, ma non era sicuro che quella volta sarebbe riuscito a trattenersi.
« Hai fatto un incubo, vero? »
Il moro allungò una mano verso di lui, appoggiandola sulla fronte imperlata dal sudore del più piccolo, scostandogli i capelli.
Misaki, sentendo il calore dell’altro socchiuse gli occhi, sospirando e spingendo appena il viso verso la sua mano. Si sentiva sollevato, intoccabile come se niente l’avrebbe più potuto effettivamente ferire, ma dovette pensare nuovamente a quello spiacevole incubo per rispondere affermativamente all’altro.
Il moro, dal canto suo, aveva capito che non sarebbe tornato a dormire tanto in fretta e che tanto valeva recuperare gli occhiali, cercando poi di distrarre l’amico in qualche modo.
Per questo si alzò dal letto e fece per allungarsi verso il proprio comodino, ma non riuscì ad arrivarci: venne bloccato da una presa terribilmente salda e si voltò alle proprie spalle.
Misaki lo stava fissando negli occhi, con un’espressione terribilmente spaventata in volto.
Saruhiko schiuse le labbra e tornò sul letto, esattamente dov’era prima. Era davvero preoccupato: se il carattere irruento del ragazzo non emergeva a causa delle attenzioni che gli stava dando da quando si era svegliato o per l’orgoglio ferito non essendo riuscito a nascondere il suo attimo di debolezza doveva essere stato davvero stato un sogno sconvolgente.
« Non andare. » non un filo di voce in più uscì dalle labbra di Misaki, che non accennava a staccare lo sguardo. Si era tirato a sedere, incrociando le gambe.
« Volevo solo prendere gli occhiali. »
« Non ti servono. »
Misaki si strinse nelle spalle, coprendosi le gambe con le coperte come se stesse cercando di ottenere un calore che comunque non sarebbe riuscito a ricevere. Non con così poco, almeno.
Sbuffò, calciando via rapidamente la trapunta.
Lo sguardo di Saru non colse tutti quei movimenti che riusciva a interpretare fin troppo bene; era nervoso. Nervoso come mai era stato in grado di vederlo prima.
« Gli incubi non vogliono dire niente, anche se mi allontano di mezzo metro non ti capiterà chissà cosa. »
« Mi hai detto che te ne andavi, nel sogno. » ribatté solo, fissando il basso. « Guarda te se devo… preoccuparmi così per quello che dice una stupida scimmia. » si portò una mano sul viso, mordendosi il labbro mentre un sorriso amaro si dipingeva sulle sue labbra.
Udì l’altro gemere di sorpresa, ma non alzò il viso per controllare la sua espressione.
Rimase immobile fino a quando non si sentì spingere lentamente per mettersi steso. Assecondò quella spinta e si sistemò sotto le coperte, ma non era per nulla rilassato; aveva paura che Saru si alzasse e andasse nuovamente verso il suo letto.
Con sua grande sorpresa lo vide spegnere la luce, sdraiandosi poi al suo fianco. Adagiò la testa sul cuscino, a pochi centimetri da lui.
« Cosa diavolo stai facendo?! Non ti ho chiesto quest- »
« Però volevi farlo. » gli mise una mano dietro la testa, facendogli affondare il viso contro il proprio petto. « Guarda te se devo preoccuparmi per uno stupido che non fa altro che pensare stupidaggini. » si lasciò sfuggire un sorriso, che nascose contro i capelli dell’altro.
Misaki sgranò gli occhi. Sentì il cuore battere all’impazzata e le guance farsi rosse, ma quella volta l’unica cosa che riuscì a fare fu stringere tra le dita la maglia del pigiama dell’altro.
« Saru… io… »
« Dormi. »
Il più piccolo sussultò e non disse più nulla, rimanendo immobile contro il petto dell’altro. Sarebbe stata la prima volta in cui lo ringraziava sinceramente nonostante l’orgoglio, se solo gli avesse fatto finire la frase.
Ma Saruhiko lo sapeva già.






~ Angolo dell'autrice.
Salve a tutti *A* Sono tornata di nuovo a scrivere su K Project, questa volta con un genere del tutto differente da quello della scorsa volta ~
Mi sono data al Fluff e ho scelta come coppia la SaruMi.
Ringrazio Rika per avermi aiutata nella scelta del titolo della fan fiction <3
Per il momento non ho nulla da dire sul capitolo appena scritto, se non che sarei felicissima se decideste di lasciare una recensione per dirmi che cosa ne pensate, anche qualche critica costruttiva per migliorarla è bene accetta!
Detto questo, alla prossima!

