I quattro di Hogwarts

di Kattiva
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L' Inizio della Fine ***
Capitolo 2: *** La Partenza ***
Capitolo 3: *** Alla volta dell' Egitto ***
Capitolo 4: *** Il diadema di Corvonero ***
Capitolo 5: *** Ritorno a Hogwarts ***
Capitolo 6: *** L' ineluttabile verità ***
Capitolo 7: *** il medaglione ***
Capitolo 8: *** dissennatori e basilischi: tutti insieme appassionatamente ***
Capitolo 9: *** Ricordi e Maledizioni ***
Capitolo 10: *** Prigionieri ***
Capitolo 11: *** Ritorno A Hogwarts ***
Capitolo 12: *** La Coppa di Tassorosso ***



Capitolo 1
*** L' Inizio della Fine ***


Aaah, eccomi qui ad appestare la vostra esistenza ancora una volta, ma non da sola. Metà del merito di questa ff va a Tigre94, che me la corregge grammaticalmente, mette la parole che ci stanno meglio e mi da delle idee, quindi grazie Giulia, che mi fai da angelo custode. Un po’ dannato come angelo, ma va bene! Ti vi bi!

 

Quando la luna nera cadrà nel lago, quando i quattro troni dei fondatori verranno riempiti molte cose cambieranno. Molte altre invece, semplicemente smetteranno di esistere…”

Era questa la scritta che dal primo settembre troneggiava nel grigio cielo sopra Hogwarts.
“Cosa vuol dire, Albus?”
Chiese la McGranit con una nota di agitazione nella voce. Il preside, dall’ altra parte della scrivania in mogano, si limitò a sorriderle.
“Esattamente quello che c’ è scritto, Minerva”.
Anche se non lo dava a vedere, Minerva McGranit odiava quel comportamento da parte di Silente. Le sembrava che lo facesse apposta, che ci godesse a vederla in difficoltà.
La vice preside aveva già convocato quattro riunioni e non le andava di disturbare ulteriormente il corpo insegnanti, già troppo sotto pressione per l’ imminente inizio delle lezioni.
Questa faccenda però andava risolta, e se il preside si rifiutava di farlo, qualcuno doveva intervenire.
Ma chi?
“Ti prego Albus, dammi un indizio”
“Vedi Minerva, ne io ne tu abbiamo il potere di risolvere la situazione. Starti a spiegare cose per le quali non saresti d’ accordo non aiuterebbe, o sbaglio?”
Sorpresa per la reazione del preside, la McGranit abbassò un poco la testa. Cosa c’ era di tanto segreto? O di tanto pericoloso da farle arrabbiare?
“riguarda la Guerra?”
“temo proprio di si”

La mattina dopo, la famiglia Weasley (più Harry e Hermione, che ormai erano diventati di casa), attraversò la soglia del binario nove e tre quarti.
“Harry, che facciamo se non se ne va?”
“se ne deve andare”
Il piano architettato dal bambino che è sopravvissuto durante l’ estate era semplice: fingere di prendere il treno e poi partire alla ricerca degli Horcrux. Purtroppo però, Harry non aveva calcolato il fattore ‘ signora Weasley ‘.
“Harry, si è messa a chiacchierare con una sua amica! Hai idea di quanto ci vorrà???”
Disse tra lo spaventato e l’ annoiato Hermione, che si stava nascondendo dietro Ron alla vista di Calì Patil.
“ha ragione Hermione, mia madre è capace di passare tutta la mattina a parlare!”
“non siate pessimisti!”
Li incalzava il moro, non riuscendo a convincere neanche se stesso.
“IN CARROZZAAA”
Gracchiava una voce all’ altoparlante. I tre si scambiarono occhiate terrorizzate all’ avviso. Non dovevano assolutamente prendere quel treno, per nessuna ragione. Ma un altro errore nel piano di Potter era il fattore ‘Ginny Weasley’.
“HERMIONE! HARRY! RON! Vi muovete?”
Hermione e Ron lanciarono un occhiata sconsolata al treno, sbottando a bassa voce
“Siamo fregati”.
Il moro scosse la testa, prese il suo bagaglio più la gabbia di Edvige e salì sul treno. Gli altri due non poterono fare che imitarlo.
Si chiusero in uno scompartimento da soli, suscitando l’ ira funesta di Ginny che pretendeva di entrare, ma che si rassegnò dopo sole cinque ore di viaggio.
“Che si fa, Harry?”
“Domani mattina andiamo da Silente. Non possiamo rimanere, dobbiamo…”
“...trovare gli Horcrux”
Finì Ron. Una strana morsa attanagliò lo stomaco del moro.
“Non siete obbligati a venire con me”
“Non essere sciocco Harry, noi verremo, lo sai”
Disse risoluta Hermione. Harry non potè fare a meno di notare che lei e Ron si scambiarono uno sguardo compiaciuto. La cosa andava avanti da giorni e a Harry non piaceva; lo facevano sentire escluso. Ovviamente negavano anche di fronte all’ evidenza, ma ciò non cambiava le cose. Il viaggio trascorse tranquillo, almeno dopo che Ginny ebbe rinunciato a entrare nello scompartimento del terzetto.

“… e quindi, buon appetito!”
Era appena finito l’ estenuante discorso di Silente, lo stesso che propinava ogni anno prima del banchetto, quando uno strano rumore fece alzare lo sguardo dai loro piatti a tutti. Un semplice tuono, ma bastò per far fissare a tutti il soffitto, dove l’ enorme scritta era impressa nelle nuvole, indelebile. Un mormorio si sollevò in tutta la sala grande, tranne forse al tavolo dei professori, che cominciarono a sbuffare, sotto lo sguardo divertito di Silente, mago particolarmente abile nel far scoppiare furiosi temporali con tanto di tuoni e lampi…

 

Bene, che ne pensate? Lasciate un commentuccio di incoraggiamento. Conoscete il detto “un commento al giorno leva il medico di torno”? beh, perlomeno adesso lo conoscete ^-^

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Capitolo 2
*** La Partenza ***


eccoci di nuovo qui! Questo capitolo lo ha scritto Tigre94 durante l’ ora di tecnica, mentre io facevo una lunga e perfettamente inutile descrizione dei personaggi. Non ci è mai saltato in mente di studiare, ovvio!!! Il 3 è già pronto, ve lo posto domani! E ora, godetevi il secondo…

 

Harry, Ron ed Hermione la mattina dopo il banchetto alla Sala Grande si svegliarono presto con l’intenzione di andare da Silente. Fu una grande sorpresa trovarlo seduto su una delle poltrone della Sala Comune, tranquillamente intento a leggere la Gazzetta del Profeta, che, da quando Voldemortera uscito allo scoperto, non faceva altro che parlare di persone misteriosamente scomparse e di gente rapita o uccisa dai mangiamorte.

Silente, accortosi della silenziosa entrata del trio, posò il giornale e sorrise al loro indirizzo, sorriso che scomparve non appena si accorse che il trio era gia vestito e aveva una tracolla in spalla.

Cosi disse:“partirete stamane, non è vero?”

Si, professore”

Non ne sono molto sorpreso, anzi, sono stupito che siate venuti ieri”

Rispose Ron: “Infatti il nostro piano era di partire non appena tutti avessero preso il treno, ma mia madre e mia sorella ci hanno inconsapevolmente costretti a venire” Ron era rimasto sempre lo stesso, tranne forse per il fatto che si era alzato di un paio di centimetri.

Silente rise e disse: “sono contento che siate venuti, perché ho delle informazioni riguardanti gli Hocrux di Voldemort”

Davvero, professore?” A parlare era stato Harry. Era diventato il più alto dei tre, con i capelli neri e spettinati come al solito e con magnifici occhi verdi non più coperti dagli orrendi occhiali che portava fino a poco tempo prima.

Si, Harry. Io ho distrutto l’anello e tu il diario, ma questo già lo sapete. Quello che dovete sapere è che quando trovate il Diadema di Corvonero, la Coppa di Tassorosso e il Medaglione di Serpeverde voi li dovete distruggere, però poi li dovete riportare a Hogwarts, perchè, come ho appreso da un libro di magia oscura che ho consultato dopo l’apparizione di quella scritta sulla Sala Grande, “quando gli oggetti dei quattro fondatori sotto il tetto della scuola che hanno creato uniti saranno, i quattro fondatori risorgeranno”” Poi aggiunse: “Ho avuto informazioni su dove si trova attualmente il Diadema di Corvonero, in Egitto”

In Egitto? Dovremo cercare in tutte le piramidi?” disse sarcasticamente Hermione. Hermione era diventata più alta e magra, ma i capelli crespi erano rimasti sempre uguali.

No, no” li rassicurò in fretta Silente “nella terza piramide a destra non appena vi smaterializzate al confine” Poi disse, esitante: “Tornerete ogni tanto per tenermi aggiornato sulla vostra ricerca, vero? Magari posso fornirvi di altre informazioni”

Harry sorrise e promise: “ma certo professore, quando avremo trovato il Diadema torneremo e vedremo dove e come trovare gli altri due Oggetti dei fondatori” poi aggiunse: “avremo bisogno della Spada di Grifondoro per distruggere gli Hocrux”

Silente ricambiò il sorriso e disse: “non me ne sono dimenticato, ce l’ho sotto al mantello, sapete, se mi avesse fermato qualcuno sarebbe stato molto difficile dare spiegazioni sul perché avevo la Spada di Grifondoro in mano”. Detto questo estrasse una splendida spada incastonata di rubini e la diede a Harry.

Allora Harry si alzò e disse:- “penso sia ora di salutarci”

Penso proprio di si”. Silente, nonostante non lo desse a vedere era molto preoccupato per i tre ragazzi, però sapeva che ormai non poteva più fare niente. Il trio sarebbe partito, e la loro sopravvivenza era legata alla loro bravura nella magia e alla fortuna.

Arrivati al cancello Harry e Silente si guardarono un’ultima volta, chiedendosi silenziosamente se si sarebbero mai rivisti vivi. Alla fine Harmione ruppe il silenzio salutando Silente e smaterializzandosi insieme a un Ron troppo terrorizzato per fare qualcosa che non era aggrapparsi al braccio di Hermione per la materializzazione Congiunta nonostante sapesse Materializzarsi. Dopo pochi istanti Harry si smaterializzò, alla volta dell’Egitto.

 

è un po’ cortino, lo sappiamo, ma Giulia non è pratica di fun fiction (e dopo questo commento io non avrò più le mani per scriverle), il prossimo sarò più lungo, promesso! Vorremmo ringraziare:

Sharry: grazie per il commento, siamo stra contente che ti piaccia!

 

E voi tutti, recensite anche l’ altre mia Fun Fiction “The Kill”, che nn ha niente a che fare con i 30 second tom ars, non vi preoccupate!

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Capitolo 3
*** Alla volta dell' Egitto ***


Ciao ragazzi!!! vedo con piacere che questa fun fich piace, e vorrei sapere se c’ è qualche strano allineamento dei pianeti o roba varia. Giulia non l’ ho sentita e quindi non ho notizie sul quarto capitolo (Silente solo sa come scriverò il quinto), ma credo che entro dopodomani posso averlo e postarlo, se vogliamo essere ottimisti! Ok, allora, spiegazioni sul capitolo alla fine! Godetevelo!

 

Alla volta del Cairo, per recuperare il diadema di Cosetta Corvonero.
“Dove siamo…?” chiede stordito Ron, che è dovuto smaterializzarsi con Hermione perché aveva troppa paura di farlo da solo.
“Il Cairo, Ron, non ricordi cosa ha detto Silente?”
“chi?”
Lei e Harry si scambiarono un occhiata preoccupata e agitata, almeno finché hermione non si barre una mano sulla fronte gridando
“ma certo! Quanto sono stupida!”
Hermione Granger che diceva di essere stupida? Harry si stava chiedendo se fosse finito in un altro continente o su un altro pianeta. Vedendo che l’ amico la guardava confusa, Hermione decise di chiarire i dubbi che stavano formando nella sua mente.
“oh Harry, dannazione, ma cosa facevi durante le lezioni di materializzazione? Ah beh, lasciamo perdere… se un mago ha compito diciassette anni non può più usare la materializzazione congiunta con un altro maggiorenne! I sintomi sono sonnolenza, appesantimento, caduta dei capelli…”
Vedendo l’ amica che si aiutava con le dita delle mani a contare, Harry decise di intervenire:
“la versione corta, Mione!”
La ragazza sbuffò sonoramente, prendendo la mano di un Ron al settimo cielo
“… e perdita temporanea della memoria. Tra un paio d’ ore starà bene, e adesso andiamo, Silente ha detto che il diadema dovrebbe essere seconda piramide a destra”
Si stavano dirigendo verso l’ obbiettivo quando si accorsero che Ron non li stava seguendo. Infatti il rosso si stava fissando male a pochi metri di distanza
“ditemi chi siete!”
“siamo Harry ed Hermione, Ron, e adesso muoviti!”
“chi è Ron?”
A Harry veniva da ridere quasi quanto alla sua amica di dare un pugno in faccia allo smemorato.
Stavano ancora litigando sul perché e percome il rosso dovesse seguirli, quando quest’ ultimo urlò.
“Ron!”
I due si gettarono sull’ amico, che li scansò e si rialzò.
“hei, ma siete matti? Vabbè che mi volete bene, ma saltarmi addosso! Magari da Hermione me lo aspettavo, ma da te, Harry…”
La ragazza gli diede uno scappellotto dietro la testa, arrabbiata
“non essere sciocco Ronald! Avevi perso la memoria e… è una storia lunga. Adesso andiamo, dobbiamo assolutamente trovare il diadema nella piramide!”
I due ragazzi scossero la testa e seguirono la loro amica tra le base case bianco, tipiche di quella parte del globo. Vicino la porta della piramide c’ erano dei strani segni, che Ron sentì il bisogno di commentare con:
“geroglifici!”
“rune, razza di idiota”
Lo riprese, forse anche troppo bruscamente, Hermione.

Dall’ altra parte dell’ oceano, un intera classe stava assistendo alla lezione di Difesa contro le Arti Oscure.
“…e andate a pagina 547”
Ma Ginny Weasley aveva troppo da pensare per poter girare le pagine di un libro, così si limitò a spostarlo dalla sua visuale.
“ma a quanto pare la signorina Weasley sa gia abbastanza di Vampiri. Talmente tanto da potersi permettere di non prestare attenzione e di far perdere dieci punti a grifondoro”
Non ottenendo risposta della ragazza, che con la testa appoggiata al pugno, guarda insistentemente fuori dalla finestra, Piton decise che grifondoro aveva troppi punti, e che era il caso di levarne altre venti.
“ma professore, non può farlo!”
Aveva esclamato Dean Thomas, vedendo che Ginny non reagiva e che Piton non accennava a smettere di levare punti.
“una presa di posizione, Thomas? Vorrebbe farmi credere che si sente forte? Forze lei e i suoi amichetti grifondoro avete davvero troppi punti, meglio toglierne cinquanta”.
Naturalmente nessuno (tranne alcuni Serpeverde) osò aprire bocca dopo quell’ espressione, soprattutto dopo che Ginny Weasley fu mandata dal Preside. La ragazza salì le scale diretta al Gargoyle di pietra e disse la parola d’ ordine
“cioccorane!”.
Il preside era seduto dietro la scrivania. Ginny era certa che non l’ avrebbe punita. Il preside non punisce nessuno, a meno che non sia stato colto in flagrante, figurarsi una grifondoro del suo calibro!
“Ginevra Weasley! A cosa devo l’ onore?”
Ginny gli consegnò il foglio di pergamena che le aveva dato Piton, augurandosi che non ci fossero scritte cose troppo gravi nei suoi confronti. Non aveva potuto leggerlo perché era scritto su una pergamena speciale che poteva essere aperta solo dal destinatario. Naturalmente Piton non lo avrebbe mai ammesso, ma Ginny era certa di aver visto quello strano articolo di cartoleria da Fred e George.
“Ah, capisco. Beh, non mi sembra un reato imperdonabile, anzi, non mi sembra neanche un reato. Dimmi, è ai tuoi amici che pensavi?”
La ragazza sospirò.
“A scuola corre voce che non sono partiti, e non li vedo in giro da ieri. È vero?”
Silente si era aspettato quella domanda, ma non era del tutto preparato. Non esisteva un modo giusto per dire a una ragazza che: il suo ragazzo, suo fratello e la sua migliore amica erano partiti per un viaggio dal quale, probabilmente, non avrebbero avuto notizie se non dopo il ritrovamento del Diadema di Corvonero.
“si, Ginevra, sono partiti”
La ragazza si pietrificò.
“p… partiti per… dove?”
“gli Horcrux”
Disse semplicemente Silente, prendendo un foglio di pergamena e scribacchiandoci qualcosa sopra, per poi passarlo a Ginny, che tese la mano tremante.
“per oggi sei esonerata dalle lezioni, vai da Madama Chips e fatti fare una tisana. Dille una di quelle che fa sempre a me, solo con meno Vodka”

“Mione, sei sicura di aver tradotto bene?”
Ron e Harry, mentre si stringevano l’ uno all’ altro terrorizzati, avanzavano dietro a Hermione che sembrava certa della direzione da prendere.
“certo! IO ho studiato antiche rune. Preferivate forse andare alla cieca? Di qua!”.
Cominciava a fare davvero freddo. Erano più di venti minuti che camminavano, e Harry aveva notato che i cunicoli erano tutti in discesa, anche se alcuni poco evidente. Chissà quanto erano scesi in basso adesso…
“ecco!”
Stava gridando eccitata Hermione, alla vista di un imponente porta d’ oro massiccio. La spinse forte, ma non si apriva. Riprovarono tutti e tre, ma non diede segno di cedere. Non c’ erano rune da decifrare per avere un indizio su come spostare le pesanti lastre, solo… ma si, Harry l’ aveva notato solo adesso; un piccolo buco, grande quanto una… ma certo! La chiave che lui, Ron e Hermione avevano preso al primo anno, per andare a recuperare la pietra filosofale! Quella arrugginita e con un ala spezzata che teneva sempre attorno al collo! In verità non sapeva neanche lui perché lo faceva, ma qualcosa gli diceva che gli sarebbe tornata utile. Si staccò il laccio sotto lo sguardo dubbioso degli altri due e la infilò nella serratura. Che scattò.
“oh, Harry!”
Aveva detto meravigliata Hermione, alla vista che gli si prospettava davanti. Una stanza quadrata. Appoggiati ai muri, una serie di sarcofagi, sul soffitto e nel pavimento, in corrispondenza l’ una dell’ altra, stavano due botole. I tre entrarono nella stanza senza accorgersi della porta che, alle loro spalle, si chiudeva. Davanti a loro, solo una strana luce dorata e… fumo. Fumo nero che proveniva da quattro dei sarcofagi, che si aprirono all’ istante.
Peter Minius
Bellatrix Lestrange
Lucius Malfoy
Narcissa malfoy
Mangiamorte senza la maschera.
“oh, ma guarda un po’! ce ne avete messo di tempo eh mocciosi?!?!”
“chiudi il becco Bella!”
Harry, Ron e Hermione sguainarono le bacchette.
“Vi manda Voldemort?”
Gridò Harry, Narcissa e sua sorella si guardarono finte stupite, mentre Lucius, ghignando asserì:
“davvero bravo, Harry, vedo con piacere che cominci a collegare i concetti! Non mi sorprenderei se presto cominciassi a sillabare…”
Mentr Lucius parlava Bellatrix e Narcissa evocarono due asce che rotearono con la mano destra, mentre la bacchetta, puntata contro i tre ragazzi.

“EXPELLIAMUS!”
Peter Minius aveva appena scaraventato a terra uno dei tre.
“RON!” gridò Hermione lanciandoglisi contro.
“PROTEGO!”
Gridò Harry nella direzione di Hermione, cercando di schivare una maledizione che però lo colpì al braccio destro, facendolo urlare dal dolore. Impugnando la bacchetta, cercò di difendersi dagli attacchi dei quattro mangiamorte che si erano stretti in un cerchio attorno a lui.
“Harry! Dietro di te!” Il moro si voltò appena in tempo per vedere un’ascia calare sulla sua testa. Schivandola velocemente estrasse la spada di Grifondoro per parare i colpi d'ascia e tentò di mandare incantesimi con la sinistra. Nel frattempo Ron si era rintanato nell’angolo più remoto della stanza, mentre Hermione combatteva contro Narcissa.

