I quattro di Hogwarts di Kattiva (/viewuser.php?uid=31108)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L' Inizio della Fine ***
Capitolo 2: *** La Partenza ***
Capitolo 3: *** Alla volta dell' Egitto ***
Capitolo 4: *** Il diadema di Corvonero ***
Capitolo 5: *** Ritorno a Hogwarts ***
Capitolo 6: *** L' ineluttabile verità ***
Capitolo 7: *** il medaglione ***
Capitolo 8: *** dissennatori e basilischi: tutti insieme appassionatamente ***
Capitolo 9: *** Ricordi e Maledizioni ***
Capitolo 10: *** Prigionieri ***
Capitolo 11: *** Ritorno A Hogwarts ***
Capitolo 12: *** La Coppa di Tassorosso ***
Capitolo 1 *** L' Inizio della Fine ***
Aaah,
eccomi qui ad
appestare la vostra esistenza ancora una volta, ma non da sola.
Metà del merito
di questa ff va a Tigre94, che me la corregge grammaticalmente, mette
la parole
che ci stanno meglio e mi da delle idee, quindi grazie Giulia, che mi
fai da
angelo custode. Un po’ dannato come angelo, ma va bene! Ti vi
bi!
“Quando
la luna nera cadrà nel lago, quando i quattro troni dei
fondatori verranno
riempiti molte cose cambieranno. Molte altre invece, semplicemente
smetteranno
di esistere…”
Era
questa la scritta che dal primo settembre troneggiava nel grigio cielo
sopra
Hogwarts.
“Cosa vuol dire, Albus?”
Chiese la
McGranit
con una nota di agitazione nella voce. Il preside, dall’
altra parte della
scrivania in mogano, si limitò a sorriderle.
“Esattamente quello che c’ è scritto,
Minerva”.
Anche se non lo dava a vedere, Minerva McGranit odiava quel
comportamento da
parte di Silente. Le sembrava che lo facesse apposta, che ci godesse a
vederla
in difficoltà.
La vice preside aveva già convocato quattro riunioni e non
le andava di
disturbare ulteriormente il corpo insegnanti, già troppo
sotto pressione per l’
imminente inizio delle lezioni.
Questa faccenda però andava risolta, e se il preside si
rifiutava di farlo,
qualcuno doveva intervenire.
Ma chi?
“Ti prego Albus, dammi un indizio”
“Vedi Minerva, ne io ne tu abbiamo il potere di risolvere la
situazione. Starti
a spiegare cose per le quali non saresti d’ accordo non
aiuterebbe, o sbaglio?”
Sorpresa per la reazione del preside, la McGranit
abbassò un poco la testa. Cosa c’ era di
tanto segreto? O di tanto pericoloso da farle arrabbiare?
“riguarda la Guerra?”
“temo proprio di si”
La mattina dopo, la famiglia Weasley (più Harry e Hermione,
che ormai erano
diventati di casa), attraversò la soglia del binario nove e
tre quarti.
“Harry, che facciamo se non se ne va?”
“se ne deve andare”
Il piano architettato dal bambino che è sopravvissuto
durante l’ estate era
semplice: fingere di prendere il treno e poi partire alla ricerca degli
Horcrux. Purtroppo però, Harry non aveva calcolato il
fattore ‘ signora Weasley
‘.
“Harry, si è messa a chiacchierare con una sua
amica! Hai idea di quanto ci
vorrà???”
Disse tra lo spaventato e l’ annoiato Hermione, che si stava
nascondendo dietro
Ron alla vista di Calì Patil.
“ha ragione Hermione, mia madre è capace di
passare tutta la mattina a
parlare!”
“non siate pessimisti!”
Li incalzava il moro, non riuscendo a convincere neanche se stesso.
“IN CARROZZAAA”
Gracchiava una voce all’ altoparlante. I tre si scambiarono
occhiate
terrorizzate all’ avviso. Non dovevano assolutamente prendere
quel treno, per
nessuna ragione. Ma un altro errore nel piano di Potter era il fattore
‘Ginny
Weasley’.
“HERMIONE! HARRY! RON! Vi muovete?”
Hermione e Ron lanciarono un occhiata sconsolata al treno, sbottando a
bassa
voce
“Siamo fregati”.
Il moro scosse la testa, prese il suo bagaglio più la gabbia
di Edvige e salì
sul treno. Gli altri due non poterono fare che imitarlo.
Si chiusero in uno scompartimento da soli, suscitando l’ ira
funesta di Ginny
che pretendeva di entrare, ma che si rassegnò dopo sole
cinque ore di viaggio.
“Che si fa, Harry?”
“Domani mattina andiamo da Silente. Non possiamo rimanere,
dobbiamo…”
“...trovare gli Horcrux”
Finì Ron. Una strana morsa attanagliò lo stomaco
del moro.
“Non siete obbligati a venire con me”
“Non essere sciocco Harry, noi verremo, lo sai”
Disse risoluta Hermione. Harry non potè fare a meno di
notare che lei e Ron si
scambiarono uno sguardo compiaciuto. La cosa andava avanti da giorni e
a Harry
non piaceva; lo facevano sentire escluso. Ovviamente negavano anche di
fronte
all’ evidenza, ma ciò non cambiava le cose. Il
viaggio trascorse tranquillo,
almeno dopo che Ginny ebbe rinunciato a entrare nello scompartimento
del
terzetto.
“… e quindi, buon appetito!”
Era appena finito l’ estenuante discorso di Silente, lo
stesso che propinava
ogni anno prima del banchetto, quando uno strano rumore fece alzare lo
sguardo
dai loro piatti a tutti. Un semplice tuono, ma bastò per far
fissare a tutti il
soffitto, dove l’ enorme scritta era impressa nelle nuvole,
indelebile. Un
mormorio si sollevò in tutta la sala grande, tranne forse al
tavolo dei
professori, che cominciarono a sbuffare, sotto lo sguardo divertito di
Silente,
mago particolarmente abile nel far scoppiare furiosi temporali con
tanto di
tuoni e lampi…
Bene,
che ne pensate? Lasciate un commentuccio di incoraggiamento.
Conoscete il detto “un commento al giorno leva il medico di
torno”? beh,
perlomeno adesso lo conoscete ^-^
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Capitolo 2 *** La Partenza ***
eccoci
di nuovo qui! Questo capitolo lo ha scritto Tigre94 durante
l’ ora di tecnica,
mentre io facevo una lunga e perfettamente inutile descrizione dei
personaggi. Non
ci è mai saltato in mente di studiare, ovvio!!! Il 3
è già pronto, ve lo posto
domani! E ora, godetevi il secondo…
Harry,
Ron ed Hermione la mattina
dopo il banchetto alla Sala Grande si svegliarono presto con
l’intenzione di
andare da Silente. Fu una grande sorpresa trovarlo seduto su una delle
poltrone
della Sala Comune, tranquillamente intento a leggere la Gazzetta
del Profeta,
che, da quando Voldemortera uscito allo scoperto, non faceva altro che
parlare
di persone misteriosamente scomparse e di gente rapita o uccisa dai
mangiamorte.
Silente,
accortosi della silenziosa
entrata del trio, posò il giornale e sorrise al loro
indirizzo, sorriso che
scomparve non appena si accorse che il trio era gia vestito e aveva una
tracolla in spalla.
Cosi
disse:“partirete stamane, non è
vero?”
“Si,
professore”
“Non
ne sono molto sorpreso, anzi, sono
stupito che siate venuti ieri”
Rispose
Ron: “Infatti il nostro
piano era di partire non appena tutti avessero preso il treno, ma mia
madre e
mia sorella ci hanno inconsapevolmente costretti a venire”
Ron era rimasto
sempre lo stesso, tranne forse per il fatto che si era alzato di un
paio di
centimetri.
Silente
rise e disse: “sono contento
che siate venuti, perché ho delle informazioni riguardanti
gli Hocrux di
Voldemort”
“Davvero,
professore?” A parlare era
stato Harry. Era diventato il più alto dei tre, con i
capelli neri e spettinati
come al solito e con magnifici occhi verdi non più coperti
dagli orrendi
occhiali che portava fino a poco tempo prima.
“Si,
Harry. Io ho distrutto l’anello
e tu il diario, ma questo già lo sapete. Quello che dovete
sapere è che quando
trovate il Diadema di Corvonero, la Coppa
di Tassorosso e il Medaglione di Serpeverde voi li
dovete distruggere, però poi li dovete riportare a Hogwarts,
perchè, come ho
appreso da un libro di magia oscura che ho consultato dopo
l’apparizione di
quella scritta sulla Sala Grande, “quando gli
oggetti dei quattro fondatori
sotto il tetto della scuola che hanno creato uniti saranno, i quattro
fondatori
risorgeranno”” Poi aggiunse:
“Ho avuto informazioni su dove si trova
attualmente il Diadema di Corvonero, in Egitto”
“In
Egitto? Dovremo cercare in tutte
le piramidi?” disse sarcasticamente Hermione. Hermione era
diventata più alta e
magra, ma i capelli crespi erano rimasti sempre uguali.
“No,
no” li rassicurò in fretta
Silente “nella terza piramide a destra non appena vi
smaterializzate al
confine” Poi disse, esitante: “Tornerete ogni tanto
per tenermi aggiornato
sulla vostra ricerca, vero? Magari posso fornirvi di altre
informazioni”
Harry
sorrise e promise: “ma certo
professore, quando avremo trovato il Diadema torneremo e vedremo dove e
come
trovare gli altri due Oggetti dei fondatori” poi aggiunse:
“avremo bisogno
della Spada di Grifondoro per distruggere gli Hocrux”
Silente
ricambiò il sorriso e disse:
“non me ne sono dimenticato, ce l’ho sotto al
mantello, sapete, se mi avesse
fermato qualcuno sarebbe stato molto difficile dare spiegazioni sul
perché
avevo la
Spada
di Grifondoro in mano”. Detto questo estrasse una splendida
spada incastonata
di rubini e la diede a Harry.
Allora
Harry si alzò e disse:-
“penso sia ora di salutarci”
“Penso
proprio di si”. Silente,
nonostante non lo desse a vedere era molto preoccupato per i tre
ragazzi, però
sapeva che ormai non poteva più fare niente. Il trio sarebbe
partito, e la loro
sopravvivenza era legata alla loro bravura nella magia e alla fortuna.
