Il più grande segreto di Tony - Continua

di katyjolinar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


1

Il più grande segreto di Tony - Continua

Prologo

Gibbs: "Detective, si calmi!" disse, trattenendo Tony per un braccio.

Erano davanti a una villa del quartiere medio-borghese di Baltimora, sulle tracce di Frank Fisher, ricercato dalla polizia di Baltimora e dall'NCIS per aver stuprato ed ucciso 10 donne, tra cui anche una Marine. La villa davanti alla quale si erano fermati era quella dove viveva un detective della Squadra Omicidi della Polizia di Baltimora con la moglie, incinta all'ottavo mese, il detective Anthony D. Dinozzo e sua moglie Mary Stephany.

Tony: "Mi lasci, agente Gibbs! Lì dentro c'è mia moglie!" esclamò, cercando di liberarsi dalla presa ed impugnando la pistola.

Improvvisamente sentirono, da dentro la villa, la donna urlare. Gibbs e Dinozzo si precipitarono in casa, sfondarono la porta e videro, per terra, accanto al divano, due persone: sotto Mary Stephany, la bionda moglie di Tony, terrorizzata e urlante, con i vestiti strappati, e sopra Fisher che, incurante del fatto che fosse incinta, la violentava.

Tony divenne livido e, senza pensarci troppo, si scaraventò contro l'uomo che stava sopra la moglie e lo staccò violentemente da lei.

Tony: "Bastardo!" urlò, tirandogli un pugno "Ti farò pentire di aver fatto questo a mia moglie!" continuò a picchiarlo, finchè Fisher non cadde a terra, sfinito, poi lo prese a calci, liberandosi più volte dalla presa di Gibbs. Si fermò solo quando sentì una voce femminile che lo chiamava.

Stephany: "Tony... ti prego, fermati..."

Tony: "No! Questo individuo deve pagare per quello che ti ha fatto!" rispose, tirandogli un altro calcio.

Stephany: "Ti prego... mi si sono rotte le acque..."

Dinozzo sembrò calmarsi, allarmato, e si voltò verso la moglie. Ma al suo posto non c'era più lei, bensì un'altra donna, bruna, con i capelli ricci e i tratti mediterranei.

Ziva: "Aiutami..."

...

Tony si svegliò di colpo, nel suo letto, grondante di sudore e con il respiro affannato. Aveva di nuovo fatto quell'incubo, che lo torturava da più di cinque anni, anche se, negli ultimi mesi, era cambiato il finale: quando si girava verso la moglie defunta che gli chiedeva aiuto non vedeva più lei, ma Ziva, con cui dai primi di luglio aveva cominciato una relazione clandestina.

Si sedette sul letto, voltandosi dalla parte in cui dormiva la sua amante e la guardò, carezzandole i capelli. Ziva si svegliò e, stirandosi, gli chiese:

Ziva: "Stai bene? Sembri preoccupato..."

Tony: "Ho fatto di nuovo quell'incubo..."

Ziva: "Quello su Fisher?" chiese, sedendosi anche lei e coprendosi col lenzuolo.

Tony: "Sì, ma questa volta c'eri anche tu." confessò.

Ziva: "Tony, non devi preoccuparti: Fisher è in prigione e ci rimarrà ancora per molto..."

Tony: "Lo so, ma il ricordo di quello che ha fatto a mia moglie rimane."

La donna lo baciò e lui parve tranquillizzarsi. Poco dopo si alzarono dal letto e si vestirono, poi andarono in cucina e, mentre facevano colazione, Tony accese la TV per ascoltare le notizie della mattina.

Giornalista: "Notizia dell'ultima ora: ci è giunta voce di una fuga di detenuti dal carcere di San Quentin, si tratta di dieci uomini, condannati all'ergastolo per diversi reati..." fece un elenco degli evasi, con i dettagli sulle loro condanne, e per ultimo disse "E Frank Fisher, arrestato cinque anni fa durante un'operazione congiunta della Polizia di Baltimora e dell'NCIS per aver stuprato ed ucciso dieci donne."

Tony scattò in piedi ed andò a prendere il cappotto e le chiavi della macchina, senza dire nulla.

Ziva: "Cosa vuoi fare?" chiese, pur avendo capito che cosa avesse in mente.

Tony: "Vado a Baltimora a prendere Stephany. Torno domani. Di' a Gibbs che oggi non verrò al lavoro." e, dopo aver baciato di nuovo la donna, uscì di corsa di casa.

CONTINUA...

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


2

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Capitolo 1

Tony arrivò a Baltimora nel primo pomeriggio. Aveva guidato più veloce che poteva, non fermandosi un minuto, neanche per riposare: voleva raggiungere la figlia il più presto possibile.

Bussò alla porta della villa e Sarah, la suocera di Tony, aprì.

Sarah: "Anthony, che ci fai qui?"

Tony: "Hai sentito i telegiornali? Frank Fisher è evaso."

Sarah: "Sì, ma non crederai che possa fare del male a Stephany?"

Tony: "Non lo so, ma è meglio essere prudenti. Mary Stephany è già tornata dall'asilo?"

Sarah: "Sì, si sta riposando in camera sua." disse, facendolo entrare.

Tony: "Va bene. Prepara i bagagli: vi porto a Washington." disse, deciso.

Sarah: "Perchè?"

Tony: "Così posso proteggervi meglio."

Sarah: "In tal caso verranno con te solo Stephany e Jeth, io non vengo."

Tony: "Ma Sarah..."

Sarah: "Tesoro, è più importante tua figlia, proteggi lei. E poi io non voglio lasciare Baltimora: qui sono sepolti mia figlia e mio marito."

Anche Sarah era decisa, quindi Tony non obiettò.

Tony: "D'accordo. Allora prepara le valige per Stephany, il minimo indispensabile, il resto lo manderò a prendere con un camioncino tra qualche giorno."

Sentirono qualcuno scendere le scale: la piccola Stephany, accompagnata da Jeth, il fedele terranova.

Stephany: "Nonna, chi è alla porta?" chiese, poi riconobbe il padre "Papà!" esclamò, e corse guù dalle scale per abbracciarlo.

Tony: "Principessina!" esclamò, rispondendo all'abbraccio.

Stephany: "Dov'è Ziva? Non è venuta?"

Tony: "Ziva è a Washington a lavorare, e noi due la raggiungeremo."

La bambina lo guardò interrogativa, così Tony precisò:

Tony: "Tu e Jeth verrete a stare a Washington con me. Contenta?"

Stephany: "E la nonna? Non viene?"

Sarah: "Io resto qui, tesoro. Ma non ti preoccupare, starò bene: basta che mi chiami ameno una volta alla settimana."

Stephany: "Va bene. Quando partiamo, papà?"

Tony: "Non appena saranno pronte le valigie, e domani verrai al lavoro con me."

Stephany: "Davvero? Forte!" e corse al piano di sopra a preparare tutto, seguita dalla nonna.

Partirono il giorno stesso ed arrivarono a Washington in tarda serata. Il giorno dopo Stephany indossò un paio di jeans e una maglietta a maniche corte, ma vennero coperti quasi per intero dall'enorme felpa con la sigla dell'NCIS che Tony le aveva regalato al suo compleanno assieme al cappello, e poi andarono al lavoro, caricando anche Jeth in macchina.