“IMPERIO” La maledizione scagliata da Harry prese in pieno Narcissa che, priva di ogni volontà, andò a combattere contro la sorella. Harry sogghignò all’indirizzo di Malfoy, che perse ogni ritegno a gli si lanciò addoso urlandò incantesimi e parolacce. “STUPEFICIUM” l’incantesimo colpì Lucius che si schiantò contro Bella. Tutti e due si accasciarono, immobili. “AVADA KED...” “LEVICORPUS” La maledizione di Hermione era stata provvidenziale: Narcissa, riuscendo ad opporsi alla maledizione imperius aveva cercato di uccidere Harry, che sorrise e urlò: “grazie Mione”. I quattro Mangiamorte, capendo di non poter vincere per quella volta si Smaterializzarono, terrorizzati dalla probabile quanto terribile punizione che Voldemort avrebbe affibbiato loro. Il trio si ritrovò di nuovo solo nella piramide e Ron, che aveva riacquistato la voce ma non il coraggio domandò:- “dov’ è che dovrebbe essere il diadema?”
“se non ho decifrato male (cosa impossibile), il diadema dovrebbe trovarsi in una delle botole, solo che…”
“che? Continua Mione!” La esortò Harry incuriosito
“solo che… da una parte c’ è vita, dall’ altra solo morte”
Ron sospirò profondamente. Probabilmente era più scocciato che impaurito da questa faccenda. Si levò una ciocca di capelli rosso fuoco da davanti gli occhi, fissando il vuoto davanti a se.
Vita…
…morte
“Ci sono! Come go fatto a non pensarci prima???”
“a cosa?”
“rifletti, Harry, cos’ è che sappiamo di Cosetta Corvonero e della sua Casa?”
Confuso, Ron alzò lo sguardo verso la ragazza
“che sono tutti secchioni?”
Hermione lo guardò storto, poi arrendendosi sospirò
“esatto. Sono intelligenti”
Ci tené a precisare.
“e quindi, rifletti, storicamente qual’ è la parte del bene e del male?”
Harry ci pensò un attimo. Si chiese come mai la sua cicatrice fosse a destra, come mai il tavolo di serpeverde fosse all’ estrema destra della sala grande e cose del genere. Non ci aveva mai fatto caso, ma anche le più piccole cose nel mondo che erano in qualche modo cattive erano a destra.
“destra”
“esatto. Quindi andiamo a sinistra, in alto”
Ron alzò lo sguardo, scosso
“ma… Hermione, non ha senso questo ragionamento!”
“si invece Ronald. Lo avrebbe se tu mi avessi ascoltato prima, mentre decifravo le iscrizioni sulla botola!”
“hai decifrato le iscrizioni sulla botola?”
“lasciamo perdere. Comunque dicono: ‘ tu che fin qui sei arrivato qualcosa devi aver imparato. Tra destra e sinistra devi scegliete se vuoi sopravvivere. Un altro modo esiste, ma da solo dovrai scoprirlo…”
“Un altro modo?”
Sbottò il moro con veemenza
“Potevi dircelo subito, Hermione! E comunque… quale sarebbe?”
La ragazza si sedette al centro della stanza, dando una rapida occhiata all’ orologio da polso e dichiarando:
“Aspettare”.

 

Allora? Dunque, la battaglia è stata interamente rifatta da Tigre94 perché la mia faceva schifo. Sono ottimista, eh! quindi, ancora una volta, grazie Giulia (e soprattutto: recensisci anche te!!!). e ora, i ringraziamenti:

Sharry: ti informo che stai parlando con una Serpeverde DOC (io) e una Corvonero che si crede serpeverde (giulia), abituati alle interruzioni sul più bello!!! Grazie, spero che questo capitolo plachi la tua curiosità (non voglio farti passare più notti insonni del dovuto) e che ti piaccia.

Grazie, anche a chi la aggiunge a preferiti!

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Capitolo 4
*** Il diadema di Corvonero ***


Ciao ciao! Eeeh, questo è un capitolo un po’ particolare; è mia solo l’ idea e parte della stesura, che Tigre94 ha corretto e allungato perché era indecente… è un po’ corto, ma non disperate, il cinque è quasi pronto! Ok, bugia, il cinque non è quasi pronto. Uffa, mi smascherate sempre! Vabbè basta delirare *coro di ovazioni*, vi lascio al 4 capitolo!

 

Mezz’ ora dopo erano ancora li, con Ron appoggiato alla parete che lanciava occhiate perplesse a Hermione e Harry, che quando non era intento a fissarsi i lacci delle scarpe gli rispondeva con un alzata di spalle. Hermione, seduta davanti ai due, non aveva smesso di sorridere, lanciando ogni tanto ai due occhiate divertite.
“oh basta, Mione, dai dicci qualcosa!”
“fa silenzio Ronald!”
Lo aveva rimbeccato lei, senza voltarsi.
“Mione, non sei una dittatrice! Se io voglio parlare…”
Nessuno seppe mai cosa Ron avrebbe fatto se avesse voluto parlare, perché un rumore assordante fece alzare in piedi Ron e Harry. Il muro di fronte a loro cominciò a incendiarsi, così come quelli ai loro lati, compresi soffitto e pavimento. Hermione, al centro della stanza perfettamente immobile. Harry e Ron cominciarono a gridare e a smuovere la ragazza, che non faceva che scansarli.
“HERMIONE! Che si fa???”
Stava gridando Ron in preda al panico, ma la ragazza non si muoveva. Harry invece era impegnato a lanciare incantesimi contro le fiamme. “AGUAMENTI!”
Aveva esclamato, allo stremo delle forze, quando le fiamme li avevano costretti a stare piegati e appiccicati, con neanche un metro di spazio. Se non fosse stato totalmente assurdo Harry avrebbe giurato di essere tiuscito a fermare le fiamme.  Il pavimento sotto di loro cedette immediatamente e cominciarono a cadere nel vuoto, gridando come disperati. A Harry ricordò il secondo anno, quando erano finiti con il professor Allock nella camera dei segreti.
“Ahia! Ronald, sei sul mio piede!”
Avevano toccato terra. O meglio, Harry e Hermione avevano toccato terra perfettamente incolumi perché Ron era letteralmente addosso a Hermione, che batteva i denti. La ragazza lo scostò in malomodo sbuffando, per poi fare luce con la bacchetta.
“Lumos!”
La stanza era grande più o meno come la precedente, con uno strano altare di pietra nel mezzo.
“Wow…”
“l’ hai detto amico…”
Ron e Harry stavano fissando i dipinti appesi alle pareti. Dietro l’ altarino c’ era una statua di quella che doveva essere Cosetta Corvonero, mentre sulle pareti c’erano altri ritratti, a grandezza naturale, di quelli che dovevano essere gli altri fondatori di Hogwarts. Uno, in particolare, che aveva catturato l’ attenzione dei tre. Al centro, in primo piano c’ era Godric Grifondoro, con i capelli bronzei più scuri di quelli dei Weasley e gli occhi topazio. Vestiva un mantello rosso e oro con lo stemma delle quattro Case di Hogwarts al petto, mentre dietro al manello aveva un grande leone con una spada incastonata di rubini con la scitta Godric Grifondoro sulla lama. Ai suoi lati Cosetta Corvonero e Tosca Tassorosso, che ridevano felici. La prima aveva lunghi capelli neri con occhi di un blu più profondo e inquietante di quelli di Silente. Lei vestiva con un mantello quasi uguale a quello di Godric, con l’unica differenza che era nero e blu e dietro aveva ricamato un corvo con un diadema con una C nel becco. La seconda aveva lunghi capelli biondi e occhi neri. Anche lei portava lo stesso mantello, con i colori di Tassorosso, nero e giallo, e lo stemma della sua Casa ricamato con un tasso con una coppa con un tasso tra le zampe. Con i capelli neri e gli occhi smeraldo come quelli di Harry, Salazar Serpeverde guardava schifato gli altri tre fondatori. Aveva anche lui un mantello verde e argento, con un serpente con un madaglione d’oro e una sinuosa S dietro.
“Guarda Harry!”
Aveva esclamato Ron, alla vista del quadro.
Harry sbatte un pugno sulla superficie dove si trovava la faccia di Salazar.
“Forza Harry, dobbiamo prendere il Diadema”
Hermione gli mise una mano sulla spalla, lui si girò spavaldo verso l’ altarino.
“sbrighiamoci, voglio tornare da Silente”

Harry si oppose “aspetta un’attimo, Hermione”

“e ADESSO che c’è?”

“non ti pare strano che il corvo e il leone abbiano in mano gli oggetti più cari ai fondatori?” fece Harry pensieroso “e se anche il tasso e il serpente stessero portando gli oggetti di Tosca e Salzar, quelli che noi dobbiamo trovare? Dopotutto il medaglione ha la S di Serpeverde e la coppa ha un tasso inciso!”

Harmione rimase senza fiato: “Hai ragione!!!”

Allora Harry affermò: “La spada è nell’ufficio di Silente e il Diadema lo stiamo per prendere. Da adesso la nostra missione è cercare questi oggetti”

“Prima però dovremmo prendere il Diadema ed andare da Silente”

“Lo so, lo so. Almeno possiamo anche chiedere un suo parere”
Distogliendo lo sguardo dai ritratti dei quattro fondatori notarono una teca di cristallo con una C di zaffiro sopra. E furono tutti e tre presi dalla certezza che lì dentro era racchiuso l’oggetto delle loro ricerche: il diadema. Harry prese tutto il suo coraggio e sollevò il coperchio. Una luce abbagliante quasi li accecò. Su un cuscino di velluto blu-nero era appoggiato un diadema che emanava una luce azzurrina, con incastonati degli zaffiri. Hermione era a bocca aperta. Anche Harry e Ron erano meravigliati, ma Hermione sembrava rapita dalla bellezza dell’ oggetto. Allungò una mano per prenderlo, ma rimanendoci attaccata l’ oggetto cominciò a girare e girare, Ron la afferrò e girarono sempre più in alto e più forte, Ron prese Harry per il colletto del mantello.
“UNA PASSAPORTA!”
“grazie Hermione, me ne ero accorto circa venti giri faaaaa”
Con un sonoro botto erano atterrati in un luogo familiare. Un mago alzò gli occhi azzurri dal foglio giallastro di pergamena.
“Bentornati”.

 

E ora, come sempre, i ringraziamenti a coloro che, in preda a chissà quale forza benefica ci recensiscono.

 

Sharry: hei, la serpeverde pura qua sono io, Tigre94 ci si crede solo! Ecco, e con questa affermazione tolgo il disturbo da questo pianeta. Comunque grazie per  complimenti, sono contenta che ti piaccia!!!

 

_AqUa PrInCeSs_: capitoli più lunghi… mi dispiace, ma facciamo del nostro meglio! Comunque non mi sembra che aggiorniamo ad ogni morte di Papa, no? Dai, magari quando diventeremo più brave potremo aspirare a otto pagine di capitolo

Alla prossima!

 

 

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Capitolo 5
*** Ritorno a Hogwarts ***


Salve a tutti i lettori dalla vostra Tigre94/Giulia. X una volta sn io che posto questo chap!!!!! Marta/Kattiva mi ha dato l’onore di farlo xkè questo capitolo l’ho scritto interamente io. Scusate il ritardo nel postarlo, ma x scriverlo ci ho messo due giorni scolastici e poi il Sabato, con uno scatto di acume, ho dimenticato le quattro pagine che avevo scritte a mano sotto il banco!!!!!!!!! Vabbè, adesso ke ho finito questo monologo vi lascio alla lettura del chap!!!


 

Buonasera”

Ron ed Hermione guardarono il Preside con tanto d’occhi. La ragazza aveva ancora il Diadema in mano. Harry, senza togliere lo sguardo dal Diadema spiegò ai suoi due amici “Gli oggetti sono dei fondatori, quindi Cosetta deve aver stregato il Diadema per fare in modo che chiunque lo tocchi sia trasportato nell’ufficio dove prima i fondatori risedevano, per spiegare il perché aveva cercato di rubare un oggetto cosi prezioso e potente”

Hermione guardò il Diadema dicendo “lo devi distruggere”. Harry estrasse la spada di Grifondoro. Tutti gli occhi erano puntati su di lui, un po' preoccupati perché non sapevano cosa sarebbe successo. Harry calò la Spada e il Diadema si infranse. Due cose accaddero contemporaneamente:

  • I mangiamorte si materializzarono nel parco di Hogwarts, rompendo tutte le difese del castello

  • Un lampo di luce blu invase l’ufficio del Preside e la voce di Voldemort dichiarò: “avete distrutto un pezzo della mia anima. Hogwarts questa notte cadrà, e sarà solo colpa vostra”

Harry e Silentesi ripresero per primi dalla sorpresa e quest’ultimo, dopo aver fatto un “Sonorus” su se stesso urlò “I Mangiamorte attaccano Hogwarts. Prepararsi alla battaglia!”. Poi, tornando a un tono di voce normale, disse a Ron ed Hermione: “Andate ad aiutare gli insegnanti e gli studenti a respingere i Mangiamorte. Li troverete nella Sala Grande. Io e Harry vi raggiungeremo non appena avremo posato la Spada”. Ron ed Hermione sparirono per le scale. Allora Silente, rivolgendosi ad Harry, disse “mettiti il Mantello dell’Invisibilità, almeno per adesso è fondamentale che non ti veda...” CRASH! La porta dell’ufficio volò dall’altra parte della stanza, mentre dieci figure nere entrarono urlando “CRUCIO”. I dieci incantesimi presero in pieno Harry, che cadde urlando e contorcendosi dal dolore. I Mangiamorte lo legarono e dissero, fermando la Maledizione Cruciatus, “Silente, dicci tutti i piani dell’Ordine della Fenice e di alle persone che stanno combattendo giù di lasciare immediatamente che Hogwarts venga invasa e di andarsene al più presto, perché da oggi la scuola sarà nostra e diventerà una scuola di Magia Oscura, altrimenti...” “Si?” disse un Silente quanto mai infuriato “...altrimenti guarda il tuo pupillo subire la Maledizione Cruciatus e morire”. Detto questo puntò la bacchetta contro il ragazzo urlando “Crucio”. Harry riprese a contorcersi e a urlare dal dolore sotto lo sguardo esultante dei Mangiamorte e quello preoccupato e arrabbiato di Silente. Dopo due minuti di quella scena il Preside non ne potè più. Mentre i Mangiamorte stavano gurdando eccitati un Harry urlante, estrasse velocemente la bacchetta e lanciò un incantesimo potentissimo contro i Mangiamorte, che si afflosciarono a terra, svenuti. Immediatamente Harry smise di contorcersi e Silente gli fu subito vicino, preoccupatissimo. “Harry? Stai bene?” “Harry? Reinnerva” Un lampo di luce rossa ma non accadde nulla. “REINNERVA” a quel punto Harry aprì gli occhi e lo guardò sussurrando “Silente...”

Stai bene?”

A sufficienza per combattere, professore”

Lascia perdere le smancerie come “professore” o “signore”, dammi del tu e seguimi il più silenziosamente possibile” e senza aspettare una risposta aiutò Harry ad alzarsi e insieme corsero nella Sala Grande, dove infuriava una battaglia. Harry vide Harmione, Ginny e Ron combattere contro Lucius, Bellatrix e Macnair. La McGranitt era impegnata contro due Mangiamorte , cosi come tutti gli insegnanti. Harry spedì uno Schiantesimo mentre Silente intrappolava un paio di Mangiamorte.

AVADA KEDAVRA”

La maledizione prese in pieno Ginny Weasley, che sgranò gli occhi e, sotto lo sguardo inorridito di tutti i difensori di Hogwarts, si afflosciò. Harry rimase a gurdare scioccato la sua ragazza che si accasciavaa terra, morta, poi, infuriato, lanciò un Avada Kedavra contro il responsabile, Lucius Malfoy, ma lo mancò e prese un tavolo, che si sbriciolò.

All’improvviso tutti i Mangiamorte smisero di combattere e si inchinarono verso la porta. Tutti compresero chi stava arrivando. Infatti pochi istanti dopo Lord Voldemort fece la sua comparsa nella Sala Grande, gli occhi scarlatti fissi su Silente ed Harry, che, fianco a fianco, a loro volta lo stavano guardando, il primo con la solita aria serena, il secondo con un espressione a metà tra la rabbia e il dolore. I Mangiamorte si rialzarono e si misero dalla parte destra della Sala Grande, mentre i difensori di Hogwarts si misero alla sinistra, lasciando uno spazio al centro occupato da tre persone: Harry, Silente e Voldemort.

Quest’ultimo disse “Miei Mangiamorte, che oggi per noi sia un giorno di vittoria” poi, dopo una risata gelida e priva di gioia aggiunse “uccidete chiunque si opponga a noi, catturate tutti quelli che si arrenderanno”. La battaglia ricominciò, per tutti meno che per il Signore Oscuro, Silente e Harry. I tre si guardarono un attimo negli occhi. Poi Voldemort, a sorpresa, lanciò un incantesimo mortale contro Silente, che lo schivò e rispose con un’altra maledizione. Nagini, come stabilito da Voldemort, si mise in mezzo alla battaglia tra lui e Silente per distrarre quest’ultimo. Infatti, nel brevvisimo tempo che Silente impiegò per distruggere il serpente, Voldemort lanciò un’incantesimo di un’inquietante nero pece contro Harry, che, nel frattempo stava combattendo contro Lucius Malfoy. Mentre Silente si voltava a guardarlo, Harry venne avvolto co pletamente dalla luce nerastra dell’incantesimo e cadde a terra, immobile come Ginny. Silente, per la prima volta davanti a Voldemort, perse del tutto la sua aria calma, sostituita da una che esprimeva una rabbia incontenibile. Voldemort e Silente ripresero a duellare, ma quest’ultimo stava avendo decisamente la meglio perchè, a differenza delle altre persone, il Preside non era accecato dall’ira, anzi, questa aumentava la potenza e la precisione dei suoi incantesimi. Il Signore Oscuro allora optò per una rapida fuga, perché nemmeno i Mangiamorte stavano avendo la meglio contro l’Ordine della Fenice. Tutti i difensori di Hogwarts rincorsero i Mangiamorte e nella Sala Grande rimasero tre persone: Ginny, Silente ed Harry. Sapendo ormai che per Ginny non c’era nulla da fare, il Preside andò a vedere come stava Harry. Quest’ultimo respirava piano, affaticato, e il Preside decise di portarlo al San Mungo. Era un incantesimo troppo potente per essere curato da Madma Chips. Mentre lo sollevava, Silente si accorse che Harry aveva smesso di respirare, e, poggiandolo per terra, estrasse la bacchetta e la puntò contro il petto del ragazzo mormorando “Reinnerva!” un lampo di luce rossa, ma non accadde niente. “Reinnerva! Andiamo, Harry, svegliati!” anche questa volta non accadde nulla, tranne il fatto che Silente era sempre più pallido per l’ansia. Allora ruggì “REINNERVA!”. Harry ricominciò a respirare, ma non riprese coscienza. Albus lo prese in braccio e, pensando intensamente al San Mungo, si Materiallizzò lì, sotto gli occhi stupiti di tutti i pazienti che stavano nella Sala d’attesa dell’ospedale.

 

 

 

Kattiva! Come ti permetti di dire che io nn sono una Serpeverde!!!! I Corvonero io li detesto cordialmente, quindi nn osare dire che sono una di quei brutti secchioni saccenti! Già i Grifondoro vanno meglio, ma al prossimo capitolo stai pur certa che se mi scrivi che sono una di quei bamboccioni rincitrulliti di Tassorosso ti affatturo. Un bacione a tutti quelli che recensiscono e che non pensano che io sia una povera Corvonero o Tassorosso fallita,  Giulia/Tigre94

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Capitolo 6
*** L' ineluttabile verità ***


Heilà! Ecco un nuovo capitolo scritto da me per la maggiore e Tigre/Giulia me lo ha modificato dicendo che sennò era troppo demenziale. Giulia, se solo una CORVONERO FINTA SERPEVERDE. Detto questo tolgo il disturbo da questo pianeta…

 

Harry aprì gli occhi dopo quelli che gli sembrarono parecchi millenni. Era in quello che doveva essere un letto d’ ospedale. Era diverso da quelli dell’ infermeria della scuola: più candido, più grande e parecchio più comodo. Soprattutto si direbbe che conciliava i sogni, visto che l’ immagine di Silente in stato catatonico sulla sedia accanto al letto, abbandonato all’ indietro con le mani poggiate su un bastone era certamente un sogno. Harry fece per girarsi, ma urtò con i piedi contro il vassoio appoggiato sul letto che fece svegliare Silente.
“oh Harry, pensavo stessi dormendo”
Più che in imbarazzo Harry arrossì
“beh, lo stavo facendo fino a cinque secondi fa”
Non ottenendo risposta Harry cominciò a preoccuparsi
“P… professor Silente?”
L’ uomo sorrise amabilmente
“Ti avevo chiesto di non chiamarmi più professore; almeno non a scuola”
Il ragazzo ricambiò il sorriso
“Dove sono gli altri?”
“Ron e Hermione? In infermeria. Sono malconci ma se la caveranno, sono forti”
A Harry venne una stretta allo stomaco. Un'altra volta era la causa del male altrui.
“e Ginny?”
Silente distolse lo sguardo. Harry non ricordava. Neanche al mago più potente del mondo è concesso avere il dono di far sembrare le notizie terribili meno crudeli.
“Silente, dov’ è Ginny?”
“Momentaneamente, Harry, è nella stanza accanto coperta interamente da un velo bianco”
Harry temé un infarto. Ginny, la sua Ginny… morta. Ma perché non ricordava? Voleva prendere il bastardo che… ma certo! Silente fece per parlare, probabilmente per scusarsi per l’eccessiva mancanza di tatto che aveva dimostrato per la morte di Ginny, ma Harry lo interruppe prima che potesse dire alcunché “è stato Malfoy, vero?” Sbottò Harry. Silente sospirò ma non disse nulla. “si, adesso ricordo. Lucius Malfoy. Ah, se lo prendo io…”
“Non è stato Lucius”
Il ragazzo si bloccò di colpo.
“ma… io ricordo… aveva i capelli biondi!”
“Non è stato Lucius, Harry. È stato Draco”
Harry non si mosse, ma impallidendo di botto cominciò a stringere il lenzuolo, fino a farlo diventare una palla e sbatterla per terra con veemenza, facendo cadere il tavolinetto col vassoio e facendo sobbalzare Silente. Fece per alzarsi ma non ci riuscì.
“Non puoi alzarti, hai addosso l’ incantesimo di magnetismo”. A parlare era stata un’infermiera, che evidendemente doveva curare Harry. Gli diede una pozione e mentre il ragazzo la beveva disse: “Ti devo cambiare le bende”. Harry, che in un primo momento non si era accorto di essere ferito, si guardò la spalla e vide che effettivamente era fasciata. L’infermiera nel frattempo gli aveva tolto le bende e gli stava mettendo quelle pulite. Dopo che ebbe finito Harry si mise a sedere, mettendo le mani sul letto e tentando di alzarsi nonostante il dolore bestiale alla spalla. Non ci riuscì. Allora ricadde sui cuscini guardandosi infuriato la fasciatura, preso dalla voglia di strapparla. Si trattenne ma non smise di guardarla furibondo, come se fosse colpa delle bende che fosse successo tutto ciò. Siente lo stava osservando in silenzio, con espressione triste. Poi disse “Harry, dobbiamo parlare”
Il ragazzo alzò lo sguardo dalle bende e inchiodò Silente con uno sguardo furioso e inquietante, poi, con un’improvviso sbalzo di umore scoppiò a ridere.
“Di solito, in questo momento arriva Madama Chips”
Silente lo guardava sconcertato. Harry Potter aveva appena saputo che la sua ragazza era morta e stava ridendo? Probabilmente doveva essere ancora sotto l’ effetto delle pozioni che gli avevano somministrato per guarirlo. Il repentino e imprevedibile sbalzo di umore del ragazzo, che proprio in quel momento era scoppiato a piangere, confermò l’ ipotesi del mago.
“la mia Ginny è morta!!!”
Silente, sentendosi stranamente a disagio, aprì una cioccorana. La figurina era di un sorridente Cornelius Caramell. Non poteva capitare in un momento peggiore. Silente decise di tornare al castello. Con Harry ci avrebbe parlato quando sarebbe stato meglio.