Arrivati
al cancello Harry e Silente
si guardarono un’ultima volta, chiedendosi silenziosamente se
si sarebbero mai
rivisti vivi. Alla fine Harmione ruppe il silenzio salutando Silente e
smaterializzandosi insieme a un Ron troppo terrorizzato per fare
qualcosa che
non era aggrapparsi al braccio di Hermione per la materializzazione
Congiunta
nonostante sapesse Materializzarsi. Dopo pochi istanti Harry si
smaterializzò,
alla volta dell’Egitto.
è
un po’ cortino, lo sappiamo, ma Giulia non è
pratica di fun fiction (e dopo questo commento io non avrò
più le mani per
scriverle), il prossimo sarò più lungo, promesso!
Vorremmo ringraziare:
Sharry:
grazie per il commento, siamo stra
contente che ti piaccia!
E
voi tutti, recensite anche l’ altre mia Fun
Fiction “The Kill”, che nn ha niente a che fare con
i 30 second tom ars, non vi
preoccupate!
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Capitolo 3 *** Alla volta dell' Egitto ***
Ciao
ragazzi!!! vedo con
piacere che questa fun fich piace, e vorrei sapere se c’
è qualche strano
allineamento dei pianeti o roba varia. Giulia non l’ ho
sentita e quindi non ho
notizie sul quarto capitolo (Silente solo sa come scriverò
il quinto), ma credo
che entro dopodomani posso averlo e postarlo, se vogliamo essere
ottimisti! Ok,
allora, spiegazioni sul capitolo alla fine! Godetevelo!
Alla
volta del Cairo, per recuperare
il diadema di Cosetta Corvonero.
“Dove siamo…?” chiede stordito Ron, che
è dovuto smaterializzarsi con Hermione
perché aveva troppa paura di farlo da solo.
“Il Cairo, Ron, non ricordi cosa ha detto Silente?”
“chi?”
Lei e Harry si scambiarono un occhiata preoccupata e agitata, almeno
finché
hermione non si barre una mano sulla fronte gridando
“ma certo! Quanto sono stupida!”
Hermione Granger che diceva di essere stupida? Harry si stava chiedendo
se
fosse finito in un altro continente o su un altro pianeta. Vedendo che
l’ amico
la guardava confusa, Hermione decise di chiarire i dubbi che stavano
formando
nella sua mente.
“oh Harry, dannazione, ma cosa facevi durante le lezioni di
materializzazione?
Ah beh, lasciamo perdere… se un mago ha compito diciassette
anni non può più
usare la materializzazione congiunta con un altro maggiorenne! I
sintomi sono
sonnolenza, appesantimento, caduta dei capelli…”
Vedendo l’ amica che si aiutava con le dita delle mani a
contare, Harry decise
di intervenire:
“la versione corta, Mione!”
La ragazza sbuffò sonoramente, prendendo la mano di un Ron
al settimo cielo
“… e perdita temporanea della memoria. Tra un paio
d’ ore starà bene, e adesso
andiamo, Silente ha detto che il diadema dovrebbe essere seconda
piramide a
destra”
Si stavano dirigendo verso l’ obbiettivo quando si accorsero
che Ron non li
stava seguendo. Infatti il rosso si stava fissando male a pochi metri
di
distanza
“ditemi chi siete!”
“siamo Harry ed Hermione, Ron, e adesso muoviti!”
“chi è Ron?”
A Harry veniva da ridere quasi quanto alla sua amica di dare un pugno
in faccia
allo smemorato.
Stavano ancora litigando sul perché e percome il rosso
dovesse seguirli, quando
quest’ ultimo urlò.
“Ron!”
I due si gettarono sull’ amico, che li scansò e si
rialzò.
“hei, ma siete matti? Vabbè che mi volete bene, ma
saltarmi addosso! Magari da
Hermione me lo aspettavo, ma da te, Harry…”
La ragazza gli diede uno scappellotto dietro la testa, arrabbiata
“non essere sciocco Ronald! Avevi perso la memoria
e… è una storia lunga.
Adesso andiamo, dobbiamo assolutamente trovare il diadema nella
piramide!”
I due ragazzi scossero la testa e seguirono la loro amica tra le base
case
bianco, tipiche di quella parte del globo. Vicino la porta della
piramide c’
erano dei strani segni, che Ron sentì il bisogno di
commentare con:
“geroglifici!”
“rune, razza di idiota”
Lo riprese, forse anche troppo bruscamente, Hermione.
Dall’ altra parte dell’ oceano, un intera classe
stava assistendo alla lezione
di Difesa contro le Arti Oscure.
“…e andate a pagina 547”
Ma Ginny Weasley aveva troppo da pensare per poter girare le pagine di
un
libro, così si limitò a spostarlo dalla sua
visuale.
“ma a quanto pare la signorina Weasley sa gia abbastanza di
Vampiri. Talmente
tanto da potersi permettere di non prestare attenzione e di far perdere
dieci
punti a grifondoro”
Non ottenendo risposta della ragazza, che con la testa appoggiata al
pugno,
guarda insistentemente fuori dalla finestra, Piton decise che
grifondoro aveva
troppi punti, e che era il caso di levarne altre venti.
“ma professore, non può farlo!”
Aveva esclamato Dean Thomas, vedendo che Ginny non reagiva e che Piton
non
accennava a smettere di levare punti.
“una presa di posizione, Thomas? Vorrebbe farmi credere che
si sente forte?
Forze lei e i suoi amichetti grifondoro avete davvero troppi punti,
meglio
toglierne cinquanta”.
Naturalmente nessuno (tranne alcuni Serpeverde) osò aprire
bocca dopo quell’ espressione,
soprattutto dopo che Ginny Weasley fu mandata dal Preside. La ragazza
salì le
scale diretta al Gargoyle di pietra e disse la parola d’
ordine
“cioccorane!”.
Il preside era seduto dietro la scrivania. Ginny era certa che non
l’ avrebbe
punita. Il preside non punisce nessuno, a meno che non sia stato colto
in
flagrante, figurarsi una grifondoro del suo calibro!
“Ginevra Weasley! A cosa devo l’ onore?”
Ginny gli consegnò il foglio di pergamena che le aveva dato
Piton, augurandosi
che non ci fossero scritte cose troppo gravi nei suoi confronti. Non
aveva
potuto leggerlo perché era scritto su una pergamena speciale
che poteva essere
aperta solo dal destinatario. Naturalmente Piton non lo avrebbe mai
ammesso, ma
Ginny era certa di aver visto quello strano articolo di cartoleria da
Fred e
George.
“Ah, capisco. Beh, non mi sembra un reato imperdonabile,
anzi, non mi sembra
neanche un reato. Dimmi, è ai tuoi amici che
pensavi?”
La ragazza sospirò.
“A scuola corre voce che non sono partiti, e non li vedo in
giro da ieri. È
vero?”
Silente si era aspettato quella domanda, ma non era del tutto
preparato. Non
esisteva un modo giusto per dire a una ragazza che: il suo ragazzo, suo
fratello e la sua migliore amica erano partiti per un viaggio dal
quale,
probabilmente, non avrebbero avuto notizie se non dopo il ritrovamento
del
Diadema di Corvonero.
“si, Ginevra, sono partiti”
La ragazza si pietrificò.
“p… partiti per… dove?”
“gli Horcrux”
Disse semplicemente Silente, prendendo un foglio di pergamena e
scribacchiandoci
qualcosa sopra, per poi passarlo a Ginny, che tese la mano tremante.
“per oggi sei esonerata dalle lezioni, vai da Madama Chips e
fatti fare una
tisana. Dille una di quelle che fa sempre a me, solo con meno
Vodka”
“Mione, sei sicura di aver tradotto bene?”
Ron e Harry, mentre si stringevano l’ uno all’
altro terrorizzati, avanzavano
dietro a Hermione che sembrava certa della direzione da prendere.
“certo! IO ho studiato antiche rune. Preferivate forse andare
alla cieca? Di
qua!”.
Cominciava a fare davvero freddo. Erano più di venti minuti
che camminavano, e
Harry aveva notato che i cunicoli erano tutti in discesa, anche se
alcuni poco
evidente. Chissà quanto erano scesi in basso
adesso…
“ecco!”
Stava gridando eccitata Hermione, alla vista di un imponente porta
d’ oro
massiccio. La spinse forte, ma non si apriva. Riprovarono tutti e tre,
ma non
diede segno di cedere. Non c’ erano rune da decifrare per
avere un indizio su
come spostare le pesanti lastre, solo… ma si, Harry
l’ aveva notato solo adesso;
un piccolo buco, grande quanto una… ma certo! La chiave che
lui, Ron e Hermione
avevano preso al primo anno, per andare a recuperare la pietra
filosofale!
Quella arrugginita e con un ala spezzata che teneva sempre attorno al
collo! In
verità non sapeva neanche lui perché lo faceva,
ma qualcosa gli diceva che gli
sarebbe tornata utile. Si staccò il laccio sotto lo sguardo
dubbioso degli
altri due e la infilò nella serratura. Che
scattò.
“oh, Harry!”
Aveva detto meravigliata Hermione, alla vista che gli si prospettava
davanti.
Una stanza quadrata. Appoggiati ai muri, una serie di sarcofagi, sul
soffitto e
nel pavimento, in corrispondenza l’ una dell’
altra, stavano due botole. I tre
entrarono nella stanza senza accorgersi della porta che, alle loro
spalle, si
chiudeva. Davanti a loro, solo una strana luce dorata e…
fumo. Fumo nero che
proveniva da quattro dei sarcofagi, che si aprirono all’
istante.
Peter Minius
Bellatrix Lestrange
Lucius Malfoy
Narcissa malfoy
Mangiamorte senza la maschera.
“oh, ma guarda un po’! ce ne avete messo di tempo
eh mocciosi?!?!”
“chiudi il becco Bella!”
Harry, Ron e Hermione sguainarono le bacchette.
“Vi manda Voldemort?”
Gridò Harry, Narcissa e sua sorella si guardarono finte
stupite, mentre Lucius,
ghignando asserì:
“davvero bravo, Harry, vedo con piacere che cominci a
collegare i concetti! Non
mi sorprenderei se presto cominciassi a sillabare…”
Mentr Lucius parlava Bellatrix e Narcissa evocarono due asce che
rotearono con
la mano destra, mentre la bacchetta, puntata contro i tre ragazzi.
“EXPELLIAMUS!”
Peter Minius aveva appena scaraventato a terra uno dei tre.
“RON!” gridò Hermione lanciandoglisi
contro.
“PROTEGO!”