Arrivarono presto in ufficio: non c'era ancora nessuno, così Tony fece sedere la figlia alla sua scrivania, mentre il cane si accucciava accanto, poi disse:

Tony: "Vado a prenderti una cioccolata calda al distributore qui sotto. Tu resta qui a disegnare e non ti muovere, ok?"

Stephany: "Ok." prese il suo blocco di fogli e le matite e cominciò a disegnare, mentre Dinozzo tornava all'ascensore.

Dieci minuti dopo le porte dell'ascensore si aprirono di nuovo ed entrarono McGee e Abby, chiacchierando animatamente. Ma smisero di parlare quando videro la bambina seduta alla scrivania di Tony.

McGee: "Ma chi è questa bambina?" chiese ad Abby, a bassa voce.

Abby: "Non lo so, ma ha un'aria famigliare..."

Poco dopo entrò anche Gibbs. Anche lui notò la presenza di Stephany, ma si limitò a sorridere e salutarla.

Gibbs: "Ciao, Stephany!"

Stephany: "Ciao, Gibbs." rispose, riconoscendo la voce, senza staccare gli occhi dal foglio su cui stava disegnando.

McGee: "Capo, ma tu la conosci?"

Gibbs: "Sì." rispose, senza aggiungere altro, sedendosi alla sua scrivania e lasciando il dubbio a Timothy.

Un paio di minuti più tardi, anche Ziva fece la sua comparsa e, non appena la riconobbe, Jeth si alzò in piedi, facendole le feste.

Ziva: "Cucciolo! Come stai!" disse, carezzandogli il lungo pelo, poi si avvicinò alla bambina e si abbassò per salutarla "Hey, tesoro!"

Stephany: "Ziva!" esclamò, abbracciandola.

Abby: "Eppure questa bambina mi ricorda qualcuno..." disse, mentre le porte dell'ascensore si aprirono per l'ennesima volta e ne uscì Tony, con in mano un bicchiere di cioccolata calda.

Tony: "Ti ricorda me, forse?" si avvicinò e consegnò il bicchiere alla figlia.

Abby: "Sì! E' vero, ti somiglia molto! E' una tua parente?"

Tony: "Sì, per la precisione è mia figlia."

CONTINUA...

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


3

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Capitolo 2

Abby e McGee guardarono Tony sbalorditi.

McGee: "Tua figlia? Ma tu non sopporti i bambini!"

Tony: "Chi ha mai detto che non sopporto i bambini?"

McGee: "Lo abbiamo supposto quando ti abbiamo visto trattare con Zach"

Tony: "E non credi che potrei anche aver finto, quella volta?"

Abby: "Perchè dovresti fingere che non ti piacciano i bambini?"

Ziva: "Per la sicurezza sua e di Mary Stephany."

Abby: "Mary Stephany? Bel nome! Quanti anni ha?"

Gibbs: "E' nata il 4 luglio del 2001 alle 16:43. Ha 5 anni e tre mesi." rispose, inserendosi finalmente nella conversazione.

Abby: "Il 4 luglio? Non è quando avete catturato Fisher, sei mesi prima che Tony entrasse all'NCIS?" pensò un attimo su "Ora che mi ricordo, quando sei tornato eri abbastanza scosso, ma non so cosa sia successo..."

Ziva: "E' successo che quando hanno catturato Frank Fisher, quel delinquente ha aggredito la moglie di Tony, che era all'ottavo mese di gravidanza, provocandone prematuramente le doglie." spiegò.

Gibbs: "Ed io mi sono dovuto improvvisare ostetrico per far nascere Stephany. In un certo senso sono il suo padrino."

McGee: "Non sapevo che fossi sposato..." disse, rivolto a Tony.

Tony: "Ci sono tante cose che non sai di me, Pivello. Ad esempio non sapevi che ho una figlia di cinque anni."

Abby: "Dunque, Gibbs sapeva della figlia di Tony perchè l'ha fatta nascere. Ma come fa a saperlo Ziva?"

Ziva: "Tre mesi fa l'ho seguito a Baltimora durante le vacanze dell'Independence Day. In questo modo ho saputo di Stephany e della madre defunta."

Stephany: "Papà, ma chi sono questi due?" chiese, avvicinandosi e indicando McGee e Abby.

McGee: "Io sono Timothy McGee, un collega di tuo padre." si presentò.

Stephany: "Somigli tanto a Neville Paciock." disse. Tony e Ziva risero.

Tony: "Ti ha subito inquadrato, Pivello!"

Gibbs: "Neville Paciock?" chiese, non sapendo di chi stessero parlando.

Tony: "Uno dei personaggi secondari della saga di Harry Potter, inizialmente noto per la sua scarsa abilità nelle arti magiche, oltre che per essere impacciato e fifone, ma poi cambia un po' nel corso della storia." spiegò.

Abby: "Ed io sono Abby, addetta al laboratorio."

Stephany: "Tu, invece, somigli..." ci pensò un attimo, ma non trovò nessuna analogia "Tu sei davvero unica! E sei bella come Ziva!"

Abby: "Beh, grazie, piccola! Anche tu sei molto bella: hai gli occhi del tuo papà!"

Tony: "Modestamente è mia figlia, ed io non potevo che fare un capolavoro!" si vantò.

Ziva: "Ma smettila! Ha preso solo gli occhi da te, e parte del carattere. Il resto lo ha preso da sua madre!"

Gibbs: "E credo che tu abbia capito chi sono io..." disse a Stephany, incurante dei battibecchi di Tony e Ziva.

Stephany: "Tu sei il Capo di papà, quello che chiamava sempre e mi fa gli auguri al mio compleanno."

Gibbs: "Sei anche intelligente, come pensavo, Principessina!"

McGee: "Ma perchè hai voluto rivelare solo ora dell'esistenza di tua figlia, Tony?"

Tony: "Dovresti averlo capito, Pivello: Frank Fisher è scappato di prigione. Non voglio che mia figlia corra dei rischi."

Gibbs: "Hai fatto bene a portarla qui, Dinozzo: potremo proteggerla meglio." disse "Però non può stare in ufficio."

Tony: "Lo so, ma non può neanche stare da sola a casa..."

Abby: "Può stare con me in laboratorio, sembra una bambina tranquilla, non credo che mi disturberà."

Tony: "Ma c'è anche Jeth."

McGee: "Jeth?"

Tony: "Lui." indicò il grosso terranova, che si lasciava carezzare da Stephany.

Gibbs: "Ma che razza di nome gli hai dato?" chiese, e Tony fece spallucce.

Abby: "Anche lui può stare nel mio laboratorio, e poi è così coccoloso!" disse, avvicinandosi e facendogli qualche coccola, ben accetta dal cane.

Gibbs e Tony si guardarono, come per consultarsi tacitamente, poi il più giovane si rivolse alla figlia.

Tony: "Che dici, tesoro? Ti va di andare di sotto con Abby e Jeth?"

La bambina guardò prima Tony poi Abby, che le sorrideva amichevolmente, poi decise:

Stephany: "Va bene." si rivolse alla Dark "Posso disegnare, dove andremo?"

Abby: "Avrai tutto il posto che vuoi, per disegnare, tesoro."

Detto questo, Tony prese le cose della figlia dalla scrivania, la prese per mano e seguì Abby verso gli ascensori, scortato da Jeth.