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Capitolo 2
*** Cambiamenti. ***


2 – Cambiamenti

 

Calciò uno dei sassolini a terra di fronte a lui, colpendolo con così tanta forza da farlo atterrare a diversi metri di distanza.
Non gli importava troppo che non fosse quel povero sasso la causa della sua rabbia: in quel momento avrebbe aggredito volentieri chiunque gli si fosse messo davanti.
La giornata era iniziata male, anzi, malissimo e per di più aveva anche litigato con Saruhiko. A dirla tutta era stato più che altro un litigio in solitario, essendo l’altro rimasto impassibile per tutto il tempo. Era stato come se ogni singola parola gli fosse scivolata addosso senza lasciare alcun segno e aveva continuato a fissarlo con uno sguardo freddo. Ma che freddo? Gelido.
Misaki si era sentito veramente congelare quando aveva incontrato le iridi azzurre dell’amico e in un certo senso aveva desiderato di non aver fatto tutta quella scenata solo per risparmiarsi lo sguardo di Saruhiko.
Alla fine l’unica cosa che differiva tra i due era il modo di reagire, per quasi sicuramente se al posto del moro ci fosse stato Misaki si sarebbe sentito in imbarazzo almeno quanto lui.
Aveva iniziato a dire cattiverie sui suoi compagni di classe, su quel ragazzo nuovo che si era appena trasferito, sui professori e sul direttore del dormitorio.
Nessuno si era salvato, nessuno.
Vedere il tuo migliore amico che inizia a urlare di fronte a te, a te, è una situazione imbarazzante quanto spiacevole. Se solo il rosso non fosse stata una testa calda l’avrebbe fissato anche lui con quello sguardo terribilmente accusatorio, nei suoi panni. Però non voleva giustificarlo semplicemente per l’ultima frase che gli aveva rivolto, quando aveva finito di urlare e si era quasi ritrovato con il fiatone.
 “Hai finito?”
Gliel’aveva chiesto con un’aria di terribile sufficienza, alzando il sopracciglio e incrociando le braccia.
Sinceramente Misaki avrebbe preferito sentirsi urlare contro a propria volta. Sicuramente se fosse andata così sarebbe rimasto appoggiato al termosifone accanto a Saru dopo essersi sbollito ancora un poco.
Invece no, delle urla c’erano state, ma erano nuovamente solo e soltanto sue: aveva iniziato a dirgli le peggiori cose che gli erano passate per la mente senza pensarci due volte.
Gli aveva detto che era l’unico dei due a impegnarsi davvero per quell’amicizia.
Gli aveva detto che era un poco di buono e che non gliene fregava nulla del loro legame.
E poi gli aveva detto di andarsene a dividere la stanza con il ragazzo nuovo.
Perché sì, la giornata era stata tanto pessima semplicemente perché il direttore del dormitorio scolastico aveva chiesto a Misaki di cambiare stanza per far trasferire il nuovo ragazzo nella camera che divideva con Saru.
In fin dei conti chi non penserebbe di far stare un ragazzo appena arrivato con il classico studente modello?
Ovviamente Misaki aveva rifiutato, ma era chiaro che il direttore del dormitorio stava sperando in un sì di Saruhiko.
Ricordava ancora quando quella mattina si erano dovuti fermare a parlare con l’uomo e di come avesse inevitabilmente alzato la voce per rifiutare e marcare quella scelta. Si era subito voltato verso Saruhiko convinto che gli avrebbe dato man forte.
E invece non disse niente, si limitò ad uscire dalla porta.
Cercò di indagare sul perché di quel silenzio lungo la strada per raggiungere la stazione, ma ottenne solamente altri momenti vuoti. Solo quando cambiò argomento l’altro si degnò di rispondergli in modo svogliato come al solito e a quel punto Misaki pensò bene di non intavolare più il discorso precedente; aveva davvero tanta paura di sentire la verità riguardante il suo comportamento.
Se gli fosse arrivato alle orecchie un “Misaki, voglio cambiare stanza” come avrebbe dovuto reagire?
La campanella trillò nell’esatto momento in cui stava per rientrare, facendolo sobbalzare e sibilare qualche imprecazione per lo spavento.
Non aveva molta voglia di tornare in classe e sedersi vicino a Saru, perché quasi sicuramente avrebbe cercato di farlo pentire amaramente del modo in cui si era comportato.
Di colpo, mentre percorreva il corridoio, accelerò il passo; era molto meglio arrivare per primi e lasciare che fosse Saru a vagare nel vuoto del non sapere come comportarsi.