Gridò Harry nella direzione di Hermione, cercando di
schivare una maledizione
che però lo colpì al braccio destro, facendolo
urlare dal dolore. Impugnando la
bacchetta, cercò di difendersi dagli attacchi dei quattro
mangiamorte che si
erano stretti in un cerchio attorno a lui.
“Harry! Dietro di te!” Il moro si voltò
appena in tempo per vedere un’ascia
calare sulla sua testa. Schivandola velocemente estrasse la spada di
Grifondoro
per parare i colpi d'ascia e tentò di mandare
incantesimi con la sinistra.
Nel frattempo Ron si era rintanato nell’angolo più
remoto della stanza, mentre
Hermione combatteva contro Narcissa.
“IMPERIO”
La maledizione scagliata
da Harry prese in pieno Narcissa che, priva di ogni volontà,
andò a combattere
contro la sorella. Harry sogghignò all’indirizzo
di Malfoy, che perse ogni
ritegno a gli si lanciò addoso urlandò
incantesimi e parolacce. “STUPEFICIUM”
l’incantesimo colpì Lucius che si
schiantò contro Bella. Tutti e due si
accasciarono, immobili. “AVADA KED...”
“LEVICORPUS” La maledizione di Hermione
era stata provvidenziale: Narcissa, riuscendo ad opporsi alla
maledizione
imperius aveva cercato di uccidere Harry, che sorrise e
urlò: “grazie Mione”. I
quattro Mangiamorte, capendo di non poter vincere per quella volta si
Smaterializzarono, terrorizzati dalla probabile quanto terribile
punizione che
Voldemort avrebbe affibbiato loro. Il trio si ritrovò di
nuovo solo nella
piramide e Ron, che aveva riacquistato la voce ma non il coraggio
domandò:-
“dov’ è che dovrebbe essere il
diadema?”
“se non ho decifrato male (cosa impossibile), il diadema
dovrebbe trovarsi in
una delle botole, solo che…”
“che? Continua Mione!” La esortò Harry
incuriosito
“solo che… da una parte c’ è
vita, dall’ altra solo morte”
Ron sospirò profondamente. Probabilmente era più
scocciato che impaurito da
questa faccenda. Si levò una ciocca di capelli rosso fuoco
da davanti gli
occhi, fissando il vuoto davanti a se.
Vita…
…morte
“Ci sono! Come go fatto a non pensarci prima???”
“a cosa?”
“rifletti, Harry, cos’ è che sappiamo di
Cosetta Corvonero e della sua Casa?”
Confuso, Ron alzò lo sguardo verso la ragazza
“che sono tutti secchioni?”
Hermione lo guardò storto, poi arrendendosi
sospirò
“esatto. Sono intelligenti”
Ci tené a precisare.
“e quindi, rifletti, storicamente qual’
è la parte del bene e del male?”
Harry ci pensò un attimo. Si chiese come mai la sua
cicatrice fosse a destra,
come mai il tavolo di serpeverde fosse all’ estrema destra
della sala grande e
cose del genere. Non ci aveva mai fatto caso, ma anche le
più piccole cose nel
mondo che erano in qualche modo cattive erano a destra.
“destra”
“esatto. Quindi andiamo a sinistra, in alto”
Ron alzò lo sguardo, scosso
“ma… Hermione, non ha senso questo
ragionamento!”
“si invece Ronald. Lo avrebbe se tu mi avessi ascoltato
prima, mentre decifravo
le iscrizioni sulla botola!”
“hai decifrato le iscrizioni sulla botola?”
“lasciamo perdere. Comunque dicono: ‘ tu che fin
qui sei arrivato qualcosa devi
aver imparato. Tra destra e sinistra devi scegliete se vuoi
sopravvivere. Un
altro modo esiste, ma da solo dovrai scoprirlo…”
“Un altro modo?”
Sbottò il moro con veemenza
“Potevi dircelo subito, Hermione! E comunque…
quale sarebbe?”
La ragazza si sedette al centro della stanza, dando una rapida occhiata
all’
orologio da polso e dichiarando:
“Aspettare”.
Allora?
Dunque, la battaglia è stata
interamente rifatta da Tigre94 perché la mia faceva schifo.
Sono ottimista, eh!
quindi, ancora una volta, grazie Giulia (e soprattutto: recensisci
anche
te!!!). e ora, i ringraziamenti:
Sharry:
ti informo che stai parlando
con una Serpeverde DOC (io) e una Corvonero che si crede serpeverde
(giulia),
abituati alle interruzioni sul più bello!!! Grazie, spero
che questo capitolo
plachi la tua curiosità (non voglio farti passare
più notti insonni del dovuto)
e che ti piaccia.
Grazie,
anche a chi la aggiunge a
preferiti!
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Capitolo 4 *** Il diadema di Corvonero ***
Ciao
ciao! Eeeh, questo
è un capitolo un po’ particolare; è mia
solo l’ idea e parte della stesura, che
Tigre94 ha corretto e allungato perché era
indecente… è un po’ corto, ma non
disperate, il cinque è quasi pronto! Ok, bugia, il cinque
non è quasi pronto.
Uffa, mi smascherate sempre! Vabbè basta delirare *coro di
ovazioni*, vi lascio
al 4 capitolo!
Mezz’
ora dopo erano ancora li, con Ron
appoggiato alla parete che lanciava occhiate perplesse a Hermione e
Harry, che
quando non era intento a fissarsi i lacci delle scarpe gli rispondeva
con un
alzata di spalle. Hermione, seduta davanti ai due, non aveva smesso di
sorridere, lanciando ogni tanto ai due occhiate divertite.
“oh basta, Mione, dai dicci qualcosa!”
“fa silenzio Ronald!”
Lo aveva rimbeccato lei, senza voltarsi.
“Mione, non sei una dittatrice! Se io voglio
parlare…”
Nessuno seppe mai cosa Ron avrebbe fatto se avesse voluto parlare,
perché un
rumore assordante fece alzare in piedi Ron e Harry. Il muro di fronte a
loro
cominciò a incendiarsi, così come quelli ai loro
lati, compresi soffitto e
pavimento. Hermione, al centro della stanza perfettamente immobile.
Harry e Ron
cominciarono a gridare e a smuovere la ragazza, che non faceva che
scansarli.
“HERMIONE! Che si fa???”
Stava gridando Ron in preda al panico, ma la ragazza non si muoveva.
Harry
invece era impegnato a lanciare incantesimi contro le fiamme.
“AGUAMENTI!”
Aveva esclamato, allo stremo delle forze, quando le fiamme li avevano
costretti
a stare piegati e appiccicati, con neanche un metro di spazio. Se non
fosse
stato totalmente assurdo Harry avrebbe giurato di essere tiuscito a
fermare le
fiamme. Il pavimento sotto di loro cedette immediatamente e
cominciarono
a cadere nel vuoto, gridando come disperati. A Harry ricordò
il secondo anno,
quando erano finiti con il professor Allock nella camera dei segreti.
“Ahia! Ronald, sei sul mio piede!”
Avevano toccato terra. O meglio, Harry e Hermione avevano toccato terra
perfettamente incolumi perché Ron era letteralmente addosso
a Hermione, che
batteva i denti. La ragazza lo scostò in malomodo sbuffando,
per poi fare luce
con la bacchetta.
“Lumos!”
La stanza era grande più o meno come la precedente, con uno
strano altare di
pietra nel mezzo.
“Wow…”
“l’ hai detto amico…”
Ron e Harry stavano fissando i dipinti appesi alle pareti. Dietro
l’ altarino
c’ era una statua di quella che doveva essere Cosetta
Corvonero, mentre sulle
pareti c’erano altri ritratti, a grandezza naturale, di
quelli che dovevano
essere gli altri fondatori di Hogwarts. Uno, in particolare, che aveva
catturato l’ attenzione dei tre. Al centro, in primo piano
c’ era Godric
Grifondoro, con i capelli bronzei più scuri di quelli dei
Weasley e gli occhi
topazio. Vestiva un mantello rosso e oro con lo stemma delle quattro
Case di
Hogwarts al petto, mentre dietro al manello aveva un grande leone con
una spada
incastonata di rubini con la scitta Godric Grifondoro sulla lama. Ai
suoi lati
Cosetta Corvonero e Tosca Tassorosso, che ridevano felici. La prima
aveva
lunghi capelli neri con occhi di un blu più profondo e
inquietante di quelli di
Silente. Lei vestiva con un mantello quasi uguale a quello di Godric,
con
l’unica differenza che era nero e blu e dietro aveva ricamato
un corvo con un
diadema con una C nel becco. La seconda aveva lunghi capelli biondi e
occhi
neri. Anche lei portava lo stesso mantello, con i colori di Tassorosso,
nero e
giallo, e lo stemma della sua Casa ricamato con un tasso con una coppa
con un
tasso tra le zampe. Con i capelli neri e gli occhi smeraldo come quelli
di
Harry, Salazar Serpeverde guardava schifato gli altri tre fondatori.
Aveva
anche lui un mantello verde e argento, con un serpente con un
madaglione d’oro
e una sinuosa S dietro.
“Guarda Harry!”
Aveva esclamato Ron, alla vista del quadro.
Harry sbatte un pugno sulla superficie dove si trovava la faccia di
Salazar.
“Forza Harry, dobbiamo prendere il Diadema”
Hermione gli mise una mano sulla spalla, lui si girò
spavaldo verso l’
altarino.
“sbrighiamoci, voglio tornare da Silente”
Harry
si oppose “aspetta un’attimo, Hermione”
“e
ADESSO che c’è?”
“non
ti pare strano che il corvo e il leone
abbiano in mano gli oggetti più cari ai
fondatori?” fece Harry pensieroso “e se
anche il tasso e il serpente stessero portando gli oggetti di Tosca e
Salzar,
quelli che noi dobbiamo trovare? Dopotutto il medaglione ha la S
di Serpeverde
e la coppa ha un tasso inciso!”
Harmione
rimase senza fiato: “Hai ragione!!!”