Arrivati di sotto sistemarono le cose attorno alla scrivania di Abby, Stephany si sedette sulla sedia e Tony si abbassò, baciandole la fronte, prima di tornare verso l'ascensore.

Tony: "Divertiti, con Abby!"

Stephany: "Certo, papà!"

Abby: "Puoi contarci, paparino!"

Ma prima che Tony andasse via arrivò Ducky, con dei campioni da far analizzare all'analista.

Ducky: "Abigail, ho bisogno di un'analisi completa di questi campioni... oh, buongiorno, Anthony!" salutò "Dove eri finito ieri?"

Tony: "Avevo degli affari urgenti da sbrigare, Ducky."

Ducky: "Capisco... e questa bella bambina chi è?" chiese, accorgendosi di Stephany e avvicinandosi a lei "Ti somiglia molto, Tony. E' quella figlia segreta la cui esistenza hai nascosto a tutti?"

Tony: "Te l'ha detto Gibbs, vero?"

Ducky: "No, l'ho intuito perchè negli ultimi cinque anni mi hai chiesto troppo spesso informazioni su malattie tipicamente infantili."

Tony: "Sempre perspicace, dottore!" esclamò, con uno dei suoi sorrisi, poi entrò nell'ascensore e tornò agli uffici.

Appena arrivato, Ziva le venne incontro e lo prese da parte.

Ziva: "Perchè non hai portato qui anche Sarah?"

Tony: "Lei non ha voluto venire. Ma è meglio così, sarebbe stato difficile, per me, cercare di proteggervi tutte e tre."

Ziva: "Io so proteggermi da sola!" esclamò, quasi offesa.

Tony: "Lo so, ma non voglio rischiare di perdere anche te, dopo aver perso Stephany..." le fece una carezza sulla guancia, guardandola dolcemente.

Ma vennero interrotti da Gibbs, che li richiamò alle scrivanie.

Gibbs: "Ho appena parlato con il Direttore. Tra poco verrà qui l'FBI per un'indagine congiunta finalizzata alla cattura di Fisher. Ci raccomanda la massima collaborazione."

Tony: "Bene! Sarò felice solo quando quell'individuo sarà di nuovo dietro le sbarre!" esclamò, rabbioso.

Fornell: "Capisco la tua rabbia, Dinozzo!" disse, entrando, scortato dall'agente Sacks "Anche io la penso come te."

Tony: "Non credo, agente: quell'individuo non ha ammazzato sua moglie, cinque anni fa." rispose, sempre con rabbia, guardando malamente Sacks, che pochi mesi prima aveva tentato di incriminarlo per omicidio.

CONTINUA...

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


4

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Capitolo 3

Fornell: "Moglie?"

Gibbs: "Sì, Tobias. Lo abbiamo omesso dai rapporti ufficiali per proteggere la figlia di Dinozzo. Fino adesso l'unico che ne era a conoscienza ero io: Mary Stephany Dinozzo è stata l'ultima vittima di Frank Fisher, il giorno del suo arresto; l'ha violentata, provocandone prematuramente le doglie, e lei è morta poche ore dopo, per complicazioni."

Sacks: "In tal caso è meglio se l'agente Dinozzo venga estromesso dalle indagini." disse, quasi compiaciuto: ancora i due non riuscivano a sopportarsi.

Tony: "Te lo puoi scordare, Slacks!" esclamò, storpiando il nome.

Sacks: "Sacks"

Tony: "Sì, Slacks. In questo ufficio, quelli che conoscono meglio quell'individuo siamo io e Gibbs, quindi non credo che vi convenga estromettermi dalle indagini!"

Il discorso venne interrotto dallo squillo del telefono alla scrivania di Tony, che andò a rispondere.

Tony: "Dinozzo... sì, me la passi..." restò un attimo in silenzio, in attesa poi, quando riconobbe la voce, guardò il Capo e scrisse su un foglio: "Fisher".

Gibbs fece segno agli altri di fare silenzio ed inserì il vivavoce.

Tony: "Lurido verme! Pensavo che saresti morto in prigione!" disse, rabbioso.

Fisher: "Mi dispiace non averti accontentato, Detective... o forse dovrei chiamarti agente? Hai fatto un bel salto, da Detective della Polizia di Baltimora ad agente dei Federali."

Tony: "Salta i convenevoli, Fisher! Che diavolo vuoi?"

Fisher: "Nulla, volevo solo fare quattro chiacchiere tra vecchi amici. Ho visto tua figlia stamattina, mentre la portavi con te all'NCIS. Sta diventando davvero una bella bambina, e ti somiglia molto."

A questo punto, Tony e Gibbs si scambiarono un altro sguardo preoccupato. Il Capo prese il cellulare e, allontanandosi, chiamò Abby in laboratorio, per dirle di ordinare la chiamata. Tony, nel frattempo, cercava di trattenere il più a lungo possibile al telefono il delinquente.

Tony: "Prova ad avvicinarti a Stephany ed io ti ucciderò con le mie stesse mani!" esclamò.

Fisher: "Stephany? Le hai dato il nome di sua madre? Davvero un'ottima scelta! Di' all'agente Gibbs che è inutile cercare di rintracciarmi: sto usando un segnale criptato." e chiuse la telefonata.

L'uomo riattaccò il telefono, poi guardò il resto del gruppo.

Tony: "A questo punto credo non sia possibile estromettermi dalle indagini."

Gibbs: "E' vero. A quanto pare ha ripreso il gioco interrotto cinque anni fa. Andiamo in laboratorio da Abby, vediamo se è riuscita ad ottenere qualcosa."

Scesero tutti quanti da Abby, che già stava lavorando al computer, mentre Ducky, rimasto lì, si occupava della bambina.

Abby: "Wow! Quanta gente!" esclamò.

Gibbs: "Hai rintracciato la telefonata?" chiese, andando subito al dunque.

Abby: "No, mi dispiace, è rimasto troppo poco tempo al telefono, e poi sembra che abbia usato una linea criptata. Non credo di poterlo rintracciare solo da questa telefonata..."

Tony: "Non c'è problema, Abby: se ha ripreso il gioco di cinque anni fa chiamerà di nuovo, e riuscirà ad avere anche il numero del mio cellulare."

Fornell: "Allora provvederemo a metterli sotto controllo."

Tony: "Non è solo questo... dovremo provvedere anche ad altre cose." disse, indicando la figlia, che si era avvicinata al padre accompagnata dal dottore.

Gibbs: "Provvederemo ad istituire dei turni di sorveglianza, puoi stare tranquillo."

Stephany: "Papà, ma chi sono questi due?" chiese, indicando i due agenti dell'FBI "Lui somiglia tanto al tuo Capo." continuò, indicando Fornell, che sorrise compiaciuto "Mentre lui..." indicò Sacks "lui ha davvero una brutta faccia!"

Sacks: "Ma guarda che roba! Dinozzo, dovresti insegnarle un po' più di educazione!"

Tony: "Mia figlia è educata, sei tu che non le piaci."

Sacks: "Ah, davvero? E perchè?"

Stephany: "Perchè hai una brutta faccia!"

Sacks: "Sicuramente è migliore di quella di tuo padre." rispose.

Stephany: "No, il mio papà è bello, tu, invece, no!" ribadì.

Sacks: "Proprio non te l'hanno insegnata, l'educazione..."

Stephany: "E a te non hanno insegnato a non insultare i papà degli altri bambini?"