Nella stanza accanto qualcuno stava piangendo. Al signora Weasley, abbracciata a suo marito singhiozzava il nome di sua figlia. I gemelli, appoggiati al davanzale della finestra guardavano la sorellina con gli occhi colmi di lacrime. Percy Weasley era accasciato a terra, senza la forza di reagire. Bill e Charly non erano presenti, avevano preferito rimanere accanto al fratello minore. Fece irruzione nella stanza Albus Silente.
“Albus”
Farfugliò la signora Weasley.
“su Molly, dobbiamo essere forti. Ginevra non vorrebbe vederti così”.
La donna fece per parlare, ma venne zittita da un tuono. Aveva cominciato a piovere.

A distanza di parecchi giorni, durante i quali Harry, Ron e Hermione rimasero al castello studiando un po’ e facendo grandi ricerche in biblioteca e soprattutto domandandosi dove fosse finito Silente, quest’ ultimo li mandò a chiamare. Era Dicembre e i fiocchi di neve cadevano rigando i vetri delle finestre di una sottile patina argentea. I tre erano seduti sulle migliori tre poltrone della sala comune dei grifondoro quando Colin Canon gli consegnò un sottile rotolo di pergamena che Ron lesse ad alta voce
“Ci vediamo domani alle dieci del mattino nel mio studio. Portate il gatto della signorina Granger. Il professor Silente. Cavolo, Hermione, che vuole dal tuo gatto?”
La ragazza alzò le spalle sprofondando nella poltrona. Alle undici Ron e Hermione decisero che era ora di andare a dormire, ma Harry annunciò che voleva rimanere un altro po’ sveglio. Appena anche Lavanda Brown ebbe finito di farsi le unghie e gli ebbe augurato la buona notte Harry si coprì con il mantello dell’ invisibilità, prese la mappa del malandrino chiedendosi come aveva potuto vivere senza e uscì dal buco del ritratto. Per i corridoi non c’ era nessuno e non incontrò intoppi fino alla sua meta finale. Era appena entrato nelle cucine per farsi fare una cioccolata calda quando sentì una voce “ allora, Potter, vedo che il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Seduta su un tavolinetto vicino un forno, trovò Minerva McGranitt. Purtroppo si era già tolto il mantello dell’ invisibilità e rimetterselo facendo finta che la professoressa avesse le allucinazioni sarebbe stato peggiorare le cose. La donna alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo “come conquistare il mago della tua vita” e incrociò gli occhi di Harry. Il ragazzo fu preso dal panico. In una frazione di secondo fu costretto a trovare una scusa decente per giustificare la sua passeggiata notturna nelle cucine.

Poi vide che la McGranitt ancora non aveva fatto il suo urlo alla Tarzan e chiese, intmorito
“non… non mi sgrida?”
“ma certo che no! Che senso avrebbe svegliare tutto il castello? Mi limiterò a togliere venti punti a grifondoro. Ma dato che vuole trasgredire le regole, Potter, perché non farlo a dovere? Cioccolata calda?”
Harry dovette lottare contro l’ istinto di ridere. La McGranity, in pigiama, che leggeva il libro “come conquistare il mago della tua vita”, e dopo che aveva levato venti punti a Grifondoro gli stava offrendo della cioccolata?
“magari, e ci sarebbero dei biscotti?”
La donna chiese a un elfo domestico chiese qualcosa da mangiare. Spoky, l’ elfo domestico di servizio in quelle ore notturne, tornò con un vassoio carico di Torta di zucca, biscotti al cioccolato e, inchinandosi fino alla nausea se ne andò. Solo allora la McGranitt riprese a conversare amabilmente
“allora, Harry, come mai in giro a quest’ ora?”
“avevo fame”
Nei venti minuti che seguirono chiacchierarono come due buoni amici che si conoscevano da chissà quanto tempo. Alla fine delle seconda cioccolata però Harry fu rispedito a letto, con l’avvertimento che non avrebbe dovuto fare deviazioni. Appena tornato nel dormitorio si mise subito a letto, chiudendo gli occhi e pensando, come faceva tutte le notti, a Ginny. La sua Ginny.

Il fatto che, nonostante tutto quello che la sua famiglia stesse passando, Ron era comunque un inguaribile mangione non era sfuggita agli occhi della Sala Grande. Infatti il ragazzo aveva costretto i suoi amici a scendere a colazione per primi e ad andarsene per ultimi con la scusa che tanto non partecipavano alle lezioni; facendogli sorbire un comizio sul perché dovevano portare la divisa se non erano studenti a tutti gli effetti. Hermione stava per rovesciargli addosso il suo latte e miele bollente quando Harry, con la scusa di un dubbio a pozioni, la fece sparire dalla portata di Ron, che rimase a mangiare da solo nella sala grande. Quando li raggiunse erano quasi le nove e mezza. La sala comune, com’ era prevedibile, era deserta. I tre si sistemarono placidamente sui divani fino alle dieci, quando si accorsero di essere in ritardo
“cavolo, Mione, perché non ci hai avvertito?”
Le chiese Ron ancora intento a allacciarsi la cravatta
“Io? Ronald, se non sbaglio hai un orologio al polso”
Ribatté Hermione chiudendosi i polsini della camicia
“piantatela voi due!”
Mise fine alla discussione Harry, infilandosi frettolosamente la giacca.
Bussarono forte alla porta, che si aprì al terzo tocco. Silente, con l’a ria sibillina, li guardava divertito.
“Che piacere vedervi! Si vede che vi siete precipitati qui, talmente velocemente da non esservi accorti di non aver portato Grattastinchi” Hermione si scusò e scese a prendere Grattastinchi, mentre Harry e Ron si accomodarono sulle poltrone: Harry in quella rossa e Ron in quella gialla lasciando a Hermione la scelta tra una verde e una blu. Appena tornata la ragazza scelse la poltrona blu; decisione influenzata dal suo gatto che si era fiondato sulla poltrona verde.
“Bene, veniamo al punto della vostra visita. Ho trovato il secondo oggetto: il medaglione di Serpeverde”. Non voglio dirvi adesso dov’ è, vi rovinerei la sorpresa”
Herry colse una strana luce sarcastica negli occhi del mago.
“quando partiremo professore?”
Chiese Harry, che evidentemente non vedeva l’ ora di distrarsi un pò dal pensiero di Ginny.
“anche adesso, Harry”
Ron però sembrava pensieroso
“e la best… cioè, il gatto, a cosa ci serve?”
Hermione fulminò Ron con lo sguardo facendo scoppiare a ridere Harry e Silente
“Grattastinchi vi servirà. Fidatevi. E ora afferrate quella statuetta, è una passaporta”
Hermione prese in braccio grattastinchi e afferrò l’ oggetto. Sembrava d’ argento. Era un oggetto alto più o meno venti centimetri, raffigurava uno strano mago con una bacchetta magica nera in mano. Quando anche gli altri due l’ ebbero afferrata la statuetta cominciò a colorarsi e a girare vorticosamente, trascinandoli via.

 

Eh no, questo triste pianeta dovrà sopportarmi per un altro po’. Dunque…

HarryEly: sono contenta che ti piaccia! Ah, avevamo in serbo la morte di Ginny da taaanto tempo. Certo, una grifondoro arrabbiata contro una serpeverde e una corvonero… comunque, te fai la versione di greco che io vado a fare i bigliettini per geometria…

Recensite in tantiiiiiiiiiiiiii!

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Capitolo 7
*** il medaglione ***


Eccoci!!! Lo so, sono in ritardo astronomico, da parte vostra sarebbe carino non farmelo pesare. Questo è il capitolo sette. Ha un po’ di errori, ma il mio computer ha deciso che non potevo correggerlo, e chi sono io per dissentire? Comunque questo capitolo l’ ho scritto io, palesemente ignorando i consigli di Giulia (me lo sarei dovuto riscrivere tutto!). personalmente mi piace, poi… fate voi!

Capitolo 7

 

Erano in un salotto. alle pareti erano appese pesanti tavole di ebano, le tende erano scure e di velluto e coprivano i due finestroni. I quadri presenti nella stanza raffiguravano solo tre persone.

“Malfoy…”

Sibilò Ron, sbattendo un pugno contro l’ immagine del ragazzo che sorrideva beffardo. Il mostro che gli aveva portato via sua sorella.

“Ron! Non possiamo farci sentire!!! Ai! Mi fai male, Grattastinchi!”

Aveva gracchiato Hermione, lasciando andare il gatto che l’ aveva graffiata.

“fa vedere. Ti ha fatto male”

Chiese in apprensione Ron, prendendo la mano di Hermione che arrossì ritraendola subito.

“è solo un graffio. Grattastinchi, torna SUBITO qui!!!”

Ma il gatto non voleva saperne di obbedire. Si era infatti avvicinato ad un quadro in particolare. Sembrava antico perché era piuttosto corroso ai bordi e raffigurava un uomo. Un uomo con i capelli corvini un po’ lunghi davanti, la carnagione chiara e gli occhi nocciola. Le lunghe dita affusolate stringevano un libro marrone con rifiniture argento, con impresso il nome “Salazar”.  Un anello di rubino verde grande quanto un galeone troneggiava sull’ anulare del giovane. Harry si era avvicinato e stava ammirando la repentina bellezza del giovane, quando un rumore lo fece voltare. La porta d’ ebano alle loro spalle di era spalancata e aveva lasciato passare Narcissa Malfoy, che non si era accorta della loro presenza troppo presa a rigirarsi tra le mani un filo di perle. Triplo. Con diamanti ogni tre perle. Il tutto chiuso con una chiusura d’ argento puro. Squadrava l’ oggetto con aria di sufficienza quando si accorse di non essere sola. Un rantolo proveniva dalle vicinanze del quadro, ma apparentemente non c’ era niente. Ignorando completamente la sensazione che aveva avuto prima si diresse al camino, ma qualcosa si insinuò tra le sue gambe facendola cadere. Una palla di pelo rossiccia le aveva appena fatto lo sgambetto, per poi aggrapparsi al niente, facendolo cadere e rivelando tre ragazzi. uno alto con i capelli neri che fissava inorridito la donna lanciando, per poi lanciare un occhiata truce al gatto e alla ragazza dai capelli castani che reggeva in braccio un altro ragazzo con i capelli rossi che le era saltato addosso per lo spavento. Narcissa ghignò maligna.

“Potter, il tuo atteggiamento masochistico mi ha sempre fatto piacere, ma venirmi a trovare a casa…”

Harry, che nel frattempo si era ripreso, fece per prendere la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e, con fare minaccioso, la puntò su Narcissa. Hermione fece cadere Ron e lo imitò. Ron, dopo essersi rialzato prese la sua bacchetta dalla tasca dei pantaloni con tutta la buona volontà, solo che la punta gli cadde ai piedi. Sconcerto Ron guardò Hermione che lo fissava esasperata, quindi il rosso cercò conforto nell’ amico che gli lanciava occhiate truci. Capendo che era meglio non fare niente Ron indietreggiò e Harry e Hermione si strinsero di più puntando le bacchette contro la donna bionda.

“Crucio mezzosangue!”

La voce era arrivata dalle loro spalle. Ron era stato pietrificato in una smorfia di puro terrore sul viso e dalla bacchetta di Lucius usciva una flebile luce gialla che conduceva a Hermione, accasciata a terra in preda a dolori di ogni tipo.

“Hermione”

Aveva gridato Harry, per poi rivolgersi a Lucius e urlare

“Expellia…”

“Petrificus Totalis”

Narcissa aveva scagliato la fattura contro Harry, che ora giaceva immobile in procinto di scagliare un incantesimo. Lucius lasciò andare Hermione, ormai rimasta la sola a combattere, che con un rapido movimento di bacchetta riportò al loro stato comatoso naturale i suoi due amici. Istanti necessari a Lucius e Narcissa per spedirli in un altro luogo.

Adesso erano in un antro buio e umido, con rare torce incastonate nel corridoio che distribuivano una pallida luce argentea. I tre adesso erano legati con delle catene fatte di luce che non accennavano a spezzarsi.

“Narcissa, dimmi, mi prendi sempre alla lettera quando affermo di voler sterminare di persona tutti i mezzosangue e traditori?”

Chiese sarcasticamente Lucius lanciando uno sguardo eloquente alla moglie

“ma non è stata mia l’ idea, Lucius, sono venuti di loro spontanea volontà”

La donna rivolse ai tre un ghigno perfido spingendoli poi in una delle celle buie che scorrevano man mano al loro passaggio, senza rivelare chi contenevano però.

“arrivederci”

Disse poco convinto Lucius percorrendo con passo deciso il lungo corridoio. La cella era buia e umida come il corridoio, con tre brande che avrebbero dovuto essere dei letti. Il soffitto era piuttosto basso e in alto, sul muro, c’ era una finestra con le sbarre arrugginite, che fuori doveva essere ad altezza pavimento. Le manette si erano sciolte e i ragazzi si erano fermati sulla soglia.  Ron fu il primo a rompere il silenzio che si era creato:

“tutta colpa del tuo gatto Hermione!”

La ragazza sbottò

“il mio gatto? Ronald, c’ eri anche tu quando Sil…”

“fa silenzio Hermione, i muri hanno orecchie. L’ hai dimenticato?”

La riprese Harry che era tornato al suo colorito naturale e si era seduto su uno dei letti.

“giusto! Scusami Harry”

La ragazza si sedé sull’ altro letto e il rosso rimase in piedi da solo confuso

“Harry, non possiamo semplicemente aprire la porta?”

Chiese Ron, con molta semplicità, agitando in aria la bacchetta.

Hermione e Harry si scambiarono uno sguardo disperato.

“certo Ron! Fai pure…”

Gli disse senza troppo entusiasmo Hermione. Fiero come un Grifondoro Ron sguainò la bacchetta e, guardando truce la porta, pronunciò

“Alohomona!”

Sarebbe stato fantastico. Peccato che la porta gli restituì lo schiantesimo così come il ragazzo lo aveva lanciato. Si sarebbe ammaccato contro il muro se Harry, leggermente annoiato, non lo avesse afferrato per un braccio rallentandolo fino a fermarlo.

“Grazie amico. Mione, perché non mi hai avvertito?!?!?”

“perché era talmente ovvio…”

Sbuffando Ron si accasciò sul letto sopra a quello di Harry. Dovevano pensare a qualcosa. Hermione si mise a camminare in cerchio per tutta la stanza e a borbottare:

“allora, dobbiamo uscire… uscire… Malfoy Manor, mantello dell’ invisibilità, grattastinchi… MA CERTO, GRATTASTINCHI!!!”

“Aia!!!”

Ron abbassò lo sguardo su Harry, cosa che fece anche Hermione. Il ragazzo aveva sbattuto la testa sul letto a castello.

“oh Harry! Che razza di idiota! Comunque, avete capito di cosa stò parlando?”

Harry annuì e ron rispose

“io no”

“non fa niente, tu seguirai me e Harry”

Come al richiamo di quelle parole, comparse grattastinchi con le chiavi.

“silente aveva ragione…”

“Silente ha sempre ragione, Ron”

Ripercorsero il corridoio e sbucarono in una stanza. Giravano a vuoto già da una mezz’ oretta. Malfoy Manor si stava rivelando un vero labirinto e Grattastinchi una pessima guida visto che continuava a cambiare decisione ogni due minuti. Quando arrivarono nella stanza dove si erano smaterializzati l’ orologio di Harry segnava le 16:07.

“Grattastinchi! Come diamine hai fatto a ritrovare la strada?”

Ron sbuffò

“come se quel gattaccio potesse sentirti, Mione. Comunque ci ha riportati al punto di partenza! Dobbiamo ancora trovare…”

“il medaglione?”

Chiese Harry, che aveva spostato il quadro con il ragazzo dai capelli neri e aveva rivelato un passaggio.

“come diamine facevi a saperlo?”

Il moro alzò le spalle

“me l’ ha detto il gatto”

Infatti grattastinchi già trotterellava per il lungo corridoio buio. Hermione cominciò a seguirlo, ma il al buio non era un impresa facile dato che a terra era piuttosto scivoloso. Harry entrò e improvvisamente fiamme verdi cominciarono a divampare all’ interno di fiaccole incastrate nel muro.

“ma cosa…”

Harry non poté finire la frase perché Hermione lo interruppe

“ma certo! Harry io… beh, prima dovrei parlarne con il professor Silente, comunque fidati Harry, non è strano. E adesso marsch!”

Sconcertati, Ron e Harry si guardarono per poi seguire Hermione. Dopo circa cento metri si trovarono davanti ad una porta. Era grande, alta più o meno tre metri e senza maniglia, ma con due grossi serpenti di pietra con gli occhi di smeraldo che la chiudevano. Harry riconobbe una vaga somiglianza con la porta della camera dei segreti.

“Harry, bisogna parlare in serventese!”

Disse saccente Hermione.

“ma davvero? Pensa, non c’ ero arrivato! Si può sapere che cosa devo dire?”

La ragazza si chiuse in un silenzio di sconfitta, così toccò a Ron tentare l’ impossibile per salvare la situazione

“prova a dire quello che hai detto per entrare nella camera dei segreti!”

“ma non me lo ricordo Ron, mi è venuto… naturale!”

In preda a chissà quale scatto di intelligenza a Harry venne l’ illuminazione.

“bisogna solo aspettare che arrivino le parole”

Così si sedette a terra. Gli altri due lo imitarono in preda ad un solo dubbio. Quanto ci avrebbero messo a scoprire che non erano più nella cella? Quando sarebbero venuti a cercarli? Certo, vista la grandezza di Malfoy Manor (da quello che diceva Draco) era improbabile che li trovassero presto. Dopo circa un ora Hermione sentì il bisogno di commettere l’ imperdonabile errore di esprimere la propria opinione.

“… e io ti dico che la cosa giusta da fare è ASPETTARE, Hermione”

“ma… Harry, ragiona, non possiamo aspettare per sempre!”

Irritato Harry rispose con veemenza

“aveva ragione Malfoy quando diceva che sei solo una…”

Il resto della frase si perse in strani sibili. Serpentese. Indubbiamente. La porta si spalancò, ma all’ interno c’ era solo buio.

“H… Harry, cos’ hai detto?”

Chiese Hermione non sapendo se essere frustrata o arrabbiata

“lascia perdere, Mione, sappi che mi dispiace di averlo detto”

“COSA hai detto esattamente?”

“Mione, è meglio che…”

“DIMMELO!!!”

Sbottò irritata la ragazza

“…mezzosangue…”

Disse con un filo di voce Harry, abbassando subito lo sguardo non riuscendo a sostenere quello di Hermione. Infatti nei suoi occhi color miele Harry aveva colto un bagliore di profondo odio nei confronti del ragazzo

“Hermione, io non volevo offenderti…”

“no, infatti. È come se io ti dicessi che a scuola sei un completo inetto. È la verità, ma io non volevo offenderti!”

Dire che Ron era scandalizzato era poco. Era come dare a Voldemort del semplice cattivone. Hermione cominciò a piangere. Ron cercò di abbracciarla, ma lei lo scansò e si accasciò a terra.