Allora
Harry affermò: “La spada è
nell’ufficio
di Silente e il Diadema lo stiamo per prendere. Da adesso la nostra
missione è
cercare questi oggetti”
“Prima
però dovremmo prendere il Diadema ed
andare da Silente”
“Lo
so, lo so. Almeno possiamo anche chiedere
un suo parere”
Distogliendo lo sguardo dai ritratti dei quattro fondatori notarono una
teca di
cristallo con una C di zaffiro sopra. E furono tutti e tre presi dalla
certezza
che lì dentro era racchiuso l’oggetto delle loro
ricerche: il diadema. Harry
prese tutto il suo coraggio e sollevò il coperchio. Una luce
abbagliante quasi
li accecò. Su un cuscino di velluto blu-nero era appoggiato
un diadema che
emanava una luce azzurrina, con incastonati degli zaffiri. Hermione era
a bocca
aperta. Anche Harry e Ron erano meravigliati, ma Hermione sembrava
rapita dalla
bellezza dell’ oggetto. Allungò una mano per
prenderlo, ma rimanendoci
attaccata l’ oggetto cominciò a girare e girare,
Ron la afferrò e girarono
sempre più in alto e più forte, Ron prese Harry
per il colletto del mantello.
“UNA PASSAPORTA!”
“grazie Hermione, me ne ero accorto circa venti giri
faaaaa”
Con un sonoro botto erano atterrati in un luogo familiare. Un mago
alzò gli
occhi azzurri dal foglio giallastro di pergamena.
“Bentornati”.
E
ora, come sempre, i
ringraziamenti a coloro che, in preda a chissà quale forza
benefica ci
recensiscono.
Sharry:
hei, la serpeverde
pura qua sono io, Tigre94 ci si crede solo! Ecco, e con questa
affermazione
tolgo il disturbo da questo pianeta. Comunque grazie per
complimenti,
sono contenta che ti piaccia!!!
_AqUa
PrInCeSs_:
capitoli più lunghi… mi dispiace, ma facciamo del
nostro meglio! Comunque non
mi sembra che aggiorniamo ad ogni morte di Papa, no? Dai, magari quando
diventeremo più brave potremo aspirare a otto pagine di
capitolo
Alla
prossima!
|
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Capitolo 5 *** Ritorno a Hogwarts ***
Salve a tutti i lettori
dalla vostra Tigre94/Giulia. X una volta sn io che posto questo
chap!!!!! Marta/Kattiva mi ha dato l’onore di farlo
xkè questo capitolo l’ho scritto interamente io.
Scusate il ritardo nel postarlo, ma x scriverlo ci ho messo due giorni
scolastici e poi il Sabato, con uno scatto di acume, ho dimenticato le
quattro pagine che avevo scritte a mano sotto il banco!!!!!!!!!
Vabbè, adesso ke ho finito questo monologo vi lascio alla
lettura del chap!!!
“Buonasera”
Ron ed Hermione
guardarono il Preside con tanto d’occhi. La ragazza aveva
ancora il Diadema in mano. Harry, senza togliere lo sguardo dal Diadema
spiegò ai suoi due amici “Gli oggetti sono dei
fondatori, quindi Cosetta deve aver stregato il Diadema per fare in
modo che chiunque lo tocchi sia trasportato nell’ufficio dove
prima i fondatori risedevano, per spiegare il perché aveva
cercato di rubare un oggetto cosi prezioso e potente”
Hermione
guardò il Diadema dicendo “lo devi
distruggere”. Harry estrasse la spada di Grifondoro. Tutti
gli occhi erano puntati su di lui, un po' preoccupati perché
non sapevano cosa sarebbe successo. Harry calò la Spada e il
Diadema si infranse. Due cose accaddero contemporaneamente:
-
I mangiamorte si
materializzarono nel parco di Hogwarts, rompendo tutte le difese del
castello
-
Un lampo di luce
blu invase l’ufficio del Preside e la voce di Voldemort
dichiarò: “avete distrutto un pezzo della mia
anima. Hogwarts questa notte cadrà, e sarà solo
colpa vostra”
Harry e Silentesi
ripresero per primi dalla sorpresa e quest’ultimo, dopo aver
fatto un “Sonorus” su se stesso urlò
“I Mangiamorte attaccano Hogwarts. Prepararsi alla
battaglia!”. Poi, tornando a un tono di voce normale, disse a
Ron ed Hermione: “Andate ad aiutare gli insegnanti e gli
studenti a respingere i Mangiamorte. Li troverete nella Sala Grande. Io
e Harry vi raggiungeremo non appena avremo posato la Spada”.
Ron ed Hermione sparirono per le scale. Allora Silente, rivolgendosi ad
Harry, disse “mettiti il Mantello
dell’Invisibilità, almeno per adesso è
fondamentale che non ti veda...” CRASH! La porta
dell’ufficio volò dall’altra parte della
stanza, mentre dieci figure nere entrarono urlando
“CRUCIO”. I dieci incantesimi presero in pieno
Harry, che cadde urlando e contorcendosi dal dolore. I Mangiamorte lo
legarono e dissero, fermando la Maledizione Cruciatus,
“Silente, dicci tutti i piani dell’Ordine della
Fenice e di alle persone che stanno combattendo giù di
lasciare immediatamente che Hogwarts venga invasa e di andarsene al
più presto, perché da oggi la scuola
sarà nostra e diventerà una scuola di Magia
Oscura, altrimenti...” “Si?” disse un
Silente quanto mai infuriato “...altrimenti guarda il tuo
pupillo subire la Maledizione Cruciatus e morire”. Detto
questo puntò la bacchetta contro il ragazzo urlando
“Crucio”. Harry riprese a contorcersi e a urlare
dal dolore sotto lo sguardo esultante dei Mangiamorte e quello
preoccupato e arrabbiato di Silente. Dopo due minuti di quella scena il
Preside non ne potè più. Mentre i Mangiamorte
stavano gurdando eccitati un Harry urlante, estrasse velocemente la
bacchetta e lanciò un incantesimo potentissimo contro i
Mangiamorte, che si afflosciarono a terra, svenuti. Immediatamente
Harry smise di contorcersi e Silente gli fu subito vicino,
preoccupatissimo. “Harry? Stai bene?”
“Harry? Reinnerva” Un lampo di luce rossa ma non
accadde nulla. “REINNERVA” a quel punto Harry
aprì gli occhi e lo guardò sussurrando
“Silente...”
“Stai
bene?”
“A sufficienza per
combattere, professore”
“Lascia perdere le
smancerie come “professore” o
“signore”, dammi del tu e seguimi il più
silenziosamente possibile” e senza aspettare una risposta
aiutò Harry ad alzarsi e insieme corsero nella Sala Grande,
dove infuriava una battaglia. Harry vide Harmione, Ginny e Ron
combattere contro Lucius, Bellatrix e Macnair. La McGranitt era
impegnata contro due Mangiamorte , cosi come tutti gli insegnanti.
Harry spedì uno Schiantesimo mentre Silente intrappolava un
paio di Mangiamorte.
“AVADA
KEDAVRA”
La maledizione
prese in pieno Ginny Weasley, che sgranò gli occhi e, sotto
lo sguardo inorridito di tutti i difensori di Hogwarts, si
afflosciò. Harry rimase a gurdare scioccato la sua ragazza
che si accasciavaa terra, morta, poi, infuriato, lanciò un
Avada Kedavra contro il responsabile, Lucius Malfoy, ma lo
mancò e prese un tavolo, che si sbriciolò.
All’improvviso
tutti i Mangiamorte smisero di combattere e si inchinarono verso la
porta. Tutti compresero chi stava arrivando. Infatti pochi istanti dopo
Lord Voldemort fece la sua comparsa nella Sala Grande, gli occhi
scarlatti fissi su Silente ed Harry, che, fianco a fianco, a loro volta
lo stavano guardando, il primo con la solita aria serena, il secondo
con un espressione a metà tra la rabbia e il dolore. I
Mangiamorte si rialzarono e si misero dalla parte destra della Sala
Grande, mentre i difensori di Hogwarts si misero alla sinistra,
lasciando uno spazio al centro occupato da tre persone: Harry, Silente
e Voldemort.
Quest’ultimo
disse “Miei Mangiamorte, che oggi per noi sia un giorno di
vittoria” poi, dopo una risata gelida e priva di gioia
aggiunse “uccidete chiunque si opponga a noi, catturate tutti
quelli che si arrenderanno”. La battaglia
ricominciò, per tutti meno che per il Signore Oscuro,
Silente e Harry. I tre si guardarono un attimo negli occhi. Poi
Voldemort, a sorpresa, lanciò un incantesimo mortale contro
Silente, che lo schivò e rispose con un’altra
maledizione. Nagini, come stabilito da Voldemort, si mise in mezzo alla
battaglia tra lui e Silente per distrarre quest’ultimo.
Infatti, nel brevvisimo tempo che Silente impiegò per
distruggere il serpente, Voldemort lanciò
un’incantesimo di un’inquietante nero pece contro
Harry, che, nel frattempo stava combattendo contro Lucius Malfoy.
Mentre Silente si voltava a guardarlo, Harry venne avvolto co
pletamente dalla luce nerastra dell’incantesimo e cadde a
terra, immobile come Ginny. Silente, per la prima volta davanti a
Voldemort, perse del tutto la sua aria calma, sostituita da una che
esprimeva una rabbia incontenibile. Voldemort e Silente ripresero a
duellare, ma quest’ultimo stava avendo decisamente la meglio
perchè, a differenza delle altre persone, il Preside non era
accecato dall’ira, anzi, questa aumentava la potenza e la
precisione dei suoi incantesimi. Il Signore Oscuro allora
optò per una rapida fuga, perché nemmeno i
Mangiamorte stavano avendo la meglio contro l’Ordine della
Fenice. Tutti i difensori di Hogwarts rincorsero i Mangiamorte e nella
Sala Grande rimasero tre persone: Ginny, Silente ed Harry. Sapendo
ormai che per Ginny non c’era nulla da fare, il Preside
andò a vedere come stava Harry. Quest’ultimo
respirava piano, affaticato, e il Preside decise di portarlo al San
Mungo. Era un incantesimo troppo potente per essere curato da Madma
Chips. Mentre lo sollevava, Silente si accorse che Harry aveva smesso
di respirare, e, poggiandolo per terra, estrasse la bacchetta e la
puntò contro il petto del ragazzo mormorando
“Reinnerva!” un lampo di luce rossa, ma non accadde
niente. “Reinnerva! Andiamo, Harry, svegliati!”
anche questa volta non accadde nulla, tranne il fatto che Silente era
sempre più pallido per l’ansia. Allora
ruggì “REINNERVA!”. Harry
ricominciò a respirare, ma non riprese coscienza. Albus lo
prese in braccio e, pensando intensamente al San Mungo, si
Materiallizzò lì, sotto gli occhi stupiti di
tutti i pazienti che stavano nella Sala d’attesa
dell’ospedale.
Kattiva!