Sacks: "Bambini? Ragazzina, guarda che io ho l'età di tuo padre!" rispose, offeso.

Stephany: "Ah... comunque tu non mi piaci." concluse, mettendo il broncio.

Fornell: "Avete finito?" chiese poi vide che il baattibecco era concluso e continuò "Jethro, ti occuperai tu di organizzare la sorveglianza?"

Gibbs: "Faremo tutto noi, e ti terrò informato."

Fornell: "Bene, allora noi andiamo."

Quando furono soli, nel laboratorio, cominciarono a preparare tutto.

Gibbs: "Abby, metti sotto controllo tutti i telefoni di Dinozzo."

Abby: "Consideralo già fatto."

Gibbs: "Per quanto riguarda la sorveglianza, uno di noi dovrà restare sempre con te e con tua figlia, Tony."

Stephany: "Può restare Ziva?" chiese, intromettendosi nella conversazione, perchè stava ascoltando tutto.

Gibbs guardò Ziva.

Gibbs: "Te la senti d farlo?" chiese, volendo accontentare la piccola.

Ziva: "Non c'è problema."

Tony: "Comunque, se non bastasse, Jeth è anche un ottimo cane da guardia."

Gibbs: "Perfetto. Mentre io e McGee faremo i turni fuori di casa tua." concluse.

Quella sera, quando tornarono a casa, per Ziva non ci fu bisogno di fare il trasloco, perchè, tanto, ormai viveva lì da tre mesi, e poco per volta stava trasferendo tutte le sue cose, in attesa di rendere nota la loro relazione sentimentale.

Prepararono il divano, che inizialmente doveva servire a Ziva, ma Stephany insistette per dormirci lei.

Stephany: "Papà e mamma non devono dormire su due letti diversi." si giustificò.

Tony: "Tesoro, credo che tu l'abbia capito che al lavoro ancora nessuno sa che io e Ziva stiamo insieme." disse, aiutandola a cambiarsi.

Stephany: "Sì, ma tanto, presto glielo direte, vero?"

Ziva: "Certo, tesoro."

Stephany: "E, quindi, Ziva diventerà la mia mamma. Anzi, posso chiamarti mamma, quando non ci sono gli altri?"

Ziva: "Ecco... veramente..." balbettò.

Stephany: "Dai... sei la fidanzata di papà, no?"

Ziva: "Sì, più o meno."

Stephany: "E, quando sarà il momento, avrete dei bambini, no?"

Tony: "E' un po' prematuro parlarne, ma quando sarà il momento potremmo darti dei fratellini."

Stephany: "Quindi, dato che Ziva sarà la mamma dei miei fratellini, perchè non posso già chiamarla mamma io, adesso?"

Ziva: "Caspita che ragionamento! Degno di una psicologa!" esclamò, poi lei e Tony si guardarono dolcemente "D'accordo, chiamami pure mamma, ma solo quando ci siamo solo noi."

Tony: "Ed ora, è il momento di andare a dormire, Principessa!" disse, prendendola in braccio e portandola sul divano. Poi i due adulti le rimboccarono le coperte, mentre Jeth si accucciava accanto alla piccola.

Stephany: "Notte, papà, notte, mamma."

Tony: "Buonanotte, angioletto." le baciò la fronte.

Ziva: "Buonanotte, tesoro." le fece una carezza.

Finalmente i due adulti andarono in camera da letto.

Tony: "Mia figlia è più furba di quanto si pensi." commentò "Con poche parole è riuscita ad ottenere quello che voleva."

Ziva: "Si è semplicemente scelta una nuova madre."

Tony: "Che non è poi tanto diversa da quella che l'ha messa al mondo..." concluse, baciandola dolcemente.

CONTINUA...

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


5

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Capitolo 4

La mattina seguente si svegliarono presto per andare all'NCIS.

Mentre Ziva salì sulla sua macchina ed andò da sola in ufficio, Tony caricò figlia e cane sulla sua Mustang e partì. Arrivato davanti alla sede dell'NCIS, mentre faceva scendere Stephany e Jeth, si guardava intorno, notando, ad un certo punto, una faccia conosciuta: Fisher.

Il delinquente lo salutò con la mano, facendogli un sorriso beffardo, poi scomparve dietro un camion, che passava in quel momento.

Tony: "Su, entriamo, tesoro!" disse, prendendola per mano e prendendo anche il guinzaglio di Jeth.

La bambina, però, aveva notato che il padre era preoccupato così, quando salirono sull'ascensore, gli disse:

Stephany: "Papà, vedrai che lo prenderete."

Tony: "Cosa?"

Stephany: "Il cattivo che non riuscite a prendere. E' per questo che sei preoccupato, vero?"

Tony: "Sì. E grazie per la fiducia, Principessa."

Dopo aver portato la figlia e il cane da Abby corse in ufficio, dove c'erano già tutti.

Tony: "Fisher era di nuovo qui davanti." riferì. Gli squillò il cellulare, e rispose "Pronto?"

Bastò uno sguardo e tutti capirono chi c'era dall'altra parte della cornetta, così Tony inserì il vivavoce e gli altri si radunarono intorno a lui per ascoltare.

Tony: "Come hai fatto ad avere questo numero, lurido verme!"

Fisher: "L'ho cercato, agente. Davvero pensi che un cane e una piccola scorta possano fermarmi?"

Tony: "Cosa vuoi da me, Fisher?"

Fisher: "Fartela pagare per gli otto mesi di ospedale e i quattro anni di galera che ho passato!"

Tony: "Prova ad avvicinarti alla mia famiglia e gli otto mesi di ospedale che hai passato ti sembreranno solo una passeggiata piacevole, in confronto a quello che ti farò!"

Fisher: "Devi prima riuscire a prendermi, amico! Ah, volevo dirti anche che la tua amica è davvero un bel bocconcino..." e chiuse la telefonata, mentre Tony e Ziva si scambiarono uno sguardo preoccupato.

Gibbs, nel frattempo, aveva già contattato Abby, e riferì:

Gibbs: "Anche questa volta Abby non è riuscita a localizzarlo."

Tony imprecò, sedendosi alla sua scrivania e aprendo nervosamente il cassetto per mettere via la pistola.

Gibbs: "Datti una calmata, Dinozzo!" gli ordinò, vedendolo nervoso.

Tony: "Sarò calmo solo quando quel verme sarà di nuovo dietro le sbarre, Capo!"

Gibbs: "Capisco, ma ricordati che hai una figlia, e non puoi permetterti di farti vedere da lei in questo stato."

Tony: "Lo so, Gibbs, ma è difficile..."

Un'ora dopo, Tony e Ziva decisero di andare a trovare Stephany, da Abby.

Salirono nell'ascensore poi, dopo un attimo, l'uomo girò la leva dello stop.

Ziva: "Perchè hai fermato l'ascensore?"

Tony: "Hai sentito cosa ha detto quell'individuo?"

Ziva: "Certo che sì: avevi messo il vivavoce apposta."

Tony: "Gibbs non lo sa, perchè non era presente quando è successo, però cinque anni fa ha detto la stessa cosa su mia moglie, qualche giorno prima che le facesse quello che ha fatto."

Ziva: "Tony, tranquillizzati. Sono in grado di difendermi da eventuali aggressioni, quindi, se cercasse di avvicinarmi, quello che ci rimetterà sarà lui." lo rassicurò, prendendogli la mano.