“Hermione, che posso fare…?”
“lascia perdere Harry”

Poi, asciugandosi le lacrime disse risoluta

“so che non è colpa tua, ma come ti ho già detto prima, per dirti la mia teoria, dovrei prima parlarne con Silente. Però promettimi, Harry, che non lo dirai mai più”

I due ragazzi si abbracciarono

“ah, grazie delle considerazione”

Commentò sarcastico Ron. Tutti e tre si misero a ridere e Ron si unì all’ abbraccio. Almeno finché Harry, più determinato che mai, decise che era meglio entrare e cercare il medaglione. La stanza era circolare, illuminata da grandi fiaccole verdi ogni tre metri circa. Al centro c’ era un grande tavolo di marmo, con una tovaglia di seta nera poggiata sopra. Al centro, contornato da vari ritratti simili a quello a grandezza naturale che costituiva l’ entrata del corridoio. , stava una teca di cristallo, simile a quella che avevano trovato nella piramide in Egitto e che conteneva il diadema di Cosetta Corvonero. Questa volta però, Harry ne era quasi sicuro, non ci sarebbero state asce a volare sopra le loro teste. Salazar Serpeverde era più tipo da maledizioni. Harry provò a sollevarlo, ma Ron dovette correre in suo soccorso perché sedici chili erano troppi da sollevare anche per un cercatore come lui! Poggiato su un soffice cuscino di velluto verde scurissimo c’ era un medaglione. Il bordo d’ argento erano le spire di un serpente e la pietra verde aveva incise le lettere S S. Salazar Serpeverde. Harry, Ron e Hermione si presero per mano e il moro prese l’ oggetto. Naturalmente cominciarono a girare vorticosamente per alcuno minuti. Quando atterrarono però si accorsero che quello decisamente non era l’ ufficio di Silente.

 

Aaah, non sapete quale gioia è postarlo. Che agonia!!! C’ è Giulia che tenta, con scarso risultato, di registrarsi in un forum e io la stò aiutando. Ergo: stò facendo tutto io. Vi offendete se non vi rispondo alle recensioni? È l’ ultima volta, lo giuro, ma non ho proprio tempo! E scusate ancora per il ritardo!!!

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Capitolo 8
*** dissennatori e basilischi: tutti insieme appassionatamente ***


Oddio scusate il ritardo mostruoso nel postare questo capitolo!!! Non è colpa mia, ve la dovete prendere con Kattiva, che da grande genia ha deciso di postare il suo capitolo scritto male (quello precedente) nonstante io avessi appena finito di correggerlo! Io poi, inconsapevole di ciò che quella povera serpeverde senza un grammo di cervello avesse fatto, ho continuato e ho scritto 4 capitoli sulla storia che avevo modificato e migliorato! Comunque vi posso assicurare che aggiorneremo più in fretta... Sperando che accettate le mie scuse, Tigre94




Per un momento il trio non si mosse. Poi Harry si alzò e riconobbe il luogo. E ra la Camera dei Segreti. Hermione e Ron chiesero all’unisono

Ma dove siamo finiti?”

Nella Camera dei Segreti” poi si bloccò e rimase in ascolto. Sentì un sibilo provenire dalla bocca della statua di Salazar Serpeverde.

Andate da Silente”

Perchè diavolo...” iniziò Hermione che non aveva sentito il basilisco, ma Harry la interruppe senza dargli modo di dirgli altro

ANDATE E BASTA”

I due amici obbedirono e andarono nell’Ufficio del Preside. Arrivati, per un po' non riuscirono a fare altro che dire frasi sconnesse, ma Silente, che aveva notato l’assenza di Harry chiese preoccupato

Dov’è Harry?”

Nella...Camera...dei...Segreti...” ansimò Hermione. Silente ordinò a Ron ed Hermione di aspettarlo nel suo Ufficio, poi corse nel Bagno di Mirtilla. La porta d’ingresso della Camera era aperta.

Harry nel frattempo stava combattendo contro tre basilischi, tutti e tre ciechi. Il ragazzo, dopo aver appurato che le maledizioni non avevano alcun effetto e il Serpentese nemmeno, evocò la Spada di Grifondoro. Stava combattendo da un po' domandandosi dove diavolo fosse andato Silente quando riuscì ad uccidere un basilisco. La sua gioia durò molto poco: da dietro un altro basilisco lo aveva azzannato alla spalla, con il risultato che era morto anche lui infizato dalla Spada di Grifondoro, però aveva raggiunto il suo scopo, ossia lascire Harry in fin di vita. L’urlo di dolore di Harry si perse in quello agonizzante del Basilisco. Harry si accasciò per terra mentre l’ultimo basilisco sembrava aver tutte le intenzioni di finire il lavoro del compagno. Ma si bloccò di botto.

Silente stava percorrendo la Camera da un pò quando un urlo agonizzante di un Basilisco seguito da uno di dolore di Harry gli rivelò dove era il ragazzo. Appena entrato nella Sala immobbilizzò un Basilisco che voleva uccidere Harry, che, in ginocchio, aveva ancora in mano la Spada di Grifondoro e il Medaglione di Serpeverde. Si avvicinò al ragazzo e notò che un Basilisco gli aveva squarcito la spalla. Silente lo guardò dolcemente e udì il ragazzo che mormorava con il poco fiato che gli rimaneva “Un intervento provvidenziale... Fanny può...” le parole gli morirono in gola e, non facendocela nemmeno a rimanere in ginocchio, si mise per terra con la schiena appoggiata al muro, gli occhi smeraldo fissi in quelli zaffiro di Silente.

Il Preside chiamò Fanny, poi prese la Spada di Grifondoro e uccise l’ultimo Basilisco. Fanny nel frattempo era arrivata e stava curando Harry con le sue magiche lacrime. Non appena la spalla fu totalmente guarita Harry si alzò e guardò prima la fenice, poi i tre Basilischi morti. Mormorò un “grazie” a Silente – che pareva rincuorato sullo stato di salute del ragazzo – e disse “Bisogna distruggere il Medaglione, però al di fuori dei confini della scuola, visto quello che è successo a...” poi si interruppe, con uno sguardo spento fisso sui basilischi. Silente gli mise una mano sulla spalla e disse “Hai ragione, prima lo distruggiamo è meglio è, quindi propongo di andare adesso”.

I due si fecero guidare da Fanny fuori dalla Camera; Harry era ancora debole e si appoggiava a Silente. Poco dopo furono al di fuori delle barriere protettive di Hogwarts; perlomeno, se fossero arrivati i Mangiamorte non avrebberro invaso la scuola. Harry provò a distruggere il medaglione con la Spada di Grifondoro, ma il medaglione era indistruttibile. Silente disse “Forse bisogna usare il Serpentese”. Harry sibilò al medaglione, in Serpentese, “Apriti”. Il medaglione si aprì con un bagliore verdastro che cominciò ad avvolgere tutto e il ragazzò abbassò di scatto la lama della spada sopra al medaglione, che si ruppe. La luce verdastra svanì non lasciando alcuna traccia. Poi Harry e Silente rimasero un attimo zitti, per capire se c’era qualcuno o qualcosa. Invece c’era solo il silenzio. Un silenzio familiare e terrificante. E tanto freddo. Un freddo anche quello innaturale. Dissennatori. Silente agitò la bacchetta mentre Harry urlava “Expecto Patronum”. Una fenice ed un unicorno uscirono dalle bacchette. Harry fissò stupito il suo Patronus: era senpre stato un cervo, perché mai...? Decise che ci avrebbe pensato dopo: i Dissennatori erano troppi per poter esserre fermati da due patronus, ma se perlomeno voleva avere qualche possibilità doveva impegnarsi al massimo. Ma Harry era ancora troppo debole per evocare un Patronus perfetto, che difatti dopo averne abbattuti qualche centinaio scomparve e Harry cadde in ginocchio. E si accorse che il potere dei Dissennatori era aumentato. Non solo facevano ricordare alla vittima i momenti più brutti, li facevano anche rivivere. Harry lo scoprì quando oltre a sentire l’”Avada Kedavra” di Draco Malfoy diretto contro Ginny vide anche lei che si accasciava... Sirius che svaniva dietro al velo... Voldemort che risorgeva... Sua madre che supplicava Voldemort di salvare almeno Harry... il ragazzo a quel punto perse conosccenza, sognando ciò che aveva appena rivissuto.

Nel frattempo il Patronus di Silente offriva una strenua resistenza mentre il suo padrone chiamava i membri dell’Ordine della Fenice. Un Dissennatore aveva preso Harry per le spalle, per dargli il suo famoso ultimo Bacio “EXPECTO PATRONUM” urlarono dieci voci. I Dissennatori in men che non si dica erano fuggiti. Silente si girò per congratularsi con l’Ordine quando vide che tutti stavano fissando inorriditi qualcosa per terra. Qualcuno per terra. Harry era di un pallore mortale, freddo come il ghiaccio, ma respirava. Lo caricarono su una barella e lo portarono in Infermeria (ci fa l’abbonamento ad un letto dell’infermeria... povera Madama Chips... nda). Qualcosa di dorato era ai loro piedi. Il Medaglione di Serpeverde. Silente lo raccolse e seguì gli altri in infermeria.

Dopo tre giorni Harry non si era ancora svegliato, e Silente decise di farlo risvegliare usando la legimanzia. Harry era un ottimo occlumante quindi Silente sapeva che lo sforzo avrebbe svegliato il ragazzo. Silente alzò la bacchetta e mormorò

legimens”

Però si accorse che c’ era qualcosa che non andava nel suo piano, e quel qualcosa era che Harry era troppo debole per poter utilizzare l’ occlumanzia. Gli aveva lasciato libero accesso ai suoi pensieri. Silente sentì la rabbia di Harry perché si era intromesso nei suoi pensieri...

...Draco urlò “AVADA KEDAVRA” il raggio di luce verde prese in pieno Ginny, che si accasciò immobile; La rabbia di Harry si era trasformata in un dolore lancinante, emotivo...

L'immagine sfumò...

 

...“Lily, prendi Harry e scappa! È Lui! Scappa! Corri! Io cerco di trattenerlo!” era questo l’urlo angosciato di James Potter. Lily corse su per le scale; Harry era in camera da letto, nel lettino. Lo prese e quando si girò per scappare vide Voldemort fissarla, malvagiamente divertito. Lily urlò “No! Harry no, ti prego!” “Spostati, stupida... spostati...” “Harry no! Prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry!”...

L'immagine cambiò di nuovo...

...“Avanti, puoi fare di meglio!” gridò Sirius a sua cugina, Bellatrix, la voce echeggiante nella vastissima sala. Il secondo getto luminoso lo colpì in pieno petto. La risata non gli si era ancora spenta sul viso, ma il colpo gli fece sgranare gli occhi; Il dolore di Harry si trasformò in senso di colpa...

...“E ora affrontami, da uomo a uomo... dritto e fiero così come morì tuo padre... e ora... duelliamo” Voldemort alzò la bacchetta, e prima che Harry potesse fare qualcosa per difendersi, prima ancora che potesse muoversi, fu di nuovo colpito dalla Maledizione Cruciatus. Il dolore fu cosi intenso, cosi ardente che non seppe più dov’era... coltelli incandescenti gli trafiggevano ogni centimetro di pelle, era certo che la testa gli sarebbe esplosa; urlò più forte che mai...

A quel punto Silente sentì una forte spinta al petto e cadde. Quando si rialzò notò che Harry era sveglio. E infinitamente arrabbiato con lui.  Seguì un grande silenzio. Un silenzio furente da parte di Harry e uno di rimorso da parte di Silente. Quest’ ultimo provò ad abbracciare Harry, che però si ritrasse.

non mi toccare” sibilò piano

e perché non potrei abbracciarti?”

perché? Perché si è intromesso nei miei ricordi. Lei non mi…”

non avevo il diritto, hai ragione, però tu non ti svegliavi ed eravamo preoccupati per te”

NON AVEVI IL DIRITTO DI VEDERE QUEI RICORDI!”

Silente abbassò gli occhi. Sapeva che il ragazzo aveva perfettamente ragione. Se qualcuno avesse visto i suoi di ricordi come minimo lo avrebbe maledetto l’ intruso fino a farlo morire di dolore. E per di più il preside sapeva di aver visto i peggiori ricordi di Harry. Però si decise a fare una domanda poco delicata, ma della quale doveva assolutamente sapere la risposta “tu ricordi la morte dei tuoi genitori?”

Un lungo silenzio., poi Harry decise di rispondere “si, è quella che hai visto” rispose a testa bassa e con voce piena di rabbia “ricordo tutto da quando Voldemort venne a casa a quando uccise mia madre. Me lo hanno fatto ricordare i dissennatori,e questi…” Aggiunse con una punta di amarezza nella voce “… avevano lo speciale potere non solo di far sentire alla vittima i propri ricordi, ma anche di farli rivivere”

Silente sapeva bene che quello non era il momento giusto per chiedere, però doveva farlo. Per Severus “Harry, il ricordo della morte dei tuoi genitori…”

Harry lo interruppe “a cosa ti serve?”

Silente rimase un attimo interdetto dalla franchezza della domanda, poi rispose “Severus voleva sapere di tua madre, e tu, a parte Tom, sei l’ unico che ricorda e quindi…”

Prima lei risponde ad una mia domanda” patteggiò Harry

se potrò, risponderò”

perché il mio patronus ha cambiato forma? E perché proprio un unicorno?”

perché prima non avevi una personalità definita, e dato che avevi appena conosciuto Sirius Black, nonché migliore amico di tuo padre, il tuo patronus ha assunto la forma di Ramoso. Adesso sei cresciuto e la tua personalità si è definita”

ma perché proprio un unicorno?”

l’ unicorno rappresenta la purezza, e tu sei puro di cuore come pochi, quindi il tuo patronus ha preso questa rarissima forma”

il tuo patronus è una fenice”

Quella che aveva appena formulato harry non sembrava molto una domanda quanto un affermazione

si”

Harry rimase a lungo in silenzio. Poi, con un sospiro, estrasse dalla sua mente il ricordo dei suoi genitori e lo diede a Silente, che lo guardò dolcemente. Poi il preside lo abbracciò sussurrando

grazie”

Harry non si ribellò e rimase zitto, con un espressione indecifrabile sul volto. Silente si alzò e guardò un attimo il ragazzo, cercando di decifrare il suo sguardo. E capì. Harry era triste. Così ordinò immediatamente a Madama Chips di andare a chiamare Piton e farlo venire nel suo ufficio, lasciando Harry con i suoi pensieri



Ke dite, vi è piaciuto il capitolo scritto INTERAMENTE da me? Quella sfaticata di kattiva non ha mosso un muscolo per aiutarmi... Comunque i prossimi capitoli saranno tutti un pò sul tragico, perché li ho scritti mentre ero “rinchiusa” a casa di mio cugino con il pc che aveva 35 virus, quindi non facevo proprio i salti di gioia.... Un bacione a tutti quelli che leggono o perlomeno che recensiscono, Tigre94  

ecco, quella sgualdrina si prende sempre tutto il merito! e io aggiungo questo ai suoi commenti! Mwahahah! adesso che mi fai, Giulia??? ahahah! come sono malefica!!!

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Capitolo 9
*** Ricordi e Maledizioni ***


Allora, adesso non potete di certo rinfacciarmi che ho fatto tardi!!! In realtà ho fatto così in fretta in parte perché volevo farmi perdonare del ritardo CATASTROFICO della volta scorsa, in parte perchè non avevo assolutamente nulla da fare... Beh, buona lettura di questo chap, che ha un titolo un po'... Bah, leggete e poi ditemi se appropriato, insieme ai vostri pareri sul capitolo, naturalmente... a titoli non ci azzecco proprio...

 

Ricordi e maledizioni

 

Albus e Severus erano nell’ufficio del Preside. Avevano appena finito di vedere il ricordo di Harry riguardante la morte di Lily e James. Piton guardava interrogativo Silente, Silente guardava cupo il Pensatoio. Poi Piton chiese “E Potter ricorda tutto ciò?”

“No, glielo hanno fatto rivivere i Dissennatori”

“Preside... grazie”

“Di niente, Severus, sospettavo che volessi... sapere”

“Ha pensato be...” La porta si spalancò di colpo, interrompendo la conversazione. Uno studente stava blaterando qualcosa sul fatto che Pansy Parkinson e Theodore Nott avevano scagliato in Sala Grande una maledizione contro Ron ed Hermione. I professori non lo lasciarono nemmeno finire di parlare. Due minuti dopo erano in Sala Grande. La scena era indescrivibile: Ron ed Hermione erano per terra, immobili. La ragazza stringeva in mano una moneta; Parkinson e Nott erano coscienti ma legati da pesanti corde; Harry era appoggiato pesantemente al muro, con in mano la bacchetta e una moneta identica a quella di Hermione. Si lasciò cadere contro il muro fino ad appoggiarsi per terra. Pansy gli chiese, ghignando “Che fai, Potterino, non ti reggi nemmeno più in piedi?”

Harry le puntò la bacchetta contro e ringhiò “Io non mi reggerò in piedi ma tra i due sei tu quella in catene!”

“Uh, Potteruccio, guarda chi è arrivato”

“Salve professor Silente. Professor Piton”

“In Infermeria. Tutti. Subito” ordinò Piton. Il corteo arrivato in infermeria era composto da: Ron ed Hermione, portati in barella perché non si svegliavano; Harry, che si appoggiava a Silente perché non ce la faceva nemmeno a stare in piedi; Silente, che sorreggeva Harry; Piton, che puntava la bacchetta contro Nott e Parkinson; Pansy e Theodore, di nuovo liberi.

Si accomodarono tutti su un letto e venne fuori la storia: Nott e Parkinson, dopo aver saputo il fallimento dei Mangiamorte a Malfoy Manor si volevano vendicare e quindi avevano maledetto Ron ed Hermione, che per non si sa quanti giorni non avrebbero potuto svegliarsi. All’inizio volevano anche ucciderli ma Hermione prima di svenire aveva toccato la moneta che l’ES usava per comunicare al quinto anno e Harry, ignorando bellamente gli ordini e le minacce di Madama Chips era sceso in Sala Grande e aveva disarmato e successivamente incatenato Pansy e Nott.

I due Serpeverde furono messi in punizione con 100 punti in meno alla loro Casa. Harry fu rimandato a letto in infermeria. Ron ed Hermione furono messi nei letti vicino a quello di Harry. Silente andò nel suo ufficio. Piton andò nella classe di Pozioni e poi a letto.

Silete e Severus quella notte fecero lo stesso incubo: la notte dei genitori di Harry. Ma a casa di Harry c’era una strana Coppa, che a Silente e Severus parve importante ricordare. Quando i due si svegliarono ebbero la sensazione di non essere i soli ad aver fatto quel sogno. Ed andarono in Infermeria. Si guardarono stupiti un attimo, con una domanda inespressa nello sguardo: volevano vedere se Harry abveva fatto il loro stesso sogno? Ognuno potè vedere negli occhi dell’altro la risposta: si.

Entrarono silenziosamente nell’infermeria, Harry stava accovacciato sul letto e aveva la testa tra le ginocchia.

“Harry?” chiamò Silente, con dolcezza. Dato che Harry non rispondeva Albus si avvicinò, mentre Piton rimase sulla porta. Il Preside si sedette sul letto e, accarezzando i capelli spettinati di Harry si accorse che stava piangendo silenziosamente. Silente fece apparire una boccetta di pozione per fare sonni senza sogni e la fece bere a Harry, che si addormentò. Silente uscì dall’infermeria buia e fece cenno a Severus di seguirlo nel suo ufficio.

Dopo esserci arrivati il Preside disse “Mi pare chiaro che tutti e tre abbiamo fatto lo stesso sogno, e mi pare anche piuttosto naturale dato il ricordo che abbiamo visto”

“A casa di Lily c’era una Coppa, potrebbe essere importante” disse Severus

“Propongo di chiederlo domani a Harry, quando si sveglierà” lo interruppe Silente “Per adesso andiamo a dormire”

“Buona notte, Preside”

“Buona notte, Severus”.

La mattina dopo Silente si recò in Infermeria; Harry sarebbe stato dimesso a minuti e voleva parlargli nel suo ufficio riguardo al sogno. Quando entrò Harry era vestito e stava per uscire dall’Infermeria, anche se Madama Chips stava borbottando qualcosa sul fatto che il ragazzo altri cinque giorni doveva rimanere.

“Buongiorno, Harry” lo salutò Albus allegro, contento che finalmente fosse stato dimesso

“’giorno Silente”

“Vorrei che tu venissi nel mio Ufficio” disse Silente. Il ragazzo lo guardò un attimo, poi annuì e precedette il Preside nell’Ufficio.
Non appena furono arrivati Harry disse “Avete sognato la notte in cui i miei genitori morirono, e mi pare piuttosto naturale, è un ricordo che... come dire... lascia il segno” sottileando sarcasticamente le ultime tre parole, alludendo alla sua cicatrice.

“La coppa che era nella casa dei tuoi genitori. Sia io sia Severus sospettiamo sia qualcosa di importante che dobbiamo assolutamente ricordare”

“Ha guardato bene la Coppa?” domandò Harry, poi, senza dare a Silente il tempo di rispondere la descrisse “D’oro, con un tasso inciso...”

“La coppa di Tassorosso” sussurrò Silente

“Si, anche se non ho la minima idea del perché fosse a casa dei miei...”

“Dobbiamo recarci lì”

“Anche adesso”

Silente ed Harry si alzarono e quest’ultimoprese la Spada di Grifondoro e la tenne in mano dato che non aveva la cinta.