Come ti permetti di dire che io nn sono una Serpeverde!!!! I Corvonero
io li detesto cordialmente, quindi nn osare dire che sono una di quei
brutti secchioni saccenti! Già i Grifondoro vanno meglio, ma
al prossimo capitolo stai pur certa che se mi scrivi che sono una di
quei bamboccioni rincitrulliti di Tassorosso ti affatturo. Un bacione a tutti
quelli che recensiscono e che non pensano che io sia una povera
Corvonero o Tassorosso fallita, Giulia/Tigre94
|
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Capitolo 6 *** L' ineluttabile verità ***
Heilà!
Ecco un nuovo
capitolo scritto da me per la maggiore e Tigre/Giulia me lo ha
modificato
dicendo che sennò era troppo demenziale. Giulia, se solo una
CORVONERO FINTA
SERPEVERDE. Detto questo tolgo il disturbo da questo pianeta…
Harry
aprì gli occhi dopo quelli che gli
sembrarono parecchi millenni. Era in quello che doveva essere un letto
d’
ospedale. Era diverso da quelli dell’ infermeria della
scuola: più candido, più
grande e parecchio più comodo. Soprattutto si direbbe che
conciliava i sogni,
visto che l’ immagine di Silente in stato catatonico sulla
sedia accanto al
letto, abbandonato all’ indietro con le mani poggiate su un
bastone era
certamente un sogno. Harry fece per girarsi, ma urtò con i
piedi contro il
vassoio appoggiato sul letto che fece svegliare Silente.
“oh Harry, pensavo stessi dormendo”
Più che in imbarazzo Harry arrossì
“beh, lo stavo facendo fino a cinque secondi fa”
Non ottenendo risposta Harry cominciò a preoccuparsi
“P… professor Silente?”
L’ uomo sorrise amabilmente
“Ti avevo chiesto di non chiamarmi più professore;
almeno non a scuola”
Il ragazzo ricambiò il sorriso
“Dove sono gli altri?”
“Ron e Hermione? In infermeria. Sono malconci ma se la
caveranno, sono forti”
A Harry venne una stretta allo stomaco. Un'altra volta era la causa del
male
altrui.
“e Ginny?”
Silente distolse lo sguardo. Harry non ricordava. Neanche al mago
più potente
del mondo è concesso avere il dono di far sembrare le
notizie terribili meno
crudeli.
“Silente, dov’ è Ginny?”
“Momentaneamente, Harry, è nella stanza accanto
coperta interamente da un velo
bianco”
Harry temé un infarto. Ginny, la sua Ginny…
morta. Ma perché non ricordava?
Voleva prendere il bastardo che… ma certo! Silente fece per
parlare,
probabilmente per scusarsi per l’eccessiva mancanza di tatto
che aveva
dimostrato per la morte di Ginny, ma Harry lo interruppe prima che
potesse dire
alcunché “è stato Malfoy,
vero?” Sbottò Harry. Silente sospirò ma
non disse
nulla. “si, adesso ricordo. Lucius Malfoy. Ah, se lo prendo
io…”
“Non è stato Lucius”
Il ragazzo si bloccò di colpo.
“ma… io ricordo… aveva i capelli
biondi!”
“Non è stato Lucius, Harry. È stato
Draco”
Harry non si mosse, ma impallidendo di botto cominciò a
stringere il lenzuolo,
fino a farlo diventare una palla e sbatterla per terra con veemenza,
facendo
cadere il tavolinetto col vassoio e facendo sobbalzare Silente. Fece
per
alzarsi ma non ci riuscì.
“Non puoi alzarti, hai addosso l’ incantesimo di
magnetismo”. A parlare era
stata un’infermiera, che evidendemente doveva curare Harry.
Gli diede una
pozione e mentre il ragazzo la beveva disse: “Ti devo
cambiare le bende”.
Harry, che in un primo momento non si era accorto di essere ferito, si
guardò
la spalla e vide che effettivamente era fasciata.
L’infermiera nel frattempo
gli aveva tolto le bende e gli stava mettendo quelle pulite. Dopo che
ebbe
finito Harry si mise a sedere, mettendo le mani sul letto e tentando di
alzarsi
nonostante il dolore bestiale alla spalla. Non ci riuscì.
Allora ricadde sui
cuscini guardandosi infuriato la fasciatura, preso dalla voglia di
strapparla.
Si trattenne ma non smise di guardarla furibondo, come se fosse colpa
delle
bende che fosse successo tutto ciò. Siente lo stava
osservando in silenzio, con
espressione triste. Poi disse “Harry, dobbiamo
parlare”
Il ragazzo alzò lo sguardo dalle bende e inchiodò
Silente con uno sguardo
furioso e inquietante, poi, con un’improvviso sbalzo di umore
scoppiò a ridere.
“Di solito, in questo momento arriva Madama Chips”
Silente lo guardava sconcertato. Harry Potter aveva appena saputo che
la sua
ragazza era morta e stava ridendo? Probabilmente doveva essere ancora
sotto l’
effetto delle pozioni che gli avevano somministrato per guarirlo. Il
repentino
e imprevedibile sbalzo di umore del ragazzo, che proprio in quel
momento era
scoppiato a piangere, confermò l’ ipotesi del mago.
“la mia Ginny è morta!!!”
Silente, sentendosi stranamente a disagio, aprì una
cioccorana. La figurina era
di un sorridente Cornelius Caramell. Non poteva capitare in un momento
peggiore. Silente decise di tornare al castello. Con Harry ci avrebbe
parlato
quando sarebbe stato meglio.
Nella stanza accanto qualcuno stava piangendo. Al signora Weasley,
abbracciata
a suo marito singhiozzava il nome di sua figlia. I gemelli, appoggiati
al
davanzale della finestra guardavano la sorellina con gli occhi colmi di
lacrime. Percy Weasley era accasciato a terra, senza la forza di
reagire. Bill
e Charly non erano presenti, avevano preferito rimanere accanto al
fratello
minore. Fece irruzione nella stanza Albus Silente.
“Albus”
Farfugliò la signora Weasley.
“su Molly, dobbiamo essere forti. Ginevra non vorrebbe
vederti così”.
La donna fece per parlare, ma venne zittita da un tuono. Aveva
cominciato a
piovere.
A distanza di parecchi giorni, durante i quali Harry, Ron e Hermione
rimasero
al castello studiando un po’ e facendo grandi ricerche in
biblioteca e
soprattutto domandandosi dove fosse finito Silente, quest’
ultimo li mandò a
chiamare. Era Dicembre e i fiocchi di neve cadevano rigando i vetri
delle
finestre di una sottile patina argentea. I tre erano seduti sulle
migliori tre
poltrone della sala comune dei grifondoro quando Colin Canon gli
consegnò un
sottile rotolo di pergamena che Ron lesse ad alta voce
“Ci vediamo domani alle dieci del mattino nel mio studio.
Portate il gatto
della signorina Granger. Il professor Silente. Cavolo, Hermione, che
vuole dal
tuo gatto?”
La ragazza alzò le spalle sprofondando nella poltrona. Alle
undici Ron e
Hermione decisero che era ora di andare a dormire, ma Harry
annunciò che voleva
rimanere un altro po’ sveglio. Appena anche Lavanda Brown
ebbe finito di farsi
le unghie e gli ebbe augurato la buona notte Harry si coprì
con il mantello
dell’ invisibilità, prese la mappa del malandrino
chiedendosi come aveva potuto
vivere senza e uscì dal buco del ritratto. Per i corridoi
non c’ era nessuno e
non incontrò intoppi fino alla sua meta finale. Era appena
entrato nelle cucine
per farsi fare una cioccolata calda quando sentì una voce
“ allora, Potter,
vedo che il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Seduta su un
tavolinetto
vicino un forno, trovò Minerva McGranitt. Purtroppo si era
già tolto il
mantello dell’ invisibilità e rimetterselo facendo
finta che la professoressa
avesse le allucinazioni sarebbe stato peggiorare le cose. La donna
alzò lo
sguardo dal libro che stava leggendo “come conquistare il
mago della tua vita”
e incrociò gli occhi di Harry. Il ragazzo fu preso dal
panico. In una frazione
di secondo fu costretto a trovare una scusa decente per giustificare la
sua
passeggiata notturna nelle cucine.
Poi vide che la McGranitt
ancora non
aveva fatto il suo urlo alla Tarzan e chiese, intmorito
“non… non mi sgrida?”
“ma certo che no! Che senso avrebbe svegliare tutto il
castello? Mi limiterò a
togliere venti punti a grifondoro. Ma dato che vuole trasgredire le
regole,
Potter, perché non farlo a dovere? Cioccolata
calda?”
Harry dovette lottare contro l’ istinto di ridere. La McGranity,
in pigiama,
che leggeva il libro “come conquistare il mago della tua
vita”, e dopo che
aveva levato venti punti a Grifondoro gli stava offrendo della
cioccolata?
“magari, e ci sarebbero dei biscotti?”
La donna chiese a un elfo domestico chiese qualcosa da mangiare. Spoky,
l’ elfo
domestico di servizio in quelle ore notturne, tornò con un
vassoio carico di
Torta di zucca, biscotti al cioccolato e, inchinandosi fino alla nausea
se ne
andò. Solo allora la McGranitt
riprese a conversare amabilmente
“allora, Harry, come mai in giro a quest’
ora?”
“avevo fame”
Nei venti minuti che seguirono chiacchierarono come due buoni amici che
si
conoscevano da chissà quanto tempo. Alla fine delle seconda
cioccolata però
Harry fu rispedito a letto, con l’avvertimento che non
avrebbe dovuto fare
deviazioni. Appena tornato nel dormitorio si mise subito a letto,
chiudendo gli
occhi e pensando, come faceva tutte le notti, a Ginny. La sua Ginny.
Il fatto che, nonostante tutto quello che la sua famiglia stesse
passando, Ron
era comunque un inguaribile mangione non era sfuggita agli occhi della
Sala
Grande. Infatti il ragazzo aveva costretto i suoi amici a scendere a
colazione
per primi e ad andarsene per ultimi con la scusa che tanto non
partecipavano
alle lezioni; facendogli sorbire un comizio sul perché
dovevano portare la
divisa se non erano studenti a tutti gli effetti. Hermione stava per
rovesciargli addosso il suo latte e miele bollente quando Harry, con la
scusa
di un dubbio a pozioni, la fece sparire dalla portata di Ron, che
rimase a
mangiare da solo nella sala grande. Quando li raggiunse erano quasi le
nove e
mezza. La sala comune, com’ era prevedibile, era deserta. I
tre si sistemarono
placidamente sui divani fino alle dieci, quando si accorsero di essere
in
ritardo
“cavolo, Mione, perché non ci hai
avvertito?”