Tony: "E' che... sono preoccupato."

Ziva: "Lo so. Ma cerca di mostrarti tranquillo, davanti a Stephany."

L'uomo, allora, la abbracciò, baciandola, come se facendo così si sentisse più tranquillo. Poi, finalmente, riavvarono l'ascensore, andando in laboratorio.

Passò qualche giorno. Fisher continuava a chiamare Tony, e ogni volta riusciva a non farsi rintracciare.

Una sera, Tony e Ziva erano a letto, e parlavano tra loro.

Tony: "Mi chiedo a che gioco stia giocando quel verme."

Ziva: "Qualunque sia, non potrà durare a lungo."

Tony: "Ultimamente gli incubi sono anche peggiorati..."

Ziva: "In che senso?"

Tony: "Non sogno più Stephany, sogno te."

Ziva: "Tony, ti ho già detto che non mi succederà niente."

Tony: "Lo spero." disse, mentre Ziva gli poggiava la testa sul petto, prima di addormentarsi.

CONTINUA...

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


6

Il più grande segreto di Tony - Continua

Capitolo 5

Passarono altri giorni. Fisher continuava a chiamare Tony, ma non riuscivano mai a rintracciarlo, finchè una sera, quando erano già a casa, finalmente riuscirono ad ottenere qualcosa.

Tony aveva appena riattaccato il cellulare, quando Gibbs bussò alla porta dell'appartamento.

Gibbs: "Abby è riuscita a localizzarlo."

Tony: "Perfetto, allora andiamo a prenderlo!" disse, prendendo distintivo e pistola.

Anche Ziva si preparò per seguirli, ma Gibbs la bloccò.

Gibbs: "Dove credi di andare?"

Ziva: "Vengo con voi."

Gibbs: "No, tu resti qui."

Ziva: "Perchè?"

Tony: "Perchè qualcuno deve restare con Stephany." rispose, d'accordo con il Capo.

Ziva: "Va bene, ma fatemi sapere." disse, rimettendo a posto la pistola.

Mentre i due uomini uscivano, Tony e Ziva si scambiarono uno sguardo, come per rassicurarsi a vicenda che andrà tutto bene.

Stephany e Ziva, in attesa del ritorno di Tony, si sedettero sul divano a guardare la TV. Mezz'ora dopo, Ziva sentì dei rumori nel ballatoio, poi qualcuno forzò la serratura.

Tony, Gibbs e McGee, assieme a Fornell e Sacks, erano arrivati da più di mezz'ora nel luogo da cui Abby aveva detto che proveniva la chiamata, ma non avevano trovato nessuno; evidentemente Fisher se l'era data a gambe prima del loro arrivo.

Tony: "Ci è scappato di nuovo, quel figlio di..." esclamò, rabbioso, prendendo a calci un muro.

Fornell: "La prossima volta non ci sfuggirà, agente Dinozzo." lo rassicurò.

Il cellulare di Tony squillò.

Tony: "E' Ziva." riferì, guardando il numero chiamante. Poi rispose "Pronto?..." improvvisamente sembrò preoccupato "Tesoro, resta a casa e non muoverti! Noi arriviamo subito!"

Gibbs: "Cosa è successo?"

Tony: "Fisher è entrato in casa mia. Questa era una trappola per allontanarmi." riferì, mentre tutti correvano alle auto.

Ci misero pochissimo ad arrivare a casa di Tony poi, con le armi in pugno, entrarono nell'appartamento.

La prima cosa che videro fu il disordine, provocato da una probabile lotta, sia da parte di Jeth che da parte di Ziva poi, vicino al divano, notarono la grossa sagoma del cane, sdraiato immobile, con la testa poggiata sulle cosce di Stephany, che piangeva, inginocchiata accanto a lui, carezzandogli la testa.

Tony si precipitò accanto a lei, vedendo che era sotto shock e notando che Jeth aveva una ferita sanguinante sul tronco. Gibbs, che era dietro di lui, controllò il battito dell'animale.

Gibbs: "Ha perso molto sangue ma è ancora vivo. Stephany come sta?"

Tony: "E' sotto shock, ma sta bene." parlò alla figlia "Tesoro, cosa è successo? Dov'è Ziva?"

Stephany: "Mamma ha sentito dei rumori, e mi ha fatto nascondere nell'armadio in camera, dandomi il suo telefono per chiamarti..." cominciò, ancora tra le lacrime.

Tony: "Sì, e poi?" chiese, incurante del fatto che lei avesse usato il termine mamma, riferendosi a Ziva, di fronte a Gibbs.

Stephany: "E poi ho sentito Jeth abbaiare e mamma e l'altra persona che parlavano ad alta voce... non so cosa dicevano... poi c'è stato uno sparo e ho sentito Jeth piangere... mamma ha urlato qualcosa e poi si sono picchiati... ho sentito la mamma cadere e il cattivo l'ha portata via... poi sono uscita dall'armadio e ho visto Jeth che stava male... e ti ho chiamato..." concluse, scoppiando di nuovo a piangere.

Tony abbracciò la figlia, guardando Gibbs, che disse:

Gibbs: "Grazie, Stephany. Ora ti portiamo da Ducky per fare un controllo."

Stephany: "E Jeth?"

Gibbs: "Ducky non è un veterinario, ma credo che potrà fare qualcosa anche per lui. Quando vi avremo lasciato da Ducky cominceremo a cercare la mamma, ok?"

La bambina fece sì con la testa, poi Tony la prese in braccio e la caricò nella macchina, mentre McGee e Gibbs preparavano una barella improvvisata per trasportare il terranova.

Poco dopo erano in ufficio, dopo aver lasciato la piccola e il cane dal medico.

Tony: "Capo, cerchiamo di fare in fretta a trovare Ziva: ho un brutto presentimento."

Gibbs: "Mettiamoci subito al lavoro. Comunque non credo che sia andato lontano, portandosi Ziva con sè. Senza contrare che lei è una donna molto combattiva, non è semplice sopraffarla."

Tony: "A meno che non l'abbia drogata..." disse.

McGee: "Può essere probabile: Sacks ha trovato una siringa abbandonata sul pavimento dell'appartamento. Abby la sta analizzando."

Gibbs: "Allora dobbiamo solo sperare che non le venga fatto nulla e trovarla il più presto possibile. Stephany ha bisogno di sua madre." disse, guardando eloquentemente Tony.

McGee: "Ma Ziva non è la madre di Stephany." precisò.

Gibbs: "Non è il legame di sangue che rende una persona genitore, Tim. Ziva vuole bene a Stephany come se ne fosse la madre, e questo la rende tale, rafforzato anche dal fatto che è l'amante del padre della piccola."

CONTINUA...

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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


7

Il più grande segreto di Tony - Continua

Capitolo 6

Ziva si svegliò, sentendosi un po' intontita e ricordandosi quello che era successo.

Dopo che Tony e Gibbs se ne erano andati, lei e Stephany si erano messe a guardare la TV, finchè non avevano sentito qualcuno che forzava la porta di casa. Istantaneamente, sia Ziva che Jeth avevano capito e, mentre la prima portava la bambina al sicuro, facendola nascondere in un armadio e dandole il suo cellulare per chiamare il padre, il secondo ringhiava contro la porta, pronto ad aggredire chiunque fosse entrato.