Ma tanto a lui riusciva facile risolvere una situazione simile, l’avrebbe ignorato.
Riuscì a mettere solamente un piede dentro all’aula, che subito le sue compagne lo assalirono.
« Misaki, stiamo cambiando i posti! Tu ti metti in prima fila! » gli indicarono un posto e il ragazzo non potè fare a meno di notare diverse ragazze affaccendate a spostare il suo zaino e le cose che aveva lasciato sul banco prima di uscire.
« Che?! Non ho intenzione di spostarmi dal mio banco! » sibilò, digrignando i denti. « Saruhiko dove avete intenzione di spostarlo? »
« Oh, Saru lo lasciamo stare lì! E’ in ultimo banco ed è una posizione perfetta per copiare! »
Nessuno doveva permettersi di chiamarlo Saru visto che per qualche strano meccanismo nella sua testa doveva essere l’unico a poterlo fare.
« Non sto seduto con lui per copiare. Rimettete la mia roba dov’era! » ringhiò. « E poi avete spostato solamente me! »
La ragazza lo ignorò, sussultando poco dopo nel vedere una figura materializzarsi alle spalle del rosso. Misaki se ne accorse e si voltò, sgranando gli occhi e fissandolo.
« Saru-kun! Abbiamo pensato di spostare Misaki, così posso mettermi accanto a te, mh? »
Il moro fissò in silenzio la ragazza per poi spostare lo sguardo verso Misaki. Sembrava quasi un cucciolo sperduto, per come spostava lo sguardo dalla ragazza a lui.
Forse stava sperando che salvasse la situazione in qualche modo.
Rimase in silenzio e superò i due.
Non l’avrebbe aiutato neanche quella volta.
Misaki sentì una fitta terribile al petto e istintivamente spalancò la bocca per urlare il nome del ragazzo: gli voleva tirare un pugno di quelli che non si sarebbe dimenticato per nulla facilmente.
Rimase di quell’avviso fino a quando non lo vide chinarsi dietro ai banchi in prima fila e raccogliere lo zaino, insieme alle altre cose. Andò verso il proprio banco e sistemò le cose sopra quello accanto al suo. Quello che era sempre stato di Misaki.
Scostò con un piede la cartella della ragazza, che già l’aveva sistemata al posto di quella di Misaki, che tornò invece al suo posto.
« Non so se ne hai approfittato vedendo quell’idiota che gridava in corridoio, ma io non me la sono presa. » osservò freddamente la studentessa e si sedette, appoggiando un gomito sul tavolo per poi reggersi la testa.
Misaki si bloccò in silenzio e si voltò verso la ragazza, ghignano divertito e lasciandosi sfuggire un principio di risata. Andò verso il proprio banco e scostò la sedia, ignorando le occhiatacce della ragazza.
« Beh scimmia, devo ammettere che per una volta mi hai… »
« Ho detto al direttore di far stare il nuovo arrivato in un’altra stanza. »
Saru non lo stava nemmeno guardando. Sembrava più interessato dalla parete dell’edificio di fronte.
Misaki sbatté gli occhi, sconvolto. L’avrebbe afferrato solo per farlo girare e farsi ripetere la frase mentre lo guardava negli occhi.
« Eh…? »
« Rimani in camera con me. »
Solamente allora il ragazzo si voltò, fissandolo intensamente negli occhi. Incurvò le labbra in un lieve sorriso.
Misaki sentì qualcosa dentro di sé, come una gioia infinita che esplodeva. Non si doveva spostare, non doveva allontanarsi da Saru.
Sorrise soddisfatto e incrociò le braccia dietro alla testa.
« Perché non gliel’hai detto stamattina?! »
« Le persone si ricordano meglio di te quando fai loro del male, che quando fai del bene. »
Il rosso inclinò il viso, aggrottando le sopracciglia.
« E che vorrebbe dire? »
« Sei troppo stupido per arrivarci. » sorrise divertito.
Misaki sbuffò e si sporse, afferrandolo dopo averli sfilato gli occhiali, appoggiandoli malamente sul banco e iniziando a strofinargli un pugno sulla testa.
Era tutto a posto, poteva anche insistere su quella frase un’altra volta.




Angolo dell'autrice~
Salve a tutti! Sono riuscita ad aggiornare relativamente in fretta!
Dopo questo secondo "capitolo", mi sto seriamente chiedendo se l'avvertimento fluff sia giusto: mi sembra quasi una sorta di schema con inizio e sviluppo angst, che si conclude con del fluff! Mah!
In ogni caso, come sempre, spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e che vogliate dirmi con una recensione che cosa ne pensate!
Alla prossima!

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