Poi disse “ci vediamo tra mezz’ora al portone della Sala Grande” e corse nel Dormitorio dei Grifondoro. Lì si mise una divisa che aveva trovato nella Camera dei Segreti. Era composta da: Pantaloni neri con ricami argenti che arrivavano poco sotto il ginocchio, stivali neri, canottiera nera con ricamata un dragone argento con le ali spalancate, un mantello ugualmente nero (che fantasia...) con il cappuccio con lo stesso dragone della canottiera ricamato però davanti sulla sinistra e una cinta nera con una fiammata argento che la percorreva completamente. Sorrise, ricordando il giorno in cui aveva preso il completo dalla Camera

 

Signor potter, dove crede di andare? Non è ancora guarito! Signor Potter, se non si rimette immediatamente a letto chiamo il preside” urlò Madama Chips

Harry si era vestito e stava uscendo dall’Infermeria. Quando udì la minaccia di Madama Chips le rispose “Tornerò qui dopo che avrò fatto una faccenda”. Scese nella Camera molto lentamente. Non era ancora guarito del tutto. Quando arrivò constatò con disgusto che i cadaveri dei tre basilischi erano ancora lì. Andò vicino alla statua di Salazar Serpeverde e mormorò, in Serpentese, “Salazar Serpeverde, grande fondatore, io, Harry Potter, ti chiedo di rivelarmi il segreto che dentro la tua bocca si cela” all’inizio non successe nulla. Si sentì un cretino. Possibile che avesse sbagliato tutto? Mentre se ne stava per andare si sentì uno scatto, come di una serratura. Si voltò e vide un tunnel buio. Sorrise. Non aveva sbagliato. Lo percorse e alla fine lo spettacolo che gli si presesentò davanti era spettacolare: Un’immensa camera per allenarsi, ma non con la bacchetta, con le spade. Era verde, argento, rosso, giallo, nero e blu, con pedane usate per allenarsi con la spada e bersagli per allenarsi con arco e cotelli, disposti uno vicino all’altro. E c’erano una ventina di divise, nere e argento con un dragone, una fenice, un leone, un unicorno, un serpente e un’aquila. Harry prese quella con il dragone. Quella con la fenice era troppo da Silente, quella con il leone e del serpente si capiva da due miglia che appartenevano ai fondatori, quella con l’aquila e con l’unicorno, benché quest’ultimo fosse il suo Patronus, non gli si addicevano. E aveva scelto quella con il dragone. La rimpicciolì con un incantesimo andò al dormitorio e la mise al sicuro nel suo baule. All’improvviso sentì la moneta che l’ES usava al quinto anno riscaldarsi. Solo Ron ed Hermione oltre a lui le conservavano, quindi doveva essere accaduto qualcosa di grave. Corse verso la Sala Grande, incurante del fatto che dopo si sarebbe ritrovato semi-incoscente dalla fatica e dal dolore. Non appena arrivò vide una folla di studenti disposta in circolo. Al centro Nott, Parkinson, Ron ed Hermione. Gli ultimi due svenuti. Non appena lo videro Nott e Pansy urlarono “Stupeficium”

“”Protego” pensò Harry, muovendo la bacchetta

Crucio” urlò Nott

Protego! Incarcerarmus!” Riuscì ad incatenare Nott e Parkinson prima di appoggiarsi al muro e scivolare per terra

Non ti reggi nemmeno in piedi, Potteruccio?” lo sbeffeggiò al Parkinson

Taci! Io non mi reggerò in piedi, ma tra i due quella in catene sei tu!” urlò, puntandole la bacchetta contro. “Come si permette ‘sto brutto carlino malformato di lanciare anche solo un expelliarmus verso Ron ed Hermione? Ma io lo ammazzo... due semplici paroline” pensò infuriato

La Parkinson lo riscosse dalle sue insane fantasie in cui Pensy giaceva urlando di dolore ai suoi piedi urlando “Ehi, Potteruccio, guarda chi è arrivato”

 

Harry guardò un attimo l’orologio. “Cazzo, ho 2 minuti per arrivare da Silente” pensò, prendendo la Spada di Grifondoro, mettendosela alla cinta e correndo verso la Sala Grande. Silente lo stava aspettando.

“Sono pronto, Silente” ansimò, non appena arrivò slittando sull’ultimo gradino e rischiando di travolgere Silente

“Andiamo” disse Silente sorridendo per la rumorosa entrata di Harry.

Camminarono in silenzio per alcuni minuti, diretti ai confini della scuola dove avrebbero potuto smaterializzarsi. Harry sapeva che Silente moriva dalla voglia di sapere dove avesse preso il completo che indossava, ma dato che le domande inutili voleva evitarle, e non voleva mentire a Silente, decise di non aiutarlo a formulare la domanda. Che tanto arrivò lo stesso “Dove hai preso quel completo, Harry?”

“Quando torniamo a Hogwarts glielo faccio vedere se prometti di non fare commenti inutili su quanto fossi stato sconsideratoa ritornare in quel particolare posto dove ho rischiato al vita più di una volta”

“È la Camera dei segreti, vero?”

“Bah, ormai ho rinunciato a chiedermi dove ha trovato una sfera di cristallo talmente efficiente da riuscire a spiare efficacemente l’intero corpo studentesco... Al primo e secondo anno ho pensato alla professoressa di Divinazione, ma dopo aver visto il soggetto...” ghignò Harry

“Harry, sai meglio di me che le profezie della professoressa Cooman non sempre si sono rivelate sbagliate”

“Si, le uniche due profezie che ha fatto giuste poteva pure risparmiarsele, infatti, anche se tanto le altre non sono molto meglio, visto che dovrei morire ogni giorno tra atroci dolori”

“Da qui possiamo Smaterializzarci” disse Silente, sorridendo all’ultimo commento, non del tutto sbagliato, di Harry.

Harry e Silente pensarono intensamente “Godric’s Hollows” e dopo essersi Materializzati si avviarono verso al casa distrutta dei genitori di Harry, e videro che efferrivamente qualcosa di dorato brillava tra le macerie. Harry notò “È troppo semplice, Silente. Di solito per trovare gli Horcrux con Ron ed Hermione ci mettevo una vita. Silente non lo ascoltò: era come rapito da quella Coppa. Non poteva essere una trappola. Harry si accorse che Silente aveva lo sguardo imbambolato. Non sembrava badare a tutte le possibili trappole. Il ragazzo lo bloccò per un braccio e disse, a voce più alta “Albus, sento che è una trappola”

“Anche se fosse i Mangiamorte non sono dei grandi avversari” disse Silente che era ritornato in sé al suono del suo nome pur rimanendo a fissare la Coppa

“Pion è potente ed è stato un Mangiamorte. E comunque se ci fosse Voldemort? Lui è un grande avversario”

“So combattere contro Voldemort” ribattè Silente abbassando lo sguardo verso il ragazzo che ormai era alto quanto lui, senza capire realmente cosa stesse dicendo Harry, ancora troppo preso dalla Coppa di Tassorosso. Harry lo fissò un attimo, preoccupato. Poi, anche se non ancora del tutto convinto, si avvicinò alle macerie ed estrasse la Spada.

Né lui né Silente si accorsero che tredici sagome incappucciate e una dalla faccia da rettile li stavano osservando, in attesa di una loro mossa.

 

 

X sharry da Tigre94: Finalmente qualcuno che mi appoggia!!! Questa serpe fallita con le sue battute di basso rango non la sopporto più!!!!

X Ashley Snape da Kattiva: e tu vieni a dire a me che bevi un po’ troppo bacardi??? Allora, ogni volta che esco (e che sono sicura che non ci siano parenti vari in giro, e ti assicuro che anzio è piccola e la my family è parecchio numerosa, io ne tracanno minimo due bottiglie. L’ unico che non mi piace molto è quello alla esca perché ha un sapore… tipo di medicina! Vabbè, adesso vado ad insultare tigre, ciao!

Vi è piaciuto questo capitolo? Lungo, considerati i miei standard e il fatto che l’ho scritto da sola, come d’altronde il prossimo capitolo, che è di otto pagine scritte a mano e che, a giudicare dall’ultima frase di questo, si capisce che si svolgerà con la regale presenza di Lord Voldemort.... Un bacione a tutti, a coloro che recensiscono e a quelli che leggono soltanto dalla vostra Tigre94

 

 

Carissima Tigre94, non ti permetto di darmi della serpeverde fallita davanti ai miei cagnolini! *i lettori abbaiano spasmodicamente*, quindi o chiudi il becco o sarò costretta a non mettermi più la maglietta con la tigre. Sostituendola con un altra, ovviamente, non azzardare battute oscene…

 

Torniamo a noi, secondo me, sotto sotto, vi piacciono di più i nostri battibecchi che la storia… mah!

 

(commentatemi anche “the kill”!!!)

BACI8NI

Marty!

(kattiva)

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Capitolo 10
*** Prigionieri ***


Sono una ritardataria cronica e irrecuperabile, vero? Ho una scusa valida, però... ve la dovete prendere con kattiva, io il capitolo l’ho scritto una vita fa, ma lei non me l’ha voluto correggere se non l’altroieri... poi io ho un po' tentennato per i ringraziamenti, e quindi eccoci qui... allora, il capiotolo è totalmente inventato da me, l’ho sognato una notte, in realtà... e poi l’ho scritto! Personalmente lo trovavo un po' troppo tragico, e quindi Marta ha sdrammatizzato un po' la situazione scrivendo i suoi commenti, che sono quelli scritti in verde corsivo (un po'... SCANDALOSI, a dire il vero!). BUONA LETTURA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Tigre94

 

 

 

 

Prigionieri fuggitivi

 

Harry e Silente guardarono un attimo la Coppa di Tassorosso, poi il ragazzo puntò la Spada sulla Coppa e, velocemente ma sospettando un qualsiasi tipo di trappola, la distrusse.

NOOO” urlò una voce vicino a loro, una voce familiare, gelida e disumana. La trappola era scattata. Tredici Mangiamorte più Voldemort accerchiarono Harry e Silente. Il Signore Oscuro lanciò un Avada Kedavra contro Silente, che lo parò, dando vita ad una battaglia con poche possibilità di vittoria per il ragazzo e il Preside. Una fiamma argentea partì dalla bacchetta di Silente, prendendo Lucius e facendolo svenire.  Povero duciolo! ^^

Stupeficium” strillò Macnair puntando la bacchetta contro Harry

Protego”. Uno scudo argentato parò lo stupeficium di Macnair, che non si fece cogliere impreparato e scansò lo Stupeficium. Voldemort, approfittando dell’istante che Silente impiegò per vedere se Harry stava bene, lanciò un incantesimo al ragazzo, che aveva cominciato a duellare contro Bellatrix, Macnair e altri due Mangiamorte incappucciati.  La maledizione prese lo prese ad una spalla, e Harry ebbe giusto il tempo di vedere lo sguardo eccitato di Voldemort e sentire Silente che lo chiamava prima di svenire. Il Preside nel frattempo aveva schiantato Bellatrix nuuu! Mi ha schiantataaaa! e ucciso uno dei Mangiamorte incappucciati. Lucius, che nel si era risvegliato, puntò la bacchetta contro Harry e disse “Arrenditi o lo ammazziamo, Silente”

Ottima mossa, Lucius” sibilò Voldemort soddisfatto, mentre Silente poggiava la bacchetta per terra e Bellatrix lo schiantava “Portateli nelle segrete del mio castello”

I Mangiamorte si Smaterializzarono, portando con loro i corpi di Harry e Silente, che si erano quasi ripresi del tutto. Harry, prima di risvenire, notò che la coppa di Tassorosso era rimasta a terra, ma dato che ormai non poteva più essere usata come Horcrux, Voldemort la lasciò lì.

 

I due prigionieri si svegliarono dopo un tempo che a loro parve infinito nelle segrete della reggia di Lord Voldemort. Un Mangiamorte incappucciato che doveva essere il carceriere li stava guardando divertito (si divertono con poco ‘sti Mangiamorte nu, vedere il vekkio e il bambino [ihihih] che soffrono è fantastiko... ndTigre94). Si accorsero entrambi di essere incatenati, e Harry era stato curato dalla maledizione che Voldemort gli aveva lanciato con delle bende alla spalla. Li volevano vivi, ma non sapevano ancora il perché.

Harry si alzò e chiese “Dove siamo?”. Il ghigno del Mangiamorte si allargò mentre si avvicinava a Harry, che ricambiò il suo sguardo con uno di sfida, e gli mollò un pugnò fortissimo nello stomaco. Il ragazzo di accasciò per terra con un gemito, senza fiato. Il Mangiamorte gli diede un calcio e se ne andò. Si!!! Hurrà x il mangiamorte!!!

Silente gli si avvicinò e mormorò “Stai bene, Harry?”

Il ragazzo riprese fiato e sussurrò “Abbastanza. Tu?”

Ma non udì mai la risposta, perché due Mangiamorte entrarono e li trascinarono da Voldemort, che li stava aspettando insieme a Nagini seduto su un trono smeraldo in un’immensa sala verde e argento. I Mangiamorte si inchinarono e se ne andarono. “Silente, Harry, quanto... tempo” disse gelido

Tom” lo salutò Silente

Tom. Il nome che Voldemort aveva sempre odiato. Solo Silente lo chiamava così. Anzi, presto nemmeno lui. “NON MI CHIAMARE TOM” urlò Voldemort, perdendo all’improvviso il controllo. All’inizio pensò di scagliare una Maledizione Cruciatus contro Silente, ma poi pensò che poteva esserci una cosa peggiore, che avrebbe fatto soffrire entrambi i prigionieri. Puntò la bacchetta verso Harry, che inarcò la schiena mentre un dolore immane lo aggrediva. Sentiva che la testa gli sarebbe scoppiata a momenti... urlò più forte che mai... e poi tutto cessò. Harry sentì delle mani fredde che lo presero dolcemente per le spalle. Aprì gli occhi nonostante il dolore della Cruciatus non fosse passato e vide Silente inginocchiato vicino a lui, che lo guardava preoccupato. Voldemort li stava guardando con sguardo malvagio, poi disse “Non ti preoccupare, Silente, la Cruciatus non ha mai ucciso nessuno, fa un pò male, è vero, ma quello prima o poi passa... al massimo si diventa pazzi” rise, sempre più divertito e riprese “Mi stavate per far dimenticare il motivo per cui vi ho fatto portare qui”

Dicci come hai fatto a capire che stavamo cercando i tuoi Horcrux” disse Silente, ancora per terra, vicino a Harry

Si, ve lo dirò, e dopo avanzerò una proposta” sibilò Voldemort, poi iniziò a raccontare “Sapevo che stavate cercando i miei Horcrux e che avevate distrutto il Diadema e il Medaglione. Non vi dirò come lo sapevo, non è importante. Comunque, dato che vi volevo parlare, eliminai tutte le barriere protettive che avevo posto in difesa della Coppa e attesi che tu arrivassi. Ho ordinato a Nott e Parkinson di stregare la mezzosangue e il suo amico, cosi per prendere la Coppa sareste venuti tu e Potter. Però Potter intuì una trappola e cercò di avvisarti. Per un momento temetti per la riuscita del mio piano, ma ringraziando il cielo tu, Albus, non gli hai dato retta, e quindi eccovi qui. Adesso che sapete tutto avanzerò la mia proposta”

E quale sarebbe mai?” chiese gelido Silente

Diteci i piani dell’Ordine e unitevi a noi” sussurrò Voldemort

“Ma tu sei pazzo!!!” esplose Harry

Voldemort alzò la bacchetta e Harry rimase a contorcersi per terra, con la faccia contratta nello sforzo di non urlare. Perché sapeva che se avesse urlato avrebbe facilitato il compito a Voldemort per farsi dare i piani dell’Ordine

Coraggioso da parte tua sopportare la Cruciatus in silenzio, anche se so che si impazzisce prima... Vedi che altruista il tuo pupillo, Silente, sopportare un Crucio in silenzio per rendermi più difficile il compito di estorcerti informazioni non è una cosa da tutti i giorni” ma chi cazzo je lo fa fa... disse Voldemort, con un sorriso malvagio. Poi urlò “Macnair!” il Mangiamorte si Materializzò al centro della sala “Portali in cella, e dai un tuo regalino a Harry”... Harry, vieni qui che Macnair ti fa vedere una cosa bella... XD  sussurrò, eccitato, incatenando i polsi di Harry con delle pesanti manette. Macnair fece apparire dal nulla una frusta incantata, rosso fuoco. Silente ne aveva sentito parlare, e di certo non bene.  Ma... ma... GIULIA!!!  Il primo colpo della frusta fece inarcare dal dolore il ragazzo. Al quinto con un gemito Harry si afflosciò per terra, libero dalle catene ma senza forze. Macnair rise, divertito, mentre Voldemort si limitò a ghignare.

Dagliene cinque e riportalo in cella”

Venti minuti dopo Macnair ed un altro Mangiamorte li buttarono in cella. Poi fecero apparire del cibo e li lasciarono nella cella quasi totalmente buia.  Non appena se ne furono andati Silente chiamò “Harry?”

Un lamento soffocato di risposta indicò al Preside dove era Harry. Prese il cibo e gli si inginocchiò accanto. Harry stava messo davvero male: la schiena era totalmente insanguinata, la bella divisa che indossava il giorno che erano andati a prendere la Coppa era diventata uno straccio e il viso era totalmente ricoperto di graffi, che si era procurato quando aveva subito la Cruciatus. Mejo del solito insomma...

Non appena finirono di mangiare arrivò un Mangiamorte che prese Harry e gli mise delle bende dove Macnair lo aveva frustato “Ringrazia il cielo che il Signore Oscuro ti vuole vivo, ragazzino, fosse per me e Macnair saresti già morto”

Harry lo guardò con odio ma non disse nulla. Il Mangiamorte se ne andò, e Silente disse, piano “Grazie”

E di cosa?” domandò insicuro Harry.

Alla Maledizione Cruciatus. Se avessi urlato in questo preciso istante molto probabilmente ci staremmo provando delle divise da Mangiamorte” rispose Silente. Dopo un pò tutti e due si addormentarono, in attesa del giorno dopo. Che dolci...

CRUCIO” Harry si stava contorcendo a terra, in silenzio. Erano ormai una decina di volte che si ripeteva quel macabro ritornello. Quando Voldemort finalmente interruppe la Maledizione, Harry disse qualcosa che atterrì Silente almeno quanto deliziò Voldemort “Uccidimi”

Il Signore Oscuro si rivolse al Preside “Sentito, Silente? Sta chiedendo di essere ucciso, accontentiamolo, no?” siiiiiiiiiiiii!

No. Casomai uccidi me” rispose Silente piano, gli occhi fissi su un fagotto nero che altri non era che Harry. Ormai il ragazzo stava cominciando a perdere il senno, glielo si leggeva negli occhi. Un altro poco cosi e sarebbe diventato pazzo. Forse una Cruciatus o due sarebbe resistito, ma non di più.

Ti ucciderò dopo che avrai visto la fine del tuo coraggioso Grifone”  disse Voldemort “E poi puoi sempre dirmi i piani dell’Ordine”

Silente stava per dire di si. Non poteva finire cosi, non DOVEVA finire cosi. Il Marchio sarebbe rimasto per sempre, impresso a fuoco nella pelle, ma potevano sempre scappare, fuggire. Guardò un attimo Harry negli occhi smeraldo, per trovare il coraggio di dire una cosa di cui forse si sarebbe pentito a vita. Forse. Il ragazzo, che ricambiò il suo sguardo e capì le sue intenzioni “No...Silente...non... rendere vani... questi giorni...non puoi...” gemette

STA ZITTO POTTER” urlò Voldemort però non gli scagliò alcun Crucio “Sai, dovresti ringraziare Silente se sei messo cosi. Potevi essere in perfetta salute sotto ai miei ordini” poi si rivolse al Preside “Allora, Silente, hai sentito il parere di Potter e il mio. Decidi. Ma non ti pentire se vedrai Potter perdere il senno”

No, non posso farlo. Harry ha ragione. Non posso farlo” disse Silente “Ma non puoi far impazzire di dolore un ragazzo perché io rifiuto di unirmi a te, solo per colpa mia”

Giusto, da domani, sempre che Potter duri fino a domani torturo tutti e due, contento?” e da domani all’ Agip con venti bollini regalano il portachiavi a forma di mucca rise Voldemort “Però, dato che insisti, io porrò a Harry la stessa domanda che per 4 giorni ho posto a te. Harry, vuoi unirti ai miei Mangiamorte?” concluse, rivolgendosi a Harry anche se già sapeva la risposta. Il bel volto del ragazzo, contratto in una smorfia sofferente, si irrigidì in una maschera di sfida.

Non mi unirei ai tuoi lecchini nemmeno tra un secolo” sibilò Harry con tutto il coraggio e il fiato che riuscì a usare

Vedi, Silente, che la colpa non è solo tua? Comunque, l’altra alternativa è impazzire di dolore, lo sai, vero, Harry?”

Si, ma preferisco impazzire, ormai sono vicino a farlo” mormorò Harry x me già lo era...

Hai deciso la fine peggiore, Potter” Sibilò gelido “Oserei dire che potresti anche dire addio al tuo coraggioso grifone finché sa riconoscerti, Silente”

Il Preside si irrigidì ma si limitò a guardare Harry negli occhi, cercando di capire cosa pensava realmente il ragazzo. Harry, intuendo le sue intenzioni, annullò totalmente le barriere mentale che aveva imparato a creare per difendersi dai Legilimens e Silente sentì chiaramente le intenzioni del ragazzo. Avrebbe davvero preferito diventare pazzo che prostrarsi anche solo una volta a Voldemort. Non lo aveva fatto quando aveva undici anni, non lo aveva fatto quando ne aveva quattordici, non lo avrebbe fatto ora.