Dopo cinque minuti era entrato Fisher e, come era prevedibile, Jeth lo aveva aggredito, ma l'uomo gli aveva sparato, mettendolo fuori gioco e aggredendo a sua volta Ziva, che aveva cercato di lottare con tutte le forze senza usare la pistola, per non rischiare di colpire Stephany. Purtroppo non ci volle molto per essere sopraffatta da Fisher, che aveva anche tirato fuori una siringa con qualche strana sostanza e gliela aveva iniettata durante la collutazione, facendole perdere i sensi.

Quando, finalmente, i suoi occhi erano tornati a vedere, si accorse di essere legata alla spalliera di un letto per i polsi, in una stanza di qualche casa. Sicuramente non si erano allontanati di molto dall'appartamento di Tony.

Si accorse anche che i suoi vestiti erano strappati, e quando individuò la figura di Fisher, in piedi vicino alla finestra, disse, con la voce più rabbiosa che riusciva ad assumere, perchè era ancora stordita dalla droga:

Ziva: "Che cosa mi hai fatto, lurido porco!"

Fisher: "Vedo che sei combattiva, addirittura più della moglie di Dinozzo." si avvicinò e si sedette accanto, passandole una mano sulla coscia e sentendola irriggidirsi "E sei anche molto più bella, ma forse perchè lei era incinta, e si sa che la gravidanza stravolge le forme di una donna."

Ziva: "Non mi toccare!" esclamò, a denti stretti, cercando di divincolarsi.

Fisher: "E' inutile che cerchi di resistere: ti ho iniettato del gamma-idrossibutirrato."

Ziva: "GHB... droga dello stupro... sei un vigliacco!"

Fisher: "Forse. Ma il tuo collega avrà una bella sorpresa, quando arriverà."

Ziva cercò di nuovo di divincolarsi, ma era troppo debole per riuscire ad avere la meglio su Fisher.

Nel frattempo, alla sede dell'NCIS, Gibbs, Tony e McGee cercavano di individuare il luogo dove poteva essere stata portata la donna.

Gibbs: "Non deve essersi allontanato molto dal tuo appartamento. Dobbiamo cercare in zona."

McGee: "Magari qualche magazzino o qualche palazzo abbandonato..."

Tony: "Sì, ma facciamo in fretta: più tempo passa e più rischiamo che quell'individuo faccia del male a Ziva!" esclamò, controllando quanti proiettili c'erano nel caricatore della sua pistola.

Gibbs: "Tony, vedi di darti una calmata!"

Tony: "Io sono calmo."

Gibbs: "No che non lo sei."

Tony: "Hai ragione, non lo sono: io sono bloccato in ufficio e Fisher è là fuori da qualche parte che sta facendo chissà cosa a Ziva! Voglio trovarlo al più presto e dargli quello che merita. Non può passarla liscia, dopo aver ucciso mia moglie e rapito la mia donna! E, Capo, lo so che abbiamo infranto la regola 12, ma in questo momento non me ne importa un fico secco!" era davvero agitato e arrabbiato.

Gibbs lo guardò serio, poi disse:

Gibbs: "Di questo ne parleremo dopo. Ora dimmi, c'è qualche casa sfitta nelle vicinanze del tuo palazzo?"

Tony: "Sì, ce ne sono tre." prese il telecomando e fece comparire le immagini satellitari dei dintorni di casa sua sullo schermo "C'è questa..." indicò un palazzo a un paio di isolati da casa sua "questa..." ne indicò un altro, più o meno alla stessa distanza "e questa..." la terza era più vicina: praticamente accanto al palazzo dove viveva Tony.

Gibbs: "Lo abbiamo avuto sempre vicino..." disse, dopo che gli fu arrivata un'illuminazione "è qui." indicò il terzo palazzo, più vicino "Andiamo!"

Tony partì deciso, quasi precedendo tutti.

Ci misero poco ad arrivare al palazzo dove pensavano fosse nascosto Fisher con Ziva. Vi entrarono, scortati da alcuni agenti in passamontagna.

Ispezionarono tutte le stanze, senza trovare nulla; ma dall'ultima stanza sentirono provenire degli strani rumori. Tony sfondò la porta e quasi sbiancò per la scena che si trovava davanti...

CONTINUA...

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Capitolo 8
*** capitolo 7 ***


8

Il più grande segreto di Tony - Continua

Capitolo 7

Gli incubi di Tony avevano preso vita: di fronte a lui c'era la stessa scena di 5 anni prima, solo che al posto di Stephany c'era Ziva, legata al letto, probabilmente priva di sensi.

Senza pensarci due volte si scagliò contro l'uomo, staccandolo da Ziva e cominciando una violenta collutazione con lui; era talmente arrabbiato che nessuno degli altri agenti riuscì a farlo desistere, così dovettero aspettare che si calmasse da solo, e nel frattempo soccorrevano la donna. Si fermò solo quando Fisher era a terra, sanguinante e incapace di muoversi, poi, finalmente, si avvicinò a Ziva, che ancora nessuno era riuscito a farla riprendere.

Si sedette sul letto, togliendosi la giacca e mettendola attorno alle spalle della donna, per coprirla, poi le tirò dei leggeri colpettini sulle guance, per farla riprendere.

Tony: "Su, dai, svegliati, Ziva!" disse.

Finalmente lei aprì lentamente gli occhi, guardando Tony.

Ziva: "Tony?" sussurrò, debole.

Tony:"E' tutto a posto. Ora arriva l'ambulanza."

Gli altri agenti si erano raccolti tutti da un lato del letto, intenti a soccorrerla, e si erano quasi dimenticati del delinquente, pensando che, ormai, grazie all'intervento di Tony, fosse fuori gioco, quindi nessuno si accorse del fatto che Fisher si era trascinato fino a un mobiletto, aprendo un cassetto e tirandone fuori una pistola. Poi l'aveva puntata contro il gruppo, mettendo il colpo in canna e preparandosi a sparare.

Un attimo dopo, i rinforzi che erano rimasti all'esterno, ovvero Fornell, Sacks e altri uomini dell'FBI, sentirono tre forti spari e, allarmati, si precipitarono dentro, arrivando alla stanza dove era accaduto tutto.

La prima cosa che videro fu il cadavere di Fisher poi, seduti sul letto, videro Tony con un braccio attorno alle spalle di Ziva, per sorreggerla e, di fronte a lui, Gibbs che, lentamente, toglieva la pistola, ancora fumante, dalla mano del suo secondo.

Gibbs: "Avanti, Tony, dammi la pistola." disse, calmo.

Negli occhi di Tony si notavano un misto di rabbia e soddisfazione. Finalmente il Capo riuscì a disarmarlo, e lui abbracciò la donna con entrambe le braccia. Ziva si era ormai del tutto sveglia, ma sembrava sotto shock, e tremava, nonostante l'avessero coperta bene; si lasciava stringere da Tony, ma il suo sguardo era perso nel vuoto.

Quando, finalmente, Tony sembrò essersi ripreso, cercò di prendere in braccio Ziva, per portarla fuori, ma la sentì irriggidirsi a quel contatto.

Tony: "Tranquilla, va tutto bene, Fisher è morto." le sussurrò, guardandola negli occhi. Lei, più per un gesto meccanico che per altro, gli passò le braccia attorno al collo, lasciandosi prendere in braccio e portare via.