Le chiese Ron ancora intento a allacciarsi la cravatta
“Io? Ronald, se non sbaglio hai un orologio al
polso”
Ribatté Hermione chiudendosi i polsini della camicia
“piantatela voi due!”
Mise fine alla discussione Harry, infilandosi frettolosamente la giacca.
Bussarono forte alla porta, che si aprì al terzo tocco.
Silente, con l’a ria
sibillina, li guardava divertito.
“Che piacere vedervi! Si vede che vi siete precipitati qui,
talmente
velocemente da non esservi accorti di non aver portato
Grattastinchi” Hermione
si scusò e scese a prendere Grattastinchi, mentre Harry e
Ron si accomodarono
sulle poltrone: Harry in quella rossa e Ron in quella gialla lasciando
a
Hermione la scelta tra una verde e una blu. Appena tornata la ragazza
scelse la
poltrona blu; decisione influenzata dal suo gatto che si era fiondato
sulla
poltrona verde.
“Bene, veniamo al punto della vostra visita. Ho trovato il
secondo oggetto: il
medaglione di Serpeverde”. Non voglio dirvi adesso
dov’ è, vi rovinerei la
sorpresa”
Herry colse una strana luce sarcastica negli occhi del mago.
“quando partiremo professore?”
Chiese Harry, che evidentemente non vedeva l’ ora di
distrarsi un pò dal
pensiero di Ginny.
“anche adesso, Harry”
Ron però sembrava pensieroso
“e la best… cioè, il gatto, a cosa ci
serve?”
Hermione fulminò Ron con lo sguardo facendo scoppiare a
ridere Harry e Silente
“Grattastinchi vi servirà. Fidatevi. E ora
afferrate quella statuetta, è una
passaporta”
Hermione prese in braccio grattastinchi e afferrò
l’ oggetto. Sembrava d’
argento. Era un oggetto alto più o meno venti centimetri,
raffigurava uno
strano mago con una bacchetta magica nera in mano. Quando anche gli
altri due
l’ ebbero afferrata la statuetta cominciò a
colorarsi e a girare vorticosamente,
trascinandoli via.
Eh
no, questo triste pianeta dovrà sopportarmi
per un altro po’. Dunque…
HarryEly:
sono contenta che ti piaccia! Ah, avevamo
in serbo la morte di Ginny da taaanto tempo. Certo, una grifondoro
arrabbiata
contro una serpeverde e una corvonero… comunque, te fai la
versione di greco
che io vado a fare i bigliettini per geometria…
Recensite
in tantiiiiiiiiiiiiii!
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Capitolo 7 *** il medaglione ***
Eccoci!!!
Lo so, sono in ritardo astronomico, da parte vostra
sarebbe carino non farmelo pesare. Questo è il capitolo
sette. Ha un po’ di
errori, ma il mio computer ha deciso che non potevo correggerlo, e chi
sono io
per dissentire? Comunque questo capitolo l’ ho scritto io,
palesemente
ignorando i consigli di Giulia (me lo sarei dovuto riscrivere tutto!).
personalmente mi piace, poi… fate voi!
Capitolo
7
Erano in
un salotto. alle pareti erano appese pesanti tavole di ebano, le tende
erano
scure e di velluto e coprivano i due finestroni. I quadri presenti
nella stanza
raffiguravano solo tre persone.
“Malfoy…”
Sibilò
Ron, sbattendo un pugno contro l’ immagine del ragazzo che
sorrideva beffardo.
Il mostro che gli aveva portato via sua sorella.
“Ron!
Non
possiamo farci sentire!!! Ai! Mi fai male, Grattastinchi!”
Aveva
gracchiato Hermione, lasciando andare il gatto che l’ aveva
graffiata.
“fa
vedere. Ti ha fatto male”
Chiese in
apprensione Ron, prendendo la mano di Hermione che arrossì
ritraendola subito.
“è
solo
un graffio. Grattastinchi, torna SUBITO qui!!!”
Ma il
gatto non voleva saperne di obbedire. Si era infatti avvicinato ad un
quadro in
particolare. Sembrava antico perché era piuttosto corroso ai
bordi e
raffigurava un uomo. Un uomo con i capelli corvini un po’
lunghi davanti, la
carnagione chiara e gli occhi nocciola. Le lunghe dita affusolate
stringevano
un libro marrone con rifiniture argento, con impresso il nome
“Salazar”. Un
anello di rubino verde grande quanto un
galeone troneggiava sull’ anulare del giovane. Harry si era
avvicinato e stava
ammirando la repentina bellezza del giovane, quando un rumore lo fece
voltare.
La porta d’ ebano alle loro spalle di era spalancata e aveva
lasciato passare
Narcissa Malfoy, che non si era accorta della loro presenza troppo
presa a
rigirarsi tra le mani un filo di perle. Triplo. Con diamanti ogni tre
perle. Il
tutto chiuso con una chiusura d’ argento puro. Squadrava
l’ oggetto con aria di
sufficienza quando si accorse di non essere sola. Un rantolo proveniva
dalle
vicinanze del quadro, ma apparentemente non c’ era niente.
Ignorando
completamente la sensazione che aveva avuto prima si diresse al camino,
ma
qualcosa si insinuò tra le sue gambe facendola cadere. Una
palla di pelo
rossiccia le aveva appena fatto lo sgambetto, per poi aggrapparsi al
niente,
facendolo cadere e rivelando tre ragazzi. uno alto con i capelli neri
che
fissava inorridito la donna lanciando, per poi lanciare un occhiata
truce al gatto
e alla ragazza dai capelli castani che reggeva in braccio un altro
ragazzo con
i capelli rossi che le era saltato addosso per lo spavento. Narcissa
ghignò
maligna.
“Potter,
il tuo atteggiamento masochistico mi ha sempre fatto piacere, ma
venirmi a trovare
a casa…”
Harry,
che nel frattempo si era ripreso, fece per prendere la bacchetta dalla
tasca
dei pantaloni e, con fare minaccioso, la puntò su Narcissa.
Hermione fece
cadere Ron e lo imitò. Ron, dopo essersi rialzato prese la
sua bacchetta dalla
tasca dei pantaloni con tutta la buona volontà, solo che la
punta gli cadde ai
piedi. Sconcerto Ron guardò Hermione che lo fissava
esasperata, quindi il rosso
cercò conforto nell’ amico che gli lanciava
occhiate truci. Capendo che era
meglio non fare niente Ron indietreggiò e Harry e Hermione
si strinsero di più
puntando le bacchette contro la donna bionda.
“Crucio
mezzosangue!”
La voce
era arrivata dalle loro spalle. Ron era stato pietrificato in una
smorfia di
puro terrore sul viso e dalla bacchetta di Lucius usciva una flebile
luce
gialla che conduceva a Hermione, accasciata a terra in preda a dolori
di ogni
tipo.
“Hermione”
Aveva
gridato Harry, per poi rivolgersi a Lucius e urlare
“Expellia…”
“Petrificus
Totalis”
Narcissa
aveva scagliato la fattura contro Harry, che ora giaceva immobile in
procinto
di scagliare un incantesimo. Lucius lasciò andare Hermione,
ormai rimasta la
sola a combattere, che con un rapido movimento di bacchetta
riportò al loro
stato comatoso naturale i suoi due amici. Istanti necessari a Lucius e
Narcissa
per spedirli in un altro luogo.
Adesso
erano in un antro buio e umido, con rare torce incastonate nel
corridoio che
distribuivano una pallida luce argentea. I tre adesso erano legati con
delle
catene fatte di luce che non accennavano a spezzarsi.
“Narcissa,
dimmi, mi prendi sempre alla lettera quando affermo di voler sterminare
di
persona tutti i mezzosangue e traditori?”
Chiese
sarcasticamente Lucius lanciando uno sguardo eloquente alla moglie
“ma
non è
stata mia l’ idea, Lucius, sono venuti di loro spontanea
volontà”
La donna
rivolse ai tre un ghigno perfido spingendoli poi in una delle celle
buie che
scorrevano man mano al loro passaggio, senza rivelare chi contenevano
però.
“arrivederci”
Disse
poco convinto Lucius percorrendo con passo deciso il lungo corridoio.
La cella
era buia e umida come il corridoio, con tre brande che avrebbero dovuto
essere
dei letti. Il soffitto era piuttosto basso e in alto, sul muro,
c’ era una
finestra con le sbarre arrugginite, che fuori doveva essere ad altezza
pavimento. Le manette si erano sciolte e i ragazzi si erano fermati
sulla
soglia. Ron fu il
primo a rompere il
silenzio che si era creato:
“tutta
colpa del tuo gatto Hermione!”
La
ragazza sbottò
“il
mio
gatto? Ronald, c’ eri anche tu quando
Sil…”
“fa
silenzio Hermione, i muri hanno orecchie. L’ hai
dimenticato?”
La
riprese Harry che era tornato al suo colorito naturale e si era seduto
su uno
dei letti.
“giusto!
Scusami Harry”
La
ragazza si sedé sull’ altro letto e il rosso
rimase in piedi da solo confuso
“Harry,
non possiamo semplicemente aprire la porta?”
Chiese
Ron, con molta semplicità, agitando in aria la bacchetta.
Hermione
e Harry si scambiarono uno sguardo disperato.
“certo
Ron! Fai pure…”
Gli disse
senza troppo entusiasmo Hermione. Fiero come un Grifondoro Ron
sguainò la
bacchetta e, guardando truce la porta, pronunciò
“Alohomona!”
Sarebbe
stato fantastico. Peccato che la porta gli restituì lo
schiantesimo così come
il ragazzo lo aveva lanciato. Si sarebbe ammaccato contro il muro se
Harry,
leggermente annoiato, non lo avesse afferrato per un braccio
rallentandolo fino
a fermarlo.
“Grazie
amico. Mione, perché non mi hai avvertito?!?!?”
“perché
era talmente ovvio…”
Sbuffando
Ron si accasciò sul letto sopra a quello di Harry. Dovevano
pensare a qualcosa.
Hermione si mise a camminare in cerchio per tutta la stanza e a
borbottare:
“allora,
dobbiamo uscire… uscire… Malfoy Manor, mantello
dell’ invisibilità,
grattastinchi… MA CERTO, GRATTASTINCHI!!!”