Crucio” il contatto visivo si interruppe mentre Harry ricominciò a contorcersi per terra, urlando per il dolore, ma questo lentamente si avvievolì e il ragazzo rimase immobile per terra, senza un lamento. Era svenuto. “Beh, direi che non c’è più nulla che possiamo fare per questo povero ragazzo. Penso sia diventato matto, nessuno sviene durante una Cruciatus, tranne i Paciock, ma vista la loro fine non penso sia un bene. Aspetta che chiedo a Bellatrix. Voldemort tirò fuori un Nikia n70 e digitò un messagino  BELLA!” Una Mangiamorte apparve nella Sala, si inchinò e guardò un attimo disgustata Silente, che con il volto contratto dal dolore stava fissando Harry, e poi il ragazzo, che a occhi chiusi aveva un’espressione sofferente.

Bella, Potter è svenuto mentre lo torturavo” la richiamò alla realtà Voldemort

Come i Paciock con me. Loro si sono risvegliati e non sapevano nemmeno più chi erano. Potter ha perso il senno”. Disse guardando Voldemort con occhi languidi e voce compiaciuta.

L’ Oscuro Signore rise, deliziato, poi disse piano a Bella “Avevo intenzione di ammazzare anche Silente, ma ho trovato una soluzione migliore. Facciamolo uscire di qui indenne, con Potter”

Senza nemmeno torturarlo un po'?” rispose un po' delusa Bellatrix

No, almeno si sentirà pienamente in colpa per aver lasciato che distruggessi Potter senza fare nulla, e poi, non molti avranno fiducia in lui quando capiranno cos’è successo”

è un piano geniale, Mio Signore” mormorò Bellatrix adorante

Voldemort disse, ad alta voce “Silente, sei libero di andare. I miei Mangiamorte ti accompagneranno davanti Hogwarts e ti ridaranno la tua bacchetta e quella di Harry”

Bellatrix incatenò Silente e lo trascinò fuori. Poi disse “Accio bacchette di Potter e Silente” le de bacchette arrivarono volando, facendo a gara a chi percorreva per prima il buio, lungo corridoio per arrivare da Bellatrix. La donna si Materializzò fuori dai confini di Hogwarts insieme a Harry e Silente  buttò le bacchette ai due prigionieri e li lascio lì. Silente rimase un attimo immobile, poi entrò a  Hogwarts. Non aveva voglia di vedere nessuno. Fece apparire una barella e ci caricò Harry, avviandosi verso la foresta proibita. Arrivò in un angolo ombroso, e rimase in silenzio a fissare il volto tirato dal dolore di Harry. Se solo lo avesse ascoltato, quando aveva intuito che c’era una trappola, se avessero lasciato perdere, si sarebbero risparmiati tutto quel dolore. E per colpa sua la loro unica speranza era svanita. Perché non avevano provato a scappare? Erano dovuti giungere a questo, per farsi liberare... Una lacrima solitaria scivolò sul viso di Silente, mentre si sforzava di non ricordare, di non sentire le urla di dolore del ragazzo che tuttavia gli risuonavano in testa; mentre si imponeva di non chiudere gli occhi e vedere il corpo di Harry contrarsi dal dolore che la Maledizione Cruciatus gli provocava... *Marty è adorante...* ad un certo punto, Silente si accorse di essere osservato, ma non estrasse la bacchetta. Se avessero ucciso Harry non avrebbe poi cambiato molto. Se avessero ucciso lui, tanto meglio, avrebbe smesso di pensare, di crogiolarsi nel dolore e nei sensi di colpa. E se avessero ucciso entrambi sarebbe stato ancora meglio.  Lì vide che c’era un leone, un’aquila e un unicorno ad aspettarli. Quando Silente vi posò lo sguardo, il leone ruggì, l’aquila si alzò in volo e l’unicorno andò vicino ad Harry, toccandogli con la punta del corno il petto. Immediatamente tutte le ferite sul corpo del ragzzo svanirono, lasciandosi la pelle liscia come quella di un bambino ma nn si diceva “liscia come il culetto di un bambino”??? tanto Harry la faccia da culo già ce l’ ha!, e il volto smise di essere cosi tirato dal dolore. Sembrava stesse solo dormendo. Silente rimase un attimo a fissare Harry, poi spalancò gli occhi pensando che forse c’era ancora una possibilità che Harry si salvasse, se solo lo avesse portato al San Mungo. Si girò di scatto e vide due occhi argento che lo guardavano. Sobbalzò quando capì cos’era. Un immenso drago bianco con occhi argentati lo stava guardando. Un dolce grido musicale lo riscosse. Fanny era atterrata accanto al drago. Silente prese Harry per un polso, e con l’altra mano prese la coda di Fanny, ed entrami svanirono con un lampo di fuoco, diretti al San Mungo. Le persone presenti all’ospedale ebbero reazioni diversi all vista di un Harry svenuto e trasportato in barella, con i vestiti strappati, accompagnato da un Silente messo peggio di lui silente si scusò con la folla “abbiamo provato nuove tecniche di sadomaso...”, con le occhiaie fino per terra e l’aria distrutta. Ci fu chi chiese di essere ricoverato al più presto perché  pensavano di avere le allucinazioni, a chi la mascella si sologò per la sorpresa, chi cominciò a tartassare di domande Silente, e chi cominciò a fare congetture. Uno di quest’ultima categoria, dipendente del ministero, ebbe cosi poco tatto da dire “Ve lo dico io cos’è successo. Come avevano detto Cornelius Caramell e Dolores Umbridge, Potter è diventato matt...”AHAHAH!!!!! giù sei grande!. Silente si irrigidì visibilmente e lanciò al dipendente del Ministero un “Expelliarmus” cosi forte da farlo svenire, interrompendo bruscamente il flusso di domande e congetture. Un’infermiera aveva portato Harry nel reparto lungodegenti.

 

Tre giorni dopo. San Mungo. Ore 12.30.

Hermione e Ron stavano guardando Harry che dormiva. Tre giorni che andavano avanti con questa snervante attesa. Tre giorni che erano arrabbiatissimi con Silente. Come aveva potuto permettere tutto ciò? L’oggetto dei loro pensieri non proprio dolci bussò alla porta, mormorando “Ragazzi, siete stati qui tutta la notte, non vi pare il caso di andare a dormire?”. I due gli lanciarono uno scuardo carico di rancore ma dissero “Naturalmente, preside, ce ne andremo”

Dopo una ventina di minuti avevano raccolto tutto e se ne erano andati azzo, 20 minuti pe raccoglie 4 cose... manco fossero Elisa..., a casa. Silente era rimasto con Harry, non sopportando lo suardo rancoroso che i suoi amici gli rivolgevano. Sapeva che avevano perfettamente ragione, ma per quanto tempo gli avrebbero rinfacciato il suo errore? Se Harry non guariva, era probabile anche per sempre.

Sospirò a questi pensieri e lo chiamò dolcemente, con una nota di supplica nella voce “Harry, Harry. Ti prego, svegliati. Perdonami, non ho capito cosa facevo, ma non posso vederti cosi. È questo il prezzo dei miei errori? Vederti su questo letto, incapace di riconoscerci?”. Niente. Non si svegliò.

Verso le nove di sera Ron ed Hermione gli diedero il cambio. Silente aveva appena raggiunto la porta quando Harry aprì lievemente gli occhi. Per un lungo, lunghissimo istante tutti trattennero il respiro. Avrebbe ricordato? Harry guardò le facce preoccupate di tutti, poi disse “Ci conosciamo?” Buahahahaahahahahahah!

Harry...” mormorò Ron. Harry fissò Hermione, che era scoppiata a piangere tra le braccia di Silente dimenticando tutto il rancore.  Harry aveva lo sguardo fermo, ma perso, che faceva capire chiaramente che non riconosceva nessuno. Poi qualcosa si animò negli occhi smeraldo, mentre guardava gli occhi azzurri di Silente. Harry ricordò qualcuno che gli sussurrava le sue scuse mentre dormiva... qualcuno che fu lì il giorno in cui successe... qualcosa di importante... Qualcuno con gli stessi occhi di quel vecchio dalla barba bianca che lo stava fissando, in attesa di qualcosa... “MAGO MERLINO!!!” gridò estasiato

Ma proprio non riusciva a ricodare cosa, così chiese, fissando Silente “Ci siamo già visti, vero? A quanto pare tutti voi conoscete me, ma io non vi conosco” poi, indicando Silente, aggiunse “Veramente... io sono certo di averti giàvisto da qualche parte...” visto che tutti lo guardavano stupiti mormorò “ma che c’è? È successo qualcosa?”

è tutta colpa tua” urlò imbestialita Hermione contro Silente

“’Mione, calmati” mormorò Ron poco convinto.

Calmarmi un cazzo, Ron” sbraitò Hermione “Si...”

Hermione Granger? Ronald Weasley?” li interruppe Harry con un’espressione pensierosa mentre lentamente ricordava tutto “Ma certo, forse ho capito chi siete... Eravate a Hogwarts?”

Insieme a te”

A Grifondoro, insieme a me, ed eravate i miei due migliori amici, Ron ed Hermione” poi guardò Silente e disse, ghignando, “Professor Silente”

Silente sorrise di risposta “Ti avevo chiesto di non chiamarmi più professore... perlomeno, non fuori scuola”

Si, penso che abbiamo già fatto questa discussione” la memoria gli tornò completamente “Ricapitolando, io sono Harry Potter, colui che scofisse l’oscuro Signore e cavoli belli. Dovrei esser diventato pazzo a causa di ehm... come dire... alcune dolorossissime Maledizioni Cruciatus, giusto?” 

Abbassarono tutti lo sguardo, senza però poter evitare uno sguardo contento per lo stato di salute di Harry e com’ è che io piango???. Entrò un’infermiera, che non appena vide gli sguardi sollevati di tutti capì all’istante la bella notizia. Non ci aveva sperato nessuno. “Harry Potter può uscire anche oggi, ma a Hogwarts dovrà stare a riposo, per tre giorni. Possibilmente senza nessuno che lo tartassi di domande. È meglio Hogwarts di qui perché è meglio che sia in un posto familiare” disse calma, facendo sobbalzare tutti. Silente la guardò un attimo, interdetto, poi annuì e chiamò Fanny, che con una fiammata apparì.

L’infermiera intervenne “Professor Silente, posso parlarle un attimo fuori?”

Silente annuì e andò fuori. Mentre Ron attaccava a parlare di Quidditch con Harry ed Hermione, l’infermiera diede a Silente una boccetta dicendo “I primi tre giorni Potter dovrà stare insieme a qualcuno che tiene questa qui. È possibile che starà male”

Non la può prendere lui, la pozione?” domandò Silente

Non penso, smetterà di ragionare nel momento stesso in cui si sentirà male. È come se gli stessero facendo la Cruciatus, e non sarebbe adatto darlo ai suoi amici perché nel panico potrebbero dimenticare come fare”

Per tre giorni dovrò avere sottomano la boccetta, quindi” ricapitolò Silente

Precisamente. Ah, e si ricordi: niente maledizioni Cruciatus se non lo vuole rivedere qui nelle stesse condizioni dei Paciock” la migliore opera di Bella...

Il preside rientrò e guardò Ron ed Hermione, che nel frattempo avevano iniziato una discussione riguardante il Quidditch. La ragazza metteva in dubbio qualsiasi forma logica di quello sport, Ron ribatteva scandalizzato e Harry li guardava divertito.

io ed Harry andremo con Fanny, ci ritroverete nel mio Ufficio” disse Silente, prendendo Harry per un polso oooooh! e svanendo nel nulla. I due amici rimasero di stucco, poi salutarono l’infermiera e si Smaterializzarono fuori dai confini di Hogwarts. E tutti insieme fecero una bella scampagnata

Quando furono tutti riuniti nell’Ufficio del Preside Silente disse “è meglio che Harry resti qui, i compagni di Grifondoro non avranno tardato a fare le loro supposizioni e gli interrogatori” sorrise, con uno strano scintillio negli occhi azzurri mentre ripensava a quello che avrebbero potuto fare insieme da soli in quell’ ufficio al dipendente del Ministero quando aveva detto che Harry era diventato pazzo. Gli altri se ne accorsero, ma, mentre Ron stette zitto, intimorito dallo sguardo di Silente, Hermione guardò torvo il Preside e disse “Dato quello che è successo...”

Hermione, lascia stare” disse Harry in tono stanco, non sopportando l’ennesima lite tra Hermione e Silente.  L’ amore non è bello...

La ragazza tacque e Ron disse “Professore, noi andiamo a  letto insieme. Harry”

Ciao Ron”. I due se ne andarono e Harry fissò un attimo Silente, prima di chiedere “Perché devo rimanere qui?”

Silente ricambiò lo sguardo, cercando di capire se il ragazzo fosse felice o meno di questo “Perché i tuoi compagni potrebbero sottoporti a un interrogatorio”

...”

ne dubiti, Harry?”

no, sarà pure vero, ma se è questo il motivo principale per cui sono qui io sono la fata turchina...” uuuuh! Signori, lo ha ammesso!!!

Cos’altro vuoi che ti dica?”

La verità”

Sei arrabbiato con me, Harry?” disse Silente evitando la domanda. Non voleva dire a Harry cosa sarebbe forse successo. Se non avveniva, poi, lo avrebbe preoccupato per nulla.

No. No. Però sento che c’è qualcosa che mi stai nascondendo” rispose socchiudendo gli occhi. L’arrivo provvidenziale di un’elfo domestico con la cena interruppe l’interrogatorio. Silente si rilassò sullo schienale e cominciarono a mangiare.

Tra quattro giorni riprenderai la scuola. Per un pò tu e i tuoi amici farete lezione con gli altri ragazzi, a posto di andare in Egitto, a Malfoy Manor o nella reggia di Voldemort”

Si sente in colpa. Fu questo il pensiero che fulminò Harry quando sentì Silente dire cosi. Silente si sentiva tremendamente in colpa. “Dove dormirò, oggi?” disse il ragazzo

“Dormiremo al plurale???  nella stanza delle Necessità. È più comoda” rispose Silente

Va bene” approvò Harry provando ad alzarsi. Si alzò per un attimo e ricadde sulla poltrona a occhi chiusi. “Dannazione!” imprecò Harry piano

Silente non disse nulla, si limtò a prenderlo per un polso insieme a Fanny e tutti e tre si ritrovarono davanti alla Stanza delle Necessità. Quando entrarono videro una stanza grandissima, che a Harry fece venire in mente la stanza della Camera dei Segreti anche se non ci assomigliava per niente se non in grandezza. Deficente, deficente!  Era enorme, con due letti a baldacchino con lo stemma dei Grifondoro molto simili a quelli dei dormitori. C’erano anche due armadi e l’immancabile, perlomeno per Silente, cestino con delle caramelle. Harry notò che mancavano le Gelatine tutti i gusti più uno e sorrise ripensando al perché.

Silente sorrise a sua volta dicendo “Penso che sia ora di dormire. Vuoi un pò d’acqua?”

Si, grazie”

Silente gli porse un calice.

**********************************************************************************La mattina dopo Harry non ricordava di aver mai dormito cosi bene. Dopo essere arrivato nell’Ufficio del Preside chiese a Silente “Che mi hai messo nel calice ieri sera?”
“Pozione per fare i sonni senza sogni” rispose calmo Silente. Sapeva che il ragazzo avrebbe indovinato che quella non era semplice acqua.

Harry sbuffò “Sto svuotando la scorta di Madama Chips”

Però stai meglio”. Non suonava come una domanda.

Dovevo stare proprio male ieri...” disse stancamente gettandosi a sedere su una poltrona

Io devo andare al Ministero, vogliono sapere il perché della tua scomparsa”
“Gli dirai la verità?”

Per forza”

Va bene. Mi può dare qualcosa da leggere, che ne so, mi va bene pure un libro di Storia della Magia... anzi, non esageriamo”

Silente sorrise, poi fece apparire delle pile di libri, disposti per argomento. C’erano anche dei libri babbani di avventura e guerra. Harry ghignò e si mise a leggere uno di questa categoria, intitolato “La magia del Lupo”. Aveva più o meno 1000 pagine, e ne lesse la buona metà per l’ora di pranzo, fino a quando non tornò Silente. Si alzò e gli andò incontro

Ancora lì?” chiese il Preside sorridente

è bello questo libro, non...” ma si interruppe, respirando affannosamente, sentendo un dolore lancinate prendergli il corpo. Sembrava gli stessero scagliando una Cruciatus ridotta. Non voleva far vedere a Silente che stava male, quindi rimase in silenzio, sforzandosi di rimanere immobile. Tentativo perfettamente inutile. Silente si accorse lo stesso che stava male. Mica scemo nonno Silly

Harry?” chiese preoccupato quando il ragazzo si irrigidì. Come risposta ottenne un gemito. Poi si ricordò di quello che gli aveva detto l’infermiera. Harry cadde per terra in preda alle convulsioni, urlando. Il dolore era aumentato, era paragonabile alla Cruciatus. Sentì delle mani che lo trattenevano e qualcuno che lo chiamava

Harry! Harry! INCARCERARMUS” urlò Silente. Delle pesanti catene avvolsero Harry costringendolo per terra, immobile, mentre tuttavia continuava ad urlare. Silente prese la boccetta di pozione che l’infermiera gli aveva dato per casi come questo e gliela fece bere tutta. Harry smise all’istante di contorcersi ma rimase a terra con il respiro affannoso e gli occhi chiusi, sentendo delle pesanti catene sopra di sé. Silente fece evanescere le catene e lo guardò

Harry?”

Sto bene, più o meno” Harry ricambiò lo sguardo preoccupato di Silente con uno accigliato e disse “Sapevi che sarebbe successo”. Non suonava come una domanda

Si”

Perché non mi hai detto nulla?”

Non lo ritenevo necessario”. Harry alzò un sopracciglio, poi si mise seduto  disse “Dammi una mano” Silente lo prese per un polso e lo fece sedere su una poltrona, e fece apparire due tazze di the.

Che hai fatto di bello con Caramell?” nuove tecnice xkè a 8384713 anni a 90 nn mi ci posso mettere più..

Silente sospirò e Harry capì chiaramente che non era buon segno “Ha detto che ti terrà d’occhio. Non si fida e non è d’accordo sul fatto che tu vada liberamente fuori dei confini della scuola”

Mica ricomincerà come due anni fa?”
“Temo di sì”

La Coppa di Tassorosso...” iniziò Harry

Harry, non pensare nemmeno di andare a prenderla” lo interruppe Silente

Non possiamo rendere vano tutto ciò che abbiamo fatto in questi mesi. Non possiamo e basta, anche perché è la nostra unica possibilità di sconfiggere Voldemort”

Non ci andremo adesso, ma quando starai bene” concluse Silente “Resterai a dormire da CON me per altri due giorni, seguirai le lezioni per un pò e dopo andremo a cercarla. Ora, se vuoi, puoi mangiare con i tuoi amici e stare il pomeriggio con loro. Torna questa sera” concluse Silente facendo capire chiaramente che il discorso era finito lì. ... e portami il Viagra! aggiunse

 

X Sharry da Tigre94: allora, soddisfatta di questo chap??? Albus non l’ho nemmeno toccato, anche se all’inizio c’era la tentazione di fargli soffrire qualche Cruciatus... ma dato che io preferisco che si senta un tantino impotente quando c’è di mezzo Harry (forse l’avete notato negli altri capitoli...) ho deciso così. Resta comunque il fatto che Silente resta uno dei miei personaggi preferiti (insieme ad Harry, naturalmente)!!!!

 

X HarryEly da Tigre94: Già, anch’io adoro tutto ciò che ha a che fare con Harry e Albus... Allora, io ho deciso che Harry darà del “tu” a Silente, ma non lo chiamerà per nome, almeno per adesso... Resta però un piccolo grande problema... come saluta Silente Harry??? “Ciao” mi sembra burino, Albus è pur sempre il preside... “Buonasera” o “Buongiorno” troppo formale!!! Si accettano consigli!!!!!!!!! 

 

X Ashara da Tigre94: Allora, Draco sicuramente comparirà, sebbene non sarà mai un personaggio principale.... Non ti preoccupare, Marta lo metterà, anche in due righe, perché lei ci SBAVA dietro... Dracucciolo qui... Dracamore lì... sigh! Io ho una cotta per Tom Riddle, a dire il vero, ma in questa fanfiction non penso che comparirà!!!

 

Allora, il prossimo capitolo sarà meno macabro (spero) perché lo scriverà Kattiva...anche se in fase un po' depressa (e io ancora non ho capito il perché...) Un bacione a tutti quelli che leggono... E un supermegabacio a tutti quelli che recensiscono (non mi prendete per una maniaca, sono sempre così)... adesso sono sicura che Marta scriverà qualcosa di sarcastico e idiota sotto queste righe, perciò preparatevi, non leggete se avete mangiato e AL PROSSIMO CHAP!!!!

 

Ciao! Allora, indovinate chi sono!!! Eh no, non vale se leggete i commenti della stronza per eccellenza! Dunque, lei si è sognata il capitolo (…) e io l’ ho corretto. Il lavoro sporco tutto a me.. i fantastici commenti in verde sono miei (gli autografi all’ uscita). Forse mi troverete un tantino scandalosa… faccio di peggio, non preoccupatevi! XD baci

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Capitolo 11
*** Ritorno A Hogwarts ***


Salve a tutti! Qui è la pervertita numero 001 che vi parla. Questo capitolo l’ho scritto interamente io (e per questo capirete QUANTO sono malata XD). Se Giulia pubblicandolo (eh si, ogni tanto le lascio l’ onore ^^) non toglie nulla… la mia reputazione di brava bambina sarà compromessa per sempre… ci vediamo a  fine capitolo per specificare una cosa…

 

Era una bella mattina quella che avrebbe sancito il ritorno ad Hogwarts del trio miracoli. Harry si svegliò di buon umore alle sei e mezzo. Aveva dormito poco, ma si era riposato abbastanza. Si vestì velocemente e sorrise al pensiero che finalmente avrebbe avuto l’ onore di usare il bagno per primo, senza l’ inquietante presenza di Dean che tentava di scegliere se usare il gel alla pesca o all’ albicocca. Mezz’ ora prima di colazione Harry scese in sala comune, convinto di trovare un po’ di solitudine, invece Hermione camminava avanti e indietro elencando gli ingredienti di qualche strana pozione.