Un'oretta dopo erano in ospedale. Un medico stava ancora visitando Ziva, e Gibbs, Tony e McGee aspettavano in corridoio.

Gibbs: "Stai bene, Tony?" chiese, avvicinandosi a lui.

Tony: "Sì, ma sono preoccupato per Ziva." rispose, senza togliere gli occhi dalla porta della stanza dove era Ziva.

Gibbs: "Lo siamo tutti. Nei prossimi giorni stalle vicino: ha bisogno di te più di prima, ora. Dovrai aiutarla a superare il trauma."

Tony: "Non credo che sarà semplice, per lei, riuscire a superarlo: ha subito una violenza, per una donna è un'esperienza devastante."

Gibbs: "Per questo dico che ha bisogno di te: avrà bisogno di sentirsi protetta dall'uomo che ama."

L'uscita del medico interruppe i loro discorsi. Si avvicinarono e gli chiesero come stava.

Medico: "Ora sta bene, fisicamente. Anche se ci vorrà un po' per superare il trauma psicologico."

Tony: "Possiamo entrare?"

Medico: "Sì. Ma non fatela stancare troppo, è ancora molto debole."

I tre non se lo fecero ripetere due volte, ed entrarono nella stanza. Ziva era sdraiata sul letto, con una flebo attaccata al braccio, e aveva l'aria stanca.

Tony si sedette accanto a lei, prendendole la mano e sorridendole, mentre Gibbs e McGee rimasero in piedi.

Ziva rispose al sorriso, ma si vedeva che era ancora turbata dall'accaduto.

Tony: "Come stai?"

Ziva: "Non... non lo so..." disse, con un filo di voce, stringendo la mano dell'uomo che, guardandola negli occhi, aveva capito che era ancora profondamente scossa.

Tony cercò di tranquillizzarla, passandole una mano sulla guancia, ma lei si ritrasse, quasi spaventata.

Tony: "Hey, tranquilla. Non ti faccio niente."

Gibbs, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, parlò:

Gibbs: "Credo che sia meglio se vi lasciamo soli. Volevo solo dirvi che credo che questo sia un caso di regola 50 applicata alla regola 12."

Tony e Ziva lo guardarono con gratitudine, poi Gibbs e McGee uscirono.

McGee: "Regola 50?" chiese, non appena furono fuori.

Gibbs: " 'Le regole precedenti, in situazioni particolari, possono essere abrogate'. Direi che questa è una situazione particolare in cui posso abrogare la regola 12, per Tony e Ziva. In una situazione normale non l'avrei fatto, ma questa non è una situazione normale." rispose, guardando attraverso la finestrella, nella camera, e prendendo il cellulare per chiamare in uffiicio.

Intanto, dentro la camera, Ziva aveva cominciato a raccontare cosa era successo.

Ziva: "Deve avermi iniettato qualche droga. Lui diceva di aver usato GHB, ma non lo so... mi ricordo solo di essermi svegliata legata a quel letto, e mi sentivo senza forze... poi lui... lui..." non riuscì a continuare, il ricordo era troppo doloroso, così scoppiò a piangere. Tony la abbracciò, carezzandole i capelli, e cercando di farla calmare.

Rimasero abbracciati ancora qualche minuto, finchè Gibbs non bussò di nuovo alla porta, entrando tenendo per mano Stephany, arrivata poco prima assieme a Ducky e Abby.

Gibbs: "Credo che sia venuto qualcun altro a trovarvi..." disse, lasciando avvicinare la bambina."

Stephany: "Mamma..." disse, sedendosi sul letto, sul lato del padre.

Ziva: "Tesoro, non ti preoccupare, sto bene." la rassicurò, carezzandole i capelli.

Stephany: "E' stato l'uomo cattivo?"

Tony: "Sì, ma stai tranquilla: ora l'uomo cattivo non farà più del male a nessuno."

Stephany: "Ho avuto tanta paura..." confessò.

Ziva: "Di cosa, Stellina?"

Stephany: "Che morivi anche te, come l'altra mia mamma, quella che è morta quando sono nata."

Ziva: "Non avrei mai potuto dare questo dispiacere alla mia bambina." le sorrise.

Stephany riapose con un altro sorriso e la abbracciò, mentre Tony continuava a stringere la mano di Ziva.

CONTINUA...

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Capitolo 9
*** capitolo 8 ***


9

Il più grande segreto di Tony - Continua

Capitolo 8

Circa mezz'ora dopo, Tony uscì dalla stanza di Ziva, tenendo per mano Stephany. Seduto su una sedia, videro Gibbs, che li aspettava.

Il Capo si alzò, avvicinandosi all'uomo e alla figlia.

Gibbs: "Come sta?"

Tony: "Si è appena addormentata. E' ancora molto scossa." rispose.

Gibbs: "Ho paura che non si riprenderà molto facilmente..."

Stephany: "Papà, ma la mamma sta tanto male?" chiese, stringendogli la mano.

Tony la guardò, non sapeva come rispondere, lo fece Gibbs al suo posto.

Gibbs: "La mamma ha avuto una brutta esperienza con un uomo cattivo, tesoro. Non sappiamo quanto stia male, l'unica cosa che possiamo fare è starle vicini."

Stephany: "Ma se papà si occupa di lei potrebbe guarire prima?"

Tony: "Può darsi."

Stephany stette un attimo a pensare, poi disse, decisa:

Stephany: "Allora finchè non sarà guarita occupati solo di lei, io posso cavarmela da sola."

Tony: "Ma... hai cinque anni, non puoi stare da sola." obiettò.

Gibbs: "Tua figlia ha ragione, Tony. E' meglio se ti occupi esclusivamente di Ziva. Per un po' Stephany e Jeth resteranno con me."

Stephany guardò dolcemente il padre, che alla fine accettò.

Tony: "Va bene, se non è un disturbo..."

Gibbs: "Non disturberà affatto, non ti preoccupare."

Poco dopo, Tony era tornato nella camera con Ziva, che ancora dormiva. Le passò una mano sulla fronte e lei si svegliò di colpo, quasi terrorizzata.

Tony: "Hey, tranquilla, sono io."

Ziva: "D... dov'è Stephany?"

Tony: "Starà per un po' con Gibbs, finchè tu non ti sarai rimessa completamente."

Ziva: "Allora è in buone mani..." gli sorrise, anche se con un'aria un po' triste.

Qualche giorno dopo tornarono a casa.

Tony si occupava di lei 24 ore su 24 ma ancora Ziva non riusciva a superare il trauma: parlava poco e passava molto tempo a piangere, seduta sul divano; Tony cercava di tranquillizzarla, ma ogni suo tentativo risultava vano.

Erano passati quasi dieci giorni dalla brutta esperienza della donna. Quella sera lei e Tony erano seduti sul divano che guardavano un film. L'uomo aveva allungato un braccio dietro Ziva, senza toccarla, e lei si abbracciava le ginocchia, mentre guardava la TV.

Improvvisamente, senza dire nulla, Ziva si avvicinò a Tony, abbracciandolo e poggiando la testa sulla spalla dell'uomo, come per cercare protezione; era segno che, finalmente, stava cominciando a superare la cosa.

Ziva: "Tony, perdonami..." sussurrò.

Tony: "Per cosa?"

Ziva: "Credo di essere stata un po' distante, in questi giorni."

Tony: "Non è vero. Dopo quello che hai passato è normale reagire così."