“Aia!!!”
Ron
abbassò lo sguardo su Harry, cosa che fece anche Hermione.
Il ragazzo aveva
sbattuto la testa sul letto a castello.
“oh
Harry! Che razza di idiota! Comunque, avete capito di cosa
stò parlando?”
Harry
annuì e ron rispose
“io
no”
“non
fa
niente, tu seguirai me e Harry”
Come al
richiamo di quelle parole, comparse grattastinchi con le chiavi.
“silente
aveva ragione…”
“Silente
ha sempre ragione, Ron”
Ripercorsero
il corridoio e sbucarono in una stanza. Giravano a vuoto già
da una mezz’
oretta. Malfoy Manor si stava rivelando un vero labirinto e
Grattastinchi una
pessima guida visto che continuava a cambiare decisione ogni due
minuti. Quando
arrivarono nella stanza dove si erano smaterializzati l’
orologio di Harry
segnava le 16:07.
“Grattastinchi!
Come diamine
hai fatto a ritrovare la strada?”
Ron
sbuffò
“come
se quel gattaccio
potesse sentirti, Mione. Comunque ci ha riportati al punto di partenza!
Dobbiamo ancora trovare…”
“il
medaglione?”
Chiese
Harry, che aveva
spostato il quadro con il ragazzo dai capelli neri e aveva rivelato un
passaggio.
“come
diamine facevi a
saperlo?”
Il
moro alzò le spalle
“me
l’ ha detto il gatto”
Infatti
grattastinchi già
trotterellava per il lungo corridoio buio. Hermione cominciò
a seguirlo, ma il
al buio non era un impresa facile dato che a terra era piuttosto
scivoloso.
Harry entrò e improvvisamente fiamme verdi cominciarono a
divampare all’
interno di fiaccole incastrate nel muro.
“ma
cosa…”
Harry
non poté finire la
frase perché Hermione lo interruppe
“ma
certo! Harry io… beh,
prima dovrei parlarne con il professor Silente, comunque fidati Harry,
non è
strano. E adesso marsch!”
Sconcertati,
Ron e Harry si
guardarono per poi seguire Hermione. Dopo circa cento metri si
trovarono
davanti ad una porta. Era grande, alta più o meno tre metri
e senza maniglia,
ma con due grossi serpenti di pietra con gli occhi di smeraldo che la
chiudevano.
Harry riconobbe una vaga somiglianza con la porta della camera dei
segreti.
“Harry,
bisogna parlare in
serventese!”
Disse
saccente Hermione.
“ma
davvero? Pensa, non c’
ero arrivato! Si può sapere che cosa devo dire?”
La
ragazza si chiuse in un silenzio
di sconfitta, così toccò a Ron tentare
l’ impossibile per salvare la situazione
“prova
a dire quello che hai
detto per entrare nella camera dei segreti!”
“ma
non me lo ricordo Ron, mi
è venuto… naturale!”
In
preda a chissà quale
scatto di intelligenza a Harry venne l’ illuminazione.
“bisogna
solo aspettare che
arrivino le parole”
Così
si sedette a terra. Gli
altri due lo imitarono in preda ad un solo dubbio. Quanto ci avrebbero
messo a
scoprire che non erano più nella cella? Quando sarebbero
venuti a cercarli?
Certo, vista la grandezza di Malfoy Manor (da quello che diceva Draco)
era
improbabile che li trovassero presto. Dopo circa un ora Hermione
sentì il
bisogno di commettere l’ imperdonabile errore di esprimere la
propria opinione.
“…
e io ti dico che la cosa
giusta da fare è ASPETTARE, Hermione”
“ma…
Harry, ragiona, non
possiamo aspettare per sempre!”
Irritato
Harry rispose con
veemenza
“aveva
ragione Malfoy quando
diceva che sei solo una…”
Il
resto della frase si perse
in strani sibili. Serpentese. Indubbiamente. La porta si
spalancò, ma all’
interno c’ era solo buio.
“H… Harry, cos’
hai detto?”
Chiese
Hermione non sapendo
se essere frustrata o arrabbiata
“lascia
perdere, Mione, sappi
che mi dispiace di averlo detto”
“COSA
hai detto esattamente?”
“Mione,
è meglio che…”
“DIMMELO!!!”
Sbottò
irritata la ragazza
“…mezzosangue…”
Disse
con un filo di voce
Harry, abbassando subito lo sguardo non riuscendo a sostenere quello di
Hermione. Infatti nei suoi occhi color miele Harry aveva colto un
bagliore di
profondo odio nei confronti del ragazzo
“Hermione,
io non volevo
offenderti…”
“no,
infatti. È come se io ti
dicessi che a scuola sei un completo inetto. È la
verità, ma io non volevo offenderti!”
Dire
che Ron era
scandalizzato era poco. Era come dare a Voldemort del semplice cattivone. Hermione cominciò a
piangere.
Ron cercò di abbracciarla, ma lei lo scansò e si
accasciò a terra.
“Hermione,
che posso fare…?”
“lascia perdere Harry”
Poi,
asciugandosi le lacrime
disse risoluta
“so
che non è colpa tua, ma come
ti ho già detto prima, per dirti la mia teoria, dovrei prima
parlarne con
Silente. Però promettimi, Harry, che non lo dirai mai
più”
I
due ragazzi si
abbracciarono
“ah,
grazie delle
considerazione”
Commentò
sarcastico Ron.
Tutti e tre si misero a ridere e Ron si unì all’
abbraccio. Almeno finché
Harry, più determinato che mai, decise che era meglio
entrare e cercare il
medaglione. La stanza era circolare, illuminata da grandi fiaccole
verdi ogni
tre metri circa. Al centro c’ era un grande tavolo di marmo,
con una tovaglia
di seta nera poggiata sopra. Al centro, contornato da vari ritratti
simili a
quello a grandezza naturale che costituiva l’ entrata del
corridoio. , stava
una teca di cristallo, simile a quella che avevano trovato nella
piramide in
Egitto e che conteneva il diadema di Cosetta Corvonero. Questa volta
però,
Harry ne era quasi sicuro, non ci sarebbero state asce a volare sopra
le loro
teste. Salazar Serpeverde era più tipo da maledizioni. Harry
provò a
sollevarlo, ma Ron dovette correre in suo soccorso perché
sedici chili erano
troppi da sollevare anche per un cercatore come lui! Poggiato su un
soffice
cuscino di velluto verde scurissimo c’ era un medaglione. Il
bordo d’ argento
erano le spire di un serpente e la pietra verde aveva incise le lettere
S S.
Salazar Serpeverde. Harry, Ron e Hermione si presero per mano e il moro
prese
l’ oggetto. Naturalmente cominciarono a girare vorticosamente
per alcuno
minuti. Quando atterrarono però si accorsero che quello
decisamente non era l’
ufficio di Silente.
Aaah, non sapete
quale gioia è postarlo. Che agonia!!! C’
è Giulia che tenta, con scarso
risultato, di registrarsi in un forum e io la stò aiutando.
Ergo: stò facendo
tutto io. Vi offendete se non vi rispondo alle recensioni? È
l’ ultima volta,
lo giuro, ma non ho proprio tempo! E scusate ancora per il ritardo!!!
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Capitolo 8 *** dissennatori e basilischi: tutti insieme appassionatamente ***
Oddio scusate il
ritardo mostruoso nel postare questo capitolo!!! Non è colpa
mia, ve la dovete prendere con Kattiva, che da grande genia ha deciso
di postare il suo capitolo scritto male (quello precedente) nonstante
io avessi appena finito di correggerlo! Io poi, inconsapevole di
ciò che quella povera serpeverde senza un grammo di cervello
avesse fatto, ho continuato e ho scritto 4 capitoli sulla storia che
avevo modificato e migliorato! Comunque vi posso assicurare che
aggiorneremo più in fretta... Sperando che accettate le mie
scuse, Tigre94
Per un momento il
trio non si mosse. Poi Harry si alzò e riconobbe il luogo. E
ra la Camera dei Segreti. Hermione e Ron chiesero all’unisono
“Ma dove siamo
finiti?”
“Nella Camera dei
Segreti” poi si bloccò e
rimase in ascolto. Sentì un sibilo provenire dalla bocca
della statua di Salazar Serpeverde.
“Andate da
Silente”
“Perchè
diavolo...” iniziò Hermione che non aveva sentito
il basilisco, ma Harry la interruppe senza dargli modo di dirgli altro
“ANDATE E
BASTA”
I due amici
obbedirono e andarono nell’Ufficio del Preside. Arrivati, per
un po' non riuscirono a fare altro che dire frasi sconnesse, ma
Silente, che aveva notato l’assenza di Harry chiese
preoccupato
“Dov’è
Harry?”
“Nella...Camera...dei...Segreti...”
ansimò Hermione. Silente ordinò a Ron ed Hermione
di aspettarlo nel suo Ufficio, poi corse nel Bagno di Mirtilla. La
porta d’ingresso della Camera era aperta.
Harry nel frattempo
stava combattendo contro tre basilischi, tutti e tre ciechi. Il
ragazzo, dopo aver appurato che le maledizioni non avevano alcun
effetto e il Serpentese nemmeno, evocò la Spada di
Grifondoro. Stava combattendo da un po' domandandosi dove diavolo fosse
andato Silente quando riuscì ad uccidere un basilisco. La
sua gioia durò molto poco: da dietro un altro basilisco lo
aveva azzannato alla spalla, con il risultato che era morto anche lui
infizato dalla Spada di Grifondoro, però aveva raggiunto il
suo scopo, ossia lascire Harry in fin di vita. L’urlo di
dolore di Harry si perse in quello agonizzante del Basilisco. Harry si
accasciò per terra mentre l’ultimo basilisco
sembrava aver tutte le intenzioni di finire il lavoro del compagno. Ma
si bloccò di botto.
Silente stava
percorrendo la Camera da un pò quando un urlo agonizzante di
un Basilisco seguito da uno di dolore di Harry gli rivelò
dove era il ragazzo. Appena entrato nella Sala immobbilizzò
un Basilisco che voleva uccidere Harry, che, in ginocchio, aveva ancora
in mano la Spada di Grifondoro e il Medaglione di Serpeverde. Si
avvicinò al ragazzo e notò che un Basilisco gli
aveva squarcito la spalla. Silente lo guardò dolcemente e
udì il ragazzo che mormorava con il poco fiato che gli
rimaneva “Un intervento provvidenziale... Fanny
può...” le parole gli morirono in gola e, non
facendocela nemmeno a rimanere in ginocchio, si mise per terra con la
schiena appoggiata al muro, gli occhi smeraldo fissi in quelli zaffiro
di Silente.