“’Mione! Cosa ci fai qui a quest’ ora?”

Chiese il ragazzo che si era fermato a metà della scalinata.

“oh, Harry, sei tu…”

Hermione, che si era spaventata e aveva fatto un salto all’ indietro si lasciò cadere pesantemente su un divano.

“chi credevi che fossi?”

Chiese divertito Harry, scendendo le scale e andandosi a mettere di fronte alla ragazza.

“beh, non lo so, poteva essere chiunque…”

“oh, si, c’ è da avere paura di qualsiasi grifondoro maschio presente in questa torre…”

Scherzò.

“non essere sciocco, Harry!”

“si, non essere sciocco Harry!”

Fece eco una voce maschile alle loro spalle. Si voltarono entrambi. Ron Weasley, in tutto il suo splendore mattutino (occhiaie, capelli spettinati e sorriso ebete) si avvicinò ai due

“allora, in prima ora divinazione con corvonero eh? c’ è una ragazza del settimo che…”

Stava per apostrofare la ragazza del settimo con un aggettivo sicuramente poco elegante, ma la voce acuta di Hermione glie lo impedì

“oggi è Lunedì, Ronald. Sai che vuol dire?”

“torta di zucca a colazione?”

“pozioni con serpeverde!”

Improvvisamente tutto il buon umore di Harry sprofondò in chissà quale abisso…

“dieci punti in meno a Grifondoro a testa! Potter, Weasley, Granger…”

Annunciò Piton senza neanche voltarsi. Hermione guardò l’ orologio. Non erano in ritardo, anzi erano in anticipo, ma non disse nulla e prese posto tra Lavanda Brown e Calì Patil. Ron e Harry presero posto con Neville e Dean. Quel giorno Piton non riuscì a spillare altri punti a Grifondoro, ma la giornata era appena cominciata…

A pranzo, durante una delle abituali discussioni esistenziali che spesso prendevano vita, come “è aumentato il prezzo delle cioccorane” e “quant’ è bona la corvonero del settimo anno”, un gruppetto di Serpeverde si avvicinò al tavolo. Ovviamente il gruppo era capeggiato da Draco Malfoy, con al seguito Pansy Parkinson (che sembrava più il suo cagnolino), Theodore Nott e Blaise Zabini, che teneva per mano una felicissima Daphne Greengrass, che non riusciva a staccare gli occhi di dosso dal ragazzo, neanche per scoccare occhiate di puro disprezzo ai grifondoro, occupazione che stavano ampiamente svolgendo i suoi compagni anche per lei.

“Hei Potter!”

Chiamò Malfoy beffardo. Harry si girò

“mi hai chiamato, Malfoy?”

“volevo sapere se è vero che te e i tuoi amichetti fate sega a scuola e Silente lo sa… no, sai, perché magari ci svelate come fare…”

Calì e Lavanda sospirarono guardando Draco, e sembrava stessero per applaudire alle sue parole, come i pochi serpeverde che stavano dietro. Hermione le fulminò con uno sguardo e poi si alzò in piedi

“Malfoy non hai di meglio da fare?

“certo che si mezzosangue, è per questo che vi stò chiedendo…”

“e allora sparisci!”

Gridò. Draco ghignò divertito. Calì e Lavanda applaudirono.

“oh oh oh… mezzosangue, quanto coraggio… devo dedurne che stai tentando di sfidarmi?”

“Malfoy, deduci qualcosa da questo!!”

Ron si era alzato e aveva versato il succo di zucca sulla perfetta uniforme verde argento del biondino, provocando uno squittio isterico da parte di Pansy Parkinson e il momentaneo risveglio della Greengrass che staccò gli occhi da zabini per posarli sul biondo. Theodore Nott non riuscì a trattenere un risolino.

“Ti fa ridere Theo???”

“si abbastanza. A te no Blaise?”

Il ragazzo guardò un attimo Malfoy e poi si rivolse all’ amico

“povero, sembra un pulcino.. ed è anche spettinato!”

A quelle parole Draco divenne più pallido del solito e alle sue spalle i due serpeverde sghignazzarono. Pansy Parkinson dalla tasca della gonna tirò fuori un pettine argentato

“nessun problema Dracamore, ci penso io!”

Dal tavolo dei grifondoro si sollevò un mormorio di “dracamore”. E forse quella non sarebbe stata una giornata poi così terribile…

 

Il pomeriggio dopo passarono la mattina con l’ allettante prospettiva di un the da Hagrid. quella mattina infatti un grosso allocco era piombato sul toast burro e marmellata di Harry, e nel becco aveva un invito scritto con la rozza calligrafia pasticciata di Hagrid. alle quattro e trenta, dopo aver copiato circa 3 quarti del tema sulla Felix Felicis da Hermione i tre, coperti dal mantello dell’ invisibilità di Harry scesero in giardino e si infilarono nella capanna di Hagrid dalla porta sul retro. L’omone era nell’ altra stanza, che parlava con una figura non meglio identificata a bassa voce. Nel discorso però Harry riuscì a distinguere chiaramente le parole “Potter”, “scuola”, “coppa di tassorosso” e “colui che non deve essere nominato”. Quando i ragazzi sentirono l’ altra porta sbattere e i passi che si allontanavano decisero di far sbattere anche loro la porta, per dare l’ impressione di essere appena arrivati, e Ron gridò “Hei Hagrid!”. Il mezzo gigante borbottò qualcosa come se fosse stato colto di sorpresa e li sgridò

“ragazzi! quante volte ve lo devo dire ve lo devo dire di arrivare dalla porta principale? E se stessi parlando con qualcuno di questioni private di Hogwarts?”

“Questioni private di Hogwarts?”

Chiese Ron, afferrando un pasticcino da sopra il tavolo e mettendosene mezzo in bocca

“tipo cosa c’ è domani per pranzo?”

Chiese senza preoccuparsi di ingoiare prima di parlare. Hermione gli diede un colpetto sul collo, che lo fece strozzare. Mentre Ron diventava più rosso del solito e continuava a tossire, la ragazza gli si spostò davanti coprendolo e sorrise radiosa, come se non avesse fatto niente.

“allora Hagrid, metto su il the?”

“oh, no Mione, faccio io non disturbarti… piuttosto dai un bicchiere d’ acqua a Ron. Sembra che si stia strozzando…”

Ron lanciò uno sguardo riconoscente ad Hagrid e uno di pietà a Hermione, che lo fissò con un espressione indecifrabile e poi disse

“oh, no, può aspettare il the…”.

Harry scoppiò a ridere. era tanto che non rideva così di gusto, e per un momento si dimenticò anche della sua missione…

 

Sabato mattina i progetti dei due ragazzi erano ben diversi da quelli che Hermione aveva fatto per loro.

“abbiamo un sacco di compiti da recuperare!”

Strillò eccitata alle sei di mattina. Ron grugnì qualcosa e si rigirò dall’ altra parte nel letto e Harry provò ad aprire un occhio, con scarsi risultati. Dean Thomas e Sesamus Finnigan non osarono parlare, ma Neville non fu altrettanto arguto.

“Hermione… tu… qui… sei una femmina!”

Disse alludendo al fatto che erano nel dormitorio dei ragazzi.

Hermione sbuffò “wow Neville, avevo sottovalutato la tua perspicacia”.

Incapace di collegare le parole che la ragazza le aveva appena rivolto fece un sorriso ebete e tornò a dormire.

“allora ragazzi? a-l-z-a-t-e-v-i!!!!”

Stavolta Sesamus ruggì un“Potter, Weasley, alzatevi o vi crucio!”

“grazie Seam!” Disse Hermione

“…o crucierò lei se non stà zitta”

Continuò la frase. Hermione ridusse gli occhi a due fessure, si avvicinò al letto di Harry e levò le coperte al ragazzo.

“aaaah Voldemort!!!!!!!!!!” Gridò lui.

“harry! Porca miseria sono io! Mione…”

Harry aprì prima un occhio, e lo richiuse. Aprì l’ altro e lo richiuse. Poi li aprì tutti e due e inforcò gli occhiali. Gli ci vollero circa 50 secondi per capire che era in pigiama davanti a Hermione che gli diceva che doveva alzarsi alle sei di mattina di sabato par recuperare settimane e settimane di compiti.

“ok, io torno da Voldemort!”

Annunciò, e fece per ricacciarsi sotto le coperte, ma Hermione fù più furba

“Levicorpus”

Il corpo di Harry cominciò a levitare nell’ aria fino alla porta del bagno, dove lo appoggiò poco delicatamente.

“E sbrigati” Aggiunse minacciosa. Poi si avvicinò al letto di Ron. Stava per gridargli in un orecchio ma il ragazzo, sempre dormendo, la afferrò e la trascinò sul letto con lui. Hermione era diventata rossa, e stava per cominciare a tirare pugni all’ amico, quando la porta del dormitorio di aprì ed irruppe Colin Canon che fissò allibito la scena.

“io… io… me ne vado subito!!!”

Si scusò e uscì dalla stanza. Dean giurò di averlo sentito ripetere l’ Ave Maria. Ron si svegliò di botto e incontrò gli occhi di Hermione a un centimetro dal suo naso. Saltò in aria

“Hermione! Tu… io… cosa ci fai qui?”

Chiese tra lo stupefatto e il vagamente terrorizzato. Lei cominciò a torturarsi una ciocca di capelli “Oh Ron. Non ricordi? Tu… io… ieri sera...”

Ron era in preda ad un attacco euforico. “vuoi dire che tu e io…?”

Chiese speranzoso. Lei lo guardò un attimo come per annuire, ma poi gridò

“NO! E adesso alza le chiappe, segui Harry in bagno e vestiti! Vi voglio entro cinque minuti in sala comune. Non mi pare un concetto tanto difficile, no?. E portate i libri!!!”.

Ron si ara appena alzato dal letto e stava per mettersi la vestaglia, e Hermione si stava riassettando la gonna quando entrò la McGranit. Lei guardò loro interrogativa. Ron e Hermione si guardarono colpevoli. La McGranit li guardò incredula. Ron e Hermione la guardarono terrorizzati. Lei scostò lo sguardo e la sua voce divenne tremante

“Signorina Granger. Signor Weasley…”

Hermione arrossì. Ron avrebbe volentieri risposto di si, ma quel minimo di buon senso che gli era rimasto gli impose di non farlo. Per Harry, almeno. Se fosse morto, lui si sarebbe trovato da solo a giocare a scacchi magici.

“Professoressa. Non è come sembra…”

La McGranitt gli fece segno di tacere.

“e Potter dov’ è? Se la risposta è “nel dormitorio delle ragazze” per favore, mentitemi…”

Harry uscì dal bagno in quel momento, completamente vestito, inveendo contro la McGranitt

“Hei Ron, non capisco proprio perché dobbiamo fare i compiti per quella vecchia ciaba…” Poi notò la professoressa “oh, professoressa McGranitt! Non l’avevo vista... ma questo non è il dormitorio maschile? Oggi c’è la fila per venire qui” chiese fintamente innocente, dirigendosi poi verso il letto di Ron “ohporcamiseriaccialaciabattaèqui” mormorò sotto voce per farsi udire solo da Ron ed Hermione, che soffocarono le risate sotto le coperte”

“Potte mi manda Silente. Vi vuole stasera nel suo ufficio. Alle 8 in punto. In orario, per favore”

E prese la porta. Harry, Ron e Hermione si guardarono. Senza parole.

 

Allora, innanzitutto GRAZIE per aver letto fin qui… vorrei dirvi che io e Giulia, anche se non sembra, ci impegnamo davvero molto per fare questa fanfiction, e ci farebbe piacere essere recensite… non dico che vi deve piacere, ma anche un “fa cagare” ci va bene. Oddio, no, magari non siate così diretti… XD. Al prossimo capitolo, che sicuramente arriverà presto. Baci.

 

Allora, sono perfettamente d’accordo con Marta… da quanto ho capito il capitolo dell’altra volta non vi è piaciuto, ma per favore, scrivete pure un “Madonna ma fate schifo voi e stò capitolo buttatelo al cesso e poi affogatevi” o qualcosa del genere… non ci offendiamo, siamo abituati ad insulti ben peggiori, a scuola… Bacione

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Capitolo 12
*** La Coppa di Tassorosso ***


Scusate moltissimo per l'immenso ritardo, a cui ormai però temo sarete abituati... Spero che questo capitolo vi piaccia, ho messo alla fine una battaglia che avevo scritta da molto tempo, quindi potevo pubblicare questo capitolo due settimane fa.
Purtroppo ho commesso l'errore di chiedere GENTILMENTE a Marta se poteva leggere e correggere questo capitolo (glielo dovevo imporre)... sono 2 settimane che glielo chiedo, poi ho perso le speranze, e quindi l'ho pubblicato senza che lei nemmeno sapesse di cosa parla.



Alle otto nell'Ufficio di Silente” ripeté Ron, come se non potesse credere alle proprie orecchie “Bene, nel frattempo giochiamo a scacchi!”

Nemmeno per sogno, dobbiamo rimetterci in pari con il programma di studio di quest’anno” si intromise Hermione.

Quel giorno i tre ragazzi erano esentati dal frequentare le lezioni. La discussione andò avanti per una ventina di minuti: Ron accusava Hermione di essere una secchiona e che un giorno di libertà non poteva assolutamente essere passato in biblioteca, Hermione ribatteva che Ron era un imbecille sfaticato.

Sentite, dico io dove andiamo” decise Harry ponendo fine alla litigata

Dove?” chiese Hermione

naa, quando vedrai capirai... sennò che sorpresa sarebbe?” rispose Harry sorridendo e chiamando Fanny.

Silente gli aveva dato il permesso di chiederle un passaggio quando voleva. Le prese la coda e scomparvero. Li portò nella Camera dei Segreti, in quel posto per combattere mai scoperto da nessuno e creato dai quattro fondatori. Non appena Hermione lo vide rimase senza fiato.

Che posto è questo? ” domandò stupefatta

Hermione che non sa qualcosa? Questa è una notizia da mettere in 'Storia di Hogwarts'!” esclamò Ron con aria stupefatta

Hermione lo fulminò con lo sguardo ed Harry intervenne, ghignando “Lo so che si dice che tra moglie e marito non bisogna mettere dito, ma se tenete alla mia sanità mentale dovreste smetterla per almeno due minuti. Comunque, per rispondere alla tua domanda, questa è la Camera dei Segreti”

Ancora? Pensavo ti fossi stufato di stare qui, insomma, le uniche due volte che ci sei stato sei quasi morto!” scherzò Ron, cercando di dissimulare il suo imbarazzo per la battuta di Harry

Ci sono stato anche un'altra volta, qui, e ne sono uscito indenne” rispose Harry

Poi con un colpo di bacchetta si mise un completo nero e argento identico a quello che aveva portato quando era andato a prendere la Coppa.

Che figata!” esclamò Ron fissando il mantello nero

Provate se vi stanno bene gli altri...” propose Harry

Niente. A Ron stava piccolo, a Hermione grande. Provarono con tutti gli incantesimi, senza successo. Harry stava guardando qualcosa, un’aquila.

Un’aquila viva, appoggiata sull’elsa della Spada di Grifondoro. “Sono contenta di vedere che ti sei ripreso. L’ultima volta che ti abbiamo visto non eri messo molto bene. Nemmeno Silente, a dire il vero” disse l'animale

Come fa...” cominciò Harry, per poi interrompersi di botto, notando che la voce gli usciva in un verso identico a quello delle aquile.

Harry, tutto bene?” chiese Hermione che non aveva sentito Harry

Si, sto benissimo. Aspettate un attimo” rispose entrando in fretta in una stanza secondaria, più piccola della Sala principale ma lo stesso molto grande.

Era tutta decorata con tende, tappeti e un letto verde e argento. Per sottolineare il fatto che la stanza era di Serpeverde, c’era un grande stemma nel muro fatto di smeraldo e argento puro che raffiguravano un Serpente, da secoli il simbolo della Casa Serpeverde.

Come faccio a parlare cosi?” disse Harry sorpreso ma attento a non farsi sentire da nessuno al di fuori dell’aquila

Non me lo chiedere. A proposito, avrai anche notato che ai tuoi amici non entra la divisa che indossi e che gli incantesimi non hanno effetto, no?” rispose l'aquila

Si”

Solo chi può parlare, o almeno capire ciò che dice almeno uno degli animali raffigurati nelle divise, ossia con un dragone, una fenice, un leone, un unicorno, un serpente e un’aquila può indossarle. Quindi solo tu, Silente, Godric, Cosetta, Salazar e Tosca potete indossarle. Ora vai ad allenarti. Prendi la Spada di Godric. Penso che Hermione potrà prendere la Spada di Cosetta, Ron quella di Tosca. Quando e se servirà a Silente, dagli la Spada di Corvonero, o quella di Grifondoro e tu ti predi quella di Salazar. Ricordati che quando impugnerete quelle Spade vi risulterà perfino banale saperle già usare. E questa capacità vi rimarrà dopo anche con le spade normali. I Fondatori le incantarono apposta” spiegò l'aquila

Come fai a sapere il nome dei miei amici? Anzi, lasciamo perdere, io vado ad allenarmi”

Ottimo. Se ci vuoi trovare, vieni nella Foresta Proibita. E ogni tanto porta anche Silente con te, sia qui che nella Foresta” rispose l'aquila

Aspetta. Dove sono le Spade? E perché nessuno sapeva niente di quelle degli altri fondatori?” domandò Harry, accigliato

Le spade sono qui, basta chiamarle in Serpentese nelle giuste camere”

Un'ultima cosa... dimmi il tuo nome” disse Harry

Sono noto con molti nomi, Harry Potter, ma tu puoi chiamarmi Briam. A proposito, Harry, dai a Silente la divisa con la fenice, è utile per deviare gli incantesimi minori”

Con me non ha funzionato”

Basta puntarci la bacchetta contro e dire 'Protego'. La divisa assorbe l'incantesimo e protegge in caso di difficoltà”

L’aquila spiegò fieramente le ali e se ne andò da una finestra che Harry prima non aveva notato.

Harry si accorse anche che c’erano cinque porte: una con inciso lo stemma Grifondoro in oro e rubino; una raffigurante lo stemma Corvonero in onice e bronzo; una di Tosca, in oro e onice; e una con lo Stemma di Hogwarts e due bacchette incrociate; alla fine una uguale a quella precedente ma senza spade.

Harry entrò nella porta che evidentemente doveva portare alla stanza di Cosetta Corvonero.

Sorrise.

La stanza era quasi uguale a quella di Salazar, ma cambiavano i colori dominanti. La stanza era blu e argento, e nel muro c’era un enorme stemma di Corvonero

Spada di Cosetta” sibilò Harry in serpentese.

Le spada apparve sul letto. Era una spada con l’elsa in bronzo, con un’aquila zaffiro incastonata, e la lama di zaffiro.

Harry ripeté lo stesso procedimento con la spada di Tosca, che apparve, dall’elsa nera con un tasso d’oro inciso, e una lama d’oro puro.

Entrambe le spade non reggevano il confronto con quella di Godric, ma avevano a loro modo un fascino.

Harry entrò nella stanza di Grifondoro, rigorosamente rossa e oro, e sibilò “Spada di Godric”, e quella apparve in tutta la sua abbagliante bellezza.

Harry, con le tre spade in mano, rientrò nella Sala dove Hermione e Ron lo stavano aspettando, impazienti e preoccupati.

Non appena videro le spade di Cosetta e Tosca rimasero senza fiato.

Duelleremo con le Spade. Io con quella di Godric, Hermione con quella di Cosetta e Ron con quella di Tosca. Chi riesce ad atterrare l’avversario per tre volte è il vincitore. Faremo prima io ed Hermione, poi chi vince andrà contro Ron, e chi ha perso aspetta un turno per combattere con Ron e si allenerà con l’arco o non farà niente, a scelta” stabilì Harry

Hermione prese la Spada di Corvonero e chiese, preoccupata “Non ci faremo male?”

Le smusserò” la rassicurò Harry, poi puntò la bacchetta contro le Spade e, finita l’opera passò a entrambe le lame un dito sopra. Una specie di barriera invisibile impediva di toccare le Spade

In guardia, Hermione” bisbigliò Harry.

Ron rimase a guardare mentre Hermione attaccava e Harry senza troppe difficoltà parò e contrattaccò.

Vinse Harry, tre a uno.

Mentre Ron ed Harry combattevano, Hermione si allenò con l’arco, e scoprì di essere molto brava con quell’arma. Richiedeva pazienza e un’ottima mira, qualità che alla ragazza non mancavano. Proprio mentre Hermione prendeva per la terza volta consecutiva il centro, Harry batté Ron, tre a zero. Hermione combatté contro Ron mentre Harry si allenava con la Spada. Ron perse, tre a due, e provò ad allenarsi con il pugnale e l’arco.

Alla fine dell'allenamento capirono le loro qualità e su cosa si sarebbero dovuti impegnare di più.