Ziva si staccò un momento, guardandolo negli occhi, poi fece un respiro profondo e raccontò:

Ziva: "Quando quell'individuo mi ha..." non riuscì a dire quella parola "mi sono sentita come se mi avesse rubato qualcosa di personale, mi aveva privato di una parte di me, della mia anima."

Tony: "Credo di aver capito, tranquilla."

Ziva: "Fino a qualche giorno fa avevo gli incubi ogni notte..."

Tony: "Lo so, lo vedevo."

Ziva: "Ogni volta rivedo il volto di quell'uomo... non ricordo molto, solo che qualcuno gli ha sparato..."

Tony: "Sono stato io, tre volte."

Ziva: "Ti prego, dimmi che l'hai ucciso davvero..."

Tony: "Gli ho dato un biglietto di sola andata per l'Inferno." rispose "Non farà più del male a nessuno."

Ziva: "Per fortuna." disse, poi poggiò di nuovo la testa sulla spalla di Tony, che la strinse di nuovo.

Tony: "Come stai, ora?"

Ziva: "Meglio, con te qui. Ma penso che starò ancora meglio quando nostra figlia tornerà a casa." gli diede un dolce bacio sulle labbra, poi tornarono a guardare il film.

CONTINUA...

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Capitolo 10
*** capitolo 9 ***


10

Il più grande segreto di Tony - Continua

Capitolo 9

Un paio di giorni dopo, la coppia si presentò a casa di Gibbs.

Appena scesero dalla macchina, Jeth, che era in cortile, corse loro incontro, ancora zoppicante perchè la ferita non era ancora completamente guarita. Si fece coccolare da entrambi, sopratutto da Ziva, poi li scortò all'ingresso, e i due bussarono alla porta.

Aprì loro Gibbs, coperto di trucioli e polvere di legno dalla testa ai piedi.

Tony: "Siamo venuti a prendere Stephany, Capo." disse.

Gibbs: "L'avevo capito. Come stai, Ziva?"

Ziva: "Un po' meglio, grazie."

Gibbs: "Sono contento. So che non deve essere stato facile." disse, facendoli entrare.

Ziva: "Non lo è stato affatto. Dov'è nostra figlia?"

Gibbs: "Era di sotto con me. Mi stava aiutando con la barca, ora la chiamo." e andò al piano di sotto.

La coppia lo seguì; Stephany era seduta sulla base della barca, anche lei era coperta di trucioli e teneva una pialla per legno in mano. Quando li vide, scese a terra e corse loro incontro.

Stephany: "Papa! Mamma!" esclamò, abbracciandoli entrambi.

Tony: "Tesoro! Come stai?" chiese, prendendola in braccio e lasciandosi stringere.

Stephany: "Bene. Mi sono divertita molto con Gibbs! Però mi siete mancati tanto..."

Ziva: "Ci sei mancata molto anche tu, piccola."

Stephany: "Mamma, sei guarita?"

Ziva: "Non ancora completamente, ma presto starò molto meglio. Che dici, torniamo a casa?"

Tony: "Siamo venuti apposta per questo. Però, appena arriviamo a casa ti fai una doccia: hai talmente tanto legno addosso che c'è mancato poco che ti scambiassi per un albero!"

Stephany: "Non è vero, papà!"

Tony: "Oh, sì che è vero. Ora saluta Gibbs, e ringrazialo, così andiamo."

Rimise a terra la figlia, che abbracciò il Capo.

Stephany: "Ciao, Gibbs. E grazie."

Gibbs: "Prego, tesoro. Ma come ti ho detto di chiamarmi?"

Stephany: "Zio Jethro."

Gibbs le sorrise, poi li accompagnò alla porta.

Gibbs: "Jeth lo terrò ancora per un po' io. Fa ancora fatica a camminare, e inoltre credo che stia meglio in una villa con giardino che in un appartamento."

Tony: "Grazie, Capo. Comunque appena possibile compreremo anche noi una casa con un po' di giardino: il mio appartamento è davvero troppo piccolo per noi tre." poi salirono in macchina e tornarono a casa.

Quella sera, dopo che ebbero messo la bambina a dormire, la coppia restò per un po' a parlare, sdraiati sotto le coperte.

Ziva: "Quindi hai deciso di far restare tua figlia e il tuo cane a Washington?"

Tony: "Sì. Sono stato troppo tempo lontano, e non ho potuto veramente vederla crescere, perchè la andavo a trovare una volta ogni tanto, e più di una volta ho rischiato di renderla orfana anche di padre.E, ormai, è arrivato il momento di occuparmi a tempo pieno della mia bambina, non posso appoggiarmi sempre a Sara."

Ziva: "Però puoi poggiarmi a me."

Tony: "Su questo non ho dubbi." la baciò, passandole un braccio attorno alle spalle e sorridendole.

Ziva: "Anche perchè, se facessi da solo, chissà che casini combineresti!" scherzò, mettendosi sopra di lui.

Tony: "Grazie per la fiducia, Ziva David!"

Ziva: "E' perchè ti conosco, Anthony Dinozzo!" e lo baciò.

Il mattino dopo vennero svegliati dalla bambina, che era saltata sul letto.

Stephany: "Sveglia, dormiglioni! Sono le otto!" disse, tirando via le coperte "Oh, che schifo! Siete nudi!" esclamò, mentre i due si coprivano di nuovo col lenzuolo.

Ziva: "Certo che lo siamo, Stephany. Stanotte volevamo provare a darti un fratellino." rispose. Gli occhi della piccola si illuminarono.

Stephany: "Davvero? Quindi avrò un fratellino?"

Ziva: "Tutto dipende se tuo padre ha fatto un buon lavoro." sorrise all'uomo, che la fulminò con lo sguardo.

Stephany: "Ho capito. Quindi, papà, vedi di impegnarti, perchè dovete assolutamente fare un fratellino."

Tony: "Beh, veramente quello di stanotte era una specie di prova generale, però ti prometto che mi impegnerò, non appena Ziva accetterà di sposarmi."

Quella frase l'aveva detta di getto, senza neanche rendersi conto di quello che diceva, ma subito si trovò gli occhi delle due addosso.

Ziva: "Come hai detto, Tony?"

Stephany: "Credo che papà ti abbia appena chiesto di sposarlo, mamma."

Tony: "Ehm... veramente, io..."

Stephany: "Papà, non rimangiarti la parola!"

Tony: "Beh, veramente ho cominciato a pensarci solo ieri, e non avevo preparato nè l'anello nè il discorso, quindi x quello dovrai aspettare..."

Ziva: "Beh, allora in tal caso non so se ti risponderei ancora di sì..."

Tony: "Oh, andiamo! Come puoi cambiare idea così?"

Ziva: "Beh, sai, è un paio di mesi che sono soggetta a queste cose... sbalzi d'umore e simili..."

Tony spalancò gli occhi, stupito.

Tony: "Sei... sei incinta?"

Ziva: "Sì, sono incinta."

Stephany: "Evvai! Avrò un fratellino!" esclamò, saltando sul letto.

Tony: "Hey, calma, tesoro!"

Ziva: "Già. Preferirei aspettare ancora un po' a dirlo agli altri."

Stephany: "Ma perchè?"

Ziva: "Perchè voglio preparare bene la sorpresa, ok?"

Stephany: "Ok..."

CONTINUA...

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