Il Preside
chiamò Fanny, poi prese la Spada di Grifondoro e uccise
l’ultimo Basilisco. Fanny nel frattempo era arrivata e stava
curando Harry con le sue magiche lacrime. Non appena la spalla fu
totalmente guarita Harry si alzò e guardò prima
la fenice, poi i tre Basilischi morti. Mormorò un
“grazie” a Silente – che pareva
rincuorato sullo stato di salute del ragazzo – e disse “Bisogna
distruggere il Medaglione, però al di fuori dei confini
della scuola, visto quello che è successo a...”
poi si interruppe, con uno sguardo spento fisso sui basilischi. Silente
gli mise una mano sulla spalla e disse “Hai ragione, prima lo
distruggiamo è meglio è, quindi propongo di
andare adesso”.
I due si fecero
guidare da Fanny fuori dalla Camera; Harry era ancora debole e si
appoggiava a Silente. Poco dopo furono al di fuori delle barriere
protettive di Hogwarts; perlomeno, se fossero arrivati i Mangiamorte
non avrebberro invaso la scuola. Harry provò a distruggere
il medaglione con la Spada di Grifondoro, ma il medaglione era
indistruttibile. Silente disse “Forse bisogna usare il
Serpentese”. Harry sibilò al medaglione, in
Serpentese, “Apriti”. Il medaglione si
aprì con un bagliore verdastro che cominciò ad
avvolgere tutto e il ragazzò abbassò di scatto la
lama della spada sopra al medaglione, che si ruppe. La luce verdastra
svanì non lasciando alcuna traccia. Poi Harry e Silente
rimasero un attimo zitti, per capire se c’era qualcuno o
qualcosa. Invece c’era solo il silenzio. Un silenzio
familiare e terrificante. E tanto freddo. Un freddo anche quello
innaturale. Dissennatori. Silente agitò la bacchetta mentre
Harry urlava “Expecto Patronum”. Una fenice ed un
unicorno uscirono dalle bacchette. Harry fissò stupito il
suo Patronus: era senpre stato un cervo, perché mai...?
Decise che ci avrebbe pensato dopo: i Dissennatori erano troppi per
poter esserre fermati da due patronus, ma se perlomeno voleva avere
qualche possibilità doveva impegnarsi al massimo. Ma Harry
era ancora troppo debole per evocare un Patronus perfetto, che difatti
dopo averne abbattuti qualche centinaio scomparve e Harry cadde in
ginocchio. E si accorse che il potere dei Dissennatori era aumentato.
Non solo facevano ricordare alla vittima i momenti più
brutti, li facevano anche rivivere. Harry lo scoprì quando
oltre a sentire l’”Avada Kedavra” di
Draco Malfoy diretto contro Ginny vide anche lei che si accasciava...
Sirius che svaniva dietro al velo... Voldemort che risorgeva... Sua
madre che supplicava Voldemort di salvare almeno Harry... il ragazzo a
quel punto perse conosccenza, sognando ciò che aveva appena
rivissuto.
Nel frattempo il
Patronus di Silente offriva una strenua resistenza mentre il suo
padrone chiamava i membri dell’Ordine della Fenice. Un
Dissennatore aveva preso Harry per le spalle, per dargli il suo famoso
ultimo Bacio “EXPECTO PATRONUM” urlarono dieci
voci. I Dissennatori in men che non si dica erano fuggiti. Silente si
girò per congratularsi con l’Ordine quando vide
che tutti stavano fissando inorriditi qualcosa per terra. Qualcuno per
terra. Harry era di un pallore mortale, freddo come il ghiaccio, ma
respirava. Lo caricarono su una barella e lo portarono in Infermeria
(ci fa l’abbonamento ad un letto dell’infermeria...
povera Madama Chips... nda). Qualcosa di dorato era ai loro piedi. Il
Medaglione di Serpeverde. Silente lo raccolse e seguì gli
altri in infermeria.
Dopo tre giorni
Harry non si era ancora svegliato, e Silente decise di farlo
risvegliare usando la legimanzia. Harry era un ottimo occlumante quindi
Silente sapeva che lo sforzo avrebbe svegliato il ragazzo. Silente
alzò la bacchetta e mormorò
“legimens”
Però si
accorse che c’ era qualcosa che non andava nel suo piano, e
quel qualcosa era che Harry era troppo debole per poter utilizzare
l’ occlumanzia. Gli aveva lasciato libero accesso ai suoi
pensieri. Silente sentì
la rabbia di Harry perché si era intromesso nei suoi
pensieri...
...Draco
urlò “AVADA KEDAVRA” il raggio di luce
verde prese in pieno Ginny, che si accasciò immobile; La
rabbia di Harry si era trasformata in un dolore lancinante, emotivo...
L'immagine
sfumò...
...“Lily,
prendi Harry e scappa! È Lui! Scappa! Corri! Io cerco di
trattenerlo!” era questo l’urlo angosciato di James
Potter. Lily corse su per le scale; Harry era in camera da letto, nel
lettino. Lo prese e quando si girò per scappare vide
Voldemort fissarla, malvagiamente divertito. Lily urlò
“No! Harry no, ti prego!” “Spostati,
stupida... spostati...” “Harry no! Prendi me
piuttosto, uccidi me, ma non Harry!”...
L'immagine
cambiò di nuovo...
...“Avanti,
puoi fare di meglio!” gridò Sirius a sua cugina,
Bellatrix, la voce echeggiante nella vastissima sala. Il secondo getto
luminoso lo colpì in pieno petto.
La risata non gli si era ancora spenta sul viso, ma il colpo gli fece
sgranare gli occhi; Il dolore di Harry si trasformò in senso
di colpa...
...“E ora affrontami,
da uomo a uomo... dritto e fiero così come morì
tuo padre... e ora... duelliamo” Voldemort alzò la
bacchetta, e prima che Harry potesse fare qualcosa per difendersi,
prima ancora che potesse muoversi, fu di nuovo colpito dalla
Maledizione Cruciatus. Il dolore fu cosi intenso, cosi ardente che non
seppe più dov’era... coltelli incandescenti gli
trafiggevano ogni centimetro di pelle, era certo che la testa gli
sarebbe esplosa; urlò più forte che mai...
A
quel punto Silente sentì una forte spinta al petto e cadde.
Quando si rialzò notò che Harry era sveglio. E
infinitamente arrabbiato con lui. Seguì un grande
silenzio. Un silenzio furente da parte di Harry e uno di rimorso da
parte di Silente. Quest’ ultimo provò ad
abbracciare Harry, che però si ritrasse.
“non mi
toccare” sibilò piano
“e perché
non potrei abbracciarti?”
“perché?
Perché si è intromesso nei miei ricordi. Lei non
mi…”
“non avevo il
diritto, hai ragione, però tu non ti svegliavi ed eravamo
preoccupati per te”
“NON AVEVI IL
DIRITTO DI VEDERE QUEI RICORDI!”
Silente
abbassò gli occhi. Sapeva che il ragazzo aveva perfettamente
ragione. Se qualcuno avesse visto i suoi di ricordi come minimo lo
avrebbe maledetto l’ intruso fino a farlo morire di dolore. E
per di più il preside sapeva di aver visto i peggiori
ricordi di Harry. Però si decise a fare una domanda poco
delicata, ma della quale doveva assolutamente sapere la risposta “tu
ricordi la morte dei tuoi genitori?”
Un lungo silenzio.,
poi Harry decise di rispondere “si, è quella che
hai visto” rispose a testa bassa e con voce piena di rabbia
“ricordo tutto da quando Voldemort venne a casa a quando
uccise mia madre. Me lo hanno fatto ricordare i dissennatori,e
questi…” Aggiunse con una punta di amarezza nella
voce “…
avevano lo speciale potere non solo di far sentire alla vittima i
propri ricordi, ma anche di farli rivivere”
Silente sapeva bene
che quello non era il momento giusto per chiedere, però
doveva farlo. Per Severus “Harry,
il ricordo della morte dei tuoi genitori…”
Harry lo interruppe
“a cosa ti
serve?”
Silente rimase un
attimo interdetto dalla franchezza della domanda, poi rispose “Severus
voleva sapere di tua madre, e tu, a parte Tom, sei l’ unico
che ricorda e quindi…”
“Prima lei risponde
ad una mia domanda” patteggiò Harry
“se
potrò, risponderò”
“perché
il mio patronus ha cambiato forma? E perché proprio un
unicorno?”
“perché
prima non avevi una personalità definita, e dato che avevi
appena conosciuto Sirius Black, nonché migliore amico di tuo
padre, il tuo patronus ha assunto la forma di Ramoso. Adesso sei
cresciuto e la tua personalità si è
definita”
“ma
perché proprio un unicorno?”
“l’
unicorno rappresenta la purezza, e tu sei puro di cuore come pochi,
quindi il tuo patronus ha preso questa rarissima forma”
“il tuo patronus
è una fenice”
Quella che aveva
appena formulato harry non sembrava molto una domanda quanto un
affermazione
“si”
Harry rimase a
lungo in silenzio. Poi, con un sospiro, estrasse dalla sua mente il
ricordo dei suoi genitori e lo diede a Silente, che lo
guardò dolcemente. Poi il preside lo abbracciò
sussurrando
“grazie”
Harry non si
ribellò e rimase zitto, con un espressione indecifrabile sul
volto. Silente si alzò e guardò un attimo il
ragazzo, cercando di decifrare il suo sguardo. E capì. Harry
era triste. Così ordinò immediatamente a Madama
Chips di andare a chiamare Piton e farlo venire nel suo ufficio,
lasciando Harry con i suoi pensieri
Ke dite, vi
è piaciuto il capitolo scritto INTERAMENTE da me? Quella
sfaticata di kattiva non ha mosso un muscolo per aiutarmi... Comunque i
prossimi capitoli saranno tutti un pò sul tragico,
perché li ho scritti mentre ero
“rinchiusa” a casa di mio cugino con il pc che
aveva 35 virus, quindi non facevo proprio i salti di gioia.... Un
bacione a tutti quelli che leggono o perlomeno che recensiscono,
Tigre94
ecco, quella
sgualdrina si prende sempre tutto il merito! e io aggiungo questo ai
suoi commenti! Mwahahah! adesso che mi fai, Giulia??? ahahah! come sono
malefica!!!
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