Hermione eccelleva con l’arco, era discreta con la spada, brava con il pugnale;

Harry era molto portato con la spada, bravo con il pugnale e l’arco;

Ron eccelleva con il pugnale, ma era negato con la Spada e l’arco;

Prima di uscire Harry prese la divisa con la fenice e la rimpicciolì per portarla a Silente.



Il pomeriggio lo passarono a studiare, poi verso le otto si avviarono all'Ufficio di Silente.

A metà strada incontrarono la professoressa McGranitt, che chiese a Ron ed Hermione di andare nel suo ufficio

Ma professoressa, dobbiamo andare da Silente” protestò Ron

Subito, signor Weasley” ordinò però la McGranitt, stringendo pericolosamente gli occhi e facendo desistere il rosso dal ribattere



Il Preside lo stava aspettando, e ora lo fissava con sguardo serio “Dobbiamo andare a prendere la Coppa”

Alleluia... è una vita che lo sto dicendo” sbuffò Harry divertito “Andremo domani sera?”

La notte è pericolosa” disse Silente senza sorridere

Il giorno di più. Basta vestirsi di nero... Una persona mi ha caldamente consigliato di mostrarti ” ribatté il ragazzo pensando all’aquila che gli aveva consigliato di far vedere la divisa e la parte nascosta della Camera a Silente.

Harry non aveva intenzione di mostrare adesso la Camera a Silente, voleva prima vedere se i Quattro Fondatori erano d’accordo, però gli voleva far vedere la divisa nera e argento, che tirò fuori dalla tasca dei pantaloni, rimpicciolita. Silente rimase in silenzio, gli occhi azzurri scintillanti.

Harry prese la bacchetta e mormorò “Engorgio”.

La divisa tornò alla sua grandezza naturale, e Silente la fissò affascinato. Era quasi identica a quella di Harry, ma aveva una fenice dalle ali spalancate apposto del dragone. Harry la poggiò sulla scrivania con delicatezza, segno che l’abito era di inestimabile valore.

Questa divisa” iniziò “è molto particolare. La può indossare solo chi può parlare, o almeno capire ciò che dice almeno uno degli animali raffigurati nelle divise, ossia con un dragone, una fenice, un leone, un unicorno, un serpente e un’aquila. In più, se contro di essa si usa un protego, sarà capace di bloccare le maledizioni che di solito vengono bloccati da un Protego normale” ripetendo quasi esattamente le parole che l’aquila gli aveva rivolto nella Camera.

Va bene Harry, vieni qui alle nove di sera di domani, andremo a prendere la Coppa verso quell’ora. Naturalmente porta anche la tua di divisa” acconsentì Silente, lasciando scorrere una mano sul tessuto della divisa. Sembrava tessuto con l'acqua

Harry uscì dallo studio facendo un cenno di saluto e corse verso la Sala comune, dai suoi amici, che vedendolo arrivare trafelato ma trionfante capirono subito

Stai andando a prendere la Coppa, vero?” sussurrò Hermione

Si, andremo domani”

Verremo anche noi” disse Ron fermo

No, andremo io e Silente”

Ma...” protestò Hermione, ma Harry la interruppe senza darle modo di dire altro

NO! Finché resto io ferito, va bene, ma voi NO! Non me lo perdonerei mai, come fate a non capire? E poi stiamo andando in un posto dove con tutte le probabilità ci saranno dei Mangiamorte ad aspettarci, io e Silente abbiamo più possibilità di noi tre! Avremo modo di combattere insieme in altre battaglie, non vi preoccupate” aggiunse con un sorriso ironico.

Hermione aprì la bocca per ribattere, ma si bloccò non appena incrociò lo sguardo deciso del suo amico. Non gliela avrebbe lasciata vinta. Così sospirò e acconsentì, dicendo che ne avrebbero riparlato più tardi

Ron disse “Io ho sonno. Andiamo a dormire”

Hermione annuì e disse “Buonanotte. Domani c'è lezione”

Che materie?” domandò Harry

Difesa contro le Arti Oscure, Trasfigurazione, Pozioni, Incantesimi” rispose Hermione

Ti sei imparato a memoria anche l'orario, Hermione?” la stuzzicò Ron

Bene, io vi lascio ai vostri litigi amorosi. 'Notte” tagliò corto Harry alzandosi e correndo nel dormitorio maschile prima che i suoi due amici capissero il completo senso del discorso.

HARRY JAMES POTTER!” ruggì Hermione, mentre Ron diventava rosso in zona orecchie.

Harry rise e si mise sotto le coperte, addormentandosi poco dopo.

Due secondi dopo, o almeno così parve al ragazzo, fu svegliato da due petardi messi sotto al cuscino

Bestemmiando e imprecando contro Ron ed Hermione, che si erano saggiamente rifugiati in Sala Grande sotto l'occhio dei professori, Harry si vestì e scese a fare colazione

è proprio vero il proverbio 'tra moglie e marito non mettere dito', però a quanto pare i piccioncini hanno trovato un accordo” ghignò Harry

Istantaneamente Harry si ritrovò con almeno un litro di succo di zucca e torta di melassa in testa, tra le risate di tutti e i ghigni di Piton.

Ripulendosi gli occhi con un dito disse, con tono fintamente saggio “Non si gioca con il cibo”

Poi si puntò la bacchetta contro, si ripulì e borbottò, in tono fintamente offeso “Andiamo a lezione, ne ho abbastanza di cibo”

Le lezioni proseguirono in modo abbastanza noioso per tutta la giornata.

In biblioteca Hermione riuscì a bloccare Harry che in qualche modo le riusciva sempre a sfuggire per riprendere il discorso della sera prima

Harry, tu non vai da nessuna perte senza di noi” iniziò Hermione decisa

Pensavo il discorso fosse concluso” disse Harry accigliato “Voi per questa volta non verrete insieme a me” ribadì duramente

L'ES era stato creato per farci imparare incantesimi contro Voldemort e i suoi seguaci, non per starsene chiusi a Hogwarts senza poter fare nulla!” urlò Hermione

Hermione, dicevo davvero quando dicevo che ci saranno un sacco di battaglie con cui combattere insieme. Così vi state esponendo ad un rischio inutile per una cosa in cui potremmo riuscire perfettamente io e Silente soli” disse Harry piano ma non per questo meno deciso

Si sfidarono silenziosamente, fissandosi negli occhi.

Oro contro Smeraldo.

Ugualmente decisi a vincere.

Ma la silenziosa battaglia, grazie a Ron, uscì senza vincitori né vinti.

Infatti il ragazzo se ne era uscito con “Scusate, io ho fame, è ora di merenda”.

Una semplice frase che riuscì a spezzare la tensione generale.

Harry distolse lo sguardo da quello di Hermione e diede uno spintone all'amico, poi fece apparire delle caramelle tutti i gusti+1.

Ron si avventò sui dolci, lasciandone due per gli amici.

Passarono il resto del pomeriggio a giocare a scacchi magici, mentre Hermione leggeva un libro di Difesa contro le Arti Oscure, citando ogni tanto qualche incantesimo interessante.

Verso le otto andarono a cena.

Ron si lanciò sul cibo come una persona che non aveva assolutamente mangiato un quintale di caramelle, ma che piuttosto non mangiava da mesi. Hermione era preoccupatissima e non faceva altro che rigirarsi la forchetta tra le mani, e Harry non mangiò quasi nulla.

Si sentiva gli occhi di tutti i professori addosso, evidentemente dovevano aver saputo che stava andando con Silente a prendere l’ultimo Horcrux.

Alle nove meno un quarto salutò i suoi amici e corse nel Dormitorio maschile di Grifondoro.

Poi mormorò “protego” sulla divisa nera e argento e la indossò.

Dopo di che andò nell’Ufficio di Silente, dove questo lo stava aspettando calmo come al solito, non ancora pronto.

Buonasera Harry”

Buonasera. Andiamo?”

Silente mormorò un incantesimo che Harry non udì, e con un lampo di luce argentea scomparve per apparire con la divisa addosso, che gli calzava perfettamente. Erano pressoché identiche, se non fosse stato per il fatto che una divisa portava lo stemma del dragone e l'altra quello della fenice.

Fanny atterrò sulla spalla di Silente cantando dolcemente, mentre il Preside sorrise e disse, in risposta all’espressione un po' accigliata di Harry, “Fanny verrà con noi”.

Harry sorrise e accarezzò la fenice. Poteva parlare con lei, ma non ne sentiva la necessità.

Fanny finì il suo canto dolce, che suonava alle orecchie di Harry come una specie di incoraggiamento per la battaglia.

Insieme a Silente, che come al solito sfoggiava un’aria calma, afferrò le piume bollenti di Fanny, e tutti e tre svanirono per riapparire con una vampata di fuoco in un vicolo rischiarato dalla luce lontana di alcuni lampioni.

Non appena i loro occhi si furono abituati alla tenue luce Harry e Silente poterono notare una casa, distrutta, e una Coppa buttata per terra. Si avvicinarono e il ragazzo si chinò per prendere la Coppa.

Che, ancora una volta, non riuscì a prendere.

Fanny, lanciando un basso quanto dolce grido musicale afferrò con i suoi artigli dorati un serpente che ridiventò immediatamente visibile.

Nagini.

Ci hanno scoperto” urlò una voce nelle vicinanze, mentre una decina di Mangiamorte ridiventarono visibili e puntavano le bacchette contro Harry e Silente, che, fianco a fianco, alzarono le proprie, pronti a combattere.

Un Mangiamorte alto e possente si avvicinò al ragazzo e al Preside, rompendo il cerchio che si era formato e abbassandosi il cappuccio mostrò un viso familiare, dai corti capelli neri e un’espressione malvagia dipinta.

Macnair cominciò a parlare, sicuro che nessuno lo avrebbe attaccato “Sai Potter, non credevo che voi due sareste stati così stupidi da ritornare qui, dopo quello che è successo l’altra volta. Che c’è, le Maledizioni Cruciatus del Signore Oscuro e le mie frustate non ti sono bastate? Strano, di solito una persona supplica di morire quando le subisce”

Harry e Silente strinsero la bacchetta senza però muovere un muscolo.

Macnair, si ritirò, intimorito dalle espressioni dei suoi due avversari, tornando ad essere parte integrante del cerchio, e si fece avanti un Mangiamorte, alto, biondo e dagli occhi grigio ferro.

Lucius Malfoy continuò il discorso che Macnair aveva interrotto pur sapendo che quelle che diceva erano parole senza senso, perché non avrebbe mai potuto convincere Silente o Harry a passare dalla sua parte.

Ma l’ordine dell’Oscuro Signore era di tentare di convincere almeno Potter a passare dalla loro parte, e solo se avessero rifiutato ucciderli. E gli ordini di Voldemort non si contraddicono, perché la posta in ballo è la vita.

Ma c’è un’altra domanda che serpeggia tra noi Mangiamorte. Perché sei ancora al fianco di Silente? Lui ti avrebbe guardato impazzire di dolore senza una piega, Potter, e invece tu sei ancora lì a leccargli il culo, come se ti avesse tentato di salvare”

è strano che proprio voi Mangiamorte parliate di leccare il culo a qualcuno, e poi comunque io stesso non ho dato i piani dell’Ordine a Voldemort quando me li chiese” ribatté Harry, abbassando leggermente la bacchetta.

Neanche se in ballo ci fosse stata la vita dei tuoi amici? Due anni fa ci avresti dato la profezia quando abbiamo torturato Paciock”

Harry non rispose, sapendo perfettamente che Lucius aveva ragione.

Ma sapeva anche che Silente aveva fatto bene a non dare i piani a Voldemort, esattamente come lui aveva fatto bene a scegliere di dare la profezia ai Mangiamorte. Poi gli ritornò alla mente tutto ciò che aveva fatto quel giorno, quando aveva scoperto della profezia, quando Sirius era caduto dietro quel maledetto velo. Silente sembrò capire ciò che gli passava per la testa e gli strinse dolcemente la spalla.

Possibile che ancora pensare a quel giorno ti faccia sentire in colpa, Potter?” sogghignò Lucius, che aveva notato gli occhi del ragazzo scurirsi alla menzione del giorno in cui si erano scontrati per la prima volta “Effettivamente hai ragione, ma non è stato solo quel Black rinnegato a morire a causa tua. I tuoi genitori, per esempio, perché credi che sono morti?”.

La stretta di Silente sulla spalla di Harry divenne così forte da fargli male, mentre gli occhi del ragazzo si colmarono di una rabbia infinita, diventando rossi con delle sfumature verdi.

Lucius decise che era meglio accorciare il discorso “Potter, unisciti a noi, e non solo non morirai, ma diventerai uno di noi, ti allenerai alle Arti Oscure, e sarai forte come se non più di Silente. Sarai alla pari del Nostro Signore!”

Non mi hanno già posto questa domanda? Ma si, fammi pensare, quando ero prigioniero da voi, ho rifiutato, e non vedo il motivo per cui dovrei accettare ora”

AVADA KEDA...” urlò Lucius, ma un raggio dorato venato di azzurro partito dalla bacchetta di Harry lo prese in pieno petto, impedendogli di finire la maledizione, e il Mangiamorte si accasciò, con l’espressione sarcastica ancora dipinta sul volto.

Gli occhi di Harri divennero verdi.

Tre Mangiamorte si fecero avanti togliendosi il cappuccio, rivelando un ragazzo diciassettenne molto simile alla persona svenuta; una donna alta, dai capelli biondi e gli occhi azzurri con sua sorella, mora quanto lei bionda, dagli occhi neri ed un espressione contenta sul volto. Draco Malfoy, Narciso Malfoy e Bellatrix Lestrange.

Morirai per quello che hai fatto, Potter” lo minacciò Malfoy “Crucio”

Quando la Maledizione fu a pochi centimetri da Harry si infranse sulla divisa, proprio come l'aquila aveva detto

Silente schiantò quattro Mangiamorte e cominciò a duellare contro Macnair e altri due Mangiamorte, evidentemente scelti per combattere contro di lui, dato che erano molto più allenati degli altri nella Magia Oscura.

Stupeficium” urlò Draco

Crucio” urlarono all’unisono Narcissa e Bellatrix contro Harry, dando man forte a Draco. La barriera argentata di Harry cominciò a cedere, mentre il ragazzo lanciava un incendio contro la veste di Narcissa e Draco.

Mentre lanciavano un Aguamenti contro il mantello Bellatrix strillò, rivolta contro Silente che le dava le spalle “Crucio”

Protego” urlò Harry lanciandosi davanti al Preside, che si girò non appena sentì il movimento alle sue spalle, fissando lo scudo argentato che lo stava proteggendo dalla potente maledizione di Bellatrix, che rimbalzò finendo addosso alla strega, facendola urlare e cadere per terra.

Harry si rialzò da terra e schiantò Draco, che era riuscito a spegnere il mantello e che gli puntava la bacchetta contro, il volto contratto dalla rabbia.

Un raggio scarlatto prese il moretto in pieno petto, ma il mantello della divisa, rinforzato dal Protego, lo protesse.

Harry cominciò a duellare con Draco e riuscì a schiantarlo. Una frusta argentea gli afferrò una caviglia facendolo cadere.

Stupeficium” urlarono Lucius, Draco e Macnair contemporaneamente.

Il Sortilegio Scudo che difendeva Harry si infranse ed il ragazzo, svenuto, andò a sbattere pesantemente contro il muro.

Malfoy senior sibilò “Questo è per mio figlio, stronzo. Incarcerarmus”

Lascialo, Lucius” gli intimò Silente calmo puntandogli la bacchetta contro.

Il Mangiamorte lasciò andare la bacchetta come se fosse rovente, e le catene che legavano Harry al muro svanirono

Harry si rialzò in fretta e Fanny, dopo aver aver ucciso Nagini ricominciò a cantare dolcemente.

Silente incatenò gli ultimi Mangiamorte ancora coscienti e si avvicinò a Harry, che si era alzato e aveva puntato la bacchetta contro la Coppa di Tassorosso, mormorando “Portus”

La Coppa brillò per un attimo, poi tornò normale e Silente disse “Al mio tre... uno... due... TRE”. Entrambi toccarono la Passaporta nello stesso istante e si ritrovarono nell’Ufficio del Preside.

Harry si alzò con la Coppa di Tassorosso in mano e la posò sulla scrivania, poi fece per andarsene, ma Silente lo richiamò “Aspetta un attimo Harry, volevo parlarti”

Harry intuì, dallo sguardo serio del Preside quale sarebbe stato l'argomento della conversazione, ma non disse nulla, si limitò a fissarlo in silenzio in attesa che continuasse.

Lucius in parte aveva ragione, Harry, come puoi guardarmi ancora in faccia sapendo che ti ho condannato ad una settimana di tortura nelle prigioni di Lord Voldemort? Ti ho fatto soffrire immensamente in quei giorni per i miei sciocchi ideali, eppure oggi mi hai difeso di fronte ai Mangiamorte, e mi hai evitato una Cruciatus da parte di Bellatrix” disse stancamente Silente

Harry lo fissò in silenzio, questa volta con una punta di sarcasmo e “Io stesso ho rifiutato di unirmi ai Mangiamorte quando Voldemort me lo chiese” disse poi

Non ho mosso un muscolo per aiutarti, ti ho visto soffrire senza una parola”

Ma alla fine stavi per unirti ai Mangiamorte pur di salvarmi” disse Harry

Esatto! Alla fine! Quando stavi per diventare pazzo” disse Silente, la voce carica di amarezza verso sé stesso “Potevo farlo prima, e invece ho aspettato di vederti quasi come Frank e Alice per accettare quella proposta”

Harry rimase un attimo in silenzio, non aveva mai assistito ad uno sfogo così sincero da parte del Preside che era sempre stato freddo e controllato, poi rispose “Però lo stavi per fare”

Quei giorni... io non ho ricevuto nemmeno una Cruciatus, mentre tu hai sopportato il dolore in silenzio per aiutarmi, e io mai una volta che avessi detto a Voldemort di smetterla, di torturare me, invece di te che non avevi fatto assolutamente nulla”

Ma Voldemort non avrebbe accettato, lo sai, perché quella, oltre ad essere una tortura fisica per me, era anche una emotiva per te, sei troppo buono per vedere qualcuno soffrire”

Quella doveva essere una tortura emotiva anche per te. Ti ho voltato le spalle nel momento del bisogno, quando tu avevi bisogno del mio aiuto. Dovresti sputarmi in faccia, secondo i calcoli di tutti” disse Silente evitando il suo sguardo

Perché? Perché stavi difendendo i tuoi ideali? Quelli che dici sempre a tutti di rispettare? Se tu ci avessi fatto unire ai Mangiamorte allora non sarei stato in grado di guardarti negli occhi, perché avresti tradito ciò in cui credi e ci avresti condannato a leccare il culo a Voldemort” disse Harry schiettamente

Da questo discorso deduco che non ce l'hai con me” constatò Silente con il solito scintillio dietro gli occhiali a mezzaluna

No” ribatté Harry deciso fissandolo negli occhi azzurri “Io vado a letto. Buonanotte” disse poi, alzandosi e uscendo dall'Ufficio

Hai un grande cuore, Harry” disse piano Silente, dopo che Harry fu uscito dal suo studio “è la tua più grande qualità, ma sarà anche la tua condanna



Allora, che ve ne pare? Come ho già scritto prima la battaglia è di tanto tempo fa, quando ancora ero super-fissata con lo scrivere qualcosa con Silente ed Harry... non che adesso abbia lasciato perdere quei due, ovvio, ma non ho più il chiodo fisso...
Per il prossimo capitolo, vi prego, lanciate uova marce o e-mail a Kattiva, le ho detto di scriverlo, ma lei
ha di meglio da fare... in pratica sto facendo tutto io!
E pensare che mi sono dedicata anche ad un'altra fanfiction, che però questa volta per evitare attese lunghe prima finirò e poi pubblicherò, che è un incrocio tra Harry Potter (Non so scrivere una storia senza lui) e Twilight, ma per leggerla bisogna aver letto entrambe le saghe, o non ci si capisce niente. Che ve ne pare come idea???
Spero che si rimetterà in fretta, visto che non vuole più nemmeno commentare le mie insinuazioni... mi manca!!!!!!

Ora passiamo ai ringraziamenti:

X HarryEli: Davvero trovi che la trama sia carina? Ti ringraziamo di cuore (parlo anke x Marta)!!! Spero che questo capitolo ti piaccia, x il prossimo ti prego assilla Kattiva, a me nn da ascolto!!!!!

x Cougar: Sono contenta che la fanfiction ti piace, anch'io sono del parere che Harry, a dispetto di tutto ciò che ha scritto la Rowling sul fatto che sopravvive e tutto, sia troppo idiota per vivere... quindi a questa fanfiction è un po' più intelligente, SENZA OCCHIALI, ma soprattutto fa un buon allenamento... infatti al capitolo precedente volevo mettere il pezzo della Camera ma Kattiva (quando ancora il suo ultimo neurone non era andato in vacanza con il biglietto “Questa notte ho deciso di cambiare vita, tu non mi usi mai e non ce la faccio più. Mi prenderò un luungo periodo di vacanza, poi forse tornerò”) se ne era totalmente dimenticata, quindi l'ho messo adesso!!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia!

Bene, ho finito i ringraziamenti, ho finito tutto, adesso, prima di salutare tutti, posso solo implorare Marta di ritornare ad occuparsi della fanfiction, di non preoccuparsi e mostrarsi sempre felice in pubblico!

Mando un bacio a chi legge (commentate ogni tanto, please, le recesioni mi fanno felicissima!!! farò una campagna pubblicitaria, prima o poi...) ed un grazie di cuore a HarryEly e Cougar!!!







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